della Bassa Padovana
Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 48 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
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Montagnana Festival Show selezionati i “magnifici dodici”
Este, sanità Centro nazionale di Sla al posto dell’ospedale
Monselice E’ nata la Casa dei Beni Comuni aperta a tutti
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EDITORIALE
lavoro, persi 500 posti in appena due anni
Dall’Imu alla crescita non c’è tempo da perdere di Nicola Stievano
Più di 500 posti di lavoro persi in due anni. Un dato, questo, che è solo la punta di un iceberg è che stato diffuso dagli uffici del lavoro della Provincia di Padova. E’ riferito ai saldi occupazionali del Centro per l’impiego di Este: dal 2010 al 2012 Este ha registrato una perdita di 576 posti di lavoro. pag. 10
borghesan: turismo pensiamo in grande
Il “piccolo” turismo sta stretto a Montagnana. Ora la cittadina murata e il suo sindaco puntano al turismo globale, quello dei grandi tour e dei progetti internazionali di turismo. La considerazione arriva direttamente dal sindaco Loredana Borghesan, che fa il punto sul turismo nella sua città. pag. 13
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Il Giudice di pace resterà nella Bassa
Accordo fra Este e Montagnana che ora sperano nella collaborazione degli altri
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ontagnana ed Este “salvano” il giudice di pace. L’ufficio diventerà unico, avrà sede ad Este e non più anche nella cittadina murata, ma almeno la Bassa padovana non perderà questo importante servizio. I sindaci Loredana Borghesan e Giancarlo Piva hanno siglato una convenzione che permetterà agli uffici del giudice di pace di rimanere nella Bassa padovana. Entro il 29 aprile occorreva infatti inviare al Ministero di Giustizia una richiesta ufficiale che esprimesse la volontà di mantenere l’or-
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gano giudiziario nel territorio. La direttiva governativa ha previsto, difatti, lo smantellamento degli uffici periferici di Este e Montagnana (quello di Monselice è aggregato a Padova) e il trasferimento di personale e giudici a Rovigo. Le due amministrazioni comunali hanno deciso di prendersi sulle spalle la responsabilità, a partire dagli oneri della questione, manifestando al Ministero l’interesse di accollarsi ogni tipo di spesa necessaria al mantenimento degli uffici nel territorio. Dunque Este e Monta-
gnana dovranno recuperare le risorse per provvedere a personale, affitto dei locali, pulizie, utente, manutenzioni e materiale di cancelleria. Il Comune di Este pagherà il 64% del totale e quello di Montagnana il rimanente 36%, per un totale di quasi 180 mila euro. La convenzione, che fissa il giudice di pace nella sede atestina di via Brunelli, è stata portata nei due consigli comunali. La Borghesan e Piva, a conti ormai fatti, sperano tuttavia di poter ricevere l’aiuto anche di altri colleghi della Bassa. pag. 14
atto il Governo, archiviata - almeno così pare - la lunga e tormentata stagione di impasse politico che ha segnato questa prima fase dell’anno, elaborato il duro responso delle urne che ha confermato come l’Italia sia un paese diviso, che nutre scarsa fiducia nei suoi rappresentanti istituzionali e nella politica, che è stanco, dopo cinque lunghi anni di recessione, di non vedere risultati apprezzabili per rimettere in carreggiata il sistema - Paese, che non ne può più della “casta”, così lontana dalla realtà e così concentrata sul proprio “particolare”. La nascita del nuovo esecutivo non è stata impresa delle più semplici e anche il suo percorso sarà accidentato e non privo di rischi, breve o lungo che sia. Non troppo breve però, perché la voglia di tornare alle urne è poca e, soprattutto con questa legge elettorale, non è detto che dal voto possa emergere un’indicazione più chiara. Adesso è tempo del fare, più che di lanciarsi in vuote campagne elettorali ma anche in sterili braccio di ferro (compresi quelli in streaming, falsati dalla presenza delle telecamere), è il momento di mettere mano con una buona dose di pragmatismo alla tassazione senza uscire dai parametri di bilancio imposti dall’Europa, ma anche di favorire quei processi che finalmente possano far ripartire l’economia o, quantomeno, arrestarne il declino. continua a pag. 3
L’Intervento
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a Cisl del Veneto, oltre 400mila iscritti, più della metà tra i lavoratori dipendenti, ha celebrato il suo 11° congresso regionale nei giorni in cui Parlamento e i rappresentanti delle Regioni erano impegnati nella elezione del presidente della Repubblica... *segretaria Cisl Veneto
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EDITORIALE
segue da pag.
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Dall’Imu alla crescita non c’è tempo da perdere
Padova, testimone a Rossi
zanonato chiamato dal governo letta
Il sindaco Flavio Zanonato è stato chiamato da Enrico Letta nel suo governo per superare l’impasse politico. Al primo cittadino padovano un ministero chiave, quello sviluppo economico, con portafoglio per gestire alcune delle più delicate questioni. L’annuncio è stato dato dallo stesso Letta dopo un colloquio di oltre due ore con il capo dello Stato e pare che sia stato proprio l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani a fare il nome di Zanonato per la nuova squadra di governo. A Padova novità in municipio: spetta al vicesindaco Ivo Rossi traghettare la città in questo anno, fino alle prossime elezioni amministrative previste per giugno 2014.
Prendendo a prestito lo slogan del movimento meteora, “Fare per fermare il declino” è proprio quello che occorre in questo momento, è proprio ciò che la gente si aspetta. Non basta continuare ad urlare contro “la politica” come se fosse una cosa che non ci appartiene, visto che è sempre stata ed è tutt’ora lo specchio fedele del nostro Paese. I tagli ai privilegi, la riduzione dei mille privilegi, la trasparenza nei confronti degli elettori su spese e rimborsi sono un obbligo, vanno fatti senza tante discussioni o ripensamenti, ma non può essere questo l’unico punto di discussione politica, non è questo che ci aiuta a ripartire. Meglio lasciar perdere la gara a chi urla più forte, a chi raccoglie più gente in piazza, a chi realizza più contatti sul web. La nuova compagine governativa avrà vita dura ma è nata proprio con l’intento di trovare dei punti condivisi per non fermare la deriva. A partire dall’Imu, una tassa che va rivista sia per la prima casa che per gli immobili produttivi e commerciali, come ha sottolineato il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato. Proprio all’ex sindaco di Padova spetta una delle imprese più delicate, vale a dire favorire l’inversione di rotta e trovare la ricetta per la crescita della nostra economia, per la salvaguardia del lavoro e della capacità imprenditoriale delle nostre aziende. Allentare la morsa del fisco è solo il primo passo, serve una visione più ampia che abbracci il sistema del credito, le politiche del lavoro, la preparazione dei giovani, l’attenzione alla formazione. Non c’è tempo da perdere in chiacchiere, è il momento di agire. di Nicola Stievano
ODONTOIATRIA
festival cittadinanza “occupiamoci!”
Nell’Anno Europeo dedicato al Cittadino e alla Lotta agli sprechi, il Festival della Cittadinanza 2013 che si è tenuto a Padova la prima metà di maggio ha fatto di “occupiamoci!” la sua parola chiave, una esortazione a mettere in campo i propri talenti, per occuparci del territorio, salvaguardando risorse e beni comuni, occupare e riqualificare spazi. Confindustria Padova allarme
emergenza lavoro escalation di crisi
Oltre 1.500 crisi aziendali (1.502) l’anno scorso in Veneto, 4 al giorno, il 41,3% in più rispetto al 2011, quasi 500 negli ultimi tre mesi del 2012, con un’escalation dell’80,6% . Un quadro in costante peggioramento negli ultimi cinque anni, dalle 335 crisi aziendali nel 2008, e il periodo più nero è stato proprio l’anno scorso. Oltre 36 mila lavoratori (36.092) sono stati licenziati l’anno scorso in Veneto, quasi 10 mila negli ultimi tre mesi del 2012. È grave l’emergenza a Padova, denunciano i vertici di Confindustria.
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monselice Oltre mille famiglie hanno aderito al Gas per il solare pag.
politica locale
trasporti pubblici
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Bufera nel Pd della Rocca, Giaccarello lascia la segreteria fra le polemiche pag. 9
este, dati anagrafe
Popolazione mai così bassa da 46 anni, più stranieri pag. 12 È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.
E’ un marchio registrato. Editore
srl
Provincia
Questa edizione raggiunge le zone Montagnana, Monselice, Este, per un numero complessivo di 12.504 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
scuola padovana Un freno alle gite costose e di più giornate pag.
il personaggio
Regione economia
Fusione di società e nuovi tragitti per i pendolari pag. 16
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Nicola Zampieri racconta il successo delle “Anime in Plexiglass” pag. 20
Decrescita per virtù e per necessità pagg. 24-25
turismo
Dalla montagna al mare, dal lago alle terme, prenotazioni in calo pag. 26
arte
A Palazzo Ducale Manet e il Rinascimento pag.
Nel parco di Villa Berta a Camin, quartiere padovano, c’è una nuova area per i cani per la soddisfazione dei molti cittadini e dei moltissimi cani che l’aspettavano. Almeno un’area cani in ciascun quartiere: è questo l’obbiettivo a cui puntano gli amministratori padovani. È un gesto di civiltà sia per i tantissimi cani e conduttori di cani che ci sono in città, ma anche per chi non ha un cane e che vive con timore e sospetto la presenza degli amici a quattro zampe nelle aeree verdi. Una forma di convivenza possibile e che porterà solamente benefici.
un ciclo di opere dedicate agli alimenti
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Bassapadovana
al parco di villa berta cani accolti
“I colori della salute”
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Il dibattito nel cuore di Padova
Padova, quartiere Camin
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Resteranno esposte fino al prossimo 18 giugno le opere della pittrice Barbara Bruscagin presso il ristorante “Per Bacco” di Ponte Corvo. Si tratta di ciclo di opere dal titolo “I colori della salute” e ha come protagonisti assoluti degli alimenti, quali il cavolo e la curcuma, le cui proprietà terapeutiche e purificatrici sono essenziali componenti dell’alimentazione antitumorale. Lo scopo principale di queste opere è per l’appunto mostrare come si possa associare il cibo all’arte: la figura umana, anche se talvolta sembra essere impercettibile, è invece onnipresente in tutti i quadri; e ad essa viene associato un alimento ogni volta diverso che ha delle proprietà benefiche per il nostro organismo. “Il piacere del gusto” è il secondo ciclo di opere dedicato al culto del cibo. Un’alimentazione salutare non è sinonimo di un’alimentazione senza sapore; infatti è possibile nutrirsi con cibi sani che possano comunque stimolare il piacere dei sensi e farci mantenere una forma fisica vigorosa. Tali sensazioni sono evocate nelle tele dando maggior importanza alla figura umana e creando una personificazione dell’alimento.
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Direttore responsabile
Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 aprile 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)
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4 Argomento del mese OSPEDALI vede la luce un’potesi di taglio di oltre 1800 posti letto Le province venete più colpite? Padova e verona, che perderanno rispettivamente oltre 400 posti letto. Meno colpita vicenza con un taglio di 127 posti letto, Treviso che ne perderà 244, venezia con 222. Il presidente Luca Zaia però non condivide i numeri. “Diminuzione reale - dice non superiore a 400 posti letto ospedalieri in tutto”. ci saranno meno primari, il loro numero passerà dagli attuali 864 a 725. Invariata l’area privata con 3.020 assegnazioni
Sanità, meno posti let
di Alessandro Abbadir
Da luglio sarà istituita “l’impegnativa di cura domiciliare”. Stanziato un fondo da 90 milioni di euro
Pigozzo (Pd): “ci spieghi come vuole comportarsi la Regione con le strutture intermedie”
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agli ai posti letto e potenziamento del servizio domiciliare, è su questi due versanti che la Regione ha intenzione di agire per razionalizzare e rendere più efficaci i servizi della sanità veneta. Si tratta, è bene sottolinearlo, di ipotesi di tagli che non sono ancora stati deliberati dalla giunta e quindi da prendere con la massima cautela. Da queste stime qualcosa comunque si capisce: i tagli riguarderanno tutte le province, in particolar modo quelle di Padova e Verona. Emergono dalla bozza delle nuove schede ospedaliere tagli ai reparti di degenza previsti dal nuovo piano socio sanitario, da un anno “congelato”. I posti letto che la Regione avrebbe intenzione di tagliare sono oltre 1800. Si passerebbe da 19.040 posti letto a 17.202. Le province venete più colpite? Padova e Verona, che perderanno rispettivamente oltre 400 e quasi 500 posti letto. Diversi però sono i conti fatti dal presidente della Regione Luca Zaia che ha confutato i numeri. “Attenzione - ammonisce - perché il taglio reale alla fine non supererà, nel complesso, i 400 che, divisi per gli ospedali esistenti fa 7 letti ad ospedale”. C’è poi una suddivisione importante. Gli ospedali saranno, secondo questo piano in hub (alta specialità) e spoke (intensità di cure medio-bassa). Saranno hub Vicenza, Treviso,
il poliambulatorio emergency a marghera
Richieste in continuo aumento
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el dicembre del 2010 Emergency aveva aperto, non senza difficoltà e vari bastoni tra le ruote, l’ambulatorio a Marghera per garantire assistenza sanitaria gratuita a chi non poteva permettersela. Extracomunitari, migranti “di passaggio”, poveri: questa la “clientela” a cui sembrava dovesse rivolgersi il nuovo servizio, prestato da medici e operatori volontari. Ma la crisi ha cambiato tutto e ora “l’ospedale di Emergency”, come lo chiamano tutti, è un centro di riferimento per l’intero quartiere, e non solo. In coda per una medicazione e un accertamento non si trovano solamente le persone da sempre e un po’ frettolosamente considerate “ai margini” della nostra società, ma anche pensionati che faticano a pagarsi le cure, disoccupati di lungo corso, giovani coppie alle perse con troppe spese e poche entrate. Molti italiani dunque, molte persone che comunque ottengono una risposta e un servizio che ormai si è radicato in una realtà del tutto particolare come quella di Marghera e del suo tessuto sociale. Dai residenti l’ospedale di Emergency è visto come un servizio che mancava, come la possibilità di trovare sotto casa assistenza sanitaria e non solo. Il Poliambulatorio ha aperto in uno stabile messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Venezia ed è stato avviato grazie al finanziamento di Fondazione Smemoranda.”Svolgiamo un servizio di orientamento dei pazienti verso le strutture pubbliche, qualora ne avessero bisogno. – precisano i responsabili - Lo spirito del Poliambulatorio, infatti, è di collaborazione e integrazione con il Sistema sanitario nazionale. Sono sempre presenti mediatori culturali”.
Venezia, Padova e Verona mentre diventeranno spoke Belluno e Rovigo, che guarda caso sono le attuali province venete meno popolate. Negli ospedali ad alta specializzazione non saranno toccati i reparti di rianimazione, mentre succederà per gli ospedali spoke. Vediamo, ora, nel dettaglio provincia per provincia le ipotesi che la Regione ha messo in campo per poter snellire la sanità, ipotesi che dovranno fare i conti con le forze politiche in consiglio regionale prima di diventare realtà. Le più colpite saranno Padova e Verona Padova perderà 418 posti letto passando a 3.590 (3,87 per mille), Verona 492, arrivando 3.462 (3,81 per mille). Meno colpita Vicenza con un taglio di 127 posti letto, Treviso me perderà 244, Venezia perderà 222 posti letto arrivando a 3,21 posti letto ogni mille abitanti. Rovigo di posti letto ne perderà 202 ma in percentuale il taglio sarà cospicuo passando da 4,24 a 348 per mille. Belluno di posti letto ne perderà 103. Ovviamente con questo piano e questi tagli, ci saranno anche meno primari, che passeranno da 864 a 725, mentre l’area dei posti letto privata resterà invariata (3020) che però diminuendo quelli pubblici alla fine peseranno di più a livello percentuale. Un commento arriva subito dal consigliere regionale del Pd in commissione sanità Bruno Pigozzo: “Queste cifre – com-
menta Pigozzo - vanno prese con le pinze e saranno credibili solo quando saranno deliberate dalla giunta e portate in consiglio. Va detto poi che in questa operazione non si parla di realizzazione delle strutture di ricezione intermedie Si è colpito il settore pubblico salvando quello privato”. Se da un lato la Regione punta ad un taglio sostanziale dei posti letto, dall’altro vuole potenziale la domiciliarità. Sarà istituita entro luglio 2013 “l’impegnativa di cura domiciliare”. Sarà di fatto una rivoluzione per la famiglia che vorrà curare in casa un anziano o un disabile. Sarà istituito un percorso basato su cinque livelli, erogati dal servizio sanitario regionale. Le categorie saranno: basso bisogno assistenziale, medio bisogno assistenziale , alto bisogno assistenziale disabilità gravissime con necessità di assistenza a domicilio, grave disabilità psichica e intellettiva; grave disabilità fisico-motoria. Si punta a deospedalizzare gli anziani, seguendo un orientamento medico che vede fare notevoli progressi a queste persone fra le mura domestiche. Per questo c’è uno stanziamento di 90 milioni di euro. “E’ una rivoluzione culturale - dice l’assessore Remo Sernagiotto - con questa riforma le persone potranno essere assistite dai loro famigliari, ottenendo risultati migliori rispetto ad una ospedalizzazione e facendo risparmiare risorse”.
Argomento del mese 5 A Padova e provincia
tto e più domiciliarità Servizi sanitari La Regione stanzia 30 milioni di euro l’anno e, se necessario, assumerà personale
Esami e visite anche a tarda sera, a settembre dovrà essere tutto pronto di Nicola Stievano
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spalla pag 5 per padova
na rivoluzione culturale”: così il governatore veneto Luca Zaia ha definito la scelta di aprire gli ospedali anche di notte, dalle 20 alle 24, per almeno due giorni alla settimana e nei giorni festivi e prefestivi. Si parte da settembre ma la macchina si è già messa in moto, perché tutto dovrà essere pronto per il primo di settembre. Da allora si farà su serio e si capirà quanto sarà apprezzata l’iniziativa che ha lo scopo di ridurre le liste di attesa per esami e visite e agevolare chi lavora. Sulla carta l’idea di non dover ricorrere a permessi o a ferie sembra piacere a molti, poi ci sarà la prova del nove direttamente “sul campo”. In alcune città i pazienti sono già abituati alla “sanità serale” con l’apertura fino all’ora di cena degli ambulatori medici e di alcuni servizi privati convenzionati. Ora la Regione vuole fare un passo avanti e prevede che l’intera rete ospedaliera veneta debba essere pronta a partire entro il prossimo primo settembre, demandando ai direttori generali la definizione operativa e organizzativa su base territoriale. I servizi interessati sono quelli ambulatoriali ma soprattutto radiologici, per ottimizzare al massimo l’utilizzo prima di tutto dei grandi macchinari come Tac e Risonanze Magnetiche, sofisticati e costosi, che restano spenti per lunghe ore. “E’ una nuova filosofia – ha detto Zaia – che si rivolge prima di tutto ai 5 milioni di veneti che ci chiedono tempi più veloci per gli esami e le visite. Avviciniamo la sanità alla gente, rendiamo più efficiente l’intero sistema, creiamo una vera e propria rete di presa in carico del paziente che, attraverso i Centri Unici di Prenotazione, troverà non solo assistenza per la prenotazione singola, ma anche per la definizione del percorso di controlli ed esami dopo una fase acuta passata in ospedale. Il tutto nei tempi più brevi possibili, perché l’obiettivo tendenziale è quello di chiudere le liste d’attesa o, nel peggiore dei casi, di ridurle al minimo fisiologico”. L’intera operazione sarà finanziata con circa 30 milioni di euro l’anno, frutto della razionalizzazione di spesa già in atto, destinati al pagamento del personale e delle spese organizzative. Ai lavoratori è garantito il pieno rispetto degli accordi sindacali e, se necessario, ci saranno anche delle nuove assunzioni.
Più servizi e risparmio
Intanto nella Bassa c’è attesa per l’Ospedale unico
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i farà o non si farà il nuovo ospedale di Padova? Da Venezia Zaia è più che convinto del progetto e lo rilancia almeno una volta ogni 15-20 giorni. Nella città del Santo aleggiano ancora dei dubbi ma i prossimi mesi saranno decisivi, lo sperano ardentemente anche ai vertici di Uls 16 e Azienda Ospedaliera. Intanto però ancora per un bel pezzo i padovani (e non solo, visto l’indice di attrazione fuori provincia e regione) dovranno continuare a fare i conti ancora per un bel po’ con il “vecchio” ospedale. Un’azienda mastodontica retta, da alcuni mesi, dal direttore generale Claudio Dario. Vale la pena ricordare alcune cifre: 4.459 dipendenti, suddivisi in ruolo sanitario (3.218), professionale (14), tecnico (854) e amministrativo (374). Il costo annuo per il personale è di 215 milioni di euro, pari al 52% dei costi complessivi. Nel 2012 sono stati eseguiti 310 trapianti: 20 al cuore, 118 al rene, 10 a rene e pancreas, 79 a fegato e intestino, 24 al polmone e 59 al midollo. In calo il numero delle operazioni assestate a 31.657: erano più di 35 mila nel 2004. L’azienda ospedaliera conta quattro reparti di pronto soccorso: quello aziendale ha registrato 100.636 accessi, il Sant’Antonio 26.543, Piove di Sacco 28.509, la casa di cura di Abano Terme 29.369, per un totale di oltre 185 mila. Quanto ai bilanci, la situazione è critica ma non disperata: il risultato di esercizio nel 2012 si è chiuso con un passivo di 50 milioni di euro, erano 41 l’anno precedente. Invariato il risultato di gestione da due anni a meno 46 milioni i euro. Il patrimonio netto è sceso a causa dell’erosione progressiva del fondo di dotazione. I debiti invece l’anno scorso ammontavano a 490 milioni, a breve termine, di cui 270 relativi ai fornitori. “Nel futuro dell’azienda ospedaliera - afferma Dario, - va messo in conto sicuramente il rafforzamento della sinergia con l’università, così come con le altre Usl padovane e venete. È necessaria una revisione della rete delle alleanze, strutturando rapporti di collaborazione con le altre aziende sanitarie. Si è voluta rivedere l’interaziendalità dei servizi amministrativi, particolarmente in ambito economico e finanziario, per chiarezza organizzativa e di responsabilità. Al momento non sono in discussione, invece, i servizi assistenziali in regime di interaziendalità. Per quanto riguarda i tagli dei posti letto le disposizione regionali sono chiare. Il nuovo ospedale prevede mille posti letto, a Padova ne abbiamo 1.500: se saranno progressivamente ridotti lo vedremo a partire dalle prossime schede ospedaliere. Nel frattempo stiamo lavorando per il nuovo ospedale, al punto che l’Azienda si è candidata come stazione appaltante. Il nostro obiettivo resta quello di mantenere alti standard di servizio per le migliaia di persone che si rivolgono alle nostre strutture ogni giorno”. Nella Bassa Padovana l’ospedale unico prende corpo giorno dopo giorno, nel rispetto della tabella di marcia. Lo conferma Giovanni Pavesi, al suo secondo mandato ai vertici dell’Uls 17: “In questi mesi ci attendono obiettivi importanti, dal completamento e trasferimento nel nuovo ospedale a Schiavonia alla creazione di una rete sempre più efficace di assistenza territoriale, sempre mantenendo al centro dell’attenzione il cittadino con le sue legittime aspettative e garantendo standard di qualità per tutti i servizi, sia ospedalieri che territoriali”.
6 Monselice Movimenti Circolo Culturale “Varalli” con Adl Cobas e “Lasciateci Respirare”
Casa dei Beni Comuni Lavoro, integrazione, ambiente sono gli ambiti di azione insieme ai gruppi di acquisto solidali di Emanuele Masiero
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l lavoro e il migrante sono al centro della proposta del circolo culturale “Claudio Varalli” di Ca’ Oddo. Nasce così la “Casa dei Beni Comuni”, uno spazio fisico che a partire dalle esperienze del comitato popolare “Lasciateci respirare” e da Adl Cobas, punta alla costruzione di una nuova progettualità in grado di produrre un mutamento radicale del futuro del territorio. Una bassa padovana non più condizionata da impianti nocivi alla salute, ma orientata a creare occupazione nel rispetto della salute, dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. “La sede della Casa dei Beni Comuni cercherà di diventare un punto di riferimento per tutte quelle realtà, anche giovanili, che vogliono e vorranno costruire “buone pratiche”di vita e di comunità, dai Gruppi di Acquisto Solidale ai corsi d’italiano per migranti, dai momenti culturali a nuove forme di socialità – spiegano i rappresentanti delle due realtà coinvolte nel progetto - Una “casa comune” dove si possa discutere e confrontarsi, si possa produrre proposte
sociali e culturali, e si possano mettere in sinergia e a frutto le proprie esperienze come l’assistenza legale e il supporto di un Caf, organizzare la tutela dei diritti sui posti di lavoro, affrontare il nodo della questione abitativa e degli sfratti e si possa attingere all’esperienza di uno sportello ambientale”. Insomma uno spazio che operi a 360 gradi nelle tematiche sociali e ambientali che certo sono ben strutturate nel territorio di Monselice e della bassa in generale. “Guardando alle esperienze maturate nell’ultimo decennio anche in questo territorio – con-
tinuano - sentiamo la necessità di operare per la costruzione di percorsi ricompositivi, capaci di articolare una proposta adeguata alla fase e alle mutazioni sociali e ambientali in atto. Riteniamo indispensabile un salto di qualità che faccia uscire dal particolarismo le varie realtà presenti, che riesca a coniugare l’inevitabile conflitto alla costruzione di progetti alternativi, che sappia intrecciare i percorsi e produrre sinergie virtuose”. Per avere maggiori informazioni è possibile visitare I siti www.adlcobas.it oppure www. lasciatecirespirare.it.
sociale la conferenza dell’uls 17 sull’aumento del disagio in famiglia
allarme dei sindaci sulla povertà
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l quadro disegnato dalla conferenza dei sindaci dell’Ulss 17 è a dir poco drammatico. I 39 primi cittadini, che si sono recentemente riuniti a Monselice, hanno inviato una missiva alla Regione Veneto per evidenziare lo stato disastroso in cui versano le famiglie della bassa. Ci sono infatti migliaia di situazioni di sofferenza presenti nel territorio: le famiglie che non riescono più a pagare l’affitto, le bollette, la frequenza dei Il sindaco Francesco Lunghi servizi educativi, le visite mediche e i farmaci. Ci sono ormai 160.000 persone nella regione che hanno perso o non trovano posto di lavoro. “I Comuni sono in prima linea ad affrontare queste drammatiche situazioni – ha commentato il sindaco di Monselice, Francesco Lunghi - Perciò chiediamo alla Regione che il Fondo Regionale per l’emergenza sociale sia lo strumento per sostenere gli enti locali nell’aiutare le famiglie a pagare il canone d’affitto, le utenze gas, luce ed acqua e per elaborare i progetti a favore delle persone in estrema povertà”. Il Consiglio Comunale monselicense ha presentato intanto una mozione affinchè l’Ulss 17 venga inserita nel registro tumori del Veneto. Un’esigenza che nasce dall’approvazione del nuovo regolamento sul funzionamento del registro che prevede lo smantellamento del Servizio Oncologico Veneto (Iov). Pertanto il registro tumori diventa strategico se non fondamentale. “La finalità specifica del trattamento dei dati a livello epidemiologico è quella di offrire indicazioni sui fattori di rischio dei tumori – ha spiegato il primo cittadino – ma anche sugli esiti d’interventi di diagnosi precoce, delle terapie e dei percorsi diagnosticiterapeutici. Il registro rappresenta quindi uno strumento fondamentale per indagare se determinate neoplasie sono più diffuse in luoghi critici dal punto di vista dell’inquinamento ambientale, se esiste una correlazione tra l’esposizione a determinate sostanze inquinanti e l’insorgenza della neoplasia. Tutto questo per avviare una vera campagna di prevenzione primaria della malattia oncologica, obiettivo cui purtroppo sono destinate, scarsa attenzione e risorse”. E.M.
gRuPPO D’ACquISTO PER MIllE FAMIglIE
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quattro anni dal primo Gruppo di Acquisto Solare è ora di tirare le somme. Il Gas, l’innovativo sistema con cui le famiglie della bassa possono acquistare impianti fotovoltaici in sicurezza, è quasi pronto per la quinta edizione. Un compleanno carico di aspettative anche in virtù della situazione economica attuale. Complessivamente i quattro Gas hanno coinvolto oltre 1.000 famiglie in un percorso partecipato che ha portato all’installazione di 360 impianti solari in cui lo sportello energia, gestito da Legambiente insieme a Padova Tre, ha fornito supporto tecnico in tutte le fasi della realizzazione, per un totale di 1,1 Mwp di fotovoltaico pari a 290 impianti domestici (taglia media di 3,79 kWp ciascuno) e 320 mq di solare termico pari a 70 impianti familiari. Un risultato ancor più significato se confrontato con il numero complessivo degli impianti fotovoltaici realizzati dalle famiglie della bassa padovana. Nel periodo compreso fra giugno 2010 e febbraio 2013 quasi il 20% degli impianti fino a 4,5 kW di potenza entrati in funzione sono stati realizzati tramite il gruppo di acquisto. Significativo anche il risparmio per le famiglie che vi hanno aderito. Rispetto alle spese di installazione, il risparmio complessivo è stato di quasi 838.000 euro. Questo risparmio complessivo nelle installazioni significa una media a famiglia di 2.330 euro. Non meno importante è l’impatto economico ingenerato dai Gas sull’economia locale anche considerando il periodo di risi che il
territorio sta attraversando. Le cinque aziende, tutte con sede in provincia di Padova, che hanno vinto le varie edizioni diventando partner dei Gas, hanno avuto un fatturato complessivo di oltre 3,6 milioni di euro. “Non meno importanti sono i risvolti ambientali dei Gas – ha spiegato Federico Gianesello, responsabile del progetto per Legambiente - Considerando sia il solare termico che il fotovoltaico, a partire da febbraio 2013, sono oltre un milione e mezzo i kwh prodotti annualmente dai nostri impianti. Applicando il “mix energetico nazionale” e relativo fattore di conversione, significa 664,4 t/anno di co2 evitata. Tradotto in Tep (tonnellate di petrolio equivalenti), corrispondono ad un risparmio di 1.934 barili di petrolio equivalenti in meno ogni anno. Se calcoliamo il vantaggio ambientale per tutta la durata di vita degli impianti (circa 30 anni) possiamo vedere che la co2 evitata corrisponde a 20 mila tonnellate, i barili di petrolio non consumati E.M. sono 58 mila”.
8 Monselice L’Intervento
Dopo le frane Dall’emergenza agli interventi Dopo 33 giorni di allarme al via i lavori di sistemazione
Al capezzale della Rocca di Emanuele Masiero
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l simbolo di Monselice è stato messo a dura prova. La Rocca, il colle più rappresentativo del Veneto medioevale, ha rischiato di franare rovinosamente e definitivamente. Nelle scorse settimane si sono verificate più di dieci frane che hanno costretto dodici famiglie ad abbandonare le loro case. Ma dopo più di un mese di paura la situazione sembra tornare lentamente alla normalità, ammesso che così si possa definire visto che nessuno potrà riportare La Rocca alla sua condizione originale. Ma almeno l’emergenza acuta è finita nonostante ci siano ancora alcune persone sfollate e tanti lavori da fare. In questi giorni dovrebbero partire i primi cantieri, autorizzati dalla Regione per 550.000 euro. Un momento da segnare sul calendario visto che chiude un’emergenza durata 33 giorni, che ha visto impegnati 24 ore su 24 ben 600 volontari della Protezione civile della Bassa padovana. 35 le persone sfollate in totale, 25 le ordinanze emesse. “I lavori saranno articolati in due fasi. La prima, più urgente, è finalizzata a far rientrare i cittadini: la Regione ha prospettato due settimane. La seconda fase dei lavori consisterà invece in opere di messa in sicurezza definitiva sulle due frane di via San Tommaso e via Galilei: è la prima volta che si fanno lavori di questo tipo e non semplici rattoppi”. Tempi più lunghi si prospettano invece per le altre frane che hanno colpito il colle, per le quali al momento non ci sono finanziamenti. Una volta risolte le emergenze che riguardano le abitazioni bisognerà pensare anche alle frane in cava. Ma nel frattempo il Comune ha ordinato la riapertura al traffico di via Galilei e del parcheggio di via Tassello: un primo passo avanti, in attesa che anche i residenti evacuati possano tornare a casa. L’assessore Regionale Maurizio Conte ha autorizzato il Genio civile a procedere con la massima
legalità
C
Serviranno almeno 550 mila euro e circa due mesi per completare le prime opere di sistemazione Chiusa l’emergenza ci si chiede come sarà la Rocca in futuro Resta aperto anche il problema delle famiglie sfollate
celerità possibile alla realizzazione degli interventi urgenti sul fronte nord-est del Colle della Rocca a Monselice. Lavori che permetteranno la messa in sicurezza delle abitazioni di via San Tommaso e di via Galilei, oltre a proteggere il patrimonio monumentale. Nel dettaglio, il Genio civile provvederà a effettuare lavori di pulizia dell’area e il taglio mirato della vegetazione, oltre a disgaggi controllati sulle pareti rocciose (ovvero distacchi controllati di massi pericolanti), consolidamenti in parete, nei punti più critici, con legature e chiodature, opere di difesa con barriere o reti paramassi e consolidamento del ciglio superiore. L’intervento avrà dei costi tutt’altro che banali:
250.000 euro serviranno per via San Tommaso e altri 300.000 per il fronte di via Galilei. In tutto ci vorranno 10-15 giorni per operazioni preliminari all’attività di cantiere e circa due mesi per la realizzazione e il completamento dei lavori. “Ora che l’emergenza acuta è finita un ringraziamento particolare va ai nostri volontari della Protezione Civile e ai nostri vigili – ha dichiarato Lunghi - Quanto successo ha permesso di innescare un meccanismo di controllo idrogeologico del territorio, cosa che non c’è mai stata a Monselice e ci ha consentito di coinvolgere pesantemente Regione, genio civile e forestale con un programma di risoluzione e messa in sicurezza dei fenomeni acuti”.
Il lavoro è vita, anche per il Veneto di Franca Porto*
segue da pag.
1
...si stava prendendo atto della impossibilità che dalle elezioni politiche, anticipate, si potesse arrivare alla costituzione di un nuovo governo, dunque, elezioni inutili. Il buio della politica sul buio della crisi. A ridare vita alla politica è stata la rielezione di Giorgio Napolitano, l’uomo che oggi più rappresenta nel nostro Paese, per la sua storia personale, la dignità della politica e la imprescindibilità delle istituzioni democratiche. Ridare vita, darsi una direzione per uscire dalla crisi, anche quella economica, sono stati gli obiettivi di fondo anche del nostro congresso regionale che ha avuto il suo baricentro nel tema del lavoro, il valore che più rappresenta la dignità della nostra regione ed è imprescindibile dalla sua vita sociale e civile. Esplicito il suo titolo “Il lavoro è vita, lo sai”, una citazione di John Lennon, che prosegue richiamando anche il suo contrario “senza quello esiste solo paura ed insicurezza”. Una verità, drammaticamente confermata dalla serie di atti disperati, suicidio compreso, di imprenditori e lavoratori che stanno segnando questi anni di crisi. Per riportare occupazione in Veneto, arginare la disoccupazione e recuperare quei 100mila posti di lavoro bruciati da 5 anni ininterrotti di crisi, abbiamo messo sul piatto non solo le richieste, in qualche modo scontate, verso l’alto (il governo nazionale e regionale) e verso gli altri (i politici, gli amministratori e gli imprenditori) ma anche le nostre prerogative e responsabilità di sindacato. Abbiamo precisato che per riprendere a produrre ricchezza (e quindi a ripartirla nei termini di occupazione e reddito) il sistema produttivo Veneto deve mantenere il suo cuore nel settore manifatturiero, invertendone la corsa al declino ricreando (perché c’era e non c’è più) un contesto “amico delle imprese” che sono competitive, innovative, inclusive e sostenibili. A questi obiettivi vogliamo indirizzare la contrattazione sindacale nelle singole aziende come nel livello territoriale. Si tratta, ad esempio, di estendere gli strumenti della bilateralità (dove già eccelliamo: basti pensare alle esperienze di Solidarietà Veneto e di EBAV, tanto per citare) e di valorizzare il rapporto tra retribuzioni e competitività, una questione fondamentale questa anche per i lavoratori pubblici e la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione. In parallelo intendiamo operare per rinnovare il sistema delle tutele sociali: quel welfare che nella nostra regione poggia su quattro mura perimetrali: il servizio pubblico (in primis il servizio Socio-Sanitario), l’azione del volontariato, la mutualità collettiva, il privato. Nel primo si deve intervenire per eliminarne distorsioni e ritardi che, ogni giorno di più, ne limitano l’efficacia, l’equità, la capacità di intervenire sui nuovi disagi e povertà. Servizi per l’infanzia e applicazione della legge regionale n.30 sulla non autosufficienza ne sono, per noi, le priorità. *segretaria Cisl Veneto
Doppio incontro con la cittadinanza e i ragazzi di terza media
don merola: “la criminalità si sconfigge con l’intelligenza”
ultura e conoscenza per sconfiggere la camorra. Questo il messaggio principale che Don Luigi Merola ha voluto lanciare durante l’incontro “Educazione alla legalità. I giovani seme e germoglio della legalità”, organizzato dal Comune di Monselice nei giorni scorsi. Don Merola è stato protagonista del doppio incontro con la cittadinanza in cui ha anche presentato il suo ultimo libro “I bambini di Napoli”. Don Merola ha sottolineato che uno dei risvolti più pe-
ricolosi dell’attività camorristica, e delle associazioni a delinquere in generale, è lo sfruttamento dei bambini e il loro allontanamento dalle scuole. Rivolgendosi ai bambini della terza media Buggiani e ai giovani delle superiori, il sacerdote ha presentato con carisma e realismo la situazione dell’Italia meridionale, in particolare quella di Napoli, sottolineando, però, come anche nella parte settentrionale della penisola si stia verificando il passaggio “dall’infiltrazione al radicamento delle cellule
malavitose”, in modo più o meno silente. Don Merola ha più volte rinnovato ai giovani presenti l’invito allo studio costante e proficuo, alla conoscenza e al sapere e ha spiegato loro come sia possibile combattere l’ignoranza della delinquenza con la forza della cultura, a cominciare dai banchi di scuola. Il messaggio trasmesso da Don Merola non lascia spazio a dubbi: “Con la cultura, l’impegno e l’intelligenza si può, e si deve, fare la differenza”. E.M. Don Luigi Merola è stato ospite a Monselice
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Monselice 9 Politica Dimissioni polemiche di Pierluigi Giaccarello e di Nicola Terzo
Terremoto in casa Pd Il segretario non condivide le scelte del partito sia a livello nazionale che locale e si fa sentire di Emanuele Masiero
Un incontro del Partito Democratico di Monselice
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Monselice è terremoto nel Partito Democratico. Le dimissioni del segretario Pierluigi Giaccarello e del tesoriere Nicola Terzo hanno dato uno scossone che certo non è passato inosservato. In polemica con le scelte nazionali del partito, il giovane segretario cittadino ha scelto la via della contestazione. “La sindrome autoimmune del Pd che in due giorni si è giocato Bersani e Prodi solo per consumare sulle pelle dell’Italia antichi rancori interni non mi consentiva di immaginare la mia passione politica ancora
S. Cosma
al servizio di questo partito – ha spiegato Giaccarello - Una scelta che non è di chi getta la spugna nelle difficoltà. Come non lo feci nel 2009 dopo primarie locali vissute in modo analogo al recente voto per il Quirinale: allora non abbandonai il Pd ma lo condussi a sostegno di Francesco Miazzi, candidato di cui non avevo inizialmente appoggiato la candidatura. A fine 2011, all’interno del direttivo di cui ho continuato a far parte, vi era un generale consenso alla mia proposta di avvicendamento in consiglio comunale
per consentire una significativa esperienza amministrativa a due giovani come Federico Bettin e il sottoscritto (primi dei non eletti nel 2009). Ci siamo purtroppo scontrati contro l’indisponibilità degli attuali consiglieri”. Un’occasione persa per il Pd di Monselice che per una volta poteva dimostrare di voler veramente lasciare spazio ai giovani. Giaccarello pur facendo parte del direttivo, aveva lasciato il ruolo primario di segretario. “Di fronte ad una richiesta unanime sono tornato alla guida del circolo locale in vista delle importanti scadenze
due milioni di euro di lavori per la sicurezza idraulica
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n progetto da due milioni di euro per la messa in sicurezza idraulica del territorio di San Cosma. È un intervento di grandi proporzioni, quello approvato in via definitiva a fine aprile da Comune e Consorzio di Bonifica. Si tratta dei lavori per deviare il corso del canale Desturello, creando un vero
che avevamo davanti – ha continuato Giaccarello - le elezioni politiche, il congresso del partito, le amministrative del 2014. Purtroppo la prima scadenza ci ha portato a questa situazione. L’unico rimpianto è riservato agli amici con cui ho condiviso dal 2004 tante avventure politiche. I partiti muoiono ma queste persone restano con il patrimonio di relazioni che ne derivano. I messaggi di assenso e solidarietà ricevuti dopo la mia scelta sono stati così tanti da farmi capire che la buona politica la fanno le persone con le loro idee, la
e proprio nuovo corso d’acqua, parallelo all’attuale, che consentirà di raccogliere tutte le acque meteoriche per un regolare deflusso. Ai residenti di San Cosma è ben noto il problema degli allagamenti, che puntualmente si ripete ad ogni acquazzone. Intere strade, come via Cuora e via Deson, si ritrovano periodicamente sotto acqua, con notevoli disagi per i residenti. Un problema che dovrebbe scomparire quando saranno finiti i lavori per deviare il Desturello, con benefici non solo per San
loro passione e determinazione”. E per il futuro? Giaccarello rappresenta certamente un personaggio importante della politica locale, giovane e dinamico. Non è escluso quindi che per le amministrative del 2014 non scenda in campo, magari in qualche forza civica. “Non smetterò certo di lottare perché non ho un partito in nome di cui farlo – ha dichiarato - Il fronte del mio impegno rimarrà sempre lo stesso: quello dei tanti convinti che fra un anno Monselice abbia bisogno di una svolta”.
Cosma ma anche per i territori dei comuni limitrofi. Il progetto è del Consorzio di Bonifica, che ora seguirà direttamente i lavori. Il primo stralcio, che è stato approvato e ora sarà appaltato e finanziato, permetterà di bypassare tutta San Cosma. Verrà costruito un canale molto grande, di quasi 10 metri di ampiezza, che girerà intorno alla frazione, così che il centro e numerose vie saranno protette da pioggia e allagamenti. E.M.
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10 Este Le cifre Preoccupanti i dati degli ultimi due anni diffusi dalla Provincina
Lavoro, persi 500 posti A restare disoccupati sono soprattutto uomini fra i 30 e i 54 anni, frenano anche le assunzioni di Nicola Cesaro
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iù di 500 posti di lavoro persi in due anni. Un dato, questo, che è solo la punta di un iceberg è che stato diffuso dagli uffici del lavoro della Provincia di Padova. E’ riferito ai saldi occupazionali del Centro per l’impiego di Este: dal 2010 al 2012 Este ha registrato una perdita di 576 posti di lavoro. Più di Montagnana (540) e Monselice (516 nel 2012, ma con un saldo di +335 nei due anni precedenti). Si tratta perlopiù di uomini di mezza età: dei 380 lavoratori rimasti senza impiego l’anno scorso, 206 hanno tra i 30 e i 54 anni (112 tra i 30 e i 39), 155 invece tra i 55 e i 64 (93 tra i 55 e i 59). Gli uomini doppiano le donne, 265 contro 115. Nel 2011 il saldo, in questo senso, era stato clamoroso: 155 uomini e 1 sola donna. E se i posti di lavoro spariscono, lo sviluppo delle nuovo realtà produttive viaggia con il freno a mano tirato: l’anno scorso il distretto di Este è stato quello con il calo maggiore di avviamenti al lavoro dipendente, un pessimo -10,5% (4.427 contro i
lavoro Ampia la gamma di servizi
eX disoccupati in cooperativa
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bbandonati dal loro titolare ieri, padroni di sé stessi oggi. E’ una storia da raccontare quella della Csd Estense, la Cooperativa sociale disoccupati nata sulle ceneri della Gs Montaggi. I responsabili della Csd Estense sono quasi tutti ex dipendenti della Gs Montaggi, azienda letteralmente abbandonata dal titolare e lasciata piena di debiti e problemi. I lavoratori prima hanno chiesto aiuto a tutte le istituzioni, poi hanno deciso di dare vita a un’occupazione permanente della fabbrica. In un anno questi operai sono riusciti a far rinascere una nuova realtà lavorativa, per non sacrificare l’ennesimo capannone e soprattutto tante professionalità. Supportati da un pool di professionisti e anche dal Comune di Este e dalla Provincia di Padova, i lavoratori hanno quindi messo in piedi la cooperativa. La cooperativa offre servizi di giardinaggio, potatura, imbianchino, idraulica, carpenteria leggera, traslochi, sgomberi e riparazioni di bici. Per informazioni, 328-6328734. La sede lavorativa della Csd è in via Leonardo Da Vinci, quella legale in piazzale Ca’ Pesaro. N.C.
in breve Conselvana, vanta una lunga esperienza nel settore
marta rappo nuovo direttore dei servizi sociali dell’uls 17
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’Usl 17 ha un nuovo direttore dei Servizi sociali. La nomina è infatti andata a Marta Rappo (nella foto), conselvana, vent’anni di esperienza lavorativa nell’ambito del sociale tutti trascorsi all’interno dell’Azienda. Il nuovo direttore è laureato in Scienze Politiche, è iscritto al Registro dei valutatori per l’accreditamento istituzionale della Regione Veneto e attraverso questo ruolo ha avuto modo di conoscere in modo approfondito i servizi e le numerose realtà presenti nel territorio con cui è chiamata a dialogare per conto dell’Usl 17. Nel suo curriculum ci sono anche vari incarichi di docenza presso la Scuola infermieri professionali di Piove di Sacco, corsi per educatori professionali e animatori e corsi per operatori sociosanitari. N.C. Il prossimo passo dovrebbe essere la pubblicazione dei redditi
Nella Bassa Padovana è ermergenza lavoro 4.948 del 2011), un gradino sopra Monselice (-9,8%), Conselve (-9%) e Montagnana (+8%), e comunque peggio della media provinciale (-7,1%). Al lavoro che manca, inoltre, occorre accostare anche la durata esigua dei contratti: su 4.427 avviamenti, 231 hanno sottoscritto contratti validi per 1 giorno, 155 per 3 giorni, 128 per 7 giorni, 348 per 30 giorni, 770 per 3 mesi, 714 per 6 mesi, 892 per massimo 12 mesi. Sperare in un contratto
a tempo indeterminato, poi, è una chimera: gli avviamenti a tempo indeterminato, nell’Estense, hanno subito una riduzione del -11,1%, che però è la media del saldo positivo al femminile (+6,3%) e della caduta a picco del maschile (-27%). Le emorragie più pesanti si sono registrate nei settori delle delle costruzioni (-91), degli apparecchi meccanici (-52), della produzione del metallo (-33) e del turismo (-31).
La proposta L’amministrazione comunale ci prova
Centro nazionale per la Sla nell’edificio dell’ospedale
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n centro per la cura della Sla di rilievo nazionale. Potrebbe essere questa la destinazione del complesso ospedaliero di via San Fermo, prossimo ormai alla dismissione visto l’imminente avvio del polo unico di Schiavonia. Ecco l’idea dell’amministrazione comunale: “In quell’area stiamo ipotizzando una struttura di eccellenza sul tema della riabilitazione, già inserita all’interno della schedatura sociosanitaria e concordata anche all’interno della Conferenza dei sindaci – spiega il sindaco Giancarlo Piva – Il centro sarebbe specializzato nella cura dei malati di Sla, costretti ad oggi da uscire dalla Regione per affrontare la patologia. Ci sono fondazioni e privati che si sono già dimostrati interessati al progetto, molto ambizioso e difficile da portare avanti, ma in cui crediamo”. L’idea era stata covata già durante la scorsa campagna elettorale per le amministrative ed era stata portata avanti in tandem con l’allora candidato Natalino Zoggia, già assessore comunale nella giunta di Vanni Mengotto. Chi invece ha altre idee sull’uso dei volumi di via San Fermo è la Lega Nord atestina. Spiega la consigliere comunale Orietta Ravazzolo: “La riflessione sul futuro dell’ospedale deve iniziare dalle analisi di quali persone abbiano più necessità di un sostegno: non possiamo dunque non tenere conto del continuo aumento del
L’attuale ospedale di Este numero di anziani. È tempo di formulare progetti che siano a basso costo e di immediata realizzazione con l’obiettivo prioritario del mantenimento dell’autosufficienza biologica, psichica e sociale dei concittadini più a rischio”. Da qui la proposta: “Una buona parte degli spazi ospedalieri lasciati liberi può diventare un centro diurno per anziani. Un centro che non sia puro contenitore, ma spazio per attività di socializzazione con gruppi omogenei di ascolto e di ricordo della propria identità, di intrattenimento e di stimolazione intellettuale, di incentivazioni alla scrittura, di esercizi di ginnastica fisica. Este può diventare un laboratorio di pratiche assistenziali innovative”. Il Comune, però, N.C. ha già scartato questa ipotesi.
operazione trasparenza in consiglio comunale, sul sito i gettoni di presenza
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perazione trasparenza per gli amministratori comunali. Il consiglio atestino ha infatti approvato la pubblicazione sul sito istituzionale dei proventi dei gettoni di presenza di ogni consigliere. Sul sito del Comune si potrà dunque visionare quanto percepisce ogni singolo consigliere per la sua attività politica. Il prossimo passo, almeno è quello che si auspicano in molti, sarà la pubblicazione dei redditi e della situazione patrimoniale dei consiglieri comunali, degli assessori e del sindaco. A breve dovrebbero essere pubblicati nel sito del Comune anche questi dati. N.C.
NATAlINO FuRlAN PRESIDENTE SESA
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’ Natalino Boris Furlan il nuovo presidente di Sesa, la società estense per i servizi ambientali. A nominare il nuovo vertice della società di via Comuna, di cui il Comune di Este detiene il 51% delle azioni, è stato direttamente il sindaco Giancarlo Piva. Furlan, architetto di 56 anni, è consigliere comunale con delega alla pianificazione territoriale e segretario cittadino del Pd. Succede a Mario Sandrin, rappresentante delle Civiche d’Este che ha retto le redini di Sesa per sette anni. I due posti di consiglieri nel Cda sono invece andati a Leonardo Corso, ingegnere ambientale, 37 anni e figlio del sindaco di Baone, in lista con il Pd nelle scorse elezioni comunali, e a Lisa Celeghin, 48 anni, laureata in lettere, artigiana e curatrice di mostre d’arte, attuale consigliere comunale con le Civiche d’Este. Il socio privato ha confermato invece i posti di Maurizio Simionato e di Angelo Mandato, attuale amministratore delegato della società. Rinnovato solo in parte il collegio sindacale: per l’ente pubblico vi partecipano Fausto Furioso e Sabrina Bellin (l’unica novità), per il privato Dino Stocco. Il nuovo assetto societario non ha trovato tutti d’accordo. L’Italia dei Valori di Este, per esempio, ha accusato Piva di non aver concertato lealmente le nomine, escludendo di fatto il partito dipietrista che era stato fedele alleato in campagna elettorale. La Lega Nord ha invece parlato di spartizioni fatte con il “manuale Cencelli”, mentre i comitati ambientalisti del territo-
Natalino Boris Furlan
Non mancano le polemiche sulle nomine e sui compensi agli amministratori rio hanno condannato l’assenza di un loro rappresentante in consiglio. Su più fronti, inoltre, è arrivata la richiesta di ridurre il compenso agli amministratori di Sesa: ad oggi, infatti, la presidenza vale 41 mila euro annui di compenso, mentre ad ogni consigliere vanno 18 mila euro. N.C.
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Montagnana 13 Le offerte L’intenzione è voltare pagina con la filosofia del “piccolo è bello”
Ambizioni per il turismo Il sindaco Borghesan guarda ai circuiti globali a livello internazionale, come per le Terme di Nicola Cesaro
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l “piccolo” turismo sta stretto a Montagnana. Ora la cittadina murata e il suo sindaco puntano al turismo globale, quello dei grandi tour e dei progetti internazionali di turismo. La considerazione arriva direttamente dal sindaco Loredana Borghesan, che fa il punto sul turismo nella sua città: “E’ passato il tempo del caro “piccolo è bello”, o di essere inseriti in semplici “tour tematici”. La riscoperta del nostro territorio, la possibilità di trasformare Montagnana da centro di semplice interesse turistico in un nuovo elemento di sviluppo, deve partire dalla capacità di fare sistema ed essere inseriti all’interno dei grandi progetti turistici”. Gli itinerari locali, che pur giovano al turismo cittadino, non bastano. Il modello è un po’ quello delle Terme Euganee, i cui pacchetti di benessere sono conosciuti in tutta Europa. Continua il sindaco: “L’idea di fare sistema, di dare organicità al nostro patrimonio culturale non è certo nuova e per molti potrebbe essere
Montagnana vuole entrare nel “giro giusto” del turismo ripetitivo. Ma è anche vero che allo stato attuale, se ci soffermiamo solo sulle attuali risorse, in primis economiche, parlare di turismo a Montagnana risulta essere pura utopia. Da qui la necessità vitale per questo settore e non solo per Montagnana, di cavalcare tutte le ipotesi possibili per porre Montagnana all’interno dell’offerta globale turistica”. La Borghesan fa degli esempi: “L’idea è quella di non accontentarci più degli itinerari locali come “Borghi e Castel-
li”, ma di provare ad accedere a circuiti più ampi. Penso alle offerte legate a “Venezia Capitale Europea della Cultura 2019”, ad una maggiore adesione degli appuntamenti del Fai con i nostri preziosi tesori, al grande circuito delle Città Bandiere Arancione del Touring Club Italiano, in cui vogliamo essere sempre più protagonisti. Sogni? No, assolutamente, sono realtà già imbastite e da coltivare con parsimonia, positività e amore per la nostra città”.
focus la città si illumina
montagnana riflette sulla vita
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na nuova realtà e una nuova sensibilità stanno nascendo: lasciamoci contagiare e rendiamo nuova questa nostra comunità”. E’ questo il messaggio lanciato da parrocchie, amministrazione comunale, scuole e associazioni durante la fiaccolata per la vita organizzata per domenica 12 maggio nel cuore della cittadina murata. “La città si illumina”, è questo il titolo che gli organizzatori hanno voluto dare all’evento, messo in piedi per fermarsi a riflettere su tutti i recenti lutti che hanno colpito la cittadina. L’ultimo, quello forse più doloroso, è stato il suicidio di uno studente diciassettenne. Un momento per fermarsi, certo, ma anche David Peruffo per stringersi e per fare cerchio attorno al dolore. Quasi un migliaio di cittadini hanno aderito all’iniziativa, una fiaccolata che ha toccato i simboli della città. Tra questi anche il municipio: “Le istituzioni hanno il dovere di comprendere il senso di disagio della comunità e le sue esigenze” ha voluto sottolineare l’assessore comunale Matteo Mantoan, chiamato a portare la voce dell’amministrazione “Non basta poter dire “io sono a posto”. Occorre ascoltare chi abbiamo a fianco e tendergli la mano. E’ nostro compito, civile e morale. Pur nel dolore degli eventi, in questi giorni una nuova realtà sta nascendo a Montagnana: lasciamoci contagiare”. Un altro momento toccante è stata la testimonianza delle suore clarisse, che hanno messo un piede fuori dalla chiesa di San Francesco per riflettere sul vero senso della vita e sul bisogno di amore e di ascolto nelle relazioni di ogni giorno. “Non siamo sognatori e sappiamo che non basta una serata a rendere una città bella, ma vogliamo iniziare da qui”, ha chiuso don Renzo Zecchin. N.C.
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modelle è stata assegnata alla veneziana Debora Manenti, di Martellago. Dopo di lei sono arrivate Costanza Jurato, Denise Robur, Fabienne Barca e Jessica Vincenzi. Alla finale nazionale della manifestazione canora ha assistito un folto pubblico, che tradizionalmente premia l’organizzazione montagnanese. L’evento, quasi sicuramente, tornerà nella Bassa padovana anche l’anno prossimo. E a proposito di visibilità nazionale, Montagnana ha avuto l’onore di comparire sulla copertina del mese di aprile di “Medioevo Dossier”, intitolata per l’occasione dal titolo “Il Medioevo nascosto”. L’approfondimento della rivista è dedicato agli itinerari medievali padovani, in particolare a Monselice e Montagnana, la città murata con ancora integra la cinta muraria medievale. L’autore dell’articolo la giudica “sorprendentemente intatta”. Non mancano gli errori, visto che il tiranno Ezzelino da Romano viene definito umbro quando invece era di origine tedesca, ma trevigiano perché proveniente dalla Marca. Una piccolezza, comunque: resta il piacere per una visibilità inaspettata. N.C.
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ono stati tenuti a battesimo da Montagnana i dodici giovani artisti scelti per la finale di Festival Show, lo spettacolo itinerante di Radio Birikina e Radio Bella&Monella che con la città murata ormai ha appuntamento fisso. La tappa montagnanese, che si è tenuta negli ultimi giorni di aprile, ha selezionato i 12 artisti finalisti tra 30 partecipanti. Si tratta di Camilla Facina, Marco Kheper, Giorgia Spedicati, Stefano Paviani, Leonardo Dragusin, Marta Maugeri, Anna Danieli, Giulia d’Eredità, i gruppi Attika di Monselice, Euro Project di Venezia, Feed To Rage e quattro ragazze riunite in una band dal nome U.B. Dolls di Padova. Nella giuria era presente il cantante Sandro Giacobbe, anche se la presidenza quest’anno era affidata all’eccentrico Cristiano Malgioglio, che tra le altre cose ha annunciato di voler girare un video proprio a Montagnana. Gli altri “specialisti” che hanno scelto i giovani finalisti erano Etienne Jean Marie, Franco Zanetti, Cristiana Sparvoli, Diego Basso e Marco Rossi. Quanto alla sfilata per la scelta di Miss Kaos di Montagnana, la corona della vincitrice su un totale di 14 aspiranti
14 Montagnana Accordo Este - Montagnana Dopo la riorganizzazione degli uffici giudiziari una positiva novità
piedibus
“Salvato” il giudice di pace
Nel Montagnanese tutto ok
esperienza positiva per centinaia
I sindaci hanno siglato la convenzione per mantenere l’ufficio con una spesa di 180 mila euro di Nicola Cesaro
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ontagnana ed Este “salvano” il giudice di pace. L’ufficio diventerà unico, avrà sede ad Este e non più anche nella cittadina murata, ma almeno la Bassa padovana non perderà questo importante servizio. I sindaci Loredana Borghesan e Giancarlo Piva hanno siglato una convenzione che permetterà agli uffici del giudice di pace di rimanere nella Bassa padovana. Entro il 29 aprile occorreva infatti inviare al Ministero di Giustizia una richiesta ufficiale che esprimesse la volontà di mantenere l’organo giudiziario nel territorio. La direttiva governativa ha previsto, difatti, lo smantellamento degli uffici periferici di Este e Montagnana (quello di Monselice è aggregato a Padova) e il trasferimento di personale e giudici a Rovigo. Le due amministrazioni comunali hanno deciso di prendersi sulle spalle la responsabilità, a partire dagli oneri della questione, manifestando al Ministero l’interesse di accollarsi ogni tipo di spesa necessaria al mantenimento degli uffici nel territorio. Dunque Este e Monta-
gnana dovranno recuperare le risorse per provvedere a personale, affitto dei locali, pulizie, utente, manutenzioni e materiale di cancelleria. Il Comune di Este pagherà il 64% del totale e quello di Montagnana il rimanente 36%, per un totale di quasi 180 mila euro. La convenzione, che fissa il giudice di pace nella sede atestina di via Brunelli, è stata portata nei due consigli comunali. La Borghesan e Piva, a conti ormai fatti, sperano tuttavia di poter ricevere l’aiuto anche di altri colleghi della Bassa. La speranza è che altri Comuni aderiscano alla convenzione e si accollino parte delle spese, alleggerendo quindi la partecipazione di Montagnana ed Este. Le adesioni, ad oggi, sono tuttavia poche. Non è escluso che, se le cose rimarranno tali, al giudice di pace potranno accedere solo i cittadini dei Comuni che hanno aderito alla convenzione. L’emigrazione del giudice di pace (e del tribunale) a Rovigo era fissata per il prossimo 13 settembre. E questo nonostante a Rovigo, paradossalmente, lo spazio per
Un’aula del Tribunale di Este, ormai prossimo alla chiusura accogliere la giustizia atestina e montagnanese non ci sia. Adalgisa Fraccon, nuova presidentessa del tribunale di Rovigo, ha infatti commentato nelle scorse settimane: “A pieno organico ora non c’è posto fisico per giudici, aule, personale e fascicoli. L’aumento delle competenze renderà ancora tutto più difficile”. La stessa Fraccon ha scritto a Borghe-
san e Piva, chiedendo massima collaborazione in questo. Al problema degli spazi si somma quello dei magistrati: con 14 mila procedimenti pendenti e un incremento notevole del lavoro, per il civile a Rovigo non sono previsti arrivi di giudici, mentre per il penale ci si dovrà accontentare di un’altra figura fissa e di un altro, che tuttavia sarà impegnato solamente su un procedimento.
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l Piedibus…prende piede. Il “passaggio” sicuro per andare a scuola è sbarcato anche a Casale di Scodosia ed Urbana. Nella prima settimana di maggio sono infatti partite due esperienze che hanno coinvolto ben 150 bambini e una quarantina di genitori. A Urbana i quattro percorsi che si snodano attraverso il paese verso la scuola hanno visto in cammino oltre 60 bambini e 20 genitori. Per tre giorni la settimana (lunedì, mercoledì e venerdì) i bimbi invece che utilizzare la macchina verranno accompagnati dai genitori, ognuno dal proprio capolinea, per raggiungere in compagnia e allegria la scuola camminando. Non è da meno Casale di Scodosia: qui l’iniziativa si limiterà ad un solo giorno settimanale. Poco meno di 90 bambini e 20 genitori hanno attraversato i quattro percorsi paesani che portano alle scuole comunali. Dal mese di settembre il progetto verrà ampliato ad altri giorni della settimana. E’ invece ormai un’esperienza consolidata il Piedibus di Montagnana: in particolare quello dell’educandato San Benedetto, che a inizio anno ha ricevuto anche un premio dall’amministrazione comunale. N.C.
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vIAGGIO IN
PROvINcIA PADOvA
I servizi a Padova e Provincia La difficile partita della fusione fra società
Trasporto pubblico una “rivoluzione” a metà
Alcune linee BusItalia si fermeranno al capolinea del tram alla Guizza e a Pontevigodarzere
Spicca la novità: alcune corse di Busitalia non arriveranno in centro ma al capolinea del tram di Martina Celegato
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ta diventando sempre più realtà la fusione dei trasporti locali ed extra provinciali della Provincia di Padova. E’ datata 29 gennaio 2013 infatti la lettera d’intenti che mira a creare una partnership tra i vari enti ed aziende che si occupano dei servizi di trasporto e che ha visto coinvolti i sindaci di Padova, Venezia e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiano e alcune settimane fa si è tenuto l’incontro che ha definito le varie operazioni e le tempistiche che andranno a scandire le fasi dell’accorpamento tra Actv, Aps e Busitalia. Ultime importanti novità sono arrivate ad aprile quando è stato ufficializzato il fatto che molti degli autobus di Busitalia (ex Sita) non arriveranno più in centro ma si fermeranno al capolinea del tram che aumenterà la frequenza delle corse da 8 a 5 minuti. Una prima importante conseguenza della fusione che andrà a coinvolgere tutte le tratte dei bus, sia quelle che provengono dal nord della provincia che quelle che provengono dal sud. In definitiva tutte le corse che attualmente partono dai capolinea di Candiana, Agna e Bagnoli di Sopra non arriveranno più al capolinea vicino alla stazione ma si fermeranno al capolinea del tram situato a pochi metri dalla tangenziale al quartiere Guizza così come le corse provenienti da Trebaseleghe, Tombolo e Galliera si fermeranno al capolinea di Pontevigodarzere. Per sopperire all’inevitabile disagio che questo cambia-
mento porterà nella quotidianità dei viaggiatori verrà anche ta, un netto miglioramento della qualità a bordo e a terra.” introdotto il biglietto integrato, che molto probabilmente Con un successivo incentivo a coinvolgere anche le provincie prenderà il nome da altre realtà simili esistenti in Italia limitrofe come Treviso e Rovigo (che già sarà coinvolta nel come Napoli e tutta la regione Campania, che si chiamerà progetto in un secondo momento). Per quanto riguarda le tempistiche l’accorpamento l’o“Padova Unico”. Tale biglietto sarà disponibile, ovviamente con fasce di prezzo diverse, in varie tipologie di durata che peratività del progetto dovrebbe svilupparsi attraverso due step, che andranno quindi a scandire spazieranno dai 90 ai 140 minuti, per anche a livello temporale le varie fasi supplire a tutte le necessità di sposta- I sindacati sono del passaggio. Il primo step dovrebbe mento. Grande è il dubbio sull’effetti- favorevoli ad portare entro luglio alla fusione fra Aps va efficienza e capacità di affrontare una fusione il grande flusso di pendolari che ogni a patto che porti e Busitalia mentre il secondo step vedrà la fusione fra questa nuova realtà giorno si recano in città, sia lavoratori vere migliorie e Avm e verrà realizzato secondo le che studenti, da parte del tram, che già ad oggi, solo con gli spostamenti cittadini viaggia sempre ipotesi entro fine 2013. Secondo le ipotesi delle autorità pieno e a poco sono servite le rassicurazioni da parte delle coinvolte questa fusione dovrebbe portare ad una comistituzioni sull’aumento della frequenza senza contare l’ef- petitività a livello nazionale dei trasporti pubblici e la loro fettivo disagio che questa scelta porterà a livello di tempo di gestione proprio perché andrà a coinvolgere delle realtà raggiungimento del punto preciso in città. già molto importanti che collegano zone strategiche per il Fin dalla sottoscrizione della lettera di intenti i sindacati tessuto industriale e imprenditoriale del Veneto. L’obiettivo territoriali si sono dimostrati favorevoli alla fusione “purché è sicuramente quello di una maggiore efficienza, obiettivo porti degli effettivi miglioramenti”. Dalla lettera ufficiale irrinunciabile vista la quantità di persone che sempre più diramata in merito dalle segreterie provinciali dei maggio- scelgono di spostarsi con autobus e tram anziché con l’auto ri sindacati si legge infatti “Riteniamo che l’integrazione propria e quelle che da anni subiscono disagi a causa del acqua-gomma-ferro, servizi urbani ed extraurbani possa con- cattivo funzionamento dei mezzi e della loro mancata insentire l’efficienza del servizio, il potenziamento dell’offer- terconnessione.
Confesercenti Padova
crollano i consumi negozi in affanno
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l primo problema è quello del crollo dei consumi, dichiara il Presidente di Confesercenti Padova Nicola Rossi: tra tasse varie, aumento dei servizi e crisi occupazionale negli ultimi 5 anni ( dall’inizio della crisi) si sono persi quasi 20 punti percentuali nella capacità di spesa delle famiglie padovane. Il secondo problema è lo strapotere dei colossi della grande distribuzione, continua Rossi, non solo si è riempito (con la compiacenza di tanti sindaci) il territorio di mega centri commerciali, di ipermercati e di outlet ma nel 2012 per completare l’opera si è regalato alla grande distribuzione la deregolamentazione degli orari di apertura con il risultato di avere ulteriormente impoverito il sistema commerciale del territorio. La sfida oggi non è più tra grande distribuzione e negozi ma bensì tra sistemi distributivi e ludici, tra centri commerciali e sistema città.
l’IMPRENDITORIA FEMMINIlE PARlA CON Il TAblET, SEMINARI FINO A gIugNO un’unica sede ma si sposteranno di volta in volta andando a coinvolgere le varie sedi locali, presenta un calendario di 8 incontri in ognuno dei quali verrà trattato un tema di attualità e aiuterà comprendere al meglio delle tematiche e tecnologie sempre più indispensabili per essere competutivi nel mercato e all’avanguardia per la propria proposta commerciale. Dall’utilizzo dei Social Network per lavoro, fino all’uso dell’Ipad e dell’Iphone come strumenti di business, tutte le tematiche verranno sviscerate tenendo però sempre in primo piano le peculiarità della zona in cui si opera e si lavora. Dopo il primo incontro tenutosi il 17 marzo i seminari si articoleranno con cadenza settimanale per concludersi il 19 giugno, incontro di chiusura, in cui verranno analizzate le potenzialità dell’Ipad nelle reti di vendita. M.C.
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Direttore Sanitario Dr Roberto Pernice. Informazione sanitaria ai sensi della legge 248 (legge Bersani) del 04-08-2006
E’
stato presentato durante l’ultima edizione dello Smau a Padova il programma formativo roadshow di If, ossia il Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Padova, partito lo scorso 17 aprile che mira ad una formazione trasversale per utilizzare al meglio gli strumenti di comunicazione digitale e che prende il nome di “i-Economy- new media per il business”. Stefania Brogin, presidente di IF ha spiegato come “il nostro road show sulla I-Economy, l’economia basata su tablet e smartphone che sta diventando cruciale, è la nostra attività formativa di punta per il 2013. Le oltre 100 imprenditrici che hanno partecipato al 1°incontro testimoniano che l’argomento è sentito e che siamo in sintonia con ciò che chiedono le imprenditrici oggi”. Il programma formativo in itinere, visto che i vari incontri non avranno
Spazi Aperti 17 Luoghi da conoscere A Stroppare di Pozzonovo, nel cuore della bassa
Val Corba, il parco che aiuta a conoscere Negli ultimi 10 anni il parco si è reso disponibile per aiutare gli animali ma anche le persone di Fortunato Marinata
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l leone, poi l’antilope, lo struzzo e l’ippopotamo a meno dietro un vetro garantendo la massima discrezione nel farsi di non trovarci in Africa, ci troviamo dentro ad uno zoo. vedere e dagli animali nell’essere visti. Se qualcuno di loro Quest’ultima è la risposta giusta è oltre a questi animali mancherà all’appuntamento con il visitatore, non è un limite ce ne sono molti altri al parco faunistico Val Corba di Poz- del parco è invece un diritto che deve essere riconosciuto zonovo nel cuore delle Bassa Padovana ma non si tratta di agli amici ospitati nel parco: “Anche loro – spiegano gli acuno zoo. I proprietari ci tengono a precisare che non si tratta compagnatori - possono andare incontro a forme di stress come accade alle star o ai vip condi un’esposizione di animali, il parco tinuamente inseguite dai fotografi. faunistico è invece uno strumento 200.000 metri Quindi innanzi tutto il parco informa nato per insegnare il rispetto della quadrati, del rispetto necessario nell’approcciarnatura in tutte le sue forme. I lavori 220 animali si agli animali, con l’auspicio che quenecessari per fornire una un habitat il di circa 70 sto possa trasformarsi nella consapepiù possibile confortevole per le spe- specie diverse volezza che il futuro della “natura” cie ospitate sono durati ben 10 anni, i ricoveri, i recinti gli spazi sono stati pensati e progettati dipende esclusivamente dai nostri piccoli gesti quotidiani. appositamente per ogni una di esse. E dal 2000, quando Del resto all’interno dei 200.000 metri quadrati del parco e sono stati aperti i cancelli del parco ai visitatori, ogni angolo tra i 220 animali, di circa 70 specie diverse, ospitati, l’occaallestito ha cominciato a vivere in simbiosi con la campagna sione di un incontro davvero esclusivo si propone di certo. La circostante. Il verde è il colore predominante, la fauna non è proposta del parco, ovviamente, è rivolta alle famiglie con il solo aspetto al quale si è dato risalto, grande spazio è stato attività didattiche rivolte ai più piccoli per far conoscere loro dato alla flora incorniciando il percorso con alberi e piante tutte le curiosità del mondo animale e l’importanza della che garantiscono la privacy anche agli stessi animali. Non ci biodiversità. Anche per le scuole sono a disposizione pacsono gabbie, ci sono spazi ai quali e possibile affacciarsi da chetti didattici, legati a diversi temi, comprensivi di percorsi
TERRITORIO PER AZIONI IDEE gIOvANI
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educativi e laboratori che consentono l’osservazione ma anche la possibilità di maneggiare reperti animali, giocare in modo creativo in modo da entrare in contatto con il mondo naturale nel modo più adeguato possibile per un bambino. Insomma si tratta di una risorsa per il territorio e di una risorsa anche per gli animali. Qualche anno fa infatti, qualcuno ricorderà l’episodio del quale ne parlò anche Striscia la notizia, vennero sequestrati alla mafia una leopardo e una pantera tenuti in condizioni a dir poco tragiche, bene: i due felini hanno trovato casa qui e oggi si sono completamente ristabiliti. “Nessuno ci ringraziò per quel gesto – spiega il proprietario del parco Andrea Mazzonetti – noi ci speravamo ma è andata così”. Parlare di aiuto agli animali, tuttavia, per la famiglia Mazzonetti potrebbe risultare riduttivo, certo in anni passati ha aderito a progetti per la salvaguardia dell’orso marsicano ma oggi è impegnata a sostenere an-
che le persone meno fortunate. “Qualche anno fa – spiega Andrea – abbiamo conosciuto un Padre Canossiano, si chiama Pierantonio Valente, e da alcuni anni è in India (Vasai) e segue un progetto (denominato ASHADEEP) per aiutare i bambini del luogo a studiare. Lui dice che lì c’è “fame di scuola” e noi siamo qui a pensare su come rendere piacevoli ed educative la gite scolastiche dei nostri bambini. Noi non siamo un ente caritatevole, non ci occupiamo di volontariato e non raccogliamo fondi, ma una mano al nostro caro amico Pierantonio (e ai suoi amici indiani) ci è parso giusto darla darla. Da allora terremo una corrispondenza con Pierantonio e pubblicheremo le sue mail, le foto e tutto il materiale che ci viene inviato in modo da rendere noto il suo progetto alle scolaresche, con l’auspicio di far riflettere anche i più giovani che spesso considerano la scuola come un peso e non come un’opportunità”.
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Enrico Berto: “Soluzioni fattibili e originali, giovani mettono in circolo iniziative vincenti” incoraggiare”. Per la categoria “progettare il territorio” ha vinto il progetto “Padova: un nuovo polmone verde” realizzato da Ilaria Fantin, 24 anni di Cittadella, Giovanna Marchioro, 25 anni di Dolo, Angela Martini e Silvia Tarallo, 24 anni di Padova. Le studentesse, al quinto anno di ingegneria edile-architettura all’Università di Padova, hanno valorizzato l’attuale area ospedaliera di Padova in vista del prossimo trasferimento. Al centro una “Green Belt” che segue il perimetro della città per un museo di Padova all’aria aperta. La proposta è creare un “polmone verde” con 5 macroaree La riqualificazione prevede una nuova linea di metrobus.
interni
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ICATIVA
esterni
n polmone verde per riqualificare l’area ospedaliera di Padova in vista del suo trasferimento, un veicolo elettrico autoguidato capace di rivoluzionare la mobilità, una comunicazione fresca e accattivante per valorizzare l’area naturale Palazzina a Pieve di Curtarolo. Sono i tre progetti vincitori della sesta edizione del Concorso di idee “Territorio per Azioni” promosso da Confindustria Padova e Camera di Commercio di Padova, nato per stimolare la partecipazione attiva di studenti universitari e professionisti alla valorizzazione del territorio, elaborando modelli di sviluppo innovativi ed eco-sostenibili. Progetti fattibili, corredati di planimetrie e piani di lavoro dettagliati, a disposizione di enti e istituzioni. Sedici i lavori presentati dai team composti da 40 studenti dell’Ateneo di Padova (Dipartimento di ingegneria civile, edile e ambientale - DICEA), dello IUAV di Venezia (facoltà di architettura e design), dell’istituto di formazione superiore Irigem di Rosà (Vi) e da 37 studi di architettura. Entusiasta per la qualità dei progetti Enrico Berto, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Padova: “Si tratta di soluzioni originali, creative e fattibili che partono dai veri fabbisogni delle comunità. Con Territorio per Azioni sollecitiamo giovani e professionisti a mettere in circolo le idee e sentirsi parte attiva nel progettare il futuro del territorio in chiave sostenibile. I loro progetti dettagliati sono da oggi a disposizione di enti e amministrazioni, pronti per essere adottati, segno di una progettazione partecipata che le imprese vogliono
Le classi in visita e alcuni degli animali ospitati nel parco di Stroppare di Pozzonovo
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18 Mondo scuola Viaggi di istruzione Quasi il 20% in meno gli studenti coinvolti
Costi e crisi cancellano le gite dal calendario Anche le scuole padovane preferiscono mete “casalinghe”, meglio se nell’arco della giornata di Martina Celegato
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a crisi entra fra i corridoi scolastici non tato un ottimo momento di socializzazione solo per essere analizzata e studiata e cultura, un diversivo alla vita di classe e ma anche a livello concreto. Su scala alla formazione tradizionale. Come si è arnazionale moltissimi saranno gli alunni delle rivati quindi a questa drastica situazione? Sicuramente le cause che hanno porscuole superiori che non partiranno per le tato alla scelta di non gite scolastiche e in aderire o addirittura molte scuole addirittu- Sempre di più non proporre le gite ra si sono eliminate le le famiglie che scolastiche sono di diuscite dalla classe per non si possono versa natura e vanno evitare discriminazioni permettere una e per scarsa partecipa- spesa troppo alta ricercate sia all’interno della situazione socio zione a causa dei costi economica che stiamo vivendo sia al particoelevati. Da quello che emerge dallo studio lare ambito dell’istruzione e dei docenti che dell’Osservatorio Turistico del Touring Club vi operano. La crisi ha portato le famiglie a Italiano quest’anno nemmeno uno studente non poter più affrontare una spesa così alta, su tre partirà con la classe, ben un 20% in innalzatasi anche in seguito al rincaro dei meno rispetto a ai 930mila che sono partiti viaggi di studio, motivi per cui molte scuonel corso dell’anno scolastico 2011/2012. le hanno deciso di non proporre più viaggi Le gite scolastiche hanno sempre rappresen- all’estero o prettamente ludici ovviando su
Una scolaresca in gita a Venezia, una delle mete più gettonate perché richiedere appena un giorno e una spesa contenuta scampagnate ed escursioni naturalistiche, in nibili spingendo alcuni istituti a eliminare le uscite del tutto o a orientarsi, come già visto molti casi anche in giornata. A Padova e provincia molte sono le verso destinazioni raggiungibili in giornata e classi che hanno scelto i Colli Euganei o senza necessità di pernottamenti o pasti fuoescursioni all’Orto Botanico e Musei citta- ri. I costi per una gita scolastica sono senza dubbio impattanti per dini, tagliando quindi le famiglie, come del le spese sia per il per- Gli insegnanti resto lo sono sempre nottamento che per lo scelgono i colli Euganei, oppure stati, anche se in tempi spostamento. di crisi questa spesa La seconda causa i musei cittadini che ha portato a que- e l’Orto Botanico sembra inaffrontabile, sta situazione è invece in particolar modo per da ricercarsi, come segnala sempre la ricer- le uscite di più giorni che sono sempre state ca del Touring club, fra i docenti che non prerogativa delle quarte e quinte classi delle si vedono più riconosciuta l’indennità per le scuole superiori. uscite con i ragazzi. La mancanza di questo Cinque o sei giorni fuori porta possono incentivo e la pesante responsabilità e stress costare ad alunno fino a 400 euro e se a a cui i docenti vengono sottoposti durante le questi si aggiungono le spese di equipaggiauscite scolastiche ha fatto crescere a dismi- mento, a volte considerevoli per escursioni sura i docenti che non si rendono più dispo- sulla neve o soggiorni sportivi, la gita può
venire a costare fino a 700-800 euro ad alunno. Per molte destinazioni inoltre l’utilizzo dell’aereo è fondamentale, e l’incertezza vigente fino all’ultimo costringe ad acquistare biglietti costosi ai quali si devono aggiungere i costi di bagaglio e navetta per raggiungere l’hotel. Per le poche classi che riescono ad organizzare la gita all’estero cambiano quindi le destinazioni: se fino a pochi anni fa’ Londra e Barcellona erano il sogno degli studenti delle scuole superiori padovane il rincaro dei prezzi, fra i 400 e 500 euro ad alunno per cinque giorni, ha fatto tornare in voga negli ultimi due anni mete più vicine e raggiungibili in pullman come Praga e Berlino che ad una stima finale arrivano a costare anche 100-150 euro in meno ad alunno e sono molto meno costose per vitto e alloggio.
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20 Il personaggio Musica Intervista a Nicola Zampieri, leader delle “Anime in Plexiglass”, la band conta oltre 800 concerti
Quando il “live” diventa consapevolezza di Martina Celegato
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on 11 anni su e giù dai palchi, 800 concerti all’attivo le Anime in Plexiglass sono leader indiscussi delle cover band locali e continuano a spopolare come e più degli esordi. Grande passione, la testa ben salda per terra e un cantante che nella voce supera l’originale: Nicola Zampieri. La band nasce da una vecchia promessa fra amici. Da dove nasce invece la tua passione per le performance live? “La passione nasce dal live stesso. Da timido all’inizio significava dovermi vergognare come un cane e affrontare complimenti ma anche giudizi e critiche. Fortunatamente la prima cosa che ti arriva addosso sul palco è “godimento allo stato puro”, che con adrenalina e autostima formano una vera e propria droga e quando smetti devi fare i conti con la crisi d’astinenza che è sempre una gran battaglia. Insomma...questa passione non è altro che la consapevolezza di star bene là mentre fai quello che ami fare. Noi, prima di essere componenti di un gruppo, siamo persone che si vogliono parecchio bene tra di loro e questo è molto importante...altrimenti i problemi li porti inevitabilmente sul palco. Quando ci divertiamo tra di noi, si diverte anche il pubblico ed escono belle serate”.
Spopolate ormai da più di 10 anni, come te lo spieghi? “Eh...sinceramente non me la so spiegare, anche se ci provo. Credo derivi dal fatto che lo facciamo come passione e dalla scelta di un cantautore molto amato e presente. Spero duri il più possibile, ma credo viaggi in parallelo con la nostra voglia di divertirci e con la presenza di Ligabue. Quando si è in ascesa è tutto bello, poi arriva la discesa, per ora vivo bene il periodo. Sicuramente ci sono stati miglioramenti sia a livello tecnico e musicale, ci siamo impegnati mettendo del nostro meglio, che scenico, in particolare dopo l’arrivo di Mauro Cattelani al basso, due anni fa, che ha portato uno scossone scenografico e artistico”. Come influisce questo successo nella quotidianità? “Non passi inosservato ma le persone si limitano a salutarti e chiederti dei concerti. Mi è capitata la richiesta di fare una foto e lì sinceramente sono diventato di tutti i colori, non ne sono abituato. Non siamo vip siamo semplicemente musicisti locali....tutto qui! Per il resto, tutto è com’è sempre stato!” Come conciliate lavoro e musica? Come vi preparate?
“Ci prepariamo prima di ogni stagione, con prove prima dell’inverno e dell’estate. Poi smettiamo e le prove le facciamo nei live. Di noi 5 persone su 6 hanno un lavoro che non c’entra con la musica. Beviamo tanti caffè... e dormiamo quando possiamo. Finché il fisico tiene....avanti sempre!”. Hai mai pensato di dedicarti solo ed esclusivamente alla musica? “Finché posso tengo la musica come passione, anche perché è ..di un altro artista!”. Ci sarà un seguito alla tua esperienza da cantautore? “Due anni fa ho inciso un demo con tre miei brani, prodotti e arrangiati con Max Cottafavi e suonati da un gruppo di musicisti scelti da me, alcuni delle Anime e altri no. Una bella squadra che non intendo cambiare e che mi ha dato molte soddisfazioni. In quei brani ho messo la mia voce originale, quella che nessuno sente con le Anime. Ora continuo a scrivere e produrre canzoni, molto presto uscirò con altri brani inediti, alcuni di quest’ ultimo anno e altri un po’ più vecchiotti”. Qual è il concerto che ha dato il via al vostro successo? Quello che ricordi con
più piacere? Quello che invece non ti è proprio piaciuto? “Il concerto che ha dato il via a tutto è stato senza dubbio quello del 3 luglio 2003 ad Arre, quella sera ho effettivamente capito che stavo facendo una cosa che amavo fare, che avrei voluto farla per sempre e mi ha anche sfiorato il pensiero di sentirmi molto fortunato. Sono tanti i concerti che ricordo con piacere, ma le prime serate passate con i musicisti di Ligabue siano state speciali. Ci sono stati concerti che non ricordo con piacere ma quasi sempre per colpa nostra e non di altri.” Se dovessi dare un nome, chi sarebbe la persona che maggiormente vi ha sostenuto quando ancora non eravate così noti? “Sai, una delle cose più belle per uno che fa questo “mestiere”, è conoscere un sacco di belle persone che viaggiano con te per un po’ poi le perdi e ne trovi delle altre. Ma è l’ordine naturale delle cose, ci sono situazioni che ti appassionano e le vivi finché non si consuma qualcosa. Poi ci sono quelli che non demordono, che stringono con te una sincera amicizia e vengono a vederti. Potrei fare più di un nome a partire dai miei
Nicola Zampieri genitori e da chi ha sempre messo il cuore per noi ossia Enrico Zatta più volte ospite sul palco nelle vesti di “Mario” il barista”. Che ne pensi dei reality musicali? Hai mai pensato di partecipare? “Semplicemente le cose cambiano e si evolvono. Ero un po’ scettico sui programmi tv che ti fanno diventare famoso prima di dimostrare cosa sai fare. Da sempre sono fan di chi bussa alle porte con i demo in mano ma purtroppo quei tempi sono passati. Pazienza....ci si adatterà!”.
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cultura provinciale 21 L’esposizione Dal primo giugno al 20 agosto la città ospita le opere di due grandi artisti contemporanei
I grandi della scultura a Padova
appuntamenti
colloquio inedito tra le opere di Novello Finotti, veronese, e quelle del coreano Kim Yuong-Won Palazzo Zuckermann
di laura Organte
L
’arte come linguaggio universale, che consente l’incontro e il dialogo tra culture e sensibilità diverse. A partire dal 1 giugno e fino al 20 agosto, Padova sarà teatro del colloquio inedito tra due maestri della scultura contemporanea, che animerà diversi spazi cittadini: le opere di Novello Finotti, artista italiano, originario di Verona, costituiranno assieme a quelle di Kim Young Won, scultore coreano, il materiale espositivo che darà vita alla mostra “Scultori a confronto nella città di Padova”, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Padova - Musei Civici, con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Corea e della Regione del Veneto. Una mostra diffusa, che si articolerà lungo un percorso all’aperto tra le bellezze cittadine, generando una sorta di scambio e fusione tra l’opera e il luogo che la ospita. Le sculture esposte saranno quaranta in totale, tra quelle di grandi dimensioni collocate soprattutto all’esterno e altre più piccole che troveranno collocazione negli spazi per esposizioni temporanee di Palazzo Zuckermann. Ci sono opere
eventi e mostre
che pesano oltre una tonnellata, mentre alcune sono alte oltre i due metri. Non sarà perciò difficile trovarsi faccia a faccia con l’arte di Finotti e Kim Young- Won, che con la sua imponente eleganza abbraccia Padova nei siti di maggior interesse culturale. Il punto di partenza del percorso artistico sarà in via VIII Febbraio, davanti al Municipio, dove si potranno ammirare le prime sculture. Poi si proseguirà con una camminata di una decina di minuti per arrivare all’altro snodo della mostra: i musei civici di piazza Eremitani e gli spazi circostanti vicini alla Cappella affrescata da Giotto. Le sculture saranno collocate nei giardini e nel chiostro del museo, oltre che all’interno del vicino Palazzo Zuckermann. Una sezione della mostra troverà collocazione nella Galleria d’arte La Teca, all’interno della quale verranno esposte circa venti opere - marmi e bronzi - di piccola dimensione. Filo rosso di questo percorso saranno i temi della vita e del movimento, declinati da Finotti e Kim Young -Won, attraverso i loro personali linguaggi, che guideranno il visitatore attraverso una a cura di Laura Organte
gRANDE musIcA IN mAcEllO Dura fino al 13 giugno al seconda edizione del Macello Festival. Il festival sarà animato anche quest’anno da performance musicali di grande livello nazionale e internazionale che non mancheranno di realizzare il tutto esaurito. Tra i nomi di maggior spicco l’islandese Ólafur Arnalds, i Diaframma, con i Litfiba una delle band più note della new wave italiana e il duo statunitense A Hawk and a Hacksaw. La manifestazione è organizzata da La mela di Newton in collaborazione con Pulse e Movement, e realizzata con il contributo e l’attiva partecipazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova.
chIARA gAlIAZZO A PIAZZOlA Sarà a Piazzola sul Brenta la prima vera esibizione live di Chiara Galiazzo, che sarà sul prestigioso palco dell’Hydrogen Festival sabato 29 giugno. L’artista padovana si è imposta, dopo X-Factor, non solo per la sua voce straordinaria, che le è valsa la benedizione di Mina e di Ornella Vanoni, ma anche per una personalità semplice e spontanea, che l’ha resa sin dall’inizio un personaggio amato dal pubblico. Chiara farà pochi concerti in Italia, forse solo 5, come una grande star. Non poteva ovviamente mancare Padova, sua città natale, dove la Galiazzo terrà un concerto speciale.
cANtIERE D’ARtE AmbIENtAlE Torna anche quest’anno, dal 26 maggio 23 giugno all’Ex Macello di via Cornaro, l’appuntamento con la manifestazione eco-sostenibile “Riciclarti cantiere d’arte ambientale”, un contenitore artistico e culturale che promuove un dialogo fra l’uomo e l’ambiente attraverso l’arte contemporanea e il design. Per l’edizione del 2013 l’evento diventa Biennale Internazionale affermando sempre di più la sua importanza a livello sociale e culturale.
Allo Zuckermann incontro arte-cultura
I
Le opere di Finotti e di Young Won nella locandina della mostra riscoperta della città come luogo dell’interiorità. Non a caso saranno esposte sculture che raccontano l’uomo e l’equilibrio tra esistenza e aldilà: dalle varie sfaccettature del tema
“Shadow e shadow” e “Gravity Nongravity ”di Kim Young- Won alle “Compenetrazioni” e “Anatomico che cammina” di Finotti, per citarne alcune.
l giovedì il rito padovano si trasferisce a Palazzo Zuckermann, dove incontra l’arte e la cultura. Quattro percorsi tematici guidati consentiranno alla cittadinanza di scoprire altrettante sezioni delle raccolte artistiche e numismatiche conservate in questa sede dei Musei Civici. Al termine delle visite verrà offerto un aperitivo. Il primo appuntamento è giovedì 23 maggio: Elisabetta Gastaldi guiderà i visitatori attraverso l’evoluzione del mobilio dal Medioevo all’Ottocento. Giovedì 30 maggio sarà la volta delle opere di Pietro Magni nella collezione del Museo Bottacin, illustrate da Valeria Vettorato. Gli ultimi due appuntamenti, giovedì 7 e 14 giugno, saranno dedicati rispettivamente ai gioielli delle collezioni Trieste e Sartori Piovene e al ritratto nelle monete rinascimentali italiane. Un pezzo di storia che si racconta. L.O.
A Padova fino al 30 giugno Quattro sezioni espositive in altrettante sedi
Quel filo rosso che unisce la città all’antico Egitto U
na mostra svela il nastro che unisce Padova e Rovigo all’antico Egitto: un nastro d’acqua che lega le terre venete al Nilo, un filo azzurro che apre le porte alla scoperta. A cura di Paola Zanovello ed Emanuele M. Ciampini, l’evento espositivo sarà visitabile fino al 30 giugno, e si articola in quattro sezioni per altrettante sedi: all’Orto Botanico sarà ospitata la sezione “Esplorando l’Egitto: viaggio nella cultura egizia”, mentre ai Musei Civici agli Eremitani si potrà visitare quella dedicata a “ Il Veneto e l’Egitto nell’antichità: relazione e scambi” e, al Pedrocchi, “L’Egittomania a Padova”. Al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo fino al 16 giugno sarà inoltre in esposizione la sezione “L’Egitto all’Accademia dei Concordi di Rovigo”. Con l’occasione verrà poi riallestita e sarà visitabile la sezione egizia del Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte in palazzo Liviano , cui si aggiungerà una sezione dedicata a “Lo scavo e la ricerca archeologica patavina in Egitto”. La mostra rappresenta un’occasione unica per conoscere le tappe. Le modalità e i risultati di un’indagine scientifica sulle orme di uno studio realmente seguito da un’équipe di studiosi delle Università di Padova e Venezia nei diversi musei del nostro territorio, affiancati dal personale e dalle strutture della
Il frammento di un rilievo raffigurante un volto maschile Regione del Veneto. Nata dai primi interessi del padovano Belzoni, del rodigino Valsé Pantellini e dalle indagini condotte, all’inizio del Novecento, dal professor Carlo Anti dell’ateneo patavino, la ricerca continua oggi nell’ambito del progetto EgittoVeneto, coordinato dall’Università degli Studi di Padova (prof.ssa Paola Zanovello, Archeologia delle Province Romane) e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia (prof. Emanuele Ciampini, Egittologia), che ha come fine la conoscenza e la progres-
siva valorizzazione dell’ingente patrimonio egittologico ed egittizzante conservato in Veneto. Egitto Veneto è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che lo ha selezionato fra i vincitori del “Bando Progetti di Eccellenza”. L’emozione della scoperta, l’attenzione verso il passato e la ricostruzione di un mondo perduto permetteranno quindi di far riaffiorare gli straordinari reperti dell’antica civiltà egiziana dall’ombra dei depositi ad una nuova luce. L.O.
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LO volley
SPORT in PRIMO PIANO e’ matematico, la serie d è una realtà per l’asd arre
Pallacanestro femminile Fila San Martino di Lupari prima padovana ad arrivarci
Le “Lupe” volano in A/1
di Nicola Cesaro
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attendo con un perentorio 3-0 la Casual volley, dentro alla magica atmosfera del palazzetto dello sport di Bagnoli, assiepato in ogni ordine di posto, lAsd Volley Arre ha conquistato matematicamente la promozione in serie “D”. “Siamo felici e orgogliosi – ha detto il presidente Matteo D’Anna – coroniamo un sogno e ora possiamo dire che grazie al volley abbiamo fatto sognare tante persone che con la loro presenza ci hanno regalato una cornice da grandi palcoscenici”. La neopromossa società nasce nel 20082009 da una collaborazione tra il volley Arre del presidente D’Anna e Asd Giovani 2000 di Bagnoli presieduto da Luisa Bozza. Il sodalizio è cresciuto con il contributo di Renato Zanin, titolare della ZR impianti e grazie alla forte volontà, di dare voce a questa società, da parte degli assessorati allo sport di Arre e Bagnoli. Una sinergia vincente che ha formato un gruppo eccezionale, spinto dalla grande competenza e professionalità del tecnico Luca Traversi che ha scritto una pagina indelebile nella storia del volley della bassa Padovana. Presidente Matteo D’Anna; presidente Giovani 2000 Luisa Bozza; vice presidente Roberto Banzato; segretario Elia Ruzzarin; consiglieri: Gloria Barbato, Anna Barbierato, Eleonora Bianzale, Monia Sguotti, Davide Gomiero. Gli atleti: Luca Vegro, Stefano Sattin, Paolo Roncon, Riccardo Gregolin, Nicola Siviero, Mattia Voltan, Massimiliano Costa, Alessandro Vino, Paolo Marcheluzzo, Nicola Brunoro, Diego Gallocchio, Simone Berto, Mauro Manfrin, Davide Caldon, Francesco Scalfari, Davide Bottaro. Allenatore Luca Traversi. Walter Lotto
e Lupe nella storia. Il Fila San Martino di Lupari è la prima squadra padovana a partecipare alla serie A/1, il massimo campionato della pallacanestro femminile. La squadra allenata da coach Larry Abignente ha guadagnato la massima serie vincendo la sfida playoff di A/2 contro il Sanga Milano. La storica promozione è arrivata dopo un campionato trionfale, che ha visto le Lupe chiudere la stagione regolare al secondo posto (dietro la corazzata dell’Umana Reyer Venezia, l’altra promossa del girone) ed eliminare poi ai playoff l’Interclub Muggia e il Delser Udine. L’epilogo finale con le meneghine si è concluso con la doppia vittoria del Fila, 70-62 in casa (dopo due tempi supplementari) e 56-62 al PalaGiordani di Milano. Come già ribadito, è la prima volta che una padovana mette il piede in serie A/1. Anche nei fasti della palla a spicchi rosa patavina, il Thermal Abano di Giorgio Leone e il Padova ’81 allenato da Roberto Bosello si dovettero accontentare della seconda serie nazionale.
Per la società luparense del presidentissimo Francesco Cordiano è il coronamento di un progetto che ha visto, tra le altre cose, la vittoria dello scudetto Under 17 e l’inserimento nella prima squadra, che oggi si è guadagnata la serie A, di numerose atlete cresciute nel vivaio. Su tutte la capitana Valentina Stoppa, che ha seguito il Fila dalla serie C alla A, e di Alessia Cattapan. Questo il roster delle neopromosse: Sophia Costacurta, Sara Scappin, Maria Giulia Pegoraro, Marta Granzotto, Alessia Cattapan,
Valentina Stoppa, Erika Aleotti, Martina Sandri, Lea Jagodic, Beatrice Mognon, Marianna Morao, Giulia Fassina, Veronica Carlan, Maria Luisa Sbrissa, Gloria Artuso. Allenatore: Gianluca Abignente. Vice: Francesco Nasato. Presidente: Francesco Cordiano. Il basket rosa padovano, inoltre, festeggia un altro traguardo: la Pallacanestro Cadelfa ha infatti staccato il pass per le finali nazionali in programma dal 10 al 16 maggio a Mosciano Sant’Angelo (Teramo). La squadra patavina è allenata da Alberto Antonello e Marco Volpato.
TENNIS TAvOlO. Duro allenamento per l’atleta diversamente abile
andrea borgato di trionfo in trionfo si prepara alla sfida degli europei
E’
un’ascesa senza fine. Andrea Borgato, 40 anni, residente a Solesino, ha fatto l’abitudine al primo gradino del podio e anche nei campionati italiani assoluti di tennis tavolo per diversamente abili ha portato a casa una medaglia d’oro. Andrea, campione nazionale, porta il vessillo della bassa padovana. Primo in Italia, quarto in Europa e ottavo nel mondo. Uno di quelli che il ping pong ce l’ha nel sangue. Un gladiatore che affronta ogni sfida deciso a combattere fino all’ultimo istante. Negli ultimi campionati italiani, che si sono tenuti a Lignano Sabbiadoro in aprile, Andrea ha stravinto mettendo in mostra il meglio della sua forma, anche grazie ad una nuova tecnica di allenamento. Il campione, che normalmente si allena nella palestra dell’associazione H81 di Vicenza, ha aggiunto una giornata in più di allenamento in una palestra atestina per garantirsi una forma fisica migliore a vantaggio della lucidità durante le sfide ufficiali. Una strategia che ha già dato i suoi frutti vista la medaglia d’oro. “Ormai è da novembre che mi alleno 3 volte a settimana con regolarità e costanza – ha spiegato Andrea – A marzo avevo preso un bronzo in team con l’amico Marco Pizzurro e sapevo che avrei potuto fare bene a Lignano. E’ stata una sfida difficile, ma è servita anche a capire il mio attuale livello di preparazione”. Andrea ha disputato le olimpiadi portando il vessillo azzurro per il tennis tavolo, dove ha mancato per poco
una medaglia. Ma ora la concentrazione è tutta puntata sugli europei. “A maggio ci sono i campionati open in Slovenia e Slovacchia propedeutici per la qualificazione ai mondiali 2014 di Pechino – ha continuato – Mentre a settembre ci saranno gli europei. Attualmente sono molto contento e sento di avere buonissime possibilità di farcela a piazzarmi bene”. Andrea è più che mai deciso ad ottenere risultati d’eccellenza. Un obiettivo possibile anche grazie a sessioni di allenamento molto dure: riscaldamento con qualche scambio e poi schemi di partita. Acasa continua con un po’ di lavoro ai pesi elastici, bastoni di legno e attrezzi vari. Ovviamente ha pure un tavolo da ping-pong per provare servizi per un’oretta o due. E per i mondiali?”Sarà dura, ma certo non demordo. I primi 4-5 atleti nella classifica mondiale sono ancora un gradino più avanti di me, ma in passato sono riuscito a battere il campione olimpico quindi niente è scritto. Di certo continuerò ad allenarmi duramente. Davanti a me ho ancora tante gare”. Emanuele Masiero
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IL vENETO
in PRIMO PIANO
Sfide al colosso liberal-produttivista
Decrescita per virtù e per necessità
Stop al cemento, avanti la riconversione con la tutela del verde e delle campagne. A parlare non è Legambiente ma la Regione veneto di germana urbani
E
’ possibile in un momento storico in cui Già lo scorso anno, infatti, Confcomin Italia non si fa che invocare la cresci- mercio, Confartigianato, Confindustria e ta perchè l’economia possa riprendere, Confcooperative Veneto hanno lanciato una il Pil a salire e i disoccupati trovare lavoro campagna il cui slogan è “basta sprecare considerare seriamente l’utilità delle teorie territorio!”. L’obiettivo era proprio impee pratiche della Decrescita felice? gnare la Regione ad affermare un modello Soprattutto in un territorio come il Ve- di sviluppo basato non più sul consumo di neto che, solo pochi anni fa, ha realizzato suolo, ma sulla valorizzazione e rivitalizzala propria fortuna con una rete di piccole zione delle città e dei territori. e medie imprese famigliari, la questione “Come denunciato da Cia-Confederazioè ancora più difficile. Sull’altare del pro- ne italiana agricoltori – spiega la senatrice gresso, della produzione e della ricchezza del Pd Laura Puppato – nel nostro Paese i veneti, laboriosi e creativi, hanno sacrifi- il settore primario ha dovuto rinunciare solo cato tutto: dal territorio all’agricoltura. Poi, negli ultimi dieci anni a quasi 2 milioni di in pochissimo tempo, hanno visto franare ettari, una superficie pari all’intera regione il miracolo economico che avevano costru- del Veneto. Terra che assorbiva acqua piovaito: la famosa locomotiva del Nord-Est si è na che oggi scivola invece veloce su km di bloccata sul binario e asfalto e cemento, per non riparte nonostante Negli ultimi poi fermarsi da qualtutto. Difficile accetta- 10 anni che parte con un urto re che probabilmente cementati tremendo e produce non ripartirà mai più, tanti ettari quanto disastri. In Veneto, poi, almeno così come l’a- l’intero veneto si è costruito ovunque vevano conosciuta. e oggi il vero obiettivo In molti stanno ragionando su quale po- è, prima di tutto fermare lo scempio e poi trà essere il modello di sviluppo del futuro e riconvertendo ciò che c’è. Se si continua a in questo modello sono tante le parole in cui costruire ai ritmi odierni tra vent’anni farela Decrescita può essere intesa e coniugata. mo i conti con un consumo di suolo superioPer esempio la tutela del territorio è re ai 70 ettari al giorno, mettendo a rischio una di queste e addirittura le associazioni di un patrimonio paesaggistico di inestimabile categoria la invocano, proprio loro che solo valore e rischiando la non autosufficienza pochi anni fa chiedevano più terra per i loro alimentare”. capannoni. E’ talmente grave la situazione che
esattamente un anno fa li Parlamento Europeo ha approvato la relazione “Stop Cemento 2050”, con cui ha previsto di azzerare la cementificazione dei terreni agricoli entro il 2050. In linea con quanto detto, la giunta regionale ha adottato un Piano del Territorio denso di vincoli che prevede che in campagna venga dato il via libera solo a ristrutturazioni mentre la città avrà la possibilità di svilupparsi in altezza. Un piano all’insegna della decrescita tanto che Marino Zorzato, assessore regionale all’Urbanistica riconosce che se avesse “presentato un piano di sviluppo come questo prima della crisi economica mi venivano a prendere a casa”! Il nuovo piano di sviluppo guarda in prospettiva tenendo condo della futura e sperata ripresa economica. “Allora – assicura Zorzato - sarà molto più semplice riutilizzare le vecchie strutture industriali dismesse e più difficile consumare nuovo territorio”. Il Movimento per la Decrescita Felice del Veneto ha accolto con favore le iniziative delle associazioni di categoria che hanno spinto per questo risultato. “La interpretiamo come un segno dei tempi – hanno spiegato in una nota - La Campagna lanciata dalle associazioni degli industriali, commercianti, artigiani e cooperative del Veneto, regione disseminata di capannoni industriali e in cui molte zone sono state rovinate e stravolte dalla speculazione edilizia, è il
Da sinistra: Laura Pieppato e Marino Zorzato segno che una nuova consapevolezza sta maturando e forse siamo di fronte a quel cambio di paradigma culturale cui come MDF stiamo lavorando da anni”. Il movimento per la decrescita pensa anche al lavoro e propone al mondo imprenditoriale e politico di spostare la priorità della crescita del Pil alla crescita di occupazione in lavori utili. “E’ una proposta concreta – dicono dal MDF - Bisogna solo cambiare le priorità partendo dalla consapevolezza che è convenienza di tutti investire subito le poche risorse disponibili in molte migliaia
di piccoli e micro cantieri e solo successivamente, eventualmente, in grandi opere infrastrutturali. I micro cantieri dovrebbero riguardare in primo luogo l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati, le bonifiche ambientali e la messa in sicurezza del territorio rispetto agli eventi catastrofici. In progetti come questi potrebbero venire impiegati migliaia di lavoratori che aumenterebbero il loro reddito. Con una grande opera, invece, magari finanziata con il debito, guadagnerebbero molto le solite grandi imprese di costruzione”.
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Il veneto in primo piano 25 Decrescita non significa recessione
Saremo felici con l’equilibrio uomo-natura di germana urbani
“I
l progetto di decrescita non propone una semplice riduzione dei consumi, ma un nuovo modo di intendere i rapporti tra gli esseri umani e tra questi e il loro ambiente, con particolare attenzione alla gestione delle risorse naturali, esauribili o comunque alterabili. Quando queste risorse sono indispensabili per la vita di ogni essere umano, vanno considerate “beni comuni” non privatizzabili, per garantirne l’accesso a tutti, come applicazione del diritto alla vita”. A dirlo è Gianni Tamino, biologo padovano e presidente dell’Associazione per la decrescita del triveneto che spiega così alcuni dei principi cardine del movimento per la Decrescita. Secondo gli studiosi e gli economisti che credono nella necessità di rallentare e cambiare stile di vita questa crisi ha come origine proprio l’economia del consumismo, che porta inevitabilmente all’esaurimento delle risorse. Occorre svoltare e scegliere la via della sostenibilità per creare nuovi
esperienze
C’
posti di lavoro e nuova economia. E in Veneto sono già tanti coloro che l’hanno capito. Un dato su tutti deve far pensare. La facoltà universitaria che cresce di più in numeri di iscrizione è agraria. Perché il mondo dell’agricoltura è oggi in grande fermento, soprattutto in Veneto. Sono moltissime, infatti, le aziende agricole che stanno puntando su qualità dei prodotti, spesso abbracciando il biologico, e vendita al dettaglio di frutta e verdura. Alcune vanno talmente bene, anche in questi tempi di crisi, che cercano disperatamente della terra in cui espandere la propria attività e non la trovano facilmente! Anche l’esperienza dei gruppi d’acquisto solidali cresce sempre di più nella nostra regione: la gente ordina al contadino gli ortaggi che gli servono risparmiando. Allo stesso tempo il contadino guadagna molto di più che vendere la verdura all’ingrosso. Sono scelte virtuose che, guidate da associazioni come le Acli o la Coldiretti, stanno prendendo piede ad un ritmo impensa-
bile fino a qualche anno fa. Altri fenomeni molto interessanti, sempre legati all’agricoltura, sono ad esempio le associazioni che cercano, piantano, scambiano i semi antichi e si battono per la tutela della biodiversità. In Veneto è molto attiva Rete semi rurali ( semirurali.net) e la bellunese Coltivarcondividendo (coltivarcondividendo.blogspot.it) che organizzano fiere di sementi antiche, mostre-scambio e seminari di studio. Certo l’agricoltura di qualità va tutelata, soprattutto dalle multinazionali a cui la Decrescita non va proprio a genio. Qualche mese fa una sentenza della Corte Europea, unitamente a una fortissima pressione svolta dalle multinazionali sementiere sugli organi comunitari, ha di fatto dato “via libera” alla coltivazione di alcune varietà di Organismi Geneticamente Modificati (le famigerate sementi Frankenstein) anche in quelle Nazioni in cui erano banditi. “Abbiamo esposto alla regione Veneto – riferisce il portavoce del Gruppo Coltivare Condividendo – le
Alexander Langer, il padre del pensiero ecologista diceva che “La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile” forti preoccupazioni legate al rischio che fra poche settimane anche la nostra Terra venga stuprata da semine di mais OGM Monsanto. Cio’ metterebbe a serio rischio il nostro patrimonio di biodiversità. Infatti è acclarato che gli OGM contaminano le altre varietà di mais, e quindi le varietà tipiche di mais Sponcio, Storo, Cinquantino, Fiorentin, Marano, Bianco Perla e molte altre sono in serio pericolo. Ci ha molto rincuorato sentire che la Regione e l’assessore sono decisamente contrari agli ogm e si sono già attivati, nella conferenza Stato Regioni per chiedere l’adozione della clausola di salvaguardia”.
dal rifiuto al lavoro: l’idea giusta contro la crisi
è già chi, con grande ingegno, ha trovato tra i principi della decrescita l’idea giusta per un’impresa economicamente vantaggiosa e allo stesso tempo green. A Padova, l’intuizione ecologica di un gruppetto di giovani universitari ha dato vita ad una avviata officina ciclomeccanica dove riparano biciclette, insegnando anche a cambiarsi da sé un pedale, un freno, una ruota. Qui le biciclette arrivano in tre modi: “Abbiamo una convenzione con l’Esu – spiega Matteo Lenzi dell’associazione che gestisce l’impresa – che, a fine anno accademico, ci permette di fare pulizia nelle rastrelliere delle residenze universitarie recuperando le carcasse abbandonate dagli studenti che, altrimenti, andrebbero al macero. Inoltre, chi co-
nosce la ciclofficina sa che ogni tipo di rottame è bene accetto e, al momento di svuotare garage e cantine, si ricorda di noi. Infine, la cooperativa Mani tese, con le sue periodiche raccolte del ferro, ci tiene da parte i materiali più utili senza smaltirli”. Nel tempo il gruppetto è cresciuto e ha pure diversificato e ampliato la propria attività offrendo anche corsi: dalla sartoria all’artigianato creativo. Alla base di tutto sta l’idea del riutilizzo intelligente. “Con il nostro lavoro pensavamo di contribuire a ridurre i rifiuti – racconta Lenzi – ma poi le cose sono maturate da sole e, in questo momento di difficoltà economiche, molti partecipano alle iniziative della Mente comune per imparare a risparmiare attraverso il riutilizzo e le riparazioni fai da te”. Esiste da anni
ormai, sempre a Padova, un progetto che mette insieme informatica e disabilità e che si basa sul recupero e riutilizzo di vecchi computer definiti “obsoleti” dall’utenza consumer e l’utilizzo degli stessi con software liberi tipo Linux. Le macchine recuperate sono messe a disposizione di persone disabili che ne abbiano la necessità. Il progetto coniuga solidarietà e decrescita ma non solo. Gli obiettivi sono molteplici e oltre al recupero e al riutilizzo è meritoria l’attività di formazione di persone con disabilità all’uso autonomo della tecnologia informatica, spaziando su più sistemi operativi e su diversi software applicativi di editoria elettronica e la creazione di un punto d’incontro accessibile (Compupoint Disabili) dove trovare alcuni computer per le proprie attività.
26 Il veneto in primo piano Tempo di vacanze
Turismo allo stremo: prenotazioni in forte calo Stesso copione dalla montagna al mare, dal lago alle terme. La villeggiatura quando c’è dura poco e i pernottamenti sono in strutture a basso costo di germana urbani
S
econdo gli ultimi dati diffusi dall’Istat circa un milione di famiglie in Italia sono completamente prive di reddito. Molte altre, invece, vivono l’incertezza del momento, vittime dell’instabilità economica generale che impedisce loro di fare progetti a lunga scadenza. Per tutti questi motivi, probabilmente, sono molti coloro che a tutt’oggi non hanno ancora prenotato le vacanze. Mancano all’appello anche gli stranieri che se non prenoteranno nei prossimi giorni, per il turismo veneto potrebbe essere davvero un anno orribile. Gli albergatori della costa veneziana, infatti, lanciano un grido d’allarme molto serio. Secondo una stima prudenziale, infatti, se il trend delle prenotazioni alberghiere resterà simile a quello dei primi tre mesi dell’anno, a fine stagione si potrebbe registrare un -15% sull’anno scorso in tema di prenotazioni alberghiere complessive. Un dato preoccupante riguarda le prenotazioni dei turisti italiani che fino a metà aprile erano quasi pari allo zero.
Tra le nuove tendenze c’è il ritorno a far visita ai parenti lontani con buona pace della privacy La situazione rispecchia un andamento generale che investe tutta l’Italia: l’andamento dei pernottamenti del primo trimestre 2013 segna -4,4%, per gli stranieri +3,7% con una flessione complessiva dell’1%. A fronte di tale scenario Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto, ha lanciato un appello ai primi cittadini delle località turistiche e ha chiesto di “riconsiderare la tassa di soggiorno in questo ‘annus horribilis’ del turismo italiano”. “Si registra una situazione ampiamente prevista, dove l’assenza degli italiani si fa sentire - commenta Michielli - Dobbiamo considerare che non esiste azienda al mondo che possa riposizionare sul mercato il 50% della propria clientela in 2 anni. Un plauso va ai colleghi delle spiagge che
stanno lavorando sul fronte della promozione e della fidelizzazione dei propri clienti, ma i miracoli purtroppo non li fa nessuno. L’altro dato assolutamente preoccupante e’ che le strutture partiranno con almeno 2-3 unita’ di lavoratori in meno ciascuna in attesa di vedere gli sviluppi della stagione. Quindi, dati i circa 1000 alberghi della costa, si possono considerare fra le 2 e le 3mila le unita’ lavorative che non troveranno occupazione almeno a inizio stagione, con le conseguenze che si possono immaginare”. Una tendenza che si registra in tutta Italia dove nei primi tre mesi del 2013 l’occupazione negli alberghi e’ calata del 4,7%. Nel 2012 il dato finale e’ stato pari al -3% ma quest’anno andrà peggio. Già nel primo trimestre del 2013 i lavoratori a tempo indeterminato sono diminuiti del 3,8% e quelli a tempo determinato del 6,1%. Eppure gli imprenditori fanno la loro parte abbattendo i prezzi e mantenendo i servizi di sempre, creando indotto e mettendosi in gioco ogni giorno sul piano organizzativo con idee
• Non danneggia lo smalto • Non causa sensibilità dentinale • Non ci sono controindicazioni Dr.ssa Sunamis Chirino
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Laureata in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Istituto Superiore di Scienze Mediche dell’ Avana (Cuba) nell’ a.a. 19971998 e presso l’Università degli Studi di Ferrara nell’a.a. 2005-2006, ha frequentato numerosi corsi di approfondimento e congressi nazionali ed internazionali di Conservativa dentale ed Endodonzia. Si occupa quotidianamente di Conservativa estetica e funzionale, Endodonzia, Paradontologia e Chirurgia orale.
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nuove che possano attrarre nuova clientela. A Bibione, per esempio, quest’anno apriranno i «Pet hotel», dedicati agli animali da compagnia che avranno accesso all’albergo, spazi verdi dedicati, tappetino e ciotola in spiaggia. La politica dei prezzi, poi, iniziata già con le vacanze di Pasqua, sta dando qualche risultato solo nei centri storici maggiori e città d’arte come Venezia e Verona, mentre Treviso e Padova, dove gli alberghi risultano, in base a uno studio di Hotel Price Index, i meno cari d’Italia, le prenotazioni sono state pochissime. Pasqua e ponti primaverili non sono stati all’altezza delle aspettative neanche per il lago di Garda, dove si è perso circa il 50-60% di presenze rispetto alla Pasqua degli anni scorsi e così negli hotel delle località termali di Abano e Montegrotto. Se l’estate rispecchierà queste tendenze anche uno dei pochissimi settori che finora aveva retto almeno in parte alla grande depressione. E’ vero però che non bisogna disperare perchè, se dall’estero occorre prenotare vacanze con largo anticipo, gli italiani spesso si decidono all’ultimo momento, specie di questi tempi. Inoltre, spiace dirlo per il settore alberghiero, sempre più spesso scelgono di pernottare in B&B, appartamento o campeggio dove i soggiorni risultano in genere molto più lunghi. Secondo i dati dell’osservatorio regionale, negli alberghi al mare si permane
in media quattro notti che diventano nove per l’extralberghiero; anche in montagna il periodo si raddoppia da circa quattro a otto notti, ma si notano notevoli differenze anche nelle località affacciate sul lago di Garda (da 3,6 a 6,4) e nelle città d’arte (da 2 a 3,5). Alle terme la situazione si presenta invece ribaltata con una notte in più per la permanenza media negli alberghi, complici le rilassanti Spa. Torna poi di gran moda la vacanza “in famiglia”, molto in voga negli anni del dopoguerra e abbandonata man mano che il benessere riempiva i portafogli. Sono moltissime le persone che, non volendo rinunciare alla villeggiatura, scelgono di visitare qualche parente che abita in altre regioni e che, magari, ha una bella camera per gli ospiti. Un favore che poi si ricambia volentieri rinunciando ad un po’ di libertà e di privacy per godersi per un po’ un orizzonte diverso da quello di casa. E val la pena di approfittare di amici e conoscenti con case vacanza che fino ad oggi rimanevano chiuse per la maggior parte dell’anno. Oggi – a fronte di un piccolo un contributo per pagare l’Imu sulla seconda casa - potrebbero volentieri darvi le chiavi per godere dei loro beni.
uN TuRISTA Su SEI SCEglIE Il vENETO
I
l turismo è uno dei settori economici più importanti sia a livello regionale che a livello nazionale. Operatori e politici veneti sono concordi sul fatto che attuare strategie di crescita sia necessario non solo per il settore in sé ma anche per dare una mano al Paese. Secondo un’indagine del Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica (Ciset) di Ca’ Foscari relativa al 2011, il turismo ha generato in Veneto un fatturato di 11 miliardi di euro e rappresenta l’8,2% del Pil regionale, il 13% dei consumi interni e mezzo milione di unità di lavoro. Si tratta di un fatturato che vale tre volte e mezzo quello dell’agricoltura, tre volte e mezzo quello dell’alimentare, tre volte il fatturato del tessile e abbigliamento, il 54% dell’intero fatturato regionale del commercio. Ma non è tutto. In termini di occupazione, il turismo dà lavoro in Veneto al 15% sul totale degli occupati e copre il 10,5% di tutti gli addetti al turismo d’Italia. Va anche sottolineata la trasversalità del turismo rispetto all’economia veneta, dove il Pil turistico è dato da una molteplicità di settori, non dai soli alberghi e ristoranti. Questi ultimi, infatti, rappresentano il 30% del Pil turistico, dove il commercio incide per il 17,1%, la locazione di fabbricati il 15,3% l’agroalimentare il 9,5%, l’artigianato il 7,7% le attività culturali e ricreative il 6,7%, i trasporti il 6,5%. “Il Veneto conserva il suo appeal mondiale come regione ospitale e terra del bello, del buono e dell’accoglienza - sottolinea Marino Finozzi, assessore regionale al turismo che, nel corso della Borsa Italiana del Turismo, ha salutato con orgoglio il primato del Veneto tra le regioni italiane proprio in questo settore. Nel 2012, nonostante la crisi generale, la regione si è confermata prima Regione turistica d’Italia con 62.351.657 presenze, delle quali il 64,8% di ospiti stranieri, e 15.818.525 arrivi, dei quali il 64,7% stranieri. “Anche se, in questo quadro sostanzialmente luminoso per un’annata critica come quella trascorsa, i numeri confermano la pesante crisi economica che morde sempre più gli italiani, che si riflette sulla capacità di spesa delle famiglie. Perciò, per far ripartire il settore occorre che gli operatori diminuiscano i prezzi”.
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28 voci da palazzo Politica Ha fatto molto discutere il recente incontro del neo ministro con il governatore
Zaia e Zanonato vedono lo sviluppo nella centrale Tre le priorità concordate, la riconversione a carbone dell’impianto di Polesine camerini, l’ospedale di Padova e la defiscalizzazione delle opere pubbliche immediatamente “cantierabili” di Mauro gambin
I
l nuovo governo Letta parte dal veneto per il rilancio dello nomi spiccano quello dell’amministratore delegato, Fulvio Conti e sviluppo economico. Un’origine inevitabile visto che il ministro quelli degli ex Franco Tato’ e Paolo Scaroni assieme ad altre sette competente è Flavio Zanonato. Appena ottenuto l’incarico, persone tra funzionari Enel ed ex direttori della centrale polesana. infatti, l’ex sindaco di Padova, esponente del Partito Democrati- Insomma la centrale negli anni ha fatto parecchio discutere nel co, ha deciso di cominciare proprio dalla sua regione per prendere Polesine che tra le altre ambizioni coltiva anche quella turistica, i primi appunti e segnarsi le priorità da inserire nell’agenda per i visto che qui lo sbocco a mare dei due più grandi fiumi italiani ha prossimi mesi. “Il veneto – ha spiegato il neo ministro – è anco- creato un paesaggio da fotografare e un Ente Parco che finalmenra la locomotiva d’Italia e se continuerà a trainare, sicuramente te sembrerebbe in animo di farsi tutore del territorio. A proposito: contribuirà a portare fuori dalla crisi il Paese. Quindi, fare gli inte- è ancora sotto giudizio l’approvazione del Piano ambientale, ressi dei veneti non significa fare gli interessi di una parte degli arrivata dopo 15 anni dall’istituzione del Parco. Il tempo, del italiani, è invece un modo per prendere in mano il destino dell’I- resto, in spazi così aperti come quelli del Delta sembra scorrere talia”. Dal canto suo il presidente Luca Zaia durante l’incontro più lentamente ma tutto questo tempo il neo ministro non ce ci ha messo un attimo a tradurre in veneto ciò che significa fare l’ha, il governo Letta è appeso ad un filo e molti di coloro che ne gli interessi dei veneti, ossia tornare a produrre. “La locomotiva fanno parte non hanno fatto mistero di essere disposti ad usare d’Italia – ha spiegato – deve avere il carburante per funzionare. le forbici con disinvoltura. L’esecutivo in carica non è stato fatto Chiamatelo gas, chiamatelo carbone ma per durare e il navigato Zanonato sa serve energia alle aziende”. Energia che Greenpeace: che in questi casi è opportuno centrare secondo il governatore potrebbe arriva- “Investendo 2,5 obbiettivi significativi per rendere visire direttamente da Porto Tolle e da qui miliardi sulle rinnovabili bile il proprio operato. L’ex sindaco di l’appello rivolto al neoministro, affinché l’occupazione Padova, dunque, non ha battuto ciglio interceda presso l’Enel per sbloccare la sarebbe tripla” all’invito di Zaia di adoperarsi per la situazione. Che avrebbero fatto desistere riconversione a carbone e si è detto Enel dall’investire in Polesine. In proposito, infatti, va ricordato ben disponibile ad intercedere presso l’Enel. Tra le altre priorità che per l’impianto polesano esiste da qualche anno un progetto concordate con Zaia c’è anche l’ospedale di Padova e la defiscadi riconversione a carbone, un investimento di circa 2,5 miliardi lizzazione delle opere pubbliche immediatamente “cantierabili”, che secondo i vertici del colosso dell’energia creerebbe diverse tuttavia è sulla centrale che sono arrivate le maggiori critiche ai migliaia di posti di lavoro, almeno per tre anni. La specificazione due politici veneti, soprattutto, era facile prevederlo, dagli amtemporale è riferita al fatto che nel novero dei lavori da svolgere bientalisti. c’è anche lo smantellamento dell’attuale impianto a oli vegetali Secondo Greenpeace, infatti, la volontà di rilanciare il progete la costruzione del nuovo, con il funzionamento a regime inve- to della conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle ce, per il quale in via ipotetica sono previsti tre anni, i posti di ‘’e’ sbagliata e regressiva e dimostrerebbe la perfetta continuità, lavoro scenderanno. Il progetto tuttavia ha incontrato non poche in materia d’energia, dell’attuale governo con gli esecutivi Berdifficoltà, soprattutto lungaggini legate alle autorizzazioni che lusconi e Monti. E’ la spia - spiega l’associazione - di una strainevitabilmente sono legate all’impatto ambientale. Certo è che tegia industriale vecchia, che non modernizzerà il Paese e che, alla causa non ha sicuramente giovato il rinvio a giudizio dal Gup semmai, ne consoliderà la dipendenza energetica. Una centrale di Rovigo, Manuela Fasolato, di alcuni esponenti di primo piano a carbone a Porto Tolle vorrebbe solo dire un ulteriore peggioradi Enel per “omissione dolosa di cautele contro disastri e infortuni mento della qualità dell’aria nella Pianura Padana, già oggi l’area sul lavoro, in concorso”. Il rinvio a giudizio ha investito in pieno più insalubre in Europa, con gravi costi sanitari, enormi emissioni i vertici della centrale in servizio tra il 1998 ed il 2009. Tra i di gas serra e, non ultimo, benefici occupazionali largamente
Nella foto il presidente della Regione Luca Zaia e il neo ministro Flavio Zanonato inferiori a quelli che si otterrebbero con uguali investimenti in energie pulite’’. Greenpeace stima che investendo i 2,5 miliardi di euro previsti da Enel per il carbone a Porto Tolle su un mix di fotovoltaico ed eolico si avrebbero ricadute occupazionali almeno 3 volte superiori. Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace ha ricordato che il progetto di riconversione è stato già bocciato dal Consiglio di Stato. “Se ancora se ne parla – ha precisato – è perché è stato recuperato grazie a ben due leggi ad “aziendam”, una di Berlusconi e una di Zaia, frutto delle opache attività di lobby dell’Enel’’. Greenpeace ha affermato di essere pronta a dimostrare, ‘’dati dell’Universita’ di Stoccarda alla mano, come quel progetto causerebbe, su base annua, danni economici fino a 240 milioni di euro e una mortalità prematura stimata in 85 casi’’. Come sempre più spesso accade, se su uno dei due piatti della bilancia c’è la salute, oppure l’ambiente sull’altro c’è il lavoro. ‘’Siamo 220 lavoratori e almeno 2.000 famiglie che aspettano il progetto Enel a carbone: queste sarebbero senza la riconversione le reali ‘morti premature’, non l’algoritmo di Greenpeace che non ha nessuna prova sanitaria’’. E’ stato il commento provenuto dal comitato dei lavoratori. ‘’Greenpeace dimostra di non sapere niente sulla formazione del prezzo dell’energia elettrica e sulla necessita’ per l’Italia di ridurre i prezzi per imprese e famiglie, che sono superiori rispetto a quelli degli altri Paesi europei che usano quote di carbone doppie rispetto all’Italia e che in più hanno anche il nucleare’’. Quale futuro, dunque, per la centrale? Finora sono state prese decisioni come si prendono gli schiaffi.
Cristiano Corazzari, lega Nord
Pietrangelo Pettenò, Partito della Rifondazione Comunista
“L
“N
“ottima convergenza zaia-zanonato”
a convergenza tra Zaia e Zanonato riguardo Porto Tolle è la miglior notizia per il Polesine e il Veneto, dando ragione a chi fin dall’inizio si è speso per l’attivazione di questa centrale pur con tutte le tutele del caso per il nostro fragile ambiente deltizio”. In questa partita la gente polesana ancora una volta Cristiano dimostra grande senso di responsabilità, accollandosi Corazzari il peso di un impianto impattante in un’area delicata quale il Delta del Po. Ci tengo a sottolineare in modo particolare che l’accordo di intenti tra Zaia e Zanonato zittisce chi per anni ha attaccato il governatore, che da parte sua ha operato in ogni sede per ottenere un risultato fondamentale per l’intero territorio regionale, anche modificando la legge istitutiva del Parco del Delta per superare tutti gli ostacoli di ordine legale e giuridico alla realizzazione dell’impianto. Che oggi anche il ministro, rappresentante autorevole del Pd veneto, definisca il progetto di Porto Tolle ‘un traguardo interessante ed affascinante che vogliamo centrare”.
“za&za, moderne befane che vogliono regalarci carbone”
egli anni si sono aggirate leggi, cambiate normative nazionali e regionali e sempre e tutto a favore dell’Enel, che tutto ha dimostrato fuorché di essere un’azienda che ha a cuore occupazione e salute. L’approvazione in Consiglio regionale della modifica dell’art. 30 della legge regionale n. 36 del 1997, che istituiva il Parco del Delta del Po e che sembrava essere la causa del blocco dell’avvio della Pietrangelo centrale a carbone, risale al luglio del 2011, ma finora non c’è stato nulla Pettenò di nuovo, anzi, a due anni di distanza permane la bocciatura del progetto da parte del Consiglio di Stato e pare che Enel, nel frattempo, abbia abbandonato definitivamente il progetto. Ora si riparla del rilancio della “locomotiva nord est” ma, se questa dovrà essere alimentata a carbone, come succedeva un secolo fa, nutriamo seri dubbi che possa assicurare sviluppo sostenibile e duraturo alla nostra Regione. Forse - conclude Pettenò - il ministro Zanonato e il presidente Zaia sembrano più dei “moderni befani” ansiosi di regalarci tanto carbone più che degli innovatori in campo produttivo economico in grado di rilanciare economia, lavoro e occupazione in sintonia con la tutela dell’ambiente e la salute. È passato il tempo in cui credevamo alla befana e soprattutto non vogliamo più regali di questo genere”.
L’opinione Stella bianchi, responsabile ambiente del Pd
“le centrali non aumentano l’occupazione”
“A
uspico che il ministro comprenda appieno come, per ogni potenziale posto Stella Bianchi di lavoro in una centrale così inquinante, se ne perdano decine di altri in settori altrettanto importanti per l’economia. Certamente ci vuole uno sviluppo forte per dare maggiore autonomia energetica, ma la strada da prendere è quella dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, che proprio nella Regione Veneto avevano e mantengono una consistente base produttiva. Non si comprende neppure bene – ha aggiunto - l’utilità di una centrale di quelle dimensioni quando la potenza gia’ installata nel nostro paese è pari al doppio della domanda registrata nel momento di picco massimo. L’Italia ha bisogno di politiche industriali, ma queste devono essere orientate alla sostenibilità, alla tutela dell’ambiente, alla valorizzazione del nostro maggiore patrimonio’’.
Antonio Pipitone, Italia dei valori
“la centrale non è una priorità per veneto”
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on è
un’emergenza per il Veneto. Non è questo di cui hanno bisogno Antonio Pipitone le nostre aziende e il nostro terziario. Ha fatto bene Zanonato a dire che vuole esaminare la questione e parlarne con i vertici dell’Enel. L’azienda che, lo ricordiamo, forse anche per il surplus energetico attuale (l’Italia dispone di energia in eccesso, vista la crisi economica, ed aumenta le sue riserve) ha congelato gli investimenti per Porto Tolle: non c’è una domanda di energia tale da giustificare l’urgenza dell’operazione. Noi siamo per lo sviluppo e per l’innovazione, dobbiamo guardare al futuro, sostenibile e responsabile. Chiediamo al ministro Zanonato di dare immediate risposte alle emergenze di adesso, non certo di perseguire un progetto trito e ritrito, che darà qualche limitato e temporaneo frutto, fra anni. Sulla questione - conclude Pipitone - abbiamo sempre ritenuto che la riconversione a carbone della centrale fosse una scelta sbagliata, che darà un colpo mortale al territorio. Sarà inutile per rilanciare l’economia veneta e tantomeno quella del basso Polesine, che avrebbe invece bisogno di investire su pesca, turismo, agricoltura tipica. Quelle sì scelte giuste per creare sviluppo duraturo e nuovi posti di lavoro, non quelli effimeri per i cantieri del carbone”.
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cultura veneta 31 Spazi dell’area Scarpa della Fondazione Querini Stampalia Dal 28 maggio
Indagine sulla persistenza genetica dei Matta
Roberto Sebastian e i suoi figli Gordon clark e Pablo Echaurren. Tre nomi, tre storie, e un unico comun denominatore: l’arte
U
n’indagine sulla persistenza genetica, potrebbe essere definita così la mostra che dal 28 maggio verrà allestita negli spazi dell’area Scarpa della Fondazione Querini Stampalia, di Venezia. In concomitanza con la 55. Biennale di Venezia, la Galleria d’Arte Maggiore – G.A.M. di Bologna, propone un’indagine tra le idee e i pensieri che si sono tramandati – attraverso le generazioni, il tempo e la geografia – da Roberto Sebastian Matta ai suoi figli Gordon Matta-Clark e Pablo Echaurren Matta. Tre nomi, tre storie, e un unico comun denominatore: l’arte. La mostra, curata da Danilo Eccher, prende origine dall’opera di Roberto Sebastian Matta ed attraverso le opere dei suoi protagonisti percorre mezzo secolo di storia dell’arte, vissuta in tre paesi
Il filo conduttore della loro opera sarà svelato solo pochi giorni prima dell’apertura differenti: la Francia, gli Stati Uniti e l’Italia. Lo spaccato che ne deriva non è delimitato dalla loro storia familiare, per quanto eccezionale, ma amplia i propri confini all’ambiente culturale e politico in cui questi artisti sono stati profondamente coinvolti. Figli dello stesso padre, ma di madri differenti, sia Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale con la figura paterna ed attraverso l’arte entrambi hanno cercato un dialogo concettuale - impossibile nella vita privata - con Matta attraverso le loro opere pur maturando entrambi, ed ognuno a suo modo, linguaggi singolari e differenti. Se l’affinità con Matta-Clark è riconducibile a un livello formale, estetico-architettonico, in Echaurren l’affinitudine è da ricercarsi nel carattere più propriamente concettuale. Il filo conduttore della loro opera a livello critico sarà svelato da Danilo Eccher solo pochi giorni prima dell’apertura al pubblico, ma ad una prima lettura emerge già come la socialità, la continua ricerca di un rapporto non solo di partecipazione del fruitore, ma di un suo coinvolgimento diretto o indiretto, fisico o mentale, culturale o sociale, interno o esterno all’opera sia presente nell’opera dei tre. Non è un caso infatti se alcuni definiscono le figure antropomorfe di Matta sia in pittura, sia in scultura, come “morfologie sociali”, come una trasfromazione di passaggio tra
Sia Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale con la figura paterna i paesaggi interiori e il mondo esterno. Per Gordon la socialità è un fattore ancora più evidente, essendo la sua effimera arte basata sulla performance, sui “building cuts”, gli edifici tagliati, trasformazioni sculturali di architetture preesistenti dove lo spettatore è invitato ad entrare per muoversi fisicamente ed emozionalmente in quegli spazi. Nella sua opera Matta-Clark crea un rapporto diretto con il fruitore, spesso basato sulla fiducia che costui deve devolvere all’operato dell’artista che come in Matta ha fondamenti architettonici. Mentre per quanto riguarda Pablo tutta la sua vita artistica è immersa nella socialità, nella sua esistenza quotidiana. E se è vero che le sue tele riportano al mondo dei fumetti, della musica, della street art, alla cultura di massa, è attraversando la sua iconografia Pop fatta di contiminazioni di generi che dialogano ora con il Dadaismo, ora con lo stesso Surrealismo, che l’artista propone con ironia attraverso l’apparizione di una natura familiare ed allo stesso tempo inquietante una critica diretta alla società dei consumi. Proprio come sembrano suggerire le figure antropomorfe e primitive presenti nei dipinti del padre. Non a caso l’opera di Matta mira anche a una riflessione sull’impatto che la tecnologia ha sull’esistenza umana.
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Marco Canova
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inalmente è arrivata l’estate: caldo, afa, sole… però fa troppo caldo per fare sport o andare in palestra! Questa è una delle tante affermazioni (sbagliate) che spesso si sentono dire in ESTATE da “CHI DOVREBBE FARE SPORT“. Ma allora, in estate, che fare? Ci fermiamo completamente buttando via tutti i mesi di sacrificio e sudore fatti in palestra o piscina questo inverno? Niente di più sbagliato! Forse proprio in estate è il momento più bello per poter continuare o INIZIARE a far SPORT (sport all’aperto, in piscina, in palestra, tra amici). CALDO=ACQUA=NUOTO=ACQUAGYM=H YDROBIKE. MA NON SOLO. ANCHE PALESTRA SI PUO’(MAGARI CON CORSI ALL’APERTO) Alcune regolette però è bene tenerle in considerazione: In estate chi le persone che fanno sport diminuiscono drasticamente del 31,5 per cento rispetto all’inverno. E il calo (ben il 40 per cento in meno) coinvolge soprattutto i giovani fra gli 11 e i 24 anni, mentre è molto più contenuto fra gli adulti: quelli che si impigriscono sono circa il 20 per cento. Ma c’è uno sport che durante l’estate ha un incremento forte: il jogging registra un aumento di ben il 22 per cento. E si praticano di più con il caldo anche il ciclismo, la pallacanestro, l’atletica leggera e l’equitazione ed il nuoto. Mentre per i più giovani la diminuzione della pratica sportiva in estate ha una sua motivazione, per così dire, fisiologica - in genere fanno sport a livello agonistico e sono quindi finiti i vari tornei e campionati - per i più adulti pare esserci una sorta di turnover. Vi è uno zoccolo duro di praticanti che non viene affatto influenzato da fattori stagionali, vi è una parte che invece si prende una vacanza ma la pigrizia di questi ultimi viene parzialmente compensata dagli sportivi dell’estate, da tutti coloro i quali, appesi al chiodo gli impegni di lavoro, hanno voglia di “mettere in moto” il loro fisico. Gli sportivi dell’estate sono il 6 per cento, circa 800 mila persone, e sono quelli più a rischio incidenti se non rammentano tutta una serie di precauzioni, Questi alcuni consigli e raccomandazioni: 1 - Graduare sempre l’intensità dell’esercizio fisico. 2 - Se si fa sport in compagnia (attenzione a non farsi plagiare dai ritmi magari troppo sostenuti degli altri). 3 - Curare l’alimentazione e l’idratazione: specie se si fa sport la mattina presto o la sera si deve prestare attenzione allo stato di nutrizione e di digestione. 4 - L’attrezzatura non è marginale: l’ abbigliamento e calzature adeguati, non coprirsi troppo, bisogna avere un po’ di freddo all’inizio della pratica sportiva. 5 - Non avere mai timore di chiedere consigli a chi già fa da tempo l’esercizio fisico che si vuole svolgere. Se la corsa è il vostro sport prediletto, ma
Sport in estate Come fare a mettersi in forma sotto il sole Arriva il caldo! Che sport faccio? E quando lo faccio?
volete coniugarla al mare – in vacanza o tutti co i giorni se avete la fortuna di vivere sulla costa – ecco alcuni semplici consigli per correre in sicurezza senza sacrificare l’allenamento ma al tempo stesso senza incorrere in guai dovuti a posture scorrette ed errori nel passo. E’ preferibile, tanto per cominciare, correre su sabbia più possibile compatta. La sabbia secca solitamente permette al piede di affondare più facilmente rispetto alla battigia, più soda e dunque più adatta alla corsa grazie alla stabilità che offre. Correre sulla sabbia secca è anche più faticoso: abituatevi gradualmente, alternando percorsi sulla sabbia bagnata e brevi tratti sulla sabbia asciutta. Attenzione ai dislivelli che spesso nelle spiagge sono la costante, essendo generalmente digradanti verso il mare. Scegliete tratti di spiaggia più pianeggianti possibili per evitare problemi alle articolazioni. QUANDO FARE SPORT? c’è chi va a correre la mattina prima di colazione perchè pare che aiuti a purificare l’organismo ...la temperatura è molto importante nella scelta dell’orario perchè d’estate , durante il giorno, uno rischia di fare il triplo della fatica, di disidratarsi e di stancarsi subito a discapito di efficacia e durata dell’allenamento.... forse d’estate è meglio allenarsi la mattina tra le 9 e le 11 (o anche prima se riesci ad alzarti presto) o la sera dopo le 20.30...in autunno-inverno è diverso....hai più impegni da conciliare, di sera è più freddo quindi si corre più volentieri per scaldarsi (ipotizzando che lo sport in questione sia la corsa).... Quando si sceglie di intraprendere l’attività fisica per bruciare i grassi in eccesso nell’organismo, è necessario scegliere uno “stile d’allenamento”: la scelta migliore consiste nel trovare esercizi semplici ed efficaci, da eseguire in qualsiasi posto e a qualsiasi ora del giorno per sfruttare il proprio tempo libero. L’ideale per l’allenamento estivo è sicuramente la spiaggia: al mattino presto o al tramonto è piacevole allenarsi a piedi nudi sulla sabbia fredda per rilassarsi e nel contempo potenziare i muscoli messi a riposo durante le ore lavorative. È preferibile scegliere un allenamento cardiofitness, considerando un tempo di sforzo che va dai 30 ai 60 minuti, comprese piccole pause tra un esercizio e l’altro. I piegamenti sono un ottimo esercizio per rafforzare i muscoli delle gambe: partendo da una posizione standard che prevede gambe piegate e mani a terra, bisogna darsi un forte slancio fino a raggiungere il punto più alto con un saltello. In discesa, bisogna atterrare dolcemente sulle gambe, tornando così nella posizione di partenza. L’esercizio va ripetuto in sequenza per circa un minuto. Una variante di questo esercizio coinvolge anche le gambe: la posizione di partenza sarà questa volta in piedi e il saltello coinvolgerà anche le gambe. Il nuovo esercizio consiste nel saltare alzando
Rubrica curata dal prof. Marco Canova, insegnante di Educazione Fisica, direttore tecnico e gestore del centro sportivo Le Piscine di Casale di Scodosia. Info: >canovasport@alice.it < >www.canovasport.it<
una delle due gambe e cercare di toccare con entrambe le mani la punta del piede mosso, magari alternando gamba destra e sinistra. Alcune posizioni delle gambe possono essere un utile esercizio di riscaldamento prima dell’attività di cardiofitness: ad esempio, per distendere i muscoli si consiglia di stendersi al suolo quasi completamente con l’addome rivolto verso la sabbia, una gamba piegata in direzione della pancia e l’altra completamente stesa nella direzione opposta. Invertendo la gamba piegata e mantenendo una posizione simile a quella relativa alle flessioni, sarà possibile compiere un lavoro di resistenza. Un’ottima occasione per allenare le braccia consiste in un esercizio che ricorda lo sport del pugilato: mantenendo una posizione stabile per le gambe, muovere velocemente le braccia in avanti come per sferrare un pugno a un sacco da boxe invisibile. Per non trascurare gli addominali, e allenare i muscoli nella parte alta e bassa dell’addome contemporaneamente, esiste un esercizio particolarmente indicato per chi vuole raggiungere la forma fisica nel minor tempo possibile: partendo da
una posizione supina, bisogna fare forza sulla schiena e sulle gambe nello stesso momento, in modo da formare una specie di lettera “V” mantenendo in tensione gli addominali. E per chi RESTA IN CITTA’? cosa fare? Beh, ormai la scelta è ampia: continuare l’attività fatta durante l’inverno: in PALESTRA (possibilmente in strutture dotate di adeguato sistema di aria condizionata), continuando così il percorso iniziato mesi e mesi fa e che sicuramente a settembre si andrà a riprendere, oppure in PISCINA frequentando corsi di ACQUAFITNESS, HYDROBIKE, NUOTO ed abbinare così lo sport al relax al sole, e la corsa (come ampiamente descritto sopra) con tutti gli accorgimenti del caso.
Se poi uno è amante del cavallo, del tennis o di altri sport, niente di meglio l’estate per dedicarsi ad uno degli sport pre¬feriti; unica accortezza: evitare le ORE CALDE e bere…. bere…. bere molta acqua o Sali minerali. GLI SPORT CHE PERSONALMENTE CONSIGLIO? in ordine: - ACQUAGYM o HYDROBIKE - pilates-yoga, in palestra o in luoghi all’aperto (a bordo piscina) - ZUMBA FITNESS ( magari anche all’aperto ), spinning e walking - qualsiasi corso di bonificazione, magari al mattino o ore serali più fresche - NUOTO, NUOTO, NUOTO. BUON SPORT A TUTTI
34 I nostri esperti L’aRchITETTo
Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto
Gli edifici energeticamente efficienti e la corretta progettazione quelle dove può accumularsi aria fredda con aumento dell’umidità e formazione di nebbie e foschie che riducono la radiazione solare. L’orientamento dell’edificio è di particolare importanza per determinare la sua efficienza energetica: è ottimale esporre ampie superfici vetrate verso sud per captare l’energia solare. Durante l’inverno l’irraggiamento è contenuto ma la bassa inclinazione sull’orizzonte garantisce comunque un flusso di energia significativo; per contro in l’estate, quando l’irraggiamento solare è intenso, l’inclinazione sull’orizzonte è elevata ed i raggi solari sono quasi radenti alla facciata sud, limitando così gli apporti di calore
all’interno. In ogni caso, per l’estate, devono essere previsti idonei sistemi di schermatura. Nelle aree geografiche con clima temperato la forma migliore degli edifici è quella allungata in direzione est ovest con una variazione di più o meno 20°; ciò consente di disporre i locali principali (soggiorno, pranzo, studio ecc.) verso sud per godere della migliore esposizione al sole, mentre quelli di servizio dovrebbero essere disposti sugli gli altri affacci. A nord l’ampiezza delle finestre dovrà essere la minima necessaria per contenere le dispersioni termiche; ad est ed ovest le superfici finestrate dovranno essere limitate ed opportunamente
Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a carturenzo@studiocarturan.it
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I costi di realizzazione e di gestione di un edificio a basso consumo energetico sono in diretta relazione con il progetto: un progetto accurato assicura il risparmio di energia ed un ritorno economico. Lo standard costruttivo di edifici a basso consumo energetico non richiede la scelta di predeterminati tipi di costruzione; l’edificio può essere una costruzione massiccia in laterizio o calcestruzzo, oppure una costruzione massiccia in legno oppure una costruzione leggera a telaio. Nella costruzione massiccia in laterizio o calcestruzzo i materiali hanno una massa elevata; sono caratterizzati da una buona capacità di accumulo dell’energia, conferendo alla costruzione un’ottima condizione di confort sia d’inverno, con l’irraggiamento di calore verso gli ambienti interni, sia d’estate quando, con la ventilazione nelle ore più fresche, si “scaricano” dell’energia accumulata durante le ore più calde, contribuendo così ad abbassare la temperatura interna degli ambienti. La costruzione massiccia in legno, costituita da pannelli in tavole incollate, chiodate o impilate per pareti, coperture e solai, si comporta allo stesso modo con effetti un po’ attenuati rispetto la costruzione massiccia in laterizio o calcestruzzo. In entrambi i casi, per raggiungere gli standards di efficienza energetica richiesti, la costruzione viene coibentata con un isolamento termico continuo sul lato esterno degli elementi costruttivi, che può essere realizzato con materiali sintetici o naturali come vedremo prossimamente. La costruzione leggera è caratterizzata dal sistema portante a telaio in legno o acciaio e pannelli di irrigidimento e chiusura sui due lati; in questo caso l’isolante è situato all’interno degli elementi costruttivi. Quasi sempre, ed in particolare se il telaio portante è in legno, si tratta di edifici ad elementi prefabbricati, già completi degli impianti, costruiti in stabilimento su progetto del cliente, che in poco tempo vengono montati in cantiere. Per questi edifici, con poca massa, è necessaria l’installazione di un sistema di riscaldamento che reagisca in poco tempo alle variazioni di temperatura esterna per garantire una temperatura interna costante di confort; per l’estate deve essere progettato con cura il sistema di ombreggiamento e l’edificio va ventilato adeguatamente per evitare il surriscaldamento. Nelle costruzioni leggere a telaio si devono adottare opportuni accorgimenti per evitare la formazione di condensa all’interno degli elementi costruttivi (pareti, solai, tetto) che pregiudicherebbe la durabilità dei materiali. Si può dire che la progettazione accurata di un edificio energeticamente efficiente inizia già dalla scelta dell’area: se possibile, infatti, è opportuno costruire l’edificio in siti adatti per sfruttare al meglio l’energia gratuita offerta dal sole e per ridurre le dispersioni termiche. Una posizione favorevole ottimizza il comportamento energetico dell’edificio col conseguente risparmio di energia, che si traduce in una riduzione delle emissioni nell’ambiente ed in risparmio economico. Gli aspetti che devono essere considerati sono l’orografia del luogo (orientamento, quota e pendenza del terreno nelle zone collinari e montuose) e la presenza di ostacoli (rilievi, edifici, alberature considerando anche le evoluzioni future) che possono limitare l’irraggiamento solare utilizzabile per il riscaldamento dei locali, per la produzione di acqua calda con i pannelli solari e per la produzione di energia elettrica con i pannelli fotovoltaici. Per limitare, quindi, le dispersioni termiche durante l’inverno vanno evitate le posizioni esposte al vento e
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schermate per evitare il surriscaldamento estivo per il fatto che, su questi orientamenti, l’irraggiamento è intenso ed incide sulle superfici vetrate per la bassa inclinazione dei raggi solari rispetto l’orizzonte. Una buona soluzione, da valutare comunque attentamente, è quella di prevedere la piantumazione di essenze a foglia caduca che d’estate consentano un buon ombreggiamento mentre d’inverno, per essere spoglie, assicurano comunque lo sfruttamento dell’irraggiamento solare. Una diversa disposizione dell’edificio rispetto la direttrice est ovest comporta un bilancio energetico sfavorevole poiché aumentano le dispersioni termiche e diminuiscono gli apporti solari gratuiti; in questo caso si dovranno adottare opportuni accorgimenti ad esempio ruotando le superfici vetrate rispetto l’allineamento di facciata con la costruzione di bow-window, usando vetrate più performanti, aumentando lo spessore del materiale isolante del cappotto, usando pannelli isolanti con una minore conducibilità termica ecc. Una condizione importante per la corretta progettazione di un edificio a basso consumo energetico è la previsione di una forma possibilmente compatta per ridurre le superfici disperdenti a parità di volume costruito; la condizione è espressa dal rapporto tra le superfici disperdenti ed il volume: minore è il rapporto più l’edificio è compatto, minori sono le dispersioni termiche e minore sarà il fabbisogno di energia. Un edificio ad un solo piano consumerà di più di un edificio a due piani a parità di volume, così pure unità abitative isolate consumeranno di più di un edificio a schiera o a blocco sempre a parità di volume; un edificio a torre disperde di più di un edificio a schiera, a parità di rapporto tra la superficie disperdente ed il volume, poiché l’edificio a torre ha più superficie disperdente verso l’esterno mentre l’edificio a schiera ne ha di più verso il terreno ove le dispersioni sono minori. Nella progettazione di un edificio energeticamente efficiente si devono considerare altri due criteri importanti: la tenuta all’aria e la ventilazione; nel primo caso vanno presi tutti gli accorgimenti necessari per evitare le infiltrazioni d’aria dall’esterno con l’uso di guarnizioni espandenti negli attacchi delle finestre, con la posa di teli a tenuta all’aria nelle strutture in legno e nei sistemi costruttivi a secco, con l’uso di nastri sigillanti, con la corretta intonacatura degli edifici in laterizio, ecc.; nel secondo caso è opportuno prevedere un sistema di ventilazione meccanica controllata con scambiatore di calore anziché la ventilazione naturale; ciò consente di recuperare l’energia nello scambio termico tra l’aria immessa proveniente dall’esterno e quella espulsa dagli ambienti interni. La ventilazione degli edifici è determinante per l’efficienza energetica; trattandosi di un argomento importante sarà oggetto di una prossima e specifica trattazione.
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E’ sempre fonte di grande confusione per il pubblico interpretare eventuali differenze di costo. Ecco quindi alcune informazioni utili per scegliere accuratamente il professionista giusto. I costi variano prima di tutto da trattamento a trattamento:la diagnosi del problema e la complessità o meno della sua soluzione sono quindi il primo fattore. La qualità dei materiali e delle strutture mediche utilizzate sono un’ altra importantissima variabile dell’equazione.
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Un professionista inesperto o non qualificato può essere competitivo solo con i prezzi, non certamente con la qualità dei suoi trattamenti. Riteniamo che la qualità dei dispositivi, dei materiali utilizzati e delle tecniche più sofisticate siano fondamentali per il raggiungimento di risultati che coniughino la salute e l’estetica del sorriso al la durata nel tempo.
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Direttore Sanitario Dr Roberto Pernice. Informazione sanitaria ai sensi della legge 248 (legge Bersani) del 04-08-2006
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