Bassapadovana giu2013 n76

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della Bassa Padovana

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 76 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

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della Bassa Padovana

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 76 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Monselice, il caso Ladri di asparagi. Chiude il sentiero di Lispida pag.

Montagnana Cento aerei storici schierati al “Fly Party”

Este, la polemica Troppi camion in centro storico, 250 al giorno

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EDITORIALE

STAZIONE MONSELICE PROGETTO PARCHEGGIO

Fusione tra Comuni i sindaci ci provano di Nicola Stievano

Per la prima volta dopo molti anni, il parcheggio della stazione dei treni sembra diventare realtà. E visto che l’attesa è stata lunga, il risultato sarà dei migliori: ben 250 posti auto gratuiti che potranno essere utilizzati dai pendolari che ogni giorni scelgono il treno come mezzo di trasporto quotidiano. pag. 6

vALdASTICO Sud COMPLETA NEL 2014

Passo dopo passo, inaugurazione su inaugurazione, la Valdastico Sud sta per arrivare anche nella Bassa Padovana. Il casello di Santa Margherita d’Adige aprirà entro il 2014. E’ stato battezzatto l’ennesimo tratto di A31. Si tratta del segmento fino al nuovo snodo di Albettone-Barbarano Vicentino. pag. 16

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Il cuore di Este nasce dalle idee dei giovani All’inizio di settembre confronto a tutto campo con gli studenti universitari italiani

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l futuro del centro atestino? Ci pensano gli studenti universitari. Si chiama “Summer school” l’iniziativa voluta da Università Iauv di Venezia, Comune e Confesercenti Padova, che porterà in città una trentina di universitari a cui verrà affidato il compito di ripensare il cuore della cittadina. Il centro storico atestino si trasformerà per una settimana in una grande aula universitaria a cielo aperto: dal 2 al 7 settembre gli studenti – provenienti da diverse facoltà e da più atenei italiani - si dediche-

ranno al futuro del commercio locale e alla rigenerazione del centro urbano. Avranno il compito di redarre un progetto mirato a rilanciare il commercio del centro a partire dal riutilizzo dei principali immobili pubblici, attualmente senza destinazione. “L’equipe di studenti sceglierà alcuni edifici pubblici e cercherà di indicare in che modo potremmo utilizzare questi edifici per rilanciare il centro storico e soprattutto il commercio”, spiega il sindaco Giancarlo Piva. Il progetto è affidato a luminari della rigenerazione

urbana, i docenti Laura Fregolent (tra le altre cose è direttrice della rivista “Archivio di Studi Urbani e Regionali”) e Francesco Gastaldi. A sostegno dell’iniziativa c’è anche Confesercenti, che ha tutto l’interesse a rilanciare il tessuto commerciale atestino come spiega il direttore padovano Maurizio Francescon: “Da sempre portiamo avanti l’idea che non serve il cemento per valorizzare i centri e le attività commerciali, ma che occorre privilegiare interventi innovativi pag. 12 di recupero.

ia le Province, tutte, via i piccoli Comuni, il più possibile. Nell’estate 2013, forse la più difficile dall’inizio della crisi, le parole d’ordine sono tagliare, razionalizzare, fare economia, contenere le spese. Anche a Nordest, dove il campanile è sacro, dove l’identità locale è radicata nella storia ma anche nelle abitudini quotidiane, ci si interroga sul destino degli enti locali. Mente la battaglia per la “sopravvivenza” delle Province, i cui amministratori sembrano intenzionati a non cedere e a sfruttare tutti gli strumenti per mettere i bastoni fra le ruote al governo, si gioca più che altro sul piano politico nazionale, la partita che riguarda i Comuni si tiene in casa e potrebbe portare a novità interessanti già in questi giorni. Da una parte c’è la Regione che incoraggia le Unioni dei Comuni e anche le fusioni stanziando dei contributi alle amministrazioni che intraprendono questa strada. Dall’altra ci sono i sindaci che, pur avendo presente la forte identità del Comune che guidano, devono anzitutto far quadrare i conti. Non si può certo dire che siano rimasti alla finestra, anzi. continua a pag. 3

L’Intervento

Commercio, dateci una mano a non “spegnere” le nostre città di Nicola Rossi*

SPACCIO DI FABBRICA VIA DEL COMMERCIO, 12 - ROVIGO Loc. BORSEA AREA COMMERCIALE LA FATTORIA - TEL. 0425 474954 dormiflex.rovigo@dormiflex.it - www.dormiflex.it

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uasi settecento tra commercianti, sindaci della Provincia di Padova e numerose associazioni hanno partecipato lo scorso primo luglio alla fiaccolata per le vie della città di Padova per sensibilizzare l’opinione pubblica *Presidente Confesercenti Padova

continua a pag.

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EDITORIALE

segue da pag.

Fusione tra Comuni i sindaci ci provano

Amico dell’Ambiente

GIA’ RACCOLTE 103 TONNELLATE dI TAPPI

La raccolta dei tappi in plastica sostenuta dal progetto Amico dell’Ambiente ha già registrato nel primo semestre 2013 l’eccezionale risultato di 103 tonnellate, ottenuto con il prezioso contributo di associazioni, scuole e di molti privati. La media calcolata è di 500 mila tappi al giorno, cinquantamila in più rispetto al 2012. Si è stimato che con il numero raccolto lo scorso anno si sarebbero potuti riempire 46 vagoni di un treno merci, ma le previsioni per quest’anno si preannunciano ancora più straordinarie. La possibilità di ricevere un compenso per ogni chilogrammo di tappi raccolto permette di contribuire attivamente al recupero e al riciclo.

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La gestione in forma associata dei servizi fra i piccoli Comuni è stato solo il primo passo, perché diverse amministrazioni hanno scelto la forma dell’Unione fra Comuni, che dovrebbe garantire ulteriori economie e qualche risorsa in più. Ma c’è chi si sta spingendo oltre e pensando alle vere e proprie fusioni, fra due o più Comuni. Non dimentichiamo che quasi vent’anni fa proprio in Veneto si verificò una della prime fusioni, con la nascita del Comune di Due Carrare su iniziativa dei sindaci di Carrara San Giorgio e Carrara Santo Stefano. La scelta si è rivelata lungimirante, racconta ora l’attuale sindaco, e ha permesso di accedere a nuove opportunità di finanziamento, a contare su maggiori risorse per realizzare opere e garantire servizi migliori. Una strada da seguire, dunque, lungo la quale si stanno avviando altri Comuni del Veneto, dalla montagna bellunese alla bassa padovana, al rodigino, dove sei comuni hanno già deciso il loro futuro nome: Civitanova Polesine. Fusioni che non riguardano solo i microcomuni, visto che anche Este, che conta quasi 17 mila abitanti, sta portando avanti il progetto di fusione con Ospedaletto Euganeo, centro di otre 5 mila anime. Il “matrimonio” porterebbe un dote qualcosa come 9 milioni di euro per i prossimi dieci anni, una cifra che permetterebbe, raccontano gli amministratori, di gestire con maggiore tranquillità il bilancio comunale. E non importa se ce si sarà un solo Comune, con un nuovo nome, per non far torto a nessuno, ciò che conta è che rimangano i servizi, si possano asfaltare le strade, far giocare i bambini nei parchi pubblici, evitare che piova dentro le scuole. Fusione, unione o convenzioni: ciascun Comune sta cercando la soluzione ideale, non senza fatica, ma con la speranza di ottenere dei benefici. di Nicola Stievano

bILANCIO IN uTILE PER duE MILIONI

Nonostante la crisi l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, con sede a Legnaro, non solo tiene i Conti in ordine, ma chiude il bilancio del 2012 con un utile che supera i 2 milioni di euro. Non è un risultato di poco conto se si considera il difficile momento economico vissuto anche dalla pubblica amministrazione. Oltre due milioni di utile rappresentano infatti, in termini percentuali, il 5% del valore della produzione complessiva, rendimento molto simile a quello di un’industria e che fa dell’Istituto un centro d’eccellenza.

Anche quest’anno la Provincia di Padova firma la convenzione per tenere aperti sul territorio gli “sportelli CISI”, i centri di formazione e servizi agli immigrati. Il servizio è stato attivato per la prima volta nel 1998 in collaborazione con l’associazione Migranti Onlus, consentendo alle persone straniere e italiane di avere dei punti di informazione per il disbrigo delle pratiche burocratiche. I primi sportelli furono aperti nel 1999 nei Comuni di San Giorgio in Bosco, Camposampiero e Monselice. I risultati positivi permisero di aprire lo sportello anchea a Padova.

TuRISTI dI TERME E PAdOvA ALLA fENICE

dONNE IMPRENdITRICI PAdOvA E’ “CAPITALE”

Istituto Zooprofilattico Venezie

SPORTELLO IMMIGRATI 15 ANNI dI SERvIZI

Accordo con il teatro veneziano

Prima città nel Veneto

In crescita del numero di imprenditrici attive nella Provincia di Padova, che ha toccato quota 38.647 aumentando dello 0,4% ,in piena controtendenza con le chiusure generalizzate. Padova è la nona città in Italia per numero di imprenditrici, la prima nel Veneto con 20,4 donne imprenditrici su 100, tra le più alte in Italia, nonostante la crisi.

La Provincia rinnova l’accordo

Bassapadovana MONSELICE

SANITà LOCALE

Videosorveglianza meglio se con le telecamere mobili pag.

ESTE, GLI EvENTI

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Lunga estate di spettacoli e musica aspettando Fiorella Mannoia pag. 10

MONTAGNANA

Traffico limitato tutte le sere fino all’8 settembre pag.

Provincia

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Regione SICuREZZA

Nuove schede ospedaliere, cosa cambia a Padova pag. 18

AMbIENTE

Al via la Bonifica della “C&C”, bomba ecologica da “disinnescare” pag. 19

ESTATE GIOvANE

Centri estivi per tutte le età, tra sport e avventura pag. 20

Fino al 26 settembre

Morti bianche in calo perchè è calato il lavoro pagg. 28-29

SOCIETà

Il Veneto una delle regioni dove si sta meglio pag.

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Padiglione Italia alla Biennale di Venezia pag.

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ARTE

Avviata un’inedita collaborazione tra la Fondazione Teatro La Fenice, il Consorzio Terme Euganee ed il Consorzio di Promozione Turistica di Padova. Attraverso questo accordo sarà possibile fornire ai numerosi ospiti italiani e stranieri delle località termali e patavine la possibilità di assistere agli spettacoli del Festival estivo “Lo spirito della musica di Venezia”.

SuMMER RuN, 12 SERATE.... dI CORSA

Fino al 26 settembre si corre con la Summer Run, terza edizione dell’iniziativa organizzata dall’ A.S.D. Boomerang Runners con il patrocinio del Comune di Padova. Dodici serate per i runners, sempre al giovedì, con partenza alle 20.30: percorsi di circa 8 chilometri, alla scoperta di sette comuni padovani: Ponte San Nicolò, Rovolon, Piove di Sacco-Arzergrande, Galzignano Terme, Poverara, Maserà di Padova, Casalserugo-Bovolenta, con possibilità di concludere la serata, con tuffo o meno, in piscina. La corsa è gratuita, la serata in piscina costa 3 euro.Info www. www.boomerangrunners.com.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

è un marchio registrato Editore

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Questa edizione raggiunge le zone Montagnana, Monselice, Este, per un numero complessivo di 12.504 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE e

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REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 giugno 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)

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4 Argomento del mese ECONOMIA In attesa di agganciare la ripresa il Veneto conta i danni della più lunga crisi economica della sua storia. I dati del 2012 e le stime per il 2013 presentati da Unioncamere del Veneto sono ancora critici. Quest’anno si registrerà una flessione del Pil pari al -1,2% e solo nel 2014 si tornerà a crescere Il 2013 continuerà a registrare contrazioni per i consumi delle famiglie pari a -2,4%

Bianchi: “Se ci sarà inversione di tendenza, sarà a fine anno grazie alle politiche per la crescita”

“I

l 2012 è stato un anno di recessione, ma anche il 2013 sarà difficile. L’economia del Veneto sta attraversando la crisi più lunga della sua storia”. Esordisce con queste parole il presidente di Unioncamere del Veneto, Alessandro Bianchi in occasione, lo scorso 18 giugno, della presentazione del rapporto “La situazione economica del Veneto”, curato dal Centro Studi Unioncamere Veneto giunto alla sua 46esima edizione. In cinque anni la crisi ha sottratto al Veneto 23 miliardi di euro di Pil e nel 2013 la flessione proseguirà con un -1,2%. In questo quadro l’aumento dell’aliquota Iva al 22% comporterebbe una ulteriore flessione dei consumi. Secondo le stime più recenti, nel 2013 il Veneto registrerà una flessione del Pil pari al -1,2% e solo dal 2014 tornerà a crescere con un +0,9%. Da traino saranno ancora le esportazioni, previste in aumento del +4,4% (+2,7% per l’Italia) quest’anno, mentre il 2014 dovrebbe riservare una crescita del +5,2%. Di contro, il 2013 continuerà a registrare contrazioni per consumi delle famiglie (-2,4%) e investimenti delle imprese (-4,6%), sebbene in ripresa rispetto ai valori 2012. Le ripercussioni sull’occupazione porteranno, nel 2013, a un calo del -1,1% delle unità lavoro, col tasso di

IL vICEPRESIdENTE COMMISSIONE EuROPEA ANTONIO TAJANI

“Veneto cuore pulsante dell’imprenditoria, va sostenuto”

I

In 5 anni persi in Ven

l Veneto è il cuore pulsante dell’imprenditoria. E per questo va sostenuto e incoraggiato. Sono le considerazioni del vicepresidente della Commissione Europea e commissario per l’industria e l’imprenditoria, Antonio Tajani (in foto), in Veneto a inizio giugno per un tour regionale di confronto proprio con le categorie produttive. “E’ una delle regioni più industrializzate d’Europa, che rispetto ad altre possiede una caratteristica peculiare: la specificità e la qualità della sua gente, che è riuscita a trasformare in qualche decennio un territorio che viveva in condizioni economiche difficili in un territorio all’avanguardia” ha sostenuto, ospite di Unioncamere del Veneto, in occasione del tavolo di lavoro organizzato con le imprese e gli enti locali del territorio, cui hanno partecipato il presidente di Unioncamere del Veneto Alessandro Bianchi, e il segretario generale Gian Angelo Bellati oltre all’assessore regionale al Bilancio Roberto Ciambetti. Di fronte a questa platea il vicepresidente della Ce ha sollecitato la politica a fare la sua parte. “Penso – ha sostenuto – alla riduzione della burocrazia, al ritardo dei pagamenti, al lavoro che stiamo svolgendo sulla tutela del marchio e qualità dei prodotti. Penso alla piccola e media impresa, così forte e importante, che vive però momenti di difficoltà”. G.G.

disoccupazione che salirà al 7,6%. Il Veneto ha chiuso il 2012 con una flessione del Pil del -2,3%, annullando la crescita del biennio 2010-2011 (+1,3%). La caduta è in linea con quella di Emilia Romagna (-2,4%), Piemonte (-2,3%), Toscana (-2,3%) e Lombardia (-2%). Complessivamente, dal 2008 al 2012, la crisi ha comportato una perdita di Pil pari a 23 miliardi di euro: 130 miliardi del Pil reale, senza crisi, avrebbero raggiunto i 153 miliardi. Il numero di imprese attive ha registrato una flessione del -1,2%, pari a oltre 5.600 unità (poco più di 450mila unità). Il mercato del lavoro ha registrato un saldo occupazionale negativo di oltre 15mila posti: perdite più ingenti nelle costruzioni (-20,1%) e industria (-17,5%). La produzione industriale ha segnato una flessione media annua del -4,3%. Crolla l’andamento delle vendite al dettaglio (-5,8%). E’ proseguita la contrazione dell’attività di prestito del sistema bancario (-2%). Continua la tendenza positiva nel turismo: nel 2012 +0,3% degli arrivi, pari a oltre 15,8 milioni di visitatori, mentre scendono del -1,7% le presenze, pari a 62,4 milioni. A seguito delle manovre finanziare di austerità del biennio 2011-2012, nel 2013 il Veneto avrà una perdita di

Pil di 1,9 miliardi di euro (-1,3%). Le misure di austerity spiegano una caduta dei consumi di circa 1,3 miliardi di euro (-1,4% rispetto alla tendenza “ante manovre”) e una flessione degli investimenti di 700 milioni di euro (-2,1%). Stimando l’impatto sul reddito disponibile delle famiglie (ciò che resta per i consumi dopo il pagamento delle imposte dirette), le famiglie venete hanno subìto un’erosione di 397 euro ciascuna. “Se l’inversione di tendenza ci sarà, - commenta il presidente Bianchi - sarà sicuramente più spostata verso fine anno e comunque legata ad auspicabili politiche per la crescita decise in ambito europeo. Finché l’Europa continuerà ad imporre solo politiche economiche volte al contenimento dei debiti sovrani e al risanamento dei conti pubblici nazionali, difficilmente potrà esserci spazio per un vero rilancio”. “Gli enti pubblici, i loro amministratori e i soggetti che muovono lo sviluppo e la crescita - ha osservato Giuseppe Fedalto, il presidente della Camera di Commercio di Venezia che ha fatto gli onori di casa ospitando la presentazione nella rinnovata sede in centro storico a Venezia - sono chiamati ad uno sforzo straordinario e a un gioco di squadra per sostenere il nostro sistema imprenditoriale”.


Argomento del mese 5 Il presidente Confindustria Padova Massimo Pavin col ministro Flavio Zanonato, sullo sfondo il presidente nazionale degli industriali Giorgio Squinzi

Camera di Commercio di Padova

Da sx Serafino Pitingaro, Ufficio Studi Unioncamere, Roberto Furlan, Camera di Commercio di Padova, Alessandro Bianchi, Unioncamere Veneto, Giuseppe Fedalto, Camera di Venezia, Fabrizio Pezzani, professore ordinario all’Università Bocconi, Gian Angelo Bellati, Segretario Generale di Unioncamere Veneto

neto 23 miliardi di Pil

Gli industriali padovani in asseblea Pavin: “Daremo al governo le chiavi delle nostre imprese”

“I debiti della pubblica amministrazione vanno restituiti al più presto” di giovanni giovetti

L

spalla pag 5 per padova

e imprese venete sono al limite e gli imprenditori hanno perso la pazienza. Eloquente la reazione di disappunto manifestata nei confronti del ministro “di casa” Flavio Zanonato, sindaco di Padova fino a qualche mese fa e che ora si occupa del dicastero dello Svilluppo, contestato dagli industriali padovani nel corso dell’ultima Assemblea annuale, lo scorso 5 luglio. Non un attacco personale ma una manifestazione di disappunto sintomatica di un malessere profondo del Nordest che produce e che reclama risposte dalla politica. Gli imprenditori padovani di Confindustria avevano esordito in assemblea con la sfida lanciata dal loro presidente Massimo Pavin di restituire al governo le chiavi delle loro imprese in segno di protesta. Una provocazione per sottolineare la necessità che il governo ascolti la voce dell’impresa. Il decreto sblocca debiti, la riduzione della spesa pubblica, più sobrietà nella politica: questi sono i segnali che si aspettano gli imprenditori ponendo “la questione industriale” come vero banco di prova per il Governo “di servizio al Paese” e per l’Europa, e chiedono ora uno shock fiscale, con l’abolizione dell’Irap, meno tasse sull’occupazione e il taglio dell’Imu sui capannoni. La voglia di fare non manca, la speranza neppure, ma non si può resistere a lungo di fronte ad uno scenario di grande desolazione economica. Fra le risposte sollecitate alla politica, prioritaria risulta la necessità di rendere più efficiente la macchina pubblica e in particolare il dito è puntato sul netto ritardo del pagamento dei debiti. “I debiti scaduti della pubblica amministrazione - si legge in una nota all’indomani dell’assemblea di Confindustria Padova - sono soldi delle imprese, che vanno restituiti al più presto, rimuovendo ogni genere di ostacolo per sanare una ferita che è solo italiana”. messaggio pubblicitario

Fernando Zilio nuovo presidente

“Dobbiamo aiutare le imprese in difficoltà” “C

i attendono 5 anni di impegni gravosi, e dobbiamo lavorare tutti uniti, nella piena trasparenza e raccogliendo tutti i nostri sforzi per aiutare le imprese padovane sempre più in difficoltà a causa della crisi. Dobbiamo dare un messaggio di forza e speranza, perché la Camera di Commercio è la casa delle imprese”. Con queste parole Fernando Zilio ha esordito come presidente della Camera di Commercio di Padova, in rappresentanza di oltre 100.000 imprese. Il numero uno di Ascom-Confcommercio Padova, nonché portavoce provinciale di Rete Imprese Italia è stato vicepresidente dell’ente camerale stesso nel precedente quinquennio. Imprenditore nel campo dell’abbigliamento, titolare della ditta Cipa Padova Srl, Zilio è presidente dell’Ascom-Confcommercio Padova dal 2005. Attualmente è anche presidente di Infocert, società Spa specializzata nella progettazione e sviluppo di soluzioni informatiche ad elevato valore tecnologico per la dematerializzazione dei processi documentali. Il neo presidente è stato eletto alla terza votazione, con 18 voti su 32. “Ringrazio tutti e non nascondo un po’ di preoccupazione per questo nuovo impegno. – ha aggiunto Zilio - Ci attendono 5 anni molto difficili e avrò bisogno di lavorare con tutti i consiglieri. Sarà un Consiglio camerale impegnato, perché fuori da queste mura la crisi è sempre più aggressiva e le imprese chiedono risposte urgenti. Questa Camera è da sempre una delle più importanti d’Italia, per questo dobbiamo portarla rapidamente ai livelli che merita. Il mio obiettivo immediato è sviluppare un programma che coinvolga tutti e con un Consiglio intero che si incontra frequentemente, anche in via non ufficiale, se serve. La Camera di Padova rappresenta più di 100.000 imprese appartenenti al mondo produttivo, dei servizi, dell’agricoltura, delle cooperative e di tutti gli altri settori dell’economia, per questo dobbiamo mettere insieme tutte queste componenti nell’interesse di tutti”. Poi Zilio ricorda che fuori c’è chi ancora si toglie la vita a causa della crisi: “Non posso non pensare che ci sono imprenditori che si uccidono, anche se in questi ultimi anni ho ricevuto in Ascom soci arrivati alla disperazione. Non sarò un presidente che accumula cariche, ma il presidente trasversale della Camera di Commercio, in grado di rappresentare tutti e non una singola categoria”. Uno sguardo quindi al passato per tracciare però il binario futuro: “Quanto fatto nel precedente quinquennio non è da buttare, anzi. Ringrazio anche il presidente Roberto Furlan e ricordo il Numero Verde Anticrisi, i 3,5 milioni per le imprese alluvionate, i 5 milioni sul credito. E anche i 18 milioni erogati per la realizzazione del futuro Centro Congressi. E’ una Camera che ha fatto cose concrete, e da lì bisogna ripartire nella totale e completa trasparenza, puntando a creare un ente nuovo, innovativo, diverso. Insieme, insomma, saremo sopra le parti, guardando sempre all’interesse della città e del Sistema impresa”. Per il neo presidente è importante perciò puntare al “bene del territorio, con le categorie economiche al centro dell’azione per portare Padova fuori dal guado”.


6 Monselice L’intervento Approvato il protocollo d’intesa fra giunta, provincia e ferrovie

Park gratis per 250 auto Cambia il volto della stazione, così finiranno i disagi per i pendolari alla ricerca di un posto di Emanuele Masiero

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er la prima volta dopo molti anni, il parcheggio della stazione dei treni sembra diventare realtà. E visto che l’attesa è stata lunga, il risultato sarà dei migliori: ben 250 posti auto gratuiti che potranno essere utilizzati dai pendolari che ogni giorno scelgono il treno come mezzo di trasporto. Un servizio che dovrebbe essere ovvio, ma che nella realtà è mancato per anni. Oggi, chi si reca in stazione, è costretto a lasciare l’auto nel Campo della Fiera che non è lontanissimo, ma certamente neanche tanto vicino. L’alternativa è lasciare l’auto lungo le vie vicine alla stazione, ma con il rischio molto concreto di beccare una multa per divieto di sosta. Nei giorni scorsi la giunta comunale ha approvato il protocollo di intesa con Ferrovie dello Stato e Provincia di Padova per la riqualificazione della stazione ferroviaria e la ristrutturane del parcheggio e della zona di accesso. L’importo totale dell’intervento ammonta a 315.000 euro. Una somma che sarà ripartita in tre parti: 100.000 euro arriveranno da risorse stanziate grazie all’In-

tesa programmatica d’area per la Bassa padovana. Altri 160.000 euro saranno messi a disposizione da Rete ferroviaria italiana. Mentre 55.000 saranno finanziati dal Comune di Monselice. Questo maxi intervento sarà strutturato in due fasi distinte. Nella prima sarà ampliato il parcheggio nella zona a nord di quello esistente investendo 90 mila euro. Nella seconda invece si finirà di sistemare il parcheggio ampliandolo nella zona ovest e ristrutturando l’accesso alla stazione. Alla Provincia spetterà la presentazione del progetto al ministero dello Sviluppo economico,

mentre il Comune sarà il soggetto attuatore: in base alla convenzione firmata con le Ferrovie i lavori dovranno essere ultimati entro 48 mesi dalla data di aggiudicazione della gara. “Verrà realizzato prima il nuovo parcheggio, più a ridosso del passaggio a livello della cementeria – ha spiegato Francesco Lunghi, primo cittadino di Monselice - Poi si apriranno 100 posti e partiranno a quel punto i lavori sull’attuale parcheggio. In tutto si tratta di circa 250 posti, il parcheggio sarà gratuito e illuminato. È prevista anche una rotatoria all’interno, per consentire il passaggio dei pullman”.

SICuREZZA Telecamere da spostare per scoraggiare i vandali

vIdEOSORvEGLIANZA, CHE SIA “MObILE”

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ideosorveglianza? Si grazie, ma che sia mobile. E’ questa l’ultima iniziativa dell’amministrazione comunale per mettere la parola fine al vandalismo e al degrado generati dall’inciviltà. Grazie ad un sistema di telecamere che vengono spostate di continuo. Fis- Monselice vuole telecamere “itineranti” sate ai muri o poste sui supporti nelle zone meno prevedibili e appariscenti in modo da registrare i fotogrammi necessari a individuare gli autore di atti illegali. Un’idea che sembra aver già dato qualche frutto sul tema dell’abbandono dei rifiuti: le telecamere avrebbero infatti “beccato” in flagrante delle persone mentre lasciavano a terra rifiuti senza conferirli negli appositi contenitori. “Abbandonare rifiuti è vietato – ha spiegato il Consigliere delegato alla sicurezza Emanuele Rosina - Le riprese serviranno ad identificare con maggiore semplicità i trasgressori, che verranno multati o denunciati a seconda della gravità del reato”. L’amministrazione comunale ha già in programma di videosorvegliare altri siti importanti. “L’abbandono dei rifiuti è un fenomeno che va fermamente contrastato – hanno affermato il sindaco Francesco Lunghi e l’assessore all’ambiente Beppino Zerbetto - Costa migliaia di euro ogni anno alle casse comunali. Soldi che vengono sottratti ad opere o servizi utili alla cittadinanza”. Sempre in tema di sicurezza sono intervenuti don Luigi Merola e il dottor Antonio D’Amato che hanno incontrato i ragazzi del Liceo Cattaneo e dell’istituto Kennedy, evidenziando come rispondere alla criminalità con l’educazione sia una necessità urgente. D’Amato è il sostituto Procuratore Antimafia del Tribunale di Napoli ed ha presentando in breve la criminalità organizzata sia nelle regioni meridionali che settentrionali e le conseguenze di questa su società e formazione dei giovani. E.M.

EMERgENZA CALDO, IL PIANO DELL’ULSS

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’emergenza caldo diventa ogni anno più rilevante. Per questo l’Ulss 17 ha deciso di correre ai ripari mettendo in atto un piano speciale per affrontare la calura estiva. Il fulcro della gestione è affidato ad una centrale operativa dedicata all’assistenza domiciliare. In più ci sono le strutture residenziali pronte ad accogliere i pazienti più a rischio e un numero verde attivato per il periodo estivo. In tutto sono 46 i Comuni coinvolti nel piano anti-caldo. Solo l’anno scorso sono state oltre 350 persone hanno chiesto l’intervento delle strutture d’emergenza ospedaliere. Un dato che non può essere trascurato anche perchè trascurare questo tipo di problematiche può avere conseguenze gravissime. Problemi, informazioni e consigli possono essere posti al doppio contatto telefonico: per il polo Monselice-Conselve il numero è lo 0429788806, per quello di Este-Montagnana lo 0429618354. Da qui saranno attivati a domicilio la terapia infusionale e il monitoraggio dello stato di idratazione per i casi a rischio. L’Ulss 17 ha curato soprattutto la rapidità di risposta: ogni chiamata che perverrà entro le ore 12, sarà soddisfatta nella giornata in corso, a quelle successive sarà data risposta comunque entro le 24 ore. Gli infermieri dell’assistenza domiciliare effettueranno un’attività preventiva sui soggetti a rischio, con interventi mirati in caso di allerta. I Servizi Sociali dei Comuni attiveranno dei percorsi di informazione per gli utenti a rischio.

È stato attivato un numero verde, l’800.462.340, mentre per le emergenze è possibile contattare il 118. Ma le iniziative non si fermano qui: l’azienda ospedaliera riceverà quotidianamente dall’Arpav, fino al 15 settembre, un bollettino con le previsioni meteorologiche del giorno in corso e dei tre giorni successivi. L’eventuale comunicazione di “Emergenza caldo” sarà disponibile all’indirizzo www.ulss17.it. I consigli restano sempre i soliti, ma permettono di superare il caldo estivo senza nessun problema: le categorie a rischio sono anziani, bambini da 0 a 4 anni, persone non autosufficienti, persone con malattie croniche come diabetici, ipertesi, bronchitici cronici, cardiopatici, affetti da malattie renali. E’ necessario bere almeno 2 litri di acqua al giorno senza E.M. aspettare di avere sete.



8 Monselice L’Intervento

La polemica Chiusura a sorpresa A causa dei continui furti di asparagi la proprietà aveva impedito l’accesso

Il sentiero della discordia di Emanuele Masiero

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l sentiero di Villa Lispida rappresenta una via di comunicazione importante per le escursioni da Monselice e Pernumia verso Battaglia Terme e Galzignano. Per questo quando con un colpo di scena i proprietari della Villa hanno chiuso il sentiero, si è scatenato un finimondo. Per fortuna l’epilogo ha portato alla riapertura della via. Almeno fino a quando non ci saranno altri problemi. L’area di Lispida è stata al centro delle polemiche e solo dopo accese proteste, la nascita di vari comitati spontanei, centinaia di firme raccolte e la presa di posizione del Consiglio comunale, la vicenda si è chiusa. I primi cittadini di Monselice e Galzignano Terme hanno raggiunto un accordo con la proprietà che prevede la riapertura della strada via IV Novembre in località Monticelli al traffico ciclo-pedonale. Per questo sono state rimosse le barriere che ostacolavano il passaggio. Entrambe le amministrazioni hanno inoltre assicurato un’adeguata sorveglianza dei luoghi. Sembra impossibile, ma il motivo principe che ha portato alla chiusura del sentiero sono i continui furti di asparagi. In realtà la quantità di incivili aveva raggiunto proporzioni considerevoli, tanto da allarmare la proprietà che ha deciso di bloccare i furti chiudendo il sentiero. Ma adesso i “ladri” avranno vita dura grazie all’installazione di un impianto di videosorveglianza. “L’accordo raggiunto ha previsto anche la rimozione dei blocchi di cemento: al loro posto saranno collocate strutture come quelle che ci sono agli ingressi delle piste ciclopedonali – ha spiegato Francesco Lunghi, sindaco di Monselice - Era nostra intenzione raggiungere un accordo, perché farsi la guerra giudiziaria avrebbe bloccato il sentiero per tutta l’estate”. Sulla questione era intervenuto anche il capogruppo del Partito Democratico Rino Biscaro, che aveva depositato 800 firme raccolte

AMENITA’

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Sbarrato il passaggio a Villa Lispida, ora il varco è stato riaperto e ci saranno controlli con le telecamere Ecco come si presentava il sentiero di Villa Lispida durante la chiusura a sorpresa, adesso il blocco è stato rimosso e l’accesso sarà comunque sorvegliato

a Monselice per chiedere la riapertura del sentiero. Contrario alla chiusura del sentiero anche Francesco Miazzi, consigliere comunale della “Nuova Monselice”. “Si era creata una situazione incomprensibile ed intollerabile, poiché sono ormai decine i sentieri che vengono chiusi dai privati in tutta l’area dei Colli Euganei. Chiusure che, di fatto, impediscono un uso civico, inibendo il transito di ciclisti e pedoni che le percorrono da decenni. Questa chiusura è stata motivata dal furto di ortaggi coltivati nei campi limitrofi e da atti vandalici. Ma la rete non può certo impedire il ripetersi di questi atti. Anzi il passaggio delle persone potrebbe garantire una vigilanza indi-

retta”. Ma per Miazzi c’è anche un altro problema. Sembrerebbe infatti che le sponde del laghetto di Lispida fossero in pericolo a causa di alcune frane. Il motivo sarebbe un tubo che avrebbe portato acqua calda fino alle piantagioni di asparagi localizzate a ridosso di via IV Novembre, a circa un chilometro di distanza. La quantità di acqua utilizzata sarebbe stata tale da provocare un notevole abbassamento del livello del lago. Come probabile conseguenza di questo abbassamento si sarebbero verificati dei vistosi franamenti lungo tutto il perimetro del lago. Ma la proprietà ha fatto sapere che è tutto sotto controllo e non sono stati registrati particolari problemi.

Commercio, dateci una mano a non “spegnere” le nostre città di Nicola Rossi*

segue da pag.

le forze politiche e sociali attorno ai problemi delle imprese commerciali e del ruolo che svolgono nel contesto delle nostre città. La situazione economica generale accompagnata da alcuni provvedimenti di deregolamentazione, ha fatto si che nei primi 4 mesi del 2013 a livello nazionale abbiano chiuso definitivamente i battenti 19.729 imprese commerciali, nel Veneto 1.336 mentre a Padova e provincia sono 137 quelle che hanno abbassato definitivamente le loro serrande in questi 4 mesi (3 al giorno).Il risultato è che intere aree nei nostri centri storici e nei centri urbani stanno velocemente subendo fenomeni di desertificazione a cui seguiranno mancanza di servizi e degrado con conseguenti costi a carico della collettività. Del resto basta ricordare che in questi ultimi 5 anni: la pressione fiscale è sensibilmente aumentata, il credito a favore di imprese e famiglie si è ridotto drasticamente, il lavoro è diventato sempre più costoso, i provvedimenti ‘Salva Italia’ anziché dare linfa ad occupazione e consumi hanno depresso l’economia, il reddito degli italiani è calato di 9.700 euro per ogni nucleo familiare. In altri termini, le misure drastiche varate nel recente passato non hanno dato nessun frutto positivo: con la sola strategia del rigore si porta il Paese alla deriva. La Confesercenti dice no quindi a politiche che puntino solo a modificare le modalità di prelievo fiscale senza ridurne il peso e senza una seria politica di riduzione della spesa. Al contempo chiediamo che finalmente la politica economica del governo centrale e di quello territoriale sia impostata partendo dalle piccole e medie imprese e ad uno sviluppo economico molto legato ai centri urbani. Sono le piccole e medie imprese, in particolare del commercio, che rendono vitali e fruibili località che altrimenti non avrebbero nessuna capacità di attrazione. Basta girare per i nostri centri urbani per rendersi conto di come le piccole e medie imprese che vi operano stiano dando vita ad un enorme sforzo di innovazione sia nell’offerta che nei servizi. Chiediamo pertanto di approvare la nostra proposta di Legge di iniziativa popolare che ridà potere decisionale alle Regioni ed ai Comuni in termini di orari di apertura dei negozi. Con la fiaccolata di Padova, centinaia di commercianti hanno simbolicamente manifestato di come siamo noi che illuminiamo le nostre città. Dateci una mano a non spegnerle. *Presidente Confesercenti Padova

La trentottenne di Boara Pisani si è imposta alle selezioni di Monselice

L’INfERMIERA bARbARA COATTO ALLE fINALI dI “MISS MAMMA ITALIANA”

i chiama Barbara Coatto la vincitrice della selezione per le pre finali di “Miss Mamma Italiana” che si è tenuta a Monselice. Una donna, ovviamente bellissima, che ha lasciato il pubblico senza fiato ed è riuscita a svettare rispetto alle altre concorrenti, anch’esse estremamente affascinanti. Barbara ed altre mamme della provincia di Padova, si sono sfidate per la nuova edizione del Concorso nazionale di bellezza e simpatia “Miss Mamma

Italiana”, riservato a tutte le mamme di età compresa tra i 25 e i 45 anni, con fascia “Gold” per le mamme dai 46 ai 55 anni. A Monselice, con il Patrocinio del Comune, in collaborazione con Pangea associazione nazionale Onlus a favore della difesa dei diritti delle donne, il settimanale Confidenze e Teorema Giochi per Passione, si è svolta una prima importante selezione. La serata è stata un vero e proprio successo sia per la quantità di pubblico che

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per la qualità di mamme sfidanti. La manifestazione è stata condotta ovviamente da una donna, la monselicense Cinzia Sguotti. La vincitrice è attesa per le pre finali che si terranno a Gatteo Mare in riviera romagnola. Barbara, 38 anni, infermiera di Boara Pisani, sposata da 7 anni con Fabrizio e mamma di Anna e Diletta di 6 e 4 anni. Una mamma bella e dolce con occhi verdi e capelli neri, con il sogno di avviare un’attività in proprio. E.M. Un momento della prefinale a Monselice


Monselice 9 Consorzio Cev Al Comune la certificazione sulla provenienza dell’energia

Rinnovabili, è boom

Illuminazione pubblica e consumi negli edifici comunali “green”, fotovoltaico sui tetti di scuola di Emanuele Masiero

Un impianto fotovoltaico fornisce energia pulita

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onselice è sempre più verde, parola di Consorzio Cev. Il Comune ha infatti ottenuto per l’anno in corso la certificazione che attesta la provenienza da fonti rinnovabili del 100% del fabbisogno di energia elettrica. Gli impianti di illuminazione pubblica e gli edifici comunali utilizzano energia verde che consente all’ente di evitare l’immissione in atmosfera di gas climalteranti. Socio del Consorzio per l’energia Cev dal 2003, Monselice ha sino ad oggi evitato di immettere in atmosfera 6.897 tonnellate di Co2, calcolate sulla

Curiosità

base dei consumi annuali dell’ente. Inoltre, il Comune ha conseguito un ulteriore importante obiettivo poiché insieme agli altri 1077 Soci del Cev (fra cui 931 Comuni) ha contribuito a risparmiare complessivamente oltre 2.183.200 tonnellate di Co2 con il solo acquisto dell’energia elettrica. L’azione di Monselice non si ferma qui: è il caso del progetto “1000 tetti fotovoltaici su 1000 scuole”, a cui il Comune ha partecipato, realizzando un impianto fotovoltaico sul tetto della scuola materna Santa Maria Goretti con una produzione annua stimata di

23.821 kwh ed una mancata emissione di 11,66 tonnellate di Co2. Grazie alla sostituzione della vecchia caldaia all’interno della Scuola Elementare con generatori di calore ad alta efficienza inoltre, il Comune ha ridotto i consumi di gas di ben 2.029 cm3, evitando le emissioni di 4 tonnellate di Co2. All’attività virtuosa si aggiunge la partecipazione di un dipendente comunale al corso di formazione on-line del “Referente per l’energia”, organizzato dal Cev in collaborazione con l’Enea, che grazie alla formazione a distanza ha consentito al Comune di

dAI LuMINI dEL CIMITERO INCASSATI 50 MILA EuRO L’ANNO

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aranno anche fonti luminose a bassissima intensità, ma il loro numero è talmente considerevole da richiedere 50 mila euro all’anno. E’ questa la cifra incassata dall’amministrazione comunale che gestisce il servizio per i lumini al cimitero. Una gestione passata sotto il controllo diretto del

dotarsi di professionalità qualificate a gestire tutte le complessità di settore. “ Continua l’impegno di Monselice che si fa promotore di una nuova cultura dell’energia stimolando i cittadini ad adottare comportamenti sempre più sostenibili, scegliendo l’energia verde per il proprio fabbisogno e puntando all’efficienza energetica delle proprie abitazioni per ridurre i consumi e le emissioni di Co2 – affermano i responsabili del consorzio Cev - Scegliendo il consorzio, Monselice realizza una best practice che può essere adottata in particolare dalle aziende

Comune. Per questo l’amministrazione ha previsto un canone annuale, triennale e quinquennale, soluzioni che consentono di pagare in unica rata e senza adeguamento Istat. Sono invece stati scartati contratti decennali visto che ancora non ci sono state richieste così impegnative da parte dell’utenza. Grazie ai sopralluoghi effettuati dai dipendenti comunali nei cimiteri è stato possibile individuare i “furbetti dei lumini”: circa 600 luci sono risultate “scoperte” perchè i contra-

del territorio. In questo modo possono acquistare energia verde contribuendo insieme al raggiungimento dell’obiettivo 20-20-20. In linea con le politiche comunitarie e con l’applicazione delle indicazioni che da esse derivano, Monselice attua azioni concrete ed in quanto Socio del consorzio si garantisce importanti risparmi per abbattere i costi d’acquisto dell’energia, rispettando i principi di un sviluppo sostenibile che riguarda l’ottimizzazione delle risorse economiche oltre che delle risorse energetiche”.

enti non pagavano il canone. “Sollecitati a regolarizzare la propria posizione - spiega il sindaco Francesco Lunghi - hanno deciso di rinunciare al servizio. Una restante parte di contraenti ha deciso di sospendere il servizio. L’incasso annuale del canone è di circa 50.000 euro, contro i 15.800 spalmati in dieci anni che il Comune ha percepito quando il servizio era affidato a una ditta esterna”. E.M. messaggio pubblicitario

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10 Este Il caso Legambiente denuncia 250 passaggi giornalieri dei mezzi Cementizillo

IN bREvE

Troppi camion in centro “Una concessione regalata per 10 mila euro” La replica: “Abbiamo ridotto il numero di molto” di Nicola Cesaro

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ezzi pesanti all’ombra del castello, Legambiente alza la voce. Da qualche settimana il Comune sta lavorando all’installazione dei nuovi varchi elettronici in centro. Frutto di un accordo con CementiZillo, i dispositivi saranno capaci di rilevare il passaggio dei mezzi pesanti diretti alla cementeria. Ogni giorno per il centro storico ne possono transitare non più di 250 mezzi nelle due direzioni. Ma per il circolo “dai Colli all’Adige” di Legambiente, il Comune non ha difeso l’integrità del centro storico: “I 250 passaggi giornalieri sono stati barattati con un contributo di 10.000 euro all’anno per i dieci anni di durata del protocollo – commenta la portavoce Flores Baccini - Una partecipazione molto “generosa”, se si calcola che annualmente Zillo, riducendo di 10 km al viaggio la percorrenza dei camion con la materia prima proveniente dai Colli Berici (al costo di 2 euro al km) risparmierà 20 euro per ogni viaggio, che, moltiplicati per 250 viaggi per 250 giorni lavorativi all’anno, equivalgono

SCuOLA Un centinaio di tutta Este

POCHI bOCCIATI ALLE SuPERIORI

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oco più di cento bocciati, uno ogni venti. Manica larga nelle scuole superiori atestine, giunte al termine di un altro anno scolastico. In generale, i bocciati totali di Este si attestano a quota 103 su una popolazione totale di 2.421 iscritti (il 4,2% appunto), mentre i sospesi arrivano a 553 unità, il 22,84%. All’Iti “Euganeo” sono stati scrutinati 608 studenti: per 32 è scattata la bocciatura, per 161 il giudizio sospeso. All’Ipia, la sezione professionale, gli scrutinati erano 274: 11 bocciati, 60 sospesi e 203 promossi pienamente. Al liceo “G.B. Ferrari” su 546 studenti i non ammessi sono stati solo 15 (il 2,7%), i sospesi 115 (uno ogni cinque). Nella sezione di liceo artistico (l’ex “Corradini”) la media dei bocciati sale vertiginosamente: 22 su 229, quasi il 10%. Altri 60 dovranno riparare qualche materia durante l’estate. Si chiude poi con l’Iis “Atestino”: su 764 studenti i bocciati sono stati 23 (il 3%, sotto la media cittadina), i sospesi 157. Il bilancio appare più positivo rispetto all’anno scorso e alle scuole degli altri mandamenti, rdove invece si sono registrate pesanti bocciature, specialmente nelle prime classi delle superiori e negli istituti tecnici. N.C.

In funzione il nuovo ascensore con cabina panoramica

vIA LE bARRIERE ARCHITETTONICHE dAL MuSEO NAZIONALE ATESTINO

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l Museo abbatte le proprie barriere architettoniche. E’ stato battezzato il nuovo ascensore del Museo Nazionale Atestino, intervento curato da Gian Piero Busolli e Adelmo Lazzari che permetterà ai visitatori diversamente abili di accedere al piano nobile del museo dedicato alle testimonianze dei Veneti antichi non più con l’ausilio della precedente pedana mobile, ma con un ascensore di tipo oleodinamico con cabina panoramica, pareti in vetro e struttura portante in profili d’acciaio. La nuova struttura mantiene inalterata la luminosità e l’originaria concezione architettonica della scala di accesso risalente all’intervento ottocentesco dell’ala sud di palazzo Mocenigo. L’inaugurazione dell’ascensore è avvenuta nel corso della presentazione dei risultati degli ultimi interventi di carattere didattico-scientifico finanziati dal progetto Arcus. N.C. Anche Este aderisce al servizio Media Library on line

bIbLIOTECA dIGITALE APERTA 24 ORE Su 24 bASTA RICHIEdERE LA PASSwORd

Un camion attraversa il centro storico di Este a 1.250.000 euro. Pur “decurtati” dei 10.000 riconosciuti al Comune, restano nelle tasche di Zillo 1.240.000 euro all’anno di profitto in più”. Legambiente auspica addirittura il ripristino di quel divieto ai mezzi pesanti lungo le vie del centro storico istituito vent’anni fa dall’amministrazione Cappellari, e incalza: “Siamo convinti che questa accondiscendenza nei riguardi del cementiere sia assolutamente ingiustificata e non faccia gli interessi della popolazione, ma neppure quelli dei

lavoratori”. Ferma la posizione della maggioranza: “Nel 1999 i dati del piano del traffico indicavano in 1.123 il valore medio dei transiti in ambo i sensi dei camion che transitavano su via Vigo di Torre, la via di fronte al castello. Nel 2007 il nuovo piano del traffico ne ha rilevato dai 540 ai 600 totali. Con l’accordo Comune-Zillo, grazie al controllo continuativo dei varchi elettronici, i passaggi saranno al massimo 225 al giorno”.

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na biblioteca digitale accessibile durante tutta la giornata. Il Comune di Este ha presentato ufficialmente “MediaLibraryOnLine”, il nuovo servizio che la biblioteca offre ai propri utenti: una piattaforma di biblioteche digitali pubbliche, accessibili attraverso un portale da cui si possono consultare gratuitamente musica, film, e-book, quotidiani e periodici, audiolibri, banche dati e contenuti per l’e-learning. Con una username e una password ottenute in biblioteca ad Este, si potrà accedere in autonomia al servizio 24 ore su 24. Il progetto è stato presentato da Fausto Rosa, direttore del Consorzio Biblioteche padovane associate. N.C.

Gli spettacoli Ricco cartellone fino al 31 agosto

IL CUBO DI ghIACCIO NON SI SCOgLIE

Estate di musica ed eventi attesa Fiorella Mannoia

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’ Fiorella Mannoia il nome che spicca nella rassegna culturale estiva del Comune di Este. La lunga serie di eventi programmata nella città medievale si chiuderà infatti il 31 agosto con il concerto dell’artista romana, che ad oggi ad Este avrà l’unica tappa nel Veneto. Nel sito internet ufficiale della Mannoia i biglietti sono dati a 34,50 e 28,75 euro. Parte del ricavato sarà destinato a centri antiviolenza. Il concerto si terrà nell’anfiteatro del castello e sarà l’ultimo della rassegna “Este in Musica”, costola del più ampio programma culturale estivo. Tra i vari appuntamenti, il filone musicale propone il “Bisatto Beat” (12-15 luglio in anfiteatro), “Ciao Mitico” (3 agosto, concerto dedicato a Roberto Montin), l’esibizione della scuola di musica “Gualtieri” del 10 agosto, e ancora il concerto dei The Willin’ Fools (12 agosto in piazza) e il primo “Festival Latino” con percussioni, ballerine cubane, mercatino sudamericano e stand gastronomico, dal 15 al 18 agosto ai giardini. E’ invece saltato all’ultimo l’esibizione di Willy Chirino, artista cubana in tour in Europa che però per motivi personali ha deciso di annullare ogni dato nel Vecchio Continente. Musica a parte, “Estate a Este” offre anche tre proposte cinematografiche: dall’8 agosto al 5 settembre in biblioteca vengono offerte cinque pellicole d’autore, mentre la

Fiorella Mannoia Pescheria Vecchia il 21 e il 25 luglio si vota al cinema per ragazzi. E poi il “Cinema sotto le stelle” all’ex Vescovile: le serate sono sette fino al 7 agosto. Continuano inoltre i “Giovedì in vetrina” per tutta luglio, con i negozi aperti fino a mezzanotte e serate a tema dedicate a cabaret, sport e musica, con pure un’appendice enogastronomica. Non poteva ovviamente mancanre il teatro, articolato in nove serate. Fino al 30 agosto il palco è per l’associazione Villa Dolfin Boldù, le compagnie Camerini con Vista, Teatro Veneto “Città di Este” e MentalMente Instabile, ma anche Teatro Fuori Rotta, Theama Teatro, Centro di produzione Via Rosse e l’Ensemble Vicenza Teatro. Molti gli eventi, infine, al Museo Nazionale Atestino, che propone per tutta l’estate visite guidate, laboratori per bambini e uscite alla scoperta dei tesori cittadini. N.C.

Nella piccola “Casa Clima” il ghiaccio è rimasto integro

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l ghiaccio che non si scioglie. Scommessa, attrazione, curiosità: si può chiamare in tanti modi l’iniziativa portata in piazza Maggiore da Comune di Este e CasaClima Network Padova e Rovigo. Dal 19 al 29 giugno un cubo di ghiaccio ha sfidato il solleone e le intemperie per dimostrare come l’edilizia “green” può ottenere benefici incredibili nelle nostre abitazioni. A metà giugno il blocco di ghiaccio, del volume di un metro cubo, è stato calato all’interno di una piccola CasaClima Gold, una costruzione perfettamente isolata dotata di alta efficienza energetica. Rimasto esposto per dieci giorni, il cubo è stato rimosso il 29 giugno. Ovviamente la curiosità della gente era notevole. Così come la sorpresa ad esperimento terminato, dopo una settimana e mezzo in cui non è ovviamente mancata la forte canicola estiva. Il ghiaccio è rimasto integro al 97,4%: un

risultato inaspettato per i non addetti al settore, chiamati a scommettere compilando un modulo che, a chi ha azzeccato la percentuale, ha fatto vincere una bici elettrica. Soddisfatti i promotori dell’iniziativa, a partire dal sindaco Giancarlo Piva che ha seguito passo passo le fasi del progetto: “L’esperimento vuole dimostrare che, con un ottimo isolamento termico ed un’adeguata tecnologia costruttiva, si può garantire all’interno delle abitazioni un comfort ottimale, sia per la climatizzazione invernale sia per quella estiva”. Durante i dieci giorni i consulenti di CasaClima erano disponibili a risolvere quesiti e dispensare informazioni sul mondo dell’ediliza ecosostenibile e dell’efficienza energetica. Nei giorni successivi, la scommesa del cubo di ghiaccio ha fatto tappa anche nel Veneziano, a Mira. N.C.


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12 Este L’iniziativa All’inizio di settembre “summer school” con Iuav e altri atenei

Futuro del centro città pensato dagli studenti di Nicola Cesaro

Parte del vallo che dà sui via Vigo di Torre viene utilizzata come deposito di cantiere, sacrificando almeno una quindicina di posti auto. “Siamo solo alla prima fase - sottolinea il vicesindaco Stefano Agujari Stoppa - L’idea è quella di trasformare anche l’altra parte di vallo, fino all’hotel Beatrice. L’intervento è vincolato alla carenza di fondi, anche se l’idea è quella di portare verde e trachite sotto l’intero arco di mura entro due anni”.

SOCIALE Il nuovo servizio di ascolto

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vativi di recupero. Con questo progetto andiamo a dare sostanza concreta e di qualità alla nostra convinzione, agevolando anche la formazione di nuove professionalità legate all’urbanistica”. A proposito di rigenerazione urbana e di appetibilità del centro storico, sono cominciati i lavori di riqualificazione dell’area che si trova all’ombra delle mura marchionali. Si tratta del primo stralcio di lavori che interesserano la parte di vallo che va dall’ufficio turistico fino all’incrocio tra via Negri e via Vigo di Torre. Qui la ghiaia sparirà e con essa anche l’attuale marciapiede. Sarà realizzata una pavimentazione in trachite che si estenderà per 8 metri di profondità. Dal termine del marciapiede fino alle mura sarà invece realizzato uno spazio verde. I lavori dureranno fino al termine dell’estate, dunque presumibilmente fino a settembre.

L’area di cantiere davanti al Castello di Este: a posto della ghiaia ci saranno un marciapiede in trachite e un prato erboso che cambieranno il volto della zona

Agujari Stoppa: “Siamo solo alla prima fase della sistemazione dell’intera area”

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In primo piano la rigenerazione urbana con qualitificati docenti

Intanto entrano nel vivo i lavori per la nuova pavimentazione del Castello in trachite e verde

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l futuro del centro atestino? Ci pensano gli studenti universitari. Si chiama “Summer school” l’iniziativa voluta da Università Iauv di Venezia, Comune e Confesercenti Padova, che porterà in città una trentina di universitari a cui verrà affidato il compito di ripensare il cuore della cittadina. Il centro storico atestino si trasformerà per una settimana in una grande aula universitaria a cielo aperto: dal 2 al 7 settembre gli studenti – provenienti da diverse facoltà e da più atenei italiani - si dedicheranno al futuro del commercio locale e alla rigenerazione del centro urbano. Avranno il compito di redarre un progetto mirato a rilanciare il commercio del centro a partire dal riutilizzo dei principali immobili pubblici, attualmente senza destinazione. “L’equipe di studenti sceglierà alcuni edifici pubblici e cercherà di indicare in che modo potremmo utilizzare questi edifici per rilanciare il centro storico e soprattutto il commercio”, spiega il sindaco Giancarlo Piva. Il progetto è affidato a luminari della rigenerazione urbana, i docenti Laura Fregolent (tra le altre cose è direttrice della rivista “Archivio di Studi Urbani e Regionali”) e Francesco Gastaldi. A sostegno dell’iniziativa c’è anche Confesercenti, che ha tutto l’interesse a rilanciare il tessuto commerciale atestino come spiega il direttore padovano Maurizio Francescon: “Da sempre portiamo avanti l’idea che non serve il cemento per valorizzare i centri e le attività commerciali, ma che occorre privilegiare interventi inno-

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n servizio gratuito rivolto alle donne dell’Estense. E’ stato aperto nelle scorse settimane il nuovo Sportello Donna del Comune di Este: offre un servizio di ascolto e accoglienza alle donne in difficoltà che sentono il bisogno di costruire un percorso autonomo di crescita. Le modalità di funzionamento del servizio, chiamato “Donne Deste”, sono strutturate in modo da consentire alle donne un agevole contatto attraverso il telefono (800.814.681) o tramite l’accesso diretto. Il servizio prevede un primo colloquio con un’operatrice a cui ne seguiranno altri con l’obiettivo di valutare la situazione in maniera approfondita per poter definire un percorso specifico per ogni singolo caso. Soddisfatto l’assessore ai Servizi sociali, Silvia Ruzzon: “Il Comune di Este ha scelto di stare in prima linea nella lotta alla violenza contro le donne. L’iniziativa dello sportello si somma, per il nostro Comune alle tre case di accoglienza per donne che devono uscire da situazioni di violenza. La violenza sulle donne è un problema che riguarda tutti”. N.C.


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Il nostro massimo impegno per un servizio svolto con accuratezza, competenza e cortesia.

10 BUONE REGOLE DA RICORDARE Toniolo Dott.ssa Valeria

Miola Dott.ssa Irene

Buson Dott.ssa Michela

1 Applica i prodotti solari fin dal mattino, prima di uscire. 2 La prima volta, accontentati di una mezz’ora di esposizione. 3 Quando la pelle inizia ad abbronzarsi, puoi aumentare l’esposizione al sole ma continua a proteggerti con filtri adeguati. 4 Non prendere il sole nelle ore centrali della giornata. 5 Non esporre i bambini al sole diretto, soprattutto dalle 12 alle 16. 6 Proteggi i bambini con una maglietta bianca asciutta, cappellino ed occhiali 7 Riapplica frequentemente il prodotto, specie dopo i bagni. 8 Durante passeggiate, giochi in spiaggia, quando è un po’ nuvoloso e in montagna, il rischio di scottatura è comunque alto. 9 Bevi molta acqua. 10 La sera, dopo la doccia, applica un dopo sole lenitivo e restituivo: la pelle ha bisogno di rilassarsi.

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I FOTOTIPI

L’individuazione del fototipo è il primo passo necessario per scegliere la protezione solare giusta. Fototipo I Capelli rossi, occhi chiari, lentiggini, carnagione chiara-lattiginosa. Non si abbronza mai e necessita sempre della massima protezione (SPF>30). Fototipo II Capelli biondi, occhi chiari, carnagione chiara. Si abbronza con difficoltà ed è spesso soggetta a scottature (SPF>30 nelle prime esposizioni). Fototipo III Capelli biondi o castani, occhi marroni o chiari, carnagione chiara o moderatamente scura. Si abbronza gradualmente e può scottarsi (SPF>20 nelle prime esposizioni). Fototipo IV Capelli castano scuri, occhi scuri, carnagione scura. Si Abbronza con facilità e si scotta di rado (SPF>15 nelle Prime esposizioni). Fototipo V Capelli bruni, occhi scuri, carnagione scura olivastra. Si scotta molto raramente e si abbronza intensamente in tempi rapidi (SPF>10 nelle prime esposizioni). Fototipo VI Capelli neri, occhi neri,carnagione nera. Non si scotta mai.

Protezione solare

CHI.

cosa fare:

Il fototipo conta Velocità e qualità dell’abbronzatura o la tendenza a scottarci dipendono dal nostro fototipo, legato al colore di occhi e capelli e al tipo di carnagione. Se hai pelle lattea, capelli biondi o rossi e occhi chiari dovresti prendere particolari precauzioni.

• riapplicare sempre l’antisolare dopo il bagno anche se si utilizza un prodotto waterproof • utilizzare sempre un prodotto doposole per lenire e reidratare la pelle • proteggere gli occhi con occhiali da sole e usare il cappello

cosa non fare:

QUANDO E QUANTO.

• utilizzare profumi o deodoranti prima dell’esposizione • usare prodotti abbronzanti i primi giorni di esposizione o sulla pelle chiara • esporsi senza l’adeguata protezione delle zone sensibili (contorno occhi, labbra, cicatrici recenti, etc.) e la pelle con couperose.

I tempi della tintarella È importante essere prudenti soprattutto quando la pelle non è ancora abituata al sole. Nei primi 2 giorni d’esposizione intensa usa una fotoprotezione alta e passa a una più bassa poco a poco. In ogni caso non prendere il sole nelle “ore calde”, tra le 11 e le 15.

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Paese che vai... L’SPF giusto dipende anche dalla tua meta: le caratteristiche climatiche e di ventilazione del luogo incidono sul livello di rischio. In alta montagna e ai tropici è necessario proteggersi con più attenzione. Ma anche in città non tralasciare di usare solari adeguati al tuo fototipo.

COME. Che tipo di vacanziero sei?

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Montagnana 15 Viabilità Traffico limitato nel cuore della città, la sera e i pomeriggi festivi

Ztl in centro, attenzione In azione il sistema automatico di controllo degli accessi, si prosegue fino all’8 settembre di Nicola Cesaro

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urerà fino al prossimo 8 settembre, dunque per tutta l’estate, il sistema automatico di controllo degli accessi veicolari in zona di traffico limitato. La Ztl, sigla con cui è meglio nota. La zona a traffico limitato è attiva dallo scorso 16 giugno, nei giorni feriali dalle 21 alle 2.30 e dalle 15 alle 2.30 per i giorni festivi. Entrando nello specifico dell’ordinanza della Ztl, le piazze e vie interessate sono le seguenti: piazza Vittorio Emanuele II, nel tratto compreso fra via Carrarese e via Berga e fra via Matteotti e via San Benedetto, e perpendicolarmente da quest’ultimo punto fino al sagrato del Duomo; via Matteotti, tra via dei Montagnanana e piazza Vittorio Emanuele II; via Carrarese; via Marconi, fra via e piazza Vittorio Emanuele II, con esclusione dei veicoli in uso agli ospiti delle struttura alberghiera che si trova in quell’area. E poi ancora tutta via dei Placco, l’intero vicolo San Francesco, via Cesare Battisti (nel tratto compreso fra via Carrarese e via Scaligera). Non devono osservare

Centro storico di Montagnana off limits per le auto di sera l’ordinanza di restrizione al traffico i veicoli in servizio d’emergenza e di polizia, quelli al servizio di persone con impedite capacità motorie muniti dell’apposito contrassegno, i taxi e i mezzi dei residenti nei tratti di strada interessati dalla chiusura, nonché quelli diretti alla struttura alberghiera all’interno della Ztl. L’amministrazione comunale ha peraltro fatto sapere come le sanzioni legate alla zona a traffico limitato siano sensibilmente calate rispetto al primo anno, quando furono emesse ben novemila multe. Merito an-

CENTO AEREI AL FLy PARTy PER 5.000

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n successo annunciato. Con oltre cento aerei e un pubblico che ha superato le cinquemila persone, il “Fly Party 2013” dell’aviosuperficie di via Rotta Vecchia ha fatto veramente centro. Lo scorso 29 e 30 giugno gli impianti montagnanesi hanno ospitato uno dei principali appuntamenti nazionali per chiunque sia appassionato, cultore, simpatizzante o curioso del patrimonio storico aeronautico italiano. La manifestazione aerea era organizzata dall’associazione Historical Aircraft Group Italy, da Avioclub Montagnana e dal Padova Radar Club. Commentano gli organizzatori: “Questa edizione, la seconda consecutiva e completamente gratuita per i visitatori, ha gratificato ogni nostro sforzo. Oltre alla massiccia adesione di appassionati e visitatori, abbiamo superato i cento velivoli che sono arrivati anche dall’estero. Un aereo è partito addirittura da Malta”. Come già detto, sono stati più di un centinaio i velivoli atterrati in via Rotta Vecchia, cifra limitata anche da alcune condizioni poco favorevoli che hanno frenato l’arrivo di un gruppo di

aerei dalla Germania. Decine gli eventi messi in programma: quello che ha regalato le maggiore emozioni è stato certamente l’esibizione dei P3 Flyers, la pattuglia acrobatica civile svizzera, che utilizza cinque Pilatus P-3, vecchi aerei da addestramento dismessi, ma ancora in ottimo stato, delle Forze aeree svizzere. Hanno poi fatto bella mostra romantici biplani, addestratori del primo dopoguerra sia italiani, che stranieri, velocissimi aerei da turismo protagonisti delle “Mille Miglia” aeree del ventennio 1950-1960, ma anche aerei Fiat e Piaggio. E una rarità assoluta: l’unico velivolo a getto ex militare restaurato e volante in Italia, il tutto arancione MB326, precursore del più moderno MB339 utilizzato dalle Frecce Tricolori. Si è tenuto anche il primo “Stelio Frati Airplane Meeting”, raduno europeo che vede coinvolti tutti i velivoli disegnati dal grande ingegnere Stelio Frati. La manifestazione era autorizzata dall’Aero Club d’Italia ed è affidata al decano ed esperto direttore di manifestazione Sergio Maron della scuola di volo Aeropubblicità Vicenza. N.C.

che del semaforo che aiuta gli automobilisti: la croce rossa indica lo stop, con la freccia verde si può passare. Il Comune sta inoltre ricercando dei fondi per mettere a norma i pilot disseminati per il centro, alcuni dei quali non funzionano. Per essere a norma dovrebbero infatti essere installati dei piccoli semafori che avvertono della presenza dei pilot. Inoltre bisognerebbe montare per sicurezza degli avvisatori acustici da far funzionare in caso di rottura dei semafori.

NEwS Originale lezione ai ragazzi del centro estivo

AGENTI dELLA MEGLIAdINA MAESTRI ANTIfALSI

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li agenti della polizia Megliadina debuttano nel ruolo di…maestri antifalsi. Il corpo di polizia fidentino diretto da Mario Franchin, divenuto da qualche tempo il polo di riferimento provinciale contro i falsi documentali, è infatti uscito dai propri uffici portando professionalità, competenze e strumentazioni al centro estivo “Sportiviamoci” di Baone. L’agente Riccardo Evangelista ha insegnato La lezione della polizia Megliadina ad una ventina di ragazzi del centro ricreativo come si usano raggi ultravioletti, macchine fotografiche infrarossi e microscopi con telecamera per smascherare documenti e soldi falsi o alterati. E’ la prima volta che gli agenti megliadini si sono resi protagonisti di attività didattiche con ragazzi meno che adolescenti. I ragazzini hanno scoperto, tra le varie cose, i dispositivi di sicurezza di patenti e passaporti come la filigrana, gli ologrammi, l’ultravioletto e la microscrittura. Hanno scoperto banconote contraffatte e hanno inoltre provato a produrre un falso documentale, venendo però “scoperti” dalla perizia dell’agente. L’iniziativa ha raccolto così tanti entusiasmi che la polizia sta pensando di promuovere questa attività didattica anche nelle scuole. Intanto l’attività della Megliadina continua ovviamente anche fuori dalle attività ricreative con i ragazzi. Solo per citare uno degli ultimi interventi, il comando megliadino ha fatto venire a galla un altro tipo di falsificazione, quella dei pass per disabili. A inizio estate, nel parcheggio di un centro commerciale del posto, gli agenti hanno scovato un sessantatreenne pensionato di Vo’ che aveva messo mano al contrassegno disabili per il parcheggio di un parente, ormai deceduto. Il contrassegno è stato sequestrato e l’atto è stato convalidato dalla Procura di Padova. Per l’automobilista euganeo è scattata anche la sanzione di 80 euro per il posteggio negli spazi per disabili. N.C.


16 Montagnana Autostrada Aperto il casello di Albettone - Barbarano Vicentino, a due chilometri e mezzo da Rovolon

Valdastico Sud entro il 2014

Il sindaco Borghesan: “Il casello di Santa Margherita d’Adige il fulcro della nuova viabilità” di Nicola Cesaro

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asso dopo passo, inaugurazione su inaugurazione, la Valdastico Sud sta per arrivare anche nella Bassa Padovana. Il casello di Santa Margherita d’Adige aprirà entro il 2014. Intanto lo scorso 26 giugno è stato battezzatto l’ennesimo tratto di A31. Si tratta del nuovo segmento dal casello di Montegaldella-Longare fino al nuovo snodo di Albettone-Barbarano Vicentino. Con i nuovi 7,9 chilometri battezzati a fine giugno, quelli percorribili della Valdastico Sud salgono dunque a 15, su un totale di 54 totali. L’A31 si avvicina quindi sempre di più al territorio padovano: il casello di Barbarano si trova a 2,5 chilometri dal territorio padovano, ossia dai confini comunali di Rovolon. Questo nuovo accesso rappresenta dunque al momento il più vicino agli Euganei, ed è raggiungibile attraverso una comoda bretella che attinge da est ma anche dalla Riviera Berica. Chi proviene da Montagnana, Este, Lozzo Atestino ed Ospedaletto Euganeo può dunque raggiungere Vicenza entrando a Barbarano e risparmiandosi qualche minuto

di stop ai semafori della Berica. Il taglio del nastro in terra vicentina è stato commentato anche dal sindaco di Montagnana, Loredana Borghesan: “Passo dopo passo il quadro della nuova viabilità del basso Veneto si sta lentamente componendo. Infatti con l’inaugurazione del secondo tratto della Valdastico prende corpo il primo importante collegamento Nord-Sud del Veneto e che vedrà il Montagnanese, con il casello autostradale di Santa Margherita d’Adige, il fulcro della nuova viabilità. Il tracciato della Valdastico Sud metterà in collegamento le altre grandi arterie in via di progettazione ossia: la nuova Strada Regionale 10 e la nuova autostrada NogaraMare. Naturalmente il cammino per la loro definitiva realizzazione è ancora lungo ma il fatto che siamo già all’inaugurazione del secondo tratto dell’A31 Sud fa ben sperare che il tutto si concretizzi in tempi ragionevoli”. I tempi, peraltro, sono stati confermati dai dirigenti della società autostradale: si

L’inaugurazione del casello di Albettone - Barbarano potrà percorrere interamente la Valdastico Sud entro la fine del 2014. E’ probabile che prima di tagliare il nastro negli snodi padovani si metta in programma qualche altra cerimonia nel Vicentino, per esempio con i caselli di Agugliaro e Noventa Vicentina. Prima della “festa” di Barbarano Vicentino, infatti, lo scorso settembre un’altra cerimonia era toccata per l’inaugurazione del casello di Longare-Montegaldella. L’apertura totale dell’A31 resta comun-

que posticipata di due anni rispetto alla previsioni iniziali, che la volevano percorribile già a fine 2012. Nei giorni precedenti all’apertura di Barbarano Vicentino, peraltro, l’eurodeputato Andrea Zanoni aveva accusato la società autostradale di non aver dato il giusto peso alle indagini dell’autorità giudiziaria sui rifiuti seppelliti sotto la Valdastico Sud, avviati anche grazie ai fatti denunciati dal Comitato difesa ambiente salute Valdastico.

LIRICA Ma c’è anche una rodigina

TRIONfO ORIENTALE AL CONCORSO

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ono tre i vincitori del concorso lirico internazionale “G. Martinelli - A. Pertile”, ideato dal direttore artistico Cristian Ricci e dalla presentatrice Federica Morello e giunto ormai all’undicesima edizione. Nella splendida cornice all’aperto dell’Arena hanno trionfato due baritoni, il cinese Zhao Yuanzheng che ha interpretato con molto ardore il “Barbiere di Siviglia” di Mozart e il sudcoreano Jung Jun Sik (Giorgio, il nome italiano) che si è esibito nel “Nemico della Patria” di Chenier, e il soprano rodigino Gioia Crepaldi, che ha portato un’aria molto romantica, “Rusalka, inno alla luna” del compositore Dvorak. La Crepaldi, a detta di molti, ricorda Katia Ricciarelli, anch’essa soprano di Rovigo. La giuria era presieduta da Bruna Baglioni, da molti anni presidente della giuria composta da membri eccellenti (Aldo Tabarella, Mauro Gabrieli, Alessandro Gilleri, Fabrizio Da Ros e Cristian Ricci). Due i secondi posti, attribuiti alla francese Johanna Brault e alla turca Gonca Dogan. Al terzo posto, il brasiliano Max Jota e il soprano Marta. Hanno vinto le borse di studio il soprano Aloisa Aisemberg e il soprano sudcoreano Song Qian. N.C.

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VIAGGIO IN

PROVINCIA

Sanità Dopo 17 anni riorganizzata la rete dei servizi sul territorio

PADOVA

Piano socio sanitario cosa cambia a Padova L’ospedale di Piove di Sacco paga il prezzo più alto a causa della vicinanza con il Sant’Antonio di Martina Celegato

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a finalmente preso una forma definitiva la tanto attesa riforma sanitaria del Veneto. Con l’approvazione da parte della Giunta Regionale lo scorso 18 giugno delle schede ospedaliere sembra proprio che il Piano Socio Sanitario Regionale stia prendendo forma anche se ora spetta la Consiglio Regionale l’approvazione finale. La riforma giunge dopo mesi di discussioni che hanno suscitato anche molte polemiche da parte di provincie che si sentivano, o prevedevano di essere, “declassate” a favore di altre. I dettagli del Piano si andranno a definire nelle prossime settimane ma sicuramente tutti gli allarmi che erano stati lanciati da diverse voci politiche e cittadine si sono placati una volta ottenuti i numeri. In particolare molte erano le tensioni che si erano create per le tre strutture più a rischio ossia Piove di Sacco, Conselve e Montagnana, ognuno dei quali rischiava di perdere il suo ruolo sul territorio con conseguente calo dei servizi e dismissione degli stabili. In salvo Conselve, che manterrà un ruolo da protagonista nella riabilitazione, e Montagnana che continuerà a elargire servizi come ad oggi, la struttura che senza dubbio ha risentito di più della riforma è stata Piove di Sacco a causa della vicinanza con il Sant’Antonio. Proprio per preservare l’ospedale e il suo ruolo nel territorio nelle settimane successive all’approvazione delle schede ci sono stati incontri fra i vertici e manifestazioni a difesa della struttura che hanno

portato in luce non solo le necessità del territorio ma anche primato che ci rende orgogliosi e che con questa riforma rafforzeremo, avendo come stella polare la miglior cura il legame stretto fra politici locali e cittadini. La riforma tecnicamente andrà a ristrutturare tutto da offrire ai nostri cittadini”. Anche Coletto, Assessore alla l’assetto socio sanitario regionale che è stato riprogettato Sanità del veneto ha rilasciato alcuni commenti a riguardo prendendo ad esempio i modelli più avanzati in Europa. del Piano Socio Sanitario Regionale “Tre anni fa eravamo “Una riforma epocale” ha commentato il presidente della davanti ad una montagna attraverso la quale andava costruito un traforo. Oggi è caduto l’ultimo Regione Luca Zaia, ”non solo perché diaframma e vediamo la luce dall’altra viene dopo 17 anni dal precedente Pia- Confermate parte. Grazie a tutta la squadra dal no Sociosanitario, ma perché disegna le strutture della un’organizzazione sanitaria moderna e Bassa Padovana, presidente Zaia ai colleghi assessori, capace di essere efficiente per vari anni a Camposampiero dal segretario Mantoan ad ognuno dei il traumatologico direttori generali, che nel tempo ha a venire.” portato il proprio contributo. Tre sono i grandi ambiti che si anAdesso guardiamo avanti con fiducia e con la voglia di dranno a rivedere, in particolare per il loro ruolo nel territorio e nella gestione della salute dei cittadini anche in casi di mettere a disposizione dei veneti una macchina sanitaria emergenza: l’assistenza territoriale, l’assistenza ospedalie- moderna ed efficiente. Questa è anche la risposta conra e la rete di urgenza. Per ciascuna di queste tre macro aree creta di una Regione virtuosa come il Veneto ai pesanti è stata definita una forma e un bacino di utenza, parametri tagli finanziari che arrivano da Roma: loro tagliano e noi che dovrebbero aiutare a gestirla al meglio mantenendo i rilanciamo con più efficienza, ancora minore costosità, una servizi di eccellenza nel territorio se non aumentandoli. qualità di cure intatta ed anzi migliorata grazie al poderoso “Già oggi” ha aggiunto Zaia nel comunicato che ha rafforzamento dell’offerta di cure sul territorio”. Il Piano si seguito l’approvazione da parte della Giunta delle schede struttura essenzialmente in tre macro aree di intervento che ospedaliere “siamo il sistema sanitario più qualitativo e andranno ad essere ridimensionate e riviste sia per quanto meno costoso d’Italia, con una durata media di ricovero di riguarda le competenze sia per quanto riguarda la capillarità 7 giorni contro i 30 in altre Regioni ad altre latitudini. Un del servizio.

NUOVO OSPEDALE LA PRIMA PIETRA ENTRO IL 2015, L’ACCORDO NERO SU BIANCO

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ntro il 2015 la prima pietra del nuovo ospedale di Padova. La promessa è nero su bianco nell’accordo che definisce la tabella di marcia per la realizzazione del nuovo ospedale di Padova. Il costo totale dell’investimento è stimato in oltre 643 milioni di euro, di cui 318 milioni di finanziamento pubblico, anche utilizzando i fondi Cipe per l’edilizia sanitaria. Rispetto al totale, 410 milioni costituiranno il costo di costruzione, 132 milioni il costo per attrezzature e attivazione, a 55 milioni le spese generali, più Iva. Per quanto riguarda le procedure per la realizzazione della struttura, l’accordo prevede che si valuti la proposta di project financing a iniziativa privata già pervenuta, per l’eventuale dichiarazione di pubblico interesse. “Poniamo una pietra miliare, - ha sottolineato Zaia -

perché da oggi si parte per realizzare un Policlinico Universitario di livello europeo, grazie al quale saremo attrezzati per rispondere alla sfida della libera mobilità dei pazienti in Europa. Due anni e mezzo fa siamo partiti da zero, senza una carta sul tavolo. Abbiamo seguito tutte le procedure di legge, ci siamo affidati ad un tavolo tecnico importante”. “Questa firma – ha spiegato la presidente Degani – rappresenta un importante passo avanti e conferma che il nuovo ospedale è fondamentale per tutti gli enti padovani. In un momento economico come questo la Regione ha fatto una scelta difficile, ma lungimirante perché a breve saranno aperte le frontiere europee anche in campo sanitario. Il nuovo ospedale sarà in linea con i moderni standard di un polo d’eccellenza europeo”. M.C.

I servizi dell’Uls 17

“SALvI” CONSELvE E MONTAGNANA

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imangono nella mappa della Sanità veneta Conselve e Montagnana, le due strutture più a rischio per dimensioni e per bacino d’utenza. Conselve in particolare manterrà il suo ruolo d’eccellenza nel campo della riabilitazione, che alcuni mesi fa’ era stata oggetto di intense discussioni con i vertici locali, con una vocazione non solo locale ma anche extra provinciale. Tecnicamente il Presidio Ospedaliero rimarrà in mano al polo di Este-Monselice nel nuovo ospedale unico e i posti letto saranno così ridistribuiti: 100 per Medicina Generale, 20 per Neurologia, 159 chirurgia con 5 primariati di riferimento, 48 materno infantile (Ginecologia, Ostetricia, Patologia Neonatale e Pediatria) e Terapia Intensiva. Montagnana diventerà una struttura mono specialistica con un primariato e 45 posti letto. M.C.


Spazi Spazi Aperti aperti 19 13 Emergenza ambientale Siglata la convenzione tra Comune e Bacino Padova 3 tra notevoli difficoltà burocratiche

Verso la bonifica nella fabbrica dei veleni Al via l’indagine per classificare i rifiuti presenti nello stabilimento della “C&C”, 52 mila tonnellate di materiale tossico

Il sito di Pernumia è una bomba ecologica anche per Due Carrare e Monselice

di Emanuele Masiero

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2 mila tonnellate di rifiuti pericolosi. Esattamente 2 tonnellate per abitante se consideriamo Pernumia, Battaglia Terme e Monselice, ovvero i Comuni più vicini alla C&C. La fabbrica dei veleni continua a fare paura. Ma la firma di un accordo tra Comune di Pernumia e Bacino Padova 3 sembra dare il via alla definitiva bonifica di questo sito ormai tremendamente famoso. LA SITUAZIONE. Quando nel 2005 venne a galla il problema della C&C non era nemmeno immaginabile che si trattasse di una massa di rifiuti di tali proporzioni. Con l’aiuto di Provincia e Regione si è giunti ad un piano di caratterizzazione dei rifiuti nel 2007 che ha permesso di avere un quadro generale della portata del problema: da una stima dei costi per la bonifica è emersa una cifra di 12 milioni di euro. I RIFIUTI. La situazione è tutt’altro che banale o di semplice soluzione. Il motivo principale non è tanto la natura pericolosa dei rifiuti, quanto la loro commistione indiscriminata che rende davvero ardua una selezione. Dalle prime analisi risulta evidente che i 2/3 dei rifiuti possono essere classificati come rifiuti pericolosi per la

presenza fuori norma di idrocarburi. Le analisi hanno altresì evidenziato che non c’è possibilità di recuperare i rifiuti perchè superano i limiti di cloruri, fluoruri, solfati, cromo, nichel e rame, richiedendo quindi un pretrattamento. Smaltire questo tipo di rifiuti richiede un costo finale di circa 200 euro a tonnellata. Motivo per cui la bonifica totale dell’ex fabbrica si aggira intorno ai 12 milioni di euro. DISASTRO IMMINENTE. Il materiale stivato all’interno dei capannoni sta premendo con forza sulle pareti della struttura: questa situazione anomala unita alla mancanza di manutenzione, al deterioramento delle strutture portanti e alla stessa copertura, potrebbe causare il collasso degli edifici. Un’ipotesi agghiacciante che significherebbe una dispersione nel suolo e nell’aria dei rifiuti. Per questo è più che fondamentale agire sulla struttura e mettere in sicurezza i capannoni: se oggi il problema della C&C è complesso, ma gestibile, domani potrebbe diventare un disastro ambientale di proporzioni neanche immaginabili. LA CONVENZIONE. L’accordo è il risultato di un percorso durato un anno e mezzo, segnato da enormi

Nei cappannoni della C&C sono stoccate decine di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici

difficoltà burocratiche e amministrative. Inizia così la seconda fase con il Bacino Padova 3 che dovrà redigere un’indagine ambientale per la caratterizzazione dell’area e garantire la messa in sicurezza del capannone dove sono visibili crepe e bombature dovute alla spinta esercitata dalla massa di rifiuti depositati addosso alle pareti. Questa fase è stata finanziata dalla Regione Veneto con 500 mila euro. Ma presto potrebbero essere disponibili altri 200 mila euro, di cui è beneficiaria la Provincia. Le operazioni della fase 2 si concluderanno entro fine anno. Nei primi 7 giorni dalla consegna delle aree del sito dovrà essere avviata l’attività di indagine compresa la caratterizzazione dei rifiuti. Entro 30 giorni saranno individuate le modalità di messa in sicurezza e

saranno eseguite conseguentemente. I COMMENTI. “Per il nostro Comune è una data storica – hanno affermato Luciano Simonetto sindaco di Pernumia e l’Assessore Marco Montin – Si tratta di un rischio ambientale che grava sul centro della bassa padovana a ridosso del Parco Colli Euganei. Senza contare il rischio idraulico: davanti alla C&C scorre il canale Vincenzone che poi confluisce nel Bacchiglione fino ad arrivare in laguna. Provate a pensare cosa significherebbe un inquinamento di queste acque”. “Il problema della C&C è una bomba ecologica complessa – ha commentato Simone Borile, Commissario del Bacino Padova 3 – La nostra esperienza nella gestione dei rifiuti ci permette di garantire un impegno proficuo per mettere la parola fine alla questione C&C”.

FLAgELLO CINghIALI ALLARME NEI CAMPI

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mergenza cinghiali sui Colli Euganei, un fenomeno che ormai è sfuggito di mano e che sta mettendo in ginocchio centinaia di imprese agricole. Vigneti e uliveti, ma anche campi di mais, ortaggi e frutteti: non c’è coltivazione che si salvi dalla razzia incontrollata e sistematica di questi animali, un vero e proprio flagello che sta causando danni ingenti alle imprese e compromettendo anche quest’anno la stagione. L’allarme del mondo agricolo è stato al centro del recente incontro in Prefettura con i rappresentanti di Coldiretti Padova, Confederazione Italiana Agricoltori Padova e Confagricoltura Padova. Il Prefetto Ennio Mario Sodano ha ascoltato con attenzione gli interventi di Ettore Menozzi Piacentini e Walter Luchetta per Coldiretti, Claudio D’Ascanio e Maurizio Antonini per la Cia, Leonardo Granata e Gianfranco Simonetto per Confagricoltura, che si sono fatti portavoce del grave disagio degli imprenditori alle prese con un’emergenza finora rimasta senza una soluzione apprezzabile. Le contromisure adottate in questi anni, hanno osservato i rappresentanti delle tre organizzazioni agricole padovane, si sono dimostrate del tutto insufficienti ad arginare un fenomeno che cresce di anno in anno. Ormai i cinghiali scendono regolarmente dalle colline per razziare ogni genere di coltivazioni, causando danni irreparabili, sia alle produzioni che di tipo strutturale e idrogeologico, di fronte ai quali, tra l’altro, gli agricoltori hanno scarse possibilità di accedere ad indennizzi o parziali rimborsi.

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Vertice con gli agricoltori in Prefettura a Padova per una soluzione Al termine dell’incontro gli esponenti di Coldiretti, Cia e Confagricoltura Padova hanno espresso soddisfazione per la forte sensibilità dimostrata dal Prefetto che si è impegnato a valutare con gli organi preposti le iniziative da adottare e ad individuare concrete soluzioni per dare una risposta ad un problema avvertito dagli imprenditori agricoli come una vera e propria calamità. Le organizzazioni agricole, ringraziando il Prefetto per l’attenzione dimostrata, ribadiscono la piena disponibilità a collaborare per il bene dell’agricoltura padovana e di un territorio naturale da preservare, messo a E.M. dura prova dai cinghiali.

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14 Mondo scuola 20 Centri estivi nel padovano Viaggio tra le proposte più originali e divertenti

Tra gioco e avventura è l’estate dei ragazzi Attività sportive e all’aria aperta per tutte le età, sui Colli Euganei gare di orienteering ed escursioni ma anche visite guidate ai musei provinciali di Emanuele Masiero

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a giugno a settembre, con rette e offerte diverse: sono i centri estivi organizzati ormai in tutta la provincia, dalle parrocchie ma anche dai Comuni. In principio si chiamavano “colonie estive”, un luogo organizzato dove mandare i bambini mentre i genitori lavoravano. Erano i primi esperimenti di centri estivi, nati nel dopoguerra, insieme al boom economico. Oggi la situazione è completamente diversa e il Grest come viene chiamato, è diventato un fenomeno di massa, spesso una sostituzione alla scuola nel periodo estivo per tenere occupati i propri figli nell’orario di lavoro. A Padova città sono 19 le strutture consigliate dal settore servizi scolastici del Comune. Tutte esclusivamente private che offrono soluzioni con fasce di prezzo diversificate. Passando al territorio provinciale l’offerta diventa estremamente eterogenea: A Teolo per esempio, il Comune ha aperto le iscrizioni ai centri estivi per bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni offrendo attività sportive (calcio, bmx, volley, basket, danza, pattinaggio) creative e artistiche

Il Grest ormai è un fenomeno di massa che coinvolge migliaia di giovanissimi (pittura, scultura creazione oggetti, canto e percussioni, ricicleria) e ludicomotorie. A Baone invece il nucleo anti-falsi documentali della polizia Megliadina ha portato competenze e strumentazioni al centro estivo Sportiviamoci. I ragazzi di elementari e medie hanno provato a scovare un documento contraffatto, una banconota falsa e un certificato fasullo. L’agente Riccardo Evangelista ha insegnato ai ragazzi del centro ricreativo come si usano ultravioletti, fotocamere a infrarossi, microscopi con telecamera per smascherare documenti e soldi falsi. I ragazzini hanno scoperto dispositivi di sicurezza di patenti e passaporti come la filigrana, gli ologrammi, l’ultravioletto, la microscrittura. Nella zona dell’alta padovana va ancora meglio: a Fontaniva vengono accolti bambini e ragazzi da uno a 14 anni in uno spazio innovativo in grado di ospitare attività estive. Si tratta di 4.500 mq, di cui 450

Attività all’aria aperta e proposte per ogni età ai centri estivi promossi da istituzioni e associazioni nel padovano

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Al Castello di Cervarese c’è la “street archeology” stile Indiana Jones al coperto, con ampie zone gioco in erba e in sabbia, due piscine con acqua riscaldata, una pista ciclabile che lo attraversa in tutta la lunghezza, un atelier artistico a cielo aperto, una libreria sull’albero. A completare l’offerta in provincia di Padova ci sono le uscite al parco avventura e ai musei provinciali: destinazioni perfette per scatenare l’energia di bambini e ragazzi, con coinvolgenti attività. Al parco avventura è possibile sperimentare le proprie qualità fisiche sospesi tra gli alberi. A Villa Beatrice va in scena l’orienteering: orientarsi nell’ambiente circostante utilizzando gli indizi messi a disposizione dalla natura. Ci sarà inoltre la sfida a cerbottane: con le armi di un tempo, dando il via ad una battaglia di divertimento. Per finire, sempre a Villa Beatrice, si possono programmare anche escursioni alla scoperta degli “abitanti” dei boschi. A Cava Bomba invece si può organizzare la caccia dei fossili: armati di martelli e scalpelli i bambini andranno alla ricerca di fossili in giro per il museo. Ma non è finita: vista la presenza dell’antica fornace, le cooperative Terra di Mezzo ed Ecofficina che gestiscono il museo, organizzano itinerari tra le mura degli edifici in cerca di indizi e tracce lasciate dagli ultimi cavatori e operai che lavoravano la roccia. Parola d’ordine avventura anche al Castello di San Martino a Cervarese Santa Croce: grazie alla “street archaeology” si potrà scoprire il mondo di Indiana Jones immersi nella terra da capo a piedi. Tra le varie offerte non poteva mancare la caccia al fantasma: un tesoro da scoprire e innumerevoli ostacoli da superare. Gran finale con la giornata nell’antichità sperimentando la vita antica immergendosi nei secoli della preistoria, dell’età romana o del Medioevo.


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Il personaggio 22 16 Personaggio Intervista Simone Felice, un giovane padovano che ha trovato lavoro a Sydney

The Australian dream

Con un diploma di maturità scientifica in tasca, nel luglio 2008 ha lasciato l’Italia per inseguire il sogno: lavorare come creatore di effetti e animazioni digitali cinematografici di Manuel glauco Matetich

P

adova - Sydney solo andata. Può sembrare solamente un fantomatico biglietto aereo (anche se a Padova non esiste un aeroporto internazionale), ma in realtà è il radicale cambio di vita di un giovane studente padovano. In questi ultimi anni l’Australia sembra essere diventata la nuova terra promessa, e molti giovani italiani lasciano il nostro belpaese, carichi di speranze e aspettative, in cerca di un futuro migliore nella Terra dei canguri. E questa è la storia di Simone Pietro Felice. Con un diploma di maturità scientifica in tasca, nel luglio 2008, Simone, ha preso l’ardua decisione di partire per la capitale del Nuovo Galles del Sud, Sydney. Qui il giovane padovano è riuscito ad inseguire il sogno di una vita: lavorare come creatore di effetti e animazioni digitali cinematografici. “Sono molto soddisfatto della scelta

Nonostante sia ancora uno stagista, ha ricevuto l’offerta di un vero contratto di lavoro che ho fatto, e credo senza il minimo dubbio che la rifarei altre mille volte – ci racconta al telefono Simone -. Qui a Sydney le possibilità di trovare un posto di lavoro, specie nel mio settore riguardante le “Digital Media” (animazioni digitali, ndt) sono numerose e, anche se c’è abbastanza competizione tra i vari candidati, non si può fare assolutamente un paragone con le prospettive lavorative che ci sono attualmente in Italia. Ora sto terminando un tirocinio agli Studio 20th Century della casa di produzione cinematografica americana Fox, ove creo effetti speciali e animazioni digitali per i film che poi

vengono proiettati nei cinema. Nonostante sia ancora uno stagista, i miei supervisori mi hanno già comunicato che, una volta terminato il periodo di prova, dovrei ricevere un’offerta di un vero contratto di lavoro, e ciò mi fa ben sperare”. Una delle questioni più controverse in Australia riguarda il riconoscimento di un titolo di studio, ad esempio una laurea, ottenuta nel proprio paese di provenienza. “Io ho avuto una grande fortuna, – confessa lo studente padovano – ed è stata quella di avere il pieno sostegno da parte dei miei genitori che mi hanno permesso di frequentare, non certamente senza sacrifici, una delle migliori università di Sydney. Mi sono laureato da poco più di un anno e ho trovato immediatamente un posto di lavoro tramite l’ateneo. Altri miei connazionali, invece, che giungono in Australia con la sola

Nell’immagine Simone Pietro Felice

laurea italiana non riescono il più delle volte a sfruttare le conoscenze acquisite durante gli studi universitari, e sono costretti quindi a fare i più disparati lavori per sbarcare il lunario. Non è tutto oro quel che luccica”. Conclude Simone: ”Mi è dispiaciuto davvero molto essere stato costretto a lasciare l’Italia ma se fossi rimasto a Padova non avrei di sicuro avuto la possibilità di arrivare dove sono adesso, e di lavorare non solo per dovere, ma soprattutto per passione”. Secondo i dati dell’Australian Education International (Aei) il numero delle richieste di visti studenteschi da parte di cittadini

italiani che già si trovavano nel Paese dei canguri è aumentato del 42,8% in appena 12 mesi, dal dicembre 2011 al dicembre 2012. Un aumento maggiore è stato registrato per i visti rilasciati a studenti italiani per un corso intensivo di inglese, detto “Elicos”: nello stesso periodo di tempo, i nostri connazionali che hanno ottenuto un visto studentesco temporaneo (il “570”) sono aumentanti del 15,4% (dato relativo alle richieste provenienti da persone situate al di fuori dell’Australia) e del 51,3% (dato relativo alle richieste di coloro che si trovavano già nel continente). messaggio pubblicitario


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Programma MAB e riserve della biosfera Il Programma MAB è promosso da UNESCO

Che cos’è una “Riserva della Biosfera”? Oltre al “riconoscimento” di Patrimonio dell’Umanità, l’UNESCO può assegnare anche la qualifica internazionale di “Riserva della Biosfera” per la conservazione e la protezione dell’ambiente, nell’ambito del Programma “L’Uomo e la Biosfera” (MAB). Le Riserve della Biosfera sono aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui, attraverso un’appropriata gestione del territorio, si associa la conservazione dell’ecosistema e la sua biodiversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali. Ciò comprende attività di ricerca, controllo, educazione e formazione.

L’uso del termine “riserva” è obbligatorio? No. In alcuni casi, come quello del Delta del Po, dove questo termine abbia già un significato giuridico preciso (ad esempio “Riserve naturali”, ecc.) può essere utilizzata una denominazione più adatta a dimostrare le qualità del territorio e più gradita alle popolazioni residenti. In questa prima fase, infatti, è stato individuato il titolo provvisorio “DELTA DEL PO – Uomo, natura, sviluppo” - Riserva della Biosfera del Delta del Po. Quante sono le Riserve della Biosfera, nel mondo ed in Italia? Ad oggi le Riserve della Biosfera riconosciute dall’UNESCO nel mondo sono poco più di 600, solo 9 delle quali in Italia (l’ultima è quella del Monviso) e non ve ne sono per ora in Veneto, nemmeno parzialmente. La Riserva deve includere diverse zone indipendenti? Ogni Riserva della Biosfera deve includere tre zone interdipendenti, e precisamente: •Core Area, o area centrale, sottoposta ad un regime giuridico che garantisce la protezione a lungo termine degli ecosistemi e delle specie animali e vegetali presenti al suo interno. •Buffer Zone, o cuscinetto, è adiacente o circonda l’area core e contribuisce alla sua conservazione. Le attività consentite in tale area devono riguardare principalmente le tecniche di sviluppo per l’uso delle risorse naturali che rispettino la biodiversità dell’area e favoriscano la gestione o riabilitazione degli ecosistemi. •Transition zone, o area di cooperazione, non è sot-

Che cos’è l’UNESCO?

È l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (in inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, da cui l’acronimo UNESCO); è stata fondata dalle Nazioni Unite il 16 novembre 1945 per incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell’istruzione, scienza, cultura e comunicazione. Sono membri dell’UNESCO 195 Paesi più 7 membri associati. Il quartier generale dell’UNESCO è a Parigi.

Il nome UNESCO è legato al “Patrimonio Mondiale”: cosa è?

Quella di Sito del Patrimonio Mondiale è la denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del Patrimonio Mondiale, o nella sua accezione inglese World Heritage List. La Convenzione sul Patrimonio Mondiale, adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO il 16 novembre 1972, ha lo scopo di conservare, preservare e valorizzare il patrimonio culturale e naturale anche attraverso l’identificazione e la tutela di siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. La lista è composta da un totale di 981 siti (di cui 759 beni culturali, 193 naturali e 29 misti) presenti in 160 Nazioni del mondo. Attualmente l’Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità (49 siti), seguita dalla Cina (45 siti) e dalla Spagna (44 siti).

toposta a vincoli giuridici e prevede attività antropica, villaggi, e complessi urbani (città) al suo interno. Le attività economiche e sociali devono essere dirette alla realizzazione di progetti modello per uno sviluppo economico sostenibile a beneficio, in particolare, della popolazione locale ivi residente. Solo l’area core richiede obbligatoriamente norme di conservazione stringenti e di solito coincide con una zona di protezione già esistente e tutelata a livello normativo, come una riserva naturale o le zone più protette di un parco nazionale o regionale. Le aree buffer prevedono un regime funzionale alla tutela dell’area core. Per le aree di transizione, invece, non si prevede un regime di tutela giuridica e non sono necessariamente sottoposte a vincoli. Lo schema di zonizzazione non è unico e può essere applicato in modi diversi in paesi diversi, a seconda dei contesti geografici o socio-culturali. La flessibilità di tale schema resta uno dei punti di forza del concetto di Riserva. Che funzioni hanno le aree della Riserva? Le aree della riserva hanno differenti funzioni di conservazione, sviluppo e supporto logistico. •Funzione di conservazione: contributo alla conservazione dei paesaggi, degli ecosistemi, delle specie e delle variazioni genetiche. •Funzione di sviluppo: incentivare e promuovere lo sviluppo sostenibile. •Supporto logistico: supporto a progetti dimostrativi, di educazione formazione, di ricerca e monitoraggio in tema di conservazione e sviluppo sostenibile a livello locale, regionale, nazionale e globale. Quali benefici può portare il riconoscimento dell’UNESCO? La candidatura di un ambito territoriale per un riconoscimento internazionale mette in moto ed alimenta energie, interesse, partecipazione, risorse che possono oggettivamente concorrere ad un miglioramento della qualità della vita e del contesto territoriale. Dalle indagini svolte dall’UNESCO – da portare in evidenza un recente studio sul “valore del brand” - sono stati dimostrati i positivi benefici derivanti ai luoghi dove sono stati concessi i riconoscimenti internazionali. In particolare, Il 75% del campione intervistato ritiene che il marchio UNESCO sia importante nella promozione di attività, il 52% lo considera garanzia di qualità, il 40% elemento di eccellenza. UNESCO porta valore aggiunto nella tutela dei beni culturali (88%), nella promozione di beni naturalistici (86%) e in quella dei monumenti (84%). E’ stata inoltre confermata la straordinaria diffusione della conoscenza di base di UNESCO, nota al 98% del campione, cui corrisponde un elevato indice di reputazione vicino all’eccellenza, pari a 76 punti (oltre 70 è considerata area di eccellenza in valori compresi tra 0 e 100). L’Organizzazione, infatti, riscuote un livello di fiducia del 69%, è ritenuta efficace al 75% e l’80% degli intervistati considera importante la sua mission.

L’Unione Europea potrebbe finanziare progetti di sviluppo? L’inserimento di un territorio nella rete mondiale delle Riserve della Biosfera del Programma MAB dell’UNESCO potrebbe favorire l’accesso a programmi e fondi internazionali finalizzati allo sviluppo di progetti di collaborazione. I nuovi indirizzi di Politica Agricola Europea (PAC) 20142020, ad esempio, considerano appositi canali di finanziamento attraverso i Piani di Sviluppo Rurale per il sostegno ad attività agricole in ambiti di tutela ambientale e paesaggistica (già oggi nei siti della Rete Natura 2000) o comunque in aree interessate da progetti di valenza sovra locale, come appunto potrebbe essere una Riserva della Biosfera, anche al fine di affrontare e risolvere potenziali conflitti tra attività agricole e zootecniche ad elevato impatto ambientale e attività di agriturismo e turismo sostenibile. Che cosa può comportare, in definitiva, il riconoscimento? La Riserva della Biosfera non va considerata come un progetto a tempo limitato, bensì un’operazione di lungo termine. La partecipazione alla rete mondiale (network) delle riserve consente una valida possibilità di scambio di conoscenze, di buone pratiche, di strumenti gestionali nonché l’accesso a progetti, programmi e fondi internazionali appositamente dedicati ad affrontare problematiche legate allo sviluppo, tra le quali i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e la rapida urbanizzazione. Il riconoscimento di “Riserva della Biosfera”, per esplicita dichiarazione dell’UNESCO, non implica alcun vincolo giuridico ulteriore, ma va inteso come occasione per affrontare e risolvere, con la partecipazione della popolazione, i problemi locali ed i relativi possibili conflitti in una dimensione globale. Inoltre, il riconoscimento non va inteso come l’assegnazione di un “logo”, bensì come assunzione di responsabilità e scommessa del territorio a ideare, sperimentare e sviluppare buone pratiche da estendere anche all’esterno. Come funziona la candidatura? Il dossier di candidatura va presentato dagli Enti promotori al Comitato Nazionale del Programma MAB presso il Ministero dell’Ambiente, il quale provvederà in seguito a trasmetterlo alla Segreteria del Programma MAB presso la sede dell’UNESCO a Parigi. In attesa del riconoscimento, gli enti promotori sviluppano ed iniziano ad implementare il progetto per la gestione della riserva, con gli impegni che dovranno essere assunti da ciascuno per poterla attuare. Tale progetto sarà attivato quando l’UNESCO avrà assegnato il riconoscimento. Possono le comunità locali concorrere alla creazione della Riserva? Certamente sì! Anzi, tutti dovrebbero poter portare il

proprio contributo, la propria idea. Per questo sono stati programmati alcuni incontri pubblici di presentazione e sono stati aperti degli spazi (anche virtuali) di confronto.

Per ulteriori informazioni visitate il sito www.parcodeltapo.org e consultate tutta la documentazione che sarà via via prodotta, oppure inviate una email all’indirizzo: partecipazione@parcodeltapo.org. Il percorso di candidatura dell’area del Delta del Po a Riserva della Biosfera del Programma MAB dell’UNESCO è supportato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

2007-2013

Cosa significa candidare un’area a Riserva della Biosfera all’interno del Programma MAB (Man and the Biosphere – L’Uomo e la Biosfera) dell’UNESCO?

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Cultura provinciale 25 17 La rassegna Fino al 15 luglio protagonista Euganea Film Festival tra proiezioni ed eventi in cantina

Cinema, musica, vino sui Colli Cortometraggi in concorso, concerti e spettacoli nelle piazze e tra le bellezze del territorio di Laura Organte

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usica, cinema, teatro, arte, letteratura e molto altro nella suggestiva cornice dei Colli Euganei. Nasce quest’anno Euganea Festival, un progetto a cura di Marco Segato, Marco Trevisan, Roberto Tombesi, Vasco Mirandola e Franco Zanovello, che ospita al suo interno eventi già riconosciuti e consolidati, come Euganea Film Festival, giunto alla dodicesima edizione, e realtà nuove, come il festival Paesaggi con vista, quest’anno al suo esordio. Un’iniziativa nata dall’associazione Euganea Movie Movement, per dare forma concreta alle tante sinergie artistiche e organizzative che si sono raccolte intorno all’Euganea Film Festival in questi dieci anni. Ma anche una risposta alla necessità per associazioni e amministrazioni di comunicare e promuovere il territorio e i suoi eventi in modo organico e economicamente sostenibile. Euganea Festival 2013 si snoda nell’arco di 8 settimane, dal 28 giugno al 15 agosto. Novità di quest’anno è il progetto

EvENTI E MOSTRE

Cinema in cantina, con il coinvolgimento di alcune tra le più importanti cantine e aziende agricole dei colli. Negli spazi messi a disposizione verranno proiettati film legati a temi ambientali ed enogastronomici. Per ogni serata sarà possibile degustare il vino della cantina e godersi il film. La musica è vera co-protagonista della rassegna grazie alla partecipazione dell’ensemble acustico degli Zephyros (14 luglio), all’evento Venetian Women in Blues (27 luglio), e alle suggestioni dell’Orchestra Popolare delle Dolomiti (12 agosto) tutti e tre presso l’Anfiteatro del Venda a Galzignano. Alla prima edizione anche Paesaggi con vista a cura di Vasco Mirandola e Roberto Tombesi: quattro giorni (dal 12 al 15 agosto), di performance musicali, tetarali, spettacoli di danza e molto altro. Questa innovativa esperienza chiuderà il Festival con la Notte Bianca del 14 agosto, un ‘occasione unica in cui i direttori artistici invitano amici, pensatori, camminanti, naturalisti, artisti, musicisti, attori di varie a cura di Laura Organte

CATERINA, STREGA DEL ‘500 L’attrice padovana Lucia Schierano sarà in scena sabato 20 luglio con lo spettacolo “Caterina, una strega del Cinquecento”, alla Loggia e Odeo Cornaro. Ricostruita sulle testimonianze dei processi per stregoneria, la vicenda di Caterina, ambientata in un villaggio della Valcamonica dove nel 1518 furono bruciate diverse “streghe”, porta alla luce una realtà di cui c’è traccia nei documenti ma che gli inquisitori vollero occultare o travisare. La strega non è quella descritta da una lunga tradizione, bensì la saggia che, depositaria di un sapere trasmesso al femminile, cura con le erbe e con la parola. Caterina, l’adolescente scontrosa e ribelle, ci propone un’altra accezione di stregoneria.

CROSBY, STILLS E NASH INSIEME Arriva l’atteso live delle leggende Crosby, Stills e Nash, che sarà in concerto il 20 luglio al Piazzola Live Festival. Dopo più di 4 decadi dalla prima volta in cui i CSN hanno armonizzato le loro voci a Laurel Canyon e hanno suonato il loro primo concerto come un trio al leggendario Woodstock Festival, i suoi membri continuano quella che è una delle più lunghe ed influenti partnership creative della scena musicale. La musica dei CSN è divenuta una pietra angolare del Rock ‘n roll a partire dall’ omonimo album d’esordio del 1969, inserito da Rolling Stone nei 500 migliori album di tutti i tempi.

“THE WALL” CON ROGER WATERS Venerdì 26 luglio lo stadio Euganeo ospita un evento che è già entrato nella leggenda del rock. Il ritorno della produzione “The Wall”, annunciato da Roger Waters, il co-fondatore e principale autore dei Pink Floyd, farà tappa a Padova dopo essere stato messo in scena in 192 spettacoli in tutto il mondo davanti a più di 3,3 milioni di fans facendone uno dei tour di maggior successo della storia del rock.

Una proiezione all’Euganea Film Festival generazioni per raccontare insieme le bellezze e le contraddizioni di questo territorio. Notte ricca di contributi: racconti, leggende, musiche, documenti video, visioni, ricordi, riflessioni, esplorazioni notturne. La “nottata” vedrà alternarsi: Calicanto, la Piccola Bottega Baltazar, Giuliano Scabia,

Vasco Mirandola, Giulio Mozzi, Toni Mazzetti, Loris Contarini, Stefano Pettenella, Alessandro Tombesi, Alberto Campagnaro, Bruno Donà, Alessandra Viola, Franco Zanovello, Piero e Piera Brombin. Il programma completo del Festival è consultabile sul sito: http://www.euganeafilmfestival.it

MuSEI CIvICI La “Maddalena” di Pietro Damini

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ent’anni fa Padova dedicava un’importante rassegna nel Palazzo della Ragione a Pietro Damini, il pittore più rappresentativo del primo Seicento Il dipinto esposto padovano, al quale è dovuto a Padova un rinnovamento in senso barocco dell’arte in città sulla scia dei dettami in materia d’arte del Concilio di Trento. Negli ultimi anni sono apparsi suoi dipinti inediti sul mercato dell’arte. Alcuni, usciti dal nostro paese ancora nell’Ottocento, sono rientrati grazie ad acquisti compiuti da privati raccoglitori. Proprio una di queste tele, una intensissima Maddalena, sarà ospitata per un lungo periodo nella sale del Museo. Con l’occasione, sarà allestita fino al 25 agosto una piccola mostra che presenterà anche alcuni importanti dipinti di proprietà privata - e dunque sconosciuti al pubblico - nelle sale per esposizioni temporanee dei Musei Civici. L.O.

Cent’anni di esperanto

La lingvo de la estonteco la lingua del futuro L

a lingua del nuovo millennio è l’Esperanto. Parola di Adamo Vallese, padovano doc e convinto sostenitore di una lingua internazionale ai più sconosciuta. “Faccio parte del gruppo esperantista padovano da oltre 35 anni – ci racconta Adamo - il nostro obiettivo principale è diffondere la conoscenza dell’esistenza della lingua ausiliare internazionale dell’esperanto. L’associazione padovana è nata nel 1913 e quest’anno festeggeremo il centenario assieme alla cinquantina di gruppi esperantisti presenti in tutta Italia. A Padova circa una ventina di persone parlano già l’esperanto”. L’Esperanto è una lingua pianificata nata tra il 1872 e il 1887 in Polonia dall’ideatore Ludovico Lazzaro Zamenhof. Le radici di questa lingua affondano in un ambito culturale e un periodo storico abbastanza particolari, caratterizzate dall’avanzare di una crisi a livello comunicativo sopraggiunta tra le classi colte europee con la decadenza e poi il graduale abbandono del latino. “L’esperanto è una lingua costruita ad arte e sta iniziando a costruirsi parallelamente una sua storia identificativa, anche a livello locale. Anche Google ha iniziato a parlare esperanto, e questo spinge noi esperantisti a portare avanti il nostro ideale, che vede l’esperanto come seconda lingua per tutti gli essere umani”.

“Siamo ben consci che l’inglese è la lingua effettivamente più parlata al mondo, soprattutto perché viene usata negli scambi economici e commerciali, ma il futuro è l’esperanto. L’esperanto vuole essere una lingua internazionale, e a differenza delle altre lingue, ad esempio l’inglese e il cinese, non ha un background nazionale, ma nasce con l’intento di essere un mezzo di comunicazione internazionale, una cultura comune, e quindi usufruibile da tutti”. Quali sono allora i tre buoni motivi per imparare l’esperanto? Ecco come ci risponde un vero esperan-

A fianco Adamo Vallese

tista: “Innanzitutto, l’esperanto è una lingua regolare e facile, ha un alfabeto con solo 28 lettere e non ha suoni foneticamente complessi. Oltre alla semplicità del linguaggio, anche l’apprendimento è davvero alla portata di tutti. Se questa lingua venisse adottata nelle scuole, credo che in circa 1 anno gli studenti sarebbero in grado di parlare l’esperanto perfettamente. Inoltre, l’internazionalità della lingua dell’esperanto permette la condivisione di una cultura internazionale, abbattendo magari nazionalismi e stupidi xenofobismi, ma mantenendo pur sempre vive e preservate le lingue e i saperi di ogni nazione”. M.G.M.


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stato il quinto “Trofeo Sport” a suggellare l’entus stagione agonistica degli Nuoto Casale di Scodosia. Alla man ne dello scorso 16 giugno hanno pa 200 atleti di sette società, dai 7 ai I nuotatori di casa si sono misurat versari da Conselve, Sottomarina, iuscitissimo “Gran galà di ginnastica ritmica sotto le stelle”a sigillo di una stagione Soligo, Villorba e Lonigo. A trionfa esaltante, quello andato in scena nella piazza del municipio a Due Carrare, sotto gli graduatoria assoluta, è stato il gr occhi del presidente Pgs Patrizio Casumaro, dell’assessore alla cultura Roberta Amati Conselve Nuoto, che per un solo laser stomatologia estetica (ialuronico - botox) estetica viso e di una cornice di pubblico numerosissima. Tra coreografie e musiche incantevoli le ele166 a 165 – ha prevalso sulla Free ganti ginnaste carraresi, orchestrate con maestria dalla insegnanti Giorgia Passarin, Ylenia Lonigo. Il vero exploit degli atleti c Destro, Virginia Tarantino e dalla coordinatrice Elena Favarin hanno suscitato l’entusiasmo avvenuto però al meeting di Confspo dei presenti ripetendo gli esercizi che in questa annata hanno portato ad esaltanti vittorie. Pescara, a inizio giugno. La squadra Su tutte va ricordato l’argento di squadra conquistato al campionato nazionale Acse da: na ha raccolto anche un oro con la Isabella Ernesti Moro, Emma Banzato, Letizia Crivellari, Gaia Parisotto e Martina Fasolato, la atleta del gruppo: Eleonora Crem altri due successi di squadra sono arrivati dal quartetto composto da: Biasia, Zuppa, Gui2007, si è meritata il primo gradin dolin e Pescante che si sono imposte in due gare regionali Uisp. Individualmente hanno stile Giovanissimi. In saccoccia sono brillato Isabella Ernesti Moro e Letizia Crivellari, vincitrici di gare regionali Acse categoria un bronzo nei 100 misti con la soli Joy. “Chiudiamo la stagione soddisfatte – ha detto la coordinatrice Favarin- e questa bellisSpigolon , alcuni quarti posti a poc dal podio e tante altre prestazioni sima serata è un grazie pubblico a tutte le persone che ci seguono e ci danno sostegno”. Walter Lotto livello. Tutti gli atleti hanno migliora

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LO S PORT in PRIMO PIANO RIMO PIANO Al Trofeo Canova Sport oltre 200 atleti di 7 società CARRARESE GINNASTICA RITMICA,

Casale di Scodosia Al Trofeo Canova Sport oltre 200 atleti di 7 società

elve Nuoto trionfa Conselve Nuoto trionfa

Canova siasmante Amatori nifestazioartecipato 50 anni. ti con avPieve di are, nella ruppo del punto – ee Time di casalesi è ortitalia a a padovapiù piccoma, classe no nei 25 o poi finiti ita Alyson chi decimi di ottimo rato i pro-

GRAN GALà SOTTO LE STELLE

di Nicola Cesaro

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iuscitissimo “Gran galà di ginnastica ritmica sotto le stelle”a sigillo di una stagione Le premiazioni al andato termine delle Trofeo aCanova esaltante, quello in scena nellagare piazzadel del municipio Due Carrare, sotto gli

pri personali, anche grazie alle chedell’assessore hanno portato squadra SeniorAmati tra le occhi del presidente Pgsottime Patriziopiscine Casumaro, allalacultura Roberta undici,edecisamente meglio dell’ultimo (nella da 50dimetri nel 2009 la Pelle- Traprime e di vasca una cornice pubblico numerosissima. coreografi e musiche incantevoli le eleposto dell’anno scorso. grini stabilì il record sui 400orchestrate stile ). con maestria ganti ginnaste carraresi, dalla insegnanti Giorgia Passarin, Ylenia società: “Questi Al termine competizione, gli Ama- ElenaCommentano Destro, Virginiadella Tarantino e dalla coordinatrice Favarin hannodalla suscitato l’entusiasmo appuntamenti estivi sono stati torideidipresenti Casale ripetendo hanno raccolto il diciottesimo gli esercizi che in questaultimi annatadue hanno portato ad esaltanti vittorie. il coronamento ed il finale di unaAcse stagione posto assoluto, nonostante il numero ridot- conquistato Su tutte va ricordato l’argento di squadra al campionato nazionale da: iniziata adGaia ottobre con 14 atleti eFasolato, terminata toIsabella di atletiErnesti (alcune squadre Roma erano Moro, EmmadiBanzato, Letizia Crivellari, Parisotto e Martina a giugno composto con una squadra lievitata a 35 presenti oltre 50 atleti). Degne di notadal quartetto altri dueconsuccessi di squadra sono arrivati da: Biasia, Zuppa, Gui-atleti agonisti, continua crescita nonostante sono anche lecheprestazioni degli atleti dolinstate e Pescante si sono imposte in due gare regionali inUisp. Individualmente hanno doversi allenareAcse da categoria ottobre ad delle categorie Master con Crivellari, con l’handicap brillato IsabellaAssoluti Ernesti eMoro e Letizia vincitrici di gare regionali aprilela incoordinatrice una vasca Favarinridotta nelle sue bellisdimenmiglioramenti nettiladei tempisoddisfatte personali, –ot-ha detto Joy. “Chiudiamo stagione e questa sioni.che In questo l’amministrazione comunale timi risultati in vasca da a50 metri sima serataindividuali è un grazie pubblico tutte le persone ci seguono e ci danno sostegno”. Walter Lotto esterna, quarti posti e due Medaglie master, purtroppo non ci sta aiutando”.

stato il quinto “Trofeo Canova Sport” a suggellare l’entusiasmante stagione agonistica degli Amatori Nuoto Casale di Scodosia. Alla manifestazione dello scorso 16 giugno hanno partecipato 200 atleti di sette società, dai 7 ai 50 anni. I nuotatori di casa si sono misurati con avversari da Conselve, Sottomarina, Pieve di Soligo, Villorba e Lonigo. A trionfare, nella graduatoria assoluta, è stato il gruppo del Conselve Nuoto, che per un solo punto – 166 a 165 – ha prevalso sulla Free Time di Lonigo. Il vero exploit degli atleti casalesi è avvenuto però al meeting di Confsportitalia a Pescara, a inizio giugno. La squadra padovana ha raccolto anche un oro con la più piccola atleta del gruppo: Eleonora Crema, classe 2007, si è meritata il primo gradino nei 25 stile Giovanissimi. In saccoccia sono poi finiti un bronzo nei 100 misti con la solita Alyson Spigolon , alcuni quarti posti a pochi decimi dal podio e tante altre prestazioni di ottimo livello. Tutti gli atleti hanno migliorato i pro-

Le premiazioni al termine delle gare del Trofeo Canova pri personali, anche grazie alle ottime piscine (nella vasca da 50 metri nel 2009 la Pellegrini stabilì il record sui 400 stile ). Al termine della competizione, gli Amatori di Casale hanno raccolto il diciottesimo posto assoluto, nonostante il numero ridotto di atleti (alcune squadre di Roma erano presenti con oltre 50 atleti). Degne di nota sono state anche le prestazioni degli atleti delle categorie Assoluti e Master con con miglioramenti netti dei tempi personali, ottimi risultati individuali in vasca da 50 metri esterna, quarti posti e due Medaglie master,

che hanno portato la squadra Senior tra le prime undici, decisamente meglio dell’ultimo posto dell’anno scorso. Commentano dalla società: “Questi ultimi due appuntamenti estivi sono stati il coronamento ed il finale di una stagione iniziata ad ottobre con 14 atleti e terminata a giugno con una squadra lievitata a 35 atleti agonisti, in continua crescita nonostante l’handicap di doversi allenare da ottobre ad aprile in una vasca ridotta nelle sue dimensioni. In questo l’amministrazione comunale purtroppo non ci sta aiutando”. messaggio pubblicitario

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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Sicurezza I dati Inail e Vega Engineering danno la dimensione di un fenomeno nuovo

Crisi, incidenti sul lavoro in calo

La diminuizione delle morti bianche è proporzionale all’occupazione, per questo il risultato forse dipende più dallo stato di difficoltà attuale che dalla maggiore sicurezza di Alessandro Abbadir

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nfortuni sul lavoro in Veneto, in calo grazie alla crisi e a settori come quello edile che sono andati letteralmente a picco. Sia i dati riferiti al 2012 che quelli inerenti il primo trimestre del 2013 sono chiari. Il calo dal 2009 ad oggi è costante. Vediamo nel dettaglio. L’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering ha denunciato nei mesi scorsi infatti 42 infortuni mortali nel 2012. Tre in meno dell’anno precedente, dieci in meno rispetto al 2010. Sempre secondo l’Osservatorio nel 2012 la provincia che ha registrato il maggior numero di casi è stata Verona con 11 morti, una cifra che l’ha collocata al 47° posto della graduatoria nazionale per indice di incidenza degli infortuni mortali sul numero degli occupati (26,9 per milione di occupati). Ma ben più letale si è rivelato, in proporzione, il bellunese: 7 morti, con una incidenza del 75% e il 4° posto nella graduatoria nazionale: una triste posizione da cui la provincia veneta di montagna non riesce a schiodarsi: 5° posto nel 2011, 3° posto nel 2010. Al posto più basso, quindi con maggior sicurezza, nel 2012 Vicenza e Padova (ognuna con 5 incidenti mortali che le posizionano all’81° e all’83° posto). Per la provincia di Venezia ci sono dati ad hoc e recentissimi Qui nel primo quadrimestre di quest’anno si sono registrati 2 infortuni mortali (un lavoratore italiano di 22 anni fulminato e un albanese di 49 investito da un automezzo di lavoro), a fronte dei 7 dell’intero 2012 e dei 9 registrati nel 2011. Si tratta però esclusivamen-

te in questi casi di morti sul lavoro deceduti a causa di un incidente sul luogo di lavoro (fabbrica, ufficio, campi, cantieri, ecc.). L’Inail invece include in questa triste statistica anche i morti sul lavoro collegati al percorso casa lavoro, e quelli connessi alla circolazione stradale. I casi mortali riconducibili a queste due tipologie sono da anni a volte superiori a quelli capitati nell’ambiente di lavoro ordinario. Ciò emerge chiaramente nel Rapporto 2011 per il Veneto dell’ Inail: 37 su 83 eventi nel 2010, 50 su 83 nel 2011. Insomma l’ambiente più pericoloso in Veneto (ma anche nel resto del Paese) rimane la strada. Per capire di più occorre andare nello specifico. Vediamo le cause specifiche di morte indicate proprio nel rapporto Inail nel triennio 2010-2012. Le cause sono determinate dal: ribaltamento del veicolo/ mezzo in movimento (dal 21 al 27% dei casi), caduta dall’alto di oggetti (dal 16 al 25%) ed infine caduta di persone dall’alto (dal 18 al 24%). Poi quella relativa ai settori dove si muore di più che rimangono l’agricoltura (44% dei casi, media triennio) e le costruzioni (dal 20% del 2010 al 12% del 2012, segno evidente della crisi del settore). Tuttavia, nel corso del 2012, in tutta Italia sono aumentate le ispezioni e le irregolarità riscontrate: controllate 22.950 aziende, 2mila in più del 2011, l’87% è risultato irregolare. Regolarizzati 53.734 lavoratori (+10% sul 2011), di cui 45.679 irregolari e 8.055 in nero (+7,3%). E’ chia-

ro perciò che la guardia deve restare alta. Che tipologia di inquadramento hanno le persone colpite da incidente sul lavoro? Va rilevato in questo caso che sono tante le vittime non lavoratori dipendenti: tra i morti nelle costruzioni ci sono molti artigiani edili e tra quelli in agricoltura spesso si tratta di anziani coltivatori diretti. Anche i dati sui primi mesi di quest’anno sono incoraggianti. A decretarlo ancora una volta, la più recente indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering secondo la quale nel primo trimestre del 2013 gli incidenti mortali verificatisi in Italia sono stati 74, mentre nel 2012 erano 110, con una variazione pari

al – 32,7 per cento. Su questo fenomeno è chiaro il presidente Dell’Osservatorio Vega Engineering di Mestre, l’ingegner Mauro Rossato, per il quale “questi dati non indicano che bisogna abbassare la guardia e che l’emergenza si possa considerare risolta, ma possiamo almeno considerare la flessione della mortalità di questo primo trimestre anche come conseguenza di una sempre maggiore sensibilizzazione sul fronte della prevenzione da parte dei media e da parte di tutti coloro che operano per la sicurezza

nei luoghi di lavoro”. Insomma per Rossato, non è solo la mancanza di lavoro che fa diminuire gli incidenti, ma anche la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro che sembra finalmente essersi radicata anche nel territorio del Veneto. Un atteggiamento che negli anni scorsi in pieno boom edilizio non era certamente seguito con scrupolo da operatori ed imprenditori del settore. Speriamo sia seguito anche in caso di ripresa economica.

Riabilitazione. Verranno ridotti costi e tempi di attesa per gli infortuni sul lavoro

ACCORDO SIgLATO TRA LA REgIONE VENETO E L’INAIL

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n accordo specifico fra Regione Veneto ed Inail è stato siglato nelle scorse settimane per affidare alle cure della sanità regionale i pazienti reduci da infortuni sul lavoro che hanno la necessità di trattamenti integrativi e riabilitativi o affetti da malattie professionali. Questi ultimi fino ad adesso erano destinati alla medicina privata (tramite rimborso) o ai servizi extraregionali dell’Istituto - in particolare a Bologna e a Budrio. Ma adesso le cose cambiano. Grazie all’accordo fra Regione ed Istituto Nazionali Invalidi sul Lavoro, presto potranno rivolgersi direttamente ai centri specializzati che sono attivi nel Veneto, dislocati a Motta di Livenza, Santorso, Zevio e Garda. Con questi accordi le aziende ospedaliere venete ricaveranno un gettito stimato in circa 5 milioni l’anno senza incremento di costi. L’ente di assicurazione sugli infortuni ha optato per questa soluzione dopo aver cercato

di dar vita ad una propria rete riabilitativa nel Veneto. Una soluzione che è stata scartata in quanto si è valutato l’elevato costo dell’operazione sia in termini di personale e macchinari e anche per un altro fattore. Si è concordato infatti come ci sia l’elevata disponibilità sul nostro territorio di strutture di alta qualità, capaci di garantire un servizio concorrenziale a prezzi ragionevoli. Quello con il Veneto è il secondo accordo-quadro stipulato dall’Inail dopo quello sottoscritto con l’Emilia-Romagna. A che risultato si vuole arrivare? L’obiettivo immediato, a partire da settembre, è quello di abbattere i tempi d’attesa dei pazienti, ammortizzare con più efficacia i costi di macchinari onerosi, che richiedono costante aggiornamento e, in termini di mercato, diventano “convenienti” solo in presenza di un volume di prestazioni consistenti. A.A.


Il Veneto in primo piano 29 5 Società La Cgil invita a non abbassare la guardia

“Coinvolti sempre più i precari e non regolarizzati” di Alessandro Abbadir

“S Montagner: “Vanno potenziati gli organismi di controllo come Spisal e ispettori del Lavoro”

e la crisi da un lato ha diminuito gli incidenti sul lavoro, è anche vero che si assiste al fenomeno nuovo che vede come principali vittime della mancata sicurezza sui luoghi di lavoro precari e lavoratori non regolarizzati. Su queste realtà servono maggiori controlli”. A fare questa denuncia dopo i dati forniti dall’Inail è la Cgil con i suoi rappresentanti nazionali Fabrizio Solari segretario Confederale e locali Roberto Montagner per la Cgil di Venezia. Nel 2012 sono state 745mila le denunce di infortuni (-9% rispetto al 2011 e -23% in riferimento al 2008). Quelli mortali accertati sono stati 790, un nuovo minimo, a fronte di 1.296 denunce. Si avrebbe com-

ARTIGIANATO

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plessivamente un calo del 6% sul 2011 e del 27% sul 2008. Il maggior numero di incidenti si è registrato nelle regioni del Nord ovest (212) seguite da quelle del Nord est (202), dal centro (149), dal Sud (167) e dalle isole (60). Le vittime under 30 sono state 94, 100 quelle over 60. Infine, tra le denunce di legate all’amianto, protocollate nel 2012, ne sono state riconosciute 1.540: dei casi denunciati nell’anno, 348 hanno avuto esito mortale. “Abbiamo apprezzato la relazione dell’ Inail soprattutto - ha detto Solari - nella parte relativa al nuovo sistema di gestione e di diffusione dei dati infortunistici secondo il sistema “open data”, che costituisce un

positivo passo avanti nella trasparenza per valutare l’efficacia dell’azione dell’istituto. Restano da approfondire la questione dell’incidenza della disoccupazione e cassa integrazione sull’analisi dei dati sulla statistica degli infortuni e va fatta una riflessione in direzione dei nuovi rischi legati alle forme di lavoro precarie e alla crescente insicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, dovuta alla persistente crisi economica e alle nuove tipologie di contratti. Queste condizioni hanno, infatti, un’incidenza diretta sull’organizzazione aziendale e sulle condizioni della prestazione, oltre che un effetto a lungo termine in ambito sanitario”. Sulla stessa linea si colloca anche Roberto Montagner segretario della Cgil di

Venezia. Negli anni scorso la cementificazione e la febbre da capannone ha investito le province di Padova e Venezia, ma anche Verona , Treviso e Vicenza “Il rischio forte nel veneziano e in tutte le province venete – dice il segretario della Cgil di Venezia – è che in mezzo a questa crisi economica per restare competitive, le aziende taglino proprio sugli standard di sicurezza provocando di fatto un peggioramento delle condizioni all’interno dei cantieri. Per evitarlo i controlli dello Spisal non possono diminuire e gli stanziamenti agli organi ispettivi vanno potenziati e non diminuiti”

NASCE IL fONdO INTEGRATIvO SANI.IN.vENETO

stato costituito nelle scorse settimane il Fondo per l’assistenza sanitaria integrativa a favore del mondo del lavoro artigiano. L’accordo è stato siglato da Cgil, Cil e Uil e dai rappresentanti di categoria. Si chiamerà Sani.In.Veneto (acronimo di Sanità Integrativa Veneto). Erogherà prestazioni assistenziali per gli oltre 135 mila dipendenti delle aziende artigiane del Veneto (ad esclusione di quelle edili). Tutto è stato fatto senza alcun costo aggiuntivo a carico delle imprese. Lo Statuto prevede che la platea possa allargarsi anche ai loro familiari, agli stessi imprenditori (soci e collaboratori compresi)

e poi ai familiari di questi ultimi. Il Fondo che sarà arrivo dal primo agosto 2013 alla fine potrebbe rispondere a quasi un milione di persone, un veneto su 5, immigrati compresi L’accesso alle prestazioni sarà aiutato da un sistema di assistenza alla compilazione delle domande dei lavoratori interessati, distribuito in modo capillare nel territorio. Ed anche per le imprese è prevista una semplificazione degli impegni burocratici a loro carico. Il Consiglio di amministrazione, nella sua prima convocazione, procederà a tutte le operazioni necessarie a dare piena operatività al fondo.

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30 Il Veneto in primo piano 12 Presentato il piano di ristrutturazione voluto dalla giunta, ora tocca al consiglio regionale esprimersi

Meno ospedali più territorio. Ecco la nuova sanità Calano i posti letto, aumenta l’offerta per i malati cronici. Un solo centro di riferimento per provincia, ma gran parte delle strutture sono ancora sulla carta di germana Urbani

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orse, per capire come sta per cambiare la sanità veneta, invece di affrontare il quadro generale è meglio partire da un dettaglio. Nel prossimo futuro, una persona necessaria di cure mediche dovrà fare riferimento alla Centrale operativa territoriale. Questa nuova struttura, che ogni Ulss dovrà attivare, sarà messa in moto su richiesta del medico o dei familiari e avrà il compito di prendere in carico il paziente, garantendogli la risposta più efficace da parte degli ospedali o delle altre strutture presenti nel territorio. È questo il cuore strategico del nuovo modello di assistenza territoriale, attraverso cui il Veneto tenta di superare quel sistema ospedale-centrico su cui si è fin qui imperniata la sanità, con un moltiplicarsi di doppioni, sprechi e costi ormai insostenibili. Al suo posto, promettono il presidente Zaia e l’assessore alla sanità Coletto, avremo in futuro un sistema articolato in più livelli, ognuno dei quali sarà chiamato a

Ogni Ulss si doterà di una centrale operativa territoriale che dovrà farsi carico del paziente intervenire per specifiche richieste. Andando dall’alto in basso, ecco lo schema: due centri d’eccellenza a livello europeo (le aziende ospedaliere di Padova e Verona) che si occuperanno di alte specialità e avranno un ruolo centrale nella didattica e nella ricerca; un ospedale di riferimento per ogni provincia (Mestre, Treviso, Rovigo, Vicenza, Belluno); altri poli sanitari minori che dovranno dare assistenza ciascuno a un bacino di circa 200 mila abitanti (Mirano, Chioggia, Este, Adria, Alta Padovana giusto per fare qualche esempio). Accanto a loro, una serie di strutture intermedie come gli ospedali di comunità, destinate a quei pazienti (malati cronici,

anziani) che non hanno bisogno di cure intensive ma non possono essere riportati a casa. E poi una rete destinata alle emergenze che avrà un coordinamento regionale e una centrale operativa per ogni provincia con l’obiettivo di garantire l’arrivo dei soccorsi entro 20 minuti nel 90 per cento dei casi. Infine, team di medici, pediatri, specialisti, assistenti sociali che dovranno imparare sempre di più a lavorare insieme a servizio del cittadino. “È una riforma epocale – esulta il presidente Luca Zaia – non solo perché viene dopo 17 anni dal precedente Piano Sociosanitario, ma perché disegna un’organizzazione sanitaria moderna e capace di essere efficiente per vari anni a venire. Siamo già molto più avanti di altri in giro per l’Italia, perché il nostro tasso medio di ospedalizzazione è di 7 giorni contro i 30 di alcune altre Regioni, e con questa riforma manterremo la leadership nazionale”. Ma è tutto

oro quel che luccica? Numeri alla mano, il piano prevede che i posti letto in ospedale per acuti passino da 18.667 a 17.440, con un calo di 1.227 unità. Un taglio significativo ma non dolorosissimo, tanto è vero che la presentazione delle schede è stata accolta da proteste molto minori di quelle di vent’anni fa. Anzi, se si mettono nel conto i 1.263 posti degli ospedali di comunità e degli hospice da attivare, il saldo è perfino positivo. Ma qui, a conti fatti, viene il problema vero. “Mentre si riducono i posti letto negli

ospedali – denunciano i consiglieri del Pd Lucio Tiozzo e Claudio Sinigaglia – contemporaneamente non si dice come e dove collocare le strutture intermedie, dagli ospedali di comunità ai centri alzheimer, agli infermieri per l’assistenza domiciliare». Come dire: i tagli sono concreti, gli investimenti per avere una sanità più vicina ai cittadini nel territorio per ora sono solo sulla carta. Nei prossimi mesi, concluso l’iter in consiglio regionale, i cittadini veneti capiranno che sanità li attende davvero.

Firmato il pre-accordo

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ella nuova sanità veneta sarà un tassello fondamentale, uno dei due centri d’eccellenza a livello europeo assieme a Verona. Ma la strada per il nuovo ospedale di Padova è ancora lunga, e disseminata di punti di domanda. Quando lo vedremo? Lo scorso 2 luglio, alla firma del pre-accordo tra regione, provincia, comune, università, istituto oncologico e azienda ospedaliera, il presidente Zaia ha promesso la posa della prima pietra entro il 2015 e auspicato che la struttura sia pronta per il 2020. Non è domani, ma non è nemmeno un tempo lunghissimo se davvero sarà rispettata la tabella di marcia. Il primo problema, però, rimane quello dei soldi. Progetti alla mano, per vedere l’ospedale in funzione ci vogliono 410 milioni di euro per la costruzione, 132 per le attrezzature, 55 per le spese generali. In totale, una volta aggiunta l’Iva, fanno 643 milioni e spiccioli a cui, tra l’altro,

bisognerà aggiungerne altri 27 per espropriare i terreni nella zona di Padova ovest su cui sorgerà la grande struttura da 970 posti letto. Per questi ultimi la speranza è che la fondazione Cariparo scelga di metter mano al portafoglio, sostenendo l’ospedale invece dell’auditorium cittadino. Per il resto, la regione ha in cassa 318 milioni, e dalla vendita delle aree su cui sorgono le attuali strutture il comune calcola di ricavarne un’altra quarantina. Ne mancano all’appello poco meno di 300, «ma stiamo per avanzare una richiesta ufficiale di finanziamento al governo – sottolinea Zaia – perché si faccia carico dell’intera opera visti i 18 miliardi di tasse che il Veneto paga ogni anno. Rimane poi sempre la strada dei finanziamenti privati, specie se vogliamo fare in fretta». L’importante sarà però fare anche bene: i costi che si stanno pagando ai privati per l’ospedale di Mestre sono una ferita che brucia ancora e che non sarà facile da rimarginare.


Il Veneto in primo piano 31 13 Studio di Ca Foscari e Camere di commercio per andare “Oltre il Pil”

Il benessere abita qui. Ma fino a quando? Salute, reddito, relazioni sociali: il Veneto è ai primi posti in Italia. Ma scuola, sicurezza, inquinamento sono problemi ancora da risolvere

Tra Pm10 e raccolta differenziata

LA dELICATA PARTITA dELL’AMbIENTE

di germana Urbani

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teorici della decrescita felice, quando vogliono spiegare perché a loro il meccanismo di calcolo del Pil (prodotto interno lordo) pare un imbroglio, ricorrono a esempi come questo: sei imbottigliato in una coda chilometrica in autostrada, passi due ore col motore acceso e così sprechi un sacco di benzina per nulla. Bene, più ne consumi e più aumenti il Pil, visto che presto tornerai dal benzinaio a riempire il serbatoio. Se poi, per caso, fai un incidente, ecco che il Pil aumenterà ancora grazie al conto del soccorso auto, del carrozziere, dell’assicurazione. Insomma, fuor di metafora: non sempre spendere soldi o consumare prodotti aumenta il benessere dell’individuo e la ricchezza della società, mentre se ci si affida solo alla fredda logica delle statistiche da un ingorgo o da un incidente l’Italia sembrerebbe uscire migliore, più vicina alla ripresa dei consumi che tanto aspetta. Bene, ma come andare oltre il criterio del Pil? Al sogno di Latouche e di tanti convinti oppositori dell’attuale logica contabile cerca di dare un solido appiglio il mondo accademico e imprenditoriale veneto, con il rapporto “Oltre il Pil 2013. Misurare il benessere sociale per rilanciare lo sviluppo economico”, i cui risultati preliminari sono stati presentati recentemente a Venezia. Obiettivo del progetto – avviato nell’ottobre del 2009 e che vede insieme i ricercatori del dipartimento di economia dell’università di Venezia Cà Foscari e del centro studi delle Camere di commercio della regione – comprendere come si vive oggi in Veneto, individuando nuovi indicatori che aiutino a rendere più reale il tasso di crescita registrato dal Pil, e che consentano al tempo stesso ai soggetti economici e istituzionali della regione di disegnare politiche davvero sostenibili in tema sociale, economico, fiscale e ambientale. Ma cosa si può aggiungere ai semplici consumi materiali e agli aspetti economici, per andare “Oltre il Pil”? Secondo gli autori del rapporto, una vera “geografia del benessere” ha bisogno di prendere in considerazione ben 41 indicatori elementari e otto dimensioni: benessere materiale, salute, istruzione, lavoro, uso del tempo, sicurezza, rapporti personali e sociali, ambiente. Se lo si guarda attraverso questa particolare lente d’ingrandimento, il Veneto si conferma sì una regione ad elevato livello di benessere materiale, ma non solo. La nostra è infatti la regione italiana con minor disuguaglianza nella distribuzione del reddito e seconda per livello di reddito equivalente. Il Veneto primeggia poi anche per la salute, dove tutti gli indicatori regi-

P Solo in Trentino si vive meglio. Ma la crisi rischia di compromettere il benessere raggiunto strano valori buoni o comunque nella media, e risultati positivi si registrano anche nell’uso del tempo e nelle relazioni personali e sociali: molto buono il tasso di lettura, la pratica dello sport e partecipazione agli spettacoli e buona la partecipazione sociale, malgrado una bassa densità di organizzazioni di volontariato. Detto questo, non mancano però i punti critici. Il più preoccupante in prospettiva futura è forse quello che colloca il Veneto a metà della graduatoria (11°) tra le regioni italiane per scolarizzazione superiore, universitaria e abbandono scolastico mentre per l’indicatore sicurezza è 15°, con un numero di incidenti stradali tra i più alti del Paese. Anche per lavoro e ambiente il Veneto occupa posizioni di retroguardia: entrambi gli indicatori lo collocano al 5° posto, da un lato per effetto dei tassi di disoccupazione e occupazione giovanile ma con un’occupazione femminile più alta della media, dall’altro tra le peggiori per superamento del limite previsto di Pm10, pur essendo leader nella raccolta differenziata. Escluso il Trentino Alto Adige, che sulla base di tutti gli indicatori considerati sembra essere un territorio “oltre confine”, le regioni possono essere classificate

in tre gruppi e il Veneto si piazza in seconda posizione, nel primo gruppo di regioni, davanti a Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Lombardia ed Emilia Romagna. Tutto sommato, dunque, possiamo essere soddisfatti. Ma fino a quando? “La grave crisi economica e finanziaria sta colpendo duramente il Pil, ma anche il benessere del Veneto e dei veneti – commenta Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere Veneto – Se poi guardiamo alla tendenza per il futuro, dovremmo preoccuparci ancora di più e spingere il Governo a tagliare le spese inutili che si annidano in alcune regioni e nello stesso Stato al fine di favorire gli investimenti, lo sviluppo, la crescita. In altre parole, Pil e benessere possono essere interdipendenti a fronte di una tassazione sempre più impietosa che sta distruggendo il nostro tessuto produttivo e, di conseguenza, sociale». Insomma, a voler riprendere gli esempi iniziali, sbagliato immaginare che tante ore passate in coda in autostrada facciano davvero crescere l’economia e, per ciò stesso, il nostro benessere. L’uomo è un essere a più dimensioni, almeno altrettanto importanti di quella economica. Ma sarebbe sbagliato anche pensare che il vero benessere risieda in un mondo senza più autostrade trafficate. Perché dove viene meno l’impulso economico, anche gli altri indicatori di benessere peggiorano rapidamente. Qualcuno lo chiama “sviluppo sostenibile”. Ma per il momento la formula magica rimane segreta.

ensi al benessere e subito ti viene in mente il respirare a pieni polmoni. Purtroppo – a meno di non partire subito per la montagna o di vivere in campagna lontano da fonti inquinanti – uno dei principali problemi messi in luce dal rapporto sul “Benessere in Veneto” è proprio quello relativo all’inquinamento ambientale e – in modo particolare – alle alte concentrazioni di polveri PM10 presenti nell’atmosfera in tutti i principali centri urbani. Una situazione annosa, a cui sembra quasi impossibile porre rimedio. E la regione si rifiuta di lasciarsi mettere sul banco degli imputati per inadempienza. “È importante ribadire – afferma Maurizio Conte, assessore regionale all’ambiente – che purtroppo l’inquinamento dell’aria accomuna il Veneto a tutte le regioni della Pianura Padana per motivi geografici, a causa della scarsa circolazione dovuta allo sbarramento di Alpi e Appennini, e per motivi economici per la densità del tessuto produttivo. In ogni caso, dopo un calo complessivo durato un quinquennio, negli ultimi due anni la situazione si è stabilizzata». Che non significa risolta, anzi: i dati della rete Arpav hanno rilevato per l’ultimo triennio in tutte le città del Veneto, ad eccezione di Belluno e Feltre, un numero di superamenti del valore limite giornaliero di polveri sottili–PM10 di molto superiore ai 35 giorni per anno consentiti dall’Unione Europea. Ci sono però anche risultati decisamente positivi messi in luce dal rapporto di Unioncamere, come ad esempio la virtuosità nella raccolta differenziata dei rifiuti che ha raggiunto nel Veneto il 62,5% del totale (+2,2% rispetto al 2011), per una quantità pari a un milione 383 mila tonnellate. Il raggiungimento di questa percentuale consente al Veneto di superare ormai da due anni l’obiettivo del 60% dalla normativa nazionale. La provincia di Treviso con il 75% si conferma al primo posto nella classifica regionale della raccolta differenziata, segue Belluno con il 65% ma tutte le altre province, ad eccezione di Venezia (53%), hanno raggiunto o superato l’obiettivo del 60% fissato per il 2011. messaggio pubblicitario


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Voci da palazzo 33 15 Amministrative 2013 Dietro la netta vittoria del centrosinistra, il calo dei votanti e le debolezze altrui

E adesso il Pd scommette su palazzo Balbi Da Treviso a San Donà, da Piove di Sacco a Vicenza, successi di prestigio che possono spianare la strada a una candidatura eccellente per il 2015. Magari, quella del ministro Zanonato di germana Urbani

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on sarà il famoso 61 a 0 che il centrodestra ottenne alle Politiche del 2001 in Sicilia, ma il 16 a 0 con cui si è conclusa la partita delle amministrative lo scorso giugno è comunque risultato di tutto rispetto. Anzi, per un centrosinistra che già si vedeva alla guida dell’Italia ed è uscito a pezzi dalle scorse elezioni politiche, è una di quelle vittorie che restituiscono smalto, tonicità, entusiasmo per il futuro. Anche perché a cadere sono state storiche roccaforti del centrodestra, mentre l’effetto Grillo si è rivelato molto più debole di quanto alla vigilia si potesse ritenere. Il Veneto non fa eccezione: presa Vicenza addirittura al primo turno, il ballottaggio ha riservato successi ancor più di prestigio se non altro sul piano simbolico. Su tutti Treviso, la roccaforte della Lega conquistata da un avvocato quarantenne di estrazione cattolica e osservanza renziana come il suo candidature contrapposte e di lotte intestine. “Siacollega Variati a Vicenza. Ma sono importanti anche mo stati dei coglioni“, ha tuonato Giancarlo Galan le vittorie a Piove di Sacco nel padovano, a San Donà all’indomani della sconfitta a Treviso. “Per noi si è e Martellago nel veneziano, in tanti comuni minori chiuso un ciclo”, ha rincarato la dose il presidente in cui il Pd non si è presentato con suo simbolo ma Luca Zaia, una volta tanto in perfetta sintonia col sinall’interno di liste civiche. La prima novità di questo daco di Verona Flavio Tosi, il principale bersaglio delle turno elettorale in Veneto è dunque proprio il succes- critiche dei dissidenti che già iniziano a parlare di un so del centrosinistra, che oggi governa cinque capo- nuovo partito “padano” mentre il Carroccio è riuscito luoghi su sette (mancano Veronell’impresa di ottenere il 7 per na e Rovigo) e inizia a pensare Netto il calo dei 5 cento a Treviso, il 4 a Vicenza in grande anche per quel che Stelle rispetto alle e addirittura di farsi sconfiggere riguarda palazzo Balbi. Dopo politiche. Nessun a Vedelago dal candidato sindatanti candidati sbagliati e tante sindaco, un solo co di Indipendenza Veneta. Un sconfitte sonore, infatti, la pros- ballotaggio. Perso vero colpo allo stomaco. sima potrebbe essere la volta Di sicuro, a forza di litigi, buona, magari abbandonando la strada degli “ester- spaccature, decisioni imposte dall’alto, il centrodeni” per una candidatura solida come quella dell’ex stra è stato abbandonato da una consistente fetta sindaco di Padova e attuale ministro Flavio Zanonato. di elettori. Che non ha cambiato colore politico, ma Sempre che – almeno a leggere in filigrana gli ultimi ha semplicemente scelto di astenersi. Questo, in risultati – il Pd e i suoi alleati minori possano contare prospettiva futura, è forse il dato che più dovrebbe ancora su due fattori convergenti che rappresentano preoccupare gli attuali governanti del Veneto visto le altre vere novità rispetto al passato. che va a sommarsi al già forte calo di consensi alle A favorire il centrosinistra, infatti, sono stati sia politiche. Senza quel 20 per cento di suoi elettori che il forte astensionismo sia le divisioni tra Pdl e Lega, non sono andati alle urne, ogni risultato è possibile che hanno finito per tradursi in una lunga serie di nel 2015, specie se la competizione non sarà più a

due ma a tre o, addirittura, a quattro. Il risultato del Movimento 5 Stelle, infatti, andrà valutato con attenzione nei mesi a venire. Certo non c’è stato il boom che più di qualcuno aveva profetizzato: a Treviso i grillini sono fermi sotto il 7 per cento; a Vicenza il 22,5 per cento delle Politiche si è ristretto fino al 6,53 per cento, vale a dire oltre 10mila voti smarriti nel giro di pochi mesi; a Martellago Antonio Santoliquido è sì arrivato al ballottaggio col 17 per cento dei voti ma è stato surclassato da Monica Barbiero del centrosinistra. I sindaci del Movimento rimangono così solo due, nella vicentina Sarego e nella veneziana Mira, ma sarebbe sbagliato considerare già concluso il fenomeno. Il radicamento territoriale è cosa molto diversa dal voto d’opinione, e non si costruisce in una notte. Lo sa bene il Pd, che da anni sta cercando le parole giuste per affrontare la “questione settentrionale”, lo sanno benissimo il Pdl e la Lega. Quelli che all’anima profonda del Nord in questi ultimi vent’anni hanno saputo parlare meglio, e che oggi – pur mantenendo una rilevante base elettorale, specialmente nei centri minori – si ritrovano all’improvviso smarriti. Senza più argomenti e senza più uomini capaci di far presa sull’elettorato. Che triste parabola.

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“I CITTAdINI RIfLETTANO bENE SuL PAESE CHE vOGLIONO”

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rano tanti i riflettori puntati sul Movimento 5 Stelle, per capire se dopo l’exploit delle Politiche sarebbe riuscito a confermarsi anche alle elezioni amministrative. Alla fine Grillo conta 3 nuovi sindaci (Ragusa, Pomezia, Assemi- Alvise Maniero ni) ma anche tante brucianti sconfitte. In Veneto, solo un candidato arrivato al ballottaggio a Martellago e un secco tonfo nei capoluoghi. Eppure appena un anno fa ai grillini era riuscito un doppio colpo: il primo sindaco d’Italia a 5 stelle a Sarego, nel vicentino, e il sindaco più giovane d’Italia a Mira, dove Alvise Maniero era riuscito a sconfiggere il sindaco uscente Michele Carpinetti (Pd) che al primo turno aveva ottenuto il 43 per cento dei voti. E adesso? “Gli elettori non vanno giudicati – sottolinea Maniero – ma quel che preoccupa è la disaffezione al voto. Certo, se qualcuno si aspettava da noi miracoli ha sbagliato, un anno di lavoro quotidiano mi è appena bastato a prendere in mano il nostro comune e ogni cambiamento richiede tempo. Ma se gli italiani smettono di credere nella possibilità di un paese diverso, siamo finiti. Tutti, non il Movimento”.

LA SfIdA ALL’uLTIMO vOTO TRA duE TRENTENNI

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finita con lui, candidato del Pd, a quota 4.098 voti e Andrea Recaldin, assessore uscente della Lega, fermo a 3.823. Un’inezia, che però riconsegna al centrosinistra Piove di Sacco dopo una tormentata legislatura a guida centrodeDavide Gianella stra chiusa con le dimissioni del sindaco e il commissariamento. Ma fosse anche andata in modo inverso, non sarebbe cambiato il senso ultimo del risultato, visto che a contendersi la guida di Piove di Sacco erano due candidati per molti versi simili: come età, come precoce ingresso in consiglio comunale e come idee, a partire dalla necessità di far lavorare insieme i comuni della Saccisica e di tutelare l’ospedale cittadino. Anche per questo, alla fine, da entrambe le parti non è mancato il fair-play. “Recaldin è stato un avversario stimolante, e mi pare che siamo sempre riusciti a confrontarci sui contenuti più che a fare inutili polemiche. Anche per questo spero che ora nessuno si chiami fuori dalle battaglie che dobbiamo condurre per dare un nuovo inizio alla nostra città. Da parte mia, garantisco che voglio rappresentare tutti i piovesi, senza alcuna differenza”. Cristian Bottaro, Villanova di Camposampiero

NuOvO SINdACO GIOvANISSIMO, MA CON ALLE SPALLE TuTTA LA fAMIGLIA

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SI CHIudE IL vENTENNIO dEL SINdACO-SCERIffO GENTILINI di una Lega dilaniata dalle faide, colpa forse anche del semplice fatto che quasi nessuno resiste al potere per vent’anni. Ma colpa anche di un Gentilini che – per scelta o semplicemente per tentare di nascondere le debolezze della sua parte politica – è sembrato la caricatura grottesca e paradossale del sindaco-sceriffo degli anni migliori. Una campagna elettorale tutta giocata sul pericolo comunista, sull’invasione dei clandestini alle porte, sulla difesa strumentale dell’identità cristiana, gli ha consentito di portare a casa solo 10 delle 77 sezioni cittadine, per un totale di appena 17 mila voti, mentre più del 40 per cento dei trevigiani non sono andati a votare. Ora tocca a Giovanni Manildo, e il vento del cam-

Alvise Maniero, Movimento 5 Stelle

Davide gianella, Piove di Sacco

Il caso Treviso

l titolo più graffiante – “La caduta degli dei padani” – glielo ha forse riservato il settimanale diocesano La vita del popolo, che pure è sempre molto attento a non inasprire i toni. Nulla a che vedere col Dio Po e con le famose ampolle a cui Gentilini, da buon alpino, non è mai parso particolarmente appassionato. Ma davvero la sua uscita di scena, “finito col rotolare giù per le scale di Ca’ Sugana” come scrive il giornale della diocesi, è qualcosa di più di una semplice sconfitta per quanto dolorosa. È un sistema di potere, quello costruito dalla Lega nella Marca, che è venuto giù tutto d’un colpo e che sarà difficilissimo ricostruire come nulla fosse accaduto. Colpa delle divisioni interne al centrodestra, colpa

Le storie

Giovanni Manildo e Giancarlo Gentilini biamento non riguarda solo il primo cittadino con i suoi 43 anni, renziano, un passato da scout e un profilo da cattolico moderato. Cambia profondamente infatti anche il consiglio comunale, dove tre quarti dei consiglieri sono al primo mandato e molti non hanno ancora compiuto 25 anni. Loro quando Gentilini diventava sindaco e toglieva le panchine dai parchi pubblici erano appena all’asilo, adesso possono ridisegnare il volto della città.

n Veneto c’è ancora un Pdl che vince, solo che quasi sempre bisogna andare a cercarselo ormai in provincia e scrutare ben bene i nomi inseriti nelle liste civiche. È il caso di Villanova di Camposampiero, dove tutti scommettevano sull’ex vice sindaco Lucio Caccin o sull’ex assessore Rina Cristian Bottaro Marfia. E invece, a sorpresa, è spuntato il nome di Cristian Bottaro, 27 anni, laureato in scienze politiche, già consigliere di minoranza, che ha saputo fare incetta di voti tra i giovani. E che, appena eletto, ha voluto spendere le prime parole di ringraziamento per i genitori e il fratello, il cui aiuto è stato certamente prezioso a sovvertire i pronostici. Da dove partire? “Da una ricognizione attenta dei conti insieme alla ragioneria comunale, in modo da capire cosa sia davvero possibile fare a Villanova. Ci siamo dati 100 giorni, tre mesi al termine dei quali torneremo a incontrare la popolazione di tutte le frazioni. E a dialogare con l’opposizione, perché solo lavorando uniti possiamo raggiungere dei risultati”.


34 Cultura veneta 16 Biennale di Venezia Il percorso espositivo di Bartolomeo Pietromarchi

TEMPORANEA A vENEZIA

Il “Vice Versa” italiano

uN CAffÈ NERO E bIANCO CON OMAR GALLIANI

L’enorme area espositiva dello storico Padiglione Italia, all’Arsenale, è stata divisa in 7 ambienti che ospitano opere di 2 artisti, ciascuno espressione di un binomio di Alain Chivilò

A

ll’interno della 55. Biennale di Venezia è presente lo storico Padiglione Italia che dalle ultime edizioni è sito nell’Arsenale. Ogni biennio, un curatore diverso cerca di proporre un percorso espositivo fatto di selezione e tematiche ulteriori unite in un unico contenitore. Quest’anno il prescelto in questo ruolo è il direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Roma Bartolomeo Pietromarchi e la mostra ideata s’intitola “Vice Versa”. Come afferma Pietromarchi “il Padiglione Italia e il Palazzo Enciclopedico della Biennale hanno vari punti di contatto nell’idea dell’archiviazione e nella volontà di mettere le mani sulla classificazione e sul concetto di enciclopedismo. Situazione destinata comunque a fallire, come nell’opera di Benassi che con un pavimento di 10.000 mattoni paragrafa l’archivio dell’errore in parallelo alla stessa quantità di detriti in orbita attorno alla terra”. Dunque un’unione tra vecchio e nuovo con un’attitudine non storiografica e generazionale per concentrarsi sulla validità dell’opera. Si tratta come indica il curatore di

A fianco Bartolomeo Pietromarchi “un arcipelago d’isole con un tetto comune su cui vivono dialoghi e confronti di artisti dagli approcci diversi”. Nell’enorme area espositiva s’individuano così 7 ambienti che ospitano opere di 2 artisti ciascuno all’interno dei seguenti binomi: sistema/frammento con Gianfranco Baruchello e Elisabetta Benassi, suono/silenzio con Massimo Bartolini e Francesca Grilli, veduta/luogo con Luigi Ghirri e Luca Vitone, prospettiva/superficie con Giulio Paoloni e Marco Tirelli, corpo/storia con Fabio Mauri e Francesco Arena, concludendo in familiare/estraneo per Marcello Maloberti e

Flavio Favelli. Artisti che hanno già raggiunto un certo livello di maturità nella loro carriera, facendo sì che tale mostra diventi un punto fondamentale del personale percorso artistico. Invece molto interessante sottolineare è come il sistema arte italiano si sia unito positivamente in un’opera di crowdfunding, che ha ricevuto 180.000 euro in donazioni per finanziare l’attuale progetto espositivo. Non rimane che effettuare una visita, dalla quale ognuno potrà trovare elementi di condivisione o di lontananza nel personale approccio all’Arte.

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a XII edizione di “Temporanea. Le realtà possibili del Caffè Florian” ospita nelle prestigiose sale del più antico Caffè del mondo il Maestro Omar Galliani. Fino al 30 settembre, nella biennale edizione dell’evento, è possibile apprezzare la tecnica sopraffina della sua matita all’interno di un’esposizione site-specific intitolata “Il sogno della principessa Lyu-Ji al Florian”. Un tributo alla femminilità, attraverso un sentito atto d’amore alla donna e quindi a Venezia e alla Cina. La tecnica che ha reso famoso in tutto il mondo Omar Galliani è la grafite che nelle sue mani si trasforma in una forma indelebile di forme e di figure in atmosfere rarefatte, che si possono percepire in quella nebbia che avvolge la sua terra d’Emilia. Ne scaturisce un bianco e nero che il Professore Omar definisce “come una sobrietà, un’essenzialità che porta alla complessità”. Una fonte che emana e riflette la luce all’interno di una situazione alchemica, che paragrafa il diamante prodotto da compressioni nel sottosuolo. In tutto questo, tra le salette del Florian, il visitatore è invitato a ricercare il luogo delle opere di Galliani giungendo così al doppio ritratto della principessa Lyu-Ji: un ritratto siamese perché la parola stessa implica due, ma come indica il Maestro “in realtà sono uno, quindi la natura che riproduce se stessa attraverso un unico ventre nella maternità”. Si creano due percorribili identità, in quanto il soggetto impresso due volte ha delle differenze perché, umanamente, non può mai essere uguale nelle sue parti. Attorno al fulcro sdoppiato, in elementi tra le pareti e i tavoli, si notano impresse figure come rose, pistole, colombe, mani, tazze, tazzine, cucchiai, teschi attraverso componenti cromatiche che s’insinuano all’improvviso nello sguardo dell’osservatore per aprire simultaneamente nuovi orizzonti. Un’occasione unica per entrare in contatto e in sintonia con il massimo esponente italiano al mondo della figurazione italiana, in concomitanza con gli eventi della 55. Biennale di Venezia. Al.Ch.

Tintoretto e Vedova

guggenheim fino all’8 settembre

COLLAgE D’ARTE PER MOThERWELL

Il dialogo mai interrotto alla Scola di San Rocco

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obert Motherwell: i primi collage” è un’interessante mostra, dedicata al lavoro pioneristico eseguito negli anni ’40 sui papiers colleés, presso la sede della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia fino all’8 settembre. Un esordio artistico di Motherwell (Aberdeen, Washington 1915 – Cape Cod, Massachusetts 1991) che venne proprio incoraggiato dalla stessa Peggy. Si creò così un effetto catalizzante per il successivo sviluppo pittorico dell’artista. Infatti nel 1943 nella galleria newyorkese Art of this century, di proprietà Guggenheim, il giovane Maestro espose i primi collage. Sotto anche la tutela di Roberto Sebastian Matta Echaurren, Motherwell pose in questi primi lavori le basi di un percorso che lo porterà a essere uno tra i massimi esponenti dell’Espressionismo Astratto americano.

Quarantotto opere si liberano tra azione compositiva spontanea, pure astrazioni, figure indefinite e influenze surrealiste. Un connubio che si manifesta all’interno di temi inerenti alla lotta umanitaria e a una violenza simbolica insiti nella società di quegli anni. Nelle composizioni appaiono inglobati slogan della resistenza, frammenti di mappe militari, figure stilizzate ferite o morte e sbarre di prigione all’interno di un’azione espressiva che l’artista paragona a un “uccidere”. Pezzi di carta coagulati all’interno di una gestualità innovativa per quegli anni. Un percorso espositivo interessante, che porta il visitatore a entrare in contatto con una produzione artistica primigenia, fonte di collegamento tra Motherwell e Peggy Guggenheim magnate e collezionista. Al.Ch.

e mie opere non sono creazioni, ma terremoti. Non sono pitture, ma soffi”. Ecco in poche parole una possibile sintesi di Emilio Vedova espressa proprio dal Maestro in alcune dichiarazioni. La forza del gesto, l’irrequietezza compositiva, la fisicità fuori ogni limite, la drammaticità poetica colta a opera compiuta, fino a un utilizzo sonoro del colore fanno parte di chiavi di lettura per le dirompenti opere di Vedova. Alcune di questi lavori sono posti, fino al 3 novembre all’interno della Scuola Grande di San Rocco di Venezia, in un interessante dialogo che da titolo al percorso espositivo: “Vedova Tintoretto”. Un progetto curatoriale di alto livello ideato da Germano Celant e Stefano Cecchetto, che hanno pensato di rendere partecipe il visitatore attraverso l’atmosfera e l’attrazione che unì artisticamente Vedova con Jacopo Robusti detto Tintoretto, a partire dalla Sala Terrena tra le colonne della navata centrale. Era il 1936 e a diciassette anni il giovane Emilio avvertiva quell’angoscia che Jan Paul Sartre indicava successivamente nel suo saggio: “lo squarcio giallo del cielo al di sopra del Golgota, il Tintoretto non lo ha scelto per significare l’angoscia, né tanto meno per provocarla; è angoscia e, insieme, cielo giallo. Non cielo d’angoscia, né cielo angosciato; è un’angoscia fatta cosa, è un’angoscia trasformata in squarcio giallo del cielo …” Parole, tratte dall’analisi degli anni ’50, che nascono dalla crocifis-

Nelle foto piccole l’autoritratto del Tintoretto, oggi al Louvre, e un ritratto fotografico di Emilio Vedova, nell’ altra foto la mostra che rimarrà aperta fino al 3 novembre sione di Cristo posta nella Sala dell’Albergo della Scola, la cui essenza è avvertita un decennio prima anche da Vedova. Frasi, tratte da due estratti che il Maestro scrisse nel 1991, quali “Tintoretto è stato una mia identificazione” e “Quella, regia a ritmi, sincopati e, cruenti magmatici di energie, di fondi interni di passioni, di emotività commossa” ben delineano tale simbiosi. Dunque un’esposizione che probabilmente, da un lato a sette anni dalla scomparsa del maestro fa si che la non forma pittorica italiana risenta della sua impossibilità ad avere una guida per le nuove leve al fine di tracciare, con il suo tipico carattere verace, nuove possibili vie aderenti al suo credo, dall’altro profonde analisi e raffronti condurranno i visitatori, italiani e internazio-

nali, ad avvicinarsi a quel meccanismo che permetta di comprendere come inquietudini intellettualmente artistiche possano creare contenuti di alta profondità. Tele di Vedova, come “Ciclo ’62 (B3)”, le serie degli “Oltre” assieme a studi e interpretazioni di tempere e oli, s’innestano nelle atmosfere magiche della Scola creando personalissimi piani diversi dimensionali di raffronto, studio ed emozione con i lavori di “Mosè”, “Ultima cena”, “La strage degli innocenti”, “La visitazione” fino a “La crocifissione” di Jacopo Robusti. Dunque un progetto culturale che in “San Rocco Contemporaneo: in dialogo con Tintoretto” avvicinerà dopo Vedova altri artisti e tematiche cui i due curatori Cecchetto e Baldo stanno già Al.Ch. lavorando.


18 Cultura veneta

Cultura veneta 35

Celebrazioni Il Papa di Riese, Giuseppe Melchiorre Sarto, si spense il 20 agosto 1914

Un anno di eventi nel centenario della morte di San Pio X Il 12 giugno sono state aperte ufficialmente le celebrazioni. La piccola casa natale del pontefice, diventerà meta di continui pellegrinaggi di Vesna Maria Brocca

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apa San Pio X, di origini trevigiane, è morto il 20 agosto 1914. Nel centenario della morte, il vescovo di Treviso, Gianfranco Agostino Gardin, ha aperto la Casa dei ricercatori, il Centro Studi San Pio X, con sede nel Seminario di Treviso. Dal Centro Studi prenderanno origine le celebrazioni per il centenario e il progetto per mettere in rete luoghi e devozioni che sono intitolati a San Pio X nel mondo. Il 12 giugno sono state aperte ufficialmente le celebrazioni del centenario e per l’occasione il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica papale di San Pietro e vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica. Tra i molti eventi in cartellone, si segnala per sabato 20 luglio al Teatro Margherita a Riese, la proiezione del film sulla vita di San Pio X “Gli uomini non guardano il cielo”; regia di Umberto Scarpelli, produzione Cinelia, realizzato nel 1952 e di recente digitalizzato dalla Filmoteca Vaticana. Do-

Nella chiese di Riese e al santuario delle Cendrole si potrà ottenere l’indulgenza plenaria menica 4 agosto sarà la volta poi di una cerimonia a Cima Grappa con sfilata delle borgate storiche di Riese Pio X e inaugurazione del busto dedicato al papa veneto. E ancora, mercoledì 21 agosto (ore 20.45) proprio nel giorno della Festa di S. Pio X, nella chiesa parrocchiale del paese natio, si svolgerà la celebrazione eucaristica presieduta da Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto e seguirà una processione lungo le vie del paese con la proiezione di immagini raffiguranti la vita del santo. Nel corso della serata verrà inoltre presentata la “mappa del pellegrino” sui luoghi di San Pio X, realizzata dal comitato diocesano, con collaborazione del Gruppo Fotografico Vallà - Filò Multivisioni. Le celebrazioni del centenario termineranno giovedì 24 ottobre 2014 con l’esecuzione dell’Oratorio “La resurrezione di Cristo” di Lorenzo Perosi. Si ricorda infine che nelle chiese di Riese Pio X, cattedrale di Treviso, santuario delle Cendrole si potrà ottenere l’indulgenza plenaria per tutto il periodo. Riese è talmente legata alla memoria

Nelle due foto Giuseppe Melchiorre Sarto, San Pio X, e la sua casa natale a Riese

del suo figlio, divenuto una delle figure più eminenti della Chiesa cattolica, da aver aggiunto al proprio il suo nome, ribattezzandosi Riese Pio X. Adagiata tra Castelfranco ed Asolo, la piccola cittadina che nel 1835 diede i natali a papa Sarto, conserva dal 1926, a seguito della donazione di Maria Sarto (1846-1930), sorella del papa, la piccola casa natale del pontefice, alla quale ha giustapposto nel centenario della sua nascita un museo ricco di molti cimeli e provenienti da numerosi lasciti. Già nei primi anni seguenti alla morte di Pio X, ma soprattutto dopo la sua canonizzazione, avvenuta nel 1954, il complesso è meta di continui pellegrinaggi. Nota per i pellegrini: per celebrazioni eucaristiche, confessioni, momenti di preghiera è possibile contattare la parrocchia di Riese Pio X (tel. 0423 483105) che mette a disposizione la chiesa parrocchiale, il santuario delle Cendrole e la cappella San Pio X presso la casa natale. Gli orari delle messe feriali sono: 8.00 - 18.00. Gli orari delle messe festive sono: 7.30 - 9.00 - 10.45 - 18.00 (quest’ultima presso il santuario delle Cendrole). La chiesa parrocchiale di San Matteo e il santuario delle Cendrole sono aperti tutti i giorni dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 19. Ulteriori informazioni: Fondazione G. Sarto: tel. 0423.483929 - 0423.483050.


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Mille e ancora mille...

1065

E

Pagina a cura di Graziano Edi Corazza

uN vIAGGIO SPETTACOLARE TRA CIRCO, dANZA E TEATRO IN PROvINCIA dI vENEZIA PER TuTTO LuGLIO 2013

’ partito CIRCOVAGANDO, progetto che nasce come sviluppo di “Che Spettacolo in Provincia di Venezia”, ideato e organizzato da Arteven nell’ambito della programmazione estiva di Reteventi Cultura – Provincia di Venezia Assessorato alla Cultura per l’Accordo di programma Regione del Veneto – Province del Veneto. L’edizione 2013 grazie alla collaborazione con le rispettive Amministrazioni Comunali porterà cultura per il turismo, svago e divertimento nelle città di CAMPONOGARA, CAVARZERE, CHIOGGIA, CONA, FIESSO D’ARTICO, FOSSALTA DI PORTOGRUARO, MARTELLAGO, MIRANO, NOALE, SAN STINO DI LIVENZA, SCORZÈ, SPINEA, STRA, TORRE DI MOSTO e VIGONOVO. A luglio i quindici Comuni coinvolti ospiteranno un nutrito calendario di performance dal vivo che animeranno l’estate di grandi e piccini, cittadini e turisti con spettacoli dal circoteatro internazionale alla commedia, dalla musica alla danza contemporanea. Circovagando 2013 è su www.arteven.it e www. culturavenezia.it. Nello specifico: FOSSALTA DI PORTOGRUARO. Il 25 luglio la rassegna si chiude con Compagnia Naturalis Labor in NOCTURNO TANGO Spettacolo di tango, danza y musica dal vivo. CHIOGGIA. PETER PAN (25 e 26 luglio). Per i più piccoli il 22 luglio STORIE DI ORCHI LUPI E STREGHE IN GIRO PER L’ITALIA, 29 luglio UNA FIABA CI UNIRÀ. SPINEA. Primo appuntamento all’Oratorio Santa Maria Assunta il 22 luglio alle ore 21.15 con la COMPAGNIA LA SCATOLA ROSSA che presenta LUX progetto vincitore del concorso Cantieri di Strada 2013 – Sezione “Di Piazza in PIazza” Premio Giovanna Bolzan indetto da FNAS Federazione Nazionale Artisti di Strada. Nell’Arena Villaggio dei Fiori - ingresso gratuito - il 24 luglio ore 21.15 appuntamento con la COMPAGNIA ALDES ROBERTO CASTELLO in SCENE DA UN MATRIMONIO performance di una stralunata e divertente festa di nozze. CAVARZERE - Piazza del Donatore 19 luglio ore 21.15 Compagnia Città Murata ARSENICO E VECCHI MERLETTI Commedia brillante di Joseph Kesserling regia di Ermanno Reffo con Sara Favero, Ermanna Terzo, Roberto Scodro, Enrico Pegoraro, Ottavio Di Leoni, Nicola De Palma, Davide Bregolato, Paolo De Santi, Stefano Sbrignadello, Nicola Perin e Armando Marcolongo. MARTELLAGO – Piazza Giotto di Maerne 19 luglio ore 21.15 Teatro Necessario CLOWN IN LIBERTÀ Concerto interrotto da divagazioni comiche o spettacolo di clownerie con musica di e con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini e Alessandro Mori. SPINEA – Oratorio Santa Maria Assunta 22 luglio ore 21.15 Biblioteca Comunale - Parco Di Villa Simon

Compagnia La Scatola Rossa LUX progetto vincitore del concorso CANTIERI DI STRADA 2013 Sezione “Di Piazza in Piazza” Premio Giovanna Bolzan indetto dalla FNAS Federazione Nazionale Artisti di Strada scrittura scenica e regia di Valentina Rosati con Juriy Longhi, Giulia Piermattei elementi scenici e costumi di Marianna Peruzzo. FIESSO D’ARTICO - Piazza Marconi 23 luglio ore 21.15 Milo e Olivia KOLÒK I terribili vicini di casa… Spettacolo di teatro tra il comico e il poetico di e con Olivia Ferraris e Milo Scotton regia di Philip Radice. SAN STINO DI LIVENZA - Piazza Aldo Moro 24 luglio ore 21.15 La Piccionaia – I Carrara Teatro Stabile di Innovazione DUE ALLEGRI VAGABONDI Stupore fame e fantasia ai tempi della Grande Crisi progetto teatrale di e con Igi Meggiorin e Marco Artusi testo di Maril Van Den Broek, Igi Meggiorin e Marco Artusi regia di Maril Van Den Broek. SPINEA – Arena Villaggio dei Fiori 24 luglio ore 21.15 Compagnia Aldes Roberto Castello (danza) SCENE DA UN MATRIMONIO Performance di una stralunata e divertente festa di nozze progetto di Roberto Castello con Roberto Castello/Fabio Pagano, Alessandra Moretti/Irene Russolillo, Mariano Nieddu. CAVARZERE – Piazza del Donatore 25 luglio ore 21.15 Ensemble Vicenza Teatro LA LOCANDIERA Commedia brillante di Carlo Goldoni libero adattamento e regia di Roberto Giglio con Irma Sinico, Claudio Manuzzato, Roberto Giglio, Alessandro Bonollo, Franco Zamberlan e Fabio Festival. FOSSALTA DI PORTOGRUARO – Villa Mocenigo 25 luglio ore 21.15 Compagnia Naturalis Labor NOCTURNO TANGO Spettacolo di tango, danza y musica dal vivo regia e coreografie di danza di Luciano Padovani musiche di Piazzolla, Di Sarli, De Angelis, Pugliese, Stamponi, Bardi, musica dal vivo de Trio Lumière de tango. CHIOGGIA – Chiostro Museo San Francesco 25 e 26 luglio ore 21.15 Il Gruppo del Lelio PETER PAN

Le divertenti avventure di un piccolo grande bambino di Angelo Lelio - da J. M. Barrie musiche di Michele Gregori con Angelo Lelio, Fabia Ceccon, Floriana Libassi, Paolo Bertoncello. STRA – Piazza Marconi 26 luglio ore 21.15 Nando e Maila SCONCERTO D’AMORE Spettacolo di gags, acrobazie aeree, giocoleria e prodezze musicali di e con Ferdinando D’Andria e Maila Sparapani, collaborazione artistica Marta Dallavia, Carlo Boso, regia di Luca Domenicali. CAMPONOGARA - Piazza Salvo D’Acquisto 26 luglio ore 21.15 Nicola Cazzalini e Nemo CUBO Un mondo in…scatola di Nicola Cazzalini, scenografie di Riccardo Bianchi - musiche originali di Umberto Bellodi. MIRANO - Piazza Vittorio Emanuele II 27 luglio ore 19.00 Ca’ Luogo d’Arte L’INEVITABILE SFIDA DI DON CHISCIOTTE E SANCHO PANZA Incontro con il cavaliere dalla triste figura e il suo scudiero testo di Marina Allegri con Alberto Branca e Massimiliano Grazioli regia di Maurizio Bercini. SCORZÈ - Piazza Aldo Moro 30 luglio ore 21.15 Ca’ Luogo D’Arte LA DRITTA VIA La divina commedia in sidecar testo di Marina Allegri con Francesca Grisenti, Alberto Branca e Piergiorgio Gallicani regia di Maurizio Bercini. FIESSO D’ARTICO - Piazza Marconi 31 luglio ore 21.15 Teatro Due Mondi CAROSELLO Parata di una allegra e sgangherata banda di uomini - animali con Mario Barzaghi, Monica Camporesi, Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Renato Valmori regia di Alberto Grilli - musiche originali e direzione musicale di Antonella Talamonti

TRE dATE ESTIvE 2013 NEL vENETO PER NICCOLO’ fAbI Niccolò fabi candidato ai “Nastri d’Argento 2013” con il brano “Il silenzio”

A

conferma di un anno artistico molto importante, arriva per Niccolò Fabi anche la candidatura ai Nastri D’Argento con “Il Silenzio”, brano scritto con i Mokadelic per il film “Pulce non c’è”, in lista come Miglior Brano Originale. “Il Silenzio” fa parte della colonna sonora di “Pulce Non C’è”, film tratto dall’omonimo libro di Gaia Raineri. Scritto e diretto da Giuseppe Bonito (candidato come miglior regista esordiente), sarà nelle sale cinematografiche dopo l’estate e, partendo da una storia vera, tratta il delicatissimo tema dell’autismo. “Il silenzio è una canzone che è nata dentro il film. E’ la naturale continuazione della colonna sonora originale scritta dai Mokadelic, gruppo con cui ho suonato per molti anni. - dice Niccolò Fabi -. Non è un brano tirato fuori da un cassetto, ma una canzone che è nata naturalmente, ascoltando la storia ed entrandoci dentro. Il film è molto bello ed ho pensato ci potesse essere una chiave interessante anche per raccontarlo con una canzone.” Mercoledì 31 Luglio 2013 Verona – Verona Folk Festival Parco Castello di Zevio Piazza Castello, Zevio (Verona) Giovedì 1 Agosto 2013 Treviso – Suoni di Marca Festival Giovedì 22 Agosto 2013 Noventa di Piave (VE) – McArthurGlen Outlet Via Marco Polo, 1

Superaffollamenti e strade intorno nel caos del traffico

I GRANdI CONCERTI ALL’APERTO PER vENTIMILA PERSONE E RIPETERLI PIÙ vOLTE COME SI fA CON QuELLI TEATRALI

C

hi ha visto più di qualche live all’aperto con cinquantamila o centomila o centocinquantamila persone ha vissuto una esperienza unica. Si parte al mattino per giungere presto là e prendersi dei posti sul prato; possibilmente il più vicino al palco. Si arriva là prima anche perché bisogna disperatamente guardarsi intorno per vedere dove parcheggiare l’automobile; dove ci sono i “park auto” con lì pronti i bus-navetta. Per chi viaggia in treno e non ha particolari problemi per il giorno dopo, la ferrovia è il mezzo di trasporto più valido per andare ai concerti all’aperto dove si attendono migliaia di persone. Una volta giunti alla stazione d’arrivo, c’è sempre un ottimo servizio di bus di linea o i bus-navetta che conducono fino alla vicinanza del campo erboso. Il penultimo grosso concerto all’aperto al quale

sono andato in macchina è stato a Mestre: il Jam Festival - parco San Giuliano, tre anni fa. L’ultimo: quello del 31 maggio 2013: Bruce Springsteen a Padova - stadio Euganeo. Il caos del traffico circostante la zona del concerto è stato anch’esso unico. Macchine ed autobus: a passo d’uomo... a passo di formica... Bus-navetta strapieni... Sorvolo il problema di dove e come ho parcheggiato e vado a motivare una idea che mi è venuta tornando a casa da quest’ultimo concerto all’aperto. Va bene il Festival Rock od il “Big Concert” allo stadio, ma sarebbe da organizzarli con ripetuti concerti-replica, come si fa per le stagioni teatrali o per alcuni concerti nei palazzetti dello sport. Ovvio che la “star” dovrebbe ridursi il cachet... Ma ne godremmo tutti meglio... Ricordo un concerto degli U2 a Reggio Emilia 15 anni fa...

150 mila persone... e Bono Vox, per chi lo vedeva da lontano, alto 1/4 di mignolo... Già prima di uscire dall’autostrada... una coda... che non vi dico... In effetti le grandi città sono già in crisi dal punto di vista della viabilità e mal sopportano carichi di altre vetture in loco ed affollamenti di decine di migliaia di persone. Si potrebbero, dunque, sì fare i concerti all’aperto, ma ripetendo l’evento durante l’arco della settimana con gli stessi artisti; per esempio: dal giovedì alla domenica; così come si fa per gli eventi teatrali. Al Festival Rock all’aperto potrebbero assistervi: faccio un numero: fino ad un massimo di ventimila persone per giornata. Mettere in piedi un live-concert così non sconvolgerebbe il traffico delle grandi aree urbane e premierebbe gli spettatori con una visione pi ravvicinata dei propri idoli del Rock.


38 I nostri esperti L’ARCHITETTO

Le costruzioni in legno (Parte seconda; segue dal numero precedente)

Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto

I pannelli, che hanno una funzione strutturale, vengono fissati con staffe in acciaio alla fondazione in calcestruzzo, ottenendo un sistema che rispetta le normative antisismiche (foto 1). Alla base dei pannelli viene posta una guaina o un materassino in gomma per evitare l’umidità per risalita; la parte esterna del pannello, a contatto con la fondazione, deve essere protetta dall’umidità con la posa di una guaina impermeabilizzante. Anche i solai sono costruiti in legno con struttura in travi a vista, con elementi scatolari oppure ancora con pannelli multistrato con spessori compresi tra 12,5 e 16 cm. per luci fino a cinque metri. Il tetto, di solito, è costruito con travi e tavolato a vista ed è coibentato con pannelli in fibra di legno (foto 2); tra il manto di copertura e l’isolante si realizza la “camera di ventilazione” per migliorare le prestazioni termo igrometriche del pacchetto tetto. Ultimato il grezzo si provvede alla costruzione della coibentazione termica esterna (foto 3); sono da preferire la fibra di legno, il sughero o materiali analoghi, con una certa massa, permeabili al vapore, che hanno un buon comportamento anche dal punto di vista acustico; sono sconsigliati materiali leggeri o rigidi di origine sintetica. La finitura esterna deve essere realizzata con intonaci traspiranti o con una facciata ventilata. Particolare attenzione va posta alla tenuta all’aria di tutto l’involucro esterno (pareti e tetto); la presenza di eventuali infiltrazioni comporta maggiori consumi per la climatizzazione ed il rischio di formazione di condensa all’interno delle strutture col manifestarsi di fenomeni di marcescenza. Allo scopo, per il tetto, si usano teli particolari con la doppia funzione di freno vapore

Foto 1: Fissaggio dei pannelli x-lam alla fondazione

Foto 3: coibentazione termica a cappotto in fibra di legno

Foto 2: Coibentazione del tetto in fibra di legno e predisposizione della “camera di ventilazione”

e di tenuta all’aria, mentre le pareti multistrato, se a cinque o più strati, garantiscono già la tenuta all’aria; all’occorrenza si usa un apposito telo posto verso l’interno. Tutte le giunzioni dei teli e dei pannelli devono essere sigillate con appositi

Foto 4: intercapedine coibentata con alloggiamento impianti e contro parete con doppio pannello di cartongesso

nastri adesivi per evitare le infiltrazioni d’aria fra le giunzioni. In tutti i sistemi costruttivi, sia in muratura sia in legno, deve essere sigillata la zona di contatto tra il falso telaio delle finestre e la parete e tra il falso telaio e le finestre con appositi

nastri sigillanti ed espandenti, sempre per evitare il rischio di formazione della condensa. All’interno le pareti ed i soffitti possono essere in legno a vista oppure rivestiti con pannelli di cartongesso o simili per formare un’intercapedine coibentata nella quale sono alloggiati gli impianti (foto 4). Le murature divisorie interne, generalmente, vengono realizzate in cartongesso fissato ad un’orditura in listelli di legno o in profili di acciaio con interposto materiale idoneo per l’isolamento acustico. Per il nostro clima, nella costruzione delle case in legno sia a pannelli multistrato ed ancor più per quelle a telaio, si deve avere l’accortezza di realizzare strutture con una buona massa interna, con la funzione di “serbatoio di energia”, per accumulare calore durante l’inverno, che viene poi rilasciato per irraggiamento, e per assorbirlo durante l’estate, “scaricandolo” con la ventilazione durante le ore più fresche della giornata, migliorando, in entrambe le condizioni, il comfort interno. Per ottenere buoni risultati è opportuno che la platea di fondazione sia all’interno della coibentazione posando l’isolante, che dovrà avere un’idonea densità per resistere alla compressione, tra il massetto di calcestruzzo magro a contatto col terreno ed il getto di calcestruzzo della platea. Le pareti interne possono esser costruite con tramezze in argilla intonacate con lo stesso materiale. L’argilla, infatti, ha una elevata capacità termica e ben si presta come massa per l’accumulo di energia. (Segue nel prossimo numero)

Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a carturenzo@studiocarturan.it messaggio pubblicitario

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I nostri esperti 39 INFORMAZIONE SOCIALE

Alzheimer, una sfida non solo per la persona malata Assistente Sociale Laura Traversi

Quando a un nostro familiare (genitore, nonno, fratello), viene diagnosticata la Malattia di Alzheimer non siamo mai abbastanza preparati; non ne sappiamo molto dal punto di vista medico (quali sono i sintomi? Quali sono i disturbi più importanti? Quali farmaci sono a disposizione?) e non siamo pronti a prendere coscienza di ciò che potrà succedere: alcune persone non accettano la malattia e continuano ad attribuire le sempre più frequenti dimenticanze e confusioni all’età anziana, o rimangono convinti che i frequenti sbalzi di umore siano “perché è il suo carattere”; chi da tempo invece si era accorto che qualcosa non andava, ora con una diagnosi medica che mette nero su bianco la (dura) realtà sente che questa certezza non allevierà le fatiche quotidiane che affronta chi si prende cura di un malato di Alzheimer, perché la medicina non ci spiega come noi, mogli, figli, nipoti possiamo affrontare “equipaggiati” gli effetti della malattia sulle nostre relazioni. Nostro marito non si fida più di noi, è convinto che sia colpa nostra se non riesce più a trovare le sue chiavi di casa; il nonno non può fare a meno di entrare e uscire dalle stanze senza lasciarci una tregua; la mamma è sempre più testarda e aggressiva, si arrabbia con niente e dice cose che non aveva mai detto a noi figli… La malattia di Alzheimer insomma, per la sua natura di patologia cronica e pervasiva, “si attacca” anche alla vita di chi si prende cura delle persone malate e a volte senza accorgersene, le trascina in situazioni di ansia, di sofferenza, di solitudine e di esclusione, cosicchè anche la loro vita non è più la stessa di prima. Le persone più coinvolte nella cura del loro congiunto (i “caregivers” in linguaggio tecnico: il marito per la moglie, la figlia per il padre ecc.) sono anche quelle che con più difficoltà riescono ad avere consapevolezza del carico smisurato che stanno portando e a riconoscere di aver bisogno, in alcuni momenti, di sostegno. Possiamo aiutarli invitandoli a conoscere più da vicino la malattia, partecipando a momenti di informazione specifici: la conoscenza è importante per affrontare le difficoltà quotidiane (e abbiamo sempre tante domande in testa). Diverse associazioni promuovono tutto l’anno iniziative rivolte ai familiari per dar loro un sostegno e uno spazio di confronto con altri caregivers (spazi di ascolto, gruppi di auto mutuo aiuto); non ultimi, i servizi socio-sanitari sono a disposizione per accompagnare gli anziani lungo il percorso evolutivo della malattia.

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L’invito è quello di non chiudersi e non ripiegarsi sulle proprie difficoltà; di credere che la malattia richiede un cambiamento che può essere affrontato e che può dischiudere altre possibilità; di cercare anche soluzioni creative per promuovere benessere nelle nostre famiglie, nonostante la malattia; infine di continuare a vivere accanto ai nostri cari sicuri che la nostra relazione con loro abbia ancora tanto da darci e che nulla sia perduto se accettiamo la sfida.

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I CONSIGLI DI PAOLO

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LASCIARE IN AMMOLLO PER ALCUNE ORE I POMODORI SECCHI IN ACQUA E ACETO BALSAMICO, PER FARLI RAPPRENDERE. PREPARARE LA BASE: TRITARE I CROSTINI E MESCOLARLI CON IL FORMAGGIO E LO STRUTTO AMMORBIDITO; OLIARE LA TEGLIA DEL PIATTO CRISP E DISPORVI IL TRITO, COMPATTANDOLO BENE CON UN PO’ D’ACQUA. LASCIAR RIPOSARE IN FRIGO PER CIRCA 20 MINUTI, POI CUOCERE IN FORNO A MICROONDE CON FUNZIONE CRISP PER CIRCA 5 MINUTI. PREPARARE LA FARCIA: MESCOLARE LA RICOTTA CON I POMODORI SECCHI A PEZZETTI, I CAPPERI, LE OLIVE, LE ACCIUGHE ED IL BASILICO SMINUZZATO; UNIRE IL SUCCO E LA SCORZA DEL LIMONE, LA MOSTARDA ED IL FORMAGGIO COLLINA. SBATTERE L’UOVO CON IL SALE ED AMALGAMARLO AL COMPOSTO DI RICOTTA, INFINE AROMATIZZARE CON LA GLASSA GASTRONOMICA. VERSARE LA CREMA COSÌ OTTENUTA SULLA BASE E CUOCERE NUOVAMENTE IN FORNO A MICROONDE CON FUNZIONE CRISP PER CIRCA 14 MINUTI. SERVIRE CALDA O A TEMPERATURA AMBIENTE, DECORANDO CON FOGLIE DI BASILICO.

INGREDIENTI:

3/10 RUM AGRICOLO 2/10 RUM BACARDI BIANCO 2/10 SUCCO ARANCIO 2/10 SUCCO CRAMBERRY (RIBES ROSSO) 1/10 CHERRY LUXARDO. SI PREPARA NELLO SHEKER DI VERSA IN CALICI DA DEGUSTAZIONE GRANDI CON ABBONDANTE GHIACCIO TRITATO E FRUTTA FRESCA PESCHE FRAGOLE BANANE.

PAOLO MARANI

INFO@TERRAZZAINPIAZZA.IT

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RICETTA DI CUCINA DI ALICE E LUCIANA TOURNEDOS Salotto e ristorante DELLA TERRAZZA Piazza garibaldi, 6 Adria www.terrazzainpiazza.it

ESECUZIONE PRENDETE IL VOSTO TAGLIO DI CARNE MAGRA LEGATELO QUINDI METTERE IL BURRO IN UNA TERRINA LABORATELO CON UN CUCCHIAIO IN SILICONE QUINDI UNITEVI UNA MANCIATINA DI PREZZEMOLO TRITATO FINEMENTE UN PIZZICO DI SALE E PEPE UN PO DI SUCCO DI LIMONE. OLEATA.

AVVOLGETE IL TUTTO SU UNA CARTA DATEGLI UNA FORMA DI UN PANINO ROTONDO E

METTETELO A INDURIRE IN FRIGO QUANDO LA GRIGLIA E BEN CALDA ADAGIATEVI I TURNEDOS PRIMA DA UNA PARTE POI DALL ALTRA.

SERVIRE SU UN PIATTO CALDO CON FUNGHI

PORCINI E CIPS DI PATATE GIARDINETTO DI PEPERONI GIALLI E ROSSI FINOCCHI E SEDANO BIANCO

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COCKTAILS I CONSIGLI DI PAOLO by Paolo Marani

GRAN PRIX D’ESTATE

INGREDIENTI:

3/10 RUM AGRICOLO 2/10 RUM BACARDI BIANCO 2/10 SUCCO ARANCIO 2/10 SUCCO CRAMBERRY (RIBES ROSSO) 1/10 CHERRY LUXARDO. SI PREPARA NELLO SHEKER DI VERSA IN CALICI DA DEGUSTAZIONE GRANDI CON ABBONDANTE GHIACCIO TRITATO E FRUTTA FRESCA PESCHE FRAGOLE BANANE.

PAOLO MARANI

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MANUELA E SILVIA BIZZO


42 Crucipiazza ARIETE 21/03 AL 20/04

DAL

FASCINO MALINTESI ALL’ORIZZONTE NELLE COPPIE DI LUNGA DATA. QUALCHE ILLUSIONE ROMANTICA PRIVA DI SOLIDE BASI PER I SINGLE · S ALUTE DOVRETE PRENDERVI MAGGIOR CURA DELL’ALIMENTAZIONE, MODERANDO CIBI GRASSI O ECCESSIVAMENTE ELABORATI

TORO

DAL 21/04 AL 20/05

ASCINO SCIOLTEZZA NELLE RELAZIONI, EROS CORROBORANTE NELLA SECONDA METÀ DEL MESE, E ANCHE UN PIZZICO DI FORTUNA · SALUTE PUÒ DARSI CHE AGOSTO RIPORTI A GALLA QUALCHE PROBLEMA CIRCOLATORIO, DIGESTIVO O MUSCOLARE. VOGLIATEVI BENE

Oroscopo INTRIGANTI, TRASGRESSIVI,

RILASSATO PUÒ ASSICURARVI PIÙ DI UNA BUONA OCCASIONE DI INCONTRO. SCEGLIETE CIÒ CHE DURA · SALUTE POTRETE INCONTRARE PERIODI DI NERVOSISMO. IN TAL CASO EVITATE DISCIPLINE PESANTI DAL PUNTO DI VISTA MUSCOLARE

LEONE 23/07 AL 23/08

FASCINO

IL

CALDO ABBRACCIO DEL SOLE RINFRANCHERÀ CUORE E SENSI, PERMETTENDOVI DI VIVERE PASMASSIMO DELL’INTENSITÀ · S ALUTE UNA DOSE EXTRA DI ENERGIA ANDRÀ AD INCREMENTARE IL VOSTRO NATURALE ENTUSIASMO. REGALATEVI MASSAGGI E TERAPIE DOLCI

VERGINE 24/08 22/09

FASCINO PIÙ CHE ALL’EROS

BRUCIANTE, SARETE MOLTO ATTENTI ALLE AFFINITÀ ELETTIVE, ALLA COMPLICITÀ, ALL’ALCHIMIA MENTALE · S ALUTE TENDERETE AD ESSERE NERVOSI E POCO FLESSIBILI, SIA MENTALMENTE CHE FISICAMENTE: NON FORZATEVI O RISCHIERETE STRAPPI

SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11

FASCINO LE RELAZIONI GIÀ AVVIATE POTRANNO CONTARE SU UNA RITROVATA INTESA. I SINGLE AVRANNO MODO DI RILANCIARSI SENZA DIFFIDENZE · S ALUTE SIETE TRA I SEGNI FAVORITI DEI MESI ESTIVI, PERVASI DA UNA LEGGERA EUFORIA CHE PREANNUNCIA UNO STATO DI BENESSERE EVIDENTE

SCOMMETTERE SU SE STESSI

SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12

FASCINO IL DISIMPEGNO DELLE RELAZIONI VI GARANTIRÀ UN ALTO TASSO DI FASCINO PERSONALE. PORTE APERTE ALLA SOCIALITÀ · S ALUTE LA SALUTE, GRAZIE A VENERE, DOVREBBE MANTENERSI SU STANDARD OTTIMALI, ATTENZIONE SOLO A NON AFFATICARVI TROPPO

FASCINO UN ATTEGGIAMENTO

FASCINO AVRETE UN’ALLURE INTRIGANTE, CARISMATICA E AL CONTEMPO CEREBRALE, CHE VI PERMETTERÀ DI ACCEDERE AD AMBIENTI TOP · S ALUTE RITAGLIATEVI OGNI GIORNO UNA PICCOLA OASI DI PACE E DI RELAX, MAGARI GRAZIE ANCHE ALL’AUSILIO DI TERAPIE TERMALI

APPASSIONATI: QUESTO È IL TEMPO DI

GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06

CANCRO 22/06 22/07

BILANCIA 2 3/09 AL 22/10

NON SIATE PRECIPITOSI, VALUTATE ATTENTAMENTE ANCHE GLI ASPETTI EMOTIVI DELLE RELAZIONI, NE GUADAGNERETE IN COMPLETEZZA S ALUTE CHI DESIDERA SOTTOPORSI A MASSAGGI LINFODRENANTI O STIMOLANTI PER LA CIRCOLAZIONE, SORTIRÀ EFFETTI STREPITOSI FASCINO

OCCHIALE COMPLETO

€49 ESTE - VIA ATHESTE, 20 - TEL. 0429.55135 CONSELVE - PIAZZA XX SETTEMBRE, 64 - TEL. 049.5352257 TERRAGLIONE DI VIGODARZERE - VIA OLIMPIADI, 5 - TEL. 049.706318 Validita’ offerta 31/08/2013 - Fino ad esaurimento scorte

CAPRICORNO DAL 22/12 AL 20/01

FASCINO RISCHIATE INGAGGIARE UNA SFIANCANTE BATTAGLIA, FATTA DI RECRIMINAZIONI E PRETESE SUI COMPORTAMENTI DEL PARTNER · SALUTE CONCEDETEVI UNA VACANZA, DOSATE LE ENERGIE. IL MESE SI PRESTERÀ AL RIPOSO E ALLA RIGENERAZIONE PIÙ CHE ALLO SPORT

ACQUARIO DAL 21/01 AL 19/02

INIZIERETE A GUARDARE CON OCCHI DIVERSI UNA PERSONA CHE NON AVRESTE MAI PRESO IN CONSIDERAZIONE · S ALUTE MONITORATE RIPOSO E ALIMENTAZIONE E DEDICATE QUALCHE CURA SUPPLEMENTARE AI CAPELLI RINFORZANDOLI FASCINO

PESCI DAL 20/02 AL 20/03

ASCINO RECUPERERETE SMALTO E CREATIVITÀ, SENZA PIÙ QUELLA CAPPA DI CUPEZZA, CHE NON RENDEVA GIUSTIZIA ALLA VOSTRA SENSIBILITÀ · S ALUTE ATTENTI: L’INDULGENZA NEI PIACERI DELLA TAVOLA E UNA TENDENZA DILATANTE A LIVELLO PSICHICO NON VI FARÀ BENE


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