Cavarzere ago2013 n110

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Primo piano Il ministro Kyenge, tra storie di razzismo e integrazione pagg.

La tragedia Cavarzere vicina alle tre famiglie marocchine in lutto

Amministrazione Il sindaco Henri Tommasi: “Stiamo facendo molte cose”

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L’intervento

Rottanova, il restauro del campanile

Digiuno per la madre terra di Don Albino Bizzotto*

Pegolotte, un progetto per la riqualificazione

C’è anche un progetto che interessa il Comune di Cona fra i 5 veneziani che saranno presentati per il bando di selezione approvato dalla Regione Veneto per interventi di qualificazione dei centri urbani. pag. 16 10%

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erché partire con un digiuno a sola acqua a tempo prolungato la sera di ferragosto? È stata la domanda più ricorrente. Per due motivi principalmente: ad agosto sono ferme le attività produttive e istituzionali ma anche dei comitati. Un’azione personale non intralciava e non si metteva in concorrenza con nessun’altra iniziativa in corso. Ad agosto ci sono poche informazioni “appetitose” per i mezzi di comunicazione. Un’iniziativa un po’ choc può trovare accoglienza. E così è stato, grazie anche a una mobilitazione spontanea di riconoscimento della validità delle motivazioni e di condivisione dell’esperienza. Da subito non mi sono trovato isolato. È stato un crescendo, come si fosse levato il tappo di una bottiglia. Sono molte le persone in Italia che ritengono importante un cambio di rotta culturale e pratica rispetto al consumo di suolo (cemento, asfalto, abbandono) e alla cura e custodia della terra, accettando il punto di vista della natura, imparando anche la sua “grammatica”. Sono molte le persone che soffrono per le speculazioni e le distruzioni ambientali calate dall’alto con megaprogetti voluti da un’imprenditoria collusa molto spesso con or-ganizzazioni malavitose, comunque corrotta e bulimica finanziariamente. * fondatore dell’associazione

Gli scavi che raccontano il passato di Cavarzere

Si avvicina la conclusione dell’intervento in via del Martiri, l’assessore Sacchetto lo spiega

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’intervento in via dei Martiri si avvia alla conclusione e, mentre in città non si placa la querelle tra i favorevoli alla valorizzazione dei reperti e chi la contrasta, l’assessore Renzo Sacchetto ripercorre le principali tappe della vicenda, dal rinvenimento dei resti nel luglio di due anni fa fino agli ultimi imminenti lavori. Il muretto esterno agli scavi è stato ricoperto di marmo ed è stato posizionato un parapetto in acciaio, nello stile di quello presente nella vicina fontana, si è inoltre

provveduto alla rasatura del muretto interno e al posizionamento di nuovo ghiaino tra i reperti. Completate anche le opere elettriche, con punti luce a led all’interno degli scavi e una telecamera per la videosorveglianza. Mancano ancora alcuni elementi di arredo urbano e i pannelli illustrativi che l’amministrazione comunale realizzerà seguendo le indicazioni delle soprintendenze competenti, da porre in prossimità dei resti archeologici per dare indicazioni su quanto ritrovato

e sull’aspetto che anticamente avevano la fortezza di Cavarzere e il suo borgo. “Nessuno pensa di aver rivenuto Pompei – esordisce Sacchetto – ma abbiamo trovato la memoria di Cavarzere, gli scavi hanno fatto crescere la curiosità verso il nostro passato, in particolare sul castello, e molti insegnanti delle scuole locali hanno chiesto documentazione sui ritrovamenti”.

L’Intervento Gli anni ’90, anni dell’immigrazione e della politica semplificata

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“Beati i Costruttori di Pace”

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egli anni ’90 i veneti hanno iniziato a conoscere il fenomeno chiamato immigrazione. In precedenza avevano conosciuto solo il suo opposto, ossia l’emigrazione.

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Dopo la celebrazione dei suoi primi cento anni di vita e la caduta di pietre dal cornicione, che ha reso necessario un intervento di messa in sicurezza, il campanile di Rottanova si appresta a ritornare all’antico splendore. pag. 10

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L’intervento

Digiuno per la madre terra

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Genitori in biblioteca, bimbi in casa macchietta

Ha preso il via lo scorso 10 settembre “Casa macchietta”, il primo “spazio-bimbi” custodito in una istituzione culturale a Venezia, messo a disposizione dalla Fondazione Querini Stampalia. E così mentre la mamma, o il papà sono in biblioteca, impegnati nella consultazione, i bambini, dai 3 ai 6 anni, potranno essere affidati ad un operatore che li tratterrà, in uno spazio appositamente attrezzato e arredato, con giochi, libri e colori. Il servizio è esteso anche a coloro che visitano le mostre proposte dalla Fondazione. Fino al 22 settembre, nel periodo di “rodaggio”, l’ingresso è gratuito, successivamente la tariffa, per un massimo di due ore, è di 5 euro. Info presso la Fondazione Querini Stampalia, tel. 0412711411, didattica@querinistampalia.org, www. querinistampalia.org

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I due motivi principali che mi hanno spinto al gesto sono state: situazioni di emergenza del pianeta e del Veneto e la sordità e l’ottusità politica spesso con illegalità dei governanti rispetto alla ragionevolezza delle proteste e delle proposte dei vari comitati. Da due anni sto seguendo i dati della impossibilità per il pianeta di stare al passo con la pressione dei consumi umani. Quest’anno il 20 agosto è stato il giorno discrimine. Il pianeta è proprio esausto. Il fatto che nessuno se ne preoccupi, perché il problema è di tutti e quindi praticamente di nessuno, non rende meno grave la situazione reale; non si parla di opinioni, ma di dati allarmanti. Il Veneto è la Regione più cementificata d’Italia e da 20 anni procede a un consumo di suolo alla velocità di 38 ettari al giorno sottratti all’uso agricolo del territorio. Il Veneto con la pianura padana è una delle regioni più inquinate e più inquinanti d’Europa. La cementificazione riguarda anche i terreni più fertili in una pianura che è tutta un’unica città diffusa con il territorio agricolo tutto frantumato. Anche l’acqua che è la risorsa più preziosa rimane un bene precario per l’incuria e per le opere che mettono a rischio le stesse falde. Siamo ormai a una emergenza così vasta e devastante che la Regione stessa avverte la necessità di un maggior rispetto e tutela del territorio. Il guaio però sta nel fatto che già è stata approvata una quantità tale di progetti cemento – asfalto da far rabbrividire. 30 progetti di strade – autostrade, 7 progetti di ospedali o nuovi o rinnovati, 3 progetti marittimi. Tutti in project financing, cioè opere pubbliche con capitale privato. Significa indebitare tutta la popolazione, compresi i bambini che ancora devono nascere, per oltre trent’anni solo per pagare gli interessi degli investitori privati. Siamo all’assurdo. A questo vanno aggiunti i mega progetti esclusivamente privati come Motor city, Veneto city, Tessera city, Città della moda. La distruzione ambientale è assicurata. È stata chiesta una moratoria ai responsabili politici. Impossibile. “Non si può ritornare sulle decisioni prese” è stato risposto. Il Veneto concorre in prima fila all’emergenza del pianeta. Da anni seguo le vicende e il lavoro dei comitati. Sono le sentinelle e i parafulmini della popolazione. In questi anni hanno sviluppato competenze straordinarie anche in campo tecnico e giuridico. Accanto ai no alle grandi opere, decise con le scelte più impattanti, perché più redditizie, hanno sempre offerto soluzioni alternative ragionevoli. Hanno combattuto sempre l’illegalità e soprattutto non sono mai stati portatori di interessi privati o particolari. Oggi c’è un’effervescenza straordinaria di comitati. Il digiuno intrapreso ha suscitato una vivace partecipazione, perché tutti hanno compreso che non riguardava il protagonismo della mia persona, ma il motivo serio per cui tutti erano impegnati. Ne è nata una duplice iniziativa. Da una parte anche persone delle istituzioni (come la sindaco e la giunta di Marano Vicentino) hanno assunto il digiuno come modalità forte anche per le loro priorità politiche in campo ambientale. Dall’altra mai mi sarei sognato di chiedere agli altri di digiunare, come gesto comunitario lotta. È venuto avanti spontaneamente come scelta delle persone più impegnate dei comitati. Per me una sorpresa commovente. Così ci troveremo un settembre con digiuni puntuali nelle località con particolari problemi ambientali e l’ultimo weekend, 28-29 settembre, con un digiuno generalizzato regionale. Per concludere tutti insieme il 9 ottobre a Palazzo Balbi a Venezia, sede della Giunta regionale, per chiedere a gran voce “moratoria” alla colata di cemento e asfalto programmata.

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Cavarzere Estate

Economia

Tommasi: “Gli eventi servono a vitalizzare il centro storico” pag. 8

politica

Michael Valerio capogruppo della Lega in Provincia pag.

Provincia

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Regione territorio

Cinquecento aziende in crisi, giù gli investimenti pag. 18

La mostra

La visione integrata della Grande onda di Katsushika Hokusai pag. 27

Un piano nazionale contro lo smog in Valpadana pagg. 30-31

Vendemmia 2013

Il vigneto veneto tiene le posizioni, qualità discreta pag.

La Provincia cede quote Pmv La Provincia ha ceduto 48 mila e 799 azioni della Società Pmv (Patrimonio Mobilità Veneziana) a fronte dell’acquisto di 9 mila e 154 azioni di Atvp spa, pari ad un controvalore di 3 milioni 634 mila 595,70 euro. La Provincia partecipa con una quota del 18,207% nella società del Patrimonio per la Mobilità Veneziana spa, Pmv. La partecipazione della Provincia in Pmv si ridurrebbe dall’attuale 18,207% al 9,017%, mentre salirebbe in modo consistente in Atvp spa, dall’attuale 39,98% al 51,98%,

L’iniziativa europea “Food as Ue passepartout”

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La provincia vince il premio “Ambiente e legalità” Un riconoscimento nazionale per la Provincia di Venezia che ha ricevuto lo scorso 10 agosto il premio “Ambiente e legalità 2013”. Ai veneziani è stato riconosciuto “l’efficace e intenso impegno - attraverso pratiche amministrative innovative come il Tavolo interforze per i controlli ambientali - nell’implementazione di efficaci sistemi di controllo e nel contrasto alle varie forme di illecito ambientale” così come si legge nella motivazione. La premiazione è avvenuta nel corso della 25esima edizione di “Festambiente”, il festival nazionale di Legambiente, che quest’anno si è svolto a Ripescia (Grosseto), all’interno del Parco naturale della Maremma. A ricevere la targa sono stati il dirigente Massimo Gattolin, la responsabile dell’Ufficio Legalità e Ambiente Stefania Pallotta, insieme con l’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia (in foto).

segue da pag.

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E’ stata approvata dalla Commissione europea attraverso l’Agenzia Nazionale Giovani, l’iniziativa “Food as UE Passepartout” che rientra nel programma “Youth in Action” –Gioventù in Azione 2007-2013 di cui l’Associazione Veneziani nel Mondo è capofila e soggetto proponente. Il programma europeo ha l’obiettivo di promuovere la mobilità giovanile internazionale, l’apprendimento interculturale e l’educazione non formale di giovani provenienti sia da paesi Ue che da paesi limitrofi all’Ue. “L’iniziativa, a lungo programmata, ha spiegato Bruno Moretto (in foto) presidente dell’associazione Veneziani nel Mondo - avrà luogo a Venezia e vedrà la partecipazione di giovani provenienti dalla Slovenia, dall’Albania e dal Montenegro, quali paesi partners e collegati a Venezia nella storia. Alcuni giovani saranno indicati dalle nostre associazioni per l’emigrazione operanti in tali paesi. All’iniziativa prenderanno parte anche alcuni giovani con minori opportunità, in situazioni di svantaggio a causa di barriere sociali, geografiche e disabilità”.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di

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Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Questa edizione raggiunge le zone di Cavarzere, Cona per un numero complessivo di 7.327 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 29 agosto 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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4 Argomento del mese SOCIETÀ Oltre quattro mesi di insulti e reazioni di tipo razzista indirizzati al ministro dell’Integrazione Kyenge: si tratta di un attacco personale all’esponente del governo di origine congolese con cittadinanza italiana o è il tema dell’integrazione che crea disagio? L’Italia è un Paese razzista? A che punto è il processo d’integrazione? E come si comporta il Veneto? Storie di avvenuta integrazione

L’Italia fra storie di integraz

di Ornella Jovane

“S

e proprio dobbiamo trovare qualcosa di stupefacente nella nomina di

palestra con solo 25€ Cècile Kyenge a ministro della Repubblica italiana, allora possiamo chiederci perché non sia stata a in palestra Gratis scelta per la Sanità, considerata la sua lunga esperienza professionale nel settore”.

scrizione!!! L’osservazione è della professoressa Leila El Houssi, storica dei paesi islamici

e già docente di sociologia dei diritti Umani all’Università di Padova e coordinatrice organizzativa del Master Mediterranean studies presso la Facoltà di Scienze Politiche di Firenze, che abbiamo intervistato sui temi dell’immigrazione, razzismo e integrazione in Italia. Di fronte alle reazioni di sdegno e rifiuto suscitate dalla presenza di un ministro di colore nel governo italiano delle larghe intese, Leila El Houssi, nata in Italia da padre tunisino e madre italiana, invita a considerare la situazione con maggiore serenità e a ricondurla nella normalità dei fatti che possono accadere ad un popolo che si avvia, inevitabilmente, ad avere sempre più una composizione multietnica. Sono passati più di 4 mesi dalla investitura di questo governo e, fra le tante questioni che esso ha sollevato, c’è appunto quella legata alla presenza di un ministro, Cècile Kyenge, che non ha un nome italiano e per lo più ha la pelle nera, chiamata peraltro ad occuparsi di integrazione. Una scelta che ha scatenato, soprattutto in una certa parte politica, aspre reazioni da parte di singoli parlamentari, dirigenti, amministratori, consiglieri locali e nazionali. Reazioni anche razziste con linguaggi e atteggiamenti non di rado violenti ed eccessivi. L’integrazione è un tema impegnativo e difficile ma davvero così “indigesto” agli italiani? E perché tanta insofferenza verso il ministro Kyenge, di origine congolese con cittadinanza italiana? Siamo un popolo razzista?

“Distinguerei tra politica e società - è la risposta della professoressa El Houssi E’ vero che ci sono dei movimenti politici che si pongono contro l’immigrazione e fanno di questa ostilità una bandiera ideologica per acquisire consensi, ma la società italiana è un’altra cosa. Non è, secondo me, razzista. E come potrebbe esserlo se storicamente è stata una società di emigranti. In particolar modo i veneti che, attingendo dal vissuto della propria famiglia, più o meno tutti hanno almeno una storia di emigrazione da raccontare”. “Basterebbe soltanto voltarsi in dietro - prosegue la docente - e ripercorrere quella pagina del proprio recente passato per comprendere con maggior chiarezza quella che è la realtà dei migranti di oggi. Basterebbe cioè che la politica trovasse le modalità per far sì che il fenomeno dell’immigrazione fosse chiaro in tutta la sua complessità. Occorre smetterla, come sostiene il presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, di banalizzare strumentalmente l’immigrazione riducendola semplicisticamente ad una questione legata alla sicurezza e alla clandestinità”. “L’integrazione - prosegue - è un processo assai complesso e dai molteplici risvolti: culturale, giuridico, sociale... E’ sul piano culturale che va proposta la ricchezza della “contaminazione” che produce risultati interessanti e arricchisce. Spesso, invece, prevale la cultura della paura e del sospetto nei confronti dell’altro. Soprattutto in una fase di crisi economica come quella che stiamo attraversando l’altro può spaventare. La reazione impulsiva è quella di arroccarsi nei propri costumi, nella propria cultura e difenderli temendo che la condivisione con l’altro possa contribuire a far perdere qualcosa di sè”. Da dove cominciare allora per allontanare la paura? “Dalla cultura e quindi dalle scuole, a partire da quelle dell’infanzia. Il tema

dell’integrazione dovrebbe essere affrontato con maggiore insistenza e convinzione. Del resto è proprio a scuola che il processo di integrazione può avvenire con maggiore spontaneità. I bambini pur parlando lingue diverse, o provenendo da culture diverse, sono in grado di stabilire con facilità canali di comunicazione e di condivisione di esperienze attraverso il gioco”. A che punto è il processo di integrazione in Italia? “L’integrazione è un processo inesorabile che è in atto nella nostra quotidianità, anche in Italia, dove la società sta profondamente cambiando. Certo in Italia il processo è più lento rispetto ad altri Paesi, siamo alla seconda generazione. Lo possiamo definire un processo spontaneo che si realizza dal basso, verso il quale la classe politica, a prescindere dagli orientamenti, fino ad oggi è stata latitante. La scelta di Cècile Kyenge quale ministro dell’Integrazione è dunque un segnale importante della politica perché fa capire che l’Italia non è un Paese chiuso, al contrario aperto e dentro la multiculturalità. Intendiamoci non è solo un simbolo di forte impatto mediatico, ma una donna di lunga esperienza che da anni opera nelle associazioni contro il razzismo. Non mancano tuttavia le voci di dissenso, espressione di quella parte che vorrebbe continuare a portare avanti una politica di chiusura e timore dell’altro, ma l’Italia sta cambiando”. Come? “Ci sono gli immigrati di seconda generazione. E’ fondamentale sensibilizzare gli italiani al tema del Ius Soli: quanti bambini nascono in questo paese e non possono essere cittadini italiani? “Sta per piovere” è un film di un giovane regista Haider Rashid, nato in Italia

lo spoRt, specchio della società

Nel calcio, dai cori razzisti negli stadi agli esempi d’integrazione con la nazionale Corsi di Nuoto/Aquagym Mattino...

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l contrasto al razzismo è uno dei temi che caratterizzerà in Italia la stagione calcistica e il campionato appena iniziato, dai dilettanti alla massima serie. Lo ha assicurato il presidente Figc, Giancarlo Abete, determinato ad allontanare dagli stadi chi, con cori razzisti e insulti offensivi, punta ad attaccare i giocatori di colore, con la finalità di provocarli e indurli ad allontanarsi dal campo di gioco, come del resto hanno fatto già Boateng e Constant. Quest’anno però le dure norme, quelle volute da Michel Platini, sono in vigore anche in Italia e i provvedimenti sono temuti: i cori razzisti avranno come prima conseguenza la chiusura di un settore dello stadio e, se si dovessero ripetere, si procederà ad interdire tutto lo stadio ai tifosi, oltre ad una multa di 50mila euro. A farsi parte attiva di questa battaglia anche il ministro Cècile Kyenge che, insieme con la Lega calcio e gli altri organi di governo dello sport, ha avviato la sua campagna di sensibilizzazione e di iniziative culturali contro il razzismo negli stadi. All’atteso esordio del campionato di serie A, il 24 agosto scorso, con il primo incontro ad alto rischio di cori razzisti Verona-Milan per via della presenza di Mario Balotelli non proprio “amato” dai tifosi veronesi, il ministro ha lanciato i suoi primi appelli perché “tutti gli attori coinvolti, in campo e fuori, facciano squadra per debellare questo cancro”. Dal calcio tuttavia possono venire anche esempi d’integrazione, come accade per la nostra nazionale, elogiata dalla stessa Kyenge a Torino l’8 settembre scorso dove gli azzurri di Prandelli si trovavano in ritiro per preparare la sfida contro la Repubblica Ceca. Il ministro li ha definiti “modello di quello che dovrebbe essere l’Italia di domani” . € 135,00 O.J.

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Argomento del mese 5 Razzismo

In alto il ministro Cècile Kyenge più in basso la professoressa Leila El Houssi

zione ed episodi di razzismo da padre iracheno e madre italiana, che racconta la vicenda di un ragazzo, nato e cresciuto in Italia, da genitori algerini che, a seguito di una serie di disavventure che colpiscono il padre rimasto senza lavoro e per questo senza permesso di soggiorno, è costretto a ripensare alla propria esistenza. Cosa fare? Rimanere da clandestino nella “sua” Italia o seguire i genitori in Algeria, una terra a lui sconosciuta, per aiutare la sua famiglia a ricostruirsi, un’altra volta, una dimensione in cui vivere? Un tema che l’Italia deve

istituzioni

affrontare”. Cosa ne pensa del Veneto? “In Veneto c’è una grande solidarietà a livello sociale. Esistono numerose associazioni e realtà di volontariato che sono in grado di esprimere una solidarietà più profonda e radicata rispetto ad altre regioni, magari politicamente orientate verso scelte di accoglienza più marcate. La società veneta è in grado benissimo di accogliere gli immigrati”.

Interviene il governatore Zaia sul problema clandestini

“Kyenge chieda l’aiuto dell’euRopa”

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’incontro preannunciato fra il governatore del Veneto Luca Zaia e il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge alla fine non c’è stato, nè alla festa della Lega nè alla festa del Pd. Il governatore Zaia tuttavia ha avuto modo di intervenire in più occasioni sul tema dell’integrazione, in un confronto col ministro Kyenge, che si è tenuto a distanza. Egli ha ribadito la necessità di un intervento Ue per gestire i flussi di clandestini diretti anche verso la nostra regione. Zaia, chiarisce il suo pensiero dopo che nelle scorse settimane il ministro aveva affermato che l’Europa non può lasciare sola l’Italia a gestire i flussi di immigrazione. “Vorrei poter dire al Ministro Kyenge - dice Zaia - benvenuta fra noi. Si è accorta che l’immigrazione clandestina, che sta scaricando ogni giorno centinaia di disperati e nuovi schiavi sulle coste italiane, è un

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problema di tutta l’Europa”. “Il ministro ha compreso- ribadisce- dunque qual è il problema: quello di una Unione Europea in cui i paesi cosiddetti forti compiono e hanno compiuto (la Francia non più tardi di tre anni fa) strage di diritto e di legalità chiudendo le frontiere e sospendendo Schengen a seconda delle convenienze. Il commissario europeo Malmstrom, risponda della latitanza dell’Europa”. “Il ministro Kyenge dice di essere per la mediazione e l’incontro, per risolvere i problemi – conclude Zaia . Piuttosto che lanciare proclami, come quello sullo ius soli, ci dica dunque quali sono le linee del suo ministero. E piuttosto che perdere tempo alimentando guerre ideologiche, vada a Bruxelles a protestare con vigore. Capiremo come desidera muoversi e soprattutto di cosa vuole discutere. Noi siamo sempre pronti a farlo”. A.A.

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le reazioni politiche

“Ora è tempo di integrazione” R

azzismo, un male oscuro che attraversa le società, la storia e le popolazioni. Anche in Veneto fino a qualche decennio fa (e ora purtroppo di nuovo) terra di emigrazione, il fenomeno si è presentato con episodi davvero preoccupanti soprattutto contro gli immigrati che da qualche anno arrivano, qui per lavorare, ma che spesso sono anche protagonisti di brutti episodi di criminalità. Con questo “mostro” che nel secolo scorso, nelle sue forme più estreme ha dato origine a ideologie terrificanti come quella nazista, bisogna confrontarsi, e lo fanno anche i politici ed esponenti della società del nostro territorio. Il primo ad intervenire nelle scorse settimane dopo le offese al ministro Kyenge è stato il sindaco di Verona Flavio Tosi. Insulti che erano arrivati via facebook proprio da esponenti di rilievo della Lega Nord (Roberto Calderoli e Daniele Stival). “Le porgo le mie scuse - ha detto Tosi in un incontro con la Kyenge proprio a Verona - se qualcuno della mia parte politica l’ha offesa e se qualcuno non le ha fatte, fermo restando che in democrazia si possono avere idee diverse, ma il rispetto come ministro e soprattutto come persona e come donna è una cosa dovuta”. Il sindaco ha poi auspicato che il confronto “vada fatto sui contenuti per evitare polemiche inutili che tanto non servono a nulla né agli italiani, né agli stranieri, né al Paese”. Il governatore del Veneto, il trevigiano Luca Zaia poi era intervenuto chiedendo “d’ora in poi l’espulsione dalla Lega Nord per chi insulta gli avversari politici con frasi razziste”. Non manca l’impegno degli esponenti della chiesa per avvicinare culture diverse . A Jesolo nel veneziano in piena stagione turistica ad esempio la festa di chiusura del Ramadan si è aperta con il saluto del patriarca di Venezia Francesco Moraglia e del direttore della Caritas Don Dino Pistolato. “Si tratta – ha detto Don Dino - di dare segnali importanti di volontà di accoglienza ed integrazione, in tutte le realtà del Veneto, soprattutto quelle in cui la presenza di culture diverse e immigrati è più forte e cioè Padova, Vicenza Treviso e Venezia”. Anche a Treviso il nuovo sindaco Giovanni Manildo del Partito Democratico ha spiegato che in città “l’aria è cambiata. Le politiche dello sceriffo Gentilini che sparava battute truci sugli immigrati sono finite. Ora è il tempo dell’accoglienza e dell’integrazione ovviamente nel pieno rispetto delle leggi e delle regole”. A Mestre nei mesi scorsi infine si è tenuta la riunione della Consulta provinciale per l’Immigrazione. Sono stati affrontati i temi fondamentali per l’accordo di integrazione. Il primo riguarda i contratti di affitto, il secondo tema ha riguardato l’obbligo scolastico e i corsi di italiano e il terzo tema il diritto alla salute. Per l’assessore Giacomo Grandolfo della Lega Nord: “Questi progetti vanno promossi per creare le basi per l’avvio di un lavoro di rete tra immigrati e istituzioni. Il corso, nato da un’idea delle associazioni di immigrati, ha avuto lo scopo di rafforzare le conoscenze e le competenze dei referenti delle associazioni di immigrati, perché possano svolgere un ruolo di “facilitatori” presso i propri associati, nonché creare occasioni di dialogo tra associazioni, enti ed istituzioni. Il tutto allo scopo di favorire positivi processi di integrazione”. Alessandro Abbadir


6 Approfondimento La storia Tatiana, ucraina, racconta la sua esperienza positiva in decine di famiglie

Da 11 anni in Veneto: “Intorno a me tante brave persone” E’ stata accanto a numerosi ammalati e ha sempre trovato disponibilità e accoglienza di Nicola Stievano

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a oltre undici anni lavora in Italia, per la precisione in Veneto. Tatiana, 56 anni, è arrivata dall’Ucraina nel 2002. Ha conosciuto decine di persone, ha assistito anziani in difficoltà, ha vissuto con le famiglie italiane. Ha affrontato momenti difficili e altri più spensierati ma la sua esperienza è sempre stata più che positiva. Ora, mentre sta assistendo un’ammalata di Monselice che dovrà lasciare per tornare a Chioggia, vuole raccontare la sua storia di integrazione riuscita. Tatiana ha contattato di sua iniziativa la nostra redazione e ripercorre passo passo la sua vita in Italia, di famiglia in famiglia, fra persone che le hanno voluto bene, che l’hanno aiutata ad imparare la lingua e a vivere in un Paese per lei sconosciuto. “Sono arrivata dall’Ucraina nel 2002 a Mestre, su invito di una mia cara amica. All’epoca lavorava per una famiglia di Mareno di Piave. Assisteva una signora ammalata, Rosa, e mi ha portata a casa dove ho incontrato le prime persone italiane molto gentili disponibili con me. Si

chiamano Attilio e Natalina e nei primi mesi di permanenza in Italia mi hanno ospitato in più occasioni, insegnandomi la lingua e aiutandomi a cercare lavoro. Ho trovato il mio primo lavoro in provincia di Udine con due anziani, sono rimasta con loro per un mese e mezzo. Quando è morta la signora di 94 anni sono tornata a Mareno di Piave per un’altra settimana. Poi Giancarlo, figlio di un’anziana che non ho fatto in tempo ad assistere perché mancata proprio quando dovevo iniziare, mi ha ugualmente ospitato per un altro mese e mezzo. Dopo un ulteriore passaggio da Natalina e Attilio ho trovato lavoro per altri dieci mesi con un ammalato di Alzheimer, dove ho conosciuto una grande famiglia molto unita. E’ stato un lavoro molto pesante e subito dopo sono tornata in Ucraina per un periodo di riposo. Al ritorno ho ripreso a lavorare con Vittorio, 94 anni: mi ha insegnato a parlare in italiano e siamo sempre andati d’accordo. Quando è tornata la persona che sostituivo lui voleva tenere me ma non era giusto portare via il

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lavoro ad un altra ragazza. Dopo un mese di ricerca ho trovato un altro ammalato da assistere, un diabetico che viveva con le due figlie. Con lui mi sono sempre trovata molto bene per dieci mesi. Intanto ho conosciuto un’altra persona, Massimo, che mi ha chiesto se mi prendevo cura della sua casa per pulire, lavare, stirare. Ho lavorato per 8 anni a Chioggia, non lontano dal centro. Mi sono trovata molto bene, poi ho lavorato con un’agenzia a Mestre per pulire condomini e alberghi per tre anni. Il lavoro mi piaceva molto ma poi c’è stata la crisi e non mi conveniva più fare due ore di viaggio per lavorare 3-4 ore. Sempre a Chioggia, ho assistito la signora Wanda e mi ha molto colpito l’ottimo rapporto con la figlia Tiziana. Sono tornata in Ucraina a vedere la mia prima nipote che era appena nata e stare un po’ con la famiglia. Una volta rientrata ho trovato un altro lavoro con Giulia e la sua famiglia, con la quale mi sono trovata molto bene. Quindi ho conosciuto Mario a Chioggia che faceva volontariato con ammalati di

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sclerosi multipla e mi ha coinvolto nelle sue attività. Se per gli italiani è difficile trovare lavoro per noi è ancora peggio e ogni tanto lui mi aiuta, come del resto fa anche Massimo. Ora sto concludendo il lavoro a Monselice, poi tornerò a Chioggia dove cercherò un’altra occupazione”. Tatiana si definisce una donna fortunata. In Ucraina ha lasciato due figli, una nipote e la mamma anziana, ma in Italia ha sempre trovato tante famiglie che l’hanno aiutata. “Ho

conosciuto tante brave persone, di parola. Vorrei ringraziarle tutte una ad una per per tutto quello che hanno fatto per me e vorrei chiedere scusa se involontariamente ho fatto male a qualcuno a causa di un periodo di forte depressione che ho attraversato. Sono felice di vivere in Italia e auguro a tutte le persone che mi hanno conosciuto grande salute, felicità e amore. Come quello che hanno trasmesso a me”.

ORIAGO DA “Vu CuMPRà” A CITTADINO ITAlIANO

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na storia di integrazione davvero esemplare, da venditore ambulante irregolare, a cittadino italiano perfettamente integrato nella società in cui vive. La storia è quella di Birima Mbaye, 50 anni, proveniente dal Senegal, dipendente dell’hotel Cipriani come aiuto in cucina. Da poche settimane ha ottenuto la cittadinanza italiana che chiedeva dal 2000. Risiede con la moglie e tre figli a Oriago di Mira, una cittadina di 40 mila abitanti che si trova nell’area della Riviera del Brenta. A raccontarsi è proprio Mbaye. “Dopo 24 anni dal mio arrivo in Italia ho coronato finalmente il mio sogno - spiega - e sono diventato cittadino italiano. Lavoro da anni regolarmente in questo paese, che credo il mio paese, e le mie figlie frequentano l’Università a Ca’ Foscari e a Udine”. L’ex senegalese parte da lontano, da quando cioè arrivò nel nostro paese per la prima volta. “Sono arrivato in Italia – ha detto nel giorno dell’ottenimento della sua cittadinanza - nel 1989. Sono partito facendo quello che trovavo. Ho cominciato come venditore ambulante sulle spiagge al Lido di Venezia e a Sottomarina. Dopo qualche tempo sono riuscito a trovare un lavoro regolare, mi sono sempre guadagnato da vivere di anno in anno onestamente. Se si vuole lavorare qui in Italia alla fine il lavoro si trova. Insomma basta adattarsi e alla fine si va avanti”. Nelle scorse settimane è arrivata dalla Prefettura di Venezia la certificazione dell’ottenimento della cittadinanza italiana. Una cittadinanza che era già stata

Birima Mbaye ottenuta da moglie e figlie che da anni con lui vivono in Italia insieme con un bambino più piccolo. L’uomo è molto orgoglioso di quello che ha potuto fare per la sua famiglia e dei livelli di integrazione in cui sono arrivate ad esempio le figlie. “Sono orgoglioso – dice - mia figlia, che ha 25 anni, fra poco si laureerà in Economia e commercio a Ca’ Foscari. l’altra mia figlia, 21 anni, invece frequenta la Facoltà di Giurisprudenza a Udine, mentre il figlio più piccolo, 13 anni, frequenta le scuole medie a Oriago. Per l’Italia provo gratitudine”. La notizia dell’ottenimento della cittadinanza è stata festeggiata oltre che dall’uomo e dalla sua famiglia, anche dagli amici e dai vicini di casa con cui i rapporti negli anni sono sempre stati un esempio di convivenza nel segno della collaborazione e dell’amicizia. A.A.


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8 Cavarzere Primo piano

FOCUS

Lavori pubblici Si avvia alla conclusione l’intervento in via dei Martiri

“I reperti, non sono Pompei ma raccontano il passato di Cavarzere” “U

Il capogruppo del Pdl Parisotto sugli scavi

“Una scelta dell’amministrazione contro la volontà dei cittadini”

di Nicla Sguotti

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’intervento in via dei Martiri si avvia alla conclusione e, mentre in città non si placa la querelle tra i favorevoli alla valorizzazione dei reperti e chi la contrasta, l’assessore Renzo Sacchetto ripercorre le principali tappe della vicenda, dal rinvenimento dei resti nel luglio di due anni fa fino agli ultimi imminenti lavori. Il muretto esterno agli scavi è stato ricoperto di marmo ed è stato posizionato un parapetto in acciaio, nello stile di quello presente nella vicina fontana, si è inoltre provveduto alla rasatura del muretto interno e al posizionamento di nuovo ghiaino tra i reperti. Completate anche le opere elettriche, con punti luce a led all’interno degli scavi e una telecamera per la videosorveglianza. Mancano ancora alcuni elementi di arredo urbano e i pannelli illustrativi che l’amministrazione comunale realizzerà seguendo le indicazioni delle soprintendenze competenti, da porre in prossimità dei resti archeologici per dare indicazioni su quanto ritrovato e sull’aspetto che anticamente avevano la fortezza di Cavarzere e il suo borgo. “Nessuno pensa di aver rivenuto Pompei – esordisce Sacchetto – ma abbiamo trovato la memoria di Cavarzere, gli scavi hanno fatto crescere la curiosità verso il nostro passato, in particolare sul castello, e molti insegnanti delle scuole locali hanno chiesto documentazione sui ritrovamenti. Credo sia un segno palese che qualcosa sta cambiando e le critiche avute per tale intervento si dimostreranno presto semplici attacchi strumentali all’amministrazione comunale”. Ricorda poi la fitta corrispondenza avuta con le due Soprintendenze competenti, iniziata non appena i reperti sono riemersi, e ribadisce come l’am-

FOCUS

L’assessore Renzo Sacchetto parla dell’intervento, racconta di come si presenterà l’area e preannuncia un incontro pubblico per un confronto sul valore culturale dei ritrovamenti

Gli scavi di via dei Martiri, in piccolo una stampa che raffigura il castello di Cavarzere e l’assessore Renzo Sacchetto ministrazione comunale abbia fin dall’inizio operato attenendosi alle loro disposizioni. Manifesta quindi la volontà di promuovere a breve un confronto pubblico sui reperti, al quale invita fin d’ora a partecipare anche chi da sempre critica l’intervento in via dei Martiri. Tale iniziativa fornirà secondo Sacchetto l’occasione per chiarire ogni dubbio, spiegare quanto realizzato e dare tutte le informazioni sull’entità dei ritrovamenti. Anticipando qualche notizia, ricorda che la Soprintendenza ai beni archeologici, già nel giugno 2011, sosteneva che una parte dei reperti sembravano appartenere a una delle antiche torri e a una porzione di mura del castello Cavarzere, i resti sarebbero quindi del XIV secolo, coevi alla guerra con Chioggia, anche se non è escluso che possano essere più antichi.

“Questa amministrazione comunale – conclude l’assessore – ha operato in accordo alle Soprintendenze per ridurre i disagi a residenti e attività commerciali, i quali sarebbero stati ulteriormente penalizzati dal blocco dei lavori, che avrebbero portato anche notevoli costi a danno del Comune. Tutto ciò salvaguardando la memoria del passato, cosa che non si può dire abbia fatto chi ci ha preceduto quando i ritrovamenti di piazza del municipio sono stati coperti senza dare indicazioni sulla loro entità, tant’è vero che quasi nessuno sa cosa rappresentino i segni tracciati sulla pavimentazione, credo che presto molti cittadini non chiameranno più il luogo dei reperti “ponaro” ma si vanteranno di quello che, grazie ai ritrovamenti, si è potuto fare per la città di Cavarzere”.

na scelta fatta esclusivamente dalla Giunta Tommasi, non imposta dalla Soprintendenza, che aveva da subito espresso forti dubbi sul valore dei reperti e sulla convenienza di valorizzarli”. Questo il sunto del pensiero sull’intervento agli scavi di via dei Martiri di Pier Luigi Parisotto, capogruppo del Pdl, secondo Pier Luigi Parisotto il quale negli atti ufficiali giunti in municipio dalle due Soprintendenze competenti non vi è traccia di prescrizioni sulla salvaguardia di quanto rinvenuto. “Questi reperti – così Parisotto – sono similari a quelli trovati in piazza del municipio, dove fu adottata di comune accordo con la Soprintendenza, una soluzione tecnica ed estetica originale e gradevole ma soprattutto funzionale, che permetteva il giusto compromesso tra la conservazione della memoria storica e la possibilità di poter continuare a usufruire pienamente dell’intera piazza del Municipio. Una soluzione per nulla costosa, che comunque valorizzava il contesto del centro storico, ben lontana dai 350mila euro sperperati oggi inutilmente per il ‘ponaro’ di via dei Martiri”. Il capogruppo azzurro cita anche il sondaggio, promosso nei mesi estivi sul sito del Pdl locale, che invitava i cavarzerani a esprimersi sugli scavi. Riferisce che dei 729 votanti 477, equivalenti al 65,4 per cento, si sono espressi per la chiusura degli scavi, a favore del ripristino integrale di via dei Martiri. “Nonostante la netta contrarietà della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica cavarzerana – queste le sue parole – il sindaco Tommasi e l’assessore Sacchetto hanno deciso comunque di andare avanti in perfetta ‘solitudine politica’, completando lo scempio del nostro meraviglioso centro storico. Questa scelta ha dell’incredibile, sotto il profilo tecnico e normativo, perché solo con questi inqualificabili amministratori pubblici poteva succedere di vedere realizzata, per libera scelta, un’opera così assurda per la quale i cavarzerani si sono trovati loro malgrado a dovere sborsare l’equivalente di 25 euro a testa”. N.S.

Animazione estiva. Il sindaco Henri Tommasi applaude alla programmazione e al successo

“Organizziamo eventi per far tornare a vivere il centro storico di cavarzere”

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li eventi estivi organizzati dall’amministrazione comunale sono occasione di apprezzamento e critiche, a seconda del punto di vista politico di chi li guarda. Denigrati dall’opposizione che li considera fuori luogo e fonte di spreco in tempi di austerity, vengono invece fortemente sostenuti dal primo cittadino di Cavarzere Henri Tommasi che si compiace per la ricca programmazione che anche in estate ha animato il centro storico cittadino. Si parte dagli eventi estivi, culturali, di animazione e intrattenimento,

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ma il discorso vale anche per quelli natalizi e allestiti in altri periodi dell’anno. “Realizzati con il contributo significativo degli sponsor, - commenta Tommasi - queste iniziative non sono fini a se stesse ma hanno l’obiettivo di rianimare il centro storico, che altrimenti rimarrebbe un dormitorio così com’è stato per molti anni. L’obiettivo è portare la gente a frequentare il centro storico per consentire alle attività commerciali, ai bar e ai locali, di poter lavorare. Da giugno a settembre, abbiamo avuto una estate “lunga” e ricchissi-

ma di proposte di vario genere che hanno portato la gente a frequentare il centro storico di Cavarzere per tutte le serate estive con il momento clou della Notte Bianca al quadrato (in foto) che grazie all’organizzazione elegante ed efficace di Give Emotions, ha richiamato nel nostro territorio migliaia di persone anche da fuori città. Abbiamo potuto assaporare la bella sensazione di un paese vivo, attivo: sensazione fondamentale per far ripartire l’economia locale”.

SCHEDA D’ISCRIZIONE NOME

COGNOME

DATA DI NASCITA INDIRIZZO TELEFONO DATA

FIRMA

consegnare presso la sede AVIS di Cavarzere, presso Ospedale Civile - Tel. 0426 316436 (segr. Tel.)



10 Cavarzere Rottanova Iniziati dopo Ferragosto i lavori di ristrutturazione

Il campanile sta per tornare al suo antico splendore

L’intervento prevede il ripristino della facciata e la messa a norma della cella campanaria

di Nicla Sguotti

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opo la celebrazione dei suoi primi cento anni di vita e la caduta di pietre dal cornicione, che ha reso necessario un intervento di messa in sicurezza, il campanile di Rottanova si appresta a ritornare all’antico splendore. A fine luglio infatti la ditta incaricata di realizzare l’intervento sulla torre ha iniziato la costruzione del ponteggio, conclusasi dopo Ferragosto, e ha preso quindi il via la parte dell’intervento relativa ai lavori veri e propri. Il progetto di ristrutturazione ha avuto l’approvazione dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso e beneficia

L’appello

Gli abitanti della frazione seguono i lavori alla fine dei quali sono in programma i festeggiamenti anche di un finanziamento proveniente dai fondi regionali per chiese e luoghi di culto, che ha assegnato alla Parrocchia di Rottanova 51mila euro. Nello specifico, l’intervento prevede il ripristino delle facciate alla loro forma originaria, recuperando e rifacendo tutti quegli elementi degradati o mancanti, con l’utilizzo

di materiali simili all’esistente e prevedendo un miglioramento della resistenza delle facciate agli agenti atmosferici. Sarà inoltre messa a norma la cella campanaria in modo da permettere ai rottanovani di risentire finalmente il suono delle loro amate campane, mute dall’agosto 2011 quanto si è verificata l’ultima caduta di pezzi d’intonaco dalla torre. Il caso ha voluto che tale episodio si verificasse appena una settimana dopo che la frazione aveva ricordato i cento anni della sua torre, nell’agosto di due anni fa. Per celebrare il centenario dalla costruzione, il Comitato cittadino di Rottanova, grazie

Cercasi disperatamente bia e Alvise, due bichon di 4 anni

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onostante i numerosi appelli dei padroni, ancora non sono stati ritrovati i due cagnolini Bia e Alvise - per l’anagrafe canina Amelie e Anacleto -, razza bichon, di 4 anni che si sono allontanati da casa, in località Bellina, la sera del 1° agosto. Fino al 3 del mese sono stati visti girovagare in centro a

al lavoro di ricostruzione storica operato da due studiose della frazione, ha in tale occasione pubblicato un libro intitolato “Il faro della speranza” e posto una targa commemorativa all’esterno del campanile, in ricordo dell’anniversario. In attesa di poter riavere il proprio

Cavarzere ma dopo la manifestazione della Notte bianca che ha richiamato in città numerose persone non si è avuta più alcuna segnalazione. Il signor Emilio Gallan e la sua famiglia li cercano disperatamente “prima che sia troppo tardi per la loro incolumità” spiegano raccontando di aver già battuto le campagne circostanti in lungo e in largo e aver affisso avvisi nei punti di maggior affluenza. L’appello gira, come un tam-tam, anche su facebook.

campanile messo a nuovo, gli abitanti della frazione seguono con attenzione i lavori, che proseguono speditamente, e non mancheranno di promuovere nuovi festeggiamenti in onore della torre campanaria appena essi saranno ultimati.

“Pensiamo - proseguono i padroni preoccupati - che se non si sono persi in campagna (e col granturco da raccogliere non si vedono), qualcuno li possa aver rinchiusi per accudirli, magari anche solo in buona fede”. Chi avesse avvistato i due fratellini o avesse notizie di loro può rivolgersi direttamente a Emilio Gallan 3297227479, ovvero portarli dal più vicino veterinario che, grazie al microchip, risalirà ai proprietari.

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autunno/inverno/2013/14


12 Cavarzere Politica e amministrazione Il sindaco Henri Tommasi fa un bilancio di metà mandato

“Stiamo portando avanti importanti progetti nonostante i tagli delle risorse” di Ornella Jovane

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’attività amministrativa procede a ritmi serrati, producendo importanti risultati per i cavarzerani”. Il sindaco Henri Tommasi propone un bilancio dei lavori svolti, un po’ per fare il punto a metà mandato, un po’ per rispondere alle critiche di chi, fra l’opposizione, continua a sostenere che la sua Giunta sonnecchia e che sia poco incisiva proprio in termini di risultati. “Per dare una valutazione obbiettiva è necessario innanzitutto - esordisce Il primo cittadino - tenere presente che ci troviamo di fronte alla più grave crisi economica dal ‘29 ad oggi. La crisi economica, ma anche l’alto indebitamento dello Stato, i vincoli di bilancio imposti dai patti europei hanno comportato per i Comuni un lungo periodo di costante riduzione delle risorse. Per Cavarzere i tagli dei trasferimenti statali, negli ultimi due anni e mezzo, hanno significato 1,2milioni di euro in meno nelle casse del Comune”. E non finisce qui l’assottigliamento dei finanziamenti statali che, fa sapere il

sindaco, per quest’anno è preannunciato di ulteriori 400mila euro. “Di fronte a queste premesse - sottolinea Tommasi - risultano ancora più apprezzabili i risultati ottenuti”. Il primo punto riguarda i servizi. “Siamo riusciti a mantenerli tutti - afferma - anche se naturalmente ci siamo posti il problema di come garantirli sostenendo costi inferiori”. Il primo passaggio dunque è stato quello di rendere più efficiente la macchina comunale. “In questi due anni e mezzo - racconta Tommasi - abbiamo rivisto tutte le spese comunali. Abbiamo riportato in equilibrio i conti del Comune e risanato la disastrosa situazione economica lasciataci in eredità dalla precedente amministrazione Parisotto. Uno sforzo immane che persino l’ispettore ministeriale ci ha riconosciuto. Un lavoro compiuto nella difficoltà di assorbire i tagli che il Governo nel frattempo introduceva per le amministrazioni comunali, per noi ancora più penalizzanti, considerato il fatto che due anni di sforamento del Patto di stabilità, altro “regalo” di Parisotto, ci sono costati la

Il sindaco Henri Tommasi decurtazione di altri 700mila euro di introiti dallo Stato”. In fase di predisposizione del bilancio si affaccia persino la possibilità di introdurre qualche servizio in più, come ad esempio, fa sapere il sindaco, il trasporto per gli studenti delle scuole medie di Rottanova, “richiesto - puntualizza - da tempo ma mai concesso prima”. “Nonostante le difficoltà oggettive - affonda Tommasi - e nonostante gli angusti presagi e le aspre critiche delle solite cassandre dell’opposizione, importanti progressi sono stati compiuti anche per progetti che interessano da vicino la cittadinanza”. E quindi comincia l’elenco. “Faccio riferimento al Centro unico di

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cottura, Cuc, - argomenta - un progetto che stiamo portando avanti e per realizzare il quale, compiuto l’iter burocratico, sono già stati avviati i lavori. Se tutto procede come programmato, partirà entro i primi mesi del prossimo anno. Vorrei citare anche il progetto del Ponte sul Gorzone a Boscochiaro, per il quale eravamo stati accusati di enormi ritardi ed inconcludenza e già definiti colpevoli di aver perso i finanziamenti, un milione di euro ottenuti come rifinanziamento del Patto territoriale. In realtà abbiamo presentato nei tempi previsti il progetto preliminare e quello definitivo. Siamo in attesa di partire con i lavori. E’ doveroso fare il punto anche sulla Casa di Riposo, relativamente ai lavori di ampliamento e adeguamento della struttura. Una questione che si trascina da decenni e per risolvere la quale sono state spese invano diverse migliaia di euro dalla passata amministrazione. Entro l’anno riusciremo a giungere alla definizione del progetto e per la primavera spero di partire con i lavori, con la posa della prima pietra. Si tratta di un

Alcide crepaldi sulla maggioranza: “in giunta solo sacchetto si dà da fare”

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progetto impegnativo del costo di 4 milioni e mezzo di euro: risorse importanti per la cittadinanza”. “Vogliamo parlare di sanità? - incalza - E’ passata in quinta commissione regionale, ai primi di agosto, la nostra richiesta di inserire la nuova realtà dell’ospedale di comunità, previsto nel contesto dell’Ulss 14, proprio nella struttura, l’ex ospedale di Cavarzere, che ospita la Cittadella sociosanitaria. Nella stessa struttura abbiamo chiesto l’ampliamento del Centro residenziale temporaneo di cure palliative con una sezione diurna. Spero che a settembre la Regione autorizzi questi progetti, sarebbe una risposta importante per la cittadinanza cavarzerana ma anche dei territori contermini; sarebbe un progetto che consentirebbe di sviluppare nuove aree all’interno della struttura dell’ex ospedale, altrimenti dismesse”. “L’elenco potrebbe continuare - conclude - ma credo sia sufficiente per poter dire che ci stiamo muovendo con impegno e buoni risultati in vari settori”.

n’analisi della situazione cavarzerana, spaziando dall’attualità alla politica senza dimenticare qualche considerazione sulle diverse componenti del panorama amministrativo locale. Questi i contenuti di una nota trasmessa alla stampa da Alcide Benito Crepaldi, cavarzerano che ha alle spalle decenni di politica attiva nell’amministrazione comunale, come assessore e consigliere. “L’aspetto più singolare di questa Giunta – così Crepaldi – è senz’altro l’atteggiamento del Pd, ha sei consiglieri su dieci ma non esprime una linea politica visibile. Il sindaco ha cacciato due suoi assessori eppure il partito non ha mai preso una posizione chiara sulla questione, astenendosi da qualsiasi valutazione in merito”. L’ex assessore si sofferma anche sulla questione del doppio incarico di Fabrizio Bergantin, presidente della casa di riposo e consigliere comunale. “Stesso comportamento evasivo – queste le sue parole – di fronte alle contestazioni hanno risposto con pagine di pareri legali, per argomentare che non c’è incompatibilità. Il Pd doveva invece spiegare perché una sola persona, e proprio quella, dovesse mantenere entrambi i ruoli, spiegare perché non ci fosse un’alternativa”. Crepaldi non si astiene dal dare qualche parere su quanto fatto finora dalla giunta Tommasi: “Mi pare di cogliere uno spirito da “tirare a campare” quasi temendo che

Alcide Crepaldi

Sul caso Garbin: “Demagogia in quantità industriale nel condannare chi ha torto marcio” un particolare attivismo possa far esplodere conflitti latenti e innescare una crisi senza ritorno. Di tutti gli assessori mi pare che solo l’azione di Sacchetto, ai lavori pubblici, sia abbastanza energica, discutibile o no che si voglia giudicare il suo operato, è uno che si dà da fare e ci mette sempre la faccia. Negli altri non colgo altrettanto attivismo, spero sia solo perché non sono sufficientemente informato”. Conclude con un commento sul caso Garbin, uno degli argomenti principali dell’estate cavarzerana, e non solo. “Vorrei che certi consiglieri – chiosa – dedicassero ai problemi seri il dieci per cento delle energie che hanno profuso per censurare Garbin. Troppo facile sparare a zero quando il bersaglio ha torto marcio, bastava molto meno, per me è stata demagogia in quantiNicla Sguotti tà industriale”.




Cavarzere 15 Testimonianze Lo scorso 12 agosto Icham, Hamza e Abdelilah muoiono annegati nell’Adige

NEWS

La tragedia avvicina i cavarzerani alla comunità marocchina

La fotonotizia

I bambini del grest in visita in municipio e al comando dei vigili

Cristiani e musulmani hanno pregato insieme per i tre giovani di 15,16 e 18 anni. Raccolti finora 7mila euro per aiutare le famiglie colpite dal lutto di Ornella Jovane

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l dolore talvolta unisce più di tante parole e così capita, com’è accaduto a Cavarzere, che da una tragedia cruda come quella che si è consumata lo scorso 12 agosto, la morte di 3 giovani ragazzi marocchini Icham Addur, Hamza Badrane e Abdelilah Bahari annegati nell’Adige, si metta in moto una storia di integrazione non di singoli individui ma di intere comunità.Era un caldo pomeriggio estivo, i tre ragazzi di 18, 15 e 16 anni si trovavano in riva all’Adige, in località Marice, per trascorrere qualche ora di svago e di gioco in compagnia. In pochi istanti la tragedia che ha trascinato l’uno dietro l’altro i tre verso la morte, annegati. Un dramma che ha scosso tutta Cavarzere e che ha subito mobilitato Comune, Patronato San Pio X, La Parrocchia di San Mauro, l’Istituto comprensivo di Cavarzere, l’Ipsia Marconi e la locale Protezione civile in un’attività di sensibilizzazio-

Le ricerche nell’Adige dei corpi ne alla popolazione con lo scopo di offrire aiuto alle famiglie dei tre ragazzi colpite dal lutto. Appelli che non sono caduti nel vuoto ma che al contrario sono stati accolti con partecipazione dalla cittadinanza. “I cittadini di Cavarzere e non solo - racconta il consigliere comunale Cinzia Frezzato - in modo spontaneo o uniti in associazione si sono fatti vicini a queste sfortunate famiglie”. Una vicinanza espressa non solo economicamente, per poter consentire alle famiglie di celebrare i funerali

dei congiunti nelle terre d’origine, ma anche morale e nella preghiera. “Questo dramma - prosegue - ha reso possibile l’incontro tra le due comunità, cristiana e musulmana, che si è concretizzato in una serata, in Patronato san Pio X, all’insegna della preghiera nei modi propri di ciascuno e della condivisione del dolore con le famiglie”.Questi cittadini, ha avuto modo di osservare l’Imam Rachid, “non si sono sentiti immigrati” in un momento molto difficile della loro vita. “Sicuramente questo evento - prosegue Frezzato - è stato per tutti noi un momento di generale dolore, la speranza è che questa tragica scomparsa possa essere un’occasione di integrazione attraverso la conoscenza reciproca proprio come ha auspicato l’Imam Rachid con il quale siamo concordi sulla necessità di continuare nell’esperienza positiva intrapresa”.

ABDELILAH, HICHAM, HAMZA: QUANTA STRADA INSIEME...

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iceviamo e pubblichiamo un ricordo dei tre ragazzi marocchini Hamza, Abdelilah e Hicham di 15, 16 e 18 anni che sono annegati lo scorso 12 agosto nelle acque dell’Adige a Cavarzere. Dopo la chiusura estiva, il Centro Giovanile ha ripreso come di consueto la sua attività ma il vuoto che avete lasciato già si fa sentire, ci mancano le vostre risate, i vostri scherzi e, perché no, anche le discussioni che tanto vi e ci hanno fatto crescere in questi anni insieme. Settembre il mese in cui tutto ricomincia: scuola, sport, amici, centro giovanile, ma niente è più lo stesso, non rivedremo Abdelilah, Hicham e Hamza, ragazzi, concittadini, compagni abituali dei “nostri” luoghi. Qui al Centro Giovanile ci mancheranno le polemiche di Abdelilah con il suo carattere irruento che aveva sempre qualcosa da ridire, si arrabbiava quando non poteva fare due turni alla xbox, o andare su facebook, per fortuna a calmarlo c’era sua sorella Hajar. Tra le tante attività, l’ultima, la più forte che non possiamo dimenticare, è l’uscita al mare del 10 Luglio scorso alla quale ha partecipato anche lui. Come al solito dovevamo riprenderlo perché faticava a stare alle regole, e il suo atteggiamento tra l’ironico e l’irriverente poteva risultare difficile da gestire, ma il suo contributo al divertimento di quel giorno è stato prezioso. La sua crescita e maturazione nel corso dell’ultimo anno erano visibile anche ad occhi inesperti, svolgeva i compiti regolarmente, era disponibile a “chiacchierate” e confronti spesso animati ma che sapevano condurci ad un

punto di incontro. Hamza, a differenza di altri, ha impiegato molto tempo prima di iniziare a parlare con noi, diceva di non conoscere l’italiano, però intuiva quasi sempre quando era il suo turno di gioco. Sapeva utilizzare bene internet, ricercava informazioni sulle sue grandi passioni auto e moto. Quando però ha cominciato a fidarsi e ad avere più confidenza con la lingua italiana, abbiamo avuto l’opportunità di conoscerlo meglio e di capire che era un ragazzo dolce e disponibile, educato e rispettoso, difficilmente litigava con gli altri e la sua presenza era discreta e pacifica. Hicham, il “veterano” dei tre, da tempo presenza partecipe e attiva del centro, era sempre disponibile a dare una mano nei lavori pratici, anche durante la Festa dell’associazionismo della cooperativa Emmanuel il suo contributo è stato significativo e lo ha reso popolare anche tra gli operatori della cooperativa impiegati in altri servizi. Lo conoscevano in molti, non aveva difficolta a interagire con gli altri, usciva spesso con i compagni conosciuti nei vari ambienti da lui frequentati, scuola, patronato, centro giovanile. Attento e acuto, sapeva spesso trovare scappatoie a situazioni per lui impegnative con il minimo sforzo. A distanza di un mese vogliamo condividere con la cittadinanza di Cavarzere i ricordi che conserviamo dei nostri tre amici perché riteniamo siano stati una presenza importante per molti di noi, aiutandoci, anche con le differenze e le difficoltà a progredire nel percorso oggi necessario, oltre che stimolante e divertente, verso l’integrazione e la multiculturalità. Gli educatori della Cooperativa Sociale Emmanuel

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ella mattinata di giovedì 1 agosto c’è stata una visita speciale in Municipio da parte dei bambini del Grest del Patronato S. Pio X accompagnati da Padre Pietro e dalle loro animatrici. Ad accoglierli la consigliera comunale Chiara Tasso che ha li ha accompagnati per una visita all’interno di Palazzo Barbiani, attraverso la grande scalinata del portone principale per giungere poi nella Sala Consiliare dove, con grande emozione, hanno atteso l’arrivo del sindaco Henri Tommasi omaggiandolo con canti festosi. Il momento di incontro è stato immortalato dalle immancabili foto ricordo. La visita è continuata proseguendo nella Sala Giunta da cui i bambini hanno potuto ammirare il corso del Fiume Adige, fino ad arrivare all’ultimo piano da cui invece hanno potuto ammirare dall’alto la piazza del Municipio, il Duomo e la torre campanaria. Lo stupore e l’ammirazione negli occhi dei bambini (tutti tra i 5 e i 6 anni) non si può descrivere. Infine una visita anche al Comando della Polizia Municipale che con grande gioia ha accolto il nutrito gruppo di bambini per un saluto finale.

L’editoriale

Gli anni ’90, anni dell’immigrazione e della politica semplificata di Mauro Gambin*

segue da pag.

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Gli anni ’90 sono stati anche gli anni del benessere, gli anni del “fenomeno del Nord Est”, gli anni del Veneto locomotiva d’Italia e magnete di quanti furono attratti qui dalla possibilità di trovare lavoro. Gli anni Novanta sono stati anche quelli della cosiddetta “seconda repubblica”, gli anni del sistema bipolare, della semplificazione politica divisa in soli due schieramenti: noi e loro, contrapposti e intimamente divisi anche dai retaggi di Tangentopoli, per ipotetiche figliazioni o continuità con i partiti delle “mazzette”. Cinquant’anni di storia d’Italia erano andati in soffitta, qualcuno dei suoi protagonisti in carcere oppure ad Hammamet. Gli anni ‘90 sono stati uno spartiacque dove chi voleva cavalcare l’onda, doveva farsi largo mettendo più distanza possibile tra ciò che era stato prima e quello che ci sarebbe dovuto essere dopo, magari solo a parole. Ecco, anche le parole iniziarono ad avere la loro importanza in questo periodo, la semplificazione passò pure attraverso i nuovi concetti travestiti da slogan. Anche per il nuovo fenomeno dell’immigrazione, che i due blocchi proprio in quegli anni iniziarono a governare, vennero create delle parole d’ordine. La prima, interpretata da un blocco, complessa e razionale, tesa a spiegare che l’immigrazione era legata alla struttura economico-sociale del paese che a causa di un precoce invecchiamento del Paese, in virtù di un saldo demografico negativo, si trovava, di conseguenza, nella necessità di iniettare manodopera nella propria economia, la seconda nel mondo per il manifatturiero. L’altra, interpretata dal secondo blocco, più direttamente spiegava che sarebbe stato a dir poco imprudente aprire totalmente le porte a chi non si conosceva. Insomma, il diverso, quello che “viene da fuori” poteva anche portare a qualche forma di pericolo, soprattutto sociale ma anche civico e pure economico, particolarmente quando le cose hanno iniziato ad andar male anche in Veneto. Creata l’identità del diverso, non è c’è voluto molto a creare l’identità dell’uguale, uguale ad altri accumunati dalla stessa cittadinanza, dallo stesso credo religioso, dalla stessa area geografica...via via sempre più uguali fin nel dettaglio del dialetto. Si iniziò persino a promettere precedenze su base geografica. “Prima i Veneti”, oppure “Paroni a casa nostra”. Slogan travestiti da concetti che sono diventati i cardini di un pensiero semplificato, e per questo rassicurante, che ha contrapposto il locale, ossia il conosciuto, il noto, il domestico, a tutto il resto. Una semplificazione che funziona in mondo piccolo come un bar, magari dove ci sta anche la battuta pesante a sfondo razziale ma che continua a non spiegare e anzi a mortificare le ragioni di fondo di un fenomeno dalle dimensioni mondiali come l’immigrazione. * direttore@lapiazzaweb.it


16 Cavarzere-Cona Centri urbani Il bando di selezione della Regione

Pegolotte, progetto per la riqualificazione Il costo complessivo dell’opera è di 300mila euro, dei quali è stato richiesto un contributo di 240mila

Il centro di Pegolotte

di Giovanni Giovetti

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’è anche un progetto che interessa il Comune di Cona fra i 5 veneziani che saranno presentati per il bando di selezione approvato dalla Regione Veneto per interventi di qualificazione dei centri urbani. I fondi previsti dal bando in questa prima fase ammontano a 4 milioni di euro. Nel dettaglio gli interventi progettati nel comune di Cona riguardano i lavori di riqualificazione del centro urbano di Pegolotte. “E’ un intervento - spiega l’assessore provinciale alle Attività produttive della Provincia di Venezia Lucio Gianni - che si propone di eliminare le criticità presenti per offrire uno spazio per il tempo libero al servizio di una importante area industriale”. Il costo complessivo dell’opera è di 300mila euro su cui è stato richiesto un contributo di 240mila euro. Possono accedere al bando le 25 intese programmatiche d’area (Ipa) del Veneto tramite il proprio referente. Nel Veneziano le Ipa sono quattro, oltre a quella dell’area sud cui appartiene anche il Comune di Cona, quella del Miranese, della Riviera del Brenta e della Venezia orientale, soggetto sottoscrittore. Gli altri progetti riguardano interventi nei Comuni di Santa Maria di Sala e Salzano nel Miranese, Campolongo e Fossò in Riviera del Brenta. “Oltre alla qualità dei progetti presentati - ha commentato Lucio Gianni, l’assessore che ha gestito la regia dei lavori - due sono gli aspetti determinanti che hanno qualificato il lavoro svolto: il primo è dato da una presenza estremamente numerosa dei componenti dei tavoli di concertazione, va infatti ricordato che oltre ai singoli comuni aderiscono e collaborano alle intese programmatiche anche la Camera di Commercio, le associazioni di categoria e le rappresentanze sindacali. Altro elemento qualificante è la compartecipazione economica degli enti locali, in taluni casi anche oltre il minimo richiesto, e di singoli privati”.

NEWS Consiglio provinciale

Michael valerio capogruppo della lega nord: “svolgeremo un ruolo di garanzia per il territorio”

Michael Valerio

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MEDIA PARTNERS

el Consiglio provinciale di Venezia sono due i rappresentanti dei cittadini di Cavarzere e Cona, Riccardo Tosello del Pdl e Michael Valerio della Lega Nord. In questi giorni Valerio (in foto) è stato scelto dal gruppo consiliare leghista come capogruppo, carica che il consigliere cavarzerano ricoprirà fino alla fine del mandato, prevista per la prossima primavera. La nomina a capogruppo consiliare della Lega Nord in Consiglio provinciale per Valerio è stata ufficializzata nel corso della seduta consiliare del 30 luglio e subito il neoeletto capogruppo ha voluto ringraziare i colleghi per questo nuovo incarico affidatogli. “Sono grato ai miei colleghi che hanno indicato in me il loro rappresentate in Consiglio provinciale di Venezia – ha esordito Michael Valerio – sinonimo questo di un rapporto consolidato e di una collaborazione che mira a far squadra”. Ha poi evidenziato come per la politica di oggi risulti essenziale tenere in forte considerazione le esigenze della gente. “Non più i giochi di palazzo – queste le sue parole – che finiscono per avere l’effetto opposto, ovvero con l’allontanare la cittadinanza dalla politica, è in questa direzione che dovremmo andare. Alla gente poco importano le questioni interne ai partiti, che viceversa possono animare altri, ma cosa invece possono fare i partiti per loro”. Ha concluso ribadendo il proprio impegno e quello del suo partito su più fronti. “Le partite aperte sono molte – così Valerio – e in tutte la Lega Nord saprà svolgere un ruolo determinante e di garanzia per il territorio e per i cittadini”. Nicla Sguotti


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VIAGGIO IN

PROVINCIA VENEZIA

Economia Confapi Industria Veneto dà i dati dal 2009 sul veneziano

Cinquecento aziende in crisi, giù gli investimenti Disoccupazione al 15%, si può ripartire dal settore turistico. La domanda interna è crollata del 4%

Il ministro Zanonato agli artigiani

di Alessandro Abbadir

“bisogna puntaRe sulle espoRtazioni”

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o stato dell’economia veneziana è davvero critico ma può ripartire da un settore strategico come il turismo. Questa la situazione delineata da un incontro che si è tenuto nelle scorse settimane fra il presidente della commissione lavoro, il consigliere Roberto Dal Cin, il direttore di Confapi Industria Veneto Pier Orlando Roccato, e l’assessore provinciale alle attività produttive Lucio Gianni. Roccato ha illustrato gli ultimi dati relativi alla crisi che stanno attraversando la piccola e media impresa in provincia di Venezia, partendo dal 2009, l’anno successivo allo scoppio della stessa. E’ emerso così che da 2009 ad oggi oltre 500 imprese sono state coinvolte in procedure di crisi, il tasso di disoccupazione è il più alto registrato, e oggi arriva al 15 per cento in provincia di Venezia mentre la media regionale è tra l’8 e l’11 per cento. Il calo degli investimenti è del 2,5 per cento e del 4 per cento quello della domanda interna. Sulla crisi del settore manifatturiero pesa soprattutto quella delle costruzioni, dato che nel giro di quattro anni il prezzo dei beni immobili è calato del 20 per cento. Roccato è stato chiaro. “Oggi purtroppo le nostre banche anche nel veneziano - spiega - sono impegnate a coprire i buchi di bilancio, e non supportano affatto il mondo delle imprese. Siamo di fronte ad una crisi mondiale e senza precedenti dove il mondo del credito anziché favorire lo sviluppo si è letteralmente chiuso a riccio. Oltre alla crisi del manifatturiero, sta soffrendo in modo spaventoso anche quello dell’edilizia che, nonostante la piccola boccata d’ossigeno del “Piano casa”, deve fare i conti con una tassazione imposta dal Governo che non agevola

affatto il mercato immobiliare sempre più in sofferenza. Serve una chiara politica di sostegno al reddito e per rilanciare davvero l’economia serve una minor tassazione del costo del lavoro, ormai divenuta la più alta rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea”. Insomma a chi parla di ripresa, bisogna consigliare la moderazione. L’assessore Lucio Gianni è chiaro. “Siamo dentro un tunnel - dice - ormai da troppo tempo, dal quale non s’intravvede via d’uscita soprattutto perché il Paese sta affrontando la situazione con strumenti limitati ed improvvisati. E’ necessario dare ossigeno alle imprese, che ancora riescono a produrre reddito, ridisegnando il sistema di tasse e contributi nei loro confronti e far muovere l’economia riducendo la pressione fiscale dei dipendenti! Abbiamo fortunatamente una grande risorsa che si chiama turismo: con più di 35 milioni di presenze registrate durante la scorsa stagione siamo la prima Provincia turistica d’Italia. Ebbene, il turismo può diventare ancora più forte con ulteriori idee e progettualità”. Il consigliere Roberto Dal Cin spiega quanto si è fatto finora. “Da quando ci siamo insediati quattro anni fa - dice - abbiamo da subito dovuto fare i conti con l’emergenza lavoro a causa della crisi che si è abbattuta nel nostro territorio. A pagarne le conseguenze è stata senza dubbio la piccola e media impresa che fino a qualche anno rappresentava il traino dell’economia della nostra provincia. Abbiamo fatto il possibile per fermare questa emorragia attraverso progetti mirati che ci hanno permesso di ricollocare nel mondo del lavoro più di 500 persone che erano state espulse causa fallimenti e chiusure aziendali”.

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e aziende artigiane della Riviera hanno una qualità di produzione davvero impressionante. Ci sono casi davvero importanti di case produttrici estere che hanno deciso di venire da noi a realizzare borse e scarpe grazie alla grande qualità“. Si è espresso così il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato che ha partecipato nelle scorse settimane al convegno “Ripresa Italia, il ruolo dell’artigianato e della piccola e media impresa nell’economia del paese” che è stato organizzato dall’associazione Artigiani della Riviera all’interno degli eventi della quinta Festa dell’Artigianato Artistico e dell’Innovazione. A tratteggiare la situazione sono stati gli artigiani della Riviera con il presidente Salvatore Mazzocca e il segretario Franco Scantamburlo. Una associazione che ha oltre 1000 aziende iscritte. “In questi anni di crisi – hanno detto Scantamburlo e Mazzoccac’è stata la granfe difficoltà della aziende ad accedere al credito e la necessità di accelerare sul versante delle politiche fiscali, industriali e di sviluppo economico. Per questo anche dalla nostra aree appare evidente che serve una riforma della pubblica amministrazione con servizi più efficienti per cittadini e imprese, oltre che rafforzare il legame tra formazione e impresa. Noi vediamo la Riviera come cerniera strategica tra Venezia e Padova. Il nostro è un territorio cruciale per lo sviluppo dell’economia veneziana. Abbiamo puntato molto sulle esportazioni all’estero”. Il ministro ha infine sottolineato come in Italia alcuni indicatori sono davvero positivi. Noi infatti ha detto “esportiamo più di quando importiamo, abbiamo un avanzo primario, siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa e su molti beni siamo i primi al mondo. Ci sono settori come l’agricoltura che hanno aumentato il proprio fatturato e la capacità di esportare. Quello che ci frena è il debito pubblico e gli interessi sul debito che dobbiamo pagare, cioè lo spread”.

FISCO lA GuARDIA DI FINANZA SCOPRE 103 EVASORI TOTAlI

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risi o non crisi resta sempre anche chi fa il furbo. Froda il fisco e in modo totale. In provincia di Venezia da quanto emerge dai dati della Guardia di Finanza fino ad agosto di quest’anno, sono molti, sono 103. 13 sono invece quelli che evadono fortemente ma non del tutto. Qualche dato positivo a guardare il fenomeno c’è: nei primi mesi del 2012 erano stati 118 gli evasori totali, 18 invece i parziali. A fine 2012 invece gli evasori totali avevano raggiunto quota 168, mentre 31 erano gli evasori parziali. I controlli sul mancato versamento dell’Iva ha permesso di smascherare evasori di taglia davvero grossa. Ecco i confronti: i 118 evasori totali del 2012

avevano evaso quasi 160 milioni di euro, i 103 di quest’anno non hanno denunciato somme per 352 milioni di euro. Ma la Guardia di Finanza in collaborazione con carabinieri, Spsal e ispettorato del lavoro ha monitorato con attenzione anche il fenomeno dello sviluppo del lavoro nero. Nei primi otto mesi dell’anno a fronte di 140 lavoratori irregolari trovati, 71 sono risultati essere completamente in nero. Nel 12 mesi del 2012 i lavoratori in nero erano stati invece 166. Insomma un trend di diminuzione positivo. I controlli dei finanzieri, hanno riguardato attività di tutti i tipi, dal Veneto orientale a Chioggia. Ci sono state delle zone però che soffrendo di problemi

particolari sono state più battute. Così in più occasioni i controlli si sono concentrati sui laboratori tessili e di scarpe, tantissimi cinesi, nell’area della Riviera del Brenta, dove i dipendenti, connazionali dei titolari, sono stati trovati a lavorare per i committenti, che sono quasi sempre aziende italiane, in condizioni davvero inferiori ai livelli minimi di sicurezza nei luoghi di lavoro. Su questo versante un aiuto è venuto anche dall’azione dei sindacati che hanno cercato in diversi modi di stimolare i lavoratori ad esempio nel comparto edile a denunciare situazioni di irregolarità. Molti cantieri e aziende sono state poste sotto sequestro e chiuse. A.A.


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Spazi aperti 21 3 Chioggia La “fotografia” scattata da Ispra della situazione veneta

Lo stato di salute delle risorse ittiche dopo il fermo biologico

Laguna nord

A CAVAllINO lIBERATI 159 PulCINI DI FENICOTTERO

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di Ornella Jovane

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omplessivamente le catture sono paragonabili allo scorso anno, per lo meno per quanto riguarda le specie principali (come il barbone), sono però diminuite per alcune specie, come il merlano (o molo), per seppie e canocchie invece sono stazionarie, con un incremento per i moscardini. E’, più o meno stabile, rispetto al 2012, lo stato di salute delle risorse marine del Veneto alla fine del fermo biologico: lo sostengono i ricercatori dell’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) di Chioggia dopo aver elaborato i risultati del monitoraggio sulla fauna ittica effettuato tra il 19 e il 23 agosto scorso nelle acque marine costiere. Lo scorso 30 agosto si è tenuto a Chioggia l’incontro pubblico con i pescatori organizzato per discutere i risultati della campagna sperimentale di pesca a strascico, autorizzata dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. L’iniziativa, che viene ripetuta per il secondo anno consecutivo, rientra nell’ambito del progetto europeo di ricerca partecipativa Gap2 con lo scopo di definire, con gli stessi pescatori, possibili e consapevoli percorsi gestionali della risorsa ittica. I campionamenti, condotti con la collaborazione dei ricercatori del Consorzio Unimar ed i pescatori di

Chioggia, sono stati eseguiti in 21 stazioni distribuite nelle acque della regione Veneto nei Compartimenti marittimi di Chioggia e Venezia, in un’area che va dal delta del Po alla foce del Tagliamento utilizzando, nello stesso periodo e nelle stesse stazioni dello scorso anno, la rete a strascico classica. “Per quanto riguarda i parametri ambientali - spiega Saša Raicevich, responsabile Ispra del progetto Gap2, insieme con Otello Giovanardi responsabile della sede Ispra di Chioggia (in foto) - abbiamo riscontrato, rispetto al 2012, una situazione diversa per via delle temperature che, quest’anno, sono più alte in prossimità del fondo del mare, fino a 4 gradi, e anche della salinità che è maggiore. C’è uno scenario ambientale di tipo diverso, abbiamo avuto portate più importanti rispetto allo scorso anno”. E proprio le diverse condizioni ambientali potrebbero essere le cause della diminuzione di alcune, poche, specie. “Ciò che invece trova conferma anche quest’anno - proseguono i ricercatori - è la presenza di elevate quantità di individui giovani. Questo significa che l’attività di pesca nella ripresa, dal 2 settembre, si basa su organismi che non sono ancora maturi, spesso piccoli e non commercializzabili”.

Considerando - è la conclusione dei ricercatori - che il fermo biologico è uno strumento gestionale implementato proprio per proteggere le fasi giovanili degli stock nel periodo successivo alla riproduzione, questo risultato indica la necessità di una revisione della durata del fermo, che dovrebbe quindi essere esteso, ad esempio con un anticipo di due settimane ed un posticipo di due settimane rispetto al periodo attuale, una soluzione sulla quale si sta lavorando con i pescatori. Tale ipotesi, si sottolinea, andrebbe inserita in un Piano d Gestione Locale che tenga in considerazione la specificità della flotta del Veneto, ad esempio prevedendo forme di “compensazione/ accompagnamento” per il settore del piccolo strascico costiero. Il dibattito con i pescatori ha proprio evidenziato come sia necessario sviluppare azioni di confronto sulla differenziazione a fini gestionali delle imbarcazioni in relazione alla stazza, la durata ed intensità delle attività di pesca, la gestione del mercato per una migliore valorizzazione del prodotto locale per operare scelte gestionali che permettano un’attività di pesca che sia sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale.

ella Valle Paleazza a Cavallino Treporti in laguna di Venezia nelle scorse settimane 50 operatori esperti provenienti da diverse regioni italiane coordinati dai tecnici della provincia hanno catturato i 159 pulcini di fenicottero, ormai prossimi all’involo, ovvero fra circa dieci giorni saranno in grado di volare. Gli operatori hanno provveduto, quindi, alla rilevazione di alcune misure biometriche e all’apposizione di due anelli, uno metallico e l’altro in plastica colorata, che costituiscono una sorta di carta di identità del fenicottero marcato. In particolare, gli anelli colorati riportano un codice alfa-numerico di quattro caratteri che può essere letto anche da lontano con l’ausilio di binocoli o cannocchiali. Ciò consentirà di studiare gli spostamenti dei fenicotteri nati in Laguna di Venezia, lungo le principali aree lagunari costiere del Mar Mediterraneo. Al termine delle operazioni i pulcini sono stati immediatamente rilasciati e hanno raggiunto gli altri della colonia. I 50 volontari specializzati sono stati coordinati da Lucio Panzarin, ideatore dell’iniziativa a Cavallino Treporti dove hanno nidificato i fenicotteri. Va ricordato infatti che nel maggio 2013 la più numerosa colonia di fenicotteri dell’Italia continentale si è insediata in una valle da pesca della Laguna Nord di Venezia. La colonia è formata da circa 4.000 esemplari adulti e da circa 2.000 pulcini, ed è seconda soltanto alla più numerosa colonia che da anni nidifica in Sardegna negli stagni del litorale di Cagliari. A.A.

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Agosto 2013

Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14

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A PELLESTRINA SBARCA CUORE AMICO CON I CARDIOLOGI DI CHIOGGIA PER PREVENIRE L’ICTUS Nella splendida cornice della Festa dell’Apparizione a Pellestrina si è svolta una lodevole iniziativa dell’associazione Cuore Amico con la collaborazione della Cardiologia di Chioggia, consistente in un progetto di screening della fibrillazione atriale nei residenti dell’isola. La fibrillazione atriale è una comune aritmia, che colpisce fino al 10% degli over 65 ed il 2% della popolazione generale. Benché sia una banale aritmia, se trascurata può dare frequentemente complicanze gravi (come l’ictus cerebrale) ed anche mortali. Fortunatamente, sono disponibili terapie farmacologiche che consentono di ridurre drasticamente il rischio di queste complicanze. Il problema è che una larga parte dei pazienti affetti da questa malattia (dal 20% fino al 50% secondo alcune casistiche) non sa di esserne affetto e quindi non assume la terapia relativa, inconsapevole del rischio che corre. Proprio in questa logica si è

svolta questa iniziativa che ha permesso lo screening con elettrocardiogramma portatile wireless di numerosi abitanti dell’isola: ben 165 persone in poche ore sono state visitate. “I risultati non si sono fatti attendere”, dice il primario della Cardiologia Roberto Valle. “Tra i soggetti visitati – ha spiegato - ben 5 erano affetti dalla fibrillazione atriale ed 1 di questi non sapeva di essere portatore dell’aritmia ed è stato subito indirizzato alle cure del medico di medicina genera-

le. Un paziente inconsapevole su 5 è in linea con quanto si conosce nella Letteratura scientifica, che parla appunto di un 20% di pazienti non consci di essere portatori dell’aritmia”. L’iniziativa è stata anche onorata dalla presenza del Vescovo don Adriano Tessarollo, che ha portato il suo plauso all’iniziativa. Plauso condiviso dal direttore generale dell’Ulss 12 di Venezia, nonché commissario dell’Ulss di Chioggia, Giuseppe Dal Ben che sottolinea “che in-

Informa

Ulss 14

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dagini di screening come quella di Pellestrina, sono in grado di identificare questi pazienti inconsci della propria condizione di rischio e ridurre quest’ultimo al minimo, con la terapia adatta, con grandi vantaggi in termine di salute pubblica e costi sociali”. In tempi brevi i volontari dell’associazione Cuore Amico con i sanitari della Cardiologia clodiense sbarcheranno nuovamente sull’isola di Pellestrina per ripetere l’iniziativa su quanti cittadini saranno disponibili.

A CAVARZERE SI PARLA DI SCREENING Il 20 settembre alle ore 20.30 si svolgerà a Cavarzere presso la Sala Convegni di Palazzo Danielato (ex Palazzo Piasenti) un INCONTRO PUBBLICO sul tema screening oncologici nei comuni di Cavarzere e Cona aperto alla cittadinanza. Si parlerà di programmi e di prevenzione dei tumori della mammella, del colon retto e del collo dell’utero. Saranno presenti, oltre alle autorità dei Comuni di Cona e Cavarzere, Avv. Anna Berto e Avv. Henri Tommasi, alcuni primari dell’Azienda Ulss 14, il Direttore medico ospedaliero e Direttore del Dipartimento di Prevenzione, dr. Massimo Boscolo Nata e la referente dei programmi di screening aziendali, dr.ssa Maria Luisa Polo.

Di seguito il programma della serata: I programmi di screening oncologici nei comuni di Cavarzere e Cona (prevenzione dei tumori della mammella, del colon retto e del collo dell’utero) Cavarzere, 20 settembre 2013, ore 20.30 Sala Convegni di Palazzo Danielato (ex Palazzo Piasenti) Programma Saluti delle Autorità Avv. Anna Berto Avv. Henri Tommasi Tavola Rotonda con gli operatori sanitari partecipanti alla campagna di screening

oncologici: Dr. Gastone Chech, Medico di Famiglia Dr.ssa Ornella Mancin, Medico di Famiglia Dr. Massimo Boscolo Nata, Medico del Dipartimento di Prevenzione Dr.ssa Maria Luisa Polo, Medico del Dipartimento di Prevenzione Dr. Giorgio Cavallarin, Endoscopista Dr. Pietro Spillare, Radiologo Dr. Salvatore Ramuscello, Chirurgo Dr.ssa Maria Flora Romano, Chirurgo Dr.ssa Silvana Boscolo, Ginecologo Dr. Carlo Gatti, Oncologo 22.30 Conclusioni


Agosto 2013

Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14

Per approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’A.Ulss 14: ww.asl14chioggia.veneto.it

DOPO LA CONSEGNA DELLE CHIAVI ECCO L’AUTO MEDICA: UNA DONAZIONE DEL LIONS CLUB AL PRONTO SOCCORSO DI CHIOGGIA

Dg Dal Ben: “Vincente la collaborazione pubblico-volontariato” “La donazione dell’auto medica dimostra ancora una volta la collaborazione vincente tra pubblico e volontariato. Un grazie di cuore per questo dono alla vita sanitaria della città, che arricchisce non soltanto il parco automezzi del nostro Pronto Soccorso, ma la stessa cittadinanza garantendogli un servizio in più”. Sono le parole a “caldo” del direttore generale dell’Ulss 14 di Chioggia Giuseppe Dal Ben dopo l’arrivo dell’auto medica donata dal Lions Club di Chioggia. La donazione era stata fatta qualche mese fa con la simbolica cerimonia della consegna delle chiavi. Si è dovuto attendere, però, l’allestimento con le opportune attrezzature mediche, prima che potesse arrivare concretamente in ospedale. Oggi la consegna ufficiale: si tratta di un Suv del valore di circa 20mila euro, un mezzo importante che permette ai sanitari di andare sulla sabbia o altri terreni insidiosi e far arrivare il medico in tempi celeri sul posto dell’incidente, in alcuni casi, anche prima dell’ambulanza stessa. Una donazione che il Lions Club di Chioggia ha progettato da anni e che ha deciso di realizzare concretamente proprio in concomitanza con il 40esimo anniversario di attività nel territorio

clodiense. “Sono contento che l’ultima mia operazione – ha detto Aldo Ranzato che si appresta a chiudere il suo mandato di presidente – sia stata proprio questa donazione, un atto importante che la nostra associazione fa per la comunità e che è stato possibile grazie alla tenacia e il sacrificio che ho condiviso in questi ultimi anni con i miei predecessori Giampaolo Parolini e Giuliano Godino”. “In questi anni di attività sul territorio – ha aggiunto Giacinto Pesce del Lions - abbiamo cercato di contribuire al benessere sociale

agendo in quelle situazioni in cui il nostro aiuto potesse essere importante. L’acquisto dell’auto medica rappresenta uno dei maggiori investimenti compiuti a Chioggia dal Lions. Pensiamo che sia un modo tangibile per aiutare una realtà che, ogni giorno, si occupa della salute e del benessere di tutti i cittadini”. In allegato due foto dell’evento: una del Dg Dal Ben che stringe la mano al presidente del Lion Aldo Ranzato; l’altra con tutta la direzione dell’Ulss, alcuni operatori del Pronto Soccorso e il Lions Club al completo.

CONCORSO FOTOGRAFICO

Ulss 14 informa

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24 Mondo scuola

Mondo scuola 5

Didattica e nuovi strumenti La tecnologia entra in aula e la classe diventa digitale

2.0, la scuola per le nuove generazioni Racconto di una sperimentazione all’IC Matteotti di Maerne di Ornella Jovane

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scuola con il tablet, per studiare nella classe virtuale utilizzando gli e-book. Nell’era digitale la tecnologia entra nelle aule della Scuola che diventa 2.0. Indicata da anni dall’Unione europea come fattore determinante per lo sviluppo delle giovani generazioni, la Tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni, Tic, si fa parte integrante di una reale e sostanziale evoluzione che riguarda il mondo dell’insegnamento e dell’apprendimento. Multimedialità, interattività e virtualità segnano la via per cambiare i modelli didattici. Scuola 2.0 è un progetto che, a partire dal 2008, il Ministero dell’Istruzione ha avviato per introdurre, come da indicazioni internazionali, la Tic anche negli istituti scolastici italiani. Un processo al quale le scuole stanno via via aderendo, con i mezzi e gli strumenti a disposizione, ma con grande motivazione. Nelle aule delle nostre scuole si sono viste le prime Lim, le Lavagne interattive multimediali, e sono partite in via sperimentale le prime classi digitali. Nel Veneto le cl@ssi 2.0 quest’anno sono 144, per 100 scuole. L’Ufficio scolasti-

co regionale in collaborazione con l’Università di Padova sta lavorando dal 2009 alla pianificazione dell’allestimento tecnologico, alla progettazione delle sperimentazioni e allo studio delle conclusioni del primo ciclo triennale. Nel Veneziano tra le 25 classi “cibernetiche”- come le definisce qualche genitore - si appresta a sostenere la prima sperimentazione anche l’Istituto comprensivo G. Matteotti di Maerne di Martellago nel Miranese con la Ia B, 21 studenti della secondaria di primo grado. “E’ stata una sfida impegnativa, per me e per il corpo docente, che però abbiamo accolto con entusiasmo, convinti che la scuola del futuro si muoverà inevitabilmente dentro la dimensione digitale” commenta il dirigente scolastico dell’Istituto, la professoressa Marisa Zanon, che racconta le tappe che hanno portato all’avvio dell’esperimento. La prima fase, che ha preceduto anche quella preparatoria, è stata di convincimento del Consiglio d’istituto e di parte dei docenti sulla bontà dell’iniziativa. Alcuni insegnanti ci hanno creduto fin da subito, altri hanno opposto resistenza, un po’ intimoriti forse

dagli strumenti informatici con cui non proprio tutti hanno una disinvolta confidenza. Affidati alle cure e alla preparazione del professore di Tecnologia e Informatica Michele Dan, che da quest’anno è funzione strumentale, i docenti sono stati formati. “E’ stata un’esperienza estremamente positiva - prosegue la professoressa - nel corso della quale tutti hanno messo a disposizione le proprie competenze, gli insegnanti più esperti hanno fatto da tutor a quanti erano alle prime armi, con risultati eccellenti”. Il coinvolgimento delle famiglie è stato il secondo step. “Abbiamo organizzato una dimostrazione pratica - spiega ancora Zanon - invitando i ragazzi inseriti nel gruppo della Ia B e i loro genitori con lo scopo di informare, tranquillizzare e sensibilizzare all’esperienza della classe digitale. L’esito dell’iniziativa è stato buono. C’è molta disponibilità da parte di ragazzi e famiglie”. Ma cos’è di fatto una classe digitale? “E’ la risposta adeguata - spiega la professoressa Zanon - alle nuove esigenze educative e formative delle moderne generazioni, i cosiddetti nativi digitali, i ragazzi

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di oggi, multitasking, capaci di eseguire più operazioni contemporaneamente, di utilizzare più abilità e forme di intelligenza, per sviluppare dalle miriadi di informazioni da cui sono costantemente bombardati le competenze necessarie”. Non si tratta quindi soltanto di approvvigionare la classe di materiali informatici (computer, software, internet e quant’altro) ma di intraprendere nuove strategie didattiche, di ridefinire il ruolo di docenti e studenti, di segnare nuovi spazi e tempi nuovi per la scuola che non rimane circoscritta alle 5 ore di lezione all’interno delle mura di un edificio ma, nella sua dimensione virtuale, diventa parte della vita di ragazzi ed insegnanti 24 ore su 24. “La dimensione digitale sarà presente in tutti gli insegnamenti, - spiega ancora la professoressa - questo favorirà un maggiore confronto nell’allestimento di un progetto educativo multidisciplinare. L’insegnante diventa una sorta di tutor, un guida che svolge attività di monitoring (controllo) e modeling (modello formante) per indirizzare, nella molteplicità e simulta-

L’IC Matteotti, il dirigente scolastico Marisa Zanon neità di nozioni e dati percepiti dai ragazzi, allo sviluppo di abilità e competenze. Il percorso verso la conoscenza si costruisce dunque insieme, docenti e studenti”. La classe è dotata di un arredamento mobile, che consentirà di allestire gli spazi a seconda dell’attività svolta, dalla ricerca alla lezione più tradizionale. Sono stati predisposti gli attacchi e le connessioni (“grazie al lavoro dei tecnici messi a disposizione dal Comune” sottolinea ancora la dirigente) affinché ciascun ragazzo possa utilizzare il proprio tablet, in dotazione dal Ministero, che sarà di fatto lo strumento di collegamento tra scuola e casa. Ciò che consente di aprire a quella dimensione virtuale e ampliare all’infinito gli spazi dove si impara. “I ragazzi potranno mettersi sempre in comunicazione fra di loro, con studenti di altre classi, con gli stessi docenti. E così, grazie alla tecnologia, - conclude la preside - la scuola diventa luogo di vita”. Il progetto è partito, tra un anno si traccerà il bilancio.

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Cultura provinciale 27 7 La mostra Museo d’Arte Orientale di Venezia a Ca’ Pesaro

La visione integrata della Grande Onda La celebre xilografia di Katsushika Hokusai in esposizione insieme al modello in gesso del Museo tattile di pittura Anteros e un prototipo realizzato dai ricercatori giapponesi di Giovanni Giovetti

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n’esperienza artistica “amplificata” che va a stimolare, direttamente o indirettamente, i cinque sensi. E ciò che si propone il Museo d’Arte Orientale a Ca’ Pesaro con l’esposizione della Grande Onda, la celebre xilografia di Katsushika Hokusai (1760-1849) insieme al modello in gesso alabastrino del Museo tattile di pittura antica e moderna Anteros, dell’Istituto dei Ciechi “Francesco Cavazza” di Bologna. L’esplorazione visiva si integra con quella tattile dell’opera, a disposizione di tutti i visitatori; ne deriva una percezione plurisensoriale dell’immagine che suggerisce, se pur in via evocativa, un’esperienza “aumentata”. E così sembra quasi di ascoltare, stimolato dal ricordo, il rumore del mare, percepirne l’odore, misurarne l’enorme energia che sprigiona. La Grande Onda, una delle stampe della serie delle 36 vedute del monte Fuji messa a disposizione dal Museo Chiossone di Genova, e il modello tridimensionale del Museo Anteros saranno esposti insieme ad un prototipo ridimensionato realizzato dai ricercatori giapponesi del National Institute for Special Education (Nise) in una mostra aperta al pubblico fino al prossimo 3 novembre. L’evento sarà occasione per presentare, per la prima volta al pubblico, anche 24 libri a stampa di Hokusai e allievi, identificati nell’ambito del progetto di collaborazione tra il Museo, l’Università Ca’ Foscari, Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa mediterranea e l’Art Research Center, Ritsumeikan University di Kyoto, che ha portato alla documentazione digitale catalografica e fotografica della collezione di 727 xilografie - per un totale di 860 immagini - e 276 libri - per un totale di 12.200 immagini - conservati nei depositi del Museo d’Arte orientale di Venezia. Completano l’esposizione due splendidi dipinti su seta e alcune stampe policrome dello stesso Hokusai di proprietà del Museo Orientale di Venezia. La mostra è in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa mediterranea e l’Art Research Center, Ritsumeikan University di Kyoto ed ha il patrocinio di Istituto Giapponese di Cultura di Roma e del Consolato Generale del Giappone a Milano. Info: sspsae-ve.orientale@beniculturali.it Museo d’Arte Orientale a Ca’ Pesaro Santa Croce 2076 a Venezia, tel. 041 5241173

La Grande Onda , foto su gentile concessione del Museo Chiossone di Genova

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neWs Dal 22 settembre al T. Serafin

a cavaRzeRe domeniche col teatRo amatoRiale

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a Filodrammatica di Cavarzere e l’assessorato comunale alla Cultura organizzano, a partire da domenica 22 settembre, una rassegna di teatro amatoriale che prevede diversi appuntamenti. “Domenica a teatro”, questo il titolo dell’iniziativa, porterà in scena al Teatro Tullio Serafin quattro testi teatrali brillanti e improntati sul buon umore, messi in scena da quattro diverse compagnie amatoriali. Ad aprire la rassegna sarà domenica 22 settembre la Compagnia Astichello di Monticello Conte Otto (Vi) con “L’avocato de le cause perse”, commedia in due atti comici di Mario Amendola e Bruno Corbucci, nella versione alla veneta di Antonio Stefani con la regia di Aldo Zordan. Secondo appuntamento domenica 29 settembre con “Quei cari parenti” di Arnaldo Boscolo con la Compagnia “El Canfin” di Baricetta e la regia di Annarela Pasotto. Domenica 6 ottobre sarà invece presente al Tullio Serafin la Compagnia “Arte povera” di Mogliano Veneto con “Sesso e gelosia” di Marc Camoletti, regia a cura di Sebastiano Boschiero. Conclude la rassegna, domenica 13 ottobre, un classico della commedia veneta, “Le donne gelose” di Carlo Goldoni, messo in scena dalla Compagnia Sottosopra di Bagnoli di Sopra con la regia di Giuliano Scaranello. Tutti gli spettacoli vanno in scena alle 17 e hanno il patrocinio della Federazione italiana teatro amatori. L’ingresso è unico e il costo di ciascun biglietto è di 7 euro. Chi desidera acquistare i biglietti può farlo, presso la biglietteria del Serafin, il giovedì, venerdì e sabato precedenti lo spettacolo o il pomeriggio stesso dello spettacolo a partire dalle ore 15,30. Per informazioni è possibile contattare l’Ufficio Cultura di Cavarzere allo 0426317190 o alla Filodrammatica all’indirizzo info@lafilodrammatica.it. Nicla Sguotti


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LO aRti maRziali

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SPORT in PRIMO LO S PORT in PIANO l’accademia di chRistian gonzales

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settembre sono ripartiti i corsi nella storica accademia di arti marziali di Christian Gonzales y Herrera a Venezia. Il maestro e campione Herrera insegna la disciplina ai suoi allievi che hanno un’età compresa dai 3 ai 65 anni; ovviamente divisi tra amatori e cinture. Herrera è una classe 1963, cintura nera 6°dan, stile Shotokan, Docente Regionale Veneto e Responsabile Veneto per lo stile Shotokan Fijlkam Coni; inoltre è responsabile per lo stile Shotokan della commissione d’esame Aics Coni, riconosciuta a livello nazionale. Tra i titoli atletici degni di nota del maestro: Christian Gonzales y Herrera Campione Italiano Master kata (2010) ; un Argento European Master Games kata individuale Bronzo European Master Games kumite (2011) e quest’anno un oro al campionato del Mondo per Club kata individuale Argento World Master Games kata individuale. I corsi dei bambini comincia con piccole competizioni semplici e dai toni rilassati e allegri, per passare gradatamente a impegni maggiori. Gli adulti seguono la tecnica, gli aspetti filosofici e la ricerca interiore che lo studio del Karate-Do richiede e che possono essere d’aiuto, sotto tutti i punti di vista, nella vita quotidiana. “Penso che il campione deve essere preso da piccolo, tra i 4 e i 7 anni, io curo personalmente i piccolini con una preparazione completa: atletica, fisica e mentale. Tra le attività estive abbiamo terminato da poco gli allenamenti in spiaggia all’alba molto apprezzati e gratificanti”. La filosofia di Herrera si ispira al “bun bu do” che in giapponese significa seguire la via della penna e della spada R.P. Mestre

asd bissuola; spoRt peR tutti i gusti

L

’A.S.D. Polisportiva Bissuola nasce nel 1987 dall’idea di un gruppo di amici appassionati di sport. Il simbolo della polisportiva è un serpente o meglio il “bisso” (stilizzazione di Via Bissuola) elaborato dall’arch. Luca Sentieri; tutt’oggi il nome, il logo e i colori sono gli stessi pensati più di venticinque anni fa. Lo scopo dell’associazione è di vivere un’esperienza comune all’insegna della passione per lo sport amatoriale. La Polisportiva Bissuola, quando nacque, colmò il vuoto di offerta sportiva per il più popoloso quartiere di Mestre, Carpenedo-Bissuola, organizzando e promuovendo lo sport per tutti e nelle sue forme più amatoriali e promozionali. Le discipline praticate dalla Polisportiva sono diverse: la pallavolo, il calcio a 5, il basket, il tennistavolo, l’orienteering e, da due anni, il Minirugby alla Gazzera (Mestre). Nel 1993 la società si prese carico del recupero e della gestione degli impianti sportivi in Piazza dello Sport al Parco Albanese, che all’epoca si trovavano in stato di semi-abbandono e che oggi invece sono un valido servizio. Qui nacque la sezione tennis e si organizzano i primi tornei e si attivano i primi corsi per gli interessati e per gli studenti degli istituti limitrofi; in seguito due campi da tennis furono trasformati in campi da calcio a 5. Dalla Sezione calcio a 5, si formano le prime squadre di amatori e di ragazzini che, in breve, si rivelò una scelta azzeccata soprattutto per il settore giovanile che oggi rappresenta il vero fiore all’occhiello della Polisportiva con i suoi 200 tesserati. Nella stagione 2007/08 la

Ad ottobre Evento podistico internazionale aRti maRziali

l’accademia di chRistian gonzales

La Venice Marathon passa per San Marco La A D D di Roberta Pasqualetto

omenica 27 ottobre si terrà la ventottesima edizione della Venice Marathon. Questa competizione è riconosciuta a livello mondiale dalla Iaaf (Associazione Internazionale della Federazione di Atletica) certificata Silver Label, sulla distanza olimpica di 42,195 chilometri. La competizione è pensata per otto mila iscritti ma, ogni anno, la richiesta supera la disponibilità. Il percorso della maratona si estende dalla Riviera del Brenta alla laguna di Venezia, attraversando il Canal Grande su un ponte di barche. Quest’anno si tenterà nuovamente il passaggio dei maratoneti per Piazza San Marco; l’idea fu lanciata nel 2010 (per il venticinquesimo anno della maratona) ma non fu possibile concretarla a causa dell’acqua alta, così come nelle edizioni successive. Il club VeniceMarathon propone la maratona anche come momento di solidarietà verso chi ha bisogno, attraverso la vendita dei pettorali solidali; infatti, degli otto mila pettorali di gara, mille saranno destinati alla beneficenza e il ricavato servirà per aiutare alcune associazioni: Africa Mission Cooperazione e

settembre sono ripartiti i corsi nella storica accademia di arti marziali di Christian Gonzales y Herrera a Venezia. Il maestro e campione Herrera insegna la disciplina ai suoi allievi che hanno un’età compresa dai 3 ai 65 anni; ovviamente divisi tra amatori e cinture. Herrera è una classe 1963, cintura nera 6°dan, stile Shotokan, Docente Regionale Veneto e Responsabile Veneto per lo stile Shotokan Fijlkam Coni; inoltre è responsabile per lo stile Shotokan della commissione d’esame Aics Coni, riconosciuta a livello nazionale. Tra i titoli atletici degni di nota del maestro: Christian Gonzales y Herrera Sviluppo, che Italiano da più di Master trent’annikata opera in UganCampione (2010) ; un contemporanea a Mestre e in Riviera del Brenta. La Family run European è una corsaMaster non competitiva daArgento per la costruzione pozzi d’acqua potabile European diMaster Games kata individuale Bronzo Games ku-che si tienedelsuMondo un tracciato di circa e mezzo, attraverso il progetto Run for Water-Run mite (2011) e quest’anno un oro for al Life; campionato per Club kata3 km individuale scopo quello di comincia unire ragazzi, l’associazione di Master Alessandro Zanardi Argento World Games kata Bimbinindividuale.il suo I corsi deièbambini con famiglie piccole e tutti quelli che vogliono passare unaagiornata gamba e Bimbingamba che rilassati si occupae allegri, competizioni semplici Sport, e dai toni per passare gradatamente impegnisalutare fidivertendosi; dell’assistenza, di protesi e acquistogli aspetti maggiori. Glicostruzione adulti seguono la tecnica, losofici e laquest’appuntamento ricerca interiore cheinoltre lo fondi per progetti sportivi di studio ausili sportivi per bambini che hanno gli raccogliere del Karate-Do richiede e cheperso possono essere d’aiuto, sottofinanziare tutti i punti di vista, e dipreso solidarietà. Nel sitotra uffiiciale arti, nella e pervita aiutare quotidiana. chi soffre“Penso di malattie chegenetiche il campionedelle devescuole essere da piccolo, 4 edeli la maratona, www.venicemarathon.it, attivo ed7èanni, in attesa io curo di cura, personalmente grazie al progetto i piccolini Walkcon una preparazione completa: atletica, èfisica un contatore chegliindica il numero pettorali of eLife mentale. di Telethon. Tra leParco attività Sanestive Giuliano abbiamo sarà loterminato da poco allenamenti in di spiaggia e gli scenario all’albadegli molto eventi apprezzati collaterali legati e gratifi allacanti”. compe-La fiancora losofia disponibili; di Herreralesi anticipazioni ispira al “bun bu aggiordo” maratona tizione: che ingiovedì giapponese 24 l’inaugurazione significa seguire di Exposport la via dellanamenti penna della e della spada sono visibili anche nei R.P. e Open Sport e sabato 26 le due Family Run in social network: facebook e twitter. Mestre

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Polisportiva fece il suo ingresso nel mondo agonistico con il calcio a 5, una formazione di serie D che si è aggiudicata la Coppa Disciplina; con gli juniores e con la squadra di Terza Divisione femminile pallavolo. “Abbiamo superato i mille iscritti e questo sicuramente è un dato importante – dice il vice presidente Cristian De Toni – oltre agli sport già menzionati, teniamo dei corsi di attività psicomotoria relazionale per i bimbi dai 3 ai 6 anni; da settembre abbiamo attivato dei corsi di zumba e pilates”. Il campionato di calcio c 2 è già iniziato e ad ottobre partiranno anche tutte le altre attività sportive. Il vice presidente è orgoglioso quando parla dei suoi giocatori di calcio che crescono all’interno della Polisportiva, gemellata con il Padova calcio. Il prossimo appuntamento della Polisportiva, domenica 22 settembre, “Stimolo sport” al Parco Bissuola. Questo evento coinvolge tutte le associazioni sportive di Mestre (almeno una trentina) che esporranno le loro attività e inviteranno i presenti a provare; la Polisportiva Bissuola, per l’occasione, terrà dei tornei R.P. di calcio, tennis e pallavolo.

Ad ot

’A.S.D. Polisportiva Bissuola nasce nel 1987 dall’idea di un gruppo di amici appassionati di sport. Il simbolo della polisportiva è un serpente o meglio il “bisso” (stilizzazione di Via Bissuola) elaborato dall’arch. Luca Sentieri; tutt’oggi il nome, il logo e i colori sono gli stessi pensati più di venticinque anni fa. Lo scopo dell’associazione è di vivere un’esperienza comune all’insegna della passione per lo sport amatoriale. La Polisportiva Bissuola, quando nacque, colmò il vuoto di offerta sportiva per il più popoloso quartiere di Mestre, Carpenedo-Bissuola, organizzando e promuovendo lo sport per tutti e nelle sue forme più amatoriali e promozionali. Le discipline praticate dalla Polisportiva sono diverse: la pallavolo, il calcio a 5, il basket, il tennistavolo, l’orienteering e, da due anni, il Minirugby alla Gazzera (Mestre). Nel 1993 la società si prese carico del recupero e della gestione degli impianti sportivi in Piazza dello Sport al Parco Albanese, che all’epoca si trovavano in stato di semi-abbandono e che oggi invece sono un valido servizio. Qui nacque la sezione tennis e si organizzano i primi tornei e si attivano i primi corsi per gli interessati e per gli studenti degli istituti limitrofi; in seguito due campi da tennis furono trasformati in campi da calcio a 5. Dalla Sezione calcio a 5, si formano le prime squadre di amatori e di ragazzini che, in breve, si rivelò una scelta azzeccata soprattutto per il settore giovanile che oggi rappresenta il vero fiore all’occhiello della Polisportiva con i suoi 200 tesserati. Nella stagione 2007/08 la

Polisportiva fece il suo ingresso nel mondo agonistico con il calcio a 5, una formazione di serie D che si è aggiudicata la Coppa Disciplina; con gli juniores e con la squadra di Terza Divisione femminile pallavolo. “Abbiamo superato i mille iscritti e questo sicuramente è un dato importante – dice il vice presidente Cristian De Toni – oltre agli sport già menzionati, teniamo dei corsi di attività psicomotoria relazionale per i bimbi dai 3 ai 6 anni; da settembre abbiamo attivato dei corsi di zumba e pilates”. Il campionato di calcio c 2 è già iniziato e ad ottobre partiranno anche tutte le altre attività sportive. Il vice presidente è orgoglioso quando parla dei suoi giocatori di calcio che crescono all’interno della Polisportiva, gemellata con il Padova calcio. Il prossimo appuntamento della Polisportiva, domenica 22 settembre, “Stimolo sport” al Parco Bissuola. Questo evento coinvolge tutte le associazioni sportive di Mestre (almeno una trentina) che esporranno le loro attività e inviteranno i presenti a provare; la Polisportiva Bissuola, per l’occasione, terrà dei tornei R.P. di calcio, tennis e pallavolo.

di Rob

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Autunno a loipersdorf

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in autunno la regione si presenta con il suo lato più bello! Le temperature sono miti, l‘aria è limpida e fresca e il paesaggio vestito di tanti caldi colori. Una combinazione di attività salutari, delizie culinarie e relax per riequilibrare corpo, mente e anima anche nelle fresche giornate autunnali. Accanto al quotidiano programma Active inspirato a Lasciarsi andare, sperimentare e rinvigorirsi, le terme offrono anche attività all‘aperto,: corsa, ciclismo e passeggiate. Portate un cestino da picnic ed esplorate i dintorni, per scoprire luoghi nascosti e godere della meravigliosa vista sulle terme.

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19.08.2013 11:41:02


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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Il Ministro incontra gli assessori all’Ambiente delle regioni interessate

Al via un piano nazionale contro lo smog che avvelena la Valpadana

Secondo Legambiente, per ripulire l’aria della Pianura Padana la ricetta c’è già, si chiama mobilità sostenibile di Germana urbani

I

l 2013 è stato denominato “anno eu- è sempre più urgente, invece, individuare ropeo dell’aria”. Nel nostro caso però, interventi su area vasta, mirati prioritaria“’anno europeo dello smog’ sarebbe mente a contrastare efficacemente lo smog stato forse più realistico e appropriato viste e, quindi, a ridurre le emissioni da traffico, le performance già segnalate nei primi mesi causa prima dell’emergenza sanitaria e dell’anno delle città del Nord Italia in termi- ambientale che interessa le nostre regioni. ni di inquinamento atmosferico. “Il bacino padano – afferma l’assessoIn buona sostanza quest’anno si sta re veneto Maurizio Conte - presenta valori attestando sui valori del 2012, quando di inquinamento atmosferico superiori ai in tutti i principali centri urbani sono stati limiti di legge, in quanto paga le sfavorevoli superati i livelli di polveri fini (Pm10). Ben condizioni meteoclimatiche, che rendono 51 città, tra le 95 monitorate da Legam- meno efficaci le misure prese, nonostante biente nell’ambito della classifica ‘PM10 ti l’impegno delle Regioni non sia mai mantengo d’occhio’, hanno superato il bonus di cato. Ora è necessario un forte impegno 35 giorni di superamento del valore medio centrale. Solo così sarà possibile evitare in giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo futuro nuove sanzioni”. stabilito dalla legge. E il Ministero pare averlo capito e quelCosì, alla vigilia dell’autunno il Mini- lo di inizio settembre è stato solo un primo stero dell’Ambiente incontro. ha radunato a Milano Tra le ipotesi “Saremo a Roma gli assessori di Veneto, sul tavolo – riferisce l’assessore Lombardia, Friuli Ve- l’introduzione della Conte – ad inizio Otnezia Giulia, Trentino “vignetta” per l’uso tobre per la firma di Alto Adige, Valle d’A- delle autostrade un accordo di programosta ed Emilia Romama. Certo è che la nagna, ossia le regioni della Pianura Padana, tura morfologica di questo territorio avrebbe avvelenate dallo smog. bisogno di regole ad hoc, soprattutto Roma L’obiettivo era quello di fare un’analisi e Bruxelles dovrebbero tener conto del fatdelle possibili strategie utili a risolvere il pro- to che qui abbiamo il maggior numero di blema dell’inquinamento atmosferico, per il industrie d’Italia. Certo non chiediamo l’abquale la Commissione Europea ha aperto un bassamento dei limiti ma non è pensabile procedimento contro l’Italia. che in un momento di crisi come questo si Ormai è chiaro a tutti che i blocchi del chieda alle aziende di fare ulteriori sacrifici. traffico a spot non servono a nulla e che Perciò chiederemo la defiscalizzazione degli

Maurizio Conte investimenti sostenuti dalle imprese che dovranno abbassare le emissioni. Il Veneto, come del resto le altre Regioni, è tra i più evoluti a livello europeo per quanto riguarda i fattori di emissione nell’industria, nei trasporti e nel riscaldamento. Peraltro l’impegno delle Regioni è stato riconosciuto anche da parte della Commissione Europea, ma ora è più che mai indispensabile soprattutto quello dello Stato”. Ma a creare molti problemi di inquinamento alla “conca” padana è anche il traffico di attraversamento, il secondo punto all’ordine del giorno della riunione al Pirellone. La macro regione è infatti attraversata da un intreccio fittissimo di autostrade e superstrade percorse da residenti ma anche

dai Tir che dall’Est Europa si dirigono verso l’Ovest. “Una delle ipotesi allo studio – riferisce l’assessore veneto all’ambiente – è l’introduzione della “vignetta”, la stessa che si compra per circolare in Austria o Slovenia. L’incasso sarebbe funzionale a sostenere un fondo per le politiche di contrasto alle Pm10”. Certo è che, se questa andasse a sostituire gli attuali pedaggi, sarebbe inutile perchè comunque resterebbero da pagare le Concessionarie. Quanto a blocchi del traffico e domeniche ecologiche pare assodato che queste misure servono davvero a poco. Mentre le targhe alterne restano un’ipotesi valida, purché siano stabilite in modo coordinato in un’area vasta.

“Al di là delle azioni messe in campo finora dalle Regioni – conclude Conte – è, di fatto, la prima volta che, con l’impegno del Ministero, si cercheranno di individuare e mettere in pratica degli interventi strutturali per l’intero bacino padano. Attraverso questo tavolo delle Regioni della Pianura Padana saranno confrontati e discussi dati per studiare azioni congiunte. Nel frattempo noi in Veneto, a ulteriore supporto di quanto già intrapreso per migliorare la situazione generale, stiamo stanziando incentivi per risparmiare energia, quindi emissioni nocive, che riguardano l’illuminazione pubblica, lo svecchiamento del parco autobus e favorire l’utilizzo della geotermia”.


Il Veneto in primo piano 13 31

1 Urgente uscire dall’emergenza sanitaria causata dal Pm10

Legambiente: contro lo smog investiamo su mobilità sostenibile di Germana urbani

G

Finanziamo, invece che nuove strade, uno dei sistemi di TPL interregionale più avanzati d’Europa, per una riduzione del traffico automobilistico e commerciale

uarda lontano Legambiente parlando di lotta allo smog e propone alla politica di concordare insieme strategie di mobilità sostenibile. “Per contrastare efficacemente lo smog servono interventi su area vasta, mirati a ridurre le emissioni da traffico, causa prima dell’emergenza sanitaria e ambientale che interessa le nostre regioni Serve una capacita’ politica nuova, che punti su un altro tipo di mobilita’ a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione”. A dirlo sono Gigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, Damiano Di Simone presidente di Legambiente Lombardia, Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Lorenzo Frattini,

focus

presidente del regionale Emilia Romagna, che si sono riuniti per concordare le loro strategie sulla mobilita’ proprio in vista del vertice convocato dal Ministro dell’ambiente Andrea Orlando a Milano . Secondo gli esponenti dell’associazione ambientalista non si può prescindere dai controlli. “Gli enti locali – affermano i presidenti di Legambiente - continuano, infatti, a fare poco o a procedere in ordine sparso perchè manca una pianificazione a livello centrale, c’è scarsa disponibilità di risorse ma anche poca lungimiranza e scarso senso di responsabilità”. “Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche

l’anno in corso. E a chiedere all’Italia misure risolutive per ridurre l’inquinamento atmosferico a fine anno e’ stata pure l’Europa con una sentenza della Corte di giustizia nei confronti del nostro Paese- dice la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni- evidentemente, il problema dell’inquinamento e delle città invase dal traffico non può più essere affrontato in maniera parziale e limitata”. L’anno europeo dell’aria vede l’Italia molto indietro nella raccolta dei dati. Ancora oggi sono disponibili i dati di poche città e tra quelle monitorate da Legambiente i valori del Pm2.5 sono fuori norma nel 50% delle città. Al primo posto ancora una volta le aree urbane dell’area padana: Torino, Padova e Milano con un valore medio annuo

compreso tra 35 e 33 microgrammi/metro cubo. “Se davvero il Ministro Orlando vuole cambiare registro - hanno concluso i presidenti regionali di Legambiente -, chieda di concertare col ministro delle Infrastrutture e dei trasporti il piano delle autostrade previste dalla legge Obiettivo nel Nord Italia, sottoponendo ogni grande progetto ad una revisione indipendente che ne valuti sostenibilità e rapporto costi-benefici, cancellando ogni finanziamento per i progetti che non superano il vaglio. Con le risorse risparmiate potremmo finanziare uno dei sistemi di TPL interregionale più avanzati d’Europa, e ottenere una durevole riduzione delle percorrenze automobilistiche e commerciali a beneficio della mobilità collettiva”.

piÙ feRRovia meno gomma

S

econdo gli ambientalisti c’è bisogno di una profonda revisione della programmazione delle infrastrutture e dei servizi che attengono alla mobilità di un’area ad alta densità demografica e ad altissimo livello di motorizzazione individuale, qual è la Pianura Padana. Continuare, infatti, a realizzare le grandi infrastrutture stradali che sono in progetto o in via di esecuzione (si pensi all’inutile ramo di TI_BRE a Parma o al raddoppio del tunnel autostradale del Frejus o l’autostrada Orte-Mestre) non va certo nella direzione di una mobilità più efficiente e meno inquinante.

Lavoratori e cittadini del Nord Italia hanno bisogno di servizi di TPL urbano e regionale adeguati, più frequenti e affidabili; del rilancio del trasporto ferroviario passeggeri, di scala regionale e interregionale; di una logistica integrata, sostenibile ed efficiente per le merci che oggi viaggiano quasi solo su strada, e non di una mobilità fondata su faraoniche e impattanti infrastrutture come la Torino-Lione ma di una diversa politica degli incentivi che sappia premiare il trasporto ferroviario a scapito di quello su gomma, utilizzando ed ammodernando le linee ferroviarie già esistenti.

minetto apr2010 1/5

A CAvArzere in PiAzzettA MAinArdi

Importante ristrutturazione voluta dalla famiglia Bardelle

Messaggio pubbliredazionale a cura di Give Emotions Srl

Ieri ...

Il cinema Verdi riapre digitale e in 3 D E’ stata attivata anchE la ricEzionE satEllitarE dEi film usufruEndo dEl supporto canalE opEn sky

Lo storico Cinema Verdi di Cavarzere in Piazzetta Mainardi, si trasforma e diventa

digitale. A deciderlo è stata la proprietà che fa capo alla famiglia Bardelle, che oltre tutto lo gestice ininterottamente dal 1946. Una sfida di grande coraggio, così nel momento in cui tante sale di paese chiudono, a Cavarzere si va in controtendenza grazie alla volontà di una famiglia che ha sempre vissuto in parallelo a questa attività tramandandola da padre a figlio. Ma facciamo un passo indietro e vediamo la storia di questo cinema. Nasce nel 1946 con l’apertura inizialmente di un cinema teatro. In estate c’era il cinema estivo e poi le esibizioni della compagnia teatrale di Macario. Nel 1947 comincia ad avere proiezioni al chiuso solo in platea. Nel 1950 arriva al secondo piano la galleria. Nel 1954 fu il primo cinema fra Emilia Romagna e Veneto ad adattarsi al cinemascope. La prima ristrutturazione arriva nel 1966. Negli anni 90 arriva la seconda ristrutturazione e cambio di im-

pianti di proiezione. Nel 1997 viene fatta una ristrutturazione generale creando due sale ed un atrio. Gli anni 2000 sono quelli dell’espansione dei Multisala. La famiglia Bardelle però non si è arresa all’arrivo dei Multisala, e ha fatto un grosso investimento in tecnologia ed innovazione riaprendo le sale in versione digitale lo scorso 21 agosto. “Abbiamo voluto dare agli spettatori – spiegano i gestori – la possibilità di godersi la proiezione digitale e dalle prossime settimane ci sarà anche la possibilità di godersi lo spettacolo in entrambe le sale con una tecnologia di ultima generazione di 48- 64 fotogrammi“. Al Verdi rinnovato è stata attivata anche la ricezione satellitare dei film usufruendo del supporto canale Open Sky che permetterà la proiezione di partite di calcio, prime teatrali ed altri eventi. Le proiezioni saranno alle 21 nei giorni feriali, alle 20 e 22 il sabato e alle 15, 17 r 19 alla domenica. Per informazioni si può contattare anche telefonicamente il centralino del cinema Verdi allo 0426 310999.

... oggi ...

... e domani ?


14 Il Veneto in primo piano 32 Vendemmia 2013 Annata anomala, influenzata dal clima bizzarro con tanta pioggia e freddo fino alle porte dell’estate

Il vigneto Veneto tiene le posizioni, qualità discreta In aumento la quantità delle uve bianche, stabili i rossi. In calo Venezia e Rovigo, bene Padova e Treviso di Nicola Stievano

O

gni anno a settembre il mondo agricolo e tutto ciò che in Veneto gira intorno alla viticoltura guardano con apprensione alle previsioni per la vendemmia. Il “vigneto veneto” con i suoi 11 milioni di quintali d’uva e un giro d’affari di miliardi di euro è una delle eccellenze agroalimentari della nostra regione che vanta un ottimo successo all’estero e alimenta un mercato che finora non ha conosciuto crisi. Prosecco e Amarone, ma anche Merlot, Cabernet, Moscato e tutte le principali varietà di vini bianchi e rossi che si fregiano di oltre una ventina di Doc e alcuen prestigiose Docg sono un patrimonio della nostra terra, la cui resa però deve fare i conti anche con l’andamento climatico. Mai come quest’anno, confermano i tecnici di Veneto Agricoltura durante il consueto incontro nei giorni della vendemmia, il clima ha influito pesantemente in vigneto. Piogge torrenziali e freddo fino all’inizio dell’estate, poi caldo e siccità, compresa la grandine che ha letteralmente distrutto alcuni vigneti di pregio. In ogni caso

la produzione è salva e la qualità accettabile, aggiungono gli esperti, tanto che per le uve bianche la produzione 2013 dovrebbe attestarsi attorno al 5-10% in più rispetto allo scorso anno, mentre per le uve nere la quantità dovrebbe rimanere invariata. “Il dato è senz’altro positivo - spiega Giuseppe Nezzo, commissario di Veneto Agricoltura se si considera com’era partita la stagione caratterizzata, fino quasi alla fine di giugno, da abbondanti precipitazioni e basse temperature che avevano creato forti preoccupazioni per vari problemi di ordine sanitario nei vigneti. Con l’arrivo del caldo estivo, nell’ultima decade di giugno la situazione si è fortunatamente raddrizzata, trascinando però fino alla vendemmia un ritardo nella maturazione delle uve di 10-15 giorni rispetto al 2012”. “In Veneto la produzione, sotto il profilo quantitativo, - aggiunge Diego Tomasi - si presenta a macchia di leopardo, con incrementi e cali delle rese rispetto allo scorso. In calo la produzione nel veneziano (-5/10%) con Merlot, Glera e Chardonnay

annunciate attorno al -5%. Nel rodigino, addirittura, si prevedono riduzioni anche del -20/30%, dovute a importanti estirpi e forti grandinate registrate nelle scorse settimane. Segno positivo invece per i Colli Euganei e il territorio provinciale, dove l’incremento dovrebbe attestarsi attorno al +10/12%. A Verona si attende un incremento delle uve Chardonnay (+5%), Garganega (+05%), Corvinone (+5/10%), Merlot (+5%), mentre un calo dovrebbe interessare le uve della varietà Corvina (-5%) e Rondinella (-15/20%). A Treviso è previsto un leggero incremento quantitativo delle uve bianche (+3/4%), mentre la produzione di uve nere dovrebbe rimanere invariata. Per la Glera (Prosecco) l’aumento dovrebbe raggiungere addirittura il +5/10% e per lo Chardonnay il +5%. Per il Merlot la produzione dovrebbe rimanere invariata. Ricordiamo che nel 2012 le due province di Treviso e Verona da sole avevano prodotto oltre 8 milioni e 400 mila quintali di uva, i tre quarti della produzione complessiva nel Veneto”. Intanto gli

addetti ai lavori cercano di fare sistema e l’assessore Franco Manzato lancia, un network per l’innovazione vitivinicola. Si tratta di una rete tra quanti operano nell’ambito di questo segmento, strategico per raggiungere nuovi traguardi di qualità, tipicità e di mercato, rispetto al quale la Regione sarà capofila e farà da coordinamento tra le attività. Il progetto si propone di ridefinire e riorganizzare i rapporti tra i diversi soggetti che già operano nelle aree della ricerca, sperimentazione e formazione realizzare una

maggiore efficienza operativa e migliorare la capacità di produrre innovazione applicata in enologia e viticoltura. “La dinamicità che caratterizza il settore ed il livello professionale e imprenditoriale degli operatori – conclude Manzato – necessita di adeguate risposte, con riferimento al processo produttivo a partire dagli aspetti inerenti alla produzione viticola fino al condizionamento del prodotto in funzione della sua immissione al consumo. Il tutto entro un quadro di risorse che vanno ottimizzate”.

Produzioni distrutte

SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

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randine & cinghiali: estate da dimenticare per centinaia di agricoltori del Veneto meridionale. In Polesine una violenta grandinata qualche giorno prima di ferragosto ha messo in ginocchio la produzione agricola in buona parte della provincia, in particolare nell’Alto Polesine dove vigneti e coltivazioni a pieno campo, frutteti e orti sono andati completamente distrutti. Colpiti a macchia di leopardo anche alcuni territori della Bassa Padovana, in particolare a sud di Este e Montagnana, dove a fine agosto grandine e vento forte hanno colpito diverse colture. Sui Colli Euganei, intanto, imperversano i cinghiali, voraci di uva e di ogni genere di prodotto commestibile. Un fenomeno incontrollato che ha assunto dimensioni allarmanti per gli agricoltori. Nell’Alto Polesine la gradine e la tromba d’aria hanno distrutto migliaia di ettari di terreno agricolo. Mauro Giuriolo, presidente provinciale di Coldiretti Rovigo, parla di “apocalisse nelle aziende agricole altopolesane”. “La produzione frutticola - spiega - è azzerata per quest’anno e per il prossimo: i frutteti sono distrutti e questo farà perdere anche il raccolto della prossima annata, perché la reazione degli alberi sfregiati nella corteccia sarà di dischiudere le gemme che sarebbero servite il prossimo anno. Del mais è rimasto lo stelo, delle barbabietole solo le radici. Dove non è arrivata la grandine ci ha pensato il vento forte, anche sotto le reti e che si è portato via la tettoia di un impianto di biogas appe-

na costruita in un’azienda fra Lendinara e Canda; la bufera ha divelto e scoperchiato le serre e i tunnel. Le orticole in campo sono andate perdute. I danni appaiono molto più gravi di quanto ci eravamo prospettati, non solo alle produzione, ma anche alle strutture”. Sui Colli Euganei i cinghiali sono ormai un flagello. I danni ai vigneti sono notevoli, denunciano i viticoltori di tutta l’area euganea, da Vò ad Arquà, da Teolo a Cinto, da Este a Torreglia ma anche a Baone, Galzignano, Rovolon. Quintali e quintali d’uva divorata dai cinghiali o danneggiata, una perdita di produzione che si annuncia ancor più grave dello scorso anno, quando decine di aziende avevano dovuto fare i conti con queste razzie. I produttori sono esasperati e impotenti, ogni mattina costretti a fare la conta dei danni e a scoprire vigneti distrutti. All’ordine del giorno le segnalazioni al Parco Colli Euganei e ai Comuni. Coldiretti Padova torna a chiedere l’immediata applicazione di un capillare piano di abbattimento. N.S.


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Villa Momi’s permette anche cene e pranzi di lavoro, con la massima tranquillità e distensione per i propri colloqui d’affari. Alla sera i locali sono destinati anche a chi desidera un po’ di intimità, con un’armonia che solo il lume di candela riesce a creare. Due sale separate in due piani. Giardino estivo. Oltre 300 posti a sedere. Locale rustico in chiave moderna unico nel suo genere, immerso nel verde.

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18 Cultura veneta 34 Mostra del Cinema a Venezia Conclusa la Settantesima edizione

Leone d’oro a Sacro Gra di Gianfranco Rosi A quindici anni da “Così ridevano” di Gianni Amelio l’Italia torna a trionfare a Venezia di Roberta Pasqualetto

S

i è conclusa la 70esima Mostra Internazionale d’Arte Premio Speciale della Giuria è stato assegnato a Die Frau Des Cinematografica che si è tenuta nella storica sede a Polizisten di Philip Gröning (Germania). La Giuria Leone del Lido di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre. L’edizio- Futuro - Premio Venezia Opera Prima ha assegnato il Leone ne di quest’anno è stata diretta da Alberto Barbera e la giuria del Futuro a White Shadow di Noaz Deshe (Italia, Germania, è stata presieduta da Bernardo Bertolucci e composta da: Tanzania). La Giuria Orizzonti presieduta da Paul Schrader Andrea Arnold, Renato Berta, Carrie Fisher, Martina Gedeck, e composta di Catherine Corsini, Leonardo Di Costanzo, Jiang Wen, Pablo Larraín, Virginie Ledoyen, Ryuichi Saka- Golshifteh Farahani, Frédéric Fonteyne, Kseniya Rappoport, moto; i film in concorso erano venti. Le Giurie internazionali Amr Waked, dopo aver visionato i 31 film in concorso, ha erano quattro e hanno assegneranno i premi ufficiali: il Leo- assegnato il Premio per il miglior film a Eastern Boys di Robin ne d’oro per il miglior film a Sacro Gra di Gianfranco Rosi Campillo (Francia) e il premio per la miglior Regia a Uberto (Italia, Francia); il Leone d’Argento per la migliore regia ad Pasolini per Still Life (Regno Unito, Italia). Il Premio speciale Alexandros Avranas per il film Miss Violence (Grecia); il Gran è andato al film Ruin di Michael Cody e Amiel Courtin-Wilson (Australia) e quello per il ContenuPremio della Giuria a Jiaoyou di Tsai to Innovativo a Maho Gorbeh di Ming-liang (Taipei cinese, Francia). Leone d’Argento Shahram Mokri (Iran); il Premio per Coppa Volpi migliore interpretazione a Miss Violence, il Miglior Cortometraggio è andato maschile a Themis Panou nel film Premio della Giuria a Kush di Shubhashish Bhutiani (InMiss Violence di Alexandros Avranas a Jiaoyou la Coppa e il premio migliore interpretazione Volpi a Themis Panou dia). I premi per la rassegna Venezia Classici sono stati stabiliti da una femminile a Elena Cotta nel film Via Castellana Bandiera di Emma Dante (Italia, Svizzera, Fran- Giuria di studenti laureandi di cinema provenienti da diverse cia). Il premio Marcello Mastroianni è stato assegnato a Tye Università che hanno deciso di assegnare i seguenti premi: Sheridan nel film Joe di David Gordon Green (Usa) e il Pre- Miglior Documentario sul Cinema a Double Play: James Benmio per la Miglior Sceneggiatura e Steve Coogan e Jeff Pope ning and Richard Linklater di Gabe Klinger (Usa, Portogallo, con il film Philomena di Stephen Frears (Regno Unito). Il Francia); per il miglior film restaurato a La Proprietà non è più

Alcune immagini dell’edizione conclusasi recentemente un furto di Elio Petri (Italia, Francia). L’European Short Film Award 2013 – Efa al film: Houses Whit Small Windows di Bülent Öztürk (Belgio). Il Leone d’Oro alla Carriera a William Friedkin; il Jaeger-Lecoultre Glory To The Filmmaker a Ettore Scola; il Premio Persol ad Andrzej Wajda e il L’Orèal Paris per il cinema a Eugenia Costantini. Come a ogni edizione del Festival grande attenzione è andata ai vip internazionali che hanno percorso il red Carpenter seguitissimi dai fans e dai paparazzi. George Clooney è arrivato al Lido a bordo di un motoscafo guidando personalmente, durante la sua presenza al Lido è stato smentito il flirt con l’attrice Sandra Bullock; e le voci di una possibile rottura tra la coppia Luca Argentero e la moglie Myriam Catania.

padova Detour, festival del cinema di viaggio

A

nche Padova ha il suo Festival del cinema, un festival particolarissimo dedicato certo al cinema ma anche al viaggio. Si chiama Detour, ed è alla sua seconda edizione, quest’anno si svolgerà dal 15 al 20 ottobre. “Se lo scorso anno è stato segnato il percorso - ha spiegato Marco Segato, direttore artistico del festival - con la seconda si amplieranno gli orizzonti verso nuove direzioni, soprattutto verso tutti quegli autori che affollano con le loro opere i grandi festival internazionali ma che quasi mai raggiungono le nostre sale e i nostri palinsesti. Saranno cinque giorni densi non solo di film, ma anche di incontri, workshop e altri eventi per vivere un’esperienza unica. Per chi ci seguirà, l’idea di viaggiare al cinema, con il cinema, non potrà essere più concreta”. Il Concorso Internazionale, come lo scorso anno, presenterà, in un’unica sezione, lungometraggi di finzione e documentari, legati al tema del viaggio, film che hanno partecipato a festival in Italia e all’estero, ma che non hanno ancora avuto una distribuzione ufficiale nelle sale italiane. Saranno, invece, tre i premi: Premio Miglior film, Premio Speciale della Giuria e Premio del Pubblico. Viaggio in Italia, inoltre, sarà una nuova sezione che ospiterà film italiani raccontano il nostro paese. Un’occasione per rivedere le opere di grandi cineasti del passato e al tempo stesso scoprire i film di registi esordienti. Sarà proprio Viaggio in Italia di Roberto Rossellini, restaurato dalla Cineteca di Bologna e presentato lo scorso anno a Cannes a tenere a battesimo questa nuova sezione.

in bReve Venezia, Isola di San Servolo

Arte Moderna

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henRy haRgReaves no seconds, comfoRt food e fotogRafia

endez vous al Museo della Follia, sull’isola di San Servolo, con il comfort food di Henry Hargreaves No Seconds, Comfort Food e Fotografia: in programma la prima mondiale di un nuovo format cross-mediale dove chef, artisti e food blogger sono impegnati alla ricerca del “piatto della memoria”. Gli chef Pietro Leemann, Andy Luotto e Pierchristian Zanotto, insieme al fotografo Henry Hargreaves, saranno i protagonisti del progetto un viaggio nell’anima alla scoperta di quel profumo, quell’aroma, quel piatto perduto nell’Io più profondo eppure così caro da volerlo considerare il ”Piatto dell’Ultimo Desiderio”. La mostra è stata aperta lo scorso 6 settembre e sarà visitabile fino al 24 novembre, si tratta della prima personale mai organizzata al di fuori degli Stati Uniti del fotografo neozelandese ma newyorkese d’adozione Henry Hargreaves si ispira alla serie fotografica No Seconds, dedicata all’ultimo pasto di alcuni condannati a morte americani. Ideatore e regista dell’evento è Mauro Zardetto, che con l’aiuto di Chiara Casarin, curatrice, e di Rosita Dorigo, food designer, ha scelto il Museo della Follia all’Isola di San Servolo, sede del vecchio manicomio maschile veneziano, come perfetto teatro per questa pièce gastronomica che vede protagonisti Pietro Leemann, lo chef svizzero che da anni si occupa dell’intima relazione esistente tra cibo, psiche e spirito, Andy Luotto e Pierchristian Zanotto, giovane esponente del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana.

tiziano in 150 stampe

uolo sicuramente determinante nella consacrazione della fortuna e nella diffusione della conoscenza dell’opera di Tiziano è quello svolto dalle opere a stampa e dalla riproduzione incisoria dei lavori del Vecellio che ha consentito nei secoli di diffonderne e consacrarne ulteriormente la fama nel mondo e tra i posteri. Risulta quanto mai importante e qualificante allora, proprio perché fonte e strumento indispensabile di informazioni e di conoscenza, l’acquisizione a fine giugno da parte del Centro Studi Tiziano e Cadore – grazie al sostegno finanziario di alcuni sensibili soci - di un nucleo notevolissimo di ben 150 stampe tizianesche, raccolte nel corso di un decennio da un collezionista e antiquario padovano. Un corpus di notevole entità e prestigio - con pezzi che vanno dalla fine del Cinquecento a tutto l’Ottocento coprendo un arco assai ampio della fortuna iconografica del maestro - che giunge ad integrare in maniera massiccia il nucleo di incisioni tizianesche conservate presso la sede della Magnifica Comunità cadorina confermando Pieve di Cadore come uno dei centri più importanti nella ricerca e nella divulgazione dell’arte di Tiziano. I materiali acquisiti sono estremamente eterogenei e non mancano esemplari di notevole rarità come le due precoci riproduzioni cinquecentesche - l’una incisa da Martino Rota, l’altra edita dal Bertelli – dell’ “Uccisione di San Pietro Martire”, il capolavoro distrutto dal fuoco nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo a metà Ottocento o le due stampe di Valentin Lefebre dell’ “Omnia Vanitas”. Altre immagini uniscono alla rarità un problematico valore documentario così da costituire straordinarie occasioni di studio e di approfondimento. Valgano, al riguardo, l’incisione di I. Troyen per il “Theatrum Pictorium” di Joachim von Sandrart del bellissimo “Ecce Homo” di Tiziano ora a Sibiu o l’incisione di Joachim Jan Oortman del “Martirio di San Lorenzo” prima del taglio della parte inferiore. Ancora: la redazione della “Fuga in Egitto” perduta in naufragio, replica di quella oggi all’Escorial, di Nicolas Cochin la riproduzione di P. Boel del dipinto offerto da Tiziano nel 1568 a Massimiano II, “Il ratto di Europa”, poi perduto.

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casa dei caRRaResi di tReviso

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al 26 ottobre 2013 al 31 maggio 2014 la Casa dei Carraresi di Treviso, dopo le quattro grandi mostre dedicate alla Cina e lo straordinario successo dell’esposizione dedicata al Tibet, farà da cornice ai capolavori d’arte provenienti dalla millenaria cività indiana. La Mostra “Magie dell’India. Dal Tempio alla Corte, Capolavori d’Arte Indiana”, attraverso elementi architettonici, miniature, fotografie d’epoca, oggetti di uso rituale e quotidiano, costumi, tessuti, gioielli, accanto a statue e bassorilievi provenienti da importanti collezioni museali e private italiane, si pone l’obiettivo di ricostruire le tappe salienti della civiltà indiana attraverso l’esposizione di opere dell’arte antica e moderna, dal II millennio a.C. all’epoca dei Maharaja, collocate in un adeguato contesto scenografico che ne ricrei gli ambienti originari. Il comitato scientifico - coordinato da Adriano Màdaro, già ideatore e curatore delle quattro mostre sul Celeste Impero e e della rassegna dedicata al Tibet appena conclusa che ha affascinato oltre 120 mila visitatori- composto da Marilia Albanese, indologa d’ampia formazione e l’esperto d’arte indiana Renzo Freschi, insieme agli architetti Marco Sala e Giovanna Colombo, ha studiato un particolare percorso espositivo articolato in due parti: “L’arte nell’India Classica” e “L’india dei Maharaja”. Due poli, quello del Tempio e quello della Corte, che sfuggono al dualismo tipicamente occidentale tra sacro e profano e che nella cultura indiana non sono in nessun modo in contraddizione. Il cerimoniale dei templi è simile a quello del palazzo e la figura del re è ammantata di sacralità tanto da renderla divina. La saggezza tradizionale indiana, affinché l’esistenza umana sia significativa e armonica, impone l’impegno etico, ma anche il perseguimento del piacere; sostiene la frugalità, ma non svalorizza la ricchezza; incita al distacco, ma legittima la conquista del potere. Benché il fine ultimo in buona parte della cultura indiana – ma non in tutta– sia la liberazione e il trascendimento del mondo doloroso e finito, la vita e i suoi istanti preziosi sono ampiamente celebrati, soprattutto nell’arte.


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Cultura veneta 21 37 Commemorazioni Sono passati 50 anni dall’onda che uccise più di due mila personea

Vajont un disastro rimasto attuale Fu il cinismo, l’impudenza, la speculazione a creare le proporzioni della tragedia. Un senso dell’affare sopravissuto alla tragedia e contro il quale don Albino Bizzotto ha protestato di recente di Mauro Gambin

La foto della diga e in basso le operazioni di recupero dei cadaveri

A

lle ore 22.39 del 9 ottobre 1963 una frana di circa precisione, sulle carte degli ingegneri della Società Adriatica di 270 milioni di m³ di roccia si staccò dal fianco del mon- Elettricità, era una banca dell’acqua, un bacino che avrebbe te Toc precipitando nell’invaso creato artificialmente per dovuto raccogliere l’acqua scesa a valle attraverso il Vajont trattenere le acque del torrente Vajont e alimentare le turbine da altre sei centrali per alimentare le turbine della centrale di una centrale idroelettrica. Vajont, infatti, era il nome di un nei periodi in cui i fiumi erano in secca o ghiacciati. Vajont era corso d’acqua e della valle che si era scavato nei millenni. l’ultimo grande salto d’acqua prima che la fluida forza cinetica raggiungesse il Piave e poi il mare. Poi lo stesso nome venne esteso Quanta acqua? 168,715 milioni di alla diga, forse per osmosi, e oggi La centrale per la maggior parte di chi lo ricorda, avrebbe prodotto metri cubi, momentaneamente trattenuti dalla diga più alta al mondo, Vajont, è soprattutto il nome di un il 15% il cui impiego avrebbe prodotto il disastro. Come Frejus, come Ustica, del fabbisogno 15% del fabbisogno elettrico di allocome Piazza Fontana quando una elettrico di allora ra. Indubbiamente sarebbe stato un catastrofe accade per mano umana, prende il nome di ciò che gli sta attorno, mai quello di chi l’ha grande investimento se l’impianto avesse funzionato, se il provocata. Eppure i responsabili di questa tragedia vennero Toc, invece di un ghiaione marcio, fosse stato una sponda individuati. La colpa fu degli uomini di una società idroelettri- granitica solida indifferente al salire e allo scendere del livello ca veneziana che non vollero arrendersi davanti al fallimento d’acqua del bacino idrico. Non fu così ma per gli amministradi un progetto e all’ipotesi di mandare in fumo investimenti tori e per gli ingegneri della Sade l’impianto dovette rimanere per diversi miliardi di lire di allora. Vajont prima di essere tra- come lo avevano immaginato: funzionante e soprattutto regedia, infatti, era stato il fulgente sogno di un’Italia autarchi- munerativo. Cinismo e impudenza portarono addirittura alla ca che immaginava il proprio futuro illuminato dalla corrente vendita della fabbrica dell’energia all’Enel, malgrado da temprodotta dalle centrali idroelettriche. Grande Vajont, per la po i segni della frana che si sarebbe staccata erano più che

evidenti. Solo alla cecità dello Stato, definiamolo convinto e fiducioso in quel progetto positivista, sfuggì che dietro si nascondeva l’opportunità di un lucroso interesse. Le conseguenze della frana sarebbero potute essere differenti, il numero dei morti sarebbe potuto essere minore se Longarone fosse stata sgombrata la notte del disastro e infine se su tutto non avesse prevalso il senso dell’affare. Ecco il punto, quest’anno ricorrono i 50 anni dalla tragedia, attraverso un certo numero di iniziative verranno ricordati i pochi minuti che sono stati necessari all’onda, provocata dalla frana, per distruggere una valle, la vita di duemila persone e di tutti gli altri che di quei duemila corpi erano abituati a ritenersi famiglia e a chiamare casa quella valle. Verrà ricordato tutto ciò che quell’acqua ha spazzato via ma sarà opportuno ricordare anche ciò che la stessa acqua non ha cancellato: quel cinismo cieco e quella politica dell’affare uscita intonsa dalla catastrofe del Vajont e arrivata tale e quale ai giorni mostri. Alle cerimonie saranno presenti probabilmente il capo del Governo, Enrico Letta. Se il

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suo esecutivo non finirà in crisi, il presidente del Consiglio sarà ai piedi della diga nei giorni immediatamente precedenti o successivi al 9 ottobre. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, probabilmente anche lui salirà a Longarone. Ma un posto d’onore dovrebbe spettare a don Albino Bizzotto che proprio in questi giorni, attraverso una protesta fatta di un prolungato digiuno, ha fatto riflettere questa regione sul malaffare che spesso si cela dietro le cosiddette grandi opere. Il coraggioso sacerdote padovano fondatore dell’associazione “Beati costruttori di pace”, ha chiesto che la Terra non venga più trattata come semplice cantiere, cava e discarica per gli appetiti e interessi di chi continua a speculare, che la politica delle grandi opere non sia mero affare e distruzione del territorio che non porta beneficio alcuno alle comunità locali. Parole che don Albino ha pronunciato per commentare quanto accade ai giorni nostri e per questo, credo, siano il modo migliore per ricordare soprattutto la tragedia di 50 anni fa.


38 Concerti e non solo 1088

Mille e ancora mille... Pagina a cura di Graziano Edi Corazza

in Veneto A Padova

GLI AMERICA AL GEOX DI PADOVA IL 2 OTTOBRE

Arriverà mercoledì 2 ottobre 2013 sul palco del Gran Teatro Geox la leggenda degli America, una delle band mito degli anni Settanta e Ottanta. Beckley e Bunnell con le loro chitarre faranno rivivere l’intramontabile successo di brani come ‘’A Horse with No Name’’, ‘’Sister Golden Hair’’ e ‘’You Can Do Magic’’ ecc. Una serata per gli storici fans del gruppo e per chi magari ha scoperto solo recentemente il sound solare ed indimenticabile del loro folk. Lunedì 7 ottobre – Palaverde, Treviso

modà in concerto

Dopo 20 concerti sold out in tutta Italia, per la prima fase del “Gioia Tour 2013”, i Modà hanno annunciato nuove imperdibili date per il prossimo autunno. La band proseguirà infatti la nuova fortunata tournee dal prossimo ottobre, toccando i palazzetti più importanti della penisola. I Modà saranno lunedì 7 ottobre al Palaverde di Treviso, per proseguire poi verso le date di Livorno, Perugia, Ancona, Eboli (SA), Acireale (CT) e Catanzaro. Domenica 27 ottobre

eventi

domenica 27 ottobre, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, con inizio alle 21. Eseguirnno non soltanto i propri pezzi culto, e quelli dell’ultimo fortunato album “Dannato Vivere”, ma anche brani che da anni non vengono eseguiti dal vivo, tutti riarrangiati e rivisitati in chiave teatrale per regalare uno spettacolo inedito e dal sound rinnovato, in una situazione intima e raccolta. Sabato 23 novembre

i bLUE al Supersonic Music Arena, San Biagio di Callalta (Treviso)

Provenienti dal Regno Unito invece i primi ospiti internazionali annunciati alla Supersonic Music Arena, stiamo parlando dei BLUE, band capace di vendere oltre quindici milioni di copie e di piazzare tre albums in vetta alle classifiche in tutto il mondo (All Rise, One Love, Guilty). Dopo i due straordinari sold out dello scorso giugno a Milano e Roma, a grande richiesta i BLUE tornano in Italia e saranno live in concerto sabato 23 novembre nella nuova realtà di San Biagio di Callalta (Treviso). Dopo aver suonato dal vivo in tutto il mondo e duettato con artisti del calibro di Elton John e Stevie Wonder, a tredici anni dal loro debutto, i Blue sono una band che può contare su una solida esperienza artistica e una altrettanto consolidata amicizia fra i suoi quattro componenti: Lee Ryan, Antony Costa, Duncan James e Simon Webbe.

i negrita al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Udine

8 novembre

Con l’ennesimo concerto esaurito al Teatro degli Arcimboldi di Milano lo scorso aprile, si è chiusa la prima parte del tour nei teatri, ultimo capitolo della carriera dei NEGRITA, capace di macinare successo dopo successo nei teatri più importanti della nostra penisola. Pau e compagni annunciano quindi nuove date per l’autunno, compresa quella di Udine, unica in tutto il Friuli Venezia Giulia,

Bob Dylan è uno di quei nomi che ormai appartengono al mito ed alla leggenda della musica d’autore mondiale. Vederlo almeno una volta nella vita è obiettivo di qualsiasi amante della canzone moderna. Nel Veneto è venuto con i suoi live parecchie volte ed a Padova in particolare è oramai quasi di casa,

Bob Dylan and his band al Gran Teatro GEOX - Padova

Lo possiamo rivedere al Geox l’ 8 novembre 2013 per una performance nella quale Dylan saprà stupire anche il suo più affezionato fan; Dylan in effetti (vero nome Robert Zimmerman) non suona solo le classiche sue canzoni famose, anzi a volte non le suona nemmeno… ma sa andare alla ricerca di brani per adepti della prima e seconda ora… I precedenti cinque albums di Bob Dylan, incluso il suo ultimo “Tempest”, sono stati universalmente acclamati come alcuni dei migliori della sua storica carriera, toccando nuove vette di successo commerciale e plauso della critica per l’artista. “Time Out Of Mind” del 1997, disco di platino, ha conquistato diversi Grammy Award, incluso quello per Album Of The Year, mentre “Love and Theft” ha proseguito la striscia di dischi di platino di Dylan e si è guadagnato molte nomination ai Grammy ed una statuetta per il Best Contemporary Folk album. Modern Times”, uscito nel 2006, è divenuto uno degli album più popolari dell’artista, vendendo più di due milioni e mezzo di copie in tutto il mondo e permettendo a Dylan di vincere altri due Grammy. “Together Through Life” è stato il primo disco dell’artista a debuttare al numero uno sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito così come in altri cinque Paesi, nella sua corsa verso il sorpasso del milione di copie vendute. Queste cinque uscite sono avvenute durante dodici anni di creatività che hanno anche incluso: la registrazione della composizione premio Oscar e Golden Globe “Things Have Changed”, tratta dal film “Wonder Boys” del 2001; una biografia campione di incassi, “Chronicles Vol. 1”, rimasta per diciannove settimane nella lista dei Best Seller del New York Times, nel 2004; un documentario diretto da Martin Scorsese, “No Direction Home”, nel 2005. Bob Dylan ha inoltre rilasciato, nel 2009, la sua prima raccolta di classici natalizi, “Christmas In The Heart”, devolvendo le royalty dell’album a enti di beneficienza contro la fame in giro per il mondo. Lo scorso anno, Bob Dylan è stato insignito della Presidential Medal of Freedom, la maggiore onorificenza civile degli Stati Uniti. Nel 2008, ha conseguito uno speciale premio Pulitzer per il suo “profondo impatto sulla musica popolare e sulla cultura americana, contraddistinto da composizioni liriche di straordinaria potenza poetica”.


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“Poesia per chele e carapace” con Danilo Trombin e Musiche di Simone Piva e Raffaella Mori

05/10 06/10 PrEsENtAZIoNE rEM DI DoMENIcA orE 18.00

“sEDIMEtAZIoNI”

Elisa Bertaglia/Gabriele Grones/Elisa Rossi Evento nell’ambito della 9° Giornata Nazionale del Contemporaneo con accompagnamento musicale

VILLA ANGELI

IN

28/09 29/09 INAUGUrAZIoNE rEM DI DoMENIcA orE 18.00

INcoNtrI LEttErArI

“Vento e l’ingegnere - Toni Cibotto e Gianfranco Scarpari, scrittori veneti” con Sandro Marchioro. Musiche a cura del Conservatorio di musica di Adria “A. Buzzolla”

12/10 13/10 sErAtA DEsIGN rEM DI DoMENIcA orE 18.00

& ArchItEttUrA

Accompagnamento musicale

orE 18.00

INcoNtrI LEttErArI

“Tracce di viaggiatori in Polesine da Dante a Herbert” Antonio Lodo dialoga con Sergio Garbato. Musiche a cura del Conservatorio di musica di Adria “A. Buzzolla”

19/10 20/10 sErAtA MUsIcA INcoNtro coN orE 18.00

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Concerto del Conservatorio di musica di Adria “A. Buzzolla”

Un’iniziativa di:

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“Adria prima di Adria: dalle prime ricerche alle più recenti novità” conversazione presieduta dalla Direttrice del Museo Archeologico di Adria dott.ssa Giovanna Gambacurta

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Pro Loco Venezia: Lasciati incantare dal loro amore PRO LOCO IN PIAZZA Il CONSORZIO DELLE PRO LOCO DEL DECUMANO (sezioni Pro Loco di Lido-Pellestrina, Martellago, Mirano, Noale, Santa Maria di Sala, Salzano, Scorzè e Spinea) sarà presente, in Piazza Ferretto a Mestre, dal 13 al 15 settembre 2013, con una tensostruttura di mt. 10x24, nell’ambito di MESTRE IN CENTRO 2013. Nell’evento “Pro Loco in Piazza” le otto associazioni presenteranno le loro manifestazioni da loro organizzate per promuovere e far conoscere il proprio territorio; inoltre verrà allestito uno stand dove saranno presentate le iniziative di tutte le Pro loco della Provincia di Venezia. Venerdì 13 sarà la giornata più importante e tutti i cittadini sono invitati a partecipare!!! ecco il programma: ore 16.00 Preceduto dal rullare dei tamburi e dal suono delle chiarine, l’araldo annuncerà l’evento in tutto il centro storico. ore 16.30 Apertura ufficiale alla presenza delle autorità. ore 17.00 Inizio allestimento quadro floreale. ore 19.00 Sfilata corteo dei Tempesta con musici e sbandieratori del Palio di Noale. ore 20.00 Esibizione Gruppo Danza Palio di No-

ale. ore 20.30 Spettacolo: L’unione fa la forza” a cura del Gruppo Musici e Sbandieratori Tempesta di Noale. ore 21.30 Concerto dell’ORCHESTRA di FIATI DEL VENETO di Santa Maria di Sala.

ECCO LE MANIFESTAZIONI DI SETTEMBRE ED OTTOBRE: • PIANIGA: 6-7 ottobre All Motor’s show • MIRANO: 20-24 settembre Fiera di San Martino • SALZANO: 18/20 -25/27 31 ottobre + 1/3 novembre - 19^ festa della zucca • DOLO: 13-15 settembre Festa d’autunno a Sambruson • FIESSO D’ARTICO: 22 SETTEMBRE 5° Palio del Ruzante (importantissimo da non

perdere assolutamente!)

• STRA: 5 – 6 OTTOBRE Polenta oro in tavola e Sagra di Stra il 12 – 15 ottobre

• FOSSO’: 29 SETTEMBRE – 6 OTTOBRE Festa del fungo con mostra micologica e stand gastronomico • CONA: 13 – 15/16 – 21/22 SETTEMBRE Fiera di san Matteo • CAVARZERE: 5 – 6 OTTOBRE Scacchi viventi • CAMPAGNA LUPIA: 20 – 22 SETTEMBRE Laguna Boat Show Motor Fest • ANNONE VENETO: 6 OTTOBRE Palio delle botti • SAN DONA’ DEL PIAVE: 6 – 7 OTTOBRE Fiera del Rosario e 13 ottobre Festa de a poenta bianca (Informazioni inviate da LUCIO GIANNI, ass. Provinciale Pro Loco)

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