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La buona notizia La caserma dei vigili del fuoco è salva
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la testimonianza, un anno in brasile da studente
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Il campanile di Rottanova è stato idealmente riconsegnato alla comunità parrocchiale nel corso dell’estate, dopo il lungo periodo in cui le campane sono rimaste mute per i lavori di restauro.
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All’interno del giornale
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Veneto in primo piano la buona Scuola entra in claSSe
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Rottanova, il campanile restaurato
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Profughi a Conetta, il sindaco: “Situazione fuori controllo”
Il primo cittadino Alberto Panfilio denuncia una realtà divenuta paradossale: “Doverosa l’accoglienza, ma ospitiamo ad oggi 320 migranti in una frazione che conta 190 residenti”
“S
ono trascorsi due mesi dai primi arrivi ma è come se fossero vent’anni” è lo sfogo del sindaco di Cona, Alberto Panfilio che insieme al suo comune si è trovato improvvisamente, inaspettatamente e involontariamente balzato agli onori della cronaca anche nazionale per via dell’arrivo dei migranti, prima in numero imprecisato e poi sempre più consistente, che sono via via arrivati e sistemati nella
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ex base militare della frazione di Conetta. “All’inizio dovevano essere una quarantina - ricorda il primo cittadino - ad oggi, stando ai dati che la cooperativa dichiara, sono stati accolti 586 migranti. Non siamo informati sulle persone che lasciano il campo d’accoglienza. Tuttavia da informazioni raccolte in via ufficiosa mi risulta che al momento al centro d’accoglienza siano ospitati 320 migranti”.
I numeri fuori controllo hanno portato Conetta ad essere un caso nazionale: nella piccola frazione, in effetti, i residenti sono 197. “I criteri del Governo per una equilibrata distribuzione delle persone richiedenti asilo giunte nel nostro Paese, di un migrante ogni mille abitanti, sono stati di gran lunga superati nel nostro caso”. pagg. 6-9
Editoriale
Migranti, un dramma senza confini
“L
di germana urbani*
asciamoli in mare” ha detto Salvini. “ Respingere i migranti che arrivano dal mare è un atto di guerra” ha affermato il Papa che, oltre a proporre ad ogni parrocchia di ospitare una famiglia di profughi, vuole dare il buon esempio destinando appartamenti vaticani a due famiglie...
*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it continua a pag.
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i nuovi consiglieri alla prova dell’aula
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La quotidianità dei senza tetto è un film
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news da laPiazzaweb 3
In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno
LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUL SITO La notizia più letta sul nostro sito il mese scorso è stata Nazzareno Italiano eroe del Basket a seguire sono stati cliccatissimi i servizi relativi alle Due serate
di festa per la Notte Bianca di Cavarzere, la terza notizia,
invece, che ha incuriosito maggiormente i lettori è stata:
Scorzè, nuovo volto per il centro città
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LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUI SOCIAL Sui social è volata la notizia che per paesionline Chioggia è tra le località turistiche top. Subito dopo è l’edizione di Cavarzere a farla da padrone con l’articolo relativo alla festa di fine estate. Ha interessato molto il popolo dei social la storia del giovane
di Cà Tiepolo arrestato per tentato omicidio
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Apple tv e il sogno della casa sempre connessa Arriva a ottobre l’ultimo prodotto della Mela: video in streaming internet, videogame, ma soprattutto l’ambizione di dominare il nuovo mercato della domotica
S
e tutto andrà come nelle previsioni, c’è da scommettere che sarà uno dei regali più gettonati sotto l’albero. È vero, 200 euro coi tempi che corrono non sono pochi. Ma se mettiamo il fascino che la Mela esercita sugli appassionati di tecnologia da un lato, e la poderosa campagna pubblicitaria che possiamo attenderci a partire da ottobre dall’altro lato, è facile che una buona fetta di italiani si convincerà presto che dell’Apple tv non si può proprio fare a meno. Sfatiamo subito l’obiezione più ovvia: davvero sentiamo il bisogno di un’altra televisione? No, e infatti il nome non deve trarre in inganno. L’Apple tv ha più del computer che della tv, a cui non a caso va collegato per funzionare. Al suo interno c’è un processore, tagli di memoria da 32 e 64 giga, wifi e bluetooth. A che serve, allora? Intanto a guardare video in streaming internet, l’ultima frontiera su cui si giocano le sorti del mercato dell’audiovisivo. Poi ad accedere allo sterminato catalogo di programmi e app per Iphone, trasformando la tv di casa in una console per videogame o in quel che si desidera. La grande scommessa, però, è un’altra: fare dell’Apple tv il centro della futura casa iperconnessa fino a riuscire a controllare
e gestirne ogni dettaglio semplicemente attraverso la voce. Si chiama domotica, è la declinazione domestica del cosiddetto “internet delle cose” ed è già tra noi, anche se non ce ne rendiamo conto. Gli esperti stimano che lo scorso anno ci fossero nel mondo qualcosa come 10 miliardi di dispositivi connessi tra loro in modalità wireless, senza fili. Computer e cellulari, naturalmente, ma anche automobili e frigoriferi, perfino vestiti e cibo. Nel 2020, di questo passo, si prevede saranno 30 miliardi. Già oggi tramite cellulare è possibile accendere la caldaia della casa di montagna, o controllare le telecamere di sorveglianza del sistema di allarme. Solo che, come succede a ogni rivoluzione tecnologica, ogni apparecchio “fa parte a sé”: con i suoi programmi, i suoi strumenti, il suo software. La scommessa di Apple si gioca tutta qui, nel riuscire a imporre per prima sul mercato un prodotto capace di gestire tutti i diversi dispositivi e fare veramente della casa un “ecosistema intelligente”. Non c’è solo la casa di Cupertino, naturalmente. Anche Google ha presentato da poco una sua piattaforma, e altri seguiranno a breve. In palio, dicono gli analisti, c’è un mercato da decine di miliardi di dollari. La nuova battaglia dei giganti è appena cominciata...
In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno
Il BLOG DEL DIRETTORE Migliaia di persone cercano rifugio in Europa passando per l’Italia. L’Europa però non ha ben chiara la strategia da proporre o imporre agli stati membri perché tutti si facciano carico dei migranti. Intanto alcuni comuni, più di altri, stanno accogliendo i profughi nelle strutture individuate dalle prefetture e i problemi di gestione non mancano. Salvini e la Lega sono sempre pronti a manifestare contro l’accoglienza ma mancano di risposte al problema. seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/il-blog-del-direttore/
IL SONDAGGIO Le Ulss del Veneto, secondo i progetti di Zaia e del suo assessore alla sanità Coletto, passeranno presto da 21 a 7 e nascerà un Ente nuovo che si occuperà a livello centrale di gestire ordini, formazione del personale e altre cose oggi in capo ai direttori generali. I sindaci temono che il riordino significhi solo ulteriori tagli. Ma i veneti sono d’accordo? La domanda è: Vi piace l’idea dell’ Ulss unica provinciale? .seguici su www.lapiazzaweb.it/ sondaggio/
ADOTTAMI, I NOSTRI AMICI ANIMALI
L’attenzione verso questa rubrica e i suoi protagonisti è altissima. Questo mese in special modo abbiamo pubblicato le foto di fortunati cagnolini scelti da belle famiglie. Continuamo a ricevere tante foto di cuccioli che cercano casa. Segno della sensibilità dei nostri lettori e della bontà del nostro lavoro per gli animali.
EDIZIONI PIÙ VISTE SUL SITO: Le edizioni più lette dai lettori della piazzaweb sono state quelle di: Cavarzere, Piovese, Chioggia e Conselvano
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Questa edizione raggiunge le zone di Cavarzere, Cona per un numero complessivo di 7.327 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile (ad interim)
German Urbani direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione l’11 settembre 2015 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese I DATI DI UNIONCAMERE Per il Veneto le stime di crescita parlano di un + 3% del Pil in due anni. Alla fine del 2015 si prevede che la crescita sarà dell’1,1%, per il 2016 + 1,9%. Nel 2015 l’export veneto dovrebbe crescere del +5,4%, favorito da euro debole, basso prezzo di gas e petrolio, e tassi di interesse in discesa. Quest’anno poi c’è la spinta dei saldi estivi. Un dato che emerge per la prima volta negli ultimi 8 lunghi anni della crisi
Riparte l’economia crescono i
di Alessandro Abbadir
Solo il 7,8% delle imprese venete vende online contro l’8,2% della media italiana
Il Piano operativo regionale 20142020 porta 600 milioni di euro, metà comunitari
L
’economia riparte e per il Veneto le stime di crescita parlano di un + 3% del Pil in due anni. Alla fine del 2015, si prevede che la crescita sarà dell’1,1%, per il 2016 + 1,9%. I dati sono emersi nelle scorse settimane da un rapporto illustrato ad Expo Venice da Unioncamere. Un problema per lo sviluppo è legato al gap tecnologico di molte imprese venete. Ma vediamo nel dettaglio. Saranno ancora le esportazioni, la principale leva di sviluppo. Nel 2015 l’export veneto dovrebbe crescere del +5,4%, favorito da euro debole, basso prezzo dei prodotti energetici (gas petrolio) e tassi di interesse in discesa. Ci sono però dei settori in difficoltà per motivi specifici. Agroalimentare e arredo-casa, devono fare i conti con l’instabilità in Russia e Ucraina. La novità di quest’anno in Veneto oltre al solito traino dell’export, è l’aumento dei consumi delle famiglie. I consumi delle famiglie venete aumenteranno del +1,7%,, grazie all’aumento della base occupazionale e a un effetto positivo delle spese dei turisti stranieri anche collegati all’Expo di Milano. La spesa pubblica dovrebbe registrare una contrazione (-0,7%), ma un contributo positivo arriverà dagli investimenti privati (+1,2%). Sul versante digitale qualche problema c’è: solo il 7,8% delle imprese venete vende online con sistemi di e-commerce, contro
l’8,2% della media italiana Il 98,5% utilizza internet (98,2% in Italia), il 95% è connesso alla banda larga e il 74,3% possiede un sito web (69,2% in Italia). Il 34,2% degli addetti è connesso ad internet una volta a settimana (39,3% la media nazionale), il 39,3% delle imprese acquista online (39,6%). C’è poi un divario generazionale. Il 65% delle imprese nate nel 2014 con a capo “under 35” parte già attiva sul web, nel 57,2% con un proprio sito internet o nel 55,9% con una pagina Facebook. Le altre imprese invece sono in ritardo. Per colmare il divario una soluzione è proseguire a passi spediti nell’adozione dell’Agenda digitale. Nel settore trasporti ci sono alcune carenze infrastrutturali a livello locale. Dove ci sono strutture sufficienti, come nel caso della direttrice ferroviaria del Brennero, i numeri crescono: il traffico merci ferroviario dell’interporto di Verona aumenta del 3,3% dal 2013 al 2014, e del 33,6% rispetto al periodo pre-crisi. Sul fronte dei traffico merci su nave, nel sistema dell’Alto Adriatico, il porto di Venezia è quello che cresce di meno: +2,2% del traffico nel 2014. Vanno molto molto Trieste (+10,3%) e quello sloveno di Koper-Capodistria (+12,3%). I dati della crescita veneta in termini di consumi sono in linea con quelli emersi dai dati di Confcommercio a livello nazionale. Rispetto al 2014, nel periodo
gennaio-luglio 2015, in Italia, è aumentato il consumo di beni e servizi per la mobilità (+6,2%), in particolare nel settore delle auto, moto e scooter, ma anche nei servizi pubblici, specialmente nei trasporti aerei. E’ cresciuto anche il consumo di beni e servizi per comunicazioni (+4%), nel settore tecnologico con l’acquisto di prodotti come smartphone, tablet e personal computer. Sono aumentate le vendite alimentari al dettaglio (+0,9% nel periodo gennaio-giugno 2015), Quest’anno c’è in più la spinta dei saldi estivi. Un dato che emerge prima volta negli ultimi 8 lunghi anni, quelli cioè della crisi. Gli sconti di fine stagione hanno fatto registrare un andamento positivo, che si è riversato sul dato finale dei consumi. Le esportazioni di prodotti alimentari made in Italy fanno segnare un forte balzo con un aumento che va dal 29% sia in Usa che in Cina, fino al 9,7 nei Paesi dell’Ue. Per dare una spinta all’economia in ripresa è arrivato dalla Ue con l’ok al Piano operativo regionale 2014-2020 di impiego dei fondi per lo sviluppo regionale. “L’ok al Por del Veneto - dice l’assessore regionale Federico Caner - mette in moto 600 milioni di euro, di cui la metà di fonte comunitaria, che andranno a rafforzare la ripresa economica, investire su ricerca e innovazione e a supportare l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese”.
i dati di confinduStria padoVa
Avanti adagio, qualcosa si muove
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vanti adagio, ma finalmente avanti. Dopo la “stecca” di inizio anno, l’industria padovana si muove e ritrova un’intonazione positiva. È un recupero ancora modesto, ma la produzione nel secondo trimestre aumenta su base annua (+0,2%). Confindustria Padova, dati alla mano, conferma che migliorano gli ordini e si allunga la striscia positiva della domanda interna, che dà chiari segni di ripresa (+1,6%) ed è più tonica dell’export. Anche l’occupazione mostra primi segnali di recupero (+0,9%). “Adesso, - spiega Massimo Finco Massimo Finco, presidente di Confindustria Padova - la priorità è rafforzare la lenta risalita non indebolendo la determinazione, anzi accelerando le riforme strutturali, a partire dalla riduzione del carico fiscale che zavorra le imprese. A partire dalla prossima legge di Stabilità che dovrà essere espansiva, rilanciare gli investimenti pubblici e privati e ridurre il carico fiscale che zavorra la competitività delle imprese. Bene lo “shock fiscale” annunciato dal premier Renzi, da finanziare in tre anni attraverso una drastica cura dimagrante della spesa pubblica, unita alla lotta all’evasione e ai margini di manovra Ue. Ora un patto con gli imprenditori che punti dritto al cuore dei problemi, più che al consenso: meno tasse sulle imprese anticipando l’intervento già al 2016, in cambio di più investimenti, produttività e quindi reddito e lavoro da redistribuire, N.S. soprattutto ai giovani. Noi siamo pronti”.
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Argomento del mese 5 Turismo
Estate 2015, il bilancio degli operatori
Il sole splende con qualche nuvola
consumi, è arrivata la ripresa Il sindacato “Siamo ancora in stagnazione, inversione di tendenza lontana”
Nel padovano 131 aziende in crisi nel primo semestre, coinvolti tremila lavoratori di Nicola Stievano
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preoccupare sono i riflessi occupazionali, anche di fronte a segnali di ripresa. Stando ai dati di Veneto Lavoro, tra Padova e provincia nel primo semestre del 2015 sono state avviate 131 nuove procedure di crisi aziendale che hanno coinvolto quasi 3mila lavoratori. Non solo: dobbiamo aggiungere le oltre 935mila ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate, quasi 3,5 milioni di ore di cassa straordinaria e 733 licenziamenti. Se l’industria cresce, piano, l’occupazione vive ancora una fase drammatica. La conferma arriva dai rappresentanti sindacali impegnati, in queste settimane, su più fronti e con vertenze “pesanti” come la Allison, azienda dell’occhialeria che vuole trasferire la produzione nel mantovano, costringendo 120 dipendenti ad accettare l’esodo oppure a rinunciare al lavoro. O anche il gruppo Conad Sgr di Padova che, gli inizi di settembre, ha annunciato la chiusura di due supermercati a Este a Cittadella, acquisiti appena sette mesi fa dal Billa che ha lasciato l’Italia. Oppure la Mercatone Uno che dopo aver chiuso i punti vendita di Tribano e Curtarolo annuncia un piano di assunzioni che però non andrà a recuperare tutti i posti e non permetterà di riaprire i due negozi. A Terrassa invece è emblematico il caso della Edp Edp Info Service & Distribution, che ai tempi d’oro dava lavoro a quasi 130 persone. Dopo il fallimento i circa cinquanta lavoratori rimasti fino agli ultimi giorni di attività, prima della chiusura a sorpresa dell’azienda, potranno beneficiare almeno di sei mesi di ammortizzatori sociali. “La modesta crescita della produzione - afferma Christian Ferrari, della segreteria Cgil di Padova - registrata nel secondo trimestre dell’anno è lo specchio di una situazione di stagnazione più che di un’inversione di tendenza. Considerando che dal picco produttivo ante crisi del 2007 l’industria padovana ha registrato un 24% di perdita di produzione industriale, significa che servirebbero almeno 30 anni per tornare ai livelli registrati prima della crisi”.
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E
state 2015 all’insegna del sole e non soltanto perché il meteo è stato favorevole e il caldo l’ha fatta da padrone, ma anche dal punto di vista “economico” per gli operatori turistici che possono tornare a sorridere in Veneto. Un bilancio, dunque, che può considerarsi tendenzialmente positivo, ma permangono alcune criticità e problematiche, legate soprattutto ai finora inascoltati appelli che il settore rivolge da tempo alla politica, in cerca di una sponda per il rilancio. “Il sole splende sul turismo veneto … sotto un cielo di nubi” è la sintesi di Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto nella sua relazione di fine luglio, in occasione della presentazione dei dati relativi alla prima metà dell’estate e delle tendenze di agosto e settembre, in attesa di un bilancio conclusivo a fine stagione. “Arrivi e presenze in sostanziale tenuta, rispetto all’anno scorso, non bastano a disegnare l’andamento di una stagione. A oscurare il cielo c’è un carico fiscale oramai insopportabile, - ha commentato Michielli - ultimo atto l’aumento retroattivo dell’IMU per gli hotel di Abano e Montegrotto i cui albergatori sono giustamente furenti; ci sono i costi di gestione arrivati alle stelle; azioni promozionali lasciate spesso all’iniziativa del singolo privato perché a livello pubblico i fondi non ci sono o sono “risibili”. E c’è, in testa a tutto, una questione tanto evidente quanto colpevolmente ignorata: il proliferare di strutture extralberghiere con molti onori e nessun onere. Un fenomeno che sta provocando danni e in alcuni casi si rivela fatale per le attività ricettive “classificate” che sono imprese e per questo vessate dal fisco e dalla burocrazia. Continuiamo a chiedere che a “stesso mercato corrispondano stesse regole”. Indifferibile si fa ormai il tema dei collegamenti aerei, varando un piano che in 5 anni sposti almeno il 30% dei turisti da ruota ad ala: i risultati della Spagna stanno a testimoniarlo”. Nel complesso tuttavia il turismo ha regalato buone soddisfazioni. Nel settore balneare è andata bene per Jesolo “Abbiamo avuto solo una leggera flessione, contenuta nell’ordine del -4%, a giugno, dopodiché arrivi e presenze sono decollati” ha dichiarato il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori (Aja) Massimiliano Schiavon. Fedeli e anzi ancora più numerosi i turisti tedeschi, in lieve calo gli italiani. Andamento a due velocità per l’estate bibionese: da un lato gli hotel vicinissimi al tutto esaurito (sono quasi 100 quelli presenti a Bibione), dall’altro le case-vacanza che perdono appeal (e turisti) e soffrono insieme ai campeggi. “Il comparto alberghiero tiene - conferma Silvio Scolaro, presidente dell’Associazione Bibionese Albergatori (Aba) - Abbiamo tanti turisti provenienti dalla Germania, dall’Austria, dalla Svizzera, ma anche dai Paesi dell’Est, dalla Polonia all’Ungheria, alla Repubblica Ceca. C’è un leggero sentore di ripresa degli italiani”. Stagione buona anche per Caorle che conta sulla clientela fidelizzata e registra un lieve incremento delle presenze e un decremento dei fatturati e dei pernottamenti (scesi a 3 notti). Sollecita una iniziativa unitaria di promozione dell’intero territorio Eugenio Padovese , presidente dell’Associazione degli Albergatori di Caorle. Più contenuto il dato per Sottomarina. “La tanto sperata esplosione di presenze dovute al bel tempo non c’è stata. Sottomarina si caratterizza per il 90% per la presenza di turisti provenienti dal Nord Italia e sono proprio questi che purtroppo segnano una lieve flessione” ha osservato Giuliano Boscolo Cegion, presidente dell’Associazione Albergatori Sottomarina (Asa) . E tuttavia il segnale interessante riguarda la Città d’Arte Chioggia, che “per le sue caratteristiche storico-culturali e grazie ad eventi di carattere nazionale come la Sagra del Pesce con circa 350.000 visitatori nell’arco di dieci giorni (dal 10 al 19 luglio) e il Palio della Marciliana nella seconda settimana di giugno, ogni anno si perfezionano e incrementano le presenze”. Se al mare sorridono, anche dalla montagna gli operatori hanno manifestato soddisfazione. Il tempo buono e le tante iniziative sportive e culturali hanno favorito l’arrivo di turisti a Cortina d’Ampezzo che ha saputo captare l’attenzione anche di viaggiatori provenienti dal Nord Europa, con la sua attività promozionale. “C’è il sentore di una ripresa del mercato interno – ha dichiarato Walter De Cassan, presidente dell’Associazione Albergatori di Belluno e provincia - anche se le spese degli italiani nell’indotto sono ancora molto prudenti, mentre i turisti tedeschi sembrano in leggerissimo calo”. Il bel tempo invece non ha favorito le terme, dove la stagione delle migliori performance però è quella autunnale, ma l’estate in ogni caso è stata in linea con i dati degli anni scorsi. Buoni i dati anche per il turismo sulla sponda veneta del Lago di Garda, sempre più internazionale: Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Germania e Inghilterra sono i Paesi di provenienza. Nelle città d’arte la stagione prosegue in linea con gli anni passati. A Venezia il motivo in più è la Biennale; a Verona la stagione dell’Arena. Gli operatori padovani invece si dicono penalizzati dalla mancanza di organizzazione di eventi. Un connubio, quello tra cultura e turismo, che invoca, soprattutto per continuità, anche il presidente dell’Associazione degli albergatori di Vicenza Oscar Zago. Stazionario il bilancio di Treviso. O.J.
6 Cavarzere Società Emergenza profughi, la manifestazione del 5 settembre
Chioggia si mobilita contro l’arrivo dei nuovi migranti Dopo l’arrivo di decine di profughi a Conetta, sistemati nell’ex base militare, anche nella frazione di Ca’ Bianca i residenti temono che nuovi rifugiati vengano ospitati nell’ex base missilistica di Andrea Varagnolo
C
hioggia si mobilita contro l’arrivo di nuovi vi arrivi si sono basate sull’indisponibilità del migranti nel proprio territorio comunale. territorio tenendo conto dei criteri fissati dallo Dopo i massicci arrivi di decine di profughi Stato. “No business sugli immigrati, basta affari a Conetta, sistemati nell’ex base militare, nel Clodiense ha iniziato a serpeggiare una diffusa sui disperati” recitava uno striscione in testa al preoccupazione per il possibile utilizzo dell’ex corteo, alludendo probabilmente ai loschi affari base missilistica di Ca’ Bianca al fine di acco- di “Mafia capitale”. L’azione dimostrativa non ha visto la presenza, almeno dichiarata, di legliere nuovi rifugiati. Sabato 5 settembre un gruppo di residenti ader politici, ad eccezione di Roberto Marcato, assessore regionale allo della frazione di Ca’ Sviluppo economico ed Bianca hanno dato vita Il sindaco Casson: a un corteo pacifico, che “Doverosa l’accoglienza energia, in quota Lega Nord. ha sfilato lungo corso del ma nel rispetto Sulla questione, in Popolo. La manifestazio- dei principi che si è attesa di vederci chiaro, ne, tenuta d’occhio dagli dato il Governo” il sindaco di Chioggia, agenti della Polizia di Stato e dei Carabinieri in tenuta antisommossa, Giuseppe Casson, si è battuto in tutti i modi non ha fatto registrare disordini. Si è trattato per escludere la possibilità dell’utilizzo dell’ex di un’azione dimostrativa che ha permesso di base militare di Ca’ Bianca. “Era doveroso — ha scandito il primo citesternare tutti i timori di un piccolo centro abitato, che cerca di difendere con le unghie e con i tadino — chiedere che il Governo rispettasse i suoi principi: accoglienza diffusa tra tutti i terdenti il suo territorio. Partendo dal leitmotiv “Chioggia ha già ritori per garantire integrazione e sicurezza. Lo dato”, le argomentazioni contro i possibili nuo- stesso Prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia,
La manifestazione di protesta. In alto l’assessore regionale Marcato
durante un recente incontro a Venezia con i sindaci, sosteneva come fosse impossibile, per le forze dell’ordine, garantire la sicurezza di tutti laddove i migranti fossero concentrati in gran numero in pochi luoghi. La linea politicamente corretta è quella ora enunciata dal Governo: accoglienza diffusa in funzione di una più facile integrazione e di garanzia di sicurezza per la collettività”. Casson precisa, quindi, di aver “ribadito in
ogni sede che nessuno si deve permettere di negare il dovere di accoglienza e di solidarietà nei confronti di chi fugge da guerre e devastazioni” ma ha insistito sul fatto che Chioggia sta già ospitando dei migranti e non può riceverne altri. Secondo Casson, “solo la condivisione di principi di accoglienza diffusa - mediante l’attuazione del criterio delle quote - riesce a garantire l’accettazione sociale del fenomeno migratorio”.
In altri termini, l’integrazione può essere perseguita solo alla condizione di una ripartizione equa, per evitare che sorgano “quartieri ghetto” e quartieri degradati come è avvenuto, ad esempio, in maniera eclatante a Marghera, per fare un esempio concreto. Adesso, però, la tempesta non è ancora finita e i cittadini di Ca’ Bianca continueranno a battersi in tutti i modi per evitare gli arrivi.
ca’ bianca Il comitato cittadino: “Non è questa la maniera di fare accoglienza. Non è dignitoso”
L’
ex base missilistica di Ca’ Bianca non diventerà un centro di accoglienza per migranti. Ad annunciarlo è direttamente il sindaco Giuseppe Casson al termine della manifestazione organizzata il 5 settembre in Corso del Popolo dal Comitato dei residenti che si oppongono all’arrivo dei profughi. Appena ventilata l’ipotesi che la base militare dismessa di Ca’ Bianca fosse stata individuata come possibile struttura per ospitare immigrati e rifugiati, gli abitanti delle frazioni di Ca’ Bianca e Ca’ Pasqua si sono uniti compatti per dire “no” ad un centro di accoglienza nella struttura militare abbandonata. A spaventare i cittadini soprattutto i rischi sanitari e le condizioni di sicurezza conseguenti all’arrivo di 300 persone in due paesini di campagna, la cui popolazione conta circa 700 persone. “Non è la maniera di fare accoglienza, né integrazione – commenta Erika Tiozzo, portavoce del Comitato cittadino – Accoglierli in un “lager” sarebbe una situazione indignitosa per loro e irrispettosa per noi, che abbiamo il diritto di sentirci sicuri.” Dopo aver diffuso la propria presa di posizione sulla stampa, radio e televisione (intervistati anche dal programma “Dalla vostra parte” della prima serata di Rete 4), il Comitato dei cittadini di Ca’ Bianca e Ca’ Pasqua ha deciso di indire un corteo pacifico in centro storico a Chioggia per coinvolgere tutta la città su un tema caldo e facilmente strumentalizzabile come quello dell’immigrazione.
”E’un problema che non riguarda soltanto le frazioni – continua Erika - Non si può scaricare su due paesini a 5 km da Chioggia tutta la responsabilità dell’accoglienza dei profughi”. Il Comune, al momento, ospita 96 profughi, il doppio delle quote previste dal Governo. Esasperare la situazione con nuovi arrivi, significherebbe minare la sicurezza finora garantita in città e la violazione della legge dello Stato (da parte dello Stato). “Chioggia si è dimostrata accogliente anche oltre le misure previste – ha detto il sindaco Giuseppe Casson ai manifestanti – Una sistemazione diffusa e non concentrata di persone clandestine evita problemi di ordine pubblico e garantisce maggiori possibilità di scambio con la realtà locale – e ha infine annunciato - Il Prefetto ha accolto la mia istanza mettendo fine a preoccupazioni che nelle ultime settimane ho condiviso con i miei cittadini”. La notizia ha rasserenato gli animi del Comitato di Ca’ Bianca e Ca’ Pasqua, che per voce del suo presidente, Davide Tiozzo, ha commentato: “Non siamo contro i profughi, semplicemente non esistono le condizioni per ospitare nuovi migranti. L’attenzione rimarrà comunque alta, perché non vorremmo che tra qualche tempo l’ipotesi si venisse a riproporre”. Sara Boscolo Marchi
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8 Cavarzere Il caso I profughi alla base militare di Conetta
Il sindaco: “Situazione fuori controllo” di Ornella Jovane
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ono trascorsi due mesi dai primi arrivi ma è come se fossero vent’anni” è lo sfogo del sindaco di Cona, Alberto Panfilio che insieme al suo comune si è trovato improvvisamente, inaspettatamente e involontariamente balzato agli onori della cronaca anche nazionale per via dell’arrivo dei migranti, prima in numero imprecisato e poi sempre più consistente, che sono via via arrivati e sistemati nella ex base militare della frazione di Conetta. “All’inizio dovevano essere una quarantina - ricorda il primo cittadino - ad oggi, stando ai dati che la cooperativa dichiara, sono stati accolti 586 migranti. Non siamo informati sulle persone che lasciano il campo d’accoglienza. Tuttavia da informazioni raccolte in via ufficiosa mi risulta che al momento al centro d’accoglienza siano ospitati 320 migranti”. I numeri fuori controllo hanno portato Conetta ad essere un caso nazionale: nella piccola frazione, in effetti, i residenti sono 197. “I criteri del Governo per una equilibrata distribuzione delle persone richiedenti asilo giunte nel nostro Paese, di un migrante ogni mille abitanti, sono stati di gran lunga superati nel nostro caso - lamenta il sindaco -. Siamo al paradosso che al momento vi sono più migranti che residenti. Ho manifestato al prefetto in più occasioni, sia personalmente sia per iscritto, la necessità di sfoltire le fila degli ospiti presenti nel campo di accoglienza di Conetta. Mi ha risposto, anche ufficialmente, lo scorso 31 agosto che una parte sarebbe stata trasferita presso la dismessa caserma di Ca’ Bianca a Chioggia. Salvo poi ritornare, nel corso della stessa giornata, sui propri passi. Queste contrastanti informazioni da fonte prefettizia - è accaduto anche relativamente al numero di arrivi a Cona - aumentano il nostro disagio di amministratori locali, oltre a rappresentare una mancanza di rispetto verso i cittadini del comune”. “Lamentiamo inoltre una gestione discutibile
REAZIONI
Il primo cittadino Alberto Panfilio denuncia una situazione oltre il limite, ben al di là degli stessi parametri governativi: “Ospitiamo 320 migranti nel campo di accoglienza di Conetta che conta 197 residenti”
Il sindaco Alberto Panfilio. Il campo di accoglienza di Conetta della cooperativa - prosegue Panfilio - per i ritardi soprattutto sui controlli sanitari. Al contrario va riconosciuto al distretto dell’Asl 14 il grande impegno profuso: il personale ha lavorato alacremente, senza neppure beneficiare del supporto di personale aggiuntivo”. “Questo indiscriminato arrivo di migranti è vissuto dalla popolazione locale come una ingiusta imposizione che rende impossibile qualsiasi forma di integrazione” prosegue Panfilio che negli ultimi due mesi si è confrontato costantemente con la cittadinanza in occasione di ripetuti incontri pubblici. Ad aggravare la situazione anche il malcontento delle forze di Polizia che lamentavano le condizioni precarie alle quali erano inizialmente costretti nel presidio della ex base militare, all’inizio 24 ore su 24. Attualmente la presenza delle forze dell’ordine è stata ridotta alle ore giornaliere, disposizione che ha ulteriormente esasperato gli animi della cittadi-
nanza che chiedono garanzie anche sul piano della sicurezza. “I cittadini hanno paura - spiega il sindaco - soprattutto di ciò che accade nelle ore notturne, quando alcuni degli ospiti del campo di accoglienza escono per strada e si ubriacano. Ma si tratta di casi sporadici”. “Noi non siamo contrari ad accogliere i migranti - conclude il sindaco - ma le grandi concentrazioni di profughi non sono dignitose soluzioni nè nel rispetto di chi arriva in condizioni disperate nè delle comunità locali che devono sostenere il peso dell’accoglienza. La situazione è ormai fuori controllo e io non sono più disposto a collaborare con il prefetto e le istituzioni che dovrebbero agire con maggiore coerenza e gestire con più consapevolezza il problema. Non ci stiamo ad essere lasciati da soli di fronte a questa drammatica situazione, la politica veneta e le istituzioni nazionali se ne facciano carico”.
Editoriale
Migranti, un dramma senza confini di germana urbani* segue da pag.
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... E nutriamo tutti un’intima certezza che se dipendesse solo da lui, aprirebbe le porte anche della Sistina pur di accogliere tutti i poveri che potrebbe contenere. Ma anche lui ha le mani legate e, in questa vicenda, la sua parola non resta che un seme nel vento. Perché seppur in maggioranza cattolici noi tutti, veneti, italiani, europei, abbiamo paura della massiccia invasione dei migranti che non smettono di arrivare alle porte del nostro vecchio continente. Molti di loro vengono già ospitati in alcuni dei nostri comuni. Alloggiati a centinaia in ex basi militari che diventano inevitabilmente dei ghetti, recinti in cui contenere un problema, non degli uomini, donne e bambini. Eppure non ci sono risposte articolate per questo fenomeno che ogni giorno di più sta impegnando amministratori, associazioni e cittadini di buona volontà. La questione è sovranazionale e come tale va trattata. Ma molta parte dei Paesi dell’Unione non ci sente e chiude le frontiere e tira i remi in barca e ci lascia soli con la responsabilità di gestire un’ondata migratoria sempre più pressante. Ma mentre in Europa si discute e l’Italia si barcamena nella gestione di questa nuova emergenza, chiedendo che siano stabilite delle quote di accoglienza per ogni nazione Ue, la lunga marcia di chi fugge da guerra e povertà continua. Ed è un peccato che nella mente dei più sia già passato il ricordo dell’orrore che tutto il mondo ha provato “ingoiando” la foto del corpicino, composto, delicato, senza vita di un piccolo bimbo siriano di nome Aylan. Lui come tanti altri non entrerà in nessuna aula scolastica questo settembre, né a casa sua né a casa nostra. Lui come tanti altri stava scappando con la sua famiglia da qualcosa di orribile che noi non possiamo, probabilmente, nemmeno immaginare. Per queste vite in cammino e in fuga, dobbiamo augurarci che una soluzione internazionale si trovi e che la generosità degli altri Paesi dell’Unione Europea si concretizzi a breve. E per quanto ci riguarda, in Veneto, a casa nostra, servono proposte concrete non manifestazioni xenofobe e proclami populistici. I nostri sindaci non hanno bisogno di striscioni e magliette dagli slogan d’effetto, hanno bisogno di non essere lasciati soli a gestire situazioni sproporzionate anche per il più capace degli amministratori locali.
*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it
Il sindaco di Cavarzere commenta la delicata situazione che si è venuta a creare nel Basso Veneziano
henri tommasi: “scaricare il problema sui comuni rischia di scatenare una inutile guerra fra poveri”
“A
livello locale, si scarica la questione da un Comune all’altro, col rischio di scatenare solo una inutile guerra fra poveri” è il commento del sindaco di Cavarzere, Henri Tommasi, Comune che all’inizio di agosto era stato “sfiorato” dal problema, almeno stando alle voci “allarmistiche” che si erano diffuse e che sono state prontamente smentite come “bufale” dal vicesindaco Paolo Fontolan. “L’accoglienza dei migranti è una questione impor-
tante - commenta Tommasi - che ricade impropriamente sui singoli enti locali. Al di là dei controlli e della gestione delle situazioni oggettive e contingenti, la difficoltà maggiore è a mio avviso la tensione sociale in città che si procura e si alimenta con l’arrivo massiccio di migranti, ben oltre - com’è accaduto per Cona - le quote e le misure disposte dallo stesso Governo. Si creano in tal modo nelle comunità comprensibili resistenze a causa di situazioni non sostenibili, e relativi
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conflitti sociali che gravano sui singoli enti locali. La questione dei migranti che scappano da realtà di guerra e devastazione in cerca di accoglienza e ospitalità è di proporzioni enormi: va affrontata dalle istituzioni internazionali”. “Il criterio del Governo di distribuire i migranti prosegue Tommasi - tra i diversi comuni nel rispetto di una umana solidarietà e, nello stesso tempo, delle realtà chiamate all’accoglienza presuppone una ocula-
ta e accorta regia a livello di enti e istituzioni superiori, chiamati ad agire nell’osservanza di principi di equità e giustizia. Spero che i casi emersi nelle comunità locali trovino ben presto soluzione. Certo è che il nostro e gli altri Governi non possono più rimandare nel trovare un’adeguata risposta ad un fenomeno epocale che ormai da tempo non è più solo un’emergenza”. O.J.
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Cavarzere 9 Il caso I cittadini si sono organizzati per manifestare lo scontento
“Basta profughi a Cona” Hanno formato un gruppo che ha promosso varie iniziative, hanno scritto al governatore del Veneto Zaia che si è confrontato con una loro rappresentanza. Il 10 settembre erano in tv, su Rai 2, a denunciare il disagio di Ornella Jovane Il sindaco Panfilio e i cittadini di Cona durante la trasmissione televisiva “Virus”
“C
ona dice basta”, “Basta profughi a Cona” i cittadini si sono organizzati in gruppo per manifestare il malcontento che via via è aumentato fra la popolazione, esasperata dalle dimensioni e dalle modalità con cui questa convivenza è stata imposta. Si sono organizzati in gruppo, hanno creato un profilo facebook, e si sono attivati, chiedendo ripetuti confronti col sindaco, sollecitando anche la politica regionale. Hanno scritto al governatore Zaia che ne ha pure incontrato una rappresentanza. Erano in prima fila, c’era anche il sindaco Alberto Panfilio, anche nella trasmissione televisiva “Virus”, in onda lo scorso 10 settembre su Rai 2, dedicata alla questione dei profughi. E denunciavano il disagio e la preoccupazione che vivono di giorno ma soprattutto di notte. Chiedevano garanzie di sicurezza,
sollecitavano il ripristino dei controlli delle forze di polizia 24 ore su 24, e non solo intorno alla base militare ma anche nelle vie del centro del paese, con una particolare attenzione verso gli anziani e i bambini che hanno ripreso ad andare a scuola. “Queste persone escono - raccontavano in tv - in tutte le ore del giorno e della notte. Talvolta hanno atteggiamenti provocatori e arroganti che fanno paura”. Il sindaco Alberto Panfilio comprende le motivazioni del movimento cittadino. “Le grandi concentrazioni di profughi sostiene - non creano integrazione.
Siamo stati solidali, abbiamo accolto i migranti e abbiamo collaborato con le istituzioni finché la situazione è stata accettabile. All’inizio erano 50 profughi, poi sono diventati 100, ad oggi sono triplicati. Non è accettabile che siano presenti nel nostro territorio con queste dimensioni. Contestiamo le decisioni prefettizie e ci sentiamo presi in giro dalle istituzioni. Questa non è accoglienza, nè può produrre integrazione. E’ una vera è propria invasione che non può far altro che generare tensioni sociali. Mi hanno lasciato solo!”
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FOCUS Il consigliere regionale Erika Baldin, Movimento 5 Stelle
“cona e Chioggia si sono già fatti carico oltre ogni previsione legislativa delle proprie responsabilità”
“I
l fenomeno dell’immigrazione ha toccato punte di tensione sociale inaccettabili. Credo che la situazione attuale rispecchi l’incapacità gestionale dei partiti tradizionali” è il commento della consigliera regionale di Chioggia Erika Baldin, esponente del Movimento 5 stelle. “Sono stata sia a Cona sia all’ex base di Ca’ Bianca, - prosegue - in un caso per verificare con i miei occhi le condizioni dei profughi nel contesto dell’ex base di Conetta, nell’altro per manifestare assieme ai miei concittadini il disappunto verso l’ospitalità di altre centinaia di persone in una caserma dismessa da 20 anni e inospitale in quanto non è mai stata bonificata dall’amianto. Sono Comuni che si sono già fatti carico oltre ogni previsione legislativa delle proprie responsabilità e non meritano di essere trattati a pesci in faccia dal Governo. Ho parlato con i sindaci, il prefetto, gli ospiti ma soprattutto con i cittadini”. “A breve - annuncia - faremo un tour presso alcuni centri d’accoglienza. In quell’occasione ricorderemo a tutti la nostra linea sull’immigrazione, che è chiaris-
sima ed ha uno scopo altrettanto chiaro: combattere l’industria dell’accoglienza. Un’industria democratica, in senso ironico, perché vede destra e sinistra ugualmente presenti. Un’industria formata da cooperative in combutta coi partiti, il cui unico interesse è guadagnare sulla pelle degli immigrati a spese dei veneti. In che modo? Facendoli permanere il più a lungo possibile nei centri. Ogni giorno in più queste strutture intascano 35 euro ad immigrato. Il conflitto di interessi è palese”. “Per questo - conclude Baldin - noi chiediamo che le pratiche per concedere il diritto d’asilo vengano sbrigate in brevissimo tempo (tre settimane), non in due anni come capita spesso. Se un migrante viene riconosciuto come clandestino, deve lasciare il nostro Paese. Siamo disposti ad organizzargli il viaggio. Costerà di meno ai cittadini e saremo sicuri che rispetterà la legge abbandonando il Paese. Infine chiediamo il superamento del trattato di Dublino. Un accordo europeo che intasa la burocrazia e ci penalizza particolarmente data la nostra posizione geografica”.
10 Cavarzere La buona notizia Il sindaco Henri Tommasi ringrazia quanti si sono mobilitati per la causa
La caserma dei vigili del fuoco è salva Nella ridefinizione dei distaccamenti rischiava seriamente la chiusura, invece con il decreto ministeriale del 31 luglio è stata confermata nell’elenco dei distaccamenti permanenti assegnati alla provincia di Venezia
politica La battaglia dei Cinque stelle
Il baratto amministrativo per i cittadini indigenti
di Nicola Ruzza
U
na buona notizia per tutti i cittadini di Cavarzere: la caserma dei vigili del fuoco che, nella ridefinizione dei distaccamenti rischiava seriamente la chiusura, rimarrà in attività, almeno per i prossimi due anni. È il sindaco in persona a darne la notizia, divulgando il decreto n. 2394 del 31 luglio del ministero dell’Interno, dal quale risulta la presenza del presidio di Cavarzere nell’elenco dei distaccamenti permanenti assegnati alla provincia di Venezia: “è una notizia importantissima per il nostro paese e per i nostri cittadini e ricompensa tutti gli sforzi fatti in questi ultimi anni dall’Amministrazione – dichiara Henri Tommasi – ringrazio chi in prima persona ha lottato per il mantenimento della nostra caserma ossia la Cisl con il segretario interregionale Daniele Nodari e il segretario nazionale Pompeo Mannone, il sottosegretario Gianpiero Bocci e il ministro dell’Interno Angelino Alfano per aver accolto le nostre motivate istanze”. “Inoltre ringrazio – continua il sindaco di Cavarzere – tutti coloro che si sono attiva-
La manifestazione di protesta dello scorso anno. Foto da www.cavarzereinfiera.it
ti in modo proficuo per la salvaguardia della caserma a prescindere dallo schieramento politico di appartenenza, segno evidente che il lavoro di squadra può portare ad ottimi risultati, anche contro ogni aspettativa”. Infatti contro l’ipotesi di chiusura del distaccamento di Cavarzere l’amministrazione comunale si è battuta insieme alla Federazione nazionale sicurezza - il sindacato più rappresentativo dei vigili del fuoco aderente alla Cisl - dal marzo 2014, sia attraverso l’organizzazione di una manifestazione davanti alla caserma sia recandosi ripetutamente a Roma dal sottosegretario all’Interno per dimostrare, fornendo dei dati concreti, che la presenza dei vigili a Cavar-
Trasferta a Berna
Uscita internazionale per il libro cavarzerano sul maestro Tullio Serafin
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na nuova occasione per rinverdire la fama internazionale di cui gode Tullio Serafin, direttore d’orchestra che fu tra i più prestigiosi e stimati: venerdì 11 settembre a Berna è stato presentato il libro Tullio Serafin, il custode del bel canto della giornalista e musicologa cavarzerana Nicla Sguotti (in foto), nel quale l’autrice ripercorre la biografia artistica del maestro di musica, ricostruita con la cronologia completa delle direzioni, nonché corredata da numerosi scritti inediti, per la maggior parte lettere di musicisti che scrissero a Serafin per accordarsi sull’esecuzione delle opere, ma anche scambi epistolari con eminenti personaggi della cultura del tempo, valga tra tutti il nome di Gabriele D’Annunzio. Ancor oggi il direttore cavarzerano è una figura che è ricordata nei più prestigiosi ambienti musicali, un vero e proprio punto di riferimento come concertatore e insuperabile nella scelta delle voci per i ruoli operistici, qualità che i tanti interpreti che hanno lavorato con lui gli hanno sempre riconosciuto. L’iniziativa si è svolta presso la Casa d’Italia, uno storico locale che è un punto di riferimento per i tanti italiani residenti a Berna: lo stabile fu acquistato dalla comunità italiana di Berna nel 1937 con la determinante donazione dell’allora Ministro d’Italia Fulcieri Paulucci de’ Calboli. Attualmente l’Associazione Casa d’Italia conta circa trecento soci e ospita trenta associazioni culturali, sportive e regionali e continua ad essere un piccolo angolo d’Italia in Svizzera, ben integrata nella città di Berna, un bene della comunità gestito in modo oculato, trasparente e con spirito di solidarietà. La serata di presentazione ha beneficiato della presenza del maestro Sergio Fontana, cantante lirico e fondatore del Festival d’Opéra d’Avenches, che insieme all’autrice del libro ha tracciato un ritratto di Tullio Serafin e della sua arte. Proprio il direttore veneto fu colui che ispirò il maestro Fontana nel creare il Festival di Avenches, che si svolge dal 1995 nell’anfiteatro romano di questa cittadina svizzera, ripercorrendo quello che fu il progetto, attuato da Serafin, del Festival Areniano di Verona. N.R.
zere è necessaria per garantire la sicurezza di un territorio molto ampio. Anche la sezione locale del Partito Democratico si unisce, attraverso un comunicato del segretario Paolo Vallese, alla gioia per la permanenza a Cavarzere di un servizio tanto importante: “in questi mesi abbiamo tutti aspettato quel foglio con il nome di Cavarzere e finché non è stato pubblicato ufficialmente restavamo trepidanti – afferma Vallese - nessuna iniziativa politica locale o ad altri livelli avrebbe mai raggiunto lo scopo di garantire la caserma a Cavarzere senza la competenza, ma soprattutto la dedizione, oltre che dei nostri vigili, dei rappresentanti sindacali che hanno agito
veramente senza risparmiarsi in maniera seria, competente e intelligente. Vale la pena sottolinearlo e dedicar loro il nostro ringraziamento, in particolar modo in un momento in cui i sindacati sono spesso sotto accusa per vari motivi o assurgono alla cronaca per accompagnare le conflittualità piuttosto che le soluzioni”. “Infine – conclude il segretario del Pd – voglio ringraziare chi istituzionalmente ci ha aiutato a portare la nostra istanza a livello nazionale e complimentarmi con il sindaco che in questa situazione veramente difficile ha saputo fare la differenza. Viva i Vigili del Fuoco a Cavarzere”.
Fotografia
prestigiosa Mostra in “chiaroscuro” del Fotoclub di piove di sacco
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abato 19 settembre alle 17.30, a Palazzo Danielato, sarà inaugurata una mostra collettiva, organizzata dal Fotoclub Cavarzere con l’assessorato alla Cultura, del fotoclub Chiaroscuro di Piove di Sacco - gemellato con il Fotoclub Cavarzere dal 2006 - visitabile fino al 30 settembre dalle 15.30 alle 19.30 nei giorni feriali, e nelle mattinate (10-12.30) delle due domeniche. Per ripercorrere un po’ di storia del fotoclub piovese, bisogna iniziare dal 1987 quando, dopo un corso di fotografia tenuto a Piove di Sacco dal fotografo Francesco Danesin del fotoclub di Padova, una ventina di fotoamatori, tra i quali Luciano Schiavon, Toni Baruffaldi e Lucia Libertini decisero di dar vita al Chiaroscuro. Luciano Schiavon fu il primo presidente (rimase in carica fino a maggio 2001) subentrò Toni Baruffaldi (da giugno 2001 a dicembre 2006) fino all’attuale presidentessa Sandra Zagolin. Il Chiaroscuro è molto attivo nel territorio: grazie alla buona volontà di 26 soci ordinari (di cui 4 piemontesi), 2 soci onorari e 10 simpatizzanti, il fotoclub piovese s’incontra ogni lunedì sera, organizza serate a tema, corsi (a cadenza triennale) e concorsi di fotografia e di audiovisivi, nonché allestisce mostre e cicli di proiezioni; importantissimi, poi, sono la partecipazione al concorso Girofotofile - progetto che coinvolge ben 17 fotoclub di 4 province diverse, nel quale, nelle ultime edizioni, ha conquistato 2 primi posti, un secondo e un terzo piazzamento – e il progetto Diego Valeri, che consiste nel completamento e nella catalogazione dell’archivio fotografico riguardante la vita in immagini dell’illustre poeta piovese, svolto su richiesta dalla Regione Veneto, in collaborazione con la Biblioteca di Piove di Sacco. Infine il Chiaroscuro partecipa ogni anno alla manifestazione “Settembre in piazza”, nella quale oltre 100 associazioni sono presenti con uno stand espositivo, e visita le mostre dei più importanti fotografi del mondo come quelle di: H.C. Bresson, Sebastiao Salgado, Gregory Colbert, Mario Giacomelli, Steve Mc Curry, Edward Weston, Elliott Erwitt. Per quanto riguarda i premi ottenuti, il fotoclub piovese negli ultimi 5 anni, grazie ai suoi soci, si è distinto in Italia e all’estero ottenendo numerosissimi premi ai concorsi patrocinati dalla Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e dalla Fiap (Fédération Internazionale de l’Art Photographique), in particolare molto premiati sono stati Olivo Biolo, Samuele Boldrin, Adriano Favero, Marzio Minorello, Gianluca Sambo, Davide Sattin e Sandra Zagolin. Nella classifica di tutti i circoli attualmente il Chiaroscuro occupa il secondo posto tra centinaia di fotoclub italiani. N.R.
La portavoce dell’associazione Cinque stelle di Cavarzere Sabrina Lupato
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e associazioni Cinque stelle di tutta Italia stanno portando avanti una campagna di sensibilizzazione, rivolta alle amministrazioni comunali, che ha lo scopo di rendere attuabile il “baratto amministrativo”. Come spiega la portavoce dell’associazione Cinque stelle di Cavarzere, Sabrina Lupato, il progetto punta ad offrire a quei cittadini che non riescono a pagare le tasse l’opportunità di avere una riduzione dei tributi a fronte di interventi per la riqualificazione del territorio come la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, di piazze o strade. La proposta è già stata approvata in diversi Comuni italiani e nel caso di Cavarzere l’associazione Cinque stelle, non potendo contare sulla presenza di propri rappresentanti nel Consiglio comunale, ha deciso di ricorrere a quanto contemplato nello statuto comunale, ossia la facoltà
I cittadini in difficoltà economiche garantiscono interventi per il territorio e il Comune riduce loro le tasse di formulare istanze, petizioni e proposte da parte dei cittadini, delle organizzazioni sindacali e delle altre formazioni sociali, in relazione a tematiche di particolare rilevanza. “Abbiamo presentato la richiesta di predisposizione, da parte del Consiglio comunale, di un regolamento per l’applicazione del baratto amministrativo, previsto dalla legge 164 del 2014 – precisa Lupato – si tratta di un’iniziativa utile sia per le tante famiglie in difficoltà che per il rafforzamento del senso civico e di partecipazione per tutti i cittadini impegnati nella riqualificazione delle aree urbane e dei beni comuni. Sarebbe una grande iniziativa anche per il nostro comune ma soprattutto un importantissimo gesto di apertura verso i cittadini cavarzerani che stanno vivendo un momento di difficoltà”. Nicla Sguotti
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12 Cavarzere Sociale Lo scorso 3 settembre a Villa Momi’s. Premiati i donatori benemeriti
Avis, festa per i donatori di Cavarzere e Cona La tradizionale Giornata del Donatore è stata un momento conviviale ma anche occasione per sensibilizzare ancora una volta alla necessità di donare il sangue di Nicola Ruzza
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iovedì 3 settembre, presso il ristorante Villa Momi’s i donatori di sangue si sono dati appuntamento per la tradizionale Giornata del Donatore, una festa che unisce tutti gli anni gli avisini di Cavarzere per un momento conviviale. Dopo i saluti delle autorità presenti – il sindaco di Cavarzere Henri Tommasi, il sindaco di Cona Alberto Panfilio, l’assessore alla Sanità di Cavarzere Heidi Crocco – e gli interventi del presidente provinciale dell’Avis, dei figli del dr. Giancarlo Guarnieri, del primario del Centro Trasfusionale, il presidente dell’Avis locale, Cav. Luigi Sturaro, ha presieduto alla premiazione dei donatori benemeriti, non prima di aver sottolineato la necessità di sensibilizzare la popolazione a donare il sangue. La premiazione è iniziata con la consegna di una pergamena ai soci che, avendo compiuto i 65 anni di età nel 2014, hanno dovuto smettere con le donazioni, i cui nomi sono: Baccaglini Gianni, Bighetti Giancarlo, Bottin Angelo, Gibin Carlo, Giorio Antonietta, Guzzon Carlo Adriano, Manfrinati Ulisse, Milani Alessandro, Salmistrato Davide,
ascom confcommercio ha sostenuto la notte bianca al quadrato Alcune socie Avis, durante la Giornata del Donatore. In alto il cavalier Luigi Sturaro Soncin Nicoletta, Tordin Lino, Zanasi Celestina, Zulian Giorgio. La cerimonia è continuata con la consegna di un distintivo d’oro con smeraldo a coloro che sono iscritti all’Avis da almeno 40 anni e hanno effettuato 80 donazioni oppure che hanno effettuato 100 donazioni, indipendentemente dagli anni di iscrizione cioè: Bergantin Ernesto, Cecchetto Angelo, Cesare Giuseppe, Crivellari Fabio, Mazzucato Tiziano, Sieve Giovanni, Arrighi Tiberio. È stata poi la volta dei soci iscritti da 30 anni e che hanno effettuato 60 donazioni oppure che hanno donato il sangue 75 volte, i quali sono stati premiati con un distintivo d’oro con
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inciso un rubino: Augusti Michele, Bertaggia Loris, Cecchetto Marino, Converso Gabriele, Crepaldi Franco, Dentello Liliana, Fontolan Galileo, Forza Davide, Franzoso Arturo, Gibin Andrea, Gibin Carlo, Handel Massimiliano, Manfrinati Ulisse, Mantoan Carlo, Milani Alessandro, Moretto Paola, Pantò Giorgio, Pavan Luca, Petrarchin Marcello, Turri Angela, Vettorello Renzo, Voltan Sandro, Zampaolo Davide, Zulian Cristian. Infine hanno ricevuto un distintivo d’oro per aver donato il sangue 40 volte ed essere iscritti all’Avis da 20 anni oppure per 50 donazioni effettuate: Andreoli Alberto, Bassan Denis, Bassan Maristella, Bedendi
Renato, Bergantin Paolo, Binato Alessandro, Birolo Alessandro, Birolo Matteo, Bonato Mauro, Bononi Emanuele, Boscolo Nicola, Bottaro Maria, Callegari Elena, Capuzzo Doriana, Cassetta Orellj, Cavazzana Florio, Crepaldi Ezio, Fanton Massimo, Ferrarese Marco, Ferro Monja, Ferro Lucio, Gasparetto Laura, Gibin Giuliano, Giorio Antonietta, Girardin Damiano, Giro Adriano, Grigolo Ezio, Lazzaro Giancarlo, Noiato Vito, Nonnato Renato, Padovani Simone, Picello Massimo, Poncina Alessandro, Rubinato Fabio, Rubinato Lara, Ruzza Nicola, Sandano Lorena, Scarda Maria Teresa, Zampirolli Giuseppe.
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Il bilancio politico di Alcide Crepaldi dopo una lunga attività
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el numero scorso de “La Piazza di Cavarzere” nell’articolo pubblicato a pagina 6 dal titolo “La notte bianca al quadrato, due serate piene di eventi” è stato erronamente citato fra gli sponsor locali che hanno sostenuto la kermesse Ascom Confesercenti al posto di Ascom Confcommercio. Ci scusiamo con i lettori e i diretti interessati.
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È
uno degli esponenti politici cavarzerani più conosciuti in città, la sua partecipazione attiva alla vita politica fa parte della storia dei Cavarzere e rappresenta un’importante testimonianza sugli ultimi cinquant’anni. Alcide Benito Crepaldi ha deciso quindi di tracciare un bilancio della propria esperienza, partendo da uno dei momenti più significativi, ossia il conferimento, negli anni Ottanta, del titolo di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica, un’onorificenza che Alcide Crepaldi gli era arrivata dal Presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini. mente dal Ministero dell’agricoltura, a sindaCrepaldi è stato più volte assessore co effettivo nel collegio sindacale del Consorcomunale con delega ai Servizi sociali, alla zio agrario provinciale di Venezia. Inoltre, è sanità, alla casa di riposo, alle politiche abi- stato uno dei primi a credere nell’avvio della tative e alla polizia locale Cittadella sociosanitanonché all’urbanistica, è “Mi sono sempre ria. stato anche vicesindaco battuto a favore dei “Mi sono sempre disabili e in particolare battuto a favore degli di Cavarzere. Ha sempre militato degli anziani emarginati – queste nella Democrazia cristia- che vivono da soli” le parole di Crepaldi na, nella quale è stato – dei disabili e in partimembro del direttivo regionale e segretario colare degli anziani che vivono da soli. Qualdella sezione cavarzerana. Ha inoltre avuto che risultato importante posso dire di averlo l’incarico di consigliere di amministrazione conseguito: l’avvio del servizio dei pasti a dell’ospedale civile di Cavarzere, nonché domicilio, del telesoccorso, dell’assistenza dell’ex Ulss di Adria, Cavarzere e Chioggia. sociosanitaria domiciliare da parte di persoÈ stato vicepresidente della Commissione nale paramedico e l’istituzione del servizio tributaria provinciale e componente della notturno e festivo di recapito a domicilio di segreteria provinciale Fidel-Cisl. medicinali urgenti con la collaborazione delle Crepaldi sottolinea poi che, nel corso società di vigilanza notturna”. Nicla Sguotti degli anni ha avuto anche la nomina, diretta-
Cavarzere 13 Patronato San Pio X Il prossimo 27 settembre il saluto e la partenza
Padre Pietro Bettelli lascia dopo 9 anni Andrà a Pachino, in Sicilia; lascia la comunità che già lo rimpiange con affetto e lo elogia per essere riuscito, con vari progetti, a coinvolgere tanti giovani di Nicola Ruzza
Pietro Betelli
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empo di addii e di nuove conoscenze al patronato S. Pio X di Cavarzere: infatti, dopo nove anni di permanenza quotidiana tra i bambini e i ragazzi dell’oratorio, il canossiano padre Pietro Bettelli lascerà il paese domenica 27 settembre, quando saluterà la comunità celebrando la Messa delle 9.30; la sua prossima destinazione è Pachino (Sr). Al suo posto è stato incaricato padre Pierantonio Zago. Si è trattato di un normale avvicendamento di funzioni, in quanto il responsabile locale di un oratorio canossiano può rimanere nello stesso luogo per 3, 6 o 9 anni, dopo i quali, inevitabilmente, il padre generale lo trasferisce a prestare servizio in un’altra comunità. “Dopo 9 anni di “onorata attività” è ora di andarsene - scherza padre Pietro – certamente un po’mi dispiace, perché lascio tanti amici, ma fa parte della vita”. Noto per l’impegno costante tra i ragazzi, padre Pietro è un sacerdote molto amato e stimato da ogni cavarzerano: “conosce a memoria il nome di tutti coloro che frequentano l’oratorio – sostiene il genitore di un bambino – ed è riuscito sempre a riempire di gente la sala principale nel giorno della premiazione dei presepi, come mai nessuno prima di lui era stato capace di fare”. “Padre Pietro è un vulcano creativo – afferma il suo confratello padre Angelico Merlin - ed è dotato di una grande capacità propositiva: in particolare è stato in grado di aprire una nuova catechesi nella comunità, un nuovo cammino di evangelizzazione”. “Tra le tante iniziative messe in piedi da padre Pietro o da lui continuate brillantemente – continua il canossiano – voglio sottolineare l’idea dell’Aliante, cioè un cammino pedagogico ed educativo per gli adolescenti, nonché il grande rilancio del Grest, al quale in questi nove anni hanno partecipato migliaia di bambini, e dei campi scuola, riuscendo a coinvolgere in maniera davvero trascinante numerosi animatori”. “Inoltre padre Pietro ha una capacità di sacrificio davvero straordinaria e un’attenzione particolare alle persone: tratta con rispetto chiunque e sa far tesoro delle diversità, viste come una risorsa che arricchisce, utile per unire e non per dividere – conclude padre Angelico – è stata una presenza che ha saputo accogliere gli altri e far sì che gli altri si rispettino tra di loro e in grado di far crescere i giovani in modo degno dei tempi che viviamo”.
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Il sindaco Henri Tommasi e la consorte Sara Milani
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abato 8 agosto alle 11, in una torrida giornata estiva, il sindaco di Cavarzere Henri Tommasi e la sua fidanzata Sara Milani si sono sposati presso il Duomo di Cavarzere, scambiandosi le fedi e le promesse matrimoniali davanti all’arciprete don Achille De Benetti. Oltre agli invitati, tra i quali i dipendenti comunali, il consiglio e la giunta, un gran numero di presenti ha voluto assistere all’arrivo degli sposi nel sagrato della chiesa: il sindaco e la sua promessa sposa, visibilmente emozionati, hanno salutato calorosamente gli astanti, prima di entrare in duomo per la cerimonia. Dopo il fatidico sì, Sara Milani – ormai signora Tommasi – ha letto una toccante lettera rivolta alla madre, ricoverata all’ospedale di Adria; poi una nipotina ha recitato molto bene una poesia augurale per i novelli sposi. Infine don Achille ha letto gli articoli del codice civile relativi al matrimonio, nonché il telegramma di felicitazioni inviato da Papa Francesco agli sposi, e ha regalato loro un Crocifisso benedetto e una copia della Bibbia. Infine la coppia e gli invitati hanno festeggiato presso un ristorante dei Colli Euganei. Tanti auguri anche dalla redazione de La Piazza! N.R.
14 Cavarzere La testimonianza Lo studente di Cavarzere al rientro dalla sua esperienza nella città di Fortaleza
Riccardo Fecchio racconta il suo anno in Brasile
Scambi culturali
L’associazione intercultura sensibilizza i giovani ad allargare gli orizzonti
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di Nicla Sguotti
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vevamo raccontato, più o meno un anno fa, la sua partenza per il Brasile, con l’animo pieno di entusiasmo per l’avventura che si apprestava a vivere. Ora Riccardo Fecchio è rientrato a Cavarzere e ci ha raccontato l’esperienza vissuta nella città Fortaleza, nella zona a nord est del Brasile, poco lontana dall’Equatore. Riccardo, iscritto al quarto anno del liceo scientifico “Einstein” di Piove di Sacco, è potuto rimanere un anno in Brasile, presso una famiglia che lo ha ospitato, grazie a una borsa di studio messa a disposizione da Edison Spa. Ora ha 17 anni, ha frequentato in Brasile un intero anno scolastico presso una scuola pubblica, l’istituto federale del Cearà, e si appresta a ritornare alla normalità della vita a Cavarzere, portando con sé l’esperienza vissuta a Fortaleza, città di oltre due milioni di abitanti. All’arrivo in Brasile, racconta Riccardo, il suo portoghese era piuttosto stentato ma ora lo parla perfettamente e della lingua brasiliana conserva ancora un po’ della tipica cadenza anche quando parla in italiano. “La mia famiglia in Brasile – racconta – era
Riccardo Fecchio a Fortaleza formata da madre, padre e due fratelli, uno di quindici anni e l’altro di dodici. Con loro ho instaurato un buon legame, soprattutto coi fratelli, avevo molta libertà, ero il terzo ragazzo che ospitavano e loro erano abituati a questo tipo di esperienza”. Un particolare che colpisce del racconto di Riccardo è la presenza costante di un elemento che accomuna tutti a Fortaleza ma anche nel resto del Brasile: il calcio. “Nel nostro quartiere – così Riccardo – ogni occasione era buona per fare un torneo improvvi-
FOCUS
sato di calcetto. Tutti giocano, non solo i ragazzi e i bambini, e si presentano lì apposta per fare la partita”. Descrive un ambiente molto positivo dal punto di vista del calore umano e dei rapporti interpersonali. “Sono rimasto stupito dalle persone – afferma – sono amichevoli, là è molto più facile fare amicizia e con alcuni dei ragazzi che ho conosciuto continuiamo a sentirci, scrivendoci in portoghese. C’è molta povertà e nessuno guarda come sei vestito ma viene valorizzato il tuo carattere, ogni giorno c’è una festa e si può ascoltare musica dal vivo”. Fa, infine, un bilancio del suo viaggio consigliando ai suoi coetanei di non perdere l’occasione per aprire i proprio orizzonti attraverso Intercultura: “È un’esperienza che consiglierei a chiunque, se potessi io ripartirei anche domani”.
’Associazione Intercultura, attiva dal ’55, è un ente morale riconosciuto gestito da migliaia di volontari che hanno scelto di operare nel settore educativo e scolastico, per sensibilizzarlo alla dimensione internazionale. Essa è presente in 150 città italiane e in 65 Paesi di tutti i continenti, attraverso la sua affiliazione all’Afs Intercultural Programs e all’Efil. L’Associazione promuove e organizza scambi ed esperienze interculturali, inviando ogni anno oltre 1.800 ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare all’estero e accogliendo in Italia altrettanti giovani di ogni nazione che scelgono di arricchirsi culturalmente trascorrendo un periodo di vita nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole. Inoltre Intercultura organizza seminari, conferenze, corsi di formazione e di aggiornamento per presidi, insegnanti, volontari della propria e di altre associazioni, sugli scambi culturali. Tutto questo per favorire l’incontro e il dialogo tra persone di tradizioni culturali diverse ed aiutarle a comprendersi e a collaborare in modo costruttivo. I volontari sono organizzati in centri locali, uno di essi ha sede si occupa di Adria, Basso Polesine, Chioggia e Cavarzere. Esso è nato nel 2013 con la partecipazione attiva di nuove volontarie che hanno suscitato l’interesse di numerose famiglie e giovani studenti. Dal 2013 ad oggi sono partiti 13 studenti per un programma di studio e di vita all’estero e sono state ospitate quattro strudentesse straniere che hanno vissuto in famiglie e frequentato le scuole superiori di Adria. Per il prossimo anno scolastico sono previste due nuove partenze di studentesse italiane e due nuove ospitalità di studenti stranieri. La responsabile dei programmi di ospitalità del centro locale di Adria è Patrizia Bardella 349.3413909 mentre cura i programmi di studio all’estero Marina Florian 338.7937969. A loro è possibile rivolgersi per avere maggiori informazioni su Intercultura. N.S.
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Giochi sulla Sabbia e dintorni UNA GRANDE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA
IN SCENA IL RISPETTO PER L’AMBIENTE
Con il beach walking, la camminata non agonistica al tramonto lungo tutto l’arenile di Sottomarina in stile nordic walking guidata dall’istruttrice Barbara Ferrara, si è conclusa l’edizione 2015 dei Giochi sulla Sabbia, organizzati per il secondo anno consecutivo dal Gruppo Turismo Chioggia in collaborazione con il Comune di Chioggia. Sport, divertimento, cultura e dibattiti hanno animato la spiaggia di Sottomarina, riuniti in un unico cartellone calendarizzato che ha coinvolto molti stabilimenti del nostro territorio. Gli sport da spiaggia più tradizionali come il footvolley, il beach volley, il beach tennis, il tamburello e le bocce, ma anche l’appuntamento fisso di Ferragosto con le biglie, arricchite quest’anno dalla gara per bambini dei castelli di sabbia. Biglie approdate stavolta sulla spiaggia dello stabilimento Granso Stanco. Nuova location ma immutato entusiasmo, come conferma il proprietario dello stabilimento Gianni Pagan. “Per noi è stata una piacevole sorpresa che speriamo possa essere ripetuta perchè porta quella sana allegria che questi giochi senza tempo hanno il potere di trasmettere a tutti i nostri ospiti”. Ma Giochi sulla Sabbia ha significato anche incontri, dibattiti e special games che hanno convolto il mondo della disabilità. Tra gli incontri ricordiamo la presentazione, presso il risto bar “Marinetto”, del libro di Alberto Facchinetti “Ho scoperto Del Piero”, che racconta la storia del talent scout Vittorio Scantamburlo, presente alla serata. E ancora l’incontro con il tecnico Ezio Glerean, nella splendida cornice del giardino “Moai”, che ha presentato la sua opera “Il calcio e l’isola che non c’è”. “I Giochi sulla Sabbia – ha commentato Leo Ranieri titolare del Camping Adriatico – sono una grande opportunità, una bellissima iniziativa, apprezzata dai nostri ospiti, che ha bisogno di sostegno da parte dell’Amministrazione Comunale per decollare. Riscoprire giochi come le bocce, il tamburello, le biglie, il beach tennis, che si sono svolti sul nostro arenile danno la vera immagine di quello che dovrebbe essere la nostra spiaggia: sano divertimento con un pizzico di agonismo”. Tra gli avvenimenti più importanti del programma dei Giochi sulla Sabbia 2015 di sicuro si segnalano i campionati italiani di Funny Tambeach, nuova variante del Tambeach, il tamburello da spiaggia. La Fipt (Federazione Italiana Palla Tamburello) ha scelto Sottomarina per la prima edizione della nuova disciplina, ripresa dalle telecamere di Raisport. Con un campo di gioco dalle dimensioni più ridotte rispetto al tradizionale tambeach, il funny tambeach ha coinvolto oltre venti coppie provenienti da molte regioni italiane. Nella location allestita presso lo stabilimento “Clodia – Lido di Padova” non sono mancate le sorprese. Soprattutto nel doppio femminile che ha visto il trionfo della coppia chioggiotta composta da Romina Boscolo e Vanna Pregnolato, tesserate con i Lions Chioggia.
L’edizione 2015 dei Giochi sulla Sabbia non è stata solamente sport e giochi, ma anche ecologia e ambiente, con una serie di iniziative che hanno coinvolto soprattutto i bambini. L’importanza della differenziata, la pulizia dell’arenile e del mare, raccontati con il gioco ed attraverso i laboratori come lo spettacolo “Giustino e le altre ecostorie”. “L’idea suggerita da Rossano Boscolo – commenta Andrea Bacci dei Bagni Tropical – è quella di farci differenziare da altri lidi ed è una cosa da rafforzare con nuovi progetti. Da riproporre senz’altro in più stabilimenti l’evento sperimentale fatto presso i Bagni Tropical, mirato all’insegnamento ai bambini dei valori della differenziata ed il rispetto per l’ambiente. Con questo volevo ricordare anche l’impegno profuso dal nostro collega e amico Marco Boscolo Camiletto venuto, purtroppo, a mancare troppo prematuramente”.Iniziativa che ha coinvolto soprattutto la Savi Servizi che ha espresso la propria opinione attraverso l’ing. Paolo Vivian. “Sono orgoglioso – ha detto – di aver contribuito alla prima estate della gestione dei rifiuti libera a Sottomarina. I momenti più belli che ricorderò di questa estate sono due: la vera soddisfazione di alcuni gestori dopo la bonifica nei presi di Bagni Alba Chiara ed i bambini in spiaggia allo stabilimento Tropical che si sono divertiti con i laboratori e lo spettacolo “Giustino e le altre ecostorie”, perchè l’ambiente non l’abbaimo avuto in eredità dai nostri padri, ma in prestito per i nostri figli”. Soddisfazione per l’iniziativa la esprime anche il presidente del Gebis Fabrizio Boscolo. “E’ stata una bella novità culturale ed educativa – ha detto - che ben si sposa con lo spirito dei Giochi sulla Sabbia. Giusto che l’attenzione degli operatori e della gente sia sempre più rivolta anche all’ambiente e ci auguriamo che ci possano essere sempre più location predisposte ad accogliere queste iniziative. Grande partecipazione, organizzazione sempre sul pezzo e risultato ottimo che ha bisogno di maggiore divulgazione per crescere ancora di più”.
Fanny Tambeach e Beach Bocce
LO SCUDETTO DELLE LEONESSE CHIOGGIOTTE “Per i Lions – ha dichiarato euforico Rossano Boscolo, presidente del club chioggiotto nonchè ideatore dei Giochi sulla Sabbia – si tratta del terzo scudetto conquistato, dopo i due titoli nazionali vinti nel calcio a cinque. Un successo che ci ripaga da alcune amarezze subite negli ultimi mesi. In campo abbiamo visto due splendide leonesse incarnare in pieno lo spirito della nsotra società”. Romina Boscolo e Vanna Pregnolato hanno superato per 2-1 in finale le padovane Roberta Sommaggio e Chiara Dalle Nogare.
Nel tabellone maschile la vittoria è andata ai trentini Graziano Perottoni e Luca De Zambrotti, mentre il doppio misto è stato vinto dalla ragusana Domenica Celestre e dal comasco Josè Maria La Cagnina. “Esprimo la mia soddisfazione – ha dichiarato il presidente della Fipt Emilio Crosato – per i risultati ottenuti nell’organizzazione di questo 1° campionato italiano di funny tambeach da parte del nostro delegato provinciale Rossano Boscolo ed è stata una piacevole sorpresa la vittoria, nel doppio femminile, della coppia
locale Boscolo-Pregnolato che sono riuscite ad eliminare atlete di grande esperienza. Mi auguro che Sottomarina si candidi a diventare sede stabile degli eventi nazionali ed internazionali di funny tam beach”. Anche le bocce si sono ritagliate quest’anno un ruolo da protagoniste nei Giochi sulla Sabbia. Dopo il torneo in notturna ed il classico di Ferragosto con le bocce tradizionali, è andato in scena anche il torneo di beach bocce, una variante con regolamento internazionale, che si è svolta presso i Bagni Lungomare e che dava di diritto l’accesso, alle prime due coppie classificate, al campionato italiano di Roma con in palio una splendida crociera. La vittoria è andata ai vicentini Luigino Bortolaso e Gino Rossi, mentre al secondo posto si è classificata la coppia formata dal monzese Silvano Guerra e dal chioggiotto Giorgio Mantovan.
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Cavarzere 17 Rottanova Le celebrazioni lo scorso 5 luglio
News
Il campanile ritorna ufficialmente alla comunità parrocchiale U
Dal 24 al 27 settembre
quattro giorni di “Festa di fine estate”
Dopo il lungo periodo in cui le campane sono rimaste mute per i lavori di restauro di Nicla Sguotti
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l campanile di Rottanova è stato idealmente riconsegnato alla comunità parrocchiale nel corso dell’estate, dopo il lungo periodo in cui le campane sono rimaste mute per i lavori di restauro. Nella giornata di domenica 5 luglio nella frazione cavarzerana si sono si sono concentrate diverse importanti celebrazioni, insieme alla cerimonia ufficiale di inaugurazione del campanile c’è stata la Festa del Sangue Prezioso, ogni anno promossa dall’Avis comunale di Cavarzere e Cona. Alla solenne celebrazione eucaristica, officiata dal vicario generale della diocesi di Chioggia monsignor Francesco Zenna, si sono ritrovate tutte le associazioni di volontariato e i rappresentanti delle istituzioni locali invitate dal presidente dell’Avis Luigi Sturaro. Al termine della santa messa, animata dal Coro giovani della parrocchia di Rottanova, il cavalier Sturaro ha rivolto un saluto ai presenti, evidenziando che la Festa del Sangue Prezioso ogni anno vuole ricordare l’impegno e la generosità di tanti avisini che attraverso la donazione hanno dato il loro contributo al miglioramento della vita di tante persone in situazione di malattia e di difficoltà.
La benedizione e il taglio del nastro Tutti i presenti si sono poi spostati sotto la più che centenaria torre campanaria, ora riconsegnata in tutto il suo splendore alla popolazione di Rottanova, dopo un restauro resosi necessario per la caduta di alcuni pezzi di intonaco. Al consueto momento del taglio del nastro erano presenti il sindaco di Cavarzere Henri Tommasi, il presidente del Comitato cittadino di Rottanova Graziano Garbin, il cavalier Sturaro e monsignor Zenna e il parroco don An-
drea Rosada. Il primo cittadino ha ringraziato tutti coloro che si sono impegnati per la realizzazione della manifestazione e si è detto felice di essere presente in un momento così significativo per l’intero territorio comunale e, in particolare, per Rottanova che torna ad avere il suo campanile grazie all’impegno della Curia di Chioggia che è riuscita a mettere insieme i fondi per provvedere al restauro.
n saluto alla stagione calda e allo spirito vacanziero a fine settembre con la Festa di fine estate che la Pro loco di Cavarzere insieme con il Comune, l’Avis locale, il Bar Numero 5 e il Bar Commercio stanno organizzando in queste settimane. Il calendario, in via di definizione, prevede quattro serate di manifestazioni e intrattenimento a partire dal prossimo giovedì 24 settembre. “Ristoranti in piazza” è il tema che assieme all’animazione caratterizzerà la serata del debutto. Si proseguirà il 25 con una grande serata di musica con il concerto per i piccoli e gli adulti dei Freeway e le sigle dei più famosi film, musical e cartoni animati. Nella stessa serata anche “Pizzerie e bar in piazza”. Musica ancora protagonista sabato 26 settembre con il concerto di “Anime in plexiglass” e gran finale il 27 settembre con Musikò, e l’inaugurazione Special Dj Keller. Nelle quattro sere della Festa di fine estate ci sarà il mercatino degli hobbisti e dell’artigianato lungo le vie del centro e l’angolo per i più piccoli che potranno divertirsi con i gonfiabili. Sabato 26 e domenica 27 in piazza verrà alleastito lo stand gastronomico gestito dal Bar Numero 5.
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Cavarzere 19 Storia locale Nicla Sguotti ha presentato il suo ultimo libro
Pegolotte
Il mulino di Rottanova e la vita dei mugnai Si tratta di una documentata ricerca su questo antico frantoio che è stato funzionante fino agli anni ‘70, sul territorio e le sue tradizioni. Documenti inediti e testimonianze fotografiche arricchiscono il saggio di Nicola Ruzza
Musica. Corte Civrana
un grande successo per il maestro banzato e la serafin youth symphony orchestra
Il volume di Nicla Sguotti nato su progetto del Comitato cittadino di Rottanova
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stata presentata in anteprima lo scorso 14 agosto, nel contesto del Ferragosto Rottanovano, la nuova opera di Nicla Sguotti, giornalista e musicologa cavarzerana che, dopo il libro scritto con Manuela Sgobbi sul campanile di Rottanova e la preziosa monografia su Tullio Serafin, dedica questo suo nuovo lavoro ai mulini dell’Adige, molto diffusi fino ai primi decenni del Novecento nel tratto da Verona a Cavarzere, ed in particolare all’ultimo di questi, funzionante fino agli anni Settanta a Rottanova. Il libro, pubblicato da Apogeo Editore, ripercorre la storia di questi antichi manufatti, la presenza dei quali nell’ultimo tratto del fiume è attestata fin dal Mille dalle fonti analizzate: in particolare, nella prima parte dell’opera, l’autrice si concentra sulle caratteristiche dei mulini, fornendo notizie sul mondo dei mugnai, una realtà caratterizzata da tradizioni e regole tramandate oralmente per secoli e dotata di un vocabolario specifico attraverso il quale venivano designate con termini dialettali le componenti dei mulini e le attività attinenti alla professione del molitore. Il testo prosegue con un elenco di notizie riguardanti più specificatamente il territorio cavarzerano, reso possibile dal contributo di diverse pubblicazioni a cura di storici locali, per poi focalizzarsi sui mulini di Rottanova, la cui storia nella frazione è stata ricostruita attraverso i racconti dei familiari dei mugnai e le tracce presenti nella narrativa e nei giornali: quest’ultimo apporto è particolarmente significativo, in quanto compare per la prima volta in una pubblicazione. Di rilievo anche il contenuto fotografico che accompagna le descrizioni, composto per la maggior parte da immagini inedite tratte da alcuni archivi privati, che documentano in maniera visiva la storia dei mulini. L’opera, che è stata realizzata grazie ad un progetto del Comitato Cittadino di Rottanova, si conclude con un componimento della poetessa Livia Bruson dedicato al mulino di Rottanova, che suggella il lavoro con un tocco di poesia. Per informazioni è possibile contattare telefonicamente il Comitato Cittadino di Rottanova (328-4062182) o consultare la pagina Facebook Il mulino di Rottanova dedicata al libro.
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opo il grande successo di pubblico ottenuto sabato 18 luglio a Cavarzere alla testa del coro e dell’orchestra “T. Serafin”, l’infaticabile M° Renzo Banzato ha diretto la Serafin Youth Symphony Orchestra a Pegolotte presso l’agriturismo di Tenuta Civrana domenica 2 agosto, riscuotendo anche in questo frangente un esito indiscutibilmente positivo, sia per quanto riguarda il numero dei presenti sia per la qualità esecutiva dell’orchestra giovanile sunnominata. L’evento, reso possibile dalla collaborazione artistica tra la Tenuta Civrana e l’associazione culturale Arte in Corte, ha presentato un programma musicale brioso e ricco di brani molto noti, alcuni dei quali sono le colonne sonore di
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film italiani ed internazionali di grande successo come Forrest Gump, Colazione da Tiffany, Nuovo cinema Paradiso, I magnifici sette. “Quest’anno abbiamo presentato un programma musicale che ha puntato sulle emozioni - ha dichiarato la direttrice artistica Veronica Scarpa – infatti abbiamo voluto far rivivere pellicole cinematografiche molto famose attraverso il percorso musicale delle colonne sonore, con arie che tutti noi conosciamo e riconosciamo già dalle prime note. Questo progetto è stata un’ottima occasione per far suonare la Serafin Youth Symphony Orchestra, ricca di brillanti e giovani musicisti, accompagnata dalla sapiente direzione del Maestro Banzato”. Al termine del concerto, la serata è proseguita con l’inaugurazione del Centro Astrofilo di Tenuta Civrana, a cura del Gruppo Astofili “Margherita Hack” di Cona: un momento davvero importante per gli appassionati, ma anche per i semplici curiosi del cielo stellato, perché un centro di osservazione fisso delle stelle dà la possibilità a tutti coloro che lo desiderano di conoscere un po’ di più l’astronomia e di conseguenza l’universo. N.R.
20 1 Cultura provinciale Pittura Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Facebook
Sandro Varagnolo, protagonista a Milano Presente con una sua nuova opera fra i venti selezionati tra gli oltre 10mila partecipanti di Eugenio ferrarese
cm non trattata e dipinta con tecnica ad olio dal titolo “Demetra”. L’opera (in foto), un emivolto femminile che rappresenta una divinità greca, la Dea madre nutrice della gioventù e dell’agricoltura, è frutto di un’elaborazione della tecnica ad olio con resa realistica, ma allo stesso tempo sfrutta o meglio evidenzia le anomalie del legno e delle sue vicissitudini terrene. Nei mesi scorsi il pittore chioggiotto è stato protagonista di altre importanti iniziative espo-
cortometraggi laboratorio cinematografico con Andrea Segre
“cucinema”, noVe gioVani VideomaKer di chioggia protagoniSti alla moStra del cinema di Venezia
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cortometraggi di “Cucinema” sono andati alla Mostra del Cinema di Venezia. I ragazzi protagonisti del laboratorio cinematografico, organizzato dal regista Andrea Segre con la partecipazione speciale di Don Pasta, hanno visto alcuni estratti dei loro video proiettati sugli schermi del Lido. Nel corso del laboratorio i nove giovani videomaker chioggiotti Andrea Storchi, Damiano Ballarin, Elena Spanio, Enrico Arrighi, Enrico Meneghelli, Giulia Vianelli, Laura Sambo, Luigi Pinton e Sara Pigozzo, hanno puntato i riflettori non solo sui luoghi caratteristici, ma anche sugli ambienti più intimi e nascosti di Chioggia e della sua laguna. La riprese delle ricette della cucina tipica sono diventate occasione di incontro con le voci e i canti quotidiani di una città che si racconta attraverso la pellicola. In tavola un ricco menù dalle “sepioline in umido”, ai “caparossoli in cassopipa”, dalla “succa fritta” ai “peoci fritti alla grappa” per finire con “polenta e cioccolato” e con i “sugoli”. “E’ un’opportunità imperdibile ed unica per i nostri ragazzi che dopo aver saggiato sul campo la professionalità di un grande regista come Andrea Segre, hanno potuto partecipare in prima persona alla 72ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – spiega l’assessore alla Cultura di Chioggia, Alessandra Lionello – Un traguardo importante non solo per loro, ma per la città tutta che si trova coinvolta direttamente in questo circuito internazionale”. E’ stata inoltre selezionata, dai direttori artistici Andrea Segre e Giorgio Gosetti, in base alle candidature creative presentate, la giuria popolare accreditata alle Giornate degli Autori. Per Chioggia sono stati scelti Graziella Todaro, Alessandro Tiozzo e Giorgia Boscolo Meneguolo e per Pellestrina Giovanni Scarpa e Paola Stefani. I cinque giurati contribuiranno a decretare il titolo più amato di quest’anno. Sara Boscolo Marchi
sitive. Dal 12 al 19 maggio Varagnolo era tra i partecipanti alla quarta edizione de “I colori dell’arte”, una rassegna di arti visive con selezione ed esposizione finale a Salerno presso le Antiche Scuderie del seicentesco Palazzo Genovese. La segreteria organizzativa presieduta da Bruno Di Cerbo, presidente dell’associazione Il Castello e ideatore della manifestazione, ha comunicato a Varagnolo l’assegnazione di un Premio Pittura, con targa dedicata, su segnalazione della giuria tecnica, conferito per la corrente “Iperrealismo”, con motivazione “per l’energia della sua arte”. Le opere scelte dall’organizzazione di Salerno erano due olii su tavola, uno dal titolo “vanitas entomologica” recentemente esposto nella personale primaverile di Padova, l’altro “I Superbi” su assi di legno, lavoro che è stato esposto anche a Chioggia durante l’evento ChioggiArte lo scorso anno, che riprende un elemento architettonico della città lagunare. Varagnolo è assai soddisfatto di questi recenti riconoscimenti che lo incoraggiano sulla strada intrapresa per ciò che riguarda un tipo di pittura legata a temi profondi e sicuramente non astratti, slegati da un’appartenenza territoriale, ma fortemente agganciati all’animo umano e al suo ambiente.
Scultura
la moStra del caVarzerano giorgio longhin ad aSSiSi
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restigiosa trasferta per lo scultore di Cavarzere, l’architetto Giorgio Longhin. E’ stata inaugurata lo scorso 13 settembre ad Assisi, presso il Santuario di san Damiano, la mostra “Incanto. Francesco e Chiara nelle sculture di Giorgio Longhin”. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Vescovo di Assisi, Monsignor Domenico Sorrentino, in concomitanza con l’avvio della 52esima edizione della Festa del cantico e dell nuova enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”. La mostra è aperta al pubblico fino al prossimo 11 ottobre e si può visitare dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18. Info www.giorgiolonghin.com
La locandina della mostra
Chioggia
edoardo marcon è tornato a... caSa con una nuoVa moStra di pittura e Scultura
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a chiesetta di San Martino a Chioggia all’inizio del periodo estivo ha ospitato la mostra di pittura e scultura di Edoardo Marcon. L’artista chioggiotto pur avendo un lungo curriculum, segnato dalla sua attività anche internazionale nell’ambito delle decorazioni con importanti commissioni in storici palazzi e ville collaborando con il figlio Davide, da tempo non era presente con una personale nella sua città. Le opere di Marcon spaziano attraverso le varie forme espressive dell’arte, ma con una predilezione per il Tromp l’Oeil acquisita grazie anche al costante studio di questo particolare genere di pittura a cui si accompagna l’improvvisazione e la fantasia: si passa così da soggetti che hanno affinità con le storie mitologiche, le antiche favole, il dinamismo della natura e dei suoi animali colti nel movimento – cavalli, uccelli… - armonizzati in un contesto che si potrebbe definire “teatrale”. Di grande qualità anche l’alto livello tecnico evidenziato nell’abilità di realizzare affreschi, sculture, pitture e decorazioni sempre alla ricerca di nuovi spunti originali. Eugenio Ferrarese
Il progetto Giorgio Gosetti e Andrea Segre per le Le giornate degli autori
Laguna sud, il cinema fuori dal Palazzo I l cinema più che mai protagonista dell’estate chioggiotta quest’anno. Dopo il grande ritorno delle proiezioni di film all’aperto presso la scuola G. Pascoli, l’assessore alla Cultura di Chioggia Alessandra Lionello, il 20 agosto ha inaugurato la rassegna cinematografica “Laguna Sud, Il cinema fuori dal Palazzo”, un progetto speciale di Giorgio Gosetti e Andrea Segre per Le Giornate degli Autori. Promossa dalle Associazioni degli Autori alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, l’iniziativa ha interessato Chioggia, dal 20 al 24 agosto, e Pellestrina, dall’11 al 13 settembre. La Laguna ha abbracciato idealmente le Giornate degli Autori con un prologo e un epilogo pensati per raccontare il passato e il futuro della sezione indipendente. Terra e acqua, acqua e terra dove si sono specchiate le immagini del miglior cinema indipendente, dove il cinema ha offerto spunti per pensare e discutere, ma anche per ritrovarsi insieme sotto le stelle. “Ci ha spinto in questa strampalata impresa – dicono i curatori del progetto - l’amore per la Laguna e la sua gente, il desiderio di restituire uno spicchio di sapore festivaliero a chi vive a due passi dal Lido e magari non ha mai
messo piede alla Mostra, la riconoscenza per un mondo rimasto fedele alla sua tradizione e che di Venezia e della sua bellezza unica è in fondo la culla, la radice più autentica”. Piazza Duomo a Chioggia dal 20 al 24 agosto è diventata il teatro en plein air della proiezione di pellicole che negli anni hanno contribuito a costruire l’immagine stessa delle Giornate degli Autori. Dal canadese “C.R.A.Z.Y.” di Jean-Marc Vallée (due Oscar per Dallas Buyers Club) all’italiano “Indebito” di Andrea Segre (nato proprio con le Giornate), passando per “La donna che canta” di Denis Villeneuve e “La mia classe” di Daniele Gaglianone. Durante la serata finale della programmazione clodiense Donpasta (“Artusi Remix”) ha presentato al folto pubblico dell’Auditorium San Niccolò la proiezione degli elaborati prodotti dai giovani video maker chioggiotti che avevano partecipato al laboratorio “Cucinema” diretto da Andrea Segre dal 21 al 24 agosto. A Pellestrina, invece, l’antica Remiera di via Zennari ha ospitato tre serate-evento con film e personaggi delle Giornate degli Autori, tra cui l’anteprima italiana de “I sogni del lago salato” di Andrea Segre. “Con questo evento Chioggia si inserisce
Città di CHIOGGIA
in collaborazione con
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l pittore chioggiotto Sandro Varagnolo ha esposto una sua opera alla mostra dei vincitori della Biennale d’Arte Internazionale Contemporanea di Facebook, sezione iperrealisti, che si è tenuta presso la galleria Art Studio 38, a Milano fino al 14 Settembre. La Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Facebook è stata ideata e organizzata dal critico e storico dell’arte Giorgio Grasso, già curatore della 54° Biennale d’Arte di Venezia, ed ha registrato una straordinaria partecipazione con oltre 10.000 artisti di tutte le nazionalità. Con votazione mista, pubblico di Facebook, rivista specializzata d’arte “Art” e Giuria Tecnica, sono state realizzate delle classifiche di vincitori divisi per categoria. I vincitori di ogni categoria hanno così ottenuto la possibilità di esporre in mostre collettive in varie gallerie nel territorio nazionale. Risultato decimo della categoria di iperrealismo, Sandro Varagnolo è stato invitato assieme ai primi 20, a partecipare alla collettiva esposta alla Galleria Art Studio 38 a Milano, proprio nel periodo in cui la metropoli lombarda è assai affollata dai numerosissimi visitatori dell’Expo internazionale. In questa occasione Varagnolo ha presentato anche un nuovo lavoro: una tavola di recupero di 87X48
in breVe
FONDAZIONE CLODIENSE O.N.L.U.S.
LAGUNASUD il cinema fuori dal Palazzo 20 - 24 agosto 2015 Chioggia Piazza Duomo ore 21.00 ingresso libero Laguna Sud. Terra e acqua, acqua e terra dove si specchiano le immagini del miglior cinema indipendente, dove prendono forma le utopie, dove il cinema serve a far pensare e discutere, ma anche a ritrovarsi insieme, a brindare dividendo il cibo e il piacere della scoperta.
Giovedì 20
Venerdì 21
Sabato 22
Domenica 23
C.R.A.Z.Y.
LA DONNA CHE CANTA (INCENDIES)
LA MIA CLASSE
INDEBITO
Serata finale
di Daniele Gaglianone Italia, 2013, 92’
di
con la partecipazione di
Italia, 2013, 87’
di Denis Villeneuve Canada/Francia, 2010, 139’
Valerio Mastandrea, un po’ attore e un po’personaggio, è il maestro che dà lezioni a una classe di stranieri in Italia. Un regista li convince a mettere in scena se stessi... Un esperimento avvincente tra realtà e finzione, divertente e commovente. La rivelazione delle Giornate degli Autori.
Vinicio Capossela interpreta il “rebetiko”, una delle musiche che hanno costruito l’identità moderna della Grecia, portando con sé il dolore dell’esilio e la ribellione alle violenze della storia. È una musica contro il potere, non autorizzata, indebita. Lo specchio della Grecia di oggi.
di Jean-Marc Vallée Canada, 2005, 127’ Dal regista premio Oscar per Dallas Buyers Club, la storia di una generazione: un cammino sorprendente a tempo di musica che porta un ragazzo a comprendere la sua vera natura e lo spinge a tentare di farsi accettare dalla sua famiglia. Il primo, grande successo delle Giornate degli Autori.
Dal regista rivelazione di Prisoners e Sicario, un vortice tra sentimenti e thriller, continenti e generazioni. Due fratelli, dal Canada al Medio oriente, vanno alla ricerca delle loro radici e si scontrano con la durezza di una terra dove la guerra e la rivolta sono la realtà quotidiana. Candidato all’Oscar per il miglior film straniero.
Andrea Segre
Lunedì 24
Donpasta (Artusi Remix).
21.24 agosto
Laboratorio Cucinema diretto da Andrea iscrizioni
Segre
biblioteca@chioggia.org
La locandina dell’iniziativa
www.eventi.chioggia.org - www.venice-days.com
all’interno di un circuito internazionale che ne aumenta indubbiamente il prestigio culturale – commenta l’assessore alla Cultura, Alessandra Lionello - Grazie all’intuito del regista Andrea Segre, che si dimostra una presenza importante per la città, il progetto Laguna Sud offre una risposta concreta e di alto livello alla mancanza strutturale di cinema a Chioggia. Mi auguro che la collaborazione avviata quest’anno in via sperimentale con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia possa crescere e consolidarsi, diventando un appuntamento fisso per la nostra città S.B.M.
Sport locale 21 Ciclismo Riconoscimenti e vittorie per i cavarzerani
Un’estate di successo per la Lions D Luigi Danieli ha trionfato nella gara notturna di Este, Filippo Sgobbi ha vinto in solitaria a Tombelle e in luglio è arrivata anche l’ufficializzazione da parte del Coni e della Fci di Scuola di Ciclismo, con tanto di targa
di Nicola Ruzza
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n’estate entusiasmante quella vissuta dalla Lions D, la plurimedagliata scuola di ciclismo di Cavarzere: il 10 luglio, infatti, nella gara in notturna organizzata ad Este dal club ciclistico locale per festeggiare il cinquantesimo anniversario dalla fondazione, Francesco Danieli ha trionfato sommando le vittorie ottenute nei traguardi intermedi, mentre il 9 agosto a Tombelle di Vigonovo, nel 5° Memorial Gianfranco Buratto, nella gara riservata ai giovanissimi, Filippo Sgobbi, nella categoria G6 – cioè in quella nella quale gareggiano i ragazzi di 12 anni – ha vinto in solitaria e, sempre nella medesima categoria, Nicholas Trevisan ha staccato il gruppo in volata, conquistando il secondo posto. In questi mesi non sono mancati anche dei riconoscimenti ufficiali: l’11 luglio è arrivata l’ufficializzazione da parte del Coni e della Federazione Ciclistica Italiana della Lions D, alla quale è stata attribuita la qualifica di Scuola di Ciclismo e consegnata una targa che è orgogliosamente esposta nella palestra della scuola media “A. Cappon”; pochi giorni dopo, inoltre, una delegazione di ciclisti
Gli allievi In alto la targa di Scuola di Ciclismo A sx il podio G6 e Danieli con Marzola si è recata a Cugnaux, invitata dal locale Velo Club, per ricambiare la visita fatta dai francesi due anni or sono. “È stato un periodo caratterizzato da una serie di eventi e di prestazioni incredibili – ha dichiarato il direttore sportivo Paolo Marzola – e ci tengo a ricordare tutte le ragazze e i ragazzi che si dedicano a questo sport con tenacia e spirito di sacrificio: Luca e Nicolò Cotti, Nicholas e Siria Trevisan, Gabriele Fontolan, Alvise e Nicolò Guadagni, Ales-
Danza l’associazione Asd Archè tra i protaginisti del galà nazionale
È
una realtà in continua crescita quella dell’Asd Archè per la danza di Cavarzere, Associazione che vuole diffondere nel territorio la cultura della danza, soprattutto tra i più giovani, promuovendo occasioni di crescita educativa attraverso attività di danza di tipo diverso. Dal gioco-danza per bambini dai 4 ai 6 anni alla danza moderna e contemporanea fino all’hip-hop per bambini e ragazzi dai 7 ai 18 anni e alla danza espressiva di ricerca per gli adolescenti. Una novità di quest’anno è l’introduzione di un corso di danza del ventre per mamme e figlie, dai 5 ai 7 anni, insieme a un corso di danza classica. Tutte le attività vengono proposte a partire dalla metà di settembre presso la palestra comunale della Scuola primaria “Giovanni XXIII” di Cavarzere. Tra le tante iniziative promosse dall’associazione vi è l’organizzazione dell’annuale saggio presso il Teatro Tullio Serafin, nonché la partecipazione a numerose manifestazioni tra le quali la Giornata internazionale della danza a Reggio Emilia. Arché Danza è sempre più apprezzata a livello nazionale, nel mese di luglio è stata tra i protagonisti del Galà di danza organizzato dalla Federazione nazionale delle scuole di danza nella suggestiva cornice di Villa Torlonia a San Mauro Pascoli. In questa sede prestigiosa Archè ha presentato la coreografia “La Follia”, eseguita dalle allieve Ilaria Petracchi e Anna Zuriati, che hanno dimostrato, come già nel saggio dello scorso giugno, notevoli capacità espressive e atletiche.
La coreografia “La Follia” eseguita da Ilaria Petracchi e Anna Zuriati “La Follia – spiega Marina De Stefani, fondatrice di Arché e ideatrice della coreografia – è stata creata sull’omonimo brano di Vivaldi e si colloca in quello spazio di dialogo ideale in cui la forma coreografica si apre alla struttura ritmica della musica. Non ripiega sul sicuro linguaggio di una tradizione, né a un facile manierismo ma punta più in alto: è danza in ricerca”. Aggiunge che si tratta di una successione di rotazioni e salti esuberanti, in dialogo con la dissonanza dei movimenti. “La solitudine – prosegue De Stefani – è il trait d’union di questi corpi in moto irrazionale, si incrociano, si sfiorano, si specchiano l’uno nell’altro ma non si incontrano, ognuno catturato dalla propria frenesia, precipitano perché “La Follia” è corsa in caduta libera”. Nicla Sguotti
sandro Giribuola, Damiano, Francesco e Sebastiano Danieli, Iris Zago, Filippo Sgobbi, Gabriele Peagno, Saverio Fincato, Filippo Patrian, Christian Giusti, Riccardo Viale”. La Lions D sarà impegnata in autunno in altre prestigiose competizioni come la Coppa D’Oro, la Coppa di Sera e il Coppino d’Oro, che si svolgeranno tutte a Borgo Valsugana, nelle quali i ciclisti cavarzerani sicuramente dimostreranno ancora una volta il proprio valore.
Nuoto Andrea Meazzo si fa onore anche a Caorle
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ontinuano le soddisfazioni per il nuotatore cavarzerano Andrea Meazzo: alla 14ª edizione di Nuotiamo insieme, prestigiosa competizione che si tiene d’estate a Caorle, l’atleta dell’Adria Nuoto ha percorso la distanza di 5 km con il lusinghiero tempo di 1 ora 7 min e 39 secondi, classificandosi al Andrea Meazzo 24° posto su 163 nuotatori partecipanti, alcuni dei quali vincitori di campionati italiani ed europei, e terzo nella categoria Juniores M. Essendo questa gara l’ultima dell’edizione 2015 del circuito Alto Adriatico – un insieme di gare che comprende la From diga to diga di Chioggia, la 3 km e la 5 km del Trofeo Città di Monfalcone e le tre gare di Caorle (3 km, 5 km e 10 km) – la Fin Veneto ha stilato la classifica finale, nella quale Meazzo si è classificato al quarto posto: davvero un ottimo risultato, soprattutto alla luce del fatto che il nuotatore cavarzerano non ha disputato tutte le gare. Manifestano grande soddisfazione per i risultati raggiunti da Andrea la famiglia Meazzo e l’allenatore Massimo Bottaro: il ragazzo continua a dar prova delle sue capacità natatorie, dimostrando di essere una vera promessa del nuoto italiano. N.R.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Scuola Il 16 settembre è suonata la campanella per 540mila studenti veneti
Tra luci e ombre parte l’anno della “Buona scuola” anche in Veneto Il governatore Luca Zaia impugna davanti alla Corte costituzionale il ddl di Renzi sulla scuola: “viola i principi di federalismo e autonomia”
A
ltro inizio d’anno concitato per le scuole italiane, nonostante la “Buona scuola” e il relativo piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge 107/2015 che ha tenuto banco durante tutta l’estate con le sue varie fasi, 0, A, B già espletate e l’ultima, la Fase C, che dovrebbe concludersi a novembre. A complemento del dibattito la dolorosa questione degli abilitati - diplomati magistrali ante 2002 - non inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento (quelle da dove si assume) e dei loro sofferti ricorsi per vedersi riconosciuto il diritto ad essere inseriti in quelle graduatorie, il destino degli abilitati Tfa, degli insegnanti delle graduatorie d’istituto e di quelli della scuola dell’infanzia, non inseriti in questa tornata di assunzioni. O forse, più correttamente, di stabilizzazioni. Dovrà entrare a regime la riforma della scuola anche per rispondere a quello che è l’obiettivo finale del piano di assunzioni, quello di ridurre, se non proprio eliminare, il ricorso ai supplenti. Per quest’anno i dirigenti scolastici hanno comunque dovuto contare anche sul loro contributo, sollecitando il extremis il ministro Stefania Giannini, ad introdurre delle misure correttive urgenti, per risolvere le emergenze contingenti. In Veneto, dove lo scorso 16 settembre la campanella ha suonato per 540mila studenti (iscrizioni in calo di 1.607 unità rispetto all’anno scorso), la “Buona scuola” è diventata terreno di scontro politico, con il governatore regionale Luca Zaia (Lega Nord) che,
la Voce del Sindacato Salvatore Mazza, segretario regionale della flc - Cgil
a pochi giorni dall’apertura del nuovo anno scolastico, ha presentato ricorso alla Consulta contro la riforma del Governo Renzi, un passo poi compiuto anche dalla Regione Lombardia e da quella della Puglia. “La cosiddetta riforma sulla “Buona scuola” - sostiene il presidente Zaia - marginalizza, anzi cancella il ruolo della Regione, vanificandone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affidato”. In particolare tre i punti contestati della riforma che riguardano in primo luogo il compito di definire l’offerta formativa dei percorsi di istruzione e di formazione di cui la Costituzione affida la competenza esclusiva alle Regione e che la riforma riconosce al ministero, così come per il dimensionamento della rete scolastica, cioè la definizione dell’ampiezza degli ambiti territoriali in funzione della popolazione scolastica e del numero di istituti. Infine Zaia contesta “la fitta rete di interferenze con la competenza esclusiva regionale in materia di istruzione e formazione professionale che attribuisce allo Stato non solo norme di principio ma anche disposizioni di dettaglio in materia di istruzione”. Una guerra alla riforma che già a luglio l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, aveva incoraggiato. “Ci sono tutte le condizioni - aveva affermato - per un’azione legale, in quanto la legge viola i principi di federalismo e di autonomia che la Costituzione concede alle Regioni”. L’esponente An della Giunta Zaia, in
particolare, ha messo l’accento polemico e contestatorio sul contingente docenti assegnato al Veneto dal Ministero, sottostimato di almeno 377 insegnanti, secondo le stime dell’Ufficio scolastico regionale. Considerati insufficienti anche i 150 posti in più assegnati al Veneto che “rappresentano - ha commentato - appena il 3 per cento dei 4255 posti aggiuntivi previsti dal piano nazionale”. Un passaggio per il quale il Movimento 5 Stelle regionale si è battuto in prima linea. “Non è questa la scuola che abbiamo in mente per le insegnati e gli insegnanti veneti ed italiani. - afferma la consigliera regionale Erika Baldin - È per questo che abbiamo sposato in pieno la battaglia della maggioranza e abbiamo portato a termine questa missione storica. Questa azione nasce dal Veneto, il 1° settembre abbiamo fatto approvare la mozione per adire alla Corte Costituzionale contro questa riforma. Una mozione approvata tra gli elogi per la qualità del lavoro, che è stata anche sottoscritta da tutta la maggioranza, a dimostrazione che siamo nelle istituzioni per proporre e tracciare nuove strade. Questa mozione è stata considerata talmente “buona” a livello regionale, che addirittura la Puglia, dove governa il PD, ha deciso di approvarla. Anche la Lombardia ha seguito l’onda partita da Venezia”.
“L
e nuove immissioni in organico di insegnanti neo assunti nelle scuole venete produrrà effetti concreti solo nel 2016. Su 36.000 nuove assunzioni a livello nazionale, 25 mila sono posti che vanno a coprire i turn over dei pensionamenti. Poi ci sono le 10mila cattedre assegnate su posti disponibili della Fase A e quelli della fase B - oltre 8mila - di agosto-settembre. Entro novembre infine dovrebbe concludersi la Fase C. Ma pr una buna parte delle assunzioni gli alunni vedranno i nuovi insegnanti appena contrattualizzati all’inizio del prossimo anno scolastico”. A spiegarlo è Salvatore Mazza segretario della Flc – Cgil scuola del Veneto. “Si tratta - dice Mazza - di una situazione a luci ed ombre. In Veneto ad esempio, sono previste 4500 nuove assunzioni. Di queste ne sono già state fatte 3200. Dovranno esserne fatte altre 1300 immissioni durante le prossime settimane. Se facciamo però una analisi a livello nazionale e locale, vediamo che per il Veneto le vere nuove immissioni, cioè quelle in surplus ai posti che erano coperti con supplenze e turn over, sono 1000. Di questi posti, il 70% è distribuito nelle provincie di Verona Vicenza, Padova e Venezia e solo il restante 30% fra Treviso Belluno e Rovigo”. Salvatore Mazza poi spiega che sì, è vero che circa il 70% degli insegnanti neoassunti proverrà dalle regioni meridionali dell’Italia, ma è anche vero che in alcune categorie di insegnanti, ad esempio quelli di musica, la migrazione sarà quasi completamente all’inverso cioè da nord verso sud. “E anche in questi casi chi si sposterà verso il sud proveniente ad esempio dal Veneto, ha accettato - dice Mazza - considerando magari, che ci si trova di fronte spesso a persone di 30 anni che conquistano un lavoro a tempo indeterminato statale”. Poi gli attacchi alla riforma della “Buona scuola”. “La riforma - dice il segretario della Flc Cgil - ha aspetti negativi che prevalgono nettamente su quelli positivi. Contestiamo l’accentramento di potere sulla figura del preside, la decisione di immettere in organismi di valutazione dell’operato degli insegnanti persone non competenti come gli alunni e i genitori. A mio parere solo persone che hanno le stesse competenze o preparazione possono dare valutazioni anche di tipo disciplinare. Il personale Ata poi, cioè bidelli e persone addette alla custodia delle scuole, sono state completamente dimenticate. Su questa riforma sbagliata siamo pronti a dare battaglia in modo unitario con tutte le altre sigle sindacali che si sono unite contro la “Buona scuola“ di Renzi”.somma nonostante le nuove immissioni in organico le proteste non mancheranno. A.A.
dell’Associazione culturale
LET’S TALK
26 Settembre 2015 dalle ore 16.00 alle ore 20.00
Un’ occasione per conoscere tutte le nostre attività per apprendere e migliorare la lingua inglese
MESSAGGIO PUBBLICITARIO
“OPEN DAY”
“nuoVi organici? gli effetti Si Vedranno Solo nel 2016”
Il Veneto in primo piano 23 1 La pagella alla Buona scuola di Renzi la sigla Cesare Cecchetto
“Discrete le intenzioni, appena sufficiente ciò che si è visto” Pregi e difetti della riforma sotto la lente di un Dirigente scolastico di lungo corso
di germana urbani
“N
essuna rivoluzione con “La Buona scuola” che riprende solamente la strada già ben tracciata dalla riforma Berlinguer”. E’ questa l’opinione di Cesare Cecchetto, Dirigente padovano dell’Itc di Villa Estense e reggente all’Itc di Montagnana, per una popolazione scolastica complessiva che sfiora i 2000 alunni e i 200 dipendenti tra personale docente e non docente. Un osservatorio privilegiato, dunque, anche per dare un giudizio alla recente riforma firmata dal Governo Renzi. Come inizia questo anno scolastico dopo l’operazione “maxi assunzione” avviata dalla recente riforma? “Al di là dell’affanno burocratico legato al meccanismo delle assunzioni straordinarie iniziate solo a fine agosto, passando in pochi giorni da una fase all’altra con tempi strettissimi e, direi anche, assurdi, in molti istituti si inizierà l’anno scolastico con il 90% dei docenti presenti in classe. Già al 14 settembre c’erano gran parte delle cattedre occupate. Va detto però che un’amministrazione accorta non dovrebbe arrivare all’ultimo momento con l’assunzione dei dipendenti. E non ci sono giustificazioni che reggano. L’affanno delle assunzioni e del cambiamento delle graduatorie è uguale ogni anno, e la Buona scuola non ha risolto il problema, tutto da ascrivere all’organizzazione burocratica del Ministero, particolarmente inefficiente da questo punto di vista. Ci consola la speranza che sia l’ultimo anno che accade”. Oggi gran parte dei precari è rimasta tale, alla
faccia dei proclami iniziali del nostro Premier. Riuscirà la riforma a cambiare le cose? “Con le nomine di ruolo più l’organico di diritto e di fatto serviranno meno supplenti ma questa riforma non risolve il problema del precariato. Per diverse ragioni. I numeri innanzi tutto. Con le assunzioni odierne è stato eliminato il precariato d’élite, molti di coloro che già lavoravano tanto, ma tutto il resto rimane. L’amministrazione dovrebbe prevedere grosse assunzioni anche nei prossimi anni con delle finestre aperte al precariato storico per risolvere davvero il problema”. Ci saranno concorsi ogni tre anni, non basterà? “Devo ancora vedere l’amministrazione ministeriale che ogni tre anni fa un concorso! Io non ci credo. Il Ministero non riesce a fare un concorso per dirigenti per qualche migliaio di posti! Figuriamoci se può bandirlo così spesso per decine di migliaia di posti. Sarà l’amministrazione stessa che nel tempo creerà talmente tanti intoppi da favorire la possibilità di nuove supplenze”. Sa già quanti insegnanti arriveranno nei suoi istituti grazie alla fase C della maxi assunzione? “Questo è l’altro neo che ancora una volta fotografa l’inefficienza di una amministrazione e la superficialità con cui vengono fatte le cose. In pratica ai presidi in questa fase viene detto: “avrai in forze altri docenti ma non prima di fine novembre”. Ma noi dirigenti dobbiamo programmare oggi le attività curricolari ed extracurricolari e dovremmo tener
conto di professori o maestri che arriveranno dopo due mesi di scuola. E’ come se il Ministero ci dicesse: “Non fate nulla nei prossimi mesi e programmerete dopo che vi avremmo inviato il personale”. Non si può!” Come giudica la riforma nel suo complesso? “Direi che “La buona scuola” non è una riforma. Ho un concetto diverso di riforma. L’ultima l’ha fatta Berlinguer introducendo dei veri cambiamenti, innovazioni concrete tipo l’autonomia scolastica. La legge 107 per l’80% non fa altro che riprendere la riforma Berlinguer e tentare di attuare ciò che di quel disegno fino ad oggi è rimasto quasi lettera morta. Bene tutto quanto riguarda l’autonomia, la flessibilità oraria, la didattica per competenze, la formazione dei docenti. Male perché ci si è scordati della scuola dell’infanzia e dell’organico del personale Ata. Certo con questo provvedimento si recuperano risorse umane e finanziarie. Ma quanto all’assunzione straordinaria ricordo che già Berlinguer e Fioroni avevano previsto piani di assunzione da 60mila persone l’anno. Sulla grande consultazione molto rumore per nulla: gli addetti ai lavori sono stati consultati spesso anche da altri Ministri. Persino la Moratti ci ha convocati agli stati generali dell’istruzione”. Una novità vera c’è: la chiamata diretta dei dirigenti. Che ne pensa? “L’assunzione diretta è governata da criteri piuttosto rigidi legati anche al piano dell’offerta formativa. E’ vero che
il dirigente potrà scegliere ma solo tra persone garantite, che hanno un posto, dunque. Credo, anche, che sarà sempre più spesso il docente a scegliere il preside. Capiterà sicuramente che qualche insegnante particolarmente capace riceva offerte da più istituti”. Pagella: che voti diamo a “La buona scuola”? “Al momento darei discreto alle intenzioni e non del tutto sufficiente all’organizzazione dei tempi e dei modi in cui le assunzioni sono state fatte. Certo i numeri sono numeri. Con questa riforma la scuola recupera una fetta importante delle risorse perdute grazie alla Gelmini che tra personale docente e non docente a suo tempo eliminò 140mila posti di lavoro. Con La buona scuola ne abbiamo recuperati poco più di 80mila”. Ci auguriamo che il Ministro Giannini faccia un passo in più? E se sì, quale? “Sì, magari sul piano dell’autonomia didattica. Una scuola può programmare e garantire una didattica coerente ed efficiente a lungo termine soltanto se c’è una garanzia sull’autonomia didattica che è legata prevalentemente alle risorse e alla formazione dei docenti. Chiederei con forza anche di ridurre, per favore, ridurre ridurre ridurre la burocrazia che invade inutilmente le nostre segreterie scolastiche. Tornare su alcuni aspetti amministrativi a qualche forma di centralismo potrebbe essere più conveniente anche sotto il profilo economico e professionale”.
24 4 Il Veneto in primo piano Pubblica istruzione Nessun programma “osceno” in classe, solo propaganda di chi vuole strumentalizzare le persone per bene
Teoria gender a scuola: attenti alle truffe ideologiche Messaggi a tappeto sui telefonini dei genitori che li terrorizzano e creano una psicosi collettiva. E la Chiesa cattolica, attraverso le sue diocesi, chiede di non creare inutili, se non nocivi, allarmismi di germana urbani
E
’ iniziato tutto la scorsa primavera. Più il Governo accelerava sulla riforma della Buona scuola, più i messaggini sui telefoni di genitori ignari e impreparati sul tema gender si susseguivano creando allarme e preoccupazione. I messaggi contenevano irripetibili oscenità che - secondo l’anonimo che li scriveva - le insegnanti avrebbero praticato a scuola in ottemperanza a nuovi programmi scolastici sulla teoria gender. E’ montata subito la paura e la preoccupazione e in molti hanno, giustamente, chiesto spiegazioni a scuola e ai Dirigenti scolastici che già dai primi giorni di settembre hanno organizzato riunioni o emanato comunicazioni per spiegare che nulla di quanto viene propagandato è vero. A volte si dimentica che gli insegnanti sono anche genitori e che sarebbero i primi a denunciare cose simili e oltretutto a rifiutarsi di mettere in pratica delle vere e proprie assurdità. Certo gli insegnanti dovrebbero avere degli strumenti in più per aiutare i bambini a leggere la realtà della società odierna. In classe si trovano di fronte sempre più spesso a bambini che non hanno delle famiglie tradizionali. E quando si parla di famiglia, come si fa a non far sentire escluso un bambino figlio di separati e risposati? Con quali parole si può spiegare la realtà in una classe in cui vi sia un
bambino figlio di due omosessuali. E non è più così raro e lo sarà sempre meno visto che in Italia ci sono centomila famiglie arcobaleno, con genitori dello stesso sesso. Eppure tutto questo non entra nella riforma “la buona scuola” di Renzi. Come precisa anche l’ufficio scolastico della Diocesi di Padova, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo, durante il question time del 29 luglio alla Camera, ad una interrogazione su presunte iniziative di divulgazione di ideologie gender in ambito scolastico, ha ribadito chiaramente che “la “teoria del gender” non coincide con la cultura inclusiva e solidale che viene espressa nelle linee del governo, ispirate ai trattati internazionali e al modello educativo che nella cornice europea è sostenuto in tutti gli Stati membri. Il Miur promuove invece attivamente tutte le iniziative relative alla prevenzione del contrasto di ogni tipo di violenza e discriminazione, anche con riferimento specifico al tema della discriminazione sessuale, dell’omofobia, in ottemperanza ai trattati internazionali e alle convenzioni, in particolare a quella di Istanbul che è stata ratificata due anni fa dal Parlamento della Repubblica”. Le iniziative in questione sono: «l’elaborazione del piano nazionale straordinario contro la violenza sessuale e di genere, che è stato
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recentemente approvato, la partecipazione attiva alla settimana nazionale contro la violenza e la discriminazione, promossa anche nel corrente anno scolastico dal ministero e, in questo caso, ricordo che il ministero ha finanziato con un importo di 500.000 euro progetti che nelle singole scuole fossero in grado di sensibilizzare, di produrre una cultura della lotta alla discriminazione di ogni sorta. Inoltre c’è stata l’emanazione delle linee di orientamento per le azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, incluso il caso dell’omofobia, per dare appunto alle scuole una cornice pedagogica in cui inserire le precedenti iniziative e tutte quelle che seguiranno, incluse quelle che sono contenute nel ddl “Buona Scuola”, che prevedono una intensificazione di questo di tipo di sensibilizzazione nelle scuole italiane. Con la Legge 107/15 saranno attuati, invece, “i principi di pari opportunità, di lotta alle discriminazioni, di prevenzione della violenza di genere, fondamentali in una società per formare giovani e adulti responsabili”.
la voce della politica
la regione: “neSSuno Spazio in aula per ideologie deStabilizzanti”
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voti a favore e solo 9 contrari. Non ripagherà il consigliere regionale di Fratelli d’Italia dall’amarezza di non essere stato nominato assessore, ma è comunque una bella vittoria, quella ottenuta da Sergio Berlato con la sua mozione contro il gender nelle scuole. Il testo, che prende a riferimento l’articolo 26 della costituzione, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e la Convenzione Unicef sui diritti dell’infanzia, sottolinea la priorità delle scelte dei genitori nell’educazione dei figli e chiede che “la scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti”. Per l’assessore di Forza Italia Elena Donazzan il Veneto, “che ha già dato un messaggio chiaro contro l’introduzione di programmi gender nelle scuole proseguirà sulla strada già intrapresa”. Duri i giudizi di 5 stelle e Pd, che hanno votato contro. Per Jacopo Berti (M5S) la mozione è figlia “di una destra reazionaria destinata presto a sparire”. Non meno secca la replica di Alessandra Moretti: “siamo in un polverone creato sul nulla: la riforma definita come “buona scuola” non contiene nulla di quello che viene indicato in questa mozione e non risulta assolutamente che nelle scuole venete sia in atto un’introduzione surretizia di tematiche non condivise con il mondo dei genitori”. La maggioranza ha ottenuto invece i voti della Lista Tosi. Per Stefano Casali, “ben vengano mozioni preventive come questa, perché moltissimi genitori e famiglie temono che camuffando il tema di contrastare il bullismo o l’omofobia, si inseriscono nei programmi di istruzione idee che non hanno titolarità G.U. alcuna nell’educazione scolastica”.
NO All’IDEOlOgIA gENDER, MA SENZA CROCIATE NEllE SCuOlE L’informazione locale sempre con te!
Anche il mondo cattolico si divide sull’atteggiamento da tenere. Il Patriarca Moraglia: “I genitori leggano quei libri”. La diocesi di Padova: “coltiviamo uno stile di dialogo”
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isto il clamore della polemica, che dalla laguna ha raggiunto eco globale dopo l’intervento di Elton John, difficilmente il Patriarca di Venezia avrebbe potuto evitare di intervenire. Lo ha fatto in via ufficiale e generale, richiamando le parole del Papa sulla teoria del gender e sulla differenza sessuale che rappresenta “una ricchezza” la cui rimozione “il vero problema, non la soluzione”. Ma lo avrebbe fatto anche in via ufficiosa e più specifica durante la visita alla casa dell’ospitalità di Santa Maria dei battuti, quando – secondo quanto scritto dal Gazzettino – mons. Moraglia avrebbe infatti invitato i genitori a leggere i libri che il neo sindaco Brugnaro ha depennato dalla lista del materiale in dotazione alle scuole materne comunali, per “valutarli attentamente e confrontarli con la realtà educativa che vogliono proporre ai loro figli”. Più esplicito, al punto da suscitare subito forti reazioni negli ambienti tradizionalisti, il documento firmato dall’ufficio per la pastorale della scuola della diocesi di Padova. Al centro della riflessione, non solo i libri che parlando di matematica finiscono per descrivere famiglie “con due papà”, ma anche il referendum che vede impegnate nella raccol-
ta di firme in queste settimane anche molte associazioni cattoliche per l’abrogazione della legge sulla Buona scuola, presentato però in molti dibattiti organizzati nelle parrocchie come abrogativo del gender a scuola. Una evidente strumentalizzazione criticata dalla diocesi, che punta però nella sua riflessione soprattutto sullo “stile” con cui una comunità cristiana deve affrontare l’argomento. “Se in qualche scuola il problema c’è – ha spiegato il direttore dell’ufficio don Lorenzo Celi in una intervista al settimanale diocesano La difesa del popolo – bisogna affrontarlo e i genitori devono esigere spiegazioni dai dirigenti scolastici, perché su questi temi alla famiglia spetta un ruolo prioritario di indirizzo. Un conto però è vigilare, altra cosa promuovere crociate ideologiche o incontri allarmistici da cui le famiglie escono disorientate. Noi vogliamo essere chiesa “nel” mondo, mai “contro” il mondo. Papa Francesco ci insegna che la verità non è un assoluto ma è “relazionale”, cioè va cercata insieme e vive solo nel dialogo tra le persone: possibile che sugli aspetti fondamentali dell’uomo non possiamo trovare spazi di dialogo?”. G.U.
Voci da palazzo 27
1 Voci da palazzo
Intervista a Jacopo Berti Padovano, 31 anni, è capogruppo - portavoce del Movimento 5 Stelle
“Noi in Regione per scardinare i privilegi della casta” Sulla Sanità separare il riordino delle Asl dalla discussione sull’Azienda Zero. Immigrazione, no all’industria dell’accoglienza e pratiche di asilo più rapide da sbrigare in tre settimane non in due anni di Nicola pavan
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l padovano Jacopo Berti, portavoce - capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale, 31 anni, racconta i primi mesi di impegno a Venezia. Come è stato il debutto in Consiglio Regionale? “Fin dall’inizio della nostra esperienza in Regione abbiamo mostrato la nostra rilevanza. Quei pochi che si ostinavano a credere che saremmo entrati per fare una scampagnata si sono dovuti ricredere in fretta. Abbiamo denunciato gli sprechi circa gli uffici di gruppi formati da uno solo; abbiamo fatto pressioni per non far ottenere tfr e vitalizio a Chisso e Galan. Grazie al buon lavoro della magistratura, questa nostra richiesta è stata soddisfatta”. A proposito di compensi, che ne è della crociata contro costi della politica? “Questo episodio ha mostrato le lacune della legge regionale per il taglio dei costi della politica ed in pafrticolare per l’abolizione dei vitalizi. Questa legge non va bene e finché saranno i partiti a scrivere leggi per tagliarsi i propri privilegi avremo il paradosso del tacchino che festeggia il Natale. È per questo che noi abbiamo portato in Regione una proposta di legge di iniziativa popolare, firmata da migliaia di cittadini. Stiamo completando le pratiche per presentarla. Lì potremo guardare in faccia chi vuole realmente togliere i privilegi della casta. Quali i primi risultati che avete ottenuto?
“All’inizio di settembre sono state approvate tre nostre mozioni su tre, in particolare quella sul ddl scuola che cambia la storia del governo Renzi. Grazie alla nostra mozione approvata insieme con la maggioranza e l’assessore all’istruzione, il ddl scuola - l’odiata riforma scolastica chiamata “La Buona Scuola”- viene impugnato davanti alla Corte Costituzionale. I termini per il ricorso sarebbero scaduti in questi giorni (13 settembre). È grazie al M5S veneto, che ha guidato l’azione politica del M5S in tutte le regioni in cui è presente, che siamo riusciti a portare a casa questo storico risultato. Altra sfida che attende al varco la Regione è la riforma della sanità. “La riforma che stiamo discutendo in queste ore nella commissione di cui sono vicepresidente, è una riforma mastodontica che influirà sulle vite dei veneti, e non solo, almeno per i prossimi vent’anni. Da qui la nostra richiesta di vederci chiaro. Noi del M5S siamo la politica con la coscienza, una rarità. Voglio dormire sereno, consapevole di aver fatto il meglio per la salute dei veneti. Il nostro pragmatismo ci ha portato a chiedere dunque che la discussione sull’Azienda zero venga separata da quella per il riordino delle Asl. Portiamo a casa il riordino, che farà risparmiare milioni ai veneti. Solo dopo potremo valutare con la giusta attenzione ogni aspetto dell’Azienda zero, la quale, se andrà in direzione dell’interesse dei
veneti, avrà tutto il nostro appoggio. Per questa riforma vogliamo sentire i sindaci, i soldati in prima linea sul territorio. Ci è stato proposto un incontro che è più simile ad uno speed date: ascoltare 22 loro rappresentanti in 6 ore e mezza. Significa poter dedicare solo 15 minuti a testa, per una riforma che può incidere per i prossimi venti anni... una follia! Noi abbiamo rispetto dei sindaci e non ci stiamo. Ho perparato una mail che invierò a tutti i sindaci, in cui è esposta la nostra linea su Azienda zero e riforma delle Asl. Speriamo così di poter intavolare qualcosa di più simile ad un dialogo costruttivo”. In questi giorni l’emergenza immigrazione è sempre più pressante, che fare in Veneto? “È un tema delicato per tutta Italia, anzi per l’Europa intera. Ma in Veneto è sentito particolarmente. In quanto capogruppo del M5S in Regione ho il dovere di chiarire una volta per tutte qual è l’obiettivo delle nostre proposte in tema di immigrazione: combattere l’industria dell’accoglienza. Un’industria democratica, in senso ironico, perché vede destra e sinistra ugualmente presenti. Un’industria formata da cooperative in combutta coi partiti, il cui unico interesse è guadagnare sulla pelle degli immigrati a spese dei veneti”. In che modo? “Facendoli permanere il più a lungo possibile nei centri. Ogni giorno in più queste strutture intascano 35
Jacopo Berti
“Quei pochi che credevano che la nostra sarebbe stata una scampagnata si sono dovuti ricredere” euro ad immigrato. Il conflitto di interessi è palese. Per questo noi chiediamo che le pratiche per concedere il diritto d’asilo vengano sbrigate in tre settimane, non in due anni. Se un migrante viene riconosciuto come clandestino, deve lasciare il nostro Paese. Siamo disposti ad organizzargli il viaggio. Costerà di meno ai cittadini e saremo sicuri che rispetterà la legge abbandonando il Paese. Infine chiediamo il superamento del trattato di Dublino. Un accordo europeo che intasa la burocrazia e grazie al quale la Germania approfitta della nostra posizione geografica, rendendoci la costa ideale sulla quale far sbarcare tutti i migranti dell’Africa e del medio oriente”.
la consigliera veneziana M5s
l’unica Voce di chioggia dice “Stop alla corruzione”
C
om’è stato il debutto in Consiglio regionale, considerando anche la impegnativa eredità che ha ricevuto: chiamata a portare e a rappresentare in Regione le istanze di Chioggia dopo politici di lunga e collaudata esperienza come Carlo Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo? “Un debutto positivo. Sento molto forte il senso di responsabilità e dedicherò il massimo impegno a favore dei bisogni dei cittadini tutti, a prescindere dal colore politico, cercando di attivare Consiglio e Giunta sui provvedimenti di cui il mio territorio ha un estremo bisogno, in primis il problema dei collegamenti e delle attività produttive come pesca, agricoltura, artigianato e turismo. Sono state già approvate diverse nostre mozioni, come quella contro la riforma della scuola. Ho portato le istanze di
Chioggia riguardo alla sicurezza della Romea, la necessità oggi più impellente. Inoltre mi sto occupando in prima linea di immigrazione nei miei territori di appartenenza. Come unica portavoce del M5S della provincia di Venezia saprò rappresentare tutta l’area provinciale”. Quali altre questioni porta avanti che riguardano il Basso Veneziano? “Il problema della mancanza di adeguati ed aggiornati collegamenti stradali alternativi alla SS Romea ma non devastanti per il territorio, la necessità di un efficiente sistema ferroviario regionale che permetta a lavoratori e studenti di raggiungere in sicurezza e in tempi accettabili le città confinanti. Ritengo che l’isolamento sia il punto dolente dell’area sud della provincia e che ne vanifica anche molte potenzialità economiche. Trovo che la necessità più
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urgente sia quella di mettere in sicurezza la Romea. Inoltre condivido la battaglia per far ritornare il Tribunale a Chioggia, per l’enorme bacino di utenza che serviva e la difficoltà, come si diceva, di giungere nel capoluogo. La tutela e la promozione dei prodotti tipici del nostro territorio, lo sviluppo del turismo, la trasformazione di una pesca che salvaguardi l’ambiente ma che contemporaneamente tuteli gli addetti del settore. Ma anche la salvaguardia del territorio dalle opere che potrebbero danneggiarlo, come la diga sull’Adige il cui progetto è in fase di approvazione, da realizzarsi a monte del fiume in località Badia Polesine, causa di un sicuro impoverimento d’acqua, di risalita del cuneo salino nelle nostre zone a valle e di aumento del fenomeno di erosione degli arenili di Sottomarina, Isola verde e Rosolina Mare”.
Quali battaglie del Movimento 5 Stelle a livello regionale? “Sono principalmente tre. Reddito di cittadinanza veneto. Beppe è tornato a Roma per parlarne. La promessa che hanno fatto i nostri colleghi in parlamento è che questo sarà l’ultimo anno senza il Reddito di cittadinanza. Noi lavoriamo per anticiparlo in Veneto. Taglio dei costi della politica. La legge regionale come abbiamo visto fa acqua, creando situazioni imbarazzanti come la concessione del vitalizio a condannati come Galan e Chisso. Questa legge non va bene e finché saranno i partiti a scrivere leggi per tagliarsi i propri privilegi avremo il paradosso del tacchino che festeggia il Natale. È per questo che noi abbiamo portato in Regione una proposta di legge di iniziativa popolare, firmata da migliaia di cittadini. Stiamo comple-
Erika Baldin tando le pratiche per presentarla. Lì potremo guardare in faccia chi vuole realmente togliere i privilegi della casta. Creazione di un’agenzia veneta anticorruzione. Che vorremmo guidare noi. Del Veneto per troppo tempo si è parlato solo per scandali di corruzione. I cittadini sono stanchi, serve un’agenzia sul territorio che vigili nell’interesse dei veneti. Questi tre aspetti sono accompagnati da altre grandi battaglie, come quella sulla scuola, l’ambiente e l’immigrazione”. O.J.
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28 Voci da palazzo
Voci da palazzo 1
Commissione Sanità Si passerà da 21 a 7 Ulss e nascerà Azienda zero
Riforma del sistema sanitario pronta in pochi mesi Luca Coletto, assessore alla sanità veneta, è deciso: dal 1° gennaio 2016 tutto cambierà. Ma i Sindaci e i consiglieri di opposizione non ci stanno e chiedono più tempo di germana urbani
L’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto
zione per un inglobamento totale dei servizi sociali (e quindi una ipotetica sparizione della direzione sociale) all’interno dell’Azienda zero. Altri hanno rilevato la mancanza di chiarezza sul ruolo della conferenza dei sindaci all’interno della nuova visione di sanità veneta e quindi, ha osservato De Paoli (sindaco intervenuto al posto di Massimo Bitonci), “la richiesta precisa è che le rappresentanze politiche territoriali siano garantite in seno a questa grande riforma, per assicurare ai cittadini che non si tratti di un’operazione verticistica che dimentica i bisogni e le voci dei territori”. Da ultimo, sia i sindaci del bellunese, che quelli del veronese hanno rivendicato le peculiarità del loto territorio, sottolineando – come ha fatto Marconcini, sindaco di Cerea - che l’equazione “territorio provinciale uguale territorio dell’Ulss è forse oggi anacronistica, proprio nel momento in cui le pro-
Movimento cinque stelle
“troppa fretta. Si riSchia di improVViSare”
I sindaci: “Un’operazione verticistica che dimentica i bisogni e le voci dei territori” vincie vanno a morire”. Inoltre per Bolis, sindaco di Carmignano di Brenta, la “funzione di programmazione non può essere della nascente Azienda Zero”, mentre Barbuiani, sindaco di Adria, ha rivendicato per la sua città, che vanta una Ulss tra le più virtuose d’Italia, la sede legale ed amministrativa della futura unità locale. Il presidente della Commissione, Fabrizio Boron (LZ) ha chiuso la seduta rimarcando l’importanza di “aver finalmente messo in movimento un processo che era indispensabile avviare”.
n quarto d’ora a testa. Neanche il tempo di un caffè al bar per portare all’attenzione della Quinta commissione le istanze del territorio. Così si sono svolte a palazzo Ferro-Fini le audizioni dei rappresentanti delle conferenze dei sindaci delle aziende sanitarie venete. Molti incontri in una manciata di ore, per ascoltare rapidamente cosa hanno da dire i veri referenti del territorio veneto su un tema epocale come quello della riforma della sanità regionale. “E’ inaccettabile - ha detto Alessandra Moretti, capogruppo dell’opposizione Pd in consiglio regionale - che su un provvedimento come questo, di enorme complessità e delicatezza, si proceda con l’improvvisazione e la fretta. I presidenti delle Conferenze dei sindaci sono stati convocati telefonicamente in audizione in 5 giorni, togliendo loro la possibilità di un approfondimento preliminare con i rispettivi territori e dunque la possibilità di esprimere fino in fondo la loro posizione. Si tratta di una grave mancanza di rispetto, visto che le Conferenze hanno un ruolo fondamentale di programmazione, cofinanziamento e gestione dei servizi sociosanitari territoriali. Così abbiamo chiesto ed ottenuto che a chi ha espresso la necessità di esaminare ulteriormente la proposta di legge con la Conferenza dei sindaci, venga concesso il tempo necessario e venga dato modo di venire prossimamente in audizione”.
gruppo Tosi in Consiglio
“uNA RIfORMA EpOCAlE: NESSuNA AZIENDA ZERO”
“C
i sono troppi dettagli che non quadrano, troppe situazioni sbagliate in questo iter – si rammaricano i consiglieri del M5S - a partire dal tempo che è stato dedicato ai rappresentanti delle conferenze dei sindaci. Sono loro che hanno il polso del territorio e non si può pensare di approfondire un tema di questa portata ascoltandoli tutti per un quarto d’ora ciascuno. Quindici minuti a testa per una riforma epocale, che condizionerà almeno i prossimi vent’anni dei veneti”. I consiglieri grillini ritengono necessario rivedere le soluzioni previste dalla legge per il riassetto delle aziende sanitarie. “È assurdo parlare di una divisione per province, quando in realtà la popolazione non si basa su questi confini arbitrari. La gente si muove su criteri di vicinanza e per comodità e non va certo dove la politica cieca e arruffona vorrebbe, quindi tutto va rivisto sullo schema degli ambiti. Quest’ultima soluzione è l’unica applicabile al piano riordino delle Ulss”. “Già la faccenda è abbastanza intricata – concludono gli esponenti del Movimento - non mettiamoci so-
Alessandra Moretti, pd
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L
’efficienza e l’azzeramento delle liste d’attesa sono una priorità su cui si sta lavorando da anni ma che non sono mai state davvero raggiunte. Ora però in Regione si va al sodo e presto si andrà al voto decidendo l’accorpamento delle Ulss che passeranno da 21 a 7 e ricalcheranno il territorio provinciale da cui prenderanno il nome: Dolomitica, Marca Trevigiana, Serenissima, Polesana, Euganea, Berica e Scaligera. A queste si aggiungeranno le eccellenze quali l’Azienda ospedaliera di Padova, l’Istituto oncologico veneto e l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona e l’Azienda zero. “La decisione di creare un nuovo ente denominato Azienda zero - ha spiegato l’assessore Coletto - risponde alle finalità di unificare e centralizzare le funzioni di programmazione, attuazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché di coordinamento e governance del sistema sanitario, riconducendo a esso le attività di gestione tecnico-amministrativa su scala regionale”. In altre parole: le Ulss territoriali si occuperanno solo dell’organizzazione delle prestazioni e dei servizi ai cittadini e un unico ente regionale gestirà gli acquisti, l’accreditamento delle strutture private, il monitoraggio dei costi standard e la formazione del personale. Quanto alle liste d’attesa nessuna novità: si attende sempre tanto e non c’è nessun dato ufficiale sulle aperture degli ambulatori in orario serale e nei festivi non ce ne sono. D’altronde se i direttore generali continuano a risparmiare sull’organico tagliando il personale chi dovrebbe aprire gli ambulatori serali?! Lo sanno bene i primi cittadini riuniti nelle Conferenze dei Sindaci i cui rappresentanti sono stati convocati a inizio settembre per un’audizione fiume che aveva lo scopo di raccogliere pareri e suggerimenti sul Pdl 23, contenente l’ipotesi di Azienda Zero e di ripensamento territoriale delle ULSS stesse. Molti sindaci hanno rimarcato la forte preoccupa-
L’opinione
“CI pREOCCupA lO “ZERO fONDI” pER I DISAbIlI!”
“A
pra anche il carico della creazione di questa misteriosa e fantomatica Azienda Zero. Questo punto va stralciato dal resto della legge e approfondito con i tempi che merita. Siamo di fronte a un cambiamento storico, in grado di far impallidire le grandi riforme del secolo scorso, e vogliamo gestirlo come se si trattasse della scelta della tappezzeria di casa o delle tende della cucina. Ma stiamo scherzando? Ci opporremo in tutti i modi, portando avanti non i nostri interessi, ma quelli del territorio”.
zienda Zero e zero fondi per i disabili”. La riflessione arriva dai consiglieri tosiani Negro, Casali, Conte e Bassi che il 13 luglio scorso avevano presentato un’interpellanza urgente alla Giunta per l’attivazione dei fondi a sostegno delle disabilità e per la predisposizione dell’atto economico-amministrativo dando così continuità al servizio nell’anno scolastico 2015/2016.“Un interrogazione senza risposta - spiegano i consiglieri - già a luglio avevamo chiesto l’attivazione con urgenza delle disposizioni dell’ art.60 della Legge Regionale 6/2015 dove al comma 2 si prevede che la Giunta sia autorizzata a stabilire i requisiti, i criteri e i termini per l’assegnazione di un contributo alle province del Veneto quantificato in 6 milioni di euro per l’esercizio 2015. “Nulla è cambiato da allora – aggiungono i tosiani - se non che oggi le famiglie con figli disabili sensoriali continuano ad attendere lo sblocco dei fondi e rischiano di rimanere senza sostegno e trasporti, ma la priorità della maggioranza in Commissione Sanità e del Presi-
dente Zaia pare sia solo e unicamente procedere con la realizzazione dell’Azienda Zero che stravolgerà la gestione sanitaria e sociale, accentrandola su un unico ente esterno al controllo regionale”. “I rischi che avevamo previsto a maggio si stanno concretizzando – proseguono Negro, Casali, Conte e Bassi - cioè lasciare un migliaio famiglie nella più totale assenza di certezze nel ricevere un servizio fondamentale e il rischio per circa 600 operatori assistenziali di rimanere senza lavoro”.
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Cultura veneta 31 Cultura provinciale 1 Rassegna Icaro La pellicola è realizzata da una artista 28enne belga
La quotidianità dei senza tetto è un film di Melania Ruggini
l’idea
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opo la pausa estiva, il progetto culturale itinerante Icaro torna in città con la presentazione del film Kaos, incentrato sulle persone senzatetto della città, realizzato dall’artista belga Sophie Samyn in collaborazione con Mattia Buzzarello. L’iniziativa è promossa dall’Arci nell’ambito del bando Culturalmente 2014 della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. L’anteprima del film sarà presentata all’Archivio di Stato di Rovigo venerdì 2 ottobre alle ore 21 e andrà poi in tour nei comuni di Bosaro, Ceregnano, Grignano Polesine e Polesella. L’ispirazione è tratta dal lavoro a stretto contatto con i senzatetto di Rovigo che Sophie Samyn ha condotto grazie ad un tirocinio con l’associazione Arcisolidarietà. “Le persone arrivano qui in città di notte e lasciano la città all’alba - spiega l’artista belga - Mi ha sorpreso in particolare la diversità delle persone che arrivano da noi: donne, bambini, stranieri, italiani, tutti con percorsi di vita molto differenti e particolareggiati, ma alla fine molto simili al mio percorso”. Il videodocumentario è un viaggio poetico, della durata di 20 minuti. Un viaggio attraverso Rovigo e i suoi luoghi vuoti, come le case abbandonate, il
ViVidelta, non Solo peScaturiSmo
A Nella foto Sophie Samyn vecchio ospedale, la scuola in disuso, attraverso gli occhi di 2 o 3 protagonisti: i senza tetto che vivono in città, anche solo per una notte. Il film segue queste persone nel loro quotidiano vagabondaggio e dà loro voce. L’obiettivo non è realizzare un documentario sociale ma creare un viaggio emotivo nel cuore di Rovigo, che rompa con la tranquilla facciata della città e dia ai senzatetto un’opportunità di esprimersi creativamente. I protagonisti dialogano davanti alla videocamera di Sophie tramite interviste condotte in maniera informale che focalizzano l’attenzione sulla loro situazio-
A Ca’ Vendramin le foto di Marco Zanta
la magia del delta catturata con un clic
I
n una delle sale del Museo della Bonifica di Ca’ Vendramin è possibile visitare, dal 28 agosto al 1 ottobre, la mostra “Another Landscape”, ideata dall’associazione culturale Città Invisibili di Porto Viro. L’ambito su cui è stato invitato a lavorare Marco Zanta è il contesto urbano, periurbano e agricolo, situato lungo il tratto polesano della statale Romea e corrispondente all’area dell’antica linea di costa prima della formazione del Delta del Po moderno. Attraverso lo sguardo di uno dei protagonisti della fotografia italiana contemporanea, quale è Marco Zanta, si è voluto apportare un nuovo contributo all’immaginario legato al Delta, offrendo una lettura attualizzata del territorio, fuori dai luoghi comuni circoscritti al paesaggio naturale. Zanta, abituato per lo più ad ambienti metropolitani, ha prodotto tra le cittadine del Delta un lavoro nuovo sviluppato sulla traccia delle sue più recenti riflessioni fotografiche. A proposito di questo progetto dice l’autore: “Oltre a rappresentare i luoghi m’interessa maggiormente capire le relazioni che s’instaurano nel territorio. Credo che l’aspetto che mi ha maggiormente colpito di queste aree sia stato il tipo di sospensione temporale che pare circondare tutto. L’identità iconografica di questi luoghi continua a essere apparentemente simile a qualche decennio fa. Sembra non capitino grandi stravolgimenti. Ma quello che mi attira è il contesto nel quale tutto questo avviene. Siamo a
la proposta elaborata dal polesinelab
ne, compresi speranze, incubi, rimpianti. Parte del film è ripresa dopo il tramonto, mediante inquadrature espressive. “Mi sono sentita fortunata ad incontrare queste persone e parlare con loro - racconta la giovane artista ventottenne - Ho sempre pensato a dove vadano durante il giorno, ma soprattutto dove dormano quando abbandonano il ricovero. La vita in strada, sia scelta che imposta, mi affascina molto e da qui ho preso spunto per creare questo film. Rovigo è una città apparentemente calma e pulita. Ma dietro questa facciata armoniosa, si nasconde il Kaos”.
lla scoperta del Delta del Po grazie a ViviDelta, il nuovo progetto di promozione delle attività di turismo cooperativo, che promuove i valori della cooperazione, sostenibilità, socialità e collaborazione andando a creare sinergie e reti tra i diversi attori locali. L’iniziativa, gestita da PolesineLab in collaborazione con Confcooperative Rovigo, è una vetrina di promozione e una piattaforma di e-commerce per le attività che il mondo della cooperazione locale può offrire, favorendo occasioni di confronto e di metodi collaborativi tra le diverse realtà. Si tratta di un progetto in vero stile slow ad alto impatto ambientale, sociale ed educativo per riscoprire il Delta del Po come patrimonio oltre che dell’umanità e della comunità locale, anche di turisti e viaggiatori che vogliano scoprire appieno il territorio. Dal sito www.vividelta. it è possibile quindi prenotare e acquistare le prime 10 attività di pescaturismo proposte da un team di pescatori professionisti. La pescaturismo è un‘attività svolta dall’imprenditore ittico che attraverso la propria imbarcazione accompagna i turisti nella magia della navigazione nei luoghi dove quotidianamente lavorano, raccontando aneddoti e facendo scoprire luoghi inesplorati come lagune, scanni e sacche. Vi sono differenti tour da 2 a 4 ore divisi in tutto il territorio deltizio, che offrono escursioni ed esperienze uniche a contatto con la natura e il divertimento, attività usufruibili non solo per singole persone e piccoli gruppi ma anche per comitive e gite organizzate. Il progetto prevede di ampliare le proprie attività anche nel settore enogastronomico attraverso l’ittiturismo che permette ai turisti di pranzare e cenare nelle cavane e nelle abitazioni che i pescatori metteranno a disposizione preparando piatti con i loro prodotti coltivati e pescati. Me. Ru.
Deltarte La manifestazione è ormai arrivata alla terza edizione e funziona
Arrivederci alla kermesse Il bilancio è più che positivo
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poche decine di chilometri da centri urbani e aree commerciali che hanno contribuito a creare il modello del Nord Est”. “Modello che oggi pare fallito - prosegue l’artista nella sua analisi - Qui ci si catapulta in un altro tempo, quasi un periodo senza nostalgia. Insomma, mi sono sentito in bilico tra una difficile contemporaneità e un insieme di mondi più lenti e attenti”. L’esposizione presenta una selezione dei lavori prodotti dai partecipanti al workshop tenutosi nell’autunno-inverno 2014. Sono esposti lavori di: Marco Bovolenta, Maurizio Callegarin, Flavio Castellani, Marco Davolio, Denis Giusti, Lorenzo Lotti,Maria Nella Marangon, Fabio Morassutto, Barbara Munerato, Daniele Soncin, Patrizia Tironi, Nicola Tramarin, Piero Turk,Moira Vespasiani, Silvia VespasiaMe. Ru. ni, Lucio Zambon.
opo 8 appuntamenti e 4 residenze d’artista lungo il Delta del Po, che hanno arricchito il territorio con mostre, murales e installazioni da aprile a settembre, il festival itinerante DeltArte chiude la manifestazione salutando da Rovigo il suo pubblico e dando appuntamento al prossimo anno. L’ultimo appuntamento è sabato 26 settembre alle ore 18 alla Sala della Gran Guardia per i festeggiamenti finali. Per l’occasione sarà presentato il catalogo dell’intera manifestazione dal titolo “DeltArte si racconta” a cui seguirà il brindisi finale offerto dall’azienda la Galassa di Gavello sulle note della giovane musicista Sarah Convento e dei suo quartetto d’archi. Una delle novità importanti della III edizione è proprio la realizzazione del catalogo del festival, testimonianza tangibile dei progetti e degli artisti partecipanti non solo a questa ma anche alle edizioni passate, nonché l’elemento ideale per una divulgazione più capillare delle attività del festival. Una carrellata di immagini e di testi accompagnerà il lettore in questi tre anni di intensa e capillare attività, grazie alla vincita del bando Culturalmente indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha visto quali capofila le associazioni Centro Studi Agnese Baggio di Adria e Voci per la Libertà di Rovigo. I numeri delle tre precedenti edizioni possono essere così riassunti: 90mila euro devoluti dalla Fondazione al progetto per artisti, staff organizzativo e materiali necessari alla realizzazione dei progetti; 10 comuni partecipanti; 90 artisti coinvolti; 15 sedi espositive; 30 mostre; 23 concerti; 6 murales realizzati; 17 installazioni sitespecific; 3 workshop; 60 associazioni coinvolte. Un ottimo risultato, considerando la giovanissima età del festival. Un mondo di opere, una rete di artisti e un universo di colori che le persone vivono direttamente sui muri, nelle strade o nei
Alcuni momenti della manifestazione Deltarte musei delle proprie, prendendosi cura degli artisti e del lavoro che questi ultimi regalano alla comunità e al territorio, in luoghi prima dimenticati o scarsamente vissuti. Il rapporto con la persona è centrale per DeltArte: installazioni, mostre e murales vanno progettati pensando al fruitore, con una visione olistica, che tenga conto dell’ambiente, del paesaggio, delle funzioni del luogo in cui essi sono collocati. In questo gli artisti possono rivoluzionare il territorio in cui i loro progetti si innestano. Me. Ru.
32 1 Turismo SÌ, Viaggiare Alto Adige
I Pizzinini, la Val Badia nel cuore di Renato Malaman
S
e vogliamo risalire alla fatidica prima pietra bisogna tornare indietro nel tempo fino al 1850. Il Rosa Alpina nacque come Vidum, una casa parrocchiale aperta, e venne edificato grazie a una donazione della famiglia Crazzolara. Furono i parrocchiani a gestire allora anche l’osteria e le poche camere ricavate per gli ospiti. All’epoca San Cassiano era un puntino sulla carta geografica, cento anime in tutto. E come l’intera Val Badia era sotto il Tirolo austriaco e la corona degli Asburgo. La famiglia Pizzinini, ladina come i Crazzolara e come le tante altre famiglie che da generazioni costituiscono l’anima più vera della valle, proveniva dal mondo dell’artigianato. Fu Michelangel negli anni Venti ad avere per primo l’intuizione che il turismo avrebbe potuto diventare il futuro di quell’ area dolomitica, dispensando benessere a quanti avessero saputo investire con saggezza e lungimiranza. In un libro “Mariangel Pizzinini d’Rungg - Memorie di un Kaiserjager e albergatore” raccontando la sua storia personale svela com’è nato quello che oggi è uno degli alberghi più famosi delle Dolomiti, e non solo. Il Rosa Alpina di San Cassiano, appunto. Orgoglio della famiglia Pizzinini e luogo d’incontro privilegiato di personaggi di primo piano (fra cui anche teste coronate e sceicchi) ma anche di semplici appassionati della montagna. L’ospitalità della famiglia Pizzinini, un patrimonio che si tramanda da generazioni e oggi nella mani di Paul (l’ottavo dei dieci figli di Michelangel) e di suo figlio Hugo, è un sentimento sincero. Un valore immediatamente percepibile. Michelangel combattè la prima guerra mondiale. Come tanti altri ladini visse la contraddizione di doversi arruolare e vestire la divisa del leggendari Kaiserjager (i cacciatori dell’imperatore) per combattere contro quello che alla fine della guerrà divento il loro nuovo paese: l’Italia. Non meno amato dell’Austria, a conferma dell’assurdità della guerra. Michelangel dopo il conflitto si dedicò al commercio del legname e anche all’agricoltura. Poi divenne esattore delle tasse. Nel frattempo aveva aperto a Pedraces anche la sua prima pensione, a cui dette il nome della moglie: Theresa. L’occasione della vita capitò in un momento drammatico per l’Alto Adige – Sud Tirolo: le opzioni. Una decisione presa da Hitler e Mussolini per risolvere una volta per tutte il problema della regione. Entro il 1939 gli altoatesini che lo avessero voluto avrebbero potuto vendere i loro beni ed emigrare in Austria (nel frattempo diventata parte del Terzo Reich). Fra optanti e Dableider , ovvero gli altoatesini che invece volevano rimanere, si creò una frattura profonda. La Val Badia era l’unica valle in cui i Dableider erano maggioranza. Michelangel Pizzinini acquistò, sfruttando il diritto
La famiglia proprietaria dell’Hotel Rosa Alpina l’albergo di San Cassiano nato come pensione e oggi tra i più famosi Relais & Chateaux d’Europa trae la sua fortuna dalle intuizioni di Michelangel che dopo la prima guerra mondiale capì che il turismo era il futuro della valle
ALCUNE IMMAGINI STORICHE DELL’HOTEL ROSA ALPINA DI SAN CASSIANO E DELLA FAMIGLIA PIZZININI CON IL CAPOSTIPITE MICHELANGEL E I SUOI DIECI FIGLI. QUI SOPRA, DA SINISTRA: HUGO PIZZININI CON LA SUA FAMIGLIA, LO CHEF STELLATO NORBERT NIEDERKOFLER E PAUL PIZZININI, A CUI SI DEVE LA CONSACRAZIONE FRA I RELAIS & CHATEAUX. NELLE DUE IMMAGINI PIÙ RECENTI: L’ESTERNO DEL ROSA ALPINA, IL 5 STELLE LUSSO DI SAN CASSIANO, E UNA CAMERA DELL’HOTEL
Il suo ottavo figlio Paul completò l’opera negli anni Ottanta scommettendo sul lusso come gli suggerì saggiamente suo padre L’azienda, ora guidata dal nipote Hugo ha un altro fiore all’occhiello di prestigio: il ristorante St. Hubertus, due stelle Michelin di prelazione, quello che oggi è il Rosa Alpina da un optante, anzi dall’ente Tre Venezie che aveva liquidato questo optante, Rudolf Schifferegger. Così da affittuario Pizzinini diventò proprietario di quell’albergo che allora aveva 50 letti ed era stato ammodernato nel 1927. Spese 725.000 lire. Il dopoguerra non fu facile. Il turismo in Badia cominciò a crescere solo dopo le Olimpiadi invernali di Cortina. Nel 1957 anche San Cassiano ebbe il suo primo sklilift. Le bombe degli indipendentisti sudtirolesi negli anni ’60 provocarono un calo delle presenze italiane, ma dopo il 1969 quando la regione potè avvalersi del pacchetto di autonomie concesso dal Governo italiano, queste ripresero a crescere. Per effetto del fatto che la Val Badia, a differenza di Cortina e della Val Gardena, non subì il saccheggio edilizio. Il Rosa Alpina, nome po-
polare del rododendro di montagna, crebbe in sintonia con l’armonico sviluppo turistico della valle, frutto del rispetto per l’ambiente nutrito dai badioti, intimamente rimasti contadini nel senso nobile del termine. In pochi anni l’albergo da pensione di paese divenne un albergo blasonato e poi anche un ristorante stellato. “Negli anni Ottanta” ricorda Paul Pizzinini, nel frattempo rientrato da Wupperthal in Germania, dove si era fatto le ossa “anche il bar faceva la sua parte. Le serate di musica con il cocktail giusto garantirono ottimi incassi”. Nel 1993 avvenne il salto di qualità, sempre con la regia di Paul. E il Rosa Alpina diventò quello che è oggi, un albergo di lusso. Nel 2000, dopo sette anni di attesa, entrò a far parte della prestigiosa associazione dei Relais & Chateaux. Paul, che nel frattempo si era risposato con Daniela Steiner dopo il lutto della
perdita della prima moglie, ricorda che papà Michelangel gli diceva sempre di imitare i migliori. “Un inverno ci permettemmo di aumentare i prezzi due volti” confessa Paul “tanto il turismo di alto profilo tirava. Il segreto per fidelizzare i clienti è quello di offrire loro quello che vogliono. E così è stato anche nella ristorazione”. Il Rosa Alpina oggi vanta anche il primato nella ristorazione della valle. Il ristorante “St. Hubertus”, dove opera Norbert Niederkofler (animatore di tutte le iniziative di valorizzazione gastronomica dell’Alto Adige), si fregia di due stelle Michelin. E’ uno dei tre stellati storici della Val Badia. Paul Pizzinini nel frattempo ha ceduto il timone del Rosa Alpina al figlio Hugo e alla nuora Ursula, mentre la moglie Daniela dirige la lussuosa beauty farm. L’hotel comprende anche una suite, in realtà un appartamento, su cui si favoleggia molto, poiché ospita
spesso personaggi di alto rango che con gli altri clienti non condividono nemmeno il garage. In pubblico non si fanno mai vedere. Oggi il Rosa Alpina è l’unico albergo di alta gamma in Alto Adige ad aver abolito la mezza pensione, non ritenendola più adeguata al profilo dell’hotel e all’obiettivo di puntare ad un hotellerie di gran classe. Seppure l’albergo conserva un’anima fortemente legeta alla valle e lo si vede dall’utilizzo di materiali tradizionali negli arredi: legno, lana, loden e mobili dell’artigianato contadino. Paul ha anche costruito una centrale idroelettrica ed è stato il fondatore del Museum Ladin Ursus ladinicus di San Cassiano, inaugurato nel 2011 e dedicato all’orso preistorico dolomitico. Dire che la famiglia Pizzinini ama la Val Badia è persino riduttivo, perché la valorizzazione di questo territorio alpino straordinario è il suo stesso motivo di vita.
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I vermi intestinali del cane e del gatto
Educazione e cani (prima parte)
“Educato correttamente un uomo può essere il migliore amico del cane”, questa affermazione dell’umorista americano Ford contiene una grande verità, ovvero educare un cane significa prima di tutto educare se stessi a capire il proprio amico a quattro zampe, imparare a conoscerlo, a rispettarlo e dunque a volergli bene. Il cane infatti per vivere sereno ha bisogno di seguire delle regole, di sapere ciò che può o non può fare e ha bisogno di coerenza da parte del proprietario il quale, a sua volta, deve imparare a comprendere e rispettare le esigenze del suo amico. Pertanto, l’educazione è un’attività che riguarda sia il cane che il proprietario, un percorso a due, guidato da un professionista, in cui è fondamentale insegnare al cane delle competenze di modo che sappia come comportarsi nelle diverse situazioni di vita quotidiana; un cane senza regole è infatti spesso un cane stressato, agitato e addirittura aggressivo. Per quanto riguarda quando iniziare un percorso educativo, io consiglio di rivolgersi ad un professionista appena il cane arriva a casa, sia che si tratti di un cane adottato già
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adulto sia che si tratti di un cucciolo di pochi mesi (ovviamente dopo che è stato sottoposto ai vaccini): impartirgli sin dall’inizio corrette abitudini è senza dubbio più semplice rispetto ad una rieducazione o ad un recupero comportamentale, quando il danno è già stato fatto. A mio avviso l’educazione è fondamentale, ed in certi paesi è addirittura obbligatoria, se si vive in città o se si tratta di cani impegnativi che mal guidati possono diventare difficili da gestire e pericolosi per l’incolumità pubblica, a tal proposito non serve pensare necessariamente al cane aggressivo che morde ma anche per esempio ad un cane molto timoroso che scappa. Collegandoci alla massima iniziale, non dimentichiamoci che l’educazione riguarda in primis il proprietario, un cane educato infatti è un cane ben gestito e ben voluto dalla collettività.
Uno dei problemi più frequenti per i possessori di cani e gatti è certamente rappresentato dai vermi intestinali, parassiti che vivono a spese di un altro organismo indebolendolo e, a volte, causando gravi patologie. Tra i parassiti più importanti troviamo: 1. Ascaridi: sono i vermi intestinali più frequenti negli animali giovani in quanto trasmessi dalla madre nella fase finale della gravidanza e con il latte materno. La trasmissione avviene attraverso l’ingestione di uova. 2. Tenia: presente in cani e gatti di qualsiasi età. I vermi si insediano nell’intestino dove consumano parte del cibo ingerito dall’animale. La trasmissione avviene prevalentemente attraverso le pulci. 3. Tricuridi: infettano animali di tutte le età. Gli adulti si attaccano alla parete intestinale nutrendosi di sangue. La trasmissione avviene attraverso l’ingestione di uova. 4. Anchilostomi: più frequenti negli animali giovani. I parassiti adulti si attaccano alla parete intestinale nutrendosi di sangue. La trasmissione avviene attraverso l’ingestione di uova. Le larve possono anche entrare nell’organismo attraverso la pelle o trasmesse con
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il latte materno. Le verminosi intestinali rivestono particolare importanza negli animali giovani, vista la loro ancora carente risposta immunitaria, dove possono provocare debolezza, dimagrimento, patologie cutanee, fino ad arrivare, in caso di infestazioni massive, a diarree profuse, disidratazione ed anemie che possono portare anche alla morte del soggetto. In un animale adulto, nella maggioranza dei casi, un’infestazione non mostra sintomi particolari mentre nei casi più gravi si possono notare opacità del pelo, dimagrimento e diarrea di varia entità. A parte i casi in cui le larve sono visibili ad occhio nudo (proglottidi della tenia) l’unico metodo per avere una diagnosi sicura è l’esame microscopico di un campione di feci. In caso di verminosi intestinali il veterinario di fiducia saprà consigliare la terapia più idonea, in commercio ci sono diversi ottimi prodotti, compresse o creme per via orale, fialette da applicare sulla cute o soluzioni iniettabili contro i parassiti più comuni. Normalmente effettuando un paio di trattamenti il problema si risolve e raramente è necessario procedere ad ulteriori terapie.
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xI farmaci Orfani e le patologie rare Continua a pag. 37 35
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’Europa oggi è un’entità ancora in cerca di una sua identità, di una forma stabile che le consenta di avviarsi verso il futuro con sicurezza e capacità di incidere. Molto ancora deve essere fatto nella direzione dell’integrazione politica e normativa ma soprattutto, se si vuole veramente restare uniti in un Unione che spesso viene percepita come distante e aliena, è necessario costruire una vera cultura europea. Soltanto una forte cultura condivisa infatti può permetterci di superare le differenze nazionali, molto più di rapide modifiche a regolamenti e statutari comunitari. La scarsità di questa cultura condivisa si traduce anche in limitazioni all’apporto che i professionisti di diversi paesi dell’Unione possono portare fuori dal loro stato. Scrivo questo editoriale da Sibiu, in Romania, dove ho partecipato a un convegno europeo di psicologia. Le domande che ho portato ai partecipanti sono state soltanto due. La prima è stata se conoscessero i regolamenti dei diversi stati dell’Unione Europea riguardo alla possibilità di svolgere la professione di psicologo. La seconda è stata se pensassero che i potenziali pazienti, clienti o utenti fossero disponibili ad affidarsi a professionisti con un titolo di studio estero, esperienze diverse da quelle a cui sono abituati, teorie e concetti lontani dal mainstream della loro nazione. Purtroppo devo ammettere che, anche in un ambiente accademico, la risposta a entrambe le domande è stata negativa. Ma se a riparare alla prima è sufficiente poca formazione riguardo leggi e regolamenti, la seconda richiede un lungo processo di educazione e diffusione della cultura. Oggi, l’Europa ha un potenziale infinito: 500 milioni di persone portatrici di culture diverse, di studi di altissimo livello, di possibilità di innovazione. Però finché non saremo pronti e disponibili ad utilizzarlo, finché non sarà normale – ad esempio – rivolgersi a uno psicologo romeno, inglese, portoghese o tedesco e che gli psicologi italiani sentano di poter lavorare in tutto il continente, questo potenziale rimarrà un’idea e una possibilità ancora da scoprire. *Presidente dell’ordine degli Psicologi del Veneto
xLa Micropigmentazione estetica: la chirurgia richiede un aiuto Continua a pag. 37 36
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L’opinione NON SOTTOVALUTIAMO I TRAUMI DENTALI DEI RAGAZZI
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di Dott. Bruno Noce*
egli ultimi anni è aumentata, negli individui in età evolutiva, la prevalenza di eventi traumatici che vedono il coinvolgimento del distretto oro facciale, ivi comprese le arcate dentarie, si’ da rappresentare un indubbio problema di salute pubblica. Ciò è imputabile all’aumentato dinamismo della vita quotidiana, al maggior coinvolgimento del bambino in attività agonistiche ed all’aumentato uso di veicoli motorizzati da parte degli adolescenti.Scuola, ambiente domestico, ambiente sportivo e strada sono le sedi dove con maggiore frequenza si verificano eventi traumatici e, allo stesso tempo, luoghi dove è possibile mettere in atto idonee misure di prevenzione. L’arrivo ad un pronto soccorso di un paziente che abbia subito un trauma dentale è, pertanto, un evenienza frequente e tale da richiedere, per una corretta presa in carico dell’individuo, competenze multidisciplinari (odontoiatriche, Maxillo-facciali, pediatriche, medico-legali, medicosportive, di medicina d’urgenza e di medicina preventiva); il tutto al fine di avviare il paziente verso un ottimale recupero funzionale ed estetico. A seguito di un trauma che coinvolge il distretto facciale e le arcate dentarie, le prestazioni terapeutiche necessarie possono essere volte al ripristino della mucosa, alla ricostruzione immediata dell’elemento dentario traumatizzato, al riattacco del frammento coronale fratturato, al reimpianto del/i dente/i avulsi, ove possibile. Durante la prima visita, grande importanza deve essere riservata all’approccio psicologico del paziente traumatizzato. Il percorso diagnostico e terapeutico deve essere affrontato secondo un protocollo specifico che, prevedendo inizialmente un’accurata raccolta dei dati anamnesticocircostanziali dell’evento traumatico, si articolo successivamente con una prima fase di obiettività clinica e radiologica, una seconda di specifico intervento terapeutico è una terza che prevede la programmazione di controlli a distanza atti a seguire l’evoluzione clinica. La maggior parte della letteratura, oggi disponibile, sottolinea che spesso la conoscenza delle corrette procedere da seguire in presenza di un trauma dentale è insoddisfacente. Infatti, alcuni studi indicano che solo il 4% dei medici fornisce, in una fase iniziale, un trattamento appropriato. La prognosi delle lesioni traumatiche dentarie dipende dal tempo che intercorre tra l’evento traumatico e l’inizio del trattamento e, spesso, la prima figura che viene a gestire il trauma dentale è il medico di pronto soccorso o quello ospedaliero o il pediatra di libera scelta. Sono state quindi messe a punto dal ministero della salute delle linee guida che possano fornire delle indicazioni e raccomandazioni sulla prevenzione e gestione immediata del trauma dentoalveolare nei pazienti in età evolutiva co una altresì attenta valutazione delle conseguenti implicazioni medico legali. *Presidente della Commissione albo odontoiatri rovigo
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L’intervento CERTIFICAZIONI MEDICHE PER ATTIVITÀ SPORTIVE NON AGONISTICHE O LUDICO-AMATORIALI QUANDO SUSSISTE L’OBBLIGO? di Francesco Noce*
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i sono voluti un D.L., una sua conversione in Legge,una nota esplicativa di un D.M. recante “linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l’ attività sportiva non agonistica”, con il supporto di un gruppo di lavoro nominato presso il Ministro della Salute, per sopprimere l’ obbligo della certificazione medica per l’ attività ludico-motoria e amatoriale e confermarne l’ obbligo per l’ attività sportiva non agonistica.E ancora rimangono vaste zone d’ombra sull’argomento a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico e dalla ripresa delle attività sportive. Ma andiamo con ordine: con D.L. del 21 giugno 2013 convertito in legge N.98 il 9 agosto 2103 viene soppresso l’obbligo di certificazione medica per l’attività ludico-motoria o amatoriale e confermato l’ obbligo per l’ attività sportiva non agonistica;nell’agosto del 2014 viene emanato il Decreto del Ministro della Salute con le linee guida e nel giugno dell’anno in corso la nota esplicativa del Ministero della Salute. In pratica l’ obbligo del certificato riguarda a) gli alunni che svolgono attività fisiche-sportive nell’ambito delle attività parascolastiche;b) coloro (inteso come persone fisiche tesserate) che svolgono attività organizzate dal Coni,da società sportiva affiliate alle Federazioni sportive nazionali,alle discipline associate,agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni che non siano considerati atleti agonisti (questi ultimi hanno obbligo di certificazione sportiva rilasciata dalle ALS o da Centri autorizzati); c) coloro che partecipano ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale. I Medici che possono rilasciare il certificato sono i Medici di medicina generale e i Pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o i Medici specialisti in medicina dello sport. Il certificato medico ha validità annuale e per il suo rilascio vengono specificati gli accertamenti clinici richiesti: anamnesi ed esame obiettivo completo di misurazione della pressione arteriosa,un elettrocardiogramma (ECG) (almeno una volta nella vita) o ogni anno per coloro che hanno superato i 60 anni di età e presentano fattori di rischio cardiovascolare oppure indipendentemente dall’età soffrono di patologie croniche comportanti un aumentato rischio cardiovascolare.Ovviamente il medico può richiedere ulteriori esami che ritiene opportuni per il rilascio del certificato. Nell’ambito dell’attività non agonistica il Coni,sentito il Ministero della salute dovrà provvedere ad impartire idonee indicazioni agli Organismi riconosciuti dallo stesso Coni affinché distinguano tra le diverse tipologie di tesseramento ai fini della sussistenza o meno dell’obbligo del certificato tra: a) tesserati che svolgono attività sportive regolamentate;b) tesserati che svolgono attività sportive che non comportano impegno fisico; c) tesserati che non svolgono attività sportiva. Solo per i tesserati di cui al punto sub a) sussiste l’ obbligo della certificazione. Nell’attesa,poichè il gioco del bridge o del burraco o degli scacchi o delle bocce sono considerati discipline sportive, tutti coloro che partecipano a tornei organizzati da società sportive affiliate al Coni dovranno esser muniti di certificato medico? E tutti gli over 60 con ECG annuale? E tutti i bambini che praticano attività fisiche presso Enti riconosciuti dal Coni o nell’ambito di attività parascolastiche anche loro dovranno presentare certificato medico con allegato un ECG? Quali potranno mai essere le attività sportive che non comportano impegno fisico? Conosciamo bene l’ importanza dell’attività fisica per la salute dei bambini ma,come hanno giustamente osservato i Pediatri, la nebulosa definizione di attività sportiva non agonistica,l’obbligo di un ECG per il rilascio del certificato e i costi derivanti hanno reso complesso e più difficile l’ approccio all’ attività motoria organizzata,specialmente per i bambini delle fasce sociali più disagiate. Non sussiste più invece l’obbligo del certificato per attività ludico-motoria, “intesa come attività praticata da soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali,alle discipline associate,agli Enti di promozione riconosciuti dal Coni,individuale o collettiva,non occasionale,finalizzata al raggiungimento e mantenimento del benessere psico-fisico della persona”. Peccato che, come da conoscenza comune,le palestre,le piscine,i circoli del tennis,le piste di pattinaggio e via dicendo,per motivi di opportunità amministrativa sono nella quasi totalità affiliati al Coni e i loro frequentatori automaticamente tesserati, e richiedono indipendentemente dall’attività svolta, la presentazione del certificato medico per la loro frequenza. Di più: il certificato comunque viene richiesto se non altro per motivi assicurativi in quanto molte polizze assicurative stipulate dai gestori di palestre etc. rispondono solamente se vi è la presenza di un certificato medico. Insomma ci sono voluti un Decreto Legislativo,una sua trasformazione in Legge,un Decreto del Ministro della Salute,una nota esplicativa del Ministero della Salute,un gruppo di lavoro presso lo stesso Ministero per complicare il rilascio della certificazione per attività sportiva non agonistica e rendere il certificato per attività ludico-motoria un atto amministrativo per le assicurazioni piuttosto che un certificato clinico per motivi di salute, che, anche se non obbligatorio risulta obbligato. *Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo
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i farmaci orfani e le patologie rare
Postura corretta a scuola Perchè stare attenti alla postura Il bambino o ragazzo raggiunge la maturità fisica solo intorno ai vent’anni, ma prima di quel momento il suo corpo si modifica in base alle esigenze subendo costantemente delle spinte di crescita molto forti; da qui l’importanza di educare i bambini ad una postura corretta in modo da: evitare problemi alla schiena in età giovanile; prevenire i dolori in età adulta, quando il nostro fisico non riuscirà più a compensare: scoliosi, dorsalgia, lombalgia, dolore cervicale solo per citarne alcuni; limitare i vizi posturali che possono provocare problemi anche a livello delle articolazioni; Una posizione scorretta deve essere mantenuta per un tempo prolungato per diventare un atteggiamento posturale e quindi poter creare problemi: a scuola un bambino tende a rimanere fermo in posizioni sbagliate per molto tempo, spinto dalla noia, dalla stanchezza o da deficit muscolari; in questo modo, giorno dopo giorno la postura viene viziata e in seguito mantenuta anche al di fuori del contesto. Studi recenti hanno constatato che il 50-60% delle alterazioni posturali sono dovute agli orari scolastici; altra causa molto importante è la quantità di bambini sovrappeso e obesi del nostro bel paese. Cosa fare Abbiamo visto essere la base per una buona salute fisica sin dai primi anni di vita e raggiunge l’apice dell’importanza proprio nel periodo scolare; per evitare problemi è molto importante mantenere una corretta postura a scuola e quindi bisogna comportarsi di conseguenza:
I educare e sensibilizzare il bambino verso un atteggiamento posturale corretto nelle ore scolastiche; approfittare anche delle ore di studio casalinghe per insegnare la postura corretta al proprio figlio; evitare di portare gli zaini su una spalla sola; limitare carichi troppo pesanti nelle cartelle; alleggerire gli orari e rendere le lezioni più piacevoli e interattive; migliorare la preparazione dei docenti riguardo la postura; aumentare le ore di educazione fisica, rendendola però anche più professionale; rivolgersi a personale qualificato al di fuori della scuola per consulenze e consigli pratici professionali
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La Micropigmentazione estetica: quando la chirurgia richiede un aiuto
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uesto mese vediamo una tipologia di trattamento che si affianca alla chirurgia plastica ed estetica e diventa uno strumento indispensabile in particolari casi: la micropigmentazione. La micropigmentazione è una specialità estetica, fino ad oggi nota come “trucco permanente” che prevede l’introduzione di pigmenti specifici nella cute per modificare, correggere, abbellire o riequilibrare tratti del viso e del corpo. È un termine introdotto circa 10 anni fa quando il trucco permanente si è distaccato dal tatuaggio vero e proprio assumendo una propria identità. Quando parliamo di micropigmentazione parliamo di un trattamento vero e proprio eseguito da personale tecnicamente preparato, che utilizza prodotti appositamente creati per tutelare la salute di chi si sottopone al trattamento stesso. Ma in che modo questo trattamento si intreccia con la chirurgia plastica ed estetica? Nel corso degli anni, ricerca ed esperienza hanno permesso di suddividere questa pratica in tre categorie: estetica, correttiva e ricostruttiva. In dettaglio la micropigmentazione estetica (vero e proprio trucco semipermanente) viene utilizzata per modificare o ridefinire la forma delle sopraciglia, di occhi e di labbra. In caso di asimmetrie importanti, può affiancarsi e completare un trattamento con acido ialuronico o tossina botulinica. La micropigmentazione correttiva è impiegata per correggere errori, tatuaggi
estetici eseguiti in precedenza in cui colore e forma non sia stata eseguita correttamente. La micropigmentazione ricostruttiva, definita anche paramedicale, Dott.ssa Cristina viene utilizzata invece Rogato, medico chirurgo specialista per mascherare cicatrici in chirurgia plastica chirurgiche o da traumi, vitiligine, zone di ipopigmentazione. Può essere utilizzata anche per ricostruire o ripigmentare l’areola mammaria dopo interventi chirurgici demolitivi, o le sopraciglia e le aree di alopecia in pazienti sottoposti a terapie aggressive. Il trattamento è molto simile ad un tatuaggio, differenziandosene per la durata (il pigmento utilizzato viene progressivamente eliminato grazie al naturale processo di rigenerazione della cute nel giro di 12-18 mesi), per la tipologia di pigmento che viene usato, per la profondità in cui viene depositato il colore. Come tutti i trattamenti estetici medicali e paramedicali devono essere eseguiti da professionisti altamente qualificati e in strutture idonee. Dott.ssa Cristina Rogato Spec. In Chirurgia Plastica Studio Medico – Viale dei Mille 107A Tel. 328 2523160 www.dottoressacristinarogato.com
paesi industrializzati, ed in particolar modo, noi europei, siamo abituati ad un certo tipo di Servizio Sanitario Nazionale e forse, giusto o meno che sia, lo diamo per scontato. Parliamo di un sistema in cui molti farmaci (per le patologie croniche) sono concessi gratuitamente in regime di SSN. Purtroppo non sempre è così. Esistono alcune patologie per le quali ancora, non solo non vi è sufficiente documentazione scientifica, relativamente alle cause, ma non esistono neppure farmaci che possano curarle. Sono definite Malattie Rare, quelle che colpiscono un numero ristretto di persone (una ogni 2000) quasi tutte genetiche, infettive, autoimmuni e carcinomi rari. Attualmente ne sono state calcolate all’incirca 7000 e ne vengono continuamente descritte di nuove nelle pubblicazioni scientifiche. Sono gravi e possono manifestarsi dalla nascita o dall’infanzia ed essere croniche e spesso progressive. Per la maggior parte di queste ancora oggi non è disponibile una cura efficace, ma numerosi trattamenti possono migliorare notevolmente la qualità della vita e prolungarne la durata. In questo scenario vengono utilizzati i farmaci definiti orfani. Si tratta di farmaci che l’industria farmaceutica non produce perché non remunerativi (dato il ridotto numero di pazienti-fruitori) oppure
Il Dr. Alberto Faggin
che erano commercializzati, ma l’azienda produttrice ha rinunciato all’autorizzazione al commercio, oppure molecole ritirate dal commercio per ragioni economiche o terapeutiche o ancora prodotti mai sviluppati. Per capire ciò basta pensare all’iter che un farmaco richiede dalla scoperta della molecola alla sua commercializzazione (decorrono circa 10 anni), tempo in cui la ricerca ha un enorme costo e in questo caso i capitali investiti non verranno mai recuperati. In tali patologie è di fondamentale importanza il farmaco galenico magistrale prodotto all’interno degli ospedali e nelle farmacie territoriali competenti. In questo caso il farmaco galenico si affianca all’industria colmandone le “carenze” dovute all’impossibilità di quest’ultima di produrre piccoli lotti di farmaci personalizzati (ad hoc).In tal modo il medico avrà a disposizione un arma in più potendo scegliere la terapia più idonea per il paziente. Dott. alberto Faggin piazza i Maggio n°5, Codevigo (Pd) www.farmaciafaggin.it info@farmaciafaggin.it laboratorio@farmaciafaggin.it tel: 049-5817029
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10”
ORIZZONTALI: 1. Arresta le auto - Un colore - 2. Metallo prezioso... poetico - Affascinante, piacevole 3. Il cane di Ulisse - Famoso extraterrestre - 4. Breve... chilometro - Le care, vecchie lire - A te - 5. Ad Interim - Raccoglie il sangue - 6. Si può bere caldo o freddo - Un continente 7. Articolo determinativo Tutto, tutti - 8. Antica città greca - Una nota - 9. L’urlo dei tifosi - Legno pregiato. VERTICALI: 1. Conosco - Set, attrezzatura - Il milligrammo - 2. Mezzo per il trasporto pubblico - Gas per palloncini - 3. Pennuto palmato - 4. Grano essicato - Prima di certi nomi spagnoli - 5. Dopo - Asciugacapelli - 6. Opere Pubbliche - Obiettivo, traguardo - 7. La comunità europea - L’attore americano Diesel - 8. Veleno per topi - 9. L’alluminio - Nome femminile - Tutto bene.
IL PUZZLE: Le Costellazioni
RIDIAMOCI SU… • Ho fatto pubblicare un annuncio sul giornale, “Cerco moglie”. Il giorno dopo ho trovato nella cassetta della posta centinaia di lettere che riportavano tutte la medesima frase: “Vuoi la mia?” • Un tizio ha scritto su un cartello: “Vendesi auto, telefonare ore pasti. Franco. L’auto in questione è urtata, strisciata e un po’ ammaccata”. Sul cartello gli hanno aggiunto a penna: “A Fra’... Magna tranquillo...” • La mia vita amorosa è talmente scarsa che sto partecipando ai campionati mondiali di astinenza. Pensate che nelle semifinali incontrerò il Papa! • È dura essere dei divi: perseguitato dai paparazzi mentre corteggi la donna più bella del mondo; devi pagare gli assegni miliardari alla tua ex-moglie dalla quale hai divorziato per sposare la diva del momento; devi viaggiare da un capo all’altro del mondo per lavoro utilizzando il tuo jet extra-lusso... Questa vita non la consiglio a nessuno! • Due amici, appassionati di equitazione, parlano dei rispettivi destrieri. “Guarda, il mio cavallo è così bene
Si risolve come un normale cruciverba,in più devono essere annerite altre 10 caselle
addestrato che ogni volta che gli dico “Hop... hop” lui esegue dei salti impressionanti.” L’altro ribatte: “Allora il mio è molto più addestrato... pensa che ogni volta che gli dico “Hip... hip” lui mi risponde “Urrà”!” • Nella vita contano soprattutto due cose: la salute e la voglia di lavorare. Io ho la salute, mia moglie la voglia di lavorare. Non abbiamo problemi. • Alcuni pensano che io sia una persona orribile, ma non è vero. Ho il cuore di un ragazzino… Custodito in un vaso sopra la scrivania. • “Dottore, è un periodo che ogni volta che accendo una sigaretta mi viene voglia di fare baciare chi mi è vicino, è grave?”. Il dottore: “Signora, non si preoccupi, si rilassi e accenda subito una sigaretta!”
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42 1 Oroscopo ARIETE
DAL 21/03 AL 20/04
AMORE
TRA PASSIO-
AMANTI
NALE E BATTAGLIERO, TRASPAR-
ENTE MA UN PO’ PIATTO QUELLO TRA CONIUGI COLLAUDATI CHE SI LEGGONO COME UN LIBRO APERTO, MA DISERTANO IL LETTONE!
TORO DAL 21/04 AL 20/05
IL
S T A
PERIODO NO
PER FINIRE E PER CHI DEVE
RICOSTRUIRE SARÀ DURA… MA CON
Oroscopo
BILANCIA DAL 2 3/09 22/10
AL
QUALCHE
TEMPORALE DI
FINE ESTATE SUL FRONTE SENTI-
MENTALE, MA PER QUALCUNO
TUTTO RICOMINCIA A GIRARE
CHE SE NE VA, QUALCUN AL-
PER IL VERSO GIUSTO:
SICUREZZA
TRO ARRIVA…
VOGLIA
DI RE-
LAZIONI PROFONDE, GARANTI DI
SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11
VI ATTENDE LA VITA VERA!
SIETE
NEL PIENO
DI UN PERIODO CON-
FLITTUALE, DI QUELLI CHE SFIANCANO
CALMA E TANTO AMORE TUTTO SARÀ
E INSIEME MATURANO.TRA I VOSTRI
POSSIBILE. SIETE NERVOSI MA SARETE
SOGNI ROMANTICI, LE ASPETTATIVE
PRESTO PREMIATI
AMBIZIOSE E LA REALTÀ DEI FATTI, C’È MOLTA DISTANZA
GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06
DESIDERATE VITÀ
SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12
NO-
ANCHE
IN
AMORE, ANCHE SE SIETE LEGATI
SE
CERCATE
DI
A DOPPIO FILO CON QUALCUNO.
CON-
AVETE
OSCIUTO QUALCUNO
FORTI EMOZIONI, LA
NOIA VI OPPRIME!
CHIEDETEVI PERÒ SE NE VALE LA PENA?
NUOVO,
PREPA-
RATEVI PERCHÉ SI FARÀ VIVO CON
DECISIONE.
SVICO-
NON
LATE, SIATE RICETTIVI E FATEVI LE DOMANDE GIUSTE
CANCRO
DAL 22/06 AL 22/07
LASCIATE
CAPRICORNO
DAL 22/12 AL 20/01
ANDARE SPESSO
CON IL PARTNER, DOPOTUTTO
QUALCUNO
ANDARE AL TRAINO È UNA GRAN
SI ALLONTANA PER
COMODITÀ!
UN MALINTESO, QUALCUN AL-
BENE SENZA FUOCHI ARTIFICIALI
FORTE
MA SI VA RAFFREDDANDO LA PASSIONE, VI VOLETE
LEONE DAL 23/07 AL 23/08
TENEREZZA SIONE
SI
TRO CAMBIA STRADA E PAESE.
LA SENSAZIONE DI SOLI-
TUDINE, CAMBIERÀ SE CAMBIATE ANCHE VOI
ACQUARIO DAL 21/01 AL 19/02
E PAS-
CUPIDO
INTREC-
GAMA DELIZIOSO, PECCATO CHE IL
ABBRACCIARE DALLA PERSONA GIUSTA E DA
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MALE, CHI PUÒ
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