di Chioggia
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Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 155 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD
Verso le elezioni I veneti impegnati alle Politiche pagg.
Il bilancio Strade, meno incidenti nel 2012
Amministrazione Casson: “Nel 2013 ridurremo l’Imu”
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EDITORIALE
Le parole dei politici
LO NAZ/19/2010/CT
01 04 2010
“N
oi siamo quelli che mantengono le promesse”. E’ con orgoglio e commozione che il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben apre le porte alla cittadinanza e alle istituzioni del rinnovato ospedale di Chioggia. Ora si presenta così come era stato promesso soltanto un anno prima, secondo l’ambizioso progetto di rivisitazione che ha interessato la riqualificazione dell’area esterna, i parcheggi e la viabilità, l’ingresso e la riorganizzazione dell’atrio, la ristrutturazione della Radiologia
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L’Intervento
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Si è deciso, con unanime approvazione, di chiamarlo Ospedale della Madonna della Navicella, una intitolazione che vuole essere un omaggio ad una delle più importanti tradizioni di culto religioso locale. Numerose e compiaciute autorità erano presenti alla tradizionale cerimonia del taglio del nastro. A fare gli onori di casa il direttore Dal Ben che, ridotti al minimo i convenevoli, si è piuttosto soffermato a descrivere il risultato di tanto e concitato lavoro. pagg. 8, 10
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e la rivisitazione - dopo il nuovo servizio di Fisiatria al sesto piano - del quinto piano con la rinnovata Geriatria e del quarto piano di Medicina “da consegnare - spiega Dal Ben al suo primario, Bariga”. Il 21 dicembre, a dispetto di quello che sostenevano i Maya, è stata dunque una bella giornata per la città che ha festeggiato l’inaugurazione del nuovo nosocomio. La prima novità riguarda proprio il nome che consente all’ospedale cittadino, dopo 50 anni, di assumere una più definita identità.
RE
Primo bilancio positivo per lo sportello Info Donna a sostegno del lavoro in rosa, nato dalla collaborazione tra Comune di Chioggia e la Camera del Lavoro di Venezia. Da settembre a dicembre sono state circa 120 le donne che sono rivolte allo sportello. pag. 12
Riqualificata l’area esterna, riorganizzato l’ingresso, ristrutturata Radiologia, Geriatria e Medicina
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Ospedale rimesso a nuovo in un anno
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a politica continua ad essere un tema d’interesse per gli italiani, nonostante i timori alla vigilia della campagna elettorale. Dopo un anno di vita in penombra, il rischio era quello di una disaffezione della gente ancora più marcata verso la politica. E invece le elezioni continuano ad essere un tema che esercita il suo appeal. Almeno in termini di comunicazione. I dati sugli ascolti televisivi, quelli sulle ore e ore di presenze dei politici in tv o in radio, il numero di trasmissioni di approfondimento-interviste-faccia a faccia..., ma anche quello di articoli pubblicati in grande rilievo dalla carta stampata, sembrerebbero confermarlo. Ci sono poi le nuove tecnologie: la politica impazza sul web, twitter è l’irrinunciabile strumento per avere un filo diretto con gli elettori. Una inconsueta programmazione che costringe l’appuntamento con le urne in un periodo ancora invernale e tempi ristretti che hanno ridotto la durata della campagna elettorale costringono a scelte diverse: i comizi in piazza, i tour e le iniziative sul territorio sono meno impattanti. La comunicazione via radio, tv, giornali e web diventa allora ancora più importante.
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EDITORIALE
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Le parole dei politici Cavanella
I bambini della materna in visita al presepe I bambini della Scuola dell’Infanzia di Cavanella dell’Istituto Comprensivo Chioggia2, assieme alle maestre, ai genitori, ai nonni ed al collaboratore scolastico, il 21 dicembre scorso hanno fatto visita al Santo Presepe della chiesa di Cavanella.Ad aspettarli c’era Don Clemente che li ha accolti tutti con affetto, benedicendo i bambini e le statuine di Gesù dei loro presepi. E’ stato un felice momento di conclusione di un mese percorso all’insegna della preparazione al Natale, che è iniziato con il lavorare per l’abbellimento della scuola nell’attesa dell’arrivo di Babbo Natale e per la nascita di Gesù Bambino, che nella scuola di Cavanella quest’anno è nato in una conchiglia meravigliosa in fondo al mare (tema del progetto educativo didattico). Contro le violenze
Ma che tipo di comunicazione è quella che hanno scelto i politici? Le tecniche di comunicazione sono raffinate - squadre di esperti comunicatori sono al lavoro febbrile per trovare soluzioni efficaci e convincenti ad orientare il voto degli elettori, soprattutto dei tanti ancora incerti - le parole spese sono tante, ma quali sono i contenuti? Senza scomodare l’umorismo di Pirandello e la sua teoria del sentimento del contrario, la risposta la si potrebbe trovare proprio nelle caricature di comici che quotidianamente sottolineano questa concitata fase pre-elettorale. E così può capitare di sentire per radio, nello spazio degli annunci, l’offerta di una invitante voce che rivolgendosi ai clienti di un improbabile supermercato-Paese esorta gli acquirenti ad approfittare dell’irrinuciabile svedita dell’abolizione dell’Imu, offerta di cui si può beneficiare fino alla fine della campagna elettorale - non dopo -, considerato che da destra a manca tutti i politici te la tirano dietro. Ci si può imbattere nella gara di fantomatici candidati che in un inverosimile faccia a faccia si sfidino a chi sia più bravo a togliere Imu e altre tasse, disoccupazione, disagi, povertà... fino a, presi da euforia del duello, a promettere di togliere tonsille, calli e quant’altro a chi ne ha bisogno, pur di togliere di più dell’avversario. La campagna elettorale e la politica hanno ispirato numerosi film comici nostrani. C’è poi la questione aperta di chi sia più incapace, tema anche questo molto praticato nella campagna elettorale, e quella della quantità di polvere nascosta sotto il tappeto. Non mancano le favole - quanto si è discusso sul pifferaio di Hamelin -, le gag e le presentazioni oltre la veste ufficiale degli stessi politici che umanizzano i candidati e hanno innegabile riscontro mediatico. Si sorride con un po’ di amaro in bocca. Quali sono i programmi? E, soprattutto, non sempre appare chiaro in questa comunicazione - o quanto meno non sempre arriva agli elettori che sia nelle corde della politica in corsa alla campagna elettorale - il principio secondo cui le parole credibili pressuppongono i fatti. di Ornella Jovane
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Quando l’arte sposa la solidarietà pag.
27
Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 28 dicembre 2012 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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Provincia e avvocati difendono le donne
Lo scorso 14 dicembre è stato presentato a San Donà di Piave il protocollo d’intesa fra la Provincia di Venezia e il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Venezia per lo svolgimento di attività di consulenza legale gratuita alle donne vittime di violenza. “ Credo che un problema complesso come quello del contrasto alla violenza contro le donne - ha detto l’assessore provinciale alle Pari Opportunità Giacomo Grandolfo - possa essere efficacemente affrontato solo attraverso uno sforzo corale e un lavoro di rete”. “Il compito di questo protocollo - ha detto Victor Rampazzo, consigliere dell’Ordine degli avvocati di Venezia - è di svolgere una funzione di tutela diretta alle fasce più debli della popolazione, da situazioni che vanno oltre i limiti della liceità. Prevenire queste situazioni e offrire una capillare assistenza a chi è colpito da questi odiosi reati è il nostro impegno”. “La violenza domestica non è un fatto privato - ha osservato Maria Elena Tomat presidente della Commissione Pari opportunità della Provincia di Venezia - Contrastrare il fenomeno con azioni di prevenzione vuol dire agire per un cambiamento culturale”.
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Carnevale
Badanti e baby sitter sempre più italiane pag.
Mondo scuola
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Sicurezza stradale: lezioni in aula a portata di bimbo
cultura
Regione
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Venezia e il vetro di Murano in una foto pag.
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A Venezia il via della kermesse dedicata ai colori pag.
Sanità
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Nominati i 22 direttori generali delle Ulss venete
mostre
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Venetkens, viaggio nella terra dei veneti antichi pag. 36
“Nel 2013 continueremo a sollecitare il Comune di Dolo segnalando quali sono i problemi e le necessità di Arino”. E’ la presa di posizione di Gianni Casarin presidente del comitato cittadino “Arino per il Futuro”. Il comitato ha appoggiato i residenti di via Parolini nella loro battaglia per far tombinare uno scolo e ha raccolto 800 firme per chiedere un ufficio postale per il paese. Istituti scolastici superiori
Lavori di manutenzione straordinaria Approvato dalla giunta provinciale a fine dicembre il progetto definitivo per i lavori di manutenzione straordinaria e adeguamento di alcuni istituti scolastici superiori alle normative di sicurezza e di prevenzione incendi per un importo di 300mila euro. Gli interventi interessano il palazzetto dello Sport del liceo Veronese di Chioggia con la messa a norma, le prescrizioni Coni (Comitato olipico nazionale italiano) e gli adeguamenti necessari per la presentazione alla Ccvlps (Commissione comunale vigilanza sui locali di pubblico spettacolo) per un importo di 141.550 euro. Interessato dal progetto anche l’Istituto statale d’arte, liceo artistico Guggenheim di Mestre per i lavori per la messa a norma funzionali all’ottenimento del Cpi (Certificato di prevenzione incendi) che costeranno 28.813 euro. Interventi previsti infine al liceo di scienze umane Belli di Portogruaro per 129.635 euro: si procederà alla messa in sicurezza a norma funzionale all’ottenimento del Cpi.
4 Argomento del mese ELEZIONI Per comporre le liste bloccate della tanto vituperata legge elettorale c’è chi aspetta ordini dall’alto e chi chiede agli elettori. Chi parte per tempo e chi, dovendo attendere a difficili equilibrismi, arriva all’ultimo. Le novità non mancano e arriveranno anche i soliti noti di Maria Pavan
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Pd: tutti veneti in lista. Puppato, Zoggia e Baretta a guidare le formazioni ricche di novità
empo di liste e toto candidati in ogni regione d’Italia. Anche il Veneto ha il suo bel daffare e se Pdl e Lega, al momento in cui andiamo in stampa, non hanno per nulla le idee chiare sul da farsi, altri si sono già ben organizzati. Alcuni partiti, Movimento 5 stelle e Pd hanno fatto una scelta di democrazia partecipativa chiedendo ai propri elettori di scegliere chi volevano nelle loro liste, anche se il segretario Bersani si è poi riservato una bella fetta di nomine inserite proprio nella parte alta delle liste. Cioè tra coloro che certamente saranno eletti. Ma almeno una cosa il partito democratico veneto stavolta l’ha ottenuta: nelle liste tutti rigorosamente veneti, nessuno calato da Roma o da altre regioni a fare il capolista, o peggio, nessuno che non fosse di chiara fede Pd. L’esperienza di Calearo ha insegnato qualcosa e oggi a guidare il Senato ci sarà la capogruppo in regione Laura Puppato, già candidata alla primarie nazionali per la scelta del Premier. Mentre per la Camera in una circoscrizione è capolista il parlamentare uscente Pier Paolo Baretta e nell’altra il veneziano Davide Zoggia. “Il Pd nazionale – ha commentato Rosanna Filippin - ha capito che per essere competitivi in questo territorio bi-
Il professore Monti schiera la Capua, ricercatrice eccellente e Giampiero della Zuanna
Elezioni politiche: ch sognava valorizzare chi lo vive e vi opera. La sfida con Lega e Pdl è tutta da giocare, e i nostri giocatori vengono dalle file di casa nostra. Non poteva andare meglio”. Filippin fa notare inoltre che sono stati “rispettati in pieno i risultati delle primarie. La quota nazionale è spalmata: in Veneto i territori e i militanti contano davvero. Puntiamo alla vittoria anche al Senato - conclude il segretario - Diversamente dalla Lega che torna all’ovile di Berlusconi noi diamo voce ai militanti”. Anche Monti in Veneto fa un bell’acquisto come capolista alla Camera: Ilaria Capua, la virologa padovana di fama internazionale, che afferma di essere scesa in campo per senso del dovere visto che, a differenza di molti, un mestiere ce l’ha. E il suo nome e la sua fama sono di sicuro una grande perdita per il Pd che non le ha proposto una candidatura nonostante lei sia una delle migliaia di persone che hanno votato alle primarie del centrosinistra. Infatti afferma che se fosse stato Renzi a chiederle di candidarsi ci avrebbe pensato seriamente. Monti, poi, valorizza come capolista al Senato un altro padovano eccellente, professore universitario, editorialista del Corriere e già stretto collaboratore del ministro Riccardi: Gianpiero della Zuanna.
Ancora con Monti anche Antonio de Poli e Stefano Valdegamberi. Sono molti, invece, i mal di pancia all’interno del neonato partito Italia Futura che, dovendo far confluire i suoi candidati nelle liste del Professore, ha riscontrato non poche difficoltà al punto che alcune segreterie provinciali hanno ritirato i propri candidati. E’ in lista invece, Andrea Causin, che dopo essere stato eletto in regione con i voti del Pd ha visto bene di cambiare aria e oggi trova un probabile seggio in parlamento. Dal Veneto vorrebbe approdare a Roma Indipendenza Veneta, il cui programma principale è già nel nome del partito e che schiera capolista in Senato un docente di Politica economica a Ca’ Foscari, Lodovico Pizzati. Anche Antonio Ingroia fa campagna acquisti in regione: dalla sua parte l’ex magistrato Tamburini, il capogruppo Idv in regione Gennaro Marotta e Nicoletta Zago, conosciuta come la “pasionaria”, perito chimico della Vinyls in cassa integrazione da quattro anni e protagonista assoluta delle proteste dei lavoratori sacrificati dalla crisi. Per 40 giorni è stata sulla torre a 150 metri d’altezza con un collega, per poi scendere, parlare col Papa e con Vasco Rossi!
berluSconI rItrova maronI
Pdl e Lega, amici-nemici
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’accordo Berlusconi-Maroni, fatto sull’altare della Lombardia, non è piaciuto per nulla ai leghisti Veneti e all’indomani della presentazione dei simboli si è scatenato il putiferio quando su quello del Pdl si leggeva a chiare lettere Berlusconi Presidente. Per quanto riguarda il Pdl due posti nelle liste Pdl sembrano prenotati: il Cavaliere ha espressamente richiesto: una poltrona alla Camera per Niccolò Ghedini, l’altra al Senato per Piero Longo. E se capolista al senato potrebbe essere sempre lui, l’indistruttibile Berlusconi, alla Camera i capilista usciranno dalla quaterna composta da Giancarlo Galan, Renato Brunetta, Alberto Giorgetti e Maurizio Sacconi. Per il Carroccio solo indiscrezioni sui capilista alla Camera che potrebbero essere Matteo Bragantini, deputato uscente di Verona e Marco Marcolin, sindaco di Cornuda. Al Senato la situazione è più aggrovigliata: in lizza per il primo posto c’è Giampaolo Dozzo, capogruppo a Montecitorio nell’ultimo scorcio della legislatura. Nel partito della Marca però, c’è molta resistenza a ricandidarlo - ha già alle spalle cinque mandati parlamentari. Massimo Bitonci, segretario della sezione di Padova, sarà confermato in lista in posizione “utile” mentre andrà in pensione l’estense Paola Goisis, fedelissima di Bossi.
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Argomento del mese 5 Richieste al mondo politico
hi mettiamo in lista? Contrazione dei consumi Subito misure per aiutare le famiglie in difficoltà
Sindacati, Confcommercio e Consumatori insistono: tagliare le tasse di Maria Pavan
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opo la pubblicazione degli ultimi dati dell’Istat sulla perdita del potere d’acquisto delle famiglie, le associazioni dei consumatori appaiono concordi nel dire che la situazione è pesantissima e se sarà confermata su base annua, peserà sulle famiglie come fosse una tassa invisibile. Già nel 2012 una famiglia di 3 persone ha speso 1.433 euro in più rispetto all’anno prima, addirittura per 1.578 euro su un nucleo composto da 4 persone. E’ palese l’impoverimento degli italiani che nel 2013, se le cose non cambieranno, sarà la causa principale di un ulteriore calo dei consumi e di una nuova ondata di povertà che trascinerà migliaia di famiglie nel baratro. E’ un coro unanime di sindacati e associazioni di categoria quello che si alza verso tutti gli schieramenti politici che si confronteranno alle prossime elezioni e che, a fronte dei gravi problemi che i cittadini si trovano a vivere, devono rispondere prontamente su come intendono affrontare il tema della pressione fiscale giunta a livelli insostenibili, anche per l’effetto combinato delle addizionali regionali e locali. Far ripartire con slancio l’economia che sta morendo di troppe tasse è una priorità anche per i sindacati e la Cisl in particolare sottolinea che “per alzare i salari e sostenere i consumi c’è solo una strada: una riforma fiscale organica e strutturale, da finanziare anche attraverso una più efficace azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. Un fisco più leggero sul lavoro e sugli investimenti è lo strumento per rilanciare lo sviluppo e redistribuire equamente la ricchezza nel nostro paese”. Sulla stessa lunghezza d’onda Confcommercio che sottolinea come di fronte al permanere di dinamiche congiunturali negative difficilmente la nostra economia, e i consumi in particolare, potranno cominciare a mostrare, nel breve periodo, segnali di un significativo miglioramento. Confcommercio giudica prioritario per il nuovo governo che si insedierà a Palazzo Chigi cancellare qualsiasi ipotesi di un ulteriore aumento dell’aliquota Iva che rappresenterebbe, altrimenti, il colpo di grazia per i consumi.
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“Subito il rilancio dell’economia” S
ono mesi e mesi che gli industriali veneti chiedono alla politica nazionale un’attenzione particolare, un piano complessivo per il rilancio dell’economia. “Abbiamo tutte le capacità per ridare al nostro Paese e alla nostra regione il futuro che meritano – aveva detto il presidente di Confindustria Veneto Andrea Tomat - ma bisogna agire subito e in fretta con risposte programmatiche e rapide”. Due le priorità poste dagli industriali della nostra regione: che il governo intervenga con una vera politica industriale e dello sviluppo e che il sistema bancario sia messo in condizioni di erogare più credito a costi accessibili e gli istituti si impegnino in questa direzione, sia a livello nazionale che territoriale. Bisogna rapidamente mettere in campo strumenti incisivi: una riprogrammazione delle risorse del bilancio regionale e dei Fondi europei è necessaria per sostenere le imprese e le loro trasformazioni. L’altro capitolo su cui Confindustria Veneto lancia l’appello alla classe politica che andrà a governare il paese è la mobilità. Gli industriali si sono uniti, infatti, pochi mesi fa alla richiesta del mondo politico ed economico veneto per la proroga della gestione commissariale della Pedemontana Veneta e della Terza corsia dell’autostrada Venezia – Trieste. “Le due infrastrutture in discussione – sostengono gli industriali - sono fondamentali per la competitività del nostro sistema industriale. Serve che siano Pedemontana realizzate in tempi brevi come richiesti Veneta e Terza dall’economia. Un esempio concreto ci è corsia dell’autostrada fornito dal Passante di Mestre che è una Venezia – Trieste sono tra le poche opere prevista dalla legge delle priorità Obiettivo portata a termine nei tempi previsti”. Un successo che secondo molti è stato possibile solo grazie alle procedure più snelle consentite dalla gestione commissariale. La imprese del territorio giudicano la Pedemontana Veneta altrettanto essenziale per collegare una delle aree più industrializzate ed urbanizzate del Paese alle grandi reti nazionali e pensano che non si possa ritardare nemmeno di un giorno la realizzazione della terza corsia sull’autostrada Venezia -Trieste, per riuscire ad organizzare e gestire il massiccio flusso di tir in transito dall’Est Europa e dai Balcani. E certamente non dovranno essere sottovalutati i dati positivi registrati da alcuni distretti produttivi locali che nell’ultimo trimestre del 2012 hanno visto incrementare il proprio business con l’estero e i propri rapporti con i mercati emergenti, prima fra tutti la Cina. Tutta un’altra pagina scritta e da scrivere rispetto a quanto avviene nel resto d’Italia. Certo non tutti i 24 distretti della regione vanno bene ma sono in crescita ben 17. La notizia più importante che emerge da queste cifre è che il sistema produttivo della regione ha la forza per confrontarsi con successo con le economie più forti. Nonostante la drammaticità degli ultimi dati su occupazione e produzione industriale, questo scenario fa pensare che l’Italia non è condannata al declino, ma può affrontare con spirito positivo il problema dello sviluppo. A fronte di tutto ciò il sistema produttivo veneto chiede che non si continui con politiche depressive che aggravano le conseguenze negative della crisi, ma che si investa tutto il possibile per rafforzare i dati positivi là dove intanto ci sono. Saranno un volano per l’intero Paese come è già Ma.Pa. avvenuto in passato.
6 Chioggia Amministrazione Il bilancio delle attività nel 2012 e le prospettive per l’anno appena iniziato. Il sindaco Casson promette
“Nel 2013 ridurremo l’Imu” Nel 2012 Patto di stabilità rispettato grazie ai sacrifici dei chioggiotti e all’operazione finanziaria con Veritas che ha portato 1.900.000 euro nelle casse comunali
Il sindaco Giuseppe Casson
di Ornella Jovane
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mministrazione comunale, ci si lascia alle spalle un 2012 difficoltoso, con la speranza, lieve ma fondata, che l’anno appena iniziato sia un po’ più tranquillo. I segnali ci sono, tanto da spingere il sindaco di Chioggia, Giuseppe Casson, a promettere ai suoi cittadini nel 2013 un allentamento della pressione fiscale con la riduzione dell’Imu e una rivisitazione della tassa di soggiorno. Una boccata di ossigeno per la cittadinanza a cui lo scorso anno sono stati richiesti sacrifici pesanti. “Ma inevitabili - spiega il sindaco - per consentire al Comune la normale attività amministrativa e continuare a garantire, comunque, risposte ad una comunità viva, con l’obiettivo primario di mantenere inalterati i servizi, in particolare nel sociale”. In chiaro(poco)-scuro(parecchio) il bilancio dell’attività amministrativa nel 2012 del sindaco Giuseppe Casson e della sua Giunta, la cui presentazione è slittata a gennaio per le note difficoltà legate al Patto di
stabilità e ai fondi della legge speciale, 7,5 milioni promessi a luglio e messi in forse a dicembre con epilogo rassicurante solo in extremis: dovrebbero arrivare nel 2013. “Nonostante siamo tra i Comuni più virtuosi d’Italia e tra i meno indebitati a livello nazionale - osserva sconsolato il primo cittadino - ci siamo trovati in difficoltà: il rispetto dei parametri imposti dal Patto strangola le vicende del Comune, impossibilitato a spendere le risorse di cui dispone”. La sostanziosa riduzione dei trasferimenti statali (erano 15 milioni nel 2010, 8,5milioni nel 2012), i mancati introiti previsti dal piano di alienazione del patrimono del Comune (“C’è una sostanziale indisponibilità del mercato immobiliare - ha spiegato Casson - che è fermo e che di conseguenza ha prodotto una mancata attenzione verso i beni messi in vendita”) hanno fatto temere lo sforamento del Patto. Rischio scongiurato grazie anche ai sacrifici dei cittadini. Dall’Imu, infatti, è stato introitato un milione di euro in più del previ-
sto che insieme a 1.900.000 euro derivanti da una operazione finanziaria con Veritas ha consentito al Comune di rimettere in equilibrio i conti. “Si tratta di una stipula di contratto con Veritas - spiega Casson - per la futura cessione di una quota di Sst (che gestisce alcuni servizi comunali). Abbiamo intrapreso un percorso che comunque andava fatto, in considerazione di quelle che sono le indicazioni legislative che incoraggiano la dismissione, previa auspicabile valorizzazione, delle societa in house di piccole dimensioni verso realtà più importanti. Nei prossimi mesi verranno ceduti a Verits alcuni servizi, non quelli primari”. Anche l’introduzione della tassa di soggiorno (introitati 800mila euro) è stata finalizzata al mantenimento dell’equilibrio di bilancio. Il 2012 è stato pure l’anno dei confronti sui grandi temi e delle relative “battaglie”. “Il Ministero ai Beni culturali sostiene l’iniziativa di Chioggia - prosegue il primo
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cittadino - successivamente agli eventi calamitosi di novembre, lavorerà con noi perchè possa essere riconosciuta la deroga al Patto di stabilità più volte reclamato. E’ una battaglia che porterò avanti contro l’impossibilità di utilizzare i 45 milioni di euro - dalla Legge speciale - a disposizione del Comune a causa dei vincoli imposti dal Patto di Stablità. L’obiettivo è di svincolare questi soldi che fino a qualche anno fa - quando sono arrivati nelle casse del Comune - erano spendibili nel territorio e che colpevolmente non sono stati spesi (la polemica è rivolta all’ex sindaco Guarnieri ndr)”. Altra questione è quella relativa alla Città metropolitana, rimasta in stand by ma “che spero torni ad essere presa in considerazione” è l’auspicio del sindaco. “Crediamo - conferma - in questa prospettiva che consentirebbe di attivare un percorso positivo di crescita e sviluppo complessivo del territorio al quale Chioggia, realtà da troppo tempo isolata, potrebbe partecipare da protagonista”.
Il patto di stabilità ha condizionato e quasi “paralizzato” i cantieri e le opere pubbliche. “In questo contesto - rimarca Casson - un fatto importante è il completamento della scuola Silvio Pellico che, in chiave politica, va letta come la volontà di questa amministrazione di garantire attenzione all’educazione, alla formazione e alle sue strutture”. Le prospettive per il 2013 dovrebbero essere migliori. “Stiamo valutando la possibilità di un allentamento della pressione fiscale - conclude il sindaco -, l’avvio di alcuni cantieri e, imminente, la partenza del servizio Sos Chioggia, promesso in campagna elettorale ma procrastinato a causa delle difficoltà di bilancio. Piuttosto che partire con iniziative spot, senza poi essere in grado di garantire un servizio serio, abbiamo preferito attendere. Sos Chioggia sarà uno strumento che consentirà ai cittadini di avere un filo diretto con l’amministrazione per ottenere risposte efficaci e tempestive”.
In primavera via ai lavori in centro storico
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el 2013 dovrebbero ripartire i cantieri, l’arrivo dei fondi della Legge speciale e gli introiti che dovrebbero arrivare con la vendita dei beni del Comune dal Piano delle alienazioni potrebbero consentire interventi anche di una certa consistenza. Partendo da questa premessa l’assessore ai Lavori Pubblici, Riccardo Rossi, inizia l’elenco di ciò che si farà. “In primaverà partirà la riqualificazione del centro storico e la relativa pedonalizzazione - spiega Rossi - con l’installazione delle videocamere che consentiranno di regolamentare l’accesso delle auto, con un ripensamento e una razionalizzazione dei permessi”. Un capitolo impegnativo è quello relativo alla manutenzione di strade ed edifici pubblici. “Nel 2012 - prosegue l’assessore - non siamo intervenuti nella manutenzione delle strade “sofferenti”, se non per le emegenze, speriamo, lentamente, di fare interventi più duraturi”. C’è quindi il capitolo della manutenzione ordinaria e strordinaria delle 26 scuole pubbliche che rappresenta, dal punto di vista economico, una cifra non indifferente ma che offre lo spunto all’assessore per annunciare nel 2013 la nuova scuola a Sant’Anna. “Non abbiamo spento la cultura - prosegue Rossi -. Con l’intervento all’auditorium abbiamo ricavato uno spazio dignitoso per le iniziative culturali in attesa che sia pronto il teatro Astra”. A proprosito del quale l’assessore smonta ogni aspettattiva. “Non sarà pronto - dice - nel 2013, forse neanche nel 2014”.
Il presidente del Consiglio comunale Daniel Tiozzo richiama l’attenzione sulla volontà politica dell’amministrazione di mantenere, nonostante le difficoltà, invariato l’alto livello dei servizi sociali. L’assessore alle Attività produttive Maurizio Salvagno sottolinea il grande lavoro svolto per il settore della Pesca. “Due commissioni europee, Pesca e Porto, sono venute a Chioggia - ricorda - a testimonianza dell’interesse mantenuto alto, grazie ai frequenti contatti intrattenuti con Bruxelles, verso la nostra città e le sue problematiche, in particolare proprio la pesca per cui stiamo lavorando con buone prospettive che vengano prese in considerazione dall’Ue le nostre istanze. Stiamo lavorando inoltre per rilanciare lo sviluppo del Porto di Chioggia”. L’assessore Silvia Vianello ha voluto sottolineare l’intelligenza politica e la capacità amministrativa di questa Giunta che, nonostante sia stato un anno complicato, ha saputo centrare gli obiettivi razionalizzando le priorità. Infine l’assessore al Bilancio Narciso Girotto ha ribadito le oggettive difficoltà incontrate per rimanere entro i limiti imposti dal Patto di stabilità, ragion per cui “da giugno a dicembre - spiega - abbiamo tagliato un milione di spese”. Ha sottolineato lo sforzo chiesto ai cittadini con una pesante pressione fiscale, “utile a sopperire - dice gli oltre 4 milioni in meno dai trasferimenti statali”. E ha promesso per il 2013 un alleggerimento delle aliquote, in particolare O.J. dell’Imu.
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8 Chioggia Il caso
NEWS
Sanità L’inaugurazione lo scorso 21 dicembre
Ospedale rimesso a nuovo in un anno di Ornella Jovane
“N
oi siamo quelli che mantengono le promesse”. E’ con orgoglio e commozione che il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben apre le porte alla cittadinanza e alle istituzioni del rinnovato ospedale di Chioggia. Ora si presenta così come era stato promesso soltanto un anno prima, secondo l’ambizioso progetto di rivisitazione che ha interessato la riqualificazione dell’area esterna, i parcheggi e la viabilità, l’ingresso e la riorganizzazione dell’atrio, la ristrutturazione della Radiologia e la rivisitazione - dopo il nuovo servizio di Fisiatria al sesto piano - del quinto piano con la rinnovata Geriatria e del quarto piano di Medicina “da consegnare - spiega Dal Ben - al suo primario, Bariga”. Il 21 dicembre, a dispetto di quello che sostenevano i Maya, è stata dunque una bella giornata per la città che ha festeggiato l’inaugurazione del nuovo nosocomio. La prima novità riguarda proprio il nome che consente all’ospedale cittadino, dopo 50 anni, di assumere una più definita identità. Si è deciso, con unanime approvazione, di chiamarlo Ospedale della Madonna della Navicella, una intitolazione che vuole essere un omaggio ad una delle più importanti tradizioni di culto religioso locale. Numerose e compiaciute autorità erano presenti alla tradizionale cerimonia del taglio del nastro. C’era il sindaco Giuseppe Casson, la collega di Cona Anna Berto, i due consiglieri regionali “chioggiotti” Lucio Tiozzo e Carlo Alberto Tesserin, l’assessore provinciale Lucio Gianni e il Vescovo, monsignor Adriano Tessarollo. A fare gli onori di casa il direttore Dal Ben che, ridotti al minimo i convenevoli, si è piuttosto soffermato a descrivere il risultato di tanto e concitato lavoro. Il nuovo assetto dell’ospedale è visibile fin dall’ingresso, con un bel portale concepito in chiave marinaresca. “Due vele si uniscono a formare il nuovo portale d’ingresso - spiega il dg - una tipica delle tradizionali imbarcazioni chioggiotte, una da windsurf, unite da un arco che vuole significare quell’incontro tra storia e modernità che contraddistingue la vocazione turistica della città”. Se l’arco ricorda le vele di un’imbarcazione, la portineria è il suo scafo, si tratta di un edificio di 30 metri quadrati, opera architettonica di pregio dalle forme avveniristiche, dotata di una copertura ad arco in acciaio e vetro. Funzionale ed efficace la strutturazione dell’accesso che divide il percorso pedonale coperto da quello più imponente riservato ai mezzi pesanti. Fin dall’in-
Il direttore generale Giuseppe Dal Ben mantiene le promesse: in 12 mesi riqualificata l’area esterna, riorganizzato l’ingresso, ristrutturata Radiologia, rinnovata Geriatria e Medicina
Il taglio del nastro: da sinistra Tiozzo, Tesserin, Dal Ben, Casson e Gianni gresso nell’atrio si avverte la sensazione di essere in un ambiente ampio e confortevole, soprattutto se il riferimento è alla situazione precedente. “E’ stata ripensata tutta la filosofia d’approccio, - spiega ancora Dal Ben - nel rispetto di quelli che per noi sono i presupposti essenziali dell’accoglienza: il rispetto della persona, la volontà, esplicitata in un percorso chiaro e razionale, di saperne ascoltare le esigenze e condurla agevolmente alle strutture”. L’area dell’atrio è stata raddoppiata e dotata di un bancone con hostess dedicate all’accoglienza; il direttore preannuncia poi in questi spazi il trasferimento dell’Ufficio relazione col pubblico, ora in Villa Verde e di associazioni di volontariato, cui saranno dedicati due appositi ambiti. L’accesso alla struttura opedaliera è stato riorganizzato con tre percorsi dedicati per raggiungere in maniera separata i reparti, la Radiologia e l’area Cup-cassa. “E’ stata rinnovata l’area Cup-cassa - prosegue Dal Ben - con una sala d’attesa degna di questo nome”. L’area Cup-casse, ampliata, è stata concepita in modo innovativo per permettere agli utenti di dialogare direttamente - senza vetri e sportelli tradizionali ma nel rispetto della privacy - con gli operatori. E’ stata rifatta l’area di Radiologia, con la ristrutturazione dei 900 metri quadrati già esistenti,
l’ampliamento di altri 265 metri quadri, e il rinnovamento della tecnologia. “Abbiamo continuato e continueremo a lavorare sulla mitica area ovest - conclude il suo excursus il direttore generale -. Abbiamo completato il quinto piano affidato al promario di Geriatria e da ultima la ristrutturazione del reparto di Medicina al quarto piano”. Con la ristrutturazione ciascun reparto misura circa 560 metri quadrati e comprende venti degenze. In ciascuna stanza, tutte climatizzate e provviste dei servizi igienici, vi sono uno o due posti letto. I locali sono stati rinnovati nei colori e negli arredi per garantire un miglior comfort. Nel reparto, oltre agli ambulatori medici, è stato ricavato uno spazio per la sala riunioni. In ogni piano nella sala d’attesa c’è la reception con personale dedicato per l’accoglienza dei pazienti e dei visitatori. “Siamo a metà del lavoro complessivo - sono le parole di chiusura di Dal Ben - che ci vede impegnati, attraverso interventi che riguardano i “muri”, le nomine dei primari e l’adeguamento tecnologico, alla realizzazione di un ospedale di base che sia in grado di offrire un servizio efficace, nel rispetto della persona e della sua privacy, alle esigenze e alle richieste di un bacino di utenti che conta 50mila abitanti a Chioggia insieme con i 20mila di Cona e Cavarzere”.
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I commenti dei politici
“Bravo dal ben. Chioggia merita una struttura d’eccellenza”
A
mmirazione, entusiasmo e approvazione per il nuovo ospedale, per i lavori eseguiti nel rispetto dei modi e dei tempi preannunciati solo un anno fa. Parole di riconoscenza e apprezzamento per Giuseppe Dal Ben, espresse dai rappresentanti chioggiotti delle istituzioni locali, provinciali e regionali, alla vigilia della nomina da parte del Governatore del Veneto, Luca Zaia dei nuovi direttori generali. Da parte di tutti l’auspicio di una riconferma che, poi, è arrivata. Da gennaio 2013 Giuseppe Dal Ben continua a dirigere l’Asl 14 ancora commissariata, in tandem - questa è la novità - con la impegnativa Asl 12 veneziana. “Da anni Chioggia reclama più attenzione: questo ospedale così bello è un fatto importante” è il commento del sindaco Giuseppe Casson che ricorda come di fronte al cronoprogramma di interventi presentatogli dal direttore generale un anno fa, ci fosse da parte di tutti la consepevolezza che si trattava di un impegno importante. “I tempi sono stati perfettamente rispettati - osserva il primo cittadino - è questo è un fatto da sottolineare come quanto meno originale in un quadro generale desolante. Già di per sè fa notizia ma vale invece la pena attirare l’attenzione sulla qualità dei lavori e la bellezza del risultato. Da... fine del mondo” ha scherzato il sindaco ricordando la profezia Maya, Un’ovazione per che proprio in quei il direttore che è minuti veniva smen- riuscito a fare in un anno ciò che da tita. Anche l’asses- decenni la città chiedeva sore provinciale Lucio Gianni ha avuto parole di elogio per il direttore generale dell’Asl 14 e per quanto è riuscito a realizzare. “Chioggia merita questa attenzione - ha commentato Gianni - in soli 12 mesi Dal Ben è riuscito a fare ciò che la città chiedeva da anni. Grande merito del direttore”. “Qualche anno fa si pensava al ridimensionamento della struttura - ha ricordato il consigliere regionale Lucio Tiozzo - oggi con questa struttura rinnovata e potenziata appare chiaro ciò che la città voleva e meritava. Quello ottenuto è un risultato di eccellenza che permette al nosocomio di Chioggia di competere alla pari con altre strutture del territorio”. “Bisogna ritornare indietro di 50 anni - fa osservare Carlo Alberto Tesserin -, alla sua inaugurazione, per ricordare una giornata di festa così importante per l’ospedale come è quella di oggi”. Il consigliere regionale ribadisce quello che è lo stato d’animo condiviso un po’ da tutti, di incredulità e stupore. “In un anno - ripete anche lui - si è passati dalle parole ai fatti realizzando queste meravigliose opere che servono per far lavorare bene i medici. La città deve sapere che qui si pratica buona sanità per il territorio”.
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10 Chioggia Sanità La benedizione del vescovo, monsignor Tessarollo
Ospedale intitolato alla Madonna della Navicella Una lapide realizzata dallo scultore Longhin campeggia ora nell’atrio. Il ringraziamento del personale sanitario al direttore. Rizzo: “Ci hai traghettato in acque sicure”
La scoperta della lapide raffigurante la Madonna della Navicella
di Ornella Jovane
E
’ stato intitolato alla Madonna della Navicella l’ospedale cittadino completamente rimesso a nuovo. “Quando ci siamo posti la questione di dare un nome alla struttura - ha raccontato il direttore generale Giuseppe Dal Ben - tutti siamo stati d’accordo. Il vicino santuario della Navicella ci ha ispirato. Una scelta che rammenta la devozione dei chioggiotti per la Madonna della Navicella. Lo spirito architettonico che caratterizza la struttura è
A Chioggia si cucina col cuore
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rivolto al mare, l’intitolazione vuole essere espressione di una immedesimazione con la nostra gente, la sua tradizione, la sua religiosità”. Nella parete dell’atrio d’ingresso campeggia ora la lapide realizzata dallo scultore cavarzerano Giorgio Longhin che raffigura la Madonna della Navicella a cui l’ospedale è stato affidato nella benedizione del vescovo. “Possa l’ospedale provvedere a migliorare la salute dei cittadini” è l’augurio di
monsignor Adriano Tessarollo che ha avuto modo anch’egli di apprezzare la nuova struttura. Un’ospedale che dunque va ad esaudire le richieste di tanti anni e che il riconfermato direttore Giuseppe Dal Ben ha consentito si realizzasse in 12 mesi. “E’ il risultato eccellente di un lavoro di gruppo” ha più volte ripetuto un commosso dg citando un po’ tutti gli attori che hanno partecipato da protagonisti alla realizzazio-
“A Chioggia si cucina col cuore”, il libro di ricette della Cardiologia
Guida ragionata alla cucina tradizionale chioggiotta per i pazienti con malattie cardiovascolari A cura di: Antonella Doria Antonio A. Boscolo & Roberto Valle 1
“A
Chioggia si cucina col cuore” e soprattutto per il cuore di quelle persone che, colpite da infarto a da altre malattie cardiovascolari, si ritrovano una volta a casa a misurarsi con le tentazioni della tavola, dovendo fare i conti con le prescrizioni del medico.
ne del progetto, gli ingegneri, gli architetti le maestranze, fino all’impresa di pulizia che ha lavorato alacremente fino agli ultimi minuti prima dell’inagurazione per far sì che tutto fosse a posto. In una giornata in cui si tiravano le somme del lavoro svolto nell’ultimo anno, anche i medici, il personale paramedico e amministrativo hanno voluto ringraziare il direttore Dal Ben. Al dottor Pino Rizzo il compito di esprimere riconoscenza e gratitu-
Può capitare di incorrere in errori, anche in cucina, che portano a privazioni inutili o a scelte “parche” che talvolta possono risultare addirittura deleterie (come ad esempio la pasta in bianco, condita col burro). Partendo da questo presupposto il direttore dell’Unità operativa di Cardiologia Roberto Valle, insieme con l’infermiera Antonella Doria, il caposala Antonio Boscolo e le dietiste Flavia Pippinato e Annalisa Fortin hanno ideato una “guida ragionata
dine a nome di tutti. Il primario di Oculistica ha consegnato al direttore generale una tipica pipa chioggiotta e con stima lo ha definito “un grande timoniere che ha portato l’ospedale di Chioggia a navigare in acque sicure”. Ha infine espresso apprezzamento verso la Regione, per l’attenzione verso Chioggia e il suo ospedale che in questa occasione è stata dimostrata, dopo anni di disattenzione.
alla cucina tradizionale chioggiotta”. Un’iniziativa realizzata insieme all’Associazione Cuore Amico di Chioggia. Non si tratta di un semplice ricettario, ma di una ragionata presentazione dei piatti, corredata da indicazioni di carattere nutrizionale e validi suggerimenti sulle modalità di preparazione, per rendere le pietanze, anche le più saporite ed elaborate, più salutari. O.J.
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12 Chioggia Il bilancio annuale I dati presentati dal comandante della Polizia locale Michele Tiozzo e dall’assessore Narciso Girotto
Incidenti stradali, diminuiscono anche nel 2012 Per la prima volta, dopo 10 anni, il numero dei sinistri scende sotto quota 250. Preannunciati nuovi autovelox fissi sulla Romea in corrispondenza di Sant’Anna e di Valli di Ornella Jovane
E’
proseguita anche nel 2012 la graduale riduzione del numero di incidenti stradali che sono scesi a 249, per la prima volta dopo 10 anni sotto quota
250. E’ il dato riassuntivo del bilancio annuale degli incidenti stradali occorsi lungo le strade chioggiotte nel 2012 rilevati dalla Polizia locale di Chioggia, reso noto dal comandante Michele Tiozzo insieme con l’assessore Narciso Girotto. Oltre al dato assoluto in diminuzione, spicca un trend generalizzato un po’ su tutte le strade chioggiotte maggiormente interessate da sinistri: il numero degli incidenti si riduce lievemente in ciascuna delle direttrici prese in esame. 249 è un dato molto basso rispetto alla media dei 5 anni precedenti - pari a 344,6 - si fa notare nell’analisi, dalla quale emerge ancora una volta la pericolosità della Romea che mantiene la maglia nera di strada “più incidentata” con 51sinistri rilevati nel 2012 dalle pattuglie radiomobili della Polizia locale chioggiotta. Il pericolo corre su tutta l’asse della Romea ma anche in corrispondenza degli svincoli e degli incroci. Tuttavia anche in questo caso si evidenzia una seppur minima riduzione del numero di incidenti rispetto all’anno precedente - nel 2011 la polizia locale di Chioggia era intervenuta 52 volte - e al 2012, quando si contarono ben 66 sinistri.
Il dato del progressivo ma definitivo decremento risulta evidente dai rilievi effettuati lungo le strade urbane della città. Gli incidenti in cui sono intervenute le pattuglie della Polizia locale sono stati 198, a fronte dei 241 nel 2011, 264 nel 2010, 295 nel 2009 fino ad arrivare ai 335 nel 2006. In sei anni - sottolineano il condante Tiozzo e l’assessore Girotto - ben 137 incidenti in meno in città: “che testimonia con inequivocabile chiarezza i risultati degli sforzi del Comune nel rendere le strade cittadine più sicure”. Si riduce anche il numero dei decessi: sono stati 2 nel 2012, a seguito dei sinistri rilevati dalla Polizia locale, nel 2011 furono 4. I feriti sono stati 224. Nel contesto cittadino sono sempre le stesse località a rivelarsi le più pericolose: Viale Mediterraneo, Lungomare, Via G. di Sardegna. Il triste primato di pericolosità spetta tuttavia alla statale Romea dove oltre al maggior numero di incidenti, si rilevano pressochè tutti mortali, nonostante i frequenti controlli sulla velocità possano funzionare da deterrente per i comportamenti pericolosi. A questo riguardo il comandante della polizia locale Michele Tiozzo e l’assessore Girotto preannunciano l’installazione nel 2013 di almeno due autovelox fissi in entrambi i sensi di marcia in corrispondenza dei centri abitati di S. Anna e di Valli. Si auspicano “interventi
La Statale Romea rimane, con 51 sinistri, ad alto tasso di incidenti strutturali importanti - si legge nel comunicato -, come quello che ha modificato l’intersezione con la strada provinciale 7 per Cavarzere vicino al mercato ortofrutticolo, che ha totalmente eliminato gli incidenti, spesso gravissimi, che si verificavano con frequenza nell’immissione in Romea”. Si incoraggiano, nelle strade cittadine dove si registra ancora un alto numero di incidenti, ulteriori interventi, volti a migliorare le condizioni di sicurezza (rotonde, passaggi pedonali in sopraelevazione e potenziamento dell’illuminazione notturna nei luoghi più critici). Si ricorda infine l’efficacia dell’azione di prevenzione operata dalle pattuglie radiomobili della Polizia locale e delle altre forze di Polizia che operano sul territorio, oltre alle opere di ammodernamento delle condizioni strutturali delle strade cittadine da parte dell’amministrazione comunale. Tutti elementi che hanno contribuito al risultato di ridurre il numero dei sinistri.
Randagismo e colonie feline
Firmata la convenzione col comune
A
tutela del randagismo e per la gestione delle colonie feline nell’ambito del territorio comunale è stata firmata a inizio gennaio una convenzione della durata di due anni tra il Comune, l’Asl 14 e l’Associazione protezione animali. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore all’Ambiente Silvia Vianello che ha sottolineato l’opportunità della convenzione che definisce ambiti e rispettivi ruoli, dopo un anno e mezzo, nella gestione di una questione che ha una importante ricaduta nel territorio. Il Comune, cui spetta l’obbligo di tenere alta l’attenzione sul fenomeno, darà un contributo di 15mila euro l’anno, per due anni, l’Apa sarà la realtà di riferimento per la gestione delle colonie feline, ne sono state censite un centinaio dall’Asl 14. Il direttore del Servizio venerinario Luciano Boffo ha ricordato che in due anni sono stati sterilizzati più di 600 gatti nell’ambulatorio operativo a Cavarzere. Un risultato ottenuto con il contributo dell’Apa, ha sottolineato la presidente Sara Naccari, che da dieci anni opera attivamente nel territorio. Oltre alla sterilizazzione la signora Naccari ha ricordato i buoni risultati nell’ambito delle adozioni. “Quest’anno, utilizzando anche le potenzialità di internet - ha detto - siamo riusciti a far adottare O.J. ben 150 gatti da colonia”.
Ricerca lavoro
Sportello info donna: da settembre a dicembre consulenza a 120 donne
In 4 mesi due donne hanno trovato un impiego
P
rimo bilancio positivo per lo sportello Info Donna a sostegno del lavoro in rosa, nato dalla collaborazione tra Comune di Chioggia e la Camera del Lavoro di Venezia. Da settembre a dicembre sono state circa 120 le donne che sono rivolte allo sportello per ricevere assistenza nella ricerca del lavoro o per ricevere consulenza per i corsi di formazione. ”Lo sportello rivolto alle donne si sta dimostrando uno strumento utile ed efficace nella ricerca del lavoro, in rete con gli altri servizi della città e della provincia – commenta l’assessore alle Pari opportunità, Silvia Vianello – In soli quattro mesi, grazie alle informazioni ricevute, due donne hanno potuto trovare un impiego. Presupposti positivi per continuare in futuro la collaborazione con la Camera del lavoro di Venezia”. Il 98% degli accessi si è rivolto ad Info Donna per una consulenza nella ricerca del lavoro e per ricevere assistenza nella ricerca degli annunci. Il 50% ha richie-
sto aiuto per la stesura e per la diffusione del curriculum vitae e per l’utilizzo degli strumenti informatici. Il 30% ha cercato informazioni su corsi di formazione e corsi Fse, tirocini, servizi sociali comunali o sul lavoro all’estero. L’80% delle donne, che hanno chiesto assistenza, è in possesso del solo titolo di licenza di scuola media inferiore. Lo sportello ha attivato relazioni con Enti di formazione, Ente bilaterale, Cooperative Sociali locali, Caritas Diocesana, Centri di formazione professionali, Provincia di Venezia. Inoltre è in fase di avvio una collaborazione con il Progetto Ener.Gi - Giovani Energie Responsabili, rivolto agli studenti delle scuole superiori ed università, e si sta lavorando per attivare un corso gratuito “Aiutare chi Aiuta” per le assistenti familiari. Info Donna è aperto ogni giovedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 in riviera Caboto 5 (Ex casa del Pescatore).
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Campagna Lupia Il sindaco Fabio Livieri traccia un bilancio di un anno di attività
Autovelox di Lova: oltre mezzo milione di euro A
utovelox di Lova, affari d’oro per il comune di Campagna Lupia, ma non solo. A certificarlo sono i dati che emergono in modo chiaro dal bilancio di un anno di attività dell’impianto. A spiegarlo è il sindaco del paese Fabio Livieri dopo che dal primo gennaio 2013 il suo comune è entrato a far parte dell’Unione dei comuni con Dolo, Fiesso, Fossò. Le multe date dall’autovelox sono state date oltre 2500 di cui 2300 incassate, per una somma totale di 530 mila euro in tutto il 2012. Un segno secondo il sindaco Fabio Livieri che sulla Romea si corre troppo anche nelle ore di punta. Ma chi prende le multe? Le multe per eccesso di velocità le prendono soprattutto gli stranieri. Stranieri che hanno cominciato a pagare con più frequenza grazie all’attivazione di convenzioni ad hoc soprattutto con paesi dell’est europeo. La percentuale dei trasgressori beccata è divisa fra un 55% di stranieri e un 45% di italiani. Per gli italiani fotografati non c’è scampo. Se non si paga alla fine arriva Equitalia. Del restante 55% delle violazioni fatte da cittadini stranieri, la percentuale in media che viene pagata è salita dal 20 al 60%. Le multe così sono state recapitate in Svezia, Russia, Bielorussia, Albania, Romania. Grazie agli accordi con questi stati e con qualche paese all’interno della Ue come Slovacchia, Ungheria o Repubblica Ceca, sono stati attivati, per chi non paga, strumenti di riscossione coattiva simili a quelli di Equitalia. Non si è voluto però infierire in modo pesante e solo per far cassa. L’autovelox è acceso solo poche ore alla settimana assicura il sindaco. Se fosse acceso 24 ore su 24 in tutti i giorni della settimana ci sarebbero incassi di svariati milioni di euro. Si vuole fare principalmente un’azione di prevenzione degli incidenti e sicurezza. Va precisato che il numero delle multe dato è stato costante anche nel periodo estivo 2012. In quel periodo sono diminuite le multe ai Tir, ma aumentate quelle alle auto. Spesso di vacanzieri tedeschi, olandesi o francesi, ma anche bulgari e rumeni che sfrecciano a velocità sostenuta infrangendo il limite di 70 chilometri all’ora, il limite fissato all’incrocio con il ponte sul Novissimo a Lova ma che gli automobilisti fanno fatica a rispettare. Il sindaco Livieri ha fornito ufficialmente i dati nel primo giro perlustrativo che ha fatto con il comandante della polizia dell’Unione Comunale. “Grazie all’adesione con l’Unione dei comuni della Riviera – dice infine Livieri – l’organico della polizia comunale a disposizione di Dolo, Fiesso, Fossò e Campagna Lupia è ora di 18 agenti. Per questo sarà possibile fare dei controlli anche notturni, almeno fino alle 22 della sera. Controlli anche in funzione anti – furti”. Sull’autovelox di Lova e sulla sua gestione però da quest’anno non deciderà solo il comune di Campagna Lupia, ma tutto il consorzio di enti locali in cui il comune è appena entrato.
Lo sviluppo, la politica e il bene comune Massimo Pavin* segue da pag.
La percentuale dei trasgressori, è divisa equamente fra un 55% di stranieri e un 45 % di italiani
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Le previsioni indicano che la recessione dovrebbe proseguire per tutta la prima metà del 2013 e poi cedere il passo a una ripresa gracile, più robusta dal 2014. Per molte aziende la sopravvivenza è ancora l’obiettivo primario. Ci sono però anche segnali selettivi di vitalità, che vanno colti e amplificati, come la proiezione all’estero. Ci sono aziende che investono, crescono e assumono - nei settori avanzati e anche in quelli più maturi - puntando su qualità, esclusività e presidio dei mercati. Per queste realtà la ripresa è un obiettivo alla portata. Per tutte, infine, è in atto un impegno coraggioso volto a riposizionare le proprie attività nel nuovo scenario globale. Pur consapevoli della durezza della crisi, siamo perciò fermamente convinti delle possibilità di rovesciare la tendenza. Una convinzione che non è un atto di fede, ma di ragionata e ragionevole fiducia nell’impresa, nel lavoro e, nello stesso tempo, nella società civile. E poggia su tre pilastri: il valore dei prodotti e della filiera, la qualità del capitale umano, la coesione sociale. Il ruolo della Politica è fondamentale e irrinunciabile. Innanzitutto una Politica che dica la verità, che smetta di nascondere la polvere sotto il tappeto, che abbandoni il populismo di facili promesse - avulse dall’entità del debito e dai vincoli che esso impone - e assuma impegni credibili, con la serietà dell’esempio. La società civile - imprese, Associazioni datoriali, Sindacati, Terzo settore, cittadini - non possono certo assumere un ruolo di attesa ma, al contrario, di partecipazione e propulsione. Siamo chiamati a vigilare e a pungolare la Politica, oltre che inchiodarla alle proprie responsabilità. Occorre che chi è impegnato in Politica dia segni inequivocabili di dedizione disinteressata al bene comune. Protagonisti responsabili, liberi da secondi fini, convinti nel voler servire la causa del bene comune con trasparenza, competenza e spirito di sacrificio. Di questo ha bisogno la Politica per rigenerarsi e favorire la crescita del Paese intero, iniziando dall’alleggerire quei fardelli che oggi offendono il lavoro e l’impresa. Questi valori e questo esempio vogliamo ritrovare, in vista dell’imminente confronto elettorale, nei candidati di ogni schieramento. Augurandoci che dal voto emerga una maggioranza chiara e stabile, capace di coniugare in maniera credibile all’indispensabile rigore la via urgente e irrinunciabile dello sviluppo. *Presidente Confindustria Padova
16 Sguardo a Cavarzere Il caso San Pietro e Rottanova, il piano di riorganizzazione di Poste italiane e le chiusure
La difesa degli uffici postali continua Il 27 dicembre approvata una mozione in Consiglio regionale contro la soppressione nei piccoli comuni. Il sindaco: “Non mi sono ancora arreso”
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nuovi servizi in convenzione col Comune. “Mi presentai a Mestre - ricorda Tommasi - con le firme raccolte a San Pietro e Rottanova nelle petizioni per il “salvataggio” delle due sedi, spiegando che un’eventuale chiusura avrebbe comportato un grave disagio alla cittadinanza. Mi fu manifestata una certa disponibilità. Dopo l’incontro inviai anche una raccomandata per ribadire l’impegno assunto, ma venti giorni dopo l’incontro chiusero la sede di San Pietro, senza fornire alcuna motivazione e preavviso”. “Non mi arrendo - prosegue il sindaco -, grazie alla disponibilità di alcuni consiglieri regionali che si sono fatti carico di questo disagio che del resto non interessa solo il comune di Cavarzere, la questione è stata portata in Regione. Il 27 dicembre scorso è stata approvata una mozione nella quale si chiedeva di verificare se le sedi per le quali era stata decisa da Poste Italiane la chiusura fossero effettivamente antieconomiche e se vi sono i margini per attivare, grazie al concorso dei
Comuni e l’ausilio della Regione, altri servizi in modo da rendere più “competitivi” i piccoli uffici postali nei comuni minori”. “Da parte nostra - afferma Tommasi c’è tutta la disponibilità verso Poste italiane affinché riattivi la sede di San Pietro: l’immobile dove si trova l’ufficio è di proprietà del Comune e non abbiamo chiesto un affitto, anzi ci siamo detti disponibili a farci carico, nonostante la situazione di difficoltà economica contingente, dei consumi delle utenze”. “Non so proprio cosa dovessi fare in più - conclude il primo cittadino rispondendo alle critiche dell’opposizione -. Del resto chi mi ha preceduto come sindaco sa bene che la chiusura dei servizi è un tema dolente col quale prima o poi tutti siamo chiamati a confrontarci. Mi permetto di ricordare proprio i servizi che vennero chiusi a San Pietro sotto la sua amministrazione: le scuole, la farmacia e, già allora, l’annuncio della chiusura dell’Ufficio postale. Cosa dire poi della chiusura del nostro ospedale, la cui difesa a
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In Regione
Il Consiglio chiede alla Giunta di intervenire
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di Ornella Jovane fficio postale di San Pietro, non tutto è perduto. Quanto meno la questione rimane in piedi, nonostante la chiusura, alla fine dello scorso anno. Anzi è stata approvata in consiglio regionale lo scorso 27 dicembre una mozione contro la chiusura nei piccoli comuni. “La minoranza - commenta il sindaco Henri Tommasi - ha sfruttato questo tema in modo strumentale, addossando all’amministrazione di Cavarzere responsabilità che non erano di sua competenza. Quello erogato dalle Poste non è un servizio reso dal Comune di Cavarzere e tuttavia, fin da quando si è manifestato il problema, ci siamo attivati per scongiurare la chiusura degli uffici di San Pietro e quello di Rottanova, anch’esso a rischio”. Il primo cittadino ricorda gli incontri avuti con i sindacati e quindi con i vertici di Poste italiane ai quali aveva strappato l’impegno di verificare, nell’ottica della generale riorganizzazione, se vi fossero i margini per mantenere i due uffici, magari attivando
NEWS
oltranza fu, a suo tempo, il cavallo di battaglia della campagna elettorale dell’ex sindaco? E allora chiudere servizi non era una procedura diffusa come lo è, ahimè, oggi. Erano altri tempi... Non capisco nemmeno le critiche del consigliere provinciale Dalla Tor che accusa me di non far nulla per le Poste di San Pietro e poi proprio a Cavarzere chiude il Centro per l’Impiego, che è un servizio della Provincia! Il fatto è che di fronte a queste difficoltà tutti dovremmo essere più uniti per essere più forti nel ribadire il nostro no e le nostre motivazioni. Ma questioni di mera convenienza politica spesso prevalgono facendo perdere di vista ciò che è nell’interesse della cittadinanza”.
ffici postali in Veneto. E’ stata approvata in Consiglio regionale lo scorso 27 dicembre la Mozione Bonfante contro la chiusura nei piccoli comuni. “Si tratta di un risultato importante perché impegna la Giunta regionale ad intervenire per la difesa di un servizio essenziale nei piccoli paesi”. E’ il commento dell’esponente del Pd e viceprsidente del Consiglio regionale, Franco Bonfante. “Con questa approvazione - prosegue - il Consiglio chiede esplicitamente alla Giunta di intervenire facendo ricorso a leggi e strumenti che sono di sua competenza. A cominciare dallo stanziamento di risorse alle amministrazioni locali che permetterebbero di tenere aperti gli uffici postali allargando la fascia dei servizi utili ai cittadini: dai certificati anagrafici al pagamento dei ticket sanitari”. “L’assessore Finozzi si è impegnato ad attivarsi con la promessa di incontrare a breve un dirigente delle Poste, in modo da affrontare immediatamente una situazione di emergenza che vede a rischio ben 72 uffici postali, alcuni dei quali hanno purtroppo già chiuso i battenti”.
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Dicembre 2012
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
Tel. 041/5534111 www.asl14chioggia.veneto.it call center: 848 800 997
Servizio Sanitario Nazionale della Regione Veneto AZIENDA UNITA’ LOCALE SOCIO - SANITARIA n.14 Sede Amministrativa: Presidio Ospedaliero di Chioggia, Strada Madonna Marina, 500
Oggi l’inaugurazione delle opere di ristrutturazione e l’intitolazione dell’ospedale di Chioggia alla Madonna della Navicella
CHIOGGIA: DEL VECCHIO OSPEDALE SONO RIMASTE SOLO LE MURA
Del vecchio ospedale sono rimaste solo le mura. In un anno la struttura ospedaliera di Chioggia è stata profondamente rinnovata. E finalmente ha un nome: Ospedale della Madonna della Navicella. Le novità - “toccate con mano” nell’inaugurazione avvenuta il 21 dicembre 2012 al cospetto del sindaco di Chioggia Giuseppe Casson, del sindaco di Cona Anna Berto, dei consiglieri regionali Lucio Tiozzo (Pd) e Carlo Alberto Tesserin (Pdl), dell’assessore provinciale alle attività produttive e agricoltura Lucio Gianni e di monsignor Adriano Tessarollo – cominciano già fuori. L’ingresso nell’area ospedaliera è contraddistinto da una nuova portineria, un edificio di 30 metri quadrati dalle forme avvenieristiche, dotato di una copertura ad arco in acciaio e vetro. La struttura è un’opera architettonica di pregio che volutamente richiama la storia e la tradizione della città marinara. Se l’arco ricorda le vele di un’imbarcazione, la portineria è il suo scafo. Da lì un percorso coperto porta l’utente direttamente nell’atrio dell’ospedale, oggi più ampio e conforte-
vole. L’accesso alla struttura ospedaliera è stato riorganizzato con percorsi dedicati per raggiungere in maniera separata i reparti, la Radiologia e l’area Cupcassa. Fino ad oggi, infatti, chi doveva raggiungere un reparto era obbligato a circumnavigare l’ospedale attraversando l’area Cup, la Radiologia fino quasi a raggiungere il Pronto Soccorso. Lì trovava gli ascensori del monoblocco. Ora invece, dall’ingresso è possibile accedere ai reparti semplicemente attraversando una galleria vetrata che porta agli ascensori in pochi minuti. Oltre alla riqualificazione dell’area esterna e della viabilità, c’è stata una importante rivisitazione dell’ospedale che ha riguardato l’atrio (raddoppiato e dotato di un bancone con hostess dedicate all’accoglienza); l’area Cup-cassa (ampliata e innovativa per permettere agli utenti di dialogare con gli operatori a tu per tu senza più barriere di vetro, sempre nel rispetto della privacy); la Radiologia (oltre alla ristrutturazione dello spazio esistente, circa 900 metri quadrati, il servizio è stato ulteriormente incremento di
265 metri quadrati, per potenziare i servizi diagnostici e riordinare la zona Tac e quella adibita per la Risonanza Magnetica). La riqualificazione ha toccato anche il monoblocco, in particolare l’area ovest (quella est è già stata ristrutturata anni fa). Dopo l’inaugurazione del sesto piano con il nuovo servizio di Fisioterapia c’è stata la rivisitazione del quinto con la nuova Geriatria e del quarto con la nuova Medicina. Ogni reparto misura circa 560 metri quadrati e comprende venti degenze. Ogni stanza climatizzata contiene uno o due posti letto ed è provvista di servizi igienici. I locali, rinnovati anche nei colori, sono dotati di nuovi arredi per garantire un miglior comfort e una permanenza gradevole del paziente all’interno dello spazio ospedaliero. Nel reparto, oltre agli ambulatori medici compare anche una sala riunioni che permette di svolgere gli appuntamenti multidisciplinari per la discussione di casi complessi. In ogni piano, inoltre, nella sala di attesa, c’è la reception con personale dedicato per l’accoglienza dei pazienti e dei visitatori.
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le Specia le a i c e p S
Ulss 14
Commozione e soddisfazione del Direttore Generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben: “Oggi è un giorno di festa”, ha esordito. “Abbiamo lavorato in squadra - ha aggiunto – e così siamo riusciti a mantenere gli impegni presi coi cittadini. Le opere che abbiamo completato dimostrano come abbiamo puntato sulla centralità della persona. Fondamentali sono infatti i temi dell’accoglienza e del rispetto dei malati: il nostro impegno abbraccia questa filosofia di umanità”. Ringraziamenti e attestati di stima sono arrivati dai primari e dalle associazioni di volontariato. Un “grazie” ripetuto dai sindaci e dai consiglieri regionali presenti che hanno augurato a tutti Buon Natale auspicando “un nuovo anno con lo stesso direttore generale” .
PALESTRE SICURE A CHIOGGIA: CONSEGNATI QUATTRO DEFIBRILLATORI Consegnati quattro defibrillatori alle palestre che hanno aderito al progetto “Ri…guadagnare salute”. Si chiude così un percorso iniziato circa tre mesi fa per promuovere l’attività motoria nel territorio. Come? Tutto è iniziato con la formazione degli allenatori delle strutture sportive che possedevano, come requisito, la laurea in Scienze Motorie. Una preparazione necessaria che permetterà ad alcune palestre di accogliere pazienti con problemi cardiaci (pazienti ischemici, rivascolarizzati, post chirurgici con by pass, post chirurgici con valvole, affetti da scompenso cardiaco) per continuare il trattamento aerobico in tutta sicurezza fuori dall’ospedale. L’iniziativa,
tra le prime nel Veneto, è promossa dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 14 e si è concretizzata grazie alla proficua collaborazione tra l’équipe di Cardiologia, Fisioterapia e Pronto Soccorso, e la sensibilità dell’associazione Cuore Amico. “I pazienti con problemi cardiaci – ha spiegato il responsabile della riabilitazione cardiologica Luca Oselladore – effettuano la riabilitazione cardiologica in ospedale, ma quando terminano le sedute e tornano alla quotidianità, rischiano di ricadere vittime di uno scorretto stile di vita. Ad aiutarli ora ci pensa l’alternativa che abbiamo creato sul territorio grazie ad alcune palestre, dove i nostri pazienti potranno
continuare in maniera “sicura” il trattamento aerobico”. Soddisfazione del Dg Giuseppe Dal Ben. “E’ un momento importante – ha detto il direttore generale dell’Ulss 14 – e significativo perché ha visto più soggetti unirsi, collaborare in sinergia per il raggiungimento dello stesso risultato: avere un servizio sicuro sul territorio per i pazienti cardiaci. Con questa iniziativa, inoltre, completiamo un percorso più ampio (formazione nelle scuole, nelle associazioni sportive) che punta a promuovere la prevenzione e la promozione di stili di vita più salutari e, appunto, sicuri”.
Dicembre 2012
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
Per approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’A.Ulss 14: ww.asl14chioggia.veneto.it
L’INFARTO NON ABITA PIÙ A CHIOGGIA L’Emodinamica ha abbattuto la mortalità per infarto a Chioggia Buone notizie dalla Cardiologia clodiense per i cittadini di Chioggia, Cavarzere e Cona sulla lotta contro l’infarto. Questa temutissima malattia, che colpisce ogni anno decine di abitanti nella popolazione clodiense, continua ad essere gravata da una mortalità sensibile, non tanto durante il ricovero (grazie alle intensive cure delle Unità coronariche), ma piuttosto nel primo mese dopo la dimissione, quando il paziente è nel momento di massima fragilità. Infatti, una recente indagine nazionale del Ministero della salute mostra che, in Italia mediamente, ben il 10,3% dei pazienti colpiti da un infarto muoia entro il primo mese. La buona notizia è che a Chioggia, Cavarzere e Cona le cose vanno molto meglio: solo il 4,3% dei pazienti dimessi muoiono entro un mese, secondo la stessa indagine ministeriale. La notizia ancora migliore è che questo ottimo risultato rappresenta anche un importante miglioramento, dato che solo due anni fa la mortalità era del 15%, a dimostrazione che i risultati degli sforzi dei cardiologi dell’ospedale clodiense sono stati premiati. Il
primario della Cardiologia di Chioggia Roberto Valle spiega “che è difficile non vedere la coincidenza temporale con l’attivazione dell’Emodinamica a Chioggia (avvenuta proprio due anni fa), che ha fornito un contributo fondamentale al raggiungimento di questo risultato. Prima di allora i pazienti ricoverati all’ospedale di Chioggia per infarto dovevano essere trasferiti ad altri ospedali per effettuare la coronarografia e l’angioplastica (il famoso “palloncino”), per aprire le occlusioni, che provocano l’infarto. Il trasferimento non sempre era possibile rapidamente e i pazienti talvolta dovevano spesso aspettare giorni prima di eseguire l’esame ed ottenere la riapertura della coronaria malata, con disagi anche per i parenti, costretti ad effettuare faticosi viaggi sulla Romea, per assistere i propri cari”. Se si pensa che l’Emodinamica clodiense esegue 400 esami all’anno, stimando due parenti per ciascuno di essi, si può calcolare che un migliaio di persone effettuava ogni anno per una settimana il pellegrinaggio nei centri a circa 50 km di distanza, per assistere i parenti, con
disagi facilmente immaginabili. Il responsabile dell’Emodinamica Gabriele Boscolo conferma “che è difficile non associare il miglioramento della sopravvivenza dei pazienti infartuati dal 2009 ad oggi, con l’attivazione dell’Emodinamica, presso la Cardiologia di Chioggia, proprio nel 2010. Da allora infatti, i pazienti ricoverati in UTIC, possono essere sottoposti alla coronarografia in tempi rapidi, spesso nelle prime ore del ricovero. Mediante la coronarografia possiamo vedere dove si trova l’ostruzione della coronaria che ha causato l’infarto ed “aprirla”, mediante il palloncino (che “spalma” la placca di colesterolo) o lo stent (una specie di “bigodino” che poi tiene aperta la coronaria, impedendo alla placca di riformarsi)”. Il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben sottolinea con soddisfazione “come l’essersi posti (ed aver pervicacemente perseguito) l’obiettivo del miglioramento delle cure e dell’assistenza mostri i suoi frutti, in termini di salute pubblica della popolazione di Chioggia, Cavarzere e Cona”.
A CHIOGGIA SI CUCINA COL CUORE La Cardiologia e Cuore Amico hanno scritto un libro di ricette La dimissione dall’ospedale dopo essere stati colpiti da un infarto o da un’altra malattia cardiovascolare è un momento difficile. Le modificazioni delle abitudini di vita che vengono richieste dai medici e infermieri della Cardiologia sono numerose, faticose e spesso di ardua comprensione. Talora, inoltre, i sanitari non approfondiscono le regole su uno degli aspetti più banali ma non per questo meno importanti per i pazienti: l’alimentazione. I pazienti capiscono che non devono mangiare “grassi”, ma spesso non hanno istruzioni su cosa possono o non possono mangiare, cosicché a casa si affidano ad un pericoloso “fai da te”, oscillando da un inutile e triste astinenza generalizzata da cibi saporiti e perciò ritenuti pericolosi (che potrebbero invece mangiare tranquillamente) ad un altrettanto pericolosa deroga per cibi apparentemente innocui e invece dannosi (si pensi per tutti alla pasta in bianco = al burro). È encomiabile quindi l’iniziativa della Cardiologia di Chioggia e dell’Associazione Cuore Amico di realizzare un libro di ricette gastronomiche “ragionate”, proposte dagli stessi medici, infermieri pazienti e volontari, che hanno voluto dare alle stampe questo interessantissimo ricettario, elaborato per il cuore, ma soprattutto “con il cuore”. Il libro (nato da un’idea del Diretto-
re dell’U.O. Roberto Valle) è stato curato dall’infermiera Antonella Doria, cuoca provetta, ed ha visto il generoso contributo del caposala Antonio Boscolo e delle dietiste dell’ospedale di Chioggia (Flavia Pippinato e Annalisa Fortin), che hanno dettagliatamente riportato il contenuto dei singoli piatti in modo che il singolo paziente possa decidere se il piatto sia adatto a sé. La scelta di “metterci la faccia” con la foto degli autori in ogni ricetta, aumenta l’efficacia del libro sulla popolazione locale, visto che essi sono ben conosciuti dai pazienti. Il libro è stato realizzato a fine volontaristico. Un libro che non ha pretese di educazione alimentare, ma vuole presentare le ricette “vere” trascritte
da chi le prepara, riportando quelli che sono gli ingredienti usati tutti i giorni, dalle famiglie clodiensi, inclusi gli “errori”: utilizzo non necessario di grassi saturi, ecc. Il libro vuole costituire una guida ad una cucina ragionata, spingendo il paziente a rivisitare la cucina tradizionale chioggiotta, con lo strumento dell’analisi degli alimenti, consentendogli di vedere con altri occhi i suoi piatti abituali e soprattutto dandogli gli strumenti per sapere quelli che può (anzi è bene) mangiare e quelli invece che devono costituire una rarissima eccezione (si pensi alle moleche fritte). In conclusione, esso darà sicuramente un contributo utile al “fare salute”, oltre a contribuire a far conoscere alcune tipiche ricette della
città di Chioggia, cementando ulteriormente il rapporto con gli amici dell’associazione ”Cuore Amico” clodiense. Il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben coglie l’occasione del libro di ricette “per ringraziare l’associazione Cuore Amico per quanto fatto a favore dei cittadini di questa Ulss sotto forma di donazioni, iniziative culturali e di prevenzione sul rischio cardiovascolare e ne sottolinea l’importanza come ulteriore dimostrazione dell’attenzione degli operatori dell’Azienda nei confronti degli utenti al di là delle modalità istituzionali”. Il libro verrà distribuito gratuitamente nel territorio di Chioggia, Cavarzere e Cona durante le festività natalizie allegato ad un quotidiano.
Ulss 14 informa
le Specia le Specia
20 Sguardo a Cavarzere Il libro Un appassionante thriller psicologico di Graziano Edi Corazza
“M”, ovvero un viaggio dentro la psiche umana di Ornella Jovane
“M
”, c’è molto di più dietro la semplice lettera dell’alfabeto che apre ad un mondo affascinante di intepretazioni all’interno di una intricata vicenda psicologica. La semplice lettera dell’alfabeto, dai profili indefiniti di un segno di pennello, campeggia col tratto rosso acceso su uno sfondo giallo della copertina di un libro. Si tratta dell’ultima fatica di Graziano Edi Corazza, musicologo giornalista editore, che ora si mette alla prova anche come scrittore di romanzi. “M” è infatti il titolo del romanzo uscito da poche settimane, pubblicato da Book edizioni e stampato da Atenanet, che l’eclettico autore veneziano sta presentando in giro per il Triveneto e che, dopo aver conquistato la critica, sta riscuotendo anche un buon successo di pubblico. Ma perché intitolare un romanzo semplicemente e misteriosamente “M”? “M” può essere tante cose - spiega Corazza - sinceramente non lo so nemmeno io”. La risposta volutamente evasiva spinge a più di una interpretazione, come suggerisce peraltro lo stesso autore. “M come l’iniziale di musica” tema presente e a suo modo preminente nel testo, ma anche come Magrate, l’agiata città della provincia padovana dove la vicenda è ambientata, e ancora come le iniziali del protagonista e dei personaggi principali che gli ruotano attorno, o infine come Ma-
Il protgonista e tutti i personaggi che hanno a che fare con lui hanno il nome che inizia per M rianna, la psicologa che in un certo senso tiene le fila di tutte le vicende dei singoli personaggi. “M” è un appassionante thriller psicologico, “un percorso denso e strutturato - è il commento de La Riflessione Edit - all’interno della psiche umana di uomini e donne che hanno in comune tra di loro l’iniziale del loro nome”. “Un percorso - scrive Seneca Edizioni - dentro la mente dei personaggi sviscerandone le insicurezze che covano latenti ed incoffessate”. La storia: “A Magrate vive e lavora Marianna, - racconta Corazza - psicologa con un trascorso sentimentale incredibile alle spalle. M, il bello della piazza, viene brutalmente assassinato. Sul muro del mix pub da lui frequentato qualcuno aveva scritto a vernice rossa una grossa M. In analisi dalla psicologa ci sono diversi pazienti che nel corso della loro vita hanno lamentato antipatie nei confronti di M. Fra questi l’a-
La copertina del volume: una M dai tratti incerti di un pennello campeggia rosso fuoco su un fondo giallo
Il giornalista musicologo ed editore debutta come scrittore di romanzi gialli
Corazza: “Sono già molti gli amici e i lettori che mi invitano a scrivere un seguito” mante di lui, Melissa. Mara, sorella di Marianna, ha pure lei avuto un intenso flirt con M. Ci sono poi le amicizie di M con il mondo della droga e del titolare del mix pub... E le antipatie che M si è procurato negli anni”... Il giallo, che è in distribuzione nel Triveneto e che da maggio lo sarà nelle librerie di tutta Italia, sarà presentato il prossimo 27 gennaio a Piove di Sacco, quindi ad Abano il 12 febbraio, ad Adria il 24, a Bovolenta il 27. Poi l’autore farà tappa a Chioggia il 3 marzo e quindi a Cittadella il 9 marzo. Il 4 aprile il libro sarà presentato a Papozze e a seguire in altre località venete.
NEWS Chi è, cosa fa
Corazza, ovvero Mister “M”
Graziano Edi Corazza
G
raziano Corazza nel 2012 ha festeggiato i suoi primi 25 anni di attività giornalistica e i suoi primi 1000 concerti, da esperto musicologo, con un viaggio il 5 ottobre a Liverpool, in occasione dei 50 anni dei Beatles. E sempre nel 2012, a dicembre, ha fatto uscire nelle librerie il suo primo libro. “Ormai - osserva divertito - qualcuno non mi chiama più Graziano o Edi, ma M”. “Mi stanno arrivando - conclude - da lettori e amici decine e decine di email che mi chiedono già il seguito! Cosa mi inventerò?” si chiede, piacevolmente stupito Corazza.
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VIAGGIO IN
PROVINCIA VENEZIA
Occupazione Nuovo fenomeno rilevato dai sindacati del territorio
Badanti e baby sitter, la carica delle italiane di Alessandro Abbadir
S
empre più badanti e baby sitter italiane si contendono i posti davvero basso rispetto a 5-6 anni fa“ . La Cgil ricorda gli ottimi risultati positivi dello sportello Infoa disposizione in questo settore con i lavoratori stranieri. A spiegarlo è Teresa del Borgo responsabile delle Politiche donna attivato da poco a Chioggia. “In una realtà particolare come Chioggia - spiega la Dal Borgo - in cui le donne spesso non lavorano, dell´immigrazione della Cgil. “Con l’arrivo della crisi economica - spiega Dal Borgo - e con le abbiamo avuto in poche settimane 120 contatti e ad alcune ragaztante donne che sono disoccupate o con la famiglia, i lavori che un ze siamo riusciti a trovare un posto di lavoro. Si tratta per lo piu di tempo non si volevano fare, ora li vogliono fare in molte. Se prima ragazze e donne italiane che nonostante abbiano un alto livello di del 2008 le persone potevano scegliere diversi posti di lavoro o scolarizzazione, hanno deciso di accettare qualsiasi lavoro venisse aspettare che ne arrivasse uno adatto alle proprie aspirazioni, ora offerto loro“. A questa competizione “dal basso“ da parte degli italiani gli ci si adatta a quello che si trova, qualunque lavoro. Le percentuali di badabti straniere dal 100% di 4 anni fa si è ridotta al 75-80% stranieri non erano abituati. Per questo molti, viste le difficoltà economiche che qui in Italia trovano rispetto ad altri paesi europei, e potrebbe diminuire ancora“. Il 20-25%, dunque, sono italiane. C´e poi un fenomeno sommerso che vede molte italiane lavo- rispediscono la famiglia al paese d’origine e continuano a rimanere sul territorio soltanto gli uomini per lavorare. rare ad ore o chiedere un compenso in nero. Tanti stranieri poi, statistiche alla mano, utiInsomma una situazione che rischia di diventa- Molte famiglie lizzano il periodo che passano in Italia per re un problema, una concorrenza spietata tra straniere, fare soldi e rispedirli al loro paese. persone povere solo per sbarcare il lunario e vista la crisi in Italia, tornano “Un sintomo che la nostra economia sfamare la famiglia. non funziona più - dice la Dal Borgo - insieme Il fenomeno delle badanti o donne che ac- al loro Paese al ritorno degli italiani alle occupazioni che cudiscono anziani e disabili è crescente anche perché non esistono strutture di welfare sufficienti ad andare incon- prima non volevano, c`è anche il fenomeno legato al passaggio in Italia di stranieri che nel nostro territorio non ci vogliono certo tro alle esigenze delle famiglie. “Piuttosto che spendere una cifra considerevole per una baby restare. Le mete più ambite sono Francia, Germania, e Paesi del sitter o inserire i propri figli in un asilo nido - spiega la sindacalista - i nord Europa“. Insomma in forme ancora non eclatanti ma gli emigrati del piccoli restano a casa accuditi dalla mamma. Una scelta di risparmio che è dettata anche dal fatto che spesso la donna è inoccupata. passato stanno preparando nuovamente le valige. I bimbi però in questo modo hanno un livello di socializzazione
Don Dino Pistolato
“tante famIglIe ItalIane aIutate dalla carItaS”
“S
empre più italiani si sono rivolti a strutture come Caritas o parrocchie nel 2012 alla ricerca di lavoro o semplicemente per passare la notte. Dal 2008 infatti le richieste sono aumentate di oltre il 50%. La maggioranza degli ospiti nelle strutture di accoglienza ormai è fatta di connazionali”. A dirlo è don Dino Pistolato, direttore della Caritas di Venezia, che analizza un fenomeno da qualche anno diverso da quello a cui eravamo abituati a far fronte dagli anni Novanta in poi. La situazione è pesante sia nelle realtà urbane che in quelle di provincia. “Abbiamo ora – dice Don Dino – tante famiglie italiane che mettono insieme cena con pranzo grazie agli aiuti che arrivano dai Comuni e dalla Caritas. E´una situazione esplosiva che riusciamo a gestire con difficoltà. Gli enti locali riescono poco ad aiutare visto che sono assillati da pesantissimi tagli ai bilanci. Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, ha preso a cuore questi problemi e si è subito speso sul tema del lavoro incontrando operai e imprenditori, rimarcando come la crisi sia sì elemento di difficoltà ma anche possibilita di far crescere una società piu sobria”. A.A.
SANATORIA ClANDESTINI 2012 UN TERZO DEllE RICHIESTE RISPETTO Al 2009
U
n segnale della crisi in Veneto e in provincia di Venezia è il basso numero di richieste arrivate da parte di lavoratori immigrati irregolari giunti al ministero degli Interni nelle scorse settimane per la Sanatoria 2012. Cioè la richiesta di regolarizzazione sul territorio nazionale. In Veneto sono state fatte un terzo rispetto a quelle presentate nel 2009. Il dato relativo alla provincia di Venezia parla di circa 1600 domande, un centinaio per lavoro subordinato e circa 1500 per lavoro domestico cioè colf e badanti. Allora viene da chiedersi c’è un boom di questo lavoro fra gli stranieri e anche fra gli uomini? Niente affatto. Si tratta solo
di una mera questione di costi burocratici. Per una richiesta relativa a colf e badante non si superano i 2.000 euro, mentre in settori come l’edilizia o commercio, agricoltura il costo può essere da tre a cinque volte maggiore. A tutti a questo punto è convenuto farsi passare per collaboratrice domestica o maggiordomo. Ma 1600 sono un numero basso anche in considerazione che nel veneziano si stima siano circa 8-9 mila immigrati irregolari presenti. Fra i documenti validi ad attestare la presenza in Italia fino al 21 dicembre 2011 c’erano abbonamenti bus, schede telefoniche, ricevute delle rimesse di denaro. A livello regionale
si è chiusa con 10.366 domande di emersione inviate al ministero dell’Interno la sanatoria 2012: nemmeno l’8% del totale delle domande (134.607) arrivate al Viminale da tutta Italia. Per il 90% dei casi si tratta di domande per l’emersione di lavoratori domestici mentre sono solo 953 quelle per regolarizzare dipendenti di aziende (lavoratori subordinati). Diverso il dato nazionale dove la percentuale delle domande di sanatoria per lavoratori domestici è stata inferiore di 5 punti percentuali (86%). Il totale delle domande presentate dal Veneto
è di gran lunga inferiore ad ogni stima, comprese le più basse, si pensava arrivassero come minimo 20.000 domande. Tenendo in considerazione la popolazione residente, italiana e straniera non comunitaria, i numeri del Veneto risultato sottodimensionati anche rispetto ad altre regioni simili come la Lombardia dove sono state inviate 36.000 domande e dall’Emilia Romagna 14.000. Il flop si è concretizzato con una quantità di domande che è pari ad un terzo di quelle presentate, oltre 29.000, in Veneto in occasione della Sanatoria del 2009. A.A.
Viaggio Viaggio in in Provincia provincia 23 5 Il mercarto del lavoro nel 2012 Una indagine Excelsior, i dati nel Veneziano
Poco lavoro, a tempo determinato
Turismo e commercio sono i settori più vivaci sul piano occupazionale
di Ornella Jovane
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avoro e assunzioni nelle imprese private del Veneziano: Camera di Commercio. In generale i risultati evidenziano per il 2012 una un bilancio occupazionale per i primi tre trimestri del 2012 ancora in negativo pari a -1730 unità, con una diminuzione sia delle entrate sia delle uscite di lavoratori previsione di assunzioni di circa 15.740 unità e una stima dipendenti rispetto al 2011, anche nel Veneziano. Per la provincia di Venezia, infatti, le assunzioni di lavodi uscite valutata in 17.470 persone, in un contesto in cui solo il 18 per cento del totale delle attività veneziane consul- ratori dipendenti previste dalle imprese private ammontano tate avevano in programma - o lo hanno fatto - di assumere a 15.740 unità mentre le uscite sono stimate in 17.470. personale nell’anno che si è da poco concluso. Si consolida, Rispetto alle previsioni formulate nel 2011, si notano sia una diminuzione delle entrate in caso di assunzioni, la proposta del occupazionali (-11 per cento) sia contratto a tempo determinato e cre- I diplomati nel un’attenuazione delle uscite (-11,1 sce l’appeal dei licenziati della scuola commercio e nel dell’obbligo (dal 31,4% delle richie- turismo i più richiesti, per cento). Le imprese veneziane che aveste nel 2011 al 37,4% del 2012) tra le lauree prevale vano in programma di assumere verso i quali le imprese veneziane quella economica nel 2012 (o che nel frattempo lo hanno indirizzato maggiormente le hanno fatto) erano il 18 per cento del totale che comunque proprie ricerche di reperimento del personale. E’ l’andamento del mercato del lavoro in Italia e in rappresenta una quota più rilevante rispetto alla media reparticolare nel Veneziano, così come si è caratterizzato gionale (15,2 per cento) e nazionale (14,4 per cento). E nel 2012, fotografato dall’indagine Excelsior, riguardante tuttavia ben l’82 per cento non ha manifestato intenzione 100mila imprese manifatturiere e dei servizi e con almeno di assumere dipendenti nel 2012. Sono le realtà di medie dimensioni che fanno registrare un dipendente attive in tutto il territorio nazionale. L’indagine è stata realizzata da Unioncamere e dal Ministero del le contrazioni maggiori, quelle con un numero di addetti tra Lavoro, i dati nel dettaglio per la provincia di Venezia sono i 10 e i 49, che prevedevano di perdere per il 2012 circa stati rielaborati dal Servizio Studi e Statistica della locale 700 posti di lavoro, portando il saldo a -1,4%. Previsioni
EDIlIZIA BIlANCIO AMARO PER Il VENEZIANO
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dilizia, un bilancio amaro anche e soprattutto per la provincia di Venezia. E’ quanto è emerso lo scorso dicembre, nel corso della seduta di fine anno della sesta commissione provinciale, lavoro e atività produttive, cui hanno preso parte, oltre al presidente Roberto Dal Cin e l’assessore competente Lucio Gianni, il presidente regionale Aniem (l’associazione degli edili aderente a Confapi) Alessandro Tonello e il suo direttore veneziano Pier Orlando Roccato insieme con il responsabile dell’Ufficio studi di Apindustria Venezia Nicola Zanon. Un’assise di esperti del settore per riflettere sui numeri del 2012 che, in particolare in provincia di Venezia, spiccano per l’andamento sfavorevole. Un dato su tutti: dal 31 dicembre 2011 al 30 settembre 2012, nel giro quindi di 9 mesi, in Veneto hanno chiuso 2278 aziende del settore edile, di queste ben 450 nel Veneziano. Dallo studio presentato da Aniem emerge inoltre il calo eloquente degli occupati dell’edilizia che in Veneto ammonta - nei 9 mesi considerati - a quasi 9mila unità, di cui quasi 2mila nella provincia di Venezia. Tutti negativi gli indicatori anche per il quarto trimestre del 2012: ordinativi -25,4 per cento, la produzione -20,4 per cento, il fatturato -28,3 per cento. Un quadro desolante di crisi cui va ad aggiungersi l’annosa questione della restrizione del credito da parte delle banche. Dal 30 giugno 2011 al 31 luglio 2012, nel giro di tredici mesi, si registra - sono i dati emersi dallo studio presentato alla sesta commissione - una diminuzione dei prestiti concessi
dalle banche alle imprese edili pari a 477 milione di euro su un totale di 2,8 miliardi di euro di affidamenti, che corrisponde ad una restrizione del credito al settore edile pari al 17 per cento. “L’edilizia sta perdendo oggi opportunità, ruoli e professionalità” ha commentato amaramente il presidente Tonello analizzando a ritroso il percorso “scoordinato” di crescita del settore avvenuto negli anni Ottanta e Novanta fino all’attuale debacle. Di fronte a tale realtà l’unica via di uscita, è stato convenuto concordemente, rimane il gioco di squadra. “Dobbiamo risalire la china - ha detto l’assessore Gianni - e lo possiamo fare solo attraverso un gioco di squadra tra Istituzioni, mondo del credito, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali”. “Se non ci mettiamo tutti assieme - ha ribadito il concetto Tonello - a ripensare questo settore il sistema Paese avrà ulteriori contraccolpi”. Per ripartire, tuttavia, occorre programmare e progettare con maggiore lucidità e consapevolezza. “Oggi - è l’appunto di Roccato - gli imprenditori hanno perso la visione su come lavorare e progettare e la lucidità per affrontare il futuro”. “All’orizzonte - conferma Tonello - non si intravvedono progettualità e programmazione, per cui il futuro è ancora buio”. Non manca l’invito al mondo del credito ad allargare i cordoni della borsa. “Bisogna ridare vitalità alle imprese - sollecita Dal Cin - e soprattutto far pressione sul mondo del credito. Oggi non favorisce affatto lo svilupO.J. po.”
leggermente più contenute per piccole e grandi imprese con stime in ogni caso di -520 addetti. Industria e costruzioni sono i settori che hanno dimostrato di essere in maggiore sofferenza, con previsioni di assunzioni del 15,9 per cento, decisamente distanti dall’84,1% del settore dei servizi che comunque non è immune dal processo di contrazione. Nel 2012 infatti le previsioni di occupazione sono diminuite nei servizi dello 0,7%, pari a 820 posti di lavoro in meno. La quota più rilevante di assunzioni nel 2012 avviene mediante contratto a tempo determinato, seguono - a considerevole distanza - quelle a tempo indeterminato. Le prime assorbono il 76 per cento del totale delle assunzioni, le seconde il 19,2%. La richiesta più corposa rispetto ad altre realtà di personale stagionale (il 45,6% del totale delle assunzioni, pari a 7180 unità) incide sul dato relativo alle assunzioni a tempo determinato, piuttosto elevato nel Veneziano se confrontato con quello Veneto (69%) e con quello nazionale (64,7%), ma tale tipo di contratto è proposto pure da numerose imprese che non hanno bisogno di lavoratori stagionali. Dall’indagine risulta che nel Veneziano il comparto turistico, della ristorazione e del commercio sono i settori più vivaci sul piano occupazionale: le professionalità più
ricercate sono infatti nelle attività commerciali e nei servizi (2990 assunzioni pari al 35% del totale). In particolare le maggiori richieste giungono per addetti alle attività di ristorazione (1490 assunzioni, pari al 17,4%), il personale non qualitifcato nei servizi di pulizia (13,2%), gli addetti alle vendite(11,1%) e il personale non qualificato addetto alla consegna delle merci (6,7%). C’è bisogno anche di conduttori di impianti (10,7%). Una quota significativa è assorbita anche da operai specializzati (9,3%) e dagli impiegati (9,5%). Tra le professioni di elevata specializzazione quelle tecniche presentano un peso percentuale sul totale in netta diminuzione rispetto al 2011 (dal 17,4 % al 9,2%, pari a oltre 1000 posti in meno). Se i diplomati vedono accrescere la spendibilità del proprio titolo di studio, fra di essi sono l’indirizzo amministrativo-commerciale e quello turistico-alberghiero che raccolgono le maggiori richieste di assunzioni, con percentuali rispettivamente del 7,5% e 5,6%. Anche gli indirizzi meccanico e agro-alimentare assorbono una buona parte dei nuovi assunti (1,6%). Rilevanti gli indirizzi turistico(9,2%) e socio-sanitario (2,7% del totale). A livello universitario l’indirizzo più richiesto è quello economico (210 assunzioni, il 2,5% del totale) a cui fanno
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Mondo scuola 7
24 Mondo scuola Educazione stradale nelle scuole Un progetto per i piccoli dai 3 ai 7 anni
I pericoli della strada spiegati ai bambini
L’uso delle cinture di sicurezza anche per i passeggeri che viaggiano nei sedili posteriori è uno dei temi principali della campagna di sensibilizazione
di Ornella Jovane
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a sicurezza stradale, un tema da grandi rivisto, rivisitato e “confezionato” a misura di bambino per poterlo portare nelle scuole dell’infanzia e nelle prime classi della primaria, così da proporlo ai piccoli di età compresa tra i 3 e i 7 anni. Un tema difficile ma che se presentato nella maniera adeguata può contribuire a far crescere nei bambini una consapevolezza e un maggiore senso civico di quanto sia presente nelle attuali generazioni di ragazzi e adulti. Un’opera di prevenzione
insomma svolta nei confronti degli adulti di domani che la Provincia, nello specifico l’assessorato alla Viabilità, intende portare avanti insieme con l’Associazione italiana familiari e vittime della strada. La nuova iniziativa di sensibilizzazione è partita con la firma, lo scorso 19 dicembre, di un protocollo d’intesa e l’assegnazione - da parte della Provincia - di un contributo forfettario di 5.500 euro. Si tratta di una ulteriore campagna di informazione sui pericoli della strada che
per questa edizione si rivolge ai più piccoli. “Attraverso il gioco e il divertimento - spiega l’assessore provinciale Emanuele Prataviera - i bambini potranno apprendere con facilità le norme di prevenzione e sicurezza”. I bambini sono i soggetti destinatari del progetto ma sono anche pensati - è l’auspicio - come divulgatori e a loro volta sensibilizzatori presso le famiglie di un comportamento corretto, rispettoso delle norme del codice della strada.
Fra le altre priorità del progetto spicca in particolare l’opera di sensibilizzazione all’uso delle cinture di sicurezza dei passeggeri che viaggiano sui sedili posteriori e sui sistemi di ritenuta per i bambini, pratiche che ancora in molti casi non vengono eseguite correttamente.
Il progetto prevede il coinvolgimento delle scuole dell’infanzia e delle prime classi delle elementari. Entrerà nel corso del 2013 nei locali interni agli istituti attraverso manifesti informativi e incontri con insegnanti e genitori.
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l libro sul Bosco di Pianura. Un volumetto in 38 pagine sul Bosco di Pianura realizzato interamente dagli studenti di grafica pubblicitaria dell’Istituto Mozzoni -Guggenheim di Mestre grazie alla collaborazione con l’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Venezia e il Wwf veneziano. E’ l’ultimo risultato prodotto all’interno del progetto Pean, il progetto, oramai decennale, che rivolto alle scuole promuove l’agricoltura eco-compatibile e l’alimentazione naturale. Il fascicolo - presentato ufficialmente a metà dicembre - fa parte di una serie di pubblicazioni che diffuse nella scuola
primaria hanno l’obiettivo di educare i bambini e, di riflesso, le famiglie all’amore e il rispetto per la natura. Si tratta di una guida pratica con disegni, foto e giochi che aiutano e stimolano i piccoli lettori a scoprire tutti i segreti del Bosco di Pianura, con ampie descrizioni della flora e della fauna tipiche. “Educare ad una corretta e sana alimentazione, alla conoscenza dei prodotti agricoli e agroalimentari e all’uso di pratiche agricole a basso impatto ambientale di tipo biologico e integrato, vuol dire avere consumatori più consapevoli e un ambiente più protetto” ha
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commentato l’assessore provinciale Lucio Gianni chre ha preannunciato l’elaborazione di un terzo fascicolo, dedicato alla valle da pesca. Il progetto Pean nel suo percorso decennale ha interessato 35mila persone. Lo scorso anno scolastico ha coinvolto circa 3mila bambini, 250 insegnanti e 80 persone con disbilità, per un totale di 800 ore di attività didattica, coinvolgendo 16 aziende agricole veneziane. La torretta-osservatorio nell’Oasi naturalistica. Una torretta-osservatorio naturalistico sarà realizzata nell’Oasi Lycaena di Salzano. Il progetto definitivo è
stato approvato a fine anno dalla Giunta provinciale che ha destinato 100mila euro per la realizzazione del manufatto. La torretta di avvistamento dell’avifauna ha finalità didattiche e s’inserisce all’interno di un percorso naturalistico, scandito da 12 pannelli di approfondimento e uno spazio dedicato alla sosta durante le escursioni didattiche. La torretta potrà ospitare all’interno un’intera classe, di circa 25 allievi. All’interno sarà dotata di strumenti e tavole per studiare e analizzare le diverse specie di uccelli. G.G.
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• 03 dicembre 2012 • 15 dicembre 2012 • 16 dicembre 2012
• 07 gennaio 2013 • 12 gennaio 2013
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Cultura provinciale 27 Obiettivo Venezia Il concorso internazionale di fotografia
Venezia e il vetro di Murano in posa per una foto di Ornella Jovane
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biettivo puntato su Venezia o su una delle sue più caratterizzanti e tipiche produzioni, il vetro di Murano. Motivi di grande suggestione e fascino sono stati scelti come temi ispiratori del Concorso Internazionale di Fotografia “Obiettivo Venezia”. Una proposta culturale che esordisce quest’anno nella sua prima edizione promossa dall’assessorato al Turismo Città di Venezia in collaborazione con il Consorzio Promovetro Murano. Il concorso si articola in due categorie. Nella prima si propone la Città di Venezia come soggetto da porre in primo piano, alla ricerca di gesti e aspetti del territorio che sappiano trasmettere attraverso uno scatto la natura della sua identità. Capolavori artistici, scorci naturali e paessaggistici, luoghi e persone caratteristici: gli spunti sono innumerevoli nell’interessante viaggio fra ciò che è più inedito e meno conosciuto, oltre natulamente alle consuetudini più rinomate. Gli scorci più nascosti e ricchi di fascino, la quotidianità di quanti abitano la città, le isole minori, il paesaggio lagunare e le barene, sono solo alcuni dei temi ispiratori. Altra categoria è quella riservata invece all’antica arte dei vetrai di Murano. Non sono soltanto i prodotti a colpire l’immaginario ma anche le lavorazioni, la gestualità, i maestri, gli strumenti e gli ambienti - fornaci e laboratori - dove prendono vita stupende creazioni artistiche conosicute e apprezzate in tutto il mondo. Il concorso è gratuito e aperto a tutti. Ogni singolo partecipante potrà inviare un
Gli appassionati possono cimentarsi in due diverse categorie fino al 30 aprile prossimo massimo di 5 foto, in formato jpg o jpeg all’indirizzo mail obiettivovenezia@comune.venezia.it per partecipare alla prima categoria ovvero obiettivomurano@promovetro.com per concorrere alla seconda categoria. Ogni invio, accompagnato dai dati anagrafici, generalità e precisazione della categoria di concorso, dovrà riportare anche una breve descrizione dell’immagine, la data e il luogo dello scatto. C’è tempo fino al 30 aprile prossimo per inviare il materiale e prendere parte al concorso che premierà i quattro migliori scatti fotografici. La cerimonia in programma il prossimo 15 maggio. Ai vincitori saranno assegnati preziosi oggetti in vetro di Murano. Il bando del concorso e ulteriori info presso ufficio.stampa@comune.venezia.it, tel. 0412748290.
I partecipanti possono contribuire con i propri scatti a far conoscere al mondo le bellezze della città lagunare
Il logo di “Obiettivo Venezia” ideato e realizzato da Lorenzo Ghidoli
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l circolo culturale “Ignazio Silone“, in collaborazione con “ La Dragaggi “ presieduta dall’ambasciatore chioggiotto nel mondo Luciano Boscolo Cucco, ha organizzato una coinvolgente iniziativa di arte e solidarietà ed ha devoluto il ricavato all’Ail di Chioggia. Ottima l’idea della presidentessa Elena Zampieri e del direttore artistico Giancarlo Fuolega che hanno riunito pittori e artisti del circolo e non solo, realizzando un calendario con delle immagini bellissime, altamente promozionali e rappresentative della città di Chioggia. Hanno realizzato un pranzo scambiandosi gli auguri di Natale, condividendo con i componenti delle altre associazioni le motivazioni e gli scopi che tengono in vita la passione e la giusta maniera di rapportarsi con gli altri proprio attraverso l’arte, il dono, la solidarietà.Una coinvolgente lotteria, che ha visto come intrattenitori il presentatore Marco Lanza e l’artista Nella Talamini, ha generato un ricavato di quasi 1200 euro devoluti all’Ail con l’intento che la piccola goccia di solidarietà che arriva dal mondo dell’ arte e della cultura, rappresenti un gesto significativo per tutta la città. Nella Talamini in precedenza ha avuto l’onore di pubblicare il libro di acquarelli “Dal mare di Chioggia“, è stato addirittura Enrico Bruschini, ex curatore dei beni artistici e storico dell’ ambasciata degli Stati Uniti in Italia, a presentare il libro in sala del consiglio comunale ; aprezzato anche l’ intervento della scrittrice e giornalista Anna Boscolo Artmann, che si è alternata con gli organizzatori nel tessere le lodi a quei protagonisti che stanno continuando ad attivarsi per la valorizzazione culturale del territorio Chioggiotto. Da ricordare che entrambe le iniziative sono state patrocinate dal Comune di Chioggia M.L. e dalla Provincia di Venezia.
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SPORT in PRIMO PIANO
In breve
Boxe, Mirko Civiero si ferma alla finale Il pugile chioggiotto Mirko Civiero non ha partecipato alle finali nazionali. Classe ’83, Civiero (Team Boxe Cavarzere) è arrivato alle finali nazionali con una stagione trionfale che lo ha visto conquistare a Piove di Sacco, il titolo di campione del Triveneto battendo il triestino Matteo Bandiziol e poi in finale il trentino Andrea Tait del Team Rovereto Boxe. Un mancato permesso per assentarsi dal lavoro gli ha negato la finale.
Tennis, Viola verso la top 100 Matteo Viola è nato a Mestre il 7 luglio 1987 ed è professionista dal 2004. Ha chiuso il 2012 al numero 135 della classifica mondiale Atp il 19 novembre scorso era riuscito a toccare il numero 123 per quanto concerne il singolare. Nel doppio è attualmente numero 171 del mondo. Tra i suoi successi figurano quelli nei challenger di Ciudad de Guayaquil in Ecuador il 27 novembre 2011, e di Yokohama in Punta ad entrare nei primi 100 tennisti del mondo nel 2013
A marzo al via Golfvelasciando Inizierà da Cortina d’Ampezzo la decima edizione di Golfvelasciando, la combinata tra neve, green e mare, ideata dal velista e organizzatore di eventi sportivi, il veneziano Mirko Sguario, e organizzata dall’associazione Vela per Voi. Si parte il 17 marzo con la prima prova sugli sci, in programma sulla pista delle 5 Torri a Cortina
Calcio Il 2013 parte con il potenziamento dell’organico della squadra lagunare
Venezia, arriva Carloto di Alessandro Abbadir
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alcio, ripartono i campionati e il Venezia si rafforza agli ordini di Diego Zanin, il mister della squadra lagunare. Dall’inizio di gennaio c’è in forza il trentunenne centrocampista brasiliano, Eduardo Luis Carloto, arrivato al Taliercio dopo aver ottenuto il nullaosta da parte del Perugia, squadra in cui ha giocato nell’ultimo anno e mezzo. Ma di chi si tratta? Vediamolo nel dettaglio. Il centrocampista originario di Curitiba è arrivato in Italia undici anni fa chiamato dal Treviso. E’ stato ingaggiato dal Sud Tirol, e poi è finito anche al sud a Paternò in Sicilia. Ha percorso la penisola: Fanfulla Lodi, Pesaro, Giugliano, Carpenedolo, Benevento, Lucchese e Perugia. Con Carloto le squadre vanno bene: ha vinto il torneo di 2° Divisione con Benevento nel 2008, con la Lucchese nel 2010, di cui è stato anche il capitano segnando un gol decisivo a Bassano. Qui ha fatto un salto doppio: dalla serie D con l’ex tecnico arancio nero verde Giancarlo Favarin in panchina, e il Perugia nel 2012. Quali sono le caratteristi-
Eduardo Luis Carloto
che di questo giocatore? Carloto può giocare sia davanti alla difesa, sia laterale in un centrocampo a tre. Non è un goleador: ha fatto 11 reti da quando è arrivato in Italia, di cui 4 nella stagione 2007-2008 a Benevento. Nella stagione in corso ha collezionato 8 presenze in 1° Divisione con il Perugia, l’ultima da titolare il 22 dicembre contro la Paganese. Ma le novità per il Venezia con l’inizio del 2013 non finiscono qui. Dalla Pistoiese arriva sempre al Venezia Alessandro Dascoli. Il mercato invernale comunque chiuderà il
31 gennaio, oltre questa scadenza, e cioè fino al 31 marzo, si potranno tesserare solo giocatori con contratto risolto o scaduto il 30 giugno 2012. Nelle prime gare casalinghe del Venezia tutti gli abbonati domenica ha regalato il calendario ufficiale dell’Fbc Unione Venezia 2013, in seconda divisione. Si poteva ottenerlo esibendo la Supporter Card e la ricevuta d’acquisto del titolo annuale. Insomma si tratta di un bel ritorno in campo da parte del Venezia che spera con i nuovi acquisti di centrare gli obbiettivi stagionali.
Atletica a Mirano
trIonfa Il “rIvIera del brenta”
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’Atletica Riviera del Brenta, è stata la grande protagonista dei campionati provinciali di società giovanili di corsa campestre che si sono tenuti a dicembre a Mirano, organizzati dalla locale società della Libertas. Soddisfatto il presidente Michele Stellon. La Riviera del Brenta ha infatti conquistato quattro dei sei titoli in palio (ragazzi, ragazze, allieve e cadetti), lasciando praticamente i soli titoli cadette allo Jesolo Turismo e quello allievi alla Libertas Mirano. Bene il noalese Luca Solone, vincitore della prova riservata alla categoria assoluti. Solone, si è confermato a Mirano, dimostrando di poter puntare in alto nel prosieguo della stagione. Ma ecco nel dettaglio i risultati della manifestazione di Mirano. Partiamo dai risultati femminili con i rispettivi punteggi aggiudicati per le classifiche a squadre. Esordienti: 1) Beatrice Barchieri (Atletica Riviera del Brenta), 2) Angela Luise (Audace Noale), 3) Diana Pischedda (Venezia Runners Murano). Ragazze: 1) Giulia Schiff (Riviera del Brenta), 2) Elisa Marsoni (Runners Murano), 3) Linda Boscaro (Riviera del Brenta). Cadette: 1) Demi Verdecchia (Jesolo Turismo), 2) Veronica D’Auria (Jesolo Turismo), 3) Emily Soncin (Jesolo Turismo). Allieve: 1) Giulia Marchesini (Assindustria Pd), 2) Elena Bogana (Città di Padova), 3) Angela Doni (Riviera del Brenta). Juniores: 1) Caterina Sattin (Città di Padova), 2) Gioia Stefilongo (Runners Murano), 3) Elena Rossato (Riviera del Brenta). Promesse: 1) Natascia Meneghini (Runners Murano). So-
cietà Ragazze: 1) Riviera del Brenta p.228; 2) La Fenice Mestre p.152; 3) Jesolo Turismo p.128. Cadette: 1) Jesolo Turismo p. 142; 2) La Fenice Mestre p.85, 3) Riviera del Brenta p.70. Allieve: 1) Riviera del Brenta p.23, 2) Audace Noale p.5, 3) Biotekna Marcon. Risultati maschili. Esordienti: 1) Raffaele Morandi (Coin Venezia), 2) Paul Tecuceanu (Audace Noale), 3) Pietro Serafin (Biotekna). Ragazzi: 1) Matteo Barolo (Riviera del Brenta), 2) Federico Lazzaro (Città di Padova), 3) Estifanos Bortolozzo (Libertas Mirano). Cadetti: 1) Francesco Quaglio (Fiamme Oro), 2) Francesco Pinton (Lib. Mirano), 3) Luca Lebon (Biotekna). Juniores: 1) Matteo Stradiotto (Atl. San Marco), 2) Alberto Centenaro (Libertas Mirano), 3) Riccardo Faggian (Riviera del Brenta). Assoluti: 1) Luca Solone (Biotekna), 2) Filippo Barizza (Brugnera), 3) Igor Fontanella (San Marco). Società Ragazzi: 1) Riviera del Brenta p.138; 2) COIN Venezia p.71; 3) Sporting Club Noale p.60. Cadetti: 1) Riviera del Brenta p.72; 2) Audace Noale p.55, 3) Biotekna p.47. Allievi: 1) Libertas Mirano p.4; 2) Runners Murano p.3; 3) Riviera del Brenta p.3.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Eventi Ricco calendario di appuntamenti in laguna dal 27 gennaio al 12 febbraio
Venezia, il Carnevale dei colori Maria Marta Finotto si calerà il 3 febbraio dal campanile di San Marco per il Volo dell’Angelo
Manifestazione:il programma
di Alessandro Abbadir
“V
ivi i colori - Live in colour”. Il Carnevale dei colori, i colori del Carnevale: questo il filo conduttore del Carnevale 2013 di Venezia. A presentarlo è stato direttamente Davide Rampello il direttore artistico. Un evento che porterà in laguna centinaia di migliaia di visitatori dal 2 al 12 febbraio 2013 con un prologo il 26 e il 27 gennaio. “Venezia - hanno spiegato gli organizzatori – è stata l’unica città a colori prima dell’invenzione del colore: Canaletto, Guardi, Bellotto, Tiziano, Giorgione, Bellini, Veronese perfezionarono l’arte della pittura prospettica, e a colori, in laguna. Non potrebbe essere altrimenti: non c’è città al mondo in cui lo spettro cromatico dia il meglio di sé riflettendosi sull’acqua dei canali e sulla laguna”. E nel segno del colore saranno tutti gli appuntamenti del calendario, dai concerti in Piazza San Marco ospitati dalla spettacolare macchina scenica del Gran Teatro, rigorosamente ognuno dedicato a un tema cromatico differente, alle danze storiche e performance nei campi, passando per aperitivi in musica ed eventi dedicati ai più piccoli. Una “vertigine” visiva che travolgerà anche i grandi appuntamenti della tradizione a partire dalla Festa Veneziana sull’Acqua proseguendo con il Corteo e Festa delle Marie. La Maria “eletta” lo scorso anno, Marta Finotto, sarà quella che si calerà il 3 febbraio dal campanile di San Marco per il Volo dell’Angelo, replicato anche quest’anno altre due volte: il 10 febbraio, quando scenderà un artista del mondo dello spettacolo e il 12 martedì grasso, quando la discesa sarà quella del Leone alato. Sempre martedì grasso a mezzanotte, ci sarà la Vogata del Silenzio, corteo silenzioso di gondole dal Ponte di Rialto fino al Bacino di San Marco, chiuderà il Carnevale 2013. Il palco in Piazza San Marco sarà utilizzato anche per serate musicali a tema” cromatico”, da Azzurro a Yellow Submarine. Entusiasta il direttore artistico. “Il Carnevale 2013 di Venezia sarà il Carnevale del colore perché ogni colore comunica e suscita un’emozione e a questa ciascuno di noi associa uno stato d’animo - ha spiegato Rampello - I colori sono quanto di più soggettivo vi sia, e condividono con lo spirito del Carnevale l’infinita varietà e il numero dei mascheramenti, a propria volta corrispondendo alle nostre infinite
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Martedì Grasso alle 23.30 ci sarà la Regata del Silenzio diverse attitudini. La bellezza, come il colore, è davvero nell’occhio di chi guarda. E così è il Carnevale, dove tutto è permesso in nome di una temporanea sospensione dei ruoli. Il mascheramento, azione simbolo del vivere il Carnevale, è la sintesi di questa liberazione. I colori, con le loro variazioni di brillantezza, tono, saturazione creano un pantone inesauribile di caratteri, metaforicamente simboleggiando la varietà e la diversità umana. Il Carnevale è la festa delle culture per eccellenza, soprattutto a Venezia, prima metropoli cosmopolita d’Europa”. Ci sarà la collaborazione al Carnevale delle principali istituzioni culturali cittadine con tre appuntamenti particolarmente interessanti. La mostra di libri antichi sul colore, nelle Sale Monumentali della Marciana con letture teatrali musicate in tema commentate da un finissimo teorico del colore come il professor Manlio Brusatin.
Una mostra sull’utilizzo storico dei colori presentata all’Archivio di Stato. E una rassegna cinematografica sui colori nel cinema all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti e alla Casa del Cinema. Spettacoli e concerti anche nei musei civici. Anche Venezia Marketing & Eventi fra i promotori spiega il perché di un calendario di eventi lungo. Una motivazione pensata anche per battere la crisi. “Abbiamo deciso un allungamento del palinsesto su un arco di tre settimane con ricadute positive in termini di promozione turistica sulla città e sul suo indotto economico – ha sottolineato Piero Rosa Salva, Presidente di Venezia Marketing & Eventi - Abbiamo inoltre potenziato il programma culturale in sinergia con le istituzioni locali, che si svilupperà in maniera diffusa su tutto il territorio rendendo il calendario degli eventi realmente sostenibile per Venezia, con numerosi poli di aggregazione. Non a caso il primo weekend, dedicato alla “Festa Veneziana” sull’acqua si svolgerà nel Sestiere di Cannaregio. Ci sarà inoltre un calendario di iniziative in sinergia con il Carnevale di Verona e Jesolo”.
cco il programma del Carnevale di Venezia 2013 nel dettaglio. Si parte il 26 gennaio dalle 9 con l’apertura in Campo San Polo di una pista di pattinaggio su ghiaccio nel cuore del centro storico veneziano. Nel campo da sempre dedicato, per tradizione, al divertimento dei più piccoli attorno alla pista, un villaggio di stand offrono prodotti dell’enogastronomia e dell’artigianato tipico. Nel Sestiere di Canareggio dalle 17 alle 19 la Festa Veneziana. Un grande spettacolo serale sull’acqua ed un corteo di maschere annuncerà l’arrivo del Carnevale alla città. Domenica 27 dalle 11 alle 13, il corteo acqueo del Coordinamento Associazioni Remiere mollerà gli ormeggi da Punta della Dogana e navigherà lungo tutto il Canal Grande sino a giungere nel popolare Rio di Cannaregio, dove sfilerà in un tripudio di pubblico assiepato sulle rive. All’arrivo delle barche si apriranno gli stand eno-gastronomici, che offriranno al pubblico cicheti, specialità veneziane e i dolci della tradizione del Carnevale per antonomasia: le fritole e galani. Il primo febbraio all’Hotel Danieli ci sarà un Cotillon di inizio Carnevale. Con balli in maschera d’epoca e minuetti. Fitto il programma del 2: dalla mattina Il Concorso della Maschera più bella, seguirà la Festa delle Marie, Cioccolata calda in costume al Gran Caffè Lavena, e infine Cena con Ballo il Minuetto al Danieli, Cena di Gala con Ballo e spettacolo. “Al Ridotto”, “The Best of Il Ballo del Doge… Frames of a dream, e Il Gran Ballo Della Serenissima Opera “Don Giovanni”, Omaggio a Wolfgang Amadeus Mozart. Il 3 febbraio dalle 12 alle 13 Il Volo dell’Angelo. In serata in Piazza San Marco Ballo di Arlecchino e Pulcinella, musiche e canzoni veneziane e napoletane. Il 4, 5. 6 febbraio gli appuntamenti dei giorni precedenti si ripeteranno. Il 7 ci sarà il Ballo Tiepolo, un gran ballo in maschera dalle 20,30 al Palazzo Pisani Moretta. Alle 21 “gran ballo della Dolce Vita Burlesque” e caffè-concerto. L’8 febbraio ballo in omaggio a Franz Lehàr con l’opera “La Vedova Allegra”. Il 9 febbraio “Il Gran Ballo della Dogaressa”. Il ballo si svolgerà dalle 21 al Palazzo Pesaro Papafava, sul primo piano nobile del XIV secolo. Il palazzo sarà interamente illuminato con candele per creare un’atmosfera indimenticabile. Il 10 febbraio alle 12 Il volo dell’aquila, alle 16,30 cioccolata in costume al Gran Caffè Lavena. Dalle 21 “Gran ballo mascheranda” a Palazzo Pisani Moretta. Dalle 21 al Teatro la Fenice l’opera “La Traviata” di Verdi. L’11 febbraio dalle 19 alle 23 sul Canal Grande “Gondola Tour con Cena”. Dalle 21 “Gran Ballo della Belle Epoque”. Martedì Grasso: dalle 17 premiazione della Maria del Carnevale 2013, alle 18 Lo “svolo del Leon”, alle 21 al Danieli Cena con ballo Il minuetto. Dalle A.A. 23,30 La Regata del Silenzio.
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32 Voci da palazzo Sanità Zaia ha nominato i nuovi direttori generali
22 nomi per 22 Ulss
Undici sono andati al Carroccio, dieci al Pdl, uno al Pd. Padrin: “Privilegiata la competenza non il colore della casacca politica” di Fortunato Marinata
Voci da palazzo 13
L’opinione Stefano Valdegamberi, Udc
“perSa l’occaSIone dI rIdurre Il numero delle ulSS”
“P
eccato che la Regione Veneto abbia perso l’occasione di ridurre il numero delle aziende socio-sanitarie venete, perseguendo una necessaria razionalizzazione dei costi amministrativi”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Stefano Valdegamberi che prosegue: “Auguro, comunque, un buon lavoro a tutti i neo Direttori delle Ulss Venete. Vedo con piacere che sono stati Stefano riconfermati molti professionisti che hanno ben operato nel passato e di Valdegamberi cui ho avuto modo di apprezzarne le qualità manageriali ed umane. Le sfide che li aspettano non sono semplici e l’augurio che faccio è che sia sempre posto al centro delle loro attenzioni il benessere e la salute dei cittadini, sia premiato il merito e si faccia un uso sempre più responsabile delle risorse, al di sopra ed al di fuori di ogni logica di bottega politica”. Dario Bond, Pdl
“Il governatore zaIa ha fatto ottIme Scelte”
“P
A
spettando la definizione delle schede a corredo del Piano Socio Sanitario del Veneto, il presidente Luca Zaia ha nominato l’elenco deI dIrettorI generalI i nuovi direttori generali delle Ulss venete. Un’operazione non facile in quanto di solito le poltrone vengono distribuite con il manuale Cencelli, in osservanza degli equilibri politici che reggono Ulss 1 di Belluno, Pier Paolo Feronato Giunta e Consiglio di Palazzo Ferro Fini. Non così per Zaia, secondo Ulss 2 di Feltre, Adriano Rosi Caldogno le parole del presidente della commissione Sanità Leonardo PaUlss 3 Bassano del Grappa, Fernando Antonio Campostela drin, che invece avrebbe scelto gli uomini da mettere a guida degli Ulss 4 Alto vicentino, Daniela Carraro ospedali veneti secondo il principio della competenza. “In fase di Ulss 5 Ovest vicentino, Giuseppe Cenci nomine - ha spiegato – Zaia ha fatto sua fino in fondo quell’auUlss 6 Vicenza, Ermanno Angonese tonomia decisionale che gli è conferita dalla legislazione veneta. Ulss 7 Pieve di Soligo, Gian Antonio Dei Tos Le nomine, infatti, avvengono per decreto presidenziale. E prima Ulss 8 Asolo, Bortolo Simoni di tutto Zaia ha ascoltato tutti ma poi ha deciso autonomamente Ulss 9 Treviso, Giorgio Roberti privilegiando la competenza piuttosto che il colore della casacca Ulss 10 Veneto Orientale, Carlo Bramezza politica”. Se così è stato, l’equilibrio che ne è conseguito tra Pdl e Ulss 12 Venezia, Giuseppe Dal Ben Lega deve essere stato plaudito all’interno della maggioranza come Ulss 13 Mirano, Gino Gumirato un’inattesa casualità. Undici, infatti, i manager ascrivibili all’orbita Ulss 14 Chioggia, Giuseppe Dal Ben del carroccio, dieci quelli del Pdl, uno del Pd ma gradito anche Ulss 15 Alta Padovana, Francesco Benazzi alla Lega. Anche l’equilibrio all’interno dello stesso partito di Zaia Ulss 16 Padova, Urbano Brazzale sembra essere stato rispettato con un numero di uomini “vicini” al Ulss 17 Este, Giovanni Pavesi “Presidente” di coloro che sono “vicini” al sindaco, Flavio Tosi. Ma Ulss 18 Rovigo, Arturo Orsini anche in questo caso deve essersi trattato di semplice casualità. Ulss 19 Adria, Pietro Girardi Così nelle Ulss scaligere, quella del Capoluogo e di Bussolengo, Ulss 20 Verona, Giuseppina Maria Bonavina sono stati sistemati gli uomini del sindaco: Maria Giuseppina BoUlss 21 Legnago, Massimo Piccoli navina nell’Ulss 20, e Alessandro Dall’Ora nella 22 e nell’Ulss 6 Ulss 22Bussolengo, Alessandro Dall’Ora dell’Ovest Vicentino, invece, ha preso posto l’ex uomo di Galan ma Azienda ospedaliera di Padova, Claudio Dario ora “tosiano” inossidabile Ermanno Angonese. Lo stesso vale per Fernando Antonio Compostella nell’Ulss 3 di Bassano del Grappa andata a Bartolo Simoni; l’Ulss 10 del Veneto Orientale andata e Giuseppe Cenci nell’Ulss 5 dell’Ovest Vicentino. I suoi uomini, a Carlo Bremezza; l’Ulss 13 di Mirano con Gino Gumirato; l’Ulss invece, il Governatore li ha piazzati all’Ulss 1 di Belluno, Pietro 15 dell’Alta Padovana andata a Francesco Benazzi; l’Ulss 16 di Paolo Faronato; Ulss 7 di Pieve di Soligo, Padova con Urbano Brazzale; l’Ulss 17 di Este Gian Antonio Dei Tos; all’Ulss 9 di Treviso, Dieci andata a Giovanni Pavesi e l’Ulss 19 di Adria Giorgio Roberti e Giuseppe Dal Ben nelle Ulss dei nuovi con Pietro Girardi. Al Pd l’Ulss 18 di Rovigo con direttore generale Arturo Orsini in arrivo da veneziane 12 e 14 in quest’ultima in veste di direttori Mirano. “Il nuovo Piano Socio Sanitario – ha commissario. Sempre di area leghista anche il sono di prima spiegato Luigino Schiavon, in rappresentanza direttore dell’Azienda ospedaliera di Padova, nomina dei Collegi degli Infermieri del Veneto – sarà Claudio Dario, la cui candidatura era stata sostenuta dal Carroccio trevigiano, Mentre al Pdl sono andate l’Ulss il banco di prova dei nuovi direttori generali, una nuova fase riorga21 di Legnago dove Massimo De Piccoli ha preso il posto di Daniela nizzativa che auspichiamo venga colta dai nuovi dirigenti e rivolta Carraro che invece è stata spostata all’Ulss 4 dell’Alto Vicentino; al potenziamento dei servizi territoriali soprattutto in tutela delle l’Ulss 2 di Feltre andata ad Adriano Rasi Caldogno; l’Ulss 8 di Asolo fasce meno facoltose della popolazione”.
ietro Paolo Faronato e Adriano Rasi Caldogno sono nomi di valore che sono certo faranno del bene alla sanità bellunese. Il governatore Zaia ha fatto due ottime scelte”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond commentando le nomine ai vertici della sanità bellunese comunicate dal governatore del Veneto Luca Zaia. “Il loro sarà un Dario Bond compito delicato - afferma Bond - dovranno dare corpo e sostanza al nuovo piano socio-sanitario e alle schede ospedaliere e territoriali in corso di elaborazione. La sanità di montagna è stata blindata con importanti strumenti normativi, toccherà a loro ritagliare le soluzioni pratiche più incisive sulle singole realtà”. “Al direttore generale dell’Usl 1 - spiega il capogruppo del Pdl - toccherà in particolare preservare il policentrismo della rete sanitaria, un tesoro prezioso ricordato anche dal nuovo piano socio-sanitario, mentre il nuovo direttore dell’Usl 2 dovrà occuparsi di dare una dimensione “extraregionale” all’ospedale feltrino, altra formula prevista dal nuovo piano, senza dimenticare i lavori sulla piastra chirurgica e il rilancio effettivo dell’ospedale riabilitativo di Lamon”. Piergiorgio Cortellazzo, Pdl
“la SanItà del veneto È In manI SIcure”
“I
l governatore Zaia ha fatto un ottimo lavoro, scegliendo persone preparate e qualificate. La sanità del Veneto è in mani sicure”. Ad affermarlo, in una nota è stato Piergiorgio Cortelazzo, vicecapogruppo del Pdl in Consiglio regionale. “Toccherà a loro traghettare la sanità veneta nel mare tempestato dalla crisi e dare attuazione alle linee Piergiorgio guida del nuovo piano socio-sanitario e alle schede ospedaliere e territoCortelazzo riali in corso di elaborazione. Sarà un compito delicato ma collaborando tutti insieme, ognuno nelle proprie competenze, possiamo raggiungere l’obiettivo di mantenere il sistema sanitario veneto sui livelli di eccellenza che lo hanno fatto conoscere in tutta Europa”. Matteo Toscani, lega Nord
“le azIende belluneSI rafforzIno la collaborazIone”
“D
ue manager di grande esperienza alla guida delle aziende sanitarie della nostra provincia”. Il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Matteo Toscani, commenta, così, la nomina di Pierpaolo Faronato e di Adriano Rasi Caldogno a direttore generale rispettivamente della Ulss 1 di Belluno e della Ulss 2 di Feltre. “Prima di tutto - afferma Toscani - voglio ringraziare AntoMatteo nio Compostella e Bortolo Simoni per l’ottimo lavoro svolto: fa piacere Toscani che entrambi possano continuare a prestare servizio a capo di altre due aziende sanitarie importanti come Bassano ed Asolo. Con Compostella, in particolare, c’è stato un rapporto di fattiva collaborazione che ha portato ad avviare importanti progetti come, ad esempio, la collaborazione con l’Università di Verona. Progetti che, ne sono certo, saranno portati avanti anche dalla nuova direzione dell’Ulss di Belluno. Venendo da un’esperienza importante come quella di direttore sanitario a Treviso, Pierpaolo Faronato potrà sicuramente gestire nel migliore dei modi anche una Ulss complessa come quella di Belluno. Ho già avuto modo di sentire telefonicamente sia Compostella che Faronato, per ringraziare il primo e per salutare il secondo”. “Il mio auspicio - conclude il vicepresidente dell’assemblea veneta - è che le due aziende sanitarie rafforzino ulteriormente la collaborazione, nell’ottica di un sistema sanitario provinciale di eccellenza che metta al centro la salute dei cittadini, evitando i campanilismi e i personalismi”.
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Anche quest’anno il Centro di Formazione Professionale Fondazione Cavanis ha ottenuto un largo consenso nel territorio raccogliendo un boom di iscrizioni. L’utenza è arrivata da un ampio bacino compreso tra tre province venete: Venezia, Padova e Rovigo. Per l’Anno Formativo 2013/2014 il Cavanis ripropone i quattro settori storici per l’assolvimento dell’obbligo scolastico con le qualifiche di Operatore Elettrico e Operatore Meccanico, di Operatore del Benessere: Acconciatore e di Operatore del Benessere: Estetista, mettendo a disposizione laboratori attrezzati con le migliori tecnologie di ultima generazione. In particolare, da alcuni anni il reparto meccanico si è dotato di uno dei più moderni
software CAD-CAM che permette di programmare le macchine utensili a controllo numerico con un linguaggio generato da un disegno eseguito con un personal computer. D’altra parte, il settore elettrico si è proiettato verso il futuro mediante il nuovo laboratorio di Domotica-Termoidrulica all’interno del quale gli allievi vengono in contatto con gli impianti civili ed industriali di ultimissima generazione. Inoltre, entrambi i reparti accompagnano gli allievi ad apprendere tutte le principali tipologie e metodologie di saldatura (ad elettrodo, a filo continuo, TIG, a fiamma ossiacetilenica, ecc.) permettendo loro sia di raggiungere delle competenze sempre più rispondenti alle professionalità richieste dal mercato del lavoro odierno, sia di stare al passo con le sfide che il territorio propone.
Per quanto riguarda il settore benessere, si ricorda che già da qualche anno il C.F.P. propone corsi di Abilitazione alla professione di acconciatore ed estetista. Questi “quarti anni”, che solitamente hanno inizio entro la prima metà del mese di ottobre, sono accessibili solo a chi è già in possesso della qualifica professionale del settore e permettono di aprire un’attività in proprio, completando il percorso di formazione intrapreso con la scelta di questa tipologia di scuola. Nei corsi di abilitazione è garantita un’offerta formativa e professionale di altissima qualità ad un costo davvero molto competitivo. Il principio educativo adottato dalla Fondazione Cavanis nel CFP
“Maria Immacolata” di Chioggia è indicato nel Progetto Educativo Cavanis (PEC) e si può riassumere nell’espressione “Essere più padri che maestri”. Tale paternità permette il realizzarsi di quella corresponsabilità e cooperazione nella quale i giovani crescono come soggetti attivi e responsabili di quanto avviene dentro e intorno a loro. Questa pedagogia viene attuata dalla comunità educante che, con fiducia e speranza, si impegna nell’educazione della persona nella sua interezza secondo gli insegnamenti dei Padri
Fondatori Padre Antonio e Padre Marco Cavanis. “Il nostro Centro si propone come obiettivo principale l’educazione dell’uomo nella sua personalità e umanità – ha spiegato il Dott. Gimmy Fabris Direttore del C.F.P. – L’attuazione di questa linea pedagogica è resa possibile dalla creazione con i ragazzi di rapporti caratterizzati da attenzione, fiducia e rispetto, nonché da un dialogo autentico e un lavoro comune tra gli educatori e i Padri della nostra Comunità”. La fiducia nella qualità educativa e formativa offerta si traduce in un rapporto di collab o ra z i o n e con i genitori che, accettando l’identità e il progetto della scuola, condividono le mete che essa propone. Per informazioni e per visitare la scuola rivolgersi alla Segreteria del C.F.P. al numero 041400922.
34 14 Cultura veneta Mostre Nel Palazzo della Gran Guardia da 2 febbraio 2013
“Raffaello verso Picasso”, dopo Vicenza la mostra approda a Verona Le opere saranno le medesime già esposte alla Basilica Palladiana con l’aggiunta di Memling, Van Eych e Antonello Da Messina
R
iaprirà il 2 febbraio 2013, nel Palazzo della Gran tesche su tavola. Tre sono capolavori tra i maggiori dell’arte fiamminGuardia, nel cuore di Verona davanti all’Arena, la grandiosa mostra sul ritratto e la figura che Marco ga, il quarto è un rarissimo Antonello da Messina, la Goldin sta proponendo, in prima edizione, alla Basilica Crocefissione datata 1460. Le opere fiamminghe sono Palladiana di Vicenza dove, dopo appena due mesi di di Hans Memling e Jan van Eyck. Di quest’ultimo sarà apertura, è già stata ammirata da oltre 125 mila per- esposto il bellissimo Ritratto d’uomo con copricapo azzurro del 1429, straordinario ritratto che, non a caso, sone. Goldin ha scelto come immagine Le opere che saranno presenufficiale della mostra veronese. Di tate nell’edizione veronese (che Tra le novità Memling sarà presente un dittico chiuderà i battenti il primo aprile) quattro tavole con un Ritratto di uomo che legge saranno sostanzialmente le mede- di autori e un Ritratto di donna in preghiera, sime già esposte a Vicenza (solo fiamminghi entrambe opere del 1490. sei non saranno presentate nella del ‘400 Sviluppata in quattro ampie città scaligera), con l’aggiunta di un nucleo davvero importante di capolavori tutti prove- sezioni tematiche e quindi senza seguire semplicemennienti da una meravigliosa istituzione rumena, il Muzeul te la pura cronologia, anche questa nuova edizione National Brukenthal di Sibiu, antichissima città della veronese racconterà, con un profluvio di autentici capoTransilvania, che per i suoi monumenti è stata Capitale lavori, volti e figure che hanno affascinato gli artisti dal Quattrocento a oggi. Europea della Cultura. Dai ritratti e dalle figure per esempio di Botticelli, Dal museo rumeno, famoso tra gli appassionati di tutto il mondo, giungono a Verona 4 opere quattrocen- Beato Angelico, Mantegna, Bellini, Bramantino, Lippi,
Cranach, Pontormo e poi Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Tiepolo giungendo agli impressionisti da Manet a Monet, da Cézanne e Gauguin a Van Gogh e ai grandi pittori del XX secolo da Munch, Picasso, Matisse e Modigliani fino a Giacometti e Bacon. Solo per dire di alcuni tra i moltissimi che comporranno a Verona, dopo averlo fatto a Vicenza, questo superlativo museo dei musei. Ma non generico e invece dedicato all’immagine universale dell’uomo tra sacro e profano. Tra vita quotidiana e celebrazione di sé nella regalità delle corti, tra sentimento religioso e rappresentazione della propria immagine negli autoritratti soprattutto tra Ottocento e Novecento. A comporre una mostra che, nella sua riedizione a Verona, potrà essere visitata da chi non l’avesse fatto a Vicenza ma anche da chi volesse rivederla con l’ingresso di altri capolavori. La mostra alla Gran Guardia è promossa dal Comune di Verona, dalla Fondazione Cariverona e da Linea d’ombra. Come sempre Linea d’ombra si affianca
la mostra aprirà i battenti il prossimo 2 febbraio a Palazzo del Monte, a Padova
pIetro bembo, StorIa dI un uomo del rInaScImento
E
’ una mostra “made in Vicenza” quella su “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento” che aprirà i battenti il 2 febbraio prossimo a Palazzo del Monte, a Padova. Un’esposizione ambiziosa che ha visto lavorare fianco a fianco il Direttore del Cisa, Guido Beltramini, ideatore del progetto, la Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo come promotore della mostra e Mauro Zocchetta con Aldo Cibic nella veste di allestitori. Una mostra ritenuta impossibile per l’ambiziosità dei prestiti che il curatore si proponeva di ottenere, ma che invece è realtà, costruita com’è attormo alla storia di un uomo, alla sua fedeltà ad un sogno e a una passione. L’uomo si chiama Pietro Bembo, e il sogno è vivere d’arte e poesia, contro consuetudini familiari e sociali. La passione è la bellezza: assoluta, senza tempo, cercata nel passato e proiettata nel futuro. L’esposizione riunisce insieme le opere straordinarie degli artisti di cui Bembo fu amico, mentore, talvolta complice come Giovanni Bellini, Giorgione, Raffaello, Tiziano, Michelangelo, Jacopo Sansovino, Valerio Belli. Accanto ad esse i capolavori dell’archeologia di cui Bembo si circondò nella sua casa di Padova: la testa di Antinoo, l’arcana Mensa Isiaca proveniente dall’Egitto dei faraoni, l’antichissimo manoscritto di Pindaro, la gemma di Dioscoride appartenuta a Lorenzo il Magnifico. E insieme gli esemplari più belli al mondo dei capolavori
Jan van Eyck, Ritratto d’uomo con copricapo azzurro del 1429 scelto come immagine dell’esposizione non solo quale società organizzatrice ma anche come partner importante nella produzione della mostra. Main sponsor di questo grande progetto è UniCredit, che ha individuat nella doppia proposta a Vicenza e Verona territori in cui è presente in modo profondo e diffuso - la qualità necessaria per una nuova, forte partnership.
Arte
Elio Armano, ambasciatore d’arte tra Veneto e Marrakech
M
Un ritratto di Pietro Brembo tipografici che Bembo inventò con l’editore Aldo Manuzio. Per la prima volta dopo cinquecento anni queste opere eccezionali ritornano a Padova dai grandi musei d’Europa e Stati Uniti. Una parata di capolavori per raccontare una storia, quella non di un semplice collezionista, ma di uno dei registi di quello che oggi chiamiamo Rinascimento.
Il viaggio ha inizio nella Venezia di fine Quattrocento, attraversa la Ferrara dove Bembo amò Lucrezia Borgia, giunge a Urbino e nella Roma dei Papi, per poi tornare a Padova, la città dove scelse di vivere e conservare i propri tesori, nella casa di via Altinate che fu il primo museo del Rinascimento.
aturata all’Accademia de Belle Arti di Venezia negli anni ‘60 e passata attraverso fasi diversissime, l’esperienza artistica di Elio Armano è approdata all’inizio del duemila a Marrakech. Qui, portatovi dallo stilista Massimo Giacon, ha trovato forme, colori e materiali che sembravano come aspettarlo, vista la repentina congenialità di tanto lavoro precedente con l’ambiente scoperto nell’antica medina e nel territorio circostante, dalle antiche fortezze di terra fino alla cultura berbera abbarbicata alle montagne dell’Atlante. Così, viaggio dopo viaggio, intervallando il lavoro nello studio padovano, dove sono nati il “Giardino dei Giusti” di quella città, il Segno per i cinquecento anni dalla nascita di Andrea Palladio e tante altre sculture in cemento, in acciaio, in legno e terracotta, lo scultore ha sviluppato un lavoro parallelo fino alla mostra dell’anno scorso nei locali immacolati del riad di rue Daar El Pacha a due passi dal palazzo del re. Da quell’evento, al quale hanno partecipato tanti italiani, nonostante seguisse di pochi giorni l’orrendo attentato terroristico che insanguinò la celebre piazza Jemaa el–Fna, è nata l’idea di un libro, o meglio di un libro-scultura colmo di sorprese come la medina, tutto bianco come il riad che, insieme ad un documentario sull’attività più complessiva dell’artista, è stato presen-
tato sabato 8 dicembre nei medesimi locali dello scorso anno in una Marrakech colma dei tanti eventi che la vedono centro dell’ormai celebrata settimana del cinema giunta alla sua dodicesima edizione. La presentazione del duplice evento che, non a caso ha avuto il patrocinio della Regione Veneto e dell’Istituto Italiano di Cultura in Marocco è venuta a costituire l’esordio concreto e significativo di un rapporto tutto nuovo tra il Veneto e la Regione di Marrakech, così come stabilito dal protocollo d’intesa sottoscritto tra le due regioni lo scorso febbraio a Venezia, allo scopo di intensificare i reciproci rapporti turistici, culturali e soprattutto economici in un’area attualmente in forte sviluppo.
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36 16 Cultura veneta Mostre archeologiche Dal 6 aprile al Palazzo della Ragione di Padova
Venetkens, viaggio nella terra dei veneti antichi Con duemila reperti e attraverso video e postazioni multimediali verrà ricostruita la vita dei nostri antenati di Mauro Gambin
I
l Veneto di tremila anni fa era molto diverso da quello che conosciamo oggi. Anche se le Dolomiti erano già le Dolomiti, il Lago di Garda era già stato scavato dai ghiacciai e i colli Berici, Euganei e Lessini avevano già smesso la loro veste di atolli e barriere coralline, il mare era più grande e l’Adige e il Po un po’ più corti. Venezia non c’era ancora in compenso c’era Adria: un complesso di capanne e palafitte attorno ad un porto ononimo del mare. Anche Padova non era ancora la città che è, all’epoca forse molto più interessante era Este e i suoi dintorni, compresi i colli che diedero il nome ai primi abitanti di queste zone: gli euganei. Non si sa che fine fecero, secondo Tito Livio vennero scacciati in malo modo dai paflagoni perché questi avevano persero la loro patria nella guerra di Troia contro gli achei. Omero, infatti, ci informa che questi paflagoni avevano abbandonato la Paflagonia, in Asia Minore, e avevano preso casa nella parte più interna del mare Adriatico e insieme alla terra avevano preso anche
Il mare era un po’ più grande, l’Adige e il Po’ un pò più corti nuovo nome: “evetoy” che tradotto in latino divenne “heneti” e poi veneti. Degni di lode, significa in greco e non si sa nemmeno il perché, visto che schermiti come perdenti e si sono rifatti su un popolo tra i più mansueti del mondo antico. Questa è la leggenda, la storia vera dei veneti, invece, avrà la forma di una mostra, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Gruppo Icat, Agenzia di marketing e comunicazione, che aprirà i battenti il prossimo 6 aprile al Palazzo della Ragione di Padova. I dati archeologici, infatti, parlano di una realtà culturale con remote radici nelle società preistoriche locali, che, dopo un periodo di crisi nel XII secolo a.C. conseguente a sconvolgimenti che investono l’intero mondo mediterraneo, rifioriscono intorno al 1000 a.C. Si configurò così una nuova civiltà con radici estese su un territorio corri-
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spondente alle attuali regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e parte del Trentino che avrà vita florida fino al II secolo a.C., quando con l’arrivo dei Romani tutto finì con il sovrapponimento delle due culture. La mostra padovana si colloca in questi quasi mille anni, indagando come viveva questo popolo antico, come costruiva le abitazioni, come si procurava il cibo, come seppelliva i propri defunti, come si rivolgeva alle divinità, come si rapportava ai popoli confinanti e a quelli più lontani con cui entrava in contatto. Come sempre, quando si parla di storia, il raccontoaverrà attraverso l’esposizione di quasi duemila reperti archeologici emersi durante le campagne di scavo ma anche attraverso una serie di video e postazioni multimediali per una navigazione virtuale finalizzata agli approfondimenti attraverso monitor touch screen e altre tecnologie avanzate di interfaccia. Di grande impatto saranno anche alcune ricostruzioni in scala 1:1, mirate a suscitare l’attenzione e soprattutto l’emozione partecipe del visitatore. Sarà possibile vedere l’interno di un’abitazione, con arredi e suppellettili; entrare in un santuario e percepirne l’atmosfera sacrale attraverso la suggestione di una voce che invoca gli dèi, sentire il fluire dell’acqua, elemento spesso presente nelle aree sacre in una molteplicità di forme; osservare un imponente tumulo funerario nel quale sono presenti numerose tombe a carattere familiare, cui si aggiungono una sepoltura equina da un lato, e dall’altro una sepoltura con due corpi: un uomo e un cavallo. Momenti di grande impatto emotivo, a completamento di una visita di piena e completa immersione nel mondo dell’antico Veneto.
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ei, Bianca Sharma, se ne innamorò tredici anni fa durante un’escursione in barca. Quel monastero diroccato di Conca dei Marini, abbarbicato su una rupe a picco sul mare tra Amalfi e Positano, la colpì a tal punto da volerlo acquistare subito. Ad ogni costo. Dicono che lo abbia soffiato a Caltagirone, resistendo in seguito anche alle offerte di Berlusconi. Ma questo poco importa. Ciò che conta è che quel monastero del Seicento, appartenuto alle suore domenicane di clausura del Conservatorio di Santa Rosa da Lima, le stesse che crearono le omonime sfogliatelle, sia oggi uno degli hotel resort più belli del mondo. continua a pag. 18-20-21
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UNITÀ LOCALI DENTALCOOP: • BERGAMO • BRESCIA tel. 030 3545278 • CHIOGGIA (VE) tel. 041 5540222 • DARFO BOARIO TERME (BS) tel. 0364 531905 • FONTANAFREDDA (PN) • LEGNANO (MI) tel. 0331 440011 • MANTOVA tel. 0376 245687
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• MARTINSICURO (TE) tel. 0861 711647 • MIRANO (VE) • MODENA • MOGLIANO (TV) • MONTEBELLUNA (TV) • MONTECASSIANO (MC) tel. 0733 290556 • OCCHIOBELLO (RO) tel. 0425 750481 • PADOVA tel. 049 8751943 • PIETRA LIGURE (SV) tel. 019 610294 • REGGIO EMILIA tel. 0522 305583 • SALERNO tel. 089 381723
• TORINO tel. 011 2462107 • TREVISO tel. 0422 421927 • VERONA tel.045 500108 • VIGEVANO (PV) tel. 0381 78587 • VILLAFRANCA (VR) tel. 045 6302199
CHIOGGIA Viale Trieste 31/A 30015 Chioggia (VE) tel. 041 5540222 / 041 5543300 Direttore sanitario: Dott. Salvatore Di Mauro Ordine dei Medici e Odontoiatri di Catania n° 1095 GIGLED SRL Via Valcava,20 - 20900 Monza (MB) Autorizzazione sanitaria ambulatorio polispecialistico n° 81 del 10/02/2012
V.le Piemonte
Chioggia
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Le convenzioni sono regionali o nazionali, si prega di consultare il sito www.dentalcoop.it o la sede a voi più vicina.
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RUBRICHE NEWS - SI VIAGGIARE - SALUTE E BENESSERE - TENDENZE - ESPERTI & PROFESSIONISTI - OROSCOPO E CRUCIPIAZZA
Sanità in ginocchio, ora si risparmia colpendo i più deboli
www.lapiazzaweb.it
Stop a contributi ed esenzioni di cui godevano sino ad oggi categorie fragili come anziani non autosufficienti, famiglie con disabili fisici o psichici, invalidi e mutilati, celiaci o affetti da malattie rare di Germana Urbani
S
tavolta sono le famiglie più sfortunate ad essere chiamate a pagare il conto salato della sanità veneta. L’ennesima scure decisa dalla giunta leghista guidata da Luca Zaia riguarderà circa 100 mila cittadini a cui, per almeno tre mesi, saranno sospesi contributi ed esenzioni che sino ad oggi erano stati garantiti dalla nostra Regione. 35 mila famiglie venete non riceveranno più l’assegno di cura per il sostegno ad un congiunto non autosufficiente ospitato a casa anziché in casa di riposo. Questa scelta però potrebbe comportare un maggior numero di inserimenti in casa di riposo alzando notevolmente i costi sia per le famiglie che per la Regione che anziché trovarsi a pagare un assegno variabile tra i 200 e i 500 euro al mese ne dovrebbe stanziare 1500 per il ricovero.
Anffas: “Famiglie arrabbiate, vergognoso chiedere ancora a chi già sostiene disabili e anziani” Chiusi i rubinetti dei contributi destinati a riabilitazione, cura e assistenza anche per i 15mila disabili fisici e psichici che li ricevevano fino ad oggi. Questo significa che le famiglie pagheranno di tasca propria i centri diurni per i disabili e i progetti di vita indipendente per i disabili gravissimi. “Stiamo cercando di correre ai ripari di questa vergogna terribile - afferma la presidente di Anffas veneto Maddalena Borigo – cercando
Cgil: “Si risparmi riorganizzando i servizi e riconsiderando la costruzione di nuove strutture ospedaliere” dei finanziatori privati ma non è facile. Le famiglie dei ragazzi disabili sono arrabbiatissime. In questo periodo di crisi dove manca anche la sicurezza del lavoro e tutto costa sempre di più, aggiungere spesa alla spesa è davvero una vergogna”. “Di fatto si smantella lo stato sociale – aggiunge Antonino Pipitone, capogruppo regionale di Italia dei Valori -. Le famiglie dei disabili dovranno sbrigarsela da sole e le prestazioni sanitarie specialistiche ambulatoriali saranno totalmente a carico dei pazienti. Passa il principio, ormai chiaro, che chi ha una malattia se la deve pagare e chi ha la sfortuna di avere un famigliare disabile si deve arrangiare. Vengono chiamate prestazioni non Lea - osserva il dipietrista, medico di professione - ma la riabilitazione, le attività dei centri diurni, il sostegno ai disabili, i certificati di idoneità sportiva, gli assegni di cura, le prestazioni per malattie rare sono, nei fatti, servizi indispensabili per un’ampia fascia di cittadini veneti, truffaldinamente inserite come non essenziali”. La decisione di sospendere i livelli di assistenza facoltativi, i cosiddetti extraLea, infatti colpirà anche altre categorie come ad esempio le famiglie
22 6 Attualità >> Tagli all’Welfare per 126 milioni di euro
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Sanità in ginocchio, ora si risparmia colpendo i più deboli
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Stop a contributi ed esenzioni di cui godevano sino ad oggi categorie fragili come anziani non autosufficienti, famiglie con disabili fisici o psichici, invalidi e mutilati, celiaci o affetti da malattie rare di Germana Urbani
S
tavolta sono le famiglie più sfortunate ad essere chiamate a pagare il conto salato della sanità veneta. L’ennesima scure decisa dalla giunta leghista guidata da Luca Zaia riguarderà circa 100 mila cittadini a cui, per almeno tre mesi, saranno sospesi contributi ed esenzioni che sino ad oggi erano stati garantiti dalla nostra Regione. 35 mila famiglie venete non riceveranno più l’assegno di cura per il sostegno ad un congiunto non autosufficiente ospitato a casa anziché in casa di riposo. Questa scelta però potrebbe comportare un maggior numero di inserimenti in casa di riposo alzando notevolmente i costi sia per le famiglie che per la Regione che anziché trovarsi a pagare un assegno variabile tra i 200 e i 500 euro al mese ne dovrebbe stanziare 1500 per il ricovero.
Anffas: “Famiglie arrabbiate, vergognoso chiedere ancora a chi già sostiene disabili e anziani” Chiusi i rubinetti dei contributi destinati a riabilitazione, cura e assistenza anche per i 15mila disabili fisici e psichici che li ricevevano fino ad oggi. Questo significa che le famiglie pagheranno di tasca propria i centri diurni per i disabili e i progetti di vita indipendente per i disabili gravissimi. “Stiamo cercando di correre ai ripari di questa vergogna terribile - afferma la presidente di Anffas veneto Maddalena Borigo – cercando
Cgil: “Si risparmi riorganizzando i servizi e riconsiderando la costruzione di nuove strutture ospedaliere” dei finanziatori privati ma non è facile. Le famiglie dei ragazzi disabili sono arrabbiatissime. In questo periodo di crisi dove manca anche la sicurezza del lavoro e tutto costa sempre di più, aggiungere spesa alla spesa è davvero una vergogna”. “Di fatto si smantella lo stato sociale – aggiunge Antonino Pipitone, capogruppo regionale di Italia dei Valori -. Le famiglie dei disabili dovranno sbrigarsela da sole e le prestazioni sanitarie specialistiche ambulatoriali saranno totalmente a carico dei pazienti. Passa il principio, ormai chiaro, che chi ha una malattia se la deve pagare e chi ha la sfortuna di avere un famigliare disabile si deve arrangiare. Vengono chiamate prestazioni non Lea - osserva il dipietrista, medico di professione - ma la riabilitazione, le attività dei centri diurni, il sostegno ai disabili, i certificati di idoneità sportiva, gli assegni di cura, le prestazioni per malattie rare sono, nei fatti, servizi indispensabili per un’ampia fascia di cittadini veneti, truffaldinamente inserite come non essenziali”. La decisione di sospendere i livelli di assistenza facoltativi, i cosiddetti extraLea, infatti colpirà anche altre categorie come ad esempio le famiglie
segue dalla pagina precedente
di quei 50 mila minorenni che ogni anno usufruivano della visita gratuita per avere la certificazione di idoneità all’attività sportiva e le migliaia di partorienti che che ricorrevano al parto fisiologico indolore. “Centoventicinque milioni di tagli al sociale e all’assistenza – attacca Claudio Sinigaglia, consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio veneto - sono un colpo mortale al sistema integrato del welfare veneto. La responsabilità è della Giunta Zaia che non ha saputo avviare i piani di razionalizzazione previsti dal nuovo piano sociosanitario, né cautelarsi preventivamente sul fronte finanziario introducendo
l’addizionale Irpef per i redditi più alti”. “Se la Giunta – continua il consigliere Pd - avesse predisposto le nuove schede di programmazione ospedaliera e territoriale a settembre, come avrebbe dovuto fare per legge si sarebbe almeno cominciato a ridur-
re doppioni, sprechi e servizi inutili arginando le falle della spesa sanitaria e dirottando le risorse risparmiate sui servizi essenziali di assistenza, come gli assegni di cura alle 35 mila famiglie venete che assistono in casa i loro congiunti, anziani o disabili. Invece
Zaia e Coletto hanno preferito temporeggiare e tenere nel cassetto le nuove schede per timori elettorali. Una scelta irresponsabile e colpevole - conclude Sinigaglia - che ora peserà interamente sulle spalle di chi sta già pagando un prezzo altissimo in termini di
salute, reddito e dignità di vita”. “Nessuno voleva tagliare i servizi di assistenza assistita – afferma l’assessore regionale Luca Coletto – ma non siamo più in grado di garantirli a tutti a prescindere dal continua alla pag. seguente
PENSIONI L’IMPS CI PROVA, A RIMETTERCI GLI INVALIDI
N
onostante l’indignazione e proteste ripetute dei cittadini, pensioni d’oro e vitalizi acquisiti da politici potenti non sono stati tagliati ma per i pensionati di casa nostra o chi recepisce un assegno d’invalidità la mannaia potrebbe presto farsi sentire forte. In tutto il Veneto, infatti, ben 55.600 pensionati hanno ricevuto o stanno ricevendo una discussa lettera dell’Imps che richiede l’invio di documentazione Red 2010 entro il 28 febbraio. I toni della lettera sono perentori, quasi vessatori, pena la decadenza delle prestazioni assistenziali percepite quali assegni familiari, maggiorazioni sociali, il trattamento al minimo le pensioni di reversibilità, gli assegni sociali, ecc., tutte misure che vengono pagate attraverso la fiscalità generale e non
attraverso il versamento contributivo. “Molti pensionati – afferma Rosanna Bettella, segretaria generale Spi Cgil di Padova - non hanno gli strumenti culturali, né tantomeno informatici, per verificare da soli la loro situazione previdenziale. Ecco perché è importante rivolgersi nelle nostre sedi o altre, che potranno verificare con cura, con l’ausilio degli operatori del Servizio fiscale, la veridicità o meno della contestazione”. Per gli invalidi civili al 100% con coniuge titolari di una pensione di invalidità le cose potrebbero davvero andare peggio. Per il conseguimento della pensione di invalidità sarà necessario che la coppia non superi il limite dei 16.127, 30 euro lordi l’anno. Per gli invalidi parziali, i non vendenti e i sordi il limite di reddito resta personale.
Attualità 23 7 TEMPO DI FINANZIARIA. PREVISTI TAGLI ORIZZONTALI PERICOLOSI IN TUTTE LE ULSS
L
reddito. Li assicureremo ai ceti più deboli e alle categorie protette”. “Quanto al Piano – prosegue l’assessore – si dovrebbe considerare che nessuna pianificazione a medio termine, ed il Piano è quinquennale, porta effetti immediati, ma li produce cammin facendo, fino a realiz-
zarli compiutamente nel tempo. E’ pertanto quanto meno poco lucido imputare le difficoltà attuali, causate esclusivamente dai tagli nazionali e non certo da scelte della Regione Veneto, a presunti ritardi nell’applicazione del Piano”.
a sospensione del finanziamento di prestazioni socio-sanitarie cosiddette extraLea decisa dalla Giunta regionale del Veneto, è, anche secondo la Cgil del Veneto, un fatto di inaudita gravità. Il sindacato denuncia da tempo la gravità delle conseguenze derivanti da anni di tagli indiscriminati su sanità e soprattutto nel settore sociale, e sollecita la Regione a compiere scelte radicalmente diverse. “Da mesi ormai – affermano le segreterie congiunte – è stato approvato il nuovo Piano Socio Sanitario ma le schede di dotazione ospedaliera e territoriali sono volutamente tenute nel cassetto dalla Giunta regionale, per motivi che appaiono più finalizzati a evitare problemi in piena campagna elettorale piuttosto che alla necessità di avviare un serio confronto che possa portare in tempi definiti e con risorse certe, a rimodulare – per migliorarlo – il Servizio sanitario del Veneto. Per il sindacato occorre rivedere la governance del sistema, anche attraverso la revisione degli ambiti territoriali delle Ulss il cui numero deve diminuire per una più efficace riorganizzazione dei servizi e per realizzare i necessari risparmi. “Anche su questo, invece, - continuano dalla Cgil - nulla di fatto, come dimostra la recente nomina dei 22 direttori generali. In pratica, e come volevasi dimostrare, la cosiddetta “spending review” si sta rivelando come l’ennesimo sistema per praticare tagli indiscriminati su prestazioni, servizi, diritti di lavoratrici e lavoratori ma non incide minimamente sugli sprechi veri, che spesso sono imputabili alla mala-gestione messa in atto dai centri di potere (politici e non) che governano la sanità. Anche Leonardo Padrin, presidente della commissione Sanità del Consiglio veneto, invoca prudenza e ragionevolezza nell’applicazione dei tagli lineari della ‘spending review’ alle Ulss venete e ai diversi comparti della sanità. Con questo obiettivo ha chiesto alla
Giunta regionale e ai direttori generali delle Ulss, di verificare le conseguenze e l’impatto territoriale della riduzione di budget imposta alle Ulss venete per ciascuna delle diverse aree oggetto degli obiettivi di risparmio individuati dalla Giunta: si tratta del personale del servizio sanitario, delle farmaceutica, dell’assistenza integrativa per i diabetici, delle quote di rilievo sanitario nelle strutture residenziali e semiresidenziali, dell’assistenza ospedaliera fornita dalle strutture private accreditate e dell’assistenza specialistica ambulatoriale erogata dai soggetti privati accreditati. In particolare per queste ultime due voci la Giunta regionale ha previsto che il budget programmato sia ridotto rispettivamente dello 0,5 per cento (per l’ospedalità privata) e del 10 per cento (per gli ambulatori del privato accreditato) rispetto alla spesa programmate per il 2011. “E’ positiva la piena responsabilizzazione dei direttori generali delle Ulss nel valutare il fabbisogno sanitario dei loro territori e nel coniugarlo con gli obiettivi di budget prefissati - commenta Padrin - ma credo sia necessario un approfondimento tematico per ciascuna delle aree di risparmio individuate, e in particolare per la sanità privata ambulatoriale, da sempre partner affidabile del pubblico nell’erogare servizi ai cittadini in tempi rapidi e con costi inferiori, per vari motivi, a quelli delle strutture pubbliche”.
Messaggio pubbliredazionale
GRANDE SUCCESSO per il premio letterario della PRO LOCO DI CHIOGGIA manifestazione che ormai è radicata e consolidata tra le attività della Pro Loco Clodiense volte a promuovere il territorio della città di Chioggia; tale concorso ha ormai superato ampiamente, per fama e partecipazione, i confini Regionali al punto che tantissime poesie e molti manoscritti sono giunti da ogni parte d’Italia”. Con la magica regia del Presidente Marco Donadi e la preparata compeda sinistra a destra il Presidente Marco Donadi, l’assessore Lucio Gianni, il vincitore Stelio Vianello tenza della Giuria composta da Stefaed il giornalista Luca Ginetto. nia Lando e Nelly Ruggeri si è portato a termine un concorso di altissima qualità artistica il cui tema era “Chioggia: misteri di derive e di maree - La città come specchio di vita”. Nell’Auditorium Comunale di Chioggia, Sabato 15 DiVincitori sono risultati per il settore narrativa, il chiogcembre 2012, si è svolta la serata finale della IV ediziogiotto, Stelio Vianello e per la sezione poesia la Signora ne del Premio Letterario “Città di Chioggia” organizzato Olga Gazzetto di Vigodarzere che ha descritto in modo dalla locale Pro Loco; padrino dell’evento è stato Luca stupendo Chioggia, dimostrando di esserne innamorata, Ginetto, giornalista RAI del TGR Veneto. pur ammettendo di non esserci stata prima del 15 Dicem“E’ stato un onore ed un vero piacere, ha commentabre. to l’Assessore Provinciale alle Pro Loco Lucio GianHa concluso l’Assessore Lucio Gianni “La Provincia di ni, rappresentare l’Amministrazione Provinciale ad una
Venezia è un territorio ricco di arte, di cultura, di creatività; è ricca di persone laboriose ed ingegnose che la rendono grande, unica, irripetibile; è ricca di uomini e donne che amano profondamente la propria terra, il proprio territorio, la propria storia al punto di offrire il proprio tempo, le proprie capacità, le proprie conoscenze e professionalità … questi sono gli uomini e le donne delle Pro Loco! Le Pro Loco rappresentano l’anima popolare, più vera e genuina, di un territorio!” Più grandi sono le Pro Loco e più risultati si ottengono; più si espande la conoscenza della Pro Loco e più si può promuovere il proprio territorio e la propria terra! Per far grande la tua Pro Loco iscriviti anche tu:
PRO LOCO DI CHIOGGIA
via Felice Cavallotti n° 410 aperto il martedì ed il giovedì dalle 10:00 alle 12:00 info@prolocochioggia.org
24 8 Attualità >> Insegnati alla prova
Concorsone della scuola: più di cinquemila per 509 cattedre Dall’11 al 21 febbraio si svolgeranno le prove scritte del concorso che nella prima fase ha visto bocciati in tutta Italia due concorrenti su tre di Germana Urbani
A
lberto è un ingegnere informatico di 42 anni che fino a dicembre scorso ha avuto un contratto a tempo indeterminato presso un’azienda milanese che si occupa di software. Era stato assunto subito dopo la laurea e on aveva mai pensato di guardarsi intorno e mandare curriculum per cambiare azienda o lavoro. Nell’ultimo anno, però, aveva assistito con il fiato sospeso a drastiche riduzioni del personale, colleghi in cassa integrazione e via dicendo Dal 1999 ad oggi non era più stato infino a che nell’ufficio del capo del persona- detto alcun concorso per aspiranti docenti. le non è entrato anche lui. Un tempo lunghissimo, che aveva visto, Proprio quando lui e la sua compagna soprattutto in regioni del Nord, alcune grastanno aspettando un bambino gli comu- duatorie esaurite da anni. nicano che da gennaio sarà in mobilità. A dicembre, alle prime prove di seleLo sconforto è massimo ma decide di fare zione si sono presentati 321mila persone una cosa a cui non aveva mai pensato e si in tutta Italia, 13.559 solo in Veneto. E a iscrive al concorlivello regionale gli amResta l’amaro in bocca sone dei docenti messi sono stati il 39% per un posto da per le modalità di selezione con una media supeinsegnate di mariore al dato nazionale che hanno bocciato molti tematica. del 33,7%. insegnati precari Alberto oggi Bocciato oltre il è uno dei 5.278 60% dei concorrenti. che in Veneto Lo scoglio per tutti è hanno superato la prima prova e ora sta stata il test informatico a risposta multipla studiando alacremente per gli step succes- chiamato per la prima volta a scremare l’alsivi. to numero di aspiranti. La sua storia non è unica nel suo geA quanto pare, proprio questa novità, nere. La crisi ha portato moltissimi laureati ha eliminato tante persone precarie della che in questi anni hanno fatto altri lavori scuola da moltissimi anni che, magari prea cimentarsi con l’ardua opportunità mes- paratissime nelle loro materie, con la tecsa in campo dopo 13 anni dal Ministero nologia non avevano acquisito sufficiente dell’Istruzione. continua alla pag. seguente
MODALITÀ DELLA SECONDA PROVA D’ESAME
L
a prova scritta avrà la durata compresa tra le due ore e le due ore e trenta minuti e si articolerà in tre o quattro quesiti a risposta aperta. La differenza sta nel fatto che la prova scritta relativa all’insegnamento di discipline scientifiche e tecnico-pratiche (A020, A033, A034, A038, A049, A059, A060 e C430), che prevede anche l’espletamento di una ulteriore prova successiva di laboratorio, nonché le prove scritte relative all’insegnamento di discipline artistiche (ambito 01: classi A025/A028), che prevede anche l’espletamento di una ulteriore prova pratica successiva, avranno la durata di 2 ore e si articoleranno in tre quesiti a risposta aperta. Secondo quanto affermano i sindacati le domande verteranno sui programmi disciplinari allegati al bando e sui contenuti trasversali indicati nelle avvertenze generali e saranno tese ad accertare il possesso dei requisiti professionali e culturali dei candidati. A ciascun candidato sarà consegnato, subito dopo le operazioni di identificazione, un foglio con quattro facciate prestampate, ognuna per quesito. Stabilita anche la lunghezza delle risposte ai quesiti: ciascuna dovrà essere di 22 righe. Saranno messi a disposizione del candidato fogli bianchi per eventuali brutte copie che però dovranno essere tenuti distinti dal foglio della prova e non inseriti nel plico da consegnare al termine della prova stessa (pena la nullità della prova stessa). Per quanto riguarda il punteggio,
ad ogni quesito verrà attribuito un punteggio intero da 0 a 10. La valutazione complessiva della prova sarà data dalla somma delle votazioni attribuite a ciascun quesito. Le prove composte da quattro quesiti potranno quindi dar luogo ad una votazione massimo pari a 40, quelle composte da tre quesiti daranno invece luogo ad una votazione massima pari a 30. Per superare la prova, dunque, ogni candidato dovranno raggiungere una votazione minima pari a 28/ 40 nel caso di prove da quattro quesiti, 21/30 nel caso di prove composte da tre quesiti.
10 Attualità
Attualità 25
>> Insegnati alla prova 24 Attualità >> Insegnati alla prova
Concorsone della scuola: più di cinquemila per 509 cattedre Dall’11 al 21 febbraio si svolgeranno le prove scritte del concorso che nella prima fase ha visto bocciati in tutta Italia due concorrenti su tre
A
di Germana Urbani
lberto è un ingegnere informatico di 42 anni che fino a dicembre scorso ha avuto un contratto a tempo indeterminato presso un’azienda milanese che si occupa di software. Era stato assunto subito dopo la laurea e on aveva mai pensato di guardarsi intorno e mandare curriculum per cambiare azienda o lavoro. Nell’ultimo anno, però, aveva assistito con il fiato sospeso a drastiche riduzioni del personale, colleghi in cassa integrazione e via dicendo fino a che nell’ufficio del capo del persona- visto, soprattutto in regioni del Nord, alcune le non è entrato anche lui. graduatorie esaurite da anni. Proprio quando lui e la sua compagna A dicembre, alle prime prove di selestanno aspettando un bambino gli comuni- zione si sono presentati 321mila persone cano che da gennaio sarà in mobilità. Lo in tutta Italia, 13.559 solo in Veneto. E a sconforto è massimo ma decide di fare una livello regionale gli ammessi sono stati il cosa a cui non aveva mai pensato e si iscri- 39% con una media superiore al dato naziove al concorsone dei docenti per un posto nale del 33,7%. Bocciato oltre il 60% dei da insegnate di concorrenti. Lo scoglio Resta l’amaro in bocca matematica. per tutti è stata il test Alberto oggi per le modalità di selezione informatico a risposta è uno dei 5.278 multipla chiamato per che hanno bocciato molti che in Veneto la prima volta a screinsegnati precari hanno superato mare l’alto numero di la prima prova e aspiranti. A quanto ora sta studianpare, proprio questa do alacremente per gli step successivi. novità, ha eliminato tante persone precarie La sua storia non è unica nel suo ge- della scuola da moltissimi anni che, magari nere. La crisi ha portato moltissimi laureati preparatissime nelle loro materie, con la che in questi anni hanno fatto altri lavori a tecnologia non avevano acquisito sufficiencimentarsi con l’ardua opportunità messa te dimestichezza. in campo dopo 13 anni dal Ministero dell’I“Certamente si potevano cercare strustruzione. Dal 1999 ad oggi non era più menti più mirati, più ricchi e di valenza stato indetto alcun concorso per aspiranti culturale – Afferma Manuela Mazzucato, docenti. Un tempo lunghissimo, che aveva continua alla pag. seguente
Modalità della seconda prova d’esaMe
L
a prova scritta avrà la durata compresa tra le due ore e le due ore e trenta minuti e si articolerà in tre o quattro quesiti a risposta aperta. La differenza sta nel fatto che la prova scritta relativa all’insegnamento di discipline scientifiche e tecnico-pratiche (A020, A033, A034, A038, A049, A059, A060 e C430), che prevede anche l’espletamento di una ulteriore prova successiva di laboratorio, nonché le prove scritte relative all’insegnamento di discipline artistiche (ambito 01: classi A025/A028), che prevede anche l’espletamento di una ulteriore prova pratica successiva, avranno la durata di 2 ore e si articoleranno in tre quesiti a risposta aperta. Secondo quanto affermano i sindacati le domande verteranno sui programmi disciplinari allegati al bando e sui contenuti trasversali indicati nelle avvertenze generali e saranno tese ad accertare il possesso dei requisiti professionali e culturali dei candidati. A ciascun candidato sarà consegnato, subito dopo le operazioni di identificazione, un foglio con quattro facciate prestampate, ognuna per quesito. Stabilita anche la lunghezza delle risposte ai quesiti: ciascuna dovrà essere di 22 righe. Saranno messi a disposizione del candidato fogli bianchi per eventuali brutte copie che però dovranno essere tenuti distinti dal foglio della prova e non inseriti nel plico da consegnare al termine della prova stessa (pena la nullità della prova stessa). Per quanto riguarda il punteggio,
ad ogni quesito verrà attribuito un punteggio intero da 0 a 10. La valutazione complessiva della prova sarà data dalla somma delle votazioni attribuite a ciascun quesito. Le prove composte da quattro quesiti potranno quindi dar luogo ad una votazione massimo pari a 40, quelle composte da tre quesiti daranno invece luogo ad una votazione massima pari a 30. Per superare la prova, dunque, ogni candidato dovranno raggiungere una votazione minima pari a 28/ 40 nel caso di prove da quattro quesiti, 21/30 nel caso di prove composte da tre quesiti.
continua dalla pagina precedente
dimestichezza. “Certamente si potevano cercare strumenti più mirati, più ricchi e di valenza culturale – Afferma Manuela Mazzucato, segretaria generale della Cisl scuola di Padova – Certo è che ci stiamo abituando a queste scremature un po’ selvagge. I concorrenti lo sanno e si adeguano anche a questi esami un po’ particolari. D’altra parte se consideriamo il numero di quanti laureati hanno partecipato in tutta Italia ci rendiamo conto di come non fosse semplice selezionare andando troppo per il sottile”. Ora, gli oltre cinquemila aspiranti veneti dovranno affrontare dall’11 al 21 febbraio le prove scritte. Chi otterrà un punteggio sufficiente potrà accedere alle fasi successive. Le cattedre in palio sono poche, 509,
e divise in molte classi di concorso. Solo per le elementari ci sono 154 posti ma i concorrenti di febbraio su questa cattedra saranno 1.873. “Noi sindacati - conclude Mazzucato – giudichiamo parzialmente positiva l’esperienza. E’ indubbiamente importante che finalmente si sia proceduto a un nuovo concorso per l’immissione in cattedra dopo 13 anni d’attesa. Così si sono riaperte le porte a tanti laureati che da tempo attendevano di poter accedere all’insegnamento. Oltre al fatto che così si possono stabilizzare una parte di persone che da tempo operano all’interno della scuola. Ma si tratta pur sempre di un intervento limitato e non del tutto adeguato”.
EDILIZIA SCOLASTICA SCUOLE SICURE: QUATTRO MILIONI DALLA REGIONE
G
li edifici scolastici destano sempre qualche preoccupazione specie come quando, all’indomani di una scossa di terremoto, si aprono delle crepe lungo i muri o cadono rovinosamente i controsoffitti. Per rimediare a tutto questo e a molto altro intervengono gli enti locali: Comuni, Provincie e Regione. Se fino a pochi anni fa gli stanziamenti erano alti, anche 20 milioni di euro, oggi ammontano a circa 4 milioni di euro i contributi che la Giunta veneta ha assegnato con il piano di riparto 2012 relativo alla Legge regionale in materia di interventi per l’ampliamento, il completamento e la sistemazione di edifici delle scuole materne, elementari e medie. “Nel corso di questi anni – spiega Giorgetti – abbiamo attuato un ampio programma di razionalizzazione, recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio scolastico del Veneto, grazie al quale siamo riusciti a modernizzare e a rendere più funzionali le strutture, consentendo in tal modo agli operatori e all’utenza scolastica di svolgere le proprie
attività in ambienti più idonei e attrezzati, a tutto vantaggio della stessa offerta didattica e formativa. In questo caso a beneficiare dei finanziamenti regionali sono soggetti sia pubblici sia privati che, sulla scorta di criteri stabiliti dalla Giunta, hanno fatto richiesta entro i termini prefissati”. Una settantina gli interventi previsti nelle 7 provincie venete ma la parte più consistente dei finanziamenti andrà al territorio della Marca trevigiana che vede arrivare un contributo di quasi due milioni. Agli istituti padovani la regione ha destinato 462mila euro. “Riteniamo strategica l’azione nel campo dell’edilizia scolastica – ha concluso Giorgetti –, perché garantire spazi più idonei e moderni all’insegnamento significa investire sulle giovani generazioni. Ed è quello che stiamo facendo, nonostante le note difficoltà di bilancio che assillano le amministrazioni pubbliche, investendo tutte le risorse possibili per potenziare e migliorare le strutture nelle quali i nostri bambini, ragazzi e giovani crescono, imparano e si formano”.
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Rendez vous 34 L’intervista 12 >> Arte. Intervista
La ricetta di Athos: sogno, positività, sem “Questi dipinti del Mediterraneo dovrebbero rappresentare ed essere la finestra che apriamo tutte le mattine” di Alain Chivilò
L
a situazione in cui viviamo attualmente è ogni giorno circondata da negatività. I quotidiani e le televisioni mettono in evidenza, spesso con enfasi, fatti che risaltano aspetti tragici nei risvolti sociali, politici e culturali. Inoltre molti comportamenti volgari hanno più rilievo rispetto a situazioni intellettive e di buone maniere. Sicuramente la situazione che avremo in divenire ha più ombre che luci, però un approccio che esalti maggiormente gli aspetti positivi può aiutare. In quest’ambito il pittore e scrittore Athos Faccincani (Peschiera del Garda il 29/01/1951), con i suoi infiniti paesaggi, ci apre una via di colore, di luce piena, di felicità e speranza. Questo messaggio non arriva per caso, ma da un’artista che ha cercato inizialmente la sofferenza nella sofferenza ed è giunto alla bellezza dopo un introspettivo percorso. Come disse Helmut Kohl, ex Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca appena riunificata con la Germania Est, nel 1991: “questi dipinti del Mediterraneo do-
vrebbero rappresentare ed essere, sfidando chiunque a negarlo, la finestra che apriamo tutte le mattine”. Si crea un sogno pittorico che il Maestro ci piega nelle sue tappe fondamentali. La sua prima fase artistica si sviluppa nella figura nell’ambito di una ricerca di sofferenza nella sofferenza. Una pittura forte, drammatica e introspettiva. Mi parla di questo periodo poco visto oggi anche a livello espositivo? “A vent’anni sono entrato nel mondo dell’arte per una mia necessità. Volevo andare alla ricerca del motivo della mia sofferenza che ho molto patito da ragazzo. Le cause erano principalmente due: da un lato una madre buonissima ma severa, vestita molto di nero sempre in lutto e drammaticamente molto triste, dall’altro l’aver avuto il soffio al cuore che oggi è curato normalmente, ma all’epoca non era così scontato. Pensi che dovevo essere operato, ma per un’indisponibilità di salute
del chirurgo evitai il tutto. Fu un bene perché poco dopo un giovane dottore mi prescrisse il Durabolin, ossia una sostanza considerata oggi nello sport dopante perché allarga il torace. Ecco che per 11 anni posso dire di essere stato dopato e lei ora ha questo scoop. Ovviamente mi piace ricordare quest’aspetto con ironia. Alla fine ho superato tutto facendo anche dello sport che all’inizio mi era stato inizialmente vietato. Fu questo l’inizio della
sofferenza in cui patii molto. Anche se poi riuscii a liberarmi facendo in un certo senso quello che volevo, la sofferenza e la malinconia erano rimaste nel mio stato d’animo. In quest’ambito ho cercato di andare ad approfondire la sofferenza laddove credevo fosse maggiore della mia. In luoghi come le case di bambini portatori di handicap, il manicomio criminale di Reggio Emilia, il Cottolengo, le carceri. Arrivai così a fare una mostra sui sentimenti nella guerra, cui dedicai tre anni di lavoro. Un momento chiave fu durante una mostra che inaugurai a Verona all’età di 29 anni con la presenza del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Dopo un discorso sul terrorismo che tenne a Mestre, il giorno successivo Pertini alla vernice della mia mostra davanti a un grande quadro, raffigurante le mamme con i bimbi in braccio e gli uomini distesi morti con all’angolo un piccolo albero, mi disse “giovanotto qui c’è la morte, c’è però anche la vita. Ma io per quell’albero nell’angolo che ha tre foglie ed è un ulivo ti faccio Cavaliere e medaglia d’oro della Repubblica”. Per tanti anni non ho parlato di questo titolo, ma nell’ultimo periodo lo ricordo e ci tengo molto perché effettivamente fu un grande riconoscimento. Dopo questa mostra mi sono chiesto quale fosse il mio cammino successivo e per un anno fissai una tela bianca nel mio studio. Dove vado? Che direzione prendere?” Un viaggio nel Salento nel 1978 la porta a comprendere che per capire la sofferenza è necessario scoprire la bellezza. “Tra il 1978/79 feci un viaggio nel Salento dove ebbi delle percezioni positive. La cordialità fu un elemento che notai subito.
Arrivai a Ischitella nel Gargano e poi proseguii nel Salento. Feci un giorno di spiaggia e poi mi guardai intorno: gli olivi, le foglie argentee, il mare, la terra rossa. Andai a Gallipoli dove comprai dei cartoni e del colore e mi recai in un uliveto. Ricordo una piccola casa rosa dove giocavano dei bambini, i genitori, le galline e nel mentre mi dissi: questa è la vita. Proprio da qui ho cominciato a percepire i colori, il sud, la luce, il sole alto che è la vita, le tonalità che dipingo. Sono stato successivamente in Sicilia, nella costiera Amalfitana e in altri posti. Auguste Renoir afferma: perché la pittura deve essere per forza sofferenza? Ecco che parto da qui. Amo anche affermare che la mia formazione avviene soprattutto per chiacchiere letterarie umane e filosofiche, fatte con personaggi quali Nantas Salvalaggio, Cesare Marchi, Indro Montanelli, Luca Goldoni nel periodo in cui abitavo a Cortina dopo aver visto un effetto benefico del posto sulla mia salute. Parlavamo un linguaggio semplice che ho associato a quella pittura nascente di luce, colore e sole che stavo svolgendo. Eravamo convinti, dopo mille sperimentazioni, in un ritorno a un figurativo semplice, perché l’uomo grande è l’uomo semplice che non ha bisogno di arzigogolamenti mentali per comprendere l’essenza delle cose”. Analizzando la sua produzione pittorica, c’è una costante la realtà del paesaggio interiorizzata per un sogno da vivere che non ha mai fine. “Ho fatto mostre in tutto il mondo ed effettivamente l’Italia e il Mediterraneo piacciono sempre. Sicuramente è stato per me molto importante intuire che era necessario lavorare a memoria, non essendo un paesagcontinua alla pag. seguente
Rendez L’intervista vous 13 35
mplicità e ironia gista come Angelo Gamba che, una volta visto il soggetto, lo dipingeva all’aperto essendo comunque influenzato da esso. Eseguo soggetti che esistono, li sviluppo in studio attraverso la fantasia e diventano così sogno. Cadono così tutte le possibili teorie perché è solo sogno. Negli ultimi incontri pubblici affermo che mai come oggi noi tutti abbiamo bisogno di sognare. L’intero mondo ha bisogno di sognare, perché c’è troppo dramma, sofferenza e morte. Purtroppo la notizia deve fare notizia negativa perché altrimenti non è una vera notizia. Il mio successo è quello d’infondere speranza, gioia, felicità, sogno, colori e luce. Viene da una pittura semplice, frutto di anni e anni di studio e cultura come diceva il mio amico Indro, fatta da colori esistenti in natura. Un consiglio che do sempre è di soffermarsi, anche per 10 minuti, a guardare la natura perché è lei che fa dei bei fiori e non certo io. Se si fa questo ogni giorno s’acquisisce quel
pizzico di gioia per passare una giornata forse migliore. Lo affermo sempre”. La sua prima esperienza letteraria ha avuto molti consensi. Ora ci sono due nuovi lavori tra l’auto-biografia e l’ironia. Cosa ci può anticipare? Il primo lavoro “Virgo fidelis” è stato molto autobiografico tra ironia e riflessioni con l’editore Mursia. Ho avuto molti riscontri positivi con la peculiarità, come indicato da Piscopo dell’università di Napoli, di riuscire a portare dentro il lettore dalla prima all’ultima pagina come fosse un quadro. Il mio intento è stato di scrivere nel modo in cui dipingo, ossia in maniera semplice. Il secondo “Il figlio del padre” parte dal fantastico rapporto che ho avuto con mio figlio e da quanto afferma Socrate che l’unico grande vero amore è quello di una madre nei confronti del proprio figlio, ma la madre non si aspetti mai il ritorno dello stesso amore dal proprio figlio. In questa sede
sostengo che un vero padre può amare e avere gli stessi conflitti che una madre ha con un figlio. Ecco che in questo romanzo il discorso diventa più ampio. Invece il terzo è un gioco che parte da una vecchia battuta di risposta a mia madre e alle sue amiche, che facevo da giovanetto, alla domanda su che cosa avrei fatto da grande: il santo. Un romanzo dunque ironico, dove l’ironia è sintomo di riflessione, la cui copertina ha l’ala di un’aquila che guarda di sbieco ed io sotto in versione nuda ma con un libricino ovviamente davanti. Abbiamo fatto un manifesto di lancio non volgare ma piacevole, in cui si leggeva più o meno una scritta: tutti hanno un sosia, forse anche il diavolo, ma quello che racconterò di me è tutto vero. Questo ha avuto numerosi complimenti e consensi, tra i quali ricordo quello di mia suocera che con i suoi 84 anni, quando entrò in studio, vedendolo disse: “che bello questo manifesto ma il libro li è troppo piccolo”.
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Arte 33
>> Una mostra su Ugo Valeri. Dal 20 aprile al 15 luglio 2013 ai Civici Musei agli Eremitani
Il Toulouse Lautrec italiano Caparbio e ribelle, visse al di fuori degli schemi preordinati del mondo artistico, seguendo la propria indole insofferente che lo costrinse a una vita raminga alla ricerca di quei gruppi di artisti, definiti all’epoca “scapigliati”, con cui condivideva lo stesso stile di vita
U
go Valeri, definito per affinità di vita e rapidità di tratto, il Toulouse Lautrec italiano, sarà protagonista della più approfondita antologica che gli sia mai stata dedicata, all’indomani del centenario della morte che ne troncò la vita a trentasette anni, quanto cadde da un balcone di palazzo Pesaro a Venezia. Commentando la sua scomparsa, Arturo Martini scriveva al fratello di Ugo, il poeta Diego Valeri, “Tuo fratello fu per noi tutti una tromba: la tromba del nuovo mattino”. “Ugo Valeri, pittore, illustratore e artista di genio, anticonformista dichiarato con passioni e frequentazioni avverse al perbenismo dell’epoca - sottolinea Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova - fu uno straordinario interprete (o fautore, creatore) del gusto della modernità che inebriò la nascita del XX secolo”. CHI ERA UGO VALERI Nato a Piove di Sacco, in provincia di Padova il 22 settembre del 1873, Ugo Valeri frequentò l’Accademia di Venezia e quella di Bologna ma, incapace di sottostare a qualsiasi disciplina, fu espulso da entrambe. Caparbio e ribelle, visse al di fuori degli schemi preordinati del mondo artistico, seguendo la propria indole insofferente che lo costrinse a una vita raminga alla ricerca di quei gruppi di artisti, definiti all’epoca “scapigliati”, con cui condivideva lo stesso stile di vita. Padova, Venezia, Bologna, un breve soggiorno a Napoli, poi Milano e quindi nuovamente Venezia, sono le tappe fondamentali della sua vita artistica. L’ambiente stimolante incontrato a Bologna e Milano, lo spirito che aleggiava allora in quelle città, permise a Valeri di maturare la propria particolare visione rispetto la realtà che lo circondava. Divenne il poeta della strada che dipinse senza veli,
attingendo a un campionario di uomini e linea il ruolo di protagonista, una linea che donne assolutamente variegato: le sartine, costruisce i corpi, li fa volteggiare e avvitare ai limiti della caricatui dandies, i ricchi borMorì a trentasette anni ra. Un gusto grafico ghesi, i frequentatori di cadendo da un balcone che lo portò a essere teatri, le ballerine, tutti uno dei maggiori illuimmersi nel proprio di palazzo Pesaro stratori italiani, sue mondo fatto di feste a Venezia opere apparvero nel popolari, rappresentaprimo decennio del zioni teatrali, case di tolleranza. Disegnatore abilissimo si lasciò 1900, su riviste quali “La Lettura”, “Illutrasportare dal proprio estro, affidando alla strazione Italiana”, “Varietas”, “Secolo CONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE
LA MOSTRA
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al 20 aprile al 15 luglio 2013, la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco (sua città natale) e il Comune di Padova Assessorato alla Cultura - Musei Civici, gli dedicano una ampia antologica curata da Virginia Baradel e Federica Luser, con la direzione di Davide Banzato. In mostra le sue opere – oltre un centinaio, tra cui degli inediti - saranno messe a confronto con quelle degli altri protagonisti della pittura italiana a cavallo tra Ottocento e primo decennio del Novecento, stagione di cui Valeri fu effervescente protagonista. Provenienti da istituzioni museali e collezioni private, le opere in
mostra evidenziano come elemento principe il suo segno rapido e corsivo che suscita con formidabile destrezza i moti delle figure: la linea diventa una serpentina che costruisce i corpi, li fa volteggiare e contorcere fino al limite della caricatura, con un ritmo sfrenato che si diluisce d’un tratto, per effetto dell’acquarello, in un’atmosfera rarefatta, come in Ballo popolare: preludio e Ballo popolare: fine. Differente il risultato invece negli splendidi dipinti a olio che hanno un respiro più simbolista, più largo e pacato, anche se non cancellano la veemenza tipica del suo stile come in Autunno e Primavera, La Sagra e La Popolana.
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Arte 15
>> Una mostra su Ugo Valeri. Dal 20 aprile al 15 luglio 2013 ai Civici Musei agli Eremitani Arte 33 >> Una mostra su Ugo Valeri. Dal 20 aprile al 15 luglio 2013 ai Civici Musei agli Eremitani
Il Toulouse Lautrec italiano Caparbio e ribelle, visse al di fuori degli schemi preordinati del mondo artistico, seguendo la propria indole insofferente che lo costrinse a una vita raminga alla ricerca di quei gruppi di artisti, definiti all’epoca “scapigliati”, con cui condivideva lo stesso stile di vita
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go Valeri, definito per affinità di vita e rapidità di tratto, il Toulouse Lautrec italiano, sarà protagonista della più approfondita antologica che gli sia mai stata dedicata, all’indomani del centenario della morte che ne troncò la vita a trentasette anni, quanto cadde da un balcone di palazzo Pesaro a Venezia. Commentando la sua scomparsa, Arturo Martini scriveva al fratello di Ugo, il poeta Diego Valeri, “Tuo fratello fu per noi tutti una tromba: la tromba del nuovo mattino”. “Ugo Valeri, pittore, illustratore e artista di genio, anticonformista dichiarato con passioni e frequentazioni avverse al perbenismo dell’epoca - sottolinea Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova - fu uno straordinario interprete (o fautore, creatore) del gusto della modernità che inebriò la nascita del XX secolo”.
attingendo a un campionario di uomini e linea il ruolo di protagonista, una linea che donne assolutamente variegato: le sartine, costruisce i corpi, li fa volteggiare e avvitare i dandies, i ricchi borai limiti della caricatuMorì a trentasette anni ra. Un gusto grafico ghesi, i frequentatori di cadendo da un balcone che lo portò a essere teatri, le ballerine, tutti immersi nel proprio uno dei maggiori illudi palazzo Pesaro mondo fatto di feste stratori italiani, sue a Venezia popolari, rappresentaopere apparvero nel zioni teatrali, case di primo decennio del tolleranza. Disegnatore abilissimo si lasciò 1900, su riviste quali “La Lettura”, “Illutrasportare dal proprio estro, affidando alla strazione Italiana”, “Varietas”, “Secolo
Chi era Ugo Valeri Nato a Piove di Sacco, in provincia di Padova il 22 settembre del 1873, Ugo Valeri frequentò l’Accademia di Venezia e quella di Bologna ma, incapace di sottostare a qualsiasi disciplina, fu espulso da entrambe. Caparbio e ribelle, visse al di fuori degli schemi preordinati del mondo artistico, seguendo la propria indole insofferente che lo costrinse a una vita raminga alla ricerca di quei gruppi di artisti, definiti all’epoca “scapigliati”, con cui condivideva lo stesso stile di vita. Padova, Venezia, Bologna, un breve soggiorno a Napoli, poi Milano e quindi nuovamente Venezia, sono le tappe fondamentali della sua vita artistica. L’ambiente stimolante incontrato a Bologna e Milano, lo spirito che aleggiava allora in quelle città, permise a Valeri di maturare la propria particolare visione rispetto la realtà che lo circondava. Divenne il poeta della strada che dipinse senza veli,
LA MOSTRA
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al 20 aprile al 15 luglio 2013, la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco (sua città natale) e il Comune di Padova Assessorato alla Cultura - Musei Civici, gli dedicano una ampia antologica curata da Virginia Baradel e Federica Luser, con la direzione di Davide Banzato. In mostra le sue opere – oltre un centinaio, tra cui degli inediti - saranno messe a confronto con quelle degli altri protagonisti della pittura italiana a cavallo tra Ottocento e primo decennio del Novecento, stagione di cui Valeri fu effervescente protagonista. Provenienti da istituzioni museali e collezioni private, le opere in
mostra evidenziano come elemento principe il suo segno rapido e corsivo che suscita con formidabile destrezza i moti delle figure: la linea diventa una serpentina che costruisce i corpi, li fa volteggiare e contorcere fino al limite della caricatura, con un ritmo sfrenato che si diluisce d’un tratto, per effetto dell’acquarello, in un’atmosfera rarefatta, come in Ballo popolare: preludio e Ballo popolare: fine. Differente il risultato invece negli splendidi dipinti a olio che hanno un respiro più simbolista, più largo e pacato, anche se non cancellano la veemenza tipica del suo stile come in Autunno e Primavera, La Sagra e La Popolana.
segue dalla pagina precedente
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XX”, “Italia Ride” e libri di Marinetti, Neera, Cavicchioli, Notari. Valeri non fu solo un illustratore ma deve essere apprezzato anche per l’alto valore della sua opera pittorica, attraverso cui seppe offrire esempi di grande modernità che gli aprirono le porte a importanti esposizioni quali Premio Francia a Bologna (dove vince nel 1898), il Concorso “I sette peccati” al Circolo filarmonico e artistico di Padova (1904), l’Esposizione
Internazionale per l’apertura del Sempione (1906), la Biennale (1907) e le mostre di Ca’ Pesaro del 1909 e del 1910 a Venezia. La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito dalle Edizionitrart corredato da studi storico-critici che approfondiscono, attraverso ricerche e indagini mirate, un periodo della storia dell’arte italiana che ancora necessita di adeguate riflessioni.
INFORMAZIONI UTILI
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GO VALERI (1873 – 1911). Padova, Civici Musei agli Eremitani (Piazza Eremitani), dal 20 aprile al 15 luglio 2013. Mostra promossa dal Comune di Padova – Assessorato alla Cultura – Civici Musei e dalla Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco. Diretta da Davide Banzato e curata da Virginia Baradel e Federica Luser. Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 19 (lunedì chiuso). Ingresso ai Musei, alla Cappella degli Scrovegni e alla Mostra, interi euro 13, ridotti euro 8. Catalogo edito da Edizionitrart.
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16 Luoghi da scoprire
Luoghi da scoprire 27
>> Tradizioni venete poco conosciute
Sappada: antico carnevale delle Dolomiti Maschera tipica: il rollate. Una volta era l’occasione per vendicarsi dei torti subiti durante l’anno: i ragazzini venivano gettati nell’acqua ghiacciata delle fontane
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di Germana Urbani
e amate la montagna, lo sci ma anche il piacere di unire allo sport la conoscenza di antiche culture rimaste intatte nel tempo, Sappada e i suoi meravigliosi misteri innevati fanno al caso vostro. Se non avete ancora idea del periodo in cui potreste partire vi consigliamo di farlo a cavallo di uno dei tre fine settimana in cui si svolge ogni anno il tipico carnevale sappadino, nel dialetto locale Plodar Vosenòcht. Si tratta di una vera e propria festa tradizionale tra maschere, sapori tipici, musiche e usanze di antica memoria che si ripropongo con rinnovato trasporto. Il Carnevale sulla neve delle Dolomiti si svolge quest’anno dal 27 gennaio al 12 febbraio ed è veramente un’occasione da non perdere. Protagonisti assoluti sono le maschere di legno,
lòrvn, scolpite a mano ancora oggi da abili artigiani che durante la festa si possono ammirare al lavoro. Le maschere vengono usate dagli abitanti delle diverse contrade per camuffarsi completamente e non farsi riconoscere dai compaesani e sono così preziose da essere tramandate spesso di generazione in generazione. In altri tempi, ma in parte ancora oggi, il divertimento maggiore dei valligiani era quello di andare a far visita a conoscenti e amici senza essere riconosciuti dagli stessi e proporre loro qualche bello scherzetto! I festeggiamenti del Carnevale sappadino si svolgono come un tempo in tre domeniche, dedicate ai tre diversi ceti della società: la Domenica dei poveri, Pèttlar sunntach, in cui si usa vestire abiti dimessi e svolgere i lavori più umili per guadagnarsi da vivere; la Domenica dei contadini Paurn sunntach, che rievoca gli antichi lavori agricoli e la Domenica dei signori, Hearn sunntach, espressione della classe benestante e occasione di
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sfoggio dei costumi più raffinati. Le maschere indossano vestiti appropriati a seconda della domenica e inscenano situazioni divertenti in cui coinvolgono gli spettatori e le persone delle case a cui fanno visita. Tutti i protagonisti di questa messa in scena, anche i bambini, parlano in falsetto per non farsi riconoscere. Se avete a disposizione un’intera settimana di tempo allora approfittate delle strutture offerte agli amanti dello sci che contano complessivamente 20 km di piste di discesa e snowboard. E chi ama il fondo può godersi un tracciato che complessivamente raggiunge i 15/20 km tra i boschi e sugli anelli per i principianti. Anche i pattinatori possono dar prova di sé su tre piste di ghiaccio naturale situate in tre diversi punti del paese o divertirsi nel parco dei divertimenti sulla neve Nevelandia, con lo snow-tubing e i giochi per bambini e adulti. La mattina sport e il pomeriggio stupore. Sì perchè in calendario il Carnevale propone anche altre giornate caratteristiche: il Giovedì grasso, Vaastign pfinzntòk, il Lunedì grasso, Vrèss montach, giornata interamente dedicata al rollate, la tipica maschera sappadina, ed il “Martedì grasso” (Schpaib ertach), con la gara in maschera sugli sci per bambini e adulti, il No club, la cui prima edizione risale al 1934. Il protagonista assoluto, però, del carnevale sappadino è il rollate, rollat, una figura maschile austera che indossa una pelliccia scura di caprone che ricorda il manto dell’orso e porta il volto coperto da una maschera in legno. Il suo nome deriva dalle rolln, le rumorose sfere di bronzo che la maschera porta legate in vita con una catena e che fa risuonare al suo cammino. Indossa pantaloni a righe bianche e marroni di lino e lana ricavati dai teli usati un tempo per coprire gli armenti in inverno e porta scarponi chiodati, grazie ai quali può rincorrere sulla neve e sul ghiaccio i bambini che fuggono tra le case delle borgate.
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ei, Bianca Sharma, se ne innamorò tredici anni fa durante un’escursione in barca. Quel monastero diroccato di Conca dei Marini, abbarbicato su una rupe a picco sul mare tra Amalfi e Positano, la colpì a tal punto da volerlo acquistare subito. Ad ogni costo. Dicono che lo abbia soffiato a Caltagirone, resistendo in seguito anche alle offerte di Berlusconi. Ma questo poco importa. Ciò che conta è che quel monastero del Seicento, appartenuto alle suore domenicane di clausura del Conservatorio di Santa Rosa da Lima, le stesse che crearono le omonime sfogliatelle, sia oggi uno degli hotel resort più belli del mondo. Lo dicono i turisti che lo ammirano dal mare, lo dicono accreditati opinion leader (soprattutto del mondo anglosassone) e lo confermano autorevoli guide, specie quelle americane che costituiscono, si sa, una delle bussole più importanti nel cogliere e indirizzare i flussi
turistici internazionali. Quella di Bianca Sharma, vedova di Ken Sharma (colui che fondò Texas Instruments), e del Monastero di Santa Rosa Hotel & Spa, ha tutti i connotati di una favola. Una favola contemporanea, dove più che i milioni di dollari spesi (pare una novantina) per completare in un decennio l’ambizioso progetto di recupero, abbia contato l’amore che la miliardaria americana del South Carolina, figlia di profughi arrivati dalla Pomerania tedesca, ha riversato nell’operazione. Curando con gusto ogni dettaglio insieme all’equipe dell’architetto Francesco De Martino e insieme all’altro artefice di questo piccolo-grande miracolo: Flavio Colantuoni, un direttore d’albergo di Abano Terme, trovatosi coinvolto nell’operazione in modo quasi rocambolesco. Anche lui stre-
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30 Sì, viaggiare 20 CAMPANIA
29 Sì, viaggiare RePuBBlica ceca
Pilsen, la città della Bionda Il Santa RoSa dI ConCa deI MaRInI SoRge Su una Rupe da veRtIgInI Sulla RoMantICa CoStIeRa aMalfItana un’eRedItIeRa aMeRICana, BIanCa ShaRMa Se ne InnaMoRò duRante una gIta In BaRCa In dIeCI annI Con un CeRtoSIno ReStauRo lo ha tRaSfoRMato In uno deglI hotel pIù BellI e luSSuoSI del Mondo una spettaColare immagine della rupe Con il monastero di santa rosa. a destra in alto la pisCina infinity pool e un dettaglio del monastero. Qui sopra una veduta panoramiCa del santa rosa, la sala ristorante, una suite, il suono della Campana, la proprietaria BianCa sharma (riCCa donna d’affari ameriCana) e le tipiChe sfogliatelle di santa rosa
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ei, Bianca Sharma, se ne innamorò tredici anni fa durante un’escursione in barca. Quel monastero diroccato di Conca dei Marini, abbarbicato su una rupe a picco sul mare tra Amalfi e Positano, la colpì a tal punto da volerlo acquistare subito. Ad ogni costo. Dicono che lo abbia soffiato a Caltagirone, resistendo in seguito anche alle offerte di Berlusconi. Ma questo poco importa. Ciò che conta è che quel monastero del Seicento, appartenuto alle suore domenicane di clausura del Conservatorio di Santa Rosa da Lima, le stesse che crearono le omonime sfogliatelle, sia oggi uno degli hotel resort più belli del mondo. Lo dicono i turisti che lo ammirano dal mare, lo dicono accreditati opinion leader (soprattutto del mondo anglosassone) e lo confermano autorevoli guide, specie quelle americane che costituiscono, si sa, una delle bussole più importanti nel cogliere e indirizzare i flussi
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Santa Rosa di Conca dei
turistici internazionali. Quella di Bianca Sharma, vedova di Ken Sharma (colui che fondò Texas Instruments), e del Monastero di Santa Rosa Hotel & Spa, ha tutti i connotati di una favola. Una favola contemporanea, dove più che i milioni di dollari spesi (pare una novantina) per completare in un decennio l’ambizioso progetto di recupero, abbia contato l’amore che la miliardaria americana del South Carolina, figlia di profughi arrivati dalla Pomerania tedesca, ha riversato nell’operazione. Curando con gusto ogni dettaglio insieme all’equipe dell’architetto Francesco De Martino e insieme all’altro artefice di questo piccolo-grande miracolo: Flavio Colantuoni, un direttore d’albergo di Abano Terme, trovatosi coinvolto nell’operazione in modo quasi rocambolesco. Anche lui stregato dalla bellezza di questo posto, così da convincerlo a lasciare di colpo quanto stava seguendo al
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gato dalla bellezza di questo posto, così da convincerlo a lasciare di colpo quanto stava seguendo al Nord. Ora è lui il general manager del Santa Rosa, è lui il consigliere personale di Bianca Sharma. E’ lui ad aver deciso l’impostazione della cucina, degli impianti, degli arredi delle suites, come pure ad aver condiviso le scelte della proprietaria nel momento di realizzare il bell’orto botanico terrazzato o di acquistare i piatti in ceramica di Vietri o i sottopiatti in vetro soffiato di Murano. Le 33 celle delle suore di clausura oggi sono state trasformate in 8 camere e 12 lussuose suites, tutte con vista mozzafiato sulla costiera amalfitana. Tutte dotate di ogni comfort ma anche abbellite da tocchi vezzosi come le orchidee fresche nel bagno o i sali e le creme prodotti dalle suore di Santa Maria Novella a Firenze. Il fascino del luogo è assoluto, vi si respira l’atmosfera di un tempo. Merito dell’accuratezza maniacale del restauro, portato a termine con la supervisione co-
stante della Soprintendenza di Salerno, e degli arredi d’epoca, compresa la famosa ruota degli esposti dove le suore ricevevano in forma anonima i neonati abbandonati. Ma anche da dettagli come il suono della campana che saluta l’arrivo e la partenza di ogni ospite o come i canti gregoriani che di mattina echeggiano soavi nei saloni dell’ex monastero, creando un’atmosfera di profonda spiritualità. Entrare nell’ex monastero è come entrare in un sogno, quello che Bianca Sharma ha trasformato in realtà dopo dieci anni di strenua lotta contro l’ostruzionismo della
burocrazia. Ora nella costiera amalfitana la ricca ereditiera americana è adorata dalle gente. Primo perchè ha saputo recuperare un brano importante della storia del luogo, secondo (e aspetto non marginale) perchè ha dato lavoro a tanti giovani e a tante aziende della zona. Il Monastero Santa Rosa Hotel & Spa è sì un luogo per straricchi, ma è anche un luogo simbolo della memoria locale, parte stessa del paesaggio della costiera. “E’ stato motivo d’orgoglio per tutti qui - racconta Flavio Colantuoni - avere come primo ospite nel maggio scorso il Principe Alberto Ranieri di Monaco. E non dimentichiamo il ruolo avuto dal Monastero nella riscoperta della sfogliatella di Santa Rosa, a cui Conca dei Marini ora ha deciso di dedicare un concorso gastronomico”. Il resort campano oltre che per la sua posizione da vertigine su una delle coste più celebrate del mondo, colpisce per il suo lusso non esibito, per le viste su Amalfi, per la piscina a sfioro che proietta la superficie dell’acqua sull’orizzonte di mare e cielo, per la qualità dei trattamenti della
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Marini SEGUE DALLA PAGINA PRECENDENTE
Spa e per la cucina mediterranea curata da Christoph Bob, chef tedesco ex braccio destro di Heinz Beck, già affermatosi al Villa Feltrinelli sul Garda e al Relais Blu in Campania. Il suo talento cristallino ha meritato al Santa Rosa, già pochi mesi dopo la sua apertura, citazioni lusinghiere in tutte le più importanti guide. Impagabile il piacere di fare colazione sulla terrazza con vista mare, con dolci appena sfornati fatti con prodotti freschi e biologici. Come pure cenare sotto le volte della raccolta sala ristorante. Cantina decisamente all’altezza, come pure la pasticceria e soprattutto il servizio. Il Monastero Santa Rosa è una nuvola sospesa nel tempo. Altri restauri, come quello dell’annessa chiesa, e altri prossimi lavori (come la creazione di un ristorante estivo a bordo piscina), faranno sognare ancora di più di chi avrà la fortuna di soggiornarvi.
FLAVIO COLANTUONI, IL CAPITANO A 5 STELLE Capitano di lungo corso, Flavio Colantuoni ha collaborato con prestigiosi hotel in varie parti del mondo, dalla Thailandia a Londra, da Saint Moritz a Bruxelles. Ad Abano Terme è stato alla guida dei migliori “cinque stelle”, ha diretto anche Palazzina Grassi a Venezia. Nell’autunno 2011 quando arrivò quella strana telefonata da un vecchio amico conosciuto in gioventù a Londra, Colantuoni pensò ad uno scherzo. Una ricca americana gli metteva a disposizione il suo jet personale per raggiungerla a Miami e discutere di un eventuale ingaggio al timone di un ex monastero. “Pensai ad uno scherzo e non andai - racconta Colantuoni, che nei modi umili e educati ma anche un po’ ironici manifesta come un valore la semplicità delle sue origini - Qualche giorno dopo mi fu offerto il biglietto aereo per Napoli e mia moglie mi convinse ad andare. Giunsi ad Amalfi e non feci più ritorno... Anch’io sono stato folgorato dalla bellezza del luogo e dallo stimolante progetto. Qui si lavora dall’alba al tramonto, ma i risultati finora raggiunti ripagano abbondantemente di tutti i sacrifici fatti. Ve lo assicuro...”.
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Giardinaggio 37 23 >> Finalmente tornano i fiori
Violette e primule, primi raggi di primavera E’ tempo di porre a dimora alcune perenni, coltivate come annuali, come le viole e le primule, che fioriranno fino alle prime settimane di caldo
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di Germana Urbani
nche quest’ anno andrai per le violette/ lungo le prode, nel febbraio acerbo./ Quelle pallide, sai, che han tanto freddo,/ ma spuntano lo stesso, appena sciolte/ l’ultime nevi; e fra uno scroscio e un raggio/ ti dicono: « Domani è primavera! ».(...) Passeggiate come quella descritta dalla poetessa Ada Negri rimangono ricordi indelebili nella mente di tante persone che in questi primi fiori spontanei colgono il risveglio della natura dopo un lungo inverno. E anche negli scaffali di garden center e supermarket spuntano copiosi e colorati i vasettini di violette del pensiero e primule, pronti a fare bella mostra di sé sui nostri balconi o giardini. Le viole del pensiero hanno una straordinaria capacità di adattamento che permette loro anche di essere coltivate in vaso, ma se decidete di cimentarvi in coloratissime aiuole non avrete problemi. Si tratta di piante dalla coltivazione molto semplice, che non necessitano di particolari esigenze, se non di un terreno perennemente irrigato. Ricordate di scegliere un terriccio universale, l’importante è che sia ben concimato, con uno strato superficiale costituito da torba. Se il giardino è invece troppo pesante o calcareo, correggete il terriccio sempre con uno strato di torba, aggiungendo terriccio universale e della sabbia, in modo tale che sia ben drenato. Infine, ricordate che le piantine vanno immesse nel terreno ad una altezza di circa venti centimetri. L’esposizione alla luce del sole, dovrà essere diretta o con ombra parziale a seconda della specie che piantiamo. Sono molte le varietà in commercio ma le più frequenti sono quella di colore giallo in-
tenso, quella viola con le macchie bianche, e tutti i colori intermedi o screziati. Per ottenere delle aiuole seducenti piantate dei gruppi della stessa varietà o di colore simile, avendo l’accortezza di stabilire una distanza tra le piante di almeno venti centimetri. Da fine febbraio, al termine del gelo, godrete dell’effetto estetico migliore. Le innaffiature sono importanti: il terreno deve essere tenuto umido, ma sono da evitare gli eccessi d’acqua ed il relativo ristagno, in quanto potrebbe provocare malattie fungine, come la ruggine. L’altro fiore che fa decisamente primavera anche alla fine dell’inverno è la primula colorata e leggera si offre a noi in deliziosi cuscinetti fioriti che attraggono gli appassionati dal pollice verde come tanti pasticcini succulenti. Se l’abbiamo piantata in autunno fiorirà all’inizio della primavera e continuerà per molto tempo, a volte rifiorendo ancora in tarda estate. Ma se non le avete piantate fatelo ora. Nel porle a dimora è bene scegliere un luogo esposto alla luce del sole, soltanto nelle prime ore del mattino oppure di sera, in modo che siano riparate dai raggi del mezzogiorno; so-
FACCIAMO IL SEMENZAIO
S
N
el giardino possiamo approfittare delle giornate non troppo soleggiate per porre a dimora i nuovi arbusti ed i rosai. Chi non l’ha fatto approfitti per potare rose e siepi. Per le rose moderne, che producono le gemme da fiore solo sui rami semi legnosi, nuovi e freschi, occorre potare lasciando per ogni ramo soltanto 2-3 gemme, da cui spunteranno nuovi rami. Da questa primavera godremo appieno delle loro fioriture.
© Foto di Erika Crosara
CURIAMO LE ROSE
e siamo appassionati di semine prepariamo una composta da semina, costituita di terriccio universale alleggerito con sabbia; riempiamo piccoli vasi o semenzai, annaffiamo e quindi poniamo i piccoli semi a contatto col terreno. Possiamo seminare fiori come Bocca di leone, Calendula, Dalia, Garofano, Petunia e Zinnia. Ma anche alcune annuali o perenni come ad esempio: Salvia Splendida, Lavanda, Papavero e Verbena. prattutto in tarda primavera e in estate è bene che siano protette dal sole diretto e che godano di luoghi ombreggiati e ben ventilati. Prima di interrarle è bene lavorare il terreno e mescolare alla terra da giardino del buon terriccio di foglie, della torba, del concime organico o dell’humus, e una piccola quantità di sabbia, in modo da avere un terreno ricco e in grado di mantenere un poco di umidità, evitando però pericolosi ristagni idrici.
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26 Benessere
Consigli di bellezza 25
>> Dolcezza curativa
Cioccolato, passione e terapia da regalare a San Valentino Dolce più di un bacio, avvolgente come un abbraccio. Il cioccolato resta un must indiscusso per la festa degli innamorati e per la salute di corpo e mente
L
di Germana Urbani
o sapevate che molte aziende artigianali venete sono specializzate in cioccolato? Ebbene, nella nostra regione esistono maestri cioccolatieri che noi non conosciamo proprio ma che in altre regioni e Paesi sono molto conosciuti. Val la pena dunque informarsi e sostenere anche questa nicchia di economia locale specie se state pensando a cosa regalare al vostro partner per la festa degli innamorati: San Valentino. Ne vanno matti piccoli e grandi, il suo odore e il suo sapore sono inconfondibili ma soprattutto chi si occupa di benessere naturale sa bene che consumarne almeno un cubetto al giorno fa bene al cuore e al corpo. Il fondente extra per esempio è riconosciuto ormai come rimedio naturale per combattere i radicali liberi. Gli antiossidanti presenti nel cioccolato sono molto più potenti e concentrati di quelli della frutta; essi di fatto contribuiscono a pulire le cellule da tutte quelle sostanze prodotte dall’organismo stesso o dagli agenti esterni che se immagazzinate a lungo possono danneggiarle. Un quadretto di fondente al giorno sembra essere inoltre un valido alleato contro il colesterolo, il cui livello troppo elevato può comportare seri problemi cardiovascolari. Inoltre, presso l’Università di Colonia, in Germania, sono allo studio gli effetti positivi che il cioccolato avrebbe anche sulla pressione arteriosa: gli antiossidanti presenti nel cacao potrebbero infatti contribuire ad aumentare i livelli di ossido nitrico nel sangue, dilatando le arterie e abbassando la pressione. Non ci sono ancora dati certi ma sicuramente questa sostanza cara ai popoli antichi è un toccasana per molte cose. E’ noto ormai come questo “nettare” scuro sia un toccasana anche per chi combatte la tristezza che spesso sfocia in depressione. Il valore antidepressivo di questa sostanza è sostenuto da diverse ricerche mediche che dimostrano come la cioccolata agisce da catalizzatore, facilitando la produzione di endorfine, un gruppo di oppioidi prodotti naturalmente dal cervello, con un’azione simile a quella della morfina stimolando le sensazioni di euforia e attenuando il dolore. Va aggiunto che la cioccolata contiene una certa quantità di feniletilamina, che fa parte delle sostanze cosiddette simil - lisergiche, insomma, simili all’LSD. Il nostro cervello produce naturalmente la feniletilamina in associazione con sentimenti di desiderio fisico e forse addirittura d’amore, ma può arrivarvi per via
ematica dopo aver consumato una tavoletta di cioccolato. La cioccolata diventa desiderabile e a volte indispensabile nei momenti difficili della giornata a causa della sua associazione con la serotonina , uno dei principali neurotrasmettitori , che svolge un’azione inibitoria e tranquillizzante, tanto che una sua diminuzione è messa in relazione con l’aumento di aggressività e
tendenza al suicidio . Il consumo di cioccolato fondente aiuta anche a liberarsi dalla tosse. Da una recente sperimentazione emerge che assumere due volte al giorno, per 15 giorni, medicinali a base di questa sostanza riduce i sintomi della tosse nel 60% dei pazienti. Non solo nei casi di tosse sporadica e passeggera, ma anche nelle situazioni di tosse cronica.
Ricordate però: il cioccolato fa ingrassare! Per usufruire dei suoi numerosi pregi senza incappare nel difetto basterà controllarne le dosi. Due quadratini di fondente o al latte sono più che sufficienti per uno spuntino stimolante ed energizzante, tenendo sempre conto che il primo fornisce 87 Kcal e il secondo 92 Kcal. Insomma unire l’utile al dilettevole è facile, basta propendere per il fondente, meglio se extra. Ma se per San Valentino volete davvero stupire con effetti speciali al cioccolato e senza incappare in fastidiosi dissidi con la bilancia regalate al vostro amore una splendida vacanza in una Spa che offre trai suoi servigi bagni e massaggi al cioccolato. Oggi questa sostanza è considerata anche un alleato di bellezza, perchè idrata, tonifica e lascia la pelle morbida. La cioccolato-terapia è un insieme di trattamenti per il viso e per il corpo, dove viene usata questa “dolce” crema per massaggi anticellulite, per rinvigorire il viso e per bagni tonificanti. In diversi hotel, stabilimenti termali e centri benessere si può effettuare il bagno al cioccolato, ideale per la cura di stress, ansia, depressione, ritenzione idrica, cellulite ed inestetismi della pelle come le smagliature. Introdotto di recente, e accolto dal pubblico con grande successo, il bagno al cioccolato si realizza sciogliendo in acqua polvere di cacao da coltivazioni naturali. Il Veneto si sta attrezzando su questa offerta innovativa ma a Noventa di Piave qualcosa c’è già, complice il turismo dell’est attirato dalle grandi firme dell’outlet. Approfittiamone.
26 Consigli di bellezza >> A tutta dieta!
Perdere peso senza far fatica: il sogno di tutti Chiuso il carnevale, in molti iniziano a progettare come perdere i chili di troppo. Tra le molte vie percorribili una si chiama Dieta Dukan di Germana Urbani
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a un paio d’anni in Italia, questa dieta ol- se, che lo scorso anno è stato anche radiato. tre a far l’occhiolino dagli scaffali di tutte L’ordine dei medici avrà pure le sue ragioni ma le librerie, ha già al suo attivo 13milioni di pare proprio che il suo menu funzioni davvero. persone in tutto il mondo che l’hanno provata. Se conoscete qualcuno che è dimagrito veloceE, per la maggior parte di loro, ha rappresen- mente e senza sforzo, sarà felice di rispondervi tato l’unico modo per abbandonare l’obesità. quando gli chiederete: dieta Dukan? L’ultima Eppure questa dieta divide le coscienze: c’è chi persona che l’ha confermato a me è stata una dottoressa dell’Ulss del la difende a spada tratta Jennifer Lopez e Gisele mio territorio: 40 chili e chi la definisce inutile e in sei mesi! Era una pericolosa! Jennifer LoBündchen la adottano pez e Gisele Bündchen la quando vogliono calcare super obesa – e difatti questo regime alimenadottano quando voglioil red carpet in forma tare all’inizio era nato no calcare il red carpet in proprio per questi casi piena forma. Ma si dice che questa sia la dieta che ha reso “perfetta” la disperati – ma oggi viene usato anche da chi linea della principessa Kete il giorno delle nozze deve perdere pochi chili. Il successo della Dukan con il principe William d’Inghilterra, anche se lo si coglio anche in rete dove è possibile navisolo la madre, Carole Middleton, ha confessato gare attraverso centinaia di blog e siti ufficiali di averla provata con successo per le nozze della dedicati che, a quanto apre, hanno generato figlia. L’autore di questo programma alimentare quel passa parola utile a renderla un fenomeno è Pierre Dukan, un medico nutrizionista france- internazionale. Niente pasti da saltare, alimenti
da pesare o complicati calcoli calorici: si mangia cinque volte al giorno, quando si vuole e, soprattutto, quanto si vuole. Basta mettere nel piatto solo alcune categorie di alimenti seguendo attentamente il ritmo delle quattro fasi. Fase di attacco: regime iperproteico ipocalorico diviso in cinque pasti giornalieri a base di carne, pesce, crostacei, molluschi e formaggi magri; in questo periodo sono assolutamente vietate frutta e verdura ed è fortemente consigliata un’idratazione forzata di circa 3 litri d’acqua al giorno. Fase di crociera: allo schema precedente sono aggiunte le verdure, e si alternano cinque giorni di sole proteine a cinque giorni di proteine più verdure. Fase di transizione: al regime “proteine più verdure” si aggiungono due fette di pane integrale al giorno, una porzione di frutta, una porzione di formaggio e due porzioni a settimana di amidacei; inoltre, vengono introdotti
due pasti liberi a settimana. Dulcis in fundo, è stabilito il giovedì come “giornata iperproteica” o di ritorno alla fase uno. Fase di stabilizzazione definitiva: alimentazione normale 6 giorni su 7 , sulla base del regime di consolidamento, giovedì iperproteico “a vita”, 3 cucchiai di crusca d’avena al giorno “a vita” , camminare il più possibile. La gente comune che l’ha provata, pur con
qualche rischio per la propria salute, la osanna. Ma prima di iniziare informatevi bene se, in base ai vostri problemi di salute, potete rischiare di appesantire fegato e reni per perdere i chili di troppo. Gli esperti sottolineano quanto l’unico modo di dimagrire sia quello di adottare una dieta mediterranea equilibrata di lungo periodo in associazione all’attività fisica.
Consigli di bellezza 27 >>
Ombretti: le nuove nuance di primavera
Chanel rinnova gli occhi, creando una base “metallica” coprente con Illusion d’Ombre nella tonalità Platine Precieux, in vendita dalla prossima primavera Palette di ombretti satinati per Shiseido. La polvere contiene perle e pigmenti che assicurano fedeltà del colore e lunga durata
I nuovi ombretti mono Dior accontenteranno le amanti del nude look ed anche quelle degli smokey eyes più intensi. Possono essere utilizzati sia asciutti che bagnati
Grandi maisons per grandi idee
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el mondo della bellezza non sono le rondini a far primavera ma i nuovi colori che di solito in questi primi mesi dell’anno tutte le case produttrici più prestigiose presentano alle loro beauty fans. Nuovi prodotti che giungeranno presto negli store in buona compagnia di rossetti, smalti e molto altro ancora. E così la francesissima Dior lancia diciotto nuovi ombretti mono dal packaging lineare ed elegante, caratterizzato dal classico colore blu intenso che contraddistingue la maison. Le nuance delle nuove palette Shiseido sono ispirate, invece, a due foto scattate da Dick Page: dune
di sabbia che si fondono con i colori del tramonto per un’armonia calda ed elegante e l’isola di Sullivan, Sud Carolina, dove la vegetazione che cresce sulla spiaggia regala inediti accostamenti. Innovativissima anche la nuova collezione make up di Yves Saint Laurent che sta sperimentando moltissimo su texture, prodotti ibridi e colori meravigliosi. La collezione si chiamerà Arty Stone, per l’appunto e sarà declinata nelle sfumature e nei toni del viola e del verde, i colori in assoluto della pietra più asiatica che c’è, un omaggio alla Cina, alla preziosità delle sue pietre e delle sue sete.
Pupa propone la nuova collezione make up Pupa 50’s Dream, un tripudio di colori pastello per un look che rievoca i favolosi anni ’50
La nuova collezione make up di Yves Saint Laurent sta sperimentando moltissimo e propone una collezione ispirata alle sfumature della giada e delle pietre preziose
Lancome palette Kaleidoslove con quattro colori: un arancio tenue, un rosa acceso, un lilla e un viola più scuro, perfetta per le ragazza alla Emma Watson
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Legami spesso fugaci, talvolta gravidi di delusioni: tutto ciò che resterà di noi L’amore, sovversivo per definizione, emerge dalla rigidità di giorni bui come forza salvifica che trascende la realtà e le sue contraddizioni
Andrei Makine
Jean-Cristophe Rufin
Nicolas Dickner
Valentina D’Urbano
L’autore stesso
Jacques Coeur, banchiere del re di Francia
Hope Randall, ultima nata di una famiglia di spostati
Beatrice, una ragazza orgogliosa e aggressiva
Alter Ego
Le donne che ha amato
Agnès Sorel, la favorita del re
Genitori e fratelli della ragazzina
Alfredo, un ragazzo dal cuore triste
Location
La Russia del ‘900
la Francia in cui vive è una nazione devastata dalla Guerra dei Cento Anni
Dal Maine al Canada
La Fortezza, un luogo fatto di polvere
I personaggi che hanno fatto la storia della Russia
I nemici di Jacques che complottano per la sua disgrazia
Attesa e paura per la fine del mondo
I personaggi minori che lottano con la miseria
Caricata in fretta sulla vecchia Lada, tra scatolette di conserva, sacchi di riso e una collezione di bibbie, Hope sbarca a Rivière-duLoup, Canada, in fuga dalla fine del mondo
Alla Fortezza Beatrice e Alfredo sono per tutti «i gemelli». A legarli però è un’amicizia ruvida nata quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può regalare
Il tema storico del socialismo Si s’innamora della favorita del re Hope resiste, affrontando il mondo sovietico, dell’utopia comunista, e la sua vita comincia ad essere in modo razionale e con metodo delle illusioni e disillusioni politiche in pericolo. Carlo VII lo mette al scientifico e, soprattutto, trovando nel corso della vita dell’autore bando e per salvarsi lui fugge conforto nella compagnia del fornisce un ulteriore piano di prima in Italia poi su un’isola greca giovane Mikey Bauermann lettura del libro
L’amicizia si trasforma in amore, nato nonostante tutto e tutti, nonostante loro stessi per primi. Ma alle soglie dei vent’anni tutto sta per cambiare, anche loro
Un romanzo delicato, non un libro politico sulla Russia, ma un diario d’amore. Incontri, istanti di grazia che rischiarano il buio di una vita quotidiana sinistra
Una storia meravigliosa che, pur con uno sfondo storico, pagina dopo pagina ci parla con grande intelligenza dell’attualità e dei problemi del nostro tempo
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Da figlio di artigiano, Jacques L’autore ripercorre la sua storia diventa banchiere del re, attraverso attraverso le donne che incontra la sua intelligenza, i viaggi in ed ama: dalla sua infanzia in Oriente, la scoperta che il denaro orfanotrofio nella Russia staliniana può essere uno strumento di fino all’età adulta all’estero benessere e di libertà
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DOMENICO MAISTO
Mi sono perso… ma ho trovato Dio STORIA D’AMORE, CATENE, TRADIMENTI E POESIE
Questo libro è stato scritto in un periodo particolare della mia vita. Separazione, depressione, perdita ingiusta della libertà, frustrazione, rimorsi, rimpianti e non vuol ferire nessuno ma solo condividere un percorso doloroso che può tornare utile a chiunque. Va letto immedesimandosi nell’autore e scoprire tra le righe quanto le sofferenze ci inducano a guardarci dentro e ad avvicinarsi all’unico bene immenso che tutti noi abbiamo: Gesù Cristo. Racconta attraverso un fitto scambio di lettere la storia di un uomo che ad un certo punto della sua vita apparentemente normale e felice si è perso ed ha cercato rifugio, amore e conforto sbagliando spesso strada.
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Mille e ancora mille... Pagina a cura di Graziano Edi Corazza
IN VENETO Niccolò Fabi Giovedì 24 Gennaio a Mestre (VE) – Teatro Toniolo
L’ATTESO RITORNO LIVE DI UNO TRA I PIU’ RAFFINATI CANTAUTORI ITALIANI
Uno degli appuntamenti più attesi dal pubblico di Niccolò Fabi, giovedì 24 Gennaio a Mestre (VE) – Teatro Toniolo, sarà un’occasione speciale per ascoltare il nuovo live che per la prima volta verrà raccontato di fronte ad una platea. Niccolò Fabi presenta “ECCO TOUR 2013” che lo vedrà, in una prima fase tra gennaio e febbraio 2013 sui palchi dei migliori teatri italiani. “Ecco” è stato pubblicato il 9 ottobre 2012 da Universal Music ed ha subito raggiunto la vetta della classifica Album di Itunes, aggiudicandosi il terzo posto nelle classifiche di vendita dei dischi. Un titolo semplice, elementare, come a voler escludere qualsiasi chiave di lettura più articolata di quella della sua semplice esistenza. Realizzato insieme a Roberto Angelini, Gabriele Lazzarotti, Daniele “Mr Coffee” Rossi e Riccardo Parravicini, “Ecco” è stato registrato in tre settimane nel Salento, nello studio Posada Negro di Roy Paci ed è, con ogni probabilità, il disco più collettivo della storia musicale di Niccolò Fabi, sicuramente il più vitale. “Ecco” fa coesistere momenti di folk acustico ad altri in cui emerge una componente soul, ballate rock e sapori reggae. Un disco particolarmente pieno di musica, di sonorità e colori diversi, dove la scrittura cantautorale si presta ad elaborazioni di grande libertà musicale, con un vago sapore antico che molto più di una scelta stilistica di carattere “vintage” è ricerca di uno spirito autentico. Artista multistrumentista, Niccolò Fabi ha da sempre dedicato grande attenzione all’aspetto live della sua carriera artistica. Non a caso ha infatti deciso di affiancare al nuovo lavoro di studio una dimensione live che lo presenti al pubblico in una nuova veste, dopo un’intensa attività concertistica che lo ha visto confrontarsi con differenti linguaggi musicali, dal teatro ai palchi estivi, accompagnato dalla sua band. A dimostrazione
EVENTI
di ciò, l’intenso tour nei teatri, in cui non mancheranno dimensioni acustiche, all’interno di un progetto più ampio che prende il nome di Angelo Mai Sessions. A soli due anni dal successo di Solo Tour, che ha riempito i principali teatri italiani ed ottenuto importanti riconoscimenti di critica, Niccolò Fabi torna con una nuova veste live, accompagnato dalla sua band. Ad aprire i concerti di Niccolò Fabi sarà Roberto Angelini, da anni suo compagno di tour, che ha pubblicato il 2 ottobre 2012 il suo nuovo disco “Phineas Gage”. “Gioia 2013”, il nuovo tour dei MODA’, arriva a Padova, unica data Nord-Est
MODA’ “GIOIA TOUR 2013”
I Modà, dopo l’annuncio delle prime date, aggiungono a grande richiesta, nuove città al “Gioia Tour 2013” che partirà il prossimo martedì 9 aprile 2013 dal Palalottomatica di Roma. Tra i nuovi appuntamenti il PalaFabris di Padova, che ospiterà l’unica data del Nord-Est. La band parteciperà al 63° Festival di Sanremo con i brani “Se si potesse non morire” e “Come l’acqua dentro il mare” che saranno contenuti nel nuovo album “Gioia”, in uscita durante la settimana del Festival. Il grande successo dei Modà, vero fenomeno pop rock degli ultimi anni, è confermato anche dai numeri raggiunti dalla band: dopo la consacrazione con il secondo posto a Sanremo 2011 nella categoria Big, l’album “Viva i romantici” vende oltre 450.000 copie e diventa il secondo album più venduto in Italia nel 2011. Tra i singoli estratti dall’album in formato digitale si contano 4 multiplatino, 1 platino e 2 oro. I Modà hanno superato 1
milione di fan su Facebook e il loro canale YouTube conta oltre 100 milioni di visualizzazioni. Arena di Verona - 3 maggio. In omaggio con il biglietto, il brano inedito che aprirà i concerti dell’INNO Tour 2013
GIANNA NANNINI FARA’ TAPPA ALL’ARENA DI VERONA IL 3 MAGGIO 2013
Per l’Inno Tour un’eccezionale novità che Gianna ha voluto per festeggiare questi nuovi appuntamenti: con il biglietto del concerto, in omaggio, il brano inedito realizzato proprio per l’apertura degli show. Un brano speciale, il cui titolo è ancora top secret, ma che si mormora essere “rivoluzionariamente rock”, composto dalla cantautrice senese in esclusiva per gli spettatori dell’InnoTour2013. Insieme all’acquisto del biglietto infatti, ciascuno spettatore riceverà un codice con il quale a partire dall’8 gennaio 2013 alle ore 8, ha potuto accedere ad una esclusiva pagina web dove effettuare il download gratuito del brano inedito che Gianna Nannini ha composto per questa speciale occasione. A due anni dall’Io e Te Tour, che ha registrato oltre 170.000 presenze, Gianna ha scelto grandi collaborazioni per questo nuovo allestimento internazionale. Per l’architettura musicale delle partiture Gianna è al lavoro con Wil Malone produttore tra gli altri di Black Sabbath, Verve, Depeche mode, Iron Maiden con il quale sta consolidando un team musicale di primissimo livello per gli eventi live 2013 e in cui, come sempre, sarà proprio la musica di Gianna al centro dello spettacolo. Anche la parte visual è affidata ai migliori professionisti del mondo. Si rinnova la collaborazione con Patrick Woodroffe, light designer per gli ultimi show di Rolling Stones, Genesis, Lady Gaga, Bob Dylan, Elton John. Per la prima volta Gianna ha scelto per se e per la sua band in tour, un look moderno ed essenziale creato appositamente per Inno Tour 2013 da Giorgio Armani, “soprattutto perché è un vero Made in Italy”.
L’INCONTRO LA CULTURA COSTA! I GRUPPI “PICCOLI” FANNO FATICA A PRODURRE E VENDERE, I PICCOLI EDITORI ANCHE, ED I CONCERTI COSTANO TROPPO
S
olitamente la persona che legge, ascolta anche musica e frequenta diversi live nell’arco di un anno. I cd costano, i concerti anche, i libri pure. Non solo nel Veneto, ma dappertutto. Nelle regioni autonome, però, piccoli o grandi aiuti economici arrivano anche dalle amministrazioni regionali. Appartengo ad una categoria di professionisti che comprendono benissimo il disagio evidente di chi compra cd costosi, libri altrettanto cari, e magari va anche ai concerti lamentandosi giustamente dell’oneroso biglietto, del parcheggio, eccetera. Sono stato a colloquiare con un funzionario regionale della siae, con un grosso organizzatore di concerti, con un dirigente di una casa discografica ed un piccolo editore di libri. Tutti veneti, mi hanno spiegato cose interessanti. Provo ora a ragionare vestendo i panni di chi organizza concerti, o produce cd, o libri. Ma veniamo alla siae. ESEMPIO. Un biglietto di 20 euro al pubblico si “prende” il dieci per cento di iva, poi il dieci per cento di siae; e l’ottanta per cento va a chi organizza che deve pagare il cachet dello spettacolo: la produzione totale dell’evento, artista o band compresi! Immaginiamo che per assistere allo spettacolo si sia speso 20 euro per il biglietto e che l’evento sia già stato prenotato dalla vendita di
mille biglietti per un totale lordo incassato di 20 mila euro, prevendita esclusa. Bene, due euro vanno allo Stato ed 1 euro ed 80 centesimi vanno alla siae che gira poi l’ottancinque per cento di quei soldi ancora ai firmatari del bordero’ siae ed il rimamente quindici per cento va proprio alla siae per pagare: dirigenti, agenzie, segretarie/i, impiegati, ecc ecc... La quota siae va agli autori dei pezzi suonati suddivisi per sedicesimi ed ai relativi editori. Il produttore del concerto non paga solo la siae e l’iva, però, ma anche le spese di allestimento del tour, i musicisti, i tecnici, i tempi di prova, l’ufficio promozione, l’organizzazione interna ed anche l’artista, che, a sua volta, deve pagare il proprio manager. Per un live poi ci sono spese per l’organizzatore locale, l’affitto dei locali, la pubblicità, le assicurazioni, la percentuale ai rivenditori di tickets, la security, ecc. ecc. Chi organizza: investe parecchio! E rischia! Mette dunque in atto subito le prevendite dei biglietti con aggravio di chi compra il ticket dei diritti di prevendita che “si intascano” circa il 10 o 15 per cento. Vendere con anticipo i tickets assicura all’organizzatore un ottimo incasso che gli permette di sostenere con una certa sicurezza tutte le spese della filiera. La sera dello spettacolo poi l’organizzatore può
anche avere allestito parcheggi a pagamento. Non ci si scandalizzi: è tutto lecito! Sul fronte cd ricevo email, da anni, da parecchi gruppi veneti che cercano visibilità (ce ne sono di veramente bravi!) ma non riescono a farsi produrre da una major; cosicché si autoproducono il proprio cd, ma hanno grossi problemi di distribuzione. Per vendere un cd in effetti ci vuole una grossa major che distribuisca il disco confezionato in tutta Italia, non solo nel Veneto; spesso la major si “prende” oltre la metà di tutto il costo del cd in vendita. Ma ha dei costi iniziali e di distribuzione importanti! Se il cd va nel circuito delle edicole c’è il 4% di iva caricato sull’opera musicale, altrimenti nei negozi si ha il 21%! Ad un gruppo appena nato spetta contrattualmente, se gli va bene, il 10%. Per guadagnare dignitosamente bisogna vendere migliaia di pezzi. Ed i gruppi veneti restano così al palo! E per farsi notare poi, spesso, si fanno ingaggiare dai locali per fare covers! Per i libri la filiera è la stessa solo che l’iva è al 4% e basta! Gli editori veneti reggono un costo del libro che si aggira sul 20/22 per cento, ma la distribuzione ed il guadagno delle librerie oltrepassano globalmente il 55% del prezzo di copertina. Un esempio? Un libro che costa 12 euro (iva 4% compresa). Il guadagno lordo per chi
lo ha scritto è del 10%. Il 90% rimanente è così suddiviso: iva (4%), editore (16%), azienda di distribuzione (20 o 25 o 30 per cento ---> dipende dal contratto con la singola libreria), tipografia (20 per cento), libreria (20 o 25 o 30 per cento ---> dipende dal contratto con la casa di distribuzione). Da precisare che la azienda distributrice deve pagare: i rappresentanti; i camioncini che trasportano pacchi di libri; gli oneri “stradali” (carburanti, pedaggi autostradali, ecc.). L’editore ha invece: i costi di stampa; gli imballaggi; la pubblicità. Ovvio che il prezzo finale grava sull’acquirente del libro, come del cd, come del concerto. La cultura costa? Beh, sì. Concerti, cd e libri sono cultura. Certo! Ma andrebbero sostenuti in parte comunque come si fa nelle regioni autonome. Oppure c’è la “carta” non sempre vincente del vendere tutto via internet. I costi sono nettamente più bassi. Ma anche qui ci vuole una dinamica/importante casa editoriale. Quanto costa quindi un evento, un cd od un libro? E quanti sono gli addetti impiegati per produrlo, editarlo e distribuirlo? Se ne parla domenica 27 gennaio 2013 a Piove di Sacco (Pd). Dove? edi@ecoveneto.it. Scrivete li’. Vi sarà indicato luogo ed orario.
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i nostri Esperti AFFARI DI FAMIGLIA
Figli naturali = figli legittimi A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Approvata la legge
Care lettrici e lettori, come molti di Voi avranno già appreso dalle cronache, é definitivamente diventata legge l’equiparazione tra figli naturali e legittimi. Infatti, la Camera dei Deputati ha approvato a fine novembre del 2012 il disegno di legge “Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali”. Questa legge elimina definitivamente ogni forma di discriminazione, anche terminologica, tra figli nati all’interno del matrimonio e i figli naturali. Tutti i figli, dunque, potranno godere del medesimo status giuridico. Ma ciò, essenzialmente, cosa significa? In sintesi, la legge fornisce una nuova definizione di parentela, specificandola all’art. 74 c.c. come segue: “la parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione è avvenuta all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo”, con esclusione
di adozione di persone maggiorenni che non saranno considerate parenti. Ciò concretamente vuol dire che anche il figlio naturale, potrà ora godere dello stesso vincolo di parentela (e diritto di successione) con nonni e zii goduto già dal figlio legittimo e in caso di morte dei genitori essere affidato ai nonni piuttosto che dato in adozione o affidato ad istituti. In punto riconoscimento l’art. 250 c.c. viene modificato riducendo da 16 a 14 anni (e anche prima se il Tribunale autorizza) l’età a partire dalla quale è necessario l’assenso del figlio naturale, e al di sotto della quale è necessario il consenso dell’altro genitore che lo abbia già riconosciuto e, nel caso in cui il consenso venga negato spetterà al Tribunale decidere (con una procedura semplificata e veloce), con sentenza anche per quel che concerne le modalità di regolamentazione dell’affidamento e di mantenimento. Il figlio naturale potrà essere riconosciuto anche da genitori
già uniti in matrimonio con altra persona al momento del concepimento. Nel caso di riconoscimento postumo da parte del padre, il cognome della madre non sarà mai cancellato, ma il figlio potrà affiancargli quello paterno. Viene sancito il diritto dei minori, che hanno compiuto 12 anni e anche prima se capaci di discernimento, di essere ascoltati in tutti i procedimenti che li riguardano. Vengono definitivamente attribuite al Tribunale ordinario, previa istituzione di apposite sezioni di famiglia, tutte le procedure che riguardano l’affidamento di minori (senza distinzione), tutte le azioni di accertamento e disconoscimento. Rimarranno di competenza esclusiva del Tribunale dei minori i procedimenti di adozione ed inerenti la potestà genitoriale. La nuova normativa prevede che anche il figlio naturale al pari del figlio legittimo, al quale come detto viene integralmente parificato, ha diritto ad essere
mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle proprie capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni; ha diritto, inoltre, a crescere in famiglia e a mantenere rapporti significativi con i parenti. In questo ultimo concetto e riconoscimento di diritti vanno certamente ricompresi quelli dei nonni a mantenere un rapporto stabile con i nipoti. Diritto che, troppo spesso, viene ingiustamente sacrificato e calpestato senza possibilità, almeno sino ad ora, di trovare giusta tutela. Si tratta di una legge che, adeguandosi finalmente alla rivoluzione culturale e sociale, ha travolto il vecchio concetto di famiglia, prevede un’ampia revisione di tutte le disposizione in materia di filiazione. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi. MESSAGGIO PUBBLICITARIO
L’ARCHITETTO
La Tares slitta ad aprile!
Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333
Se il 2012 sarà ricordato come l’anno dell’ Imu, il 2013 sarà probabilmente ricordato come l’anno della “Tares”, che sarà certamente l’imposta che assieme all’ Imu peserà sui bilanci delle famiglie. Ma cosè la Tares, e perché aumenterà rispetto a “Tarsu” e “Tia”, le due vecchie imposte che servivano a coprire fino ad oggi i costi per lo smaltimento dell’immondizia? La Tares sarà la nuova tassa sui rifiuti, MA ANCHE SUI SERVIZI! In base al Dl 201/2011 Salva-Italia dal 1° gennaio 2013 vengono soppressi i prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, di natura patrimoniale e tributaria, perché appunto entrerà in gioco la Tares. Una tariffa commisurata all’ anno solare e alla quantità media ordinaria di rifiuti prodotti per unità di superficie in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte. Non a caso l’ acronimo è “Tassa per rifiuti e servizi”, perché i sindaci da questa imposta dovranno finanziare anche i “servizi indivisibili” garantiti dai Comuni, come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, anagrafe e sicurezza. Questo è uno dei due motivi per cui è il valore della Tares SARÀ SUPERIORE a quello di Tarsu e Tia. Il secondo motivo è che dal 2013 i Comuni saranno tenuti a coprire per intero le spese per la gestione dei rifiuti. Difatti
finora nell’ 80% dei Comuni questo non avveniva, e gli extracosti di gestione venivano pescati dal bilancio statale. Dal nuovo anno invece tutti i Comuni dovranno ricavare per intero dalla Tares le proprie risorse per la gestione rifiuti. Così per finanziare i “servizi indivisibili” i Comuni, in base alle proprie esigenze, potranno applicare una maggiorazione da 30 a 40 centesimi per metro quadro. L’impatto maggiore sarà al Sud, dato che la maggioranza dei Comuni applica ancora la vecchia Tarsu, più economica della Tia. Ma quanto si andrà a pagare in più per una abitazione? Si stimano aumenti medi del 14-15%, con punte massime, calcolate dalla Uil, a Matera +39,5% o Milano +20%. Sempre uno studio della Uil, rileva che una famiglia “media”, per un’ abitazione “di medie dimensioni”, finirà per versare 305 euro, contro i 225 della vecchia Tarsu. Un aggravio medio del 37,5%, per un totale di 80 euro: 53 euro in più per la gestione dei rifiuti e 27 per gli altri servizi municipali! Per molti negozi e piccole aziende l’aumento sarà anche maggiore. Come rilevato da Confcommercio, potrebbe portare un aggravio medio per le imprese del 293%, con punte di oltre il 600% per alcune tipologie di attività. Analizzando i dati nazionali si notano comparti meno
penalizzati, come negozi di abbigliamento (+50%), campeggi e distributori (+100%), edicole e tabaccai (+100%); ed altri con aumenti maggiori, come i ristoranti (+480%), pescherie e fiorerie (+650%), i banchi di generi alimentari nei mercati (+650%) e le discoteche (+680%). Per i Comuni si tradurrà in un gettito di 1,9 miliardi, da sommare ai 7,6 incassati per la gestione dei rifiuti nel corso del 2012. Come si calcolerà la Tares? Fino alla riforma del Catasto la base imponibile sarà quella di Tarsu e Tia, solo in un secondo momento si calcolerà il tributo sulla base dell’80% della superficie catastale, come prevede la norma originaria, ma prima occorrerà che il Catasto abbia trasmesso i dati ai Comuni. Per il pagamento, oltre con il bollettino postale si potrà pagare anche con il modello F24 consentendo la compensazione tra crediti e debiti fiscali. Per le scadenze la nota positiva è che, il Dl “Salva-Italia” di 12 mesi fa fissava il versamento in quattro rate trimestrali: gennaio, aprile, luglio, ottobre. Ora con il subemendamento al Pdl stabilità, il primo versamento slitta ad aprile e riconsegna all’autonomia tributaria ai Comuni, così i sindaci potranno prorogare ulteriormente, variando scadenza e numero delle rate di versamento.
Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: cavazzana@tin.it
I nostri esperti 33 DA CHE PARTE GIRA L’ECONOMIA
Figli & lavoro
Lo studio del fenomeno artigiano che da secoli è parte integrante della nostra cultura, consente di distinguere livelli e gradi diversi che vanno dall’umile produzione di semplici utensili necessari alla vita quotidiana a prodotti raffinatissimi, veri e propri oggetti d’arte. Anzi, per tutto il medioevo e fino al rinascimento inoltrato, non si può distinguere con assoluta certezza l’arte dall’artigianato, poiché non solo le cosiddette arti minori erano annoverate tra le “artes mechanicae”, ma anche la pittura e la scultura: la figura dell’artista e quella dell’artigiano venivano quindi a coincidere nel totale rispetto per il “mestiere” inteso come consumata sapienza delle tecniche e utilizzo dei materiali, acquisita con anni di paziente esercizio e con sempre nuova inventività nell’impiegarli, con instancabile ed ingegnosa sperimentazione, alla volontà creatrice della mente. Il moderno concetto di “mestiere”, che vale per tutte le attività manuali di produzione dopo l’arte, ed è qualificato come “ogni professione che esiga l’impiego delle braccia e che si limiti ad un certo numero di operazioni meccaniche, il cui scopo è la produzione di un oggetto che l’operaio produce di continuo, si tramuta, nella fattispecie artigiana, in un concetto più
ampio e caratterizzante di “professionalità artigiana” che assuma all’abilità manuale di esecuzione una capacità di ideazione e di innovazione e che fa sì che “nell’impresa artigiana si trovi l’utilità unita alle più grandi prove di sagacia. Sono scorrette ed imprecise le considerazioni, diffuse in un passato non troppo remoto, con cui si riteneva che l’attività artigiana fosse circoscritta a settori economicamente superati e quindi sopravvissuti negli interstizi della moderna società tecnologica. Sottoprodotto di decantazione dunque di un modello di sviluppo destinato a scomparire con l’avvento dell’industria, delle macchine ”più produttive dell’uomo stesso” e specialmente, delle sue ferree regole di produzione standardizzata. In effetti, seguendo una vera a propria rivoluzione culturale e produttiva, l’artigianato ha ripreso forza laddove la grande industria ha mostrato i segni di un cedimento “che fosse sbagliato dare per finito l’artigianato, almeno per ciò che riguarda le sue potenzialità, lo dimostra il rapporto complesso che si è instaurato fra modelli culturali, modi di vivere e forme di produzione. La personalizzazione dei consumi deriva dalla frammentazione della società in gruppi al loro interno omogenei
A cura di Lorenzo Sartiè
per stile di vita e fra di loro concorrenti nell’occupare le diverse posizioni sociali e composti da individui i quali, dallo stile di vita del gruppo di appartenenza, traggono motivo di differenziazione all’esterno del gruppo e di identificazione al suo interno. Questo fenomeno appartiene alle società, come la nostra attuale, che hanno ormai acquisito soprattutto a livello familiare, un diffuso benessere economico. Colmando i vuoti produttivi lasciati dal rigido percorso della logica industriale, l’artigianato nell’economia svolge la funzione di punto di transito tra passate e future forme di organizzazione produttiva. L’artigianato rappresenta non solo un particolare modo imprenditoriale di produrre, ma soprattutto rappresenta la fase dinamica principale di interazione con un sistema produttivo sempre più industriale, squilibrato e massificato. Inventiva, abilità imprenditoriali personali, capacità di proporsi, di catturare nuovi clienti e nuovi mercati, forte propensione al rischio imprenditoriale e finanziario, spiccato accentramento decisionale della proprietà, fanno dell’artigiano o del piccolo imprenditore, proprio la sua grande capacità di adattamento produttivo, un “essere” variegato e talvolta controverso. Ma indispensabile alla società. Egli
accompagna i mutamenti sociali, li percepisce e li traduce con immediatezza in modelli organizzativi e produttivi nuovi. In questi termini, l’imprenditore, soggetto attivo di questi processi, ha offerto un’infinità di opportunità e di affermazione sociale a tantissime persone individui, i quali motivati da fattori personali quali il desiderio di autonomia, e spesso più semplicemente la necessità di un’occupazione confacente alle proprie capacità; e da fattori esterni quali le opportunità di investimento, pur in assenza di buona capitalizzazione e di adeguato credito esterno, “inventando” un ruolo di imprenditore più accessibile.
Ecco cosa sono ed a cosa servono gli artigiani, a creare con opportunità, lavoro e benessere. Spesso con sacrifici inimmaginabili. Ed è per questo che vanno sostenuti ed aiutati, non solo a parole. E se non vogliamo perdere tutto questo immenso patrimonio si sapere, di lavoro e di creatività, indipendentemente dal settore di impiego, forse è meglio dire a qualche nostro figlio un po’ pigro, un tantinello viziato e forse zuccone, che è ora di andare ad imparare un mestiere… perché il pane non gli arriva da un post di facebook…
Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inviate all’indirizzo presidenza@consorziovenetocostruttori.it
INFORMAZIONE SOCIALE
La protezione giuridica delle persone fragili Dott. Laura Traversi
Gent.li lettori, le nostre comunità e le nostre famiglie sono quotidianamente impegnate nella cura e nella protezione delle persone più fragili, affiancandole nella loro educazione e assistenza e nelle scelte di vita che le riguardano, nella maggior parte dei casi con la consapevolezza che il loro benessere dipende anche dalla nostra vicinanza e dalla nostra buona volontà. La Sig.ra Agnese è una anziana pensionata che vive sola: i suoi due figli sposati si danno da fare per farle la spesa settimanale, tenerle in ordine i conti di casa, curare i contatti con il suo medico di base; avrebbe bisogno di un aiuto in più, non essendo più capace di prepararsi da mangiare o di spostarsi da sola fuori casa; i figli stanno pensando di presentare la domanda di invalidità civile in ragione della recente diagnosi di demenza fatta alla madre e perché nel breve futuro potrebbe aver bisogno di una assistenza più strutturata, per esempio in un Centro Diurno: la Sig.ra Agnese è una Assistente Sociale Laura Traversi
persona fragile perchè, nonostante due figli premurosi e attenti, non è in grado di attivare le risorse a cui potrebbe avere diritto, né i suoi figli possono sempre a lei sostituirsi nel rapporto con i Servizi. Antonio invece è uno studente con una importante disabilità psicofisica: oggi compie 18 anni e per lo stato e la legge diventa capace di provvedere alla tutela di tutti i suoi interessi e all’esercizio dei suoi doveri; nella vita quotidiana invece Antonio ha ancora bisogno di qualcuno che medi per lui con le istituzioni, si muova al suo posto da un ufficio all’altro, curi i suoi interessi affinchè sia adeguatamente assistito e soprattutto che lo sostenga in alcune scelte importanti come la sua formazione e il suo inserimento lavorativo; anche Antonio è una persona fragile, perché non possiede tutte le abilità per pensare e compiere azioni in completa autonomia. In questi due comuni casi, a supporto di quanto già attivato e alla buona volontà dei familiari o dei Servizi può
essere utile se non necessario attivare una forma di protezione giuridica più completa che individuiamo nello strumento dell’Amministrazione di Sostegno, istituito con la Legge n. 6 del 2004. I familiari, i Servizi e naturalmente lo stesso interessato, possono chiedere all’Ufficio del Giudice Tutelare (GT) la nomina di un Amministratore di Sostegno (ADS) che di preferenza viene scelto tra i familiari che già assolvono a compiti di cura (ad eccezione dei casi in cui siano per situazioni familiari conflittuali si opta per un ADS esterno); l’ADS viene in questo modo autorizzato da un soggetto terzo, il Tribunale, ad affiancare la persona fragile per promuoverne e proteggerne dignità e diritti, assegnandogli specifici compiti di assistenza e/o rappresentanza a seconda delle specifiche esigenze del beneficiario: per Agnese il GT potrebbe disporre che l’ADS gestisca la pensione, il patrimonio, le operazioni di conto corrente, possa accedere alla sua cartella clinica ed esprimere in sua vece un consenso
informato, ovvero possa presentare in caso di aggravamento domanda in ingresso in struttura residenziale; per Antonio invece può ritenere che egli sia in grado di gestirsi in modo autonomo la propria pensione di invalidità, mentre debba essere affiancato nel rapporto con i Servizi Sociali e Sociosanitari e nelle scelte che riguardano la sua salute. In questo modo vengono salvaguardate le aree di autonomia e protette quelle di maggior debolezza e rischio. Svolgere il ruolo di Amministratore di sostegno è un impegno volontario, con il quale si assume un compito di responsabilità anche di fronte al Giudice ma allo stesso tempo si legittimano giuridicamente azioni che probabilmente molti di noi, in buona fede ma non del tutto consapevoli della delicatezza della materia, già svolgono nell’interesse del nostro caro. Per maggiori informazioni segnalo tra gli altri il sito www.amministrazionedisostegno.org e un bel video sul canale dedicato http:// www.youtube.com/user/ProgettoADS . www.percorsi.pd.it
34 I nostri esperti MESSAGGIO PUBBLICITARIO
L’OCULISTA
Occhio e Tiroide
L’OTTICO
di Valentino Micaglio
Lenti a contatto e computer
DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova v.crepaldi@libero.it La tiroide è una ghiandola che si trova nella arteriosa. Le manifestazioni oculari possono regione anteriore del collo sotto il “pomo portare alla diagnosi dell’ipotiroidismo in di Adamo”, a ridosso della trachea, ed è tempi precoci; esse comprendono la caduta costituita da due lobi, simili a due noci, uniti delle sopraciglia, specie esternamente, le tra loro nella parte centrale da un ponte detto palpebre si fanno edematose, gonfie. E’ istmo. La tiroide di volume patologicamente presente una ridotta secrezione lacrimale con aumentato si definisce “gozzo”. La ghiandola sensazione di “occhio secco”. Raramente, ma secerne gli ormoni tiroidei che chiameremo non troppo, l’ipotiroidismo può manifestarsi T3 (triodotironina) e T4 (tiroxina) costituiti per con abbassamento lieve di una palpebra. oltre il 60% da iodio. Tali ormoni svolgono Oltre a questi quadri patologici principali vi importanti azioni in quanto aumentano è purtroppo il vasto capitolo sui tumori della la produzione di calore nell’organismo, tiroide e altre malattie minori poco conosciute accelerano il metabolismo di zuccheri e della ghiandola. Compito dell’ oculista è grassi, favoriscono l’accrescimento corporeo conoscere queste malattie e i loro sintomi per nei bambini e inoltre stimolano l’attività del saperle diagnosticare subito. sistema nervoso. La tiroide è avida di iodio e trattiene tutto quello che è in circolo grazie all’azione di un ormone secreto dal cervello (ipotalamo) detto TSH che ne regola il deposito e la trasformazione in T3 e T4. T3 è la forma attiva dell’ormone mentre T4, è pronto ad essere convertito, secondo le necessità. in T3. Quando si abbassano i ristorante·pizzeria T3 e T4 il TSH induce la tiroide a liberarne maggiori quantità, quando invece l’ormone tiroideo in circolazione è elevato, il cervello mette a riposo la ghiandola. La corretta funzione della ghiandola è garantita da un adeguato apporto nutrizionale di iodio, ma questo elemento negli alimenti e nelle acque è molto variabile, spesso scarso rispetto ai fabbisogni. La sua carenza è uno dei più gravi problemi di salute pubblica che colpisce soprattutto le donne e i bambini. L’acqua di montagna e dei laghi è più povera di iodio rispetto a quella del mare e per questa carenza è utile una profilassi che introduca lo iodio per mezzo del sale da cucina cosiddetto “iodurato”. Ogni volta che la disponibilità dell’ormone tiroideo è superiore alle necessità si ha l’ipertiroidismo, detto anche gozzo tossico o morbo di Basedow. I sintomi principali si Villa Momi’s permette anche cene e pranzi Villa Momi’s è il luogo ideale possono così sintetizzare: mani che diventano di lavoro, con la massima tranquillità e calde e umide, i capelli fragili che tendono per matrimoni, cresime ed ogni distensione per i propri colloqui d’affari. a cadere, palpitazioni, ipertensione arteriosa, altro tipo di ricor-renza. Per gli Alla sera i locali sono destinati anche diarrea, irregolarità mestruali. Anche l’occhio a chi desidera un po’ di intimità, con è colpito e la manifestazione più eclatante sposi e i loro invitati è riservata un’armonia che solo il lume di candela è l’esoftalmo; gli occhi sporgono fuori dalle un’ospitalità particolare, con aree e riesce a creare. orbite per cause ancora sconosciute. I muscoli deputati ai movimenti dell’occhio intrattenimenti privati. sono infiammati e gonfiandosi all’interno Due sale separate in due piani. Giardino dell’orbita spingono l’occhio all’infuori estivo. Oltre 300 posti a sedere. facendo assumere al paziente il caratteristico aspetto. In casi gravi ciò può indurre diplopia, Locale rustico in chiave moderna unico cioè visione doppia, e nei casi più avanzati nel suo genere, immerso nel verde. questi muscoli ingrossati possono addirittura comprimere il nervo ottico alla sua origine con gravi danni alla vista. E’ chiaro che compito dell’endocrinologo è cercare di normalizzare la funzione tiroidea. Compito dell’oculista è il monitoraggio dell’esoftalmo per scongiurare le gravi complicazioni descritte. A volte ciò non è possibile e l’oculista deve intervenire chirurgicamente rimodellando le pareti ossee dell’orbita per permettere all’occhio di rientrare nella sua posizione allentando la compressione sul nervo ottico. Nel caso in cui vi sia invece una carenza di ormoni tiroidei si ha l’ipotiroidismo per carenza di iodio nella dieta o in conseguenza di tiroiditi; è il quadro più frequente. Più colpite sono le donne dopo i 40-60 anni. L’ipotiroidismo si manifesta con debolezza, apatia, svogliatezza, tendenza alla depressione, torpore psichico, Località Santa Maria, 3/B Cavarzere Venezia 0426.53538 villa momi’s www.villamomis.it cute secca, i peli pubici e ascellari non crescono, si ha stitichezza, spesso lingua edematosa, aumento di peso, ipotensione
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BEAUTIFUL DAY
Il modo di vivere dei nostri giorni,i moderni ambienti di lavoro, impongono sfide crescenti per i nostri occhi. Da un’indagine britannica svolta tra 2.750 lavoratori è risultato che l’affaticamento provocato dal schermo di un videoterminale colpiva nove utilizzatori su dieci e uno su tre lamentava problemi di secchezza oculare o irritazione oculare. Le caratteristiche e le elevate richieste sotto il profilo del carico visivo di uno studio o un gioco che richieda l’uso del computer , predispongono molte persone a sviluppare problemi oculari e disturbi correlati alla visione. I sintomi oculari associati includono sensazione di occhio secco, irritazione, stanchezza visiva, visione offuscata e sensibilità alla luce, inoltre possono essere riportati disturbi quali cefalee e altri sintomi non oculari come dolori al collo e/o alla schiena. E’ stato inoltre dimostrato che la riduzione della frequenza di ammiccamento durante l’uso del computer porta ad esacerbare i sintomi nei soggetti già predisposti a sviluppare la sindrome da occhio secco , in questo caso si sono dimostrate in grado di migliorare i sintomi l’inserimento di gocce oculari lubrificanti senza conservanti. Cinque consigli fondamentali per chi utilizza il computer allo scopo di prevenire problemi oculari.
• Ridurre l’abbagliamento che è causa delle principali cause di stanchezza visiva per chi usa il computer, evitare di stare di fronte ad una finestra non schermata, poiché la differenza di luminosità tra lo schermo e l’area retrostante può provocare stress e disconfort oculare • Controllare le lenti a contatto, scegliere un materiale con buona trasmissione dell’ossigeno con l’aiuto dello specialista • regolare il monitor, il centro dello schermo dovrebbe essere posto 13-23 cm. più in basso della linea orizzontale che passa per gli occhi dell’operatore • Fare una pausa di 20 sec. ogni 20 minuti • Consultare l’oculista ogni qual volta si avvertono problemi di visione
Bibliografia David Ruston- Optician n.6072 vol.232 OTTICA MICAGLIO NOALE >noale@micagliogroup.it<
I nostri esperti 35 PSICOLOGIA DEL LAVORO
Dott. Lara Tasso
Le principali teorie sull’aggressività ed alcune tecniche di gestione
Nel seguente articolo presenterò una breve trattazione di un argomento molto ampio e complesso, studiato da diverse discipline e che riguarda la vita di ciascuno di noi: l’aggressività. Con questo termine si intende un comportamento di attacco fisico e/o verbale di tipo ostile. L’aggressività può essere diretta o indiretta. Nel primo caso si manifesta attraverso azioni fisiche o verbali, mentre nel secondo si palesa attraverso l’ironia e l’umorismo. Si parla, inoltre, di un’aggressività attiva quando è espressa sotto forma di attacco, ed una passiva che si esprime come resistenza. Una forma di aggressività passiva si manifesta, per esempio, quando una persona non compie un’azione che le è stata chiesta di svolgere. L’aggressività non è rivolta soltanto verso gli altri, ma può anche essere diretta verso se stessi, attraverso forme di svalutazione e/o condotte auto lesive. Per quali motivi l’uomo è aggressivo? Diverse teorie hanno cercato di fornire una risposta al quesito. Le teorie istintiviste, per esempio, sostengono che l’uomo è per natura aggressivo. Sigmund Freud sosteneva che l’aggressività è la manifestazione esterna di impulsi aggressivi, che sono in noi fin dalla nascita.
Alfred Adler sosteneva che l’uomo è aggressivo, in quanto vuole imporsi e realizzarsi, e quindi l’aggressività ha una valenza positiva. Si pensi, per esempio, all’aggressività nell’adolescenza, che nasce appunto dalla necessità di crescere e maturare, liberandosi dalla dipendenza infantile. Un’altra importante visione è di Erich Fromm, ritenuta utopica in quanto sosteneva che con le riforme sociali e l’educazione fosse possibile avere una società priva di aggressività. Secondo Fromm, l’aggressività benigna di cui parlava Adler viene distrutta a causa della società, per i rapporti di dominio e sfruttamento che ci sono al suo interno. Secondo le teorie etologiche, l’aggressività serve per la distribuzione degli individui nel territorio, per la selezione del partner sessuale, la difesa della prole e per stabilire le gerarchie. Una delle teorie più importanti sull’aggressività sostiene che siamo aggressivi in seguito ad una frustrazione, a qualcosa che ostacola la possibilità di soddisfare i nostri bisogni fisici o psicologici. Se, per esempio, una persona non ottiene la promozione lavorativa che tanto aspettava, può reagire in maniera aggressiva in quanto un suo bisogno non è stato soddisfatto.
La nostra reazione aggressiva, inoltre, non è sempre indirizzata verso la causa della frustrazione. Per esempio, ci possiamo arrabbiare con un membro della nostra famiglia per un motivo futile, anche se la delusione è scaturita nel campo lavorativo. È bene precisare, che non tutti reagiamo alla frustrazione con l’aggressività: molto dipende da come interpretiamo la situazione. Secondo le teorie dell’apprendimento, l’aggressività si impara come qualsiasi altro comportamento, per cui chi cresce in ambienti con una forte esposizione a modelli aggressivi, può essere in molti casi aggressivo. L’aggressività può nascere anche dal rancore, per esempio per una persona che ci ha offeso, o non ci ha trattato con rispetto. Gestire bene l’aggressività non è semplice, poiché è difficile essere razionali in quei momenti. Tuttavia, delle tecniche ci sono. Per prima cosa, è importante conoscere se stessi, e capire come sono le nostre manifestazioni aggressive: sono troppo accese? Le indirizziamo verso il giusto bersaglio, o ce la prendiamo con chi non ha colpe? Che sintomi avvertiamo a livello fisico quando stiamo manifestando aggressività? La reazione è consona al contesto? Come ci sentiamo dopo? Ragionando a mente fredda possiamo
pensare a piccoli aggiustamenti da apportare alle nostre manifestazioni aggressive, anche pensando in quanti modi diversi si sarebbero potute gestire situazioni del passato. Non è bene tenere dentro di sé l’aggressività: se qualcuno ci fa arrabbiare, è giusto sfogarsi, utilizzando una comunicazione assertiva: in altre parole dire quello che si pensa, ma senza offendere l’altro. È bene, inoltre, non rispondere subito, ma lasciare passare qualche minuto per allentare la tensione interiore, che altrimenti porterebbe la discussione a non essere più controllabile. Se la nostra aggressività sta per scoppiare, usciamo a fare due passi, telefoniamo ad una persona cara, e solo dopo affrontiamo il discorso. In questo articolo abbiamo visto solo alcune delle principali teorie sull’aggressività, che è un argomento molto vasto, che merita una maggiore riflessione giacché riguarda la vita di ciascuno, e se non ben gestita può avere conseguenze molto negative.
DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – Tel. 3381151335 – e-mail: lara.tasso@libero.it
Occhio e Tiroide Dott. Valerio Crepaldi
La tiroide è una ghiandola che si trova nella regione anteriore del collo sotto il “pomo di Adamo”, a ridosso della trachea, ed è costituita da due lobi, simili a due noci, uniti tra loro nella parte centrale da un ponte detto istmo. La tiroide di volume patologicamente aumentato si definisce “gozzo”. La ghiandola secerne gli ormoni tiroidei che chiameremo T3 (triodotironina) e T4 (tiroxina) costituiti per oltre il 60% da iodio. Tali ormoni svolgono importanti azioni in quanto aumentano la produzione di calore nell’organismo, accelerano il metabolismo di zuccheri e grassi, favoriscono l’accrescimento corporeo nei bambini e inoltre stimolano l’attività del sistema nervoso. La tiroide è avida di iodio e trattiene tutto quello che è in circolo grazie all’azione di un ormone secreto dal cervello (ipotalamo) detto TSH che ne regola il deposito e la trasformazione in T3 e T4. T3 è la forma attiva dell’ormone mentre T4, è pronto ad essere convertito, secondo le necessità. in T3. Quando si abbassano i T3 e T4 il TSH induce la tiroide a liberarne maggiori quantità, quando invece l’ormone tiroideo in circolazione è elevato, il cervello
mette a riposo la ghiandola. La corretta funzione della ghiandola è garantita da un adeguato apporto nutrizionale di iodio, ma questo elemento negli alimenti e nelle acque è molto variabile, spesso scarso rispetto ai fabbisogni. La sua carenza è uno dei più gravi problemi di salute pubblica che colpisce soprattutto le donne e i bambini. L’acqua di montagna e dei laghi è più povera di iodio rispetto a quella del mare e per questa carenza è utile una profilassi che introduca lo iodio per mezzo del sale da cucina cosiddetto “iodurato”. Ogni volta che la disponibilità dell’ormone tiroideo è superiore alle necessità si ha l’ipertiroidismo, detto anche gozzo tossico o morbo di Basedow. I sintomi principali si possono così sintetizzare: mani che diventano calde e umide, i capelli fragili che tendono a cadere, palpitazioni, ipertensione arteriosa, diarrea, irregolarità mestruali. Anche l’occhio è colpito e la manifestazione più eclatante è l’esoftalmo; gli occhi sporgono fuori dalle orbite per cause ancora sconosciute. I muscoli deputati ai movimenti dell’occhio sono infiammati e gonfiandosi all’interno
sul futuro, non si gioca.
foto: roberto beani
L’OCULISTA
dell’orbita spingono l’occhio all’infuori facendo assumere al paziente il caratteristico aspetto. In casi gravi ciò può indurre diplopia, cioè visione doppia, e nei casi più avanzati questi muscoli ingrossati possono addirittura comprimere il nervo ottico alla sua origine con gravi danni alla vista. E’ chiaro che compito dell’endocrinologo è cercare di normalizzare la funzione tiroidea. Compito dell’oculista è il edematosa, aumento di peso, ipotensione monitoraggio scongiurare 200 milioni dell’esoftalmo di bambiniper oggi nel mondo soffrono la fame. arteriosa. Le manifestazioni oculari le gravi complicazioni descritte. A volte ciò Anche in Italia stiamo vivendo un periodo di difficoltà, ma per un possono portare alla diagnosi dell’ipotiroidismo in non è possibile e l’oculista deve intervenire bambino che non mangia neanche una volta al giorno, la vita non chirurgicamente rimodellando le pareti tempi precoci; esse comprendono la caduta èossee difficile, è impossibile. dell’orbita per permettere all’occhio delle sopraciglia, specie esternamente, le Per questo è sua importante che tutti bastagonfie. E’ palpebre si qualcosa, fanno edematose, di rientrare nella posizione allentando la facciano veramente poco. compressione sul nervo ottico. Nel caso in cui presente una ridotta secrezione lacrimale con di “occhio secco”. Raramente, ma vi sia soli invece5 una carenza ormoni tiroideisubito si sensazione Con euro puoidicontribuire a sconfiggere povertà e non troppo, l’ipotiroidismo può manifestarsi ha l’ipotiroidismo per carenza di iodio nella fame e a difendere i diritti dei bambini e dei più deboli. dieta o in conseguenza di tiroiditi; è il quadro con abbassamento lieve di una palpebra. più frequente. Più colpite sono le donne dopo Oltre a questi quadri patologici principali vi i 40-60 anni. L’ipotiroidismo si manifesta è purtroppo il vasto capitolo sui tumori della con debolezza, apatia, svogliatezza, tiroide e altre malattie minori poco conosciute tendenza alla depressione, torpore psichico, della ghiandola. Compito dell’ oculista è cute secca, i peli pubici e ascellari non conoscere queste malattie e i loro sintomi per crescono, si ha stitichezza, spesso lingua saperle diagnosticare subito.
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DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova v.crepaldi@libero.it
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The School (la scuola) Impariamo l’inglese
• Un uomo nero a cavallo, con la spada e una Z sul mantello nero arriva alla caserma dei carabinieri e consegna un malvivente. E il carabiniere di guardia: “Grazie, Zuperman!” • Carabiniere in negozio: “Vorrei un portafoglio impermeabile.” “Perché?” “Per metterci il denaro liquido.” • Tra carabinieri: “Ma cosa fai con quell’orologio in testa?” “Mi hanno detto che ci potevo fare la doccia, ma sono due ore che aspetto e non scende una goccia d’acqua.” • Un carabiniere: “Mi sono comprato un gommone” “Perché hai tanto da cancellare?” • Un appuntato va da maresciallo con le manette sul capo e dice: “Maresciallo abbiamo appena arrestato la caduta dei capelli!”
• Un carabiniere entra in una casa per una perquisizione. “C’è permesso?” E il maresciallo gli risponde: “Stupido! Non vedi che non c’è!?” • Al bar, un carabiniere dice al collega: “Cosa prendi?” E l’altro risponde: “Quello che prendi tu.” “Allora due caffè.” “Ah, due caffè anche per me, grazie!” • Un carabiniere entra in un bar e ordina un caffè veloce. Il barista gli risponde: “E’ già in macchina.” “Ah, allora torno la.” • Il giorno dopo l’acquisto di un acquario la moglie chiede al marito carabiniere: “Caro, hai cambiato l’acqua ai pesci?” “No! Non hanno ancora bevuto quella di ieri.” • “Perché i carabinieri corrono sempre con una mano davanti al berretto?” “Per non spegnere la fiamma.”
ART (educazione artistica) BOOK (libro) CALENDAR (calendario) CASE (astuccio) CHAIR (sedia) CHALK (gesso) DESK (banco) EXERCISE (esercizi) GLUE (colla) HISTORY (storia) MAP (piantina) MARKER (righello) MUSIC (musica) PAPER (foglio) PEN (penna) PICTURE (immagini) RULER (righello) SCHOOL (scuola) SCISSOR (forbici) TEACHER (insegnante) WRITE (scrivere)
CHIAVE (9) - Una materia.............................................................................................
Aforismi divertenti
Soluzioni: 1) Big Ben; 2) covent garden; 3) London eye; 4) Piccadilly circus.
I Carabinieri
• Fino all’anno scorso avevo un solo difetto: ero presuntuoso. • La filosofia è cercare un gatto nero in una stanza buia.
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A tavola 37 CUCINA
VINO
Denis Meneghini
O
L’ALEATICO DELL’ELBA
RAMAI LE FESTE SONO PASSATE, C’È CHI HA FESTEGGIATO DI PIÙ E CHI DI MENO, MAGARI CON UN BEL CALICE DI
“CREMANT”. L’EPIFANIA CI HA TRAGHETTATO NEL PERIODO DEL CARNEVALE, QUINDI OGNI REGIONE COI PROPRI DOLCI, NOI VENETI COI CROSTOLI, O GALANI. MI RICORDO CHE A CASA DEI MIEI GENITORI SI FACEVANO ANCHE I CAPPELLETTI CON LA MOSTARDA CHE NOI BAMBINI NON GRADIVAMO MOLTO. A NOI PIACEVANO E CI PIACCIONO ANCORA I CAPPELLETTI CON LA NUTELLA. IN QUESTO ARTICOLO QUINDI VI PARLERÒ DI UN VINO CHE BEN SI ACCOMPAGNA A DOLCI COL CIOCCOLATO. VI PARLERÒ DELL’ALEATICO DELL’ELBA, UN VINO CHE HA PIÙ DI 2000 ANNI DI STORIA, IMPORTATO DAI GRECI E COLTIVATO DAI ROMANI. PENSATE CHE ANCHE NAPOLEONE BONAPARTE, ESTREMAMENTE AFFASCINATO DA QUESTO NETTARE, DURANTE IL SUO ESILIO NE INCREMENTÒ LO SVILUPPO. LA PRODUZIONE DELL’ALEATICO NON È SEMPLICE, INFATTI LE UVE VENGONO LASCIATE SOVRAMATURARE SULLE VITI PER ALCUNE SETTIMANE.
VENGONO POSTE POI SU GRATIC-
INGREDIENTI PER 5 PERSONE:
PER LA BASE: 160G FARINA 00; 140G FARINA MANITOBA; LATTE; 1 UOVO; 1 CUCCH. FIOCCHI DI PATATE; 1 CUCCH. STRUTTO; 1 CUCCH. MIELE D’ACACIA; NOCE MOSCATA; 25G LIEVITO DI BIRRA; SALE PER LA FARCIA: 360G SPINACI SURGELATI; 100G BIETE SURGELATE; 210G RICOTTA VACCINA; PINOLI; UVETTA SULTANINA; AGLIO IN POLVERE; SALE SCIOGLIERE IL LIEVITO IN UN PO’ DI LATTE E ACQUA TIEPIDA. SETACCIARE LE FARINE CON I FIOCCHI DI PATATE, UNIRE LO STRUTTO AMMORBIDITO ED IL MIELE. INCORPORARE IL LIEVITO SCIOLTO ED IMPASTARE BENE. INSAPORIRE CON NOCE MOSCATA E SALE ED AGGIUNGERE L’UOVO. OTTENERE UN PANETTO DA FAR LIEVITARE PER QUALCHE ORA IN UN LUOGO UMIDO. SCONGELARE BIETE E SPINACI E MESCOLARLI CON LA FRUTTA SECCA ED IL FORMAGGIO; INSAPORIRE CON AGLIO E SALE. STENDERE LA PASTA FORMANDO UN LUNGO RETTANGOLO, FARCIRLA SU TUTTA LA SUPERFICIE CON IL COMPOSTO DI VERDURE, QUINDI ARROTOLARE A FORMA DI STRUDEL. TAGLIARE LO STRUDEL A FETTE E DISPORLE, IN ORIZZONTALE, UNA AFFIANCO ALL’ALTRA IN UNA TEGLIA ROTONDA CON CARTA DA FORNO (NOI AVEVAMO UNA TEGLIA IN CERAMICA, QUINDI NON CI È SERVITA LA CARTA). SPOLVERARE LA SUPERFICIE CON UN PO’ DI SALE E LASCIAR LIEVITARE PER CIRCA 2 - 3 ORE. CUOCERE IN FORNO CON FUNZIONE VENTILATA E 180° PER CIRCA 40 MINUTI.
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RICETTA: FILETTO DELLA TERRAZZA PROCEDIMENTO FILETTO DI CHIANINA IN PADELLA CON BURRO SCALOGNO AGLIO SALVIA PATATE FAR EVAPORARE IL VINO
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38 Oroscopo ARIETE 21/03 AL 20/04
DAL
FASCINO LA LIBERTÀ H A UN SUO PREZZO E COSÌ LE AZIONI IMPULSIVE. QUALUNQUE COSA VI SPINGA OLTRE IL CUORE RICORDATENE IL PREZZO · S ALUTE USATE MAGGIORE CAUTELA NEI CONFRONTI DELL’APPARATO SCHELETRICO: CERCATE DI MANTENERE SCIOLTA LA COLONNA VERTEBRALE
TORO DAL 21/04 AL 20/05
FASCINO UN RAPPORTO IMPORTANTE STA GIUNGENDO AD UN LIVELLO PIÙ PROFONDO. L’ALCHIMIA FISICA NON MANCA MA C’È DI PIÙ· S ALUTE RIMANDATE EXPLOIT E PRODEZZE ATLETICO/SPORTIVE AL MESE PROSSIMO: RISCHIATE STRAPPI MUSCOLARI O PROBLEMI ALLA SCHIENA
GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06
FASCINO AVRETE SUCCESSO SE VI LASCERETE GUIDARE DA CIÒ CHE VI PIACE DI PIÙ. NON IMPUNTATEVI IN CIÒ CHE NON VI È CONGENIALE · S ALUTE MESE PERFETTO PER CHI DESIDERI AUMENTARE FREQUENZA O INTENSITÀ DEGLI ALLENAMENTI:SPORT FAVORITI CORSA, EQUITAZIONE E PATTINAGGIO
Oroscopo METTETE AL LAVORO LA CREATIVITÀ ED
SPERANZE CONCRETE
Tagliati su misura per ogni cliente
CANCRO
FASCINO VI SIETE FATTI CARICO DI RESPONSABILITÀ EXTRA CHE VI APPESANTISCONO INUTILMENTE. SCROLLATEVI DI DOSSO LA RUGGINE· S ALUTE LE DIFESE IMMUNITARIE BASSE VI COSTRINGONO AD ADOTTARE UNA DIETA LEGGERA E FARE MOLTA ATTENZIONE AI COLPI D’ARIA
SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12
PRENDETEVELA COMODA, IN FUTURO QUANDO TORNERÀ IL VOSTRO ENTUSIASMO DOVRETE ESSERE LIBERI PER RIUSCIRE E COLPIRE AL CUORE· S ALUTE A DISPETTO DEL FREDDO INVERNO, RIUSCIRETE A TROVARE MILLE E PIÙ MODI PER FAR CIRCOLARE LA VOSTRA GRANDE ENERGIA CINETICA FASCINO
F
A
S
C
I
N
O
L’OPPORTUNITÀ CHE ASPETTAVATE È ALLE PORTE: AFFERRATELA AL VOLO E SENZA ESITAZIONI. LA SICUREZZA PAGA IN AMORE · S ALUTE SUPER FAVORITI GLI SPORT CHE IMPLICHINO GRANDE RESISTENZA, COME LA MARATONA O LO SCI DI FONDO. FORZA, DUNQUE!
LEONE DAL 23/07 AL 23/08
ACQUARIO DAL 21/01 AL 19/02
FASCINO
FASCINO SIATE RISOLUTI, SEGUITE L’ISTINTO E COMINCIATE DA CIÒ CHE CONOSCETE MEGLIO. AVRETE UNO SPIRITO VISIONARIO CHE PAGHERÀ · S ALUTE SARETE ASSIDUI E COSTANTI ANCHE NEL SEGUIRE EVENTUALI TERAPIE, CHE DARANNO RISULTATI SICURI. VITALITÀ E RESISTENZA ASSICURATE
SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11
CAPRICORNO DAL 22/12 AL 20/01
FASCINO NON ABBIATE PAURA DI COMMETTERE I SOLITI ERRORI, APRITE LE ALI E LASCIATEVI ANDARE. L’ESPERIENZA INSEGNA E AVETE IMPARATO· SALUTE IL CORPO REAGIRÀ MOLTO BENE AGLI STIMOLI E LE DIFESE IMMUNITARIE FARANNO EGREGIAMENTE IL LORO LAVORO
VERGINE DAL 24/08 AL 22/09
FASCINO ATTENZIONE AI DIVERBI TROPPO ACCESI, CERTI FUOCHI SONO DIFFICILI DA SPEGNERE. LA TEMPESTA SI SPEGNERÀ NATURALMENTE · S ALUTE LA TENTAZIONE DI CIMENTARVI IN UNA SERIE INTERMINABILE DI ESERCIZI AEROBICI, ISOTONICI E SUPERSONICI SARÀ IRRESISTIBILE
INIZIATE A GUARDARE AL FUTURO CON
DAL 22/06 AL 22/07
VALUTATE IL LATO DIVERTENTE DELLE OPPORTUNITÀ CHE VI SI AFFACCIANO ALL’ORIZZONTE. NON VI MANCANO ENERGIE E SPIRITO · S ALUTE SE VI ASTERRETE DA ESTREMISMI E VI METTERETE IN ASCOLTO DEI BISOGNI DEL CORPO, TRASCORRERETE UN MESE PIÙ CHE GODIBILE
BILANCIA DAL 2 3/09 AL 22/10
SBARAZZATEVI DI TUTTO CIÒ CHE È RIMASTO IN ARRETRATO. SARETE COSÌ LEGGERI CHE L’OBIETTIVO DINNANZI A VOI È PRATICAMENTE RAGGIUNTO · S ALUTE LA GRANDE ENERGIA A DISPOSIZIONE SARÀ CONVOGLIATA IN QUALCHE FULL-IMMERSION OLISTICA, CHE SODDISFI MENTE E SPIRITO FASCINO
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