La Piazza di Chioggia 2012fb n15

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di Chioggia

LA PIAZZA

Pesca Dalle proteste alle proposte al Ministro pagg.

www.lapiazzaweb.it

Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 15

È DISTRIBUITA DA

Politica Democrazia confluisce in Sel

8-10

pag.

Salute Melanoma, il progetto di screening

12

pag.

17

EDITORIALE

Conti pubblici ora è battaglia

LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010

di Nicola Stievano

INAUGURATA LA NUOVA AULA STUDIO

Qualcosa di nuovo è stato attuato a Chioggia grazie alla tenacia di Leoclub Chioggia –Sottomarina, l’associazione Noi Chioggia e il Seminario vescovile, che hanno realizzato un’aula studio per gli studenti degli ultimi anni delle superiori e dell’università. pag. 18

FRAZIONI, VALLI CHIEDE ATTENZIONE

A

Chioggia guarda al turismo del benessere

Sport, wellness e mangiar bene: finanziato dalla Regione un progetto che coinvolge 20 attività e due partners di Chioggia

U

La sala parrocchiale a stento riusciva a contenere gli abitanti di una frazione come Valli di Chioggia, che negli anni si è notevolmente allargata e ha portato molte famiglie a fissare la propria residenza a pochi chilometri pag. 20

n progetto per promuovere il turismo, arrivato primo tra i 209 progetti finanziati dalla regione Veneto, coinvolgerà ben venti attività e due partner chioggiotti. Si chiama “Verso il turismo del benessere: sport, wellness e mangiar bene”ed è promosso dall’Ente bilaterale Veneto. Prendono parte al progetto quarantotto aziende ed otto partner non aziendali. L‘ambizioso progetto è stato presentato da Confesercenti, lo scorso mese, durante una

conferenza stampa nella quale sono intervenuti Giuseppe Casson, assessore al Turismo e sindaco di Chioggia; Giorgia Andreuzza, assessore al Turismo della Provincia di Venezia; Lucio Carisi, presidente Apt - Ambito di Chioggia, Francesco Mattiazzo, residente di AssoTurismo Veneto, Maurizio Franceschi, Direttore Confesercenti della Provincia di Venezia e infine Marco Palazzo direttore dell’Ente Bilaterale Veneto – Ebv. Il settore turistico è indubbiamente strategico. In un periodo storico nel quale la cri-

si si fa sentire, sempre più violentemente e i consumi diminuiscono di giorno in giorno, il comparto turistico ne risente in maniera limitata, rispetto ad altri. Per un territorio come quello clodiense, il turismo potrebbe fungere da vero volano per l’economia, mediante la valorizzazione dello splendido litorale, la diffusione di prodotti di gastronomia locale, la conoscenza della cultura e delle tradizioni di cui Chioggia dispone. pagg.

gli inizi di marzo la maggioranza dei Comuni non aveva ancora approvato il bilancio 2012. Idem le Province, oltretutto alle prese con prospettive di “sopravvivenza” non ancora definite. Insomma la situazione è incerta e quantomai controversa. Quasi tutti i sindaci, alle prese con la necessità di far quadrare i conti tenendo presente il patto di stabilità, l’Imu, i minori trasferimenti dello Stato, i servizi pubblici da garantire, il personale da pagare, i cantieri da mandare avanti, i nuovi progetti, hanno scelto di prendere tempo e sperare in un “ravvedimento” del Governo. L’Anci Veneto ha lanciato una proposta - provocazione: lasciateci tutta l’Imu (e non solamente la metà, come previsto dall’esecutivo nazionale) e tenetevi i trasferimenti. Difficile che l’idea venga raccolta, anche perché la nuova tassa che va a sostituire l’Ici è stata concepita proprio con l’obiettivo di ridare ossigeno alle casse centrali, soprattutto. Comunque se ne discute, perché in gioco, ora più che mai, c’è proprio l’autonomia degli enti locali. continua a pag. 3

4-5

L’Intervento

Le sorprese delle “liberalizzazioni” di Erminio Alajmo*

C

on il Decreto “Salva Italia” esiste ancora la programmazione dei pubblici esercizi? E quali orari? Ce lo siamo chiesti come Appe, associazione che rappresenta i pubblici esercizi, in occasione di Tecno& Food a Padova Fiere. Per quanto riguarda l’orario non ci sono dubbi che l’apertura potrà effettuarsi 24 ore su 24. *Presidente Appe Padova

continua a pag.

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EDITORIALE

segue da pag.

Conti pubblici ora è battaglia Radio

GIGI PROIETTI AL PROGRAMMA DI-VOCE Gigi Proietti mattatore della puntata che è andata in onda lo scorso 2 marzo di Di-Voce. Uno guardo oltre, il programma radiofonico realizzato presso il Centro Diurno Prometeo, dai ragazzi disabili che partecipano al progetto innovativo “Un nuovo sguardo sulla disabilità: creazione di una radio per dar voce ai disabili – Centro Innovativo”. L’artista conosciuto per la sua attività di attore di teatro, cinema e televisione nonché di direttore artistico e uomo con una notevole sensibilità, ha concesso una bellissima intervista dove, attraverso le domande poste dai ragazzi che conducono la trasmissioneradiofonica, si è raccontato senza riserve come uomo e come artista. Per la redazione di Di-Voce, questa intervista è motivo di orgoglio e di soddisfazione.

Dopo vent’anni in cui si sente parlare di federalismo, applicato in maniera più o meno maldestra, il cammino verso una reale autonomia (e non solo dichiarata sulla carta, scritta in qualche documento che nessuno legge e nessuno mette in pratica, relegata ad ordinanze che hanno più il sapore della trovata pubblicitaria) non sembra ancora cosa semplice ma piuttosto pieno di ostacoli. I sindaci, di fronte alle drastiche decisioni di Monti e i suoi ministri, affermano di avere le mani legate, di essere degradati al ruolo antipatico di “esattori”. Molti amministratori locali svolgono con passione e competenza il proprio lavoro, si spendono senza sosta per fare in modo che lo scuolabus passi tutte le mattine, che i lampioni si accendano ogni sera, che gli anziani abbiano un posto accogliente per ritrovarsi. Altri però, in questi anni, si sono limitati ad amministrare senza avere il coraggio di imporre una nuova visione, non hanno fatto altro che preservare l’esistente pur sapendo che prima o dopo non sarebbe stato più possibile mantenere certe situazioni. Nei prossimi mesi tra nuove tasse e maggiori costi le famiglie dovranno affrontare notevoli sacrifici. Anche l’amministrazione pubblica dovrà fare altrettanto, cercando di ridurre gli sprechi (e ce ne sono), di tagliare i doppioni (che non mancano), di guardare oltre il proprio particolare. Alcuni piccoli Comuni si stanno già guardando attorno, perché entro giugno dovranno condividere con altre amministrazioni almeno un servizio, come prevede la legge. E si stanno accorgendo che si può fare anche qualcosa di più per tagliare alcune spese senza per questo privare i cittadini di servizi essenziali. Anche le Province saranno costrette, controvoglia, a cambiare pelle, ad alleggerirsi di infrastrutture che, per quanto relativo, hanno un peso sui bilanci. Le prese di posizione degli amministratori provinciali, invece, pur dimostrando la volontà di essere propositivi per razionalizzare i costi, all’opinione pubblica rischiano di apparire come l’estrema, disperata difesa del proprio “particulare”. Sentir palare di passaggio di comuni per “salvare” le province più piccole non è un bel segnale. La gente si aspetta altro dalla politica. di Nicola Stievano

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A SCUOLA DI CONTRADA E DI ANTICHI MESTIERI

Chioggia Si è concluso il 20 marzo il progetto “A scuola di Contrada”, organizzato dalla Contrada di San Martino del Palio de la Marciliana, inserito tra le iniziative del Palio in Classe, programmi in sinergia “Storia-Città-Scuola-Palio”. Il progetto didattico si rivolgeva a ragazzi di terza, quarta e quinta delle scuole medie superiori del territorio. Il progetto è stato reso possibile grazie al contributo della Fondazione Clodiense, con il finanziamento proprio e il Patrocinio del Comune di Chioggia. “A scuola di Contrada”, ha voluto far conoscere agli studenti delle scuole superiori “arti e mestieri medievali”, che la Contrada di San Martino presenta a Chioggia durante il Palio.

1

TURISMO LENTO

ECONOMIA

Chioggia fra gli itinerari in bici della Provincia pag.

PUNTA POLI

Il progetto di riqualificazione del lato orientale pag.

LETTERATURA

Provincia

6

14

Il libro di Lusciano tra politica e filosofia di modelli da imitare pag. 25

PERSONAGGIO

Giuseppe Mialich, il poeta autodidatta di Mira pag.

CULTURA

33

Regione

I giovani e l’impegno politico ai tempi del web 2.0 pag. 34

Mafia in Veneto, attraverso le imprese in crisi pagg. 36-37

TECNOLOGIA

Un piano per superamento del “digital divide”

INTERVISTE

UN PUNTO INFORMATIVO NEL CENTRO DI CHIOGGIA Un front office turistico nel cuore del centro cittadino. A breve verrà siglata la convenzione tra Comune di Chioggia e Azienda di Promozione Turistica per la creazione di un nuovo punto informativo a Palazzo Ravagnan per migliorare l’accoglienza dei turisti. “Lo sportello, che fa fronte ad una carenza che si registrava da anni, sarà il nuovo biglietto da visita per tutti gli ospiti che sceglieranno la nostra città come meta per le vacanze” ha commentato il sindaco Giuseppe Casson. Il punto informativo, gestito da Apt, sarà collocato al piano terra di Palazzo Ravagnan, e rimarrà aperto anche nel periodo invernale, considerata la crescente presenza turistica a Chioggia.

Piccole e medie imprese

LEGALITÀ

Le imprese “mature” fanno fatica ma tengono duro pag. 28

Turismo

pag.

38

Jacques Villeglé, maestro del Nouveaux Realisme pag. 42

INCONTRI SU NORMATIVE E OPPORTUNITÀ

Un ciclo di tre convegni sugli adempimenti e le opportunità normative che interessano le piccole e medie imprese. L’iniziativa è organizzata da Confesercenti con il patrocinio della Città di Chioggia. A cadenza quindicinale - il mercoledì alle 17 in MUnicipio - sono in programma incontri tecnici, con la partecipazione di esperti di settore, funzionari pubblici e del mondo del lavoro. Gli incontri sono rivolti ai titolari delle ditte del territorio clodiense chiamati a confrontarsi con i temi “caldi” che riguardano meccanismi, responsabilità, controlli, sanzioni, finanziamenti su sicurezza obbligatoria, agevolazioni su nuove assunzioni e accesso al credito. Dopo il primo workshop del 14 marzo, l’appuntamento si rinnova il 28 - si parlerà dunque di nuove assunzioni - e l’11 aprile quando il tema porposto sarà l’accesso al credito.

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Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

Venezia Padova Rovigo Treviso

REDAZIONE:

Direttore responsabile

MAURO GAMBIN direttore@lapiazzaweb.it ORNELLA JOVANE o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 28 febbraio CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL LORETO, VIA BRECCIA (AN)

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4 Argomento del mese SPORT, WELLNESS E MANGIAR BENE Il benessere, in tutti i suoi ambiti è il tema che ha ispirato il progetto giunto al primo posto fra i 209 finanziati dalla Regione che interessa ben venti attività e due partners di Chioggia. Il settore turistico, soprattutto in Veneto, si rivela strategico anche in tempi di crisi. L’opportunità va colta favorendo processi aggregativi di imprese. In quest’ottica si pone il progetto risultato vincente

Chioggia va verso il tu

di Francesca De Luca

Per un territorio come Chioggia, il turismo potrebbe fungere da volano per l’economia

L’aggregazione di imprese consente di migliorare la competitività e generare sviluppo

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n progetto per promuovere il turismo, arrivato primo tra i 209 progetti finanziati dalla regione Veneto, coinvolgerà ben venti attività e due partner chioggiotti. Si chiama “Verso il turismo del benessere: sport, wellness e mangiar bene”ed è promosso dall’Ente bilaterale Veneto. Prendono parte al progetto quarantotto aziende ed otto partner non aziendali. L‘ambizioso progetto è stato presentato da Confesercenti, lo scorso mese, durante una conferenza stampa nella quale sono intervenuti Giuseppe Casson, assessore al Turismo e sindaco di Chioggia; Giorgia Andreuzza, assessore al Turismo della Provincia di Venezia; Lucio Carisi, presidente Apt - Ambito di Chioggia, Francesco Mattiazzo, residente di AssoTurismo Veneto, Maurizio Franceschi, Direttore Confesercenti della Provincia di Venezia e infine Marco Palazzo direttore dell’Ente Bilaterale Veneto – Ebv (nella foto piccola). Il settore turistico è indubbiamente strategico. In un periodo storico nel quale la crisi si fa sentire, sempre più violentemente e i consumi diminuiscono di giorno in giorno, il comparto turistico ne risente in maniera limitata, rispetto

ASTC, OPERATORI E STUDENTI INSIEME

Nasce un’associazione no profit per il turismo

V

alorizzare il turismo di qualità a Chioggia è la mission della nuova associazione no profit costituitasi il 20 febbraio scorso: l’associazione sviluppo turismo chioggia (Astc). I soci fondatori sono sia operatori del settore, sia studenti universitari: scopo dell’associazione è proprio mettere a sistema operatori professionali con la loro esperienza e studenti universitari con le loro conoscenze. Al centro dell’interesse del gruppo è il territorio clugiense e della laguna veneziana nel rispetto delle caratteristiche ambientali e delle tradizioni storico-culturali passando attraverso una rivitalizzazione dei rapporti sociali. Non solo quindi turismo in senso stretto, ma anche attività ricreative che coinvolgano l’intera comunità, in collaborazione con gli enti istituzionali e le associazioni di categoria. L’associazione sta cercando anche la collaborazione dell’istituto Cestari, con le sue sezioni per tecnici del turismo, per coinvolgere i ragazzi e cooperare con loro. Ad oggi l’Associazione sviluppo turismo chioggia conta già una quarantina di associati in forma ordinaria. A dare vita all’associazione sono stati Alessandro Veronese in qualità di presidente, coadiuvato da Fausto Frizziero. A completare l’organigramma vi sono Ermes Bergo in qualità di coordinatore, Giuliano Poncina con l’incarico di segretario e Cristina Bondesan in qualità di socio tesoriere. Ma.Bo.

ad altri. Per un territorio come quello clodiense, il turismo potrebbe fungere da vero volano per l’economia, mediante la valorizzazione dello splendido litorale, la diffusione di prodotti di gastronomia locale, la conoscenza della cultura e delle tradizioni di cui Chioggia dispone. “Nell’ambito dei futuri scenari - spiegano i presentatori del progetto, - i mercati da una parte e le istituzioni dall’altra, nazionali e comunitarie, spingono sempre più verso la necessità di favorire processi aggregativi di imprese in grado di migliorare la competitività del settore nel suo insieme e generare maggiore sviluppo sul territorio”. Il progetto, dal valore di circa duecentomila euro, andando in questa direzione, ha dunque lo scopo di “sensibilizzare e affiancare le imprese della filiera turistica Veneta verso la creazione di reti d’impresa che, realizzando un sistema turistico Veneto strutturato e coordinato, permetta di creare innovazione nei servizi turistici, migliorare la qualità dell’offerta turistica regionale, valorizzare le peculiarità e le caratteristiche di determinati territori e di specifici ambiti turistici, nonché di allargare le potenzialità di tali specificità

a tutto il territorio Veneto in un’ottica di sistema”. Gli obiettivi principali del progetto sono quindi quelli di attivare processi che aumentino la competitività, la cooperazione, la capacità di innovazione e la sostenibilità socio-ambientale del sistema turistico regionale; finanziare interventi integrati a supporto delle imprese venete che per posizionamento nel mercato e profilo competitivo sono in grado di mantenere l’occupazione e assorbire personale in uscita da altre realtà; incentivare la realizzazione di nuovi servizi integrati per permettano al sistema turistico Veneto di inserirsi in mercati turistici emergenti e di sviluppare le potenzialità non ancora totalmente espresse.


Argomento del mese 5 L’appello al nuovo assessore provinciale

turismo del benessere Il progetto Presentato da Confesercenti e promosso dall’Ente bilaterale Veneto

Stabilimenti balneari, ristoranti e campeggi: gli attori chioggiotti di Francesca De Luca

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a quali sono gli attori di questo progetto e com’è articolato? Innanzitutto bisogna considerare le fonti di finanziamento: il Fondo sociale europeo - Fse: fornirà le risorse necessarie per finanziare interventi di formazione (tradizionale e non), interventi di accompagnamento, eventi e viaggi studio all’estero; il Fondo europeo di sviluppo regionale - Fesr: rimborserà la quota di un’anno di ammortamento di acquisti e investimenti (nuovi macchinari e attrezzature) legati all’innovazione; e il Por 2007/13 - Ob. Competitività regionale occupazione che finanzierà da 2.000 a 6.000 euro una nuova assunzione a tempo indeterminato o determinato per minimo 3 anni. Il capofila del progetto è l’Ente bilaterale veneto (un’associazione senza scopo di lucro costituita da Confesercenti Veneto, Filcams–Cgil, Fisascat–Cisl e UilTucs-Uil), che ha, tra i suoi scopi, quelli di sostenere iniziative di sviluppo, di informazione e di consulenza per lavoratori ed imprese; avviare iniziative formative e di qualificazione professionale; sostenere servizi all’infanzia; le attività e i servizi che facilitino l’integrazione tra lavoro e vita privata; e ancora, attività di studio e di ricerca; adottare servizi e strumenti in favore di una maggiore e migliore occupazione; monitorare la corretta applicazione dei contratti; istituire commissioni paritetiche per la validazione e certificazione dei contratti e per le conciliazioni di controversie lavorative. Le aziende di Chioggia che hanno aderito al progetto sono stabilimenti balneari e ristoranti. I partner associativi clodiensi sono: Gebis (che raccoglie i principali stabilimenti balneari del litorale clodiense) e Cisa Camping (che riunisce i Campeggi nell’area geografica balneare di Sottomarina e Isola Verde di Chioggia). Da altre parti del Veneto partecipano al progetto alcune agenzie viaggi, hotel, pubblici esercizi e i Golf Club. Mentre altri partner sono: Confesercenti Veneto (Ve), Consorzio Multiservice gruppo acquisti (Pd), Banca di Credito Cooperativo interprovinciale Veneto (Pd), Consorzio Sappada Comelico Dolomiti (Bl), Camera di Commercio di Padova.

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L’assessore provinciale Lucio Gianni

Gli operatori a Lucio Gianni

“Ci sostenga nello sviluppo turistico” “C

hioggia rappresenta una realtà molto importante della nostra provincia e abbiamo ritenuto fondamentale e doveroso che potesse avere un proprio rappresentante all’interno della giunta provinciale. Le deleghe relative alle attività produttive e alle politiche agricole, nel territorio veneziano meritano un coordinamento e una responsabilità completamente dedicati”. Con queste parole la presidente della Provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto, aveva accolto a inizio febbraio, il neo assessore provinciale Lucio Gianni, classe ’58, ex vicesindaco della giunta Tiozzo Romano. Dopo la sua nomina Gianni ha incontrato i quattro presidenti delle associazione del Gruppo turismo Chioggia per discutere con loro le problematiche legate al turismo e farsi quindi portavoce in Giunta provinciale delle esigenze della città. Luciano Serafini per Cisa Camping, Marino Masiero per Slow Lagoon, Fabrizio Boscolo Nale per Gebis, Gianni Boscolo Moretto per Chioggia Yacht Group hanno illustrato le aspettative degli operatori, accennando alla progettualità indispensabile al rilancio del settore turistico clodiense. Al centro del confronto il progetto di infrastrutturazione leggera della laguna, che permetterà di destagionalizzare il Infrastrutturazione prodotto turistico e di creare nuova leggera della occupazione e soprattutto l’urgenza Laguna: fondamentale di utilizzare i fondi statali (tre diversi per il rilancio per gli stanziamenti per un totale di quasi operatori 10 milioni di euro), già disponibili e sotto la diretta responsabilità della Provincia. Solo così sarebbe possibile, secondo gli operatori, rilanciare il settore turistico e recuperare il gap che separa Chioggia da località limitrofe. Sembra quindi che l’appello sollevato dal Gtc durante il convegno sull’evoluzione del turismo che si è tenuto al Kursaal su iniziativa del consorzio di promozione sia stato ascoltato dal momento che, dopo pochi giorni, è arrivata la nomina di Gianni. “Confidiamo in strumenti urbanistici compatibili da parte del Comune per i quali il sindaco ha avviato una procedura “per direttissima”. – hanno precisato i rappresentanti delle associazioni - E’ fondamentale riuscire ad investire i denari predisposti dal ministero dello Sviluppo economico senza intoppi procedurali. Ciò dipenderà dalla Provincia e dal Comune, due enti che pur nelle diverse posizioni politiche dovranno lavorare in sinergia nelle scelte strategiche del territorio, senza perdere ulteriore tempo. Speriamo che l’assessore accetti la nostra collaborazione tecnica”. Tra le righe anche una punta polemica verso altre sigle turistiche che hanno criticato il convegno sul turismo. “Offrire la nostra collaborazione – spiega Marco Boscolo Camiletto, presidente di ConChioggiaSì – è un modo nuovo di affrontare le questioni legate al turismo rispetto a chi critica l’operato degli altri senza portare le proprie idee in maniera costruttiva. Le divisioni non sono giustificate se non da questioni che nulla hanno a che fare con interesse collettivo”. Marta Boscolo


6 L’approfondimento Borsa internazionale del turismo Un progetto sul turismo “lento” e sostenibile

VIA LIBERA AL TAVOLO TECNICO DEL TURISMO

La promozione del territorio in bicicletta U Anche Chioggia fra i cinque itinerari proposti dalla Provincia

di Ornella Jovane

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’è anche un itinerario cicloturistico “chioggiotto” fra i cinque presentati lo scorso febbraio alla Borsa internazionale del Turismo di Milano. Si tratta del pacchetto “Provincia di Venezia, la litoranea veneta: 5 suggestive escursioni giornaliere in bicicletta”. E’ un approccio diverso alla promozione turistica, che nasce dalla volontà di offrire all’ospite una proposta di tursmo “lento” e sostenibile, attraverso il contatto diretto con la natura, il territorio le sue bellezze paesaggistiche e ambientali. La terraferma veneziana da percorre, gustare e vivere in bicicletta da Cavanella d’Adige fino a Bibione, attraversando Chioggia, Pellestrina, Lido di Venezia, Punta Sabbioni, Cavallino, Lido di Jesolo, Eraclea Mare, Portogruaro e Caorle. Un tragitto scandito in 5 itinerari: Cavanella d’Adige – Chioggia: terre tra acque; Ciclovia delle isole di Venezia Laguna Veneta: Lido di Venezia, Pellestrina in bicicletta ; Punta Sabbioni – Treporti Cavallino: in bici tra mare e laguna, gli orti di Venezia; dalle porte di Cavallino a Caorle: lungo le vie della bonifica, sconfinati orizzonti di

campagna e specchi d’acqua; da Caorle a Bibione: tra natura e storia: pedalando tra borghi medievali e oasi naturalistiche. A presentare il progetto realizzato dalla Provincia di Venezia da un’idea della Regione Veneto l’assessore provinciale al Turismo Giorgia Andreuzza e il collega regionale Marino Finozzi lo scorso 17 febbraio alla presenza del campione del mondo di ciclismo Moreno Argentin, testimonial dell’evento, che ha esaltato la validità dell’iniziativa. “Ricordo con soddisfazione che nel 2011 la provincia di Venezia ha registrato 35 milioni di visitatori. E’ stato un anno record di arrivi e presenze - ha esordito Andreuzza -. E’ tuttavia necessario progettare e sviluppare nuove iniziative che vadano ad intercettare gli interessi di un turismo “eco”, con un’offerta di qualità, ed una vacanza lenta e sostenibile”. I cinque itinerari, tradotti in 4 lingue (italiano, inglese, francese e tedesco) si inseriscono in un sistema più ampio che coinvolge anche le altre sei province venete, estendensoi su tutto il territorio regionale. Tel. e fax T

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n tavolo tecnico del turismo per promuoverne lo sviluppo nel territorio di Chioggia. “Ho inteso istituire il TTT - ha spiegato il sindaco Giuseppe Casson - quale organismo consultivo e luogo di partecipazione, di supporto e di confronto fra l’amministrazione comunale e le associazioni rappresentative del settore a livello locale. Uno strumento che consenta allo stesso tempo di poter integrare le linee guida dall’amministrazione con progetti ed iniziative degli addetti ai lavori del comparto, attraveso la programmazione e la pianificazione di azioni di marketing, che rispettino l’offerta turistica che il solo territorio di Chioggia, con le sue caratteristiche riesce ad offrire”. “Aspetti e temi importanti - ha aggiunto il primo cittadio - quali l’erosione delle spiagge, il rinnovo delle concessioni demaniali, la movida, la tassa di soggiorno e il decoro urbano non possono che essere affrontati insieme alle associazioni di categoria del

settore turistico, enti e consorzi operanti sul territorio comunale, in un’ottica di democrazia partecipata, al fine di trovare una soluzione positiva, che vada bene per tutti”. Il Consiglio comunale ha dunque approvato in via definitiva il provvedimento sul funzionamento e l’organizzazione del tavolo tecnico del turismo. Esso prevede che il TTT sia presieduto dal sindaco, o da un suo delegato, e la partecipazione dei rappresentanti delle aossciazioni e/o consorzi di categoria del settore operanti sul territorio comunale.

Provincia. I risultati della sesta Commissione Turismo

A CHIOGGIA AUMENTANO GLI ARRIVI MA CALANO LE PRESENZE TURISTICHE

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umentano gli arrivi ma calano le presenze dei turisti a Chioggia. Il flusso turistico del 2011 registra un aumento in termini di arrivi con un 1,51 per cento, e una lieve flessione delle presenze, -1,36 per cento. Il calo è generalizzato per il settore esercizi alberghieri: -4,45 per cento arrivi; -3,16 per cento presenze, mentre per l’alberghiero, i campeggi e i villaggi turistici c’è un sostanziale mantenimento dei dati. I dati sono stati presentati a febbraio alla sesta commissione Turismo-Lavoro in Provincia presieduta da Roberto Dal Cin e dal presidente dell’Apt di Chioggia Lucio Carrisi. “La perdita di presenze - ha commentato Dal Cin - è un dato è dovuto al fatto che una località come Chioggia vive di un mercato nazionale che risente di una crisi economica che ha colpito in modo consistente le famiglie. Per colmare questo gap c’è la volontà di puntare sullo “Slow tourism” attraverso la valorizzazione di nuovi percorsi cicloturistici presentati dall’assessore al Turismo Andreuzza alla recente Bit svoltasi in Fiera a Milano, a costi contenuti per le famiglie”. Ciò permetterà - ha concluso - di offrire nuove alternative ai turisti del nordeuropea, e ai visitatori tedeschi, dato che 7 milioni di loro sono orientati ad usare la bicicletta per riscoprire luoghi spesso nascosti ed ignorati. Proseguirà la collaborazione con l’amministrazione comunale e tutte le categorie del settore per la realizzazione di eventi e manifestazioni nel territorio”.

CHIOGGIA PRENDE I TURISTI PER LA GOLA

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a Bit di Milano ospita le prelibatezze di Chioggia. Il consorzio ConChioggiaSì ha partecipato anche quest’anno alla Bit (Borsa internazionale del turismo) che si è tenuta a Milano dal 16 al 19 febbraio, proponendo all’interno di “Enoteca veneta” due piatti forti del territorio: Sàor della laguna veneta in sfoglia croccante di mais e Trilogia di dolcezze clodiensi con zabaione al caffè vanigliato. Un modo stuzzicante per incentivare e promuovere il turismo, attraverso la proposta dei sapori tipici del territorio. “Prodotti tipici, risorse del territorio e cultura – sostiene il presidente del consorzio, Marco Boscolo Camiletto – unite alle nuove tecnologie che stiamo per introdurre nel marketing della località, saranno gli elementi su cui punteremo per stimolare gli interessi del pubblico e degli operatori verso la nostra città”. L’Enoteca Veneta all’interno dello stand

Sàor della laguna veneta in sfoglia croccante di mais e trilogia di dolcezze clodiensi: le proposte alla Bit della Regione Veneto allestita con attrezzature da cucina e una saletta adeguatamente arredata per degustazioni è stata messa a disposizione dei consorzi di promozione turistica per la presentazione delle produzioni tipiche e del territorio di riferimento. ConChioggiaSì, protagonista della giornata di apertura, ha chiamato in causa la tradizione goldoniana, intitolando il proprio intervento culinario “Rivisitazione dei sapori goldoniani di Chioggia”. La preparazione dei due piatti è stata possibile grazie alla collaborazione di Ascom-Confcommercio, Nell’occasione è stata presentata anche l’anteprima del nuovo depliant del Consorzio. Giovanna Bellemo


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8 Chioggia L’Intervento

Il caso

Le sorprese delle “liberalizzazioni”

Dalle manifestazioni di febbraio Alla sottoscrizione dell’accordo del Gruppo azione costiera

I pescatori provano a smuovere le acque di Ornella Jovane

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ontinua la stagione calda dei pescatori in stato di agitazione per denunciare il disagio di un settore in ginocchio e sollecitare attenzione ed iniziative dalle istituzioni. In questo contesto si colloca la singolare iniziativa dei pescatori, quelli entro le tre miglia, che si sono incatenati per alcuni giorni a febbraio davanti al municipio di Chioggia in segno di protesta. La loro attività è paralizzata dalle nuove regole europee che sostanzialmente impediscono loro di pescare. I pescatori dediti alla cattura dei pesci adulti di piccola taglia sono infatti, dopo le nuove norme imposte dall’Unione europea, messi fuori gioco. “Acquadelle, schile, zotoli, tipicità di Chioggia” continuavano a ripetere incatenati davanti a gruppetti di curiosi ma anche di persone solidali con le loro motivazioni, fra queste molti amministratori. “Non sappiamo più che via intraprendere - dichiaravano -, non ci lasciano più lavorare. Non si riesce a portare a casa neanche il minimo garantito, perché allora dobbiamo andare in mare? A questo punto rimaniamo a casa. E’ un problema non solo nostro perché insieme a noi va in crisi tutto l’indotto. La pesca è un settore portante della nostra economia”. Ad essere in difficoltà è tutto il settore - dalla pesca in laguna a quella entro le tre miglia a quella in mare aperto, che già da anni denunciava il proprio malessere e un diffuso rischio di fallimento. Il caro gasolio è un altro dei problemi: i pescatori chiedono che non venga applicato alcun regime iva sui carburanti per la pesca. Ma ciò che ha inferto il colpo di grazia è la concorrenza sleale della marineria croata che pesca al di là dell’Adriatico senza sottostare alle normative europee e può vendere nei nostri mercati ciò che ai pescatori locali è interdetto pescare.

NEWS

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Le istituzioni locali cercano risposte alle istanze dei pescatori. A Chioggia anche il vicepresidente della commissione Pesca al Parlamento europeo

L’incontro del vicepresidente Milana, insieme a Serracchiani, con i pescatori dell’Alto Adriatico Da questo punto di vista un primo passo sembra essere stato fatto dal Governo italiano che ha assunto l’impegno - a seguito di un ordine del giorno in Parlamento dei deputati della Lega nord Corrado Callegari, Sabina Fabi e Gianluca Forcolin poi sostenuto anche da altre forze politiche un po’ di tutti gli schieramenti - di intervenire presso le sedi europee perché la Croazia rispetti i vincoli comunitari in materia di pesca. Per quanto riguarda le competenze più circoscritte della pesca all’interno della laguna il confronto tra pescatori e istituzioni lo scorso 29 febbraio ha lasciato sul tappeto le solite perplessità. Si è trattato di un primo confronto corale al quale sono intervenuti rappresentanti della Provincia di Venezia, del Gral, della Regione, del Magistrato alle Acque, oltre naturalmente dell’Amministrazione di Chioggia che hanno ascoltato le rimostranze dei pescatori di vongole. “I capparossolanti” chiedono di abolire le con-

cessioni , “l’allevamento è fallito - sostengono - non funziona” e di introdurre un sistema di pesca gestita, con la limitazione di un quantitativo massimo giornaliero di pesca di vongole per ciascuna barca. Lo scorso 5 marzo il vicepresidente della commissione Pesca al Parlamento europeo Guido Milana, insieme alla parlamentare europea Debora Serracchiani, entrambi del Partito democratico, sono stati a Chioggia. Hanno incontrato i pescatori chioggiotti ma anche quelli di Pellestrina, Caorle e Grado. Sono stati denunciati ritardi e attribuite responsabilità ma ciò che ha incoraggiato gli addetti ai lavori è la speranza di riuscire ad ottenere dall’Europa, in una richiesta che riguarda tutte le regioni dell’Adriatico, una deroga nel rispetto del tipicità della pesca. Il vicepresidente Milana si è poi impegnato a ritornare a Chioggia a breve per partecipare ad un tavolo tecnico più ristretto per definire i termini delle richieste da portare in sede parlamentare europea. L’ultimo atto dell’annosa questione pesca è stato la sottoscrizione, lo scorso 10 marzo, di un accordo sulla costituzione del Gruppo di azione costiera che raccoglie amministrazioni (di Chioggia, Rosolina, Porto Viro e Porto Tolle), privati, associazioni di categoria e marinerie per dare più forza alle istanze dei pescatori e presentare progetti comuni, con la possibilità di accedere a finanziamenti europei. L’obiettivo finale rimane la salvaguardia delle peculiarità del tipo di pesca nei territori omogenei.

di Erminio Alajmo* segue da pag.

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Non può più sussistere il limite minimo di 5 ore, né quello massimo di 20 ore di apertura. Rimane l’efficacia della norma che prevede la limitazione degli orari per esigenze pubbliche. Rimane anche la preventiva comunicazione al Comune così come va fatta comunicazione sulla scelta del giorno di chiusura settimanale e delle ferie. Persiste la necessità dell’esposizione del cartello orario e chiusura, in quanto è una necessità di informazione al pubblico. Attualmente, in materia di orari, il Comune è tenuto ad emanare una disciplina degli orari degli esercizi pubblici. In attesa dei provvedimenti attuativi sulle liberalizzazioni, o altri pronunciamenti dell’Autorità preposta, riteniamo che i Comuni possano continuare ad avvalersi delle ordinanze già emesse, mantenendo la validità degli orari già comunicati a suo tempo dagli esercenti. Nel caso il titolare dell’attività di somministrazione intendesse modificare, o ampliare, l’orario di apertura, dovrà comunicarlo al Comune, che ne prenderà atto nel caso nulla-osti all’apertura prolungata o modificata, oppure, nel caso sussistano ragioni di ordine e di sicurezza pubblica, o comunque di interesse pubblico, il Sindaco potrà imporre limitazioni all’orario, in via permanente o per situazioni contingenti, com’è avvenuto finora. Intanto le linee guida regionali di programmazione restano tuttora valide e i Comuni devono continuare a predisporre la programmazione con possibilità di imporre vincoli alle nuove aperture per la tutela della salute, dei lavoratori, dell’ambiente, incluso l’ambiente urbano e dei beni culturali. Attendiamo però chiarimenti da parte dei Ministeri e le indicazioni delle Regioni. Sulle attività di somministrazione delle bevande, in una battuta “l’unica certezza è che non ci sono certezze” e restiamo in attesa dei pronunciamenti della Magistratura. Fino a quando non verrà rivista e modificata la disciplina regionale rimane uno strumento valido ed indispensabile per dare regole certe ad un settore che svolge un importante servizio al pubblico. In attesa di pronunciamenti ufficiali consigliamo di evitare fughe in avanti o prese di posizione personalistiche. *Presidente Appe Padova

Maltempo

PERSO TUTTO IL RACCOLTO DI COZZE. LA PERDITA AMMONTA A 800-900 MILA EURO

nde alte sette metri, bora sferzante a più di centotrenta chilometri orari e l’acqua fredda diversi gradi sotto lo zero. Questa volta è stato il cattivo tempo a portare brutte notizie ai pescatori deltini. Alla prima perlustrazione dopo le giornate di mareggiate dovute al maltempo dei primi giorni di febbraio l’amara sorpresa, quasi tutta la produzione di cozze è andata perduta. Alle “reste”, i lunghi fili ai quali sono avvinghiati i mitili, è rimasto appeso solo qualche bivalve. Il resto è stato scrollato via dalla furia delle correnti: a Porto Levante, a Pila, a Scardovari, ma anche nel veneziano, a Chioggia e Pellestrina. Da una prima indagine sommaria si stima che sia

andato perduto circa l’80 per cento del raccolto di cozze, per un danno di 800-900 mila euro o più. “Teniamo presente che era tutto prodotto quasi maturo – spiega Alessandro Faccioli di Impresa pesca e Unci pesca - prossimo alla vendita che sarebbe avvenuta tra qualche settimana. Insieme al raccolto è stato portato via anche il novellame e questo pregiudicherà il prossimo ciclo produttivo e, dunque, il raccolto del prossimo anno”. Per far fronte all’emergenza è stato chiesto lo stato di calamità naturale tramite il comune di Porto Tolle che si è subito attivato. Solerte anche la Provincia di Rovigo nel rispondere all’appello ed organizzare con tempestività un tavolo

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della pesca per risolvere anche il problema dell’ostruzione delle bocche di porto a Pila. Ancora una volta sono state le mareggiate dei giorni del grande freddo ad accumulare all’imbocco delle lagune cumuli di sabbia che non hanno permesso l’uscita dei mezzi a mare. Fortunatamente e con una certa celerità è stata individuata un’area nella quale depositare la sabbia scavata, così che il 16 febbraio il prefetto Romilda Tafuri ha potuto disporre l’avvio dei lavori più ugenti mentre per il resto dell’intervento bisognerà aspettare la fine della primavera o l’inizio dell’estate.

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10 Chioggia Pesca Concordato un documento da inviare al Ministero

Dalle proteste alle proposte Tra le richieste delle marineria Catania, ha già dato avvio al Distretto Alto Adriatico

di Fortunato Marinata

A

ESTETICA

l tempo delle proteste è seguito quello delle proposte per i pescatori dell’Alto Adriatico. Dopo i dissensi manifestati a Montecitorio, arrivati anche allo scontro fisico con le forze dell’ordine, nelle scorse settimane gli operatori del settore hanno preso carta e penna per stilare una lista di interventi da consegnare al ministro Mario Catania. Si è trattato di un vero e proprio “brainstorming”, una tempesta di cervelli, al quale hanno partecipato anche gli assessori al settore Primario di Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna consci del fatto che il settore in queste condizioni non può più andare avanti. Infatti, si parla di crisi dall’entrata in vigore della normativa europea che ha imposto il fermo alle imbarcazioni per la pesca a strascico entro le tre miglia, situazione aggravata ulteriormente con il recente aumento al 21% dell’Iva che ha comportato l’aumento dei carburanti e la stretta creditizia delle banche alle piccole imprese

salute&bellezza

ittiche, compromettendo così ogni ipotesi di investimento. Questo è il disagio lamentato dalle marinerie anche a Chioggia, in occasione dell’incontro con gli assessori regionali, al quale sono stati aggiunti i timori legati al fatto che la Comunità Europea nella futura definizione degli Stock ittici e nell’applicazione delle quote di pesca possa sfavorire i piccoli consorzi a favore delle imprese multinazionali incappando di conseguenza nel concreto rischio che possa ricrearsi una situazione simile a quella delle quote latte per gli allevatori. Preoccupazioni arrivate a Roma attraverso i tre assessori regionali che in veste di “ambasciatori” , lo scorso 16 febbraio, hanno incontrato il ministro Catania, riportando fedelmente i punti definiti contenuti nel documento a cominciare dall’istituzione di un Distretto Alto Adriatico affinché venga riconosciuta una “macro regione”, con specificità sue proprie, che possa confrontarsi

direttamente con la Commissione di Bruxelles su alcuni temi quali: le Aquadelle, i Cannolicchi, specie di piccola taglia come i moscardini, i marsioni, gli zotoli che la maglia attuale non consente di catturare. Tra gli altri punti discussi a Chioggia vi è anche l’impegno per la salvaguardia dell’eco-sistema marittimo attraverso fermi volontari su tre giorni settimanali consentendo la pesca solo dalle ore 00 del lunedì alle 18 del giovedì. E’ stato inoltre chiesto di utilizzare le risorse del Fondo europeo della Pesca per la rottamazione delle imbarcazioni e di modificare l’attuale sistema dei controlli e delle sanzioni, considerato vessatorio e punitivo in quanto colpisce direttamente le imprese di pesca, soprattutto per la burocratizzazione eccessiva che si viene a creare a seguito della loro applicazione. Interventi, inoltre, sono stati chiesti in materia di sgravi fiscali, con l’auspicio del mantenimento della Legge 30/98 che contribuisce alla “tenuta” delle imprese di

Tre assessori regionali ambasciatori della pesca a Roma pesca garantendo benefici fiscali e previdenziali, ritenendo inoltre necessaria l’applicazione di un credito di imposta al fine di fronteggiare con più strumenti i rincari dei prezzi dei prodotti petroliferi. Con un ordine del giorno parlamentare, invece, è stato chiesto al Governo un intervento affinché vi sia un allineamento rapido alle modalità di pesca attualmente in vigore nella comunità europea da parte della Croazia, non appena entrerà a farvi parte nel 2013. Dall’incontro con il ministro Catania, intanto, un responso affermativo è stato

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L’assessore regionale Franco Manzato

raggiunto per il distretto di Pesca Alto Adriatico al quale è già stato dato il via libera. “L’obiettivo raggiunto – ha spiegato l’assessore regionale Franco Manzato dopo l’incontro con il ministro Catania - è una tappa fondamentale lungo la strada ancora lunga che deve portare ad assicurare un futuro di certezze ad un settore economico storico e strategico per l’Alto Adriatico. I pescatori sono con l’acqua alla gola e questa riunione ha fatto da spartiacque tra la fine di una attività storica e l’avvio ad una sua rifondazione, su basi nuove e diverse”.



12 Chioggia Politica L’annuncio in consiglio comunale

Più Democrazia dentro... Sinistra ecologia e libertà Il partito di Guarnieri confluisce in Sel: “Prendiamo le distanze dal modo di fare politica del Pd a livello nazionale. Monti ha chiesto sacrifici solo a lavoratori, giovani e pensionati” di Francesca De Luca

A

Chioggia non c’è più Democrazia. Non è una provocazione, ma un puro dato di fatto. In consiglio comunale è infatti stato annunciato, da Fortunato Guarnieri, ex candidato sindaco ed eletto consigliere nelle elezioni del 2011, la confluenza del movimento Democrazia, all’interno di Sinistra Ecologia e Libertà. Il gruppo, nato da una scissione con il Partito Democratico locale, “doveva essere un momento di transizione, in vista di qualcosa di più stabile”, sostiene Guarnieri. A presentare la novità sono l’ex sindaco, Riccardo Ballarin, segretario comunale di Sel e Valentina D’ascanio, segretaria provinciale del medesimo partito. “Il Pd” spiega Guarnieri, illustrando le motivazioni che hanno spinto il gruppo Democrazia a compiere questo passo “da tempo non rifletteva il nostro modo di percepire e vivere la politica. Se prima le divergenze con il Pd erano visibili e nette soprattutto al livello locale e provinciale, ora la distanza è forte anche al livello nazionale. Per questo ho deciso di dimettermi dal ruolo di delegato all’assemblea nazionale del Pd”. Se prima, dunque, la rottura era avvenuta prevalentemente con Tiozzo, in seguito alla sua terza elezione consecutiva al consiglio regionale, ora l’ex sindaco non risparmia critiche neppure a Bersani. “Ho mandato una lettera al segretario nel quale motivavo le mie dimissioni. Le posizioni assunte dal Pd nei confronti del governo Monti non hanno fatto altro che accelerare l’allontanamento. Comprendo la difficile contingenza storica e riconosco l’arduo compito di Monti, ma dopo aver chiesto sacrifici ai lavoratori, ai giovani e ai pensionati, avrebbe dovuto perlomeno condurre una seria lotta all’evasione fiscale e prevedere una tassa sui grandi patrimoni”. “Il partito che fa riferimento a Vendola” continua “è molto più vicino a noi e al nostro modo di fare politica, c’è maggiore comunione di intenti, per questo abbiamo compiuto questa scelta che” ammette “non è stata semplice”. “Non si è trattato di un plebiscito, alcuni hanno deciso di non seguire questa linea, ma il gruppo “storico” di Democrazia, pur dopo aver ponderato bene la decisione, è stato compatto”. Il segretario comunale di Sel, Riccardo Ballarin si dice “molto soddisfatto e contento di questa fusione che è innanzitutto politica e programmatica”. “Avere forze

Un recente consiglio comunale a Chioggia. A destra l’ex sindaco Fortunato Guarnieri

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Guarnieri: “Il Pd da molto tempo non rifletteva il nostro modo di percepire e vivere la politica” nuove all’interno del partito non può che renderlo più vitale e ciò di cui siamo più felici - sottolinea - è che questa decisione sia partita dal basso, senza alcuna ingerenza da parte degli organi dirigenziali”. Anche la segretaria provinciale di Sel Valentina D’Ascanio rimarca che “Democrazia ha deciso di confluire in Sel perché condivide i punti e i valori che la contraddistinguono e che il partito ha presentato alla conferenza programmatica tenutasi a Mira, qualche mese fa. La condivisione è ancor più forte al livello locale”. “La forza di questo progetto - conclude - è il suo esser risultato di un percorso condiviso e partecipato, fortemente voluto da entrambe le parti”.

NEWS Chioggia, Cavarzere e Cona

UN MILIONE DI EURO, CONTRIBUTI PER LE AZIENDE

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a Provincia sblocca oltre un milione di euro per le imprese di Chioggia, Cavarzere e Cona. Dal Ministero dello Sviluppo economico sono stati sbloccati 1.082.700 euro di contributi relativi al Patto territoriale di Chioggia, Cavarzere e Cona del 2006. Grazie all’intervento dell’assessore provinciale alle Attività produttive Lucio Gianni, sono otto le imprese a beneficiare di questi importanti contributi, che si erano arenati a causa di un’errata interpretazione fatta dal Governo. “Ora il mio impegno - commenta soddisfatto l’assessore provinciale di Chioggia subentrato all’altro chioggiotto Massimiliano Malaspina - sarà rivolto per il recupero di ulteriori fondi, già previsti a beneficio delle imprese di quest’area veneziana. Mi sembra doveroso ringraziare i nostri uffici per il lavoro svolto e gli imprenditori locali per la loro attività”.


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14 Chioggia Punta Poli Riqualificazione del lato orientale. Vertice operativo in Regione

Punto di sbarco e raccolta molluschi

I punti di sbarco previsti sono tre - Chioggia, Pellestrina e Cavallino Treporti - dove verrà convogliato tutto il raccolto e il pescato della laguna

di Marta Boscolo

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ono passati pochi mesi dall’inaugurazione della nuova riva a Punta Poli, l’estremità più settentrionale dell’isola dei Cantieri e si torna a parlare dell’area in un’ottica di riqualificazione anche per il lato orientale, dove potrebbe essere realizzato un articolato punto di sbarco. A fine febbraio si è infatti tenuto in Regione un nuovo vertice operativo, cui hanno partecipato l’assessore comunale alla Pesca e attività produttive Maurizio Salvagno, l’assessore provinciale alla Pesca Giuseppe Canali, l’amministratore unico del Gral, Ruggero Rug- che una sistemazione dell’area era già stata auspicata geri, e i rappresentanti dei Comuni di Venezia, Ca- dopo ferragosto, in occasione dell’inaugurazione della vallino Treporti, del Magistrato alle acque e dell’Ulss punta settentrionale. “Stiamo operando in piena veneziana. sinergia tra enti e Comuni – ha Dovrà essere presentato alla E’ da presentare commentato il sindaco Giuseppe Regione il progetto del nuovo in Regione Casson – E’ un ulteriore passo punto di sbarco di Punta Poli de- il progetto stinato alla raccolta dei molluschi, per beneficiare dei avanti per la gestione eco compatibile e la valorizzazione delle per ricevere, attraverso la Regione finanziamenti Fep risorse lagunari, fondamentali per stessa, un contributo nell’ambito dei finanziamenti Fep, messi a disposizione dalla Co- l’economia territoriale”. munità Europea. L’area a oriente di Punta Poli attual“Si tratta di un obiettivo rilevante che confidiamo mente ospita l’ormeggio di diversi grossi pescherecci di portare a termine entro l’anno e per il quale sarà e già transitano spesso diversi mezzi pesanti, tanto stanziato un finanziamento per il primo stralcio di circa

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A sinistra la nuova riva a Punta Poli. In alto il sindaco Giuseppe Casson più sotto Maurizio Salvagno 50 mila euro – ha commenta il vicesindaco Salvagno -. I punti di sbarco saranno tre, dislocati a Chioggia, Pellestrina e Cavallino Treporti. Vi verrà convogliato tutto il raccolto e il pescato della laguna, principalmente molluschi e vongole veraci. In questo modo sarà possibile garantire la qualità del prodotto, oltre che offrire maggiore efficienza al comparto. I controlli sanitari, effettuati nelle strutture attrezzate che saranno create, assicureranno una maggiore sicurezza alimentare per il consumatore. Per gli operatori del comparto saranno un motivo in più di trasparenza e tracciabilità del prodotto e potranno quindi offrire una maggiore competitività commerciale”.

NEWS Edilizia scolastica. Chioggia e Cavarzere

DALLA PROVINCIA 1 MILIONE 470MILA EURO PER LE SCUOLE SUPERIORI

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n milione e 470mila euro destinati agli istituti scolastici superiori di Chioggia e Cavarzere per interventi di manuntenzione finalizzati a rendere più vivibili le scuole. Si tratta di finanziamenti messi a disposizione dalla Provincia di Venezia, come illustrato dall’assessore provinciale all’Edilizia scolastica, Giacomo Gasparotto in occasione della sua visita di metà febbraio a Chioggia e Cavarzere per fare il punto sullo stato di salute degli edifici. Per gli istituti scolastici di Chioggia la Giunta provinciale ha messo a disposizione 800mila euro. Questi soldi serviranno per ristrutturare gli spogliatoi della zona palestra, rifare le porte interne, e per interventi sulla pavimentazione dell’istituto Righi. Serviranno inoltre per il rifacimento delle porte interne, cambio tapparelle e manutenzione infissi all’Itc Cestari. Una parte invece verrà utilizzata per la manutenzione alle finestre e la sostituzione delle porte interne nella parte vecchia del liceo Veronese (ex scuola media Olivi). Per quanto riguarda i certificati di prevenzione incendi il liceo Veronese è a norma mentre proseguono i lavori all’Itc Cestari. “Proseguono i tavoli con i dirigenti scolastici del territorio - ha commentato Gasparotto - durante i quali ci confrontiamo sugli interventi da effettuare”. Sono destinati all’istituto professionale Marconi di Cavarzere 670mila euro per realizzare gli interventi di adeguamento del Certificato prevenzione incendi. Nel bilancio triennale 2012-2014 sono previsti inoltre altri 3,6 milioni di euro per l’amplimento dell’istituto proO.J. fessionale cavarzerano.

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’associazione commercianti ha chiuso l’anno 2011 con un bilancio positivo per quanto riguarda le manifestazioni. Da luglio al periodo natalizio è stato un piacevole susseguirsi di eventi che hanno catalizzato un vasto pubblico: le Notti Bianche (21 luglio, 4 agosto, 18 agosto) a Chioggia; la Notte di Seduzione (11 agosto); la Notte Rosa (20 agosto) e la Sagra di San Martino (11-13 novembre) a Sottomarina; il 100% Natale (4-11-1823-24 dicembre e 6 gennaio); la mostra fotografica di Franco Donaggio (7 dicembre-8 gennaio); i Saldi al bacio (8 gennaio) nel centro storico di Chioggia. Indubbiamente determinanti per la buona riuscita del calendario sono stati la pedonalizzazione totale di corso del Popolo e la gratuità dei parcheggi perlomeno alla domenica pomeriggio, due provvedimenti che hanno contribuito in maniera decisiva alla presenza di pubblico, e dunque a una buona visibilità esterna. Positivo anche il contenimento delle spese, che non ha inciso sulla qualità degli eventi proposti. “Tutte le iniziative hanno riscosso una grande partecipazione di pubblico – ha commentato il presidente Giorgio Perini – spesso oltre le nostre aspettative, come Saldi al bacio, di cui hanno parlato anche emittenti televisive nazionali. Abbiamo organizzato un programma ricco e variegato pur in un momento di trasferimenti

esterni sempre più ridotti anche grazie alla collaborazione con l’assessore agli Eventi Pierluca Donin. Il Comune ha finanziato il 43% del budget totale, ma noi lo abbiamo più che raddoppiato, per un ammontare di 127.630 euro”. Tra i punti dolenti vanno annoverate le critiche giunte dalle aree non interessate dagli spettacoli, la difficoltà di programmazione, un coordinamento che può essere migliorato. “Le manifestazioni sono di certo importanti – ha continuato Maria Grazia Marangon – ma tutti hanno concordato sul fatto che i veri punti di svolta per creare movimento in centro nei giorni festivi sono l’isola pedonale e la gratuità dei parcheggi almeno per qualche ora. Per Sottomarina il quadro è più complicato perché esiste un centro diffuso. Le cose potrebbero migliorare creando un’isola pedonale, magari dalle 21 alle 24 in certi giorni e proponendo delle animazioni. Per competere davvero con i centri commerciali ci manca un’analisi puntuale dell’offerta per vedere cosa abbiamo e ragionare in modo collegiale e non competitivo”. Nel 2012 la situazione economica per le manifestazioni sarà più difficile: la Camera di commercio ha ridotto i contributi indirizzandone una parte verso il sostegno al credito per le imprese, mentre il Comune non avrà grosse possibilità di manovra visti i tagli dal Governo. Ma.Bo.


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Chioggia 17 “Progetto Flavia” Melanoma cutaneo, un nuovo progetto di screening

Sotto osservazione pescatori, agricoltori e operatori turistici

La prevenzione è l’unica terapia efficace. Da qui il progetto di screening che interessa le categorie più esposte al rischio

di Miriam Vianello

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on passati circa due anni da quando Flavia Ardizzon, una giovane ragazza chioggiotta, è venuta a mancare a causa di un melanoma cutaneo, ma grazie all’associazione a lei dedicata è stato possibile realizzare alcuni progetti importanti, che hanno fatto intravvedere quanto fosse una persona speciale. Infatti l’Associazione di volontariato “Progetto Flavia”, nella persona del presidente Marino Ioseffini, e l’Azienda Ulss 14, con il direttore generale Giuseppe Dal Ben, hanno siglato martedì 28 febbraio l’accordo di programma per la realizzazione del progetto denominato:”Diagnosi precoce del melanoma cutaneo”. Sono molti gli attori coinvolti nell’accordo, tra cui l’Istituto Oncologico Veneto di Padova che, da sempre sensibile alle proposte dell’Associazione grazie alla disponibilità del professor C.R.Rossi, mette a disposizione alcuni dermatologi e le principali associazioni di categoria provenienti dal mondo della pesca, dell’agricoltura e del turismo come Ascot, Gebis, Cisa, Upa, Cia e Ortomercato, a cui viene affidato il compito di informare i propri associati dei possibili rischi che sorgono dall’eccessiva sovraesposizione al sole. Purtroppo spesso non si presta attenzione ad attuare alcuni accorgimenti, che consentano di esporsi al sole utilizzando creme con fattore di protezione solare adatte al proprio fototipo possibilmente evitando l’intervallo di tempo tra le 11.00 e le 16.00.

Il progetto interessa gli over 50 e coinvolge le associazioni di categoria A maggior ragione l’Associazione “Progetto Flavia” ha realizzato, grazie al patrocinio dell’Ulss 14, molteplici iniziative per sensibilizzare la popolazione a partire dai giovani delle scuole superiori, ad un controllo costante della propria pelle fino ad organizzare delle giornate dedicate allo screening dermatologico nelle spiagge vista l’enorme affluenza di turisti nei mesi estivi. Per questo progetto invece ha fornito un dermatoscopio computerizzato e paga con propri fondi il dermatologo incaricato; l’Asl 14 invece concede l’utilizzo gratuito dell’ambulatorio per il sabato mattina. La familiarità al melanoma cutaneo e la pelle chiara con tendenza alla scottatura sono alcuni dei fattori che determinano il livello di rischio, a cui può andare incontro la fascia degli over cinquanta, target di riferimento del progetto. In particolare l’accordo di programma

Siglato un accordo tra l’associazione e l’Ulss 14 per la realizzazione di un progetto di prevenzione che interessa le categorie professionali più esposte al sole e quindi al rischio. Grande opera di sensibilizzazione anche per giovani e turisti, con iniziative in spiaggia La stagione estiva è vicina, i medici raccomandano di evitare di esporsi al sole dalle 11 alle 16

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è rivolto ai pescatori, agricoltori e operatori turistici, costantemente sovraesposti al sole e scarsamente informati sui possibili rischi derivanti. Grazie ad un lavoro di squadra i dermatologi e i medici di base si aggiornano costantemente e comunicano la presenza di nevi sospetti. Prevenire quindi risulta fondamentale, per riuscire tempestivamente ad intervenire nel caso di neoplasie, educando ad una maggior cura della propria vita così preziosa e unica.

NEWS

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QUANDO LA BOMBONIERA É SOLIDALE

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atrimonio, cresima, prima comunione, laurea, tutti eventi che segnano la vita di una persona in modo indelebile; giornate delle quali si serba il ricordo per sempre. Per questo gli operatori del commercio equo sono convinti dell’importanza che la gioia degli interessati diventi momento di felicità condivisa anche con chi si trova “all’altro capo del mondo”. E per chi sente il peso di una spesa ingente, per regali che il più delle volte rimangono inutilizzati, ma non riesce a rinunciare alla bomboniera, il commercio equo e solidale offre la soluzione adatta. “La bomboniera equosolidale” sottolinea ctm “è un oggetto doppiamente prezioso, perché i produttori del Sud del mondo ricevono una “giusta” remunerazione per averla realizzata. Un oggetto due volte speciale, simbolo della “condivisione consapevole” di un evento unico”. A tal proposito lo scorso mese la bottega del mondo di Chioggia è rimasta aperta per due domeniche, consentendo agli interessati di visionare la nuova collezione in anteprima. F.D.L.


18 Chioggia L’inaugurazione La nuova aula studio “Sacro Cuore” nel Seminario

Un nuovo spazio per i giovani Avranno a disposizione 60 posti a sedere, due postazioni pc fisse e il collegamento wifi gratuito

La conferenza stampa d’inaugurazione, a sinistra l’aula

di Miriam Vianello

Q

ualcosa di nuovo, indubbiamente di grande, è stato attuato a Chioggia grazie alla tenacia di Leoclub Chioggia –Sottomarina, l’associazione Noi Chioggia e il Seminario vescovile, che hanno realizzato un’aula studio per gli studenti degli ultimi anni delle superiori e dell’università grazie al sostegno economico della Fondazione della Comunità Clodiense e della Banca di credito cooperativo di Piove di Sacco di circa 17.500 euro. “E’ un progetto ardentemente voluto dalla nostra associazione – sostiene il pre-

Focus

sidente del Leo club Chioggia-Sottomarina Stefano Morelli – L’afflusso continuo di giovani ci sprona ad abbellire a rendere confortevole ancora di più questo nuovo spazio di cultura”. I ragazzi infatti chiedono luoghi più ampi in cui confrontarsi, visti gli spazi angusti nei quali spesso si trovano a vivere, per poter crescere attraverso lo studio di autori classici, magari sorseggiando una bibita calda nella sala attigua. L’unico luogo a Chioggia che ospita i giovani studenti è la Biblioteca Sabbadino, ma non risulta sufficiente visto l’elevato nu-

mero di richieste. Fin dal 9 gennaio scorso l’aula studio “Sacro Cuore”, non ancora completamente ultimata ha ospitato giovani che insistentemente chiedevano di poter studiare nella sala del Seminario, dotata di sessanta posti a sedere, due postazioni pc fisse e il collegamento wi fi gratuito. Presto verrà attivata una collaborazione con la biblioteca civica Sabbadino per l’utilizzo dei libri tramite il sistema interbibliotecario. Inoltre la sala è predisposta per organizzare eventi mensili e dibattiti pubblici d’interesse cittadino.

“CHE IDEA!”, UN PREMIO ALLA CREATIVITÀ ORIGINALE E REALIZZABILE

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iate affamati, siate folli” è con questa frase di Steve Jobs che si apre il bando della IX edizione del Concorso “Che idea!” promosso dall’Itis “Righi” di Chioggia in collaborazione con la ditta Sambin srl. Il concorso vuole premiare lo studente o il gruppo di lavoro composto da

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“Le idee nascono nel tempo - dichiara il vescovo Adriano Tessarollo – E’ un germe nato nel corso dell’incontro con il gruppo dei giovani che ho avuto il piacere di conoscere al mio insediamento in diocesi”. Un’attenzione al mondo giovanile, che è percezione di una chiesa aperta al mondo, per smentire l’idea di un seminario quale luogo chiuso”. L’amministrazione comunale nella persona del sindaco, Giuseppe Casson e dell’assessore alla Pubblica istruzione e cultura, Silvia Vianello ha espresso piena soddisfazione per un’iniziativa che dimostra che esiste ed

più studenti, che svilupperà la migliore idea originale, avente caratteristiche tecniche realizzabili, progettata per applicazioni di uso comune di qualsiasi tipo. “La frase di Jobs, secca e penetrante - commenta il professor Roberto Donin - ci è sembrata la più adatta per il nostro tradizionale concorso di idee innovative. In una realtà giovanile in cui spesso manca lo spirito di iniziativa, in cui è debole la propensione di mettersi in gioco e ad “inventare”, l’esclamazione di Jobs diventa un grande

è fecondo il dialogo con la città. Una piccola fiammella che sta accendendo i cuori dei giovani, che chiedono di avere spazi per proporre le proprie idee ed essere protagonisti. Presto le pareti dell’aula studio saranno abbellite da splendide immagini di Chioggia fornite da un amico fotografo. L’aula Sacro Cuore è aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 23.00, il sabato dalle 9.00 alle 20.00 e su richiesta anche la domenica. E’ garantita la presenza costante di un assistente incaricato all’accoglienza, pronti ad aiutare chiunque abbia bisogno.

insegnamento, uno stimolo, un incoraggiamento”. A chi si classificherà al primo posto - studente o gruppo di lavoro - andrà nella cerimonia in programma il prossimo maggio un premio in denaro di 1000 euro. C’è tempo fino alle 12 di sabato 13 aprile per consegnare gli elaborati. La scelta del vincitore sarà affidata ad una commissione composta da tre insegnanti rappresentanti le specializzazioni del triennio, dal dirigente scolastico e da un rappresentante della ditta Sambin.


Chioggia 19 Finanziamenti Nuovo bando della Comunità Clodiense

Sostegno alle iniziative per la collettività La Fondazione mette a disposizione 100mila euro per aiutare le associazioni a realizzare progetti per il territorio di Giovanna Bellemo

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e organizzazioni no profit di Chioggia, Cavarzere e Cona chiamate a raccolta per presentare progetti di utilità sociale. La Fondazione della Comunità Clodiense ha lanciato il nuovo bando, mettendo a disposizione ben 100 mila euro, per aiutare le associazioni alla realizzazione di iniziative che vadano a beneficio della collettività, con lo scopo di migliorare la qualità della vita nel territorio. Si tratta del sedicesimo bando a sostegno di nuovi progetti, che andranno ad aggiungersi alle 180 iniziative già coofinanziate in dieci anni di attività. “La Fondazione della Comunità Clodiense sta lavorando sul territorio per promuovere la cultura del dono, aiutando i singoli a contribuire al benessere della comunità locale – spiega il Segretario generale della Fondazione, Giuseppe Boscolo - L’obiettivo è quello di collaborare con coloro che, attivi in una determinata comunità, offrono il proprio contributo per la realizzazione dei loro valori e ideali, nella consapevolezza di come donare sia un’attività che presuppone delle competenze che vanno

Boscolo: “L’intento è di promuovere la cultura del dono per il benessere della comunità” Il sedicesimo bando per nuovi progetti che vanno ad aggiungersi ai 180 cofinanziati in 10 anni di attività al di là della sola buona volontà”. Le organizzazioni interessate al bando dovranno presentare un progetto di utilità sociale che rientri nell’ambito di iniziative educative, culturali, artistiche e sportive, nel settore della promozione socio-assistenziale e sanitaria per le fasce più deboli del territorio o nella sfera della tutela, valorizzazione e promozione di beni d’interesse artistico, storico ed ambientale. Una volta raccolte e scelte le proposte messe a contributo, le associazioni dovranno reperire nel territorio entro il 31 ottobre 2012 donazioni per lo stesso importo.

Associazioni e incontri

ECONOMIA SOLIDALE, LA TESTIMONIANZA DI MARIA DEL CARMEN

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a cittadina clodiense è fucina di associazioni, eventi culturali, presentazioni di libri, promozione di talenti e stili di vita diversi. Lo scorso mese, presso l’oratorio dei salesiani, si è tenuto un incontro con Maria Del Carmen, responsabile del settore alimentari di Camari. La serata è stata organizzata dall’associazione di commercio equo e solidale “Il Mappamondo”, che da sempre si occupa della realizzazione di eventi di informazione e sensibilizzazione legati ai temi della giustizia sociale e della possibilità di modificare i nostri comportamenti quotidiani. Camari, che nella lingua andina quechua significa “dono”, è il nome di una rete di economia solidale attiva dall’Ecuador all’Europa. Tienda Camari è un’organizzazione che si occupa della commercializzazione ed esportazione dei prodotti per conto dell’associazione non governativa Fepp (Fondo ecuadoregno popolorum progressio), il cui direttore, Giuseppe Tonello, ha abitato a Chioggia per diversi anni ed è stato uno dei fondatori del Gruppo Mato Grosso di Chioggia, insieme a Giorgio Rossi, presidente dell’associazione Il mappamondo. Storie che si incontrano e rincontrano, nella piccola cittadina clodiense, laboratorio di idee. Il Fondo ecuadoregno populorum progressio è una impresa sociale nata nel 1970 e ad oggi comprende nove imprese

nei settori della costruzione, della produzione, del marketing e della finanza. Il suo scopo è quello di incoraggiare lo sviluppo delle comunità rurali con minori opportunità garantendo prestiti, formazione e consulenza aziendale alle comunità stesse, consentendo loro di concretizzare buone idee e progetti di valore che altrimenti rimarrebbero inattuati. Tienda Camiera svolge un ruolo fondamentale; il suo operato consente ai piccoli produttori, perlopiù di etnia indigena ed abitanti in aree marginali, di accedere al mondo del commercio senza divenir preda degli intermediari che, generalmente, speculano enormemente sul lavoro dei contadini. L’appartenenza alla rete di Ctm Altromercato, fa il resto. Incontrare chi opera quotidianamente in situazioni di difficoltà, è stata l’ennesima buona occasione per interrogarsi sul mondo in cui viviamo, sul valore delle cose e delle relazioni che costruiamo giorno dopo giorno. F.D.L.

Le domande vanno compilate on-line, sul sito www.fondazioneclodiense.it, entro e non oltre il 31 maggio 2012. Dal sito della Fondazione è possibile scaricare il regolamento del bando che fornisce tutte le indicazioni utili alla compilazione e alla presentazione della domanda. I progetti dovranno essere ultimati entro il 31 ottobre 2013. Per maggiori informazioni è possibile recarsi presso gli uffici della Fondazione, aperti dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 12.30 a Palazzo Grassi – Riva Vena, Chioggia o in alternativa scrivere all’indirizzo e-mail info@fondazioneclodiense.it o telefonare al numero 0415507144.

NEWS Sottomarina. Scuola dell’infanzia

IL SINDACO E L’ASSESSORE VIANELLO CHIEDONO AL MINISTRO UNA NUOVA SEZIONE

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cuola dell’infanzia, il Comune chiede una nuova sezione per Sottomarina. Il sindaco Giuseppe Casson e l’assessore alla Pubblica istruzione, Silvia Vianello, sono intenzionati ad inviare al ministero della Pubblica istruzione la richiesta di apertura di una nuova scuola dell’infanzia a Sottomarina, nell’area geografica di pertinenza dell’Istituto comprensivo Chioggia 4, per il prossimo anno scolastico. “Le quattordici sezioni delle due scuole dell’infanzia presenti a Sottomarina sono insufficienti a coprire la domanda che proviene dal territorio - spiega il sindaco -. La riorganizzazione del sistema scolastico locale presenta una situazione di criticità nell’area di pertinenza dell’Istituto comprensivo Chioggia 4, dove si è registrato in questi anni un incremento demografico senza una risposta nei servizi scolastici pubblici”. Il Comprensivo si articola infatti nelle scuole primarie Merlin e Don Milani, nella scuola secondaria di primo grado De Conti e nella sola scuola dell’infanzia di Brondolo, che accoglie i bambini della frazione. “Ogni anno si formano lunghe liste d’attesa per le scuole della prima infanzia. La decisione dell’Amministrazione di intervenire, appoggiando la dirigenza dell’Istituto e venendo incontro alle esigenze delle famiglie, per offrire un nuovo servizio ai nostri cittadini più piccoli, è una scelta di grande importanza e utilità – commenta l’assessore alla pubblica istruzione, Silvia Vianello -. La scuolapubblica in questo momento soffre di numerosi tagli. Nonostante questo, le Amministrazioni locali stanno cercando di fare tutti gli sforzi possibili perchè i cittadini e soprattutto le giovani generazioni possano continuare a crescere e formarsi senza ostacoli e discriminazioni”.


20 Chioggia Frazioni I residenti incontrano l’amministrazione

Valli chiede più attenzione

La manutenzione delle strade, fognature e acquedotto, scuola, spazi verdi e palestra: le priorità indicate al sindaco di Miriam Vianello

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a sala parrocchiale a stento riusciva a contenere gli abitanti di una frazione come Valli di Chioggia, che negli anni si è notevolmente allargata e ha portato molte famiglie a fissare la propria residenza a pochi chilometri dal centro storico. L’espansione edilizia ha poi fatto insorgere notevoli problemi per la mancanza di infrastrutture adeguate, che sono necessarie per rendere più agevoli i trasferimenti dalla frazione alla città. Nel corso della riunione svoltasi lo scorso 9 febbraio sono state affrontate molte questioni, che preoccupano gli abitanti delle frazioni, davanti ad una nutrita rappresentanza dell’Amministrazione Comunale tra cui il sindaco Giuseppe Casson, il vicesindaco Maurizio Salvagno, l’assessore al Bilancio Narciso Girotto, l’assessore ai Lavori pubblici Riccardo Rossi, il collega all’Urbanistica Mauro Mantovan e il presidente del Consiglio comunale Daniel Tiozzo. Tra i vari problemi emersi si sono evidenziati quelli connessi alla scarsa manu-

La frazione di Valli

L’amministrazione si impegna con i residenti a tenere incontri periodici per fare il punto tenzione e al mancato allargamento delle strade, alla nuova linea dell’acquedotto, alle fognature carenti, alla necessità di creare spazi verdi e giochi per i bambini, all’inesistente manutenzione della palestra, al

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traffico insostenibile nelle ore di punta e alla proposta di creazione di una pista ciclabile all’altezza del ponte translagunare. Inoltre la necessità di maggiore sicurezza per gli studenti, che quotidianamente devono attraversare la strada e il semaforo che non funziona nelle fasce d’orario cruciali sono tra le questioni che assillano di più quanti temono per la salute dei propri cari e non solo. Anche la scuola presenta alcune difficoltà, poiché l’ambiente non riesce ad essere sufficientemente riscaldato, le finestre sono prive di qualsiasi sistema protettivo e non riparano gli studenti dal sole cocente estivo. L’Amministrazione nel ribadire le difficoltà economiche che sta attraversando in seguito ai tagli consistenti nelle spese di bilancio, si è impegnata a migliorare quanto messo in luce dai cittadini e ha promesso ciclicamente, ogni quattro mesi circa, di incontrare gli abitanti di Valli per informarli dei risultati raggiunti.

NEWS Provincia e Veneto Agricoltura firmano il protocollo d’intesa

BOSCO NORDIO “IN VETRINA” PER INIZIATIVE DI EDUCAZIONE AMBIENTALE

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’accordo già c’è - e ha dato i suoi frutti attraverso la realizzazione di diversi progetti - ma si rinnova con la firma di un protocollo d’intesa l’impegno a valorizzare e promuvere sempre nuove iniziative di educazione naturalistica ed ambientale, ma anche turistica e agroalimentare nel territorio del Veneziano. I soggetti dell’intesa sottoscritta lo scorso 28 febbraio sono da un lato la Provincia di Venezia, con la presidente Francesca Zaccariotto, gli assessori provinciali Giorgia Andreuzza, Paolo Dalla Vecchia, e il chioggiotto Lucio Gianni, dall’altro Veneto Agricoltura con l’amministratore unico Paolo Pizzolato. Da diversi anni la Provincia di Venezia collabora con l’Azienda regionale Veneto Agricoltura: i due enti sono infatti impegnati insieme con un’azione sinergica ed integrata nella realizzazione di iniziative di educazione naturalistica ed ambientale, con l’obiettivo di favorire nel territorio la conoscenza degli ambiti di Vallevecchia e di Bosco Nordio, con il loro immenso patrimonio di specie animali e vegetali. Veneto Agricoltura avrà il compito, sempre in collaborazione con la Provincia, di realizzare ulteriori iniziative turistiche, ambientali, di educazione naturalistica ed agroalimentare da svilupparsi sull’intero territorio provinciale veneziano, ma utilizzando come punti di animazione territoriale e di competenza i propri centri di educazione naturalistica di Vallevecchia a Caorle e di Bosco Nordio a Chioggia. Tutte le iniziative attuate grazie al protocollo siglato e offerte ai visitatori e alle scolaresche saranno gratuite; l’impegno finanziario deliberato dalla Provincia di Venezia è di 28 mila euro. “Con questo accordo - ha commentato Pizzolato - riusciremo a valorizzare e a far conoscere meglio anche ai cittadini della provincia veneziana il Boaco Nordio di Chioggia e Vallevecchia di Caorle. Il bosco di Chioggia è costituito da 190 ettari di realtà lagunare, con esemplari faunistici unici in Europa”. “Avremo la possibilità - ha aggiunto Gianni - di far conoscere il mondo dell’agroalimentare e di recuperare quindi il collegamento con il territorio, le tradizioni del Veneziano e i suoi prodotti tipici”.

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Febbraio 2012

Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14

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L’Emergenza e il Pronto Soccorso

Il Pronto Soccorso è un servizio di emergenza con il compito di assicurare adeguati livelli di assistenza medica dal territorio sino alla definitiva collocazione del paziente, garantendo ai cittadini risposte tempestive, appropriate ed ottimali in caso di urgenza ed emergenza. Il PS di Chioggia è situato al piano terra, sul lato Nord, all’interno del Dipartimento di Emergenza che comprende oltre al PS anche la Rianimazione e la Cardiologia. Si rivolge a tre tipologie di pazienti: • Pazienti con funzioni vitali alterate, che richiedono un trattamento immediato: Pazienti con situazioni a rischio di alterazione grave e repentina delle funzioni vitali • Pazienti in grave stato di sofferenza ma che non richiedono un immediato trattamento. Accesso: L’accesso al Pronto Soccorso può essere diretto o attraverso il SUEM (Servizio Urgenza Emergenza Medica) chiamando il numero telefonico gratuito 118, che risponde alle chiamate sul territorio con 2 ambulanze di Tipo A presenti per l’intero arco delle 24 ore. In caso di Codice Rosso è prevista l’ uscita anche del medico, nei codici gialli e verdi del solo infermiere.

metodo di selezione si chiama “Triage”. Potrà capitare cosi che chi è arrivato prima ma non presenta i sintomi clinici dell’urgenza oppure ha problemi meno gravi venga visitato e curato dopo i pazienti più gravi,anche se quest’ ultimi sono arrivati dopo. Il Triage non è altro che la modalità tecnica di stabilire l’ordine di precedenza degli utenti, funzionante tramite l’attribuzione del codice colore: che non deriva da un’autodiagnosi, ma, come previsto dalla normativa vigente, dalla valutazione complessiva di un insieme di variabili quali: - impressione dell’operatore; - impressione dell’operatore (Infermiere di turno al Triage); - tipologia del disturbo (es. colica renale, problemi di odontalgia, ecc.); - aspetti fisiopatologici (es. neonato, anziano fragile, ecc.); - stato di sofferenza del paziente; - durata della sofferenza. Codice rosso: molto critico, pericolo di vita, priorità massima, accesso immediato alle cure Codice giallo: mediamente critico, presenza di rischio evolutivo, potenziale pericolo di vita; prestazioni non differibili Codice verde: poco critico, assenza di rischi evolutivi, prestazioni differibili Codice bianco: non critico, pazienti non urgenti

Dotazione Il Pronto Soccorso è dotato di 2 stanze con 4 posti letto dove vengono trattenuti i pazienti che abbisognano di un inquadramento diagnostico più approfondito o bisognosi di cure prima della dimissione dopo l’O.B.I.. Ogni posto letto è dotato di un monitor per il controllo della funzione cardiocircolatoria (ECG, pressione arteriosa), e respiratoria. • Elisoccorso Grazie alla presenza di una elisuperficie, situata nelle immediate vicinanze del Pronto Soccorso, è disponibile il servizio di elisoccorso gestito dalla Centrale operativa 118 di Mestre. Il Triage I pazienti che arrivano in Pronto Soccorso vengono assistiti secondo un ordine di precedenza basato sulla gravità dei disturbi che presentano, indipendentemente dall’ora di arrivo. Questo

Questo assicura che vengano prestate le cure subito a chi ne ha bisogno immediato. Il Triage non serve a ridurre i tempi di attesa bensì a garantire che i pazienti estremamente gravi, non debbano attendere minuti preziosi per la vita. Il Triage di bancone viene svolto da un Infermiere Professionale sempre presente che applica un protocollo prestabilito. Ad ogni paziente viene consegnata una scheda su cui è indicato il codice colore che gli viene assegnato. I codici colore vengono controllati dai medici che possono modificarli sia prima che dopo la visita e quindi attribuire ai pazienti un diverso grado di priorità. I bambini non rimangono in attesa al PS. Per loro è stata stabilita una procedura denominata “percorso breve” in base alla quale essi vengono inviati direttamente in Pediatria, salvo si tratti di casi traumatici, per i quali è prevista una preventiva visita in Pronto Soccorso per la necessaria valutazione dell’entità e gravità della ferita /trau-

Informa

le Specia le a i c e p S

Ulss 14

Il direttore Andrea Tiozzo

ma. Analoghi percorsi brevi sono stati stabiliti e da qualche tempo ormai collaudati per le patologie correlate alle seguenti specialità: ginecologia, oculistica, otorino, nefrologia, urologia e radiologia. In questi casi i percorsi brevi possono essere attivati dal Medico di Medicina Generale rendendo non necessario il ricorso al PS da parte dell’utente. Tempi di risposta del servizio Il Codice Rosso accede immediatamente alla Sala Emergenza. I Codici Gialli vengono visitati entro 5-15 minuti. I Codici Verdi e Bianchi per i quali è previsto il pagamento del ticket - se dovuto - hanno tempi di attesa variabili in relazione a possibili emergenze in corso e, nell’ambito dello stesso codice, al grado di sofferenza e all’età dei pazienti. I Codici Bianchi vanno trattati dai Medici di Medicina Generale. Pagamenti al Pronto Soccorso Nel mese di novembre 2011 la Regione Veneto ha approvato una direttiva che definisce i criteri per l’attribuzione del “codice bianco” alla dimissione dal Pronto Soccorso. L’obiettivo è quello di adottare criteri uniformi e condivisi in tutta la regione per l’attribuzione di quei codici dai quali consegue il pagamento della quota fissa di 25,00 euro e della quota di Il Codice Rosso accede immediatamente alla Sala Emergenza. I Codici Gialli vengono visitati entro 5-15 minuti. I Codici Verdi e Bianchi (per i quali è previsto il pagamento del ticket nelle circostanze di seguito indicate) hanno tempi di attesa variabili in relazione a possibili emergenze in corso e, nell’am-

continua alla pag. seguente

Per approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’A.Ulss 14: ww.asl14chioggia.veneto.it


Febbraio 2012

Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14

segue dalla pag. precedente

bito dello stesso codice, al grado di sofferenza e all’età dei pazienti. Le situazioni patologiche contrassegnate da Codici Bianchi dovrebbero essere trattate dai Medici di Medicina Generale. Pagamenti al Pronto Soccorso Nel mese di novembre 2011 la Regione Veneto ha approvato una direttiva che definisce i criteri per l’attribuzione del “codice bianco” alla dimissione dal Pronto Soccorso. L’obiettivo è quello

di adottare criteri uniformi e condivisi in tutta la regione per l’attribuzione di quei codici dai quali consegue il pagamento della quota fissa di 25,00 euro e della quota di compartecipazione alla spesa da parte dell’assistito non esente. Inoltre la Regione Veneto ha precisato che gli accessi al triage classificati come codice verde e bianco identificano in entrambi i casi condizioni cliniche del paziente che non configurano un pericolo di vita in atto, differen-

ziate in base alla presenza (codice verde) o all’assenza (codice bianco) di uno stato soggettivo di sofferenza, Il codice colore bianco indica che non si tratta di caso urgente e che la patologia lamentata dal paziente può e deve essere oggetto di indagine da parte del Medico di Medicina Generale. Quindi gli accessi classificati come “codice bianco o verde alla dimissione” sono assoggettati al pagamento della quota fissa di 25,00 euro e della quota di comparte-

cipazione alla spesa (ticket) sulle prestazioni erogate, fermo restando l’applicazione delle disposizioni relative all’esenzione. Per maggior chiarezza si allega la regolamentazione approvata in merito dalla Regione Veneto. Il mancato pagamento delle quote previste e/o il mancato ritiro dei referti relativi alle prestazioni erogate fa scattare l’iter sanzionatorio relativo al recupero crediti, nel qual caso le prestazioni vanno pagate per intero.

OSSERVAZIONE BREVE INTENSIVA (OBI) Il servizio di Pronto Soccorso ha il compito di accettare, valutare e trattare le emergenze-urgenze sanitarie; al termine di questo percorso il medico deve decidere se dimettere o ricoverare il paziente. L’Osservazione Breve Intensiva (O.B.I.), è la terza opportunità a disposizione del medico di Pronto Soccorso nella gestione delle emergenze-urgenze, per evitare il rischio di dimissioni e/o ricoveri inappropriati. In un contesto caratterizzato dalla tendenza alla de-ospedalizzazione e alla riduzione del numero di posti letto per acuti, l’O.B.I. offre peraltro un setting assistenziale alternativo al ricovero tradizionale, garantendo all’utenza prestazioni qualitativamente ottimali con minore utilizzo di risorse. Il 5-10% dei pazienti che accedono al Pronto Soccorso necessita di osservazione; di questi mediamente il 70% viene dimesso ed il 30% ricoverato al termine dell’osservazione. La sezione di O.B.I. è una unità funzionale all’interno della Struttura Complessa di Pronto Soccorso. L’O.B.I. consiste in un’area dedicata a pazienti che necessitano di ulteriore osservazione clinica dopo il primo approccio. La durata dell’osservazione di norma (salvo eccezioni che derivano da esigenze della singola regione o specificatamente della singola Azienda Ospedaliera) non eccede le 24 ore e non è inferiore alle 6 ore. L’osservazione, invece, che viene sviluppata in Pronto Soccorso e che viene conclusa entro 2-3 ore, non necessita

di posti letto, ma comunque di spazi adeguati e di poltrone comode e/o di barelle con sponde, può denominarsi Osservazione Temporanea (O.T.). Cosa offre • Osservazione longitudinale clinicosintomatologica • Valutazione dell’effetto degli interventi di stabilizzazione dei parametri vitali • Approfondimento diagnostico-terapeutico • Implementazione della funzione di filtro • Implementazione dell’appropriatezza dei ricoveri da P.S. • Implementazione dell’appropriatezza delle dimissioni da P.S. L’ OBI del PS di Chioggia è localizzata nell’ala ovest ed è costituita da 2 stanze di 2 letti ciascuna. Ogni letto ha in dotazione O2 e vuoto e la strumentazione per il monitoraggio ECGrafico e pressorio collegati ad una postazione monitor centrale situata nella sala accettazione del PS. La permanenza in OBI è documentata da apposita scheda contenente il diario clinico, le indagini, le terapie eseguite, la diagnosi e l’esito. Inoltre è prevista la somministrazione dei pasti e la visita ai pazienti da parte dei parenti in accordo con il personale medico in fasce orarie stabilite. Dotazione Il numero dei letti tecnici determinato dalla Regione Veneto previsti per l’OBI, deve essere calcolato come adeguato in relazione al bacino d’utenza ed all’attività espletata e comunque, per le strutture minori, devono essere

previsti, di norma, non meno di 4 posti letto. Una quota parte dei posti letto (P.L.)., mediamente il 50%, deve essere dotata di monitoraggio emodinamico e respiratorio. Ogni P.L. deve avere a disposizione ossigeno e aspiratore a parete. All’interno della U.O. devono essere presenti: • monitor defibrillatore/stimolatore • ventilatore meccanico non invasivo in grado di lavorare almeno in modalità PSV/PEEP • ecografo pluridisciplinare • elettrocardiografo • pulsiossimetro • glucometer • sfigmomanometri • pompe di infusione, in numero adeguato • set per intubazione/RCP Maggiori informazioni sul Dipartimento di emergenze e cure critiche: Pronto Soccorso Ospedale di Chioggia: Telefono: 041.5534300. Fax: 041.5534404 Per info: www.asl14chioggia.veneto. it sezione Ospedale/Unità Operative/ Pronto Soccorso Numero di telefono da comporre per le richieste di intervento: 118

Ulss 14 informa

le Specia le Specia


24 Cultura locale Film La rassegna del Don Bosco

Al cinema per poi approfondire in classe Un ciclo di quattro titoli rivolto ai ragazzi delle scuole medie per promuovere momenti di discussione e confronto di Eugenio Ferrarese

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a Rassegna Cinematografica “Cinema... che passione” ha raggiunto il traguardo delle 18 edizioni e da quest’anno sarà organizzata non più dalla Direzione didattica Chioggia 1, ma dall’Istituto Comprensivo Chioggia 1. La riorganizzazione del servizio di base del comune di Chioggia ha comportato infatti la soppressione di 3 Direzioni Didattiche e tre scuole medie e la successiva riorganizzazione in cinque Istituti Comprensivi. Il progetto prevede un breve ciclo di 4 film proiettati al cinema don Bosco, scelti tra la miglior produzione cinematografica per ragazzi (e non solo). La scelta del film avviene dopo una adeguata selezione per proporre film adatti ai bambini, con un certo valore artistico, che non siano banali, evitando il linguaggio volgare, capaci La locandina della rassegna cinematografica di fornire motivi validi per le discussioni in classe, con i fanno pensare”, si forniscono agli consigli dell’Agis-Scuola, ma anche del cinema don Bosco grazie alla La rassegna insegnanti occasioni e strumenti sua esperienza educativa tutto quest’anno propone di lavoro concreti. Il cinema rap“Storie che fanno l’anno con il film per ragazzi. presenta uno dei maggiori mezzi Il rapporto con i linguaggi au- ridere - storie che di informazione e comunicazione diovisivi e i mass media è assai fanno pensare” multimediale, può diventare un otinfluente nel processo di crescita dei timo materiale di ricerca utilizzabile bambini. lungo un itinerario educativo; un mezzo importante per Con la rassegna cinematografica, che quest’anno capire la vita e conoscere meglio gli uomini; può proporre ha come titolo “Storie che fanno ridere – Storie che dei valori, costituire una base di discussione, potenziare

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l prossimo 13 aprile il maestro RiccardoArrighini mette in scena uno dei più grandi compositori viventi, Ennio Morricone, e lo fa a suo modo, ossia fondendolo con gli idiomi musicali con cui negli ultimi anni ha riarrangiato giganti della classica e lirica quali Puccini, Verdi, Chopin, Vivaldi. Con “Arrighini Group”si ascolteranno quindi i temi delle celebri colonne sonore dei film passate alla Storia nel grande Cinema d’autore: “C’era una volta il west”, “Per un pugno di dollari”, “Giù la testa”, “C’era una volta in America”, “La leggenda del pianista sull’Oceano”…L’appuntamento è all’Auditorium S. Nicolò alle ore 21. L’evento è in collaborazione con VenetoJazz.

CHIOGGIA A TEATRO, ULTIMI APPUNTAMENTI

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aluta la primavera la rassegna Chioggia a Teatro, organizzata dall’associazione culturale Teatro&musica, che dagli anni Novanta opera a Chioggia, Venezia, Adria e Mestre non solo nel teatro ma anche nella musica. Sono quattro gli appuntamenti in programma, tutti previsti per il centro congressi kursaal e coordinati dalla direzione artistica di Giuliano Soncin. Il 18 febbraio la compagnia Prototeatro ha messo in scena “Angiolo, quel diavolo di Caravaggio”, per la regia di Piero Dal Pra. Il 10 marzo il Teatronovo ha calcato la scena del kursaal con il “Tartufo” di Molière. Per sabato 17 marzo, alle 21, si attende ora il Piccolo Teatro con “I pettegolezzi delle donne”, di Carlo Goldoni, con la regia di Franca Ardizzon. Sempre Goldoni sarà il protagonista dell’ultimo spettacolo in previsione, Sior Todero brontolon, scelto dalla Compagnia Teatrale I Rusteghi e in scena il prossimo 21 aprile, sempre alle 21. Ma.Bo.

NEWS

XX Stagione concertistica

RICCARDO ARRIGHINI PLAYS MORRICONE

le capacità comunicative... Questo progetto, curato dal docente Ludovico Zodiaco e dal Dirigente scolastico dell’I.C. Chioggia 1 Erminio Boscolo Bibi, si rivolge in particolare agli studenti del 2° ciclo delle scuole primarie del comune di Chioggia ed ha mediamente coinvolto – nelle varie edizioni - circa 700 alunni comprendendo anche gli studenti della scuola secondaria di I grado proprio per favorire una continuità tra scuola primaria e scuola secondaria. Grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale anche per questa XVIII rassegna il contributo richiesto per la partecipazione è assai accessibile: 5 euro per l’intero ciclo di film. I docenti potranno inoltre disporre di un opuscolo con alcune indicazioni sul progetto, le schede dei film scelti, una sintetica guida alla lettura di un film e una scheda di analisi da utilizzare con gli alunni in classe. Le proiezioni, iniziate il 10 febbraio 2012 con il film “A Christmas carol” di Robert Zemeckis e seguite il 9 marzo con “I fantastici viaggi di Gulliver” di Rob Letterman, prevedono il 30 marzo “Arriety – Il mondo segreto sotto il pavimento” di Hiromasa Yonebayashi e infine l’ultimo spettacolo il 20 aprile “Ember – Il mistero della città di luce” di Edward Zwick.

Al Centro congressi Kursal

Pittura. Scuole primarie e secondarie di primo grado

IL PARCO CHE VORREI..., IL CONCORSO SULLA TUTELA DEL PATRIMONIO AMBIENTALE

I

l messaggio questa volta è affidato alle infinite potenzialità della pittura e dell’illustrazione che, di sicuro, i giovani concorrenti esprimeranno in modo originale è creativo. Il tema ispiratore è il patrimonio ambientale, i destinatari del concorso sono i bambini della scuola primaria e i ragazzini della secondaria di primo grado. Si chiama “Il Parco che vorrei...”, il concorso promosso dall’amministrazione comunale, assessorato alla Pubblica istruzione, che ha coinvolto numerosi studenti del territorio invitati a confrontarsi - a colpi di pennello sull’importanza del patrimonio arboreo per la salute e la vita dell’uomo. Un tema impegnativo che ambisce “ad accrescere la consapevolezza delle nuove generazioni sul rispetto e la conoscenza della ricchezza ambientale del nostro territorio” ha spiegato il sindaco Giuseppe Casson.

“Il nostro obiettivo - ha detto l’assessore Silvia Vianello - è di dare continuità alla Seconda giornata nazionale dell’albero dello scorso 21 novembre, nata con lo scopo di infondere una coscienza ecologista tra i cittadini di domani. Con questa semplice iniziativa i ragazzi saranno nuovamente chiamati a riflettere sulla tutela dell’ambiente e sull’importanza che riveste il patrimonio arboreo attraverso il linguaggio artistico”. Il prossimo 21 marzo si conosceranno i nomi delle classi vincitrici. In palio ci sono tre borse di studio per le scuole primarie e altrettante per le secondarie di primo grado che verranno finalizzate all’acquisto di materiale didattico. Tutte le illustrazioni esaminate saranno comunque trasmesse al ministero dell’Ambiente e pubblicate sul sito: giornatadellalbero.minambiente.it nella sezione appositamente dedicata. G.G.

I bambini chiamati a disegnare il rispetto e la tutela del patrimonio ambientale

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Cultura locale 25 Il libro Francesco Lusciano

Politica, come dovrebbe essere Un viaggio nella filosofia della politica alla ricerca di modelli da imitare

BOOM DI CARRI MASCHERATI A CAVARZERE, ATTESI DA TUTTO IL TRIVENETO

Un carro della scorsa edizione

C’

di Eugenio Ferrarese

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olitica? Per gran parte del mondo il termine esprime una teoria ed una pratica che certo non migliora le sorti dei cittadini perché spesso viene ad identificarsi con interessi di parte, personali, familiari, legati a clan o caste, talvolta associato alla corruzione, alla truffa, alle ambizioni di parte… Eppure la politica – come ci ricorda il libro di Francesco Lusciano “Filosofia della politica” edizioni Art&Print Piove di Sacco - era lo strumento per migliorare le sorti della città (polis in greco): un nobile proposito a cui occorre ridare tutto il suo reale valore. Da Platone a Norberto Bobbio l’autore propone un semplice excursus rivolto ai giovani che vogliono dedicarsi alla politica invitandoli a leggere i grandi autori del passato partendo proprio dalla Grecia antica, ritrovando in questi classici gli stessi temi che sono ancor oggi al centro della filosofia politica. Lusciano che sin da giovanissimo si è appassionato all’attività politica e al sindacalismo fin dai tempi dell’università - è stato tra i fondatori della Cgil scuola a Chioggia; docente per trent’anni all’Istituto magistrale “Goldoni” di Chioggia e poi al Liceo SocioPsico-Pedagogico, più volte è stato eletto consigliere comunale di Chioggia ed anche assessore alla Cultura tra il 2002 e il 2007 nella giunta del sindaco Fortunato Guarnieri - dedica il libro alle 76 vittime della strage di Oslo e isola di Utoya in Norvegia avvenuta

La sfilata del 25 marzo

Il volume “Filosofia della politica”, in alto l’autore nel luglio del 2011, la maggior parte giovani che avevano scelto di intraprendere l’attività politica per realizzare un mondo migliore, più fraterno e solidale. Nella seconda parte del libro si critica la politica di questi ultimi anni che ha determinato un crescente distacco tra governanti e governati. La terza sezione dell’opera ci fa riflettere sui documenti alla base della nostra civiltà e della pacifica convivenza tra i popoli della terra: la Dichiarazione universale dei diritti umani, la Costituzione italiana e quella europea. L’ultima parte vuol dare spazio ad una visione ottimistica: gli esseri umani aspirano ad un mondo migliore che si identifica nei valori della giustizia sociale, della libertà e democrazia. “Essere ottimisti – affermava Karl Popper – è un nostro dovere… Chi è pessimista, si è arreso”.

è stato un vero boom di adesioni da parte di gruppi mascherati e carri per la tradizionale sfilata promossa dalla Pro loco di Cavarzere, manifestazione che quest’anno si svolge nel pomeriggio di domenica 25 marzo ed è realizzata con il contributo del Comune di Cavarzere e della Provincia di Venezia. Le richieste di partecipazione sono giunte da tutto il Triveneto e anche da oltre confine, infatti tra coloro che hanno scritto alla Pro loco dimostrando la propria disponibilità, vi è anche un gruppo austriaco. “Abbiamo ricevuto circa una quarantina di domande – informa Lina Figoni, responsabile Pro loco per il Carnevale – sarebbe bello poterle accettare tutte ma purtroppo non abbiamo le disponibilità finanziare per poterlo fare. Tra le varie richieste c’è anche quella di un gruppo austriaco, con maschere davvero paurose, che speriamo di riuscire a far venire, anche perché sarebbero una vera e propria novità che non si può vedere in nessuna delle

manifestazioni della zona”. Tra le particolarità della sfilata cavarzerana, che ospita come da tradizione dei carri allegorici di notevole pregio, vi è anche una serie di maschere provenienti dal Trentino, espressione della tradizione locale. L’entusiasmo nel direttivo cavarzerano della Pro loco non manca di certo anche se le disponibilità finanziare quest’anno sono più esigue del solito, creando non poche difficoltà a livello organizzativo. Le novità in ambito di viabilità del centro storico hanno richiesto delle modifiche al percorso tradizionale dei carri, quest’anno si partirà da via Pescheria, svoltando a sinistra in via Roma e arrivando fino a via Circonvallazione per passare poi in via Matteotti, via Umberto I e ritornare infine in via Roma. Gli appuntamenti successivi promossi dalla Pro loco sono la Festa dei fiori, in programma per il 29 aprile, e la Festa degli aquiloni che come da tradizione si svolgerà il primo maggio. Nicla Sguotti

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SPORT in PRIMO PIANO

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Top Trivengas La XXIV edizione

Un premio ai valori morali del calcio dilettantistico A Coverciano, quartier generale della Nazionale italiana, il panorama sportivo del Veneziano. Riconoscimento ai capitani delle compagini di terza categoria

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alcoscenico speciale per la ventiquattresima edizione del Top Trivengas che ogni anno premia i valori morali del calcio dilettantistico veneziano: la premiazione si è svolta a Coverciano, quartier generale della Nazionale Italiana, nel salone principale della Fondazione “Museo storico del calcio“. Particolare anche la scelta dei premiati visto che tra gli atleti sono stati riconosciuti i meriti dei capitani delle compagini di terza categoria che hanno avuto anche l’onore di disputare una partita contro il Pellestrina ; il tutto nel campo del centro tecnico e a pochi metri dall’area dove si stava svolgendo il ritiro generale degli arbitri di serie A. Pellestrina presente a Firenze con 40 tesserati visto che il comitato provinciale della Figc ha colto l’ occasione per premiare il sodalizio lagunare per i 100 anni dalla fondazione.

La selezione dei capitani di terza categoria è stata guidata in panchina da mister Stefano Trevisanello, ex giocatore di Verona, Venezia e Nazionale giovanile. Attento e coinvolgente il profilo disegnato dal direttore della Fondazione Dottor Fini, di tanti campioni del passato che, con grande abilità, l’ex medico della Nazionale in ben 5 mondiali, ha saputo rendere famigliari anche ai tanti giovani e ragazzi presenti. Protagonista a Coverciano anche Chioggia visto che è stato premiato nella sezione carta stampata il giornalista clodiense Carlo Cruccu; per il settore arbitrale il premio è andato al Presidente della sezione Aia di Chioggia: Vincenzo Esposito. Presenza chioggiotta arricchita anche da Marco Lanza che è stato il conduttore della manifestazione per la terza edizione consecutiva. La storia del nostro calcio onorata invece, nella sezione riservata al Grande Torino,

Chioggia protagonista della manifestazione: premiati il giornalista Carlo Croccu e il presidente Vincenzo Esposito I parastinchi che Aldo Ballarin indossò nell’ultima partita di Lisbona, il pacchetto di sigarette che il campione acquistò in terra portoghese e la sua maglia. In primo piano Marco Lanza con la presenza dei parastinchi che Aldo Ballarin indossò nell’ultima tragica partita di Lisbona; e le sigarette che il campione acquistò in terra portoghese. Tra i nazionali Aldo Ballarin è tra i pochi ad avere una presentazione personalizzata, l’opuscolo è

NUOVI VIVAI LORENZO di Cestari Lorenzo

proprio uno dei tanti lavori elaborati dall’associazione “Gruppo storico Aldo e Dino Ballarin“ che alla presidenza vede la nipote di Dino Ballarin: Nicoletta Perini. Alla giornata storica hanno partecipato circa 150 persone, partite con pulmann da

Mestre e Chioggia, coordinate dalla perfetta organizzazione di Francesco Confalone e la collaborazione del delegato veneziano della Figc Ferruccio Scarpa ; tra i premiatori anche la speciale presenza del giudice sportivo proM.L. vinciale Florindo Zabeo.

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Gli atleti dell’Agkai di Chioggia

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00 atleti provenienti da tutta Italia – ma avrebbero potuto essere molti di più, ma le condizioni meteorologiche hanno bloccato quanti provenivano dal centro e sud d’Italia – si sono confrontati il 5 febbraio 2012 nella “Dragon Cup” di Padova promossa dalla “W.K.U” (World Karate United) nelle specialità del Karate e della Kickboxing. L’Agkai di Chioggia era presente a questa importante manifestazione nazionale con ben 80 iscritti che hanno conquistato un considerevole bottino di medaglie e piazzamenti. La settimana successiva altro impegno agonistico per 28 atleti di Chioggia – questa volta la partecipazione è stata riservata ai più esperti – che si sono trasferiti a Brescia per la Maratona Marziale 2012 organizzata dalla WTKA. Anche in questo nuovo appuntamento sportivo l’Agkai di Chioggia è riuscita a raccogliere podi e medaglie praticamente in quasi tutte le categorie in gara sia per il Karate “Kumite e Kata “ che per la Kicboxing “Semi contact”.

Nel centro Fitness di Sottomarina sabato 18 febbraio l’Agkai Italia ha organizzato uno stage di Karate Goju che ha registrato una notevole partecipazione di atleti e tecnici da tutta la regione. Il Direttore tecnico, maestro Walter Meneghini ha affrontato in maniera molto approfondita gli aspetti del “GO” “JU” (duro e morbido). Questo intenso “tour de force” si è infine concluso domenica 26 febbraio sempre nel Centro Fitness di Sottomarina con la prova di esame per tutti gli atleti iscritti per i gradi fino a cintura Bianca/Nera. Tra i tanti atleti meritevoli di menzione spiccano Alberto Cavallarin, Gianluca Vianelli, Daniele Bullo, Federica Voltolina, Giorgia Cester, Daniela Costa, Alberto Papili e Davide Oro. I prossimi impegni degli atleti dell’Agkai di Chioggia serviranno anche per la preparare la selezione della formazione che parteciperà nel mese di giugno 2012 ai Campionati del Mondo. Eugenio Ferrarese


Sport 27 Canossa Basket Intervista al presidente Mauro Giraldo

“La squadra diventa sempre più grande” di Melania Ruggini

Sul piano tecnico promosso un allenatore federale, Davide Giraldo, formati 3 mini arbitri e uno senior

Il Canossa Basket

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on l’anno nuovo, entra nel vivo la stagione sportiva del Canossa Basket di Cavarzere, che tra le sorprese tecniche ha promosso un allenatore federale, Davide Giraldo, formato tre mini arbitri federali e un altro arbitro senior. “In questi 5 anni di gestione, abbiamo inserito nella società figure tesserate e qualificate” spiega il presidente Mauro Giraldo. Dopo la gestione iniziata nel 2004 grazie all’impegno dei fratelli Giovanni e Alberto Rossi e con la collaborazione di Michela Quagliato, il 30 agosto 2007 infatti l’Associazione Nuovo Canossa Basket ha ufficialmente passato le consegne ad un nuovo gruppo dirigente, il Canossa Basket Cavarzere, con l’obiettivo di proseguire un percorso iniziato oltre 30 anni fa e guidato dal presidente Mauro Giraldo. Se all’inizio la rosa a cui attingere era composta da 21 giocatori, ora sono arrivati a 70. Intanto i vari campionati in corso hanno raggiunto la fase calda delle gare. La prima squadra, gli Under 14, sta partecipando al Trofeo federale Città di Padova, mentre la categoria degli Esordienti si sta riconfermando, come l’anno scorso nella fase regionale, con buone possibilità di qualificazione. “In questi ultimi 10 anni ci sono stati grandi cambiamenti – prosegue il presidente - con molte new entry e diverse riconferme all’interno delle categorie. Nel frattempo è stato creato un nuovo centro di minibasket per la categoria Scoiattoli”. “Se all’inizio siamo partiti con 11 tesserati, una squadra giovanile Under 16 e 17, nel corso di questi 5 anni siamo arrivati a qualcosa come 70 tesserati presenti nel settore giovanile. E così se la categoria Under 14 partecipa al Campionato provinciale di Padova, gli Esordienti al campionato provinciale Rovigo Fip, la prima squadra si è ormai consolidata partecipando al campionato di seconda divisione”. Ad agosto si svolgerà invece il III Trofeo Canossa Basket, che prevede un 4 contro 4. Tra gli altri riconoscimenti, degno di nota è anche l’avvento di un cavarzerano di 42 anni in qualità di delegato provinciale nella Federazione di Rovigo, che copre un ruolo di livello federale e provinciale. E’ sempre viva inoltre l’attenzione da parte del Canossa per trovare allenatori in grado di insegnare ai ragazzi questo sport e formarli in maniera qualitativa. Così come è sempre in corso la collaborazione con il pool della Benetton Basket Treviso (in totale 40 società) sperando nell’avvento di nuovi fenomeni da indirizzare alla Benetton o verso società di qualità.

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Nell’area dell’ex fabbrica di ghiaccio verrà realizzato il nuovo complesso residenziale denominato LA CORTE DI VIGO, è stato concepito per diventare il nuovo punto di riferimento nel comune di Chioggia. Offrire a Chioggia un progetto architettonico che potesse lasciare un segno nella città: è questo lo spirito che la società realizzatrice, nella progettazione di questo complesso residenziale, renderà Chioggia una destinazione privilegiata per chiunque volesse risiedere.Nell’ambito di un programma di riqualificazione ambientale, il centro storico di Chioggia aspira ad aumentare la qualità dell’offerta residenziale, sviluppando nuovi palazzi e aprendo nuovi spazi sulla laguna di Venezia. Nella progettazione si è cercato di creare un nuovo concetto di spazio dove vivere il tempo libero e le vacanze, utilizzando la dimensione umana come unità di misura, che farà di Chioggia un centro turistico d’avanguardia.All’interno dell’area di mq. 2.000 verranno costruite unità abitative completamente a contatto con la laguna, dotate di garage e dei servizi più moderni, con la possibilità di avere il posto barca privato.

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Arti marziali

CAVARZERE CAPITALE MONDIALE DELLA... DIFESA PERSONALE

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spiti di calibro mondiale alla palestra New Sporting Club di Cavarzere, l’associazione sportiva dilettantistica che opera nel territorio da più di 40 anni, al cui presidente, il maestro Roberto Folli, di recente è stato conferito il 7° Dan di difesa personale Koroho, firmato dal ministero della Difesa Giapponese e approvato dal Butokukai – l’organizzazione ufficiale di arti marziali - giapponese nella persona del Maestro Masashi Yokoyama. Lo scorso 19 febbraio si è tenuto uno stage di Koroho con il prestigioso maestro Masashi Yokoyama (nella foto), guardia del corpo del ministro del Commercio giapponese, arrivato a posta dal Giappone. “Il mestro è stato nostro ospite – racconta Folli – con altri componenti della sua associazione e oltre allo stage di difesa personale ci hanno fatto entrare nel magico mondo dell’ Oriente facendoci conoscere anche la loro scrittura e la cultura”. Altro ospite illustre lo scorso 4 dicembre. Il generale Vladimiras Lisicynas ha tenuto un seminario di Spectnaz Global, la difesa personale russa. Esperti della difesa personale di tutto il Veneto si son ritrovati a Cavarzere per conoscersi e confrontarsi, per trasferire le loro conoscenze ad allievi e operatori del settore in 2 stage veramente indimenticabili. L’appuntamento è ora in Lituania per un seminario che vedrà protagonisti i maestri più famosi del mondo. “Con le arti marziali si insegnano i valori della lealtà, del rispetto, della fierezza. – spiega la dottoressa Michela Folli - Le arti marziali non hanno nulla a che vedere con l’offesa, il generale Lisicynas ha più volte ribadito che il suo metodo, lo Spectnaz, è contro la violenza, contro il crimine”. Il maestro cavarzerano ringrazia Villa Momi’s e Massimiliano Poletto “per l’ospitalità – sottolinea - e per aver reso il soggiorno dei nostri ospiti un modo per far conoscere loro anche la nostra cucina”. A breve presso il New Sporting Club avranno inizio corsi di difesa personale Koroho, Krav Maga coordinati dal maestro Claudio Artusi e dal maestro Folli. Michel invece si sta allenando per i Mondiali Master previsti nel 2013 ed inoltre è impegnata in seminari e convegni ad opera della Dmsa (Doctors in movement science association), in qualità di responsabile del Veneto.


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VIAGGIO IN

PROVINCIA VENEZIA

L’andamento economico nel 2011 I dati della Camera di Commercio di Venezia

Le imprese “mature” tengono di Ornella Jovane

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l contesto generale non è promettente e le prospettive di un futuro immediato in negativo non aiutano a guardare lontano. Nel 2011 spiccano nel quadro economicoimprenditoriale, anche del Veneziano, le tinte della crisi. Non fanno presagire una inversione di tendenza nemmeno le previsioni per il 2012, con una significativa contrazione anche della speranza negli imprenditori, il cento per cento dei quali non si aspetta per l’anno in corso alcun cambiamento. Eppure vi sono degli elementi che emergono in una “selva” di indicatori in negativo che, se non proprio confortanti, possono essere valutati con un certo interesse. Innanzitutto non viene meno la voglia di fare impresa da parte degli imprenditori veneziani e, legata a questa, la capacità e la tenacia di tenere duro in attesa di tempi migliori. I dati sull’andamento economico della provincia nell’anno appena trascorso sono stati presentati lo scorso febbraio dalla Camera di Commercio di Venezia, dal segretario generale Roberto Crosta, dalla responsabile del Servizio studi e statistica Laura Osgualdo e dal responsabile del progetto Evoluzione servizi statiastici di Infocamere Antonio Benfatto (nella foto).

Il dato che segna la chiave di lettura lo si desume dalla nati-mortalità delle imprese con un saldo in positivo rispetto alla fine del 2010 dello 0,4%, pari a 402 nuovi insediamenti produttivi su un totale nel Veneziano al 31 dicembre 2011 di 90.998 localizzazioni produttive, 70.371 sedi d’impresa e 20.627 unità locali (stabilimenti, filiali). Un dato che va letto anche in virtù del sensibile calo delle cessazioni, che nel 2011 sono state 4.344, -20,5% sul 2010, così come risultano in diminuzione i fallimenti, del 9,3%, passando da 227 a 206 (anche se nel 2008 erano 128) ma che per il 46% dei casi hanno riguardato le attività “giovani”, per lo più srl iscritte al Registro imprese

da non più di sei anni. Numeri che, composti in un quadro d’insieme, devono indurre ad una domanda - invita a riflettere il segretario generale Roberto Crosta - : quanto si stia facendo impresa nel Veneziano perché si è realmente motivati o perché l’imprenditoria rappresenti, in questa fase, l’unica via per lavorare? La risposta verrà col tempo. Per ora si può solo constatare come, nonostante la crisi, le imprese “storiche” rimangano in piedi e anzi talora consolidino la propria struttura confermando anche per il 2011il trend degli ultimi anni con una costante crescita delle società di capitali, 12.282 e cioè il 17,5% del totale con un +2,6% sul 2010. In aumento pure le imprese “femminili” che nel Veneziano sono il 23% del totale delle imprese attive in provincia con un incremento dello 0,7% rispetto al 2010. Numeri in positivo per gli imprenditori stranieri che sono il 7,9% del totale, in tutto 5.536, +6,5% rispetto all’anno precedente. La strada è in salita per i giovani, a fine 2011 le imprese di under 35 erano 6.483, il 9,2% del totale, un dato in flessione del 6,4% rispetto a 12 mesi prima.

Gli indicatori nel 2011

BENE TURISMO, CALZATURE E SERVIZI, IN CRISI PESCA AGRICOLTURA, COSTRUZIONI E MERCATO DEL LAVORO

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l 2011 per il Veneziano è stato l’anno del turismo, il settore economico trainante che ha fatto registrare numeri da record, e non solo per la città capoluogo ma anche per il forte exploit del litorale, nonostante la stagione iniziata tardi: 35 milioni di presenze (+4,7% sul 2010) e 8,2 milioni di arrivi (+9,4%). Performance notevoli anche per il comparto del tessile, abbigliamento, calzature e accessori (il considdetto Tac) che fa la parte del leone nell’ambito dell’export con oltre 521 milioni di euro esportati, +15,4% sul 2010. In particolare sono in crescita le esportazioni di calzature con un +15,1%. Ma ad incidere pesantemente sul dato complessivo dell’export sono le voci aereomobili, navi e imbarcazioni (la seconda in calo del -99,4% con l’azzeramento delle consegne verso Stati Uniti e Norvegia che avevano caratterizzato il 2010) che nei primi nove mesi del 2011 ha fatto segnare una flessione del -1,9% sull’analogo periodo del 2010, in controtendenza rispetto a Veneto e Italia. Depurata da queste voci tuttavia la variazione rispetto al 2010 si attesterebbe in area positiva. In aumento le importazioni del 4,8%, per un ammontare di circa 3,8 miliardi. Il 2011 è stato, invece, un anno difficile per le attività dedite all’agricoltura e alla

pesca, che pasano da 9.484 a 9.195 (-3% sul 2010), per le imprese dell’industria - in primis le attività manufatturiere (-0,3%)-, delle costruzioni (-0,5%), e artigiane. In salute il settore dei Servizi, alle imprese (+3,5%), alla persona (+1,5%), delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+1,6%), della finanza e assicurazioni (+1,1%), dei trasporti (+ 0,4%) e del commercio (+0,6%). Il mercato del lavoro rappresenta la nota dolente nel Veneziano. Il dato più allarmante, anche perché in controtendenza rispetto al Veneto, è quello sulla Cassa integrazione guadagni. Nel 2011 si è arrivati ad un ammontare complessivo di oltre 13,7 milioni di ore totali autorizzate, con un ulteriore aumento del 10,4% sul 2010. O.J.

UNDER 35: UN EURO PER APRIRE UN’IMPRESA ROBERTO CROSTA: “UN AIUTO AI GIOVANI? FORSE NO”

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l processo di invecchiamento del tessuto imprenditoriale in Italia, con il mancato ricambio generazionale e la difficoltà dei giovani di avviare una nuova attività, ha indotto anche il Governo Monti - dopo le agevolazioni fiscali di Tremonti - ad introdurre nel pacchetto Cresci Italia misure finalizzate a stimolare negli under 35 la voglia di fare impresa. Spicca l’opportunità (per gli under 35) di aprire una società con un capitale minimo di un euro. Una misura che, pur buona nelle intenzioni, potrebbe tuttavia nascondere delle insidie o quantomeno ispirare maliziose furberie. Alla lunga, oltre a gravare su una situazione economica già fragile di suo, potrebbero fare del male proprio ai giovani. E’ la critica mossa dal segretario generale della Camera di Commercio di Venezia, Roberto Crosta, che si è dichiarato “scettico” verso questa possibilità. Una misura che riguarda le ditte individuali, il cui titolare abbia meno di 35 anni, ma

anche le società di persone (in cui oltre il 50% dei soci abbia meno di 35 anni), o di capitali (in cui la media dell’età dei soci e degli amministratori sia inferiore ai 35 anni). Il rischio è duplice. Da un lato - considerato l’esiguo impegno iniziale - potrebbe favorire l’avvio di imprese di giovani che non sono sufficientemente attrezzati. Chi vuole fare l’imprenditore - invita ad osservare Crosta - dev’essere consapevole di assumere una responsabilità importante nei confronti del sistema e degli altri. Deve poter garantire una gestione capace e avveduta, altrimenti con l’improvvisazione si finisce per aumentare il rischio di fallimenti. Se un’azienda fallisce chi paga i debiti, a maggior ragione se il capitale sociale è pari a un euro? Vi è poi il rischio che l’imprenditore al di sotto dei 35 anni sia solo la figura di “facciata”, posta al vertice dell’impresa per beneficiare delle agevolazioni, dietro cui si possono celare

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anche non ben identificati e poco trasparenti manovratori. “La vera partita - ha affermato Crosta - riguarda la semplificazione amministrativa vera cioè dei procedimenti, perché sburocratizzare non è solo autocertificazione, e la formazione di chi vuole fare impresa perché non ci si può e non ci si deve improvvisare imprenditore”. “Esiste la necessità forte di intervenire con bandi di sostegno alle imprese che partono - prosegue - e anche di favorire il passaggio generazionale che non è solo quello di padre in figlio. E’ doveroso e responsabile creare soggetti formati a fianco di imprenditori che abbandonano, che siano in grado di capire se l’attività può essere rilevata e di subentrare con le capacità utili a dare un futuro all’impresa assunta su di sè”. Niente di nuovo: così si faceva una volta e così si deve tornare a fare. “Una ricetta - conclude il segretario generale - che nel “sistema Venezia” si sta cominciando a reintrodurre”. O.J.

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Spazi aperti 29 3 Eventi Manifestazioni in tutta la provincia del giardinaggio e tempo libero

Primavera, arrivano le “Fiere dei Fiori” Si parte a Oriago il primo aprile lungo il Naviglio. Attesi gli appuntamenti di Noale e San Donà

AGRICOLTURA I dati del Veneto

FLOROVIVAISMO, AZIENDE IN CALO

di Alessandro Abbadir

A

prile e maggio, tempo di Fiere dei Fiori in tutta la provincia di Venezia. Tante date non sono ancora state fissate, ma alcune realtà come Noale, Oriago di Mira, Dolo e Cavarzere, San Donà e Mirano, hanno già fissato da tempo calendari e aree di esposizione. Si comincia fra gli appuntamenti più rilevanti, il 31 marzo e 1 aprile, con “Oriago in Fiore”. La manifestazione organizzata dalla Pro loco di Mira si terrà lungo Riviera San Pietro a fianco del Naviglio del Brenta, in uno scorcio suggestivo fra il corso d’acqua e le ville veneziane. Si prevedono un centinaio di espositori del settore del giardinaggio tempo libero e florovivaismo, e circa 30 mila visitatori. Sarà il turno poi di Noale. La città dei Tempesta infatti è pronta a vestirsi a festa per la 33a edizione di “Noale in fiore” in programma domenica 15 aprile. La mostra-mercato regionale, organizzata dalla Pro loco, accoglierà almeno 60 mila persone provenienti da tutta la regione, e almeno 130 espositori che si distribuiranno su 10 mila metri di area

espositiva. Gli organizzatori sono soddisfatti. “E’ uno degli appuntamenti più attesi non solo nel comune ma nell’intera provincia, perché si vive e si crea all’interno di un contesto unico e per i tanti eventi collaterali che si susseguono”. Il programma si snoderà lungo tutto il fine settimana, con esposizioni e concerti. A San Donà di Piave quest’anno ci sarà la “Fiera di Primavera” che sarà inserita nel programma della “Festa di Primavera” tradizionale appuntamento organizzato dal Comune dal 25 aprile al 1° maggio. L’area espositiva interessata è di 16.000 mq coperti e 10.000 mq scoperti. E’ una fiera mercato aperta al pubblico nell’area fieristica con vendita diretta, con la presenza di circa 200 aziende del settore del tempo libero, sport, alimentazione regionale e prodotti tipici locali, orticoltura, vini, florovivaismo e giardinaggio. Nello stesso periodo, il 25 aprile si terrà a Mirano in piazza Municipio “Mirano in Fiore”, seguita poco dopo il primo maggio in Riviera del

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Brenta da “Dolo in fiore”. Fra gli eventi del periodo anche la manifestazione “Rivale in Fiore” nel comune di Pianiga. Nell’area sud della provincia e cioè a Cavarzere, non si resta però a guardare. Una manifestazione dello stesso tipo è prevista per il prossimo 29 aprile. “La manifestazione – spiega Lina Figoni presidentessa della Pro Loco di Cavarzere – la faremo in concomitanza con la fiera dei sapori, un evento enogastronomico che si terrà nello stesso periodo” .

onostante le promozioni delle varie “Fiere dei Fiori” anche nella nostra provincia, il settore del florovivaismo in veneto è in difficoltà. A certificarlo sono i dati di Veneto Agricoltura. Continuano a diminuire infatti il numero delle aziende del settore: nel 2011 sono scese a 1.641 (-1,8% rispetto al 2010). Il calo riguarda tutte le province (in particolare Treviso, con 338 attività, perde il 3,4% delle imprese) ad esclusione di Rovigo, che registra un lieve incremento. Padova, seppur in calo (-2%), conferma la propria leadership a livello regionale con 503 ditte, oltre il 30% del totale. Il veneziano segue il trend generale. Le analisi degli esperti evidenziano un calo più accentuato tra le aziende considerate “piccoli produttori”. Quest’ultime, dopo essere cresciute fino al 2009 (quando erano poco meno di 900), sono diminuite nell’ultimo biennio fino a scendere a 828 unità (-7% rispetto al 2009, -3% rispetto al 2005). Per quanto riguarda il comparto produttivo, seppur in leggera flessione (-1,3% rispetto al 2010), le imprese risultano attive in particolare nel vivaismo ornamentale (1.482 unità, circa il 90% del totale); in diminuzione (-2,6%) le ditte attive nel vivaismo frutticolo (260 unità, il 16% del totale) e forestale (83 unità, -6,7%). In crescita le realtà impegnate nel vivaismo orticolo (530 unità, +2%), nella produzione di fiori recisi (80 unità, +18%) e soprattutto quelle che operano in produzioni di nicchia (tappeti erbosi, piante grasse, bonsai,...) che si attestano a 68 unità in Veneto (+24%). Nel 2011 la superficie investita a florovivaismo in Veneto rimane sostanzialmente invariata, circa 3.190 ettari. A.A.

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30 Mondo scuola

Scuola 5

L’iniziativa per gli studenti delle superiori Tredici incontri nelle scuole promossi dalla Provincia

La sicurezza stradale fa spettacolo di Giovanni Giovetti

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i propone come una pubblica assemblea, zione di comportamenti a rischio. Ogni minuto, in realtà si tratta di uno spettacolo tea- nel mondo, due persone muoiono per incidenti trale sui generis che, con la sua forma stradali, significa oltre tremila al giorno, un miibrida, mira a scuotere, far riflettere e stimolare lione e duecentomila morti all’anno. Di questi, alla partecipazione i ragazzi della scuole supe- circa un terzo sono giovani fra i 18 e i 35 anni. riori veneziane. Il tema oggetto di apprpfondi- Le campagne di prevenzione e consapevolezmento, discussione e confronto proposto dallo za come questa realizzata dalla nostra Provincia, unitamente all’esercizio di un ritrovato spettacolo interattivo è la sicurezza stradale. In 13 incontri con gli studenti si fa strada, senso civico da parte di tutti i cittadini, e ad riproposta dalla Provincia di Venezia-assessora- un’attenta progettazione dei veicoli, possono to alla Viabilità dopo il riscontro positivo dello portare a una sensibile riduzione del numero scorso anno, l’iniziativa legata alla campagna di incidenti”. “Nell’affrontare il problema della sicurezza stradale – ha di sensibilizzazione aggiunto l’assessore ed educazione alla Il testo è basato Emanuele Prataviera sicurezza alla guida. su dati rigorosi - occorre sfatare la conIn questa edizione il sul tema vinzione che vittime e compito di veicolare della sicurezza feriti della strada siano la messaggi di promozio- stadale conseguenza inevitabile ne di comportamenti corretti e consapevoli è stato assegnato alla e accidentale del traffico. Non a caso le morti compagnia teatrale professionale “Zelda” che per incidente stradale sono considerate dagli nel suo minitour in giro per le scuole porterà organismi di sanità “morti evitabili”, poiché “I vulnerabili”, spettacolo in grado di suscitare le cause scatenanti sono per la maggior parte prevedibili”. nei ragazi domande ed emozioni. Attraverso dunque l’informalità dello “La sicurezza stradale - ha spiegato nell’illustrare il progetto la presidente della Provincia spettacolo teatrale si vuole invitare tuttavia i Francesca Zaccariotto - parte innanzitutto giovani a prendere conscienza del problema e dall’educazione ai più giovani e dalla preven- promuovere comportamenti virtuosi.

La compagnia “Zelda” porta in scena “I Vulnerabili”: a metà tra una pubblica assemblea e un testo teatrale per far riflettere “Il nostro spettacolo - ha spiegato il direttore artistico, nonché autore e conduttore, Filippo Tognazzo - è rigoroso, basato su informazioni, dati precisi e verificati ed offre la possibilità di stabilire un paragone fra il nostro territorio e altre realtà italiane ed estere, suscitando domande, emozioni, ma anche indignazione”. “Abbiamo scelto - prosegue Tognazzo - di privilegiare il rapporto diretto fra attore e platea, utilizzando una forma ibrida, quasi un’assemblea pubblica in forma di spettacolo, nella quale si alternano racconto, pubblicità

La locandina dello spettacolo educativo. A seguire, dopo ciascuno spettacolo, è in programma anche un intervento della Polizia stradale progresso, musica, esperimenti scientifci. Rusciamo così a parlare di tempi di reazione, velocità viruale, protesi e progressi medici, pubblicità, cavalli e potenza, comunicazione, rapporti tra interesse pubblico e privato, crash test e sicurezza passiva, spesa sanitaria e pil, fino ai concetti chiave di invulnerabilità e vulnerabilità”. Il ciclo di incontri, iniziato lo scorso 15 febbraio, prosegue il 21 marzo al Mattei di San Stino di Livenza; il 23 al liceo Veronese di Chioggia, il 28 all’Istituto Cestari di Chioggia,

il 30 al Luzzato di Portogruaro, il 3 maggio al Vendramin Corner di Venezia, il 9 al Righi di Chioggia, il 10 al Cornaro di Jesolo, l’11 al Levi di Mirano e il 23 l’ultimo appuntamento al cinema Corso di Mestre con la presenza di studenti di varie scuole. L’iniziativa vede anche la collaborazione di Pasav, Associazione Precedenza alla Sicurezza Venezia. Sorta nel 2007 a Mestre, Pasav coordina le amministrazioni pubbliche per perseguire l’obiettivo europeo di dimezzare il numero di vittime della strada.

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6 Personaggio

Personaggio 33

Letteratura I successi letterari di un autore 81enne di Mira

Giuseppe Mialich, poeta autodidatta

Giuseppe Mialich, sotto alcuni trofei vinti a vari concorsi di poesia

Ha vinto coppe e medaglie e ha collaborato con riviste letterarie come “La Nuova tribuna letteraria” e “Oggi futuro” di Alessandro Abbadir

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trambi a Roma. Ha partecipato poi al Concorso Letterario Internazionale G. Bronchi”. a Pontedera. Al Premio “Nazione d’arte e letteratura Sulle dune del secco” in Versilia. E poi il “Trofeo intercontinentale” a Roma, il premio nazionale poesia “W. Tobagi” a Venezia, il super premio “Cultura europea” a Roma, e infine al “Premio regioni d’Italia” a Pontedera. Tutto questo con il suo unico titolo di studio la licenza media. Giuseppe Mialich ha collaborato con l’associazione “Dolo scrive e dipinge”, partecipando al gemellaggio tra il comune di Dolo e quello di Vallo della Lucania, occupandosi del laboratorio teatrale e di poesia. Entusiasta la critica delle sue opere E’ stato definito dal critico letterario Bianca Buono: “Un autentico poeta della generosa terra veneta. Un

cantore del bel verso che affina, nella fucina dell’anima, analizzando la propria capacità espressiva le più nobili espressioni. Una penna che ben conosce l’arte del poetare, in versi liberi e contemporanei, pur essendo un cultore del classico”, e dalla dottoressa Gabriella Niero critica d’arte: “Il sentimento nostalgico del passato e del presente pervade lievemente le sue poesie, rivelando il carattere appassionato dell’autore, interprete intenso e schietto della natura, sensibile portavoce delle emozioni umane, candido testimone dei rapporti più profondi con l’esistenza”. Giuseppe Milaich non dimentica l’impegno civile. E’ presidente Anpi di Mira

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in seguito, vince il primo premio “Voci della Riviera del Brenta poesie e racconti”: da li è un crescendo di successi. Lo stesso poeta dice di se stesso. “L’amore per la poesia ha sempre contrassegnato la mia vita anche se prima non mi ero cimentato in modo costante”. E’ un poeta autodidatta che ben conosce i grandi poeti classici da Leopardi, a D’Annunzio, a Saba, solo per citarne alcuni. Ha collaborato con diverse riviste letterarie come “La Nuova tribuna letteraria” di Abano Terme, e “Oggi futuro” di Reggio Calabria. Ha partecipato a livello nazionale e internazionale per vari concorsi di poesia e ha portato a casa coppe e riconoscimenti. Ha partecipato ai concorsi “Premio internazionale Costa azzurra”, e poi al “Premio Internazionale Trofeo delle Nazioni”, en-

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n poeta autodidatta che giunge alle sue maggiori produzioni con l’arrivo della terza età. Si tratta di Giuseppe Mialich, poeta della Riviera del Brenta, che nasce a Mirano nel 1931. Mialich appassionato di poesia fin da giovane, si trova purtroppo nella condizione di dover lavorare nell’industria come tecnico della fisica industriale applicata, fino alla pensione a cui arriva a 55 anni nel 1987. “La sua grande vena poetica - spiega la figlia - ha dovuto accantonarla per far posto al senso del dovere per la famiglia. Ma con la pensione le cose cambiano. Mio papà ha potuto prendere finalmente in considerazione la sua passione per la poesia a partire dagli anni ‘90”. Giuseppe si iscrive all’Università Popolare della Riviera del Brenta di Dolo e,

 copyright, tutti i diritti riservati


34 Cultura provinciale

Cultura provinciale 7

Martellago Il dibattito: i giovani, l’impegno attivo e le nuove frontiere di internet

E-democracy, la partecipazione che passa per il web di Ornella Jovane

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l web come via per ricondurre i giovani alla politica e stimolare in essi la voglia e le motivazioni per essere protagonisti attivi e impegnati. Se n’è discusso lo scorso 2 marzo presso la sala conferenze Alfredo Barbiero della Banca Santo Stefano di Martellago nel corso della diretta della trasmissione televisiva “Fatti nostri. La piazza” in onda su Telechiara. In sala i rappresentanti dei consigli dei ragazzi di Martellago, di Mogliano Veneto e della Consulta dei Ragazzi D.D. “L. Da Vinci” di Mestre che, accompagnati dai loro coordinatori e dagli insegnanti stessi, hanno testimoniato la loro esperienza di partecipazione attiva alla vita politica del proprio territorio rafforzata dall’uso del web e delle moderne tecnologie di comunicazione. Non hanno ancora l’età per essere attratti dai social network più comunemente frequentati (si tratta di bambini di quarta e quinta elementare e di ragazzini di seconda e terza media) ma sono membri attivi di quello appositamente creato per loro, www.

I ragazzi dei vari Ccr durante la serata di dibattito ilconsigliodeiragazzi.it, dall’associazione Ae- funzione della Lim, la lavagna interattiva quinet insieme con le scuole di riferimento multimediale utilizzata in classe con succesnell’ambito del network Civil life promosso so, come ha avuto modo di raccontare Patrizia Scotto Lachianca. L’insegnante, che è dal consiglio regionale del Veneto. In questo spazio virtuale i ragazzi risco- coordinatrice del Consiglio comunale dei raprono la propria comunità reale: si confron- gazzi di Martellago, ha confessato di averne tano, discutono, raccontano le proprie espe- “sfruttato” anche l’appeal che essa esercita rienze di baby amministratori, intrecciando sui ragazzi, ottenendo risultati decisamennuove relazioni che si consolidano appunto te più produttivi per stimolare l’interesse nella condivisa esperienza della partecipa- di alcuni dei suoi studenti, non facilmente conquistabili con le zione. Si chiama e- La rete, uno strumento proposte didattiche più “convenzionali”. democracy - lo spiega che può consolidare Insomma il web l’esperto di Aequinet e potenziare l’impegno Franco Torcellan - che “politico” dei più giovani e le nuove tecnologie aggiunge nell’era dei e la loro partecipazione possono aprire opportunità sconfinate ai giovani 2.0 - anche se non ancora propriamente nativi digitali - ragazzi, l’importante - ha sottolineato Annuovi strumenti di partecipazione attiva. drea Sales, psicologo del Centro Paradoxa Del resto la tecnologia viene in aiuto Treviso - è che gli adulti forniscano loro gli anche degli insegnanti perché consente loro strumenti per poter distinguere tra ciò che di aprire ai giovani una finestra sul mondo, è valido e ciò che è insidioso e districarsi fatta di notizie, informazioni, stimoli di con consapevolezza nella rete, senza tuttariflessione e di crescita. E’ per esempio la via - come del resto accade nella vita reale

Film d’essai. L’iniziativa regionale

I MARTEDÌ DI MARZO AL CINEMA CON DUE EURO

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l martedì, la giornata in cui in Veneto si può andare al cinema con due euro. E’ ripartita il 6 marzo scorso l’iniziativa “I martedì al cinema”, un progetto regionale realizzato in collaborazione con la Fice (Federazione italiana cinema d’essai) delle Tre Venezie. “La manifestazione è parte del più ampio progetto “La Regione del Veneto per il Cinema di Qualità” – spiega il vicepresidente della giunta regionale e assessore alla Cultura Marino Zorzato – che ha fra i suoi obiettivi la promozione del cinema d’autore nel Veneto e la valorizzazione delle sale d’essai del territorio”. ”I martedì al cinema” si articola in un calendario di film presentati in tutte le province venete, coinvolgendo 14 sale del territorio regionale. Quattro le proiezioni in programma una per ciascun martedì di marzo: dopo quelle del 6 e del 13, l’appuntamento si rinnova per il 20 e il 27. Il biglietto per queste proiezioni costa 2 euro. Un costo contenuto per chi ama il cinema e vuole conoscere film di valore artistico, alternativi al cinema commerciale e spesso di produzioni indipendenti di difficile distribuzione. Nel territorio del Veneziano sono due le sale cinematografiche che aderiscono all’iniziativa. Si tratta del “Cinema Teatro Mirano” a Mirano e “Cinema Dante” a Mestre. G.G.

Reteventi. La Provincia rinnova l’impegno

SI RIPARTE CON LA STAGIONE 2012

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eteventi, il progetto si rinnova anche per il 2012. Dal 1° giugno al 31 ottobre si prospetta un macro-cartello di eventi culturali, tutto da pensare e da organizzare. Lo scorso 29 febbraio la giunta provinciale ha approvato il progetto su proposta dell’assessore alla Cultura Raffaele Speranzon. Come già accaduto nell’edizione del 2011 - durante la quale sono stati promossi da giugno a settembre 362 eventi in 36 comuni - anche per quest’anno la finalità è quella di coinvolgere alla partecipazione i comuni della provincia veneziana. “L’obiettivo - spiega l’assessore - è di realizzare un cartellone condiviso con le amministrazioni locali e con le associazioni culturali del territorio”. La Provincia avrà dunque un ruolo di coordinamento “e garantirà - prosegue Speranzon - le risorse per favorire al meglio la comunicazione del progetto e le sinergie tra Comuni”.

- impedire ai giovani di misurarsi con la proprie esperienze e capacità di giudizio. Con i dovuti accorgimenti il mondo virtuale da insidia - come comunemente è ritenuto per i suoi pericoli - può diventare una risorsa, un prezioso supporto, utile a rafforzare esperienze costruttive e creative, come appunto quelle di partecipazione civile e politica dei più giovani. Se però per i ragazzi il virtuale è una dimensione “concreta” che conoscono e nella quale ormai si muovono con disinvoltura, per i più anziani non è così. Anzi. Rimane ben definita la demarcazione tra realtà e web. Ed è alla prima che essi rimangono fortemente legati anche quando potrebbero “affidarsi” alla seconda per semplificarsi la vita. “Una volta dissi ad un signore di una certa età - racconta il direttore della Banca Santo Stefano, Raffaele D’Errico - che poteva comodamente eseguire da casa l’operazione che stava facendo allo sportello. E lui mi rispose che lo sapeva ma che non intendeva rinunciare alla sua passeggiata,

perché quella era per lui l’unica scusa che aveva per uscire di casa e incontrare qualcuno quel giorno”. Come a dire che la piazza reale continua a dare più soddisfazione di quella virtuale. Interessante una dinamica nuova che emerge e che riguarda il rapporto tra generazioni. Viene infatti assunta quasi spontaneamente dai giovani la “responsabilità” di alfabetizzare le fasce d’età più mature. Lo ha sottolineato il presidente della Commissione Statuto della Regione Veneto Carlo Alberto Tesserin che ha osservato come si promuova in questo modo un virtuoso meccanismo di interscambio che ha il merito grandissimo di annullare le distanze tra generazioni. Ed è proprio in virtù di questa dinamica - ha fatto sapere l’assessore alle Politiche giovanili di Martellago Marco Garbin - che alcuni ragazzi del comune volontariamente si sono offerti di insegnare internet ai “nonni” dell’Auser. Un esercizio di partecipazione nel nome della e-democracy ma anche di... e-civiltà ai tempi del web 2.0.

Venezia Undicesimo salone nautico internazionale

Una sola grande vetrina dell’Adriatico per il festival del mare Q

uest’anno l’undicesima edizione del salone nautico internazionale di Venezia raddoppia perche si terrà nei due week end centrali di aprile. Da venerdì 13 a domenica 15 e da venerdì 20 a domenica 22 aprile si terrà una delle manifestazioni più importanti per la città di Venezia che le ricorda il suo antico splendore marittimo e che l’ha resa uno dei porti più famosi del mondo. La kermesse si svolgerà a Venezia nella storica sede dell’Arsenale, e nella terra ferma a San Giuliano. La novità di quest’anno è l’unione di due grandi realtà fieristiche: il salone nautico internazionale e il Nautic Show (fino all’anno scorso si teneva a Jesolo) per realizzare un unico salone dedicato alla nautica. Questa sinergia è il frutto dell’accordo tra Expo Venice, società organizzatrice del Salone Nautico di Venezia, e la società organizzatrice del Nautic Show, Veneto Exhibition, la cui compagine sociale comprende Verona Fiere e Veneto Sviluppo. “In un momento particolarmente delicato - afferma il curatore del salone nautico Lorenzo Pollicardo - l’unione dei due saloni interpreta le esigenze di razionalizzazione degli operatori commerciali della nautica e di avere una sola grande vetrina dell’Adriatico dove concentrare le proprie forze per

Il salone nautico internazionale e Nautic Show uniscono le forze in un’unica kermesse

La locandina della manifestazione presentarsi al mercato internazionale”. Questo festival del mare è dedicato a tutti gli appassionati di nautica e del mare perché offre eventi sportivi, incontri, workshop, turismo, moda, esibizioni e prove in acqua. All’Arsenale saranno collocati i padiglioni espositivi, l’esposizione di imbarcazioni a vela e a motore e accessori di altissimo livello per espositori e visitatori internazionali, con un’indiscussa disposizione di riferimento nelle manifestazioni dell’Adriatico; ancora una volta lo sguardo sarà puntato sulle grandi imbarcazioni fino a 13 metri. Dal punto di vista di una promozione della nautica a tutti i livelli, ampio spazio sarà dedicato agli sport sull’acqua con un notevole ampliamento dell’area espositiva a San Giuliano dedicata a derive, kayak, canoe e dinghy.

“Il mercato delle piccole e media imbarcazioni si è dimostrato il più reattivo alla crisi del settore - aggiunge Pollicardo – inoltre rappresenta il primo livello di approccio alla nautica per un pubblico sempre più vasto e il core-business per numerosi cantieri e rivenditori nazionali e internazionali che hanno scelto proprio Venezia per presentare i loro prodotti”. L’edizione precedente ha raggiunto gli ottanta mila visitatori e si conferma terzo evento nautico italiano. Il salone è aperto dalle ore 10 alle 19; il biglietto di ingresso costa 7,50 euro quello ridotto 5 euro (giovani dai 12 ai 16 anni) mentre entrano liberamente i bambini fino ai 12 anni e adulti oltre i 75 anni. Roberta Pasqualetto



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IL VENETO

in PRIMO PIANO

La Giornata della Legalità Una risposta corale alla criminalità organizzata

La mafia in Veneto attraverso le piccole imprese in crisi

di Ornella Jovane

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a presenza della criminalità organizzata in Veneto, le infiltrazioni della malavita nel tessuto imprenditoriale, le iniziative di istituzioni, mondo economico e società civile per arginare il fenomeno e contrastarlo. Lo scorso 9 marzo ha preso il via il processo ai 27 dell’organizzazione riconducibile al clan dei Casalesi che prestava a piccoli imprenditori veneti in crisi denaro a usura costringendoli alla lunga a cedere loro la propria attività o altri beni. Il tema è faticoso e impegnativo ma l’impellenza dell’attualità detta la necessità di dare segnali visibili di un impegno consapevole, vigile e attivo. E un segnale concreto è anche quello che la Camera di Commercio di Venezia, insieme con Provincia e Prefettura, ha voluto lanciare lo scorso 23 febbraio a Mestre: un’intera giornata - destinata a diventare un appuntamento annuale - dedicata al tema della legalità scandita in due passaggi salienti, il primo educativo riservato ai ragazzi del quinto anno delle scuole superiori, il secondo “operativo” con la firma del protocollo di legalità tra Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, l’associazione di Don Luigi Ciotti che dal 1995 è impegnata contro le mafie, e Unioncamere Veneto. In due momenti diversi sono stati chiamati a testimoniare il proprio impegno il mondo delle imprese e dell’econo-

mia, della scuola, le istituzioni e la politica, ciascuno a fare la propria parte nella lotta alla mafia. Un cancro che ha attaccato anche il tessuto economico veneto, diagnosi che non può più essere taciuta nè sottovalutata e che con delicatezza ma schiettezza è lo stesso don Luigi Ciotti a formulare nel corso del suo primo intervento davanti a circa 300 studenti presenti all’auditorium della Provincia di Venezia - ente che nella prima parte dell’evento ha fatto gli onori di casa - e un’altrettanto affollata platea di ragazzi in collegamento streaming dalle scuole superiori del territorio provinciale. Una diagnosi che il sacerdote originario di Pieve di Cadore ha ribadito nel corso dell’incontro pomeridiano con gli imprenditori, le associazioni di categoria e il mondo dei consumatori. Si rifà all’ultimo rapporto della Direzione nazionale antimafia don Ciotti e cita proprio i circa 50 piccoli imprenditori e commercianti di Venezia, Padova, Treviso, Belluno, Vicenza e Verona caduti vittime dell’organizzazione vicina ai Casalesi, quella dell’inchiesta Veneto Gomorra del processo appena iniziato. Altro caso eclatante quello di Treviso dove, attraverso un’impresa attiva nel settore degli appalti pubblici intestata alla moglie del figlio di un prestanome del boss Bernardo Provenzano, operava un’organizzazione mafiosa dedita alle attività

Un momento della Giornata della Legalità alla quale ha preso parte Don Luigi Ciotti il presidente dell’associazione Libera

Firmato un protocollo della Legalità tra Libera, l’associazione di Don Ciotti, e Unioncamere Veneto di riciclaggio e reimpiego del denaro sporco. Due casi noti ma non isolati, come potrebbe invece sembrare dal numero esiguo di inchieste, di una realtà - quella dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto imprenditoriale veneto - molto più capillare, più estesa di ciò che appare. Del resto la fragilità delle imprese, in crisi di liquidità e in difficoltà di accedere al credito in questo periodo di recessione economica rappresenta un fattore di debolezza che facilita la penetrazione delle organizzazioni malavitose. E l’inquietante silenzio delle vittime non aiuta, anche se denuncia un’assordante situazione di disagio che spesso emerge soltanto nei casi più tragici dei numerosi suicidi di imprenditori disperati. Il quadro del resto è inequivocabile: il Veneto è al sesto posto per i beni confiscati alla mafia, al quinto per operazioni finanziarie sospette, al decimo per il traffico di droga. E poi c’è il fenomeno della contraffazione. E di fronte a questo panorama la risposta non può

che essere corale e trasversale. Questo il senso della Giornata della Legalità che da parte delle Camera di Commercio che insieme con la Provincia e la Prefettura ha organizzato l’evento, intende essere anche un segnale di incoraggiamento verso gli imprenditori a non sentirsi soli. “Ci sono le istituzioni, le forze dell’ordine, le associazioni di categoria - scrive il segretario generale della Camera di Commercio di Venezia, Roberto Crosta agli imprenditori - che guardano, aiutano e sostengono in particolar modo le imprese che hanno maggiori difficoltà rispetto alle altre”. La firma del protocollo di legalità prevede, tra i vari impegni, la promozione del progetto “Sos giustizia” che è un servizio di ascolto e di assistenza alle vittime della criminalità organizzata. Sarà gestito da Libera - che oggi è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base distribuiti nel territorio nazionale-, operativo presso le sedi delle Camere di Commercio aderenti e che realizzerà anche attività di mappatura e monitoraggio dei beni confiscati alle mafie nel Veneto, avrà a disposizione dal sistema camerale dati e informazioni di carattere economico e statistico per studiare il fenomeno della presenza delle organizzazioni mafiose sul territorio.

I COMMENTI LA LEGALITÀ, UN’IMPEGNO ORDINARIO DI MOLTI

“E

’ tempo di andare avanti, non più confidando sull’impegno straordinario di pochi, ma con l’impegno ordinario di tutti”. Il presidente di Unioncamere Veneto, Alessandro Bianchi, sceglie le parole di Giovanni Falcone per esprimere lo spirito dell’iniziativa che ha portato alla firma del protocollo di legalità e suggellato l’impegno a collaborare con l’associazione Libera per unire le forze in un’azione congiunta per la legalità. “Coerenza, responsabilità, cultura - osserva - questi i principi cardine cui si richiama la nostra azione per la legalità, convinti che sia compito fondamentale delle Camere di Commercio tutelare la fiducia alla base

del mercato”. “Quella di oggi è stata una giornata fondamentale - è il commento del presidente Giuseppe Fedalto e del segretario generale della Camera di Commercio di Venezia Roberto Crosta - per il messaggio che è stato lanciato alle scuole e alle imprese in ordine alla necessità di rispettare sempre le regole e la legalità e di mettere al centro del proprio operato la persona, nella vita di ogni giorno come nella conduzione di un’attività economica”. Rivolgendosi agli studenti don Luigi Ciotti ha parlato dell’impegno per la legalità e della lotta alle mafie promossi attraverso l’associazione Libera. Ed ha espresso l’auspicio e

l’invito affinché “garantire il rispetto delle regole sia impegno di tutti perché si arrivi alla giustizia come obiettivo principale, e alla responsabilità come testimonianza, come esperienza”. “Il nostro impegno su questo tema - ha assicurato la presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto - è costante e senza sosta. Fra le inizative cito i controlli per la sicurezza sulle spiagge effettuati dai nostri agenti di polizia provinciale, con il sequestro e la sanzione per il commercio di merce contraffatta, ed il progetto collegato di educazione all’acquisto consapevole, La firma del protocollo realizzato con la prefetura e le scuole, “Giovani originali”. della Legalità


Il Veneto in primo piano 37 7 Etica e legalità La lezione di Don Luigi Ciotti, una sveglia per le coscienze

“Siamo qui per costruire giustizia” di Ornella Jovane

Don Luigi Ciotti durante il suo intervento

“S

iate coraggiosi: vivete e non lasciatevi vivere”. In questa esortazione - esordio e chiusura del suo discorso - c’è tutto il senso dell’intervento che don Luigi Ciotti ha rivolto ai giovani delle scuole superiori nel corso della “Giornata della legalità”. Parole espresse con passione e calore, che hanno catturato una platea di ragazzi rimasti attoniti di fronte all’autorevolezza e alla credibilità di quel sacerdote esemplare, che ha fatto della lotta alle mafie la propria ragione di vita. In religioso silenzio, prima stupiti e poi conquistati, erano lì intenti a seguire il ragionamento e poi a riflettere sul messaggio del fondatore di Libera. “La legalità è un mezzo e non un fine - andava spiegando il sacerdote -, è tuttavia uno strumento indispensabile che serve a raggiungere l’obiettivo vero, la giustizia. Questo è il fine, il valore cui dobbiamo

NEWS

ambire. Questo è il motivo perchè siamo qui: per costruire giustizia”. Ma - sottolineava - non vi è legalità senza la responsabilità di ciascuno e di tutti, intesa come impegno collettivo e condiviso al rispetto delle regole. Le regole vanno rispettate per il bene comune, e per questo devono garantire il principio di uguaglianza e quindi i diritti di tutti. Ai giovani don Ciotti ha raccomandato di essere intellettualmente attrezzati per potersi con efficacia assumere questa responsabilità alla legalità. “Continuate ad approfondire, - ripeteva - siate curiosi, abbiate coscienza critica, indispensabile per poter distinguere e quindi reagire a ciò che non è giusto. E’ la cultura che dà la sveglia alle coscienze”. Una sveglia che è necessario far suonare in un contesto di generale “coma etico - lo ha definito il presidente di Libera - che esiste nel nostro Paese”.

Il riferimento è a quelle zone grigie della società, dove il confine tra ciò che è legale e ciò che non lo è sfuma pericolosamente, diventando fertile terreno per la mafia. “La forza della mafia - ha denunciato don Ciotti - è fuori dalla mafia, si alimenta in quelle connessioni ambigue tra corpo sociale, tra segmenti del mondo della politica, e criminalità”. Di qui l’invito a diventare professionisti dell’etica, per assumere ciascuno la propria responsabilità a portare un contributo al cambiamento di un sistema sbagliato e diffuso che, attualmente, si fonda su un pericoloso concetto di “legalità sostenibile”. Una legalità malleabile, di convenienza che non di rado tracima nella non legalità, di fronte alla comune e passiva accettazione o quantomeno colpevole indifferenza sociale. La professione dell’etica richiede invece coerenza morale, una risposta in prima persona di cia-

scuno e di tutti. L’etica è una condizione da cui non può prescindere alcun tipo di sviluppo, compreso quello economico. “Ogni forma di sviluppo - ha concluso don Ciotti - è impossibile senza persone rette e se non è finalizzato al benessere sociale; qualsiasi forma di benessere è a tempo determinato senza il rispetto dei diritti di tutti”. Vivete e non lasciatevi vivere dunque è l’esortazione ad essere professionisti dell’etica, a unire le forze e le energie migliori della società per costruire percorsi concreti della speranza di un mondo più giusto. Un messaggio che è un balsamo per le coscienze ancora acerbe degli adolescenti in crescita, e uno scossone per le coscienze degli adulti spesso distratte dalla effimera lotta per la sopravvivenza di ogni giorno. Sopravvivenza, appunto, che non è vivere.

LIBERA CELEBRA LA “GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME DELLE MAFIE”

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’è una giornata in cui, una dopo l’altra, le vittime innocenti delle mafia vengono ricordate, una ad una. Gli oltre 900 nomi vengono pronunciati nel corso di un appuntamento che da 17 anni si rinnova. E’ la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia” promossa dall’associazione Libera che si celebra il 21 marzo. Una data emblematica, il primo giorno di primavera, a simboleggiare quella speranza che attraverso il sacrificio di quelle vittime innocenti trova il contenuto di un impegno concreto, vitale e rigoglioso. Vengono nomi-

nati, in un lungo elenco, i 900 semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché hanno compiuto il loro dovere. In questa occasione i famigliari si ritrovano e insieme rinnovano il loro impegno a trasformare il loro dolore in un comune e coraggioso percorso di ricerca di una giustizia vera e profonda, in uno strumento concreto di impegno e azione di pace. Quest’anno l’appuntamento è a Genova, per motivi organizzativi il 17 marzo.

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Veneto in in primo primo piano piano 38 8 Il veneto Nuove forme di comunicazione Dal prossimo anno scolastico obbligo di testi digitali

Occupazione e istruzione, il futuro è on line Linkedin, Facebook, Twitter creano opportunità di lavoro, ma bisogna fare attenzione ai dati sensibili

Circa il 40 % delle famiglie è sprovvisto di Pc. Ancora meno quelle con e-book e IPad

di Alessandro Abbadir

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nternet, IPad, Twitter, Facebook, ma anche libri digitali e curriculum digitali. I nuovi sistemi di comunicazione, che regolano la vita di tutti e tutti i giorni, vedono un futuro solo on line. Fra le novità per il prossimo anno scolastico vi è l’introduzione del libro digitale nelle scuole, mentre nella ricerca del lavoro, un buon curriculum on line è già indispensabile. Veniamo alla scuola. Con una circolare inviata ai dirigenti scolastici regionali a febbraio sul sito del Miur, il ministero dell’Istruzione ricorda l’imminente scadenza: “Per l’anno scolastico 2012/2013 non possono più essere adottati né mantenuti in adozione testi scolastici esclusivamente cartacei”. È già dal 2008-2009 che “i libri di testo in adozione devono essere sostituiti da testi in forma mista o scaricabili da internet”. Ma ora, ribadisce la circolare 18, tutti i libri (vecchi e nuovi) dovranno avere una versione digitale. Il problema maggiore è quello delle famiglie che non hanno ancora un collegamento internet e, quindi, delle scuole che dovrebbero farsi carico di procurare agli studenti i libri digitali. In Italia e in Veneto, le famiglie senza Pc e internet sono in media il 40 %. Molte meno poi quelle dotate di Ipad o lettori e-book. L’obiettivo della

legge di fatto è la scomparsa dei libri di carta, ma dovrebbero esserci delle deroghe alla scadenza 2012-2013. In Veneto per rispettare questa circolare, stanno lavorando alacremente all’Ufficio Scolastico Regionale, le varie direzioni didattiche ed istituti comprensivi di tutto il territorio. Un altro settore dove le forme veloci di comunicazione dovranno diventare la regola, è quello della ricerca del posto di lavoro, soprattutto in tempo di crisi. Una questione che è stata affrontata nelle scorse settimane anche dall’assessore regionale all’istruzione formazione e lavoro Elena Donazzan a Padova, all’Archivio Antico dell’Università Palazzo del Bo’. La Donazzan è intervenuta al convegno nazionale dal titolo: “Lavori di qualità per laureati: analisi e proposte per migliorare formazione e mercato”. “Dobbiamo immaginare i futuri scenari del lavoro quando facciamo politiche di istruzione formazione professionale e lavoro - ha detto la Donazzan. Se guardassi al solo dato statistico del Veneto, direi che non c’è da preoccuparsi. Siamo in un momento di crisi, certamente, tuttavia il 65% della popolazione veneta è occupata mentre la disoccupazione si attesta al 5,2%. Ma il dato preoccupante sta nei profili professionali. Oggi

I loghi dei più conosciuti social network

dobbiamo pensare più alla qualità che della quantità. Il problema c’è, e lo dimostra il fatto, che sul mio tavolo si presentano due situazioni contestuali: da un lato la mancanza di futuri lavoratori qualificati, dall’altro l’arrivo di tantissimi curriculum di neolaureati in cerca di impiego”. L’assessore regionale spiega come i tempi sono radicalmente cambiati rispetto a 5 anni fa. “Nel 2007- ha detto la Donazzan - la disoccupazione nel Veneto era al minimo storico e quei pochi che non trovavano lavoro erano aiutati dalle istituzioni. Oggi, bisogna partire dai posti di lavoro che sono richiesti dal mercato, puntando a dare a ciascuno, secondo i propri talenti e competenze, la miglior occupazione possibile”. Un fatto su cui hanno posto l’accento gli esperti nell’ultimo periodo, è anche la questione di come cambia il modo di selezionare i curri-

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culum da parte delle aziende e datori di lavoro. E quindi per mostrare sempre di più i propri talenti, è necessario saperli descrivere on – line. Ormai le ricerche vengono effettuate via web. Dati che arrivano dal Politecnico di Milano spiegano come grazie a siti come LinkedIn, usato dal 30% dei direttori delle Risorse umane, con un altro 30% che pensa di usarlo entro il 2012, curare la propria identità in rete sia diventata la regola numero uno per trovare lavoro. E poi il social network Facebook: in Europa ha determinato la nascita di 230 mila posti di lavoro, 34 mila dei quali in Italia. Ma c’è il rovescio della medaglia. Bisogna stare attenti ai dati che si lasciano on line. Internet ha una memoria di elefante e qualcuno, i dati sensibili (foto compromettenti, opinioni politiche nette, ecc.) potrebbe usarli anche per scartare profili.

A MESTRE UN PROGETTO DI LEGGE DAL GRITTI

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’è una classe, e 25 studenti delle scuole superiori di Mestre (Venezia) che si stanno distinguendo per acume analitico e proposte, in tema di nuova comunicazione e regolamentazione delle problematiche che sorgono on-line. E’ la 3ª B dell’istituto tecnico per il turismo Gritti di Mestre. Sono andati anche a far visita al Senato della Repubblica a fine febbraio. La classe del Gritti ha superato una decina di istituti nel progetto nazionale promosso dalla Camera dei deputati, dal Senato della Repubblica e dal Ministero della Pubblica istruzione che punta a far fare un progetto di legge con tanto di emendamenti ad una scuola. Hanno scelto come tema vista l’attualità internet e le nuove forme di comunicazione. I ragazzi hanno presentato un loro disegno di legge dal titolo “Norme per la corretta utilizzazione della rete Internet a tutela dei minori”. I ragazzi hanno provato a mettere a punto dei paletti contro i rischi di internet, social network, soprattutto a tutela dei minori. A fare da guida nell’elaborazione di concetti giuridici ancora non compiutamente espressi, è stato il professor Ernesto Brun, docente di Diritto al Gritti. Un concetto chiave di quelli enunciati da questi giovani di 16 anni è questo: “I nativi digitali non hanno coscienza della diversità tra mondo reale e mondo virtuale, per costoro non c’è differenza tra web dentro e fuori”. Tradotto: i ragazzi nati con l’era dell’informatica, cioè dalla metà degli anni 90’ in poi sono persone più fragili da un certo punto di vista di chi internet nascendo non sapeva cos’era. Sono ragazzi, che in rete si svelano

Un bambino davanti al Pc senza segreti, non considerando che a volte in internet si celano dei veri e propri orchi. Ecco che l’obbiettivo principale del nuovo disegno di legge fatto proprio dai ragazzi è quello di imporre delle regole sull’uso sempre più massiccio che fanno i giovani di Internet. Si chiedono regole precise a famiglie, scuola, Stato. I rischi per insegnanti e alunni della classe del Gritti sono molti: dipendenza tecnologica e psicologica. Per questo si propongono tempi massimi da trascorrere davanti a schermo e tastiera. E poi: corsi di formazione per docenti e assistenti tecnici, un codice etico, la massima informazione possibile sull’argomento, ma c’è il terribile problema della pedopornografia. Per gli orchi l’oggetto del loro desiderio malato e criminale è a portata di mano con chat e social network. Non è la prima volta che la scuola di Mestre vince concorsi nazionali. Aveva già collezionato vittorie nel 2007 e nel 2009. A.A.


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10 Intorno a noi

Intorno a noi 40

L’appello Intervengono associazioni e consiglieri regionali

“Servono più aiuti ai malati di Sla” La consigliera Arianna Lazzarini ha protocollato una interrogazione. Difficoltà per i permessi dell’Inps di Alessandro Abbadir

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malati di Sla del Veneto e i loro famigliari si sentono abbandonati a se stessi e chiedono aiuto alle istituzioni. A salire alla ribalta delle cronache delle ultime settimane sono stati diversi casi in tutta la regione. Fra i motivi del disagio: scarsa assistenza sanitaria ad hoc e scarse possibilità date dall’Inps di assentarsi dal lavoro ai famigliari dei malati. I fondi stanziati per affrontare questa malattia sono troppo pochi, e spesso neanche le Ulss riescono a comprendere le reali esigenze di queste persone. Ma cosa è la Sla? La Sclerosi Laterale Amiotrofica, è una malattia di tipo degenerativo che interessa il sistema nervoso e che colpisce i motoneuroni (neuroni di moto) sia centrali che periferici. E’ stata descritta per la prima volta nel 1860 dal neurologo francese Jean Martin Charcot. Le conseguenze sono: la perdita progressiva e irreversibile della normale capacità di deglutizione, dell’articolazione della parola e del controllo dei muscoli scheletrici, con una paralisi che può avere un’estensione variabile fino a portare alla morte. La Sclerosi Laterale Amiotrofica non altera le funzioni cognitive. Il malato, resta lucido e cosciente fino alla fine, perfettamente in grado di capire cosa avviene intorno a lui ma impossibilitato a intervenire. Di fronte ad una tragedia del genere e alle sue conseguenze, è intervenuta la consigliera regionale della Lega Nord, la padovana Arianna Lazzarini che ha fatto propria la battaglia dall’associazione Asla (Associazione contro la sclerosi laterale amiotrofica) riguardo a delle vicende di mancati permessi da parte dell’Inps ai famigliari dei malati. Situazioni che sono state riscontrate nei territori delle province di Padova, Venezia e Treviso. Di fatto il problema principale è che i famigliari dei malati di Sla non hanno abbastanza congedi dal lavoro per poter seguire i loro cari, o almeno quanti ne servono per far fronte alle emergenze dettate dall’evolvere della malattia. Concretamente, molti dipendenti rischiano di essere licenziati se si assentano oltre ai permessi stabiliti per legge. L’esponente del Carroccio ha protocollato una interrogazione alla giunta regionale chiedendo un intervento sulla vicenda del difensore civico dell’ente. Un’ altro caso che ha fatto scalpore, è stato quello di Vittorio Bisso esponente veneziano dei Comunisti Italiani ed ex assessore a Dolo(Ve), che ha ammesso di essere malato di Sla, ma ha anche denunciato gli scarsi aiuti ricevuti, chiedendo che su di lui, con il procedere della patologia, non vi sia accanimento terapeutico. La Regione comun-

aperto anche lunedì mattina - chiuso sabato pomeriggio

que, almeno dal punto di vista legislativo non è rimasta a guardare negli ultimi mesi L’impegno a sostegno dei malati di Sla residenti in Veneto è stato aumentato con la delibera regionale del 9 dicembre 2011. Cosa prevede? Punta ad nuova organizzazione del percorso assistenziale condiviso tra i numerosi servizi e livelli medici coinvolti, la completa informatizzazione e l’autorizzazione all’erogazione di particolari ausili. Ma ci sono delle difficoltà. A sottolinearle è il consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo. “La quantità di risorse messe a disposizione dalla Regione con la nuova delibera – dice Pigozzo - va a scontrarsi con un aumento delle esigenze dei malati e quindi si rischia spesso di dare solo risposte parziali”. Insomma i soldi previsti non bastano proprio,o bastano solo in parte.

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nche quest’anno non mancheranno nei giorni di Pasqua in Veneto , le iniziative dell’Ail in tutte le principali piazze della regione. Saranno distribuiti dai banchetti dei volontari locali, quasi in ogni comune i banchetti che vendono “Uova di Pasqua” di cioccolato in favore dei malati di Leucemia “Ogni piccolo passo che la ricerca effettua - spiegano gli organizzatori - è merito di un piccolo gesto e le uova, in questi anni, sono diventate un simbolo di solidarietà al quale la gente dà, il suo appoggio. Tutta questa “escalation” che ha permesso di finanziare i progetti di ricerca, è data dall’impegno dei volontari e del loro aiuto non solo nelle manifestazioni nazionali e locali, ma per tutto ciò che riguarda il rapporto diretto con i pazienti. Loro sono la vera “anima” dell’Ail e senza di loro sicuramente non avremmo avuto tutti i risultati che l’Associazione è riuscita ad ottenere. Acquistare un uovo di cioccolato dell’Ail non contribuisce solamente ad addolcire la Pasqua; grazie al vostro aiuto molti pazienti potranno usufruire di cure sempre migliori e potranno guarire in un numero sempre maggiore”. Per ogni informazione si può visitare il sito www.ail.it. A.A.


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12 Cultura veneta 42 Arte Padova ha ospitato due mostre del Maestro dei manifesti lacerati

Lo strappo “padovano” di Villeglé Ha fatto parte del Nouveaux Réalisme, teorizzato da Pierre Restany insieme a Klein, Tinguely, Dufrene e Hains

di Alain Chivilò

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’ ancora in essere il vasto eco creato dalle due mostre che la Città di Padova ha dedicato al Maestro dei manifesti lacerati Jacques Mahé de la Villeglé. L’edizione 2011 di Ram, diminutivo di Ricerche Artistiche Metropolitane ossia il contenitore culturale di eventi e manifestazioni che coinvolge diverse sedi cittadine, chiude con le mostre al Centro Culturale Altinate – San Gaetano, “Jacques Villeglé – Lettere e frammenti. Un percorso nella scrittura di Jacques Villeglé” e alla Galleria C.D. Studio d’Arte “Jacques Villeglé 1960 – 1998”. Inoltre una videoproiezione 3D sulle facciate di Palazzo del Capitano di Piazza dei Signori, “videomapping 3D omaggio a Villeglé”, ha creato un interessante contorno coinvolgente per la cittadinanza, composto dagli affiches lacerati e dai grafismi attraverso un’animazione del suo stile. Come segno di gratitudine l’artista, presente alle due inaugurazioni, ha donato un’opera grafica espressamente dedicata alla città di Padova. “Villeglé un’artista - come afferma l’Assessore alla cultura Andrea Colasio - di fama internazionale, che proprio nella ricerca dei linguaggi urbani a lui contemporanei ha posto il fulcro della sua attività artistica, elaborando in modo creativo e originale un alfabeto di lettere e segni di estrema modernità”. Di origine bretone, nato nel 1926 a Quimper, vive e lavora a Parigi. Villeglé è conosciuto anche per l’appartenenza al movimento del Nouveaux Réalisme, teorizzato da Pierre Restany, con gli artisti Hains, Arman, Dufrene, Klein, César, Spoerri, Tinguely e il nostro Rotella. Nel 2008 la Francia gli rende il giusto tributo con una retrospettiva al Centre

Pompidou di Parigi. Jacques Villeglé insieme a Raymond Hains elabora una nuova forma di linguaggio partendo dallo strappo di manifesti pubblici. La ricerca di Villeglé fin dagli inizi è partita da manifesti che avessero un grafismo caratterizzato da segni linguistici e accenti fonici che creassero un equilibrio di sillabe e lettere. Il manifesto per Villeglé è un frammento caleidoscopico che può rigenerare il mondo, attirare l’inconscio collettivo e individuale fino a illustrare il panorama sociologico moderno. Un manifesto strappato come opera d’arte, che porta il nome della strada di provenienza, o il titolo della pubblicità originaria, al fine di ricreare la città e la strada stessa in un tutt’uno all’interno di un lavoro di archeologia urbana. I messaggi dei manifesti perdono lo scopo iniziale per cui sono statti creati, in quanto la casualità dello strappo e del relativo accostamento di colori e slogan determinano una poetica vivace, estetica spesso fuori dalla realtà. L’armonia non è contemplata, ma Villeglé ricerca nell’insolito e nel stupore una società piena di messaggi anche contradditori. L’illeggibilità che ne deriva, a forza di lacerazioni, è importante perché crea un amalgama a sorta di cacofonia lessicale, fino a determinare un ultra linguaggio che va al di là della poesia e della pittura. Villeglé non firma le opere per la loro logica costruttiva, rispettoso “del collettivo, creatore e anonimo”. Dagli anni 2000 il Maestro abbandona gli strappi per passare a un personale alfabeto costituito dai “segni socio-politici”, che compongono una variazione di frasi lapidarie, di racconti criptati, a volte difficili da decifrare e

di slogan pseudo anarchici. Una declinazione infinita di segni in una revisione grafica del suo lavoro con gesti, che collegano il lacerato dei manifesti con l’esecuzione stessa di questo alfabeto. Jacques Villeglé è dunque un archeologo contemporaneo della città che ha analizzato il linguaggio delle strade, dando testimonianza della sua evoluzione in un archivio mai esaurito. Nell’ambito delle inaugurazioni delle mostre padovane, grazie al coordinamento dei curatori Carlo Silvestrin e Dominique Stella, è stato possibile anche incontrare l’ottantacinquenne Maestro Villeglé, che si è reso disponibile a delle domande in modo cordiale e disponibile. In una società sempre più globalizzata cosa possono dire oggi i segni “socio – politici”? “E’ un’estrapolazione della società, del mondo politico e della finanza usando questi segni per creare una scrittura tipica del periodo in cui viviamo. Parlano di temi contemporanei nati dalla scrittura e dall’utilizzo stesso del segno come può essere il simbolo del dollaro, dell’euro e di altri. E’ un mix tra simbologia e linguaggio”. Com’è nata l’idea di strappare i manifesti dalla strada? “Il periodo era il dopo guerra e tutto quello che si stava sviluppando proveniva dalla liberazione appena ottenuta. Nel 1947 nella spiaggia di Saint Malo ho pensato di utilizzare il fil di ferro per i miei primi lavori. Il mio scopo era di ricreare un’arte che partisse dal recupero

Jacques Villeglé al Centro Culturale Altinate, nella foto piccola uno dei manifesti lacerati e insieme all’assessore Colasio con l’opera ragalata alla città di oggetti del quotidiano. Nel periodo bellico in Francia non c’era stato nessun segnale per quanto riguarda l’arte e di conseguenza rimanevano maestri come Picasso e Matisse per esempio. Ecco che diventava fondamentale superare questi artisti con un gesto diverso. Mi sono ispirato partendo dai concetti del Futurismo e da sceneggiature che vidi rappresentare nei teatri, concentrandomi in sintesi sul quotidiano. Il tutto è stato spontaneo”. A distanza di una decade dagli ultimi strappi come li interpreterebbe oggi? “Ho abbandonato gli strappi per ragioni fisiche in quanto era troppo difficile strapparli dalla strada. L’azione stessa era diventata faticosa. Oggi come allora la rappresentazione non cambierebbe. C’è comunque un’evoluzione con il nuovo ciclo. Gli strappi sono anonimi perché l’autore dei manifesti è sconosciuto, ora invece con i segni socio – politici sono diventato autore. Molti segni che utilizzo non sono però inventati da me e continuano a mantenere una sorta di anonimato. Ad ogni modo recupero questa simbologia con un gesto pittorico che crea, diventando ora io stesso autore. Mantengo una distanza perché faccio

Saturno Buttò al Padiglione Veneto di Villa Contarini e una sua opera di quest’anno “Baccanti e Dioniso bambino”

A Bassano fino al 20 aprile

Dolore ed estasi nell’arte di Saturno Buttò

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’innata sensualità del corpo e della sua profonda spiritualità sono le chiavi di lettura delle opere si Saturno Buttò, unite a un conflitto tra erotismo e dolore, trasgressione e estasi. Nel corso della mostra di Bassano del Grappa presso La Piccola Galleria Arte Contemporanea, fino al 20 aprile, il Maestro ci ha accolto nel suo universo. Partendo dall’idea di un soggetto fino alla realizzazione, come nasce e si sviluppa una sua opera? “La figura è il soggetto a cui mi piace lavorare, senza una particolare idealizzazione ma con un riscontro autentico. Il ritratto mi permette proprio questo. I soggetti che compongono i dipinti nascono da incontri che avvengono nella mia vita. Trovo insieme a loro una tematica da sviluppare in base alla psicologia che nel contempo percepisco. Un’altra scelta avviene secondo la tematica che voglio sviluppare attraverso dei soggetti che archivio in un mio book, dalla mitologia, dalla religione fino ad arrivare all’oggi. Per fare un esempio, in questi giorni sto progettando a una rivisitazione del sacrificio di Isacco e su questa tematica sto cercando dei modelli che possono andare bene nei ruoli di padre, di figlio e angelo. Un altro aspetto è l’utilizzo della fotografia che diventa si-

curamente indispensabile sia per velocizzare il lavoro, ma anche per rendere maggiormente contemporanea l’opera. La utilizzo in sostituzione dei disegni preliminari e degli schizzi. Una volta stabilito quello che mi serve, sempre in base alle mie idee, scatto delle foto per evidenziare i tratti somatici e i dettagli anatomici, che riporto poi nell’immagine che creo su tavola. Le scene e i costumi così come si vedono non sempre sono presenti durante gli scatti fotografici. Con il disegno, partendo dai soggetti e avvalendomi di ulteriori dettagli sviluppo ciò che manca dalla fotografia iniziale. Come nella rappresentazione di gruppi di figure, nella maggior parte dei casi, prendo i soggetti singolarmente per poi assemblarli insieme con il disegno”. Un’interpretazione dell’arte sacra “europea” con una tecnica pittorica che rimanda, in chiave attuale, a periodi storici passati. “L’aspetto religioso, nello specifico il cristianesimo, è una costante nella mia pittura, perché è legato alla figura. Fisico e spirito sono due componenti di completezza dell’immagine umana. Quando contempli una figura, anche in chiave erotica, inevitabilmente c’è la possibilità di

delle interpretazioni enciclopediche”. Klein, Arman e Rotella, che ricordo ha di questi autori? “Il mio percorso artistico è diverso da questi autori. Io ho iniziato nel 1947 e loro sono venuti poco dopo. Arman ha esposto alla I Biennale di Parigi nel 1959 con lavori di dripping, quindi una pittura di fondo utilizzata. Klein aveva avuto delle influenze dal Giappone. Rotella ha avuto un’origine pittorica nel suo agire artistico e ricordo che staccava interamente il manifesto dal supporto della strada per strapparlo successivamente in studio, ponendo a differenza di me la sua firma nelle opere. Il mio pensiero invece è di recupero. Il Nouveaux Realisme è un movimento breve associato a Pierre Restany e non era molto legato ai lavori dei singoli artisti. Infatti i singoli autori si distinguono molto nelle loro filosofie creative”. Considerata la brevità, cosa ha rappresentato per lei il Nouveaux Realisme? “L’esposizione del 1960 fatta insieme a Klein, Tinguely, Dufrene, Hains. Il movimento è nato e morto li”.

una lettura anche spirituale. Nella grande arte della cultura occidentale c’è una rappresentazione energica della figura umana, io continuo questa tradizione con la speranza però di non essere visto come passatista”. Erotismo, dolore, trasgressione e estasi. Come intende e equilibra questo mix? “Le sensazioni e le pulsioni del corpo determinano l’azione. Anche in questo caso l’influenza della nostra religione gioca un ruolo importante. Di fatto sessualità e religione, estasi mistica ed estasi del corpo non sono poi così distanti tra loro. Vedi per esempio le vicende di alcuni santi e martiri che in preghiera estatica subiscono una trans fisica, data anche da passaggi dolorosi. Queste situazioni poi sono rapportate nel mio lavoro, a una sorta di contemporaneità che non è religiosa ma diame-

tralmente opposta. Esiste una pratica estrema come il sadomasochismo che parte da esperienze dolorose per arrivare al piacere o almeno ad una forma di piacere. Idealmente la affianco a pratiche religiose, più o meno in voga, mi riferisco al paradosso dell’astinenza sessuale, alla castità forzata, con costrizioni di vario genere (a seconda delle epoche) inflitte per mantenere puro il corpo, non trovate una similitudine con alcuni rituali SM dove si contempla una mortificazione della carne? Paradossalmente la religione con le sue regole è erotica! Lo è almeno a mio modo di vedere: dalla possibilità di mostrare i corpi nudi in estasi o in afflizione esibiti un po’ in tutte le chiese, all’imposizione di limiti e taboo che altro non fanno se non liberare l’immaginazione, non mi mancano certo spunti creativi. Ma in definitiva fondere insieme spiritualità e fisicità mi viene naturale”. Al.Ch.


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44 Cultura veneta

Cultura veneta 13

Architettura La Villa veneta esempio di bellezza unita ad efficienza

I Giapponesi studiano Palladio

Palazzo Zabarella

CHIUSA LA MOSTRA SUL “SIMBOLISMO” SI ATTENDE DE NITTIS

La più importante rivista di architettura dell’Asia, A+U, ha realizzato una monografia sul grande architetto veneto di Vesna Maria Brocca

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’Italia annovera un patrimonio culturale invidiato dal resto del mondo, ma ha dato prova in alcuni casi di non saperlo conservare e valorizzare a dovere, come documentato da “Presadiretta” nella puntata “Cultura a fondo”, andata in onda lo scorso 26 febbraio su Rai Tre. Situazione che dovrebbe far senz’altro riflettere. Un segnale del costante e rinnovato interesse degli stranieri verso la bellezza artistica propria del nostro Paese, in questo caso specifica del Veneto, arriva dal Giappone, con un progetto fortemente voluto e finanziato da parte nipponica. Si tratta del numero monografico intitolato “Andrea Palladio in Vicenza” della più importante rivista di architettura dell’Asia, la giapponese A+U, e realizzato in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza, un istituto di ricerca dedicato alla storia dell’architettura, fondato nel 1958 con sede nel palazzo palladiano Barbaran da Porto. Sfogliando la rinomata rivista straniera si contano ben duecento pagine di fotografie inedite, frutto di una campagna

Da Palladio alcuni progetti realizzati, a sinistra Villa Cornaro, sopra Villa Badoer realizzata dal fotografo giapponese Noboru Inoue, inviato appositamente a Vicenza nell’estate scorsa. Stampata a Tokyo, A+U ha una tiratura di 30.000 copie nel mondo, con due edizioni, una giapponese-inglese e una parallela cinese-inglese. Il numero di A+U presenta i capolavori di Palladio a Vicenza: i palazzi Thiene, Chiericati, Valmarana, Barbarano, la Basilica e la Loggia, il teatro Olimpico. Insieme ad essi le ville Godi, Saraceno, Pojana e la Rotonda. Accanto ai capolavori vicentini, compaiono necessariamente anche le grandi ville della Terraferma veneta: le trevigiane villa Emo a Fanzolo, Barbaro a

Maser, Cornaro a Piombino Dese, la rodigina villa Badoer e la veneziana Malcontenta. Sulla scia di questo interesse internazionale per la riscoperta della bellezza delle ville venete, arrivano anche tre iniziative didattiche promosse di recente dall’Istituto Regionale Ville Venete (IRVV) e dalla nostra Regione, che mirano a sensibilizzare i ragazzi e i docenti alla valorizzazione del nostro patrimonio architettonico-culturale e del territorio, con lo scopo di formare giovani attenti e interessati al proprio passato attraverso la riscoperta del ruolo delle ville venete, per affrontare e interpretare al meglio le sfide del futuro.

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oddisfazione per Fondazione Bano al termine della mostra sul Simbolismo in Palazzo Zabarella a Padova. I numeri parlano chiaro:141.726 i visitatori, circa 15 mila i cataloghi e le guide vendute (ristampati a causa del veloce esaurimento delle prime stampe). Altro dato che Bano giudica molto positivamente è il ritorno in massa delle scuole. L’esperienza de “Il Simbolismo in Italia” dimostra come le nuove tecnologie abbiano interessato un pubblico eterogeneo, offrendo strumenti per un’auto preparazione che favorisca poi in loco una visione maggiormente critica del patrimonio artistico selezionato. La novità preannunciata per la prossima mostra autunnale mira a potenziare proprio l’utilizzo della tecnologia web relativamente all’esposizione, alla comunicazione e a tutti i servizi aggiuntivi. Fondazione Bano infatti è già all’opera per la grande monografica su Giuseppe De Nittis (1846 – 1884), artefice della sperimentazione antiaccademica che in tutta Europa ha sconvolto la tradizione aprendo nuovi fronti alla visione ed anche l’unico pittore del nostro Ottocento a godere, insieme a Boldini, di fama internazionale. “Sarà un De Nittis come in Italia non si è mai visto”, assicura Federico Bano. V.M.B.

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Una festa per le donne…Non secondo i dati veneti sulle violenze in famiglia

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a famiglia a tutt’oggi rimane il cardine della nostra struttura sociale, ma sono molti i dati che descrivono quanto sia faticoso per i suoi componenti adattarsi ai tanti cambiamenti che circondano e attraversano il suo nucleo, non da ultima la crisi: tutti fattori che possono sconvolgere soggetti deboli o soli, incapaci di reagire in modo positivo alle tensioni. La cronaca veneta non da tregua ai lettori e riporta con grande frequenza fatti di sangue nati proprio tra le quattro mura domestiche. “Le notizie riportate dai media – afferma Si-

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VITTIME E CARNEFICI

I

n alcune province venete la violenza e l’omicidio sono più frequenti che in altre, e spesso non sono le città a soffocare le famiglie fino a farle esplodere. Nel 73% dei casi nei centri piccoli e medio piccoli delle province, solo una minoranza (il 27%) nelle città capoluogo. In provincia di Venezia si riscontra il numero più elevato di omicidi nei tre anni, ossia 10 casi; seguono Verona (8), Treviso (7), Padova (6), Vicenza (3), infine Rovigo (2) e Belluno (1). Vicenza e Verona, invece, detengono la maglia nera dei tentati omicidi, rispettivamente 13 e 12; vengono poi Padova (9), Venezia (8), Treviso (3), Rovigo (2) e Belluno (1). Riguardo all’età, le vittime sono per lo più appartenenti alla fascia dei minori e a quella degli anziani (ultra65enni). L’età media è complessivamente più bassa per gli autori rispetto a quella delle loro vittime, vittime che trovano la massima concentrazione nella fascia dai 31 ai 40 anni, la stessa in cui si riscontra la massima incidenza degli omicidi. L’età media delle donne vittime di violenza è 43,9 anni, mentre degli uomini vittime scende a 37,2. Le donne autrici hanno in media 42,9 anni e gli uomini 46,7. Emerge anche una differenza “socioeconomica” tra vittime e autori, questi ultimi appartenenti alla fascia forte anche sotto l’aspetto produttivo. Le vittime sono in maggioranza italiane, ma si riscontra anche una rilevante presenza di vittime straniere (22,6%). Non italiani sono pure il 36,1%, degli autori dei tentati omicidi, il 19,4 degli autori degli omicidi e l’11,1% delle vittime. L’omicida decide sempre più spesso di usare armi da taglio (41,6% dei casi), più facili da reperire rispetto alle armi da fuoco (17,7%).


Attualità

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>> Una questione culturale e umana CENTRO VENETO ANTIVIOLENZA

S

ono tante, ogni anno sempre di più, per la maggior parte italiane, ma anche molte straniere. Subiscono violenze ripetute e spesso hanno figli minori che devono proteggere e crescere. Arrivano al Centro antiviolenza attraverso vari canali, principalmente inviate dai servizi sociosanitari, dalle forze dell’ordine, ma anche attraverso il web e il 1522, il numero antiviolenza della Presidenza del Consiglio. La paura, l’inadeguatezza, il senso di colpa, la mancanza di prospettive, di lavoro, di legislazioni adeguate, spesso costringono le vittime a rimanere con i loro carnefici, che impuniti agiscono ancora più forti nella loro violenza. “È difficile il percorso di uscita dalla violenza, dallo sfruttamento, dalla schiavitù, perché di quella si tratta quando la tua casa diventa una prigione dalla quale non puoi fuggire perché non ci sono alternative – afferma Patriza Zantedeschi, coordinatrice del Centro Veneto Progetti Donna-. Il sostegno psicologico a volte non basta, soprattutto nei casi più gravi, dove c’è bisogno di proteggere la donna dal rischio di venire uccisa, perché le minacce sono all’ordine del giorno. Ma oggi anche a Padova ci sono delle case di accoglienza per donne che decidono di fuggire da situazioni di violenza. Solo così il sostegno alle donne è reale, efficace e duraturo”. Per chiamare: 049 8721277

monetta Tregnago, presidente della Commissione per di allarme e anche sulla solitudine e sull’abbandono di chi la realizzazione delle Pari opportunità tra uomo e donna vive difficoltà in famiglia”. della Regione del Veneto – ci chiedono di non trascurare Il lavoro, intitolato “Il fenomeno degli omicidi domestil’ambiente domestico come luogo di violenza, anche qui, ci in Veneto nel triennio 2009-2011” ha messo in evidennella nostra regione, che per culza dati allarmanti. La famiglia vive confusa tura, economia, attività sociali e Sono 36 i casi di omicidio di volontariato è tra le prime in in ambito familiare e 48 quelli tra antichi valori e Italia. Perciò abbiamo realizzato di tentato omicidio registrati in una realtà nuova da una ricerca, condotta dall’OsVeneto nel triennio 2009-2011; costruire e da ordinare servatorio nazionale Violenza 39 le vittime per i primi e 53 per domestica (Onvd), che ha inteso i secondi, che significa quasi una fotografare il fenomeno per cercare di comprendere in che vittima di omicidio realizzato o mancato a settimana. modo sia possibile contrastarlo con efficacia. Speriamo Gli autori sono 37 uomini e 9 donne nel caso degli possa contribuire a richiamare l’attenzione di tutti noi – di eventi di omicidio tentato, 27 maschi e 9 femmine nel chi governa e amministra, di chi vive le politiche sociali, caso di quelli compiuti. E le vittime (partner, figli, genitori). soprattutto di chi fa prevenzione sul territorio -, sui segnali 31 le femmine e 22 i maschi ad aver subito un tentativo

di uccisione; 28 femmine e 11 maschi sono, invece, stati uccisi da persona a loro legata da relazione parentale o affettiva. È la prima indagine, sia in Veneto che a livello nazionale, a prendere in considerazione anche i casi di tentato omicidio. Oltre al rilievo qualitativo e quantitativo, si è voluto anche offrire una lettura interpretativa del fenomeno. E poiché il sistema giudiziario italiano non distingue gli uxoricidi, o più in generale i femminicidi, dagli altri omicidi – sottraendo così dati e informazioni importanti per la prevenzione del fenomeno -, l’indagine è partita dalla valutazione dei fatti di cronaca ripresi dai media, incrociati con dati giudiziari. L’autore di questi gesti efferati è per lo più una persona continua alla pag. seguente

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Attualità

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>> Una questione culturale e umana >> Una questione culturale e umana

ha un’incidenza rilevante, raggiunge infatti quota 13%. La motivazione prevalente, invece, è la gelosia per oltre il 20% degli omicidi e dei tentati omicidi; la separazione (già presente o in corso) influisce considerevolmente, costituendo la spinta all’evento omicida in oltre il 20% dei casi, molti dei quali vedono autori gli uomini. Infine, un ruolo non trascurabile (10,7%) sembra giocare il fattore economico. “La nostra continua ricerca sui temi – mette in evidenza Marina Bacciconi, responsabile dell’Onvd - è sollecitata dall’interesse via via cresciuto verso il fenomeno della violenza in ambito familiare, nonché dalla carenza di informazioni complessive e compiute e perciò dalla difficoltà di fondare la lettura critica dell’aspetto “più estremo” della violenza. Viviamo una realtà culturale e sociale sempre più in rapido mutamento – continua – e, in parte, sempre più ambivalente e connotata da ipocrisia, insomma “in mezzo al guado” tra una sponda dove permangono “antichi” valori e gerarchie “superate” e una dove ancora tutto è da costruire, da ordinare. Non vogliamo attribuire esclusivamente all’oggi, alle sue caratteristiche né la violenza familiare nel suo complesso, né le uccisioni che in questo contesto si concretizzano. La violenza in famiglia di certo, pur sotto altre forme e con altre connotazioni, esiste con l’esistere dell’uomo, forse parte costitutiva dell’aspetto dolente dell’umanità”.

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ono tante, ogni anno sempre di più, per la maggior parte italiane, ma anche molte straniere. Subiscono violenze ripetute e spesso hanno figli minori che devono proteggere e crescere. Arrivano al Centro antiviolenza attraverso vari canali, principalmente inviate dai servizi sociosanitari, dalle forze dell’ordine, ma anche attraverso il web e il 1522, il numero antiviolenza della Presidenza del Consiglio. La paura, l’inadeguatezza, il senso di colpa, la mancanza di prospettive, di lavoro, di legislazioni adeguate, spesso costringono le vittime a rimanere con i loro carnefici, che impuniti agiscono ancora più forti nella loro violenza. “È difficile il percorso di uscita dalla violenza, dallo sfruttamento, dalla schiavitù, perché di quella si tratta quando la tua casa diventa una prigione dalla quale non puoi fuggire perché non ci sono alternative – afferma Patriza Zante deschi, coordinatrice del Centro Veneto Progetti Donna-. Il sostegno psicologico a volte non basta, soprattutto nei casi più gravi, dove c’è bisogno di proteggere la donna dal rischio di venire uccisa, perché le minacce sono all’ordine del giorno. Ma oggi anche a Padova ci sono delle case di accoglienza per donne che decidono di fuggire da situazioni di violenza. Solo così il sostegno alle donne è reale, efficace e duraturo”. Per chiamare: 049 8721277

“Le notizie riportate dai media – afferma Simonetta territorio -, sui segnali di allarme e anche sulla solitudine e Tregnago, presidente della Commissione per la realizza- sull’abbandono di chi vive difficoltà in famiglia”. zione delle Pari opportunità tra uomo e donna della RegioIl lavoro, intitolato “Il fenomeno degli omicidi domestine del Veneto – ci chiedono di non trascurare l’ambiente ci in Veneto nel triennio 2009-2011” ha messo in evidendomestico come luogo di violenza, za dati allarmanti. La famiglia vive confusa anche qui, nella nostra regione, che Sono 36 i casi di omicidio in per cultura, economia, attività soambito familiare e 48 quelli di tentra antichi valori e ciali e di volontariato è tra le prime tato omicidio registrati in Veneto nel una realtà nuova da in Italia. Perciò abbiamo realizzato triennio 2009-2011; 39 le vittime costruire e da ordinare per i primi e 53 per i secondi, che siuna ricerca, condotta dall’Osservatorio nazionale Violenza domestica gnifica quasi una vittima di omicidio (Onvd), che ha inteso fotografare il fenomeno per cercare realizzato o mancato a settimana. di comprendere in che modo sia possibile contrastarlo con Gli autori sono 37 uomini e 9 donne nel caso degli efficacia. Speriamo possa contribuire a richiamare l’atten- eventi di omicidio tentato, 27 maschi e 9 femmine nel caso zione di tutti noi – di chi governa e amministra, di chi vive di quelli compiuti. E le vittime (partner, figli, genitori). 31 le politiche sociali, soprattutto di chi fa prevenzione sul le femmine e 22 i maschi ad aver subito un tentativo di uc-

cisione; 28 femmine e 11 maschi sono, invece, stati uccisi da persona a loro legata da relazione parentale o affettiva. È la prima indagine, sia in Veneto che a livello nazio nale, a prendere in considerazione anche i casi di tentato omicidio. Oltre al rilievo qualitativo e quantitativo, si è vo luto anche offrire una lettura interpretativa del fenomeno. E poiché il sistema giudiziario italiano non distingue gli uxoricidi, o più in generale i femminicidi, dagli altri omi cidi – sottraendo così dati e informazioni importanti per la prevenzione del fenomeno -, l’indagine è partita dalla valutazione dei fatti di cronaca ripresi dai media, incrociati con dati giudiziari. L’autore di questi gesti efferati è per lo più una persona conosciuta alla vittima: nel 45,6% dei casi il contesto è continua alla pag. seguente

continua dalla pagina precedente

conosciuta alla vittima: nel 45,6% dei casi il contesto è quello del rapporto di coppia (matrimonio, convivenza, fidanzamento); nell’8,7% la mano è quella dell’ex, e per ben il 26% è lo scontro tra genitori e figli a portare al gesto estremo. Un tratto comune ai fatti presi in considerazione dalla ricerca è la patologia mentale dell’autore (in particolare aspetti depressivi e paranoidi), che tocca ben il 41,6% per i soli casi di omicidio. Anche l’abuso alcolico

TRIENNIO NERO

QUANDO SI UCCIDE?

N

È

ei primi sei mesi del 2011 sono ben 1224 sul territorio regionale i casi di violenza domestica: 1174 gli autori e quasi 1500 le vittime dirette o della cosiddetta “violenza assistita”. Si registra pure l’impennata dei tentati omicidi, che toccano quota 23, rispetto ai 13 del 2009 e agli 11 del 2010. Nel corso del triennio, invece, si riscontra una flessione degli omicidi: 14 nel 2009, 12 nel 2010 e infine 10 nel 2011.

la primavera la stagione che registra la maggiore incidenza di omicidi o tentati omicidi (31%), giugno il mese con la massima concentrazione (12 casi, 14,2%) e c’è pure un giorno della settimana in cui si perde la testa più facilmente: è il mercoledì con il 22,8%.

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L’intervista

>> Lo scrittore

di Germana Urbani

V

isto il tema del suo libro l’ho subito associato ai libri di un grande scrittore del ‘900, Mario Tobino, che era anche uno psicologo. Della follia egli diceva che “è come le termiti che si sono impadronite di un trave. Questo appare intero. Vi si poggia il piede, e tutto fria e frana. Follia maledetta, misteriosa natura” “Mario Tobino viene infatti citato e ricordato nel corso del mio libro, dal momento che “ La Casa del Sollievo Mentale” altro non è, in fin dei conti, che un grande spartito della follia umana, di cui Tobino fu senz’altro un interprete sensibile e acuto”. Nel suo libro la follia pare strettamente connessa alla corruzione, la via maestra verso gli inferi della nostra cattiva coscienza. E’ così? “Per me la pazzia nasce da una profonda sofferenza psichica, un vero e proprio pathos dovuto all’incapacità di accettare le regole del mondo, del cosiddetto “mondo civile”, di cui vedo con sgomento le tragedie storiche e gli orrori umanitari. E difronte a tale quotidiano teatro della crudeltà purtroppo posso fare ben poco, se non denunciarlo attraverso la mia scrittura grottesca e delirante. Sentendomi infatti assai spesso sull’orlo dell’impotenza, per non sprofondare nella disperazione, alla fine ho scelto di far parlare i personaggi dei miei libri attraverso un lucido delirio, di modo che il reale (che non accetto, ripeto, e che mi addolora e umilia) possa diventare surreale. E l’ironia e il sarcasmo possano così difendermi dalle tristezze della vita”. La provincia che descrive a pennellate forti non ha il gusto dell’ amarcord, anzi! Sembra essere proprio la provincia ad alimentare l’inferno della mente che caratterizza i personaggi che si dibattono tra bigottismo e voglia di trasgressione e spesso si lasciano andare a turpi erotomanie. Una metafora dei nostri tempi o un semplice gioco letterario? “L’ambiente naturale e sociale delle mie storie è quello della provincia, in particolare quella veneta, in cui si riflettono i vizi e i difetti di tutta la nazione

Un romanzo esilarante e grottesco, affresco tagliente su una umanità disperata

Il nuovo libro di Permunian, applauditissimo dai maggiori critici italiani, affronta il tema della follia umana e storica, la follia del Novecento e della sua efferatezza (turpitudini comprese). Anche il vecchio nazista - che si nasconde nella seconda parte del libro- nella realtà storica corrisponde a uno di quei tanti reduci della RSI, collaboratori dei nazisti, che ancora vivono o sono vissuti ben nascosti e protetti in qualche angolo di quelle terre attorno al lago di Garda, sulle cui sponde ebbe

sede l’ultimo baluardo nazi-fascista. Voglio dire insomma che tale virus - il virus dell’intollerenza politica e razziale - è un mostro ancora oggi attuale e che, sia pur sottotraccia, esso scorre sotto la pelle di una certa Italia, di una certa Europa frustrata continua alla pag. seguente

LA BIBLIOGRAFIA

F

rancesco Permunian, nato a Cavarzere nel 1951, vive e lavora come bibliotecario a Desenzano sul lago di Garda. Il suo primo romanzo, Cronaca di un servo felice, è del 1999 (Meridiano Zero). Nel 2001 è uscito Camminando nell’aria della sera e nel 2003 Nel paese delle ceneri, entrambi presso Rizzoli. Seguono nel 2005 Il principio della malinconia (Quodlibet) e nel 2009 Dalla stiva di una nave blasfema (Diabasis). Il suo ultimo libro, La casa del sollievo mentale, è edito da Nutrimenti.


L’intervista

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>> Lo scrittore segue dalla pagina precedente

>> Lo scrittore

di Germana Urbani

V

isto il tema del suo libro l’ho subito associato ai libri di un grande scrittore del ‘900, Mario Tobino, che era anche uno psicologo. Della follia egli diceva che “è come le termiti che si sono impadronite di un trave. Questo appare intero. Vi si poggia il piede, e tutto fria e frana. Follia maledetta, misteriosa natura” “Mario Tobino viene infatti citato e ricordato nel corso del mio libro, dal momento che “ La Casa del Sollievo Mentale” altro non è, in fin dei conti, che un grande spartito della follia umana, di cui Tobino fu senz’altro un interprete sensibile e acuto”. Nel suo libro la follia pare strettamente connessa alla corruzione, la via maestra verso gli inferi della nostra cattiva coscienza. E’ così? “Per me la pazzia nasce da una profonda sofferenza psichica, un vero e proprio pathos dovuto all’incapacità di accettare le regole del mondo, del cosiddetto “mondo civile”, di cui vedo con sgomento le tragedie storiche e gli orrori umanitari. E difronte a tale quotidiano teatro della crudeltà purtroppo posso fare ben poco, se non denunciarlo attraverso la mia scrittura grottesca e delirante. Sentendomi infatti assai spesso sull’orlo dell’impotenza, per non sprofondare nella disperazione, alla fine ho scelto di far parlare i personaggi dei miei libri attraverso un lucido delirio, di modo che il reale (che non accetto, ripeto, e che mi addolora e umilia) possa diventare surreale. E l’ironia e il sarcasmo possano così difendermi dalle tristezze della vita”. La provincia che descrive a pennellate forti non ha il gusto dell’ amarcord, anzi! Sembra essere proprio la caratprovincia ad alimentare l’inferno della mente che carat terizza i personaggi che si dibattono tra bigottismo e voglia di trasgressione e spesso si lasciano andare a turpi erotomanie. Una metafora dei nostri tempi o un semplice gioco letterario? “L’ambiente naturale e sociale delle mie storie è quello della provincia, in particolare quella veneta,

Un romanzo esilarante e grottesco, affresco tagliente su una umanità

Il nuovo libro di Permunian, applauditissimo dai maggiori critici italiani, affronta il tema della follia umana e storica, la follia del Novecento e della sua efferatezza in cui si riflettono i vizi e i difetti di tutta la nazione (turpitudini comprese). Anche il vecchio nazista - che si nasconde nella seconda parte del libro- nella realtà storica corrisponde a uno di quei tanti reduci della RSI, collaboratori dei nazisti, che ancora vivono o sono vissuti ben nascosti e protetti in qualche angolo di quelle terre attorno al lago di Garda, sulle cui sponde ebbe

tollerenza politica e razziale - è un mostro ancora oggi attuale e che, sia pur sottotraccia, esso scorre sotto la pelle di una certa Italia, di una certa Europa frustrata e violenta. Sta alla letteratura, e all’arte in genere, dire e segnalare per tempo queste inquietudini, queste febbri pericolose. Sta però alla politica intervenire con le opportune misure, anche le più radicali.

La bibLiografia

F

rancesco Permunian, nato a Cavarzere nel 1951, vive e lavora come bibliotecario a Desenzano sul lago di Garda. Il suo primo romanzo, Cronaca di un servo felice, è del 1999 (Meridiano Zero). Nel 2001 è uscito Camminando nell’aria della sera e nel 2003 Nel paese delle ceneri, entrambi presso Rizzoli. Seguono nel 2005 Il principio della malinconia (Quodlibet) e nel 2009 Dalla stiva di una nave blasfema (Diabasis). Il suo ultimo libro, La casa del sollievo mentale,

e violenta. Sta alla letteratura, e all’arte in genere, dire e segnalare per tempo queste inquietudini, queste febbri pericolose. Sta però alla politica intervenire con le opportune misure, anche le più radicali. Tornando dunque alla provincia veneta, essa ai miei occhi ha smarrito da un pezzo i tratti del Veneto felix di comissiana memoria, niente oggi vi è più di quel mondo lontano”! Nel libro vengono citati anche altri due grandi scrittori contemporanei: Ceronetti, che ad un certo punto entra in scena tra i personaggi, e Cioran. Un omaggio? E soprattutto perché proprio loro? “Ceronetti e Cioran li ho scelti perchè interpreti, a mio avviso, di quella moderna e ragionevolissima e tutta laica disperazione che insorge sempre “all’apparir del vero”, per ricordare un verso di Giacomo Leopardi che funge da titolo a un gran bel libro di Rolando Damiani”. Quel bambino che verso la fine del libro “ancora grida nella notte, reclamando indietro la vita” è, un po’, Francesco Permunian? “Quel bambino che verso la fine del libro “ancora

Sono terribili i segreti famigliari nascosti tra le mura del manicomio di provincia grida nella notte reclamando indietro la vita” rappresenta l’innocenza dell’infanzia che si contrappone allo sfacelo della vecchiaia degenerata e corrotta, simboleggiata dal vecchio nazista. Rappresenta la vita contro la morte e il silenzio. Rappresenta soprattutto il bisogno primario di un’illusione (sia pur puerile e anarchica) di giustizia e libertà, avendo la consapevolezza di dover vivere purtroppo in un mondo senza Dio e perciò ingiusto e corrotto”. Dio non trova spazio nella sua vita? “Dio l’ho perso da ragazzino anche se sono stato per anni amico di Sergio Quinzio e Padre Turoldo. Io sono laicamente leopardiano, l’homo affida la possibilità di trascendenza alla permanenza delle sue opere, alla letteratura”. Lei è nato a Cavarzere, nel veneziano, a poca distanza dal Delta del Po. Cosa rimane di quella terra in lei e nei suoi romanzi? “Sono talmente legato alla mia terra da considerarmi polesano prima che veneto, pur vivendo da quasi 30 anni in Lombardia. Si tratta di un legame viscerale che credo emerga chiaramente nel mio libro Dalla stiva di una nave blasfema, un testo che ho scritto sentendo che era tempo di mettere agli atti questa memoria per consegnarla ai nipoti, ai posteri. E’ un libro che viene da lontano e che contiene delle foto che io stesso, prima di partire trent’anni fa, avevo commissionato ad un fotografo con l’idea di portare con me un ricordo vivo della terra in cui sono nato. Un mondo contadino, povero, sottosviluppato, una zona depressa dove il benessere è arrivato con molto ritardo. Una terra da cui ho visto partire tanti parenti e amici con cui giocavamo nella via dove abitavo. Solo alcuni dei 300 mila partiti dal Polesine negli anni ’60, dopo la grande tragedia dell’alluvione che alla fame aggiunse altra fame, sono tornati. Io sono nato lo stesso anno dell’alluvione – il 1951

LA TRAMA DEL LIBRO

È

un bibliotecario del lago di Garda il protagonista di La Casa del Sollievo Mentale, un’opera esilarante e grottesca, divertente e blasfema, dolce e terribile, con scene autenticamente hard e noir: sesso di vecchie signore con animali, pie dame che si prostituiscono a fin di bene, balli notturni con bambole di gomma, una zia che parla con la Madonna, marchettari necrofori e ballerine alcolizzate… E poi, orribili segreti familiari nascosti tra le mura di un manicomio di provincia: la Casa del Sollievo Mentale. Storie che rotolano insieme verso un finale cupo nel buio di una soffitta abitata da un vecchio criminale nazista e dalle ombre delle sue vittime. Ma oltre questa sarabanda di fatti più o meno turpi, di personaggi più o meno inetti e spregevoli – medici, confessori, militari, falegnami, donne di carità – si sente scorrere in profondità per tutto il libro – come un vento sotterraneo e infernale – la nostalgia potente per un mondo perduto, per una ‘beltà’ svanita. Nostalgia usata come un’arma che apre, scalza, mette a nudo tic e manie del nostro basso impero. Una scrittura, quella di Permunian, che conosce tutti i registri del grottesco e del farsesco, riuscendo attraverso la sua vena surreale a gettare uno sguardo acuminato sulla realtà e sull’attualità svelandone gli aspetti più incredibili e corrotti. Cresciuto al disincanto di una certa cultura veneta, Comisso e Parise, l’autore felicemente ancor più si accompagna a quegli autori dell’Est europeo che hanno popolato le nostre fantasie e sogni più bizzarri: da Schulz a Gombrowicz fino al grande Gogol. Storia buffa e struggente, feroce e crudele, come a suo tempo aveva già intuito Luca Doninelli che scrisse dell’autore: “Permunian appartiene alla schiva tradizione degli scrittori crudeli per obbligo”.

– e quell’evento mi è rimasto nel Dna come l’estremo disagio sociale in cui sono cresciuto. Anche questo però ha fatto di me l’uomo che sono. E se devo scegliere una definizione direi che sono un anarchico anche grazie al fatto di essere cresciuto politicamente a Cavarzere, un paese che si diceva essere “la spina di sangue nel cuore bianco di Maria”, cioè una roccaforte del Pci nel Veneto bianco! Dentro di me è forte il ricordo di quel mondo alla Peppone e don Camillo, ed è in parte anche quel propulsore che mi spinge a credere di poter cambiare la società attraverso la letteratura. Perché la letteratura fine a se stessa mi annoierebbe!”. Come nasce la sua passione per la scrittura? “La scrittura è il mezzo attraverso il quale cerco una rivincita per le mie illusioni cadute e per il dolore che ne è seguito. I sogni incarnati nel ’68 sono stati fagocitati dalla modernità, ho visto alcuni miei maestri farsi parte di quella borghesia contro cui lottavamo per averne dei vantaggi materiali… Sono rimasto molto deluso!”. Da dove le vengono le idee per le trame dei suoi romanzi? “Io sono un “vampiro di storie”, le raccolgo ovunque ma spesso è proprio la mia terra natale a fornirmele. Quando vado a trovare i miei genitori al paese seguo quasi un rituale fisso: la mattina passo a prendere il giornale, poi il caffè al bar “La Piazzetta” davanti al Duomo. Qui raccolgo le prime storie, la gente mi racconta le chiacchiere e io, come una pettegola ne sono ghiotto. Poi vado in pasticceria da Celio per acquistare la crostata per mia madre e non torno a casa se prima non sono passato a farmi misurare la pressione dal dottor Paolo Pavanato, mio ex compagno di scuola. A volte passo in biblioteca o vado all’archivio di Stato di Rovigo, amo molto documentarmi su questi luoghi legati profondamente all’acqua. A volte passo a trovare lo storico Carlo Baldi e poi parto per il mare, verso la Sacca degli Scardovari che è il mio luogo prediletto. Qui mi seggo, guardo la vasta distesa d’acqua, leggo e a volte scrivo”. Il suo libro preferito? “Don Chisciotte della Mancia, un libro che sta alla base della letteratura moderna e che descrive un personaggio in cui mi ritrovo molto sempre preso da una guerra che non è altro se non la discrasia tra il mondo reale e l’irreale”. Lo scrittore contemporaneo che ritiene andrebbe letto da tutti? “Juan Rulfo, il maggiore scrittore messicano del ‘900. Mi identifico in lui in modo particolare perché anche lui ha radici contadine con uno spunto fortemente visionario. Diciamo che è il mio maestro segreto”. Qual è il suo rapporto con le nuove tecnologie? Lei twitta i suoi pensieri come fanno molti scrittori contemporanei? “No assolutamente. Io amo usare carta e penna, porto sempre con me diversi taccuini e ho una collezione infinita di matite. Naturalmente il computer lo uso ma la prima stesura dei miei scritti è sempre fatta a mano così come le correzioni”. Un sogno nel cassetto? “Uno qualsiasi? Vedere la sinistra unita! Sarebbe davvero un miracolo. Sono stato molto attivo in politica, tesserato con il Pci sono stato eletto anche consigliere comunale ma poi è subentrata la disillusione e dopo la morte di Berlinguer non ho più fatto alcuna tessera. E oggi sono altri giorni perché - come ebbe a scrivere Philippe Jaccottet, un grande poeta francese - “arriva sempre l’età in cui ci si volge indietro per porgere la testa alla corona dei ricordi”. E chi non lo sa fare è un pover’uomo, perchè i ricordi anche se pesano sono un bene prezioso”.


10 Luoghi da scoprire >> Gita fuori porta

Villa Barbaro, capolavoro di Palladio e di Veronese A Maser, tra le colline trevigiane, un gioiello patrimonio dell’Unesco che ancora oggi è anche una tenuta agricola che produce ottimo vino doc

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di Germana Urbani

UN VINO DA DEGUSTAZIONE

mmersa nel verde delle colline trevigiane e poco lontana da Asolo, Villa Barbaro di Maser e il territorio che le sta intorno meritano non solo una visita, a chi può consigliamo, infatti, di fermarsi in zona per un bel fine settimana. Questa Villa è uno dei capolavori di Andrea Palladio, che per la sua bellezza e singolarità è già stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco. Ancor oggi rimane al centro della sua fiorente tenuta agricola, dalla cui cantina storica escono vini di grande pregio. La primavera è davvero il periodo migliore per visitarla e godere, fin dal cortile d’ingresso, dei colori di glicine, rose e begnonie rampicanti che fioriscono in successione da aprile ai primi di luglio. La facciata dell’edificio è imponente e per disegnarla Palladio si ispirò alle forme degli antichi templi romani, dando così religiosa maestosità e importanza ai quartieri di residenza dei Barbaro. Ai lati i porticati uniscono il corpo centrale con le loggie laterali destinate alle attività agricole, che sono sormontate da due colombare. Varcata la soglia della Villa resterete ammagliati dagli splendidi affreschi di Paolo Veronese, uno dei tesori più importanti del rinascimento veneziano. Le sei sale affrescate, con gli stucchi di Alessandro Vittoria, costituiscono il suo più esteso e importante lavoro in affresco dell’artista. La sala di Bacco è sicuramente una delle più maestose. Il dio fa dono dell’uva ai pastori in mezzo ai pergolati: un inno all’abbondanza e la bontà dei frutti dei vigneti

Foto: Jenny Matthews/ActionAid - Grafica: Marco Binelli

Einstein?

Aiutalo a diventare grande, con l’adozione a distanza. Milioni di bambini nel Sud del mondo crescono malnutriti e senza diritti. Ma chissà cosa potrebbero fare se potessero avere cibo, acqua potabile, cure mediche e un’istruzione. Adotta un bambino a distanza, aiuterai lui e la sua comunità a costruirsi un futuro migliore. Oggi cambiare il mondo dipende da te. Un giorno, dipenderà da lui!

LA COLLEZIONE DI CARROZZE

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articolarmente preziosa e unica è la collezione di carrozze composta da una trentina di veicoli rappresentativi di quello che fu il trasporto su ruota nel nostro paese nel XIX e XX secolo. Furono raccolti e restaurati dal Conte Enrico Luling Buschetti. Pezzi forti della collezione sono la diligenza postale che abbiamo visto in tanti film western o il brougham, detto brùm, il taxi milanense dell’ottocento.

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Sarà il prossimo

Per ricevere le informazioni sul bambino e la comunità che potrai sostenere, spedisci in busta chiusa il coupon qui riportato a: ActionAid - Via Broggi 19/A - 20129 Milano, invialo via fax al numero 02/29537373 oppure chiamaci allo 02/742001.

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a Villa si trova nel Veneto settentrionale, nel cuore della D.O.C. Montello e Colli Asolani che include le colline a sud delle Dolomiti, ad ovest del fiume Piave, in provincia di Treviso. Le uve per l’antica cantina sono coltivate secondo le regole della lotta integrata eco-compatibile nei 30 ettari di vigneto attentamente selezionati nel cuore della tenuta di 230 ettari che circonda la Villa. della Villa. Accanto a lui un pastore è quasi appisolato dopo aver goduto della piacevole bevanda, e ascolta il vortice di musica e di putti svolazzanti che ha luogo nella sua testa. Sulla volta di un’altra bellissima stanza è rappresentato il Tribunale dell’Amore. La giovane sposa in ginocchio tra il marito e il difensore sta per essere giudicata per la sua condotta. Il giudice seduto sulla nuvola è assistito dalla giustizia con un mazzo di fiori in una mano e una clava nell’altra pronta ad eseguire la sentenza, e un volo di putti che lanciano fiori suggeriscono il lieto fine alla vicenda. Anche in questa stanza il trompe l’oeil è molto raffinato. Nicchie con statue decorano le pareti, paesaggi in cui Veronese si è divertito a dipingere scene vita quotidiana rispondono a quelli reali fuori dalle finestre, perfino in un angolo un paio di pantofole e una scopetta dimenticate dal pittore. E da un’infilata di porte si vede nel fondo un giovane signore… E’ Paolo Veronese in persona che si è dipinto alla Villa di Maser in segno di affetto per questo luogo a lui particolarmente caro per la sua bellezza alla quale ha contribuito con il suo lavoro. Ma prima di lasciare la villa non mancate di passare nella storica cantina e di concedervi la degustazione degli ottimi vini prodotti dall’azienda. Ad Aprile, maggio e giugno la Villa è visitabile da martedì a sabato 10-18, domenica e festivi 11-18.


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12 Sì, viaggiare FRANCIA

Marsiglia, luce mediterranea

IL PROSSIMO ANNO SARÀ CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA MA GIÀ DA TEMPO LA SECONDA PIÙ GRANDE METROPOLI TRANSALPINA SI STA ATTREZZANDO PER IL FUTURO GRAZIE AD UN GRANDE PROGETTO DI AMMODERNAMENTO LA CITTÀ È TUTTA RACCOLTA INTORNO AL SUO CARATTERISTICO PORTO VECCHIO ALLA DOMINANTE BASILICA DI NOTRE DAME DE LA GARDE E ALLA FORTEZZA DI SAINT JEAN ALL’ORIZZONTE SVETTA IL SUGGESTIVO CHATEAU D’IF DEL CONTE DI MONTECRISTO

IL PANORAMA DI MARSIGLIA CON IL SUO PORTO VECCHIO E LE ISOLE D’IF E FRIOULE.

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icono che il cielo di Marsiglia sia il più luminoso d’Europa. Di sicuro l’anno prossimo sarà il più ammirato, in quanto la città sarà capitale europea della cultura. Un’occasione in più per dimostrare quanto siano lontani certi stereotipi di cinematografica memoria, che descrivevano Marsiglia come una città pericolosa. La seconda metropoli di Francia, fondata nel VI secolo a.C. dai Focesi (una popolazione di origine greca), è oggi lo specchio ideale di un’integrazione sociale esemplare che ha permesso ai tanti immigrati nordafricani (tra essi anche la famiglia di Zidane...) di costruirsi un futuro migliore. Marsiglia vive intorno al suo porto vecchio, un’insenatura naturale di straordinaria bellezza dominata

dall’alto dalla cupola della grande basilica di Notre Dame de La Garde e, sul versante opposto, dall’antica fortezza di Saint Jean. Nel porto vecchio oggi sono attraccate le imbarcazioni turistiche, mentre navi da crociera e grandi cargo gettano l’ancora nel nuovo terminal che si affaccia direttamente sul mare. All’orizzone svetta il profilo dello Chateau d’If, l’antica prigione costruita su uno scoglio dove è Alexandre Dumas padre ha ambientato il suo famosissimo romanzo “Il conte di Montecristo”. E poco più in là si scorge anche l’isola di Frioule, famosa per le sue insenature naturali color smeraldo. La vecchia Marsiglia, quella cara a tanti romanzieri e artisti, nonchè ai marinai di CONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE

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14 Sì, viaggiare FRANCIA

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Marsiglia, luce mediterranea

Il prossI prossImo anno sarà capI capItale europea della cultura ma gI gIà da tempo la seconda pIù grande metropolI metropolI transalp transalpIIna sI sta attrezzando per Il futuro grazIIe ad un grande progetto graz dI ammodernamento la cI cIttà è tutta raccolta Intorno al suo caratterI caratterIst stIIco porto vecchI vecchIo alla domI domInante basI basIlIca dI notre dame de la garde e alla fortezza dI dI saInt Jean all’or ll’orIIzzonte svetta Il suggestI suggestIvo chateau d’If del conte dI dI montecr ontecrIIsto

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icono che il cielo di Marsiglia sia il più luminoso d’Europa. Di sicuro l’anno prossimo sarà il più ammirato, in

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crociera e grandi cargo gettano l’ancora nel nuovo terminal che si affaccia direttamente sul mare. All’orizzone svetta il profilo dello

Marsiglia, luce me

passaggio, la si ritrova nel Panier, il quartiere più antico della città che una sapiente politica di riqualificazione urbana sta portando lentamente a nuova vita. Nel cuore del Panier, incastonato fra le sue pittoresche case, c’è la Vieille Carité, l’ex ospizio per l’accoglienza dei poveri costruito alla fine del Seicento. Nelle tante sale che occhieggiano fra le sue arcate sono ospitate mostre temporanee e permanenti. Una è dedicata persino all’antico Egitto.Chiude a fine marzo invece la mostra dedicata alla vecchia Marsiglia vista da grandi pittori del

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XIX e XX secolo. Le loro opere restituiscono una città che in parte non c’è più, ma che nell’anima è rimasta la stessa di allora. Prospera e accogliente, vivace e amante della cultura. Nell’ultimo decennio la città ha guardato (e continua a guardare) con decisione al futuro. Il progetto Euroméditerranée ha permesso di ristrutturare i quartieri a nord della stazione marittima, creando anche un importante polo scientifico. Un’articolata linea di metrò permette di raggiungere comodamente ogni punto della città, fino alle pendici dell’Etoile. In superficie corre anche un moderno tram. Marsiglia è stata scoperta in queste settimane anche da tanti tifosi interisti, in occasione della sfortunata partita di Champions League, giocata al mitico stadio Velodrome, tempio dell’Olympique Marsiglia, semplicemente OM per i marsigliesi. I suoi tifosi per tradizione prima di ogni partita importante salgono a Notre Dame de la Garde per chiedere un aiutino in più... Oltre alla grande basilica che domina la città, tappezzata di migliaia di ex voti lasciati soprattutto da marinai usciti vivi da tremendi naufragi, Marsiglia vanta una

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Sì, viaggiare 15 francia

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Marsiglia, luce mediterranea

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Il prossI prossImo anno sarà capI capItale europea della cultura ma gI gIà da tempo la seconda pIù grande metropolI metropolI transalp transalpIIna sI sta attrezzando per Il futuro grazIIe ad un grande progetto graz dI ammodernamento la cI cIttà è tutta raccolta Intorno al suo caratterI caratterIst stIIco porto vecchI vecchIo alla domI domInante basI basIlIca dI notre dame de la garde e alla fortezza dI dI saInt Jean all’or ll’orIIzzonte svetta Il suggestI suggestIvo chateau d’If del conte dI dI montecr ontecrIIsto

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crociera e grandi cargo gettano l’ancora nel nuovo terminal che si affaccia direttamente sul mare. All’orizzone svetta il profilo dello

Marsiglia, luce mediterranea XIX e XX secolo. Le loro opere restituiscono una città che in parte non c’è più, ma che nell’anima è rimasta la stessa di allora. Prospera e accogliente, vivace e amante della cultura. Nell’ultimo decennio la città ha guardato (e continua a guardare) con decisione al futuro. Il progetto Euroméditerranée ha permesso di ristrutturare i quartieri a nord della stazione marittima, creando anche un importante polo scientifico. Un’articolata linea di metrò permette di raggiungere comodamente ogni punto della città, fino alle pendici dell’Etoile. In superficie corre anche un moderno tram. Marsiglia è stata scoperta in queste settimane anche da tanti tifosi interisti, in occasione della sfortunata partita di Champions League, giocata al mitico stadio Velodrome, tempio dell’Olympique Marsiglia, semplicemente OM per i marsigliesi. I suoi tifosi per tradizione prima di ogni partita

passaggio, la si ritrova nel Panier, il quartiere più antico della città che una sapiente politica di riqualificazione urbana sta portando lentamente a nuova vita. Nel cuore del Panier, incastonato fra le sue pittoresche case, c’è la Vieille Carité, l’ex ospizio per l’accoglienza dei poveri costruito alla fine del Seicento. Nelle tante sale che occhieggiano fra le sue arcate sono ospitate mostre temporanee e permanenti. Una è dedicata persino all’antico Egitto.Chiude a fine marzo invece la mostra dedicata alla vecchia Marsiglia vista da grandi pittori del

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bellissima cattedrale, Ste-Marie-Majeure la cui facciata policroma in stile neobizantino ricorda certe chiese di stile pisano. Tantissimi i musei, per una visita c’è solo l’imbarazzo della scelta. Oltre a quelli ospitati alla Vieille Carité, vanno ricordati quello delle Belle Arti, il cui restauro sta per essere completato, e il Cantini dedicato alla pittura del Novecento. Cuore pulsante della città è Rue de la Canebière, la via che conduce al Porto Vecchio. Nel Medio Evo vi si affacciavano le botteghe che lavoravano la canapa. Oggi è la via dello struscio. I rapidissimi e comodi collegamenti autostradali e ferroviari permettono di spostarsi con facilità, magari per un’escursione alla vicina Avignone, la città dei Papi, il cui Palazzo, uno dei più imponenti della cristianità, da solo merita la visita nella splendida cittadina provenzale che nel XIV secolo per sessant’anni fu sede pontificia. Richiamando alla corte dei papi artisti del calibro di Francesco Petrarca e Simone Martini. Dal 1995 Avignone, che è anche prestigiosa sede universitaria, è stata proclamata Patrimonio Universale dell’Unesco.

BOUILLABAISSE E FRUTTI DI MARE Marsiglia a tavola è soprattutto la Bouillabaisse, la zuppa fatta con tanti pesci, pregiati e non, crostacei, verdure dai sapori forti e un pizzico di zafferano. Viene cotta a lungo e a bassa temperatura. Ogni ristorantino che si affaccia sul Porto Vecchio apporta qualche variante alla ricetta tradizionale. La zuppa di mare, saporitissima, richiama alla memoria il caciucco livornese. La città pullula di ristorantini. Uno, La Boite à la Sardine, in Rue de La Liberation, propone conchiglie, ricci di mare e crostacei. E’ un posticino molto caratteristico, tappezzato interamente di coloratissime scatole di sardine. All’ingresso c’è un omino che apre in continuazione ostriche. Dentro si sta stretti, ma si respira un’atmosfera marinara unica. Spendendo 20-30 euro al massimo. Grandissimi i vini della regione, dai quelli della Valle del Rodano e al prestigioso Chateneuf du Pape.

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16 Motori >> Automobili

Le principali Case automobilistiche straniere puntano molto sull’uso di tecnologie e soluzioni ecologiche

Renault RENAULT ZOE, 100% DI ELETTRICITÀ

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enault non molla e al Salone Internazionale dell’Auto di Ginevra, presenta al grande pubblico Zoe, prima auto progettata per essere al 100% elettrica, accessibile a tutti, a partire da 15.700 euro, ideale per un utilizzo quotidiano. Le avanzate tecnologie di Zoe, che danno luogo a sei anteprime mondiali, sono al servizio della semplicità di utilizzo, dell’autonomia e della connettività. Dopo Fluence Z.E., berlina distintiva, Kangoo Z.E, veicolo commerciale (entrambi lanciati nel 2011), e Twizy, l’urban crosser, Renault mette, con Zoe, la mobilità Zero Emissioni alla portata di un’ampia platea, in linea con l’impegno iscritto nella firma di Marca “Renault Drive The Change”. Grazie al veicolo elettrico e al lavoro realizzato sulle motorizzazioni termiche, Renault si è impegnata, con il piano “Renault 2016 - Drive the Change”, a ridurre la sua impronta carbonio a livello mondiale del 10% entro il 2013, e di un 10% supplementare tra il 2013 e il 2016. Questa scelta strategica è oggi già visibile su strada. “Zoe, presentata al Salone di Ginevra nella sua versione definitiva, è l’ambasciatrice della gamma Renault Z.E. L’auto, dal design compatto e accattivante, integra tutta l’eccellenza di Renault nella tecnologia elettrica ad un prezzo accessibile, e segna l’ingresso in una nuova era, quella della mobilità elettrica accessibile a tutti, confermando l’impegno che abbiamo assunto a favore del veicolo elettrico. Si tratta di una nuova tappa tecnologica per Renault, che è sempre riuscita, in 110 anni di storia, a rendere accessibili innovazioni fondamentali” ha dichiarato Carlos Ghosn, Presidente Direttore Generale di Renault. “Questo approccio - ha

concluso Ghosn - d’innovazione per tutti si rinnova attraverso la nostra gamma di motori Energy. Derivata dalla nostra esperienza e dal nostro successo in F1, questa gamma di otto motori, di cui due svelati oggi, coniuga performance, piacere di guida e sobrietà in termini di consumi ed emissioni di CO2”.

Kia SPORTIVAMENTE RIO

K

ia, la 3 porte della Rio, che completa la gamma della compatta nel segno della sportività. Questo ulteriore modello, disegnato per il mercato europeo, arricchisce l’attrattiva della nuova Rio andando incontro alle esigenze di una fascia di clientela del segmento B che può trovare in questa versione un motivo in più per accostarsi al marchio Kia. La 3 porte, che sarà commercializzata dal primo trimestre 2012 rappresenterà nelle previsioni di mercato dal 20 al 25% delle vendite del modello. La vettura conserva le stesse dimensioni della 5 porte e mantiene la stessa linea del tetto, basso e slanciato, che esalta il look sportivo della carrozzeria. Altra novità è la nuova Soul, con un look ringiovanito, nuovi motori e contenuti migliorati.

continua alla pag. seguente



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Menù di Paš qua

Antipasti Piovra alla gr iglia con ca pa santa al for no Zuppetta di cozze alla parigina Vongole alla diavola Mazzancolle alla busara Primi Pia tti Gnocchetti radicchio e ca pe sa nte Risotto di scampi Secondi pia tti Gr igliata mista Frittura mista Verdure in pinzimonio Sorbetto al limone Colomba e Spumante Caffè - Acqua e Vino

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Motori 19 >> Automobili

>> Automobili

Le principali Case automobilistiche straniere puntano molto sull’uso di tecnologie e soluzioni ecologiche

Renault

Mercedes

TRE POLI E BATTERIE NO PROBLEM

A TUTTA ELETTRICITÀ E NEXT 125! è il messaggio della casa di Stoccarda ai veicoli elettrici, dalla terza generazione di smart electric drive al Vito E-Cell, dalla Classe A E-Cell all’anteprima italiana della Classe B E-Cell Plus, la prima Mercedes elettrica con Range Extender che, grazie alla combinazione di trazione elettrica e motore a benzina, consente di percorrere fino a 100 chilometri a zero emissioni con un’autonomia complessiva di 600 km. Tra le alimentate a corrente non manca la nuova Classe M, il SUV più ecocompatibile del mercato grazie alle motorizzazioni diesel BlueTEC Euro 6 anche a quattro cilindri da 204 CV e soli 6,0 l/100 km di consumo, la nuova generazione di vetture compatte vedrà come protagoniste la Classe B, la Compact Sports Tourer completamente rinnovata, insieme al Concept Classe A. Va segnalata, inoltre, il F1 Safety Car di tutti i tempi, la SLS Amg e le ultime novità della gamma ad alte prestazioni Mercedes-AMG.

Volkswagen PICCOLA GRANDE UP!

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’ una presenza importante quella di Renault. A partire da quella nell’area esterna, la 44. È suddivisa in tre parti, a seconda delle caratteristiche dei modelli delle auto impiegate. Ci sono il “polo sportivo”, che prevede diversi tipi di test drive, dalle prove di slalom cronometrate a quelle di frenata a bordo di Clio Gordini RS, Megane Coupé RS e Wind Gordini, il “polo 4Control”, dove le prove a bordo delle Laguna Coupè faranno conoscere il sistema 4Control a 4 ruote sterzanti, illustrandone i benefici in termini di stabilità, tenuta di strada e performance e il “polo Elettrico”, che offrirà al pubblico in anteprima la possibilità di svolgere test drive a bordo della Renault Twizy, l’innovativo urban crosser che rappresenta un concetto rivoluzionario di mobilità. La rassegna rappresenta l’occasione di mostrare gli sviluppi sul fronte dell’auto elettrica: Renault si appresta a far debuttare il Kangoo Z.E, che sarà offerto a 20.000 euro più Iva, a cui sono da aggiungere 72 euro al mese per il noleggio delle batterie che non vengono vendute insieme alla vettura ma noleggiate.

Kia sPORTIvAMENTE RIO

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ia espone la 3 porte della Rio, che completa la gamma della compatta nel segno della sportività. Questo ulteriore modello, disegnato per il mercato europeo, arricchisce l’attrattiva della nuova Rio andando incontro alle esigenze di una fascia di clientela del segmento B che può trovare in questa versione un motivo in più per accostarsi al marchio Kia. La 3 porte, che sarà commercializzata nel primo trimestre 2012 rappresenterà nelle previsioni di mercato dal 20 al 25% delle vendite del modello. La vettura conserva le stesse dimensioni della 5 porte e mantiene la stessa linea del tetto, basso e slanciato, che esalta il look sportivo della carrozzeria. Altra novità è la nuova Soul, con un look ringiovanito, nuovi motori e contenuti migliorati. continua alla pag. seguente

Mahindra 7 POSTI INDIANI

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p!, la nuova piccola della Volkswagen, progettata ex novo e determinata alla conquista del mercato. Con una lunghezza di 3,54 metri la Up! è tra le quattro posti più compatte attualmente in produzione. All’interno, però, è un piccolo gigante. Vista da davanti, la Up! sembra quasi sorridere, per via del profilo del paraurti. Tra i gruppi ottici, con luci diurne integrate, corre una sottile banda nera con il logo “VW” al centro. Le grandi prese d’aria sono un particolare di cui la Up! può fare a meno, dati i motori di piccola cilindrata a benzina e a gas metano e il futuro impiego di motori elettrici. Il lancio in Italia avverrà entro fine anno, con la motorizzazione benzina da un litro di cilindrata, 75 CV di potenza e cambio manuale, al prezzo di 10.600 euro. Successivamente seguirà la versione con motore analogo, ma dotata di trasmissione automatica e, via via altri propulsori.

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l nuovo Mahindra XUV500, è un SUV a 7 posti, che segna l’inizio di un periodo di importanti novità tecniche e industriali. Monta una nuova versione da 140 CV con turbodcompressore a geometria variabile del 4 cilindri turbodiesel common-rail m-Hawk di 2,2 litri a 16 valvole, abbinata a un cambio manuale a 6 marce e alla trazione integrale inseribile elettronicamente. Lo XUV 500 presenta tutta quella serie di sofisticati equipaggiamenti che si richiedono da un veicolo di questa categoria, fra i quali: rivestimenti interni in pelle, climatizzatore a gestione elettronica con temperatura regolabile in modo diverso nelle varie zone dell’abitacolo, controllo elettronico della stabilità, antibloccaggio delle ruote in frenata, dispositivo anti- arretramento, “touch screen”, fari orientabili lateralmente, sedile del guidatore regolabile in 8 modi differenti.


Guida alla alla mostra mostra di di Palazzo Rovigo Roverella 20 12 Guida SPECIALE MOSTRA

Il 25 febbraio è stata inaugurata la nuova esposizione

Divisionismo un ponte verso la modernità A Palazzo Roverella di Rovigo fino al 24 giugno una mostra che riassume l’arte in Italia tra fine ‘800 e gli inizi del ‘900 di Mauro Gambin

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ontenere le rivoluzioni dentro a delle date esatte è impossibile, poiché spesso se ne può indicare con precisione l’acme nel suo manifestarsi ma ben più difficile è capire da quanto lo spirito “sovversivo” cova sotto la cenere. Tanto più in arte. Il Rinascimento, ad esempio, per tutti è un fenomeno del ‘400 ma difficilmente si spiegherebbe se nel corso del secolo precedente non vi fossero stati una serie di sconvolgimenti economici, politici, religiosi e sociali che ne hanno posto le basi. Anche in questo caso, tuttavia, il dibattito continua da più di un secolo, tra chi sostiene che tra Medioevo e Rinascimento ci sia stata una frattura e chi invece ne ravviserebbe la continuità. Il Divisionismo non fa eccezione, anch’esso è stato un movimento a suo modo rivoluzionario ma che a prescindere dal desiderio di rinnovamento e modernità, in parte ha affermato anche valori dell’epoca precedente. Quindi comunemente si dice che il Divisionismo è stato un ponte verso la modernità, dove il passato dal quale emanciparsi era il Realismo e il futuro che di li a poco si sarebbe affermato portava il nome scontato di Futurismo. Ma a suo tempo anche il Realismo era stato un movimento rivoluzionario, attorno al 1840 con fermezza aveva affermato la superiorità della verità sul sentimentalismo del Romanticismo, tanto che Gustave Courbet era arrivato a destinare a degli “spacca pietre” lo stesso posto sulla tela che in passato era stato concesso solo a santi o a membri dell’aristocrazia. Rivoluzionarissimi e modernissimi, poi, gli scapigliati che in Italia vent’anni dopo Courbet concepirono come forme di contestazione la disobbedienza, lo sberleffo, il vizio e una certa trasandataggine radical chic. Moderni in quegli anni erano anche i simbolisti la cui ricerca cercava di oltrepassare l’oggettività fotografica degli impressionisti cogliendo tutto ciò che esiste ma che non si vede ad occhio nudo, rispolverando un gusto antiquario classico ma sostituendo alla ieratica compostezza dell’antico le linee ondulate del sentimento contemporaneo. Insomma in quegli anni la Cultura europea era un ingorgo di artisti rivoluzionari che a colpi di gomito cercavano di farsi spazio con lo stesso zelo con il quale le ideologie rivendicavano asilo politico nella società del tempo, con la scusa di affrancarla dal modo in cui aveva pensato a se stessa nella storia. Del resto il “Positivismo”, ossia l’esaltazione della tecnologia e del primato del progresso, e le nascenti rivendicazione di diritti che sarebbero sfociate nella lotta di classe e nel Socialismo di Carlo Marx, costituivano un sistema bipolare dentro al quale si muovevano anche gli artisti di fine Ottocento. Il Divisionismo fu albergo di queste due tendenze apparentemente contraddittorie, fu una “grosse koalition” nella quale confluirono tanto gli artisti di area “simbolista”, come Gaetano Previati o Giovanni Segantini, quanto quelli di area “realista” come Angelo Morbelli, Plinio Nomellini o Giuseppe Pelizza da Volpedo. A riunirli attorno l’insegna della “Modernità” fu Vittore Grubicy de Dragon che con alle spalle un passato di gallerista d’arte, insieme al fratello Alberto, era entrato in contatto con la Scuola di Barbizon e con quella

dell’Aia e aveva una versione aggiornata e moderna sulle ultime scoperte sul colore che i neoimpressionisti francesi, Georges Seurat e Paul Signac stavano mettendo a punto in quegli anni. La “pittura divisa” era il risultato di questa ricerca, ottenuta con la stesura di colori puri e complementari affiancati e sovrapposti in brevi virgole e non più in larghe campiture e sovrapposizioni di velature come nella pittura tonale. Insomma il colore non veniva mischiato sulla tavolozza, veniva steso puro sulla tela lasciando all’occhio il compito di fondere le diverse gradazioni delle tinte sulla retina. Le prove empiriche dimostrarono che con

Il percorso L’alfabeto di Vittore Grubucy De Dragon: la polifonia della natura L’esposizione di Palazzo Roverella prende le mosse da colui che ebbe un ruolo di apripista per il movimento Divisionista. Per il suo lavoro di mercante d’arte aveva vissuto al lungo all’estero, a Londra e nei Paesi bassi, e aveva avuto modo di conoscere la pittura moderna, i paesaggisti della Scuola dell’Aia e quella più famosa di Barbizon ma soprattutto, seppur non avesse mai visto gli esiti raggiunti in materia di colore dai maestri francesi del puntinismo George Seurat e Paul Signac, era entrato in possesso degli scritti di Felix Fénéon su “Les Impressionnistes 1886” nei quali veniva teorizzata la tecnica della “pittura divisa”. Iniziò a dipingere nel 1885 e si dedicò interamente alla pittura e all’attività di pubblicista dopo il 1890 scrivendo articoli e recensioni per “La Riforma”, “La Cronaca d’Arte”, “L’Idea Liberale” nei quali non mancò mai di esprimere i propri legami con la cultura tardo romantica lombarda. Nello stesso anno presentò per la prima volta la sua produzione pittorica a un’esposizione pubblica, prendendo parte alle rassegne della Società Permanente, della Famiglia Artistica fino al 1899 e alle Triennali di Brera; successivamente, non mancò mai alle Biennali veneziane. Tra il 1891 e il 1898 trascorse i mesi invernali a Miazzina, in un isolamento operoso finalizzato alla realizzazione di un ciclo di opere di respiro panteista e definitivo intitolato “L’inverno in montagna”, culminato nel polittico in otto tele ora alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. Dopo il 1898, colpito da una grave nevrosi, non realizzò nuovi dipinti, ad eccezione di alcuni ritratti post mortem sollecitati da amici quali Arturo Toscanini, dedicandosi invece alla reintrepretazione in chiave divisionista delle opere eseguite in precedenza, in un processo di rivisitazione emozionale di luoghi e momenti già vissuti.

questa tecnica la luminosità raggiungeva esiti inediti, sia per i realisti che riuscirono ad andare oltre il realismo sostituendo la luce artificiale con quella fenomenica, sia per i simbolisti capaci con lo stesso metodo di creare immagini vibranti quanto una foto alla pancia del cosmo venuta mossa tanto da dare l’idea del respiro. “Che moderno! – urlarono tutti con somma soddisfazione acquistando immediatamente la posizione di neo-naturalisti e postsimbolisti”. La prima occasione per mostrare i risultati raggiunti fu la triennale di Brera del 1891 ma i risultati non furono incoraggianti in termini di vendite, permaneva

L’innovazione tecnica e gli archetipi del paesaggio

La seconda sala è dedicata alla tecnica divisionista e alla sua applicazione ideale nella pittura di paesaggio. Una luce inedita per la pittura, questo era il risultato ottenuto dalla pittura divisa attraverso l’accostamento di brevi pennellate di colori complementari, con riverberi e bagliori che permettevano di affrontare la pittura di paesaggio con nuovi obiettivi. Per certi artisti, è il caso di Giovanni Segantini, la ripresa di momenti agresti o di paesaggi alpini va interpretata in chiave simbolista ossia con significati religiosi o allegorie legate all’esistenza (“Le due madri”, “Ave Maria a trasbordo” “La Natura”, sono i titoli di alcune opere emblematiche del pittore trentino) per certi altri, invece, il paesaggio offre la possibilità di trattare temi più sociali se non addirittura politici, legati al lavoro, alla fatica, allo sfruttamento con accenti di denuncia quando non raramente di rivolta.

il sospetto che il movimento non fosse abbastanza innovativo. Mancava un’ideologia forte e soprattutto sufficientemente condivisa nel gruppo, da fondere le correnti di provenienza. La rivoluzione anche se non percepita era comunque latente e fu la generazione successiva a far deflagrare in tutta la sua modernità il concetto di “luce e movimento”. “Ritmi di archetto”, “Bambina che corre sul balcone”, “Rissa in galleria” o “Lampada ad arco” sono i quadri nati nel segno del Divisionismo e già protesi verso il Futurismo pittorico di Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Luigi Russolo. Il nuovo movimento pose una

La via antinaturalistica: l’ora del giorno, la melodia delle stagioni Nella terza sezione viene proposto uno dei campi di indagine sui quali la mostra intende fare luce, ossia i rapporti tra gli artisti e le diramazioni che il movimento conobbe al di fuori dei due contesti che tradizionalmente gli vengono riconosciuti, ossia quello lombardo e quello piemontese. In questa sala, infatti, ai maestri storici, in primis Gaetano Previati e Giuseppe Pellizza, si affiancano alcuni protagonisti di ambiti geografici forse finora eccessivamente subordinati all’asse del Nord Italia: ed ecco Plinio Nomellini, icona di un divisionismo trait-d’union tra Toscana e Liguria, che ora, con alcuni capolavori rende necessari ulteriori chiarimenti e riflessioni in margine alla necessità di reimpostare flussi e diffusione di un linguaggio policentrico. Ma il “caso” Lloyd resta davvero esemplare di una rinnovata visione scientifica che rivaluta finalmente il Toscano non più come uno dei tanti “casi disparati”, bensì in quella luce di intellettuale-filtro tra la stagione fattoriana e gli aneliti divisionisti pellizziani e grubicyani. Accanto a quest’ultimo diventa una vera e propria scoperta nell’ambito delle promesse del circuito commerciale di Alberto Grubicy l’inedita personalità di Adriano Baracchini-Caputi, anch’esso coinvolto nel cenacolo grubicyano in Toscana. Nella serie di quadri, inoltre, va ravvisata la componente “suggestiva” legata alla luce. L’ora del giorno si accompagna agli stati d’animo dell’uomo ai suoi sentimenti e alle sue emozioni.

Divisionismo sulla costa: lo studio del mare Il paesaggio divisionista non fu solo di montagna ma anche di mare a testimonianza che il movimento non riguardò solo il Nord Italia ma anche il Centro grazie a pittori toscani come i livornesi Plinio Nomellini o Llewelyn Lloyd, anche se con con origini gallesi, o emiliani come il bolognese Antonio Discovolo o il romagnolo Mario Puccini.


Guida alla Rovigo 13 Guida alla mostra di mostra Palazzo di Roverella 21 SPECIALE MOSTRA

Le scelte dei curatori

Un’indagine dentro e attorno al movimento di Melania Ruggini

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data per la genesi del nuovo linguaggio, quella del “Manifesto della pittura futurista” del 1910 nel quale viene affermata con una certa veemenza la ribellione a tutto ciò che apparteneva al passato esaltando invece il giovane, il nuovo e il palpitante di vita. In questo dimostrarono di aver imparato la lezione: tagliarono i fili della riconoscenza con chi li aveva preceduti, teorizzarono e annunciarono i contenuti dell’opera ancora prima di realizzarla, demarcarono il profilo netto dell’artista futurista rispetto a tutto ciò che gli stava intorno. Inventarono il “brand”, fu questa la vera rivoluzione.

Il Divisionismo ideologico

Purtroppo questa è la sala che delude di più. Se si pensa che in questo raggruppamento apparterebbero opere come ”Il Quarto stato” e “Famiglia di emigranti” di Pelizza da Volpedo o “L’oratore dello sciopero” di Emilio Longoni, che a tutt’oggi rimangono icone contemporanee per la protesta e la rivendicazione dei diritti sociali e del lavoro, appare opaca la selezione al Roverella in quanto trasmette solo in parte l’attenzione che alcuni divisionisti dedicarono a questi temi. La crisi, le tensioni politiche dell’Italia post unitaria ma anche una certa contestazione al Positivismo e alla Scienza, che invece di sanare la triste condizione delle masse diventò mezzo per accrescerne lo sfruttamento, infatti, furono tra i temi fondanti del movimento. In mostra, al più, viene mostrato la condizione di subordine dei poveri nei confronti dei ricchi, come in “Riflessioni di un affamato” diEmilio Longoni, o “I grassi e i magri” di Enrico Lionne, ma l’urlo di protesta che proprio in quegli anni si stava diffondendo anche nella forma della lotta di classe rimane per lo più soffocato.

o scorso 25 febbraio ha preso il via la nuova mostra a Palazzo Roverella di Rovigo dedicata al Divisionismo. Il periodo preso in analisi si sviluppa tra il 1890 e l’indomani della Grande Guerra; negli anni in cui in Francia Signac e Serautdavano vita al Neo Impressionismo, anche in Italia molti artisti si confrontano con l’uso “diviso” dei colori complementari, approdando ad esiti di notevole efficacia. Mediante la sperimentazione gli artisti affrontano i grandi temi del ‘900, dal mutato rapporto con la realtà naturale allo sviluppo della moderna città, dalle scoperte scientifiche ai prossimi conflitti sociali. Si tratta a ben vedere di una notevole rottura con il passato, ad un passo dal fondamentale avvento delle avanguardie storiche. Nel Divisionismo italiano i puntini e le barrette colorate dei francesi diventano filamenti frastagliati che si sovrappongono, filtrati da uno spirito nuovo, intimo, spirituale, simbolico, politico. La selezio-

ne delle opere, curata da Francesca Cagianelli e Dario Matteoni, intende rileggere la storia di questo momento dell’arte italiana con un’impronta stratificata, sviluppandolo nelle sue molteplici connessioni con gli altri movimenti di fine Ottocento, le elaborazioni contemporanee e gli sviluppi futuri, tra cui proprio il Futurismo. Lo sguardo rivolto agli anni fondativi del divisionismo e ai cosiddetti maestri storici è ampliato per mezzo dei grandiosi protagonisti degli anni Venti del 900 e per mezzo della mappatura geografica, che si allarga ben oltre il classico asse Torino- Milano o il trionfo di una sola regione, diventando invece il dibattito di un’intera nazione. La mostra si propone inoltre di allargare la prospettiva critica, puntando su artisti prima marginalmente annessi al Divisionismo, come Vittore Grubicy de Dragon e in particolare nei contributi apportati nel vibrante e suggestivo percorso, proteso verso la riflessione scien-

tifica, con una predilezione per il contesto europeo. Lo stesso ruolo di Plinio Nomellini, icona di un divisionismo trait-d’union tra Toscana e Liguria, offre l’occasione per mettere in luce le complesse geografie di un movimento che attraversa le diverse tradizioni regionali e impone istanze di mutazioni stilistiche. La riflessione giunge all’esordio delle avanguardie e, anche in questo particolare settore di confine, spazia dalla Toscana alla Liguria, dall’Emilia Romagna al Veneto. A concludere tali serrate tappe di un’inevitabile estensione della questione divisionista resta da apporre il sigillo della Secessione Romana, nella trascrizione di nuovi miti mondani e di inedite mode esotiche. Ultimi, emozionanti bagliori di una vicenda artistica che va a concludersi, per sfociare nel rivoluzionario Futurismo, con l’esordio di un’altra grande storia, tutta italiana

La Psicologia della vita moderna

Il cosmo secondo i divisionisti: la pittura idealista verso la svolta eroica

Prima del Futurismo: l’esperienza della luce all’ultima vibrazione

La sesta sala è una galleria di ritratti. Come è stato detto in proposito della pittura di paesaggio, la tecnica divisionista si prestava perfettamente per le immagini all’aria aperta, forte della capacità di cogliere i riverberi dell’atmosfera e il mutare della luce, ma risultò essere efficace anche per catturare la psicologia dei volti nella ritrattistica. Appaiono già sintonizzati sulla stagione futurista il “portrait” dello scultore Valerio Brocchi a firma di Umberto Boccioni, dove il guizzare del pennello nel primo già anticipa il “movimento”, e quello di Giacomo Balla, “Ritratto all’aperto”, (assunto come icona della mostra rodigina) dove il bianco del vestito indossato dalla signora sul balcone non è più il candore della purezza simbolista ma un semplice contrappunto cromatico che dirige l’occhio dello spettatore verso la città sullo sfondo, protagonista indiscussa della stagione successiva.

Al cosmo vengono dedicate due sale. In rapida successione, negli spazi che anticipano e affiancano la galleria dei ritratti, trovano collocazione in modo prevalente le opere di Pelizza da Volpedo, nella prima, e di Gaetano Previati nella seconda nelle quali è manifesta l’appartenenza al Simbolismo dei due maestri. In queste opere, infatti, viene proposta una visione della natura in forma di specchio della realtà interiore, ossia come metafora di qualcosa di profondo e suggestivo, tanto da dover essere evocata, più che descritta. Il Simbolismo, infatti, ha nelle sue fondamenta le tendenze dell’arte romantica dei primi decenni dell’Ottocento e benché il suo avvento ufficiale abbia una data ben precisa, 1886, anno nel quale Jean Moréas lancia in una pagina di “Le Figaro” il manifesto della poesia simbolista (ma indirizzato anche alla pittura), già molto tempo prima, diversi pittori ostentavano il bisogno di esprimere il mondo reale con un linguaggio che andava oltre la percezione visiva, concentrandosi soprattutto sulla spiritualità del contenuto, sulle analogie e sull’enigmaticità in esso presente. “L’idealismo platonico” presuppone che la realtà sia formata dalla pura idea, e questo comporta che il pittore, in qualità di veggente, traduca i significati profondi e li riporti sulla tela in forme sensibili e comprensibili da tutti: l’artista dunque, deve riuscire ad esprimersi oggettivando il soggettivo. L’Idealista è infatti Pelizza da Volpedo nel ciclo dedicato alla vita, il cui esordio parte con le tappe dall’amore, enunciate sotto la metafora paesaggistica delle stagioni dove l’innamoramento coincide con la primavera di “Prato fiorito” e arriva all’amore carnale nell’intonazione autunnale nel panello centrale del trittico de ”Amore nella vita”, e continua arrivando alla morte invernale de “La vecchia nella stalla”. Ancora più marcatamente Simbolista il ferrarese Previati. Affermatosi precocemente sulla scena dal tardo Romanticismo, la sua opera anche nella fase divisionista fu caratterizzata da una straordinaria forza visionaria, cosmica, mistica, musicale. Il suo Simbolismo, infatti, ricorda le atmosfere della poesia di Pascoli o le musiche di Mascagni, tanto che D’Annunzio ricorse a lui per decorare la Sala della Musica al Vittoriale.

Nella penultima sezione della mostra di Palazzo Roverella si respira già l’aria del futuro movimento. La selezione di quadri infatti inizia dalle fresche brezze che Umberto Boccioni ha fissato sulla tela di “Sera d’aprile” ma due quadri più in la, l’evoluzione della seconda generazione di divisionisti entra già nel vivo della frenesia turbinante e delle luci notturne con Carlo Carrà in “Uscita dal teatro”. I cavalli bianchi che in alto a sinistra della tela si allontanano trainando la scura sagoma di una carrozza, sono già quelli scossi e schiumanti de “La città che sale” mentre le lampade lanciano già spruzzi di luce gialla limone come se il Futurismo fosse già nella sua stagione più matura.

Miti e simbologie Nelle due sale che seguono viene data ancora una testimonianza del forte grado di parentela che lega il Divisionismo al Simbolismo. In opere come “I corsari” (in foto) o “Plenilunio” di Nomellini o Lussuria di Giuseppe Cominetti la maggiore densità espressiva tocca accenti visionaria ed eroici.

In tema di secessioni La mostra si conclude con gli epigoni del movimento, individuati all’interno della Secessione romana del 191317 dove a dire il vero si perdono i riferimenti che avevano caratterizzato il movimento iniziale azionato da Vittore Grubicy se non nella pennellata franta, il cui valore tecnologico era anch’esso superato dalle avanguardie storiche che a partire dall’Astrattismo, Cubismo, Dadaismo, Fauvismo, Futurismo e Surrealismo avevano di fatto distrutto il figurativismo dell’arte per sciogliere il colore dal disegno per affermarlo come valore a se stante, liberare la linea nella ricerca della quarta dimensione e rincorrere il pensiero anche nei suoi aspetti automatici ed istintivi. La pittura come descrizione unitaria era esplosa anche nella sua accezione evocativa, rimasero solo i pezzi che cominciarono ad andare ognuno per conto proprio.


22 Rendez-vous con l’artista >> L’intervista

La matita indelebile di Galliani

Dagli artisti del passato il disegno veniva considerato il progetto di un’opera più grande e più importante. Alla grafite invece Galliani affida tutto, anche l’idea del tempo di Alain Chivilò

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’elemento caratterizzante del lavoro di con Schwarz nel 1986, la mostra alla FonOmar Galliani è l’utilizzo della matita, dazione Querini Stampalia nel 2007 e poi facendo prendere al disegno che ne tanti altri passaggi. Venezia ha, nella mia deriva una dimensione contemporanea e stagione espositiva artistica, un luogo e un d’importanza rispetto alla tradizione artisti- punto nevralgico. Dalla mia prima Biennale ca, che lo classifica come preparatorio e di nel 1982 all’età di ventisette anni, sono misure contenute. Una tecnica riconosciuta partite successivamente le partecipazioni e apprezzata in tutto il mondo. Venezia per alla Biennale di Parigi, San Paolo del Brasile, il Maestro è un luogo speciale e in occasio- Sidney, Londra, Tokyo. Quindi sono gli anni ne di una sua visita, prima della mostra di fondamentali per lo sviluppo del mio lavoro a livello nazionale che Roma al Museo Il lapis è un diamante internazionale. C’è Carlo Bilotti di Vilun precedente legato la Borghese che più giovane che si proprio a Venezia continuerà fino al crea nella profondità quando nel 1977 ero 6 maggio, lo abterrestre studente all’Accadebiamo intervistato. Siamo a Vemia di Bologna, con nezia. Che rapporto ha con questa città docente tra l’altro Concetto Pozzati, dove sia a livello personale che artistico? fui attratto dalla scultura in marmo di Anto“Sono due situazioni che si congiungo- nio Canova “Dedalo e Icaro” del 1777/79 no perfettamente in questa città. Il mio lavo- esposta al Museo Correr, dalla quale partì ro già da molto tempo ha trovato in Venezia l’idea di creare un lavoro a matita composto un punto di riferimento come per esempio la da due tavole molto grandi. Quest’opera Biennale con Trini del 1982, Arte allo spec- partecipò alla I Triennale Internazionale di chio con Calvesi nel 1984, Arte e Alchimia Disegno a Norimberga e fu la continua alla pag. seguente


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24 Rendez-vous con l’artista >> L’intervista >> L’intervista

La matita indelebile di Galliani

Dagli artisti del passato il disegno veniva considerato il progetto di un’opera più grande e più importante. Alla matita

continua dalla pagina precedente

La matita indelebile di Galliani mia prima importante occasione espositiva essendo ancora studente. Qui venni invitato da Ernesto Francalanci e vinsi proprio con questo blocco di tavole, segnando un percorso legato al rapporto con l’antico attraverso una rimeditazione nel contemporaneo. In quegli anni c’era nell’aria una concettualità fredda con Paolini e De Dominicis ossia una citazione colta fatta con un mezzo ancora fotografico in più casi, mentre io riprendevo il disegno, la tradizione, la manualità che poi negli anni ’80 vide la Transavanguardia e l’Anacronismo, due movimenti con diversi sviluppi. Quindi Venezia ha un ruolo determinante che continuerà anche nel 2013, con la prossima edizione della Biennale d’Arte, che prevede una mia esposizione presso il Caffè Florian che sto definendo. Agli inizi degli anni’80 è stato esponente del gruppo degli Anacronisti e del Magico Primario. Me né può parlare? Iniziai qualche anno prima dalle grandi mostre che apriranno questi movimenti a Roma e Milano. Achille Bonito Oliva teorizzava la Transavanguardia tra la fine degli anni ’70 e ’80, Flavio Caroli a Milano e Bologna il Magico Primario e Maurizio Calvesi l’Anacronismo con le mostre di Roma e Alessandria. Da studente ricordo Carlo Maria Mariani, Luciano Fabbro, Giulio Paolini ossia il concetto di ricalcare modelli dal passato attraverso una ricognizione concettuale, sdoganando la mano, dando così alla manualità un ruolo preponderante. Nel 1978 c’era anche la possibilità di incontrarsi e condividere un dialogo iniziale, per esempio ricordo che nel 1979 esposi una mia installazione a Roma, “Alternative del nuovo” a Palazzo delle Esposizioni segnalato da Giovanni Maria Came, assieme a Enzo Cucchi segnalato a sua volta da Achille Bonito Oliva. Nello stesso anno, l’incontro con Flavio Caroli mi calamitò a Milano dove feci una mostra alla Triennale, “Nuova immagine”. Quindi due tendenze che caratterizzano gli anni ’80, che furono veramente cruciali. Qual’ è stata la sua interpretazione del disegno fino a oggi?

Fin dagli esordi l’uso del disegno per me è stato fondamentale. La mia prima mostra fu a Bologna nel 1977, “Rappresentazioni di una rappresentazione”, con grandi disegni a matita su carta Fabriano, che ingrandivano un dettaglio della bocca di S. Anna di Leonardo, oppure la manica del ritratto dell’Ariosto fatto dal Tiziano. Questo ingrandimento è legato alla mia vocazione del disegno originaria, perché dagli artisti che vidi in pinacoteca di Parma fu proprio il disegno a colpirmi dal Parmigianino, al Correggio. Un segno che da Rinascimento passa a Manierismo, dove si scioglie questa matassa di rigidità con un segno più sfrangiato, più mosso e fumoso. Il luogo dove abito ha spesso la nebbia e quando cala il paesaggio diventa in bianco e nero in quanto prevale su tutto. Si crea questo tonalismo, che in qualche modo mi ha sempre affascinato e coinvolto in questo dominio del disegno che le dicevo. Un dualismo luce-tenebre di chiaroscuro dove le immagini appaiono e si dissolvono. Esiste una connotazione così fisica della nebbia che ha influenzato molta pittura. Per esempio se pensiamo ai fumi del Parmigianino o del Correggio, andando nella cupola del Duomo di Parma, il turbinio di corpi umani è sostenuto da una grande nube che li porta verso il cielo. Questo alleggerimento di piani, la distanza attraverso la nebbia è presente anche in Leonardo Da Vinci con il sfumato leonardesco. L’utilizzo del bianco e nero ha un elemento di concettualità per una scelta così estrema, sobria e sintetica: l’alchimia. Innanzitutto c’è il rapporto del bianco e nero, quindi ciò che è luce diventa tenebre o viceversa. Io procedo su una


Rendez-vous con l’artista 25

superficie chiara di luce che è data dal pioppo con le sue venature, le sue asperità, i suoi segni di falegnameria, sul quale l’ordito del mio disegno in bianco e nero procede. Quindi attraversando questa superficie di luce, rilevandone queste asperità anche con una preparazione del fondo che eseguo attraverso una raschiatura pesante del legno, mi permette di far fuoriuscire la materia stessa del legno. Rilevo la materia attraverso altra materia, quindi una sublimazione del disegno. Nella storia dell’arte, il disegno è stato considerato un progetto di un’opera più grande e più importante, assumendo una certa marginalità data anche dal formato non molto grande del foglio o del cartone, ma non raggiungeva mai le dimensioni delle mie opere. Inoltre parliamo di matita, di mina, di grafite ossia di carbonio che riflette la luce amplificando il discorso alchemico, perché è un

diamante più giovane che si crea nella profondità terrestre con la compressione. Io uso il massimo della luminosità e della trasparenza per realizzare un disegno, che è di un nero che riflette la luce, quindi cangiante, questo perché alla luce esterna diventa bluastro mentre con quella artificiale diventa giallo/verde a seconda dell’illuminazione. La grafite passando sulla tavola evidenzia anche le venature del legno. Quindi il bianco e nero utilizzato come una sobrietà, un’essenzialità che porta alla complessità. Una visione concettuale che si lega alla contemporaneità, al costume, all’attualità della moda, del fashion e dell’estetica. In quest’ambito i miei lavori diventano come un’icona per il tempo lungo di realizzazione e di durata che si contrappone alla fugacità odierna. Quindi parto da questa durata in contrapposizione alla marginalità del tempo.



Giardinaggio 27 >> Giardinaggio

Le piante si risvegliano vigorose Ad aprile si concima almeno ogni 15 giorni e, se non piove, si annaffiano abbondantemente le piante che ne hanno bisogno. Per i vostri lavori fate attenzione alla luna

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di Germana Urbani

l sole di primavera finalmente è arrivato a baciare la nostra penisola e le temperature, anche quelle notturne, si alzano vistosamente. Le piante sentono la primavera prima di noi e, in questo momento, hanno davvero bisogno di cure. Se non l’avete già fatto cominciate a concimare le piante: periodicamente ogni 12-15 giorni quelle in vaso, mentre le altre trattatele con un concime minerale complesso a lenta cessione o organico (stallatico, cornunghia, sangue di bue) ben maturo distribuendolo sopra la superficie del terreno ad una certa distanza dal tronco così da preservare il colletto della pianta dall’insorgenza di malattie fungine dovute all’umidità. L’irrigazione è fondamentale perché in questo periodo le piante sono in pieno rigoglio vegetativo e necessitano di grandi quantità d’acqua. Aprile è in genere un mese piovoso, e le piante si sviluppano anche senza l’aiuto delle vostre annaffiature ma bisogna stare attenti e non rilassarsi troppo. Non mancano, infatti, le giornate asciutte e particolarmente soleggiate che causano l’evaporazione della gran parte dell’acqua contenuta nel terreno. In questi casi, soprattutto con piante che necessitano di molta acqua, ricordatevi di innaffiare abbondantemente. Fate attenzione alle fasi lunari, non sono proprio così indifferenti come credete. Con la luna crescente, e una temperatura che supera i 16 gradi, seminate in piena terra Alysso, Astri, Aquilegia. Acanthus mollis, Bella

PARASSITI DA ELIMINARE

I

l giardino, in questo periodo dell’anno, potrebbero comparire temibili patogeni: dagli afidi su rose ed oleandri, ai tripidi sulla lentiggine, alla processionaria del pino, al mal bianco sul lauroceraso. E’ necessario intervenire subito, appena ci si accorge della loro presenza ma attenzione a non incorrere in errori. Per utilizzare al meglio i prodotti chimici, prima di effettuare interventi, si raccomanda di consultare un esperto.

di Notte, Bocca di leone, Calendula, Clarkia, Coreopsis, Cosmea, Crisantemo, Digitalis, Elicriso, Fiordaliso, Gaillardia, Garofano,Girasole ornamentale, Gypsophila, Godezia, graminacee ornamentali, Iberis sempervirens, Lavatera, Lino, Lobelia, Lupino, Nasturzio, Nigella, Papavero, Petunia, Phlox, Scabiosa, Tagetes, Zinnia. E’ questo il tempo per mettere a dimora le piantine già fornite dai vivai come: bocca di leone, calendula, campanella rampicante, gladiolo, graminacee ornamentali, Ageratum, Callistephus, Canna, Coleus, Cosmos, dalia, Hedichium, petunie, Nicotiana, Phlox decussata, Salvia splendes, verbena, gazania, margherite, myosotis, aubretia, campanule di vario tipo; nella seconda metà del mese anche le annuali come l’impatiens, l’alisso, i tagetes e le bocche di leone. Ma anche le piante aromatiche che potete piantare sia in fioriere che in piena terra:lavanda, salvia, timo, rosmarino, santoreggia e menta. Approfittate, invece, della luna calante per potare le rose se non l’avete ancora fatto e per rimuovete il legno vecchio dagli arbusti. In questa fase, quando spuntano le foglie nuove, è molto facile stabilire quali sono i rami morti. A partire da aprile si potano, inoltre, le siepi spoglianti e sempreverdi: ligustro, tasso, la buganvillea, gli agrumi, le Clematidi a fioritura estiva. Sempre con luna calante, a fine mese, togliete i boccioli di rose in esubero.

PIANTE AROMATICHE

Q

uesto è il momento migliore per i trapianti di alcune specie. Tra queste le piante aromatiche, dalla salvia, al timo, al rosmarino, alla lavanda, all’origano, che, se posizionate in luoghi riparati potranno sopravvivere anche agli inverni meno rigidi. Ma è il momento giusto anche per le piante da siepe che già la prossima estate saranno rigogliose.


SAMBRUSON DI DOLO (VE) Via Stradona, 18 - Tel. 041 51.000.39 www.curiotto.it - info@curiotto.it

La nostra Azienda è lo sviluppo ed il proseguimento di un sogno lungo oltre mezzo secolo, da quando l’arte della classica falegnameria artigianale, professata da nostro padre, ci rapì gli occhi ed il cuore. I piccoli segreti e le tecniche costruttive tramandateci fanno da sfondo al nostro obiettivo di soddisfare gli occhi ed il cuore dei nostri clienti.

Un gusto che non muore mai e dura nel tempo.

Abbiamo scelto il Mobile Classico perché siamo convinti possa degnamente accompagnare la nostra sapienza nell’arredare, la vostra soddisfazione nell’apprezzare ed un gusto che non muore mai e dura nel tempo.


Villa Momi’s

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Villa Momi’s è il luogo ideale per matrimoni, cresime ed ogni altro tipo di ricorrenza. Per gli sposi e i loro invitati è riservata un’ospitalità particolare, con aree e intrattenimenti privati.

BEAUTIFUL DAY Villa Momi’s permette anche cene e pranzi di lavoro, con la massima tranquillità e distensione per i propri colloqui d’affari. Alla sera i locali sono destinati anche a chi desidera un po’ di intimità, con un’armonia

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30 Crucilibro

Val sempre la pena partire? Ci sono viaggi che ci portano lontano anche da noi stessi. Altri che ci riportano dove avremmo sempre dovuto restare

Irène

Julie

Anita

Rykner

Némirovsky

Otsuka

Nair

Arnaud

Thérèse, giovane donna innamorata

Donne che sposarono una fotografia

Akhila, single quarantacinquenne

Un giovane ebreo ventiduenne

Alter Ego

Bernard, partito volontario nel 1914

Emigranti giapponesi

Il mondo oltre il finestrino

Incredibili atrocità subite da milioni di innocenti ad opera dei nazisti

Location

La Parigi cosmopolita del dopoguerra

Gli Stati Uniti dei primi decenni del Novecento

Un treno che viaggia attraverso l’India

Incredibili atrocità subite da milioni di innocenti ad opera dei nazisti

Le grandiose illusioni della Belle Epoque

I bianchi che le discriminano

Cinque donne con cui Akhila condivide lo scompartimento

Duemilacentosessantasei esseri umani. Cento persone per ogni carro merci

Intrigo

Bernard, tornato dalla guerra, non crede più a niente, aspira solo a diventare ricco e per farlo sguazza nel fango parigino. Thérèse lo aspetta sola con 4 figli

Sposate a una fotografia non si sa in quante partirono. Salparono dal Giappone e all’attracco in California le aspettava il marito che, spesso, non era quello della foto

La protagonista realizza il suo sogno: sale su un treno da sola per raggiungere un paesino in riva al mare. Ma qui incontra la vita di altre donne

Un viaggio infernale di tre giorni in treno, iniziato il 2 luglio 1944 dalla stazione di Compiègne, a nord di Parigi, con destinazione il lager di Dachau

Finale

Ci vorrà la rovina finanziaria, la grande guerra, la prigionia e la morte di un figlio perché Bernard ritrovi la sua anima e dunque Thérèse

All’attacco di Pearl Harbour, le donne ormai ambientate saranno costrette alla deportazione. La partenza di massa lascia i bianchi senza “schiave”

L’arrivo al campo di Nelle confidenze sussurrate concentramento diventa, per triste durante la lunga notte Akhila cerca paradosso, quasi una liberazione una risposta alle domande che la dall’inferno vissuto fino al quel turbano da quando era bambina momento

Un romanzo intenso in cui la storia si intreccia ai sentimenti in modo delicato, in cui un grande amore si salva nonostante tutto

Un inno all’umanità in contrasto con la storia che ci riduce tutti a numeri. Il recupero di una vicenda umana che in pochi conoscono

Tradizione e modernità si coniugano fino a toccare le corde più recondite del cuore grazie ad una scrittura emozionante

Un libro che lascia il lettore sgomento, una testimonianza sconvolgente sulla follia che può catturare gli uomini

Irène Némirovsky I falò d’autunno Adelphi, pp. 240 € 18.00

Julie Otsuka Venivamo tutte per mare Boringhieri, pp.142 € 13.00

Anita Nair Cuccette per signora Guanda, pp. 332 € 10.00

Rykner Arnaud Il vagone Mondadori, pp. 152 € 10.00

Eroe - Eroina

Co-Protagonisti

Cosa dire del libro

Leggere… Leggere

di Germana Urbani · info: >www.adelphi.it.< >www.bollatiboringhieri.it< >www.guandai.it< < >www.mondadori.it<



32 I nostri esperti

i nostri Esperti IL NOTAIO

A cura di: Giannenrico Cocito, Notaio in Porto Tolle

Fino al 30 giugno 2012 possibile la rivalutazione delle aree fabbricabili

Fino al 30 giugno 2012 sarà ancora possibile la rivalutazione dei terreni edificabili posseduti alla data del 1° luglio 2011. Il tutto nasce dal fatto che la differenza tra il prezzo di vendita di dette aree ed il prezzo di acquisto originario (oltre alle spese sostenute) viene considerata ai fini fiscali una plusvalenza da tassarsi con le ordinarie aliquote IRPEF (l’aliquota minima per i redditi più bassi è del 23%). Così, a titolo esemplificativo, se un soggetto ha acquistato un’area edificabile magari decenni orsono per la somma di Lire 10.000.000 (più o meno 5.000 euro) con delle spese diciamo di circa Lire 1.000.000 (grossomodo 500 euro) e la vende oggi per 50.000 euro, la differenza tra 50.000 euro e 5.500 e cioè 44.500 euro dovrà essere indicata come plusvalenza nella dichiarazione

dei redditi dell’anno con tassazione secondo la propria aliquota. Ad ovviare a questo possibile inconveniente interviene proprio la possibilità di rivalutare il valore dell’area edificabile innalzandolo a cifra prossima al valore attuale. Cioè a dire che tramite una perizia di un tecnico abilitato (iscritti all’albo degli ingegneri, degli architetti, dei geometri, dei dottori agronomi, degli agrotecnici, dei periti agrari e dei periti industriali), giurata in Tribunale o innanzi ad un Notaio, potrà rendersi noto ai fini fiscali che il valore di detta area è aumentata, tornando all’esempio di prima, ad Euro 50.000. Ovviamente su tale maggior valore, indice di maggiore redditività del soggetto, lo Stato richiede il pagamento di un’imposta, chiamata sostitutiva della plusvalenza, pari al 4% del valore rivalutato dell’intero terreno

(nel nostro caso il 4% su 50.000 e quindi 2.000 euro). Lampante il possibile risparmio fiscale. Dal punto di vista soggettivo la rivalutazione è ammessa per • persone fisiche residenti, • società semplici, • associazioni professionali ed enti non commerciali residenti Il versamento va effettuato: - entro il 30 giugno 2012, - con mod. F24, - codice tributo 8056, - anno di riferimento “2011”. L’imposta sostitutiva può anche essere rateizzata fino a un massimo di 3 rate annue costanti secondo le seguenti scadenze: - 1^ rata entro il 30.06.2012; - 2^ rata entro il 30.06.2013 + interessi del 3% calcolati dal 30.06.2012; - 3^ rata entro il 30.06.2014 + interessi del 3% calcolati dal 30.06.2012.

Giannenrico Cocito Notaio in Porto Tolle - Sarò lieto di rispondere ai quesiti dei lettori da inviarmi al seguente indirizzo:gcocito@notariato.it

L’ARCHITETTO

Fabbricati rurali, arriva l’accatastamento obbligatorio

Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333 Nel 2011 i fabbricati rurali sono stati interessati da vari cambiamenti legislativi, tanto forse da averne complicato la comprensione ai diretti interessati. In questo numero mi sembrava opportuno riepilogare i punti essenziali della normativa vigente. Le novità normative per i fabbricati rurali sono essenzialmente tre: L’APPLICAZIONE DELL’ IMU, dal primo gennaio 2012; L’OBBLIGO DI DICHIARARE AL CATASTO FABBRICATI TUTTI I FABBRICATI RURALI attualmente censiti al catasto terreni, con attribuzione delle rendita catastale; inoltre per i fabbricati rurali già censiti al catasto fabbricati, L’OBBLIGO DI PRESENTARE LA DOMANDA DI VARIAZIONE DELLA CATEGORIA CATASTALE, per l’attribuzione della categoria A/6 per gli immobili rurali ad uso abitativo e della categoria D/10 per gli immobili rurali ad uso strumentale. La novità è assoluta ed i numeri coinvolti sono da capogiro! Stando infatti alle stime dell’ Ufficio Studi di Confagricoltura, si tratterebbe di quasi 4 milioni di fabbricati rurali, di cui 1˙100˙000 abitazioni occupate, 350 mila case non occupate, 1˙100˙000 stalle e ricoveri per animali, 1˙380˙000 fabbricati adibiti a vari usi, tra cui 950 mila a depositi di macchine ed attrezzi. Esplicitando il primo punto, diversamente da ciò che avveniva con l’Ici, l’Imu da quest’anno colpisce anche le costruzioni rurali: abitazioni, fienili, stalle e così via. Infatti nel decreto “Salva-Italia” (ormai L. 214/2011) non compare nessuna distinzione per il trattamento fiscale di questo tipo di fabbricati. L’obbligo di dichiarare al “catasto fabbricati” tutti

i fabbricati rurali che ancora risultano iscritti nel “catasto terreni” è in effetti esplicitamente collegato alla nuova imposta. In questo modo infatti a tutti i fabbricati rurali sarà attribuita una RENDITA, che sarà utilizzata per il calcolo del valore ai fini dell’IMU. Le nuove disposizioni hanno suscitato non poche perplessità di molti proprietari di strutture rurali e agrituristiche: sia perché si troveranno a versare un nuova imposta, sia per la difficoltà della normativa, che obbligherà spesso il ricorso ad un professionista. Nella precedente normativa sino al 31-12-2011 potevano rimanere censiti solo al “catasto terreni” i fabbricati rurali per i quali erano presenti tutti i requisiti di ruralità previsti dalla legge, ad eccezione delle nuove costruzioni e dei fabbricati oggetto di trasferimento di proprietà. Oggi, invece, l’obbligo di dichiarazione al catasto fabbricati è stato esteso a tutti i fabbricati rurali. Per l’ ACCATASTAMENTO DEI FABBRICATI RURALI, il termine fissato è il 30 NOVEMBRE 2012. Il Comune, in caso contrario, darà segnalazione all’Agenzia del Territorio, che provvederà all’accatastamento a spese dell’interessato, applicando sanzioni da 258 a 2˙066 Euro per il superamento della scadenza fissata. LA RICHIESTA OBBLIGATORIA DI VARIAZIONE DELLA CATEGORIA CATASTALE DEI FABBRICATI RURALI, da presentare all’Agenzia del Territorio, riguarda la variazione della categoria catastale A/6 per gli immobili rurali ad uso abitativo e D/10 per gli immobili rurali strumentali. Tale obbligo era stato già introdotto

ai fini Ici con scadenza entro il 30-09-2011, ma il termine è stato fortunatamente PROROGATO AL 31 MARZO 2012 (grazie al Decreto Milleproroghe), ma riguarda solo il riconoscimento della ruralità degli immobili ai fini della conferma dell’esenzione dall’Ici per il quinquennio precedente. Le nuove disposizioni stabiliscono le modalità per l’inserimento negli atti catastali della sussistenza del requisito di ruralità, fermo restando il classamento originario degli immobili rurali ad uso abitativo, e dunque rimanendo ferma la rendita già attribuita al fabbricato. Niente invece cambia per l’Imu, dato che appunto la rendita rimane invariata. I proprietari devono quindi presentare una DOMANDA DI VARIAZIONE della categoria catastale. Alla domanda deve essere allegata un’ AUTOCERTIFICAZIONE (differente per le abitazioni e i fabbricati non abitativi) nella quale il richiedente dichiara che l’immobile possiede in via continuativa i requisiti di ruralità previsti dalla legge, a decorrere dal quinto anno antecedente a quello di presentazione della domanda. La manovra avrà un forte impatto su fabbricati rurali e su terreni agricoli, facendo pagare alle imprese agricole attraverso l’IMU un ulteriore costo stimato sul miliardo di euro. Ad essere interessati saranno, infatti, stalle, fienili, cascine e capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi. Si va in questo modo a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole.

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: cavazzana@tin.it


I nostri esperti 33 RIVOLGITI ALL’AVVOCATO

L’OTTICO

Questioni di Giustizia Dott. ssa Michela Nuvoletto, avvocato del Foro di Padova

Gentile Avvocato, la presente per chiederle come posso procedere contro mio marito che non versa gli alimenti ai nostri due figli minori da alcuni mesi. Io e mio marito ci siamo separati consensualmente due anni fa e gli accordi consistevano nella permanenza dei figli con me mentre lui si è impegnato a pagare 600 euro di alimenti al mese. Mio marito lavora a tempo indeterminato presso un’azienda e percepisce uno stipendio di circa 14001500 euro mensili. Cosa posso fare per tutelare i miei figli? Graziella. Per porre le domande all’avvocato: direttore@lapiazzaweb.it Gentile signora, vi sono due rimedi che nel suo caso all’assegnazione a Lei delle somme dovute da suo marito possono essere esperiti. Il primo è la classica lettera di ai suoi figli e la procedura vale non solo per le somme sollecito in cui vengono quantificate le somme dovute non pagate ma anche per le successive mensilità che e non corrisposte spedita con raccomandata a.r., matureranno sino a totale adempimento, più ovviamente successivamente in caso di mancato adempimento, si la rifusione delle competenze legali. E’ importante sapere può procedere esecutivamente. Premesso che il decreto di che la materia alimentare è esente quindi lei non dovrà omologa della separazione che entrambi avete sottoscritto sopportare spese di procedura, ma solo le spese legali. Vi costituisce titolo esecutivo, non c’è bisogno di altra azione è anche la possibilità di una tutela penalistica, è possibile giudiziale volta all’accertamento del credito, è sufficiente nei casi più gravi ricorrere alla querela del coniuge che detto decreto per poter iniziare un’esecuzione. L’esecuzione fa venir meno i mezzi di sussistenza ai discendenti minori inizia con un atto, detto atto di precetto, con cui si intima d’età, il reato previsto dall’art. 570 c.p. sanziona infatti formalmente il debitore ad eseguire il pagamento entro detto comportamento con la pena della reclusione fino ad 10 giorni dal ricevimento dello stesso pena l’esecuzione un anno e l’applicazione di una sanzione pecuniaria. E’ forzata. Per mezzo dell’esecuzione forzata il creditore da chiarire però che questa soluzione, talvolta preferita può aggredire dei beni del debitore al fine di soddisfarsi, in quanto si crede la via più rapida e meno dispendiosa, ma è una procedura che viene espletata sotto l’attenta è in realtà molto meno utile sul piano pratico, in quanto supervisione del Giudice, anzi del Tribunale. Chiarito ciò, comporta un procedimento penale a carico del marito Lei potrà, quale legale rappresentante dei suoi figli, agire che il più delle volte viene perseguito diverso tempo dopo in nome e per conto loro contro suo marito, precettarlo la querela, quando magari ormai la situazione è tornata ed eseguire, nelle forme del pignoramento pressi terzi, alla stabilità. Soprattutto però, non permette di recuperare un pignoramento del quinto dello stipendio, e di tutte le le somme dovute, che in realtà è l’unico scopo che si ulteriori competenze, quali tredicesima, quattordicesima e vorrebbe raggiungere. Infatti il procedimento penale t.f.r., questo implicherà che il datore di lavoro dal momento e quello civile restano distinti e solo un pignoramento in cui riceve il pignoramento deve trattenere le somme dello stipendio permetterebbe di “bloccare” le somme pari al quinto dello stipendio. Il Tribunale provvederà poi direttamente alla fonte della loro corresponsione.

Valentino Micaglio

Illusioni ottiche

mento; come risultato vediamo alcuni Tutto ciò che percepiamo sono racorpi più grandi di quello che sono diazioni e dopo essere arrivate alla o percepiamo un movimento dove ci retina, vi sono dei recettori retinici sono solo figure immobili. Le proprieche trasformano queste radiazioni in tà delle immagini a due dimensioni, impulsi e trasportati ai due emisferi gli inganni e le illusioni ottiche sono e qui subiscono varie trasformaziostati utilizzati da molti artisti per sveni si capovolgono, si colorano, e larci i segreti della nostra visione o sono unite in una sola immagine per scoprire mondi diversi creando dal cervello. Se però il risultato è Una costruzione a volte veri e propri capolavori. incompleto o confuso, ci pensa il impossibile Quando gli occhi però vedono cose cervello a trasformarlo in un’imcompletamente differenti, il cervello salta da un’immagimagine tridimensionale completa. Di norma il nostro ne all’altra, senza decidere quale sia quella “vera”. A cervello ricostruisce rapidamente le scene basandosi su cosa sono dovuti questi fenomeni? John Pettigrew pensa meccanismi innati ed esperienze personali, che creano siano le due metà del cervello che lottano per avere la nella memoria particolari “modelli”, come immagini a predominanza. Ha sottoposto i singoli emisferi cerebrali tre dimensioni, figure geometriche o facce. Elementi da di decine di volontari ai trattamenti più strani (acqua gecombinare insieme. Se i modelli sono in contrasto con la lida in un orecchio, campi magnetici per “scombinare” realtà, o vediamo un’immagine diversa da ogni occhio, i pensieri, li ha persino fatti ridere a crepapelle). Ha ecco sorgere le illusioni. Possiamo così riconoscere in scoperto che quando una parte del cervello è bloccata, poche macchie una faccia, e per quello che per noi l’altra riesce a imporre la sua immagine, anche se quello sembra un disegno per altri lo vedono un qualcosa di che vedono gli occhi è del tutto differente. Il risultato completamente diverso. I moduli cerebrali si sono evoprova che il cervello, plasmato dall’evoluzione e dall’eluti per farci vivere in un mondo tridimensionale, e per ducazione, ha una grossa responsabilità nelle illusioni questo ci facciamo illudere da disegni a tre dimensioni, ottiche. E quindi può farci vedere le cose come non anche se sono su un foglio di carta o sullo schermo sono, completare le immagini ed escluderne una parte di computer. La struttura del mondo reale, ricostruita nel che non ci interessa. Forse non è vero che il mondo è nostro cervello, entra in azione anche quando i nostri tutto un’illusione, ma spesso ci andiamo molto vicino… occhi sono indotti in errore dalla prospettiva o dal moviOTTICA MICAGLIO NOALE >noale@micagliogroup.it<

Per info su questo articolo m.nuvoletti@gmail.com

no partecipazione

L’INTERVENTO

Grandi opere, i veneti chiedo

*dottore oculista

Padova – le carte in tavola. L’idrovia però, hanno cambiato di sfogo delle dello scorso novembre, la sua funzione di valvola con vicentino e nel padovano fatti, infatti, appare chiara commerciale (su acqua e devastanti alluvioni nel Da degli studi idraulici nuovo un’opera utile. infrastruttura di comunicazione Il problema però, come nel poi la caratteristica di Venezia è diventata di cosidetta “camionabile”. del vicentino, senza perdere Queste inquinante minore della acque del padovano e che emergono dal territorio. che tra l’altro ha un impatto non seguono le priorità adattare difficili da cambiare e da chiatte fra Padova e Venezia), è che spesso le valutazioni su cosa realizzare, che una volta avviate sono stanziato che caso della Romea Commerciale, viste per lo più come grandi affari, operazioni denaro potenziale o già sono imprenditoriali, fiumi di forze politiche ed impegnato gruppi opere progettate da tempo, e con loro anche tante perché hanno già mosso cominciano a svegliarsi degli imprenditori nel alle nuove priorità. Questo cemento, su ferrovie o idrovie. I cittadini però dimostrano più moderni si e partiti accettare dei nuovo poi su che arrivano dai vertici punta più su strade, finge di contrastare per platealmente agli input che qualche ente locale la gente Sul futuro del territorio locali che “disubbidiscono” più decisioni calate dall’alto partecipazione, referendum. sostenibili. Non si accettano 1 campo degli interventi che vogliono assemblee V eV\# trasversali, fronti e comitati Xdci^cjV Y supinamente. Nascono d’affari. le scelte dei potentati vuole decidere non subire

di Alessandro Abbadir

L Campolongo

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Economia

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di Chioggia

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igiene

L P

a CampoE’ in funzione da gennaio del Brenta) longo Maggiore (In Riviera ecomoun nuovo servizio chiamato rifiuti bile. Potranno essere conferiti ed elettrodoingombranti come mobili conferire i rifiuti mestici. Sarà possibile 2° sabato ingombranti: Boion ogni in Via Pasolini del mese dalle 8 alle 12 piazza della (parcheggio ad ovest della Maggiore ogni chiesa). Campolongo ore 8 alle 12 4° sabato del mese dalle del campo in Via Majorana (parcheggio sportivo). Sanità

TORNA A COLPIRE L’INFLUENZA SUINA torna a colpire L’influenza A (H1N1) del mese anche in Veneto, all’inizio 9 ricoverati di gennaio si registravano per lo più di e un decesso. Si tratta da malattie o persone già debilitate quest’anno si convalescenti. Il virus meno presenta con caratteristiche delle compliaggressive ma può avere si è registrato cazioni. Nel Veneziano di San Donà. anche il caso di un uomo della ConNel Miranese il presidente 13, Fabio ferenza dei sindaci dell’Ulss controlli nelle Livieri, sollecita maggiori il picco scuole del territorio considerato mese. atteso per fine

Sanità Ulss 14 e osped quale destino ale, per Chioggia?

IlTerritorio caso AMBIENTE: MENO Intopp QUALITÀ i per CO2, PIÙ la riscoss scorso 14 gennaio a riuniti loione operativa deiSiCa’sono Corner per una riunione bonus Provincia di Venezia dellagas

eV\\# 10-14

Regione

Provincia

Chioggia

“TOLÉLE” PIANO IN MOSTRA DI CHIOGGIAPRIMO POLITICA A CATTOL ICA Va lZW#

CONRIBUTO AFFITTI

HigZ\Vi^ Y Gli exa^ EVgZcided voto fanno parte FjVcYd ^ciZgcZi di quel ! patrimonio kZcZo^VcV di Fede e di cultura eVidad\^Xd eV\\# 36-37 comunemente Xdghd Xdcigdaa^ ^c si chiama 28 che eV\# devozione pietà popolare. La “pietà popolare o INTORNO A NOI

6XXdaid ^a ,% eZg XZcid YZaaZ YdbVcYZ eV\# 14

non può essere ignorata, SCUOLA ne trattata

www.lapiazz

aweb.it

Il viaggio Da Chioggia alla Mongolia in moto

il presidente della eV\# e il collega 14 Francesca Zaccariotto insieme con Spezia, Marino Fiasella, Paolo Dalla gli assessori all’Ambiente Gandolfo Vecchia, al Trasporto Giacomo Prataviera, e alla Viabilità Emanuele di Tecla con il direttore generale 2001 supporta (l’associazione che dal Province e la collaborazione fra le Battello. Due l’Unione europea) Mario individuare gli obiettivi. In primo luogo Province le due un percorso comune tra sindaci, dei per l’attuazione del Patto dalla Direzione il protocollo promosso europea, generale energia dell’Unione delle emisper favorire la riduzione Provincia di sioni di Co2 siglato dalla Sono Venezia lo scorso 25 settembre. prospettive inoltre state valutate le su nuovi di finanziamento europeo finalizzati progetti imprenditoriali energetiche all’utilizzazione di fonti alternative.

eV\# 26

EDITORIALE

Grandi opere, i veneti chiedono partecip azione

di Alessand

G

ro Abbadir

randi opere, il Veneto e i veneti, interrogano e si chiedono più partecipazione alle scelte infrastrutturali determineranno che il futuro del loro territorio. Sul tavolo di interventi e progetti sono molti. ce ne Alcuni già conclusi come la Pedemontan o da completare, a e il Passante VELA Mestre (con le 6 EVaVood di opere ^ iZhdg^ Parentopoli, dopo^d\\^V/ sistema Metropolitan complementari), il 8^cV Z 8] YZa BdciZ ^ iZhdg^ Roma anche Veo Ferroviario di ^ YjZ nezia, ^V Vci^XV anche se le possibili >a W^aVcX^d fi cie ^cXdcigd Y Super(appena avviato), YZaaV <gZX proporzioni eV\# 43 di un eventuale altri da definire Y^ :cg^Xd OZccVgd alcuni addirittura XjaijgZ scandalo, noneV\# e sembrano34 solo abbozzati. certamente alla Romea Commerciale Si pensi eV\# 22 A lanciare quelle emerse nella capitale. , alla camionabile accuse all’amministr le Padova – Venezia, al completamen azione comunale e alle dell’Idrovia Padova municipalizzate Venezia, all’elettrodotto veneziane era stato to Dolo-Camin, a campagna elettorale il sindacato Usb. al Polo logistico portuale di Mira, Veneto City, te e le consultazioni è ormai alle por- l’impegno l’alta Velocità nel e la compattezza tra i diversi partiti orientale. i gruppi politici Veneto del partito nella e passata esperienza eV\# 28 sono iniziate da 2007, rendendosi amministrativa. tempo. Il partito più corteggiato Sono opere che disponibile come All’interno del Pdl le candidato possibi- come insistono e hanno al momento si attende l’esito sembra l’Udc, quasi terminale ultimo, delle centrodestra. sindaco per una coalizione conteso tra centrodestra consultazioni per capire di le province attraversando e centrosinistra nella passata amministrazise i consiglieri che . Ma i tempi non di Padova Si tratta, a detta sono maturi per una della Commerciale e Rovigo (nel caso one erano rimasti www.lapiazzawe di Tiozzo, decisione e l’Udc ancora fino alla fine fedeli “di ), il territorio della po politico un grup- vincia al mandato, siano b.it ha imparato cittadino ra prodi Venezia. Ma l’arte parte del partito. anco- si appresta coeso, con idee ben chiare, che le ricadute sono Il gruppo smentisce puntare su un’alleanzadella mediazione. A ora ad iniziare a testa tutti i veneti. Si su la creazione di per scheletri pensi alta e senza una lista civica negli armadi l’imminente sia il Pd, che prende con l’Udc sarebbero e attende pletamento dell’Idrovia ad esempio al com:cigV ^c GZiZ X separata alcune risposte campa- L’opera Padova – Venezia. veneziana di Orsoni, a modello l’esperienza dai vertici del Pdl. gna elettorale”. dc cd^ cominciata negli Certa è invece in coalizione con anni 60 è stata la discesa in campo titi di centro, sia realizzata solo i par- Romano il Pdl, che ha nella parte iniziale di Tiozzo con apprezzato a ridosso della laguna di rata, esattamente una lista civica sepaVenezia, ed è sempre come aveva fatto considerata un’opera stata nel mastodontica inutile costosissima da eV\\# 4-8 e finire. 8dci^cjV V eV \# 3

SOLIDARIETÀ

GVXXdai^ fjVh^ &%%% Zjgd eZg aV J^aYb Y^ 8]^d\\^V

eV\# 16

con indifferenza o disprezzo” scriveva il Z# ;dgbVo^dc papa Giovanni Paolo II. AV higVYV X]Z edgiV Va aVkdgd eV\# 21 eV\# 30

PARENTOPOLI NEL VENEZIA CULTURA NO

>bb^\gVo^dcZ! ^a eZg^Xdad jcV \jZggV igV edkZg^

Elezioni, parti politici in fermeti e gruppi nto eV\# 41

MOSTRE A PADOVA

> Xdch^\a^Zg^ gZ\ ^dcVa^ IZhh Zg^c! EYa! Z ^ckdXVcd X dZh^dc^ Vb I^dood! EY e^Z Z eZgh ! dcVa^i| Y^ h eZhhdgZ

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34 I nostri esperti AFFARI DI FAMIGLIA

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Stalking, molestie assillanti e persecutorie

Gent.li Lettrici e Lettori, in questa edizione affronterò, come preannunciato, il comportamento assillante e persecutorio che reiteratamente (almeno due episodi) viene posto in essere da un soggetto, di solito un ex patner denominato stalker, ed è tale da ingenerare stati di ansia e terrore perduranti in un’altra persona, suoi famigliari ed amici, costringendola di fatto a modificare in peggio le sue principali abitudini di vita e di relazione quotidiane. In sintesi, la vita per la vittima diventa pressoché impossibile. Il legislatore italiano a fronte dei continui fatti di cronaca, anche cruenta, che vedevano per lo più come vittime “non ascoltate” e non “tutelate” molte donne e ragazze, poi massacrate e/o uccise da ex compagni o corteggiatori rifiutati, decideva di introdurre con il D.L 11/2009, successivamente convertito in legge 38/2009, l’art. 612 bis del codice penale. Questa norma, inserita tra i “delitti contro la libertà morale”, prevede la punibilità della condotta (comportamento) che: “salvo che il fatto costituisca fatto più grave, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte

reiterate, minaccia o molesta taluni in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”. Ma in pratica cosa si intende per condotte reiterate? Quante devono essere in concreto le molestie e le minacce per essere ritenute sufficienti a far ritenere concretizzato il reato di stalking piuttosto che il singolo reato di minaccia o molestia? Dopo i primi dubbi applicativi la Giurisprudenza prevalente si è assestata nel senso di ritenere che possano bastare a far configurare il reato di stalking anche solo due comportamenti persecutori (molestia o minaccia) che siano tra di loro legati. Dunque, l’elemento caratterizzante non sarà tanto la gravità della molestia o della minaccia posta in essere dal soggetto, quanto la serialità dei suoi comportamenti illeciti. Ma come può avvenire la persecuzione della vittima? Di certo la maggior parte delle donne è stata,

prima o poi, oggetto di attenzione indesiderata da parte di un ex fidanzato o di un corteggiatore non voluto che, sentitosi rifiutare ha posto in essere in maniera ripetuta comportamenti insistenti, invadenti, persecutori(molestie e minacce) di vario genere tali da ingenerare nella persona uno stato permanente di ansia e paura per la propria incolumità o quella di un famigliare od amico, influendo negativamente sulle abitudini di vita della stessa. Basti pensare che è punibile per stalking la persecuzione attuata dallo stalker tramite ripetute telefonate, pedinamenti, appostamenti, messaggi anche via facebook o comunque in via telematica. Ma quali le conseguenze sulle vittime delle molestie assillanti e delle minacce perduranti? E’ facilmente comprensibile che il suo portato di danno abbia natura prevalentemente psicologica pur non potendosi escludere che nell’ipotesi peggiore si possa arrivare ad una vera e propria aggressione dell’integrità fisica della vittima. Infatti, paura, angoscia, ansia e cambiamento peggiorativo delle proprie abitudini di vita e di relazione sono le conseguenze immediate e dirette nelle persone che subiscono il comportamento assillante perdurante degli stalker.

Ad esempio non si fa più la stessa strada per andare al lavoro ma si preferisce allungare il percorso anche di chilometri sperando di non incontrare e/o essere eseguiti dallo stalker; non si fa più la spesa nello stesso supermercato, non si esce più la sera con gli amici…e così via. Tuttavia a volte, purtroppo sempre più spesso, fatti di cronaca ci segnalano casi in cui lo stalker ha concretizzato negativamente le proprie minacce, nonostante le segnalazioni effettuate dalla vittima o dai di lei famigliari alle Autorità competenti. Questo lascia chiaramente intendere che nonostante il dettato normativo preveda la punibilità del reato di stalking, la nostra società non è organizzata a tutelare come dovuto le vittime. Nel caso in cui sarà configurabile questo reato la vittima potrà agire sia in sede penale che civile per la tutela delle proprie ragioni e diritti. Ma di questo Vi parlerò la prossima volta. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

Per info su questo articolo m.nuvoletti@gmail.com

L’OCULISTA

Dott. Valerio Crepaldi

Prevenzione dei deficit visivi del bambino

Il sistema visivo del bambino va incontro ad un processo di maturazione dal momento della nascita fino ai sei/sette anni. La funzione visiva riveste un ruolo di primaria importanza nello sviluppo psicomotorio del bambino. Nel caso siano presenti difetti rifrattivi (astigmatismo, ipermetropia, miopia le immagini che giungono al cervello risulteranno scarsamente nitide. Di conseguenza questo si abituerà ad elaborare immagini sfuocate e non svilupperà la piena potenzialità visiva. Nel caso in cui un solo occhio non veda bene utilizzerà solo le immagini più nitide dell’occhio che vede di più sopprimendo le immagini più sfuocate dell’occhio peggiore. Il bambino allenerà un solo occhio e si arriverà al cosiddetto occhio “pigro” o “ambliope”; se però tale situazione viene corretta entro i primi anni di vita il recupero è completo. Ciò presuppone l’individuazione precoce del difetto visivo, la sua correzione ed eventualmente l’uso del bendaggio oculare dell’occhio “migliore” per stimolare l’uso di quello “pigro”. Anche nello strabismo le immagini trasmesse

dall’occhio deviato non vengono utilizzate dal cervello che privilegia quelle che gli vengono inviate dall’occhio “fissante”. Anche in questo caso il non utilizzo di un occhio contribuirà a rendere pigro, cioè “a non far lavorare“ l’occhio che strabizza con riduzione grave e permanente della vista. Al fine di diagnosticare precocemente gravi malattie oculari è pertanto fondamentale sottoporre i bambini a visita di controllo. Quando la prima visita? Di norma si possono sottoporre i bambini ad una prima visita oculistica entro il primo anno di vita. Ciò è obbligatorio per i nati prematuri a basso peso, o quando si osserva il persistere di lacrimazione e congiuntivite catarrale monolaterale resistente alle terapie antibiotiche. In quest’ultimo caso non va esclusa una stenosi del canalino lacrimale che dovrebbe aprirsi spontaneamente entro il primo anno di vita e se ciò non avviene si dovrà ricorrere ad un sondaggio delle vie lacrimatali da effettuarsi in narcosi. Una visita tra i 2-3 anni di vita all’ingresso nella scuola materna è fondamentale per

prevenire i difetti di vista, l’occhio “pigro” e le alterazioni della motilità oculare. Non vedrete mai un bambino alle elementari con l’occhio bendato!! L età dell’asilo è la migliore per il recupero in quanto il sistema visivo appare “plastico” e sensibile alle cure. Ulteriore controllo verrà programmato all’età di sei anni. Nel caso in cui i genitori notino dei comportamenti particolari del bambino quali strizzare gli occhi quando guarda lontano, la chiusura di un occhio quando guarda la luce, l’inclinazione o rotazione della testa, il fastidio per la luce intensa, lo sfregamento frequente degli occhi, una deviazione oculare, è consigliabile anticipare il momento della visita. Le scadenze dei controlli vengono segnalate dal pediatra anche se non c’è nessun segno o sintomo di difficoltà visiva. Se un oculista prescrive gli occhiali a vostro figlio fateli fare senza contattare altri oculisti nella speranza di trovarne uno che vi dica che l’occhiale per il momento non serve. Le cose non si sistemano da sole come purtroppo ancora qualcuno pensa! L’ oculista è preparato

a visitare vostro figlio a qualsiasi età, ed è in grado di diagnosticare difetti visivi e quantificarli. E’ normale ascoltare il parere di tutti: nonni, suoceri, vicini di casa, quelli che gli occhiali già ce l’hanno. Fate però quello che vi dice l’oculista. Non è fondamentale che questi si occupi esclusivamente di bambini, mentre lo è che abbia un buon rapporto con vostro figlio.

DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova v.crepaldi@libero.it



36 Crucipiazza Azzurra Edizioni S.n.c. - C.P. 93/B - 35028 Piove di Sacco (PD)

>info@azzurraedizioni.com<

I PUNTINI Unisci i puntini dal 1 al 44 7

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Chiave (4) - Il nome ………...........

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Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba. A schema ultimato, nelle caselle grigie, apparirà il cognome.

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10 lettere RISALUTARE 4 lettere GANA - MAGO MOAB

3 lettere APE - IAN - LEO OHE - PST - RIC SFO - TAU

ti sento! C’è questa marmitta che fa un rumore infernale...” • Perché in curva, allo stadio, si vede meglio? Perché in curva i giocatori rallentano! 19

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Soluzioni:

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• Un gambero, un po’ preoccupato, dice ad un altro gambero: “Sai, ieri sera mia madre è uscita per un cocktail e non è più tornata.” • La donna fatica dieci anni a cambiare le abitudini del marito e poi si lamenta che non è più l’uomo che aveva sposato. • Come si chiama il più professionale cameraman giapponese? Mo Zumo. • Moglie uccide il marito col ferro da stiro: aveva preso una brutta piega. • Lo sapete perchè i carabinieri leccano sempre la loro pistola? Perchè c’è scritto Magnum.

• Ultime dalla società Autostrade: occorre investire di più. • Due tedeschi vanno al bar e dicono:”Due Martini prego” e il barista: “Dry?” e i tedeschi:”No, zwei!”. • Un ragazzo ed una ragazza in motorino: Lei dice a lui: “Questa marmitta fa un rumore infernale!” “Come dici?” “Questa marmitta fa un rumore infernale!” “Che cosa?” “Questa marmitta fa un rumore infernale!!!” “Non

9 lettere ESATONALE INERRANTE RODOMONTE TRAVEDERE

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Barzellette

7 lettere VOLPOCA 8 lettere CASTAGNE ORTAGLIA

ma nel risollevarsi sempre dopo ogni caduta. (Confucio) • Lo sciocco cerca la felicità lontano, il saggio la fa crescere ai suoi piedi. (J. Openheim) • Una donna sarà felice quando sarà invidiata da molte altre donne. (Oscar Wilde) • La vita é come un ponte : attraversala pure, ma non pensare di costruirci sopra la tua casa. (Proverbio Indù)

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• A nessuno è mai nociuto essere stato zitto. (Catone) • Chi non comprende il tuo silenzio probabilmente non capirà nemmeno le tue parole. (Elbert Hubbard) • La felicità non è uno stato a cui arrivare, ma un modo di viaggiare. (Happiness) • La nostra felicità più grande non sta nel non cadere mai,

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Aforismi

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6 lettere CADUTO TILOMA TUCANO

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INTARSIO Inserite nello schema le parole elencate

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ADIGE - AFELIO - ALT - AVIS - DEL - DVD - END - ERI - ES ETNA - IFA - INDRO - ISOSCELE - LOR - MALTO - OMEO - RAG - RAI - RAM - RE - RIDAREI RIO - TAL - TI - TI

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Risolvendo entrambi i giochi otterrete, rispettivamente, il nome e il cognome dell’attore in foto

AMARE - DE SICA - DORA - LUCA MADRE - MARIA - MARINA - OLGA - OSCAR - PARTI - ROMA - SUORE FRANCESI - ZAMPA - ZIE

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SOPRA E SOTTO

5 lettere AVRAI - CUOCO LAICO - SOREL TECLA - THETA

• Come si chiama il più grande evasore delle carceri rumene? ”Ciau escu” • Ed il più grande carceriere rumeno? ”Selupescu”.

Giochi e tanto divertimento: li trovate su Puzzle Zero, tutti i mesi in edicola!

11 lettere LATTESCENTE 14 lettere RIAVVOLGIMENTO

• Come si fa a mettere quattro elefanti in una cinquecento? Due davanti e due di dietro! E quale dei quattro guida? Quello che ha la patente!

100 pagine solo € 1,20


A tavola 37 CUCINA

VINO

Denis Meneghini

I VINI DELLA VALTELLINA

L

VALTELLINA È DA SEMPRE TERRA DI VINI E MOLTO PROBABILMENTE SI TRATTA DELLA PATRIA DELL’UVA RETICA RICORDATA VIRGILIO. GIÀ PRIMA DEL MILLE ERA UN PRODOTTO MOLTO APPREZZATO. IN EPOCA MEDIEVALE LA PRODUZIONE AUMENTÒ, GRAZIE ALL’OTTIMA QUALITÀ, TANT’È CHE LA VALLE DIVENNE BEN PRESTO IL CENTRO DI SMISTAMENTO DEL VINO NELLA PIANURA PADANA E NELLA PARTE CENTRALE DELLE ALPI, DALLE VALLI BERGAMASCHE ALLE BRESCIANE, A QUELLE DEL TRENTINO E AUSTRIACHE, MA SOPRATTUTTO A QUELLE DELLA SVIZZERA. ALLA FINE DEL ‘700 OLTRE 150.000 ETTOLITRI DI “VELTLINER”ATTRAVERSARONO LE ALPI. DOPO UNA FASE DI CRISI DOVUTA ALLE AVVERSITÀ CHE COLPIRONO I VIGNETI, NELL’OTTOCENTO E ALL’INIZIO DEL SECOLO SUCCESSIVO, LA PRODUZIONE RIPRESE VIGORE E LA QUALITÀ RITORNÒ MOLTO ALTA. I VINI PER LO PIÙ ROSSI PRODOTTI DA QUESTA TERRA SONO OTTENUTI DA UVE NEBBIOLO, DELLA VARIETÀ CHIAVENNASCA, UN VITIGNO NOBILE DALLA MATURAZIONE TARDIVA, CHE NEL CORSO DEI SECOLI HA SAPUTO DARE UN VINO IMPORTANTE COME LO “SFORZATO”O “SFURZAT DELLA VALTELLINA”, A

DA

IL CUI NOME NASCE DALLA TRADIZIONALE PRATICA DI APPASSIMENTO DELLE

QUESTO VINO VIENE OTTENUTO LASCIANDO APPASSIRE LE UVE MIGLIORI SU GRATICCI DI LEGNO, IN UN LOCALE BEN AREATO CHIAMATO “FRUTTAIO” PER ALMENO 110 GIORNI FINO ALLA FINE DI GENNAIO. DURANTE QUESTO PERIODO INVERNALE IL CLIMA DELLA VALTELLINA FAVORISCE L’APPASSIMENTO DEI GRAPPOLI. IL RISULTATO È UNA PERDITA DEL 40% DEL PESO DELL’ACINO E UNO SVILUPPO DI SOSTANZE AROMATICHE CONCENTRATE ED ESTREMAMENTE INTENSE. POI L’UVA VIENE PIGIATA E FATTA FERMENTARE E FATTA MATURARE PER ALMENO 24 MESI. SEMPRE DA VITIGNO NEBBIOLO NASCE IL VALTELLINA SUPERIORE, SUDDIVISO IN CINQUE SOTTODENOMINAZIONI: INFERNO, GRUMELLO, SASSELLA, VAGELLA E MAROGGIA, CHE SI FREGIANO DI BUON MERITO DELLA DOCG AL PARI DELLO SFORZATO.

CANEDERLI TRENTINI AGLI SPINACI ALLONTANANDOCI UN PO’ DALLA TRADIZIONE TRENTINA ABBIAMO PENSATO DI RICREARE I CANEDERLI UTILIZZANDO GLI SPINACI: UNA VERDURA SEMPRE DI STAGIONE E CHE PIACCE PROPRIO A TUTTI. PER UN EFFETTO PIÙ RUSTICO E CROCCANTE, ABBIAMO VOLUTO IMPANARE I NOSTRI CANEDERLI CON PANE GRATTUGIATO, FARINA DI MAIS ED UN MIX DI SEMI VARI. IL MODO SCELTO PER SERVIRLI È MOLTO LEGGERO, MA VOLENDO SI PIÙ PENSARE AD UNA MORBIDA E DELICATA BESCIAMELLA DI ACCOMPAGNAMENTO, OPPURE L’UTILIZZO DELL’UVETTA SULTANINA AL POSTO DEI PINOLI, PER UN TOCCO DOLCE. INGREDIENTI PER 15 CANEDERLI: 340G PANE ROMANO RAFFERMO

1 KG SPINACI FRESCHI

2 CUCCH FORMAGGIO PARMIGIANO GRATTUGIATO FARINA

UVE.

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FARINA DI MAIS PANE GRATTUGIATO SEMI VARI (SESAMO, LINO, PAPAVERO)

2 UOVA

OLIO EVO

260ML LATTE CANNELLA NOCE MOSCATA PINOLI AGLIO IN POLVERE

DENISMENEGHINI@ALICE.IT

SALE, PEPE BIANCO

PROCEDIMENTO: SBATTERE LE UOVA CON IL LATTE. TAGLIARE IL PANE E AMMOLLARLO IN UNA CIOTOLA CON LE UOVA SBATTUTE, ED INSAPORIRE CON SALE E PEPE. AGGIUNGERE IL FORMAGGIO GRATTUGIATO, MESCOLARE BENE E LASCIAR RIPOSARE PER CIRCA 30 MINUTI (DEVE RISULTARE MORBIDO E UMIDO, SENZA PERÒ DISFARSI) LESSARE GLI SPINACI E STRIZZARLI BENE PER PRIVARLI DELL’ACQUA. AMALGAMARE IL PANE CON GLI SPINACI, UNIRE I PINOLI, L’AGLIO, LA CANNELLA E LA NOCE MOSCATA. AGGIUNGERE QUALCHE CUCCHIAIO DI FARINA 00, PER OTTENERE UN COMPOSTO PIÙ COMPATTO. FORMARE LE PALLINE (BAGNARSI LE MANI PER RIUSCIRE A LAVORARE MEGLIO IL COMPOSTO) E PASSARLE IN UN PIATTO CON LA FARINA DI MAIS, MESCOLATA AL PANE GRATTUGIATO ED I SEMI. CUOCERE I CANEDERLI IN ACQUA BOLLENTE SALATA, SARANNO PRONTI QUANDO VENGONO A GALLA. PER VEDERE SE SONO BEN COMPATTI FARE LA PROVA CON UN CANEDERLO, SE NON VIENE A GALLA AGGIUNGERE ALTRA FARINA. SERVIRE BAGNANDO CON UN FILO D’OLIO.

MANUELA E SILVIA BIZZO

SPIZZICHI E BOCCONI B


38 Oroscopo ARIETE

DAL 21/03 AL 20/04

ASCOLTATE LA PARTE DI VOI PIÙ TRADIZIONALISTA PERCHÉ I PIANETI VI SPINGERANNO NELLA CONTINUITÀ DEI RAPPORTI INTRAPRESI · SALUTE CAMBIA LA STAGIONE E PORTA CON SÉ ANCHE LA PIGRIZIA. BANDITE IL DIVANO E SCEGLIETE MUSICA ADATTA A LUNGHE PASSEGGIATE FASCINO

TORO DAL 21/04 AL 20/05

FASCINO SARETE A L POSTO GIUSTO NEL MOMENTO GIUSTO. SAPRETE ESSERE PRESENTI PER CHI AMATE NEL MODO PIÙ DOLCE E OPPORTUNO · S ALUTE ADOTTANTE UN’ALIMENTAZIONE CON INTEGRAZIONI MACROBIOTICHE, VI AIUTERÀ CON IL PESO E, SE DOVETE SCEGLIERE, DATEVI ALLA DANZA

Oroscopo APRILE NON TI SCOPRIRE... LA PRIMAVERA ENTRA NEL VIVO E I SENSI SI RISVEGLIANO E RITROVANO VIGORE. E’ IN ARRIVO UN MESE CHE PORTA CON SÉ PASSIONE PER LA VITA

GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06

FASCINO EVITATE DI ESSERE TROPPO CRITICI E, SOPRATTUTTO IN COPPIA, PREDILIGETE IL SILENZIO. ASCOLTARE I BISOGNI DELL’ALTRO VI FARÀ BENE · S ALUTE DOVETE RECUPERARE CENTRALITÀ E SALDEZZA, FATELO SEGUENDO I CONSIGLI DI UN PERSONAL TRAINER E IMPONENDOVI LA CALMA

BILANCIA DAL 2 3/09 AL 22/10

FASCINO L’EROS IN VERTIGINOSO AUMENTO VI SPINGE IN UNA CACCIA SENZA FRONTIERE. ATTENTI A COME VI MUOVETE PER NON FERIRE NESSUNO · S ALUTE AVETE BISOGNO DI FARE UN’ATTIVITÀ LEGGERA MA CONTINUATIVA, CHE POSSA RESTITUIRVI UNA SENSAZIONE DI BENESSERE GENERALE

SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11

FASCINO SARETE VITTIMA DI SPINOSI SOSPETTI ANCHE PERCHÉ NON MANCHERETE DI MISURARVI IN SCHERMAGLIE AMOROSE. CALMA!· S ALUTE CERCATE L’EQUILIBRIO FISICO ED EMOTIVO. NON VI FARÀ MALE UNO SCREENING MEDICO CON ATTENZIONE ALL’APPARATO RIPRODUTTIVO

SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12

35 45 75 15

IN ALCUNI MOMENTI VI SENTIRETE PRIGIONIERI DELL’AMORE DI CHI VI STA VICINO. SCAPPARE NON AIUTA, SIATE INVECE SPENSIERATI · S ALUTE DEDICATEVI A UN REGIME DEPURATIVO CHE REGALERÀ SOLLIEVO A FEGATO E APPARATO DIGESTIVO. NON DIMENTICATE DI RIPOSARE FASCINO

CANCRO

CAPRICORNO DAL 22/12 AL 20/01

DAL 22/06 AL 22/07

FASCINO SIETE STRETTAMENTE CONNESSI CON CHI AMATE PERCIÒ OGNI OBIETTIVO È POSSIBILE. ATTENZIONE ALLE GAFFES IN AGGUATO · SALUTE FORMA MUSCOLARE ED ESTETICA INVIDIABILE, ACCOMPAGNATA, PERÒ, DA UN NERVOSISMO CHE POTREBBE SCARICARSI SULLE ARTICOLAZIONI O SULLA SCHIENA

LEONE DAL 23/07 AL 23/08

FASCINO USATE MAG-

GIORE CAUTELA PERCHÉ IL PARTNER POTREBBE MOSTRARSI INTRANSIGENTE E POCO INCLINE A SOPPORTARE LE VOSTRE TIRITERE· S ALUTE ABBIATE COSTANZA E SCEGLIETE UN PROGRAMMA DI FITNESS SOLIDO E PROGRESSIVO, SIA CHE SI TRATTI DI ESERCIZI IN PALESTRA O DI ALTRO

FASCINO DEDICHERETE ALL’AMORE VERO UNO SPAZIO CONSISTENTE: MOSTRATEVI GIOCOSI E APPASSIONATI ASSECONDANDO IL CORPO · SALUTE IL QUADRO PSICOFISICO GENERALE SARÀ PIÙ CHE SODDISFACENTE MA SCEGLIETE LA GINNASTICA PASSIVA, LO YOGA O IL PILATES

ACQUARIO DAL 21/01 AL 19/02

CONCENTRATEVI SULLA PARTE PROGETTUALE DEI SENTIMENTI, LA STABILITÀ È UN SOLIDO PUNTO D’APPRODO RISPETTO A MOLTE VOSTRE DERIVE· S ALUTE I PIANETI DISSONANTI POTREBBERO CAUSARE QUALCHE SOMATIZZAZIONE A CARICO DELLO STOMACO. PROVATE A RISOLVERE CON LA FITOTERAPIA FASCINO

VERGINE DAL 24/08 AL 22/09

FASCINO VI ATTENDONO OCCASIONI PICCANTI: FATE ATTENZIONE PERÒ, CHI È IN COPPIA RISCHIA GROSSO, ANCHE FISICAMENTE!· S ALUTE BUONA LA TONICITÀ MUSCOLARE. APPROFITTATENE SCEGLIENDO SPORT COME LA BICICLETTA, L’EQUITAZIONE O LA CORSA

FASCINO IL

PESCI DAL 20/02 AL 20/03

DIALOGO E L’INTESA VIAGGERANNO IN TOTALE ARMONIA, LA FORTUNA ASSISTERÀ I SINGLE CHE OSERANNO USCIRE DALLE LORO TANE S ALUTE ANCHE PER VOI LA DANZA POTREBBE ESSERE L’ATTIVITÀ CHE PIÙ SI ADDICE PER ACCOMPAGNARVI IN QUESTO PERIODO DI PIACEVOLI SORPRESE



Sempre più vicino a voi...

La Carrozzeria Ferro si fa in due! il Giovedì dalle 18.00 alle 20.00 e il Sabato dalle 10.00 alle 12.00 in Piazzale Europa a Sottomarina saremo a vostra disposizione per preventivi e consulenze. Tutti i giorni nella sede di S. Anna.

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FERRO CARROZZERIA

Via Bruno Maderna, 55 - S.Anna di Chioggia (VE) Tel. 041 4950280

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