La Piazza di Chioggia - 2012lug n85

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di Chioggia

www.lapiazzaweb.it

Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 85

Finanza La spending review in Veneto

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Ospedale L’inaugurazione della nuova Fisioterapia

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Economia Cicloturismo, VenTo il progetto che porta sviluppo

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EDITORIALE

Cambia il clima, dobbiamo cambiare anche noi

LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010

PESCA, IL COMITATO DIRETTIVO DEL DISTRETTO ALTO ADRIATICO

di Mauro Gambin*

I

Sì alla tassa di soggiorno a Sottomarina

Si è insediato lo scorso 26 luglio il Comitato Direttivo del Distretto di pesca Alto Adriatico, evento che ha segnato l’avvio operativo di questo organismo interregionale di governo del settore, in un mare che ha caratteristiche fisiche e risorse alieutiche del tutto diverse da quelle degli altri bacini del Mediterraneo. pag. 9

La maggioranza la approva in Consiglio, categorie del turismo e opposizione insorgono

ASCOM: TROPPI ABUSIVI E CONCORRENZA SLEALE

T

assa di soggiorno, un balzello difficile da digerire per gli operatori in tempo di crisi, con la preoccupazione per una stagione che dai primi segnali si preannuncia difficile in partenza. Nel corso di un movimentato consiglio comunale, lo scorso 21 giugno, si approva l’introduzione della tassa di soggiorno con i voti della sola maggioranza, con l’opposizione che abbandona l’aula in polemica con la Giunta, e nello sfondo - nemmeno

“Una situazione che sta mettendo in ginocchio i commercianti locali” e che l’associazione Ascom non è più disposta a tollerare e così si pone in prima fila nel denunciare il fenomeno e richiama le autorità competenti a controlli serrati. pag.

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troppo - le colorite manifestazioni di protesta degli operatori e delle associazioni di categoria. Da luglio dunque i turisti che soggiornano in albergo a Chioggia dovranno pagare - per i primi 10 giorni - un euro e venti in più a notte, quelli che invece sceglieranno il campeggio 80 centesimi. “Siamo stati costretti a portare avanti scelte difficili - spiega il sindaco Giuseppe Casson - L’amministrazione comunale non

ha alcuna intenzione di affossare o di far morire il turismo. Ne sono chiara prova tutte le decisioni prese sinora per incoraggiare e per valorizzare questo comparto”. “L’amministrazione - esemplifica dunque il primo cittadino - è stata in prima fila per cercare di rendere operativo il piano casa in tempi brevi, anche in favore della categoria degli albergatori; ha elaborato un regolamento demaniale marittimo che sta facendo scuola a livello regionale”. pag. 6

l clima cambia e non è più una cosa che ci può lasciare indifferenti. Qualche anno fa all’esperto in meteorologia che annunciava un brusco innalzamento delle temperature, a causa dell’effetto serra, di solito replicava lo storico climatologo sostenendo che si trattava di una cosa normale, in quanto il clima della Terra è in continua mutazione. 35 milioni di anni fa, del resto, i colli Berici e quelli euganei erano rispettivamente una barriera corallina e degli atolli che spuntavano da un mare caldo popolato da pesci tropicali. Dunque a chi dei due dare ragione? All’esperto meteorologo, perché appurato che le temperature cambiano anche noi dobbiamo cambiare. Fino a 150 anni fa una stagione siccitosa poteva innescare brutali carestie che nei piccoli comuni davano luogo ad ondate di morte per fame, è stata l’agricoltura intensiva e lo sviluppo dei commerci a rendere le emergenze meno esiziali e a dissociare dal clima le esigenze alimentari. Oggi però che su buona parte degli ettari coltivati a seminativi nella nostra regione è rimasta stecchita per il grande caldo, magari nessuno avrà percepito il pericolo della “fame”, definitivamente debellata in occidente ome la peste o il colera, ma un pensiero ai rincari che si prospetteranno credo sia passato per la testa di tutti. continua a pag. 3

direttore@lapiazzaweb.it

L’Intervento

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Il Veneto cresce se nel rigore c’è più Europa

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di Franca Porto*

I

provvedimenti del Governo di revisione della spesa pubblica che seguono quelli per la sua riduzione pongono ancora in maggior evidenza il nodo del Patto di Stabilità interno, cioè del vincolo che impone a tutti gli enti autonomi della Repubblica e non solo allo Stato centrale limiti precisi di spesa e di indebitamento. *Segretaria Cisl Veneto

continua a pag.

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EDITORIALE

segue da pag.

Cambia il clima, dobbiamo cambiare anche noi

Vicino al Pronto soccorso

LA GUARDIA MEDICA HA UNA NUOVA SEDE Dallo scorso 10 luglio il Servizio di continuità assistenziale (Guardia medica) si è trasferito nella nuova sede adiacente al Pronto Soccorso. Una struttura completamente nuova, ricavata dalla ristrutturazione del garage delle ambulanze. Il servizio non è più situato presso l’ex consultorio pediatrico di Sottomarina, dove era operativo da circa tre anni. Il medico del Servizio di continuità assistenziale di Chioggia è reperibile telefonicamente al numero: 041.492224. Il Servizio svolge la sua attività tutti i giorni dalle 20.00 alle 8.00 Nei prefestivi dalle 10.00 alle 20.00; nei festivi dalle 8.00 alle 20.00 L’attività ambulatoriale (su prenotazione telefonica) solo nei prefestivi e festivi dalle 10.30 alle 13.00; dalle 16.00 alle 18.30. Nei nuovi locali si svolge anche l’attività di Medicina turistica (tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00), che prima si teneva nel Poliambulatorio dell’ospedale.

La crisi, del resto, ci ha resi molto sensibili anche agli umori di Scipione, Caronte e Minosse visto che hanno comportato perdite importanti, stimate seppur approssimativamente dalle associazioni di categorie in diversi milioni di euro. Un colpo pesante per un settore dal quale ci si aspettava molto per contenere gli effetti della crisi. Ma la siccità non si è mica vista solo sui campi, è mancata anche l’acqua. Nelle scorse settimane alcuni sindaci del bellunese hanno emesso delle ordinanze per proibirne l’uso a scopi irrigui o per lavare l’auto e le stesse ordinanze sono state auspicate da un Ulss del veneziano anche se l’acqua non è mancata, per evitare il diffondersi della salmonella, visto l’alto inquinamento registrato dall’Ulss nei canali. La crisi ci spaventa, preoccupa la penuria di denaro liquido. E la mancanza d’acqua? Dovrebbe preoccupare altrettanto. Secondo alcuni economisti dalla crisi si uscirà proprio quando la società, e non solo la politica, comincerà a correggere le conseguenze di decenni di percezioni errate nate dalla retorica di uno sviluppo imperniato sul consumo e si affermerà invece la consapevolezza che non è più possibile permettere lo spreco. Se è vero che una nuova epoca comincerà con quel cambiamento di mentalità che permetterà di ritenere opportunità quelle cose fino a ieri non lo erano mai state, forse allora sono da applaudire quegli agricoltori italiani c’è chi al posto del mais o della soia hanno iniziato a coltivare piante per le spezie, banane e manna, senza aspettare che cada dal cielo.

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Chioggia TRASPORTI PUBBLICI Pd denuncia soppressione linea Verona-Chioggia, Chisso smentisce pag. 12

AGRICOLTURA

L’assessore Gianni: Chioggia, Cavarzere Cona nella via del radicchio?

SCUOLA

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A teatro un viaggio nel Medio evo pag.

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Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

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Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 promomedia@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

REDAZIONE:

Direttore responsabile

MAURO GAMBIN direttore@lapiazzaweb.it ORNELLA JOVANE o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 luglio 2012 CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL LORETO, VIA BRECCIA (AN)

Provincia ECONOMIA

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della

Librerie Giunti al Punto

DONA UN LIBRO ALLA BIBLIOTECA DELLA TUA CITTÀ

Mauro Gambin - direttore@lapiazzaweb.it

Fine della vacanza

Sono stati accolti in Municipio i bambini bielorussi della Fondazione “Aiutiamoli a vivere”, prima di ripartire per il ritorno a casa alla conclusione di un mese di vacanza a Chioggia. Lo scorso 26 giugno l’assessore ai Servizi sociali, Massimiliano Tiozzo, ha incontrato in sala consiliare undici bimbi bielorussi e le famiglie chioggiotte che hanno dato loro ospitalità per le vacanze di risanamento. Come consuetudine l’assessore ha donato ai bimbi, provenienti da aree colpite dalla nube radioattiva di Chernobyl, uno zainetto contenente indumenti di prima necessità, materiale scolastico e prodotti per l’igiene. La Fondazione “Aiutiamoli a vivere”, presieduta da Eddi Naccari, da diversi anni è attiva nel territorio. Info chioggia@ aiutiamoliavivere.it.

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Pescaturismo

Regione

TESSERIN: “CON LA NUOVA LEGGE NUOVE PROSPETTIVE”

VACANZE

Il porto di Venezia punta alla crocieristica pag.

SPAZI APERTI

20

La Provincia punta sulla valorizzazione delle aree naturalistiche

EVENTI

“Dona un libro alla biblioteca della tua città” è l’obiettivo che si pone l’iniziativa che per tutto il mese di agosto verrà promossa nelle librerie Giunti al Punto. La finalità è quella di arricchire con nuovi volumi le biblioteche, sottolineando l’importanza del loro ruolo come centri propulsori di cultura, spazi di aggregazione e integrazione sociale sul territorio. Fino al 31 agosto nelle librerie Giunti al Punto di tutta Italia sarà possibile acquistare un libro con lo sconto del 15 per cento da donare alle biblioteche. La libreria di Chioggia avrà come riferimento la biblioteca civica C. Sabbadino che verrà segnalata a tutti i clienti.

pag.

Una guida per le “Le feste in piazza” pag.

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Cresce il numero di chi denuncia disavventure pagg. 28-29

SOCIALE

Cresce il numero dei casi di violenza sulle donne

MOSTRE

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A Villa Pisani una mostra sulla nobiltà del lavoro pag. 34

L’avvenuta approvazione in Commissione regionale della legge Agri e pescaturismo con avvio in consiglio veneto dell’esame a fine luglio, viene sottolineata dal consigliere della Regione Veneto Carlo Alberto Tesserin come uno dei passaggi significativi per Chioggia e la sua economia. “E’ una legge attesa dalla nostra città commenta - che interessa un comparto della nostra economia in crisi”. “Con questa legge - prosegue Tesserin - si crea uno spazio alternativo alla tradizionale attività, con nuove e interessanti prospettive di sviluppo”.


4 Argomento del mese SANITÀ VENETA La revisione della spesa varata dal Governo Monti impone una cura dimagrante e porta l’entità dei tagli a quasi 700 milioni di euro. Salvi tutti gli ospedali, ma ora vanno riorganizzati posti letto e singoli servizi. Anche alla luce del nuovo piano socio sanitario l’intera rete ospedaliera va rivista e sono almeno 3500 i posti letto da eliminare di Nicola Stievano

Zaia: “Il modello veneto consente già notevoli risparmi, noi avanti così”

Puppato: “Anche da noi ci sono situazioni di spreco e disparità da sanare”

L

Luca Zaia e Laura Puppato

Meno posti letto, meno d

a “cura dimagrante” per la sanità veneta costerà quasi 700 milioni e oltre 3.500 posti letto. Salvi i piccoli ospedali e i centri d’eccellenza, nella nostra regione andranno comunque ridotti i costi fissi, tagliati i doppioni, rivisto l’intero sistema di spesa. La scure della “spending review” del governo Monti si abbatte con meno violenza in Veneto perché da un paio d’anni la sanità locale ha già intrapreso il non facile cammino della razionalizzazione, sfociato nella redazione del piano socio sanitario regionale. Ad esempio, sul numero dei posti letto pro - capite il Veneto vorrebbe spingersi anche oltre le decisioni del governo, che abbassa la media da 4,2 posti per mille abitanti a 3,7, portando invece a 3,5 per mille abitanti. Anche sulla riorganizzazione degli ospedali minori la Regione ha fissato degli obiettivi nel nuovo piano socio sanitario che dovrebbero concretizzarsi in significativi ridimensionamenti per strutture che non hanno tutte le caratteristiche dell’ospedale per acuti. Tagli in vista anche per convenzioni con la medicina privata (-1% quest’anno, -2% il prossimo) con un risparmio che dovrebbe aggirarsi sui venti milioni. Ulteriori economie dovrebbero arrivare dalla nuova mappa delle aziende socio sanitarie venete, disegnata proprio per ridurre gli sprechi. Le decisioni del governo sulla revisione della spesa

si tradurranno in ulteriori tagli, in questo contesto? Secondo il governatore veneto Luca Zaia la nostra sanità ha già intrapreso un percorso che va nella direzione del risparmio e dell’efficienza, senza attendere le imposizioni da Roma. Zaia non ha timore di affermare che “siamo la Regione più virtuosa della sanità italiana e ci è riconosciuta la palma di Regione meno “sprecona” del paese. Abbiamo un tasso medio di ospedalizzazione di 7 giorni contro anche 30 in altre Regioni e ciò significa che nei nostri ospedali si cura presto e meglio; da due anni teniamo i conti in attivo senza avere, unici in Italia, l’addizionale Irpef sulla sanità. Non ci sottrarremo ad una spending review anche fatta di lacrime e sangue, - aggiunge Zaia - ma a condizione che venga applicato il modello veneto, quello che consentirebbe di risparmiare molto di più di quanto proposto dal Governo. Quello di Monti-Balduzzi è un piano senza visione strategica, un taglio brutale e insensato che squilibra l’intero sistema sanitario. Infatti, se non si riorganizzano i servizi territoriali, per esempio la medicina di base, si arriva a un taglio orizzontale e quindi cieco, che danneggia esclusivamente il Nord. In nessun punto del piano viene chiesta una revisione profonda del modello organizzativo. Questo comporterà l’affossamento dei modelli virtuosi che rimarranno senza

risorse. Il governo dovrebbe come media per i costi standard quella che si desume dalla sanità veneta”. Ben diversa la posizione di Laura Puppato capogruppo del Pd in Consiglio regionale, che contesta a Zaia di usare due pesi e due misure. “Con il governo Berlusconi, Zaia due anni fa ha accettato senza fiatare un taglio di 400 milioni. Ora con Monti rifiuta ogni trattativa. Un atteggiamento che non possiamo accettare anche perché non è vero che nel Veneto nella sanità pubblica non vi siano differenze eclatanti. Basti pensare alla spesa pro capite, dove sappiamo che in alcune Uls è intorno ai 1400/1500 euro per persona contro i mille di altre. Anche qui, come nel resto d’Italia, vi sono situazioni a macchia di leopardo che vanno sicuramente riviste”. “Perché Zaia si scaglia così tanto contro il Governo Monti? - si chiede il capogruppo dell’Udc Stefano Valdegamberi - In fin dei conti sta introducendo nella sanità il principio dei “costi standard”, tanto auspicato anche dalla Lega, ma rimasto sempre inattuato. Pensiamo al programma di razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi. Non resta che augurarci tutti che finalmente il modello arrivi anche nelle Ulss, dove troppo spesso a fare il prezzo è “l’amico dell’amico”. Le forniture sanitarie hanno rappresentato per anni un luogo privilegiato per la corruzione”.

LE SPESE IL CAPOGRUPPO DEL PDL DARIO BOND

“Da noi siringhe a 2-3 centesimi”

A

l Veneto l’introduzione dei costi standard non fa paura. Ne è convinto il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond, il quale ricorda come nelle Uls della nostra regione il monitoraggio della spesa sia diventato trimestrale, mentre la tracciabilità dei presidi sanitari ha fatto passi da gigante. “Ho chiesto a campione dei dati ad alcune Ulss del Veneto - aggiunge il capogruppo del Pdl - e i numeri ci danno ancora una volta ragione. Una siringa monouso sterile con ago costa dai due ai tre centesimi, a seconda della tipologia, contro una spesa massima che in altre parti d’Italia arriva anche a 70 centesimi, un ago ipodermico meno di un centesimo, mentre un inserto di tibia per protesi non cementata 194 euro contro un massimo rilevato di circa 2500 euro in altre parti d’Italia. Qui da noi, poi, il costo della giornata alimentare è mediamente sotto i dieci euro. I numeri riguardanti altre realtà del Paese sono di gran lunga superiori e difficili da giustificare. Detto questo - conclude Bond - non possiamo far finta che il Veneto sia uguale alle altre regioni. I numeri parlano chiaro: per questo dobbiamo andare a Roma con gli economi delle nostre Ulss e dire che non siamo disposti a farci massacrare”.

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Argomento del mese 5 Area del veneziano

doppioni e più risparmio Il caso Dissipati i timori di chiusura di una realtà unica nella regione

Nessun rischio per l’Istituto Oncologico Veneto di Nicola Stievano

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antasanità”, così il professor Pier Carlo Muzzio direttore generale dell’Istituto oncologico veneto di Padova, ha chiosato l’ipotesi di chiusura del centro d’avanguardia nazionale emersa da una prima bozza del decreto sulla “spending review”. Di fronte all’ipotesi di tagliare i piccoli ospedali, tramontata poi nell’arco di 24 ore con l’approvazione del testo definitivo, sembrava infatti che vi rientrasse anche l’Istituto Oncologico Veneto, da sette anni un faro nella sanità locale per la cura dei tumori. Nell’elenco delle 154 strutture ospedaliere c’era infatti anche lo Iov, ma a quanto pare si è trattato di un clamoroso errore, perché non stiamo parlando di un ospedale come gli altri ma di un istituto molto particolare. Inoltre i dati riportati risalgono a cinque anni fa, tanto che oggi lo Iov conta 121 posti letto, uno in più del limite fissato dal governo. Quello ospitato all’ex ospedale Busonera di Padova è l’unico Irccs (Istituto di ricovero e cura di carattere scientifico) specificatamente dedicato alla cura dei tumori in del Veneto, istituito con Legge regionale del Veneto n. 26 del 22 dicembre 2005, quale “ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, operante in conformità con gli obiettivi della programmazione sanitaria regionale”. Il riconoscimento a Irccs è arrivato dal ministero della Salute con un decreto del 18 marzo 2005. Significa che lo Iov non è un semplice ospedale ma un servizio che affianca alle prestazioni di ricovero e cura di alta specialità un’intensa attività di ricerca. Anche il semplice criterio del numero dei posti letto salta per questo genere di struttura, per la quale vengono tenute in considerazione altre variabili, a partire dalla qualità dell’assistenza e dal valore della ricerca. Allo Iov lavorano 577 operatori sanitari, di cui 382 dipendenti e 195 con contratti di collaborazione . Ogni anno vengono eseguite oltre 350 mila prestazioni ambulatoriali e ben duemila interventi chirurgici.

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Posti letto ed accorpamenti

A rischio tagli Chioggia e Venezia-Mestre R

iorgarnizzazione sanitaria, a rischiare di più in provincia di Venezia è l’area di Chioggia e l’Ulss 12 cioè quella di Venezia-Mestre. I numeri sono chiari, e dipendono dalla popolazione che nel capoluogo e aree limitrofe che è di oltre 800mila abitanti. I criteri del Piano socio sanitario regionale prevedono per la provincia di Venezia 2400 posti letto per acuti, 1200 per strutture intermedie 500 per le strutture di riabilitazione. Ad interessarsi della questione della sanità veneziana in quinta commissione regionale sono stati i consiglieri veneziani Bruno Pigozzo(Pd), Giovanni Furlanetto (lega), Carlo Alberto Tesserin (Pdl), e Pietrangelo Pettenò (Rc), consiglieri che come tutti i residenti attendono la presentazione delle “schede” ad ottobre per capire nel dettaglio come saranno accorpati eventualmente i reparti e i primariati negli ospedali. “Nell’area dell’Asl 13 e cioè della Riviera del Brenta e del Miranese – spiega il consigliere regionale Bruno Pigozzo - non c’è problema, il rapporto fra abitanti (240 mila) e numero di posti letto previsti è ampiamente rispettato. Anzi il criterio dei 3 posti letto per mille abitanti, è anche “superato“. Si viaggia sulla media di 2,8. Percentuale rispettata anche per l’area del Veneto Orientale e cioè l’Ulss 10 di San Donà - Portogruaro. Qui la media è di 2,9 posti letto per mille abitanti”. Ma è l’Ulss di Venezia e Mestre che invece sfora i parametri. “Ci dovrebbero essere secondo i nuovi criteri regionali – spiega Pigozzo - 1200 posti letto, invece ce ne sono 1600. Insomma 400 in più provenienti per lo più da ragioni storiche legate alla specificità della città lagunare, ma anche al fatto che vengono conteggiati nella somma complessiva, i posti letto delle strutture ospedaliere private”. Per Pigozzo proprio su questi posti letto in più si può limare la differenza, mettendo in conto che il piano prevede 1200 posti l letto in provincia di Venezia per strutture intermedi, di ricovero. Fra queste possono essere incluse parte di quelle private e centri anti dolore e per malati terminali e malati di Alzheimer. Addirittura facendo questi conti, i 1200 posti previsti non sarebbero nemmeno coperti del tutto. Ci sono poi sempre previsti dal piano socio sanitario approvato a giugno, 500 posti letto per strutture riabilitative specialistiche. Resta aperto invece il problema della permanenza degli ospedali. La Regione prevede il mantenimento per un bacino d’utenza di 200- 300 mila abitanti. Per L’Ulss 12, 10 , e 13 i problemi non ce ne sono. Tutte per numero di abitanti rientrano nel criterio fissato. Non ci rientra invece Chioggia.“Per Chioggia – spiega Pigozzo - va fatto un ragionamento a sé . I residenti non possono fare riferimento all’ospedale di Padova o di Mestre perché sono ospedali troppo lontani e anche quello di Adria non è agevole da raggiungere. Questa zona poi dell’area sud della provincia è ad alta dispersione abitativa. Cioè c’è meno densità di abitanti, ma le distanze fra un posto e l’altro sono grandi. La questione Chioggia resta sul tavolo ed è una delle prime che bisognerà affrontare quando ad ottobre ripartirà la discussione“. Sugli accorpamenti di reparti o di ospedali i consiglieri regionali generalmente non si vogliono esprimere anche se Pigozzo spiega che per quanto riguarda l’Ulss 13 rischi di un ospedale unico fra Dolo e Mirano non ce ne sono. “Il criterio regionale – dice - è quello di evitare doppioni. La struttura di Noale diventerà area riabilitativa e per anziani, fra Dolo e Mirano si dovranno creare ospedali complementari. Non rischiano poi in questa realtà nemmeno i due punti nascita. Ne servono uno ogni 1100 nascite. A Dolo e Mirano i nati in media ogni anno sono 2300”. Infine sui trasferimenti. “L’Asl 13 – conclude Pigozzo – dati alla mano è quella che ha ricevuto meno trasferimenti dalla Regione nel corso degli ultimi anni ed ha mantenuto servizi di eccellente livello. Le Ulss virtuose vanno premiate non A.A. penalizzate”.


6 Chioggia Il caso Turismo

Tassa di soggiorno a Sottomarina

Approvata con i voti della sola maggioranza l’introduzione dell’imposta. Opposizione e categorie in subbuglio

di Giovanni Giovetti

T

assa di soggiorno, un balzello difficile da digerire per gli operatori in tempo di crisi, con la preoccupazione per una stagione che dai primi segnali si preannuncia difficile in partenza. Nel corso di un movimentato consiglio comunale, lo scorso 21 giugno, si approva l’introduzione della tassa di soggiorno con i voti della sola maggioranza, con l’opposizioone che abbandona l’aula in polemica con la Giunta, e sullo sfondo - nemmeno troppo - le colorite manifestazioni di protesta degli operatori e delle associazioni di categoria. Da luglio dunque i turisti che soggiornano in albergo a Chioggia dovranno pagare - per i primi 10 giorni - un euro e venti in più a notte, quelli che invece sceglieranno il campeggio 80 centesimi. “Siamo stati costretti a portare avanti scelte difficili - spiega il sindaco Giuseppe Casson - l’Amministrazione comunale non ha alcuna intenzione di affossare o di far morire il turismo. Ne sono chiara prova tutte le decisioni prese sinora per incoraggiare e per valoriz-

Il sindaco Casson: “Scelta necessaria. Non vogliamo affossare il turismo ma dobbiamo pensare a tutta la città” zare questo comparto”. “L’amministrazione - esemplifica dunque il primo cittadino - è stata in prima fila per cercare di rendere operativo il piano casa in tempi brevi, anche in favore della categoria degli albergatori; ha elaborato un regolamento demaniale marittimo che sta facendo scuola a livello regionale; ha introdotto la patente a punti per consentire che la cosiddetta movida si svolgesse in un contesto di più precisa regolamentazione; sta promuo-

vendo culturalmente e turisticamente la città attraverso un calendario di eventi rilevante”. Il sindaco dunque insiste sulla necessità di far prevalere una linea, in materia di scelte finanziarie, che tenesse presente l’interesse dell’intera città rispetto a quello di una parte di essa. “Introducendo la tassa di soggiorno - insiste - abbiamo dovuto tener conto della città intera nella sua complessità. L’alternativa all’introduzione della tassa di soggiorno sarebbe stata quella di aumentare l’Imu per la prima e la seconda casa ed eliminare l’esenzione dall’addizionale Irpef per i redditi sotto i 15mila euro, con esiti disastrosi per le fasce più deboli della popolazione e per l’intera economia cittadina”.

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MAURO BOSCOLO BISTO: “SCELTA IMPOPOLARE MA NECESSARIA PER GARANTIRE I SERVIZI ANCHE NEL TURISMO”

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on è una scelta politica ma di equità sociale. Di fronte alle difficoltà dell’amministrazione a far quadrare il bilancio - a fronte di una riduzione dei trasferimenti dello Stato pari a 5 milioni di euro e ad un mancato introito dall’Ici pari a 7 milioni di euro - abbiamo deciso di chiedere in media un euro al giorno ai turisti che sono in vacanza piuttosto che andare a gravare ulteriormente sui bilanci di famiglie che già fanno fatica ad arrivare Mauro Boscolo Bisto a fine mese”. Il capogruppo del Partito Democratico Mauro Boscolo Bisto sulla introduzione dell’Imposta di soggiorno è chiaro: “Abbiamo deciso di fare una scelta che agli occhi della gente è impopolare ma la politica non può solo raccogliere consensi, deve sapersi assumere responsabilità”. “Per poter ottenere il pareggio di bilancio e garantire i servizi essenziali con un minimo di funzionalità così come ci chiedono i cittadini - spiega - abbiamo dovuto ricorrere all’aumento della tassazione (così come del resto hanno fatto tutti i Comuni di qualunque colore politico) con l’accortezza di spalmare il peso fiscale in proporzione al reddito: abbiamo introdotto l’Irpef che prima non c’era, esentando per il momento tutti i redditi fino a15mila euro; per l’Imu abbiamo scelto di applicare l’aliquota minima sulla prima casa e un po’ più alta sulla seconda”. “E tuttavia - procede Bisto - i conti non tornavano. A questo punto abbiamo deciso, a malincuore, di introdurre per i turisti la tassa di soggiorno, per i primi 10 giorni di soggiorno a Sottomarina. Riteniamo che sia un balzello molto più sopportabile, rispetto ad altre categorie economiche. Lo abbiamo fatto con la coscienza a posto perché riteniamo che questa amministrazione alle categorie economiche del turismo abbia già dato e continuerà a dare molto”. “Non è una tassa di scopo - precisa il consigliere del Pd - ma c’è un impegno da parte della giunta di utilizzare parte buona parte dei soldi - si stima 1 milione e 300mila euro - per dare risposte al mondo del turismo, dalla sistemazione della spiaggia alla pulizia, alla sistemazione delle aiuole. Risposte che altrimenti non saremmo in grado di garantire”. O.J.

LE VOCI CONTRO SI POTEVA FARE ALTRIMENTI

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iò che colpisce non è la quasi obbligata contrapposizione tra il Comune che impone balzelli onerosi dal punto di vista fiscale e chi li subisce. Il problema è che gli operatori avvertono nell’amministrazione la mancanza di volontà di un confronto”. Il consigliere regionale Pdl Carlo Alberto Tesserin denuncia una certa preoccupazione: “Sento moltissimi operatori sfiduciati e questo mi spaventa - commenta - molti di loro sostengono che con il Comune non si dialoga. I nostri operatori invece meritano attenzione. Il malessere non nasce dall’applicazione di questo ulteriore balzello: l’imposta di soggiorno si va ad aggiungere ad altre condizioni negative per chi opera nel settore turistico”. “Il Comune faccia la parte che fino ad ora si è rifiutato di fare. In famiglia quando i conti non tornano la prima cosa da fare è ridurre le proprie spese e gli sprechi. Questa amministrazione non ha fatto nulla su questo versante”. “La contrazione dei trasferimenti statali è un alibi per introdurre le tasse locali” critica dall’opposizione Beniamino Boscolo, candidato sindaco del Pdl alle ultime elezioni. “E’ innegabile che in un periodo di crisi come questo i Comuni abbiano difficoltà a chiudere i bilanci in pareggio ma nello specifico caso di Chioggia, analizzando il bilancio, emerge con chiarezza che invece di ridurre la spesa pubblica rispetto allo scorso anno questa amministrazione ha deciso di implementarla di ben 2 milioni e mezzo. Se è inattacabile l’argomento delle minori entrate è anche vero però che la Giunta Casson ha aumentato le spese

Tesserin e Boscolo discrezionali, quelle non necessarie, quelle “politiche”. Non dico di diminuire i servizi ma di mantenere gli stessi livelli di contributi alle associazioni, consulenze, manifestazioni e altro. Non si può a fronte di tali scelte introdurre nuove tasse che mettono in ginocchio le famigilie e le categorie economiche. Nel caso della tassa di soggiorno, essa rischia di essere il colpo di grazia al settore alberghiero, e ricettivo in genere, e quindi all’intero sistema turistico Chioggiotto, in un periodo in cui anche il settore comincia ad avvertire la crisi”. Gli operatori del turismo si sono recati al Consiglio comunale con una bara, in segno evidente di protesta. “Qui riposa la nostra economia - spiegava uno di essi - non è il momento adatto di introdurre l’imposta di soggiorno. Molti turisti decideranno di soggiornare altrove, dove la tassa non si paga”. “Non contestiamo la tassa di soggiorno spiega Alessandro Da Re di Ascom - quanto piuttosto le modalità con cui è stata imposta. Chiedavamo fosse introdotta nel 2013. Non si può decidere di applicarla a dieci giorni dall’arrivo dei turisti e informarli all’ultimo momento che dovranno pagare qualche decina di euro O.J. in più”.


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8 Chioggia Sanità

L’assessore regionale Luca Coletto

Ospedale Lo scorso 13 luglio il taglio del nastro

“UN PUNTO DI PARTENZA DEL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI”

Inaugurata la nuova Fisioterapia

Il nuovo reparto al sesto piano dell’ospedale

di Martina Maniero

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stata inaugurata la nuova Unità Operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione (Fisioterapia) all’ospedale di Chioggia. Il taglio del nastro il 13 luglio scorso alla presenza del sindaco di Chioggia Giuseppe Casson, dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto e dei consiglieri regionali Lucio Tiozzo e Carlo Alberto Tesserin. “E’ una giornata importante perché cominciamo a restituire alla città un nuovo ospedale, potenziato nei servizi e riorganizzato negli spazi – ha detto il Direttore generale dell’Ulss 14 di Chioggia Giuseppe Dal Ben – sei mesi fa abbiamo fatto un patto con i cittadini promettendo tempi certi per la ristrutturazione dell’ospedale e la regolare informazione sullo stato di avanzamento dei lavori. Con questa prima inaugurazione possiamo dire di aver mantenuto gli impegni presi”. “Il reparto di Fisioterapia – ha aggiunto Dal Ben – prima ubicato al pianterreno del nosocomio, da oggi rinasce all’interno di uno spazio più ampio (da 300 è passato a 420 metri quadrati), diviso in Da sinistra: il responsabile del Servizio Andrea Roncato, il sindaco Giuseppe locali confortevoli, arricchiti con nuovi arredi e at- Casson, l’assessore regionale Sanità Luca Coletto, i consiglieri regionali Carlo trezzature per le palestre. Un lavoro non semplice di Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo, il direttore generale Ulss 14 Giuseppe Dal Ben ristrutturazione edilizia che ha incluso anche l’adeguamento antisismico della struttura”. che verrà replicato per ogni reparto. socomio dove troverà posto un rinnovato reparto Ge“Con questa ristrutturazione – ha aggiunto il In precedenza i lavori al complesso ospedaliero riatria che verrà consegnato ai cittadini entro la fine Responsabile del servizio Andrea Roncato – pos- hanno interessato l’ala ovest (la parte est aveva già dell’anno. In programma anche l’ampliamento del siamo offrire ai pazienti che accederanno all’Unità subito interventi di restauro tra il 2005 e il 2007). reparto di Radiologia e del nuovo blocco operatorio. Operativa spazi maggiormente finalizzati alle diver- Ad essere coinvolte circa 120 degenze, la metà del I lavori di sistemazione dell’ospedale riguarderanno se tipologie riabilitative, in un ambiente più confor- totale. Recentemente è stato trasferito il Servizio anche l’area esterna: saranno realizzati ingressi tevole e consono alle necessità delle persone”. di Continuità Assistenziale (Guardia Medica) nella specifici per accedere in maniera diretta al Pronto Il sesto piano ha cambiato volto grazie alla ri- nuova sede, realizzata ex novo, adiacente al Pronto Soccorso e al monoblocco, verranno sistemati i pardistribuzione degli spazi interni: il nuovo servizio è Soccorso mentre la Dirigenza medica è spostata al cheggi esistenti e sarà creata una nuova portineria. stato dotato di tre palestre, nove ambulatori, una primo piano, nei locali che un tempo ospitavano il Il costo totale dell’operazione sarà di 20 milioni di sala riunione e una sala d’attesa. Migliorato anche servizio di Diabetologia. Anche qui gli spazi sono euro. Interventi che, secondo il piano di lavoro, dol’accesso al locale con la presenza di un operatore stati completamente ristrutturati. vranno concludersi entro i prossimi due anni. appositamente dedicato all’accoglienza, servizio Tutt’ora in corso i lavori al quinto piano del no-

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iorganizzare l’intera rete ospedaliera per ridurre i costi di gestione e garantire maggiore appropriatezza delle prestazioni. Questo quanto previsto dal decreto sulla spending review per il capitolo “sanità”. Salvi i piccoli ospedali, anche in Veneto. Ma la riduzione dei posti letto a carico del servizio sanitario nazionale ci sarà. Lo standard scende a 3,7 ogni mille abitanti. Per riabilitazione e lungodegenza lo standard non deve scendere sotto lo 0,7 per mille abitanti. Si stima che l’abolizione-riconversione interesserà 18-20 mila posti. Riviste anche le convenzioni sulla spesa farmaceutica così come il percorso di alcune cure: la tendenza è di evitare il più possibile il ricovero a favore di day hospital e ambulatori. Il decreto prevede il taglio di 1 miliardo di euro nel 2012, 2 miliardi nel 2013 e altri 2 negli anni a venire. Ben 5 miliardi fino al 2014. Numeri ricordati l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, in occasione dell’inaugurazione del nuovo reparto di Fisioterapia all’ospedale di Chioggia. “La riqualificazione dell’ospedale – ha dichiarato Coletto – prova come siamo in linea col nuovo Piano socio-sanitario che ci aiuterà a razionalizzare, cioè a spendere meglio le risorse. Benché il periodo sia tra i più difficili, lo sforzo che sta compiendo la Regione è quello di garantire servizi di qualità ed efficienza, nonostante i tagli e le limitazioni imposte da Roma”. Una presenza non solo simbolica quella dell’assessore che testimonia “la volontà della Regione di mettere al centro il cittadino con l’obiettivo di offrirgli strutture e prestazioni sempre più adeguate ai suoi bisogni”. “Ci tengo a ricordare – ha concluso Coletto - che quello di oggi non è un punto di arrivo ma solo la tappa di un più ampio progetto di potenziamento dei servizi e delle strutture per consegnare ai cittadini di Chioggia un ospedale moderno M.M. e attrezzato”.

I commenti degli amministratori

CASSON, TIOZZO, TESSERIN: GRANDE SODDISFAZIONE

l fatto che le promesse fatte pochi mesi fa siano state pienamente rispettate rende credibili i percorsi futuri”. Con queste parole il sindaco di Chioggia, Giuseppe Casson, è intervenuto alla cerimonia di inaugurazione del nuovo reparto di Fisioterapia all’ospedale di Chioggia. “Il servizio che inauguriamo oggi – ha aggiunto il primo cittadino – dimostra come i risultati si ottengano grazie alla collaborazione di tutti. In particolare ringrazio la

Regione Veneto, interlocutore attento, e i suoi rappresentanti che hanno dimostrato attenzione per la città. Non sempre i rapporti sono stati facili ma la sanità non deve avere colore politico”. “Una sanità di alto livello nella qualità delle cure e dei servizi erogati”. E’ l’auspicio dell’assessore regionale Lucio Tiozzo che ha aggiunto: “Il progetto di riordino dell’ospedale è frutto di un monitoraggio costante di quanto si sta mettendo in

campo e questa inaugurazione è un buon esempio dei risultati che si possono ottenere dal lavoro di sinergia tra le istituzioni”. Di “giornata positiva” ha parlato il consigliere regionale Carlo Alberto Tesserin. “Il percorso intrapreso di generale rivisitazione dell’ospedale, nella sua interezza, si sta realizzando, rispondendo in modo positivo alle aspettative dei cittadini e dei Il Direttore Generale consegna “simbolicamente” pazienti”. M.M. le chiavi del reparto al responsabile del servizio

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Chioggia 9 Economia Distretto di pesca Alto Adriatico

Insediato il Comitato direttivo

A Chioggia presso la sede Aspo lo scorso 26 luglio alla presenza degli assessori alla Pesca del Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia di Giovanni Giovetti

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i è insediato lo scorso 26 luglio il Comitato Direttivo del Distretto di pesca Alto Adriatico, evento che ha segnato l’avvio operativo di questo organismo interregionale di governo del settore, in un mare che ha caratteristiche fisiche e risorse alieutiche del tutto diverse da quelle degli altri bacini del Mediterraneo. L’assessore alla Pesca del Veneto, Franco Manzato, sarà il primo presidente di turno del Comitato. L’insediamento è avvenuto nella sede dell’Aspo di Chioggia, presenti gli assessori delle tre regioni interessate: Manzato per il Veneto, Tiberio Rabboni per l’Emilia Romagna e Giulio Violino per il Friuli Venezia Giulia. Ma c’erano anche l’assessore della Puglia Dario Stefàno, che è il coordinatore delle Regioni in materia di pesca e agricoltura, le organizzazioni della pesca, il Direttore Generale Pesca del Ministero Saverio Abate, Davide Bendinelli presidente della IV Commissione del Consiglio Regionale del Veneto con gli altri componenti della Commissione

L’assessore veneto Franco Manzato è il primo presidente di turno del Comitato stessa, i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo, l’amministratore unico della società consortile Gestione Risorse Alieutiche Lagunari Gral Ruggero Ruggeri, le autorità marittime, il comandante della Guardia di Finanza di Chioggia. “Nel cammino che stiamo facendo assieme, regioni, operatori e organizzazioni del settore, per dare un futuro a questa attività economica che ha fatto la storia delle nostre marinerie e delle nostre comunità – ha ricordato Manzato – abbiamo già ottenuto di variare il periodo di fermo pesca

rapportandolo alle effettive esigenze del “nostro” Adriatico. Stiamo anche operando per la rottamazione delle imbarcazioni della piccola pesca di quanti intendono rinunciare all’attività, ci daremo da fare per costruire tutte le opportunità e gli strumenti per dare un futuro al settore oggi fortemente in crisi, con l’auspicio che al più presto anche sull’altra sponda dell’Adriatico vengano adottate le stesse regole cui noi dobbiamo adeguarci per l’appartenenza all’Unione Europea”.

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NEWS Solidarietà

I PESCATORI DI CHIOGGIA E DEL DELTA A SAN POSSIDONIA CON I TERREMOTATI

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pescatori di Chioggia, insieme a quelli del Delta, solidali con i terremotati hanno improvvisato una sorta di sagra del pesce in terra emiliana. Lo scorso 7 luglio hanno infatti preparato un pranzo a base di pesce a San Possidonia, uno dei comuni colpiti dal sisma. Da Chioggia i circa 25 pescatori impegnati nella singolare e generosa missione hanno portato 200 casse di pesce azzurro che, insieme agli 8 quintali di cozze e due di vongole gentilmente offerti dalle cooperative di pesca di Rosolina e Porto Viro, hanno costituito gli ingredienti dominanti del pranzo offerto a circa 2000 persone. Impegnati anche l’Auser di Rosolina che si è occupata di pasta e patatine, e i soci dell’associazione Carabinieri di Porto Viro che hanno accompagnato i 40 volontari in tutto nella trasferta. Fermo pesca fino al 27 agosto

PER 43 GIORNI STOP ALLA PESCA NELLE ACQUE DEL NORD ADRIATICO

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er 43 giorni, dallo scorso 16 luglio e fino al 27 agosto prossimo, le acque del nord Adriatico sono interdette alla pesca. Un provvedimento accolto non certo con favore dagli addetti ai lavori, ma necessario e obbligato per ridare vitalità a un mare un tempo molto pescoso, oggi impoverito da un eccessivo sfruttamento. “Bloccare un’attività non è mai un piacere – commenta l’assessore alla Pesca della Regione del Veneto, Franco Manzato – ma, e ne sono pienamente consapevoli anche gli operatori e le loro associazioni, il fermo pesca ha come obiettivo il ripopolamento ittico delle nostre aree marine, per consentire, pur tra innumerevoli complicazioni, la continuità di questa produzione. Una scelta dolorosa, quindi, ma io credo lungimirante e finalizzata a salvare il settore”.


10 Chioggia Economia Pesca delle acquadelle entro le tre miglia dalla costa

NEWS

Chioggia capofila per chiedere la revisione della normativa Ue I

In Municipio

IL NUOVO QUESTORE ROCA IN VISITA A CHIOGGIA

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hioggia capofila per chiedere la revisione della normativa Ue per la pesca delle acquadelle entro le tre miglia dalla costa. L’occasione per riprendere il confronto è stato l’arrivo in città della parlamentare europea, Debora Serracchiani. Il vicesindaco e assessore alla Pesca, Maurizio Salvagno, accompagnato da una delegazione dei rappresentanti delle cooperative della pesca, ha incontrato, lo scorso 30 giugno, la deputata europea, per consegnarle una lettera, indirizzata al vicepresidente della commissione europea della pesca a Bruxelles, Guido Milana. La richiesta, presentata dal Comune di Chioggia, a nome delle quattro marinerie più importanti della Regione (Caorle, Venezia, Porto Tolle, Chioggia), con le associazioni di categorie e in collaborazione con l’Ispra, è di riaprire il tavolo di discussione sul regolamento Ue 1967/2006, in vigore in Italia dal 2010, a chiusura della sperimentazione biennale della pesca con la “sciabica da natante” per la cattura del latterino. Un progetto, finanziato dalla Regione Veneto, condiviso dal Ministero per le politiche agricole e coordinato da Lega Pesca e Federcoopesca. L’impiego della “sciabica”, unico attrezzo autorizzato dalla normativa europea, si è infatti rilevato completamente fallimentare nel contesto veneto, per la cattura

della specie degli Atherina boyeri (anguele), e il solo sistema di pesca valido per esercitare questo tipo di attività rimane quello tradizionale. “Non appena abbiamo iniziato a verificare l’inefficacia di questi strumenti e reti per la cattura delle acquadelle (anguele), peraltro già annunciata dai pescatori stessi, abbiamo chiesto all’Ispra di supportarci con una documentazione scientifica, per poter avvalorare la sostenibilità della pesca a strascico tradizionale entro le tre

miglia dalla costa – dichiara il vicesindaco e assessore alla Pesca, Maurizio Salvagno – dagli studi si evince che, operando con le reti a strascico, non si creano danni all’ambiente e tanto meno alla risorsa o ad altre specie. La filiera ittica sta attraversando una crisi di portata emergenziale e la flotta autorizzata per le tre miglia si è drasticamente assottigliata. La ripresa della piccola pesca, vitale per la realtà socio economica del Veneto, darà di nuovo lavoro a circa un centinaio di famiglie ed arricchirà la filiera”. “Per la nostra realtà riaprire il confronto con Bruxelles è fondamentale – rileva il sindaco Giuseppe Casson – solo attraverso un dialogo costruttivo potremmo arrivare a concertare una soluzione che possa offrire nuove opportunità per il mondo della pesca, già penalizzato da una crisi che sta percorrendo tutto il tessuto economico nazionale e locale”. L’amministrazione chiede quindi a Bruxelles un’audizione alla presenza degli assessori regionali e dei ricercatori dell’Ispra, per dimostrare la compatibilità ambientale di questa pesca tradizionale in un determinato periodo dell’anno. La proposta, presentata dal Comune di Chioggia, sarà allargata all’ambito del distretto dell’Alto Adriatico, in occasione della discussione del Piano di gestione.

l Questore Vincenzo Roca in visita in Municipio. Lo scorso 6 luglio il nuovo Questore di Venezia ha incontrato il sindaco, Giuseppe Casson, i componenti della Giunta comunale, il Il questore Roca Segretario Generale, con il sindaco Casson Maurizio Lucca, e il Capo di Gabinetto e Comandante della Polizia Locale, Michele Tiozzo. “E’ stato un momento importante di incontro e di conoscenza reciproca – rileva il sindaco Giuseppe Casson – Al nuovo Questore sono state illustrate a grandi linee le problematiche sul tema della sicurezza in città, in particolar modo nel periodo estivo quando arriva un ingente flusso di turisti e si concentrano manifestazioni ed eventi. A Chioggia inoltre esiste un encomiabile coordinamento interforze tra Polizia locale e tutte le forze di polizia, il cui operato mira quotidianamente a garantire all’intera comunità le migliori condizioni di sicurezza”. Il Questore ha confermato il rapporto sulla sicurezza locale, il cui trend rimane tendenzialmente non preoccupante, dal momento che i reati rimangono limitati ad episodi di microcriminalità.

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12 Chioggia Trasporti pubblici Il Pd in Consiglio regionale chiede alla Giunta di evitare la dismissione della linea ferroviaria

NEWS

No alla soppressione della linea VeronaRovigo-Chioggia ma Chisso smentisce U

Il Macinino propone anche quest’anno

IL RADUNO DELLE AUTO STORICHE CON SFILATA E MOSTRA

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a dismissione della linea ferroviaria “Verona-Rovigo-Chioggia” potrebbe essere l’inizio della fine per il trasporto pubblico locale in Veneto. E’ quanto sostiene il gruppo del Pd in Consiglio regionale, che con un’interrogazione presentata a metà luglio dal consigliere Graziano Azzalin e firmata dai colleghi Lucio Tiozzo, Franco Bonfante e Roberto Fasoli, chiede alla Giunta “se e come intenda porre rimedio alla drastica riduzione di finanziamenti per il settore che richiede scelte politiche forti e decise, soprattutto in un fondamentale settore che vede purtrop- una drastica riduzione del servizio. Se questo dovesse po i Veneti primi per disagi e carenze di investimenti, e avvenire, sarebbe una mazzata per un territorio che in particolare quale sia la soluzione prevista per evitare vive già un ritardo negli investimenti strutturali per la mobilità e segnerebbe l’inizio di la dismissione de facto della tratta Verona-Rovigo-Chioggia, ad alta L’assessore regionale: una vera e propria disintegrazio“Non c’è alcuna ne del trasporto pubblico locale, frequenza pendolare”. “Una prospettiva terrifican- ipotesi di sopressione. spina dorsale di una Regione che punti a uno sviluppo sostenibile e te - puntualizzano i consiglieri Stiamo invece democratici - ma purtroppo assai ammodernando le linee” voglia guardare avanti”. La risposta dell’assessore reconcreta: a fronte dell’ulteriore stretta finanziaria, da fonti interne a Trenitalia si parla gionale alle Politiche della mobilità Renato Chisso non di un’alta possibilità che si giunga in autunno ad una ha tardato. “Non c’è alcuna ipotesi di soppressione della linea soppressione delle corse giornaliere sulla tratta VeronaRovigo-Chioggia, o quantomeno ad un affidamento in Verona – Rovigo e nemmeno della Rovigo - Chioggia”. service della gestione, che significherebbe comunque Chisso smentisce. “Soprattutto voglio tranquillizzare

cittadini e utenti interessati a questa linea – aggiunge – che è inserita a pieno titolo nel contratto di servizio tra Regione e Trenitalia ed è regolarmente pagata. L’amico Bonfante e gli altri consiglieri interessati dovrebbero saperlo bene: ciò che la Regione ha contrattato con il gestore del servizio e paga, Trenitalia non può sopprimere, semplicemente perché non dipende da lei”. “Le cosiddette voci che riguardano Sistemi Territoriali non sono invece prive di fondamento, e non sono neppure una novità: sulla Verona – Rovigo è proprio Sistemi Territoriali che gestisce il servizio per conto di Trenitalia. In ogni caso la nostra società ferroviaria è interessata a gestire altri servizi anche al di fuori della linea Mestre Adria, passeggeri e merci, e stanno per arrivare i nuovi treni che ha acquistato con i fondi regionali. E’ ovvio che questi convogli non correranno solo sulle linea che già fu della ‘vaca mora’, ma saranno messi a disposizione dei nostri cittadini sul territorio regionale. Sono anche sicuro che li gradiranno: si tratta di convogli moderni ed efficienti, non a caso la maggior parte a trazione elettrica, che ci permetteranno anche di conseguire risparmi gestionali. Questo non vuol dire soppressione di linee, semmai ammodernamento delle stesse e del confort di viaggio”.

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na rombante sfilata d’epoca, mostre statiche ed anche un concorso di eleganza. Anche quest’anno l’associazione “Il Macinino” propone questo tradizionale appuntamento con le storiche vetture sempre accolte con grande interesse dai molti collezionisti, ma anche dai curiosi visitatori di ogni età. E così per le vie del centro storico di Chioggia e Sottomarina transiteranno Fiat, Alfa Romeo, Porsche, Lancia, Rolls Royce, Bmw di trenta e più anni fa con le loro carrozzerie tirate a lucido grazie alla passione dei proprietari ‘gelosi’ dei loro piccoli o grandi gioielli con i quali hanno girovagato per migliaia di chilometri in Italia ed anche in paesi lontani. Tutte le auto partecipanti dovranno essere costruite, salvo eccezioni, entro il 1970. Il raduno delle storiche vetture è fissato per domenica 9 settembre alle ore 9,00. Dopo la sfilata le vetture sosteranno nel Campo Duomo; nel pomeriggio verranno presentate e descritte dal giornalista di settore Renzo De Zottis. Per ulteriori informazioni basta consultare il sito www.ilmacininoautostoriche.it o rivolgersi all’organizzatore Stefano Sambo cell. 3383818008, abit.041-404241. Il raduno di settembre è stato preceduto il 6 maggio dalla manifestazione “La Topolino nella terra dei Dogi” con 25 Fiat Topolino giunte a Chioggia dopo essere partite da Torino e il 20 maggio dal 1° Raduno Bingo Gaming Hall Astoria con auto d’epoca e mezzi bellici della Seconda Guerra Mondiale. Inoltre il 20 agosto il Macinino collaborerà con la prima mostra statica al Mercato Ortofrutticolo di Brondolo in occasione della 1a Fiera per l’Auto.

Commercio

L’ASCOM DENUNCIA: “TROPPI ABUSIVI, TROPPA CONCORRENZA SLEALE. CI SIANO PIÙ CONTROLLI”

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na situazione che sta mettendo in ginocchio i commercianti locali” e che l’associazione Ascom non è più disposta a tollerare e così si pone in prima fila nel denunciare il fenomeno e richiama le autorità competenti a controlli serrati. Il fenomeno sotto accusa è quello dell’abusivismo: in spiaggia, ma anche abusivismo e concorrenza sleale nelle vie principali della città. “Non solo ambulanti in spiaggia - si legge nel comunicato - con merce contraffatta, ma anche ambulanti autorizzati a vendere frutta e verdura che applicano con una certa disinvoltura la normativa configurando di fatto concorrenza sleale ai danni di chi osserva le leggi e paga le tasse”. “Ci sono furgoncini più o meno autorizzati ovunque - spiega Alessandro Da Re, responsabile provinciale del settore alimentare dell’Ascom, - e comunque anche gli autorizzati con licenza di ambulante “itinerante” non possono sostare più di 2 ore nello stesso posto e in alcune zone, come il centro storico, non possono nemmeno passare. In realtà ogni giorno ambulanti di frutta e verdura, prendendo in giro i consumatori, spacciando per merce coltivata dagli stessi, vendono gli scarti del mercato all’ingrosso e si fermano ben più di sei ore sempre sullo stesso posto”. Succede ad esempio a Borgo San Gio-

vanni, al ponte del Lusenzo, in viale Tirreno, via Marco Polo, via Vittor Pisani, in Lungomare all’altezza del Granso Stanco. “Una situazione assurda - rincara la dose il direttore Ascom, Maria Grazia Marangon, - a cui va aggiunta la ristorazione “abusiva”, quella che dovrebbe essere limitata ai clienti della darsena o della piscina e in realtà è aperta a tutti. Oppure le sagre che durano 20 giorni e che tutto fanno meno che promozione dei prodotti locali e non mi riferisco certo alla sagra del pesce. Chi ha un negozio paga cifre spropositate di Tia, occupazione del suolo pubblico, Irpef, Ires, Irap, è soggetto a studi di settore e redditometro e nonostante tutto è sempre visto come un evasore”. Una presa di posizione dura quella di Ascom che scende in campo per difendere i commercianti della città e per chiedere controlli continui e ad ampio raggio su chi in barba alle regole continua a vendere abusivamente a pochi metri dai negozi. “L’evasione è da un’altra parte e si chiama abusivismo - continua Marangon, - il commerciante abusivo non ha regole, continua imperterrito senza che troppi occhi lo vedano o facciano finta di non vedere. Questa situazione è intollerabile per chiunque e noi come Ascom non vogliamo più stare zitti”. G.G.


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Chioggia 15 Agricoltura La proposta dell’assessore provinciale Lucio Gianni di creare un percorso tematico

Chioggia, Cavarzere e Cona nella strada del radicchio?

NEWS Chioggia-Cervia

GRANDE FESTA PER IL GEMELLAGGIO

Il progetto coinvolgerebbe una decina di Comuni fra il Veneziano, Padova e Rovigo. Potrebbe essere una buona opportunità di promozione dell’intero territorio

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a realizzazione di una strada tematica dedicata al radicchio, uno dei prodotti di punta dell’ortofrutta della provincia veneziana, potrebbe rappresentare un ottimo veicolo promozionale per la produzione della famosa “rosa di Chioggia”, con benefici economici e positive ricadute su tutto il territorio nel quale viene prodotto. Per quanto riguarda la provincia di Venezia, oltre Choggia, anche Cavarzere e Cona. Il progetto ha un’ampia area di diffusione che oltrepassa i confini provinciali e va ad interessare anche aree del Padovano (Codevigo e Correzzola) e di Rovigo (Rosolina, Ariano polesine, Loreo, porto Viro e Taglio di Po). E’ questa la proposta dell’assessore all’Agricoltura e alle Attività produttive della Provincia di Venezia, Lucio Gianni, che lo scorso 16 luglio ha incontrato il presidente della società “Chioggia ortomercato” Giuseppe Boscolo Palo, accompagnato dal direttore del mercato, e la coordinatrice dello staff del Gruppo di Azione locale (Gal)

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“Un punto di partenza di una programmazione articolata di valorizzazione del prodotto e del territorio “Antico Dogado” Claudia Rizzi, per verificare la possibilità di utilizzare dei bandi o pianificare interventi del Gal per condividere il progetto appunto di una strada del radicchio Igp di Chioggia. Per il Consorzio Igp sarebbe una buona occasione - ha osservato Gianni - per uscire dall’attuale situazione di “stallo”, oltre che per il territorio e la sua promozione. “Potrebbe essere una buona opportunità se si riuscisse ad attrezzare questo territorio, che spesso in passato non è stato sufficientemente valorizzato, con la “strada del radicchio”. - ha osservato l’assessore Gianni - Riuscire a mettere in atto l’idea di questo percorso tematico rappresenta per noi il punto di partenza di una programmazione articolata di valorizzazione e promozione del prodotto e del suo territorio”. L’assessore ha quindi tracciato la strada che dovrà essere percorsa per arrivare alla definizione condivisa del progetto. “Dovremo incontrare gli assesssori all’Agricoltura delle Province di Padova e Rovigo - ha detto - poi i responsabili del Gal “Delta Po” e i dieci Comuni coinvolti”.

In alto il sindaco Giuseppe Casson riceve il sale di Cervia dal rappresentante delle Mariegole. Sotto Luciano Boscolo Cucco omaggia l’assessore di Cervia Luca Coffari rande festa organizzata dalla “Dragaggi “ e dal suo patron Luciano Boscolo Cucco, per il gemellaggio Chioggia-Cervia rinsaldato con la riproposta della “Rotta del sale“. Venerdì 20 luglio in piazza Vigo l’ambasciatore chioggiotto nel mondo Luciano Boscolo Cucco e il sindaco Giuseppe Casson hanno fatto gli onori di casa accogliendo le tenenze di ben 6 marinerie della costa romagnola. La marineria e le imbarcazioni d’epoca sono state accompagnate dall’assessore alle Attività produttive del Comune di Cervia, Luca Coffari, dal presidente del circolo nautico di Cervia, Massimo Zoli, dal vicepresidente dell’associazione “Mariegole della Romagna“, Fiorenzo Righini. Alla presentazione, curata dal conduttore Marco Lanza, ha presieduto il comandante della Capitaneria di Porto; tra gli ospiti il presidente dell’ associazione culturale italo-americana “Illica“ cavaliere Vincenzo Marra, il dottor Roberto Cantagalli dirigente dell’assessorato al Turismo del Comune di Cervia, il direttore artistico dell’associazione culturale “Ignazio Silone“, Giancarlo Fuolega, il poeta Renzo Ranzato Varisco, l’ex vicesindaco del Comune di Cervia Giovanni Lucchi e le autorità militari. A tarda serata è iniziato uno spettacolo musicale al quale hanno assistito numerosi esponenti di associazioni culturali giunti dalla Riviera del Brenta e da Mestre direttamente via laguna. Durante tutta la serata ha funzionato il servizio dei “Bragossi Ulisse“ ai quali ha dedicato una canzone già di successo il gruppo musicale “La nuova origine“ di Pellestrina che ha raccolto applausi e consensi condivisi con il tenore italo-messicano Rodrigo Trosino e il comico Romeo, altri grandi protagonisti della festa. Un coinvolgimento storico-popolare-culturale che il pubblico ha gradito: al saluto finale di ringraziamento, di Marco Lanza e Luciano Boscolo Cucco, da tanti presenti è arrivata la richiesta di continuare lo spettacolo... senza aver dato in precedenza occhiate preoccupate all’orologio.

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16 Chioggia Da sx l’assessore provinciale Lucio Gianni, il sindaco Casson, Giovanni Lucchi, Di Paolo, Crosara, Elena Zampieri e Luciano Boscolo Cucco

Il serata culturale L’evento organizzato dal Circolo “Ignazio Silone”

La cucina locale, che arte Quattordici poeti celebrano i prodotti della terra chioggiotta attraverso la poesia e la pittura

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rande successo per il connubbio d’alta qualità tra pittura, poesia e arte manifestata attraverso i prodotti della nostra cucina locale, abilmente decantati da ben 14 poeti. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione culturale “Ignazio Silone“ con la collaborazione dell’ambasciatore chioggiotto nel mondo, Luciano Boscolo Cucco, e il patrocinio del Comune di Chioggia. Ha visto come protagonista principale la pittrice

Teatro

Elena Zampieri che ha presentato le proprie opere, visibili sino al 15 settembre all’Hotel Ambasciatori di Sottomarina. La kermesse, presentata dal conduttore Marco Lanza, si è aperta con gli elogi al decano dei poeti chioggiotti Renzo Ranzato Varisco; il critico, professor Francesco Lusciano, ha illustrato le motivazioni di elevata cultura che sanno unire pittura e poesia al piacere della tavola, anticipando la presidente dell’ associazione “Amici della poesia “ Giorgia Pollastri che ha

introdotto le liriche. Tra le più apprezzate sicuramente quella di Nella Talamini, dello stesso Renzo Ranzato Varisco e dell’assessore provinciale Lucio Gianni che ha recitato la sua composizione in onore del sindaco di Chioggia Giuseppe Casson che successivamente ha consegnato i premi di riconoscimento: non solo agli artisti ma anche ad alcuni affezzionati alla spiaggia di Sottomarina da oltre 50 anni! Fragorosi applausi al direttore artistico

dell’ associazione “Ignazio Silone“ Giancarlo Fuolega, al vicepresidente Dino Sfriso, a Luciano Boscolo Cucco e al suo ospite, giunto direttamente dagli Stati Uniti, Tony Di Paolo. Tra le personalità di spicco presenti Mara Bertini, presidente nazionale dell’ associazione “Progetto donna oggi“, Mirko Albiero, presidente associazione Amici della poesia di Campagna Lupia, Giovanni Lucchi, ex vicesindaco di Cervia e il dottor Michele Ricucci presidente del Coro Popolare Chioggiotto. Il

sindaco Giuseppe Casson ha evidenziato le capacità impareggiabili nell’arte della ospitalità delle nostre genti, ricordando, vista la presenza di una troupe televisiva della città di Cervia coordinata da Secondo Casadei, le motivazioni del gemellaggio della “Rotta del sale“ sapientemente rinsaldato tra le due città. Non sono mancati neppure i riferimenti “europei“ vista la presenza tra gli ospiti della nota giornalista dottoressa Luisa Penzo.

VIAGGIO NEL MEDIO EVO, QUANDO LA SCUOLA VA IN SCENA

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nche quest’anno, la Scuola Primaria “S. Todaro”, Istituto Comprensivo Chioggia 2, ha aderito, con entusiasmo, a “Un palco per la Scuola - Vitamine Creative 2012”, progetto di sostegno alle scuole nella produzione di nuove idee per il teatro, promosso dalla Città di Chioggia, Biblioteca Civica “C. Sabbadino”, Provincia di Venezia - Assessorato alla Cultura, Regione del Veneto con la collaborazione di Arteven e il sostegno di Despar per il sociale. In scena, lunedì 4 giugno all’Auditorium S. Nicolò di Chioggia, gli alunni delle classi 3^A e 3^B, con lo spettacolo cineteatrale “Viaggio nel Medioevo”, in cui si sono alternate scene filmate a balletti e canti dal vivo. Ad aprire il sipa-

rio, il prezioso intervento di Cinzio Gibin, direttore di “Chioggia. Rivista di studi e ricerche”, avente come focus l’importanza di conoscere la Storia, allo stesso tempo educativa e formativa. È fondamentale apprenderla e comprenderla per crescere e la realizzazione di questo spettacolo è stata una valida lezione di storia locale. Disinvolti e sicuri di sé, i piccoli attori hanno saputo, con maestria, intrattenere e divertire il numeroso pubblico in sala, rappresentando, in modo simpatico e giocoso, alcune pagine della storia della nostra città in quel periodo: arti e mestieri, tradizioni, balli e canti, momenti di vita quotidiana, puntando l’attenzione, soprattutto, sulle vicende storiche della Guerra di Chioggia. La

rappresentazione vede, alle proprie spalle, un mirato percorso didattico interdisciplinare, con la visione di filmati, in particolare relativi al Palio della Marciliana, la lettura e la rielaborazione di testi storici, la conoscenza e l’interpretazione di musiche, canti e danze medievali, la ricerca di strumenti e costumi antichi.

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Luglio 2012

Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14

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Servizio Sanitario Nazionale della Regione Veneto AZIENDA UNITA’ LOCALE SOCIO - SANITARIA n.14 Sede Amministrativa: Presidio Ospedaliero di Chioggia, Strada Madonna Marina, 500

INAUGURATA IL 30 GIUGNO LA COMUNITÀ ALLOGGIO “DOPO DI NOI”

Informa

le Specia le a i c e p S

Ulss 14

Dg Giuseppe Dal Ben: “Finalmente colmiamo un vuoto. Il nuovo servizio è partito a metà luglio con l’inserimento dei primi utenti e andrà a regime in autunno” La prima “casa” per disabili, una comunità alloggio per dieci portatori di handicap, aperta 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno è stata inaugurata sabato 30 giugno 2012 alle 11.00. Presenti, oltre al direttore generale dell’Ulss 14 di Chioggia Giuseppe Dal Ben e il direttore dei servizi sociali Stefano Vianello, il sindaco di Chioggia Giuseppe Casson, l’assessore ai servizi sociali Massimiliano Tiozzo, i consiglieri regionali Lucio Tiozzo e Carlo Alberto Tesserin. Sua Eccellenza Monsignor Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia ha benedetto il nuovo servizio, che è partito a metà luglio e andrà a regime in autunno. Realizzato per offrire agli ospiti accoglienza e gestione della vita quotidiana, orientata alla tutela della persona e allo sviluppo delle abilità residue, o anche alla realizzazione di esperienze di vita autonoma, la comunità alloggio, chiamata “Dopo di Noi”, sorge a Sottomarina, in via del Boschetto. E’ un’abitazione civile di tipo familiare per favorire l’autonomia e la qualità di vita delle persone disabili, ideata per dare una risposta alle preoccupazioni dei familiari che temono per il futuro dei propri figli disabili. L’edificio è di proprietà del Comune di Chioggia, dato in comodato d’uso all’Ulss. La gestione della struttura, invece, è stata affidata, con gara d’appalto, ad una cordata di cooperative sociali (Emmanuel di Cavarzere, Titolo Minori di Chioggia e Mea di Vicenza) e sarà aperta tutto l’anno. “Dopo di noi” prevede l’inserimento graduale di dieci ospiti (per-

Sopra il taglio del nastro, a fianco l’alloggio “Dopo di noi”

sone adulte con disabilità accertata ai sensi della Legge 104/92, residenti nel territorio dell’Azienda ULSS 14, privi del nucleo familiare o per i quali la permanenza nel nucleo sia temporaneamente o permanentemente impossibilitata). Due dei dieci posti, come previsto dalla normativa, sono riservati alla “Pronta Accoglienza o Accoglienza Programmata”, cioè a quelle formule temporanee che danno risposte – la prima - a situazioni di emergenza e urgenza non prevedibili (lutti, ricoveri ospedalieri, etc.) – la seconda - a quelle famiglie che necessitano di una pausa, di un periodo di sollievo e può avere una durata massima di 30 giorni l’anno. Il progetto ha ricevuto il plaudo del direttore generale dell’Ulss 14. “Finalmente colmiamo un vuoto – ha dichiarato Giuseppe Dal Ben – si tratta infatti della prima comunità alloggio realizzata a Chioggia. Finora eravamo stati costretti a inviare i nostri disabili

in strutture lontane, con tutti i disagi che si possono immaginare, sia per le famiglie che per l’Azienda sanitaria. I primi due utenti faranno il loro ingresso a metà luglio, seguiranno altri quattro in agosto e completeremo l’inserimento a settembre”. Soddisfazione del primo cittadino. “L’inaugurazione della comunità alloggio – ha detto il sindaco di Chioggia Giuseppe Casson - rappresenta plasticamente la bontà dei rapporti tra l’Amministrazione Comunale e l’Ulss 14. Quando gli enti che lavorano sul territorio hanno a cuore la crescita e lo sviluppo dello stesso, e ragionano in termini di miglioramento della qualità della vita dei residenti, i risultati sono quelli che vediamo oggi. Oltre al valore intrinseco della struttura, che porterà sollievo e aiuto a persone in difficoltà, mi piace sottolineare l’importanza di questo genere di sinergie e collaborazioni, grazie alle quali Chioggia cresce e migliora”.

LA GUARDIA MEDICA HA UNA NUOVA SEDE ADIACENTE AL PRONTO SOCCORSO Il Servizio di Continuità Assistenziale (Guardia medica) si è trasferito nella nuova sede adiacente al Pronto Soccorso. Una struttura completamente nuova, ricavata dalla ristrutturazione del garage delle ambulanze. Pertanto, da ieri, il servizio non è più situato presso l’ex consultorio pediatrico di Sottomarina, dove era operativo da circa tre anni. Si ricorda che la Guardia medica è un servizio territoriale che sostituisce il medico di famiglia negli orari in cui non è attivo (notte, festivi e fine settimana) e va contattata telefonicamente: in caso di necessità il medico si reca a domicilio dell’utente o per problematiche minori può fornire utili

consigli telefonici. Il medico del Servizio di Continuità Assistenziale di Chioggia è reperibile telefonicamente al numero: 041.492224. Il Servizio svolge la sua attività nei seguenti orari e modalità: Tut-

ti i giorni dalle 20.00 alle 8.00 Nei prefestivi dalle 10.00 alle 20.00; nei festivi dalle 8.00 alle 20.00 L’attività ambulatoriale (su prenotazione telefonica) solo nei prefestivi e festivi dalle 10.30 alle

13.00; dalle 16.00 alle 18.30 Nei nuovi locali si svolge anche l’attività di Medicina turistica (tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00), che prima si teneva nel Poliambulatorio dell’ospedale.


Luglio 2012

Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14

Completata la prima tappa della ristrutturazione dell’ospedale

Inaugurata la nuova Fisioterapia dell’ospedale di Chioggia Pronta la nuova Unità Operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione (Fisioterapia). Terminati i lavori di ristrutturazione al sesto piano dell’ospedale di Chioggia. Il taglio del nastro, al cospetto del sindaco Giuseppe Casson, dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto e dei consiglieri regionali Lucio Tiozzo e Carlo Alberto Tesserin è avvenuto venerdì 13 luglio. “E’ un giorno di festa – ha detto il direttore generale dell’Ulss 14 di Chioggia Giuseppe Dal Ben – perché oggi, con questa prima inaugurazione, cominciamo a restituire ai cittadini un nuovo ospedale. La Fisioterapia, che prima era ubicata al pianterreno in spazi angusti e non adeguati per il tipo di servizio che espleta, da oggi rinasce all’interno di uno spazio più ampio (da 300 è passato a 420 metri quadrati), diviso in locali confortevoli che sono stati arricchiti con nuovi arredi e attrezzature per le palestre”. “Con la ristrutturazione – ha aggiunto il responsabile del servizio Andrea Roncato – possiamo offrire ai pazienti che accederanno alla Unità Operativa spazi maggiormente finalizzati alle diverse tipologie riabilitative in un ambiente più

confortevole e consono alle necessità delle persone”. Il sesto piano ha cambiato volto: è più luminoso e gradevole grazie alla scelta dei colori sui muri, le porte, i corrimano. Il nuovo servizio è dotato di 3 palestre, 9 ambulatori, di una sala riunione e una sala d’attesa. Inoltre è migliorato l’accesso con la presenza di un operatore appositamente dedicato all’accoglienza, servizio ritenuto indispensabile dal direttore generale che lo replicherà per ogni reparto. Soddisfazione del sindaco di Chioggia Giuseppe Casson. “Il fatto che le promesse fatte pochi mesi fa siano state pienamente rispettate, fa ben sperare per il futuro”, ha detto il primo cittadino. “Il servizio che inauguriamo oggi – ha aggiunto Casson – dimostra come i risultati si ottengano grazie alla collaborazione di tutti, in particolare ringrazio la Regione Veneto e suoi rappresentanti che sono qui con noi, perché mai come ora ha dimostrato attenzione per questa città”. Plauso dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto per l’opera di ristrutturazione. “La riqualificazione dell’ospedale di Chioggia prova come sia-

mo in linea col nuovo Piano socio-sanitario, che ci aiuterà a razionalizzare, cioè a spendere bene e meglio le risorse. Benché il periodo sia tra i più difficili, lo sforzo che sta compiendo la Regione è quello di garantire servizi di qualità ed efficienza, nonostante i tagli e le limitazioni che ci vengono imposte da Roma”. Intanto, all’ospedale di Chioggia, i lavori di ristrutturazione edilizia continuano interessando il quinto piano, che verrà completamente rivisitato per

dar vita alla nuova Geriatria, che sarà consegnata alla città entro fine anno. Inoltre, qualche giorno fa, è stato trasferito il Servizio di Continuità Assistenziale (Guardia Medica) nella nuova sede realizzata ex novo adiacente al Pronto Soccorso. E la Dirigenza medica si è spostata dal terzo al primo piano nei locali che un tempo ospitavano il servizio di Diabetologia: anche qui gli spazi sono stati completamente ristrutturati.

IL PERSONALE DEL 118 FA UNA LEZIONE DI PRONTO SOCCORSO AI BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI BORGO SAN GIOVANNI Bambini a tu per tu con l’emergenza. Una giornata di educazione sanitaria, organizzata lo scorso maggio dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Chioggia nella scuola dell’Infanzia di Borgo San Giovanni. Quasi trecento i bambini coinvolti, tra i 3 e i 5 anni. L’iniziativa ha riscosso molto successo tanto che, a fine anno scolastico, le insegnanti hanno allestito una festa al palazzetto dello Sport dove i bambini, travestiti da medici e infermieri, hanno messo in scena situazioni di emergenza con tanto di ambulanza e paziente su una barella. Ma come si è svolta la dimostrazione pratica di intervento con l’ambulanza presso la scuola dell’Infanzia di Borgo San Giovanni? Un infermiere travestito da pagliaccio (così da rendere l’evento meno

traumatico possibile per i più piccoli) ha finto un incidente in bicicletta. Una delle insegnanti, prontamente, visto l’accaduto, ha simulato una chiamata al 118. L’ambulanza è giunta a sirene spiegate e il “pagliaccio” è stato soccorso dal personale del Pronto Soccorso e rimesso in piedi in tempi rapidi. Subito è scoppiato un grande applauso tra gli adulti e i più piccoli. Successivamente tutti i bambini hanno visitato l’ambulanza e il medico gli ha fatto sentire il battito del cuore con i più moderni mezzi di auscultazione. A conclusione della giornata è stato consegnato un diploma di partecipazione al Corso di Pronto Soccorso. L’esperienza è stata entusiasmante per i bambini, ma anche per l’équipe medico-infermieristica coinvolta

Per approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’A.Ulss 14: ww.asl14chioggia.veneto.it

Ulss 14 informa

le a i c e p S le Specia


20 2

VIAGGIO IN

PROVINCIA VENEZIA

Porto di Venezia Le grandi navi sono un affare per l’economia

La crocieristica punta ad ampliarsi Italia Nostra avverte: con questi progetti si rischia la distruzione della laguna di Alessandro Abbadir

A

lla faccia delle polemiche sulle grandi navi in laguna, il Porto di Venezia, settore passeggeri e crociere, punta ad ingrandirsi. In che modo? Investendo 26 milioni di euro nel prossimo triennio anche per creare una nuova stazione Marittima nel Bacino Sant’Angelo, tra i canali Avesa e Dogaletto, in cassa di colmata A. Cioè ai confini fra i comuni di Venezia e Mira. Stazione però il cui costo complessivo si aggira sui 100 milioni di euro. Come sarebbe questa nuovo porto per i passeggeri? Per Sandro Trevisanato, presidente della Venezia Terminal Passeggeri, la società delle crociere, si tratta di un posto perfetto per sviluppare la crocieristica, perché “servito dai collegamenti stradali e vicino al canale dei Petroli, senza rischi ambientali”. E questo nonostante le vibranti proteste delle associazioni ambientaliste che rilevano un problema soprattutto nell’escavo dei canali. Ecco alcune cifre del nuovo progetto: banchine lunghe 400 metri e larghe 20, per ospitare le navi di ultimissima generazione (lunghe fino a 360 metri). E’ una Stazione marittima di due piani, 10 mila metri quadrati con un parcheggio da 5 ettari. Costo previsto, appunto100 milioni di

euro, di cui almeno 60 per scavare canali e darsena. Ma a cosa serve questa nuova Stazione Marittima? A dar risposta ad un settore quello della crocieristica in piena espansione, e per capirlo basta ricordare i numeri. In 15 anni il numero dei passeggeri nelle navi crociera a Venezia è aumentato del 500 per cento. I passeggeri, erano meno di 300 mila 15 anni fa, oggi un milione e 800 mila. Con quelli di navi traghetto e aliscafi, si arriva a 2 milioni 248 mila. L’incremento del numero delle navi invece è meno rilevante perché ce ne sono sempre di più grandi. La superficie utilizzata dal porto passeggeri di Venezia è di 266 mila metri quadrati, di cui 56 mila coperti su otto terminal. Sono invece di 123 mila metri quadri le dimensioni del bacino acqueo della Marittima, con 3 chilometri di banchine attrezzate. Il fatturato della Venezia terminal passeggeri, è passato dai 3 milioni della fine anni Novanta ai 35 milioni di oggi. Intanto però, in attesa di vedere cosa si farà del progetto per il nuovo canale Contorta-Sant’Angelo, il Porto per la società Vtp andrebbe scavato e allargato per farci passare le grandi navi. Ma sul progetto della nuova Marittima con il canale Contor-

ta Sant’Angelo, interviene l’associazione ambientalista Italia Nostra “Il canale, lungo 4.800 metri - spiega l’associazione sezione di Venezia - è oggi profondo tra due metri e mezzo e cinque metri e largo circa venticinque, segnato da una fila di bricole che ne accompagnano l’andamento sinuoso. Dopo la realizzazione voluta, avrà una profondità di dieci metri e una larghezza di 80 metri. Le sinuosità dovranno essere attenuate, per mantenere un raggio di curvatura superiore a 2,5 km in modo da garantire adeguata manovrabilità in navigazione. Lo scavo produrrà quattro milioni di metri cubi di “fanghi” per proteggere i bassi fondali a lato del canale. Insomma un incubo ambientale nel centro della delicata laguna di Venezia, un paesaggio da sempre dagli equilibri delicatissimi”. C’è da pensare però che Vtp non si arrenderà, dalla sua ha la forza dell’economia. Venezia infatti è passata in pochi anni dal sesto al primo home port del Mediterraneo e ora la società ha vinto le gare per la gestione dei porti mediterranei di Ravenna, Brindisi, Cagliari e Catania. E punta a gestire addirittura Istanbul.

A MARGHERA PORTO COMMERCIALE, DIVENTA PIÙ GRANDE IL PARCO FERROVIARIO

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on solo nuove stazioni Marittime per il porto di Venezia , ma per cercare di fare girare l’economia si punta anche sul potenziamento della rete ferroviaria e del suo parco. Per questo, a fine giugno, sono partiti al Porto Commerciale di Marghera i lavori di ampliamento del parco ferroviario del Porto di Venezia, che, potenziato, a regime, potrà gestire un traffico di 50 treni al giorno. L’opera è stata cofinanziata dall’Unione con il programma Rete Transeuropea di Trasporto (Ten-T). All’inaugurazione per l’ampliamento dello scalo ferroviario che durerà diversi mesi, sono intervenuti Francesca Zaccariotto che ha illustrato l’impegno e le azioni della Provincia di Venezia sul tema della intermodalità, il vice sindaco del Comune di Venezia Sandro Simionato, Renato Chisso, assessore regionale alla Mobilità e alle Infrastrutture e Paolo Costa, presidente dell’Autorità Portuale di Venezia. C’era anche Michele Mario Elia, amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italia-

na. Per la Provincia con i suoi esponenti “Questo intervento mette in risalto l’importanza e l’attualità del tema del trasporto intermodale, soprattutto per quanto riguarda il trasporto delle merci. L’impegno della Provincia di Venezia è quello di pianificare strategie per adeguare le infrastrutture locali agli standard internazionali, in sinergia con i soggetti interessati allo sviluppo di queste azioni. E’ necessario valorizzare al meglio le potenzialità del trasporto su ferro, per competere con successo nei mercati sia del nord che dell’est Europa. Il nostro territorio è geograficamente situato in una posizione cruciale e strategica da punto di vista commerciale, attraversato dai principali corridoi di collegamento internazionale”. La sfida secondo tutti gli operatori intervenuti, sarà quella di creare le condizioni ottimali perché la peculiarità veneziana divenga una risorsa da sfruttare per lo sviluppo economico nel prossimo futuro delle aziende della zona favorendo gli scambi con i mercati esteri.

Isola dei Saloni a Chioggia

LA PRIMA NAVE DA CROCIERA ATTRACCA NEL NUOVO TERMINAL

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o scorso 26 giugno un grande giorno per Chioggia con il primo attracco di “Berlin”, una nave da crociera della Fti Cruises gestita dall’agenzia Hugo Trumpy, che prima erano destinate a Venezia, nel terminal passeggeri di Isola dei Saloni. La nave che imbarcava circa 4000 turisti per lo più tedeschi e austriaci è stata protagonista della cerimonia di inaugurazione, accolta dallo stato maggiore di Aspo della Camera di Commercio insieme alle autorità civili e militari. L’attracco della prima nave passeggeri, Berlin, alla banchina dell’isola dei Saloni segna un importante passo per la crescita dello scalo clodiense. L’arrivo dei primi passeggeri apre a pieno titolo la stagione crocieristica clodiense.

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Spazi aperti 21 3 L’Intervento

Territorio Oltre 150 gli ambiti nel Veneziano

Aree naturalistiche da valorizzare

La Provincia mette a punto una serie di inziative per far conoscere la rete ecologica con i suoi itinerari e i suoi tesori di Giovanni Giovetti

U

n patrimonio di aree naturalistiche importante per vastità e varietà degli ambiti da valorizzare e far conoscere. E’ questa la finalità che si prefigge la Provincia attraverso una serie di azioni ed iniziative che sono state discusse lo scorso 16 luglio dall’assessore ai Parchi e Riserve, Giuseppe Canali, insieme con la Terza Commissione consiliare presieduta da Michael Valerio. Al centro dell’incontro “I nodi della rete ecologica provinciale. Caratteristiche e itinerari di visita ai principali ambiti di interesse naturalistico della Provincia di Venezia”. “La Provincia di Venezia - ha commentato l’assessore - conta un numero considerevole di aree naturalistiche, suddivise in aree tematiche, che si caratterizzano per tipicità e unicità ambientale. Le azioni promosse fino a oggi cercano di far conoscere questo patrimonio naturale di inestimabile valore, per tutelarlo. Sono già stati fatti dei sopralluoghi con i componenti della Com-

Le Tegnue a Chioggia missione per andare a visitare queste realtà territoriali”. Oltre alla tutela “la volontà è quella - spiega sempre l’assessore - di mettere a sistema queste aree per favorirne la salvaguardia e lo sviluppo di un turismo verde e sostenibile”.

ADOTTAMI Dea. Femmina, segugetta pura, meno di 2 anni, già sterilizzata. Adottata un po’ di tempo fa per poi essere lasciata in balia degli eventi. Dea è molto stressata e denutrita! E’dolce e sensibile. Per lei cerchiamo una famiglia definitiva che sappia amarla. Yury. Scitzu puro, maschietto. Circa 8-10 anni Ritrovato in statale Romea disorientato e impaurito. Noi volontari vorremmo credere sia smarrito. Verrà controllato dal veterinario e chippato in attesa di vecchio o nuovo proprietario.

Un altro scatolone con 3 creature dentro abbandonato davanti al rifugio Due maschietti (nero-focato) ed 1 femminuccia (chiara). Hanno 2-3 mesetti futura tg. piccola Obbligo di sterilizzazione per la femmina a 6 mesi Pompeo. Maschietto, tg. medio piccola, incrocio jeck russel. Circa kg.8-10 Pompeo è arrivato dalla strada. Non ha mai ricevuto una coccola. E’ un piccolo cane che ha veramente bisogno di stabilità ed amore. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia O.nlus 3289620233

Un’opera di sensibilizzazione e promozione che parte dalle iniziative rivolte ai più giovani. “Sempre con questa finalità conclude Canali - altre iniziative rivolte agli studenti partiranno a settembre all’oasi di Salzano, sito di proprietà della Provincia”. Sono oltre 150 gli ambiti di interesse naturalistico in Provincia di Venezia: 19 ambiti litoranei (tra cui l’area foce Tagliamento e la Laguna del Mort) per un totale di 2.211,4 ettari, 12 lagunari (ad esempio le valli di Caorle e Bibione) per un totale di 46.556,5 ettari, 22 fluviali (per esempio l’Alto Lemene e Boldara) per un totale di 1.800,6 ettari, 30 zone umide (tra cui le cave di Salzano) per un totale di 611,8 ettari, 48 agroforestali (tra cui il Bosco di Mestre e del Parauro di proprietà della Provincia di Venezia) per un totale di 1.918 ettari, 10 parchi storici (ad esempio il parco di villa Widmann) per un totale di 51,8 ettari e l’ambito marino “Le Tegnue”.

A Montreal no al 28 ottobre prossimo Il fiVeneto cresce se nel rigore

c’è più Europa IL PAESAGGIO VENEZIANO IN MOSTRA

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da con pag. 1 di Franca Porto*di Veneziasegue e bellezze, la varietà e le suggestioin collaborazione l’associani del Veneziano in 50 immagini, zione Veneziani nel Mondo, l’AssociazioIl Patto difistabilità italiano è unaprossimo applicazionene delVeneziani patto sottoscritto nel 1997e ad Amsterdam esposte no al 28 ottobre di Montreal Amici di Vei Paesi europei dopo Maastricht accingevano dotarsi di unadi moneta unica, atraMontreal pressoche, il Museo ChateausiDunezia,al’Università Montreal e il l’euro. MuseoIl Patto interno italiano,diche nasce nelda1999, con Dufresne. alcune caratteristiche che lo rendono fresne. Nell’ambito “Venezia: reginasi presenta Chateau pocomare “europeo”. Il nostro Patto è solo verticale vincoli assoluti per tutte del a capitale culturale”, la più im- e fissa“Queste iniziative - hale amministraziocommentato ni (centri esposizione di spesa pubblica), dallo Stato al più piccoloprovinciale dei oltre 8 mila Comuni italiani. portante su Venezia e il centrale suo l’assessore ai Veneziani nel Se il coinvolgimento di tutti è corretto e obbligato, oltre che equo, non Tor lo è -altrettanto che non territorio, in Quebec, Canada, si apre la Mondo Mario Dalla fanno conoscere si tengafotografi conto dica altridiparametri come con ad esempio il PIL della singola regione,eillesuorisorse comporto mostra Mario Fletzer le e promuovono la bellezza del specifico alla massa del pubblico, i saldi effettivi conti diprovinciale Comuni e Province. Così se immagini stampate su debito pannelli e accomnostro dei territorio che in questi per l’Unione Europea tutti i gatti nonfrancese sono grigi decenni e i conti siè fanno saldo (tantoe che siamo pagnate da didascalie in italiano, moltoa cambiato, checiresta, una che procedura di infrazione nel 2005 che dal 2003 fuori dai parametri) ebeccati inglese, descrivono gli scorci unici dopo comunque, tra eravamo i più apprezzati e visitati applicando cosìprovinciale. una visione federalista e responsabilizzante tutteil lemondo”. parti in gioco (governi del terrritorio dai turisti diditutto nazionali, governo europeo, dalla ecc.) Provincia per la versione interna la stabilità è costruita sul controllo G.G. L’iniziativa è realizzata totalizzante che azzera federalismo e responsabilizzazione. In questa situazione il Veneto, che senza enfatizzare e generalizzare, in molti casi è dentro i parametri della stabilità europea e ben concorre al prelievo fiscale determinato dall’emergenza nazionale (in percentuale, questo sì, sul proprio PIL), si trova sempre più dentro una tenaglia che stringe e comprime le sue risorse economiche e finanziarie altrimenti disponibili per la crescita. Siccome chi si occupa di politica, a meno che non sia un asino, sa bene che il rigore dei conti, crisi o non crisi, ci accompagnerà per almeno altri 10 anni, è chiaro che si devono rivedere le modalità di applicazione del Patto di stabilità interno proprio sulla logica, europeista, di federalismo e corresponsabilità. In questo modo sarà chiamato a stringere la cinghia chi (Regione, Provincia, Comune) continua a fare la cicala mentre chi è già formica potrebbe impegnarsi compiutamente a fare buoni investimenti (senza polemica va anche ricordato che spesso chi ha la spesa fuori parametro, al contrario di chi è già in regola, ha anche la maggiore evasione fiscale, in percentuale, e la minore capacità di investimenti produttivi). In caso contrario si andrà a prosciugare le risorse di chi, come il Veneto e altre regioni, può rimettere in moto la crescita. Vorremmo ricordare e sottolineare che l’accordo di Amsterdam venne chiamato, e non a caso, con il nome di “Patto di stabilità Una delle immagini esposte alla mostra, tratta dal sito e crescita”.provincia.venezia.it Non è pensabile che quello interno, italiano, sia un “Patto di stabilità e declino”. www. *Segretaria Cisl Veneto


22 Mondo scuola

Economia 5

Lo sviluppo a impatto zero Presentato a Venezia e Chioggia il progetto del Politecnico di Milano

VenTo, il turismo in bici Da Venezia a Torino lungo il Po,con 679 Km sarebbe la ciclovia più lunga del sud Europa

di Ornella Jovane

U

n treno da non perdere o, meglio, un’occasione da inseguire pedalando sulle due ruote: si tratta di VenTo, una infrastruttura “alternativa” a quelle che comunemente in Italia siamo abituati a concepire, di sicura efficacia e di grande ricaduta economica e culturale sui territori interessati. VenTo è una importante ciclovia, la più lunga del sud Europa, il cui tracciato è stato idealmente “costruito” dal Dipartimento di architettura e pianificazione del Politecnico di Milano. Sopralluoghi, monitoraggi diretti sul posto, verifica dell’esistente, considerazioni sulle condizioni dei territori interessati, rilievi e valutazioni sulle opere da fare: sono le operazioni che hanno impegnato un pool di quattro architetti in un anno di lavoro, producendo con il progetto della ciclovia, una vera e propria proposta di modello di sviluppo innovativo per il nostro Paese, a basso costo e a zero impatto ambientale. Concreto, semplice, veloce da realizzare, ma soprattutto “corale”, al di sopra di ogni campanilismo o localismo: per decollare e

funzionare VenTo dev’essere pensato “in gran- tati, da Cavanella a Chioggia, Pellestrina, gli de”, frutto di un dialogo fra più istituzioni da Alberoni, il Lido e Venezia. “Il nostro territorio coinvolgere. E’ quanto emerge dalla presenta- è suddiviso in paesaggi, bellezze e tradizioni zione veneta del progetto, lo scorso 19 luglio - esordisce il professor Pileri - che spesso si prima a Venezia e quindi a Chioggia, illustrato disperdono. Manca un “contesto” entro cui dal professor Paolo Pileri, responsabile scien- collocare una nuova proposta, o meglio una tifico della ricerca, e dall’architetto Alessandro nuova pista turistica. Il cicloturismo si serve di Giacomel, che - insieme a Diana Giudici e Luca ciclabili lunghe, anche centinaia di chilometri. In Italia non esiste alTomasini - ha curato la progettazione tecnica Pileri: “Infrastruttura cuna ciclovia attrezzache porta ecosviluppo. ta di tali dimensioni; in del tracciato. VenTo è un lungo Tocca ora alla politica questo momento tale domanda di turismo nastro di pista ciclabile dare un futuro non trova risposta”. che da Torino arriva fino a VenTo” Il progetto VenTo Venezia. In tutto 679 chilometri che attraversano 4 regioni - Piemon- utilizza i piccoli tratti di cilabili già esistenti, che te, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna -, sono il 15% dell’intero percorso (102Km). 12 province e 242 località, di cui 15 aree pro- Un altro 42% (284Km) è costituito di percorsi tette. E’ un tragitto sviluppato lungo i fiumi, già esistenti che tuttavia richiedono degli interper il 55 per cento lungo l’argine maestro del venti sul piano normativo, semplici ma decisivi Po e i canali del Delta. In Veneto si entra all’al- cambi di alcune regole d’uso di argini, strade tezza di Polesella e si arriva fino a Venezia, vicinali, sentieri che diventerebbero ciclabili a passando per Adria e Chioggia. Nel Veneziano tutti gli effetti. Vi sono quindi ulteriori 148 Km sono 43 i chilometri di pista ciclabile proget- di tratti che potrebbero diventare ciclabili con

semplici interventi e 145Km di tratti da realizzare completamente o che hanno bisogno di interventi più impegnativi, fra cui gli attraversamenti dei fiumi. La ciclovia può essere realizzata con 80 milioni di euro. “Con una simile somma si realizzano al massimo 2 chilometri di autostrada” fa notare il professor Pileri, tanto per dare dei valori di riferimento. “Di questa somma - spiega Giacomel - con poco più di un milione di euro (circa 4 euro al metro) si può provvedere alla fase uno, quella dei cambi di alcune regole d’uso, coinvolgendo le quattro regioni e gli enti fluviali. 18 milioni potrebbero costare gli interventi nei tratti già esistenti e 61 milioni di euro servirebbero alla realizzazione dei nuovi segmenti e degli attraversamenti”. Quanto ci si guadagna? Molto a guardare oltralpe, nei Paesi dotati di infrastrutture simili dove questo tipo di turismo è già una realtà consolidata. “In Austria - fa sapere Pileri - la ciclabile Vienna-Passau, che si sviluppa lungo il Danubio per 320 chilometri, conta circa

300mila passaggi l’anno, per un indotto stimabile di 72 milioni di euro. Lungo la cosiddetta autostrada verde che costeggia l’Elba in Germania, 840 chilometri, i passaggi di cicloturisti sono 150mila l’anno e un indotto di 96milioni. Nel complesso i 40mila chilometri di ciclabili tedesche producono 8 miliardi di indotto l’anno”. Sempre considerando le ricadute economiche lo studio universitario valuta le opportunità che si verrebbero a creare - con nuovi flussi turistici che si muovono lungo VenTo - per le realtà già esistenti attraversate dal progetto: sono14mila aziende agricole, 300 attività ricettive, 2mila attività commerciali e oltre 1,5 milioni di cittadini. Infine i tempi. Si calcola che nel giro di tre anni l’intera infrastruttura possa diventare una realtà. Un percorso unico - per cominciare - che poi potrebbe avere ulteriori sviluppi e ramificazioni. Un progetto che si potrebbe realizzare facilmente se la politica ne sapesse cogliere il potenziale di sviluppo ecoeconomico, tanto da farla diventare priorità nel piano di crescita.

IL SOSTEGNO CHE PARTE DAL BASSO

“V

enTo non è solo una infrastruttu- dino Giuseppe Casson che questo progetto ra ma è un progetto di sviluppo diventi presto una realtà. Lo ha introdotto nell’ambito della green economy in termini entusiastici lo stesso presidente che può avere importanti ricadute econo- del Consiglio Comunale Daniel Tiozzo, menmiche in un territorio diffuso”. Il professor tre l’onorevole Laura Fincato, in qualità Paolo Pileri responsabile scientifico del pro- di Presidente delegato del Comitato Expo getto rivolge il suoSottomarina messaggio alla politica, VeneziaViale lo ha fatto proprio12 - Expo Venezia Lido (VE) Adige, alle isituzioni, chiedendo il coinvolgimento lo ha inserito tra le opere di interesse marina.immobiliare.chioggia@gmail.com naziodi tutti, dai singoliTel. cittadini agli 5500459 amministra- -nale - sollecitando anche l’amministrazione 041 Fax 041 5509560 tori dei Comuni, delle Province e Regioni di Chioggia, così come tutti gli attori coinvolinteressate. ti, a fare la propria parte. Da parte sua, ha “I sindaci chiedano tutti insieme questa assicurato,MESE il Comitato Expo Venezia farà in AFFARI DEL infrastruttura - insiste - affinché le istituzioni modo di facilitare il dialogo fra le istituzioni capiscano che questo è un progetto di svi- venete, Provincia di Venezia e Regione. luppo. Lo sforzo che ciascun amministra“Nel 2015 - ha osservato - quasi la totore deve compiere è quello di superare talità di coloro che si recheranno a Milano la dimensione locale per una progettualità per l’Expo passeranno anche per Venezia. ampia e condivisa”. Si tratta di capire come vogliamo gestire C’è un movimento che parte dal basso, questo flusso di turisti. Ci accontenteremo in una dinamica opposta a quella che di soli- del mordi e fuggi, proponendo il giro in gonto si usa seguire nel nostro Paese quando si dola e a Rialto, o saremo all’altezza di fare realizza una importante infrastruttura. una proposta turistica veneziana più ampia, Cittadini e amministratori dei comuni intelligente, innovativa e di qualità che durecoinvolti nel progetto possono aderire alla rà anche dopo la data del 2015?” campagna di sostegno. “Basta inviare una Ci crede e ne è entusiasta il consigliere mail - spiega il professor Pileri - a vento@ comunale di Venezia Claudio Borghello polimi.it. Da fine giugno abbiamo già raccol- che ha già lavorato a lungo per sensibilizto 700 adesioni, con una media negli ulti- zare le amministrazioni locali al progetto. mi giorni di circa 50-60 mail giornaliere”. “E’ una infrastruttura importante - dice - che Oltre ai cittadini cominciano ad arrivare non c’è e che i turisti, soprattutto tedeschi, segnali di interesse anche da sindaci “di già ci chiedono. E’ un progetto che ha un vapeso”, come ad esempio Fassino a Torino e lore economico straordinario. Devono essere PiasapiaVENDESI a Milano. le amministrazioni locali a sensibilizzare il 100 mt dall’amministrazione mare appartamento di 42 mq composto camera, angolo-soggiorno A AChioggia comugoverno dasulla bontàcameretta dell’opera per ottenerAmpiointerrazzo. € 110.000 trattabili nale habagno. ospitato municipio l’incontro di ne il sostegno”. presentazione con l’augurio del primo cittaO.J.

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Cultura provinciale 25 7 Eventi e manifestazioni La Provincia e le Pro loco presentano l’edizione 2012

2012

Una guida per “Le feste in piazza”

Tradizioni, rievocazioni storiche, sagre e mercatini: in quattro sezioni il racconto del territorio Veneziano attraverso le sue feste di Ornella Jovane

le feste in piazza della provincia di Venezia

La guida “Le feste in piazza”

U

na guida per far conoscere la storia, le tradizioni, le risorse del territorio raccontate attraverso le feste in piazza che, di comune in comune, si svolgono nel corso dell’anno. E’ stata presentata dall’assessore provinciale alle Pro loco Lucio Gianni la nuova edizione de “Le feste in piazza della provincia di Venezia”, la guida realizzata in collaborazione con l’Unione nazionale Pro loco d’Italia (Unpli)Venezia. La guida si articola in quattro sezioni corrispondenti alle quattro principali aree del Veneziano - Veneto Orientale, dal Sile al Piave, Terra dei Tiepolo e BrentAdige rappresentate dai Consorzi delle Pro loco. Ciascuna di esse viene introdotta, in un breve sguardo d’insieme e quindi con un richiamo ai singoli comuni, con annotazioni di carattere geografico, storico, economico e folcloristico, oltre alle curiosità e agli aneddoti. A seguire la segnalazione di alcuni eventi, manifestazioni, sagre e feste organizzate dalle Pro loco predisposte in un piccolo calendario per scandirne, cronologicamente, le scadenze. Le produzioni enogastronomiche, i mercati, le rievocazioni storiche: la guida si propone di rendere più interessante l’approccio ad un territorio ricco di tradizioni popolari, di bellezze monumentali e paesaggistiche. Un’opera di promozione turistica resa più accattivante dall’attività delle 41 Pro loco attive nel Veneziano, riportata in questa guida. “Anche questo è un modo per conoscere, ricordare e amare la nostra terra. E’ una guida - ha detto nel presentare l’edizione 2012 l’assessore Gianni - che invito tutti a consultare e che accompagna i lettori e potenziali visitatori a conoscere le tradizioni, la storia e le risorse del nostro territorio provinciale. La descrizione di ognuna di queste zone, con le sue peculiarità, consentirà una visione d’insieme della realtà locale, richiamandosi alle tipicità dei singoli paesi e delle città, segnalando, di volta in volta, gli eventi più significativi cui partecipare”. La guida è in distribuzione gratuita negli uffici di informazione e accoglienza turistica (Iat) dell’azienda di promozione turistica (Apt), Urp provinciali, sedi delle sezioni locali delle Pro Loco e durante le manifestazioni.

Veneto Orientale 1 Portogruarese

Introduzione alla lettura La guida che qui presentiamo vuole accompagnare amici, visitatori e residenti all’incontro con le tradizioni, la storia e le risorse del territorio della provincia di Venezia, passando attraverso le 4 principali aree, Veneto Orientale dal Sile al Piave Terra dei Tiepolo BrentAdige rappresentate dai Consorzi delle Pro Loco. Per ognuna di esse si troverà un breve sguardo di insieme, un richiamo ai singoli paesi e cittadine e la segnalazione di alcuni eventi particolarmente significativi. Gli appuntamenti delle feste organizzate dalle Pro Loco sono poi esposti cronologicamente, seguendo i grandi temi che aggregano la popolazione attorno alla sua identità e valorizzano il territorio: le produzioni enogastronomiche, le feste e i mercati, le rievocazioni storiche… Una guida, questa, che non vuol essere esaustiva e completa, ma un modo per conoscere, ricordare e amare questa terra.

CAORLE TORRE DI MOSTO S. STINO DI LIVENZA CONCORDIA SAGITTARIA PORTOGRUARO ANNONE VENETO PRAMAGGIORE CINTO CAOMAGGIORE TEGLIO VENETO FOSSALTA DI PORTOGRUARO SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO BIBIONE

dal Sile al Piave 2 Altinate QUARTO D’ALTINO MEOLO FOSSALTA DI PIAVE NOVENTA DI PIAVE CEGGIA SAN DONÀ DI PIAVE MUSILE DI PIAVE JESOLO CAVALLINO TREPORTI

Terra dei Tiepolo 3 Decumano

SCORZÈ NOALE SANTA MARIA DI SALA PIANIGA MIRANO SPINEA SALZANO MARTELLAGO LIDO DI VENEZIA-PELLESTRINA

del Brenta BrentAdige 4 Riviera

NEWS

MIRA DOLO FIESSO D’ARTICO STRA VIGONOVO FOSSò CONA CAVARZERE CHIOGGIA CAMPAGNA LUPIA CAMPONOGARA

Manifestazioni

“RIVIERA FIORITA” SI FA ANCHE CON LA CRISI

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iviera Fiorita”: lavori in corso nonostante il periodo di crisi. Si sono riuniti a metà luglio a Villa Widmann a Mira i Comuni, le Pro loco e le associazioni di categoria della Riviera del Brenta per discutere assieme all’assessore provinciale al Turismo, Giorgia Andreuzza, la XXXV edizione della celebre manifestazione, rievocazione storica e in costume dell’incontro avvenuto nel 1574 tra Enrico III re di Francia, ed il Doge di Venezia a Villa Contarini dei Leoni di Mira. Quest’anno si svolgerà dal 2 al 9 settembre. La manifestazione, considerati anche i numeri dello scorso anno con oltre 120mila presenze registrate, conferma tutto il suo appeal per la sua capacità di attrarre turisti nel territorio. Ed è questo uno dei motivi per cui, nonostante i tagli dei trasferimenti regionali per l’informazione e l’accoglienza turistica, la Provincia di Venezia si impegna a destinare comunque 10mila euro all’organizzazione dell’evento. Non solo: la manifestazione quest’anno si è arricchita di un intenso programma di iniziative collaterali, come ad esempio le visite guidate alle ville, gare di scacchi, percorsi cicloturistici, rassegne gastronomiche e mostre mercato. Particolare interesse ha riscosso anche il premio “Riviera pulita”, un’iniziativa che vuole riconoscere l’impegno di quei cittadini che si sono contraddistinti per la salvaguardia di un tratto di Naviglio con particolare attenzione alla pulizia, recupero e abbellimento delle rive. “E’ stata condivisa ed espressa da tutti - ha detto l’assessore provinciale - la volontà di realizzare la trentacinquesima edizione, perché si tratta di una manifestazione importante per il territorio, in grado di attivare un importante indotto interno”. L’invito rivolto a tutte le realtà coinvolte nell’organizzazione dell’evento è quello di collaborare: indispensabile l’aiuto di sponsor, volontariato e imprenO.J. ditori.


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LO

SPORT in PRIMO PIANO

In breve

Vela, vincono Brazzo e Donaggio Fabrizio Brazzo del Circolo Nautico Chioggia si è aggiudicato nelle scorse settimane il “Trofeo Mantovani”, organizzato dal Circolo della Vela Mestre, e valido come quarta e ultima prova del Campionato dell’Adriatico dinghy. Ezio Donaggio del Circolo Velico Bibione ha invece conquistato il Campionato dell’Adriatico, grazie al quarto posto di questa ultima prova e ai due scarti.

Tennis, nasce il Team Venezia Tc Mestre e Tc Ca’ del Moro si uniscono, e dalla loro fusione nasce il Team Venezia. Le sole due società veneziane che possono contare su squadre nella serie A/1 di tennis, rispettivamente femminile e maschile. Quanto concordato dai presidenti Roberto Pea e Luigi De Col non porterà alla scomparsa degli storici nomi dei due circoli, ma semplicemente sorgerà una unica regia per quanto concerne le attività agonistiche

Karate Fiesso, un anno di successi Anno di successi quello che ha caratterizzato la società dell’A.S.D. Hata Hisi Karate Wado Ryu di Fiesso d’Artico diretta dagli shihan (maestri) Artusi Claudio e Daniela Francese. A Daniela Francese presidente dell’Hata Hisi Fiesso, cintura nera 6° Dan, è stato consegnato un importantissimo riconoscimento: l’ambitissimo grado di Renshi portandola così, di fatto, a essere l’unica donna in Italia a poter fregiarsi di questo titolo nel karate. Fra Gli allievi più premiati Giovanni Allegramente e Davide Floritelli

Calcio Lega Pro Le novità della squadra arancio-nero-verde

Venezia, il nuovo allenatore è Diego Zanin di Alessandro Abbadir

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l Venezia del calcio si rifà il look e riparte per disputare il prossimo campionato di Lega Pro, seconda Divisione, da un nuovo allenatore e da un Direttore sportivo. Se ne va invece in Russia a dare una mano al nuovo Ct della nazionale di quel paese, Fabio Capello, lo storico direttore sportivo del Venezia Oreste Cinquini. Ma partiamo dall’allenatore Si tratta di Diego Zanin 45 anni, di San Stino di Livenza, sposato e due figli, ha smesso di giocare nel 2005 a San Vito al Tagliamento, in serie D, l’anno successivo è iniziata la sua carriera di allenatore. Nel campo calcistico Zanin è considerato molto positivamente: vincente da giocatore (5 promozioni con Triestina, Padova, Venezia, Lumezzane e Ternana), vincente da allenatore (2 promozioni con il Treviso dalla D alla Prima Divisione, e due finali playoff con Sanvitese e Jesolo in serie D). Un bel biglietto da visita per fare bene fin dall’avvio del campionato, come si aspettano i tifosi arancio nero-verdi, che puntano anche su un rafforzamento dell’organico prima

Lo stadio Penzo di Venezia e Diego Zanin dell’avvio del campionato nelle prossime settimane. L’ultimo capolavoro di Diego Zanin è stato pilotare il Treviso in Prima Divisione. Ricordando l’esperienza Zanin ammette che, “non è stata una stagione semplice. Anzi, si è trattato di una stagione complicata anche dalla penalizzazione di due punti per un errore tecnico” Il Venezia non ha solo un nuovo allenatore, ma anche un nuovo direttore sportivo. Si tratta di Andrea Gazzoli. La sua nomina è arrivata dopo l’improvvisa partenza di Cinquini. Gazzoli dovrà prendere in mano la società del Venezia a 360°. Il nuovo direttore sportivo che ha le sue origini nel Cesena degli anni gloriosi non si fa intimidire dalle sfide che

dovrà affrontare con il Venezia. Cinquini ha detto da un lato di essere contento di andare a collaborare con Capello per far ripartire la Russia, dall’altro c’è amarezza per aver abbandonato un progetto avviato con la squadra lagunare. Le prime sfide per il Venezia non mancheranno a breve. Sono infatti Bassano Virtus e FeralpiSalò le due avversarie della squadra nel girone E di qualificazione della Coppa Italia di Lega Pro. E’ un triangolare con partite di sola gare andata (19, 26 e 29 agosto), alla prima fase partecipano 42 squadre suddivise in 14 gironi, le altre 27 della Lega Pro parteciperanno inizialmente alla Tim Cup che parte il 5 agosto.

Pallavolo Allieve

VOLLEY SALESE VICECAMPIONE D’ITALIA

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olley Salese compie l’impresa, e con le sue atlete arriva al secondo posto nazionale per le categorie allieve. Per tutte però, questo secondo posto ai campionati nazionali che si sono tenuti a Lignano nelle scorse settimane, è una vittoria. Ecco il team: Giada Toniolo, Giulia Volpato, Arianna Simion, Alessia Rossini, Martina Ricciardi, Bonato Arianna, Alice Maguolo, Valentina Masiero, Federica Fontolan, Nicole Cuogo, Giuseppina Rega, allenatore Roberto Bisello, aiuto allenatore Jessica Gallo e dirigenti il direttore Dario Ziliotto, Marcello Dal Corso e Mirka Cermakova. La cronaca: l’Asd Volley Salese di Santa Maria di Sala è stata sconfitta 3-0 dal Mondial Quartirolo di Carpi nella finale, categoria allieve, del campionato nazionale. C’è però nella squadra del miranese la soddisfazione per aver vinto il titolo provinciale e di seguito quello regionale e interregionale. A mostrare massima soddisfazione per il risultato raggiunto è stato anche l’assessore allo sport della Provincia di Venezia Raffaele Speranzon che si è complimentato con le atlete dell’under 16 del Gruppo sportivo Volley Salese di Santa Maria di Sala per la conquista della medaglia d’argento e la coppa di vice campione nazionale. “Un grazie di cuore a queste atlete - ha detto Speranzon - che fino alla fine si sono battute fino in fondo conquistando un prestigioso secondo posto. Siamo fieri come amministrazione provinciale di poter

elogiare queste giovanissime che saranno il futuro del nostro sport. Per conquistare certi traguardi ci vogliono soprattutto spirito di sacrificio, volontà e gioco si squadra, tutte componenti che le atlete del Volley Salese hanno dimostrato di saper mettere in campo. Questo grazie anche all’ottimo lavoro svolto dai dirigenti di questa società veneziana che nel giro di pochi anni ha saputo costruire una struttura dalle basi forti, in grado di insegnare lo sport ed i suoi valori”. I numeri del Volley Salese sono impressionanti: in breve tempo questa realtà sportiva ha tesserato ben 173 atlete, di cui 61 nel minivolley. ”Questi numeri sono la dimostrazione – conclude Speranzon - che alla base c’è una valida programmazione, oltre ad una grande capacità di trasmettere ai giovani una valida cultura sportiva. La pallavolo femminile a tutti i livelli ci sta dando grandi vittorie, siamo felici che dalla provincia di Venezia potranno nascere future campionesse”. A.A.


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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Troppi problemi in ferie, troppe vacanze rovinate

Low cost o a prezzo intero, cresce il numero di vacanzieri che denunciano disavventure. Uno su 5 ha avuto brutte sorprese di Ornella Jovane

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imane ancora impresso nella memoria perché terribilmente attuale quello spot sulle vacanze: il sorrisetto “malefico” di quel tipo che accoglieva turisti maldestri in arrivo nella tanto sognata meta mentre si rendevano immediatamente conto della bufala nella quale erano incorsi. “Turisti fai da te?” Chiedeva sarcasticamente l’ometto a vacanzieri in pieno sconforto. I casi di vacanze rovinate - e non solo fai da te - continuano ad avere una consistente incidenza anche per i veneti. L’associazione consumatori Adico stima che un turista su cinque si imbatte in uno o più problemi, con la percentuale assoluta di casi di disservizi in ferie rispetto al totale delle segnalazioni estive che anche quest’anno sfiora l’1 ogni 3. In estate cioè un problema su tre è legato alle ferie. Voli in ritardo, hotel o case poco rispondenti alle aspettative, sporcizia o disservizi, fino a problemi con i documenti di viaggio che complicano se non impediscono la partenza o il rientro. I primi aneddoti cominciano a giungere presso l’associazione di Mestre. E’ accaduto ad una viaggiatrice

veneziana di avere avuto un rientro problematico dalle vacanze siciliane. La signora aveva acquistato con largo anticipo 6 biglietti di andata e ritorno da Venezia a Catania con una compagnia aerea low cost, per un valore complessivo di 948,36 euro per i voli del 22 giugno e dell’1 luglio. All’andata tutto è andato secondo i piani, i problemi si sono avuti al ritorno. “Quattro giorno prima del rientro - spiega la viaggiatrice veneziana - la compagnia ci ha inviato un sms per avvisarci che il volo delle 6.40 di mattina del 1 luglio era stato cancellato, invitandoci a prendere contatti con il loro servizo clienti per capire cosa fare”. Un’operazione - a quanto racconta la signora - non proprio così semplice tanto che è stato necessario sacrificare un’intera giornata di vacanza per arrivare a contattare l’operatore. L’alternativa proposta è un volo delle 12.50 sempre programmato per il 1 luglio. Giunti all’aeroporto l’ulteriore sorpresa con una partenza annunziata per le 15.50, ma effettivamente avvenuta alle 16.30. “Sottolineo - racconta la signora - come nel periodo

di attesa non ci sia stata fornita alcuna assistenza, e solo dopo numerose e pressanti insistenze abbiamo ottenuto 6 buoni per un panino e una bibita”. I bagagli sono rimasti a Milano, i turisti erano imbarcati in una nave per una crociera nelle isole caraibiche. E’ accaduto a fine maggio ad una coppia di Padova. I due sono partiti da Milano con un volo di 8 ore che li ha portati a Pointre A Pitre, capitale dell’isola di Guadalupa, dove si sono imbarcati per una crociera da sogno di 7 giorni ma, a loro insaputa, senza bagagli. I primi tre giorni di navigazione sono stati impiegati dai turisti padovani per recuperare le valigie, vissuti in una situazione di emergenza e disagio. “Era la nostra prima crociera - raccontano - e siamo rimasti fortemente delusi. La sera dell’arrivo e il giorno successivo abbiamo dovuto riutilizzare gli abiti usati durante il viaggio, oltre a non poter utilizzare piscine e spa perché non avevamo il costume e a bordo non ne vendevano. Abbiamo perso la visita all’Isola Martinica avendo dovuto impiegare quel tempo per cercare un centro commerciale dove acquistare ciò di cui avevamo bisogno

e per parlare con la responsabile del servizo clientela”. “Estate dopo estate - spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini - cresce il numero delle persone che si rivolgono a noi denunciando problemi legati alle vacanze e chiedendo assistenza legale per ottenere la giusta tutela”. L’associazione ha perciò predisposto una campagna, “vacanza informata”, che in due fasi, si propone di aiutare i cittadini a fare ferie senza intoppi. L’attenzione si concentra sui disservizi aeroportuali, ma l’associazione rimane a disposizione tutta l’estate anche per i problemi di altra natura. “La prima fase di Vacanza informata - conclude Garofolini - mira a dare ai cittadini strumenti agili e di facile consultazione relativi ai diritti che si hanno in qualità di viaggiatore, in modo da partire informati e consapevoli, e quindi in grado di far valere prima e meglio le proprie ragioni. La seconda, invece, che si attiva al ritorno, prevede un canale di assistenza privilegiato e modulistica ad hoc nel malaugurato caso in cui lo stesso cittadino si fosse imbattuto in qualche problema”.

LAST MINUTE, LOW COST COME TUTELARSI DALLA “BUFALA” Le associazioni di consumatori tuttavia rinnovano l’invito alla prudenza. I siti e le vetrine sono “carichi” di offerte, gli sconti sono accattivanti, fino al 40 per cento sul prezzo di listino, ma non vanno trascurate o sottovalutate le insidie che si nascondono dietro sperticati elogi di vacanze da sogno tutto compreso a cifre incredibilmente low cost. E’ bene sapere - rimarca Aduc - che il contratto di last minute è del tutto analogo a quello tradizionale con obblighi per il turista e il tour operator. Attenzio-

ne - è l’ammonimento - alle condizioni contrattuali, ad eventuali spese non messe in sufficiente evidenza come le commissioni, i costi per i trasferimenti, le iscrizioni, le tasse aeroportuali, i supplementi e così via. Per chi preferisce percorrere la strada della ricerca e prenotazione in rete, perché più comoda, rapida e anche per il fatto di poter valutare molte più offerte, il livello di guardia dev’essere ulteriormente alzato. Quando si “viaggia” su Internet per organizzare la vacanza il suggerimento di Aduc è quello di confrontare

innanzitutto su più siti prezzi di hotel e di voli, di cercare riscontri - per l’attendibilità delle informazioni - sui forum dei viaggiatori. Una volta individuato il sito da cui prenotare è buona cosa verificarne l’attendibilità (che sia indicata la denominazione sociale, l’indirizzo, il telefono - che vale la pena comporre - il fax). Aduc consiglia quindi di stampare sempre il contratto, la prenotazione e la risposta del venditore. Se il pagamento viene effettuato con carta di credito va verificato che il sito sia dotato di un sistema di sicurezza. O.J.

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a caccia al last minute è diventato negli anni uno degli “sport” più praticati da chi si accinge a programmare le vacanze estive e, quest’anno in particolare, un sistema cui anche gli operatori del turismo fanno ricorso con generosità per ovviare alle defezioni dei turisti italiani che, con la loro assenza o presenza ridotta, un vuoto lo hanno lasciato. In agenzia o su internet le offerte della vacanza all’ultimo minuto si moltiplicano per un agosto un po’ “magro” di soddisfazione per gli operatori.

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Il Veneto in primo piano 29 7 Una stagione difficile Gli italiani non si fanno vedere, stranieri non da record

Tasse sui turisti e proposte per invogliarli a sceglierci di Ornella Jovane

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ccesso in spiaggia a due euro per i pendolari. E’ stata la proposta del presidente di Confturismo e Federalberghi Marco Michielli che ha proposto a inizio estate l’introduzione di un ticket - misura che avrebbe potuto trovare applicazione peraltro anche a Venezia per il turismo giornaliero - da far pagare a chi non è cliente d’albergo nelle spiagge del litorale veneto. Michielli ha motivato l’iniziativa con l’opportunità di far pagare ai pendolari una serie di servizi offerti lungo gli arenili - pulizia,

CURIOSITÀ

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soccorso e altro - pensati per i clienti degli alberghi, di cui però usufruiscono anche i turisti “mordi e fuggi”. Oltre a risultare impopolare, come del resto Michielli aveva fin da subito previsto, la proposta ha incontrato una serie di oppositori. Primo fra tutti il governatore del Veneto Luca Zaia. Ancora più convinto il no dell’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi. Si pone, invece, nella posizione dei contrari il presidente di Federalberghi

sull’applicazione della tassa di soggiorno. La stagione non va bene, si stima un 30 per cento in meno di italiani compensato in parte dagli stranieri, i cui arrivi non sono tuttavia da record. La tassa di soggiorno sarebbe dunque un ulteriore disincentivo che va ad aggiungersi alla crisi economica e alla psicosi da terremoto. Gli operatori chiedono all’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi incontri per mettere a fuoco la situazione e studiare

strategie di contrasto in tempo per la seconda metà della stagione turistica. Da Chioggia e Sottomarina, dove l’introduzione della tassa di soggiorno è stata approvata con grande disappunto delle categorie economiche del turismo, si avanzano proposte per attirare i vacanzieri. Alla Regione lanciano l’idea dei buoni benzina riservati ai turisti che vengono a villeggiare nelle coste venete.

LA CREMA SOLARE? SI RICLICLA QUELLA DELL’ANNO PRIMA

nformati, prudenti, protetti ma anche accorti e attenti a non sprecare. In tempo di crisi non si butta via niente, neanche la protezione solare avanzata dalle vacanze dell’anno precedente. E’ quanto risulta da un’indagine di Adico, l’Associazione veneta a difesa dei consumatori, condotta in territorio trevigiano alla vigilia delle prime partenze in massa per le ferie. L’obiettivo era in realtà quello di verificare la conoscenza sul corretto uso di lozioni e spray solari e invece è emerso un dato significativo e inaspettato. Oltre il 60 per cento degli intervistati ha dichiarato di utilizzare i solari avanzati dalla stagione precedente, pur sapendo - almeno nella maggior parte dei casi - che da un anno all’altro le confezioni aperte perdono parte del filtro protettivo. Di questi un 15 per cento si limita a farlo con le protezioni a fattore alto, perché - è la risposta - non riesce a consumare

l’intero flacone nell’arco di una sola stagione. C’è però un 48 per cento che, invece, finisce la confezione a prescindere dal fattore di protezione. Mentre rimangono stabili i dati relativi all’utilizzo di protezioni solari - confermando una buona consapevolezza sui rischi e le controindicazioni derivanti da esposizione al sole senza adeguata protezione - è in deciso aumento proprio la percentuale di chi utilizza creme dell’anno prima. “Un comportamento - commenta il presidente Adico, Carlo Garofolini - assai rischioso soprattutto nei primi giorni di esposizione, quando sono necessari filtri ben attivi per evitare arrossamenti ed eritemi, ma diretta conseguenza della crisi”. In virtù di questo fenomeno le case produttrici di solari sono ricorse ai ripari: si è infatti registrato il boom della vendita di mini dosi di altissima protezione. O.J.


30 8 Il Veneto in primo piano Patrimonio architettonico L’analisi dell’istituto regionale Ville Venete

Ville venete, risorsa da valorizzare Giuliana Fontanella. ”La messa in rete del patrimonio aumenta del 20% l’economia turistica” di Alessandro Abbadir

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e tutte le ville del Veneto fossero messe in rete e valorizzate, come meritano l’economia turistica potrebbe fare un balzo in avanti del 20%. In Veneto abbiamo oltre 3700 ville di cui solo 1500 sono valorizzate e sono saperte alle visite“. A dare queste cifre è Giuliana Fontanella presidentessa dell’istituto Regionale delle Ville Venete, istituto attivo da decenni e che da qualche anno ha la sua sede a Mira (Venezia) in Villa Venier, nella rinomata Riviera del Brenta. In Veneto la provincia che ha più ville censite è quella di Treviso con 785, seguita Verona con 676, e poi Vicenza con 670, Padova 633, Venezia 573, Rovigo 250 e infine Belluno con 195. Giuliana Fontanella fa un’analisi della situazione partendo dalla crisi in atto. “Ci si accorge ora dell’importanza di sviluppare e recuperare il patrimonio artistico e architettonico del Veneto in cui anche le ville hanno una parte importante - spiega la Fontanellaquando per anni si è puntato tutto sullo sviluppo di aree industriale e capannoni. Solo

ora si capisce che il paesaggio insieme all’agricoltura, e alla gastronomia è una risorsa, anzi può diventare la risorsa trainante. Ora si deve recuperare il tempo perduto e certamente fare tesoro dall’insegnamento che in qualche modo arriva da questa crisi. Una crisi che ha mutato radicalmente il modo di intendere e valorizzare le risorse del territorio”. In questo momento di crisi però recuperare tutte le ville Venete e renderle visitabili è davvero un’opera impossibile è possibile però mettere in rete il sistema ville con la ricezione turistica, la gastronomia e l’agricoltura promuovendo ad esempio nei castelli del trevigiano un prodotto internazionale come il Prosecco. “Finora abbiamo creato “pacchetti” di messa in rete di ville in diverse aree del Veneto – dice la presidentessa Fontanella – che cominciano a dare i loro frutti con visite organizzate e turisti che arrivano quotidianamente. Per l’economia turistica questa messa in rete di 20-30 ville a pacchetto, porta mediamente ad un incremento dell’economia turistica

Sopra Villa Venier, a fianco Giuliana Fontanella locale del 20% ma in alcune zone come la Riviera del Brenta, già rodate a questo sistema anche del 30%. In altri paesi europei un patrimonio artistico più scarso, gli enti di promozione del territorio riescono ad attrarre un numero di turisti maggiore soprattutto investendo massicciamente nei mezzi di comunicazione più moderni”. Fra le iniziative intraprese in questi anni dall’ Istituto Regionale Ville Venete, c’è anche la formazione

di insegnanti e operatori turistici in Veneto. “Abbiamo creato dei corsi di formazione per insegnanti e anche ristoratori e operatori del settore - spiega - per dare le nozioni principali di storia locale. Il Veneto non è solo le sue bellissime città, ma soprattutto paesaggi agresti e ville che devono diventare bagaglio culturale anche scolastico e da inorgoglire”. L’istituto si occupa anche delle Ville del Friuli che sono circa 500.

NEWS Iniziative

FERRAGOSTO A VILLA VENIER

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a sede dell’istituto Ville Venete, Villa Venier a Mira, sarà al centro delle iniziative culturali con gli appuntamenti “E_state in Villa” e “Ferragosto in Villa” che termineranno il 23 agosto. Per estate in villa è il primo appuntamento è stato con la proiezione del film “The Ripley.s game”. Un tributo della regista Liliana Cavani al patrimonio delle ville venete. Il 9 agosto alle 21 “Storie di Orchi Storie di Streghe”. Saranno lette fiabe della tradizione italiana ed europea. Il 15 agosto festa per tutta la giornata. Dalle 10 alle 22. Ci saranno visite guidate, laboratori didattici (dalle maschere in cuoio alla land art, passando per pittura e scultura), concerti e jam session, degustazione vini e prodotti tipici e danza del ventre: quest’ultima una vera e propria giornata di festa di mezza estate. Infine il 23 agosto alle 19 Pic Nic delle fate e visita al lume di candela. Insomma un esempio di come una villa veneta può diventare luogo di aggregazione per tutti. A.A.

Nel vicentino

PERCORSI DIDATTICI IN VILLA FOGAZZARO

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ercorsi culturali in Villa Fogazzaro”. Questo il progetto didattico delle 18 classi dell’Istituto Comprensivo “G. Toaldo” dei Comuni di Montegalda, Montegaldella e Grisignano di Zocco (Vicenza) che hanno aderito alla proposta dell’Istituto Regionale Ville Venete volta a sensibilizzare i più giovani all’importanza della valorizzazione del patrimonio architettonico-culturale - Di cosa si tratta? A fine anno scolastico Un momento della in quest’area del vicentino 400 alunpresentazione dell’iniziativa ni, accompagnati dai loro docenti e da tutor professionali, sono stati coinvolti in cinque percorsi didattici che interessano sia Villa Fogazzaro sia Villa Gualdo, sede del municipio di Montegalda. Nella prima, gli studenti hanno avuto la possibilità di conoscere l’architettura della dimora privata e la storia del suo più celebre abitante, lo scrittore Antonio Fogazzaro, anche grazie alle letture animate tratte dal testo “Il folletto allo specchio”. Hanno approfondito inoltre, le caratteristiche del giardino all’italiana, considerando in particolare le diverse specie di alberi e fiori e la ricca entomofauna che abita o che si ferma in questi luoghi. Si sono accostati infine, alla musica assistendo al concerto di campanelli nel parco della villa e visitando il “Museo Veneto delle Campane”, ospitato all’interno dell’edificio. A Villa Gualdo, invece, è stato dato spazio alla storia e all’architettura della villa, alla mostra su Fogazzaro e all’itinerario a lui dedicato. La scuola insomma come la fucina in cui si trovano i cittadini del futuro e, soprattutto, come strumento privilegiato per rendere consapevoli i bambini del patrimonio, unico al mondo, che il loro territorio offre: “Il progetto dell’Istituto Toaldo- ha detto il consigliere dell’ Istituto Ville Venete Mariella Mazzetto - non è solo di tipo culturale ma anche identitario e paesaggistico. In una fase di grave crisi di identità, in cui il mercato sembra essere l’unico idolo, è giusto che i giovani trovino la loro strada anche attraverso percorsi didattici come questi, in cui sono coinvolti in maniera attiva. Per loro può essere l’occasione per conoscere le ville, gli affreschi, i modi di vivere di ogni epoca, e al contempo per individuare possibili percorsi lavorativi” L’iniziativa si ripeterà A.A. a settembre con il ritorno fra i banchi dei ragazzi



10 Intorno a noi 32 Sociale L’analisi di Gabriella Camozzi responsabile del Centro Donna del comune di Venezia

Violenza sulle donne, è emergenza

La responsabile del Centro Donna del Comune di Venezia Gabriella Camozzi

di Alessandro Abbadir

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scalation degli omicidi e delle violenze contro le donne, ormai è emergenza. I casi sono all’ordine del giorno e i più efferati hanno interessato negli anni e mesi scorsi anche la nostra regione. A fare una analisi della situazione è la dottoressa Gabriella Camozzi, responsabile del Centro Donna del Comune di Venezia, che ha da anni anche un efficiente centro antiviolenza punto di riferimento in tutta la regione. Un centro in grado di far fronte alle emergenze e dare assistenza alle donne in pericolo di fronte prevalentemente all’atteggiamento del compagno o del marito. “Gli omicidi di donne compiuti da uomini sono in netto aumento - spiega Gabriella Camozzi - anche se è stabile la richiesta di aiuto. E’ come se si fosse alzato il livello di violenza maschile che sembra non voler accettare il mutato ruolo della donna nella società e nella famiglia. Al nostro centro sono arrivate quest’anno 300 richieste di aiuto da Venezia e dintorni, ma anche da tutto il Veneto. Molte donne si rivolgono a noi anche per sfuggire ad una situazione che pensavano di poter controllare e che invece si rivela per loro ogni giorno sempre più violenta”. Gabriella Camozzi spiega che la violenza contro le donne è diffusa in ogni fascia sociale, e in tutte le età “Basti pensare – spiega – agli episodi che si sono verificati qualche anno fa in provincia di Venezia in cui un laureato sparò ad una ragazzina di 16 e si suicidò, e un professore che accoltellò la compagna in negozio. Il problema di fondo è quello di un malsano senso del possesso dell’uomo nei

“Bisogna lavorare anche sulle donne per evitare che credano di potercela fare da sole” confronti della donna. In una minoranza di persone un “no” di una donna fa scattare reazioni furibonde e in qualche caso tragiche“. I casi più efferati poi non prendono origine come si tenderebbe a credere, da contenziosi sull’affidamento dei figli, anzi a volte si tratta di coppie in cui i figli non ci sono. Come uscirne? “Ora è tempo di lavorare sulla psicologia maschile- spiega Gabriella Camozzi – con corsi nelle scuole e anche negli ambienti di lavoro e famigliari, cercando di far cambiare la mentalità e far capire che un no o un rifiuto o la fine della relazione vanno gestire in maniera matura e non aggredendo la moglie o la compagna”. Si perché tra l’altro, e non serve ribadirlo il 90 % dei casi di violenza sulle donne è fatto da compagni, mariti o persone che sono in stretto contatto con loro. C’è anche da lavorare però sulle donne stesse. “Spesso nella donna - conclude la Camozzi- c’è un errato

Il fenomeno è diffuso a tutte le età e in tutte le fasce sociali ARVI è una società giovane che poggia sull’ esperienza di persone, sensibili ai problemi ambientali, che hanno avuto modo di formare le loro competenze a contatto con nuove tecnologie in Italia ed all’ estero. Non è una immobiliare ma un laboratorio di idee innovative che mirano ad aumentare la qualità della vita in armonia con l’ambiente. Il motore del nostro lavoro è l’ energia inesauribile della nostra terra e del sole.

senso di onnipotenza, cioè la sensazione di potercela fare da sole. Impera la mentalità del “poi riesco a farlo cambiare in fondo non è un violento, ma stressato eccetera“. Niente di più sbagliato. Da sole in questi casi si riesce a fare poco, è importante invece rivolgersi ai centri donna anti violenza che sono in grado di dare domiciliarità segreta se necessario e aiuto di psicologi, avvocati e specialisti”.

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l Centro Donna e Antiviolenza del Comune di Venezia è attivo dal 1995. In esso opera un équipe composta da una ventina di professioniste che offre accoglienza alle donne vittime di violenze e maltrattamenti. Ad oggi le donne accolte sono 4.000 con una media di circa 300 donne che ogni anno si rivolgono per la prima volta. Provengono dal territorio veneziano (per il 73%) ma anche dal resto del Veneto. In alcuni casi la richiesta di aiuto arriva anche da donne di altre regioni d’Italia che si rivolgono al Centro Antiviolenza autonomamente o inviate da altri Servizi e Centri Antiviolenza italiani. Nel 1996 è stata aperta la casa protetta ad indirizzo segreto dedicata all’accoglienza di donne (con eventuali figlie e figli minori) in situazione di grave rischio a causa di maltrattamenti e violenze. Le donne che si presentano al Centro coprono tutte le fasce d’età con una prevalenza nella banda 35-45. La maggioranza ha figli (61%). Lavorano nel 57% dei casi, anche se spesso il lavoro è part-time e di livello remunerativo medio-basso. La percentuale di donne straniere è aumentata notevolmente negli ultimi anni: 1 donna su 5. Il centro si trova in Viale Garibaldi 155/a Mestre Si può chiamare lo 041 2690630 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. Nei giorni di chiusura o in caso di urgenza chiamare il 1522 e chiedere delle operatrici del Centro Antiviolenza del Centro Donna di Venezia. A.A.



provinciale 12 34 Cultura veneta Villa Pisani Fino al 4 novembre “Arti e Mestieri nella Pittura Veneta tra 800 e 900”

La nobiltà del lavoro Contro il buio di spread, default, Bund e Btp la risposta semplice del lavoro come valore morale essenziale del singolo e della collettività

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ontinuando nel solco di una ricognizione a largo raggio sulla pittura dell’Ottocento veneto, che caratterizza da anni l’offerta espositiva del Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra (Venezia), la mostra “Nobiltà del Lavoro. Arti e Mestieri nella Pittura Veneta tra 800 e 900”, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, illustra i diversi aspetti del lavoro attraverso le raffigurazioni dei mestieri svolti a Venezia e nell’entroterra veneziano lungo tutto il secolo che segue la caduta della Serenissima fino ai primi decenni del Novecento. In un’epoca come la nostra, preme l’esigenza di un radicale ripensamento sul senso e sul valore del lavoro. Contro il buio di spread, default, Bund e Btp, contro l’imperscrutabile economia irreale, per tornare a vedere equilibrio nella società la risposta è semplice, trasversale, globale: il lavoro che, naturalmente, è stato, è e resta valore morale essenziale che dà senso, misura e stabilità al singolo e alla collettività. Nella nostra Costituzione, all’articolo 1 si legge: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e la parola “lavoro” risuona con una intensa e cristallina carica salvifica. Da qui è nata l’idea di creare una rassegna tra Ottocento e Novecento che si concentri sui

Nelle foto alcune delle opere in esposizione: in alto “Mondine in Polesine” di Ettore Tito, Fausto Zonaro “Il sarto”, a sinistra Cesare Laurenti “La fruttivendola” e Oreste Da Molin “Barbiere rusticano” vecchi mestieri, vivi nella pittura veneta, che mostri come nell’arte a cavallo dei due secoli la potenza del lavoro sia glorificata con tutta la sua carica concreta e dinamica dai pennelli più noti del tempo. La mostra conduce il pubblico in una Venezia con campi e campielli popolati dall’animazione caratteristica dei mercati, con calli, ponti e canali percorsi dal vociante passaggio di ambulanti: arrotini, venditori di caldarroste, lustrascarpe, fiorai, carbonai, burattinai, suonatori girovaghi. Le donne lavorano accanto agli uomini come bigolanti, che al grido “acqua mo” portano, con il

secchio o bigol, sulle spalle, l’acqua dolce direttamente alle case; vendono polli, fiori, frutta, sono lavandaie o venditrici di zucca, o balie, cuoche, serve a servizio delle famiglie dei ricchi borghesi o della nobiltà di un tempo. Le immagini dipinte invitano a curiosare all’interno di case o di laboratori dove sartine, ricamatrici e merlettaie sono all’opera con aghi e fili, in ambienti umili dove un notaio stipula un contratto di matrimonio, dentro le botteghe dove calzolai, sarti e barbieri sono colti nell’esercizio del loro mestiere e dove gli antiquari espongono coloratissime e preziose merci o nelle fucine

La Fondazione Stépán Zavrel compie 30 anni

NUOVA SEDE E UNA MOSTRA IN CANTIERE

P

er festeggiare la nuova sede e i trent’anni di attività, la Fondazione Stépán Zavrel di Sarmede ha in serbo un’edizione straordinaria de “Le immagini della fantasia”. Una mostra che aprirà i battenti, il 27 ottobre e proseguirà fino al 20 gennaio, con un tema conduttore: 30x2 , ossia gli anni di attività della fondazione per due, in totale 60 illustratori invitati nella sola sezione Panorama, dedicata ai libri recentemente pubblicati ma con l’aspirazione di coinvolgerne altri, in numero anche maggiore, insieme agli editori riunendoli nell’ambito di un ricco programma di eventi collaterali. La rassegna offrirà così al suo pubblico un discorso sempre più ampio sul libro illustrato che comincerà dall’osservazione di oltre 350 illustrazioni provenienti da numerosi Paesi, rifletterà sulle modalità espressive di oltre 100 illustratori, e 50 allievi della Scuola Internazionale d’Illustrazione viaggiando sul filo delle parole di un centinaio di libri e suggerendo infiniti spunti di dialogo che affioreranno sfogliando emozionanti pagine illustrate. Le immagini della fantasia proporrà, inoltre, anche altri approfondimenti nelle sue sezioni speciali: una dedicata all’ospite d’onore Roberto Innocenti, l’altra dedicata alle fiabe dalla Russia ed infine “Come nasce un libro Illustrato”, dove André Neves racconta il suo modo di lavorare. Si celebrerà il trentennale anche grazie

dove ferve il lavoro dei fabbri. Chiamano ad addentrarsi lungo le callette veneziane dove le impiraresse (infilatrici di perle) svolgono a domicilio, talora appena fuori dell’uscio, prolungamento dell’angusto spazio domestico, le loro attività con il pensiero ai compagni che sono sulle barche, fuori in mare, a pescare. Uscendo dalla laguna, il visitatore è accompagnato nel brio luminoso di un giorno di mercato in Piazza delle Erbe a Verona, nell’umida atmosfera di una pescheria a Chioggia, nella effervescente confusione dei mercati di Badoere e Serravalle e nelle campagne dove sono al lavoro mondine,

contadini, zappatrici, fienaiole, pastore. Attraverso una selezione di dipinti che coprono un arco cronologico di più di un secolo, dal principio dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento, si compie un percorso accattivante attraverso la pittura di genere di area triveneta (con pittori friulani come Brass, Fragiacomo, Mazzoni, Rotta e Veruda), tracciando un reportage sulle attività della gente che, nell’operosità come nel travaglio, nella fatica come nella solerzia, nei gesti e negli sguardi diventa protagonista di una grande epopea, quella del lavoro, nella sua concreta, industriosa, sostanziale nobiltà.

Personale di Renato Pengo dal 14 settembre

Shock ai Musei Civici degli Eremitani

L

ad interventi critici d’eccellenza come quelli di Roberto Denti in apertura del volume che correda la Mostra, di Paola Pallottino, dando nuova lettura all’opera di Roberto Innocenti, di Silvia Burini, di Anastasia Arkhipova, di Davide Giurlando sull’opera di Iurij Norstejn, accanto alla consueta presentazione della Mostra a cura di Monica Monachesi e al saggio sui racconti popolari della Russia a cura di Luigi Dal Cin. Sempre sulla scia delle celebrazioni per il trentennale sarà in uscita ad ottobre la pubblicazione “Storyboard, come nasce un libro illustrato”, dove 7 illustratori raccontano come nasce un libro illustrato, un editore ed uno stampatore offrono la propria esperienza e le parole di Stépán Zavrel come ouverture.

e stagioni dell’arte non hanno date precise, vengono comunemente classificate in base alle tendenze storiche che le contengono. Così c’è stata un’arte romana fino a quando è esistito l’impero romano d’occidente, pur essendo sopravvissute geograficamente parte delle prerogative di quest’arte in quello d’Oriente e temporalmente anche nell’arte successiva paleocristiana, ed esiste un Rinascimento che comunemente viene collocato agli inizi del Quattrocento anche se la sua genesi risale, dal punto di vista tecnico, ad un secolo prima e nei duecento anni precedenti andrebbero cercate anche le premesse economiche che l’hanno consentito. Insomma l’arte non volta pagina insieme ai calendari, a volte fa una fuga in avanti rispetto ad essi ma in altre circostanze è un corpo resiliente che tenacemente non vuol saperne del mutare dei tempi. Oggi, per esempio, da almeno cinquant’anni sembrerebbe dare solo spettacolo di se stessa ed essere inconsistente come un’entità astratta che latita nascondendosi sotto una coltre di ventagli giocattolo. Servirebbe una riattivazione sensoriale, emotiva, intellettuale. Secondo Renato Pengo solo uno “Shock” permetterebbe di far ripartire il dialogo tra storicizzazione artistica e arte contemporanea. Come? Con la mostra che dal 14 settembre troverà posto nella sala delle esposizioni temporanee dei Musei Civici degli Eremitani mettendo a stretto confronto una scelta di dipinti tra il Quattrocento e l’Ottocento della Pinacoteca dei Musei con le tele appartenenti al ciclo pittorico “Shock” degli anni Novanta e a elementi video realizzati dall’artista per questa personale. E’ infatti a partire dagli anni Novanta che Pengo affronta nuovi ambiti legati all’antropologia e alla psicoanalisi, raffrontandoli con

il mezzo tecnologico e con la cultura mediatica contemporanea focalizzando la sua immagine sul cosiddetto “shock tecnologico”, cioè la trasposizione su tela del brusio elettrostatico del televisore, che al tempo aveva anche suscitato l’interesse del celebre critico francese Pierre Restany. In poche parole Pengo pratica una sorta di intrusione artistica nei Musei Civici, uno turbamento appunto, collocato a metà strada tra l’arte moderna, rappresentata dalle opere della Pinacoteca del Museo, e quella contemporanea delle sue tele e dei video che con l’effetto neve del tubo catodico, proiettato tutt’intorno, arriva a coinvolgere anche il pubblico.


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36 Cultura veneta

Cultura veneta 13

Esposizioni Carte e portolani in mostra fino a fine mese

“Le vie del mare” al Museo Correr

AGLI SCAVI SCALIGERI 20 ANNI DI STORIA NELLE FOTO DI ROBERT CAPA

Rarissimi pezzi di cartografia nautica, datati tra il XIV e il XVIII secolo

R

imarrà esposta fono al 30 di agosto, nella Sala dello Scrutinio, la ricca selezione della prestigiosa collezione di portolani e carte nautiche provenienti dalle raccolte del Museo Correr. Rarissimi pezzi di cartografia nautica: carte, atlanti e portolani, datati tra il XIV e il XVIII secolo. La Fondazione Musei Civici di Venezia, infatti, custodisce al Museo Correr una preziosa collezione di cartografia nautica con pezzi databili dal Trecento al Settecento, che rappresentano le diverse tipologie di queste opere nate dal connubio tra pratica marinaresca, conoscenze geografiche e perizia nella miniatura. Si tratta di mappe singole o riunite in atlanti o portolani, dove protagonisti sono i porti e le coste, graficamente rappresentati o descritti con essenziali dati tecnici: manufatti di pregio più destinati ai collezionisti e alle case degli armatori piuttosto che alle biblioteche di bordo. Questi raffinati prodotti della cartografia antica ebbero una larga e fortunata stagione di produzione e in questo campo Venezia fu uno dei centri d’eccellenza. Il comune denominatore grafico di queste rappresentazioni è il caratteristico fitto reticolo di

F

Opere nate dal connubio tra pratica marinaresca, conoscenze geografiche e perizia nella miniatura linee rette che si intersecano secondo le diverse angolazioni a partire dal prolungamento dei raggi di una rosa dei venti spesso riccamente decorata posta al centro e di altre sedici rose collocate ai bordi della carta. Con questa tecnica si riusciva a ingabbiare in modo empirico lo spazio marino in una griglia di riferimento che permetteva ai naviganti di orientarsi con l’aiuto della bussola anche in assenza di

visibilità, durante la navigazione notturna e nelle tratte di mare aperto. Tra le opere in mostra si segnalano in particolare le rare carte nautiche su pergamena di Francesco Cesanis, veneziano, e Grazioso Benincasa, anconitano, i raffinati atlanti di Battista Agnese, genovese, e i portolani di fine Seicento del capitano di pubbliche navi veneziane Gaspare Tentivo.

ino al 16 settembre il nuovo allestimento degli Scavi Scaligeri di Verona sarà dedicato a Robert Capa, uno dei più influenti fotoreporter del XX secolo. Realizzato da Magnum Photos (la famosa agenzia che lo stesso Capa aveva fondato nel 1947 con Henri Cartier-Bresson e David Seymour), il percorso espositivo attraversa l’intera vita di Robert Capa, le cui tappe sono scandite proprio dalle sue fotografie. 98 in bianco e nero che partono dal primo reportage del 1932 a Copenhagen, durante una conferenza di Leon Trotsky, e ripercorrono gli anni del Fronte Popolare a Parigi, la guerra di Spagna, l’invasione giapponese della Cina, per arrivare allo scoppio della Seconda guerra mondiale, che il fotografo seguì sui diversi fronti di battaglia fino allo sbarco in Normandia e alla liberazione di Parigi. Seguono i suoi reportage in Unione Sovietica nel 1947 e in Israele nel 1948, dove documenta la nascita dello stato ebraico, e quello in Indocina, dove perderà la vita saltando su una mina antiuomo il 25 maggio 1954. Chiudono la mostra una serie di ritratti degli amici di Capa, famosi artisti come Ernest Hemingway, William Faulkner, Henri Matisse e Pablo Picasso.

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PREVENZIONE “PRIMARIA”

La prevenzione primaria è rappresentata da tutto quello che possiamo fare “prima” che una patologia si instauri. Un esempio di prevenzione primaria è sapere che il fumo di sigaretta è dannoso e quindi decidere di non iniziare a fumare. In odontoiatria prevenzione primaria significa sapere che l’accumulo di placca batterica è dannoso per denti e gengive, che una corretta igiene orale rimuove la placca batterica, quindi denti e gengive rimarranno in salute.

PREVENZIONE “SECONDARIA”

La prevenzione “secondaria” si attua per prevenire l’aggravarsi di una patologia. In odontoiatria un esempio di prevenzione secondaria è il trattamento di una carie dentale nella sua fase precoce in modo da non farla progredire.

Chi fa prevenzione?

Possiamo pensare che la prevenzione debba essere fatta da personale specializzato, questo è sicuramente vero, ma siamo noi il vero fulcro della “nostra” prevenzione. Decidere di prendersi cura della nostra salute, anche della salute dei nostri denti e delle nostre gengive è il primo passo, fondamentale, per un vero successo in prevenzione. Decidere di dedicare tempo alla pulizia dei nostri denti, farlo tutti i giorni, è forse più importante che fare regolari sedute di igiene orale se poi non seguiamo i consigli dati dall’igienista dentale o dall’odontoiatra. L’igienista dentale o l’odontoiatra ci insegnano, in prima battuta, come poter rimuovere la placca batterica dei denti nel modo più efficace e con gli strumenti adeguati. Il successo sarà però dato da come sapremo mettere in pratica, con continuità, quei suggerimenti. Noi siamo i veri artefici del successo della prevenzione su noi stessi. Possiamo andare dal dentista anche alcune volte l’anno, ma la placca si deposita sui denti di continuo. Dobbiamo regolarmente rimuoverla con una corretta igiene orale per non farla depositare e prevenire così efficacemente carie dentale e infiammazione delle gengive.


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Periodico d’informazione locale. Anno XIX n.85

Il nostro futuro?

È nelle mani dei Brics

Estate

Siete ancora indecisi su che meta scegliere per le vacanze? da pag.

8 a 11

Giardinaggio

Agosto è il tempo per riprodurre le piante pag.

19

Alimentazione

Solo con l’export sui mercati emergenti possiamo riprendere la strada della crescita. Ma servono strategie commerciali e prodotti diversi per soddisfare i desideri dei nuovi ricchi del mondo

alle pagg. 3-4-5

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20-22

Sì, viaggiare Viaggio in camper, rotta su Finisterre

I

n ogni angolo della Spagna Atlantica, dai Paesi Baschi alla Cantabria, dalle Asturie alla Galizia, si incrociano pellegrini in cammino. Sono come tanti rivoli che prima della meta confluiscono in un grande fiume, quello che porta a Santiago de Compostela e poi a Finisterre. E’ così da secoli, un flusso inarrestabile. La maggior parte di loro cammina, altri pedalano, i più originali vanno a cavallo... Li contraddistingue il simbolo della cappasanta, la “concha” appesa allo zaino. continua a pag. 14-16-17

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Comune di Rosolina Assessorato al Turismo

Ufficio Informazione ed Accoglienza Turistica IAT

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Il nostro futuro? È nelle mani dei Brics

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apere chi siamo è il primo, indispensabile passo per decidere anche, con una ragionevole speranza di successo, dove vogliamo andare. E per la nostra regione l’operazione è oggi quanto mai indispensabile, perché corriamo tutti il rischio di continuare a pensarci secondo un modello che è ormai tramontato. O che, quantomeno, è così profondamente cambiato che facciamo fatica a riconoscerlo non appena usciamo dai luoghi comuni e ci confrontiamo con la realtà che ci restituiscono i dati contenuti nel nuovo Rapporto Statistico sul Veneto, presentato recentemente dalla Regione. Tre anni abbondanti di crisi economica hanno messo alle corde anche quel modello di piccola impresa diffusa che ha generato cinquant’anni fa il cosiddetto “Miracolo del Nord-Est”, e il Veneto non fa eccezione. “Piccolo” non è più necessariamente “bello”, la struttura produttiva basata sulla subfornitura fatica a reggere il passo, il ricambio generazionale non sta funzionando come ci si aspettava, mettendo in crisi aziende ancora di carattere familiare. E così, quel meccanismo di crescita dal basso che aveva fatto la fortuna del Veneto – pur in assenza di grandi aziende, o forse proprio per questo – si è drasticamente fermato, scaricando su comunità psicologicamente impreparate gli effetti della crisi. Il 2010, in particolare, è stato l’anno nero della cassa integrazione e delle chiusure, e il 2012 rischia di cancellare i timidi progressi del 2011 in una sorta di gioco dell’oca in cui si ritorna puntualmente alla casella d’inizio. Basti pensare alle difficoltà che stanno attraversando i Distretti produttivi, per decenni fiore all’occhiello della regione. Se la produzione del mobile in stile nella Bassa padovana è in crisi da tre anni,

con centinaia di addetti in cassa integrazione o definitivamente a casa, la vertenza che ha coinvolto la Safilo – mille licenziamenti, poi scongiurati grazie al ricorso al contratto di solidarietà – è solo la punta dell’iceberg di un disagio che potrebbe travolgere le vallate bellunesi dove si concentra la quasi totalità della produzione di occhiali. E la definitiva chiusura dello stabilimento Lanerossi a Piovene Rocchette, nel vicentino, è il miglior simbolo di un’epopea imprenditoriale che dopo aver creato benessere per un secolo e mezzo ha scelto la strada della delocalizzazione nell’Est Europa. È da qui allora che bisogna partire nell’analisi, per comprendere le inquietudini che stanno attraversando in maniera sempre più evidente la regione. Nel 2011 non siamo più stati capaci, dopo decenni, di crescere più dei nostri vicini. E se il prodotto interno lordo è risultato comunque positivo di uno striminzito 0,9 per cento, i primi dati indicano che il 2012 vedrà per la prima volta il segno meno in calce alle statistiche regionali, al pari del resto dell’Italia. Industria, settore manifatturiero, costruzioni – vale a dire gli assi portanti della crescita passata – hanno visto diminuire il numero di imprese attive, tra chiusure e fallimenti, e il mercato del lavoro è in forte sofferenza: nel primo trimestre di quest’anno la disoccupazione è salita al 6,3 per cento, per un continua alla pag. seguente


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Attualità

>> Veneto 2012

Il Veneto deve co

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con centinaia di addetti in cassa integrazione o definitivamente a casa, la vertenza che ha coinvolto la Safilo – mille licenziamenti, poi scongiurati grazie al ricorso al contratto di solidarietà – è solo la punta dell’iceberg di un disagio che potrebbe travolgere le vallate bellunesi dove si concentra la quasi totalità della produzione di occhiali. E la definitiva chiusura dello stabilimento Lanerossi a Piovene Rocchette, nel vicentino, è il miglior simbolo di un’epopea imprenditoriale che dopo aver creato benessere per un secolo e mezzo ha scelto la strada della delocalizzazione nell’Est Europa. È da qui allora che bisogna partire nell’analisi, per comprendere le inquietudini che stanno attraversando in maniera sempre più evidente la regione. Nel 2011 non siamo più stati capaci, dopo decenni, di crescere più dei nostri vicini. E se il prodotto interno lordo è risultato comunque positivo di uno striminzito 0,9 per cento, i primi dati indicano che il 2012 vedrà per la prima volta il segno meno in calce alle statistiche regionali, al pari del resto dell’Italia. Industria, settore manifatturiero, costruzioni – vale

segue dalla pagina precedente

totale di quasi 150 mila persone in cerca di lavoro. Da dove ripartire? Il Rapporto statistico propone alcune strade, ma soprattutto indica due condizioni di base per ridisegnare la struttura produttiva e l’immagine stessa del Veneto: bisogna guardare ai nuovi paesi ricchi, e bisogna arrivare sui loro mercati con un prodotto di alta qualità. Se agli raffinati artigiani calzaturieri della Riviera del Brenta bastava cinquant’anni fa prendere un treno per raggiungere Monaco di Baviera e offrire i loro prodotti ai ricchi tedeschi, oggi il 16 per cento del mercato mondiale si concentra nei paesi dell’area Brics. Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica hanno già assorbito

nel 2011 esportazioni dal Veneto per 4 dei nuovi mercati richiedono un approccio miliardi e mezzo di euro, con un aumento totalmente diverso rispetto al passato. Da anno su anno del 25 per cento. È lì, oltre un lato c’è il problema degli investimenti che in paesi del Sud-Est asiatico come Co- e delle strategie commerciali necessari a rea e Malesia, che raggiungere paeNel 2012 per la prima si concentrano dunsi immensi, che que le condizioni richiedono con volta andremo in di mercato ideali: urgenza al nostro recessione. E diminuiscono sistema imprenuna popolazione anche le imprese attive giovane, una clasditoriale una vera se media in forte capacità di fare crescita, rilevanti quote di ricchi. Ed è da lì, squadra uscendo dall’individualismo del particolare non irrilevante, che già oggi arri- passato. Dall’altro, la grande scommessa si va in Veneto il 10 per cento dei turisti ad ali- gioca sulla qualità dei prodotti. Il fascino del mentare uno dei pochi settori appena sfioracontinua alla pag. seguente ti dalla crisi. Ma la distanza e la complessità

LE OPPORTUNITÀ

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tate ancora studiando, volete dare una svolta alla vostra vita, cercate nuove opportunità? Ci sono due settori a cui guardare, per motivi diversi, con particolare attenzione. Il primo è rappresentato dal turismo, che continua a macinare record. Nel 2011 i turisti sono stati 15,8 milioni, con una crescita che ha superato l’8 per cento, e le presenze hanno sfiorato quota 63 milioni e mezzo. Dati che non hanno eguali in Italia, e che sono anche frutto della capacità di attrarre nuovi flussi da Cina, Brasile e altri paesi emergenti. Il secondo settore da tenere in considerazione è invece rappresentato dall’agricoltura che, nonostante i toni pessimistici del passato, negli ultimi due anni ha visto la produzione in crescita del 5 per cento e gli occupati aumentare del 3,2 per cento. Certo, l’agricoltura del futuro deve sapersi ripensare nell’ottica di un mercato fortemente globalizzato, sapendo che negli anni a venire i contributi dell’Unione europea caleranno drasticamente. E tuttavia l’esempio del vino – le cui esportazioni sono cresciute del 15 per cento con aumenti vertiginosi di vendite in Cina (80%), Brasile (35%) e Australia (34%) – indica la strada da seguire anche per i produttori di formaggi, ortofrutta, carne: alta qualità, specializzazione produttiva, forte investimento sulla commercializzazione guardando sia al mercato globale che alla vendita diretta e a tutte quelle forme di vendita che consentono di accorciare la filiera distributiva. Certo, la terra in Veneto è poca e difficilissima da acquistare. Ma è ormai alle porte un drastico ricambio generazionale che potrebbe offrire grandi opportunità. O, in alternativa, riempire i campi abbandonati di pannelli fotovoltaici.


Attualità >> Veneto 2012

conquistare i nuovi ricchi

Made in Italy deve abbinarsi, per conquistare i nuovi ricchi, a caratteristiche ben precise che si condensano nell’espressione “bello e ben fatto”: beni di fascia medio-alta che uniscono antiche tradizioni e artigianalità all’innovazione, al design e alle tecnologie d’avanguardia. Alimentare, abbigliamento, tessile casa, calzaturiero, arredamento – che già oggi pesano per un quinto nel panorama complessivo delle esportazioni venete – hanno le carte in regola per aprire una nuova stagione di successi, guadagni e occupazione se sapremo convincere i paesi emergenti che non c’è casa più bella o guardaroba più elegante di quelli pensati e realizzati in Veneto. Ma non è una scommessa che si vince solo a parole. La

qualità abbinata all’alta tecnologia richiede investimenti, scelte strategiche e – prima d’ogni altra cosa – una nuova generazione di lavoratori altamente specializzati. E qui, forse, la nostra regione mostra il suo limite più evidente. Non solo la spesa in ricerca e sviluppo supera di poco l’1 per cento del Pil, ma se negli ultimi dieci anni è aumentato il numero di lavoratori con titoli di studio alti non sembra crescere la considerazione delle aziende nei loro confronti. Per troppi laureati l’inquadramento è ancora a livelli di “bassa qualifica”, e nel momento della crisi i primi a essere rimasti a casa sono stati proprio i giovani “flessibili”. Il resto del mondo, è bene saperlo, ragiona diversamente.

CHI RESTA INDIETRO

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entre ci si interroga sulle strade da percorrere per tornare a crescere, è meglio non perdere di vista chi è più in difficoltà. Anche perché, pur essendo lontani dai dati complessivi a livello europeo e italiano, il numero di persone considerate a rischio di povertà o esclusione sociale tocca comunque il 15 per cento della popolazione, per un totale di 732 mila individui che non vivono secondo gli standard di consumo comuni e che, nei casi più gravi, non riescono a provvedere ai bisogni fondamentali della vita. Più a rischio sono le donne, i bambini, le persone sole, soprattutto se anziane, le famiglie numerose e chi ha un basso titolo di studio. Il rischio di povertà e di esclusione sociale si associa frequentemente anche alla mancanza di una casa. Un capitolo a parte è quello che riguarda gli stranieri, che oggi costituiscono il 10,2 per cento della popolazione. I dati indicano un migliore inserimento sociale rispetto alla media italiana, con l’86 per cento di lavoratori assunti a tempo indeterminato, anche se spesso in condizioni di sottoinquadramento rispetto alle loro competenze.

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Attualità

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>> Un po’ di ottimismo non guasta

Ripensare la vita si può La crisi può essere un’opportunità per chi saprà interpretare il cambiamento e non rimanere inchiodato a modelli ormai superati. Vale per le aziende e anche per ciascuno di noi

di Germana Urbani

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a testa sotto la sabbia, aspettando che la bufera passasse. A essere sinceri, non è stata solo la politica a comportarsi come gli struzzi in questi anni. Anche il mondo imprenditoriale, i sindacati e – diciamola tutta – noi comuni mortali, ci siamo cullati nell’illusione che bastasse aspettare la fine della crisi per tornare a vivere, e consumare, come prima del 2008. E invece, a quattro anni dall’inizio ufficiale della recessione, tutti gli indicatori statistici confermano le peggiori previsioni: non solo la crisi è tutt’altro che superata, ma deve ancora dispiegare i suoi effetti più pesanti. In Italia si è finora scaricata soprattutto sui giovani precari, che sono stati i primi a perdere il lavoro, e sul

variegato mondo di partite iva e lavoratori atipici che hanno visto crollare i ricavi. Ma anche chi può contare su un posto di lavoro “sicuro”, ha finito per tirare la cinghia e soppesare con inedito scrupolo ogni acquisto. Nessuna sorpresa: in tempi d’incertezza, ogni soldo messo da parte è una fetta di serenità futura guadagnata. E, parallelamente, la preoccupazione generale rende fastidioso ogni esibizionismo e ogni voglia d’apparire. Se chiude perfino il Billionaire, vuol proprio dire che non è diminuita solo la disponibilità economica ma è mutato il clima culturale e si vanno ridefinendo le mappe concettuali di ciò che vale e di ciò che è inutilmente superfluo.

Tra le frasi (fatte) che vanno per la maggiore, c’è quella secondo cui ogni crisi è anche un’opportunità. Non ditelo magari a chi ha perso il lavoro e non sa come pagare il mutuo, ma certo il vecchio adagio nasconde una buona parte di verità. Costretti a confrontarci con la dura realtà di un mondo che si sta rapidamente impoverendo, invece che attendere passivamente una nuova età dell’oro possiamo provare a immaginare una vita guidata da nuovi criteri. O quantomeno, possiamo sforzarci di limitare i danni. Vale per le persone ma vale anche per le imprese che sono state capaci di rispondere con prodotti e strategie commerciali adeguate alla nuova situazione.

Il fenomeno del “low cost” è iniziato prima della crisi ma sta trovando oggi un numero crescente di interpreti caratterizzati da un nuovo approccio alla vendita per conquistare consumatori sempre più attenti alla sostanza e meno disponibili a svenarsi per i fronzoli. C’è chi, come i colossi dell’abbigliamento H&M e Zara, o la catena sportiva Decathlon, ha lavorato sui volumi e sulla distribuzione capillare dei negozi per creare dal nulla una nicchia di mercato che continua a crescere grazie all’offerta di prodotti che coniugano prezzi d’assalto e design. Oppure chi, come Renault, ha acquistato e rilanciato come marchio da “primo prezzo” la casa automo-

LA CRISI IN NUMERI

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iamo stati la locomotiva d’Italia. Abbiamo costruito, grazie a una rete capillare di piccole e piccolissime imprese, un modello economico vincente nel momento in cui la grande industria arrancava. E ancora oggi, nonostante tutto, il Veneto rimane in linea con le regioni più avanzate d’Europa se si guarda ai tassi d’occupazione e ai redditi pro-capite. Eppure la crisi non si ferma ai confini regionali, anzi. L’istituto Prometeia, uno dei principali centri studi del Paese, stima che i consumi delle famiglie venete subiranno una riduzione che sfiorerà il 2,5% nel 2012, per poi rimanere asfittici lungo tutto il 2013 e risollevarsi solo nel 2014. A calare di più, addirittura oltre il 10%, saranno quest’anno gli acquisti di beni durevoli, dall’automobile agli elettrodomestici. Difficile dar torto alle famiglie, se decidono di posticipare le decisioni non indispensabili anche se, magari, i soldi li avrebbero: il clima d’incertezza che sta travolgendo l’Europa ha anche marcati effetti psicologici, e induce tutti a un di più di prudenza. Anche perché, a differenza degli anni del “miracolo veneto”, il mercato del lavoro non offre più certezze. È vero che la disoccupazione rimane ben al di sotto della media nazionale (oggi non supera il 5%) ma quel che si è persa è la fluidità d’un tempo. Perdere il lavoro, o persino finire in cassa integrazione per mesi, rischia dunque di mettere in ginocchio i bilanci familiari se non si hanno risparmi da parte. Per non parlare poi dei giovani, la cui disoccupazione tocca anche in Veneto il 20%: uno spreco di risorse per la società, un faticoso impegno economico per i genitori. Messaggio Pubbliredazonale Messaggio publiredazionale

UN PEZZO DI OROGEL ANCHE NEL VENETO La missione è di allargarsi e a radicarsi sull’intero territorio nazionale avendo per missione specifica quella di produrre e vendere prodotti per la maggior parte coltivati in Romagna, in Puglia, Calabria, Basilicata e nel Veneto, nei territori, cioè, in cui sorgono i suoi stabilimenti produttivi. E’ la missione per Orogel, l’azienda cesenate leader nel surgelato, che ha l’obiettivo è di entrare ancor più nelle case degli italiani, di ampliare il numero delle famiglie che, abitualmente, acquistano i suoi prodotti così com’è stato nel 2011 con ben 10 milioni e 358 mila famiglie contro i 9 milioni e 307 mila dell’anno precedente.

Tutte con notevoli simpatie per i prodotti Orogel, con particolare attenzione al minestrone, a passati di verdura e agli spinaci. Per Orogel il Veneto non è solo importante per i ricavi, per le vendite, A Ficarolo, nel rodigino, esiste uno dei tre stabilimenti produttivi di Orogel che permette di produrre ciò che le terre fertili della regione sanno dare, nel rispetto di severi e scrupolosi piani di produzione. Proprio per questo l’operazione di Ficarolo è stata condotta e realizzata da Apora, una delle principali cooperative di I° grado del gruppo che rappresenta la base produttiva della società. La produzione del nuovo insediamento, in-

sieme a quello di Polidoro, in Basilicata, è andato ad integrarsi con i prodotti ottenuti nei tre stabilimenti di Cesena specializzati nella lavorazione di vegetali, piatti pronti e prodotti pastellati. Lo stabilimento di Ficarolo vede, oggi, impiegati 60 dipendenti tra fissi e stagionali e vanta una produzione di diecimila tonnellate di prodotto fresco pari a circa 8 mila tonnellate di prodotto surgelato. La fortunata posizione geografica del sito produttivo, al centro della zona di coltivazione e raccolta, in una zona tra le più fertili del nostro paese, garantisce produzioni d’eccellenza di piselli, fagiolini, fagioli borlotti, cipolla e

non ultima la nuova soia endamame che trova nella pianura padana l’unica zona in Italia vocata alla sua coltivazione. I surgelati Orogel hanno fatturato, nel 2011, 170 milioni di euro, + 5% rispetto all’anno precedente, con una vendita di 88 mila tonnellate. Il fatturato aggregato è passato da 243 milioni di euro a 257 e le previsioni per il 2012 sono confortanti. Si pensa ad un più 3%.

di Giorgio Naccari

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Attualità

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DOVE INVESTIRE...

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iù la borsa franava e lo spread si innalzava, nelle dure settimane di luglio, più su quotidiani e periodici si sono moltiplicati i consigli su come investire in maniera oculata e profittevole i risparmi accumulati negli anni d’oro. La crisi, in effetti, offre anche opportunità interessanti, e non solo per i cinici speculatori della finanza internazionale. Mai come quest’anno, per dirne una, le svendite sono partite subito con sconti significativi. Ma cosa fare dei risparmi familiari, in un momento in cui a dominare sui mercati sono volatilità e incertezza in dosi tali da sconsigliare qualsiasi investimento in borsa? Tra gli strumenti che si sono guadagnati più attenzione da parte degli italiani – e ottimi giudizi da parte degli esperti di settore – i conti deposito rimangono sicuramente la soluzione che meglio abbina semplicità, chiarezza e rendimento. L’offerta è amplissima, sia allo sportello sia via internet, perché le banche sono “affamate” di liquidità e sono disposte a riconoscere un extra guadagno a chi vincola i propri soldi per un periodo prestabilito. I tassi variano dal 3 al 7 per cento lordo (l’imposta è del 20%) per vincoli da un anno a cinque anni, ma l’ennesimo taglio del costo del denaro deciso dalla Banca centrale europea dovrebbe portare a breve a un calo. Di loro, i conti deposito aggiungono la certezza del capitale garantito e spesso l’anticipo degli interessi; attenzione però a ritirare i soldi prima della scadenza, perché si rischia di non vedersi riconosciuti gli interessi. Per chi invece intenda fare un investimento di lunga durata, sempre più esperti suggeriscono di tornare a guardare al mattone. Sul mercato abbondano le offerte, e se i prezzi non sono calati più di tanto i margini di “aggiustamento” in fase di trattativa sono significativi, anche perché gli acquirenti scarseggiano. Si può dunque puntare ad alcune tipologie che sicuramente si rivaluteranno nel tempo, ma solo se si hanno le idee chiare su cosa farsene nel frattempo: rivendere nel giro di pochi anni, infatti, non sarà facile e difficilmente garantirà un guadagno superiore alle tasse e alle spese sostenute per l’acquisto dal notaio.

bilistica rumena della Dacia: risultato, le vendite del Suv “low cost” Duster sono partite forte e non accennano a diminuire in tutta Europa. Senza dimenticare la rivoluzione che internet ha rappresentato per il turismo, offrendo ai consumatori la possibilità di trovare voli e sistemazioni a prezzo scontatissimo se si è in grado di prenotare con largo anticipo o se, al contrario, si è sufficientemente flessibili sulle destinazioni da scegliere all’ultimo momento tra le offerte ancora invendute. Ma più che le strategie commerciali, la crisi costringe a rivedere le nostre attitudini di vita. “Il tempo è denaro”, recita un altro antico adagio che oggi è possibile riformulare così: il tempo è denaro risparmiato. E dunque guadagnato. Se nei decenni della crescita ininterrotta abbiamo delegato ad altri tutto ciò che ci distoglieva dagli affari, oggi che il lavoro scarseggia è tempo di riscoprire il valore (economico, ma non soltanto) di quel tempo che torna a essere abbondante. Basta davvero saperlo vivere come un’opportunità da riempire e non come un vuoto che finirebbe inesorabilmente per schiacciarci. Consigli? In rete si assiste al moltiplicarsi di siti ricchi di indicazioni

e suggerimenti che coniugano concretezza e possibile divertimento. A rischio di essere banali, proviamo anche noi a stilare un breve prontuario di buone pratiche che possono aiutare a tenere sotto controllo la spesa senza farci rinunciare al benessere. L’ora di palestra in pausa pranzo, tra un appuntamento di lavoro e l’altro, si sostituisce serenamente inforcando una bicicletta o sfruttando i lungargini attrezzati che quasi tutti i nostri comuni hanno realizzato negli ultimi anni. Con una modica spesa iniziale, qualche attrezzo e un quarto d’ora di lavoro ogni sera, è possibile trasformare un terrazzo in un piccolo orto domestico che regalerà pomodori e insalata da giugno a settembre. Idem per il pane: bastano una spesa iniziale di 100 euro e la materia prima per diventare autosufficienti, risparmiare i 3-4 euro che spendiamo ogni giorno e garantirci la soddisfazione di mangiare il frutto del nostro impegno. Ma la crisi sta riportando in auge anche l’usato – dagli abiti vintage ai mercatini – per non parlare dei gruppi d’acquisto che consentono ottimi risparmi in molti campi, dall’alimentare

all’energia. Infine, un consiglio che si adatta perfettamente a una terra ricca di piccoli tesori nascosti come l’Italia: iniziamo a pensare che è possibile sostituire il ferragosto a Sharm El Sheik con nuove forme di vacanza sotto casa. Magari a settembre, magari a piedi, magari in agriturismo o bed&breakfast invece che in hotel. Se invece, e non è poi così impossibile, conservate sufficienti risparmi in banca, alla crisi potete guardare come a una vera opportunità per investire. Mai come oggi le banche offrono rendimenti di sicuro interesse per chi affida loro i suoi soldi anche per brevi scadenze (si arriva ormai al 5 per cento annuo sui conti deposito più convenienti), e il crollo delle compravendite può regalare sorprendenti occasioni d’acquisto. Basta non farsi troppe illusioni, immaginando di ottenere nel breve chissà quale rivalutazione degli immobili. La crisi, prima o poi, finirà. Ma quasi sicuramente non ritroveremo più il mondo che ci siamo lasciati alle spalle. E non è detto che sia poi tutto questo male.


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Questa estate vado... Siete ancora indecisi su che meta scegliere per le prossime vacanze? Ecco quattro cinque nostre nostreidee ideeper peruna unavacanza vacanzaa atutto tutto mare, sole, relax, arte, natura e tanti divertimenti di Lucrezia Argentero

SPIAGGE E FESTE IN ROSA Rimini. “L’ultima luna, la vide solo un bimbo appena nato, aveva occhi tondi e neri e fondi e non piangeva, con grandi ali prese la luna tra le mani e volò via e volò via, era l’uomo di domani l’uomo di domani”. Così cantava Lucio Dalla, ma, lungo la riviera romagnola, la luna rosa la vedranno tutti. Quando? Il fine settimana del 6 luglio, con la settima edizione della Notte Rosa, il Capodanno dell’estate italiana, che avrà per tema proprio la Luna, con il claim “The Pink Side of The Moon”. Allo sbarco sulla luna del luglio del 1969 è dedicata l’immagine ufficiale della manifestazione (che cita la copertina del settimanale Epoca dedicato all’eccezionale evento) e alla luna s’ispira il ricco calendario di eventi, con tante citazioni e richiami legati all’unico satellite naturale della terra, da Ludovico Ariosto ai Pink Floyd, da Jules Verne a Federico Fellini, passando per Michael Jackson (celebre la sua moonwalk, la camminata lunare), Beethoven, Lo-

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corporee, discipline bio naturali, ginnastiche armoniche, proposte wellness di qualità, arti e danze orientali, laboratori creativi, dimostrazioni di massaggi, degustazione di prodotti naturali, albe di benessere e albe di Luna, suggestive uscite in barca a vela per meditare e rilassarsi al sorgere del sole o nelle notti di plenilunio.

L’ISOLA DAI MILLE COLORI Malta. Nei secoli, gli abitanti di Malta, hanno escogitato tanti rimedi, per non permettere al vento di sibilare con forza fra i raccolti e rovinarli. Prima hanno cominciato ad erigere muretti a secco di diverse altezze, circondando i campi e proteggendoli. Poi hanno capito che la natura si protegge continua alla pag. seguente


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con la natura. Ed ecco quasi per magia che si sono formate barriere fatte di piante di fichi d’india. E grazie al pullulare di queste piante i maltesi negli anni hanno potuto coltivare e raccogliere i frutti di una terra selvaggia, oggi trasformata in tante tenute (chiamate Estate) che producono vini di qualità, esportati anche sulle tavole di inglesi, cinesi e tedeschi. Così, arrivando a Malta ci si accorge subito di non essere mai soli. Si viene subito avvolti da un enorme e caldo abbraccio fatto di mille colori, mentre il vento non ti abbandona mai, senza infastidire ma solo accarezzando dolcemente. Ed è proprio accompagnati dal sibilo leggero, che ci si immerge in un mondo fatto di storia e di cultura, mentre la vista viene di volta in

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volta piacevolmente sorpresa da panorami a cielo aperto o da vicoli strettissimi che si affacciano a strapiombo sul blu intenso del mare. E non si finisce mai di stupirsi, camminando col naso all’insù. Verde, giallo, rosso, blu, tutti i colori, nelle varie gradazioni punteggiano le case tipiche dei diversi villaggi di Malta, che fanno bella mostra di sé con le diverse “gallerie”, i balconi tipici. La tradizione racconta che le donne sposate e di buona famiglia non uscivano quasi mai di casa, ma amavano trascorrere il tempo sui balconi. Ecco perché i maltesi, hanno “chiuso” con vetri i balconi, per permettere alle loro donne di godere della luce senza alterare il colore della pelle con il sole. Se ne vedono a centinaia soprattutto nella capitale La

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Valletta, patrimonio dell’umanità protetto dall’Unesco. Da non perdere, una visita alla Co-Cattedrale di San Giovanni (a pagamento), dove si conserva l’opera di Caravaggio: “La Decollazione di San Giovanni”. La vera ricchezza dell’isola è il mare, con le acque trasparenti, dalle mille sfumature di verdeazzurro e spiagge che danno la sensazione di essere in un luogo esotico. Tra queste Paradise Bay, sull’estremità nord occidentale: la sabbia sembra borotalco per quanto è bianca e fine. Più selvaggia e isolata è invece Ghajn Tuffieha, a nordovest. Per gli amanti delle immersioni, c’è la baia di St Peter’s Poo, a sud-est. E se non bastassero quelle di Malta si può scegliere una spiaggia della vicina Gozo (solo 20 minuti di traghetto), come Ramla I-Hamra che assume una particolare colorazione rossastra. Qui si trova (ma non visitabile) la grotta dove la leggenda vuole sia avvenuto l’incontro tra la ninfa Calipso e l’eroe Ulisse.

IL SOLE A MEZZANOTTE Lapponia Svedese. “Ho sempre vissuto qui. Non mi sono mai spostato. Non ne ho mai sentito il bisogno. Nel mondo ho viaggiato e continuo a viaggiare attraverso i racconti e gli occhi delle persone che mi vengono a trovare”. Turbion è un signore lappone di mezza età. Le sue parole, scandite con molta lentezza e sicurezza, risuonano nell’aria e si mescolano al canto degli uccelli. È ormai trascorsa la mezzanotte, ma la luce del sole ancora colora di una tinta forte e sicura le acque del fiume che bagnano dolcemente la casa nella quale è possibile trascorrere una notte indimenticabile, tornando indietro nel tempo: qui i comfort moderni non sono ancora arrivati. Ma prima c’è il giorno (lunghissimo) da riempire con mille attività a contatto con la natura. Si naviga lungo il fiume Lule con il kayak. A bordo di un quad si attraversano ruscelli colmi d’acqua, prati dal verde acceso, foreste ricche di pini e abeti, ponti stret-

ti e che, in un primo momento, bloccano la corsa. Ma non sono solo gli “ostacoli” a fermare l’intensa avventura. Spesso si rallenta o ci si ferma perché si è attratti dalle renne in lontananza, gli animali padroni del grande nord. Ed è possibile vederne davvero tante. Anche perché nella Lapponia svedese è più facile incontrare renne che persone. Ogni km quadrato vivono due lapponi, contro i 115 individui nello stesso spazio in Europa. La corsa sulle quattro ruote può terminare in uno dei wilderness camp (www.svansele.se/indexeng.asp), dove è possibile vivere appieno l’atmosfera svedese. Fare la sauna e dopo immergersi nell’acqua calda di una tinozza all’aperto, circondati dal verde degli alberi. Un vero spettacolo. Da non perdere un assaggio di cucina tipica (alce, renna, salmerino) cotta in enormi piastre di ghisa a fuoco vivo. Ma la Lapponia è anche l’incontro con i Sami, una minoranza etnica, che convive con quella svedese, pur mantenendo i propri usi e costumi. Gente semplice e socievole che da secoli lega il suo nome oltre che alla Svezia, anche alla Norvegia, Finlandia e Russia. Ad Arvidsjaur si può visitare il loro villaggio storico, Lappstaden, composto da un’ottantina di “cottage” di legno (risalgono alla fine del XVIII secolo). La loro finalità era legata al culto religioso. Un tempo le chiese erano poche, perciò per poter andare a messa gli abitanti della regione si fecero costruire delle casette di legno attorno alla chiesa dove potevano pernottare prima delle funzioni liturgiche. C’erano una settantina di villaggi chiesa nella Svezia settentrionale. Oggi ne sono rimasti solo 16 (tra gli altri anche quello Bonnstan di Skellefteå, l’unico rimasto com’era senza elettricità e la città chiesa Gammelstad, il vecchio centro di Luleå). Se capitate l’ultimo fine settimana di agosto, le vedrete frequentate dai proprietari che vi si recano per partecipare alla grande festa Sami. Infine ci si può spostare sulla costa, a Piteå, per fare un tour in barca lungo l’arcipelago (www.pitea.se/en/ Tourism-and-event/The-Archipelago).


Viaggi 11

IN SPIAGGIA SULL’OCEANO Essaouira. Magica, speciale, frizzante. L’estate a Essaouira in Marocco è un caleidoscopio di profumi, di colori e di sapori. D’obbligo conquistare un posto in prima fila sulla spiaggia che guarda all’Oceano, mentre il sole si riflette e illumina il blu delle acque. Di mattina palcoscenico per Jogger, nel pomeriggio perfetta per una passeggiata a cavallo o a dorso di dromedario, alla sera per i giocatori di palla a volo. Un paradiso anche per gli amatori di surf a vela che grazie ai venti costanti, spesso forti, possono divertirsi con lo sfondo bianco della città. Il bianco della Medina, patrimonio Unesco. Un concentrato di case e vicoli dove è un piacere perdersi. Lo sguardo è attratto prima da centinaia di gabbiani che volteggiano nei cieli e poi dai colori sgargianti delle bancarelle che vendono di tutto, dai tappeti alle babouche, le scarpette decorate, da gioielli (come la Mano di Fatima, che si dice porti fortuna) agli oggetti in ceramica (un indirizzo da appuntare è l’Or d’Essaouira, www.lordessaouira.com). E ancora dalle belle vesti e chador delle donne. Qua e là si scoprono gli antichi riad, le vecchie case padronali ristrutturate e diventate dimore esclusive per il soggiorno. Vale la pena fare una sosta, anche solo per sbirciare il giardino rigoglioso, all’Heure Bleue (www.heure-bleue.com), proprio nel cuore della Medina. Non si dimentichi di fare un salto a la Sqala della Kasbash, la piattaforma d’artiglieria delle mura con i vecchi cannoni, che offre dai bastioni a nord un panorama magnifico sulla medina e sulla Sqala del porto di fronte. Per godere della vista su tutta la città si può andare in piazza Moulay Hassan e sedersi sulla terrazza panoramica di Taros Cafè (www.taroscafecom). Anche se le temperature sono elevate e preferireste una bibita fresca, non potete rinunciare ad assaggiare una tazza di imperdibile te caldo alla menta, preparato secondo la tradizione e servito versandolo dall’alto e già questo gesto lo rende un’attrazione. Superlativa è poi la cucina, resa saporita da un miscuglio speciale di spezie, così come il mix di culture che qui convivono: arabe, berbere, ebraiche, africane ed europee Non si può ripartire senza aver fatto scorta di olio d’argan, famoso elisir di bellezza della zona. Pare che sia un ottimo anti invecchiamento. La produzione è gestita da Cooperative di donne (Cooperativa Kaouki Huile d’Argan www.cooperativekaouki.com) che si tramandano le tecniche di lavorazione di questi frutti così preziosi. Infine, la perla dell’Atlantico, è anche il regno del benessere: ovunque ci sono hammam, dove provare il sapone nero per il gommage della pelle, o fare un trattamento di talassoterapia. Una vacanza sull’Oceano rigenera e fa sognare


12 Luoghi da scoprire >> Alto Adige

Una proposta... spaziale Collepietra punta sull’astronomia per attirare turisti con un’offerta che coniuga la bellezza della natura con un ricco programma di iniziative a tema

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di Germana Urbani

uale che sia la stagione, e quali che siano i vostri gusti, i motivi per raggiungere l’Alto Adige non mancano di certo. Adesso se ne aggiunge uno in più, frutto di una originale operazione di “marketing territoriale” che punta a raggiungere – dopo quello degli sciatori, dei biker, degli alpinisti e chi più ne ha più ne metta – anche il segmento rappresentato dagli appassionati di astronomia. Il comune di Cornedo ha in questo settore una tradizione già consolidata per diverse ragioni: uno dei più importanti osservatori d’Italia, il Max Valier, un cielo che a solo mezz’ora da Bolzano lascia risplendere la volta stellata in tutta la sua bellezza e senza problemi di inquinamento luminoso, i lavori in stato già avanzato del nuovo planetario che sarà inaugurato nel 2013. Si aggiunga un raffinato livello di ospitalità ricettiva, la cucina tipica del Latemar, la bellezza e il richiamo delle Dolomiti, ed ecco tutti gli ingredienti necessari a lanciare sul mercato dell’offerta turistica quello che è stato ribattezzato il primo “astrovillaggio” europeo. Il progetto Efre, sostenuto dall’Unione Europea, sta aggiungendo tassello dopo tassello il contorno necessario a costruire la nuova identità del piccolo e incantevole paese di Collepietra. Ci sono hotel a tema con cannocchiali già posizionati sui balconi per una notte romanticamente suggestiva (se condividete entrambi la passione...); orologi solari; librerie a disposizione degli ospiti con testi a tema; un tour planetario per i bambini e l’autobus

DOV’È, E COME ARRIVARE

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l comune di Cor nedo, con le sue sei frazioni, è situato nel cuore del massiccio del Catinaccio e del Latemar. Si raggiunge facilmente da Bolzano e, oltre alla nuova vocazione “astronomica”, offre anche un ambiente ricco di castelli, itinerari naturalistici, musei, edifici religiosi. Da non perdere il grande castagno situato sopra le scuole, che si stima abbia più di 700 anni.

Nell’astrovillaggio anche hotel con cannocchiali e tour planetari per i bambini

Marica

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del sole che collega i diversi centri del comune con osservatorio e planetario. E poi, per chi ama i boschi, l’occasione inedita di “camminare tra i pianeti” grazie al nuovo sentiero che in un paio d’ore porta da Mercurio a Plutone, passando per Urano, Venere, Giove e gli altri pianeti. I piedi non si staccano da terra, sia ben chiaro, ma le distanze sono state riportate con scala di 1 a un miliardo con certosina precisione, in modo da costruire un tragitto tra prati e boschi che aiuta a comprendere la reale fisionomia del sistema solare. E che, c’è da starne sicuri, mette in moto anche l’appetito. Ecco perché il momento migliore per raggiungere le montagne altoatesine coincide con le notti di luna piena, quando nei ristoranti di Collepietra e degli altri centri vicini arrivano in tavola appositi “menu stellari”, tra piatti tipici rivisitati e nomi che rimandano alla volta celeste. Per quest’anno il calendario offre ancora diverse possibilità: 31 agosto, 28 settembre, 26 ottobre, 30 novembre e 28 dicembre. Data buona, quest’ultima, anche da inserire in un bel pacchetto capodanno, se al rumore dei fuochi d’artificio preferite il silenzio degli astri.

IN VISITA ALL’OSSERVATORIO

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’osserv a t o r i o astronomico Max Valier di Cornedo è stato costruito tra il 1999 e il 2002. Il comune organizza visite guidate ogni giovedì, esclusi i giorni di cielo coperto. L’osservatorio solare Peter Anich può essere invece visitato ogni venerdì da maggio a ottobre. Il prossimo anno sarà infine inaugurato il nuovo planetario costruito nella frazione di San Valentino in Campo.



14 Sì, viaggiare VIAGGIO IN CAMPER

Rotta su

Finisterre

UN ITINERARIO DI 6.100 CHILOMETRI TOCCANDO OTTO PAESI PER RAGGIUNGERE L’ORGOGLIOSA GALIZIA E LE ALTRE REGIONI DELLA SPAGNA ATLANTICA CON TAPPE IN LIECHTENSTEIN, A MAIENFELD IN SVIZZERA (IL PAESE DI HEIDI), NELL’ALVERNIA FRANCESE CON I SUOI SPETTACOLARI VULCANI SPENTI E POI NELLE PERLE BASCHE: L’ELEGANTE SAN SEBASTIAN L’AVVENIRISTICA BILBAO, LA MARTIRE GERNIKA QUINDI LE GROTTE DI ALTAMIRA CON GLI ANTICHI GRAFFITI LA SPLENDIDA LA CORUNA NELLA NOTTE DEI FUOCHI DI SAN GIOVANNI E LE TANTE PITTORESCHE LOCALITÀ DELLA ROCCIOSA E ASPRA COSTA GALIZIANA TAPPA PORTOGHESE A VIANA DO CASTELHO E INFINE LA MESETA, BURGOS, LOURDES E MONTECARLO IL CAMPER IN RIVA AL MAR CANTABRICO A SAN VICENTE DE LA BARQUERA E, NELLA FOTO PICCOLA, A FINISTERRE. A DESTRA IN ALTO: L’EQUIPAGGIO SULLA COSTA ASTURIANA E A LA CORUNA.

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n ogni angolo della Spagna Atlantica, dai Paesi Baschi alla Cantabria, dalle Asturie alla Galizia, si incrociano pellegrini in cammino. Sono come tanti rivoli che prima della meta confluiscono in un grande fiume, quello che porta a Santiago de Compostela e poi a Finisterre. E’ così da secoli, un flusso inarrestabile. La maggior parte di loro cammina, altri pedalano, i più originali vanno a cavallo... Li contraddistingue il simbolo della cappasanta, la “concha” appesa allo zaino. Il Cammino di Santiago è una rotta che parte dal Passo di Roncisvalle, sui Pirenei, ma che conta un’infinità di varianti, per cui chi è in viaggio in questa parte di Spagna dal clima generalmente più fresco rispetto a quello del resto della penisola iberica li incrocia ovunque. E’ successo anche a noi nel corso del nostro lungo viaggio in camper che aveva per meta la Galizia e in particolare la Festa

dei fuochi di San Giovanni a La Coruna, ma che si è sviluppato lungo un itinerario di 6.100 chilometri, toccando ben otto paesi. Solito equipaggio (la mia famiglia: io, Silvia e le nostre bambine Eleonora e Sofia) e solito camper, il Sun Living Lido S13, con meccanica Ducato 130 multijet (veloce e parco nei consumi: 10 chilometri con un litro) noleggiato alla B&B di Pozzonovo alla tariffa di 110 euro al giorno, la stessa degli ultimi quattro anni. All’estero gasolio più economico, austotrade più care. Partenza il 16 giugno da Abano Terme e prima tappa a Vaduz, capitale del piccolo principato del Liechtenstein, dopo aver percorso l’autostrada austriaca dei lunghi trafori, fra cui quello dell’Arlberg di oltre 15 chilometri. A Vaduz i francobolli sono rappresentati persino sui marciapiedi. Il castello del principe Hans Adam domina la città. L’area di sosta per camper (gratuita) si trova davanti allo CONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE


Parco Regionale Veneto del Delta del Po Via Marconi, 6 45012 Ariano nel Polesine (Ro) Tel. 0426 372202 - 346 6868151 Fax 0426 373035 info@parcodeltapo.org www.parcodeltapo.org

“ Dove la terra non è più terra e il mare non è ancora mare”

Un territorio, le sue eccellenze e un’estate di tempo per conoscerle Ente Parco del Delta del Po ha messo la marcia della promozione del territorio e dei suoi prodotti di eccellenza. “Mai come in questo periodo - spiega infatti il presidente Geremia Gennari - c’è stata tanta carne al fuoco o, visto che quando si parla di prodotti deltizi si parla prevalentemente di specialità ittiche, di pesci al fuoco”. Cozze e vongole veraci, ovviamente, ma anche tartufi, riso, patate americane, aglio, radicchio, carote. Insomma il parco è anche grande un orto nel quale le produzioni di qualità non mancano. “Con la Regione e gli altri parchi veneti - prosegue il presidente

Gennari - stiamo lavorando ad un «pacchetto di prodotti» da promozionare nelle principali fiere internazionali, questo ci consentirà di lavorare in modo sistemico in un’offerta pluri-comprensiva capace di andare oltre alla frammentazione che ha determinato quella sorta di «nanismo» che da sempre ci impedisce di raggiungere i mercati globalizzati; ancora con la Regione stiamo lavorando, in previsione dell’Expo 2015, ad una via d’acqua che collegherà Milano a Venezia, lungo la quale verrà collocato il Delta come area del riso, del tartufo, del pesce; con la provincia di Verona stiamo costruendo

«la via del riso»; con il Gal stiamo portando avanti il Progetto Camargue per la promozione delle eccellenze gastronomiche deltizie; la Fondazione Cassa di Risparmio, inoltre, ha dato avvio insieme all’Ufficio Unesco di Venezia ad un iter programmatico per il riconoscimento del Delta come area riserva della biosfera. Stiamo lavorando tanto su scala internazionale, cercando programmazioni condivise con tutti i parchi deltizi del Mediterraneo, quanto su quella locale cercando il coinvolgimento delle scuole, siano esse l’alberghiero di Adria o lo Iuav di Venezia. E ancora: esiste il progetto per un

Visite guidate da Rosolina. Terra sospesa tra cielo e acqua Per conoscere da vicino il Parco e le sue meraviglie naturalistiche, è necessario avere uno “punto di vista” speciale, quello offerto dalla miriade di canali che danno forma e luogo all’area umida più grande d’Europa. Questa, infatti, è una terra che va vista dall’acqua. Altrove le escursioni si fanno a piedi qui invece è necessario scivolare sul pelo della corrente per conoscere i suoi abitanti: falchi anatre, aironi, cavalieri d’Italia, beccacce di mare e volpoche. Dal centro di Rosolina ogni martedì e giovedì, dal 14 giugno al 18 settembre, e possibile partecipare a due itinerari all’interno del Parco del Delta. La rotta del martedì, “Dove il fiume incontra il mare” propone un’escursione in motonave lungo il Po di Venezia fino alle foci del Po di Pila, del Po di Scirocco e del Po di Tramontana. Tre i luoghi dai quali è possibile prendere l’autobus che porta direttamente al luogo d’imbarco: Piazzale Europa ore 14.45; via delle Petunie ore 14.47, piazza san Giorgio ore 14.50. Lo sbarco è previsto a Pila verso le 17.30 circa L’itinerario del giovedì, Navigando negli orti d’acqua In questo caso l’escursione è in battello, il percorso prevede una lenta navigazione nella laguna di Caleri dove oltre agli allevamenti di vongole è possibile ammirare una fauna selvatica straordinaria ed unica. L’imbarco è previsto per le 15.30 all’attracco di Porto Caleri mentre il rientro è previsto per le 17.00 circa. Prenotazione obbligatoria per tutte le escursioni: +39 345 25 18 596

museo del miele e un museo della cinematografia girata nel Bassopolesine”. Infatti tra i prodotti del Parco non c’è solo quello che la terra produce ma anche la terra stessa e le grandi distese di acqua delle lagune, gli scanni, le barene e la secolare storia degli uomini e la loro cultura. Per questo ogni anno il Parco propone una nutrita rassegna di convegni, mostre e visite guidate dedicate al territorio rivolte alla conoscenza di questo angolo di mondo sospeso tra una terra che non è più terra e un mare che non è ancora mare.

Videoproiezioni, laboratori e degustazioni

Tra il conoscere e il sapere

Tra le offerte culturali del Parco non mancano quelle legate alle tipicità deltizie, siano esse i prodotti del territorio, i luoghi da conoscere o laboratori didattici per la scoperta di alcune produzioni locali. Fino al primo settembre, infatti, al Centro Congressi di piazzale Europa di Rosolina si terranno serate dedicate a vari approfondimenti. Lunedì 6 e 20 agosto ci sarà la serata natura, con la proposta di vari itinerari per la scoperta del territorio; lunedì 27, invece, verrà proposta una serata di videoproiezioni con le immagini più suggestive del Delta. E ancora: mercoledì 1-8-22 agosto saranno i maestri artigiani dell’argilla a tenere banco con un laboratorio didattico sulle produzioni locali, alcune davvero tipiche come le ocarine, o i “cuchi” come vengono chiamati da queste parti, delle quali esiste un bel campionario in esposizione al museo di Grillara tra quelle realizzate dal maestro centenario ma ancora attivo Idelmo Fecchio. La serata di mercoledì 28 agosto invece, sarà dedicata ai funghi con un esperto micologo che insegnerà a riconoscere le specie edibili che crescono del Delta. Nei venerdì 3-10-17-24 e 31 e nelle domeniche 5-1219-26 invece sarà attiva la Bottega del Parco con la vendita e la degustazione dei prodotti del Delta.


16 Sì, viaggiare VIAGGIO IN CAMPER

25 Sì, viaggiare viaggio in campeR

Rotta su

Finisterre

Un itinerario di 6.100 chilometri toccando otto paesi per raggiU raggiUngere l’orgogliosa galizia e le altre regioni della spagna atlantica con tappe in liechtenstein, a maienfeld in svizzera (il paese di heidi), nell’a nell’alvernia francese con i sU sUoi spettacolari vU vUlcani spenti e poi nelle perle basche: l’elegante san sebastian l’avveniristica bilbao, la martire gernika QUindi le grotte di altamira con gli antichi graffiti la splendida la cor orUUna nella notte dei fU fUochi di san giovanni e le tante pittoresche località della rocciosa e aspra costa galiziana tappa portoghese a viana do castelho e infine la meseta, bU bUrgos, rgos, loUrdes e montecarlo

6100 km tocc

il Camper in riva al mar CantabriCo o a san viCente de la barquera e, nella foto piCCola, a finisterre. a destra in alto: l’equipaggio sulla Costa asturiana e a la Coruna.

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n ogni angolo della Spagna Atlantica, dai Paesi Baschi alla Cantabria, dalle Asturie alla Galizia, si incrociano pellegrini in

dei fuochi di San Giovanni a La Coruna, ma che si è sviluppato lungo un itinerario di 6.100 chilometri, toccando ben otto paesi.

segue dalla pagina precedente

stadio. Il 17 giugno sosta nella vicina Maienfeld in territorio svizzero: è il paese di Heidi. In un bel paesaggio alpino sorge la casa di Heidi e più su la baita del nonno. Vi è stato girato il film. Quindi attraverso Zurigo e costeggiando il Lago dei Quattro Cantoni breve attraversamento in Germania e prosecuzione del lungo trasferimento in territorio francese, verso Vichy. Il 18 giugno prima sosta curiosa a Lapalisse: è proprio il paese dove ha vissuto il celebre Monsignor de La Palice, quello che “un quarto d’ora di morire era ancora vivo”. L’uomo che ha codificato il concetto di ovvietà. C’è ancora il suo castello. Da Clermont Ferrand saliamo verso il mitico Puy de Dome, montagna dell’Alvernia che è al centro di una regione con ventidue vulcani spenti. Salire in vetta in auto non si può più: prendiamo l’appena inaugurato trenino a cremagliera. Uno spettacolo di panorama. Sopra è stato allestito un museo dedicato al tempio di Mercurio realizzato sul posto in epoca romana. Il 19 giugno attraversiamo il

Perygord, famoso per i suoi pittoreschi villaggi rurali dove si produce dell’ottimo foie gras. Sosta pranzo sul lungo Gironde nell’elegante centro storico di Bordeaux e nel pomeriggio tappa ad Arcachon, storica località balneare sull’Atlantico il cui litorale è caratterizzato da alte dune di sabbia. In serata l’arrivo a San Sebastian, o Donostia per dirla alla basca. La città che si estende lungo la baia, chiusa da due promontori, è linda ed elegante. Nel suo centro storico si va anche per il giro dei baretti dove si possono gustare i pintxos (le tapas locali) e per visitare il mercato. Tappa successiva il 21 giugno prima ad

Axpe fra le montagne ad intervistare il grande chef Victor Arguinzoniz dell’Asador Etxebarri. Il re delle cotture con le braci di legno profumato, e poi a Gernika, la Guernica di Picasso, quella bombardata dai nazisti il 26 aprile 1937 durante la guerra civile di Spagna e rasa al suolo, con 1654 morti. Città martire che oggi è diventata un monumento alla pace, a cominciare dal suo museo. Un pugno nello stomaco. Nella vicina Bilbao c’è da restare a bocca aperta. Non è solo la struttura arditissima del Peggy Guggenheim Museum (straordinaria la collezione di arte moderna che custodisce) a stupire: è l’intera

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Sì, viaggiare 17

ccando 8

riqualificazione del centro storico. Un laboratorio urbanistico. Il 22 giugno è dedicato alla grotte di Altamira che custodiscono i più antichi graffiti d’Europa: risalgono a 18.500 anni fa. Quella che si visita è una grotta copia, riproduzione fedelissima dell’originale chiuso per evitare di compromettere i preziosi graffiti. Attraversate le Asturie arriviamo nella appartata Viveiro, città dalle grandi verande bianche adagiata su una della tante rias (il largo estuario dei fiumi galiziani), dove il 23 incontriamo l’artista Otero Regal, ceramista e intellettuale famoso. Lo abbiamo visto all’opera nel suo atelier. Nel

pomeriggio raggiungiamo La Coruna (ora A Coruna) dove viviamo tutti i preparativi della Festa di San Giovanni: la gente porta nelle spiagge di tutto e dall’imbrunire l’intera baia è coperta di falò, migliaia, che ardono fino all’alba con intorno tanta gente in festa intenta ad arrostire sardine e ad ascoltare musica. Una festa popolare straordinaria. All’indomani, il 24, la spiaggia viene ripulita dai bulldozer. Capo Finisterre (ora Fisterra) con la sua suggestione lascia senza parole: il camper è bello perchè ci consente di fermarsi proprio in riva alla scogliera. Un tempo questa era considerata la fine del mondo. In

NELLA PAGINA A SINISTRA: SOSTA A BILBAO, I FUOCHI DI SAN GIOVANNI SULLA SPIAGGIA DI LA CORUNA, PELLEGRINI DI SANTIAGO E UN TIPICO GRANAIO IN PIETRA GALIZIANO. IN QUESTA PAGINA: IL CANE DI FIORI DAVANTI AL PEGGY GUGGENHEIM MUSEUM DI BILBAO E LA SPIAGGIA DELLA CONCHA A SAN SEBASTIAN, LA CATTEDRALE DI SANTIAGO DE COMPOSTELA E IL CERAMISTA OTERO REGAL.

paese assaggiamo i mostruosi ma prelibati percebes, crostacei di scogliera. In serata sosta a Santiago de Compostela e suggestiva visita notturna fino alla Cattedrale, fra tanti camminanti laceri ma felici dopo tanta fatica. Poi il 25 giugno (compleanno di Silvia, festeggiato all’O’Rison di Portonovo parlando con Rafael Lima Fernandez, uno dei pionieri dell’immigrazione gallega in Olanda) tappe nella stessa Portonovo, all’isola di Toxa Poi

tappe a Portonovo, all’isola di Toxa, a El Grove, belle località balneari. La costa galiziana è ricamata di rocce. A Baiona è ancora la riproduzione della caravella Pinta, la prima della spedizione di Colombo a rientrare dall’America. Escursione in Portogallo il 26 a Viana do Castelho, dominata dal santuario di Santa Lucia e il cui centro storico è impreziosito da tanti azulejos, le tipiche piastrelle decorate. Il 27 attraversiamo la meseta, da

Ourense a Burgos (mozzafiato la cattedrale) fra ginestre in fiore e paesaggi colorati di terra e di grano. Ultima tappa a Lourdes: vi arriviamo durante la celebrazione serale con migliaia di fedeli ed è stato un momento toccante. Ultima tappa il 28 a Montecarlo per la foto di rito, quindi il ritorno (avvenuto all’alba del 29) non prima di aver assistito in un’Autogrill a Italia - Germania 2-0. Peccato non aver potuto sbandierare il tricolore all’estero...

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Giardinaggio 19 >> Riproduzione per talea

Clonare le piante: si può Agosto, è tempo di preparare la prossima stagione e pensare a quali piante vorremmo riprodurre per l’anno a venire

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di Germana Urbani

ontrariamente a quanto si crede il mese di agosto è un mese molto propizio per i lavori in giardino e una delle cose più interessanti, divertenti e creative si fa proprio in questo periodo: la riproduzione delle piante per talea. La talea non è altro che un frammento di pianta che serve per formare un nuovo esemplare. Per intenderci, è il classico rametto che sotterrato da vita ad un nuovo albero, un clone della pianta madre. Questo è possibile perché le piante, oltre ad essere autotrofe ( cioè in grado di procurarsi il nutrimento da sole ), sono in grado di rigenerarsi. E’ chiaro che anche per tagliare la talea di ramo bisogna sapere come comportarsi perché altrimenti potreste vedere vanificati i vostri sforzi “curando” un frammento sbagliato!

Creativa e distensiva l’abitudine di fare delle talee ha regalato a molti giardini meravigliosi Procuratevi l’occorrente: Una forbice o un coltellino affilato, un vaso, del terriccio, sabbia, polvere di ormone radicale e uno spruzzino. Prima di procedere dovete anzitutto assicurarvi di essere nel periodo giusto: luna crescente, poi, come se si stesse parlando di un essere umano o di un animale, ricordate che quando si taglia col coltello affilato la talea, si devono evitare le infezioni utilizzando un coltello pulito. Poi potete procedere preparando le talee degli arbusti da fiore e sempre verdi (Berberis, Cotoneaster, Erica, Deutzia, Fucsia, Hybiscus, Mahonia, ortensia, rosa, lantana per talea semilegnosa, ecc.) e di geranio (talee di punta con almeno tre fo-

glie). In agosto si può riprodurre per talea anche il Rhododendron. Come si fa? Con la forbice tagliate un rametto semi-legnoso della pianta, magari uno che ha già una gemma, lungo all’incirca 14-15 cm. Togliete tutte le foglie che ci sono nella parte in basso del rametto e anche in quella in alto, in modo tale da far restare solo due o tre foglioline e, se c’è, la gemma. Quindi immergete le vostre talee in radicante in polvere, in un vaso da 12 cm contenente sabbia e torba in parti uguali e avete fatto. Abbiate cura di tenerle al riparo dal sole diretto nella rimanente estate mentre in inverno occorre porle al riparo dal gelo e in posizione molto luminosa. Tenere sempre umido (ma non fradicio) il terriccio. Poi, con l’arrivo della primavera le talee possono essere messe a dimora in piena terra o in vaso di dimensioni adeguate. Le talee possono essere fatte anche per le vostre rose preferite, per poi, magari regalarle a qualcuno. E a proposito di rose, agosto è un mese di lavoro anche per queste piante. Ricordate di continuare ad eliminare le rose sfiorite degli arbusti rifiorenti per stimolare le piante ad una nuova fioritura: asportare circa un terzo del ramo, tagliare sopra ad una foglia rivolta verso l’esterno del cespuglio verificando che abbia una gemma evidente all’ascella. Verso la fine del mese, quando presumibilmente la temperatura inizia a diminuire, somministrare concime granulare complesso specifico ai rosai che hanno terminato la fioritura per prepararli alla fioritura autunnale. Sarchiare delicatamente il terreno, incorporare il concime e irrigare. Le rose, si propagano per talea in agosto (luna calante), per ottenere degli esemplari radicati da porre a dimora già in autunno, o la primavera successiva.


20 Benessere >> Intolleranze

Glutine, quel nemico silenzioso di Germana Urbani

Ogni anno sono più di 10 mila le nuove diagnosi di celiachia. In Italia si stima riguardi 600 mila persone, nella gran parte dei casi ancora inconsapevoli

È

un esercito silenzioso e invisibile, quello dei celiaci. Le statistiche ufficiali parlano attualmente di circa 100 mila diagnosi in Italia, ma tutti sanno che fotografano solo una minima parte del problema. Che a volte rimane latente per anni, salvo poi manifestarsi in tutta la sua serietà; e altre volte mina inconsapevolmente il nostro benessere, magari in forma lieve, producendo sintomi che fatichiamo a inquadrare correttamente. Fatto sta che gli esperti stimano oggi che la celiachia – ovvero l’intolleranza permanente al glutine – tocchi una persona su cento. Detto in altri termini, un esercito potenziale di 600 mila italiani, che cresce ufficialmente di quasi 10 mila nuove diagnosi ogni anno. E che, alla fin fine, è ancora privo di risposte. Ma quali precauzioni si possono adottare, e come è possibile individuare in tempo la presenza della celiachia? Oggi come oggi, per fortuna, l’intolleranza si manifesta nella maggior parte dei casi già nei primi duetre anni di vita, in coincidenza con l’introduzione del glutine nella dieta. Diarrea, vomito, anoressia, irritabilità del bambino, arresto della crescita o calo di peso sono tutte spie di un possibile problema e devono indurre i genitori a richiedere al proprio medico di base specifici esami di laboratorio. Dal terzo anno in poi, i segnali si fanno meno evidenti ed è qui che di solito insorge il rischio di una sottovalutazione destinata a compromettere la salute e il corretto sviluppo. La celiachia, infatti, può determinare se non individuata in tempo deficit della crescita, ritardi nello sviluppo puberale, ricorrenti dolori addominali, anemia. La grande esplosione di diagnosi degli ultimi anni

non riguarda però tanto i bambini quanto gli adulti. ca una sola cosa: accettare di sottoporsi a un drastico La celiachia, infatti, può comparire in un qualsiasi pe- impegno di educazione alimentare. Non basta infatti riodo della vita e in forma più o meno acuta, minando escludere dalla propria dieta pane, pasta, biscotti e il nostro benessere. pizza (come non fosse sacrificio da poco...) ma bisoLe evidenze cliniche segnalano come spesso sia gna riuscire ad eliminare anche le più piccole tracce di un evento stressante (una gravidanza, un interven- glutine dal piatto se si vuole avere la garanzia di un to chirurgico, una infezione intestinale) a “mettere perfetto stato di benessere. in moto” la macchina. Nell’adulto i sintomi sono Se infatti, come è logico, sono assolutamente estremamente vari. Si va dal vietati tutti quegli alimenti La celiachia può insorgere che contengono farina, cattivo assorbimento del cibo – con diarrea, perdita di peso, anche in età adulta, spesso besciamella, lievito madre carenze nutritive – a una lunbevande come la birra, il in coincidenza con momenti evero ga serie di sintomi cronici che pericolo si nasconde stressanti della vita a prima vista non saremmo in tutti queli alimenti “a portati a legare all’apparato rischio”, che potrebbero digerente. essere venuti a contatto a nostra insaputa durante la Tra i più comuni c’è ad esempio l’insorgere ri- lavorazione con sostanze contenenti glutine. L’elenco petuto di crampi, debolezza muscolare, alterazioni è lunghissimo: giusto per fare qualche esempio, comcutanee, afte, dolori ossei, emorragie. prende patatine fritte, creme e budini, salumi, dadi, Che si sia ancora bambini o maturi adulti, in ogni continua alla pag. seguente caso, voler curare la celiachia, oggi come oggi, signifi-

IL GLUTINE

R

esponsabile della celiachia è il glutine, complesso proteico che ritroviamo in numerosi cereali come frumento, orzo, farro, kamut, segale. L’elemento incriminato, all’interno del glutine, è la prolamina, frazione proteica responsabile dell’effetto tossico per il celiaco. Quando si introducono prolamine all’interno dell’organismo, si sviluppa un processo che genera gravi danni alla mucosa intestinale, che è incapace di assorbirlo, fino all’atrofia dei villi. Le ultime evidenze sperimentali tendono a confermare la possibilità per i celiaci di assumere invece avena, cereale dall’alto apporto calorico e particolarmente ricco di fibre. La sua introduzione a piccole dosi è consentita se si è già seguito da tempo una dieta senza glutine, tuttavia il suo uso viene generalmente sconsigliato per motivi precauzionali, dal momento che è sempre presente il rischio di contaminazione durante i processi produttivi con altri cereali.


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22 Benessere >> Intolleranze >> Intolleranze

Glutine, quel nemico silenzioso di Germana Urbani

Ogni anno sono più di 10 mila le nuove diagnosi di celiachia. In Italia si stima riguardi 600 mila persone, nella gran parte dei casi ancora inconsapevoli

È

un esercito silenzioso e invisibile, quello dei celiaci. Le statistiche ufficiali parlano attualmente di circa 100 mila diagnosi in Italia, ma tutti sanno che fotografano solo una minima parte del problema. Che a volte rimane latente per anni, salvo poi manifestarsi in tutta la sua serietà; e altre volte mina inconsapevolmente il nostro benessere, magari in forma lieve, producendo sintomi che fatichiamo a inquadrare corret correttamente. Fatto sta che gli esperti stimano oggi che la celiachia – ovvero l’intolleranza permanente al glutine – tocchi una persona su cento. Detto in altri termini, un esercito potenziale di 600 mila italiani, che cresce ufficialmente di quasi 10 mila nuove diagnosi ogni anno. E che, alla fin fine, è ancora privo di risposte. Ma quali precauzioni si possono adottare, e come è possibile individuare in tempo la presenza della celiachia? Oggi come oggi, per fortuna, l’intolleranza si manifesta nella maggior parte dei casi già nei primi duetre anni di vita, in coincidenza con l’introduzione del glutine nella dieta. Diarrea, vomito, anoressia, irritabilità del bambino,

non riguarda però tanto i bambini quanto gli adulti. La celiachia, infatti, può comparire in un qualsiasi periodo della vita e in forma più o meno acuta, minando il nostro benessere. Le evidenze cliniche segnalano come spesso sia un evento stressante (una gravidanza, un intervento chirurgico, una infezione intestinale) a “mettere in moto” la macchina. Nell’adulto i sintomi sono estremamente vari. Si va dal

ca una sola cosa: accettare di sottoporsi a un drastico impegno di educazione alimentare. Non basta infatti escludere dalla propria dieta pane, pasta, biscotti e pizza (come non fosse sacrificio da poco...) ma bisogna riuscire ad eliminare anche le più piccole tracce di glutine dal piatto se si vuole avere la garanzia di un perfetto stato di benessere. Se infatti, come è logico, sono assolutamente vietati tutti quegli alimenti

La celiachia può insorgere

il glutine

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continua dalla pagina precedente

esponsabile della celiachia è il glutine, complesso pro teico che ritroviamo in numerosi cereali come frumen to, orzo, farro, kamut, segale. L’elemento incriminato, all’interno del glutine, è la prolamina, frazione proteica responsabile dell’effetto tossico per il celiaco. Quando si introducono prolamine all’interno dell’organismo, si sviluppa

Sempre più diffusi i menù per celiaci

Si moltiplicano ristoranti e prodotti senza glutine, ma un regime dietetico sicuro richiede particolare attenzione

PER SAPERNE DI PIÙ

I

l punto di riferimento indispensabile per quanti sono affetti da celiachia in Italia, e per quanti volessero approfondire l’argomento, è l’Aic, l’Associazione italiana celiachia. Nata nel 1979, è impegnata su più fronti: promuovere l’assistenza ai celiaci e alle loro famiglie; informare la classe medica sulle possibilità diagnostiche e terapeutiche; studiare, in stretta collaborazione con la Società italiana di gastroenterologia ed epatologia pediatrica (SIGENP) e la Società italiana di gastroenterologia (SIGE), i problemi dei celiaci; stimolare la ricerca scientifica in campo genetico, immunologico e clinico; sensibilizzare le strutture politiche, amministrative e sanitarie. L’Aic è membro della Federazione delle associazioni europee dei celiaci e dal 1999 è strutturata in federazione di associazioni regionali. La sede nazionale è a Genova. Per maggiori informazioni, è possibile raggiungerla al sito internet www.celiachia.it

tè freddo, gelati, cioccolato in tavoletta, confetture e marmellate. Bisogna inoltre ricordare che il glutine, per le sue caratteristiche di forte addensante, viene spessissimo utilizzato nell’industria alimentare. Per fortuna negli ultimi tempi si sono moltiplicati i corsi di formazione realizzati in collaborazione con le Usl per il personale della ristorazione, e sono nate numerose linee di alimenti appositamente pensati per evitare ogni rischio. Rispetto a qualche anno fa, insomma, trovare un ristorante o una pizzeria che propongano menu per celiaci non è più un’impresa insormontabile, mentre al supermercato è bene acquistare solo alimenti che riportino in etichetta l’indicazione “senza glutine – gluten free”. Un elenco aggiornato, gestito dall’Associazione italiana celiachia e contraddistinto dal logo della spiga sbarrata, è stato costruito nel tempo grazie alla collaborazione col Ministero della Salute e rappresenta un utile punto di riferimento per chi debba rivoluzionare la sua dieta dopo una diagnosi di intolleranza. Dal primo gennaio scorso, inoltre, è entrato ufficialmente in vigore in tutta l’Unione Europea il regolamento 41/2009, che individua soglie particolarmente stringenti per definire un prodotto “senza glutine”. Altri menu, cene a casa di amici, manifestazioni enogastronomiche rimangono invece per chi è affetto da intolleranza al glutine altrettanti pericoli da affrontare con attenzione, buon senso e, quasi sempre, la forza d’animo indispensabile a resistere alle tentazioni.



24 Consigli di bellezza >> Pelle secca

Dopo l’estate prendiamoci cura della nostra cute di Germana Urbani

A

rrossata, secca o “squamata” la vostra pelle torturata dai lunghi bagni di sole ora ha bisogno della giusta cura per ritrovare il suo equilibrio di acqua e grassi. Bisogna considerare che gli strati superficiali della cute costituiscono una protezione contro le aggressioni esterne e fungono come corazze e mantello del nostro corpo. Le cellule appiattite e sclerotizzate che formano lo strato corneo sono una vera e propria armatura che impedisce ad agenti atmosferici, chimici e nocivi di penetrare all’interno. Esse sono tenute insieme da lamelle di grasso che costituiscono il cosiddetto film lipidico, un vero e proprio mantello di calore che ci avvolge. Se non si creano alterazioni o fessure in questa trama e il contenuto di acqua è sufficiente a garantire un’adeguata vitalità ed elasticità alla cute il nostro strato protettivo funziona bene se però si altare il normale equilibrio idrolipidico la pelle appare ruvida, arrossata e screpolata. E’ possibile che ci troviamo a combattere con una cute maggiormente irritabile che porta con sé anche infiammazioni e prurito. Ciò non è causato solo dalla riduzione del contenuto di acqua intraepidermico ma anche da un’alterazione dei lipidi della pelle. Gambe ed avambracci infatti sono le zone più colpite perché sono quelle più povere di ghiandole sebacee. Tra le prime cause di pelle secca e conseguenza ci sono i fattori ambientali: esposizioni al sole, al vento, al caldo o al freddo, ma anche utilizzo di detergenti ag-

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L’esposizione al sole è una delle prime cause di screpolature, infiammazioni e prurito. Ecco perché al ritorno dalle ferie è bene prestare una particolare attenzione al corpo Spesso le creme idratanti da sole non bastano. Ecco qualche consiglio utile

gressivi, irritazioni di natura meccanica (sfregamento) e l’utilizzo di indumenti sintetici. E ricordate che sono particolarmente nocivi sono gli sbalzi di temperatura, soprattutto da un ambiente molto caldo ad uno più freddo, dunque fate attenzione all’aria condizionata.

La pelle si secca anche per motivi naturali e anagrafici: negli anziani, in particolare, la pelle secca è la conseguenza della riduzione della produzione dei grassi, la riduzione dei vasi sanguigni ed il minor lavoro degli enzimi che producono questi grassi.

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Quando la pelle secca diventa un problema, nel senso che non si tratta più solo di una questione di disidratazione, ma anche di alterazione del mantello lipidico, le creme idratanti, da sole, non possono risolverlo. Sarà importante utilizzare prodotti e sostanze che possono rigenerare questo mantello ed evitare quelle che tendono a lesionarlo. L’uso di creme detergenti e saponi troppo aggressivi andrebbe dunque ridotto al minimo, poiché non riescono a distinguere tra lo sporco grasso ed il mantello, asportando entrambi. La pelle secca va nutrita con prodotti sufficientemente grassi come un buon olio da massaggi e dei bagni con le erbe giuste. Continua alla pag. seguente

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Consigli di bellezza 25 >> Pelle secca >> Pelle secca

Dopo l’estate prendiamoci cura della nostra cute di Germana Urbani

segue dalla pagina precedente

A

rrossata, secca o “squamata” la vostra pelle torturata dai lunghi bagni di sole ora ha bisogno della giusta cura per ritrovare il suo equilibrio di acqua e grassi. Bisogna considerare che gli strati superficiali della cute costituiscono una protezione contro le aggressioni esterne e fungono come corazze e mantello del nostro corpo. Le cellule appiattite e sclerotizzate che formano lo strato corneo sono una vera e propria armatura che impedisce ad agenti atmosferici, chimici e nocivi di penetrare all’interno. Esse sono tenute insieme da lamelle di grasso che costituiscono il cosiddetto film lipidico, un vero e proprio mantello di calore che ci avvolge. Se non si creano alterazioni o fessure in questa trama e il contenuto di acqua è sufficiente a garantire un’adeguata vitalità ed elasticità alla cute il nostro strato protettivo funziona bene se però si altare il normale equilibrio idrolipidico la pelle appare ruvida, arrossata e screpolata. E’ possibile che ci troviamo a combattere con una cute maggiormente irritabile che porta con sé anche infiammazioni e prurito. Ciò non è causato solo dalla riduzione del contenuto di acqua intraepidermico ma anche da un’alterazione dei lipidi della pelle. Gambe ed avambracci infatti sono le zone più colpite perché sono quelle più povere di ghiandole sebacee. Tra le prime cause di pelle secca e conseguenza ci sono i fattori ambientali: esposizioni al sole, al vento, al caldo o al freddo, ma anche utilizzo di detergenti ag-

L’esposizione al sole è una delle prime cause di screpolature, infiammazioni e prurito. Ecco perché al ritorno dalle ferie è bene prestare una particolare attenzione al corpo Spesso le creme idratanti da sole non bastano. Ecco qualche consiglio utile

gressivi, irritazioni di natura meccanica (sfregamento) e l’utilizzo di indumenti sintetici. E ricordate che sono particolarmente nocivi sono gli sbalzi di temperatura, soprattutto da un ambiente molto caldo ad uno più freddo, dunque fate attenzione all’aria condizionata.

La pelle si secca anche per motivi naturali e anagrafici: negli anziani, in particolare, la pelle secca è la conseguenza della riduzione della produzione dei grassi, la riduzione dei vasi sanguigni ed il minor lavoro degli enzimi che producono questi grassi.

Quando la pelle secca diventa un problema, nel senso che non si tratta più solo di una questione di disidratazione, ma anche di alterazione del mantello li pidico, le creme idratanti, da sole, non possono risolver lo. Sarà importante utilizzare prodotti e sostanze che possono rigenerare questo mantello ed evitare quelle che tendono a lesionarlo. L’uso di creme detergenti e saponi troppo aggressi vi andrebbe dunque ridotto al minimo, poiché non rie scono a distinguere tra lo sporco grasso ed il mantello, asportando entrambi. La pelle secca va nutrita con prodotti sufficiente mente grassi come un buon olio da massaggi e dei bagni con le erbe giuste. Continua alla pag. seguente

Dopo l’estate prendiamoci cura della nostra cute

L’essenza di lavanda è un prodotto che non dovrebbe mancare in casa di una donna. Mettete la crema corpo in frigorifero e aggiungete due gocce di lavanda prima di stenderla sul corpo

Per avere una pelle di seta diluite in mezza tazza di olio di sesamo 10/20 gocce di gelsomino e massaggiate su tutto il corpo

Pelle nutrita al naturale

C

hi soffre di pelle secca deve curare il proprio corpo attentamente tutto l’anno. In inverno è consigliabile usare un olio da massaggi bello corposo come quello all’arnica mentre già in primavera si può iniziare a coccolare la cute con un bagno con avena, camomilla, crusca, equiseto e lavanda miscelate in parti uguali appurando prima di non essere allergici a una di queste piante. Per prepararlo è sufficiente far bollire due manciate di questo preparato in quattro litri d’acqua per quindici minuti, filtrare il tutto e aggiungerlo all’acqua calda del bagno. Fondamentale è inoltre un L’olio di mandorle dolci si può utilizzare indifferentemente sul viso e sulla pelle del corpo. Il suo forte potere idratante tonifica e elasticizza la cute. Conservatelo in una piccola bottiglia da erboristeria con il contagocce per un utilizzo ideale.

Se combattete con i gomiti ruvidi fate cuocere nel latte una manciata di prezzemolo e, una volta raffreddato il composto, immergeteli per qualche minuto

apporto sufficiente di acidi grassi essenziali omega-6 con la dieta, perché non vengono sintetizzati dall’organismo. L’acido linoleico è contenuto in diversi prodotti vegetali: il germe di grano, i semi, gli oli vegetali quali quelli di girasole, di soia e di mais per esempio. Particolarmente ricche di questa sostanza sono la borragine (borago officinalis) e la primula notturna (oenothera biennis). Da non dimenticare infine che la cura della pelle secca deve partire dalla depurazione del fegato: a questo fine una tisana di achillea (millefolium) andrebbe bevuta tutti i giorni nei cambi di stagione.

Una maschera al miele si può facilmente realizzare a casa utilizzando un tuorlo d’uovo e un cucchiaio di olio di rosa mosqueta. Amalgamate e spalmate sulla pelle del viso lasciandolo poi riposare per una decina di minuti.

Gli olii essenziali di abete rosso, limone, rosa, menta camomilla e lavanda sono i migliori alleati per combattere la pelle secca

OGGI BAMBINA... DOMANI INFERMIERA Investire nei bambini di oggi è il miglior modo per costruire un domani di giustizia e benessere condiviso. Sostieni a distanza una bambina del Sud del mondo attraverso i progetti del Cesvitem: bastano 20 euro al mese per regalare un futuro migliore, a lei e al suo popolo. Per informazioni visita il sito www.cesvitem.org o chiama lo 0415700843 Ce.Svi.Te.M. Onlus  via Mariutto 68 - Mirano (VE)  Tel. 0415700843  info@cesvitem.it  www.cesvitem.org  c.c.p. 10008308  Codice fiscale 90022130273


26 Crucilibro

Leggere sospensioni Carofiglio:“Bisogna lasciarsi andare all’onda, quando prende, senza andare in panico. Dopo qualche giorno, quasi sempre, il mondo ritorna al suo posto”

E.L.

Francoise

William

Gianrico

James

Sagan

Trevor

Carofiglio

Anastasia Steele, studentessa universitaria

Nicolas Lomont, notaio di provincia

Mary Louise, ragazza semplice e ingenua

Roberto, sottufficiale dei carabinieri in congedo

Alter Ego

Christian Grey, inquieto imprenditore

Flora De Margelasse, giovane vedova

Elmer Quarry, commerciante

Lucia, ex attrice

Location

Vancouver e Seattle

Aquitania, 1832

Una piccola città di 2500 abitanti

Roma

Le amanti di Christian Grey

Marthe, conturbante cameriera

Le sorelle di Elmer e il cugino invalido Robert

Il bambino di Lucia che vive un mondo tutto suo

Intrigo

Ana e Grey tornano insieme, dopo che il primo romanzo della saga aveva visto la loro relazione finire. Lui la convince a stare con lui e le svela i suoi segreti più profondi

Lomont, tranquillo notaio di Angouleme viveva una monotona vita fino all’arrivo in paese della bella vedova Flora, di cui lui si innamora perdutamente, senza essere ricambiato

Coronando il sogno di vivere in città, con l’illusione del benessere e dell’affrancamento sociale, Mary Louise sposa Elmer, più vecchio e desideroso di un erede

Roberto è un uomo inchiodato a una colpa remota. Ogni settimana si reca da uno psichiatra e incontra la paziente dell’appuntamento che precede il suo

Finale

I fantasmi del passato si materializzano e Ana si trova a dover fare i conti con due donne importanti nella vita di Christian e lei deve prendere una decisione dolorosa

La vedova sceglie di convivere con il mezzadro Gildas suscitando astio e invidia nel respinto Nicolas. Ma l’entrata in scena di Marthe, conturbante cameriera, complicherà le cose

La ragazza si scontra con un mondo ostile e si rintana in un mondo tutto suo in compagnia del cugino invalido Robert. Tra i due nasce un amore romantico e platonico

Lucia è vedova e si sente in colpa per la morte del marito. Ha un rapporto difficile con il figlio, un bambino sensibile che sembra vivere in una dimensione parallela e inquietante

Cosa dire del libro

Il successo di lettrici segnato dal primo libro della saga lo porta in vetta alle classifiche ma trama e scrittura deludono non poco

Un intreccio spietato, romantico e malinconico nello stile inconfondibile della Sagan, in cui convivono i colpi di scena del feuilleton e il disincanto

William Trevor, come sempre, predilige immergersi nelle psicologie dei singoli protagonisti dei suoi romanzi e racconti dalla prosa minimale e descrittiva che regala buone letture

Un romanzo piacevole, scorrevole senza essere superficiale, così anche per come delinea i personaggi. Di fondo, la ricerca condivisa dai più di una qualche forma di serenità

E.L. James Cinquanta sfumature di nero Mondadori, pp. 594 € 14.90

Francoise Sagan Un temporale immobile Barbes editore, pp. 189 € 15.00

William Trevor Leggendo Turgenev Guanda, pp. 258 € 17.00

Gianrico Carofiglio Il silenzio dell’onda Guanda, pp. 238 € 19.00

Eroe - Eroina

Co-Protagonisti

Leggere… Leggere

di Germana Urbani · info: >www.mondadori.it < >www.barbes.it< >www.guanda.it<


NOTTE BIANCA A CAVARZERE

COMUNE DI CAVARZERE

P R E S E N TA N O

QUESTA SERA 4 AGOSTO PIAZZA MUNICIPIO dalle ore 19.00

ore 18.00: APERTURA VIALE DEI BIMBI Gonfiabili e giostre gratis per tutti!! Inizio ore 19.00: Musica da aperitivo con StereoCittà Dalle ore 21.00: Dance Music, per preparare il pubblico all’evento CLOU Ore 22.00: Inizio spettacolo di Thorn e Keller, con animazione

KELLER

GUEST DJ

VOICE

THORN

diretta live on

Ore 00.30: Inizio spettacolo pirotecnico MUSICALE A CURA DI VILLA MOMI’S Dalle ore 00.50 fino alle 2.00: continua il divertimento in piazza

notte bianca cavarzere

Vi piace l'idea? Allora ci vediamo lì! DELTAMOTORS

ING. M.FABBRIS - ROVIGO

Organizzazione A CURA DI

I.T.S. CAVARZERE S.R.L.


28

i nostri Esperti AFFARI DI FAMIGLIA

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS del Foro di Rovigo

Pornografia minorile pedopornografia

Gent.li Lettrici e Lettori, in questa metà d’estate mi è stata sottoposta una questione particolarmente delicata poiché riguardante la detenzione di materiale pedopornografico e i suoi risvolti in ambito penale. Capita, purtroppo, sempre più di frequente, anche grazie al facile utilizzo della rete internet da parte di chiunque, che persone adulte vengano trovate in possesso di materiale pedopornografico e conseguentemente denunciate all’Autorità. Per materiale pedopornografico si intende la rappresentazione di atti sessuali che coinvolgono minori. Il nostro ordinamento punisce severamente, con la reclusione da 6 a 12 anni (art. 600 ter c.p.), chiunque: “.. utilizzando minori di anni 18, realizza esibizioni pornografiche o produce materiale pornografico ovvero induce minori

di anni diciotto a partecipare ad esibizioni pornografiche.” In caso di distribuzione, divulgazione o pubblicazione di notizie o informazioni finalizzate all’addescamento o allo sfruttamento dei minori degli anni diciotto la pena va da 1 a 5 anni di reclusione. Questa pena si riduce a 3 anni in caso di cessione consapevole, ed anche solo a titolo gratuito, a terzi di materiale pedopornografico. Ma il nostro codice penale prevede inoltre all’art. 600 quater il reato di detenzione di materiale pedopornografico, infatti detto articolo così recita: “Chiunque al di fuori delle ipotesi previste dall’articolo 600 ter c.p., consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico utilizzando minori degli anni diciotto è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa

non inferiore a euro 1.549. La pena è aumentata in misura non eccedente i due terzi ove il materiale sia di ingente quantità.“ Leggendo quest’ultima norma sorge spontaneo chiedersi se costituisce comportamento penalmente rilevante anche il semplice fatto di visionare il materiale pedornografico in rete scaricandolo poi sul proprio computer o sulla chiavetta usb. Ed ancora, commette reato chi naviga involontariamente su un sito che contiene materiale di minori nel mentre compiono azioni sessuali? E’ evidente che se un adulto nell’atto di navigare in rete si trovi casualmente a vedere materiale pedopornografico non potrà essere ritenuto responsabile, almeno in astratto e per carenza dell’elemento soggettivo (dolo), del reato di cui all’art. 600 quater

c.p.. Tuttavia, lo stesso dovrà essere in grado di dimostrare all’Autorità la casualità per cui ha preso visione del materiale, dovrà evitare di scaricarlo sul proprio computer, dovrà chiudere il collegamento al sito e segnalarlo alla Polizia di Stato- sezione Polizia Postale-. Al riguardo la Corte di Cassazione, nell’intento di reprimere con sempre maggior forza, determinazione ed efficaacia il fenomeno della pedofilia digitale, ha ampliato il concetto di disponibilità di immagini pedopornografiche stabilendo che commette reato anche il soggetto che viene trovato in possesso di immagini benché scaricate nel cestino del

proprio computer. Ciò che assume rilevanza per la Corte è la visione, ancorché limitata nel tempo, di immagini pedopornografiche da parte del soggetto che volontariamente le ha scaricate sul proprio computer, nella consapevolezza di poterle riavviare in ogni momento. Solo i file definitivamente cancellati possono escludere la disponibilità di materiale pedopornografico. Una raccomandazione va fatta a tutti i minori cui è stato concesso di utilizzare internet e social network poiché molto spesso accade che persone sfruttino tali strumenti informatici per adescarli con varie modalità e tempistiche.

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

L’ARCHITETTO

Il sisma nella Pianura Padana, tra ricostruzione e prevenzione

Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333

Nel nostro Paese negli ultimi 40 anni sono stati spesi 147 miliardi di euro sul patrimonio immobiliare esistente per la riqualificazione antisismica (circa 3,6 miliardi l’anno). Fondi per interventi “post terremoto”, mentre, se si fossero investiti per la progettazione di edifici antisismici avrebbero ampliamente evitato i crolli. Così dopo le scosse del 20 e 29 maggio scorso e le successive repliche in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, si corre ai ripari! Case in muratura e capannoni prefabbricati le costruzioni più colpite! Dell’attività delle faglie in Emilia si sapeva dal 2000, tuttavia solo dal 2003-2005 la Pianura Padana è stata riclassificata da zona non sismica a grado 3. Nel 2009 sarebbe quindi entrato in vigore l’obbligo di costruire in quell’area con criteri antisismici. Le parole d’ordine ora sono: stima dei danni, valutazioni per la messa in sicurezza, ma anche distribuzione fondi e ripresa urgente delle attività aziendali. Il problema è che molti dei capannoni industriali sono costruiti senza tener conto delle norme antisismiche, urge quindi un censimento per adeguare gli insediamenti industriali! Ecco che il “D.L. post-terremoto”, n. 74 del 6 giugno e la “bozza di linee guida per la messa in sicurezza dei capannoni industriali”, redatte da Protezione civile, Cni, Assobeton e Reluis chiarisce le procedure post-terremoto più urgenti, per conciliare sicurezza e rapidità della ripresa delle attività produttive. Subito i controlli per

certificare l’agibilità sismica, necessaria per la riapertura delle attività produttive, ma massima semplificazione nelle procedure autorizzative di inizio lavori ed (eventuale) delocalizzazione delle attività per far ripartire l’economia. LE FASI SONO DUE: una prima rapida procedura di messa in sicurezza affidata dai titolari dei capannoni ai tecnici, per verificare che l’edificio non abbia le carenze strutturali e in caso abbia tali carenze si deve prevedere interventi di ripristino autocertificati al Comune, ma «è possibile solo quando il danno sui principali elementi strutturali sia assente o di modestissima entità». La seconda fase per poter certificare l’agibilità è quella dell’ OTTENIMENTO DI UN LIVELLO DI SICUREZZA SISMICA PARI AD ALMENO IL 60% di quello previsto per un capannone, costruito secondo la vigente normativa antisismica. Entro sei mesi, dall’entrata in vigore del DL, si dovrà comunque procedere a verifica di sicurezza ai sensi delle norme vigenti, e gli interventi per il raggiungimento della soglia del 60% dovranno essere eseguiti entro i 18 mesi successivi (inizio giugno 2014). Se per raggiungere questo 60% serviranno interventi edilizi, basterà comunicare ai Comuni l’avvio dei lavori e, solo entro 60 giorni dopo l’inizio dei lavori, si dovrà «presentare la documentazione per la richiesta dell’autorizzazione paesaggistica e del titolo abilitativo edilizio nonché per la presentazione dell’istanza di autorizzazione

sismica ovvero per il deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture». Qualora si scelga la DELOCALIZZAZIONE, questa «è autorizzata previa autocertificazione del mantenimento dei requisiti e delle prescrizioni previsti nelle autorizzazioni ambientali», e le aziende possono partire subito e presentare la documentazione entro 180 giorni. Spetta ai Presidenti delle Regioni definire «priorità, modalità e percentuali entro le quali possono essere concessi contributi nel limite delle risorse allo scopo finalizzate». Le risorse sono del Fondo per la ricostruzione, quantificate in 2,5 MILIARDI DI EURO CERTI (500 milioni di euro dall’accisa sulla benzina e 1 miliardo gli anni 2013 e 2014 da riduzione delle voci di spesa statale). Da definire, invece, le somme derivanti dalla riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti politici e dal Fondo di solidarietà Ue. In Veneto vi sono per similarità le stesse strutture colpite in Emilia Romagna. Data l’esperienza appare indispensabile che la Regione Veneto quanto prima proceda attraverso i gruppi politici per una proposta legislativa in grado di incentivare il miglioramento strutturale delle attività produttive. Su questa linea si stanno già muovendo gli Ordini dei professionisti e associazioni di costruttori, che però riusciranno ad avere efficacia solo con l’accorta attenzione da parte della politica e della Regione del Veneto.

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: cavazzana@tin.it


I nostri esperti 29 DA CHE PARTE GIRA L’ECONOMIA

Lorenzo Sartiè

A cura di Lorenzo Sartiè

La pochezza dei "furbetti del quartierino"

Spesso parlando con gli imprenditori si cade sempre su temi quali l’organizzazione, il coordinamento, le sinergie e le alleanze, la disciplina imprenditoriale e anche le qualità morali. Puntualmente la discussione assume toni accesi, talvolta anche troppo, dividendosi in due macro gruppi latori di interessi opposti. Da una parte coloro che stanchi della nostra classe politica, economica ed associativa decidono di innovarsi per conto loro, di perseguire la strada della legalità in totale assenza di compromessi e connivenze di qualunque tipo. Dall’altra coloro che ammettono che pur essendo sbagliato o non propriamente corretto, lo comprendono e quello che è peggio che lo giustificano pur di lavorare. Si crea quindi un pericolosissimo asse speculazione e illegalità. Il germe dell’illegalità imprenditoriale è quel sentimento morale che purtroppo porta una volta germogliato, a perseguire un comportamento sempre più illegale e sempre più speculativo. Si passa dall’analizzare il fatto che costa meno una sanzione che adeguare a termini di legge una situazione, alla concorrenza sleale, all’evasione fiscale e tributaria al non pagare i fornitori. Purtroppo ciò è dettato non solo dalla pochezza morale dell’individuo, che essendo

spiccatamente opportunista coglie ogni piega del sistema per il proprio vantaggio, ma anche e soprattutto da un sistema giuridico e legale che non fa altro che favorire tutto questo. Quante volte abbiamo sentito la frase “tanto non gli fanno niente…” oppure “gli unici che ci guadagnano sono gli avvocati perché tanto è inutile…” e via di questo passo. Sembra proprio quindi che la scena imprenditoriale sia dominata più dai furbi senza scrupoli che dalle persone moralmente ed eticamente corrette. Però gli strumenti per invertire la tendenza ci sono. Quali? Innanzi tutto la lealtà tra imprenditori anche se concorrenti, poi il fatto di rifiutare i compromessi. Il compromesso è l’accettazione di qualcosa che non piace, a proprio svantaggio e che solitamente porta alla lite. Bisogna imparare a dire di no. Non si tratta di un accordo o di un’alleanza, dove entrambe le parti decidono in comune accordo una cosa e la portano avanti insieme per un beneficio comune. Il compromesso passivo è dettato talvolta dalla necessità, dal bisogno o dalla scarsa capacità interlocutoria. Supinamente l’imprenditore accetta clausole capestro, pagamenti non congrui e dilazioni inumane. Il compromesso attivo invece è

quello dettato dall’opportunismo. Ovvero si accetta il compromesso con il preciso intento di andare in lite, partendo dal presupposto che l’opportunità non è il lavoro, ma il contenzioso. Se le due componenti si incontrano nello stesso momento (come accade di frequente) la parte passiva soccombe, sia esso un fornitore o un cliente. Ecco perché i nostri imprenditori hanno bisogno di moralità, di etica e di correttezza e non di compromessi. Di nessun tipo. Un mercato chiaro, fatto da imprenditori chiari, ne trarrebbe un immediato beneficio, isolando all’istante tutte quelle squallide figure che grazie alla loro spregiudicatezza e illegalità germinata hanno massacrato un mercato già in difficoltà, sfruttando proprio la debolezza degli imprenditori onesti. Non importa che siano fornitori, clienti o imprenditori, vanno respinti con un “No grazie” ripetuto a catena, fino a quando non avranno più porte da bussare e persone da rovinare. La differenza? Chi non ha accettato il compromesso camminerà a testa alta, perché è un imprenditore corretto, onesto e moralmente giusto, chi invece non troverà più terreno fertile per proporre compromessi a proprio vantaggio, sarà escluso dal mercato. Non siamo di fronte ad una trattativa

contrattuale, che presuppone l’accordo delle parti, siamo di fronte a figure che pensano solo ad avere il massimo beneficio da un’opportunità a discapito di qualcun altro, costi quel che costi. Non gli importa che l’altro sia un’impresa seria, corretta, affidabile che ha accettato perché pensa e spera cha la controparte sia onesta come loro. Anzi per loro è meglio perché sanno che gli imprenditori faranno di tutto per far fronte agli impegni presi a costo di essere rovinati. E purtroppo spesso lo sono. Meglio accettare un compromesso pur di lavorare con un rischio immane o rifiutare e perdere il lavoro? Il pensiero corre sempre al pane da portare in tavola, ma a che prezzo? La coscienza detta la risposta. La mia mi dice sempre di rifiutare e di continuare imperterrito a cercare altrove le opportunità di lavoro, fino a quando trovo di fronte un imprenditore onesto e corretto. Per fortuna ce ne se sono ancora…e il pane arriva copioso…

“È IMPOSSIBILE CHE LA MARMELLATA L’ABBIA RUBATA IO!”

Photo: Kate Holt/Eyevine/ActionAid

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inviate all’indirizzo presidenza@consorziovenetocostruttori.it

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Ci sono bambini che, una volta nella vita, vorrebbero poter rubare della marmellata. Ma sono nati in Paesi dove la terra non produce quasi nulla. Dove le “case” sono baracche. Dove si va a dormire a stomaco vuoto. Si lavora anziché andare a scuola e si muore per un banale morbillo. Eppure un destino diverso è possibile. Dipende anche da te. Con l’adozione a distanza di ActionAid e 82 centesimi al giorno puoi trasformare la vita di un bambino e della sua comunità: dall’estrema povertà a un futuro di dignità e diritti. E - perché no - con della marmellata da rubare!

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I nostri esperti 31 PSICOLOGIA DEL LAVORO

Dott. Lara Tasso

La persuasione

La persuasione è un fenomeno molto studiato, soprattutto nel marketing, per capire come aumentare l’appeal di determinati prodotti e servizi. Le tecniche di persuasione si basano in prevalenza su automatismi del nostro pensiero; agiscono, infatti, quando il controllo di ciò che avviene intorno a noi è ridotto. Il nostro cervello non è in grado di cogliere ed elaborare con attenzione tutti gli stimoli che ci circondano, poiché sono troppi. Ecco perché ricorre a semplificazioni cognitive che spesso possono indurci in errore. Un classico esempio è la categorizzazione sociale, che ci porta a giudicare una persona ancora prima di conoscerla, sulla base di alcune categorie in cui automaticamente la inseriamo, come il sesso, l’età o il colore della pelle. Per lo stesso motivo tendiamo a ritenere di più alta qualità un prodotto

perché ha un prezzo più elevato di un altro, senza valutarne con attenzione le caratteristiche. Secondo il principio persuasivo del contrasto, se il secondo stimolo differisce abbastanza dal primo, tendiamo a vederlo più diverso ancora di quanto non lo sia in realtà. Per esempio, se un venditore ci presenta per primo l’articolo più costoso, i prodotti successivi ci sembreranno un affare, anche se comunque molto cari. Un’altra regola molto utilizzata è quella della reciprocità, che ci spinge a contraccambiare ciò che un altro ci ha dato. E’ su questo principio che si basano gli assaggini ai supermercati, i campioncini, le gite “gratuite” in cui si presentano dei prodotti: la maggior parte delle persone percepisce questi come dei regali e si sente in dovere di contraccambiare facendo acquisti. Un’altra tecnica persuasiva si basa

sul fatto che vogliamo apparire coerenti, perché è una caratteristica socialmente apprezzata. Sarà capitato a molti di ricevere telefonate che hanno, all’apparenza, la sola finalità di effettuare sondaggi d’opinione, ma che si rivelano, poi, con intenti commerciali. Se nel corso del sondaggio, infatti, ci siamo detti favorevoli alle attività di beneficenza, sarà difficile rifiutare a fine telefonata di compiere una donazione, altrimenti risulteremo incoerenti. Anche la riprova sociale è una tecnica persuasiva molto forte e si basa sul fatto che uno dei mezzi che usiamo per decidere che cos’è giusto è cercare di vedere cosa fanno gli altri. Su questo meccanismo si basano, per esempio, le finte risate nelle sitcom americane. Un altro principio legato alla riprova sociale è la somiglianza, in base alla quale ci lasciamo guidare più facilmente da persone

simili a noi. Per questo motivo, nelle pubblicità si vedono spesso persone qualunque, che rispecchiano il target cui il prodotto è rivolto. Quelli appena esposti sono solo alcuni dei principi su cui si basa la persuasione, ed hanno tutti come minimo comun denominatore l’accento sul nostro lato emotivo: intervengono, infatti, quando la

componente logica viene meno. Durante la nostra giornata subiamo molti stimoli persuasivi, il più delle volte senza rendercene conto. Conoscere come agiscono, può, tuttavia, aiutarci ad assumere un ruolo più critico e attivo nei loro confronti, favorendo la distinzione tra persuasioni positive e negative.

Sarò lieta di rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail: lara.tasso@libero.it

IL NOTAIO

A cura di: Giannenrico Cocito, Notaio

Certificazione energetica degli edifici

Come noto, oramai da qualche tempo, in sede di vendita di un immobile è, nella maggior parte casi, necessario consegnare all’acquirente un certificato detto di “certificazione en Obbligo la cui inosservanza, a quanto risulta, ad oggi è rimasta però priva di sanzione.

Giannenrico Cocito Notaio - Sarò lieto di rispondere ai quesiti dei lettori da inviarmi al seguente indirizzo:gcocito@notariato.it


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LE OMBRE Trova l’ombra corretta

A

SOPRA E SOTTO

Risolvendo entrambi i giochi otterrete, rispettivamente, il nome e il cognome dell’attrice in foto

AIL - CAST - CINEMA - ELISA FICTION - LICEO - MARIA MOTIVO - NONNA - NOTA PARTENZA - ROMA - RUOLI SLOGAN - SOTTOLINEARE VITA - ZERO

B

Chiave (5,5) - Il nome..........................

C

Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba. A schema ultimato, nelle caselle grigie, apparirà il cognome.

D

AD-CA-CD-ID-TI-ATE-D’ORE ICS-IDO-ILA-ORA-REO-SIR-TAP CINO-ERMO-IENA-LODE-ODOR ORMA-AMPIA-DIPOI-EDMEA ODEON-PINOT-RADON RODIO TAPPE-DORRAI-IRONIA EDITORIALE The objects (gli oggetti) Impariamo l’inglese

CHIAVE (8) - Un oggetto.......................................................................................................... Aforismi divertenti • Non sono vegetariano perché amo gli animali. Il fatto è che odio le piante. • Mia moglie ed io siamo stati felici per vent’anni. Poi ci siamo incontrati. • Un piacere senza rischi piace meno.

Soluzioni: corretta: B LE OMBRE:

• La moglie al marito: “Caro, Tu preferisci una donna bella oppure una intelligente?” Lui: “Nessuna delle due cara. Ti amo così come sei!” • Che cosa vuol dire per un uomo “Aiutare nelle faccende domestiche?” Sollevare le gambe quando la moglie passa l’aspirapolvere. • Tra amiche londinesi: “Mi sono messa con un tipo underground!” “Fantastico! Cosa fa? Il pittore?” “No, guida la metropolitana.” • Tra amiche: “Voglio provare a entrare nell’ambiente del cinema!” “Allora c’è una sola cosa che tu devi fare.” “Quale?” “Comprarti un biglietto!” • Sulla spiaggia un ragazzo dice ad una ragazza: “Perché non fai il bagno?” La ragazza: “Ho le mie cose.” E lui risponde: “Vai, che te le tengo io.” • Chi è il portiere della squadra femminile di calcio più forte del mondo? Sara Cinesca. • Era così sofisticata che guidava con le gambe accavallate. • Fra due amiche: “Non c’è niente da fare, non ci capiamo. Pensa che gli ho detto che non volevo più vederlo!” “E lui?” “Ha spento la luce!” • Una ragazza si lamenta con

un’amica: “Incredibile come guidi la gente! Anche oggi ho tamponato tre auto!” • Un camionista si ferma ad un semaforo rosso. Da una macchina dietro di lui scende una bionda che si avvicina al finestrino e gli dice: “Buongiorno, volevo avvertirla che lei sta seminando il suo carico lungo la strada.” In quel momento il semaforo diventa verde e il camionista riparte. Ma al semaforo successivo la scena si ripete. E anche a quello dopo, a quello dopo e a quello dopo ancora. Finché l’uomo esasperato risponde: “Buongiorno a lei signorina. Mi chiamo Giorgio, siamo in inverno e questo è uno spargi sale.” • La maga ad una giovane ragazza: “Lei sposerà presto un uomo meraviglioso, bello, simpatico e intelligente.” La cliente allora domanda: “E del mio fidanzato cosa ne faccio? • Una donna affascinante è l’inferno dell’anima, il purgatorio del portafoglio ed il paradiso degli occhi. • “Come si chiama una ragazza che ha deciso di non fare all’amore con nessuno prima del matrimonio?” “Perché la volete chiamare?” • Lei: “Tu non mi capisci.” Lui: “Cosa intendi dire?”

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A tavola 33 CUCINA

VINO

CALAMARATA IN CREMA FRESCA DI CAPRINO E PORRI

IL SANGIOVESE Denis Meneghini AL GIORNO D’OGGI OGN’UNO DI NOI, UN PO’ PER PASSIONE E UN

PO’ PER QUESTIONI DI ETICHETTA

CONOSCE I VINI PIÙ FAMOSI AL MONDO MA NON TUTTI SANNO CHE DIETRO AD UN GRANDE VINO C’È SEMPRE UN ALTRETTANTO GRANDE VITIGNO.

QUESTA VOLTA PARLIAMO DI SANGIOVESE, UN VINO CHE PRENDE IL NOME DAL VITIGNO, E CHE NEGLI “VINO DI BOTTEGA”. LA STORIA RACCONTA CHE IL SANGIOVESE È UNA DELLE UVE PIÙ VECCHIE DI CUI SI ABBIA NOTIZIA. ADDIRITTURA IN UN DOCUMENTO DEL 1772 SI DICE CHE GIÀ 2000 ANNI PRIMA, AL TEMPO DEGLI ETRUSCHI, SI USAVA QUESTA UVA PER PRODURRE VINO. IL LUOGO DI ORIGINE DEL SANGIOVESE È LA TOSCANA, ANCHE SE ORAMAI VIENE COLTIVATO IN QUASI TUTTA L’ITALIA, IN PARTICOLARE IN EMILIA ROMAGNA. INOLTRE ULTIMI ANNI È RIUSCITO A SCROLLARSI DI DOSSO L’ETICHETTA DI

NEGLI ULTIMI DECENNI IL SANGIOVESE HA AVUTO UN SUCCESSO PLANETARIO, IN QUANTO ALCUNI PRODUT-

N.20-2 ‘A SMORFIA. I NUMERI DEI SOGNI SPESSO INGANNANO, INVECE OGNI NUMERO DELLA PASTA DI GAROFALO È UNA GUSTOSA REALTÀ CHE APPAGA I VOSTRI DESIDERI. METTETE IN GIOCO LA FANTASIA CON UNA COMBINAZIONE VINCENTE: “CALAMARATA E CALAMARIELLE”. MEGLIO DI UN TERNO SECCO!!! ABBIAMO VOLUTO VARIARE RISPETTO ALLA CLASSICA VERSIONE DI QUESTA PASTA SOLITAMENTE CONDITA CON IL PESCE, PROPONENDO UN PIATTO DI VERDURE, MORBIDO QUASI DOLCE.

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TORI CALIFORNIANI, ARGENTINI, AUSTRALIANI E CORSI, HANNO PIANTATO QUESTI VITIGNI NEI LORO TERRITORI CON OTTIMI RISULTATI. IL NOME SANGIOVESE HA ORIGINI MITOLOGICHE, INFATTI DERIVA DAL LATINO” SANGUIS JOVIS”, CIOÈ SANGUE DI GIOVE E NEL CORSO DEL TEMPO SI È TRASFORMATO NEL NOME ATTUALE. RE INCONTRASTATO DEL CENTRO ITALIA, IL SANGIOVESE HA SVARIATI CLONI CHE DI FATTO SONO RICONDUCIBILI AD ESSO, MA IN BASE ALLE ZONE DI COLTIVAZIONE, HANNO ASSUNTO NOMI DIVERSI. INFATTI DIVENTA BRUNELLO A MONTALCINO, PRUGNOLO GENTILE A MONTEPULCIANO E MORELLINO IN MAREMMA. COMUNQUE, ANCHE SE CAMBIA NOME, NON CAMBIA LE PROPRIE CARATTERISTICHE: ACINI DI UN ROSSO NON TROPPO CARICO, TANTA ACIDITÀ E TANNICITÀ CHE LO FANNO APPARIRE UN PO’ GREZZO DA GIOVANE MA GLI DONANO QUEGLI ELEMENTI CHE LO FARANNO EVOLVERE AL MEGLIO NEGLI ANNI A VENIRE, FACENDOLO DIVENTARE UNO DEI MIGLIORI VINI AL MONDO.

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MONDARE, AFFETTARE E LESSARE I PORRI. MESCOLARLI CON IL MIELE, LE SCORZETTE DI LIMONE ED I GHERIGLI DI NOCE. INSAPORIRE CON SALE E PEPE. CUOCERE LA PASTA IN ACQUA BOLLENTE SALATA, SCOLARLA TENENDO DA PARTE UN PO’ DI ACQUA DI COTTURA. CONDIRE LA CALAMARATA CON IL PREPARATO AI PORRI, QUINDI AGGIUNGERE IL CAPRINO ED AMMORBIDIRE CON L’ACQUA DI COTTURA. SERVIRE SPOLVERANDO CON UN’ALTRO PO’ DI PEPE NERO.

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FASCINO CLIMA AGITATO IN FAMIGLIA E IL PARTNER NON VI SODDISFA COME VORRESTE. ARMATEVI DI PAZIENZA L’ APPAGAMENTO È ALTROVE · S ALUTE DOMINATEVI A TAVOLA E CONCEDETEVI IL TEMPO PER L’OTTIMA GINNASTICA DI COPPIA. CHE PERÒ NON BASTA: INCREMENTATE LO SPORT

TORO DAL 21/04 AL 20/05 FASCINO

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SIETE IN VENA DI RINCORRERE IL PIACERE E CON IL PARTNER STATE AFFRONTANDO TROPPE SPESE CHE METTONO TENSIONE. RELAX · S ALUTE VOLTATE PAGINA, VE LO CHIEDE ANCHE LA BILANCIA E, NONOSTANTE LA FORMA DISCRETA, L’UMORE È MALINCONICO

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FASCINO GIOVE ILLUMINA QUESTO VOSTRO ANNO POSITIVO. I SENTIMENTI VOLANO VERSO METE SICURE DOVE L’AMORE SBOCCIA · S ALUTE SE SIETE IN VACANZA E DOVETE TORNARE CONCEDETEVI IL LUSSO DI RIMANDARE DI QUALCHE GIORNO. PUÒ SOLO FARVI BENE!

CANCRO DAL 22/06 AL 22/07

FASCINO LASCIATEVI ALLE SPALLE AMAREZZE E MALUMORI DEGLI ANNI PASSATI. VESTITEVI DI LEGGEREZZA E NON PRENDETEVI SUL SERIO · SALUTE OGNI TANTO LASCIATE CHE GLI AMICI VI DIANO PER DISPERSI E NEL FRATTEMPO RICARICATE LE PILE IN QUALCHE PARADISO DI SILENZIO

LEONE DAL 23/07 AL 23/08

FASCINO

Oroscopo COME ALATI PREDATORI

CON AGGRESSIVITÀ NON VI AIUTA ANCHE SE, IN QUESTO PERIODO, L’ISTINTO È QUELLO. VI ASPETTANO TEMPI DURI · S ALUTE SE AVETE INTENZIONE DI FARE UN VIAGGIO SCEGLIETE METE TRANQUILLE, VICINE A CASA. IL PERICOLO È DIETRO L’ANGOLO

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TUO CUORE HA FINALMENTE TROVATO SERENITÀ. LA GELOSIA, UTILIZZATA POSITIVAMENTE, ACCENDE IL DESIDERIO · S ALUTE I PENSIERI NON VI DANNO PACE, UN CONTINUO ASSILLO VI TORMENTA E NON VI AIUTERÀ CERTO SVUOTARE VASCHETTE DI GELATO

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Problemi alle gengive? Non sottovalutare il problema, parlane subito al tuo dentista. Le malattie parodontali (gengiviti, parodontiti) sono molto diffuse e, se non curate in tempo, possono creare seri disturbi arrivando a causare perfino la perdita definitiva dei denti. Questo tipo di malattia è provocata da un’infiammazione batterica cronica che colpisce e danneggia in maniera grave l’osso e i tessuti molli che lo circondano e che trattengono la radice dei denti. È oramai accertato che la causa principale di questa malattia è l’accumulo indisturbato di batteri, presenti naturalmente nella nostra bocca, nel solco gengivale. Si pensi che questo tipo di malattia colpisce circa il 60% della popolazione e il 10% si manifesta in forme avanzate.

Carie dentale e malattie infiammatorie delle gengive. Queste sono le patologie che principalmente si riscontrano in odontoiatria. L’accumulo di batteri sui denti è il momento primo di queste patologie multifattoriali. Rimuovere regolarmente e con efficacia questi depositi batterici è la base di una corretta prevenzione. Anche la terapia per contrastare le malattie infiammatorie delle mucose orali si basa su questo concetto: rimuovere i depositi di placca e tartaro (placca batterica calcificata) dai denti e dalle superfici radicolari ed insegnare al paziente ad impedire un nuovo accumulo con corrette manovre di igiene orale. Anche antibiotici e antisettici possono essere utilizzati, ma il loro peso nella terapia di queste patologie è marginale. Il ruolo fondamentale è la corretta igiene orale.

Terapia fotodinamica antimicrobica. La terapia fotodinamica antimicrobica consente di eliminare microorganismi batterici singoli e organizzati in biofilms. Questo processo di disinfezione consente di integrare le comuni procedure in endodonzia, parodontologia e cariologia. Il contributo dato dalla terapia fotodinamica antimicrobica si somma alla disinfezione comunemente eseguita in endodonzia, dove una contaminazione residua del sistema dei canali radicolari è alla base di complicanze come il granuloma apicale. In parodontologia i comuni sistemi di levigatura delle radici dentali utilizzati nel trattamento delle parodontopatie hanno il significato di rimuovere i depositi batterici accumulati sulle radici dentali; la terapia fotodinamica antimicrobica aiuta la diminuzione della presenza batterica ponendo le basi per una remissione della patologia infiammatoria. La rimozione del tessuto dentinale intaccato dalla carie è basilare prima di procedere con terapie conservative alla ricostruzione dell’elemento dentale. Anche in questo caso il contributo della terapia fotodinamica antimicrobica dà il suo contributo rimuovendo una quota di batteri.

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