di Chioggia
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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 29 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD
Enti locali Sbloccato il patto di stabilità, i problemi restano pagg.
Ipab Il nuovo presidente: “Serve un segnale di rinnovamento”
Romea Commerciale La bocciatura del Cipe penalizza il sud del Veneziano
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EDITORIALE
Leonardo ranieri presidente di unionmare Turismo, una buona notizia viene data ad inizio stagione e consentirà senza dubbio a Chioggia di poter far sentire la propria voce in un momento non facile soprattutto per le categorie economiche del territorio. pag.
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Le “finte” baLene a chioggia
Avvistamenti di balene a Chioggia? Solo una riuscita trovata di marketing. Tutti o quasi ci sono cascati, anche se il dubbio serpeggiava nell’aria. Un primo video aveva fatto presto il giro del web. pag.
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L’Italia, le urgenze, le tasse ... di Mauro Gambin*
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La protesta dei vongolari, settore in ginocchio
Si sono incatenati in Piazza San Marco per chiedere alla Provincia di rinviare i pagamenti dei canoni e salvare le fideiussioni. Canali: rateizziamo
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opo aver esortato, con una drammatica e sostenuta protesta, la tanto attesa risposta della Provincia alle loro istanze, i vongolari ottengono dall’assessore Giuseppe Canali un segnale che vuole essere di disponibilità: i pagamenti dei canoni (380 euro per ettaro) delle concessioni in esclusiva per gli allevamenti saranno rateizzati, a condizione che i pescatori accettino un meccanismo di garanzia. Messi in ginocchio dall’eccezionale mo-
ria di vongole della scorsa estate, i vongolari chioggiotti, si ritrovavano a dover pagare entro la scandenza del 31 marzo i canoni demaniali - alcune decine di migliaia di euro - di aree improduttive. In una trentina avevano denunciato in più d’una occasione il disagio: senza reddito e concessionari di aree nelle quali le vongole morivano in massa, con raccolti persi e le scadenze da onorare per non compromettere le fideiussioni bancarie.
La protesta aveva raggiunto l’apice con la manifestazione dello scorso 21 marzo a Venezia, quando una ventina di loro si erano incatenati alla colonna del leone in Piazza San Marco. I pescatori, esasperati da una situazione oramai insostenibile - da mesi non vendono prodotto e non riescono a fare reddito - denunciavano la mancanza di disponibilità della Provincia ad un dialogo. pag. 8
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PAGAMENTO IN CONTANTI vedi p.17
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orse è utile dare alcune informazioni relative al dibattito in corso sulla sanità privata nel Veneto. Le polemiche di questi giorni riguardano le strutture private ambulatoriali convenzionate, cioè operatori privati che vengono pagati dalla Regione per erogare ai cittadini dei servizi sanitari con il solo pagamento del ticket.
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di Unità GIA CHIOG
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*Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto
continua a pag.
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’Italia nel dopo voto avrebbe dovuto trovare risposte. Invece. Si sono moltiplicati gli interrogativi. I partiti bisticciano sulle priorità: prima il governo, prima le commissioni speciali o prima il presidente della Repubblica? Pd, Pdl, M5s che oggi si divino quasi in proporzioni uguali il Parlamento, giocano a “morra cinese” e più spesso alle “tre carte” ma non vince nessuno. Non c’è intesa su niente, tutti aspettano che la prima mossa la facciano gli altri e si dicono spazientiti ripetendo ossessivamente come in una “reclame” che “L’Italia non può più aspettare”. Lo dicono a noi che di pazienza ne portiamo più di Giobbe e non ci nascondiamo nemmeno l’eventualità che questo clima di incertezza possa rianimare da un momento all’altro la corsa dello spread e la sfiducia dei mercati. Forse sarà rimasto deluso chi da questa nuova stagione politica si aspettava tutti i nodi al pettine, una distinta riga di demarcazione nell’Emiciclo tra il “nuovo” e il “vecchio” o la buona politica sciolta dall’ideologia, ne è uscito invece un Parlamento diviso tra “Il buono, il brutto e il cattivo” a “geometria variabile” nel senso che è facoltà vostra assegnare di volta in volta il ruolo a chi vi pare. continua a pag. 3 *direttore@lapiazzaweb.it
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I gruppi micologici di Mirano hanno premiato l’ assessore provinciale Lucio Gianni in segno di riconoscimento per la profonda collaborazione vigente tra le associazioni e la Provincia. E’ stato consegnato “ il fungo d’ oro “ in occasione del festeggiamento dei 34 anni di attività delle associazioni a chi ha saputo valorizzare, patrocinando tutte le iniziative, l’ambiente e il rispetto per la natura. “ Questo riconoscimento - dichiara l’assessore Lucio Gianni - lo condivido con l’amministrazione provinciale che ha saputo svolgere un buon lavoro per agevolare le attività di volontariato presenti nel territorio. I gruppi attualmente attivi sono 6 e svolgono un lavoro importante di studio scientifico e di promozione della micologia, diffondendo il rispetto della natura“.
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La venezia di fiLippi tra ‘800 e ‘900
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Sono passati oltre 40 anni dalla tragica scomparsa del sacerdote chioggiotto Giuseppe Ballarin, eppure c’ è ancora un certosino lavoro di ricerca, oltre che di devozione, da parte di giovani fedeli ed estimatori che hanno addirittura realizzato dei video-ricordo. Tra i più seguiti c’ è quello realizzato da Roberto Lanza inserito su youtube. Nel video, ricco di foto d’ epoca, viene anche riproposta l’ immagine della chiesetta del Granaio che oltre ad essere dedicata a tutti gli scomparsi in mare, era anche legata alla figura di don Giuseppe Ballarin.
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Tanto il risultato pare non cambiare più di tanto. A spadroneggiare è la strategia: quella delle elezioni, non quella delle priorità da affrontare. Tuttavia, l’Italia non è solo la sua classe politica e sarebbe sbagliato addossare a quest’ultima ogni responsabilità della situazione attuale, molte sono responsabilità dirette della così detta “società civile” la stessa che è diventato di moda citare in politica come slogan del candore. Tra qualche settimana, dopo la dichiarazioni dei redditi, sono sicuro resteremo basiti da qualche notizia sulle cifre che la società civile dichiarerà al fisco. Ogni anno con disinvoltura, come si trattasse di una nota di colore o di una “freddura” un po’ volgare vengono diffuse notizie sulle evasioni fiscali: gli orafi vicentini con redditi sotto i 12 mila euro (annui!), i grandi capitali nei paradisi fiscali, il professionista del nero: il bestiario degli evasori è vario e vasto, tanto da stare agli italiani come il detto che ci vuole un popolo di “santi, poeti e navigatori” o “grandi amatori”. Il problema c’è, se la media dei redditi dischiarati all’erario dagli imprenditori si aggira attorno ai 19 mila euro annui. Perché si deduce che il peso fiscale sta quasi esclusivamente su lavoratori dipendenti e pensionati. E’ così, infatti, il gettito arriva per il quasi il 55% dai lavoratori dipendenti, quasi il 24% dai pensionati, solo per il 7% contribuisce il lavoro autonomo e per meno del 4% l’impresa. Certo, chi obbietta che Italia si pagano tasse come in uno stato del Nord Europa e si ottengo servizi come in una paese dell’africa, dice una cosa vera, chi sostiene che il costo per il lavoro dipendente è troppo alto, parla di sacrosanta verità, e chi chiede un patto per il fisco più equo chiede una cosa giusta, le tasse vanno abbassate ma intanto gli italiani, senza necessariamente aspettare che la politica si metta d’accordo, inizino a pagarle. Anche questa è un’urgenza. di Mauro Gambin
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Chioggia
un video ricordo di don giuseppe baLLarin
segue da pag.
Chioggia turismo
amministrative
Cartoline di Chioggia “spedite” in tutto il Veneto
economia
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“Chioggia capitale del radicchio” piace ed ha successo
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Provincia
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Quattro Comuni al voto nel Veneziano pag.
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La variante al Prg per la zona dei comparti di Viale Mediterraneo pag. 19
In arrivo la stangata di primavera
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La mostra “baLene e capeLLi bLu”
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Venetkens, il viaggio tra gli antichi veneti
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Martina Calore, promessa della scienza
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Regione
La fotografia storica sarà il tema di studio e approfondimento della mostra “Venezia tra ‘800 e ‘900 nelle fotografie di Tomasi Filippi” che si terrà in Villa Pisani a Stra fino al prossimo 3 novembre. La mostra, organizzata con Manus, in collaborazione con Ire (istituzioni di Ricvero e di Educazione venezia - Fondo Tomaso Filippi) propone 150 foto e una proiezione su schermo di trenta stereoscopie, una tecnica inventata nel 1832 e che anticipa le attuali versioni del 3D, che accompagnano il visitatore “dentro” Venezia, nel paessaggio dei secoli scorsi.
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Venice’s Ring, la band che spopola sul web pag. 38
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“Balene e capelli blu. La fantasia illustrativa di Israele”, è la mostra ideata dall’associazione culturale Teatrio in collaborazione con San Servolo Servizi e patrocinata dalla Provincia di Venezia. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 12 maggio, con ingresso libero. L’esposizione, all’Isola di san Servolo, raccoglie oltre 100 tavole originali realizzate da 23 artisti tra i quali Ofra Amit e Raaya Karas. Ogni sabato e domenica dalle 11 alle 18, sono in programma per i bambini visite-gioco all’esposizione e laboratori creativi.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della GIVE EMOTIONS Srl
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Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
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Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 28 marzo 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)
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4 Argomento del mese ENTI LOCALI L’esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno previsto dal decreto del governo, sarà di 5 miliardi per gli enti locali, 1,4 miliardi per le Regioni, 500 milioni per le amministrazioni centrali. In Veneto arriveranno 3,4 miliardi nell’arco dei due anni, che diventano 7 miliardi se si considera che la pubblica amministrazione ha 90-100 miliardi di debito verso le aziende
Sbloccato il Patto di stabilità, p
di Alessandro Abbadir
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Dal Negro: ”Si aiutano i sindaci più furbi, che hanno fatto soffrire le imprese”
i allenta il Patto di stabilità e finalmente i comuni veneti possono tornare a respirare, ma non troppo. Le cifre ci sono e a livello nazionale sono imponenti. L’esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno previsto dal decreto del governo, sarà di 5 miliardi per gli enti locali, 1,4 miliardi per le Regioni, 500 milioni per le amministrazioni centrali e 800 milioni per investimenti cofinanziati dai fondi strutturali europei. Nel bilancio dello Stato viene istituito un unico Fondo da 26 miliardi di euro, articolato in tre sezioni comunicanti tra loro, per il pagamento dei debiti degli enti locali (2 miliardi nel 2013 e nel 2014), delle Regioni per debiti diversi da quelli sanitari (3 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014) e sempre delle Regioni ma per debiti sanitari (5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014). Comuni e Province, entro il 30 aprile, faranno richiesta di autorizzazione al ministero delle Finanze per i pagamenti da effettuare che dovranno essere autorizzati entro il 15 maggio e finanziati con le disponibilità liquide degli enti. Entro il 15 giugno le amministrazioni dovranno comunicare importi e tempistiche alle imprese. Ma quanti soldi arriveranno in Veneto? 3,4 miliardi nell’arco dei due anni, secondo gli uffici studi delle associazioni di categoria, che diventano 7 miliardi se
Un giudizio definitivo sul decreto si potrà dare solo dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi ediLizia scoLastica
Servono 111 milioni
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vincoli del Patto di Stabilità avevano bloccato anche gli interventi nel settore dell’edilizia scolastica mettendo a rischio la sicurezza dei bimbi che si trovano all’interno. Anci Veneto ha condotto un’indagine in cui chiedeva alle municipalità di indicare gli importi necessari per la sistemazione dei plessi ma bloccati dal patto. Con risposte da parte di 84 Comuni da tutto il Veneto che rivelano una cifra complessiva molto alta: ben 111.254.099,26 euro. Nell’ambito del questionario, le spese maggiori giudicate necessarie sono per i 18 comuni della provincia di Treviso che hanno risposto, con 37 milioni di euro in totale. A seguire le 19 municipalità veronesi con quasi 18 milioni e le 7 veneziane con 21.643.000 euro. Non si scherza neppure nelle 17 municipalità del vicentino (14,5 milioni) e nelle 15 del padovano (8.636.000). 1.169.200 euro costituisce il fabbisogno delle 6 bellunesi, 325mila euro quello delle 2 rodigine, La stessa Anci ha parlato del problema nelle scorse settimane con il prefetto di Verona Perla Stancari. “Il prefetto si è dimostrato sensibile a questo tema – spiega il presidente dell’Anci regionale Giorgio Dal Negro. Legge che ci prescrive tutti gli adeguamenti antisismici e migliaia di bambini che dentro quegli immobili hanno lezione ogni giorno. Continueremo i confronti sull’argomento con gli altri prefetti della regione”.
si considera che la pubblica amministrazione ha 90-100 miliardi di debito verso le aziende. “La scelta di sbloccare 40 miliardi di pagamenti per le aziende è un’ottima notizia. Come Anci Veneto abbiamo preteso con forza questo provvedimento, che salutiamo con favore. In questo modo si ridà fiato alle tante aziende in difficoltà e si liberano risorse fondamentali per far tornare a crescere la nostra economia. Occorre proseguire su questa strada, allentando il patto di stabilità, in modo da consentire ai Comuni di avviare tante piccole e medie opere pubbliche, che renderanno più moderne le nostre città e creeranno lavoro”, ha detto Flavio Zanonato sindaco di Padova. I malumori però ci sono, e sono a tutti i livelli. Il governatore Zaia parla di “nuove blindature” del patto di stabilità che di fatto non permettono di spendere alla Regione un euro in più. “Anche per chi potrà entro il 30 aprile fare richiesta per ammorbidire i vincoli del Patto di Stabilità per pagare i debiti arretrati – spiega Giorgio Dal Negro all’Anci Veneto - il decreto potrebbe rivelarsi poco efficiente”. Facciamo esempio di grosso comune nella nostra regione. Il Comune di Venezia, per esempio, ha saldato circa un centinaio di milioni di euro di arretrati, ma non è detto che potrà stornarli nel calcolo del Patto. Il governo infatti prevede un tetto totale di
5 miliardi di euro da suddividersi per tutti i debiti arretrati di tutti i Comuni italiani. Se dovesse venir fuori che il totale dei debiti da saldare è di più di 20 miliardi di euro, allora il tetto di spesa per ogni Comune sarà ridotto a un quarto del debito effettivo da saldare. Il presidente dell’Anci Veneto Giorgio Del Negro che è sindaco del comune di Negrar è stato chiaro. “Il decreto va bene - spiega il presidente dell’Anci - ma senza provvedimenti in programma per allentare il Patto di stabilità, lo strumento serve solo ad aiutare i sindaci più furbi, quelli che hanno fatto soffrire le imprese perché hanno commissionato lavori che sapevano di non poter pagare. I sindaci veneti, in genere, hanno invece bloccato i lavori che sapevano di non poter saldare e quindi l’ammontare dei debiti arretrati è davvero basso. Insomma un decreto che pare fatto per altri”. L’impressione è che per l’ennesima volta, invece di sanzionare certe condotte amministrative, si rischi di aiutare chi si è comportato peggio. Aree del territorio nazionale, fa capire l’Anci Veneto, che si trovano ben distanti da qui. Comunque un giudizio definitivo sul provvedimento si potrà dare solo dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi perché così non è ancora chiaro a quanto ammontano le somme che potranno essere liberate.
Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Nel veneziano
Francesca Zaccariotto
Parla la Zaccariotto
per i comuni i problemi restano Le critiche L’analisi Interviene Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre
“In questa fase, a disposizione solo 500 milioni di euro” di Alessandro Abbadir
L spalla pag 5 per vene-
a Cgia di Mestre, con il suo segretario Giuseppe Bortolussi, dopo aver letto il nuovo decreto sullo sblocco dei primi 40 miliardi di euro di debiti che la Pubblica amministrazione deve onorare nei confronti delle imprese italiane, si pone una domanda precisa “Lo Stato centrale continua a non pagare?”. Bortolussi fa un’analisi al dettaglio. “Ebbene - dice Bortolussi - al netto dei 6,5 miliardi di rimborsi fiscali - tasse che i contribuenti italiani hanno ‘pagato in più’ - e dei 26 miliardi di euro che il Ministero dell’Economia e delle Finanze farà confluire in un apposito fondo a disposizione degli enti locali e delle regioni prive di liquidità, risorse che dovranno comunque essere recuperate tra le pieghe dei loro bilanci e restituite con gli interessi, pare di capire che l’amministrazione centrale metterà a disposizione solo 500 milioni di euro all’interno del pacchetto relativo all’allentamento del Patto di stabilità interno”. Prendendo come buona la stima di 91 miliardi di euro quale debito della P.A nei riguardi delle imprese, la Cgia è convinta che siano molti di più perché nell’indagine campionaria della Banca d’Italia non si tengono conto delle imprese al di sotto dei 20 addetti che costituiscono il 98% di tutte le aziende presenti in Italia e di quelle operanti nei servizi sociali e sanitari. Pertanto, dei 91 miliardi di debito complessivo, ben 44 miliardi sono in capo a Regioni ed Asl. Gli altri 47 miliardi, invece, si distribuiscono tra Comuni, Province e Stato centrale. “Purtroppo, dalle stime della Banca d’Italia non è possibile misurare quant’è il debito da attribuire all’amministrazione centrale. “Tuttavia – conclude Bortolussi – non c’è sicuramente proporzione tra lo sforzo richiesto alle Regioni, alle Ulss ed agli enti locali e quello che dovrà fare lo Stato centrale, visto che di suo sborserà, in questa prima fase, solo 500 milioni di euro”.
ziane
della Provincia I
n Provincia di Venezia, gli enti locali non sono entusiasti del decreto che sblocca denaro allentando il Patto di Stabilità. La prima degli scontenti è la presidente della provincia Francesca Zaccariotto.“Ho accolto con sconcerto questo ennesimo decreto, lo ritengo una grande bufala, che parte da una motivazione sacrosanta, quella dei pagamenti alle aziende, alle imprese commerciali che lavorano per la pubblica amministrazione, solo che noi non ne avevamo bisogno, dal momento che c’era già una legge in vigore, che fissa il termine di pagamento in 30 giorni, e che noi rispettiamo a pieno, con puntualità, avendolo abbassato a 28 giorni. E cosa fa il governo di fronte alla nostra virtuosità? Ci punisce, ci taglia ancora le risorse per altri 5 milioni e 400 mila euro, rispetto ai tagli già previsti di 10 milioni e 300 mila euro, già noti, quindi con un taglio complessivo al bilancio provinciale di 15 milioni 727 mila 459 euro, che diventeranno 16 milioni il prossimo anno. Condivido comunque l’obiettivo del governo di pagare i fornitori che hanno operato al servizio della P.a, e che si trovano in molti casi a dover fungere da banca al proprio committente pubblico per un tempo indefinito, con i tempi biblici di molti enti nell’onorare i pagamenti per i vincoli imposti dal patto di stabilità, oppure a non ricevere mai i dovuti pagamenti”. La Zaccariotto spiega nel concreto i problemi che si vanno ad affrontare. “Si colpisce oltre che l’ente - aggiunge - il territorio, i cittadini, le famiglie, perché per quanto ci riguarda l’avanzo di amministrazione che avevamo accumulato nel 2012, e che nel bilancio 2013 avremmo destinato a nuove opere viabilistiche, alla manutenzione delle scuole e al supporto al lavoro e formazione professionale, dovrà essere interamente utilizzato per mantenere gli equilibri di bilancio, ricorrendo a una nuova manovra di assestamento. Nel Veneto siamo la Provincia più penalizzata, con Rovigo, pur essendo la Provincia più virtuosa, con il livello di indebitamento minore – intorno al 3% contro l’8% previsto per legge – e l’assoluto rispetto del patto. Sono convinta che il Governo non abbia gradito il decreto ingiuntivo che questa Provincia ha vinto contro lo Stato ottenendo un rimborso di 44 milioni di crediti pendenti. Ma mi chiedo, perché ciò che è corretto per altri non deve esserlo per lo Stato? Come questa Provincia rispetta i tempi previsti pagando le prestazioni ricevute nei tempi di legge, altrettanto si rivale nei confronti della stessa pubblica amministrazione quando è lo Stato che non lo fa. E inoltre si penalizza ancora una volta l’ente con minore autonomia finanziaria, che è basata com’è noto sulle imposte di registro e di immatricolazione (rc e ipt) delle auto, ma vorrei ricordare a questo governo che Venezia è unica anche nel suo essere una provincia d’acqua, con un numero di auto decisamente inferiore a quello delle altre province venete”. Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni dal canto suo,è moderatamente soddisfatto del decreto governativo anche se critica il Patto di stabilità come vincolo “Il patto di stabilità - ha detto Orsoni - è un cappio al collo delle amministrazioni comunali e il Governo che abbiamo avuto, non è stato di tecnici ma di ragionieri. Se si vuole innovare, il cambiamento deve essere realmente totale sia per gli esponenti del governo che per l’alta dirigenza dello Stato”. Critiche ai vincoli del patto di stabilità erano arrivati dai sindaci di Campolongo Maggiore, Chioggia, Mira, Mirano e del Veneto orientale .Intanto gli uffici di ragioneria dei vari enti locali sono già alle prese con nuove voci che spariranno dal documento di rendiconto: scomparirà, infatti, il fondo di riequilibrio e sarà sostituito dal Fondo di solidarietà dei comuni, mentre il Fondo incentivazione degli investimenti verrà definitivamente abolito. In tutti i comuni della provincia poi si dovrà fare i conti con la Tares , la nuova tassa sui rifiuti, si parla del 20% in più rispetto alla Tia. Una questione quella della Tares che per la maggioranza dei comuni della provincia è affrontata con la partecipata Veritas. Da giugno in poi ripartirà anche il calcolo e pagamento dell’Imu che visto che finora A.A. non è stata ne modificata ne cancellata.
6 Chioggia Infrastrutture Il Gruppo turismo di Chioggia denuncia
Territorio isolato senza collegamenti viari Dopo il rinvio dell’esame da parte del Cipe del progetto della cosiddetta Romea commerciale, i commenti di Ascom e Ctg: bocciatura penalizzante per il sud del Veneziano
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l Gruppo Turismo Chioggia richiama l’attenzione sul problema logistico e sull’isolamento della città. Un giovane su due senza lavoro, la concorrenza di un porto logistico a 10 km in linea d’aria e una Romea al collasso. Tre buoni motivi per procedere velocemente con la realizzazione di nuovi collegamenti viari come la Romea commerciale, il cui progetto è stato nuovamente rinviato dall’esame del Cipe su richiesta dei comitati della Riviera, che reclamano una Da sx Alessandro Da Re e Marino Masiero Ammonta invece a 50 miliardi la perdita di ricchezza nel maggior attenzione ambientale per il loro territorio. “I costi sociali del nostro isolamento non sono più so- solo 2010, dovuta al divario infrastrutturale esistente fra stenibili - spiega Alessandro Da Re, presidente Ascom - la le aree del nostro paese. Risultano incompiute 27 opere bocciatura della Romea Commerciale è uno dei tanti epi- infrastrutturali, alcune risalenti a 50 anni fa, per un valore sodi che continuano a penalizzare la città nel suo insieme, di 31 miliardi di euro”. Si tratta di un quadro ancora più sconfortante se mesal di là della questione dei flussi turistici. Il traffico attuale della Romea arriva a quasi 3000 mezzi all’ora con una so a confronto con i dati della depressione occupazionale velocità media tra gli 80 e i 103 km orari. La messa in giovanile dell’area di Chioggia, Cona e Cavarzere. “Nel nord della Provincia - afferma Marino Masiero di sicurezza dell’attuale Romea è auspicabile e necessaria, ma non potrà risolvere né la questione della pericolosità GTC - la disoccupazione tocca il 22%, da noi il 50%: siamo dei flussi del traffico, né tantomeno il rilancio del territorio. ai livelli della Calabria. Un gap pesantissimo che trova anL’Italia è drammaticamente indietro rispetto agli altri paesi che nella mancata o ritardata infrastrutturazione stradale europei. In particolare, per il gap della filiera logistica e dei e in una mobilità ottocentesca le sue cause principali. Gli sistemi di trasporto, rispetto alla Germania sono andati in investimenti per le infrastrutture in Italia hanno subito un fumo 142 miliardi di prodotto interno lordo in 10 anni. taglio per il triennio 2012-2014 di 18 miliardi di euro. Del-
le risorse comunitarie è stato utilizzato solo il 12% dei 41 miliardi stanziati per il quinquennio 2007-2013. La rete autostradale italiana negli ultimi 20 anni è cresciuta di un decimo rispetto a quella francese e addirittura venticinque volte meno di quella spagnola. Noi siamo assolutamente sensibili alle questioni ambientali e siamo dell’idea che le strade inutili che deturpano il territorio non si debbano fare, ma abbiamo un porto commerciale sul quale in trent’anni sono stati investiti oltre 150 milioni di euro che non decolla perché non abbiamo collegamenti infrastrutturali con il resto dell’Italia”. Forti critiche sono dirette da Masiero anche al polo logistico di Dogaletto. “Questo polo, collegato alla piattaforma offshore, sancirà definitivamente la morte del porto di Chioggia. Non si capisce perché, nonostante tutti gli elementi di salvaguardia della laguna e di preservazione di un territorio così delicato, si pensi a fare un nuovo terminal portuale che prevede l’attraversamento del futuro sito Unesco da parte di centinaia di chiatte portacontainer. Tutto ciò è inconcepibile a maggior ragione se si considera che a poco più di una decina di chilometri in linea d’aria c’è un porto più che attrezzato, che attende solamente le merci”. M.Bo.
neWs Fortunato Guarnieri
“una bastonata per chioggia”
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a decisione del Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) di rinviare il progetto della Romea Commerciale - mentre si è accordato di fare il priolungamento della Piovene-Rocchette- penalizza non solo Chioggia ma diventa un problema logistico ben più esteso. E’ il capogruppo di Sel in Consiglio comunale ed ex sindaco Fortunato Guarnieri a commentare la questione dal blog di Chioggiaazzurra. Si tratta di capire - sostiene - se c’è la volontà del governo di creare un’alternativa a quella grande opera che fu realizzata negli anni ‘50-’60, l’autostrada del Sole, sulla dorsale Adriatica. Essa, che rappresenta l’unico asse viario che fa arrivare dall’est-Europa merci e turismo, è sede di intensissimo traffico, non più sostenibile. Vi è poi una questione sicurezza non trascurabile che riguarda la Statale 309, teatro ogni anno di numerosi e tragici incidenti. “Per l’Italia e per quest’area - sono le parole di Guarnieri - la decisione del Cipe rappresenta un’ulteriore bastonata. Credo che ormai quest’opera sia dovuta”. Il capogruppo di Sel chiama in causa la Regione Veneto e il suo presidente Luca Zaia. “Il governatore - dice - deve far valere le giuste istanze e le forze politiche devono supportare Zaia per ottenere un risultato”. “Nel frattempo conclude - continuiamo a piangere le disavventure che per questa infausta strada (la Romea) saremo costretti ancora a patire”.
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e soluzioni per recuperare i ritardi sono secondo il Gtc di tipo infrastrutturale: ferrovia diretta con Padova; completamento dell’Arzerone fino a Santa Margherita e realizzazione dell’ultimo tratto della Monselice Mare. “Non è questione di far polemica afferma Leonardo Ranieri, presidente UnionMare Veneto, - si tratta di valutare attentamente il tracciato, che comprendiamo possa creare problemi a territori che sono già stati ampiamente feriti da una serie di nastri stradali, ma non è possibile che un’area servita da tutti i collegamenti via aria, terra (strade-ferrovie ) e mare, blocchi le minime aspettative di chi fino ad oggi non ha avuto nulla. Sulla tutela del paesaggio possiamo dire la nostra dato che siamo l’u-
Ferrovia diretta con Padova, completamento dell’Arzerone e della Monselice Mare nica parte attiva della Provincia che sta lavorando seriamente e sistematicamente da anni sul turismo lento, sull’Ecomuseo della laguna e sulla fruibilità sostenibile delle nostre risorse marine e delle vie d’acqua (Parco marino delle Tegnùe e pista ciclabile). La proposta è fermare la Orte-Roma-Venezia a sud della Provincia, collegandola al casello di Monselice tramite la Mantova Mare. Potrebbe essere una buona soluzione per tutti, anche per i comitati di Mira”. M.Bo.
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Il caso
Sanità privata serve una svolta
La protesta Moria di vongole, la Provincia viene incontro alle richieste dei vongolari, titolari delle concessioni
Pagamenti dilazionati dei canoni di Giovanni Giovetti
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opo aver esortato, con una drammatica e sostenuta protesta, la tanto attesa risposta della Provincia alle loro istanze, i vongolari ottengono dall’assessore Giuseppe Canali un segnale che vuole essere di disponibilità: i pagamenti dei canoni (380 euro per ettaro) delle concessioni in esclusiva per gli allevamenti saranno rateizzati, a condizione che i pescatori accettino un meccanismo di garanzia. Messi in ginocchio dall’eccezionale moria di vongole della scorsa estate, i vongolari chioggiotti, si ritrovavano a dover pagare entro la scandenza del 31 marzo i canoni demaniali - alcune decine di migliaia di euro - di aree improduttive. In una trentina avevano denunciato in più d’una occasione il disagio: senza reddito e concessionari di aree nelle quali le vongole morivano in massa, con raccolti persi e le scadenze da onorare per non compromettere le fideiussioni bancarie. La protesta aveva raggiunto l’apice con la manifestazione dello scorso 21 marzo a Venezia, quando una ventina di loro si erano incatenati alla colonna del leone in Piazza San Marco. I pescatori, esasperati da una situazione oramai insostenibile - da mesi non vendono prodotto e non riescono a fare reddito - denunciavano la mancanza di disponibilità della Provincia ad un dialogo. Sostenuti anche da Federcontribuenti nella loro iniziativa di protesta attaccavano, anzi, l’ente che non avrebbe voluto ascoltare le loro istanze. I pescatori denunciano da tempo che alcune opere di scavo eseguite in laguna la scorsa estate nel canale dei Petroli secondo loro sarebbero state la causa della anossia - mancanza di ossigeno - che avrebbe prodotto la moria delle vongole. “Siamo in una situazione paradossale - affermava in occasione della protesta in piazza san marco - con lo Stato, rappresentato in questo caso dalla
La protesta dei pescatori chioggiotti a Venezia. Sopra l’assessore Giuseppe Canali Provincia di Venezia, che da un lato è causa dei guai di questi pescatori e dall’altro, nonostante sia stato chiesto più volte un incontro con la presidente Francesca Zaccariotto, è sordo alle istanze dei lavoratori del mare”. “Chiediamo - aggiungeva - l’immediata sospensione della escussione delle fideiussioni fatte presentare a garanzia delle concessioni diventate inservibili”. A questo riguardo i pescatori chioggiotti chiedevano nuove aree ed eventuali risarcimenti per il danno subito dalla categoria, danno, che secondo quanto stabilito da alcune perizie sugli esiti delle quali sono state messe al corrente anche gli enti competenti, sarebbe da attribuire non solo a cause naturali ma appunto anche ai lavori condotti in laguna la scorsa estate. Motivazioni che Ruggero Ruggeri, presidente del Gral, l’ente provinciale coordinatore di tutte le attività legate alla produzione ittica della Laguna
di Venezia, aveva “congedato” ricordando che lo scorso novembre nessuno dei pescatori volle cambiare quando fu chiesto a coloro che erano stati colpiti dalla moria di vongole se intendessero cambiare le aree in concessione. A metà aprile il segnale di apertura dell’assessore provinciale Canali che non soddisfa a pieno le richieste dei pescatori, i quali avrebbero preferito rinviare del tutto i pagamenti, in una fase di grande difficoltà economica. Una strada quest’ultima non percorribile per l’assessore in quanto non prevista dalla legge. Il dilazionamento delle somme può essere comunque un aiuto da parte della Provincia, a condizione che, osserva il vicesindaco Maurizio Salvagno che di recente aveva sollecitato l’attenzione della Provincia e del Gral sulla questione, le condizioni siano accettabili per i pescatori, relativamente a modi e tempi di pagamento.
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1
Nel territorio sono inoltre presenti altre imprese private che hanno le stesse caratteristiche autorizzative ma non sono convenzionate. Cioè vendono servizi sanitari rivolgendosi ad un mercato totalmente privato ed il cittadino deve pagare interamente la prestazione che riceve. Il dibattito di queste settimane nasce per due motivi ben precisi: uno strategico ed uno economico. Quello strategico riguarda il decisore cioè il soggetto che in nome e per conto della Regione acquista i servizi sanitari dai privati convenzionati. In passato era la Regione che decideva da chi e quanto si acquistava e poi calava questo accordo nel territorio senza che i direttori generali delle Ulss avessero un ruolo operativo. Non esistevano criteri se non la discrezionalità di accogliere o respingere, in tutto o in parte, quanto veniva richiesto. Questo ha comportato la concentrazione dell’offerta dei servizi sanitari del privato convenzionato dove più ricco era il mercato, secondo una legittima logica d’impresa. Quello economico riguarda invece la diminuzione del budget, cioè della cifra che la Regione intende investire nell’acquisto di prestazioni sanitarie dai privati convenzionati. Su questo aspetto va detto che la diminuzione è stata significativa ma soprattutto il tempo intercorso fra la decisione della Giunta Regionale e la sua applicazione è stato talmente breve che coloro che hanno una organizzazione complessa (e per questo spesso molto qualificata) non sono nelle condizioni di adeguarla senza traumi occupazionali e logistici. È quindi necessario intervenire allungando ragionevolmente i tempi di applicazione delle nuove norme. La questione strategica è invece fondamentale per la Regione perché la delibera della Giunta propone un cambio di mentalità epocale e pone in carico al Direttore Generale la responsabilità della gestione dei servizi sanitari nell’ambito del proprio territorio e quindi decide lui quanto comprare e da chi. La norma prevede che il Direttore debba agire secondo criteri resi pubblici e che saranno verificati dalla Giunta Regionale e dalla V Commissione, entrambi gli organi potranno modificare le decisioni del Direttore Generale di ogni singola Ulss con delle pubbliche motivazioni. Un percorso trasparente alla determinazione del quale tutti i soggetti portatori di interesse potranno concorrere sapendo che l’obiettivo della sanità pubblica o pagata dal pubblico è quello di fornire ai cittadini i migliori servizi possibili in base alle risorse disponibili perché per farlo vengono usati i soldi di tutti. Gli altri aspetti, occupazionali ed aziendali, vanno comunque affrontati e risolti ma necessariamente in modo consequenziale alla programmazione regionale del resto è evidente che chi beneficia dell’essere fornitore della Regione non può agire in modo difforme da quanto prevede il proprio committente. *Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto
Demolizione delle imbarcazioni
sessanta giorni d tempo per presentare Le domande
E
’ stato pubblicato lo scorso 27 marzo sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del 27 dicembre scorso del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il bando “straordinario” relativo alla misura “Arresto definitivo” del FEP, mediante demolizione, delle navi da pesca venete. I pescatori interessati avranno 60 giorni di tempo per presentare le domande presso i competenti Compartimenti Marittimi dove la nave è iscritta. Il premio dell’
arresto definitivo è destinato ai proprietari delle navi da pesca con licenza di strascico la cui lunghezza è pari o inferiore a 15 metri. La Regione del Veneto ha destinato per tale iniziativa 4 milioni di euro. “Stiamo raccogliendo i frutti del nostro impegno – spiega l’assessore regionale alla Pesca e all’agricoltura Franco Manzato – e vediamo finalmente concretizzato il sostegno delle imprese venete che operano a mare con piccole imbarcazioni, rimaste escluse
da analoghe iniziative predisposte dall’Autorità Centrale, nell’ambito della programmazione 2007-2013 cofinanziata dal FEP che hanno privilegiato le navi di stazza più elevata. Prevediamo la demolizione di circa 35 navi – aggiunge Manzato – appartenenti al segmento produttivo maggiormente penalizzato dalle recenti normative comunitarie (strascico costiero) e che risultano essere, visto le priorità del bando, quelle più vecchie e quindi le più pericolose in termini di icurezza del lavoro”.
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L’assessore Canali propone la rateizzazione dei pagamenti, le fideiussioni sono salve. Soddisfazione a metà per i pescatori che chiedevano il rinvio
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10 Chioggia Pesca In Regione le minoranze strappano un significativo stanziamento
Arrivano due milioni di euro Disponibile un ingente fondo a favore dell’integrazione al reddito dei pescatori di mitili del Delta del Po e di Chioggia di Fortunata Marinata
D
ue milioni di euro a favore dei molluschicoltori del Basso Polesine e di Chioggia. Grazie ad un emendamento alla finanziaria presentato in concomitanza alla votazione del bilancio regionale, presentato dal gruppo della Federazione della Sinistra Veneta, è stato stanziato un ingente fondo a favore dell’integrazione al reddito dei pescatori di mitili del Delta del Po e di Chioggia. Si tratta di un fattivo sostegno ad un settore che rischia il tracollo e che, nel solo Polesine, interessa oltre 2000 pescatori, il cui reddito è sempre più falcidiato dalla crisi del settore, dalla mancata manutenzione delle lagune, dalle morie e dalle crisi ecologiche. “Questo contributo rappresenta una risposta concreta per i lavoratori di un settore troppo trascurato e per le loro famiglie - commenta Pietrangelo Pettenò, deposita-
rio dell’emendamento - la situazione della pesca è ormai allo stremo e manca una seria programmazione. L’Iva al 21% sul gasolio (e prossimamente al 23%) non è più sostenibile, mentre il fermo pesca, pur se necessario, deve essere pianificato e programmato. Ai pescatori devono essere garantiti ammortizzatori sociali e un reale sostegno al reddito durante tale periodo”. Il voto in consiglio ha costituito anche un piccolo brivido per la maggioranza di Zaia, infatti l’emendamento è stato appoggiato compattamente da tutte le opposizioni trovando pure una sponda inaspettata tra fila della Lega e a questo punto la maggioranza è finita sotto correndo il rischiato di aprirsi in due come una cozza. Non sono mancati, infatti, i commenti negativi di parte di Pdl sul voto, l’assessore Elena Donazzan, per esempio, non ha mancato di biasimare la destinazione dei
due milioni di euro, in quanto avrebbe ritenuto più opportuno che tale somma venisse usata per il finanziamento della cassa integrazione in deroga, la cui copertura è garantita solo fino a maggio. Una posizione non condivisa dalla Uil rodigina che in una nota ha replicato alle dichiarazioni dell’assessore di palazzo Balbi. “Dispiace – questo il tono del comunicato – che l’assessore Donazzan parli di sottrazione alle risorse destinate al finanziamento della cig in deroga, in quanto riteniamo tale fondo di fondamentale importanza per il sostegno dell’occupazione di un settore in cui sono impegnati duemila operatori e con un indotto che in Veneto tocca la ragguardevole cifra di 15 mila addetti”. Per i consiglieri del Pd Graziano Azzalin e Lucio Tiozzo, oltre ad una vittoria a favore del territorio si è trattato anche di un significativo successo politico.
“Con questo stanziamento – ha spiegato Azzalin - la molluschicoltura veneta finalmente può dotarsi degli strumenti per divenire un punto di forza del settore primario e volano di sviluppo per il Basso Polesine e per tutta la regione”. Mentre per quanto riguarda l’aspetto politico della votazione il commento del collega chioggiotto Tiozzo è stato più pungente. “Non si può non sottolineare ciò che
ormai balza agli occhi di tutti, ossia che l’alleanza fra Lega e Pdl fa acqua, e anche parecchio salata, da tutte le parti”. “Adesso – ha concluso Pietrangelo Pettenò - chiediamo alla Giunta Regionale di approvare quanto prima un regolamento attuativo per l’utilizzo di questo fondo, in modo da dare una preziosa boccata d’ossigeno a migliaia di famiglie polesane e chioggiotte.
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12 Chioggia Turismo Saranno in tutto 350mila consegnate nei negozi della rete Confesercenti
Cartoline di Chioggia distribuite in tutto il Veneto Una iniziativa che promuove aziende e località del territorio, coinvolti quattro fotografi che hanno “immortalato” la città lagunare in quattro momenti diversi
I
n tutto 350.000 cartoline saranno distribuite nei negozi della rete Confesercenti di tutto il Veneto con lo scopo di promuovere la località e le aziende turistiche che partecipano al progetto. “E’ stato importante per noi poter collaborare con alcuni nostri fotografi locali - spiega Raffaella Perini, consulente di IN Chioggia,- perché promuovere la nostra località dovrebbe diventare un obiettivo sentito, in primis, dagli operatori turistici ma anche da tutti coloro che si sentono orgogliosi di appartenere a questo territorio, entusiasti di accogliere i turisti, fieri di mostrare le proprie bellezze. Credo che le motivazioni per emergere, come località turistica, le dovremmo cercare e trovare non solo tra gli addetti ai lavori, ma soprattutto dentro la nostra comunità nel suo insieme.
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Allora avremmo qualcosa da offrire in più rispetto ad altre località concorrenti”. L’iniziativa ha permesso di fare rete tra le imprese anche per collaborare con gli appassionati di fotografia locali. Le cartoline riportano quattro rappresentazioni diverse del nostro territorio e sono state scelte fra le opere di quattro fotografi clodiensi. “Questo progetto è uno strumento per le aziende al fine di promuovere le loro attività- ha aggiunto Roberta Gandolfo di Confesercenti - Questa azione di distribuzione del materiale nei negozi della rete Confesercenti del Veneto sarà la prima tappa di un progetto più ampio che si allargherà alle altre regioni d’Italia. Siamo soddisfatti di aver dato opportunità alle aziende che hanno avviato questo progetto di promozione, che tra l’altro non attingono fondi da contributi pubblici, ma si autofinanziano. Questa è un’occasione per avere nuova visibilità e creare nuove opportunità di mercato, cercando di reagire in qualunque modo a questa crisi generale. Ma è soprattutto una vera occasione di collaborazione delle aziende in rete”.
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Chioggia 15 L’intervista Il nuovo presidente dell’Ipab Damiano Boscolo
Vogliamo dare un segnale forte di rinnovamento “La struttura verrà arricchita e migliorata. Il post commissariamento non è stato facile: è venuta a mancare una gestione attenta del personale e dei bilanci” di Miriam Vianello
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amiano Boscolo, classe ’67, è un chioggiotto conosciuto per la sua allegria e capacità di stare con la gente grazie al suo lavoro di addetto alle vendite d’auto presso un concessionaria. Recentemente è stato nominato presidente dell’Ipab e nell’intervista di seguito riportata ha delineato i punti salienti che intende perseguire nel corso del suo mandato. E’ una grande responsabilità la nomina di presidente dell’Ipab, cosa ne pensa? “Sono orgoglioso da un lato perché mi è stato affidato un compito molto importante e dall’altro sento un grande senso di responsabilità sia nei confronti di chi mi ha scelto sia di quelle persone che dovranno valutare poi il mio operato. Mi impegno fin d’ora a lavorare con grande impegno personale e professionale”. Quali sono, secondo lei, le finalità del Centro servizi Anziani di Chioggia? “Lo scopo principale del Centro servizi anziani è di assicurare un ambiente idoneo sia per le persone non più assistibili a domicilio, sia per gli anziani che permangono nel proprio contesto sociale, offrendo vari servizi di assistenza e di ricreatività per far trascorrere agli ospiti giornate liete”. Quali sono i punti di forza e debolezza della struttura?
Il presidente Damiano Boscolo
“Punti di forza: creare dei servizi dedicati al mantenimento e alla riabilitazione delle capacità funzionali residue dell’anziano in un’ottica di continua evoluzione e adattamento ai bisogni emergenti dal territorio. Punti di debolezza: Il post commissariamento non è stato di certo un periodo facile. Innanzitutto è venuta a mancare una gestione attenta del personale e dai bilanci ho notato che alcune spese sono state piuttosto eccessive”. Com’è stato il suo debutto, come ha iniziato il suo mandato? “Sto cercando di dedicare parte del mio tempo per conoscere al meglio la struttura, cercare di portare una normalizzazione e serenità in breve tempo. Insieme infatti al consiglio d’amministrazione abbiamo organizzato un tavolo con
Solidarietà
un corso di massaggio infantiLe per aiutare La famigLia di aLessia a pagare Le cure per vivere Il corso di massaggio del bambino è rivolto alle famiglie con neonati
A
lessia, una ragazzina di 16 anni, messa a dura prova dalle circostanze della vita che l’ha costretta a misurarsi con una patologia che colpisce l’apparato digerente. I primi disturbi, sei anni fa, hanno portato lei e la sua famiglia a “peregrinare” da un ospedale all’altro, in giro per l’Italia, nella speranza di trovare cure adeguate. Ma senza risultati importanti. La sua famiglia non si è arresa e tramite contatti con gli ospedali inglesi, il papà è infermiere all’ospedale di Chioggia, è riuscita a mettersi in contatto con specialisti che potevano curare sua figlia. I costi però delle cure sono costose e sono completamente a carico della famiglia. Un onere che alla lunga risulta impegnativo. Dopo lunghe resistenze, il papà ha accettato di iniziare una raccolta di fondi che potesse consentire un aiuto finanziario per le spese che la famiglia dovrà ancora affrontare per garantire le cure ad Alessia. “Alessia vuole vivere” è dunque una iniziativa di raccolta fondi a favore di una ragazzina di 16 anni di Porto Tolle che
sta cercando di curare la propria patologia per poter sopravvivere. In ospedale la vicenda è conosciuta e da tempo i colleghi del padre di Alessia sono sensibilizzati e partecipi a questa iniziativa. Alla quale se ne aggiungerà presto un’altra. Cristina Boscolo Nale, insegnante di massaggio infantile, ha pensato di organizzare un corso e devolvere l’intero ricavato a favore del progetto “Alessia vuole vivere”. Il corso di massaggio infantile partirà a maggio e si terrà nei locali dell’asilo di Sottomarina l’Albero Azzurro, in via Ondina 3, che ha messo a disposizione gli spazi per sostenere la giusta causa. Si tratta di cinque incontri pomeridiani in cinque settimane, rivolti alle famiglie di bambini di età inferiore all’anno. L’intero ricavato andrà a sostegno delle cure di cui ha bisogno Alessia. Per ulteriori informazioni sul corso il numero da contattare è il seguente: 3479659298, o via e-mail cristina. boscolo.nale@gmail.com. Chi volesse, comunque, fare delle donazioni può trovare su Facebook gli estremi del C.C. della iniziativa cercando “Alessia vuole vivere”.
tutte le associazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl per iniziare a dialogare con il personale della struttura. Sto inoltre contattando tutti i capi settore sia del personale infermieristico che amministrativo per cercare di capire e affrontare insieme i problemi più urgenti da risolvere. In piena sintonia con tutto il cda è stato deciso di far partire la nuova organizzazione del personale per dare un segnale forte di rinnovamento dell’istituto. Vogliamo inoltre privilegiare il rapporto umano con gli ospiti e i familiari della struttura vistando gli anziani e incentivando tutte quelle occasioni di incontro con l’utenza”. Cosa vede nel futuro per l’Ipab? “La struttura senza dubbio verrà arricchita e migliorata dal punto di vista strutturale e assistenziale, sono molti i progetti che stiamo seguendo in collaborazione con l’Asl per poter creare un Ospedale di Comunità che abbia all’interno un settore dedicato alle cure palliative per i malati terminali. Non solo tale centro si rivolgerà ai malati oncologici ma anche a quelli neurologici che necessitano di un personale specializzato in grado di assistere sia i pazienti che i familiari. Un importante passo per Chioggia è quest’ultimo e desidero che venga realizzata tale struttura per sostenere chi sta combattendo la sua ultima battaglia”.
neWs “Mobilità gratuita”
cercasi sponsor per iL puLmino deLL’auser
P
arte il progetto “mobilità gratuita’” patrocinato dal Comune di Chioggia, grazie al quale l’Auser di Chioggia potrà utilizzare in comodato gratuito un veicolo attrezzato per il trasporto di cittadini diversamente abili, anziani e persone con ridotta capacità motoria. Il mezzo è un Fiat Doblò con caratteristiche tecniche che lo rendono idoneo a trasportare 4 passeggeri oltre all’autista (passo lungo e tetto alto), con elevatore omologato a norma di legge per il trasporto di sedia a rotelle. Il finanziamento del progetto e la conseguente attivazione del servizio, avverrà grazie alla possibilità data agli imprenditori del Comune di Chioggia di affittare superfici sulla carrozzeria del veicolo ove inserire il logo della propria attività. Si tratta di una promozione del marchio aziendale che si arricchisce di un particolare valore aggiunto in quanto le attività sensibili potranno promuovere il proprio marchio contribuendo al tempo stesso ad un’azione di solidarietà nell’ambito della propria comunità. Le attività economiche che fossero interessate possono contattare il n.verde 800 236482.
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Chioggia 17 Manifestazioni “Chioggia capitale del radicchio. Insieme con Gusto”
Radicchio fra storia, folclore e dintorni in scena al mercato orticolo I
n tutto 15.000 tra visitatori e standisti, una settantina gli stand, tra produttori agricoli, commercianti, artigiani, associazioni del volontariato ed enti istituzionali. Questo il bilancio della terza edizione di “Chioggia capitale del radicchio” e della prima edizione di “Insieme con Gusto” del 23 e 24 marzo scorso. Di primaria importanza per l’orticoltura clodiense sono stati i temi trattati nei due convegni, organizzati allo scopo di risollevare le sorti del settore orticolo. Nel primo si sono delineate le vie da percorre per il futuro del mercato dei due radicchi, il rosso tondo e l’Igp di Chioggia; mentre, nel secondo, attraverso la diversificazione produttiva, sono emerse delle possibili alternative alla produzione di radicchio autunnoinvernale individuando i seguenti ortaggi: la bieta da coste, il sedano, i porri e i cavoli varie specie (in particolare il cavolo cinese). Nella primavera le alternative individuate e proposte alla coltivazione del radicchio sono il carciofo violetto di Chioggia e l’asparago bianco di Conche. Nuova e originale la formula dello stand gastronomico “Street Food Piazza Mercato”:, costituito da 6 operatori distinti in 4 associazioni e 2 ristoratori che, assieme, hanno operato in un’unica cucina dando vita ad una proposta culinaria unica nel suo genere, costituita da 6 piatti a base di radicchio e con l’aggiunta omaggio di un Kit composto da bicchiere e porta bicchiere a tracolla. Sabato mattina sono partite le escursioni in barca, l’escursione a piedi dal Mercato Orticolo di Brondolo fino all’ex Forte San Michele e la visita alla Riserva Naturale Integrale Protetta di Bosco Nordio. Sabato pomeriggio si sono succedute diverse manifestazioni, dapprima con le associazioni sportive Volley Clodia e il Circolo Scacchistico Clodiense, che hanno dato dimostrazione delle loro abilità atletiche e mentali: la prima dando vita al Trofeo Miny Volley su 4 campi da gioco, distinto per fasce d’età, per un totale di 24 squadre miste da 3 e 4 giocatori; la seconda realizzando una simultanea di scacchi con 24 scacchiere, conclusasi con l’impietoso verdetto di 24 partite vinte su 24, da parte del Campione Italiano under 18 Federico Boscolo. Contemporaneamente sono stati realizzati due laboratori del gusto da parte di Slow Food Chioggia, uno sulle birre artigianali aromatizzate ai radicchi (la Rabiosa dell’Agriturismo Rebosola di Civè di Correzzola, la Rossa e la Amara Rossa di Treviso della San Gabriel e la Baladin alla zucca), in abbinamento al pane e alle focacce, e, l’altro sui diversi mieli del Veneto in abbinamento ai formaggi dell’Agriturismo La Vaccheria di Campagna Lupia, con presentazione e degustazione del famoso Miele di Barena della Laguna di Venezia da parte
Grande successo per la kermesse enogastronomica. Più di 15mila visitatori e 70 stand, tra produttori agricoli, commercianti, artigiani, associazioni di volontariato ed enti
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dell’apicoltura Fevari di San Pietro di Stra. Si è tenuta la presentazione del progetto “Studio di fattibilità sulla realizzazione dell’impianto fotovoltaico sulle coperture del Mercato Orticolo di Brondolo” da parte del professor Fabrizio Dughiero dell’Università di Ingegneria Elettrica di Padova e dei suoi studenti, in collaborazione con l’Sst di Chioggia e lo spettacolo di balletti e danze da parte dell’Arena Artis di Chioggia. In conclusione il concerto della rock band Soundtrack ad allietare la serata con un vario repertorio musicale. Ricchissimi anche i laboratori proposti durante tutti e due i giorni da parte della cooperativa Hyla sul riconoscimento dei semi delle piante orticole, il biomonitoraggio della qualità dei suoli con gli organismi edafici, ecc. e dalle fattorie didattiche Corte Franca - Fondazione Franceschetti Di Cola e La Vaccheria. Presenti giornalisti specializzati nel settore enogastronomico come Nereo Pederzolli con Rai 3. Domenica 24 sono giunti i quaranta delegati di Slow Food da tutta Italia in occasione dell’assemblea nazionale tenutasi a Chioggia, con a capo il direttore di Slow Food Roberto Burdese. Presenti anche lo chef contadino Peppe Zullo in compagnia del responsabile del Gambero Rosso Daniele Gaudioso, l’enogastronomo Bonacini Luca e Federico Malgarini. Nel pomeriggio, grazie allo spettacolo di moda, balli ed acconciatura, messo in scena all’Istituto Cavanis, l’afflusso di persone è stato così numeroso da fare il pienone. Emozionante, la presentazione della pubblicazione di cucina creativa di Fabio Riso “Il Viaggio, Profumi, Colori e Sapori, di un artista viaggiatore dal Veneto alla Puglia”, chiudendo con taglio e degustazione finale della torta “Rosa dei Venti” descritta nel libro. A conclusione della manifestazione cassette di radicchi, cipolle, carote, porri e pane sono stati devoluti a diverse associazioni caritatevoli del circondario. “Mi hanno fatto piacere i numerosi commenti di titolari di attività economiche in visita alla fiera che intendono prenotarsi per poter partecipare alla prossima edizione – ha dichiarato il presidente Marco Boscolo Bacchetto - quest’anno si è compreso che l’evento è stato ben caratterizzato e legato all’agroalimentare con un preciso taglio eno-gastronomico. A nome dell’Ortomercato di Chioggia, ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per la buona riuscita della manifestazione, l’Amministrazione Comunale di Chioggia per il supporto e il contributo finanziario e i partner che hanno sponsorizzato”. M.Bo.
18 Chioggia Economia Leonardo Ranieri è presidente di regionale di UnionMare
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Erosione, concessioni demaniali e rappresentatività: le priorità del Veneto C
Proseguono i corsi di micologia
funghi, Le deLizie Legate aLLa “fioritura di primavera”
di Miriam Vianello
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urismo, una buona notizia viene data ad inizio stagione e consentirà senza dubbio a Chioggia di poter far sentire la propria voce in un momento non facile soprattutto per le categorie economiche del territorio. Nell’assemblea dell’associazione sindacale è stato eletto presidente regionale Leonardo Ranieri, vicepresidente di Ascom Confcommercio, tra i fondatori di Gruppo turismo Chioggia e in passato presidente del Consorzio ConChioggia sì. In particolare UnionMare è il sindacato che raggruppa gli stabilimenti balneari della Regione Veneto appartenenti al Sindacato Balneari Nazionale che, a sua volta, aderisce a Confcommercio e Confturismo. A Leonardo Ranieri abbiamo dunque chiesto quali sono le priorità e gli impegni da rispettare nel suo programma. “Il nuovo consiglio si pone principalmente tre obiettivi: la tutela dei territori colpiti dall’erosione per garantire ai concessionari la possibilità di esercitare il proprio lavoro e di conseguenza garantire un futuro ai propri dipendenti, con interventi duraturi e non più interventi spot; la possibilità di seguire, migliorare e collaborare con la Regione del Veneto l’iter di approvazione della nuova legge regionale che dovrà
operativa a Chioggia Sottomarina presso il Gebis che mette a disposizione la propria struttura e la competenza dei propri collaboratori. Il direttivo dura in carica tre anni. La presidenza è stata assegnata a Chioggia e la vice presidenza a Jesolo nella persona di Renato Cattai”. Leonardo Assicurare lo sviluppo, il coordinamento, l’orgaRanieri nizzazione, la difesa di ogni attività imprenditoriale regolamentare le concessioni demaniali con possibili- turistico-balneare-ricreativa svolta in regime di contà di ottenerle fino a trenta anni a fronte di interventi cessione del pubblico demanio marittimo sono alcune delle finalità di Unionmare. economici di investimento, gaCi sono altre peculiarità rantendo continuità d’impresa Il sindacato che e qualità nei servizi da offrire raggruppa gli stabilimenti che contraddistinguono tale ai nostri turisti; l’ottenimento di balneari regionali definisce organizzazione di livello regionale? una maggiore rappresentatività il programma di lavoro “Mi auguro che questo per il Veneto a livello nazio- per i prossimi tre anni nuovo incarico sia una grande nale così da portare le nostre esperienze imprenditoriali e legislative a Roma e occasione per lavorare in sinergia con tutte le sigle riuscire a bypassare le norme imposte dalla direttiva del balneare. Abbiamo un litorale tra i più estesi le comunitaria Bolkenstein che impedisce alle imprese cui problematiche sono di primaria rilevanza. Son balneari di avere una certezza sul proprio futuro”. convinto che “l’Unione fa la forza” e solo così posAvete intenzione di creare un a sede a Chiog- siamo essere competitivi nel mercato”. gia per UnionMare? “Unionmare per questo mandato avrà la sede
ome sempre in questo periodo, grazie alle temperature miti, alle condizioni favorevoli e alla giusta umidità, inizia sul litorale clodiense la fioritura fungina definita proprio “di primavera “. Le prime presenze che si possono scorgere sono le Helvelle che si dividono in parecchie specie e le più conosciute sono le Morchelle e i Piopparelli. L’ Helvella Monachella è un discreto commestibile se viene ben cotto, cresce prevalentemente nelle zone sabbiose o sotto i pini. La Morchella Esculenta è invece un ottimo commestibile visto che la sua carne è consistente ed elastica, anche in questo caso deve essere ben cotto. Classico fungo di primavera è la Macrolepiota Procera, esemplare che cresce in particolare nelle zone collinari; ottimamente commestibile è solo il cappello perchè il suo gambo è consistente e fibroso, il tutto migliora se viene ben indorato con l’ uovo. Ricordiamo che stanno continuando i corsi di micologia presso l’ istituto Cavanis, ottimi per chi vuole accrescere la propria conoscenza. I corsi sono aperti a tutti e le informazioni sono preziosissime per evitare confusione sulla commestibilità delle varie specie. Grande soddisfazione per il presidente Walter Boscolo Buleghin che sta vedendo crescere sempre più l’ interesse da parte dei concittadini e non solo. Marco Lanza
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Chioggia 19 Lo strano caso Risolto il mistero
Balene a Chioggia? Una trovata pubblicitaria
In molti ci sono cascati dopo il primo video, girato da un pescatore, che aveva presto fatto il giro del web. Poi la “rivelazione”: si tratta di una campagna per lanciare un nuovo locale di Giovanna Bellemo
A
vvistamenti di balene a Chioggia? Solo una riuscita viene raccontato dagli stessi ideatori della campagna, trovata di marketing. Tutti o quasi ci sono cascati, l’agenzia di comunicazione The Pinch Agency (il pizanche se il dubbio serpeggiava nell’aria. Un pri- zicotto), nella pagina facebook dedicata all’evento di mo video dell’avvistamento di una balena da parte di inaugurazione del locale: “Il primo video dell’ avvistaun pescatore aveva fatto presto il giro del web. Poi un mento della balena è stato girato con uno smartphone secondo video girato in diga da alcuni ragazzi aveva ini- dal pescatore complice Maicol Poseidon Perini – spiegaziato a far insospettire. Infine l’annuncio. E’ una trovata no i grafici e produttori - Al video amatoriale è stato agdi uno studio di comunicazione per lanciare un nuovo giunto in post-produzione lo spruzzo con un’animazione locale, una campagna di viral marketing studiata per 3D con lo scopo di creare curiosità tra le persone. Questo primo video ha avuto un impatto decisamente notevole fare pubblicità. sul web, ottenendo centinaia di La notizia che ha tenuto condivisioni e raggiungendo in banco per qualche settimana sul- Il video condiviso la stampa locale, su facebook e attraverso un profilo meno di 48 ore le testate giornasulla piazza ha così divertito e Facebook ha ricevuto listiche locali, oltre ad avere scatenato un passaparola incredibile interessato. Tutto ha avuto inizio centinaia di click in tra le persone”. Sorte migliore per lo scorso 19 marzo da uno spruz- meno di 24 ore il secondo filmato: “Il secondo vizo filmato da un pescatore a 10 miglia dalla costa con un telefonino. Titoloni su carta deo, l’avvistamento della balena nella zona della Diga stampata e notiziari on line annunciavano la novità. Poi di Sottomarina, riprende tre giovani intenti ad osservare il 26 marzo un nuovo avvistamento: alcuni ragazzi in le evoluzioni di un kite surfer – spiegano gli ideatori diga a Sottomarina, mentre ammirano le acrobazie dei della campagna - Successivamente in post-produzione kite surf, si accorgono di una strana pinna che emerge è stata aggiunta la balena intenta ad immergersi nelle dall’acqua. Infine il 28 marzo si svela l’arcano. E’ la acque di Sottomarina. Il video condiviso attraverso un pubblicità del locale Moby Dick. L’esperimento, riuscito, profilo Facebook, ha ricevuto centinaia di click dagli
area sud, in dirittura d’arrivo La variante aL prg per La zona dei comparti di viaLe mediterraneo
utenti e in meno di 24 ore ha ottenuto la cifra record di mille e cinquecento condivisioni, sia da parte di giovani sia da parte dei più esperti utenti del settore marino, suscitando curiosità, stupore e incredulità da parte degli abitanti locali e della provincia”. Infine l’annuncio dell’apertura del nuovo locale, attraverso il video shock di un ragazzo in riva al mare inghiottito dalla stessa balena. Ai ragazzi di The Pinch Agency i complimenti di tutto il web per l’idea. Questa volta si è trattato solo di una trovata di marketing, ma non si esclude, come hanno confermato
gli stessi biologi, che cetacei di piccole o medie dimensioni non possano avvicinarsi al nostro litorale. Sembra anzi che questa campagna abbia fatto emergere storie di alcuni pescatori che avrebbero realmente avvistato, sembra dei cetacei di piccole dimensioni, non lontano dalla costa. A tutti invece, si legge tra le righe dei commenti di facebook, un invito a prestare attenzione ai video sulla nostra spiaggia che impazzano sul web in cui gironzolano meteoriti, astronavi e strani oggetti.
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ORTODONZIA:
Non solo denti dritti, ma
molto di Piu’!!!
L’assessore Mauro Mantovan
S
ta per chiudersi la partita della variante al Piano Regolatore per la zona nuova dei comparti di Viale Mediteranno nell’area che si affaccia sull’arteria principale di Sottomarina, tra la zona di via Barbarigo e le nuove zone in edificazione. L’iter programmatico, in discussione dagli anni ’70, che prevede la ridefinizione dell’area, con sei comparti di edilizia residenziale, si avvia quindi alla conclusione. Per arrivare all’approvazione definitiva in consiglio comunale, i tempi tecnici prevedono dapprima la pubblicazione del piano e ulteriori trenta giorni per la presentazione delle osservazioni e la successiva formulazione delle controdeduzioni da parte dell’Amministrazione comunale. “Con questo nuovo strumento edilizio, ogni comparto non sarà più agganciato agli altri e i proprietari potranno presto presentare i rispettivi piani attuativi – spiega Mauro Mantovan, assessore
all’Urbanistica - La partita, concertata con i presidenti dei consorzi e i loro progettisti, è stata chiusa in soli otto mesi dalla presentazione degli ultimi materiali e permetterà a chi è pronto di poter iniziare, con le dovute considerazioni imprenditoriali legate alla crisi”. Con la nuova variante viene inoltre definita la viabilità interna dei comparti, parallela a Viale Mediterraneo che non andrà più ad insistere sull’arteria principale di Sottomarina, ma su una complanare che sfocerà prime sulle due rotonde di progetto e poi direttamente sulla Romea. L’intervento viario che parte della zona di via Barbarigo per terminare con un nuovo innesto sulla Romea, che comprende rotonde agli incroci principali e un sottopasso ferroviario, ha un costo complessivo che si aggira attorno ai 10 milioni di euro. Il 40% dei nuovi immobili sarà realizzato in edilizia convenzionata. M.Bo.
Dr. Guglielmo Meschia Laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria con il massimo dei voti e la lode, collabora con la Cattedra di Odontoiatria Pediatrica dell’Università di Padova dal 2004, svolgendo attività clinica e di ricerca. Master in ortodonzia presso la New York University diretto dal Prof. M.Kuftinec. Specializzato in Ortognatodonzia presso l’Università di Cagliari. E’ Prof a.c. presso l’Università di Padova dal 2007. Si occupa prevalentemente di Ortodonzia estetica vestibolare e linguale nel paziente adolescente e adulto.
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Questa volta si tratta di una trovata pubblicitaria ma i biologi non escludono la possibilità che cetacei di piccole dimensioni possano avvicinarsi al nostro litorale
20 Chioggia Territorio La giornata di Primavera del Fai
Studenti del Cestari “apprendisti ciceroni” Oltre 150 i visitatori guidati dai ragazzi della 4BT alla scoperta del compelsso dei padri Filippini a Chioggia di Eugenio Ferrarese
O
ltre 150 visitatori alla scoperta del complesso dei padri Filippini clodiensi, guidati dai ragazzi della 4BT dell’Istituto Tecnico Commerciale – sezione Turismo “Domenico Cestari” di Chioggia. Nonostante la situazione atmosferica non fosse certo delle più favorevoli le “Giornate di Primavera” promosse dal Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano, a Chioggia si sono svolte con grande successo. Sabato 23 e domenica 24 marzo questa collaborazione tra il Fai e l’Istituto tecnico commerciale “D. Cestari” di Chioggia – come ci ha spiegato la professoressa Francesca Boschetti, docente di arte e referente di questo progetto – ha permesso di far conoscere ad un vasto pubblico opere d’arte fino ad oggi inaccessibili o sconosciute, far comprendere che, talvolta, le opere più belle e preziose sono proprio nel nostro territorio, spesso poco esplorato e studiato a causa di un atteggiamento distratto e disattento da parte proprio dei cittadini; infine
Una collaborazione che ha permesso di far conoscere ad un vasto pubblico opere inaccessibili dimostrare, grazie alla presenza di visitatori giunti anche da città lontane come Brescia, Asolo, Ferrara e Verona, che la cultura interessa ancora a molte persone e che investire nell’arte significa anche far girare l’economia perché un turismo di qualità è fonte di ricchezza per l’intero Paese”. L’evento era stato in precedenza presentato alla cittadinanza giovedì 21 marzo 2013, nella sala consiliare del comune di Chioggia, con gli interventi della presidente regionale del Fai Veneto Maria Camilla Bianchini d’Alberigo, della professoressa Gina Duse, del Dirigente Scolastico professoressa Antonella Zennaro, della professoressa Francesca Boschetti e degli stessi alunni della classe 4BT.
“La partecipazione a questo progetto – ha aggiunto Boschetti - da un punto di vista didattico è stata una sfida che si è conclusa con un trionfo, testimoniato dalla generosità, dalla responsabilità, dall’entusiasmo e dalla gioia racchiusa nei sorrisi dei ragazzi di un’intera classe, la 4BT, che volontariamente, senza alcuna selezione preventiva, ha deciso di aderire alla nuova esperienza e si è impegnata per la buona riuscita di quella che certo può essere definita un’opera collettiva, in cui ognuno ha contribuito con la propria parte, alla realizzazione del tutto”. I visitatori sono stati piacevolmente soddisfatti della soluzione “a staffetta” con cui venivano svolte le guide. Alla voce ‘solista’ del ‘cicerone’ protagonista si affiancava sempre la presenza del coro dei compagni: interventi diversi, alcuni più, altri meno efficaci e convincenti, ma la soddisfazione, l’impegno, il sacrificio e l’orgoglio dimostrati da ognuno di loro, alla fine, li ha messi
I ragazzi della 4BT impegnati lo scorso 23 e 24 marzo a fare da guida ai turisti visitatori del complesso dei padri Filippini clodiensi tutti sullo stesso piano. Lo scopo di questa importante esperienza non era infatti trovare delle guide gratuite, ma offrire a degli studenti un nuovo modo per crescere, per diventare responsabili, per maturare, per imparare a superare le proprie timidezze e le proprie paure con la vicinanza dei compagni, confrontandosi con un pubblico vero, per condividere con gli altri i propri saperi e per dare un senso a ciò che si insegna e si impara a scuola. “L’impegno, la passione, la responsa-
bilità e la generosità degli studenti Letizia Ardizzon, Silvia Battiato, Beatrice Bonivento, Olga Brodyuk, Alessandro Boscolo, Valentina Boscolo, Laura Carisi, Federica Doria, Andrea Ghirardon, Jessica Giada, Sabrina Lago, Jasmine Penzo, Silvia Penzo e Alessia Talpo della classe 4BT del “Cestari” di Chioggia – ha concluso Boschetti - ha permesso di dimostrare l’impagabile e insostituibile ruolo educativo e formativo svolto dalla scuola”.
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Chioggia 23 Il caso La settimana organizzata dal Centro di Solidarietà della Cdo “Anna Depuis”
Donacibo, raccolte 2 tonnellate di alimenti Un invito alla solidarietà cui gli studenti del territorio hanno risposto con generosità e senbilità di Giovanna Bellemo
S
i è conclusa nelle scuole del Comune di Chioggia la settima settimana del Donacibo organizzata dal Centro di Solidarietà della Cdo “Anna Dupuis”, in collaborazione con la Federazione Banchi di Solidarietà. All’invito hanno risposto oltre 2.400 studenti del territorio. Il totale di alimenti a lunga conservazione raccolti ha superato le due tonnellate. Il cibo donato verrà poi distribuito alle oltre 1000 persone assistite nel Comune di Chioggia. Donacibo è una iniziativa permanente che si svolge, ogni anno dal 2007, su tutto il terri- si ripete con un tipo di prodotto alimentare diverso. “Abbiamo voluto lanciare ai ragazzi e far spetorio nazionale ed è coordinata dalla Federazione Nazionale Banchi di Solidarietà presso le scuole di rimentare insieme che donare, cioè amare gratuogni ordine e grado. Il progetto intende educare itamente è ciò che dà gioia. Attraverso un gesto semplice come il portare i giovani alla solidarietà, rifletdei generi alimentari non tendo su problemi quali pover- Il progetto intende deperibili, frutto di qualche tà ed indigenza, promuovere il educare i giovani loro rinuncia, al punto di cambio di atteggiamento nei alla solidarietà, raccolta nella loro scuola. confronti dello spreco di cibo riflettendo sui e, soprattutto, promuovere la problemi della povertà Gli studenti sono diventati così protagonisti di questa cultura del “dono” riconoscendo che tutto ci è dato e che la vita stessa è un verifica, ed hanno potuto sperimentare dal vivo dono. Si svolge nel periodo pre-pasquale e dura la gioia e la bellezza del donare – spiega Moreun’intera settimana: ogni giorno il gesto del dono no Marcon, presidente del Centro di solidarietà
Il cibo donato sarà distribuito alle oltre 1000 persone assistite dal Comune Anna Dupuis di Chioggia – In città è in aumento il numero delle persone che vivono in situazioni di difficoltà economica e sono molte le situazioni di famiglie e persone sole che vivono le cosiddette nuove povertà. Vogliamo dire un caloroso grazie a tutti gli alunni, agli insegnanti, ai genitori che, da protagonisti, hanno promosso, condotto e portato a termine con successo questa iniziativa nel loro ambito scolastico”. La Settimana del Donacibo, che si è svolto sul territorio dal 4 all’8 marzo scorso, ha coinvolto a Chioggia 7 plessi scolastici, scuola Salvatore Todaro, Don Milani, “Madre Teresa di Calcutta”, Gregorutti, Paolo VI, Merlin e Caccin.
neWs La campagna per la protezione della vita umana fin dal concepimento
“uno di noi”, raccoLte a chioggia 650 firme
C
hioggia dà il suo primo contributo alla campagna Uno di Noi con 650 firme raccolte, ma c’è tempo fino a novembre per aderire. Tra tutte le Iniziative popolari proposte - 14 in tutto - “One of Us” continua ad essere ad oggi quella più firmata. Il suo obiettivo è quello di far progredire notevolmente, in Europa, la protezione della vita umana sin dal concepimento, entro i limiti della competenza dell’Unione Europea. Sulla base della definizione di embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano, come è stato affermato in una recente sentenza della Corte di giustizia (Brüstle vs Greenpeace), “Uno di noi” chiede alla Ue di porre fine al finanziamento di attività che presuppongono la distruzione di embrioni umani, in particolare nei settori della ricerca, dello sviluppo e della salute pubblica. Ciò avverrà attraverso un cambiamento del regolamento finanziario dell’Unione europea che determina la spesa del bilancio dell’Ue. Tutti possono sostenere “Uno di Noi”, innanzitutto firmando (se si è cittadini europei con diritto di voto) on line o sul modulo cartaceo che si trova sul sito internet www.oneofus.eu . Per l’Italia anche su www.unodinoi.mpv.org. A Chioggia i moduli cartacei sono disponibili presso i tre punti di raccolta in città, a Chioggia in libreria Cattolica, presso la torre di Sant’Andrea la domenica mattina e a Sottomarina in libreria Il Leggio. I moduli compilati possono essere consegnati direttamente ai punti di raccolta. La prossima spedizione dei moduli a Roma verrà effettuata entro fine maggio. Info su http://centro-aiuto-vita-chioggia.jimdo.com/news/ uno-di-noi/ . G.B.
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24 Chioggia Scacchi La sfida a Brondolo
Federico Boscolo, imbattibile! Ha riportato 24 vittorie, senza essere mai sconfitto, il giovane maestro di Chioggia che ha affrontato a fine marzo avversari di ogni età di Eugenio Ferrarese
V
entiquattro vittorie e nessuna sconfitta per Federico Boscolo. Il giovane chioggiotto, Maestro di scacchi Fide, campione italiano under 18 e under 16 nel 2012, ha confermato la sua abilità sconfiggendo avversari di ogni età che lo avevano sfidato nella spettacolare simultanea organizzata sabato 23 marzo all’Ortomercato di Brondolo, una delle molteplici iniziative proposte in occasione della manifestazione “Insieme con Gusto”, Chioggia Capitale del Radicchio, 1a edizione 2013. Federico Boscolo frequenta il liceo di Chioggia e non è la prima volta che si cimenta in questo impegnativo confronto con più giocatori contemporaneamente. La simultanea di Brondolo si è conclusa dopo quasi due ore e mezzo di gioco dove si sono distinti i giocatori Ampelio Boscolo, Umberto Belloni di Cavarzere e Alessandro Pepe, ultimo scacchista battuto da Federico. Il giovane scacchista del Circolo Clodiense arricchisce così il suo curriculum agonistico che conta già numerose partecipazioni ai Campionati Europei e Mondiali. Anche il mese scorso Federico aveva sbaragliato tutti gli avversari del torneo Open – che prevede la partecipazione di scacchisti di ogni età e ogni categoria - in occasione del Grand Prix del Veneto. Domenica 3 marzo infatti oltre 80 scacchisti giunti da tutto il Veneto hanno gareggiato nella sala del Park Hotel di Sottomarina. L’iniziativa promossa dal Circolo Scacchistico Clodiense faceva parte delle tappe del Grand Prix regionale, una manifestazione ideata per promuovere la diffusione degli scacchi soprattutto tra i più giovani. Ogni nuovo appuntamento
La simultanea di Brondolo In alto le premiazioni
prevede due tornei riservati alle categorie giovanili under 16: aquile, falchi, sparvieri, gabbiani partecipano al torneo principale A (per giocatori che hanno già una certa esperienza); rondini e principianti si cimentano nel torneo B. A queste due competizioni si aggiunge anche un terzo torneo open, aperto cioè a qualsiasi età e a qualsiasi categoria di giocatori, siano essi già esperti oppure solo appassionati. Luca Bettonte ha vinto il torneo principale A, secondo classificato Nicola Bellucco e terzo Lorenzo Benetti. I migliori scacchisti chioggiotti in questo torneo A sono stati Giulia Boscolo Chio, studentessa del Liceo Veronese, quarta assoluta e prima nella categoria ‘sparvieri’, Davide Griguolo, studente dell’Itis Righi, sesto, e Federica Boscolo Nata, studentessa liceale, ottava. Il torneo B riservato ai principianti è stato vinto da Lisa Carino seguita da Riccardo Basso e Kevin Contessa. Tra i giovanissimi giocatori chioggiotti si sono segnalati Matteo Boscolo Soramio, studente della scuola media Galilei di Sottomarina, con l’ottavo posto asso-
luto, e Tommaso Boscolo Marchi, classe 2005, che frequenta la scuola primaria Gregorutti di Chioggia, 11° nella classifica generale. Com’è ormai tradizione a tutti i premiati oltre alle coppe sono stati offerti prodotti locali grazie al contributo degli sponsor che sostengono le iniziative del Circolo Clodiense. La proposta di questa manifestazione sportiva è anche un’ottima occasione per promuovere la presenza turistica nella nostra città ed assai apprezzata è stata la visita guidata gratuita al centro storico di Chioggia, grazie alla collaborazione dell’associazione culturale La Bricola, che ha permesso agli accompagnatori non impegnati nei tornei di visitare in particolare la Torre di Sant’Andrea. Per conoscere le classifiche generali del Grand Prix del Veneto basta consultare il sito internet www.montebellunascacchi.it che tiene aggiornati tutti i risultati dei tornei giovanili regionali.
neWs Danze caraibiche. Salsamerika Open, competizione interregionale
CHIOGGIA PRIMA E TERZA NELLA DANZA CUBANA
L
a scuola Rosso Latino di Chioggia primeggia alla Settima edizione del Salsamerika Open, Competizione Interregionale di Danze Caraibiche. La gara, aperta a tutti gli amatori non professionisti amanti del ballo latino, si è svolta domenica 17 marzo 2013 al nuovo Palatenda di Villaganzerla di Castegnero (VI). Il primo posto del podio nella categoria danza cubana è stato raggiunto dalla coppia Nicola Boscolo e Alice Tur-
chetto, mentre si sono classificati al terzo posto sempre della stessa categoria, Matteo Naccari e Silvia Visentin (in foto il podio). La competizione, uno dei maggiori eventi salseri, ha visto la partecipazione di oltre quattrocento coppie provenienti da tutte le scuole del Veneto, dall’Emilia Romagna, dalla Lombardia, dal Trentino Alto Adige e dal Friuli Venezia Giulia, richiamando oltre duemila persone. In Giuria due artisti cubani conosciuti a
livello internazionale, i maestri e coreografi Roly Maden e di Yolanda Conde Perez. Tutti i risultati della competizione sono consultabili sul sito internet http://www. salsamerikaopen.com/. Giovanna Bellemo
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Un mese al femminile con le iniziative delle Pari opportunità
marzo, Le potenziaLitÀ deLLe donne escono “daLL’ombra”
M
arzo è stato un mese dedicato alle donne e alla femminilità sotto tutti i suoi aspetti, grazie alle iniziative programmate dall’assessorato alle Pari Opportunità. Grande è stato il successo del Flash Mob “One Billion Rising” di venerdì 8 marzo: “E’ stata una grande festa con centinaia di donne e giovani che hanno ballato con la coreografia di Valentina Soncin, grazie alla collaborazione di tante scuole di danza del territorio che hanno aderito e risposto positivamente (Danza sì, Yamato Dojo, Centro Formazione Danza e Ginnastica, Arte Danza fitness, Acled Espressione Danza). – ha commentato l’assessore Silvia Vianello - La piazza era stracolma di donne, ragazze e uomini che hanno colto il messaggio di sensibilizzazione attraverso una danza simbolo di libertà contro la violenza sulle donne, portata in tutte le piazze del mondo. L’8 marzo non è solo una giornata di festa speculativa ma una giornata simbolo della dignità e libertà della donna come persona”. Domenica 10 marzo è stata poi inaugurata la mostra Fuori dall’ombra presso il museo civico S. Francesco. L’esposizione, visitabile fino al 31 marzo, ha portato alla luce le opere di donne chioggiotte di oggi e di ieri. All’inaugurazione era presente il sindaco Giuseppe Casson. “La formula del coinvolgimento della città e, in questo frangente, delle donne della città, è stata vincente. Si è voluto far uscire dall’ombra i talenti femminili nelle arti maggiori e minori come pittura, fotografia, ricamo, arti manuali e con materiale riciclato, scultura e bigiotteria – ha rilevato l’assessore Vianello - Una mostra meravigliosa per la quale c’è stata una grande adesione e disponibilità di lavori e dai risultati insperati, a tal punto da dover tenere da parte tanto materiale che ci proporremo di esporre in altre occasioni”. L’inaugurazione è stata arricchita con un intervento musicale e la lettura delle poesie del gruppo degli Abbracci. L’esposizione, creata dalle cittadine stesse ha portato centinaia di persone al museo, luogo che molti ancora non conoscevano. Il messaggio che si è voluto lanciare è che le donne hanno tante potenzialità e se si dà loro la possibilità di “uscire dall’ombra” sono in grado di scatenate un movimento positivo e costruttivo. Domenica 17 marzo, è stato proiettato il film Le Magdalene di Peter Mullan, mentre il 21 marzo alle 17.30 vi è stato il convegno “Maternità, bellezza e salute”. Altro convegno il 28 marzo: “Salute donne”, sulla prevenzione e cura dei tumori della donna, con la dottoressa Flora Romano specialista in senologia presso l’Ospedale di Chioggia e la dottoressa Patrizia Ravagnan, ginecologa. Venerdì 29 altro convegno sulla nuova immagine dei consultori familiari e dei servizi sul territorio per la donna e per la famiglia, “Accendiamo i riflettori”. Hanno partecipato la dottoressa Lorella Ciampalini, direttore U.O. Famiglia e Minori, la dottoressa Loredana Boscolo Buleghin, direttore U.O. Handicap, e gli operatori dei servizi territoriali. Numerosa la partecipazione agli eventi, che ha dimostrato l’importanza dei temi trattati e la rilevanza delle problematiche affrontate. Ma.Bo.
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Marzo 2013
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
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a chioggia iL dg daL ben compLeta La sQuadra strategica
dopo gilda menini come direttore amministrativo è la volta del direttore sanitario e di quello dei servizi sociali: Luca sbrogiò e giampaolo pecere Il direttore dell’Ulss 14 di Chioggia Giuseppe Dal Ben ha nominato il direttore sanitario e quello dei servizi sociali. Si tratta di Luca Sbrogiò per l’area sanitaria e Giampaolo Pecere per quella sociale. I due dirigenti sono già operativi e sostituiscono Lino Battistello (ex direttore sanitario), che è tornato a fare il primario di Geriatria all’ospedale di Piove di Sacco, e Stefano Vianello (ex direttore sociale) che ora è alla guida del distretto sociosanitario di Mira. Soddisfazione del Dg Dal Ben. “La Ulss di Chioggia sta perdendo quell’aura immotivata - di azienda di provincia. Sia dal punto di vista strettamente strutturale, che da quello, fondamentale, sanitario, sta inanellando una serie di eccellenze e riscontri importanti. È la premessa alla scelta della nuova direzione strategica, che deve essere all’altezza del ruolo che Chioggia sta conquistando: abbiamo dirigenti capaci, esperti e pronti a lavorare in squadra per il bene futuro della sanità clodiense”. Luca Sbrogiò, milanese di origine, trevigiano di adozione, classe ’63, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova, si specializza in Igiene e Medicina Preventiva. Nel 2002 fino al 2006 è responsabile dei Programmi Regionali di Sanità
Informa
le Specia le Specia
Ulss 14
Giampaolo Pecere, Luca Sbrogio e
Pubblica all’Ulss 7 di Pieve di Soligo (Treviso). Nel 2008 arriva all’Ulss 9 di Treviso dove prima ricopre il ruolo di direttore del servizio di Igiene Alimenti e Nutrizione del Dipartimento di Prevenzione e, successivamente nel 2010, di direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica e direttore del Dipartimento di Prevenzione. Nel periodo di incarico ha più volte sostituito formalmente il direttore sanitario in caso di assenza. Attualmente ricopriva l’incarico di direttore del Dipartimento di Prevenzione, Servizio Igiene e Sanità Pubblica all’Ulss 19 di Adria. Nell’ambito dell’Igiene Pubblica, dal 18 dicembre 2012 è componente del
Comitato Scientifico nazionale della Società Italiana di Igiene (SItI) e membro del gruppo di lavoro nazionale per lo sviluppo della medicina predittiva. Giampaolo Pecere, veneziano di origine, classe ’60, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova si specializza prima in Medicina Interna (indirizzo Medicina d’Urgenza) sempre a Padova, e poi in Igiene e Medicina Preventiva a Modena. Alla fine degli anni Novanta diventa responsabile di una Rsa dell’Ulss 12 (un servizio territoriale dotato di 90 posti letto per anziani non autosufficienti) e dell’assistenza domiciliare del Distretto 1 (rivolto ad una popolazione
di 74mila abitanti). Successivamente ricopre l’incarico di responsabile della direzione del Distretto del Centro Storico di Venezia. Dal 2004 a tutt’oggi lavora presso l’Azienda Ulss 18 di Rovigo nella quale fino alla fine del 2011 ha ricoperto l’incarico di Direttore dei Distretti Socio Sanitari e di Direttore del Dipartimento Organizzazione Distrettuale. Durante la permanenza presso l’Azienda Ulss 18 di Rovigo, inoltre, ha ricoperto l’incarico di Direttore dei Servizi Sociali. E’ stato componente della Commissione Regionale per la Salute Mentale.
CONTINUA IL CONCORSO FOTOGRAFICO L’Azienda Ulss 14 in collaborazione con l’Associazione culturale-fotografica Progetto Ossigeno, organizza un concorso fotografico aperto alla cittadinanza. TEMA DEL CONCORSO “DONARE BENESSERE” prevede la selezione di fotografe che devono documentare la città di Chioggia ed il suo territorio limitrofo nei suoi aspetti più caratteristici. La città infatti offre ai suoi abitanti e non solo inedite e sempre nuove scene da fotografare: scorci, angoli nascosti, paesaggi, ritratti. Obiettivo del concorso è arricchire gli spazi dei locali ristrutturati dell’ospedale di Chioggia con opere
fotografiche dei cittadini che verranno riprodotte in appositi pannelli e affissi nei nuovi locali, contribuendo ad alleviare e rasserenare, mediante l’affissione delle opere selezionate, la permanenza dei pazienti in ospedale o la semplice attesa alle prestazioni. Il concorso è aperto a tutti i residenti del Comune di Chioggia. Durerà da marzo ad ottobre in modo da consentire ai partecipanti di fotografare la città in varie stagioni e con colori differenti. Per maggiori informazioni www. asl14chioggia.veneto.it o www.progettossigeno.it.
Marzo 2013
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
per approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’a.ulss 14: ww.asl14chioggia.veneto.it
PRONTO IL REPARTO DI GINECOLOGIA-OSTETRICIA DELL’OSPEDALE DI CHIOGGIA Lo stato dei lavori è su Facebook: www.facebook.com/dalbendg Conto alla rovescia per l’inaugurazione del terzo piano all’ospedale di Chioggia, dove sono ospitati Ginecologia-Ostetricia, il Nido e alcuni posti letto per la patologia neonatale. Il taglio del nastro è previsto tra fine marzo e inizio di aprile. Dopo Fisioterapia (sesto piano), Geriatria (quinto piano) e Medicina (quarto piano) è la volta di Ginecologia-Ostetricia (terzo piano), un reparto di 500 metri quadrati, completamente rivisitato e riorganizzato nel servizio con stanze climatizzate, da due o un posto letto, ciascuna provvista di servizi igienici. I locali, rinnovati anche nei colori, sono dotati di nuovi arredi (in questo caso anche un fasciatoio e attrezzature per accudire il proprio bambino) per garantire un miglior comfort alle neomamme e una permanenza gradevole all’interno dello spazio ospedaliero. Nel reparto, oltre agli ambulatori medici compare anche una sala riunioni che permette di svolgere gli appuntamenti multidisciplinari per la discussione di casi complessi. Nella sala di attesa, infine, c’è la reception con personale dedicato per l’accoglienza dei pazienti e dei visitatori.
prima...
... e dopo
Ad un anno dall’avvio dei lavori di ristrutturazione, l’ospedale di Chioggia ha cambiato volto a partire dall’area esterna con una nuova portineria (un’opera avveniristica che ricorda, dalle forme, un’imbarcazione), nuovi percorsi protetti per entrare nella struttura ospedaliera e una riorganizzazione dei parcheggi che permetterà, tra qualche mese, di avere posti auto separati tra visitatori e dipendenti Ulss. Completamente rivisto l’atrio dell’ospedale, raddoppiata la sala
d’attesa per prenotare e disdire esami e visite, potenziata e ristrutturata la Radiologia. Separati i percorsi per gli utenti che desiderano andare nei reparti e coloro che necessitano di raggiungere il Poliambulatorio o la Radiologia. E sono già partiti i lavori di ristrutturazione anche al secondo piano dove è ubicato il reparto di Chirurgia. Prima di fine anno saranno ultimati i lavori di riqualificazione del monoblocco. Per documentare lo stato dei lavori e creare un filo diretto con gli uten-
Problemi sessuali? Aperto un ambulatorio specialistico a Chioggia Problemi sessuali? L’ospedale “Madonna della Navicella” di Chioggia apre un ambulatorio per curarli. Si tratta dell’ambulatorio andrologico-sessuologico che è stato attivato dal servizio di Urologia con ottica di integrazione ospedale- territorio. L’ambulatorio è gestito da due medici urologi, Renato Spinadin e Raffaele Ranavolo con la collaborazione della psicologa psicoterapeuta Lorella Ciampalini del Consultorio Familiare. Lo scopo dell’ambulatorio è quello di trattare i disturbi e le problematiche relative al deficit erettile e altri disturbi della sfera sessuale e riproduttiva. “L’ambulatorio – ha spiegato il primario di Urologia Giuseppe Tuccitto - nasce dal presupposto che spesso i problemi della sfera sessuale e riproduttiva riconoscono
delle cause organiche con delle forti implicazioni di carattere psicologico. Il paziente, il più delle volte ha delle difficoltà ad afferire nell’ambulatorio urologico generale per vergogna o timore che vengano alla luce certe problematiche della sfera privata; avendo a disposizione invece un ambulatorio pomeridiano, in cui c’è un afflusso molto limitato di persone, l’utente riesce a manifestare certi problemi in maniera più libera e disinvolta”. Si può afferire a questo ambulatorio con impegnativa del medico di famiglia rivolgendosi al Centro Unico di Prenotazione (CUP). “Dal giorno della sua attivazione a tutt’oggi – ha aggiunto Tuccitto - si è verificato un afflusso sempre crescente di pazienti con problematiche andrologiche-sessuologiche. Per tale motivo abbiamo ri-
tenuto opportuno offrire al paziente, qualora ne fosse necessario, anche la possibilità di eseguire presso il nostro ospedale tutte quelle indagini diagnostiche strumentali necessarie a completare l’inquadramento della problematica clinica”. E’ partito da qualche giorno un nuovo servizio di ecografia andrologica, comprensiva di tecnica color-doppler, specifica per lo studio vascolare del pene, delle dinamiche erettili e delle cause vascolari maschili di sterilità di coppia. “In tal modo – ha concluso Tuccitto - viene a chiudersi quel circolo “virtuoso” diagnostico terapeutico che permette al cittadino di completare accertamenti e terapie all’interno del nostro ospedale e con un percorso facilitato che vede impegnate figure professionali mediche di varie specialità”.
ti, il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben ha aperto una pagina su Facebook (www.facebook.com/dalbendg). “Un anno fa ho stretto un patto di trasparenza coi cittadini – ha detto il Dg – e desidero mantenerlo anche grazie a nuovi strumenti di comunicazione come i social network. Mezzi più veloci che permettono in tempo reale di mostrare l’evoluzione dei lavori di ristrutturazione dell’ospedale clodiense, lasciando spazio a commenti e suggerimenti”.
chirurgia in diretta - tuccitto L’ a.u.L.s.s. n°14 di chioggia (ve) promuove, in collaborazione con l’ordine degli assistenti sociali del veneto, un ciclo di formazione per assistenti sociali.
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messaggio pubbliredazionale
Mai come adesso è tempo di comprare “casa” “Nonostante la crisi economica non sia stata ancora superata, acquistare casa oggigiorno sta diventando sempre più conveniente, dato la grande disponibilità di immobili sia nuovi che usati a prezzi del 2002”. Ce lo comunica Andrea Falconi, agente immobiliare, titolare dell’agenzia immobiliare EUROCASA, una delle realtà più storiche e dinamiche nel campo della mediazione immobiliare del comune di Chioggia. Sig. Falconi, leggiamo dai media che il mercato immobiliare è il mercato che sta risentendo più di tutti della crisi finanziaria. Secondo lei, per quale motivo ci si dovrebbe approcciare all’acquisto di immobile proprio in questo periodo? Essere proprietario di una casa è da sempre stato il più grande sogno di noi italiani. Tuttavia per la maggior parte della società il cammino per la sua realizzazione o il suo acquisto è davvero complesso e comporta molti sacrifici e onerosi impegni finanziari. Ma allora ciò che risulta più ragionevole chiedersi è: perché sobbarcarsi tutta questa fatica? La risposta è semplice e chiara a tutti: per raggiungere proprio ciò che precedentemente abbiamo descritto come “l’Italian Dream”, ovvero diventare finalmente proprietari della nostra casa ideale, cosa che oggi più che mai rappresenta un’aspirazione per tutti. Non stiamo parlando di un bene qualsiasi, ma di una “CASA”, che nonostante la sua semplicità di concetto, rappresenta un patrimonio notevolissimo e duraturo nel tempo, che dà sicurezza e che magari diverrà un importante punto di partenza per i nostri figli. La garanzia che noi possiamo dare è che tutti gli sforzi e i sacrifici sostenuti proprio
a questo scopo vengano comunque ricompensati. Forti e convinti di questo punto di vista, oggi più che mai è il momento opportuno per affacciarsi ad un mercato ricco di opportunità e di prezzi davvero competitivi. Scendendo nel particolare, come considera il mercato immobiliare attuale a Chioggia? Purtroppo anche un comune così importante come Chioggia segue l’andamento negativo del mercato immobiliare italiano ed europeo. La crisi del settore ittico e turistico hanno ridotto notevolmente la capacità di spesa dei cittadini , per cui ci troviamo in una situazione in cui la domanda è limitata ma l’offerta immobiliare è molto vasta: è proprio da qui che nascono spesso interessanti opportunità di acquisto a prezzi molto trattabili, veri e propri AFFARI. D’altra parte Chioggia mantiene sempre un certo appeal per via della sua tipicità, sia nei confronti dei suoi abitanti che per gli investitori esterni o turisti. Inoltre non bisogna sottovalutare anche un altro aspetto, ovvero che la costante crescita del “nuovo” crea una forte concorrenza nei confronti degli altri immobili, che subiscono una flessione dei prezzi. Ipotizziamo la presenza di un potenziale acquirente. Perché egli dovrebbe scegliere proprio Eurocasa per la ricerca di un immobile, dato la presenza massiccia di agenzie immobiliari a Chioggia? Personalmente non amo “auto-lodarmi”. Ognuno è libero di appoggiarsi all’agenzia che meglio risponde alle sue esigenze, dato anche gli stretti rapporti che intratteniamo con gli altri colleghi. Quello che posso fare è descriverle chi siamo e qual è il nostro metodo di lavo-
i d è a z n e i r e l’esp “CASA”
ro. Il nostro slogan è “L’ESPERIENZA E’ DI CASA” ed è proprio sulla nostra esperienza che si basa la nostra professionalità. La nostra piccola grande realtà è composta da un team di professionisti sempre alla ricerca di nuove opportunità sul mercato da proporre. Per noi è importante supportare il cliente con molteplici servizi, che non si limitano alla possibilità di acquisto o di messa in vendita di unità abitative e locali. Noi ci preoccupiamo di controllare attentamente tutte le documentazioni degli immobili che abbiamo in vendita, prima di proporli e di verificare l’esistenza o meno di problematiche prima di qualunque contratto preliminare, in modo da evitare spiacevoli “sorprese” all’acquirente e al venditore. Può sembrare banale, ma non tutti si prendono l’onere di effettuare questo tipo di controllo. Eurocasa inoltre si occupa di accompagnare il cliente durante tutto il suo iter, dalla visione, alla scelta dell’immobile, fino al momento del rogito finale, con la nostra disponibilità di sempre, assicurando la nostra presenza costante e la professionalità. Anche questo è caratteristico di Eurocasa: un metodo di vendita da definire “chiavi in mano”, con garanzia di supporto dall’inizio alla fine, nessun passaggio escluso. La comunicazione e il marketing rappresentano attività indispensabili per un’agenzia immobiliare. Quali sono i vostri principali canali pubblicitari? Eurocasa opera sul mercato immobiliare di Chioggia e dintorni dal 1988 e, nonostante il progresso tecnologico le posso confermare che il nostro principale mezzo pubblicitario è il passaparola; non sa quante volte ci è capitato di avere come clienti i figli o i parenti di altri clienti “storici” che si erano appoggiati a noi anni e anni fa, oppure di trattare la vendita dello stesso immobile più di una volta. I nostri clienti sono la nostra
pubblicità. Nonostante ciò Eurocasa, in quanto realtà dinamica in continua evoluzione e costante aggiornamento, investe incessantemente in pubblicità sia sulla carta stampata in giornali locali, sia sul web attraverso il nostro nuovo sito www.eurocasachioggia.com e tramite i più noti portali immobiliari italiani. Molte richieste ci sono giunte anche tramite il nostro profilo di Facebook e la nostra pagina su YouTube. Inoltre l’obiettivo di far conoscere Chioggia e i nostri immobili all’estero ci ha spinti ad investire anche su alcuni importanti portali tedeschi, inglesi e russi. Il mese scorso ha inaugurato l’apertura di un nuovo ufficio in Viale Padova a Sottomarina. Cosa l’ha spinta ad investire in una nuova sede, in un periodo di crisi generalizzata in cui sempre più aziende sono costrette a chiudere? L’apertura di una nuova sede a Sottomarina è stata da me fortemente voluta e rappresenta per noi un grande traguardo. Abbiamo lasciato Sottomarina un po’ di tempo fa per riunirci tutti in un’unica sede, tuttavia ci mancava operare direttamente in un polo ricco di interessanti opportunità e nuove sfide. Ora riusciamo meglio a distribuirci sul territorio, ampliando l’acquisizione di immobili e dunque di soluzioni da proporre agli acquirenti. Ne abbiamo già ampiamente parlato, la crisi c’è e si vede, ma sta di fatto che noi crediamo nel mercato e continuiamo a credere nella gente che vive a Chioggia e a Sottomarina, come abbiamo sempre fatto. Convinti che ciò rappresenti la base su cui si possa costruire un futuro prospero, vogliamo nonostante tutto continuare ad essere ottimisti. E per ora riusciamo a testare già i primi segnali positivi. Tutti prima o poi devono fare i conti con il desiderio di acquistare casa, e noi siamo qui proprio per realizzarlo.
Chioggia Corso del Popolo 956 - Sottomarina Viale Padova 6 041 5500963 www.eurocasachioggia.com
Cultura locale 29 Celebrazioni Il settimo centenario Dondiano
L’Astrario di Giovanni Dondi, strumento per gli oroscopi Gli studenti del Cestari approfondiscono la conoscenza dei Dondi, celebri medici e astronomi noti in tutta Europa
I ragazzi del Cestari al convegno promosso in occasione delle celebrazioni per il settimo centenario Dondiano
di Eugenio Ferrarese
G
li astrari a cosa servivano? Soprattutto per gli oroscopi e, a quanto pare, fin dall’antichità si trattava di un’attività redditizia visto il grande interesse che tali strumenti suscitavano anche nelle più importanti corti europee. Le celebrazioni dedicate al settimo centenario Dondiano promosse dal Comitato Promotore hanno coinvolto anche gli studenti dell’Istituto tecnico commerciale “Cestari” di Chioggia nel mese di marzo con due appuntamenti nell’aula magna. Chioggia nell’ultima fase del Medioevo, come ha spiegato il professor Luciano Bellemo, era una città assai vivace e assai fiorente: commerci di ogni tipo a partire da quello che un tempo era l’”oro” della nostra laguna, il sale – il famoso “Sal Clugiae”
esportato in tutto l’Adriatico e il Nord Italia -, la presenza di mercanti che giungevano da varie parti dell’Europa e Medio Oriente, famosi navigatori (Niccolò de Conti), pellegrini in transito verso Roma o la Terrasanta… Molte di queste attività cessarono o furono assai ridimensionate dopo la distruzione subita nel 1379 quando i genovesi, con la complicità degli alleati padovani che da tempo aspiravano alla conquista delle saline chioggiotte, saccheggiarono la città. Jacopo e Giovanni Dondi, padre e figlio, vissero proprio in questo periodo. Questi medici, astronomi e con una grande passione per la meccanica, divennero presto assai noti in tutta Europa per aver creato complesse strumentazioni: l’orologio della Torre dei Carraresi in piazza dei Signori a Padova,
l’orologio della Torre del palazzo Municipale di Chioggia (poi collocato nella metà dell’Ottocento nella torre campanaria della chiesa di Sant’Andrea dove si trova attualmente), di cui esistono documentazioni risalenti al 1386, e il famoso Astrario. E proprio l’Astrario di Giovanni Dondi è stato ampiamente illustrato dall’architetto Rita El Asmar, collaboratrice dello Iuav di Venezia, nel secondo appuntamento svoltosi venerdì 15 marzo 2013 sempre nell’aula magna dell’Itcs Cestari. Le stelle e il movimento dei vari pianeti nelle sfera celeste, secondo le conoscenze degli antichi astronomi/astrologhi, influivano direttamente sul destino dell’uomo. Le sette facce dell’Astrario di Dondi consentivano di decifrare, attraverso il funzionamento
di articolati ingranaggi, il cammino di Sole, Luna, Marte, Mercurio, Venere, Saturno, Giove – i pianeti noti nel Medioevo: Galileo scoprì molto altro, ma trecento anni dopo… - nel corso dell’intero anno. I modelli digitali dell’Astrario di Giovanni Dondi realizzati dall’architetto El Asmar hanno incuriosito gli studenti. Il meccanismo originale dell’Astrario era andato perduto, ma è stato possibile effettuarne delle copie grazie ai dettagliati manuali di Dondi, anche se con alcune varianti visto che non se ne conoscevano le misure esatte. E così queste ricostruzioni sono presenti in alcuni
importanti musei sparsi in tutto il mondo, persino in America. Il museo civico di Chioggia a S. Francesco fuori le mura ne possiede anch’esso una copia realizzata grazie all’impegno e costanza degli appassionati cultori di questi antichi e per certi aspetti misteriosi meccanismi. L’intervento dell’architetto Rita El Asmar è stata preceduto dai saluti del dirigente dell’Itcs Cestari professoressa Antonella Zennaro e del dottor Angelo Frascati, presidente del Comitato Promotore ed Organizzatore delle celebrazioni dondiane.
30 Cultura locale Letteratura Il libro di Francsco Lusciano
Lusciano cerca di trovare “Il senso della vita”
L’ultima pubblicazione dell’ex assessore alla Cultura: “Dobbiamo dare un senso alla vita, altrimenti questa ci sfugge e si arriva al nulla” di Eugenio Ferrarese
L
a più urgente delle domande è quella sul senso della vita. La riflessione è di Albert Camus, uno dei padri dell’esistenzialismo del Novecento, coinvolto anch’egli nella continua ricerca sul significato dell’esistenza. Il libro di Francesco Lusciano “Il senso della vita” (La Versiliana editrice, dicembre 2012) nasce da un intervento in occasione di una conferenza nella sede dell’Asl di Chioggia lo scorso anno. L’argomento è certo assai stimolante sia per i credenti che per i non credenti perché nessuno può ignorare questo cammino che coinvolge Bios (vita), Eros (amore) e Thanatos (morte), un intreccio di felicità, saggezza, altruismo, ma anche orrore e spavento. “Il cristianesimo di fronte alla vita e alla morte – ha affermato don Vincenzo Tosello, direttore del settimanale diocesano Nuova Scintilla durante l’incontro di presentazione del libro di Lusciano svoltosi il 5 aprile scorso nella sala del Consiglio comunale di Chioggia – ha delle domande, ma soprattutto una risposta: la risurrezione di Cristo. E’ questo il cuore della nostra fede”. Sembra quindi che per i credenti sia tutto più “facile”: ma è veramente così? La crisi profonda che coinvolge il mondo attuale diventa anche drammatica quando si arriva al suicidio per lo più per ragioni economico-sociali. Di fronte alla desolazione si perde la speranza e la vita si trasforma in un’angoscia insopportabile. Altri casi ci interrogano profondamente: l’eutanasia, il suicidio assistito che ha riguardato alcuni malati terminali o malati di Sla, oppure il suicidio politico dei kamikaze per ragioni politiche o religiose o ancora l’imprevedibile fanatismo di coloro che compiono stragi sparando a caso tra la folla… “Eppure – si chiede Lusciano – dobbiamo dare un senso alla vita altrimenti questa ci sfugge e si arriva al nulla, al nichilismo, al non-senso. Occorre, aggiunge l’autore, lottare per una vita significativa, per un mondo diverso, più umano. Infatti in una delle sezioni conclusive di questa carrellata di moderni pensatori – oltre a Camus anche Heidegger, Sartre, Russell, Nietzsche – uno spazio è riservato anche al rivoluzionario “Che” Guevara che vedeva nel socialismo l’uomo nuovo che avrebbe liberato il mondo dall’alienazione e che per questo ideale morì neppure quarantenne sulle montagne boliviane. L’umanità intera è coinvolta in questa
Il volume di Francesco Lusciano
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ricerca sul senso della vita e fondamentale diventa il dialogo alla base di “una nuova comunità umana – aggiunge Lusciano – fondata sulla pace, la convivenza, la fratellanza, il rispetto, l’amore, la carità…”. L’autore, ex insegnante di scuola secondaria superiore ed anche assessore alla Cultura fino al 2007, riserva la quinta parte della sua opera ad un centinaio di pensieri e riflessioni sul senso della vita e della morte: Bios, Eros e Thanatos continueranno ad interrogare noi ed anche chi sarà dopo di noi…. Alla presentazione del libro sono intervenuti anche Elso Resler, ex consigliere regionale, e Nella Talamini del circolo “Ignazio Silone” di Venezia e Chioggia. Lusciano ha già in programma una nuova pubblicazione che riguarderà Franz Kafka.
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alla terra al cielo con l’occhio che vede al di là. Fino al 28 marzo a Bologna nella Galleria d’arte “Sant’Isaia” Palmira Malusa ha presentato una nuova personale di pittura che si caratterizza ancora una volta per il suo stile originale, un po’ inconsueto, che si richiama per alcuni aspetti delle icone bizantine: figure ieratiche, fuori dal tempo, circondate da un alone di sacralità, disegnate con un tratto semplice, elegante, colori ‘freschi’, proiezioni del ricco mondo interiore dell’artista di Sottomarina che, ricordiamo, è anche una appassionata poetessa. I simboli comunicano il mistero del quotidiano, una realtà più profonda che in qualche modo la Malusa cerca di esprimere e di rendere visibile. Un’emozione ha tante sfumature e l’artista è pronta a cogliere questi piccoli segni e trasformarli in percezioni visibili: la vita è un enigma che tentiamo di decifrare un po’ per volta nel corso della nostra vita. Le sue opere mantengono un diretto legame con l’istintività e la semplicità con una predilezione per l’azzurro presente in tutte le sue principali gradazioni e una pennellata che sembra avvicinarsi ad uno stile antico e per certi aspetti un po’ naif. Le simbologie religiose sono le più frequenti: il pesce, la ‘mandorla’ che racchiude l’immagine di Maria o di Cristo… oppure il richiamo al leone simbolo della forza, l’inquietante figura di Polifemo... Dalla prima personale allestita nel 1992 Palmira Malusa ha percorso un cammino artistico contraddistinto da molte presenze sia in mostre collettive che personale in Italia e anche all’estero. Da alcuni anni è anche socia dell’Ucai (Unione Cattolica Artisti Italiani) e del Gruppo Poeti Città di Chioggia. E.F.
Cultura locale 31 Il caso Una serata evento il prossimo 27 aprile a Cavarzere per la presentazione
“Va’! Scolpisci”, dvd e pubblicazione per l’oratorio dedicato al Crocifisso di San Mauro F
ra i momenti salienti dell’Anno Giubilare 2011, dedicato al Crocifisso di S. Mauro e culminato nella solenne processione (che si svolge ogni 25 anni) attraverso le vie della città, molti ricordano con particolare emozione la prima esecuzione assoluta dell’Oratorio per soli, voce recitante, doppio coro, organo e orchestra sinfonica “Va’! Scolpisci!”, avvenuta la sera del 17 dicembre nel Duomo di Cavarzere. Con quest’opera il maestro Renzo Banzato, che oltre ad aver composto il testo e la parte musicale, ha anche curato l’intera orchestrazione della partitura, ha desiderato far rivivere, attraverso l’arte musicale e a distanza di quasi duecento anni, la meravigliosa storia di Domenico Paneghetti e della sua devozione verso il maestoso Crocifisso custodito nel Santuario di S. Domenico a Chioggia, al quale l’umile tagliatore di canne si ispirò per scolpire il Divino Crocifisso di S. Mauro di Cavarzere. Come molti ricorderanno, il progetto dell’opera, commissionato dalla Diocesi di Chioggia, Regione Veneto e Fondazione della Comunità Clodiense, ha visto il coinvol-
gimento di numerosi enti, che hanno saputo operare in perfetta sinergia e sintonia: Parrocchia di S. Mauro, assessorato alla Cultura del Comune di Cavarzere, Provincia di Venezia, Conservatorio di Musica “A. Buzzolla” di Adria, Comitato Cittadino di Grignella, Circolo Amici del Maestro Tullio Serafin di Rottanova. La prima esecuzione (per la quale è risultato rilevante l’apporto della professoressa Lisa Armarolli, oboista dell’Orchestra “T. Serafin”, per l’inserimento informatico dei dati) - alla quale ne seguì una seconda presso il Duomo di S. Stefano a Caorle e una terza nella Cattedrale di Chioggia - fu ripresa dalle telecamere di Telechiara e successivamente trasmessa con un seguito di ben 85.000 spettatori. Telechiara Produzioni, in collaborazione con la Fondazione della Comunità Clodiense, ha ora ultimato la realizzazione del Dvd dell’opera, che si avvale del supporto della Ditta Turatti di Cavarzere, prodotto in 1.600 copie e assai curato sotto gli aspetti video (grazie alla regia di Massimo Polato e alla presenza di ben 9 operatori e 5 tecnici coordi-
nati da Gilberto Dante), audio (con le ottime riprese digitali del suono realizzate da Stefano Volpato) e grafico: ad ogni dvd è infatti allegato un libretto a colori di venti pagine, ricco di notizie, foto, guida all’ascolto e con l’intero testo della composizione. L’esecuzione è affidata al basso Luca Gallo, al tenore Sergio Panajia, al narratore Paolo Padoan, all’organista professor Graziano Nicolasi, al Complesso Vocale SolEnsemble di Padova, all’Orchestra Sinfonica e Coro “T. Serafin” diretti dall’autore stesso: il tutto introdotto da monsignor Dino De Antoni, con una presentazione effettuata nel marzo 2012 in qualità di Arcivescovo di Gorizia e Presidente della Conferenza Episcopale Triveneta. L’intera partitura musicale dell’oratorio (che consiste in un volume di ben 240 pagine, elegantemente rilegato e in un formato di ampie dimensioni) e le relative parti staccate strumentali e vocali saranno pubblicate da uno dei principali editori musicali italiani, ovvero la Casa Musicale Edizioni Carrara di Bergamo, che si occuperà della distribuzione dell’opera sul mercato italiano e soprattutto
estero. Naturalmente ciò è stato accolto con particolare piacere dal maestro Banzato che, con questo rilevante lavoro, giunge alla sua quarta pubblicazione editoriale. Ora il tutto sarà ufficialmente presentato al pubblicoil prossimo 27 aprile presso il Teatro Comunale “T. Serafin” di Cavarzere, in una serata che sarà condotta dall’assessore alla Cultura Paolo Fontolan (che ha tra l’altro presentato le varie esecuzioni dell’oratorio che si sono tenute nel dicembre 2011) e durante la quale interverranno lo stesso autore, monsignor Dino De Antoni, il sindaco Henri Tommasi, i rappresentanti della Fondazione della Comunità Clodiense, il Musicologo Paolo Padoan, il Direttore del Conservatorio di Adria maestro Elio Orio, il presidente dell’Associazione Veneziani nel Mondo Bruno Moretto, gli Arcipreti che si sono avvicendati in San Mauro nell’ultimo quarantennio (monsignor Umberto Pavan, monsignor Fabrizio Fornaro, monsignor Achille De Benetti), autorità civili e religiose, nonché gli esponenti del mondo imprenditoriale e dell’associazionismo. La serata, organizzata dall’assessorato
La prima assoluta di Va’ Scolpisci alla Cultura di Cavarzere, si aprirà con la presentazione della pubblicazione editoriale della partitura dell’opera; il programma prevede quindi gli interventi degli ospiti e la proiezione in anteprima del Dvd sull’oratorio. Il 27 aprile l’orario d’inizio è fissato alle ore 20.45; l’ingresso è libero. Info: Ufficio Cultura del Comune di Cavarzere: tel. 0426/317190, e-mail: ufficio. cultura@comune.cavarzere.ve.it Il prossimo 24 aprile sul Canale 14 del Digitale terrestre alle 11.30 e alle 18.00, andrà in onda l’intervista realizzata dai giornalisti della redazione di Telechiara al maestro Renzo Banzato, di presentazione dell’evento del 27 sera, ma anche relativa alla sua attività di compositore.
Cavarzere. Al Teatro T. Serafin
“cari cantautori” e “giovani note” , Le rassegne musicaLi di primavera
NEWS
S
ono in tutto otto gli appuntamenti musicali per la stagione primaverile 2013 che si svolgerà presso il Teatro comunale “T. Serafin” e che ha debuttato lo scorso 6 aprile. Due sono i filoni nei quali si incanaleranno le iniziative musicali. Il primo, dal titolo “Cari cantautori”, vuole essere un omaggio ad alcuni dei maggiori cantautori italiani, autori di pagine indimenticabili che hanno accompagnato la vita di giovani e meno giovani e proprio per questo motivo particolarmente cari a più di una generazione. Il secondo ciclo musicale, intitolato “Giovani note” presenta invece alcune delle realtà musicali più significative del Veneto, alternando acclamate formazioni corali ad affermate compagnie sinfoniche giovanili. Dopo gli omaggi a Fabrizio De Andrè e a Giorgio Gaber, nelle serate in programma per il 6 e il 13 aprile scorso, il prossimo appuntamento è fissato per il 24 di questo mese. Sul palco del Tullio Serafin Nicola Zampieri e Gian Marco Guzzon, solisti del celebre gruppo “Anime in plexiglas”, proporranno in versione acustica un omaggio a Luciano Ligabue, cantautore emiliano particolarmente amato, specie dai più giovani. La rassegna dedicata al cantautorato italiano si concluderà il prossimo 4 maggio con il gruppo cavarzerano degi “Eclipse” che presenterà “A modo mio...” omaggio a Lucio Dalla. La manifestazione è stata realizzata sotto
Il teatro T.Serafin la direzione artistica del maestro Renzo Banzato, che collabora con l’assessorato alla Cultura nel coordinamento delle attività musicali. “Vogliamo programmare le attività musicali - ha spiegato il maestro Banzato - seguendo linee progettuali ben precise, tra cui il raggruppamento dei vari eventi in cicli tematici, individuando un filo conduttore che leghi i diversi appuntamenti che verranno proposti. E’ ciò che abbiamo fatto in questa prima rassegna ed in quella che seguirà nei mesi di maggio e giugno, intitolata “Giovani note”. “Salutiamo con soddisfazione - ha dichiarato l’assessore alla Cultura Paolo Fontolan - il vao di questi due cicli di concerti. Gli artisti che abbiamo scelto sono tra i migliori a livello nazionale nei rispettivi repertori e sono quindi una garanzia di qualità. La varietà delle proposte ci sembra in grado di attrarre un pubblico vasto, compresi i giovani”. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle 21. I biglietti, de costo di 6 euro, sono disponibili presso la biglietteria del teatro o la sera dello spettacolo, a partire dalle 20. Nicola Ruzza
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VIAGGIO IN
PROVINCIA
Politica A maggio si rinnovano i governi degli enti locali
VENEZIA
Amministrative, quattro comuni vanno al voto Occhi puntati sul fenomeno del Movimento 5 Stelle. A San Donà e Martellago si elegge il sindaco con il doppio turno. A Pianiga e San Stino di Livenza, con il turno unico di Alessandro Abbadir
E
lezioni amministrative, in provincia di Venezia, sono 4 i comuni in cui si andrà al voto. Si tratta di Martellago, Pianiga e nel Veneto Orientale, San Donà e San Stino di Livenza. Il tema politico principale sul tavolo è la tenuta delle tradizionali coalizioni di centrosinistra o centrodestra di fronte al fenomeno grillino. Fenomeno che ha investito lo scenario politico italiano e anche quello locale. I dati alle politiche per il Movimento 5 Stelle nei comuni del Veneziano sono importanti. A San Donà, dove adesso governa la leghista e presidente della provincia Francesca Zaccariotto, Grillo è al 25,23%, a San Stino di Livenza 24,62%, a Martellago raggiunge il 32,62% e a Pianiga il 35,60%. Miranese e Riviera del Brenta sono le zone dove il Movimento ha raggiunto i risultati migliori, con il picco di Vigonovo dove i grillini arrivano al 36,52%. Non è un caso per gli attivisti dell’ex comico, che sia l’area dove il Movimento è più rappresentato
nelle istituzioni: c’è infatti il caso di Mira, con il sindaco grillino Alvise Maniero, ci sono tre consiglieri a Mirano, una a Santa Maria di Sala, uno a Vigonovo e uno a Campolongo. Ma andiamo ora comune per comune a vedere la situazione ad un mese dal voto. A Martellago, i candidati in lizza al momento in cui scriviamo e andiamo in stampa, sono quattro. Hanno ufficializzato la loro candidatura Moreno Bernardi (Un comune per tutti), Alberto Ferri (Lega Nord) e Antonio Santoliquido (Movimento 5 stelle). Si è in attesa delle mosse del Pdl, dove vige il massimo riserbo sul candidato, e della lista Monti. Il gruppo di Andrea Causin (lista Monti) che, comunque, ha assicurato di volerci essere non ha ancora sciolto la riserva, se appoggiare il centrosinistra o correre in proprio. Intanto a metà aprile a tenere banco sullo scenario politico sono state le primarie del centrosinistra, alla fine l’ha spuntata Monica Barbiero. Per l’insegnante di musica ha
votato più di un elettore su due e ha preso il 50,19 per cento. Ecco i numeri del responso nel dettaglio : Barbiero (Impegno Comune) 792 voti, Paolo Gatto (Pd) 554, Cosimo Moretti (Pd) 232. Anche a Pianiga si dipana la matassa delle candidature. Il centrodestra si è già fatto avanti ricandidando il sindaco uscente Massimo Calzavara, 39 anni avvocato, con la lista “Calzavara sindaco”. Nel centrodestra ad esempio ci sono il Pdl, la Lega Nord, la lista Pianiga Futura. Il centrosinistra candida a sindaco il segretario del Pd Jessica Pavan, sostenuta, oltre che dal Pd, da Idv e Psi. Jessica Pavan, 34 anni, è dipendente del Movimento consumatori a Mestre. Sarà invece Massimo Nacchi 49 anni, residente a Cazzago, sposato e padre di due figli, impiegato in una onlus padovana il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Pianiga. Fra i partiti, dalle urne di febbraio è emerso come il Pdl sia il maggiore azionista dell’attuale maggioranza con il 16,6, la Lega Nord conserva uno
zoccolo duro del 7,66%. Il Pd porta a casa il 20,79%. A San Donà la candidature principali sono tre, anche se non mancano tante civiche e formazioni minori. Nel centrodestra ad esempio il dopo-Zaccariotto non sarà leghista. Il Carroccio sosterrà Giansilvio Contarin. Il sindaco uscente Francesca Zaccariotto non ricandidabile (ha fatto due mandati), pensa a una lista civica con cui raccogliere voti per favorire la vittoria della sua coalizione. Contarin, attualmente assessore ai lavori pubblici nella giunta di Francesca Zaccariotto, ha 51 anni, architetto, è stato sindaco già nel 1993 in una delle prime giunte di centrosinistra. Il centrosinistra con il Pd in testa ha candidato Andrea Cereser. Cereser si era imposto a dicembre nelle elezioni interne al partito. 45 anni, medico veterinario all’istituto zooprofilattico delle Venezie, sposato, una figlia, consigliere “anziano” più votato con 360 voti alle precedenti comunali, proveniente dal mondo cattolico. La sua è una
CAOS LEGA NORD GLI ESPULSI NEL VENEZIANO
I
l caos della Lega Nord a livello regionale, si ripercuote anche a livello provinciale. L’episodio che più ha fatto scalpore è la lite con scambio di pugni e spintoni fra l’ex segretario della Lega Nord di Venezia Paolo Pizzolato e il deputato veronese Metteo Bragantini. L’ala rimasta fedele a Bossi ha contestato la nuova linea del segretario della Liga VenetaLega Nord , il “maroniano” sindaco di Verona Flavio Tosi. Tosi con il consiglio nazionale della Liga Veneta, ha espulso nelle scorse settimane, 35 militanti che avevano contestato Maroni a Pontida. Per l’area di Venezia sono stati espulsi: Claudio Gatti, Pierangelo Del Zotto, Giovanni Furlanetto, Liliana Manente, Claudia Marchiori, Pier Paolo Penzo, Patrizia
Peretti, Paolo Pizzolato, Alessandro Vianello. Nel Veneto Orientale anche se nessuno è fra gli espulsi, restano le tensioni tra “tosiani” e “bossiani” in vista delle amministrative a San Donà e San Stino. Il sindaco di Musile, Gianluca Forcolin, che da solo aveva riconquistato il suo Comune alla destra del Piave, ha dovuto rinunciare alla candidatura per Roma che ha visto l’elezione del giovane ex segretario provinciale, Emauele Prataviera, di San Stino, pupillo di Daniele Stival fedele a Tosi. Francesca Zaccariotto, sindaco di San Donà e presidente della Provincia di Venezia, sempre vicina a Bossi e Giampaolo Gobbo è contestata dalla nuova segreteria sandonatese di Gino Diotto. A.A.
delle famiglie più conosciute nel sandonatese. Sarà invece l’ingegner Guido Salvestroni, 56 anni, il candidato a sindaco di San Donà del Movimento 5 Stelle. Nato a Milano il 3 gennaio 1957, una figlia. Guido Salvestroni è un ingegnere meccanico, si è laureato al Politecnico di Milano e prim’ancora ha frequentato il liceo classico. Ha intrapreso la carriera imprenditoriale e in questi anni si è occupato molto di informatica, anche insegnandola. A San Stino di Livenza l’unico candidato sindaco finora designato è il trentenne Matteo Cappelletto per la lista civica “Livenza” di ispirazione di centrosinistra, attuale assessore della giunta in carica di Luigino Moro. Di sicuro infatti cui sarà la lista del movimento di Beppe Grillo. Il Pdl pare sostenere la candidatura a sindaco di Pietro Meda, mentre la Lega Nord sostiene il nome di Antonio Zovatto. A San Donà e Martellago si vota con il doppio turno. A Pianiga e San Stino con turno unico.
Spazi aperti 33 3 Chioggia Bosco Nordio
Il nuovo programma di escursioni naturalistiche U
Mira Porte in Riviera del Brenta
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l via il nuovo programma di escursioni naturalistiche da parte della cooperativa HylaCoop naturalisti associati, in collaborazione con Veneto Agricoltura. I naturalisti di Hyla avranno il piacere di guidare bambini e adulti alla scoperta del territorio e del suo ecosistema, anche in aree tradizionalmente non accessibili al grande pubblico, come Bosco Nordio. La riserva naturale integrale è la protagonista di ben quattro appuntamenti. Il 1 aprile è stata proposta una visita guidata alla scoperta di quanto rimane dell’antica foresta litoranea tra lecci, querce, frassini e tracce di una fauna misteriosa. Il 14 aprile, dalle 9.30 alle 14.30 all’interno della riserva si è praticato il nordic walking: mezza giornata di attività fisica con l’assistenza di un istruttore. Il 19 maggio, sempre a Bosco Nordio, dalle 9.30 alle 15.30 si praticherà un’esperienza meditativa guidata a contatto sensoriale con l’ambiente del bosco, affinando la percezione dell’unità ecosistemica. Il 1 giugno dalle 19 alle 21 si andrà
La riserva naturale integrale aperta a bambini e adulti in varie iniziative iniziate ad aprile che si protrarranno fino a giugno alla scoperta dei pipistrelli di Bosco Nordio, con una lezione ed escursione serale con la conduzione di un esperto di chirotteri e l’identificazione delle specie con bat-detector. Ma il nostro territorio non offre solo gli incanti della foresta. Il 21 aprile e il 26 maggio, dalle 9.30 alle 12.00, in bicicletta, si andrà alla scoperta del territorio agricolo di bonifica, tra argini, canali e manufatti idraulici, antiche corti e la grande idrovora di Ca’ Bianca. Il 1 maggio e il 9 giugno dalle 10 alle12 si esplorerà il giardino botanico di Porto Caleri, con una visita guidata al gioiello del Delta del Po, tra flora di spiaggia
e barena, boschi e macchia mediterranea, stagni abitati da rare specie di animali. Il 12 maggio e il 23 giugno, in bicicletta, si girerà il territorio tra Brenta e Adige, con escursioni a Isola Verde, tra le foci dei fiumi, gli orti, gli argini, i boschi golenali, la lavorazione delle grasiole e le idrovore. Il 2 giugno ancora una giornata di nordic walking, questa volta a Valle Averto, dalle 9.30 alle 14.30, con la presenza di un istruttore. Per le escursioni in bicicletta è possibile anche noleggiare il mezzo. E’ obbligatoria la prenotazione al 3381755614 M.Bo.
“DIPLOMATI” 55 NUOVI VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE NEL VENEZIANO
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Il gruppo dei partecipanti al corso di base di formazione della Protezione civile
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che all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, con un corso apposito che ha integrato la formazione base. Alla cerimonia di conclusione erano presenti, oltre all’assessore provinciale alla Protezione Civile Giuseppe Canali, i sindaci e gli assessori dei comuni dei volontari che hanno frequentato il corso, il dirigente del servizio provinciale di protezione civile Massimo Gattolin e Susanna Babetto. “Continua l’impegno formativo dei volontari, promossa dalla Provincia di Venezia. Si tratta di un compito che l’amministrazione affronta sempre positivamente, - ha commentanto l’assessore Canali - credendo nel ruolo del volontariato di protezione civile ed investendo, anche in tempi economicamente difficili, nella formazione, ben consapevole dello spirito di altruismo di chi si avvicina a prestare questo servizio”.
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on la consegna degli attestati al magazzino provinciale della protezione civile, a Marcon, si è concluso sabato 23 marzo scorso il corso di formazione base per volontari di protezione civile, organizzato dalla Provincia di Venezia e tenutosi presso il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Mirano. Il corso è iniziato il 23 maggio 2012 ed ha registrato la partecipazione di 55 volontari che hanno affrontato lezioni teoriche (la legislazione specifica di protezione civile, la pianificazione in emergenza, i principali rischi del territorio, la psicologia dell’emergenza) e pratiche (l’utilizzo di apparecchiature radio, le nozioni di pronto soccorso, il rischio antincendio, per i quali verrà rilasciato specifico attestato dal Ministero dell’Interno). Particolare attenzione è stata posta an-
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RIAPRE VILLA VALIER CORÒ
n gioiello dell’architettura di nuovo visitabile. Ha riaperto ad aprile, ma non è certo una nuova costruzione, villa Valier Corò che si trova a Mira Porte in via Di Vittorio lungo le sponde del Naviglio del Brenta. L’incantevole villa del 1500 è stata restaurata nei minimi dettagli Impreziosita da un antico oratorio e un’imponente barchessa, la villa è immersa in un lussureggiante giardino di alberi secolari, per una superficie totale di 20.000mq. Un tempo scenario degli eventi mondani più glamour del territorio, la residenza ebbe l’onore di ospitare alcune tra le più influenti famiglie nobiliari veneziane e fu scelta come abitazione privata da ben due Dogi della Serenissima, i Valier, caso unico nel panorama della Riviera. Ad immortalarne la fama contribuirono i festeggiamenti ufficiali che vi ebbero luogo nel 1666 in occasione del passaggio per gli Stati Veneti di Margherita, figlia del Re di Spagna, in viaggio per raggiungere il futuro marito Leopoldo I d’Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero: un ricevimento che per sfarzo ed eleganza fece parlare di sé in tutta Europa. Dopo secoli da quello storico evento, questo edificio riprende vita aprendo le sue porte al pubblico. Ma quali saranno i servizi che Villa Valier potrà offrire? Spazi dedicati al business: per meeting, convention e team building aziendali; la location ideale per cene di gala esclusive e spettacoli culturali di alto livello; ma anche l’ambientazione per servizi fotografici ineguagliabili e naturalmente la cornice perfetta per l’evento da sogno per eccellenza: il matrimonio. Villa Valier ha aperto le sue preziose stanze affrescate ad aprile per un pomeriggio dedicato all’imprenditoria e al mondo del turismo, mentre il week end contiguo all’apertura è stato dedicato ai futuri sposi. A.A. Info www.villavalier.it
34 Mondo scuola
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Il progetto La lotta alla contraffazione entra nelle scuole superiori del Veneziano
Sono mille i “Giovani originali”
Un’iniziativa volta a sensibilizzare i ragazzi sugli effetti negativi del fenomeno illecito della contraffazione con particolare attenzione al settore alimentare di Giovanni Giovetti
L’assessore Lucio Gianni al Liceo Benedetti di Venezia
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otta alla contraffrazione, un messaggio che dev’essere veicolato anche a scuola per formare... “Giovani originali”, consapevoli e informati. E’ questo lo spirito che anima l’iniziativa, denominata appunto “Giovani originali”, realizzata dall Provincia in collaborazione con le Forze dell’Ordine, la Camera di Commercio e altri enti del territorio. Fino ad oggi il progetto ha coinvolto circa 1000 studenti del Veneziano. Scopo del progetto è sensibilizzare, attraverso la realizzazione di specifici percorsi formativi, gli studenti veneziani sui molteplici effetti negativi derivanti dal fenomeno illecito della contraffazione, dalla produzione all’acquisto, al consumo di prodotti falsificati. Nell’anno scolastico 2011-2012 hanno partecipato sei istituti superiori per un totale di 32 classi. Gli istituti coinvolti sono stati il Marconi di Cavarzere con 8 classi, il liceo scientifico Benedetti di Venezia con 5 classi, il Lazzari di Dolo con 6 classi, il Levi di Mirano con 3 classi, il liceo linguistico Belli con 7 classi, il Cornaro di Jesolo con 3 classi. Nell’anno scolastico in corso gli interventi negli istituti sono ancora in programma.
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attivato un terzo corso aL cfp di chioggia: domande in aumento deL 50%
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Hanno partecipato sei istituti superiori per un totale di 32 classi “Gli istituti che hanno aderito - commenta l’assessore provinciale alle Attività produttive Lucio Gianni - permettono di coinvolgere l’intera provincia di Venezia. Gli incontri realizzati hanno visto una partecipazione attenta da parte degli studenti e in molti casi si sono protratti oltre l’orario previsto proprio per dare risposta alle diverse sollecitazioni e quesiti emersi. Nei nostri incontri portiamo l’attenzione dei ragazzi anche su tutto ciò che riguarda la contraffazione nel campo alimentare, un settore di estrema importanza perché coinvolge primariamente non solo la nostra economia ma soprattutto la nostra salute”.
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ono state tutte accolte le domande di ammissione al primo anno del Centro di formazione professionale di Chioggia, nonostante fossero giunte copiose, ben al di sopra delle possibilità concesse dai due corsi già attivi. La Provincia ha allora deciso di avviare un terzo corso per accontentare i ragazzi che ambiscono ad ottenere una qualificazione professionale nel campo della ospitalità e della ristorazione e le aspettative delle rispettive famiglie. La proposta, partita dall’assessore provinciale alla Formazione e al Lavoro Paolino D’Anna, ha ottenuto, a fine marzo, l’approvazione dell’intera Giunta che ha destinato al nuovo corso un finanziamento di 45mila euro. Una decisione motivata dalla stessa presidente della Provincia Francesca Zaccariotto con l’elevato numero di richieste che quest’anno è superiore del 50 per cento rispetto alle precedenti iscrizioni. Domande che, peraltro, sono pervenute anche ai Cfp, così come per le scuole secondarie di secondo grado, per lo più in modalità on-line. “Chioggia - ha commentato soddisfatta la presidente Francesca Zaccariotto - è un centro qualificato, con ottimi docenti, una sede che abbiamo recentemente rinnovato, e offre a nostri ragazzi, che hanno voglia di confrontarsi a breve col mercato del lavoro, concrete possibilità di occupazione, in un settore come quello dell’ospitalità e della ristorazione in continua L.O. crescita”.
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FORMARE ALL’AZIONE Ecco come liberare le potenzialità umane e professionali ai giorni nostri
Formazione significa “formare all’azione”. Che riguardi il singolo o l’organizzazione, in entrambi i casi aiuta a diventare più abili nel realizzare gli obiettivi. Siamo davvero capaci di ottenere ciò che vogliamo o desideriamo? Sia esso un obiettivo lavorativo piuttosto che un accordo con una persona, migliorare una relazione, gestire situazioni conflittuali o di stress. L’obiettivo di Gmb Group Academy è proprio questo: fornire gli strumenti necessari alle persone per migliorare la qualità delle proprie relazioni, private e lavorative, imparare a gestire le risorse umane “liberando” le loro potenzialità in modo che possano esprimersi al meglio. Quale imprenditore non vorrebbe che i propri collaboratori producessero al meglio? Quale genitore non vorrebbe che il proprio figlio si realizzasse in modo soddisfacente? Purtroppo la società ci porta spesso a una introversione, a rinunciare, a soccombere, e spesso solo per una questione di scarse abilità sociali e comunicative. Gmb Group Academy è un progetto che nasce dai concetti di sinergia e di relazione, che a nostro avviso sono particolarmente indispensabili in questo periodo storico. Un pool di professionisti che offre una vasta gamma di consulenza e formazione: spunti, idee, strumenti per migliorare la qualità della nostra vita e attività lavorativa. Non solo nozioni che arricchiscano il nostro sapere, bensì soprattutto “modi”, “abilità”, “capacità” che ci permettano di esprimerci al meglio e far esprimere al meglio chi ci sta attorno.
FORMAZIONE IN ROSA Gmb Group Academy ha voluto dedicare dei percorsi alle donne che vogliono conoscersi meglio, migliorare la propria vita, stare bene con se stesse e con gli altri, confrontandosi su tematiche che riguardano la propria crescita interiore, lo sviluppo di abilità sociali, il miglioramento della propria autostima, la gestione della vita quotidiana, famigliare, lavorativa e interpersonale. Le possibilità sono diverse, partire da serate loro dedicate (BEN-ESSERE DONNA), su temi di volta in volta diversi, fino a corsi specifici:
I FONDATORI GIAN MARIA BERTIN Imprenditore esperto nelle aree della comunicazione e nella costruzione di ambienti aziendali moderni e innovativi attraverso il metodo della “maieutica relazionale e aziendale” sostenuto dalle tecniche del Quick turning e Visioning, pone il focus sul trasferire ad imprenditori e manager una cultura rivoluzionaria attraverso la quale imparare ad estrarre velocemente e con efficacia dalle risorse umane, attitudini e talenti per ottenere il massimo potenziale esprimibile. Diverse le aree di competenza: “Public speaking, coaching”, training mirato per start up e Franchisor, consulenza “one to one” per affiancare gli imprenditori nell’innalzamento del “problem solving”, nell’autorigenerazione e ridimensionamento dei problemi. Nel corso degli anni matura una profonda conoscenza sulla creazione di brand a cui collegare sviluppo di reti commerciali dedicate a core business diversi con particolare attenzione al settore immobiliare e alla consulenza nel Real Estate di lusso. CRISTINA BORDIN Psicologa clinica, formata in psicoterapia cognitivo comportamentale, è esperta nelle aree dello sviluppo delle risorse personali, delle abilità sociali e relazionali. Oltre all’attività clinica ha svolto ruoli di coordinamento e formazione di risorse umane. Responsabile di redazione, consulente commerciale, imprenditrice, negli anni ha collezionato una varietà di esperienze che le permettono di avere una visione ampia a livello manageriale, dalla gestione grazie alla conoscenza dei profili psicologici, fino a quella organizzativa dei processi di comunicazione. Oltre a dirigere la Gmb Group Academy, in qualità di psicologa clinica, si occupa personalmente dell’area educativa (corsi dedicati a genitori, insegnanti, aspiranti tate), dello sviluppo delle risorse psicologiche (autostima, gestione del conflitto e dello stress), delle abilità comunicative e relazionali. Nei contesti aziendali, spesso il gruppo vive i successi come luce riflessa, come qualcosa che non gli appartiene direttamente bensì che rimane esclusivamente di proprietà del leader, dell’imprenditore. Questa base motivazionale è insufficiente e fondamentalmente inumana, pertanto ogni imprenditore o manager che prosegue incurante nel trasferimento della sua leadership per induzione, prima o poi dovrà fare i conti con il turn-over aziendale. Nei periodi di crisi, gli scopi personali, vengono drasticamente a galla e le aziende ed i gruppi, apparentemente coesi, in realtà si identificano con le proprie incoerenze. Lo sviluppo di un’azienda si muove di pari passo con la guida sicura, rapida e lucida del suo leader e di chi, con lui, condivide
mete da raggiungere e direzioni da seguire. La costruzione di un progetto si delinea come trasformazione coerente degli scopi personali e dalla perseveranza nel mantenerli immutabili, valori intramontabili di fronte alle intemperie. Crediamo nella splendida energia dell’essere umano e della sua progressiva abilità di auto rigenerarsi partendo da se stesso, attraverso uno sviluppo cosciente e reale della propria ambizione perché possa,con essa, imparare a guidarne le meravigliose scoperte senza sentirne il peso… anche quando fuori tutto sembra rallentare. Vogliamo avvicinarci così agli imprenditori ed ai manager che desiderano affrontare un percorso di matura consapevolezza, perché prima di ottenere risposte possano
QUANTO MI PIACCIO?! Mira al potenziamento dell’AUTOSTIMA. Non esistono ricette magiche per migliorare la propria autostima, bensì è necessaria l’intenzione di conoscersi meglio e fare un percorso personale di crescita. Liberarsi dalle credenze che ci limitano e sostituirle con nuove che ci permettano di riprendere in mano la nostra vita verso una maggiore auto realizzazione e soddisfazione. CHE TIPO DI DONNA SEI RAZIONALE, IMPULSIVA O EMOTIVA? Sei una donna riservata, formale, ti fai guidare dalla ragione, controllata nelle emozioni, ordinata e organizzata… Sei una donna tesa all’affermazione di se stessa, dinamica, dominante, spesso impulsiva, passionale e non le mandi a dire… Sei una donna solare, gentile, sentimentale, ti fai guidare dall’esperienza e hai bisogno del contatto con le persone… Incontri per conoscerci meglio e valorizzare la nostra autenticità attraverso la conoscenza di quelli che sono i punti di forza e le “aree di miglioramento” per gestire in modo più efficace la comunicazione, migliorare le abilità sociali ed evitare inutili conflitti. Il LABORATORIO DI AUTOBIOGRAFIA è un progetto rivolto a persone che desiderano, partendo dalla propria storia personale, affrontare un percorso di autoconoscenza. Ricostruire la propria storia, partendo dal ricordo di semplici episodi, è un’avventura mentale che può aver profondo valore di ricerca della propria identità, liberazione catartica di nodi rimasti irrisolti, comprensione di dinamiche familiari e personali. DAL MAL-ESSERE AL BEN-ESSERE E’ un percorso che ha l’obiettivo di aiutare i partecipanti a scoprire quali sono le cause sottostanti alle preoccupazioni che hanno condotto alla condizione di stress psicofisico, ad imparare delle tecniche di rilassamento, a modificare l’approccio cognitivo guardando alle situazioni in un’ottica nuova, meno spaventosa sviluppando capacità di affrontare i problemi e risolverli nella maniera più efficace.
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LA MAIEUTICA SOCRATICA SBARCA IN AZIENDA Socrate aveva come obiettivo la spontanea estroversione del suo interlocutore affinchè lo stesso “liberasse” le proprie idee ed opinioni sincere senza imposizioni. La Maieutica è un approccio formativo moderno, integralmente dedicato all’effettivo sviluppo del potenziale umano, il cuore di ogni azienda che si rispetti. Il dialogo è il punto focale del processo, perché ha come premessa la corretta attenzione verso l’altro, che esclude l’omissione delle reali intenzioni (interessi). Il principio della comunicazione estrattiva prevede di insegnare alle aziende la reciprocità nel trasferimento di ciò che si pensa e non di “ciò che si pensa di dover dire” per mantenere immutati o mutevoli i personali interessi. Quando un organico ed un gruppo scambia esclusivamente per interessi e finalità personali, ogni giornata è in realtà calarsi in una parte recitata. Il principio delle aziende “teatri” è proprio questo, si conoscono i ruoli e le parti di chiunque, ma non si conosce mai davvero chi collabora con noi. Da qui il meccanismo delle interpretazioni quali difese che scattano automaticamente dallo scetticismo. Questi nemici, demoliscono le migliori ipotesi di aumento della crescita collettiva e di conseguenza aziendale.
acquisire con grande dignità la capacità di farsi le giuste domande.
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Salute Malattie cardiovascolari, i progressi grazie ad una giovane del veneziano
Martina Calore, una promessa della scienza
La ricercatrice di Camponogara è stata premiata nel 2011 con il progetto “Donne e Futuro” Roberta Pasqualetto
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artina Calore è nata il 14 luglio 1982 e vive a Camponogara. Si è laureata con il massimo punteggio in biotecnologie industriali e ha conseguito un dottorato di ricerca in scienze cardiovascolari. Martina oggi è una ricercatrice presso l’Università di Padova e, nel 2011, è stata premiata con il progetto Donne e Futuro. Martina ha sentito subito che la sua strada sarebbe stata quella della ricerca nelle scienze cardiovascolari. “Volevo seguire questa strada fin dai tempi del liceo – dice Martina - mi affascinavano le biotecnologie, poi durante il secondo anno di università ho fatto un corso di genetica umana, con la professoressa Alessandra Rampazzo, e ho capito che questa era la mia strada, poi ho voluto fare la tesi sperimentale e l’esame per il dottorato di ricerca con la stessa dottoressa”. Lo studio della professoressa Rampazzo e del suo
staff, dove lavora anche Martina, apre nuove prospettive sulla conoscenza delle cause della morte improvvisa tra i giovani, questo studio è stato pubblicato da poco sull’European Heart Journal. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è una malattia rara che provoca la morte improvvisa, spesso si lega all’attività fisica e può coinvolgere calciatori o altri atleti famosi. Non mancano casi anche sui campetti di periferia e al di fuori degli ambienti sportivi questa condizione è ereditaria e fa due vittime l’anno (ogni 100 mila persone) sotto i trentacinque anni di età. L’incidenza di questa terribile morte è in calo proprio grazie all’opera di prevenzione sulle persone riconosciute come a rischio. “La scoperta legata alle morti improvvise è provocata da un’alterazione delle proteine desmosomiali, lo studio era già iniziato prima che io arrivassi nel laboratorio ed erano già stati trovati i
geni della malattia. Il nostro studio è stato fatto anche in collaborazione con i belgi e si effettua su una rosa di pazienti già analizzati clinicamente e dai quali estraiamo il Dna che ci riporta a questa malattia”. Si parla sempre di fuga di cervelli per l’Italia, per una volta sembra non essere cosi, ci si augura che un’università come quella di Padova, dove un tempo affluivano le menti più brillanti d’Europa, non perda questo importante prestigio. Martina è fiduciosa, nonostante la sorella si sia trasferita quattro anni fa negli Stati Uniti per lavorare. Lei si augura di restare nel suo paese e di trovare un lavoro. “Io non voglio andare all’estero, mi auguro di restare vicino ai miei genitori e di realizzarmi stando qua. I miei hanno fatto un grande sacrificio per farmi studiare vorrei dargli soddisfazione, trovando lavoro nel mio ambito; spero che questo succeda dopo i sei anni da ricercatrice”. Il
La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è una malattia rara che provoca la morte improvvisa primo obiettivo di Martina è di trovare lavoro, fatto questo potrà progettare anche tutto il resto; la sua fiducia e il suo entusiasmo per il lavoro sono forti: “La ricerca deve continuare, ci sono ancora altri pazienti che non hanno mutazione e quindi si devono scoprire gli altri geni per salvare vite”. Insomma, non è una novità le persone giovani e di valore ci sono anche nei nostri territorio e hanno tutta la
Nella foto Martina Calore
voglia di restare a vivere e lavorare dove abitano. Quello che appare sempre difficile è il sistema burocratico e la logica delle corporazioni, che spesso non fanno accedere ai vertici le persone per meriti e capacità, ma solo per cooptazione e conoscenze. Insomma un sistema inefficace e costoso, che spesso produce solo fughe di cervelli, ma questa volta pare scongiurato.
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Musica Da Cavarzere giovani musicisti 2.0
Venice’s Ring, la band che spopola sul web
Il gruppo ha fatto della sorpresa e dell’imprevedibilità il proprio punto forte: una band al passo con i tempi che utilizza tutte le potenzialità di internet per farsi conoscere ed apprezzare, soprattutto fra i più giovani di Nicla Sguotti
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n anonimo furgone bianco che arriva brani eseguiti che fa rimanere di stucco i senza preavviso e nel giro di pochi presenti. Così, tra un flash mob e una registraziosecondi trasforma il luogo prescelto in una sala da concerto, attraendo i passan- ne, la band sta spopolando sul web, dove, appena qualche ora prima di ogni concerto, ti con pezzi originali e coinvolgenti. È questo lo scenario in cui si svolgono vengono indicate la città e l’ora prescelte, le esibizioni dei Venice’s Ring, gruppo nato senza mai indicare il luogo preciso. Una band al passo coi tempi che utia Cavarzere, che ha fatto della sorpresa il proprio punto forte e sta ottenendo sempre lizza tutte potenzialità del web, dove si possono ascoltare alcuni dei brani del cd più consensi, soprattutto tra i più giovani. “Virus”, appena pubLa band è formata da tre giovani Un anonimo furgone blicato e già molto popolare. L’originalità del musicisti, che già in bianco arriva senza passato hanno fatto preavviso e trasforma gruppo riserva altre gradite sorprese, infatparte di gruppi molto il luogo prescelto in apprezzati non solo a una sala da concerto ti, primo caso di cui si abbia notizia, il cd dei livello locale, Andrea Dodicianni voce e al basso, Alberto Gia- Venice’s Ring non si può acquistare ma, se cobbe alle chitarre e Antonio Zanellato alla si vuole averlo, è necessario trovarlo. È questa la brillante idea di marketing batteria. Il fattore che più sembra avere importanza nelle esibizioni del gruppo è che il gruppo ha voluto porre alla base della l’imprevedibilità, anche se è la qualità dei sua attività, infatti per avere “Virus” è ne-
Web. Premio Polo Est ai migliori siti
VINCONO LA PRO LOCO DI SCORZÈ, L’ISTITUTO ALGAROTTI E L’UNIONE RIVIERA DEL BRENTA La premiazione. Foto dal sito www.provincia. venezia.it
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o scorso 15 marzo, a conclusione della XII Settimana web, l’assessore provinciale all’Informatizzazione Claudio Tessari ha premiato, nell’incontro conclusivo, i vincitori del Premio Polo Est destinato al miglior portale di Comuni, Scuole e Associazioni del territorio che hanno partecipato all’iniziativa. Per la categoria associazioni il primo posto è stato assegnato alla Pro loco di Scorzè, www.prolocoscorze.it, “per la veste grafica attraente e coerente con l’immagine dell’associazione”. Il premio speciale servizi on line è stato assegnato al Club alpino italiano di Mirano - www.caimirano.it - “per il disegn raffinato, per l’organizzazione delle informazioni pubblicate e per l’offerta dei servizi on line rivolti agli utenti”. Primo classificato per la categoria scuole è stato l’istituto Algarotti di Venezia, www.istitutoalgarotti.it, “per l’attenzione dimostrata verso l’utenza,
accogliendo lo spazio per gli alunni e quello per i genitori; per la ricercatezza, l’interesse, la varietà dei contenuti”. Il premio speciale contenuti è stato assegnato al blog della scuola media “L. Einaudi” di Marghera, www.einaudideiragazzi.provincia.venezia.it, “Per la ricchezza dei contenuti del blog”. L’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta”, www.cittadellariviera.it, ha vinto la categoria dei Comuni mentre il premio speciale trasparenza è andato al Comune di Eraclea, www.comune.eraclea.ve.it, “per la fluidità e la chiarezza dell’imaginazione dei contenuti”. I primi tre classificati hanno ricevuto in premio un tablet che è stato consegnato da Dario Fumi, coordinatore commerciale della Cassa di Risparmio di Venezia sponsor dell’iniziativa che vede anche come partner tecnici la ditta Elinet e Iwa Italia, International Webmasters Association.
“Virus” il cd appena pubblicato non si acquista ma è necessario... trovarlo
I Venice’s Ring in una delle loro tipiche e originali esibizioni cessario ritrovarselo tra le mani, magari in uno dei tanti luoghi in cui i Venice’s Ring si sono esibiti negli ultimi mesi o in cui saranno prossimamente, in un tour che li porterà in una quarantina di città italiane. Una volta trovato il “Virus”, ed esserne quindi rimasti contagiati, si possono scaricarne i brani ed è poi necessario rimetterlo in libertà, per non fermare il contagio e dare la possibilità ad altri di ascoltarlo.
“Per fornire prova dell’avvenuto ritrovamento – spiega Andrea Dodicianni – ci si può fare una foto e postarla sulla nostra pagina facebook, dove già centinaia di persone hanno inserito la loro testimonianza di contagio”. Per essere contagiati da questa sorta di benefica infezione musicale, non c’è altro da fare che rimanere in contatto con i Venice’s Ring attraverso la loro pagina
facebook, in attesa che il Virus tour capiti nella propria zona. Le possibilità di contagio non si fanno attendere, infatti i Venice’s Ring in tutti i fine settimana si esibiscono in una città diversa, in un road tour che si sta sempre più ampliando e di certo farà ancora parlare di questo originale gruppo.
Lirica Dal 14 al 17 maggio
Il secondo concorso internazionale “Tullio Serafin” L
a figura di Tullio Serafin, grande direttore veneto, ha rappresentato per più di un sessantennio un fondamentale punto di riferimento per chi volesse accostarsi al repertorio lirico italiano ma anche a quello tedesco, e in particolare wagneriano. I più apprezzati interpreti lo ricordano con ammirazione e parlano di lui come di un maestro, tutt’ora insuperato, nell’arte di concertare e curare i dettagli di ogni singola rappresentazione. In particolare i cantanti trovavano in lui, più che in qualsiasi altro direttore contemporaneo, la capacità di mettere il canto al primo posto, curando personalmente la scelta degli interpreti e la loro preparazione. Le straordinarie doti nel riconoscere le potenzialità di ciascuna voce lo fanno oggi ricordare come il direttore che più di ogni altro scoprì talenti del bel canto. Da Caruso a Renata Tebaldi, da Joan Sutherland a Carlo Bergonzi, da Rosa Ponselle a Maria Callas per arrivare fino a Pavarotti, tutti i grandi interpreti dei primi sessant’anni del Novecento hanno almeno una volta cantato con lui. È proprio questo legame speciale che unisce Serafin alle più belle voci di sempre che ha spinto il Circolo “Amici del maestro Tullio Serafin” e l’Associazione “Concetto Armonico” di Cavarzere a promuovere la seconda edizione del Concorso Internazionale di canto lirico, nella speranza che il nome dell’illustre direttore possa anche oggi regalare qualche gradita sorpresa in fatto di nuove scoperte del canto. Il Secondo Concorso Internazionale per cantanti lirici “Tullio Serafin”, che si terrà a Cavarzere dal 14 al 17 maggio 2013, si pregia di avere una giuria di personalità di rilievo del mondo della lirica. La presidenza è della grande Daniela Dessì, che con entusiasmo ha subito accettato di onorare il grande maestro con la sua presenza, al suo fianco Bernadette Manca Di Nissa, Franco Moretti,
Il maestro Tullio Serafin Luca Targetti e Richard Barker. Tutte personalità che di certo non hanno bisogno di presentazioni, una vera e propria garanzia per i partecipanti, che saranno accompagnati al pianoforte dai maestri Fausto Di Benedetto e Dario Tondelli. Dopo la fase eliminatoria, i finalisti saranno chiamati a esibirsi nella prova finale in forma di concerto, aperto al pubblico, che si terrà al Teatro Tullio Serafin di Cavarzere nella serata di venerdì 17 maggio. Il Concorso viene promosso dal Circolo “Amici del maestro Tullio Serafin” e dall’Associazione “Concetto Armonico” grazie a un finanziamento della Fondazione della Comunità Clodiense e alla N.S. collaborazione dell’Assessorato alla Cultura di Cavarzere.
PH: FOTO BASSAN di Sottomarina
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SPORT in PRIMO PIANO
In breve A Verona, “Nuotatori Veneziani”, in tanti sul podio Il nuoto regala belle soddisfazioni in città e provincia. Al Meeting regionale Esordienti a Verona sono stati protagonisti i ragazzi dei Nuotatori Veneziani. Si sono portati a casa quattro medaglie d’oro con Giulia Berton e Luca Schiavon e una con la staffetta 4x50 mista. Nella prima parte di gare, medaglia d’oro per Giulia Berton, che ha trionfato nei 100 farfalla, chiudendo poi come frazionista nella staffetta 4x50 mista (insieme a Brussolo, Ongarato e Ongaro).
Boxe: Bizzo e Trolese vincono ad Andria Riccardo Bizzo ed Eleonora Trolese, giovani pugili classe 1997 della società New Boxe 2010 di Campolongo Maggiore, hanno vinto il “Trofeo Club degli Azzurrini – Ermanno Marchiaro” indetto dalla Fpi nelle scorse settimane ad Andria.
Summer Volley Camp a Chioggia Volley giovanile l’appuntamento è all’Isola Verde. A grande richiesta torna anche quest’anno l’appuntamento con il Summer Volley Camp, organizzato dal Comitato provinciale Fipav Venezia. A partire dal 9 giugno 2013, e per cinque settimane Isola Verde, a Chioggia, ospiterà i numerosi ragazzi che trascorreranno una vacanza all’insegna di pallavolo e tanto divertimento.
Mira Le ragazze della palla ovale hanno vinto 5 scudetti in 10 anni
Rugby Riviera punta alle finali di Roberta Pasqualetto
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a squadra di rugby femminile Mira gioca con grande grinta e i risultati non mancano, negli ultimi dieci anni, si è aggiudicata cinque scudetti. Da un paio d’anni l’associazione non è più Sitam, ma è diventata Rugby Riviera del Brenta. L’anno scorso la squadra ha vinto lo scudetto nel campionato italiano di serie A. In passato si è classificata prima a tre edizioni del Torneo a 7 “Mirko Petternella” a Rovigo, e a tre edizioni dei Tornei autunnali di rugby. Ben sette atlete della Schiavon, Veronica Schiavon, Giulia Silvestri, Mar- mo vinte”. Nonostante il grande merito di questa squadra fanno parte della nazionale e partecipano tina Silvestri, Alice Trevisan, Eleonora Vaghi, Elisa squadra le partite si giocano nel campo sportivo all’importante Torneo “6 Nazioni”. Il campionato Vigato, Evelin Zambotti, Lycia Zampieri e Ilaria di Mira, che si trova in condizioni difficili: piove di quest’anno sta andando bene, la squadra è se- Stivanello; sotto la supervisione degli allenatori: dentro gli spogliatoi e due terreni sono distrutti. _____________ conda in classifica con 34 punti, dopo Benetton Luca Faggin e Luca Derosa. Nel mese di maggio Loppo è l’ultimo socio fondatore rimasto, e parla (41 punti) e di seguito tutte le altre quattro squa- si disputeranno le ultime partite: le semifinali il della squadra con grande orgoglio. Per il futuro, si il campionato, ma non nascondre: Monza (26 punti), Valsugana (20 punti), 12 e il 19 con andata e ritorno, Monza-Riviera e augura di vincereCarrai Pierfilippo E DECORATORE DIPINTORE E DECORATORE interrogativi per la squadra che Il 26 maggio si giocherà la finale. de dei grossi puntiDIPINTORE Colorno (13 punti), Casale (1 punto). La squadra Riviera-Monza. sponsor già da due anni e che si arrangia è composta di venticinque giocatrici: Debora Balla- “Il campionato è andato discretamente – dice il non ha_______________ rini, Giorgia Berto, Alessandra Colangelo, Chiara consigliere e dirigente Rugby Riviera Ezio Loppo - è con i pochi fondi rimasti. Negli ultimi due anni, le TINTEGGIATURE ED hanno ESTERNE, TERMOCAPPOTTI MARMORINI E STU rugbiste giocato la tutaCERTIFICATI, della Sitam, non siamo INTERNE Danieli, Lidia Fanfoni, Marta Ferrari, Lucia Gai, una squadra umorale e vinciamo, ma TINTEGGIATURE INTERNE ED ESTERNE, TERMOCAPPOTTI CERTIFICATI, MARMORINI EPAVIMENTAZIONI STUCCHI INconECALCE, RIVESTIMENTI IN RESINA Cristina Molic, Anita Nespoli, Chiara Nespoli, Ales- molto costanti negli ottanta minuti della partita. questo perché l’associazione non ha nemmeno i PAVIMENTAZIONI RIVESTIMENTI IN RESINA sia Pantarotto, Francesca Pavan, Silvia Pizzati, I risultati ci sono perchéE abbiamo perso solo due fondi per comprare delle nuove divise con l’attuale Raffaela Plunger, Giulia Raneri Chiuso, Valentina partite contro il Benetton; tutte le altre le abbia- denominazione della squadra.
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Carrai Pierfilippo
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Maratonina dei Dogi
vince gabrieLe carLetti
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Carrai Pierfilippo
a prima domenica di aprile si è tenuDIPINTORE E DECORATORE ta la sedicesima edizione della “Ma_______________ ratonina dei Dogi” che ha portato, in Riviera del Brenta, oltre duemila parTINTEGGIATURE INTERNE ED ESTERNE, TERMOCAPPOTTI CERTIFICATI, TINTEGGIATURE INTERNE ED ESTERNE, TERMOCAPPOTTI CERTIFICATI, MARMORINI E STUCCHI IN CALCE, tecipanti che si sono misurati nei ventun MARMORINI E STUCCHI IN CALCE, PAVIMENTAZIONI E RIVESTIMENTI IN RESINA PAVIMENTAZIONI E RIVESTIMENTI IN RESINA chilometri del percorso con partenza e MANUTENZIONI CONDOMINI, RIFACIMENTO TETTI, EDILIZIA IN GENERE arrivo a Fiesso d’Artico. Gabriele Carletti ha vinto la competizione con un’ora, cinque minuti e venti secondi, seguito da Dario Santoro con il tempo di un’ora sei minuti e ventisei secondi e, per finire, il vittoria, staccando di centinaia di metri terzo uno dei due fratelli Dematteis, Ber- gli avversari diretti. Fra le donne si è nard, con il tempo di un’ora sei minuti imposta Giovanna Ricotta con il tempo e trentacinque secondi. Partenza lampo di un’ora, diciotto minuti e ventotto sedi tutti i top runners, in evidenza fin condi, seconda Giovanna Pizzato con il dalle prime fasi il marchigiano Gabriele tempo di un’ora, venti minuti e quindici Carletti, atleta Saucony, che ha guidato secondi e terza Isadora Castellani con il fino a Dolo. In evidenza anche Scaini e tempo di un’ora, venti minuti e venticinBernard Dematteis. A Dolo lascia la gara que secondi. Un’interessante anteprima il due volte vincitore della competizione, l’ha offerta l’atleta Pietro Martire che 30010 CAMPONOGARA VE Simone Gobbo, afflitto già da alcune con la sua hand bike ha partecipato, coaVia Don A. Marinello, 17 cell 347 5719857 settimane da un lieve infortunio musco- diuvato da Luca Schiavon, concludendo la fax041.5159308 carraipierfilippo@inwind.it lare. Al passaggio del terzo chilometro gara con il tempo di un’ora e venticinque ITALIA guidava la corsa Scaini che conduceva minuti. L’edizione del 2014 partirà da il gruppo dei più forti. Al quinto chilo- Strà e punta a raggiungere i 2.500 iscritmetro la situazione non cambiava con i ti; e probabilmente, aprirà le porte anche primi che hanno fatto segnare l’ottimo ai disabili. “E’ stata una corsa dura, con 30010 CAMPONOGARA VE tempo di 15’ e 34’’. Al passaggio del un po’ di febbre e senza Luca Gasparato Via Don A. Marinello, 17 CAMPONOGARA (VE) nono chilometro, coperti in 28’ e 30’’, il – dice Pietro Martire – ma ho trovacell 347 5719857 17 gruppo di testa si era già frastagliato con to nel ciclista Luca Schiavon un ottimo f a Via x 0 4Don 1 . 5 1A. 5 9Marinello, 308 al comando Scaini tallonato da Carletti compagno di maratona. Lui ha aperto la cell. carraipierfilippo@inwind.it 347 5719857 • fax 041 5159308 ITALIA che staccavano Dematteis e Santoro. Al strada ai disabili per questa competizione carraipierfilippo@inwind.it tredicesimo chilometro Carletti staccava che, il prossimo anno, li vedrà partecipaScaini e al diciassettesimo chilometro re anche grazie alla volontà dell’amico 30010 CAMPONOGARA VE Don A. Marinello, 17 R.P. Viacell l’atleta marchigiano metteva in tasca la organizzatore Stefano Trovò”. 347 5719857
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Commercio in difficoltà Tasse
Occorre far riplagente E’ in arrivo stangata di primavera Quasi 40 miliardi usciranno dalle tasche dei contribuenti italiani solo tra maggio e luglio. IlL’Erario nuovo colpisce piano del soprattutto comn voluta autonomi dal governo e artigiani Monti ma ora si di Germana attende Urbani il regolamento
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arà una stangata ma poteva andare o situazioni particolari in cui siano sopraganche peggio. Con un Decreto dell’ul- giunte mobilità, disoccupazione, condizioni di Germana timo minutoUrbani il Governo ha deciso di di difficoltà, stante il crescente fenomeno rispondere all’appello di quanti chiedevano della morosità e/o insolvenza”. che l’entrata ono qualche in vigore migliaio dellaleTares, piccole la nuova e medie attività A maggio comunque le tasse sui rifiuti si tassa commerciali sui rifiuti, venisse che entro sospesa il 2013 o rimandachiuderannopagano, le ser- con la vecchia Tarsu o Tia (cresciuta ta. rande definitivamente. Un dato che viene lomesso scorso anno del 30%) si risparmieranno in luce Detto dallefatto, principali dunque. associazioni Ma il nuovo autorizzazioni bal- perper orai circa 80 euro rispetto a quanto si sanegozi zello è fistato no a 1.500 solo rimandato metri quadrati. di pochi L’obiettivo mesi èrebbe favori-dovuto pagare se la Tarsu fosse stata re e ii negozi contribuenti di prossimità se lo affi ritroveranno nché le cittàtranonle si svuotino riscossa ora. escadenze le luci non di sifine spengano. anno, insieme Mantenere all’Imu vivie i alcentri storici Ma questo risparmio è poca cosa risignifi conguaglio ca garantire Irpef. più sicurezza ai cittadini, perchè spetto unal salasso complessivo che gli italianegozio Le associazioni aperto è anchedeiun consumatori presidio di zona giàe avere ni subiranno un in soli tre mesi e che è stato “giardino” chiedono che gradevole sia rimandato dove socializzare direttamente e passeggiare conteggiato in poco meno di 40 miliardi di all’aria al 2014, aperta. un modo per aiutare famiglie e commercianti che in quel periodo saranno Dopo aver pagato tutte le tasse che alle prese con le feste natalizie. lo Stato ci chiede, “Per dare una boccata di ossigeno a resteranno i soldi famiglie ed imprese - spiega Federconsuper leSullapolare vacanze? matori - la soluzione reale è il rinvio di tale tributo al 2014, continuando a far pagare per il 2013 la Tia/Tarsu”. euro. I rifiuti porteranno nelle casse erariali Su questo fronte il decreto del Governo i primi 2 miliardi. introduce un elemento importante: la Tares, A giugno va a scadenza il pagamento infatti, viene definita sempre come “tribu- della prima rata Imu sulla quale potrebbeto” e quindi, in nessun caso, su di essa ro pesare anche aumenti delle addizionali dovrà essere applicata l’Iva. comunali, ma per ora nessun sindaco le ha “Per quanto riguarda il nuovo tributo annunciate, nonostante le casse dei comuni - dice ancora Federconsumatori - chiediamo siano paurosamente al verde. che in sede di conversione del Decreto, oltre Comunque sia, secondo i calcoli di Cgil, al rinvio al 2014, vengano mantenute le Cisl e Uil, l’imposta sulla casa così com’è forme di pagamento attuali e venga previ- oggi peserebbe altri 11,6 miliardi di euro. sta una forma di “bonus” per i bassi redditi Sempre a giugno anche le imprese
verseranno lacrime amare: a loro l’onere di versare all’erario 8 miliardi tra saldo 2012 e acconto 2013 dell’Ires. Ma a pagare di più, ben 4,4 miliardi, saranno paradossalmente alcuni soggetti che sentono particolarmente la crisi: lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e imprese per la parte di loro competenza dell’Irpef. E non è tutto. Il piatto della bilancia per loro potrebbe essere ben più pensante visto che le regioni avranno la possibilità di aggiungere alla loro aliquota base fissata dallo Stato all’1,23% un ulteriore 0,5. Una percentuale che nel 2014 potrà salire fino all’1,1%. Aumento che non dovrebbe interessare la regione Veneto, visto che non è soggetta a nessun piano di stabilizzazione finanziaria. Come se non bastasse a luglio arriverà anche un’ulteriore stangata con l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% su prodotti di largo consumo, che porterà via negli ultimi sei mesi dell’anno un altro miliardo e ottocento milioni di euro. E che pagheranno tutti i cittadini che ancora possono permettersi di spendere qualcosa. E insieme a loro lo pagheranno i commercianti. Molti di loro non riusciranno a sopportare un nuovo calo dei consumi, tanto che, secondo le nere previsioni di Confesercenti quest’anno chiuderanno bottega in 145mila. Ma a rischiare grosso sono anche le
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lordi al mese, 22.100 all’anno, l’aumento annuo dell’addizionale regionale sarà di 73 euro e con un eventuale incremento massimo, come già deciso ad esempio dal comune di Catanzaro, dell’Irpef comunale, si arriverà fino a 139 euro annui in più. Fortunatamente non tutte le amministrazioni comunali hanno deciso di utilizzare la leva dell’aumento dell’Irpef comunale per aumentare i propri introiti, così come concesso dalla manovra di Ferragosto firmata da Tremonti-Berlusconi che ha riconosciuto ai Comuni la possibilità di deliberare, a partire dal 2012, quindi dall’inizio di questo anno, aumenti fino ad un livello massimo dello 0,8 per cento. Nessuno dubita comun-
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on l’approvazione della legge regionale n. 50 del 28 edicembre 2012 ilcontrazione, Veneto si è dotato di un nuopiccole medie imprese, specie se regione un’ulteriore penalizzando provo va esercitata entro 60 imprese giorni a che partire dal quasi 1° comuni decideranno di far leva sulle addizioprio le piccolissime vivono con l’impegnodella ad iniziare i lavori entro nali. “In una fase in cui le piccolegennaio e micro2013, esclusivamente domanda interna. Infinonfisco oltre 60ne,giorni dal rilascio dell’autorizzazione. imprese sono sempre più stressatee dal bisogna immettere liquidità al sistema e a corto di liquidità – afferma il segretario economico, agevolando l’accesso al credito della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi e sbloccando da subito i 70 miliardi di paga– l’appuntamento fiscale di inizio estate menti che la Pubblica amministrazione deve rischia di spingerne moltissime fuori merca- alle imprese”. to. Per questo invitiamo i leader politici a Uno scenario davvero preoccupante trovare un accordo, affinché si costituisca in che lascia sul tappeto una domanda non tempi brevi un Governo che affronti le emer- da poco: gli italiani riusciranno quest’anno genze economiche che sono sul tappeto. ad andare in vacanza o pianteranno l’omMi riferisco, per esempio, alla necessità di brellone in giardino? Il settore turistico del scongiurare l’aumento dell’Imu sui capan- Veneto, da sempre trainante sul fronte econoni, altrimenti molti piccoli imprenditori nomico e nazionale, quanto ne risentirà? saranno costretti, loro malgrado, a chiudere Qualcuno, la politica in primis, dovrebbe ridefinitivamente i cancelli o le saracinesche spondere a domande come queste, considedelle proprie attività. Inoltre, bisogna assolu- rando che una vacanza felice serve al buon tamente evitare che dal 1° luglio si verifichi umore ma anche e soprattutto all’economia l’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22%. generale di un Paese. Se ciò non avverrà, i consumi subiranno
STIPENDI E PENSIONI PIù LEGGERI, E DI qUANTO? ddizionali regionali e comunali quando e se scatteranno peseranno non poco su stipendi e pensioni, come ha dimostrato uno studio del Centro assistenza fiscale della Cisl. A quanto pare l’aumento del prelievo scatterà per tutti sulle addizionali regionali e sarà dello 0,33 per cento. “Questo vuol dire - spiegano al Caf-Cisl - che chi percepisce un reddito di 1.200 euro lordi al mese (15.600 all’anno) si vedrà trattenuti ulteriori 51 euro in un anno, e se il Comune ha già stabilito l’aumento dell’Irpef comunale, la trattenuta potrà arrivare fino a 98 euro, sempre annui. Naturalmente le cifre crescono al crescere del reddito. Per un lavoratore con reddito basso, 1700 euro
In breve La nuova legge regionale
que che prima o dopo tutti, o quasi tutti i Comuni faranno ricorso a questa possibilità, visti i bilanci sempre più in negativo delle città italiane, anche quelle più piccole. Una buona notizia c’è, comunque, ma non si sa fino a che punto sia davvero buona, considerato che riguarda soltanto i percettori di redditi bassissimi. Solo i pensionati e i dipendenti con introiti talmente sottili da non dover pagare neppure l’Irpef principale, non dovranno subire aumenti di addizionale regionale e comunale. I pensionati che prendono fino a 7.535 euro all’anno e quelli oltre i 75 anni con reddito fino a 7.785. E i lavoratori con stipendio fino a 8.030 euro lordi all’anno.
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Consiglio Approvato lo scorso 21 marzo il “Previsionale” delle “grandi ristrettezze”
Zaia: “Il bilancio più difficile della storia della Regione” Al Veneto verranno a mancare un miliardo e 300 milioni di euro di risorse finanziare, il 26% in meno rispetto allo scorso anno
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l governatore del Veneto lo ha definito il bilancio più difficile della storia emergenza sociale, con la manovra emendativa si è voluto dare risposta della Regione, e non perché per la sua approvazione si è andati avanti anche ad alcune richieste puntuali o di settore: 140 mila euro vanno a fino alle quattro di mattina, ma piuttosto perché con questo esercizio incentivare l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi scontando per tre anni la economico la Regione è stata chiamata a mettere mano su alcune delle tassa automobilistica regionale, 100 mila euro all’avvio dei fondi sanitari tante situazioni difficili che il Veneto, come il resto d’Italia, sta attraversan- integrativi regionali, 150 mila per istituire la Fondazione Andrea Zanzotto do. Così, lungo la giornata dello scorso 21 marzo fin dal mattino si sono a Pieve di Soligo, 500 mila euro per sostenere l’attività di promozione avvicendati gli interventi dei vari consiglieri presentando nuovi ordini del teatrale svolta da Arteven, 50 mila euro per aiutare le imprese ortoflorogiorno, emendamenti, chiedendo, ad esempio, venisse ritirata la delibera frutticole a realizzare in sede punti di vendita dei loro prodotti. Il maxiecon la quale è stato tagliato il budget per la sanità privata, di reinserire i mendamento conferma inoltre le risorse destinate al trasporto pubblico fondi per gli interventi di adeguamento sismico degli edifici, quelli per il ri- locale su ferro e su gomma (in totale 406 miioni di euro), modificandone pristino delle coste erose dalle mareggiate: un tira e molla estenuante però i criteri di assegnazione: 150 milioni ai treni regionali e 256 milioni malgrado la giunta avesse recepito parte delle richieste giunte dai gruppi al trasporto su bus e su acqua così ripartiti (49,5 per cento per i servizi di minoranza in un maxiemendamento di 24 articoli, tra i quali quello coi extraurbani, 34,5 per cento per i servizi urbani e 16 per cento per i servizi 12 milioni di euro da stanziare a sostegno dei disoccupati e delle famiglie di navigazione). Nel dettaglio i 12,5 miliardi del bilancio 2013 saranno in difficoltà. “Tutti - ha spiegato il presidente Luca Zaia al termine delle così ripartiti: a sanità e sociale quasi 8,8 miliardi di euro, per la mobilità votazioni - abbiamo dovuto confrontarci con una situazione mai vista in regionale (infrastrutture) 759 milioni, per l’istruzione e la formazione passato, con pesanti tagli orizzontali piovuti da Roma che hanno messo a 425 milioni, per la salvaguardia di Venezia e della laguna 250 milioni, per rischio anche le poste più rilevanti per il futuro dei nostri concittadini, dal le politiche per la casa 174 milioni, per la tutela del territorio 132 milioni, welfare ai trasporti, alla dotazione finanziaria per far fronte alla dramma- per il lavoro e l’occupazione 119 milioni, per l’agricoltura 98 milioni, per tica crisi economica. Il lavoro comune - sottolinea Zaia - ha portato buoni le piccole e medie imprese 71,4 milioni, per l’energia 43,4 milioni, 23,4 frutti: ne è infatti scaturito il miglior bilancio possibiper il turismo, 6,7 per il commercio, 3,4 per promole, dove ogni euro disponibile è destinato ad essere Per la prima zione e fiere. Sul fronte ambientale sono previsti speso per sostenere al massimo le esigenze dei volta in flessione 70 milioni per le politiche per l’ecologia, 46,7 miveneti”. Infatti, il bilancio 2013 risente su tutti i anche il fondo lioni per il ciclo integrato delle acque, quasi 52 mifronti delle “grandi ristrettezze” della finanza pub- sanitario lioni per la protezione civile. I fondi destinati alla blica visto che, tra patto di stabilità e riduzione dei regionale cultura ammontano a 16,8 milioni di euro, allo trasferimenti in Sanità, nel 2013 al Veneto verransport e il tempo libero vengono assegnati 1,8 miliono a mancare un miliardo e 300 milioni di euro di risorse finanziare. Il che ni. Infine per pagare interessi e oneri per mutui e prestiti sono previsti 584 significa che la quota di spesa a libera destinazione per la Regione si ridu- milioni, per il personale, le sedi e le spese di funzionamento della Regione ce così a 993 milioni, “il 26 per cento in meno rispetto allo scorso anno”, 223 milioni e per il funzionamento di Giunta e Consiglio 53,4 milioni. La calcolando anche i 40 milioni di euro di introiti attesi dalla vendita del pa- ‘cura dimagrante’ ha riguardato anche la legge finanziaria, asciugata a trimonio immobiliare regionale (attese dimezzate rispetto allo scorso una ventina di articoli, che introduce specifiche misure di spesa all’interno anno, dopo che due aste sono andate deserte) e per la prima volta, anche del bilancio 2013: 500 mila euro per la tutela dei prodotti a denominazioil fondo sanitario regionale, tradizionalmente sempre in aumento, sarà in ne d’origine protetta, 200 mila euro di contributo al Centro per la ricerca flessione: si passa dagli 8.444,9 milioni del 2012 agli 8.355,1 del in viticoltura ed enologia dell’Università di Padova (Cirve), 300 mila euro 2013. La manovra emendativa finale apportata alla Finanziaria dal maxi- per la promozione del cicloturismo e del cicloescursionismo, 50 mila euro emendamento della Giunta e dal lavoro del Consiglio è riuscita a recupera- per i 150 anni del Cai, 40 mila euro per il meeting dei giovani veneti resire una cinquantina di milioni di euro, in parte sforbiciando decine di capito- denti all’estero, 100 mila euro per promuovere a livello locale i ‘contratti li del bilancio ordinario sin all’azzeramento di alcune voci (viene cancellata di fiume’. Le novità più consistenti introdotte dall’aula, con un emendala Scuola regionale di polizia locale), e in parte reimmettendo in circolo le mento a sorpresa approvato da una maggioranza ‘trasversale, sono i 2 risorse di vecchi fondi accantonati presso Veneto Sviluppo, nei Confidi o nei milioni di euro stanziati a favore dei pescatori del Basso Polesine e di fondi di rotazione a beneficio dello sviluppo delle piccole e medie imprese Chioggia e la possibilità - proposta dal gruppo della Lega e approvata con e del turismo. Le risorse così recuperate sono orientate in via privilegiata consenso unanime - per i fornitori della Regione e degli enti sussidiari, Ulss alle famiglie e delle imprese, attraverso l’istituzione del nuovo fondo a comprese, di certificare i crediti e ottenere così dal sistema creditizio l’antisostegno dei disoccupati e dei nuclei familiari in difficoltà (come detto cipo delle spettanze. Sul fronte delle entrate la finanziaria 2013 disciplina 12,3 milioni di euro, di cui 4,3 a sostegno degli affitti e del diritto alla le sanzioni per chi viola le prescrizioni stabilite dalla Regione per la costrucasa, 5 di compartecipazione alla spesa dei Comuni per l’inserimento la- zione e l’esercizio di centrali a biomassa, biogas e biometano e riduce vorativo in occupazioni socialmente utili e 2,8 per contrastare le situazioni l’ecotassa a quei comuni che incentivano la raccolta differenziata. Sul di povertà ed emergenza sociale) e 23,1 milioni di euro per lo sviluppo del fronte normativo, la finanziaria 2013, consente di ampliare gli edifici in sistema produttivo, ottenuti accorpando e razionalizzando fondi giacenti zona rurale sino ad un massimo di 800 metri cubi e dimezza a 250 euro presso Veneto Sviluppo. Altre risorse per le aziende, circa 21 milioni di il contributo che le ditte di autonoleggio devono pagare a Regione e Comueuro di cui 15 per lo sviluppo delle aziende polesane, vengono recuperate ni per gli autobus che hanno oltre 15 anni di vita e ne consente la circolasmobilizzando risorse accantonate e non utilizzate in programmi regionali, zione sino a 30 anni dall’immatricolazione senza più distinguere tra autonazionali e comunitari. Analoga operazione è stata fatta anche per soste- mezzi usati per il gran turismo e gli scuolabus. La finanziaria, infine, dà nere progetti turistici innovativi e sinergie tra i diversi comparti per prolun- mandato alla Giunta di predisporre, entro 90 giorni, la ristrutturazione e la gare la stagionalità: le risorse, che ammontano a 6 milioni di euro, vengo- razionalizzazione delle società controllate, anche prevedendo l’uscita della no recuperate dal fondo di rotazione per il turismo istituito nel 2002. Altri Regione da quelle società dove detenga, direttamente o indirettamente, 12 milioni di euro sono destinati alle imprese agricole colpite dalle eccezio- quote minoritarie. E autorizza la Giunta a mettere in vendita palazzo Tornali avversità atmosferiche. Insieme a imprese, famiglie e situazioni di res-Rossini, la sede ausiliaria del Consiglio veneto acquistata nel 2003.
Palazzo Ferro Fini sede del consiglio regionale del Veneto
L’opinione Lucio Tiozzo, Partito Democratico
“chisso dia Le dimissioni”
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ue - dichiara - sono le svolte cruciali di questo bilancio che non sarebbero mai arrivate senza il pressing del Pd: l’aver recuperato ben 62 milioni di euro dormienti, che stavano Lucio Tiozzo nei cassetti della Regione e di Veneto Sviluppo e che ora vengono messi a disposizione delle imprese. Oltre a ciò, l’aver istituito il Fondo per le emergenze sociali. Su un terzo punto, quello del trasporto pubblico, la partita resta drammaticamente aperta. Riteniamo infatti che il riparto approvato sia illegittimo, in contrasto con la legge regionale vigente. Tanto basta per ritenere doverose a questo punto le dimissioni dell’assessore Chisso: un atto di coerenza che, senza equivoci, gli chiediamo di fare. Chisso infatti - prosegue Tiozzo assieme a Bruno Pigozzo, vice presidente della commissione Trasporti - ha previsto ed inserito una ripartizione di risorse prima ancora che le commissioni competenti, che avevano il compito di determinare i costi standard, i servizi e le tariffazioni minime, avessero chiuso il loro lavoro. In questo modo ha completamente scavalcato un percorso che, per legge, prevede la consultazione degli enti locali, delle aziende di trasporto e della commissione Trasporti. Il risultato è che viene penalizzato pesantemente il servizio su gomma regionale e quello di navigazione per Venezia, che in due anni ha subito decurtazioni per 11 milioni di euro”. Antonio Pipitone, Italia dei Valori
“biLancio insoddisfacente, maggioranza irresponsabiLe”
E’
un commento negativo quello che il consigliere regionale dell’IdV, Antonino Pipitone, dà al Bilancio e alla finanziaria regionale Antonio 2013. “Hanno bloccato per settimane il bilancio - scrive in una Pipitone nota l’esponente dipietrista - occupati a litigare per le loro marchette. In sanità tagli drammatici confermati, nel sociale orizzonte nero, nel lavoro si sono recuperati 40 milioni ma solo perché non erano stati utilizzati negli anni passati. Situazioni che stridono con i 400mila euro da spendere in sagre per l’identità veneta o i 500mila concessi dalla Giunta senza colpo ferire per associarsi ad Arteven. Un esempio lampante dell’ipocrisia della maggioranza prosegue Pipitone - è la bocciatura del nostro ordine del giorno che voleva ritirare la delibera che ha tagliato il budget per la sanità privata convenzionata. Il bilancio - sottolinea Gennaro Marotta - è una coperta corta che non ci soddisfa affatto”. Stefano Valdegamberi, Udc
“La finanziaria regionaLe non tagLia gLi apparati”
“S
i è fatto un gran parlare di riduzione dei costi degli apparati e delle strutture - ha spiegato in una nota il consigliere Stefano dell’Udc - razionalizzando gli enti, a partire dai consigli di Valdegamberi amministrazione, ma alla fine, come sempre, si è concluso con un nulla di fatto. Le mie proposte di accorpamento delle Ulss, di abolizione della legge pasticciata sulle unioni dei comuni montanti, dell’accorpamento delle Ater, etc, sono state, una dopo l’altra, rigettate. Anzi, invece di ridurre gli enti se ne sono creati di nuovi: è stata costituita una fondazione e si è diventati soci di una società per la promozione del teatro. Tutto al contrario degli indirizzi sulla spending review. Peccato, un altra occasione persa”.
Dario Bond, Popolo delle Libertà
“Lanciato importanti segnaLi a imprese e famigLie”
“C
ome Pdl avevamo proposto il sostegno ai fondi di solidarietà già nel dicembre scorso – spiegano Dario Bond e PiergiorDario Bond gio Cortelazzo, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo del Pdl in Consiglio regionale - per questo possiamo dire di aver centrato l’obiettivo. Non si tratta di mero assistenzialismo ma di un insieme di misure di welfare volte al reinserimento lavorativo e al ruolo attivo dei Comuni, che vengono individuati come nuovi centri della solidarietà. Sono poi importanti anche i segnali lanciati al mondo dell’impresa e alle aree più problematiche come il Bellunese e il Polesine”, sottolineano i due esponenti del Popolo della Libertà. “A fine gennaio, in prima Commissione, avevamo auspicato lo “smontaggio” della bozza di bilancio. Oggi, con il lavoro di tutti, possiamo dire di aver fatto un passo avanti, un cambio di mentalità che sarà utile anche per gli anni a venire”.
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46 14 Cultura veneta Arte Nel 50esimo della tragedia, un’opera di Cagol invita ad andare oltre
Diga del Vajont: un raggio per nuove prospettive Un lampo, una luce per non dimenticare la tragedia. Un bagliore, che aiuti a smantellare questa grande lapide ancora lì presente di Alain Chivilò
S
ono trascorsi cinquant’anni dal tragico evento del Vajont e tutta l’area conserva e fa traspirare un’aria di pensiero funebre per coloro che vivono, per chi passa vicendevolmente dal Friuli al Veneto e per coloro i quali ritengono la meta “turistica” da visitare. La rabbia, il dolore, la commozione e il rispetto devono essere sempre mantenuti alti, però tutto il territorio è inteso solamente come uno scempio determinato dall’ottusità dell’uomo. Tale ambito è un dato di fatto, però è necessario fare un passo in avanti senza dimenticare. Le potenzialità di ripartenza esistono e l’Arte potrebbe tracciare la via giusta che dalla memoria guarda “oltre”. Da questo concetto parte e si genera la performance artistica dell’artista trentino Stefano Cagol (Trento 1969). Lo scorso 5 marzo è partita la I tappa di un progetto internazionale denominato “La fine del confine (della mente)”. Da una postazione mobile un potente generatore irradia un forte raggio di luce che taglia orizzontalmente il paesaggio. Ecco che lungo la strada che porta a Erto e Casso, in
un’area parcheggiabile proprio sopra e centralmente la diga, Cagol ha fatto partire un lampo improvviso che ha squarciato la fine della vallata, facendosi osservare anche nella parte terminale dell’area di Longarone. Un messaggio che in questo luogo vuole indicare la ripartenza per un possibile ed effettivo slancio futuro grazie anche all’arte. Ecco una testimonianza dell’artista. La fine del confine (della mente). Una performance europea che parte dalla Diga del Vajont. Il luogo diventa effettivamente centrale perché il destino ha fatto si che s’incontrasse con il mio modo d’intendere l’arte. Il progetto è nato per la Barents Art Triennale di Kirkenes in Norvegia ed è un’idea di arte pubblica. Da questa località, posta sul confine della Russia oltre il circolo polare artico sul Mare di Barents, parte un potente raggio di luce che supera questo difficile confine. Un’idea, se vogliamo semplice, che assume connotati storici, simbolici molto forti. Per sviluppare la performance anche in Italia ho pensato a Dolomiti Contemporanee che già avevo apprezzato negli anni passati per il loro agire.
In successione dopo un incontro con Gianluca D’Incà Levis, aver visitato il museo presso l’ex scuola di Casso e nel contempo aver visto per la prima volta dal vivo il luogo della diga del Vajont, ho capito che questo progetto doveva essere fatto in questo territorio. L’ambiente ha fatto assumere maggiore importanza imprimendo forti significati: un raggio di luce che oltrepassa e supera la diga nel cinquantenario dal tragico evento. Una luce che vuole decretare una fine del confine inteso nella sua totalità, al fine di non dimenticare la tragedia per immediatamente superarla con un bagliore, che aiuti a smantellare questa grande lapide ancora lì presente che si erge ancora immobile. Cercare dunque di andare oltre a quello che è accaduto perché non lo si può distruggere, bensì è possibile superarlo contemporaneamente attraverso segni simbolici dell’arte di oggi, riuscendo così a pensare a un futuro che deve esistere per tutta l’area. Non guardarsi sempre indietro, ma oltrepassare nel ricordo questo confine che è in tutti noi. Un luogo che potrebbe essere inteso come ricerca, stimolo,
Il grande fascio di luce attraversa la valle, teatro della tragedia che costò la vita a oltre 2.000 persone cultura, arte e situazioni positive. Non una visita di turisti per vedere i resti di una tragedia, bensì una meta per un futuro che non si fermi solo a cinquant’anni fa. Dalla Diga del Vajont alla Tofana di Rozes di Cortina. Dalla Tofana di Rozes parte invece il progetto così com’era stato pensato. Ossia un lungo viaggio verso il nord d’Europa toccando la Germania, la Danimarca fino alla Norvegia. C’è un sottotitolo al progetto “la fine del confine” che ritengo molto importante: “della mente”. Noi essere umani siamo pieni di confini e questa luce che faccio viaggiare traccerà i cieli per un futuro e un superamento ulteriore. A Cortina voglio dare una visione delle Dolomiti diversa dalla
classica iconografia a cui tutti siamo abituati. Montagna che diventa futuro centrale del mondo. Nel 2011 la partecipazione alla Biennale di Venezia. Anche nel 2013? Il progetto di due anni fa è legato a questa luce che irradio ora. Si trattava di evocare e provocare il confine. Quindi una stimolazione per arrivare a questo attuale livello. Ho utilizzato mezzi primari e simboli antichi come il fuoco che rivitalizzasse questo confine della vita, del corpo e delle idee. Nell’edizione del 2013 partecipo all’interno del neo padiglione delle isole Maldive, ossia una nazione che a fine secolo sarà sommersa dall’oceano.
Arte e montagna
Gipsoteca di Possagno
TECNOLOGIA PER ANTONIO CANOVA
Un granitico progetto per Dolomiti d’oggi
L
I
l percorso è già stato tracciato qualche anno fa con “la danzatrice con i cembali”: la tecnologia contemporanea viene in aiuto alla Gipsoteca di Antonio Canova di Possagno restaurando quelle sculture che furono danneggiate dal bombardamento del 1917, essendo stata la pedemontana del Grappa scenario bellico. Sono passati quasi cento anni e le opere sono rimaste monche. Una alla volta, negli anni futuri, si potranno ammirare nella loro completezza grazie a un processo inverso di restauro. Se il gesso era fondamentale per il ripristino del marmo, ora l’originale stesso viene utilizzato per ripristinare “l’opera prima” sita nella Gipsoteca. Attraverso l’utilizzo di una scansione tridimensionale dell’opera unica, che può essere sita in tutto il mondo dato i cambiamenti di proprietà e di luoghi,
si creano con il gesso le parti mancanti che andranno poste a ripristino di quelle rovinate a Possagno. Grazie alla generosità delle Associazioni dei Rotary Club International di Bassano del Grappa, Asolo e Pedemontana del Grappa, Bassano Castelli, Vicenza Nord – Sandrigo e Asiago – Altopiano dei sette comuni, la statua del principe Henryk Lubomirski della Gipsoteca, un armorino con arco faretra e frecce, avrà la sua testa partendo dall’originale in marmo, che si trova presso il castello di Lubomirski a Lancut in Polonia, distante 400 km da Cracovia. La statua nacque quando il giovane principino Henryk, in viaggio in Italia con la zia Elzbieta Lubomirski Chartoriski, nel 1788 entrò in contatto con lo studio del Maestro a Roma, luogo in cui fu commissionata l’opera. Furono necessari 5 anni e nel 1793 fu ultimata proprio da Antonio Canova. Al.Ch.
’Arte nella montagna è possibile? In un territorio privilegiato per l’uomo turistico contemporaneo da millenni di cambiamenti geologici, l’Arte può essere volano per produrre ricchezza e valore aggiunto per una cultura a vari livelli? L’archeologia industriale della montagna e luoghi andati in oblio possono essere delle ripartenze? La risposta è già stata tracciata da tre anni ed è senza dubbio affermativa: sì. Nel 2011 nasce il progetto Dolomiti Contemporanee che divulgando l’Arte nella montagna ha utilizzato siti industriali dismessi che hanno trovato nuova vita dopo le manifestazioni artistiche. Dalla fine del 2012 la scuola elementare di Casso, dopo un accurato restauro, rinasce per ospitare eventi d’Arte. Un luogo propulsore di vita, simbolo di ripartenza e non di ricordo passivo. Nella’ambito della performance di Stefano Cagol abbiamo incontrato il curatore dell’innovativo progetto Gianluca D’incà Levis. Un progetto originale e innovativo. Il titolo, che racchiude svariate iniziative, è Dolomiti Contemporanee. Il nostro scopo è d’intendere le Dolomiti non come cartolina, dato l’elevato target turistico, bensì come alto contenuto culturale. Il termine contemporanee non vuole assumere l’aspetto temporale perché individua temi di vario tipo da trattare attraverso spunti innovativi. Il volano di partenza è stato dall’inserimento di questi luoghi nell’Unesco, assumendo così maggiori significati fisici e metaforici. Qual è agire effettivo? L’idea verte nel portare l’arte contemporanea nella montagna uscendo dai consueti luoghi delle grandi città italiane e da una visione alpina tradizionale. E’ una modalità per avvicinarsi a questo peculiare paesaggio in modo nuovo. E’ un sistema che non decora l’area alpina con manifestazioni
artistiche, perché propone contenuti dall’alto valore aggiunto anche dopo la conclusione dell’evento. A Casso c’è uno spazio espositivo permanente Nell’area della Diga del Vajont è necessario vivere e assumere una nuova identità contemporanea dove sia possibile generare immagini nuove. E’ necessario che si superi la tragedia di mezzo secolo fa. Questo non vuol dire dimenticare o fare andare nell’’oblio il tragico evento accaduto, ma tale area deve lanciare scenari alternativi. Al drammatico passato, che rimarrà sempre aperto, è necessario affiancare anche un futuro di ulteriore partenza. La performance di Stefano Cagol è significativa perché fornisce un’immagine nuova alla diga non più leggibile come solo una lapide. Parliamo di questi luoghi con contenuti nuovi, in quanto non vogliamo fare come i più di 200 mila turisti che si fermano solo a guardare e poi vanno via. Vogliamo generare nuove spinte culturali, nuove riflessioni con modalità alternative di gestione delle risorse del territorio. Nuovi eventi per il 2013? Si e li stiamo ancora delineando. E’ già confermato l’utilizzo del Castello di Andraz a Livinallongo in partnership con il Museo Rimoldi di Cortina d’Ampezzo. Al.Ch.
16 Cultura veneta
Cultura veneta 47
Archeologia A palazzo della Ragione fino al prossimo 17 novembre
Venetkens, iniziato il viaggio tra gli antichi veneti di Mauro Gambin
In mostra la selezione di tutto ciò che appartiene a quei mille anni in cui si è originata e sviluppata una civiltà
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favorire una mentalità molto autonomista che resiste tuttora. Trovare continuità nel carattere dei veneti antichi con gli attuali forse non sarebbe difficile o almeno non lo è più di quanto non sia stato difficile prendere coscienza della presenza di questa civiltà. Solo verso la fine dell’800, infatti, il numero e la qualità di reperti diventarono elementi inconfutabili della presenza di una cultura che andava separata da quella successiva dei romani e non aveva niente da invidiare a quella etrusca, degli osci o degli apuani, coetanei dei veneti. Anzi, per grandezza, per raffinatezza e per la durata di entrambe si può tranquillamente affermare che per troppi secoli i veneti antichi sono stati sottostimati da quelli contemporanei. I principali musei archeologici del veneto hanno messo a disposizione alcuni dei loro oggetti di incredibile bellezza e importanza, reperti, alcuni dei quali, mai esposti prima: l’ambra del baltico che veniva semilavorata nel Polesine prima di riprendere la via del Mediterraneo, le collane di perline in pasta vitrea che oggi si vendono nei principali negozi di souvenir del mondo o il pettine d’avorio identico a quello esposto al museo di Alaior a Minorca attribuito alla civiltà talaiotica: tracce di autentica modernità come se il mondo da allora non avesse mai smesso di essere globalizzato. Vasi, situle in rame (la Benvenuti merita da se il biglietto), bronzetti, schizzi di scrittura, le cose di tutti i giorni e quelle che designavano il rango, presentate in sequenza cronologica, in percorsi educativi, con ricostruzioni virtuali molto efficaci per rivivere quegli antichi riti. Lo spazio dedicato al culto dei morti, quello dei cavalli o ai rapporti con gli altri popoli affacciati al Mare nostrum, restituiscono fin dentro ai particolari le paure, i motivi di orgoglio e i rapporti con il resto del mondo che facevano parte della vita politica e privata di allora. La mostra dunque è di valore, è moderna nella proposta al visitatore (auspicabile una massiccia presenza delle scuole) che attraverso laboratori didattici e di approfondimento ne uscirà sicuramente coinvolto. Ah, per chi lo volesse sarà anche possibile uno scavo simulato e la visita degli scavi sotto il Palazzo della Ragione.
menù alla carta e non solo
“U
na mostra che non ha precedenti, una mostra che difficilmente potrà essere eguagliata. E’ il meglio del meglio che c’è”. Alla presentazione della mostra dedicata ai Veneti antichi, “Venetkens” ospitata all’interno del Palazzo della Ragione di Padova fino al prossimo 17 novembre, sono state usate parole importanti, sia dall’assessore alla Cultura del comune patavino, Andrea Colasio, sia dal Sovrintendente beni archeologici del Veneto Vincenzo Tinè che, ovviamente, dal promotore del progetto Claudio Capovilla, presidente gruppo Icat. “In passato – ha spiegato l’assessore Colasio – ai Veneti antichi sono state dedicate mostre locali, contingenti al concludersi degli scavi archeologici
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L’abbazia cistercense di Follina
Collocata nell’alta valle del Soligo, deve il suo nome alla follatura della lana attuata nella zona probabilmente sin dall’epoca preromana e, su scala industriale, in quella romana e medioevale
di Vesna Maria Brocca
L
a storia del Comune di Follina e delle sue bellezze paesaggistiche e architettoniche corrono di pari passo con la storia della Vallata nella quale trovano collocazione il noto Castelbrando (ex Castello Brandolini) a Cison di Valmarino, i laghi di Tarzo e di Revine, il Passo di Praderadego e il percorso ciclo-turistico Claudia Augusta Altinate. L’ambito della Vallata riguarda la pedemontana Trevigiana dal Piave alla Val Lapisina e comprende il versante sud delle prealpi, l’alta valle del Soligo e le prime corde collinari da Tarzo a Valdobbiadene sul Piave. Situata in posizione incantevole nell’alta valle del Soligo, Follina deve il suo nome alla “follatura” della lana, attuata nella zona probabilmente sin dall’epoca preromana e, su scala industriale, in quella romana e medioevale. La zona ebbe uno sviluppo notevole dopo il Mille, ad opera di un gruppo di dodici monaci cistercensi provenienti dall’abbazia di Chiaravalle
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Luoghi da conoscere
Grande Guerra
L’abbazia cistercense di Follina
SACRARIO AUSTRO-UNGARICO DI FOLLINA DEDICATO ALLA GRANDE GUERRA
segue dalla pagina precedente
I monaci cirstercensi di Chiaravalle bonificarono la valle paludosa e fondarono l’abbazia dalle colonne che lo costituiscono. L’attuale basilica presenta la tipica costruzione a pianta latina con la facciata rivolta a ponente e l’abside rivolta a levante proprio come prevedeva la simbologia cistercense.
All’interno della basilica sono da segnalare diverse opere da sempre oggetto di venerazione e pellegrinaggio. L’abbazia di Follina è visitabile tutti i giorni dalle ore 7.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle 19.00; non è permessa l’entrata in basilica con gruppi di visita durante lo svolgimento delle funzioni religiose. Per ulteriori informazioni e visite guidate al complesso abbaziale è possibile contattare i padri dell’abbazia al tel. 0438-970231.
T
ra il 1917 e il 1918 la Marca trevigiana fu teatro di uno dei fronti più importanti della Grande Guerra: lungo il corso del Piave si scontrarono per la battaglia decisiva gli eserciti di Italia ed Austria-Ungheria e dei loro alleati. Numerose sono ancora oggi le tracce sul territorio trevigiano di quei tragici eventi. Una di queste è il cimitero austro – ungarico di Follina che nasce durante l’occupazione austriaca della Vallata nel novembre del 1917 in appoggio allo Feldspital 1505, l’ospedale militare austriaco allestito presso l’ex lanificio Andretta che oggi ospita la Casa di Riposo S. Giuseppe. In questo cimitero militare, dove allora ebbero sepoltura oltre ottocento soldati di Austria, Ungheria, Cechia, Germania, Polonia, Slovacchia, Romania, Bosnia - Erzegovina, Croazia, Slovenia, Ucraina, ed Italia, è stato realizzato un monumento sacrario nel quale riposano, all’ombra delle loro bandiere unite a simbolo di ritrovata fratellanza fra i popoli, le 77 salme recuperate anche se rimane sconosciuto il numero di quanti in questo prato hanno ancora mantello e sepolcro.
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(Milano) che bonificarono la valle paludosa e fondarono la celebre abbazia di Follina, meta di frequenti pellegrinaggi. Fin dal 1170 i monaci cistercensi iniziarono da subito un importante opera di bonifica dei terreni che gli vennero donati da Sofia Da Camino e proprio grazie al loro paziente lavoro di “risanamento”, la valle circostante prese il nome di “Sanavalle”. Il santuario fu eretto intorno alla metà del XII secolo, in stile romanico e successivamente ampliato in forme gotiche tra i secoli XIII e XIV. Di particolare bellezza architettonica l’originale torre campanaria di stile romanico a pianta quadrata, il più antico manufatto presente nel complesso architettonico dell’abbazia, che si erge dall’incrocio della navata centrale con il transetto di destra. Degno di nota poi l’adiacente e suggestivo chiostro romanico che è in sostanza il giardino chiuso dove i monaci pregavano, meditavano e da cui accedevano a tutti gli altri spazi dell’abbazia. Il chiostro venne costruito nel 1268 (prima della basilica), quando cioè i monaci cistercensi si insediarono nel monastero, come dimostra l’incisione su pietra posta sulla parte nord del chiostro stesso; oggi è ancora perfettamente conservato nell’elegante effetto di movimento creato
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52 Rubriche 60 Vacanze
La nuova frontiera del camping si chiama Glamping Un nuovo modo di campeggiare glamour, all’insegna del relax e dell’ecologia di Vesna Maria Brocca
D
opo la delusione di una gita di Pasquetta fuori porta con l’ombrello a portata di mano e la sciarpa al collo, sembra che ad aprile il bel tempo abbia deciso di farla da padrone. Ed ecco che, con il profumo dei fiori e la brezza tra i capelli, la voglia di partire per una settimana di vacanza diventa irresistibile. Ma dove andare? E come fare se il budget a disposizione scarseggia e noi siamo delle persone ormai abituate ad ogni confort e i panni dell’avventuriero tout court all’Indiana Jones ci stanno stretti? Nessun problema, oggi la nuova frontiera delle vacanze si chiama “glamping”, una campeggio glamour ed ecologico dotato di tutti i confort e in piena armonia con l’ambiente. L’era del campeggio spartano è finita. Mai più ore interminabili sotto il sol leone a montare una tenda o in piedi in fila per le docce nei vari camping del mondo. È giunta l’ora di dire basta anche alle
punture di zanzare quale trofeo da mostrare ad amici e parenti di essere uno spirito libero e anche un po’ selvaggio e in sintonia con la natura. Adesso il mercato offre delle tende molto chic arredate come una vera casa, bagno privato, rete wi-fi e… spingetevi pur oltre con la fantasia perché se lo desiderate potete avere a vostra disposizione anche un maggiordomo. E allora, vi starete senz’altro chiedendo, il vero spirito del campeggio dov’è finito? Non esiste forse più? È proprio questa la novità assoluta: queste casette mobili dalla svariate forme (dalla classica tenda, all’igloo fino ai carri del vecchio west) sono immerse, e quasi sperdute, nella natura e costruite secondo standard ecocompatibili di qualità. Insomma, sarete sempre immersi nella totale tranquillità della natura ma il vostro “appartamento” sarà dotato di ogni lusso desiderato. Se immaginate, ad esempio, il vostro campeggio in una tenda in stile Indiani d’America, esiste.
L’avventura non è mai stata così a portata di tutti Se invece volete provare il brivido di dormire in una vecchia carovana spagnola… c’è anche quella. Questa moda è nata negli USA e poi si è diffusa nel resto del mondo, soprattutto Africa ed Europa, ma sta muovendo i primi timidi passi anche in Italia. I prezzi e le caratteristiche variano moltissimo, partendo da un minino di 30 euro a notte a salire. Sbizzarritevi pure con la lista dei desideri, perché oggi quasi tutto è possibile, specialmente all’estero dove il rapporto qualità-varietà-prezzo è molto concorrenziale. Per verificare se esiste davvero un campeggio di lusso come lo desiderate voi provate a consultare il sito “Go Glamping”, il primo sito sull’argomento e sicuramente il più ricco di contenuti e proposte “around the world”. Per rendere l’idea nel concreto, di seguito riportiamo il programma tipo di un campeggiatore che decide di partire con famiglia al seguito per una vacanza “all’aria aperta” e praticare il cosiddetto ciclismo da montagna e, visto che ci siamo, provare
anche il brivido del rafting, l’ormai nota discesa su un particolare gommone (chiamato per l’appunto “raft”) lungo un fiume. Quindi abbiamo la componente dell’avventura, ma con il “glam camping” aggiungiamo un tocco di glamour. Esempio calzante è una possibile vacanza negli Stati Uniti e più precisamente nello Stato dello Utah in quella zona nota con il nome di Moab che si trova a poche ore di macchina a sud-est di Salt Lake City. Questo luogo si potrebbe definire come il paradiso per chi ama il ciclismo da montagna e fare rafting nel Colorado River. Trovandoci negli USA dove è nato per l’appunto il “glam camping”, non sarà difficile trovarne uno che soddisfi le nostre aspettative. La giornata tipo inizia dopo il check-in che consente di abitare la nostra super tenda. Se si vuole cucinare subito fuori dalla tenda per assaporare lo spirito del campeggiare, è possibile farlo a pic-nic nel campo e si può usufruire anche di barbecue nelle aree pic-nic designate. Se però vi manca la materia prima, basta chiedere al personale che provvederà a tutto, preparandovi pure la merenda con le prelibatezze tipiche del posto da portare al sacco. E se di notte volessimo guardare le stelle e fare filò accanto
ad un fuoco? Nessun problema, il personale vi fornirà un kit con tutto il necessario per accendere un fuoco all’aria aperta di notte nel deserto fuori dalla tenda. Non avete portato con voi una mountain bike o un’automobile? È possibile noleggiare tutti i modelli desiderati e più adatti all’escursione prevista. E se fa troppo caldo nel deserto? Beh, la tenda ovviamente ha l’aria condizionata. E se la mattina non ho voglia di preparare la colazione? Basta ordinarla. Il campeggio rappresenta ormai la soluzione ideale per scappare dal traffico e dallo smog cittadino e vivere la natura in totale sicurezza. Non servono più corsi di sopravvivenza estremi per provare il brivido di dormire tranquilli all’aria aperta sotto le stelle, accendere un falò nel mezzo del deserto o salire in sella e partire verso mete ormai non più ignote. Mai più notti insonni a lottare con zanzare, tafani e serpenti, oppure boccheggiare per il caldo insopportabile. Oggi l’avventura viaggia di pari passo con il confort e la sicurezza, anche a prezzi accessibili e soprattutto in strutture ecosostenibili. Basta un click.
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Periodico d’informazione locale. Anno XX XIX n.29 n.85 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46)www.lapiazzaweb.it art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it
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Lavoro
Crisi, a giugno finiscono gli ammortizzatori sociali pag.
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L’intervista
Massagrande, artista diviso tra Padova e Ungheria
Piano casa del Veneto
pagg.
Luoghi da scoprire
Rallentano gli interventi edilizi finalizzati alla realizzazione di nuove opere a fronte di un notevole aumento di ampliamenti e riqualificazioni energetiche
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Piano casa del Veneto
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Rallentano gli interventi edilizi finalizzati alla realizzazione di nuove opere a fronte di un notevole aumento di ampliamenti e riqualificazioni energetiche di Vesna Maria Brocca
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ipensare l’urbanistica del Veneto puntando a rigenerazione urbana, edilizia sostenibile, riqualificazione energetica degli immobili in un’ottica di sviluppo sostenibile per la città. Ecco il must perseguito dalla Regione con il cosiddetto Piano Casa. Sono trascorsi infatti alcuni anni dall’entrata in vigore della Legge Regionale sul Piano Casa (LR 14/2009 e LR 13/2011) e perciò in questo articolo cerchiamo di capire come si è evoluto l’argomento, mettendo in evidenza che si tratta di una disciplina per molti aspetti fortemente innovativa. Questa è una legge di carattere straordinario che prevale sulle previsioni dei regolamenti comunali e degli strumenti urbanistici e territoriali, comunali, provinciali e regionali. Lo spunto ci viene offerto dall’opuscolo informativo predisposto proprio in questi giorni dagli Uffici della
I dati attestano il successo su scala regionale di questa legge di carattere straordinario Direzione Urbanistica e Paesaggio, quale strumento di divulgazione sull’applicazione del Piano Casa nel Veneto. Questo è il primo opuscolo informativo sul Piano Casa del Veneto, con dati sullo stato di attuazione della legge, esempi, novità e risposte alle domande più frequenti. Ma facciamo un passo indietro nel tempo. «Sul Piano Casa regionale non è ancora tempo di fare bilanci e trarre conclusioni, a otto mesi dall’inizio dell’applicazione della legge e in una
congiuntura economica critica». Lo aveva detto, ancora nel maggio 2010, l’assessore regionale Renato Chisso. «Quel provvedimento – aveva spiegato l’assessore – è nato per tonificare il settore dell’edilizia, favorire il recupero risparmiando territorio, contribuire alla ripresa dell’economia». Nel 2010, tuttavia, vi erano tre problematiche che limitavano il dispiegarsi dell’iniziativa. «La prima riguarda l’ancora scarso livello di conoscenza delle norme tra i cittadini. E in questo caso i professionisti del settore hanno anche il compito di spiegare le opportunità che sono disponibili. Il secondo intoppo è dato dalle difficoltà e dai dubbi d’interpretazione, che hanno determinato anche l’emanazione di più circolari esplicative. Il terzo punto è che la stretta creditizia ha ristretto le possibilità d’intervento per i cittadini. Si tratta in ogni caso di una iniziativa positiva – aveva concluso l’assessore – e non ricorrendo alle possibilità che abbiamo messo in pista la società e i cittadini veneti perdono delle opportunità: spetta a tutti noi, amministrazioni comunali comprese, operare perché da questa intuizione derivino i benefici concreti ai quali puntiamo». Ora, nel 2013, l’architetto Vincenzo Fabris spiega che «dall’analisi
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Attualità
>> Casa
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Piano casa del Veneto
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Rallentano gli interventi edilizi finalizzati alla realizzazione di nuove opere a fronte di un notevole aumento di ampliamenti e riqualificazioni energetiche di Ornella Jovane
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ipensare l’urbanistica del Veneto puntando a rigenerazione urbana, edilizia sostenibile, riqualificazione energetica degli immobili in un’ottica di sviluppo sostenibile per la città. Ecco il must perseguito dalla Regione con il cosiddetto Piano Casa. Sono trascorsi infatti alcuni anni dall’entrata in vigore della Legge Regionale sul Piano Casa (LR 14/2009 e LR 13/2011) e perciò in questo articolo cerchiamo di capire come si è evoluto l’argomento, mettendo in evidenza che si tratta di una disciplina per molti aspetti fortemente innovativa. Questa è una legge di carattere straordinario che prevale sulle previsioni dei regolamenti comunali e degli strumenti urbanistici e territoriali, comunali, provinciali e regionali. Lo spunto ci viene offerto dall’opuscolo informativo predisposto proprio in questi giorni dagli Uffici della
I dati attestano il successo su scala regionale di questa legge di carattere straordinario Direzione Urbanistica e Paesaggio, quale strumento di divulgazione sull’applicazione del Piano Casa nel Veneto. Questo è il primo opuscolo informativo sul Piano Casa del Veneto, con dati
congiuntura economica critica». Lo aveva detto, ancora nel maggio 2010, l’assessore regionale Renato Chisso. «Quel provvedimento – aveva spiegato l’assessore – è nato per tonificare il set settore dell’edilizia, favorire il recupero risparmiando territorio, contribuire alla ripresa dell’economia». Nel 2010, tuttavia, vi erano tre problematiche che limitavano il dispiegarsi dell’iniziativa. «La prima riguarda l’ancora scarso livello di conoscenza delle norme tra i cittadini. E in questo caso i professionisti del settore hanno anche il compito di spiegare le opportunità che sono disponibili. Il secondo intoppo è dato dalle difficoltà e dai dubbi d’interpretazione, che hanno determinato anche l’emanazione di più circolari esplicative. Il terzo punto è che la stretta creditizia ha ristretto le possibilità d’intervento per i cittadini. Si tratta in ogni caso di una iniziativa positiva – aveva concluso l’assessore – e non ricorrendo alle possibilità che
segue dalla pagina precedente
Attualmente la scadenza del Piano Casa è fissata al 30 novembre 2013 dei dati trasmessi dai Comuni alla Regione, all’applicazione della legge sul piano casa nel Veneto, emerge, nel complesso, un panorama che vede un consistente rallentamento di interventi edilizi finalizzati alla realizzazione di nuove opere a fronte di un notevole aumento di interventi di ampliamento e riqualificazione energetica degli edifici. L’Amministrazione Regionale valuta positivamente i risultati sin qui ottenuti con il Piano Casa e in Consiglio Regionale sono
già stati presentati alcuni Progetti di Legge, ora all’esame della Seconda Commissione. Essi prevedono, se approvati, alcune modifiche volte a incentivare ulteriormente l’attività edilizia. Tra queste segnalo un’ulteriore proroga o l’eventuale stabilizzazione della norma (attualmente la scadenza del Piano Casa è fissata al 30.11.2013), ulteriori incentivi in termini di bonus volumetrici, agevolazioni per gli interventi di bonifica delle coperture in amianto e altro ancora». Anche il vicepresidente e assessore regionale al territorio Marino Zorzato ribadisce la positività dei risultati fin qui ottenuti grazie a questa legge regionale dal carattere fortemente innovativo e aggiunge che “in un mercato edilizio saturo, con un grande stock di immobili invenduti, che stanno progressivamente perdendo valore, la legge
regionale ha fornito gli strumenti legislativi che, incentivando e premiando la riqualificazione energetica degli edifici e il ricorso a fonti di energie rinnovabili, ha portato ad un miglioramento della qualità edilizia ed architettonica degli edifici, primo tassello per un più generale miglioramento della qualità della vita”. L’opuscolo è consultabile sul sito della Regione nella sezione Ambiente e Territorio: uno strumento sintetico, di facile lettura che, sottoforma di newsletter, intende informare gli interessati sui dati del monitoraggio effettuato dalla Regione e risponde alle domande più frequenti. Per ulteriori informazioni si rimanda alla Direzione regionale Urbanistica e Paesaggio: tel. 041 2792508; E-mail: pianocasa@regione. veneto.it
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Attualità
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Il peso della crisi: a giugno finiscono gli ammortizzatori sociali e a fine anno arriva la Tares Anche nel Veneto sarà allarme sociale se il Governo non provvederà con urgenza a garantire adeguatamente la copertura degli ammortizzatori sociali di Vesna Maria Brocca
S
tanno finendo i soldi per gli ammortizzatori sociali, ma sta per arrivare una nuova tassa sui rifiuti. Questo in estrema sintesi il quadro per i veneti per la prossima estate. Analizziamo la situazione coi numeri alla mano. A fine del 2012 nella nostra regione erano 61.612 i lavoratori coinvolti nelle 10.814 domande di cassa integrazione in deroga mentre erano 13.017 i lavoratori veneti coinvolti nella mobilità in deroga. Nel primo trimestre 2013 le richieste delle aziende alla Regione Veneto di autorizzazione alla CIG in deroga sono state di 347 milioni di euro a fronte dei 90 milioni di euro del periodo corrispondente nel 2012. Per quanto riguarda la mobilità in deroga le domande arrivate nel primo trimestre 2013 sono state 2400 (per 19,2 milioni di euro) a fronte delle 2160 del trimestre corrispondente del 2012 (per 12,8 milioni di euro di risorse corrispettive). «Anche nel Veneto sarà allarme sociale se il Governo non provvederà con urgenza a garantire adeguatamente la copertura degli ammortizzatori sociali che danno sostegno al reddito dei lavoratori, in particolare delle piccole imprese artigiane e non, che sono in mobilità o in cassa integrazione in deroga. Il Governo ancora in carica e il Parlamento appena eletto devono agire subito e bene per impedire il collasso del tessuto sociale e produttivo». Con queste parole Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, un territorio che negli ultimi anni ha visto aumentare costantemente le richieste di Cig in deroga per le aziende e di mobilità in deroga per i lavoratori, condivide e si affianca alle preoccupate dichiarazioni di Vasco Errani Presidente della Conferenza delle Regioni e di Gianfranco Simoncini responsabile del coordinamento degli assessori regionali che hanno denunciato come finisca con il prossimo giugno la copertura degli ammortizzatori sociali assegnati dal Governo alle Regioni con fondi decisamente inferiori a quanto richiesto dalle regioni stesse. «Vanno rispettati il senso e la lettera – aggiunge Zaia – dell’intesa sottoscritta tra Stato e Regioni per il 2013 sugli ammortizzatori sociali. Anche il recente stanziamento
di oltre 25 milioni di euro ottenuto nei giorni scorsi per il Veneto non ci permetterà di andare oltre il prossimo giugno con la copertura, a fronte di richieste che aumentano consistentemente e che evidenziano lo stato crescente di crisi economica e tensione sociale». Per il finanziamento della CIG in deroga negli ultimi 4 anni, dal 2009 al 2012, il Veneto ha destinato risorse proprie regionali per 55.720.364 euro; inoltre sono state stanziati ulteriori 53.183.321 euro per finanziare le collegate ‘politiche attive del lavoro’ (formazione professionale, orientamento, ricollocazione nel mercato del lavoro), per un totale di 108.903.685 euro. Dei 55,7 milioni di euro destinati al finanziamento della CIG in deroga, alla provincia di Padova è stato destinato un sostegno regionale di 14.849.548 euro; 14.350.648 euro alla provincia di Vicenza; 9.902.467 euro alla provincia di Treviso; 6.183.452 euro alla provincia di Venezia; 5.434.373 alla provincia di Verona; 4.417.130 alla provincia di Rovigo; 582.746 euro alla provincia di Belluno. «Va comunque ricordato – sottolinea il Governatore – che le aziende chiedono la cassa integrazione in deroga che è tuttavia usufruita solo nella misura del 22%, elemento che dimostra il timore delle aziende per l’incertezza del quadro economico e la predisposizione a far richiesta della CIG in deroga che poi potrà essere del tutto o in parte usufruita». Anche Elena Donazzan, assessore al lavoro della Regione Veneto, era intervenuta sugli ammortizzatori sociali già diversi mesi fa, ricordando che le risorse erano ampiamente insufficienti: «La crisi non solo economica ma anche di incertezza politica sta aumentando le difficoltà delle nostre imprese ed i segnali sono stati immediatamente registrati e responsabilmente abbiamo agito con i colleghi assessori regionali al lavoro». In questo già difficile e incerto quadro socioeconomico sta per arrivare, in aggiunta ai problemi quotidiani che attanagliano molte persone, anche una nuova tassa, quella sui rifiuti chiamata Tares. La prima scadenza doveva essere ad aprile, ma poi, stante l’incertezza del quadro legislativo nazionale, la
scadenza sembrava dovesse slittare a luglio. Ora le ultimissime fissano il pagamento a dicembre in concomitanza con le tredicesime. La Regione del Veneto chiede pertanto uno slittamento del pagamento della prima rata al 2014. Lo ha infatti comunicato l’assessore all’ambiente Maurizio Conte evidenzian-
do inoltre che la Conferenza delle Regioni ha deliberato nei giorni scorsi di chiedere formalmente al Governo il rinvio al 2014 dell’entrata in vigore della Tares, richiedendo nel contempo l’apertura di un tavolo StatoRegioni-Enti locali finalizzato a risolvere ogni questione interpretativa ed applicativa. Aggiunge Conte «il costo del servizio, in Veneto,
è già coperto dalle tariffe e gli enti pubblici non intendono pesare sui bilanci di famiglie ed attività produttive. Sono dunque le difficoltà che il tessuto sociale ed economico sta vivendo che portano la Regione del Veneto a chiedere con forza e convinzione uno slittamento del pagamento della prima rata».
L’intervista
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>> Intervista
Matteo Massagrande: i miei echi Diviso tra Italia e Ungheria elabora nuovi orizzonti per il mondo pittorico figurativo di Alain Chivilò
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’Arte figurativa, nelle sue svariate forme, ha millenni di storia ma senza dubbio dall’Ottocento sono nate diverse tipologie artistiche che hanno poi generato la fase Moderna e Contemporanea. A cavallo tra XX e XI secolo, la figurazione non può essere simile a quella dell’Impressionismo francese, perché da un lato è cambiato il tessuto umano e dall’altro la ricerca e i quesiti attuali sono diametralmente opposti rispetto a quel preciso periodo passato. Partendo da questo presupposto, Matteo Massagrande (Padova 1959) elabora nuovi orizzonti per il mondo pittorico così chiamato figurativo. Nelle sue opere l’atmosfera è metafisica, dove tutto scorre e dall’interno l’ambiente si proietta verso un futuro. C’è una continuità che esula dal passato, in un silenzio che è solo ipotetico perché si emanano echi. Le scene date dagli interni spingono a creare storie sospese, indefinite, ognuna diversa dall’altra, che non chiedono l’azione di un fatto reale da uno o più ipotetici personaggi, in sequenze che vanno dalla vita alla morte, dall’istante all’azione, ma tracciano il modo in cui si stia effettivamente svolgendo l’agire del vivere. Nei paesaggi d’ispirazione italiana o magiara tutto è avvertito, ogni cosa è sentita per essere tradotta sulla tela sentendo quello che accadrà. E’ come nell’incisione dove, pur stando alle regole canoniche, attraverso l’uso del bulino e dell’acidazione, nelle diverse fasi la lastra diventa domata e posseduta. In questo modo si esce dal concetto iniziale di solo mestiere. Il Maestro Matteo Massagrande è tutto questo e nell’intervista si è aperto con sincerità portando il lettore all’interno del suo mondo. Locandina 50x70:Layout 1
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L’Ungheria è una seconda patria. Cosa effettivamente rappresenta? “Una patria intesa come primus inter pares, perché condivido la mia esistenza in modo uguale tra l’Italia e l’Ungheria. Una nazione completa l’altra. Non ho una preferenza in quanto c’è un’osmosi e un connubio di sentimenti che cresce negli anni. La mia pittura non è italiana o ungherese, ma sicuramente l’aria che respiravo e respiro tuttora in Italia aveva ed ha bisogno di quell’essenza che costituisce le componenti più sincere, vere, naturali e genuine che corrispondono alla terra, all’aria, alla luce, al sole, al gelo e alla neve delle terre d’Ungheria. Qui da noi tutto è diventato sintetico, ma nel paese magiaro c’è più genuinità. Sono sempre stato legato a
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questa terra pur non avendola mai frequentata, ancora prima di conoscere mia moglie, per un discorso di storia, cultura e sensazioni. Un mondo quello dell’Ungheria ancora naturale. I paesaggi che ho dipinto in questa terra possiedono, per esempio, un’erba che ha un altro colore verde maggiormente vero, onesto e insito nell’anima dell’osservatore. L’aria, dal punto di vista pittorico, la avverti nelle ossa e ti penetra talmente da sentirla tua. La luce del sole ti fa sentire vivo e legato agli elementi naturali. Mia moglie Angela mi dice di non giudicare il paesaggio magiaro con l’occhio della prospettiva scientifica, come sono sempre portato a fare creando punti di fuga e costruendo una necessità di spazio ideato architettonicamente, perché dovevo guardarla liberamente facendomi venire letteralmente addosso quello che vedevo. All’inizio non capivo, ma in realtà mi sono reso conto che solo così riuscivo a dipingere quei luoghi facendo cadere verso di me le situazioni che stavo dipingendo. Per rappresentarle nel modo più vero, dovevo trasformale in modo tale da respirarle e da annusarle. Dunque un paesaggio che devi subire positivamente. Se oggi non c’è vento, devi avvertire che ci sarà sicuramente domani e capire in anticipo se sarà caldo o freddo. Lo stesso vale per dipingere Venezia: devi avvertire la salsedine fino al collo. Per evitare e allontanarsi dal dipingere banali immagini da cartolina, si deve essere un tutt’uno immedesimandosi con i luoghi stessi. Un mondo che in Italia esisteva ma che nel tempo abbiamo perso”. E’ così difficile fare l’incisione? Da essa cosa ha carpito per il suo agire nell’Arte? “E’ un mestiere. Ho conosciuto grandissimi incisori come per esempio Lino Bianchi Barriviera e Giovanni Barbisan. Quando s’incide non si è artisti, ma si diventa uomini di mestiere. Possiedo un morboso fascino per l’incisione sia per eseguirla, sia per collezionarla. Possiedo opere di Dürer, Rembrandt, Tiepolo, Luca da Leida per citarne alcuni e in queste ho sempre amato la capacità di dividere il gesto del bulino e del segno dal metodo scientifico. Quando sono incisore non devo, come un chirurgo, essere artista perché mi devo sottoporre a delle regole precise e definite. Quando invece ti lasci andare e senti che quel mestiere ti porta a essere libero, allora si raggiunge il massimo. Per esempio Dürer si la-
scia andare a qualche capriccio poetico nascosto pur nella sua precisione, mentre Piranesi, da vero gestuale, crea un’incisone libera pur rispettando le normative canoniche all’interno di un’indipendenza assoluta che otteneva con estrema facilità. Bisogna dominare l’incisione, pur stando nelle regole, al fine di raggiungere il massimo della libertà espressiva. Ricordo Lino Bianchi Barriviera che nell’acidare una lastra prese quasi fuoco con fumi che si sprigionavano dall’alta violenza dell’acido. Ecco che la lastra era sua ed era posseduta come un grande domatore perché non poteva più sfuggirle dalle mani”. Gli “Interni” e le “vedute di città” fanno intuire una presenza umana che però non ha riscontro visivo. “Certamente sì. Non occorre descrivere un uomo per far conoscere la sua presenza. Non serve capire la fisionomia di Ulisse per immaginarlo. Nell’Odissea e nell’Iliade sono state descritte più le gesta che le fisionomie, eccetto la caratteristica dominante dei ciclopi. L’agire dei personaggi fa intuire il loro aspetto. Parafrasando, è un po’ quello che avviene nella mia pittura: nessuno sa chi abita quelle case, ma i personaggi ipotetici e possibili sono costruiti da noi osservatori. In questo modo nella mia pittura riesco ad uscire dalla narrazione. Invece nel ritratto cambia l’approccio perché è presente un soggetto ben definito. Negli interni come nei paesaggi, le presenze umane sono in più e non sono quindi determinanti, perché ognuno pone la sua immaginazione nel definire il soggetto che potrebbe presenziare al suo interno. Ogni interpretazione è possibile. Con le mie opere pongo un suggerimento che trova continuazione in ogni osservatore. Io spiego e contemporaneamente non spiego al fine di creare quel fascino che è dato dall’indefinito”. Il vissuto nelle sue opere è riferito più a un passato o invece a un futuro non ancora scritto? “Non c’è una situazione atemporale nella mia pittura. Convive il prima, l’oggi e il dopo in una mistura di ricordi e prospettive. Paolo Crepet ha scritto un bellissimo racconto ispirato ai miei dipinti e l’ha fatto creando una storia dopo aver visto le opere. Lui ha capovolto la concezione che le immagini vengono dopo solo perché continua alla pag. seguente
L’intervista
s’ispirano al testo. Nel libro, gli interni non rappresentano gli spazi che sono stati, ma quelli che saranno. Il passato diventa così futuro in un gioco molto affascinante e Crepet l’ha scritto con grande intuizione rovesciando l’aspetto temporale. Nella mia pittura c’è speranza, all’interno di una filosofia del culto del tempo che diventa però attivo”. Una “luce” sempre presente che crea rarefazioni ed echi metafisici.
“Esatto. Nella mia pittura l’atmosfera è metafisica, dove i volumi dell’aria assumono un’importanza enorme, perché nel loro interno vorrei che girassero voci o oggetti e che si muovessero forme. Un’aria densa di quello che ognuno di noi vorrebbe riempire”. La nostra società è chiassosa al di la dei contenuti espressi condivisibili o meno. Nei suoi lavori che ruolo ha il silenzio? “Come premessa, la società effettivamente è chiassosa e sempre lo sarà. Invece l’Arte non rispecchia la cultura, gli eventi e i fremiti dell’ambiente sociale. Se osserviamo i soavi e lirici dipinti di Tiziano o Vermeer, essendo stati eseguiti in periodi terribili di guerre e malattie, non pensiamo che siano frutto dai tragici eventi dell’epoca. Anzi le emozioni che si provano sono diametralmente opposte. I miei silenzi sono solo delle pause che stanno all’interno di
un contesto. Sono echi. E’ la sublimazione di un momento puro e semplice. Ci sono piccole cose che hanno grande valore. La mia arte non è intimista, perché è riflessiva e il messaggio espresso è fermo ma non urlante. Quello che faccio non è prodotto invano, anche se si rivolge a una sola persona. Quello che mi fa sentire vivo è che il pubblico non aspetta la mia pittura, perché trova conforto e fede in quello che eseguo. Non penzola dalle mie labbra per ogni provocazione che emano, perché lo rafforzo continuando la via della mia arte. In questo modo si avverte la fede aumentare e non smetterò mai di proseguire, anche se dovesse rimanere uno solo ad ascoltarmi”. Senza andare troppo a ritroso nel tempo, l’Arte dell’Ottocento ha segnato la via per la contemporaneità. Cosa le affascina maggiormente di questa stagione artistica?
“Ho avuto grandi amori per questo periodo. Per me Millet è stato il massimo. Vidi un’importantissima mostra a lui dedicata a Parigi da adolescente e ammirare le sue opere fu una liberazione interiore. L’Ottocento è un periodo molto complesso rispetto ai secoli precedenti, perché non è sintetizzabile in un unico cliché. Un’epoca grandiosa dove le compenetrazioni degli stili e l’evoluzione sociale ha fatto si che tutto fosse scandito tanto che si è passati in pochi decenni dal Neoclassicismo, al Romanticismo, al Realismo fino alla scuola di Barbizon, non dimenticando Constable e Turner. Il simbolo dell’Ottocento per me è Jean-François Millet: un pittore mistico e magico. Le Spigolatrici e l’Angelus sono opere fantastiche”. Oggi, in una situazione di perenne instabilità, mi può motivare se sia meglio vivere in Italia o in Ungheria?
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Lo dico con un po’ di amarezza, ma in Ungheria mi trovo molto bene. Non è un fatto politico o sociale, perché li le situazioni sembrano più vere e vicine. Un ungherese ti si rivolge a te con animo aperto. Il cuore per ascoltarti è sempre disponibile. In Italia abbiamo delle sovrastrutture che devono essere sempre decodificate e interpretate. Non si riesce ad essere veri, a stupirsi, a complimentarsi e a meravigliarsi. Nel paese magiaro l’animo delle persone, dalle più semplici fino agli intellettuali, è aperto e pronto a percepire da te qualcosa di nuovo. Qui da noi invece nulla di tutto questo. Sicuramente la cultura italiana emana un’area che a livello di cromosomi ci appartiene ed è indubbiamente affascinante. C’è una complementarietà, ossia l’Ungheria mi permette di decodificare ciò che in Italia è diventato più difficile da comprendere”. Messaggio pubbliredazionale
“Le Pro Loco fanno grande il territorio” appuntamenti da non dimenticare
• 27-28 aprile A piedi per Bibione • 30 aprile - 1 maggio rock festival Bibione MIRANO • 25 aprile XXXV edizione di “Fiori a Mirano” - il 25 aprile
Piazza Martiri, si trasforma, per un giorno, in un grande giardino e che le vie del centro storico si riempiono di fiori, colori e profumi. Fiori a Mirano, è considerata una delle più prestigiose e qualificate mostre-mercato a invito della Regione, grazie ai suoi oltre 110 espositori di piante, fiori e arredi da giardino, selezionati con cura dagli organizzatori e che crescono ogni anno grazie anche al passaparola tra gli espositori stessi.
• 11/12 maggio I sapori della solidarietà • 25 maggio I zoghi de quando gerimo putei - questa è
una delle manifestazioni più importanti della Pro Loco di Mirano; manifestazione rivolta ai ragazzi delle quinte elementari di Mirano e delle sue frazioni: è una grande gara a squadre che ripropone i giochi del passato, quei giochi che i bambini, oggi, conoscono solo attraverso i racconti dei nonni. La XV edizione, si svolgerà sabato 25 maggio nella frazione di BALLO’, paese della squadra campione in carica.
DOLO • 21 aprile Manifestazione ciclistica “G.C. I Molini Dolo AS D”
• 26 aprile Festa Madonna dei Molini Ass. Isola Bassa • 1 maggio Convegno “La Rosa Antica” e regata del 1° MagBIBIONE • 24-25 aprile Tipicamente Asparago - 43° festa dell’a-
sparago di Bibione
gio
MIRANO • 21 aprile L’evento 4x4 consiste nella visita di quattro ville
situate nel Comune di Mira con quattro percorsi diversi, in carrozza, in gondola, in bicicletta ed il percorso proprio. Nel pacchetto sono comprese le visite guidate all’interno delle ville Da segnalare, inoltre, una gita in barca prevista per il giorno 2 giugno alla scoperta delle isole della laguna di Venezia.
SPINEA • 1^ Decade di Maggio festa di Primavera in Piazza municipio
SALZANO • 25 e 26 maggio 22^ Festa della Filatura Processo produt-
tivo del baco da seta. Mostre, spettacoli, intrattenimenti vari, stand gastronomico. 1° Filanda Run.
SCORZE’ • dal 19 Aprile al 6 Maggio Villa Orsini Mostra Antonio
Beni
• dal 10 al 19 Maggio 37^ Festa dell’Asparago e della Fragola a Gardigiano di Scorzè
• dal 24 Maggio al 3 Giugno 44^ Festa dei Bisi di Peseggia di Scorzè
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via Felice Cavallotti n° 410 aperto il martedì ed il giovedì dalle 10:00 alle 12:00 info@prolocochioggia.org
10 Luoghi da scoprire >> 26 maggio, Cantine aperte in tutto il Veneto
Oro da bere e da commerciare: arte e cultura del prosecco Nel cuore dell’area Prosecco di Valdobbiadene, ammirando le meravigliose sculture verdi delle vigne in collina, visitate Villa Sandi
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di Germana Urbani
re per San Pietro di Feletto, arrivare a Farra di Soligo e concludere il viaggio a Valdobbiadene. Conegliano è la città di Giambattista Cima di cui conserva la casa natale ed una bellissima pala, nel Duomo, raffigurante una “Sacra Conversazione”. Le antiche mura carraresi e il castello, in posizione panoramica, conferiscono alla cittadina un fascino unico. Molte le cantine private che potete visitare senza dimenticare l’edificio della Carpené Malvolti e la grande Scuola Enologica. Da Conegliano si giunge, poi, alla Pieve di San Pietro, edificio sorto, forse, sui resti di un demolito tempio pagano. Attualmente ha l’aspetto del XII secolo, pur venendo ancora rimaneggiato nel ‘600 e nel ‘700. Caratteristica peculiare è la decorazione ad affreschi quattrocenteschi e romanico-bizantini sia all’interno che all’esterno: del secondo ‘400 sono quelli della cappella del Battistero; databili tra XIII e XIV secolo quelli alla parete sinistra della navata centrale; alla fine dell’XI risale forse l’immagine di San Cristoforo nella navata centrale. Varcato a Soligo l’omonimo fiume, si entra nel territorio comunale di Farra di Soligo, dove la chiesa di Santo Stefano con-
© Foto di Erika Crosara
a poco si è chiuso il Vinitaly con il consueto successo di pubblico e vendite, segno che uno dei prodotti più preziosi dell’economia veneta non solo continua ad essere apprezzato ma è tra quelli che risente meno della crisi in corso. Per gli estimatori del buon vino sono moltissimi i percorsi enogastronomici e i territori che si potrebbero visitare abbinando arte e ottime degustazioni. Ma uno in particolare merita certamente una visita particolare: quello che vi permetterà di approfondire la vostra conoscenza col Prosecco Docg che viene coltivato in uno spicchio di terra dove le bellezze naturali e culturali si fondono con la storia di questo famoso vino. Versanti ripidi alternati a dolci declivi, dove la passione e la tenacia hanno reso possibile la coltivazione anche nelle zone più impervie. Vigneti come giardini, divisi fra moltissimi proprietari compresi in poche centinaia di ettari. Per questo viaggio fuori porta, consigliamo di partire da Conegliano Veneto per poi prosegui-
serva un Crocifisso di Andrea Brustolon. Molto bella, svetta sopra l’abitato la cinquecentesca villa Savoini. In un paesaggio dominato dai vigneti del rinomato prosecco è Valdobbiadene, la cui Parrocchiale, di origini trecentesche ma di veste neoclassica, conserva opere di Palma il Giovane, Paris Bordone, Francesco Beccaruzzi e, in canonica,Rosalba Carriera. Sovrasta l’abitato la frazione Pianezze, unico centro sciistico della Marca: vi si giunge percorrendo una strada con ampia vista panoramica sul Piave e sul Montello. E in questo territorio, precisamente a Crocetta sul Montello, si conserva una splendida villa di scuola palladiana risalente al 1622 i cui proprietari hanno scelto di valorizzare il patrimonio artistico con quello eno-gastronomico. Si tratta di villa Sandi, un felice esempio di quel connubio tra arte e agricoltura che ha caratterizzato il paesaggio veneto dei secoli passati. La famiglia Moretti Polegato, da generazioni dedita alla cultura del vino, ha rilanciato questa tradizione facendo della villa la sede di rappresentanza della cantina omonima e promuovendo su basi moderne la coltura della vigna, da sempre presente nella zona. I visitatori potranno ammirare gli splendidi giardini, riportati all’antico valore, godersi la visita guidata e solcare i sontuosi saloni dell’edificio e, da ultimo, rimanere a bocca aperta una volta varcate le porte dei sotterranei. Al di sotto della villa, infatti, si estendono per oltre un chilometro e mezzo secolari e suggestive cantine sotterranee che, per la loro naturale caratteristica di mantenere costante temperatura e umidità, creano un ambiente ideale per la maturazione e l’invecchiamento dei vini. Oggi è possibile anche soggiornare in villa, grazie alle sei camere della locanda, e degustare piati tipici della tradizione veneta. La locanda è nata come completamento del progetto di promozione e valorizzazione del territorio in cui Villa Sandi è impegnata da molti anni. Infatti personale qualificato guida i visitatori alla conoscenza dei vini nelle degustazioni nelle Botteghe del Vino di Crocetta del Montello e di Valdobbiadene e alla scoperta del territorio e dei suoi prodotti.
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MANTOVA E SABBIONETA UN TEMPO FIERE RIVALI ENTRAMBE RESE GRANDI DALLA POTENTE E ILLUMINATA SIGNORIA LOCALE OGGI SONO ACCOMUNATE DALLA TUTELA DELL’UNESCO UN BELLISSIMO ITINERARIO CONSENTE DI AMMIRARE I LORO STRAORDINARI TESORI E DI CONOSCERE LA LORO STORIA A PARTIRE DALLE GESTA DI VESPASIANO NONCHÈ DI DEGUSTARE PIATTI TIPICI COME I TORTELLI DI ZUCCA E IL RISOTTO ALLA PILOTA
MANTOVA E SABBIONETA UN TEMPO FIERE RIVALI ENTRAMBE RESE GRANDI DALLA POTENTE E ILLUMINATA SIGNORIA LOCALE OGGI SONO ACCOMUNATE DALLA TUTELA DELL’UNESCO UN BELLISSIMO ITINERARIO CONSENTE DI AMMIRARE I LORO STRAORDINARI TESORI E DI CONOSCERE LA LORO STORIA A PARTIRE DALLE GESTA DI VESPASIANO NONCHÈ DI DEGUSTARE PIATTI TIPICI COME I TORTELLI DI ZUCCA E IL RISOTTO ALLA PILOTA
UN’IMMAGINE FATATA DI MANTOVA VISTA DA UNO DEI SUOI TRE LAGHI, IL PALAZZO DUCALE DI MANTOVA VISTO DALL’ALTO. SOPRA: UNA VEDUTA DI SABBIONETA, CITTÀ IDEALE DEL RINASCIMENTO, DETTA ANCHE “PICCOLA ATENE” PER I SUOI TESORI. NELLE ALTRE PAGINE: UNO DELLE SALE AFFRESCATE PIÙ FAMOSE DI PALAZZZO TE A MANTOVA, TORTELLI MANTOVANI E IL TEATRO ALL’ANTICA DI SABBIONETA. NELLA FOTO DI COPERTINA: VESPASIANO GONZAGA (A SINISTRA) E LA SUA CORTE: LE CELEBRI STATUE LIGNEE SONO CONSERVATE AL PALAZZO DUCALE DI SABBIONETA. IL CENTRO DI SABBIONETA E UNA VISTA AEREA DI MANTOVA
UN’IMMAGINE FATATA DI MANTOVA VISTA DA UNO DEI SUOI TRE LAGHI, IL PALAZZO DUCALE DI MANTOVA VISTO DALL’ALTO. SOPRA: UNA VEDUTA DI SABBIONETA, CITTÀ IDEALE DEL RINASCIMENTO, DETTA ANCHE “PICCOLA ATENE” PER I SUOI TESORI. NELLE ALTRE PAGINE: UNO DELLE SALE AFFRESCATE PIÙ FAMOSE DI PALAZZZO TE A MANTOVA, TORTELLI MANTOVANI E IL TEATRO ALL’ANTICA DI SABBIONETA. NELLA FOTO DI COPERTINA: VESPASIANO GONZAGA (A SINISTRA) E LA SUA CORTE: LE CELEBRI STATUE LIGNEE SONO CONSERVATE AL PALAZZO DUCALE DI SABBIONETA. IL CENTRO DI SABBIONETA E UNA VISTA AEREA DI MANTOVA
uesta è la storia di un piccolo borgo padano di contadini che alla metà del ‘500 si trasformò in pochi anni in una capitale di respiro europeo... Non si può cominciare a parlare di Sabbioneta senza parlare di Vespasiano Gonzaga, il principe illuminato che l’ha pensata, creata e in pochi decenni resa grande e bella. Armoniosa e superba. Vespasiano ha fatto tutto come per incanto, come avviene in una favola. Perchè Sabbioneta in fondo è una favola, sospesa com’è in una dimensione onirica, dove passato e presente si fondono armoniosamente. In un mix di arte, cultura e paesaggio.Sabbioneta è per definizione una delle “città ideali” del Rinascimento, come lo fu ad esempio Pienza, costruita per diventare il modello di un’epoca. Ieri come oggi è legata fortemente
a Mantova, nel segno soprattutto dei Gonzaga, alla cui corte in fondo Vespasiano si è ispirato per il suo progetto. Concepito più per rivaleggiare fieramente in fatto di bellezza e di potenza proprio con la stessa Mantova, a dire il vero, perchè nelle sue intenzioni la città fortezza doveva diventare un’altra capitale. Uno scrigno di tesori d’arte. E il suo sogno Vespasiano l’ha in parte realizzato, come tutt’oggi si può riscontrare, seppur al termine di un’esistenza travagliata, spesa fra guerre, vita di corte (a 15 anni venne mandato dalla zia Giulia Gonzaga alla corte di Spagna...), gloria, vari matrimoni e tanti lutti. Come quello per la morte del figlio Luigi, perito a 15 anni in un incidente occorsogli mentre era a cavallo. Incidente sulla cui natura però gli storici rimangono scettici, in quanto persiCONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE
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uesta è la storia di un piccolo borgo padano di contadini che alla metà del ‘500 si trasformò in pochi anni in una capitale di respiro europeo... Non si può cominciare a parlare di Sabbioneta senza parlare di Vespasiano Gonzaga, il principe illuminato che l’ha pensata, creata e in pochi decenni resa grande e bella. Armoniosa e superba. Vespasiano ha fatto tutto come per incanto, come avviene in una favola. Perchè Sabbioneta in fondo è una favola, sospesa com’è in una dimensione onirica, dove passato e presente si fondono armoniosamente. In un mix di arte, cultura e paesaggio.Sabbioneta è per definizione una delle “città ideali” del Rinascimento, come lo fu ad esempio Pienza, costruita per diventare il modello di un’epoca. Ieri come oggi è legata fortemente
a Mantova, nel segno soprattutto dei Gonzaga, alla cui corte in fondo Vespasiano si è ispirato per il suo progetto. Concepito più per rivaleggiare fieramente in fatto di bellezza e di potenza proprio con la stessa Mantova, a dire il vero, perchè nelle sue intenzioni la città fortezza doveva diventare un’altra capitale. Uno scrigno di tesori d’arte. E il suo sogno Vespasiano l’ha in parte realizzato, come tutt’oggi si può riscontrare, seppur al termine di un’esistenza travagliata, spesa fra guerre, vita di corte (a 15 anni venne mandato dalla zia Giulia Gonzaga alla corte di Spagna...), gloria, vari matrimoni e tanti lutti. Come quello per la morte del figlio Luigi, perito a 15 anni in un incidente occorsogli mentre era a cavallo. Incidente sulla cui natura però gli storici rimangono scettici, in quanto persiCONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE
14 Sì, viaggiare LOMBARDIA
Capolavori assoluti da Pisanello a Man
Gonzaga
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di respiro europeo... Non si può cominciare a parlare di Sabbioneta senza parlare di Vespasiano Gonzaga, il principe illuminato che l’ha
in fondo Vespasiano si è ispirato per il suo progetto. Concepito più per rivaleggiare fieramente in fatto di bellezza e di potenza proprio con la stessa Mantova, a dire il vero, perchè nelle sue intenzioni la città fortezza doveva diventare un’altra capitale. Uno scrigno di tesori d’arte. E
segue dalla pagina precedente
ste il sospetto che il ragazzino possa essere stato ucciso incidentalmente proprio dal padre. Il trionfo di Vespasiano è datato 1577, quando dall’imperatore Rodolfo II d’Asburgo ottenne il titolo di Duca e di Principe del Sacro Romano Impero. Così in quel momento furono due i duchi Gonzaga al trono contemporaneamente: Vespasiano, personaggio forte e fiero, onorato in Europa, e Guglielmo che a Mantova accumulava ricchezze, ma era confinato nella sua misantropia e nella sua limitaata mentalità provinciale. E per di più era di salute cagionevole e gobbo. Vespasiano ricostruì Sabbioneta con gusto e ambizione, partendo dalla Porta Imperiale, dal Palazzo Ducale e da quello del Giardino, sino al Teatro all’Antica, che volle nel 1587 dopo un viaggio a Venezia. Scelse persino i marmi del mausoleo che lo avrebbe accolto dopo la morte. La fiera indipendenza di Sabbioneta non durò molto. A Vespasiano successe la figlia superstite Isabella che tentò di dare un futuro al sogno del padre, ma ben presto la città venne
di nuovo inglobata a Mantova sotto il segno (e il controllo politico e militare) dei Gonzaga. Già, Mantova. Una delle capitali europee del Rinascimento. I Gonzaga la governarono per quattro secoli, arricchendola d’arte e di cultura. Grazie al loro mecenatismo la città, che ancora oggi si dipana attorno al Palazzo Ducale, è diventata un concentrato di splendori. La presenza di tre laghi intorno al borgo medievale l’ha protetta da uno sviluppo sconsiderato, evitando le deturpazioni che purtroppo, specie nell’ultimo dopoguerra, hanno rovinato altri centri storici. Dickens ne rimase incantato. Mentre Orio Vergani, in tempi molto più recenti, definì quell’isolamento fisiologico, quasi genetico, che la caratterizza “una solitudine come destino”. La genesi di Mantova
è ammantata di leggende. La storia invece dice che è stata, dapprima, insediamento di Etruschi e Gallocenomani. Nel 214 a.C. Mantua divenne “oppidum” romano e poi “municipium”. Bisogna però attendere il XII secolo perchè Mantova diventi libero comune e riesca a intraprendere quel cammino di crescita che la portò a diventare una delle città più importanti dell’Italia di allora. I Gonzaga la resero sfarzosa e culturalmente progredita. La città di Virgilio vanta una concentrazione di monumenti unica, a cominciare (oltre naturalmente all’imperdibile Palazzo Ducale, reggia dei Gonzaga) da quel Palazzo Te che ricorda vagamente i fasti gioiosi di Versailles. Costruito tra il 1525 e il 1535, Palazzo Te è una fastosa villa suburbana, unita alla città
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grazie al prosciugamento del lago Paiolo e la copertura della Fossa Magistrale. Nella seconda metà del Quattrocento lasciò importanti tracce della sua arte a Mantova il pittore padovano Andrea Mantegna, uno dei grandissimi innovatori della sua epoca, maestro della prospettiva e del “trompe l’oeil”. La visita della sua casa fa parte di ogni itinerario di scoperta della città. Ma Mantova è bella da percorrere anche senza metà. In piazza delle Erbe e dintorni c’è sempre una bella animazione. I mantovani sono gioviali, amano indugiare all’ora dell’aperitivo nei tanti locali che occhieggiano sotto i portici o lungo le vie centrali. Da non perdere anche il Museo Nuvolari, dove sono conservati i cimeli conquistati dal leggendario pilota del secolo scorso. E non si può andare a Mantova senza assaggiare i tortelli di zucca, vero patrimonio gastronomico di cui la città vanta la primogenitura. E quindi la ricetta originale, oggi imitatissima. Ma la cucina mantovana propone anche il sorbir d’agnoli, gli agnolini in brodo, il risotto alla pilota con carne di maiale. E poi lo stracotto d’asino con la polenta, il cappone con uvetta e pinoli e la torta sbrisolona. Invita al brindisi il vivace Lambrusco locale.
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IL MAGICO MONDO DI TRAUDI Sabbioneta e Mantova costituiscono un unicum straordinario. Tanto che l’Unesco le ha inserite insieme nel Patrimonio dell’umanità, meritevoli quindi della massima tutela. Dal 9 marzo scorso è stata istituita persino una linea di collegamento “lento” (comodo e dedicato) tramite il Bus Unesco. Un’alternativa valida e conveniente all’utilizzo dell’automobile, un viaggio di 45 minuti, senza fermate intermedie, con agevolazioni per gruppi e famiglie. Il biglietto di andata e ritorno costa 8 euro a persona (5 la sola andata). Per i gruppi 6 euro, mentre viaggiano gratis i bambini sotto i 12 anni. Due le tipologie di viaggio disponoibili per turisti e amanti dell’arte: un servizio fisso nei giorni festivi e prefestivi e uno a chiamata, personalizzato per gruppi, a prezzo agevolato (dal lunedì al venerdì). La Linea Unesco è pensata anche per il cicloturista: il carrello agganciato al bus può contenere fino a 40 biciclette. Informazioni: www. apam.it Esiste anche una ciclovia che permette di compiere i 47 chilometri del tragitto fra le due città sulle due ruote attraversando suggestive zone di campagna. I due eventi clou dal punto di vista culturale sono programmati per i primi di settembre: a Sabbioneta la “Notte bianca della cultura” e a Mantova il “Festivaletteratura”. Info: www.mantovasabbioneta-unesco.it
16 Benessere >> Il toccasana: sale marino integrale
Pulizie di primavera per il corpo: via tossine e cellule morte Dire addio a stanchezza e cuscinetti in modo naturale è possibile, grazie a bagni drenanti al sale ed erbe aromatiche di Germana Urbani
Il rosmarino usato come olio essenziale aiuta a sciogliere i grassi mentre la salvia aiuta a riscaldare la zona da trattare. L’olio di limone, col suo profumo rinfrescante, può essere abbinato all’olio d’albero del tè, adatto per la pulizia della pelle e per il trattamento di macchie della cute. Aggiunto all’acqua calda rinfresca e riattiva la circolazione cutanea.
Potete usare anche l’olio essenziale di lavanda, una fragranza nota per le sue proprietà rinfrescanti e calmanti. Gocce di lavanda possono essere aggiunte a sali d’Epsom per creare bagni calmanti e per dare sollievo ai muscoli doloranti. Il bagno con sali e lavanda è molto utile dopo uno scrub al sale per eliminare le cellule morte e idratare il derma.
CONTRO L’APATIA IL BAGNO DI ROSA CANINA
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on l’arrivo della bella stagione occor- tegrale che, oltre a cloro e sodio, contiene re dare una bella sferzata di vitalità tutti gli 84 elementi presenti nell’acqua di al corpo che arriva a questo punto mare e nel nostro corpo. E’ uno dei prodotti dell’anno fiacco e appesantito dall’inverno. naturali più semplici e nello stesso tempo Paradossalmente non occorre andare più complessi perché contiene decine e decichissà dove per avere degli ottimi tratta- ne di minerali. Gli esperti di benessere al namenti di bellezza, la beauty farm migliore è turale assicurano che disintossica, sgonfia, dona elasticità e morbidezza alla pelle, in la vasca da bagno di casa nostra. Per rimuovere dal nostro corpo i resi- quanto il sale agisce attirando all’esterno i dui della stagione fredda, tossine e cellule liquidi in eccesso e, alla giusta temperatura favorisce il passagmorte, e combattere Consigliato un paio gio degli ioni salini. in modo naturale la Fisioterapisti buccia d’arancia su di volte a settimana con e naturopati consicosce e glutei, non c’è acqua piuttosto calda, gliano di preparare niente di più efficace circa 37 gradi la vasca, sciogliendi un bagno aromatido nell’acqua a 37, co. Il calore dell’acqua favorisce l’assorbimento in ogni punto della 38 gradi fino a quattro, cinque chili di sale pelle dell’estratto vegetale che viene ag- grosso integrale. L’immersione non deve superare la mezz’ora, e quando si esce giunto a seconda delle necessità. L’elemento di base per questi bagni dall’acqua si abbia cura di alzarsi lentaperò è sempre il sale che ha proprietà an- mente: il caldo e l’effetto drenante possono tibatteriche, antinfiammatorie e drenanti. abbassare lievemente la pressione. A questo punto è sempre consigliabile Va bene anche quello grosso da cucina, ma potendo scegliere usate del sale marino in- fare una veloce docciatura fredda, ideale
per chiudere i pori e spazzare via la sensazione di fiacchezza dovuta all’immersione in acqua calda. Partendo dai piedi risalite verso l’alto per stimolare il microcircolo. Ma per potenziare l’effetto del bagno occorre aggiungere all’acqua anche estratti del bosco e del giardino: gli oli essenziali dalle proprietà terapeutiche specifiche a combattere pelle a materasso e ritenzione diffusa su cosce, fianchi, braccia e addome. Sono a tutti gli effetti una cura alternativa davvero efficace contro alcune patologie e uno dei rimedi più utilizzati per trattare la cellulite. Quando si usano gli oli essenziali durante il bagno è consigliabile mescolare al massimo tre fragranze versando nell’acqua calda una quantità di tre gocce per ognuno. Le più indicate sono rosmarino, limone e ginepro. Per ottenere un risultato di penetrazione migliore negli strati profondi del derma è meglio strofinare la pelle con una spugna anticellulite prima di immergersi in acqua, in modo da eliminare le cellule morte che bloccherebbero l’azione degli oli.
A
primavera anche la psiche risente di frequenti cali di tono che possono causare apatia, pigrizia e pessimismo. Questi disagi si possono combattere in molti modi, anche facendo ricorso ai fiori di Bach. Tra i più indicati per questi sintomi c’è Wilde rose, ricavato dalla rosa canina, che ha un’azione tonificante e stimolante, utilissimo in caso di stanchezza, stati di debilitazione psicofisica, pressione bassa, esaurimenti e astenia. Il rimedio aiuta a rimettere in moto il metabolismo e riaccende l’interesse per la vita. Grazie alle sue virtù tonificanti, l’essenza di Wilde rose è in grado di potenziare il suo effetto se viene usata per bagni e massaggi. Quindi, dopo aver riempito la vasca con acqua non troppo calda, versate 20 gocce di sostanza e rimanete immersi per 10 minuti. Dopodiché, concedetevi il tempo per un massaggio mescolando due gocce del fiore a un cucchiaio di crema base.
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Consigli di bellezza 19 >> Il mercato asiatico sta mostrando una crescita esponenziale
Da Cosmoprof 2013 le novità sui prodotti cosmetici naturali e biologici Per la cosmesi non esiste ancora un regolamento europeo che normi produzione e commercializzazione di Vesna Maria Brocca
L
e ultime tendenze nel settore della bellezza professionale le recuperiamo direttamente dal Cosmoprof 2013 di Bologna, la manifestazione leader giunta alla 46ma edizione e rivolta agli operatori professionali del settore “bellezza”, che si è svolta dall’ 8 all’11 marzo scorsi. Così come accade nell’agroalimentare, anche nel settore della cosmesi gli ultimi anni hanno registrato una grande richiesta e apprezzamento verso i prodotti biologici e naturali, che si è tradotta in aumenti di vendite e nuovi prodotti. In aggiunta ai prodotti per la bellezza del corpo e del viso, come saponette vegetali, sali da bagno, detergenti, perline idratanti, bagno-doccia, zuccheri da bagno, make up, creme e molti altri, tutti disponibili in formulazioni, profumazioni e colorazioni differenti, il mercato ha poi esteso la produzione anche ai profumi e alle fragranze per cassetti e armadi, potpourri, assorbi-odori e decorazioni varie. Alla base c’è sempre la scelta accurata dei vari componenti di prima di qualità, i metodi naturali nella loro lavorazione e una maggiore sensibilità verso il rispetto dell’ambiente e della cultura eco-sostenibile più in generale. Un’ altra parola chiave è “tradizione”: la cosmesi naturale e biologica si presenta spesso legata alle antiche usanze “sane”
di una volta, di quei trucchi e segreti per la cura dell’aspetto della persona che la massificazione del boom economico sembra aver accantonato a favore di una logica della produzione su larga scala e tutta uguale. Ma i cosmetici, non dimentichiamolo, sono l’equivalente del cibo per la nostra pelle e, come ciò che mangiamo, devono essere sani e sicuri. Tuttavia, per tale settore della cosmesi, non esiste ancora un regolamento europeo che ne regoli la produzione e la commercializzazione. Diventa allora importante un’armonizzazione a livello internazionale. Per questo il Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici (CCPB) ha lavorato per essere il primo organismo di certificazione italiano accettato da Natrue, il più diffuso standard internazionale sui cosmetici bio, da poche settimane accreditato IOAS (International Organic Accreditation Service), e per elaborare due schemi certificativi privati sui cosmetici biologici e naturali. Come ricorda Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB: «siamo convinti che solo con la definizione di regole comunitarie si può raggiungere uno sviluppo ancora maggiore del settore. E soprattutto assicurare la qualità dei prodotti offerti ai consumatori, spesso confusi dal marketing di prodotti verdi a tutti costi».
di Castello maurizio e thomas
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Il rosso non passa mai di moda
P
arafrasando un celebre spot, potremmo dire “toglietemi tutto, ma non il rossetto”. Eh sì, la crisi economica che sta colpendo il nostro Paese ha modificato indubbiamente anche quelle che sono le abitudini di una parte delle donne maggiormente colpite dalle preoccupazioni della vita quotidiana e la voglia di passare lunghe ore al trucco davanti allo specchio, sembra venire sempre meno. Diversi autorevoli studi condotti dalle lobby del settore, hanno dimostrano che in tempo di crisi vince sempre il rossetto, specialmente quello rosso, trucco intramontabile per labbra glamour e chic. Logica comprensibile: il rossetto è un buon toccasana antidepressivo perché richiama le emozioni, la forza e la passione proprie del colore rosso e poi perché è veloce da stendere sulle labbra e di impatto visivo immediato. Passando in rassegna le ultime collezioni per la primavera-
estate 2013 vediamo che il mercato dei rossetti punta sul rosa cremoso, corallo effetto perlato, beige con sfumature ramate e il gloss effetto bagnato … se vogliamo rimanere sul sobrio, altrimenti impazzano di nuovo blu, viola (color prugna) e giallo come i dettami della moda inverno 2012. Il nuovo must sembra proprio essere quello della sobrietà intesa come make up minimal, ma di impatto visivo immediato e forte. Un contrasto apparente che si risolve nel caricare solo labbra o solo occhi (arco di cupido compreso), no entrambi. Il gesto di mettersi il rossetto è da sempre legato nell’immaginario collettivo ad un gesto elegante e quindi se la donna osa valorizzare le labbra, rinnoverà il proprio guardaroba con vestiti eleganti, ma facendo la massima attenzione a non indossare colori sgargianti che rischiano di distogliere l’attenzione dalle labbra o dagli occhi.
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20 Consigli di bellezza >> Pelle perfetta sotto il trucco
Primer, il segreto per avere l’incarnato da star Chiude i pori e illumina. Dona maggior tenuta al trucco, levigando nello stesso tempo la pelle, che appare più fresca e giovane di Germana Urbani
I
visagisti di tutto il mondo ne vanno matti non a caso e la differenza tra un trucco ben fatto e un trucco con una base eccellente si vede e, quasi, si sente. Sì perchè i volti ben truccati appaiono talmente perfetti e senza imperfezioni da stimolare sensazioni tattili oltre che visive. Ecco perchè le basi per il trucco, dette anche primer, si trovano in ogni beauty case professionale. Le nuove basi pre-trucco, infatti, se ben usate, possono essere paragonate ad una vera e propria bacchetta magica! Permettono di rendere la pelle perfetta e di realizzare un make up da professionisti. Il primer è un autentico jolly per la bellezza di una donna che consente di mimetizzare le imperfezioni e migliorare la pelle con un effetto assolutamente naturale. Occorre tener conto che non tutti i primer sono uguali. Ciascun tipo è formulato per uno specifico tipo di pelle e di risultato. Si applica prima del fondotinta sulla pelle Lisse Minute di Clarins: cancella la stanchezza dal viso mentre dissimula le rughe e i segni d’espressione
pulita ma rigorosamente già idratata con la può usare anche da solo e quindi è l’ideale vostra crema idratante. Basta stenderne una per tutte coloro che non amano il fondotinta piccola dose sul viso per attenuare le possi- ma vogliono ugualmente una pelle luminobili variazioni di colore, rendere uniforme sa e levigata senza ricorrere ad un make up il colorito e levigare la pelle. Spesso, non troppo pesante. serve neanche usare il correttore successivaIl primer in polvere, invece, ha l’aspetmente: è sufficiente applicare il fondotinta e to di una cipria bianca, che però stesa sul la cipria. In commercio esistono diversi tipi viso diventa trasparente. Va stesa con un di primer proposti pennello a setole Prima del fondotinta, dalle maggiori larghe, avendo cura dopo la crema idratante: di scuotere un po’ case cosmetiche, il pennello prima tutti con caratteideale per una base di passarlo sul viso ristiche diverse splendente con movimenti e rivolti a diversi circolari. E’ ideale tipi di pelle. Il più classico è il primer cremoso, adatto a tutti i per le giovanissime che solitamente hanno tipi di pelle. Ma va particolarmente bene a problemi di pelle grassa, soprattutto sulla chi, dopo i 30 anni, vuole prevenire i danni zona T del viso (fronte, naso, mento). Il del tempo proteggendosi dalle aggressioni primer in polvere, infatti, tende ad assoresterne: la consistenza cremosa, infatti, dà bire l’untuosità non permettendo al make alla pelle il giusto grado di idratazione. Si up di colare e rovinarsi. Chi combatte già
Correttore o primer?
Q
ualcuna di voi si chiederà se, usando il primer si possono continuare ad usare anche i classici correttori. Questi primer fluidi, infatti, possono essere intesi quasi come dei correttivi. Infatti li possiamo trovare in diverse colorazioni: viola per ravvivare le carnagioni olivastre, o come copri occhiaie se mischiato al correttore; verde per chi soffre di couperose o rossori diffusi; arancio per coprire le occhiaie del contorno occhi. Quindi, a meno che il problema che intendete nascondere non sia particolarmente difficile, potete sostituire il correttore classico con
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con rughe evidenti lo eviti, poiché la polvere si insinua tra di esse mettendole in evidenza.E’ in realtà un gel all’interno del quale si trovano microsfere solitamente rosate un altro primer adatto a chi vuole cancellare lo stress dal viso, perché la colorazione leggermente rosata illumina le carnagioni pallide e grigiastre. Non va bene invece per chi tende ad avere la pelle grassa. Ne esiste anche una versio-
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questi. Facendo attenzione, però, perchè questi fluidi vanno usati con parsimonia, altrimenti si rischia di creare uno strato pastoso che, col passare delle ore, diventa visibile. Quando poi si applica il fondotinta sopra un primer ad effetto illuminante, abbiate cura di stenderlo sempre con una spugnetta di lattice a cuneo e inumidita con poche gocce di tonico: in questo modo il colore risulterà essere più trasparente, e si otterrà un bellissimo effetto “nude”. (La scelta dei prodotti presentati è a cura di Germana Urbani)
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ne fluida e opacizzante che dona un make up dall’aspetto molto raffinato. Perfetta per le bionde e per le rosse con gli occhi chiari, che solitamente hanno una pelle chiara e per dare maggiore risalto al trucco degli occhi: schiarire con il fondotinta sarebbe più difficile perché si rischia di esagerare. Una base da evitare per chi è abbronzata o ha la carnagione olivastra.
Primer ciglia: concepito per ottenere una superficie maggiore sulla quale il mascara si possa stendere, facendo apparire le ciglia subito più spesse, voluminose e lunghe.
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22 Crucilibro
Accade spesso che passioni oscure illuminino esistenze incredibili L’altro è un mistero di cui si possono solo immaginare i confini da pochi indizi palesi. Ma la realtà delle cose è sempre diversa
Chiara Gamberale
Roberto Saviano
Alessandro D’Avenia
Nicolai Lilin
Erica ha 33 anni, impiegata e madre di famiglia
La cocaina
Leo, un sedicenne
Il giovane Nicolai “Kolima”, figlio e nipote di “criminali onesti”
Alter Ego
Tea Fidelibus, single e protagonista di una serie tv
Il sogno dell’eccesso senza limiti
La scuola e i luoghi d’incontro dei ragazzi
Gli Urca, una popolazione di briganti delle foreste siberiane
Location
Un piccolo supermercato
Le capitali della droga
La casa di un antico palazzo parigino
La Transnistria, un lembo di terra schiacciato tra la Moldavia e l’Ucraina
Il destino e gli obiettivi mai raggiunti
Il capitalismo criminale
Beatrice, il sogno, Silvia, la realtà
Un mondo incredibile, tragico, dove la ferocia e l’altruismo convivono con naturalezza
Eroe - Eroina
Co-Protagonisti
Intrigo
Erica e Tea s’incrociano tra gli scaffali e le casse di un piccolo supermercato. L’una spiando il carrello dell’altra immagina e invidia la vita che che l’aspetta oltre quelle mura
Finale
L’appello all’esistenza dell’altra diventa così l’occasione per guardare in faccia le proprie scelte e non confonderle con il destino. Che comunque irrompe nelle case di entrambe...
Cosa dire del libro
Leggere… Leggere
Lo scrittore compie un viaggio Leo ama le chiacchiere con gli Il regime comunista deporta gli infernale lungo le vie del amici, il calcetto, il motorino e Urca e altri criminali, in una delle narcotraffico dal Messico alle il suo ipod. Associa la sua vita regioni più povere del sud della spiagge di Miami, dalla Colombia ai colori: il bianco rappresenta Russia. Qui si ritrovano a convivere alla Russia, dall’Africa alle strade di l’assenza, la privazione e la perdita. le bande criminali più pericolose Milano, New York, Parigi Il rosso l’amore della nazione La ferocia dei boss, che hanno imparato tutte le regole più sofisticate del business, dilaga incontrastata raggiungendo i santuari della finanza da Wall Street alla City
Leo è innamorato di Beatrice e non si accorge di Silvia che gli sta vicina. Beatrice però è ammalata e lui dovrà scavare a fondo dentro di sé e capire che i sogni non possono morire
Un romanzo che entra nell’animo Uno straordinario romanzoUn bel libro sull’adolescenza, un umano cogliendo nella vita verità, ricco di storie potenti che romanzo di formazione dolce e dell’altro rivelazioni dolorose trascinano il lettore in un racconto crudele allo stesso tempo. Crescere e illuminate. Racconta sbagli e nero ma importante. Il capolavoro non è mai facile e le prove da inciampi senza giudicarli e accoglie di uno degli autori più importanti e affrontare sembrano sempre così la speranza più amati grandi
Chiara Gamberale Quattro etti d’amore, grazie Mondadori, pp. 216 € 17.00
Roberto Saviano Zero, zero, zero Feltrinelli, pp. 450 € 18.00
Alessnadro D’Avenia Bianca come il latte, rossa come il sangue Mondadori, pp. 264 € 13.00
di Germana Urbani · info: >www.mondadori.it< >www.lafeltrinelli.it.it< >www.einaudi.it<
Kolima e una manciata di ragazzini mettono in gioco la vita ad ogni capoverso imparando regole secolari dai famigliari. Si può perdere per poco: per aver rivolto la parola a un poliziotto Un libro che raccoglie tradizioni, cultura, folklore di un popolo criminale ma dignitoso. Una scrittura semplice, chiara, eppure prorompente, capace di sovvertire le regole elementari del senso comune Nicolai Lilin Educazione siberiana einaudi, pp. 343 € 20.00
Terme di Loipersdorf alle Terme Loipersdorf ogn‘uno può seguire il proprio stile di vita - à la Loipersdorf! Il Life Balance à la Loipersdorf propone l‘interazione equilibrata dei tre pilastri : Lasciarsi andare, Sperimentare, rinvigorirsi per raggiungere la totale armonia di corpo e mente. all‘interno del resort termale si può godere l‘offerta di due stabilimenti indipendenti: le Terme da vivere e „il mio Schaffelbad“. Le Terme da vivere sono il luogo ideale per ospiti di tutte le età che desiderino relax ma anche avventura e movimento sia al chiuso che all‘aperto. Oltre al nuovissimo acquafun con i suoi 5 scivoli spettacolari, che è aperto durante tutto l‘anno, a partire dalla fine di aprile si aggiungono numerose altre attrazioni dislocate nel parco esterno di 23.00 m². Le Terme da vivere soddisfano anche chi è in cerca di riposo. Nella Laguna Termale , per esempio, ci si può concedere un trattamento nella Grotta di sale (25 minuti) ottenendo per la pelle e le vie respiratorie gli stessi effetti benefici di un‘intera giornata al mare; oppure scivolare in un profondo rilassamento nella Sfera alfa con le sue dolci vibrazioni.
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24 Giardinaggio >> Tornare alla terra per mangiar sano e risparmiare
E’ tempo di mettere a dimora le piante dell’orto Fate una lista delle verdure che vorreste raccogliere durante l’estate. Poi andate in un vivaio e, comprate le piantine, si comincia!
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SUL BALCONE
di Germana Urbani
arà la crisi e il bisogno di risparmiare o il desiderio di mangiar sano, ma sempre più persone in questo periodo si apprestano a fare l’orto preparando a dovere la terra che hanno a disposizione.Le piogge cadute incessantemente hanno rallentato i lavori e rimandato le semine ma appena spunta il sole occorre essere pronti ad iniziare il lavoro. Prima di iniziare a preparare il terreno decidete quali dimensioni deve avere il vostro orto: se desiderate avere una ottima fornitura di ortaggi freschi per una famiglia di 3/4 persone, 30 mq saranno sufficienti, con 60 mq circa si possono ottenere verdure per tutto l’anno. Ricordate, poi, che l’orto dev’essere facile da raggiungere e non troppo lontano dalla vostra abitazione perchè altrimenti potreste essere non sempre disponibili a curarlo. Invece sappaite che è importantissimo andarvi almeno una volta al giorno. Il successo nella coltivazione dell’orto dipende principalmente da quattro fattori: il sole, l’acqua, la terra, e il vostro buon senso. L’esposizione del vostro orto deve essere in piena luce, mentre la composizione della terra sarebbe ottimale se a medio impasto, fertile e drenante. Quanto all’acqua meglio pensare subito ad un
pratico impianto a goccia. Si tratta di un sistema che combatte gli sprechi, è facile da installare e consente di fornire acqua alle piante direttamente alle radici, impedendo così, l’evaporazione dell’acqua. Inoltre, questo sistema fornisce alle piante l’acqua necessaria direttamente sulle radici senza esagerare e senza bagnare troppo foglie e fusti che altrimenti si ammalano e si deteriorano. Inoltre, i sistemi di irrigazione a goccia possono godere di un sistema a timer così da pianificare quando e quanta acqua dovrà irrigare le vostre piante, in tal modo l’unica manutenzione da fare all’orto sarà quella inerente alle erbacce. Certo è che se si va incontro ad un’estate caldissima occorre pensare che le vostre piante avranno bisogno di molta più acqua. Usate dunque il buon senso e se necessario intervenite anche con l’innaffiatoio. Se avete scelto il posto, l’avete delimitato con una rete o altro per evitare che gli ortaggi vengano danneggiati da animali in libertà, e avete deciso come lo innaffierete, ora è tempo di preparare il terreno. Abbiate la cura di eliminare l’erba e le radici di infestanti che penetrano in profondità. Se, come consigliato,durante l’inverno le zolle sono state ben esposte, ora praticate un’accurata
fresatura e pareggiate le altezze facendo attenzione a favorire lo sgrondo dell’acqua di innaffio o piovana ed evitare pericolosi ristagni. La concimazione, possibilmente con letame maturo, va effettuata metà in autunno e metà in primavera. Se non avete a disposizione letame, preferire fertilizzanti complessi e a lenta cessione ricchi anche di microelementi. Se avete fatto una lista con gli ortaggi che avete deciso di coltivare, suddividete l’orto in porzioni così da ottenere degli ordinati rettangoli divisi da piccoli viottoli di almeno 40 cm. Non resta che mettere a dimora le piantine. Nella versione più classica di un orto le piante sono disposte in file. E’ una soluzione molto pratica ed anche estetica, in quanto risulterà molto gradevole l’incredibile varietà di forme, colori e dimensioni che la natura ci regala. E’ opportuno preparare nel terreno le buche che accoglieranno le piantine ed innaffiarle a dovere. Quindi, con la maggior cura che potete ed evitando di rovinare le radici, eseguite il trapianto comprimendo bene la terra attorno alle radici. Fate seguire un’abbondante annaffiatura, al limite dell’allagamento. Sperate nel bel tempo e godetevi i prodotti che cresceranno.
C
hi non ha un terreno non deve rinunciare alla prospettiva di consumare verdure fresche autoprodotte. Basta anche un semplice sacco di terriccio da 20 litri o più, praticare dei fori alle distanze convenute e mettervi a dimora delle piante da orto. La stessa cosa si può fare in vasi o contenitori: profondi almeno 40 cm. per le piante che producono frutti (pomodori, peperoni, melanzane ecc.) e circa 20 cm. per le piante da foglia (lattughe, cicorie ecc.). Per avere buoni risultati occorre che il vostro terrazzo o balcone sia rivolto a sud o quantomeno abbia luce solare diretta per almeno una mezza giornata.
>> Pronti per le semine
Q
uesto è il tempo di tornare all’aria aperta e di preparare le aiuole e i vasi da cui nei prossimi mesi spunteranno vivaci i fiori che rallegreranno tutta la nostra estate. Quindi, attrezzi alla mano, occorre ripulire e preparare il giardino per seminare tutte le piante da fiori annuali facendo ancora un po’ di attenzione al meteo che può giocare ancora brutti scherzi. Per prima cosa, dunque, raccogliete foglie secche, rami rovinati ed erbe infestanti dalle aiuole. Poi distribuite uno strato di terriccio e arieggiate con una leggera zappettatura il sottochioma di alberi e arbusti. Inoltre, potete ancora potare piante da frutto, siepi e rose per favorire lo sviluppo di nuovi germogli. Ma questo è il tempo di seminare alcuni fiori che renderanno coloratissime aiuole o balconi nei prossimi mesi. Abbiamo scelto per voi Dahlia, Verbena e Cosmea: veri fuochi artificiali da giardino
Dahlia, Verbena e Cosmea: fuochi artificiali da giardino
DAHLIA
E’ una pianta perenne di cui esistono circa quindici specie e innumerevoli ibridi, quindi possiamo avere dahlie con vegetazione alta solo 20-25 cm, come dahlie di grandi dimensioni, i cui fusti floreali raggiungono i 150-180 cm di altezza. I fiori sono di varia forma, generalmente doppi o stradoppi, ma talvolta anche semplici, a margherita. Come la forma dei fiori, molto variabile è anche il colore, in genere nei toni del rosso e del giallo, ma esistono anche dahlie bianche, rosate o viola. Dovendo scegliere in che punto del giardino piantare questi fiori fate attenzione che il substrato sia buono, costituito da torba mista a sabbia e poco stallatico; un terreno soffice e ben drenato favorisce lo sviluppo di piante sane. Fate attenzione anche all’esposizione. Per avere fioriture abbondanti è necessario che ricevano la luce del sole per almeno alcune ore ogni giorno, evitando l’ombra completa. Appena poste a dimora in genere le dahlie non necessitano di annaffiature, ma in caso di siccità inumidiamo il terreno per favorire lo sviluppo dei primi germogli. In seguito annaffiamo con buona regolarità, evitando di lasciare il substrato costantemente umido. Concimate da aprile a settembre ogni 10-12 giorni. Controllate spesso le vostre piante perchè verranno certamente attaccate dalle lumache. Se accade spargete sul terreno il prodotto più adatto a tenerle lontane.
VERBENA
Questa pianta conta decine di specie ma in vivaio troviamo in genere varietà ibride. Si sviluppano in modo copioso e per tutta la primavera e l’estate vengono prodotti bouquet ad ombrello o a sfera con numerosi piccoli fiori di colore molto vivace, nei toni del viola, del blu, del rosa e del rosso. Questa specie ha uno sviluppo molto rapido e una fioritura molto prolungata che permettono quindi di ottenere un vero e proprio letto di fiori, che può ricoprire anche aiole molto ampie. Il successo delle verbene è dovuto anche alla loro facilità di coltivazione: si pongono a dimora in una zona ben luminosa del giardino, possibilmente dove possano godere di almeno qualche ora al giorno di luce solare diretta e si annaffiano quando il terreno è asciutto. Ricordate, inoltre, l’importanza di una periodica fertilizzazione: utilizzate un buon concime per piante da fiore, ogni 12-15 giorni, mescolato all’acqua delle annaffiature; oppure un concime granulare a lenta cessione, da fornire al momento della messa a dimora delle piante.
COSMEA
I fiori che renderanno coloratissime aiuole e balconi vanno scelti e messi a dimora nel mese di marzo facendo attenzione a terreno ed esposizione
Questa pianta è chiamata astro del Messico e la famiglia conta circa 20-30 specie. Fiorisce in ampi cespugli tondeggianti, che tendono ad occupare molto spazio; presenta piccole foglie allungate verde scuro, e grandi fiori semplici, con centro giallo e petali molto colorati, bianchi, gialli, rosa o rossi. E’ molto utilizzata in giardino per la facilità di coltivazione e per la fioritura che dura dalla primavera fino all’estate. Anche questa specie gradisce posizioni soleggiate, ma si sviluppa bene anche in luoghi parzialmente ombreggiati ma l’ombra completa inibisce la produzione di fiori. Ricordate di annaffiarla regolarmente ma non troppo, aggiungendo del fertilizzante per piante fiorite ogni 10-15 giorni. E’ una pianta abbastanza rustica, che non teme particolarmente le avversità ma occasionalmente può essere attaccata da afidi e cocciniglia.
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i nostri L’autostima Esperti PSICOLOGIA DEL LAVORO
MESSAGGIO PUBBLICITARIO
Dott. Lara Tasso
PODOLOGIA - LA CURA DEL PIEDE
Alluce valgo: trattamento conservativo e chirurgico
L’autostima può essere definita come l’amore che abbiamo per noi stessi, e deriva dal confronto tra i successi ottenuti e le aspettative corrispondenti (Ja Dott.ssa Sofia Biasioli
In questo articolo presento una breve trattazione sulla deformità podologica chiamata “alluce valgo” e sui principi generali del suo trattamento. L’alluce valgo è una patologia molto comune del piede che colpisce prevalentemente le donne in un’età compresa tra i 40 e i 60 anni e in Italia circa il 40% della popolazione ne sembrerebbe affetto. Il primo a descrivere questa deformità del piede fu Laforest nel 1782, chirurgo di corte di Luigi XVI di Francia, che ne attribuì l’unica causa scatenante alle scarpe troppo strette e con il tacco troppo alto. In realtà, nella forma più comune, si tratta di una patologia ad eziologia multifattoriale in cui la componente ereditaria possiede un ruolo fondamentale, ma alla quale si possono aggiungere altri cofattori di tipo intrinseco ed estrinseco. Da definizione l’alluce valgo è una deformità della I’articolazione
metatarso-falangea, caratterizzata dalla deviazione laterale dell’alluce, dallo spostamento mediale del I metatarso e dalla lussazione dei sesamoidi, le due ossa accessorie localizzate sotto la testa del I metatarso. Il risultato è una limitazione funzionale del movimento dell’articolazione corrispondente. Caratteristica è la presenza di una protuberanza sul versante interno della testa del I metatarso, più o meno voluminosa, comunemente conosciuta con il nome di “cipolla”, a cui si può associare una borsite, ovvero un’infiammazione generata dall’attrito tra il piede e la calzatura. A livello della “cipolla” spesso la cute appare lucida, tesa, sottile ed arrossata e, nei casi più gravi, ulcerata. Frequentemente accade che alla deviazione dell’alluce si associa la deformità a martello o ad artiglio del secondo dito, causata dalla ripercussione sui raggi esterni dell’insufficienza funzionale
del primo dito. Con il progredire della patologia, il secondo dito può andare incontro ad una sublussazione o ad una lussazione e, deviando medialmente, si sovrappone all’alluce rendendo quasi impossibile calzare la scarpa. Nelle forme più avanzate la dislocazione dorsale del 2° dito e successivamente del 3° e del 4°, provocando un aumento della pressione progressione della patologia. Obiettivi che introdotta in Italia una nuova, conosciuta con a livello plantare, determina la comparsa si possono raggiungere calzando scarpe il nome di “percutanea” o “Mis”, la quale di metatarsalgie da trasferimento spesso in pellame morbido, con pianta larga, presenta un post-operatorio quasi privo di resistenti al trattamento ortesico. Il trattamento tomaia automodellante o termoformabile dolore e, dal punto di vista riabilitativo, conservativo è, infatti, utile nei casi di alluce ed utilizzando dispositivi ortesici, realizzati più rapida se paragonata alle tecniche valgo privo di sintomi o quelli in cui, per su misura dal PODOLOGO, quali plantari, tradizionali. Importante è sottolineare che diversi motivi, non è possibile l’intervento ortesi in silicone, feltraggi e bendaggi. l’intervento viene solitamente indicato chirurgico e, tuttavia, non è da considerarsi L’obiettivo del trattamento chirurgico è, quando il paziente lamenta dolore o se risolutivo. Tale terapia incruenta deve essere invece, quello di correggere la deformità la deviazione dell’alluce è responsabile in grado di alleviare i disturbi, come il dolore e di mantenere un avampiede funzionale di uno squilibrio dell’appoggio e, quindi, in prossimità della “cipolla” e delle teste dal punto di vista biomeccanico. Numerose dell’intera deambulazione. Interventi che metatarsali e deve garantire una migliore sono le tecniche chirurgiche di correzione abbiano un fine puramente estetico sono distribuzione dei carichi senzaLARA aggravare la -utilizzate, DOTT. TASSO Psicologo Lavoro – Tel. – e-mail: lara.tasso@libero.it ma del da poco tempo ne 3381151335 è stata attualmente sconsigliati.
DOTT.SSA BIASIOLI SOFIA –Podologo e Tecnico ortopedico- Tel. 377/9982047- Chioggia (fronte ospedale)
MESSAGGIO PUBBLICITARIO
PODOLOGIA - LA CURA DEL PIEDE L’OCULISTA
Dott.ssa SofiaCrepaldi Biasioli Dott. Valerio
Alluce valgo: trattamento Manifestazioni oculari della dislessia conservativo e chirurgico
InLaquesto una dislessiaarticolo è pocopresento conosciuta breve trattazione sullagli deformità in Italia nonostante esperti podologica chiamata valgo” stimino che almeno“alluce 1.500.000 e sui principi generali del suo di bambini sotto i sette anni ne trattamento. L’alluce valgo è una siano affetti. Recentemente ho patologia molto comune del piede visitato un bambino inviatomile che colpisce prevalentemente per leindiffi coltàcompresa che avevatranella donne un’età i 40 presumibilmente e lettura i 60 anni e in Italia circalegate il 40% della popolazione ne sembrerebbe ad un disturbo visivo, ma, da un affetto. Il primo aesame descrivere questa approfondito oculistico deformità del piede fu Laforest nel non emergevano difetti visivi 1782, chirurgo di corte di Luigi XVI nè patologie. Il bambino era di Francia, che ne attribuì l’unica dislessico, cioè manifestava un causa scatenante alle scarpe disturbo della lettura e della troppo strette e con il tacco troppo scrittura pur nella presentando alto. In realtà, forma più intelligenza normale comune, si tratta di unae assenza patologia ad multifattoriale in cuiola di eziologia problemi psicologici componente ereditaria nerurologici. Il possiede bambinoun ruolo fondamentale, alla non quale dislessico legge ema scrive si possono aggiungere altri cofattori in maniera automatica ma di tipo intrinseco ed estrinseco. impegnando massimo Da definizione all’alluce valgo le è sue capacità e le sue energie, una deformità della I’articolazione stancandosi rapidamente, metatarso-falangea, caratterizzata dalla deviazione laterale dell’alluce, commettendo errori e
dallo spostamento del I imparando poco. Inmediale altri termini metatarso e dalla lussazione dei l’atto della lettura si svolge sesamoidi, le due ossa accessorie attraverso la percezione visiva, localizzate sotto la testa del I il riconoscimento delle singole metatarso. lettere che compongono la Il risultato è una limitazione parola e la comprensione di ciò funzionale del movimento che viene letto. Nei dislessici dell’articolazione corrispondente. questi elementi sono alterati. Caratteristica è la presenza di una protuberanza sul versante Gli errori più comuni interno sono della del I metatarso, più o quellitesta di confondere le lettere meno voluminosa, comunemente che sono visivamente simili conosciuta con il nome di “cipolla”, ma orientate diversamente o a cui si può associare una borsite, che hanno suoni similigenerata v-f,govvero un’infiammazione c,b-p,d-t. Leggono le parole dall’attrito tra il piede e la calzatura. contrario (capra-carpa), Aallivello della “cipolla” spesso la sbagliano sequenza cute appare lalucida, tesa, delle sottile edlettere, arrossata e, nei casii più gravi, invertono numeri ulcerata. (21–12), Frequentemente hanno diffiaccade coltà che alla deviazione dell’alluce nelle tabelline. Può essercisi associa la deformità a martello confusione fra destra e sinistra, o ad artiglio del secondo dito, mancinismo, difficoltàsui raggi nel causata dalla ripercussione calcolo nelle sequenze spazio esterni dell’insufficienza funzionale temporali come o del primo dito. Con i il giorni progredire della patologia, il secondo i mesi dell’anno. A volte dito si
può andare movimenti incontro ad una riscontrano oculari sublussazione o ad una lussazione confusi e irregolari durante e,la lettura deviando con medialmente, difficoltà nellesi sovrappone all’alluce rendendo pause e nel ritmo delle parole. quasi impossibile calzare la scarpa. Il bambino può perdere Nelle forme più avanzate la fiducia in sè stessodele 2° avere dislocazione dorsale dito del comportamento. e disturbi successivamente del 3° e del In provocando oftalmologia l’argomento 4°, un aumento della pressione a livello plantare, è sempre stato poco determina trattato lama comparsa di metatarsalgie la possibilità che l’oculistada trasferimento spesso resistenti al sia il primo a evidenziare trattamento ortesico. tale disturbo lo colloca in un Il trattamento conservativo è, infatti, ruolo importante indirizzando utile nei casi di alluce valgo privo piccolo paziente agli diil sintomi o quelli in cui, per diversi specialisti si occuperanno motivi, non che è possibile l’intervento della terapia e non cioè è da il chirurgico e, tuttavia, considerarsi risolutivo. Tale terapia neuropsichiatria infantile e il incruenta deve Si essere in grado logopedista. considera chedi alleviare i disturbi, come il dolore almeno il 10% dei bambini in in prossimità della “cipolla” e delle età scolare presenti problemi teste metatarsali e deve garantire di dislessia spesso con dei caratteri una migliore distribuzione carichi di familarietà. La diagnosi nei senza aggravare la progressione primipatologia. anni di scuola elementare della Obiettivi si possonocomplicata raggiungere può che essere
calzando scarpe in pellame morbido, con pianta larga, tomaia automodellante o termoformabile ed utilizzando dispositivi ortesici, realizzati su misura dal PODOLOGO, quali plantari, ortesi in silicone, feltraggi e bendaggi. L’obiettivo deletrattamento chirurgico dall’abilità dalla intelligenza è,delinvece, quello bambino. Non dic’è correggere mai una lavera deformità e di dalla mantenere guarigione dislessiaun avampiede funzionale dal punto di tanto che molti si accorgono vista biomeccanico. di averne sofferto solamente in Numerose sono le tecniche età adulta. Non si esclude che chirurgiche di correzione spesso si ma trattidadi poco un disturbo utilizzate, tempo ne“emotivo”benché è stata introdottanon in esistano Italia una
nuova, conosciuta con il nome di “percutanea” o “Mis”, la quale presenta un post-operatorio quasi privo di dolore e, dal punto di vista riabilitativo, più rapida se paragonata alle tecniche tradizionali. Importante è sottolineare che l’intervento viene solitamente prove al riguardo. Compito indicato quando il paziente lamenta dell’ oftalmologo è sollecitare dolore o se la deviazione dell’alluce una valida collaborazione è responsabile di uno squilibrio tra gli specialisti interessati dell’appoggio e, quindi, dell’intera riconoscendo quando possibile deambulazione. Interventi che il difetto per meglio curarlo e abbiano un fine puramente estetico prevenirlo. sono attualmente sconsigliati.
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I nostri esperti 27 INFORMAZIONE SOCIALE
Dott. Laura Traversi
L’assegno di cura regionale
Nell’ambito delle prestazioni di natura economica di cui può beneficiare una persona non autosufficiente, la Regione Veneto ha sistematizzato nel 2006, all’interno di un più ampio ragionamento sulle politiche a sostegno della domiciliarità, un contributo istituito già negli anni ’90 e che ora prende il nome di “assegno di cura”. Nel disegno complessivo si colloca a fianco di altri interventi, di competenza di Comuni e Aziende Sanitarie, per favorire la permanenza a domicilio di persone non autosufficienti (anziani e disabili) che possono essere adeguatamente assistite da familiari o da personale privato; le buone intenzioni legislative sono quelle di sostenere, con un incentivo economico, la scelta di mantenere a casa la persona malata anziché ricorrere a percorsi di residenzialità (Case di riposo, Istituti di ricovero). Pur trattandosi di contributi regionali, il procedimento di richiesta ed erogazione è gestito prevalentemente dai Servizi Sociali dei Comuni: essi ricevono le domande, valutano la sussistenza dei requisiti di
accesso al contributo, gestiscono il flusso informativo con la Regione ed infine liquidano l’eventuale assegno; la domanda può essere presentata dalla persona non autosufficiente o da un suo familiare quando si verificano alcune condizioni tra cui: essere una persona che necessita di una assistenza continuativa e importante, per esempio perché non è più in grado di camminare; avere una malattia (Alzheimer e altre forme di demenza, Parkinson) che richiede una stretta supervisione se non la presenza continuativa di qualcuno in casa; essere una persona non autosufficiente con una assistente familiare privata (badante) anche solo per alcune ore della giornata. A differenza dell’indennità di accompagnamento (di cui abbiamo già parlato), il diritto a percepire l’assegno di cura è vincolato ad una condizione di reddito posseduto dall’interessato/a e dalla famiglia con lui/lei residente, calcolato attraverso lo strumento dell’ISE di cui senz’altro ci occuperemo prossimamente. Una volta presentata la domanda (valida una volta per tutte anche per gli anni successivi),
corredata dalla documentazione reddittuale che dimostri di possedere i requisiti richiesti, l’Assistente Sociale del Comune di residenza del beneficiario e il suo medico di base compilano una scheda di rilevazione del bisogno assistenziale e sanitario; la scheda, utilmente inserita nel programma informatico regionale dagli Uffici Comunali, esprimerà un punteggio di gravità del caso e lo stesso sistema definirà sempre in modo automatico l’importo teorico mensile da assegnare alla persona. A questo punto per il cittadino l’iter è concluso: gli rimarrà il compito di segnalare eventuali modificazioni della situazione che potrebbero determinare una modifica del punteggio e quindi dell’importo dell’assegno (aggravamenti), o la sospensione del beneficio (con l’ingresso in struttura residenziale si perde il diritto all’assegno) e annualmente di presentare ai Servizi Sociali la certificazione reddittuale (ISE). Da qui in poi invece, per ciò che riguarda la tempistica e il funzionamento del procedimento di erogazione dell’assegno di cura, va osservato come le buone intenzioni
Assistente Sociale Laura Traversi
regionali si scollino dalla realtà dei bisogni delle persone e delle loro famiglie, queste ultime fin troppo investite di compiti di cura e assistenza e poi lasciate sole ad organizzarsi e a far tornare tutti i conti. Anzitutto la prestazione richiesta oggi, quand’anche riconosciuta, verrà materialmente erogata tra un anno e mezzo circa, con buona pace della famiglia che nel frattempo dovrà farne senza o anticipare di tasca propria; in secondo luogo, considerato che si tratta di fondi regionali che dipendono dalla disponibilità di bilancio annuale, potrebbero di anno in anno ridefinirsi, venendo meno l’elemento di certezza del beneficio; l’entità dell’assegno poi (da un minimo di 50 ad un massimo di 400 al mese circa) nella maggior parte dei casi non è determinante per la costruzione di un serio progetto di domiciliarità; infine possiamo senz’altro aggiungere che in questo momento non è possibile sapere se e come l’assegno sia utilizzato dai beneficiari per un effettivo miglioramento della propria qualità di vita, con comprensibili riserve sulla valutazione di efficacia della prestazione. www.percorsi.pd.it
La Regolazione Naturale della Fertilità (RNF)
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
Urge quindi un cambio di mentalità; La RNF è naturale, perché CONSONA della persona. GRADUALE passaggio dalla con la natura umana, non è Mentre, come affermò Josef RÖTZER, un contraccezione con uso dei mezzi il fondatore del primo metodo naturale CATENA: contraccezione – aborto naturali. Il mio intervento è fondato sintotermico, “la pillola non è degna malattie veneree ( le quali comportano sul concetto che l’uomo è un essere di noi” e non possiamo delegare la sterilità) – fecondazione assistita con ragionevole e che in ogni persona è nostra RESPONSABILITA’ di conoscere la sperimentazione e la morte degli presente l’aspirazione al bene, alla il ciclo femminile a dei farmaci che lo embrioni, uteri surrogati, eutanasia, distruggono, quindi distruggono una clonazione … In questa CATENA il dignità, alla libertà. A partire da questo è possibile costruire parte di noi (senza contare quelle che ci corpo umano ha un significato negativo insieme una società dove ci sia spazio perdono la vita o diventano sterili). Papa di un materiale grezzo da manipolare e per tutti e dove le diversità sono capaci Ratzinger scrisse in “Caritas in Veritatae”: l’uomo diventa una massa a disposizione. di convivere. Questa aspirazione è “Non può avere solide basi una società Propongo invece a passare ad una parte irrinunciabile della natura umana, che – mentre afferma valori quali la visione positiva, razionale, ecologica, indipendentemente dalle epoche dignità della persona, la giustizia e la cristiana, dove il corpo viene vissuto storiche. La convinzione che ci sia una pace – si contraddice radicalmente come espressione di un’anima. legge morale naturale universale ovvero accettando e tollerando le più diverse La collana che propongo è la promozione PUOInelTROVARCI INVARIABILE tempo, animavaA: Pio XII, forme di disistima e violazione della vita della Vita attraverso la RNF, la genitorialità responsabile, le terapie (dove possibile) Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto umana”. • SPINEA via Roma, 84 - Cell. 370 1237671 XVI per indicare all’umanità una via La contraccezione, a mio avviso, è una della infertilità, la crescita nel dialogo e forma di 7553423 disistima, perché comporta nella mutua accoglienza. maestra per affrontare questione 3 della • FOSSÒ viala Roma, - Cell. 348 sessualità in generale e della regolazione una lesione della femminilità nel corpo Accoglienza di un Io e di un Tu vialea Mediterraneo, - Cell. 370 • SOTTOMARINA reale, non virtuale. In Italia stanno a e nella psiche e rifi227 uta l’esercizio della 1213065 dei concepimenti. I papi si espressero degli interessati i centri conoscenza e della RAZIONALITA’ nei difesa• della Vita, appoggiandosi sugli 43 PROzzOlO dI CAMPONOgARA ARA via Cesare Battisti,disposizione STUDI medici di varie discipline, i quali processi legati alla vita umana e alla nei quali vengono proposti questi della8811442 relazione percorsi di crescita: WOOMB (world Cell. 327 confermarono che la RNF è consona con meravigliosa avventura organisation ovulation method Billings, i la natura umana quindi con la DIGNITA’ di coppia basata sul dialogo.
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centri INER del professore RÖTZER e il centro ambrosiano CAMEN. Sembrano dei nomi tanto lontani ma insegnano ad osservare una realtà vicinissima, i segnali di fertilità della donne in tutte le sue tappe: la pubertà, l’adolescenza, la ricerca della gravidanza, l’allattamento, il periodo dopo il parto, la premenopausa, come osservarsi dopo la sospensione di un contraccettivo ormonale, come vivere quando non si cerca una gravidanza. Urge tornare o scoprire quella dimensione di cui parla Giovanni Paolo II nella lettera “Mulieris dignitatem” 1988( “La dignità della donna”), dove uomo e donna accolgono di essere creati ad immagine e somiglianza di Dio e che in questa somiglianza risiede il fulcro della persona e della natura umana, degna di RISPETTO. In questa dimensione c’è anche una perfetta pari dignità tra l’uomo e la donna. La donna non deve gareggiare contro l’uomo ma nel volto di Gesù scopre la sua dignità, cioè chi è.
gestito prevalentemente dai Servizi Sociali dei Comuni: essi ricevono le domande, valutano la sussistenza dei requisiti di
senz’altro ci occuperemo prossimamente. Una volta presentata la domanda (valida una volta per tutte anche per gli anni successivi),
riguarda la tempistica e il funzionamento del procedimento di erogazione dell’assegno di cura, va osservato come le buone intenzioni
28 I nostri esperti Assistente Sociale Laura Traversi
per un effettivo miglioramento della propria qualità di vita, con comprensibili riserve sulla valutazione di efficacia della prestazione. www.percorsi.pd.it
La Regolazione Naturale della Fertilità (RNF)
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
La RNF è naturale, perché CONSONA con la natura umana, non è contraccezione con uso dei mezzi naturali. Il mio intervento è fondato sul concetto che l’uomo è un essere ragionevole e che in ogni persona è presente l’aspirazione al bene, alla dignità, alla libertà. A partire da questo è possibile costruire insieme una società dove ci sia spazio per tutti e dove le diversità sono capaci di convivere. Questa aspirazione è parte irrinunciabile della natura umana, indipendentemente dalle epoche storiche. La convinzione che ci sia una legge morale naturale universale ovvero INVARIABILE nel tempo, animava Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI per indicare all’umanità una via maestra per affrontare la questione della sessualità in generale e della regolazione dei concepimenti. I papi si espressero a difesa della Vita, appoggiandosi sugli STUDI medici di varie discipline, i quali confermarono che la RNF è consona con la natura umana quindi con la DIGNITA’
della persona. Mentre, come affermò Josef RÖTZER, il fondatore del primo metodo naturale sintotermico, “la pillola non è degna di noi” e non possiamo delegare la nostra RESPONSABILITA’ di conoscere il ciclo femminile a dei farmaci che lo distruggono, quindi distruggono una parte di noi (senza contare quelle che ci perdono la vita o diventano sterili). Papa Ratzinger scrisse in “Caritas in Veritatae”: “Non può avere solide basi una società che – mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace – si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana”. La contraccezione, a mio avviso, è una forma di disistima, perché comporta una lesione della femminilità nel corpo e nella psiche e rifiuta l’esercizio della conoscenza e della RAZIONALITA’ nei processi legati alla vita umana e alla meravigliosa avventura della relazione di coppia basata sul dialogo.
Urge quindi un cambio di mentalità; un GRADUALE passaggio dalla CATENA: contraccezione – aborto malattie veneree ( le quali comportano sterilità) – fecondazione assistita con la sperimentazione e la morte degli embrioni, uteri surrogati, eutanasia, clonazione … In questa CATENA il corpo umano ha un significato negativo di un materiale grezzo da manipolare e l’uomo diventa una massa a disposizione. Propongo invece a passare ad una visione positiva, razionale, ecologica, cristiana, dove il corpo viene vissuto come espressione di un’anima. La collana che propongo è la promozione della Vita attraverso la RNF, la genitorialità responsabile, le terapie (dove possibile) della infertilità, la crescita nel dialogo e nella mutua accoglienza. Accoglienza di un Io e di un Tu reale, non virtuale. In Italia stanno a disposizione degli interessati i centri nei quali vengono proposti questi percorsi di crescita: WOOMB (world organisation ovulation method Billings, i
centri INER del professore RÖTZER e il centro ambrosiano CAMEN. Sembrano dei nomi tanto lontani ma insegnano ad osservare una realtà vicinissima, i segnali di fertilità della donne in tutte le sue tappe: la pubertà, l’adolescenza, la ricerca della gravidanza, l’allattamento, il periodo dopo il parto, la premenopausa, come osservarsi dopo la sospensione di un contraccettivo ormonale, come vivere quando non si cerca una gravidanza. Urge tornare o scoprire quella dimensione di cui parla Giovanni Paolo II nella lettera “Mulieris dignitatem” 1988( “La dignità della donna”), dove uomo e donna accolgono di essere creati ad immagine e somiglianza di Dio e che in questa somiglianza risiede il fulcro della persona e della natura umana, degna di RISPETTO. In questa dimensione c’è anche una perfetta pari dignità tra l’uomo e la donna. La donna non deve gareggiare contro l’uomo ma nel volto di Gesù scopre la sua dignità, cioè chi è.
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30 I nostri esperti AFFARI DI FAMIGLIA Amministrazione di sostegno A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Che cos’è? Quando si fa? Nell’interesse di chi?
Care lettrici e lettori, questo mese Vorrei sottoporre alla Vs attenzione una questione che in più di un’occasione mi è stata posta da alcuni di Voi. Mi riferisco all’istituto dell’Amministrazione di Sostegno e a quando è necessario ricorrerVi per tutelare la posizione di un soggetto incapace. Dunque, che cos’è l’amministrazione di sostegno? L’amministrazione di sostegno è un istituto disciplinato dall’articolo 404 e segg del codice civile, introdotto nel 2004 con la Legge n. 6 del 9/01/2004, con cui si vogliono proteggere e tutelare quei soggetti che, per effetto di un’infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. Dunque, l’amministrazione di sostegno si presenta, per sua natura, come misura dal contenuto flessibile che si adatta ai diversi gradi di disabilità e ai conseguenti bisogni di protezione di ciascuna persona. Metaforicamente è paragonabile, pertanto, ad un vestito sartoriale che, consentendo di individuare una rete di protezione costruita secondo le esigenze della singola persona non esclude la sua capacità di agire. A questo proposito il giudice tutelare è tenuto ad individuare con precisione gli atti che l’amministratore nominato nell’interesse del beneficiario ha il potere di compiere in nome e per conto di questi una serie di atti ben individuati. Quali sono i presupposti per richiedere l’amministrazione di sostegno? I presupposti sono due: la malattia o la menomazione e l’impossibilità conseguente a tale stato di provvedere ai propri interessi. Affinché la misura possa essere concessa è necessario che sussistano entrambi i presupposti e, in particolare, che il primo sia causa del secondo. L’amministrazione di sostegno si applica quindi alle persone che sono affette da un’infermità o da una menomazione fisica che non le rende in grado, in tutto o in parte o anche temporaneamente, di esercitare i propri diritti o di soddisfare i propri bisogni vitali, rischiando per questo di recare danno a se stesse o di essere danneggiate dai terzi. Di particolare interesse l’ammissibilità dell’amministrazione di sostengo per le persone anziane. Di certo, l’età avanzata non è di per sé una menomazione o un’infermità tale da giustificare una misura di protezione ma può comportare menomazioni fisiche e psichiche che incidono sull’autonomia e che rendono l’anziano non più in condizione di provvedere a se stesso e ai propri interessi nel modo più giusto. Qual’è il procedimento per accedere all’amministrazione di sostegno? La procedura si instaura con un ricorso
che va depositato avanti il giudice tutelare dove la persona interessata ha residenza o domicilio. I soggetti legittimati a proporre ricorso sono rispettivamente il pubblico ministero e i responsabili dei servizi sanitari e sociali (obbligati) ed i parenti, il coniuge, gli affini, i conviventi stabili nonché l’interessato (facoltizzati). Il ricorso potrà essere presentato personalmente oppure con la rappresentanza e la difesa tecnica di un avvocato. La procedura ha tempistiche che, per
la giustizia italiana, potrebbero dirsi fulminee dal momento che il giudice tutelare, una volta raccolte le debite informazioni, emana il decreto con cui istituisce l’amministrazione di sostegno entro sessanta giorni dal deposito del ricorso. Quali sono le principali differenze rispetto all’interdizione e all’inabilitazione? Con questo istituto il legislatore ha messo al centro della tutela la persona, i suoi bisogni e le sue aspirazioni,
differentemente da quanto fatto con l’inabilitazione e, ancor più, con l’interdizione. Per questo, ad oggi, l’amministrazione di sostegno deve essere considerata, in linea generale, la misura di protezione ordinaria mentre l’interdizione e l’inabilitazione rappresentano misure di carattere residuale rispetto alla prima. Nell’amministrazione di sostegno il beneficiario viene sostituito nel compimento di determinati atti e assistito nel compimento di altri atti da
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un amministratore, mentre conserva la capacità di agire per tutti gli altri atti mentre nell’interdizione il soggetto interdetto, salvo i c.d. atti minimi della vita quotidiana (es. comprare il giornale, il pane), è sostituito da un tutore nel compimento degli atti che lo concernono. Limitazioni meno estese ma comunque intense operano nel caso dell’inabilitato. Il beneficiario dell’amministrazione di sostegno può fare testamento? Conservando il soggetto beneficiario la capacità d’agire, non può che discendere la capacità dello stesso di disporre per testamento. Tuttavia, proprio la natura dell’atto di ultima volontà, escluderebbe per lo stesso l’assistenza o la rappresentanza dell’amministratore di sostegno. Tale conclusione, teoricamente corretta, viene ad infrangersi con le particolarità dei casi concreti in cui l’amministrato, a causa dell’infermità che lo colpisce, non è in grado di esprimere in modo compiuto la propria volontà testamentaria o di manifestarla autonomamente e per iscritto (si pensi ai malati di SLA). Per dare una risposta a tali casi, alcuni Tribunali (es. Varese e Forlì), hanno forzato la lettera della legge e, con l’esplicitato intento di tutelare a pieno l’incapace, hanno ammesso la rappresentanza o l’assistenza dell’amministratore o di un curatore nella redazione del testamento. Non v’è dubbio che la soluzione individuata da alcuni tribunali, se da una parte sembra tutelare in via immediata l’incapace dall’altra si espone a numerose critiche e, cosa ancor più importante, espone il testamento a possibili iniziative caducatorie. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
OTTICA MICAGLIO NOALE >noale@micagliogroup.it<
I nostri esperti 31
Per info su questo articolo m.nuvoletti@gmail.com
L’ARCHITETTO
Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto
Le fonti energetiche, i mutamenti climatici, il risparmio energetico negli edifici
Costruire e recuperare edifici energeticamente efficienti contribuisce alla tutela dell’ambiente Iniziamo con questo articolo un ciclo di pubblicazioni riguardanti la costruzione ed il recupero di edifici a basso consumo energetico, confortevoli per le ottimali condizioni di microclima interno. Affrontiamo per primo un argomento introduttivo che riguarda il consumo delle fonti energetiche tradizionali, le cosiddette energie fossili, e gli effetti che queste hanno sui mutamenti climatici, per trattare, successivamente, argomenti specifici quali: i principi generali della progettazione degli edifici energeticamente efficienti, il confort interno, le tecnologie costruttive, l’impiantistica, l’uso delle energie rinnovabili, la riqualificazione degli edifici esistenti. I dati relativi il consumo di energia a livello mondiale sono sorprendenti: ogni giorno si consumano 10 milioni di tonnellate di petrolio, 12,5 milioni di tonnellate di carbone e 7,5 miliardi di metri cubi di gas. L’80% circa dei consumi energetici è coperto dall’energia fossile, il 13% da energie rinnovabili ed il 7% dall’energia nucleare. Sono numeri che fanno pensare soprattutto in considerazione del fatto che secondo le previsioni, mantenendo i consumi attuali, verso la metà del secolo, le riserve di energia fossile potrebbero esaurirsi con le immaginabili conseguenze negative per l’economia mondiale, sia per l’aumento dei costi energetici sia per la disponibilità scarsa. È anche assodato che gli ormai evidenti mutamenti climatici derivano dall’emissione in atmosfera di gas, in particolare dell’anidride carbonica (CO2), prodotti dalla combustione di fonti energetiche fossili. La CO2 è la prima responsabile del cosiddetto “effetto serra” che provoca il surriscaldamento dell’atmosfera: i ricercatori prevedono che la temperatura dell’aria aumenterà di circa 1 °C entro il 2040 e di 1,5 °C per il 2100 se non verranno adottate misure per la riduzione
della CO2. L’aumento della temperatura è la causa del progressivo scioglimento dei ghiacciai, col conseguente innalzamento del livello dei mari, delle precipitazioni copiose per effetto dell’aumento dell’evaporazione e dell’estendersi delle zone desertiche, tutti fenomeni che alterano gli equilibri ambientali. I Governi, in particolare quelli dei paesi più industrializzati, sono preoccupati per le conseguenze economiche dovute allo scarseggiare di energia disponibile, ma si fa strada sempre più la sensibilità per contrastare i mutamenti climatici con la consapevolezza di dover intervenire al più presto. La comunità scientifica concorda sulla necessità di avviare sin d’ora una politica energetica in grado di consegnare alle generazioni future un ambiente possibilmente integro. Ancora una volta i dati a disposizione delineano una situazione non certo rassicurante: tra il 1970 ed il 2004 le emissioni di gas serra sono aumentate del 70%, con incrementi considerevoli nell’ultimo decennio del Ventesimo secolo; prendendo in considerazione le sole emissioni di anidride carbonica, principale componente dei gas serra, l’aumento è stato dell’80%. Troppo spesso si trascura il fatto che gli edifici, oltre a consumare energia, sono al contempo fonti di inquinamento, con emissioni di CO2 assai elevate. Nell’Unione Europea il 40% del consumo di gasolio, gas ed energia elettrica è destinato al riscaldamento degli edifici, alla produzione di acqua calda ed al funzionamento delle apparecchiature elettriche. Questo significa che circa il 40% delle emissioni di anidride carbonica nell’aria è imputabile ai consumi energetici degli edifici. Si stima che il patrimonio edilizio esistente da risanare rappresenti, in termini di consumo di energia per il riscaldamento, il 90% circa del totale; tenuto conto che
il risparmio può variare dal 30% al 90% (la percentuale si differenzia in funzione delle caratteristiche costruttive del fabbricato e degli interventi possibili o ammessi come nel caso di edifici soggetti a tutela), si comprende quanto sia importante il recupero dell’esistente, migliorando l’efficienza dell’involucro e sostituendo gli impianti obsoleti con nuovi più efficienti, per risparmiare energia limitando le emissioni di CO2. Il potenziale risparmio di energia e, quindi, la potenziale riduzione di emissioni di anidride carbonica è notevole: una casa costruita prima degli anni ’70 produce circa 50-70 kg/mq l’anno di anidride carbonica; una casa contemporanea ne emette circa 34-42. Costruendo secondo standard qualitativi di efficienza energetica è possibile ridurre la quantità di anidride carbonica emessa a soli 8,5 Kg/mq, per edifici che consumano meno di 30 Kilovattora al metro quadrato l’anno, ed a soli 4 Kg/mq per gli edifici passivi che consumano meno di 15 Kilowattora al metro quadrato l’anno; se si ricorre poi all’uso di energie rinnovabili l’emissione può essere ridotta a zero. Il contributo all’ambiente che può dare il recupero energetico degli edifici preesistenti e la costruzione di nuovi edifici a basso consumo di energia è evidente: ristrutturando un edificio antecedente agli anni ’70 si può ridurre l’emissione di anidride carbonica di 6 - 8 volte. Costruendo un fabbricato nuovo si può ridurre l’emissione di anidride carbonica di 4 5 volte rispetto ad una costruzione contemporanea. Il risparmio di energia non si traduce solamente in benefici per l’ambiente, ma anche in un indubbio vantaggio economico. È indispensabile risparmiare energia e lo si può fare costruendo edifici efficienti, ovvero edifici ben isolati che garantiscono anche un confort abitativo migliore
per la qualità del microclima degli ambienti. Il semplice raffronto di alcuni dati esemplifica i margini notevoli di risparmio nella bolletta energetica per il riscaldamento: una casa tradizionale costruita prima degli anni ’90 consuma circa 18-25 litri di gasolio per metro quadro di superficie dell’alloggio (un litro di gasolio corrisponde grossomodo ad un metro cubo di gas); una casa costruita dopo gli anni ’90 consuma circa 12-15 litri di gasolio al metro quadro; una casa energeticamente efficiente consuma meno di 3 litri. Per risparmiare energia un buon isolamento è certamente la prima cosa da fare sia per il riscaldamento invernale sia per il raffrescamento estivo. Non vanno comunque sottovalutate le opportunità offerte dalle fonti rinnovabili come il fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, il solare termico per la produzione di acqua calda e per l’integrazione del riscaldamento a bassa temperatura, la geotermia a sonde oppure orizzontale, che consente di sfruttare la temperatura pressoché costante della falda o del terreno sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento, e l’energia presente nell’atmosfera. Una fonte rinnovabile, spesso dimenticata, è costituita dai derivati del legno (cippato, pellet) dai costi contenuti e facilmente utilizzabili per il riscaldamento; anche in questo caso l’emissione di anidride carbonica è pressoché zero, come per le altre fonti rinnovabili, poiché quella emessa durante la combustione equivale a quella assorbita durante il ciclo di vita della pianta. Ciascuno di noi, con la dovuta attenzione al risparmio energetico negli edifici, può fare molto per il rispetto dell’ambiente, traendone anche vantaggi economici per sé e per la comunità col piacere di abitare in alloggi confortevoli.
Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a carturenzo@studiocarturan.it
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On The Street (sulla strada) • Qual è il colmo per un navigatore solitario? Trovare un clandestino a bordo. • Qual è il colmo per un pacifista? Fare un casino per dormire in santa pace. • Qual è il colmo per un acrobata circense? Tagliare la corda durante il suo numero. • Qual è il colmo per un suonatore di tromba? Suonare la tromba delle scale. • Qual è il colmo per un fotografo? Mettere a fuoco un ghiacciaio. • Qual è il colmo per un miliardario? Esprimersi in parole povere. • Qual è il colmo per un orologiaio? Avere le figlie sveglie. • Qual è il colmo per due persone magrissime? Essere amiche per la pelle. • Qual è il colmo per un pilota di Formula 1? Avere un figlio turbo-lento.
• Qual è il colmo per un sindaco? Avere un’intelligenza fuori dal comune. • Qual è il colmo per Polifemo? Dare un occhio ai figli mentre la moglie va a fare la spesa. • Qual è il colmo per un fabbro? Avere una memoria di ferro. • Qual è il colmo per un falegname? Essere licenziato in tronco. • Qual è il colmo per un computer? Non avere programmi per la sera. • Qual è il colmo per due scheletri? Essere amici per la pelle. • Qual è il colmo di una sarta? Perdere il filo del discorso. • Il colmo per un riccio? Non saper dire battute pungenti. • Qual è il colmo per un dipendente ENEL? Essere in bolletta. • Qual è il colmo per un orologiaio? Avere delle figlie sveglie.
Impariamo l’inglese
ANT (formica) - BEAR (orso) BEE (ape) - CAT (gatto) CHEETAH (ghepardo) CRAB (granchio) CROCODILE (cocodrillo) DEER (cervo) - DOG (cane) DUCK (papera) EAGLE (aquila) FINCH (fringuello) FLY (mosca) - FOX (volpe) FROG (rana) GIRAFFE (giraffa) JELLYFISH (medusa) LIZARD (lucertola) MALLARD (anatra) OWL (gufo) - PIG (maiale) SHARK (squalo) SHEEP (pecora) WHALE (balena) WOLF (lupo) CHIAVE (4) - E’ il re...................................................................................................... Aforismi sull’Amore
Soluzioni: 1) Palazo Pitti; 2) Uffizi; 3) David di Michelangelo; 4) Piazza del Duomo.
I Colmi
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DISTRIBUIRE SULLE FETTINE DI CARPACCIO IL PROSCIUTTO ED UN PEZZETTO DI PANE; ARROTOLARE A FORMARE GLI INVOLTINI. SCALDARE IN UNA PADELLA UN FILO D’OLIO CON L’AGLIO IN POLVERE, METTERE LA CARNE ED INSAPORIRE CON IL DADO, LA MAGGIORANA ED IL SALE. PORTARE A COTTURA BAGNANDO CON IL BANDY. TAGLIARE LA ZUCCHINA E LA MELA A DADINI MOLTO PICCOLI, CUOCERLE ASSIEME IN UN PENTOLINO INSAPORENDO CON IL MIELE, SALE E PEPE. QUANDO SI SARANNO COTTE, SCHIACCIARLE CON UNA FORCHETTA, FINO A FORMARE UNA PUREA ANCORA GRUMOSA. DISTRIBUIRE SUL FONDO DEL PIATTO LA PUREA, ADAGIARVI POI GLI INVOLTINI E SPOLVERARE DI PEPE NERO. MANUELA E SILVIA BIZZO
34 Oroscopo ARIETE 21/03 AL 20/04
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FASCINO VI ATTENDONO MOMENTI MAGICI. INSIEME DA ANNI OPPURE DA POCHI MESI SENTIRETE LE EMOZIONI FORTI COME ALL’INIZIO · S ALUTE SCEGLIETE DI FAR TORNARE IN SCENA LA PALESTRA, UN TEMPO CHE VI DEDICHERETE E CHE FARÀ MOLTO BENE AL VOSTRO CORPO
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GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06
FASCINO I PIANETI VI A I U TANO E AVRETE PIÙ FACILITÀ AD AFFRONTARE DISCORSI DIFFICILI. INTANTO L’INTIMITÀ RAGGIUNGE LE STELLE · S ALUTE EVITATE ATTEGGIAMENTI MANIACALI DI SALUTISMO. TROVATEVI LO SPAZIO GIUSTO PER IL RELAX E IL BENESSERE GENERALE
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