laPiazza di Chioggia - Settembre 2023

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Migranti: l’Europa tace, le nostre città accolgono

Quest’anno, probabilmente, in Italia avremo accolto più di 200 mila migranti. In Veneto abbiamo già superato quota 9 mila, dall’inizio dell’anno. L’accoglienza, questa la parola giusta, è un impegno quotidiano. Complesso, pieno di insidie, dove lo sforzo è comune: del Governo, delle Regioni, delle Prefetture. Ma anche e soprattutto della catena finale di questa lunga filiera: i Sindaci, le associazioni e i cittadini. Le problematiche sono quotidiane e pragmatiche. Abbiamo già vissuto nel recente passato tanti episodi “limite”, dove l’accoglienza è stata scambiata da alcuni come semplice “parcheggio” provocando enormi problemi di sicurezza e integrazione. L’accoglienza deve essere “sartoriale”, caso per caso, perché possa avere successo e non si trasformi in una resa indiscriminata. In tutto questo l’Europa guarda da lontano, da Bruxelles, in silenzio. Dove sono le forze di Protezione Civile dell’UE? Dove sono le navi europee? Dov’è il meccanismo di redistribuzione e, se necessario, di rimpatrio di Bruxelles? Domande che cadono nel vuoto. Lasciandoci soli - Governo italiano, Regioni e Sindaci - e cercare di fermare un’incredibile pressione. Attendo, con poca fiducia, risposte.

La riflessione del Presidente Zaia e il dibattito proseguono nelle pagine regionali di questa edizione.

TURISMO, IN ARCHIVIO

UNA

STAGIONE ESTIVA CON IL SEGNO POSITIVO

MA C’E’ DA INTERVENIRE SU ALTRI DETTAGLI

Gli operatori del settore hanno apprezzato il lavoro di promozione svolto ma, insieme agli amministratori, chiedono di migliorare l’accoglienza

Servizio a pag. 6

I SINDACI DISPONIBILI AL CONFRONTO SULL’ACCOGLIENZA

DIFFUSA, NO AI MAXI ASSEMBRAMENTI

FORZA

VENETO È SEMPRE

ECONOMIA, CON I 22 NUOVI INGRESSI SONO 139 I DISTRETTI DEL COMMERCIO IN VENETO Migranti

Scuola, si può fare di più Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Teniamo fede anche noi alla tradizione di parlare di scuola, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni. Del resto continua ad essere l’unica occasione dell’anno in cui si guarda un po’ meno distrattamente al mondo dell’istruzione, con tutte le sue pecche e le sue eccellenze, tra luci e ombre. In seguito, a parte gli addetti ai lavori, tendiamo a dimenticarcene, soprattutto se in casa non ci sono bambini e giovani. Eppure la scuola riguarda tutti. segue a pag 5

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Periodico d’informazione locale Anno XXX n. 174 di Chioggia SETTEMBRE 2023
Servizio a pag. 30 Servizio a pag. 22 Servizio
28 Nomine
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Luca Zaia www.veneto24.it www.radioveneto24.it
ITALIA IN
PIÙ FORTE, ADESIONI COERENTI CON UN PARTITO IN CRESCITA

Scuola, si può fare di più

Riapre l’Ufficio Sport, riferimento per tutte le associazioni del settore

Dallo scorso 11 settembre ha riaperto a Palazzo Morari l’Ufficio Sport del Comune. L’Ufficio si occupa della promozione delle pratiche sportive e motorie attraverso una serie di attività come la predisposizione degli atti inerenti la concessione in uso e gestione degli impianti sportivi comunali e il monitoraggio della corretta gestione delle concessioni da parte dei concessionari.

Gestisce l’assegnazione e utilizzo da parte delle Associazioni del territorio delle palestre di pertinenza delle scuole in orario extrascolastico, curandone tutti gli aspetti contabili derivanti. Collabora poi con le scuole ed il Coni, gli enti di promozione sportiva per la promozione e la formazione alle pratiche sportive.

Partecipa e attua progetti di promozione sportiva proposti da Enti sovracomunali, cura l’organizzazione degli eventi a carattere sportivo della città ed eroga alle società contributi a sostegno dell’attività sportiva.

“Con molta soddisfazione – ha commentato il vicesindaco ed assessore allo Sport Daniele Tiozzo Brasiola - realizziamo un altro degli obiettivi che come Amministrazione ci eravamo posti. L’Ufficio Sport era chiuso e sul territorio mancava un riferimento importante per tutte le Associazioni sportive. Tre anni complessi, durante i quali siamo riusciti, tra molte difficoltà, ad essere comunque sempre presenti ed incisivi grazie all’importante lavoro svolto dalla dott.ssa Daniela Ballarin”.

“Continueremo ora ad investire – ha concluso l’assessore - nelle strutture esistenti e nella progettazione di nuove aree dedicate allo sport, convinti comunque del fatto che sia la rete tra associazioni a fare la differenza e a creare opportunità irraggiungibili diversamente”.

La scuola ci riguarda e ci deve stare a cuore, come raccomandava don Milani attraverso il motto “I Care” che campeggia sul muro della sua povera aula di Barbiana. E’ l’esatto contrario del fascista “me ne frego”, un atteggiamento che ancora serpeggia - anche se non lo vogliamo ammettere - e ci induce a non rivolgere la dovuta attenzione alla scuola, che pure coinvolge un considerevole numero di persone, oltre agli stessi studenti. “Bisogna uscire, anche mentalmente, dalle categorie dell’ovvio e dello scontato, - raccomandava lo scorso anno il presidente della Repubblica Mattarella - dalla gestione senza respiro o burocratica. Abbiamo bisogno di recuperare entusiasmo, fantasia, coraggio, creatività, capacità di iniziativa. Investire nella scuola significa quindi costruire un domani più solido, per tutti. E quando parlo di investimenti non mi riferisco soltanto alle risorse finanziarie, che pure sono, ovviamente, assolutamente necessarie. Servono idee, proposte, riflessioni, innovazioni”. In questi ultimi anni, infatti, ci sono maggiori risorse economiche per le scuole, in particolare per gli edifici. Sappiamo bene quali sono le condizioni strutturali e quanto siano necessari gli interventi di adeguamento anche sul fronte della sicurezza e dell’efficienza energetica. Ma quello che si fa per la scuola, anche con le risorse del Pnrr che poi lasceremo come debito in eredità ai nostri figli, non può limitarsi al cappotto o alle nuove finestre. Proprio con i fondi europei si sta attuando infatti una riforma del sistema scolastico che punta a nuovi “ambienti di apprendimento” in cui la tecnologia la fa da padrona, a nuove figure di docenti, fino ad un nuovo sistema di valutazione della capacità didattica degli insegnanti. Ma poi c’è la realtà di tutti i giorni, dal precariato dei docenti alla mancata continuità di insegnamento in alcune classi, dalla penuria di insegnanti di sostegno ai costi in crescita per le famiglie, sia su fronte del libri che dei trasporti. Ecco allora che si può e si deve fare di più, giorno per giorno. È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.

L’assessore Daniele Tiozzo Brasiola: “Continueremo ad investire nello sport, con strutture esistenti e nuove aree”

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di Chioggia
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Economia. Gli operatori del settore riflettono sulla stagione turistica che si sta concludendo

Una buona estate per Chioggia e Sottomarina

Concordi i presidenti di Gebis Chioggia Spiagge, Ascom Con ocommercio e Asa Federalberghi: ha funzionato bene anche la promozione ma c’è ancora molto da lavorare per migliorare l’accoglienza turistica

La stagione turistica 2023 è stata caratterizzata da un più che positivo afflusso che ha interessato tutti i comparti del settore dalle spiagge ai campeggi, gli alberghi, i negozi.

“Per i campeggi si è trattato di un’estate da record - ha affermato Gianni Boscolo Moretto, presidente Gebis Chioggia Spiagge - soprattutto nei mesi di luglio e agosto. La gente sta scegliendo sempre più il turismo all’aria aperta. Le incertezze del primo periodo con un clima instabile sono state presto compensate dagli arrivi favoriti dal bel tempo con dei risultati che si avvicinano a quelli del 2019. Confidiamo di prolungare questo trend positivo anche nel mese di settembre. Abbiamo anche lavorato molto per garantire la sicurezza in mare grazie alla collaborazione con Ascot, l’associazione degli operatori balneari, e con i corsi promossi dall’Ulss.

Dopo le recenti mareggiate segnaliamo la necessità di importanti interventi da parte di Comune, Regione Veneto e Genio Civile per il ripascimento delle nostre spiagge. Le dighe soffolte sono state abbastanza efficaci, ma c’è bisogno di altre azioni per proteggere adeguatamente la costa”.

“Una stagione positiva - ha sottolineato Alessandro Da Re, presidente Ascom Confcommercio - nonostante gli aumenti dei costi energetici. Tutti hanno lavorato, soprattutto il settore della ristorazione. D’altra parte, Chioggia è una città che attrae molta gente. L’Ascom ha collaborato nell’organizzazione di alcuni eventi estivi a Sottomarina e a Chioggia che hanno raccolto molto pubblico. E tra questi anche l’estemporanea di pittura “Riva Vena e i suoi colori”dedicata all’attore, regista e direttore di Arteven Pierluca Donin, recente-

mente scomparso - svoltasi il 2 settembre scorso con il “campo di gara” allargato a tutto il centro storico. Ma c’è ancora molto da lavorare per migliorare l’accoglienza turistica: traffico, parcheggi, arredo urbano…”.

Anche per il settore alberghiero la stagione estiva 2023 è certamente di segno positivo. “Registriamo tutto esaurito anche nella prima decade settembre - ci spiega Giuliano Boscolo Cegion, presidente Asa Federalberghi Chioggia e Sottomarina - e così è stato per buona parte dei mesi precedenti. Possiamo contare su una clientela “fidelizzata” che ritorna nei nostri alberghi di anno in anno. La maggior parte - circa il 60% - sono italiani che provengono per lo più da Veneto Lombardia, Piemonte. Quanti arrivano da altre regioni (Toscana, Liguria, Emilia Romagna…) scelgono Chioggia per visitare il centro storico e per interessi culturali che riguardano le vicine città d’arte della regione, ma anche per gustare la gastronomia locale. I turisti stranieri sono il 40% delle presenze. Arrivano per lo più dalla Germania, Austria, Francia, Belgio, Paesi Bassi, ma registriamo anche una maggiore presenza di turisti che giungono da Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Norvegia, Danimarca, paesi baltici… Occorrono però anche interventi per migliorare la città curando l’arredo urbano, creare altre piste ciclabili, ridurre il caos nelle ore serali. Continueremo la promozione del nostro territorio nelle principali fiere internazionali del turismo in Europa per far conoscere le nostre spiagge, ma anche la gastronomia locale. Il buon lavoro svolto lo scorso anno in queste fiere dal Consorzio Lidi di Chioggia è stato confermato dall’arrivo di turisti che hanno scelto le nostre proposte”.

“Certamente quest’anno si è vista una più attenta programmazione degli eventi rispetto l’estate scorsa – commentano i due consiglieri di Energia Civica, Roberto Rossi e Maria Rosa Boscolo Chio, facendo il punto sulla stagione estiva appena conclusa. “Sarebbe utile, - proseguono - per i molti turisti e per i residenti, una migliore pubblicizzazione degli eventi grandi e piccoli attraverso uno spazio, una piattaforma condivisa dal Comune con le tante Associazioni del territorio di Promozione Turistica, di Categoria, Culturali, Sportive; così da permettere in un’unica “pagina” una completa informazione quotidiana su tutti gli eventi culturali, sportivi, di musica, canto e ballo programmati in città”.

Il centro di Chioggia è indubbiamente “rifiorito”, in parte grazie alla valorizzazione di Riva Vena e alla crocieristica. Il nodo da affrontare per l’Amministrazione nelle parole di Energia Civica è quello dei parcheggi. “Molti turisti hanno apprezzato non solo la spiaggia di Sottomarina, ma anche il centro storico di Chioggia. Ecco, quindi, che è divento urgente affrontare il problema della viabilità e dei parcheggi, per sostenere al meglio le migliaia di persone

che vogliono visitare il nostro territorio, evitando al massimo il disagio ai residenti. E’ stato impattante per la viabilità di Sottomarina l’aver chiuso parte della rotonda di piazza Italia per quasi una settimana, così come non è più sostenibile il transito di macchine e moto nella piccola isola pedonale di Chioggia”.

La convivenza tra cittadino e turista – concludono gli esponenti di Energia Civica - va costruita nel segno del rispetto e di nuovi interventi strutturali.

“Il grande problema – è il commento - resta la questione parcheggi selvaggi di auto, moto e biciclette, che invadono marciapiedi, piazzette, calli e spazi per i pedoni che si trovano spesso a camminare con grande difficoltà e pericolo in mezzo al traffico. Rimane ancora molto da fare per conciliare il grande e gradito afflusso turistico con le necessità dei residenti e il rispetto del territorio. Sono urgenti i Piani per la Mobilità Sostenibile, del Traffico, della Riduzione delle barriere architettoniche, perché il turista, come il residente, apprezza la nostra unicità, non certo il caos e la disorganizzazione”. (l.p.)

6 www.lapiazzaweb.it Turismo
Energia Civica: “Nuovi interventi strutturali per far funzionare la convivenza tra turisti e residenti”

Un bilancio. Il sindaco Armelao è cauto sui numeri dell’estate, guarda al primo semestre

“Puntiamo a far diventare Chioggia una meta per tutto l’anno”

Il primo cittadino guarda oltre la stagione estiva che, con le belle giornate di settembre, deve ancora concludersi e sottolinea la volontà, attraverso anche l’organizzazione di eventi, di lavorare per attrarre non solo il turismo “da spiaggia”

L a stagione estiva 2023 per il Comune di Chioggia è vicina ai titoli di coda. Le belle giornate assolate dei week end di settembre (assai gradite per strutture ricettive e indotto) obbligano ad attendere ancora qualche settimana per un vero e proprio bilancio dell’estate.

Ne abbiamo parlato con il sindaco della città, Mauro Armelao.

“Aspetterei ancora un po’ prima di commentare il bilancio della stagione estiva – esordisce il primo cittadino - con le giornate di settembre che ci sono vale la pena pazientare fino a fine mese. Di sicuro si può dire che i primi sei mesi dell’anno, su cui abbiamo dati certi, sono

stati un buon successo per Chioggia, con un incremento delle presenze rispetto all’anno precedente, già dal mese di gennaio. L’inizio della primavera ha portato ad un vero e proprio picco. In sostanza diciamo che la stagione, nonostante i week end di brutto tempo a maggio, è andata bene”.

Sulla scia delle iniziative pensate dalla precedente amministrazione, senza dubbio è stato valorizzato il potenziale legato all’allestimento di mostre, racconta il primo cittadino. “La nostra località – continua - si conferma una delle mete preferite nel Veneto. Abbiamo cercato di creare degli eventi che potes-

sero attrarre turisti e residenti. Segnalo ancora una volta la mostra di Mystery Man allestita nella chiesa di San Domenico, che per settembre, ottobre, novembre e dicembre dovrebbe attrarre un turismo diverso da chi cerca solo il sole delle nostre spiagge. Sto lavorando affinché si usi sempre meno il termine

stagione estiva; non perché non mi piacciano le parole, ma piuttosto perché l’attrattiva della nostra città deve durare tutto l’anno. Per questo vogliamo organizzare eventi, mostre…”.

Come accade dal momento dell’insediamento in Comune, Armelao invita i cittadini ad amare e rispettare la città. “Dal

punto di vista della sicurezza –conclude - segnalo ancora una volta che ci sono vandali che non rispettano la propria città, Chioggia. In generale, però, le cose non sono andate male considerando quello che si legge accadere in altre località balneari d’Italia”.

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Turismo
Il sindaco Mauro Armelao

Infrastrutture. L’alto tasso di incidenti anche mortali riporta d’attualità la proposta

Nuovo tracciato della Romea, l’assessore regionale De Berti rilancia il progetto

Il discorso sulla realizzazione di un nuovo tracciato della Romea sembrava da anni chiuso definitivamente ma, sul finire dell’estate, l’idea è tornata attuale, rilanciata direttamente dall’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti.

Da oltre 15 anni (forse da quasi una ventina) si parla del progetto di una nuova Romea o, come battezzata dai più, “Romea Commerciale”. Il progetto, cassato negli anni scorsi, era quello collegato al tratto Orte-Mestre, seguendo i tracciati dell’E45, dell’E55 e della Statale. Il motivo del rilancio della nuova Romea? Il tasso altissimo di incidenti che si verificano, anche mortali. La vicepresidente De Berti annuncia un processo partecipato, che servirebbe nelle intenzioni della Regione a ragionare anche con chi è pronto a dire no a priori.

Ma che opera sarà? La Nuova Romea, a quanto pare, nelle intenzioni della Regione sarebbe niente altro che il troncone nord del vecchio tracciato della linea Orte-Mestre. Sarebbe lungo 230 km. Sarebbe un’autostrada affiancata all’attuale statale dedicata essenzialmente al traffico pesante. Costo stimato, prima dell’aumento dei materiali: 4 miliardi. Ora le stime arrivano a 5

miliardi e mezzo. Per la Regione si tratta di un’opera indispensabile anche per mettere in collegamento i porti di Ravenna, Chioggia e Mestre. Se da un lato a Chioggia la possibilità di questa arteria viene vista con interesse, dall’altro lato, va detto, è scattato immediato il fronte del No da parte dei comitati locali e durissimo da parte del comitato Opzione Zero che da sempre si batte contro il progetto di un nuovo tracciato della Romea.

Contro l’ipotesi della nuova Romea c’è anche il Pd regionale e locale con il consigliere regionale di Chioggia Jonatan Montanariello.

Per Opzione Zero le cose sono chiarissime: prima di pensare a qualsiasi progetto faraonico di nuova Romea, la Regione e Anas mettano in sicurezza quella attuale.

Tra i contrari il comitato Opzione Zero che sostiene la necessità di mettere in sicurezza l’attuale e il Pd che definisce questo un semplice annuncio e chiede proposte concrete e finanziabili

“Sono anni che si attende la realizzazione – dice per il Comitato Opzione Zero Mattia Donadeldella messa in sicurezza dell’attuale Romea visto che si dice che sia pericolosa. Perché i lavori non sono cominciati?”

Il Pd invece chiede che a questi annunci, se c’è concretezza, seguano presentazioni di progetti finanziati o finanziabili su cui discutere, altrimenti è meglio parlare della messa in sicurezza della Romea attuale. Nelle scorse settimane sempre il Pd a Lova di Campagna Lupia ha fatto una manifestazione di protesta, un flash mob, in cui ha chiesto la messa in sicurezza dell’attuale Romea. La questione per volontà della Regione sarà affrontata nelle prossime settimane e mesi con tutti gli amministratori locali interessati.

Sicurezza, in arrivo il nuovo telelaser. Il sindaco: “Stop alle vie del centro come circuiti di F1”

“Dobbiamo uscire dalla logica del non-rispetto delle regole, anche e soprattutto in tema di sicurezza stradale. Una superficialità alla guida può costare tantissimo in termini di vite umane. Garantire la sicurezza stradale con la prevenzione e i continui controlli per me è prioritario”. Lo dice il sindaco Mauro Armelao, presentando il Telelaser di ultima generazione.

Il dispositivo arriverà presto in dotazione alla Polizia Locale di Chioggia dopo che il primo cittadino ha dato via libera all’acquisto stanziando un importo di spesa di 22.343 euro.

“E’ una prima risposta alle tante lamentele dei cittadini – spiega Armelao – Le segnalazioni riguardano alcune strade, non solo in centro ma anche nelle frazioni. Stileremo un elenco di quelle più

pericolose dove verrà posizionato il nuovo strumento e verranno effettuati i controlli da parte della Polizia Locale. Tra le zone attenzionate ci saranno Viale Mediterraneo, lo Stradone del Porto, il Lungomare e tutta l’area di Borgo San Giovanni”.

Il telelaser “Trucam Hb” è uno strumento che riesce a calcolare la velocità dei veicoli in allontanamento o in avvicinamento a oltre un chilometro di distanza e quindi potenzialmente potranno essere sanzionati anche i guidatori che rallentano quando vedono gli autovelox e accelerano quando li superano; ha inoltre una fotocamera che è in grado di filmare l’interno delle vetture in corsa, permettendo così agli agenti di individuare conducenti senza cintura o distratti dal cel-

lulare. Infine, grazie ad un flash a infrarossi, potrà essere utilizzata sia di giorno che di notte. Il dispositivo è stato approvato con decreto del ministero Trasporti nel 2011.

La stretta dell’Amministrazione riguarderà anche le biciclette elettriche che spesso sfrecciano nelle zone centrali dove il limite di velocità è di 30 chilometri orari.

“Ci stiamo muovendo anche per i controlli delle bici elettriche – conclude il Sindaco Armelao –L’idea potrebbe essere l’acquisto di uno strumento omologato per controllare i mezzi sospetti e verificare che non abbiano subito modifiche e che siano rispettate tutte le caratteristiche di fabbrica e le norme del codice della strada”.

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Elisa De Berti
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Il caso. Il nuovo abitante delle coste venete che ha animato il dibattito estivo

Granchio blu, l’ospite indesiderato è finito nel… piatto

Eppure si ha l’impressione che non vi sia una vera e propria strategia per proteggere i molluschi bivalvi, anche a Chioggia e nella laguna veneta, minacciati dal crostaceo pericoloso per la sua incontrollata proliferazione

Il granchio blu è ormai a tutti gli effetti un nuovo abitante delle coste venete e nazionali in generale. Non sono pochi gli avvistamenti del crostaceo anche in laguna e sui lidi del clodiense. Da mesi circolano in rete video (più o meno seri) girati proprio a Chioggia e dintorni; in cui si raccontano i comportamenti di questo “ospite indesiderato” decisamente invasivo.

Dopo una fase iniziale (inizio estate) di grande timore per le ripercussioni per il mondo della pesca in laguna, si è passati alla valutazione delle strategie per arginare l’azione del granchio e provare a limitarne la riproduzione. Sono stati sperimentati per esempio tentativi artigianali di costruire vere e proprie gabbie in grado di proteggere i molluschi bivalvi; così come si è valutata la possibilità di una massiva commercializzazione del prodotto che ne incentivi pesca e consumo. Ad oggi l’impressione è che non ci sia una vera e propria strategia coordinata di azioni per la gestione del problema, ma piuttosto una miriade di iniziative in qualche modo “slegate”; intraprese talvolta anche da singole attività commerciali o addirittura cittadini.

La storia del granchio blu e della sua incontrollata proliferazione probabilmente non inizia in calde e soleggiate giornate di fine primavera dell’anno in corso. In realtà da anni il crostaceo abita lagune e mari del nostro territorio, tra l’altro producendo una discreta rendita legata alla sua commercializzazione. E’ proprio questa circostanza che invita ad un’attenta riflessione e pone alcuni interrogativi. Uno di questi (il principale) è incentrato sulla capacità di dialogo tra il mondo della pesca, mondo della scienza e non ultima la politica. E’ possibile che in specchi d’acqua gestiti in alcuni casi anche per decenni, all’ improvvisa comparsa nelle reti di decine di granchi, non venga effettuata un’energica e ragionata azione di controllo sulle cause? E’ possibile che da parte di tutti (pescatori compresi) ci sia stata una sottovalutazione del problema? La storia del granchio blu e della sua evolu-

zione probabilmente non sarebbe risultata sensibilmente diversa; ma quanto meno si sarebbe trovato il tempo per ragionare su come “attutire il colpo” (es. strumenti di sostegno finanziario per le categorie coinvolte, interventi strutturali e organizzati di tutela dei bivalvi).

Peraltro, il mondo del Food italiano, molto più vivace e propositivo di quello di altri mercati dove il granchio era già conosciuto, si è concentrato sugli infiniti usi di questo nuovo prodotto; diventando quasi apripista, pioniere di nuova specialità culinaria. Dun-

Il sindaco Mauro Armelao al Mercato Ittico all’ingrosso vicino alle reti di granchio blu

que, la lesson learned (per usare un termine tanto caro agli americani) è che la sinergia tra scienza, lavoro e politica è l’unica strada per gestire al meglio le sfide attuali e future di un pianeta in continua evoluzione.

Il vero protagonista dell’Estate 2023 è stato lui: il granchio blu. Per mesi sotto l’ombrellone e in città non si è parlato di altro. I bambini in spiaggia, armati di secchiello e retino, lo hanno cercato con entusiasmo. I pescatori e relativo indotto ne hanno maledetto l’azione predatrice. I biologi e il mondo della scienza in generale si sono scatenati nel produrre previsioni di breve e medio termine. Tanti altri, giusto per offrire un riscontro più pragmatico alla questione, lo hanno assaggiato. La bontà delle sue carni rispetto ad altri granchi è questione di palato, pertanto decisamente soggettiva.

Di certo questo crostaceo può essere consumato senza particolari controindicazioni e si presta pertanto ad entrare nelle tavole degli italiani. Di particolare impatto è risultata essere la campagna pubblicitaria che da settimane circola in rete e che riprende la pellicola di Stanley Kubrick “2001: Odissea nello Spazio”. Si tratta di uno spot di 34 secondi che pubblicizza il raviolo al granchio blu “Made in Italy”. Marketing e idee imprenditoriali che si fondono nello slogan: “Era una minaccia, l’abbiamo trasformata in una risorsa”. “L’idea del raviolo è partita da un incontro fortuito con un pescatore locale che mi ha fatto conoscere il granchio blu – racconta Enrico Artusi, imprenditore padovano nel settore della pasta fresca, che aggiunge – i timori iniziali hanno lasciato presto spazio alla consapevolezza di un prodotto locale di grande qualità. Come impresa volevamo contribuire anche noi alla salvaguardia delle specie locali (vongole, cozze, etc.) minacciate dalla voracità del celebre crostaceo e così è nato un prodotto, il raviolo, che sta raccogliendo un grande successo e ci è stato richiesto anche dall’estero e che è composto esclusivamente di eccellenze della filiera italiana come il grano, l’uovo, la ricotta e il limone di Sorrento Igp”. Tradotto con poche parole: l’arte di fare di necessità virtù. (l.r.)

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Il raviolo al granchio blu, come trasformare una minaccia in risorsa
Pesca

Il dibattito. Il Pd boccia la “ricetta” della Regione, sul granchio blu Dolfin (Lega) la promuove

Un problema per il mondo della pesca ma la “soluzione” non convince tutti

Il consigliere regionale Montanariello accusa: “i pescatori si stanno arrangiando da soli”, l’esponente del Carroccio: “Bene “in tutte le salse” ma va conosciuto meglio”

“Basta passerelle e ricette improvvisate della destra. Governo e Regione mettano soldi veri per studiare le giuste soluzioni”. La pensano così i consiglieri regionali Jonatan Montanariello e Vanessa Caimani del Partito Democratico, critici con l’atteggiamento della maggioranza in Regione, ritenuto più mediatico che efficace. “Come avvoltoi, gli esponenti della destra proseguono imperterriti con le loro passerelle piene di retorica ma prive di fatti concreti – sottolineano gli esponenti del PD, che poi aggiungono - nel frattempo spuntano i primi pescatori che hanno scelto di arrangiarsi da soli, costruendo opere di difesa dei vivai dall’assalto del granchio blu”. Non piacciono gli strumenti finanziari pensati dalla Regione, ritenuti non adeguati, e

soprattutto la pressante richiesta di consumo rivolta ai consumatori.

“Inutile parlare di tragedia se poi la Regione si riduce a stanziare la miseria di 80 mila euro e il Governo Meloni mette a disposizione per tutta Italia meno di tre milioni. Senza dimenticare le assurde ricette risolutive buttate a caso. In primo luogo, quella del mettere il granchio sulle tavole dei consumatori: nemmeno se tutti gli italiani lo mangiassero tutti i giorni si risolverebbe il problema. E inoltre una tale quantità pescata porterebbe il prezzo di vendita ad un livello talmente irrisorio da rendere sconveniente la pesca”. Secondo Montanariello e Caimani la strada maestra per arginare il problema è senza dubbio quella di finanziare studi seri da parte di esperti in materia. “Ormai tutti ne parlano;

La tradizionale Festa del Pescatore è l’occasione per la città di Chioggia per rendere omaggio ai lavoratori del mare. Nella Basilica di S. Giacomo – e non come avveniva in passato nella chiesa di san Domenico per l’allestimento della mostra internazionale “The Mistery Man” – a fine luglio il vescovo di Chioggia mons. Giampaolo Dianin ha celebrato la Santa Messa del Pescatore accompagnato dai canti del Coro Popolare Chioggiotto. Alla conclusione del rito religioso sono stati premiati con medaglia d’oro alcuni pescatori professionisti, segnalati dalle cooperative locali, dalla Fondazione della Pesca e dal Consorzio Armatori, che si sono distinti nell’ambito dell’attività lavorativa: Dilvo Cavallarin, Glauco Cavallarin, Elio Dall’Acqua, Paolo Doria, Enrico Lombardo, Moreno Marangon, Marco Perini, Marco Ravagnan, Rudi Renier, Felice Zennaro e un riconoscimento alla memoria di Valter Perini, il

è diventato a tutti gli effetti il tema dell’estate” è il commento di Marco Dolfin, consigliere comunale e regionale della Lega che si è molto impegnato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema e soprattutto sulle ricadute che esso ha sul mondo della pesca.

“Il granchio blu è una vera emergenza per il mondo della pesca e dell’acquacoltura – aggiunge - e forse un domani anche del tu-

rismo. Va detto che fin da subito c’è stata, c’è e ci sarà la massima attenzione da parte degli organi di Governo nazionali, regionali e provinciali; grazie a risorse, studi e non solo. Ovvio che il problema non si risolve se non c’è un lavoro a monte diversificato. Pertanto, bene la gestione enogastronomica con filiera culinaria in tutte le salse, così come la grande distribuzione, l’export in altri paesi e mercati eu-

ropei/extraeuropei”.

“C’è la possibilità di fare semenze e mangimi per il mondo agricolo o della cosmesi – concludeServe conoscerlo bene, studiarlo, per sapere quali sono i suoi punti deboli e poterlo gestire senza avere delle ricadute drammatiche dalla sua presenza, anche ottenendo dei ritorni importanti. Serve inoltre un ritorno economico congruo per i pescatori che hanno a che fare con questo animale alieno non certo autoctono”. Da parte sua, il sindaco Mauro Armelao ringrazia il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che, a inizio agosto, si è recato in visita a Chioggia per fare il punto sull’emergenza del granchio blu. In quell’occasione il ministro ha ribadito l’impegno del Governo che ha stanziato 2milioni e 900 mila euro a favore delle imprese del settore che provvedono alla cattura e allo smaltimento del crostaceo.

cui premio è stato ritirato dalla moglie Sandra Scarpa. Il corteo accompagnato dalla Banda Musicale Cittadina si è successivamente recato al Mercato Ittico dove è stata collocata una targa per commemorare quanti hanno perso la vita in mare, benedetta dal vescovo mons. Dianin che successivamente a bordo del motopeschereccio Superbo ha concluso l’evento con la Benedizione del mare e delle imbarcazioni della flotta clodiense.

“Questo è uno dei momenti che mi stanno più a cuore: l’omaggio della nostra città ai lavoratori del mare. - ha affermato il sindaco di Chioggia Mauro Armelao - Quello della pesca è un mondo duro, un mestiere difficile che ci riporta alle nostre origini più profonde. Il minimo che possiamo fare è rendere onore agli uomini che ogni giorno faticano in mare”. (e.f.)

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La Festa del Pescatore, la città rende omaggio ai lavoratori del mare
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida in visita a Chioggia con il sindaco Armelao

Politica. Marco Dolfin (Lega): la città oggi vista in prospettiva di ciò che vuole diventare

“Chioggia ha recuperato terreno ed è tornata al centro dell’attenzione”

“Siamo sulla strada giusta: siamo balzati agli onori della cronaca per i nostri eventi, per la gastronomia, per la crocieristica. Ritorniamo ad avere un peso politico anche nei tavoli che contano”

“Siamo sulla strada giusta. Chioggia ha finalmente recuperato terreno ed è tornata ad avere l’attenzione che meritava. Molto è stato fatto, anche la strada è ancora lunga”. Sono le parole di Marco Dolfin, consigliere comunale e regionale della Lega, che ha fatto il punto sulla situazione di Chioggia oggi, riflettendo su quello che vuole diventare nel futuro prossimo. Come giudica questi primi anni di mandato della giunta Armelao?

“Le tante novità che la Giunta Armelao, e l’Amministrazione di centrodestra, è riuscita a fare e portare in città hanno permesso di riemergere, di balzare agli onori della cronaca, sia nazionale che estera. Parlo in particolare della crocieristica, non dimenticando i tanti eventi musicali, spettacoli di

vario genere dove la cultura, l’enogastronomia, le sagre e tanto altro hanno permesso alla città di riemergere. Rammento che di noi avevano perso le tracce in Regione, in Città Metropolitana, nelle conferenze, nei tavoli e gruppi di lavoro, su diversi altri ambiti come turismo, pesca, agricoltura, sanità, portualità. Insomma, anche se la strada è ancora lunga, possiamo dire di andare comunque verso la direzione giusta”.

Una realtà come Chioggia vive di continue necessità di miglioramento. Secondo lei, quali temi bisogna affrontare prima di fine mandato?

“I temi che da sempre più ci appartengono e necessitano di sviluppo sono quelli riguardanti lo sviluppo della mobilità, sia essa

interna che esterna. Mi riferisco ai trasporti “gomma e ferro”, oltre che la componente parcheggi. Su quest’ultimo aspetto si sta lavorando per riuscire a breve ad avere lo spostamento dei bus dal parcheggio di Borgo S.Giovanni e il collocamento in zona di Val da Rio, permettendo così di recuperare l’intera l’area ad uso parcheggi “auto“ e consentendo di avviare la famosa ZTL. Per quanto riguarda, invece, la mobilità esterna - intesa come Statale Romea - e Ferroviaci stiamo muovendo a testa bassa senza tanti clamori e soprattutto nei tavoli che contano. A breve potremo tirare le somme, ma va sottolineato che, quando si parla

di Statale Romea, si sta parlando di un tema di portata nazionale”.

Come giudica il rapporto instaurato in Regione con gli altri consiglieri clodiensi (Erika Baldin e Jonathan Montanariello)?

“Lo ritengo positivo; chiaro che i ruoli sono diversi. Io siedo in maggioranza dove tutto deve funzionare; loro in minoranza/opposizione: anche una mosca che vola può diventare tema di dibattito. Ho fatto tanti anni in Consiglio Comunale all’opposizione: è un impegno, un ruolo in cui devi essere sempre pronto ed attento e che forse diverte di più. In Regione tutto è diverso: si rappresentano ben 5 milioni di cittadini veneti e non più i 50 mila

concittadini chioggiotti. Sui temi che riguardano la città ci sarò sempre, e dovessero essere pretestuosi di certo non le mando a dire”. Qual è la più grande soddisfazione che le ha regalato fino ad oggi l’esperienza politica?

“Ci ho sempre “messo la faccia”, cominciando dall’avventura del 2007, la prima volta che mi sono seduto nel Consiglio comunale di Chioggia. L’apice è stato nel 2020, con le elezioni regionali del Veneto. Sono riuscito a portare a casa il seggio; cosa che nel 2015 non mi era riuscita da primo dei non eletti. Vedere certe questioni risolte, avere posto all’attenzione dell’opinione pubblica certi temi, problemi, leggi e constatare come poi arrivino i risultati ti fa capire che il lavoro fatto e il tempo impegnato sono stati spesi bene, per una giusta causa; ripaga del tanto lavoro e sacrificio. La politica per me è una grande passione, e tale rimarrà sempre”.

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Marco Dolfin
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Politica. Energia Civica sollecita il sindaco a due anni dal suo insediamento

“Per disegnare la Chioggia del futuro bisogna liberarsi dalla politica del quotidiano”

Il dibattito politico locale, copioso e animato da mesi, è per forza di cose influenzato anche da logiche di partito. Per non fare svanire l’attenzione su temi e soprattutto obiettivi che interessano Chioggia e i suoi cittadini, abbiamo fatto una chiacchierata con chi in consiglio comunale rappresenta la “corrente civica”, in particolare Roberto Rossi e Maria Rosa Boscolo Chio di Energia Civica. Si inizia con il tema della sostenibilità ambientale, cavallo di battaglia della campagna elettorale di Rossi e dell’intero gruppo che lo sostiene.

“In tema di cambiamenti climatici, - risponde Roberto Rossi - ogni piccola realtà può fare la propria parte, può adottare misure per il contenimento dei consumi energetici e promuovere nei confronti della propria comunità di riferimento, iniziative concrete per un serio approccio culturale al problema della sostenibilità ambientale (pannelli solari, PUMS – Piani urbani per la mobilità sostenibile, accesso democratico alla produzione e consumo di energia). Ci sono tante cose che una pubblica amministrazione attenta può fare, ci permettiamo di dire che a distanza di due anni dal suo insediamento, al di là di piccoli ed estemporanei interventi, non ci sembra di cogliere azioni significative in questa direzione”.

Chiediamo quindi quanto il peso della politica influenzi le decisioni a dispetto di iniziative e proposte di natura civica.

“Abbiamo potuto costatare

come la tanto decantata filiera politica (Comune, Regione e Governo) – è la risposta - non abbia ottenuto i grandi risultati proclamati in campagna elettorale, solo qualche piccolo risultato per qualche specifica categoria economica ma nulla di più. Noi ci eravamo proposti in campagna elettorale e lo abbiamo confermato nel Consiglio di insediamento dell’attuale maggioranza, che il nostro approccio era privo di schemi mentali di appartenenza e abbiamo ribadito che la nostra azione politica era incentrata solo ed esclusivamente per ragionare sulla Chioggia del futuro”.

La ricetta giusta per dare una vera svolta, nelle parole di Rossi e Boscolo, è quella del focalizzare l’attenzione sui grandi temi che interessano il territorio e che possono avere effetti nei decenni a venire.

“Quale Chioggia vogliamo sia rappresentata fra dieci o vent’anni? Questa è la risposta alla tanto abusata richiesta di amare la propria città, e per farlo bisogna libe-

Roberto Rossi e Maria Rosa Boscolo Chio: “Bisogna avere il coraggio di affrontare le grandi questioni che tengono ingessata la crescita della nostra città, pensando un po’ più in grande, non solo in termini di merchandising”

rarsi da lacci e laccioli che limitano l’agire politico quotidiano, bisogna avere il coraggio di affrontare le grandi questioni che tengono ingessata la crescita della nostra città. Bisogna uscire dalla gestione ordinaria e dell’emergenza continua che restringe l’ambito operativo di qualsiasi amministrazione e cominciare a pensare un po’ più in grande, (non solo in termini di merchandising). Pensavamo di poter costruire e lavorare con l’amministrazione su alcune scelte importanti ma come dice il proverbio per sposarsi bisogna essere in due e ci siamo scontrati con la logica di appartenenza che attanaglia tutti i partiti. Questo non significa che noi siamo contro i partiti, sono uno fra i corpi intermedi della società più importanti, però questo non deve precludere la possibilità di fare ragionamenti seri con coloro i quali hanno posizioni diverse. La politica, quella seria, è fatta per trovare i giusti equilibri non per escludere a priori questa possibilità”.

Premiate le nove “stelle” della musica e della radio degli anni ’80 e ‘90

Le eccellenze della musica e della radio degli anni ‘80 e primi ’90 sono stati i protagonisti de “La Notte delle Stelle”, un evento organizzato da Franco Nardo e Hp Eventi con il patrocinio del Comune di Chioggia, in collaborazione con Confesercenti e Radio BCS, giunto alla 9a edizione. Nella scenografica e suggestiva cornice di piazzetta Vigo a fine agosto musica e danza con le coreografie di Gianluca Frezzato, le performance di Stardust e della cantante Ginga hanno accompagnato le premiazioni di nove “stelle” che hanno segnato la vita musicale e radiofonica del terri-

torio clodiense, ma che hanno raggiunto anche una certa notorietà nel mondo dello spettacolo nazionale e internazionale: il cantante George Aaron star degli anni ’80; il dj e produttore Piero

Fidelfatti; Pierangelo Zaramella e Adolfo Tiozzo che hanno fatto divertire e sognare migliaia di persone nel club Cichito, Ocean e Hijack; Gino Levantaci fondatore di Radio BCS;

il ballerino e coreografo Gianluca Frezzato che ha collaborato con artisti di fama mondiale; Raffaele Todesco produttore, compositore e cantante dell’italo disco-dance; Made che hanno fatto ballare con la loro musica i club italiani; lo speaker radiofonico e dj Marco Gally; Mirko Righetto per aver creato la colonna sonora dei maggior eventi in Veneto dagli anni ’80 ad oggi. (e.f.)

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Luca Rapacciuolo Roberto Rossi
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Lutto. Il ricordo del direttore di Arteven, scomparso a soli 61

anni

Pierluca Donin, un fuoriclasse della cultura

Passione, competenza e amore per il teatro, per la cultura a 360 gradi e per la sua Chioggia: rappresentanti delle istituzioni, personalità dello spettacolo e semplici cittadini gli rendono omaggio

Passione e competenza e la capacità di far avvicinare al teatro ogni genere di pubblico, dai più piccoli ai più grandi.

Una grande folla era presente il 22 agosto scorso nella Cattedrale di Chioggia per salutare Pierluca Donin, attore, regista, produttore ed anche assessore, scomparso dopo breve malattia a 61 anni. Il vescovo di Chioggia Giampaolo Dianin rievocando il percorso professionale di Donin - dagli studi giovanili alla direzione di Arteven, circuito teatrale che ha portato grazie a lui grandi nomi dello spettacolo anche nei piccoli centri, alla presidenza di Arti, associazione delle reti teatrale italiane - ha evidenziato come la sua morte sia avvenuta nel pieno della maturità, quando si sta per raccogliere i frutti di un lungo lavoro. Presenti alla celebrazione molti rappresentanti dell’amministrazione comunale - il sindaco Mauro Armelao, assessori e consiglieri - che aveva dichiarato il lutto cittadino, ed anche della Regione Veneto, con il labaro listato a lutto, con gli assessori Corazzari, Lanzarin, Donazzan e Calzavara e in rappresentanza della città di Venezia la consigliera Giorgia Pea.

Stagioni teatrali in ogni città della regione - a Chioggia “Acqua Alta” poi diventato “Acque Altre” riscuotendo sempre un grande successo al teatro don Bosco - il progetto “Un palco per la scuola” per avvicinare al teatro gli studenti di ogni ordine di scuola, le “Favole dal ponte” raccontate nella suggestiva cornice del ponte di Vigo a Chioggia, e la rappresentazione delle “Baruffe in calle” suggestivo itinerario tra calli e campielli che ha sempre registrato il tutto esaurito nelle 25 edizioni, portano l’impronta di Pierluca Donin.

Un “fuoriclasse della cultura” lo ha definito Giancarlo Marinelli, direttore artistico di Arteven, che non sbagliava alcuna scelta anche con nuove compagnie ed è riuscito a risvegliare la passione per l’attività teatrale. Il cordoglio alla moglie Moira e alla figlia Virginia è stato espresso anche dal governatore Luca Zaia: “La scomparsa di Donin lascia un profondo vuoto nella cultura del Veneto”.

Il sindaco di Chioggia Mauro Armelao avrebbe voluto coinvolgere Donin nella futura riapertura del teatro Astra e dell’arena Duse a Sottomarina. “Arrivederci Pierlu-

ca. Continua a tifare per Chioggia e sostienimi da lassù”.

“Solo alcuni mesi fa abbiamo parlato a lungo con Pierluca riguardo il possibile utilizzo del teatro Astra, dell’Arena, del Palazzo Granaio, - è il ricordo che Roberto Rossi e Maria Rosa Boscolo di Energia Civica conservano di Pierluca Donin - di quali possibili integrazioni tra queste importanti strutture nell’ottica di un’offerta

di eventi diversificati. E’ stato un colloquio davvero istruttivo, ci ha prospettato diverse ipotesi di lavoro e abbiamo riscontrato in lui un grande amore per Chioggia e per l’arte in generale, per i grandi e piccoli eventi che nelle diverse forme “impegnate” o “leggere” riescono a coinvolgere giovani e meno giovani e contribuiscono a realizzare una cultura diffusa a 360 gradi. Il nostro dovere oggi è ricordarlo recuperando le sue idee, la sua competenza e soprattutto la sua generosità”.

Lo sportello che aiuta le famiglie a migliorare il proprio benessere

“Sportello Famiglia” presenta con un book le proprie iniziative il 23 settembre prossimo all’Auditorium comunale san Nicolò a Chioggia. Questo servizio sociale è attivo a Chioggia già da alcuni mesi realizzando una sussidiarietà pubblico-privato per permettere alle famiglie

in difficoltà di migliorare il proprio benessere svolgendo momenti di incontro, ascolto, accoglienza, orientamento, accesso alle informazioni e servizi, promozioni delle reti territoriali e così divenire un osservatorio delle dinamiche territoriali di welfare.

Il book illustra la nascita dello “Sportello Famiglia” - che fa parte delle attività promosse dal Centro di Solidarietà “Anna Dupuis” - e quanto ogni giorno viene realizzato. La sede è in calle Scopici 97, aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 12.00 (mail: cdssportellofamiglia@gmail.com, cell. 331 1263760, pagina Facebook Sportello Famiglia) e ha quale referente Paola Dal Gesso.

In occasione dell’evento di sabato 23 settembre verrà anche rappresentata la commedia “Quattro ciacole in cale”, interpretata dalla compagnia teatrale amatoriale “Puochi ma Boni”.

Guidato da Moreno Marcon, il Centro di Solidarietà “Anna Dupuis” presente a Chioggia dal 1985 aiuta le giovani coppie, anziani con pensione minima, coppie separate, persone senza dimora, senza lavoro, disabili, nomadi, giostrai. (e.f.)

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Cultura
Pierluca Donin Eugenio Ferrarese e Luca Rapaccoiuolo

Manifestazioni. Tre giorni in onore del Capitano a cui la città di Chioggia è molto legata

7Mari dedicato al “Comandante” Todaro

Una flotta di oltre 100 imbarcazioni ha salutato l’arrivo nel porto di Chioggia del sottomarino della Marina Militare “Romeo Romei”, approdato lo scorso 2 settembre, messo a disposizione per l’evento 7Mari quest’anno dedicato al Centenario dell’ingresso in Accademia Navale dell’eroe, Medaglia d’Oro al Valor Militare, Capitano di Corvetta Salvatore Todaro.

Il film “Comandante” che ha inaugurato l’80a Mostra del Cinema di Venezia con protagonista Pierfrancesco Favino racconta proprio le vicende di questa leggendaria figura della Seconda Guerra Mondiale. Nella sede Anmi (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) di Chioggia è stata anche inaugurata la prima mostra personale di modellismo statico allestita da Michele Padoan, premiato a livello nazionale e internazionale per le sue realizzazioni. Inoltre è stata organizzata una gara velica intitolata a Salvatore Todaro grazie alla collaborazione del Circolo Nautico presieduto da Corrado Perini.

Originario di Messina, nato nel 1908 da padre sottufficiale dell’esercito, veneto di origine e tradizioni, Todaro trascorse tutta la sua giovinezza a Chioggia fino al suo ingresso in Accademia navale di Livorno il 9 novembre 1923, quale allievo di vascello nella prima classe.

I pescatori chioggiotti gli hanno insegnato ad andar per mare rispettandolo, ma soprattutto la solidarietà della gente di mare che unisce tutti dove l’uomo forte è capace di tendere la mano al debole.

Lo scorso 3 settembre alla presenza dell’Ammiraglio di Divisione Andrea Petroni è stata celebrata dal parroco don Michele Mariotto la santa messa nella chiesa S. Martino a Sottomarina, parrocchia dove il giovane Todaro aveva sviluppato la sua fede cristiana e la vocazione del mare grazie al parroco di allora don Umberto Voltolina. Successivamente i numerosi i rappresentanti dell’Associazione Marinai d’Italia provenienti dal Triveneto con la presenza dell’Assoarma e delle autorità cittadine, dopo che l’ammiraglio Petroni ha rievocato la figura storica ed etica dell’eroico comandante, si sono recati nella vicina piazzetta Todaro per la posa di una corona d’allora e una targa a lui dedicata.

Il 4 settembre a palazzo Grassi si è svolta una tavola rotonda coordinata dal comandante Oscar Nalesso, presidente del Gruppo Anmi di Chioggia, con gli interventi del Capitano di Vascello Manuel Minuto, comandante della Flottiglia Sommergibili, che ha tenuto una appassionata rievocazione storica sul comandante Todaro e sui sommergibilisti della seconda Guerra Mondiale, del produttore del film “Comandante” Pierpaolo Verga che ha raccontato com’è nata l’idea e il percorso tecnico per realizzare la pellicola presentata alla mostra internazionale di Venezia e dello

scrittore toscano Gianni Bianchi che ha raccontato in più libri le valorose vicende di Salvatore Todaro.

Luciana e Mara Marcon, fi-

glie di Vittorio, attendente del Comandante Todaro hanno rievocato tratti della vita vissuta dal padre accanto all’eroico comandante. Il capitano Antonio

Revedin, Dirigente Pianificazione Strategica e Sviluppo Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Porti di Venezia e Chioggia, portando i saluti del presidente dott. Fulvio di Blasio ha anche ricordato che lo zio era divenuto comandante del sommergibile “Cappellini” successivamente a Todaro nella base di Bordeaux. Nei tre giorni dell’evento 7Mari vi è stata una intensa affluenza di persone per la visita del sommergibile Romeo Romei dove hanno trovato un equipaggio comprensivo e disponibile sino a tarda ora. Eugenio Ferrarese

“Murodicalle

-PersiperChioggia”, quattro itinerari nel tempo e nella storia

Girare e perdersi per le calli di Chioggia percorrendo quattro itinerari accompagnati dai suggerimenti fotografici di Fabio Persi e dai commenti poetici di Cristina Boscolo Nale.

36 calli del centro storico sono state coinvolte in questi percorsi che fanno risaltare gli elementi architettonici in un tour spazio-percettivo dove il dettaglio diviene un elemento scenografico.

“Murodicalle -PersiperChioggia” consente di scegliere quattro camminate di 15 minuti ciascuna lungo le calli alla ricerca dei pannelli formato 20x40 cm a cui si aggiungono delle immagini più grandi sul muro del Centro parrocchiale di S.Giacomo. L’iniziativa, promossa fino al 31 agosto scorso dalla Fondazione Clodiense con la collaborazione della città di Chioggia e il sostegno della Banca Patavina, è una sperimentazione artistica che mette in evidenza i particolari, gli scorci più caratteristici esaltandone i colori, i materiali, le geometrie nascoste. Occorre camminare con uno sguardo curioso assaporando la città pezzo per pezzo, appassionandosi al centro storico che cattura l’attenzione del turista in un breve viaggio - si tratta di una camminata di un’oretta o poco più - nel tempo e nella storia. (e.f.)

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Eventi

Mostra del Cinema, al Lido numeri da record... anche senza americani

L’80esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si chiude con un Leone d’Oro annunciato, tanti bei film, molto glamour e qualche polemica. Insomma, tutti gli ingredienti per un festival perfettamente riuscito.

Cominciamo dai film che, se si parla di un festival cinematografico, dovrebbero essere la cosa più importante. “Poor Things” di Yorgos Lanthimos ha vinto meritatamente il Leone d’oro: pubblica e critica concordi nel ritenerlo una spanna sopra tutti i film in concorso. Un concorso che ha parlato molto italiano, con addirittura sei film italiani. Un po’ troppi? Forse, però va detto che “Io Capitano” di Matteo Garrone (vincitore del Leone d’Argento e del Premio Marcello Mastroianni) è uno di quei film destinati a durare. Un film splendido e struggente, capace di affrontare un tema delicatissimo come quello dei flussi migratori senza ideologie, lezioncine o paternalismi. E l’ovazione di un quarto d’ora tributata dal pubblico a Garrone e al cast del film è la prova provata che siamo di fronte a grande Cinema. Da sottolineare come anche Agnieszka Holland, con il suo “The Green Border”, abbia fatto una scelta simile a quella di Garrone: ha lasciato da parte l’ideologia per raccontare una storia (corale nel suo caso), spostando l’attenzione su altre latitudini. Se, infatti, “Io Capitano” racconta il viaggio che affronta chi dal Senegal cerca di arrivare in Europa, “The Green Border” invece ci mostra il dramma di chi è costretto a vivere nei boschi tra Bielorussia e Polonia. Anche nel caso di Holland al termine della proiezione la Sala Grande è esplosa in un boato. Tra i film italiani in concorso interessanti anche “Enea” di Pietro Castellitto, “Comandante” di Edoardo De Angelis e “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo.

Ma veniamo alle polemiche. Iniziamo con i pochissimi attori americani sul red carpet a causa dello sciopero di sceneggiatori e attori a stelle strisce contro i grandi studios. Va detto che al pubblico la cosa sembra non aver pesato dato che la Mostra 2023 ha registrato numeri re-

cord: più biglietti venduti (+14% rispetto al 2022), più accessi in sala (+17% rispetto al 2022) e più accrediti (+9% rispetto al 2022).

Pierfrancesco Favino, invece, ha aperto un fronte polemico con le produzioni USA colpevoli di utilizzare sempre e solo attori stranieri per raccontare storie italiane. Il riferimento è ovviamente a “Ferrari” di Michael Mann, film peraltro molto deludente. Le parole di Favino, che in realtà ha allargato il discorso parlando di appropriazione culturale dato che noi italiani lasciamo che la nostra storia e la nostra cultura vengano raccontate sempre e solo attraverso il filtro USA, hanno scatenato reazioni di ogni tipo. C’è chi ha accusato Favino di essere troppo nazionalista, chi gli ha risposto che il problema è dell’Italia che non riesce a creare un suo star system, chi ha invece ribadito la polemica sostenendolo.

Altra polemica, questa volta scatenata dal rapper Gue Pequeno, è stata quella relativa al red carpet. A sentire il musicista milanese il red carpet del Lido è stato invaso tra troppi “vip per caso”: YouTuber, TikToker, personaggi tv, protagonisti di reality… tutta gente che con il cinema non ha nulla a che fare. La polemica ha lasciato un po’ il tempo che

ha trovato dato che alla fin fine il red carpet, a Venezia come a Cannes, è da sempre il luogo in cui si celebra la fiera delle vanità. Con buona pace di Gue Pequeno.

C’è stato anche tanto Veneto a questa Mostra del Cinema, con una serie di iniziative importanti. È stata presentato il nuovo CDA della Veneto Film Commission, ma anche la prima mondiale della versione cinematografica di Casanova Operapop, il musical di Red Canzian tratto da “Giacomo Casanova - La ballata dei cuori infranti” dello scrittore Matteo Strukul. Segnaliamo anche la nuova docu-serie Sky, realizzata dalla casa di produzione Padova Stories di Alessandro Pittoni, che racconta la storia di Enrico Vandelli, lo storico avvocato di Felice Maniero.

Ora non ci resta che aspettare Venezia81 , con la certezza che la Biennale avrà un nuovo Presidente (i bene informati parlano di Pierangelo Buttafuoco) e la Biennale Cinema un nuovo direttore (sempre gli stessi bene informati parlano di Luca Barbareschi). Stiamo a vedere cosa succederà, noi saremo di nuovo sul red carpet per raccontarvi il festival cinematografico più antico e più bello del mondo.

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L’evento. “Poor Things” di Yorgos Lanthimos ha vinto il rinomato Leone d’oro
L’80esima edizione ha regalato grandi film, tanto glamour, polemiche e numeri eccezionali

Economia. Arrivano dati davvero promettenti dopo gli anni della pandemia

Calzaturiero a gonfie vele, prende quota il Distretto della Riviera del Brenta

Il settore della calzatura in Riviera del Brenta corre. E gli affari nelle scorse settimane sono fioccati anche alla mostra Micam di Milano, il momento più importante d’incontro e confronto tra professionisti. Una vetrina per un distretto a vocazione internazionale come le calzature del Brenta, forte di oltre 480 aziende delle province di Padova e Venezia e 10mila addetti, che nel 2022 hanno prodotto 19,9 milioni di paia di scarpe (il 93% destinato all’export), per un fatturato di oltre 2 miliardi di euro. Alla mostra di Milano è stato allestito un info point sul Distretto Calzaturiero del Brenta al Padiglione 1 di Fieramilano, nell’area promozionale delle Regioni, vicino allo stand Assocalzaturifici. Attrezzato con un megaschermo per la proiezione di video storytelling, decorato con gigantografie evocative di Venezia, ha ospitato anche quattro teche espositive, con una selezione di modelli

realizzati dagli allievi diplomati al Politecnico Calzaturiero nel 2023. In contemporanea nelle scorse settimane la Riviera del Brenta ha ospitato 11 fashion influencer. I fashion influencer provenienti da Germania, Belgio e Kazakistan si sono trasferiti dal Micam a Vigonza per visitare il Consorzio Maestri Calzaturieri, il Politecnico e il Mu-

I dati al primo semestre del 2023 presentano una crescita del 21,8% del volume dell’export del calzaturiero (+59,4% sul 2021)

seo della Calzatura Villa Foscarini Rossi a Strà. Gli influencer hanno visitato anche le aziende del territorio e il centro storico di Venezia con un percorso sulle tracce dei Calegheri, la Confraternita che diede inizio all’arte calzaturiera nel XIII

secolo. “Le due iniziative nell’ambito di Micam sono rivolte soprattutto agli operatori internazionali del settore - dichiara Daniele Salmaso, presidente Gruppo Calzatura di Confindustria Veneto Est - che potranno toccare con mano il percorso fatto di tradizione e in-

Cisl raccoglie firme per la legge sulla partecipazione al lavoro

È partita a settembre dal mercato di Mestre la campagna di raccolta firme di Cisl Venezia a sostegno della proposta di legge d’iniziativa popolare “Partecipazione al lavoro”. Nelle scorse settimane sono stati aperti tre punti (nelle sedi di Mestre, San Donà di Piave e Chioggia) dove sottoscrivere il documento da qui al prossimo novembre. L’organizzazione sindacale scende in piazza in tutta la provincia. Serve raccogliere 50 mila firme e nel prossimo mese e mezzo saranno allestiti dei banchetti nei mercati del veneziano. “La nostra Costituzione, all’articolo 46, prevede che, per una economia giusta - rileva il segretario di Cisl Venezia Michele Zanocco - ci sia il diritto dei lavoratori a contribuire allo sviluppo e alla gestione delle aziende. Questo strumento, mai attivato nel tempo, diventa fondamentale in questo momento dove la finanza

e la speculazione globale rischiano di condizionare sia il mondo del lavoro che le scelte della politica, sempre più schiacciata nelle sue scelte nazionali e locali intervenendo sui destini delle persone. Per questo, la Cisl ritiene fondamentale promuovere una legge che guardi con attenzione al tema della democrazia economica e consenta ai lavoratori di poter agire in un processo di partecipazione con rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione, finanziaria ed economica anche attraverso l’azionariato dei dipendenti”. In totale, gli appuntamenti di raccolta firme nei mercati della provincia saranno 28, sempre dalle 9 alle 13, e si andrà sino ai primi di novembre. Si può firmare comunque anche nelle sedi Cisl di via Ca’ Marcello 10 a Mestre, di via Calnova 68 a San Donà di Piave e via Cesare Battisti 328 a Chioggia.

novazione della calzatura di lusso del Brenta”.“Anche quest’anno Camera di Commercio di Venezia Rovigo mette a disposizione 25.000 euro per il Distretto Calzaturiero nell’ambito del “Programma Interventi di Promozione Economica ed Internazionalizzazione2023” della

Regione - dichiara il segretario generale della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, Emanuela Fattorel. Ciò che più premia il sistema economico locale è l’impegno congiunto delle categorie economiche e delle istituzioni a fianco delle imprese, soprattutto sul fronte dell’internazionalizzazione, che la riforma del sistema camerale ha annoverato tra i temi prioritari a cui vincolare la spesa delle risorse aggiuntive provenienti dall’aumento del 20% del diritto annuo, specificamente autorizzato dal Mise. Il comparto calzaturiero, nel territorio della Città Metropolitana di Venezia, conferma i buoni risultati del 2022: i dati al primo semestre del 2023 presentano una crescita del 21,8% del volume dell’export del calzaturiero (+59,4% sul 2021), con un aumento delle esportazioni verso i mercati tradizionali di Francia (+29,4%) e Germania (+16%)”. Insomma il comparto vola.

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La sede della Cisl a Mestre Produzioni di calzature in Riviera del Brenta

Eventi. Per l’occasione il 21 ottobre La Fenice riporta in scena “Dal Rigoletto” di Giuseppe Verdi

Grandi festeggiamenti per i 110 anni del Teatro Toniolo di Mestre

Il Teatro Toniolo spegne 110 candeline: l’apertura risale infatti al 30 agosto 1913, dopo un anno di lavori sotto la guida dell’architetto Giorgio Francesconi e su progetto dei fratelli Domenico, Marco e Giovanni Toniolo, imprenditori edili veneziani.

Per celebrare la nascita e la storia del teatro, il Comune di Venezia ha messo in piedi una serie di iniziative.

In particolare, il 30 agosto è stato svelato l’annullo filatelico che Poste Italiane ha dedicato alla ricorrenza, su una cartolina rievocativa creata per l’occasione che riproduce a sua volta una cartolina del 1916, proveniente dall’Archivio di Carlo Montanaro, con i saluti da Mestre sullo sfondo di un Toniolo con la duplice caratterizzazione di teatro e di cinema.

Il cuore dei festeggiamenti però si preannuncia per sabato 21 ottobre: per l’occasione il centro di Mestre compie un tuffo nel passato immergendosi nelle atmosfere dei primi del Novecento, tra cui la giornata di apertura del 1913, che verrà vissuta in tutto e per tutto anche sul palco grazie al Teatro La Fenice, che riporta in scena “Dal Rigoletto” di Giuseppe Verdi con una selezione di brani dall’opera a 110 anni dall’apertura del Teatro Toniolo, e con le scenografie realizzate in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Tra gli interpreti, Armando Gabba (Rigoletto), Giulio Pelligra (il

duca di Mantova) e Lucrezia Drei (Gilda). Il direttore è Marco Paladin, Orchestra del Teatro La Fenice.

“Mestre è stata all’esordio della carriera del grande musicista che conosceva il territorio e la nostra città. Sarà quindi un onore per i nostri musicisti portare sul palcoscenico mestrino ancora una volta la sua musica” ha commentato il sovrintendente del Teatro La Fenice, Fortunato Ortombina.

Il concerto sarà anticipato da una memoria storica che riporterà il centro di Mestre al lontano 1912: tra le 16.30 e le 18.30 Piazza Ferretto sarà infatti animata dalle rievocazioni di scene di vita dell’epoca, un mercato dei mestieri antichi e tradizionali, oltre che dall’intrattenimento per grandi e piccini con il Teatro dei Burattini, cantastorie, gruppi di musiche e danze popolari, comici di strada, acrobati, e la Fanfara del Regio Esercito. Gli artisti si esibiranno a rotazione spostandosi in diversi posti all’interno dell’area

Il concerto de La Fenice sarà anticipato da una memoria storica che riporterà il centro cittadino nel lontano 1912, quando sono iniziati i lavori per costruire il teatro

scenica, in modo da dar vita a una sorta di flash mob dinamico.

“Un anniversario per raccontare la storia di questo Teatro, sempre con una visione contemporanea, rivolta in particolare ai giovani, che cerchiamo di coinvolgere nelle iniziative che continuiamo a programmare. Come, ad esempio, le iniziative del Teatro La Fenice nelle scuole e l’accordo “Venezia Città Campus” firmato con le università e le istituzioni culturali per permettere a chi studia a Venezia di coltivare le proprie passioni e di poter intraprendere percorsi lavorativi – ha commentato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro – Essere attrattivi è la vera scommessa, siamo una grande Città Metropolitana, Stato da Mar e Stato da Tera ed è da momenti come questi che dobbiamo rileggere la nostra storia, ripartire dalle nostre radici per costruire insieme e in modo trasversale il futuro.”

Cinema indipendente. Il tema delle “consumazioni” al centro della IX edizione di “Laguna Sud”

Il cinema indipendente è tornato a Chioggia con la IX edizione di “Laguna Sud - Il cinema fuori dal Palazzo”, nato nel 2015 come progetto speciale delle Giornate degli Autori alla Mostra d’arte cinematografica, ideato e diretto da Andrea Segre e Giorgio Gosetti. Dal 18 al 23 agosto scorso si è svolto un laboratorio pratico di cinema del reale coinvolgendo una selezione di giovani registi, coordinati dai formatori di ZaLab con la supervisione del regista Segre, che hanno realizzato dei cortometraggi sul tema “Consumazioni”: cosa stiamo consumando, perché, come? Le calli e i canali di Chioggia si stanno riempiendo di coc-

ktail bar, spritz, cicchetti, lounge, aperitivi… facendo girare l’economia, riempiendo di gente il centro storico, cambiando la vita in un mix di tradizione e modernità.

“Il linguaggio cinematografico - ha affermato l’assessore alla cultura di Chioggia Elena Zennaro - può aiutare a trasmettere dei messaggi e stimolare il dibattito.

La formula del laboratorio è molto interessante e può aiutare le persone a crearsi una coscienza. Abbiamo ritenuto anche quest’anno di sostenere l’iniziativa del “cinema fuori palazzo’ perché lo riteniamo un significativo momento culturale della nostra città”.

Le cinque serate di cinema - in

una doppia proiezione a palazzo Grassi e all’Auditorium comunale - hanno permesso ai numerosi appassionati di assistere alla presentazione dei film “Alcarràs” di Carla Simon, “Margini” di Niccolò Falsetti, “Dirty difficult dangerous” di Wissam Charaf, “Marx può aspettare” di Marco Bellocchio, “Trieste è bella di notte” di Matteo Calore; Stefano Collizzole e Andrea Segre e dei cortometraggi del laboratorio.

“Laguna Sud - Il cinema fuori dal Palazzo” è realizzato da ZaLab, Pro Loco Chioggia Sottomarina, Fondazione Clodiense con il patrocinio e contributo del comune di Chioggia. (e.f.)

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Pallavolo.

Una conferma ai Campionati europei di settembre

La bella impresa di Eleonora Fersino, protagonista del volley azzurro

Rappresenta il volto bello dello sport a Chioggia, 23 anni, grinta da vendere, e già un palmares di tutto rispetto: un Campionato italiano, una Coppa Italia, due supercoppe italiane e un Campionato mondiale per club

Il volto bello e vincente dello sport a Chioggia è quello di Eleonora Fersino, libero della nazionale italiana di pallavolo e dell’Agil Volley Novara. Classe 2000 (23 anni) e grinta da vendere, Eleonora anche agli Europei di inizio settembre ha offerto buone prestazioni in difesa e ricezione.

Anche se le ragazze del volley azzurro avevano abituato a risultati eccellenti e nella kermesse continentale non sono andate oltre il quarto posto, c’è da scommettere che mister Mazzanti punterà forte anche in futuro sul talento clodiense. Nonostante la giovane età per un ruolo davvero delicato nella pallavolo, la Fersino è, numeri alla mano, già da anni tra i mi-

gliori liberi in circolazione.

Conosciamo meglio allora il suo percorso sportivo. Eleonora cresce sportivamente nelle giovanili del Volley Clodia, per trasferirsi poi a quattordici anni al Pool Piave di Noventa di Piave.

Nei primi quattro anni trascorsi sportivamente fuori da Chioggia l’atleta cambia ruolo, da schiacciatrice a libero.

La svolta arriva a 18 anni, con l’Imoco Volley Conegliano che la inserisce nella rosa di serie

A1 del campionato 2018-2019.

La crescita giocando tra le fila della migliore squadra nazionale e con compagne di caratura mondiale è costante e determinante.

“Vincere aiuta a vincere” (a

Cavalli Marini Camp, una tre giorni di sport e amicizia

Cavalli Marini Camp: tre giorni di camminate, corse, trail in montagna condividendo esperienze e momenti di svago. Dall’1 al 3 settembre scorso una trentina di soci dell’Associazione Sportiva Marathon Cavalli Marini di Chioggia si sono trasferiti a Lorenzago di Cadore ospiti della Casa Alpina “Genzianella Marina” accolti dal sindaco della cittadina alpina con uno scambio di doni con il sindaco di Chioggia rappresentato da Achille Penzo, presidente del gruppo sportivo chioggiotto.

Il coach Carlo Briatore fin dal

primo giorno ha messo alla prova gli atleti con un bellissimo giro fatto di saliscendi al “Parco dei Sogni”. Sono state effettuate anche escursioni, guidati dal socio ed esperto Romano Boscolo Camiletto, lungo il lago di Domegge e Forra dei Romotoi, dove ha camminato Papa Giovanni Paolo II che aveva scelto proprio Lorenzago di Cadore per le vacanze estive.

L’ultimo giorno, accolti dal responsabile della pista di Atletica Leggera di Domegge di Cadore, è stato dedicato ad un test e all’alle-

namento finale.

Il gruppo sportivo Cavalli Marini ringrazia Antonio, Elisa e Rosa, gestori della casa “Genzianella Marina”, che hanno contribuito a rendere assai piacevole questa nuova esperienza di sport e amicizia.

E con il periodo autunnale riprendono le partecipazioni alle competizioni podistiche con numerosi atleti dell’ASD Marathon Cavalli Marini che saranno presenti alla Mezza Maratona di Treviso, alla Maratona di Venezia e a quella di Firenze. (e.f.)

Conegliano ne sanno qualcosa) soprattutto perché permette di costruire la mentalità per stare tra i migliori, insegna la cultura del sacrificio. Eleonora prosegue il proprio percorso a Bergamo per l’anno 2020-2021, per passare poi nel campionato successivo all’Agil Volley (Novara).

A dispetto della sua età la pallavolista clodiense vanta già un palmares di tutto rispetto: un Campionato italiano (20182019), una Coppa Italia (20192020), due supercoppe italiane (2018 e 2019) e un Campionato mondiale per club (2019).

C’è da scommettere che di lei parleremo ancora molto in futuro, in bocca al lupo Eleonora!

26 www.lapiazzaweb.it Sport
A fianco Eleonora Fersino

#Regione

Migranti.

“Il Veneto sta facendo la sua parte ma l’Europa è distante e assente”

Sotto pressione ancora una volta i sindaci e i prefetti alle prese con la gestione degli arrivi ancora numerosi e le inevitabili tensioni sul territorio

Con l’arrivo dell’autunno non si parlerà più di emergenza migranti, almeno non nei termini usati in queste ultime settimane. La questione, però, resta più aperta che mai e gli sbarchi, dopo la fisiologica flessione invernale, riprenderanno la prossima primavera e di nuovo si tornerà ad usare il termine emergenza. Sotto pressione, ancora una volta, i sindaci e i prefetti, alle prese con la gestione degli arrivi e le tensioni che inevitabilmente si creano. L’accoglienza diffusa è indicata come la via maestra ma le difficoltà non mancano. Nei mesi scorsi il presidente del Veneto Luca Zaia aveva proposto una cabina di regia con gli enti locali per sperimentare forme di accoglienza diffusa. A caldo, complici le numerose tensioni, questa

proposta non fu raccolta. Guardando però al futuro dei prossimi mesi una strategia condivisa è ormai irrinunciabile anche se di difficile realizzazione.

Zaia intanto tende la mano ai sindaci.

“Sono i sindaci che hanno conoscenza dei propri territori - mette in chiaroe sanno quale è il livello di ospitalità che possono garantire o hanno garantito. Non dimentichiamo che il Veneto ha dato ospitalità e un progetto di vita a oltre 550 mila migranti, che si sono insediati e integrati e rappresentano il 12 per cento popolazione regionale”.

Zaia continua sottolineando che “i sindaci stanno facendo la loro parte ma non possiamo continuare a chiamarli all’appello, pensando che si possa ospitare all’infinto. Al di là della sostenibili-

tà, serve dignità nell’ospitalità. Ma c’è anche una comunità che sta cambiano pian piano fisionomia e che avrà bisogno di modificare i propri modelli educativi, di servizi dell’educazione. Di questo nessuno parla”. Intanto resta sul piatto la necessità di dare una risposta di fronte all’emergenza. “Con questi numeri la situazione è insostenibile e l’Europa è latitante, - aggiunge il presidente del Veneto - è il convitato di pietra. Ma a voi sembra normale che l’Europa percepisca Lampedusa come il confine italiano, quando è lo stesso migrante che arriva a Lampedusa a pensare di essere in Europa. Ma l’Europa non c’è. Andate a chiedere in Ue che fine ha fatto la redistribuzione dei migranti che sbarcano e arrivano in Italia. Praticamente siamo a zero. Molto spesso, infine, stiamo dando assistenza per lo più a migranti economici, si pensi solo che solo l’8 per cento dei migranti arrivati avrà il riconoscimento dello status di rifugiato. Questo dà la dimensione dello sforzo che dedichiamo

anche ai migranti economici, quando invece dovremo dedicarci ad ospitare chi veramente scappa dalla morte. L’Europa - conclude il governatoredeve prendere la situazione in mano, e lo dice un europeista convinto, e non

lasciare sola l’Italia che non può diventare il ventre molle del Mediterraneo”.

Mario Conte: “Noi sindaci in prima linea, costretti a fare i salti mortali”

“Si chiede di risolvere un problema alla radice partendo dalle foglie”. Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto, sulla questione migranti sgombra il tavolo da ogni equivoco: “I sindaci sono l’elemento più basso della filiera, ma il problema deve essere risolto a monte”. Fa appello agli enti superiori, Europa in primis, affinché si mettano una mano sulla coscienza ed evitino uno scaricabarile che, via via, arriva fino ai comuni, “con i sindaci costretti a fare i salti mortali senza strumenti, senza spazi, senza risorse, passando per quelli che non sono in grado di gestire e soprattutto dovendo dare spiegazioni alle comunità”. Secondo Conte infatti, se un’emergenza viene gestita bene, viene anche capita: “Perché le comunità reagiscono bene a fronte di organizzazione e scelte condivise e spiegate, ma se ci sono casualità, imposizioni e cattiva gestione allora reagiscono male. Il Covid ce l’ha insegnato”. Una linea di pensiero che in questi giorni viene analizzata in occasione degli Stati Generali dei Comuni del Veneto, in programma a Verona, dove tra i tanti temi sul piatto c’è anche quello dell’emergenza umanitaria

dei migranti. “Noi sindaci siamo disponibili a fare la nostra parte, ma non possiamo risolvere da soli i problemi della migrazione dall’Africa, fermo restando che oggi stiamo gestendo Africa, Afghanistan, Ucraina e comunità locali, perché le emergenze sociali in essere sono tantissime”, precisa il primo cittadino di Treviso, sottolineando la fase

Agli Stati Generali dei Comuni veneti di Anci un appello per l’emergenza umanitaria

particolarmente difficile che i comuni si trovano a vivere, dai costi elevati agli sfratti. “In questo momento storico tutto è molto più complicato e non si tratta di una questione di volontà. Parlo con sindaci che politicamente dovrebbero essere molto più accoglienti, più aperti e disponibili, ma – racconta Conte – rispondono che non hanno né risorse, né spazi e temono, proprio per la fase par-

ticolare che stiamo attraversando, di non trovare nemmeno la sensibilità da parte della loro comunità”.Nella sua Treviso, alla ex caserma Serena, dal 2015 è attivo uno dei centri di accoglienza più grandi della regione. Passato da 600 a 180 presenze quando Matteo Salvini era ministro dell’interno, l’hub trevigiano in questi anni non è mai stato svuotato. Ora il riempimento è ricominciato. “Si va a fasi alterne, ma del resto o l’Europa decide di investire seriamente sui Paesi di partenza per cercarse di costruire un futuro a queste persone nei loro territori, oppure è necessario pensare a qualcosa di diverso”. Un gesto simbolico, un avvicinamento fra un’emergenza e un’esigenza, è in fase di realizzazione proprio in questi giorni.

“Stiamo censendo le esperienze professionali dei migranti che accogliamo alla Serena per provare ad avvicinare parte economica e sociale. Presenteremo l’elenco – spiega il sindaco di Treviso – alle aziende, agli artigiani, agli industriali. Poi però rimane il tema della casa, perché è davvero una questione tanto articolata”.

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Zaia, “raggiunti i livelli massimi di ospitalità”, alla ricerca di una strategia oltre l’emergenza
Mario Conte Luca Zaia

Regione

Il dibattito. Gli interventi dei sindaci di Padova, Vicenza e Verona

Dopo l’emergenza affrontata anche in Veneto in seguito agli sbarchi estivi i sindaci delle tre principali città della regione sono disponibili ad un confronto pragmatico sull’accoglienza diffusa e sulle soluzioni per affrontare l’arrivo dei migranti. Ecco le loro posizioni

Sergio Giordani (Padova):

“Orgoglioso della nostra risposta”

“Sono assolutamente convinto che la scelta di collaborare a Ferragosto con la Prefettura sia stata giusta; la rivendico, e ha protetto la città, l’unica cosa che a me interessa. Spero sia chiaro a tutti che, in quei giorni, con tutti i “no” che venivano opposti all’accoglienza diffusa, se non avessi aperto io le porte a una soluzione temporanea, per senso di responsabilità e collaborazione Istituzionale, oggi a Padova con probabilità ora avremmo un hub”. “Sono orgoglioso, come sempre, della nostra straordinaria Padova e della sua gente. Dalle cittadine e i cittadini dei quartieri interessati, alle parrocchie, alle associazioni, alle scuole, alla Croce Rossa tutte e tutti hanno compreso la scelta temporanea ed emergenziale e hanno aiutato come potevano. Mi ha commosso sapere che dei bambini hanno fatto trovare delle lettere per i profughi. Questa è Padova, al netto delle grandi e piccole strumentalizzazioni”.

“Ribadisco con schiettezza e serenità quello che ho sempre detto: sono contrario a maxi hub. Una scelta sbagliata e miope che rappresenterebbe un grave fallimento del sistema di gestione nazionale, un problema per la comunità, una soluzione non dignitosa per chi viene ospitato, con le ovvie conseguenze sul territorio. Farò tutto quello che posso fare per evitare imposizioni in questo senso nei prossimi tempi. A Padova come a Roma, lavoriamo perché si prenda atto che un’estate come questa sempre sull’orlo dell’emergenza non ci deve più essere. Usiamo il tempo che abbiamo davanti per trovare soluzioni virtuose frutto di buon senso, pragmatismo e cooperazione, soluzioni che, per essere buone, non possono che prevedere di sistemare queste persone in piccoli nuclei diffusi”.

Giacomo Possamai (Vicenza):

“Anticipare i tempi, ciascuno faccia la sua parte”

“Come amministratori, siamo oggi chiamati a lasciare da parte valutazioni di mera utilità elettorale a breve termine e, invece, a concentrarci su soluzioni che siano effettivamente efficaci e utili per le nostre comunità. Dobbiamo anticipare i flussi migratori, lavorando a stretto contatto con le organizzazioni internazionali e nazionali, per sviluppare piani d’azione condivisi, chiari e ben definiti. Insieme a tanti altri sindaci del nostro Veneto e del paese, in questi mesi abbiamo insistito su un principio di base: dobbiamo distribuire equamente le persone all’interno di tutto il nostro territorio. Se tutti fanno la loro parte, proporzionalmente, questa è una sfida che possiamo vincere. L’accoglienza diffusa è un approccio che evita la concentrazione di migranti in un unico luogo, soluzione che si è già rivelata completamente errata. Ogni quartiere può contribuire in modo unico all’accoglienza, offrendo opportunità culturali, sociali e di lavoro. Questo è l’approccio che può contribuire a ridurre le tensioni e promuovere la coesione sociale. Dobbiamo investire in servizi che promuovano l’integrazione linguistica, culturale e sociale dei migranti. Una persona che arriva nei nostri territori deve trovare un’abitazione dignitosa, ma deve anche avere modo, rapidamente, di conoscere la nostra lingua e le nostre tradizioni per potersi integrare. Su queste basi sono estremamente disponibile a lavorare nei prossimi mesi con Governo, presidente Zaia e i miei colleghi sindaci, nella speranza di arrivare alla prossima estate senza trovarsi, un’altra volta, punto a capo, ma capaci di affrontare la questione con uno sguardo lungo e vincente nella gestione dei flussi migratori.”

Damiano Tommasi (Verona):

“Collaborare

“Il legislatore non assegna ai Sindaci ruoli specifici nella gestione dei migranti, ma non possiamo non fare la nostra parte anche perché ci sono due aspetti decisamente dirimenti. Il primo è rappresentato dalle ricadute sui territori: la regia nazionale ha il bisogno e il dovere di confrontarsi; il secondo è legato al tipo di risposta e ai servizi da garantire. Purtroppo temo che, come è già stato in passato e come avviene su certi temi delicati, che diventano elettorali, le polemiche prendano il sopravvento sul dialogo. Io non mi stancherò mai di ripeterlo: il fenomeno migratorio va gestito con criterio nella distribuzione dell’accoglienza che, ricordo, è in capo alle Prefettura, ma serve un supporto delle amministrazioni. Questo ovviamente risolverà parte della questione, ma non basterà perché le prefetture hanno bisogno anche del dialogo con il privato sociale, con le realtà che con competenza e professionalità possono seguire questi fenomeni. Altrimenti tutto viene esasperato. Oggi il Comune sostiene 62 rifugiati, tra cui donne e minori, con l’accoglienza diffusa. Al momento invece non abbiamo spazi a portata di mano da gestire, già pronti, come Cas. Credo, semmai, che uno degli ambiti su cui si potrebbe investire di più sia quello di dialogare con associazioni di categoria come quelle dell’agricoltura, o Confcommercio: hanno l’accesso ai flussi, controllati, per quanto riguarda ambiti lavorativi. E aziende hanno bisogno di lavoratori. Io confermo la mia disponibilità a lavorare in questo senso con tutti quelli che comprendono che non è con i grandi Hub che si può fare il bene del nostro Paese e di queste persone costrette alla fuga dai loro territori di origine”.

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“Accoglienza diffusa, siamo pronti al confronto”
con le prefetture e il privato sociale”

L’intervista.

più forte, adesioni coerenti con un partito in crescita”

Italia in Veneto è

Si parla molto in questo momento dei cambi di partito che stanno interessando alcuni gruppi, soprattutto la Lega. Chiediamo a Flavio Tosi, coordinatore veneto, com’è la situazione di Forza Italia?

“Oggi Forza Italia a livello nazionale, anche perché abbiamo un leader credibile, capace e competente come Antonio Tajani, riesce a dare l’affidabilità che gli elettori cercano. Una volta c’era più ricerca di demagogia, più populismo nelle scelte, ma oggi prevale il pragmatismo e la concretezza che Forza Italia riesce a offrire. Anche a livello veneto oggi siamo considerati un partito in crescita, con una base che si allarga e con persone credibili e capaci di amministrare. Insomma, stiamo recuperando il terreno che una volta in Veneto avevamo perso”.

Ci sono nomi in questi cambi che stanno facendo scalpore. Può confermarne qualcuno?

“Finchè non si fanno annunci ufficiali, per rispetto degli interessati, non confermo nulla. È vero però che di

settimana in settimana comunicheremo nuove adesioni a tutti i livelli, comunale, provinciale e regionale”. Quindi è vero che c’è un certo fermento?

“Assolutamente sì. Oggi Forza Italia è un partito forte, i sondaggi ci danno come secondo partito a livello nazionale. Non siamo più il terzo partito. Questo porta ovviamente a nuove adesioni: Forza Italia,

contrariamente a quanto dicevano i corvi di sventura, è in crescita”. La scomparsa di Silvio Berlusconi ha aperto necessariamente una nuova fase nel partito e ci si presenta a due appuntamenti importanti prossimamente: le elezioni europee del 2024 e le elezioni regionali nel 2025. Come sta lavorando Forza Italia per consolidare la crescita del partito?

“D opo la scomparsa del nostro grande presidente molti prefiguravano sciagure. Il nome di Berlusconi e quello di Forza Italia sono stati un binomio inscindibile, ma i nostri elettori votavano e votano il partito per i valori al suo interno. Finora siamo stati un partito con poche sedi, pochi iscritti, poche riunioni: ora stiamo riorganizzando Forza Italia affinché diventi più presente sul territorio, anche in vista delle europee e delle amministrative. L’anno prossimo si vota in più di metà dei Comuni del Veneto e dell’Italia: è fondamentale avere un partito vero, organizzato e presente”.

Tema regionali. Se Zaia non potesse ricandidarsi, si è fatto il nome Flavio Tosi. È uno scenario possibile?

“A ndrebbe prima compreso se ci sarà un altro mandato per Luca Zaia. In questo scenario, ovviamente sarebbe lui il naturale candidato. A oggi tuttavia, se si dovesse fare una scommessa, è molto poco probabile che ci possa essere un ulteriore mandato. In questo caso dunque

nel 2025 si andrà a votare in nove regioni e a quel punto Tajani, Meloni e Salvini si confronteranno e faranno le loro proposte in base anche al risultato delle prossime europee. In questo contesto la Lega è già molto rappresentata, dunque è normale che Fratelli d’Italia e Forza Italia avanzeranno una loro proposta”. L e figure politiche di cui nelle prossime settimane verrà confermato il passaggio di partito rischiano di minare i rapporti degli alleati di centrodestra?

“A ssolutamente no. Quello che conta è che resti nel centrodestra, nella stessa alleanza. Per molto tempo Forza Italia ha visto propri iscritti andare in altri partiti di centrodestra, dunque il fenomeno opposto resta comunque fisiologico. Nessuno degli alleati si pone il problema: quello che conta è che si resti nel centrodestra, nella stessa alleanza. Anzi, in verità stiamo assistendo a migrazioni anche da altri partiti come il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico”.

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L’analisi del coordinatore Flavio Tosi, dai nuovi ingressi agli impegni elettorali
“Forza
sempre
Regione
Falvio Tosi, coordinatore veneto di Forza Italia.

Economia. L’assessore regionale Roberto Marcato illustra

“Avanti con i nuovi distretti del commercio, sono strumenti collaudati ed efficaci”

Sul fronte ambientale destinati 31,3 milioni di euro dal Pnrr per la bonifica delle aree contaminate. Maestri vetrai di Venezia: “raccontano al mondo l’unicità di questa arte”

Attenzione allo sviluppo del commercio locale per ridare vita ai centri urbani, tutela dell’ambiente attraverso interventi di bonifica dei “siti orfani” e promozione delle eccellenze che danno lustro all’artigianato veneto. Sono questi alcuni dei fronti, tra gli altri, sui quali Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico, energia e Legge Speciale per Venezia si sta muovendo in queste settimane mettendo a disposizione risorse e iniziative a sostegno del tessuto produttivo veneto, a tutti i livelli. Riguardo al commercio prosegue infatti l’impegno della Regione nel favorire la nascita e l’attività di nuovi distretti del commercio, sia urbani che territoriali, diventati uno strumento fondamentale per rilanciare e ravvivare la rete di negozi e attività di centri grandi e piccoli.

Agli inizi del mese Marcato ha annunciato infatti l’approvazione da parte della giunta della delibera che iscrive nell’apposito elenco regionale 22 nuovi distretti del commercio (13 distretti urbani e 9 territoriali) con il coinvolgimento di 39 Comuni. Sale così a 139 il totale dei distretti regionali (95 urbani e 44 territoriali) con il coinvolgimento di 248 amministrazioni comunali. “Il modello dei distretti del commercio - commenta l’assessoresi sta dimostrando sempre più vincente rispetto all’obiettivo di rivitalizzare i centri urbani del Veneto. Lo dimostra anche quest’anno il numero di richieste ricevute, ma soprattutto la qualità dei progetti presentati. Abbiamo continuato a lavorare molto in questi anni con i Comuni, attraverso l’ANCI, e con le associazioni di categoria per arrivare a far sì che i distretti diventassero strumenti efficaci e davvero i risultati ci danno ragione. I distretti del commercio oggi in Veneto sono strumenti già collaudati e apprezzati dagli imprenditori, che, grazie alla stretta collaborazione con le amministrazioni comunali, stanno diventando vero e proprio volano per il rilancio commer-

ciale del nostro tessuto urbano e delle attività che lo rendono vivo”.

Non viene meno poi l’attenzione all’ambiente e alla laguna di Venezia con il via libera ai nuovi interventi dei “siti orfani” contaminati con l’obiettivo di completare la riqualificazione entro i primi tre mesi del 2026. I “siti orfani” sono aree contaminate il cui ripristino risulta essere, per diverse motivazioni, a carico della pubblica amministrazione, principalmente ai Comuni. In questi casi responsabile dell’inquinamento non è stato individuato o non risulta individuabile oppure, se identificato, non provvede agli adempimenti previsti dalla normativa in materia di bonifiche di siti contaminati, né vi provvede altro soggetto eventualmente interessato, come ad esempio il proprietario privato dell’area. Ora la Regione finanzierà con 31,3 milioni del Pnrr dieci interventi. Di questi sei sono ricadenti nel territorio del Bacino scolante nella Laguna di Venezia, situati nei comuni di Spinea, Cavallino Treporti, San Martino di Lupari (PD) e Venezia (tre interventi) per un importo pari a 19 milioni di euro; quattro invece nel restante territorio regionale e riguardano i Comuni di Adria, Portogruaro, Isola Rizza e Sarego, per un importo di 12 milioni di euro. “Prosegue senza sosta il lavoro di tutela dell’ambiente e la nostra preziosa laguna a supporto delle amministrazioni comunali - spiega Marcato -. Si tratta di cifre importanti che confermano il nostro impegno per porre rimedio al grave problema dei siti orfani. Negli ultimi anni, a partire dalle risorse legate alla Legge Speciale per Venezia, abbiamo messo in campo un numero crescente di finanziamenti per garantire la restituzione alle rispettive comunità di aree che sono state inquinate da gente senza scrupoli. In questo caso grazie al Pnrr, mettiamo a disposizione ulteriori risorse, di cui una parte importante nel territorio del Bacino Scolante nella Laguna di Venezia.

L’assessore inoltre ha presentato l’edizione 2023 di “The Venice Glass Week”, il festival internazionale dedicato all’arte vetraria che ha coinvolto oltre duecento realtà partecipanti in 250 eventi tra Venezia, Murano e Mestre. “La Regione ha, da sempre, voluto essere vicina a questi maestri artigiani. - conclude - E lo facciamo anche con la The Venice Glass week per raccontare al mondo quale unicità straordinaria sia il vetro di Murano. Qui celebriamo la capacità di reazione e resistenza di questi maestri artigiani, artisti straordinari”.

30 www.lapiazzaweb.it Regione
le recenti attività
Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico

La pubblicazione. In Veneto sono 3.700 i prodotti della filiera corta

del Territorio”, un viaggio alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche locali

Raccontare la bellezza e la bontà che nascono sui territori, valorizzando i prodotti e i produttori che, da sempre, sono i veri custodi delle tradizioni enogastronomiche locali: è per questo che Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, ha dato vita nel 2015 a “Sapori del Territorio”, il brand che negli oltre 500 punti vendita delle cinque regioni in cui l’azienda è presente, raccoglie oggi più di 8.800 referenze a scaffale provenienti da oltre 1.000 produttori locali. Nel solo Veneto sono 3.700 i prodotti presenti nei punti vendita che arrivano da 700 produttori della regione. Un progetto con il quale Aspiag Service rafforza il legame profondo con i territori, promuovendo le filiere corte, raccontando i migliori prodotti della tradizione italiana regionale, i loro artigiani produttori e i luoghi dove nascono.

“Sapori del Territorio”, infatti, non parla solo di prodotti ma della storia delle persone che li realizzano, strettamente connessa ai territori di provenienza, un racconto che Aspiag Service Despar ha scelto di valorizzare con attività e iniziative di comunicazione che hanno lo scopo di rendere riconoscibili i prodotti di eccellenza attraverso un marchio dedicato che contraddistingue le referenze regionali all’interno del punto vendita, mettendo in risalto le caratteristiche e le peculiarità del prodotto e, soprattutto, delle

aziende produttrici locali. A questo scopo Aspiag Service Despar promuove anche degustazioni ed eventi per far conoscere a fondo le caratteristiche delle produzioni a chilometro zero fungendo da cassa di risonanza per quei piccoli artigiani del buon cibo che meritano di essere conosciuti da quante più persone possibili.

“Sapori del Territorio” è inoltre una testimonianza concreta della strategia di sviluppo sostenibile di Aspiag Service Despar che

ha proprio tra le sue linee guida l’importanza di valorizzare il territorio e le migliori produzioni locali, generando evidenti benefici positivi in ambito economico, sociale e ambientale, con l’obiettivo di accompagnare le imprese locali verso nuove vie di sviluppo, di crescere in modo etico rispettando l’ambiente e di valorizzare gli aspetti della cultura di un territorio che passano anche attraverso un elemento profondamente identitario come i prodotti della tradizione.

Tre domande a Antonello Santi, Direttore Vendite e Trade Marketing di Lattebusche

1.Quando è iniziata la storia di Lattebusche e come è cambiata nel tempo la Cooperativa?

Lattebusche è una cooperativa che ha sede a Busche, in provincia di Belluno, zona ricca di pascoli ai confini del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, patrimonio UNESCO. Nata nel 1954 per iniziativa di 36 Soci fondatori, la Latteria Sociale Cooperativa della Vallata Feltrina, oggi Lattebusche, è passata in quasi 70 anni di storia da piccola azienda locale a importante realtà del settore lattiero caseario. Ha sempre mantenuto i valori e i pilastri su cui è stata fondata a partire dall’impegno di puntare sulla filiera produttiva locale utilizzando il latte dei propri Soci produttori. Una delle ragioni del successo di Lattebusche è la continua innovazione, assieme all’orientamento alla soddisfazione del Cliente e alla Qualità delle produzioni. La gamma di prodotti è ampia e profonda: 4

formaggi DOP, come Piave, Grana Padano, Asiago e Montasio, formaggi tipici, latte, latticini e formaggi biologici, latte Alta Qualità e gelati a base di latte fresco.

2.Come è nata la collaborazione con Aspiag Service Despar e che cosa significa per voi essere parte del brand Sapori del Territorio in termini di valorizzazione dei produttori e delle filiere locali?

La collaborazione con Aspiag è nata molti anni fa ed è cresciuta nel tempo, sia in termini di presenza che di visibilità per i nostri prodotti nei loro punti vendita; una crescita graduale ma sempre in forte consolidamento. Da sempre ci accomunano i medesimi valori e filosofie aziendali, quali il rispetto e la valorizzazione del territorio e del suo tessuto socioeconomico. Sono proprio i prodotti tipici di qualità, valorizzati in Aspiag con il brand “Sapori del Territorio”, il file rouge che lega Lattebusche

a questo importante Gruppo e che ci permettono di tutelare la nostra Terra e i nostri Soci, “custodi” del nostro bellissimo territorio montano, notoriamente fragile e difficile da vivere.

3.Centrali nella strategia di sviluppo di Lattebusche sono la sostenibilità e il rapporto con il territorio, come li mettete concretamente in pratica nella vostra attività?

Lattebusche è un’azienda che ha sempre cercato di crescere in armonia con il territorio, la fonte della propria eccellente materia prima, il latte fresco, che dona caratteristiche organolettiche distintive e talvolta uniche alle proprie produzioni. Fondamentale è anche l’impegno di Lattebusche nel garantire le condizioni per cui i propri Soci allevatori possano rimanere in montagna, mantenendo un presidio fondamentale per la cura dell’ambiente naturale. Al centro del progetto di Lattebusche c’è il consumatore. Per

questo motivo l’azienda, oltre a continui e rigorosi controlli lungo tutta la filiera (oltre 500.000 all’anno), ha destinato importanti investimenti per l’aggiornamento tecnologico degli impianti produttivi, garantendo così elevati standard qualitativi e igienico sanitari.

Un rapporto sempre più stretto con i produttori locali: quando la GDO accorcia la distanza tra produttore e cliente

Unire localismo e sostenibilità per generare valore condiviso, supportando un consumo consapevole e uno sviluppo sostenibile del tessuto produttivo locale, stringendo legami sempre più forti con i produttori del territorio: sono questi i presupposti su cui si fonda l’impegno di Aspiag Service Despar per valorizzare, attraverso la propria rete distributiva, i prodotti tipici realizzati grazie alla passione e alla competenza di tante imprese che hanno le loro radici nelle cinque regioni in cui siamo presenti. Un rapporto tra Aspiag Service Despar e i produttori locali che nasce dalla comune volontà di valorizzare le produzioni di eccellenza e che si fonda sulla consapevolezza degli aspetti positivi che una filiera corta presenta sia per i produttori che per il cliente finale in termini di sviluppo delle economie e delle realtà locali, di minor impatto ambientale, di maggiore trasparenza e tracciabilità e non ultimo della maggiore focalizzazione sulla qualità dei prodotti. Un legame con i produttori del territorio che ha anche lo scopo di facilitare la crescita del valore del sistema produttivo agroalimentare locale attraverso il potenziamento e l’innovazione di canali promozionali e di commercializzazione che possano favorire la nascita di sinergie e collaborazioni tra le diverse realtà. In questo quadro si inserisce la partecipazione di Aspiag Service Despar a manifestazioni ed eventi sul territorio quali “Made in Malga” e “Formaggio in Villa” che rappresentano occasioni per rafforzare la relazione con i produttori, ribadendo il ruolo di Aspiag Service Despar come promotore delle filiere locali all’interno del mercato della grande distribuzione.

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“Sapori
di Annamaria Buso Responsabile progetto Sapori del Territorio Aspiag Service Despar
Regione
Antonello Santi

All news. Informazione locale ogni 20 minuti. Dalle 7 di mattina tutti i giorni,

tutto il giorno

Radio Veneto24 è davvero la radio che mancava

Grande entusiasmo intorno all’iniziativa editoriale che offre informazione locale no stop, in onda già su app, streaming, smart device

Data di nascita: lunedì 4 settembre 2023. Segni particolari: unica nel suo genere. È questa la carta di identità di Radio Veneto24, la prima radio all news in Veneto che ha ufficialmente iniziato le trasmissioni con il primo lunedì di settembre. Un successo travolgente per i primi giorni di messa in onda: innumerevoli i feedback positivi degli ascoltatori che hanno iniziato a seguire i notiziari e le rubriche quotidiane attraverso la app (per Ios e Android), i dispositivi smart, lo streaming nel sito. Radio Veneto24 ha dimostrato di essere davvero la radio che mancava, catalizzando l’attenzione dei veneti che hanno scritto, commentato, chiesto maggiori informazioni su questa iniziativa editoriale fortemente voluta da Give Emotions, editore anche dei mensili La Piazza e della testata web quotidiana Lapiazzaweb.it.

I NOTIZIARI.

Radio Veneto24 propone informazione locale ogni 20 minuti.

Dalle 7 di mattina tutti i giorni, tutto il giorno, la redazione si occupa di informare senza stop gli ascoltatori. Politica, cronaca, attualità, economia, ma anche informazione di servizio, cultura, sanità sono i temi che trovano spazio nei notiziari in continuo aggiornamento. Un flusso ininterrotto di notizie che sono scritte e lette dai due redattori: Marta Zatta e Mirco Cavallin, coordinati dal direttore Giorgia Gay. Sul campo, ogni giorno a raccontare le storie del territorio, ci sono i corrispondenti locali: Sara Busato da Padova, Marika Andreoli da Venezia, Elena dal Forno da Treviso, Antonio Di Lorenzo da Vicenza, Alessia Soriolo da Verona, Giovanni Monforte dal Veneto Orientale. A completare il team, lo speaker Matteo Zini, Calogero Gambino in produzione.

LE RUBRICHE QUOTIDIANE.

Il palinsesto di Radio Veneto24 propone rubriche quotidiane a cura di opinionisti esperti in diversi settori: Riccardo Sandre per l’economia, Stefano Edel per lo sport, Micaela Faggiani per “Protagonisti a Nordest” e “Mondo Donna”, che vi abbiamo presentato nel precedente numero del nostro giornale. A loro si è aggiunta anche la voce di Alda Vanzan con la rubrica quotidiana “Alda Frequenza, Politica e dintorni”. Veneziana, giornalista e scrittrice, firma de Il Gazzettino, si occupa di politica, cronaca, costume. Ha raccontato le elezioni che hanno fatto la storia del Veneto, i retroscena della vita dei partiti e firmato inchieste sui costi della politica e sulle “parentopoli” in società pubbliche, dalle autostrade alle aziende di trasporto.

Alda Vanzan

Veneziana, giornalista e scrittrice, firma de Il Gazzettino, si occupa di politica, cronaca, costume. Ha raccontato le elezioni che hanno fatto la storia del Veneto, i retroscena della vita dei partiti e firmato inchieste sui costi della politica e sulle “parentopoli” in società pubbliche, dalle autostrade alle aziende di trasporto

Grande l’attenzione di Radio Veneto24 per lo sport, grazie a una redazione dedicata che si occupa di informare sulle discipline più seguite ma anche sugli sport minori. A cura di Stefano Edel è l’appuntamento quotidiano con il calcio delle squadre venete di serie A, B e C. Appuntamenti settimanali sono poi dedicati alla pallavolo (serie A e B) con Giovannni Monforte e al Rugby veneto di serie A e B con Cristiano Aggio, che si occupa anche di raccontare il calcio veneto “minore”. Al basket dà voce Mirco Cavallin, a cui è affidato anche il riepilogo degli ap-

puntamenti del weekend sportivo, ogni sabato. Infine, spazio alle altre discipline sportive nella rubrica settimanale a cura di Monforte. Tra i contenuti quotidiani, trova anche spazio un appuntamento con il notiziario della giunta regionale del Veneto a cura dell’Agenzia Veneto Notizie. E poi spazio alle rubriche “Le buone abitudini” ed “Eventi e spettacoli”, mentre altre sono di imminente attivazione: Salute e Agricoltura. Insomma, il palinsesto già ricco è destinato a crescere ancora con l’unico obiettivo di informare, sotto ogni punto di vista.

COME ASCOLTARCI.

A casa, a lavoro, in mobilità: Radio Veneto24 è sempre accessibile. Al momento è possibile ascoltare i contenuti attraverso la app scaricabile negli store, con gli smart device attivabili attraverso il comando vocale “Alexa, fammi ascoltare Radio Veneto24”, in streaming dal sito www.veneto24.it. Imminente la diffusione anche nel sistema Dab, destinato ad affiancarsi al “vecchio fm”.

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Regione

Lavoro, alimentazione, attività fisica: ricominciare nel segno del benessere

Si torna alla routine quotidiana

Settembre è un mese in genere difficile: ricomincia la routine quotidiana e, dopo le vacanze, è faticoso ritornare a mantenere i ritmi sostenuti della vita di tutti i giorni. La ripresa può essere impegnativa, a volte anche causa di stress – il lavoro, il traffico, le corseeppure qualche piccolo accorgimento per combattere la “sindrome da rientro” e ripartire ritrovando energia e motivazione può essere utile. Il rientro al lavoro e l’organizzazione delle giornate produttive, fra impegni scadenze e appuntamenti, sono passaggi che vanno affrontati gradualmente, per consentire a mente e fisico di riabituarsi alla routine pre-vacanza. Può essere una buona abitudine fare una programmazione compilando delle “to do lists”, “planning” con gli obiettivi da raggiungere nell’arco della giornata. Affinché si possa adempiere a tutti i compiti, è bene partire con pochi obiettivi e cercare di portarli a termine nel modo migliore possibile. E’ utile pensare al mese di settembre come un tempo per “carburare”, incrementando gradualmente la lista delle cose da fare, fino ad arrivare allo standard cui si è abituati. All’interno dei planning vanno inserite anche le attività lavorative. E’ stata dura riprendere a lavorare dopo un periodo di svago e ancora risulta faticoso mantenere i ritmi e gli orari di quando si è a pieno regime; il trucco è vivere questa fase con più serenità possibile, limitando l’ansia e cercando Prosegue alla pag. seguente

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SETTEMBRE 2023
“Sindrome da rientro”, i segreti per ripartire alla grande
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Intervista. L’amministratore delegato Vincenzo Papes: “I pazienti scelgono di tornare nei nostri centri”

Centro di Medicina, un network per la salute al servizio del territorio

Il tema della sanità e dell’importanza di trovare specialisti competenti e strutture adeguate a cui affidarsi è all’ordine del giorno. Vincenzo Papes, amministratore delegato del Centro di Medicina, un network per la salute che conta ad oggi 45 centri medici con oltre 3000 addetti, racconta punti di forza e criticità della sua impresa.

L ei nasce come sportivo nel mondo del calcio e poi si è convertito a imprenditore.Cosa le ha dato l’esperienza precedente come valore aggiunto per poi creare questa realtà?

Innanzitutto la capacità di saper gestire i professionisti, che prima erano calciatori e ora medici, e in secondo luogo la competenza nel coordinare le persone mettendone in risalto le qualità. Il calcio mi ha insegnato il valore della squadra in cui ci sono sia “i migliori”, sia coloro che magari hanno doti meno marcate, ma che restato comunque indispensabili. Oggi abbiamo oltre 3000 addetti tra dipendenti e medici specialisti, ognuno di loro è essenziale all’interno della nostra organizzazione.

Oggi il centro di medicina è una realtà molto conosciuta è affidabile. Come ci siete arrivati?

L’affidabilità nasce prima di tutto dall’apprezzamento da parte delle persone dei nostri servizi. I pazienti provano i nostri centri e scelgono di tornare perché si sono trovati bene. Si tratta di un lavoro che portiamo avanti da anni e che ci ha permesso di costruirci questa immagine. Un vantaggio però ci arriva anche

dalle strutture, che comunicano anche attraverso l’estetica. Le persone arrivano già con i loro problemi, quindi è importante che si sentano a loro agio e accolte nell’ambiente. Fondamentale è poi la capacità dei dipendenti di trasmettere energia e organizzazione e infine la tecnologia su cui abbiamo sempre investito: il paziente deve accorgersi che nei nostri centri è in un posto sicuro, dove può trovare risposta ai suoi problemi.

Sappiamo che la sanità pubblica ha un problema molto grave di carenza di medici e molti vi accusano di esserne la causa “rubando” i medici al pubblico. Crede che questo sia vero?

che lavorano nel pubblico per vari fattori, ma al contempo non è vero che il privato non ha problemi di personale. Anche noi fatichiamo a trovare professionisti perché la richiesta di prestazioni aumenta e i medici che la soddisfano sono sempre gli stessi. In futuro quindi anche nel privato i pazienti non riusciranno ad avere la prestazione la mattina o la settimana successiva perché mancano professionisti nel campo sanitario. Per questo è necessario togliere il numero chiuso per l’accesso amedicina e aumentare le borse di studio per le specialità che più soffrono la carenza permettendo

Un’ultima domanda all’uomo imprenditore. Quanto è difficile fare impresa oggi? Cosa chiede alle Istituzioni per poter continuare a crescere?

Il Centro di Medicina è forse il gruppo più privato di tutti perché è nato come privato e solo successivamente ha acquisito qualche struttura convenzionata. Quindi abbiamo il privato nel nostro Dna. Non abbiamo richieste, a noi interessa solo la possibilità di lavorare senza un sovraccarico di burocrazia, regole certe che ci consentono di continuare ad investire in tec-

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Vincenzo Papes. Amministratore Delegato di Centro di medicina.

Buone pratiche. Anche l’Università di Padova fra le 139 organizzazioni mediche e scientifiche

Un’alleanza globale per incentivare l’attività fisica

Nellosport la salute. E’ in estrema sintesi il messaggio che dal mondo scientifico e da quello medico viene sostenuto a gran voce per promuovere la pratica dell’attività fisica. E’ un trend confermato quello dell’aumento in tutto il mondo di malattie croniche non trasmissibili, tra cui la malattia coronarica, l’ictus, l’ipertensione arteriosa, il diabete tipo 2, la demenza, la depressione e i tumori. Spesso queste malattie sono associate a una mancanza di attività fisica. Ed è partendo dalle constatazioni di questi presupposti che 139 organizzazioni mediche e scientifiche, insieme a istituzioni sportive e governative si sono unite a sostegno di una “Alleanza globale per la promozione dell’attività fisica”, tra queste anche l’Università degli Studi di Padova. A livello globale, è stato riscontrato, i livelli di attività fisica nella popolazione sono inferiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Una mancanza o un’inadeguata quantità di attività fisica aumenta il rischio di morbilità e mortalità, peggiora la qualità della vita e aumenta i costi economici che gravano sulle persone e sulla società. In risposta a questa tendenza, nell’aprile 2021 numerose organizzazioni si sono riunite ad Amburgo, in Germania “sotto un unico ombrello”, e hanno firmato la “Hamburg Declaration”. Questa dichiarazione rappresenta un impegno internazionale per intraprendere le azioni necessarie ad aumentare il livello di attività fisica e migliorare la salute dei singoli individui e delle intere comunità. Esperti e organizzazioni stanno lavorando insieme come “Global Alliance for the Promotion of Physical Activity” per favorire il cambiamento a lungo termine del comportamento individuale e a livello di popolazione, collaborando con tutti gli stakeholder presenti nella comunità: ospedali attivi, specialisti dell’attività fisica, servizi per la comunità e operatori sanitari, tutti con lo scopo di raggiungere obiettivi di salute sostenibili per i loro pazienti/clienti.

La “Hamburg Declaration” chiama i responsa-

bili politici nazionali e internazionali ad adottare azioni concrete per promuovere l’attività fisica e l’esercizio fisico quotidiani a livello di popolazione e all’interno delle strutture sanitarie. Anche Padova adotta le indicazioni internazionali della Declaration, trovando nel Dipartimento di Medicina dell’Università impegno attivo per l’attuazione di linee guida volte a migliorare qualità e impegno dell’esercizio fisico quale indispensabile “attivatore” di salute.

“Exercise is Medicine Italy” sostiene la Dichiarazione di Amburgo per un’Alleanza Globale al fine di promuovere l’attività fisica. Il nostro obiettivo specifico in questa alleanza è implementare la valutazione dell’attività fisica e della fitness cardiorespiratoria nella routine clinica, per una prescrizione di esercizio adattato su misura, applicabile ai diversi contesti sanitari” spiegano i loro rappresentanti, i professori Roberto Vettor, Andrea Ermolao e Daniel Neunhaeuserer del Dipartimento di Medicina dell’Università.

“È ora che i medici considerino sempre l’attività fisica come un’opzione fondamentale nel quadro degli interventi terapeutici a fa-

Nello sport la salute. Si tratta di un impegno internazionale per intraprendere le azioni necessarie ad aumentare il livello di attività fisica e migliorare la salute dei singoli individui e delle intere comunità

vore dei pazienti» incalza il professor Fabio Pigozzi, Presidente della Federazione Internazionale di Medicina dello Sport e Professore di Medicina Interna e Prorettore dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”. “Gli ospedali e gli operatori sanitari dovrebbero avere lo scopo di raggiungere obiettivi di salute sostenibili a lungo termine, per garantire che i loro pazienti tornino a uno stile di vita sano e fisicamente attivo. Chiediamo ospedali attivi che si concentrino non solo sulle procedure e sui risultati a breve termine, ma anche sulla sostenibilità e sul futuro stile di vita dei pazienti” sono le parole del professor Juergen Steinacker, presidente della “Hamburg declaration”, presidente della “European Initiative for Exercise in Medicine” e Professore di Medicina presso l’ospedale universitario di Ulm. La “Hamburg declaration” è stata anche approvata dalla Commissione medico-scientifica del Comitato Internazionale Olimpico (CIO), presieduta dal Professor Uur Erdener, che sottolinea l’importanza dell’attività fisica per la salute pubblica.

I benefici effetti dello Yoga, non solo esercizi ma “stile di vita”

Sempre più praticato e proposto in vari contesti, lo Yoga non è solo un insieme di esercizi di stretching fisico ma un autentico “stile di vita” che racchiude innumerevoli benefici dal punto di vista fisico ma anche mentale. L’Ulss 2 Marca Trevigiana ha sottolineato l’importanza di questa pratica, già in occasione della Giornata internazionale dello Yoga lo scorso 21 giugno, e ora, che ci si appresta a riorganizzare le proprie attività, anche sportive, è bene tenere presente qualche informazione in più. Dal punto di vista culturale, lo Yoga è una pratica millenaria – informa l’Ulss 2 – che affonda le sue radici in India. E’ un’antica disciplina che si basa sulla filosofia vedica che ha influenzato, a sua volta, diverse culture, come quella induista e buddista. E’ una pratica adatta a tutti, indipendentemente dal livello di preparazione fisica e dall’età. Man mano che si progredisce nella pratica aumenta anche la consapevolezza di se

stessi, del proprio corpo, del respiro e dei pensieri, portando così un benessere a 360 gradi. Quali sono in pratica i benefici sul corpo? Sono molteplici, informa l’Ulss 2, a partire da una maggiore ossigenazione degli organi interni e dei tessuti. Oltre a migliorare la postura, la pratica dello Yoga ha la sua efficacia anche sulla circolazione sanguigna,

la pressione arteriosa e la stabilizzazione degli zuccheri nel sangue. Ci sono poi i benefeci effetti sulla mente: riduce l’ormone dello stress, il rischio di incidenza di depressione e ansia, grazie all’aumento di serotonina, e della somatizzazione. Inoltre, favorisce il controllo dell’iperattività e migliora la qualità del sonno.

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Implantologia computer guidata

Gli straordinari progressi della tecnologia trovano applicazione anche nell’Odontoiatria, facilitando la pratica clinica di tutti i giorni.

L’ausilio del computer ha reso meno invasiva l’implantologia, eliminando il disagio postoperatorio del paziente e minimizzando i rischi dell’intervento.

Cos’è l’impianto dentale?

L’impianto dentale è una vite in titanio biocompatibile. Ciò signi ca che dopo il suo posizionamento nell’osso della mandibola o della mascella, esso è in grado di “ingannare” il nostro organismo e di integrarsi completamente in esso. E’ capitato a tutti di in larsi una scheggia in un dito: lasciando la scheggia nel dito notiamo che esso si gon a, diventa rosso e che anche la più piccola pressione provoca un forte dolore. Se insistiamo a tenere la scheggia nel dito, poi, notiamo che attorno ad essa si può forma un po’ di pus. In questo caso si è instaurata quella che in medicina si chiama “reazione da corpo estraneo”, che permette al nostro corpo di espellere o isolare ciò che non è proprio. L’impianto dentale, invece, non causa questa reazione e, per la particolare rugosità della sua super cie, è in grado di formare un legame intimo con il tessuto osseo in cui è inserito. Questo processo, che prende il nome di

osteointegrazione, richiede da 3 a 6 mesi e conferisce all’impianto stabilità sia meccanica che temporale. Dopo l’osteointegrazione infatti l’impianto ha la funzione di sorreggere una protesi, come per esempio una corona, e di supportarne i carichi masticatori. Si può dire che l’impianto in titanio sostituisce la radice del dente, essendo la parte che inserendosi nell’osso ne conferisce stabilità.

Cosa vuol dire implantologia computer guidata?

Con questa tecnica si stabilisce al computer la posizione che dovranno avere gli impianti nell’osso in modo estremamente preciso.

In prima fase il paziente esegue un esame radiologico, la TC Cone Beam, che riproduce un modello digitale 3D della testa del paziente. In questo modo si vede letteralmente sullo schermo del computer la bocca del paziente, nella quale si vanno a posizionare, sempre virtualmente, gli impianti. Un programma speci co rileva correttamente altezza e spessore dell’osso ed evidenzia determinate strutture anatomiche da evitare durante l’inserimento degli impianti. Nel corpo

della mandibola, per esempio, decorre il nervo alveolare inferiore, la cui lesione durante le manovre chirurgiche potrebbe compromettere la sensibilità del labbro inferiore; bisogna allora posizionare l’impianto superiormente al nervo, lasciando un margine di sicurezza di 2 millimetri.

Solo il computer permette di scegliere in modo così preciso l’inclinazione e la profondità che dovranno avere gli impianti nell’osso, minimizzando i rischi. Terminata la fase di progettazione si vede sullo schermo del computer la bocca del paziente, con gli impianti inseriti esattamente dove ha scelto il Chirurgo.

Come avviene il posizionamento degli impianti nella bocca del paziente con questa tecnica?

Attraverso il computer si realizza un progetto. La seconda fase prevede l’invio del progetto a una ditta specializzata che trasforma il modello digitale in un modello reale, realizzando una mascherina in resina che, indossata dal paziente, funzionerà da guida chirurgica. Il posizionamento degli impianti avviene attraverso piccoli fori cilindrici presenti su questa mascherina. Essi guidano le frese chirurgiche e l’impianto nella direzione giusta e nell’esatta posizione scelta al computer.

Quali sono i vantaggi, quindi, nello scegliere l’implantologia computer guidata?

I vantaggi dell’implantologia computer guidata non sono solo il posizionamento estremamente preciso dell’impianto: la cosa che più colpisce i pazienti è spesso la totale assenza di gon ore e dolore dopo l’intervento chirurgico. Con la tecnica tradizionale, infatti, si esegue un taglio sulla gengi-

va e la si scolla no ad esporre visibilmente l’osso sul quale lavorare. Ad impianto inserito è poi necessario suturare la gengiva e aspettarne la guarigione. Con l’ausilio della guida chirurgica, invece, viene praticato nella gengiva un piccolo foro dello stesso diametro dell’impianto, (da 3 a 5 millimetri), laddove esso viene inserito, senza più bisogno dei punti di sutura. L’implantologia computer guidata è la scelta più confortevole e più sicura che abbiamo oggi a disposizione.

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PORTO VIRO 0426.324194 Via Mazzini 48/A 45014 | info@venetamed.it | www.venetamed.it Autorizzazione Sanitaria n°85 del 13/06/2016Direttore Sanitario: Dott. Gianluca Targa Iscr. Ord. Medici Odontoiatri di Rovigo n° 170 Iscr. Ord. Medici di Rovigo n° 1350
La precisione del computer per risolvere anche i casi più complicati.

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