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Maltempo Il Veneto deve risolvere il problema acqua pagg.
Economia Spiagge, natura e storia: il turismo business no-stop
4-5
pag.
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Infrastrutture Tiozzo e Tesserin sulla Nuova Romea Commerciale
10
pagg.
12-14 EDITORIALE
Sant’Anna, il parroco lancia l’allarme sicurezza
Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi di Nicola Stievano
Sant’Anna di Chioggia, è allarme sicurezza. A farsi portavoce dello stato di malessere che da tempo condiziona la qualità della vita dei residenti è il parroco, don Lorenzo Carnovik. pag. 16
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Erosione delle spiagge, la diga soffolta risolverà il problema Il Comitato tecnico del Magistrato alle acque ha approvato il progetto, i lavori partiranno in autunno
I
l Comitato Tecnico del Magistrato alle Acque di Venezia ha approvato la realizzazione di una “diga soffolta” al largo del litorale sud di Sottomarina, opera fondamentale ai fini della tutela ambientale del territorio. L’intervento consentirà agli operatori turistici di risolvere in via definitiva la questione dell’erosione della spiaggia e di affrontare con serenità le prossime stagioni balneari. Di fatti, le frequenti mareggiate che investono il litorale di Sottomarina obbligano ad effettuare ogni anno operazioni
di ripascimento all’approssimarsi della stagione estiva, ma gli effetti non sono duraturi: la prima mareggiata autunnale ripristina la situazione iniziale e rende vane le ingenti risorse spese dagli operatori balneari. Per far fronte a questo disagio, più di un anno fa il Magistrato alle Acque di Venezia ha presentato un progetto esecutivo per dare soluzione definitiva alla questione: la realizzazione di una diga sommersa al largo del litorale e per una lunghezza di circa un
kilometro, che attenui la forza del mare e l’erosione della spiaggia. Il progetto ha subito un percorso di verifiche tecniche e amministrative, compreso il test nel “simulatore” di Voltabarozzo dell’ottobre scorso, e la sua efficacia è stata a più riprese confermata. La “diga soffolta” ha quindi ricevuto integrale ed autorevole avallo da parte di tutte le componenti tecniche ed amministrative coinvolte. pag. 6
rmai è un dato di fatto, una tendenza confermata anno dopo anno. Ogni pioggia intensa, in qualsiasi periodo dell’anno, si trasforma il “allerta meteo” con la concreta possibilità che il sistema dei nostri fiumi entri in crisi in più punti contemporaneamente, provocando allagamenti tanto nei centri urbani quanto in aperta campagna. L’ultimo episodio è la prova che ormai il nostro territorio non è più in grado di reggere l’urto delle precipitazioni sempre più concentrate e intense. Se fino a qualche anno fa in queste occasioni si parlava di “evento eccezionale”, ora siamo di fronte se non alla norma, a fenomeni che si ripetono cono una certa frequenza, almeno due - tre volte nel corso dell’anno. Un fatto del quale bisogna prendere atto, evitando di trincerarsi dietro all’ineluttabilità del clima. Del resto le responsabilità delle emergenze continue e dell’ormai evidente dissesto idrogeologico non possono essere scaricate esclusivamente sulle “avverse condizioni meteo”, ma vanno individuate sull’impatto di decenni di espansione urbanistica, per molti aspetti selvaggia o quantomeno poco controllata, di sviluppo di infrastrutture che non è andato di pari passo con gli interventi su una rete idraulica e di scolo rimasta ferma agli inizi del Novecento, quando non addirittura peggiorate. continua a pag. 3
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S
ulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futuro. L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto puntualmente da chi ha governato e governa il Veneto da vent’anni, è stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimento ‘a fondo perduto’. *Capogruppo PD in Consiglio regionale
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EDITORIALE
segue da pag.
1
Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi
Incontri
16 mila pratiche in Provincia nel 2013
E’ stata pubblicata la relazione della direzione generale sui procedimenti di cui si è occupata la Provincia nel corso 2013. Cioè tutte quelle pratiche burocratiche avviate con la presentazione di una richiesta da parte dei cittadini o delle imprese veneziane: autorizzazioni, licenze, nulla osta, pareri, visti. Nell’anno 2013 sono stati complessivamente 16 mila 469 i procedimenti conclusi tra i 30 e i 60 giorni, di cui solo 46 procedimenti in ritardo, pari allo 0,27 del totale. Il risultato raggiunto è indice per la presidente Francesca Zaccariotto “da un lato di maggiore produttività del personale, dall’altro di una più efficace organizzazione generale”.
Girando fra i centri invasi o minacciati dall’acqua si sente spesso dire, per lo più dagli anziani: “Quando ero giovane vedevo scavare lungo i fiumi, adesso da molti, troppi, anni non si fa più”. Un luogo comune? In parte può essere, ma è un dato di fatto che i nostri fiumi sono stati lasciati in balia di sé stessi e quelli più fragili, come il Bacchiglione, per fare un esempio, ne risentono parecchio. Per non parlare di altri corsi d’acqua, dal Muson dei Sassi al Fratta Gorzone, che presentano un regime quasi torrentizio. L’alluvione del novembre del 2010 ha insegnato qualcosa e ha spinto la Regione ad investire sulle opere di prevenzione del rischio, a monte come a valle, mettendo in cantiere, non senza difficoltà in questo periodo di grave crisi economica, lavori che dovrebbero portare a qualche beneficio. La strada però è ancora lunga e tutta in salita, come ha dimostrato l’ultima emergenza. Il nostro territorio, dalla pedemontana al litorale, dal Polesine ai Colli Euganei, martoriati dalle frane che inghiottono vigneti e strade, è costellato da decine di criticità che possono avere conseguenze drammatiche durante le ondate di maltempo. Così, ancora una volta, prima bisogna cercare i soldi per riparare i danni e magari riconoscere anche qualcosa a chi ha avuto l’acqua in casa o ha riportato gravi conseguenze nella propria azienda. Di nuovo il denaro serve per intervenire dopo l’emergenza, rendendo ancora più impegnativo trovare le risorse per tutte le opere che dovrebbero invece servire a prevenire e a ridurre le calamità. Siamo comunque di fronte ad una maggiore coscienza civica su questo tema, dopo un lungo periodo di sostanziale indifferenza, perché ormai nessuno può dirsi veramente tranquillo di fronte alle conseguenze del dissesto idrogeologico, nessuno può chiamarsi fuori dalla responsabilità di tutelare il nostro territorio. di Nicola Stievano
Vongole, monitoraggi in laguna
Vongole, da marzo a settembre verranno monitorate con cadenza quindicinale le diverse aree della laguna veneziana. Con il Piano seme per le vongole relativo al 2014 messo a punto dalla società Gral (Grandi risorse alieutiche lagunari) partecipata dalla Provincia di Venezia, ci si propone di controllare i livelli di crescita della risorsa giovanile e verificare che non vi siano eventuali predazioni. Si terranno inoltre sotto controllo dimensioni e quantità. “Ritengo - ha commentato l’assessore provinciale alla Pesca Giuseppe Canali - che una ricerca del seme svolta in maniera scientifica e puntuale ci consenta non solo di essere immediatamente pronti alla sua raccolta, ma anche di non lasciarlo in balia di eventuali predazioni”.
Burano
Premiato il pilota Tagliapietra
chioggia in rosa Eventi, dibattiti e mostre per riflettere sui diritti delle donne
Prodotti tipici
Avis, sempre più chioggiotti disponibili a donare il sangue
distribuzione delle eccedenze: una rete
economia
pag.
8
La protesta di artigiani, piccoli imprenditori e commercianti
ambiente
La “rosa” di Chioggia nella “rete” dei radicchi Igp alla conquista dei mercati
sociale
Povertà e indigenza
Regione
Chioggia L’assessore provinciale Raffaele Speranzon ha premiato a Ca’ Corner, , il pilota di Burano Luca Tagliapietra che nei mesi scorsi si è laureato campione del mondo a Como nell’endurance classe S1, aggiudicandosi tutte le prove in programma. Il pilota di Burano, campione mondiale di motonautica è stato premiato nuovamente a Montecarlo dal principe Alberto di Monaco, presidente mondiale della Federazione mondiale di motonautica, in occasione di una cerimonia a hanno partecipato tutti i campioni del mondo nelle diverse categorie di motonautica. Erano presenti il delegato veneto del Fim Federazione italiana motonautica Paolo Meneghini e Aldo Benedetto Tagliapietra vicepresidente della scuderia che supporta il pilota
Da marzo a settembre
pag.
20
pag.
21
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28
Territorio: Piani delle acque, previsti 240 interventi pag.
pag.
10
la mostra
18
Villa Pisani: Luce sulla Venezia di fine ‘800
Azioni di aiuto per la povertà: verrà implementato e migliorato, anche attraverso la creazione di un sistema regionale efficace di rete e di gestione delle diverse forme di aiuto alle persone indigenti, il sistema di raccolta e distribuzione delle eccedenze alimentari. Un progetto regionale, discusso in Provincia di Venezia a fine febbraio, che - dopo l’istituzione da parte della Giunta del Veneto, del tavolo di lavoro in collaborazione con tutti i soggetti attivi sul fronte della solidarietà - prevede un programma formativo e informativo sugli interventi in materia di distribuzione delle eccedenze e di sostegno al disagio sociale. La Provincia di Venezia si è messa a disposizione per coordinare il territorio di competenza relativamente alle risorse, le persone e l’esperienza sul campo.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.
è un marchio registrato di proprietà di
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Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
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Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 26 febbraio 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese TERRITORIO Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e il bellunese a causa della neve. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano). E’ piovuta molta più acqua che nel 2010. Non ci sono stati crolli arginali
Alluvioni, danni per oltre
di Alessandro Abbadir
Zaia: “Per la messa in sicurezza del territorio ci servono 2 miliardi 700 milioni”
L’Autorità di Bacino accusa: troppa cementificazione e un sistema di difesa idraulico fermo
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lluvioni in Veneto, danni per centinaia di milioni di euro (oltre mezzo miliardo) con oltre 130 territori comunali coinvolti dall’ondata di maltempo. Questo il bilancio fatto nelle scorse settimane da comuni, protezioni civili e Regione a fronte di eventi che hanno messo in ginocchio tantissime aree della nostra regione, e che si sono sviluppati lungo un inverno nevoso in montagna e piovoso in pianura. Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e per il problema della neve la montagna bellunese. Ma ecco la conta dei danni nello specifico presentata dal governatore Luca Zaia al Governo e al capo della protezione civile Franco Gabrielli, costo che si aggira sul mezzo miliardo di euro ma che al conto consuntivo sarà superata di molto. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e ancor più quelli alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano); quindi le famiglie e le attività produttive colpite da nevicate ed esondazioni (73 milioni); i dissesti idrogeologici (37 milioni); la rimozione di neve, lo smaltimento di rifiuti, gli interventi igienico-sanitari (15); le sofferenze dell’agricoltura (10); le operazioni di soccorso pre-
state dai vari corpi e dal personale civile (5). Tutto ciò senza tener conto dei contraccolpi alla stagione turistica invernale e dei disagi subìti dalla popolazione dell’area del bellunese a causa di nevicate di 4 metri. In ginocchio anche la rete turistica in pianura, basti pensare alle decine di alberghi nell’area di Montegrotto Terme, Terme Euganee e Tribano che sono stati messi direttamente fuori uso per settimane. E poi le alluvioni nel Portogruarese e le mareggiate sui litorali che hanno devastato chilometri di arenile a Jesolo e Sottomarina. Il governatore del Veneto sottolinea però che dal 2010 diverse cose sono state fatte. ”E’ piovuta molta più acqua che nel 2010 - spiega Luca Zaia - quando finirono allagati 150 km quadrati di territorio. Però i 925 interventi puntuali di ripristino, consolidamento e realizzazione di interventi di difesa idraulica attuati in questo triennio si sono per ora dimostrati decisivi. Non abbiamo avuto stavolta crolli arginali come allora. Ma i danni sono altissimi. “Gli allagamenti ci sono anche questa volta ma più limitati, con centinaia di famiglie evacuate e aziende in sofferenza. Ma il vero problema ogni volta è e sarà anche nel futuro, la tenuta degli argini. Con il piano straordinario successivo all’alluvione del 2010 la Regione ha erogato 24 milioni nel 2013 e ne
nel padoVano
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Assegnati 2 milioni di euro al Genio Civile
E
’ arrivata quest’anno parte dei fondi per le alluvioni del padovano del 2010. A gennaio infatti quasi due milioni di euro sono stati assegnati al Genio Civile di Padova per interventi urgenti finalizzati al ripristino di situazioni di particolare criticità, conseguenti ai danni provocati dall’alluvione del 2010. L’assegnazione, disposta con un provvedimento della giunta regionale su relazione dell’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte, rientra nel piano di assegnazione delle risorse finanziarie ripartite con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2013. Per il 2013 in tutta la Regione sono state destinate risorse per circa 10 milioni di euro “per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali in Veneto che hanno determinato l’esondazione di fiumi e torrenti, con conseguenti allagamenti di centri abitati e movimenti franosi, nonché gravi danni alle infrastrutture, agli edifici pubblici e privati e ai beni mobili, l’interruzione di collegamenti viari. Per il superamento dell’emergenza il governo aveva provveduto anche alla nomina di un Commissario delegato”. E’ stata rinviata a successivi provvedimenti la programmazione delle risorse relative alle annualità 2014 e 2015. A.A.
stanzierà ulteriori 100 milioni da qui al 2015. Noi abbiamo iniziato a lavorare sui primi bacini di espansione, ma per attuare integralmente un piano di messa in sicurezza ci servono 2 miliardi 700 milioni - spiega Zaia - a fronte dei quali come Regione riusciamo a reperire dai 50 ai 100 milioni l’anno: troppo poco. Lo Stato deve intervenire, il governo deve dimostrare coraggio e volontà di finanziare i grandi bacini di laminazione. Poi c’è anche un problema di burocrazia che è risolvibile, dando ai Presidenti di regione pieni poteri in tema di lavori pubblici”. ”I fenomeni atmosferici sono sempre più intensi e violenti per i cambiamenti climatici e a questo va aggiunta la trasformazione del territorio. La cementificazione del territorio produce che a parità di piogge le acque superficiali sono di più. Anche le piogge aumentano. E se questo è colpa del clima, la trasformazione del territorio è opera dell’uomo. C’è da sottolineare inoltre che la rete di difesa idraulica è quella del secolo scorso. Gli ultimi interventi sono stati fatti durante il fascismo e prevedevano difese per un territorio agricolo. Nel frattempo i campi sono diventati un’area metropolitana, capannoni, villette e cemento. Il sistema non regge più. Una rete più moderna aiuterebbe a ridurre l’emergenza”.
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Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Nel veneziano
e mezzo miliardo di euro Consorzi di bonifica Il presidente Giuseppe Romano indica quali sono le opere indispensabili
“Sicurezza idraulica, piano quinquennale da 1,3 miliardi per il Veneto” di Nicola Stievano
U spalla pag 5 per vene-
n piano di investimenti da un miliardo e 350 milioni, con centinaia di cantieri lungo i corsi dei fiumi per i prossimi cinque anni, per la sicurezza idraulica in Veneto. Lo chiedono i consorzi di bonifica, ricordando che i progetti ci sono già, ma è necessario recuperare le risorse. “Già dal 2010 - ricorda Giuseppe Romano, presidente dell’Unione Veneta Bonifiche - per garantire la difesa idraulica veneta i consorzi hanno presentato 629 progetti del valore di 1 miliardo e 350 milioni euro. E’ il più grande piano di difesa idraulica della Regione, prevede opere infrastrutturali necessarie come il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti idrovori, la realizzazione di casse di espansione per contenere le ondate di piena e di canali scolmatori o collettori, consolidamenti arginali e sistemazioni idrauliche; tutti interventi necessari la maggior sicurezza del nostro territorio”. Il sistema idraulico veneto è complesso e delicato, e oltre ai grandi fiumi comprende una rete di canali e corsi d’acqua minori che solcano l’intera pianura. Durante le allerte meteo sono almeno cinquecento uomini della bonifica impegnati a sorvegliare, 24 ore su 24, il livello dei fiumi, il funzionamento degli impianti e manufatti con l’impiego di circa un migliaio di mezzi e macchine operatrici (trattori, escavatori, pompe idrovore mobili), lungo le reti idrauliche. Inoltre, 400 impianti idrovori, grazie alle loro 1000 pompe, muovono 1milione e mezzo di litri d’acqua al secondo, continuando l’incessante attività di pompaggio per evitare la sommersione di ampie distese di territorio e per ripristinare le situazioni più critiche. I consorzi, dopo l’ultima emergenza maltempo, ribadiscono la necessità di destinare risorse al settore della difesa idraulica per la realizzazione di un grande piano, che preveda la concretizzazione delle grandi opere e delle infrastrutture necessarie.
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Richiesta dei comuni
“L’Idrovia va completata” A
llarme dissesto idrogeologico in diverse zone del veneziano, con allagamenti, e cedimenti di argini e fontanazzi. Nel Miranese nel Veneto Orientale, a Chioggia e Riviera del Brenta, questo inverno poco freddo, si è caratterizzato per una piovosità davvero insolita. I consorzi di bonifica si sono dati da fare e hanno cercato di mettere mano ai progetti e agli interventi per poter evitare negli anni a venire nuove emergenze. Un’opera che da anni è sul tavolo è il completamento dell’Idrovia Padova Venezia. I sindaci della Riviera del Brenta, puntano sul completamento dell’Idrovia Padova - Venezia per risolvere i problemi di sicurezza idraulica del comprensorio e chiedono che la Regione presenti entro l’anno, il progetto preliminare per la sua realizzazione. In questo clima, il Genio Civile nelle scorse settimane alla Conferenza dei sindaci a Camponogara, ha presentato tre studi di fattibilità, che puntano a mettere definitivamente in sicurezza il territorio da possibili allagamenti per esondazioni dei fiumi, e scarsa tenuta della rete idrica ed urbana. L’idrovia Padova-Venezia, completata, sarà lunga circa 28 chilometri, e di questi circa la metà sono già stati fatti agli inizi degli anni Sessanta. A Vigonovo e Gambarare sono stati realizzati anche tratti di canale con invasi d’acqua, chiuse e sbocco in laguna. L’ingegner Bruno Da Lio (Genio civile) ha così prospettato tre soluzioni. La prima dal costo di 100 milioni, prevede la realizzazione di un canale scolmatore. Un canale non navigabile che servirebbe solo allo scarico delle acque dal bacino del Padovano e dalle reti consortili dell’area. La seconda soluzione prospettata, prevede la costruzione di un canale navigabile di classe quinta (cioè largo dai 40 metri in su) costerebbe complessivamente 320 milioni di euro e permetterebbe il transito di chiatte di navigazione di standard europeo. La soluzione più completa del canale navigabile di “classe quinta super” prevede infine anche un sistema di noli e attracchi, sul modello di quelli presenti ad Amburgo in Germania o a Rotterdam in Olanda. Costerebbe complessivamente 460 milioni di euro. “I costi - ha spiegato Da Lio durante la conferenza potrebbero comunque anche essere abbattuti del 30% con bandi europei e accorgimenti specifici”. I consorzi di bonifica Acque Risorgive e Bacchiglione–Brenta presenti con i rispettivi direttori e i presidenti, hanno sottolineato come la soluzione idroviaria sia di fatto la più completa per la messa in sicurezza del territorio e possa non confliggere, anche in caso di attraversamento a raso degli altri fiumi, con il sistema complessivo idrico dei bacini. Insomma a detta dei tecnici con il completamento dell’Idrovia, risolverebbe anche il problema allagamenti in Riviera e nel Padovano. Il presidente della Conferenza dei sindaci Giampietro Menin e il sindaco di Campolongo Alessandro Campalto “sollecitano la Regione a presentare entro l’anno il completamento dell’Idrovia con canale navigabile, fornendo anche uno studio di impatto ambientale specifico”. Se il progetto non verrà presentato entro l’anno, infatti, si rischia di perdere i finanziamenti collegati ai bandi europei previsti per opere del genere. I sindaci hanno infine chiesto un’audizione in commissione regionale ambiente per esporre le loro convinzioni. Sulla vicenda interviene anche il comitato Opzione Zero con dei distinguo. “Siamo a favore della soluzione del completamento dell’idrovia Padova-Venezia - spiega il presidente del comitato Mattia Donadel - a patto che sia compiuto uno studio di impatto ambientale e idraulico dettagliato sulle conseguenze dell’opera in laguna. Siamo contrari invece all’idea di realizzare un canale scolmatore, che lascerebbe la possibilità di costruire una strada accanto al sedime idroviario”. Il completamento dell’Idrovia per Donadel ha i suoi rischi. “C’è il rischio, infatti - dice - che con l’idrovia si interri un chilometro e mezzo di laguna dalla foce, con i detriti in arrivo da Padova e Vicenza. Vanno poi valutati gli A.A. aspetti di intersezione idraulica con gli altri canali come il Novissimo”.
6 Chioggia Spiagge di Sottomarina e Isola Verde Dopo i danni creati dalle mareggiate con la stagione estiva alle porte la buona notizia della sua realizzazione
La Diga soffolta fa sperare gli operatori turistici Il Comitato tecnico del Magistrato alle acque ha approvato il progetto, i lavori partiranno in autunno per terminare prima dell’estate 2015. Ottimisti gli operatori: sperano sia la soluzione definitiva di Miriam Vianello
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a stagione balneare è ormai alle porte e anche quest’anno, purtroppo, le frequenti mareggiate hanno creato numerosi danni in particolare nella parte sud di Sottomarina, a ridosso della diga del Brenta e nella spiaggia di Isola Verde. Le opere di ripascimento che si sono susseguite negli anni hanno cercato di risolvere temporaneamente un problema che necessita di una soluzione definitiva. Per tale ragione il Comitato Tecnico del Magistrato alle Acque di Venezia ha approvato, in questi giorni, il progetto inteso alla realizzazione, al largo del litorale sud di Sottomarina, di una “diga soffolta” per garantire un’adeguata ed efficace difesa della spiaggia. “Non posso non evidenziare - ha dichiarato il sindaco Giuseppe Casson l’importante lavoro svolto dall’assessore all’Ambiente Silvia Vianello nel perseguire con tenacia e determinazione, lungo il corso di tutta la vicenda, l’importante obiettivo,
Riconoscimento unanime al lavoro di squadra che ha visto impegnati amministrazione e categorie
I danni provocati dalle recenti mareggiate in perfetta sinergia con il sottoscritto e con l’amministrazione tutta”. “Il lavoro di squadra ha decisamente pagato – afferma Luciano Serafini di Gruppo Turismo – le categorie turistiche si sono mosse coese e, assieme all’amministrazione comunale e all’interessamento del sindaco Casson, del vice sindaco Salvagno, dell’assessore al Turismo Silvia Vianello, e del con-
sigliere regionale Lucio Tiozzo, siamo riusciti a portare a casa questo risultato. Così come siamo rigidi nell’intervenire quando le cose non vanno bene, allo stesso tempo adesso non possiamo non dare il nostro plauso a chi ha contribuito a far arrivare l’ok per la realizzazione di questa importante opera”. “Siamo fiduciosi – spiega Alessandro Boscolo del camping Miramare, uno dei
più colpiti dalle mareggiate – che la diga soffolta possa rivelarsi la soluzione di tutti i nostri problemi. Ora ci auguriamo che il ripascimento venga fatto nei tempi e nelle modalità previste, in modo da non creare intralcio alla prossima stagione estiva”. A tal proposito il Magistrato alle Acque ha rassicurato di effettuare i lavori nei tempi stabiliti ed evitando inutili disagi. I lavori
in particolare inizieranno nell’autunno di quest’anno e verranno ultimati in vista del completamento della stagione estiva 2015. “Un intervento indispensabile per la tutela e salvaguardia dell’ambiente” – aggiunge Giorgio Bellemo dell’Ascot - non va trascurata però la zona di Isola Verde, in particolare la spiaggia Sol Leone, che ha subito molti danni e necessita di interventi radicali”.
tutela ambientale del territorio: la diga soffolta risolverà l’erosione delle spiagge
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l Comitato Tecnico del Magistrato alle Acque di Venezia ha approvato la realizzazione di una “diga soffolta” al largo del litorale sud di Sottomarina, opera fondamentale ai fini della tutela ambientale del territorio. L’intervento consentirà agli operatori turistici di risolvere in via definitiva la questione dell’erosione della che ed amministrative coinvolte ed è stato spiaggia e di affrontare con serenità le prossi- presentato in più occasioni alla cittadinanza me stagioni balneari. Di fatti, le frequenti ma- come la soluzione radicale e definitiva al reggiate che investono il litorale di Sottomarina problema dell’erosione. obbligano ad effettuare ogni anno operazioni Finalmente arriva anche l’annuncio del di ripascimento all’approssimarsi della stagione via libera da parte del Magistrato alle Acestiva, ma gli effetti non sono duraturi: la prima que di Venezia: inizio del lavori previsto per mareggiata autunnale ripristina la situazione l’autunno, in preparazione della stagione iniziale e rende vane le ingenti risorse spese balneare 2015. Quanto alla stagione estiva dagli operatori balneari. 2014, il Magistrato alle Acque ha fornito Per far fronte a ampie rassicurazioni questo disagio, più Il progetto della diga circa la tempestiva di un anno fa il Ma- ha subito varie effettuazione dei tragistrato alle Acque di verifiche tecniche dizionali interventi di Venezia ha presentato che ne hanno rinascimento. D’ora in un progetto esecutivo confermato l’efficacia avanti l’attenzione si per dare soluzione sposta su Isola Verde: definitiva alla questione: la realizzazione di rimangono ancora da individuare 30 milioni una diga sommersa al largo del litorale e di euro per la realizzazione degli interventi per una lunghezza di circa un kilometro, che strutturali progettati. attenui la forza del mare e l’erosione della I rappresentanti delle categorie coinspiaggia. Il progetto ha subito un percorso di volte, turismo e balneazione, si appellano verifiche tecniche e amministrative, compre- alla Regione Veneto e al Governatore Zaia, so il test nel “simulatore” di Voltabarozzo perché affronti al più presto la questione dell’ottobre scorso, e la sua efficacia è stata e possa mettere a disposizione le risorse a più riprese confermata. La “diga soffolta” necessarie alla salvaguardia ambientale e ha quindi ricevuto integrale ed autorevole occupazionale del territorio. Sara Boscolo Marchi avallo da parte di tutte le componenti tecni-
8 Chioggia L’Intervento
Il caso Pulizie degli arenili Comuni del litorale, Provincia di Venezia e Regione si incontrano
Gestione del rifiuto spiaggiato e ripascimento dell’arenile, un’unica regia G
estione del rifiuto spiaggiato, un tema di grande attualità che interessa tutto il litorale veneziano e che richiede una strategia unica e condivisa. E’ questo il motivo per cui lo scorso 20 febbraio, anche a seguito degli ultimi effetti causati dal maltempo, Comuni, Regione e Provincia si sono riuniti. A fare gli onori di casa l’assesssore veneziano all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia e il collega alla Protezione civile Giuseppe Canali che, nella sede di Mestre della Provincia di Venezia, hanno accolto i numerosi interlocutori intervenuti al tavolo di lavoro con l’obiettivo di fare squadra e fronteggiare, così, in modo efficace il problema. In rappresentanza del Comune di Chioggia è intervenuta l’assessore all’Ambiente Silvia Vianello. “L’attuale situazione in cui si trovano le spiagge - ha osservato l’assessore Dalla Vecchia - mette sotto pressione i comuni che si trovano a dover gestire il problema considerando anche l’inizio della prossima stagione turistica, e i riflessi economici collegati”. La finalità dunque era quella di individuare un preciso percorso che, fatto proprio dalla Regione Veneto, possa condurre a soluzioni sistematiche e definitive. Nel corso dell’incontro sono stati quindi valutati i contenuti della recente delibera della giunta regionale in materia. Di fatto uno dei
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Comuni sotto pressione in vista della imminente stagione turistica, dopo i danni causati dalle recenti mareggiate L’incontro dello scorso 20 febbraio che si è svolto nella sede della Provincia di Venezia
problemi più pesanti riguarda l’ingente quantità di materiale depositato sulle coste del litorale, anche in occasione degli ultimi eventi atmosferici, che - è stato ribadito - viene classificato dalla legge vigente come “rifiuto urbano”. In merito Dalla Vecchia ha sottolineato, facendo riferimento proprio alla recente delibera regionale, che: “è prevista la possibilità per i sindaci di adottare specifiche ordinanze in casi eccezionali ed urgenti come gli eventi meteo recenti”. “Ma occorre - ha auspicato - una cabina di regia per individuare delle linee guida da seguire perché il problema dell’interpretazione e delle modalità operative non ricada sui Comuni
ma sia coordinato dagli uffici preposti”. La questione è stata valutata anche dal punto di vista della difesa del suolo anche per quanto riguarda il ripascimento dell’arenile, oltre alle procedure di trattamento dello spiaggiato, le modalità di separazione e di recupero della sabbia dal rifiuto. Infine si è discusso anche del coordinamento della Protezione civile che, “a livello regionale, - ha spiegato l’assessore Canali - è ora impegnata a raccogliere le schede per censire i danni provocati dagli eccezionali eventi meteo proprio di febbraio.
“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di Lucio Tiozzo*
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Un errore fatale per due motivi. Da un lato perché l’incuria e la scarsa manutenzione hanno trasformato anche gli eventi atmosferici di media portata in una spada di Damocle calamitosa. Dall’altro perché si è rivelata tremendamente miope la visione di chi non ha mai considerato la tutela ambientale come risorsa, come garanzia di una tenuta economica e produttiva di un intero territorio: basti pensare a quante famiglie e aziende sono state irrimediabilmente messe in ginocchio a causa di un’alluvione. Cambiare passo significa spostare le logiche di gigantismo che, fisicamente, hanno intasato fino all’inverosimile la terra veneta in direzione dell’unica, vera, grande opera che doverosamente deve essere ora compiuta, rendendo sicure, compatibili con l’ambiente ed ugualmente produttive le nostre terre. Questo lo si può fare approvando una nuova legge regionale contro il consumo del suolo, proposta che il PD ha presentato da mesi. Ma anche puntando su norme urbanistiche, anche importanti per l’economia locale, come il Piano Casa, che non privino comunque le amministrazioni locali del loro compito di vigilare su ogni forma di speculazione dannosa per il territorio stesso. Di sicuro è indispensabile mettere a disposizione le risorse: per la voce ‘Tutela del territorio’ la Giunta Zaia aveva previsto per il 2014 uno stanziamento di 166,8 milioni. Praticamente gli stessi soldi del 2013 (165,9 milioni) e addirittura meno di quelli stanziati nel 2012 (175,6 milioni). E’ evidente che così non va e che si debba fare uno sforzo straordinario per aumentare di molto questa cifra. Il PD ha proposto un piano di investimenti decennale: 100 milioni in più, rispetto alla proposta della Giunta, nel 2014 e 50 milioni per ognuno dei successivi nove anni, da destinare esclusivamente ad opere infrastrutturali straordinarie di difesa permanente, che esulano dall’ordinaria manutenzione. Basti pensare ai bacini di laminazione, piuttosto che alle barriere subacquee per la tutela degli arenili, per i quali ormai la periodica attività di ripascimento si rivela dispendiosa ed insufficiente. Il presidente Zaia non si limiti ad invocare finanziamenti statali, gli stessi che peraltro hanno consentito di realizzare una parte di interventi negli ultimi anni: decida di fare la propria parte e di investire per il futuro del Veneto. * Capogruppo PD in Consiglio regionale
Festa della donna, oltre l’8 marzo
Eventi, dibattiti e mostre per riflettere sui diritti delle donne
umerosi appuntamenti e proposte sono stati organizzati dall’assessorato per le Pari Opportunità del Comune di Chioggia in occasione della festa della donna celebrata l’8 marzo. “E’ una data importante per noi donne – afferma l’assessore alle Pari opportunità Silvia Vianello - ce la siamo costruita da sole attraverso un faticoso cammino per la conquista dei diritti di cittadinanza”. In primis fino al 16 marzo, presso la sala espositiva del Museo Civico della Laguna Sud San Francesco Fuori le Mura, è stata allestita la mostra di pittura di Mirella Tonellotto dal titolo: “Voce di donna”, a proseguire, dal 21 al 30 marzo, ci saranno le opere di Cinzio Veneziani. In occasione dell’8 marzo invece sono state premiate cinque donne che con il loro impegno hanno dato un contributo importante alla nostra città, nel mondo dell’impresa, dell’Amministrazione pubblica, nel sociale, nella cultura, nell’arte e per la libertà femminile. I
riconoscimenti sono stati consegnati alla dottoressa Maria Flora Romano, fondatrice e presidente onorario dell’Andos di Chioggia che ha curato molte donne di Chioggia; a Rossana Bullo che opera nella Caritas; a Liliana Naccari, imprenditrice che con grande creatività ha fondato il gruppo leader nel campo dell’abbigliamento; ad Alessandra Mary Boscolo Bisto impegnata in politica e a Carla Neri, fondatrice di “Insieme ArTe”. Il 15 marzo è stato organizzato un incontro con Tiziana Bartolini, direttrice di NoiDonne dal titolo: “Settant’anni di un cammino di libertà delle donne. Spunti per una lettura d’amore”. Verranno inoltri proiettati alcuni film al cinema teatro Don Bosco ed il 16 marzo viene presentato il libro che racconta la storia di alcune donne che hanno subito violenza. Non mancheranno però tra gli incontri in progrmma e la mostra fotografica un convegno sul tema dell’endometriosi, in
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programma il prossimo 29 marzo presso la sala del Consiglio comunale, che prevede la partecipazione di medici specialisti dell’Unità Ginecologica Ospedale Sacro Cuore di Negrar. Il prossimo 22 marzo alle 10,30 presso la Sala del consiglio comunale il forum “le opportubnità si incontrano: può la rete aiutare e condividere?”, il 23 alle 14,30, nell’androne del palazzo comunale, “Le culture si incontrano”, mostra di artigianato etnico e canti popolari. Dal 4 al 13 aprile prossimo, presso la sala espositiva del Museo Civico della Laguna Sud San Francesco Fuori le Mura la mostra fotografica “Clickami gli occhi!” di Laura Lorenzutti, Gianna Penzo e Tiziana Tiozzo, nella sala conferenze della stessa sede il 5 aprile alle 17,30 “L’orientamento della riconoscenza nella festa di Chioggia: parole e immagini” organizzato da ArTe-Amare Chioggia e il suo territorio. Miriam Vianello
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Le cinque donne premiate lo scorso 8 marzo
10 Chioggia Economia e territorio Oltre le spiagge e oltre la stagione estiva: i borghi storici e la natura incontaminata
Il turismo diventa business no-stop
Gli operatori del settore con Comune e Provincia hanno messo a punto un progetto per valorizzare le tante risorse da proporre tutto l’anno di Miriam Vianello
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hioggia può diventare una meta turistica per tutto l’anno grazie ad un progetto denominato: “Quattro stagioni: business no stop” elaborato da Confesercenti ed Associazione Albergatori, in collaborazione con il Comune di Chioggia, la Provincia di Venezia e numerose realtà economiche del territorio. “Da sempre il turismo a Chioggia e Sottomarina è concentrato nel solo periodo estivo,- afferma l’assessore al Turismo del Comune di Chioggia Silvia Vianello - riducendo le grandi potenzialità che la città dal punto di vista storico offre per poter non solo prolungare la stagione ma renderla continua per l’intero arco dell’anno. Partendo da ciò, come amministrazione, in collaborazione stretta con le associazioni di categoria non solo del turismo, stiamo lavorando per costruire una struttura la cui attività sia volta proprio ad una promozione e ad una nuova visione di governance del territorio più ampia. A tal proposito la cooperazione tra pubblico e privato è fondamentale in un’ottica di accoglienza volta alla persona e a ciò che cerca quando sente l’esigenza di viaggiare o solo di trascorrere una giornata in un luogo diverso da dove
vive abitualmente. E’importante lavorare perciò sulla formazione, in particolare sulla comunicazione e il marketing del nostro territorio in un’ottica più vasta ove l’offerta possa arrivare ovunque e dentro un brand non più solo locale ma RegionaleNazionale”. La comunicazione deve essere in linea con le nuove esigenze di mercato e utilizzare gli strumenti informatici più innovativi proponendo eventi per valorizzare il territorio anche grazie ai prodotti tipici che lo caratterizzano. “Chioggia - aggiunge l’assessore Vianello deve quindi essere conosciuta per il mare, le spiagge e come città d’arte. Queste tra l’altro sono le indicazioni che la nuova legge regionale sul turismo detta, gli amministratori e il mondo imprenditoriale clodiense devono cogliere al volo quest’opportunità
per rilanciare la propria città”. “Sono tre gli obiettivi del progetto - sostiene Giuliano Boscolo, presidente dell’Asa - in primis quello di aumentare la professionalità degli operatori preparandoli, grazie ai corsi di formazione, ad affacciarsi ai nuovi mercati turistici attraverso uno studio specifico sul tipo di prodotti da promuovere all’estero. I mercati stranieri infatti, da quanto è emerso dal nostro osservatorio nazionale, sono in piena crescita e sono attratti dalla specificità del territorio, come ad esempio: dalla natura incontaminata (vedi Delta del Po, la laguna e le sue valli da pesca, casoni ecc.), dalle città e borghi storici “nuovi” da scoprire, dal potenziale gastronomico unico al mondo dove ogni area geografica italiana ha una sua specificità culinaria. Il secondo riguarda la sistemazione dell’arredo urbano e viario della nostra città priva di una zona pedonale permanete in cui è possibile sviluppare attività commerciali legate alle Grandi Firme così da attrarre il turista Russo e Asiatico. L’ultimo infine riguarda la necessità di prevedere una pianificazione del territorio in una prospettiva a lungo termine in sinergia con tutte le attività imprenditoriali”.
NEWS Prodotti tipici
“la rosa” di chioggia nella “rete” dei radicchi igp per conquistare i mercati
I
l Consorzio di Tutela del Radicchio di Chioggia Igp, grazie al patrocinio della Provincia di Venezia e della Regione del Veneto, ha organizzato, presso la sala conferenze dell’Azienda speciale per il porto di Chioggia, un convegno per discutere sulle opportunità di valorizzare un prodotto tipico come il radicchio. In particolare, durante il dibattito, i tre i Consorzi originari Igp del Radicchio Rosso di Treviso e di Castelfranco, del Radicchio di Verona e del Radicchio di Chioggia hanno annunciato la nascita di una comune “cabina di regia” per coordinare e favorire la penetrazione commerciale di questi pregiati prodotti nel mercato globale. “La Regione – dichiara Franco Manzato, assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto - è pienamente soddisfatta di questa iniziativa, in linea con l’indirizzo della Commissione Europea che ribadisce l’importanza dell’aggregazione tra più soggetti del territorio, in grado di controllare l’offerta privilegiando la qualità del prodotto attraverso il marchio IGP”. In particolare è necessario incrementare gli strumenti di promozione del prodotto e renderlo facilmente riconoscibile all’estero. “Un’organizzazione tra consorzi e il “fare rete” – sostiene il presidente del Consorzio Igp di Chioggia, Giuseppe Boscolo Palo può dare un segnale importante per lo sviluppo del settore grazie agli strumenti che abbiamo a disposizione. Ad esempio attraverso l’ideazione e la promozione di un’immagine coordinata è possibile incrementare la visibilità e la commerciabilità del prodotto”. M.V.
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12 Chioggia Infrastrutture Nuova Romea commerciale dopo l’approvazione del Cipe i commenti
Tesserin: “Il nostro territorio uscirà dall’isolamento”
“L’Orte-Mestre diventerà un asse portante del traffico merci tra Adriatico e Tirreno e consentirà tempi di percorrenza più veloci tra una parte e l’altra della Penisola”
Il consigliere regionale Carlo Alberto Tesserin
di Melania Ruggini
“L
a nuova Romea Commerciale consentirà al nostro territorio di uscire dal divario infrastrutturale accumulato negli ultimi decenni. Per questo, la notizia arrivata da Roma va accolta con soddisfazione, in particolare in quei territori che più di altri hanno sofferto la carenza di collegamenti efficienti come Chioggia, Cavarzere e il Polesine”. A dirlo è il consigliere regionale clodiense Carlo Alberto Tesserin del Pdl, dopo l’approvazione da parte del Cipe del progetto preliminare dell’opera, sulla base anche delle prescrizioni della Regione. “L’Orte-Mestre diventerà un asse portante del traffico merci tra Adriatico e Tirreno e consentirà tempi di percorrenza più veloci tra una parte e l’altra della Penisola. E’ un’opera concordata con il territorio e che risponde alle esigenze del nostro tessuto economico e imprenditoriale che, per uscire dalla crisi, ha bisogno di infrastruttu-
“Consentirà al nostro territorio di uscire dal divario accumulato negli ultimi decenni” re adeguate”. Un’arteria dunque di fondamentale importanza e urgenza per tutta l’area del Nordest e lungo l’Adriatico, da Ravenna a Civitavecchia, che toglierà dall’isolamento l’area del Veneto e in particolare il territorio di Chioggia e Cavarzere. “Il dato positivo è che l’arteria non andrà ad interferire con i flussi turistici e nemmeno con i centri turistici ed abitati. Invece per Venezia dovremo trovare una soluzione” commenta soddisfatto Tesserin. “La Nuova Romea Commerciale consentirà al nostro territorio di uscire dal divario infrastrutturale accumulato negli ultimi decenni. Per questo, la notizia arrivata da Roma va accolta con soddisfazione, in particolare in quei territori che più di altri hanno sofferto la carenza di collegamenti efficienti”. Il consigliere regionale sottolinea l’importanza dell’asse di collegamento per permettere al territorio di Chioggia, Cavarzere e Cona il collegamento alla nuova Romea commerciale mediante due bretelle, come ha confermato l’assessore Renato Chisso. La prima bretella verrà tracciata da Codevigo e arriverà attraverso il completamento
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dell’Arzerone; l’altra, che Tesserin reputa ancora più importante, partirà dal casello di Cavarzere Nord e si collegherà con Sant’Anna. “Per quanto riguarda il nostro territorio, l’uscita al casello Cavarzere Nord costituisce un collegamento privilegiato con la zona industriale di Cona. Per il raccordo con Chioggia la bretella sarà più utile per permettere di usufruire di una logistica accettabile. Mediante le bretelle Cavarze-
“Casello Cavarzere Nord costituisce per noi un collegamento privilegiato con la zona industriale di Cona” re Nord- Brondolo/Sant’Anna e la bretella Codevigo- Arzerone si renderà la Romea più fruibile in termini sia turistici che di sicurezza per ottenere una mobilità più adeguata”. A proposito delle eventuali problematiche riscontrate in taluni certi centri abitati, Tesserin pone l’accento sul rispetto dei medesimi, come ad esempio la zona della Riviera del Brenta, che “deve essere seguita con attenzione e sensibilità per non creare danni idrogeologici”. Tesserin pone inoltre l’accento sull’importanza di abbinare la Romea commerciale alla Nogara Mare per lo sviluppo di un collegamento trasversale est-ovest (tramite Adria) oltre che nord e sud “in modo da creare un’intersecazione importante con la viabilità nazionale, di grande interesse, da nord a sud e da est a ovest”. Alla domanda se sia meglio la strada o la ferrovia, il consigliere risponde che “l’asse stradale è la migliore soluzione possibile, tuttavia se si riuscirà a creare anche un collegamento importante per le merci a livello ferroviario, ben venga. Ora l’importante è fare presto e realizzare questa grande opera”.
14 Chioggia Infrastrutture 2 Il consigliere regionale ricorda l’iter travagliato e lungo
Lucio Tiozzo: “Romea commerciale, un’occasione persa” Pur considerando l’infrastruttura un’opera essenziale, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale osserva: “Sprecato tempo prezioso, la crisi ora rende difficile reperire le risorse. Molti i nodi da sciogliere” di Melania Ruggini
“Q
uella della nuova Romea Commerciale è la storia di un’occasione persa”. L’esordio del consigliere regionale del Pd Lucio Tiozzo è alquanto amaro, come lui stesso spiega: “non perché l’opera sia stata messa in archivio: anzi, recentemente, il Cipe - Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica - ha dato il via libera alla realizzazione con l’inizio dei lavori fissato per il 2015 e consegna per il 2021”. Secondo il Consigliere Tiozzo, ripercorrere la storia travagliata di questa infrastruttura è fondamentale per comprendere quali siano i nodi che sono da affrontare a causa di questo “ritardo colossale”. “Vale la pena ricordare che correva l’anno 2001 – spiega il consigliere regionale del Pd - quando le Regioni Emilia-Romagna e Veneto, presiedute allora da Vasco Errani e Giancarlo Galan, strinsero un accordo per la realizzazione della Mestre-Ravenna entro il 2008. Le cose non andarono esat-
Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Lucio Tiozzo. A sinistra la sede della Regione Veneto, istituzione a cui Tiozzo sollecita ora risposte precise tamente così, perché poco tempo dopo lo stesso Galan e Silvio Berlusconi diedero prova del loro maniacale gigantismo infrastrutturale decidendo di dar vita al corridoio stradale Mestre-Orte. La conseguenza non fu solo quella di interrompere l’iter per la Mestre-Ravenna, tratto strategicamente fondamentale che andava costruito in tempi
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brevi, ma di moltiplicare a dismisura i costi complessivi dell’opera: da 1 a 9,8 miliardi di euro”. Tiozzo sottolinea che al fattore tempo si è aggiunta la crisi economica a complicare tutto. “Sostanzialmente si è perso un enorme tempo prezioso, se non altro perché, gradualmente, la crisi economica si è fatta
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sentire aumentando le difficoltà di reperi- proprio grazie al Passante?” Molti gli interrogativi che il consigliere mento di risorse pubbliche”. E così: “La Romea Commerciale, quan- si pone: quali saranno i collegamenti più do entrerà a regime, sarà di fatto come opportuni con l’area che fa capo a Chiogun’autostrada a pedaggio perché realizza- gia piuttosto che con la zona del Delta del ta da privati che, avendo investito risorse, Po? Ci sarà la volontà di confrontarsi con vogliono ovviamente guadagnarci. E da i territori per individuare i tracciati migliori per compatibilità e parte dello Stato ci funzionalità, oppure sarà un contributo di La Romea Commer1,8 miliardi attraverso ciale quando entrerà si procederà senza la defiscalizzazione a regime sarà di fatto ascoltare nessuno, vicome un’autostrada sto che l’opera rientra dell’opera”. nella legge obiettivo? Attorno a questa a pedaggio E soprattutto, in atteinfrastruttura, che Tiozzo ritiene comunque e senza dubbio sa della realizzazione della nuova Romea essenziale, rimangono tuttavia una serie di Commerciale, ci sarà la forza di imporre ai nodi da sciogliere. A partire dalle questioni proponenti la sacrosanta messa in sicurezza dell’attuale Romea che da lunghi anni è l’arrelative all’impatto ambientale. “Tocca alla Regione Veneto stabilire con teria stradale più pericolosa d’Italia? “Su tutte queste incognite da parte i privati dove si collocheranno gli innesti: sul Passante di Mestre, appesantendo ulterior- mia e del Pd chiediamo, senza abbassare la mente i comuni della Riviera del Brenta, guardia, risposte certe e rapide” conclude. oppure sulla tangenziale, facendo ritornare il traffico pesante che era stato eliminato
Renato chisso agli industriali: “Romea commerciale, finalmente si parte!”
L’assessore regionale alla Mobilità e alle Infrastrutture Renato Chisso. A sinistra la sede Aspo, dove si è tenuto l’incontro
COSTRUZIONI EDILI RISTRUTTURAZIONI VERDE PUBBLICO E PRIVATO
PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE GIARDINI, PARCHI E TERRAZZI REALIZZAZIONE IMPIANTI D’IRRIGAZIONE
POTATURE CON PIATTAFORMA AEREA REALIZZAZIONE E MANUTENZIONE PISCINE PULIZIE ABITAZIONI
“N
uova Romea Commerciale si zazione previsto per i privati che andranno par-te!” scandisce, ripete “si a realizzare l’opera”. parte”, e sottolinea le parole Un risultato che l’assessore regionale l’assessore veneto alla Mobilità e alle In- considera in termini estremamente positivi frastrutture Renato Chisso, in occasione soprattutto per il fatto che si tratta di un’odell’incontro organizzato con gli industriali pera a lungo attesa dal territorio. veneziani alla sede “I caselli - dice Aspo di Chioggia a “Con l’approvazione del - saranno 5 nel terrimetà febbraio, richie- progetto si è giunti ad torio veneto: Taglio di Po, Adria, Cavarzere, sto da questi ultimi per una situazione in cui è svincolo di Codevigo, meglio capire il proget- stato messo un punto fermo sulla realizzazione” all’altezza di San Bruto della Mestre-Orte. son, con la prescrizio“Dopo 30 ani di discussioni, dibattiti e promesse - ha prose- ne di realizzo, tra le altre, di due bretelle di guito Chisso - si è giunti ad una situazione collegamento alla città di Chioggia: la prima in cui è stato messo un punto fermo con è il completamento dell’Arzeron, la seconda l’approvazione da parte del Cipe, il Comi- che da Cavarzere arriva a Chioggia bucando tato Interministeriale per la Programmazio- verso sud”. “Oggi siamo alla presentazione dei prone Economica, cioè da parte dello Stato, del progetto e la messa a disposizione di getti - ha detto Chisso agli industriali - che risorse, attraverso un sistema di defiscaliz- lo Stato ha approvato: insomma si parte”.
16 Chioggia Sant’Anna di Chioggia Il parroco don Carnovik lancia l’allarme sicurezza e degrado
“Anche la comunità deve tutelare il territorio Il sacerdote richiama i suoi al senso civico: “Una frazione va tutelata e difesa non solo da parte delle forze dell’ordine ma anche da chi vi abita, superando quella sorta di omertà dettata dalla paura”
S
ant’Anna di Chioggia, è allarme sicurezza. A farsi portavoce dello stato di malessere che da tempo condiziona la qualità della vita dei residenti è il parroco, don Lorenzo Carnovik. Lo fa attraverso una lunga e accorata lettera che più che essere una denuncia vuole esortare l’intera comunità, oltre a sollecitare una maggiore attenzione da parte degli amministratori, a reagire. Don Carnovik comincia dal tema della sicurezza per approdare poi al generale degrado in cui si trova da tempo la frazione. “Credo che ormai - scrive - non si contino più le case, i negozi, gli ambienti privati e non, che siano stati visitati dai ladri, non è stata risparmiata nemmeno la chiesa”. Non è intenzione del sacerdote puntare il dito contro le forze dell’ordine che, anzi, “fanno il possibile - specifica nella lettera per arginare il fenomeno”. Eppure, osserva preoccupato don Lorenzo, “sta crescendo sempre più un senso di
grande insicurezza negli abitanti” e ciò che manda. Don Lorenzo cita tre aree a rischio: più ritiene inquietante è il fatto che “sempre il parcheggio in via Bruno Maderna, tra il più si stanno studiando strategie di autodife- centro parrocchiale e la scuola materna; sa a livello locale, che preoccupano - insiste l’ormai tristemente “noto” sottopassaggio; - perché non si sa mai poi dove vadano a la piazzetta dov’è situata la chiesa antica. sfociare”. “Occorre - incalza dunque - pen- “A che cosa serve - insiste - costruire dei sarci per tempo prima sevizi pubblici con i che sia troppo tardi”. Don Lorenzo denuncia: soldi dei cittadini se poi Il parroco sgom- “Attenzione ai nostri questi vengono abbanbra subito il campo da giovani, le baby gang donati senza nessuna quelli che sono i soliti stanno prendendo tutela, ma divengono addirittura dei siti peluoghi comuni - caren- piede anche da noi” ricolosi per gli stessi za di mezzi e personale, colpa dei soliti extracomunitari, e simili cittadini?” Sono le aree periferiche, osserva il sa- e invita ad una riflessione più profonda del caso e se possibile che possa portare ad in- cerdote facendo ricorso anche alla propria esperienza, quelle più “fertili” perché proliterventi efficaci. Ispirato anche dalle immagini che l’im- feri la micro e macro criminalità. Come intervenire? Don Carnovik scuote pianto di videosorveglianza, in funzione in parrocchia da poco più di mese, trasmette, le coscienze dei parrocchiani e sollecita uno il sacerdote si pone essenzialmente due scatto d’orgoglio e di senso civico. “Un terquesiti. “A cosa servono i servizi pubblici se ritorio di una frazione - dice - va tutelato e non sono tutelati?” è questa la prima do- difeso non solo da parte delle forze dell’or-
dine ma anche da chi vi abita, superando quella sorta di omertà dettata dalla paura che molto spesso diventa il terreno adatto perché questi fatti si intensifichino sempre di più. La prima e concreta opera di prevenzione che si fa per se stessi e per gli altri è quella di una corale unità e solidarietà che superi la logica dello stupore e dell’orrore quando si verificano questi fatti”. “Credo - è la conclusione del ragionamento - che se molto spetta alle forze dell’ordine, molto spetta nel campo della prevenzione a ciascuno di noi che in questo territorio viviamo”. La seconda domanda in realtà è un monito rivolto alle famiglie. “Famiglia dove sei?” si chiede don Lorenzo dopo che le telecamere di videosorveglianza hanno rivelato un contesto forse ben diverso dalle aspettative. “I più scalmanati - afferma - e i devastatori maggiori sono minori dai 15 ai 17 anni (maschietti e femminucce), guidati da qual-
che maggiorenne”. “Se li guardiamo bene in faccia - è l’amara denuncia - sono tutti qui residenti. Stanno prendendo sempre più piede quelle baby gang senza scrupoli”. Quella di don Carnovik non vuole essere una denuncia alle famiglie ma di certo un invito, molto sentito, a tornare ad assumere una forte responsabilità educativa e, considerate le evidenti difficoltà dei nostri giorni, a non farlo da sole ma nello stesso contesto parrocchiale, insieme, in rete. “A Sant’Anna - afferma - non mancano iniziative per tutte le età, anche per le stesse famiglie, promosse dalla parrocchia o da realtà anche non strettamente parrocchiali: perché non c’è mai tempo per questo?” L’ultimo sollecito è rivolto direttamente ai giovani. “Avete il dono più grande che è la vita - conclude - un dono troppo grande e troppo prezioso perché lo sprechiate inutilmente”.
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Chioggia 17 NEWS
Gli incontri promossi dal Lions Club di Chioggia Cyberbullismo e crimini informatici
I giovani e le insidie della rete
Arti marziali. L’appuntamento a San Marino
Il dirigente della Polizia postale del Veneto Tommaso Palumbo e il commissario capo della Polizia di Stato Antonio Scialdone hanno parlato di opportunità e rischi di Internet
Gli atleti di chioggia si preparano per le selezioni “azzurre” in vista dei mondiali
di Eugenio Ferrarese
A
l centro delle attenzioni del programma annuale del Lions Club di Chioggia, presieduto in quest’anno sociale da Alessandro Vianello, vi è il complesso mondo dei giovani sempre più coinvolti tra le maglie della “rete” Internet, una rete piene di insidie pericolose, ma anche di positive opportunità. Su questo argomento, e con l’attenzione rivolta anche al caso della ragazza di Cittadella che si è tolta la vita lanciandosi dall’ultimo piano di un albergo, spinta a suicidarsi dalle offese di probabili coetanei sul sito web Ask.fm, sono intervenuti al meeting organizzato dal Lions Club il 12 febbraio 2014 Tommaso Palumbo, primo dirigente della Polizia di Stato, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, e Antonio Scialdone, commissario capo della Polizia di Stato alla presenza del capitano Antonello Sini, comandante della Compagnia Carabinieri di Chioggia, del capitano Francesco Masci, comandante della Guardia di Finanza, del tenente della Guardia di Finanza Carmine Guerriero, di Maurizio Paglione, dirigente del commissariato della Pubblica Sicurezza di Chioggia, e di Massimiliano Tiozzo, assessore ai
I relatori al convegno organizzato dal Lions Club Servizi sociali di Chioggia. I due relatori Palumbo e Scialdone hanno illustrato le formidabili opportunità offerte da Internet che hanno cambiato e migliorato la nostra vita. Purtroppo questi stessi vantaggi sono stati sfruttati anche dalla criminalità che nella Rete trova spazi e strumenti per compiere azioni criminali di varia natura e che coinvolgono in particolare tutto il settore giovanile. Grazie ad Internet le minacce possono giungere sotto forma di crimini informatici, azioni terroristiche e attacchi alle infrastrutture utilizzando proprio quei social network così amati e usati dai giovani. I pericoli sono molteplici e tra questi assai frequente è il bullismo informatico:
usare il web per mettere in atto vere forme di vessazione e di persecuzione. Abbiamo così filmati ripresi con i telefonini che registrano prese in giro di coetanei, poi trasmessi in rete e diffusi su youtube e altri programmi. Se un ragazzo è stato percosso o insultato, vedere il filmato su youtube di questo episodio, sapere che chiunque può accedervi, può provocargli una sofferenza intensa e ripetuta, quasi più grave dell’aver subito il gesto in sé. Gli interventi dei relatori accompagnata da proiezione di slide e brevi filmati sono stati assai coinvolgenti e hanno provocato molte riflessioni e domande. Nel corso del dibattito gli ospiti delle Forze dell’Ordine hanno sottolineato l’importanza della prevenzione, la necessità di interventi educativi a sostegno delle famiglie, dei docenti, al fine di essere sempre più consapevoli del rischio. Si dovrebbe incoraggiare la formazione dei docenti per “proteggere” gli studenti, renderli più consapevoli dei rischi a cui incorrono quando usano Internet, con la raccomandazione di considerare le forze dell’ordine come punto di riferimento.
I piccoli e i tecnici del Personal Best Agkai
I
l palazzetto Sport Domus Multieventi di San Marino ospiterà alla fine del mese di marzo una importante manifestazione di Arti Marziali con la partecipazione delle Federazioni Iaksa International, Cki, Fesam, WkuGco. E gli atleti del Personal Best Agkai di Chioggia seguiti dal maestro Walter Meneghini stanno in questo periodo intensificando gli allenamenti per partecipare in massa a questa importante competizione valevole per la formazione azzurra da scegliere in vista dei Campionati Mondiali WkuGco in programma a Londra il prossimo agosto. Nell’arco di due giornate, il 29 e 30 marzo, saranno affrontate tutte le specialità del karate e della kickboxing: sabato 29 marzo sarà dedicato al karate tradizionale (kumite e kata) ed al point fighting, domenica 30 marzo a tutto il contatto pieno della kickboxing. Le categorie impegnate comprenderanno tutte le fasce di età a partire dai 6 anni fino alle categorie over 50. Si attendono le conferme dei giovani chioggiotti Paolo Ferraris e Nicola Salvagno impegnati nelle gare di kata, point fighting e freestyle; nelle categorie juniores gareggeranno Sara Gavagnin, Alberto Cavallarin, William Nordio e Gianluca Vianelli nelle competizioni del karate (kumite e kata) e freestyle con e senza armi; infine nel gruppo dei seniores vi saranno Giorgia Cester, Jennifer Vianelli, Daniela Costa per il settore femminile e Victor Dormidontov, Paolo Franzolin, Emanuele Brazzo, Andrea Boscolo e Fabio Scarpa per quello maschile. E qualche positiva sorpresa potrebbe anche giungere dalle new entry… E.F.
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CA’ LINO villa in schiera in condizioni pari al nuovo, con finiture molto ricercate, su 4 livelli: Seminterrato: garage di 20 mq con basculante elettrico, ripostiglio, lavanderia e taverna. Rialzato: ingresso su salone, cucina a vista, bagno di servizio e ripostiglio: 1° P: camera singola, camera matrimoniale con cabina armadio, bagno con vasca e doccia idromassaggio. Mansarda: ampia stanza con altezza minima 2,20 m. La villa è dotata di riscaldamento a pavimento, finestre anta ribalta con zanzariere, impianto di climatizzazione separato in ogni piano, parquet pregiato nella zona notte e marmo sulle scale che portano ai piani. Contesto molto tranquillo. Classe energetica D. Euro 300.000 Rif. 733
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accesso diret tamente dal corso del Popolo, appartamento arredato e ristrutturato con zona giorno, matrimoniale, seconda camera e bagno. Euro 500 mensili Rif. 1166
BORGO SAN GIOVANNI Su complesso di nuova costruzione appartamenti e attici costruiti con le più innovative tecniche. Si tratta di una piccola palazzina di 11 unità, sono disponibili unità con 2 o 3 camere, tutti dotati di ampio garage. Classe energetica B. Rif. D3
SOTTOMARINA
su contesto di soli 6 condomini luminoso appartamento di 100 MQ al secondo piano con ampia zona giorno con cucina soggiorno, zona notte composta da 3 camere e 2 bagni. L’appartamento è provvisto di aria condizionata, zona giorno e zona notte. Ampio garage di 18 MQ e cantina privata di 10 MQ. Classe energetica D. Euro 210.000 Rif. 765
AFFITTASI CHIOGGIA
Vicino scuola Cavanis appa r t amen t o non arredato al primo piano con ampia zona giorno con cucina a vista, matrimoniale, seconda camera e bagno. Cantina comune per bici e moto. Euro 470 mensili Rif. 1161
SOTTOMARINA
appartamento di nuova costruzione posto al 1° piano, con zona giorno, matrimoniale, ampia seconda camera e bagno. Poggiolo terrazzato. Caratteristiche tecniche: riscaldamento a pavimento, caldaia a condensazione, climatizzatore già installato, cappotto esterno. Possibilità di acquisto del garage a parte. Classe energetica B. Euro 145.000 Rif. 754
BORGO SAN GIOVANNI
bifamiliare di NUOVA COSTRUZIONE su 4 livelli: • piano terra: entratina, taverna, bagno. Garage di 15 mq e ampio giardino. • 1° piano: cucina-soggiorno, disimpegno, bagno; • 2° piano: matrimoniale, camera e bagno; • 3° piano (h min 180): 2 ampie camere e bagno. Costruita con tecniche all’avanguardia tra cui: isolamento a cappotto, riscaldamento a pavimento, caldaia a condensazione, pannelli solari, predisposizione al clima, tapparelle elettriche, impianto domotico. Classe energetica B. Trattative riservate. Rif. A1
Luminoso appartamento ristrutturato al secondo e ultimo piano su piccolo contesto, con comoda zona giorno con cucina a vista, matrimoniale, seconda camera e bagno. Possibilità di acquistare il garage a euro 165.000. Euro 140.000 Rif. 775
SOTTOMARINA zona Granso Stanco
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graziosa casa indipendente da risistemare con giardino di proprietà di 300 mq. Composta da zona giorno con soggiorno e cucina. Reparto notte con 3 camere bagno e lavanderia. Contesto molto tranquillo. Classe energetica F. Euro 150.000 tratt. Rif. 749
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su piccolo contesto appartamento di nuova costruzione non arredato al primo e ultimo piano con ampia zona giorno, 3 camere, 2 bagni. Ampio garage. Euro 500 mensili Rif. 1162
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AFFITTASI SOTTOMARINA Su Viale Mediterraneo appartamento di 1oo MQ ristrutturato e non arredato, al 4° e utlimo piano con ascensore, con cucina separata, soggiorno, 3 camere, 2 bagni. Con posto auto e cantina riservata. Euro 700 mensili Rif. 1121
18 Chioggia Solidarietà
Avis, sempre più chioggiotti disponibili a donare il sangue C
hioggiotti sempre più disponibili a donare il sangue. L’Avis di Chioggia si conferma una delle poche realtà del Veneziano con un trend positivo di donazioni anche per il 2013. Un dato incoraggiante che dimostra come la sensibilità e la realtà del volontariato sia viva e radicata nel territorio clodiense e come l’attività dell’associazione sia costante ed infaticabile. Dai dati raccolti dagli avisini emerge che il numero delle donazioni di sangue è passato da 4216 del 2012 a 4393 del 2013. 177 raccolte in più che costituiscono un incremento annuale del 4,2%. Anche il numero dei volontari iscritti è cresciuto. I donatori nel 2013 sono stati 2197 con 157 nuovi iscritti. Inoltre 46 avisini hanno ripreso a donare. Un altro dato importante è costituito dalla popolazione dei volontari che si conferma una realtà giovane e dinamica: il 58% dei donatori di sangue ha meno di 45 anni e il 33% è donna. “Con questi numeri l’Avis di Chioggia è una delle poche realtà della provincia che chiude il 2013 in positivo – spiega Nevio Boscolo Cappon, presidente Avis di Chioggia - e che dà un segnale costruttivo per tutta la realtà del volontariato”. Il 2014 è inoltre una data particolare per la realtà clodiense. Quest’anno ricorre il 55mo anniversario della fondazione della sede locale. Fiore all’occhiello
Al centro il presidente locale Nevio Boscolo Cappon, alla sua destra il segretario locale Angelo Boscolo Anzoletti, alla sua sinistra il presidente provinciale Brunello Giorgio delle varie iniziative sarà la pubblicazione di un volume che ripercorre la storia e le tappe più importanti che hanno fatto crescere in questi anni l’associazione. Notizie positive arrivano anche per la nuova sede associativa. Dopo lunghe ricerche sembra che la questione sia in via di risoluzione. “Abbiamo provato tutti i percorsi amministrativi possibili senza risultato. Abbiamo raccolto purtroppo in questi anni sono risposte negative – dichiara il presidente della sezione locale Boscolo Cappon – Quest’anno invece qualcuno ha creduto al nostro operato e alle nostre finalità associative. La Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco si è proposta di sostenerci per l’acquisizione di un immobile in affitto con un grosso contributo iniziale. Questo ci permetterà di lavorare in maniera più serena
e produttiva”. La realtà clodiense si inserisce così nell’esercito dei donatori di sangue costituito da oltre un milione e 690 mila individui sparsi su tutto il territorio nazionale, il 4,4% della popolazione compresa tra i 18 e i 65 anni. Una realtà importante e vitale che, seppur con qualche differenza a livello regionale, è in grado capace di soddisfare ogni anno la crescente richiesta del nostro sistema sanitario. Nelle regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Basilicata le donazioni coprono ampiamente il fabbisogno, permangono alcune situazioni di criticità nelle isole e nel Lazio.
NEWS Nuovi mestieri
la vetrina virtuale di matteo pellegrin
P
resto sarà in rete un modo nuovo ed innovativo di fare pubblicità: Matteo Pellegrin, 32enne di origine cavarzerana attualmente residente a Chioggia, ha ideato un progetto chiamato “City Cloud”, attraverso il quale molti negozi poMatteo tranno farsi pubblicità sfruttando al Pellegrin massimo le risorse messe a disposizione da Internet. “City Cloud” è una vetrina virtuale nella quale i locali di Adria, Porto Viro e Piove di Sacco che vorranno aderire a questo sistema di pubblicità potranno far conoscere la propria attività, in quanto le iniziative e gli eventi che decideranno di organizzare saranno pubblicati nel sito yourcitycloud.it, e nella pagina Facebook ufficiale dell’impresa pubblicitaria. La novità di “City Cloud” sta anche nella possibilità per l’utente di essere continuamente informato, in quanto con gli indirizzi di posta elettronica degli iscritti verrà creata una newsletter che permetterà agli utenti di essere costantemente aggiornati sugli eventi in programma nella zona, inoltre i visitatori virtuali saranno sollecitati a fornire pareri, a chiedere informazioni, creando un rapporto di fiducia con gli operatori. City Cloud spicca dunque come un’idea davvero originale e innovativa che può aprire nuove opportunità occupazionali e favorire l’uscita dalla crisi economica che colpisce particolarmente il Polesine e la Bassa Padovana, nonché creare un modo e una mentalità nuovi di fare impresa. N.R.
Sfilata di fine febbraio
I bambini delle scuole animano le vie del centro storico ispirati dal mare
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Alcuni momenti dell’allegra sfilata
U
na giornata di grande festa si è svolta venerdì 28 febbraio in occasione del carnevale grazie alla partecipazione degli alunni delle scuole locali che si sono ritrovati in centro storico. I bambini, provenienti dalle scuole dell’infanzia e dalle scuole primarie di Chioggia e Sottomarina, hanno animato la giornata di festa. L’evento spettacolare, per la miriade di volti sorridenti e di vestiti colorati che si susseguivano lungo il corteo, è iniziato alle 10 partendo da campo Duomo. Un simpatico gruppo musicale ha accompagnato i bambini fino a Piazza Vigo per poi arrivare in Municipio. Il tema dominante attorno al quale costruire e realizzare le maschere, grazie alla collaborazione delle mamme e delle insegnanti, è stato il mare. Pesci, conchiglie, pescatori ma anche costumi più
tradizionali come clown e fiori hanno passeggiato lungo il Corso suscitando stupore e meraviglia agli occhi dei passanti. Ad accogliere il corteo è stato l’assessore Silvia Vianello che si è complimentata con le scuole che hanno aderito all’iniziativa e si sono prodigate per realizzare al meglio i costumi. Ad arrivare primi alla Gran Sfilata di Carnevale sono stati i bambini della scuola “Sacra Famiglia”, altri premi sono stati assegnati alle scuole locali e al termine della sfilata il Centro di Formazione Professionale di Isola dell’Unione ha servito la merenda a tutti. La Polizia Locale ha interdetto tutto il Corso del Popolo al traffico veicolare fino alle ore 12 così da consentire la buona riuscita dell’evento. Miriam Vianello
Chioggia 19 Ambiente In programma il 22 e 23 marzo prossimi a Padova nella sala proiezioni del Centro parrocchiale S. Angeli Custodi
Uno stage di biologia sulle Tegnùe
Un evento rivolto a tutti organizzato dall’Associazione Tegnùe che insegnerà a riconoscere i diversi siti accessibili, la diversa conformazione, la flora e la fauna presenti di Eugenio Ferrarese
C
osa sono le Tegnue, come sono nate, da chi sono abitate e come visitarle: non un corso per sostituire varie didattiche subacquee, ma un’occasione per approfondire le proprie conoscenze. L’associazione Tegnue ha organizzato uno stage di Biologia da sabato 22 a domenica 23 marzo 2014 a Padova nella sala proiezioni del Centro parrocchiale S. Angeli Custodi, un evento che è rivolto a tutti, sub e non sub, trattato da esperti ma con un linguaggio semplice per essere comprensibile a qualunque livello. Gli interventi - Percorsi subacquei: Piero Mescalchin (pres. Associazione Tegnue); Geologia, caratt. Chimiche-Fisiche, Oceanografia: dr. Gianluca Franceschini (ISPRA); Normativa e Sicurezza: dr. Nicola Bonel (Capitaneria Chioggia); Vegetali, Echinodermi, Tunicati: dr.ssa Laura Bertollo; Poriferi, Cnidari, Molluschi: dr.ssa Silvia Gentilin; Anellidi, Crostacei: dr.ssa Erica Keppel; Pesci: dr. Nicola Bonel (Capitaneria Chioggia) - serviranno a scoprire ed
Mescalchin: “Molto è stato fatto per far conoscere un ambiente, molto meno per preservarlo”
Uno scorcio delle Tegnùe imparare a riconoscere i diversi siti accessibili delle Tegnue, la diversa conformazione, la flora e la fauna presenti: si vuole incuriosire e dare la possibilità ai partecipanti di avere degli strumenti in più per conoscere e capire l’importanza di un reef dell’Adriatico: ambiente unico e ricco di varietà come poche altre zone al mondo. “Molto si è speso negli ultimi anni per
la valorizzazione delle Tegnue di Chioggia – ha affermato Pietro Mescalchin presidente dell’associazione Tegnue - e credo che tantissimo si sia fatto per far conoscere un ambiente a molti sconosciuto, un ambiente che ha delle valenze biologiche straordinarie. Molto meno si è fatto per preservare la zona da azioni di pesca e ancora peggio per il rilascio nell’area di reti smesse e quanto
Il progetto La candidatura di Chioggia
Il Forte San Felice di Sottomarina nella lista propositiva del Patrimonio Mondiale Unesco
altro non serve”. L’Associazione Le Tegnue ha lavorato sempre con spirito di puro volontariato prima con un finanziamento Regionale diretto (2003-2008), poi con un finanziamento arrivato al Comune di Chioggia. Dall’aprile dello scorso anno “l’Associazione – ha spiegato Mescalchin - ha deciso di recedere dalla gestione dell’area e quindi
nulla più ci lega al Comune di Chioggia e a quanto deciderà di fare in futuro. Ben venga ora, che si destini una parte del finanziamento alla ricerca, specialmente a biologi che a suo tempo hanno collaborato, ma non posso non rimarcare che l’area delle Tegnue è tutelata solo sulla carta. Dalle innumerevoli esplorazioni subacquee fatte lo scorso anno abbiamo visto solo montagne di rifiuti, nuovi arrivati anche i retini, scarti della lavorazione dei mitili e pochissimo pesce. Se non interviene un sistematico controllo, il risultato di una ricerca sull’effetto riserva è scontato”. Nel corso dell’anno l’Associazione Tegnue di Chioggia organizza anche stage di fotografia, pulizia dei fondali, pubblicazioni di database e ricerche, il concorso fotosub “Trofeo Tegnue di Chioggia”, attività di divulgazione collaborando con scuole, circoli subacquei e culturali. E nel sito www.tegnue.it una ricca serie di informazioni, foto e interessanti video.
Laguna sud: una guida on-line per smartphone
I
l Forte San Felice di Sottomarina potrebbe diventare presto Patrimonio Mondiale dell’Unesco. La candidatura rientra nel progetto transnazionale “Le opere di difesa veneziane tra il XV ed il XVII secolo” che iscrive le più significative realizzazioni militari della Repubblica di Venezia nella Lista Propositiva Unesco. Bergamo, Palmanova e Peschiera del Garda per il dominio di terra; Venezia e Chioggia, poi Zara, Sebenico e Curzola in Croazia, il Golfo di Cattaro e Castelnuovo in Montenegro per il dominio di mare. Tutti questi siti formavano un sistema eccezionale di fortificazioni progettate dai più famosi architetti e ingegneri militari della Serenissima. La candidatura, recentemente ufficializzata e pubblicata sul sito dell’Unesco, rischia d’includere Chioggia nella lista dei “Patrimoni dell’Umanità” per la seconda volta, dopo che nel 1987 è entrata a far parte del Patrimonio Mondiale di “Venezia e la sua Laguna”. Un doppio riconoscimento che non molte città hanno l’onore di ricevere. “Apprendo con grande soddisfazione ed entusiasmo la notizia dell’inserimento del progetto relativo alle Fortificazioni Veneziane del XV secolo nella lista dei progetti d’interesse Unesco - afferma il sindaco Giuseppe Casson - Il lavoro compiuto da tutte le componenti locali interessate alla vicenda è stato esemplare. L’impegno, la passione
Forte San Felice e lo spirito di squadra hanno permesso di raggiungere questo importante obiettivo e di poter proseguire con successo il percorso intrapreso”. “E’ una notizia che attendevamo con impazienza e che ci gratifica del lavoro svolto con determinazione ed entusiasmo. – commenta il presidente del Consiglio Comunale, Daniel Tiozzo – Già in autunno avevamo avuto la sensazione che finalmente, con l’ingresso di Croazia e Montenegro nel progetto, la meta fosse più vicina. Ringrazio tutte le istituzioni che hanno creduto nel progetto mostrando grande sensibilità e attenzione”. Guardando alle prospettive future della candidatura Unesco di Chioggia, Daniel Tiozzo aggiunge: “Se vogliamo cambiare il nostro modo di concepire il territorio e il paesaggio, la via è assolutamente quella della
sua valorizzazione. Questa è un’opportunità dalla forte valenza turistica e, di riflesso, occupazionale. L’ultima fase del percorso si giocherà proprio sulla possibilità di costruire un piano di gestione del sito che abbia ricadute economiche importanti – continua il presidente del Consiglio Comunale - D’ora in poi sarà fondamentale il coinvolgimento della società civile, del mondo imprenditoriale, delle associazioni culturali e naturalmente delle istituzioni, per definire insieme un programma di lavoro che trasformi la proposta in un’occasione di sviluppo culturale, economico e turistico. Adesso Zaia si ricordi di lavorare anche per il nostro territorio e non pensi solamente alla candidatura del bellissimo paesaggio vitivinicolo di Conegliano e Valdobbiadene. Ora serve anche il suo aiuto!” Sara Boscolo Marchi
L
Una app racconta la Laguna sud
aguna Sud è una guida online racconta- “app”, Laguna Sud, disponibile per tutti gli ta da chi nella Laguna ci abita e i conte- smartphone che si può scaricare facilmente nuti proposti vogliono essere trasmessi in tutto il mondo su dispositivi iOs e Android come farebbe un amico che ti accompagna con Apple store o Google play (dai primi di a visitare il meglio che c’è. marzo accessibile anche la versione per i taIl progetto nasce nel giugno dello scor- blet), ma ci si può facilmente collegare anso anno dopo aver attentamente osservato che con i pc visitando il sito Internet www. l’evoluzione del coinlagunasud.net. volgente e variegato Si tratta di una Questa applicazione è gratuita, semplice mondo della telefonia guida online da utilizzare e veloce di ultima generazio- raccontata da chi ne e le tendenze dei nella Laguna ci abita e da consultare: Chiogviaggiatori. Oggi si da amico la descrive gia, Lido e Pellestrina a portata di mano, ancontano oltre un miliardo di dispositivi in circolazione, circa il che offline. Possiamo trovare informazioni 70% sono degli smartphone e inoltre il 40% per il turista, per gli stessi residenti, cenni degli acquisti avviene online utilizzando storici delle varie località del territorio, cose proprio questi nuovi strumenti sempre più da vedere, curiosità, itinerari consigliati, il servizio meteo… multimediali. Le informazioni sono proposte in italiaEcco perché Ape Tours ufficio turistico di Pellestrina di Alberta Busetto, aperto no e in inglese. nell’agosto 2013 ha realizzato questa E.F.
20 2
VIAGGIO IN
PROVINCIA VENEZIA
La manifestazione a Roma Artigiani, piccoli imprenditori e commercianti in piazza
“Abbiamo fatto sempre da soli, ora il Governo ci deve aiutare”
Semenzato, Confartigianato Venezia: “Siamo quelli del Made in Italy, che producono eccellenze, e rischiamo di scomparire” di Ornella Jovane
“R
appresentiamo l’ossatura del tessuto economico del Paese, una fetta significativa di società che da sempre ha lavorato in silenzio, per conto proprio, nell’ombra, senza mai chiedere nulla. Ora basta! La crisi economica e finanziaria di questi anni ha travolto e investito anche noi e ci ha messo in ginocchio. Questa volta non ce la facciamo da soli. E’ tempo ormai che la politica faccia la sua parte. Chiediamo al governo quello che è un diritto sacrosanto: di metterci in condizione di lavorare in libertà”. Poche parole, determinate, magari amare, ma ancora speranzose e dialoganti, sono quelle pronunciate dal presidente provinciale di Confartigianato, Marco Semenzato, che il 18 febbraio era a Roma, insieme ad una nutrita rappresentanza degli artigiani ma anche di commercianti e piccoli imprenditori che, tutti insieme, hanno sfilato in Piazza del Popolo nella manifestazione nazionale organizzata da Rete Italia Imprese per denunciare le difficoltà di un sistema produttivo al collasso.
Manifestanti veneziani a Roma il 18 febbraio scorso “E’ stata una manifestazione sentita e partecipata, come da tempo non se ne vedevano e per la prima volta le diverse categorie hanno deciso di mobilitarsi sotto un’unica bandiera“ commenta Semenzato raccontando la trasferta romana degli artigiani che dal Veneziano hanno aderito un po’ da tutto il territorio, riuscendo ad organizzare tre pullman pieni, a cui, nella conta, vanno ad aggiungersi coloro che hanno deciso di spostarsi in treno. “Come Confartigianato - riferisce - eravamo oltre un centinaio”. Dalla provincia, contando anche le organizzazioni del commercio e della piccola impresa, sono giunte a Roma un migliaio di persone. “Una significativa rappresentanza - fa osservare - che si faceva portavoce di un numero ben più elevato di persone. Ma di questi tempi è difficile scegliere di chiudere l’attività per una giornata intera...”. Che cosa ha fatto scattare la molla che ha spinto le categorie produttive fino a Roma?
“La necessità di recriminare l’attenzione della politica. Da troppo tempo ormai, - commenta indignato - invece, avvertiamo una distanza cosmica che ci fa percepire la classe politica e dirigente di questo Paese come qualcosa di molto lontano dalle nostre esigenze, dai nostri problemi. Ci siamo trovati a Roma in una fase di passaggio per il Governo, tra un presidente del consiglio e un altro. Ma era fondamentale che chi si fosse insediato dopo la crisi di Governo fosse cosciente del fatto che ci siamo anche noi, che siamo ancora in grado di reagire e di denunciare la nostra stanchezza ad essere considerati carne da macello”. “Senza impresa non c’è l’Italia. Riprendiamoci il futuro” è lo slogan dietro il quale si elencano tutte le richieste del mondo produttivo delle pmi: una politica del credito che permetta di rilanciare gli investimenti, un alleggerimento della pressione fiscale, un costo del lavoro che renda più competitivi, una burocrazia più leggera e razionale. “In estrema sintesi chiediamo al go-
verno un’opera incisiva di salvaguardia delle piccole attività produttive e dei posti di lavoro” spiega Semenzato. “Quando ci siamo contati in Piazza del Popolo a Roma - prosegue nel racconto - ci siamo rincuorati, perché abbiamo potuto constatare di fatto, al di là delle cifre che non sempre rendono l’idea della realtà, che siamo in tanti. Per un giorno siamo usciti dalla condizione di “invisibili” del mondo produttivo e, insieme, ci siamo fatti vedere, conquistando l’attenzione dei media. Ora, il nostro obiettivo è di sfruttare al massimo questa visibilità per urlare - arrabbiati ma non incattiviti - le ragioni di un popolo di piccoli e medi imprenditori che, a differenza delle grandi aziende di società di capitali, ogni giorno rischia in proprio, trascinando con sè nel rischio la propria famiglia. Vogliamo ricordare alla politica che siamo un patrimonio da valorizzare: le nostre attività sono agili, snelle, si riorganizzano velocemente per assecondare le sempre nuove richieste del mercato. Siamo in continua evoluzione. Siamo quelli del Made
in Italy, che producono eccellenze, qualità, originalità nella specificità delle tecniche di produzione e nel prodotto finale”. Eppure le storie dei nostri giorni raccontano di un tessuto sociale e produttivo storico che di giorno in giorno, con la chiusura costante di attività anche di lunga tradizione, rischia di estinguersi. “Quando - osserva - nel saldo tra mortalità e natalità di piccole e medie imprese si bilancia il numero delle attività che chiudono con quello di quante avviano il loro business - saldo che comunque rimane decisamente negativo - non si tiene presente il fatto che le nuove aziende, per lo più individuali, non sono imprese strutturate ma nascono sulla spinta della potente crisi occupazionale e spesso rappresentano l’ultima spiaggia per chi è rimasto senza lavoro. Non è un caso che sono quelle a più elevato rischio di mortalità”. Il tempo degli alibi - dicono - è finito per la politica, ora nell’elenco delle priorità del Governo ci devono essere anche loro.
lA TESTIMONIANZA COMMERCIANTI ESASPERATI: “AlMENO ABBIAMO fATTO SENTIRE lA NOSTRA vOCE”
“N
on riusciremo forse a cambiare le cose, ma almeno ci abbiamo provato. Abbiamo fatto sentire le nostre ragioni perché siamo stanchi di subire sempre in silenzio e di fare i conti tutti i giorni con difficoltà e disagi, spesso più grandi di noi. Senza parlare di chi, e sono in molti, ha deciso di gettare la spugna e alla fine ha pensato di chiudere la propria attività. Non è giusto. Al di là delle nostre vetrine, ci sono storie di sacrificio quotidiano, di coraggio e di pensieri che non ci fanno dormire la notte. E pensare che abbiamo tanto entusiasmo e voglia di fare!”. C’era anche Elena Testoni, titolare del negozio di parrucchiera, Le Kiome di Elena a Maerne di Martellago, a manifestare a Roma. Racconta di una giornata speciale, caratterizzata da una profonda solidarietà nata dal confronto di storie più o meno simili e dalla condivisione degli stessi disagi.
“Ci hanno tolto il futuro” commenta e poi osserva: “Ma come faccio io ad andare avanti se l’unica dipendente che ho mi costa, in tasse, il doppio dello stipendio che porta a casa? Non posso mica lasciarla per strada, ha una famiglia anche lei da mantenere! E così sacrifico il mio stipendio, stringo i denti, nell’attesa di tempi migliori”. Nel viaggio in treno verso Roma si raccontavano le loro vicende, di attività storiche destinate a chiudere di qui a qualche mese, dopo decenni di lavoro, investimenti e progetti andati in fumo, magari sacrificando anche la casa per tentare di risalire la china. Di commercianti costretti a licenziare i propri figli perché non in grado di pagare loro gli stipendi e scoraggiati dall’impossibilità di vedere una prospettiva per il domani. O.J.
elena Testoni, in piedi, insieme con Luigina da Pieri, referente territoriale di Confesercenti per il Miranese
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Spazi aperti 21 3 Territorio In provincia si fa il punto dell’attività svolta nel 2013
Piani delle Acque, previsti 240 interventi Sono stati approvati da 17 comuni, adottati in prima fase da 3 comuni, redatti da altri 3 di Alessandro Abbadir
P
iani delle Acque in provincia di Venezia, molto è stato fatto. I piani delle acque sono uno strumento importantissimo di messa in sicurezza idraulica del territorio, con i quali è possibile controllare e correggere le criticità che provocano allagamenti ed esondazioni. Una costante degli ultimi 15 anni. Nel 2013 la Provincia ha svolto per i Piani delle Acque: il monitoraggio dello stato di attuazione; il supporto alla realizzazione e degli interventi previsti, la realizzazione di uno strumento per organizzare e consultare in modo rapido le informazioni contenute, e ha reso più diretta l’attività di monitoraggio Quadro d’Unione. La Provincia ha inoltre contribuito economicamente alla redazione dei piani, cofinanziando progetti e interventi idraulici considerati come necessari dai piani delle acque stessi. Ciò è stato reso possibile in base alla Legge regionale n. 11/01, utilizzando prevalentemente risorse derivanti dalla percentuale di canoni del demanio idrico trasferiti dalla Regione.
L’attribuzione delle risorse si basa sull’esame da parte della commissione di valutazione, composta dai dirigenti dell’ente, che verifica le priorità di intervento su base tecnica. I piani sono stati approvati da 17 comuni: Annone Veneto, Cavallino Treporti, Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Cavarzere, Dolo, Fiesso d’Artico, Fossò Marcon, Martellago, Pianiga, Quarto d’Altino, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè, Stra. Adottati in prima fase da 3 comuni: Gruaro, Portogruaro e Pramaggiore. Redatti da 3 enti locali: Fossalta di Piave, Mirano, Venezia. Affidati da 18 comuni: Ceggia, Musile di Piave, Noventa di Piave, Spinea, Caorle, Chioggia, Cinto Caomaggiore, Concordia, Eraclea, Fossalta di Portogruaro, Meolo, Mira, Noale, San Donà di Piave, San Michele al Tagliamento, San Stino di Livenza, Torre di Mosto, Vigonovo. Gli interventi previsti dai piani delle acque dei Comuni che lo hanno già approvato a fine 2013, sono circa 240. In riferimento
al loro stato di attuazione, 183 non sono stati ancora realizzati, 6 sono in fase di progettazione, 8 in fase di realizzazione e 43 sono stati realizzati. “I piani delle acque - spiega il presidente della commissione consigliare provinciale urbanistica Michael Valerio - hanno un ruolo chiave per quanto riguarda le buone prassi adottate nell’ambito delle politiche locali. Dal 2009 ad oggi sono stati compiuti importanti progressi in un ambito di attività che in passato non era stato adeguatamente valorizzato. Coscienti del buon lavoro svolto, abbiamo visto che non è ancora completato, e pertanto questa tematica deve rimanere prioritaria”. Tra le altre attività sviluppate in questi anni: trasferimenti delle risorse per i piani e gli interventi, promozione e la partecipazione di attività di coordinamento, pubblicazione di un testo divulgativo in materia, redazione della proposta di schema di regolamento fossi privati, divulgazione di regole per la corretta gestione.
AgRICOlTuRA NASCE AgRINSIEME
L
’agricoltura nel veneziano si unisce. E’ nato “Agrinsieme”, il coordinamento di tre associazioni di categoria cioè Cia, Confagricoltura e Cooperative Italiane. Un marchio che diventa il primo del settore in termini di rappresentanza, è stato presentato nella sede della Cia a Marghera. Aderisce ad Agrinsieme complessivamente oltre il 50% delle aziende della provincia, leggi 6000, per quasi 10 mila addetti. A spiegare l’operazione è il direttore della Cia Mario Quaresimin. “Non si tratta di una fusione - spiega Quaresimin - il coordinamento integra patrimoni e valori che vengono esaltati in una strategia unitaria. Agrinsieme costituisce pertanto un reale valore aggiunto rispetto a quanto le organizzazioni hanno realizzato autonomamente. Ci impegneremo su semplificazione burocratica, corretta gestione delle risorse naturali e promozioni di nuove aggregazioni per relazioni economiche e strumenti di servizio per accrescere la competitività e il valore aggiunto del nuovo ruolo della cooperazione agricola”. Vasta la rappresentanza per area. Sono rappresentati in Agrinsieme molti imprenditori del Veneto Orientale, noto per l’altissima qualità del vino, ma anche aziende del settore orticolo di Chioggia e Cavarzere e del radicchio nel Miranese. Resta fuori dal consorzio la Coldiretti che rappresenta il 40% circa della rappresentanza. A.A.
ADOTTAMI Asia. Quasi 2 anni, femmina sterilizzata, circa 20 kg, adottata un anno fa e poi riportata indietro. Ora Asia si trova dentro un recinto, esattamente come 8 mesi fa. Cerchiamo per lei nuova e definitiva famiglia. Lea. Femmina incrocio setter, taglia media, circa 20 k, 7 anni. Ben tenuta ma ha l’istinto predatorio. Questa nuvola nera è un amore di cagnetta. Se gestita bene, è eccezionale! La piccola da un occhio non ci vede ma la sua bellezza fa passare in secondo piano questo dettaglio. Gigetto. Maschio, taglia media, circa 7 mesi. Stupenda nuvola bianca, incrocio maremmano, dal carattere meraviglioso. Coccolone, buono e ubbidiente. E’ cresciuto troppo e per questo le porte del rifugio si sono aperte. Ora Gigetto aspetta una famiglia che lo accolga. Chicca. Femmina di circa 10 kg, anni 11. In rifugio perché i suoi amati proprietari sono molto anziani. Ora è dentro il recinto dei vecchietti, ma lei era abituata in casa, in braccio, in divano. La sua sofferenza è la nostra, il suo dolore è il nostro. Chicca aspetta una casa per gli ultimi anni che le rimangono.
Ares, circa 3 anni, taglia piccola, kg.10. L’anno scorso era stato adottato. Poi è stato riportato dentro al recinto dopo avere assaporato il calore di una famiglia. Il tempo passa e per lui non è più giunta alcuna richiesta. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia Onlus 3289620233
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Cultura 23 Palio della Marciliana Figuranti con antiche armature, abiti da cerimonia e stendardi nell’aula magna dell’istituto Cestari
Il Comitato racconta ai ragazzi la Guerra di Chioggia di Eugenio Ferrarese
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n tuffo nel Medioevo per capire cosa c’entra Genova con la città di Chioggia distrutta proprio dai genovesi, con l’aiuto dei padovani, nel 1379. Alcuni rappresentanti del Comitato del Palio de la Marciliana il 6 febbraio si sono incontrati con gli studenti delle classi terze nell’aula magna della sede centrale dell’IIS Cestari-Righi per spiegare fatti, antefatti e conseguenze di quella che nei manuali di storia viene chiamata proprio “Guerra di Chioggia”. Bisogna tornare al 1378 quando 22 galee genovesi al comando di Luciano Doria nel tratto dell’Adriatico verso Zara vogliono troncare le vie di commercio con l’Oriente così importanti per Venezia. L’ammiraglio veneziano Vettor Pisani respinge l’attacco, ma gli scontri proseguono. Così nel maggio dell’anno successivo ecco i genovesi che conquistano Pola e poi il 6 agosto si impadroniscono prima di Clugia Minore (Sottomarina) e poi di Clugia Maggiore (il centro storico di Chioggia). E la città subisce pesanti devastazioni. Nel corso della guerra compaiono le prime
Alcuni rappresentanti del Comitato si sono incontrati con gli studenti delle classi terze armi da fuoco, ancora piuttosto rudimentali, ma ugualmente terribili. Venezia riuscirà a liberare la città di Chioggia solo nel giugno del 1380 e bisogna arrivare all’agosto del 1381 per giungere alla pace di Torino che sancirà la vittoria per Venezia, ma anche una lunga fase di decadenza per Chioggia, stremata dai saccheggi e dalla distruzione di molte saline, un tempo una attività commerciale assai redditizia per la città che nei secoli successivi sarà poi definitivamen-
te abbandonata per ragioni ambientali, per la concorrenza con altre saline dell’Adriatico, per scelte veneziane… I figuranti del comitato de La Marciliana si sono presentati nell’aula magna del Cestari con le antiche armature, abiti da cerimonia, stendardi e con alcuni esemplari delle armi usate durante la guerra di Chioggia. Il comitato “palio de la Marciliana” è, infatti, un insieme di volontari che si impegna per questa rievocazione storica che si rinnova da
più di vent’anni la terza settimana di giugno tra musica, giochi, cantastorie, tamburini, balestrieri, armati, nobildonne, profumi ed odori tra le fiere del sale del periodo medievale. L’attività di questi volontari prosegue poi durante tutto l’anno in molte città d’Italia partecipando a varie manifestazioni dove la presenza dei figuranti di Chioggia è sempre assai apprezzata. Il palio de La Marciliana attira ogni anno moltissimi turisti e appassionati che apprezzano questo tipo di manifestazioni con le contrade
A lato un momento dell’incontro con i ragazzi. In alto il Palio della Marciliana
in competizione per abbellire gli spazi a loro destinati lungo il Corso del Popolo e poi contendersi ad ogni nuova edizione il primato con il tiro delle balestre grandi da banco. L’anno scorso il palio è stato vinto dalla contrada di Montalbano. Ma cos’era la “Marciliana”? Era un’antica barca da carico usata per molti secoli, costruita nei cantieri di Chioggia ed utilizzata per il trasporto di mercanzie in Adriatico e nelle rotte verso i porti del Mediterraneo orientale…
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24 Cultura locale Territorio La ristrutturazione della Chiesa di Sant’Andrea
Il legno delle barche per sconfiggere la salsedine I lavori dovrebbero finire, per la maggior parte, entro Pasqua. E’ stato scelto il compensato marino, quello con cui si realizzano le imbarcazioni, con lo scopo di proteggere muri e colonne dalla corrosione. Verrà rifatto anche l’impianto a riscaldamento
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a Chiesa di Sant’Andrea salvata dal compensato marino. Il legno utilizzato per la realizzazione delle imbarcazioni e dei natanti viene impiegato nella ristrutturazione della imponente chiesa, purtroppo compromessa dalla salsedine. Il nuovo tentativo per fermare il salso che sta rovinando le murature e le decorazioni dell’antico edificio, è stato studiato dai tecnici che hanno in mano il progetto, dopo le scelte poco felici della precedente ristrutturazione di dieci anni fa. Muri e colonne saranno così rivestiti dal legno che fungerà da isolante grazie alle sue proprietà idrorepellenti. Ad aiutare il processo di risanamento della chiesa anche il baby Mose che ha salvato dalle acque in questi anni il centro storico e i suoi manufatti. Il progetto di risistemazione prevede inoltre la creazione di uno spazio delicato all’archivio parrocchiale, nella zona nord. I locali saranno a disposizione degli studiosi che potranno avere a disposizione importanti documenti, alcuni anche in pergamena
La ristrutturazione viene realizzata con fondi parrocchiali, della Curia e raccolti con l’8X1000
L’interno della Chiesa di S. Andrea. In questo periodo di lavori l’edificio è aperto al culto solo il sabato e la domenica risalenti a prima della Guerra di Chioggia, e che abbracciano un periodo storico che va dal 1327 ai primi del ‘900. L’ufficio del parroco invece sarà collocato nella zona rivolta verso il mercato ittico al minuto. Anche l’impianto di riscaldamento sarà rifatto, con un sistema simile a quello che
oggi viene utilizzato in Cattedrale. Questo contribuirà a preservare opere d’arte e architetture dalla salsedine. Il nuovo impianto funzionerà sia per il riscaldamento in inverno e sia per il condizionamento in estate. Alcune statue e quadri invece rimarran-
no al museo diocesano, come l’antica statua di San Nicolò, in legno, restaurata e la tela di San Pietro, conservata nella sacrestia. Il quadro della fine del ‘500, della scuola del Veronese, era stato commissionato dalla confraternita dei “barcarioli”, traghettatori che facevano da spola tra Chioggia e Vene-
zia prima dell’arrivo delle linee di navigazione tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. I barcarioli alloggiavano a Vigo, nell’attuale Rivetta Merlin, vicino all’hotel Grande Italia. Un’altra importante novità riguarda l’esterno della struttura alla quale è stato tolto l’intonaco, ormai rovinato, per lasciare traspirare le murature. I mattoni rimarranno a vista così come in origine. La Chiesa infatti era stata intonacata per volontà del l’artista Aristide Naccari nel 1911, allora consulente e collaboratore della Sovrintendenza di Venezia. La scelta aveva suscitato un vespaio tra i parrocchiani e pittori locali, che avevano protestato inutilmente con lettere e articoli di giornale. Il tempo ha dato loro ragione. La ristrutturazione viene realizzata grazie a fondi parrocchiali, della Curia e dell’8x1000. In questo periodo l’edificio viene aperto al culto solo il sabato e la domenica per la celebrazioni delle funzioni liturgiche, ma si conta di finire la maggior parte dei lavori entro Pasqua.
NEWS Cavarzere
il 23 marzo prossimo a partire dalle 14,30 Si rinnova l’appuntamento con i carri allegorici in piazza
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itorna anche quest’anno l’immancabile appuntamento con il Carnevale di Cavarzere che vedrà protagonisti carri allegorici e gruppi mascherati che giungeranno da tutto il Veneto per la tradizionale sfilata per le vie del centro città. Il carnevale, che è uno dei maggiori eventi proposti in paese e da sempre un fiore all’occhiello della Pro Loco di Cavarzere, è organizzato in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale e grazie al patrocinio della Provincia di Venezia, nonché alla sponsorizzazione dei commercianti, degli artigiani e delle aziende del territorio, prima tra tutte la ditta Turatti per l’entità del contributo versato. L’appuntamento è previsto per domenica 23 marzo e si svolgerà dalle ore 14.30, anche se i preparativi inizieranno ben prima: infatti fin dal mattino i carri allegorici e i gruppi mascherati giungeranno in paese per posizionarsi lungo via Tullio Serafin, presso il parcheggio dell’Aliper, lungo il viale della stazione e corso Europa; proprio in quest’ultima arteria stra-
dale è prevista la partenza con passaggio lungo via Pescheria e via Roma, dove sarà allestito il palco della giuria, inoltre, per la gioia dei più piccini, saranno presenti anche le giostre e il mercatino con vestiario e dolciumi, in quanto la sfilata si svolgerà in concomitanza con la sagra del Santo Patrono San Giuseppe. Grande è l’impegno organizzativo della Pro Loco per realizzare un appuntamento che trova ogni anno un riscontro e un apprezzamento sempre maggiori, testimoniati dalla grandissima partecipazione di gente che si riversa nel paese per seguire questo momento molto atteso. La cittadinanza e quanti hanno a cuore la continuazione e buona riuscita del carnevale possono sostenere la Pro Loco in questa onerosa manifestazione acquistando i biglietti della lotteria dei carri allegorici, l’estrazione della quale avverrà al termine della sfilata dei carri, che si possono trovare presso le attività commerciali ed artigiane di Cavarzere. Anche quest’anno i premi in palio sono molto interessanti e consistono
I carri mascherati a Cavarzere in una crociera per due persone organizzata in collaborazione con Pilotto Viaggi, in due buoni acquisto, uno da 400 euro e l’altro da 200, spendibili nei negozi di Cavarzere, in un tablet e in un orologio. Nicola Ruzza
Cultura locale 25 Scuola media A. Cappon Il progetto Nautica School
Una lezione speciale sulla nautica
I ragazzi assistono interessati alla lezione (foto dal sito dell’Istituto comprensivo A. Cappon)
Il sottotenente di vascello Francesco Marsili della Capitaneria di Porto di Chioggia in classe per spiegare ai ragazzi della terza D la passione per il mare di Melania Ruggini
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NEWS AMB di Chioggia e Sottomarina
Da marzo riprendono i corsi di micologia, il calendario
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l progetto Nautica School è sbarcato tra i banchi della scuola media Cappon: la Capitaneria di Porto di Chioggia ha fatto così scoprire la passione per la nautica agli studenti, grazie all’emozionante attività formativa riguardante le diverse tematiche legate ai compiti istituzionali del corpo delle capitanerie. E’ accaduto giovedì 23 gennaio, durante l’intervento dell’ufficiale sottotenente di vascello Francesco Marsili, della Capitaneria di Porto di Chioggia, che ha proposto alla classe 3^D un intervento coinvolgente, fatto di esperienze emotive e di contatto diretto con le risorse del vicino territorio. Il progetto denominato Nautica School nasce dall’iniziativa dell’insegnante Stefania Masiero che ha messo in atto un rapporto molto collaborativo con la Capitaneria di Porto di Chioggia, sorto con il contributo del sottufficiale Davide Grill. L’ufficiale Marsili, salutato al suo arrivo dall’esibizione musicale degli allievi della 2^ e 3^ F diretti dal professor Antonio Brazzo e dal dirigente scolastico Sturaro, ha incontrato la classe 3^D, per affrontare alcuni aspetti fondamentali della carriera militare, per parlare di cultura alla legalità e delle conoscenze più importanti per la navigazione: le coordinate geografiche, le carte nautiche, la carta di Mercatore, la navigazione, la rotta, la bussola magnetica. L’ufficiale Marsili ha coinvolto in maniera attiva e partecipe i ragazzi che in diverse occasioni hanno manifestato il loro interesse soprattutto nell’esperienza pratica e diretta con la cartografia, dimostrando attenzione anche verso la conoscenza dei compiti e delle attività svolte dal personale del Corpo delle Capitanerie di Porto e Guardia Costiera, volte alla difesa del mare e dell’ambiente costiero, alla salvaguardia e al soccorso della vita umana in mare e alla sicurezza della navigazione. Gli alunni non hanno mancato di rivolgere al personale moltissime domande, portando talvolta anche le loro piccole ma significative esperienze personali che hanno condiviso con i propri compagni di classe innescando, talvolta, dei veri e propri dibattiti. Questa bella esperienza si è conclusa con la consegna da parte della scuola di un omaggio all’ufficiale e alla Capitaneria in segno di doverosa riconoscenza e con l’esecuzione di un emozionante Inno d’Italia cantato dagli alunni e accompagnato al pianoforte e diretto dai professori Stefania Masiero e Patrizio Marchiori.
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rande attesa per la partenza delle attività dell’Associazione Micologica Bresadola di Chioggia e Sottomarina. Il gruppo AMB del presidente Walter Boscolo Buleghin per la stagione 2014 ha organizzato corsi di micologia che si svolgeranno alle ore 21.00 presso l’Istituto Cavanis. Si inizierà a marzo, giovedì 20, con “Il meraviglioso mondo dei funghi “, domenica 6 aprile ci sarà la gita socio-culturale organizzata in collaborazione con l’AMB di Padova e la guida naturalistica G. Zanovello, fari puntati sui Colli Euganei, Calto Callegaro e Monte Orbisco da Valsanzibio. Giovedì 10 corso di micologia: “Funghi, come raccoglierli, come cucinarli e conservarli“.Sabato 12 sarà organizzata l’uscita in Bosco Nordio in collaborazione con Veneto Agricoltura. Giovedì 8 maggio Giuseppe Costiniti sarà il relatore del corso “Funghi nella storia, nel mito e nella stregoneria“. Domenica 11, sempre con la guida naturalistica Zanovello e la collaborazione dell’ AMB di Padova, sarà organizzata la gita socio-culturale “Monte Cecilia da Baone“. Domenica 18 maggio visita guidata all’Orto botanico S. Marco Pian Delle Fugazze. Il presidente Walter Boscolo Buleghin, molto apprezzato anche nel ruolo di relatore nei corsi, comunica che già sono previsti alcuni appuntamenti per il postestate: il 13 ottobre “Funghi dal vero“ con relatori i componenti del gruppo di studio; il 18 e19 Mostra micologica nell’ambito della manifestazione “Suca Baruca de Ciosa“. Il 26 e l’8 novembre uscita nella riserva Bosco Nordio in collaborazione con Veneto Agricoltura. In novembre “Quiz micologici e Funghi dal vero“ relatori Walter Boscolo Buleghin e il gruppo di studio ; la stagione si concluderà domenica 30 con il pranzo sociale. Informazioni al 3664787121, le iscrizioni agevolano le sempre frequenti collaborazioni con la Coop Hyla del Cea di Chioggia e le conferenze organizzate con il gruppo Naturalisti Linneo locale. Marco Lanza
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Cultura locale 27 Strade e popolazione Storie di famiglie
Via San Rocco e i “casati” che la abitavano
Personaggi singolari che animarono la strada fino alla fine della seconda guerra mondiale e che poi si trasferirono a Milano o in Piemonte di Paolo Tieto
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nche via San Rocco, o meglio la strada del cimitero, come comunemente viene chiamata dai piovesi, non è più quella di un tempo. Ed è cambiata non solo nella configurazione urbanistica, ma nella stessa popolazione, nelle stesse famiglie. Le quali, fino ai tempi dell’ultimo conflitto mondiale, erano quelle, le stesse, che vi si conoscevano da decenni e decenni, e che poi invece si sono trasferite gradatamente altrove, sono andate a vivere in altre località. Non si poteva pensare a tale rione mezzo secolo addietro senza accostarvisi il casato dei Milani, soprannominati Damo, che, essendo formato di cinque fratelli ( la sesta era una donna e si era fatta suora “imperando” quindi con la sua autorevolezza e con la sua saggezza a Varedo, nel milanese) aveva dato vita a cinque nuclei familiari nettamente distinti. Dire pertanto San Rocco significava evocare terra per antonomasia dei Milani-Damo. E accanto a questo insigne ceppo, quello, o meglio quelli, dei Longo, che si diceva fossero, tutti insieme, tanti quanti una terra di canne (quanti i gambi di granoturco di un campo). Assai bene figuravano anche i Rosso, per cui, volendoli distinguere gli uni dagli altri, bisognava fare ricorso a dei soprannomi, e i Bacco, ritenuti tra i maggiori benestanti della zona. E c’erano donne dall’aspetto ora raffinato qual di casato aristocratico (vedi le sorelle Chinaglia) e donne dotate d’imponenza e di autorevolezza come l’Elvertica e la Elena “Sachetina” (Bertin), ritenute e apprezzate da piccoli e grandi come regine, in grado di comandare e di ottenere. E vi era la Mora Trolese cui tutti, si può
Nani Belan nella raffigurazione del dipinto di Mario Salmaso ben dire, dimostravano affetto e gratitudine per la sua singolare generosità, per il suo altruismo nei confronti di chi aveva di meno. Era sempre pronta, quando si trovava ad avere qualcosa di singolare, di raro, a far parte con gli altri. Ma anche tra gli uomini non mancavano i tipi dotati di particolare originalità. Basterà ricordarne uno per tutti, il noto Nani Belan (effigiato in uno splendido dipinto dal concittadino Mario Salmaso) che, alla genialità della lavorazione del legno (quando gli tornava bene di praticarla) univa le prerogative di affascinante dicitore, di funambolesco acrobata, di improvvisatore di scenetta e di sketch comici, doti tutte che lo rendevano oltremodo simpatico e caro a quanti di volta in volta diventavano spettatori delle sue estemporanee esibizioni. Sì, perché era un’autentica macchietta, un uomo dagli atteggiamenti di pagliaccio, ma dal cuore d’oro. Le prime avvisaglie di trasformazione, di radicale cambiamento del rione di San Rocco si
sono avute a seconda guerra mondiale conclusa, quando gli operatori agrari hanno scoperto che in suolo lombardo e piemontese si sarebbe potuto vivere più serenamente, senza l’apprensione, senza il terrore di temporali e grandinate che in un solo batter d’occhio avrebbero potuto portar via, distruggere interi raccolti, messi belle e pronte per essere riposte nei granai, e pertanto decisero di lasciare abitazione e campi e di trasferirsi in ambiti più nord occidentali, là dove fabbriche e industrie si esibivano con orgoglio ad ogni angolo di strada. Si profilava per tutti all’orizzonte una nuova era, un periodo che avrebbe archiviato tassativamente e per sempre i giochi di strada, gli arguti confabulari di donne e di uomini all’ombra di un tiglio, i commenti alle novità, del giorno in corso, per lasciare spazio a nuove forme di vita, a differenti comportamenti, a sempre incalzanti inedite novità. Agli aspetti tutti di un’era nuova, dell’età presente, d’oggidì.
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a cura di Paolo Tieto
Rodolfo Saltarin, Morcelliana, 2013
tommaso da olera
Il prezioso volumetto è stato scritto per fare meglio conoscere la vita, l’attività e la profonda spiritualità del frate francescano Tommaso da Olera (cittadina del bergamasco), vissuto in pieno Cinquecento, in un momento di singolare fermento e di grandi cambiamenti per la chiesa cattolica romana. Ne è valente autore Rodolfo Saltarin (del medesimo ordine religioso) ma parecchie pagine, in particolare sul carattere mistico del cuore di Gesù, sono state vergate da fra’ Tommaso stesso, quando egli era ancora in vita e si faceva promotore di tante iniziative per accrescere ognor più la devozione nei fedeli verso il cuore di Cristo. Si hanno così stralci di straordinari scritti indirizzati a personaggi illustri del tempo quali Francesco Eccher, Maria Cristina, Leopoldo V, Eva Maria Rettinger e via via di seguito, ma anche a persone semplici, di modesto rango, affascinate, in dimensione mistica, a profondo amore per il Figlio di Dio. Fanno seguito alcuni capitoli, scritti sempre dal noto cappuccino, quando egli si trovava ad operare a Padova, Verona, Vicenza, Valle dell’inn e in altre località dove ha lasciato profondo ricordo della sua fede e della sua viva spiritualità in tanti, tanti credenti del suo tempo, vale a dire della seconda metà del Cinquecento. Il volume conclude con due appendici, una delle quali frutto di attenta ricerca di Ubaldo Badan, che ha voluto così ritornare sull’argomento “Un precursore di Paray Le Monial”, già discusso negli anni di licenza in teologia fondamentale nel corso accademico 1955-56 all’Università Gregoriana di Roma. A
cura di
Luciano Sanavia, Ecomuseo
homo faber
della
Saccisica, 2013
Il titolo, tratto da una espressione latina, pone a fuoco quella che a metà Novecento è stata una delle maggiori modifiche ed evoluzioni del Pievado. Un plurisecolare abitato trasformato da zona eminentemente rurale in (almeno parzialmente) centro industriale, in acciaieria. Fatto che, essendo accaduto circa settant’anni fa, arrischiava di essere dimenticato, obliato per sempre, ed invece, grazie ad un’idea del prof. Luciano Sanavia e per merito ancora del liceo “A. Einstein” di Piove, ha avuto sorte felice, s’è conclusa con una testimonianza grafico-illustrativa destinata a superare i secoli, a permanere per sempre. Il poderoso volume (238 pagine) apre con una nota dell’arciprete abate di Piove, mons. Giorgio Facchin, che sottolinea oltretutto il fine pratico della pubblicazione, ovvero il restauro del settecentesco oratorio, posto al limite di via Davila e inizio di via Scardovara, dedicato alla madre della Madonna, a Sant’Anna. Fanno seguito, alternandosi a note storiche redatte da illustri personaggi della cultura, le ricerche, i saggi, le interviste ad ex operai della fonderia Valbruna, praticate dagli studenti stessi della scuola chiamata per l’appunto a redigere il testo del tomo in questione. Di grande interesse appaiono quindi le tecniche operative adottate all’epoca in cui la “fabbrica” della famiglia Romaro entrò in funzione, le modellature, il ramolaggio, le finiture e quanto altro ancora doveva essere fatto prima di pervenire al completamento dei lavori preventivati. Una qualità eccezionale del volume è data sicuramente dalle immagini, sia per numero sia per rarità; immagini che costituiscono una reale testimonianza storica unica, irrepetibile e pertanto di straordinaria valenza documentaristica, di raro pregio.
NEWS Teatro
L’edizione 2014 di “scenari di carta” si conclude con un bilancio positivo: 10 spettacoli, 45 letture e 5 letture spettacolo in 14 comuni tra padova e venezia
S
i è conclusa domenica 23 febbraio l’edizione 2014 di “Scenari di Carta”, rassegna di teatro e letture per ragazzi inserita nel circuito RetEventi della Regione Veneto e della Provincia di Padova. In scena all’auditorium Giovanni Paolo II, sotto la direzione artistica e organizzativa della compagnia Barabao Teatro, l’associazione culturale Teatrimperfetti di Udine con lo spettacolo “Naso Rosso”, di e con Maria Ellero. Al termine della rappresentazione si è tenuta la premiazione del concorso di disegno “Mi ha emozionato” con la consegna ai bambini vincitori dei biglietti d’oro,
d’argento e di bronzo che daranno diritto all’accesso gratuito agli spettacoli della prossima edizione di “Scenari di Carta”. Per quest’ultimo spettacolo erano presenti tutti gli sponsor che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione, e quindi BCC di Piove di Sacco, libreria “Al Buco”, bottega equosolidale “Tam Tam”, pasticceria “Antichi Sapori” e Due.8 Photoclub. La seconda edizione di “Scenari di Carta” conferma il successo della manifestazione, che si dimostra un appuntamento ormai consolidato nel territorio. A dirlo sono i numeri: da ottobre a febbraio “Scenari di Carta” ha portato in scena comples-
sivamente 10 spettacoli, 45 letture e 5 letture spettacolo in 14 Comuni tra Padova e Venezia. Oltre alla Provincia hanno aderito al progetto i Comuni di Codevigo (ente capofila), Anguillara Veneta, Bagnoli di Sopra, Bovolenta, Brugine, Correzzola, Fossò, Noventa Padovana, Piove di Sacco, Polverara, Pontelongo, Ponte San Nicolò, Sant’Angelo di Piove e Saonara. Dieci le compagnie teatrali che si sono alternate sul palco: Barabao Teatro (Piove di Sacco) in testa; Drammatico Vegetale (Ravenna); Luca Ronga (Rimini); Prometeo Teatro (Bolzano); Teatrimperfetti (Udine); Teatro la Gran Guardia (Padova); Teatro Telaio (Bre-
La locandina dell’edizione 2014 scia). Soddisfazione è stata espressa anche da Romina Ranzato, direttore artistico della compagnia teatrale, che guarda già ai prossimi impegni primaverili: “Stiamo lavorando ai workshop intensivi sul clown che terrà Mirco Trevisan e quelli sull’utilizzo della voce di cui si occuperà Cristina Ranzato (responsabile organizzativo della compagnia)”. “Inoltre – ha aggiunto – stiamo
preparando dei corsi di lettura espressiva che terrò da giugno a ottobre, e che coinvolgeranno le biblioteche di Brugine, Saonara e Ponte San Nicolò”. “Con i nostri spettacoli – ha concluso la Ranzato - saremo presto in Svizzera e al prestigioso Festival di Porto Sant’Elpidio con lo spettacolo Patatrak”. Martina Maniero
28 Cultura provinciale
Cultura provinciale 9
L’evento Al Museo Nazionale di Villa Pisani fino al 2 novembre prossimo
infanzia
Luce sulla Venezia di fine ‘800
La principessa Rubino di Svjetlan Junakovic
Un viaggio nella città raccontato dal famoso editore Ferdinando Ongania in 200 preziose foto incisioni
“Le immagini della fantasia” al Candiani
di Ornella Jovane
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n viaggio fotografico nella Venezia tra la seconda metà Marco, personaggi che si spostano in gondola, pescatori in Canadell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, raccontato le della Giudecca, signore che passeggiano in Piazzetta con gli dal famoso editore lagunare Ferdinando Ongania (1842- ombrelli parasole. Nel suo atelier nel sottoportego della Piazza, ai numeri 72, 1911) con un linguaggio lontano da stereotipi e con l’intento di annotare gli angoli più silenziosi e “minori” del poetico pa- 73 e 74 dell’Ala Napoleonica, nella Venezia di fine Ottocento, si vendevano libri d’antiquariato, incisioni antiche, dipinti di artisti esaggio. Si intitola “Luce su Venezia. Viaggio nella fotografia dell’Ot- contemporanei e fotografie del tempo, oltre a oggetti d’arte di tocento” la mostra che verrà inaugurata il 12 aprile prossimo e vario genere e, con i proventi di questa attività, Ongania faceva stampare libri d’arte illustrati, che riscuoterimarrà aperta al pubblico fino al 2 novemvano enorme successo. bre al Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra. Accanto ai palazzi Questo divenne un frequentato punto Un percorso scritto di luce (photo-grafia) e ai luoghi più celebri, in duecento preziose foto incisioni, originali sono visibili gli angoli d’incontro per artisti, scrittori, bibliofili e studiosi fra cui John Ruskin, Pompeo ottocentesche, che registrano fedelmente più silenziosi e l’immagine della città, i campi, le calli, le “minori” del paesaggio Molmenti, Pietro Selvatico, Alvise Zorzi e Camillo Boito: ci si confrontava sull’emerisole, restituendone in maniera dettagliata la maestosità dei palazzi a specchio sull’acqua e delle aree genza di conservare e restaurare i monumenti di Venezia, sulla monumentali rese poi celebri dal vedutismo di Canaletto e dei necessità di tutelare il patrimonio artistico e architettonico della suoi seguaci. Ma accanto a quelle che diventeranno le icone città a partire dalla documentazione dei beni. Ferdinando Ongacittadine, c’è la suggestione di una “Venezia minore”, cercata e nia avvia così il progetto di far fotografare i luoghi della città e frequentata da poeti e fotografi ispirati dalla poetica del vero di i suoi abitanti. Foto che confluiscono nella duplice collezione, oggetto della mostra promossa dalla Soprintendenza per i Beni fine Ottocento. Ongania, con “Calli e canali” prima e poi con “Calli, canali Architettonici e Paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, e isole della laguna”, racconta la sua Venezia, colta nella realtà Padova e Treviso, organizzata da Manus al Museo di Villa Pisani quotidiana con velieri che solcano le acque del bacino di San e curata da Myriam Zerbi e Sabina Vianello.
eVenti
a cura di Ornella Jovane
ULTIME VISITE AI CAPOLAVORI DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VENEZIA Ultime date per le visite guidate gratuite ai capolavori di arte classica del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, in programma il sabato pomeriggio alle 15.30, curate dal personale del museo. Sono ancora in calendario le date del 22 e 29 marzo prossimo: si potranno apprezzare le celebri sculture greche e romane, ma anche epigrafi, marmi e busti, bronzetti, ceramiche, gioielli, oggetti etruschi, egizi, romani e della Mesopotamia, gemme, avori e una collezione numismatica. Ingresso e biglietteria al Museo Correr. Biglietto unico del percorso integrato “Musei di Piazza San Marco”, gratuito per i residenti e nati nel comune di Veenzia. Info 0412967663 email: sspsae-ve@beniculturali.it
A PERDIFIABA, ALTRI 4 INCONTRI DI LETTURE ANIMATE PER BAMBINI Altri 4 incontri in programma per la seconda edizione “A Perdifiaba”, il ciclo di letture animate per bambini organizzato a palazzo Grimani a Venezia. L’evento che lo scorso anno incontrò un ottimo successo di pubblico e di critica, tanto che se ne parlò abbondantemente anche nei media nazionali, è stato riproposto a partire dallo scorso dicembre in 10 incontri. L’attenzione è puntata verso altri paesi e continenti, per incoraggiare i bambini alla curiosità verso altre lingue, culture e tradizioni. Gli attori della Compagnia Pantakin hanno messo e metteranno in scena antiche fiabe russe ed ebraiche, africane e dei balcani, francesi della Corte del Re Sole e fiabe popolari inglesi, tradizionali norvegesi e giapponesi, le fiabe irlandesi riscritte dal poeta William Butler Yeats e quelle inedite del popolo rom. Quest’anno da segnalare anche la partecipazione del Conservatorio di Musica di Venezia “Benedetto Marcello”, i cui insegnanti ed allievi, coordinati dal professor Tiziano Bagnati, curano i raffinati interventi musicali negli appuntamenti speciali per rendere ancora più suggestivi e festosi gli incontri. Gli eventi sono ad ingresso libero per i bambini, per gli adulti l’ingresso è compreso nel costo del biglietto d’ingresso al Museo di Palazzo Grimani. I prossimi incontri sono programmati per il 15 e il 29 marzo, il 12 e la festa finale del 26 aprile, sempre alle 15.
Il CONCORSO luCE SullA vENEZIA DI OggI
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all’Ottocento ai giorni nostri. In concomitanza con la mostra è stato promosso un concorso fotografico per accendere una Luce sulla Venezia di oggi. “Luce su Venezia. Viaggio nella fotografia contemporanea” ha lo scopo di sensibilizzare veneziani e turisti ai temi dell’arte e della cultura incentivando la conoscenza del patrimonio artistico e culturale della città, in modo creativo ed originale. I 30 migliori scatti saranno esposti a Villa Pisani. Si stimolerà in questo modo un confronto e una riflessione sulla città, com’era alla fine del XIX secolo e così come si presenta attualmente. Le foto possono essere realizzate con qualunque apparecchio fotografico, anche smartfhone o iPad. Le tre immagini che avranno ricevuto il maggior numero di preferenze dai visitatori, invitati a votare, saranno decretate vincitrici in occasione della cerimonia di premiazione che avrà luogo a Villa Pisani il prossimo 7 settembre.
“L
e immagini della fantasia” protagoniste della 25esima Mostra di Sàrmede approdano al Centro culturale Candiani di Mestre e saranno in esposizione fino al prossimo 13 aprile. Il tema ispiratore dell’edizione di quest’anno attinge dall’immaginario fiabesco dell’Estremo Oriente: Cina, Corea, Giappone e Mongolia. In mostra una selezione di opere di famosi illustratori che hanno raccontato con il proprio stile personale e la propria sensibilità artistica i racconti della tradizione orientale, dalla quale emerge una visione particolare dell’infanzia, dominata dalla poesia, dai ritmi della vita e dalla riscoperta di un tempo passato, un tempo nella sua dimensione umana, tipico e indiscusso protagonista della filosofia orientale. Accanto all’esposizione artistica il Candiani offre alle scuole e alle famiglie pacchetti didattici con visite guidate e laboratori pittorici. La mostra è aperta al pubblico dal mercoledì alla domenica, dalle 16 alle 20.
Fotografia Fino al 18 maggio prossimo a palazzo Franchetti la mostra
Le suggestioni del paesaggio full color di Franco Fontana “I o credo che la fotografia non debba documentare la realtà, ma interpretarla. La realtà ce l’abbiamo tutti intorno, ma è chi fa la foto che decide cosa vuole esprimere. La realtà è come un po’ come un blocco di marmo. Ci puoi tirare fuori un posacenere o la Pietà di Michelangelo”. Era il 1978 quando Franco Fontana, il celebre fotografo conosciuto in tutto il mondo, definiva il suo modo di intendere la fotografia proprio commentando uno dei suoi scatti, che poi diventò immagine-simbolo del suo repertorio, un’immagine scattata a Baia delle Zagare, in Puglia, di seguito impiegata per una campagna del Ministero della Cultura Francese. Inaugurata a metà febbraio e aperta al pubblico fino al prossimo 18 maggio, a palazzo Franchetti, a Venezia, si racconta con una grande retrospettiva, oltre 130 fotografie, la lunga storia artistica di Franco Fontana, tra i primi in Italia a schierarsi, negli anni ‘60 con tanta convinzione e fermezza a favore del colore . La mostra è promossa dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti ed è curata da Denis Curti e prodotta da Civita Tre Venezie in collaborazione con Venezia Iniziative Culturali. Suddivisa in diverse sezioni tematiche, la mostra propone i paesaggi degli esordi, negli anni ‘60, passando per le ricerche dedicate ai paesaggi urbani, le piscine e il mare. Come fosse un ritrattista, infatti, Fontana mette in posa il paesaggio, ne sceglie il lato migliore con la consapevolezza che la fotografia vede il mondo diversamente dall’occhio umano. Fra i tratti distintivi, l’esaltazione del colore, non più mezzo ma messaggio, attore protagonista del suo linguaggio visivo. I suoi colori sono accesi, brillanti, talmente vibranti da apparire irreali. I suoi paesaggi iperreali, sono più veri del vero sino a divenire surreali, i corpi, figure umane svelate dalla luce o sublimate in ombre lunghe, sono come paesaggi.
La Puglia, 1987 Particolare Nel 1979 Fontana allarga la sua ricerca volgendo lo sguardo verso gli Stati Uniti, dove attraverso una lunga serie di viaggi, approda alla sua personalissima definizione di paesaggio urbano. Nel 1984 inizia la serie Piscine, dove porzioni di sinuosi corpi di donna (e a volte d’uomo) sono esaltate da colori squillanti, in uno spazio sospeso, di cui spesso non si vedono i confini. Nel 2000 inizia la serie dei Paesaggi immaginari, in cui l’invenzione sul reale arriva ai massimi livelli. In questo caso il fotografo, che non disdegna la tecnologia digitale, riafferma la propria libertà interpretativa della realtà tramite l’immaginazione. La mostra è aperta al pubblico da lunedì a domenica, escluso il martedì, dalle 10 alle 19. Il costo del biglietto è di 9 euro intero e 7 ridotto. Info e prenotazioni 0418620761
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LO baSKet
SPORT in PRIMO LO S PORT in PIANO carta dei Valori reYer
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uando si parla di tifoseria spesso si pensa ad affermazioni offensive e a gesti di violenza e d’inciviltà. La risposta dell’Umana Reyer a questi episodi negativi è la Carta dei Valori, una sottoscrizione di valori e principi che sono alla base di una sana tifoseria e che, dalla sottoscrizione, ha già superato il migliaio di adesioni. La Reyer è la prima società professionistica certificata ESI2010 e si ispira alle dieci regole fondamentali della carta dei valori Esicert Istituto Certificazione Etica nello Sport. Nella carta si enunciano i valori sani dello sport Reyer quale progetto sportivo e sociale, aperto a chiunque voglia liberamente sostenerlo; simbolo di aggregazione trasversale e non di divisione e contrapposizione; strumento di educazione per i giovani; opportunità d’incontro, confronto e socializzazione tra generazioni; occasione per tifare a favore senza provocazioni; e questi sono solo alcuni dei punti importanti. Il presidente Luigi Brugnaro tiene a sottolineare i veri valori che devono accompagnare i tifosi: “La Reyer è storicamente simbolo di aggregazione e non di divisione e contrapposizione. Questo avevano in mente i suoi fondatori nel 1872 e questo intendevo ereditare e valorizzare nel 2006 quando ho riunito le compagini maschile e femminile, con la prima che militava in serie B contando sulla presenza appena di una ventina di appassionati durante le partite. Sono convinto che, oggi, dobbiamo compiere un salto culturale. Non è in discussione la venezianità, né tanto meno la reyerinità. Continuare a ragionare in termini campanilistici, R.P. con il pretesto della goliardia, vuol dire avere lo sguardo corto”.
A marzo competizioni internazionali abaSKet Bibione
di Roberta Pasqualetto
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no sport molto accattivante è sicuramente il motocross su sabbia: sia per il fattore spettacolare sia per quello emozionante. Una competizione molto importante si tiene nella spiaggia di Bibione ed è organizzata dal Moto Club B.B.1 Bibione. Nata nel 1987, ritorna anche quest’anno la più importante manifestazione motociclistica fuoristrada dell’intero Nord-Est Italia. Un emozionante spettacolo di motocross sulla sabbia che mette in competizione grandi campioni ed entusiasma tutti gli amanti delle due ruote. Le competizioni a Bibione sono due: domenica 23 e 30 marzo. Domenica 23 si terrà la Beach Motor Race, storica gara molto coinvolgente. Il Moto Club B.B.1 Bibione è, infatti, allo studio di una nuova formula di gara per attrarre ancor più concorrenti a sfidarsi sul durissimo percorso, di circa 4 km e dal fondo interamente sabbioso, che sarà allestito come di consueto sull’arenile bibionese. La manifestazione è aperta a tutti i piloti nazionali e piloti provenienti da Austria e Slovenia, al quale da anni accorrono in massa a sfidare i fortissimi concorrenti locali. “L’anno scorso la spiaggia di Bibione era allagata ma la competizione si è tenuta
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uando si parla di tifoseria spesso si pensa ad affermazioni offensive e a gesti di violenza di Roberta Pa e d’inciviltà. La risposta dell’Umana Reyer a questi episodi negativi è la no sport molto Carta dei Valori, una sottoscrizione motocross su s di valori e principi che sono alla colare sia per q base di una sana tifoseria e che, petizione molto impo dalla sottoscrizione, ha già superato di Bibione ed è orga il migliaio di adesioni. La Reyer è la Bibione. Nata nel 19 prima società professionistica certificata ESI2010 e si ispira alle dieci regole la più importante man fondamentali della carta dei valori Esicert Istituto Certificazione Etica nello ristrada dell’intero No Sport. Nella carta si enunciano i valori sani dello sport Reyer quale progetto spettacolo di motocro sportivo e sociale, aperto a chiunque voglia liberamente sostenerlo; simbolo competizione grandi di aggregazione trasversale e non di divisione e contrapposizione; strumento gli amanti delle due r lo stesso –didice Giovanni per Santorso presidente del d’incontro, Anche queste gare esono aperte a conduttori educazione i giovani; opportunità confronto socializzane sono due: domenic nazionali e stranieri, ma senza limitazioni. Quindi moto clubzione Bibione mancavano ioccasione tifosi, ma per non tifare tra–generazioni; a favore senza provocazioni; e 23 si terrà la Beach M è allargata a coinvolgente. concori gareggianti”. marzodeisi terranno i la partecipazione questiDomenica sono solo30alcuni punti importanti. Il presidentestraniera Luigi Brugnaro Il Moto renti da tutta Europa. Le condizioni Campionatitiene internazionali d’Italia sabbia: a sottolineare i verisuvalori cheSudevono accompagnare i tifosi: “La Reyerclimatiche allonon studio di una nuo mai un eproblema per gli appassionati permarecross e Trofeo Supermarequadcross. Le esono è storicamente simbolo di aggregazione nonquasi di divisione contrapposizioancor più concorrenti di questo sport, anche perché in caso di pioggia competizioni promosse da inFXmente Action,i che ne.sono Questo avevano suoisufondatori nel 1872 e questo intendevo so, dilacirca 4 km e da sullalesabbia migliora, e salvoe casi davvero un percorso ereditare mozzafieatovalorizzare di circa 1,5nelkm2006 vedranno quando tenuta ho riunito compagini maschile che sarà allestito com importanti, nessuno a partecipare questo La manifesta sfidarsi perfemminile, la vittoria con sia lela categorie prima cheMX1, militava MX2in serie B contando sullarinuncia presenza appe- a bionese. interessati a gareggiare e 125 chenai giovanissimi di una ventina del diMinicross; appassionati a questi durante si appuntamento. le partite. SonoGliconvinto che, oggi, possono nazionali e piloti prov iscriversi fino a pochi giorni prima delle competizioaffiancheranno dobbiamo i migliori compiere piloti nazionali un saltodi culturale. quad (le Non è in discussione la venezianità, al quale da anni accor Per maggiori informazioni sul Moto Clubsimi B.B.1 moto a quattro né tanto ruote) meno per laconquistare reyerinità.il trofeo Continuare Su- ani. ragionare in termini campanilistici, concorrenti locali R.P. permarequadcross. Bibione: www.mcbibione.com. con il pretesto della goliardia, vuol dire avere lo sguardo corto”. Bibione era allagata m
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70 gare Sulle Strade da primaVera
on l’arrivo del mese di marzo riprendono le gare di ciclismo, che dopo l’attività invernale del ciclocross, vedrà lo svolgimento di corse su strada, pista, mountain bike e raduni cicloturistici. Anche quest’anno in provincia di Venezia sono previste oltre 70, tra gare ed eventi ciclistici che interesseranno tutte le specialità e tutte le categorie dai giovanissimi agli amatori. Il calendario stilato dal comitato regionale della Federazione Ci- ni” e a San Donà di Piave, dove dal 13 clistica Italiana ha visto come prima gara al 15 giugno si svolgerà la 2’ edizione la Marathon Valle Zignago a Concordia del San Donà Bike Week End con il 54’ Sagittaria il 2 marzo, valida come cam- Circuito Notturno il 13 giugno e il 63’ pionato regionale specialità Marathon, Giro dei Tre Ponti il 15 giugno mentre il mentre la settimana successiva è toccato sabato è prevista una gara di Hand Bike e alla Mediofondo del Piave con partenza e di Giovanissimi. Quattro gli appuntamenti arrivo a San Donà di Piave. Suddividen- in notturna che hanno sempre un fascino do le gare per categorie possiamo dire particolare e raccolgono sempre molti che sono 29 quelle riservate alle cate- appassionati: 13 giugno a San Donà, Ancora oggi al mondo 171 milioni di bambini sono malnutriti. gorie giovanissimi maschili e femminili 4 luglio a Fossò tipo pista, l’1 agosto a Questa è una partita che non possiamo perdere. che saranno su strada, mountain bike, Noventa di Piave tipo pista e il 19 agoPartecipa anche tu. Aiutaci a segnare il gol vincente contro la fame. gimkana, tipo pista e promozionali. Per sto a Scorzè notturna bike cross. Cinque gli Esordienti le gare “veneziane” in ca- sono poi i raduni cicloturistici: 13 aprile a lendario saranno cinque (Quarto d’Altino Dolo, 25 aprile a Stigliano, 4 maggio a 27 aprile, Mira 1 maggio, Scorzè 10 Favaro, 2 giugno a Scorzè, 31 agosto a agosto, Robegano 17 agosto, Stigliano San Giorgio di Livenza. Il calendario della di Santa Maria di Sala 24 agosto) men- mountain bike, che vedrà lo svolgimento tre per gli Allievi le gare saranno sei (No- del Trofeo D’Autunno, prevede le seguenale 18 maggio, Zianigo 8 giugno, Scorzè ti corse: 21 settembre Noventa di Piave, 10 agosto, Robegano 17 agosto, Jesolo il 28 settembre San Stino di Livenza, il 21 settembre e Martellago 5 ottobre). 12 ottobre Ottava Presa di San Stino Le corse dedicate agli Elite – Under 23 di Livenza, il 19 ottobre Sant’Anna di saranno tre e si svolgeranno il 26 aprile Chioggia, il 26 ottobre a Rottanova di actionaid.it tel. 02.742001 a Camponogara “17’ Memorial Valenti- Cavarzere e il 2 a Torre di Mosto. G.P.
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Gare di motocross sulla sabbiaGare carta dei Valori reYer
on l’arrivo del mese di marzo riprendono le gare di ciclismo, che dopo l’attività invernale del ciclocross, vedrà lo svolgimento di corse su strada, pista, mountain bike e raduni cicloturistici. Anche quest’anno in provincia di Venezia sono previste oltre 70, tra gare ed eventi ciclistici che interesseranno tutte le specialità e tutte le categorie dai giovanissimi agli amatori. Il calendario stilato dal comitato regionale della Federazione Ciclistica Italiana ha visto come prima gara la Marathon Valle Zignago a Concordia Sagittaria il 2 marzo, valida come campionato regionale specialità Marathon, mentre la settimana successiva è toccato alla Mediofondo del Piave con partenza e arrivo a San Donà di Piave. Suddividendo le gare per categorie possiamo dire che sono 29 quelle riservate alle categorie giovanissimi maschili e femminili che saranno su strada, mountain bike, gimkana, tipo pista e promozionali. Per gli Esordienti le gare “veneziane” in calendario saranno cinque (Quarto d’Altino 27 aprile, Mira 1 maggio, Scorzè 10 agosto, Robegano 17 agosto, Stigliano di Santa Maria di Sala 24 agosto) mentre per gli Allievi le gare saranno sei (Noale 18 maggio, Zianigo 8 giugno, Scorzè 10 agosto, Robegano 17 agosto, Jesolo 21 settembre e Martellago 5 ottobre). Le corse dedicate agli Elite – Under 23 saranno tre e si svolgeranno il 26 aprile a Camponogara “17’ Memorial Valenti-
ni” e a San Donà di Piave, dove dal 13 al 15 giugno si svolgerà la 2’ edizione del San Donà Bike Week End con il 54’ Circuito Notturno il 13 giugno e il 63’ Giro dei Tre Ponti il 15 giugno mentre il sabato è prevista una gara di Hand Bike e di Giovanissimi. Quattro gli appuntamenti in notturna che hanno sempre un fascino particolare e raccolgono sempre molti appassionati: 13 giugno a San Donà, 4 luglio a Fossò tipo pista, l’1 agosto a Noventa di Piave tipo pista e il 19 agosto a Scorzè notturna bike cross. Cinque sono poi i raduni cicloturistici: 13 aprile a Dolo, 25 aprile a Stigliano, 4 maggio a Favaro, 2 giugno a Scorzè, 31 agosto a San Giorgio di Livenza. Il calendario della mountain bike, che vedrà lo svolgimento del Trofeo D’Autunno, prevede le seguenti corse: 21 settembre Noventa di Piave, il 28 settembre San Stino di Livenza, il 12 ottobre Ottava Presa di San Stino di Livenza, il 19 ottobre Sant’Anna di Chioggia, il 26 ottobre a Rottanova di Cavarzere e il 2 a Torre di Mosto. G.P.
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Sicurezza
Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni pag.
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L’intervista
Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete Quali sono le caratteristiche del bullismo informatico, quali le conseguenze e come difendersi dagli attacchi on-line?
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Fabrizio Plessi, artista del Rinascimento pagg.
12-13-14
Giardinaggio
Il mese delle ortensie, maestose regine del prato alle pagg. 5-6-8-9
pag.
26
Sì, viaggiare L’altra Tenerife, un Eden barocco
“Y
o ante soy canario, y despues español”. Il benzinaio di Icod de los Vinos non ha dubbi sulla sua identità e parla della Spagna definendola “peninsula”, come i sardi parlano dell’Italia chiamandola “continente”. Un’altra cosa, insomma. C’è un’identità forte alle Isole Canarie, una specificità locale, un carattere ben definito fra i suoi abitanti, ovvero i “canarios”. Essere una Comunità Autonoma della Spagna (con due province: Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife) può anche far comodo per via di quel 7% di Iva che rende la vita decisamente meno cara, ma è soprattutto un modo per demarcare una diversità. continua a pag. 18-20-21
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le Porto Tol interno Tensioni all’ del Partito o Democratic pag. 17
E
EDITORIAL
Davanti al “dio i così fan tutt
14
di Nicola
palanca”
Stievano
a non ci dio palanc avanti al parenti”: , amici o sono fratelli frasi pronunciate i della è una delle intercettazion one decine di in una delle ta sulla rete di corruzi i. Poche parole recente inchies appalti pubblic volta se ce ne AGENZIA DI ROVIGO una legata agli zano, ancora il criterio adottato sintetiz Tel. 0425 090894 che o, qual è imprenfosse il bisognpubblici infedeli e da ari ente, che 0 euro ovviam funzion 500.00 , da di del costo ci. Il denaro grandi, gli “ag0 euro La struttura e ditori compli a con 250.00 le e il Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 25 - Poste Italiane s.p.a. i favori piccoliprocedure, il ritocco - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito è stata finanziat regiona giustifica circa in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD da un contributo www.lapiazzaweb.it di gare e tadel pubprovenienti giustamenti” a, sempre a danno di noi. ato con ammor o sarà addebit Tra le novità del rimanente in corso d’oper uenza, di ciascun es. qualche conseg piano Tia/Tar tà di accesso e di blico e, di mento nel , basta anche tanto in o le modali ento dei rifiuti sia “cash” Il denaro, 0 euro di centro, spiccan conferim 50-10 10 . da ” come pag di “regali banconota sottoforma mano di tanto, che anche una esotico ma e piccolo lavoretto CAZIONE il viaggio E , RIQUALIFI casa o qualch nostrana, di picbianco in ROSOLINA QUARTIERE NORG la corruzione pezzatura, quella E’ DEL ”. “extra pag. 6 nessuno ggio e piccola ate dalla pag. 8 ed approv colo cabota una zona grigia di cui primo pag. 26-27 dalla Giunta Geremia Gennari, ta E’ il oste za. alimen che predisp chiarez regionale. ato ad contorni con tutti gli altri, fino ad consiliare V commissione e del giorno approv ale conosce i ca ne, la sala CARCERE, IL SERT MIGLIORA alla questio lio comun tutto in nome che poi giustifi mente teatro ricordando l’ordin Il li. merito consig passo in in recente E DITORIALE scanda e LE CONDIZIONI SANITARIE nimità è stata di Porto o ospedaliee ai grandi ovviamente, ma anche e bassopolesan agosto all’una portovirese pubblico “L’ospedale o del presidi a”, re che arrivar tà e di forze politich trasversalmente entro la soccorso al per il manteniment volta precisa tro: del “dio palanc concezione di morali l coro delle e inizio già dell’incontro Venezia: pronto uppo a lizzarsi ancora una unanime Potranno avere di riqualificazione ta dalla schede Viro mutilato da promosso dal capogr a ro, ha voluto rà di un millime a, di una distort Perché dunque scanda si è alzato e o” non arretre Venezi no i lavori a che perdita decreta o ospedaliesenso civico. contro la fine dell’an re Norge di Rosolin sbarcare a presidi Thomas Giacon ti “Porto Viro pronto soccors da del Viro o li tutti”? Salute regiona da urlare per Porto rappresentan del quartie ai residenti di potersi se “così fan . 3 ospedaliere di cura Madonna della li se c’è . di di Uniti partecipato diversi di Alessandro rto del tteranno a a pag Abbadir* casa lieri regiona permetteva perme faremo hanno spazi all’ape si i consig continu e ro della Viro, appellativo che di assoluta cui , oltre lo C’è stato un taglio considerevole meglio gli onali compre ne no Azzalin della frazion godere al di Porto 18 scorso mio in posizio a e che nel istituzi o Corazzari e Grazia ri, tutti accomu4-5 e 6 alle urne centro del 24pag di risorse, soprattutto di fornitura di e 25 .febbraio pubblic pagg. Cristian porre il nosoco aDiego Crivella declass emerge una situazione davvero ine- rispetto alla sanità (Agenzia Naziocerti farmaci, che se vogliono devono il revole dopo parità e di Agenas indicato come all’onoda un unico scopo stricabile, o perlomeno difficilmente procurarsi pagando, quindi alle persone ospedaliere nati i) ha rapporto annual le schede 40% 50% risolvibile. Un caos politico che rischia di per i servizi sanitar del Veneto nel trat- mento avvenuto con detenute oltre alla libertà viene tolta nale 30% 60% re centro 50%portare spediti a nuove consultazioni. Pro-il secondo miglior loro anche la salute. 20% dio. Per discute 30% 10% del miocar 50% prio quello che non ci voleva infarti Fondamentale l’intervento in una ori situagli tare le migli zona! Cogl zione economica deligenere,tua caratterizzata prestato dal Sert. offerte adella da una recessione pag. 10 cui dal 2008 non si vede fine. Il ciclone o tsunami (come lo definisce SULLA S.S. 434 SI VIAGGIA trico il suo capo Beppe Grillo) del Movimento 5 rio Odontoia A 70 CHILOMETRI L’ORA NO Giuriato* ulato io: OSTI Dott. STEFA di Silvia Amb Stelle, si è abbattuto sui partiti, DI FABBRICALoc. BORSEA anche re in sanitar agosto SPACCIO A! Diretto legge lo scorso - ROVIGO 0425 474954 Veneto, con una potenza per molti versi A DEN TIER a , inserite con decreto ERCIO, 12 - TEL. davvero inaspettata. modifiche legislative2013, hanno recepito iflex.it ADD IO ALL VIA DEL COMM LE LA FATTORIA ata senz e recentissime in giorn - www.dorm ERCIA a legge il 15 ottobre Convenzione Nella nostra regione però, quello che fissi di sutur denti e convertito in AREA COMMrovigo@dormiflex.it europee della sorprende più che il boom dei grillini (che ri, tagli e punti le raccomandazioni ed hanno risposto al crescente dormiflex. bistu è stato un evento generalizzato su tutto il donne. d’Europa Passa da 110 a 70 km orari il del Consiglio delitti contro le determinato dai diritto della famiglia territorio italiano), è il crollo verticale di parlimite della velocità nell’arteria stradale il sabato in allarme sociale € oop he esperta 395 ed talc anc titi che hanno caratterizzato la vita politica strategica S.S. 434 meglio nota come Den . 10 alato grave aveva definito il Cen. agli amministratori”. Infatti per tentare di mento *Avvocato penalista Con Aperto 35 € 45 € per lo svolgimento di manifestazioni, delle nostre terre da 20 anni a questa a a pag Transpolesana. La decisione è stata parSer la presidente della Provincia, rientrate dallo stato debitorio lo scorso anno anche a PAG. 8 70 € € continu 575 agli specifi che e settoriali; il fi ne, inoltre, dett te: il Pdl prima Forza Italia e la Lega Nord. presa dall’Anas. Polemico Corazzari qualche anno fa. I costi di gestione è stato fatto un piano di rientro che prevede- era info e quello di far conoscere il Polesine e di Due partiti che fino a due anni fa aveche ha indicato nelle voragini aperte sul molto alti avevano di fatto portato ad uno iso.it va un accordo con RovigoExpò, una società renderlo soggetto ospitante di eventi rilevanti asorr vano totalizzato oltre il 60% dei consensi manto stradale il vero problema per gli stato debitorio importante, si parlava di oltre w.delt partecipata, in larga parte, dalla Regione Ve- al livello nazionale e internazionale. L’attività con l’elezione di Luca Zaiaww automobilisti che transitano. un milione di euro che lo stesso ente aveva neto e dalla a governatore Camera di commercio di Rovigo, svolta lo scorso anno, tuttavia, non sembrata del Veneto. La Lega crolla dal 35% a poco pag. 12 cercato di abbattere indicendo un bando di al quale fu affidato il compito di organizzare essere così significativa per il rilancio della più del 10% di questa ultima tornata eletvendita per alcuni dei propri immobili. Va eventi (fiere, convegni, presentazioni, ecc...) struttura dell’ex zuccherificio e in molti oggi torale. Il Pdl dal 2008 perde 10 punti e si detto, e lo conferma il neodeputato Diego prevalentemente, ma non esclusivamente, pensano che una nuova vita della struttura assesta sotto il 20%. www.lapiazzaweb.it Crivellari, che negli ultimi anni si è compiuto presso il Centro Servizi di Rovigo. Lo scopo potrebbe essere garantita da un totale camil sito del giornale un importante lavoro di risanamento dei con- prefisso era, ed è tuttora, quello di far sì che bio di rotta. continua a pag. 3 Entra in Rete con noi! ti. “Di questo – ha spiegato - va dato atto il Cen.Ser di Rovigo diventasse luogo di riferipagg. 4-5 *alessandro.abbadir@gmail.com
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Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete Quali sono le caratteristiche del bullismo informatico, quali le conseguenze e come difendersi dagli attacchi on-line? di Ornella Jovane
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In alto Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, sotto Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto
li atti di prepotenza e le forme di comportamento Accade che ragazzi che nella vita reale non avrebbero mai aggressivo che si esercitano nel web possono crea- comportamenti discutibili, nel web, incoraggiati proprio dall’are danni enormi sugli adolescenti che le subiscono nonimato, si trasformino e diano il peggio di sè”. perché si sentono fragili, soli e indifesi proprio in quel mondo Ma, forse, il peggiore dei connotati che si possono attrivirtuale nel quale si erano rifugiati. Incapaci di affrontare la buire al cyberbullismo è la disumanizzazione dell’atto stesso. minaccia o, nei casi più gravi la persecuzione, vivono con “Se nella realtà - esemplifica lo psicoterapeuta - fra gli disperazione l’umiliazione della vessazione che si traduce spettatori che assistono ad un atto di prepotenza o di violenza in pensieri tormentati, difficoltà esistenziale ed incapacità di ad un certo punto c’è chi interviene per fermare lo scempio, trovare una via di uscita”. nella rete manca il ritorno empatico, si assiste “passivi” come Il bullismo informatico e le nefaste conseguenze che se si stesse vedendo un film, senza che nessuno intervenga”. può avere sulla vita dei ragazzi è un tema di grande attualità “I social network - commenta Busato - sono una interesche la cronaca ha recentemente richiamato all’attenzione dei sante forma di partecipazione e di comunicazione che tuttavia media con il caso della ragazza di Cittadella che si è tolta va utilizzata con responsabilità. Fondamentale da questo la vita lanciandosi dall’ultimo piano di un albergo, spinta a punto di vista è il ruolo degli adulti che devono, senza remore suicidarsi dalle offese di probabili coetanei sul sito web Ask.fm. e con autorevolezza, lavorare sull’educazione degli adolescenQuali sono le caratteristiche del bullismo informatico, quali le ti”. In che modo? conseguenze e come difendersi dagli “Rendendo - risponde conUn atteggiamento attacchi on-line? cludendo Busato - i giovani consa“Il cyberbullismo - risponde Lino pevoli di rischi e pericoli della rete, imbarazzante si può Busato, psicologo e psicoterapeuta sviluppando nei nostri ragazzi il trasformare in video che senso critico per attrezzarli a saper ha delle specifiche caratteristiche che si ricorderà all’infinito rendono, rispetto al bullismo nella distinguere tra il bene e il male. Non vita reale, ancora più disastrose le è un compito facile nè circoscritto conseguenze. Innanzitutto è sufficiente un singolo episodio alle occasioni ma un lavoro che si deve svolgere nei tempi per procurare danni enormi nei confronti della vittima. Un lunghi, sin dalla scuola primaria. E’ fondamentale il passagatteggiamento imbarazzante, colto magari occasionalmente gio dell’educazione socioaffettiva, insegnare cioè ai bambini durante una festa, si può trasformare in un video scomodo a stare insieme, educarli all’accettazione dell’altro, al rispetto o umiliante che postato, sui social network, apre ad una dell’altro e a vedere e sentire le sofferenze e le emozioni di vetrina sterminata di testimoni. L’umiliazione sarà dilagante chi ci sta di fronte”. anche nel tempo. Il fatto in sè non è circoscritto al momento “Comportamenti basati su forme di prepotenza esercitate in cui accade, ma disponibile 24 ore su 24 nel web. La vittima da uno o più soggetti su un minore, ovvero i cosiddetti atti di dell’aggressione subisce l’umiliazione e, nei casi più gravi, la bullismo legati all’età, ci sono sempre stati. Ciò che è campersecuzione senza tregua, che si dilata all’infinito nello spa- biato, nella rete, non è tanto l’impatto in termini quantitativi zio e nel tempo”. del fenomeno quanto, piuttosto, il grado di percezione dello “L’anonimato dietro cui si può tranquillamente nascon- stesso e soprattutto la gravità dell’effetto provocato su chi lo dere il “carnefice” è un’altra delle caratteristiche del cyber- subisce”. Tommaso Palumbo, primo dirigente della Polizia bullismo - prosegue Busato - che spiazza e inquieta la vittima. di Stato, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle
Comunicazioni per il Veneto, è impegnato in iniziative di sen- lo stato di mortificazione della vittima”. sibilizzazione ed informazione rivolte ai giovani e agli adulti, “Nei nostri uffici – racconta – giungono genitori che genitori ed educatori, sul tema dei social network, della navi- richiedono di oscurare video o rimuovere foto e messaggi morgazione sicura e sui pericoli, più o meno nascosti, della rete. tificanti per i propri figli. Va precisato tuttavia che l’operazione “Un tempo – spiega – ci si muoveva in modo spon- richiede il necessario intervento dell’Autorità giudiziaria e non taneo, oggi l’attività in chiave di prevenzione è strutturata e sempre è agevole e scontata. Senza contare il fatto che, nel progettata. La Polizia Postale e la Polizia di Stato si muove in tempo di permanenza in rete, video, foto e messaggi possono team con il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero essere scaricati e i fruitori si moltiplicano a dismisura”. dell’Interno, col Miur e in partnership con le stesse aziende che Ci sono poi da tener presente le conseguenze legali e offrono servizi per la navigazione in internet”. penali causate dalla richiesta di rimozione o oscuramento di Rivolge l’attenzione in modo specifico al mondo dei social materiali da internet, dal momento in cui si decide di fare ricornetwork il progetto itinerante “Una vita da social” che la Poli- so alle autorità giudiziarie. zia Postale e la Polizia di Stato stanno portando sul territorio. Insomma quella che nella vita reale può essere consi“Ci muoviamo con un trak attrezzato con aula multimediale derata una ragazzata, legata alle intemperanze dell’età e – spiega il primo dirigente – nel quale organizziamo incontri catalogata come un comportamento tipico adolescenziale, con gli studenti e la cittadinanza. La presenza di testimonial, da punire ma nell’ambito ristretto della famiglia o comunque personaggi famosi del mondo dello del contesto nel quale si consuma, Quello che nella vita sport, della cultura e dello spettacolo e tuttavia con una buona dose di vicini ai giovani, aiutano a veicolare in reale è una “ragazzata” tolleranza, nella rete può diventare modo ancora più efficace i messaggi facilmente un reato perseguibile. nella rete può diventare “educativi e informativi” che andia“Le nuove tecnologie – fa osun reato perseguibile mo portando in giro per le città”. Le servare il dirigente di Polizia postale tappe venete del percorso itinerante - che hanno potenzialità enormi, sono programmate per il prossimo 14 aprile a Padova e il possono perciò diventare insidiose in caso di comportamenti 15 a Venezia. Ed è proprio la tematica dei social network che “insani”, come appunto gli atti di bullismo, che, se nella vita richiama la maggiore attenzione e soprattutto invita a tenere reale abbiamo imparato ad arginare, non siamo ancora in graalta la guardia nell’ambito degli incontri a rischio cyber bulli- do di gestire con padronanza nel web, soprattutto perché non smo. “La maggiore differenza tra un atto di bullismo nella vita abbiamo ancora fatto gli anticorpi per tenere sotto controllo le reale e uno subito nella rete – spiega Palumbo – è l’enorme conseguenze, che a volte possono essere davvero dolorose”. risonanza che quello informatico riesce ad avere, per la posL’unico fronte sul quale si può lavorare con profitto rimane sibilità, che offre il web, di moltiplicare all’infinito i testimoni dunque quello della prevenzione. e l’atto stesso. Una scena di violenza ripresa dallo smartpho“I figli – conclude Tommaso Palumbo - vanno seguiti, ne – non necessariamente da un amico o conoscente della ancora prima che nella rete, nella vita reale: vanno responsavittima che subisce ma anche da una persona sconosciuta che bilizzati ed educati ai valori e al rispetto dell’altro. Vanno sensi trova per caso ad assistere all’atto di bullismo – una volta sibilizzati e va insegnato loro che ogni azione che compiono postata su Facebook o su WhatsApp avrà una platea stermi- nei confronti degli altri ha delle conseguenze delle quali sono nata di visitatori. E questo con la conseguenza di aumentare essi stessi responsabili e di cui sono chiamati a rispondere”.
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Attualità
>> Il saggio ”Il profumo dei limoni Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” di don Jonah Lynch
Dall’illusione di essere ovunque al rischio di distacco dal mondo reale di Ornella Jovane
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l profumo intenso dei limoni, il ruvido della buccia gialla, il loro sapore asprigno. Tatto, olfatto e gusto: sono i tre sensi stimolati dalla vista delle piante che si affacciano nel giardino, verso il quale casualmente lo sguardo si rivolge. La realtà in tutta la sua pienezza non può essere vissuta nella rete: tre quinti di essa, tre dei cinque sensi, non viene percepita. E’ questa la premessa che ha ispirato “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” il saggio pubblicato da don Jonah Lynch nel 2011 e che tutt’ora ispira il vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo a Roma negli incontri con i genitori e docenti sul tema in questione. Recente, al riguardo, il suo intervento a fine febbraio a Vigonza (nel Padovano) sul tema “Io voglio educare”, un ciclo di incontri per non lasciare soli i figli (e anche i genitori) nel mondo virtuale. Nel suo libro “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” lei analizza l’orizzonte delle nuove tecnologie, ne rileva le utilità e i vantaggi ma mette in guardia anche dai limiti e dai disagi. Ci aiuta don Lynch a capire? “È bellissimo poter comunicare in tempo reale con chiunque, in qualunque parte del mondo, raggiungere agevolmente informazioni un tempo quasi introvabili. Al tempo stesso, questa quasi “onnipotenza” del web e della tecnologia in generale è anche il suo lato insidioso: l’illusione di poter essere ovunque,
poter sapere tutto e contattare chiunque. La vita digitale presenta questa illusione di illimitatezza, che può generare un distacco dal mondo in cui possiamo agire, toccare, sentire i profumi…”. La tecnologia ha avuto un impatto significativo nella vita di tutti, ma imponente in quella dei giovani, tant’è che noi adulti definiamo le nuove generazioni come “nativi digitali”. Non è che in nome di questa definizione accettiamo - noi adulti - in modo incondizionato e talvolta acritico la massiccia invadenza della dimensione virtuale nella vita dei nostri ragazzi? “Secondo lei, i nostri figli appartengono alla nostra stessa specie? Cioè, chi è nato dopo la rivoluzione tecnologica, che ha prodotto Facebook, Google e gli altri, ha la stessa natura di me e di lei? A mio parere, la natura umana più perfetta è quella di Maria, madre di Gesù. E il Concilio Vaticano II ha detto che Cristo svela l’uomo all’uomo. In Lui, cioè, impariamo chi siamo. Certamente Cristo non è stato un passo intermedio nell’evoluzione verso l’”uomo digitale”. Educare ai tempi di Facebook non è poi così semplice: gli adulti hanno gli strumenti e le conoscenze adeguate per dare ai ragazzi un’educazione idonea a sapersi gestire con autonomia e senza farsi male nella vita che sgorga in “rete”, nelle relazioni che si creano con i social network? “Educare non è mai stato semplice. La realtà tutta mette sempre alla prova la nostra libertà. Siamo sempre liberi di scegliere di allontanarci dalla verità, da ciò che è bello e vero, ma
portiamo anche le conseguenze di quelle scelte. Partecipare alla vita dei ragazzi significa partecipare alla loro giornata, interessarsi a loro, ascoltarli. Educarli vuol dire anche proporre le cose più belle che conosciamo. Se siamo convinti di ciò che diciamo, saremo credibili. In particolare, nell’educazione all’uso delle tecnologie, della rete, vale come sempre dare l’esempio. Quanti di noi adulti sanno rinunciare alle notizie sul telefonino o all’ultimo video su Facebook? Ai ragazzi che educo ho proposto il “digiuno digitale”, il fare a meno, per gran parte della giornata, degli strumenti tecnologici. Domandiamoci: utilizziamo i nostri mezzi di comunicazione, o ne siamo schiavi? Impariamo noi adulti a decidere: ora spengo il cellulare, mi concentro interamente sulla persona che è qui, davanti a me. Questa riscoperta può darci la forza di accompagnare anche i nostri ragazzi”. Si possono creare relazioni di qualità attraverso i social network? O una società iperconnessa in realtà rivela solo delle enormi solitudini, o quanto meno delle relazioni superficiali? “Senza dubbio l’”iperconnessione” può assottigliare lo spessore dei nostri rapporti, può renderli fugaci, veloci come un tweet o un sms. D’altra parte, però, il web e tutto ciò che offre fa parte della realtà, il web stesso è parte della realtà. Nell’esperienza di una grande amicizia, l’altra persona diventa parte di me, in maniera così profonda che sentiamo la ristrettezza del canale digitale, che è, per sua natura, selettivo, che lascia da parte, inevitabilmente, tante sfumature della realtà”.
Sotto Don Jonah Lynch, sopra il suo volume “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook”
Attualità
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>> Il docente e le nuove tecnologie. Consigli del professor Pietro Gavagnin agli educatori
“Anche gli adulti devono esserci in rete, senza paura” di Ornella Jovane
“Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”
“I
l cielo in una stanza: opportunità e pericoli della rete” è il titolo emblematico di un ciclo di tre appuntamenti che iniziati il 14 marzo a Mestre, presso la scuola media “Don Milani”, proseguiranno il 27 del mese a San Donà di Piave, all’istituto “Ippolito Nievo”, e il prossimo 11 aprile a Chioggia al Galileo Galilei. Agli incontri, organizzati dal Forum provinciale associazione genitori scuola di Venezia, prenderà parte il professor Pietro Gavagnin, docente al Liceo Morin di Mestre, vincitore con il suo progetto pgava.net della sezione “docente dell’anno” al premio nazionale 2013 “Anp per l’innovazione”. Una iniziativa, giunta alla quinta
edizione, che si pone come obiettivo quello di diffondere l’uso delle tecnologie informatiche nell’insegnamento. E’ lui, insegnante ed esperto di informatica, che spiega agli adulti, genitori ed educatori, come gestire il confronto con la wireless generation. Quali sono le opportunità e i pericoli della Rete per gli adolescenti? “Di pericoli ce ne sono. Ma sono sostanzialmente gli stessi pericoli che incontriamo nella vita: quando usciamo, quando ci rapportiamo agli altri, quando manipoliano i nostri dati. L’importante è non farsi prendere dal panico perché altrimenti non lasceremo
più uscire i nostri figli neppure per strada o dagli amici. Un innocuo coltello da cucina può servire per spezzettare alcuni semplici rametti di prezzemolo ma può essere anche un’arma pericolosissima! Opportunità ce ne sono molte ed anzi, oggi quando non possiamo connetterci tutti noi sentiamo come una sensazione di mancanza. Internet non solo è serbatoio quantitativamente sconfinato di conoscenza ma può essere il motore o l’occasione per instaurare nuove relazioni (pur con le dovute cautele). Se si usa con acutezza. Se si usa con competenza. Se si usa con coscienza.
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combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”. Cosa dire ai ragazzi perché si proteggano dalle violazioni del web? “Quello che ci si sente dire quotidianamente: non “distribuire” a cuor leggero dati personali. Non accettare facilmente “amicizie” da persone che non si conoscono. Non aprire allegati o compilare e spedire form senza la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Purtroppo però uno dei pericoli della rete che purtroppo sta diventando sempre più una moda è il Sexting (sex+texting = continua alla pag. seguente
La curiostià Dagli stati uniti la moda del facebook-lift prende piede anche in italia
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Se si usa con conoscenza”. Come possono i genitori “prevenire” i pericoli? “Non credo servano proibizioni (che hanno un effetto spesso contrario). Con i giovani le figure di “mediazione” (genitori, insegnanti) devono convincersi che sia importante “esserci”, nonostante noi genitori sappiamo bene che a volte è difficile: i nostri figli devono sapere che ci siamo. Per aiutarli, per consigliarli, per indirizzarli, per proteggerli. Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una
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i solito è l’impietosa videocamera del telefono o del computer, oppure è una fotografia scattata da amici e condivisa in rete. Capita di rivedersi da un’ottica diversa e, spesso, si scopre un’immagine di sé che non ci si aspetta. Doppio mento, occhiaie e qualche ruga che erano sfuggite, magari, davanti allo specchio, vengono invece alla luce con i nuovi social network e i nuovi media. E la bellezza nell’era 2.0 non fa sconti a nessuno. “Oggi si scattano foto o si girano video con maggiore frequenza rispetto al passato e ci sono quindi anche più occasione per confrontarsi con la propria immagine e con i segni del tempo - osserva Patrizia Gilardino, chirurgo plastico di Milano -. Si notano più facilmente i cambiamenti: una piccola ruga, l’occhiaia più marcata o la palpebra leggermente cadente che attribuisce un’aria stanca ci fanno vedere come effettivamente ci vedono gli altri”. Negli Stati Uniti hanno già ribattezzato la tendenza “facebook-lift”. Pur essendo difficile misurare il fenomeno, qualche segnale del diverso approccio dei pazienti c’è anche in Italia: innanzitutto “i pazienti quando si presentano in studio hanno ben chiaro dove vogliono intervenire e cosa attenuare. Inoltre i modelli di riferimento non sono più tanto i
divi del cinema o delle passerelle, come poteva essere fino a qualche tempo fa, quanto loro stessi, solamente qualche anno prima”, continua il chirurgo estetico. I social stanno diventando quindi lo specchio del tempo che passa. Cambiando così l’approccio alla chirurgia estetica. “In effetti prima ci si rivolgeva dal medico estetico in occasioni di importanti cambiamenti nella propria vita: un matrimonio o una separazione, una gravidanza o un nuovo lavoro, erano questi i principali motivi che spingevano i pazienti, indistintamente uomini e donne, in studio -, ricorda Gilardino. - Oggi la tendenza è diversa. Chi era diffidente anche davanti ad una iniezione di filler, chiede di poter migliorare il proprio aspetto attenuando qualche segno del tempo dal proprio viso”. Le richieste si concentrano prevalentemente nella zona del volto. “Nella maggior parte dei casi si tratta di attenuare qualche ruga del contorno occhi oppure restituire volume a delle labbra che si sono assottigliate troppo”.
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Il professor Pietro Gavagnin autoscatti in pose sexy). E qui ritorniamo al discorso di prima. Per noi adulti è necessario esserci. Ma non passivamente. Ciò a cui dobbiamo tendere è una educazione, una formazione complessiva della personalità del ragazzo che serva sempre, online e offline”. Come possono gli adulti inserirsi con autorevolezza e tutelare i ragazzi dalle insidie che il web nasconde se ne sanno
meno e sono meno attrezzati di loro? “Devono attrezzarsi. Ovvio. Scusi se mi ripeto ma in quell’”esserci” di cui ho parlato in precedenza ci sta dentro tutto! Lo so, può essere difficile. Ma può risultare anche divertente e…utile! Per quanto riguarda gli insegnanti ad esempio è assolutamente necessario saper usare il web, e per questo è necessario praticarlo. E’ lo stesso motivo per
il quale nelle scuole professionali insegnano docenti che praticano un certo mestiere. Quando mi riferisco alla necessità di un aggiornamento serio da parte degli insegnanti non voglio sottolineare l’importanza di “contenuti” (e qui si spiega l’inutilità dei vari corsi e progetti che l’amministrazione negli anni ha organizzato) quanto l’importanza di pratiche, di “buone” pratiche. E’ fondamentale
non avere paura del mezzo, è fondamentale saperlo dominare”. E’ vero che i ragazzi temono il bullismo virtuale? In che misura? “Il bullismo è molto più diffuso offline che online ma esser vittima di cyberbullismo è un’esperienza dolorosa per la maggior parte dei ragazzi intervistati nelle indagini scientifiche che si fanno periodicamente. Per
questo motivo, dati alla mano, posso confermare che il bullismo virtuale faccia male (l’85% dei giovani che l’hanno provato si sono dichiarati infastiditi o turbati) credo anche per una sensazione di solitudine e di impotenza che la vittima sente e che viene moltiplicata e amplificata dalla “solitudine” tipica del mezzo: usiamo la rete standocene da soli”.
10 Attualità >> Sicurezza Troppi mendicanti professionisti che, spesso, molestano i cittadini
Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni di Germana Urbani
Le tre provincie Padova, Treviso e Venezia stringono un patto per combattere l’accattonaggio crescente mettendo insieme le forze di polizia
In alto a sinistra il sindaco di Padova Ivo Rossi, di seguito Giorgio Orsoni sindaco di Venezia e sotto Giovanni Manildo, sindaco di Treviso
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iro di vite per arginare un fenomeno crescente dietro al quale, però, non c’è solo la miseria. Probabilmente c’è anche la malavita organizzata. Da marzo polizie locali, questure e prefetture dei tre capoluoghi Padova, Treviso e Venezia si riuniranno per fare il punto della situazione e definire strategie per affrontare il problema come un’unica realtà urbana: la città metropolitana. Al vertice saranno invitati anche i funzionari delle rispettive Questure. La giunta di Treviso ha dato il via a quest’azione congiunta sicura che ci voglia una visione ampia del problema per provare a risolverlo, in quanto esisterebbe una struttura organizzata che usa alternativamente le tre città facendo leva su persone disperate che finiscono in questa rete. Le prime voci di denuncia di questo fenomeno sono venute da chi i poveri li conosce bene. Tra loro il direttore della Caritas veneziana, monsignor Dino Pistolato, che ha accolto la decisione con un plauso. “L’elemosina è un atto di misericordia – ha detto – ma più volte abbiamo denunciato che l’accattonaggio sta diventando un business per qualcuno. Furboni che chiedono il pizzo per mendicare in un angolo di
strada, con percosse e minacce, che sfruttano e ricattano gente in situazione d’indigenza. Quindi bene se si riesce a fare una barriera comune in un territorio vasto e che chi se ne occuperà colpisca davvero il racket e non i veri poveri”. Contro l’accattonaggio i primi cittadini e la polizia locale non possono quasi nulla, solo elevare delle sanzioni che dovrebbero servire almeno come deterrente ma che in realtà non risolvono granché. A Padova nel 2013 sono state elevate 619 sanzioni per accattonaggio molesto. “Siamo arrivati a oltre 50 a carico di una singola persona - precisa Ivo Rossi -. Questa attività ha già portato la polizia locale a fare richiesta alla questura di allontanamento di 8 persone”. A Treviso nello stesso anno sono state 250 le sanzioni e dall’inizio del 2014 sono già una settantina. Non serve a nulla neanche sequestrare il denaro che il mendicante ha raccolto sino al momento della sanzione. Questi torna comunque a fare il suo “mestiere” il giorno dopo. “Quando le sanzioni non hanno più effetto – ha detto il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Treviso Roberto Grigoletto – occorre trovare rimedi efficaci. Gli accattoni molesti legati
al racket verranno riconosciuti dalla polizia locale, saranno identificati dagli agenti e accompagnati in questura. Verrà loro notificato un provvedimento di pubblica sicurezza, il foglio di via. Se torneranno a Treviso nei tre anni di allontanamento, verranno definitivamente allontanati con un decreto penale”. “Sono contrario all’introduzione del divieto di accattonaggio” aveva detto l’estate scorsa il sindaco di Venezia Orsoni, dichiarando in anticipo che non aveva intenzione di replicare Cacciari che, per risolvere la questione del centro storico, fece un’ordinanza apposita tra mille polemiche. Certo con la prefettura si è valutata l’applicazione del foglio di via con rientro coatto, e ora questa convenzione PaTreVe dà una ulteriore spinta verso la regolamentazione di un fenomeno che a Mestre e Venezia è davvero pesante. I tre sindaci solleciteranno anche interventi su scala nazionale per colpire le organizzazioni criminali che molto spesso stanno dietro a questi mendicanti: “Chiederemo - conferma il primo cittadino di Treviso - l’introduzione di un reato che punisca lo sfruttamento in forma associativa dell’accattonaggio”.
Mendicanti violenti, le donne hanno paura
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veva alzato un vero e proprio polverone la scelta del parroco di San Lorenzo a Mestre che, nei giorni della messa aveva deciso di impiegare dei giovani come “guardie parrocchiali” allo scopo di allontanare i mendicanti rom che, appostati sul sagrato o, peggio, durante le unzioni all’interno della chiesa, chiedevano ai fedeli l’elemosina. Quindi don Fausto Bonini, un uomo mite, aveva deciso di blindare le messe. “Se anche don Fausto Bonini – aveva commentato il sindaco Orsoni -, che è una persona di grande equilibrio e dedito alla carità, è arrivato a prendere questi provvedimenti è chiaro che il problema il problema ha raggiunto un grado limite”. Orsoni ci tiene però a sottolineare come occorra stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. “Confondere l’accattonaggio riconducibile al racket con chi mendica per necessità sarebbe un errore. E anche sul fronte del racket – ha proseguito Orsoni - serve una netta distinzione tra sfruttati e sfruttatori. Ma di questo se ne devono occupare le forze dell’ordine”. Ma il problema sicurezza c’è e lo sentono soprattutto le donne che, mentre fanno le loro spese in centro si vedono
improvvisamente avvicinare da uomini che insistentemente chiedono un euro o di più. “Mendicare è possibile – afferma Leda Cossu, anima del volontariato mestrino – ma la violenza è un’altra cosa. Tra gli accattoni violenti c’è chi alza anche minaccioso il bastone verso le donne, fingendo di zoppicare, controllandole a distanza. Una violenza che fa paura”. E certo di questa situazione non sono felici i commercianti che conoscono bene il problema che, a detta loro è stato tollerato o sottovalutato troppo a lungo. “ In molte zone della città – ha detto Dario Corradi, dell’Ascom - si è abbassato il livello di vivibilità. E quando sento che i turisti di un bus vengono circondati e viene loro impedito di scendere perché non sganciano l’euro, allora dico che non è accattonaggio, ma criminalità, che va combattuta e che danneggia l’immagine della città. Noi commercianti però vediamo i vigili solo quando si tratta di controllare se lo spazio del plateatico è stato sforato di cinquanta centimetri. È giusto che lo facciano, non voglio dire di no, ma ci piacerebbe venderli in azione anche per prevenire episodi come questi”.
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12 16 L’intervista >> Intervista
Fabrizio Plessi: Rinascimento sum “Sono un emiliano che arrivando a quindici anni qui a Venezia si è trovato in una città allagata. Penso sempre che l’acqua abbia cambiato moltissimo anche il mio umore” di Alain Chivilò
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abrizio Plessi indaga il movimento: non ci si immerge due volte nello stesso fiume come affermava Eraclito. Di conseguenza il fluire della natura è una chiave di lettura per una ricerca attraverso la quale viene unito indissolubilmente al medium tecnologico. L’acqua nel bianco e nero diventa fuoco e viceversa. La lava qualche anno fa tagliò in due il Palazzo De La Ragione di Padova, trasformandosi successivamente in diversi elementi naturali. Il video è un mezzo preferito, ma essenzialmente l’evoluzione tecnologica è il focus d’azione. Plessi progetta in continuazione e ogni viaggio non è altro che una “scusa” per disegnare e ideare qualcosa di nuovo, che forse un giorno potrà essere creata materialmente. I suoi archivi sono pieni di idee perché qualsiasi stimolo lo porta a ideare nuove architetture. La percezione dello spettatore finale è completa perché esso stesso viene invitato a nuove dimensioni. La sua casa e il suo studio sono a Venezia. Lui emiliano di nascita (1940) inizialmente non era abituato a trovarsi in una città d’acqua, ma proprio da qui ha fatto decollare evoluzioni progettuali site specific per indistinte parti del mondo. Le multinazionali e non solo lo richiedono, perché alla professionalità mobilita un indotto personale ed esterno per valorizzazioni che si trasformano in Arte. In sintesi Fabrizio Plessi non è altro che un uomo del Rinascimento contemporaneo che vive in
DIAMO VOCE A CHI NON CE L’HA. ACTIONAID È INSIEME A CHI OGNI GIORNO RIVENDICA I PROPRI DIRITTI. È INSIEME A CHI NON RIMANE IN SILENZIO DI FRONTE A INGIUSTIZIE SOCIALI, FAME E POVERTÀ. È INSIEME A CHI VUOLE FARSI SENTIRE PER CAMBIARE LE COSE. UNISCI ANCHE TU LA TUA VOCE SU ACTIONAID.IT
IL DIRITTO DI CAMBIARE
una continua fucina delle idee. Nel suo studio ha moltissimi progetti di cui alcuni sono poi eseguiti site specific. “Parlo sempre di un piccolo iceberg composto da una mole immensa di lavoro che sviluppo con la mia testa. Certi progetti si realizzano, altri no ma una volta fissati sulla carta diventano parte di me”. Uno dei temi che la contraddistingue è l’acqua. Da dove nasce il connubio con questo elemento e quali ispirazioni le fornisce? “Sono un emiliano che arrivando a quindici anni qui a Venezia si è trovato in una città allagata. Penso sempre che l’acqua abbia cambiato moltissimo anche il mio umore e sono diventato più tollerante, perché in fondo sono diventato come un vaso comunicante, in cui l’acqua si adatta agli spazi e io sono diventato molto adattabile agli eventi. Vivendo in una città come Venezia, in cui tutto è immobile e tutto è fermo nel tempo, contrariamente vi trovo una grande dinamica. Proprio qui vivo dentro questo studio con spazi molto grandi, luminosi, puliti e bianchi. Questa città mi fornisce un enorme energia. Ogni volta che, da tutti i miei viaggi, arrivo a Venezia trovo che sia una città meravigliosa per creare. Un altro elemento è il fuoco. E’ una antitesi all’acqua? Che ispirazione ne trae? “Può essere l’antitesi dell’acqua. Mentre credo che, come il futuro e il passato hanno delle partecipazioni, anche l’acqua e
il fuoco celino delle segrete complicità. Tutte e due in fondo sono fluidi, tutte e due sono mobili e elastici: il fuoco e l’acqua. Ricordo una mia vecchissima installazione di inizio anni ’70, quando non c’era ancora la televisione a colori, nella quale misi una cascata d’acqua rovesciata verso l’alto che sembrava fuoco. Praticamente per natura l’acqua dall’alto scendeva in basso, ma girando l’immagine l’acqua dal basso saliva in alto facendo si che tutti la leggessero come fuoco, invece erano immagini di acqua. Quindi credo che ci sia una grande analogia tra l’acqua e il fuoco: sono gli elementi basici della nostra vita”. La pietra è utilizzata nelle sue opere, quindi un elemento solido. “Sono nato nel contesto dell’arte povera che iniziò nel ’68. Ero un ragazzo che lavorava immerso in questo clima. La contaminazione è stata la cifra del mio linguaggio: cercavo di comunicare, mettere insieme, fare convivere elementi poveri di questo movimento come la pietra, il ferro, la paglia, il carbone, i sassi con il cangiante tecnologico. Era una scommessa, però sono stato forse l’unico artista italiano nel riuscire a staccarmi dalla video arte che non ha mai interessato. La video arte è una cosa in cui i critici mi hanno incastrato dentro, ma il mio è stato un lavoro storico molto legato alla materia artistica contaminata con il cangiante tecnologico dell’elettronica. In estrema sintesi questi elementi continua alla pag. seguente
L’intervista 13 17
sono legati dal mondo digitale ed elettronico. Come nasce la progettazione ed il relativo utilizzo? “Disegno tutto a matita su dei fogli di carta. In questi cassetti ci sono seimila disegni, non seicento, seimila. Questi seimila disegni sono dei progetti che faccio come respiro. Disegno sempre, progetto sempre, ogni giorno faccio progetti nuovi. Successivamente ho un equipe che cerca di tradurre tutto tecnologicamente, scientificamente, architettonicamen- progetto specifico. Un lavoro di gruppo alla te, con ingegneri, tecnici del video e del suono. Quindi una fine, di cui però tengo le redini dei risultati. equipe che mette in funzione quelle che sono le mie idee, Sembra che l’arte abbia spazio nei media quando c’è “provocazione”, ma questa risempre controllate in ogni piccolo detLe grandi emozioni me tiene sia attuale? Un esempio può taglio da me che sono un maniaco della precisione e dell’ordine mentale. E’ le danno ancora i grandi essere Cattelan. Cattelan fa un lavoro naturaluna specie di bottega del quattrocento artisti come Kiefer, Bob mente di provocatore. Un agente attualizzata, che può produrre opere provocatore è lui come Duchamp anche di mille, duemila metri quadraWilson e Pina Bausch una volta. Ognuno fa il proprio lavoti. Sono un megalomane per cui vedo tutto in grande, penso in grande. Questa diventa quindi una ro. Certamente oggi i media s’interessano sempre, vede la maniera di lavorare con un gruppo di persone, che ha un politica in Italia, alla situazione scandalistica. E’ un aspetto
che non interessa minimamente, perché vado avanti per la mia strada, restando fedele al mio linguaggio e a me stesso: queste sono situazioni molto, molto importanti. Credo in fondo di avere portato una mia visione dell’arte e della cultura che è molto individuale ovviamente diversa da quella di tutti gli altri. Non sono inquadrabile in nessun gregge. Sono un’artista che cerca di muoversi tra futuro e passato, trovando un equilibrio tra questi due spazi-tempo”. Forse nell’arte non c’è più nulla da inventare, ma solo il modo di rappresentazione della stessa può fare la differenza. E’ proprio così? “Ogni volta che vado a vedere una mostra d’arte con-
14 18 L’intervista >> Fabrizio Plessi
“Penso sempre all’opera che farò domani, che sarà molto più importante dell’opera che ho fatto ieri”
16 L’intervista >> Intervista
Fabrizio Plessi: Rinascimento sum “Sono un emiliano che arrivando a quindici anni qui a Venezia si è trovato in una città allagata. Penso sempre che l’acqua abbia cambiato moltissimo anche il mio umore” di Alain Chivilò
F
abrizio Plessi indaga il movimento: non ci si immerge due volte nello stesso fiume come affermava Eraclito. Di conseguenza il fluire della natura è una chiave di lettura per una ricerca attraverso la quale viene unito indissolubilmente al medium tecnologico. L’acqua nel bianco e nero diventa fuoco e viceversa. La lava qualche anno fa tagliò in due il Palazzo De La Ragione di Padova, trasformandosi successivamente in diversi elementi naturali. Il video è un mezzo preferito, ma essenzialmente l’evoluzione tecnologica è il focus d’azione. Plessi progetta in continuazione e ogni viaggio non è altro che una “scusa” per disegnare e ideare qualcosa di nuovo, che forse un giorno potrà essere creata materialmente. I suoi archivi sono pieni di idee perché qualsiasi stimolo lo porta a ideare nuove architetture. La percezione dello spettatore finale è completa perché esso stesso viene invitato a nuove dimensioni. La sua casa e il suo studio sono a Venezia. Lui emiliano di nascita (1940) inizialmente non era abituato a trovarsi in una città d’acqua, ma proprio da qui ha fatto decollare evoluzioni progettuali site specific per indistinte parti del mondo. Le multinazionali e non solo lo richiedono, perché alla professionalità mobilita un indotto personale ed esterno per valorizzazioni che si trasformano in Arte. In sintesi Fabrizio Plessi non è altro che un uomo del Rinascimento contemporaneo che vive in
una continua fucina delle idee. Nel suo studio ha moltissimi progetti di cui alcuni sono poi eseguiti site specific. “Parlo sempre di un piccolo iceberg composto da una mole immensa di lavoro che sviluppo con la mia testa. Certi progetti si realizzano, altri no ma una volta fissati sulla carta diventano parte di me”. Uno dei temi che la contraddistingue è l’acqua. Da dove nasce il connubio con questo elemento e quali ispirazioni le fornisce? “Sono un emiliano che arrivando a quindici anni qui a Venezia si è trovato in una città allagata. Penso sempre che l’acqua abbia cambiato moltissimo anche il mio umore e sono diventato più tollerante, perché in fondo sono diventato come un vaso comunicante, in cui l’acqua si adatta agli spazi e io sono diventato molto adattabile agli eventi. Vivendo in una città come Venezia, in cui tutto è immobile e tutto è fermo nel tempo, contrariamente vi trovo una grande dinamica. Proprio qui vivo dentro questo studio con spazi molto grandi, luminosi, puliti e bianchi. Questa città mi fornisce un enorme energia. Ogni volta che, da tutti i miei viaggi, arrivo a Venezia trovo che sia una città meravigliosa per creare. Un altro elemento è il fuoco. E’ una antitesi all’acqua? Che ispirazione ne trae? “Può essere l’antitesi dell’acqua. Mentre credo che, come il futuro e il passato hanno delle partecipazioni, anche l’acqua e
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il fuoco celino delle segrete complicità. Tutte e due in fondo sono fluidi, tutte e due sono mobili e elastici: il fuoco e l’acqua. Ricordo una mia vecchissima installazione di inizio anni ’70, quando non c’era ancora la televisione a colori, nella quale misi una cascata d’acqua rovesciata verso l’alto che sembrava fuoco. Praticamente per natura l’acqua dall’alto scendeva in basso, ma girando l’immagine l’acqua dal basso saliva in alto facendo si che tutti la leggessero come fuoco, invece erano immagini di acqua. Quindi credo che ci sia una grande analogia tra l’acqua e il fuoco: sono gli elementi basici della nostra vita”. La pietra è utilizzata nelle sue opere, quindi un elemento solido. “Sono nato nel contesto dell’arte povera che iniziò nel ’68. Ero un ragazzo che lavorava immerso in questo clima. La contaminazione è stata la cifra del mio linguaggio: cercavo di comunicare, mettere insieme, fare convivere elementi poveri di questo movimento come la pietra, il ferro, la paglia, il carbone, i sassi con il cangiante tecnologico. Era una scommessa, però sono stato forse l’unico artista italiano nel riuscire a staccarmi dalla video arte che non ha mai interessato. La video arte è una cosa in cui i critici mi hanno incastrato dentro, ma il mio è stato un lavoro storico molto legato alla materia artistica contaminata con il cangiante tecnologico dell’elettronica. In estrema sintesi questi elementi
fesso di averla già vista. Questo è un fatto di déjàvu, o forse di aver vissuto troppo intensamente la nostra vita passata negli ultimi trent’anni. Certo che ogni volta che vado a vedere una mostra di giovani, devo purtroppo affermare di averla già vista da qualche altra parte, perché si tratta soltanto di una piccola manipolazione di immagini. Sembrerò poco diplomatico però questi gio- fatta proprio tutti. Ogni volta che entro in vani mi hanno veramente stufato, perché una mostra, prima di aprire la porta, pentutte queste cose le ho già viste da trenta so sempre e spero di avere un’emozione. anni e sono annoiato di rivedermele ripro- Questo succede molto, ma molto di rado. poste per l’ennesima Le grandi emozioni “Ogni volta che arrivo volta. Ogni mostra me le danno ancora che vado a vedere a Venezia, trovo che sia i grandi artisti come di un giovane ho un Kiefer, Bob Wilson una città meravigliosa riferimento preciso e Pina Bausch per con la mostra di quinesempio. In tutti i per creare” dici, venti, trent’anni campi ricevo emoziofa che ho già visto. Questo vuol dire che ab- ni da quelle persone che so già che me le biamo vissuto in maniera talmente energica daranno”. e talmente forte la nostra vita negli anni Presente e futuro: sperimenterà anpassati, per cui l’esperienza l’abbiamo già cora e quali confini vorrà esplorare? continua alla pag. seguente
“Esperimento tutti i giorni, sono inarrestabile. Vede questo muro qui? In quale studio di un artista lei va e trova un muro bianco? In nessuno. Ecco, il muro bianco me lo tengo non soltanto su questa parete, ma su tutti i miei studi che possiedo. Anche in casa mia non c’è un Plessi neanche a morire, proprio non esiste, perché penso sempre all’opera che farò domani, che sarà molto più importante dell’opera che ho fatto ieri. Per cui non ho bisogno di autocelebrarmi con delle mie opere, ma sono sempre in continua attesa dell’opera di domani, che sicuramente mi darà più energia, più forza e più cultura di quella di oggi”.
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16 Luoghi da scoprire
Luoghi da scoprire
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>> Escursione alla scoperta di un territorio
Bellezza da godere un passo dopo l’altro Una passeggiata tra Costozza, San Rocco, San Cassiano e Lumignano, in provincia di Vicenza, appagherà il vostro desiderio d’arte e natura
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di Germana Urbani
e una domenica di sole avete voglia di camminare nella natura gustandovi la visita di alcune splendide dimore storiche, allora cogliete l’occasione: c’è un luogo sui monti Berici che pare disegnato apposta per voi. L’escursione che si disegna naturalmente nel territorio compreso tra Costozza, San Rocco, San Cassiano e Lumignano, è piacevole e alla portata di tutti. Il dislivello è appena di 400 metri e, senza sostare molto in alcun luogo, è possibile portarla a termine in quattro ore. Ma il consiglio è quello di partire la mattina e mettere in conto la visita ad almeno una delle bellissime ville che si incontreranno lungo il percorso che inizia da Costozza. Partite proprio dalla piazzetta di una di queste dimore storiche, villa Da Schio, che in realtà
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Proseguite poi verso nord-est e giunti ad un ampio tornante verso destra, il panorama si fa molto aperto e offre splendide visioni sulla pianura tra la riviera berica, il gruppo collinare di Montegalda e i Colli Euganei. In basso sulla sinistra, sopra Longare, potrete ammirare il colle con la torre, forse un ex roccolo, nota come Torre di Galileo Galilei, che da qui osservava il cielo quando era ospite dei Da Schio-Trento. Dal tornante una breve variante per andare a visitare il curioso Ponte Marmurio, un ponte naturale di roccia. Proseguendo nel percorso e superata la sella con cippo confinario (noto come ‘La bella donna’) si passa in Comune di Arcugnano e poco oltre si vede la chiesa di San Rocco sul colmo di un piccolo rilievo. Scendendo, poi, si imboccherà via Vescovana per qualche centinaio di metri finché sulla sinistra si dirama una mulattiera. Scendendo a sinistra ci si immerge nella verdeggiante valle di San Rocco sbucando nei pressi dell’Eremo di San Cassiano che porta su di sé il peso di tutta la montagna. Oppure, continuando fino alle case Vescovane, quindi, verso destra, salire brevemente al Monte della Croce (sopra le pareti di Lumignano) e da qui scendere (verso destra) al fondo della valletta di Fontanafredda e quindi a Lumignano. E di qui di nuovo a Costozza.
viLLa Da schio-trento
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è molto più di una villa. Una visita val proprio la pena e, visto che la domenica è aperta dalle 10 alle 18, o alla partenza o all’arrivo, mettete in conto di godervi questo splendore magari degustando anche gli ottimi vini della cantina. A fianco della villa imboccate la caratteristica viuzza che successivamente si trasforma in ampia scalinata e conduce alla chiesa di San Mauro Abate, una delle pievi benedettine più antiche del territorio vicentino. Il campanile risale al XI secolo, mentre la chiesa è stata rifatta nel ‘700 dall’architetto F. Muttoni. Da qui godrete di bellissime visioni sulle sottostanti ville e sui covoli.
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i tratta di un complesso, di proprietà dei conti Da Schio, che comprende tre ville: in basso, la settecentesca Ca’ Molina, costruita su un precedente edificio cinquecentesco, allo stesso livello la villa padronale, cui si accede attraverso una bellissima gradinata ornata da figure di nani attribuiti ad Orazio Marinali, e più in alto il villino Garzadori, costruito dal conte Alfonso Garzadori, nel 1690, addossato al colle di S. Mauro. Interessante l’interno, in parte scavato nella roccia del colle, le cui pareti furono decorate dal pittore Ludovico Dorigny. I tre edifici si sviluppano in un grande parco tra i più belli e meglio conservati dei Vicentino, formato da ampie terrazze collegate tra esse da gradinate che convergono nella nicchia sfondo del celebre gruppo scultoreo di Nettuno, opera di Orazio Marinali, che ha scolpito anche le altre statue presenti nel giardino.
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o ante soy canario, y despues español”. Il benzinaio di Icod de los Vinos non ha dubbi sulla sua identità e parla della Spagna definendola “peninsula”, come i sardi parlano dell’Italia chiamandola “continente”. Un’altra cosa, insomma. C’è un’identità forte alle Isole Canarie, una specificità locale, un carattere ben definito fra i suoi abitanti, ovvero i “canarios”. Essere una Comunità Autonoma della Spagna (con due province: Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife) può anche far comodo per via di quel 7% di Iva che rende la vita decisamente meno cara, ma è soprattutto un modo per demarcare una diversità. Cinque secoli di antropizzazione delle sette isole dell’arcipelago da parte spagnola hanno mutato radicalmente il profilo etnico di questa regione insulare che galleggia sull’Atlantico a un centinaio di chilometri dal Marocco e dall’ex Sahara
Spagnolo (ora Western Sahara). Alle Canarie ci si sente come in Spagna, perchè tutto ne ricorda il modo di vivere, ma è una Spagna diversa. E non solo nel clima, che qui è mite tutto l’anno. E’ differente anche l’approccio alla vita, ispirato ad una maggiore leggerezza e a ritmi un po’ meno tirati. Non è però solo un eden: la crisi si fa sentire anche qui. E lo si scopre quando l’accesso a Santa Cruz de Tenerife, la capitale, nell’ora di punta è bloccato da una manifestazione sindacale inscenata dai dipendenti dello stabilimento della Coca Cola che, per protesta contro la chiusura dell’attività decisa dalla multinazionale, hanno bloccato l’autostrada. Fra le sette isole Tenerife è decisamente la più grande (2.034 kmq) ed è lì il baricentro dell’arcipelago, checchè ne dicano a Gran Canaria, l’isola dirimpettaia che a Madrid ha strappato la concessione
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L’altra Tenerife
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L’altra Tenerife un Eden barocco Americas, belle ma sempre affollatissime e soprattutto circondate dal cemento dei tanti, troppi, complessi turistici, c’è altresì chi, viaggiatore a caccia di ben altre emozioni, scopre la bellezza selvaggia delle coste del nord dell’isola. Frastagliate come quelle scandinave o irlandesi, dove le alte onde dell’oceano vanno ad infrangersi fragorosamente sulle rocce. E più in alto, sulle montagne modellate dalle varie eruzioni del Teide, lo sguardo di questi viaggiatori sensibili al fascino naturale si posa su un ambiente unico, dove la palma divide il territorio con il pino marittimo e con le tante altre varietà presenti su questo versante dell’isola. Più su i “barrancos”, spettacolari fratture (da non perdere quella di Masca, percorsa da una stradina da brivido) che si aprono al mare lungo ripide pareti. Ma Tenerife sorprende anche per le sue cittadine di stile coloniale. Come La Orotava, elegante e sobria, aristocratica e semplice. Prendere un caffè all’arancio nella piazza, vicino al gazebo liberty, circondati da palazzi e chiese barocchi, specie sul far della sera, è un’emozione da provare. Anche Garachico conserva le atmosfere tipiche del “siglo de oro”, tangibili soprat-
in Copertina la spiaggia di san MarCos nei pressi iCod de los Vinos; in alto il VulCano teide (3718 Metri) e la Cittadina baroCCa di garaChiCo. più sotto: il gazebo nella piazza di la orotaVa e la basiliCa di nostra signora a Candelaria. nella Colonna si destra, da in alto: paesaggio della Costa nord di tenerife, l’oCeano “arrabbiato” e la Chiesa di la orotaVa. nella strisCia in fondo pagina: MuMMia guanCi al Museo di santa Cruz de tenerife, la spiaggia di los Cristianos, sCorCio di puerto de santa Cruz, il “drago” Millenario (una delle piante più antiChe del Mondo), garaChiCo e il barranCo di MasCa
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Spagnolo (ora Western Sahara). Alle Canarie ci si sente come in Spagna, perchè tutto ne ricorda il modo di vivere, ma è una Spagna diversa. E non solo nel clima, che qui è mite tutto l’anno. E’ differente anche l’approccio alla vita, ispirato ad una maggiore leggerezza e a ritmi un po’ meno tirati. Non è però solo un eden: la crisi si fa sentire anche qui. E lo si scopre quando l’accesso a Santa Cruz de Tenerife, la capitale, nell’ora di punta è bloccato da una manifestazione sindacale inscenata dai dipendenti dello stabilimento della Coca Cola che, per protesta contro la chiusura dell’attività decisa dalla multinazionale, hanno bloccato l’autostrada. Fra le sette isole Tenerife è decisamente la più grande (2.034 kmq) ed è lì il baricentro dell’arcipelago, checchè ne dicano a Gran Canaria, l’isola dirimpettaia che a Madrid ha strappato la concessione
che le capitali dell’arcipelago fossero due: non solo Santa Cruz de Tenerife, ma pure Las Palmas. Navigando, Tenerife si scorge da lontano, dominata com’è dal cono del Teide, il grande vulcano “dormiente” dal 1909. Con i suoi 3718 metri è la montagna più alta di Spagna e la sua vetta è perennemente coperta di neve. Si trova al centro della più grande area protetta dell’arcipelago, un parco che in alta quota è fatto di paesaggi spettacolari disegnati dalle colate laviche. Distese brune dalle tonalità diverse che assomigliano ad orizzonti lunari. E più sotto c’è la rivincita della vegetazione, estremamente varia, un giardino di biodiversità. A Icod de los Vinos sopravvive il “Drago”, una splendida pianta millenaria, esemplare di una specie botanica presente solo nell’isola. Ma Tenerife sorprende anche per i suoi paesaggi marini. Se la maggior parte dei turisti del “tutto compreso” si limita a portare a casa le immagini stereotipate delle spiagge di Los Cristianos e di Playa Las Continua alla pagina seguente
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Sì, viaggiare 13 21 segue dalla pagina precedente
tutto nelle architetture. Ma anche il cuore storico di città più grandi, come Puerto de la Cruz, conservano tracce di questo passato splendente. Candelaria, sulla costa sud, merita una riflessione: nella grande piazza dominata dalla basilica di Nostra Signora de Candelaria, spalle al mare, si ergono nove grandi statue. Raffigurano nove valorosi guerrieri Guanci, gli ultimi ad arrendersi ai Normanni e agli Spagnoli prima che il loro popolo, nel XV secolo venisse annientato o ridotto in schiavitù. La loro presenza è un omaggio tardivo alla loro memoria. Al loro ingiusto sacrificio. Chi è appassionato alla loro storia e alla loro civiltà trova nel
museo dell’Hombre y de la Naturaleza (dell’uomo e della natura) a Santa Cruz de Tenerife una documentazione straordinaria. Oltre a tanti oggetti creati dai Guanci, frutto di scoperte archeologiche, a ricostruzioni e ad altre informazioni, spiccano numerose mummie, tutte ben conservate. Nelle loro
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espressioni forti sembra di cogliere ancora il loro grido di dolore per la scomparsa della loro civiltà. Spazzata via senza pietà dai colonizzatori. Le Canarie erano la terra dei Guanci, per un momento è giusto ricordarlo. Come è giusto non perdere la memoria del loro genocidio.
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Febbraio 2014
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
Servizio Sanitario Nazionale della Regione Veneto AZIENDA UNITA’ LOCALE SOCIO - SANITARIA n.14 Sede Amministrativa: Presidio Ospedaliero di Chioggia, Strada Madonna Marina, 500
Tel. 041/5534111 www.asl14chioggia.veneto.it call center: 848 800 997
A CHIOGGIA SBARCA IL MICROCHIP SALVACUORE L’équipe di Cardiologia ha effettuato pochi giorni fa uno tra i primi innesti in Italia A Chioggia, qualche giorno fa, è stato effettuato uno tra i primi innesti di microchip salvacuore d’Italia. L’intervento (un’operazione della durata di pochi minuti in anestesia locale senza bisogno di ricovero, durante la quale è stato iniettato un microchip sottocute) è stato eseguito dall’équipe della Cardiologia diretta da Roberto Valle, su un uomo di 65 anni, residente a Chioggia. Dopo l’operazione, il signore chioggiotto ha fatto rientro a casa. Per tre anni (questa la durata di questo speciale sensore all’avanguardia) il suo cuore sarà costantemente monitorato dal microchip che invierà i dati dell’elettrocardiogramma direttamente alla Cardiologia clodiense. Il piccolo dispositivo registra costantemente le aritmie, memorizza eventuali disturbi del paziente e invia un segnale via internet, in caso di allerta. “E’ un’apparecchiatura di eccellenza – conferma il primario Roberto Valle – un passo in più dal punto di vista tecnologico, rispetto alla vecchia metodica diagnostica con cui siamo abituati a lavorare da tempo, cioè l’Holter. Quest’ultimo, infatti, è un dispositivo più ingombrante e capace di monitorare solo poche ore nell’arco dell’anno con il rischio di non riuscire a intercettare le aritmie improvvise”. Il micro monitor salvacuore è piccolissimo, pesa solamente 3 grammi ed ha una capacità di memorizzare i dati più del 20% rispetto all’Holter. Un dispositivo importante e innovativo che verrà impiegato da oggi in poi a Chioggia solo per pazienti selezionati. Ovvero uomini e donne che presentano un quadro clinico instabile e rischioso, con aritmie serie, che meritano quindi un’apparecchiatura di ultima generazione, proprio perché queste aritmie sono improvvise, difficili da prevedere e quindi da trattare tempestivamente. “Come la fibrillazione atriale – ha spiegato Gabriele Boscolo, responsabile del servizio di Emodinamica – che aumenta dal 5% nelle persone di età superiore ai 65 anni e sale al 9-15% dopo gli 80 anni. Ma l’aritmia si manifesta anche nei giovani e se non viene diagnosticata correttamente, può causare danni a diversi organi”. “ E proprio microchip come questi – ha aggiunto Michela Bevilacqua, giovane elettrofisiologia clodiense – hanno dimostrato che proprio la fibrillazione atriale è responsabile di molti degli ictus, che prima rimanevano senza spiegazione e senza la possibilità di iniziare una terapia adeguata”. Soddisfazione del direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben che “si è complimentato con l’intera squadra di Cardiologia che, coniugando professionalità e alta tecnologia, garantisce alla popolazione servizi di eccellenza”.
Informa
le Specia le Specia
Ulss 14
ADDIO RICETTA ROSSA, LE PRESCRIZIONI VIAGGIANO ONLINE Avviato il processo di “dematerializzazione”: meno carte, meno burocrazia Hai bisogno di un farmaco? Il tuo medico di famiglia te lo prescrive online e la ricetta rossa diventa virtuale. A breve, il cittadino non riceverà più una prescrizione cartacea, la famosa “ricetta rossa”, dal proprio medico curante, ma potrà rivolgersi direttamente a qualsiasi farmacia del Veneto per ricevere il farmaco di cui necessita. Il farmacista, infatti, grazie alla tessera sanitaria dell’utente, risalirà, tramite il computer, alla prescrizione. Questa prima fase di “dematerializzazione” della ricetta cartacea riguarda la prescrizione farmaceutica e solo successivamente verrà estesa alle prescrizioni specialistiche ambulatoriali. I 57 medici di medicina generale, i 6 pediatri di libera scelta e le 21 farmacie che operano nel territorio stanno aggiornando i loro software per metterli in collegamento con l’Azienda Ulss 14, la Regione e il Ministero dell’Economia. In questi giorni l’Ulss 14 sta coordinando l’attività di formazione rivolta sia ai medici che ai farmacisti allo scopo di facilitare il percorso di introduzione del nuovo servizio. Per il cittadino, per il momento, non cambia nulla dato che, su indicazione regionale, è stato deciso di seguire un percorso di tutela della cittadinanza, assicurando che non vi siano disservizi. In questa fase iniziale, l’utente che si reca dal suo medico
continuerà a ricevere la ricetta rossa con stampato un codice identificativo che ne rappresenta l’identità digitale. Il processo di digitalizzazione sarà chiuso quando la ricetta rossa scomparirà per lasciare spazio ad un promemoria che potrà essere stampato su carta bianca oppure essere memorizzato dal cittadino, ad esempio, sul proprio smartphone. “L’Azienda Ulss 14 – ha ricordato il direttore generale Giuseppe Dal Ben - sta attuando la dematerializzazione della ricetta come prima tappa del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico regionale, iniziativa coordinata da Arsenàl.IT, Consorzio per la sanità digitale di tutte le Ulss e le Aziende ospedaliere del Veneto. Il progetto Fascicolo, attraverso una complessiva riorganizzazione dei sistemi informativi sanitari di ogni Azienda, rivoluzionerà i servizi di cura al cittadino garantendo una assistenza socio-sanitaria più efficiente, efficace e sostenibile”. “Ringrazio anche chi sta lavorando e collaborando per il successo dell’iniziativa – ha concluso il Dg – e cioè il nostro Ufficio dei Sistemi Informativi, i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta, i farmacisti. Questo nuovo servizio dà sostanza allo slogan: il cittadino al centro”.
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Febbraio 2014
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
Per approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’A.Ulss 14: ww.asl14chioggia.veneto.it
IMPIANTO VESCICALE DI ECCELLENZA ALL’UROLOGIA DI CHIOGGIA
La testimonianza della manager della Boscolo Tours Gabriella Mirabelli a cui è tornato il sorriso “Ho riacquistato la mia dignità riappropriandomi del mio corpo, sentendolo nuovamente ripartire, diventare regolare”. Sono le prime parole dette in pubblico, dopo l’impianto di un pacemaker vescicale a Chioggia, della manager della Boscolo Tours, responsabile dell’Ufficio Booking, Gabriella Mirabelli, 45 anni di Cona (nel veneziano). Un tamponamento, avvenuto all’uscita dal posto di lavoro nel dicembre del 2012, infatti, le aveva sconvolto la vita: ha rischiato di rimanere in sedia a rotelle a causa di uno shock midollare, costretta peraltro a praticarsi sei volte al giorno il cateterismo perché non riusciva più a urinare da sola. Dopo aver risolto il problema della colonna vertebrale, grazie ad un importante operazione avvenuta a Padova, rimaneva il problema della vescica. Un problema che sembrava irrisolvibile. “Ho girovagato per gli ospedali- ha ricordato la signora Mirabelli – uscendo anche dal Veneto per alcuni esami e diverse visite specialistiche. La risposta era sempre la stessa e cioè che dovevo sentirmi fortunata, perché a quest’ora potevo essere tetraplegica e invece camminavo con le mie gambe. Certo, ero consapevole di questo, ma volevo risolvere anche l’altra questione, non potevo rassegnarmi all’idea di dover urinare in maniera meccanica, autostimolandomi, per tutta la vita.
Non potevo, almeno non senza prima aver lottato”. La signora, subito dopo l’estate del 2013, durante una visita fisiatrica all’Ospedale di Chioggia col responsabile del servizio, il dottor Andrea Roncato, aveva cominciato a raccontare la sua odissea. Il primario, a quel punto, non ha esitato e ha consigliato Mirabelli ad eseguire subito una visita urologica con il primario Giuseppe Tuccitto, esperto di incontinenza urinaria e di riabilitazione e terapie della vescica. La visita è stata eseguita dopo una settimana e la diagnosi era risultata meglio del previsto. “Ho trovato a Chioggia – ha evidenziato la signora – un Ospedale di eccellenza, con personale qualificato, esperto e soprattutto attento alla persona. Non ho dovuto attendere molto per la prima visita urologica, solo una settimana, mentre in altri ospedali ho atteso anche mesi. E poi, dopo questa visita, io non ho dovuto fare nulla. Mi hanno richiamata a casa per gli incontri successivi. Mi hanno prenotato gli esami e poi l’intervento. Ringrazio di cuore il dottor Tuccitto e la sua équipe”. Lo scorso dicembre, alla signora Mirabelli è stato impiantato un pacemaker vescicale. “Un intervento mininvasivo – ha spiegato il primario di Urologia Giuseppe Tuccitto – eseguito in Day hospital. Il pacemaker viene impiantato sottocutaneo ed è come non averlo, ma lui
fa comunque la sua funzione, cioè quella di stimolare la vescica. In questo modo la signora non deve più praticare il cateterismo per urinare ed è ritornata così ad una vita normale”. Plauso del direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben: “Questo intervento – ha detto il Dg, complimentandosi con il dottor Tuccitto e la
sua squadra – dimostra come l’Ospedale di Chioggia, recentemente ristrutturato e ammodernato dal punto di vista strutturale (nuove stanze di degenza, nuovo Cup, nuova Radiologia, ecc) garantisca servizi di qualità e di eccellenza con risorse umane di riconosciuta professionalità e grazie a tecnologie all’avanguardia”.
Cannabis, l’invito del Ser.D ai genitori: “Osserviamo i nostri figli e collaboriamo” L’uso di cannabis a Chioggia segue il trend nazionale: aumenta il numero di consumatori e si abbassa l’età del primo spinello. Ma il Ser.D (Servizio per le dipendenze) dell’Ulss 14 registra un numero di accessi doppio rispetto alla media italiana. «Perché l’immagine del nostro Servizio – spiega il dottor Ermanno Margutti – si è evoluta, ci si fida di noi. Siamo riconosciuti non solo come luogo di cura, ma anche di ascolto, confronto, informazione. Ed aumenta il numero di genitori che si rivolgono a noi per parlare dei propri figli». Se qualche anno fa ad usare cannabis per la prima volta erano i ventenni, oggi si registrano casi anche tra i 13 e i 14 anni. Il Ser.D clodiense, infatti, nel 2013 ha seguito 192 tossicodipendenti e di questi, ben il 23% per uso di cannabis. «Per fortuna – aggiunge Margutti - le famiglie sono più sensibili al problema e sempre più spesso è proprio la mamma o persino entrambi i genitori ad accompagnare il figlio qui da
noi. Il Ser.D ha predisposto uno spazio solo per gli adolescenti e i propri genitori a cui si può accedere su appuntamento per chiarire, essere supportati e aiutati. Accanto alla prevenzione scolastica e territoriale l’ambulatorio Ser.D rimane un luogo di estrema importanza». Uno studio recente, realizzato con la collaborazione del Coges (società cooperativa sociale) di Mestre, intitolato “Area Scuola” analizza, tramite un questionario anonimo, l’uso della cannabis tra gli studenti delle scuole superiori. A Chioggia, su 260 studenti il 20% ha dichiarato di aver provato la cannabis. “Il problema – continua Margutti – è che chi fuma uno spinello poi è tentato di passare anche all’utilizzo di altre droghe come la cocaina e l’eroina. Come lo ha evidenziato più volte il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, infatti, la cannabis è “una droga ponte”, ovvero fa da apripista nell’utilizzo di altre droghe. E, a differen-
Il dottor Ermanni Margutti
za di quello che si pensa, non è una droga “leggera”. E’ pericolosa proprio perché viene sottovalutata, anche negli effetti, che sono nocivi soprattutto tra i giovanissimi: chi fuma prima dei 21 anni, infatti, rischia danni irreversibili al cervello. Dobbiamo fare in modo – conclude Margutti - ora che anche gli adulti siano consapevoli dei possibili effetti della cannabis sugli adolescenti, così come quelli dell’alcol. Per adulti e genitori è necessario osservare i propri figli, capire il significato di repentini cambi di umore, carattere, cadute nelle prestazioni scolastiche. Molte volte la causa è l’uso di sostanze. Le nostre porte sono aperte, per un consiglio o un consulto».
Ulss 14 informa
le Specia le Specia
Guida alla alla mostra mostra di Rovigo 24 20 Guida SPECIALE MOSTRA
di Mattia De Poli
F
Arte Lo scorso 22 febbraio palazzo Rovella ha aperto i battenti della nuova mostra
“Ossessione nordica”, l’alternativa all’Impressinismo Alla biennale del 1901, il critico italiano Vittorio Pica notò che “parecchi dei nostri pittori, specialmente se veneti o lombardi” apparivano influenzati dall’arte nordica, tanto da rinunciare ad alcuni tradizionali caratteri dell’arte italiana per presentarsi camuffati da Scozzesi, Scandinavi o Tedeschi”
inalmente a Rovigo è arrivato il momento dell’“Ossessione nordica”. Già prima dell’inaugurazione ufficiale, la nuova mostra allestita nelle sale di palazzo Roverella poteva vantare un numero elevato di prenotazioni: i dati ufficiali parlavano di circa 12 mila visitatori sicuri. Un numero destinato a crescere nei mesi di apertura, tra il 22 febbraio e il 22 giugno. Un numero che promette di confermare la tendenza in crescita dei biglietti staccati, registrata in occasione delle precedenti esposizioni: in sette anni i visitatori sono stati 250 mila. Quest’anno il tema preso in considerazione dai curatori è ancora una volta il rapporto tra i pittori italiani e gli stranieri. Alla quarta edizione dell’Esposizione internazionale d’arte della città
di Venezia, oggi conosciuta più comunemente come Bien- questa prospettiva deve essere considerata la considerenale di Venezia, nel 1901, il critico italiano Vittorio Pica vole presenza di pittori “nordici”, termine che designa in notò che “parecchi dei nostri pittori, specialmente se vene- senso ampio tutti coloro che vivono a nord dell’arco alpino, dalla Svizzera e dall’Austria ti o lombardi” appaiono “profondafino ai paesi scandinavi. Alcuni rimente influenzati dall’arte nordica, Prenotazioni: conosciuti capiscuola, come Arnold tanto da rinunciare ad alcuni tradi- i dati ufficiali Böcklin, Gustav Klimt, Max Klinger zionali caratteri dell’arte italiana per parlano o Edvard Munch, hanno dettato presentarsi camuffati da Scozzesi, di circa 12 mila scelte artistiche e linee culturali deScandinavi o Tedeschi”. Nel periodo visitatori sicuri stinate a diffondersi. La mostra è compreso tra il 1895 e il 1914, in effetti, a Venezia si tenta di proporre una pittura alter- articolata in otto sezioni che tendono a focalizzare aspetti nativa a quella francese, dominata dall’impressionismo e diversi e complementari di un gusto ben definito: dal mito dagli artisti della scuola di Pont Aven, come Gauguin: in alla natura, dalle fatiche e dai riti della quotidianità alla
Il percorso Prima sala: Centauri, tritoni, sirene dalle Alpi alla Laguna
Wolf Ferrari, L’Isola misteriosa. Fortuny, L’abbraccio di Sigmund e Sieglinde. De Chirico, Lotta di centauri La prima sezione della mostra è dedicata a “Centauri, tritoni, sirene dalle Alpi alla Laguna”: a nord delle Alpi il mito è caratterizzato da paesaggi desolanti, da atmosfere grevi e inquietanti, e l’elemento ferino tende a prevalere su quello umano, imprimendo maggiore spensieratezza e dinamismo, forza e violenza all’azione. L’operazione compiuta da Richard Wagner in ambito musicale allunga la sua ombra anche sulla pittura. In quest’ambito Böcklin inaugura una nuova tendenza che in seguito si diffonderà a partire dalla città di Monaco di Baviera, crocevia di artisti provenienti da varie regioni europee. Egli partecipò a due Biennali, la seconda e la terza: morì nel 1901 e nella Biennale di quello stesso anno fu allestita una personale. La sua poetica visionaria continuò ad essere influente nel corso del ventesimo secolo, sia in Europa che in Italia, come dimostrano “L’isola dei morti dopo Arnold Böcklin” (1905) di Karl Wilhelm Diefenbach e “L’isola misteriosa” (1917) di Teodoro Wolf Ferrari. Le scene violente e dinamiche, popolate da satiri, nereidi e centauri, dipinte da Max Klinger e da Franz von Stuck, invece, ritornano nelle pennellate decise delle opere giovanili di Giorgio De Chirico e di Mariano Fortuny. Von Stuck, dopo essere stato tra i fondatori della Secessione di Monaco nel1892, dal 1895 insegnò all’Accademia di arti figurative della città bavarese. Ma contemporaneamente partecipò con assiduità alla Biennale, già a partire dalla prima edizione, contribuendo a portare nella città lagunare quel gusto pittorico nato a nord delle Alpi.
Seconda sala: Dal simbolo alla natura
Nella seconda sezione Sartorio, Catullo “Dal simbolo alla natue Clodia. Sotto: ra” si ripercorre l’evoluLeo Putz, Vanitas zione della pittura dal simbolismo verso una nuova impostazione, fortemente condizionata dagli studi psicanalitici. La pittura “nordica” è particolarmente sensibile al tema del sogno e in questa sezione della mostra spicca il quadro del meranese Leo Putz, intitolato “Vanitas”: una donna addormentata, giace distesa, di spalle, nella parte bassa della tela, mentre al centro domina un volto incorporeo, sospeso, simile a quello di Medusa, circondato da una danza di figure femminili. Ad esso corrisponde il “Risveglio di primavera” di Alfons Siber ma Ferdinand Hodler, Klinger e von Stuck indicano una nuova via che trova eco nei quadri di Ercole Sibellato e di Cesare Laurenti, in cui la percezione della realtà è associata a un senso di sofferenza e di tristezza. A complemento di queste tele sono esposte anche alcune litografie di Alberto Martini (“Sogno” e “Follia”), nelle quali il dolore diventa inquietudine e angoscia: espressione dell’anima tormentata dell’uomo moderno.
sensualità del nudo femminile, dalla pittura d’ambiente al ritratto. La mostra “L’ossessione nordica. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana” rimarrà aperta fino al 22 giugno, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato, la domenica e nei giorni festivi dalle 9 alle 20: il lunedì è aperto solo in occasione di festività. Il martedì e il mercoledì dalle 9 alle 13 si entra con 6 euro anziché 9 euro. La riduzione vale anche per tutte le persone residenti in Polesine e per chi si presenta alla biglietteria insieme a qualcuno che ha già visitato la mostra, purché munito del biglietto precedentemente acquistato: quest’ultimo entra gratis.
Terza sala: Gente del Nord
Ettore Tito, Pagine d’amore “Gente del nord” è la terza sezione, nella quale campeggia la grande tela del danese Michael Peter Ancher, intitolata “Pescatore di Skagen”: a partire dalla seconda biennale egli approda a Venezia ed ottiene subito un notevole successo. Nei suoi quadri immortala le fatiche e i dolori del mondo dei pescatori dei mari del nord, creando il linguaggio di una nuova epica quotidiana. Gli fa da complemento il linguaggio intimistico dello svedese Anders Zorn, che in “La fiera di Mora” ritrae una giovane donna in attesa che il suo uomo smaltisca la sbornia. Questo tipo di soggetto viene ripreso anche da artisti inglesi e scozzesi, come Francis Herry Newberry e Robert Brough, e da altri tedeschi come Hans von Bartels. Ma dove formano il loro linguaggio questi pittori? Negli anni settanta dell’ottocento numerosi scandinavi si trasferiscono in Francia, a Parigi e in Bretagna. L’impressionismo e l’arte della scuola di Pont Aven, che la Biennale di Venezia aveva cercato di escludere, vi entra così attraverso la reinterpretazione dei pittori “nordici”. La loro ingenuità e la carica di novità, di cui sono portatori, in Italia contagia soprattutto Ettore Tito, napoletano d’origine ma trapiantato nella città lagunare fin da ragazzo
Quarta sala: La poesia del silenzio
Carl Larson, Karrin reading e Vilhelm Hammershoi, Interi_r med Siddende Kvinde Nella sezione dedicata alla “Poesia del silenzio” i protagonisti sono lo svedese Carl Larsson e il danese Vilhelm Hammershoi. L’ambiente domestico, colto soprattutto nei suoi spazi interni e caratterizzato da un’aura quasi sacrale, religiosa, è presentato e interpretato in modi radicalmente opposti. Negli acquerelli di Larsson abbondano i dettagli, le stanze sono piene di oggetti e si avverte un certo “horror vacui”, una paura dello spazio vuoto. Nelle tele di Hammershoi, invece, si ha sensazione contraria: un “horror pleni”, la paura di riempire un ambiente dominato dal silenzio e dalla luce soffusa che filtra dalle finestre e dalle porte aperte e crea lo spazio. Hammershoi è considerato il Vermeer del novecento ma, a differenza del celebre pittore olandese, lo specchio o il quadro appeso alla parete non lascia intravedere alcuna immagine: l’attenzione è centrata esclusivamente sulla presenza della luce.
Guida alla Guida mostra di mostra Rovigo 21 alla 25
una mostra internazionale e inedita
Von Stuck e Hammershoi opposti eppur vicini
L
a mostra di palazzo Roverella è legata a un particolare fenomeno culturale che prende le mosse da grandi artisti e che contagia anche numerosi pittori meno noti al grande pubblico ma non meno interessanti. Distribuiti nelle varie sezioni secondo le quali è organizzata l’esposizione, è possibile apprezzare numerose opere del tedesco Oskar Zwintscher: egli approda a Venezia solo nel 1907 e appena tre anni più tardi, nel 1910, qui gli viene dedicata un’importante personale introdotta da un testo critico di Vittorio Pica. Dai magazzini dei Musei civici di Venezia è stato recuperato il “Pescatore di Skagen” del danese Michael Peter Ancher, tela di grandi dimensioni esposta già in occasione della seconda Biennale nel 1897. Tra gli italiani c’è un insolito De Chirico pre-metafisico e un Fortuny “nordico”. D’altra parte, le numerose tele del veneziano Teodoro Wolf Ferrari e del meranese Leo Putz rivelano personalità poliedriche, capaci di cimentarsi allo stesso tempo con scene mitologiche e paesaggi naturali o con atmosfere oniriche, scene simboliche, ritratti e ancora paesaggi naturali. Dalla Danimarca è giunto “Interno con donna seduta” di Vilhelm Hammershoi, autore pressoché introvabile in Italia, mentre dalla Galleria d’arte moderna di Palermo è stato prestato “Il peccato” di Franz von Stuck. Questi due pittori sono stati scelti
Sala 5 Il paesaggio dell’anima: neve e fiordi, il tempo e le stagioni
da Melania Mazzucco, intervenuta come special guest alla cerimonia di inaugurazione della mostra, per tratteggiare le scelte radicalmente opposte di due artisti protagonisti della cosiddetta pittura “nordica”. Von Stuck, bavarese, nasce nel 1863, è istrionico, vitale e versatile. Hammershoi, danese, nasce nel 1864, è silenzioso e riservato: Rainer Maria Rilke apprezzava i suoi quadri e avrebbe voluto scrivere un saggio sulla sua poetica ma, durante l’incontro che i due ebbero, Hammershoi rimase in silenzio e Rilke non scrisse mai quel saggio che avrebbe potuto consacrare l’artista danese su scala internazionale come avvenne al pittore e scultore francese Rodin. Von Stuck incontrò subito un ampio successo e “Il peccato”, presentato alla Biennale del 1909, fu acquistato dalla Galleria palermitana per diecimila lire. La stessa cifra, insieme alla medaglia d’oro, fu concessa come premio ad Hammershoi nel 1911 in occasione dell’Esposizione internazionale d’arte di Roma, alla quale aveva partecipato anche von Stuck. Alla più carnale sensualità risponde il vuoto delle stanze. Al sacerdote di una singolare religione pagana risponde l’asceta attratto dal pulviscolo colpito dalla luce che penetra dalla finestra. All’eccesso stravagante risponde il silenzio. Von Stuck e Hammershoi sono due pittori che non si incontrarono mai, nella vita come nell’arte.
Sala numero 6: Le maschere e i volti
Sala numero 7: Venere senza pelliccia
Sala numero 8: Virtuosismi in nero
Zwintscher, Ma,,dchen mit weiayen astern. Laurenti, Volto femminile reclinato. Casorati, Le due bambine
Gustav Klimt, Ein morgen am teiche. GallenKellela, The lair of the lynx. Wolf Ferrari, Betulle Una delle sezioni più consistenti è quella dedicata a “Il paesaggio dell’anima. Neve e fiordi, il tempo e le stagioni”. I paesaggi montani della Svizzera, dipinti da Ferdinand Hodler, si ritrovano nei quadri di Francesco Sartorelli, come “Monte Civetta”. Ma trovano ampio spazio anche gli scorci sfumati di Venezia e della Laguna, riprodotti da Pietro Fragiacomo. Questo soggetto permette nuovamente un esplicito confronto tra pittori “nordici” e pittori italiani: così, ad esempio, si può notare che le inusuali inquadrature degli stagni proposte da Klimt, quelle delle betulle di Oskar Zwintscher o quelle del sottobosco innevato proposte dal finlandese Akseli Gallen-Kallela sono state riprese da alcune tele di Wolf Ferrari. In questa sezione è presente l’unica pittrice rappresentata nella mostra, la svedese Anna Boberg, un’autodidatta che iniziò a partecipare alla Biennale di Venezia dal 1905: il suo “Lago glaciale” evidenzia notevoli somiglianze rispetto alla “Palude d’inverno” di Leo Putz.
Zwintscher, Oro e madreperla. Laurenti, Visione antica
Nella sezione “Le maschere e i volti” dedicata al ritratto emerge con prepotenza l’influenza degli studi psicanalitici. Il volto è concepito come specchio dell’anima, dell’interiorità, della psiche: i ritratti sono pervasi da un’atmosfera onirica e avvolti dai misteri dell’inconscio. Il particolare che colpisce più di tutti è l’occhio: grande, nitido o indefinito. L’accostamento di quadri di Oskar Zwintscher con quelli di Cesare Laurenti e di Leo Putz per il ritratto femminile o con quelli di Gino Parin per il ritratto maschile conferma il giudizio di Vittorio Pica in merito all’influenza dei “nordici” sulla pittura italiana.
Racchiuso in una cornice dorata, tra due colonnine, quasi fosse la pala d’altare di una religione pagana, “Il peccato” di Franz von Stuck è il quadro centrale della sezione intitolata “Venere senza pelliccia”. Nella pittura dei “nordici” il corpo nudo femminile si carica di una travolgente carnalità, di una potente sensualità, più potente di ogni simbolismo, talvolta ancora latente. Lentamente la donna si scopre, in atteggiamento ammiccante. E anche quando assume posture tradizionali nell’ambito della pittura, la nudità non ha nulla di idealizzato: in “Oro e madreperla” Oskar Zwintscher ritrae una donna nuda, distesa su un lettino, simile a tante “veneri” dell’arte, ma questa non ha nulla di divino.
Edvard Munch, Chiaro di luna. Edvard Munch, La vanità L’esposizione termina con una sala dedicata alle acqueforti e alle litografie, a cui è stato dato il titolo “Virtuisismi in nero”. Queste opere, realizzate da Klinger, von Stuck e Martini, sono caratterizzate da ambientazione notturna, luce lunare, orrore e mistero: in esse l’aurea “nordica”, che non si contraddistingue certo per la vivacità dei colori, è presente in misura non inferiore rispetto alla pittura policroma. Tra questi quadri spicca in particolare un gruppo di litografie di Much, il pittore dell’“Urlo”, che riesce a esprimere la stessa profonda drammaticità anche in piccole opere in bianco e nero. Il celebre artista norvegese partecipò alla Biennale di Venezia sono nel 1910, esclusivamente con alcune incisioni.
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Giardinaggio 21
>> Potature a marzo con attenzione ai boccioli che portano il fiore
Il mese delle ortensie, maestose regine del prato
L’ortensia è un arbusto molto particolare. Per nulla delicato ma resistente, può cambiare colore a seconda del grado di acidità del terreno
S
di Germana Urbani
e non avete ancora deciso come ravvivare un angolo del giardino che rimane all’ombra per gran parte della giornata, allora considerate le bellissime ortensie. Con i globi fioriti sono molto sceniche e, di qualunque colore esse siano, sapranno ravvivare il vostro prato e regalarvi allegria sino all’autunno inoltrato. Marzo e aprile sono i mesi giusti per piantarle ricordando di scegliere posizioni semi-ombreggiate: per esempio vicino ad un muro, oppure sotto la chioma di un grande albero. Le ortensie possono essere coltivate anche in vaso, questi però devono essere abbastanza grandi per contenerle perchè nel periodo del loro massimo sviluppo raggiungono un’altezza e un diametro notevoli. Chi non è un esperto vivaista non sa, forse, che esistono circa un’ottantina di specie di ortensie e che sono considerate piante rustiche poiché sono molto resistenti anche alle basse temperature. Certo è che quando il freddo è molto intenso, necessitano di una protezione. Tra le diverse specie, quelle rampicanti, sono le più resistenti. Il colore può variare molto e ha appassionato molti perchè in uno stesso cespuglio a volte si sviluppano tinte differenti. Variano dal bianco, al rosa, al blu e, anche se più o meno si è capito, non è mai così certo l’elemento che permette di cambiare colore. Il colore, infatti, dipende dagli elementi che compongono il terreno, ma, a volte, il colore blu è il colore base di alcune varietà. Comunque sia le tonalità sull’azzurro sono stimolate da un terreno acido, mentre le tonalità dal rosa al rosso si avranno con un terreno leggermente calcareo. Le ortensie blu sono per molti un’utopia ma il colore dipende dalla quantità di alluminio disponibile nel terreno e a questo è strettamente legato il grado di acidità del terreno, per questo esistono prodotti appositi in commercio per ottenere il colore desiderato. Un caso particolare è quello delle ortensie bianche che mantengono inalterato il loro colore qualsiasi sia il ph del terreno: quasi a dire che la purezza non viene intaccata da nulla. Se avete deciso di piantare la vostra ortensia, dunque, scegliete un terreno fresco, arricchito con letame maturo, con torba oppure con terriccio premiscelato adatto a
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Privatassistenza un nuovo servizio per gli abitanti di chioggia e piove di sacco radiografie a domicilio PrivatAssistenza è un marchio leader nel panorama italiano che offre servizi integrati a 360° gradi per anziani, malati e disabili 24 ore su 24. In una società che corre a ritmi sempre più serrati, molte famiglie si ritrovano incapaci di dare tutte le attenzioni necessarie ai loro cari nei momenti del bisogno. I centri PrivatAssistenza di Chioggia e Piove di Sacco sono diventati in breve tempo un punto di riferimento per i bisogni socio assistenziali delle famiglie offrendo un servizio personalizzato ed integrato, avvalendosi di operatori professionali, altamente qualificati. Il responsabile del centro, sig. Emanuele Sanfilippo commenta con entusiasmo i risultati ottenuti dai 2 centri Privatassistenza “Quotidianamente mettiamo il massimo impegno per aiutare tutte le famiglie che hanno bisogno di assistenza, stiamo diventando un punto di riferimento per la nostra collettività ; per noi la qualità e la serietà sono requisiti indispensabili in un campo così delicato come l’assistenza. Ci siamo resi conto che spesso ci chiedevano radiografie presso i domicili cosi abbiamo deciso di implementare i nostri servizi e rendere possibile questa nuova prestazione.” Le attività offerte dai Centri spaziano dall’assistenza domiciliare diurna e notturna all’assistenza nei luoghi di ricovero o di degenza diurna e/o notturna. E’ possibile richiedere servizi di accompagnamento a persone anziane e/o disabili o interventi domiciliari per l’igiene personale. Il centro inoltre propone servizi socio assistenziali personalizzati, occasionali
o continuativi per l’assistenza ad ammalati, anziani e disabili o l’erogazione di prestazioni fisioterapiche o infermieristiche (medicazioni, cateterismi, flebo, iniezioni, prelievi, clisteri,…) I centri PrivatAssistenza offre anche il servizio di sostituzione della badante sia per lunghi periodi o semplicemente per la pausa durante i giorni di riposo della badante stessa. Il servizio garantisce la massima serietà del personale. Per quanto concerne la degenza ospedaliera il centro offre assistenza diurna e notturna o assistenza al pasto, questo servizio permette alle famiglie di vivere in maniera più serena la degenza del parente nella struttura ospedaliera. Oggi in Italia ci sono oltre 150 centri PrivatAssistenza dislocati sul territorio Affidarsi a PrivatAssistenza significa poter contare in ogni momento del giorno e della notte su una seria organizzazione al servizio di chi ha bisogno di aiuto. Migliaia di famiglie italiane affidano quotidianamente a PrivatAssistenza un compito di grande responsabilità: assistere con amore e competenze i loro anziani, malati e/o disabili. E’ possibile concordare una visita domiciliare gratuita di un responsabile del centro, al fine di conoscere al meglio il contesto e le esigenze della persona, individuando così il servizio più adeguato. Inoltre il responsabile del centro seguirà con la massima attenzione il rapporto tra operatore e cliente, assicurandosi giornalmente che tutto proceda come stabilito.
Il centro ha il grande valore aggiunto di essere reperibile ed operativo 24 ore su 24, 365 giorni l’anno:
Chioggia Piove di Sacco Numero verde
041 403765 049 8156124 800 413 413
Calle San Giacomo 670 Piazza Incoronata 12 SEMPRE ATTIVO
Per maggiori informazioni: chioggia@privatassistenza.it piovedisacco@privatassistenza.it
piante acidofile. Se non avete un giardino ma volete coltivarle in appartamento o sul balcone utilizzate dei vasi di circa 25 cm. Nei primi mesi dell’anno si può stimolare la crescita vegetativa, portando la pianta in un ambiente con temperatura di circa 10° centigradi e distribuendo più acqua. A marzo si procede anche alla potatura, un’operazione da fare con molta attenzione. Occorre togliere le parti secche e poi recidere i fiori secchi rimasti, tagliandoli sopra l’ultima coppia di gemme. Se la pianta ha più di quattro anni è inoltre buona regola iniziare a togliere i rami più vecchi, ovvero quelli che hanno più di tre anni, recidendoli alla base. Questo rinnovo darà alla pianta nuova forza, arieggerà la parte più interna, riducendo il rischio di malattie fungine. La raccomandazione più importante: non tagliare mai i rami che hanno sulla cima delle gemme tonde: saranno i nuovi fiori. Se avete dei dubbi considerate che è meglio lasciare un ramo in più che uno in meno per non compromettere crescita e fioritura.
potare seconDo L’etÀ e Le gemme
L
’apice tondeggiante della gemma di sinistra indica che quella gemma porterà il fiore mentre quella di destra, con l’apice a punta, darà origine alle foglie. Una pianta giovane, un anno, va cimata a 2 gemme alla fine dell’inverno mentre nel secondo anno meglio tagliare ancora su 4 gemme. Nel terzo anno potare sopra le gemme grosse e lasciare i polloni che speso portano il fiore in cima. Per gli anni successivi togliere il legno vecchio e potare su gemme grosse gli altri rami.
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Benessere
Benessere 27
>> Un male che colpisce il 17% dei veneti
Reumatismi e dolore cronico: si guarirà mai? A marzo l’associazione malati reumatici sarà nelle maggiori piazze per informare la gente: meglio farsi visitare prima dell’insorgere del dolore di Germana Urbani
A
ccade più spesso di quanto si creda che può portare all’invalidità in 10 anni e questo ad un certo punto della vita compare un fa capire quanto importante sia diagnosticarla gran dolore a livello articolare che ci impe- precocemente. Anche per tale motivo ringrazio disce di muoverci al meglio e che a volte non ci di cuore i volontari dell’Amarv e i sanitari che fa dormire la notte. Che interferisce con la vita si prestano a queste belle giornate di divulgaquotidiana, riflettendosi anche sulla vita fami- zione e prevenzione”. In Veneto soffre di una liare e sul lavoro. Un dolore che viene liquidato malattia reumatica il 17% della popolazione come reumatismo e di cui si sa solamente che ed i reumatismi sono la patologia più diffusa può peggiorare. Dai reumatismi non si guarisce in Italia con circa 6,5 milioni di malati. Il modo mai del tutto. migliore per prevenirla è quello della visita Ma è proprio così? Anche a Marzo specialistica, ma l’85% dei cittadini si rivolge l’associazione malati reumatici del Veneto, allo specialista quando è troppo tardi, e cioè A.Ma.R.V., torna nelle maggiori piazze della quando i sintomi sono apparsi. regione per informare i cittadini sulle malattie La cultura popolare definisce questo tipo di reumatiche che colpiscono la mano, patologie dolori cronici reumatismi ma la terminologia più molto frequenti e che adatta è malattia reuOltre 5 milioni possono essere talvolta matica. E le malattie particolarmente gravi. reumatiche purtroppo e mezzo di persone Un’azione che ha prisono tante, oltre cenin Italia soffrono ma di tutto uno scopo to e tanti sono coloro di malattie reumatiche che ne soffrono, oltre preventivo per cui, un corretto approccio, che 5 milioni e mezzo di comprende una diagnosi tempestiva e ad una persone in Italia. Oltre 300 milioni di persone terapia adeguata, può essere decisivo per il de- nel mondo. E sono sempre esistite, tanto che stino del paziente. “Si tratta di una patologia ne soffriva anche il grande Faraone Ramsete diffusissima – sottolinea l’assessore regionale II che veniva curato con l’estratto della radice Coletto – che spesso degenera creando vere e di salice, da cui derivò molti secoli dopo l’aproprie disabilità. Proprio per questo il messag- spirina. Queste malattie possono comparire a gio di prevenzione lanciato con questa iniziati- qualunque età, soprattutto negli adulti e negli va dell’Amarv è doppiamente importante per anziani e individuarle non è sempre facile. spingere le persone a controllare per tempo il Le più frequenti sono l’artrosi, i reumatismi loro stato di salute e per poterle curare tempe- extra-articolari, le Spondiloentesoartriti, l’arstivamente evitando poi sofferenze e alti costi. trite reumatoride, la gotta, le connettiviti e il Basti pensare che una patologia reumatica reumatismo articolare acuto. Tutte queste ed
altre sono patologie che devono essere curate adeguatamente e nei tempi giusti, poiché dopo appena 10 anni circa il 50% delle forme più gravi genera una invalidità permanente, quindi una diagnosi precoce è fondamentale. Occorre pensare che le malattie reumatoidi occupano il secondo posto dopo le malattie cardiovascolari come causa di invalidità permanente che, in circa il 27% dei casi dà diritto ad una pensioni di invalidità: ciò significa che la persona colpita da questo male non è più in grado di lavorare e vivere una vita normale. Oggi la conoscenza di queste malattie è più approfondita rispetto anche solo a pochi decenni fa e, grazie ad un accurato esame clinico, cioè la visita medica, che resta comunque il momento fondamentale per individuare il problema che causa il dolore, oggi è possibile definire meglio una diagnosi in tempi più rapidi anche grazie ai progressi ottenuti in tema di indagini diagnostiche. Esistono esami di laboratorio più specifici di un tempo e una diagnostica per immagini più completa (esami radiografici, ecografia articolare, tomografia computerizzata - TC e risonanza magnetica). Una diagnosi precoce delle malattie reumatiche oggi è determinante perché le diverse forme terapeutiche attualmente in uso, principalmente farmacologica, ma anche riabilitativa, occupazionale (per esempio i consigli sullo stile di vita) e chirurgica hanno profondamente cambiato l’evoluzione di queste affezioni consentendone di migliorarne la prognosi e di conseguenza la qualità della vita dei malati.
Le cure ci sono basta non rassegnarsi
I
l malato per prima cosa ha bisogno di essere sollevato dal dolore ma oltre alle cure rivolte ad alleviare il male, farmaci sempre più numerosi e sofisticati, antidolorifici ed antinfiammatori, attualmente è disponibile la cosiddetta terapia “di fondo” per i reumatismi infiammatori, si tratta di diversi tipi di farmaci il cui meccanismo d’azione tende a modificare la storia naturale della malattia con lo scopo di rallentarne, o al meglio arrestarne, l’evoluzione. Ancora più recentemente sono stati sviluppati farmaci più efficaci, soprattutto per l’artrite reumatoide, i cosiddetti “biologici” o “anti-TNFalfa” che colpiscono a monte il processo infiammatorio con l’obiettivo di ridurre il danno articolare che ne può derivare. È questo lo scopo della prevenzione secondaria, in altre parole prevenire l’eventuale ulteriore danno che consegue all’evoluzione della malattia. La terapia farmacologia non è l’unica via per curarsi. La riabilitazione, per esempio, ha assunto molta importanza ed è sempre più accurata e mirata a ripristinare, laddove è possibile, la funzionalità articolare. Un’altra forma di cura è l’economia articolare che consiste nell’applicazione adeguata di metodi diversi come l’uso di ausili, la rieducazione gestuale e l’adattamento dell’ambiente circostante per superare gli ostacoli della vita quotidiana: sollevare una pentola, sbrigare le attività domestiche, provvedere all’igiene personale, vestirsi, ecc. Questa rieducazione ai gesti quotidiani che non si riesce più a fare come prima consente di mantenere o riacquistare un’autonomia funzionale soddisfacente nonostante la presenza di una disabilità importante. Da ultimo va detto che anche la chirurgia ortopedica ora può aiutare molto i malati reumatici con artroprotesi, ricostruzioni tendinee o quanto necessario per correggere le articolazioni particolarmente compromesse.
28 14 Consigli di bellezza >> Trucco sempre meno visibile
prosegue a pag 31
Un look naturale con qualche tocco di passione Visi angelici da diafane ballerine e misteriose regine. Questo è quanto dettano le nuove tendenze del make up di primavera di Germana Urbani
U
n look acqua e sapone che, però, sappia far sognare ad occhi aperti la regina capricciosa o la leggiadra ballerina che abita ognuna di noi. Questo dettano le passerelle in fatto di make up primaverile. Un gioco malizioso che alterna tonalità chic e naturali al ritorno di colori pastello. Dove a vincere davvero è il no make up che si impone come trucco da provare. Facce pulite di giorno con seri look da ufficio e di sera con outfit sensuali. Davvero evocative le immagini scelte a supporto del prodotto da alcune delle maggiori case produttrici. Una nuvola rosa avvolge, ad esempio, una leggera e romantica ballerina Lancôme, la maison che così rende omaggio alla grazia delle ballerine di danza classica, che volteggiano con controllo nei loro tutù vaporosi. Il nastro di raso delle mezze punte si posa sul Blush Highlighter e sulla Hypnôse Palette Doll Eyes, un’armonia di cinque colori satinati che
mescola tonalità pastello e nuance neutre. Davvero d’effetto anche il tema scelto da Dior che rende omaggio al XVIII secolo, raccontando attraverso il make up la tenuta privata di Maria Antonietta, il Petit Trianon. Così guance e labbra si tingono di rosa, mentre gli smalti prendono ispirazione dalle porcellane e dalle maioliche, per unghie confetto. Sembra un angelo, invece, la modella della campagna Armani che si pone l’obiettivo di richiamare l’eleganza degli anni Trenta aggiungendovi un tocco glamour ispirato ad Hollywood. Sembra un mondo sospeso a metà tra il sogno romantico di Parigi e la dolcezza di tanti bonbon l’immagine scelta da Guerlain che gioca anzitutto con la luce, per rivelare la luminosità nascosta del viso, con tre nuove nuance di Météorites Perles. Fiori morbidi e setosi, invece per la collezione primavera di YSL che si ispira proprio a un turbinio di petali di rosa e peonia che avvolgono
la donna Yves Saint Laurent. La palette occhi Pivoine Crush mescola infatti le tonalità delle peonie, con colori puri e luminosi. Il rosso, invece, è al centro della collezione Chanel: si posa sulle unghie, con Le Vernis Tapage, e sulle guance, con due nuove nuance de Le Blush Crème de Chanel. Al rosto si accostano melodicamente gli altri colori, mettendo in musica le nuance di rosa e viola. Romantica e poetica è anche la donna Givenchy, allo stesso tempo femminile e sensuale avvolta in armonie di rosa. Anche le labbra e le unghie si vestono di rosa e il mascara Noir Couture è presentato nella nuance Rose Pulsion. Lascia il rosa per l’azzurro invece la collezione Pupa Milano che vuole evocare il mare in primavera, con i colori iridescenti dell’acqua in tutte le loro sfumature. Le Vamp! Eyeshadow Palette vestono gli occhi con colori intensi, con taupe, beige e sfumature di blu, azzurro e verde acqua.
Foto di Guerlain Météorites Blossom Collection
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Consigli di bellezza 15 31 >> Trucco sempre meno visibile
segue a pag 28
Un look naturale con qualche tocco di passione Dior propone colori pastello cipriati che incontrano nuance rock, con le palette 5 Couleurs, mentre la Palette Trianon è una clutch gioiello Chanel Notes de Printemps illumina gli occhi con il rosa e il viola dei nuovi Illusion D’Ombre. Colori naturali e intensi per la palette occhi Lumières de Facettes
Con YSL Flower Crush le labbra si vestono con le nuance golose dei nuovi Gloss Volupté, non mancano i Rouge Volupté e i Rouge Pur Couture Vernis à Lèvres. Collistar firma una dichiarazione d’amore dedicata all’Italia, in collaborazione con lo stilista Antonio Marras: Ti amo Italia, da provare!
Dedicate alle pelli chiare, medie e scure, il nuovo mix di colori illuminanti di Guerlain dona luminosità pura e impalpabile, effetto bonne mine
La Palette Belladonna di Armani contiene una polvere illuminante, che regala luce pura al viso, mentre le Smooth Silk Eye Pencil creano un bel contrasto
I nuovi ombretti Ombre Hypnôse Dazzling di Lancome illuminano gli occhi con madreperle scintillanti, mentre i Gloss in Love regalano un sorriso confetto
32 20 Crucilibro
La terra in cui si nasce traccia un’indelebile identità Le vite degli individui sono rette parallele che s’incontrano all’infinito, in un orizzonte illusorio, o si sognano reciprocamente, più spesso si mancano
Eshkol Nevo
Michelle Cohen Corasanti
Giovanni Greco
Luciana Capretti
Noa, studia fotografia a Gerusalemme
Ichmad, 12 anni, un talento non comune per la matematica
María, una mite casalinga
Clara, una cinquantenne madre di due ragazzi
Alter Ego
Amir, frequenta psicologia a Tel Aviv
Il mandorlo in fondo al giardino
Mercedes, figlia e moglie di due militari
Il marito, uno sceneggiatore di successo, sempre assente
Location
Israele
Palestina, metà anni ‘50
L’Argentina dei generali
Roma
Uomini e donne del Medio Oriente
L’esercito isdraeliano e il popolo di Palestina
Vizi e virtù di anni difficili, spesso drammatici
Il commissario Jozzelli, incaricato delle indagini
Noa e Amir, due studenti ebrei giovani e innamorati, decidono di andare a vivere insieme nel villaggio di Castel, dove dal 1948 si è stabilita una comunità ebraica proveniente dal Kurdistan. La coppia stringe amicizia gli abitanti ma poi la Grande storia irrompe Mentre il Medio Oriente è sconvolto dall’assassinio di Yitzhak Rabin, tutti gli abitanti di Castel si trovano a fare i conti con i rimpianti legati al passato. Solo quando ognuno di loro riuscirà a superare la nostalgia le loro vite torneranno ad avere un senso e proseguiranno
La famiglia di Ichmad viene costretta dall’esercito israeliano a trasferirsi in un misero fazzoletto di terra con soltanto una pianta di mandorlo, fonte di sostentamento e ristoro. Quando il padre viene imprigionato spetta al primogenito trovare un lavoro per sostenere la famiglia Anno dopo anno, ingiustizia dopo ingiustizia, i suoi fratelli soccombono all’odio verso Israele, invece Ichmad lotta per dare un senso a ciò che lo circonda e, grazie alla sua intelligenza matematica, vince una borsa di studio per l’università che lo porterà via di lì
Clara è affetta da una cronica A María vedova di un muratore depressione che la confina nella vengono strappati alla nascita dagli sua stanza, in penombra, dove uomini che hanno preso il potere in alterna gocce tranquillanti a Argentina i suoi due gemelli Pablo sigarette. Ama i figli e il marito che e Miguel. María cerca una risposta, non c’è mai e la tradisce. Una sera vuole la verità, e per questo viene di pioggia fitta esce e scompare. imprigionata, torturata, esiliata. Un commissario la cerca La storia di Maria si intreccia a Ma l’annegamento della quella di Mercedes, madre di due protagonista, non è che il sottotesto gemelli, Nacho e Mari. I bambini le di una ricostruzione storica che sono stati consegnati alla nascita, va dagli anni oscuri del fascismo figli di un’attivista politica arrestata a Novara, nel lungo inverno di e poi scomparsa. Sono cresciuti Salò, fino alla liberazione da parte in una famiglia che non è la loro, degli alleati, avvenuta nella città all’oscuro di tutto piemontese il 26 aprile del ’45
Un libro di voci soffuse e strazianti perchè gli scrittori israeliani parlano, non scrivono. Occorre godere di questa freschezza primitiva che rende uniche le nostalgie
Un racconto che parla di tenacia e amore per i propri sogni in qualunque luogo essi vengano coltivati. Proprio come un mandorlo in terra arida continua a fiorire
L’ultima madre è un potente affresco ispirato ai grandi romanzi della letteratura sudamericana: il tema dell’identità negata in un romanzo forte e toccante
Un romanzo tratto da una storia vera, altamente drammatica e commovente, in cui una scrittura attenta, precisa, tagliente aiuta il lettore a immergersi completamente nell’opera
Eshkol Nevo Nostalgia Neri Pozza, pp. 352 € 18.00
Michelle Cohen Corasanti Come il vento tra i mandorli Feltrinelli, pp. 377 € 17.00
Giovanni Greco L’ultima madre Nutrimenti, pp. 384 € 16.00
Laura Capretti Tevere Marsiglio, pp. 220 € 17.50
Eroe - Eroina
Co-Protagonisti
Intrigo
Finale
Cosa dire del libro
Leggere… Leggere
di Germana Urbani · www.neripozza.it>www.lafeltrinelli.it.it< >www.nutrimenti.net< >www.marsilioeditori.it<
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34 30 I nostri esperti IL DIRITTO PER IL CITTADINO
Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin
Eredità e minorenni
Non è per niente raro che ad un’eredità venga chiamato un minorenne; in questo caso le procedure cui si va incontro sono piuttosto complesse ed i tempi rischiano di allungarsi notevolmente. Il minore d’età, infatti, non può accettare l’eredità se non con beneficio di inventario, il che vuol dire che serve non solo un atto pubblico in cui si dichiari di accettare l’eredità, bensì anche un inventario, cioè un elenco preciso e puntuale di tutti i beni di cui il defunto era titolare. Ma questo sarebbe il minimo se non occorresse, prima di tutto, un’autorizzazione del Giudice Tutelare; ciò sta a significare che bisogna effettuare un ricorso al tribunale competente per farsi autorizzare al compimento di tale atto; stante la lentezza dei nostri tribunali, doversi munire di tale autorizzazione significa far passare (almeno) tra i due e i cinque mesi (salvo inconvenienti...). Non miglior sorte se il defunto aveva conti correnti bancari o postali; nel caso in cui non si sia riusciti a chiudere anzitempo detti conti, il prelievo del denaro dai medesimi viene solitamente autorizzato soltanto dietro presentazione di copia della dichiarazione di successione ovvero di un’apposita certificazione rilasciata dal competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate (cosiddetto modello 240). Ma ancora una volta se il denaro (o parte di esso) deve essere versato ad un minore tutto si blocca; almeno fino a quando non si presenta copia della prescritta autorizzazione del Giudice. Lo stesso accade qualora si voglia ritirare il contenuto di una cassetta di sicurezza; e pure il versamento del TFR non può essere effettuato senza che venga presentata al datore di lavoro il citato provvedimento. Da ricordare, poi, che di tutto quanto di spettanza del minore non si potrà disporre se non con ulteriori autorizzazioni da richiedere di volta in volta (per es. non si potrà vendere la quota dell’immobile ricevuto dal minore in eredità se non autorizzati; non si potrà prelevare il denaro ricevuto in eredità se non autorizzati e solo per l’ammontare previsto ecc.). DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN mceolin@notariato.it
SALUTE
Attenti al Melanoma, un nemico subdolo che puo’ dimostrarsi letale Dottor Diego Lorusso, Specialista in Dermatologia
I fanatici dell’abbronzatura naturale o artificiale devono farsene una ragione: vuoi per l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ridotto spessore della fascia di ozono, i raggi del sole - da sempre amici della vita e della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti di cellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, in pericolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popolazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a tale rischio? Innanzitutto sicuramente la familiarità, ovvero una predisposizione genetica che ha prodotto il melanoma tra gli ascendenti (genitori, nonni o altri consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, non ancora disponibile ma in fase avanzata di studio, questi soggetti dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il
fototipo: le pelli chiare, sensibili, che al sole si arrossano ma non si abbronzano hanno pochi melanociti – le cellule che producono la melanina – e quindi mancano di una fondamentale difesa naturale. Anche agli altri è necessario raccomandare però l’utilizzo della crema con adeguato fattore di protezione solare, dal momento che l’azione distruttiva dei raggi solari (UVA e UVB, ma soprattutto gli UVC che colpiscono in profondità il derma) sono certamente responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Per quanto riguarda il melanoma, una mappatura dei nei effettuata dal dermatologo con uno strumento denominato dermatoscopio, capace sia di ingrandire che di evidenziare la struttura tridimensionale del nevo, consente di “mettere sotto osservazione” i nei più sospetti per forma, colore, dimensione etc… per identificarne eventuali modificazioni, campanello d’allarme da non sottostimare in nessun caso. In particolare, il nevo melanocitico comune è una lesione pigmentaria benigna, molto comune, localizzata prevalentemente sul tronco e sugli arti, completamente piatta o rilevata al centro. Il diametro è di solito inferiore a 1 cm, il colore è marrone nelle varie tonalità, non sempre distribuito uniformemente. La forma è tondeggiante od ovale, prevalentemente simmetrica e i bordi appaiono mal definiti, sfumati. La superficie è liscia con disegno cutaneo lievemente accentuato. Compare nell’adolescenza o più tardi; può essere unico o multiplo, in media dai 15 ai 30 elementi. Il nevo melanocitico atipico è una lesione pigmentaria che presenta un diametro di solito maggiore di 6 mm; ha forma asimmetrica, bordi irregolari con pigmentazione disomogenea. Si parla di ‘sindrome del nevo displastico’ per quei soggetti i quali presentano numerosi nevi che clinicamente e istologicamente hanno caratteristiche di atipia. La sindrome ha spesso un’incidenza familiare e i soggetti affetti devono essere sottoposti a scrupolosi controlli periodici per il rischio di insorgenza di un melanoma. In generale tutti i nevi atipici devono essere strettamente monitorati, se non addirittura asportati per motivi preventivi. Il nevo melanocitico congenito è una lesione pigmentaria di colore brunastro scuro o chiaro, spesso disomogeneo per la presenza di aree bluastre o nerastre. È già presente alla nascita o compare nei primi mesi di vita. Le dimensioni sono variabili: piccoli (diametro inferiore a 1,5 cm) , medi (diametro tra 1,5 cm e 20 cm ), grandi (con diametro maggiore di 20 cm). Quando sono molto piccoli, difficilmente si distinguono dai nevi acquisiti. Solo le lesioni maggiori hanno un rischio elevato di trasformazione in melanoma (circa il 60%). Lesioni pigmentarie congenite con diametri inferiori a 10 cm si devono considerare a basso rischio e possono essere attentamente e costantemente controllate procrastinando l’eventuale escissione. I nei che il dermatologo individua come “dubbi” potranno essere asportati ambulatoriamente dal chirurgo plastico e sottoposti ad esame istologico, per escludere che si tratti di melanoma.
Indirizzo email per richiedere maggiori informazioni: specialistaonline@gmail.com
i nostri Esperti I nostri esperti 35
Interessi usurai, rimedi e tutele AFFARI DI FAMIGLIA
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare con Voi una questione che, negli ultimi mesi, è stata oggetto di attenzione da parte dei media sia regionali che nazionali ovvero l’applicazione, da parte di alcuni istituti di credito, di interessi che possono arrivare alla soglia dell’usura. Consapevole della tecnicità della materia, in questa sede spero di fornirvi alcuni strumenti per potersi muovere nel mondo dei propri diritti “bancari” e non solo con maggior consapevolezza e determinazione. In primo luogo è necessario premettere alcune definizioni che ci consentano di comprendere ciò di cui si parla. Per interesse si intende il frutto civile del denaro. In tal senso l’art. 1282 c.c. stabilisce che “i crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro producono interessi di pieno diritto…”. Gli interessi sono pertanto prestazioni pecuniarie - somme di denaro, percentuali e periodiche dovute da chi utilizza un capitale altrui o ne ritarda il pagamento. Gli interessi sono percentuali, in quanto calcolati come percentuale del capitale dovuto, c.d. saggio di interesse; periodici, in quanto dovuti in ragione del tempo in cui il debitore utilizza il capitale altrui o ne ritarda il pagamento ed accessori attesa la dipendenza degli stessi dal capitale. Esistono più tipologie di interessi. Tra questi, i più importanti, i c.d. interessi corrispettivi dovuti a titolo di remunerazione sulle somme date a mutuo e sulle somme liquide ed esigibili ed i c.d. interessi moratori, dovuti in forza del ritardo a restituire una somma di denaro.
Ciò premesso ci si chiede ora che cosa si intenda per usura ed interesse usurario. Il termine usura individua, nel gergo tecnico, il reato previsto e punito all’art. 644 c.p. Tale disposizione è stata oggetto di un’importante riforma nel 1996 (L. n. 108/1996) che ha introdotto dei parametri “oggettivi” per l’individuazione del reato di usura così ampliandone l’ambito di applicazione ed offrendo una tutela rafforzata per i soggetti vessati da questo odioso fenomeno. L’art. 644 c.p., nella sua attuale formulazione, punisce con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da 5.000,00 euro a 30.000,00 euro “chiunque….si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari”. Ciò chiarito, quando l’interesse può dirsi usurario? E’ la legge che stabilisce quando il saggio di interesse diventa usurario. In tal senso si esprime il comma 3 dell’art. 644 c.p. ai sensi del quale “La legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari”. Ebbene la legge (art. 2, co. 4, L. n. 108/1996) prevede che “il limite previsto dal terzo comma dell’art. 644 c.p., oltre il quale gli interessi sono sempre usurari, è stabilito nel tasso medio risultante dall’ultima rilevazione pubblicata in Gazzetta Ufficiale ai sensi del comma 1 relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato della metà”. Ove ciò non bastasse, il terzo comma dell’art. 644 c.p., prevede la c.d. Usura in concreto, nella misura
in cui stabilisce che “sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o finanziaria”. In altre parole la previsione legale di un limite, superato il quale l’interesse deve considerarsi usurario, integra una presunzione relativa superabile in sede giudiziale ove si accerti/dimostri che, per le condizioni di difficoltà economica – finanziaria dell’usurato e con riguardo al tasso medio praticato per operazioni similari, nonostante il saggio di interesse sia inferiore al tasso soglia deve comunque ritenersi usurario. L’attenzione di giornali e tv si è recentemente focalizzato sugli elementi che concorrono a determinare il tasso usurario. In tale direzione l’art. 644 c.p., al quarto comma, individua, con una certa analiticità, le voci che compongono l’interesse usurario stabilendo che per la “determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse collegate all’erogazione del credito”. Quali sono le conseguenze nel caso si accerti la presenza di un tasso usurario? L’accertamento dell’usurarietà dell’interesse, data la tecnicità della materia, richiede spesso una preventiva perizia econometria. Quest’ultima avrà per oggetto tutta la documentazione
LO SPAZIO DELL’ETICA
Analisi di aonale
(es. contratti, comunicazioni di variazioni unilaterali) rilasciata dall’istituto di credito o da altro intermediario finanziario. Ove il Giudice accerti la presenza di un tasso usuraio, troverà applicazione il disposto dell’art. 1815, co. 2, c.c. a tenore del quale “se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”. L’art. 1815, co. 2, c.c. si riferisce testualmente al solo contratto di mutuo, tuttavia la prassi applicativa, ritiene pacificamente che tale norma operi per tutti i contratti di credito. La previsione di un interesse usurario viene pertanto “sanzionata” con la trasformazione del contratto da oneroso a gratuito. L’usurato, quindi, dovrà restituire il solo capitale e non, invece, anche gli interessi. Chi ritiene di essere stato leso con l’applicazione di interessi usurai bene potrà rivolgersi a un avvocato e/o ad un’associazione di consumatori che previa le dovute valutazioni tecniche – perizia econometrica di cui sopra- consiglieranno la migliore azione e strategia difensiva a tutela delle proprie ragioni che si potrà esplicare sia in ambito civile che penale. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
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