di Chioggia
Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 27 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Primo Piano Isla, 7mila fedeli inseriti nel tessuto sociale veneziano pagg.
Ponte sul Brenta La Regione non mette a bilancio il finanziamento
Sanità Il Pd tranquillizza: “L’ospedale sarà potenziato”
4-5
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Marzo 2015
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+300% di visitatori www.lapiazzaweb.it
L’informazione locale è sempre con te: Chioggia si prepara al centro commerciale, ascom contro
Febbre da gioco, una malattia seria
Il Clodiense si prepara all’apertura del primo centro commerciale della città. Salvo rinvii, a maggio aprirà a Brondolo il nuovo retail park, che ospiterà un ipermercato, sei medie superfici (tra i 250 e i 2500 mq). pag. 12
Gioco d’azzardo e lotterie, in Veneto la ludopatia è diventata un’emergenza che colloca la nostra fra le regioni d’Italia più colpite dalla patologia. In Veneto, a fine 2013, si contavano 35mila giocatori patologici. pagg. 20-21
il viaggio: Da chioggia verso l’oriente
politica, si candida tosi e spacca la lega
Due persone estroverse e un’idea straordinaria legata alla passione per i viaggi: perché non prendere un anno sabbatico da dedicare all’arricchimento culturale? pag. 19
All’interno del giornale
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Turismo, la stagione è alle porte e gli operatori sono in apprensione Il ripascimento delle spiagge dopo i danni del maltempo, ma anche l’incertezza delle concessioni e i canoni demaniali sono le questioni che preoccupano gli addetti
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opo un’estate - la scorsa - catastrofica, il comparto turistico cerca di risollevarsi preparandosi al meglio per la stagione alle porte. Gli imprenditori sono pronti ad accogliere i primi vacanzieri, sperando di iniziare una stagione lunga e proficua. Ma le incertezze permangono e nell’anello “debole” della catena – ovvero gli operatori che operano con i giornalieri - rimane una certa apprensione. A fare il punto della situazione
sono due rappresentanti dei gestori, Luciano Serafini di Gtc e Giorgio Bellemo di Ascot. “Bisogna considerare – spiega Serafini - che il fenomeno turistico predominante è quello del pendolarismo. Se i campeggi l’anno scorso hanno tenuto, ciò è avvenuto grazie alla clientela stanziale e all’alta percentuale di stranieri. Nei campeggi ci sono anche persone che arrivano a trascorrere una stagione intera nella nostra località”.
Serafini, quindi, descrive i punti di debolezza della catena. “Al di là delle condizioni meteorologiche – continua - si possono mantenere le posizioni. Ma gli stabilimenti balneari, pur lavorando di riflesso con gli stanziali, hanno avuto un peggioramento della loro situazione perché lavorano di più con i pendolari”.
Editoriale Sì alle trivelle in Adriatico. Possibile!!?
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di lorenzo Zoli*
a sentenza del Tar può non piacere. E’ magari giusto non piaccia. Ma è sacrosanta. Del resto, la differenza tra una democrazia e una dittatura sta proprio in questo: in democrazia, è permesso tutto ciò che non è esplicitamente vietato, in una dittatura è vietato tutto ciò che non è esplicitamente permesso.
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*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it continua a pag.
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La Lega dal volto pulito, come veniva definita la parte del partito che non ha mai smesso di guardare a Tosi come all’unico vero leader Veneto, oltre a Zaia, ha alzato la testa e, stanca delle imposizioni di Matteo Salvini, ha rotto ogni indugio. E’ uscita dal movimento capeggiato da Salvini e appoggia Tosi nella sua corsa a palazzo Ferro Fini. pag. 24
L’onirico Rousseau in mostra a venezia In una conversazione di Vasilij Kandinskij a Franz Marc, l’artista Henri Rousseau veniva definito con questa affermazione: “che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”. Per la prima volta in Italia, le opere del maestro francese. pag. 26
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news da laPiazzaweb 3
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LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUL SITO Protagoniste le persone sia del giornale che dell’web. Nel mese di febbraio le notizie più viste sul nostro sito sono state quelle relative alle storie di Sport, dell’Isis Rovigo hacker, e di Chiara Schiavon che ha deciso di inventarsi un mestiere partendo dalle proprie passioni, e Stefano Callegaro vincitore di Masterchef! seguici su www.lapiazzaweb.it
LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUI SOCIAL Sui social vince, invece, l’evento del mese: l’attacco hacker dell’Isis a Rovigo, il Salone di ginevra, e le nuove tecnologie Dss a Strà per un comune Smart. seguici su www.facebook.com/ lapiazzaweb
EDIZIONI PIÙ VISTE SUL SITO:
Renzi ci regala la banda ultra larga. Arrivasse almeno la banda larga…
L’Italia è il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo
N
on so se capita a tutti ma capita certamente a molti. Internet non è per nulla veloce in tanti, troppi comuni del Veneto. Una regione che già rispetto ad altre è avanti su tutto, figuriamoci su questo. Eppure! La banda larga è lontana a venire persino nelle zone industriali figuriamoci a casa mia! Ora però, promette il premier, tutto cambierà perché “la comunicazione sulla banda ultra larga – ha affermato Matteo Renzi – è l’abc del nuovo alfabeto economico” del Paese. Come dire che la banda larga è un genere di prima necessità per le nostre imprese che, per competere su scala mondiale hanno bisogno, come minimo, di essere veloci e al passo con i tempi della tecnologia. Purtroppo però l’Italia sconta un ritardo mostruoso, tanto che nel 2014 risultava ancora il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione (Nga) in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo; con la prospettiva di giungere solo nel 2016 al 60% di copertura a 30 Mbps e in assenza di piani di operatori privati per avviare la copertura estensiva a 100 Mbps. Una realtà dura da capire prima ancora che da accettare. E noi veneti dovremmo essere i primi a lamentarcene vista la nostra
propensione al lavoro veloce e all’efficienza ad ogni costo. Ben venga dunque lo sforzo del governo Renzi che ha varato il piano per la banda larga con obiettivi di copertura fino al 50% della popolazione a 100 Mbps (Megabyte per secondo) entro il 2020. L’investimento sarà ingente Il piano prevede investimenti pubblici per 6 miliardi da qui al 2020 “che – ha spiegato il ministro Delrio – avranno un effetto moltiplicativo”, spingendo i privati a investire a loro volta e “permetteranno all’Italia di superare gli obiettivi europei”. Altri 2 miliardi saranno messi dalle aziende in base ai piani di investimento già annunciati. Infine il governo spera di riuscire a “sollecitare” le imprese a investire ulteriori 4 miliardi. L’impegno dei privati, putroppo e per forza di cose è fondamentale e da questo dipenderà la copertura dell’intero territorio italiano. “Il piano sulla banda ultra larga - ha spiegato il ministro Guidi - garantirà al Paese le autostrade digitali con le corsie giuste come quelle di qualsiasi altro paese europeo che voglia competere nei mercati globali”. Ottimo a dirsi, difficile a farsi visto che ancora oggi navighiamo in rete non attraverso autostrade digitali ma attraverso sentierini accidentati di campagna, ogni tanto incespicando su “una buca intergalattica” che ci disconnette e addio al resto del mondo!
Le edizioni storiche sono anche quelle più lette dai lettori della piazzaweb: Chioggia, Miranese nord, Rovigo. Cittadine molto vivaci sia dal punto di vista politico che culturale e sportivo! seguici su www.lapiazzaweb.it
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Il BLOG DEL DIRETTORE La lettera di una lettrice fornisce lo spunto per parlare di un argomento di grande attualità: è bene fidarsi dei vaccini oppure no? Come ci si informa davvero? Una delle Ulss del Veneto va a trovare le mamme a casa loro? Un’ingerenza o giusta informazione? seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/il-blog-del-direttore/
IL SONDAGGIO E’ entrata nel vivo la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali. Vien da chiedersi, però, viste gli esiti di altre elezioni regionali degli ultimi tempi, se i veneti ci credono ancora. votare serve? seguici su www.lapiazzaweb.it/ sondaggio/
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EDIZIONI PIÙ VISTE SU ISSUU Cambiano, invece, i nomi delle edizioni più sfogliate su Issuu. Qui spopola il supplemento PioveseSport che racconta tantissime realtà sportive della Saccisica, poi ancora l’edizione di Piove e a seguire quella di Cavarzere. seguici su www.issuu.com/ lapiazzaweb
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Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile (ad interim)
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4 Argomento del mese RELIGIONI A Venezia le moschee sono 2 una si trova nell’area Panorama a Marghera, un’altra nella zona di via Triestina verso Favaro, mentre in provincia quella più frequentata è quella di San Donà. Un’altra grossa comunità, si trova invece a Spinea. In Italia sono presenti 164 moschee e 222 luoghi di culto, a cui si aggiungono 120 centri culturali e 275 associazioni. Cioè 800 spazi per la preghiera. 300 il numero degli imam, la maggior parte di questi di origine marocchina (57%), seguiti da tunisini (11%) e algerini (5%)
Islam, 7 mila fedeli inseriti
di Alessandro Abbadir
Il presidente della Comunità Islamica Mohamed Amin Al Ahdab sottolinea come quella musulmana sia una religione di pace
Spesso il percorso che porta al radicalismo anche nel veneziano, non passa dalle moschee ma privilegia il web
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slam a Venezia e provincia. Sono quasi 7 mila i fedeli di religione musulmana nei 44 comuni dell’area. Ovviamente la massima concentrazione è localizzata a Venezia-Mestre, e in quartieri come Marghera, dove la percentuale complessiva degli immigrati sulla popolazione residente supera il 20%. A Venezia le moschee sono 2 una si trova nell’area Panorama a Marghera, un’altra nella zona di via Triestina, mentre in provincia quella più frequentata è quella di San Donà. Un’altra grossa comunità organizzata di fedeli, si trova invece a Spinea. Ci sono poi decine di luoghi di culto, ma che non si possono definire moschee sparsi in tutta la provincia da Chioggia a Portogruaro. In Italia il numero dei luoghi di culto per i fedeli dell’Islam rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea, non è così alto come qualcuno può credere. I fedeli sono un milione e 800 mila. Ci sono 164 moschee e 222 luoghi di culto, a cui si aggiungono 120 centri culturali e 275 associazioni. Quasi 800 spazi per la preghiera. I numeri emergono da un censimento aggiornato a maggio 2010, del Dipartimento della Pubblica sicurezza della Polizia. Solo due moschee rispondono ai canoni architettonici islamici. Si tratta della grande moschea di Monte Antenne a Roma e quella di Segrate, alle porte di Milano. Le altre, sono costituite da immobili adibiti a sale di preghiera, per lo più garage, capannoni, ed appartamenti, siano essi di pertinenza di sedi associative o di
lega norD
“Se gli immigrati non si integrano tornino a casa loro”
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l tempo dell’integrazione è finito, o forse non è mai iniziato. E’ l’opinione della Lega Nord di Venezia dopo i fatti di Parigi e dopo le continue notizie di efferatezze compiute dai terroristi dell’Isis. “Noi occidentali – spiega il segretario provinciale Alberto Semenzato - dobbiamo riportare in alto per forza i nostri principi di civiltà e pacifica convivenza e non abbassare la testa come una certa classe politica sta facendo in maniera irresponsabile, dando prova di grande ignoranza e timore reverenziale. Il mondo occidentale è libero, l’Italia è un paese cattolico che ha assunto in sé tutti i valori positivi del cristianesimo, non dobbiamo permettere che qualche fanatico nutra l’intenzione di poterci cambiare. Se non gli va dove abita torni al suo paese”. Semenzato chiede una presa di coscienza da parte di tutti. ”Si ritrovi la nostra dignità - dice - e si abbia il coraggio di non accettare chi pensa di imporre subculture devianti e folli. Bisogna dire basta. Non c’è nulla che possa essere scambiato con la nostra sicurezza e le nostre piccole libertà quotidiane. Il cordoglio in questi mesi va alle vittime dei terroristi anche se non servirà a riportarle in vita, ma dire no ai barbari oggi è un dovere”. A.A.
abitazioni private”. Quasi 300 il numero degli imam, la maggior parte di questi di origine marocchina (57%), seguiti da tunisini (11%) e algerini (5%). Al primo posto della classifica la Lombardia con 123 spazi di preghiera, seguita dai 110 del Veneto, e dai 104 dell’Emilia Romagna. In Europa ci sono numeri ben più ampi. Gli spazi per la preghiera sono 2600 in Germania, 2100 in Francia e oltre un migliaio in Gran Bretagna. Le moschee costruite secondo i canoni architettonici islamici sono: 200 in Francia, 100 nei Paesi Bassi, circa 70 in Germania e 300 in Grecia. Il presidente della Comunità Islamica di Venezia si chiama Mohamed Amin Al Ahdab, ed è un siriano, e da molti anni residente in Italia. Da anni intesse iniziative di dialogo con le autorità religiose di tutte le alte fedi e in particolare con la chiesa cattolica e si prodiga per poter smussare i tanti problemi di comprensione culturale e religiosa che sorgono fra fedeli islamici e popolazione della città lagunare. Da sempre è schierato contro l’estremismo religioso. “L’Islam – spiega – è una religione di pace. Non è scritto da nessuna parte nel Corano, che uccidere è un fatto positivo. Siamo in Italia per lavorare; non critichiamo alcun politico in particolare, ma chiudere le frontiere farebbe solo ingrassare i malfattori che guadagnano sulla pelle dei disperati”. Sulla questione interviene anche l’imam del centro islamico di Marghera Hammad Al Mahamed. “L’Islam
ha la vocazione - ha detto pubblicamente- alla pace. L’Islam vuole conquistare il cuore degli uomini, e anche se ad esempio una rivista come Charlie Hebdo parlava male del Profeta, non dobbiamo mai scordare che anche il Profeta ha subito attacchi e offese durante la sua vita, ma non ha mai reagito con la violenza. Questo paese ci ha dato la libertà di professare la nostra fede. Questi criminali offuscano la bontà dell’Islam; tolgono dignità all’uomo e al suo Creatore”. Nel corso del tempo le occasioni di incontro che la comunità islamica ha creato e favorito insieme al Comune di Venezia e alle Municipalità, sono state tante. Le guide della Comunità invitano gli stessi fedeli a segnalare eventuali movimenti o atteggiamenti provocatori o sospetti. Purtroppo però ammettono le guide islamiche, spesso chi si avvicina alla violenza nemmeno viene in moschea e quindi è difficile monitorare certi percorsi. Sempre più i reclutamenti dei “foreign fighters” avvengono via internet su siti ad hoc e sui social network. “Dobbiamo fare attenzione- spiega Bruno Polesel vicepresidente della Municipalità di Marghera- a non fare di tutta l’erba un fascio. Molte persone nel corso degli anni si sono integrate. Ci sono famiglie con bimbi che frequentano le nostre scuole. Certe comunità come quelle pachistane o bengalesi sono più chiuse di altre. Va aumentato il numero dei mediatori culturali”.
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Argomento del mese 5 Iniziative
nel tessuto sociale veneziano Chiesa cattolica L’opinione di Monsignor Dino Pistolato
“Libertà di culto ai cristiani nei paesi musulmani”
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Don Dino Pistolato
a Chiesa Cattolica esprime il massimo rispetto per le altre religioni e ne rispetta la libertà di culto. Si chiede però che anche nei paesi di fede musulmana questa libertà sia garantita ai cristiani”. A dirlo è Monsignor Dino Pistolato responsabile degli affari economici ed immigrazione della diocesi di Venezia che interviene sulla questione dei rapporti con l’Islam dopo i fatti che si sono verificati in Francia ed in Europa. “Sul versante dei diritti - spiega Monsignor Dino Pistolato – deve essere la Costituzione a garantirli per tutti. Questioni come il velo non sono un problema. Per tanto tempo il cristianesimo ha visto la presenza di donne velate. Certo va assicurata l’identificazione e il volto deve essere visibile per motivi di sicurezza. Sul versante religioso abbiamo cercato in diversi modi di trovare un terreno comune di confronto con l’Islam e per questo motivo si sono tenute tante manifestazioni di dialogo come ad esempio la “tenda dell’incontro” un evento che si tenne a Marghera lo scorso ottobre in occasione dei festeggiamenti di San Francesco patrono d’Italia. A quell’evento partecipò anche il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia”. Monsignor Dino Pistolato tiene a sottolineare come sia importante il tema della reciprocità. “Il principio della reciprocità – spiega – dovrebbe essere la normale condizione nei rapporti tra le religioni. Se in Italia, paese a stragrande maggioranza cattolica, è permessa la costruzione di moschee, anche in territori a maggioranza musulmana deve essere garantita la costruzione di chiese e libertà di culto ai cristiani. Purtroppo invece come ha denunciato Papa Francesco, il mondo fa finta di non vedere che contro i cristiani in certi paesi è in atto una persecuzione” .
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Associazioni e amministratori
Terrorismo, il territorio si interroga S
ono state tante in questi mesi le iniziative in provincia di Venezia, per capire e cercare di mettere a punto una strategia che porti al dialogo e ad un confronto costruttivo. In prima linea ci sono associazioni e enti locali e parrocchie. La paura più grande è che vivano fra noi persone in grado di aggredirci. Gente che appare normalissima ma che poi imbraccia un fucile e fa una strage con chissà quale logica e indottrinata da chissà quali cattivi maestri. Un caso che ha fatto molto discutere nelle scorse settimane è stato quello di un imam a San Donà di Piave che predicava l’odio e la violenza nei suoi sermoni, è stato allontanato ed espulso dall’Italia. La richiesta più frequente da parte delle forze dell’ordine è che le prediche siano fatte in italiano e non solo in arabo. Una disposizione del genere ad esempio è in vigore nella Repubblica dell’Austria: obbliga i predicatori a fare prediche nella lingua del paese ospitante cioè in quel caso il tedesco. Alla Cita di Marghera un parroco in prima linea sul fronte dell’accoglienza è Don Nandino Capovilla. Don Nandino da tempo nella sua realtà territoriale si batte per integrare i giovani delle comunità straniere. ”Alla Cita - dice Don Nandino - le famiglie di bengalesi sono tantissime. La maggioranza dei giovani in questo rione è straniera e fra questi metà è di religione islamica. Con questi ragazzi bisogna preparare un percorso comune per evitare che si isolino e che si creino pericolose ghettizzazioni in stile banlieu parigine. Per favorire il dialogo anche solo fra vicini di condominio in occasione delle feste religiose delle varie etnie del rione, organizziamo una festa comune per tutti Se in estate, una grande tavolata con centinaia di persone. Terremo conto ad esempio degli orari di ricorrenze come il Ramadan”. Nelle scorse settimane a Spinea intanto si è organizzato un convegno organizzato al cinema Bersaglieri dal centro culturale islamico “Salam”. Con il dibattito si è voluto portare un contributo di chiarezza sulla questione Islam, separandolo nettamente questa grande religione dal terrorismo messo in atto da Isis e altre formazioni jihadiste. Ne hanno parlato Milad Mokhtari, segretario del centro culturale Salam di via Negrelli a Spinea, don Bruno Baratto, incaricato per il dialogo tra cristiani e musulmani per la Diocesi di Treviso, e Tanji Bouchaib, imam della moschea di Annone. Al tavolo dei relatori anche Moulay Zidane El Amrani, docente di Studi sull’islam d’Europa all’Università di Padova e segretario della Confederazione islamica italiana, e Hind Talbi, responsabile dei giovani musulmani del Veneto. All’incontro c’erano anche gli amministratori del territorio. Ne è nato un dibattito proficui che ha sottolineato punti di convergenza e divergenza delle due fedi e soluzioni per evitare posizioni di arroccarsi su inconciliabili. Va detto che proprio qualche settimana fa gli appartenenti al centro culturale islamico “Salam” di via Negrelli, hanno risposto positivamente alla chiamata alla solidarietà per donare sangue all’Avis che stava esaurendo le riserve. Hanno aderito una ventina di persone. Il presidente della Conferenza dei Sindaci della Riviera Alessandro Campalto (Pd) è chiaro: “Chi vive e lavora in Italia e vuol magari continuare a viverci per il resto della vita – dice – ne accetta i valori espressi dalla nostra Costituzione, o è meglio che se ne vada”. Una riflessione la fa anche il governatore uscente del Veneto Luca Zaia che chiede alle comunità islamiche di dissociarsi “Non si deve generalizzare - dice Zaia. Ad esempio la comunità islamica nel Veneto è composta per la stragrande maggioranza di bravissime persone, ma di fronte a una strategia che attenta alla nostra libertà e sicurezza occorre che l’intera comunità musulmana, con i suoi leader religiosi, condanni recisamente, duramente e senza tentennamenti l’estremismo”. A.A.
6 Chioggia Politica e sanità Il convegno del Pd rassicura sul futuro del nosocomio di Chioggia
“Il nostro ospedale sarà potenziato, non chiuso” Lucio Tiozzo ricorda che tutto è legato a quanto viene deciso in Regione ma insiste: “tutte le risorse messe in campo in questi anni vanno in direzione del potenziamento” di Andrea Varagnolo
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ugato ogni dubbio sui timori che davano gione”. Sarebbe possibile, quindi – secondo per possibile il ridimensionamento dell’ospedale di Chioggia. I consiglieri regionali quanto detto dai consiglieri regionali - solo una del Pd, Lucio Tiozzo e Bruno Pigozzo, interve- riorganizzazione della struttura organizzativa, nuti nel corso di un convegno organizzato dal al fine di ottimizzare gli organici amministrapartito lo scorso 16 febbraio, hanno smentito tivi. Nessun ridimensionamento in vista quindi, il possibile “progetto nascosto per tentare di considerato anche che un eventuale peggiorasmantellare l’ospedale”, così com’era stato mento dei servizi ospedalieri andrebbe in conpaventato dai consiglieri comunali dem Ro- traddizione con i massicci interventi di potenziamento del nosocomio mina Tiozzo Compini e attuati negli ultimi anni. Domenico Zanni. Tiozzo: “E’ da un “Non c’è alcun “Le preoccupazio- anno e mezzo che ni - ha spiegato Lucio parliamo di hospice elemento che dica che Tiozzo, - sono nate ma è ancora tutto il nostro ospedale verrà ridimensionato – ha sendalla riorganizzazione fermo!” tenziato Tiozzo nel corso delle Asl come previsto dal piano sociosanitario, non votato dal Pd, della conferenza – anzi, il nostro nosocomio che prevede il ridimensionamento delle stesse verrà potenziato. E tutte le risorse che abbiasolo in termini di strutture di governo. Nella ri- mo messo in campo in questi anni, vanno in organizzazione dell’Ulss è previsto che si deve questa direzione. Potenziamento del pronto andare verso strutture che abbiano un minimo soccorso, nuove sale operatorie e la riorganizdi capacità organizzativa, e questo si inserisce zazione complessiva dell’ospedale. Non c’è e nella discussione generale sulla revisione della non ci sarà, quindi, alcun segnale sulla chiusugovernance delle società controllate dalla Re- ra, a meno che non cambi la programmazione
A sinistra Lucio Tiozzo e Bruno Pigozzo sono intervenuti al convegno organizzato dal Pd sul tema della sanità a Chioggia In alto l’ospedale sociosanitaria”. Tiozzo, comunque, ricorda che tutto è legato a quanto viene deciso dalla Regione. “Noi – ha concluso - ci muoviamo dentro al perimetro fissato dal piano sociosanitario. Quando questo scadrà, nei prossimi anni, potrebbe essere adottata una nuova filosofia nell’approccio con gli ospedali”. Nel corso del dibattito, è stato posto l’accento sulla necessità di prendere una decisione in merito all’hospice – una struttura che accoglie i malati terminali – e, su questo aspetto,
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Tiozzo è stato lapidario. “È da un anno e mezzo che parliamo di hospice ma è ancora tutto fermo, la politica decida: adesso ci sono i soldi”, questo l’intervento polemico nei confronti dell’amministrazione comunale. Nel corso degli interventi il consigliere regionale Pigozzo, anch’esso del Pd e componente della commissione sanità, ha snocciolato qualche dato sul Clodiense. Ha infatti ricordato che, per il nosocomio di Chioggia, sono previsti 21 posti letto per
l’ospedale di comunità, ossia una struttura intermedia per i pazienti dimessi ma che hanno ancora bisogno di cure, e per l’hospice, destinato a ospitare i malati terminali. Ma per la realizzazione di queste strutture, per ora, regna l’incertezza.
Pericolo trivellazioni in alto adriatico, il convegno del movimento cinque stelle Il convegno del Movimento Cinque Stelle L’eurodeputato Marco Affronte ed Erika Baldin
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ericolo trivellazioni in Adriatico al centro di un convegno organizzato dai Cinque Stelle sabato 21 febbraio nella sala maggiore del Municipio, con la partecipazione dell’eurodeputato pentastellato Marco Affronte e della candidata alle prossime elezioni regionali, Erika Baldin. Affronte ha descritto le peculiarità del mare Adriatico, specificando che le condizioni dello stesso permettono di trivellare per la bassa profondità. Questo assicurerebbe vantaggi per le multinazionali interessate. Le trivellazioni sono previste in Croazia e partiranno a breve. Il Movimento Cinque Stelle ha quindi paventato i rischi per l’ambiente, come la subsidenza e le dispersioni in mare. “Il nostro mare è già inquinato dagli idrocarburi – spiega Erika Baldin – gli incidenti avvengono ma nessuno ne parla, come sversamenti e perdite che normalmente accadono durante le operazioni di trivellazione e pompaggio, nonché l’utilizzo di forti quantità di prodotti chimici. Per ispezionare i fondali stanno usando una nave, la cui strumentazione rischia di colpire il sistema nervoso dei cetacei.
Non dimentichiamoci poi la questione subsidenza cui tutta la nostra costa è soggetta. Forti anche i danni causati dal rigassificatore. La colpa sta nell’aver concesso alla compagnia petrolifera di utilizzare un sistema a ciclo aperto che causa il rigetto a mare di acqua sterile e la desertificazione dell’ambiente marino circostante. Bastava, con un misero 1% del ricavato, utilizzare un sistema a ciclo chiuso che avrebbe salvaguardato l’ambiente e le specie ittiche che vivono in questo tratto di mare”. Nel convegno è poi emersa la necessità di un maggiore coinvolgimento degli operatori nelle scelte della politica regionale e “che i ricavi delle multinazionali non prendano il sopravvento sul rispetto dell’ambiente e della nostra economia”. “Le nostre risorse sono esigue – ha concluso Baldin - e il prodotto che si ricava ha una durata di circa 31 mesi, inoltre non è nemmeno di pregio. Non ci sono, quindi, le condizioni per permettere le trivellazioni, che non porterebbero un ritorno economico al Paese”. A.V.
ELEZIONI REGIONALI 31 MAGGIO 2015
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8 Chioggia Economia Turismo: preoccupazioni e aspettative degli operatori. Serafini del Gtc e Bellemo di Ascot
Editoriale
La stagione è alle porte: è tutto pronto?
Sì alle trivelle in Adriatico. Possibile!!? di lorenzo Zoli*
di Andrea Varagnolo
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Gli imprenditori
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segue da pag.
Gli imprenditori si dicono pronti ad accogliere il popolo dei vacanzieri nella speranza di riscattare la deludente perfomance dello scorso anno. Ma non mancano le apprensioni
opo un’estate - la scorsa - catastrofica, il comparto turistico cerca di risollevarsi preparandosi al meglio per la stagione alle porte. Gli imprenditori sono pronti ad accogliere i primi vacanzieri, sperando di iniziare una stagione lunga e proficua. Ma le incertezze permangono e nell’anello “debole” della catena – ovvero gli operatori che operano con i giornalieri - rimane una certa apprensione. A fare il punto della situazione sono due rappresentanti dei gestori, Luciano Serafini di Gtc e Giorgio Bellemo di Ascot. “Bisogna considerare – spiega Serafini - che il fenomeno turistico predominante è quello del pendolarismo. Se i campeggi l’anno scorso hanno tenuto, ciò è avvenuto grazie alla clientela stanziale e all’alta percentuale di stranieri. Nei campeggi ci sono anche persone che arrivano a trascorrere una stagione intera nella nostra località”. Serafini, quindi, descrive i punti di debolezza della catena. “Al di là delle condizioni meteorologiche – continua - si possono mantenere le posizioni. Ma gli stabilimenti balneari, pur lavorando di riflesso con gli stanziali, hanno avuto un peggioramento della loro situazione perché lavorano di più con i pendolari”. Giorgio Bellemo, di Ascot. Si passa poi ai problemi della città. “Speriamo che partano presto i lavori di difesa, “Se per il megatubo non dobbiamo preoccuparci consistenti nella soffolta e nel ripascimento – dice – prosegue - l’incertezza è più alta per quanto riguar- – e auspichiamo che ci sia anche quest’anno il ricoda il ripascimento. Quest’anno noscimento della Bandiera con la burrasca di inizio febbra- Serafini: “L’incertezza Blu e che i lavori dell’interio le cose si sono notevolmente riguarda il ripascimento”. vento di difesa della lagucomplicate. Servono tante risor- Bellemo: “Abbiamo na, che comprende anche se e di conseguenza interventi il problema irrisolto il megatubo, vengano pormassicci. Bisogna ricordare chi delle concessioni” tati a compimento il prima in questi anni di crisi ha contipossibile. Auspichiamo infinuato a confrontarsi continuamente con le dinami- ne interventi di riqualificazione modesti dell’arredo che di mercato, con le nuove aspettative del turista. urbano del lungomare”. Ma, secondo Bellemo, che Per la maggior parte siamo sicuramente in linea con rappresenta prevalentemente gli stabilimenti balneail mercato”. ri, le criticità sono ancora tante. A tracciare il quadro delle aspettative è anche “La situazione delle imprese balneari è triste –
Luciano Serafini e Giorgio Bellemo conclude -. Abbiamo il grande problema irrisolto delle concessioni, in quanto non c’è alcuna certezza sulla durata delle stesse: sarebbe come avere un’impresa in affitto e non sapere quanto durerà il contratto e quanto si deve pagare. C’è anche il ragionamento delle tariffe di igiene ambientale: sulla modalità del servizio e sui costi e a tal proposito deve intervenire la Regione. Le spiagge si innovano di continuo, gli ammodernamenti vengono continuamente attuati. Ormai le spiagge hanno di tutto e di più. Alla nuova giunta comunale chiediamo che questo settore produttivo sia tenuto in giusta considerazione. I tempi per ottenere strumenti operativi devono essere ridotti, bisognerebbe creare un unico ufficio, che gestisca a 360 gradi le problematiche delle spiagge, con una visione elastica delle varie situazioni”.
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Quindi, in mancanza di una legge che impedisca la ricerca di idrocarburi in Alto Adriatico con la metodologia del vibroseis, i giudici hanno fatto ciò che dovevano: annullare il “no” della Regione alla esplorazione, basato su una norma appunto regionale non più al passo con i tempi. Certo: anche una bambino capirebbe che la ricerca è quasi certamente finalizzata allo sfruttamento dei giacimenti. Ma questo non è un problema dei magistrati: è giusto che non lo sia. E’ un problema dei politici. Sta a loro ora difendere il territorio. E magari trovare una volta per tutte una via per lo sviluppo che non passi necessariamente per lo sfruttamento intensivo, per le grandi infrastrutture, per l’attesa di qualche investitore che si metta le mani sul cuore e dirotti qui i suoi progetti. E’ una via facile, questa. Ma costellata di disillusioni. Pensiamo al caso Enel: 10 anni di promesse, di annunci mirabilanti per la centrale di Porto Tolle. Avrebbe dovuto essere convertita prima a combustibile tipo Orimulsion, poi a carbone. Si è parlato di investimenti per oltre 2 miliardi di euro, di centinaia di posti di lavoro. Alla fine, Enel ha mollato: non se ne farà nulla. Non si può sempre dipendere dagli altri. Il territorio va difeso, valorizzato, tutelato, pensato 365 giorni all’anno. Non solo quando all’orizzonte si palesa una possibile minaccia. Bello – davvero – che ora il mondo politico faccia quadrato contro le estrazioni e la subsidenza. Ma non deve essere questo il movente, perlomeno quello prioritario, per capire che nel Delta abbiamo un tesoro. Un Parco che è un tesoro vero. Rendersene conto, pianificare, investire, anche creare. Trovare una strada per lo sviluppo che in altri paesi è realtà per decenni. E all’improvviso, quasi senza accorgersene, le trivelle non faranno più paura.
*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it
La variazione è indispensabile per poter accedere ai finanziamenti e alle promozioni di interesse turistico promosse dalla Regione
“conchioggiasì” rimane in vita e diventa consorzio d’impresa
imane in vita il consorzio “ConChioggiaSì”. Sino a poco tempo fa sembrava fosse scontata la sua fine ma, grazie alla volontà e alla tenacia di un gruppo di imprenditori, ConChioggiSì può continuare a volare alto, per promuovere la località di Chioggia e il suo lido. Nell’ultima riunione associativa è stata ufficializzata la richiesta di trasformare l’organismo in “consorzio d’impresa”, per poter così accedere ai finanziamenti e alle promozioni di interesse turistico promosse dalla Regione. Per essere riconosciuti bisognerà raggiungere il numero di iscritti fissati dal regolamento, traguardo ritenuto assai vicino, e gli associati do-
vranno accettare il nuovo regolamento che – aspetto da non trascurare - non comporta costi aggiuntivi né obblighi d’investimento. Il presidente uscente, Marco Boscolo Camiletto, ha spronato gli indecisi affinché aderiscano all’iniziativa per poter così essere reali protagonisti e artefici del futuro della città. “Chi aderirà diventerà protagonista e artefice del futuro della città”, ha chiosato. L’assemblea ha deciso di mantenere la quota associativa a 100 euro più Iva, somma più che accessibile per tutti. Ma c’è anche un aspetto sbalorditivo che coinvolge la realtà imprenditoriale. Potrà sembrare incredibile, ma alcuni soci, negli anni passati, non hanno
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pagato il Consorzio per quanto dovuto. Sembra – come sostengono i responsabili del consorzio – che alcuni abbiano furbescamente scaricato l’Iva (il meccanismo dell’Iva prevede che sugli acquisti l’imposta sia a credito). È stato quindi dato mandato ad uno studio legale affinché proceda in giudizio contro i soci morosi che, negli ultimi anni, “non hanno mai pagato il Consorzio pur avendo scaricando l’imposta sul valore aggiunto”. Si tratta di una cifra importante, circa 30 mila euro, di significativa evidenza e importanza nei bilanci. A.V.
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10 Chioggia Il caso La denuncia del presidente regionale di UnionMare Leonardo Ranieri
Canoni demaniali e concessioni, le imprese turistiche chiedono al Governo di intervenire di Miriam Vianello
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l settore turistico sembra non trovare pace poiché ci sono due questioni, come i canoni demaniali e le concessioni, che necessitano di essere risolti. “Le trentamila imprese turistiche italiane che operano nel settore della balneazione (stabilimenti balneari, camping, alberghi, ristoranti, ecc.) – afferma Leonardo Ranieri, presidente regionale di UnionMare Veneto - si trovano in uno stato di profondo malessere per la condizione di precarietà dovuta al venir meno delle norme che hanno, per decenni, garantito la continuità delle aziende insieme alla crescita dell’intero settore. Inoltre rischiamo di perdere terreno nel mercato turistico internazionale. Portogallo, Croazia, Spagna, hanno una durata di concessioni demaniali ben più elevata della nostra. Questo clima di estrema incertezza ha bloccato gli investimenti che sono fondamentali per avere strutture all’avanguardia e in grado di attirare turisti”. Per tale ragione le sigle sindacali si sono riunite elaborando un documento per chiedere al Governo di riconvocare il prima possibile il tavolo tecnico e discutere sulla possibilità di portare le concessioni alla du-
“Le trentamila imprese turistiche italiane che operano nel settore della balneazione vivono in uno stato di precarietà e incertezza”
NEWS Interessate oltre un centinaio di famiglie
Case che sarebbero edificate su aree demaniali, il demanio batte cassa
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Canoni demaniali troppo alti, molte aziende rischiano la chiusura immediata rata di almeno 30 anni, valutare eventuali possibilità di sdemanializzazione con diritto di prelazione, ed inoltre stabilire un equo indennizzo nel caso di cessione coattiva a favore di terzi. Un’altra annosa questione è quella dei canoni demaniali. “Sono troppo alti – continua Ranieri – in particolare oltre 200 aziende a cui sono stati applicati i valori Omi sono a rischio chiusura immediata. Non si sono capite le ragioni che non hanno reso possibile il semplice rinvio, entro l’anno, sia del pagamento dei canoni impossibili che delle decadenze dei titoli dovuti appunto al loro mancato pagamento. E’ ormai da anni che si cerca di trovare una soluzione ad un problema che, giorno dopo giorno, si è fatto sempre più drammatico. Ora stiamo entrando nei titoli di coda e le imprese si trovano già oltre il baratro”. Già con la legge di stabilità lo stesso Governo, oltre che il Parlamento, aveva riconosciuto che i canoni richiesti fossero insostenibili consentendo, per chi avesse contenziosi in atto, di chiuderli con una transazione del 30%. Pertanto le sigle sindacali hanno deciso di elaborare un secondo documento che invita il Governo ad intervenire tempestivamente sulla questione attendendo fiduciosi delle buone notizie”.
Leonardo Ranieri
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l Demanio batte cassa e rivendica somme considerevoli ad alcuni proprietari di case situate a Sottomarina, in quanto sarebbero state edificate su aree demaniali. Nelle scorse settimane l’Agenzia del Demanio ha fatto pervenire ad alcuni proprietari delle ingiunzioni di pagamento, anche di alcune centinaia di migliaia di euro, quale pagamento per “occupazioni senza titolo su terreni di proprietà dello Stato”. La vicenda è complessa e interesserebbe oltre un centinaio di famiglie. A spiegare quanto accaduto è l’ex assessore al demanio, Mauro Mantovan del Partito Democratico. “Nella storia – spiega Mauro Mantovan - i cittadini avevano costruito dei fabbricati in varie zone di Sottomarina e negli anni sono stati fatti anche i cambi di proprietà. E i notai stessi continuavano a fare i rogiti. Per di più, l’Intendenza di Finanza incassava le somme dei rogiti”. Aspetto questo, assai importante, secondo l’ex assessore, che aveva seguito direttamente la vicenda interessando anche i palazzi romani. “La stessa Intendenza di finanza era anche la stessa che intascava le somme dei terreni demaniali – continua Mantovan – in pratica c’era un ufficio a Chioggia che faceva tutto. Questa mi sembra un’incongruenza devastante”. Ma quale strada intraprendere per risolvere fattivamente la questione così delicata? Secondo Mantovan una soluzione ci sarebbe. “La gente non ha costruito in maniera abusiva – spiega – ma su aree che riteneva di proprietà, in totale buona fede, tant’è che i passaggi di proprietà sono stati fatti e l’Intendenza di Finanza accettava i tributi sulle aree in questione. Si potrebbe ora anche avviare un ragionamento affinché venga riconosciuto l’usucapione”. Per ora permane molta incertezza e l’unica via attualmente percorribile rimane quella dei ricorsi, strada che hanno già iniziato ad intraprendere alcune “vittime” del caso, che giorno dopo giorno continueranno ad aumentare, a meno che non venga intrapresa un’iniziativa legislativa ad hoc. Tentativo già attuato in passato, nei mesi scorsi fu infatti elaborata una proposta legislativa che prevedeva l’acquisto da parte dei privati dei soli terreni ove sorgevano i fabbricati per il doppio del valore venale. A.V. Ma nulla andò in porto.
Chioggia 11 Il caso La notizia è una prima vittoria per le darsene che da tempo contestano il progetto
Ponte sul Brenta, la Regione non mette a bilancio il finanziamento di Sara Boscolo Marchi
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a Regione Veneto non rimettere a bilancio i fondi per lo sbarramento del Fiume Brenta. La notizia è una prima vittoria per le darsene che, da tempo contestano in tutti i modi il progetto di questa “piccola grande opera” che rischia di danneggiare irreparabilmente le loro attività e portarli alla chiusura. “Non conosciamo le motivazioni di questa scelta – afferma Marino Masiero, amministratore delegato della darsena Marina del Sole e che, con la sua associazione Slow Lagoon, partecipa al Gruppo Turismo Chioggia – ma notiamo come si stia già cercando di addossare la responsabilità di questa bocciatura a noi operatori e non alle pubbliche amministrazioni artefici di dello scellerato progetto. Lo sbarramento del fiume Brenta, in accoppiata al ponte, è pericoloso per via del possibile cedimento degli argini – continua Masiero - Lo stesso progettista dell’opera ha ammesso la loro fragilità durante le piene. Inoltre, idraulici di fama internazionale hanno pubblicamente dichiarato l’inutilità dell’opera, che diventerebbe pericolosa per chi vive e lavora nel territorio limitrofo, senza contare gli ingenti danni economici alle imprese nautiche”. Sospendendo i finanziamenti, la Regione sembra prendere tempo e Gruppo Turismo è pronto a scommettere che il motivo sia l’inefficacia del progetto, il cui costo previsto si aggira sui 22 milioni di euro. “Non capiamo – conclude Masiero – come mai sia stato pubblicato il bando e
“Notiamo come si stia già cercando di addossare la responsabilità a noi operatori” assegnato l’appalto mentre è in pendenza un ricorso al Tar, uno alla Corte dei Conti e diversi esposti alla Procura della Repubblica denunciavano una grave serie di violazioni amministrative e tecniche”. In questi ultimi mesi, poi, la vicenda si è trasformata in una sorta di guerra tra gli interessi di chi rischia di chiudere la propria darsena e i residenti della frazione di Ca’Lino e Isola Verde che, attraverso il ponte, potrebbero arrivare a Chioggia evitando la Romea. “Niente di più falso – conclude Masiero - Il ponte andrebbe sì costruito, ma vicino alla foce, dove collegherebbe i due litorali e costerebbe la metà. Solo in questo modo i residenti delle frazioni avrebbero un notevole miglioramento della propria viabilità”.
Masiero (Gruppo Turismo Chioggia): “Ora non si provi a dare la colpa a chi ha solo tutelato le proprie imprese”
Marino Masiero
NEWS Un sito per i pescatori di Chioggia
Il mondo della pesca nel web
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iffondere la conoscenza e il consumo del prodotto ittico locale con un click, grazie al sito www. chioggiapesca.it. A Chioggia, grazie alla Fondazione della Pesca con la collaborazione dell’amministrazione comunale, si è sviluppata l’idea della creazione di un sito web per favorire la conoscenza e il giusto rilancio del mercato ittico di Chioggia. Il progetto, nato nel mese di ottobre 2013, è partito dall’idea che non tutti i consumatori conoscessero la realtà del mercato ittico locale e di come i vari lavoratori operassero all’interno di esso. Quindi, perché non mettere insieme tutto il mondo della pesca, dai pescatori, ai commercianti, ai ristoratori per far conoscere in tutte la sfaccettature il prodotto ittico? Così, a marzo dello scorso anno, per rispondere alle varie curiosità degli utenti e anche per aumentare la competitività sul territorio, è nato il portale web che ha già riscosso un grande successo con moltissime visualizzazioni. Nel portale è possibile anche conoscere le procedure di accreditamento per i grossisti che non operano ancora all’interno del mercato ittico. Molte reti televisive locali, come TelePadova, hanno manifestato un forte interesse per questo progetto, invitando Chioggia Pesca ad una loro trasmissione per spiegare ulteriormente le iniziative attuate. Nel portale si possono trovare schede tecniche e video ricette che spiegano le varie fasi di preparazione di cottura del cibo, e questo è stato possibile grazie alla collaborazione con i vari ristoratori locali. E perché non estendere questa iniziativa anche verso i mercati esteri? A tal proposito il sito Chioggia Pesca sta già avviando una versione in inglese del sito. Questo portale, sempre in continua crescita e che può essere definito tra i migliori del settore in Italia, si prefigge di rispondere in modo sempre più completo alle richieste degli utenti e della A.V. città.
12 Chioggia Commercio A Brondolo in programma l’inaugurazione a maggio
Chioggia si prepara all’apertura del primo Centro commerciale Il nuovo retail park ospietrà un ipermercato, sei medie superfici, sei negozi di vicinato, un bar e un ristorante. E’ situato alla periferia di Chioggia, affacciato sulla Romea di Andrea Varagnolo
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l Clodiense si prepara all’apertura del primo centro commerciale della città. Salvo rinvii, a maggio aprirà a Brondolo il nuovo retail park, che ospiterà un ipermercato, sei medie superfici (tra i 250 e i 2500 mq), sei negozi di vicinato (fino a 250 mq), nonché un bar e un ristorante. Saranno queste le proporzioni del nuovo parco commerciale, situato alla periferia di Chioggia e affacciato sulla Romea. Facilmente e comodamente raggiungibile da ogni parte della città, eserciterà la sua attrattiva su un bacino di utenza stimato in 108 mila abitanti per 30 minuti auto dal polo. Ma l’aspetto più importante sta nel fatto che si tratta del primo centro commerciale dell’intero territorio comunale. Apertura che colma quindi un gap, che allinea la città a quelle limitrofe. Osteggiato apertamente dal commercio locale e, in particolare, dall’Ascom, il progetto del centro ha trovato la strada irta di ostacoli ma, alla fine, la società Igd ha avuto la meglio, ottenendo i necessari permessi di costruire e le altre autorizzazioni previste dalla legge.
Alla fine la società ha ottenuto i permessi di costruire, e le altre autorizzazioni Il complesso è stato presentato al Mapic di Cannes, il salone internazionale del settore immobiliare specializzato nel segmento commerciale
L’area scelta è una vasta zona di terreni incolti, da molto tempo, di fatto, inutilizzata. Un’area che ha visto, negli ultimi anni, una profonda riqualificazione, che troverà compimento fra qualche settimana, quando sarà tagliato il nastro del nuovo, imponente, complesso. Ma l’apertura del centro è stata preceduta dall’in-
troduzione di altri grossi punti vendita: Brico e Tigotà, aperti già dall’estate del 2013. A completare il quadro il primo Mc Donald’s della città, anch’esso aperto nell’estate del 2013. Fra qualche settimana nell’area di Brondolo tagliata in due dalla Romea, fiorirà dunque un nuovo centro nevralgico del com-
mercio cittadino. Svariati i negozi che apriranno i battenti, anche se la proprietà – per ora – si è limitata a diffondere scarne informazioni. Ma è quasi certo che, fra i nuovi punti vendita che apriranno i battenti ci saranno, oltre all’IperCoop, anche i marchi Decathlon, Trony, Scarpe & Scarpe.
Altra novità, assai importante per la popolazione chioggiotta, consiste nell’introduzione di un distributore di gpl. Apertura, questa, che sarà particolarmente gradita, visto che il distributore di gas più vicino al centro si trova a Sant’Anna di Chioggia. Ma come si presenterà il nuovo retail park? Ci sarà una grande struttura di vendita alimentare posta sul lato sud, per consentire un più agevole accesso alla vasta zona parcheggio, di 1.500 posti auto. Sono stati poi realizzati due piani collegati, oltre che da rampe, anche con ascensori e scale mobili. E al piano superiore si potrà giungere anche con i propri mezzi, grazie a una rampa posta a est. A questo progetto la società costruttrice ha sempre creduto fortemente. Il complesso è stato perfino presentato al Mapic di Cannes, il salone internazionale del settore immobiliare specializzato nel segmento commerciale. Adesso restano solo da verificare gli effetti che avrà questa nuova apertura e quanto realmente influirà sul commercio locale tradizionale.
Alessandro Da Re (Ascom): “un disastro per i commercianti locali”
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a crisi non è ancora alle spalle dei commercianti e a Chioggia e Sottomarina i negozi continuano a chiudere. “La situazione è difficile – afferma il presidente di Ascom Confcommercio Chioggia, Alessandro Da Re – gli affitti sono alti, troppe le tasse, manca la clientela e l’economia locale è messa in ginocchio. Anche il quartiere di Borgo San Giovanni, dove solitamente non si sono mai avuti negozi sfitti, comincia ad abbassare le prime saracinesche. Con l’apertura del centro commerciale di Brondolo andrà a finire ancora peggio”. L’inaugurazione del nuovo spazio commerciale è prevista per i primi di maggio. “A risentirne saranno soprattutto i piccoli negozi – continua Da Re – e quelli delle frazioni. Gli unici che riescono ad andare avanti sono quelli che hanno le mura di proprietà e quindi, non avendo affitti da pagare, possono arrivare con maggiore tranquillità a fine mese”. Ascom si è battuta per impedire l’apertura di questo centro commerciale per otto anni. “L’ideale sarebbe stato vincere il ricorso – spiega Da Re - ma abbiamo ottenuto lo stesso un ottimo risultato. Se avesse aperto quando doveva aprire, infatti, avrebbe avuto effetti ben peggiori di quelli che vivremo tra poco”. Il Presidente di Ascom crede poco alla possibilità di fare sinergia con il parco commerciale. L’idea che i clienti del centro, poi
Alessandro Da Re vadano anche a passeggiare in centro storico non lo convince. “Non conosco nessuno che vada alla Nave de Vero o a Auchan e poi faccia una passeggiata a Mestre, oppure che vada a Panorama e faccia una passeggiata a Marghera, o da Piazza Grande, poi vada in giro per Piove di Sacco. Chi si reca al parco commerciale, difficilmente poi passa a ravvivare il centro storico cittadino. Chi lo afferma, in questi ultimi anni ha mai fatto una passeggiata in centro a Mestre? Sembra di essere nel deserto dei tartari”. Da Re si appella all’amministrazione comunale: “Si deve cominciare a cercare di ridurre le tasse. Se si lavora meno, si producono meno rifiuti. Perché il Comune non prende esempio dall’amministrazione di Mira e non va a trattare con Veritas per una riduzione delle bollette? Anche 100 euro in meno all’anno darebbero respiro a commercianti e famiglie”. Sara Boscolo Marchi
Chioggia 13 Commercio Ascom, Comune e commercianti
“Avanti assieme per il centro commerciale naturale” La Regione finanzia il progetto che vale 335mila euro e mette a disposizione 161mila euro di Sara Boscolo Marchi
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na sala gremita ha assistito all’incontro organizzato da Ascom lo scorso 25 febbraio presso la Darsena “Le Saline” di Chioggia per promuove il progetto del centro commerciale naturale finanziato dalla Regione Veneto. La presentazione è stata affidata Tiziano Minuzzo, esperto di marketing e formazione, che ha confermato un surplus di offerta sulla domanda in ambito commerciale. “Non c’è un attimo da perdere - ha affermato Minuzzo - Per essere scelti e preferiti dai consumatori, bisogna essere ben visibili e distinguersi dagli altri. Indispensabile puntare sul fattore umano e sull’organizzazione. I centri storici devono diventare un polo di business, dove tutti possono fare affari, dal commerciante, all’immobiliarista e ovviamente il cliente. O si decide di crescere o ci si siede e si aspetta la fine della
crisi”. Il progetto è piaciuto alla Regione, che ha deciso di finanziarlo stanziando 161 mila euro, che andranno a coprire parte delle spese, a patto che arrivino investimenti anche da parte dei privati e dell’amministrazione comunale. In questo modo, se si avviassero interventi di riqualificazione urbana e si creassero aree per bambini o migliorie all’arredo urbano dei centri storici per un costo complessivo di 120 mila euro, il Comune ne spenderebbe sessanta mila, mentre la Regione coprirebbe il restante 50%. Lo stesso varrebbe per l’organizzazione di manifestazioni, nelle quali la Regione investirebbe 22 mila euro, a fronte di una spesa di 55 mila euro. Il progetto per un Centro Commerciale Naturale vale complessivamente 335 mila euro: 161 mila finanziati dalla Regione, 60 mila dal Comune e 114 mila tramite gli in-
NEWS Riorganizzazione telematica
La rivoluzione digitale investe il comune
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a rivoluzione digitale investe il Comune di Chioggia. Come previsto dalle disposizioni centrali, l’amministrazione Casson ha approvato il “Piano di informatizzazione delle procedure per la presentazione delle istanze, dichiarazioni e segnalazioni”. Si tratta di una vera e propria riorganizzazione telematica che consentirà al cittadino di completare le proprie procedure e tracciare l’istanza presentata attraverso l’individuazione del responsabile del procedimento. In alcuni casi, poi, sarà possibile ottenere anche l’indicazione dei termini entro i quali aver diritto a una risposta. Tutto comodamente online, tramite il portale del Comune. “L’amministrazione comunale possiede già una struttura telematica a cui appoggiarsi per realizzare il piano di digitalizzazione – afferma il sindaco, Giuseppe Casson – I nostri uffici e i nostri dirigenti hanno iniziato già dal 2010 a seguire questo tipo di percorso inno-
vativo per non ritrovarsi impreparati di fronte all’annunciata riforma dell’informatizzazione dell’amministrazione pubblica. Ora si tratta di fare sintesi, di investire le risorse adeguate e di creare un portale del cittadino in grado di fornire tutti i servizi aggiuntivi”. Se il Comune si sta attrezzando per far entrare a pieno regime la fatturazione elettronica entro la fine di marzo, per i servizi demografici esiste già un’area del portale comunale in cui il cittadino può richiedere alcuni certificati da ritirare presso gli uffici. Il servizio commercio, invece, ha avviato lo sportello telematico del Suap, mente il settore all’urbanistica ha completamente informatizzato l’attività di back office che consente la gestione digitale delle istanze presentate e si integra con il protocollo informatico dell’Ente. Anche il settore dell’edilizia sta realizzando un progetto di digitalizzazione e consultazione online delle pratiche. S.B.M.
vestimenti di privati. L’amministrazione ha finora risposto presentandosi alla sfida proposta da Ascom: in sala il vice sindaco e assessore al turismo, Luigi De Perini, insieme all’assessore alle Attività produttive, Marco Dughiero. “Il nostro impegno è totale – ha affermato Dughiero – per migliorare la segnaletica dei centri storici, i parcheggi, l’accesso alla città. Stiamo raschiando il fondo del barile. Purtroppo il bilancio è estremamente vincolato dal patto di stabilità, ma è nostro dovere impegnarci per trovare le risorse necessarie per portare avanti questo progetto”. Anche De Perini si è detto pronto ad affiancare Ascom in questa avventura. “In oriente, la parola ha crisi – ha spiegato – significa opportunità. E noi dobbiamo lavorare su questo. Vedere la situazione sotto
Il Centro di Chioggia un’ottica diversa e cercare di invertire la tendenza negativa”. Molti commercianti del territorio aderiranno al piano presentato da Tiziano Minuzzo, che inoltre prevede interventi di miglioramento dell’accoglienza turistica e adeguamento dei punti vendita, per i quali BCC, Banca di Credito Cooperativo, è già pronta a mettere a disposizione alcuni finanziamenti a tassi agevolati. “L’anima della nostra associazione – ha ricordato il presidente di Ascom Confcommercio Chioggia, Alessandro Da Re – sono i nostri commercianti. Noi siamo impegnati
già da tempo nel trovare risorse per portare avanti questo progetto. Se i nostri associati aderenti dovranno spendere 1.000 euro, faremo in modo che da noi possano riceverne almeno la metà, se non di più – e conclude - Crediamo tantissimo nella creazione del Centro Commerciale Naturale e vogliamo davvero trasformare il cuore della nostra città qualcosa di unico, in grado di competere senza problemi con i tanti centri commerciali artificiali senz’anima che ci sono in giro e che tra poco arriveranno anche nel nostro territorio”.
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14 Chioggia Politica Frattura nel partito locale
Romina Tiozzo e Domenico Zanni in rotta con la maggioranza del Pd di Andrea Varagnolo
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rattura nel Pd locale, i consiglieri dissidenti Romina Tiozzo Compini e Domenico Zanni vanno in rotta di collisione con la maggioranza del partito e vengono estromessi. La vicenda, che riguarda i due esponenti dem, si trascina ormai da dicembre, quando la Compini e Zanni non condivisero la linea decisa dal partito per sfiduciare il sindaco Giuseppe Casson. Da allora si è assistito a un continuo susseguirsi di accuse reciproche, che non ha fatto che aumentare la tensione, fino alla decisione della maggioranza del partito di non considerarli più come esponenti Pd. Formalmente quindi non si tratta di un’espulsione ma, di fatto, della fine di un rapporto di fiducia e di serena collaborazione. “Noi, come Pd, non siamo più rappresentati da otto consiglieri, ma da sei – spiega Christian Boscolo Papo, segretario comunale del partito - in quanto Tiozzo e Zanni, sono fuori dal gruppo consiliare comunale. Loro si sono infatti dimostrati in
Romina Tiozzo Compini e Domenico Zanni continuo disaccordo con linee decise dal partito, di fatto si sono autoesclusi. Solo la commissione di garanzia della sede provinciale del partito può esprimersi sulla defenestrazione. Per essere espulsi devono ravvisarsi fatti gravi e, in questo caso, ricorrono tutti gli estremi per giungere a una decisione di questo tipo”. I due consiglieri, ovviamente, esprimono rammarico e leggono la decisione dell’estromissione dal gruppo consiliare come una forzatura. “Ci dicono che siamo già fuori – spiegano i due in una nota congiunta – ma ricordiamo che nel regolamento comunale non è contemplata l’espulsione. Dal momento in cui il capogruppo ricorda i comportamenti
di contrasto che hanno segnato la rottura a partire dalla mancata sottoscrizione della mozione di sfiducia al sindaco, spediamo al mittente ogni accusa in quanto tale mozione si è rivelata come previsto: inutile per mancanza di numeri per sottoscriverla, strumentale perché serviva solo a fare la resa dei conti all’interno del Pd e tutto questo si è tradotto in un grave errore politico in quanto il sindaco è stato rafforzato e ne è uscito un Pd isolato in Calle Padovani, mentre Renzi apre al mondo”. I due spiegano, inoltre, di essere stati vittima di un “tentativo di isolamento” che ha “relegato la loro presenza esclusivamente sulle commissioni minori”.
FOCUS IIS Cestari-Righi, corso di “Primo soccorso”
consegnato agli studenti Un attestato che può salvare la vita
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rimo soccorso”: un attestato che può salvare una vita. Anche quest’anno gli studenti delle classi quinte dell’IIS Cestari-Righi hanno avuto l’opportunità di conseguire l’attestato di formazione sul “primo soccorso”. Questa attività è stata guidata dal primario del reparto di “Pronto Soccorso” dell’ospedale di Chioggia dott. Andrea Tiozzo e dal suo staff medico in collaborazione con i docenti di Scienze Motorie del Cestari-Righi e prevedeva 12 ore complessive. Si è trattato di una serie di incontri dove la teoria era accompagnata anche da esercitazioni pratiche grazie anche all’ausilio di manichini messi a disposizione dall’Asl di Chioggia. Gli studenti hanno così potuto apprendere le tecniche più adatte per intervenire in casi urgenti e imprevisti e predisporre tutte le misure più adeguate da attuare nell’eventualità di un fatto traumatico. Cosa fare in caso di malori? Chi deve intervenire? Cosa mi devo comportare con una persona che ha subito un infortunio o un malore improvviso? All’educazione alla salute, ed in particolare all’emergenza sanitaria, la
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scuola sta dedicando sempre più attenzione così come è andata via via aumentando la sensibilità dell’intera cittadinanza che vuol acquisire maggiori conoscenze in questo settore che coinvolge tutti. Anche l’IIS CestariRighi ha accolto con grande interesse già da vari anni le varie proposte e le esperienze formative offerte dagli operatori del settore sanitario e con il progetto educativo “Primo Soccorso a scuola - A scuola di Primo Soccorso” gli studenti sono così invitati a formarsi per riconoscere le situazioni potenzialmente pericolose per la vita e quali potrebbero essere i primi interventi da attuare in caso di emergenze. L’ultima lezione – per alcune classi il 5 febbraio e per le altre il 24 febbraio 2015 – si è svolta direttamente nella sede operativa del 118 a Mestre. Gli studenti sono stati accolti dal dott. Paolo Caputo, responsabile del Centro Operativo 118, e dal suo staff. Si è trattato di una vera occasione per vedere in diretta come avviene la gestione delle emergenze sanitarie. Eugenio Ferrarese
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16 Chioggia Ricorrenze La festa del gruppo “Chioggia 1” è in programma per il 24 maggio
Il gruppo Scout compie 70 anni I festeggiamenti per il compleanno si terranno durante la “festa popolare” all’oratorio dei Salesiani con tanti eventi per tutte le età di Andrea Varagnolo
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l gruppo scout “Chioggia 1” dell’Agesci compie 70 anni. Era il lontano 1945, immediato dopoguerra, quando vennero gettate le basi che diedero vita a uno dei sodalizi più importanti della città, e punto di riferimento per tantissimo giovani e non solo. Citano il loro fondatore, lord Robert Baden-Powell, per spiegare l’importanza dell’esperienza, su cui si basa il futuro. “Guarda più lontano, guarda più in alto, guarda più avanti e vedrai una via, ma sappi anche voltarti indietro per guardare il cammino percorso da altri che ti hanno preceduto, essi sono in marcia con noi sulla strada”. La ricorrenza cadrà il 24 maggio, solennità di Maria Ausiliatrice, quando ci saranno i festeggiamenti per il compleanno, assieme a quelli della “Festa Popolare”. Gli scout di Chioggia nacquero con un “Riparto (ragazzi dai 12 ai 16 anni) sotto la sigla Asci (Associazione Scout Cattolici Italiani)”, sotto il mantello dell’opera salesiana, presente in città dal 1899. Quando, nel 1974, fu costituita l’Agesci, dalla fusione dell’Associazione femminile Agi e maschile Asci, il Gruppo Chioggia 1 risultava formato da un Branco di Lupetti che nell’anno associativo 1976-1977 è diventato anche Cerchio di Coccinelle, un Reparto maschile che nell’ottobre del 1977 è stato affiancato dal Reparto femminile, Primo Sole, e un Clan di Rovers che nel 1978 è diventato anche Fuoco di Scolte. Negli anni Novanta l’associazione mise in atto
Il gruppo scout “Chioggia 1” un’attività particolarmente intensa, di cui ricordiamo i traguardi più importanti. Nel 1992 le Guide, a conclusione di un’impresa di Reparto, dopo anni di autofinanziamento, vivono un campo di quattro giorni in Austria. Negli anni ‘93 – ‘94 si vive l’esperienza dell’accoglienza in famiglie di Scouts di bambini bosniaci ospiti del Campo profughi di Pieve di Cadore. Nel 1995 il Branco partecipa all’iniziativa “Diamo una mano al Papa”, il Clan-Fuoco riscopre l’importanza della propria “Carta”, partecipa alla Gmg dell’anno giubilare a Roma, a campi
all’estero: a Lourdes nel 2001, in Romania nel 1998 e 2003, in Moldavia nel 2007, a Sarajevo nel 2010. Ma il “Chioggia 1” è ricordato anche per alcuni interventi di soccorso. A partire dalle alluvioni del Polesine nel 1951, di Valli e Piovini nel 1966, del Piemonte nel 1994, al terremoto in Friuli nel 1976, in Irpinia nel 1980, in Umbria nel 1997, in Abruzzo nel 2009. I festeggiamenti per il compleanno si terranno durante la “Festa Popolare” di maggio, all’oratorio dei Salesiani, con tanti eventi per tutte le età.
La testimonianza La mostra di beneficenza sul Burundi
Tiziana Piva racconta la sua Africa Alcune immagini che sono esposte alla mostra Foto gentilmente concesse da Tiziana Piva
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he cosa sia il “male d’Africa” lo si può comprendere ascoltando il racconto di Tiziana Piva, di professione autista soccorritore presso l’Ulss 14 e coordinatrice della croce rossa, che ha deciso di partire come volontaria in Africa. Un desiderio però che coltivava da diversi anni e che, grazie al sostegno della famiglia e degli amici, è riuscita a realizzare. Tiziana infatti si è rivolta alla Congregazione delle Serve di Maria Addolorata che gestiscono proprio in Burundi, precisamente a Gitega, una missione e hanno costruito un dispensario medico nel quale la volontaria ha potuto fornire la propria professionalità. “Nella missione è stato possibile toccare con mano la vera povertà - racconta
Tiziana Piva - Il primo giorno sedendomi alla povera mensa delle suore mi sono vergognata di mangiare avendo osservato cosa c’era fuori. Ho visto che cos’è la miseria, non ci si veste con abiti decenti e i bambini non giocano. Si diventa grandi subito, si tengono i fratellini e si va al fiume a prendere acqua, cosa assai rara! Di fronte a questa triste realtà e a tanta sofferenza, senti di essere impotente e per quanto cerchi di fare, ti sembra di non aver fatto nulla”. Inizialmente lo scopo di Tiziana Piva era far conoscere le manovre necessarie per la disostruzione pediatrica ma poi in realtà si è dovuta adattare a quello che aveva davanti; il dispensario infatti è una struttura nuova
ma che ancora necessita di essere allestita di tutti i mezzi necessari per curare i malati. Per tale ragione è nata l’idea di una cena di beneficenza per il progetto “Da Chioggia a Gitega, Burundi” e di realizzare, grazie alle foto scattate in Africa, una mostra con lo scopo di raccogliere le offerte per Gitega. Le foto che ritraggano volti sorridenti dei bambini incontrati sono in vendita così da contribuire concretamente a sostenere l’opera missionaria. “Spero con la mostra conclude Piva - di farvi rivivere un po’ di Africa. Desidero inoltre aiutare le suore a sostenere economicamente chi non può neppure permettersi una visita medica e a garantire a tutti i bambini un’infanzia serena”. Miriam Vianello
FOCUS “CHIOGGIA 1”
LE TANTE PERSONE CHE HANNO FATTO LA STORIA DEGLI SCOUT
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ono molte le persone che hanno fatto la storia degli scout del “Chioggia 1”. Ricordiamo le più importanti, partendo dai salesiani, sacerdoti e coadiutori. Giuseppe Maria De Bortoli, don Giovanni Nogler, don Italo Fantoni, don Giorgio Marchiori, don Pierluigi Maistrello, don Silvio Ballarini, don Cesare Vittori, don Gianni Beraldo, don Rossano Zanellatom e il Coadiutore Brando Sartori, attivo dal 1947 fino al 2004. Fra i capisi ricordano Gino Perini, Enrico Chiozzotto, Bonaventura Gamba, Giuseppe Salvagno, Bertotto Luigi, Domenico Arena, Roberto Signoretto, con incarico di zona nella branca G/E (Guide/Esploratori) e della Formazione Capi Nazionale, Pia Donaggio, consigliere generale e incaricata di zona della branca R/S (Rovere/Scolte), Maurizio Pagan, della Pattuglia nazionale L/C (Lupetti/Coccinelle) e “Assistant” ai Campi Nazionali L/C, Graziella Signoretto, Alberto Alfiero, Responsabile della Zona Padova Collemare e della Formazione Capi Nazionale. Si ricordano anche monsignor Antonio Zennaro, assistente ecclesiastico di Zona, all’inizio della storia dell’Asci ai Salesiani, sacerdote diocesano, per parecchi anni Vicario generale della Diocesi di Chioggia e don Agostino Bonivento, Rettore del Seminario diocesano, Assistente Ecclesiastico centrale della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e dell’AGI (Associazione Guide Italiane) cittadina negli anni ‘60. A.V.
Il Museo itinerante “Scuola Antica”. Istituto comprensivo “Chioggia 4”
I bambini della primaria sono entrati in una classe... dell’Ottocento
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’Istituto Comprensivo “CHIOGGIA4”, per iniziativa delle sue scuole primarie, ha accolto il Museo Itinerante “Scuola Antica”, nell’ambito dell’iniziativa denominata “Museo sotto la scuola”, grazie alla quale non sono gli alunni ad andare al museo ma è il museo che si sposta vicino alla scuola. Dal 27 febbraio al 3 marzo, gli alunni delle scuole primarie dell’istituto hanno potuto visitare, all’interno di un pullman di 18 metri parcheggiato davanti alla scuola Don Milani, una ricca e fedele ricostruzione di una classe di scuola dell’Ottocento. Gli alunni hanno potuto provare a scrivere con i pennini ad inchiostro, seduti sui banchi di un tempo e ricercare, con l’aiuto di una guida, i documenti storici più interessanti. Il museo, particolarmente completo nelle varie parti, contiene fra l’altro: materiale cartaceo, abbigliamento, calzature, cartelle, strumenti di punizione morale, arredamento, ecc. ; tramite schermi touch screen è stato possibile consultare libri, atlanti e abbecedari contenuti nel museo; vi si trovano tantissimi reperti storici come quaderni di alunni dell’epoca, pagelle e attestati, fotografie di scolaresche, la patente di maestro elementare, pallottolieri da banco, lumi ad olio sospesi e tanto altro ancora. L’esperienza fatta diverrà, quindi, oggetto di studio per un lavoro di confronto fra la scuola di oggi e quella del passato che gli alunni svolgeranno in classe dei prossimi mesi.
Chioggia 17 Ambiente Il censimento 2014 del Fondo per l’Ambiente Italiano. Il 18 febbraio è stata pubblicata la classifica definitiva
Forte San Felice, primo nel Veneto tra i Luoghi del cuore Oltre 16mila persone con la loro firma o voto digitale hanno voluto esprimere il loro desiderio di non lasciar morire e non rischiare di perdere un gioiello del patrimonio comune di Sara Boscolo Marchi
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Anche il nostrano Forte San Felice, seppuercoledì 18 febbraio è stata resa pubblica la classifica definitiva del censi- re in una dimensione minore, ha ottenuto un mento 2014 dei Luoghi del Cuore del risultato eccellente: diciassettesimo posto della FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano. L’anno classifica nazionale con 16.317 voti certificati, appena concluso ha denotato una straordinaria è il primo in assoluto tra i Luoghi del Cuore del partecipazione di pubblico: 1.658.701 per- Veneto. Un significativo premio morale, nonché un sone hanno espresso un voto per proteggere, salvaguardare, valorizzare luoghi ed edifici di riconoscimento per la grande adesione raccolta immediatamente e grande valore culturale, storico e ambientale Erminio Boscolo Bibi: spontaneamente tra gli abitanti di Chioggia e i lasciati, purtroppo, nel “E’ un risultato suoi amatori e visitatori. degrado o dimenticati incredibile. All’inizio Oltre sedicimila persone da chi avrebbe il compi- eravamo in poche persone senza mezzi” di ogni età e proveniento di conservarli. za socio-culturale, con la Il risultato ottenuto dimostra come il censimento del FAI si sia ra- loro firma o voto digitale, hanno voluto espridicato nella mentalità degli italiani quale stru- mere il loro desiderio di non lasciar morire il mento incisivo di sensibilizzazione a favore del Forte San Felice e non rischiare di perdere un patrimonio culturale e ambientale di tutta la pe- gioiello del patrimonio comune. “É un risultato incredibile se ripensiamo nisola. Il primo sito classificato tra le preferenze del 2014, con 110.341 voti, è il Convento dei a com’è nata la campagna di raccolta firme Frati Cappuccini di Monterosso al Mare, sulle – afferma Erminio Boscolo Bibi, referente del Comitato Forte San Felice per i Luoghi del Cinque Terre liguri.
Il Forte San Felice Cuore FAI - All’inizio dell’estate 2014 eravamo poche persone, senza mezzi, né organizzazione, né appoggi. Eppure, animate da grande passione, abbiamo dato il via alla capillare raccolta firme”. Sulla consistenza del risultato finale esiste una piccola disparità tra i conteggi del Comitato per il Forte San Felice e i numeri considerati dal FAI nazionale. “Abbiamo fatto subito presente che i nostri voti avrebbero dovuto essere circa 18.000, firme originali alla mano – continua Erminio
Boscolo Bibi – e abbiamo chiesto al FAI di effettuare un controllo, da cui è emerso che a causa di un disguido informatico non erano stati effettivamente calcolati 706 voti inviati il 28 ottobre. Ci hanno assicurato che saranno inseriti nella graduatoria ufficiale, il che porterebbe il Forte a rimontare al 15° posto della classifica”. Degli altri 1.104 voti inviati col sistema Wetransfer il 28 novembre, non c’è traccia, invece. Probabilmente, negli ultimi giorni della campagna, con il riversarsi sul FAI di centinaia
“Marzo donna” rende omaggio alle grandi figure femminili di Chioggia
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n occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, il Comune di Chioggia ha voluto promuovere incontri, dibattiti, intitolazioni, premiazioni e musei gratis per creare occasioni di riflessione sul ruolo femminile nella società. Il programma, realizzato dall’assessorato alle Pari Opportunità e condiviso con le associazioni culturali presenti nel territorio e con la Consulta per le Pari Opportunità, vuole ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze che ancora oggi subiscono. Fulcro delle iniziative domenica 8 marzo, durante la quale si è tenuto il “premio di riconoscimento al femminile”. È stato consegnato un riconoscimento alla memoria della maestra Giovanna Salce e premiate le studiose Annamaria Pambianchi, Gina Duse e la velista Silvia Zennaro. Le celebrazioni sono proseguite con la visione del documentario “Lina Merlin, la senatrice. Una madre della Repubblica” realizzato da A. M. Zanetti e Luccia Danesin e concluse con la presentazione del libro “La vita per un’idea, Lina Merlin costituente della Repubblica” di Pier Giorgio Tiozzo Gobetto. “Sono donne che si sono distinte nel nostro territorio per la loro opera meritoria nei vari ambiti della società, dalla cultura, all’educazione, allo sport” spiega l’assessore alle pari opportunità, Alessandra
Lionello. Al termine della mattinata è stata apposta una targa d’intitolazione a Lina Merlin nella piazzetta lungo il Corso del Popolo, tra Calle Gradara e Calle Biseghella. Alla cerimonia erano presenti il sindaco Giuseppe Casson, l’assessore alle pari opportunità e alla cultura Alessandra Lionello, la rappresentante regionale dell’associazione toponomastica femminile, Giulia Penzo e l’insegnante e studiosa di storia locale, Gina Duse. La campagna di sensibilizzazione per intitolare piazze e vie a figure femminili sta dando i primi risultati grazie ad un lavoro che prosegue da un anno e mezzo seguendo il progetto nazionale dell’Associazione “Toponomastica femminile”. Il secondo appuntamento di Marzo Donna in programma è per sabato 28 marzo alle ore 17.30 all’Auditorium San Nicolò, dove si terrà il convegno “La sovranità delle donne nell’agire cittadino”. Parteciperanno Maria Teresa Menotto, presidentessa della Consulta cittadinanza delle donne e culture delle differenze di Venezia, Alessandra De Perini, dell’associazione Le Vicine di Casa di Mestre e Luana Zanella, ex assessore al Comune di Venezia ed ex deputato al Parlamento italiano.
Sara Boscolo Marchi
di migliaia di firme, è facile che qualche dato sia andato perduto nella rete per via di qualche inghippo informatico. Nel mese di marzo saranno pubblicati sul sito web del FAI i luoghi più votati e le rispettive linee guida d’intervento stabilite in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Allora verrà chiesto a tutti i proprietari e ai portatori di interesse di presentare al MiBACT una specifica richiesta d’intervento su progetti concreti che riguardino i vari siti classificati. “Sarà quello il momento in cui gli enti competenti dovranno confrontarsi e non saremo più i soli a sostenere le ragioni del Forte San Felice – conclude Erminio Boscolo Bibi - essere arrivati primi nel Veneto ci permette di essere sostenuti a un livello più alto e di ottenere l’appoggio di altre associazioni ed enti pubblici. Per quanto riguarda il Comitato per il Forte San Felice, il nostro impegno continua, sicuri del sostegno di tante persone”.
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18 Cultura locale Approfondimenti La rivista di studi e ricerche “Chioggia”
Chioggia rende omaggio al grande storico Jacques Le Goff
Il direttore Cinzio Gibin ricorda lo studioso del Medioevo scomparso un anno fa all’età di novant’anni che ha fornito preziose indicazioni metodologiche sulla figura di Giovanni Dondi Dell’Orologio di Eugenio Ferrarese
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n copertina un particolare di un dipinto della Catte- rio ideato nel XIV secolo, un complesso e affascinante drale di Chioggia opera di Michelangelo Schiavoni, meccanismo per misurare il tempo e il movimento dei pittore, incisore e restauratore, famoso artista del pianeti. Settecento a cui è dedicato un ampio intervento di PaoI mestieri e i saperi tradizionali sono ricordati da lo Pozzobon e il ricco fascicolo iconografico nel recente monsignor Dino De Antoni, vescovo emerito di Gorizia, numero 45 della rivista di studi e ricerche “Chioggia” (Il in “Ortolani marinanti e pescaori ciosoti”, due mondi Leggio Libreria Editrice, 2014). limitrofi, ma diversi, che presenta il libro di Gianfranco Il semestrale del comune Tiozzo Netti intitolato “Il sale del di Chioggia che viene periodi- La rivista viene sudore – Ortolani marinanti del camente stampato da oltre 25 stampata da oltre novecento” a cui si aggiungono anni – il primo numero risale 25 anni, il primo anche le “conte ortolane” racal 1988 – si apre nel ricordo, a numero risale colte da Erminio Boscolo Bibi, cura di Cinzio Gibin, direttore del- al 1988 semplici catene di parole dedicati ai prodotti degli orti, al tempo la rivista “Chioggia”, del grande storico Jacques Le Goff, scomparso un anno fa all’età atmosferico, al lavoro sui campi… di novant’anni, che nei suoi studi sul Medioevo ha forLa storia del territorio comprende gli interventi sugli nito preziose indicazioni metodologiche sulla figura di 80 anni del campanile di Cavanella d’Adige (C. Gibin), Giovanni Dondi dell’Orologio e del suo famoso Astra- sulle vicende di due chioggiotti in Boemia al termine
della II guerra mondiale (Gina Duse), e su un fatto di sangue in laguna nel Settecento (Loriano Ballarin). Nella sezione “ambiente e scienza” un articolo riguarda la presenza di una nuova specie di medusa in Adriatico (Valentina Melli, Carlotta Mazzoldi); un altro articolo fa riferimento ai legami tra lo scienziato chioggiotto Stefano Andrea e il bassanese Gianmbattista Brocchi in occasione del duecentesimo anniversario della pubblicazione della “Conchiologia fossile subappenina” (C. Gibin), mentre nello spazio riservato alle “Tesi di Laurea” viene proposto lo “Studio dei colonizzatori delle tartarughe marine dell’alto Adriatico”, estratto della tesi di Luca Tiozzo Fasiolo. E tra gli interventi del n. 45 della rivista “Chioggia” anche un saggio di Antonello Nave sullo scultore Gaetano Zennaro e in particolare sul monumento di Natale Schiavoni nel cimitero di S. Michele a Venezia realizzato dal Zennaro nel 1862.
Twiggy alla libreria Pegaso
Sabato 11 aprile ore 18,00 Vieni ... e capirai che la verità non esiste ESISTE LA VERITÀ? Quando viene data la possibilità di interpretazione a ogni singolo evento in apparenza oggettivo, la verità non esiste. Esiste UNA verità che può risultare difforme da un’altra verità frutto di una differente interpretazione dello stesso fatto. Ma la verità per definizione dovrebbe essere unica e univoca. NO. LA VERITÀ NON ESISTE.
Vincitore Holmes Award 2015
Borgo San Giovanni 115 Chioggia
La copertina con il particolare di un dipinto della Cattedrale opera di Michelangelo Schiavoni Gli “Itinerari didattici” sono dedicati a “Sottomarina & Chioggia project – Dalla ricerca d’ambiente all’ambiente della ricerca” a cura di Fabrizio Boscolo Caporale. Si tratta di un laboratorio didattico delle classi 2A e 3A della scuola media “G. Galilei” di Sottomarina che ha rivolto la sua attenzione ad alcuni “esperti” della rivista “Chioggia” in un breve ciclo di incontri proposti nel corso dell’anno scolastico 2013/14. La rivista “Chioggia” è infine completata dalle recensioni e segnalazioni di libri e pubblicazioni recentemente stampati
Un ricordo della senatrice padovana di Pier Giorgio Tiozzo Gobetto
La lunga e intensa vita di Lina Merlin
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35 anni dalla morte della senatrice Lina (Angelina) Merlin (1887-1979), esce un libro biografico che ne ripercorre l’attività nell’Assemblea Costituente e in Parlamento e traccia alcuni punti essenziali della vita intensa di una donna della storia d’Italia, ma particolarmente legata a Chioggia. Lina Merlin ha intessuto rapporti significativi con parecchi luoghi, a cominciare da Pozzonovo, dove è nata, per poi spendere la sua prima esperienza lavorativa e politica a Padova; in Sardegna ha trascorso il confino politico, mentre Milano l’ha accolta tra i maestri socialisti e le battaglie antifasciste durante il periodo della Resistenza. A Roma vive il suo percorso parlamentare, mentre Adria e il Polesine diventano terra eletta di grande matrice politica e familiare. In questa geografia, Chioggia rimane la città delle origini e della formazione di Lina Merlin, con la quale mantenne sempre un forte legame e dove fu consigliera comunale. Il nesso tra la personalità storica di Lina Merlin e la città lagunare viene ristabilito oggi con l’intitolazione al suo nome di una piazzetta di Chioggia. “La lunga e intensa vita di Lina Merlin è stata improntata a un ideale di vicinanza ai più poveri e di impegno fattivo per i diritti e per la dignità di ogni persona – spie-
ga Pier Giorgio Tiozzo Gobetto, autore del libro a lei dedicato - È questa l’ideale attorno al quale ha costruito la sua vita. Il sottotitolo del volume, Costituente della Repubblica, sta proprio a valorizzare il ruolo centrale di Lina Merlin quale madre costituente e poi parlamentare della Repubblica”. Da qui parte il racconto a ritroso sulla formazione e le battaglie antifasciste di Lina, e poi il suo impegno di senatrice, fino ad arrivare al suo addio alla politica con una sorta di testamento spirituale in due lettere inviate allo scrittore Marino Moretti. “L’operare di Lina, ispirato al socialismo ottocentesco, umanitario e libertario, e la sua forte attenzione alle classi proletarie, alle donne e all’infanzia – continua Pier Giorgio Tiozzo - segna il momento di passaggio da un mondo contadino, caratterizzato dalla povertà e dalla semplicità, al boom economico degli anni Sessanta e alla complessità della società contemporanea. Si tratta di una figura che con la sua vita e coerente determinazione può rappresentare un riferimento di valori esemplare ancora di forte impatto e attualità”. Al testo si affianca un percorso con oltre 100 fotografie della Merlin e una ventina di documenti, un’ampia bibliografia di e su Lina Merlin e un’appendice con suoi Sararelativi Boscolo Marchi discorsi parlamentari a Chioggia.
Cultura locale 19 Un viaggio fuori dal comune Paola Penzo e Ruggero Da Ross raccontano il loro anno sabbatico
In giro per il mondo: da Chioggia verso l’Oriente
Paola e Ruggero hanno percorso in tutto 55mila chilometri, visitando ben 18 Paesi di Andrea Varagnolo
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ue persone estroverse e un’idea straordinaria legata alla passione per i viaggi: perché non prendere un anno sabbatico da dedicare all’arricchimento culturale? E il tutto si concretizza con un viaggio di 365 giorni in giro per il mondo, con partenza da Chioggia verso l’Oriente, visitando paesi come la Turchia, l’Iran, il Turkmenistan, l’Uzbekistan, il Kirghizistan, la Cina, il Laos, la Thailandia, l’India, la Birmania, la Malesia, Singapore, l’Australia, l’Indonesia e la Palestina. L’idea di Paola Penzo, educatrice di asilo nido nel comune di Chioggia e Ruggero Da Ros, docente di matematica e fisica nel Pordenonese, hanno iniziato a concretizzare il loro desiderio pianificando un viaggio decisamente fuori dal comune. Zaino in spalla con pochi effetti personali e qualche “riserva” di denaro” e tanta, tanta voglia di avventura. Ma, nelle loro intenzioni, c’è anche la voglia di tornare in India, a Varanasi, città sacra per l’Induismo e poi rivedere la Palestina. Paola confessa che, all’inizio, i timori erano molti, tante riserve legate al lavoro, alla durata del viaggio e alle difficoltà che inevitabilmente
Alcuni momenti del lungo viaggio in Oriente
avrebbero incontrato ma, poi, grazie all’incoraggiamento di Ruggero si è lasciata coinvolgere completamente dal progetto. Così pianificano i primi tre mesi dal punto di vista organizzativo. La partenza avviene nel luglio 2012 con il traghetto, con la partenza da Venezia verso il porto greco di Patrasso, senza prenotazione. Si prosegue poi, via terra verso Oriente, attraversando terre piene di mistero e fascino. Paola e Ruggero hanno percorso in totale via terra e via mare 55.000 km, di cui 5.000 in moto, 5.500 in camper, 2.000 facendo autostop e 4.000 in nave, visitando ben 18 paesi. Hanno pernottato in 120 camere o
guesthouse. Il loro bagaglio consisteva in due zaini a testa per un totale di 13 kg. Ma hanno vissuto un’esperienza di particolare importanza, che li ha visti impegnati - per due mesi - protagonisti come volontari, in India, in una scuola gestita da italiani. Altro periodo di sosta, di un mese e mezzo, a Betlemme. “L’imperativo è di evitare di credere che quello che pensi tu sia il giusto – dice con entusiasmo Paola - bisogna allargare gli orizzonti, il mondo è complesso nella sua globalità, ma semplice nella sua umanità. Con la nostra esperienza abbiamo capito che tutti abbiamo voglia di pace”.
Con quest’esperienza, che li ha estraniati dalla cultura occidentale, hanno imparato molto, per il quotidiano. “Grazie al nostro viaggio – prosegue Paola - ci siamo resi conto che, nella nostra società siamo molto legati alla banalità. Il nostro mondo si basa troppo sulle etichette. Viaggiando impari ad andare oltre, i confini sono
solo un’invenzione dei potenti. Con la comunicazione digitale sembra che tutto sia noto, che la conoscenza sia a portata di click e che non occorra visitare un paese per conoscerlo. Non è così. Sappiamo solo quello che ci viene raccontato, quello che viene reinterpretato con occhi occidentali e per gli occhi occidentali”.
Internazionali di cucina: lo chef manuel de pasquale conquista la medaglia di bronzo, argento per la giovane Ilenia Tiozzo nella categoria junior
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a cucina chioggiotta agli Internazionali di cucina di Marina di Carrara, svoltisi dal 22 al 26 febbraio. Anche quest’anno, grazie all’impegno dello chef chioggiotto Manuel De Pasquale, le ricette tipiche locali hanno avuto una visibilità che va addirittura oltre i confini nazionali. E grazie alla preparazione delle sarde in saore, specialità della cucina tradizionale di Chioggia, De Pasquale ha raggiunto il bronzo. Ma anche un’altra chioggiotta, la giovane Ilenia Tiozzo, per la categoria junior, si è portata a casa la medaglia d’argento. Manuel De Pasquale, classe ‘81, chioggiotto doc, ha coltivato la passione per la cucina sin da piccolo e ha scelto di frequentare la scuola alberghiera “Cipriani”, istituto professionale di Stato molto rinomato, dove ha
i g g da oINE il -L N O è OVO NU SITO
Manuel De Pasquale e Ilenia Tiozzo con le medaglie internazionali potuto specializzarsi sulle arti bianche, ossia pasticceria, pasta fresca, panificazione, pizzeria, oltre alla cucina
nazionale e internazionale in generale. Alla competizione culinaria hanno partecipato oltre
500 cuochi provenienti da tutta Italia e non solo. L’anno scorso Manuel era arrivato a un soffio dal bronzo, e quest’anno ha potuto finalmente riscattarsi. Lui, che lavora al ristorante “Il Brigantino” di Cavanella, adesso guarda molto avanti. “Ci stiamo preparando per i campionati europei che si terranno in Francia nei prossimi mesi – spiega De Pasquale - e, poi, guarderemo ai mondiali. Intanto non posso che esprimere piena soddisfazione per il bronzo ottenuto a Marina di Carrara. È per me un traguardo molto importante, visto che si tratta della competizione di settore più importante a livello nazionale. Sottolineo che, a concorrere, c’erano personaggi molto noti nel nostro settore e nel panorama mediatico italiano”. A.V.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Salute e società
Febbre da gioco, una malattia seria Ludopatia, il Veneto è tra le prime regioni d’Italia colpite dalla patologia. Cos’è e come se ne può uscire
Lino Busato Psicologo e psicoterapeuta
di Ornella jovane
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ioco d’azzardo e lotterie, in Veneto la ludopatia è diventata un’emergenza che colloca la nostra fra le regioni d’Italia più colpite dalla patologia. In Veneto, a fine 2013, si contavano 35mila giocatori patologici - i dati sono ricavati dal dossier di Sistema Gioco Italia di Confindustria - per un giro d’affari in regione stimato in 5,3miliardi di euro. Il Coordinamento nazionale gruppi per Giocatori d’Azzardo calcolava che in Veneto nei primi dieci mesi del 2014 erano stati spesi per videolottery e slot machine oltre 3,3miliardi di euro, con una spesa pro-capite di 670 euro. Se a livello nazionale il gioco d’azzardo patologico coinvolge circa 800mila soggetti, è proprio nel Nord-Est che fa segnare il suo record di penetrazione, registrando il 38 per cento dei giocatori a rischio di dipendenza. Ma cosa s’intende con ludopatia e quando il comportamento di un giocatore diventa patologico? Lo abbiamo chiesto allo psicologo e psicoterapeuta Lino Busato. “La dipendenza dal gioco d’azzardo - spiega - è un fenomeno sociale alimentato dalla proliferazione di punti gioco che generano un eccesso di offerta di facile accesso la quale può essere pericolosa nelle persone più ricettive a questo tipo di messaggio”. “All’inizio - prosegue lo specialista - l’interesse per gioco d’azzardo è di un certo tipo, poi può diventare patologico”. Ci sono persone appartenenti a fasce d’età particolarmente a rischio? “In realtà il gioco d’azzardo e la sua deriva patologica può coinvolgere tutte le fasce d’età. Ci sono tre criteri per riconoscere il gioco d’azzardo patologico. In primo luogo il craving, ovvero l’impossibilità di resistere alla spinta a giocatore. Il giocatore può cercare di convincere se stesso e gli altri di non essere dipendente in realtà egli non sa resistere all’impulso di giocare. Il secondo segnale è legato all’aumento, via via sempre più consistente, di denaro giocato. Più si è dipendenti più si spera di sistemare i propri problemi economici - compresi i debiti - continuando a giocare. Infine il malessere generato dall’astinenza dal gioco: se non gioca sta male, è nervoso, sta male fisicamente, agitato. Spesso il giocatore nasconde o mente a se stesso relativamente alla frequenza e all’interesse per il gioco, ma nella realtà è il suo pensiero centrale che lo assorbe talmente tanto da allontanarlo da tutte le altre dimensioni della vita, ad es. non è più disponibile a relazioni normali, va incontro a perdite economiche notevoli,
fino a buttar via con estrema facilità ciò che è stato il frutto di una vita di sacrifici, coinvolgendo anche familiari e conoscenti. Spesso nascono conflitti anche seri all’interno della famiglia e problemi sul lavoro. La persona è esclusivamente assorbita dal pensiero di come organizzarsi per andare a giocare. Insomma una vita d’inferno. Questo stile di vita stressante porta a pesanti conseguenze sulla salute fisica e a disturbi psichici come l’ansia. Il giocatore patologico diventa irrequieto, litigioso, teso e aggressivo. Quando arrivano alla disperazione alcuni crollano e tentano il suicidio, infatti ci sono casi di suicidio nei giocatori patologici. La crisi economica ha contribuito a far lievitare i numeri dei giocatori d’azzardo? “La povertà spinge al gioco d’azzardo, a considerarlo nell’immaginario come unica occasione di riscatto. Si attiva così una sorta di meccanismo primitivo del tipo: o la va o la spacca”. E i mass media che ruolo hanno? “La pubblicità di lotterie, slot machine, gratta e vinci... sono troppo presenti anche nella tv di Stato. Il fatto di assegnare a personaggi famosi il messaggio promozionale non aiuta. La gente fragile e sensibile ci casca”. Che cos’è esattamente la ludopatia? “Ha tutte le caratteristiche della dipendenza, senza sostanze. Si crea una sorta di schiavitù da una realtà che si subisce senza possibilità d’intervento. Nelle slot machine, o col gratta e vinci e similari il giocatore non ha un ruolo attivo, nè può intervenire per modificare nel gioco la sua posizione. Si perde perciò lo spirito autentico del gioco e ci si può trovare in trappola”. Come si riconosce il giocatore patologico? “Ci sono tre criteri per riconoscere il gioco d’azzardo patologico. In primo luogo il crading, ovvero l’impossibilità di resistere. Il giocatore può cercare di convincere se stesso e gli altri di non essere dipendente ma questo tipo di ragionamento non coinvolge l’inconscio. In realtà egli non sa resistere all’impulso di giocare. Il secondo segnale è legato all’aumento, via via sempre più consistente, di denaro giocato. Più si è dipendenti dal gioco più si spera di sistemare i propri problemi economici - compresi i debiti di gioco - con il gioco. Infine il malessere generato dall’astinenza dal gioco. Anche se spesso il giocatore nasconde o mente a se stesso relativamente alla frequenza e all’interesse per il gioco. In
realtà, e queste sono le conseguenze, è il suo pensiero centrale, non è più disponibile a relazioni normali, va incontro a perdite economiche notevoli, fino a buttar via con estrema facilità ciò che è stato il frutto di una vita di sacrifici, coinvolgendo anche familiari e conoscenti, quando non si arriva ai criminali. Spesso nascono conflitti anche seri all’interno della famiglia e problemi sul lavoro. La persona è esclusivamente assorbita dal pensiero di come organizzarsi per andare a giocare, con evidenti ricadute anche psicologiche e fisiche”. Qual è la via d’uscita? “Come ogni forma di dipendenza patologica esiste la via della terapia. La percentuale di coloro che decidono di uscirne è però ancora molto bassa, ovvero chi decide di intraprendere la strada della terapia spesso lo fa quando ormai la situazione è giunta alle estreme conseguenze”. Quali sono i passaggi da compiere e quali sono le strutture a cui rivolgersi? “Il primo ostacolo è riconoscere di avere un problema: il primo passo importante è la consapevolezza, è prendere coscienza da parte del giocatore di avere un problema e quindi dover ricorrere ad un aiuto. La persona deve superare la vergogna e farsi aiutare se no da soli non si esce. Le strade da percorre sono molteplici: dalla psicoterapia, ai Ser.T. delle Uls che hanno un servizio specifico e gratuito per il trattamento delle dipendenze dal gioco d’azzardo. Ci sono infine i gruppi di auto-aiuto dei giocatori anonimi composti da persone accomunate dallo stesso problema. Ciò che va affrontato è il meccanismo del “pensiero magico” che porta a far credere che il gioco risolva ogni problema, che indichi la scorciatoia per arrivare prima e meglio alla meta, che invece richiede la fatica e il sacrificio del costruire”. Qual è l’augurio che si può fare a chi è incappato in questa forma di dipendenza? “L’augurio e l’invito è quello di riappropriarsi della propria vita, di uscire dalla trappola del gioco malato, che provoca isolamento, schiavitù e sofferenze. Il gioco è bello, nella sua dimensione sana: è conoscenza, creatività, occasione di crescita, è socializzazione e divertimento. Dal gioco patologico si può uscire per ritornare ad essere liberi e padroni della propria vita”.
in regione Contrasto e prevenzione
un iter lungo per la legge
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l Veneto osservato speciale per il comportamento del gioco d’azzardo patologico ma, ad oggi, una delle poche regioni senza una legge regionale di riferimento e contrasto, nonostante sia stata tra le primissime (già nella primavera del 2013) ad aver registrato proposte legislative in merito. Nel corso degli ultimi 15 mesi sono state presentate 5 proposte già trasformate nell’estate 2014 in un testo unico “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza dal Gioco d’Azzardo Patologico”. Unendo le forze Antonino Pipitone (Idv), Claudio Sinigaglia (PDV), Stefano Valdegamberi (Futuro popolare) e Stefano Peraro (Udc) con la condivisione della Lega (Cristiano Corazzari) - gli autori delle 5 proposte di legge - hanno in più occasioni sollecitato il presidente della Quinta Commissione Leonardo Padrin e il governatore Luca Zaia a fare in modo che il Consiglio regionale approvi questa legge prima della fine della legislatura. O.J.
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IL DIRITTO DI CAMBIARE
Il Veneto in primo piano 21 1 Il Consiglio di Stato mette fine alla guerra giudiziaria
Padova, legittima l’ordinanza sui limiti di orario delle sale slot
Altri Comuni intenzionati ad adottare lo stesso provvedimento Il sindaco di Padova Massimo Bitonci
di Nicola Stievano
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opo una “guerra giudiziaria” durata alcuni mesi il Consiglio di Stato legittima definitivamente l’ordinanza del Comune di Padova che ha imposto limiti di utilizzo delle slot machine, stabilendo due fasce orarie, al mattino e alla sera. Verso la fine di febbraio è arrivata la sentenza definitiva sul regolamento impugnato da alcuni proprietari di sale gioco: l’ordinanza di Bitonci è legittima, può limitare gli orari di funzionamento delle “macchinette”. Con questo pronunciamento dunque il Consiglio di Stato conferma quanto deciso dal Tar Veneto:
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il provvedimento adottato dal sindaco di Padova per porre un limite al funzionamento delle slot a precisi orari rispetta la legge e non mette in pericolo l’attività dei proprietari di apparecchi. E’ quanto hanno stabilito i giudici di Palazzo Spada che hanno respinto il ricorso di una sala bingo padovana: “I motivi di appello non appaiono idonei a scalfire le ragionevoli conclusioni cui è pervenuta l’ordinanza impugnata”, si legge nell’ordinanza della Quinta sezione del Consiglio di Stato. Una “vittoria” dunque per il fronte “anti slot” che
da tempo chiede provvedimenti concreti che mettano un freno al dilagare degli apparecchi di gioco d’azzardo – legalizzato ovviamente – presenti ormai in quasi tutti i bar oltre che nelle tanto discusse sale da gioco. Ora non è escluso che altri sindaci padovani seguano le orme di Bitonci ed emanino per proprio Comune delle ordinanze simili. Proprio nei giorni della sentenza del Consiglio di Stato il Comune di Casalserugo, guidato da Elisa Venturini che è anche consigliere provinciale, ha pubblicato un provvedimento che stabilisce appunto delle fasce orarie e
limita il funzionamento delle slot a 7 ore al giorno. Una strada imboccata anche da altri Comuni, in particolare da quelli che già avevano regolamentato, e soprattutto limitato, l’apertura delle sale slot. “La nostra non è una crociata – spiega il sindaco Elisa Venturini – ma un provvedimento dettato dal buonsenso e dalla volontà di trovare una soluzione a quella che ormai è un’emergenza sociale. Il gioco d’azzardo praticato su questi apparecchi sta creando seri problemi a numerose famiglie del nostro territorio”.
Siglato a fine febbraio un protocollo d’intesa tra i sindaci e il prefetto Cuttaia
Contro il gioCo D’azzarDo patologiCo, nel veneziano una battaglia ConDivisa
n provincia di Venezia la battaglia contro il gioco d’azzardo patlogico è comune ad associazioni ed istituzioni. Fra i comuni che più si sono contraddistinti su questo tema c’è quello di Mira guidato da un sindaco del Movimento 5 Stelle Alvise Maniero. A novembre 2014 ad Oriago e Mira Taglio aderirono in 400 alla manifestazione che si tenne a livello provinciale contro la ludopatia. In quell’occasione le associazioni ed i manifestanti decisero consumare in un bar che ha scelto “la disinfestazione dalle slot o altri giochi d’azzardo”. Questi bar furono premiati dal Comune. A schierarsi per una legge più dura sono il senatore del Movimento 5
Stelle Sergio Endrizzi e il consigliere del Pd Bruno Pigozzo. Intanto a fine febbraio è stato siglato un protocollo d’intesa tra i Sindaci del veneziano e il Prefetto Domenico Cuttaia “per contenere la diffusione del gioco d’azzardo, in particolare presso i giovani, attraverso un controllo più attento delle autorizzazioni e l’avvio di una campagna di sensibilizzazione sui rischi del gioco on line”. Un impegno a cui hanno aderito la Provincia, le Ulss, le forze dell’ordine, i rappresentanti dei Monopòli, dei tabaccai, dei consumatori e delle tante associazioni impegnate su questo fronte Non mancano però le preoccupazioni sull’efficacia delle azioni individuate.
“L’impegno delle amministrazioni veneziane – osserva il sindaco di Mira Alvise Maniero – rischiano di rivelarsi inutili. La bozza del decreto legislativo che su questo tema sta circolando non pare accogliere la richiesta di una maggior tutela dei luoghi sensibili (scuole, chiese) ampliando le distanze minime da rispettare per le nuove autorizzazioni di sale giochi o per l’installazione di videopoker nei locali pubblici. Anzi amplia lo spazio per ricorsi contro le ordinanze dei Sindaci da parte dei potenti mezzi legali delle lobby del gioco d’azzardo”. Fra i primi a schierarsi contro la diffusione del gioco d’azzardo anche i comuni di Scorzè e Mirano. Alessandro Abbadir
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22 4 Il Veneto in primo piano Manifestazioni Gli appuntamenti maggiori tra Padova, Venezia e Rovigo
Fiori e piante in mostra nelle piazze delle nostre città Torna la primavera e porta con se’ le nuove fioriture. Gli appassionati di giardinaggio potranno scegliere tra moltissimi appuntamenti di Nicola Stievano e lorenzo Zoli
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oltissimi in tutto il Veneto le manifestazioni che riempiranno le piazza di fiori, piante e giardini.
FIORI NEL PADOVANO Così, nel Padovano, è soprattutto nelle città medievali della Bassa Padovana che fiorisce la primavera. Fra gli eventi “di stagione” che portano alla ribalta il mondo floreale nel padovano spiccano gli appuntamenti conla “Fiera di Primavera” a Montagnana e “Este in Fiore”. Sabato 11 e domenica 12 aprile la magica cornice murata della città di Montagnana si colora con splendidi fiori e piante. A distinguere la nuova edizione sarà un’incantevole esposizione floreale che si snoderà tra le vie fuori le mura da Porta Vicenza a Porta Legnago arricchendo di colore le strade della città. L’appuntamento ospiterà produttori e rivenditori di piante e fiori del settore florovivaistico locale, articoli per il giardinaggio e coinvolgerà tutta una
serie di aziende legate alla produzione, lavorazione e trasformazione dei prodotti tipici verrà inoltre predisposta una zona per le bancarelle di oggettistica artigianale. Non mancheranno numerosi eventi culturali. Tutti i dettagli su www.montagnaneseinfiera.org. Appuntamento a Este invece la settimana successiva, dal 17 al 19 aprile, nella consueta cornice dei Giardini storici del Castello con “Este in Fiore”, a cui anche quest’anno parteciperà una selezione di importanti vivaisti italiani. “I giardini e l’acqua”, questo il tema conduttore dell’edizione 2015, la quattordicesima. Una riflessione per trovare un nuovo equilibrio e generare attitudini ed azioni più responsabili, ispirandosi simbolicamente ancora una volta all’Eden, originaria oasi verdeggiante nel deserto. Sarà ancora una volta il disegno dell’artista Oreste Sabadin a rappresentare Este in Fiore: quest’anno la sua illustrazione è un vivace racconto dal sapore naif che ha come
protagonista la città di Este con il celebre castello e gli edifici storici lambiti dall’acqua ed avvolti da una fantasiosa vegetazione. Da segnalare le conversazioni musicate con importanti personalità, condotte dalla giornalista e scrittrice di giardini Mariagrazia Dammicco, fondatrice e presidente del Wigwam Club Giardini Storici Venezia, con letture di brani ed improvvisazioni musicali al clarinetto offerte da Oreste Sabadin.
Un’immagine di Este in fiore
FIORI NEL RODIGINO Due le manifestazioni in Polesine tutte dedicate ai fiori e all’arrivo della Primavera. A Rovigo si parte con i “Sapori in fiore”, programmati dal 17 al 19 aprile in tutto il centro, da Corso del Popolo a Piazza Garibaldi. Ci saranno giochi e iniziative per i più piccoli, ma anche bancarelle, con protagonisti assoluti i fiori, ma non solo: ci saranno anche prodotti tipici, soprattutto alimentari. Non mancherà infine l’attenzione per la moda,
con la sfilata che già l’anno precedente aveva raccolto consensi. Una decina di giorni neppure e poi toccherà ad Adria in fiore, organizzata dalla Pro loco di Adria domenia 26 aprile in centro. “Non pensare alla solita fiera dei fiori – si legge nella presentazione dell’iniziativa – Immagina una piazza allegra, profumata, variopinta e piena di sorprese, aromi, profumi e colori di primavera”. Per maggiori informazioni è possibile fare riferimento al
sito www.adriainfiore.com. Oppure è possibile mettersi in contatto direttamente con la Pro loco, che tradizionalmente si occupa di organizzare e allestire l’appuntamento. Due iniziative ormai diventate un appuntamento fisso con le quali le due maggiori città del Polesine non solo salutano l’avvento della Primavera, ma si fanno anche vetrina delle eccellenze locali. Non solo fiori, infatti: ma anche spazio a ciò che di buono il territorio produce.
Manifestazioni a venezia
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el veneziano sono numerosi gli eventi e le manifestazioni che a primavera caratterizzano il periodo, come le fiere dei fiori e del benessere. Si parte da Oriago di Mira, lungo il Naviglio, in Riviera san Pietro. Domenica 29 marzo si terrà “Oriago in fiore” con la mostra mercato Florovivaistico che raccoglie quasi 100 espositori da tutto il Veneto. Ci sarà la mostra fotografica “Fiori e Colori”, i Madonari, le fattorie didattiche e il mercato a chilometro 0. Sempre in Riviera del Brenta va ricordata anche “Rivale in fiore” a Pianiga che si tiene il 7 aprile. Odori di fiori e profumo di primavera si respireranno domenica 12 aprile a Noale con la mostra mercato “Noale in fiore” della Pro loco. Previste 60 mila presenze. Ci sarà un’area espositiva di oltre 10 mila metri quadrati. A Venezia importante appuntamento è Open Air Expo, rassegna, organizzata da
Expo Venice, dal 17 al 19 aprile a Forte Marghera. Presenterà proposte per star bene e vivere meglio attraverso la cura del corpo, l’alimentazione e le discipline sportive. A Mirano si terrà il 25 aprile la Festa dei Fiori in Piazza Martiri. Negli stessi giorni (25 – 26 aprile) a San Donà di Piave in via Cesare Battisti, da mattino a sera invece c’è la Festa di Primavera, con uno stand enogastronomico finalizzato alla promozione dei prodotti e vini tipici locali. A Dolo in Riviera del Brenta, in via Mazzini è in programma il primo maggio la tradizionale “Dolo in fiore”. Chiude gli eventi di rilievo a Noale l’Infiorata dove il 7 giugno c’è la manifestazione organizzata in occasione della celebrazione del Corpus Domini. Si tratta di una sfida fra contrade a colpi di petali, essenze erboree, cereali, gambi e materiali naturali. A.A.
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24 1 Voci da palazzo Elezioni regionali Si vota il 31 maggio
Flavio Tosi si candida Governatore e spariglia il gioco Il sindaco di Verona scende in campo e la partita delle prossime regionali cambia davvero volto. Niente alleanze scomode, però, vuole andare solo di Maria Pavan
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a Lega dal volto pulito, come veniva definita la parte del partito che non ha mai smesso di guardare a Tosi come all’unico vero leader Veneto, oltre a Zaia, ha alzato la testa e, stanca delle imposizioni di Matteo Salvini, ha rotto ogni indugio. E’ uscita dal movimento capeggiato da Salvini e appoggia Tosi nella sua corsa a palazzo Ferro Fini. Ora occorrerà capire se gli elettori che cinque anni fa hanno regalato a Luca Zaia una eccellente vittoria sono disponibili a cambiare e a votare Tosi, ormai ex leghista. I sondaggi, a più di due mesi dalle elezioni, contano relativamente. E difatti Tosi ha presto fatto spallucce di fronte a quelli sfoderati da Salvini dopo il consiglio federale della Lega che vedevano il partito in vantaggio di otto punti sul Pd anche con Tosi in campo. “Tosi candidato? – ha sbottato Salvini – Auguri, perché in democrazia scelgono gli elettori e in Veneto non ho dubbi che sceglieranno Zaia”. “In Veneto – ha detto ancora – l’alleanza la facciamo con i veneti e Luca Zaia ha un progetto per altri cinque anni”, ma qualche alleanza cercherà di stringerla perché il “popolo” di Tosi piace molto soprattutto ad un certo centro destra veneto che mal digeriva il linguaggio populista di certa Lega. Tra loro Antonio De Poli che considera la candidatura di Tosi “un’opportunità che può mettere insieme chi concepisce la politica del fare contro il linguaggio del populismo”. La candidatura del sindaco di Verona pia-
Flavio Tosi
Luca Zaia
Certo la discesa in campo di Flavio Tosi è piaciuta ce anche a una parte del nuovo centro destra, Mario molto ai suoi sostenitori presenti Sacconi, infatti, si dice convinto che in Fiera a Verona il giorno dell’ansia possibile costruire “una coali- Tosi: “Eccomi nuncio. zione vincente tra liberalpopolari e qui da uomo libero E’ piaciuto cogliere le sue autonomisti” che riesca a mettere per candidarmi incertezze e la sua commozione in minoranza l’estrema destra po- a governatore pulista”. Certo anche Forza Italia della Regione Veneto” mentre ricordava il passato nel giocherà la sua partita ma le allemovimento e annunciava la sua anze non si decideranno in Veneto, probabilmente sa- uscita. ranno decise ad Arcore e, soprattutto, con uno sguardo E’ l’hanno acclamato con calore vero quando ha nazionale. pronunciato le fatidiche parole: “E allora eccomi qui da
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uomo libero per candidarmi a governatore della Regione Veneto”. “Liberalismo, popolarismo e federalismo” sono oggi le tre stelle polari del movimento di Flavio Tosi che le usa per spiegare che cosa significa essere moderati e non demagogici: “Sono un moderato – ha sottolineato – perché ho rispetto per le persone e la verità. È demagogico l’atteggiamento di Tsipras in Grecia che in campagna elettorale sosteneva l’uscita dall’euro e poi, dopo essere stato eletto, si è arreso all’evidenza e ha ammesso che al massimo avrebbe potuto rinegoziare condizioni meno vincolanti dei trattati europei. Bisogna essere seri e concreti. Lo stesso vale per la flat tax: noi non siamo l’India o la Croazia. Come si fa ad abbassare le tasse se prima non si taglia la spesa pubblica?”. E indirettamente le manda a dire proprio a Salvini che propone di portare la tassazione unica al 15 per cento. “Basta con le promesse da marinaio”, affonda il sindaco di Verona da candidato governatore del Veneto. Intanto il governatore uscente Luca Zaia, con l’amaro in bocca, non ha potuto che augurare all’ex compagno di partito un in bocca al lupo, sottolineando però che “se qualcuno si perde per strada è affar suo, non mio. Io non ho mai diviso tra tosiani e non tosiani e a giudicare dalle liste saremo più di prima. Non sono affatto preoccupato”.
Se ne riparla nella prossima legislatura
stop CeMentiFiCazione: la nuova legge aspetterÀ
l contenimento del consumo del suolo è un obiettivo urgente e ampiamente condiviso, ma le modalità operative proposte rischiano di essere contradditorie o addirittura di generare effetti opposti. Per cui è meglio fermarsi e ripensare in modo più approfondito l’impianto delle proposte di legge in discussione”. E’ questo il punto di arrivo del lavoro di studio e approfondimento svolto dalla commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Veneto presieduta da Andrea Bassi (Lega) sui due testi di legge abbinati, uno di iniziativa della Giunta proposto dall’assessore all’urbanistica Marino Zorzato e uno del Pd, che hanno messo nero su bianco la proposta di nuove regole per fermare la cementificazione del territorio e avviare processi di riqualificazione dell’esistente e di rigenerazione urbana. Le due proposte di legge, all’attenzione dei consiglieri di palazzo Ferro-Fini da un anno e mezzo, non
taglieranno il traguardo dell’approvazione in questa legislatura. “Le abbiamo esaminate attentamente, avviando un confronto serrato con urbanisti, ordini professionali, categorie economiche, parti sociali, università, rappresentanti dell’ambientalismo – dichiara Bassi – Ed è stato proprio il grande lavoro corale di approfondimento nazionale e internazionale avviato da 19 istituzioni e associazioni dell’urbanistica, culminato nel manifesto elaborato dal coordinamento “UrbanMeta Metamorfosi urbane”, a convincerci che le proposte di legge in discussione rischiavano di ottenere addirittura l’effetto opposto, come è successo con la legge ‘blocca capannoni” che ha innescato la corsa all’edificazione di magazzini e capannoni prima che entrasse in vigore il blocco. Con il risultato che il Veneto si è riempito di grandi strutture rimaste vuote e deserte”. Va detto che grazie a queste due iniziative legislative per la prima volta nella storia delle politiche urbanistiche della Re-
gione è stata messa a fuoco l’esigenza di abbandonare la “logica incrementale” e di pianificare un recupero del territorio a fini diversi da quello edilizio. Professionisti, costruttori e ambientalisti ci avvertono però che le modalità proposte (come la moratoria e le varianti verdi), senza una tempistica certa, risorse dedicate, strumenti di impegno come i ‘contratti di rigenerazione urbana” e una forte regìa pubblica, non consentono di raggiungere gli obiettivi prefissati. Il grande lavoro svolto e le indicazioni unanimi degli ‘stakeholders’ raccolte durante l’ istruttoria non sono affatto persi: sono l’eredità che sarà consegnata ai consiglieri della prossima legislatura. Il manifesto di UrbanMeta metamorfosi urbane e il lavoro di studio e confronto sul tema della rigenerazione urbana svolto da ordini, enti e associazioni – annota Bruno Pigozzo (Pd), vicepresidente della commissione - costituisce una preziosa sintesi e anticipa un utile binario di lavoro per il nuovo Consiglio.
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IL DIRITTO DI CAMBIARE
Voci da palazzo 25 1 Lancio della campagna elettorale Sul palco le storie della gente vera, in platea 1500 persone
Moretti decisa a “spegnere” il centrodestra “È giunto il momento di spegnere la televisione che da vent’anni trasmette sempre lo stesso film, è giunto il momento di spegnere il centrodestra” di Maria Pavan
P
iù di 1500 persone acclamano Alessandra Moretti cattiva gestione della sanità veneta. E proprio su questo tema la Moretti affonda la sua al Centro Papa Luciani in occasione dell’apertura della sua Campagna elettorale, dietro di lei lo slo- lama affilata e presenta la sua ricetta per migliorare: “Ridurre i tempi d’attesa dei pronto soccorso, accorpare gan: “Il coraggio di cambiare”. E cambia tutto Alessandra. Porta sul palco il Veneto le Usl passando da 21 a 8 e nomina di nuovi direttori generali, più medici e meno buautentico: la gente che ha incontrato in questi ultimi mesi durante il “Sanità: ridurre i tempi rocrati”. Cambiamenti non da poco tour nei comuni grandi e piccoli di d’attesa dei pronto soccorso, accorpare come quelli che la candidata tutte le provincie. Perciò non è lei a dire che Zaia le Usl, direttori generali renziana mette nero su bianco nel suo programma pensando non ha fatto nulla per aiutare i cit- medici non burocrati” al mondo delle imprese venete, tadini, in questi anni, ma sono i cittadini stessi, le loro esperienze, le loro gioie e soprattutto strozzate dalla burocrazia e dalla mancanza di credito. “Il 33% degli investimenti per i giovani innovatori i loro dolori. Tra questi Roberta, la cinquantenne che racconta coperti da Veneto Sviluppo, aiuti alle imprese che aprono quanto è difficile occuparsi di una madre di ottant’anni all’internazionalizzazione, agenda digitale del Veneto per non autosufficiente e allo stesso tempo lottare da soli con togliere carta e burocrazia”. Ma è il tema del lavoro che le sta più a cuore di tutto. la mancanza di efficienza del sistema sanitario. Ma questa voce è solo una delle tante testimonianze Perché se riparte il lavoro, ripartono i veneti e le cose raccolte: medici, pazienti e famigliari che denunciano la cambiano davvero.
E’ commovente la storia di Valentina, che a trent’anni è disoccupata e apparentemente senza prospettive. La Moretti lancia la proposta di un Jobs Act veneto, l’uso dei fondi di Garanzia Giovani per dare 500 euro al mese a chi assume a tempo indeterminato giovani sotto i 29 anni e interventi di sostegno per il praticantato dei professionisti. La Moretti è convinta, quello visto fino ad oggi in Veneto è stato un bruttissimo film e occorre cambiare: “È giunto il momento di spegnere la televisione che da vent’anni trasmette sempre lo stesso film, è giunto il momento di spegnere il centrodestra”. Certo saranno gli elettori a dirlo e la campagna per ora è tutta in salita: “Impossibile è una parola per piccoli uomini, il futuro è una scelta”. Questa la frase su cui si è chiuso l’evento, un ultimo video: un vecchio spot dell’Adidas in cui una donna si batte con il pugile Muhammad Alì.
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26 1 Cultura veneta Il precedente Nel 1950 la Biennale gli dedicò una sala con una ventina di opere
neWs
L’onirico Rousseau
Narrativa
l’ultiMo libro Di perMunian
Le opere del maestro francese, per la prima volta in mostra in Italia, rimarranno esposte a Venezia, presso Palazzo Ducale, fino al 5 luglio di Alain Clivilò
I
n una conversazione di Vasilij Kandinskij a Franz Marc, l’artista Henri Rousseau veniva definito con questa affermazione: “che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”. Per la prima volta in Italia, le opere del maestro francese sono esposte a Venezia, presso Palazzo Ducale (appartamento del Doge) fino al 5 luglio. Un evento che precede di qualche mese la Biennale, proponendo opere quali “Io: ritratto-paesaggio” (1889/90) definito proprio dall’artista il primo ritratto-paesaggio della storia dell’arte, “Il cortile” (1896/98), “Cavallo assalito da un giaguaro” (1910), “Incantatrice di serpenti” (1907) e “La guerra o la cavalcata della Discordia” (1894) oltre a una selezione di paesaggi, ritratti e nature morte. “Il candore arcaico” è il titolo che racchiude un percorso triennale di studi che sta cercando di mettere nella giusta critica e storiografica l’opera completa di Rousseau. La curatrice della mostra Gabriella Belli indica che si tratta della “prima mostra che si fa in Italia su Rousseau, anche se bisogna ricordare che nel 1950 la Biennale gli dedicò una sala con una ventina di opere. Nessuno lo notò allora perché arrivarono i Fauves, Picasso e Kandinskij. Venne considerato di retroguardia e passò inosservato. La rassegna ha un obiet-tivo preciso: cercare di capire come mai questo eccentrico pittore
C
dipingeva in una maniera assolutamente diversa da tutto ciò che avveniva in quegli anni a Parigi”. Infatti Christian Zervos scriveva di lui che “viveva come un monaco del Medioevo nelle sue visioni”. Si indica spesso il termine naif, ma la sua pittura possiede delle arie incantante e sognanti. Un onirico francese che nella sua semplicità ha rappresentato con modernità una personale visione della realtà. Anche il soprannome di Doganiere, che rimanda al suo lavoro nell’ufficio dazi, indica quella consuetudine tuttora esistente, tendente a denigrare al fine di non riconoscere a pieno l’iter artistico. Un’artista non classificabile che l’esposizione veneziana cerca di chiarire a pieno, creando dialoghi anche con diversi artisti al fine d’indagare quell’ispirazione all’arcaismo che nel corso dei secoli è parallela al classici-
Fondazione Querini Stampalia
l’AlfABETO MERAvIglIOSO DI gRISHA BRuSKIN
L
’alfabeto è definito come una serie di segni grafici, disposti in un ordine preciso, che tendono a rappresentare ognuno un suono di una determinata lingua. Infatti nella teoria della comunicazione il loro insieme crea un codice. Alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, fino al 13 settembre, è presente un misterioso alfabeto costituito da 160 personaggi: angeli, demoni con il volto di animali, figure trafitte da un fulmine, uomini che portano sulle spalle la loro ombra, o scrutano nei segreti del libro. “Grisha Bruskin. Alefebet: Alfabeto della memoria” è il titolo della mostra dedicata, per la prima volta città lagunare, a uno dei più importanti artisti russi viventi. Così Bruskin, nato a Mosca nel 1945, descrive il suo progetto: “mi rapporto ad Alefbet come a una concezione artistica e nient’altro, come a una sorta di gioco di biglie. Era importante per me creare qualcosa in forma di pagine, di palinsesto, di scrittura, di notizia, di commento. Alefbet è anche scritture misteriose, rebus, un dizionario mitologico, sviluppa la lingua in un sistema di simboli e mitologemi, allegorie che bisogna essere capaci di decifrare, indovinare. Dove occorre trovare la propria personale spiegazione. Tra i personaggi disegnati non succede nulla, sono solamente rappresentati e sono collegati dal contesto”. Cinque grandi arazzi di misura 2,80 x 2,10 metri rappresentano il fulcro dell’esposizione, giungendo attraverso una disamina dei disegni preparatori dell’artista, i gouaches e 6 interessanti dipinti. Un’opera che testimonia la millenaria tradizione ebraica alla quale Bruskin vi giunge in maniera probabilmente indiretta: proveniva da una famiglia ebrea di scienziati, ma lungi da problematiche religiose. Fu un percorso nato alla fine degli anni ’60 che inserì un soggetto innovativo per la realtà sovietica del tempo. In riferimento alla mostra, l’arazzo è accompagnato da un commentario scritto dall’artista e lo spettatore, seguendo la tradizione del Talmud, dovrà aggiungere i propri commentari a quelli dell’artista: in Al.Cl. questo modo potrà avvicinarsi alla verità.
smo, cui l’opera di Rousseau sembra essere la linea divisoria tra 1800 e ‘900. Nell’allestimento, il visitatore durante il percorso rivive le atmosfere del famoso banchetto che Pablo Picasso organizzò in onore di Henri nel 1908, in occasione dell’acquisto del “Ritratto di donna”: l’opera di Rousseau è esposta di fronte a “La bouteille de Bass” di Picasso, in una stanza animata dal poema che Guillaume Apollinaire dedicò a Rousseau. Immersa nella musica del valzer “Clemence” fu composta dallo stesso Doganiere e suonata proprio in quell’occasione. Non rimane dunque che ammirare le oltre cento opere unite in un progetto della Fondazione Musei Civici di Venezia con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna.
Fotografia
avarzerani, adriesi e polesani in genere ma anche chioggiotti e altre tipologie di veneti veraci, sono i protagonisti del nuovo libro del narratore amato da critica e pubblico Francesco Permunian. E’ imminente l’uscita - ad aprile - dell’ultimo lavoro narrativo dello scrittore cavarzerano che ha voluto dichiarare in una dedica, posta a sigillo del libro, La polvere dell’infanzia (Nutrimenti editore), il vero protagonista di questa sorta di “romanzo famigliare”. Questa volta la sua indagine è volta ad indagare il Polesine e la sua gente, soprattutto quella di Cavarzere e dei Comuni limitrofi. La dedica infatti recita così: “A tutti i lunatici del Polesine, miei unici maestri e compagni di strada”. Il libro è illustrato da numerose fotografie in bianco nero a firma di Duilio Avezzù.
Candida Höfer rilegge Rodin C andida Höfer, fotografa nata nel 1944 a Eberswalde in Germania, rilegge “Les Bourgeois de Calais” opera del 1901 di Auguste Rodin. Fino al 29 marzo presso le sale di Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Venezia, nell’ambito del contenitore denominato Paradossi, è proposta ai visitatori una rilettura diversa della grande scultura di gesso che fu esposta da Rodin alla Biennale del 1901 e successivamente acquistata dalla città di Venezia. Un gruppo scultoreo che ha permesso alla Höfer di creare un percorso fotografico, scattando immagini relative ai dodici calchi di Rodin nelle loro installazioni poste in diverse collezioni pubbliche internazionali. L’abilità dell’occhio artistico della Höfer prende vigore nella ripetitività delle opere attraverso una dote che gli consente d’imbrigliare e assimilare l’espressività dinamica e sofferente degli eroici abitanti di Calais, che nel 1346 si contrapposero all’assedio del re d’Inghilterra Edoardo III, all’interno di un’immagine dall’ariosa percezione. Una sinergia con il lavoro che permette un continuo dialogo con l’opera e i suoi scatti, ottenendo un risultato finale forte, dirompente ma contenuto come da stile Höfer. A Venezia la mostra “Les Bourgeois de Calais à Venise” presenta una selezione di lavori che risalgono al 2001 quando, nel progetto Douze-Twelve commissionato dal Musée des Beaux-Arts et de la Dentelle di Calais, fotografò le fusioni esistenti nel mondo. Il realismo, l’emozione e le espressioni si esaltano all’interno del suo stile appartenente alla Scuola di Düsseldorf, caratterizzata da una fotografia diversa, attenta alle idee più che alla semplice documentazione. Quindi un forte linguaggio iconografico, una tecnica perfetta e la serialità sono elementi riscontrabili in questa produzione: fotografie che rappresentano sculture perfette ed equilibrate. Ognuna di queste immagini fornisce l’idea di essere stata costruita e progettata nella mente dell’artista, prima ancora che il tutto fosse visto attraverso i suoi occhi.
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Diritto Bancario
Mutui: dubbi sull’usura bancaria e restituzione interessi
U
na domanda che sentiamo spesso fare è la seguente: “Ho il dubbio che gli interessi che verso per il mutuo siano eccessivi. Si può far qualcosa?” La riposta è, in linea di massima, affermativa. La Cassazione nel 2013 ha precisato infatti che tutte le voci di costo presenti nei mutui - ivi comprese le spese d’istruttoria, le commissioni, le assicurazioni obbligatorie, le penali, le commissioni di massimo scoperto - ma anche, e soprattutto, gli interessi di mora - concorrono ad individuare il costo del mutuo e quindi il reale tasso applicato dalla banca al cliente. Per tale ragione si potrebbe verificare che il cumulo di tali costi finisca con il superare il “tasso soglia” e divenire usurario in violazione della Legge 108 del 1996. Se così avviene, la sanzione (non di poco conto) prevista dal legislatore è che la clausola relativa agli interessi viene considerata nulla e
non sono più dovuti tutti gli interessi, con la conseguenza che il cliente può chiedere la restituzione di tutti gli importi già corrisposti a titolo di interesse e conseguentemente ridurre le rate ancora in scadenza al solo capitale. Anche il Tribunale di Rovigo è, in questi ultimi anni, stato chiamato a verificare la liceità dei rapporti intrattenuti dagli istituti di credito con la clientela e pendono diversi contenziosi in attesa di definizione. V’è da aggiungere, in ogni caso, che non sempre i giudizi giungono alla loro normale conclusione in quanto la materia bancaria è oggetto di mediazione, il che significa che è probabile che la vertenza si concluda in via transattiva, senza attendere il normale corso della giustizia. È infatti interesse di entrambe le parti addivenire in tempi brevi alla definizione del contenzioso: la banca per evitare un possibile pericoloso precedente, il cliente per evitare di essere esposto nel
frattempo ad eventuali azioni esecutive. Ma cos’è l’usura e come si verifica? Il concetto in sé è abbastanza comprensibile: l’usura è la pratica di prestare denaro chiedendo un interesse illegittimo perché superiore a quello determinato dal legislatore con la legge 108/96. L’art. 2 definisce
Avv. Lorenzo Maltarello
usurario l’interesse che supera il c.d. “tasso soglia” inteso come quel saggio di interesse globale medio, rilevato trimestralmente dalla Banca d’Italia, aumentato della sua metà. Verificare se in concreto si ha usura o meno invece è più complesso, ma volendo semplificare al massimo procediamo con
un esempio pratico. Il cliente sottoscrive un contratto di mutuo e la banca applica un tasso di interesse variabile del 3,1%. Per sapere se quell’interesse è usurario o meno nel corso della restituzione si deve verificare se supera il tasso soglia. Poniamo che per il trimestre gennaio-marzo 2006 il tasso globale medio rilevato fosse del 3,85% che, aumentato della metà, ammonta a 5,77 %. Ora, se il tasso concretamente richiesto dalla banca (al 3,1% si aggiungono tutte le voci di costo del mutuo) risulta superiore a 5,77%, si ha usura. L’esempio fatto pur con tutti i suoi limiti ha comunque il pregio di chiarire quali potrebbero essere i contorni della questione, che va dunque valutata prima di procedere ad ogni contestazione, considerando anche che di recente è aumentata l’attenzione dei Tribunali verso questa tematica a garanzia della correttezza nei rapporti bancari.
S T U D I O L E G A L E - A V V O C A T O L O R E N Z O M A L T A R E L L O - Avv. Lorenzo Maltarello Avv. Maria Pia Busatto -Piazzetta Pescheria n.14 – 45011 ADRIA (Rovigo) Tel. 042 621 382 - Fax. 178. 224 0143 - Cell. 347 238 559 3 - E-Mail : lorenzo.maltarello@libero.it - PEC: lorenzo.maltarello@rovigoavvocati.it
DIRITTO del lavoro
infortunistica
Giusta causa di licenziamento quando si da della “Milf” alle colleghe di lavoro su un social network
T
Avv. cristiano Violato e avv. Federico soattin
ra i molteplici motivi di licenziamento nelle aziende vi è il caso di un dipendente che aveva pubblicato on line, sul proprio profilo social di facebook, la lettera della società con cui veniva riammesso al lavoro (a seguito di un contenzioso) ed aveva postato dei pesanti commenti diffamatori verso la medesima azienda, nonché verso le colleghe di lavoro con espressioni volgari (appunto definendole MILF, termine anglo-americano che designa generalmente donne adulte considerate sessualmente appetibili da uomini più giovani). Il giudice sottolineava come fosse difficile comprendere che il dipendente convenuto potesse pensare di mantenere in vita un rapporto di lavoro con colleghe che, senza alcun tipo di provocazione, ma solo in ragione di una accoglienza amicale, aveva sostanzialmente insultato con gravi espressioni sessiste. Secondo il giudice, il rapporto di lavoro, alla luce
della gravità delle espressioni diffamatorie, non poteva avere un seguito (Tribunale Ivrea, Sez. Lavoro, ordinanza 28.1.2015). La predetta ordinanza confermava pertanto l’orientamento giurisprudenziale del licenziamento per giusta causa per post denigratori a danno del datore di lavoro ma anche nei confronti delle stesse dipendenti dell’azienda. Il caso in esame dimostra come l’utilizzo dei social deve essere disciplinato nelle aziende attraverso la redazione di social media policy, regole semplici e trasparenti, non in un’ottica repressiva, ma per rendere consapevoli gli utenti e gli operatori dei possibili rischi e prevenire perdite di dati, nonché danni all’immagine. Tali policy devono essere declinate in base alle attività e caratteristiche delle imprese e devono ricomprendere non solo i dipendenti ma tutti gli attori aziendali (es. stagisti; consulenti, etc.).
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Incidente stradale: consigli utili per ottenere il giusto risarcimento
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ontrariamente ai miei precedenti interventi, con questo articolo tenterò di elencare una serie di consigli che potrebbero rivelarsi utili quando si rimane coinvolti in un incidente stradale. Come prima cosa, se le parti del sinistro non hanno richiesto l’intervento delle Autorità (Polizia, Carabinieri etc..) è importante che queste compilino in maniera corretta il modulo di constatazione amichevole, preoccupandosi di realizzare un disegno preciso e completo, capace di chiarire perfettamente la dinamica. Non bisogna scordare, infatti, che l’anzidetto modulo rappresenta - fino a prova contraria - l’unico documento in grado di dimostrare con quali modalità si è verificato l’incidente. Una volta che si è operato in tale modo, e non prima di essersi rivolti al personale medico per le eventuali cure del caso, è consigliabile che la pratica risarcitoria venga subito affidata ad un professionista serio che conosca concretamente la materia, soprattutto perché in quest’epoca si sono succeduti numerosi interventi normativi che hanno notevolmente cambiato i criteri di liquidazione dei
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danni subiti. A questo punto, contrariamente a quanto si possa pensare, il compito del danneggiato non è finito. Infatti, da questo momento egli dovrà controllare che il proprio consulente/patrocinatore svolga il suo lavoro in maniera corretta. Per farlo, non occorrono grandi sforzi. Basterà che il cliente chieda sempre una copia di tutta la documentazione afferente il sinistro: 1) la lettera di richiesta di risarcimento dei danni; 2) tutta la corrispondenza intrattenuta con la Compagnia di Assicurazione; 3) la quietanza di pagamento; 4) le fatture (non i preventivi) relative alle spese mediche sostenute. Queste ultime, in particolare quando vengono anticipate da chi gestisce la pratica, all’atto del loro rimborso debbono essere verificate con i Dottori o con il Centro medico che ha fornito le prestazioni. Difatti, non sono mancate le volte che a causa di “innocenti” errori di calcolo il povero danneggiato sia stato indotto a pagare somme superiori al dovuto, anche per diverse centinaia di euro.
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L’Editoriale LA PSICOLOGIA PER LA VITA QUOTIDIANA
dott. Alessandro De Carlo*
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La cura giusta per il corpo non sempre cura anche la persona Ecografia, per diagnosi sicure e innocue
All On Four, una moderna tecnica implantare Continua a pag. 31
Continua a pag. 32
volte capita che la psicologia sia ancora associata esclusivamente al disagio e al malessere della mente. Oggi però la componente legata a questo tipo di cura è soltanto uno degi ambiti di lavoro dello psicologo, professionista formato per prendersi cura della persona sia ristabilendo uno stato di salute psicologica eventualmente ridotta sia lavorando per aumentare il benessere individuale e sociale delle persone. Recarsi da uno psicologo, dunque, può essere un modo efficace per migliorare la propria salute, le proprie relazioni sociali e familiari, ma anche aspetti spesso meno considerati come la propria produttività sul lavoro e la capacità di trovare soluzioni a piccoli e grandi problemi quotidiani. Inoltre, elemento da non dimenticare, questi obiettivi possono essere raggiunti tramite un percorso di crescita personale e consapevolezza, beni sempre più rari nella nostra veloce e complessa contemporaneità. Tutto questo e molto altro è oggi l’ambito professionale dello psicologo, che offre ai propri utenti la garanzia di essere un professionista sanitario con regole, controlli, protocolli scientificamente attendibili, una deontologia e una disciplina assicurativa normate per legge e la capacità di integrazione con i professionisti di altre discipline: una grande sicurezza per chi vuole iniziare seguire un percorso psicologico. Quello che gli psicologi propongono e portano avanti, dunque, è anche un nuovo concetto di sanità più lontana dagli ospedali e dal concetto di malattia e più vicina alla vita quotidiana. L’idea di una professione che mira a non tanto a lavorare su eventuali sintomi di malessere quanto ad essere costantemente ispirata alla definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “il completo stato di benessere psicofisico della persona”.
*Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto
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L’intervento Troppa burocrazia per aprire uno studio!
di Dott. Bruno Noce*
L
’art.193 del TULS(Testo Unico delle Leggi Sanitarie) recita che nessuno può aprire un ambulatorio medico senza autorizzazione ma lascia liberi i medici e gli odontoiatri di aprire uno studio, intendendo con ciò un gabinetto dove il professionista esercita sotto la propria diretta responsabilità, in quanto già abilitato dall’esame di stato. Si evince chiaramente che struttura sanitaria complessa ed ambulatorio non sono dizioni assimilabili allo studio privato del professionista, non aperto al pubblico e non convenzionato. La forzatura dell’introduzione nello studio privato odontoiatrico della legge 22 non rispecchia lo spirito iniziale del regolamento, infatti l’aspetto organizzativo di uno studio privato e’ per definizione secondario all’aspetto professionale, per cui non è omologabili all’ambulatorio sanitario. Nella realtà abbiamo assistito a tutta una serie di soprusi e prevaricazioni nell’applicazione della legge. Ad esempio l’inutile ripetizione di autorizzazioni a cui siamo già soggetti per obbligo di legge(gestione dei rifiuti sanitari, abitabilità, planimetrie e destinazione d’uso, conformità elettromedicali, ispezione periodica dei radiologici, conformità impianti elettrici etc.), la richiesta di informazioni che riguardano l’organizzazione del lavoro o i rapporti con il personale, il tutto connesso ad una pesante violazione della privacy, dell’autonomia dell’imprenditore e della libertà d’azione del professionista già abilitato. Negli ultimi 5 anni si è assistito ad una gravissima disomogeneità di applicazione della legge tra Regioni, Province, Comuni, Asl diversi per cui ai professionisti vengono richiesti differenti requisiti con palese disparità di trattamento. Si è arrivati al punto che i funzionari incaricati delle verifiche, usano criteri di discrezionalità che sfociano nell’arbitrio, arrivando addirittura ad interpretare la legge in modo personale, senza contare poi che alla fine l’autorizzazione viene rilasciata dal Sindaco del Comune e ci sono stati casi in cui paradossalmente, nonostante il parere negativo dei verificatori sia stata concessa ugualmente l’autorizzazione.Quindi sorge spontanea una domanda: ma questa legge serve a far aumentare la qualità degli studi professionali oppure serve ad avere un controllo ed a vessare ulteriormente il professionista? La falsa illusione che la salute del cittadino venga tutelata dalla rispondenza a normative burocratiche anziché essere affidata alla professionalità del sanitario, che non viene ne’ richiesta, ne’ tantomeno verificata da questa normativa e’ un altro punto a sfavore. Questa legge quindi ha manifestato tutte le sue carenze, non ha minimamente scalfito la piaga dell’abusivismo, non ha apportato alcun beneficio al cittadino ed ha creato sconcerto, disorientamento è grave difficoltà all’odontoiatra. La CAO quindi si è impegnata a discutere con le istituzioni preposte per cercare di uniformare su tutto il territorio nazionale la legge che da regionale dovrà necessariamente passare a nazionale.
*Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Rovigo
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L’Intervento PARLIAMO DEI FARMACI GENERICI UNA RISORSA PER IL SISTEMA SANITARIO O UN PROBLEMA PER LA SALUTE?
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di Francesco Noce*
empre più spesso,quando ci si reca in farmacia ci viene consegnato,a fronte di una prescrizione medica,un farmaco così detto “generico”. Già dal 1° settembre 2010 infatti in Italia la prescrizione di un farmaco può esser sostituita in farmacia con un farmaco “generico”, se ovviamente è disponibile. Ma cosa sono i farmaci generici? Come farmaci generici,termine entrato nell’ uso comune, sono indicati quei farmaci che hanno perso il brevetto e hanno una bioequivalenza con i farmaci originatori comunemente definiti come farmaci di marca. Per questo motivo già dal 2005 si preferisce indicarli con il nome di farmaci “equivalenti” e devono corrispondere per legge ai seguenti requisiti: avere lo stesso principio attivo del farmaco di riferimento, il principio attivo non deve essere protetto da brevetto, avere la stessa forma farmaceutica e via di somministrazione (per esempio compresse,capsule,fiale sciroppo etc.),avere lo stesso dosaggio unitario,essere bioequivalente al medicinale originatore,aver un costo di almeno il 20% inferiore rispetto al corrispondente medicinale di “marca”. Il costo significativamente più basso si giustifica con il fatto che le aziende produttrici di farmaci equivalenti non devono sostenere tutti i costi che vanno dalla scoperta del principio attivo all’intero processo di sviluppo e sperimentazione che sono sostenuti dall’ azienda che aveva prodotto e brevettato il farmaco originario (stimati in circa 6oomilioni di dollari), e che per questo gode di un periodo di sostanziale monopolio. Essenzialmente il costo del farmaco equivalente è dato dal costo per la produzione e da non rilevanti spese di promozione dal momento che anche queste ricevono un rilevante beneficio dalle attività messe in atto dalle aziende produttrici del farmaco originatore e dal fatto che sono farmaci presenti sul mercato già da anni e sono ben conosciuti dai pazienti,dai medici e da altri operatori sanitari anche se con il nome commerciale. Mentre nei paesi UE il consumo di farmaci equivalenti si aggira sul 50% ,solo di recente in Italia il loro consumo ha avuto un balzo dal 6% al 20% in breve tempo,ma ancora lontano dal 70% della Germania,dal 60% della Danimarca e dal 90% della Polonia,ponendoci al penultimo posto,appena sopra alla Grecia. Fra le molte ragioni e interessi corporativi ed economici il processo si è rivelato lungo e difficoltoso,alimentato dalla percezione che i passaggi tecnico-scientifici su cui poggia la sostituibilità non siano così virtuosi nel nostro paese. Ad iniziare dalle “liste di trasparenza”cui deve attenersi il farmacista, le cui conseguenze sono potenzialmente critiche,visto che una volta inseriti nello stesso elenco anche farmaci con tipologia di forme e di dosaggio così diverse da escludere l’eventualità di una biodisponibilità confrontabile,farmaci con più originatori, vecchie specialità cioè copie autorizzate prima e quindi non testate in studi di bioequivalenza,tutti medicinali che rientrano a pieno titolo nella disponibilità del farmacista alla sostituzione. Per continuare con la differenza di biodisponibilità tollerata da un più 3,5% a un meno 3,5% rispetto all’originatore, per cui entrambi sono bioequivalenti al farmaco di riferimento ma non sono bioequivalenti fra loro. In Italia manca un “Orange book”, come in altri paesi, in cui sono contenuti i farmaci generici bioequivalenti all’originatore e bioequivalenti fra loro:praticamente liste di prodotti utilizzabili in sostituzione equivalenti fra loro.Per non dimenticare l’effetto degli eccipienti,sostanze inerti che stabilizzano le molecole,che possono essere diversi da quelli contenuti nell’originatore e non sempre non producono effetti,come il saccarosio per i diabetici il lattosio per gli intolleranti,i parabeni che possono procurare allergie e sostanze che possono alterare la palatabilità cioè il sapore del medicinale,aspetto rilevante soprattutto per i medicinali per i bambini,così come possono essere importanti i metaboliti e la salificazione diversa. In definitiva farmaci generici SI o NO? Decisamente SI: perché rispondono a criteri di produzione secondo le buone regole della farmacopea e quindi sicuri ed affidabili;sono prodotti da aziende sottoposte a rigidi controlli e spesso sono le stesse aziende che producono il farmaco originario. SI perché il loro avvento ha consentito un risparmio per il Sistema Sanitario di circa il 55% sul costo originario e può consentire ulteriori e ben più consistenti risparmi se si pensa che la maggior parte dei farmaci oggi in uso in breve tempo avrà perso il brevetto,con tutto il vantaggio di avere a disposizione più risorse per terapie innovative e cure più efficaci. SI purchè siano effettivamente bioequivalenti fra loro per la sostituibilità e ponendo attenzione agli eccipienti in essi contenuti, eccipienti che del resto sono ben evidenziati nel foglietto illustrativo. SI con il suggerimento di assumere possibilmente sempre lo stesso farmaco genericato,una volta accertata la sua efficacia e tolleranza,per non assumere sostanze non bioequivalenti fra loro e con eccipienti tali da produrre possibili effetti non desiderati e per non ingenerare confusione,specie in persone anziane che spesso assumono più farmaci, per differenze di forma e di colore della confezione,per nomi diversi dal nome commerciale, per compresse che diventano capsule e viceversa,così da rappresentare seri problemi all’aderenza terapeutica e quindi alla salute dei pazienti. A meno che i criteri di sostituibilità non garantiscano una bioequivalenza accertata, gli eccipienti non possano indurre effetti indesiderati,(a quando un Orange book?) e vi sia una corretta informazione per una terapia efficace e sicura.
*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo
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Ecografia, per diagnosi sicure e innocue
Infiltrazioni ecoguidate all’anca: una garanzia di efficacia nel trattamento
Dott.ssa Bertoli che cos’è l’ecografia? L’ecografia è tecnica di indagine diagnostica a carattere preventivo che, a differenza di altre tecniche strumentali utilizzate per le stesse finalità, non utilizza radiazioni ionizzanti, bensì ultrasuoni. L’ecografia è in grado di fornire un’immagine tridimensionale dell’interno di un organo o di una parte del corpo umano. Si basa, come detto, sull’utilizzo di onde acustiche e non elettromagnetiche, pertanto la sua prima caratteristica è l’assoluta innocuità dell’esame. L’efficacia di un’ecografia e la sua utilità nell’assistere il medico in una diagnosi dipende da vari fattori: • Il grado di dettaglio con cui l’ecografo riesce a identificare le strutture: usare uno strumento o una sonda inadatta allo scopo può portare facilmente a un esame inutile e privo di informazioni; un ecografo per il fegato è ben diverso da un ecografo per indagini muscolo-tendinee. • L’analisi attenta di un medico competente: poiché l’interpretazione dell’immagine ecografica è complessa. In quali casi è utile effettuare un’ecografia? L’ecografia è un esame importante in diverse condizioni patologiche . Viene prescritta per: • indagare sullo stato di tendini e muscoli, quindi per identificare patologie come infiammazioni (tendiniti) o degenerazioni (tendinosi) di tendini e lesioni muscolari (contratture, distrazioni, strappi). In organi più complessi, come il ginocchio, può essere utile per identificare cisti o anomalie dei tendini o rilevare la presenza di liquido infiammatorio. • problematiche tiroidee (presenza di noduli alla tiroide, ingrossamento tiroideo, tireotossicosi) • presenza di masse espansive nella regione del collo
• sospetto di ostruzioni dei dotti salivari • presenza di masse di sospetta origine neoplastica a livello dei tessuti molli • osteomielite • aneurisma dell’aorta addominale • dolore addominale acuto • sepsi addominale • presenza di focolai metastatici epatici da neoplasie insorte in altra sede • ittero • patologie biliari • pancreatite • insufficienza renale • presenza di calcoli renali senza colica • presenza di masse renali sospette • nefropatia e uropatia sospette • massa o dolore a livello del testicolo • presenza di massa pelvica sospetta • sospetto di endometriosi • dolori a livello pelvico • sospetto di neoplasia a carico della mammella • tumori (parotidi, tiroide, fegato, rene, prostata, testicolo, ovaio, utero) • ecc. Presso il Poliambulatorio Vespucci, inoltre, affianco l’Ortopedico il Dott. Bortolato per l’esecuzione di infiltrazioni ecoguidate all’anca, terapia indicata per tutti i pazienti affetti da artrosi dell’anca mono o bilaterale nella fase iniziale ed intermedia, pazienti con alterazioni radiografiche caratteristiche di artrosi e pazienti che non possono assumere anti-infiammatori Le iniezioni di acido ialuronico nell’anca artrosica
Mal di schiena e le posizioni del sonno Come dormire evitando i dolori lombari e cervicali
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l riposo notturno è importante per il benessere della nostra schiena. Mentre si dorme, la muscolatura si rilassa e la pressione sulla colonna vertebrale si riduce, agevolando il passaggio del nutrimento dalle strutture vertebrali al disco intervertebrale, che ne risulta rigenerato. E’ vero che una delle prime cause del “mal di schiena” è legata al dormire male? “Dormire bene è essenziale per ridurre al minimo le condizioni che possono favorire la comparsa del dolore vertebrale. Il tratto cervicale e lombare della colonna vertebrale, assieme agli arti inferiori, sono i punti dove più spesso le persone accusano dolore”. Per evitare questo è fondamentale scegliere un “sistema letto” adatto alle nostre esigenze, dato cioè dalla giusta combinazione della rete ortopedica, un buon materasso ed un sano guanciale. In base alla posizione che si assume dormendo, possono derivare dolori diversi alla schiena? “Certo. Ad esempio per chi soffre di osteoartrite, problemi alla spina dorsale o alle anche, è consigliato dormire sul fianco. Questa posizione diminuisce la pressione esercitata sulla schiena, anche se al tempo stesso limita la circolazione nelle aree del corpo sui cui si concentra il
peso. Problema superabile scegliendo un materasso più morbido, che sia capace di ridurre i punti di pressione. La posizione prona può provocare pressione al collo e alla parte inferiore della schiena. In tal caso è preferibile, invece, un materasso più duro, magari con un cuscino sotto l’addome. Infine la posizione supina è ottima per chi soffre di dolori alla parte inferiore della colonna. Per diminuire l’eventuale pressione del nervo sciatico, si provi a posizionare un cuscino sotto le ginocchia”. Per dormire Il dr. Alessandro bene quali scelte Giraldo si devono fare? osteopato “Con gli attuali e fisioterapista materiali a disposizione sia per quanto riguarda le reti, sia per i materassi, ognuno di noi ha un’ampia possibilità di personalizzare il proprio riposo notturno. La rete, in particolare, è importante che offra un giusto mix tra rigidità e flessibilità, così da adattarsi ergonomicamente al peso e alla conformazione fisica della persona. La stessa cura va posta nella scelta del materasso, del cuscino e del rivestimento. Dott. Alessandro Giraldo - osteopato e fisioterapista - Dormiflex Via Brunacci, 10/C Marghera (ve) tel 041 922692 Tel. 39 041.57.30.800 - www.dormiflex.it
FISIOTERAPIA – RIABILITAZIONE AMBULATORIO POLISPECIALISTICO DIAGNOSTICA STRUMENTALE
PRESTAZIONI FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE Riabilitazione neurologica, ortopedica, pre-post operatoria, reumatologica, dello sportivo, pediatrica, posturale, senologica, respiratoria, urologica perineale; Riabilitazione della colonna vertebrale, mano, gomito, spalla, ginocchio, anca, piede; Riabilitazione a domicilio, funzionale globale di mantenimento di gruppo; Ginnastica correttiva di gruppo; Massaggio per drenaggio linfatico; Kinesiology Taping Therapy; Terapie fisiche strumentali; Tecarterapia; Hilterapia; Noleggio magnetoterapia.
Dott.ssa Manuela Bertoli
PRESTAZIONI AMBULATORIO POLISPECIALISTICO Visite specialistiche fisiatriche: esame podologico per prescrizione plantari; valutazioni funzionali neurologiche. Visite specialistiche ortopediche: visite superspecialistiche di chirurgia vertebrale; terapia con onde d’urto; mesoterapia antalgica; artrocentesi; manipolazioni vertebrali; infiltrazioni articolari; infiltrazioni ecoguidate all’anca; perizie medico legali. Visite specialistiche di chirurgia vascolare: scleroterapia. Visite specialistiche ginecologiche: infantili, adolescenziali e adulti; pap test; colposcopia. Visite specialistiche di chirurgia generale, di chirurgia e medicina estetica, urologiche, endocrinologiche, dermatologiche, reumatologiche, podologiche; Consulenze sessuologiche, psicologiche, nutrizionali.
secondo questa tecnica, consentono di ridurre il dolore e determinare un miglioramento della funzione motoria ed articolare, soprattutto nelle attività della vita quotidiana come alzarsi da una sedia, uscire o entrare dall’autovettura, stare in piedi, tagliarsi le unghie, infilare un calzino, camminare, riducendo il consumo di farmaci antinfiammaPRESTAZIONI DI DIAGNOSTICA STRUMENTALE tori, normalmente usati per il dolore. Elettromiografie - Ecografie - Ecocolordoppler L’infiltrazione intra-articolare dell’anca è più difficile Struttura convenzionata con il SSN rispetto agli altri distretti articolari, principalmente a causa Direttore sanitario: Dott. Mario Bortolato delle caratteristiche anatomiche dell’articolazione e della Aut. san. Nr 53 de 15/7/13 prossimità di strutture “sensibili” come l’arteria femorale e VIA VESPUCCI N°135/136 30015 SOTTOMARINA DI CHIOGGIA (VE) nervi. Tramite la guida ecografica si è sicuri di essere esatTEL. 041.490754 - FAX. 041.5548329 e. mail: info@poliambulatoriovespucci.it tamente in articolazione e si visualizza in tempo reale sia sito internet: www.poliambulatoriovespucci.it l’ago che il prodotto iniettato durante l’infiltrazione. Inoltre si è visto che la percentuale delle volte in cui il farmaco non Dott.ssa Bertoli Manuela - Medico Chirurgo viene iniettato direttamente in articolazione è molto alta Specialista in Medicina Nucleare e professionalità (>40%) quando eseguita in “cieco” ossia senza guida in Radiologia presso il Poliambulatorio Vespucci – ecografica. Tale procedura è una garanzia sia di sicurezza Sottomarina di Chioggia - Ve che di efficacia. Non occorre anestesia locale o generale.
L’importanzadei batteri “buoni” per la salute del nostro intestino
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bbiamo gia’ parlato in modo esaustivo nel precedente articolo dell’importanza del nostro intestino e dei batteri buoni, cioe’ quei batteri che lavorano con noi per la salute del nostro organismo e delle cause che possono contrastare questo mutuo lavoro. Una condizione di alterato equilibrio fra varie specie batteriche e fungine che popolano l’intestino viene chiamata disbiosi. La disbiosi intestinale si associa a una condi- Sono utili: l’omeopatia, fonte di zione di infiammazione cronica che frequenze positive ed equilibranti, compromette la normale permeabilita’ della membrana intestinale un’alimentazione corretta, e un anomalo passaggio di batteri attività fisica e lavaggio patogeni e spore fungine. La piu’ importante fra queste la candida del colon La Dott.ssa Angela Ballarin albicans: questa e’ un micete cioe’ un fungo che in condizioni normali e’ saprofita, cioe’ stino stesso con diarree o stipsi, la vagina con vaginiti, convive con noi pacificamente e solo in condizioni la vescica con cistiti ecc. Concludendo l’arma principale particolari puo’ diventare patogena. Queste condi- per tutto questo e’ l’omeopatia vera e propria fonte zioni sono: dieta scarsa di fibre, cibi raffinati, zuc- di frequenze positive ed equilibranti, alimentazione cheri, latte e latticini, antibiotici, cortisonici, e fans, corretta, attività fisica e il lavaggio del colon. contraccettivi orali, alcolismo, tabagismo, stress. La Dott. ssa Ballarin Angela candida albicans e’ in grado di rilasciare fino a circa via Contarini 9c 45014 Porto Viro 80 differenti tipi di tossine, che vengono immesse in Ambulatorio 0426 321599 circolo e vanno a colpire vari organi: il cervello con Cell. 335 8057925 vari tipi di depressione, bocca con il mughetto, inte-
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All On Four, una moderna tecnica implantare
Denti fissi in 24 ore con soltanto quattro impianti CHE COS’E ’L’IMPLANTOLOGIA A CARICO IMMEDIATO? Per implantologia a carico immediato s’intende l’inserimento di una protesi provvisoria o definitiva immediatamente successiva al posizionamento dell’impianto dentale. Questo offre al paziente indubbi vantaggi di ordine psicologico e sociale e riduce i tempi operativi: si evita il disagio dovuto alla mancanza dei denti. Il paziente viene sottoposto ad un solo intervento chirurgico in sedazione cosciente con protossido d’azoto (vedi articolo sull’analgesia sedativa del dott. Oselladore pubblicato sulla piazza di febbraio e visibile sul sito: www.studiodentisticooselladore.it). Il più famoso trattamento di questo tipo, che permette ai pazienti con problemi di edentulismo totale o parziale di aver in 24ore una protesi fissa, è stato sviluppato dal prof. Paolo Malò e prende il nome di ALL-ON-4. MA CHE COS’E’ LA TECNICA ALL-ON-FOUR? La tecnica All on Four propone una riabilitazione completa a carico immediato, avvalendosi di soli quattro impianti anziché
dei sei/otto tradizionalmente utilizzati. Quando fu presentata, molti nel mondo accademico la rifiutarono con forza fino a combatterla nei congressi e sulle riviste di settore. A distanza di venti anni, la tecnica All on Four, detta anche Toronto Bridge, ha vinto la sua battaglia consentendo a milioni di Pazienti l’accesso a una terapia riabilitativa sicura, rapida, efficace ed economica. Quelli che la denigravano, in molti casi oggi sono i più accesi sostenitori IMPIANTO IN ZONA MASCELLARE ANTERIORE, DOVE C’E’ “PIU’ OSSO”. Perché un impianto possa essere utilizzato da subito e si integri rapidamente e in modo ottimale, bisogna che l’osso abbia ottime caratteristiche di vitalità. Così è nel tratto mascellare superiore compreso tra canino e canino, a differenza dei segmenti posteriori che spesso con il passare degli anni si assottigliano. IMPIANTO IN ZONA MANDIBOLARE ANTERIORE, DOVE SI E’ IN SICUREZZA
Oltre a considerazioni simili a quanto detto per il mascellare superiore, nella tecnica All on Four si interviene nella zona di sicurezza compresa fra i due forami, azzerando, di fatto il rischio di lesioni al nervo alveolare inferiore perché si opera nella zona anteriore rispetto al nervo. PERCHE’ GLI IMPIANTI SONO INCLINATI? Nella tecnica All on Four, gli impianti centrali sono verticali mentre i laterali sono inclinati di circa 35/45 gradi. Questa inclinazione consente di sfruttare appieno l’osso disponibile e di allargare la base di appoggio protesico consentendo la realizzazione di protesi fino al primo molare con un solo dente in estensione. Alcuni pensano che tale inclinazione li renda più “deboli” rispetto agli impianti tradizionali che sono tutti dritti. In realtà, essendo All on Four una struttura tridimensionale rigida, tutti gli impianti sono connessi e quindi le forze che agiscono su un qualunque punto del sistema, durante la masticazione, si distribuiscono riducendo così il carico sul singolo elemento.
Un metodo bilanciato per apparire giovani come ci si sente
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uando parliamo sorridiamo, esprimiamo stupore o piacere. Il nostro viso comunica ogni nostra emozione o pensiero. Avete mai notato che alcune persone hanno un viso ed una personalità giovanili mentre altre appaiono più anziane di quanto non si sentano soggettivamente? Non c’è da stupirsi quindi se le persone si preoccupano del loro aspetto e notano i cambiamenti che avvengono con il passare degli anni. Il tempo infatti lascia il segno e cominciano a comparire linee sottili e rughe, mentre la cute invecchiando, perde volume ed elasticità. Su questo processo incidono diversi fattori tra cui esposizione solare, cambiamenti ormonali e fumo. Le linee, le rughe e la perdita di volume fanno parte del normale processo di invecchiamento. Tutti abbiamo presenti quelle rughe profonde che in alcune persone si formano tra le sopraciglia, o le pliche cutanee che vanno dal naso alla bocca (pieghe naso-labiali) o dalle labbra al mento (rughe della marionetta). Il linea generale i processi che causano la comparsa delle rughe sono due: l’attività muscolare (quando si sorride o si corruga la fronte si formano rughe dette “dinamiche” che progressivamente diventano più evidenti); e la perdita di tono o volume (la cute si disidrata e le ghiandole sebacee riducono la loro produzione causando rughe “statiche”). È pertanto necessario considerare l’aspetto del
viso nella sua globalità, tenendo presente tutte le varie esigenze. In questo modo sarà più facile identificare i trattamenti più adatti per ottenere il risultato desiderato. Si parte, quindi, eliminando le cellule morte, che rendono la pelle spenta e opaca e occludono i pori. In questo modo la pelle apparirà più uniforme e sana. Quindi si procede alla riduzione di rughe e pieghe attraverso trattamenti che agiscono rilassando la muscolatura (per contrastare le rughe dinamiche) come le iniezioni di tossina botulinica; e creando una volumizzazione (per contrastare le rughe statiche) con iniezioni di acido ialuronico i cui risultati sono immediatamente visibili, uniformi e duraturi nel tempo. In questo modo si ottiene un ringiovanimento globale, mantenendo l’identità della persona. Studio Medico Dott.ssa Cristina Rogato Viale dei Mille 107A – Rovigo rogatocristina@libero.it tel. 3282523160
QUALI SONO LE FASI DELLA TECNICA ALL ON FOUR? Sono quattro le fasi principali attraverso le quali viene applicata una riabilitazione implantoprotesica All on Four. Fase 1 Nella prima fase avviene l’intervento chirurgica con il posizionamento degli impianti (normalmente al mattino)
Fase 2 Il pomeriggio o al massimo entro le 24 ore successive si applicano dei provvisori fissi, che non sono una dentiera Fase 3 Dopo tre mesi si torna per la prova della struttura, preparata dal laboratorio Fase4 Due settimane dopo la prova c’è la consegna della protesi definitiva.
CENTRO DI ODONTOIATRIA ORTODONZIA E IMPLANTOLOGIA del Dott. Oselladore Renzo Ambulatorio di Chioggia Corso del Popolo 1225 tel. 041401830 Ambulatorio di Cavarzere via Pescheria,5 (vicino al Duomo) tel. 0426311157 Visita il nostro nuovo sito: www.studiodentisticooselladore.it
Le protesi articolari Le difficoltà da affrontare dopo la sostituzione di un’articolazione
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Dott.ssa Cristina Rogato, medico chirurgo specialista in chirurgia plastica
Il Dott Renzo Oselladore
uando la degenerazione di un’articolazione diventa talmente grave che il dolore non è più gestibile con i farmaci antidolorifici e che il movimento dell’articolazione diventa notevolmente limitato, lo specialista ortopedico può prendere in considerazione l’opportunità di sostituire l’articolazione artrosica con una protesi articolare. Molte strutture ospedaliere hanno acquisito ormai una notevole esperienza nella sostituzione articolare, particolarmente per 3 grandi articolazioni: la spalla, il ginocchio e l’anca. L’evoluzione delle tecnologie biomediche ha portato alla costruzione di protesi con leghe sempre più leggere e resistenti e di durata sempre maggiore nel tempo. Il futuro ci porterà il perfezionamento della costruzione di protesi per altre articolazioni: la caviglia (attualmente, pochissimi centri ne effettuano la protesizzazione) ed il gomito (di cui è difficilissimo ricreare la meccanica). L’intervento chirurgico ha una durata ormai minima (meno di due ore) ma, con altrettanta velocità, arriva il tempo della dimissione. Generalmente, dopo 7 giorni dall’intervento (salvo complicazioni), il paziente deve affrontare il rientro a casa. Tale situazione può venir complicata da alcuni elementi: l’utilizzo di ausili, le possibili complicazioni post-chirurgiche, la gestione delle terapie, il confronto con eventuali barriere architettoniche e, soprattutto, la fase riabilitativa. L’uso di ausili per tempi prolungati (soprattutto per le protesi di anca) diventa frequentemente una grossa limitazione nell’eseguire le attività della vita quotidiana, basti pensare ad una casalinga che deve usare le stampelle e compiere le faccende domestiche. Lo svezzamento dall’u-
Dott. Luca Penzo
so degli ausili dev’essere preceduto dal raggiungimento di un adeguato tono muscolare che sostenga l’articolazione sostituita. La sorveglianza della ferita chirurgica e degli eventuali rischi connessi all’intervento (flebiti o trombosi), le medicazioni della ferita chirurgica e la rimozione dei punti di sutura sono altri momenti di criticità che necessitano la presenza di personale sanitario e medico. Sul versante riabilitativo, è fondamentale essere adeguatamente seguiti da personale specializzato perché il progetto riabilitativo deve essere personalizzato e “calato” sulle necessità della persona, tenendo conto delle caratteristiche individuali (altre patologie da cui può essere affetto il soggetto in questione, la presenza di eventuali scale a domicilio, il sostegno di familiari a casa). L’obiettivo finale del progetto è la restituzione al domicilio di un paziente autonomo in tutte le attività della vita quotidiana, che viene raggiunto attraverso programmi individuali che comprendono il rinforzo muscolare specifico ed aspecifico, il recupero ed il mantenimento del movimento articolare, l’educazione a comportamenti corretti (da mantenere) e scorretti (ovviamente, da evitare) per permettere una lunga vita alla protesi ed una qualità di vita buona. Dott.Luca Penzo - Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione Direttore Sanitario di Fisiocenter Corte Beggiolini, 7 Cavarzere (VE) Tel. e Fax 0426.53600 email: fisiocenter@tin.it
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Epilazione laser
Il laser emette un fascio di luce selettiva che va a colpire il pelo e il bulbo pilifero danneggiandolo ed impedendo a quest’ultimo di riformare peli superflui
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Laser utilizzati: Alessandrite Gentlase New Candela Boston Usa per pelli chiare. Gentleyag Candela Boston per pelle scura e abbronzata. Sono sicuramente i sistemi laser più efficaci e rapidi oggi disponibili. Il numero delle sedute è sempre individuale ma già dalla prima seduta molte volte si notano grandi risultati. L’intervallo tra le sedute non è mai inferiore ad un mese ma dipende dalla zona trattata. Tutte le zone del corpo sono trattabili, non ci sono effetti collaterali a parte un lieve rossore e le complicanze sono assai improbabili. Questi laser non necessitano di gel o altre sostanze protettive sulla pelle in quanto un sistema denominato DCD provvede a spruzzare aria molto
fredda sulla pelle un attimo prima dell’arrivo del calore del laser proteggendo la pelle e anestetizzandola. Non esporsi al sole durante il trattamento.
Poliambulatorio Sorriso e Salute - Dr. sanitario Dott. Raimondo Pische Via Giovanni da Verrazzano n.58 - 30015 Chioggia (Ve) - Tel.: 041 5540222 - 041 5543300 - info@sorrisoesalutechioggia.it
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Di che razza sei?
La prima classificazione cinofila della storia risale all’antica Grecia, dove Aristotele suddivise i cani secondo l’area di provenienza geografica. Gli antichi romani invece raggruppavano le razze di cani secondo le loro caratteristiche attitudinali e di impiego in cani da pastore (pastorales), cani da guardia (villatici) e cani da caccia (venatici). In epoca medievale si distinguevano quattro tipologie (mastini, levrieri, segugi e cani da cerca) mentre risalgono al Rinascimento diversi trattati sulle varie razze da caccia. Nel 1897 il cinologo Pierre Megnin “inventò” il tipo di classificazione canina usata ancora oggi suddividendo le razze in base alla morfologia, cioè al loro aspetto. Da quel momento si è cominciato a parlare di cani di tipo lupoide, braccoide, molossoide o graioide. Il cane di tipo lupoide, di cui rappresentanti tipici sono il pastore tedesco e l’husky, presenta testa a forma di piramide, orecchie dritte e appuntite, muso allungato e stretto e labbra lunghe e pendenti. Il cane di tipo braccoide, tra cui appunto il bracco, ma anche il cocker e il labrador, ha testa a forma di prisma, muso lungo sia all’estremità che alla base, orecchie cadenti e labbra lunghe e pendenti. Il cane di tipo molossoide, come i mastini o il rottwailer, ha testa voluminosa, di forma rotondeggiante o a cubo, orecchie piccole e ca-
www.lapiazzaweb.it/category/animali Dott.ssa Veronica Ferrarese - Educatrice cinofila*
Cani e bambini
denti, muso corto, corpo massiccio e labbra lunghe e spesse. Il cane di tipo graioide, infine, è il tipico levriero, con testa conica, cranio stretto, orecchie piccole e all’indietro, muso lungo e sottile, labbra piccole, corte o serrate, corpo slanciato e ventre retratto. Oltre a questa classificazione Pierre Megnin divise i cani a seconda dell’utilizzo in tre gruppi, che risultano abbastanza simili a quelli adottati dai moderni enti cinofili: cani da guardia, difesa e utilità; cani da caccia, compresi terrier, segugi, spaniel e retriever; cani da compagnia. In Italia le oltre 400 razze riconosciute dall’ENCI (ENte Cinofilia Italiana), organizzazione affiliata al FCI (Federation Cynologique Internationale), sono a loro volta suddivise in dieci gruppi: cani da pastore e bovari (escluso i bovari svizzeri); cani di tipo pinscher, schnauzer, molossoidi e bovari svizzeri, terrier, bassotti; cani di tipo spitz e primitivo; segugi e cani per pista di sangue; cani da ferma; cani da riporto, da cerca e da acqua; cani da compagnia; levrieri. Le razze italiane riconosciute in ambito internazionale sono: cane da pastore bergamasco, cane da pastore maremmano-abruzzese, cane corso, mastino napoletano, cirneco dell’Etna, segugio, spinone, bracco, lagotto romagnolo, bolognese, maltese e piccolo levriero italiano.
Un’affermazione che sento fare frequentemente da parte di chi vuole adottare un cane è “prendo un cucciolo per il mio bambino così crescono insieme”. Purtroppo però questa non è sempre cosa buona e giusta. Premetto che sono cresciuta con i cani, sono stati i miei primi compagni di gioco e non mi sono mai separata da loro, tanto che oggi sono i miei compagni di lavoro.Da bambina giocavo sempre con i cani del nonno, il mio preferito si chiamava Tabù, un randagio bianco e grigio arrivato in famiglia già adulto e dove ha vissuto almeno vent’anni. Ho pianto tanto quando è morto perché Lui era il mio migliore amico, sapeva tutti i miei segreti, glieli raccontavo quando andavamo a passeggio. Il primo morso invece l’ho preso da un cocker spaniel, ancora oggi quando mi guardo il braccio penso a quanto me lo sono meritato (anche mamma mi aveva detto così!). Era un batuffolo rosso bellissimo quando è arrivata a casa, siamo cresciute insieme. Poi qualche litigio, pic-
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coli conflitti che lasciano il segno. Quando mi chiedono una consulenza relativa a quale cane prendere per il bambino, io prima di tutto rispondo che è un desiderio da assecondare solo se gli adulti della famiglia sono effettivamente disposti ad occuparsene perché il cane non è per il bambino - che ovviamente non può nemmeno esserne il principale responsabile - ma diventa un nuovo membro della famiglia. Poi, suggerisco sempre la scelta di un cane maturo ed equilibrato. Un cane adulto ha molti vantaggi, si possono conoscere le caratteristiche fisiche e comportamentali ed è certamente meno impegnativo di un cucciolo di per sé vivace, esuberante ed ineducato. Non voglio convincervi, se proprio ve la sentite potete anche adottare un cucciolo, considerando però che l’impegno, soprattutto quando il figlio è ancora piccolo, è di gran lunga maggiore. Comunque scegliate ricordate sempre di insegnare ai vostri bambini a trattare i cani con rispetto e gentilezza, proprio come vorrebbero essere trattati loro.
*Educatrice cinofila che collabora con il Rifugio Cipa
ADOTTAMI
Centinaia di piccoli amici da adottare vai su www.lapiazzaweb.it sezione ”animali” e guarda le fotogallery Morgan Maschio, taglia media-contenuta di circa 13 chili, 7-8 mesi, è figlio di una mamma pointer e di papà meticcio. Ora Morgan è un ospite A.p.a. ed è in attesa di famiglia. Categoria cacciatori non chiamare. Tobia Maschio di 1 anno, taglia medio-contenuta, di circa kg.10-12. Tobia adesso provvisoriamente è in rifugio, in attesa di essere restituito al mittente. Cerchiamo per Tobia una seconda possibilità, in tempi stretti. Carattere buono, equilibrato e convive tranquillamente con i suoi simili.
Chanel Femmina, 5-6 mesi, taglia piccola di circa kg.6-7. Questa piccolina è stata trovata vicino al rifugio. E’ stata recuperata da un passante pensando che si fosse persa. E’ stata portata in rifugio, priva di chip e collarino. Chanel aspetta una famiglia Eto Bracco tedesco maschio, 2 anni, taglia media di circa kg.20. Esuberante, buono, socializzato, va d’accordo con maschi e femmine. Eto arriva in canile assieme ad altri suoi simili. Non abbiamo storia, ma i segni nel suo corpo parlano da soli. Questa creatura verrà rimessa a nuovo, ma per lui serve una casa e non un recinto di un canile. Cacciatori astenersi dal telefonare.
Sheyla Femmina di 10 anni. Taglia piccola di circa 6 chili. La piccola arriva in Rifugio tra le braccia di una volontaria. Ora serve con urgenza trovarle una nuova famiglia. Carattere buono e socievole con tutti.
Ginger - Fred Due innamorati, maschietto e femminuccia, 2 anni circa, taglia media. Caratteri buoni ed equilibrati. Si tratta di un’adozione che nel tempo è saltata. Hanno vissuto due anni in casa. Cerchiamo un’adozione, se possibile, insieme.
Brilla Femmina di 4 anni circa, tg piccola di kg-8. Carattere molto tranquillo, un po’ timida e coccolona. Brilla è stata recuperata in campagna, ormai luogo tipico per gli abbandoni. La piccolina ha la filaria, curabilissima e non contagiosa. Molti cercano una cagnetta piccina, buona e mite.
Pippo Maschio, tg medio-contenuta, circa kg.10-12. Pippo ha 15-16 anni. Il suo padrone è mancato da poco. Ed ecco arrivare Pippo in canile. Questa creatura è disorientata all’inverosimile: fatica a stare in piedi e rifiuta il cibo. Grazie a chi aiuterà Pippo con condivisioni, passa parola e sarebbe magnifico se riuscissimo a trovargli un’adozione.
per le adozioni: loretta, associazione protezione animali di Chioggia onlus - tel. 3289620233
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