La Piazza del Conselvano - 2013apr n49

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del Conselvano

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 49 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Terrassa, scuola Premiata la materna di Arzercavalli pag.

Agna, sicurezza Esercitazione a scuola con i volontari

Due Carrare Ecco i negozianti che hanno fatto la storia

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EDITORIALE

cartura al risparmio per il bilancio 2013

Dall’Imu alla crescita non c’è tempo da perdere di Nicola Stievano

L’esercizio finanziario 2012 del Comune di Cartura si è chiuso con un avanzo di amministrazione di 98 mila euro. Il bilancio positivo dell’ente locale, tuttavia, nasconde delle difficoltà oggettive che gli amministratori comunali, al pari dei colleghi delle altre municipalità italiane devono affrontare. pag. 8

bovolenta si divide su biogas e forno

La realizzazione del forno crematorio a Bovolenta ha movimentato nei mesi scorsi le persone contrarie all’iniziativa che si sono riunite nel comitato “Bovolenta aria pulita”. Si tratta di una libera associazione apartitica ed apolitica di cittadini residenti nel territorio, nata a salvaguardia dell’ambiente comunale . pag. 13

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F

Riabilitazione, appello a Regione e azienda Uls Presa di posizione unanime del Consiglio Comunale, ora si attendono le schede

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a mesi Conselve attende la pubblicazione delle nuove schede socio sanitarie per capire che ne sarà del centro di Riabilitazione ospitato al monoblocco dell’ospedale. Intanto il consiglio comunale ha preso posizione approvando all’unanimità una mozione per dire no alla chiusura del reparto. L’iniziativa è partita dal gruppo di opposizione “Insieme per il bene comune” che insieme al “Movimento 5 Stelle” ha chiesto il consiglio comunale straordinario per discutere delle notizie allarmanti che

arrivano da Venezia su una possibile esclusione del servizio conselvano dalle nuove schede sanirare. Di fronte ai consiglieri e al pubblico il direttore generale dell’Uls 17 Giovanni Pavesi ha affermato che l’attività riabilitativa, dopo il trasferimento di competenze dall’azienda ospedaliera di Padova, continua senza intoppi mentre la situazione legata al rapporto di lavoro del personale, attualmente in comando dall’azienda ospedaliera padovana, si sbloccherà nel momento in cui la

giunta regionale approverà le nuove schede. Il primario di Riabilitazione Pietro Genovese ha confermato che i pazienti continuano ad arrivare da tutta Italia e “nonostante le incertezze tutti lavorano con decisione e professionalità”. Con la mozione approvata il consiglio comunale ha ribadito che sarebbe un’assurdità e uno spreco di denaro pubblico chiudere il reparto dopo aver speso oltre 4 milioni di euro per la ristrutturazione del monoblocco. pag. 6

atto il Governo, archiviata - almeno così pare - la lunga e tormentata stagione di impasse politico che ha segnato questa prima fase dell’anno, elaborato il duro responso delle urne che ha confermato come l’Italia sia un paese diviso, che nutre scarsa fiducia nei suoi rappresentanti istituzionali e nella politica, che è stanco, dopo cinque lunghi anni di recessione, di non vedere risultati apprezzabili per rimettere in carreggiata il sistema - Paese, che non ne può più della “casta”, così lontana dalla realtà e così concentrata sul proprio “particolare”. La nascita del nuovo esecutivo non è stata impresa delle più semplici e anche il suo percorso sarà accidentato e non privo di rischi, breve o lungo che sia. Non troppo breve però, perché la voglia di tornare alle urne è poca e, soprattutto con questa legge elettorale, non è detto che dal voto possa emergere un’indicazione più chiara. Adesso è tempo del fare, più che di lanciarsi in vuote campagne elettorali ma anche in sterili braccio di ferro (compresi quelli in streaming, falsati dalla presenza delle telecamere), è il momento di mettere mano con una buona dose di pragmatismo alla tassazione senza uscire dai parametri di bilancio imposti dall’Europa, ma anche di favorire quei processi che finalmente possano far ripartire l’economia o, quantomeno, arrestarne il declino. continua a pag. 3

L’Intervento

Il lavoro è vita, anche per il Veneto di Franca Porto*

L

a Cisl del Veneto, oltre 400mila iscritti, più della metà tra i lavoratori dipendenti, ha celebrato il suo 11° congresso regionale nei giorni in cui Parlamento e i rappresentanti delle Regioni erano impegnati nella elezione del presidente della Repubblica... *segretaria Cisl Veneto

continua a pag.

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EDITORIALE

segue da pag.

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Dall’Imu alla crescita non c’è tempo da perdere

Padova, testimone a Rossi

zanonato chiamato dal governo letta

Il sindaco Flavio Zanonato è stato chiamato da Enrico Letta nel suo governo per superare l’impasse politico. Al primo cittadino padovano un ministero chiave, quello sviluppo economico, con portafoglio per gestire alcune delle più delicate questioni. L’annuncio è stato dato dallo stesso Letta dopo un colloquio di oltre due ore con il capo dello Stato e pare che sia stato proprio l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani a fare il nome di Zanonato per la nuova squadra di governo. A Padova novità in municipio: spetta al vicesindaco Ivo Rossi traghettare la città in questo anno, fino alle prossime elezioni amministrative previste per giugno 2014.

Prendendo a prestito lo slogan del movimento meteora, “Fare per fermare il declino” è proprio quello che occorre in questo momento, è proprio ciò che la gente si aspetta. Non basta continuare ad urlare contro “la politica” come se fosse una cosa che non ci appartiene, visto che è sempre stata ed è tutt’ora lo specchio fedele del nostro Paese. I tagli ai privilegi, la riduzione dei mille privilegi, la trasparenza nei confronti degli elettori su spese e rimborsi sono un obbligo, vanno fatti senza tante discussioni o ripensamenti, ma non può essere questo l’unico punto di discussione politica, non è questo che ci aiuta a ripartire. Meglio lasciar perdere la gara a chi urla più forte, a chi raccoglie più gente in piazza, a chi realizza più contatti sul web. La nuova compagine governativa avrà vita dura ma è nata proprio con l’intento di trovare dei punti condivisi per non fermare la deriva. A partire dall’Imu, una tassa che va rivista sia per la prima casa che per gli immobili produttivi e commerciali, come ha sottolineato il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato. Proprio all’ex sindaco di Padova spetta una delle imprese più delicate, vale a dire favorire l’inversione di rotta e trovare la ricetta per la crescita della nostra economia, per la salvaguardia del lavoro e della capacità imprenditoriale delle nostre aziende. Allentare la morsa del fisco è solo il primo passo, serve una visione più ampia che abbracci il sistema del credito, le politiche del lavoro, la preparazione dei giovani, l’attenzione alla formazione. Non c’è tempo da perdere in chiacchiere, è il momento di agire. di Nicola Stievano

emergenza lavoro escalation di crisi

Oltre 1.500 crisi aziendali (1.502) l’anno scorso in Veneto, 4 al giorno, il 41,3% in più rispetto al 2011, quasi 500 negli ultimi tre mesi del 2012, con un’escalation dell’80,6% . Un quadro in costante peggioramento negli ultimi cinque anni, dalle 335 crisi aziendali nel 2008, e il periodo più nero è stato proprio l’anno scorso. Oltre 36 mila lavoratori (36.092) sono stati licenziati l’anno scorso in Veneto, quasi 10 mila negli ultimi tre mesi del 2012. È grave l’emergenza a Padova, denunciano i vertici di Confindustria.

Nel parco di Villa Berta a Camin, quartiere padovano, c’è una nuova area per i cani per la soddisfazione dei molti cittadini e dei moltissimi cani che l’aspettavano. Almeno un’area cani in ciascun quartiere: è questo l’obbiettivo a cui puntano gli amministratori padovani. È un gesto di civiltà sia per i tantissimi cani e conduttori di cani che ci sono in città, ma anche per chi non ha un cane e che vive con timore e sospetto la presenza degli amici a quattro zampe nelle aeree verdi. Una forma di convivenza possibile e che porterà solamente benefici.

un ciclo di opere dedicate agli alimenti

festival cittadinanza “occupiamoci!”

Confindustria Padova allarme

al parco di villa berta cani accolti

“I colori della salute”

Il dibattito nel cuore di Padova

Nell’Anno Europeo dedicato al Cittadino e alla Lotta agli sprechi, il Festival della Cittadinanza 2013 che si è tenuto a Padova la prima metà di maggio ha fatto di “occupiamoci!” la sua parola chiave, una esortazione a mettere in campo i propri talenti, per occuparci del territorio, salvaguardando risorse e beni comuni, occupare e riqualificare spazi.

Padova, quartiere Camin

Conselvano conselve, il caso Cogeneratore a olio animale, nuova polemica pag.

tribano

Provincia trasporti pubblici

6

Area delle feste, l’opposizione contesta le tariffe per le associazioni pag. 12

bagnoli

Casa del Buon Samaritano per mamme con bimbi pag. 16

economia

Fusione di società e nuovi tragitti per i pendolari pag. 20

scuola padovana Un freno alle gite costose e di più giornate pag.

il personaggio

Regione

22

Nicola Zampieri racconta il successo delle “Anime in Plexiglass” pag. 25

Decrescita per virtù e per necessità pagg. 30-31

turismo

Dalla montagna al mare, dal lago alle terme, prenotazioni in calo pag. 32

arte

A Palazzo Ducale Manet e il Rinascimento pag.

38

Resteranno esposte fino al prossimo 18 giugno le opere della pittrice Barbara Bruscagin presso il ristorante “Per Bacco” di Ponte Corvo. Si tratta di ciclo di opere dal titolo “I colori della salute” e ha come protagonisti assoluti degli alimenti, quali il cavolo e la curcuma, le cui proprietà terapeutiche e purificatrici sono essenziali componenti dell’alimentazione antitumorale. Lo scopo principale di queste opere è per l’appunto mostrare come si possa associare il cibo all’arte: la figura umana, anche se talvolta sembra essere impercettibile, è invece onnipresente in tutti i quadri; e, ad essa viene associato un alimento ogni volta diverso che ha delle proprietà benefiche per il nostro organismo. “Il piacere del gusto” è il secondo ciclo di opere dedicato al culto del cibo. Un’alimentazione salutare non è sinonimo di un’alimentazione senza sapore; infatti è possibile nutrirsi con cibi sani che possano comunque stimolare il piacere dei sensi e farci mantenere una forma fisica vigorosa. Tali sensazioni sono evocate nelle tele dando maggior importanza alla figura umana e creando una personificazione dell’alimento.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. E’ un marchio registrato. Editore

srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE e

ConCessionaria

di

Questa edizione raggiunge le zone Conselve, Tribano, Cartura, Candiana, Due Carrare, Agna, Bovolenta per un numero complessivo di 13.208 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 aprile 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)

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4 Argomento del mese OSPEDALI Vede la luce un’potesi di taglio di oltre 1800 posti letto Le province venete più colpite? Padova e Verona, che perderanno rispettivamente oltre 400 posti letto. Meno colpita Vicenza con un taglio di 127 posti letto, Treviso che ne perderà 244, Venezia con 222. Il presidente Luca Zaia però non condivide i numeri. “Diminuzione reale - dice non superiore a 400 posti letto ospedalieri in tutto”. Ci saranno meno primari, il loro numero passerà dagli attuali 864 a 725. Invariata l’area privata con 3.020 assegnazioni

Sanità, meno posti let

di Alessandro Abbadir

Da luglio sarà istituita “l’impegnativa di cura domiciliare”. Stanziato un fondo da 90 milioni di euro

Pigozzo (Pd): “Ci spieghi come vuole comportarsi la Regione con le strutture intermedie”

T

agli ai posti letto e potenziamento del servizio domiciliare, è su questi due versanti che la Regione ha intenzione di agire per razionalizzare e rendere più efficaci i servizi della sanità veneta. Si tratta, è bene sottolinearlo, di ipotesi di tagli che non sono ancora stati deliberati dalla giunta e quindi da prendere con la massima cautela. Da queste stime qualcosa comunque si capisce: i tagli riguarderanno tutte le province, in particolar modo quelle di Padova e Verona. Emergono dalla bozza delle nuove schede ospedaliere tagli ai reparti di degenza previsti dal nuovo piano socio sanitario, da un anno “congelato”. I posti letto che la Regione avrebbe intenzione di tagliare sono oltre 1800. Si passerebbe da 19.040 posti letto a 17.202. Le province venete più colpite? Padova e Verona, che perderanno rispettivamente oltre 400 e quasi 500 posti letto. Diversi però sono i conti fatti dal presidente della Regione Luca Zaia che ha confutato i numeri. “Attenzione - ammonisce - perché il taglio reale alla fine non supererà, nel complesso, i 400 che, divisi per gli ospedali esistenti fa 7 letti ad ospedale”. C’è poi una suddivisione importante. Gli ospedali saranno, secondo questo piano in hub (alta specialità) e spoke (intensità di cure medio-bassa). Saranno hub Vicenza, Treviso,

il poliambulatorio emergency a marghera

Richieste in continuo aumento

N

el dicembre del 2010 Emergency aveva aperto, non senza difficoltà e vari bastoni tra le ruote, l’ambulatorio a Marghera per garantire assistenza sanitaria gratuita a chi non poteva permettersela. Extracomunitari, migranti “di passaggio”, poveri: questa la “clientela” a cui sembrava dovesse rivolgersi il nuovo servizio, prestato da medici e operatori volontari. Ma la crisi ha cambiato tutto e ora “l’ospedale di Emergency”, come lo chiamano tutti, è un centro di riferimento per l’intero quartiere, e non solo. In coda per una medicazione e un accertamento non si trovano solamente le persone da sempre e un po’ frettolosamente considerate “ai margini” della nostra società, ma anche pensionati che faticano a pagarsi le cure, disoccupati di lungo corso, giovani coppie alle perse con troppe spese e poche entrate. Molti italiani dunque, molte persone che comunque ottengono una risposta e un servizio che ormai si è radicato in una realtà del tutto particolare come quella di Marghera e del suo tessuto sociale. Dai residenti l’ospedale di Emergency è visto come un servizio che mancava, come la possibilità di trovare sotto casa assistenza sanitaria e non solo. Il Poliambulatorio ha aperto in uno stabile messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Venezia ed è stato avviato grazie al finanziamento di Fondazione Smemoranda.”Svolgiamo un servizio di orientamento dei pazienti verso le strutture pubbliche, qualora ne avessero bisogno. – precisano i responsabili - Lo spirito del Poliambulatorio, infatti, è di collaborazione e integrazione con il Sistema sanitario nazionale. Sono sempre presenti mediatori culturali”.

Venezia, Padova e Verona mentre diventeranno spoke Belluno e Rovigo, che guarda caso sono le attuali province venete meno popolate. Negli ospedali ad alta specializzazione non saranno toccati i reparti di rianimazione, mentre succederà per gli ospedali spoke. Vediamo, ora, nel dettaglio provincia per provincia le ipotesi che la Regione ha messo in campo per poter snellire la sanità, ipotesi che dovranno fare i conti con le forze politiche in consiglio regionale prima di diventare realtà. Le più colpite saranno Padova e Verona Padova perderà 418 posti letto passando a 3.590 (3,87 per mille), Verona 492, arrivando 3.462 (3,81 per mille). Meno colpita Vicenza con un taglio di 127 posti letto, Treviso me perderà 244, Venezia perderà 222 posti letto arrivando a 3,21 posti letto ogni mille abitanti. Rovigo di posti letto ne perderà 202 ma in percentuale il taglio sarà cospicuo passando da 4,24 a 348 per mille. Belluno di posti letto ne perderà 103. Ovviamente con questo piano e questi tagli, ci saranno anche meno primari, che passeranno da 864 a 725, mentre l’area dei posti letto privata resterà invariata (3020) che però diminuendo quelli pubblici alla fine peseranno di più a livello percentuale. Un commento arriva subito dal consigliere regionale del Pd in commissione sanità Bruno Pigozzo: “Queste cifre – com-

menta Pigozzo - vanno prese con le pinze e saranno credibili solo quando saranno deliberate dalla giunta e portate in consiglio. Va detto poi che in questa operazione non si parla di realizzazione delle strutture di ricezione intermedie Si è colpito il settore pubblico salvando quello privato”. Se da un lato la Regione punta ad un taglio sostanziale dei posti letto, dall’altro vuole potenziale la domiciliarità. Sarà istituita entro luglio 2013 “l’impegnativa di cura domiciliare”. Sarà di fatto una rivoluzione per la famiglia che vorrà curare in casa un anziano o un disabile. Sarà istituito un percorso basato su cinque livelli, erogati dal servizio sanitario regionale. Le categorie saranno: basso bisogno assistenziale, medio bisogno assistenziale , alto bisogno assistenziale disabilità gravissime con necessità di assistenza a domicilio, grave disabilità psichica e intellettiva; grave disabilità fisico-motoria. Si punta a deospedalizzare gli anziani, seguendo un orientamento medico che vede fare notevoli progressi a queste persone fra le mura domestiche. Per questo c’è uno stanziamento di 90 milioni di euro. “E’ una rivoluzione culturale - dice l’assessore Remo Sernagiotto - con questa riforma le persone potranno essere assistite dai loro famigliari, ottenendo risultati migliori rispetto ad una ospedalizzazione e facendo risparmiare risorse”.


Argomento del mese 5 A Padova e provincia

tto e più domiciliarità Servizi sanitari La Regione stanzia 30 milioni di euro l’anno e, se necessario, assumerà personale

Esami e visite anche a tarda sera, a settembre dovrà essere tutto pronto di Nicola Stievano

“U

spalla pag 5 per padova

na rivoluzione culturale”: così il governatore veneto Luca Zaia ha definito la scelta di aprire gli ospedali anche di notte, dalle 20 alle 24, per almeno due giorni alla settimana e nei giorni festivi e prefestivi. Si parte da settembre ma la macchina si è già messa in moto, perché tutto dovrà essere pronto per il primo di settembre. Da allora si farà su serio e si capirà quanto sarà apprezzata l’iniziativa che ha lo scopo di ridurre le liste di attesa per esami e visite e agevolare chi lavora. Sulla carta l’idea di non dover ricorrere a permessi o a ferie sembra piacere a molti, poi ci sarà la prova del nove direttamente “sul campo”. In alcune città i pazienti sono già abituati alla “sanità serale” con l’apertura fino all’ora di cena degli ambulatori medici e di alcuni servizi privati convenzionati. Ora la Regione vuole fare un passo avanti e prevede che l’intera rete ospedaliera veneta debba essere pronta a partire entro il prossimo primo settembre, demandando ai direttori generali la definizione operativa e organizzativa su base territoriale. I servizi interessati sono quelli ambulatoriali ma soprattutto radiologici, per ottimizzare al massimo l’utilizzo prima di tutto dei grandi macchinari come Tac e Risonanze Magnetiche, sofisticati e costosi, che restano spenti per lunghe ore. “E’ una nuova filosofia – ha detto Zaia – che si rivolge prima di tutto ai 5 milioni di veneti che ci chiedono tempi più veloci per gli esami e le visite. Avviciniamo la sanità alla gente, rendiamo più efficiente l’intero sistema, creiamo una vera e propria rete di presa in carico del paziente che, attraverso i Centri Unici di Prenotazione, troverà non solo assistenza per la prenotazione singola, ma anche per la definizione del percorso di controlli ed esami dopo una fase acuta passata in ospedale. Il tutto nei tempi più brevi possibili, perché l’obiettivo tendenziale è quello di chiudere le liste d’attesa o, nel peggiore dei casi, di ridurle al minimo fisiologico”. L’intera operazione sarà finanziata con circa 30 milioni di euro l’anno, frutto della razionalizzazione di spesa già in atto, destinati al pagamento del personale e delle spese organizzative. Ai lavoratori è garantito il pieno rispetto degli accordi sindacali e, se necessario, ci saranno anche delle nuove assunzioni.

Più servizi e risparmio

Intanto nella Bassa c’è attesa per l’Ospedale unico

S

i farà o non si farà il nuovo ospedale di Padova? Da Venezia Zaia è più che convinto del progetto e lo rilancia almeno una volta ogni 15-20 giorni. Nella città del Santo aleggiano ancora dei dubbi ma i prossimi mesi saranno decisivi, lo sperano ardentemente anche ai vertici di Uls 16 e Azienda Ospedaliera. Intanto però ancora per un bel pezzo i padovani (e non solo, visto l’indice di attrazione fuori provincia e regione) dovranno continuare a fare i conti ancora per un bel po’ con il “vecchio” ospedale. Un’azienda mastodontica retta, da alcuni mesi, dal direttore generale Claudio Dario. Vale la pena ricordare alcune cifre: 4.459 dipendenti, suddivisi in ruolo sanitario (3.218), professionale (14), tecnico (854) e amministrativo (374). Il costo annuo per il personale è di 215 milioni di euro, pari al 52% dei costi complessivi. Nel 2012 sono stati eseguiti 310 trapianti: 20 al cuore, 118 al rene, 10 a rene e pancreas, 79 a fegato e intestino, 24 al polmone e 59 al midollo. In calo il numero delle operazioni assestate a 31.657: erano più di 35 mila nel 2004. L’azienda ospedaliera conta quattro reparti di pronto soccorso: quello aziendale ha registrato 100.636 accessi, il Sant’Antonio 26.543, Piove di Sacco 28.509, la casa di cura di Abano Terme 29.369, per un totale di oltre 185 mila. Quanto ai bilanci, la situazione è critica ma non disperata: il risultato di esercizio nel 2012 si è chiuso con un passivo di 50 milioni di euro, erano 41 l’anno precedente. Invariato il risultato di gestione da due anni a meno 46 milioni i euro. Il patrimonio netto è sceso a causa dell’erosione progressiva del fondo di dotazione. I debiti invece l’anno scorso ammontavano a 490 milioni, a breve termine, di cui 270 relativi ai fornitori. “Nel futuro dell’azienda ospedaliera - afferma Dario, - va messo in conto sicuramente il rafforzamento della sinergia con l’università, così come con le altre Usl padovane e venete. È necessaria una revisione della rete delle alleanze, strutturando rapporti di collaborazione con le altre aziende sanitarie. Si è voluta rivedere l’interaziendalità dei servizi amministrativi, particolarmente in ambito economico e finanziario, per chiarezza organizzativa e di responsabilità. Al momento non sono in discussione, invece, i servizi assistenziali in regime di interaziendalità. Per quanto riguarda i tagli dei posti letto le disposizione regionali sono chiare. Il nuovo ospedale prevede mille posti letto, a Padova ne abbiamo 1.500: se saranno progressivamente ridotti lo vedremo a partire dalle prossime schede ospedaliere. Nel frattempo stiamo lavorando per il nuovo ospedale, al punto che l’Azienda si è candidata come stazione appaltante. Il nostro obiettivo resta quello di mantenere alti standard di servizio per le migliaia di persone che si rivolgono alle nostre strutture ogni giorno”. Nella Bassa Padovana l’ospedale unico prende corpo giorno dopo giorno, nel rispetto della tabella di marcia. Lo conferma Giovanni Pavesi, al suo secondo mandato ai vertici dell’Uls 17: “In questi mesi ci attendono obiettivi importanti, dal completamento e trasferimento nel nuovo ospedale a Schiavonia alla creazione di una rete sempre più efficace di assistenza territoriale, sempre mantenendo al centro dell’attenzione il cittadino con le sue legittime aspettative e garantendo standard di qualità per tutti i servizi, sia ospedalieri che territoriali”.


6 Conselve La mozione Il Consiglio Comunale vota compatto l’appello per il servizio

In breve

Riabilitazione da salvare Una risposta definitiva arriverà dalle schede sanitarie che la Regione sta per presentare di Nicola Stievano

D

a mesi Conselve attende la pubblicazione delle nuove schede socio sanitarie per capire che ne sarà del centro di Riabilitazione ospitato al monoblocco dell’ospedale. Intanto il consiglio comunale ha preso posizione approvando all’unanimità una mozione per dire no alla chiusura del reparto. L’iniziativa è partita dal gruppo di opposizione “Insieme per il bene comune” che insieme al “Movimento 5 Stelle” ha chiesto il consiglio comunale straordinario per discutere delle notizie allarmanti che arrivano da Venezia su una possibile esclusione del servizio conselvano dalle nuove schede sanirare. Di fronte ai consiglieri e al pubblico il direttore generale dell’Uls 17 Giovanni Pavesi ha affermato che l’attività riabilitativa, dopo il trasferimento di competenze dall’azienda ospedaliera di Padova, continua senza intoppi mentre la situazione legata al rapporto di lavoro del personale, attualmente in comando dall’azienda ospedaliera padovana, si sbloccherà nel momento in cui la

Fallito lo storico Pastificio Ferrarese Un buco milionario dietro al fallimento dello storico Pastificio Ferrarese e l’estrema incertezza sul destino dei 21 lavoratori dell’azienda conselvana, per i quali dopo la cassa integrazione si prospetta la mobilità. Nel frattempo in queste settimane sono naufragati anche i due tentativi di affitto ad altre società del ramo d’azienda di produzione di tortellini e pasta fresca, con l’assorbimento di almeno metà della forza lavoro. I sindacati hanno la proroga della cassa integrazione straordinaria per tutti i lavoratori per i prossimi dodici mesi. Successivamente la mobilità con l’indennità di disoccupazione.

Mercato a “km zero” in Cantina

L’ospedale di Conselve: c’è attesa per il suo futuro giunta regionale approverà le nuove schede. Il primario di Riabilitazione Pietro Genovese ha confermato che i pazienti continuano ad arrivare da tutta Italia e “nonostante le incertezze tutti lavorano con decisione e professionalità”. Con la mozione approvata il consiglio comunale ha ribadito che sarebbe un’assurdità e uno spreco di denaro pubblico chiudere il reparto dopo aver speso oltre 4 milioni di euro per la ristrutturazione del monoblocco. Il sindaco Antonio Ruzzon propone di chiedere un’audizione alla quinta commissione regionale sanità per allontanare ogni dubbio.

Anche la Cgil era scesa in campo in difesa dei lavoratori. “Chiudendo il centrohanno dichiarato i sindacalisti della Ggil funzione pubblica «si disperde un patrimonio di professionalità ed esperienza acquisita dagli operatori medici, personale di riabilitazione, infermieri, operatori sanitari che da anni garantiscono un’assistenza di alta qualità per tutto il territorio padovano. Questi lavoratori ancora non sanno quale sarà il loro destino». Il centro di riabilitazione, secondo la Cgil, potrebbe incrementare la risposta nel territorio in percorsi di carattere integrativo tra i servizi.

Assaggi e primizie di stagione al “Punto di Campagna Amica”, il mercato agricolo che ogni sabato mattina si tiene nel piazzale della Conselve Vigneti e Cantine. Ogni settimana è possibile trovare il meglio dell’agricoltura padovana e acquistare a prezzi speciali le primizie di stagione, rigorosamente a “km 0”, come è tradizione per le iniziative che portano i colori di Coldiretti - Campagna Amica”. A partire dagli asparagi, eccellenza tutta padovana di queste settimane. Numerose anche le verdure di primavera, dalle insalate alla frutta, ma anche tante idee per rinnovare il giardino o il balcone con i fiori.

Vini conselvani, bene l’export Tre milioni di bottiglie l’anno e una presenza sempre più significativa in Europa ma anche in Cina, Usa e alcuni Paesi africani per i vini della Conselve Vigneti e Cantine. In testa il Friularo Docg, “bandiera” e punto d’orgoglio per la viticoltura della Bassa Padovana, insieme agli altri rossi e bianchi, le bottiglie della Cantina conselvana sono ormai una presenza fissa, oltre che nelle enoteche, anche sugli scaffali della media e grande distribuzione. Al Vinitaly di Verona il presidente Nicola Zaggia, giovane imprenditore di Conselve, ha registrato numerosi consensi intorno ai “vini di pianura”.

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artecipato faccia a faccia fra l’assessore all’ambiente Renzo Carturan e il circolo Legambiente Conselve “Il Pettirosso” in Sala Dante. In primo piano ovviamente i numerosi nodi ambientali che fanno discutere e litigare da mesi, addirittura da anni. E’ il caso della distilleria Bonollo e del progetto di ampliamento - riqualificazione, ma anche degli impianti di biogas sparsi nel Conselvano, del cogeneratore in zona industriale, dell’impianto per la lavorazioni delle ceneri dell’Iris Ambiente, dello stato di salute degli alberi in Prato Comunale, degli interventi urbanistici e della trasparenza degli atti amministrativi. In sala erano presenti rappresentanti dei comitati ambientalisti e in tanti hanno rivolto domande e proposte all’assessore. Si è parlato anche dell’impianto di cogenerazione di Conselve, costruito per funzionare con olio vegetale, di colza o di palma, ma mai entrato in funzione. Falliti anche i numerosi tentativi di Attiva, l’ex Cosecon, di affittare l’impianto, ora fra gli amministratori della società si è fatta strada l’ipotesi di cambiare combustibile. Al posto dell’olio vegetale, sempre più costoso e quasi introvabile in zona, i potenti motori diesel da 1,9 megawatt ciascuno potrebbero funzionare con olio animale. Una scelta che anche in Italia si sta diffondendo per far fronte ai costi elevati e alla scarsità di olio vegetale ma che è destinata ad aprire nuovi contrasti a livello locale. Su gestione del verde pubblico, parco inclusivo e Prato comunale il Movimento 5 Stelle “boccia” l’assessore all’ambiente.

“Abbiamo chiesto spiegazioni sul cosiddetto “sviluppo” della frazione Palù, - spiega il portavoce Luca Martinello - dove si intende impegnare denaro pubblico per un parco giochi da 470.000 euro, un nido privato da 250 mila euro, non si sa gestito da chi e una lottizzazione pubblico-privata a ridosso dei capannoni della zona industriale. A dispetto di tutte le indicazioni nazionali ed europee sulla salvaguardia del suolo agricolo e del verde a Conselve si intende spendere denaro pubblico per edificare ancora, nono-

Affollato incontro sui temi ambientali con Legambiente e l’assessore Renzo Carturan stante lottizzazioni deserte e appartamenti vuoti. L’assessore non ha risposto in merito alle problematiche di un simile indirizzo di sviluppo in una zona ad rischio inquinamento”. Martinello aggiunge che la scelta di costruire il parco inclusivo a Palù è sbagliata perché viene a mancare la continuità educativa con le scuole. “L’assessore ci ha risposto che a questo si ovvia con una “buona gestione”. Peccato che ancora non si sappia come, visto che la vicina cooperativa ha detto che si preoccuperà solamente di “aprire e chiudere i cancelli”. In centro invece ci troviamo con il Prato abbandonato al degrado e insicuro, visto che alcuni alberi, danneggiati da potature al risparmio, potrebbero cadere da un momento all’altro”.


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8 Cartura L’Intervento

Rendiconto Bilancio 2012 Il sindaco Massimo Zanardo: “E’ stato un anno difficile sul fronte finanziario”

Avanzano 98 mila euro di Francesco Sturaro

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’esercizio finanziario 2012 del Comune di Cartura si è chiuso con un avanzo di amministrazione di 98 mila euro. Il bilancio positivo dell’ente locale, tuttavia, nasconde delle difficoltà oggettive che gli amministratori comunali, al pari dei colleghi delle altre municipalità italiane, devono quotidianamente affrontare per far quadrare i conti pubblici. “Il 2012 è stato un anno difficile da gestire sotto l’aspetto finanziario – puntualizza il sindaco Massimo Zanardo - si è dovuto far fronte ad una serie di eventi contingenti, quali l’ulteriore taglio dei trasferimenti statali, e a maggiori costi per le utenze, legati all’aumento delle tariffe di luce, gas, acqua, nonché all’incremento di fabbisogno finanziario per il settore sociale e per mantenere i servizi a favore dei cittadini. Nonostante l’anno non sia stato dei più facili, si sono garantiti i servizi e completati lavori pubblici per importi significativi, questo anche grazie ad una entrata straordinaria avuta l’anno scorso, derivante da un vecchio fallimento, che ci ha permesso, assieme alla gestione dei residui, di chiudere il 2012 con un avanzo di amministrazione di 98.000 euro”. Tra maggiori tagli dei trasferimenti statali e aumento delle spese relative alle utenze, come è riuscito il Comune a centrare il pareggio di bilancio? “Abbiamo dovuto – spiega il primo cittadino - da un lato aggiornare l’aliquota dell’addizionale comunale Irpef, portata allo 0,775%, stabilendo in contropartita l’esenzione dalla stessa per i redditi fino a 7.500 euro, e dall’altro applicare i due terzi dell’avanzo di amministrazione 2011 in sede di stesura del bilancio 2012 per ulteriori 75.000 euro. Sul fronte, invece, dell’Imu, facendo ingenti sforzi e diverse rinunce, si è riusciti a non aumentare le aliquote base, diversamente da ciò che è stato fatto in molte altre realtà, al fine di non gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini. A dispetto

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Aumentata l’addizionale Irpef ma non per i redditi bassi, invariata l’Imu, ora il rinvio della costruzione della scuola L’amministrazione tira le somme del 2012 e riesce a chiudere il bilancio con 98 mila euro di avanzo, il 2013 sarà un anno ancora più incerto e difficile

delle sempre minori risorse a disposizione, una volta dedotti i costi fissi della struttura, anche nel 2012 si è riusciti a mantenere elevato il livello dei servizi erogati”. Chiuso il rendiconto 2012 con un “attivo” di 98 mila euro, cosa riserverà il 2013 al bilancio del comune di Cartura? “Per quanto riguarda il 2013, ad oggi non siamo ancora in grado di fare una proiezione, in quanto al di là degli ulteriori sicuri tagli nei trasferimenti al Comune, non ci sono altri dati disponibili – commenta il sindaco Zanardo - Sicuramente sarà necessario rivedere completamente i

servizi erogati e i programmi amministrativi. Anche dal punto di vista dei lavori pubblici sarà, purtroppo, necessario rivedere i programmi di realizzazione delle nuove opere pubbliche, poiché, a causa della grave crisi economica e delle modifiche normative intervenute dal 1 gennaio di quest’anno, alcune di queste sono difficilmente realizzabili. In particolare, mi riferisco alla realizzazione della nuova scuola, che anche a causa della grave crisi economica che blocca gli investimenti nel settore edilizio e dei vincoli del Patto di Stabilità, potrebbe vedere la necessità di rinviarne la costruzione”.

Il lavoro è vita, anche per il Veneto di Franca Porto*

segue da pag.

...si stava prendendo atto della impossibilità che dalle elezioni politiche, anticipate, si potesse arrivare alla costituzione di un nuovo governo, dunque, elezioni inutili. Il buio della politica sul buio della crisi. A ridare vita alla politica è stata la rielezione di Giorgio Napolitano, l’uomo che oggi più rappresenta nel nostro Paese, per la sua storia personale, la dignità della politica e la imprescindibilità delle istituzioni democratiche. Ridare vita, darsi una direzione per uscire dalla crisi, anche quella economica, sono stati gli obiettivi di fondo anche del nostro congresso regionale che ha avuto il suo baricentro nel tema del lavoro, il valore che più rappresenta la dignità della nostra regione ed è imprescindibile dalla sua vita sociale e civile. Esplicito il suo titolo “Il lavoro è vita, lo sai”, una citazione di John Lennon, che prosegue richiamando anche il suo contrario “senza quello esiste solo paura ed insicurezza”. Una verità, drammaticamente confermata dalla serie di atti disperati, suicidio compreso, di imprenditori e lavoratori che stanno segnando questi anni di crisi. Per riportare occupazione in Veneto, arginare la disoccupazione e recuperare quei 100mila posti di lavoro bruciati da 5 anni ininterrotti di crisi, abbiamo messo sul piatto non solo le richieste, in qualche modo scontate, verso l’alto (il governo nazionale e regionale) e verso gli altri (i politici, gli amministratori e gli imprenditori) ma anche le nostre prerogative e responsabilità di sindacato. Abbiamo precisato che per riprendere a produrre ricchezza (e quindi a ripartirla nei termini di occupazione e reddito) il sistema produttivo Veneto deve mantenere il suo cuore nel settore manifatturiero, invertendone la corsa al declino ricreando (perché c’era e non c’è più) un contesto “amico delle imprese” che sono competitive, innovative, inclusive e sostenibili. A questi obiettivi vogliamo indirizzare la contrattazione sindacale nelle singole aziende come nel livello territoriale. Si tratta, ad esempio, di estendere gli strumenti della bilateralità (dove già eccelliamo: basti pensare alle esperienze di Solidarietà Veneto e di EBAV, tanto per citare) e di valorizzare il rapporto tra retribuzioni e competitività, una questione fondamentale questa anche per i lavoratori pubblici e la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione. In parallelo intendiamo operare per rinnovare il sistema delle tutele sociali: quel welfare che nella nostra regione poggia su quattro mura perimetrali: il servizio pubblico (in primis il servizio Socio-Sanitario), l’azione del volontariato, la mutualità collettiva, il privato. Nel primo si deve intervenire per eliminarne distorsioni e ritardi che, ogni giorno di più, ne limitano l’efficacia, l’equità, la capacità di intervenire sui nuovi disagi e povertà. Servizi per l’infanzia e applicazione della legge regionale n.30 sulla non autosufficienza ne sono, per noi, le priorità. *segretaria Cisl Veneto

A cavallo tra maggio e giugno il ricco calendario di iniziative, compresa la Remada

festa dello sport e delle associazioni, tutte le novità

orna, a cavallo tra maggio e giugno, la Festa dello Sport e delle associazioni. Tra gli appuntamenti in programma, domenica 26 maggio, in occasione del passaggio della “Remada a seconda”, la Pro Loco allestirà un punto ristoro per partecipanti e pubblico. Nei giorni della Festa dello Sport e delle associazioni si susseguiranno vari eventi: saggi delle società sportive, esibizioni di ballo, zumba, danza moderna, di attività motoria indirizzata agli anziani,

tornei di varie discipline, prove di equitazione per i più piccoli. Il 31 maggio si terrà la premiazione del concorso fotografico curato dall’Aido di Cartura in collaborazione con l’associazione musicale Piccolo Coro. Il 2 giugno ci sarà la tradizionale biciclettata per le vie del paese e a seguire il pranzo per associazioni e simpatizzanti presso la palestra comunale, nel corso del quale il sindaco consegnerà la Costituzione ai neodiciottenni del paese; nel po-

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meriggio esibizione canina, organizzata dalla ditta “Pengo-Zanovello” e approccio all’equitazione per i più piccini con cavalli e pony del circolo ippico “Le praterie”. “La Festa dello Sport e delle Associazioni - afferma l’assessore alle Associazioni Pasqualina Franzolin - è un momento aggregativo per le stesse ed è un segno di doverosa attenzione verso queste importanti realtà, che operano per il nostro territorio e per i nostri concittadini”. F.S. Da fine maggio torna la Festa dello Sport

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10 Terrassa Scuola e ambiente La materna di Arzercavalli conquista il primo posto

Premio “Riciclarte” Bambini sul palcoscenico della Fiera per ritirare il riconoscimento fra gli applausi delle autorità

Un particolare del lavoro realizzato dai bambini

di Cristina lazzarin

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rande soddisfazione per la scuola dell’infanzia statale di Arzercavalli che ha partecipato e vinto il primo premio ad uno dei concorsi di LiberAmbiente indetti dai Consorzi Bacino Padova Tre e Bacino Padova Quattro. L’evento si inseriva nel programma della settimana dell’Ambiente Veneto 2013 promossa dalla Regione Veneto. Quest’anno gli organizzatori hanno pensato di proporre un tema diverso per ogni grado di istruzione. Le scuole dell’infanzia con il tema “Immaginiamo la primavera” e le Primarie con “Riciclarte” si sono dilettate

Sociale

nella realizzazione di lavori riutilizzando vari materiali. Alle scuole secondarie di primo grado è stato proposto di creare il secondo episodio del fumetto Ecocat – Il Super Gatto Ecologico. Il progetto di Educazione Ambientale arrivato alla sua 11a edizione, ha trovato anche quest’anno larghi consensi da parte degli insegnanti ed ha raccolto numerose adesioni di gran parte delle scuole dei comuni consorziati. Alla festa conclusiva svoltasi qualche settimana fa in fiera a Padova, in occasione della fiera SEP Green R Revolu-

tion, erano presenti circa settecento tra bambini e ragazzi che, accompagnati dai loro insegnanti, hanno trascorso la mattinata visitando la mostra allestita con le opere da loro create e divertendosi con giochi sul tema del riciclo e del riutilizzo. I bambini della scuola infanzia statale di Arzercavalli hanno vinto il primo premio del concorso per la loro categoria. Il tema del concorso “Immaginiamo la Primavera” prevedeva la realizzazione di un’opera collettiva attraverso l’utilizzo di svariato materiale di recupero. L’opera creata dai

compie 25 anni il comitato festeggiamenti di arzercavalli

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ozze d’argento per il comitato festeggiamenti di Arzercavalli, che a luglio, in occasione della festa di San Giacomo, festeggerà i suoi 25 anni di attività. Nato nel 1988, da un gruppo di amici desiderosi di creare situazioni gioiose per movimentare un paese di circa ottocento abitanti, è riuscito negli

Gli alunni hanno creato un’opera collettiva usando svariato materiale di recupero bambini ed intitolata “Terra” si è rivelata in un’esplosione di colori, di gioia e di vita. I bambini chiamati sul palco hanno ricevuto le medaglie e l’applauso di tutti i presenti; certo per loro una grande emozione che hanno condiviso con le loro orgogliose insegnanti, Rita ed Antonella.

anni a crescere e strutturarsi. All’inizio il gruppo non era molto numeroso e ben organizzato così si impegna solo nell’organizzazione dell’epifania e ogni anno stupisce bambini e adulti con performance davvero divertenti: ne ricordiamo alcune come l’arrivo della Befana con l’asinello, con i cammelli, con il circo, con l’elicottero, con il paramotore, con il quad e molte altre. Il successo di questi eventi stimola il gruppo a continuare, a crescere, e soprattutto si crea un legame forte di l’amicizia senza rivalità,

Le opere vincitrici, insieme alle altre partecipanti al concorso, verranno tutte utilizzate per allestire una mostra a Venezia. “Questo evento è stato motivo di grande soddisfazione per i bambini, le insegnanti ed i genitori- dichiara l’assessore alla cultura Vittoria Banzato, partecipante alla premiazione come rappresentante dell’Amministrazione Comunale di Terrassa Padovana- ed il premio ricevuto costituisce un importante riconoscimento per l’impegno profuso dalla nostra scuola a dimostrazione che una piccola realtà può fare grandi cose”.

dimostratasi alla lunga l’arma vincente per resistere nel tempo. Di anno in anno il successo delle iniziative, lo star semplicemente bene insieme, permette l’allargamento del gruppo, fortifica l’amicizia e di conseguenza crea la sicurezza per proporre altri progetti come la festa dell’anziano e della famiglia in collaborazione con la parrocchia. Successivamente altri gruppi esistenti nella frazione si sciolgono mentre questo, decide di affrontare il nuovo impegno nell’organizzazione della sagra. C.L.

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12 Tribano I nodi finanziari Approvato il conto consuntivo, avanzo da 170 mila euro

Attiva non paga i debiti Il sindaco Argenton: “Saremo costretti a chiedere un mutuo di liquidità per pagare i nostri fornitori” di Cristina lazzarin

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ell’ultimo consiglio comunale é stato approvato (con l’astensione della minoranza) il bilancio consuntivo. L’avanzo di amministrazione di circa 170 mila euro sarà in gran parte destinato, su indicazione della Corte de Conti, a rimborsare i mutui, contratti in gran parte dalla amministrazione precedente. Purtroppo la precaria situazione di Attiva, che non e’ stata in grado neppure di pagare le cedole rinvenienti dalle obbligazioni e che comprometterà con molta probabilità anche il rimborso delle obbligazioni stesse in scadenza a settembre 2013, costringe la giunta a chiedere un mutuo di liquidità per poter pagare i fornitori che da mesi aspettano di essere liquidati. “E’ una situazione molto pesante - ha spiegato il sindaco, Piergiovanni Argenton - con i nodi che arrivano al pettine, nonostante questa amministrazione abbia tagliato spese per oltre 350 mila euro euro in tre anni e mezzo, senza compromettere i servizi alla cittadinanza”. Sempre nel corso del consiglio e’ stato approvato definitiva-

lavoro Con il fiato sospeso in 200

appeso ad un filo il futuro di pu.ma

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’ ancora appeso ad un filo il salvataggio della Pu.ma di Tribano e di oltre duecento posti di lavoro. Intanto è stato raggiunto un primo risultato, come racconta Davide Crepaldi della Uilm di Padova: “Abbiamo trovato l’intesa per il saldo delle spettanze di marzo e per le modalità di cassa integrazione per il mese di aprile. Intanto continuerà la messa a punto del piano industriale. Ovviamente abbiamo ricordato le difficoltà finanziare della Pu.ma ma ribadito che ci sono oltre 60 commesse già in lavorazione da gestire, per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro, alle quali si aggiungono altre 15 micro commesse per un milione di euro. Il nuovo management aziendale quindi è chiamato a riavviare il processo produttivo e a dare una risposta alle richieste provenienti da tutto il mondo”. La Pu.ma è leader nella progettazione e costruzione di macchine per la lavorazione di pannelli isolanti, vendute in tutto il mondo, tanto che due impianti su tre sono usciti proprio dallo stabilimento di Tribano. I guai, però, stanno nella difficile situazione finanziaria, una crisi di liquidità che richiede l’intervento delle banche. Fondamentale per raggiungere questo obiettivo sarà il piano industriale. C.L.

Il municipio di Tribano, approvato il conto consuntivo mente il Piano della Protezione civile, già definito con gli organi Provinciali. Ad illustrare il piano e’ stato invitato l’ing. Daccome che ne ha evidenziato tutte le caratteristiche principali. Finalmente quindi la protezione civile di Tribano potrà ottenere il riconoscimento definitivo per i circa trenta volontari che già da tempo operano sul territorio. Di notevole importanza l’approvazione della convenzione con il comune di Carceri per la “Centrale unica di committenza per l’acquisizione di lavori-forniture e servizi e relativo regolamento per la disciplina dei contratti”. Il Comune di Tribano potrà quindi

essere capofila, anche per altri comuni, che intendessero partecipare alla convenzione. Un altro passo importante per la messa in comune dei servizi tra comuni così come richiesto dalle direttive nazionali. Infine sono stati eletti i rappresentanti all’interno dell’asilo nido comunale nelle figure dei consiglieri comunali Luisa Betto e Marco Ziron per la maggioranza e Roberto Bazzarello per le minoranze. Rinviato invece l’argomento che riguardava le tariffe da applicare nell’area festeggiamenti,che verranno discusse nell’apposita commissione regolamenti prima di essere ripresentate al consiglio.

La polemica Roberto Bazzarello, consigliere del Pdl

“Area feste, troppo esosi i contributi richiesti”

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on ci sta proprio il consigliere di minoranza Roberto Bazzarello alla gestione dei rapporti con le associazioni attuata dalla minoranza. L’ultima querelle riguarda la presentazione di un regolamento per la fruizione dell’area feste da parte delle associazioni. Il nuovo regolamento, presentato nelle settimane scorse al consiglio comunale, sembra avanzasse pretese assurde ed è stato così ritirato. “Si parlava di contributi annuali esosi che le associazioni avrebbero dovuto sostenere per un utilizzo totale della struttura non chiarendo come si debbano contare i giorni di utilizzo e a chi versare i soldi. Per non parlare poi delle due clausole alquanto discutibili che prevedevano: la scelta del Sindaco di poter negare gli eventi e la possibilità della giunta di modificare il listino delle tariffe senza dover passare per il consiglio Comunale. Un secondo aspetto negativo è il fatto che nel regolamento non veniva menzionata la Pro-Loco Tribano che è l’associazione proprietaria della gran parte delle strutture che la maggioranza propone di “affittare”. Se fosse davvero così la Pro Loco dovrebbe forse pagare l’affitto al Comune per usare le strutture che sono già sue. In una situazione di crisi, durante la quale le stesse associazioni faticano a trovare le risorse per organizzare gli eventi (pochi sponsor, minori incassi, aumento dei prezzi dei materiali)

L’area dei festeggiamenti secondo Bazzarello: “Un’amministrazione comunale lungimirante dovrebbe investire sulle associazioni presenti nel paese perché è grazie al loro lavoro che la comunità può godere dell’organizzazione di eventi e manifestazioni che danno lustro al paese. Chiedere alle associazioni e al volontariato di pagare il mutuo che la maggioranza Argenton ha fatto probabilmente per voler occupare l’area rimasta vuota dopo la scelta di affossare il progetto del centro ludico natatorio (piscina) vorrebbe dire fare una scelta assurda e suicida. Nonostante la maggioranza abbia ritirato il punto, il problema non è stato risolto e non è chiaro cosa accadrà domani, se userà la stessa strategia di non dialogo e di non confronto con le associazioni oppure se aprirà un tavolo, discuterà e lo porterà in commissione come dovrebbe”. C.L.

ctg la torre Coinvolti i ragazzi delle medie dell’istituto “galliero”

alla scoperta della storia del territorio con il centro turistico giovanile

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er il secondo anno consecutivo si è concluso il corso di cittadinanza “Scopri la storia locale col CTG” organizzata dal gruppo “La Torre” in collaborazione con l’Istituto comprensivo Don Paolo Galliero di Tribano. I giovanissimi ragazzi delle scuole medie, che hanno partecipato volontariamente al corso, si sono visti catapultare nell’antichità attraverso la spiegazione e la visione di scavi archeologici, musei e reperti antichi rinvenuti nel territorio. Le tre lezioni pomeridiane, di un’ora e mezza, si sono tenute le scorse settimane. Si sono toccati temi ed epoche diverse tra loro: dagli insediamenti paleoveneti alle modalità di difesa, dall’esercito alla viabilità, al tempo dei romani. Il corso si è concluso con la visita guidata al Museo Nazionale Atestino e alla cinta murata della città di Este. Il ritrovo è stato alla torre civica di Tribano alle ore 14.00 con ragazzi e genitori. Da lì la partenza per il museo. All’arrivo si sono divisi subito in due gruppi: quello dei genitori guidati da Ilenia e Anna, due giovani aspiranti Aca, ha visitato le mura e ascoltato la storia del museo mentre i ragazzi hanno iniziato il viaggio attraverso le varie sale e le varie epoche del museo. I ragazzi sono stati entusiasti e affascinati di vedere vasi, giochi di bambini paleoveneti, pietre parlanti, scheletri, vasi sepolcrali, armi e vestiti dell’epoca. Successivamente si sono invertiti i gruppi. I genitori hanno visto il museo e i ragazzi sono usciti all’esterno. La visita alle mura del castello è stata funestata da un acquazzone è così i ragazzi si sono dovuti accontentare di una spiegazione teorica. Tuttavia, grazie alla prontezza dei ragazzi del CTG, il gruppetto è riuscito comunque a godersi una bellissima mostra che si è tenuta poco distante, presso la Sala delle Colonne. La mostra era dedicata ai rinvenimenti ceramici rinvenuti presso il convento di Santa Chiara di Padova. Qui i ragazzi hanno appreso nuove cose e hanno interagito con un simpatico quiz che hanno svolto tutti assieme. Neanche il mal tempo è riuscito rovinare questa splendida giornata di unione tra adulti e giovani che si sono trovati ed essere tutti studenti per un giorno. Conclusione goliardica poi per tutti con una pizza sociale dove non sono mancati scherzi e commenti alla giornata appena trascorsa all’insegna della storia e dell’archeologia. C.L.

“NOI+ vOI” bOCCIA Il NuOvO PAT

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on ci sta la minoranza consigliare di “Voi + Noi” al nuovo Pat approvato dall’amministrazione comunale di Tribano visto che prevede ancora 147 mila metri cubi di aree edificabili, con un potenziale insediabile di oltre 1800 abitanti nei prossimi dieci anni. Seconda la minoranza “il piano si presenta come la vetrina di un’agenzia immobiliare decisa, dalle strategie politiche dettate dai soli voleri della giunta comunale, racchiusa nei suoi uffici, proponendo a fronte di dati surreali, un ampliamento smisurato di potenziali aree edificabili. Il tutto deciso esclusivamente in base ad un calcolo matematico e alla mera volontà decisionale della giunta”. Il comune di Tribano si troverebbe di fatto ad avere un Pat che prevede più volume della città di Firenze. Sembra infatti, che il famoso sindaco fiorentino, Matteo Renzi, abbia varato un piano regolatore a volume zero mentre Tribano, paese con poco più di 4465 abitanti, presenta un piano di 337 mila nuovi metri quadri. Secondo la minoranza gli amministratori di Tribano hanno del tutto ignorato il vissuto del territorio di quest’ultimo quinquennio che ha subito tra il 2008 e il 2012 una perdita di investimenti immobiliari del 35%, una perdita di investimenti della produzione non residenziale del 56% , una contrazione di quasi il 5% del mercato complessivo del rinnovo. Unico dato in controtendenza riguarda il mercato del rinnovo residenziale, che tra il 2008 e il 2012 è cresciuto dell’1,9% e del rinnovo non residenziale che è cresciuto nel periodo del 6,9%. Anche il governatore del Veneto,

Luca Zaia, pochi mesi fa ha parlato di una vera e propria moratoria di case e capannoni sottolineando “…nel Veneto si è costruito troppo non possiamo continuare così…E’ necessario fermarsi e questo vale sia per le abitazioni, che per i capannoni industriali, piuttosto diamo valore al recupero di volumi esistenti”. E ancora: “…non possiamo continuare a sfigurare il paesaggio, a consumare il territorio, ad offrire il destro a speculazioni che oggi tra l’altro, non hanno più mercato e provocano un danno ancora più grave perché il patrimonio esistente a fronte di nuove costruzioni si svaluta e perde di valore”. Sembra infatti che anche Tribano sia un paese che non è cresciuto, ma anzi negli ultimi due anni ha perso abitanti, con un aumento di invenduto nel settore immobiliare abitativo. Gli esponenti della minoranza lamentano anche scarsa informazione prima dell’approvazione del Pat: “Sono state convocate solo due assemblee pubbliche, una si è tenuta il 18 novembre 2011 alle ore 10,00, riservata solamente agli enti professionisti e alle associazioni, e un’altra si è tenuta il 29 novembre dello stesso anno, riservata alla cittadinanza. Questo il solo tempo dedicato alle molteplici criticità ed opportunità del piano. Un tempo che risulta del tutto inadeguato rispetto a quanto previsto dallo spirito legislativo vigente. A maggior ragione questo vale per i gruppi consiliari, che non hanno mai potuto confrontarsi con la redazione del Pat”. Per queste motivazioni il gruppo “Voi + Noi” ha C.L. votato contro il Pat.


Bovolenta 13 Ambiente Le osservazioni del comitato sul proliferare di biogas

“Bovolenta aria pulita” no a nuovi impianti di Cristina lazzarin

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a realizzazione del forno crematorio a Bovolenta ha movimentato nei mesi scorsi le persone contrarie all’iniziativa che si sono riunite nel comitato “Bovolenta aria pulita”. Si tratta di una libera associazione apartitica ed apolitica di cittadini residenti nel territorio, nata a salvaguardia dell’ambiente comunale e sovra comunale. In particolare a preoccupare il comitato è l’effetto accumulo delle emissioni prodotte dall’elevata concentrazione di impianti (esistenti ed in progettazione) in un’area relativamente limitata al confine tra Bovolenta e Polverara: un forno crematorio a doppia linea a Brusadure, 3 biogas a Bovolenta, 1 biogas industriale a Polverara, 2 essiccatoi di mais a Bovolenta, molti allevamenti zootecnici (soprattutto intensivi) avicoli, bovini, suini, una nuova stalla-allevamento intensivo nelle immediate vicinanze di uno dei nuovi impianti di biogas, un impianto a biomassa programmato a Polverara. A tutti questi insediamenti bisogna aggiungere anche che nel territorio comunale sono già esistenti tre zone industriali e due zone artigianali, più un’area industriale a Polverara, tutte vicine a zone densamente abitate. “Il comune di Bovolenta è inserito in un contesto territoriale ad alto rischio idraulico e la zona in cui dovrebbe sorgere il forno crematorio è classificata “zona a ristagno- spiega la dott.ssa Emanuela Balbo, del comitato - La rilevazione Arpavdel 2012 per Bovolenta ha evidenziato valori di benzo(a)pirene, un idrocarburo policiclico aromatico classificato come cancerogeno certo, in concentrazione media sensibilmente superiore al valore limite annuale, così come le PM10 e Ozono, e quindi il contesto di Bovolenta è già ora oltre i limiti di legge”. I componenti del comitato si sono autotassati per promuovere delle analisi ambientali ante-operam nei territori interessati al fine di confrontarle con i dati derivanti dalle emissioni di queste opere qualora fossero realizzate). La sensibilizzazione dei cittadini ha già permesso la raccolta di più di 700 firme contro la realizzazione di impianti ritenuti nocivi e i cui benefici economici per il paese non sono ancora chiari. Dalla stessa parte del comitato si è schierata la minoranza di “Bovolenta Viva” guidata da Anna Pittarello che ha votato per il blocco: “Siamo consapevoli di aver votato a favore del progetto nel consiglio del 30 luglio 2012. Nel poco tempo a disposizione per prendere coscienza del progetto (48 ore), dopo essere stati rassicurati dalla maggioranza sulla sicurezza dell’impianto per la popolazione e sul volume d’esercizio ridotto dello stesso, dopo aver considerato l’opportunità economica per il comune di Bovolenta abbiamo espresso il voto favorevole come gli altri 14 consiglieri. Ricordiamo

Oltre al forno crematorio a preoccupare è la presenza di biodigestori e altre installazioni

Le lenzuola esposte per criticare la proliferazione di impianti di biogas e il progetto del forno crematorio nella frazione di Brusadure che in quell’occasione avevamo comunque espresso la nostra preoccupazione per le emissioni, la scarsa viabilità e di come oltre al consiglio non fosse stata precedentemente informata la popolazione. Da subito dopo l’approvazione sono iniziati i malumori da parte di alcuni abitanti di Brusadure e Bovolenta, espressioni di dissenso che abbiamo ascoltato ma non accolto. Ora a sette mesi dall’approvazione della delibera siamo di fronte ad una manifesta volontà degli abitanti di Brusadure e Bovolenta di non volere la realizzazione dell’impianto. Ritenendo che il nostro compito sia quello di rappresentare la volontà dei cittadini, senza scendere in merito alla pericolosità o meno dell’impianto per la salute prendiamo atto che chi dovrebbe accogliere la struttura non la vuole e che soprattutto il beneficio economico che il comune dovrebbe ricevere (300 mila euro subito per la concessione di 30 anni), non né giustifica il sacrificio”.

il caso Assistiti dal gruppo Aec

niente restituzioni dagli alluvionati

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mmonta già ad 80 mila euro la somma che gli alluvionati non hanno intenzione di restituire alla Regione dopo le ingiunzioni arrivate via raccomandata le settimane scorse. A Bovolenta come nel resto della regione sono decine le famiglie e le imprese alle quali è stata chiesta la restituzione di parte dei contributi ricevuti dopo l’alluvione. In parecchi si sono rivolti al “Gruppo Aec tutela alluvionati veneto” che ha messo a disposizione un pool di legali coordinati dal professor Mario Bertolissi. Nei giorni scorsi sono partite le prime richieste di sospensione in autotutela per circa 80 mila euro delle domande di restituzione arrivate dai Comuni e dalla Camera di Commercio. Secondo il gruppo Aec il denaro richiesto non va restituito perché le valutazioni possono essere contestabili e i comuni dovrebbero, come attto di autotutela, sospendere le richieste di pagamento. Modulistica e dettagli sul sito www.aeceuropa.eu. C.L.


14 Due Carrare Il riconoscimento La premiazione da parte di Confesercenti Padova e dell’amministrazione comunale

Ecco i negozi che hanno fatto la storia Sette le attività che hanno superato i 40 anni, due di queste sono aperte da oltre 70 anni di Francesco Sturaro

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a Casa dei Carraresi ha accolto un pezzo della storia “commerciale” di Due Carrare. Il sindaco Sergio Vason e il direttore di Confesercenti Padova, Maurizio Francescon, hanno premiato sette negozi storici di Due Carrare; di questi, cinque hanno superato i 40 anni di attività e due i 70 anni. Ai titolari degli esercizi commerciali sono stati consegnati una targa (d’argento per i negozi attivi da almeno 8 lustri, d’oro per quelli presenti da oltre 70 anni) e due volumi, pubblicati a cura della parrocchia di Santo Stefano, ristampe delle opere dell’abate Pietro Ceoldo, scritte intorno alla metà dell’800, inerenti rispettivamente le origini dell’abbazia di Santo Stefano e l’antica famiglia nobiliare dei Papafava, unitamente al gagliardetto del Comune. Le cinque attività commerciali, premiate con la targa d’argento, sono: alimentari Sadocco operanti in paese dal 1964, alimentari-tabaccheria Rossi (dal 1972), fioreria Pistore (dal 1971), panificio Salmaso (dal 1948) e tabaccheria-edicola-alimentari di

Donà Patrizia, presente dal 1954. I due negozi che hanno ricevuto la targa d’oro di Confesercenti vantano una lunga storia. La farmacia Fortini, ad esempio, ha avviato la propria attività nel 1814 a Pontemanco (all’epoca il farmacista era chiamato speziale), trasferendosi a San Giorgio nel 1961. Dal 1968 la farmacia è gestita dal dottor Matteo Fortini. La macelleria Businaro, invece, ha una tradizione che si tramanda da quattro ge-

nerazioni. Avviata nel 1878 da Domenico Businaro, l’attività è proseguita con il figlio Antonio, poi con il nipote Alfredo e, quindi, dal 1974 con il bisnipote Ettore. La premiazione dei negozi storici di Due Carrare ha fornito lo spunto per una riflessione sullo stato di salute del commercio locale, che per il sindaco Vason risente della crisi economica nazionale, causa della contrazione dei consumi e della diminuita circolazione di denaro.

I negozianti premiati dalla Confesercenti a Due Carrare

CENTRO MEDICO IPOTESI AMPlIAMENTO La struttura di via Roma di 400 mquadri ospita ambulatori e anche la sezione Avis

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l Comune sta valutando di ampliare il centro medico Andreoli, la struttura comunale di via Roma, dedicata ai servizi socio-sanitari. L’edificio, che si sviluppa su due piani per un totale di circa 400 metri quadri, è dotato di sala di attesa, ambulatori, uffici e ospita l’associazione Medicina in rete sperimentale, composta da medici di Due Carrare, Battaglia Terme e Galzignano che collaborano tra loro, la locale sezione Avis, che una volta al mese vi effettua la raccolta sangue, e lo studio di un pediatra. “Gli spazi a disposizione dei fruitori del centro Andreoli sono contenuti rispetto alle reali esigenze – spiega il sindaco Sergio Vason – per esempio il pediatra che svolge la sua attività settimanale condivide con l’Avis lo stesso spazio, cosicché accade che una volta al mese, in concomitanza con la giornata dei prelievi promossa dalla stessa Avis, il pediatra deve sgombrare la sala per lasciare spazio alle operazione di prelievo del sangue, per poi al termine risistemare il tutto”. L’intenzione dell’amministrazio-

ne comunale è di utilizzare una parte dei 2.800.000 euro provenienti dall’accordo di programma stipulato tra Comune e Deda Srl, l’impresa titolare del centro commerciale che dovrebbe sorgere in via Mincana, per finanziare l’ampliamento della struttura. Esiste già un progetto di massima dell’opera, il cui costo preventivato si aggira intorno ai 200 mila euro. La nuova ala, ad un solo piano, avrebbe una superficie di circa 150 metri quadrati, suddivisa in uffici-ambulatori, spogliatoi e servizi igienici. “Abbiamo presentato la nostra idea all’Ulss 17 per capire se l’azienda è interessata a collocare nell’ampliato centro Andreoli qualche altro servizio sociosanitario rivolto alla cittadinanza – prosegue Vason – L’Ulss si è detta interessata al progetto, tanto che nei prossimi giorni ci incontreremo con il direttore generale Giovanni Pavesi per discuterne. In caso di mancato interessamento dell’azienda ospedaliera, il Comune provvederà comunque ad ampliare il centro”. F.S.

ambiente l’amministrazione alla conferenza sulla riduzione dei consumi

energie rinnovabili, università di bucarest prende ad esempio due carrare

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ue Carrare è stato preso a esempio di ente locale “virtuoso” dal punto di vista della sostenibilità ambientale, tanto da essere invitato dall’Università di Bucarest alla conferenza sulle energie rinnovabili nelle politiche europee tenutasi lo scorso marzo nella capitale rumena. L’amministrazione comunale è stata rappresentata dal vicesindaco Claudio Garbo, che ha tenuto una relazione sulle buone pratiche attivate per la riduzione dei consumi energetici nella pubblica amministrazione. “Dopo essere stati oggetto della visita di una delegazione europea nel 2012, costituita da rappresentanti del Politecnico di Bucarest, siamo stati invitati alla conferenza per relazionare sul percorso intrapreso e sulla tangibilità dei risultati ottenuti – spiega Garbo – abbiamo ricevuto molti consensi per quanto abbiamo fatto in questi anni, risultati che ci pongono tra le municipalità più attive a livello europeo”. Secondo l’amministrazione comunale, la trasferta a Bucarest è stata un successo, perché Due Carrare è stata riconosciuta come realtà dinamica e all’avanguardia nel campo del risparmio energetico. “Negli ultimi anni ci siamo concentrati su varie questioni – prosegue Garbo – come la produzione di energia da biomasse e di energia solare da impianto fotovoltaico installato sul tetto della scuola media. Siamo intervenuti sulla rete di illuminazione pubblica installando 400 luci a Led, cui ne aggiungeremo altre 400 a breve. Abbiamo redatto il Piano della Luce per la riduzione dell’inquinamento luminoso e il conseguimento del risparmio energetico nella pubblica illuminazione. Abbiamo sviluppato il parco privato fotovoltaico nel territorio comunale e favorito il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, che ha raggiunto il 78%. Attenzione è stata posta alla gestione del sistema dei fossi con la capillarizzazione dell’acqua corrente, contrastando il fenomeno delle inondazioni e garantendo un adeguato approvvigionamento di acqua per irrigazione di campi e giardini. Abbiamo avviato la pianificazione per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e la redazione di un regolamento edilizio per il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale da applicare a edifici di vecchia e nuova costruzione, inoltre abbiamo istituito il registro comunale dei produttori di energia da fotovoltaico. Ora abbiamo intrapreso una nuova sfida: conseguire, entro il 2020, il meno 20% di emissioni di gas serra, l’aumento del 20% del risparmio energetico e del consumo di energia da fonti rinnovabili”. F.S.


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16 Bagnoli Sociale Nella frazione di Olmo aperta da un anno la casa di accoglienza

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La struttura accoglie le donne sole con figli e permette il loro inserimento lavorativo e sociale

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perativa da quasi un anno la casa accoglienza di Olmo cerca di rispondere, anche in collaborazione con la Caritas diocesana, ai bisogni che si vengono a conoscere alle Cucine Popolari e non solo. In questo primo piano dell’edificio che un tempo ospitava l’asilo del paese, denominato ora“Casa del buon samaritano, si accolgono soprattutto mamme con bambini, quasi sempre straniere, che si trovano praticamente sulla strada e che nessun’altra struttura accoglie. Si tratta di donne straniere e italiane (minori e adulte) con bambini, senza una dimora o costrette a fuggire da casa per maltrattamenti, o rese madri e poi abbandonate con la prole, ragazze incinte e abbandonate dal partner e che hanno deciso di non abortire. Oggi la struttura accoglie cinque mamme e nove bambini: Laura con Rami, Joy con Destiny; Rachida con Kalid e Aya; Shadey con Evan, Samir e Joel; Angela con Osaretin e Rachel. Due fanciulli frequentano la scuola materna e quattro la scuola elementare. Le mamme trascorrono la giornata dedicandosi alla pulizia della casa e alle faccende domestiche. Ora, con l’arrivo della primavera, si dedicano anche alla cura di un orto con risultati invidiabili. Un giorno alla settimana un’insegnante impartisce lezioni di lingua italiana mentre altre volontarie insegnano le basi della cucina italiana. Alcune ragazze seguono i bambini per qualche ora nel gioco e nei compiti. Un’oasi di tranquillità che permette alle madri di integrarsi e di trovare un lavoro. L’idea venne lanciata nel 2007 da Fra’ Renzo Gobbi, allora vicario parrocchiale di Olmo e di San Luca, e poi portata avanti da don Giuseppe Maniero, presidente dell’Associazione “Fraternità e Servizio”. Il servizio della Casa è per loro la pronta e prima accoglienza, con un percorso di inserimento sociale. Tale programma, è gestito dal volontariato e sostenuto dalla solidarietà di persone sensibili. Il servizio è attualmente organizzato in collaborazione con le Cucine Economiche Popolari di Padova e la Caritas diocesana di Padova - con le Caritas parrocchiali di Tribano e Bagnoli. Auspicando anche la collaborazione dei i Servizi sociali del territorio. L’attività è gestita dall’Associazione Fraternità e Servizio di Padova che da alcuni anni ha avviato esperienze simili in altre parti della provincia di Padova. Il piano terra, che attende i mezzi finanziari per essere completato nella ristrutturazione ed essere attivato, ospiterà il Centro di solidarietà territoriale destinato a percorsi di promozione e integrazione sociale, (corsi per l’insegnamento dell’italiano, doposcuola, corsi per badanti, per colf, corsi di taglio cucito, di computer…,) e incontri formativi spirituali. Il presidente dell’associazione che gestisce la casa è don Giuseppe Maniero, già responsabile della

Caritas diocesana. E’ seguita dai volontari: Maria, Elisa, Chiara, Sofia, Maristella, Antonella, Daniela, Gabriella, Luana, Sara, Stefania, Faustino, Bruno, Moreno. Si può aiutare la Casa del Buon Samaritano di Olmo con il servizio volontariato, offrendo vestiario e generi di media e lunga conservazione e con l’aiuto economico. L’ideale sarebbe che tutti i servizi necessari fossero coperti: presenza quotidiana (a turno), acquisto settimanale del vitto, insegnamento di italiano, di cucito, cucinare italiano, coltivazioni nell’orto, smistamento vestiario, riparazioni varie, accompagnamenti per pratiche, per svago fine settimana. C’è bisogno di tutto ciò che serve in genere per una comunità di quattro piccoli nuclei familiari. Chi vuole fare una donazione trova tutte le indicazioni sul sito www.fraternitaeservizio.it. Oppure può consegnarla al responsabile Caritas parrocchiale o a Maria Loreggia di Bagnoli: cell 3404760381 o a Stefania di Olmo: tel 049 5342816.

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arà un estate all’insegna degli appuntamenti sportivi quella che l’assessorato ha previsto per giugno e luglio. Si parte il 1 giugno con il tradizionale saggio di fine stagione di pattinaggio artistico organizzato dall’associazione Pattinatori San Siro. Quindi dal 1 al 13 giugno il III° Torneo di Calcio Giovanile Memorial A. Bruscagin, riservato alle categorie piccoli amici, pulcini ed esordienti. Il 22-24-27 giugno grande manifestazione internazionale. Bagnoli è stata scelta come una delle sedi per ospitare le fasi eliminatorie della Uefa Regions’ Cup, alla quale prenderanno parte otto rappresentative Nazionali europee. Dal 17 al 29 giugno: II° Torneo serale “Beach del Salame”, torneo di beach volley dalla formula 4x4 misto organizzato dall’associazione ASD Giovani 2000. Mentre sabato 6 luglio: presso lo stadio comunale “M. Sacco”, III edizione della “Partita per l’Africa”, serata a scopo benefico”. C.L.


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18 Agna A giugno L’iniziativa ospitata nel centro sportivo “Le tre piume”

evento

Campo avventura

Messo a punto il programma completo della festa del 6-7 luglio

I ragazzi delle elementari passeranno tre giorni con i volontari della Protezione Civile di Agna di Cristina lazzarin

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ovità assoluta per i ragazzini della scuola elementare di Agna che quest’anno potranno concludere la vita scolastica in maniera del tutto nuova ed insolita. L’iniziativa è proposta dall’assessorato alla protezione civile e dal gruppo della locale protezione civile del comune di Agna, ai ragazzi delle due quinte che potranno partecipare al primo “Campo Avventura” Il campo a partecipazione gratuita, verrà allestito presso gli spazi riservati e delimitati del centro sportivo “Le Tre Piume” di Agna in via Costanze, i giorni 8, 9 e 10 giugno prossimi. Le attività inizieranno alle ore 15:00 di sabato 8 giugno e termineranno lunedì 10 giugno alle ore 18:30 circa. Il coordinamento delle varie attività farà capo al coordinatore Roberto Forin ed ai vari capo squadra del gruppo (Cavallaro Pierluigi, Moscardo Francesco, Nolo Ferdinando, Canato Leonardo). Il campo prevede due pernottamenti in tende appositamente allestite dai volontari e tutti i pasti (colazione, pranzo e cena) saranno erogati su strutture a norma. In questi tre giorni i ragazzi saranno gestiti ed impegnati in attività operative con i volontari della protezione civile di Agna ed in laboratori didattici con la collabora-

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Una precedente iniziativa ha coinvolto le scuole zione dell’ufficio Educazione Ambientale del Bacino PadovaTre, della Croce Rossa Italiana e dell’Unità Cinofila “Gli Angeli” di Cavarzere. Al lunedì sarà presente una rappresentativa dell’Aeronautica Militare per l’insegnamento ai ragazzi dell’alzabandiera e per illustrare agli stessi il ruolo e l’attività della stessa forza armata dell’Aeronautica. Gli obiettivi dell’esercitazione sono da una lato verificare l’adeguatezza dei mezzi e delle attrezzature a disposizione del gruppo e il monitoraggio le capacità operative dei volontari, dall’altro sensibilizzare l’opinione pubblica al volontariato della Protezione Civile, ed in particolare gli alunni delle scuola primaria a cui è rivolto il progetto. “Sarà per noi un’esercitazione molto importante – spiega l’assessore alla pro-

tezione civile Gianluca Piva – e ci vedrà impegnati nella vera e propria gestione di un campo 24 ore su 24. Avremo la possibilità di verificare la capacità del nostro gruppo di organizzare, gestire e coordinare un campo in tutte le sue occorrenze e allo stesso tempo la possibilità di trasmettere agli alunni partecipanti lo spirito della Protezione Civile attraverso un lavoro di squadra e con attività operative insieme. Un grazie doveroso – continua Piva – al centro sportivo Le Tre Piume che ci offre la sua ospitalità e ringrazio anche il gruppo comunale di protezione civile di Pontelongo che ci ha dato delle preziose indicazioni per l’elaborazione del progetto. Loro sono alla 12^ edizione della manifestazione rivolta agli scolari delle scuole di Pontelongo”.

un fine settimana dedicato ai volontari delle tante associazioni presenti in paese

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on largo anticipo è già stata predisposta nei minimi dettagli la prossima “Festa del volontariato e della solidarietà” prevista il 6 e 7 luglio prossimi e che vedrà impegnate tutte le associazioni e i gruppi di volontariato di Agna. L’iniziativa è organizzata dal 2010 dal comune di Agna, dall’Unità Pastorale e dalla parrocchia di Agna, assieme a tutte le associazioni e i gruppi di volontariato di Agna, con il patrocinio del Centro Servizi Volontariato di Padova, della Città della Speranza e della Provincia. Sabato 6 luglio è prevista, in piazza Roma, la preghiera per la comunità e a seguire lo spettacolo musicale per grandi e piccini “Momento in musica”. Durante la serata vi sarà la presentazione di tutte le associazioni di volontariato di Agna ed un saluto del CSV di Padova e della Città della Speranza. Inoltre in piazza Roma saranno presenti i gazebo delle associazioni e dei gruppi di volontariato, i gonfiabili per i bambini, e alle ore 23.00 ci sarà la fiaccolata della solidarietà per le vie del paese. Chiusura con uno spuntino di mezzanotte. Domenica 7 luglio, alle ore 11.00, è prevista la santa messa presso la chiesa di San Giovanni Battista con la partecipazione di tutti i volontari di Agna. “E’ una grande soddisfazione –commenta Gianluca Piva assessore all’Associazionismo, Volontariato e Politiche Sociali ed impegnato nel volontariato da oltre dieci anni – questa quarta festa delle associazioni, a testimonianza del percorso di collaborazione che stiamo portando avanti nel mondo del volontariato locale. Quest’anno la manifestazione si snoderà in due giornate, in modo da offrire alla nostra comunità un fine settimana all’insegna della solidarietà. Ricordo – continua Piva – che lo slogan coniato è “La Solidarietà fa bene al cuore…!”, come invito ad avvicinarsi al mondo del volontariato e a credere nel volontariato e nella solidarietà, in modo puro e disinteressato. Essere volontari significa dare senza chiedere, significa donare il proprio tempo agli altri. Ringrazio di cuore – conclude Piva – tutte le associazioni che anche nel 2013 stanno contribuendo ad aiutare la nostra comunità e che sono di supporto alla nostra amministrazione e che hanno deciso di festeggiare durante questa quarta festa della solidarietà e volontariato, perché ricordo che questa è la festa delle associazioni e per le associazioni”. C.L.

Da alcuni anni la Protezione Civile organizza la giornata di esercitazione con allarme anticendio e ricerca dispersi, presente anche la Polizia

RIuSCITA lA PROvA DI EvACuAZIONE CON I RAgAZZI DEllE MEDIE E DEllE ElEMENTARI

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ome ogni anno, si è svolta la ormai consueta esercitazione proposta dal gruppo di protezione civile di Agna in collaborazione con le scuole elementari e medie. L’esercitazione è giunta alla sua nona edizione ed è stata condotta dai volontari della protezione civile coordinati dal responsabile Roberto Forin, dal vice coordinatore, Pierluigi Cavallaro e dai vari capi-squadra del gruppo. La prova è stata eseguita secondo tutti i dettami di legge prevedendo una prima fase in cui si fa scattare l’allarme incendio all’interno degli edifici scolastici con tre suoni della campanella e con la successiva evacuazione dei due plessi. Di seguito, dopo l’appello delle insegnanti presso i punti di raccolta, c’è stata una ricerca dispersi all’interno degli edifici da parte delle unità cinofile del

gruppo “Gli Angeli” di Cavarzere e una riproduzione di un intervento di primo soccorso della Croce Rossa Italiana sezione di Maserà di Padova. In seguito sono stati realizzati diversi scenari e momenti formativi con la partecipazione del Comando Militare Esercito Veneto e della Polizia di Stato II° Reparto Mobile. L’Esercito ha presenziato con un punto informazioni, offrendo anche materiale illustrativo e proiettando su uno schermo tv il filmato “Soldati per scelta”. La Polizia ha partecipato con tre mezzi operativi blindati fatti visionare agli scolari. Presenti anche i carabinieri della stazione di Agna.Quali autorità hanno partecipato il sindaco di Agna, Giannicola Scarabello e l’assessore provinciale alla protezione civile Mauro Fecchio, oltre all’assessore locale alla protezione civile e anche volontario del gruppo Gianluca Piva.

I volontari della Protezione Civile il giorno della prova a scuola “Per quest’anno abbiamo tentato di tenere distinte la prova di evacuazione per elementari e medie – spiega l’assessore alla protezione civile Gianluca Piva – in modo da poter seguire con maggiore cura le fasi dell’esercitazione. Infatti dalle 8,30 alle 11,00 ci siamo dedicati alle scuole medie e dalle 11,00 alle 13,00 alle scuole elementari. Abbiamo inoltre deciso e proposto – continua

Piva - una nuova formula per l’intera manifestazione, dividendo i quasi 280 studenti in gruppi da 15-20 unità, in modo da poterli coinvolgere maggiormente, rendendoli interattivi con le forze presenti. Ringrazio a nome di tutta la nostra amministrazione – conclude Piva – tutte le organizzazioni che hanno aderito alla nostra proposta coadiuvandoci nelle varie operazioni dell’esercitazione”. C.L.

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I servizi a Padova e Provincia La difficile partita della fusione fra società

PADOVA

Trasporto pubblico una “rivoluzione” a metà

Alcune linee BusItalia si fermeranno al capolinea del tram alla Guizza e a Pontevigodarzere

Spicca la novità: alcune corse di Busitalia non arriveranno in centro ma al capolinea del tram di Martina Celegato

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ta diventando sempre più realtà la fusione dei trasporti locali ed extra provinciali della Provincia di Padova. E’ datata 29 gennaio 2013 infatti la lettera d’intenti che mira a creare una partnership tra i vari enti ed aziende che si occupano dei servizi di trasporto e che ha visto coinvolti i sindaci di Padova, Venezia e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiano e alcune settimane fa si è tenuto l’incontro che ha definito le varie operazioni e le tempistiche che andranno a scandire le fasi dell’accorpamento tra Actv, Aps e Busitalia. Ultime importanti novità sono arrivate ad aprile quando è stato ufficializzato il fatto che molti degli autobus di Busitalia (ex Sita) non arriveranno più in centro ma si fermeranno al capolinea del tram che aumenterà la frequenza delle corse da 8 a 5 minuti. Una prima importante conseguenza della fusione che andrà a coinvolgere tutte le tratte dei bus, sia quelle che provengono dal nord della provincia che quelle che provengono dal sud. In definitiva tutte le corse che attualmente partono dai capolinea di Candiana, Agna e Bagnoli di Sopra non arriveranno più al capolinea vicino alla stazione ma si fermeranno al capolinea del tram situato a pochi metri dalla tangenziale al quartiere Guizza così come le corse provenienti da Trebaseleghe, Tombolo e Galliera si fermeranno al capolinea di Pontevigodarzere. Per sopperire all’inevitabile disagio che questo cambia-

mento porterà nella quotidianità dei viaggiatori verrà anche ta, un netto miglioramento della qualità a bordo e a terra.” introdotto il biglietto integrato, che molto probabilmente Con un successivo incentivo a coinvolgere anche le provincie prenderà il nome da altre realtà simili esistenti in Italia limitrofe come Treviso e Rovigo (che già sarà coinvolta nel come Napoli e tutta la regione Campania, che si chiamerà progetto in un secondo momento). Per quanto riguarda le tempistiche l’accorpamento l’o“Padova Unico”. Tale biglietto sarà disponibile, ovviamente con fasce di prezzo diverse, in varie tipologie di durata che peratività del progetto dovrebbe svilupparsi attraverso due step, che andranno quindi a scandire spazieranno dai 90 ai 140 minuti, per anche a livello temporale le varie fasi supplire a tutte le necessità di sposta- I sindacati sono del passaggio. Il primo step dovrebbe mento. Grande è il dubbio sull’effetti- favorevoli ad portare entro luglio alla fusione fra Aps va efficienza e capacità di affrontare una fusione il grande flusso di pendolari che ogni a patto che porti e Busitalia mentre il secondo step vedrà la fusione fra questa nuova realtà giorno si recano in città, sia lavoratori vere migliorie e Avm e verrà realizzato secondo le che studenti, da parte del tram, che già ad oggi, solo con gli spostamenti cittadini viaggia sempre ipotesi entro fine 2013. Secondo le ipotesi delle autorità pieno e a poco sono servite le rassicurazioni da parte delle coinvolte questa fusione dovrebbe portare ad una comistituzioni sull’aumento della frequenza senza contare l’ef- petitività a livello nazionale dei trasporti pubblici e la loro fettivo disagio che questa scelta porterà a livello di tempo di gestione proprio perché andrà a coinvolgere delle realtà raggiungimento del punto preciso in città. già molto importanti che collegano zone strategiche per il Fin dalla sottoscrizione della lettera di intenti i sindacati tessuto industriale e imprenditoriale del Veneto. L’obiettivo territoriali si sono dimostrati favorevoli alla fusione “purché è sicuramente quello di una maggiore efficienza, obiettivo porti degli effettivi miglioramenti”. Dalla lettera ufficiale irrinunciabile vista la quantità di persone che sempre più diramata in merito dalle segreterie provinciali dei maggio- scelgono di spostarsi con autobus e tram anziché con l’auto ri sindacati si legge infatti “Riteniamo che l’integrazione propria e quelle che da anni subiscono disagi a causa del acqua-gomma-ferro, servizi urbani ed extraurbani possa con- cattivo funzionamento dei mezzi e della loro mancata insentire l’efficienza del servizio, il potenziamento dell’offer- terconnessione.

l’IMPRENDITORIA FEMMINIlE PARlA CON Il TAblET, SEMINARI FINO A gIugNO

E’

stato presentato durante l’ultima edizione dello Smau a Padova il programma formativo roadshow di If, ossia il Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Padova, partito lo scorso 17 aprile che mira ad una formazione trasversale per utilizzare al meglio gli strumenti di comunicazione digitale e che prende il nome di “i-Economy- new media per il business”. Stefania Brogin, presidente di IF ha spiegato come “il nostro road show sulla I-Economy, l’economia basata su tablet e smartphone che sta diventando cruciale, è la nostra attività formativa di punta per il 2013. Le oltre 100 imprenditrici che hanno partecipato al 1°incontro testimoniano che l’argomento è sentito e che siamo in sintonia con ciò che chiedono le imprenditrici oggi”. Il programma formativo in itinere, visto che i vari incontri non avranno

un’unica sede ma si sposteranno di volta in volta andando a coinvolgere le varie sedi locali, presenta un calendario di 8 incontri in ognuno dei quali verrà trattato un tema di attualità e aiuterà comprendere al meglio delle tematiche e tecnologie sempre più indispensabili per essere competutivi nel mercato e all’avanguardia per la propria proposta commerciale. Dall’utilizzo dei Social Network per lavoro, fino all’uso dell’Ipad e dell’Iphone come strumenti di business, tutte le tematiche verranno sviscerate tenendo però sempre in primo piano le peculiarità della zona in cui si opera e si lavora. Dopo il primo incontro tenutosi il 17 marzo i seminari si articoleranno con cadenza settimanale per concludersi il 19 giugno, incontro di chiusura, in cui verranno analizzate le potenzialità dell’Ipad nelle reti di vendita. M.C.

Confesercenti Padova

crollano i consumi negozi in affanno

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l primo problema è quello del crollo dei consumi, dichiara il Presidente di Confesercenti Padova Nicola Rossi: tra tasse varie, aumento dei servizi e crisi occupazionale negli ultimi 5 anni ( dall’inizio della crisi) si sono persi quasi 20 punti percentuali nella capacità di spesa delle famiglie padovane. Il secondo problema è lo strapotere dei colossi della grande distribuzione, continua Rossi, non solo si è riempito (con la compiacenza di tanti sindaci) il territorio di mega centri commerciali, di ipermercati e di outlet ma nel 2012 per completare l’opera si è regalato alla grande distribuzione la deregolamentazione degli orari di apertura con il risultato di avere ulteriormente impoverito il sistema commerciale del territorio. La sfida oggi non è più tra grande distribuzione e negozi ma bensì tra sistemi distributivi e ludici, tra centri commerciali e sistema città.


Spazi Spazi Aperti aperti 21 13 Luoghi da conoscere A Stroppare di Pozzonovo, nel cuore della bassa

Val Corba, il parco che aiuta a conoscere Negli ultimi 10 anni il parco si è reso disponibile per aiutare gli animali ma anche le persone di Fortunato Marinata

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l leone, poi l’antilope, lo struzzo e l’ippopotamo a meno dietro un vetro garantendo la massima discrezione nel farsi di non trovarci in Africa, ci troviamo dentro ad uno zoo. vedere e dagli animali nell’essere visti. Se qualcuno di loro Quest’ultima è la risposta giusta è oltre a questi animali mancherà all’appuntamento con il visitatore, non è un limite ce ne sono molti altri al parco faunistico Val Corba di Poz- del parco è invece un diritto che deve essere riconosciuto zonovo nel cuore delle Bassa Padovana ma non si tratta di agli amici ospitati nel parco: “Anche loro – spiegano gli acuno zoo. I proprietari ci tengono a precisare che non si tratta compagnatori - possono andare incontro a forme di stress come accade alle star o ai vip condi un’esposizione di animali, il parco tinuamente inseguite dai fotografi. faunistico è invece uno strumento 200.000 metri Quindi innanzi tutto il parco informa nato per insegnare il rispetto della quadrati, del rispetto necessario nell’approcciarnatura in tutte le sue forme. I lavori 220 animali si agli animali, con l’auspicio che quenecessari per fornire una un habitat il di circa 70 sto possa trasformarsi nella consapepiù possibile confortevole per le spe- specie diverse volezza che il futuro della “natura” cie ospitate sono durati ben 10 anni, i ricoveri, i recinti gli spazi sono stati pensati e progettati dipende esclusivamente dai nostri piccoli gesti quotidiani. appositamente per ogni una di esse. E dal 2000, quando Del resto all’interno dei 200.000 metri quadrati del parco e sono stati aperti i cancelli del parco ai visitatori, ogni angolo tra i 220 animali, di circa 70 specie diverse, ospitati, l’occaallestito ha cominciato a vivere in simbiosi con la campagna sione di un incontro davvero esclusivo si propone di certo. La circostante. Il verde è il colore predominante, la fauna non è proposta del parco, ovviamente, è rivolta alle famiglie con il solo aspetto al quale si è dato risalto, grande spazio è stato attività didattiche rivolte ai più piccoli per far conoscere loro dato alla flora incorniciando il percorso con alberi e piante tutte le curiosità del mondo animale e l’importanza della che garantiscono la privacy anche agli stessi animali. Non ci biodiversità. Anche per le scuole sono a disposizione pacsono gabbie, ci sono spazi ai quali e possibile affacciarsi da chetti didattici, legati a diversi temi, comprensivi di percorsi

Le classi in visita e alcuni degli animali ospitati nel parco di Stroppare di Pozzonovo educativi e laboratori che consentono l’osservazione ma anche la possibilità di maneggiare reperti animali, giocare in modo creativo in modo da entrare in contatto con il mondo naturale nel modo più adeguato possibile per un bambino. Insomma si tratta di una risorsa per il territorio e di una risorsa anche per gli animali. Qualche anno fa infatti, qualcuno ricorderà l’episodio del quale ne parlò anche Striscia la notizia, vennero sequestrati alla mafia una leopardo e una pantera tenuti in condizioni a dir poco tragiche, bene: i due felini hanno trovato casa qui e oggi si sono completamente ristabiliti. “Nessuno ci ringraziò per quel gesto – spiega il proprietario del parco Andrea Mazzonetti – noi ci speravamo ma è andata così”. Parlare di aiuto agli animali, tuttavia, per la famiglia Mazzonetti potrebbe risultare riduttivo, certo in anni passati ha aderito a progetti per la salvaguardia dell’orso marsicano ma oggi è impegnata a sostenere an-

TERRITORIO PER AZIONI IDEE gIOvANI

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n polmone verde per riqualificare l’area ospedaliera di Padova in vista del suo trasferimento, un veicolo elettrico autoguidato capace di rivoluzionare la mobilità, una comunicazione fresca e accattivante per valorizzare l’area naturale Palazzina a Pieve di Curtarolo. Sono i tre progetti vincitori della sesta edizione del Concorso di idee “Territorio per Azioni” promosso da Confindustria Padova e Camera di Commercio di Padova, nato per stimolare la partecipazione attiva di studenti universitari e professionisti alla valorizzazione del territorio, elaborando modelli di sviluppo innovativi ed eco-sostenibili. Progetti fattibili, corredati di planimetrie e piani di lavoro dettagliati, a disposizione di enti e istituzioni. Sedici i lavori presentati dai team composti da 40 studenti dell’Ateneo di Padova (Dipartimento di ingegneria civile, edile e ambientale - DICEA), dello IUAV di Venezia (facoltà di architettura e design), dell’istituto di formazione superiore Irigem di Rosà (Vi) e da 37 studi di architettura. Entusiasta per la qualità dei progetti Enrico Berto, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Padova: “Si tratta di soluzioni originali, creative e fattibili che partono dai veri fabbisogni delle comunità. Con Territorio per Azioni sollecitiamo giovani e professionisti a mettere in circolo le idee e sentirsi parte attiva nel progettare il futuro del territorio in chiave sostenibile. I loro progetti dettagliati sono da oggi a disposizione di enti e amministrazioni, pronti per essere adottati, segno di una progettazione partecipata che le imprese vogliono

Enrico Berto: “Soluzioni fattibili e originali, giovani mettono in circolo iniziative vincenti” incoraggiare”. Per la categoria “progettare il territorio” ha vinto il progetto “Padova: un nuovo polmone verde” realizzato da Ilaria Fantin, 24 anni di Cittadella, Giovanna Marchioro, 25 anni di Dolo, Angela Martini e Silvia Tarallo, 24 anni di Padova. Le studentesse, al quinto anno di ingegneria edile-architettura all’Università di Padova, hanno valorizzato l’attuale area ospedaliera di Padova in vista del prossimo trasferimento. Al centro una “Green Belt” che segue il perimetro della città per un museo di Padova all’aria aperta. La proposta è creare un “polmone verde” con 5 macroaree La riqualificazione prevede una nuova linea di metrobus.

verza_roberto@libero.it

che le persone meno fortunate. “Qualche anno fa – spiega Andrea – abbiamo conosciuto un Padre Canossiano, si chiama Pierantonio Valente, e da alcuni anni è in India (Vasai) e segue un progetto (denominato ASHADEEP) per aiutare i bambini del luogo a studiare. Lui dice che lì c’è “fame di scuola” e noi siamo qui a pensare su come rendere piacevoli ed educative la gite scolastiche dei nostri bambini. Noi non siamo un ente caritatevole, non ci occupiamo di volontariato e non raccogliamo fondi, ma una mano al nostro caro amico Pierantonio (e ai suoi amici indiani) ci è parso giusto darla darla. Da allora terremo una corrispondenza con Pierantonio e pubblicheremo le sue mail, le foto e tutto il materiale che ci viene inviato in modo da rendere noto il suo progetto alle scolaresche, con l’auspicio di far riflettere anche i più giovani che spesso considerano la scuola come un peso e non come un’opportunità”.


22 Mondo scuola 1

Mondo scuola 15

Viaggi di istruzione Quasi il 20% in meno gli studenti coinvolti

Costi e crisi cancellano le gite dal calendario Anche le scuole padovane preferiscono mete “casalinghe”, meglio se nell’arco della giornata Una scolaresca in gita a Venezia, una delle mete più gettonate perché richiedere appena un giorno e una spesa contenuta

di Martina Celegato

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a crisi entra fra i corridoi scolastici non tato un ottimo momento di socializzazione solo per essere analizzata e studiata e cultura, un diversivo alla vita di classe e ma anche a livello concreto. Su scala alla formazione tradizionale. Come si è arnazionale moltissimi saranno gli alunni delle rivati quindi a questa drastica situazione? Sicuramente le cause che hanno porscuole superiori che non partiranno per le tato alla scelta di non gite scolastiche e in aderire o addirittura molte scuole addirittu- Sempre di più non proporre le gite ra si sono eliminate le le famiglie che scolastiche sono di diuscite dalla classe per non si possono versa natura e vanno evitare discriminazioni permettere una e per scarsa partecipa- spesa troppo alta ricercate sia all’interno della situazione socio zione a causa dei costi economica che stiamo vivendo sia al particoelevati. Da quello che emerge dallo studio lare ambito dell’istruzione e dei docenti che dell’Osservatorio Turistico del Touring Club vi operano. La crisi ha portato le famiglie a Italiano quest’anno nemmeno uno studente non poter più affrontare una spesa così alta, su tre partirà con la classe, ben un 20% in innalzatasi anche in seguito al rincaro dei meno rispetto a ai 930mila che sono partiti viaggi di studio, motivi per cui molte scuonel corso dell’anno scolastico 2011/2012. le hanno deciso di non proporre più viaggi Le gite scolastiche hanno sempre rappresen- all’estero o prettamente ludici ovviando su

scampagnate ed escursioni naturalistiche, in nibili spingendo alcuni istituti a eliminare le uscite del tutto o a orientarsi, come già visto molti casi anche in giornata. A Padova e provincia molte sono le verso destinazioni raggiungibili in giornata e classi che hanno scelto i Colli Euganei o senza necessità di pernottamenti o pasti fuoescursioni all’Orto Botanico e Musei citta- ri. I costi per una gita scolastica sono senza dubbio impattanti per dini, tagliando quindi le famiglie, come del le spese sia per il per- Gli insegnanti resto lo sono sempre nottamento che per lo scelgono i Colli Euganei, oppure stati, anche se in tempi spostamento. di crisi questa spesa La seconda causa i musei cittadini che ha portato a que- e l’Orto Botanico sembra inaffrontabile, sta situazione è invece in particolar modo per da ricercarsi, come segnala sempre la ricer- le uscite di più giorni che sono sempre state ca del Touring club, fra i docenti che non prerogativa delle quarte e quinte classi delle si vedono più riconosciuta l’indennità per le scuole superiori. uscite con i ragazzi. La mancanza di questo Cinque o sei giorni fuori porta possono incentivo e la pesante responsabilità e stress costare ad alunno fino a 400 euro e se a a cui i docenti vengono sottoposti durante le questi si aggiungono le spese di equipaggiauscite scolastiche ha fatto crescere a dismi- mento, a volte considerevoli per escursioni sura i docenti che non si rendono più dispo- sulla neve o soggiorni sportivi, la gita può

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

minetto apr2010 1/5

riscaldamento e cotture per ogni gusto Grande successo della manifestazione promozionale organizzata dall’azienda Belmais Energia Srl di Agna (Padova) lo scorso aprile. All’evento preparato con cura, erano presenti tantissime persone che hanno potuto vedere e assaggiare la cottura con i vari prodotti barbecue in esposizione, a gas e a legna. Per tanti visitatori è stata una vera e propria novità. Ma non solo. C’è stato anche un momento “didattico” ed informativo che ha stupito i più. E’ stato, infatti, eseguita la cottura della pizza a mano da un pizzaiolo su barbecue a legna e a gas. Le dimostrazioni eseguite hanno destato molto interesse nelle persone che hanno seguito l’evento con tanta

venire a costare fino a 700-800 euro ad alunno. Per molte destinazioni inoltre l’utilizzo dell’aereo è fondamentale, e l’incertezza vigente fino all’ultimo costringe ad acquistare biglietti costosi ai quali si devono aggiungere i costi di bagaglio e navetta per raggiungere l’hotel. Per le poche classi che riescono ad organizzare la gita all’estero cambiano quindi le destinazioni: se fino a pochi anni fa’ Londra e Barcellona erano il sogno degli studenti delle scuole superiori padovane il rincaro dei prezzi, fra i 400 e 500 euro ad alunno per cinque giorni, ha fatto tornare in voga negli ultimi due anni mete più vicine e raggiungibili in pullman come Praga e Berlino che ad una stima finale arrivano a costare anche 100-150 euro in meno ad alunno e sono molto meno costose per vitto e alloggio.

attenzione, in quanto non pensavano che con un barbecue si potessero eseguire molteplici cotture, dall’arrosto alle verdure, dal pesce al pane. L’evento si è concluso con successo, nonostante la pioggia, nel tardo pomeriggio dello scorso 21 aprile. Ma la partecipazione e l’interesse in quella occasione, non sono stati solo per le dimostrazioni di cottura. Tanto interesse c’è stato per la visita al nostro show room delle nostre stufe, termo stufe e caldaie. In molti hanno approfittato per l’ordine di legna e pellet in periodo pre stagionale. L’evento è stato relizzato in collaborazione con BBQ Store, CS Thermos e Macellaria Da Francesco e Rossana.


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FORMARE ALL’AZIONE Ecco come liberare le potenzialità umane e professionali ai giorni nostri

Formazione significa “formare all’azione”. Che riguardi il singolo o l’organizzazione, in entrambi i casi aiuta a diventare più abili nel realizzare gli obiettivi. Siamo davvero capaci di ottenere ciò che vogliamo o desideriamo? Sia esso un obiettivo lavorativo piuttosto che un accordo con una persona, migliorare una relazione, gestire situazioni conflittuali o di stress. L’obiettivo di Gmb Group Academy è proprio questo: fornire gli strumenti necessari alle persone per migliorare la qualità delle proprie relazioni, private e lavorative, imparare a gestire le risorse umane “liberando” le loro potenzialità in modo che possano esprimersi al meglio. Quale imprenditore non vorrebbe che i propri collaboratori producessero al meglio? Quale genitore non vorrebbe che il proprio figlio si realizzasse in modo soddisfacente? Purtroppo la società ci porta spesso a una introversione, a rinunciare, a soccombere, e spesso solo per una questione di scarse abilità sociali e comunicative. Gmb Group Academy è un progetto che nasce dai concetti di sinergia e di relazione, che a nostro avviso sono particolarmente indispensabili in questo periodo storico. Un pool di professionisti che offre una vasta gamma di consulenza e formazione: spunti, idee, strumenti per migliorare la qualità della nostra vita e attività lavorativa. Non solo nozioni che arricchiscano il nostro sapere, bensì soprattutto “modi”, “abilità”, “capacità” che ci permettano di esprimerci al meglio e far esprimere al meglio chi ci sta attorno.

FORMAZIONE IN ROSA Gmb Group Academy ha voluto dedicare dei percorsi alle donne che vogliono conoscersi meglio, migliorare la propria vita, stare bene con se stesse e con gli altri, confrontandosi su tematiche che riguardano la propria crescita interiore, lo sviluppo di abilità sociali, il miglioramento della propria autostima, la gestione della vita quotidiana, famigliare, lavorativa e interpersonale. Le possibilità sono diverse, partire da serate loro dedicate (BEN-ESSERE DONNA), su temi di volta in volta diversi, fino a corsi specifici:

I FONDATORI GIAN MARIA BERTIN Imprenditore esperto nelle aree della comunicazione e nella costruzione di ambienti aziendali moderni e innovativi attraverso il metodo della “maieutica relazionale e aziendale” sostenuto dalle tecniche del Quick turning e Visioning, pone il focus sul trasferire ad imprenditori e manager una cultura rivoluzionaria attraverso la quale imparare ad estrarre velocemente e con efficacia dalle risorse umane, attitudini e talenti per ottenere il massimo potenziale esprimibile. Diverse le aree di competenza: “Public speaking, coaching”, training mirato per start up e Franchisor, consulenza “one to one” per affiancare gli imprenditori nell’innalzamento del “problem solving”, nell’autorigenerazione e ridimensionamento dei problemi. Nel corso degli anni matura una profonda conoscenza sulla creazione di brand a cui collegare sviluppo di reti commerciali dedicate a core business diversi con particolare attenzione al settore immobiliare e alla consulenza nel Real Estate di lusso. CRISTINA BORDIN Psicologa clinica, formata in psicoterapia cognitivo comportamentale, è esperta nelle aree dello sviluppo delle risorse personali, delle abilità sociali e relazionali. Oltre all’attività clinica ha svolto ruoli di coordinamento e formazione di risorse umane. Responsabile di redazione, consulente commerciale, imprenditrice, negli anni ha collezionato una varietà di esperienze che le permettono di avere una visione ampia a livello manageriale, dalla gestione grazie alla conoscenza dei profili psicologici, fino a quella organizzativa dei processi di comunicazione. Oltre a dirigere la Gmb Group Academy, in qualità di psicologa clinica, si occupa personalmente dell’area educativa (corsi dedicati a genitori, insegnanti, aspiranti tate), dello sviluppo delle risorse psicologiche (autostima, gestione del conflitto e dello stress), delle abilità comunicative e relazionali. Nei contesti aziendali, spesso il gruppo vive i successi come luce riflessa, come qualcosa che non gli appartiene direttamente bensì che rimane esclusivamente di proprietà del leader, dell’imprenditore. Questa base motivazionale è insufficiente e fondamentalmente inumana, pertanto ogni imprenditore o manager che prosegue incurante nel trasferimento della sua leadership per induzione, prima o poi dovrà fare i conti con il turn-over aziendale. Nei periodi di crisi, gli scopi personali, vengono drasticamente a galla e le aziende ed i gruppi, apparentemente coesi, in realtà si identificano con le proprie incoerenze. Lo sviluppo di un’azienda si muove di pari passo con la guida sicura, rapida e lucida del suo leader e di chi, con lui, condivide

mete da raggiungere e direzioni da seguire. La costruzione di un progetto si delinea come trasformazione coerente degli scopi personali e dalla perseveranza nel mantenerli immutabili, valori intramontabili di fronte alle intemperie. Crediamo nella splendida energia dell’essere umano e della sua progressiva abilità di auto rigenerarsi partendo da se stesso, attraverso uno sviluppo cosciente e reale della propria ambizione perché possa,con essa, imparare a guidarne le meravigliose scoperte senza sentirne il peso… anche quando fuori tutto sembra rallentare. Vogliamo avvicinarci così agli imprenditori ed ai manager che desiderano affrontare un percorso di matura consapevolezza, perché prima di ottenere risposte possano

QUANTO MI PIACCIO?! Mira al potenziamento dell’AUTOSTIMA. Non esistono ricette magiche per migliorare la propria autostima, bensì è necessaria l’intenzione di conoscersi meglio e fare un percorso personale di crescita. Liberarsi dalle credenze che ci limitano e sostituirle con nuove che ci permettano di riprendere in mano la nostra vita verso una maggiore auto realizzazione e soddisfazione. CHE TIPO DI DONNA SEI RAZIONALE, IMPULSIVA O EMOTIVA? Sei una donna riservata, formale, ti fai guidare dalla ragione, controllata nelle emozioni, ordinata e organizzata… Sei una donna tesa all’affermazione di se stessa, dinamica, dominante, spesso impulsiva, passionale e non le mandi a dire… Sei una donna solare, gentile, sentimentale, ti fai guidare dall’esperienza e hai bisogno del contatto con le persone… Incontri per conoscerci meglio e valorizzare la nostra autenticità attraverso la conoscenza di quelli che sono i punti di forza e le “aree di miglioramento” per gestire in modo più efficace la comunicazione, migliorare le abilità sociali ed evitare inutili conflitti. Il LABORATORIO DI AUTOBIOGRAFIA è un progetto rivolto a persone che desiderano, partendo dalla propria storia personale, affrontare un percorso di autoconoscenza. Ricostruire la propria storia, partendo dal ricordo di semplici episodi, è un’avventura mentale che può aver profondo valore di ricerca della propria identità, liberazione catartica di nodi rimasti irrisolti, comprensione di dinamiche familiari e personali. DAL MAL-ESSERE AL BEN-ESSERE E’ un percorso che ha l’obiettivo di aiutare i partecipanti a scoprire quali sono le cause sottostanti alle preoccupazioni che hanno condotto alla condizione di stress psicofisico, ad imparare delle tecniche di rilassamento, a modificare l’approccio cognitivo guardando alle situazioni in un’ottica nuova, meno spaventosa sviluppando capacità di affrontare i problemi e risolverli nella maniera più efficace.

info@gmbgroup-academy.it Sede Operativa: via Palestro 32/a 35129 Padova TEL e FAX 049 2031141

MESSAGGIO PUBBLIREDAZIONALE

LA MAIEUTICA SOCRATICA SBARCA IN AZIENDA Socrate aveva come obiettivo la spontanea estroversione del suo interlocutore affinchè lo stesso “liberasse” le proprie idee ed opinioni sincere senza imposizioni. La Maieutica è un approccio formativo moderno, integralmente dedicato all’effettivo sviluppo del potenziale umano, il cuore di ogni azienda che si rispetti. Il dialogo è il punto focale del processo, perché ha come premessa la corretta attenzione verso l’altro, che esclude l’omissione delle reali intenzioni (interessi). Il principio della comunicazione estrattiva prevede di insegnare alle aziende la reciprocità nel trasferimento di ciò che si pensa e non di “ciò che si pensa di dover dire” per mantenere immutati o mutevoli i personali interessi. Quando un organico ed un gruppo scambia esclusivamente per interessi e finalità personali, ogni giornata è in realtà calarsi in una parte recitata. Il principio delle aziende “teatri” è proprio questo, si conoscono i ruoli e le parti di chiunque, ma non si conosce mai davvero chi collabora con noi. Da qui il meccanismo delle interpretazioni quali difese che scattano automaticamente dallo scetticismo. Questi nemici, demoliscono le migliori ipotesi di aumento della crescita collettiva e di conseguenza aziendale.

acquisire con grande dignità la capacità di farsi le giuste domande.


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Il personaggio 25

Musica Intervista a Nicola Zampieri, leader delle “Anime in Plexiglass”, la band conta oltre 800 concerti

Quando il “live” diventa consapevolezza di Martina Celegato

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on 11 anni su e giù dai palchi, 800 concerti all’attivo le Anime in Plexiglass sono leader indiscussi delle cover band locali e continuano a spopolare come e più degli esordi. Grande passione, la testa ben salda per terra e un cantante che nella voce supera l’originale: Nicola Zampieri. La band nasce da una vecchia promessa fra amici. Da dove nasce invece la tua passione per le performance live? “La passione nasce dal live stesso. Da timido all’inizio significava dovermi vergognare come un cane e affrontare complimenti ma anche giudizi e critiche. Fortunatamente la prima cosa che ti arriva addosso sul palco è “godimento allo stato puro”, che con adrenalina e autostima formano una vera e propria droga e quando smetti devi fare i conti con la crisi d’astinenza che è sempre una gran battaglia. Insomma...questa passione non è altro che la consapevolezza di star bene là mentre fai quello che ami fare. Noi, prima di essere componenti di un gruppo, siamo persone che si vogliono parecchio bene tra di loro e questo è molto importante...altrimenti i problemi li porti inevitabilmente sul palco. Quando ci divertiamo tra di noi, si diverte anche il pubblico ed escono belle serate”.

Spopolate ormai da più di 10 anni, come te lo spieghi? “Eh...sinceramente non me la so spiegare, anche se ci provo. Credo derivi dal fatto che lo facciamo come passione e dalla scelta di un cantautore molto amato e presente. Spero duri il più possibile, ma credo viaggi in parallelo con la nostra voglia di divertirci e con la presenza di Ligabue. Quando si è in ascesa è tutto bello, poi arriva la discesa, per ora vivo bene il periodo. Sicuramente ci sono stati miglioramenti sia a livello tecnico e musicale, ci siamo impegnati mettendo del nostro meglio, che scenico, in particolare dopo l’arrivo di Mauro Cattelani al basso, due anni fa, che ha portato uno scossone scenografico e artistico”. Come influisce questo successo nella quotidianità? “Non passi inosservato ma le persone si limitano a salutarti e chiederti dei concerti. Mi è capitata la richiesta di fare una foto e lì sinceramente sono diventato di tutti i colori, non ne sono abituato. Non siamo vip siamo semplicemente musicisti locali....tutto qui! Per il resto, tutto è com’è sempre stato!” Come conciliate lavoro e musica? Come vi preparate?

“Ci prepariamo prima di ogni stagione, con prove prima dell’inverno e dell’estate. Poi smettiamo e le prove le facciamo nei live. Di noi 5 persone su 6 hanno un lavoro che non c’entra con la musica. Beviamo tanti caffè... e dormiamo quando possiamo. Finché il fisico tiene....avanti sempre!”. Hai mai pensato di dedicarti solo ed esclusivamente alla musica? “Finché posso tengo la musica come passione, anche perché è ..di un altro artista!”. Ci sarà un seguito alla tua esperienza da cantautore? “Due anni fa ho inciso un demo con tre miei brani, prodotti e arrangiati con Max Cottafavi e suonati da un gruppo di musicisti scelti da me, alcuni delle Anime e altri no. Una bella squadra che non intendo cambiare e che mi ha dato molte soddisfazioni. In quei brani ho messo la mia voce originale, quella che nessuno sente con le Anime. Ora continuo a scrivere e produrre canzoni, molto presto uscirò con altri brani inediti, alcuni di quest’ ultimo anno e altri un po’ più vecchiotti”. Qual è il concerto che ha dato il via al vostro successo? Quello che ricordi con

più piacere? Quello che invece non ti è proprio piaciuto? “Il concerto che ha dato il via a tutto è stato senza dubbio quello del 3 luglio 2003 ad Arre, quella sera ho effettivamente capito che stavo facendo una cosa che amavo fare, che avrei voluto farla per sempre e mi ha anche sfiorato il pensiero di sentirmi molto fortunato. Sono tanti i concerti che ricordo con piacere, ma le prime serate passate con i musicisti di Ligabue siano state speciali. Ci sono stati concerti che non ricordo con piacere ma quasi sempre per colpa nostra e non di altri.” Se dovessi dare un nome, chi sarebbe la persona che maggiormente vi ha sostenuto quando ancora non eravate così noti? “Sai, una delle cose più belle per uno che fa questo “mestiere”, è conoscere un sacco di belle persone che viaggiano con te per un po’ poi le perdi e ne trovi delle altre. Ma è l’ordine naturale delle cose, ci sono situazioni che ti appassionano e le vivi finché non si consuma qualcosa. Poi ci sono quelli che non demordono, che stringono con te una sincera amicizia e vengono a vederti. Potrei fare più di un nome a partire dai miei

Nicola Zampieri genitori e da chi ha sempre messo il cuore per noi ossia Enrico Zatta più volte ospite sul palco nelle vesti di “Mario” il barista”. Che ne pensi dei reality musicali? Hai mai pensato di partecipare? “Semplicemente le cose cambiano e si evolvono. Ero un po’ scettico sui programmi tv che ti fanno diventare famoso prima di dimostrare cosa sai fare. Da sempre sono fan di chi bussa alle porte con i demo in mano ma purtroppo quei tempi sono passati. Pazienza....ci si adatterà!”.


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Cultura provinciale 27 17 L’esposizione Dal primo giugno al 20 agosto la città ospita le opere di due grandi artisti contemporanei

I grandi della scultura a Padova

appuntamenti

Colloquio inedito tra le opere di Novello Finotti, veronese, e quelle del coreano Kim Yuong-Won Palazzo Zuckermann

di laura Organte

L

’arte come linguaggio universale, che consente l’incontro e il dialogo tra culture e sensibilità diverse. A partire dal 1 giugno e fino al 20 agosto, Padova sarà teatro del colloquio inedito tra due maestri della scultura contemporanea, che animerà diversi spazi cittadini: le opere di Novello Finotti, artista italiano, originario di Verona, costituiranno assieme a quelle di Kim Young Won, scultore coreano, il materiale espositivo che darà vita alla mostra “Scultori a confronto nella città di Padova”, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Padova - Musei Civici, con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Corea e della Regione del Veneto. Una mostra diffusa, che si articolerà lungo un percorso all’aperto tra le bellezze cittadine, generando una sorta di scambio e fusione tra l’opera e il luogo che la ospita. Le sculture esposte saranno quaranta in totale, tra quelle di grandi dimensioni collocate soprattutto all’esterno e altre più piccole che troveranno collocazione negli spazi per esposizioni temporanee di Palazzo Zuckermann. Ci sono opere

eventi e mostre

che pesano oltre una tonnellata, mentre alcune sono alte oltre i due metri. Non sarà perciò difficile trovarsi faccia a faccia con l’arte di Finotti e Kim Young- Won, che con la sua imponente eleganza abbraccia Padova nei siti di maggior interesse culturale. Il punto di partenza del percorso artistico sarà in via VIII Febbraio, davanti al Municipio, dove si potranno ammirare le prime sculture. Poi si proseguirà con una camminata di una decina di minuti per arrivare all’altro snodo della mostra: i musei civici di piazza Eremitani e gli spazi circostanti vicini alla Cappella affrescata da Giotto. Le sculture saranno collocate nei giardini e nel chiostro del museo, oltre che all’interno del vicino Palazzo Zuckermann. Una sezione della mostra troverà collocazione nella Galleria d’arte La Teca, all’interno della quale verranno esposte circa venti opere - marmi e bronzi - di piccola dimensione. Filo rosso di questo percorso saranno i temi della vita e del movimento, declinati da Finotti e Kim Young -Won, attraverso i loro personali linguaggi, che guideranno il visitatore attraverso una a cura di Laura Organte

GRANDE MUSICA IN MACELLO Dura fino al 13 giugno al seconda edizione del Macello Festival. Il festival sarà animato anche quest’anno da performance musicali di grande livello nazionale e internazionale che non mancheranno di realizzare il tutto esaurito. Tra i nomi di maggior spicco l’islandese Ólafur Arnalds, i Diaframma, con i Litfiba una delle band più note della new wave italiana e il duo statunitense A Hawk and a Hacksaw. La manifestazione è organizzata da La mela di Newton in collaborazione con Pulse e Movement, e realizzata con il contributo e l’attiva partecipazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova.

CHIARA GALIAZZO A PIAZZOLA Sarà a Piazzola sul Brenta la prima vera esibizione live di Chiara Galiazzo, che sarà sul prestigioso palco dell’Hydrogen Festival sabato 29 giugno. L’artista padovana si è imposta, dopo X-Factor, non solo per la sua voce straordinaria, che le è valsa la benedizione di Mina e di Ornella Vanoni, ma anche per una personalità semplice e spontanea, che l’ha resa sin dall’inizio un personaggio amato dal pubblico. Chiara farà pochi concerti in Italia, forse solo 5, come una grande star. Non poteva ovviamente mancare Padova, sua città natale, dove la Galiazzo terrà un concerto speciale.

CANTIERE D’ARTE AMBIENTALE Torna anche quest’anno, dal 26 maggio 23 giugno all’Ex Macello di via Cornaro, l’appuntamento con la manifestazione eco-sostenibile “Riciclarti cantiere d’arte ambientale”, un contenitore artistico e culturale che promuove un dialogo fra l’uomo e l’ambiente attraverso l’arte contemporanea e il design. Per l’edizione del 2013 l’evento diventa Biennale Internazionale affermando sempre di più la sua importanza a livello sociale e culturale.

Allo Zuckermann incontro arte-cultura

I

Le opere di Finotti e di Young Won nella locandina della mostra riscoperta della città come luogo dell’interiorità. Non a caso saranno esposte sculture che raccontano l’uomo e l’equilibrio tra esistenza e aldilà: dalle varie sfaccettature del tema

“Shadow e shadow” e “Gravity Nongravity ”di Kim Young- Won alle “Compenetrazioni” e “Anatomico che cammina” di Finotti, per citarne alcune.

l giovedì il rito padovano si trasferisce a Palazzo Zuckermann, dove incontra l’arte e la cultura. Quattro percorsi tematici guidati consentiranno alla cittadinanza di scoprire altrettante sezioni delle raccolte artistiche e numismatiche conservate in questa sede dei Musei Civici. Al termine delle visite verrà offerto un aperitivo. Il primo appuntamento è giovedì 23 maggio: Elisabetta Gastaldi guiderà i visitatori attraverso l’evoluzione del mobilio dal Medioevo all’Ottocento. Giovedì 30 maggio sarà la volta delle opere di Pietro Magni nella collezione del Museo Bottacin, illustrate da Valeria Vettorato. Gli ultimi due appuntamenti, giovedì 7 e 14 giugno, saranno dedicati rispettivamente ai gioielli delle collezioni Trieste e Sartori Piovene e al ritratto nelle monete rinascimentali italiane. Un pezzo di storia che si racconta. L.O.

A Padova fino al 30 giugno Quattro sezioni espositive in altrettante sedi

Quel filo rosso che unisce la città all’antico Egitto U

na mostra svela il nastro che unisce Padova e Rovigo all’antico Egitto: un nastro d’acqua che lega le terre venete al Nilo, un filo azzurro che apre le porte alla scoperta. A cura di Paola Zanovello ed Emanuele M. Ciampini, l’evento espositivo sarà visitabile fino al 30 giugno, e si articola in quattro sezioni per altrettante sedi: all’Orto Botanico sarà ospitata la sezione “Esplorando l’Egitto: viaggio nella cultura egizia”, mentre ai Musei Civici agli Eremitani si potrà visitare quella dedicata a “ Il Veneto e l’Egitto nell’antichità: relazione e scambi” e, al Pedrocchi, “L’Egittomania a Padova”. Al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo fino al 16 giugno sarà inoltre in esposizione la sezione “L’Egitto all’Accademia dei Concordi di Rovigo”. Con l’occasione verrà poi riallestita e sarà visitabile la sezione egizia del Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte in palazzo Liviano , cui si aggiungerà una sezione dedicata a “Lo scavo e la ricerca archeologica patavina in Egitto”. La mostra rappresenta un’occasione unica per conoscere le tappe. Le modalità e i risultati di un’indagine scientifica sulle orme di uno studio realmente seguito da un’équipe di studiosi delle Università di Padova e Venezia nei diversi musei del nostro territorio, affiancati dal personale e dalle strutture della

Il frammento di un rilievo raffigurante un volto maschile Regione del Veneto. Nata dai primi interessi del padovano Belzoni, del rodigino Valsé Pantellini e dalle indagini condotte, all’inizio del Novecento, dal professor Carlo Anti dell’ateneo patavino, la ricerca continua oggi nell’ambito del progetto EgittoVeneto, coordinato dall’Università degli Studi di Padova (prof.ssa Paola Zanovello, Archeologia delle Province Romane) e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia (prof. Emanuele Ciampini, Egittologia), che ha come fine la conoscenza e la progres-

siva valorizzazione dell’ingente patrimonio egittologico ed egittizzante conservato in Veneto. Egitto Veneto è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che lo ha selezionato fra i vincitori del “Bando Progetti di Eccellenza”. L’emozione della scoperta, l’attenzione verso il passato e la ricostruzione di un mondo perduto permetteranno quindi di far riaffiorare gli straordinari reperti dell’antica civiltà egiziana dall’ombra dei depositi ad una nuova luce. L.O.


18 28

LO volley

SPORT in PRIMO PIANO e’ matematico, la serie d È una realtà per l’asd arre

Pallacanestro femminile Fila San Martino di Lupari prima padovana ad arrivarci

Le “Lupe” volano in A/1

di Nicola Cesaro

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attendo con un perentorio 3-0 la Casual volley, dentro alla magica atmosfera del palazzetto dello sport di Bagnoli, assiepato in ogni ordine di posto, lAsd Volley Arre ha conquistato matematicamente la promozione in serie “D”. “Siamo felici e orgogliosi – ha detto il presidente Matteo D’Anna – coroniamo un sogno e ora possiamo dire che grazie al volley abbiamo fatto sognare tante persone che con la loro presenza ci hanno regalato una cornice da grandi palcoscenici”. La neopromossa società nasce nel 20082009 da una collaborazione tra il volley Arre del presidente D’Anna e Asd Giovani 2000 di Bagnoli presieduto da Luisa Bozza. Il sodalizio è cresciuto con il contributo di Renato Zanin, titolare della ZR impianti e grazie alla forte volontà, di dare voce a questa società, da parte degli assessorati allo sport di Arre e Bagnoli. Una sinergia vincente che ha formato un gruppo eccezionale, spinto dalla grande competenza e professionalità del tecnico Luca Traversi che ha scritto una pagina indelebile nella storia del volley della bassa Padovana. Presidente Matteo D’Anna; presidente Giovani 2000 Luisa Bozza; vice presidente Roberto Banzato; segretario Elia Ruzzarin; consiglieri: Gloria Barbato, Anna Barbierato, Eleonora Bianzale, Monia Sguotti, Davide Gomiero. Gli atleti: Luca Vegro, Stefano Sattin, Paolo Roncon, Riccardo Gregolin, Nicola Siviero, Mattia Voltan, Massimiliano Costa, Alessandro Vino, Paolo Marcheluzzo, Nicola Brunoro, Diego Gallocchio, Simone Berto, Mauro Manfrin, Davide Caldon, Francesco Scalfari, Davide Bottaro. Allenatore Luca Traversi. Walter Lotto

e Lupe nella storia. Il Fila San Martino di Lupari è la prima squadra padovana a partecipare alla serie A/1, il massimo campionato della pallacanestro femminile. La squadra allenata da coach Larry Abignente ha guadagnato la massima serie vincendo la sfida playoff di A/2 contro il Sanga Milano. La storica promozione è arrivata dopo un campionato trionfale, che ha visto le Lupe chiudere la stagione regolare al secondo posto (dietro la corazzata dell’Umana Reyer Venezia, l’altra promossa del girone) ed eliminare poi ai playoff l’Interclub Muggia e il Delser Udine. L’epilogo finale con le meneghine si è concluso con la doppia vittoria del Fila, 70-62 in casa (dopo due tempi supplementari) e 56-62 al PalaGiordani di Milano. Come già ribadito, è la prima volta che una padovana mette il piede in serie A/1. Anche nei fasti della palla a spicchi rosa patavina, il Thermal Abano di Giorgio Leone e il Padova ’81 allenato da Roberto Bosello si dovettero accontentare della seconda serie nazionale.

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Per la società luparense del presidentissimo Francesco Cordiano è il coronamento di un progetto che ha visto, tra le altre cose, la vittoria dello scudetto Under 17 e l’inserimento nella prima squadra, che oggi si è guadagnata la serie A, di numerose atlete cresciute nel vivaio. Su tutte la capitana Valentina Stoppa, che ha seguito il Fila dalla serie C alla A, e di Alessia Cattapan. Questo il roster delle neopromosse: Sophia Costacurta, Sara Scappin, Maria Giulia Pegoraro, Marta Granzotto, Alessia Cattapan,

Valentina Stoppa, Erika Aleotti, Martina Sandri, Lea Jagodic, Beatrice Mognon, Marianna Morao, Giulia Fassina, Veronica Carlan, Maria Luisa Sbrissa, Gloria Artuso. Allenatore: Gianluca Abignente. Vice: Francesco Nasato. Presidente: Francesco Cordiano. Il basket rosa padovano, inoltre, festeggia un altro traguardo: la Pallacanestro Cadelfa ha infatti staccato il pass per le finali nazionali in programma dal 10 al 16 maggio a Mosciano Sant’Angelo (Teramo). La squadra patavina è allenata da Alberto Antonello e Marco Volpato.

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un’ascesa senza fine. Andrea Borgato, 40 anni, residente a Solesino, ha fatto l’abitudine al primo gradino del podio e anche nei campionati italiani assoluti di tennis tavolo per diversamente abili ha portato a casa una medaglia d’oro. Andrea, campione nazionale, porta il vessillo della bassa padovana. Primo in Italia, quarto in Europa e ottavo nel mondo. Uno di quelli che il ping pong ce l’ha nel sangue. Un gladiatore che affronta ogni sfida deciso a combattere fino all’ultimo istante. iccoli Negli campioni ultimi crescono campionati allaitaliani, Free Fighche si sono tingtenuti Academy a Lignano di Conselve. Sabbiadoro Ai campionain aprile, Andrea ti mondiali ha stravinto per club mettendo della federazione in mostra IAKSA, il meglio svoltisi dellailsua 6 e forma, 7 aprileanche nella Repubblica grazie ad di unaSan nuova Marino, tecnica i giovani di allenamento. allievi del maestro Il camAndrea pione, che Speciale normalmente hanno sigareggiato allena nellanella pacategoria lestra dell’associazione dai 9 ai 13 H81 anni,diconquistando Vicenza, ha numerose aggiunto una medaglie. giornata in Nonostante più di allenamento la poca esperienza in una palestra nelleatestina competizioni per garantirsi agonistiche una forma Dante fisica migliore a vantaggio della in luci-2 Marco ha portato a casa 2 bronzi dità durante le sfididepeso. ufficiali. Una strategia diverse categorie Un ottimo bronzo che ha già dato i suoiKarim frutti Zaraa, vista lacosì medaglia l’ha ottenuto anche come “Ormaidiè team da novembre mi alleno ild’oro. compagno Gianlucache Garbin che, 3 volte a settimana con regolarità costanpur iscritto erroneamente in una ecategoria za peso – ha spiegato A marzo di superiore,Andrea grazie–alla grintaavevo e al preso un èbronzo team con l’amico Marcarattere riuscitoinad arrivare ad un passo dalla co Pizzurro finale per e sapevo il titolo.cheProtagonista avrei potutodi fare una grande bene a Lignano. prestazione E’ stata è stato unaDavide sfida diffi Picello cile, che, ma èsenza servitaessere ancheinserito a capire tra illemio testeattuale di serie, liha vello sbaragliato di preparazione”. tutti gli avversari Andrea conquistando ha disputato la le olimpiadi medaglia portando d’oro. Assoluto il vessillo mattatore azzurrodella per rassegna iridata dove riservata ai giovaniper è stato, il tennis tavolo, ha mancato poco

P

I piccoli atleti della Free Fighting una medaglia. Ma oraAcademy la concentrazione sul è tutta puntata sugli europei. “A maggio ci podio sono i campionati open in Slovenia e Slovacchia tuttavia,propedeutici Alessandro per Baraldo; la qualifi l’atleta cazione under ai mondiali 13 della Free 2014Fighting di Pechino Academy – ha ha continuato vinto tre – ori Mentre in altrettante a settembre categorie ci saranno di peso del gli eurosemipei. contact.Soddisfazioni Attualmente sonoper molto il maestro contento Speciale e sento sono di avere arrivatebuonissime anche dagli possibilità allievi più di farcela grandi, aimpegnati piazzarmisempre bene”.a San Andrea Marino è piùnelchelight maie deciso full contact. ad ottenere Il debuttante risultatia d’eccellenza. livello internazioUn obiettivo nale Raffaele possibile Fioccoanche ha ottenuto grazie ila bronzo sessionie di il plurimedagliato allenamento molto Luca Bin, dure:dopo riscaldamento i titoli mondiali qualche conquistati lo scorso anno, si è riconfercon scambio e poi schemi di parmatoAcasa vincendo l’ennesimo rassegna tita. continua con unoro. po’ La di lavoro ai iridataelastici, ha avuto il dolce saporee della rivincita pesi bastoni di legno attrezzi vari. per Silvia Breda che,un sconfitta l’anno scorso Ovviamente ha pure tavolo da ping-pong in finale, in questa dei mondiali per provare serviziedizione per un’oretta o due.haE saputo rifarsi con gli interessi, aggiudicandosi per i mondiali?”Sarà dura, ma certo non il titolo alleI primi spese 4-5 dellaatleti quotatissima rivale demordo. nella classifi ca tedesca, alsono termine di un gradino incontro più particolarmondiale ancora avanti mente L’unicosono rammarico questa di me, intenso. ma in passato riuscitoper a battere è l’eliminazione ad ilesperienza campionesanmarinese olimpico quindi niente è scritto. uncerto passocontinuerò dal podio diadDeborah Zaggia, arresaDi allenarmi duramente. si ai quarti di finale ad un’avversaria Davanti a me ho ancora tante gare”.tedesca. Emanuele FrancescoMasiero Sturaro


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10 30

IL VENETO

in PRIMO PIANO

Sfide al colosso liberal-produttivista

Decrescita per virtù e per necessità

Stop al cemento, avanti la riconversione con la tutela del verde e delle campagne. A parlare non è Legambiente ma la Regione Veneto di germana urbani

E

Stefania Rocca per ActionAid - Foto: Francesco Alesi

’ possibile in un momento storico in cui Già lo scorso anno, infatti, Confcomin Italia non si fa che invocare la cresci- mercio, Confartigianato, Confindustria e ta perchè l’economia possa riprendere, Confcooperative Veneto hanno lanciato una il Pil a salire e i disoccupati trovare lavoro campagna il cui slogan è “basta sprecare considerare seriamente l’utilità delle teorie territorio!”. L’obiettivo era proprio impee pratiche della Decrescita felice? gnare la Regione ad affermare un modello Soprattutto in un territorio come il Ve- di sviluppo basato non più sul consumo di neto che, solo pochi anni fa, ha realizzato suolo, ma sulla valorizzazione e rivitalizzala propria fortuna con una rete di piccole zione delle città e dei territori. e medie imprese famigliari, la questione “Come denunciato da Cia-Confederazioè ancora più difficile. Sull’altare del pro- ne italiana agricoltori – spiega la senatrice gresso, della produzione e della ricchezza del Pd Laura Puppato – nel nostro Paese i veneti, laboriosi e creativi, hanno sacrifi- il settore primario ha dovuto rinunciare solo cato tutto: dal territorio all’agricoltura. Poi, negli ultimi dieci anni a quasi 2 milioni di in pochissimo tempo, hanno visto franare ettari, una superficie pari all’intera regione il miracolo economico che avevano costru- del Veneto. Terra che assorbiva acqua piovaito: la famosa locomotiva del Nord-Est si è na che oggi scivola invece veloce su km di bloccata sul binario e asfalto e cemento, per non riparte nonostante Negli ultimi poi fermarsi da qualtutto. Difficile accetta- 10 anni che parte con un urto re che probabilmente cementati tremendo e produce non ripartirà mai più, tanti ettari quanto disastri. In Veneto, poi, almeno così come l’a- l’intero Veneto si è costruito ovunque vevano conosciuta. e oggi il vero obiettivo In molti stanno ragionando su quale po- è, prima di tutto fermare lo scempio e poi trà essere il modello di sviluppo del futuro e riconvertendo ciò che c’è. Se si continua a in questo modello sono tante le parole in cui costruire ai ritmi odierni tra vent’anni farela Decrescita può essere intesa e coniugata. mo i conti con un consumo di suolo superioPer esempio la tutela del territorio è re ai 70 ettari al giorno, mettendo a rischio una di queste e addirittura le associazioni di un patrimonio paesaggistico di inestimabile categoria la invocano, proprio loro che solo valore e rischiando la non autosufficienza pochi anni fa chiedevano più terra per i loro alimentare”. capannoni. E’ talmente grave la situazione che

esattamente un anno fa li Parlamento Europeo ha approvato la relazione “Stop Cemento 2050”, con cui ha previsto di azzerare la cementificazione dei terreni agricoli entro il 2050. In linea con quanto detto, la giunta regionale ha adottato un Piano del Territorio denso di vincoli che prevede che in campagna venga dato il via libera solo a ristrutturazioni mentre la città avrà la possibilità di svilupparsi in altezza. Un piano all’insegna della decrescita tanto che Marino Zorzato, assessore regionale all’Urbanistica riconosce che se avesse “presentato un piano di sviluppo come questo prima della crisi economica mi venivano a prendere a casa”! Il nuovo piano di sviluppo guarda in prospettiva tenendo condo della futura e sperata ripresa economica. “Allora – assicura Zorzato - sarà molto più semplice riutilizzare le vecchie strutture industriali dismesse e più difficile consumare nuovo territorio”. Il Movimento per la Decrescita Felice del Veneto ha accolto con favore le iniziative delle associazioni di categoria che hanno spinto per questo risultato. “La interpretiamo come un segno dei tempi – hanno spiegato in una nota - La Campagna lanciata dalle associazioni degli industriali, commercianti, artigiani e cooperative del Veneto, regione disseminata di capannoni industriali e in cui molte zone sono state rovinate e stravolte dalla speculazione edilizia, è il

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Da sinistra: Laura Pieppato e Marino Zorzato segno che una nuova consapevolezza sta maturando e forse siamo di fronte a quel cambio di paradigma culturale cui come MDF stiamo lavorando da anni”. Il movimento per la decrescita pensa anche al lavoro e propone al mondo imprenditoriale e politico di spostare la priorità della crescita del Pil alla crescita di occupazione in lavori utili. “E’ una proposta concreta – dicono dal MDF - Bisogna solo cambiare le priorità partendo dalla consapevolezza che è convenienza di tutti investire subito le poche risorse disponibili in molte migliaia

di piccoli e micro cantieri e solo successivamente, eventualmente, in grandi opere infrastrutturali. I micro cantieri dovrebbero riguardare in primo luogo l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati, le bonifiche ambientali e la messa in sicurezza del territorio rispetto agli eventi catastrofici. In progetti come questi potrebbero venire impiegati migliaia di lavoratori che aumenterebbero il loro reddito. Con una grande opera, invece, magari finanziata con il debito, guadagnerebbero molto le solite grandi imprese di costruzione”.

e Stefania Rocca


Il Veneto in primo piano 31 11 Decrescita non significa recessione

Saremo felici con l’equilibrio uomo-natura di germana urbani

esperienze

C’

posti di lavoro e nuova economia. E in Veneto sono già tanti coloro che l’hanno capito. Un dato su tutti deve far pensare. La facoltà universitaria che cresce di più in numeri di iscrizione è agraria. Perché il mondo dell’agricoltura è oggi in grande fermento, soprattutto in Veneto. Sono moltissime, infatti, le aziende agricole che stanno puntando su qualità dei prodotti, spesso abbracciando il biologico, e vendita al dettaglio di frutta e verdura. Alcune vanno talmente bene, anche in questi tempi di crisi, che cercano disperatamente della terra in cui espandere la propria attività e non la trovano facilmente! Anche l’esperienza dei gruppi d’acquisto solidali cresce sempre di più nella nostra regione: la gente ordina al contadino gli ortaggi che gli servono risparmiando. Allo stesso tempo il contadino guadagna molto di più che vendere la verdura all’ingrosso. Sono scelte virtuose che, guidate da associazioni come le Acli o la Coldiretti, stanno prendendo piede ad un ritmo impensa-

bile fino a qualche anno fa. Altri fenomeni molto interessanti, sempre legati all’agricoltura, sono ad esempio le associazioni che cercano, piantano, scambiano i semi antichi e si battono per la tutela della biodiversità. In Veneto è molto attiva Rete semi rurali ( semirurali.net) e la bellunese Coltivarcondividendo (coltivarcondividendo.blogspot.it) che organizzano fiere di sementi antiche, mostre-scambio e seminari di studio. Certo l’agricoltura di qualità va tutelata, soprattutto dalle multinazionali a cui la Decrescita non va proprio a genio. Qualche mese fa una sentenza della Corte Europea, unitamente a una fortissima pressione svolta dalle multinazionali sementiere sugli organi comunitari, ha di fatto dato “via libera” alla coltivazione di alcune varietà di Organismi Geneticamente Modificati (le famigerate sementi Frankenstein) anche in quelle Nazioni in cui erano banditi. “Abbiamo esposto alla regione Veneto – riferisce il portavoce del Gruppo Coltivare Condividendo – le

Alexander Langer, il padre del pensiero ecologista diceva che “La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile” forti preoccupazioni legate al rischio che fra poche settimane anche la nostra Terra venga stuprata da semine di mais OGM Monsanto. Cio’ metterebbe a serio rischio il nostro patrimonio di biodiversità. Infatti è acclarato che gli OGM contaminano le altre varietà di mais, e quindi le varietà tipiche di mais Sponcio, Storo, Cinquantino, Fiorentin, Marano, Bianco Perla e molte altre sono in serio pericolo. Ci ha molto rincuorato sentire che la Regione e l’assessore sono decisamente contrari agli ogm e si sono già attivati, nella conferenza Stato Regioni per chiedere l’adozione della clausola di salvaguardia”.

dal rifiuto al lavoro: l’idea giusta contro la crisi

è già chi, con grande ingegno, ha trovato tra i principi della decrescita l’idea giusta per un’impresa economicamente vantaggiosa e allo stesso tempo green. A Padova, l’intuizione ecologica di un gruppetto di giovani universitari ha dato vita ad una avviata officina ciclomeccanica dove riparano biciclette, insegnando anche a cambiarsi da sé un pedale, un freno, una ruota. Qui le biciclette arrivano in tre modi: “Abbiamo una convenzione con l’Esu – spiega Matteo Lenzi dell’associazione che gestisce l’impresa – che, a fine anno accademico, ci permette di fare pulizia nelle rastrelliere delle residenze universitarie recuperando le carcasse abbandonate dagli studenti che, altrimenti, andrebbero al macero. Inoltre, chi co-

nosce la ciclofficina sa che ogni tipo di rottame è bene accetto e, al momento di svuotare garage e cantine, si ricorda di noi. Infine, la cooperativa Mani tese, con le sue periodiche raccolte del ferro, ci tiene da parte i materiali più utili senza smaltirli”. Nel tempo il gruppetto è cresciuto e ha pure diversificato e ampliato la propria attività offrendo anche corsi: dalla sartoria all’artigianato creativo. Alla base di tutto sta l’idea del riutilizzo intelligente. “Con il nostro lavoro pensavamo di contribuire a ridurre i rifiuti – racconta Lenzi – ma poi le cose sono maturate da sole e, in questo momento di difficoltà economiche, molti partecipano alle iniziative della Mente comune per imparare a risparmiare attraverso il riutilizzo e le riparazioni fai da te”. Esiste da anni

ormai, sempre a Padova, un progetto che mette insieme informatica e disabilità e che si basa sul recupero e riutilizzo di vecchi computer definiti “obsoleti” dall’utenza consumer e l’utilizzo degli stessi con software liberi tipo Linux. Le macchine recuperate sono messe a disposizione di persone disabili che ne abbiano la necessità. Il progetto coniuga solidarietà e decrescita ma non solo. Gli obiettivi sono molteplici e oltre al recupero e al riutilizzo è meritoria l’attività di formazione di persone con disabilità all’uso autonomo della tecnologia informatica, spaziando su più sistemi operativi e su diversi software applicativi di editoria elettronica e la creazione di un punto d’incontro accessibile (Compupoint Disabili) dove trovare alcuni computer per le proprie attività.

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l progetto di decrescita non propone una semplice riduzione dei consumi, ma un nuovo modo di intendere i rapporti tra gli esseri umani e tra questi e il loro ambiente, con particolare attenzione alla gestione delle risorse naturali, esauribili o comunque alterabili. Quando queste risorse sono indispensabili per la vita di ogni essere umano, vanno considerate “beni comuni” non privatizzabili, per garantirne l’accesso a tutti, come applicazione del diritto alla vita”. A dirlo è Gianni Tamino, biologo padovano e presidente dell’Associazione per la decrescita del triveneto che spiega così alcuni dei principi cardine del movimento per la Decrescita. Secondo gli studiosi e gli economisti che credono nella necessità di rallentare e cambiare stile di vita questa crisi ha come origine proprio l’economia del consumismo, che porta inevitabilmente all’esaurimento delle risorse. Occorre svoltare e scegliere la via della sostenibilità per creare nuovi


32 Il Veneto in primo piano 12 Tempo di vacanze

Turismo allo stremo: prenotazioni in forte calo Stesso copione dalla montagna al mare, dal lago alle terme. La villeggiatura quando c’è dura poco e i pernottamenti sono in strutture a basso costo di germana urbani

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econdo gli ultimi dati diffusi dall’Istat circa un milione di famiglie in Italia sono completamente prive di reddito. Molte altre, invece, vivono l’incertezza del momento, vittime dell’instabilità economica generale che impedisce loro di fare progetti a lunga scadenza. Per tutti questi motivi, probabilmente, sono molti coloro che a tutt’oggi non hanno ancora prenotato le vacanze. Mancano all’appello anche gli stranieri che se non prenoteranno nei prossimi giorni, per il turismo veneto potrebbe essere davvero un anno orribile. Gli albergatori della costa veneziana, infatti, lanciano un grido d’allarme molto serio. Secondo una stima prudenziale, infatti, se il trend delle prenotazioni alberghiere resterà simile a quello dei primi tre mesi dell’anno, a fine stagione si potrebbe registrare un -15% sull’anno scorso in tema di prenotazioni alberghiere complessive. Un dato preoccupante riguarda le prenotazioni dei turisti italiani che fino a metà aprile erano quasi pari allo zero.

Tra le nuove tendenze c’è il ritorno a far visita ai parenti lontani con buona pace della privacy La situazione rispecchia un andamento generale che investe tutta l’Italia: l’andamento dei pernottamenti del primo trimestre 2013 segna -4,4%, per gli stranieri +3,7% con una flessione complessiva dell’1%. A fronte di tale scenario Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto, ha lanciato un appello ai primi cittadini delle località turistiche e ha chiesto di “riconsiderare la tassa di soggiorno in questo ‘annus horribilis’ del turismo italiano”. “Si registra una situazione ampiamente prevista, dove l’assenza degli italiani si fa sentire - commenta Michielli - Dobbiamo considerare che non esiste azienda al mondo che possa riposizionare sul mercato il 50% della propria clientela in 2 anni. Un plauso va ai colleghi delle spiagge che

stanno lavorando sul fronte della promozione e della fidelizzazione dei propri clienti, ma i miracoli purtroppo non li fa nessuno. L’altro dato assolutamente preoccupante e’ che le strutture partiranno con almeno 2-3 unita’ di lavoratori in meno ciascuna in attesa di vedere gli sviluppi della stagione. Quindi, dati i circa 1000 alberghi della costa, si possono considerare fra le 2 e le 3mila le unita’ lavorative che non troveranno occupazione almeno a inizio stagione, con le conseguenze che si possono immaginare”. Una tendenza che si registra in tutta Italia dove nei primi tre mesi del 2013 l’occupazione negli alberghi e’ calata del 4,7%. Nel 2012 il dato finale e’ stato pari al -3% ma quest’anno andrà peggio. Già nel primo trimestre del 2013 i lavoratori a tempo indeterminato sono diminuiti del 3,8% e quelli a tempo determinato del 6,1%. Eppure gli imprenditori fanno la loro parte abbattendo i prezzi e mantenendo i servizi di sempre, creando indotto e mettendosi in gioco ogni giorno sul piano organizzativo con idee

nuove che possano attrarre nuova clientela. A Bibione, per esempio, quest’anno apriranno i «Pet hotel», dedicati agli animali da compagnia che avranno accesso all’albergo, spazi verdi dedicati, tappetino e ciotola in spiaggia. La politica dei prezzi, poi, iniziata già con le vacanze di Pasqua, sta dando qualche risultato solo nei centri storici maggiori e città d’arte come Venezia e Verona, mentre Treviso e Padova, dove gli alberghi risultano, in base a uno studio di Hotel Price Index, i meno cari d’Italia, le prenotazioni sono state pochissime. Pasqua e ponti primaverili non sono stati all’altezza delle aspettative neanche per il lago di Garda, dove si è perso circa il 50-60% di presenze rispetto alla Pasqua degli anni scorsi e così negli hotel delle località termali di Abano e Montegrotto. Se l’estate rispecchierà queste tendenze anche uno dei pochissimi settori che finora aveva retto almeno in parte alla grande depressione. E’ vero però che non bisogna disperare perchè, se dall’estero occorre prenotare vacanze con largo anticipo, gli italiani spesso si decidono all’ultimo momento, specie di questi tempi. Inoltre, spiace dirlo per il settore alberghiero, sempre più spesso scelgono di pernottare in B&B, appartamento o campeggio dove i soggiorni risultano in genere molto più lunghi. Secondo i dati dell’osservatorio regionale, negli alberghi al mare si permane

in media quattro notti che diventano nove per l’extralberghiero; anche in montagna il periodo si raddoppia da circa quattro a otto notti, ma si notano notevoli differenze anche nelle località affacciate sul lago di Garda (da 3,6 a 6,4) e nelle città d’arte (da 2 a 3,5). Alle terme la situazione si presenta invece ribaltata con una notte in più per la permanenza media negli alberghi, complici le rilassanti Spa. Torna poi di gran moda la vacanza “in famiglia”, molto in voga negli anni del dopoguerra e abbandonata man mano che il benessere riempiva i portafogli. Sono moltissime le persone che, non volendo rinunciare alla villeggiatura, scelgono di visitare qualche parente che abita in altre regioni e che, magari, ha una bella camera per gli ospiti. Un favore che poi si ricambia volentieri rinunciando ad un po’ di libertà e di privacy per godersi per un po’ un orizzonte diverso da quello di casa. E val la pena di approfittare di amici e conoscenti con case vacanza che fino ad oggi rimanevano chiuse per la maggior parte dell’anno. Oggi – a fronte di un piccolo un contributo per pagare l’Imu sulla seconda casa - potrebbero volentieri darvi le chiavi per godere dei loro beni.

uN TuRISTA Su SEI SCEglIE Il vENETO

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l turismo è uno dei settori economici più importanti sia a livello regionale che a livello nazionale. Operatori e politici veneti sono concordi sul fatto che attuare strategie di crescita sia necessario non solo per il settore in sé ma anche per dare una mano al Paese. Secondo un’indagine del Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica (Ciset) di Ca’ Foscari relativa al 2011, il turismo ha generato in Veneto un fatturato di 11 miliardi di euro e rappresenta l’8,2% del Pil regionale, il 13% dei consumi interni e mezzo milione di unità di lavoro. Si tratta di un fatturato che vale tre volte e mezzo quello dell’agricoltura, tre volte e mezzo quello dell’alimentare, tre volte il fatturato del tessile e abbigliamento, il 54% dell’intero fatturato regionale del commercio. Ma non è tutto. In termini di occupazione, il turismo dà lavoro in Veneto al 15% sul totale degli occupati e copre il 10,5% di tutti gli addetti al turismo d’Italia. Va anche sottolineata la trasversalità del turismo rispetto all’economia veneta, dove il Pil turistico è dato da una molteplicità di settori, non dai soli alberghi e ristoranti. Questi ultimi, infatti, rappresentano il 30% del Pil turistico, dove il commercio incide per il 17,1%, la locazione di fabbricati il 15,3% l’agroalimentare il 9,5%, l’artigianato il 7,7% le attività culturali e ricreative il 6,7%, i trasporti il 6,5%. “Il Veneto conserva il suo appeal mondiale come regione ospitale e terra del bello, del buono e dell’accoglienza - sottolinea Marino Finozzi, assessore regionale al turismo che, nel corso della Borsa Italiana del Turismo, ha salutato con orgoglio il primato del Veneto tra le regioni italiane proprio in questo settore. Nel 2012, nonostante la crisi generale, la regione si è confermata prima Regione turistica d’Italia con 62.351.657 presenze, delle quali il 64,8% di ospiti stranieri, e 15.818.525 arrivi, dei quali il 64,7% stranieri. “Anche se, in questo quadro sostanzialmente luminoso per un’annata critica come quella trascorsa, i numeri confermano la pesante crisi economica che morde sempre più gli italiani, che si riflette sulla capacità di spesa delle famiglie. Perciò, per far ripartire il settore occorre che gli operatori diminuiscano i prezzi”.


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Il Veneto in primo piano 35 13 Economia La ricerca promossa dalla Commissione regionale Pari opportunità e condotta da Confartigianato

Le imprese in “rosa” reggono meglio la crisi In Veneto, come nel resto del Paese, le donne artigiane nel biennio 2011-2012 hanno tenuto meglio degli imprenditori uomini nonostante la congiuntura sfavorevole Capacità di lavorare in team e determinazione i fattori “vincenti”

di Ornella Jovane

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’impresa in “rosa” dimostra di reggere la crisi con maggiore disinvoltura rispetto alle realtà guidate da imprenditori maschi, in Veneto così come in tutto il resto del Paese. In più, se a “fare impresa” è una donna, allora la probabilità di successo dell’azienda è più alta. Di fatto, i risultati della ricerca - “La “mia” impresa. Nuovi lavori e nuove professioni. L’imprenditoria femminile in Veneto” promossa dalla Commissione regionale Pari opportunità e condotta da Confartigianato - mettono in risalto proprio le capacità di tenuta delle imprenditrici, in particolare delle artigiane, le cui aziende registrano un saldo significativamente positivo nonostante la difficile congiuntura. Lo studio si riferisce al biennio 2011-12: in questo periodo l’Ufficio studi di Confartigianato (rielaborando i dati 2012 di Infocamere) ha contato in Veneto 23.046 imprese artigiane femminili. In Italia sono 243.286, con un saldo positivo pari a +10,1% rispetto alle realtà imprenditoriali maschili il cui saldo negativo, a livello nazionale, si attesta al -4,4%. In linea con il resto del Paese, anche in Veneto l’alto tasso di natalità - +11,2% - rappresenta un indicatore significativo della vivacità del mercato produttivo declinato al femminile soprattutto se messo in relazione con il tasso di mortalità, pari al 2,7%, che fa registrare un conseguente saldo positivo, pari al +8,5%. Un trend opposto, in Veneto come nel resto del Paese, quello registrato, nello stesso periodo, per le imprese maschili, contesto caratterizzato da una mortalità piuttosto elevata che raggiunge il 18,6%, a fronte di un 13,6% di nuove imprese con un saldo che risulta negativo con una percentuale pari al -5%. Quali sono le carte che risultano “vincenti” e che consentono le performance positive alle imprese in rosa? In sintesi, un’attitudine di genere ad ottimizzare risorse, tempi e opportunità, conciliando le diverse esigenze.

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Con un tasso di natalità di +11,2% e uno di mortalità pari al 2,7 %, il saldo positivo è di +8,5%

Come i colleghi uomini le donne chiedono attenzione alla politica: meno burocrazia e più puntualità nei pagamenti

Le quaranta imprenditrici artigiane venete di successo in vari settori che hanno risposto al questionario - somministrato per approfondire proprio i fattori che facilitano i buoni risultati - hanno parlato delle modalità con cui interpretano la propria leadership, delle scelte compiute nella conduzione aziendale, degli ostacoli incontrati, degli obiettivi professionali e personali prefissati e raggiunti. Dalle testimonianze raccolte sono emersi alcuni punti di forza: di prim’ordine l’abilità a lavorare in team e in particolare la capicità di valorizzare al meglio il contributo di quanti fanno parte del gruppo di lavoro (socie, collaboratrici e dipendenti). Risultano vincenti anche le capacità organizzative e di gestione dell’azienda manifestate dalle donne. Non da meno, spicca la determinazione nel perseguire il sogno e la realizzazione personale, un fattore altamente motivante che spinge le donne ad andare avanti nell’impresa e ad “arrangiarsi” - affindandosi ad un welfare “fai da te” - sulla conciliazione tra tempi di lavoro e la cura di figli e famiglia.

Negli ultimi due anni una donna su due in Veneto ha continuato a scegliere i settori “tradizionali” per investire nella propria attività, ed in particolar modo quelli legati al genere (estetista, parrucchiera, sarta...). L’altra metà, tuttavia, ha intrapreso percorsi innovativi, a maggior ragione per le donne, cimentandosi nelle costruzioni ecologiche, design industriale e tecnico, grafica, fotografia, informatica, ma anche nella fabbricazione di apparecchiature da illuminazione, riparazione di beni e restauro. Come i colleghi imprenditori uomini, le donne si rivolgono alla politica e chiedono attenzione. Le problematicità, anche se gestite in questo frangente con maggiori risultati dall’universo imprenditoriale femminile, sono sempre le stesse, indipendentemente dal genere di chi intraprende: in primo piano la lentezza e farroginosità della macchina burocratica e quindi la difficoltà ad incassare il dovuto in tempi ragionevoli.

Occupazione

le donne dipendenti invece pagano ”caro” gli effetti della congiuntura

e le imprenditrici donne risultano essere le meno colpite dalla crisi, è invece la componente femminile del lavoro dipendente a pagare in maniera più consistente gli effetti della difficile congiuntura economica. Soprattutto nelle regioni del nord, dove più “affollato” è il mercato del lavoro femminile. E’ quanto emerge dall’analisi del cen-

tro studi Sintesi di Mestre (che ha rielaborato i dati Istat relativi al 2012 e per alcuni indicatori al 2011 messi in relazione allo scenario del 2007, ultimo anno prima della crisi) sul mondo occupazionale in “rosa”. Com’è facile aspettarsi la crisi economica si è abbattuta per le donne in misura più intensa nelle regioni settentrionali dove maggiore è la presenza di lavoro femminile. Fra

queste il Veneto si colloca al quinto posto, dietro a Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Umbria. Di fatto l’unica regione del nord a resistere è il Trentino Alto Adige, che si colloca nella graduatoria italiana nella seconda posizione tra le regioni meno colpite, al primo posto c’è la Sardegna, regione in cui pare quasi in atto una inversione di tendenza che sta avvicinando

le donne al mercato del lavoro. Nelle altre regioni, fra le quali il Veneto, pesa in particolare l’aspetto giovanile, la crescita di giovani donne Neet, ma anche la maggior frequenza di contratto part-time involontari oltre che la crescita della disoccupazione.

Metà delle donne venete punta sull’innovazione

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n Veneto le aziende guidate da donne (al 31 dicembre 2012) sono 109.750, il 21,9% delle complessive imprese attive (in tutto 501.950), con un tasso di natalità che è del 12,9%, pari a quello di mortalità e un tasso di sviluppo pari a 0 (a livello nazionale è dello 0,3%). Di contro il tasso di natalità delle 392.200 imprese maschili venete è pari al 10,1%, quello di mortalità dell’11,3%, con un saldo negativo di -1,3% (-0,3% il dato nazionale). Le imprese artigiane sono in tutto 139.129, di cui 23.046 femminili (il 16,6%). Servizi per la persona, abbigliamento pelle e pellicceria, e lavori di costruzioni specializzati rappresentano i tre settori più praticati dalle imprenditrici artigiane venete che insieme includono il 55,2% delle imprese artigiane femminili totali. Nelle provincie di Padova, Treviso e Vicenza nonostante una buona parte del tessuto imprenditoriale femminile artigiano appaia per buona parte orientato ai settori tradizionali ovvero ai servizi alla persona e all’abbigliamento, si notano tuttavia alcune dinamiche positive legate ai settori più innovativi. Fra questi sono in espansione le attività professionali, scientifiche e tecniche, ma anche quelle di riparazione di computer, di fabbricazione di apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettrico, infine di stampa e riproduzione di supporti registrati. A Verona si registra una presenza non trascurabile di imprese artigiane del mobile guidate da donne (il 2,8%, una delle prosuzioni caratterizzanti l’economia del basso Veronese. Nel Rodigino il settore dell’abbigliamento continua a mantenere un’apprezzabile consistenza. Nel Bellunese crescono il settore alimentare (+14,3%), quello del legno (+14,3) e la fabbricazione di prodotti in metallo (+25%). Nel Veneziano, infine, l’artigianato al femminile manifesta una differenzianione strutturale rispetto al resto della regione.

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36 Voci da palazzo

Voci da palazzo 15

Politica Ha fatto molto discutere il recente incontro del neo ministro con il governatore

Zaia e Zanonato vedono lo sviluppo nella centrale Tre le priorità concordate, la riconversione a carbone dell’impianto di Polesine Camerini, l’ospedale di Padova e la defiscalizzazione delle opere pubbliche immediatamente “cantierabili” di Mauro gambin

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l nuovo governo Letta parte dal veneto per il rilancio dello nomi spiccano quello dell’amministratore delegato, Fulvio Conti e sviluppo economico. Un’origine inevitabile visto che il ministro quelli degli ex Franco Tato’ e Paolo Scaroni assieme ad altre sette competente è Flavio Zanonato. Appena ottenuto l’incarico, persone tra funzionari Enel ed ex direttori della centrale polesana. infatti, l’ex sindaco di Padova, esponente del Partito Democrati- Insomma la centrale negli anni ha fatto parecchio discutere nel co, ha deciso di cominciare proprio dalla sua regione per prendere Polesine che tra le altre ambizioni coltiva anche quella turistica, i primi appunti e segnarsi le priorità da inserire nell’agenda per i visto che qui lo sbocco a mare dei due più grandi fiumi italiani ha prossimi mesi. “Il veneto – ha spiegato il neo ministro – è anco- creato un paesaggio da fotografare e un Ente Parco che finalmenra la locomotiva d’Italia e se continuerà a trainare, sicuramente te sembrerebbe in animo di farsi tutore del territorio. A proposito: contribuirà a portare fuori dalla crisi il Paese. Quindi, fare gli inte- è ancora sotto giudizio l’approvazione del Piano ambientale, ressi dei veneti non significa fare gli interessi di una parte degli arrivata dopo 15 anni dall’istituzione del Parco. Il tempo, del italiani, è invece un modo per prendere in mano il destino dell’I- resto, in spazi così aperti come quelli del Delta sembra scorrere talia”. Dal canto suo il presidente Luca Zaia durante l’incontro più lentamente ma tutto questo tempo il neo ministro non ce ci ha messo un attimo a tradurre in veneto ciò che significa fare l’ha, il governo Letta è appeso ad un filo e molti di coloro che ne gli interessi dei veneti, ossia tornare a produrre. “La locomotiva fanno parte non hanno fatto mistero di essere disposti ad usare d’Italia – ha spiegato – deve avere il carburante per funzionare. le forbici con disinvoltura. L’esecutivo in carica non è stato fatto Chiamatelo gas, chiamatelo carbone ma per durare e il navigato Zanonato sa serve energia alle aziende”. Energia che Greenpeace: che in questi casi è opportuno centrare secondo il governatore potrebbe arriva- “Investendo 2,5 obbiettivi significativi per rendere visire direttamente da Porto Tolle e da qui miliardi sulle rinnovabili bile il proprio operato. L’ex sindaco di l’appello rivolto al neoministro, affinché l’occupazione Padova, dunque, non ha battuto ciglio interceda presso l’Enel per sbloccare la sarebbe tripla” all’invito di Zaia di adoperarsi per la situazione. Che avrebbero fatto desistere riconversione a carbone e si è detto Enel dall’investire in Polesine. In proposito, infatti, va ricordato ben disponibile ad intercedere presso l’Enel. Tra le altre priorità che per l’impianto polesano esiste da qualche anno un progetto concordate con Zaia c’è anche l’ospedale di Padova e la defiscadi riconversione a carbone, un investimento di circa 2,5 miliardi lizzazione delle opere pubbliche immediatamente “cantierabili”, che secondo i vertici del colosso dell’energia creerebbe diverse tuttavia è sulla centrale che sono arrivate le maggiori critiche ai migliaia di posti di lavoro, almeno per tre anni. La specificazione due politici veneti, soprattutto, era facile prevederlo, dagli amtemporale è riferita al fatto che nel novero dei lavori da svolgere bientalisti. c’è anche lo smantellamento dell’attuale impianto a oli vegetali Secondo Greenpeace, infatti, la volontà di rilanciare il progete la costruzione del nuovo, con il funzionamento a regime inve- to della conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle ce, per il quale in via ipotetica sono previsti tre anni, i posti di ‘’e’ sbagliata e regressiva e dimostrerebbe la perfetta continuità, lavoro scenderanno. Il progetto tuttavia ha incontrato non poche in materia d’energia, dell’attuale governo con gli esecutivi Berdifficoltà, soprattutto lungaggini legate alle autorizzazioni che lusconi e Monti. E’ la spia - spiega l’associazione - di una strainevitabilmente sono legate all’impatto ambientale. Certo è che tegia industriale vecchia, che non modernizzerà il Paese e che, alla causa non ha sicuramente giovato il rinvio a giudizio dal Gup semmai, ne consoliderà la dipendenza energetica. Una centrale di Rovigo, Manuela Fasolato, di alcuni esponenti di primo piano a carbone a Porto Tolle vorrebbe solo dire un ulteriore peggioradi Enel per “omissione dolosa di cautele contro disastri e infortuni mento della qualità dell’aria nella Pianura Padana, già oggi l’area sul lavoro, in concorso”. Il rinvio a giudizio ha investito in pieno più insalubre in Europa, con gravi costi sanitari, enormi emissioni i vertici della centrale in servizio tra il 1998 ed il 2009. Tra i di gas serra e, non ultimo, benefici occupazionali largamente

Nella foto il presidente della Regione Luca Zaia e il neo ministro Flavio Zanonato inferiori a quelli che si otterrebbero con uguali investimenti in energie pulite’’. Greenpeace stima che investendo i 2,5 miliardi di euro previsti da Enel per il carbone a Porto Tolle su un mix di fotovoltaico ed eolico si avrebbero ricadute occupazionali almeno 3 volte superiori. Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace ha ricordato che il progetto di riconversione è stato già bocciato dal Consiglio di Stato. “Se ancora se ne parla – ha precisato – è perché è stato recuperato grazie a ben due leggi ad “aziendam”, una di Berlusconi e una di Zaia, frutto delle opache attività di lobby dell’Enel’’. Greenpeace ha affermato di essere pronta a dimostrare, ‘’dati dell’Universita’ di Stoccarda alla mano, come quel progetto causerebbe, su base annua, danni economici fino a 240 milioni di euro e una mortalità prematura stimata in 85 casi’’. Come sempre più spesso accade, se su uno dei due piatti della bilancia c’è la salute, oppure l’ambiente sull’altro c’è il lavoro. ‘’Siamo 220 lavoratori e almeno 2.000 famiglie che aspettano il progetto Enel a carbone: queste sarebbero senza la riconversione le reali ‘morti premature’, non l’algoritmo di Greenpeace che non ha nessuna prova sanitaria’’. E’ stato il commento provenuto dal comitato dei lavoratori. ‘’Greenpeace dimostra di non sapere niente sulla formazione del prezzo dell’energia elettrica e sulla necessita’ per l’Italia di ridurre i prezzi per imprese e famiglie, che sono superiori rispetto a quelli degli altri Paesi europei che usano quote di carbone doppie rispetto all’Italia e che in più hanno anche il nucleare’’. Quale futuro, dunque, per la centrale? Finora sono state prese decisioni come si prendono gli schiaffi.

Cristiano Corazzari, lega Nord

Pietrangelo Pettenò, Partito della Rifondazione Comunista

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“ottima convergenza zaia-zanonato”

a convergenza tra Zaia e Zanonato riguardo Porto Tolle è la miglior notizia per il Polesine e il Veneto, dando ragione a chi fin dall’inizio si è speso per l’attivazione di questa centrale pur con tutte le tutele del caso per il nostro fragile ambiente deltizio”. In questa partita la gente polesana ancora una volta Cristiano dimostra grande senso di responsabilità, accollandosi Corazzari il peso di un impianto impattante in un’area delicata quale il Delta del Po. Ci tengo a sottolineare in modo particolare che l’accordo di intenti tra Zaia e Zanonato zittisce chi per anni ha attaccato il governatore, che da parte sua ha operato in ogni sede per ottenere un risultato fondamentale per l’intero territorio regionale, anche modificando la legge istitutiva del Parco del Delta per superare tutti gli ostacoli di ordine legale e giuridico alla realizzazione dell’impianto. Che oggi anche il ministro, rappresentante autorevole del Pd veneto, definisca il progetto di Porto Tolle ‘un traguardo interessante ed affascinante che vogliamo centrare”.

“za&za, moderne befane che vogliono regalarci carbone”

egli anni si sono aggirate leggi, cambiate normative nazionali e regionali e sempre e tutto a favore dell’Enel, che tutto ha dimostrato fuorché di essere un’azienda che ha a cuore occupazione e salute. L’approvazione in Consiglio regionale della modifica dell’art. 30 della legge regionale n. 36 del 1997, che istituiva il Parco del Delta del Po e che sembrava essere la causa del blocco dell’avvio della Pietrangelo centrale a carbone, risale al luglio del 2011, ma finora non c’è stato nulla Pettenò di nuovo, anzi, a due anni di distanza permane la bocciatura del progetto da parte del Consiglio di Stato e pare che Enel, nel frattempo, abbia abbandonato definitivamente il progetto. Ora si riparla del rilancio della “locomotiva nord est” ma, se questa dovrà essere alimentata a carbone, come succedeva un secolo fa, nutriamo seri dubbi che possa assicurare sviluppo sostenibile e duraturo alla nostra Regione. Forse - conclude Pettenò - il ministro Zanonato e il presidente Zaia sembrano più dei “moderni befani” ansiosi di regalarci tanto carbone più che degli innovatori in campo produttivo economico in grado di rilanciare economia, lavoro e occupazione in sintonia con la tutela dell’ambiente e la salute. È passato il tempo in cui credevamo alla befana e soprattutto non vogliamo più regali di questo genere”.

L’opinione Stella bianchi, responsabile ambiente del Pd

“le centrali non aumentano l’occupazione”

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uspico che il ministro comprenda appieno come, per ogni potenziale posto Stella Bianchi di lavoro in una centrale così inquinante, se ne perdano decine di altri in settori altrettanto importanti per l’economia. Certamente ci vuole uno sviluppo forte per dare maggiore autonomia energetica, ma la strada da prendere è quella dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, che proprio nella Regione Veneto avevano e mantengono una consistente base produttiva. Non si comprende neppure bene – ha aggiunto - l’utilità di una centrale di quelle dimensioni quando la potenza gia’ installata nel nostro paese è pari al doppio della domanda registrata nel momento di picco massimo. L’Italia ha bisogno di politiche industriali, ma queste devono essere orientate alla sostenibilità, alla tutela dell’ambiente, alla valorizzazione del nostro maggiore patrimonio’’.

Antonio Pipitone, Italia dei valori

“la centrale non È una priorità per veneto”

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un’emergenza per il Veneto. Non è questo di cui hanno bisogno Antonio Pipitone le nostre aziende e il nostro terziario. Ha fatto bene Zanonato a dire che vuole esaminare la questione e parlarne con i vertici dell’Enel. L’azienda che, lo ricordiamo, forse anche per il surplus energetico attuale (l’Italia dispone di energia in eccesso, vista la crisi economica, ed aumenta le sue riserve) ha congelato gli investimenti per Porto Tolle: non c’è una domanda di energia tale da giustificare l’urgenza dell’operazione. Noi siamo per lo sviluppo e per l’innovazione, dobbiamo guardare al futuro, sostenibile e responsabile. Chiediamo al ministro Zanonato di dare immediate risposte alle emergenze di adesso, non certo di perseguire un progetto trito e ritrito, che darà qualche limitato e temporaneo frutto, fra anni. Sulla questione - conclude Pipitone - abbiamo sempre ritenuto che la riconversione a carbone della centrale fosse una scelta sbagliata, che darà un colpo mortale al territorio. Sarà inutile per rilanciare l’economia veneta e tantomeno quella del basso Polesine, che avrebbe invece bisogno di investire su pesca, turismo, agricoltura tipica. Quelle sì scelte giuste per creare sviluppo duraturo e nuovi posti di lavoro, non quelli effimeri per i cantieri del carbone”.


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16 Cultura veneta 38 Grandi mostre A Palazzo Ducale fino al 18 agosto

Manet e il richiamo artistico rinascimentale italiano Nel suo soggiorno a Firenze, l’artista francese vide e effettuò una copia dell’opera di Tiziano, da quella copia derivò l’Olimpia

Nelle due foto l’Olimpia di Manet a confronto con “Venere di Urbino” che Tiziano dipinse trecento anni prima. A destra il Palazzo Ducale

di Alain Chivilò

I

l percorso espositivo di “Manet. Ritorno a Venezia”, allestito a Palazzo Ducale fino al 18 agosto, ha lo scopo di proporre attraverso riscontri diretti l’importanza dell’influsso dell’arte italica nel pittore francese, svincolandolo dall’influenza spagnola alla quale è stato maggiormente accreditato. Un’anima italiana che si evince dal confronto e dall’accostamento a opere di artisti rinascimentali, dalle quali si presume in modo più o meno certo un dialogo. Una mostra che partendo dai tre viaggi, divisi tra Venezia, Firenze e Roma del 1853, 1857 e 1874 traccia, tra le varie sale, un iter di ricerca nell’arte di Manet allontanandosi dai canonici cliché, che stanno vedendo in questi anni rassegne di quadri impressionisti, o percorsi curatoriali che uniscono diversi secoli di storia dell’arte. Di conseguenza, il ritmo espositivo cresce nel corso della visita perché è inframmezzato, vive e fa riflettere il raffronto con l’arte italiana, a dimostrazione che spunti importanti dell’una hanno trovato interpretazione nella maturazione pittorica di Manet. Già

dalla III sezione, il visitatore è coinvolto nell’e- di Olympia. Una donna fredda, imperscrutabile e vento principe che mette a fianco gli oli su tela priva di sensualità dove il bianco tende a racchiudella “Venere di Urbino” di Tiziano eseguita nel dere il rosa pallido del carnato della modella e il 1538 con “Olympia” del 1863. Quest’ultima, vestito della donna di colore, ambedue in primo per la prima volta in esposizione fuori dal terri- piano rispetto allo sfondo scuro. Elementi distintivi sono: un viso comune torio francese, permette ritratto in modo reale un dialogo che mette Velázquez, Goya con la mano che blocca insieme la visione inter- ed El Greco con decisione la visione pretativa di Manet che, tra i riferimenti del pube, la presenza di a tre secoli di distanza, del padre inserisce una figura fem- degli impressinisti gioielli con pantofole e minile contemporanea a un gatto nero di rimanlui in un contesto di cambiamento di costumi. do per il nascente Chat noir di Montmartre a Nel suo soggiorno a Firenze, l’artista francese Parigi. Invece, Tiziano nel Rinascimento riesce a vede e effettua una copia dell’opera di Tiziano trasmettere nella Venere di Urbino una sorta di che a distanza di sei anni permette l’ideazione eroticità dallo sguardo languido, con una mano

delicatamente posta sull’intimo, la luce calda e un cagnolino simbolo di fedeltà per la donna ritratta, che l’artista cadorino dipinge come quadro nuziale. Continuando nell’esposizione, la sezione V indaga l’influenza di Velázquez, Goya e El Greco con un ispanismo espresso per esempio nel ritratto “Lola Melea” (di Valenza) restaurato per l’occasione e “Le fifre”. La sala successiva si sofferma nella tematica tra musica e teatro, vertendo sull’ipotesi di un’influenza in Manet, determinata dalla visione dell’opera di Vittore Carpaccio “Due dame veneziane” del 1495 circa, per la realizzazione dell’opera “Le balcon” tra il 1868/69. Uno spaccato di vita borghese in cui i tre soggetti in primo piano sono ritratti in piani dimensionali a se stanti senza

dialogare. Una situazione sospesa che i curatori hanno avvertito nelle dame veneziane assorte nei loro pensieri. Un accostamento discutibile che però deve essere apprezzato, per la presunzione didattica e culturale appurata e proposta lungo questa mostra. Le ultime sale, passando per un azzeccato accostamento tra il “Ritratto di giovane gentiluomo nello studio” di Lorenzo Lotto con il “Ritratto di Émile Zola”, individuano come Manet dipinga la società con opere quali “Sur la plage” e “Berthe Morisot à l’eventail”. Un percorso espositivo che, grazie alla sinergia del Musée d’Orsay, permette al visitatore di capire come il Rinascimento italiano in primis e l’arte spagnola poi siano fondamenti nel cammino per l’impressionismo di Édouard Manet.

Palazzo Grassi

Querini Stampalia di venezia

l’ARZANÀ DEllA SERENISSIMA

Rudolf Stingel: il sottile filo tra figurativo e informale

E

L

a Fondazione Querini Stampalia di Venezia dedica la sala museale, sopra la storica biblioteca, alle celebrazioni del cinquantenario di vita del Centro Internazionale della Grafica, sito nella città lagunare, attraverso una mostra che prende spunto dal volume, redatto da Guglielmo Zanelli, “Navi, squeri, traghetti da Jacopo dé Barbari” che per l’occasione diventa anche il titolo della stessa esposizione. Un libro, tipicamente artigianale nell’impaginazione, che evidenzia i particolari della celebre pianta prospettica di Venezia che Jacopo dé Barbari ideò nel Cinquecento, della quale due esemplari sono custoditi rispettivamente nel Museo Navale e nella Querini stessa. La mappa della Fondazione diventa così il fulcro del percorso che il visitatore si trova di fronte. Dal punto di vista tecnico, si tratta di una straordinaria xilografia, composta di 6 tavole, che complessivamente raggiunge i 3 metri di lunghezza creando una delle più efficaci, minuziose e verosimili rappresentazioni di una cinquecentesca Venezia. E’ possibile scorgere nei dettagli le genti, gli orti, il campanile di San Marco privo di cuspide con un tavolato

che chiude la cella campanaria, le barche nel Canal Grande, i mercantili nei pressi della Dogana e l’Arsenale. Proprio in quest’ultimo, che i veneziani chiamavano Arzanà, si scorgono le mura perimetrali, i velieri, i bacini, le tese e le torri. Una veduta a volo d’uccello che il visitatore può godere in diretta trovando il personale particolare d’effetto. Alla mappa, nella stessa e unica sala si sviluppano, tra libri e stampe, la sezione dedicata all’Arsenale e al rapporto della famiglia Querini con il mare. Si inizia con una delle prime raffigurazioni di una buzonavis di forma circolare dal Capitulare Nauticum del XIV secolo e con il canto XXI dell’Inferno di Dante Alighieri che cita proprio l’Arzanà. Proseguendo immagini di navigli, un settecentesco rilievo a colori dell’Arsenale di Filippo Rossi con tutti i settori di attività del cantiere, fino alla documentazione cartacea del rapporto tra i Querini e la marineria. Al.Ch.

ntrando in Palazzo Grassi la prima situazione che colpisce, già dall’ingresso, è la presenza di un tappeto contemporaneo che dai disegni antichi avvolge il visitatore. Un’installazione che, dall’inizio alla fine della mostra, accompagna le opere dell’artista altoatesino Rudolf Stingel (Merano 1956) poste in un continuum lungo i due piani espositivi, prima volta nella gestione François Pinault. Lavori provenienti non solo dalla collezione del magnate francese, ma anche da collezioni private e dall’artista stesso. Un allestimento sitespecific di 7500 metri quadri che si dipana in un tappeto che sembra non avere fine. Una ricerca dell’artista, utilizzata in altre mostre, che fonda il suo fulcro nella percezione attraverso una vera e propria sensazione tattile data dal calpestio e dal tocco sulla superficie stessa, unita a un costante dialogo con l’architettura ospitante, che si arricchisce di colore, accoglienza e umanità. Il richiamo all’antico e quindi a un vissuto, che segna l’incedere e lo scorrere del tempo, traccia da un lato il legame tra la storia di Venezia e la cultura orientale, dall’altro l’ambiente unico dello studio viennese di Sigmund Freud in cui i tappeti erano predominanti. Un viaggio introspettivo, al quale ogni visitatore è invitato ricercando una personale riflessione e dimensione spazio temporale, convalidato dalle ultime sale del primo piano che portano al successivo senza la presenza di opere dell’artista, attraverso la sola presenza della moquette. Un equilibrio espositivo che rimane in bilico tra informale e figurazione, dove i due

piani della mostra dialogano e si rimandano vicendevolmente. Interessante notare che nella seconda mostra personale in un museo italiano, dopo quella del 2001 al Mart di Rovereto, Stingel pone il suo ritratto nell’ingresso, in posizione semi-nascosta dalle colonne poggiando sul muro che delimita il negozio interno, per dare spazio nella sala centrale del primo piano al ritratto dedicato all’amico scomparso Franz West. Questa è l’unica opera figurativa di questa sezione in cui regna l’informale. Le opere presenti, create tra Merano e New York, sono dipinte attraverso la stesura di un colore alluminio, argenteo che irregolarmente ricopre il medium con lampi di luce di colore bianca in un sottile gioco d’irraggiamento naturale e artificiale. L’astrazione non è presente perché siamo nell’area della non forma. Salendo al

piano successivo la visione diventa intima con la presenza di opere figurative dal piccolo formato. I dipinti rappresentano sculture lignee dal chiaro riferimento alla tradizione scultorea del Trentino Alto Adige, caratterizzate da fotografie e illustrazioni in bianco e nero personalizzate ed elaborate su tela con colori ad olio da Stingel. Ritratti di sculture che, uscendo dalla parete, vogliono parlare all’osservatore. Una personale che permette al pubblico italiano e internazionale di approfondire l’arte di un’artista nazionale conosciuto anche come mercato maggiormente all’estero. Un percorso visitabile fino al 31 dicembre che, eccetto qualche eccezione, contiene una sola opera per sala, arrivando a quell’optimum curatoriale che spesso è inseguito ma non così facilmente Al.Ch. raggiunto.


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Cultura veneta 41 17 Spazi dell’area Scarpa della Fondazione Querini Stampalia Dal 28 maggio

Indagine sulla persistenza genetica dei Matta Roberto Sebastian e i suoi figli Gordon Clark e Pablo Echaurren. Tre nomi, tre storie, e un unico comun denominatore: l’arte

U

n’indagine sulla persistenza genetica, potrebbe con la figura paterna ed attraverso l’arte entrambi hanno essere definita così la mostra che dal 28 maggio cercato un dialogo concettuale - impossibile nella vita priverrà allestita negli spazi dell’area Scarpa della vata - con Matta attraverso le loro opere pur maturando Fondazione Querini Stampalia, di Venezia. In concomi- entrambi, ed ognuno a suo modo, linguaggi singolari e tanza con la 55. Biennale di Venezia, la Galleria d’Arte differenti. Se l’affinità con Matta-Clark è riconducibile a Maggiore – G.A.M. di Bologna, propone un’indagine tra un livello formale, estetico-architettonico, in Echaurren le idee e i pensieri che si sono tramandati – attraverso l’affinitudine è da ricercarsi nel carattere più propriamenle generazioni, il tempo e la geografia – da Roberto Se- te concettuale. Il filo conduttore della loro opera a livello critico sarà svelato da Danilo Eccher bastian Matta ai suoi figli Gordon solo pochi giorni prima dell’apertura Matta-Clark e Pablo Echaurren Sia Gordon che Matta. Tre nomi, tre storie, e un Pablo hanno avuto al pubblico, ma ad una prima lettura emerge già come la socialità, la unico comun denominatore: l’arte. un rapporto continua ricerca di un rapporto non La mostra, curata da Danilo Eccher, conflittuale con solo di partecipazione del fruitore, prende origine dall’opera di Rober- la figura paterna ma di un suo coinvolgimento diretto to Sebastian Matta ed attraverso le opere dei suoi protagonisti percorre mezzo secolo di o indiretto, fisico o mentale, culturale o sociale, interno o storia dell’arte, vissuta in tre paesi differenti: la Francia, esterno all’opera sia presente nell’opera dei tre. Non è un gli Stati Uniti e l’Italia. Lo spaccato che ne deriva non è caso infatti se alcuni definiscono le figure antropomorfe delimitato dalla loro storia familiare, per quanto eccezio- di Matta sia in pittura, sia in scultura, come “morfologie nale, ma amplia i propri confini all’ambiente culturale e sociali”, come una trasfromazione di passaggio tra i paepolitico in cui questi artisti sono stati profondamente coin- saggi interiori e il mondo esterno. Per Gordon la socialità volti. Figli dello stesso padre, ma di madri differenti, sia è un fattore ancora più evidente, essendo la sua effimera Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale arte basata sulla performance, sui “building cuts”, gli

edifici tagliati, trasformazioni sculturali di architetture preesistenti dove lo spettatore è invitato ad entrare per muoversi fisicamente ed emozionalmente in quegli spazi. Nella sua opera Matta-Clark crea un rapporto diretto con il fruitore, spesso basato sulla fiducia che costui deve devolvere all’operato dell’artista che come in Matta ha fondamenti architettonici. Mentre per quanto riguarda Pablo tutta la sua vita artistica è immersa nella socialità, nella sua esistenza quotidiana. E se è vero che le sue tele riportano al mondo dei fumetti, della musica, della street

art, alla cultura di massa, è attraversando la sua iconografia Pop fatta di contiminazioni di generi che dialogano ora con il Dadaismo, ora con lo stesso Surrealismo, che l’artista propone con ironia attraverso l’apparizione di una natura familiare ed allo stesso tempo inquietante una critica diretta alla società dei consumi. Proprio come sembrano suggerire le figure antropomorfe e primitive presenti nei dipinti del padre. Non a caso l’opera di Matta mira anche a una riflessione sull’impatto che la tecnologia ha sull’esistenza umana.

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36 Sì, viaggiare

Sì, viaggiare 43

TOSCANA

Silenzio, parla l’Elba

LA PIÙ GRANDE ISOLA DELL’ARCIPELAGO TOSCANO HA OSPITATO LA PRESENTAZIONE DELL’EDIZIONE 2013 DELLA GUIDA RELAIS DU SILENCE CHE SEGNALA PICCOLI HOTEL E ALTRI APPARTATI LUOGHI DI ACCOGLIENZA DOVE VIVERE LA VACANZA ALL’INSEGNA DEL CONTATTO CON LA NATURA E DEL BUON CIBO E’ STATA L’OCCASIONE PER CONOSCERE LUOGHI INCANTATI DEL TERRITORIO ELBANO COME CAPO SANT’ANDREA E L’OASI DI CAPOLIVERI NONCHÈ LE VILLE DOVE NAPOLEONE VISSE LA SUA PRIGIONIA DORATA

E

le stelle stanno a guardare! I francesi, che la sanno lunga in fatto di ospitalità e di buon cibo, hanno deciso che le “stelle” non bastano più. Nè quelle che classificano gli alberghi, nè quelle che segnalano i migliori ristoranti. Intercettando quei nuovi flussi di turismo culturale che vedono nel silenzio, nelle atmosfere sintonizzate con la natura e nel buon cibo dei nuovi valori di riferimento, i francesi hanno creato una guida originale. Quella dei Relais du Silence, i relais “del silenzio”. Ovvero strutture non sempre di lusso ma che hanno il pregio di trovarsi in luoghi particolarmente incantevoli, dove si può vivere una vacanza all’insegna di un più stretto rapporto con la natura e gustando i prodotti tipici della zona. Che sono anch’essi valori di cultura materiale di un territorio. «Il silenzio è d’oro e la parola è d’argento», all’insegna di questo noto adagio si muovono i Relais du Silence della Société Européenne d’Hotellerie, di cui di recente è stata presentata all’isola d’Elba la Guida 2013. «In un ambiente propizio alla meditazione, si potrà ritrovare se stessi circondati da una natura incontaminata, rassicurante e distensiva», dice il direttore generale della Seh, Stéphane Barrand, che assicura la meticolosità nella scelta degli alberghi da associare. Alberghi, oggi sparsi un po’ in tutta Europa, che devono rispondere ai requisiti richiesti dal gruppo premiato nel 2009 con il marchio di qualità turismo su autorizzazione del Ministero del Turismo francese. Duecento le strutture associate, in dieci paesi. 22 in Italia. La presentazione della Guida 2013 dei Relais du Silence www. relaisdusilence.com, è stata organizzata con la collaborazione di Atout France Italie, l’Ente del Turismo Francese www.rendezvousenfrance. com, rappresentato dalla Responsabile per i Media, Barbara Lovato, al fine di far conoscere le strutture tutte immerse nella natura che offrono soluzioni uniche di soggiorno. La catena, nata in Francia, a Grenoble, e gradualmente sviluppatasi in tutt’ Europa, ha

NELLA FOTO GRANDE UNO SCORCIO DI CAPO SANT’ANDREA; A DESTRA IN ALTO IL GIARDINO DELL’OMONIMO ALBERGO E UN DETTAGLIO DELLA COSTA. SOTTO, DA SINISTRA IN ALTO: SCORCIO DELL’OASI DI CAPOLIVERI, IL MUSEO DELLA VILLA NAPOLEONICA VICINO A PORTOFERRAIO, UNA DELLE VILLE DELLA TENUTA DELLE RIPALTE, LO CHEF MATTEO CANTARELLO (A DESTRA) CON IL SUO AIUTO, UN PIATTO DI SAURO DEL SANT’ANDREA, LA VECCHIA MINIERA DI MAGNETITE A CAPOLIVERI, IL RISTORANTE CALANOVA E I VIGNETI DELLA TENUTA DELLE RIPALTE A CAPOLIVERI

selezionato fra i suoi soci i proprietari di case patrizie, ville, castelli, fattorie, mulini, antichi “alberghi di posta”, chalet, tutti diversi, ma tutti egualmente accoglienti e ricchi di fascino e di comfort. Ad accogliere gli ospiti all’isola d’Elba sono stati l’ “Hotel Sant’Andrea” tel. 0565908006 www.hotelsantandrea.com, già associato da qualche anno, che si trova sulla costa settentrionale dell’isola a circa 30 km da Portoferraio e la new entry, “La Tenuta delle Ripalte” di Capoliveri tel. 056594211 (www. tenutadelleripalte.it), posizionata sull’estremità sud-orientale dell’isola. La famiglia Garbati, titolare del Sant’Andrea, da 15 anni punta sull’accoglienza «perché – come ha detto Sauro, il titolare e chef del ristorante – vogliamo, più che un cliente, un amico che possa ritornare». La posizione dell’albergo è straordinaria: una finestra su un golfo dalle acque cristalline e i fondali dai mille colori. Ad aiutare Sauro in cucina è la figlia Serena mentre Elisa e la moglie Teresa si occupano dell’accoglienza. Molto amata dagli ospiti è la terrazza – giardino panoramica

che si affaccia sull’incantevole baia di Capo Sant’Andrea, che con le sue rocce granitiche ricorda scorci dell’isola di La Digue nell’arcipelago delle Seychelles. La cucina è il fiore all’occhiello di Casa Garbati, per l’elevata qualità proposta, per la creatività e per la presentazione di piatti tipici locali, tutti preparati con cura e amore così come vengono coltivate le verdure e la frutta, ricche di tutto il sole e i sapori che contraddistinguono la terza isola d’Italia. Situata nel Parco nazionale dell’arcipelago toscano è l’ampia struttura della Tenuta delle Ripalte, di proprietà oggi del veronese Paolo Ederle e diretta da Riccardo Pironi, a cui si accede dopo aver attraversato il borgo di Capoliveri percorrendo 9 chilometri di strada panoramica e sterrata che oltrepassa le miniere di Monte Calamita. La Tenuta di 450 ettari è ricca di pini, frutteti, vigne e macchia mediterranea ed è circondata da 12 chilometri di costa, con spiaggette, cale e scogliere. Nel cuore di un verde altipiano sorge la villa ottocentesca, che fu dimora estiva dal 1896 del marchese Tobler

che amava la coltivazione della vite. L’intero comprensorio, che rappresentava la più grande azienda agricola dell’Elba, fu poi abbandonato dai successivi proprietari e solo nel 1977 fu rilevata dall’attuale società “Tenuta delle Ripalte” che l’ha poi trasformata in struttura turistica. Le fattorie agricole e la villa padronale furono ristrutturate con le altre ville vicine. La Tenuta oggi può contare sui quindici ettari di nuove vigne che producono il piacevolissimo Aleatico, il passito della tradizione elbana ed il vermentino profumato e deciso, il rosso di grande carattere nonché l’ ultimo nato, il “Rosato delle Ripalte”, prodotto da uve “aleatico”. Il Ristorante Calanova, al quale si accede anche dal mare, consente di pranzare e cenare all’aperto all’ombra di antiche querce di sughero. Lo chef Matteo Cantarello, padovano di Este (ex Cipriani Londra e con all’attivo uno stage alle Calandre) ha da sette anni la responsabilità della cucina, davvero molto curata ed arricchita dalle gustose marmellate preparate da Simona con i frutti e le spezie del suo orto.

Presto la tenuta ospiterà il primo “Glamping” italiano (sta per glamour-camping): dieci tende da safari, molto grandi e dotate di ogni comodità (persino la Jacuzzi), che saranno allestite fra il verde. I turisti che arrivano dal Nord Europa vanno matti per questa soluzione di accoglienza molto “nature”. Interessante la visita alle miniere di magnetite, chiuse soltanto nel 1981, ma ancora in stand by nel piano minerario nazionale. La visita con guida permette di entrare nei cunicoli dove ancora ci sono le rotaie e i vagoncini che trasportavano all’esterno il materiale… Emozionante! Nell’occasione sono stati presentati da Enrico Ieri, Direttore per l’Italia di Seh, i tre nuovi alberghi indipendenti che faranno parte della catena Relais du Silence, tra questi proprio la Tenuta delle Ripalte, il Relais Pian delle Starze a Marina di Camerota, nel cuore del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed il Mirador Resort situato in Puglia a Laureto, una frazione di Fasano.


44 Luoghi da scoprire Luoghi da conoscere 23 Conoscere la storia giocando Parco Archeologico Didattico del Livelet

La macchina del tempo che arriva alla preistoria Dopo la pausa invernale è stata riaperta l’area didattica. Fino a novembre un fitto calendario di iniziative rivolte ai più piccoli e non solo di vesna Maria brocca

A

ridosso delle Prealpi Trevigiane esiste un’area a dir poco incantata. Tutt’intorno due laghi glaciali e rinomate località, quali Follina e Cison di Valmarino rispettivamente corredate di abbazia e castello. Non basta, nella località di Colmaggiore di Tarzo, qualche anno fa sono tornati alla luce i resti di un insediamento protostorico ed insieme ad essi l’idea di dare vita al Parco Archeologico Didattico del Livelet, ossia un sistema di aree didattiche e laboratori all’aperto costituito da uno spazio dedicato alla ricostruzione archeologica con tre tipologie di insediamento abitativo che rappresentano rispettivamente il Neolitico, l’Età del Rame e l’Età del Bronzo e da aree e strutture dedicate all’accoglienza, alla didattica, alla simulazione di uno scavo archeologico e all’agricoltura sperimentale. Al Livelet, è possibile salire sulla macchina del tempo e viaggiare a ritroso nelle epoche più remote della storia. Da qualche settimana, dopo la pausa invernale, è tornato attivo e anzi ammodernato con una nuova struttura destinata a diventare punto di accoglienza turistica e degustazione di prodotti locali. Quest’anno il Comitato Provinciale delle Pro Loco ha riaperto al pubblico il Livelet con un programma variegato, ricco di proposte e novità che si susseguiranno a ritmo serrato fino al 3 novembre 2013. Il periodo estivo sarà caratterizzato da attività per Grest, gruppi e Centri Estivi, che combinano la visita alle palafitte con numerosi laboratori e attività ludiche,

all’insegna dell’imparare giocando. Ritornano a gran richie- dell’inizio delle scuole, è in programma “Vivi da preistorico”, sta, inoltre, le “vacanze archeologiche”, dedicate a bambini e un vero e proprio centro estivo che propone un’attività diversa ragazzi dagli 8 ai 14 anni, che vorranno trascorrere qualche ogni mattinata, dal 26 agosto al 6 settembre. Ci sarà spagiorno al Livelet. Con l’iniziativa “Una notte al Livelet”, in zio anche per alcune novità: nei sabati di luglio e agosto si programma il 29 e 30 giugno, il 13 e 14 luglio e il 31 agosto terranno gli “Archeopomeriggi”, dalle 15 alle 19, con laboratori sempre diversi e visite tematiche e 1 settembre, i partecipanti potranno alle palafitte. A luglio il tema sarà “le trascorrere due giorni e una notte al Uno spazio arti degli antenati”, ad agosto invece Parco, tra visite guidate, giochi e rac- è dedicato “le materie prime in Preistoria”. Si conti intorno al fuoco. Per chi volesse ai prodotti trascorrere una settimana intera al tipici a marchio prosegue poi con gli appuntamenti di Livelet, invece, c’è l’Archeoavventura, Veneto “Sere d’estate al Livelet”, durante i dal 21 al 27 luglio, all’insegna di nuoquali saranno in programma convegni, ve scoperte, laboratori, escursioni e attività a contatto con la visite notturne alle palafitte e osservazioni delle stelle. Dal 24 natura, vivendo giorno e notte con i propri compagni, sotto marzo scorso il Livelet è stato aperto anche a tutti i visitatori la guida degli operatori qualificati. Infine, per quanti volesse- (e non più soltanto alle scolaresche), sia singoli che in grupro passare in spensieratezza le ultime due settimane prima po, tutte le domeniche e festività fino a fine ottobre. Non

mancheranno le visite alle tre palafitte del Neolitico, Età del rame e del Bronzo, effettuate da operatori specializzati che guideranno i visitatori alla scoperta delle abitudini di vita delle popolazioni preistoriche, di armi e utensili che caratterizzavano la vita quotidiana nella Preistoria, con un approccio interattivo e multisensoriale. In occasione delle feste nazionali, quali il 2 giugno e Ferragosto, nonché ogni terza domenica del mese, verranno proposte feste a tema, durante le quali sarà possibile svolgere laboratori e attività didattiche a cura degli operatori del Livelet, ma anche di professionisti ed esperti provenienti da altri parchi archeologici e musei d’Italia. In queste occasioni verrà dedicato anche uno spazio ai prodotti tipici a marchio del Veneto, in un lavoro di rete con gli operatori del territorio che il Livelet vuole mantenere e ampliare, anche alla luce della nuova struttura che verrà ultimata a breve.

Colò Stefano

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Luoghi da scoprire il Veneto 24 Conoscere 46 Storia Monte Cengio, Ortigara e Monte Fior: tre battaglie tre sconfitte

Asiago, sui sentieri della Grande Guerra Esistono dei percorsi fatti per camminare altri fatti per capire. La meta più distante è superare la retorica dei monumenti di Mauro gambin

“L

a guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta...I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”. Il bollettino della vittoria dell’Italia, firmato dal capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Diaz, venne esposto in tutte le Caserme e i Municipi d’Italia: come un trofeo, come un attestato d’orgoglio di un paese che aveva finalmente vinto il suo nemico storico. La storiografia moderna, però, oggi si divide nell’attribuire

all’Italia una vittoria così schiacciante. Anzi schiacciante per niente, mutila piuttosto, perché malgrado il sacrificio sostenuto, gli altri stati non ottemperarono nemmeno gli accordi stipulati con il nostro paese prima dell’intervento. La prima guerra mondiale fu mutila anche per l’enorme tributo di vite tranciate e per il modo con cui venne condotta dai generali di quell’esercito di cui lo stesso Diaz faceva parte. I nostri soldati entrarono in guerra con un equipaggiamento del tutto inappropriato, rispetto agli altri eserciti, e del tutto impreparata dal punto di vista militare. Emilio Lussù nel suo “Un anno sull’Altopiano” ha lasciato pagine dettagliate in proposito. Gli austriaci attaccavano con i lanciafiamme, i gas asfissianti o le Zeitzunderhandgranate mentre gli ita-

Nelle foto alcuni escursionisti sui percorsi della Guerra. A fianco il libro di Emilio Lussu

Gli austriaci attaccavano con i gas asfissianti gli italiani caricavano con la baionetta liani caricavano con la baionetta come nelle guerre risorgimentali. L’esercito era quello di uno stato che ancora non esisteva, l’Italia quella povera, tanto arretrata da essere profondamente lontana dalla “belle epoque” e dalla retorica del Futurismo considerati i simboli degli inizi del secolo scorso. L’analfabetismo era largamente più diffuso dell’interventismo, l’alpino delle alte valli del bergamasco comprendeva poco dell’idioma del compatriota di Catanzaro e, forse, in cuor suo, sentiva di aver più cose da condividere con l’austriaco, anche se si trovava nella trincea opposta. Il freddo, i pidocchi, la dissenteria furono gli altri nemici e l’alcol del quale i soldati venivano abbondantemente riempiti, altrimenti sarebbe stato difficile mandarli a mani nude contro i reticolati con il coltello tra i denti. Ubriachi venivano fatti uscire dalle proprie trincee e fatti spegnere in un lago di sangue gridando “Savoia!”, come carne in un macello. Chi si rifiutava era traditore. Furono 240 mila gli

italiani, condannati a morte, all’ergastolo al carcere attraverso 870 mila processi per motivi che andavano dalla fuga alla diserzione, dalla rivolta alla disubbidienza fino al ritardo oppure all’autolesionismo. L’atmosfera surreale, l’insensatezza e l’assurdità che Lussu comunica nel suo libro, rispecchia fedelmente una guerra che l’esercito italiano combatté ottusamente sempre all’offensiva, fino al 1917, logorandosi lentamente e crollando miseramente al primo serio contrattacco degli austro-tedeschi (Caporetto). L’Italia ebbe 654 mila morti (furono 415 mila nella seconda), 451.645 gli invalidi e mutilati. La guerra fu un massacro e i luoghi che ce la ricordano parlano sempre di disfatte. La battaglia dell’Ortigara, quella del Monte Fior o del Monte Cengio, tanto per citarne alcune che hanno avuto teatro sull’altipiano di Asiago, oggi sono ancora al loro posto, sottoforma di percorsi avvolti nel silenzio. Certo, la bellezza paesaggistica che negli anni questi luoghi hanno recuperato, stride assordantemente con le cronache del tempo, però la sconfitta è ancora lì, non brucia, sfugge come se non fosse più nostra però le pietre, le gallerie scavate nella viva roccia, le trincee, il vento, lì, sono oggetti emotivi. Non si può non provare empatia

per i granatieri salendo sugli spuntoni del Cengio, ammirare il coraggio e la fatica che deve essere costata a quei soldati lo scavare le mulattiere, il combattere e il morire in mezzo al niente. Se non fosse per i cartelli esplicativi tutto quel “darsi da fare” lassù sarebbe stato non compreso, eppure la storia è passata di là e oggi esiste un racconto per la morte di quegli uomini che esaurite le munizioni adoperarono i fucili come mazze per combattere con ogni possibilità umana i nemici. Addirittura ingaggiarono con gli assalitori un corpo a corpo furioso, tanto da finire, avvinghiati ognuno ad un nemico, con il precipitare dal dirupo sul fondo di Val d’Astico che da allora viene ricordato come il “Salto del Granatiere”. I nomi sull’Altipiano hanno un senso e anche se i luoghi si assomigliano un po’ tutti, Monte Zebbio, Cima Caldiera, forte Corbin, forte Campolongo, forte Lisser, ogni posto racconta la sua storia che è anche il motivo dello sforzo richiesto per salire fino in cima. Uno sforzo fisico ma anche uno sforzo di comprensione perché dalle sole sassaie dell’Ortigara potrebbe sfuggire completamente il motivo della più grande battaglia in quota mai combattuta. Serve uno sforzo storico, apPROSEGUE ALLA PAGINA SEGUENTE


22 Luoghi da scoprire

Conoscere il Veneto 47

segue dalla pagina precedente

Storia Monte Cengio, Ortigara e Monte Fior: tre battaglie tre sconfitte

I monumenti ricordano, la storia insegna punto, per percorrere a piedi i 95 anni che ci separano dagli eventi e capire perché in 400 mila si contesero quelle spoglie cime per 15 giorni. La spaventosità dello scontro apparirà evidente. Oggi lungo il sentiero che parte dalla chiesetta del Lozze, bastano poche ore per raggiungere la vetta le quote, che gli alpini non raggiunsero mai. Per rendersi conto di quanto vasto fosse il teatro della battaglia, quanto ampia la carneficina per l’esercito italiano. Una strage causata soprattutto dai comandi d’armata e di corpo d’armata. Sotto i pesanti attacchi austriaci avrebbero dovuto ordinare un immediato ripiegamento generale; venne ordinato invece un vasto contrattacco condotto con tutte le risorse disponibili. Poi il ripiegamento. Poi un attacco ancora. Una ridda di ordini caotici e di contrordini, strategie elaborate dai comandanti di divisione smentite da quelli del comando di corpo d’armata che costò agli uomini una morte da bestie. Si trattò di un’autentica babele che mise in luce la clamorosa inadeguatezza di chi occupava i posti di più alta responsabilità, inadeguatezza che ebbe poi una tragica conferma in occasione della disfatta di Caporetto. In un ordine confuso ancora oggi si accatastano sull’Ortigara le trincee, le fortificazioni, i fortini dai quali ogni tanto riemerge un

frammento dal passato. Non è raro che gli escursionisti recuperino tra le rocce i resti di quei giorni di fuoco: gavette, scarpe, ossa, elmetti arrugginiti, accartocciati e contorti come per reazione ad una fitta di dolore. E’ opportuno deporre ogni oggetto ritrovato all’interno di uno spazio che si trova a fianco della chiesetta, un piccolo museo di memorie coagulate in concrezioni corrose, ossidate e struggenti. Da qui si fatica ad immaginare “I resti dell’esercito austriaco che risale in disordine e senza speranza le valli...” come raccontata nel bollettino della vittoria, si capisce invece tutta la retorica di cui Diaz era stato capace. Paiono più opportune le parole di Paolo Monelli ne “Le scarpe al sole”: “So a memoria il cielo notturno. Ebrietà primaverile di vento dopo la nevicata. Nuvole spazzine nettano, bianche, il cielo. Le cime sono nuove e pulite. Ora i morti dell’Ortigara hanno finalmente il loro sepolcro candido”. Sul monte Fior, invece, si può salire anche in mountain-bike, da Fozza è salita per tre quattro ore, e si tratta di ingaggiare una piccola lotta con la natura scoscesa dei fianchi delle cime. Niente armi, il consiglio che vi do è quello di salire da soli, affrontare il silenzio di quella valle in due equivarrebbe ad un’invasione. Sarebbe meglio por-

tarsi dietro il libro di Emilio Lussù, leggerne qualche pagina magari quella in cui è stato scritto “Ci preferiscono affamati, assetati e disperati. Così non ci fanno desiderare la vita. Quanto più miserabili siamo, meglio è per loro. Così, per noi è lo stesso, che sia-

mo morti o che siamo vivi”. In quel preciso momento apparirà del tutto nullo lo sforzo sostenuto per raggiungere la cima e sarà possibile avvertire dentro noi il trasmigrare del sentimento dallo stato di appagante soddisfazione per l’aver compiuto una pic-

cola impresa, all’avvicinarsi al senso della storia. Ecco allora che anche il breve percorso potrebbe trovare l’intensità di un vero e proprio viaggio dentro alla comprensione.


26 Concerti e non solo 48

mille e ancora mille...

1060

pagina a cura di graziano edi corazza

in veneto Dopo il sold out a Milano, i Dead Can Dance tornano in Italia a giugno per 3 concerti: a PADOvA il 6 giugno

dead can dance “anastasis World tour” gran teatro geoX - padova

I Dead Can Dance confermano il ritorno dal vivo in Italia, per 3 nuovi appuntamenti: il 2 Giugno 2013 a Firenze, il 5 a Roma e il 6 a Padova, al Gran Teatro Geox. I Dead Can Dance, ovvero Lisa Gerrard e Brendan Perry, hanno dominato la scena musicale degli anni ‘80 e ‘90 ed a quanto pare continuano a farlo anche nel nuovo millennio. Il loro ultimo album di inediti, “Anastasis”, uscito nell’agosto scorso, ha addirittura sorpreso pubblico e critica per quanto è intenso, ispirato e capace di restituire all’ascolto il suono originario ed allo stesso tempo attuale della band. La dimensione live non ha fatto che confermare le impressioni derivate dall’ascolto dell’album, Brendan Perry conserva intatto un carisma musicale e vocale che lo contraddistingue fin dagli esordi mentre Lisa Gerrard domina la scena come un’algida creatura capace di “dare vita a mondi impossibili con quella sua voce ultraterrena che apre le porte del Paradiso”, come ha commentato la Stampa. Il tour mondiale, partito nell’autunno 2012 e, a grande richiesta, arricchito di nuovi appuntamenti a seguito dei “tutto esaurito” registrati praticamente ovunque, ha segnato il ritorno dal vivo per i Dead Can Dance dopo 7 anni di assenza, mentre l’album “Anastasis” è il primo dopo “Spritchaser” del 1996. “Ho pensato che ‘Anastasis’ fosse un buon titolo per la nostra reunion”, spiega Brendan Perry “La parola vuol dire anche ‘fra due periodi’ e la rigenerazione avviene con la stagione a venire.”

Q

eventi

A Padova il 22 giugno. gran Teatro gEOX - Padova

evento 2013: i toto celebrano i 35 anni di carriera con un tour straordinario Il gruppo musicale statunitense, membro della Hall of Fame del Rock, celebrera’ i 35 anni di carriera con un tour mondiale memorabile ed arrivera’ in Europa nell’estate del 2013. In Italia tre imperdibili appuntamenti: Milano, Roma e il Gran Teatro Geox di Padova, che ospiterà il sound eclettico dei Toto sabato 22 giugno. La loro leggendaria carriera e’ iniziata a Los Angeles nel 1977, include 17 albums e vendite per un totale di oltre 35milioni di copie vendute in tutto il mondo. Hanno pubblicato numerosi singoli di successo raggiungendo i primi posti delle classifiche tra cui: “Africa”, “Hold The Line”, “Rosanna”, “I Won’t Hold You Back”, “I’ll Be Over You”, ecc. Il loro album “Toto IV” li ha fatti entrare nella storia rendendoli i primi artisti a vincere 6 Grammy Awards per un singolo album. Steve Lukather (chitarre e voce), David Paich (tastiere e voce),

sguardo a nordest 26 luglio 2013 Padova Stadio Euganeo – ore 21.15 uN EvENTO uNICO E gRANDIOSO

roger Waters fa il suo trionfale ritorno in europa nel 2013 con il suo straordinario capolavoro sonoro e visivo: the Wall

Per i grandi stadi Roger Waters ha ridisegnato ed ingigantito la produzione di The Wall. Waters ha aggiornato il look e il feeling dello show per assicurarsi che si abbinasse al sensazionale sfarzo teatrale per cui l’incarnazione live di The Wall è divenuta leggendaria, permettendo ad un’altra generazione di essere ispirata dalla magnificenza dello spettacolo sonoro e dei visual mozzafiato. La produzione originale del 1980 di The Wall è stata messa in scena nella sua interezza solo 29 volte ed una volta a Berlino in occasione delle celebrazioni per la caduta del muro di Berlino. “Il migliore show di sempre. Punto.” - New York Post “The Wall Live è perfetto. Tutti dovrebbero vederlo almeno una volta prima di morire” - Philadelphia Inquirer Steve Porcaro (tastiere), Simon Philips (batteria), Jospeh Williams (voce), Nathan East (basso): ripercorreranno, durante il concerto, la loro leggendaria carriera attraverso tutti i loro successi.

“L’opera risuona ancora più forte di prima” - The Independent “The Wall è un trionfo di dimensioni e di ambizione....la vetta più alta mai raggiunta dal rock” - The Times, London

grado festival ospiti d’autore

Dal 29 giugno al 16 luglio saranno quattro gli appuntamenti con la musica più apprezzata, che comporranno la sesta edizione di “Grado Festival Ospiti d’Autore”. A esibirsi nella suggestiva cornice della Diga Nazario Sauro di Grado saranno Mario Biondi, Al Di Meola Quartet, Nicola Conte, Brian May & Kerry Ellis. La scenografica Diga Nazario Sauro farà dunque anche quest’anno da cornice alla rassegna musicale ideata e organizzata da Azalea Promotion e Zenit, in collaborazione con il Comune di Grado, la Regione Friuli Venezia Giulia e l’Agenzia TurismoFVG. Al fine di incentivare la presenza turistica ed elevare ulteriormente il prestigio della rassegna avvicinandola alle più blasonate manifestazioni europee, il Grado Festival conferma anche per la 6° edizione, la “Card d’Autore”, uno speciale abbonamento che al prezzo esclusivo di euro 90,00 consente di assistere a tutti gli appuntamenti.

festivals nel veneto

ualche anno fa parlando con Roberto De Luca, patron del Jamnnin’ Festival (per anni ad Imola, poi a Venezia, quindi nel milanese) mi disse che tre erano le citta’ piu’ frequentate per organizzarci degli spettacoli musicali: Roma, Milano, Venezia. Guardando i comunicati stampa che mi arrivano da anni, direi ormai che anche Padova, Verona, Udine, stanno diventando importantissimi happening per i golosi di musica. In effetti, ormai, i grossi nomi internazionali vengono proprio qui a fare date importanti. E tra un po’ vedremo: Springsteen, Waters, Mc Cartney (ex Beatles), C.S.N., Santana, Kiss, Rammstein, Green Day, 30 seconds to Mars, ecc. Grazie ad agenzie di spettacoli che si chiamano Eventi, Zed, Azalea, ecc. ecc. Ma esistono eventi meno “grandi”, ma non meno importanti, che si organizzano da diversi anni. Si tratta dei festivals... I nomi grossi scritti poche righe sopra hanno un costo del biglietto oneroso: si pensi che per vedere sir Paul Mc Cartney ci sono tickets oscillanti da 60 euro a 200 euro per la data di Verona! Nel Veneto si programmano per l’estate diversi festivals musicali. Spessissimo sono gratuiti. Non per tutte le date... I piu’ conosciuti sono, al momento, questi: VOCI PER LA LIBERTA’ - UNA CANZONE PER AMNESTY: si tiene a luglio 2013: 16esima edizione a Rosolina Mare (Ro). GIUGNO 2013: VERONA PROG FEST: ottava edizione del popolare festival

veronese, cinque giorni con nomi internazionali. VENICE MED FEST che si tiene a luglio/agosto 2013: LUGLIO/AGOSTO 2013 quinta edizione; Venezia World Music (EtnoJazz, Teatro Popolare), per i popoli dell’ Europa Mediterranea con 40 spettacoli tra isole e terra ferma. FESTIVAL VENETO: si tiene a fine agosto 2013 la settima edizione. Un festival musicale con artisti che cantano in lingua veneta. Il Festival Veneto si divide in 3 serate. Le prime 2 nei 2 angoli opposti della provincia di Verona: al Castello di Malcesine nella suggestiva cornice della chiesetta di S. Maria dell’Alzana. La serata finale si svolge al Teatro Romano di Verona. DELTABLUES: si tiene da giugno a luglio principalmente nella citta’ di Rovigo. Nomi di successo e non del panorama mondiale ed italiano in una rassegna che nel 2013 e’ alla sua 26esima edizione. SCONCERTANDO il mega - festival polesano dell’estate a Ceregnano, in provincia di Rovigo. 2013: nella prima settimana di agosto: la 24esima edizione. INDIPENDELTA: Musica Indipendente nel Cuore del Delta Polesano a Grimana in un Agriturismo di Loreo. Si tiene principalmente nei primi giorni di settembre 2013: sesta edizione. VENICE MUSIC AWARDS: a Venezia al PalaGalileo, si tiene principalmente alla fine di giugno 2013 : ottava edizione.

VENETO JAZZ: si tiene da giugno ad agosto in cento citta’ venete con oltre cento concerti. Nomi di successo e non del panorama mondiale ed italiano in una rassegna organizzata da Veneto Jazz che nel 2013 e’ alla sua 22esima edizione. Festa della Birra e Musica dal vivo: si tiene a Fontigo Di Sernaglia in provincia di Treviso tra la fine di giugno ed i primi di luglio. 2013: 23esima edizione. MARGHERA ESTATE VILLAGE 2013 - 15esima EDIZIONE x 50 giorni durante giugno/luglio/agosto. MARCON FESTIVAL a fine giugno, nel 2013, alla sua 14esima edizione. Buona Estate e Buona Musica a Tutti!


I nostri esperti 49 iNFoRMaZioNE sociaLE

Dott. Laura Traversi

Millesime attenzioni

L’articolo di oggi affronta un argomento leggero e propiziatorio come la primavera. Leggero perché non costa nulla: in questo momento a voi solo la breve fatica di leggere fino in fondo questo contributo; propiziatorio perché un vostro semplice e consapevole gesto può portare linfa vitale, nutrimento e speranza a tanti progetti già attivi nel nostro territorio. Ciò che vorrei approfondire riguarda la reale possibilità per tutti i cittadini contribuenti di utilizzare in modo più efficace e intelligente risorse già disponibili, avendo maggior consapevolezza di processi che seppur piccoli e circoscritti possono portare risultati importanti. E’ tempo di presentare la dichiarazione dei redditi e sono iniziate ormai da mesi le campagne pubblicitarie di organizzazioni ed enti che ci sensibilizzano ad apporre, in loro favore, la firma per il 5 per mille, attraverso la quale una parte di imposte da ciascuno di noi versate allo Stato viene destinata ad enti che svolgono attività socialmente rilevanti, senza che ciò comporti per il cittadino

contribuente un maggiore onere: non si tratta di una donazione, ma di un finanziamento attraverso cui al cittadino viene garantita una piccola ma importate sfera di sovranità ed egli stesso può teoricamente decidere a chi destinare parte della ricchezza con cui contribuisce alle spese pubbliche (art. 53 Costituzione: Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche...). Lo Stato definisce che gli enti beneficiari del 5 per mille possono essere le associazioni di volontariato e non lucrative di utilità sociale, le associazioni e le fondazioni di promozione sociale, gli enti di ricerca scientifica, universitaria e sanitaria, i comuni e le associazioni sportive dilettantistiche e che promuovono attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici: tutte devono tuttavia risultare regolarmente iscritte in un apposito Albo nazionale aggiornato annualmente. Mi interessa segnalare che è possibile destinare questa somma al proprio Comune di residenza per le sue attività sociali e che in linea generale può essere compiuta una

Assistente Sociale Laura Traversi

scelta a favore di realtà no profit già attive promotrici di azioni di benessere per la nostra comunità locale. Allo stesso tempo, rivolgendomi alle organizzazioni che chiedono il sostegno, invito a considerare che il cittadino certamente gradisce poter conoscere quali progetti potrebbero essere sostenuti grazie al suo contributo ed essere tenuto informato dei progressi del caso. Ecco dunque il mio invito a non disperdere nel mare magno del gettito fiscale ciò che può tornare indietro al nostro territorio, alla nostra comunità attraverso i tanti rivoli della scelta del 5 per mille: sostenete l’associazione sportiva a cui è iscritto vostro figlio, l’associazione di volontariato che vi sembra abbia sempre delle buone idee e progetti per la città, finanziate la ricerca scientifica se vi sta a cuore, insomma non perdete questa opportunità di decidere cosa è importante per voi. Quando il vostro commercialista o il vostro Centro di assistenza fiscale ve lo chiederà, siate pronti con il codice fiscale dell’ente

scelto e apponete la vostra firma. Sappiate che con la propria scelta non si versa concretamente il 5 per mille del proprio gettito personale: lo Stato infatti calcola l’importo totale delle entrate dovute all’Irpef e solo successivamente calcola gli importi dovuti; ma la firma è importante perché lo Stato calcola il totale delle firme pervenute per ogni destinazione e in base alla percentuale attribuisce ai vari enti il 5 per mille. In questo modo tutte le firme hanno lo stesso peso, indipendentemente dal reddito. Infine non abbiate dubbi sul fatto che la firma per il 5 per mille non esclude e non si sovrappone in alcun modo alla più conosciuta scelta dell’8 per mille: possono essere compiute entrambe ed entrambe valere. Infine fate sapere con una e-mail o una telefonata all’Associazione interessata che vi siete adoperati per loro e se proprio volete farla fino in fondo, chiedete di essere tenuti informati sull’utilizzo dei finanziamenti ricevuti. Anche così si costruisce un pezzo di comunità. www.percorsi.pd.it

Lo sPaZio DELL’Etica

La pillola anticoncezionale come interferente endocrino Dagli anni 80 gli scienziati hanno la consapevolezza che i farmaci, anche se assunti in modo corretto, iniziano una “carriera”nell’ambiente, una volta espulsi dall’organismo. Con la contraccezione ormonale, specie con un alto consumo della pillola (nel mondo industrializzato ce ne sono 140 MILIONI di utilizzatrici della pillola “anticoncezionale”), avviene una considerevole immissione degli agenti inquinanti nelle acque POTABILI. Gli eco – tossicologi trovano nelle acque FILTRATE l’intero spettro di medicine e naturalmente il principio attivo della pillola “anticoncezionale”. Nel manuale di “ECO – tutte le sere TOSSICOLOGIA” scritto da Karl Fent (Stuttgart 2007), il principio attivo di TUTTE le pillole denominato “etinilestradiolo (EE2)”, viene collocato su tra i più dannosi interferenti endocrini. prenotazione Gli INTERFERENTI ENDOCRINI sono sostanze chimiche artificiali che si intromettono nel sistema endocrino di chi ci viene ESPOSTO anche involontariamente, agendo sulle sue ghiandole endocrine e combinando delle modificazioni di varia entità Da una parte ci sono sostanze biotossiche usate dall’agricoltura nella lotta PADOVA Via SS antiparassitaria, dall’altra parte ci sono prodotti

NOVITÀ

CUCINA TURCA

di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)

chimici usati dall’industria e nel bel mezzo naturalmente solo nel fegato delle femmine ed rinunciare ai farmaci in generale ed abbracciare ci sono gli ormoni artificiali femminili, i quali è un marcatore biologico di “effeminatezza”. la fitofarmacia ma è quello di promuovere una derivano dai contraccettivi ormonali assunti Rudolf Ehmann, un ginecologo svizzero, riporta riflessione circa un’INUTILE assunzione di un nelle case private. Tutti queste sostanze ad alta nel suo articolo medico “Effetti distruttivi della farmaco in presenza di tante valide alternative. potenza estrogenica contaminano C. le acque; il pillola anti – baby” uno studio effettuato a Berlino, La riflessione racchiude una rivalutazione : ssimo &ecologico dovuto secondo il quale i maschi di persico cresciuti 1 della FERTLITA’ della donna che potrebbe a M i bene comune. L’inquinamento in s di Ca alla pillola viene negato nei mass media oppure nelle acque depurate producono non solo la essere scoperta come una condizione di sminuito. Ciò non di meno i pesci subiscono le VTG ma maturano le cellule uovo all’interno dei salute da CONOSCERE e rispettare. A questo sostanze capitate nell’acqua. Le ripercussioni più testicoli. Le concentrazioni tossicologiche rilevanti scopo esistono in Italia i centri dove vengono di EE2 si trovano non solo nelle acque filtrate insegnati i metodi basati sulla “fertility awarness” estese sulla loro sessualità e generalmente sulla Dopo tante e lunghe notti insonni, conservazione della specie sono da attribuire ma sono presenti nelle acque di superficie. Gli (consapevolezza della fertlità). abbiamo concluso che la farina agli interferenti endocrini e particolarmente agli effetti indesiderati di questo ormone della pillola 2.della SESSUALITA’umana che potrebbe essere migliore è canadese deve nonmaturare si limitano a nuocere alla vita acquatica, vissuta come una realtà fondamentalmente ormoni steroidei della pillola anti – baby.eEssi per almeno 48 ore. agli embrioni nel grembo materno, alle donne positiva, quindi da tutelare attraverso comportano nei pesci i seguenti danni: affettiva, relazionale, usano la contraccezione ormonale. Risulta un’EDUCAZIONE 1.pesanti squilibri di popolazione (più femmine Solo così vengono fatte che le nostre nemmeno gli uomini escano da questo spirituale. La persona umana, per natura, è che maschi,pizze, comparsadal degligusto ermafroditi, cioè che delicato e raffinato pesci sia con gli organi sessuali maschili sia circolo vizioso senza sconfitte, perché gli ormoni educabile. La sua memoria, la sua sessualità, il che ti farà impazzire, atornano quello nel circolo attraverso l’acqua POTABILE. suo appetito … sono educabili. quelli femminili). impetuoso ti farà( ammattire... 2. squilibri nel comportamentoche riproduttivo i Siccome in tante regioni delle moderne 3.della relazione di COPPIA che potrebbe civilizzazioni è stato rilevato il livello di EE2 essere promossa non come qualcosa di maschi non si interessano delle femmine). 3. gravi malformazioni degli organi sessuali ed così alto da provocare l’ermafroditismo nelle precario, scontato ed immediato ma come un trote, come si può continuare ad ironizzare sul PROGETTO, un processo di crescita graduale aumento di sterilità. Il problema è evidente nella formazione di una possibile rapporto causa/effetto tra l’interferente e solidale. proteina, detta vitellogenina (VTG) anche nei endocrino EE2 e la sterilità e l’aumento delle Il primo passo in questa riflessione è comunque il progetto d’Amore che Dio ha maschi. Questo è dovuto all’esposizione agli malattie degli organi riproduttivi negli umani? Fabiano e Sebastiano, 51 - Tel. 049 623734 PizzeriaACCOGLIERE Al Borgo Vecio ormoni femminili artificiali. La VTG si forma L’obiettivo di quest’articolo non è quello di per ogni sua creatura.


50 I nostri esperti L’ocuLista

Manifestazioni oculari della dislessia Dott. Valerio Crepaldi

La dislessia è poco conosciuta in Italia nonostante gli esperti stimino che almeno 1.500.000 di bambini sotto i sette anni ne siano affetti. Recentemente ho visitato un bambino inviatomi per le difficoltà che aveva nella lettura presumibilmente legate ad un disturbo visivo, ma, da un approfondito esame oculistico non emergevano difetti visivi nè patologie. Il bambino era dislessico, cioè manifestava un disturbo della lettura e della scrittura pur presentando intelligenza normale e assenza di problemi psicologici o nerurologici. Il bambino dislessico legge e scrive non in maniera automatica ma impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, stancandosi rapidamente, commettendo errori e

imparando poco. In altri termini l’atto della lettura si svolge attraverso la percezione visiva, il riconoscimento delle singole lettere che compongono la parola e la comprensione di ciò che viene letto. Nei dislessici questi elementi sono alterati. Gli errori più comuni sono quelli di confondere le lettere che sono visivamente simili ma orientate diversamente o che hanno suoni simili v-f,gc,b-p,d-t. Leggono le parole al contrario (capra-carpa), sbagliano la sequenza delle lettere, invertono i numeri (21–12), hanno difficoltà nelle tabelline. Può esserci confusione fra destra e sinistra, mancinismo, difficoltà nel calcolo nelle sequenze spazio temporali come i giorni o i mesi dell’anno. A volte si

riscontrano movimenti oculari confusi e irregolari durante la lettura con difficoltà nelle pause e nel ritmo delle parole. Il bambino può perdere fiducia in sè stesso e avere disturbi del comportamento. In oftalmologia l’argomento è sempre stato poco trattato ma la possibilità che l’oculista sia il primo a evidenziare tale disturbo lo colloca in un ruolo importante indirizzando il piccolo paziente agli specialisti che si occuperanno della terapia e cioè il neuropsichiatria infantile e il logopedista. Si considera che almeno il 10% dei bambini in età scolare presenti problemi di dislessia spesso con caratteri di familarietà. La diagnosi nei primi anni di scuola elementare può essere complicata

dall’abilità e dalla intelligenza del bambino. Non c’è mai una vera guarigione dalla dislessia tanto che molti si accorgono di averne sofferto solamente in età adulta. Non si esclude che spesso si tratti di un disturbo “emotivo”benché non esistano

prove al riguardo. Compito dell’ oftalmologo è sollecitare una valida collaborazione tra gli specialisti interessati riconoscendo quando possibile il difetto per meglio curarlo e prevenirlo.

DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova v.crepaldi@libero.it

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Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto

Gli edifici energeticamente efficienti e la corretta progettazione quelle dove può accumularsi aria fredda con aumento dell’umidità e formazione di nebbie e foschie che riducono la radiazione solare. L’orientamento dell’edificio è di particolare importanza per determinare la sua efficienza energetica: è ottimale esporre ampie superfici vetrate verso sud per captare l’energia solare. Durante l’inverno l’irraggiamento è contenuto ma la bassa inclinazione sull’orizzonte garantisce comunque un flusso di energia significativo; per contro in l’estate, quando l’irraggiamento solare è intenso, l’inclinazione sull’orizzonte è elevata ed i raggi solari sono quasi radenti alla facciata sud, limitando così gli apporti di calore

all’interno. In ogni caso, per l’estate, devono essere previsti idonei sistemi di schermatura. Nelle aree geografiche con clima temperato la forma migliore degli edifici è quella allungata in direzione est ovest con una variazione di più o meno 20°; ciò consente di disporre i locali principali (soggiorno, pranzo, studio ecc.) verso sud per godere della migliore esposizione al sole, mentre quelli di servizio dovrebbero essere disposti sugli gli altri affacci. A nord l’ampiezza delle finestre dovrà essere la minima necessaria per contenere le dispersioni termiche; ad est ed ovest le superfici finestrate dovranno essere limitate ed opportunamente

Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a carturenzo@studiocarturan.it

© Foto di Erika Crosara

I costi di realizzazione e di gestione di un edificio a basso consumo energetico sono in diretta relazione con il progetto: un progetto accurato assicura il risparmio di energia ed un ritorno economico. Lo standard costruttivo di edifici a basso consumo energetico non richiede la scelta di predeterminati tipi di costruzione; l’edificio può essere una costruzione massiccia in laterizio o calcestruzzo, oppure una costruzione massiccia in legno oppure una costruzione leggera a telaio. Nella costruzione massiccia in laterizio o calcestruzzo i materiali hanno una massa elevata; sono caratterizzati da una buona capacità di accumulo dell’energia, conferendo alla costruzione un’ottima condizione di confort sia d’inverno, con l’irraggiamento di calore verso gli ambienti interni, sia d’estate quando, con la ventilazione nelle ore più fresche, si “scaricano” dell’energia accumulata durante le ore più calde, contribuendo così ad abbassare la temperatura interna degli ambienti. La costruzione massiccia in legno, costituita da pannelli in tavole incollate, chiodate o impilate per pareti, coperture e solai, si comporta allo stesso modo con effetti un po’ attenuati rispetto la costruzione massiccia in laterizio o calcestruzzo. In entrambi i casi, per raggiungere gli standards di efficienza energetica richiesti, la costruzione viene coibentata con un isolamento termico continuo sul lato esterno degli elementi costruttivi, che può essere realizzato con materiali sintetici o naturali come vedremo prossimamente. La costruzione leggera è caratterizzata dal sistema portante a telaio in legno o acciaio e pannelli di irrigidimento e chiusura sui due lati; in questo caso l’isolante è situato all’interno degli elementi costruttivi. Quasi sempre, ed in particolare se il telaio portante è in legno, si tratta di edifici ad elementi prefabbricati, già completi degli impianti, costruiti in stabilimento su progetto del cliente, che in poco tempo vengono montati in cantiere. Per questi edifici, con poca massa, è necessaria l’installazione di un sistema di riscaldamento che reagisca in poco tempo alle variazioni di temperatura esterna per garantire una temperatura interna costante di confort; per l’estate deve essere progettato con cura il sistema di ombreggiamento e l’edificio va ventilato adeguatamente per evitare il surriscaldamento. Nelle costruzioni leggere a telaio si devono adottare opportuni accorgimenti per evitare la formazione di condensa all’interno degli elementi costruttivi (pareti, solai, tetto) che pregiudicherebbe la durabilità dei materiali. Si può dire che la progettazione accurata di un edificio energeticamente efficiente inizia già dalla scelta dell’area: se possibile, infatti, è opportuno costruire l’edificio in siti adatti per sfruttare al meglio l’energia gratuita offerta dal sole e per ridurre le dispersioni termiche. Una posizione favorevole ottimizza il comportamento energetico dell’edificio col conseguente risparmio di energia, che si traduce in una riduzione delle emissioni nell’ambiente ed in risparmio economico. Gli aspetti che devono essere considerati sono l’orografia del luogo (orientamento, quota e pendenza del terreno nelle zone collinari e montuose) e la presenza di ostacoli (rilievi, edifici, alberature considerando anche le evoluzioni future) che possono limitare l’irraggiamento solare utilizzabile per il riscaldamento dei locali, per la produzione di acqua calda con i pannelli solari e per la produzione di energia elettrica con i pannelli fotovoltaici. Per limitare, quindi, le dispersioni termiche durante l’inverno vanno evitate le posizioni esposte al vento e

schermate per evitare il surriscaldamento estivo per il fatto che, su questi orientamenti, l’irraggiamento è intenso ed incide sulle superfici vetrate per la bassa inclinazione dei raggi solari rispetto l’orizzonte. Una buona soluzione, da valutare comunque attentamente, è quella di prevedere la piantumazione di essenze a foglia caduca che d’estate consentano un buon ombreggiamento mentre d’inverno, per essere spoglie, assicurano comunque lo sfruttamento dell’irraggiamento solare. Una diversa disposizione dell’edificio rispetto la direttrice est ovest comporta un bilancio energetico sfavorevole poiché aumentano le dispersioni termiche e diminuiscono gli apporti solari gratuiti; in questo caso si dovranno adottare opportuni accorgimenti ad esempio ruotando le superfici vetrate rispetto l’allineamento di facciata con la costruzione di bow-window, usando vetrate più performanti, aumentando lo spessore del materiale isolante del cappotto, usando pannelli isolanti con una minore conducibilità termica ecc. Una condizione importante per la corretta progettazione di un edificio a basso consumo energetico è la previsione di una forma possibilmente compatta per ridurre le superfici disperdenti a parità di volume costruito; la condizione è espressa dal rapporto tra le superfici disperdenti ed il volume: minore è il rapporto più l’edificio è compatto, minori sono le dispersioni termiche e minore sarà il fabbisogno di energia. Un edificio ad un solo piano consumerà di più di un edificio a due piani a parità di volume, così pure unità abitative isolate consumeranno di più di un edificio a schiera o a blocco sempre a parità di volume; un edificio a torre disperde di più di un edificio a schiera, a parità di rapporto tra la superficie disperdente ed il volume, poiché l’edificio a torre ha più superficie disperdente verso l’esterno mentre l’edificio a schiera ne ha di più verso il terreno ove le dispersioni sono minori. Nella progettazione di un edificio energeticamente efficiente si devono considerare altri due criteri importanti: la tenuta all’aria e la ventilazione; nel primo caso vanno presi tutti gli accorgimenti necessari per evitare le infiltrazioni d’aria dall’esterno con l’uso di guarnizioni espandenti negli attacchi delle finestre, con la posa di teli a tenuta all’aria nelle strutture in legno e nei sistemi costruttivi a secco, con l’uso di nastri sigillanti, con la corretta intonacatura degli edifici in laterizio, ecc.; nel secondo caso è opportuno prevedere un sistema di ventilazione meccanica controllata con scambiatore di calore anziché la ventilazione naturale; ciò consente di recuperare l’energia nello scambio termico tra l’aria immessa proveniente dall’esterno e quella espulsa dagli ambienti interni. La ventilazione degli edifici è determinante per l’efficienza energetica; trattandosi di un argomento importante sarà oggetto di una prossima e specifica trattazione.


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