del Conselvano
Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 35 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Terrassa, il caso Ampliamento del cimitero, stop dal patto stabilità pag.
Agna, iniziativa Viaggio in Germania per collaborare
Bovolenta Forno crematorio scontro frontale sul progetto
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EDITORIALE
videosorveglianza anche a cartura
L’Italia, le urgenze, le tasse ... di Mauro Gambin*
A Carturasono iniziate le procedure di gara per l’affidamento dei lavori di installazione di un sistema di videosorveglianza, costituito da 7 occhi elettronici, che saranno posizionati nei pressi delle scuole e degli impianti sportivi, lungo la provinciale 92 “Conselvana” in corrispondenza del semaforo di via Padova. pag. 8
tribano guarda al futuro con il pat
Presentate le osservazioni al Pat Comunale e questo fa si che possa partire l’iter di approvazione da parte della provincia per arrivare al Piano del sindaco che potrà così dare il via alla revisione e alla realizzazione delle varie iniziative edilizie del comune a partire dai Piani Perequati. Tutte le novità. pag. 12
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L
Strade a pezzi e buche rabbia fra le imprese
Disagi in un settore della zona industriale pericoli all’ordine del giorno per chi vi lavora
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n dramma che si ripete dopo ogni ondata di maltempo, una situazione che sta esasperando le centinaia di persone che ogni giorno frequentano la zona industriale e devono fare i conti con le strade - gruviera. In certi tratti l’asfalto non esiste più e sembra di avventurarsi lungo una strada sterrata, con buche profonde anche 15 centimetri. Le piogge di marzo non hanno fatto che peggiorare la già drammatica situazione in cui versa un intero settore della zona industriale di Conselve. Nel
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di nuovo e si aprono delle buche ancora più profonde. Ogni giorno dobbiamo tenere a bada la rabbia di clienti, fornitori e dipendenti che hanno rischiano di lasciarci ruote e sospensioni. Senza considerare i rischi per la sicurezza perché per evitare le voragini auto e camion procedono a zig - zag, da una carreggiata all’altra. Con la pioggia poi è un disastro perché le buche non si vedono e ogni volta sono danni». Gli imprenditori si erano già fatti sentire l’estate scorsa”. pag. 6
L’Intervento
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quadrilatero fra le vie Seconda Strada, del Commercio, Quarta Strada e del Progresso insistono decine di storiche aziende industriali ed artigianali e vi lavorano almeno un migliaio di persone, senza contare i fornitori e i clienti. Tutti alle prese con uno slalom da “Camel Trophy” fra le voragini e le continue richieste di sistemare una volta per tutte il manto stradale ormai inesistente. “E’ inutile continuare a metterci delle pezze - affermano gli imprenditori conselvani «perché alla prima pioggia l’asfalto cede
’Italia nel dopo voto avrebbe dovuto trovare risposte. Invece. Si sono moltiplicati gli interrogativi. I partiti bisticciano sulle priorità: prima il governo, prima le commissioni speciali o prima il presidente della Repubblica? Pd, Pdl, M5s che oggi si divino quasi in proporzioni uguali il Parlamento, giocano a “morra cinese” e più spesso alle “tre carte” ma non vince nessuno. Non c’è intesa su niente, tutti aspettano che la prima mossa la facciano gli altri e si dicono spazientiti ripetendo ossessivamente come in una “reclame” che “L’Italia non può più aspettare”. Lo dicono a noi che di pazienza ne portiamo più di Giobbe e non ci nascondiamo nemmeno l’eventualità che questo clima di incertezza possa rianimare da un momento all’altro la corsa dello spread e la sfiducia dei mercati. Forse sarà rimasto deluso chi da questa nuova stagione politica si aspettava tutti i nodi al pettine, una distinta riga di demarcazione nell’Emiciclo tra il “nuovo” e il “vecchio” o la buona politica sciolta dall’ideologia, ne è uscito invece un Parlamento diviso tra “Il buono, il brutto e il cattivo” a “geometria variabile” nel senso che è facoltà vostra assegnare di volta in volta il ruolo a chi vi pare. continua a pag. 3 *direttore@lapiazzaweb.it
Sanità privata serve una svolta di Leonardo Padrin*
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orse è utile dare alcune informazioni relative al dibattito in corso sulla sanità privata nel Veneto. Le polemiche di questi giorni riguardano le strutture private ambulatoriali convenzionate, cioè operatori privati che vengono pagati dalla Regione per erogare ai cittadini dei servizi sanitari con il solo pagamento del ticket. *Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto
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EDITORIALE
L’Italia, le urgenze, le tasse...
Le attività nel padovano
agriturismi e delizie geografia del gusto
La rete degli Agriturismi padovani e dei punti di vendita diretta ha un nuovo ed agile strumento di promozione, una pubblicazione che aggiorna e promuove la “geografia del gusto” nella nostra provincia. La guida, un’iniziativa della Camera di Commercio di Padova in collaborazione con Coldiretti Padova, riporta le schede aggiornate di 66 aziende agrituristiche del territorio oltre alle informazioni sulla vendita diretta. Ad oggi sono 90 le aziende agricole padovane del “Punto di Campagna Amica” che svolgono attività di vendita diretta, le cui informazioni sono riportate nel dettaglio nella guida insieme alle indicazioni sui 12 mercati settimanali. Ondata di maltempo a Padova
primavera bagnata fra piogge e frane
Primavera bagnata tra allagamenti e frane. Non è certo iniziata sotto i migliori auspici la cosiddetta “bella stagione”, segnata invece da una serie di perturbazioni che hanno portato per tutta marzo e la prima decade di aprile piogge intense e temperature al di sotto della media. Disagi per gli allagamenti e gli smottamenti. Nuova clinica a Pozzonovo
sanita’ privata arriva mediclinic
La nascita di una struttura sanitaria all’avanguardia a livello internazionale, l’attenzione ad un nuovo modello di sanità, la creazione di nuovi posti di lavoro fa notizia in questo periodo difficile. Che poi la nuova struttura apra nella Bassa Padovana è un ulteriore elemento di novità. Si tratta della clinica sanitaria MediClinic che ha iniziato l’attività il mese scorso a Pozzonovo, con l’offerta di un’ampia gamma di prestazioni all’avanguardia per la prevenzione, la diagnosi e la terapia, un nuovo modello di sanità.
segue da pag.
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Tanto il risultato pare non cambiare più di tanto. A spadroneggiare è la strategia: quella delle elezioni, non quella delle priorità da affrontare. Tuttavia, l’Italia non è solo la sua classe politica e sarebbe sbagliato addossare a quest’ultima ogni responsabilità della situazione attuale, molte sono responsabilità dirette della così detta “società civile” la stessa che è diventato di moda citare in politica come slogan del candore. Tra qualche settimana, dopo la dichiarazioni dei redditi, sono sicuro resteremo basiti da qualche notizia sulle cifre che la società civile dichiarerà al fisco. Ogni anno con disinvoltura, come si trattasse di una nota di colore o di una “freddura” un po’ volgare vengono diffuse notizie sulle evasioni fiscali: gli orafi vicentini con redditi sotto i 12 mila euro (annui!), i grandi capitali nei paradisi fiscali, il professionista del nero: il bestiario degli evasori è vario e vasto, tanto da stare agli italiani come il detto che ci vuole un popolo di “santi, poeti e navigatori” o “grandi amatori”. Il problema c’è, se la media dei redditi dischiarati all’erario dagli imprenditori si aggira attorno ai 19 mila euro annui. Perché si deduce che il peso fiscale sta quasi esclusivamente su lavoratori dipendenti e pensionati. E’ così, infatti, il gettito arriva per il quasi il 55% dai lavoratori dipendenti, quasi il 24% dai pensionati, solo per il 7% contribuisce il lavoro autonomo e per meno del 4% l’impresa. Certo, chi obbietta che Italia si pagano tasse come in uno stato del Nord Europa e si ottengo servizi come in una paese dell’africa, dice una cosa vera, chi sostiene che il costo per il lavoro dipendente è troppo alto, parla di sacrosanta verità, e chi chiede un patto per il fisco più equo chiede una cosa giusta, le tasse vanno abbassate ma intanto gli italiani, senza necessariamente aspettare che la politica si metta d’accordo, inizino a pagarle. Anche questa è un’urgenza. di Mauro Gambin
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Proiezioni fino al 13 maggio
veneto film festival nelle sale padovane Al via, dall’8 aprile al 13 maggio, la seconda edizione di Veneto Film Tour, rassegna dedicata al cinema veneto promossa da Regione del Veneto e organizzata da Veneto Film Festival in collaborazione con AGIS e FICE (Federazione Italiana Cinema d’Essai). In programma un ciclo di proiezioni che coinvolgerà le sale d’essai di Padova, Rovigo, Vicenza, Verona, Este e Venezia in 11 appuntamenti, tutti alla presenza degli autori. Biglietto d’ingresso 3 euro. Il programma completo con tutti gli appuntamenti è disponibile sul sito www.venetofilmfestival.it. Due settimane di eventi
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Conselvano conselve, il caso
arre, l’evento
due carrare
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Furti e rapine, ora è polemica sulla sicurezza pag. 14
anche pizza al kamut!!!
Provincia sanità e ricerca
Market cinese, il “giallo” dei 120 mila euro al Comune pag. 6 Concerto delle grandi occasioni, Arre applaude alla musica pag.
di tutti !!
a maggio festival della cittadinanza
Regione tagli
Staminali, passo avanti nella lotta alle malattie pag.
ambiente
Dalle escursioni d’arte ai percorsi avventura nei boschi dei Colli pag.
solidarieta’
Run for Children nuova sfida al record mondiale pag.
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Seconda edizione in cantiere
Sanità convenzionata a rischio chiusura, pagg. 30-31
società
Wireless generation: la generazione online
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tasse In arrivo la stangata di primavera
Dopo il successo dell’edizione 2012 torna a Padova dal 3 al 12 maggio il Festival della Cittadinanza.Anche quest’anno il centro storico diventa teatro di un ricco programma culturale di mostre, spettacoli, convegni, tavole rotonde, animazioni di piazza, eventi, performance che rendono il Festival un laboratorio permanente, un cantiere sempre aperto e partecipato.
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cinema e viaggio al detour festival
Detour è un festival dove il cinema e il viaggio si fondono e si incontrano in modi imprevedibili e sempre nuovi. Saranno cinque giorni densi non solo di film, ma anche di incontri, workshop e altri eventi per vivere un’esperienza unica. Per chi ci seguirà, l’idea di viaggiare al cinema, con il cinema, non potrà essere più concreta. Marco Segato - direttore artistico del festival. Dopo il successo della prima edizione di Detour festival del cinema di viaggio ecco alcune anticipazioni della nuova edizione che si svolgerà sempre a Padova dal 15 al 20 ottobre, info www. detourfilmfestival.com.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della GIVE EMOTIONS Srl
DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE e
ConCessionaria
di
Questa edizione raggiunge le zone Conselve, Tribano, Cartura, Candiana, Due Carrare, Agna, Bovolenta per un numero complessivo di 13.208 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
Venezia Padova Rovigo Treviso
PubbliCità loCale
Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 28 marzo 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)
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4 Argomento del mese ENTI LOCALI L’esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno previsto dal decreto del governo, sarà di 5 miliardi per gli enti locali, 1,4 miliardi per le Regioni, 500 milioni per le amministrazioni centrali. In Veneto arriveranno 3,4 miliardi nell’arco dei due anni, che diventano 7 miliardi se si considera che la pubblica amministrazione ha 90-100 miliardi di debito verso le aziende
Sbloccato il Patto di stabilità, p
di Alessandro Abbadir
S
Dal Negro: ”Si aiutano i sindaci più furbi, che hanno fatto soffrire le imprese”
i allenta il Patto di stabilità e finalmente i comuni veneti possono tornare a respirare, ma non troppo. Le cifre ci sono e a livello nazionale sono imponenti. L’esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno previsto dal decreto del governo, sarà di 5 miliardi per gli enti locali, 1,4 miliardi per le Regioni, 500 milioni per le amministrazioni centrali e 800 milioni per investimenti cofinanziati dai fondi strutturali europei. Nel bilancio dello Stato viene istituito un unico Fondo da 26 miliardi di euro, articolato in tre sezioni comunicanti tra loro, per il pagamento dei debiti degli enti locali (2 miliardi nel 2013 e nel 2014), delle Regioni per debiti diversi da quelli sanitari (3 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014) e sempre delle Regioni ma per debiti sanitari (5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014). Comuni e Province, entro il 30 aprile, faranno richiesta di autorizzazione al ministero delle Finanze per i pagamenti da effettuare che dovranno essere autorizzati entro il 15 maggio e finanziati con le disponibilità liquide degli enti. Entro il 15 giugno le amministrazioni dovranno comunicare importi e tempistiche alle imprese. Ma quanti soldi arriveranno in Veneto? 3,4 miliardi nell’arco dei due anni, secondo gli uffici studi delle associazioni di categoria, che diventano 7 miliardi se
Un giudizio definitivo sul decreto si potrà dare solo dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi edilizia scolastica
Servono 111 milioni
I
vincoli del Patto di Stabilità avevano bloccato anche gli interventi nel settore dell’edilizia scolastica mettendo a rischio la sicurezza dei bimbi che si trovano all’interno. Anci Veneto ha condotto un’indagine in cui chiedeva alle municipalità di indicare gli importi necessari per la sistemazione dei plessi ma bloccati dal patto. Con risposte da parte di 84 Comuni da tutto il Veneto che rivelano una cifra complessiva molto alta: ben 111.254.099,26 euro. Nell’ambito del questionario, le spese maggiori giudicate necessarie sono per i 18 comuni della provincia di Treviso che hanno risposto, con 37 milioni di euro in totale. A seguire le 19 municipalità veronesi con quasi 18 milioni e le 7 veneziane con 21.643.000 euro. Non si scherza neppure nelle 17 municipalità del vicentino (14,5 milioni) e nelle 15 del padovano (8.636.000). 1.169.200 euro costituisce il fabbisogno delle 6 bellunesi, 325mila euro quello delle 2 rodigine, La stessa Anci ha parlato del problema nelle scorse settimane con il prefetto di Verona Perla Stancari. “Il prefetto si è dimostrato sensibile a questo tema – spiega il presidente dell’Anci regionale Giorgio Dal Negro. Legge che ci prescrive tutti gli adeguamenti antisismici e migliaia di bambini che dentro quegli immobili hanno lezione ogni giorno. Continueremo i confronti sull’argomento con gli altri prefetti della regione”.
si considera che la pubblica amministrazione ha 90-100 miliardi di debito verso le aziende. “La scelta di sbloccare 40 miliardi di pagamenti per le aziende è un’ottima notizia. Come Anci Veneto abbiamo preteso con forza questo provvedimento, che salutiamo con favore. In questo modo si ridà fiato alle tante aziende in difficoltà e si liberano risorse fondamentali per far tornare a crescere la nostra economia. Occorre proseguire su questa strada, allentando il patto di stabilità, in modo da consentire ai Comuni di avviare tante piccole e medie opere pubbliche, che renderanno più moderne le nostre città e creeranno lavoro”, ha detto Flavio Zanonato sindaco di Padova. I malumori però ci sono, e sono a tutti i livelli. Il governatore Zaia parla di “nuove blindature” del patto di stabilità che di fatto non permettono di spendere alla Regione un euro in più. “Anche per chi potrà entro il 30 aprile fare richiesta per ammorbidire i vincoli del Patto di Stabilità per pagare i debiti arretrati – spiega Giorgio Dal Negro all’Anci Veneto - il decreto potrebbe rivelarsi poco efficiente”. Facciamo esempio di grosso comune nella nostra regione. Il Comune di Venezia, per esempio, ha saldato circa un centinaio di milioni di euro di arretrati, ma non è detto che potrà stornarli nel calcolo del Patto. Il governo infatti prevede un tetto totale di
5 miliardi di euro da suddividersi per tutti i debiti arretrati di tutti i Comuni italiani. Se dovesse venir fuori che il totale dei debiti da saldare è di più di 20 miliardi di euro, allora il tetto di spesa per ogni Comune sarà ridotto a un quarto del debito effettivo da saldare. Il presidente dell’Anci Veneto Giorgio Del Negro che è sindaco del comune di Negrar è stato chiaro. “Il decreto va bene - spiega il presidente dell’Anci - ma senza provvedimenti in programma per allentare il Patto di stabilità, lo strumento serve solo ad aiutare i sindaci più furbi, quelli che hanno fatto soffrire le imprese perché hanno commissionato lavori che sapevano di non poter pagare. I sindaci veneti, in genere, hanno invece bloccato i lavori che sapevano di non poter saldare e quindi l’ammontare dei debiti arretrati è davvero basso. Insomma un decreto che pare fatto per altri”. L’impressione è che per l’ennesima volta, invece di sanzionare certe condotte amministrative, si rischi di aiutare chi si è comportato peggio. Aree del territorio nazionale, fa capire l’Anci Veneto, che si trovano ben distanti da qui. Comunque un giudizio definitivo sul provvedimento si potrà dare solo dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi perché così non è ancora chiaro a quanto ammontano le somme che potranno essere liberate.
Argomento del mese 5 Gli effetti in Provincia di Padova
per i comuni i problemi restano L’analisi Interviene Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre
“In questa fase, a disposizione solo 500 milioni di euro” di Alessandro Abbadir
L
spalla pag 5 per padova
a Cgia di Mestre, con il suo segretario Giuseppe Bortolussi, dopo aver letto il nuovo decreto sullo sblocco dei primi 40 miliardi di euro di debiti che la Pubblica amministrazione deve onorare nei confronti delle imprese italiane, si pone una domanda precisa “Lo Stato centrale continua a non pagare?”. Bortolussi fa un’analisi al dettaglio. “Ebbene - dice Bortolussi - al netto dei 6,5 miliardi di rimborsi fiscali - tasse che i contribuenti italiani hanno ‘pagato in più’ - e dei 26 miliardi di euro che il Ministero dell’Economia e delle Finanze farà confluire in un apposito fondo a disposizione degli enti locali e delle regioni prive di liquidità, risorse che dovranno comunque essere recuperate tra le pieghe dei loro bilanci e restituite con gli interessi, pare di capire che l’amministrazione centrale metterà a disposizione solo 500 milioni di euro all’interno del pacchetto relativo all’allentamento del Patto di stabilità interno”. Prendendo come buona la stima di 91 miliardi di euro quale debito della P.A nei riguardi delle imprese, la Cgia è convinta che siano molti di più perché nell’indagine campionaria della Banca d’Italia non si tengono conto delle imprese al di sotto dei 20 addetti che costituiscono il 98% di tutte le aziende presenti in Italia e di quelle operanti nei servizi sociali e sanitari. Pertanto, dei 91 miliardi di debito complessivo, ben 44 miliardi sono in capo a Regioni ed Asl. Gli altri 47 miliardi, invece, si distribuiscono tra Comuni, Province e Stato centrale. “Purtroppo, dalle stime della Banca d’Italia non è possibile misurare quant’è il debito da attribuire all’amministrazione centrale. “Tuttavia – conclude Bortolussi – non c’è sicuramente proporzione tra lo sforzo richiesto alle Regioni, alle Ulss ed agli enti locali e quello che dovrà fare lo Stato centrale, visto che di suo sborserà, in questa prima fase, solo 500 milioni di euro”.
Patto di immobilità
Bloccati interventi per quasi 85 milioni Q
ualcuno lo ha ribattezzato “patto di immobilità”, “patto di stupidità”, “palla al piede”, “tagliola”: a Padova il Patto di Stabilità è visto dagli amministratori come la bestia nera dei bilanci. Ora i sindaci si aspettano che il decreto approvato a Roma permetta di dare corso a pagamenti e investimenti per sbloccare opere e interventi, anche a Padova, dove proprio i comuni più virtuosi si trovano penalizzati e “ingessati”. Stando ad un primo conteggio ufficioso nella nostra provincia sfiora gli 85 milioni di euro la somma di denaro bloccata nei casse degli enti pubblici, contante disponibile ma non utilizzabile per non andare contro i dettami del patto di stabilità. Circa 64 milioni sono nella disponibilità dei Comuni, di cui 7 al solo Comune di Padova, mentre la Provincia si trova con 20 milioni di euro “congelati”. Eppure proprio i Comuni non riescono a chiudere i bilanci e si trovano in forti difficoltà economiche. Nelle prossime settimane si valuteranno gli effetti del decreto che ha dato il via libera ai pagamenti, anche se si tratta per lo più di vecchi debiti, accumulati diversi mesi o anche anni fa, una situazione che riguarda marginalmente le amministrazioni padovane. La conta delle somme che attendono di essere investite è deprimente: a Monselice 2 milioni di euro giacciono in banca mentre, denuncia il sindaco Francesco Lunghi, le imprese aspettano di essere pagate per lavori già eseguiti. A Este non possono essere toccati oltre 5 milioni di euro, con i quali si potrebbero costruire piste ciclabili, asflatare strade e sistemare scuole. A Terrassa Padovana è bloccato l’ampliamento del cimitero e non c’è più posto per i defunti, mentre a Conselve i soldi in cassa bastano appena per pagare gli stipendi ai dipendenti fino a maggio e ci sono 800 mila euro di debiti da saldare alle imprese per lavori già eseguiti. A Piove di Sacco il futuro sidnaco che uscirà dalle elezioni amministrative si troverà in portafoglio, nella migliore delle ipotesi, al massimo un milione di euro, bruscolini per un Comune di simili dimensioni. Montagnana invece non potrà spendere 3 milioni e mezzo di euro. Ogni sindaco ha la sua storia da raccontare, le sue cifre da snocciolare, insieme alla preoccupazione di vedere la macchina amministrativa ormai impantanata tra patto di stabilità e stretta dei conti pubblici. Vittime del sistema anche le scuole, specie gli istituti superiori, per i quali la provincia non può spendere la bellezza di 14 mila euro già preventivati per sistemazioni, messe a norma e ristrutturazioni in venti scuole. Solo all’Istituto Duca D’Aosta di Padova la Provincia potrebbe finanziare opere indispensabili di messa in sicurezza per 1 milione 100 mila euro di cui 300.000 arrivano dal Miur come contributo concesso. Il patto di stabilità, però, non lo permette e il rischio è che si perda persino il finanziamento del Ministero dell’Istruzione. “Ci sono moltissimi progetti già approvati e finanziabili con i soldi in cassa della Provincia che non possiamo far partire. – spiega l’assessore all’edilizia scolastica Gilberto Bonetto – Dobbiamo partire dalla riqualificazione degli edifici pubblici per garantire prima di tutto ai nostri ragazzi di frequentare scuole sicure e funzionali, dando anche respiro all’economia locale. Per questo ho lanciato una petizione disponibile anche online per chiedere a tutti i cittadini di aiutarci ad avere a disposizione i finanziamenti già disponibili”. Nicola Stievano
6 Conselve Zona industriale Dopo le piogge delle settimane scorse fioccano le proteste
In breve
Voragini lungo le strade Automobilisti costretti allo slalom fra le buche L’ira degli imprenditori: “area impresentabile” di Nicola Stievano
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n dramma che si ripete dopo ogni ondata di maltempo, una situazione che sta esasperando le centinaia di persone che ogni giorno frequentano la zona industriale e devono fare i conti con le strade - gruviera. In certi tratti l’asfalto non esiste più e sembra di avventurarsi lungo una strada sterrata, con buche profonde anche 15 centimetri. Le piogge di marzo non hanno fatto che peggiorare la già drammatica situazione in cui versa un intero settore della zona industriale di Conselve. Nel quadrilatero fra le vie Seconda Strada, del Commercio, Quarta Strada e del Progresso insistono decine di storiche aziende industriali ed artigianali e vi lavorano almeno un migliaio di persone, senza contare i fornitori e i clienti. Tutti alle prese con uno slalom da “Camel Trophy” fra le voragini e le continue richieste di sistemare una volta per tutte il manto stradale ormai inesistente. “E’ inutile continuare a metterci delle pezze - affermano gli imprenditori conselvani «perché alla prima pioggia l’asfalto cede
L’anno scorso gli agenti di Conselve hanno accertato 2.289 infrazioni al codice della strada e staccato multe per 170 mila euro, in media circa 75 euro a multa. Il pattugliamento del territorio ha portato ad un calo delle multe per eccesso di velocità mentre sono in vertiginoso aumento gli automobilisti beccati con l’assicurazione scaduta. Un fenomeno in costante e preoccupante crescita, che crea non pochi problemi Sempre più numerose anche le auto con la revisione scaduta e le multe per guida con il cellulare. Cala di poco il numero di multe per parcheggio “abusivo” nei posti riservati ai disabili.
Mozione per salvare la Riabilitazione Il manto stradale in via del Commercio agli inizi di aprile di nuovo e si aprono delle buche ancora più profonde. Ogni giorno dobbiamo tenere a bada la rabbia di clienti, fornitori e dipendenti che hanno rischiano di lasciarci ruote e sospensioni. Senza considerare i rischi per la sicurezza perché per evitare le voragini auto e camion procedono a zig - zag, da una carreggiata all’altra. Con la pioggia poi è un disastro perché le buche non si vedono e ogni volta sono danni”. Gli imprenditori si erano già fatti sentire l’estate scorsa, quando avevano ottenuto la parziale asfaltatura dei tratti più compromessi e la promessa che il problema si avviava verso la soluzione. “Adesso siamo messi peggio di prima -
ribattono perché ormai il manto stradale non esiste più e l’asfalto “fresco” non può fare presa se il sottofondo è compromesso. Abbiamo di nuovo fatto presente la situazione sia in Comune che ad Attiva, l’ex Cosecon, a cui dovrebbe spettare la manutenzione di questo settore dell’area produttiva. Purtroppo conosciamo tutti la situazione in cui versa la società. Intanto però noi ci stiamo rimettendo, anche sotto il profilo dell’immagine, perché sfido chiunque a portare dei clienti in un simile disastro. Oltre all’asfalto è in pessimo stato anche la segnaletica e la cura di marciapiedi e aiuole, proprio un bel biglietto da visita”.
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Un ordine del giorno da far approvare a tutti i consigli comunali del territorio in difesa del reparto di Riabilitazione, per scongiurare le nubi di una possibile chiusura in vista della riorganizzazione della sanità regionale. Questo l’obiettivo dei gruppi consiliari di centrosinistra, Conselve in testa, per tenere viva l’attenzione su un servizio considerato il fiore all’occhiello nel panorama sanitario territoriale. La mozione ricorda che è in ballo la sopravvivenza dell’unico polo di riferimento di eccellenza per la riabilitazione sia post traumatica che post operatoria, e che il servizio è passato all’Uls 17.
“Adotta un alveare, salverai le api” “Adotta un alveare: salverai le api, l’ambiente e il vero miele padovano”. L’invito arriva dagli apicoltori professionali della nostra provincia, durante l’assemblea annuale a Conselve Per dare una mano al settore in un periodo impegnativo ecco l’idea di affidare in adozione a distanza gli alveari e ricevere in cambio una fornitura di miele padovano, con una spesa di 50 euro per due anni.
bAI-LI, GIALLO DA 120 MILA EuRO
A
ncora polemica sul bazar cinese in zona industriale. In cambio della variazione di destinazione d’uso dello stabile da artigianale - industriale a commerciale la proprietà, la Nogare Srl, aveva promesso all’amministrazione il versamento di 120 mila euro fra oneri e contributo volontario una tantum. A garanzia dell’impegno venne stipulata una fidejussione assicurativa a beneficio del Comune. L’operazione scatenò le polemiche e perfino un ricorso al Tar da parte dei commercianti dell’Ascom, ma il Bai-Li Market aprì nei tempi previsti attirando da subito una folla di clienti tutti i giorni. Ora il Comune inserisce la somma fra i crediti di “dubbia esigibilità”, e avvia la procedura per riscuotere la fidejussione. Una mossa che non è passata inosservata né all’Ascom né ai consiglieri del Movimento 5 Stelle conselvano. “Il bazar cinese è aperto da mesi - afferma Ferdnando Zilio, presidente provinciale dell’Ascom - ma dei 120 mila euro, finora, nemmeno l’ombra. Ora apprendiamo che nell’arco di qualche settimana la somma dovrebbe concretizzarsi grazie alla fidejussione. Allora ci chiediamo, se c’è questa garanzia il Comune non avrebbe motivo per temere che il pagamento non venga onorato. La vicenda, sulla quale ricordiamo che pende il nostro ricorso, conferma che i sindaci sono più propensi a credere al primo che propone loro soldi facili, piuttosto che a chi, come i commercianti, sono da tempo presenti sul territorio e, col loro lavoro e la loro iniziativa, ne hanno favorito lo sviluppo. I danni che vengono
Il market cinese a Conselve causati con queste concessioni improvvide, anche se col tempo dovessero essere sanati giuridicamente, nella sostanza danni rimangono perché, nel frattempo, l’economia locale ha subito i contraccolpi dell’avvento dei mega centri e mega bazar”. Critiche anche dal Movimento 5 Stelle, che denuncia di aver trovato resistenze. “Un mese fa - ricorda il portavoce Luca Martinello - avevo fatto richiesta di accesso agli atti per una verifica delle condizioni della polizza fideiussoria, ma non ho ancora ricevuto una risposta. Ora abbiamo presentato anche un’interrogazione in consiglio, in modo da avere un riscontro in tempi certi. Aspettiamo di avere notizie sull’incasso di questi 120 mila euro. Non vorremmo che oltre al danno per il commercio locale, causato dal cambio di destinazione d’uso del capannone, ci fosse anche la beffa, ovviamente a spese dei cittadini. Ci aspettiamo delle risposte chiare e vogliamo vedere i documenti”.
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8 Cartura L’Intervento
Sicurezza
Sanità privata serve una svolta
Il progetto. Coinvolte anche Pernumia e Due Carrare convenzionate per la polizia locale
Sette telecamere in arrivo di Francesco Sturaro
L
a videosorveglianza è considerata uno dei più efficaci deterrenti contro la criminalità, in quanto, tramite telecamere posizionate in punti sensibili di un edificio o di un determinato territorio, è in grado di mostrare in diretta o di registrare movimenti sospetti, atti di vandalismo e altre azioni illecite, consentendo di risalire ai loro esecutori. Privati ed enti pubblici, tra cui i comuni, hanno da tempo optato per questa soluzione, volta a garantire una maggiore sicurezza ai cittadini. A Cartura, ad esempio, sono iniziate le procedure di gara per l’affidamento dei lavori di installazione di un sistema di videosorveglianza, costituito da 7 occhi elettronici, che saranno posizionati nei pressi delle scuole e degli impianti sportivi, lungo la Strada provinciale 92 “Conselvana” in corrispondenza del semaforo di via Padova, in via Roma e nel centro abitato di Cagnola. L’intervento rientra in un più ampio progetto integrato sulla sicurezza che coinvolge, oltre Cartura, anche le municipalità di Pernumia e Due Carrare, enti locali che, con apposita convenzione, hanno deciso di esercitare in forma associata la funzione di polizia locale. Anche in questi due comuni saranno installate varie telecamere. La spesa totale, pari a circa 203 mila euro (Iva inclusa), sarà suddivisa tra i tre enti locali in proporzione al numero di occhi elettronici che saranno collocati nei rispettivi territori comunali. L’intervento nel suo complesso si avvale di un contributo regionale di 104.650 euro. “Il costo a carico del Comune di Cartura ammonta a 51.744 euro, al lordo del contributo regionale pari al 70% - precisa il sindaco Massimo Zanardo - la centrale operativa del sistema di videosorveglianza sarà allestita a Due Carrare, comune capofila della convenzione riguardante la funzione di polizia locale (cui aderiscono anche Bovolenta e San Pietro Viminario ndr). I comuni potranno trasmettersi le
neWs
H
Videosorveglianza lungo la provinciale Conselvana, sulle scuole e gli impianti sportivi, sulla frazione di Cagnola Anche Cartura ricorre alle telecamere per garantire il controllo del territorio e fare prevenzione
informazioni in rete in caso di particolari necessità”. Nello specifico a Cartura sarà installato un sistema di telecamere sia Dome (rotanti), sia fisse. Salvo imprevisti, gli amministratori locali confidano di completare l’installazione dei sette occhi elettronici entro il mese di luglio. “La videosorveglianza è finalizzata a garantire una maggior sicurezza e tutela della cittadinanza – commenta il sindaco Zanardo - In un periodo in cui assistiamo ad un crescente aumento di atti di vandalismo e furti un po’ ovunque, è necessario cercare di fare il possibile per limitare e scoraggiare questi fenomeni. Pertanto, assieme alle
amministrazioni comunali di Due Carrare e Pernumia, con le quali condividiamo le problematiche e la necessità di affrontarle, abbiamo chiesto e ottenuto dalla Regione Veneto un sostanzioso contributo per la realizzazione del sistema di videosorveglianza. Questo sistema – conclude il primo cittadino di Cartura – che è un insieme di telecamere, assieme all’egregio lavoro che già le forze dell’Ordine svolgono quotidianamente nei nostri territori, certamente contribuirà a ridurre questi fenomeni, che sono sentiti da tutti i cittadini, in quanto incidono sulla sicurezza delle persone”.
di Leonardo Padrin*
segue da pag.
Nel territorio sono inoltre presenti altre imprese private che hanno le stesse caratteristiche autorizzative ma non sono convenzionate. Cioè vendono servizi sanitari rivolgendosi ad un mercato totalmente privato ed il cittadino deve pagare interamente la prestazione che riceve. Il dibattito di queste settimane nasce per due motivi ben precisi: uno strategico ed uno economico. Quello strategico riguarda il decisore cioè il soggetto che in nome e per conto della Regione acquista i servizi sanitari dai privati convenzionati. In passato era la Regione che decideva da chi e quanto si acquistava e poi calava questo accordo nel territorio senza che i direttori generali delle Ulss avessero un ruolo operativo. Non esistevano criteri se non la discrezionalità di accogliere o respingere, in tutto o in parte, quanto veniva richiesto. Questo ha comportato la concentrazione dell’offerta dei servizi sanitari del privato convenzionato dove più ricco era il mercato, secondo una legittima logica d’impresa. Quello economico riguarda invece la diminuzione del budget, cioè della cifra che la Regione intende investire nell’acquisto di prestazioni sanitarie dai privati convenzionati. Su questo aspetto va detto che la diminuzione è stata significativa ma soprattutto il tempo intercorso fra la decisione della Giunta Regionale e la sua applicazione è stato talmente breve che coloro che hanno una organizzazione complessa (e per questo spesso molto qualificata) non sono nelle condizioni di adeguarla senza traumi occupazionali e logistici. È quindi necessario intervenire allungando ragionevolmente i tempi di applicazione delle nuove norme. La questione strategica è invece fondamentale per la Regione perché la delibera della Giunta propone un cambio di mentalità epocale e pone in carico al Direttore Generale la responsabilità della gestione dei servizi sanitari nell’ambito del proprio territorio e quindi decide lui quanto comprare e da chi. La norma prevede che il Direttore debba agire secondo criteri resi pubblici e che saranno verificati dalla Giunta Regionale e dalla V Commissione, entrambi gli organi potranno modificare le decisioni del Direttore Generale di ogni singola Ulss con delle pubbliche motivazioni. Un percorso trasparente alla determinazione del quale tutti i soggetti portatori di interesse potranno concorrere sapendo che l’obiettivo della sanità pubblica o pagata dal pubblico è quello di fornire ai cittadini i migliori servizi possibili in base alle risorse disponibili perché per farlo vengono usati i soldi di tutti. Gli altri aspetti, occupazionali ed aziendali, vanno comunque affrontati e risolti ma necessariamente in modo consequenziale alla programmazione regionale del resto è evidente che chi beneficia dell’essere fornitore della Regione non può agire in modo difforme da quanto prevede il proprio committente. *Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto
Anche a Cartura l’inizaitiva di Confesercenti e Diocesi di Padova fa il pieno di adesioni
“libera la domenica”, il sindaco firma la proposta di legge
a fatto tappa anche a Cartura “Libera la domenica”, la campagna di raccolta firme per limitare l’apertura festiva dei negozi, promossa da Confesercenti e Diocesi di Padova. In una sola domenica sono state più di 300 le persone che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare, per restituire alle Regioni la facoltà di decidere sulle aperture domenicali degli esercizi commerciali. “La raccolta firme è stata sostenuta
anche dall’amministrazione comunale – afferma il sindaco Massimo Zanardo - io sono stato tra i primi sottoscrittori, in quanto ritengo utile rivedere questa legge che da un lato penalizza i lavoratori dipendenti, obbligati al lavoro domenicale, e dall’altro il nostro settore del commercio, che per la maggior parte è formato da piccole e medie attività commerciali, che non riescono a tenere testa alla grande distribuzione.
Già nella previgente normativa era prevista l’apertura domenicale per un determinato numero di domeniche in un anno e questo poteva essere un buon compromesso a favore di tutti; l’apertura illimitata, invece, potrebbe avere grosse ricadute negative sui nostri negozi, che potrebbero vedersi costretti a chiudere, considerando il già difficile momento dovuto alla crisi economica e alla contrazione dei consumi”. F.S. Chiesto un freno alle aperture domenicali
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10 Terrassa Patto di stabilità Le limitazioni non consentono di procedere con i lavori
Ampliamento bloccato Stop ai lavori in cimitero, l’intervento slitta al 2014, Betto: “Recupereremo i vecchi loculi” di Cristina Lazzarin
Per ora niente ampliamento al cimitero di Terrassa
I
l Patto di stabilità imposto ai comuni sta creando notevoli problemi agli amministratori e anche chi si trova a governare un piccolo comune come Terrassa Padovana (poco più di duemilaseicento abitanti) non è esente da complicanze davvero notevoli. E’ il caso di Ezio Betto, sindaco da alcuni anni, che per rispettare le limitazioni imposte non potrà realizzare l’ampliamento e la sistemazione del cimitero del capoluogo - pur avendo espletato la gara d’appalto ed individuato l’impresa appaltatrice, pur avendo la disponibilità dei luoghi, pur non essendoci
Iniziativa
alcun impedimento a dar corso immediato all’opera. L’intervento dovrà essere spostato al 2014 per osservare le norme del Patto di Stabilità che impongono di non superare i limiti di spesa annuale destinata ad investimenti. “Non si allarmi comunque il cittadino- spiega Betto- l’amministrazione sta recuperando i vecchi loculi per i quali sono scadute le concessioni e/o le proroghe per poterli mettere nuovamente a disposizione dei cittadini offrendo anche in alternativa l’opzione, se lo vogliono, di poter ricorrere
alla cremazione dei corpi o dei resti mortali non ancora decomposti presso le strutture abilitate del comune di Padova con il quale stiamo procedendo a sottoscrivere l’accordo per garantire il predetto servizio di cremazione”. Assai negativa l’analisi sulle nuove misure restrittive alla spesa pubblica: “La legge di stabilità per il 2013 riassume bene un anno di politica economica del governo Monti all’insegna del rigore (a senso unico), dell’assenza di equità, di insignificanti misure per la crescita. Il rigore è stato applicato
il campione si fa maestro “sport palestra di vita”
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ispetto, costanza, sacrificio e obiettivi sono i valori principali che il maestro Alessandro Vangelista cerca di trasmettere ai suoi piccoli allievi nelle lezioni di kick boxing quotidiane. E’ sicuramente piacevole vedere questi bambini, ragazzi e adulti entusiasti nell’apprendere durante gli allenamenti i gesti tecnici
ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini, ma non a tutti. Di equità sociale non c’è traccia, le diseguaglianze e le povertà nell’ultimo anno si sono accentuate: un quarto della popolazione non riesce a far fronte a spese impreviste di qualche centinaio di euro. La crescita è un miraggio. La legge di stabilità per il 2013 taglia pesantemente i fondi alla sanità, ai nostri Enti locali, alla scuola e all’università, fa calare i consumi e intacca redditi familiari con l’aumento dell’ iva di un punto percentuale, colpisce i contratti dei dipendenti pubblici. Nel frattempo niente per in-
che nella vita comune non sono abituati a fare. L’Asd Area Sport Terrassa è nata qualche anno fa per volontà di Vangelista, per anni atleta agonista che ha voluto in questo modo ringraziare e onorare uno sport che negli anni gli aveva dato molto creando un team di bambini ragazzi e adulti che si allenano con programmi ben precisi. Non è semplice infatti camminare sbilanciati in avanti, calciare un pallone tirando una serie di calci su un bersaglio in movimento senza mai appoggiare il piede a terra
vertire le tendenze recessive: scarse misure per il lavoro (bensì contro il lavoro) e nessun investimento pubblico vero per lo sviluppo. La situazione è sempre più critica anche per i nostri piccoli comun. Oltre al Patto di Stabilità si devono aggiungere ancora ulteriori difficoltà derivanti dall’obbligo dell’esercizio associato delle funzioni (Unione dei Comuni, Convenzioni fra Comuni, Consorzi fra Comuni). Mi è difficile pensare che riusciremo a rispettare appieno i parametri imposti dal Patto di Stabilità, è un caos normativo duro da gestire, siamo vicini alla follia”.
e tirare una serie di pugni per andare a colpire un corpo prima che sia lui a colpirci. “Un vero atleta non deve mai dubitare della vittoria- spiega il presidente dell’associazione, Vangelista- perché deve avere sempre fiducia in se stesso, è questo che insegna la kick-boxing. Per me è un onore insegnare a questi allievi che mi stanno dando molto anche dal punto di vista umano. Non posso non ringraziare anche l’amministrazione, che con il suo impegno cerca di mantenere viva la palestra”C.L.
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12 Tribano - Arre Urbanistica Depositate le osservazioni al Piano di Assetto del Territorio
Nuove aree residenziali Sviluppo a sud del centro abitato e anche a Olmo, preservata la vasta zona agricola e ambientale di Cristina Lazzarin
S
ono state presentate nei giorni scorsi le osservazioni al Pat Comunale e questo fa si che possa partire l’iter di approvazione da parte della provincia per arrivare al Piano del sindaco che potrà così dare il via alla revisione e alla realizzazione delle varie iniziative edilizie del comune a partire dai Piani Perequati. Il Pat costituisce un risultato molto importante per la tutela e lo sviluppo del territorio di Tribano, per almeno i prossimi dieci anni. Dagli studi eseguiti dai tecnici incaricati, il territorio è stato suddiviso in Ato e per ciascuna Ato è stata identificata la propensione. Ad esempio, la vastissima area che attraversa da nord a sud tutta la parte est del paese sarà di propensione agroturistica/ambientalistica ed è quella che coinvolge tutta la frazione di San Luca. Per quanto concerne le aree di possibile sviluppo residenziale, oltre a mantenere in essere tutti i piani perequati già previsti dal Piano Regolatore in essere, sono state individuate nuove aree, tenendo conto di
neWs Nominato da Degani
bazzarello coordinatore pdl
E
’ Roberto Bazzarello il nuovo coordinatore comunale del Popolo della Libertà a Tribano. A nominarlo la presidente della provincia Barbara Degani e il vice coordinatore del partito Luca Ruffin. 26 anni, Bazzarello è militante del Pdl fin da giovanissimo; nel 2010 è entrato nel consiglio comunale nelle fila dell’opposizione e nel 2011 è stato nominato in regione a rappresentare l’Anci Veneto, quindi nel 2012 nella consulta giovani amministratori. Rappresentante della minoranza nel comitato di gestione dell’Asilo Nido comunale, capogruppo dei promotori della Libertà di Tribano, Bazzarello ha un curriculum politico che testimonia passione e impegno e lo vede figurare come primo consigliere di minoranza per numero di presenze in consiglio comunale. E’ lui ad avere pubblicato sul suo sito internet le presenze e i compensi in tutta trasparenza. “Ringrazio il coordinamento provinciale per avermi dato questo incarico che porterò avanti con la stessa passione e lo stesso entusiasmo che mi contraddistinguono da sempre. Continuerò ad essere presente tra la gente per portare avanti la voce, le istanze e le aspettative delle persone, per radicare il partito a livello comunale ed extra- comunale”. C.L.
una logica correlazione con le aree esistenti e quelle a propensione produttive già esistenti. Pertanto, queste aree sono state individuate per gran parte nella parte sud del centro abitato e nella frazione di Olmo. Una piccola area, di completamento è stata individuata nella parte nord del paese nella direzione di Monselice, subito dopo il semaforo. Per quanto riguarda la zona produttiva, nulla è stato fatto di nuovo, se non confermare quanto già previsto nel P.A.T.I. del Conselvano. Questo PAT non piace però al gruppo di opposizione di “Voi + Noi” che ha ribadito fin da subito numerose perplessità sottolineando che “questo piano non tiene conto della crisi che attraversa il settore delle costruzioni e che non accenna a diminuire, anche perché anche i dati di tendenza per il 2013 purtroppo non fanno ben sperare. Proporre un piano di 176 mila nuovi mq pari a 176 mila mc edificabili è irreale, tenendo conto che abbiamo 292 mila mq produttivi e 147 mila mq abitativi ancora
Il municipio di Tribano da sviluppare. Queste aree, a suo tempo proposte in accordo con la Regione Veneto, tenevano conto di una situazione in forte espansione guidata dalla necessità di decentramento delle aree produttive dell’alta padovana e di altre situazioni precarie o di nuova espansione, dalla possibilità di localizzarle nel nostro territorio e di prevedere un conseguente sviluppo abitativo. Oggi la situazione è ben diversa”.
Festa dell’Asparago al via tre settimane di eventi
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Incrocio pericoloso sulla Monselice - mare
tempi di attesa più lunghi con la nuova centralina del semaforo in centro
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uovi tempi di attesa per chi sosta al semaforo di Tribano: nelle settimane scorse, infatti, molti automobilisti si sono resi conto che per chi arriva dal centro di Tribano o da Vanzo, si sta un po’ di più fermi in attesa che scatti il verde. Nel mese di febbraio, in seguito all’abbondante nevicata, la centralina che regola l’incrocio era andata in tilt e il semaforo non era più funzionante. Subito si erano mobilitati i cittadini, e tra questi il consigliere di opposizione Massimo Cavazzana, che vista la pericolosità dell’incrocio aveva invitato il sindaco e le autorità competenti ad intervenire in fretta, prima che si potesse verificare qualche altro grave incidente. Ora la centralina è stata sostituita, assieme alle lampade, ma i tempi di attesa sono cambiati, tanto che nelle ore di punta si sono registrate delle code notevoli. Maglio sarebbe tornare al regime originario. Da anni in prima linea in attività sociali e culturali
A maggio Mobilitate Pro Loco e associazioni locali
iparte con gran vigore la tradizionale “Festa Provinciale dell’Asparago” di Tribano che festeggia quest’anno il suo trentesimo compleanno. L’apertura dei festeggiamenti è prevista per il 4 maggio prossimo con una serata danzante animata dall’Orchestra D’Animos Band e poi via via fino al 19 maggio. Trent’anni non sono pochi e questo sta ad indicare che l’eterogeneo gruppo che forma la Pro Loco locale è formato da persone che si confrontano e collaborano sempre tra di loro (dai camerieri, alle donne della cucina, agli uomini che lavorano per il montaggio/smontaggio e alle griglie). Molte di queste persone hanno ininterrottamente contribuito per tre decenni a fare grande la manifestazione spendendo il loro tempo del tutto gratuitamente. “Le difficoltà non mancano mai- sottolinea la giovane presidente, Dario Schiavolin- a partire dai fondi, ma il gruppo non molla mai anzi, continua a proporre sempre novità. Questo anche grazie alla proficua collaborazione con le diverse associazioni del paese che ci supportano come i Podisti, la Polisportiva, la Blue Tower e le altre. Siamo un direttivo nuovo e giovane, sulla strada proposta dal mio grande predecessore (Elio Berto) ma lavoriamo in sintonia, confrontandoci continuamente. Proprio Elio ha sempre lavorato per portare la festa dell’Asparago ai livelli che vediamo oggi:
attualita’
ovvero una manifestazione conosciuta e riconosciuta a livello Provinciale”. Anche quest’anno la Pro Loco ha deciso di puntare sulla qualità dei prodotti del territorio e dei produttori del Paese con prodotti di prima qualità e offrendo ai visitatori una cucina tipica ricca di piatti gustosi in nome della tradizione come il risotto di asparagi, il pasticcio di asparagi ma anche piatti come il musso, la carne ai ferri, il galletto. Ecco alcuni dettagli sul programma degli eventi. L’11 maggio si aprirà alle ore 17.00 con un convegno sulla gestione dei rifiuti speciali, tossico-nocivi e la legislazione relativa. Il convegno sarà tenuto dalla Coldiretti presso la biblioteca comunale. La serata sarà animata invece dalla scuola GdsTip Tap Luana dei Maestri Settimo Benelle e Mara Tosello: sono previste esibizioni di ballo liscio, danze standard e latine e per concludere uno spettacolo di tango argentino. Inoltre si terrà un’esibizione di Danza del Ventre con le ragazze del gruppo Tribe Fusion. La serata sarà accompagnata dalla musica di Dj Paolone. Il 12 maggio grande apertura della mostra mercato a km 0 in collaborazione con la Coldiretti, quindi inaugurazione della “30 Mostra provinciale dell’asparago” e della mostra fotografica “30 anni di Feste insieme” presso la biblioteca comunale. Il pranzo ovviamente è a base di asparagi bianchi e verdi, presso lo stand. C.L.
rinnovato il direttivo dell’auser luciano baraldo eletto presidente
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’ stato rinnovato nei mesi scorsi il direttivo dell’associazione culturale Auser che risulta ora composto da: Luciano Baraldo, presidente, Bruno Vanzetto, vicepresidente, e dai consiglieri Zita Trovò, Lamberto Contin, Luigi Moretto, Antonia Buson, Lino Berto, Adriano Bottaro, Antonio De Cilesi, Bruna Mori, Valter Salmistraro, Alessandro Sturaro, Angela Picello. L’assessore alla cultura, Monia Caremi, oltre a ringraziare Didimo Andreello, che è stato presidente ad interim, ha augurato ai soci dell’Auser “di proseguire nel percorso di rinnovamento, tenendo come preziosa la strada tracciata nel passato, senza precludersi di perlustrare nuovi sentieri all’insegna della promozione di una cultura solidale, ricreativa e di benessere sociale”. Un impegno che continua con successo ormai da diversi anni. C.L.
ARRE APPLAuDE ALLA GRANDE MuSICA
I musicisti durante il concerto dell’International Music Meeting
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n successo il concerto inaugurale del XXIII International Music Meeting organizzato dall’Orchestra giovanile del Veneto in collaborazione con l’Accademia internazionale della Cultura e delle Arti. Un incontro emozionante e un appuntamento atteso dalla cittadinanza che è accorsa numerosa per assistere ad un concerto esclusivo e pieno di energia. Più di 100 giovani musicisti che condividendo un’innata passione per le sette note si sono alternati e uniti nell’esibizione di brani sinfonici, corali e folkloristici. Nella serata si sono esibite la Montgomery High School Orchestra and Choir del New Jersey diretta da Kawika Kahalehoe e Jeffrey Woodworth e l’Orchestra Giovanile del veneto “Sesta in Re” diretta dall’arre-
sano Jose Angel Ramirez Ragoitia. Intensa la scaletta, non seguita alla lettera per dare spazio anche all’improvvisazione e alla creatività dei giovani musicisti. Unica data per l’orchestra statunitense il concerto ha rappresentato una vera e propria occasione per ascoltare un nutrito e vario repertorio che ha spaziato fra brani che sono entrati a far parte della tradizione italiana come “O Sole Mio”, “Nel Blu dipinto di blu” e molti arrivando alle emozionanti esibizioni corali per finire con i brani orchestrali. “Un appuntamento importante che speriamo di ospitare ancora” ha affermato l’Assessore alla cultura di Arre Alberto Sturaro “affinchè diventi un appuntamento fisso per la comunità di Arre come lo è stato negli ultimi anni”.
Bovolenta 13 La polemica Comitato sul piede di guerra contro il progetto di Brusadure
Il forno crematorio infiamma la protesta di Cristina Lazzarin
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ontinua ad alimentare polemiche la decisione dell’amministrazione comunale di Bovolenta di realizzare nel paese un forno crematorio accanto al cimitero di Brusadure. Un gruppo di persone sembra non voler in alcun modo digerire la scelta, e così nei giorni scorsi ha manifestato il suo totale dissenso inscenando una movimentata protesta contro gli amministratori in occasione del consiglio comunale. Armati di fischietto, striscioni e cartelli i manifestanti del “Comitato di difesa del territorio” si sono fatti sentire all’inizio e alla fine della seduta consiliare. E questo dissenso sembra continuerà ad essere manifestato a lungo visto che sta partendo una raccolta firme contro la realizzazione dell’impianto, che trova l’appoggio anche delle minoranze consiliari. Tutti concordi nel chiedere all’amministrazione di fare un passo indietro visto che la comunità di Bovolenta e Brusadure non gradisce il progetto e si dice preoccupata non solo per la propria salute ma anche per la concentrazione nella zona di impianti di biogas e altre iniziative come il forno crematorio. Da parte sua l’amministrazione fa sapere di voler procedere con il bando per il project financing dell’impianto sottolineando che sulla scelta è stata fatta molta disinformazione: “Ci risulta che da più parti, anche dall’opposizione, si stia speculando su una tematica molto delicata diffondendo in paese informazioni false che stanno facendo leva sull’emotività
Fischi davanti al municipio e lenzuola fuori dalle abitazioni, il sidaco rassicura e si difende
Uno degli striscioni esposti a Brusadure per dire no al progetto del forno crematorio. Lenzula anche in via Ca’ Erizzo per criticare la proliferazione di impianti di biogas
SERRAMENTI IN LEGNO E IN PVC PORTONCINI BLINDATI
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genere di attività. Saranno loro a garantire, ancora di più, la sicurezza per il territorio”. L’amministrazione comunale, da parte sua, si è impegnata in consiglio comunale ad organizzare un’assemblea pubblica facendo intervenire a Bovolenta dei tecnici super partes per spiegare ai cittadini come sarà realizzato l’impianto, e quale è la situazione dei forni crematori oggi. “E’ chiaro che un incontro di questo tipo potrà tenersi solo se c’è la volontà delle persone di ascoltare anche altri punti di vista senza preclusione alcuna- continua Baessato- Teniamo presente che abbiamo esempi in molte città italiane ed europee di forni realizzati in mezzo alla città, vicino a quartieri abitati, vicino a università e scuole”. L’accordo con il gestore privato dell’impianto, che a regime sopporterà un lavoro medio di circa mille cremazioni all’anno, porterà al bilancio del comune, e quindi alla cittadinanza di Bovolenta, un’entrata nelle casse comunali di circa 40 mila euro all’anno che viste le esigue risorse di bilancio non è poca cosa.
sociale
Meneghello: “Non mi sogno di proporre un progetto che sia dannoso”
Il gruppo cerca sponsor
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delle persone. Si è fatto del sano terrorismo psicologico- continua il vicesindaco, Emiliano Baessato- esagerando in merito ai rischi di inquinamento che tale impianto può determinare. Soprattutto si sono dette falsità sui rischi per la salute dei cittadini”. Sembra infatti che il comune stia seguendo uno scrupoloso iter burocratico richiedendo alle ditte interessate a gestire il forno una dettagliata documentazione che dimostri l’idoneità dell’impianto al rispetto delle norme antinquinamento dell’aria, dell’acqua e dell’ambiente in generale. “Come sindaco non posso che avere a cuore la salute dei miei cittadini e non mi sognerei neppure di proporre un impianto che vada in qualche modo a ledere la salute di noi tutti- spiega il sindaco Vittorio Meneghello- E’ previsto per legge l’intervento di autorizzazione e di controllo da parte di organi sovracomunali preposti, che hanno le competenze tecniche per questo
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esi di intenso impegno per la Croce Blu Veneto, l’associazione di primo soccorso che ha la sede operativa nella Casa delle associazioni di Bovolenta. Il gruppo di volontari addestrati per il soccorso sanitario dispone di un’ambulanza acquistata l’anno scorso, in grado di intervenire sia di supporto alle emergenze del 118 che in occasione di manifestazioni e grandi eventi, ma anche di garantire il trasporto di ammalati, compresi i bambini. Nata su iniziativa della famiglia Leotta - Cappeller la Onlus cerca ora nuovi volontari e soprattutto sponsor per coprire le spese indispensabili all’attività del gruppo, dal carburante alla manutenzione dell’ambulanza e degli apparecchi sanitari, dalle divise alla formazione del personale. “Ormai contiamo 30 iscritti - afferma il presidente Nicolò Leotta - adesso, stiamo cercando un nuovo defibrillatore e delle nuove uniformi. Per fortuna la sede operativa è in comodato d’uso”. Info 342/5065864.
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14 Due Carrare Il caso Acceso dibattito dopo l’escalation di furti seriali e qualche rapina che ha messo in allarme i residenti e negozianti
Allarme criminalità, scontro politico La minoranza chiede una commissione che si dedichi ai temi della sicurezza e della prevenzione di Francesco Sturaro
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l tema della sicurezza a Due Carrare, teatro in questi mesi di un intensificarsi di furti e rapine, è al centro di un acceso confronto tra l’amministrazione comunale e le forze di opposizione consiliare. La diatriba, oltre che nelle sedi istituzionali, è sbarcata anche nei social network, primo fra tutti facebook. “Dopo gli ultimi furti seriali – dichiara Pierangela Negrisolo della lista Prima Due Carrare - ho chiesto la convocazione urgente di un Consiglio Comunale e l’istituzione di una Commissione per la sicurezza, costituita da rappresentanti della maggioranza, delle opposizioni, delle forze dell’ordine e di cittadini”. Richieste che, secondo la consigliera di opposizione, sono rimaste inascoltate. Negrisolo ha anche suggerito di organizzare, in collaborazione con le forze dell’ordine, una serie di incontri nei quartieri per informare i cittadini sulla prevenzione a truffe, furti e microcriminalità e di redigere a tale scopo anche un opuscolo informativo da distribuire alle famiglie. “Visto che non ci sono telecamere e comunque non sareb-
bero probabilmente sufficienti - commenta la consigliera comunale - dobbiamo fare in modo, nei quartieri, di conoscerci come una volta, perché l’estraneo sia riconosciuto ed eventualmente segnalato qualora avesse comportamenti anomali. Inoltre, feste di quartiere autogestite dai cittadini sarebbero utili proprio alla conoscenza”. Anche la lista civica Insieme per Due Carrare ha espresso un giudizio negativo sul modo considerato “fatalistico” con cui l’amministrazione comunale sta portando
avanti la questione sicurezza, criticando la scelta del Comune di uscire, per ragioni di risparmio economico, dall’Unione Padova sud, consorzio di comuni che gestiva in forma associata il servizio di polizia locale. “Avevamo un gruppo di una quindicina di agenti quando c’era l’unione Padova Sud che potevano perlustrare con maggior costanza e alle più varie ore del giorno il territorio – commentano i rappresentanti della lista di opposizione - E che dire della videosorveglianza? Ci sono voluti 6 anni solo per ripristinare l’impianto nella piazza del capoluogo. Bisogna chiedere agli esercizi pubblici che hanno un impianto di videosorveglianza di mettere a disposizione delle forze dell’ordine i dati della rete degli impianti. Sapere dove sono gli impianti pubblici e privati esistenti eviterebbe doppioni e permetterebbe di avere una rete vera, utilizzabile. Abbiamo anche chiesto che nelle nuove lottizzazioni sia considerata opera di urbanizzazione primaria la videosorveglianza”.
VIDEOSORVEGLIANZA E CONTROLLI Il sindaco Sergio Vason: “il Prefetto ha mandato rinforzi, abbiamo le telecamere”
“È
evidente che l’intensificarsi negli ultimi mesi di furti nelle abitazioni, negli edifici pubblici e nelle aziende è l’effetto della profonda crisi economica che stiamo vivendo – è questo il commento del sindaco Sergio Vason al proliferare di episodi contro la proprietà registrati negli ultimi tempi - Questo fenomeno non è circoscritto a Due Carrare, come si può constatare leggendo i giornali locali, ma riguarda tutti i comuni. Quello che è certo è che il nostro vasto territorio comunale offre molte vie di fuga ai malintenzionati: vedi l’autostrada, la vicinanza alla statale 16, le numerose provinciali che lo attraversano e le tante strade di campagna”. Ma cosa è stato fatto o cosa ha intenzione di attuare l’amministrazione comunale per arginare il fenomeno furti a Due Carrare? “Nei mesi scorsi ho avuto un incontro con il prefetto di Padova, Ennio Mario Sodano, alla presenza dei vertici provinciali delle forze dell’ordine per parlare della questione sicurezza a Due Carrare – puntualizza il sindaco Vason – Il
prefetto ha compreso appieno il senso della segnalazione e ha concordato con le forze dell’ordine una maggiore sorveglianza del territorio, soluzione che ha già dato i suoi primi frutti: infatti nel corso di sopralluoghi diurni e notturni le forze dell’ordine hanno fermato alcuni malviventi”. Un deterrente contro furti e vandalismi, secondo il primo cittadino, dovrebbero fornirlo anche le dodici telecamere del sistema di videosorveglianza, che verranno installate nei prossimi mesi, andando ad aggiungersi alle sette già in funzione. “Il progetto della videosorveglianza è stato ultimato in questi giorni – precisa Vason – adesso stiamo perfezionando il bando di gara per individuare la ditta che effettuerà l’intervento. La messa in opera delle telecamere avverrà entro il prossimo mese di giugno. Esse saranno installate in punti sensibili del territorio comunale, individuati insieme al progettista del sistema di videosorveglianza e al comandante della nostra polizia locale, Maurizio Bottaro”. F.S.
collaborazione Insieme a Due Carrare bovolenta, Pernumia e S. Pietro Viminario
patto a cinque per contenere le spese e garantire servizi di qualità al cittadino
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rosegue il percorso, intrapreso l’anno scorso dai comuni di Due Carrare, Bovolenta, Cartura, Pernumia e San Pietro Viminario, di condivisione delle nove funzioni amministrative fondamentali, da esercitare in forma associata. Lo scorso 20 marzo gli amministratori locali si sono incontrati per fare il punto della situazione e programmare le prossime azioni da attuare per completare l’iter avviato. All’incontro ha partecipato anche il professor Valerio Vergadoro, docente della Facoltà di economia all’Università di Padova, che ha messo a disposizione la Amministratori in piazza sua competenza e preparazione, fornendo agli amministratori presenti degli spunti di riflessione utili ad analizzare le tematiche affrontate. Attualmente i cinque enti locali svolgono in forma associata tre funzioni: catasto, protezione civile e polizia municipale. In base alla normativa vigente, che obbliga i comuni al di sotto dei 5 mila abitanti ad accorpare tra loro i servizi fondamentali, le convenzioni riguardanti l’accorpamento delle sei funzioni restanti devono essere attivate entro il 31 dicembre 2013. “Due Carrare, comune capofila di questo percorso – spiega il sindaco Sergio Vason - pur non essendo obbligato a rispettare la procedura di accorpamento delle funzioni fondamentali, essendo un ente locale che supera abbondantemente i 5 mila abitanti, ha voluto aderire a questa iniziativa. Del resto il nostro è un Comune nato nel 1995 dalla fusione tra i comuni di Carrara Santo Stefano e Carrara San Giorgio, incarnando l’espressione massima di collaborazione tra enti locali. Esercitare in forma associata le funzioni fondamentali presenta dei vantaggi sia per i comuni aderenti, sia per i cittadini degli stessi enti”. Con queste convenzioni gli amministratori locali si prefiggono di centrare l’obiettivo rappresentato dalle cosiddette “tre E”: economicità, efficienza ed efficacia. “L’intento delle amministrazioni coinvolte – conclude Vason - è dare forma a dei contratti che, superando il semplice dettato normativo, siano di sostanza e diano risposte concrete sui temi del risparmio di spesa e del miglioramento dell’offerta di servizi”. F.S.
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16 Bagnoli Le iniziative Organizzata anche la visita alla mostra di Pietro Bembo a Padova
Dal sociale alla cultura con il Circolo “Pastò” di Cristina Lazzarin
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ontinuano gli appuntamenti organizzati dal circolo culturale Ludovico Pastò che verso la metà di aprile si è recato a Padova per una visita culturale e per esaminare la mostra presso il palazzo del Monte di Pietà, intitolata “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimanto”. Nella stessa giornata i partecipanti si sono recati in visita ai sotterranei del Palazzo della Ragione. Per dare maggiore consapevolezza alla visita, l’11 aprile, nella sede del circolo, si è tenuto un incontro preparatorio. Non mancano altre attività culturali molto apprezzate dai soci del club come il corso di informatica. Attualmente sono due i corsi attivati: un corso base di primo livello per dare la possibilità alle persone che non sono nate con le tecnologie alla mano di avvicinarsi all’informatica sapendosela cavare nelle incombenze quotidiane (come la compilazione del CUD online… e-mail, internet etc.), e un corso base di secondo livello per i più esperti del pc, che vogliono introdursi nel mondo della grafica, molto richiesto in questi tempi (per realizzare locandine, manifesti, fotoritocchi etc.): corso base di photoshop. Questi corsi si stanno svolgendo presso il laboratorio di informatica delle scuole primarie, assicurando l’uso di un pc per ciascun partecipante. Altre attività svolte e in fase di programmazione sono il corso di cucina, ricamo e cucito, l’attività motoria con e senza musica, e le gare di briscola e tombola. Saranno forse queste continue attività promosse che stanno facendo aumentare ogni anno il numero dei
L’associazione conta ben 390 tesserati, il 2 giugno la festa annuale, viaggi e conferenze
L’attività del circolo comprende anche il trasporto degli anziani e la consegna dei pasti a domicilio in collaborazione con i servizi sociali del Comune Servizio Dipendenze (Sert di Monselice). Assai apprezzata anche la conferenza fatta nei mesi scorsi sulla “Promozione della salute sociale nel territorio” con i coordinatori provinciali del progetto Kairos e l’assessorato ai servizi sociali del Comune di Bagnoli. In questa occasione sono stati anche raccolti dei questionari per rilevare la percezione dei cittadini nei confronti dei servizi, delle istituzioni e delle problematiche del territorio. Tutte queste attività culturali, oltre a quelle normalmente svolte dall’Auser, testimoniano il ruolo e l’impegno sociale del circolo stesso. Meritano di essere menzionate le altre silenziose attività compiute quotidianamente dal personale volontario del circolo che garantisce il servizio di trasporto degli anziani verso luoghi di cura e per lo svolgimento di piccole commissioni a chi non ha i mezzi. Inoltre garantisce ogni giorno il servizio di consegna quotidiana dei pasti a domicilio (da lunedì a venerdì), in convenzione con l’amministrazione comunale.
in breve
Organizzati anche due corsi di informatica per aggiornarsi
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© Foto di Erika Crosara
simpatizzanti per il circolo culturale Ludovico Pastò che conta ora ben 390 soci tesserati. Ce n’è veramente per tutti i gusti visto che in occasione della festa della donna era stata organizzata una gita anche a Ravenna. A luglio si andrà invece in montagna. Per non dimenticare poi che tra maggio e giugno e, in una seconda data, a settembre sarà garantito il trasporto mattutino a Sottomarina per beneficiare dell’aria del mare nelle ore più salutari. La tradizionale festa di fine anno è invece prevista per il 2 giugno. Immancabili le conferenze che ogni volta raccolgono un numero sempre più crescente di partecipanti: è così in programma il 30 aprile prossimo una conferenza sul tema delle dipendenze (soprattutto da alcool e da gioco); il tema è molto sentito, considerate anche le statistiche che rilevano quanto il fenomeno sia diventato un problema sociale di grossa portata toccando tutte le età. La conferenza è tenuta da personale qualificato dell’Uls 17,
Grazie ad una donazione
nuovo capitello in via sauro
n via Sauro grazie alla sensibilità di un anonimo cittadino è stata realizzata una graziosa copertura al capitello della Madonna già esistente. La statua, posizionata a un’altezza di circa sette metri all’angolo di via Sauro, ha origini assai antiche risalendo infatti al 10 luglio del 1922. Acquistata da Mario Giuseppe Mazzucco, per ex voto in segno di ringraziamento alla Madonna per la nascita di un figlio in tarda età, la statua proviene da un costruttore di Pistoia. Per proteggere la statua, finora esposta alle intemperie, l’anonimo cittadino benefattore, che è molto legato da ricordi d’infanzia al piccolo monumento, ha voluto mettere una protezione che preservi la statua da ulteriori segni del tempo. Un gesto insolito, non frequente in questi tempi. Chissà che l’opera non passi inosservata e che nel mese di maggio con la recita dei rosari per le contrade i fedeli possano rendere onore a quanto fatto. C.L.
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18 Agna Progetto sperimentale Coinvolti dal Comune i ragazzi delle scuole elementari
Educazione stradale
Dopo la parte teorica in aula nei prossimi mesi ci sarà un’esercitazione pratica sulla sicurezza di Cristina Lazzarin
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i tiene in questi giorni il progetto sperimentale di educazione stradale promosso dall’amministrazione comunale su richiesta delle scuole elementari di Agna. Il progetto rivolto alle scuole primarie sarà svolto nelle classi prima, seconda e terza. L’attività didattica sarà espletata in aula dall’ufficio di Polizia Locale in collaborazione con l’insegnante Sonia Montecchio, qui i bambini potranno rendersi effettivamente conto dell’operato della Polizia Locale. I bambini saranno poi portati a conoscenza delle regole teoriche e pratiche che devono essere adottate sulla strada, sui marciapiedi ma anche sulle autovetture e sugli scuolabus per muoversi in totale sicurezza. Ovviamente la materia sarà trattata in modo semplice ed efficace, tenendo in debita considerazione l’età degli scolari che assisteranno alle lezioni proposte. Il concetto di educazione stradale comprende infatti tutti quei “principi della sicurezza stradale, nonché delle strade, della relativa segnaletica, delle norme generali per la condotta dei veicoli e delle regole di comportamento degli utenti “. Questo è quanto recita l’articolo 230 del Codice, con ciò esprimendo la necessità di impartire, anche ai più giovani,
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Agenti della polizia locale tengono una lezione in classe le conoscenze basilari per circolare, conoscere e rispettare le regole sulla strada. Non è infatti vero che il codice stradale sia stato scritto esclusivamente per gli automobilisti. L’educazione stradale parte dunque dalla conoscenza dei segnali stradali per arrivare a spiegare il modo in cui la collettività si è data delle regole per usufruire di un bene comune. Capire questo concetto può fare di ogni utente della strada un vero “cittadino” nel senso più nobile e alto del termine. Gli obiettivi specifici del progetto riguardano la trasmissione ai giovani di una cultura del movimento più responsabile e consapevole, la conoscenza e l’applicazione delle norme principali proposte dal codice della strada, la conoscenza della segnaletica stradale e
del suo significato, la valutazione delle varie situazioni di traffico sapendosi muovere senza incorrere in rischi. “Questo è un progetto – spiega l’assessore alla sicurezza e ordine pubblico Gianluca Piva- che rappresenta una sperimentazione per questo anno scolastico e di sicuro nel prossimo anno oltre alla parte teorica, proporremo alle scuole anche una parte pratica. Auspichiamo che possa essere significativamente formativo per la crescita dei bambini. Oltre alla parte di educazione stradale – conclude Piva – spiegheremo ai bambini anche il corretto comportamento da tenere sui nostri scuolabus e spiegheremo loro il ruolo dei volontari civici introdotti di recente con il progetto scuole sicure”.
memoria Cerimonia al parco di via Melato dedicato al giovane pakistano
l’esempio e il coraggio di iqbal masih per dire no allo sfruttamento dei bambini
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nche quest’anno l’amministrazione comunale di Agna ricorderà con una breve cerimonia i diritti dell’infanzia. L’appuntamento è per la giornata del 13 aprile presso il parco di via Melato, inaugurato nel 2011 proprio all’insegna dei diritti dei bambini. Il parco pubblico è stato dedicato ed intitolato al bambino pakistano Iqbal Masih assassinato dalla mafia del tappeto nel 1995 e simbolo dei diritti negati all’infanzia. L’iniziativa è promossa dall’assessorato alle Politiche Sociali in collaborazione con l’associazione Aifo Amici di Roul Follereau. Anche questa giornata si inse- Il monumento dedicato a Iqbal risce nel percorso intrapreso dal comune di Agna, volto alla sensibilizzazione e promozione sociale per la valorizzazione dei diritti all’infanzia. La proposta è nata dalla collaborazione tra l’amministrazione comunale e l’associazione Aifo. Due Carrare – Basso Veneto che ha una propria sede anche ad Agna. Alla breve cerimonia parteciperà una rappresentanza delle scuole medie che presenteranno assieme alle loro insegnanti delle riflessioni sui diritti dei bambini. Sarà presente anche il parroco per una preghiera comunitaria, il sindaco Scarabello Giannicola, l’assessore alle politiche sociali Gianluca Piva e il responsabile dell’Aifo sezione di Agna Antonio Stasolla. “La cerimonia si inserisce nel percorso – spiega l’assessore Piva – che abbiamo iniziato come amministrazione e associazione Aifo già nel 2010. L’intento è di sottolineare l’importanza dei bambini e dei loro diritti al gioco, allo studio, e più semplicemente ad essere felici. Ringrazio l’associazione Aifo per l’enorme impegno profuso nelle varie iniziative già realizzate e per quelle che verranno in futuro. Tra queste stiamo progettando per il periodo natalizio un concorso di poesia per ragazzi che avrà per tema i diritti dell’infanzia”.
Seconda occasione di scambio con l’allestimento della mostra di Elisa Tecchio e Attilio Melato e l’incontro con le autorità
DELEGAZIONE IN GERMANIA PER CONSOLIDARE I RAPPORTI CON EROLZhEIM
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I volontari della Protezione Civile durante la recente visita in Germania
fine marzo una rappresentanza di Agna si è recata in visita in Germania, presso il paese di Erolzheim situato nel land del Baden-Württemberg. Già lo scorso anno una delegazione con a capo il sindaco Scarabello e l’assessore Piva, era stata in visita ad Erolzheim e poi nel luglio scorso una loro delegazione aveva fatto visita ad Agna. L’occasione di questa seconda visita, è una esposizione degli artisti di Agna Elisa Tocchio e Attilio Melato presso una pinacoteca di Erolzheim di proprietà del gallerista Marc Decoene che ha anche una galleria a Barcellona ed una a Parigi. Alla delegazione hanno partecipato una rappresentanza della locale protezione civile (quattro volontari), l’assessore Gianluca Piva e ovviamente i due pittori agnensi Elisa Tocchio e Attilio Melato. Le spese di trasferta sono state sostenute con una auto-tassazione da parte della delegazione, senza
pesare sulle casse comunali. “L’occasione dell’esposizione di Elisa e Attilio è delle migliori per questa visita culturale – afferma l’assessore Gianluca Piva già stato in visita nel 2012 in Erolzheim e promotore della mostra in terra straniera – inoltre abbiamo avuto l’onore di presenziare all’inaugurazione della rassegna “Made in Agna”. Il primo contatto con Erolzheim l’anno scorso è stato grazie a Marc Decoene e il nostro concittadino Enrico Guano, amico del gallerista. Da lì è nato il percorso per il futuro gemellaggio. Nel mese di maggio – conclude Piva – saremo noi ad ospitare la banda cittadina di Erolzheim, che si esibirà in un concerto per la nostra comunità”. Questi scambi e queste visite reciproche sono finalizzate a capire se nel futuro sarà possibile stabilire un vero e proprio gemellaggio tra i due paesi. Il comitato per il gemellaggio, con
referente Gianluca Piva, sta valutando tutti gli aspetti ed i passaggi preparatori. La visita è stata ricca di appuntamenti: all’arrivo del venerdì grande accoglienza ed aperitivo di benvenuto presso il municipio da parte dell’amministrazione locale rappresentata dal sindaco Jochen Ackerman e dai responsabili delle associazioni locali. Quindi visita delle strutture comunali. Al sabato visita alla vicina cittadina di Memmingen (in Baviera) famosa per la fabbrica di birra. Al pomeriggio visita alla locale caserma dei Vigili del Fuoco e poi alla locale Parrocchia. Alla domenica Santa Messa e poi all’apertura della mostra presso la galleria di Marc Decoene. Nel corso della visita alla locale caserma dei Vigili del Fuoco, il coordinatore del gruppo di protezione civile di Agna, Forin Roberto, ha consegnato una targa ricordo e il gagliardetto della protezione civile. C.L.
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VIAGGIO IN
PROVINCIA
Città della Speranza La ricerca condotta dallo scienziato veneto Paolo De Coppi
PADOVA
Importante passo avanti nella lotta alle malattie
Lo scienziato Paolo De Coppi, ora primario a Londra
Le cellule staminali del liquido amniotico sono in grado di riparare l’intestino e salvare i neonati di Emanuele Masiero
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adova fa ancora notizia per la ricerca medica più avanzata grazie alla Città della Speranza, che ha sostenuto un lavoro che segna un fondamentale passo avanti nella lotta alle malattie pediatriche. Protagoniste, ancora una vota, le cellule staminali presenti nel liquido amniotico, scoperte dal ricercatore veneto Paolo De Coppi, che ora firma anche questo nuovo passo avanti della scienza. Si è scoperto infatti che le cellule staminali del liquido amniotico sono in grado di riparare l’intestino in un modello animale di enterocolite necrotizzante. L’enterocolite necrotizzante è una grave malattia necroinfiammatoria dell’intestino che colpisce i neonati, soprattutto prematuri, con una mortalità del 15-30%, nei casi più gravi. Allo stato attuale non è disponibile alcuna cura specifica ma il trattamento è limitato a terapie mediche di supporto e alla rimozione chirurgica delle porzioni di intestino necrotico. L’asportazione di ampie porzioni di intestino può causare, nei bambini che sopravvivono, una sindrome da intestino corto con necessità di nutrizione parenterale permanente o di un trapianto intestinale. L’importante scoperta è il risultato di una ricerca cofinanziata dalla Fondazione Città della Speranza, che fornisce nuove prospettive di cura. “Questo risultato - ha commentato il ricercatore Paolo De Coppi, lo scopritore delle cellule staminali amniotiche - apre nuovi orizzonti per la cura di
Data la possibilità di ottenere le cellule staminali dal molte patologie intestinali soprattutto dell’età pediatrica. Negli ultimi 5 anni le cellule staminali derivanti da liqui- liquido amniotico senza danneggiare il feto, in futuro si do amniotico hanno dimostrato di possedere ampie poten- potrebbe ipotizzare un utilizzo autologo di queste cellule: zialità terapeutiche in diversi modelli di malattia. In questo ovvero ogni neonato potrebbe beneficiare delle cellule stastudio, per la prima volta, viene dimostrato che queste cel- minali ottenute dal proprio liquido amniotico per il trattamento di eventuali patologie congenite o perinatali. Oltre a lule staminali sono anche in grado di riparare l’intestino”. tutto ciò il lavoro testimonia le grandi Lo studio, pubblicato sulla prestipotenzialità che può generare il consogiosa rivista Gut, è stato condotto da La Fondazione lidarsi dei rapporti tra il Great Ormond ricercatori del Great Ormond Street padovana ha Street di Londra e l’Ospedale Materno Hospital di Londra, in collaborazione partecipato alla Infantile di Padova”. con Fondazione Istituto di Ricerca Pe- ricerca in Le cellule staminali derivanti da diatrica Città della Speranza, Padova, campo pediatrico liquido amniotico sono una particolare Research and Innovation s.r.l., Padova ed il Wake Forest Institute for Regenerative Medicine, USA. popolazione di cellule di origine fetale isolata per la prima La Fondazione Città della Speranza di Vicenza e la Great volta circa 5 anni fa dagli stessi autori dello studio pubblicaOrmond Street Charity di Londra hanno cofinanziato il pro- to su Gut. Si tratta di cellule staminali multipotenti (ovvero in grado di differenziarsi in diversi tipi cellulari) che è possigetto di ricerca. “I risultati dello studio - ha dichiarato Giorgio Perilon- bile isolare dal liquido amniotico senza danneggiare il feto. go, direttore della Clinica Pediatrica di Padova - nato dalla Nell’articolo pubblicato su Gut è dimostrato che le celcollaborazione fra il Dipartimento di Salute della Donna e lule staminali ottenute dal liquido amniotico sono in grado, del Bambino dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova una volta iniettate in ratti neonati affetti da enterocolite e l’Ospedale Pediatrico Great Ormond Street di Londra, co- necrotizzante, non solo di riparare l’intestino a livello istostituiscono la prima prova del potenziale terapeutico delle logico, macroscopico, radiologico e funzionale ma anche cellule staminali derivanti da liquido amniotico per la cura di aumentare la sopravvivenza e ridurre la mortalità degli animali trattati. delle patologie pediatriche del tratto gastrointestinale.
FONDATORE DELLA CARITAS ITALIANA IL TESTAMENTO SPIRITuALE DI MONS. NERVO
“P
regare e offrire”: con queste parole, pronunciate al vescovo di Padova Antonio Mattiazzo due giorni prima di morire, Giovanni Nervo si è congedato dal mondo. Un motto che ricalca uno stile di vita, un testamento spirituale degno del fondatore della Caritas, di un sacerdote che ha consacrato la sua vita a favore degli ultimi. Mons. Nervo, fondatore e primo presidente di Caritas Italiana si è spento il primo giorno di Primavera all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano, dove era ospite a seguito della sua salute sempre più compromessa. Il Vescovo di Padova lo ricorda come: “una figura emblematica della Chiesa padovana e italiana, a cui ha dedicato la sua vita di prete e di uomo; si è impegnato strenuamente per l’affermazione di una pedagogia della carità così come doveva essere la Ca-
ritas nel pensiero di Paolo VI e non ha mai mancato di denunciare ingiustizie o incoerenze. Ma il suo impegno è stato anche avvalorato da un alto senso di responsabilità civile, governata dai valori del cattolicesimo sociale, di cui è stato uno dei protagonisti. Il suo operato è stato più volte riconosciuto anche dalla società civile”. Alla celebrazione delle esequie la Cattedrale di Padova si è riempita di amici, conoscenti, autorità civili ed ecclesiali. Un messaggio di vicinanza e cordoglio, firmato dal cardinale Angelo Bagnasco e da mons. Mariano Crociata è giunto dalla Conferenza Episcopale Italiana al vescovo di Padova, in cui si esprimeva il desiderio di “far grata memoria dell’opera generosa che il compianto mons. Giovanni ha svolto per la Chiesa in Italia nel servizio della carità, con l’esempio luminoso della sua dedizione evangelica ai più poveri”. E.M.
Allarme di Confindustria Pd
“costi energia alle stelle, +30%”
A
llarme di Confindustria Padova sui costi dell’energia, cresciuti nell’ultimo anno fino al 30%. Sono gli oneri impropri, slegati dalla fornitura di energia in senso stretto, denunciano gli imprenditori, a dilatare in modo insostenibile i prezzi, più cari del 30-40% rispetto alla media europea. “Nel 2012 il prezzo dell’energia all’ingrosso ha raggiunto i 75,5 euro per megawattora (MWh) per la media tensione, contro i 43,5 della Germania, a cui vanno aggiunti oneri di sistema, accise e imposte, il cui peso è pari al 53% della bolletta energetica. - afferma il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin - Un livello che affossa ogni speranza di ripresa. Il paradosso è che mentre nell’ultimo anno il prezzo dell’energia all’ingrosso è sceso del 20%, la curva degli oneri impropri si è impennata: negli ultimi tre anni sono aumentati del 174%. E.M.
Spazi Spazi Aperti aperti 13 21 Escusioni fuori porta Numerose le proposte con l’arrivo della bella stagione, dalle passeggiate alle visite guidate ai luoghi d’arte
Primavera sui Colli, natura e avventura Caccia al tesoro sulla Strada del Vino, riapre il Castello del Catajo e a maggio tornano le escursioni al chiaro di luna
Novità di quest’anno il parco attrezzato con percorsi sospesi
di Emanuele Masiero
C
on l’arrivo della primavera, i Colli Euganei diventano la meta preferita per centinaia di persone. Per questo riprendono le numerose iniziative messe in campo da ente parco, associazioni e Comuni. Per prima le “passeggiate domenicali” organizzate dal Gruppo Escursionisti di Battaglia Terme. Per tutte le uscite il ritrovo è alle ore 8.45 al parcheggio presso il punto di partenza dell’itinerario. Prossimo appuntamento il 28 aprile con il giro cantina Callegaro, carbonara di Rovolon e Monte Madonna. Il 12 maggio invece il tuor prevede chiesa del Carmine di Monselice e Monte Ricco. Riprendono anche gli itinerari enogastronomici: domenica 21 aprile andrà in scena la nona edizione della caccia al tesoro sulla Strada del Vino: un itinerario con domande sul territorio, prove di abilità e degustazioni, a piedi, in bici o in auto. Sempre il 21 aprile riapre il parco del Castello Catajo dalle 15 alle 19 con l’intero giardino delle Delizie. Aspettando l’inaugurazione, con visite guidate si andrà a riscoprire l’antico giardino che con i suoi 14 mila mq è uno dei più grandi parchi storici del Veneto. Le visite, della durata di circa un’ora,verranno effettuate durante tutto il pomeriggio con partenza fino ad
un’ora prima della chiusura. Sono pronti al via anche i riuscitissimi “Campi Avventura”: tra i boschi del monte Venda ed ai piedi del monte Gemola, il Parco Regionale e la cooperativa Terra di Mezzo organizzano anche per l’estate 2013 la proposta rivolta ai bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni che avranno la possibilità di vivere una straordinaria esperienza di vacanza a stretto contatto con la natura. I campi sono distinti in 3 fasce di età: dai 7 ai 10, dagli 11 ai 14 e dai 15 ai 17 anni. Bambini e ragazzi, suddivisi in squadre da 8 componenti, vivranno un’esperienza in un clima di vita comunitaria per divertirsi, ma anche per stimolare la socializzazione. I giochi nel bosco, le uscite in kayak, l’arrampicata, le escursioni, le attività creative e manuali saranno il tempo del divertimento per i ragazzi in vacanza, ma saranno anche le occasioni per misurare le proprie capacità e i propri limiti, per stare insieme agli altri, per giocare con adulti educatori che curano con attenzione le dinamiche di crescita personale e di relazione tra i ragazzi. Per i più grandi, dai 14 ai 17 anni, saranno organizzate due proposte molto particolari: la condivisione del campo avventura (della durata di 13
RISORSA ACQuA DA PROTEGGERE
L
’acqua sta diventando una risorsa sempre più importante. Un patrimonio da tutelare e controllare: sempre più spesso si registrano periodi di siccità alternati da forti alluvioni. Il problema è noto anche nella bassa padovana dove ancora permane una rilevante vocazione agricola che deve fare i conti con la gestione idrica. Di questo si è parlato ampiamente anche alla fiera Sep di Padova dove sono state presentate grandi innovazioni tecnologiche per i consorzi di bonifica. Proprio in quest’ambito va ricordato che il consorzio Adige Euganeo alla fine del 2012, ha concluso favorevolmente l’iter istruttorio per l’approvazione e il finanziamento di un progetto per la realizzazione di opere di pluvirrigazione. Un progetto da 3 milioni di euro che servirà a risparmiare e ottimizzare l’uso della risorsa acqua. Sempre in quest’ambito prendono vita progetti ad alta innovazione che sono già realtà operative in tutto il Veneto. E’ il caso del cosiddetto “micro-idroelettrico”, vale a dire la possibilità di produrre energia rinnovabile anche con salti d’acqua di solo un metro e mezzo. Già operativo nel Consorzio di bonifica Piave, nel trevigiano, che utilizza le potenzialità delle reti irrigue in pressione. La rete idraulica dei Consorzi di bonifica (quasi 200 mila chilometri in tutta Italia) possono così essere interpretate come un grande serbatoio d’energia, trasformando l’acqua in un vero proprio “Oro blu”. Altro caso sono i pannelli solari galleggianti, sperimentati con successo dal Consorzio di bonifica Romagna Occidentale e già
Il Consorzio Adige Euganeo ha ottenuto il via libera per nuove opere installati da alcuni Comuni: permettono la produzione di energia rinnovabile, evitando conseguenze invasive paesaggistiche grazie alla quasi scomparsa dall’orizzonte visivo. L’attivazione ha permesso di verificare che la perdita di efficienza, dovuta ad una minore esposizione angolare ai raggi solari, viene compensata dalla maggiore rifrazione dovuta alla vicinanza dell’acqua. Non mancano infine, le tecnologie legate al web e alla geolocalizzazione: gli impianti vengono dotati di georeferenziazione e nei mezzi vengono inseriti ricevitori Gps, che permettono, attraverso internet, di monitorare l’operatività o di elaborarne i dati per valutazioni E.M. di tipo ambientale.
Il Parco Avventura è aperto tutti i sabati e le domeniche e permette a ragazzi e adulti di provare forti emozioni lungo i percorsi attrezzati giorni) con 12 coetanei turchi, provenienti dal liceo italoturco di Istanbul, con cui vivere questa esperienza col valore aggiunto dello scambio culturale. Oppure i campi itineranti: 6 giorni a piedi con lo zaino in spalla, per attraversare tutto il gruppo dei Colli Euganei, scoprendone i segreti e le ricchezze lungo i sentieri. Riprendono anche le escursioni “al chiaro di luna”. Il 25 maggio “profumi di primavera”: sul Monte Vendevolo, fino al buso della Casara. Ritrovo alle ore 21 presso il parcheggio della chiesa di Valnogaredo. Il 22 giugno il tema sarà “osservando il cielo stellato”: da Villa Beatrice al Monte Gemola. Ritrovo alle ore 21.00 presso il parcheggio di Villa Beatrice. Per entrambe le escursioni il costo è di 5 euro ed è richiesto abbigliamento adeguato per la notte, scarponi e torcia elettrica. Novità fresca di quest’anno, l’apertura del Parco Av-
ventura, tutti i sabati dalle 15 alle 19 e le domeniche dalle 10 alle 19. Il Parco è una fitta giungla di percorsi sospesi per grandi e piccini che regala divertimento ed emozioni immersi nella natura. “Le attività più avventurose come le escursioni, il kayak, l’arrampicata, saranno stimoli per i ragazzi per vincere le proprie paure o per conoscere e affermare il proprio carattere – ha spiegato Gaetano Battocchio, Presidente della cooperativa Terra di Mezzo - Saranno occasioni per i ragazzi per incontrarsi ed entrare in relazione, per collaborare, chiedere aiuto, supportarsi e, ancora una volta, per scoprire se stessi e gli altri. Il ricordo di queste attività, delle serate attorno al fuoco e degli amici conosciuti al campo, rimarrà nei ragazzi come segno forte di un’esperienza di vacanza giocata all’aria aperta, sempre in compagnia di una grande protagonista: la natura”.
22 Noi e gli altri
Noi e gli altri 15
Solidarietà Il primo giugno la maratona sulla pista di atletica in Prato della Valle, l’obiettivo è battere il record del mondo
“Run for Children” ricorda Mennea di Emanuele Masiero
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opo l’impresa del 2011, che ha portato sulla pista di Prato della Valle 4.531 partecipanti, regalando a Padova il Guinness World Records per il maggior numero di persone che hanno corso ininterrottamente per 24 ore, quest’anno torna Run for Children per ritentare la sfida sulle 12 ore, mancata di un soffio lo scorso anno (2209 staffettisti). Sarà intitolata a Pietro Mennea la nuova staffetta per battere il Guinness World Records e raccogliere fondi a favore dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza. Dalle ore 8.00 alle ore 20.00 del primo giugno prossimo si correrà dunque sulla pista di atletica inaugurata nel 2011 in Prato della Valle. L’obiettivo è percorrere 100 metri a testa in un tempo medio di 18 secondi per riuscire battere il record delle 2.395 persone in 12 ore detenuto da Gaza (23 ottobre 2010, stadio Al-Yarmook). Confermata la partecipazione per il quarto anno di Moreno Morello come testimonial e commentatore della gara. La novità di questa edizione è la sinergia instaurata con il Coni Padova, creando un bellissimo mix di sport e solidarietà. Run for Children si svolgerà infatti in concomi-
tanza con la manifestazione “Tuttosport in Prato”, il tradizionale appuntamento organizzato dal Coni Padova, che dal 31 maggio al 2 giugno porterà in Prato della Valle lo sport padovano giovanile. Sport e solidarietà si uniscono più che mai quest’anno grazie al doppio appuntamento e all’intitolazione a Pietro Mennea, il grande velocista azzurro scomparso lo scorso 21 marzo. Anche quest’edizione di Run for Children è organizzata dal Comitato Padova for Children, nato con l’intento di realizzare grandi eventi sportivi per raccogliere fondi per la ricerca pediatrica. Il Comitato esecutivo di Run for Children 2013 è composto da Francesco Peghin, Gianfranco Bardelle, Stefano Bellon e Nicola Maioli. L’iniziativa è realizzata con la collaborazione del Coni Padova e del Coni Regionale, di Assindustria, delle Fiamme Oro, della Federazione Italiana Cronometristi – Ficr - e della Federazione Italiana di Atletica Leggera – FIDAL. Alla presentazione hanno partecipato Francesco Peghin, Presidente del Comitato Padova for Children, il Sindaco di Padova Flavio Zanonato, l’Assessore allo Sport del Comune di Padova Umberto Zampieri, l’Assessore allo Sport della Provincia di Padova
Leandro Comacchio, il prof. Giuseppe Basso, Direttore della Clinica di Oncoematologia Pediatrica, Guido Taglia in rappresentanza di Gianfranco Bardelle, Presidente del Coni Veneto, il dott. Scognamiglio in rappresentanza del Questore Montemagno e il prof. Gianluca Gini, Delegato del Rettore. In collegamento da Roma è intervenuto Dino Ponchio, Presidente del Coni provinciale di Padova che ha sottolineato come questo sia un momento in cui lo sport fa sinergia, fa sistema e crea un meccanismo virtuoso di collaborazione: “Abbiamo deciso di intitolare la manifestazione alla memoria di Pietro Mennea, che non è stato solo un grandissimo atleta ma ha dato un messaggio fortissimo allo sport. Ha mostrato che, lavorando e senza scorciatoie, si possono ottenere alti risultati”. Ha concluso la Presidente della Fondazione Città della Speranza Stefania Fochesato, che ha consegnato il Mattone della Città della Speranza a Maria Pia Bergamaschi, capo Settore Tributi del Comune di Padova, per l’attenzione rivolta alla Fondazione. “Il Comitato Padova For Children ringrazia tutti coloro che contribuiranno al successo della manifestazione, divenuta un appuntamento
Gli organizzatori e le autorità alla presentazione dell’edizione 2013 di Run For Children atteso da tutti gli sportivi sensibili ai temi della solidarietà. Un ringraziamento e un invito a partecipare a tutti gli iscritti delle scorse edizioni, 13.036 nelle tre Guinness precedenti, agli oltre 100 volontari che hanno lavorato e lavoreranno alla prossima manifestazione e alle 50 aziende che hanno sostenuto la nuova sfida”. Per partecipare è necessario iscriversi sul sito www.runforchildren.it, versando un contributo di 10 euro. Per le squadre che iscrivono almeno 10 atleti il contributo è di 5 euro a testa.
L’intero ricavato delle iscrizioni andrà a sostenere la ricerca scientifica pediatrica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, il più grande centro di ricerca in Europa sulle malattie infantili inaugurato l’8 giugno 2012 in via della Ricerca Scientifica a Padova. Nel 2012 i 54.250 euro raccolti sono stati devoluti a tre progetti dedicati all’infanzia: le attività di ricerca pediatrica della Fondazione Istituto di Ricerca Città della Speranza e la missione di Suor Laura Girotto ad Adwa in Etiopia.
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Il personaggio 24 16 Personaggio La scrittrice. Nuova edizione del libro dedicato alle massime sull’uva e il vino
Proverbi da ricordare “erano i nostri tweet”
Luisella Fogo ne ha raccolti ben 470 in dialetto insieme a “chicchi di poesia e calici di prosa” di Nicola Stievano
R
accontare il mondo dell’uva e del vino con 470 proverbi in dialetto veneto, regalare al lettore un viaggio fra le tradizioni popolari ancora vive nel nostro territorio. E’ quanto propone Luisella Fogo, dinamica scrittrice padovana, nonché instancabile animatrice culturale, nella nuova edizione, rivista e ampliata, della raccolta “Proverbi veneti su l’ua e sul vin”. Un omaggio appassionato ad un genere intramontabile, quello dei proverbi, “la saggezza di un popolo”, consegnati alla storia ma non del tutto scomparsi. “In fondo i proverbi sono i messaggini di oggi - afferma Luisella Fogo - all’epoca non c’erano né telefonini né sms, né facebook o twitter. Erano i proverbi il mezzo più veloce e sintetico per comunicare, per tramandare sottili arguzie e battute di spirito, ma anche consuetudini della vita quotidiana.
Luisella Fogo alla presentazione del suo ultimo libro C’era un proverbio per ogni situazione, per descrivere ogni persona, per interpretare il bello o il cattivo tempo, per i lavori della terra, per i momenti di svago. E il mondo del vino ne ha ispirati tantissimi”. Così. dopo una prima pubblicazione con 264 proverbi, stampata in edizione tascabile su iniziativa della Provincia, Luisella Fogo ha intensificato le ricerche e dato alle stampe il nuovo libro, diviso in sei capitoli: “La vigna e l’ua”; “La vendemia e el vin”; “A l’Osteria”; “El vin e la Cusina”; “El vin e la Dona”; “El vin e la Vita”. Situazioni della vita quotidiana che rendono al meglio queste espressioni di uso comune, sempre a metà strada fra la “perla di saggezza” il moto di spirito, fra la considerazione di buon senso e la battuta goliardica. E’ la stessa autrice ad offrici una selezione dei proverbi migliori: “Mejo spusare
de vin che de cera”, oppure “A trincar sensa misura, tanto tempo no se dura”, “Chi ga inventà el vin se no ‘l xé in paradiso el ghe xé ła visin”, “Aqua de apriłe, frumento e vin nel bariłe”, “Vin, done e maroni bisogna godarli so ła so’ stajon”, “Ła vigna sensa paeo no stà su”, “A on pranso perfeto, vin s-cieto”. L’opera è arricchita da una parte finale letteraria e poetica dal titolo “Chicchi di poesia e calici di prosa”, un viaggio di 3500 anni e metafore di grandi personaggi della Storia che regalano una parentesi culturale da scoprire. “Ho voluto rendere omaggio ai grandi della letteratura - spiega Fogo - che in ogni tempo hanno cantato il vino, da Mosè a Pablo Neruda, passando per Mario Soldati e Federico Garcia Lorca, dei quali riporto alcuni brani celebri. A dimostrazione che il vino è da sempre una
fonde di ispirazione. Amo il Veneto, amo questa terra e con questo libro ho voluto rendere omaggio alla ricchezza e alla fantasia di chi ci ha preceduto e ci ha lasciato un’eredità da non disperdere”. Luisella Fogo, originaria di Este, vive a Padova da oltre quarant’anni. Dopo un intensa attività come insegnante, critica d’arte, gallerista, articolista, redattrice, organizzatrice di mostre socio - storico educative per le scuole della sua città, realizza molteplici iniziative culturali. Alla fine del 2008 ha presentato la prima ed unica raccolta di proverbi veneti sul vino dal titolo “Proverbi veci su l’ua e sul vin” con la quale per la narrativa edita ha vinto l’ottava edizione del Concorso Nazionale “Il vino nella letteratura, nell’arte, nella musica e nel cinema”, a Santo Stefano Belbo, in Piemonte.
Tre anni fa ha dato alle stampe un interessante contributo su “Padova nel centenario delle prime scuole all’aperto d’Italia”. E’ il racconto documentato e appassionato della nascita, agli inizi del Novecento, sui bastioni delle mura cittadine, delle scuole all’aria aperta per accogliere e istruire i bambini malati di tubercolosi. “Per guarire questi ragazzi - spiega Fogo - avevano bisogno di respirare aria pulita, di uscire dalle case malsane nelle quali vivevano e trascorrere le giornate in mezzo al verde. In queste speciali scuole, “Camillo Aita”, “Francesca Randi” e “Luzzato Dina” venivano istruiti, curati e anche sfamati. Padova è stata la prima ed unica città a scolarizzare in questo modo i bambini ammalati di tubercolosi, contribuendo a vincere quella che era una vera e propria piaga sociale”.
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Cultura provinciale 27 17 L’evento Fino a metà maggio un ricco programma di spettacoli e iniziative coinvolge l’intera città
Prospettiva Danza Teatro a Padova
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“Oltre il visibile” è il tema della quindicesima edizione, opportunità per incontrare artisti e ballerini Sergio Pistoi a Padova
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n mese di eventi, spettacoli, incontri dedicati alla danza, per esplorare questa arte a 360°. Prospettiva Danza Teatro è ormai un appuntamento fisso nel calendario culturale padovano, e torna quest’anno con la XV edizione dal titolo Oltre il visibile. Il programma, che si declinerà tra metà aprile e metà maggio, non comprende solo spettacoli di danza, molti in prima regionale, ma anche occasioni di incontro con artisti e coreografi, laboratori di danza e suono, sulla danza di comunità e stage di tango. Padova sarà dunque, per un mese, la città della danza, luogo in cui potranno accadere incontri inattesi, come quello con Alessia Garbo e Vasco Mirandola, che martedì 16 aprile alle 19 trasformeranno il Caffè della Piazzetta in Via Martino e Solferino 49 nel palcoscenico della loro performance di teatro e danza, Un giorno la cosa diventerà seria. Una inconsueta e suggestiva overture del calendario degli spettacoli che prende il via la sera stessa al verdi con La Compagnia
eventi e mostre
Bodyvox (USA) in prima regionale presenta “Reverie”, una creazione fondata sull’armonia e la forza della bellezza, creata in risposta all’orrore dell’11 settembre. La kermesse prosegue il 20 aprile, sempre in prima regionale, con “Scattered. Un’improvvisa pioggia di momenti imprevisti” della Compagnia Motiohouse (GB), una coreografia innovativa eseguita su un grande piano ricurvo che scompare verso il cielo, utilizzando la tecnologia delle proiezioni e avvalendosi di imbracature aeree per i numeri più audaci. Un gradito e atteso ritorno è quello di Aterballetto - Fondazione Nazionale della danza, che il 12 maggio porta a Padova una serata con due coreografie d’eccezione: il balletto “Workwithinwork” di William Forsythe composto sui ritmi incalzanti dei Duetti per due violini, vol. 1 (1979-83) di Luciano Berio e “Rossini cards” di Mauro Bigonzetti su musica di Gioachino Rossini, creazione stratta e libera da qualsiasi gabbia drammaturgica. A perfetta conclusione di questa carrellaa cura di Laura Organte
GEK TESSARO E LA GRANDE ARTE All’interno del progetto Città invisibili, per la Biennale di Letteratura e Cultura per l’infanzia, il Museo Diocesano ospita fino al 2 giugno una mostra in cui l’artista e illustratore Gek Tessaro “incontra” con disegni, schizzi e tavole illustrate le opere che hanno segnato la storia dell’arte e che si trovano oggi nei più importanti musei italiani. È un viaggio lungo la nostra penisola durante il quale Gek, davanti a Leonardo, Giotto, Caravaggio e altri artisti, si lascia provocare intessendo con essi e le loro opere un dialogo vivo e appassionato, fatto di parola, colore e segno. Un’esposizione da non perdere per conoscere da vicino l’artista.
“COLORADO CAFÉ” A PADOVA Arrivano a Padova, il 17 maggio al Geox, i protagonisti di Colorado cafè, la trasmissione nata nel 2002 da un’idea di Diego Abatantuono che ha riscosso negli anni un enorme successo, riscontrando l’entusiasmo del grande pubblico televisivo. Oggi i comici di Colorado escono dagli studi televisivi per toccare dieci tra i più importanti palazzetti italiani: a farsi applaudire al Gran Teatro Geox di Padova saranno i Fichi d’India, Didi Mazzilli, i Panpers, Andrea Viganò, i Gem Boy, Baz, Apetta e Pintus. Tutti capitanati da Paolo Ruffini, che presenterà la serata in compagnia della simpatica Luna.
MENGONI FA TAPPA AL GEOX Dopo la vittoria a Sanremo, arriva a Padova Marco Mengoni, che si esibirà il 24 maggio al Gran Teatro Geox. Sarà l’occasione per ascoltare live anche i nuovi brani di Marco Mengoni contenuti nell’album #PRONTOACORRERE (etichetta Sony Music), che uscirà il 19 marzo ed è già il primo album su Amazon in prenotazione. Il nuovo disco contiene 15 brani, tutti inediti, prodotti da Michele Canova e registrati tra Los Angeles e Milano.
Premio Galileo incontra i finalisti
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Per un mese Padova sarà la “capitale” della danza contemporanea ta di grandi artisti il 16 maggio il palcoscenico del Teatro Verdi traboccherà di sensualità e passione grazie allo spettacolo di musica e danza “Zotto en concierto de tango”. Sul palco Miguel Angel Zotto, stella indiscussa e carismatico interprete delle diverse sfumature di questo ballo sensuale e poetico, e considerato dai cultori della materia “uno dei
tre massimi ballerini di tango del secolo”. Il grande danzatore argentino terrà al anche uno stage di Tango il 15 maggio. Solo alcuni degli appuntamenti e delle iniziative, rivolte anche a chi non ha mai avuto esperienza nel campo della danza ma desidera conoscerlo. Informazioni e calendario completo su sito www.prospettivadanzateatro.it.
cinque finalisti del Premio Galileo per la divulgazione scientifica 2013 incontrano i padovani al Centro Culturale Altinate San Gaetano per raccontare le loro opere. Il primo incontro è stato il 9 aprile 2013, ore 21.00, con Frank Close che presenterà il volume “Neutrino”. Seguiranno Giorgio Vallortigara con “La mente che scodinzola”, il 17 aprile, Sergio Pistoi con “Il DNA incontra Facebook - Viaggio nel supermarket della genetica”, il 24 aprile, i tre autori di “Il telescopio di Galileo”, Massimo Bucciantini, Michele Camerota, Franco Giudice, il 29 aprile, e, il 7 maggio, Sam Kean con “Il cucchiaino scomparso e altre storie della tavola periodica degli elementi”. L’attesa premiazione del concorso avverrà invece nel pomeriggio del 9 maggio nell’Agorà del Centro culturale Altinate/San Gaetano. L.O.
Al Teatro Verdi di Padova e al Teatro Elios di Scorzè
Zuzzurro e Gaspare, “Tutto Shakespeare in 90 minuti” “T utto Shakespeare in 90 minuti”? Certo che è possibile, parola di Zuzzurro e Gaspare. E’ questo il nome del nuovo spettacolo di una delle coppie comiche più amate dal pubblico italiano che è riuscita a portare in scena un sunto dell’opera omnia del Bardo nel lasso di tempo di una partita di pallone, un’ora e mezza per l’appunto. Uno dei tanti palcoscenici toccati in territorio veneto dal duo artistico è stato poche settimane fa il Teatro Verdi di Padova e il Teatro Elios di Scorzè, quest’ultimo grazie alla preziosa collaborazione offerta dal Circuito Teatrale Arteven. Un titolo sicuramente azzeccato che non tradisce le speranze dei tanti spettatori accorsi a vedere Zuzzurro e Gaspare (alias Andrea Brambilla e Nino Formicola) alle prese con il riadattamento delle migliori opere del drammaturgo inglese William Shakespeare. Questa la trovata del regista, maestro della comicità, Alessandro Benvenuti: portare sui palcoscenici italiani una versione riadattata di “The complete works of William Shakespeare (Abridget)”, opera teatrale di Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield, i quali hanno deciso di rischiare, stravolgendo un vero e proprio simbolo della cultura del loro Paese. E come i tre giovani inglesi irriverenti sono riusciti a toccare i tasti giusti per istigare complicità e divertimento nel proprio pubblico, successo testimoniato da 30
Il celebre duo Gaspare e Zuzzurro in scena a teatro anni di tour nei teatri di Londra, così è riuscito a fare, a partire dal titolo che richiama lo sport sicuramente più popolare in Italia, anche il trio tricolore, composto da due bravissimi attori di alto calibro come Zuzzurro e Gaspare, che proprio con questo spettacolo festeggiano i 35 anni insieme sulle scene. La loro impresa è però ben più ardua di quella del trio di geniali autori inglesi: non tutto il pubblico italiano conosce a menadito vicende e personaggi della sterminata opera del grande drammaturgo, per cui c’è da sudare per riuscire a catturare l’attenzione e suscitare il sorriso con
inverosimili caratterizzazioni dei personaggi, strani intrecci di trame ed irriverenti giochi di parole. Improbabili “Romeo e Giulietta”, balletti rap, partite di calcio in cui tutti i sovrani evocati da Shakespeare si passano e si rubano la corona invece del tradizionale pallone, hanno coinvolto il pubblico presente in un “tour de force” estenuante, che si rivela per i protagonisti una vera e propria prova fisica decisamente impegnativa. Insomma uno spettacolo davvero eccezionale, come forse non se ne vedevano più ormai da anni! L.O.
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LO Karate
SPORT in PRIMO PIANO metafisica tribano brilla al trofeo di pasqua
Ciclismo Sono 25 gli atleti che scenderanno in pista nelle competizioni
Club Ciclistico Este al via
di Walter Lotto
P I vincitori del Trofeo mostrano con orgoglio le medaglie vinte el palazzetto dello sport di via XXV aprile l’Us Acli di Padova e l’asd Karate di Noventa hanno organizzato il “Trofeo di Pasqua” di karate, patrocinato dal Comune e dalla Federazione Fijlkam (Federazione italiana judo lotta karate arti marziali) Comitato regionale veneto. La gara, che ha visto quasi 300 partecipanti, riservata agli atleti dai 4 ai 14 anni, suddivisi nelle categorie bambini, ragazzi ha costituito per la scuola d’ arti marziali Metafisica di Tribano l’occasione per sfoggiare le gesta dei suoi numerosi iscritti diretti dalla pluricampionessa Mirka Vasekova. Ecco i premiati alla manifestazione. Primo posto. William Lionello (Rovigo), Laura Meneghetti e Michele Ongarelli (Olmo). Secondo posto: Giacomo Bido (Rovigo), Giacmo Belon (Granze), Andrea Manfio (Rovigo), Emilio Spoladore (Rovigo). Terzo posto: Alessandro Berto (Granze), Matteo Canton (Rovigo), Pietro Puozzo (Olmo). Quarto posto: Saverio Segato (Granze), Eduardo Tasso (Olmo). Quindi posto: Pietro Ghiarldo (Olmo). Categoria più numerosa, da 30 iscritti, tutta per la squadra di Omo. Primo posto Marco Lazzarin; secondo Stefano Piva; terzo Giulio Meneghetti e quarto Oanta Vasile. Quinto posto parimerito di Daniel Shimi con Alberto Galesso di Granze. Sesto posto per Alberto Zanetti.
N
resentati, presso la sala parrocchiale del Prà di Este, atleti e programmi del Club ciclistico di Este, ai nastri di partenza del suo 48. anno consecutivo di storia. Saranno 25 gli atleti che difenderanno le gloriose livree giallorosse: 11 esordienti, numero che negli ultimi vent’anni non è mai stato cosi alto, 8 giovanissimi e 6 allievi, questi ultimi gareggeranno con il marchio “EsteBosaro” dopo il fortunato gemellaggio della scorsa stagione con l’omonima società rodigiana, alla quale è stato nominato presidente Mauro Zancanella, atleta giallorosso degli ani 70. Dal neo dirigente unitamente a Stefania Paluello, massima esponente del club estense emerge con forza la filosofia della società: “ci preme ribadire che il nostro ciclismo non ha assolutamente nulla a che vedere con quello sport poco onesto che ultimamente appare nei media, ma è altresì fatto di passione e sani principi, a questo scopo abbiamo reclutato nuovi accompagnatori maggiorenni e responsabili, che dedicano il
I ciclisti schierati in occasione della presentazione ufficiale loro tempo libero ai ragazzi senza secondi fini e abbiamo scelto di non collaborare più con persone che in realtà lavoravano solo per il singolo atleta o per mettersi in mostra tralasciando il bene comune”. Purtroppo la crisi economica sempre più stringente rischia di far saltare gli appuntamenti che annualmente venivano organizzati, anche se la dirigenza sta lavorando per reperire gli aiuti economici per dare continuità agli eventi, a questo proposito la società indirizza un pubblico grazie alle realtà economiche
estensi che si adoperano in questo contesto e al mantenimento del club: la Revicar, l’ Eugas Trepi, l’Isbe, la Veronese meccanica, l’assicurazione Vittoria, la Cementi Zillo, l’assessorato allo sport, vanno inoltre citati l’Avesani pastificio di Verona e Gottardo impianti di Vò. Per quanto riguarda l’aspetto agonistico occhi puntati sui ragazzi che la scorsa stagione hanno finito in crescendo, in particolar modo è atteso qualche exploit da Riccardo Verza che ha dimostrato doti di scalatore di razza.
ARTI MARZIALI. Il team a Due Carrare, Pernumia e Galzignano
tiger doJo Karate fa incetta di medaglie ai campionati internazionali a verona
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“E’
un risultato leggendario, mai avvenuto prima per una singola società”. Queste le entusiastiche parole del Maestro della Tiger Dojo Karatè Andrea Biasiolo, dopo la copiosa vendemmiata di medaglia del team che opera a Due Carrare Pernumia e Galzignano ottenute a Verona nel corso della 3. Edizione del World Championship di Karate organizzato dalla Fekda (Federazione Europea Karate e Discipline Associate) e dalla Eureka (Federazione Karate Romania). La competizione riservata alle rappresentative nazionali ha visto oltre 1200 atleti cimentarsi nelle prove di Kata individuale, Kata a squadre, Kumite individuale e Kumite a squadre.Dopo oltre 16 ore di gara tra le nazionali di Arzerbaijan, Brasile, Russia, Francia, Romania, Marocco, Spagna, Croazia, Slovenia, Polonia, Ungheria, San Marino, Germania, Austria e 5 Rappresentative italiane tra cui Italia Go Ju Te Jitsu (alias Tiger Dojo) il team padovano può vantare la conquista di
18 ori 9 argenti e 4 bronzi. Medaglia d’oro specialità Kata a: Andrea e Nicholas Biasiolo; cat. Pulcini: Emanuela Littamè e Alessandro Turchetto,quest’ultimo bissa il successo tra i cat. Master; cat. Senior e Giovani Andrea Gasparini; cat. Cadetti: Serena Toninello e Laura Sessa. Argento a: Nicholas Galante, Domitilla Di Bella, CostanzaFinotti e Elena Stuparich. Bronzo a: Nicholas Biasiolo; cat. Giovani: Anna Eberrini cat. Cadetti e Stefano Greggio. Nel Kumite doppio oro a: Elena Todaro cat. + 58 kg e cat. – 58 kg. Argento a: Emanuela Littame e Matteo Zago; bronzo a: Gianfranco Galante. Nel Kata a squadre ottima la prestazione di Gaia Masiero e Anna Eberrini oro nella categoria fino ai 17 anni cinture nere. Un oro anche nel Kumite a squadre con il trio Turchetto, Todaro, Zago. Al termine della lunga kermesse un’altra sorpresa attendeva la Tiger Dojo con il 2° posto assoluto nella classifica finale per nazioni a soli 6 punti dal titolo. Walter Lotto
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Sulla graticola centinaia di posti di lavoro
Sanità convenzionata a rischio chiusura
Una nuova delibera di Giunta diluirà nel tempo i tagli ai privati, ma molti lavoratori rischiano ugualmente il posto di Germana urbani
I
l taglio di 140 milioni di euro imposto dalla spending review nazionale e regionale pesa non poco sul futuro della sanità privata in Veneto e sugli effetti che sta causando sui posti di lavoro e sulle prestazioni erogate ai cittadini. E le decisioni prese a Palazzo Balbi avrebbero potuto dare avvio ad un vero e proprio tracollo per la sanità convenzionata e ad una conta davvero nera per tutti quegli operatori che avrebbero perso il posto di lavoro. Ora la situazione sembra essersi ridimensionata ma i momenti di tensione non sono stati pochi. Le associazioni dei privati si erano rivolte al Tar, dimostrando che con i tagli “selvaggi” della Regione a rischio c’erano 5 milioni di prestazioni, oltre a buona parte dei 3300 dipendenti. Ma un rischio c’era anche per gli utenti che avrebbero potuto vedere allungarsi a dismisura le liste d’attesa. Invece a metà aprile la Giunta del veneto ha formalizzato con una delibera l’accordo triennale 2013-2015 sui budget da assegnare ai laboratori privati convenzionati che erogano prestazioni sanitarie, sottoscritto al termine di un proficuo incontro tra le parti. L’accordo, come spiega una nota della Giunta Regionale, è suddiviso in due parti. La prima che riguarda una parte specifica per l’anno 2013 ed una seconda per gli anni 2014 e 2015. “Per il 2013 si pre-
vede un nuovo nomenclatore tariffario con una diminuzione del 20% per i laboratori e del 2% per le strutture operanti nelle altre branche e la conferma dei budget assegnati ai direttori generali delle Ulss con la delibera 2621 del dicembre scorso” si spiega. La Regione ha peraltro messo sul piatto una ulteriore disponibilità di 23 milioni di euro per prestazioni che verranno erogate con un ulteriore sconto tariffario del 20% per i laboratori e del 13% per le altre branche. Il tutto nell’ottica di un riequilibrio com-
A Padova il corteo di protesta era stato aperto da una bara: la morte della sanità veneta plessivo del sistema. “Abbiamo raggiunto un buon punto di equilibrio – sottolinea l’assessore Luca Coletto – che garantisce prima di tutto la continuità dell’erogazione dei servizi ai cittadini ed una particolare attenzione alle patologie più gravi come quelle oncologiche e cardiache”. Secondo l’assessore, l’accordo “contiene però altre rilevanti partite: la necessaria riduzione dei costi a fronte dei consistenti tagli piovuti da Roma; la garanzia del mantenimento delle stesse prestazioni erogate l’anno scorso; la definizione di un nuovo tariffario più conveniente per gli utenti; l’impegno da parte
dei privati a cessare le proteste, rivedere i licenziamenti e ritirare i ricorsi presentati; l’avvio di un processo triennale di analisi della situazione esistente e di sviluppo di una nuova organizzazione basata su criteri di rete, sull’informatizzazione, sulla distribuzione delle strutture a livello territoriale e sulla loro accessibilità, sulla qualità delle apparecchiature”. Quanto agli anni a venire, il 2014 e il 2015, l’accordo prevede la conferma dei budget assegnati per il 2013; una ulteriore disponibilità di 15 milioni di euro extrabudget all’anno per i laboratori operativi e altri 5 milioni l’anno da riservare alle nuove strutture accreditate; l’istituzione di una commissione tecnica che definirà, tra l’altro, i criteri per i nuovi accreditamenti e per l’assegnazione degli extrabudget. Tali criteri riguarderanno particolarmente l’alta qualità, l’organizzazione, la formazione di una rete, l’informatizzazione, la distribuzione territoriale delle strutture. “Tutti questi extrabudget – sottolinea Coletto – sono il frutto delle economie ottenute attraverso il quotidiano lavoro di razionalizzazione del sistema sanitario veneto e di conseguenza non andranno ad incrementare la spesa”. L’accordo, però, non soddisfa tutti, soprattutto gli operatori che fanno parte del Comitato di Crisi Regionale della Sanità Veneta. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, hanno dichiarato che “l’accordo non risolve
assolutamente la crisi occupazionale e che, pertanto, gli esuberi rimangono ad oggi in essere non esistendo alcuna alternativa per la conservazione dei posti di lavoro, tanto più che non è consentito neppure il ricorso alla cassa integrazione in deroga poiché questo ammortizzatore sociale non è stato previsto per il comparto in questione”. Nel padovano le strutture convenzionate, Data Medica, Cemes, Euganea medica Srl e centro medico di Fisioterapia Srl hanno dichiarato un esubero di personale pari a cento unità. Sono in prevalenza tecnici e amministrativi che rischiano di rimanere
senza lavoro. Stessa situazione anche nel Veneziano dove resta incerto il futuro di strutture come il Policlinico San Marco, dove sono stati annunciati 54 licenziamenti, e di Villa Salus che, se non porterà a una riduzione del numero di addetti, di sicuro entro qualche mese vedrà passare le attività del Punto nascite, e parte degli addetti, all’ospedale dell’Angelo. Così come non si sa ancora come si risolverà a Rovigo la vicenda dei molti dipendenti per cui il Centro Attività Motorie ha chiesto la mobilità.
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Il Veneto in primo piano 31 9 Tempi ridotti per Tac e Risonanze
Stop liste d’attesa: la strategia di Zaia di Germana urbani
U
na rivoluzione culturale. Così l’ha definita il presidente della Regione Luca Zaia, presentando alle direzioni strategiche delle Ullss e Aziende Ospedaliere del Veneto la delibera di Giunta che prevede che l’intera rete ospedaliera veneta debba essere attivata con nuovi orari e disponibilità entro il prossimo primo settembre, demandando ai direttori generali la definizione operativa e organizzativa su base territoriale. I servizi interessati sono quelli ambulatoriali ma soprattutto radiologici, per ottimizzare al massimo l’utilizzo prima di tutto dei grandi macchinari come Tac e Risonanze Magnetiche. Il cuore della riforma sta nel fatto che gli ospedali resterebbero aperti di notte dalle 20 alle 24 per almeno due giorni alla settimana e nei giorni festivi e prefestivi con l’obiettivo di erogare quelle prestazioni ambulatoriali che sono più di altre protagoniste di lunghe liste d’attesa.
neWs
“E’ una nuova filosofia, una vera rivo- L’intera operazione con circa 30 milioni di euro l’anno, frutto della razionalizzazione di spesa luzione – ha detto Luca Zaia – che sarà finanziata già in atto, destinati al pagamento del si rivolge prima di tutto ai 5 milioni con circa personale e delle spese organizzative. di veneti, che sappiamo curare molto 30 milioni Ai lavoratori, ovviamente, è garantito bene, ma che ci chiedono tempi più di euro l’anno il pieno rispetto degli accordi sindacali. veloci per gli esami e le visite. Avviciniamo la sanità alla gente, rendiamo più efficiente l’intero Laddove apparisse necessario, i direttori generali potranno sistema, creiamo una vera e propria rete di presa in carico attivare anche nuove assunzioni. “E’ una sfida dell’intera del paziente che, attraverso i Centri Unici di Prenotazione, comunità – ha detto ancora Zaia – che lanciamo assieme troverà non solo assistenza per la prenotazione singola, ma a tutti gli operatori della sanità che hanno dimostrato tanta anche per la definizione del percorso di controlli ed esami disponibilità e senso civico e che ringrazio sin d’ora”. Cendopo una fase acuta passata in ospedale. Il tutto nei tempi trale sarà la funzione del Centro Unico di Prenotazione e del più brevi possibili, perché l’obiettivo tendenziale è quello di Cup Manager, la cui attività dovrà essere anche di vera e chiudere le liste d’attesa o, nel peggiore dei casi, di ridurle propria assistenza al cittadino, fornendo indicazioni e conal minimo fisiologico”. L’intera operazione sarà finanziata sigli sulla via più breve e comoda da seguire per ottenere
la prestazione. Dovranno anche essere attivati sistemi di intercettazione delle prenotazioni con tempi di attesa superiori a quanto prescritto e verifiche immediate se il sistema elettronico dovesse indicare tempi anomali e realizzata un gestione integrata delle agende che comprenda anche il privato convenzionato. Ogni direttore generale dovrà realizzare il “Piano aziendale liste attesa” e attivare un tavolo di monitoraggio sulle attese per visite e prestazioni e per i percorsi diagnostico terapeutici. “Lo spirito – ha sottolineato l’assessore Luca Coletto – è quello di avvicinare l’ospedale al territorio e dare una nuova grande opportunità anche a chi lavora ed è costretto a prendersi ferie e permessi per andare in ospedale negli orari abituali. Senza contare che più si usano i macchinari e prima si ammortizzano, ottenendo così anche un obiettivo di ottimizzazione dei costi”.
Introdurre più trasparenza e concorrenza e’ tempo di rivedere i rapporti tra pubblico e privato
E
’ già tracciata la scaletta di lavoro per il parlamentino veneto che, secondo Leonardo Padrin, presidente della commissione sanità in Regione, ora deve ridisegnare completamente, o quasi, tutto il modo di rapportarsi ai privati. “Spetta al Consiglio, attraverso la competente commissione Sanità, definire - spiega il presidente della commissione - regole certe e chiare per l’accreditamento, l’erogazione dei servizi e la ripartizione dei finanziamenti. Regole - specifica Padrin - che devono valere sia per i
manager delle aziende pubbliche sia per gli imprenditori della sanità privata”. Oltre a ciò, sempre secondo Padrin, è necessario aumentare la trasparenza e la competizione nel sistema: “La Regione e i direttori generali delle Ulss devono rendere pubblici i criteri di assegnazione dei budget di spesa ai privati convenzionati e i privati devono essere sottoposti a rendicontazione, verificabile in modo trasparente. L’obiettivo è rendere le Ulss una ‘casa di vetro’, dove ogni euro speso sia rendicontato e verificato. Tutto ciò a garanzia del-
la qualità e dell’efficienza dei servizi erogati, sia da parte del pubblico sia da parte dei privati”. Ulteriore elemento di innovazione del sistema dovrà essere la “liberalizzazione” delle strutture private, superando le “rendite di posizione” delle convenzioni che sinora hanno privilegiato alcuni imprenditori e alcune aree geografiche: per Padrin, i centri e le strutture autorizzate, che rispondono cioè agli standard di qualità, sicurezza ed efficienza del sistema sanitarie, devono poter operare nel territorio, entrando in competizione
tra loro nell’aggiudicarsi il ruolo di partner integrativi della sanità pubblica. “E’ mancata sinora nella nostra Regione una seria programmazione dei rapporti tra pubblico e privato in sanità - conclude Padrin - L’occasione di rimediare a questa carenza del nostro sistema ci viene offerta dalle nuove schede ospedaliere e territoriali, previste dal piano sociosanitario approvato nove mesi fa”.
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32 10 Il Veneto in primo piano L’inchiesta sui giovani ”Wireless generation e crossmedialità” promossa da Corecom Veneto e condotta dall’Università di Padova
La wireless generation: nella rete già a 8-10 anni I ragazzi nati digitali posseggono uno o due cellulari, aderiscono in massa ai socialnetwork e nella rete parlano molto di sè di Ornella Jovane
S
ono nati con il pc e con gli stumenti informatici hanno una naturale confidenza, sia in termini di utilizzazione sia per quanto riguarda la gestione. Sono i nativi digitali, distanti anni luce dalla generazione degli adulti nel campo delle nuove tecnologie: in esso gli adolescenti si muovono con estrema disinvoltura e liberi da qualsisasi controllo di genitori ed educatori, che sono invece in difficoltà per la carenza di conoscenze e di esperienza e che, per questo, non riescono a “stare dietro” in modo adeguato ai loro ragazzi. E’ uno degli aspetti più significativi che emerge dalla ricerca “Wireless generation e crossmedialità” promossa dal Corecom Veneto e realizzata dall’Università di Padova i cui risultati sono stati resi noti all’inizio di aprile e che sono oggetto di approfondimento in tre focus regionali (a Padova il 9 aprile scorso, a Chioggia il prossimo 23 aprile e quindi a maggio a Vicenza). Dalla ricerca, condotta tramite un questionario on-line somministrato a 1700 ragazzi delle classi prime, terze e quinte delle scuole superiori (quattordici, secidici e diciotto anni),
risulta che la maggior parte degli adolescenti, - naviga con disinvoltura in internet e manifesta per non dire tutti, possiede almeno un cellulare anche una certa tranquillità nel parlare di sè e (soltanto tre di essi hanno risposto di non aver- della propria vita privata nella rete. Un atteggiane uno) se non due (in genere i più giovani mento che è dovuto alla innata familiarità con degli intervistati). Un’esigenza che nasce dalla mezzo ma che può nascondere qualche insidia. “I ragazzi - spiega Barbara Segatto, necessità di diversificare il tipo di contratto, a seconda dell’ultilizzo, per beneficiare delle mi- docente di sociologia all’Università di Padova gliori offerte sul mercato. I ragazzi, infatti, san- - si sentono molto liberi di mettere i loro dati no come fare per contenere i costi muovendosi in rete”. A conferma di ciò il fatto che i profili Facebook della maggior parte dei ragazzi che con consapevolezza sul mercato delle offerte. Il 58 per cento dei ragazzi ha dichiarato sono stati intervistati sono aperti e visibili a tutti. Attraverso i socialnetdi possedere un comwork i giovani intervistati puter a casa. Essi si Un mondo dal quale hanno dichiarato di avere avvicinano alle nuove gli adulti sono “esclusi” mediamenente oltre 600 tecnologie in età sem- perché non hanno le contatti, di cui un terzo pre più giovane, già ad conoscenze adeguate: 8-10 anni navigano in è un problema educativo con sconosciuti. internet e lo fanno per I socialnetwork e la lo più per mettersi in relazione con amici e co- rete, in generale, sono un mondo familiare etanei. Utilizzano i social network in maniera agli adolescenti che quindi manifestano buone massiccia, l’86,7 per cento del campione ha capacità di sapersi tutelare ma i rischi, sopratdichiarato di aderire almeno ad uno di essi, e tutto per i più giovani, di incorrere in spiacevoli anche in questo caso al diminuire dell’età au- incontri sono alti. Il 22 per cento del totale ha menta il numero delle adesioni. La wireless ge- dichiarato di essere entrato in contatto con siti neration - per lo più generazione di autodidatti pedopornografici e con siti violenti o di estre-
misti politici. Il problema è che questo mondo on line - che comunque i ragazzi hanno dimostrato di saper ben distinguere dalla vita reale - è per lo più sconosciuto agli adulti che quindi si ritrovano privi di strumenti e mezzi per tutelare e riuscire ad educare i propri figli ad un uso corretto. “I ragazzi hanno dimostrato di essere competenti e di saper dominare i mezzi tecnologici - spiega ancora Segatto - e dimostrano anche di essere consapevoli dei rischi che possono incontrare nella rete”. La questione di fondo riguarda lo scarso dialogo con gli adulti su questo tema. Solo il 9,6 dei ragazzi si confida con i genitori sui contenuti a rischio con cui viene a contatto durante la navigazione on line, il 22,7 per cento ne parla con gli amici, il 37,8 non ne parla affatto.
“Il mondo dei ragazzi - ha affermato il presidente del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato - avvia l’approccio alle nuove tecnologie in età sempre più giovane, avvertendo però meno di noi adulti i pericoli che ne derivano. E fa pensare soprattutto il fatto che non ne parlino con insegnanti e famiglie, ma pochissimo anche tra loro”. Questo, prosegue Ruffato, “dipende anche da noi, che non riusciamo ad educarli e che dobbiamo quindi pensare come fare per insegnare loro come saper scegliere nel visitare la rete”. “La nostra ricerca - lo ha detto anche il presidente del Corecom del Veneto Alberto Cartia - intende avviare un percorso che, in primo luogo, garantisca la tutela dei minori, costruendo forme di prevenzione all’insorgere dei pericoli”.
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Il concorso @Two!Salute! si rivolge ai ragazzi delle scuole superiori
L
a Regione e la Sanità veneta si rivolgono ai giovani, nativi digitali, per raccogliere nuove idee “tecnologiche” che possano migliorare il servizio sanitario. E’ @ Two!Salute!, il concorso dedicato ai ragazzi nati nell’era dell’informatizzazione, organizzato dal Consorzio Arsenàl - il Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la Sanità Digitale - per coinvolgere i giovani sul tema dell’innovazione applicata alla sanità. Il concorso è rivolto alle classi quarte e quinte delle scuole secondarie venete e invita, appunto, a proporre idee per la sanità del futuro. L’innovazione introdotta dai nuovi strumenti (computer, internet, mobile phone, etc.) ha profondamente cambiato le modalità di erogazione e di fruizione dei servizi in tutti gli ambiti della vita quotidiana (homebanking, acquisto di beni e servizi...). Allo stesso modo, la pratica sanitaria è sottoposta ad una forte spinta di evoluzione per offrire ai cittadini servizi più veloci ed efficienti. La complessità organizzativa, la normativa e l’importante componente etica di questo settore hanno però costituito fattori di resistenza al cambiamento. D’altro canto, la necessità di migliorare le prestazioni
di cura e di efficientare il sistema, rendendolo economicamente più sostenibile, hanno reso inevitabile l’avvio di un processo di riflessione e di trasformazione che porta all’applicazione delle tecnologie per l’informazione e la comunicazione (Ict) alla pratica sanitaria. Tramite il concorso gli studenti hanno l’opportunità di proporre un’idea di modello o servizio che si avvalga delle nuove tecnologie per migliorare il sistema sanitario regionale. I giovani interessati possono partecipare, singolarmente o in gruppo, iscrivendosi compilando online l’apposita registrazione entro e non oltre il 6 maggio prossimo nell’area dedicata del sito www.consorzio arsenal.it. I contributi digitali dovranno essere inviati entro e non oltre il 6 maggio 2013 e saranno valutati in base all’innovatività, il risparmio per il sistema sanitario e per i cittadini, la semplicità d’uso, l’utilità/risposta a bisogni reali e l’efficacia comunicativa. Per maggiori informazioni è possibile contattare il numero telefonico 0422-216122 o consultare il link http://www.consorzioarsenal.it/web/guest/cosa-facciamo/twosalute/cosa-e
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Veneto in primo piano 11 34 Il Veneto in primo Ilpiano Tasse
E’ in arrivo la stangata di primavera Quasi 40 miliardi usciranno dalle tasche dei contribuenti italiani solo tra maggio e luglio. L’Erario colpisce soprattutto autonomi e artigiani di Germana urbani
S
arà una stangata ma poteva andare anche peggio. Con un Decreto dell’ultimo minuto il Governo ha deciso di rispondere all’appello di quanti chiedevano che l’entrata in vigore della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, venisse sospesa o rimandata. Detto fatto, dunque. Ma il nuovo balzello è stato solo rimandato di pochi mesi e i contribuenti se lo ritroveranno tra le scadenze di fine anno, insieme all’Imu e al conguaglio Irpef. Le associazioni dei consumatori già chiedono che sia rimandato direttamente al 2014, un modo per aiutare famiglie e commercianti che in quel periodo saranno alle prese con le feste natalizie. “Per dare una boccata di ossigeno a famiglie ed imprese - spiega Federconsumatori - la soluzione reale è il rinvio di tale tributo al 2014, continuando a far pagare per il 2013 la Tia/Tarsu”. Su questo fronte il decreto del Governo introduce un elemento importante: la Tares, infatti, viene definita sempre come “tributo” e quindi, in nessun caso, su di essa dovrà essere applicata l’Iva. “Per quanto riguarda il nuovo tributo - dice ancora Federconsumatori - chiediamo che in sede di conversione del Decreto, oltre al rinvio al 2014, vengano mantenute le forme di pagamento attuali e venga prevista una forma di “bonus” per i bassi redditi
o situazioni particolari in cui siano sopraggiunte mobilità, disoccupazione, condizioni di difficoltà, stante il crescente fenomeno della morosità e/o insolvenza”. A maggio comunque le tasse sui rifiuti si pagano, con la vecchia Tarsu o Tia (cresciuta lo scorso anno del 30%) si risparmieranno per ora circa 80 euro rispetto a quanto si sarebbe dovuto pagare se la Tarsu fosse stata riscossa ora. Ma questo risparmio è poca cosa rispetto al salasso complessivo che gli italiani subiranno in soli tre mesi e che è stato
Dopo aver pagato tutte le tasse che lo Stato ci chiede, resteranno i soldi per le vacanze? conteggiato in poco meno di 40 miliardi di euro. I rifiuti porteranno nelle casse erariali i primi 2 miliardi. A giugno va a scadenza il pagamento della prima rata Imu sulla quale potrebbero pesare anche aumenti delle addizionali comunali, ma per ora nessun sindaco le ha annunciate, nonostante le casse dei comuni siano paurosamente al verde. Comunque sia, secondo i calcoli di Cgil, Cisl e Uil, l’imposta sulla casa così com’è oggi peserebbe altri 11,6 miliardi di euro. Sempre a giugno anche le imprese
verseranno lacrime amare: a loro l’onere di versare all’erario 8 miliardi tra saldo 2012 e acconto 2013 dell’Ires. Ma a pagare di più, ben 4,4 miliardi, saranno paradossalmente alcuni soggetti che sentono particolarmente la crisi: lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e imprese per la parte di loro competenza dell’Irpef. E non è tutto. Il piatto della bilancia per loro potrebbe essere ben più pensante visto che le regioni avranno la possibilità di aggiungere alla loro aliquota base fissata dallo Stato all’1,23% un ulteriore 0,5. Una percentuale che nel 2014 potrà salire fino all’1,1%. Aumento che non dovrebbe interessare la regione Veneto, visto che non è soggetta a nessun piano di stabilizzazione finanziaria. Come se non bastasse a luglio arriverà anche un’ulteriore stangata con l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% su prodotti di largo consumo, che porterà via negli ultimi sei mesi dell’anno un altro miliardo e ottocento milioni di euro. E che pagheranno tutti i cittadini che ancora possono permettersi di spendere qualcosa. E insieme a loro lo pagheranno i commercianti. Molti di loro non riusciranno a sopportare un nuovo calo dei consumi, tanto che, secondo le nere previsioni di Confesercenti quest’anno chiuderanno bottega in 145mila. Ma a rischiare grosso sono anche le
piccole medie imprese, specie se regione e comuni decideranno di far leva sulle addizionali. “In una fase in cui le piccole e micro imprese sono sempre più stressate dal fisco e a corto di liquidità – afferma il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi – l’appuntamento fiscale di inizio estate rischia di spingerne moltissime fuori mercato. Per questo invitiamo i leader politici a trovare un accordo, affinché si costituisca in tempi brevi un Governo che affronti le emergenze economiche che sono sul tappeto. Mi riferisco, per esempio, alla necessità di scongiurare l’aumento dell’Imu sui capannoni, altrimenti molti piccoli imprenditori saranno costretti, loro malgrado, a chiudere definitivamente i cancelli o le saracinesche delle proprie attività. Inoltre, bisogna assolutamente evitare che dal 1° luglio si verifichi l’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22%. Se ciò non avverrà, i consumi subiranno
un’ulteriore contrazione, penalizzando proprio le piccolissime imprese che vivono quasi esclusivamente della domanda interna. Infine, bisogna immettere liquidità al sistema economico, agevolando l’accesso al credito e sbloccando da subito i 70 miliardi di pagamenti che la Pubblica amministrazione deve alle imprese”. Uno scenario davvero preoccupante che lascia sul tappeto una domanda non da poco: gli italiani riusciranno quest’anno ad andare in vacanza o pianteranno l’ombrellone in giardino? Il settore turistico del Veneto, da sempre trainante sul fronte economico e nazionale, quanto ne risentirà? Qualcuno, la politica in primis, dovrebbe rispondere a domande come queste, considerando che una vacanza felice serve al buon umore ma anche e soprattutto all’economia generale di un Paese.
STIPENDI E PENSIONI PIÙ LEGGERI, E DI QuANTO?
A
ddizionali regionali e comunali quando e se scatteranno peseranno non poco su stipendi e pensioni, come ha dimostrato uno studio del Centro assistenza fiscale della Cisl. A quanto pare l’aumento del prelievo scatterà per tutti sulle addizionali regionali e sarà dello 0,33 per cento. “Questo vuol dire - spiegano al Caf-Cisl - che chi percepisce un reddito di 1.200 euro lordi al mese (15.600 all’anno) si vedrà trattenuti ulteriori 51 euro in un anno, e se il Comune ha già stabilito l’aumento dell’Irpef comunale, la trattenuta potrà arrivare fino a 98 euro, sempre annui. Naturalmente le cifre crescono al crescere del reddito. Per un lavo-
ratore con reddito basso, 1700 euro lordi al mese, 22.100 all’anno, l’aumento annuo dell’addizionale regionale sarà di 73 euro e con un eventuale incremento massimo, come già deciso ad esempio dal comune di Catanzaro, dell’Irpef comunale, si arriverà fino a 139 euro annui in più. Fortunatamente non tutte le amministrazioni comunali hanno deciso di utilizzare la leva dell’aumento dell’Irpef comunale per aumentare i propri introiti, così come concesso dalla manovra di Ferragosto firmata da Tremonti-Berlusconi che ha riconosciuto ai Comuni la possibilità di deliberare, a partire dal 2012, quindi dall’inizio di questo anno, aumenti fino ad un livello massimo dello 0,8 per
cento. Nessuno dubita comunque che prima o dopo tutti, o quasi tutti i Comuni faranno ricorso a questa possibilità, visti i bilanci sempre più in negativo delle città italiane, anche quelle più piccole. Una buona notizia c’è, comunque, ma non si sa fino a che punto sia davvero buona, considerato che riguarda soltanto i percettori di redditi bassissimi. Solo i pensionati e i dipendenti con introiti talmente sottili da non dover pagare neppure l’Irpef principale, non dovranno subire aumenti di addizionale regionale e comunale. I pensionati che prendono fino a 7.535 euro all’anno e quelli oltre i 75 anni con reddito fino a 7.785. E i lavoratori con stipendio fino a 8.030 euro lordi all’anno.
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Zaia: “Il bilancio più difficile della storia della Regione” Al Veneto verranno a mancare un miliardo e 300 milioni di euro di risorse finanziare, il 26% in meno rispetto allo scorso anno
I
l governatore del Veneto lo ha definito il bilancio più difficile della storia emergenza sociale, con la manovra emendativa si è voluto dare risposta della Regione, e non perché per la sua approvazione si è andati avanti anche ad alcune richieste puntuali o di settore: 140 mila euro vanno a fino alle quattro di mattina, ma piuttosto perché con questo esercizio incentivare l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi scontando per tre anni la economico la Regione è stata chiamata a mettere mano su alcune delle tassa automobilistica regionale, 100 mila euro all’avvio dei fondi sanitari tante situazioni difficili che il Veneto, come il resto d’Italia, sta attraversan- integrativi regionali, 150 mila per istituire la Fondazione Andrea Zanzotto do. Così, lungo la giornata dello scorso 21 marzo fin dal mattino si sono a Pieve di Soligo, 500 mila euro per sostenere l’attività di promozione avvicendati gli interventi dei vari consiglieri presentando nuovi ordini del teatrale svolta da Arteven, 50 mila euro per aiutare le imprese ortoflorogiorno, emendamenti, chiedendo, ad esempio, venisse ritirata la delibera frutticole a realizzare in sede punti di vendita dei loro prodotti. Il maxiecon la quale è stato tagliato il budget per la sanità privata, di reinserire i mendamento conferma inoltre le risorse destinate al trasporto pubblico fondi per gli interventi di adeguamento sismico degli edifici, quelli per il ri- locale su ferro e su gomma (in totale 406 miioni di euro), modificandone pristino delle coste erose dalle mareggiate: un tira e molla estenuante però i criteri di assegnazione: 150 milioni ai treni regionali e 256 milioni malgrado la giunta avesse recepito parte delle richieste giunte dai gruppi al trasporto su bus e su acqua così ripartiti (49,5 per cento per i servizi di minoranza in un maxiemendamento di 24 articoli, tra i quali quello coi extraurbani, 34,5 per cento per i servizi urbani e 16 per cento per i servizi 12 milioni di euro da stanziare a sostegno dei disoccupati e delle famiglie di navigazione). Nel dettaglio i 12,5 miliardi del bilancio 2013 saranno in difficoltà. “Tutti - ha spiegato il presidente Luca Zaia al termine delle così ripartiti: a sanità e sociale quasi 8,8 miliardi di euro, per la mobilità votazioni - abbiamo dovuto confrontarci con una situazione mai vista in regionale (infrastrutture) 759 milioni, per l’istruzione e la formazione passato, con pesanti tagli orizzontali piovuti da Roma che hanno messo a 425 milioni, per la salvaguardia di Venezia e della laguna 250 milioni, per rischio anche le poste più rilevanti per il futuro dei nostri concittadini, dal le politiche per la casa 174 milioni, per la tutela del territorio 132 milioni, welfare ai trasporti, alla dotazione finanziaria per far fronte alla dramma- per il lavoro e l’occupazione 119 milioni, per l’agricoltura 98 milioni, per tica crisi economica. Il lavoro comune - sottolinea Zaia - ha portato buoni le piccole e medie imprese 71,4 milioni, per l’energia 43,4 milioni, 23,4 frutti: ne è infatti scaturito il miglior bilancio possibiper il turismo, 6,7 per il commercio, 3,4 per promole, dove ogni euro disponibile è destinato ad essere Per la prima zione e fiere. Sul fronte ambientale sono previsti speso per sostenere al massimo le esigenze dei volta in flessione 70 milioni per le politiche per l’ecologia, 46,7 miveneti”. Infatti, il bilancio 2013 risente su tutti i anche il fondo lioni per il ciclo integrato delle acque, quasi 52 mifronti delle “grandi ristrettezze” della finanza pub- sanitario lioni per la protezione civile. I fondi destinati alla blica visto che, tra patto di stabilità e riduzione dei regionale cultura ammontano a 16,8 milioni di euro, allo trasferimenti in Sanità, nel 2013 al Veneto verransport e il tempo libero vengono assegnati 1,8 miliono a mancare un miliardo e 300 milioni di euro di risorse finanziare. Il che ni. Infine per pagare interessi e oneri per mutui e prestiti sono previsti 584 significa che la quota di spesa a libera destinazione per la Regione si ridu- milioni, per il personale, le sedi e le spese di funzionamento della Regione ce così a 993 milioni, “il 26 per cento in meno rispetto allo scorso anno”, 223 milioni e per il funzionamento di Giunta e Consiglio 53,4 milioni. La calcolando anche i 40 milioni di euro di introiti attesi dalla vendita del pa- ‘cura dimagrante’ ha riguardato anche la legge finanziaria, asciugata a trimonio immobiliare regionale (attese dimezzate rispetto allo scorso una ventina di articoli, che introduce specifiche misure di spesa all’interno anno, dopo che due aste sono andate deserte) e per la prima volta, anche del bilancio 2013: 500 mila euro per la tutela dei prodotti a denominazioil fondo sanitario regionale, tradizionalmente sempre in aumento, sarà in ne d’origine protetta, 200 mila euro di contributo al Centro per la ricerca flessione: si passa dagli 8.444,9 milioni del 2012 agli 8.355,1 del in viticoltura ed enologia dell’Università di Padova (Cirve), 300 mila euro 2013. La manovra emendativa finale apportata alla Finanziaria dal maxi- per la promozione del cicloturismo e del cicloescursionismo, 50 mila euro emendamento della Giunta e dal lavoro del Consiglio è riuscita a recupera- per i 150 anni del Cai, 40 mila euro per il meeting dei giovani veneti resire una cinquantina di milioni di euro, in parte sforbiciando decine di capito- denti all’estero, 100 mila euro per promuovere a livello locale i ‘contratti li del bilancio ordinario sin all’azzeramento di alcune voci (viene cancellata di fiume’. Le novità più consistenti introdotte dall’aula, con un emendala Scuola regionale di polizia locale), e in parte reimmettendo in circolo le mento a sorpresa approvato da una maggioranza ‘trasversale, sono i 2 risorse di vecchi fondi accantonati presso Veneto Sviluppo, nei Confidi o nei milioni di euro stanziati a favore dei pescatori del Basso Polesine e di fondi di rotazione a beneficio dello sviluppo delle piccole e medie imprese Chioggia e la possibilità - proposta dal gruppo della Lega e approvata con e del turismo. Le risorse così recuperate sono orientate in via privilegiata consenso unanime - per i fornitori della Regione e degli enti sussidiari, Ulss alle famiglie e delle imprese, attraverso l’istituzione del nuovo fondo a comprese, di certificare i crediti e ottenere così dal sistema creditizio l’antisostegno dei disoccupati e dei nuclei familiari in difficoltà (come detto cipo delle spettanze. Sul fronte delle entrate la finanziaria 2013 disciplina 12,3 milioni di euro, di cui 4,3 a sostegno degli affitti e del diritto alla le sanzioni per chi viola le prescrizioni stabilite dalla Regione per la costrucasa, 5 di compartecipazione alla spesa dei Comuni per l’inserimento la- zione e l’esercizio di centrali a biomassa, biogas e biometano e riduce vorativo in occupazioni socialmente utili e 2,8 per contrastare le situazioni l’ecotassa a quei comuni che incentivano la raccolta differenziata. Sul di povertà ed emergenza sociale) e 23,1 milioni di euro per lo sviluppo del fronte normativo, la finanziaria 2013, consente di ampliare gli edifici in sistema produttivo, ottenuti accorpando e razionalizzando fondi giacenti zona rurale sino ad un massimo di 800 metri cubi e dimezza a 250 euro presso Veneto Sviluppo. Altre risorse per le aziende, circa 21 milioni di il contributo che le ditte di autonoleggio devono pagare a Regione e Comueuro di cui 15 per lo sviluppo delle aziende polesane, vengono recuperate ni per gli autobus che hanno oltre 15 anni di vita e ne consente la circolasmobilizzando risorse accantonate e non utilizzate in programmi regionali, zione sino a 30 anni dall’immatricolazione senza più distinguere tra autonazionali e comunitari. Analoga operazione è stata fatta anche per soste- mezzi usati per il gran turismo e gli scuolabus. La finanziaria, infine, dà nere progetti turistici innovativi e sinergie tra i diversi comparti per prolun- mandato alla Giunta di predisporre, entro 90 giorni, la ristrutturazione e la gare la stagionalità: le risorse, che ammontano a 6 milioni di euro, vengo- razionalizzazione delle società controllate, anche prevedendo l’uscita della no recuperate dal fondo di rotazione per il turismo istituito nel 2002. Altri Regione da quelle società dove detenga, direttamente o indirettamente, 12 milioni di euro sono destinati alle imprese agricole colpite dalle eccezio- quote minoritarie. E autorizza la Giunta a mettere in vendita palazzo Tornali avversità atmosferiche. Insieme a imprese, famiglie e situazioni di res-Rossini, la sede ausiliaria del Consiglio veneto acquistata nel 2003.
Palazzo Ferro Fini sede del consiglio regionale del Veneto
L’opinione Lucio Tiozzo, Partito Democratico
“chisso dia le dimissioni”
“D
ue - dichiara - sono le svolte cruciali di questo bilancio che non sarebbero mai arrivate senza il pressing del Pd: l’aver recuperato ben 62 milioni di euro dormienti, che stavano Lucio Tiozzo nei cassetti della Regione e di Veneto Sviluppo e che ora vengono messi a disposizione delle imprese. Oltre a ciò, l’aver istituito il Fondo per le emergenze sociali. Su un terzo punto, quello del trasporto pubblico, la partita resta drammaticamente aperta. Riteniamo infatti che il riparto approvato sia illegittimo, in contrasto con la legge regionale vigente. Tanto basta per ritenere doverose a questo punto le dimissioni dell’assessore Chisso: un atto di coerenza che, senza equivoci, gli chiediamo di fare. Chisso infatti - prosegue Tiozzo assieme a Bruno Pigozzo, vice presidente della commissione Trasporti - ha previsto ed inserito una ripartizione di risorse prima ancora che le commissioni competenti, che avevano il compito di determinare i costi standard, i servizi e le tariffazioni minime, avessero chiuso il loro lavoro. In questo modo ha completamente scavalcato un percorso che, per legge, prevede la consultazione degli enti locali, delle aziende di trasporto e della commissione Trasporti. Il risultato è che viene penalizzato pesantemente il servizio su gomma regionale e quello di navigazione per Venezia, che in due anni ha subito decurtazioni per 11 milioni di euro”. Antonio Pipitone, Italia dei Valori
“bilancio insoddisfacente, maggioranza irresponsabile”
E’
un commento negativo quello che il consigliere regionale dell’IdV, Antonino Pipitone, dà al Bilancio e alla finanziaria regionale Antonio 2013. “Hanno bloccato per settimane il bilancio - scrive in una Pipitone nota l’esponente dipietrista - occupati a litigare per le loro marchette. In sanità tagli drammatici confermati, nel sociale orizzonte nero, nel lavoro si sono recuperati 40 milioni ma solo perché non erano stati utilizzati negli anni passati. Situazioni che stridono con i 400mila euro da spendere in sagre per l’identità veneta o i 500mila concessi dalla Giunta senza colpo ferire per associarsi ad Arteven. Un esempio lampante dell’ipocrisia della maggioranza prosegue Pipitone - è la bocciatura del nostro ordine del giorno che voleva ritirare la delibera che ha tagliato il budget per la sanità privata convenzionata. Il bilancio - sottolinea Gennaro Marotta - è una coperta corta che non ci soddisfa affatto”. Stefano Valdegamberi, udc
“la finanziaria regionale non taglia gli apparati”
“S
i è fatto un gran parlare di riduzione dei costi degli apparati e delle strutture - ha spiegato in una nota il consigliere Stefano dell’Udc - razionalizzando gli enti, a partire dai consigli di Valdegamberi amministrazione, ma alla fine, come sempre, si è concluso con un nulla di fatto. Le mie proposte di accorpamento delle Ulss, di abolizione della legge pasticciata sulle unioni dei comuni montanti, dell’accorpamento delle Ater, etc, sono state, una dopo l’altra, rigettate. Anzi, invece di ridurre gli enti se ne sono creati di nuovi: è stata costituita una fondazione e si è diventati soci di una società per la promozione del teatro. Tutto al contrario degli indirizzi sulla spending review. Peccato, un altra occasione persa”.
Dario bond, Popolo delle Libertà
“lanciato importanti segnali a imprese e famiglie”
“C
ome Pdl avevamo proposto il sostegno ai fondi di solidarietà già nel dicembre scorso – spiegano Dario Bond e PiergiorDario Bond gio Cortelazzo, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo del Pdl in Consiglio regionale - per questo possiamo dire di aver centrato l’obiettivo. Non si tratta di mero assistenzialismo ma di un insieme di misure di welfare volte al reinserimento lavorativo e al ruolo attivo dei Comuni, che vengono individuati come nuovi centri della solidarietà. Sono poi importanti anche i segnali lanciati al mondo dell’impresa e alle aree più problematiche come il Bellunese e il Polesine”, sottolineano i due esponenti del Popolo della Libertà. “A fine gennaio, in prima Commissione, avevamo auspicato lo “smontaggio” della bozza di bilancio. Oggi, con il lavoro di tutti, possiamo dire di aver fatto un passo avanti, un cambio di mentalità che sarà utile anche per gli anni a venire”.
38 14 Cultura veneta Arte Nel 50esimo della tragedia, un’opera di Cagol invita ad andare oltre
Diga del Vajont: un raggio per nuove prospettive Un lampo, una luce per non dimenticare la tragedia. Un bagliore, che aiuti a smantellare questa grande lapide ancora lì presente di Alain Chivilò
S
ono trascorsi cinquant’anni dal tragico evento del Vajont e tutta l’area conserva e fa traspirare un’aria di pensiero funebre per coloro che vivono, per chi passa vicendevolmente dal Friuli al Veneto e per coloro i quali ritengono la meta “turistica” da visitare. La rabbia, il dolore, la commozione e il rispetto devono essere sempre mantenuti alti, però tutto il territorio è inteso solamente come uno scempio determinato dall’ottusità dell’uomo. Tale ambito è un dato di fatto, però è necessario fare un passo in avanti senza dimenticare. Le potenzialità di ripartenza esistono e l’Arte potrebbe tracciare la via giusta che dalla memoria guarda “oltre”. Da questo concetto parte e si genera la performance artistica dell’artista trentino Stefano Cagol (Trento 1969). Lo scorso 5 marzo è partita la I tappa di un progetto internazionale denominato “La fine del confine (della mente)”. Da una postazione mobile un potente generatore irradia un forte raggio di luce che taglia orizzontalmente il paesaggio. Ecco che lungo la strada che porta a Erto e Casso, in
un’area parcheggiabile proprio sopra e centralmente la diga, Cagol ha fatto partire un lampo improvviso che ha squarciato la fine della vallata, facendosi osservare anche nella parte terminale dell’area di Longarone. Un messaggio che in questo luogo vuole indicare la ripartenza per un possibile ed effettivo slancio futuro grazie anche all’arte. Ecco una testimonianza dell’artista. La fine del confine (della mente). Una performance europea che parte dalla Diga del Vajont. Il luogo diventa effettivamente centrale perché il destino ha fatto si che s’incontrasse con il mio modo d’intendere l’arte. Il progetto è nato per la Barents Art Triennale di Kirkenes in Norvegia ed è un’idea di arte pubblica. Da questa località, posta sul confine della Russia oltre il circolo polare artico sul Mare di Barents, parte un potente raggio di luce che supera questo difficile confine. Un’idea, se vogliamo semplice, che assume connotati storici, simbolici molto forti. Per sviluppare la performance anche in Italia ho pensato a Dolomiti Contemporanee che già avevo apprezzato negli anni passati per il loro agire.
In successione dopo un incontro con Gianluca D’Incà Levis, aver visitato il museo presso l’ex scuola di Casso e nel contempo aver visto per la prima volta dal vivo il luogo della diga del Vajont, ho capito che questo progetto doveva essere fatto in questo territorio. L’ambiente ha fatto assumere maggiore importanza imprimendo forti significati: un raggio di luce che oltrepassa e supera la diga nel cinquantenario dal tragico evento. Una luce che vuole decretare una fine del confine inteso nella sua totalità, al fine di non dimenticare la tragedia per immediatamente superarla con un bagliore, che aiuti a smantellare questa grande lapide ancora lì presente che si erge ancora immobile. Cercare dunque di andare oltre a quello che è accaduto perché non lo si può distruggere, bensì è possibile superarlo contemporaneamente attraverso segni simbolici dell’arte di oggi, riuscendo così a pensare a un futuro che deve esistere per tutta l’area. Non guardarsi sempre indietro, ma oltrepassare nel ricordo questo confine che è in tutti noi. Un luogo che potrebbe essere inteso come ricerca, stimolo,
Il grande fascio di luce attraversa la valle, teatro della tragedia che costò la vita a oltre 2.000 persone cultura, arte e situazioni positive. Non una visita di turisti per vedere i resti di una tragedia, bensì una meta per un futuro che non si fermi solo a cinquant’anni fa. Dalla Diga del Vajont alla Tofana di Rozes di Cortina. Dalla Tofana di Rozes parte invece il progetto così com’era stato pensato. Ossia un lungo viaggio verso il nord d’Europa toccando la Germania, la Danimarca fino alla Norvegia. C’è un sottotitolo al progetto “la fine del confine” che ritengo molto importante: “della mente”. Noi essere umani siamo pieni di confini e questa luce che faccio viaggiare traccerà i cieli per un futuro e un superamento ulteriore. A Cortina voglio dare una visione delle Dolomiti diversa dalla
classica iconografia a cui tutti siamo abituati. Montagna che diventa futuro centrale del mondo. Nel 2011 la partecipazione alla Biennale di Venezia. Anche nel 2013? Il progetto di due anni fa è legato a questa luce che irradio ora. Si trattava di evocare e provocare il confine. Quindi una stimolazione per arrivare a questo attuale livello. Ho utilizzato mezzi primari e simboli antichi come il fuoco che rivitalizzasse questo confine della vita, del corpo e delle idee. Nell’edizione del 2013 partecipo all’interno del neo padiglione delle isole Maldive, ossia una nazione che a fine secolo sarà sommersa dall’oceano.
Arte e montagna
Gipsoteca di Possagno
TECNOLOGIA PER ANTONIO CANOVA
Un granitico progetto per Dolomiti d’oggi
L
I
l percorso è già stato tracciato qualche anno fa con “la danzatrice con i cembali”: la tecnologia contemporanea viene in aiuto alla Gipsoteca di Antonio Canova di Possagno restaurando quelle sculture che furono danneggiate dal bombardamento del 1917, essendo stata la pedemontana del Grappa scenario bellico. Sono passati quasi cento anni e le opere sono rimaste monche. Una alla volta, negli anni futuri, si potranno ammirare nella loro completezza grazie a un processo inverso di restauro. Se il gesso era fondamentale per il ripristino del marmo, ora l’originale stesso viene utilizzato per ripristinare “l’opera prima” sita nella Gipsoteca. Attraverso l’utilizzo di una scansione tridimensionale dell’opera unica, che può essere sita in tutto il mondo dato i cambiamenti di proprietà e di luoghi,
si creano con il gesso le parti mancanti che andranno poste a ripristino di quelle rovinate a Possagno. Grazie alla generosità delle Associazioni dei Rotary Club International di Bassano del Grappa, Asolo e Pedemontana del Grappa, Bassano Castelli, Vicenza Nord – Sandrigo e Asiago – Altopiano dei sette comuni, la statua del principe Henryk Lubomirski della Gipsoteca, un armorino con arco faretra e frecce, avrà la sua testa partendo dall’originale in marmo, che si trova presso il castello di Lubomirski a Lancut in Polonia, distante 400 km da Cracovia. La statua nacque quando il giovane principino Henryk, in viaggio in Italia con la zia Elzbieta Lubomirski Chartoriski, nel 1788 entrò in contatto con lo studio del Maestro a Roma, luogo in cui fu commissionata l’opera. Furono necessari 5 anni e nel 1793 fu ultimata proprio da Antonio Canova. Al.Ch.
’Arte nella montagna è possibile? In un territorio privilegiato per l’uomo turistico contemporaneo da millenni di cambiamenti geologici, l’Arte può essere volano per produrre ricchezza e valore aggiunto per una cultura a vari livelli? L’archeologia industriale della montagna e luoghi andati in oblio possono essere delle ripartenze? La risposta è già stata tracciata da tre anni ed è senza dubbio affermativa: sì. Nel 2011 nasce il progetto Dolomiti Contemporanee che divulgando l’Arte nella montagna ha utilizzato siti industriali dismessi che hanno trovato nuova vita dopo le manifestazioni artistiche. Dalla fine del 2012 la scuola elementare di Casso, dopo un accurato restauro, rinasce per ospitare eventi d’Arte. Un luogo propulsore di vita, simbolo di ripartenza e non di ricordo passivo. Nella’ambito della performance di Stefano Cagol abbiamo incontrato il curatore dell’innovativo progetto Gianluca D’incà Levis. Un progetto originale e innovativo. Il titolo, che racchiude svariate iniziative, è Dolomiti Contemporanee. Il nostro scopo è d’intendere le Dolomiti non come cartolina, dato l’elevato target turistico, bensì come alto contenuto culturale. Il termine contemporanee non vuole assumere l’aspetto temporale perché individua temi di vario tipo da trattare attraverso spunti innovativi. Il volano di partenza è stato dall’inserimento di questi luoghi nell’Unesco, assumendo così maggiori significati fisici e metaforici. Qual è agire effettivo? L’idea verte nel portare l’arte contemporanea nella montagna uscendo dai consueti luoghi delle grandi città italiane e da una visione alpina tradizionale. E’ una modalità per avvicinarsi a questo peculiare paesaggio in modo nuovo. E’ un sistema che non decora l’area alpina con manifestazioni
artistiche, perché propone contenuti dall’alto valore aggiunto anche dopo la conclusione dell’evento. A Casso c’è uno spazio espositivo permanente Nell’area della Diga del Vajont è necessario vivere e assumere una nuova identità contemporanea dove sia possibile generare immagini nuove. E’ necessario che si superi la tragedia di mezzo secolo fa. Questo non vuol dire dimenticare o fare andare nell’’oblio il tragico evento accaduto, ma tale area deve lanciare scenari alternativi. Al drammatico passato, che rimarrà sempre aperto, è necessario affiancare anche un futuro di ulteriore partenza. La performance di Stefano Cagol è significativa perché fornisce un’immagine nuova alla diga non più leggibile come solo una lapide. Parliamo di questi luoghi con contenuti nuovi, in quanto non vogliamo fare come i più di 200 mila turisti che si fermano solo a guardare e poi vanno via. Vogliamo generare nuove spinte culturali, nuove riflessioni con modalità alternative di gestione delle risorse del territorio. Nuovi eventi per il 2013? Si e li stiamo ancora delineando. E’ già confermato l’utilizzo del Castello di Andraz a Livinallongo in partnership con il Museo Rimoldi di Cortina d’Ampezzo. Al.Ch.
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Cultura veneta 41 15 Archeologia A palazzo della Ragione fino al prossimo 17 novembre
Venetkens, iniziato il viaggio tra gli antichi veneti In mostra la selezione di tutto ciò che appartiene a quei mille anni in cui si è originata e sviluppata una civiltà Di Mauro Gambin
“U
na mostra che non ha precedenti, una mostra che difficilmente potrà essere eguagliata. E’ il meglio del meglio che c’è”. Alla presentazione della mostra dedicata ai Veneti antichi, “Venetkens” ospitata all’interno del Palazzo della Ragione di Padova fino al prossimo 17 novembre, sono state usate parole importanti, sia dall’assessore alla Cultura del comune patavino, Andrea Colasio, sia dal Sovrintendente beni archeologici del Veneto Vincenzo Tinè che, ovviamente, dal promotore del progetto Claudio Capovilla, presidente gruppo Icat. “In passato – ha spiegato l’assessore Colasio – ai Veneti antichi sono state dedicate mostre locali, contingenti al concludersi degli scavi archeologici e conseguenti convegni. Parliamo comunque di eventi sporadici, l’ultima in termini cronologici è quella tenutasi ad Este, nel ’98, “Lungo l’Adige ridente” ma riguardava esclusivamente i ritrovamenti dell’area atestina e montagnanese. In questa occasione, invece, abbiamo perseguito l’obbiettivo di raccogliere la selezione di tutto ciò che è stato trovato in quell’area vastissima compre-
sa tra Po, Alpi, Tagliamento e mare Adriatico: Veneto antico, la casa per quasi mille anni, dal X al II sec. a.C., di quelli che a tutti gli effetti possiamo considerare i nostri progenitori. Una terra che rappresenta un unicum nella protostoria, l’uomo di 3500 anni fa, infatti, per motivi ancora in larga parte sconosciuti abbandonò la fascia prealpina per trovare rifugio nella pianura veneta ed è l’unico territorio dove non hai mai smesso di dimorare e di esercitare l’arte della palafitticultura nelle lagune adriatiche che è poi l’origine di un singolare e prezioso isolamento dei secoli successivi, quell’isolamento che finì anche con il dare forma a Venezia e il favorire una mentalità molto autonomista che resiste tuttora. Trovare continuità nel carattere dei veneti antichi con gli attuali forse non sarebbe difficile o almeno non lo è più di quanto non sia stato difficile prendere coscienza della presenza di questa civiltà. Solo verso la fine dell’800, infatti, il numero e la qualità di reperti diventarono elementi inconfutabili della presenza di una cultura che andava separata da quella successiva dei romani e non aveva
Nelle foto alcuni reperti in mostra nella foto più grande la situla Benvenuti niente da invidiare a quella etrusca, degli osci o degli apuani, coetanei dei veneti. Anzi, per grandezza, per raffinatezza e per la durata di entrambe si può tranquillamente affermare che per troppi secoli i veneti antichi sono stati sottostimati da quelli contemporanei. I principali musei archeologici del veneto hanno messo a disposizione alcuni dei loro oggetti di incredibile bellezza e importanza, reperti, alcuni dei quali, mai esposti prima: l’ambra del baltico che veniva semilavorata nel Polesine prima di riprendere la via del Mediterraneo, le collane di perline in pasta vitrea che oggi si vendono
nei principali negozi di souvenir del mondo o il pettine d’avorio identico a quello esposto al museo di Alaior a Minorca attribuito alla civiltà talaiotica: tracce di autentica modernità come se il mondo da allora non avesse mai smesso di essere globalizzato. Vasi, situle in rame (la Benvenuti merita da se il biglietto), bronzetti, schizzi di scrittura, le cose di tutti i giorni e quelle che designavano il rango, presentate in sequenza cronologica, in percorsi educativi, con ricostruzioni virtuali molto efficaci per rivivere quegli antichi riti. Lo spazio dedicato al culto dei morti, quello dei cavalli o ai rapporti con gli
altri popoli affacciati al Mare nostrum, restituiscono fin dentro ai particolari le paure, i motivi di orgoglio e i rapporti con il resto del mondo che facevano parte della vita politica e privata di allora. La mostra dunque è di valore, è moderna nella proposta al visitatore (auspicabile una massiccia presenza delle scuole) che attraverso laboratori didattici e di approfondimento ne uscirà sicuramente coinvolto. Ah, per chi lo volesse sarà anche possibile uno scavo simulato e la visita degli scavi sotto il Palazzo della Ragione.
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58 42 Rubriche Luoghi da conoscere
L’abbazia cistercense di Follina
Collocata nell’alta valle del Soligo, deve il suo nome alla follatura della lana attuata nella zona probabilmente sin dall’epoca preromana e, su scala industriale, in quella romana e medioevale
di Vesna Maria brocca
L
a storia del Comune di Follina e delle sue bellezze paesaggistiche e architettoniche corrono di pari passo con la storia della Vallata nella quale trovano collocazione il noto Castelbrando (ex Castello Brandolini) a Cison di Valmarino, i laghi di Tarzo e di Revine, il Passo di Praderadego e il percorso ciclo-turistico Claudia Augusta Altinate. L’ambito della Vallata riguarda la pedemontana Trevigiana dal Piave alla Val Lapisina e comprende il versante sud delle prealpi, l’alta valle del Soligo e le prime corde collinari da Tarzo a Valdobbiadene sul Piave. Situata in posizione incantevole nell’alta valle del Soligo, Follina deve il suo nome alla “follatura” della lana, attuata nella zona probabilmente sin dall’epoca preromana e, su scala industriale, in quella romana e medioevale. La zona ebbe uno sviluppo notevole dopo il Mille, ad opera di un gruppo di dodici monaci cistercensi provenienti dall’abbazia di Chiaravalle
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Luoghi da conoscere
Grande Guerra
L’abbazia cistercense di Follina
SACRARIO AuSTRO-uNGARICO DI FOLLINA DEDICATO ALLA GRANDE GuERRA
segue dalla pagina precedente
(Milano) che bonificarono la valle paludosa e fondarono la celebre abbazia di Follina, meta di frequenti pellegrinaggi. Fin dal 1170 i monaci cistercensi iniziarono da subito un importante opera di bonifica dei terreni che gli vennero donati da Sofia Da Camino e proprio grazie al loro paziente lavoro di “risanamento”, la valle circostante prese il nome di “Sanavalle”. Il santuario fu eretto intorno alla metà del XII secolo, in stile romanico e successivamente ampliato in forme gotiche tra i secoli XIII e XIV. Di particolare bellezza architettonica l’originale torre campanaria di stile romanico a pianta quadrata, il più antico manufatto presente nel complesso architettonico dell’abbazia, che si erge dall’incrocio della navata centrale con il transetto di destra. Degno di nota poi l’adiacente e suggestivo chiostro romanico che è in sostanza il giardino chiuso dove i monaci pregavano, meditavano e da cui accedevano a tutti gli altri spazi dell’abbazia. Il chiostro venne costruito nel 1268 (prima della basilica), quando cioè i monaci cistercensi si insediarono nel monastero, come dimostra l’incisione su pietra posta sulla parte nord del chiostro stesso; oggi è ancora perfettamente conservato nell’elegante effetto di movimento creato
I monaci cirstercensi di Chiaravalle bonificarono la valle paludosa e fondarono l’abbazia dalle colonne che lo costituiscono. L’attuale basilica presenta la tipica costruzione a pianta latina con la facciata rivolta a ponente e l’abside rivolta a levante proprio come prevedeva la simbologia cistercense.
All’interno della basilica sono da segnalare diverse opere da sempre oggetto di venerazione e pellegrinaggio. L’abbazia di Follina è visitabile tutti i giorni dalle ore 7.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle 19.00; non è permessa l’entrata in basilica con gruppi di visita durante lo svolgimento delle funzioni religiose. Per ulteriori informazioni e visite guidate al complesso abbaziale è possibile contattare i padri dell’abbazia al tel. 0438-970231.
T
ra il 1917 e il 1918 la Marca trevigiana fu teatro di uno dei fronti più importanti della Grande Guerra: lungo il corso del Piave si scontrarono per la battaglia decisiva gli eserciti di Italia ed Austria-Ungheria e dei loro alleati. Numerose sono ancora oggi le tracce sul territorio trevigiano di quei tragici eventi. Una di queste è il cimitero austro – ungarico di Follina che nasce durante l’occupazione austriaca della Vallata nel novembre del 1917 in appoggio allo Feldspital 1505, l’ospedale militare austriaco allestito presso l’ex lanificio Andretta che oggi ospita la Casa di Riposo S. Giuseppe. In questo cimitero militare, dove allora ebbero sepoltura oltre ottocento soldati di Austria, Ungheria, Cechia, Germania, Polonia, Slovacchia, Romania, Bosnia - Erzegovina, Croazia, Slovenia, Ucraina, ed Italia, è stato realizzato un monumento sacrario nel quale riposano, all’ombra delle loro bandiere unite a simbolo di ritrovata fratellanza fra i popoli, le 77 salme recuperate anche se rimane sconosciuto il numero di quanti in questo prato hanno ancora mantello e sepolcro.
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Rubriche 45
Vacanze
La nuova frontiera del camping si chiama Glamping Un nuovo modo di campeggiare glamour, all’insegna del relax e dell’ecologia di Vesna Maria brocca
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opo la delusione di una gita di Pasquetta fuori porta con l’ombrello a portata di mano e la sciarpa al collo, sembra che ad aprile il bel tempo abbia deciso di farla da padrone. Ed ecco che, con il profumo dei fiori e la brezza tra i capelli, la voglia di partire per una settimana di vacanza diventa irresistibile. Ma dove andare? E come fare se il budget a disposizione scarseggia e noi siamo delle persone ormai abituate ad ogni confort e i panni dell’avventuriero tout court all’Indiana Jones ci stanno stretti? Nessun problema, oggi la nuova frontiera delle vacanze si chiama “glamping”, una campeggio glamour ed ecologico dotato di tutti i confort e in piena armonia con l’ambiente. L’era del campeggio spartano è finita. Mai più ore interminabili sotto il sol leone a montare una tenda o in piedi in fila per le docce nei vari camping del mondo. È giunta l’ora di dire basta anche alle
punture di zanzare quale trofeo da mostrare ad amici e parenti di essere uno spirito libero e anche un po’ selvaggio e in sintonia con la natura. Adesso il mercato offre delle tende molto chic arredate come una vera casa, bagno privato, rete wi-fi e… spingetevi pur oltre con la fantasia perché se lo desiderate potete avere a vostra disposizione anche un maggiordomo. E allora, vi starete senz’altro chiedendo, il vero spirito del campeggio dov’è finito? Non esiste forse più? È proprio questa la novità assoluta: queste casette mobili dalla svariate forme (dalla classica tenda, all’igloo fino ai carri del vecchio west) sono immerse, e quasi sperdute, nella natura e costruite secondo standard ecocompatibili di qualità. Insomma, sarete sempre immersi nella totale tranquillità della natura ma il vostro “appartamento” sarà dotato di ogni lusso desiderato. Se immaginate, ad esempio, il vostro campeggio in una tenda in stile Indiani d’America, esiste.
L’avventura non è mai stata così a portata di tutti Se invece volete provare il brivido di dormire in una vecchia carovana spagnola… c’è anche quella. Questa moda è nata negli USA e poi si è diffusa nel resto del mondo, soprattutto Africa ed Europa, ma sta muovendo i primi timidi passi anche in Italia. I prezzi e le caratteristiche variano moltissimo, partendo da un minino di 30 euro a notte a salire. Sbizzarritevi pure con la lista dei desideri, perché oggi quasi tutto è possibile, specialmente all’estero dove il rapporto qualità-varietà-prezzo è molto concorrenziale. Per verificare se esiste davvero un campeggio di lusso come lo desiderate voi provate a consultare il sito “Go Glamping”, il primo sito sull’argomento e sicuramente il più ricco di contenuti e proposte “around the world”. Per rendere l’idea nel concreto, di seguito riportiamo il programma tipo di un campeggiatore che decide di partire con famiglia al seguito per una vacanza “all’aria aperta” e praticare il cosiddetto ciclismo da montagna e, visto che ci siamo, provare
anche il brivido del rafting, l’ormai nota discesa su un particolare gommone (chiamato per l’appunto “raft”) lungo un fiume. Quindi abbiamo la componente dell’avventura, ma con il “glam camping” aggiungiamo un tocco di glamour. Esempio calzante è una possibile vacanza negli Stati Uniti e più precisamente nello Stato dello Utah in quella zona nota con il nome di Moab che si trova a poche ore di macchina a sud-est di Salt Lake City. Questo luogo si potrebbe definire come il paradiso per chi ama il ciclismo da montagna e fare rafting nel Colorado River. Trovandoci negli USA dove è nato per l’appunto il “glam camping”, non sarà difficile trovarne uno che soddisfi le nostre aspettative. La giornata tipo inizia dopo il check-in che consente di abitare la nostra super tenda. Se si vuole cucinare subito fuori dalla tenda per assaporare lo spirito del campeggiare, è possibile farlo a pic-nic nel campo e si può usufruire anche di barbecue nelle aree pic-nic designate. Se però vi manca la materia prima, basta chiedere al personale che provvederà a tutto, preparandovi pure la merenda con le prelibatezze tipiche del posto da portare al sacco. E se di notte volessimo guardare le stelle e fare filò accanto
ad un fuoco? Nessun problema, il personale vi fornirà un kit con tutto il necessario per accendere un fuoco all’aria aperta di notte nel deserto fuori dalla tenda. Non avete portato con voi una mountain bike o un’automobile? È possibile noleggiare tutti i modelli desiderati e più adatti all’escursione prevista. E se fa troppo caldo nel deserto? Beh, la tenda ovviamente ha l’aria condizionata. E se la mattina non ho voglia di preparare la colazione? Basta ordinarla. Il campeggio rappresenta ormai la soluzione ideale per scappare dal traffico e dallo smog cittadino e vivere la natura in totale sicurezza. Non servono più corsi di sopravvivenza estremi per provare il brivido di dormire tranquilli all’aria aperta sotto le stelle, accendere un falò nel mezzo del deserto o salire in sella e partire verso mete ormai non più ignote. Mai più notti insonni a lottare con zanzare, tafani e serpenti, oppure boccheggiare per il caldo insopportabile. Oggi l’avventura viaggia di pari passo con il confort e la sicurezza, anche a prezzi accessibili e soprattutto in strutture ecosostenibili. Basta un click.
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Villa Momi’s permette anche cene e pranzi di lavoro, con la massima tranquillità e distensione per i propri colloqui d’affari. Alla sera i locali sono destinati anche a chi desidera un po’ di intimità, con un’armonia che solo il lume di candela riesce a creare. Due sale separate in due piani. Giardino estivo. Oltre 300 posti a sedere. Locale rustico in chiave moderna unico nel suo genere, immerso nel verde.
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Villa Momi’s è il luogo ideale per matrimoni, cresime ed ogni altro tipo di ricorrenza. Per gli sposi e i loro invitati è riservata un’ospitalità particolare, con aree e intrattenimenti privati. Località Santa Maria, 3/B Cavarzere Venezia 0426.53538
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28 Sì, viaggiare
Sì, viaggiare 47
LOMBARDIA
Sotto il segno dei Gonzaga
MANTOVA E SABBIONETA UN TEMPO FIERE RIVALI ENTRAMBE RESE GRANDI DALLA POTENTE E ILLUMINATA SIGNORIA LOCALE OGGI SONO ACCOMUNATE DALLA TUTELA DELL’UNESCO UN BELLISSIMO ITINERARIO CONSENTE DI AMMIRARE I LORO STRAORDINARI TESORI E DI CONOSCERE LA LORO STORIA A PARTIRE DALLE GESTA DI VESPASIANO NONCHÈ DI DEGUSTARE PIATTI TIPICI COME I TORTELLI DI ZUCCA E IL RISOTTO ALLA PILOTA DA SCOPRIRE IN BUS O IN BICICLETTA Sabbioneta e Mantova costituiscono un unicum straordinario. Tanto che l’Unesco le ha inserite insieme nel Patrimonio dell’umanità, meritevoli quindi della massima tutela. Dal 9 marzo scorso è stata istituita persino una linea di collegamento “lento” (comodo e dedicato) tramite il Bus Unesco. Un’alternativa valida e conveniente all’utilizzo dell’automobile, un viaggio di 45 minuti, senza fermate intermedie, con agevolazioni per gruppi e famiglie. Il biglietto di andata e ritorno costa 8 euro a persona (5 la sola andata). Per i gruppi 6 euro, mentre viaggiano gratis i bambini sotto i 12 anni. Due le tipologie di viaggio disponoibili per turisti e amanti dell’arte: un servizio fisso nei giorni festivi e prefestivi e uno a chiamata, personalizzato per gruppi, a prezzo agevolato (dal lunedì al venerdì). La Linea Unesco è pensata anche per il cicloturista: il carrello agganciato al bus può contenere fino a 40 biciclette. Informazioni: www.apam.it Esiste anche una ciclovia che permette di compiere i 47 chilometri del tragitto fra le due città sulle due ruote attraversando suggestive zone di campagna. I due eventi clou dal punto di vista culturale sono programmati per i primi di settembre: a Sabbioneta la “Notte bianca della cultura” e a Mantova il “Festivaletteratura”. Info: www.mantovasabbioneta-unesco.it
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uesta è la storia di un piccolo borgo padano di contadini che alla metà del ‘500 si trasformò in pochi anni in una capitale di respiro europeo... Non si può cominciare a parlare di Sabbioneta senza parlare di Vespasiano Gonzaga, il principe illuminato che l’ha pensata, creata e in pochi decenni resa grande e bella. Armoniosa e superba. Vespasiano ha fatto tutto come per incanto, come avviene in una favola. Perchè Sabbioneta in fondo è una favola, sospesa com’è in una dimensione onirica, dove passato e presente si fondono armoniosamente. In un mix di arte, cultura e paesaggio.Sabbioneta è per definizione una delle “città ideali” del Rinascimento, come lo fu ad esempio Pienza, costruita per diventare il modello di un’epoca. Ieri come oggi è legata fortemente a Mantova, nel segno soprattutto dei Gonzaga, alla cui corte in fondo Vespasiano si è ispirato per il suo progetto. Concepito più per rivaleggiare fieramente in fatto di bellezza e di potenza proprio con la stessa Mantova, a dire il vero, perchè nelle sue intenzioni la città fortezza doveva diventare un’altra capitale. Uno scrigno di tesori d’arte. E il suo sogno Vespasiano l’ha in parte realizzato, come tutt’oggi si può riscontrare, seppur al termine di un’esistenza travagliata, spesa fra guerre, vita di corte (a 15 anni venne mandato dalla zia Giulia Gonzaga alla corte di Spagna...), gloria, vari matrimoni e tanti lutti. Come quello per la morte del figlio Luigi, perito a 15 anni in un incidente occorsogli mentre era a cavallo. Incidente sulla cui natura però gli storici rimangono scettici, in quanto persiste il sospetto che il ragazzino possa essere stato ucciso incidentalmente proprio dal padre. Il trionfo di Vespasiano è datato 1577, quando dall’imperatore Rodolfo II d’Asburgo ottenne il titolo di Duca e di Principe del Sacro Romano Impero. Così in quel momento furono due i duchi Gonzaga al trono contemporaneamente:
UN’IMMAGINE FATATA DI MANTOVA VISTA DA UNO DEI SUOI TRE LAGHI, IL PALAZZO DUCALE DI MANTOVA VISTO DALL’ALTO. SOPRA: UNA VEDUTA DI SABBIONETA, CITTÀ IDEALE DEL RINASCIMENTO, DETTA ANCHE “PICCOLA ATENE” PER I SUOI TESORI. A DESTRA UNO DELLE SALE AFFRESCATE PIÙ FAMOSE DI PALAZZZO TE A MANTOVA, TORTELLI MANTOVANI E IL TEATRO ALL’ANTICA DI SABBIONETA. NELLA FOTO DI COPERTINA: VESPASIANO GONZAGA (A SINISTRA) E LA SUA CORTE: LE CELEBRI STATUE LIGNEE SONO CONSERVATE AL PALAZZO DUCALE DI SABBIONETA. IN ALTO A SINISTRA: IL CENTRO DI SABBIONETA E UNA VISTA AEREA DI MANTOVA
Vespasiano, personaggio forte e fiero, onorato in Europa, e Guglielmo che a Mantova accumulava ricchezze, ma era confinato nella sua misantropia e nella sua limitaata mentalità provinciale. E per di più era di salute cagionevole e gobbo. Vespasiano ricostruì Sabbioneta con gusto e ambizione, partendo dalla Porta Imperiale, dal Palazzo Ducale e da quello del Giardino, sino al Teatro all’Antica, che volle nel 1587 dopo un viaggio a Venezia. Scelse persino i marmi del mausoleo che lo avrebbe accolto dopo la morte. La fiera indipendenza di Sabbioneta non durò molto. A Vespasiano successe la figlia superstite Isabella che tentò di dare un futuro al sogno del padre, ma ben presto la città venne di nuovo inglobata a Mantova sotto il segno (e il controllo politico e militare) dei Gonzaga. Già, Mantova. Una delle capitali europee
del Rinascimento. I Gonzaga la governarono per quattro secoli, arricchendola d’arte e di cultura. Grazie al loro mecenatismo la città, che ancora oggi si dipana attorno al Palazzo Ducale, è diventata un concentrato di splendori. La presenza di tre laghi intorno al borgo medievale l’ha protetta da uno sviluppo sconsiderato, evitando le deturpazioni che purtroppo, specie nell’ultimo dopoguerra, hanno rovinato altri centri storici. Dickens ne rimase incantato. Mentre Orio Vergani, in tempi molto più recenti, definì quell’isolamento fisiologico, quasi genetico, che la caratterizza “una solitudine come destino”. La genesi di Mantova è ammantata di leggende. La storia invece dice che è stata, dapprima, insediamento di Etruschi e Gallocenomani. Nel 214 a.C. Mantua divenne “oppidum” romano e poi “municipium”. Bisogna però attendere il XII secolo
perchè Mantova diventi libero comune e riesca a intraprendere quel cammino di crescita che la portò a diventare una delle città più importanti dell’Italia di allora. I Gonzaga la resero sfarzosa e culturalmente progredita. La città di Virgilio vanta una concentrazione di monumenti unica, a cominciare (oltre naturalmente all’imperdibile Palazzo Ducale, reggia dei Gonzaga) da quel Palazzo Te che ricorda vagamente i fasti gioiosi di Versailles. Costruito tra il 1525 e il 1535, Palazzo Te è una fastosa villa suburbana, unita alla città grazie al prosciugamento del lago Paiolo e la copertura della Fossa Magistrale. Nella seconda metà del Quattrocento lasciò importanti tracce della sua arte a Mantova il pittore padovano Andrea Mantegna, uno dei grandissimi innovatori della sua epoca, maestro della prospettiva e del “trompe l’oeil”. La visita della sua casa fa parte
di ogni itinerario di scoperta della città. Ma Mantova è bella da percorrere anche senza metà. In piazza delle Erbe e dintorni c’è sempre una bella animazione. I mantovani sono gioviali, amano indugiare all’ora dell’aperitivo nei tanti locali che occhieggiano sotto i portici o lungo le vie centrali. Da non perdere anche il Museo Nuvolari, dove sono conservati i cimeli conquistati dal leggendario pilota del secolo scorso. E non si può andare a Mantova senza assaggiare i tortelli di zucca, vero patrimonio gastronomico di cui la città vanta la primogenitura. E quindi la ricetta originale, oggi imitatissima. Ma la cucina mantovana propone anche il sorbir d’agnoli, gli agnolini in brodo, il risotto alla pilota con carne di maiale. E poi lo stracotto d’asino con la polenta, il cappone con uvetta e pinoli e la torta sbrisolona. Invita al brindisi il vivace Lambrusco locale.
48 I nostri esperti INFORMAZIONE SOCIALE
Dott. Laura Traversi
L’assegno di cura regionale
Nell’ambito delle prestazioni di natura economica di cui può beneficiare una persona non autosufficiente, la Regione Veneto ha sistematizzato nel 2006, all’interno di un più ampio ragionamento sulle politiche a sostegno della domiciliarità, un contributo istituito già negli anni ’90 e che ora prende il nome di “assegno di cura”. Nel disegno complessivo si colloca a fianco di altri interventi, di competenza di Comuni e Aziende Sanitarie, per favorire la permanenza a domicilio di persone non autosufficienti (anziani e disabili) che possono essere adeguatamente assistite da familiari o da personale privato; le buone intenzioni legislative sono quelle di sostenere, con un incentivo economico, la scelta di mantenere a casa la persona malata anziché ricorrere a percorsi di residenzialità (Case di riposo, Istituti di ricovero). Pur trattandosi di contributi regionali, il procedimento di richiesta ed erogazione è gestito prevalentemente dai Servizi Sociali dei Comuni: essi ricevono le domande, valutano la sussistenza dei requisiti di
accesso al contributo, gestiscono il flusso informativo con la Regione ed infine liquidano l’eventuale assegno; la domanda può essere presentata dalla persona non autosufficiente o da un suo familiare quando si verificano alcune condizioni tra cui: essere una persona che necessita di una assistenza continuativa e importante, per esempio perché non è più in grado di camminare; avere una malattia (Alzheimer e altre forme di demenza, Parkinson) che richiede una stretta supervisione se non la presenza continuativa di qualcuno in casa; essere una persona non autosufficiente con una assistente familiare privata (badante) anche solo per alcune ore della giornata. A differenza dell’indennità di accompagnamento (di cui abbiamo già parlato), il diritto a percepire l’assegno di cura è vincolato ad una condizione di reddito posseduto dall’interessato/a e dalla famiglia con lui/lei residente, calcolato attraverso lo strumento dell’ISE di cui senz’altro ci occuperemo prossimamente. Una volta presentata la domanda (valida una volta per tutte anche per gli anni successivi),
corredata dalla documentazione reddittuale che dimostri di possedere i requisiti richiesti, l’Assistente Sociale del Comune di residenza del beneficiario e il suo medico di base compilano una scheda di rilevazione del bisogno assistenziale e sanitario; la scheda, utilmente inserita nel programma informatico regionale dagli Uffici Comunali, esprimerà un punteggio di gravità del caso e lo stesso sistema definirà sempre in modo automatico l’importo teorico mensile da assegnare alla persona. A questo punto per il cittadino l’iter è concluso: gli rimarrà il compito di segnalare eventuali modificazioni della situazione che potrebbero determinare una modifica del punteggio e quindi dell’importo dell’assegno (aggravamenti), o la sospensione del beneficio (con l’ingresso in struttura residenziale si perde il diritto all’assegno) e annualmente di presentare ai Servizi Sociali la certificazione reddittuale (ISE). Da qui in poi invece, per ciò che riguarda la tempistica e il funzionamento del procedimento di erogazione dell’assegno di cura, va osservato come le buone intenzioni
Assistente Sociale Laura Traversi
regionali si scollino dalla realtà dei bisogni delle persone e delle loro famiglie, queste ultime fin troppo investite di compiti di cura e assistenza e poi lasciate sole ad organizzarsi e a far tornare tutti i conti. Anzitutto la prestazione richiesta oggi, quand’anche riconosciuta, verrà materialmente erogata tra un anno e mezzo circa, con buona pace della famiglia che nel frattempo dovrà farne senza o anticipare di tasca propria; in secondo luogo, considerato che si tratta di fondi regionali che dipendono dalla disponibilità di bilancio annuale, potrebbero di anno in anno ridefinirsi, venendo meno l’elemento di certezza del beneficio; l’entità dell’assegno poi (da un minimo di 50 � ad un massimo di 400 � al mese circa) nella maggior parte dei casi non è determinante per la costruzione di un serio progetto di domiciliarità; infine possiamo senz’altro aggiungere che in questo momento non è possibile sapere se e come l’assegno sia utilizzato dai beneficiari per un effettivo miglioramento della propria qualità di vita, con comprensibili riserve sulla valutazione di efficacia della prestazione. www.percorsi.pd.it
La Regolazione Naturale della Fertilità (RNF)
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
La RNF è naturale, perché CONSONA con la natura umana, non è contraccezione con uso dei mezzi naturali. Il mio intervento è fondato sul concetto che l’uomo è un essere ragionevole e che in ogni persona è presente l’aspirazione al bene, alla dignità, alla libertà. A partire da questo è possibile costruire insieme una società dove ci sia spazio per tutti e dove le diversità sono capaci di convivere. Questa aspirazione è parte irrinunciabile della natura umana, indipendentemente dalle epoche storiche. La convinzione che ci sia una legge morale naturale universale ovvero INVARIABILE nel tempo, animava Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI per indicare all’umanità una via maestra per affrontare la questione della sessualità in generale e della regolazione dei concepimenti. I papi si espressero a difesa della Vita, appoggiandosi sugli STUDI medici di varie discipline, i quali confermarono che la RNF è consona con la natura umana quindi con la DIGNITA’
della persona. Mentre, come affermò Josef RÖTZER, il fondatore del primo metodo naturale sintotermico, “la pillola non è degna di noi” e non possiamo delegare la nostra RESPONSABILITA’ di conoscere il ciclo femminile a dei farmaci che lo distruggono, quindi distruggono una parte di noi (senza contare quelle che ci perdono la vita o diventano sterili). Papa Ratzinger scrisse in “Caritas in Veritatae”: “Non può avere solide basi una società che – mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace – si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana”. La contraccezione, a mio avviso, è una forma di disistima, perché comporta una lesione della femminilità nel corpo e nella psiche e rifiuta l’esercizio della conoscenza e della RAZIONALITA’ nei processi legati alla vita umana e alla meravigliosa avventura della relazione di coppia basata sul dialogo.
Urge quindi un cambio di mentalità; un GRADUALE passaggio dalla CATENA: contraccezione – aborto malattie veneree ( le quali comportano sterilità) – fecondazione assistita con la sperimentazione e la morte degli embrioni, uteri surrogati, eutanasia, clonazione … In questa CATENA il corpo umano ha un significato negativo di un materiale grezzo da manipolare e l’uomo diventa una massa a disposizione. Propongo invece a passare ad una visione positiva, razionale, ecologica, cristiana, dove il corpo viene vissuto come espressione di un’anima. La collana che propongo è la promozione della Vita attraverso la RNF, la genitorialità responsabile, le terapie (dove possibile) della infertilità, la crescita nel dialogo e nella mutua accoglienza. Accoglienza di un Io e di un Tu reale, non virtuale. In Italia stanno a disposizione degli interessati i centri nei quali vengono proposti questi percorsi di crescita: WOOMB (world organisation ovulation method Billings, i
centri INER del professore RÖTZER e il centro ambrosiano CAMEN. Sembrano dei nomi tanto lontani ma insegnano ad osservare una realtà vicinissima, i segnali di fertilità della donne in tutte le sue tappe: la pubertà, l’adolescenza, la ricerca della gravidanza, l’allattamento, il periodo dopo il parto, la premenopausa, come osservarsi dopo la sospensione di un contraccettivo ormonale, come vivere quando non si cerca una gravidanza. Urge tornare o scoprire quella dimensione di cui parla Giovanni Paolo II nella lettera “Mulieris dignitatem” 1988( “La dignità della donna”), dove uomo e donna accolgono di essere creati ad immagine e somiglianza di Dio e che in questa somiglianza risiede il fulcro della persona e della natura umana, degna di RISPETTO. In questa dimensione c’è anche una perfetta pari dignità tra l’uomo e la donna. La donna non deve gareggiare contro l’uomo ma nel volto di Gesù scopre la sua dignità, cioè chi è.
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L’ARCHITETTO
Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto
Le fonti energetiche, i mutamenti climatici, il risparmio energetico negli edifici
Costruire e recuperare edifici energeticamente efficienti contribuisce alla tutela dell’ambiente Iniziamo con questo articolo un ciclo di pubblicazioni riguardanti la costruzione ed il recupero di edifici a basso consumo energetico, confortevoli per le ottimali condizioni di microclima interno. Affrontiamo per primo un argomento introduttivo che riguarda il consumo delle fonti energetiche tradizionali, le cosiddette energie fossili, e gli effetti che queste hanno sui mutamenti climatici, per trattare, successivamente, argomenti specifici quali: i principi generali della progettazione degli edifici energeticamente efficienti, il confort interno, le tecnologie costruttive, l’impiantistica, l’uso delle energie rinnovabili, la riqualificazione degli edifici esistenti. I dati relativi il consumo di energia a livello mondiale sono sorprendenti: ogni giorno si consumano 10 milioni di tonnellate di petrolio, 12,5 milioni di tonnellate di carbone e 7,5 miliardi di metri cubi di gas. L’80% circa dei consumi energetici è coperto dall’energia fossile, il 13% da energie rinnovabili ed il 7% dall’energia nucleare. Sono numeri che fanno pensare soprattutto in considerazione del fatto che secondo le previsioni, mantenendo i consumi attuali, verso la metà del secolo, le riserve di energia fossile potrebbero esaurirsi con le immaginabili conseguenze negative per l’economia mondiale, sia per l’aumento dei costi energetici sia per la disponibilità scarsa. È anche assodato che gli ormai evidenti mutamenti climatici derivano dall’emissione in atmosfera di gas, in particolare dell’anidride carbonica (CO2), prodotti dalla combustione di fonti energetiche fossili. La CO2 è la prima responsabile del cosiddetto “effetto serra” che provoca il surriscaldamento dell’atmosfera: i ricercatori prevedono che la temperatura dell’aria aumenterà di circa 1 °C entro il 2040 e di 1,5 °C per il 2100 se non verranno adottate misure per la riduzione
della CO2. L’aumento della temperatura è la causa del progressivo scioglimento dei ghiacciai, col conseguente innalzamento del livello dei mari, delle precipitazioni copiose per effetto dell’aumento dell’evaporazione e dell’estendersi delle zone desertiche, tutti fenomeni che alterano gli equilibri ambientali. I Governi, in particolare quelli dei paesi più industrializzati, sono preoccupati per le conseguenze economiche dovute allo scarseggiare di energia disponibile, ma si fa strada sempre più la sensibilità per contrastare i mutamenti climatici con la consapevolezza di dover intervenire al più presto. La comunità scientifica concorda sulla necessità di avviare sin d’ora una politica energetica in grado di consegnare alle generazioni future un ambiente possibilmente integro. Ancora una volta i dati a disposizione delineano una situazione non certo rassicurante: tra il 1970 ed il 2004 le emissioni di gas serra sono aumentate del 70%, con incrementi considerevoli nell’ultimo decennio del Ventesimo secolo; prendendo in considerazione le sole emissioni di anidride carbonica, principale componente dei gas serra, l’aumento è stato dell’80%. Troppo spesso si trascura il fatto che gli edifici, oltre a consumare energia, sono al contempo fonti di inquinamento, con emissioni di CO2 assai elevate. Nell’Unione Europea il 40% del consumo di gasolio, gas ed energia elettrica è destinato al riscaldamento degli edifici, alla produzione di acqua calda ed al funzionamento delle apparecchiature elettriche. Questo significa che circa il 40% delle emissioni di anidride carbonica nell’aria è imputabile ai consumi energetici degli edifici. Si stima che il patrimonio edilizio esistente da risanare rappresenti, in termini di consumo di energia per il riscaldamento, il 90% circa del totale; tenuto conto che
il risparmio può variare dal 30% al 90% (la percentuale si differenzia in funzione delle caratteristiche costruttive del fabbricato e degli interventi possibili o ammessi come nel caso di edifici soggetti a tutela), si comprende quanto sia importante il recupero dell’esistente, migliorando l’efficienza dell’involucro e sostituendo gli impianti obsoleti con nuovi più efficienti, per risparmiare energia limitando le emissioni di CO2. Il potenziale risparmio di energia e, quindi, la potenziale riduzione di emissioni di anidride carbonica è notevole: una casa costruita prima degli anni ’70 produce circa 50-70 kg/mq l’anno di anidride carbonica; una casa contemporanea ne emette circa 34-42. Costruendo secondo standard qualitativi di efficienza energetica è possibile ridurre la quantità di anidride carbonica emessa a soli 8,5 Kg/mq, per edifici che consumano meno di 30 Kilovattora al metro quadrato l’anno, ed a soli 4 Kg/mq per gli edifici passivi che consumano meno di 15 Kilowattora al metro quadrato l’anno; se si ricorre poi all’uso di energie rinnovabili l’emissione può essere ridotta a zero. Il contributo all’ambiente che può dare il recupero energetico degli edifici preesistenti e la costruzione di nuovi edifici a basso consumo di energia è evidente: ristrutturando un edificio antecedente agli anni ’70 si può ridurre l’emissione di anidride carbonica di 6 - 8 volte. Costruendo un fabbricato nuovo si può ridurre l’emissione di anidride carbonica di 4 5 volte rispetto ad una costruzione contemporanea. Il risparmio di energia non si traduce solamente in benefici per l’ambiente, ma anche in un indubbio vantaggio economico. È indispensabile risparmiare energia e lo si può fare costruendo edifici efficienti, ovvero edifici ben isolati che garantiscono anche un confort abitativo migliore
per la qualità del microclima degli ambienti. Il semplice raffronto di alcuni dati esemplifica i margini notevoli di risparmio nella bolletta energetica per il riscaldamento: una casa tradizionale costruita prima degli anni ’90 consuma circa 18-25 litri di gasolio per metro quadro di superficie dell’alloggio (un litro di gasolio corrisponde grossomodo ad un metro cubo di gas); una casa costruita dopo gli anni ’90 consuma circa 12-15 litri di gasolio al metro quadro; una casa energeticamente efficiente consuma meno di 3 litri. Per risparmiare energia un buon isolamento è certamente la prima cosa da fare sia per il riscaldamento invernale sia per il raffrescamento estivo. Non vanno comunque sottovalutate le opportunità offerte dalle fonti rinnovabili come il fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, il solare termico per la produzione di acqua calda e per l’integrazione del riscaldamento a bassa temperatura, la geotermia a sonde oppure orizzontale, che consente di sfruttare la temperatura pressoché costante della falda o del terreno sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento, e l’energia presente nell’atmosfera. Una fonte rinnovabile, spesso dimenticata, è costituita dai derivati del legno (cippato, pellet) dai costi contenuti e facilmente utilizzabili per il riscaldamento; anche in questo caso l’emissione di anidride carbonica è pressoché zero, come per le altre fonti rinnovabili, poiché quella emessa durante la combustione equivale a quella assorbita durante il ciclo di vita della pianta. Ciascuno di noi, con la dovuta attenzione al risparmio energetico negli edifici, può fare molto per il rispetto dell’ambiente, traendone anche vantaggi economici per sé e per la comunità col piacere di abitare in alloggi confortevoli.
Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a carturenzo@studiocarturan.it Messaggio publiredazionale
CAF CIA PADOVA Le novità del Modello 730/2013
Quali sono le novità principali del Modello 730 di quest’anno? Il 730 del 2013 presenta alcune importanti novità: le più significative sono quelle riguardanti l’introduzione e la natura sostitutiva dell’Imu. Ma non è tutto: vista l’importanza degli immobili entrano in gioco anche le modifiche alle popolari detrazioni del 36% e del 55%. Come si esplicano le modifiche all’Imu? L’Imu, che dal 2012 sostituisce l’Ici, in molti casi va a sostituire anche l’Irpef e le relative addizionali dovute su terreni e fabbricati. Nella fattispecie, nell’ ambito dei terreni, qualora non affittati, l’imposta municipale comprende anche l’Irpef e le addizionali sul reddito dominicale, mentre il reddito agrario rimane legato alle ordinarie imposte sui redditi (per i terreni affittati, invece, sono dovute sia l’Imu sia l’Irpef). E dunque, relativamente ai fabbricati, come si deve comportare un contribuente? Per quanto concerne i fabbricati, la nuova tassa sostituisce l’Irpef purché gli stessi non siano locati. Inoltre, solo Imu anche per quelli che sono stati concessi in comodato gratuito. Naturalmente l’Irpef con tutte le relative addizionali,
continuano a sussistere nelle ipotesi di terreni e fabbricati affittati. L’Irpef va corrisposta, se dovuta, anche per gli immobili che godono dell’esenzione dall’ Imu, anche se “liberi”. Per indicare questa tipologia esistono le caselle 9 e 12 del modello e sono collocate nel quadro A (terreni) e nel quadro B (fabbricati). Riguardo alle popolari detrazioni 36% e 55% cosa accade quest’anno? La casa, in materia di detrazioni di imposta, rimane regina indiscussa, al punto che le popolari detrazioni del 36% e del 55%, prima sottoposte al rinnovo legislativo annuale, hanno ottenuto la stabilizzazione nel Tuir e, nel 2013, si apprestano alla ricongiunzione in una sola modalità di sconto. Quest’anno parlare di detrazione al 36% è sbagliato, almeno parzialmente, in quanto le spese riguardanti le ristrutturazioni edilizie effettuate dal 26 giugno scorso al 30 giugno 2013 rientrano nella detrazione al 50%, invece il tetto di spesa per il quale si può usare l’agevolazione passa da 48 a 96 mila euro. Come si suddivide lo sconto nel 2013? A partire da quest’anno, lo sconto si divide in 10 quote annuali per tutti i cittadini, indipendentemente dall’ età. Fino all’ anno scorso i contribuenti con età in-
feriore a 75 e 80 anni potevano scegliere una detrazione ripartita in modo abbreviato, 5 o 3 rate. Quali sono le scadenze da rispettare per le agevolazioni e il “risparmio energetico” degli edifici? Il 30 giugno rappresenta il termine ultimo anche per quel che concerne la detrazione Irpef/Ires del 55% relativa ai lavori volti al risparmio energetico degli edifici. Il primo luglio, infatti, il bonus energia si unirà con quello ristrutturazioni(la nuova agevolazione a tempo indeterminato, già determinata nell’articolo 16-bis del Tuir nella misura del 36% su spese non superiori a 48mila euro, si chiamerà “Detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici”). Infine va ricordato che, con l’ultimo treno utile, sono rientrati nel 55% anche i costi sostenuti per la sostituzione di boiler tradizionali con scalda acqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria. Quali sono le altre novità del Modello 730 di quest’anno? I contributi sanitari obbligatori versati al Servizio sanitario nazionale con il premio assicurativo di responsabilità ci-
MassiMo lazzarin, responsabile provinciale servizi alla persona cia
vile per i veicoli (automobili, moto ecc..) potranno essere portati in deduzione soltanto per la parte eccedente i 40 euro. Infine, ultima novità, il modello CUD necessario per la presentazione della Dichiarazione dei Redditi non verrà più inviato ai pensionati. Il Patronato e CAF della Cia sono a completa disposizione dei pensionati per la stampa gratuita del modello. Tutti i pensionati si possono rivolgere presso gli uffici della Confederazione di Padova.
I nostri esperti 51 AFFARI DI FAMIGLIA Amministrazione di sostegno
Che cos’è? Quando si fa? Nell’interesse di chi?
Care lettrici e lettori, questo mese Vorrei sottoporre alla Vs attenzione una questione che in più di un’occasione mi è stata posta da alcuni di Voi. Mi riferisco all’istituto dell’Amministrazione di Sostegno e a quando è necessario ricorrerVi per tutelare la posizione di un soggetto incapace. Dunque, che cos’è l’amministrazione di sostegno? L’amministrazione di sostegno è un istituto disciplinato dall’articolo 404 e segg del codice civile, introdotto nel 2004 con la Legge n. 6 del 9/01/2004, con cui si vogliono proteggere e tutelare quei soggetti che, per effetto di un’infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. Dunque, l’amministrazione di sostegno si presenta, per sua natura, come misura dal contenuto flessibile che si adatta ai diversi gradi di disabilità e ai conseguenti bisogni di protezione di ciascuna persona. Metaforicamente è paragonabile, pertanto, ad un vestito sartoriale che, consentendo di individuare una rete di protezione costruita secondo le esigenze della singola persona non esclude la sua capacità di agire. A questo proposito il giudice tutelare è tenuto ad individuare con precisione gli atti che l’amministratore nominato nell’interesse del beneficiario ha il potere di compiere in nome e per conto di questi una serie di atti ben individuati. Quali sono i presupposti per richiedere l’amministrazione di sostegno? I presupposti sono due: la malattia o la menomazione e l’impossibilità conseguente a tale stato di provvedere ai propri interessi. Affinché la misura possa essere concessa è necessario che sussistano entrambi i presupposti e, in particolare, che il primo sia causa del secondo. L’amministrazione di sostegno si applica quindi alle persone che sono affette da un’infermità o da una menomazione fisica che non le rende in grado, in tutto o in parte o anche temporaneamente, di esercitare i propri diritti o di soddisfare i propri bisogni vitali, rischiando per questo di recare danno a se stesse o di essere danneggiate dai terzi. Di particolare interesse l’ammissibilità dell’amministrazione di sostengo per le persone anziane. Di certo, l’età avanzata non è di per sé una menomazione o un’infermità tale da giustificare una misura di protezione ma può comportare menomazioni fisiche e psichiche che incidono sull’autonomia e che rendono l’anziano non più in condizione di provvedere a se stesso e ai propri interessi nel modo più giusto. Qual’è il procedimento per accedere all’amministrazione di sostegno? La procedura si instaura con un ricorso
che va depositato avanti il giudice tutelare dove la persona interessata ha residenza o domicilio. I soggetti legittimati a proporre ricorso sono rispettivamente il pubblico ministero e i responsabili dei servizi sanitari e sociali (obbligati) ed i parenti, il coniuge, gli affini, i conviventi stabili nonché l’interessato (facoltizzati). Il ricorso potrà essere presentato personalmente oppure con la rappresentanza e la difesa tecnica di un avvocato. La procedura ha tempistiche che, per
la giustizia italiana, potrebbero dirsi fulminee dal momento che il giudice tutelare, una volta raccolte le debite informazioni, emana il decreto con cui istituisce l’amministrazione di sostegno entro sessanta giorni dal deposito del ricorso. Quali sono le principali differenze rispetto all’interdizione e all’inabilitazione? Con questo istituto il legislatore ha messo al centro della tutela la persona, i suoi bisogni e le sue aspirazioni,
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differentemente da quanto fatto con l’inabilitazione e, ancor più, con l’interdizione. Per questo, ad oggi, l’amministrazione di sostegno deve essere considerata, in linea generale, la misura di protezione ordinaria mentre l’interdizione e l’inabilitazione rappresentano misure di carattere residuale rispetto alla prima. Nell’amministrazione di sostegno il beneficiario viene sostituito nel compimento di determinati atti e assistito nel compimento di altri atti da
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A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
un amministratore, mentre conserva la capacità di agire per tutti gli altri atti mentre nell’interdizione il soggetto interdetto, salvo i c.d. atti minimi della vita quotidiana (es. comprare il giornale, il pane), è sostituito da un tutore nel compimento degli atti che lo concernono. Limitazioni meno estese ma comunque intense operano nel caso dell’inabilitato. Il beneficiario dell’amministrazione di sostegno può fare testamento? Conservando il soggetto beneficiario la capacità d’agire, non può che discendere la capacità dello stesso di disporre per testamento. Tuttavia, proprio la natura dell’atto di ultima volontà, escluderebbe per lo stesso l’assistenza o la rappresentanza dell’amministratore di sostegno. Tale conclusione, teoricamente corretta, viene ad infrangersi con le particolarità dei casi concreti in cui l’amministrato, a causa dell’infermità che lo colpisce, non è in grado di esprimere in modo compiuto la propria volontà testamentaria o di manifestarla autonomamente e per iscritto (si pensi ai malati di SLA). Per dare una risposta a tali casi, alcuni Tribunali (es. Varese e Forlì), hanno forzato la lettera della legge e, con l’esplicitato intento di tutelare a pieno l’incapace, hanno ammesso la rappresentanza o l’assistenza dell’amministratore o di un curatore nella redazione del testamento. Non v’è dubbio che la soluzione individuata da alcuni tribunali, se da una parte sembra tutelare in via immediata l’incapace dall’altra si espone a numerose critiche e, cosa ancor più importante, espone il testamento a possibili iniziative caducatorie. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
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L’INTARSIO Inserite all’interno dello schema le parole elencate in modo da completare il cruciverba. ECO - GEO - LEO - NEL - RNA TAM - TOT - AREA - AURO FIFA - OSSA - SEME - SUOR VERO - CAMMA - MARIO NITON - DUMDUM - ESATTO TOPAIA - CRUISER - DESERTO ISTRICE - ORIGAMI ANATOLIO - TRASLARE NAPOLETANO - RAREFATTIVO RETROGRADARE INDOTTRINANDO
FROG GIRAFFE JELLYFISH LIZARD MALLARD
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CHIAVE (4) - E’ il re............................................................................................. I Colmi • Qual è il colmo per un navigatore solitario? Trovare un clandestino a bordo. • Qual è il colmo per un pacifista? Fare un
casino per dormire in santa pace. • Qual è il colmo per un acrobata circense? Tagliare la corda durante il suo numero. • Qual è il colmo per
un orologiaio? Avere le figlie sveglie. • Qual è il colmo per un sindaco? Avere un’intelligenza fuori dal comune. • Il colmo per un riccio? Non saper dire battute pungenti. • Qual è il colmo per un orologiaio? Avere delle figlie sveglie.
Aforismi sull’Amore • La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare, così profondo il mio amore: più te ne do e più ne ho, perché entrambi sono infiniti. • Cosa è l’amore? È la stella del mattino e quella della sera. • Amore è ogni moto della nostra anima
in cui essa sente sé stessa e percepisce la propria vita. • La massima forma d’egoismo è l’amore. Non amiamo i nostri partner, ma soltanto la loro capacità di amare noi. • Tutte le passioni ci fanno commettere errori, ma l’amore ci induce a fare i più ridicoli.
Un giretto a Firenze
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LA RICETTA RAVIOLI CON MAIALINO
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INVOLTINI DI CARPACCIO SU PUREA DI ZUCCHINE E MELA INVOLTINI DI CARPACCIO LEGGERO, FARCITI CON PROSCIUTTO COTTO ED UN PO’ DI PANE RUSTICO E CEREALOSO: NON IL PIÙ SCONTATO RIPIENO FILANTE, MA QUALCOSA DI PIÙ COMPATTO E RICERCATO. VERA CHICCA DEL PIATTO È LA SALSINA DI ZUCCHINE E MELA: OLTRE AD ARRICCHIRE L’ESTETICA DELLA PRESENTAZIONE DEL PIATTO, DÀ UNA MARCIA IN PIÙ A QUESTI INVOLTINI, CONFERENDO UNA NOTA DOLCINA E CREMOSA.
INGREDIENTI 1,5 KG MAIALINO, PEPE NERO, GINEPRO, CANNELLA. PER LA SALSA: CAROTE, SEDANO, CIPOLLE,TIMO, MADERA E OSSA DI MAIALE
PER I CONTORNI: LARDO, PUREA DI PATATE, CIPOLLOTTO. ESECUZIONE TAGLIARE A PEZZI IL MAIALE, METTERLO A MARINARE 24 ORE CON SALE GROSSO, PEPE E GINEPRO. IL GIORNO DOPO LAVARLO ACCURATAMENTE, ASCIUGARLO E DISPORLO IN UNA PLACCHETTA D’ALLUMINIO CON LE SPEZIE, COPRIRLO INTERAMENTE CON LO STRUTTO E CUOCERLO PER CIRCA 10 ORE A 115°. PRIMA DI SERVIRE SCOTTARE IN FORNO FINO A RENDERE CROCCANTE LA PELLE. PER LA SALSA: TOSTARE LE VERDURE, COPRIRE CON MADERA E RIDURRE A METÀ, AGGIUNGERE IL FONDO DI MAIALE O DI VITELLO E PASSARE IL TUTTO AL COLINO, MONTARE AL BURRO PRIMA DI SERVIRE. PER LE GUARNIZIONI: PREPARARE I RAVIOLI DI LARDO RIPIENI DI PUREA DI PATATE. PRIMA DI SERVIRE SCALDARE LA SALAMANDRA. AFFETTARE LE PATATE E CHIUDERLE TIPO ROMBO CON UN PEZZO DI CIPOLLOTTO
MESSAGGIO PUBBLICITARIO
INGREDIENTI PER 8 INVOLTINI: PER GLI INVOLTINI: 465G CARPACCIO DI VITELLONE 95G PROSCIUTTO COTTO A FETTE 15G PANE AL FARRO E CEREALI 1/2 DADO CUORE DI BRODO ALLE VERDURE MAGGIORANA AGLIO IN POLVERE BRANDY
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PER LA SALSA: 1 ZUCCHINA 95G MELA GIALLA 1 CUCC.NO MIELE D’ACACIA SALE, PEPE BIANCO
I CONSIGLI DI PAOLO
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INGREDIENTI:
6/10 VODKA RUSSKY, 2/10 CORDIAL CAMPARI, 2/10 BANANA BOLS, CUCCHIAINO DI GELATO SI PREPARA NELLO SHAKER CON GHIACCIO. SI SERVE NELLA COPPA COCKTAIL. DECORARE CON UNO SPRUZZO DI SCIROPPO DI ROSA FABBRI. DI COLORE BIANCO OPACO CON SFUMATURE ROSA E CON RIFLESSI GIALLASTRI, HA PROFUMO DI LIMONE E FRUTTA TROPICALE. IL GUSTO È CALDO, DOLCE, MORBIDO, QUASI VELLUTATO PER CONSISTENZA. GLI AROMI SONO QUELLI DEL GELATO AL LIMONE, DEI LAMPONI MATURI CON SPLENDIDRE SENSAZIONI DI MACEDONIA TROPICALE. AL LIMONE.
PAOLO MARANI
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DISTRIBUIRE SULLE FETTINE DI CARPACCIO IL PROSCIUTTO ED UN PEZZETTO DI PANE; ARROTOLARE A FORMARE GLI INVOLTINI. SCALDARE IN UNA PADELLA UN FILO D’OLIO CON L’AGLIO IN POLVERE, METTERE LA CARNE ED INSAPORIRE CON IL DADO, LA MAGGIORANA ED IL SALE. PORTARE A COTTURA BAGNANDO CON IL BANDY. TAGLIARE LA ZUCCHINA E LA MELA A DADINI MOLTO PICCOLI, CUOCERLE ASSIEME IN UN PENTOLINO INSAPORENDO CON IL MIELE, SALE E PEPE. QUANDO SI SARANNO COTTE, SCHIACCIARLE CON UNA FORCHETTA, FINO A FORMARE UNA PUREA ANCORA GRUMOSA. DISTRIBUIRE SUL FONDO DEL PIATTO LA PUREA, ADAGIARVI POI GLI INVOLTINI E SPOLVERARE DI PEPE NERO. MANUELA E SILVIA BIZZO
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FASCINO VI ATTENDONO MOMENTI MAGICI. INSIEME DA ANNI OPPURE DA POCHI MESI SENTIRETE LE EMOZIONI FORTI COME ALL’INIZIO · S ALUTE SCEGLIETE DI FAR TORNARE IN SCENA LA PALESTRA, UN TEMPO CHE VI DEDICHERETE E CHE FARÀ MOLTO BENE AL VOSTRO CORPO
TORO
DAL 21/04 AL 20/05
ASCINO LA PASSIONE ARDE CREPITA, ATTENTI A NON BRUCIARVI SPECIE CON LE INEDITE TRASGRESSIONI CHE VI ATTENDONO DIETRO L’ANGOLO · S ALUTE IL BUON UMORE VA E VIENE E LE GAFFE SONO DIETRO L’ANGOLO. VI FAREBBE BENE FARE ATTIVITÀ ALL’ARIA APERTA
GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06
FASCINO I PIANETI VI A I U TANO E AVRETE PIÙ FACILITÀ AD AFFRONTARE DISCORSI DIFFICILI. INTANTO L’INTIMITÀ RAGGIUNGE LE STELLE · S ALUTE EVITATE ATTEGGIAMENTI MANIACALI DI SALUTISMO. TROVATEVI LO SPAZIO GIUSTO PER IL RELAX E IL BENESSERE GENERALE
FASCINO VI ATTENDONO GIORNI DI CONFLITTI INFUOCATI ED EROS BOLLENTE. L’UNO NON ELIMINA L’ALTRO. SERVE TEMPERANZA · SALUTE PURTROPPO, NONOSTANTE NE AVRESTE ESTREMO BISOGNO, LO SPORT RESTA UN MIRAGGIO. CENTELLINATE LE ENERGIE
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SIETE SINGLE VI ATTENDONO SOCIALITÀ E INCONTRI PICCANTI. PER GLI ALTRI LA PASSIONE SI DESIDERARE MA QUANDO C’È... · S ALUTE E’ UN BUON PERIODO QUANTO AD ENERGIE E SPIRITO. APPROFITTATENE PER SCEGLIERE COME FARLE FRUTTARE AL MEGLIO
RICEVERETE AVANCE MOLTO AUDACI A SARÀ DIFFICILE RESISTERE. IL VOSTRO PARTNER POTREBBE IRRITARSI MOLTO: ATTENZIONE! · S ALUTE SIETE COSTANTEMENTE PREDA DEL LETARGO PRIMAVERILE. QUALCHE VITAMINA E TANTA FRUTTA E VERDURA VI AIUTERANNO FASCINO
FASCINO ACCANTONATE I CALCOLI E APRITE LE PORTE ALL’ISTINTO: L’AMORE VE NE SARÀ GRATO. LA PASSIONE LANGUE RIACCENDETE IL FUOCO · S ALUTE LIBERATEVI DA QUALCHE VIZIO DI TROPPO E IMBOCCATE UNA VIA SALUTISTA SENZA, PERÒ, FARNE UNA MANIA. MENTE IPERATTIVA
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