La Piazza del Delta - 2012apr n44

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Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 44

Ente Parco Il nuovo presidente è Marchioro

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Centrale Riconversione, ancora nessun pronunciamento

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Taglio di Po Cercasi sponsor per il “campetto dei frati”

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EDITORIALE

La crisi sta nei nomi dei veneti

LO NAZ/19/2010/CT

01 04 2010

STOP ALLE FILE DEL CENTRO PRENOTAZIONI

La casa di cura “Madonna della Salute” ha incrementato mezzi e personale del Centro Unico Prenotazioni. Sono quindi finite le lunghe attese telefoniche per prenotare visite ed esami. Il Cup del presidio ospedalieroi, dopo l’ingresso nel sistema provinciale di prenotazione, si è rinnovato pag. 6

I LUNGHI SECOLI BUI DEL POLESINE

di Mauro Gambin

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Per Taglio di Po un Poker di candidati In lizza: Isabella Ghinello, Marco Ferro, Francesco Siviero e Monica Moro

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Si può dire che solo a partire dal Quattrocento, e precisamente dal 1484 e dalla cosiddetta “guerra di Ferrara” che contrappose il papato, gli Estensi e i loro alleati alla repubblica di San Marco, il Polesine abbia effettivamente fatto parte del Veneto. pag. 14

a sfida elettorale del 6-7 maggio prossimo si prospetta quanto mai avvincente. Assodata è la presenza di ben quattro candidati sindaco affiancati da dieci candidati consiglieri ciascuno. Per ritrovare nella storia del Comune di Taglio di Po una presenza così “folta” papabili primi cittadini occorre ritornare al 1994, con la candidatura di Vincenzo Melone, Layla Marangoni, Bruno Moretto e Chiara Bovolenta. Ma erano quelli i giorni di un’altra stagione, nell’attuale corsa alla poltrona del primo cittadino , infatti, ci sono

interrotto lo scorso dicembre, interrotto proprio dall’uscita di alcuni consiglieri tra cui la Moro stessa, e la seconda che questa volta si è presentata come capolista appoggiata da Pdl, Fiamma Tricolore e La Destra e con un programma tutto rivolto al potenziale produttivo del territorio. Il cavallo di battaglia della Ghinello è invece la famiglia, il sociale per Siviero mentre per l’ex sindaco Ferro è prioritario completare le opere pubbliche lasciate in sospeso. pagg. 4-5

nomi nuovi a cominciare da Francesco Siviero che dall’alto dei suoi 29 ha già fatto suo il primato del più giovane candidato sindaco della storia di Taglio di Po, Dopo aver vinto le primarie, al voto verrà sostenuto dal Pd, dai Verdi e dalla Fds. Altro nome nuovo quello Isabella Ghinello, classe 1974, candidata sindaco della lista supportata dalla Lega Nord. Appartengono, invece, alla vecchia maggioranza i nomi di Marco Ferro e Monica Moro, il primo sceso in lizza per completare il mandato

resce di settimana in settimana la lista dei nomi degli imprenditori, ma sarebbe giusto aggiungere anche quelli dei lavoratori dipendenti, che si sono tolti la vita dall’inizio della crisi per la mancanza di lavoro o per il senso di frustrazione derivante dal non aver trovato mezzi e risorse per continuare a far progredire l’azienda. La Cgia di Mestre parla di più di 50 persone, tra i quali molti sono i veneti. Si tratta di un fenomeno senza precedenti che nasce dalla disperazione e che tuttavia è lontano dall’essere compreso e capito se anche il neo patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha dichiarato che non sempre la chiesa ha inteso il dramma di chi è senza lavoro. Ma in Veneto prima del “dramma di chi è senza lavoro” andrebbe compreso che cos’è il lavoro. In una regione i cui abitanti si chiamano Marangon, Scarparo, Muraro, Ortolan, Contadin, Fornaro o Lanaro è evidente che il mestiere è una forma di identità. Il lavoro in veneto non è solo la fonte del reddito che permette un’esistenza più o meno decorosa alla quale non si riesce a rinunciare, come in molti hanno sostenuto, è un valore sociale fortemente correlato alla reputazione, all’onore e dunque al valore. continua a pag.

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EDITORIALE

segue da pag.

La crisi sta nei nomi dei veneti Premio Rhodigium

APPLAUSI PER MARCEGAGLIA E MENEGATTI Il premio Rhodigium, quest’anno è stato assegnato a Emma Marcegaglia e alla pallavolista Marta Menegatti. La presidente nazionale di Confindustria è stata scelta per l’impegno profuso come imprenditrice in Polesine, in particolare con la struttura turistica dell’isola di Albarella, Marta Menegatti (presenti i genitori, perché impegnata in allenamenti all’estero), per i suoi successi sportivi con i titoli europeo e italiano di beach volley. “Di Emma Marcegaglia - ha affermato il sindaco Bruno Piva, in occasione della consegna del premio - mi piace sottolineare l’amore che ha sempre manifestato nei confronti della nostra terra. Della giovane atleta Marta Menegatti, invece, il suo grande impegno nello sport, grazie al quale è diventata anche messaggera di Rovigo nel mondo”.

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“Era un gran lavoratore”, infatti è la definizione che per prima esce dal cassetto dei ricordi quando ricorre la commemorazione di un caro estinto, perché in forma speculare dice già tutto, aver dedicato molto tempo al lavoro, infatti, significa averne dedicato poco alle stupidaggini, essere rimasto lontano per fisica stanchezza da tentazioni e vizi e di essersi occupati del proprio lasciando stare la “roba” degli altri. Insomma ligio e probo, significa gran lavoratore. Altrove i crumiri sono stati disprezzati ma per i veneti aver lavorato tanto e in silenzio ha significato formarsi un’identità collettiva nel periodo delle grandi migrazioni verso l’Argentina o lo stato di Rio Grande do Sul. Veneto nel mondo significa, gran lavoratore. Nei film della commedia all’Italiana del dopoguerra i veneti sul set hanno quasi sempre interpretato il ruolo di servi o di contadini. Umili ma indispensabili. Il valore positivo riconosciuto al gran lavoratore è rimasto valido anche dopo l’arcadia felix del Veneto rurale, durante gli anni del boom economico, delle partite Iva, del “magna e desmentega” il “lavoratore” non ha subito attacchi morali nemmeno davanti all’evidenza del puro materialismo, dell’accumulo di ricchezza da esibire se non da ostentare. Il lavoro in Veneto è stato usato anche come salvacondotto per svincolare l’obbligo del rispetto dell’ambiente o più semplicemente delle regole. Chi viene nel nome del lavoro, può molto in una terra come la nostra, esiste un’idolatria dell’impiego che è stata efficace anche nel tempo in cui non esisteva la disoccupazione e oggi che di lavoro non ce n’è tanto nei giovani rimane invalsa la volontà di identificarsi nella propria professione tanto da esibirla in forma di status e per questo, in modo paradossale, non appartieni al sistema produttivo, evitano i lavori più umili anche se più remunerativi. Il lavoro in Veneto invece è ancora una forma di identità e per questo la crisi non è solo economica ma sociale e valorale insieme. Mauro Gambin - direttore@lapiazzaweb.it

Turismo Rosolina

MARCHI DI QUALITÀ AMBIENTALE Marchi di qualità ambientale e certificazione delle imprese, se ne parla da un po’ in Polesine ma qualcuno è già passato alla via dei fatti tent’è che lo scorso 16 aprile sono stati consegnati a Rosolina i riconoscimenti alle 12 eco-imprese certificate e al primo Comune registrato Emas della provincia di Rovigo: Taglio di Po. Il tema è decisamente importante per un territorio che intende come opportunità il turismo a vocazione ambientalista, ossia che si basa sulla qualità delle acque par la balneazione e la “verginità” del paesaggio come attrazioni. Da qui l’esigenza delle imprese di migliorare le proprie strutture, trasformandole in aziende attente alle sostenibilità, attraverso la riduzione dei rifiuti prodotti e l’efficientamento delle risorse (acqua, energia) oltre che la valorizzazione dei prodotti tipici, l’enogastronomia, i valori della biodiversità, e degli enti pubblici che dovranno impegnarsi per raggiungere la registrazione ambientale Emas. “Lo sviluppo sostenibile – ha spiegato l’assessore regionale Isi Coppola presente alla consegna dei riconoscimenti – è oggi non solo doveroso ma anche attrattivo”.

Fusione delle Ulss

CHIESTA UNA CONFERENZA DEI SINDACI Per dirimere ogni ambiguità in merito all’unificazione dell’Ulss 19 di Adria con la 18 di Rovigo, l’assessore comunale di Porto Tolle, Ivano Gibin, ha chiesto la convocazione di una Conferenza dei sindaci. Probabilmente si tratta di una provocazione per far emergere le contradizioni interne alla Lega polesana, in merito al piano sociosanitario che presto approderà in consiglio Regionale per l’approvazione. “Preoccupano – ha spiegato l’assessore Portotollese i molti silenzi e ambiguità della Lega che in più occasioni si è detta favorevole all’Unione delle due Ulss. Chi si è preposto per amministrare la cosa pubblica - rivolto a Cristiano Corazzari e Giorgio D’Angelo - deve essere chiaro e dire realmente come e cosa vuole. C’è troppa gente che gioca a “carte coperte” invece data la situazione è proprio il caso di fare il contrario”.

Porto Tolle

TROFEO DI ACCELERAZIONE

Delta PORTO TOLLE

AMMINISTRATIVE

Parco di Ca’ Tiepolo intitolato a Lino Beccati pag. 8

SANITÀ

Mantovani: “Sanità, la Regione ci convolga di più”

SPORT

Provincia

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Festa del Minivolley, Sessanta miniatleti in campo pag. 15

SANITÀ

20 candidati, nessun simbolo di partito pag.16

SCUOLA

Sui dirigenti, l’ombra di nuovi tagli

Piano socio sanitario, ospedali in bilico pag. 26-27

SOCIETÀ

Giovedì 10 maggio, al museo

IL CORPO COME TEMPIO

Il nuovo ruolo sociale degli over 65

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MUSEI

Regione

Ai grandi fiumi l’ala dedicata al Medioevo pag.

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ARTE

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La prima prova del tradizionale appuntamento con il trofeo di accelerazione, arrivato alla quinta edizione, si terrà a Porto Tolle nel Week end compreso tra il 12 e il 13 maggio prossimi. Alla competizione parteciperanno motociclette di varie cilindrate che si confronteranno in uno sprinti di 150 metri. Per Informazioni tecniche: Motoclub Le Tre Isole tel. 340.3356108 346.6081700 mcletreisole@gmail.com

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Graphic Novel, romanzi e fumetti italiani pag. 31

Riprende il percorso della Fiba Cisl, “La sapienza del cuore”. Idee per la formazione degli adulti per cambiare mentalità ed aprirsi ad una nuova vita. Gli incontri sono aperti a tutti e ad ingresso gratuito. Il terzo appuntamento si terrà giovedì 10 maggio alle 21 nella sala Flumina del museo dei grandi fiumi in via G. Giro (angolo piazzale San Bartolomeo).

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della PROMOMEDIACOMMUNICATIONS Srl edito da GIVE EMOTIONS Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE E

CONCESSIONARIA

DI

Questa edizione raggiunge le zone di Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Ariano, Porto Tolle per un numero complessivo di 15.457 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

Venezia Padova Rovigo Treviso

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REDAZIONE:

Direttore responsabile

MAURO GAMBIN direttore@lapiazzaweb.it ORNELLA JOVANE o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 26 aprile CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL LORETO, VIA BRECCIA (AN)

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4 Argomento del mese ELEZIONI AMMINISTRATIVE Per la poltrona del primo cittadino sono scesi in lizza: Isabella Ghinello, candidata sindaco della lista supportata dalla Lega Nord; Marco Ferro, già sindaco dal 2009 al 2 dicembre 2011; Francesco Siviero, appoggiato dal Pd, dai Verdi dalla Fds, Monica Moro, candidata sindaco della lista appoggiata da Pdl, Fiamma Tricolore e La Destra

Poker di candidati, s

di Silvia Boscaro

Quattro liste chiedono il consenso dei cittadini, era dal 1994 che non succedeva

Secondo le indiscrezioni tra i candidati ci sarebbe dovuta essere anche una lista di Sel

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l Comune di Taglio di Po, con i suoi circa 8500 abitanti, vedrà per la prima volta, dal 1994, il dispiegarsi in campo di ben quattro liste di candidati alla carica di sindaco con altrettanti 40 consiglieri in lizza per una poltrona in consiglio comunale. Il 3 aprile scorso, ultimo giorno utile per presentare le liste, il primo gruppo a presentare la documentazione è stato quello leghista di Isabella Ghinello; sono seguite a ruota la lista “Taglio di Po nel cuore – Marco Ferro sindaco”, la lista “Insieme per Taglio di Po – Siviero Sindaco” e infine la lista “Per Credere in Taglio di Po – Monica Moro Sindaco”. Da indiscrezioni trapelate solo poche ore prima del termine ultimo, si mormorava della possibile presenta di una quinta lista di Sinistra Ecologia e Libertà, ma così non è stato. Isabella Ghinello, classe 1974, è la candidata sindaco della lista supportata dalla Lega Nord: “La nostra lista – ha affermato la Ghinello durante la conferenza stampa di presentazione – offre impegno e onestà intellettuale con un programma serio, concreto e composito, ma comunque semplice: preferiamo porci obiettivi reali per poi magari sorprendere, se sarà possibile, i cittadini, con interventi qualitativamente alti”. I candidati consiglieri sono: Roberto Tita,

INFORMAZIONI UTILI

Dove e come si vota

L

e elezioni comunali per la nomina del nuovo sindaco di Taglio di Po si svolgeranno domenica 6 maggio e lunedì 7 maggio. I seggi rimarranno aperti la domenica dalle ore 8 alle 22 e lunedì dalle ore 7 alle 15. A Taglio di Po gli elettori chiamati ad esprimere il loro voto saranno 7325 di cui 3581 maschi e 3744 femmine; tra di essi 172 voteranno dall’estero. Prima di votare occorrerà esibire un documento di riconoscimento e la tessera elettorale. La scheda di voto sarà di colore azzurro e per indicare la propria preferenza sarà necessario segnare con una croce il simbolo della lista prescelta oppure sul nome del candidato sindaco ed indicare il cognome del candidato alla carica di consigliere comunale compreso nella lista collegata. Non è consentito il voto disgiunto. Le sezioni aperte saranno 11: sezione 1 – 2 presso l’asilo Monumento ai Caduti, sezione 3-9 presso la scuola G.B. Stella di viale Kennedy 63, sezione 4 – 5 – 6 – 7 presso la scuola media Elia Maestri di via Manzoni 1, sezione 8 presso l’ex scuola elementare di Mazzorno Destro, sezione 10 presso scuola elementare di Oca Marina e sezione 11 presso l’ostello di Gorino Sullam. All’unica lista collegata al sindaco vincente spettano i due terzi dei seggi assegnati al consiglio, nel caso di Taglio di Po sette consiglieri, e i restanti saranno ripartiti proporzionalmente fra le altre liste. Si.Bo.

Paolo Berto, Wendy Marangoni, Silvia Pattaro, Andrea Toniolo, Stefano Paparella, Ana Esther Quintero, Claudio Zucconelli, Andrea Trombini e Cosetta Caramore. Marco Ferro, 43 anni, è stato sindaco dal 2009 fino al 2 dicembre 2011. In questa nuova avventura lo affianca una squadra composta dai consiglieri che mai lo hanno abbandonato e da nuovi alleati: “Vi devo chiedere scusa - ha spiegato Ferro presentando la lista – perché non è naturale che un’Amministrazione cada, mi sento responsabile non in colpa, perché la scelta errata è stata quella farmi affiancare da componenti non fidati. Chiedo di nuovo la fiducia per proseguire con il programma lasciato a metà”. Compongono la lista: Laila Marangoni, Luca Modena, Marco Rosestolato, Lodovico Lionello, Silvia Ricchi, Franca Finessi, Mauro Canella, Nazzario Trombini, Giancarla Molon e Nicola Livieri. Francesco Siviero, 29 anni, è il più giovane candidato sindaco della storia di Taglio di Po. Appoggiano la sua candidatura il Pd, i Verdi e Fds. “La crisi economica – ha affermato Siviero nel presentare la lista - ci impone di razionalizzare le risorse presenti, valorizzando il patrimonio ambientale e culturale del territorio. Il nostro è un programma amministrativo, non

elettorale, perché non esaurisce la sua funzione nella semplice vittoria delle elezioni, ma si propone come un vademecum per l’amministrazione reale del paese”. Compongono la lista: Margaret Crivellari, Dario Altieri, Maria Arillotta detta Marita, Daniele Dian, Gaia Di Giangiacomo, Alberto Fioravanti, Davide Marangoni, Doriano Moschini, Veronica Pasetto e Giancamillo Trapella. Monica Moro, 48 anni, è il candidato sindaco della lista appoggiata da Pdl, Fiamma Tricolore e La Destra: “L’obiettivo principale della lista – ha spiegato la candidata nel suo intervento di presentazione - è quello di ricreare una città produttiva, vivibile e dai servizi efficienti, ovvero una città a misura di tutti, in grado di trovare le motivazioni per essere traghettata oltre la difficile congiuntura economica”. Di seguito i nomi dei candidati: Luciano Tamburin, Giorgia Zanardi, Lauro Mantovani, Elisa Mancini, Marco Zanellato, Beatrice Arillotta, Damiano Girotti, Cristian Milani, Marco Marafante e Massimiliano Semeraro. La presenza di un maggiore numero di liste, di candidati sindaci dall’esperienza diversificata e di numerosi nomi noti in ogni gruppo, lascia decisamente poco spazio alle certezze: i “giochi” possono definirsi di certo aperti.


Argomento del mese 5 In alto da sinistra: Marco Ferro e Isabella Ghinello. Sotto Monica Moro e Francesco Siviero

sfida all’ultimo voto Liste a confronto Le differenze tra il 2009 e oggi

Volti nuovi e vecchie conoscenze della politica tagliolese di Silvia Boscaro

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a sfida elettorale del 6-7 maggio prossimo si prospetta quanto mai avvincente. Assodata è la presenza di ben quattro candidati sindaco affiancati da dieci candidati consiglieri ciascuno. Per ritrovare nella storia del Comune di Taglio di Po una presenza così “folta” di candidati sindaco occorre ritornare al 1994, con la presenza di Vincenzo Melone, Layla Marangoni, Bruno Moretto e Chiara Bovolenta in sfida per la poltrona di primo cittadino. A causa della sfiducia approvata nell’ultimo Consiglio Comunale avvenuto il 2 dicembre 2011, e che ha portato Taglio di Po al commissariamento, l’Amministrazione Ferro è quindi caduta dopo soli due anni e mezzo dalle elezioni del 2009 che l’avevano legittimata. Fu un mandato preceduto da un forte e marcato consenso elettorale: la lista di Marco Ferro “Costruiamo il Futuro a Taglio di Po - Marco Ferro Sindaco” aveva vinto la tornata elettorale sbaragliando la concorrente lista dell’ex sindaco Margaret Crivellari “Insieme per Taglio di Po – Continuità e Rinnovamento” portandosi a casa il 59,68% di voti contro il 40,31% della lista Crivellari, per un totale di 3292 voti contro 2224. La lista di Ferro, seppur civica, era comunque supportata da Pdl, Fiamma Tricolore, Lega Nord, Udc e An mentre la lista della Crivellari riceveva l’appoggio del Pd, Verdi e Rifondazione Comunista. L’affluenza fu pari al 78,62% degli aventi diritto al voto. Lo schieramento di Ferro fu così composto da 11 consiglieri (Layla Marangoni, Federica Pozzato, Luciano Tamburin, Monica Moro, Mauro Canella, Giorgia Zanardi, Marco Rosestolato, Luca Modena, Lorena Tasso, Lodovico Lionello e William Casellato) cinque dei quali divennero assessori, mentre la lista della Crivellari si portò in consiglio comunale cinque consiglieri (Margaret Crivellari, Francesco Siviero, Renato Pregnolato, Alberto Fioravanti e Doriano Moschini). Curiosa è quindi la situazione attuale che vede la presenza di Monica Moro candidata a sindaco per la sua lista affiancata, tra l’altro, da Luciano Tamburin e Giorgia Zanardi e supportata dal Pdl, Fiamma Tricolore e La Destra, mentre Layla Marangoni, Mauro Canella, Marco Rosestolato, Luca Modena e Lodovico Lionello supportano la ricandidatura di Ferro in una lista civica. La lista attuale del centro sinistra è invece compatta e formata da nuovi volti e dagli stessi ex consiglieri di minoranza ad eccezione di Renato Pregnolato.

Programma elettorale

Lavoro, opere, sociale e famiglia

Ogni candidato ha un tema forte O

gnuno dei quattro schieramenti in campo per queste elezioni comunali basa la sua azione programmatica su particolari necessità e problemi nei quali oggi Taglio di Po si ritrova protagonista. Ogni lista si propone quindi ai cittadini con un programma elettorale caleidoscopico e ricco di intenti, ma nello specifico, ognuna di esse si concentra su un punto in particolare. La lista rappresentata dal candidato sindaco Monica Moro “Per Credere in Taglio di Po – Monica Moro Sindaco”, basa la sua campagna elettorale sul lavoro e sull’incremento all’imprenditorialità: “Prima di redigere il programma, - spiega la Moro – abbiamo fatto un sondaggio sulla popolazione, chiedendo quale fosse la maggiore necessità e dai risultati è emerso il lavoro. Quindi, abbiamo deciso di focalizzare la maggior parte dei nostri sforzi sull’incremento dell’economia locale con iniziative tangibili, per poter creare nuovi posti di lavoro e dare respiro alle tante famiglie e giovani in difficoltà. L’imprenditorialità di Taglio di Po, una volta considerata effervescente, deve trovare nuova linfa attraverso una “sburocratizzazione” delle pratiche”. La lista civica “Taglio di Po nel Cuore – Marco Ferro Sindaco”, pone alla base del suo programma d’intenti una specifica volontà: “La priorità per il nostro schieramento – sottolinea Marco Ferro – è quella di portare a termine sia tutte le opere iniziate nella mia precedente Amministrazione Molti interventi e mai portate a termine a causa della ma nessuno sfiducia, sia quelle semplicemente pre- ragiona senti nel vecchio programma elettorale. sulle disponibilità Molte di queste sono state riprese in del bilancio quello nuovo proprio per dare continuità a ciò che avevamo iniziato. Diventa quindi per noi fondamentale, completare le opere pubbliche già avviate, come la realizzazione della rotatoria nell’incrocio tra viale Kennedy e via Garibaldi e di quella tra la SP 46 e via san Basilio”. La lista rappresentata dal candidato sindaco Francesco Siviero “Insieme per Taglio di Po – Siviero Sindaco”, pone il sociale prima di tutto: “In questo momento particolare per il nostro paese – spiega Siviero – il sociale deve essere la priorità per chi si propone di amministrare il Comune di Taglio di Po. Occorrerà operare una mappatura delle necessità per poter avere un quadro analitico e globale. Nello specifico, gli anziani, l’ampliamento dei servizi dell’Utap, la necessità di avere una casa, il sostegno alle famiglie con a carico diversamente abili, sono i punti del programma nei quali questa lista si identifica maggiormente. La crisi ci impone di operare scelte rigorose e di certo non eclatanti, e l’aiuto concreto alle famiglie e ai giovani deve essere il primo punto”. Infine, la lista supportata dalla Lega Nord con candidato sindaco Isabella Ghinello pone al centro dell’azione amministrativa la famiglia e i suoi componenti: “Nel merito delle iniziative dedicate, - spiega la Ghinello - è per noi fondamentale supportare le famiglie in difficoltà attraverso aiuti concreti, come, ad esempio, un potenziamento degli asili nido e dei servizi per l’infanzia, l’istituzione di un servizio di mediazione familiare pubblico e gratuito e la promozione dell’associazionismo familiare cittadino”. Si.Bo.


6 Porto Viro Nomine Il voto in consiglio ha raggiunto l’unanimità

Marchioro, presidente del Parco Per la convalida dell’assunzione manca ancora l’autorizzazione alla Regione

I

l percorso dell’Ente Parco Delta del Po per la nomina del nuovo direttore è giunto al termine. A darne voce, a seguito dell’ultimo consiglio svoltosi nella sede di Ariano, è stato il presidente Geremia Gennari. Tutto ha avuto inizio con il bando indetto dal comitato cui hanno risposto ben 107 candidati per i quali, dopo la creazione di una commissione e di un gruppo di lavoro formati da Geremia Gennari, Giorgio D’Angelo e da Marinella La commissione dell’ente che si è occupata di individuare il direttore Mantovani, che hanno visionato tutti i curricula e ne hanno estrapolato delle schede, si è giunti alla Gennari all’unanimità dei presenti è stato ritenuto alla Regione prima dell’assunzione e, attualmendefinizione di nove candidati per i quali è stata idoneo a ricoprire l’incarico di direttore, il dottor te, si è in attesa della risposta. Il curriculum di aperta la discussione che ha portato alla proposta Stefano Marchioro e, come previsto dalla norma Marchioro corrisponde alla figura professionale della legge istitutiva, il prevista e richiesta dalla legge istitutiva del parco di individuare due nomi nelle comitato ha formulato la e dall’avviso pubblico e cioè “una documentata e persone di Paolo Domenico 107 i curricula proposta al consiglio che adeguata preparazione per lo svolgimento di attiRegina e Stefano Marchioro. dei candidati procederà alla nomina di vità a livello dirigenziale presso aziende private o I due candidati sono suc- presi in esame direttore. Dopo una breve pubbliche, enti pubblici, Regione o Stato ovvero cessivamente stati invitati dalla comissione discussione si è votato con di attività scientifiche o professionali; inoltre viene ad un colloquio conoscitivo dell’ente 18 votanti e 18 voti favo- considerata elemento preferenziale un’esperienche si è sviluppato, al di là della presentazione dei curricula, sui temi riguar- revoli, individuando nella persona di Marchioro il za lavorativa caratterizzata dallo svolgimento di danti le strategie di sviluppo e della promozione direttore dell’ente”. A seguito di un provvedimen- mansioni di direzione, organizzazione aziendale dei parchi in generale e del Delta del Po in parti- to della giunta regionale, l’ente ha provveduto e particolare adeguata esperienza e professionalicolare. “Nel comitato successivo – ha spiegato quindi alla richiesta della prescritta autorizzazione tà nel campo del marketing territoriale”.

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NEWS

a casa di cura “Madonna della Salute” ha incrementato mezzi e personale del Centro Unico Prenotazioni. Sono quindi finite le lunghe attese telefoniche per prenotare visite ed esami. Il Cup del presidio ospedaliero infatti, dopo l’ingresso dello scorso giugno nel sistema provinciale di prenotazione, si è rinnovato. Il sistema che prevedeva prenotazioni a Porto Viro di visite ed esami anche per Adria e Rovigo ha comportato un aumento dei contatti verso il centralino, intasandolo. A questo si è aggiunto poi che gli addetti hanno dovuto dotarsi del software per le prenotazioni del Cup provinciale con un’interfaccia diversa rispetto a quella in uso precedentemente. Il risultato è stato che diversi utenti telefonavano al centralino per lamentarsi delle linee occupate. Molti poi si sono recati personalmente allo sportello per prenotare. “Abbiamo così deciso di incrementare gli addetti che rispondono al telefono – ha spiegato l’amministratore delegato della casa di cura Stefano Mazzuccato - attingendo direttamente al personale già formato del call center di Rovigo. Si tratta di tre nuove unità che si aggiungono alle impiegate già presenti. Abbiamo potenziato le linee telefoniche, passate da tre a cinque, introdotto il sistema elimina code allo sportello e una risposta automatica al centralino che conserva sempre lo stesso numero, lo 0426360206. Tutto questo ha comportato un investimento complessivo annuo di 60 mila euro che ha fatto lievitare il tasso di soddisfazione, cioè il numero di telefonate che vengono evase dal Cup di Porto Viro, da un minimo del 44% a punte del 97% registrate in marzo”. El.Ca.

SOLIDARIETÀ TENDE, PORTO VIRO RISPONDE

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ella campagna di raccolta fondi denominata “Tende”, avente come tema “Alla radice dello sviluppo: il fattore umano” la popolazione del Basso Polesine, Porto Viro è dimostrata sensibile e generosa nei 4 progetti internazionali in Kenia, Haiti, Congo ed Egitto, a testimonianza del fatto che alla radice dello sviluppo non ci sono principalmente strategie e progetti, ma la persona umana. Ad oggi sono stati inviati oltre 4.000 euro. Lo stesso Andreolli, tra i principali responsabili di Avsi, intervenendo al pranzo di Solidarietà, ha sottolineato che in diversi anni di progetti di cooperazione internazionale molti fondi sono stati sperperati proprio perché dietro ai grandi progetti governativi non sempre ci sono persone responsabili che si prendono a cuore il destino delle persone. Andreolli ha sottolineato che ormai le organizzative non governative come Avsi sopravvivono quasi esclusivamente grazie alla raccolta fondi annuale e quindi ha ringraziato il nostro territorio che si è rivelato negli anni uno dei più significativi finanziatori dei progetti. Nel ringraziare tutti quelli che hanno collaborato, il responsabile a livello locale, Marco Tiengo, ha illustrato le iniziative nelle quali l’Avsi point di Porto Viro/Porto Tolle è stato coinvolto da novembre 2011 ad ora quali la serata promossa dalla Bibloteca di Porto Viro sull’adozione a tutto campo “un amore oltre confine”, il lancio della campagna Tende a livello locale con lo spettacolo teatrale “Non muoio neanche se mi ammazzano”, la partecipazione con un banchetto ai mercatini di Natale con

Andreolli: “Dietro ai grandi progetti governativi non sempre ci sono persone responsabili” la vendita di presepi provenienti da tutte le missioni del mondo, la presenza dei volontari con una pesca di beneficenza denominata “il Pozzo” nelle domeniche a teatro per ragazzi a Porto Viro, il pranzo di solidarietà al ristorante Marina 70 di Scardovari, incontri in orario scolastico con 700 ragazzi degli istituti comprensivi di Porto Viro, i cui alunni hanno raccolto 910 euro per il sostegno a distanza di due amici argentini, e Taglio di Po con la testimonianza di Valeria Presciutti e dei coniugi Ciantia, la collaborazione alla presentazione del libro “Amare ancora” di El.Ca. M. Camisasca.



8 Porto Tolle Centrale di Polesine Camerini Rinviata la sentenza del Consiglio di Stato

Riconversione, ancora nessun pronunciamento di Alessandro Orlandin

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L’organo amministrativo deve operare un giudizio di ottemperanza, ovvero chiarire se l’iter potrà proseguire da dove era stato interrotto oppure ricominciare da capo

oveva essere la data spartiacque e invece è arrivato un altro rinvio: il Consiglio di Stato si è preso altri venti giorni di tempo per decidere se far proseguire o meno l’iter giuridico per la riconversione a carbone della centrale Enel di Polesine Camerini. Una doccia fredda per i sostenitori del progetto, convinti di poter ricevere buone notizie da Roma. L’udienza dello scorso 13 aprile ha visto sfilare tutte le parti in causa: Wwf, Greenpeace, Italia Nostra, Comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle, il Consorzio Delta Nord e gli operatori turistici, schierati contro Enel e la riconversione. Il Consiglio di Stato deve operare un giudizio di ottemperanza, ovvero chiarire se l’iter potrà proseguire da dove era stato interrotto il maggio 2011 oppure ricominciare da capo. Nel corso dell’ultimo anno sono stati due gli interventi legislativi, uno centrale e uno locale, operati nel tentativo di salvare la riconversione: un articolo dell’ultima manovra economica firmata Tremonti e la modifica della legge regionale che istituiva il Parco del Delta del Po per permettere l’insediamento di centrali con un impatto ambientale superiore a quelle di una Le operazioni per il passaggio al carbone sono state interrotte lo scorso maggio centrale a metano. “Continueremo comunque a dare battaglia – ha detto Giorgio Crepaldi del comitato mozione del capogruppo di minoranza Claudio Bor- Finotti ha negato con forza l’ipotesi di una mancata Liberi Cittadini – perché vengano rispettate le norme tolotti, che chiedeva la costituzione come parte civile costituzione nel processo: “Da più di un anno abbiacomunitarie”. Sull’altro fronte è del Comune nel procedimento mo affidato l’incarico a un legale per valutare come particolarmente sobrio il com- Bortolotti ha giudiziario in cui sono coinvolti muoverci. Presto avremo una relazione dettagliata mento giunto da Enel: “Aspet- chiesto al Consiglio i vertici dell’azienda energetica. sul rinvio a giudizio degli imputati Enel e in Giunta tiamo con fiducia l’esito del pro- di costituirsi I capi d’imputazione attengo- valuteremo. Non siamo affatto succubi di Enel, come cedimento, vogliamo concedere parte civile. no principalmente all’omessa invece si vuol far passare. Ci siamo costituiti parte il tempo necessario affinché la Il no di Finotti collocazione di impianti ed ap- civile in passato e non ho mai escluso che non si questione venga risolta nei parecchi destinati a prevenire possa fare nuovamente in questo processo. Siamo tempi e nei modi che il Consiglio di Stato ritiene op- disastri e infortuni sul lavoro all’interno della centra- appena ad aprile e abbiamo tempo per procedere portuni”. Nel frattempo il tema Centrale Enel viene le, oltre alla mancata prevenzione dell’insorgenza di entro settembre. Bortolotti sta strumentalizzando la tenuto vivo nell’arena del dibattito politico: di recente malattie respiratorie e cardiovascolari. Nonostante questione e ribadisco che per l’argomento si tratta di il consiglio comunale di Porto Tolle ha respinto una il “no” alla richiesta di Bortolotti, il sindaco Silvano bassissima speculazione politica”.

NEWS

NEWS Riorganizzazione del sistema sanitario

MANTOVANI: “LA REGIONE CI COINVOLGA DI PIÙ”

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a riorganizzazione del sistema sanitario della Regione Veneto andrà o meno a toccare gli attuali servizi offerti alla popolazione polesana? Il dibattito infuria, soprattutto nelle sedi di partito. Da una parte il centro-destra intento a rassicurare i cittadini sulla bontà dell’operazione, dall’altra il L’assessore alle politiche variegato fronte degli Sociali Silvana Mantovani scettici. A quest’ultimo sembra essere iscritta anche Silvana Mantovani, che a Porto Tolle ricopre l’incarico di assessore alle politiche sociali e invoca un maggiore coinvolgimento degli enti locali nei piani di riassetto studiati a Venezia. “Scelte di questa portata – ha dichiarato la Mantovani - ancorché motivate da sacrosante ragioni di eliminazione di sprechi, non possono essere assunte dalla Regione senza un minimo di confronto e discussione con i sindaci. Oltre a questo credo che ai cittadini, indipendentemente da quale sarà la sede della futura azienda sanitaria, debbano essere date ampie garanzie sul mantenimento dell’attuale livello dei servizi sanitari e sociali che, con tanta fatica si sono conquistati”. La commissione regionale incaricata di studiare la riorganizzazione delle aziende sanitarie per il momento sembra orientata a una riduzione delle sedi da ventuno a quindici. Nel caso specifico della provincia di Rovigo si andrebbe verso la fusione tra le Ulss 18 e 19 di Adria e Rovigo. Una prospettiva smentita dai principali esponenti polesani del Pdl come Mauro Mainardi e Maria Luisa Coppola. Anche e soprattutto a loro si rivolge la Mantovani: “Mi auguro però che si possa ancora discutere sull’argomento e chiedo a chi è in maggioranza in Regione Veneto di mantenere la loro promessa, ovvero quella di difendere i diritti del territorio. Il Delta del Po merita le stesse opportunità e le stesse attenzioni che sono riservate e concentrate Al.Or. nel resto del Veneto”.

Intitolato a Lino Beccati

IL PARCO COMUNALE DI VIALE BRODOLINI A CA’ TIEPOLO

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partire dal 29 aprile il parco comunale di viale Brodolini a Ca’ Tiepolo porterà il nome di Lino Beccati, portotollese onorato nel 1941 con la Medaglia d’Oro al Valore Militare. La cerimonia di intitolazione sarà accompagnata da tutti i crismi dell’ufficialità: la presenza di autorità civili e militari, la celebrazione della messa officiata dal vicario generale del vescovo don Francesco Zenna, la svelatura di una targa commemorativa e la consegna ai familiari di una speciale edizione della bandiera tricolore. Beccati nacque

nel 1913 a Porto Tolle e si arruolò volontario nella Regia Marina nel 1931 come meccanico navale. Nel 1940 venne trasferito a La Spezia presso la X Flottiglia Mas dove iniziò un duro addestramento, prevalentemente rivolto a operazioni notturne con mezzi d’assalto di superficie: raggiunse il grado di secondo capo e nel marzo 1941 venne scelto per una pericolosa missione nella Baia di Suda, a Creta, avamposto occupato dalla marina britannica. Assieme ad altri cinque compagni contribuì ad affondare un incrociatore

inglese e una petroliera greca prima di essere catturato e successivamente rilasciato al termine del conflitto. Al ritorno in patria continuò il servizio presso la Marina Militare repubblicana assumendo vari incarichi e raggiungendo il grado di Capitano di Fregata. Beccati è scomparso nel 1999. L’impresa compiuta da lui e dai suoi compagni colpì particolarmente i vertici militari inglesi, che riservarono parole di encomio agli italiani per il coraggio dimostrato in una missione ritenuta impossibile. Al.Or.

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10 Taglio di Po Iniziative L’associazione “Noi” e l’attività ricreativa del patronato

Cercasi sponsor per il “campetto dei frati” Alla struttura sportiva serve un nuovo manto erboso e un impianto di irrigazione. Il costo dell’intervento dovrebbe aggirarsi attorno ai 6.250 euro di Silvia Boscaro

D

opo il successo della manifestazione “Una Voce nel Delta”, organizzata lo scorso febbraio in sala Europa, l’associazione “Noi”, affiliata all’Oratorio San Francesco d’Assisi, ha attivato in questi giorni una nuova splendida iniziativa, in grado di incrementare l’offerta ricreativa del patronato della parrocchia e far affluire un maggior numero di giovani e famiglie. L’iniziativa prevede la risistemazione del preesistente campo di calcetto, chiamato più comunemente “campetto dei frati”, ricoprendolo con uno strato di manto erboso e sistemando le attrezzature del

Folklore

campo. “Per la realizzazione di questa iniziativa – ha spiegato Daniele Passarella, componente dell’associazione – molti volontari, anche esterni, ci hanno dato una mano per la ricerca di sponsor utili per coprire la cifra da sostenere per la riqualificazione del campo. Tale iniziativa, infatti, non graverà in alcun modo sul bilancio della parrocchia e i costi saranno sostenuti interamente dal circolo “Noi”. Il campo sarà largo 50 metri e profondo 25 metri per un totale 1250 metri quadri. “Proprio per l’importante ampiezza del terreno, - ha proseguito Passarella – abbiamo proposto un

IL MALTEMPO HA GRAZIATO LA PASQUETTA TAGLIOLESE

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rande festa nelle piazze centrali di Taglio di Po nel lunedì di pasquetta. Come ormai da consuetudine, il centro di Taglio di Po si è animato, anche grazie ad una breve tregua del maltempo, di numerose famiglie e giovani incuriositi dalla vasta distesa di Fiat 500, parcheggiate in piazza Venezia in occasione dell’ottavo “Raduno del Delta Fiat 500”, intitolato

metodo originale per contribuire alla realizzazione: è già possibile “donare” 10 euro per ogni metro quadro del campo oppure per le aziende contribuire per lotti da 25 metri quadri”. La recinzione del campo, composto da 50 moduli composti ognuno da 25 metri, sarà coperta dagli striscioni pubblicitari delle aziende che vorranno contribuire. Inoltre, all’interno dell’oratorio, è già collocato un poster di grandi dimensioni che raffigura la grafica del campo suddivisa in quadratini, uno per ogni metro quadro. All’interno di ogni quadratino sarà inserito il nome e il cognome di chi

alla memoria di Danilo Schiavon, organizzato dal Ferrari Club Basso Polesine in collaborazione con la Pro Loco e che ha visto l’iscrizione di ben 87 equipaggi. Le numerose utilitarie, rimaste in sosta fino alle 10.30, hanno attirato un nutrito numero di appassionati e semplici curiosi per ammirare le vetture. Dopo la benedizione di padre Adriano Contran, le 500 hanno lasciato il centro di Taglio di Po per dirigersi verso Villa Avanzo dove l’organizzazione ha offerto un aperitivo. Gli iscritti hanno poi proseguito il giro, con successiva sosta per il pranzo e le finali

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ha effettivamente “offerto” la quota per il metro quadro o per l’intero modulo da 25 mq. L’incasso totale, ipotizzato attorno ai 12.500 euro, sarà utilizzato per coprire il costo della posa del manto, spesa di circa 6.250 euro e per predisporre gli impianti di irrigazione, la manutenzione, i costi di gestione e l’acquisto di attrezzature per il campo. Chi desidera contribuire può rivolgersi al bar “Pausa Caffè” oppure direttamente al direttivo dell’associazione “Noi”, presente con almeno un componente ogni giorno dopo le 16 in patronato.

premiazioni di rito. In concomitanza, e per tutta la giornata, nelle piazze del centro, la Pro Loco ha organizzato il tradizionale “Cozzo delle Uova”, gioco condotto dal vice presidente Paolo Fabbri e dal consigliere Doriano Moschini. Ai due finalisti sono andati in premio due uova giganti di cioccolato consegnati dalla presidente Luisa Tiengo. Infine, nel pomeriggio, per il terzo anno consecutivo, si è svolta l’emozionante sfilata degli sposi con abiti d’epoca, evento clou e conclusivo della splendida giornata di festa. Si.Bo.

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Alcuni membri dell’associazione “Noi” davanti al poster con i quadranti da rimepire con i nomi dei donatori

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PORTO VIRO – UNIFAMILIARE – Cl.En.”G” – Contarina centro, unifamiliare al P.T. di mq.100 oltre a garage mq.30. Soggiorno, cucina, 2 matrimoniali, ripostiglio e ampio bagno. Ampia corte. Necessari

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12 Sguardo a Rovigo Iiniziative La battaglia del comitato “Sos Polesine”

“Gli autovelox servono solo a fare cassa” Con i rilevatori di velocità lo scorso anno sono stati raggranellati 30 milioni e 200 mila euro di Melania Ruggini

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a provincia di Rovigo continua ad essere la capitale degli autovelox, mantenendo un primato tutt’altro che meritorio sul panorama nazionale. Contro un problema che potrebbe diventare presto emergenza sociale, a cui si affianca il caro benzina, prosegue implacabile la battaglia del comitato “Sos Polesine”, nato nel 2009 per merito di alcuni cittadini capeggiati da Leno Zanetti, al fine di togliere le “micidiali trappole” dalle strade, specialmente in un momento di crisi così preoccupante per l’intera collettività. Sono oltre 1000 gli iscritti attuali al comitato, guidati dall’agguerrito presidente Zanetti, consulente del lavoro di Ariano Polesine, che fa notare come, soltanto nel tratto di strada Romea tra Rosolina ed Ariano, siano collocati ben 8 autovelox, per un totale di 97 velox sparsi nei 50 comuni del Polesine, a fronte della recente installazione di due nuovi “mostri gialli” a Melara e Bergantino. Scopo principale del comitato è l’eliminazione dei rilevatori di velocità e dei T-Red semaforici lungo le strade polesane, che Zanetti definisce “la nuova peste del Polesine, poiché massacrano intere famiglie e imprese, già in grossa difficoltà per mancanza

di lavoro e crisi dilagante”. E ricorda come nel 2011 l’incasso totale derivante dalle sanzioni stradali nel Polesine sia stato di 30 milioni e 200 mila euro. “Capisco l’ansia dei comuni per fare cassa, ma non è questo il giusto modo per risanare le finanze - prosegue - anziché colpire così pesantemente i guidatori, non certo per ragioni di sicurezza e tutela stradale, quanto per motivi puramente economici, i nostri politici dovrebbero risparmiare sui loro sprechi, come le tante consulenze inutili e costose, nonché contrastare il clientelismo delle partecipate che versano milioni di euro ai componenti di decine di consigli di amministrazione”. Il movimento è tuttora impegnato in maniera seria e costante a difesa dei cittadini, mediante manifestazioni, sit in, raccolta firme e assistenza nei ricorsi al giudice di pace contro le numerose multe. Nell’attesa di avere udienza col prefetto di Rovigo, Zanetti non molla il bersaglio e valuta la possibilità di nuove raccolte di firme, come in passato è accaduto anche Rovigo, con i suoi 5,6 milioni di euro incassati nel 2009 per sanzioni amministrative, diffondendo le iniziative a tutti i comuni ove si usino i “mostri gialli”. E se un tempo anche Zanetti militò

Zanetti: “La nuova peste del Polesine, massacra intere famiglie e imprese, già in grossa difficoltà”

I nuovi autovelox, inseriti direttamente nel guardrail per aumentarne il mimetismo nella politica, ora esclama categorico: “Io ormai ho fatto un passo indietro tempo fa e confermo la mia decisione. Gli amministratori pubblici dovrebbero essere onesti con i cittadini. L’importante adesso è fare fronte comune contro le angherie, quali queste gabelle indecenti, che seguono il solo vergognoso criterio di far affluire denaro nelle casse comunali”.

L’Intervento

Difesa idraulica serve prevenzione di Anna Maria Martuccelli* segue da pag.

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Dal periodo post-bellico si è vieppiù trascurato il fondamentale rapporto tra sviluppo e compatibilità idrauliche ed i Governi hanno continuato a porre poca attenzione a quella che oggi è un’evidente priorità per qualsiasi prospettiva di rilancio dell’economia del Paese. Non mancano certo le conoscenze e i dati sullo stato del territorio (dalle Autorità di Bacino ai Consorzi di bonifica) e, accanto alla giusta riforma della Protezione Civile, serve un Piano Straordinario di Manutenzione del Territorio, cui deve accompagnarsi l’azione quotidiana di adeguamento del reticolo idraulico; in questo, occorre una forte sinergia con gli enti territoriali, in particolare fra Consorzi di bonifica e Comuni. L’Anbi lo evidenzia da tempo e, da ormai tre anni, produce un Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, tuttora disatteso in un Paese, dove si segnalano 500.000 frane ed oltre un milione di edifici a rischio idrogeologico, tra cui centinaia di ospedali e scuole. In questo quadro – conclude - le donne hanno un compito importante non solo nella diffusione della conoscenza, ma ormai anche nella governance dell’equilibrio ambientale del Paese per evitare che, con un’efficace immagine, a novembre l’Italia sia sempre sott’acqua.” *Presidente Federcoopesca-Confcooperative Veneto


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14 Cultura locale Pagine di storia E’ stato presentato il volume I cartulari di San Pietro in Maone

I lunghi secoli bui del Polesine Raccolti i documenti che parlano del Medioevo nella provincia rodigina. Finora erano mancate edizioni scientifiche

S

i può dire che solo a partire dal Quattrocento, e precisamente dal 1484 e dalla cosiddetta “guerra di Ferrara” che contrappose il papato, gli Estensi e i loro alleati alla repubblica di San Marco, il Polesine abbia effettivamente fatto parte del Veneto. Prese vigore allora quel processo d’integrazione profonda, soprattutto con l’economia veneziana, che ha dato al Polesine il suo volto moderno e attuale, e che ha costituito lo scenario per la progressiva affermazione di Rovigo come capitale provinciale. Ma per i secoli precedenti, la storia delle terre tra Adige e Po è una storia veramente difficile da ricostruire perché per l’alto e il pieno medioevo se non ci sono città (e dunque se non c’è un episcopato) e se non ci sono grandi istituzioni ecclesiastiche (come i grandi monasteri) di documenti scritti se ne producono pochi, e se ne conservano pochissimi; e quei pochi sono dispersi tra Venezia, Ravenna, e Ferrara. Naturalmente, l’erudizione rodigina e polesana in genere si

Un periodo difficile da ricostruire, gli archivi tacciono, i reperti mancano è occupata molto, a partire dal Settecento, anche di medioevo. Ma sono mancate sino ad oggi edizioni scientifiche, che consentano agli studiosi di condurre su basi certe gli approfondimenti sulla storia politica, sociale, economica (e cioè agraria) di queste terre così difficili dal punto di vista ambientale. Il “Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla Terraferma veneta”, da sempre sostenuto dalla Regione del Veneto, viene finalmente a toccare l’attuale provincia di Rovigo, un’area che non era ancora stata inserita nella collana. Tra i progetti che esso coltiva c’è anche l’edizione critica della più importante fonte documentaria del Polesine medievale, il Catastico dell’episcopato di Adria conservato a Monaco di Baviera. Ma

un risultato importante di questo impegno è già concreto e tangibile, e si tratta di un importante volume che pubblica “I cartulari di San Pietro in Maone”, un monastero benedettino oggi scomparso ubicato non lontano dalla città, che ebbe il suo periodo di massimo fulgore nel secolo XII e decadde dal Duecento, sino a che il suo patrimonio fu attribuito al convento olivetano di San Bartolomeo di Rovigo; e per questo i documenti sono arrivati all’archivio dell’Accademia dei Concordi. Il progetto di raccogliere e pubblicare i documenti (dal XII al XV secolo) di questo monastero fu concepito da un grande storico delle campagne venete prematuramente scomparso, Sante Bortolami, ed è stato portato a termine da due studiosi autorevoli come Donato Gallo e Primo Griguolo. Cosa ci raccontano questi documenti? Le difficili condizioni ambientali di queste terre “anfibie”, solcate da numerosi corsi fluviali sfocianti nelle aree deltizie e lagunari. Ci raccontano del lento sforzo di antropizzazio-

La testimonianza più importante dell’epoca medioevale del Polesine è l’abbazia della Vangadizza ne e di “agrarizzazione del paesaggio” che generazioni di coloni, lavorando sulle terre del monastero, compirono con fatica. Ci racconta di trasformazioni lente, ma profonde, non solo ambientali, ma anche “culturali”, per l’influsso della chiesa ravennate (dalla quale San Pietro in Maone dipendeva). Documenti apparentemente aridi e poco eloquenti, ma in realtà cruciali per compren-

dere il rapporto tra uomo e ambiente: sino a che nella seconda metà del Quattrocento il cerchio si chiude. I beni del monastero sono assegnati agli olivetani di San Bartolomeo, una delle chiese “cittadine” più importanti, che costituiscono un elemento non trascurabile dell’affermazione urbana di Rovigo e di quella che sarà la sua classe dirigente in età moderna.

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LO NEWS

SPORT in PRIMO PIANO Festa del minivolley I valori positivi dello sport

Calcio e polemiche

TAGLIOLESE IN CAMPO MALGRADO IL LUTTO

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er una volta è il caso di fare uno strappo alla regola, lo impongono i tempi: nel momento in cui i lettori terranno in mano questo giornale l’appassionante volata a tre che vede coinvolte Delta Porto Tolle, Venezia e Legnago sarà praticamente risolta. Scriverne sarebbe come tentare di ipotizzare le svolte di un thriller ricco di suspance: infatti al momento di andare in stampa deve ancora consumarsi la decisiva serie di La morte di Piermario tre partite che deciderà le sorti del girone C del campionato Morosini ha fermato il nazionale dilettanti. Vale allora la pena di soffermarsi su un mondo del calcio caso di cronaca sportiva che ha creato discreto interesse nel weekend contrassegnato dalla scomparsa in campo di Piermario Morosini, giocatore del Livorno deceduto sul campo del Pescara in un incontro di serie B. Come è noto, tutti i campionati – dalla Serie A alla Terza Categoria – sono stati sospesi dalla Figc in segno di lutto. Una pausa di riflessione che ha creato senz’altro un dibattito intenso sull’utilità di rimanere fermi. A rinfocolare la polemica sulle pagine sportive locali del lunedì è la scelta di Tagliolese e Mesola di giocare un’amichevole nel pomeriggio della domenica senza calcio. Il fatto che Taglio di Po sia la città che dieci giorni prima ha dato l’addio a un altro giocatore morto in campo, il pallavolista Vigor Bovolenta, crea un bizzarro corto-circuito che scatena la polemica. “Ma come – si sono interrogati i critici – la squadre del paese di Vigor decide di sorvolare su un altro lutto sportivo?”. Frettolosamente la dirigenza della Tagliolese fa marcia indietro il giorno seguente, di fatto scusandosi della controversa decisione di giocare comunque, seppure come forma d’allenamento. Un atteggiamento peraltro diametralmente opposto a quello adottato sulla sponda ferrarese dal Mesola. L’allenatore dei bianco blu Luigi Palmonari ha dichiarato: “E’ stato solo un allenamento con la Tagliolese, tutti quelli che hanno potuto si sono allenati in questa domenica, dalla serie A in giù. Siamo andati a Taglio di Po perché il nostro campo, dopo le piogge, si sarebbe rovinato. Siamo consapevoli del dramma che è avvenuto, anzi, abbiamo anche osservato un minuto di raccoglimento: siamo molto rispettosi, non vorrei che su questa cosa si giocasse ulteriormente”. Al.Or. Associazioni e programmi

CANOTTIERI ADRIA, LO SPORT, LA PASSIONE E LE INIZIATIVE

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l Gruppo Canottieri di Adria è quasi un’istituzione all’interno della città non solo per le sue attività e la partecipazione alla vita cittadina ma anche per lo spirito che pervade questi atleti che da quasi vent’anni portano l’entusiasmo e la voglia di conoscere i luoghi ed esplorare il Delta. Si terrà il prossimo 24 giugno, la manifestazione fiore all’occhiello, organizzata in sinergia con l’Associazione Kayak Porto Viro “In Canoa nel Delta del Po”, giunta quest’anno alla tredicesima edizione. L’evento si svolge ogni anno con un itinerario diverso tra canneti e spiagge del Delta e si conclude con l’assaggio di prodotti tipici polesani, lasciando nella memoria dei canoisti provenienti da gran parte delle penisola un’esperienza irripetibile altrove. La Canottieri Adria è stata fondata nel dicembre 1993 da un gruppo di appassionati di questo sport che hanno scelto di rifarsi all’omonima società operante sulle rive del Canalbianco durante gli anni trenta. Conoscenza del territorio e amore per le sue tradizioni hanno portato questo gruppo di professionisti dell’attività remiera a promuovere fin da subito famose manifestazioni cittadine e di partecipare fin dalla fondazione ai campionati della Federazione Italiana Canoa Kayak riportando parecchie vittorie nei campi di gara, grazie anche alla formazione di un team di valorosi atleti di spicco, frutto di un intenso allenamento tecnico in fiume e da una mirata attività in piscina. II programma che il gruppo intende intraprendere si articola nella duplice direzione della valorizzazione

Il gruppo adriese si è costituito nel 1993 dei percorsi canoistici del Canalbianco (canoa olimpica) e in genere del Delta del Po (canoa turistica). Inoltre negli anni il gruppo è sempre stato attivo e attento all’inserimento dei diversamente abili alla pratica dello sport, e ha dedicato a loro la sezione Handykayak. Attualmente la società è iscritta alla Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) e partecipa a quasi tutte le manifestazioni e ai raduni da essa organizzati. Negli ultimi anni, per ovviare al fatto che la sezione agonistica stia un po’ arrancando per carenza di nuove leve, la Canottieri Adria ha elaborato un progetto tutto dedicato alle scuole, per sensibilizzare i giovani a praticare uno sport completo a contatto con la natura in totale sicurezza. Fin ora hanno aderito al progetto con grande entusiasmo scuole di Porto Tolle e dalla città di Cento (Ferrara). Ovviamente l’obiettivo della società sarebbe però quello di “giocare in casa” e trovare l’appoggio di scuole adriesi pronte a mettersi in gioco con loro. Per chi volesse provare l’emozione di questo sport la società è a disposizione presso la sede in via Leonardo da Vinci in centro ad Adria tutti i sabato pomeriggio dalle ore 15. Ma.Ce.

Sessanta miniatleti in campo per divertirsi di Alessandro Orlandin

N

ella domenica in cui l’intero mondo del calcio si è fermato per riflettere sul dramma di Piermario Morosini, a Porto Tolle si è cercato di celebrare i valori positivi dello sport attraverso la pallavolo. Al Palazzetto dello Sport si sono date appuntamento Scardovari Volley, Ellepi Porto Viro e Virtus Taglio di Po per dare vita alla Festa del Minivolley. Circa sessanta miniatleti hanno giocato in un palazzetto gremito da genitori, nonni e amici, in un clima di festa che ha mostrato il vero gusto dello sport giocato con entusiasmo dalle bimbe e dai bimbi, felici solo perché stavano giocando a pallavolo divertendosi. Le dodici squadre sono state divise in tre gruppi secondo le abilità: nella disciplina della palla rilanciata si sono cimentate le bambine più piccole in mini partite di due set, mentre nel secondo gruppo, il Minivolley di Primo livello, le giovanissime atlete hanno deliziato la platea con quindici tiratissime partite. Il terzo gruppo ha visto all’opera le giocatrici più esperte: in mostra buoni fondamentali, segno del lavoro costante dei

Un momento di esultanza della compagine bianco-blu coordinatori tecnici sempre attenti e prodighi di consigli. Alla fine tutte vincitrici e dunque tutte premiate con medaglie e coppe ricordo alle società partecipanti. Immancabile finale con un’abbondante merenda, curata dallo staff dello Scardovari Volley per un bel pomeriggio passato insieme a giocare e divertirsi. Mirco Mancin, vice presidente dello Scardovari Volley ha commentato così la giornata: “Prima di tutto vorrei ringraziare tutti quelli che si sono prodigati per questa giornata, dai genitori che hanno preparato i campi, agli allenatori agli ar-

bitri ai dirigenti che hanno badato ai bambini, e per ultime, ma per questo non meno importanti, le mamme che hanno curato la merenda e l’intrattenimento post gare. Per tutta la Società giornate come queste sono un vanto, e per tutti noi vedere scorrazzare per i campi da gioco un esercito di mini-pallavolisti è un’emozione unica. Questi atleti rappresentano il futuro di uno sport che ha sempre più bisogno di attenzione, di sponsor e di infrastrutture per poter crescere ed accogliere al meglio le sempre maggiori richieste di partecipazione”.


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VIAGGIO IN

PROVINCIA ROVIGO

Elezioni Amministrative Sei comuni polesani al voto il prossimo 6-7 maggio

20 candidati sindaco, nessun simbolo di partito Nei piccoli comuni le liste civiche sono la norma ma in questa tornata elettorale anche la Lega ha rinunciato al proprio simbolo

Sono ben 183 i candidati che hanno chiesto il voto per un posto in Consiglio comunale

di Melania Ruggini

I

n Polesine le elezioni si giocano, in un turno non ci sarà opposizione alcuna, almeno sulla unico, tra i candidati sindaco e la relativa cre- carta. Tra i due comuni polesani commissariati, dibilità nei confronti dell’elettorato: questa la Taglio di Po e Badia Polesine, quest’ultimo sarà riflessione che si può globalmente trarre in rap- teatro della sfida tra Canzio Bonazzi (avvocato, porto alle liste elettorali (presentate il 3 aprile) dirigente del Ss Rugby Badia), per i moderati di per le elezioni del 6 e 7 maggio. In Polesine centro, l’indipendente Adino Rossi, l’ex sindaco sembra insomma che gli schieramenti politici Gastone Fantato (geometra, sindaco dal ’70 al passino in secondo piano rispetto alle individua- 75 e dal 2009 al 2011) e Barbara Tomì (avvolità dei candidati sindaco, che sono complessiva- cato, atleta a livello mondiale), candidata della mente 20 tra i comuni di Badia Polesine, Fratta Lega Nord appoggiata dal Pdl. Dopo il secondo Polesine, Lusia, Taglio di commissariamento conPo, Trecenta, Giacciano con Virgili secutivo, dopo Gastone Baruchella, quest’ultimo con e Brusco Fantato, rispunta anche un solo candidato. Comples- candidati il nome di Paolo Menesivamente i candidati nei 6 a Fratta ghini, che prima aveva consigli comunali sono 183 e Trecenta fatto il possibile per e tra di loro le quote rosa farlo cadere, mentre ora sono 53, ossia il 30%, tra cui 8 candidate sin- cercherà di sostenerlo. A Taglio di Po sono due le daco. Altro dato evidente: tutte le liste civiche quote rosa in corsa per la poltrona da sindaco: si presentano senza il simbolo del partito, che Monica Moro (“Per credere in Taglio di Po” - Pdl, rimane dunque in ombra rispetto alla faccia del Fiamma e La Destra) e Isabella Ghinello di Lega candidato. Tra i comuni, spicca il singolare caso Nord, che si contendono la poltrona assieme a di Giacciano con Baruchella, ove si è presenta- Francesco Siviero del Pd e l’ex sindaco Marco ta un’unica lista, “Uniti nei valori e nelle idee” Ferro. Anche a Lusia la sfida si tinge di rosa, con (dalla parte del sindaco uscente Natale Pigaiani) Paola Seno (62 anni, cantante lirica, segretaria e che sostiene l’attuale vicesindaco Mariella Spe- della Pro Loco) e la lista civica “Lusia nel cuore” randio (58 anni, imprenditrice agricola). Infatti e Manuela Pasqualini (58 anni, attivista nel proprio all’ultimo Francesco Verzola (area socia- volontariato, nell’Avis e nella Pro Loco) della lista) si è ritirato; in pratica saranno eletti tutti i Lega; Mirko Massaro (35 anni), ex assessore candidati, per cui nel futuro consiglio comunale allo sport e Cultura dal 2002 al 2007, è invece

sostenuto dal Pd nonostante la formazione apolitica, mentre Luca Prando (43 anni, già candidato nella scorsa amministrazione e capogruppo di minoranza in consiglio comunale) è appoggiato dalla segreteria del Pdl ma vanta anche esponenti del Pd nella sua lista. La Lega Nord annovera una candidata anche a Trecenta: Cinzia Tomasini (40 anni, casalinga) corre insieme alla civica “Impegno civico per Trecenta”. Suoi sfidanti sono il sindaco uscente di centrodestra Antonio Laruccia (63 anni, ufficiale di artiglieria in congedo) e il vicepresidente della Provincia Guglielmo Brusco (60 anni, più volte consigliere comunale in paese), appoggiato della sinistra. La sfida sarà avvincente, anche perché il comune è roccaforte del centrodestra dal ’98, in un incremento costante di consensi che approdano nel 2007 alla vittoria di Laruccia col 53,31% (1073 voti). Anche a Fratta Polesine compare un altro esponente della Provincia, il presidente Tiziana Virgili (52 anni, medico e sindaco del comune dal 1996 al 2002), appoggiata dal Pd, che se la gioca contro l’attuale vicesindaco Giancarlo Olivieri (53 anni, docente di matematica e fisica), sostenuto dal sindaco uscente Riccardo Resini e da una parte della sinistra, mentre per il centrodestra dovrà spuntarla contro Mario Bellesia (54 anni, ingegnere) e contro l’esponente del Carroccio Damiano Cuccolo (32 anni, operaio metalmeccanico).

A giugno scade la prima rata

L’IMU SI FA IN TRE

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’Imu Imposta Municipale Unica, è argomento di discussione da diverse settimane, sia per l’onere che rappresenta per i magri bilanci di molte famiglie italiane, sia per i Comuni, costretti a stimare con enormi difficoltà le risorse a disposizione. La nuova imposta reintroduce di fatto la tassazione sull’abitazione principale, sostituendo l’Irpef e l’Ici sui redditi fondiari delle seconde case. L’imposta comunale sarà mediamente più cara rispetto al “vecchio” ICI a causa della rivalutazione del valore catastale, dei nuovi moltiplicatori e delle aliquote comunali. Il procedimento per il calcolo dell’Imu: 1. Individuazione della rendita catastale (per le aree fabbricabili si fa riferimento al valore catastale mentre per i terreni agricoli ci si basa sul reddito dominicale). 2. Rivalutazione della rendita del 5% (come per l’Ici) se si tratta di fabbricati, 25% del reddito dominicale per i terreni. 3. Calcolo del valore catastale: il risultato ottenuto viene quindi moltiplicato per i fattori moltiplicativi previsti dal Decreto. 4. Applicazione dell’aliquota base o modificata dal comune: il risultato è l’imposta lorda. 5. Applicazione delle detrazioni: 200 euro per la prima casa e relative pertinenze. Questa per il 2012 e 2013 è maggiorata di 50 euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni. Questa detrazione non può superare i 400 euro. Il risultato è l’imposta netta. Moltiplicatori: immobili: classe A (ad eccezione A10) e C2, C6, C7 = 160; classe D (ad eccezione D5) = 60; classe C1 = 55; classe D5 e A10 = 80; classe B e C3, C4 e C5 = 140. Versamento: avverrà in tre tranche, tramite Modello F24. L’acconto, al quale saranno applicate le aliquote base, va pagato entro il 18 giugno (il 16 giugno cade di sabato). La seconda rata a settembre e il saldo di dicembre terranno conto delle aliquote stabilite dal comune. E’ possibile versare l’importo complessivo dell’imposta in un’unica soluzione a giugno. Martina Maniero

UNIONE DEI COMUNI PIÙ CHE UNA SCELTA ORMAI È DIVENTATO UN OBBLIGO

“U

nioni dei Comuni: obbligo di legge o scelta strategica?” A Fiesso se ne è parlato recentemente in un incontro al quale ha partecipato il Direttore Generale dell’Unione dei Comuni Terre di Pianura Michele Gentilini, il sindaco di Fiesso, Luigia Modonesi e il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin. Un tema, tra l’altro, reso urgente dal fatto che con il riassetto istituzionale che seguirà l’eliminazione delle Province, i Comuni dovranno assumere nuove funzioni e strutturarsi

in modo più solido. Le nuove norme obbligano i Comuni sotto i cinquemila abitanti ad associare le funzioni. Per il sindaco polesano tuttavia la scelta di convenzionarsi con Ficarolo, Gaiba, Stienta e Canaro, per quanto riguarda la viabilità, e con Occhiobello, Stienta e Pincara per quanto invece attiene alla polizia municipale è stata più on’opportunità che un obbligo. “Queste convenzioni sono state avviate prescindendo dagli obblighi normativi – ha spiegato Modonesi – un primo passo su un cammino di

collaborazione per cercare di offrire servizi e risposte migliori a costi minori”. Azzalin, dal canto suo, ha messo in luce come proprio nei prossimi giorni il consiglio regionale varerà la legge di disciplina dell’esercizio associato di funzioni e servizi comunali: “E’ positivo che si introduca un meccanismo di incentivazione per le forme associate, il problema è che le risorse destinate a questo sono ancora troppo poche. Il dispositivo con il quale si introducono premialità maggiori per le fusioni, tuttavia, lo ritengo molto

importante, perché è quella la scelta strategica che deve essere sostenuta con maggiore convinzione, coerente con lo Statuto della Regione, appena promulgato. Fusioni e unioni, dunque, non sono annullamento delle identità, ma valorizzazione”.


Spazi aperti 17 A tutela dell’ambiente A Rovigo si è parlato di inceneritori, centrali e di impianti eolici

La crescita dei comitati, da contestatori ad esperti I movimenti negli anni hanno saputo strutturarsi diventando soggetto sociali nuovi capaci di modificare le scelte della politica o dei privati per il territorio di Mattia De Poli

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mbiente e giustizia: un binomio impossibile? Lo ci, del ponte sullo stretto di Messina e della Tav in val di scorso aprile Rovigo ha ospitato il settimo conve- Susa. I relatori hanno sottolineato il ruolo fondamentale gno sulle aree fragili, promosso dalla Fondazione giocato dai movimenti: l’evoluzione dei cittadini e degli ambientalisti da gruppi spontanei cultura responsabilità etica e dalla a gruppi “esperti”, capaci di argoProvincia, con il patrocinio del Di- Il 2 aprile 2012 partimento di scienze politiche e so- è stata annunciato mentare le proprie ragioni su basi scientifiche, ha fatto emergere un ciali dell’Università di Trieste e della l’attracco della soggetto sociale nuovo, alternatiSezione territorio dell’Associazione duecentesima vo sia ai privati che alle istituzioni italiana di sociologia, in collabora- nave pubbliche. Osti, insieme a Federica zione con la cooperativa sociale Porto Alegre e i soci polesani di Banca popolare etica: Amistani, ha analizzato le dinamiche che hanno accom“Giustizia ambientale. La distribuzione delle risorse fra pagnato la realizzazione del rigassificatore di Porto Viro. aree tenaci e aree fragili”. Superando l’opposizione Indicato tra il 1996 e il 1999 come opportunità di ritradizionale fra centro e periferia, Giorgio Osti, rodigino, scatto per il territorio, tra il 2000 e il 2007 ha visto il docente di sociologia all’Università di Trieste e principale formarsi di due schieramenti: i promotori si appellavano promotore di questa pluriennale iniziativa, ha posto al a indagini tecnico-scientifiche, gli oppositori ricorrevano centro dell’attenzione il concetto di “area tenace”: ci a questioni di carattere giuridico. Il progetto iniziale sono zone che subiscono pressioni dall’esterno ma han- subì alcune variazioni: è stato prolungato il metanodotno le capacità “politiche” di organizzarsi e di respingere to che collega la piattaforma a Minerbio, in provincia simili azioni. Si è parlato di inceneritori e di impianti eoli- di Bologna, e l’opera si è svincolata progressivamente

TRATTA ROVIGO-CHIOGGIA UN TRENO FANTASMA L’assessore provinciale ai trasporti Giorgio Grassia, ha chiesto all’amministratore delegato di Trenitalia un miglioramento sia dei treni sia degli orari

Il progetto iniziale del rigassificatore di Porto Viro subì alcune variazioni proprio per le pressioni delle associazioni di cittadini dalla discussione legata alla centrale termoelettrica di Polesine Camerini e alla sua riconversione. Nel 2008 il terminal viene inaugurato. Il 2 aprile 2012 è stata annunciato l’attracco della duecentesima nave. Un paio di mesi prima era stata denunciata la presenza sospetta di ghiaccio sulle spiagge di Boccasette, forse conseguenza di un malfunzionamento del rigassificatore. Un bilancio quantitativo di costi e benefici evidenzia il prevalere degli effetti positivi dell’impianto, almeno su scala nazionale: molte sono le imprese e le abitazioni che ne beneficiano, tanto che il blocco delle attività causato dal maltempo dello scorso inverno aveva quasi prodotto uno stato di emergenza energetica. Meno significativi sono invece

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n questi giorni il caro carburante e la riduzione degli stipendi, fanno riflettere sul bisogno di una soluzione alternativa all’auto per recarsi al lavoro. Ma i mezzi di trasporto pubblico sono in grado di adeguarsi alle esigenze degli utenti? Purtroppo, nel Polesine la risposta a questa domanda non è affatto positiva, sia per quanto riguarda le corse regionali, sia per quanto riguarda le frecce argento che non fermano più a Rovigo. A questo proposito l’assessore provinciale ai trasporti Giorgio Grassia, ha chiesto all’amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano e all’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, un miglioramento sia dei treni sia degli orari della tratta Rovigo – Chioggia. Ci sono, infatti, notevoli disagi che i pendolari di questo collegamento devono subire ogni giorno. A partire dalla lunghezza del treno, che solitamente arriva a un solo vagone, per proseguire con l’abolizione di alcune fermate, come quelle di Rosolina e Loreo; infine c’è il problema degli orari pomeridiani delle corse di questa tratta, in quanto l’ultimo treno diretto che arriva a Chioggia parte alle 17.33. “Molti lavoratori devono chiedere un permesso per uscire dal lavoro in anticipo, non avendo alcuna scelta successiva -afferma Grassia- visto che non

le compensazioni a favore della realtà locale: oltre ai dodici milioni di euro pattuiti, non sembrano esserci i margini per sperare in ulteriori agevolazioni economiche. I costi sarebbero, invece, limitati alla costa polesana e all’area attraversata dal metanodotto. Il fronte degli oppositori, d’altra parte, non è mai riuscito a organizzarsi e a fronteggiare efficacemente i promotori e la società energetica: il peso dei dati scientifici e della tecnologia ha sempre prevalso su considerazioni di altra natura. Di fronte a situazioni complesse e con un forte impatto sul territorio, Osti ha insistito sull’importanza della processualità e della negoziazione e sul ruolo dei politici in fase decisionale, come garanzia di giustizia territoriale.

c’è un’alternativa su strada al treno”. Questi problemi toccano da vicino i pendolari che hanno più volte lamentato il loro disagio. “Io chiedo solo un vagone in più nelle corse del mattino che sono molto affollate – continua l’assessore – e il ripristino delle fermate intermedie”. Per quanto riguarda, invece, la questione dei treni ad alta velocità Grassia ritiene che sia importante riuscire a far fermare almeno il treno del mattino che porta a Roma e quello della sera che ritorna a Rovigo. “La fermata a Rovigo dei treni penalizzerebbe di pochi minuti i tempi di percorrenza della tratta, ma i benefici, soprattutto per amministratori e imprenditori locali, sarebbero enormi”. De.Fo.

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20 Personaggio 18 Tullio Ferro Un recente premio a coronamento di una lunga carriera

Loredano ma cittadino emerito di Desenzano Giornalista, storico, scrittore e sculture la sua storia si dipana tra Polesine e Garda

di Francesco Ferro

T

ullio Ferro è stato insignito, a fine 2011, del titolo “Cittadino emerito di Desenzano del Garda”. Perché Tullio, in arte “Tuferro”, è una celebrità tra il “suo” Lago di Garda dove si è trasferito nel 1960 con la famiglia, (moglie Anna Pavanello loredana sposata nel ’51 conosciuta sul Ponte di Rialto e le figlie Laura e Mariapaola) e precisamente a Desenzano. E’ una celebrità a livello nazionale e ovviamente a Loreo dove è nato il 5 settembre 1931. Loreo dove abitano un fratello ed il cugino Bruno Girardin che nutrono per il congiunto “famoso” affetto misto ad orgoglio. Perché Tullio eccelle nell’arte del giornalismo; della ricerca storica sui fatti avvenuti nei luoghi che circondano il Garda; nella pittura (una sua opera in Municipio a Loreo e al Museo dell’Amolara in Adria); nella scultura di nicchia con le sue “Tavine”,

ninfe-sirene del lago che, secondo la leggenda greca, dimoravano presso la fonte delle acque Tavina a Salò (Bs); nella poesia e pure scrittore di romanzi tra cui il celebre “Tampelà” (dialetto bresciano per “rumori con sassi e pignatte in scherno dei mariti traditi che perdonavano la moglie fedifraga). Un artista a tutto tondo (tra l’altro inviato speciale ed opinionista in “Telegarda”) che ha avuto il destino di frequentare personaggi come Diego Valeri, Rigoni Stern, Salvalaggio, Giannantonio Cibotto. Il suo iter comincia a Loreo con la qualifica di Impiegato comunale dopo aver conseguito la licenza media grazie agli studi privati con monsignor Pozzato di Adria. La sorte lo ha portato ad uscire dai confini del suo comune di origine e dalla sua provincia. Infatti, vinse un concorso indetto dal Comune di Desenzano per un posto di “tecnico

disegnatore” sistemandosi in una casa in affitto. Ora poco più che ottantenne, il pensiero va a ritroso per elencare le sue conquiste culturali che si riassumono in oltre 28 volumi sulla storia e la vita gardesana (commenta lo stesso Tullio: “Quanti km percorsi a piedi per esaminare documenti e anfratti di rive e paesi”!); in tanti servizi giornalistici e televisivi; volumetti di poesie; opere pittoriche. Uno studio ed un lavoro documentato e riconosciuto dai molti premi ricevuti, tra l’altro, a Torino (1957), a Montecatini (1992); a Padova (1990) compreso il conferimento dell’onorificenza di “Cavaliere al merito della Repubblica Italiana” il 2 giugno del 1986. Tullio ha lasciato scritto: “Vivo ormai i miei tempi supplementari”; ma proprio per questo i suoi concittadini memori che pro-

Tullio Ferro in una foto di qualche anno fa

La sua attività editoriale si riassume in oltre 28 volumi sulla storia e la vita gardesana prio perchè “anche la speme fugge i sepolcri” (Foscolo), sono lieti di testimoniargli i loro complimenti per quanto ha fatto e che si riverbera su di loro, smentendo il verso di

Manzoni: “Virtù viva sprezziam” tributandogli in vita la lode. Con l’augurio “ad multos annos”.

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Via Germania, 1 45030 Occhiobello (RO) tel. 0425 750481 fax 0425 1662019 Periodico di informazione pubblicitaria - n° 01 - anno 2012

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Grazie alla forza di un grande gruppo e alle vantaggiose condizioni sugli acquisti, le cliniche odontoiatriche Dentalcoop si sono affermate in tutta Italia offrendo servizi di elevata qualità alle migliori condizioni.

Fin dal principio, l’idea che ha mosso il progetto Dentalcoop era molto semplice, ma anche molto ambiziosa: ridurre il più possibile le tariffe, grazie agli acquisti di gruppo e all’efficienza organizzativa, senza intaccare in alcun modo la qualità dei servizi odontoiatrici offerti. Oggi, con 16 unità locali operanti su tutto il territorio nazionale, possiamo affermare che Dentalcoop ha centrato il suo obiettivo, diventando un punto di riferimento chiaro e affidabile per oltre 50.000 pazienti, che oltre alla convenienza ne apprezzano soprattutto la qualità. Perché Dentalcoop, oltre a porre la massima attenzione sull’aggiornamento professionale di medici e formazione di paramedici, è in grado di offrire sempre materiali e tecnologie di ultima generazione e di alto livello qualitativo.

Dentalcoop a Occhiobello Da oggi anche le famiglie della provincia di Ferrara e Rovigo avranno la possibilità di affidarsi ad un centro Dentalcoop e provare la stessa affidabilità, convenienza e servizio offerti nel resto d’Italia. La nuova Unità Locale di Occhiobello è facilmente raggiungibile con i propri mezzi: arrivando dall’autostrada PD-BO, all’uscita Occhiobello, la nostra sede si trova nelle vicinanze del nuovo centro per lo shopping Occhiobello Outlet Village, immersa nella caratteristica cornice del Delta del Po. A disposizione troverete un ampio e comodo pargheggio.

Il nostro Benvenuto

Il nostro impegno e la serietà per una migliore salute dentale

La nuova sede Dentalcoop di Occhiobello è un moderno centro odontoiatrico dove i punti fermi sono qualità delle terapie e massima attenzione verso le esigenze dei Pazienti. La nostra filosofia vuole conciliare un’alta qualità odontoiatrica con un contenimento delle tariffe. La filosofia Dentalcoop è quella di contenere i costi di gestione attraverso acquisti di gruppo ed efficienza organizzativa.

Le tariffe non sono ridotte per i risparmi sulla qualità dei materiali e delle attrezzature, anzi! I risparmi nascono da un’attenta gestione della struttura e dall’acquisto in gruppo di ottimi materiali. L’accesso alle cure odontoiatriche è ancora ridotto: meno del 40% degli italiani si reca dal dentista nel corso dell’anno. Uno dei nostri obiettivi è quello di favorire le cure odontoiatriche e soprattutto di aumentare la prevenzione in odontoiatria, unica vera fonte di risparmio biologico ed economico. Per questo il messaggio di Dentalcoop Occhiobello vuole essere la divulgazione della prevenzione. È essenziale effettuare regolarmente visite di controllo dal proprio dentista per mantenere in salute ed efficienza denti e gengive. In un periodo dove siamo subissati di messaggi informativi, anche in campo odontoiatrico, ricordiamo che solo un Professionista qualificato, l’Odontoiatra, è in grado dopo un’accurata visita, di fornirvi tutte le informazioni circa le scelte terapeutiche percorribili. Il nostro benvenuto non è quindi solo rivolto a chi vorrà usufruire della nostra struttura e ai Professionisti che vi operano, ma anche a tutte quelle Persone che vorranno prendersi cura della propria salute, con una regolare igiene quotidiana e periodiche visite di controllo dal Dentista. Dott. Marco Calzavara Direttore sanitario - Unità locale di Occhiobello


Le iniezioni di filler avvengono in regime di day surgery, senza ricovero e in anestesia locale. L’intervento chirurgico comporta la presenza di piccoli segni, quali ematomi, riassorbibili in

Implantologia a carico immediato In passato il posizionamento degli impianti era associato a lunghe procedure chirurgiche. Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato questa situazione, permettendo ai pazienti che abbiano parametri anatomici e fisiologici adeguati, di ottenere una riabilitazione funzionale ed estetica, con denti fissi, nell’arco di 24/48 ore. Tale intervento è indicato per quelle persone che vivono la eventualità di usare una protesi mobile, (anche provvisoria) come un vero dramma personale.

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Sbiancamento denti totale Sempre più persone decidono ogni anno di sottoporsi a questo tipo di trattamento che consente di ottenere denti più bianchi nel giro di poche sedute. Il desiderio, sempre più diffuso, di apparire in una forma perfetta, si è esteso negli ultimi anni al settore dell’odontoiatria. Lo sbiancamento denti del resto ha origini antichissime. Già dai tempi degli antichi romani esisteva l’usanza di sbiancare i denti con prodotti naturali, anche se non sempre con risultati apprezzabili. L’utilizzo di prodotti per ottenere uno sbiancamento dentale risale alla fine dell’Ottocento, quando si cominciò ad utilizzare l’acido ossalico per rendere i denti più bianchi. Negli anni Trenta si usavano processi con l’acqua ossigenata, mentre a partire dal 1989 si cominciò ad utilizzare il perossido di carbammide. Lo sbiancamento dei denti eseguito dal professionista è in grado di raggiungere livelli davvero soddisfacenti senza arrecare alcun

danno ai denti. Si stima che siano finora stati effettuati all’incirca 30 milioni di sbiancamenti professionali in tutta sicurezza. Il grande beneficio dello sbiancamento dentale è quello di restituire ai denti il loro bianco naturale, eliminando le eventuali macchie che si sono formate. La dentina e lo smalto dentale, infatti, assorbono e scambiano sostanze con la saliva. Attraverso questi processi il fluoro contenuto nei dentifrici riesce a penetrare all'interno del dente, remineralizzandone lo smalto e proteggendolo dalla carie. La nuova sede Dentalcoop di Occhiobello garantisce tutto ciò tramite C AME NT O N A la professionalità dei suoi medici e collaboratori ad un costo decisamente contenuto.

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COS’É Il termine “Filler” (dal verbo inglese “to fill” che in italiano significa ”riempire”), viene, pertanto, utilizzato per indicare quelle sostanze (gel trasparenti, viscosi ed elastici) che vengono iniettate con un ago molto sottile nel derma o nel tessuto sottocutaneo con lo scopo di correggere gli inestetismi del viso e quei difetti che possono insorgere con l’avanzare

La struttura di Occhiobello, prima tra le strutture Dentalcoop ad effettuare tale prestazione grazie anche alla collaborazione con medici chirurghi maxillo - facciali di chiara esperienza, garantisce la serietà, la competenza e la professionalità necessarie per un risultato ottimale, duraturo e soprattutto sicuro per il paziente. Prima del trattamento chirurgico viene effettuato un test intradermico, che si esegue inoculando una piccola dose di prodotto nell’avambraccio, per valutare eventuali forme di allergia (ad esempio per il collagene e per tutti i filler semisintetici). Inoltre, viene eseguita una completa indagine anamnestica riguardo eventuali malattie del paziente in modo da poter scartare l’utilizzo di alcuni filler o meno; assume particolare rilevanza anche la valutazione delle aspettative del paziente sul piano sia fisico-estetico che psicologico.

Nello specifico ambito odontoiatrico, i filler, inoltre, devono essere considerati solo come un completamento successivo alle cure di denti e gengive e vanno effettuati in modo graduale e ragionevole, con il consiglio e la professionalità del proprio medico dentista.

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UNA BRANCA DELL’ODONTOIATRIA È RAPPRESENTATA DALL’ESTETICA, CHE HA ACQUISITO NEL TEMPO SEMPRE MAGGIORE IMPORTANZA, UNITA ALLA DISPONIBILITÀ DI METODICHE SEMPRE MENO INVASIVE E DOLOROSE. UN’OTTIMA ESTETICA DENTALE, DUNQUE, NON DIPENDE PIÙ ESCLUSIVAMENTE DALL’ARCATA DENTARIA, MA RISULTA ESSERE PIENAMENTE SODDISFACENTE SOLO SE CORRELATA AD UN MIGLIORAMENTO DEL VISO. IN RISPOSTA A TALI NUOVE ESIGENZE, DA QUALCHE DECENNIO, IN AMBITO ODONTOIATRICO VENGONO UTILIZZATI I FILLER.

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Mondo scuola 23 19 Istituti scolastici Rischio di un nuovo dimensionamento della rete scolastica

Sui dirigenti, l’ombra di un nuovo taglio Il “no” di Raito: “Il Veneto perderebbe 75 dirigenze la funzionalità degli istituti sarebbe totalmente compromessa”

I

l rischio di un nuovo dimensionamento della rete sco- venga calpestato nelle sue prerogative”. Ad agosto dello lastica, frutto di una possibile accelerazione voluta dal scorso anno si era consumata una vera e propria tragedia ministro Francesco Profumo è stato al centro dell’incontro per quanto riguarda i dirigenti scolastici, la riforma Gelmini fra gli assessori provinciali alla Pubbliaveva individuato nel taglio del numero ca Istruzione. “Abbiamo avuto notizia Sarebbero a rischio di docenti e personale la possibilità di – spiega l’assessore Leonardo Raito gli istituti fare larghe economie di scala e molti - che il ministero dell’Istruzione inten- comprensivi dirigenti furono costretti alla reggenza derebbe dare corso a un ulteriore di- di Trecenta, Ariano, su più istituti. “Il Veneto – prosegue mensionamento della rete scolastica, Costa e Fratta l’assessore di Palazzo Celio - paghein barba alla gradualità che avevamo rebbe lo scotto della perdita di 75 diconcordato in sede regionale e che prevedeva tre anni di rigenze e di altrettanti direttori dei servizi amministrativi, confronto e ragionamento. Questo modo di fare, scriteriato mettendo veramente in croce la funzionalità degli istituti. e scomposto, ci trova del tutto contrari, tanto che prende- Per il Polesine questa operazione comporterebbe sacrifici remo tutte le iniziative politiche per evitare che il territorio pesanti, e riguarderebbe in primis gli istituti comprensivi

NEWS

In alto l’assessore provinciale, Leonardo Raito e il ministro Francesco Profumo

La richiesta

SCUOLE, IMPIANTI SPORTIVI DOTATI DI DEFIBRILLATORI

L

e recenti morti “sul campo” di Vigor Bovolenta e del Piermario Morosini, calciatore del Livorno hanno portato gli esponenti di palazzo Celio a formulare la richiesta di dotare scuole, impianti sportivi, centri commerciali e luoghi di ritrovo di defibrillatori, per affrontare situazioni di emergenza l’arresto cardiocircolatorio. E’

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in sofferenza come Trecenta, Ariano nel Polesine, Costa e Fratta Polesine. Un nuovo piano di dimensionamento, fatto d’ufficio dal ministero, accorperebbe gli istituti, senza tenere in conto i numero di plessi e le varie peculiarità”. “Come assessori provinciali – prosegue Raito - siamo assolutamente contrari a questo modo di procedere. La nostra proposta di ragionare di dimensionamento in chiave di numero medio degli studenti, che in Veneto supera i 900 per istituto, dovrebbe portare il ministero a intervenire con fermezza in quei territori, tipo la Campania, dove il numero medio non arriva a 400. Noi abbiamo fatto il nostro lavoro con grande senso di responsabilità. Non possiamo accettare un nuovo soppruso”.“Anche l’ufficio scolastico regionale – conclude è fermo nell’opposizione a questa nuova forzatura”.

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la proposta è stata inviata ai ministri Renato Balduzzi, Sanità e Piero Gnudi, Sport, ed i presidenti del Coni nazionale Giovanni Petrucci, regionale Gianfranco Bardelle e provinciale Bruno Piva per “rendere obbligatoria” la dotazione di queste apparecchiature “tanto sofisticate quanto maneggevoli, facilmente utilizzabili da personale

laico: massaggiatori, dirigenti sportivi, atleti, operatori opportunamente addestrati con costi più che sostenibili e non paragonabili ai benefici”. “Attualmente – scrivono dalla Provincia ai vertici del Coni - non si può senz’altro parlare solo di attività agonistica, bensì di sport per tutti, per questo è fonda-

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24 Cultura provinciale

Cultura provinciale 21

Storia e conservazione Una nuova esposizione ospita i reperti dei “secoli bui”

Ai grandi fiumi l’ala dedicata al Medioevo Dagli archivi e dalle campagne di scavo è emersa una realtà tutt’altro che trascurabile di Mattia De Poli

I

l Museo dei Grandi Fiumi si è recentemente arric- separazione dall’età romana, il visitatore trova alcuni chito di una nuova sezione dedicata al Medioevo. tra i reperti più significativi: il corredo funebre della Il viaggio nella storia prosegue e il visitatore, dopo “Dama di Chiunsano”, preziosi monili di pregevole aver attraversato le età del bronzo e del ferro e l’epo- fattura rinvenuti nei pressi di Ficarolo in una sepoltuca romana, viene proiettato in un periodo lungo dodici ra femminile. Questo rinvenimento, insieme ad altri, secoli: dalla divisione dell’impero romano d’occidente testimonia l’importanza strategica dell’Altopolesine, almeno nella prima fase del e d’oriente fino alle soglie del Medioevo. A lungo si è creduto Rinascimento. Un periodo com- Il corredo funebre che in quei secoli il territorio plesso, caratterizzato da una della “Dama della provincia di Rovigo fosse situazione mutevole, di cui sono di Chiunsano”, stato abbandonato. Tuttavia, stati messi in evidenza alcuni preziosi monili nonostante la presenza di aspetti salienti: la competenza rinvenuti a Ficarolo zone paludose, il Polesine era scientifica di Sandra Bedetti e l’abilità scenografica e tecnica di Gabris Ferrari, Sofia abitato. L’utilizzo di materiali deperibili non ha favorito Nicoli, Carolina Veronese e Claudia Biasissi, sapiente- le ricerche archeologiche, che a lungo hanno anche mente coniugate, hanno dato vita a una pregevole trascurato i tanti oggetti di scarso valore artistico che opera di sintesi. Si passa così rapidamente dalle mi- costituiscono comunque importanti fonti di informaziograzioni delle popolazioni barbariche alla giostre dei ne storica. Proprio nel Medioevo nascono nuovi centri cavalieri, dagli scriptoria dei monasteri alle tecniche e altri trovano nuovo slancio. Un ruolo importante è dell’arte romanica. Coerentemente con l’impostazione svolto dalle istituzioni ecclesiastiche, ad esempio a generale del museo, anche la sezione del Medioevo Badia Polesine dall’abazia della Vangadizza, in Adria è pensata come strumento di supporto alla didattica, e a Rovigo dalla curia vescovile. Ma sono tanti i paesi offrendo spunti per possibili approfondimenti attra- nei quali sorgono i castelli: quello di Arquà Polesine è verso molteplici suggestioni e l’utilizzo di strumenta- tra i pochi rimasti, ma toponimi come Castelmassa, zione multimediale. Dopo aver varcato il portale di Castelguglielmo o Castelnovo Bariano ne perpetuano Un Convegno

LA RISCOPERTA DI MARCHIORI

S

i moltiplicano le proposte di valorizzazione del Polesine, del suo ambiente, della sua storia e delle sue tradizioni. Tra le varie iniziative, da segnalare la riscoperta della figura di Giuseppe Marchiori (1901-1982), apprezzato critico d’arte a livello nazionale, animatore di molteplici progetti di promozione della cultura artistica, a partire dagli anni trenta del secolo scorso. Nuova luce sull’operato dell’illustre polesano è stata portata dal convegno promosso dalla Fondazione Banca del Monte di Rovigo, che ha visto come relatori Pier Luigi Bagatin, Sergio Garbato e Gabbris Ferrari. Sono state ripercorse le tappe fondamentali della vita di Marchiori, dalla sua nascita a Lendinara, Giuseppe Marchiori dove visse gli anni della sua infanzia ed adolescenza presso Palazzo Dolfin, nobiliare residenza di famiglia in cui fece le sue prime esperienze di tipo artistico, iniziando ad approfondire varie tematiche culturali, tra cui in particolare la poesia e la pittura. Iniziano ben presto le sue frequentazioni veneziane, e per il giovane lendinarese si aprono nuovi orizzonti. Nel 1926 Marchiori, ormai venticinquenne, manifesta di aver già raggiunto una notevole maturità: pubblica la sua prima raccolta di poesie, avvia contatti con artisti e alla XV Biennale di Venezia, ed inizia a scrivere d’arte. Attività questa che diverrà sempre più importante, caratterizzandosi, a partire dagli anni ‘30, in assidue collaborazioni con varie riviste, ad iniziare dal quotidiano ferrarese il “Corriere Padano”, fondato da Cesare Balbo. Marchiori si qualifica sempre più come stimato critico d’arte; non uno scrittore asettico e distaccato, ma caratterizzato da un personale coinvolgimento al fianco di vari artisti destinati a diventare famosi, una presenza assidua, che gli valse l’appellativo di “critico militante”. Particolarmente nutrita sarà la sua frequentazione e corrispondenza con Semeghini, Juti Ravenna, Morandi, Licini, Vedova ed altri artisti, come testimonia la ricca documentazione epistolare conservata presso la Biblioteca Comunale di Lendinara. Nei lucidi scritti di Marchiori si coglie il suo acume di critico, il suo spirito innovatore e la disponibilità a seguire gli artisti più apprezzati nel loro itinerario evolutivo. Oltre che per il “Corriere Padano” i suoi articoli appaiono sulla rivista “L’Orto” che per un certo periodo sarà pubblicata a Lendinara, presso la Tipografia Spighi, poi nella collana “Arte Moderna” ed in altre pubblicazioni, accreditando sempre più Marchiori come un protagonista nel campo della critica del tempo. Ma il suo operato diviene particolarmente importante sulla scena dell’arte italiana nell’immediato dopoguerra a Venezia quando nel 1946 partecipa attivamente alla nascita del movimento della “Nuova Secessione Artistica Italiana”, sfociato poi nel “Fronte Nuovo delle Arti”, a cui prendono parte i pittori Renato Birolli, Emilio Vedova, Bruno Cassinari, Leoncillo Leonardi, Renato Guttuso, Ennio Morlotti, A. Viani, Armando Pizzinato, Giuseppe Santomaso. Particolarmente impegnativa la realizzazione dell’opera “Arte e Artisti d’Avanguardia in Italia 1910 – 1950”, che fa luce sui più significativi artisti del ‘900 e sull’importanza del loro operato nel panorama della cultura nazionale e non solo. Una vera summa, tuttora un punto di partenza imprescindibile per la conoscenza del Novecento artistico italiano. Un’opera che, con gli altri scritti, qualifica Marchiori come un personaggio di primo piano nell’ambito della critica d’arte del secolo scorso. Un personaggio illustre del Polesine che non va dimenticato. Li.Se.

Alcune proposte del percorso espositivo curato da Sandra Bedetti, Gabris Ferrari, Sofia Nicoli, Carolina Veronese e Claudia Biasissi la memoria. Come per le epoche precedenti, anche nel Medioevo rimane costante l’importanza dei corsi d’acqua, e in particolare dell’Adige “vetus” o antico, ovvero dell’Adigetto. Nel settore in cui è stato ricreato l’ambiente dello scriptorium, destinato all’attività degli amanuensi, un libro riferisce le prime attestazioni del nome di tutti i comuni della provincia. La riproduzione dell’armatura di un cavallo rappresenta il ponte ideale verso l’ultima sezione prevista per il Museo dei Grandi Fiumi: il Rinascimento. Alcuni reperti sono già esposti, molti sono conservati nei magazzini e la speranza e che presto possa trovare compimento un progetto che dura ormai da molti anni.

LETTERATURA Presentato il romanzo di Nadia Scappini, “Le ciliegie sotto il tavolo”

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iacciano, piccolo borgo nel cuore del Polesine, scelto come ambiente preferenziale per un romanzo. Giacciano e la sua gente alla base del libro “Le ciliegie Nadia Scappini con un gruppo sotto il tavolo” di Nadia di giaccianesi presenti Scappini. E al centro i due personaggi principali: Livio, innanzitutto, insegnante da poco in pensione, abituato a vivere da solo, coltivando però solide amicizie e Cosetta, anche lei single, dopo un matrimonio giovanile, purtroppo conclusosi da tempo con la prematura morte dell’amato consorte. A fare da cornice ai due personaggi e alle loro storie, ci sono gli amici, che nel fluire dei giorni acquistano fisionomia. E c’è tutta Giacciano con personaggi dal carattere vario, ma in ogni caso rappresentanti di un genuino sentire paesano, basato sulla condivisione di idee e pronto alla collaborazione specie nei momenti del bisogno e nei giorni della festa. Ma c’è anche un Polesine da scoprire, che spinge i protagonisti non solo nel capoluogo, ma anche in zone poco note, come a Panarella sulle tracce della mitica Repubblica di Bosgattia. E poi ci sono i cibi genuini della tradizione contadina, mentre sulla tavola fanno la loro apparizione vini come il Turchetta, frutto di un recupero di antichi vitigni di un appassionato cultore di Giacciano. Un personaggio quest’ultimo che, come gli altri Giaccianesi, esiste veramente e che venerdì 13 aprile ha voluto salutare la pubblicazione del romanzo portando i suoi vini, accanto ai dolci della tradizione locale confezionati dalle signore del luogo. E’ così che anche la comunità di Giacciano ed il suo territorio, ancora in gran parte rurale, divengono paradigma del buon vivere. Un libro dunque che dà un’immagine sicuramente positiva alla nostra terra polesana. Un motivo in più per apprezzarlo e congratularci con l’autrice. Li.Se.

Studi e riscoperte

Il ritorno dei Conti Camerini I conti Camerini torneranno a Polesine Camerini? C’è da contarci. La loro non sarà una nuova presa di possesso del vasto territorio nel delta che porta il loro nome, ma piuttosto una visita, scaturita dall’interessamento di Luciano Chiereghin, portotollese da qualche tempo interessato a condurre indagini sul territorio… E non solo, in quanto l’appassionato cultore di storia è riuscito ad allacciare i contatti con i discendenti di quel famoso Silvestro Camerini (1777-1856), da scariolante divenuto duca, il quale nel 1836 incaricò il fratello Cristoforo di partecipare in sua vece all’asta in cui si aggiudicò una notevole porzione del territorio alla foce del Po. Un’area vasta quella acquisita da Silvestro Camerini, implementata poi da ulteriori acquisti, attuati dai discendenti Luigi (1818-1885) e Paolo Camerini (18681937). Quest’ultimo in particolare protagonista dell’importante intervento di bonifica della zona, frattanto denominata Polesine (dei) Camerini, nonché della costruzione del Palazzo che porta il nome della famiglia. Ebbene, Luciano Chiereghin ha innanzitutto ricostruito la storia del palazzo, partendo dai ricordi del nonno: “Mio nonno, nato nel 1886 - afferma - sosteneva con certezza che la villa era ‘dell’uno’, cioè divenne attiva dal 1901. E c’era da credergli, perché egli fin da giovane fu assunto per lavorare a palazzo. Dapprima accudiva i cavalli nella scuderia della villa, e poi ebbe l’incarico di ‘boaro’ in una grande stalla, dove badava ai buoi da tiro e alle mucche da latte dell’azienda Camerini”. “Ma l’avvio della costruzione - fa presente ancora Chiereghin - deve ritenersi anteriore, e va fatto risalire con tutta probabilità al 1886, data questa che si trova incisa su una trave di uno dei magazzini di servizio della villa. Il conte Luigi, a cui a quanto pare spetta l’idea della costruzione, era morto l’anno precedente, quindi l’impresa passò nelle mani del giovane figlio Paolo, con interruzioni dei lavori che dovettero protrarsi fino al 1901. E Paolo Camerini, sempre a detta di mio nonno, ci teneva molto a questa villa. Una costruzione ricca di storia, passata nel 1953 dai

Nelle foto l’incontro e Palazzo Camerini Camerini all’Ente Delta Padano che ne fece la sua sede, trasferita poi a residenza degli uffici della cooperativa Cosva Un immobile divenuto anche rifugio e salvezza per gli abitanti della zona durante le molteplici alluvioni degli anni ’50. Un edificio - sottolinea con amarezza l’appassionato cultore - che attualmente versa in uno stato di grave abbandono, nonostante rappresenti uno dei beni architettonici caratterizzanti il Parco del Delta del Po e la sua storia.” Ma c’è di più: dopo la ricerca sullo storico immobile, Chiereghin ha ricostruito il complesso albero della famiglia Camerini ed è riuscito a contattare uno degli ultimi discendenti, in particolare il duca Paolo Fulceri Camerini, attualmente residente ad Ischia. Costui, recentemente giunto in Veneto per motivi di famiglia, ha voluto incontrare il determinato ricercatore, promettendogli una prossima visita alla terra che porta il nome dei suoi avi. L’arrivo dei Camerini a Porto Tolle è dunque atteso. Forse avverrà nel prossimo settembre nel periodo della fiera portotollese. E sarà festa grande. Li.Se.


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IL VENETO

in PRIMO PIANO Sanità, nuovi tagli in vista

Piano socio-sanitario Fissati criteri guida per l’adeguamento ai costi standard 2013

Le aree con una popolazione tra i 200 e i 300 mila abitanti avranno una Ulss di riferimento. I posti letto per acuti saranno 3 ogni mille abitanti di Alessandro Abbadir

P

iano sociosanitario Veneto, è allarme per i tagli in vista. L’allarme è arrivato al punto che in molti fra gli amministratori e forze politiche temono per la chiusura di interi nosocomi. La Regione Veneto infatti, ha stilato nelle scorse settimane il nuovo piano per la riorganizzazione della sanità, che è arrivato all’esame della commissione competente contenendo già dei “criteri guida” ben precisi. Fra questi si è convenuto, per l’adeguamento dei costi standard per il 2013, che la dimensione ottimale di una azienda sanitaria in Veneto debba essere quella di struttura di servizio ad un’area di 200- 300 mila abitanti. Il numero dei posti letto fissati è di 3 per mille abitanti per quanto riguarda gli acuti. Il numero dei posti letto riguardanti le strutture di riabilitazione intensiva è di 0,5 posti letto per ogni mille abitanti (come al centro di riabilitazione “San Camillo” a Venezia per intenderci). Sarà invece di 1,2 posti letto ogni mille abitanti la percentuale riferita alle strutture intermedie, come quelle per malati terminali oncologici, per malati di

Alzheimer, ospedali di comunità in aree come quelle montane e lagunari con grande dispersione della popolazione. I nuovi criteri però, facendo un calcolo, portano ad una stima che prevede un taglio di circa 2000 posti letto a livello regionale. E questo rischia di comportare in alcuni casi tagli delle strutture ritenute non più funzionali lasciando scoperti interi territori e popolazioni che avranno a disposizione, solo l’ospedale del capoluogo di provincia. La “lista della paura” delle dismissioni in Veneto vede “nel mirino” i presìdi ospedalieri di Dolo, Piove di Sacco, Adria o Porto Viro, Noventa Vicentina, Valdagno, Bussolengo e “Borgo Roma” a Verona. A Dolo per cominciare il rischio in questa prospettiva è che vengano cancellati 365 di posti letto, a di Piove di Sacco 290, 230 ad Adria, 124 a Noventa Vicentina, 166 a Valdagno, 170 a Bussolengo e ben 682 all’ospedale veronese “Borgo Roma”. Contro queste fosche prospettive, si sono mobilitati sindaci, associazioni, comitati, sindacati e consiglieri regionali. In quinta commissione in particolar modo: il

presidente Leonardo Padrin (Pdl), e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin (Pdl) , Bruno Pigozzo (Pd), Carlo Sernaglia (Pd) e Federico Caner (Lega Nord). A fugare i timori più cupi ci ha pensato il consigliere regionale Bruno Pigozzo. “E’ indubbio – dice Pigozzo che ci possano essere preoccupazioni per i tagli in vista. Come consiglieri regionali cercheremo di salvaguardare in ogni modo il diritto alla salute. L’esame sul merito delle schede tecniche abbinate al Piano socio sanitario partirà in quinta commissione a metà maggio. Sulle schede ospedaliere la commissione avrà parere vincolante e siamo pronti a rimediare se sono state fatte delle forzature proponendo emendamenti anche in accordo con le forze di maggioranza”. Intanto forze politiche, e referenti territoriali in tutte le province, hanno avviato mobilitazioni, raccolte di firme e in qualche caso hanno ottenuto rassicurazioni, che gli ospedali nei territori di loro riferimento non verranno chiusi. Per capire che succederà concretamente però bisognerà aspettare qualche settimana.

Ulss 13 Dolo – Mirano

“NESSUNA CHIUSURA, SIAMO SOTTO FINANZIATI”

L

a paura è grande, l’ipotesi di una possibile chiusura dell’ospedale di Dolo in Riviera del Brenta ha fatto subito intervenire associazioni ed istituzioni che si sono mobilitate in sua difesa. Nelle scorse settimane, è stato chiamato direttamente in causa dalla Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 il direttore generale Arturo Orsini. Orsini ha spiegato che da quanto risulta, non è prevista alcuna chiusura dell’ospedale di Dolo (che insieme con quello di Mirano compone l’azienda sanitaria). Anzi, ha ribadito Orsini ai sindaci: sarà ben difficile chiudere una struttura che con 2700 dipendenti e essendo sempre sotto finanziata, è risultata un esempio di eccellenza a livello regionale. “Se stessimo a valutare il nuovo criterio - sottolinea il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 Fabio Livieri - questo è in Riviera e Miranese di 2,7 posti letto ogni mille abitanti, inferiore ai 3 previsti nelle nuove disposizioni. Sono stati stanziati 5 milioni per l’ammodernamento dell’ospedale di Dolo”. Soldi però che per altri sindaci non bastano proprio, visto che il “fabbisogno” richiesto e mai concesso, sarebbe di 40 milioni di euro. Resta poi aperta la questione dei territori “cerniera” e cioè quelli della Riviera Sud con i comuni di Campolongo Maggiore, Camponogara e Campagna Lupia. Questi sono nei guai più di altri perché oltre a Dolo si parla del rischio della chiusura di un altro ospedale per queste popolazioni di riferimento: quello di Piove di Sacco. “Se chiudono gli ospedali di Piove e Dolo - dice sconsolato il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto - non ci resta che Chioggia, Padova o Mestre, tutte località che con il traffico A.A. sono ad oltre un’ora di strada”.

SANITÀ PIOVESE IL CONSIGLIO COMUNALE VIGILA SUL FUTURO DELL’OSPEDALE

S

ono passate alcune settimane da quella sofferta conferenza stampa con la quale il direttore generale dell’Asl 16 Adriano Cestrone e il presidente della quinta commissione sanità regionale Leonardo Padrin si sono affrettati a smentire le notizie che paventavano la chiusura dell’ospedale piovese. Nel frattempo a palazzo Ferro Fini, in seno alla Quinta commissione, si è provveduto ad approvare il piano sanitario regionale con le relative schede ospedaliere. Ma qualcuno non si fida. Tant’è che il pubblico consesso di palazzo Jappelli ha elaborato ed approvato un ordine del giorno in

difesa dell’ospedale Immacolata Concezione. Il documento, presentato dall’opposizione e precisamente dai consiglieri Lino Conte, Stefano Chinaglia e Davide Gianella, è stato approvato all’unanimità e, quindi, anche dalla maggioranza. Nello scritto gli autori si dicono ancora allarmati circa il futuro del nosocomio la cui chiusura “sarebbe di una gravità inaudita, in quanto stiamo parlando una struttura che serve da punto di riferimento sanitario a oltre 70 mila cittadini che faticherebbero molto trovare risposte dall’ospedale S.Antonio. Ricordiamo le promesse fatte da Padrin e Cestrone nel fugare le preoccupazioni sulle sorti del nostro ospe-

dale – si legge sempre nello scritto – e che nei piani della Regione non vi è volontà di chiuderlo, pur nell’ambito del piano di razionalizzazione delle spese sanitarie. Rimangono comunque le nostre preoccupazioni circa il ritardo nel rimuovere le situazioni di sofferenza in cui versano alcuni reparti per la mancanza della figura apicale di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, Rianimazione, Medicina e Geriatria”. Il documento termina annunciando che il consiglio comunale piovese si ritiene in stato di agitazione permanente e ben vigile circa le decisioni regionali. Gianni Patella


Il Veneto in primo piano 27 7 Sanità Padova sarà la prima città veneta a testare il Pronto Soccorso provinciale

Confermate le tre Uls e gli ospedali principali di Nicola Stievano

N

ello scacchiere della sanità provinciale il nuovo piano regionale conferma le tre Uls e i principali ospedali, su tutti Padova che avrà un nuovo nosocomio sulla cui ubicazione ormai i giochi sembrano fatti. La struttura sorgerà a Padova Ovest e, insieme a Verona, sarà una struttura di riferimento nazionale, al vertice della rete ospedaliera. Quello di Padova sarà un “hub”, terminologia adottata dalla regione per definire gli ospedali di riferimento che avranno sede nei capoluoghi di provincia e potranno mantenere tutte le specialità. Ulteriore gradino è rappresentato dagli “spoke”, ospedali di rete che avranno un bacino di 200mila abitanti: Citta-

IN POLESINE

della – Camposampiero nell’Alta Padovana e ne anche per le schede relative alla dotazione il nuovo ospedale di Schiavonia fra Monselice ospedaliera: spetterà alla giunta adeguarle, ed Este nella Bassa. L’”offerta ospedaliera” si sentito il parere obbligatorio e vincolante della chiude con i “nodi di rete”: strutture per acuti quinta commissione. Nella nostra provincia non ci saranno variazioni significative per le tre Uls prevalentemente ad indirizzo riabilitativo. (la 16 cittadina e del Una riorganizzazioPiovese, la 15 del’Alta ne che significherà chiu- Alcuni reparti Padovana e la 17 della sura di reparti (è il caso dovranno chiudere, Bassa), tutte al di sopra ad esempio dei servizi di ora c’è attesa del limite dei 200 mila otorino che troveranno per le schede abitanti e quindi non tocposto solo negli ospedali delle strutture cate dalla riorganizzaziodi riferimento), o riconversione della struttura ospedaliera. Novità ne territoriale. Per quanto riguarda gli ospedali anche per i direttori generali poi dureranno tre a Padova il Sant’Antonio sarà una struttura “inanni e per non più di due mandati. Rivoluzio- tegrata” con Piove di Sacco mentre nell’Alta

Cittadella e Camposampiero dovranno razionalizzare i servizi. Non ci dovrebbero essere sorprese per gli ex ospedali di Montagnana e Conselve, entrambi ad indirizzo riabilitativo. Il centro di riabilitazione funzionale di Conselve, riferimento regionale, passerà sotto la gestione diretta dell’Uls 17 già nei prossimi mesi, come annunciato. Tutto bene dunque? Leonardo Padrin, presidente della Quinta Commissione regionale Sanità, parla di una vera e propria rivoluzione. Per il centrosinistra invece il vero terreno di confronto saranno le schede regionali sulle singole strutture, per le quali c’è molta attesa e qualche preoccupazione. Ma ormai indietro non si torna.

ADRIA SALVA, NON VERRÀ ACCORPATA ALL’ULSS 18 DI ROVIGO

I

l Polesine è salvo sul piano sanitario, dopo la decisione della V commissione regionale di tutelare la provincia di Rovigo per peculiarità e specificità del territorio. L’assessore regionale Pdl Maria Luisa Coppola e il consigliere Mauro Mainardi difendono l’autonomia dei due ospedali di Adria e Rovigo contro l’accorpamento e ribadiscono: “Le Ulss rimarranno due. I continui blitz del Carroccio con Antonello Contiero e di Cristiano Corazzari, sostenitori dell’Ulss unica, sono miseramente falliti. Un territorio come il nostro non può prescindere da una rete ospedaliera vicina anche alle realtà più marginali. Il Polesine, in un’ottica di riforma della sanità, non poteva essere trattato al pari delle altre zone metropolitane della pianura”. Ora la parola passa al consiglio regionale che dovrà discutere e approvare il piano. E ancora, commentano: “la Lega ha tentato di mettere a segno un blitz per accorpare le due Ulss di Adria e Rovigo, ma noi a questo giochetto non ci stiamo e faremo di tutto per

rivendicare l’autonomia e la piena indipendenza delle due realtà. La partita attorno al piano sociosanitario è aperta e noi la giocheremo fino in fondo”. Secondo i due esponenti del centrodestra “i risparmi minimi derivanti dalla fusione delle due aziende sanitarie non giustificano lo smantellamento di un sistema che funziona e che consente di presidiare il territorio con professionalità e competenza. L’Ulss di Adria, in particolare, ha i conti in ordine e nel tempo è riuscita a costruire un piccolo sistema di eccellenza, accorparla non solo è sbagliato politicamente ma anche economicamente”. Anche Corazzari conferma:” Adria dovrà essere ospedale di rete. Non vogliamo però difendere i posti degli amici degli amici. Qui nessuno ha fatto blitz in commissione sanità, peraltro a guida Pdl. Ci possono essere dei punti di vista diversi che si attenuano con il confronto ma non con gli attacchi. Mainardi peraltro è stato eletto nel listino di Zaia e non dovrebbe parlare male dei suoi alleati!”. Me.Ru.

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28 8 Il Veneto in primo piano Società “Anziani per Padova”, il progetto promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Ulss 16

Il tempo nuovo degli over 65 Per la maggior parte sono attivi, coltivano hobby, in molti lavorano e aiutano i figli. Negli ultimi 10 anni hanno assunto un ruolo centrale di Ornella Jovane

L

a vecchiaia, un tempo nuovo nella società contemporanea. Nel corso dell’ultimo decennio gli anziani, anche in Italia, hanno assunto un ruolo sociale nuovo, diventando in molti casi fulcro e punto di riferimento per intere generazioni. Hanno una vita sociale attiva, sono autonomi, occupati in hobby e attività di volontariato e, in molti casi, sono di supporto ai figli in difficoltà sul piano lavorativo e occupazionale - non di rado come ammortizzatori sociali - e alle loro famiglie, sostegno per la cura e l’educazione dei nipoti. In Italia gli over 65enni che stanno in buona salute e continuano ad essere parte attiva della nostra società sono 11 milioni. E’ dunque evidente, considerato l’importante apporto che gli over 65 offrono alle comunità, la necessità e l’opportunità di riconoscere e restituire valore al ruolo sociale dell’anziano che, ancora oggi, nell’opinione comune continua ad essere visto troppo spesso solo come un paziente da assistere o un

“peso” economico da sostenere. Partendo da questo presupposto - la necessità di restituire valore sociale agli anziani - è maturato il progetto “Anziani per Padova”, che prende il via il 7 maggio e proseguirà fino al 13 del mese. Si tratta di un “contenitore” di inziative dedicate al tema dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. Un evento promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Azienda ospedaliera di Padova, l’Ulss 16 e l’Università di Padova, insieme all’Assessorato alle Politiche sociali e per la famiglia del Comune di Padova, all’Ufficio scolastico provinciale e all’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con CSV-Centro servizi per il volontariato della provincia di Padova, di enti e istituti di cura, e con l’ampio coinvolgimento della rete di associazioni che operano sul territorio. Inserito a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno europeo dell’invecchia-

mento attivo e della solidarietà tra le generazioni, il progetto padovano si configura ad oggi, a livello nazionale, come il più articolato degli eventi dedicati, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Segretariato Sociale Rai. E proprio l’invecchiamento attivo, il dialogo e la solidarietà tra le generazioni saranno i temi al centro del ricco calendario: appuntamenti medico-scientifici, a partire dal Congresso nazionale della Società di Chirurgia geriatrica, il 10 e 11 maggio, all’aula Morgagni del Policlinico universitario, e dal convegno sulla carta etica dei servizi alla persona anziana; corsi di perfezionamento per operatori sanitari, ad esempio sugli aspetti etici, giuridici e assistenziali per l’umanizzazione delle cure anche in fase terminale; dibattiti su questioni di stretta attualità, come quelli sul modello solidaristico intergenerazionale, la cura domiciliare, le novità legislative in materia di previdenza; seminari sul rapporto tra terza età e tecnologie informatiche, le truffe agli

Un contenitore di eventi incentrato sui temi dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni

Gli anziani hanno assunto una funzione fondamentale nell’organizzazione della società attuale

anziani... E ancora laboratori creativi, mostre, spettacoli di teatro e musica. Occasioni di riflessione sugli stili di vita che consentono di restare in salute più a lungo, ma anche di confronto tra generazioni, grazie al coinvolgimento di alcune scuole padovane, alcune delle quali saranno impegnate nel progetto a livello organizzativo. Fra gli ospiti che interverranno nei vari eventi in programma anche il famoso psicologo veronese Vittorino Andreoli che nella lectio dal titolo “La vecchiaia: tempio per un nuovo umanesimo”, affronterà il tema dell’invecchiamento come opportunità e conquista della

società contemporanea. La settimana sarà l’occasione per annunciare ufficialmente la nascita di una Fondazione promossa dal Dipartimento che avrà l’obiettivo di favorire la prevenzione in età adulta e di migliorare le condizioni di vita dei pazienti geriatrici. Per informazioni: ufficio attività creative terza età - Settore Servizi Sociali - Comune di Padova, via Giotto, 34 - 35137 Padova.Tel. 049 651255 fax 049 664814 Orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, martedì dalle 15 alle 16:30. E-mail segreteriaterzaeta@comune. padova.it

PIÙ LONGEVI, PIÙ SPORTIVI E ANCORA LAVORATORI

D

all’elaborazione dei dati Istat 2011 e Auser 2012 risulta che gli over65 in Italia sono 12.301.000 (il 20,3% della popolazione italiana), di cui 16.000 ultracentenari. L’età media della popolazione è passata da 41,7 anni nel 2001 a 43,5 nel 2011. Tra il 1980 e il 2008 la speranza di vita alla nascita è cresciuta di oltre 8 anni. Oggi si attesta a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne e continuerà a crescere nei prossimi 40 anni, arrivando a quasi 90 anni per le donne e 84 per gli uomini. La non autosufficienza. (dati Istat, 2011) Oltre 2.000.000 di anziani riportano una condizione di totale mancanza di autosufficienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana. Il 74% degli ospiti delle strutture residenziali presenti in Italia sono anziani con almeno 65 anni (75.868 sono autosufficienti e 225.182 non autosufficienti). Anziani e lavoro. (dati Istat, Auser, 2011) Il lavoro rappresenta il 10% circa del reddito degli anziani in Italia. 375.000 gli occupati. Dal 2004 al 2011 il numero di occupati tra i 55-64enni è aumentato dell’8% su tutto il territorio nazionale, passando dal 30,5% al 38% (dato Isfol, 2012). La regione con il tasso di occupazione più alto è il Trentino Alto Adige. Una vita attiva e impegnata. (dati Auser, 2012) Tra il 2001 e il 2010 la percentuale di anziani tra 65 e 74 anni che fa sport in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8%.

In 10 anni il numero di anziani che pratica sport in modo continuativo è raddoppiato

Dal 2009 al 2010 è aumentato dell’1% il numero di coloro che si dichiarano in buona salute Nel 2010 gli uomini nella fascia d’età 65-74 che praticano attività fisica sono il 18% contro il 12,7% delle donne. Per gli over 75 si scende al 7,6% per gli uomini e al 4,1% per le donne. Gli over75 che svolgono attività fisica in modo continuativo sono passati da 1,4% a 3,5%, con un aumento del 2,1%. Anziani e salute. (dati Auser, 2012) Tra il 2009 e il 2010 si è registrato un aumento di oltre l’1% di coloro che si dichiarano in buona salute (per la fascia 6574 si passa da 36,9% a 38,8%, per quella over75 da 20,9% a 22,2%).


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Cultura veneta 31 13 Arte Fino al 20 maggio alla Torre Massimiliana dell’Isola di Sant’Erasmo

“Graphic novel”, romanzi a fumetti italiani Musica elettronica

150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana

UN CICLO DI SEMINARI SULLA MOSTRA “VISIONI DEL SUONO”

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di Vesna Maria Brocca

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all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, contemporanea che usa il linguaggio del fuarriva a Venezia la prima mostra ita- metto e lo declina in un’espressione autoriale liana di “graphic novel”, dedicata cioè esclusiva di cui l’Italia è capofila internazioai romanzi a fumetti italiani. Sede espositiva nale per qualità delle produzioni. Questa bidi questa biblioteca immaginaria chiama- blioteca immaginaria accoglie le opere, tra le ta “Graphicnovel.it, Le roman graphique più rappresentative a livello internazionale, di italien”, che accoglie 150 tavole originali 15 autori che sono: Vittorio Giardino, Lorentratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati zo Mattotti, Igort, Leila Marzocchi, Gabriella Giandelli, Gipi, Davide nella duplice edizione Toffolo, Stefano Ricci, francese e italiana di Un vero e proprio Davide Reviati, Sara altrettanti autori italiani, viaggio attraverso Colaone, Giacomo è l’antica Torre Mas- le pieghe Nanni, Manuele Fior, similiana dell’Isola di della nostra civiltà Sant’Erasmo a Venezia. e della nostra storia Piero Macola, Francesco Cattani, Alessandro L’isola, considerata nei secoli come “l’orto di Venezia”, risplende nel- Tota. Non solo fumetti, dunque, ma un vero la sua vocazione floreale e agricola e ben si e proprio viaggio attraverso le pieghe della presta ad accompagnare il visitatore in lunghe nostra civiltà e della nostra storia, un’occasiopasseggiate nella natura immersa tra terra e ne per neofiti e appassionati del genere per acqua e invita quindi a proseguire il percorso scoprire nuovi scorci della contemporaneità fino alla sede dell’esposizione nella suggesti- italiana e vagare per le stanze di una vera va Torre, per scoprire questa forma narrativa e propria biblioteca virtuale. “Si tratta di una

biblioteca immaginaria - spiega la curatrice della mostra, Paola Bristot - dove ci si riferisce alle immagini, parti integranti la scrittura verbo-visiva del fumetto, che costituiscono i riferimenti ideali degli autori, e alla capacità visionaria che evocano”. Prodotta dall’Associazione Vivacomix e dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Graphicnovel.it apre la stagione espositiva della Torre Massimiliana curata dall’Istituzione Parco della Laguna. Aperta al pubblico fino al 20 maggio nei seguenti orari: mercoledì-giovedì-venerdì dalle 15 alle 19, sabato-domenica dalle 11 alle 19. Per informazioni: tel. 041.2444142, www.parcolagunavenezia.it

ino al 23 maggio, con cadenza settimanale nella giornata di mercoledì, in Aula Emiciclo all’Orto Botanico si tiene un ciclo di seminari che approfondiscono alcuni temi della mostra “Visioni del suono. Musica elettronica all’Università di Padova” aperta fino al 18 luglio negli spazi del CAM (Centro di Ateneo per i Musei) e organizzata dall’Università di Padova in collaborazione col Conservatorio “Cesare Pollini”, col sostegno della Regione Veneto, della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Fondazione Antonveneta. La mostra ripercorre il sodalizio nell’ambito della musica elettronica, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, tra Conservatorio e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova. Nascono infatti in quegli anni i primi corsi di Musica Elettronica, grazie alle sperimentazioni di Teresa Rampazzi e alle intuizioni del musicista Wolfango Dalla Vecchia, Direttore del Conservatorio di Padova dal 1971 al 1974, che si concretizzarono nella nascita, nel

Teresa Rampazzi nel suo studio 1976, del Centro di Sonologia Computazionale (CSC) di Giovanni Battista Debiasi. I prossimi appuntamenti vedranno Federico Avanzini del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova approfondire, il 2 maggio, il legame tra Numero e suono, e Sergio Canazza sempre del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova spiegare, il 9 maggio, il rapporto tra Suono e società. Nuria Schoenberg Nono sarà la protagonista dell’appuntamento del 16 maggio dal titolo Luigi Nono e la musica elettronica. Il ciclo di incontri si concluderà mercoledì 23 maggio con il seminario tenuto da Nicola Bernardini, Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, e Giovanni De Poli, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, dal titolo Ricerca e produzione musicale oggi: SaMPL. L’entrata è libera fino a esaurimento posti.

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transazionale, che integra lo stimolo e la risposta in uno stesso processo: l’ambiente e la persona non sono analizzati separatamente ma in reciproca interazione tra loro. Lo stimolo

Non è l’evento in sé, quindi, a causare lo stress, ma l’interazione tra esso e la persona, con tutto il suo bagaglio di esperienze, di caratteristiche fisiche, biologiche, emotive, psicologiche. Il

l’organismo non riesce più a far fronte a livelli così alti di attivazione e sviluppa seri problemi fisici, psichici e comportamentali. A tutti sarà capitato di provare quanto descritto nella prima

curanza delle norme sulla sicurezza. E’ quindi importante individuare i sintomi da stress eccessivo, cercando di staccare la spina e chiedendo aiuto a degli specialisti.

I nostri esperti 33

Sarò lieta di rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail: lara.tasso@libero.it

IL NOTAIO A cura di: Giannenrico Cocito, Notaio

Si avvicina il pagamento dell'Imu

Entro il 16 giugno 2012 dovrà versarsi la prima rata della celebre “nuova” imposta denominata IMU in parte sostitutiva della vecchia ICI. Essendosi creata una qualche confusione circa l’esatto calcolo delle aliquote comunali applicabili, per questa prima rata, sarà possibile far riferimento a quella legale (più avanti precisata), tenendo conto della eventuale modifica comunale e conguagliando il tutto al momento del pagamento della seconda rata del 16 dicembre 2012. L’imposta ha come presupposto il possesso di un bene immobile. Sono quindi tenuti alla corresponsione: il proprietario, l’usufruttuario,il titolare del diritto d’uso o d’abitazione, il titolare del diritto di enfiteusi, il titolare del diritto di superficie, il locatario di bene in leasing, il concessionario di beni demaniali. Il tributo riguarda anche gli immobili concessi in comodato d’uso avendo l’attuale testo di legge abrogato la disposizione che consentiva nella vecchia imposta ICI di assimilare

all’abitazione principale gli immobili concessi ad uso gratuito ai familiari. L’IMU è parimenti dovuta per gli immobili situati all’estero qualora nel possesso di persone fisiche residente in Italia. La base imponibile dell’imposta (ovvero il valore fiscalmente attribuito al bene di cui si ha il possesso) è determinata moltiplicando la rendita catastale dell’immobile (rivalutata del 5%) per un determinate coefficiente dipendente dalla categoria catastale dello stesso, ovvero: categoria A, C/2, C/6, C/7 moltiplicatore 160 categoria. B, C/3, C/4, C/5 moltiplicatore 140 categoria A/10, D/5 moltiplicatore 80 categoria D moltiplicatore 60 (65 dal 1.1.2013) categoria C/1 moltiplicatore 55. Per quanto riguarda le aree fabbricabili, la base imponibile è determinata in base al valore di comune commercio. Alcuni Comuni hanno predisposto dei regolamenti che in qualche misura

forniscono un’indicazione standard per ciascuna zona territoriale. Per i terreni agricoli, la base imponibile è data dal prodotto tra reddito dominicale ( rivalutato del 25%) e il moltiplicatore di 130 (110 per quelli nel possesso di coltivatori diretti o di imprenditori agricolo professionali). Per gli immobili siti all’estero, la base imponibile è data dal valore dell’immobile risultante dall’atto di acquisto o, se non presente, dal valore di mercato locale dell’immobile L’aliquota IMU ordinaria è dello 0,76% e scende allo 0 ,4% per l’abitazione di residenza. Tuttavia ai Comuni è data facoltà di aumentare o ribassare dette aliquote fino a 0,3 punti percentuali sull’aliquota ordinaria e fino a 0,2 punti percentuali sull’aliquota ridotta. Potrebbe perciò accadere che per gli immobili non adibiti a residenza si sia tenuti a corrispondere l’imposta con aliquota 0,96, più difficilmente si avrà una diminuzione allo 0,46. Sono di contro ammesse alcune

detrazioni e precisamente di 200 euro per l’abitazione principale e di 50 euro per ogni figlio di età non superiore a 26 anni, purché ivi residente e fino al massimo di 400 euro. Per i fabbricati rurali strumentali alle aziende agricole, l’aliquota è dello 0,2 %. Vi sono altresì alcune esenzioni che per completezza si riportano: fabbricati classificati o classificabili nelle categorie catastali da E/1 a E/9; fabbricati con destinazione ad usi culturali; fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto; fabbricati di proprietà della Santa Sede; fabbricati appartenenti agli Stati esteri e alle organizzazioni internazionali; terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina; immobili utilizzati destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Il versamento dell’IMU viene effettuato dal contribuente solo mediante modello F24 (reperibile in banca o in posta).

Giannenrico Cocito Notaio - Sarò lieto di rispondere ai quesiti dei lettori da inviarmi al seguente indirizzo:gcocito@notariato.it

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SOPRA E SOTTO

Impariamo l’inglese THE ANIMALS (gli animali)

Risolvendo entrambi i giochi otterrete, rispettivamente, il nome e il cognome dell’attrice in foto

AMICA - BRAD - BRATT FIGLI - FRATELLO FULL FRONTAL I PROTAGONISTI PITT - PREMI - RUOLI - STUDI Chiave (5) - Il nome ...………............. Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba. A schema ultimato, nelle caselle grigie, apparirà il cognome.

AB - ADA - BARE - EL - ELVIO ERO - FE - FE - GERE ITER - IVI - ORARIA - PD PINNA - RE - RUGA - SAN SPIRA - TO - TRII - UOSA USATO - VIP - VISNU

ANT - BEAR BEE - CAT CHEETAH CRAB CROCODILE

DEER - DOG DUCK EAGLE FINCH - FLY FOX - FROG

GIRAFFE JELLYFISH LIZARD MALLARD OWL

PIG SHARK SHEEP WHALE WOLF

Chiave (4) - Un’animale...........................................................................................

Gli sposi

• “Ieri ho preso un cane per mia moglie” “Ah, sì? E dove fanno questi scambi?” • Fra fidanzati; “Caro, se tu mi amassi!” “Ma no, non aver paura che non ti amasso!”

• Un signore dice a sua moglie: “Sai cara, ho pensato che questa sera non potrai venire a teatro con quella tua vecchia pelliccia.” “Oh tesoro!” Esclama tutta felice la donna “E come hai risolto il problema?” “Ho comprato un solo biglietto!”

• “Mia moglie ha perso la carta di credito” “E non hai sporto denuncia?” “No, perché ho scoperto che il ladro spende di meno!” • Due pazzi al manicomio: “E se ci sposassimo? L’altro risponde: “Ma sei pazzo!?” • Luigi incontra Mirko: “Ehi Mirko, mia moglie ha letto “I tre porcellini” e ha avuto tre gemelli, poi ha letto “Hansel e Gretel” e sono nati altri due gemelli!” “Luigi, scappo a casa!” “Perché?” “Mia moglie sta leggendo “La carica dei 101!””

Aforismi sull’amore

• L’amore è qualcosa di così profondo che mai si potrà definire. Chi ama, mai potrà dire quanto ama, è infinito come l’universo. • Amare è breve, dimenticare è lungo. • C’è tutta una vita in un’ora d’amore. • Amore: tanti sanno pronunciare questa parola, ma pochi sanno cosa significa veramente. Il vero amore

non è terreno ma spirituale. • Amare è anche soffrire perché la vera essenza della libertà, è amare una persona senza possederla. L’amore platonico non ti delude mai. • L’amore è la gioia di vivere. E’ l’unica stella che brilla nel cielo. • La massima forma d’egoismo è l’amore. Non amiamo i nostri partner, ma soltanto la loro capacità di amare noi.

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A tavola 37 CUCINA

VINO

Denis Meneghini

I

ABBINARE IL CIBO AL VINO

N OGNI ARTICOLO FINO AD ORA PUBBLICATO VI HO DETTO CHE UN VINO BEN SI ACCOMPAGNA AD UN DETERMINATO TIPO DI PIATTO, MA ORA HO LA SERIA INTENZIONE DI SPIEGARE CHE COSA VUOL DIRE L’ABBINAMENTO DEL VINO CON IL CIBO.

L’ABBINAMENTO CIBO-VINO È UNA VERA E PROPRIA OPERAZIONE MEDIANTE LA QUALE SI CERCA DI OTTENERE UN CONNUBIO

PERFETTO TRA IL VINO ED OGNI PIATTO, CON L’UNICO INTENTO DI PASSARE DAL DESIDERIO AL PIACERE PER MEZZO DI UNA PROPRIA CULTURA PERSONALE. CERTE VOLTE CI SARÀ SICURAMENTE CAPITATO, AL RISTORANTE O IN ENOTECA, DI ORDINARE DA MANGIARE E DI TROVARCI

SONO DIVERSE SCUOLE DI PENSIERO AL RIGUARDO; ALCUNI

SOSTENGONO CHE OGNUNO DI NOI DEVE LASCIARSI GUIDARE DAL PRO-

PRIO GUSTO PERSONALE, DALLE PROPRIE ESPERIENZE, SENZA SEGUIRE ALCUNA REGOLA.

SOLAMENTE

UN PRIMO PIATTO FRESCO, LEGGERO E COLORATO. IL PESCE È L’INGREDIENTE IDEALE PER CREARE RICETTE LEGGERE: GARANTISCE PIATTI ELEGANTI ED, ALLO STESSO TEMPO, POCO IMPEGNATIVI. IL TIPO UTILIZZATO PER QUESTA RICETTA È IL PIÙ COMUNE, PER QUESTO LO ABBIAMO VOLUTO ARRICCHIRE CON LE PRIMISSIME ZUCCHINE, UN PO’ DI MAIS A DARE COLORE ED UN INGREDIENTE DAL SAPORE PIÙ FRESCO, IL SEDANO. UNA PASTA ALL’UOVO È LA PIÙ INDICATA PERCHÉ PRENDE MEGLIO IL SUGO, INOLTRE, VOLENDO GIOCARE CON I COLORI….LA PAGLIA E FIENO È QUELLA CHE PIÙ SI ABBINA. UNA RICETTA DELICATA, MA ALLO STESSO TEMPO PROFUMATA GRAZIE ALL’AGGIUNTA DEL LIMONE, SIA IN SUCCO SIA NELL’OLIO, IDEALE PER LE PRIME GIORNATE DI PRIMAVERA DA PASSARE ALL’ARIA APERTA.

INGREDIENTI PER 5 PERSONE: 600G CHITARRINE ALL’UOVO PAGLIA E FIENO 900G MISTO PESCE (TOTANI, COZZE, POLIPETTI, SURIMI, CALAMARI, SEPPIOLINE, GAMBERETTI) 2 ZUCCHINE PICCOLE 2 CUCCH MAIS DOLCE PRECOTTO

A DIRE: E ORA CHE VINO CI METTO VICINO?

CI

CHITARRINE PAGLIA E FIENO AL RAGÙ DI MARE

IL NOSTRO PALATO ED I NOSTRI SENSI

SEDANO FRESCO

CI DIRANNO COME ASSAPORARE AL MEGLIO OGNI CIBO ED OGNI VINO,

¼ C IPOLLA BIANCA

OGNI SCELTA È ASSOLUTAMENTE SOGGETTIVA. IL NOSTRO GUSTO È IL

“GIUDICE SUPREMO”, SENZA AVERE BISOGNO DI ESPERTI. ALTRI DICONO CHE CI SONO DELLE REGOLE DA SEGUIRE AL FINE DI OTTENERE OTTIMI RISULTATI, NEL SENSO CHE LE CARNI ROSSE NON VANNO MAI ACCOSTATE A VINI LIQUOROSI BIANCHI, NESSUN GRANDE VINO ROSSO DEVE ESSERE SERVITO COL PESCE O CON CROSTACEI E MOLLUSCHI; I VINI BIANCHI VANNO SERVITI PRIMA DEI ROSSI; I VINI LEGGERI PRIMA DEI VINI PESANTI; I VINI FRESCHI PRIMA DI QUELLI A TEMPERATURA AMBIENTE; LA GRADAZIONE ALCOLICA DEVE ESSERE CRESCENTE; SERVIRE VINI FRESCHI D’ESTATE E VINI MENO FRESCHI D’INVERNO. INSOMMA CE N’È DAVVERO PER TUTTI I GUSTI MA AL FINE DI INCAPPARE IN ERRORI BANALI E GRATUITI È BENE RICORDARE ALCUNE COSE. E CIOÈ CHE UN PIATTO DI UNA DETERMINATA REGIONE BEN SI ACCOMPAGNA AD UN VINO DELLA REGIONE STESSA; VINI STRUTTURATI VENGONO PREFERITI D’INVERNO E VINI PIÙ FRESCHI D’ESTATE. INOLTRE SI PUÒ GIOCARE ABBINANDO IL VINO AL CIBO PER CONCORDANZA E PER CONTRAPPOSIZIONE. GIÀ, SIGNIFICA CHE AD UN CIBO GRASSO CI POSSO METTERE UN VINO ALCOLICO MA ANCHE UNA BOLLICINA: AD UN FORMAGGIO UN ROSSO IMPORTANTE MA ANCHE UN MOSCATO SPERO DI AVER RESO L’IDEA SU COSA SIGNIFICA ABBINARE IL VINO AD UN CIBO, ANCHE PERCHÉ SI RISCHIA MOLTE VOLTE DI VANIFICARE IL LAVORO DI CHI PREPARA IL CIBO METTENDO VICINO UN VINO CHE NON CI DARÀ MAI IL PIACERE CHE MERITA. DENISMENEGHINI@ALICE.IT

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PULIRE IL PESCE, MONDARE E TAGLIARE LE ZUCCHINE. IN UNA PADELLA CON UN FILO D’OLIO EVO FAR SOFFRIGGERE LA CIPOLLA AFFETTATA FINEMENTE, UNIRE IL PESCE E LE ZUCCHINE; INSAPORIRE CON IL DADO, UN PIZZICO DI SALE (SE NECESSARIO), IL SUCCO DI LIMONE E CUOCERE CON IL VINO BIANCO. A METÀ COTTURA AGGIUNGERE IL SEDANO TRITATO ED IL MAIS. CUOCERE LA PASTA IN ACQUA BOLLENTE SALATA, SCOLARLA E FARLA SALTARE IN PADELLA CON IL PESCE, AGGIUNGENDO UN FILO D’OLIO AL LIMONE. SERVIRE SPOLVERANDO CON UN PO’ DI PEPERONCINO. MANUELA E SILVIA BIZZO

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