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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 16 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Elezioni Politiche Crivellari, Endrizzi e Munerato vanno in Parlamento pag.
Rosolina Ancora una moria di vongole in laguna di Marinetta
Porto Viro Spinello e Mainardi d’accordo: “casa di cura pubblica”
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EDITORIALE
Piano del parco, Porto Tolle ricorrerà al Tar
La crisi dietro la protesta di Alessandro Abbadir*
Pervenute le osservazioni relative al Piano del Parco. C’erano voluti quindici anni di attesa per vedere il documento messo nero su bianco. Pare, però che la vicenda sia destinata a non chiudersi tanto presto, il Comune di Porto Tolle presenterà ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale pag. 12
Bene il Delta, in difficoltà ancora il taglio di po
Nel girone C di Serie D il Delta Porto Tolle è in piena lotta per guadagnarsi una storica promozione tra i professionisti. Secondo in classifica a soli due punti dalla capolista Sambonifacese, peraltro sconfitta nello scontro diretto di febbraio. pag. 21
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Porto Tolle, 26 e 27 maggio al voto per le amministrative Liste e schieramenti non ancora definiti. Certi i 2000 voti del M5S alle politiche
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i sicure ci sono solo le date sul calendario: 26 e 27 maggio. Quelli sono i giorni in cui i portotollesi saranno chiamati a scegliere la nuova amministrazione comunale. Per il resto le certezze sono ben poche a poco più di due mesi dall’apertura delle urne: liste e schieramenti sono ancora ben lontani dall’essere definiti con chiarezza e vige la più totale incertezza su chi saranno i candidati a succedere a Silvano Finotti. Ecco, forse è proprio il sindaco uscente a rappresentare uno dei pochissimi punti fermi nel caotico quadro politico
locale. Dopo un decennio speso nell’ufficio più spazioso di piazza Ciceruacchio il primo cittadino ha fatto sapere che non prenderà parte in alcun modo alla corsa elettorale, nemmeno accettando incarichi esterni. Un proposito che sottende la volontà di dedicarsi ad altro, ma che solleva anche uno dei temi più scottanti sul piano elettorale, quello delle facce nuove. Sembra innegabile che a Porto Tolle serpeggi la voglia di vedere una nuova generazione occuparsi dei problemi del territorio. Per questo lo sforzo di partiti e associazioni nella fase di
pre-campagna si è concentrato soprattutto sul tema del rinnovamento della classe dirigente, ovviamente con eccezioni anche vistose. Come principale partito del Comune, il Partito Democratico sembra intenzionato a scegliere il proprio candidato con le primarie, mentre Mirco Mancin e Ivano Gibin si sono detti pronti all’alleanza ma distanti dai rispettivi partiti di provenienza. Tra i protagonisti ci sarà anche il Movimento 5 stelle in virtù del fatto che alle continua a pag. 3 recenti politiche ha raccolto quasi 2000 voti. pagg. 4-5 *alessandro.abbadir@gmail.com
L’Intervento Benedetto Papa…
di Don Angelo Busetto*
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ome tanti e forse come tutti, sono rimasto senza parole! Lo sbigottimento e anche lo smarrimento di fronte al pronunciamento del Papa che dichiara di ritirarsi è stato totale e per molte ore non mi ha permesso alcun commento che non fosse la ripetizione di qualche luogo comune. *Parroco Chioggia
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alle urne del 24 e 25 febbraio scorso emerge una situazione davvero inestricabile, o perlomeno difficilmente risolvibile. Un caos politico che rischia di portare spediti a nuove consultazioni. Proprio quello che non ci voleva in una situazione economica del genere, caratterizzata da una recessione a cui dal 2008 non si vede fine. Il ciclone o tsunami (come lo definisce il suo capo Beppe Grillo) del Movimento 5 Stelle, si è abbattuto sui partiti, anche in Veneto, con una potenza per molti versi davvero inaspettata. Nella nostra regione però, quello che sorprende più che il boom dei grillini (che è stato un evento generalizzato su tutto il territorio italiano), è il crollo verticale di partiti che hanno caratterizzato la vita politica delle nostre terre da 20 anni a questa parte: il Pdl prima Forza Italia e la Lega Nord. Due partiti che fino a due anni fa avevano totalizzato oltre il 60% dei consensi con l’elezione di Luca Zaia a governatore del Veneto. La Lega crolla dal 35% a poco più del 10% di questa ultima tornata elettorale. Il Pdl dal 2008 perde 10 punti e si assesta sotto il 20%.
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EDITORIALE
segue da pag.
La crisi dietro la protesta
“Potendo scegliere volontariamente”
Premiati studenti e scuole
“Potendo scegliere volontariamente” ha premiato a Palazzo Celio gli studenti, i giovani, gli istituti scolastici, le associazioni ed i gruppi chiamati dal bando ad esprimersi, attraverso i diversi linguaggi della comunicazione, sul volontariato. Nella categoria degli istituti scolastici il primo premio, un buono di 300 euro, al De Amicis di Rovigo con il video “Un sorriso per i bambini dell’Africa” lavoro coordinato dall’insegnantre Vincenza Candiloro. Per le associazioni e gruppi parrocchiali, prima la Gea Mater di Rovigo con il fumetto “Un cuore in centro”, anche in questo caso buono acquisto di 300 euro, referente Lorenza Baccaro. Nella categoria singoli 18 – 25 anni, con in premio un viaggio studio al parlamento europeo di Bruxelles: primo posto per Linda Zanforlin di Sara con il racconto “Nella tendopoli fai da te con due furgoni viveri” seguita da Giacomo Stoppa di Ceregnano con le foto “La mia esperienza in Burundi”. Infine premio originalità alla Gea Mater di Rovigo per il lavoro “Un cuore in centro” e invecchiamento attivo e solidarietà tra le generazioni all’associazione Centro aiuto alla vita di Rovigo per il lavoro “Al centro aiuto alla vita con mia nonna”. Fondazione Cariparo
Finotti presidente
Il Consiglio Generale della Fondazione Cariparo ha confermato Antonio Finotti alla presidenza dell’Ente per il prossimo quinquennio. Finotti già Direttore Generale della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, della Cassa di Risparmio di Verona e di Unicredito, ha fatto parte di diversi consigli di amministrazione di società bancarie (Mediovenezie, Banco di Napoli, Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone). È stato inoltre Sindaco effettivo della Cassa Depositi e Prestiti Spa, Sindaco della T.A.V. – (Treno Alta Velocità di Roma), Consigliere di Amministrazione dell’Ente Fiera di Padova, dell’Interporto di Padova, dell’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero, della Fondazione Lanza e della Fondazione Girolamo Bortignon di Padova.
Dietro lo smottamento del centrodestra il problema di fondo: la crisi economica devastante, le fabbriche del Nord Est che chiudono ad una ad una, operai ed imprenditori disperati, e sullo sfondo la marea montante della rabbia per un sistema politico sprecone che viene percepito come solo produttore di tasse e inefficienze. Non è un caso che Grillo con la sua offerta politica antisistema abbia pescato a piene mani fra le categorie che sono state più bastonate dalla crisi: da un lato gli operai e dall’altro imprenditori e lavoratori autonomi. Un tempo votavano proprio Pdl e Lega. Il richiamo dei “Vaffa day” si è fatto via via più forte, nel momento in cui tutti i partiti invece di dare l’impressione di capire il momento che stavano passando famiglie, giovani e pensionati, hanno continuato in un logoro teatrino, percepito ormai come dannoso e fuori tema. Sul territorio la grande delusione, l’ennesima grande occasione mancata (peraltro annunciata), è stato il risultato del Pd e dei suoi alleati. Ancora una volta il partito di Bersani ha dimostrato in Veneto di essere poco radicato, a parte Padova, Rovigo e soprattutto Venezia (dove tra l’altro i grillini hanno fatto il pieno dei voti). Ancora una volta il centrosinistra interpreta con difficoltà le dinamiche di una regione che fino a pochi anni fa era la locomotiva d’Italia e ora è ferma. Bloccata anche dal suo stesso modello di sviluppo fatto di piccole e piccolissime imprese, che si sono rivelate e più vulnerabili con la crisi. Ora per uscire da questa impasse, ci vuole lo sforzo di tutti partiti e soprattutto dei cittadini. Un voto ravvicinato rischia di complicare ancora di più la situazione. Votare chi fa promesse facili insomma può dare una momentanea sensazione liberatoria, ma alla fine i problemi rimangono e adesso vanno affrontati realisticamente, se non si vuole andare a fondo tutti insieme. di Alessandro Abbadir
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Porto Viro Colonnina di Polesine Acque sotto accusa pag. 10
Porto Tolle
Centrale, si sta per spegnere ogni speranza
Taglio di po
Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
Provincia Provincia
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Obbiettivo recuperare il Rifugio Parco Delta del Po pag. 16
Questa edizione raggiunge le zone di Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Ariano, Porto Tolle per un numero complessivo di 15.457 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 febbraio 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
Regione Occupazione
A Palazzo Celio si riflette sull’età della popolazione pag.
Spazi aperti
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L’idrovia è diventata europea, transitano navi di V classe
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S.S. per Rovigo entrata da via Ragazzi del ‘99
Delta
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Personaggio
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Cake designer per hobby, aspettando la professione pag. 30
Ecco il Veneto giovane delle “Start Up” pagg.
Apre il nuovo sportello Epaca
Il patronato di Coldiretti si fa ancora più vicino ai cittadini e in queste settimane ha predisposto il funzionamento di un nuovo punto di consulenza per districarsi nel mondo delle pensioni e dell’assistenza; potranno farne uso tutti i cittadini, gratuitamente, senza distinzione di settore o di tipologia di lavoro. Il nuovo sportello si trova nella sede dell’Ufficio pesca di Coldiretti, a Porto Viro, al palazzo delle associazioni, in piazza Matteotti. Sarà aperto tutti i mercoledì mattina, dalle 8.30 alle 12.30, dal collaboratore volontario Luigino Zanetti. Fratta Polesine
Ci sarà tempo fino al 7 aprile per visitare la mostra “Trame...Forme, apriti Sesamo”, ospitata nella palladiana Villa Badoer a Fratta Polesine. Si tratta di un’esposizione un po’ particolare che mette insieme le creazioni Meta di Miranda Greggio i tappeti Vintage di Paolo Sartori e la poesia “grammelot” interpretata da Barbara Cavallaro. L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 18,30. Info: Comune di Fratta Polesine: 0425 668030 - fax 0425 668607 www. comune.frattapolesine.ro.it Il carcere e la scuola
“Quattro passi in un percorso di pace”
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Voci da palazzo
Comuni in fuga verso le provincie autonome pag. 38
Cultura Due euro per il cinema d’autore
Porto Viro
“Trame...Forme, apriti Sesamo”
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È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della
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Sarà il 25 marzo l’ultima data di quest’anno di “Quattro passi in un percorso di pace - il carcere entra a scuola”, l’iniziativa che promuove tra gli studenti degli istituti superiori della provincia momenti di confronto sull’esperienza carceraria. “Il carcere – riporta il pieghevole prodotto dall’assessorato Cooperazione decentrata, diritti umani e pace - è troppo spesso un mondo isolato nella nostra quotidianità, abitato da persone del tutto sconosciute, che godono dell’indifferenza collettiva…. con la speranza che si schiudano i cancelli del pregiudizio”.
4 Argomento del mese amministrative Al momento di certo c’è solo la data delle elezioni e il fatto che il sindaco uscente non farà parte in alcun modo dell’amministrazione di domani. Il vento del cambiamento spira anche tra i protagonisti della vita politica portotollese
Porto Tolle si appresta al voto m
di Alessandro Orlandin
In casa del Partito Democratico si parla di primarie per scegliere il candidato sindaco
Mancin e Gibin pronti all’alleanza ma distanti dai rispettivi partiti di provenienza
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i sicure ci sono solo le date sul calendario: 26 e 27 maggio. Quelli sono i giorni in cui i portotollesi saranno chiamati a scegliere la nuova amministrazione comunale. Per il resto le certezze sono ben poche a poco più di due mesi dall’apertura delle urne: liste e schieramenti sono ancora ben lontani dall’essere definiti con chiarezza e vige la più totale incertezza su chi saranno i candidati a succedere a Silvano Finotti. Ecco, forse è proprio il sindaco uscente a rappresentare uno dei pochissimi punti fermi nel caotico quadro politico locale. Dopo un decennio speso nell’ufficio più spazioso di piazza Ciceruacchio il primo cittadino ha fatto sapere che non prenderà parte in alcun modo alla corsa elettorale, nemmeno accettando incarichi esterni. Un proposito che sottende la volontà di dedicarsi ad altro, ma che solleva anche uno dei temi più scottanti sul piano elettorale, quello delle facce nuove. Sembra innegabile che a Porto Tolle serpeggi la voglia di vedere una nuova generazione occuparsi dei problemi del territorio. Per questo lo sforzo di partiti e associazioni nella fase di pre-campagna si è concentrato so-
prattutto sul tema del rinnovamento della classe dirigente, ovviamente con eccezioni anche vistose. Come principale partito del Comune, il Partito Democratico sembra intenzionato a esprimere il favorito allo scranno più prestigioso del consiglio comunale. Purtroppo il percorso di selezione si sta facendo più intricato del previsto: in lizza ci sono due candidati molto diversi tra loro, espressione di vicende piuttosto diverse tra loro. Da una parte Claudio Bellan, attuale assessore provinciale alla pesca ed ex segretario della Margherita, dall’altro Roberto Pizzoli, assessore comunale con deleghe alla sicurezza e all’agricoltura. Fuori dalla sede del Pd però ci sono altri soggetti intenti a bussare alla porta e a chiedere che vengano fatte delle vere e proprie primarie del centrosinistra. In particolare il Partito Socialista e la frangia “renziana” del Pd sembrano essere in grado non solo di esprimere dei candidati (per esempio l’assessore Silvana Mantovani e il giovane Giacomo Bovolenta), ma anche di portare in dote un numero di voti che se dirottato altrove potrebbe influire non poco sull’esito del voto. Al momento di scrivere queste considerazioni non è ancora chiaro se
le primarie verranno svolte o meno. Nel frattempo sono in diversi a seguire con attenzione la situazione, a partire dal duo composto da Mirco Mancin e Ivano Gibin. I leader di Progetto Civico per Porto Tolle e Gruppo Indipendenti hanno passato gli ultimi dieci anni divisi tra banchi della maggioranza e della minoranza, ma ora sembrano intenzionati a governare insieme. Se debba nascere una lista civica centrista con un candidato scelto di comune accordo ancora non è chiaro, ma non è da escludere che l’ibrido tra i due movimenti possa far parte di un’alleanza più ampia. Di sicuro non con i vecchi partiti di appartenenza di Mancin e Gibin, ovvero Pdl e Lega Nord: tutta da definire la situazione in casa dei principali soggetti di centrodestra, anche se le quotazioni per una candidatura dell’attuale assessore alla Pesca Raffaele Crepaldi sembrano alte. Alla partita prenderanno parte anche la sinistra tradizionalmente considerata “radicale” e il Movimento Cinque Stelle: soprattutto i grillini rischiano di ottenere numeri rilevanti dopo l’exploit delle elezioni politiche.
Nuoto al Mattino In corsa per il municipio o Omaggio!!!
M5S. Il rinnovamento ha già 2000 voti
nel mese di frequenza uoto libero
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on serve un fine osservatore per notarlo: il Movimento Cinque Stelle costituisce senz’altro la novità più eclatante sullo scenario politico portotollese. Con i quasi duemila voti colti a livello comunale durante le ultime elezioni politiche (per la precisione 1.862) i cosiddetti “grillini” rischiano di fare il botto anche a livello amministrativo. Il gruppo, costituitosi a inizio 2013 sull’onda lunga della campagna elettorale nazionale, punta con decisione all’appuntamento del 26 e 27 maggio per fare di Porto Tolle il primo comune “a cinque stelle”. Per farlo però serve passare attraverso la rigida selezione imposta dallo staff di Beppe Grillo, a cui i grillini portotollesi dovranno inviare lista e documenti entro il 28 marzo per ottenere la certificazione ufficiale. Per il momento un nome per il candidato sindaco non c’è, con il gruppo impegnato a fare quadrato senza esporre eccessivamente i singoli esponenti. Tanto che anche sul programma vige il più totale riserbo: “Sarà elaborato sulla base delle linee nazionali e tagliato sulla realtà di Porto Tolle come un abito ma per ora non vogliamo anticipare nulla perché non venga travisato”. Al.Or.
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Argomento del mese 5 Campagna elettorale
In alto a sinistra Ivano Gibin, Mirco Mancin, sotto Silvana Mantovani e Claudio Bellan
ma tutto è ancora molto incerto Cosa cambia rispetto alle elezioni del 2008
Cala il numero dei consiglieri: da venti a dieci di Alessandro Orlandin
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arlando di elezioni amministrative a Porto Tolle vale la pena anche riavvolgere il nastro del tempo e andare a vedere cosa accadde nel 2008, ovvero l’ultima volta in cui i portotollesi sono stati chiamati a scegliere i propri rappresentanti. Prima però c’è da chiedersi cosa sia cambiato rispetto a cinque anni fa: di sicuro il quadro politico ha subito delle variazioni, ma l’aspetto più interessante sta nei numeri che serviranno per entrare nella sala consiliare di piazza Ciceruacchio. È infatti diminuito il numero di consiglieri da eleggere, si passa da venti a sedici, e di conseguenza è minore anche il numero di amministratori che effettivamente comporranno la nuova giunta: si passa da otto (sindaco compreso) a sei. Questo significa che gli aspiranti consiglieri dovranno ottenere almeno un centinaio di preferenze per sperare di essere eletti. Il 2008, si diceva: all’epoca erano tre gli schieramenti sulla linea di partenza. La lista civica “Finotti Sindaco” capeggiata ovviamente dal sindaco uscente Silvano Finotti; “Per il vero cambiamento” di Mirco Mancin e la lista “Sinistra Arcobaleno” di Claudio Bortolotti. La spuntò la prima con una percentuale del 61% in quello che fu una sorta di plebiscito: 4.449 voti totali colti dall’eterogenea alleanza che comprendeva Partito Democratico, Partito Socialista, Lega Nord, esponenti ex An ed ex forzisti. Mancin e i suoi candidati raccolsero 2.389 voti, pari al 32,9%, mentre per la Sinistra arrivarono 428 voti (5,9%), sufficienti a far entrare Claudio Bortolotti in consiglio comunale. L’affluenza si attestò all’86,1%, ben cinque punti percentuali sopra il dato della precedente elezione del 2003. I numeri delle elezioni politiche 2013 fanno pensare a scenari diversi sul piano numerico per la corsa di quest’anno, complice anche l’ingresso in scena del Movimento Cinque Stelle, capace di ottenere 1.862 voti nella recentissima tornata elettorale.
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Tra i temi si parla di rinnovamento P
rogrammi e candidati per le elezioni amministrative sono ancora lontani dall’essere messi nero su bianco. Così abbiamo scelto di porre alcune domande di ordine generale ai vari esponenti della politica portotollese, se non altro per tastare il polso della situazione. Abbiamo interpellato Katiuscia Grandi (segretario Pd di Porto Tolle), Mirco Mancin (capogruppo di minoranza e rappresentante di Progetto Civico), Sandro Tessarin (consigliere per il Partito Socialista), Giacomo Bovolenta (esponente dell’ala renziana del Pd), Angelo Motta (Rifondazione Comunista) e il Movimento Cinque Stelle che ha preferito esprimersi… collegialmente. Prima di tutto abbiamo chiesto quali secondo loro saranno i tre temi principali dell’imminente campagna elettorale: quasi tutti gli interpellati – era facile immaginarlo – hanno incluso la questione del futuro della centrale Enel di Polesine Camerini nel novero delle questioni fondamentali, seppure con dei distinguo. C’è infatti chi cita direttamente la Centrale, chi invece preferisce includerla in un’ottica più ampia riguardante le future opportunità lavorative per Porto Tolle e chi infine non ne parla proprio come nel caso del Movimento Cinque Stelle che con i suoi rappresentanti propone un punto di vista allargato: “La nostra idea di sviluppo si ispira al modello elaborato dall’Associazione dei Comuni Virtuosi, una rete di amministrazioni pubbliche che promuo- Centrale e Parco ve progetti di sviluppo locale, orientati sicuramente alla sostenibilità ambientale, sociale ed nei programmi economica”. Tutti concordi comunque dei candidati alla sulla necessità di valorizzare le risorse guida del Comune del territorio: “Pesca, agricoltura e turismo – fa sapere la Grandi - possono essere la risposta e l’opportunità per il rilancio dell’economia portotollese”. E poi c’è la questione Parco del Delta: “L’attuale impostazione non ci sta bene – sottolinea il renziano Bovolenta - vogliamo un Parco al servizio delle persone e non viceversa”. Simile la posizione di Mirco Mancin: “Di sicuro il Parco come concetto, più che pensare ai vincoli e voler scegliere su territori altrui, dovrà proporsi come un plus spendibile nel turismo, nell’agricoltura e nella pesca”. In seconda battuta abbiamo chiesto ai nostri intervistati quanto peserà sul voto il generale sentimento di sfiducia nelle istituzioni e la sempre crescente richiesta di facce nuove. Per Angelo Motta il peso sarà rilevante: “Da un lato la sfiducia sarà colmata col fatto che in un piccolo Comune come il nostro i candidati saranno tutti conosciuti di persona. Però il bisogno di facce nuove c’è ed è giusto che ci sia”. Non dissimile la posizione del socialista Sandro Tessarin: “Non sono per la rottamazione a prescindere, penso che sia legittimo per chi ha già amministrato voler proseguire nel suo servizio alla comunità. Però di certo introdurre giovani e laureati con idee nuove non può che fare bene al nostro Comune”. Per Mancin invece le parole d’ordine sono “rinnovamento e ringiovanimento”: “Spero che, come da noi più volte sollecitato, le liste che si presenteranno abbiano il coraggio di cambiare persone, chi ha amministrato da dieci anni deve avere la coscienza di lasciare il posto ad altri, soprattutto dai posti della eventuale giunta”. Al.Or.
6 Territorio Elezioni politiche
In Parlamento Crivellari, Endrizzi e Munerato Pd, M5S e Lega sono riusciti a far eleggere i propri candidati di Francesca De Luca
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e recenti elezioni politiche hanno regalato molte sorprese. Berlusconi, come si prevedeva, ha perso milioni di elettori ma è riuscito a mantenere uno “zoccolo duro” di adepti e la vittoria gli è sfuggita appena di un soffio a vantaggio del Partito Democratico che gli è rimasto davanti di un’incollatura. Partiva davanti e con un distacco importante il partito di Bersani ma alla fine non ha trovato i voti per la maggioranza al senato. La sensazione è quella di aver fallito. Pensava di vincere, non ha vinto ma neanche perso. Il pareggio però in politica non conta, anzi è il peggiore risultato possibile perché porta all’ingovernabilità. Ma nel novero dei delusi va inserita anche Sinistra e Libertà, con un risultato assolutamente sotto le aspettative, e la Lega che ha perso moltissimi consensi (Lombardia a parte). Grillo è risultato essere l’unico, indiscusso vincitore. Il paese traballa, vacilla come detto a causa di un’ingovernabilità che ne mina la stabilità. In questo scenario, che ci è costata la messa alla berlina da parte di molti tra i più prestigiosi giornali internazionali, i polesani hanno eletto tre rappresentanti territoriali. Per i rodigini (di cui uno di “adozione”) si sono aperte le porte del Parlamento: il giovane, ma politicamente esperto, Diego Crivellari, è stato eletto alla Camera in quota Pd, mentre Giovanni Endrizzi e Manuela Munerato, sono stati eletti al Senato, rispetti-
vamente per il Movimento Cinque stelle e la Lega Nord. -A tutti e tre abbiamo rivolto delle domande. Il Pd perde consensi, nonostante un Berlusconi molto debole. Come mai? “Siamo forse apparsi troppo conservatori e troppo poco innovatori - sostiene Crivellari - basti pensare al voto dei giovani. Ho l’impressione - dice a proposito - che il Pd abbia fatto una campagna elettorale alla rincorsa, di volta in volta, dei proclami di Grillo o di Berlusconi, faticando a rivelare una propria chiara identità di forza riformista e di cambiamento”. Quali sono le prime istanze che Crivellari porterà in Parlamento? “La prima emergenza per il Paese e per il Polesine si chiama lavoro: mi adopererò da subito per misure e proposte concrete che mettano al centro il sostegno al lavoro e l’economia reale delle persone e delle imprese. Ma non solo: un altro fronte su cui mi spenderò sarà quello dei diritti civili. Serve però un governo stabile. Spero che in questo periodo di grave incertezza si possa varare un governo di cambiamento. Su molti di questi temi si possano incrociare le sensibilità nostre e quelle dei 5Stelle. Anche Giovanni Endrizzi, neo senatore per il Movimento cinque stelle, interpellato commenta la sua candidatura.
Diego Crivellari, Manuela Munerato e Giovanni Endrizzi Il Movimento che fa capo a Beppe Grillo, ha aumentato vertiginosamente i propri consensi in tutta Italia; il territorio polesano, in linea con l’andamento nazionale, rispetto alle ultime elezioni amministrative (svoltesi due anni fa) ha quadruplicato i consensi (passando dal 7% al 27%). Secondo Endrizzi, il polesine ha accordato fiducia ad una rete di persone che lo rappresenteranno in Parlamento. Il risultato inoltre? da imputare anche “alle proposte innovative, alla credibilit? conquistata dalle nostre consigliere comunali e dagli attivisti”. Per il territorio, diverse idee: “banda larga, sviluppo all’agroalimentare di qualit?, turismo verde, e l’abbandono delle scelte che mutilano le nostre eccellenze. Bloccare la spesa inutile e le opere in finanza di progetto pu? liberare risorse; da l? potremmo partire”. Per quanto riguarda la possibile apertura al Pd, il senatore è categorico: “Ho incontrato diversi Ex elettori del centrosinistra che hanno votato per noi. Non hanno alcuna
nostalgia, non vogliono appiattimenti, altrimenti -diconorestavano dove stavano”. L’unico risultato utile che la Lega è riuscita a perseguire in Polesione è l’elezione di Emanuela Munerato. L’ex deputata e ora senatrice è anche l’unica rappresentante della coalizione Pdl-Carroccio a sedere a Roma, i polesani candidati nella lista del partito di Berlusconi sono stati lontanissimi dalla soglia dell’eleggibilità. Troppo bassi nelle liste redatti dalle segreterie per poter ambire ad un posto in Parlamento seppur l’orientamento politico del Veneto rimanga a tinte azzurro-verdi. “La batosta è arrivata anche qui da noi – ha spiegato la Munerato – dobbiamo ricostruire il partito da subito”. Tra gli obbiettivi della neo senatrice la difficile situazione delle colleghe della Contifil, in cassa integrazione, e la riconversione a carbone della centrale di Polesine Camerini per la quale - ha dichiarato – continuerà a lottare.
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e ultime due date venete del PromoTruck “Rotta del buon pescato italiano” sono finite proprio a Rovigo, lo scorso 27 e 28 febbraio. L’autoarticolato che sta promozionando le sedici specie ittiche pescate nei mari di casa nostra ha preso la via della Puglia dove per tutto il mese di marzo continuerà nella sua attività di informazione, passando poi per la Campania la Calabria e finirà il suo percorso a giugno in Sicilia. Il programma promozionale è stato finanziato con il Fondo Europeo della Pesca e promossa dal Ministero delle politiche agricole e con la partecipazione, per quanto riguarda le date venete, della Regione. La manifestazione principale nel territorio regionale, invece, si è tenuta nel Villaggio del Buon Pescato, allestito al Foro Boario di Treviso l’8, 9 e 10 marzo dove per tre giorni si sono succeduti laboratori del gusto, convegni, un mercato delle specie interessate, incontri con gli operatori della distribuzione, della ristorazione e del catering e un concorso tra ristoranti. Si è trattato di un’importante opportunità che ha permesso di far conoscere le caratteristiche di 16 specie tipiche nostrane spesso trascurate ma che oltre ad avere ottime qualità
organolettiche hanno un costo contenuto e si prestano a moltissime proposte cucinarie. Oltre al Sugarello, mascotte dell’iniziativa, continueranno a venire presentati l’Aguglia, l’Alaccia, l’Alalunga, la Costardella, il Fasolaro, la Lampuga, il Lanzardo, il Pagello, la Palamita, la Patella, il Pesce Sciabola, il Pesce Serra, lo Spratto, il Tomabrello e il Tonnetto. Si tratta per la maggior parte di pesce azzurro, a torto considerate povere, ma che sono abbondanti e anche per questo spuntano prezzi bassi in un mercato, quello italiano, dove circa il 70 per cento del pesce venduto è di origine estera.
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8 Porto Viro L’Intervento
Sanità Continua il botta e risposta trasversale ai partiti sul futuro del “Madonna della salute”
Spinello e Mainardi d’accordo: “casa di cura pubblica” di Elisa Cacciatori
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Chi si è detto contrario all’ipotesi è stato il sindaco Gennari secondo il quale l’intenzione vera sarebbe quella di privilegiare l’ospedale di Adria
ella sorte della casa di cura portovirese “Madonna della salute” si è tornato ancora a parlare nell’ultimo mese in un botta e risposta tra le parti politiche del territorio. A far tornare sull’agenda pubblica la struttura, ci ha pesato il senatore adriese del Pd, Sandro Gino Spinello, auspicando che la casa di cura potesse passare da privata a pubblica. Inevitabilmente, a seguito della sua presa di posizione, si è scatenato il dibattito su più fronti che ha visto il consigliere regionale del Pdl Mauro Mainardi appoggiare l’idea che proprio lui qualche mese prima aveva anticipato. “Sono contento che un politico non del mio schieramento – ha considerato - ma che allo stesso tempo conosce il territorio, abbia capito le ragioni della mia linea che in un primo momento quasi tutti hanno contrastato. La casa di cura di Porto Viro costa alla Regione mediamente 30 milioni di euro all’anno, cifra che con una gestione diretta potrebbe diventare addirittura inferiore, senza contare che ci sarebbe un migliore coordinamento con i servizi offerti dall’Ulss di Adria. In tema di sanità e di diritto alla salute – ha proseguito - sono fermo sostenitore della necessità di un sistema pubblico forte e prevalente. Un conto è una città o una metropoli che può offrire un’offerta variegata, un altro è un territorio decentrato e poco popolato dove queste strutture devono essere intese come nuclei di cura pubblica accusando i due adriesi di puro campafondamentali di assistenza. Spinello ha aperto un’impor- nilismo. “Con la proposta di acquisto del pubblico - ha tante finestra di dialogo e io sono spiegato Gennari - Spinello vuole a disposizione per portare avanti “Spinello ha aperto tranquillizzare l’ambiente adriese un ragionamento serio e trasver- un’importante e i dipendenti, il disegno vero poi sale anche a tutela dei lavoratori finestra di dialogo è quello della sofferenza di Adria della casa di cura di Porto Viro”. e io sono per la concorrenza della casa di Considerazioni che però hanno a disposizione” cura di Porto Viro; lo dicono i visto il totale disappunto da parte fatti, i numeri e il tasso di gradidel primo cittadino portovirese Geremia Gennari, che mento. L’unico dato a supporto della tesi di Mainardi è ha ribadito una contrarietà, poi condivisa dal capogruppo che i servizi della casa di cura costano alla regione 30 di minoranza Thomas Giacon, nei confronti di una casa milioni di euro l’anno, ma non cita quanto verrebbe a
NEWS
La casa di cura portovirese “Madonna della salute”
costarne l’acquisto in questi momenti di chiari di luna. Un’informazione più corretta e onesta dovrebbe passare con il confronto sui costi e sul valore dell’offerta per un territorio che non è solo il Delta del Po ma che raggiunge altri cittadini da Comuni fuori regione e che si rivolgono a Porto Viro. Un servizio più utile e intelligente sarebbe una Usl unica a livello di provincia che permetterebbe una razionalizzazione dei servizi, ma anche in questo caso prevale il senso clientelare a fronte del bene comune. L’obiettivo è chiudere in tutto o in parte la struttura privata per dare più forza a quella adriese, senza considerare i disagi che la popolazione subirà”.
Benedetto Papa…
di Don Angelo Busetto* segue da pag.
Poi si è andato affermando in modo sempre più evidente il senso di una perdita, come chi è stato abituato fin da fanciullo ad avere sotto gli occhi la figura paterna del Papa. La solennità ieratica di Pio XII, l’amabilità audace di Giovanni XXIII, l’intelligenza e la decisione di Paolo VI, la semplicità di Giovanni Paolo I, l’irruenza multiforme di Giovanni Paolo II, e infine la squisitezza umana di questo Papa, Benedetto XVI. Con ciascun Papa, in tempi diversi della vita, è avvenuta una sorta di immedesimazione, non solo nei riguardi dei contenuti e delle modalità della funzione papale, ma anche per un apprezzamento dello stile personale di ciascuno. Un Papa, un nome: ciascun Papa con il suo nome, il suo volto, la sua anima. Con Benedetto è fiorito un rapporto certamente speciale. Ben prima che fosse Papa l’avevo frequentato come limpido teologo, capace di entrare nelle questioni della modernità con uno sguardo alla storia svolto in un’esposizione piana e scorrevole; un teologo che si poteva leggere con immediata scioltezza, senza dover ansimare dietro concetti involuti o frasari complicati. Ne ricavavo soddisfazione per l’intelletto e feconda apertura per l’esperienza, nella scoperta di questioni attuali o nella nuova ripresa di tematiche tradizionali. Egli affrontava tutto nell’orizzonte di una fede incarnata nel tempo, nel contesto di una ragione aperta e viva. Quando questo teologo è diventato Papa, il suo insegnamento è stato proclamato nella barca di Pietro e dalla riva della Chiesa incrociando folle attente in tutto in mondo, soprattutto attraverso gli Angelus festivi, le omelie, le udienze del mercoledì, i dialoghi diretti con bambini o sacerdoti. Papa Benedetto si è proposto con la sua figura tenue e lieta, decisa ma non arrogante, e persino con il suo accento così caratteristico. Un uomo timido, meravigliato di trovarsi nella piazza del mondo, e nello stesso tempo così desideroso di ‘cercare Dio’, a imitazione dei monaci nel silenzio. Un uomo di Chiesa, che ama Gesù e riconosce in Lui, per sé e per tutti, l’attrattiva e lo specchio della felicità. Quante volte notavo che diceva con profondità e chiarezza le cose che mi sarebbe piaciuto dire e quelle che mai avrei immaginato di pensare e di dire. Ero tentato di trascrivere interi brani delle sue omelie, fissando perle di concetti e di linguaggi. Ora ho quasi l’impressione che un grande tesoro venga sepolto, senza più questa possibilità di proseguirne l’annuncio e il prezioso dialogo con il mondo. O forse si tratta di una paternità divenuta una semente che, a suo tempo e come vorrà il Signore, può ancora germogliare per tutti. *Parroco Chioggia
Fidapa – BpwItaly
Quattro le nuove socie presentate alla cerimonia delle candele
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ono quattro le nuove socie presentate in occasione della celebrazione annuale della cerimonia delle candele a cura della Fidapa – BpwItaly – sezione di Porto Viro Delta del Po. Nella cornice della locanda “7 mari”, scelta come sede sociale del sodalizio, è stato sancito ufficialmente l’ingresso dell’imprenditrice con la passione per la pittura Rita Riganello, di Lorella De Bei, collaboratrice nell’attività di Rita e amante della poesia, della ristoratrice
di Barricata, Katia Bellan, e di Sabrina Marchi. Ogni anno, nello stesso periodo, le sezioni Fidapa organizzano, infatti, “la cerimonia delle candele”, momento durante il quale vengono accese alcune candele di diversi colori atte a simboleggiare ogni federazione nazionale affiliata e ogni club associato alla BpwItaly, unendo idealmente tutte le sezioni del movimento femminile. A fare gli onori di casa per l’occasione, la presidentessa Giorgia Fonsatti in presenza della pre-
sidente distrettuale Anna Giovannoni. Nel cerimoniale, le nuove socie coadiuvate dalle veterane, hanno acceso la candela bianca più alta che rappresenta la federazione internazionale, le altre candele bianche che simboleggiano le federazioni fondatrici della Bpw interantional quali Austria, Canada, Francia, Italia, Regno Unito, Stati Uniti d’America, la blu per onorare i club associati, la rosa per le socie individuali e la verde che simboleggia il futuro. El.Ca.
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Porto Viro 9 Territorio Ulteriore passo in avanti per il documento che il Delta aspetta da 15 anni
Piano del Parco, pervenute le osservazioni In un mese dovrebbe concludersi questa fase, seguirà l’incontro con i Sindaci, il Comitato Esecutivo e i portatori d’intersse di Elisa Cacciatori
P
ervenute le osservazioni relative al piano del parco di recente approvazione (ne avevamo dato larga informazione nel numero di dicembre), che ha visto la luce dopo un percorso durato ben 15 anni, è ora tempo di analisi. Non si sbilancia più di tanto il presidente dell’ente Geremia Gennari nell’entrare nel particolare di quelle osservazioni presentate dal sindaco di Ariano, Giovanni Chillemi, ma spiega che in merito è in corso d’opera un procedimento a cura di un team tecnico che sta analizzando sotto vari aspetti le proposte presentate.
Polizia locale
L’approvazione definitiva del documeto spetterà poi alla Regione “Ho incaricato il direttore dell’ente, Marco Gottardi, di riattivare lo stesso gruppo di tecnici che ha seguito l’iter procedurale che ci ha portati fin qua – ha spiegato il presidente dell’ente Parco Geremia Gennari – al fine di esaminare dal punto di vista tecnico-legale le osservazioni pervenute e
per dare espressione per quanto riguarda le competenze specifiche”. Un procedimento che dovrà essere seguito in modo da poter ottenere dal punto di vista tecnico e legale dei chiarimenti e dei pareri sul contenuto delle osservazioni pervenute. “Questo lavoro dovrebbe esaurirsi in circa un mese – ha continuato - dopodiché sarà mia cura confrontarlo con i sindaci, i componenti del comitato esecutivo ed, eventualmente, con i rappresentanti dei portatori di interesse che hanno presentato le osservazioni. Si tratta di un periodo di confronto e, a con-
formati Quattro agenti per intervenire in caso di malore grave o infarto
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ianfranco Bressano, Diego Fregnan, Maurizio Mantovan e Fania Fanton sono i quattro agenti della Polizia locale portovirese che hanno superato positivamente il corso Basic life support defibrillation organizzato dall’Ulss 18 e che sono stati formati per intervenire autonomamente nel caso in cui si presenti
clusione di questo lavoro, si procederà poi alla presentazione, come previsto per legge, al consiglio dell’ente per esprimere i pareri di competenza sulle singole osservazioni e successivamente sarà inviato poi tutto alla Regione per ciò che concerne il piano adottato e i relativi pareri per l’ obbligatorio e definitivo procedimento preliminare all’approvazione del consiglio regionale”. Come più volte precisato dal presidente, il piano è frutto della pianificazione tra l’ente Parco e la Regione del Veneto e tutto il percorso che ha portato alla definizione della proposta re-
loro un caso di malore o infarto. L’Ulss 18 in merito ha inoltre fornito gratuitamente in dotazione al comando un defibrillatore che sarà utilizzato nei casi di emergenza o nel caso in cui i soccorsi tardassero ad arrivare sul posto in cui si presenti necessità d’intervento. Gli operatori del 118 dell’Ulss 18 sono impegnati da tempo nella sensibilizzazione a 360° della popolazione in materia di massaggio cardiaco e di defibrillazione precoce. Attraverso il progetto “pad” l’obiettivo è stato così ampliato inserendovi an-
Il presidente dell’Ente Parco Geremia Gennari lative alle norme, alla perimetrazione e agli allegati di competenza previsti sono frutto di un lavoro di squadra.
che dieci comandi di Polizia locale della provincia rodigina, punto di partenza da cui i quattro agenti del comando portovirese hanno superato il corso. Entusiasta per l’obiettivo raggiunto, l’assessore Virginio Mantovan. “La nuova competenza dei nostri agenti è motivo di vanto e compiacimento per tutta l’Amministrazione. La loro preparazione in fatto di crisi cardiache e arresti cardiorespiratori può infatti salvare la vita di un soggetto o evitare che questo subisca danni neurologici permanenti”. El.Ca.
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10 Porto Viro Servizi Confronto in Consiglio sull’utilità dello sportello nell’atrio municipale
Colonnina di Polesine Acque sotto accusa di Elisa Cacciatori
“D
oveva essere un esempio di efficienza della pubblica amministrazione nella gestione dei rapporti con gli utenti del servizio idrico... siamo sicuri lo sia? Avrebbe dovuto permettere il pagamento con il bancomat delle bollette dell’acqua o di contattare gli uffici di Polesine Acque come sportello virtuale; dovrebbe gestire reclami o modulistica stampandoli sul luogo in carta chimica. Carta chimica? Nel 2013?”. E’ il capogruppo di Uniti per Porto Viro, Thomas Giacon a intervenire sull’utilità della colonnina di Polesine Acque, da qualche mese nell’atrio municipale, auspicando che venga disinstallata per garantire più risparmi. “Nell’era d’internet, perché utilizzare tecnologia anni 80 non collegata via web? Perché Polesine Acque non ha investito su una piattaforma web con pagamenti online? Considerato che il noleggio dell’apparecchiatura è di 540 euro mensili, ci si sarebbe aspettato qualche centinaio di accessi al mese dagli utenti. 2 soli accessi in 4 mesi non si giustificano con la scarsa pubblicità, come asserito dai dirigenti. Meglio togliere un marchingegno superato e non utilizzato. Insensato perseverare, installandone un altro a Castelmassa e, si vocifera, in altri 8 Comuni. La spesa schizzerebbe a quasi 60.000 euro l’anno!”. Nella diatriba politica che ne è scaturita, a prendere le parti di Polesine Acque è stato il consigliere di maggioranza con delega Pierlugi Bagno. “Il sistema supporta le moderne applicazioni Web ed utilizza la rete internet per l’erogazione dei
Per il consigliere Giacon è uno strumento inutile e antiquato per Bagno uno sportello all’avanguardia
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Bagno: “La carta chimica ha una ragione pratica, non inceppa la stampante” nelle stampe, molto frequenti con altri tipi di carta. Il canone mensile di 540 euro è completamente carico della Polesine Acque e comprensivo di noleggio dell’attrezzatura e di manutenzione”. A quanto pare, spetterà ora al tempo e all’eventuale utilizzo da parte dell’utenza di Polesine acque decretare l’utilità e l’efficacia della colonnina.
NEWS Uniti in matrimonio nel ‘53
Filippo e Fernanda 60 anni insieme
del 50%
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pierre cardin
Giacon si chiede: “Nell’era internet vengono ancora usati i moduli in carta chimica?” servizi al cittadino – ha chiarito - attraverso la video-conferenza. E’ dotato di schermo touch-screen e di una webcam nonché di una stampante termica per la produzione di ricevute e certificati. In particolare, questo sportello consente di pagare fatture del servizio idrico, attivare una videochiamata con gli uffici, ricevere in loco documenti contrattuali personalizzati e precompilati, inserire i dati del consumo, stampare modulistica disponibile. Dunque un servizio tutt’altro che inutile! Per quanto riguarda gli accessi non sono 2, come erroneamente dichiarato dal consigliere Giacon, ma bensì 197. Dunque, una sensibile differenza che posso interpretare solo come disinformazione creata per la future elezioni comunali del 2014. Per quanto riguarda l’utilizzo della stampante con carta chimica non si tratta di una scelta antiquata, ma ha una sua ragione pratica per evitare gli inceppamenti
Un momento dell’inaugurazione
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essant’anni di vita vissuta sempre insieme. E’ la bella storia che lega Filippo Pullara e Fernanda Allegri, lui ottantadue anni e lei settantasei, uniti in matrimonio dal febbraio del 1953 e che oggi possono vantare quello che senz’ombra di dubbio è un traguardo invidiabile. Ad aver festeggiato con loro la celebrazione delle nozze di diamante sono stati i quattro figli con le rispettive famiglie, i sette nipoti e i tre pronipoti. Filippo e Fernanda si incontrarono a seguito dell’alluvione, lei aveva 13 anni e lui, di leva, era giunto in servizio dalla Sicilia per portare aiuto alle popolazioni del territorio. Qualche tempo dopo il matrimonio li ha portati a vivere per quindici anni nella terra natale di lui, Santo Stefano Quisquina in provincia di Agrigento ma, più tardi la famiglia si trasferì al nord, dapprima ad Adria e poi a Contarina, oggi Porto Viro, dove tutt’ora risiede. El.Ca.
publiredazionale cura del comune
PORTO VIRO INFORMA
PORTO VIRO AGGREDISCE LA CRISI Presto la realizzazione di un progetto di 4 milioni e mezzo senza indebitare il Comune E’ stato presentato dal sindaco Geremia Gennari e dal responsabile del settore lavori pubblici Andrea Portieri il progetto composto da sei opere pubbliche che, a partire da quest’estate, riqualificherà e renderà più fruibili diversi quartieri portoviresi. “Si tratta di un ambizioso progetto e crediamo nella nostra capacità di voler dare un’opportunità e slancio all’economia e all’occupazione – spiega il sindaco Geremia Gennari - conferendo valore al territorio attraverso la realizzazione di progetti distribuiti nel territorio comunale”. L’intervento nel quartiere di Taglio di Donada prevede la riqualificazione di Piazza Garibaldi, ulteriore ma non ultimo step relativo all’ammodernamento delle piazze nel territorio comunale, oltre agli interventi che permetteranno la realizzazione dei marciapiedi in via Luigi Siviero e via Malipiera con relativi interventi alle strade e all’impianto di illuminazione. Il progetto relativo al Collettore Padano è stato oggetto del concorso di idee e progettazione nazionale nel 2008 “il fiume e la città”, e prevede tutta una serie di soluzioni atte a rendere fruibile il Collettore, compreso l’argine sinistro, grazie alla proposta progettuale curata dal team di architetti toscani capitanati da Gianfranco Franchi. Dalla sala Eracle fino a ponte Gramignara saranno create delle piste ciclabili e, nei pressi della cittadella dello sport, un campo di gara kayak e una club house a servizio dei canoisti, oltre a diverse postazioni per la pesca sportiva. Sarà messo in sicurezza l’incrocio (pentavia) attraverso la realizzazione di una rotatoria che regolamenta il traffico tra via Mantovana e Corso Risorgimento e successivamente si realizzeranno i marciapiedi in via Torino con il relativo rifacimento dell’asfalto, oltre all’intervento specifico per rendere il parcheggio nei pressi delle scuole Aldo Moro usufruibile con l’asfaltatura e l’illuminazione pub-
blica. Saranno completati i lavori dello stadio nella cittadella dello sport con la copertura delle tribune e l’ultimazione degli spogliatoi e dei servizi. Infine, si procederà con la manutenzione straordinaria di alcune strade, un intervento programmato per il 2012, ma spostato per il patto di stabilità al 2013. Da giugno si procederà con gli interventi lungo via Argine Po, Piazza Matteotti, via Contarini, via Siviero, via I maggio, via Collettore destro, via VII mari, borgo Rivoli, va Mazzini, via del Gelso, via Manzoni, via dei Frassini, via Pioppa, via Savoia, via delle Querce, via Murazze, via delle Industrie. Il project manager è l’ingegner Andrea Portieri e il direttore dei lavori è il geometra Antonio Lazzarini. Tra le particolarità, il par-
ziale finanziamento dei lavori con la permuta di un bene immobile di proprietà comunale, quale l’ex campo da calcio di Contarina della superficie di circa 13.000 metri quadri situato tra via Rossini e via Cesare Battisti, è stato adibito con apposita variante al piano, ad area a destinazione residenziale. Gli offerenti dovranno presentare un’offerta congiunta che prevede il ribasso lavori su 3 milioni e mezzo e l’aumento in offerta del valore dell’immobile fissato in 1.030.560 euro. Inoltre, vi è da sottolineare che l’intero pacchetto è finanziato, oltre che dal valore del campo da calcio, da contributi regionali già concessi, da fondi comunali e privati. E’ importante evidenziare, in merito, che per le suddette opere non è stato contratto alcun mutuo.
Nel bando è stato inserito il documento di “cash flow”, ovvero un crono programma dei pagamenti che impegna, da una parte, la ditta appaltatrice a procedere di progetto in progetto secondo le tempistiche stabilite e, dall’altro, il Comune a pagare in relazione alle scadenze della maturazione dei lavori. L’amministrazione si è già aggiornata per la nuova modalità di pagamento fattura a 30 giorni, divenuta obbligatoria da gennaio anche per i pagamenti nelle amministrazioni pubbliche. “In questo momento il Comune di Porto Viro dimostra nell’attuale crisi economica di avere predisposto un appalto in controtendenza – spiega il sindaco - in effetti nella provincia di Rovigo rappresenta in termini economici l’importo dei lavori più
consistente, basta considerare che si parla di un insieme di progetti pari a circa 4 milioni e mezzo di euro per un importo lavoro a base d’asta di circa tre milioni e mezzo”. La durata dei lavori che dalla prossima estate interesseranno i diversi quartieri portoviresi è stata calcolata in un arco di 480 giorni, con inizio a giugno e termine a settembre 2014.
Il sindaco di Porto Viro Geremia Giuseppe Gennari
12 Porto Tolle Territorio Continua il braccio di ferro tra l’Ente Parco e l’Amministrazione portotollese
NEWS
Piano ambientale, il Comune si tutela ricorrendo al Tar L
Ca’ Tiepolo
Inaugurata la nuova palestra
“Le attività turistiche dovranno essere contemplate alla stregua di quelle agricole e di pesca professionale” di Alessandro Orlandin
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In altre parole Porto Tolle chiede di considerare ’erano voluti quindici anni di attesa per vedere messo nero su bianco il Piano Ambientale le attività turistiche alla stregua di quelle agricole e del Parco del Delta del Po, un piano frutto di di pesca sportiva e professionale. Non solo: tra gli discussioni, scontri e polemiche varato nello scorso obiettivi dell’amministrazione anche il completo remese di dicembre. Pare che la vicenda sia destinata cepimento del Piano di Assetto del Territorio (quello non chiudersi tanto presto, visto che il Comune di che una volta si chiamava Piano Regolatore). Tra le Porto Tolle – sul cui territorio sorge la maggior parte osservazioni presentate all’Ente Parco anche un riferimento alla mancata inclusione del Parco - presenterà ricorso al Tribunale Amministrativo Regiona- L’incarico è stato dei porti turistici già progettati le per far sì che vengano tutelate affidato allo studio a Pila, Scardovari, Scanno Palo e Scanno del Canarin. le ragioni dell’amministrazione legale Sardos Il braccio di ferro tra l’Ente guidata da Silvano Finotti. La e Albertini Parco e il l’amministrazione delibera ufficiale è giunta a fine di Verona portotollese è quindi ben lungi febbraio: “Abbiamo conferito l’incarico allo studio legale Sardos e Albertini di Verona dall’essere concluso: vale la pena di ricordare come per un ricorso al Tar, – ha confermato l’assessore negli scorsi mesi diversi esponenti della giunta Finotti Roberto Pizzoli - ci siamo tutelati portando anche le fossero arrivati a ipotizzare l’uscita del Comune dopo nostre osservazioni, con due schemi di progetto per appena sette anni dall’ingresso. Lo stesso sindaco pronunciò parole molto signigli scanni di Barricata e Boccasette, per sostenere il ficative nei giorni caldi dell’approvazione del piano: settore turistico”.
“Non è Porto Tolle a mettersi fuori dal Parco, bensì il Parco che ha scaricato sul mio Comune ogni tipo di vincolo e restrizione, liberando gli altri municipi di questo peso: non è questo il modo di concertare la crescita del Delta del Po”. Vale la pena di ricorda come il Piano Ambientale dovrà essere approvato anche dalla Regione Veneto prima di diventare effettivo.
’inaugurazione della nuova e scintillante palestra di Ca’ Tiepolo, parte del complesso scolastico di via Brunetti, ha rispettato tutti i canoni tradizionali che si convengono a un’opera dal costo di 650mila euro. Il taglio del nastro, l’inno nazionale, gli studenti, i sorrisi, i palloncini e un’interminabile lista di autorità a ingrossare il nutrito gruppo di cittadini presente sul posto. Considerato che 260mila euro di finanziamento sono arrivati dalla Regione Veneto non poteva mancare l’assessore Maria Luisa Coppola: “Questo è l’unico progetto di palestra in tutta la provincia finanziato tra quelli presentati nel 2007, perché puntuale e meritevole. Un traguardo non facile di questi tempi da raggiungere, per cui la comunità può essere veramente grata a questa amministrazione”. Decisamente orgoglioso anche l’assessore ai lavori pubblici Ivano Gibin: “Finalmente dopo dieci anni abbiamo raggiunto l’obiettivo e l’abbiamo fatto ottenendo un’opera efficiente, funzionale e tecnologica”. Difficile dargli torto visto che tra le tante altre cose la palestra può vantare un’alimentazione energetica a pannelli solari. Sorge però un dubbio: i tanti rappresentanti dello sport polesano e locale presenti nella giornata di festa (delegati di Coni, Panathlon, Fipav e molti altri) avranno lanciato uno sguardo oltre la rete di recinzione che divide l’avveniristica struttura dai vecchi campi di calcio di via Brunetti? Perché le disastrose condizioni del vecchio impianto comunale, su cui si allenano ogni giorno i ragazzi del settore giovanile della Porto Tolle 2010, creano una contraddizione piuttosto stridente con la nuova realtà di cui Porto Tolle fa (giustamente) vanto. Al.Or.
Protesta dei pescatori Il canale di Barbamarco deve essere scavato Un’imbarcazione è rimasta bloccata a causa dell’accumulo di sabbia. Nessuno è più riuscito ad uscire per pescare
E
venne il giorno in cui i pescatori rimasero a terra. Non per il maltempo, né per pigrizia. Per protesta. È sorta automatica l’indignazione dei lavoratori del porto di Pila dopo che lo scorso 27 febbraio uno dei pescherecci della flotta locale è rimasto incagliato nel canale di Barbamarco durante il rientro, bloccando l’accesso a tutte le altre imbarcazioni. La causa? Il continuo accumulo di sabbia sui fondali a causa delle mareggiate e del maltempo, un disagio cronico che ha già provocato diversi disagi anche per i pescatori di Scardovari. “Eravamo rimasti bloccati anche alla mattina – ha raccontato il comandante Johnny Azzalin - poi siamo riusciti a pescare. Al ritorno in porto ci siamo incagliati nel canale ed altri ventidue battelli sono rimasti fuori e non potendo passare hanno perso la giornata lavorativa. Vogliamo che scavino il canale in via definitiva”. Un problema non solo logistico ma anche economico: rientrare in grande ritardo può costituire una perdita significativa sul mercato dei prodotti ittici. Così i pescatori, circa duecento, hanno deciso di fermarsi per un giorno, in attesa che le istituzioni intervenissero con misure concrete. Risultato raggiunto con l’ingresso in scena del prefetto Francesco Provolo che ha autorizzato Sistemi Territoriali a un intervento di emergenza. Per il momento suffi-
Il prefetto Provolo ha autorizzato Sistemi Territoriali a un intervento di emergenza ciente, ma che sul lungo termine potrebbe non bastare, come ha fatto notare Fabrizio Boscolo della Coop Villaggio: “Va fatta manutenzione continua con mezzi sul posto”. Sul posto nel giorno dello sciopero anche il sindaco Silvano Finotti e l’assessore alla pesca Raffaele Crepaldi, oltre al consigliere di minoranza Virginio Tugnolo, che peraltro è presidente di una delle cooperative operanti a Pila: “I commercianti in caso di ritardi non aspettano molto, devono avere il pesce presto. Il che vuoi dire deprezzare il valore del pescato, dunque non è concepibile che i nostri pescatori abbiano così gravi danni”. Al.Or.
Porto Tolle 13 Centrale di Polesine Oriboni indica in aprile un termine oltre al quale non si potrà andare
Ultime speranze per la riconversione
NEWS Blitz del 2006 Greenpeace
Sentenza entro l’estate
di Alessandro Orlandin
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Finotti: “Siamo al palo e se non partono i lavori di demolizione o manutenzione chiuderanno i consorzi”
er dieci anni il destino della centrale Enel di Polesine Camerini è stato l’argomento principale in sede politica, a prescindere dalla scadenze elettorali. Un altro voto amministrativo si avvicina e la situazione non è cambiata di molto. Anzi, sembra non essere cambiata proprio per niente: la centrale rimane lì dov’è, così com’è, destinata a far parlare ancora durante la corsa per il nuovo consiglio comunale. Di diverso c’è solo l’atteggiamento con cui le forze politiche dovranno approcciare il problema, in un momento in cui l’ottimismo sembra essere ridotto ai minimi termini. A testimoniarlo ci sono le malinconiche dichiarazioni di Emilio Oriboni, di Consorzio Polesine: “Se le cose non cambiano entro il mese di aprile non avremo più la possibilità di accendere la luce al mattino negli uffici del Consorzio e miseramente diremo addio al progetto riconversione a carbone di Porto Tolle, buttando la spugna dopo nove anni di battaglie. Siamo a marzo 2013 e tutto è ancora fermo immobile nel pantano. Continuo a credere, forse sarò ormai l’unico nella Provincia se non nel Veneto, che oggi non ci sono alternative: l’avvio del cantiere Enel per la trasformazione a carbone della centrale di Polesine Camerini potrà davvero risolvere i problemi cronici dell’economia Polesana, avviando un ciclo virtuoso che porterà uno sviluppo di cui godrà tutta la popolazione”. Nel frattempo la notizia riguardante l’archiviazione (riguardante alcuni alti dirigenti di Enel) delle accuse di abuso d’ufficio per i commissari regionali e del ministero impossibile esprimere il parere’ dell’Ambiente per la Valutazione I lavoratori: sul progetto di conversione a di impatto ambientale (Via), ha “Ci sentiamo presi carbone della Centrale di Porriacceso le polemiche. Secondo in giro, da un to Tolle, sottolineando così ‘la il Comitato lavoratori della cen- Paese che toglie gravita dell’intervento esterno’ trale le indagini hanno contribui- opportunità” della Procura di Rovigo. Nel to a far perdere tempo prezioso frattempo noi lavoratori viviaper la possibile riconversione: “Era il 2009 quando il mo i trasferimenti in altre sedi, i pre-pensionamenti si presidente della commissione ministeriale Via, Clau- avvicinano e intanto guardiamo crescere le importadio De Rose, lamentava al ministero dell’Ambiente la zioni di carbone in Italia e nel resto d’Europa, perché persistenza di ‘condizionamenti esterni che rendono le centrali a carbone sono le uniche a funzionare a
IL CASO
M
Nella foto sopra Emilio Oriboni del Consorzio Polesine, a fianco la centrale
pieno regime, nonostante la crisi. Ci sentiamo presi in giro, da un Paese che toglie opportunità invece di farle crescere”. Di recente anche il sindaco, Silvano Finotti, giunto agli sgoccioli del suo secondo e ultimo mandato, è tornato a esprimersi sul capitolo Polesine Camerini, non nascondendo un certo sconforto: “Siamo al palo e non sappiamo più in che modo fare capire ad Enel che se non partono i lavori di demolizione o manutenzione, chiuderanno consorzi ed imprese e saranno buttati i soldi delle qualifiche pretese dall’azienda energetica”.
C
hi ricorda lo spettacolare blitz di Greenpeace dalle parti della centrale Enel di Polesine Camerini? L’azione degli attivisti ambientalisti si risolse in poco più di quarantotto ore, ma a sei anni e mezzo di distanza il ricordo riecheggia ancora dentro le aule di tribunale, non fosse altro perché il procedimento contro i venticinque imputati è ancora in corso. È il caso di riassumere i fatti di quel dicembre 2006 per chi non li ricordasse: in una fredda notte di fine anno un gruppo di eco-attivisti si introdusse furtivamente nel perimetro della centrale e salì fino alla sommità della ciminiera alta 250 metri. Nelle prime ore del mattino due di loro si calarono con corde e imbragature per dipingere un enorme scritta verticale recitante “No Carbone”, mentre altri dispiegarono un grosso striscione con la dicitura “Clima Killer”, lasciando di stucco dipendenti e forze dell’ordine. Una volta terminato il lavoro, il gran finale con uno dei ragazzi a lanciarsi col paracadute dalla cima del camino. A oggi la notizia sta nell’ampliamento del capo d’accusa per i protagonisti di quella azione, in seguito alle testimonianze di tre agenti di polizia ascoltati dal pubblico ministero durante la seconda udienza del procedimento. La prima si era tenuta nel maggio 2012. Gli attivisti sono accusati di invasione di area industriale, danneggiamento e imbrattamento. Altri due testimoni chiamati dall’accusa saranno sentiti il prossimo 19 aprile, assieme a quelli nominati dalla difesa. La sentenza probabilmente entro l’estate. Al.Or.
Consiglio comunale
Bortolotti da un anno attende una copia della convenzione per la riqualificazione dell’ex zuccherificio
ancano poco meno di due mesi alla fine della legislatura a Porto Tolle e inevitabilmente partiti e movimenti stanno già facendo i conti con i preparativi per le elezioni. Il motore dell’attività amministrativa è inevitabilmente al minimo dei giri, ma nonostante questo c’è ancora chi chiede risposte alla giunta. Si tratta del capogruppo di minoranza Claudio Bortolotti che ha presentato due interpellanze che probabilmente saranno oggetto di
discussione nell’ultimo consiglio comunale prima del voto. “Si tratta – ha spiegato lo stesso Bortolotti – di domande di chiarimento su situazioni a mio parere poco limpide”. La prima si riferisce all’attività di recupero dell’evasione ICI a livello comunale, mentre la seconda ha come oggetto la controversa opera di riqualificazione dell’ex zuccherificio di via Matteotti: “A maggio 2012 avevo chiesto copia della nuova convenzione stipulata con la proprietà dell’area,
ma nonostante le sollecitazioni ancora non è stata prodotta la documentazione richiesta”. Circostanze che portano l’esponente di Rifondazione Comunista a conclusioni lapidarie: “Le mie richieste servono a dimostrare come questa amministrazione governi fino all’ultimo con arroganza e poco rispetto della minoranza, nonostante il diritto di quest’ultima di controllare l’operato della maggioranza. Serve trasparenza nell’interesse di tutti i cittadini”. Al.Or.
Claudio Bortolotti
14 Rosolina Pesca Le preoccupazioni degli acquacoltori locali
NEWS
Ancora una moria di vongole in laguna di Marinetta L
Anniversari importanti
102 candeline per Emma Vianello
Lo specchio d’acqua si sta interrando a causa dell’apporto dei sedimenti dalla bocca a mare di Albarella di Elisa Cacciatori
E
’ allarme tra gli acquacoltori locali per la vongole veraci, che sta assumendo dimensioni moria di vongole che sta interessando la la- sempre più preoccupanti. “Sono mesi – dichiara guna di Marinetta. Si tratta di un fenomeno Alfieri Baruffaldi, presidente della sezione Peche rischia di vanificare il lavoro dei produttori sca – che chiediamo alle istituzioni competenti, messi in ginocchio ancora una volta dopo la i necessari interventi di salvaguardia e di messa moria verificatasi nel 2009. Il problema è che in sicurezza della bocca a mare della laguna di Marinetta. Gli acquacoltori la laguna Marinetta si sta non possono più permetterinterrando a causa dell’ap- Dal 2009 si di veder perdute intere porto dei sedimenti dalla il problema della bocca a mare di Albarella scarsa vivificazione produzioni e, contemporaneamente, non hanno e le vongole muoiono sof- delle acque la possibilità di spostarsi focate a causa della scarsa non viene risolto in aree più vocate, poiché ossigenazione dell’acqua. Per discutere la problematica è stata convocata in Marinetta il rilascio di concessioni è bloccato una riunione d’urgenza nella sede della sezione da anni. Anche il trasferimento della propria atPesca Coldiretti di Porto Viro, cui hanno parteci- tività in Laguna di Caleri è bloccato nonostante pato i presidenti dei consorzi, delle cooperative e la delibera della Regione risalente al 2010 ed delle imprese molluschicole di Coldiretti. Ampie il successivo intervento dell’Agenzia del demaaree dello specchio d’acqua non sono più idonee nio, che invitava gli enti preposti a procedere all’allevamento e ne è prova la recente moria di al rilascio delle concessioni”. L’intenzione è di
sollecitare ancora una volta il rilascio di nuove concessioni in tutta la laguna di Caleri, la messa in sicurezza e la vivificazione della laguna di Marinetta ed il prosieguo della delimitazione delle lagune polesane per il riconoscimento della demanialità, così come è già avvenuto a Caleri, creando qualche centinaio di nuovi posti di lavoro, una possibilità di certo non trascurabile, vista la grave crisi economica ed occupazionale in atto nel Paese.
a rosolinese Emma Vianello ha soffiato su 102 candeline riconfermandosi come la signora più anziana del’intera Rosolina. Nel caldo abbraccio dei familiari, Emma è madre di sei figli, nonna di dieci nipoti e bisnonna di sedici pronipoti, la longeva signora ha festeggiato il nuovo anno di una vita trascorsa tra la dedizione al lavoro e l’amore per la famiglia. La sua ottima memoria e la salute di ferro ingannano chi, vedendola per la prima volta, mai penserebbe di trovarsi di fronte ad una donna che racconta con ricordi vividi più che mai l’esperienza della Prima guerra mondiale. Quando la Grande guerra esplose, Emma aveva infatti soli cinque anni, ma se le si chiede qualche aneddoto in merito, racconta con un’incredibile minuzia di particolari di come la sua famiglia avesse ospitato alcuni soldati sotto il proprio tetto. Ma quel che ancor più riesce a sorprendere è che la rosolinese spieghi, con un certo orgoglio, di non aver mai dovuto ricorrere a medicinali o a ricoveri ospedalieri durante la sua lunga esistenza. “Mai una pastiglia – racconta – perché come il male è arrivato, così se ne dovrà andare”. La nuora Rossana che vive col marito Gianfranco, i figli ed Emma, racconta che le prime analisi del sangue di controllo, la signora le ha fatte a 97 anni. Cresciuta in una famiglia di pescatori, dopo due anni di fidanzamento Emma si è sposata con Gelindo Bonafè, il ragazzo che quotidianamente passava davanti a casa sua per recarsi al lavoro e che proprio per questo, ha conosciuto. Grande lavoratrice nei campi, che l’hanno portata anche per un periodo in Germania, la signora negli ultimi anni ha dedicato anima e cuore alla cura dei El.Ca. famigliari accudendo i nipoti prima e i pronipoti poi.
Albergatori, agenzie immobiliari, campeggi temono la fuga dei turisti nel caso venisse applicata
Preoccupazioni per la tassa di soggiorno
T
assa di soggiorno, questa sconosciuta. Non se ne conosce l’importo effettivo, né tantomeno se e quando verrà applicata, ma sta di certo che la notizia dell’eventuale adozione dell’imposta ha destato scalpore e sconcerto tra gli operatori della località balneare di Rosolina mare. Da una parte l’amministrazione tasta il terreno e cerca di capire come sfruttare l’evenienza, dall’altra albergatori, agenzie immobiliari, campeggi, ma anche le altre attività, temono la fuga dei turisti. Nel mezzo c’è il Cob, che da agente più o meno estraneo all’applicazione diretta dell’imposta, valuta pro e contro per la località turistico balneare nella speranza che gli eventuali proventi vengano poi adoperati per opere da compiersi nel lido rosolinese. Gli agenti immobiliari che gestiscono quattordici attività nel territorio, si schierano contro la possibile decisione temendo che il target medio dei turisti, vedendo la tassa come un deterrente, scelga piuttosto le vicine mete balneari magari più appetibili e dove non viene applicata la tassa. Tra i rischi, anche la possibilità
che i turisti riducano la spesa nelle attività dislocate sul territorio, tra queste anche la scelta di preferire le spiagge libere a quelle attrezzate, a fronte della contrazione delle proprie disponibilità destinate all’imposta. Dati alla mano, gli agenti, che preferirebbero di gran lunga schivare l’immagine di esattori che verrà loro conferita quando dovranno applicare l’imposta di soggiorno, spiegano che vi già un calo del 10% sulle prenotazioni per la prossima estate e il timore è che la tassa possa influire maggiormente sulla perdita. Dello stesso avviso e crucciati da simili preoccupazioni, sono gli albergatori che guardano con inquietudine lo scenario estivo già messo a dura prova dalla crisi economica. Ad ogni modo, nel caso in cui fosse inevitabile l’applicazione, la speranza diffusa tra gli operatori prossimi all’apertura della stagione turistica è che i proventi vengano quantomeno utilizzati per opere necessarie all’ottimizzazione della località e non, come in realtà si teme, che vengano spalmati su tutto il territorio comunale. El.Ca.
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16 Taglio di Po Amministrazione Un progetto dell’assessore al turismo Alberto Fioravanti
Obiettivo recuperare il Rifugio Parco Delta del Po Con una perequazione verrà affidata la gestione in cambio della sistemazione dell’immobile
L’ostello versa in cattivo stato di conservazione e necessita di diversi lavori di ristrutturazione
di Silvia Boscaro
L
a negligenza e la noncuranza sono stati, nell’ultimo periodo, la causa della decadenza dell’ostello della gioventù Rifugio Parco Delta del Po, situato nella frazione di Gorino Sullam. La struttura, animata negli anni precedenti e capace di accogliere numerosi turisti, giovani e studenti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, si trova ora in una situazione di forte abbandono. L’assessore al turismo del Comune di Taglio di Po, Alberto Fioravanti, spiega: “L’ostello, di proprietà comunale ed in gestione, fino a pochi mesi fa, ad una ditta
Braccio di ferro
Nell’agosto 2012 si è chiusa la convenzione con i titolari della concessione esterna è composto da una sede principale “Rifugio Parco Delta del Po” con nove stanze per complessivi 54 posti letto, bagni privati e bagni comuni, un’ampia sala ristorante con cucina, un soggiorno, reception e direzione. Questa struttura versa in cattivo stato di conservazione e necessita di diversi
lavori di ristrutturazione per adeguarlo alle norme in materia di prevenzione incendi e eliminazione barriere architettoniche. Esiste anche una dipendenza “Rifugio Parco Delta del Po – La Dimora delle Nobili Famiglie”, arredato e ristrutturato nel 2005, composto da nove stanze per 23 posti letto, bagni privati e comuni e una sala per la colazione con angolo cottura, in buono stato di conservazione. Nell’agosto 2012 si è chiusa la convenzione con i titolari della concessione e la struttura è stata liberata”. “Dall’analisi condotta, - prosegue Fioravanti affiancato
Pavanello trionfa all’VIII Supermatch
U
na nuova ottima prestazione sportiva per Emanuele Pavanello, il 26enne atleta tagliolese, classe ‘86, istruttore di fitness, personal trainer e preparatore atletico, con all’attivo diversi successi che ne hanno comprovato la carriera sfolgorante iniziata nel 2004 con il Campionato Italiano Esordienti, e poi culminata con diverse vittorie a livello nazionale e mondiale. Si è svolto a Brescia, lo scorso 23 febbraio, l’VIII Supermatch, competizione di livello in-
dall’architetto comunale Paola Dian – la rimessa a norma non poteva pesare nelle tasche del Comune, data l’onerosità degli interventi necessari, ma l’obiettivo era comunque che l’ostello restasse di proprietà comunale data la sua importante funzione. Scartata l’ipotesi della vendita, si è pensato di indire una gara in cui chiederne la ristrutturazione anziché l’affitto annuale. Il
ternazionale con la presenza di atleti provenienti anche da Spagna, Svizzera, Slovacchia, Armenia, Ucraina e Moldavia. “Questa gara, - afferma Pavanello – si è rivelata molto difficile dato il livello internazionale ma soprattutto la non suddivisione classica delle categorie: difatti, normalmente gareggio nella categoria 80 kg, mentre in questa competizione, la categoria spaziava dai 75 ai 90 kg sinistra e dai 75 agli 85 kg destra. Ritengo di aver fatto una buona prestazione, considerando la gara con atleti più pesanti, classificandomi al terzo posto per la sinistra e al primo posto per la destra. Inoltre, al termine
Comune quindi lo cede temporaneamente, per un massimo di 25 anni, e gratuitamente, a fronte di interventi di messa a norma, manutenzione ordinaria, custodia dei beni immobili e mobili ed, in generale, gestione della struttura. I ricavi derivati della gestione rimarranno alla ditta affittuaria”. Ora non resta che attendere le adesioni delle ditte interessate.
della competizione, ho gareggiato in una sfida senza distinzioni di peso, per la determinazione del campione assoluto, classificandomi secondo battendo un atleta rumeno che aveva trionfato nella categoria 95 kg. L’incontro è stato davvero impegnativo e spettacolare”. Presenti al torneo anche due atleti di Porto Viro Marco Finotto e Andrea Fonso e un atleta di Rovigo Enrico Furegato, che non sono arrivati al podio nonostante l’ottima preparazione. È possibile vedere on line alcune gare disputate da Pavanello, sul sito You Tube, alla voce “braccio di ferro Pavanello”. Si.Bo.
Ripulita la torre campanaria
S
i sono conclusi recentemente i lavori di risanamento dell’antica torre campanaria in piazza Venezia a Taglio di Po. Stormi di piccioni ne avevano fatto da tempo il loro nido e l’antica torre era diventata una voliera, coperta all’interno dal guano dei volatili. Il lavoro di bonifica è avvenuto grazie all’assessore Doriano Moschini, aiutato da qualche dipendente comunale, che ha riconsegnato al paese un edificio storico finalmente dignitoso, togliendo gli escrementi all’interno, posizionando le reti protettive nelle otto arcate della cella campanaria, rendendo funzionante il portoncino e collocando una targa con i loghi del Comune di Taglio di Po, dell’Emas, dell’Ente Parco ed una fotografia scattata nel 1910, oltre ad una completa descrizione della storia della torre: “La sua costruzione, - si legge nella targa – risale al 1882 ... È uno degli edifici più antichi del paese, precedentemente erano state edificate soltanto la chiesa, un’abitazione privata, la nuova casa municipale, la casa del medico e del farmacista. La struttura è a pianta quadrata, realizzata completamente in mattoni pieni a facciavista lavorati a due teste. Le pietre furono donate dall’allora medico del paese dottor Maddalena. Ai quattro angoli sono presenti dei contrafforti … All’interno, un’intelaiatura di travi in legno grossolanamente squadrate, ... La torre presenta attualmente l’entrata principale ad ovest, … ma sul lato sud, … è presente un’apertura ad arco di mattoni tamponata, indicante l’originaria entrata alla torre. Le campane furono fuse per realizzare quelle del nuovo campanile
La sua costruzione risale al 1882, è uno degli edifici più antichi del paese completato nel 1969”. “Si è trattato di un lavoro che la torre meritava, - afferma l’assessore Moschini – al pari di quelli di restauro effettuati nel 2003 grazie a Luigi Crivellari, titolare dell’ex mobilificio Crivellari Office Forniture, che aveva sponsorizzato i lavori, quasi giunti alla fine, ma poi interrotti per problemi che ne avevano impedito la conclusione”. L’Amministrazione Comunale sta inoltre esaminando la possibilità di dotare la torre campanaria di un sistema di illuminazione ed eventualmente di realizzare al posto del giardino una piccolissima piazzetta, quasi un angolo dei ricordi per Taglio di Po. Si.Bo.
18 Taglio di Po Il caso L’amministrazione ha sbloccato la situazione
NEWS
Il Maxischermo verrà posizionato su viale Kennedy G
Scout
E’ nato il nuovo gruppo, si chiama Isole Delta del Po
Con un nuovo bando verrà affidata la gestione del traffico pubblicitario di Silvia Boscaro
P
articolarmente contrastato e spesso oggetto di del bene, gestione maxischermo e fornitura di pubbliaccesi dibattiti e critiche, il maxischermo, voluto cità con la ditta Atvision e un contratto di leasing, con dalla precedente Amministrazione Ferro e po- Monte Paschi di Siena. Con i contratti fermi da anni, sizionato fino a pochi mesi fa di fronte al municipio la ditta è stata diffidata per obbligarla a fare il suo in piazza IV novembre, non ha mai avuto vita facile, dovere, ma non c’è mai stata risposta. Un contatto dato il poco utilizzo e comunque il continuo pagamen- recente ha fatto intendere un non interesse da parte to delle rate di acquisto. Con la rimozione effettuata della stessa di proseguire con la gestione. Il contratto si nell’agosto 2012, lo schermo è stato poi temporane- è poi risolto, seguendo anche il consiglio di un legale, per loro gravi inadempimenti e coamente posizionato nel magazzimunque a seguito di una diffida”. no comunale. L’Amministrazione L’importo della rata “Il maxischermo, - specifica FioraComunale, per sbloccare tale di ammortamento vanti – sarà posizionato su viale situazione, ha quindi proposto dello schermo Kennedy e più precisamente sotto alle eventuali ditte interessate ammonta a 1200 il ponte con lo schermo rivolto la concessione della gestione euro mensili verso il centro di Taglio di Po. Tale del display: “Non era intenzione di questa Amministrazione - spiega Alberto Fioravan- posizione è stata decisa per limitare l’inquinamento ti, vicesindaco – continuare a pagare le rate restanti visivo, nel rispetto comunque del codice della strada senza poter vedere un minimo introito; difatti, per altri e in spazi comunali non privati”. La ditta vincitrice del tre anni dovremmo pagare ancora circa 1200 euro al bando, il cui procedimento si concluderà entro fine mese”. “In essere, - spiega la segretaria comunale marzo, oltre ad avere interesse all’attività di gestioEmanuela Finesso - ci sono due contratti con la ditta ne, valorizzazione del bene mediante l’attivazione di che precedentemente gestiva il tutto: uno di fornitura servizi pubblicitari e di promozione del territorio, avrà
Fino a qualche mese fa il maxischermo era stato collocato di fronte al municipio in piazza IV novembre la totale gestione dello schermo e l’acquisizione dei proventi derivanti dall’attività pubblicitaria (una parte dell’introito andrà comunque al Comune di Taglio di Po). “Proveremo ad incassare qualcosa, - spiega infine Fioravanti – più che altro per diminuire il peso della rata mensile. Specifico che non c’è assolutamente un guadagno ma una riduzione delle spese. Ovviamente il Comune e le associazioni avranno un proprio spazio per i propri eventi”.
rande festa per i gruppi Scout Agesci di Taglio di Po e Porto Tolle, fusi ufficialmente per formare un gruppo unico, sebbene negli ultimi quattro anni, le attività, i campi di formazione e l’organizzazione generale degli eventi era divenuta un tutt’uno tra i due gruppi. L’ufficializzazione è avvenuta in occasione dell’anniversario della nascita del fondatore scout, l’inglese Baden Powell, domenica 24 febbraio, presso il Museo Regionale della Bonifica di Cà Vendramin. Dopo i giochi del mattino è seguito un momento emozionante con il ricordo della nascita dei due gruppi e degli eventi che hanno caratterizzato l’intera storia. Dopo il pranzo, è stata celebrata la Santa Messa presieduta da don Alberto Ferro, padre Adriano Contran e padre Giovanni Vicentini. Presenti i genitori dei ragazzi oltre a numerosi capi scout di oggi e del passato. Al termine, con una toccante cerimonia, i capi hanno sostituito i due fazzolettoni, diversi finora per i due gruppi, con uno nuovo, unico per tutti e creato con i toni del rosso sacrificio, bianco e blu. E’ stato poi il turno delle promesse per i nuovi esploratori e guide e per il rinnovo di tutti gli scout presenti. Particolarmente toccante il ricordo finale per gli amici scout scomparsi appartenenti ai due gruppi. Il neonato gruppo si chiamerà Isole Delta del Po e sarà composto da 14 capi, 26 lupetti, 27 esploratori (branca Si.Bo. Reparto) e 16 guide (branca Rover e Scolte).
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Società 19 Salute E’ partito il progetto “C’era una volta… e poi vissero sani e contenti”
La lotta al fumo inizia in classe di Melania Ruggini
Nel Basso Polesine circa la metà dei ragazzi quindicenni fuma occasionalmente nel Bassopolesine circa la metà dei ragazzi quindicenni fuma occasionalmente, mentre il 20% invece fuma abitualmente. All’evidente aumento potrebbe contribuire la sigaretta elettronica che, commercializzata come strumento per smettere di fumare, potrebbe attrarre proprio i più giovani affascinati dall’uso di questo prodotto di tendenza. Si inizia, infatti, a fumare per sentirsi più grandi ma per finire poi col diventarne dipendenti. Tra le azioni di prevenzione più efficaci per evitare o ritardare l’inizio al fumo, suggerite dall’Organizzazione mondiale della sanità, c’è quella di sensibilizzare i giovani sin da piccoli in modo che acquisiscano quelle abilità di vita necessarie a resistere alle pressioni negative dei pari e alle situazioni di rischio. A questo obiettivo mira proprio il progetto “C’era una volta… e poi vissero sani e contenti”.
L’iniziativa promossa dall’Ulss 19 ha coinvolto circa duecento bambini di quarta e quinta elementare All’evidente aumento potrebbe contribuire la sigaretta elettronica
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el Bassopolesine sono già 13 le scuole libere dal fumo, dalle primarie alle medie superiori. La prevenzione al fumo inizia proprio da piccoli: questa importante verità è stata fatta propria dall’Ulss 19, tramite il Dipartimento per le dipendenze. E’ partito infatti il progetto “C’era una volta… e poi vissero sani e contenti” finalizzato a sviluppare le abilità di vita necessarie per proteggersi da stili di vita a rischio per la salute, quali la dipendenza dal fumo. In quest’anno scolastico l’iniziativa coinvolge circa duecento bambini di quarta e quinta elementare degli istituti comprensivi di Porto Viro, Loreo, Adria Uno e Adria Due, per affrontare, con attività mirate, diversi temi, dal rapporto con i genitori e con i propri amici, alle pressioni sociali verso il consumo di alcol e sigarette. Assieme agli insegnanti, che partecipano attivamente al progetto, vengono coinvolti anche i genitori dei bambini mediante incontri di sensibilizzazione e informazione finalizzati a diffondere la cultura degli ambienti, quali case e scuole, liberi dal fumo. Il coinvolgimento dei genitori ha lo scopo di mantenere la continuità educativa offrendo inoltre, a chi fuma, la possibilità di accedere all’ambulatorio per smettere di fumare, un servizio dell’Ulss 19 che realizza trattamenti di disassuefazione per tutti quei fumatori che non riescono a smettere da soli. Purtroppo la dipendenza dalla sigaretta è una piaga che affligge la provincia di Rovigo. Una recente indagine europea sugli stili di vita dei ragazzi ha evidenziato che
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Nemmeno la crisi ferma i fumatori. in calo la sigaretta tra le donne
L
’indagine Doxa, commissionata dall’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, ha scattato un a fotografia del rapporto tra gli italiani e il fumo di tabacco. Questi alcuni dei dati più significativi presentati nel corso del XIV Convegno nazionale sul tabagismo e SSN, alla presenza del Ministro della salute Renato Balduzzi.Diminuiscono in Italia i fumatori: nel 2011 erano il 22,7% della popolazione che ha più di 15 anni, nel 2012 ne rappresentano il 20,8% per un totale di 10,8 milioni di persone. Un calo quindi di quasi 2 punti percentuali, con un picco in discesa per le fumatrici, diminuite di 2,4 punti percentuali. Fumano in media 13 sigarette al giorno - un trend anche questo in discesa - per un totale di 140 milioni di sigarette ‘bruciate’ quotidianamente in tutto il Paese. Una flessione analoga si registra anche nelle vendite complessive del tabacco (-1,8% nel 2011 rispetto al 2010) a scapito soprattutto delle marche più costose. Tuttavia, nonostante la crisi economica, il 76,2% di coloro che continuano a fumare non ha cambiato le sue abitudini, si sente in buona salute – e per questo non pensa di smettere - e le sigarette sono al penultimo posto della lista di cose a cui si rinuncia per effetto appunto della crisi. E se diminuisce comunque la vendita delle sigarette, aumenta però di due volte quelle del tabacco sfuso. Così l’8,5% degli italiani, soprattutto tra i giovani, costruisce a mano la sigaretta riuscendo a risparmiare circa la metà del costo (nel 2011 il consumo dei cosiddetti “trinciati” era del 3,4%). Me.Ru.
20 Cultura Letteratura Il celebre speaker ha dato alle stampe il suo primo libro
De Grandis, in veste di scrittore con “Tanto è lo stesso” Basato su una storia vera, l’autore offre la possibilità di un riscatto a coloro che per sufficienza lasciano correre le cose di Elisa Cacciatori
C
hi non conosce Paolo De Grandis, lo speaker del mattino di Delta Radio, il presentatore delle serate che accolgono sfilate e spettacoli estivi nelle piazze del nord-est e, fino a qualche tempo fa, il vocalist che animava le nottate nelle discoteche? Una figura eclettica che nel tempo ha di certo saputo reinventarsi e che oggi si riscopre nelle nuove vesti di scrittore con le 50 pagine di “Tanto è lo stesso”. Prendendo come spunto la stessa frase che si pronuncia quando si decide di lasciar correre e di non dar peso a qualcosa che a prima vista la nostra attenzione l’aveva catturata. De Grandis decide invece di dare al protagonista la possibilità di riscattarsi. “Il libro è basato su una storia vera – racconta De Grandis - nell’estate 2006 mi trovai nel bel mezzo di un incidente (senza conseguenze per gli automobilisti) in cui si rovesciò un camion pieno di...galline, una di questa mi passò accanto: aveva un’ala spezzata e camminava senza sapere dove andare... Mi sembrò di vedere un bambino indifeso. Le soluzioni furono due: la più complicata (prenderla con me, portarla da un veterinario e liberarla..ma dove??) e la più
Il titolo del libro è anche quello di una canzone dei Motel Siffredi liveband semplice..andarmene via. Scelsi questa. Sbagliai”. Per promuovere il libro, l’autore ha organizzato una formula del tutto nuova di interpretazione attraversando l’intero Polesine, ma approfittando anche di qualche serata fuori regione. Oltre ad un presentatore, De Grandis porta sempre con se due pittrici, Gabriella Dumas e Margherita Rancura, con le loro opere ispirate al titolo e alle storie del libro. Con loro anche i Motel Siffredi liveband che interpretano unplugged, la canzone “Tanto è lo stesso” con la proiezione del video postato su YouTube in quello che, complessivamente, è uno spettacolo della durata di un’ora. “La formula degli incontri è una sorta di 3D – considera De Grandis - letteratura, pittura e musica, con Gabriella Dumas Burgato e Margherita Rancura a presentare
Paolo De Grandis, lo speaker del mattino di Delta Radio
Già al lavoro per un secondo romanzo, questa volta un thriller i loro quadri, le loro opere ispirate al libro, e i Motel Siffredi che, zigzagando tra i loro impegni, presentano il brano dal titolo “Tanto è lo stesso” scritto da me e da Gianluca Casazza negli incontri che sino ad ora ho tenuto in giro per le province di Rovigo, Venezia e Padova, ma anche a Roma, Bologna, Mantova, Merano e Torino”. Nelle nuove vesti Paolo De Grandis si trova parecchio a suo agio e non intende cambiare direzione. A quanto pare, infatti, sta lavorando al suo secondo lavoro da scrittore. “Sto scrivendo un secondo romanzo – chiude – ma questa volta sarà un thrilling ambientato tra Roma e Bologna, con puntatine a Vicenza e Modena. Il titolo top secret. Uscita probabile: 31 ottobre 2013”.
Poesia Da Napa di Mario Naia
As-semo tornà da Ivo e la signora Ernesta per far na bela festa e gustar la cacciagione giusta e adatta a la stagione in compagnia de do grasiose done dal semplice soriso vissin al Bersaliere Moretto Iso: la giornalista di Ferro signora Guendalina assieme a la nostra Olga pensionata maestrina. E di questa afetuosa presensa as semo onorati e contenti perché la porta alegria e tien luntan la malinconia.
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Lo
Sport in primo piano
Automobilismo
Luise vince la settima edizione del Ronde Valtiberina
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l pilota adriese Matteo Luise, alla guida della Renault Clio super 1600 ha vinto la settima edizione del Ronde Valtiberina, quarto appuntamento del Challenge Csai Raceday Ronde Terra, a Sansepolcro in provincia di Arezzo. Il portacolori del team Pascoli – PR Group ha vinto tutti e quattro i passaggi della prova speciale “Cerbaiolo” portando quindi la Renault Clio Super 1600 alla vittoria di classe. “E’ stata una gara molto dura e selettiva – racconta Matteo Luise – ma questa vittoria ci dà molta fiducia perchè le ultime apparizioni, seppur non avessero fiaccato il nostro morale, di certo non potevano renderci felici”. Un primato netto per l’adriese, affiancato dal copilota Daniel Taufer, con l’unico vero rivale Landini costretto ad alzare bandiera bianca per un’uscita di strada nel tentativo di mantenere il passo del leader. L’unica nota dolente nella trasferta aretina proviene dalla classifica di campionato riservata alle vetture due ruote motrici che, anche in questa occasione, ha visto primeggiare il giovane Marchioro alla guida di una Renault Clio R3. In questa ottica Luise giunge secondo chiudendo quasi definitivamente la partita per la rincorsa al titolo tra le vetture a trazione anteriore. “E’ davvero un peccato – aggiunge Luise – che i primi round della serie siano stati così difficili per noi. Oramai Marchioro detiene saldamente la testa del campionato. Possiamo solamente ambire alla seconda posizione cercando di ottenere un’altra buona prestazione al Ronde Liburna che chiuderà di fatto il challenge.” Cr.Ag.
Nuoto, campionati interregionali di Lignano
Al team adriese: 3 titoli e 13 medaglie
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re titoli regionali e ben tredici medaglie è il bottino dei master dell’Adria Nuoto che hanno partecipato, a Lignano Sabbiadoro, ai campionati interregionali master di nuoto. La manifestazione ha registrato un grande successo di partecipanti, con un record di iscrizioni (1175 atleti) e con 246 staffette. Alta la percentuale di nuotatori under 25 e M 25 che ha determinato un notevole innalzamento del livello medio agonistico. A conferma di ciò si segnalano 5 nuovi record italiani e uno europeo stabiliti nelle gare individuali e nelle staffette. In particolare, il record europeo è stato ottenuto nella staffetta 4 x 50 mista, categoria M100-119, dagli atleti della società Gymnasium Spilimbergo: Marian Alessandro (27”53 a dorso), Cecchin Mirko (29”06 a rana), Bonistalli Simone (26”47 a delfino), Sacilotto Marco (24”62 a stile libero). Anche gli atleti della società Adria Nuoto Master, allenati dal coach Marco Piva, si sono contraddistinti in questa manifestazione sportiva di elevato livello tecnico-agonistico, conquistando tredici medaglie, tra cui tre titoli di campione regionale, nelle seguenti specia-
lità: 100 stile libero, categoria M30: 1° Ilaria Crepaldi, categoria M55: 3° Paola Guerrini, categoria M60: 2° Dino Barboni; 800 stile libero, cat. M45: 3° Bruno Mantovan; cat. M50 3° a pari merito Michele Capanna e Riccardo Sciuto; 1500 stile libero, cat. M50: 3° Riccardo Sciuto; 200 Rana: cat. U25: 1° Giulia Benazzi, cat. M45: 2° Beatrice Guerzoni; 200 dorso, cat. U25: 3° Giulia Benazzi; cat. M45: 2° Beatrice Guerzoni; cat. M55 2° Bruno Roccato; 50 delfino, cat. M60: 1° Dino Barboni. Una bella soddisfazione, quindi per i master adriese che, anche se ottengono spesso ottimi risultati, gli obiettivi cronometrici non sono i soli ricercati dai nuotatori master; il loro scopo principale è quello di praticare un’attività sportiva benefica per la propria salute, in compagnia di amici che condividono la stessa passione. Cr.Ag.
Calcio Le squadre del delta impegnate nei rispettivi campionati
Il Delta in lotta per la promozione di Alessandro Orlandin
I
n questo primo scorcio di 2013 a recitare la parte del protagonista nei campionati calcistici del Delta è stato il maltempo: pioggia e neve hanno condizionato in maniera significativa i vari campionati, costringendo le squadre a rinvii o a partite in condizioni non certamente ideali. Questo comunque non ci impedisce di procedere con la consueta carrellata sulla situazione nei rispettivi gironi di competenza. Come di consueto si parte dalla cima, ovvero dal girone C di Serie D dove il Delta Porto Tolle è in piena lotta per guadagnarsi una storica promozione tra i professionisti. Al momento di andare in stampa la squadra di mister Zuccarin è seconda in classifica a soli due punti dalla capolista Sambonifacese, peraltro sconfitta nello scontro diretto di febbraio. La corsa per la Seconda Divisione comprende anche Real Vicenza e Virtus Vecomp, praticamente appaiate ai biancoblu. Il calendario però è favorevole, si annuncia un finale di stagione estremamente emozionante. Due gradini più sotto, in Promozione, Scardovari e Porto Viro conducono un
Un momento di esultanza della compagine bianco-blu (quasi) tranquillo campionato di metà classifica. I gialloblu di mister Maistrello vengono da un mese positivo, con otto punti in quattro partite e con solide prospettive di salvezza a meno di clamorosi cali di tensione. A due punti dai pescatori naviga la compagine di mister Anali, il terzo allenatore in stagione per i rossoverdi. Squadra che continua a dimostrarsi imprevedibile, capace di mettere insieme grandi vittorie e clamorose sconfitte. In Prima Categoria c’è chi sorride e chi invece guarda al presente con una certa preoccupazione. Nel primo caso troviamo il Loreo, secondo in classifica e lanciato
all’inseguimento della Fiessese distante solo tre punti. L’undici di Augusti è quello che ha subito meno sconfitte nel girone. Decisamente più preoccupante la situazione a Taglio di Po, dove i giallorossi rischiano grosso: i ragazzi di Gregnanin sono impantanati in piena zona playout dopo un mese assolutamente orribile con un punto raccolto in quattro partite. Nel girone H di Seconda Categoria i Blucerchiati di mister Bortolotti sono in corsa per i playoff dopo un inizio di campionato problematico: sesto posto a quota trentatre.
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VIAGGIO IN
PROVINCIA ROVIGO
Società I servizi di domani in una provincia sempre più vecchia
Riflessione sull’età della popolazione
Mantovani: “Le case di riposo devono ripensare il loro ruolo e aprirsi ai servizi domiciliari”
S
i è riflettuto sull’età della popolazione in Provincia. I dati diffusi qualche settimana fa dall’ufficio Statistica di Palazzo Celio, del resto, non lasciano scampo, tra le sette province venete è il rodigino a detenere la media più elevata. Nella sezione dedicata all’indice di vecchiaia, il rapporto percentuale tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 14, Rovigo occupa il primo posto con l’indice più elevato 203,2%; ciò significa che per ogni persona con meno di 14 anni ce ne sono 2 con più di 65 anni. Un primato non certo incoraggiante ma che il Rapporto della Fondazione Emanuela Zancan aveva già messo in evidenza lo scorso ottobre in occasione degli appuntamenti dedicati al mese dell’anziano. Anche dai grafici riportati nello specifico dello studio condotto, risulta che la piramide dell’età, che in genere dovrebbe avere una forma appunto piramidale con una larga base costituita dai nuovi nati e un vertice che con l’avanzare dell’età si assottiglia per effetto della mortalità, nel rodigino ha invece la forma di una botte. Come si desume nella foto in alto è la fascia di età tra i 40 e i 49 anni ad essere la preponderante. Se la tendenza di bassa natalità dovesse mantenersi invariata anche per i prossimi anni la piramide risulterà rovesciata. “Di per se – viene commentato nel rapporto – l’invecchiamento non è un fenomeno negativo, visto che è il risultato di un continuo miglioramento delle condizioni di vita delle persone. Non si può negare tuttavia che l’invecchiamento della società non comporti un aumento della domanda di assistenza sanitaria e sociale e della spesa per i servizi di lungo degenza”. Questo è il punto che interessa anche all’assessore alle Politiche Sociali di Palazzo Celio, Marinella Mantovani che nelle scorse settimane ha dato avvio ad una riflessione che riguarderà l’intero territorio. Lo scorso 21 febbraio infatti sono stati invitati a Palazzo Celio tutte le istituzioni, associazioni, enti e strutture che si occupano di non autosufficienza e sono stati attivati tre i gruppi di lavoro coordinati da tecnici della Fondazione Emanuela Zancan. “L’analisi demografica del nostro Polesine – spiega l’assessore Mantovani- evidenzia una situazione estremamente critica.
L’indice di vecchiaia in provincia di Rovigo ha un valore particolarmente elevato (199 anziani ogni 100 giovani) rispetto alla media regionale (140) e nazionale (144). Le riflessioni che dobbiamo fare vertono su alcuni aspetti: il nuovo contesto di crisi economica ha rivalutato il ruolo della famiglia, negli anni del boom economico la cura degli anziani non autosufficienti era affidata alle case di riposo. Da due anni circa gli anziani rimangono in casa per ragioni economiche, infatti l’assegno di cura, che arriva con notevole ritardo, soccombe alle minori o mancanti entrate di stipendi da lavoro e le rette delle case di riposo stanno diventando troppo onerose. Le case di riposo devono ripensare il loro ruolo, devono aprirsi al territorio con nuovi servizi domiciliari che vanno proprio incontro alle persone curate in case. La programmazione sociale della cura delle persone non autosufficienti deve essere coordinata e concertata con la programmazione sanitaria, una persona assistita in casa costa 1/3 rispetto al ricovero in casa di riposo e 1/10 rispetto all’ospedale. Questo deve spingere la politica a rivedere le risorse spese per le persone anziane e a sostenere le famiglie che più di tutti sono occupate nell’assistenza domiciliare. Un ulteriore fattore negativo è il forte calo delle nascite che inizierà a farsi sentire, con una conseguente forte diminuzione delle risorse familiari a disposizione dei nuovi anziani. Di fronte a questi scenari rispetto alla non autosufficienza il sistema di offerta dei servizi pubblici del Polesine, così com’è oggi, è in grado di reggere e di rispondere a un aumento di almeno il 30% delle persone non autosufficienti stimato per il 2020? Come portavoce di queste esigenze e problematiche il 18 marzo, nella sede della Provincia, tutti gli attori sociali che gravitano attorno agli anziani non autosufficienti, si incontreranno con la Va commissione consigliare Regionale, col Presidente Leonardo Padrin. In quell’occasione auspico che la consapevolezza di un cambiamento si trasformi in atti concreti di risoluzione delle sofferenze che le famiglie si trovano quotidianamente ad affrontare, perchè la sofferenza non può più aspettare una politica fuori tempo massimo”.
Il grafico mostra come sia la fascia di età tra i 40 e i 49 anni ad essere preponderante Elezioni amministrative
porto tolle e trecenta al Voto
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inito lo spoglio delle schede votate per l’elezione del nuovo Parlamento italiano, all’orizzonte ora si profilano le elezioni amministrative. Sono solamente due i comuni polesani che il prossimo 26 e 27 maggio andranno al voto per il rinnovo del Consiglio comunale. Il quinquennio sta infatti per scadere per il primo cittadino di Porto Tolle, Silvano Finotti, al secondo mandato e quindi non più ricandidabile e per Antonio Laruccia che invece ha perso la sua maggioranza. A Trecenta infatti il consiglio è stato eletto solo lo scorso anno ma è finito commissariato qualche settimana fa a causa delle dimissioni in blocco della maggioranza, in quanto in precedenza una sentenza di primo grado del tribunale aveva dichiarato ineleggibile il primo cittadino. La denuncia era partita già al momento Nelle foto i due dell’elezione del sindaco da parte del suo contendente alla municipi dove in carica, Guglielmo Brusco, e da Genny Azzolini in quanto al primavera verrà momento della sua candidatura Laruccia risultava occupare rinnovato il ancora la poltrona del vicepresidente del Consorzio Rsu, ente consiglio comunale preposto allo smaltimento in Polesine dei rifiuti solidi urbani. Ad ottobre la sentenza del tribunale dava ragione ai due firmatari dell’esposto alla Procura e qualche settimana fa risale l’epilogo dell’intera maggioranza convinta che il ritorno alle urne sia l’unica iniziativa possibile per restituire al comune di Trecenta una guida stabile in municipio. “Il ricorso alla Corte d’appello e l’eventuale terzo grado di giudizio in Cassazione – hanno spiegato i consiglieri dimissionari in una lettera rivolta ai cittadini - avrebbe prorogato oltre misura il tempo dell’incertezza ingessando l’attività amministrativa dell’ente.
MONICA MORO LA PIÙ RICCA DI PALAZZO CELIO
ROSSI PRENDE IL POSTO DELLA PELLEGRINI
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’ stato recentemente pubblicato il bollettino predisposto dalla Direzione generale sullo stato patrimoniale degli amministratori di palazzo Celio, relativo all’anno 2011. Come previsto dalla legge 411 del 1982 e dal regolamento di funzionamento del consiglio sono stati resi noti i redditi di assessori e consiglieri provinciali. Dalla rilevazione degli scorsi anni gli importi si discostano leggermente verso l’alto e il consigliere più ricco è risultato essere ancora il medico Monica Moro con 100.845 euro di reddito complessivo, non se la passa male nemmeno Filippo Carlin in virtù dei suoi 83.920 euro di guadagni seguito ad una certa distanza da Angelo Sivier, 71,111 euro. Nella fascia tra i 60 e i 70 mila euro annui si collocano nell’ordine: Franco Grotto, 69.866 euro; Claudio Marzolla, 69.777 euro, l’assessore Giuliana Gulmanelli, 67.804 euro, Giuseppe Boscolo, 66.364 euro e l’assessore Claudio Ballan con 66.125 euro annui. Mentre al di sotto si colloca la presidente Tiziana Virgili con 58.948 euro. 43.442 euro annui per il vicepresidente Guglielmo Brusco e 38.584 per l’assessore Laura Negri. Chiudono la classifica i consiglieri della Lega con Stefano Falconi che ha dichiarato 4.764 euro e il segretario del Carroccio Antonello Contiero con 2.123 euro.
vvicendamento tra i banchi di Palazzo Celio. Il consigliere dell’Idv Laura Pellegrini in totale disaccordo con le scelte messe in campo dalla segreteria nazionale ha abbandonato il partito e anche il posto conquistato in consiglio provinciale. Un gesto che è stato apprezzato dal coordinatore regionale, Gennaro Marotta, tanto da sottolinearne la correttezza. “In questo frangente, in cui molti scappano con le sedie attaccate al sedere – ha commentato il coordinatore – voglio sottolineare invece l’onestà etica e politica di Laura Pellegrini che, pur non volendo più far parte del partito, ha dato le dimissioni non solo da IdV, ma anche dal posto di consigliere provinciale permettendo, con la sua correttezza e sensibilità, l’ingresso in consiglio provinciale di Rovigo proprio al neo coordinatore IdV”. Infatti il suo posto è stato preso da Tommaso Rossi che dal 9 gennaio di quest’anno ha assunto anche la carica di coordinatore provinciale dell’Idv. Il neo consigliere è nato a Rovigo il 26.10.1977 ma risiede ad Adria, laureato in legge all’università di Bologna nel 2002 esercita la professione di avvocato, sia in ambito civile che penale, con recapito professionale a Rosolina.
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Spazi aperti 27 23 Infrastrutture Realizzate due nuove conche a Cavanella d’Adige
Idrovia finalmente europea Anche le navi di V classe potranno solcare i 130 km di asta fluviale che vanno dai laghi mantovani fino a Venezia. Zanellato: “Grande risultato ma ci sono ancora molti problemi” di Denise Formigaro
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opo quasi 70 anni dai primi progetti, l’idrovia Fissero- centro dell’Europa”. Ma questo non è l’unico vantaggio che il Polesine offre: Tartato-Canalbianco diventa europea. Questo significa che anche le navi di V° classe, quelle cioè, che posso- “Nel nostro territorio – continua Zanellato – le navi percorrono portare un carico equivalente a 50 Tir potranno solcare no la tratta con una minor resistenza dell’acqua in quanto la i 130 km di asta fluviale che vanno dai laghi mantovani corrente è meno forte permettendo così un minor consumo fino a Venezia. Con la realizzazione delle due conche a di carburante”. Però ci sono anche moltissimi problemi da risolvere per rendere efficiente il sisteCavanella d’Adige, progetto alla ma di navigazione fluviale: “Manca in quale la Regione ha partecipato con A Rosolina Polesine un sistema integrato che peruno stanziamento di 29,6 milioni di e ad Arquà due metta di offrire una struttura logistica euro, è stata reso possibile alle navi ponti troppo bassi veloce alle navi che attraccano. di attraversare un incrocio tra due per permettere Si sta pensando, infatti, alla reacorsi d’acqua (l’Adige e il canale Po- il passaggio delle navi lizzazione di un porto offshore che sia Brontolo) che hanno livelli differenti. “Questa è un’opportunità non solo per il Polesine, ma in grado di scaricare e far ripartire le navi in breve tempo. anche per tutta l’Europa – ha affermato il presidente del Ma tutto questo non basterà se tutte le provincie e le regioni Consvipo Angelo Zanellato– visto che abbiamo la pos- interessate dalla tratta non si uniranno per offrire i servizi sibilità di gestire l’area Adriatica. Ora le navi commerciali necessari a queste chiatte”. I problemi non si fermano alle mancanze infrastruttuche devono trasportare le merci in Europa sono costrette ad attraccare al porto di Rotterdam. Con questa nuova opera rali: “Ci sono due ponti a Rosolina e ad Arquà Polesine che potremmo creare un’autostrada fluviale che parte dal Pole- sono troppo bassi per permettere il passaggio delle navi più sine, passa da Mantova, Cremona e Milano per arrivare al grandi. Sistemi territoriali ha già pianificato e stanziato i fon-
AGLIO BIANCO POLESANO DOP A CONFRONTO
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arlare di agricoltura polesana, non vuol dire solo assaporare prodotti di tradizione e passione, ma anche d’innovazione e crescita. Tutti questi ingredienti mescolati assieme portano a derrate alimentari un territorio ricco e fertile in grado di dar vita ad articoli marchiati Dop e Igp come l’insalata di Lusia e l’aglio bianco Polesano. Ma qual è il reale valore aggiunto che questi marchi donano ai prodotti? Cosa si può fare per migliorare la visibilità del prodotto e di conseguenza del territorio? Queste domande trovano risposta interpellando tutta la filiera produttiva, ovvero produttori, distributori e consumatori, in un convegno dal titolo “Essere Dop: attese e prospettive… la filiera dell’Aglio Bianco Polesano Dop a confronto”. “Essere dop cosa significa?” Domanda il professor Corrado Giacomini docente alla facoltà di economia agraria dell’università di Parma. “Innanzitutto per avere questa certificazione il prodotto deve avere una certa specificità, ovvero essere facilmente distinguibile dagli altri. Per quando riguarda l’aglio polesano le differenze con l’aglio proveniente da altre zone sono il sapore, l’aroma e la maggior conservabilità. Una volta appurate queste caratteristiche bisogna avere un mercato di riferimento, in questo caso quello culinario. E infine, perché il prodotto possa beneficiare appieno del valore aggiunto attribuitogli dalla certificazione, è necessario realizzare un’azione collettiva. Questo vuol dire unire tutta la filiera sotto un’unica direzione. Non ci devono essere singole aziende che producono l’aglio polesano, ognuna con il proprio nome. Ma una sola grande impresa con una denominazione comune. Così si gestisce meglio il mercato e si migliora la performance d’impresa. Un esem-
pio famoso è quello di Melinda: il successo sta nell’avere una strategia di branding unitaria e di aver unito l’intera la filiera. Ricordiamoci sempre che la certificazione di qualità non crea l’affermazione del prodotto, ma è la marca come fattore psicologico e un’efficace comunicazione a favorirne il successo”. Perciò, i problemi principali del Polesine sono principalmente due: l’individualismo e la comunicazione del prodotto come sottolinea anche Claudio Gamberini, responsabile dell’ufficio acquisti ortofrutta Conad Italia: “Conad ha creato il marchio Sapori e Dintorni che raccoglie i prodotti di nicchia dei territori italiani. Abbiamo in programma di inserire anche l’aglio bianco in questo tipologia di articoli. Anche se ci troveremo ad affrontare alcuni problemi: l’aglio di Voghiera ha delle caratteristiche molto simili a quello polesano. Noi auspichiamo che ci sia un’unione di marchio tra tutti quei prodotti che hanno caratteristiche simili per evitare spiacevoli esclusioni dal mercato. Un altro problema è la scarsa conoscenza da parte dei consumatori del prodotto: serve più comunicazione”. Un organismo che potrebbe fare da trait d’union tra le varie aziende è il Consorzio di tutela dell’Aglio Bianco polesano DOP: “Il nostro progetto -racconta il presidente Massimiliano Tovo- è quello di posizionare il prodotto sul mercato, in modo tale che il consumatore possa trovarlo e poi di creare una comunicazione per farlo conoscere. Abbiamo però pochi fondi per fare ciò e prima dobbiamo pensare a creare collaborazione e sinergia tra tutta la filiera. Solo così potremmo creare un brand vincente e una comunicazione efficace per vendere il nostro prodotto”. De.Fo.
A sinistra la planimetria con l’intervento realizzato a Cavanella d’Adige e in alto un dettaglio dell’impianto (fonte: www.veronaeconomia.it)
di per creare un ponte levatoio a cui, però, le Ferrovie dello stato si oppongono”. Insomma, nonostante il traguardo raggiunto con la realizzazione di queste due conche, c’è molto ancora da fare per rendere veramente funzionale il sistema fluviale polesano. Soprattutto se si vuol far conoscere il nostro territorio
al mondo: “Sarebbe proficuo –conclude Zanellato– poter presentare all’Expo 2015 di Milano, un’offerta turistica lungo queste aste fluviali a tutto il mondo. Così come sarebbe interessante offrire ai nuovi paesi emergenti, quali Russia, Cina e India, un trasporto via nave molto più veloce di com’è ora per far arrivare anche i nostri prodotti agricoli”.
28 Mondo scuola
Mondo scuola 25
Leggere Dalla scuola d’infanzia alla scuola secondaria di primo grado
Fino ad aprile “Libri infiniti”
77 gli appuntamenti. Per i più grandi incontri con gli scrittori della letteratura per ragazzi mentre per i più piccoli letture animate di Mattia De Poli
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allo scorso febbraio fino al prossimo 18 aprile circa 3100 bambini e ragazzi di 60 istituti polesani, dalla scuola d’infanzia alla scuola secondaria di primo grado, sono coinvolti nell’iniziativa “Libri infiniti”: da Porto Tolle a Bergantino, sono previsti 77 appuntamenti. Per i più grandi sono stati organizzati degli incontri con alcuni scrittori tra i più attivi e apprezzati nel panorama della letteratura per ragazzi: Enzo Carabba, David Conati ed Emanuela Da Ros, oltre a Stefano Bordiglioni e Maria
neWs
Loretta Giraldo, che sono ormai presenze costanti dell’iniziativa. Per i bambini della scuola d’infanzia, invece, sono previsti dei laboratori di lettura, legati al progetto nazionale “Nati per leggere” e diretti da esperte operatrici come Silvia Fiocco, Giovanna Gazzi e Sandra Trambaioli. Grazie alle attività in calendario, “Libri infiniti” si propone come un progetto di promozione della lettura, che da anni la Provincia di Rovigo promuove con successo. Attualmente il Sistema bibliotecario provinciale è collegato anche a quattro
Nel calendario anche la mostra di illustrazione per l’infanzia “Castelli per aria” diverse realtà scolastiche: le biblioteche del Conservatorio “A. Buzzolla” di Adria, degli istituti “De Amicis” e “Marco Polo” e del liceo “Paleocapa” di Rovigo. Ma l’ultimo report relativo all’attività delle biblioteche polesane, risalente al 2010, segnala la
presenza di ulteriori biblioteche presso i licei “Galilei” di Adria, “Balzan” di Badia e “Celio” di Rovigo. Tutti questi istituti da soli, senza considerare le biblioteche presenti in quasi tutte le altre realtà a cominciare dalla scuola primaria, nel 2010 disponevano di un patrimonio librario di oltre 15 mila volumi. L’assessore provinciale alla cultura, Laura Negri, ha sottolineato che la nona edizione di “Libri infiniti” è stata resa possibile grazie alla sinergia di operatori culturali, bibliotecari, insegnanti, nella convinzione che la lettu-
ra sia uno strumento di crescita personale indispensabile. L’iniziativa è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cariparo e alla collaborazione della Fondazione Aida, di Alberto Brigo editore e dell’associazione Movimentis. Nel calendario di “Libri infiniti” è stata inserita anche la mostra itinerante di illustrazione per l’infanzia “Castelli per aria”, che dal 6 al 14 aprile sarà ospitata dal comune di Castelguglielmo.
“un campione a scuola”
QuanDo lo sport È anche materia DiDattica
A
nche quest’anno l’Amministrazione provinciale, in collaborazione con il Panathlon, ha promosso l’iniziativa “Un campione a scuola”, che ha visto il coinvolgimento di due scuole primarie e quattordici scuole secondarie di primo grado del Polesine. Gli studenti hanno incontrato alcuni giocatori della squadra di rugby FemiCz Rovigo Delta e tredici atleti di discipline diverse: nuoto, automobilismo,
motociclismo ma anche baseball, golf, motonautica e pattinaggio artistico. Leonardo Raito, assessore provinciale allo sport e all’istruzione, ha sottolineato la volontà di far conoscere ai ragazzi anche discipline sportive generalmente considerate “minori” perché non trovano spazio sui media nazionali. I campioni polesani hanno richiamato l’attenzione sui valori che lo sport contribuisce a promuovere: la pratica
sportiva è un’occasione importante per la formazione delle persone e soprattutto dei giovani, che guardano gli atleti come modelli da seguire ed imitare. In uno degli incontri conclusivi Andrea Scanavacca, icona del rugby locale e nazionale, ha ricordato che fare sport fa bene alla salute, aiuta a costruire rapporti di amicizia solidi e insegna a rispettare M.D.P. le regole, in campo ma anche fuori.
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30 26 Personaggio Arianna Faggion Si diverte a creare torte. Un giorno vorrebbe diventare pasticcera
Cake designer per hobby aspettando la professione Dalla scoperta delle colla di pesce alla consapevolezza di avere del talento per la decorazione e realizzazione di dolci di Denise Formigaro
I
l lavoro nell’Italia della crisi è diventato un’assoluta rarità. Sono in molti quelli che lo cercano, molti meno quelli che lo trovano, decisamente pochi quelli che lo creano. Eppure la passione di Arianna Faggion potrebbe tradursi in una concreta opportunità professionale. Lei ci spera ma per ora il cake designer, ovvero l’artista delle torte, è solo un hobby. Badiese di 21 anni ci ha raccontato i segreti della sua creatività. “Mi è sempre piaciuto fin da piccola cucinare torte di tutti i tipi –racconta Arianna - e un giorno, dopo aver visto delle foto su Facebook, ho deciso di preparare in casa la pasta di zucchero, cioè un tipo di decorazione per torte. Però all’interno degli ingredienti c’era la colla di pesce: non sapevo cosa fosse e ho sempre pensato fosse introvabile. Invece, un anno fa, passando per un supermercato mi sono ritrovata davanti a questo ingrediente. Così l’ho comprato, sono andata a casa e ho fatto la mia prima torta con pan di spagna e marmellata. Niente di speciale, ma so che da quel giorno non ho più smesso di fare dolci”. Le prime persone ad aver avuto l’opportunità di assaggiare le torte di Arianna sono state i suoi familiari: “Ringrazio moltissimo i miei genitori non
solo perché hanno fatto da “cavie” ai miei esperimenti, ma anche perché mi hanno sempre sostenuta in questa mia passione e hanno contribuito al mio successo avvenuto grazie al passaparola tra parenti e amici. Ho realizzato molte torte per compleanni, lauree, battesimi e matrimoni di cugini, zii e amici. Una grande occasione che mi ha portato a sperimentare torte nuove dalle forme improbabili. Come quella a forma di “sedere” commissionatami da un amico. La richiesta era di ricreare il sedere più brutto che potessi immaginare. Mi sono divertita moltissimo”. Una passione nata per caso che richiede, però, delle doti particolari come fantasia e manualità soprattutto per creare i vari personaggi che le vengono commissionati: come Spongebob, fate, coccinelle, orsetti, borse di particolari marche, Hulk e tantissimi altri. “Il tempo di realizzazione delle torte varia a seconda della complessità dei soggetti richiesti per decorarla. Di solito preparo prima la torta e poi i personaggi, se sono semplici, e questo mi richiede circa 8 ore. Se invece i personaggi sono complessi ci metto anche 2 giorni”. Arianna, però, non è appassionata solo di torte, realizza anche altri dol-
Sopra Arianna Faggian
ci particolari: “I cupcakes sono i pasticcini del cake designer e si possono realizzare con infiniti gusti e possono essere abbinati anche alle torte. Di mia invenzione sono quelli ai cantucci: sono veramente buoni. Ho iniziato a prepararli lo scorso ottobre dopo un viaggio in Scozia. Ero andata a trovare una mia amica e la sua coinquilina mi ha fatto assaggiare questo tipo di dolce. Mi è piaciuto talmente tanto che mi sono copiata la ricetta. Una volta tornata ho sfornato cupcakes per mesi”. Ma per creare buone torte non basta solo passione, serve anche molta tecnica: “Ora sto frequentando
l’università del gusto a Vicenza, ovvero un corso di pasticceria base. Purtroppo in Italia, quella del cake designer non è ancora una disciplina ufficiale quindi non esiste una scuola. Bisogna basarsi sull’esperienza ed essere molto pignoli per riuscire a realizzare delle torte perfette”. Insomma una passione che speriamo possa diventare una professione: “Vorrei aprire una pasticceria o lavorare per un pasticciere. Penso, infatti, che accanto alla tradizione una buona dose di creatività possa essere un vero successo”.
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32 28 Guida alla mostra SPECIALE MOSTRA
Il 23 febbraio è stata inaugurata la muova esposizione
Pittori italiani e Maison Goupil, binomio di successo Adolphe Goupil riuscì ad interpretare i cambiamenti sociali del suo tempo, contribuì alla “popolarizzazione” dell’arte, attraverso la continua ricerca del gusto del pubblico in rapporto alle possibilità economiche della classe borghese emergente di Mattia De Poli
C
’è tempo fino al 23 giugno per visitare la nuova mostra “Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo. La Maison Goupil”, inaugurata a Rovigo nelle sale di palazzo Roverella lo scorso 23 febbraio. Aperta dalle 9 alle 19 nei giorni feriali e fino alle 20 il sabato e nei giorni festivi, in occasione dei “Notturni d’arte” è visitabile anche a partire dalle 21.30 a prezzo ridotto, previa prenotazione: venerdì 26 aprile, 24 maggio e 14 giugno il ritrovo presso la biglietteria è previsto alle 21.15. Una mostra come non si è mai vista: così è stata annunciata. E la realtà non delude le aspettative, non solo perché molte opere sono qui accessibili al pubblico per la prima volta ma anche per l’impostazione che è stata data all’esposizione. Non sono state scelte le tele di un artista e neppure di una scuola o di un movimento, almeno non di quelli che si studiano di solito nei manuali. Ci sono opere di grandi firme, da Boldini a De
Il percorso
Nittis, ma il vero filo conduttore è rappresentato dall’attività della Maison Goupil nei decenni compresi tra il 1872 e il 1921. Fondata da Adolphe Goupil nel 1829, la Maison si dedicò inizialmente alla realizzazione di incisioni e litografie, che riproducevano opere d’arte antiche e contemporanee, presenti nel Salon parigino. A partire dagli anni ’40 dell’Ottocento, Goupil aprì alcune sedi anche fuori dai confini francesi: prima a Londra (1841) e a New York (1846), poi a L’Aja (1861), Berlino e Vienna (1865), e infine a Bruxelles (1866). Nel frattempo, dal 1850 la Maison incominciò ad occuparsi della vendita di opere d’arte originali: attorno alla galleria francese gravitarono pittori di diversa provenienza e di diversa formazione ma essi condividevano un progetto e un sentimento comune, tanto da poter essere considerati come gli esponenti di un’autentica “scuola”. Realizzarono soprattutto quadri di piccolo formato ma di grande effetto,
Boldini, la donna, la bellezza
De Nittis, apripista degli italiani
La mostra prende le mosse da Giuseppe De Nittis, che arrivò a Parigi nel 1867 e qui assunse il ruolo di caposcuola fungendo da apripista per altri artisti italiani. Nel 1872 egli stipulò un contratto con la Maison Goupil: la galleria si assicurava l’esclusiva sulla produzione dell’artista e sui diritti di riproduzione in cambio di un compenso annuo corrisposto in mensilità. Tra i quadri, che l’artista pugliese realizzò nei due anni in cui rimase legato alla galleria parigina, figurano anche le prime due tele esposte a palazzo Roverella, provenienti dal Museo di Indianapolis: “La strada da Napoli a Brindisi” e “La discesa dal Vesuvio”. L’aria rarefatta, il cielo terso, l’atmosfera tranquilla sono gli aspetti che caratterizzano scene di vita quotidiana. Le due opere, di piccole dimensioni, sono state riprodotte dalla Maison anche in eleganti libri illustrati, di cui la mostra fornisce un esempio.
La seconda sala è dedicata a Giovanni Boldini e al decennio compreso tra il 1872 e il 1882, in cui lavorò per Goupil: queste opere rispecchiano il gusto borghese e la vita parigina dell’epoca. Il soggetto preferito è la donna, da sola o in coppia, dedita ad attività oziose. I salotti eleganti di Parigi offrono l’opportunità di rilassarsi su raffinati divani, di chiacchierare o di ascoltare un’amica che suona, come si vede in “Indolence”, “Confidences” e in “Suonatrice di lira e ascoltatrice”. L’atmosfera spensierata di una visita (“Visita”) o di un’uscita (“Berthe esce per la passeggiata”) fotografa la donna sull’uscio della casa. Infine, la donna immersa nella natura, durante una passeggiata solitaria lungo un sentiero in collina (“Passeggiata solitaria”) o in compagnia di un cagnolino lungo stradine di campagna (“Primavera”). In qualsiasi contesto la figura femminile è presentata in abiti raffinati: sono gli anni della moda e la pittura riflette puntualmente quest’attenzione per il modo di vestire. La ricchezza dei dettagli e lo sfarzo degli ambienti domestici e l’architettura delle dimore urbane cozza con la semplicità della natura e della vita quotidiana fuori dalla città (“In campagna” e “Strada maestra a Combes le ville, dintorni di Parigi”): qui l’uomo riscopre la dimensione familiare e l’importanza del lavoro, quasi la sacralità della fatica, richiamando l’esperienza artistica di Courbet. Ma i colori sono limpidi, l’atmosfera è serena: su tutto vince la serenità del quotidiano, senza idealizzazioni o simbologie particolari. La semplicità delle immagini non nasconde, o almeno non costringe a cercare, un messaggio altro rispetto all’evidenza del soggetto ritratto.
piacevoli e di facile comprensione, che riproducevano scene della vita quotidiana e scene in costume, vedute urbane e paesaggi naturali. Ben presto queste opere divennero molto apprezzate e richieste da critici, mercanti e collezionisti, sia in Europa che in ambito internazionale. Il successo della Maison Goupil, soprattutto oltreoceano, è testimoniato dalla vendita di oltre 31 mila opere, tutte censite nei registri della galleria, e al raggiungimento di questo risultato contribuirono in modo significativo i pittori italiani, circa un centinaio. Parallelamente la Maison proseguì nell’attività di incisione e riproduzione delle opere d’arte: Goupil cercò di sfruttare molteplici tecniche per rendere le opere d’arte accessibili a un pubblico molto vasto attraverso la realizzazione di numerose copie, ottenendo prodotti di alta qualità a basso costo. Talvolta la Maison stipulò dei contratti con gli artisti per avere l’esclusiva sulla loro produzione. Spesso la galleria, insieme
al quadro, ne acquistava anche i diritti di riproduzione. Altre volte Goupil si preoccupò di garantirsi solo questi ultimi, che costituivano comunque un interesse primario per la Maison. Alla morte di Adolphe Goupil, avvenuta nel 1884, i suoi successori e collaboratori portarono avanti l’attività della galleria fino al 1919, mentre la vendita di riproduzioni proseguì fino al 1921: in quest’ultimo periodo l’azienda di avvalse del lavoro accurato di Michel Manzi, che adottò metodi innovativi come la foto-acquatinta e un tipo particolare di typogravure, che gli meritò la medaglia d’oro della Società per l’incoraggiamento dell’industria nazionale. La mostra rodigina di palazzo Roverella dà conto di entrambe le attività della Maison Goupil, la compravendita di opere originali e la riproduzione di tele, focalizzandosi sull’importante contributo degli artisti italiani. Alcune tele sono accompagnate dalle riproduzioni artistiche realizzate dalla stessa galleria: l’abbinamento
La moda della villeggiatura e dei soggiorni balneari All’inizio del Novecento Giovanni Boldini non ha più rapporti diretti con la Maison Goupil, ma la galleria parigina continua ad acquistare alcune sue opere, confermando il favore che esse incontravano all’epoca. Ne dà conto la terza sala della mostra, in cui spicca il grande “Ritratto di Marthe Requier”: la donna vestita alla moda è la sola protagonista del quadro. La società borghese esalta la bellezza ma traccia anche dei confini netti tra il mondo femminile e quello maschile. Un’altra coppia di donne intente a ricamare è rappresentata in “A Aix le Bains”. Entrambe le opere furono riprodotte, in bianco e nero o a colori, dalla Maison Goupil che in quegli anni sempre più spesso rinunciava ad acquistare le tele esposte nei Salons parigini e preferiva realizzare fotografie assicurandosi solo i diritti di riproduzione: ne danno testimonianza le fotoincisioni a colori di “Femme au chapeau” e di “Femme à la turquoise (Clio de Merode)”. Co-protagonista della terza sala è Vittorio Corcos, a sua volta raffinato interprete della bellezza, dell’eleganza e della sensualità femminile, particolarmente apprezzato dai collezionisti americani. La mostra ha preso come immagine di copertina una parte del quadro “Le istitutrici ai Campi Elisi”: nonostante il colore nero, i loro vestiti sono elegantemente rifiniti e le due donne si distinguono per la cura nell’acconciatura e nella scelta degli accessori (spille e guanti). Mentre chiacchierano in pose vezzose, ai loro piedi una bambina gioca spensierata con la sabbia. Alcune fotoincisioni a colori testimoniano anche la predilezione di Corcos per scene ambientate su balconi e terrazze affacciati sul mare: le donne conversano tra loro oppure guardano sognanti il mare. Sono gli anni in cui si afferma la moda della villeggiatura e dei soggiorni balneari.
Gli italiani del Centro-Sud Tra gli artisti italiani che ebbero contatti con Goupil, molti provenivano delle regioni del centro-sud. Nella quarta stanza della mostra di palazzo Roverella sono testimoniati soprattutto i numerosi rapporti con pittori romani e napoletani, che riflettono le tradizioni figurative locali: per questo questa è probabilmente la stanza più singolare dell’intera esposizione. Oreste Cortazzo rappresenta “L’arrivo del nuovo signore (Il nuovo signore del villaggio)”, evocando atmosfere feudali basso-medievali, mentre Attilio Simonetti ritrae alcuni soldati nei costumi sei o settecenteschi (“Araldo”, “Tamburo”). Quest’ultimo, antiquario e pittore romano, intrattenne stretti rapporti, anche epistolari, con la Maison Goupil ed aprì la via non solo a Cortazzo ma anche a Giuseppe Castiglione e a Cesare Augusto Detti. A sua volta artista e antiquario, Vincenzo Capobianchi propone dei soggetti più vicini al gusto borghese di fine Ottocento: in “Chez le marchand de guitares” due donne provano alcuni strumenti nella bottega di un liutaio. Sulla parete una locandina segnala una rappresentazione in programma presso il teatro Alibert di Roma.
Guida alla mostra 33 29 permette di apprezzare l’alta qualità delle copie, realizzate sia a colori che in bianco e nero. Nelle otto sale della sede espositiva si passa da firme eccellenti, come quelle di Giuseppe De Nittis e di Giovanni Boldini, ad altre di artisti meno noti, come Attilio Simonetti e Vincenzo Capobianchi. Le diverse tecniche pittoriche e i diversi soggetti danno a volte l’impressione che la mostra manchi sotto il profilo della coerenza: cosa possono avere in comune i salotti parigini con i paesaggi pastorali dell’Italia meridionale? La cronologia delle opere non basta: il filo conduttore è dato solo dal legame dei vari artisti con la Maison Goupil e con la sua duplice attività nella compravendita delle tele e nella loro riproduzione. I quadri sono riuniti per autore o per ambito culturale e i pannelli illustrativi, talvolta troppo sintetici e poco chiari, si focalizzano quasi esclusivamente sul rapporto tra il pittore e la galleria. Il curatore della mostra, Paolo Serafini, accenna appena al contesto storico e artistico, evitando il rischio di un sovraccarico di informazioni che potrebbe distrarre il visitatore o appesantire eccessivamente un’esposizione abbastanza equilibrata. Parlare solamente degli eventi accaduti tra il 1850 e il 1920 in Francia non avrebbe avuto senso: sarebbe stato necessario dire anche dell’Italia e magari dell’America, perché tale è l’orizzonte in cui furono prodotte. Analizzare le caratteristiche della “New Venetian School” piuttosto che dei soggeti di ambientazione pompeiana o in costume fiorentino sarebbe stato inutile. La mostra dà conto piuttosto della spinta data dalla Maison Goupil alla “popolarizzazione” dell’arte, attraverso la continua ricerca del gusto del pubblico e in rapporto alle possibilità economiche della classe borghese emergente.
“Enfin … seuls!” La quinta sala è dedicata in particolare a Edoardo Tofano e a Raffaello Sorbi. Il pannello illustrativo racconta un curioso aneddoto relativo al titolo di un quadro di Tofano: l’artista ritrasse una coppia di giovani sposi teneramente abbracciati al termine dei festeggiamenti nuziali e intitolò la tela “Soli”. Il titolo non piacque ad Adolphe Goupil, perché evocava un senso di malinconia, e lo modificò nel motto liberatorio “Enfin … seuls!”, quel “finalmente soli” che esprime la gioia e il sollievo di poter trovare finalmente un momento di intimità al termine di una giornata movimentata e affollata. Il grande successo di quest’opera è testimoniato dal numero elevato di riproduzioni realizzate dalla Maison mediante l’utilizzo di tecniche diverse, dall’incisione alla fotografia e alla fotoincisione: in mostra accanto alla tela è proposta una riproduzione fatta come incisione acquerellata. Di Sorbi e di Alfredo Savini, invece, sono esposte alcune tele con soggetti di ambientazione pompeiana, che evoca il mondo classico e in particolare romano, o in costume fiorentino, che richiama l’atmosfera quattrocentesca del Decamerone di Boccaccio.
Una mostra internazionale e inedita
Opere inedite, dieci quadri mai esposti al pubblico
I
n attesa di verificare i dati della biglietteria, ancora prima di aprire i battenti, la mostra attualmente allestita a palazzo Roverella ha già riscontrato un certo interesse a livello internazionale: una selezione delle opere, qui riunite dall’ideatore e curatore Paolo Serafini, sarà esposta nuovamente dal 23 ottobre al 2 febbraio del prossimo anno alla “Galérie des beaux arts” di Bordeaux, che per l’occasione ha addirittura modificato la programmazione preesistente degli eventi. Proprio a Bordeaux, quarta area metropolitana della Francia, ha sede il “Musée Goupil”, che conserva molti materiali importanti della galleria parigina. I registri della Maison, invece, con le note di tutte le operazioni di compravendita sono oggi patrimonio del “Getty Museum” di Los Angeles. Spostandosi pertanto tra la Francia e l’America, Paolo Serafini ha cercato di ricostruire l’esatta consistenza delle opere degli artisti italiani che lavorarono per la galleria di Adolphe Goupil. E il risultato è interessante. Una decina dei quadri raccolti a palazzo Roverella non sono mai stati esposti al pubblico, e tra questi “Indolence” e “Confidences” di Giovanni Boldini e “Rhea” di Raffaello Sorbi. “Adieu Paris” di Antonio Mancini non è mai stata visibile in Italia prima d’ora. La “Suonatrice di lira e ascoltatrice” di Boldini, esposta a Los Angeles nel 1959, e due tele di Mancini, “Acque basse” e “Saltimbanchi. Suonatore di violino, suonatore di chitarra”, esposte a Roma nel 1953, sono rimaste lontane dagli sguardi del pubblico per oltre cinquant’anni. Gli anni sono addirittura centotren-
Antonio Mancini, la malinconia dei saltimbanchi Antonio Mancini lavorò per la Maison Goupil negli anni ’70 dell’Ottocento: i due soggiorni a Parigi risalgono al 1875 e al 1977 ma l’artista inviò alla galleria molte sue opere da Napoli. Nei suoi quadri presenti nella sesta sala della mostra l’atmosfera è decadente. In “Adieu Paris”, proveniente dalla National Gallery di Londra e mai esposto in Italia prima d’ora, una donna sola e malinconica è seduta sulle valigie in attesa di partire. A palazzo Roverella, inoltre, sono riuniti per la prima volta insieme i dipinti della serie dei “saltimbanchi”: i protagonisti sono dei bambini, figli di saltimbanchi e a loro volta saltimbanchi, che si misurano con gli strumenti di un mestiere da adulti (“Saltimbanchi. Suonatore di violino, suonatore di chitarra”) o si scontrano con le difficoltà dello studio scolastico (“I figli del saltimbanco (Acque basse)”). In “Saltimbanco con cesto di frutta” il bambino è ritratto di profilo e da una corda pende un cesto con la sua colazione. Musica e intrattenimento sono visti dal punto di vista meno spettacolare, da dietro le quinte, al confine con la vita vera.
tasei nel caso dello “Sposalizio in Basilicata” di Giacomo Di Chirico: inseguito dal curatore attraverso diversi passaggi di mano, il quadro è stato finalmente ritrovato in Messico. La parte sinistra di questa tela è stata tagliata: lo testimonia una delle riproduzioni realizzate dalla stessa Maison Goupil, che è puntualmente proposta dalla mostra rodigina. La stessa sorte è toccata ad altri quadri, che passarono attraverso la galleria parigina e che furono da essa riprodotti prima che qualcuno li tagliasse e li rivendesse separatamente. La “Marche à Constantinopole” di Alberto Pasini, infine, è nota solamente grazie all’incisione che ne è stata ricavata. “Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo. La Maison Goupil” si conferma così una mostra internazionale e inedita sotto molti aspetti. Orgoglioso di questi risultati, Antonio Finotti, presidente della fondazione Cariparo, ha sottolineato l’alto livello di qualità e di interesse raggiunto in pochi anni dalle iniziative di palazzo Roverella, che contribuiscono a promuovere sul piano turistico non solo la città di Rovigo ma tutto il territorio polesano fino al Delta del Po.
Artisti senza esclusiva Nei registri della Maison Goupil sono censite opere di numerosi artisti, che non furono mai legati da un contratto con la galleria parigina. Tra questi figurano anche degli italiani, come Mosè Bianchi, Teofilo Patini, Eugenio de Blaas, e Guglielmo Innocenti: la mostra di Rovigo dedica loro la settima sala. Essi furono esponenti di correnti pittoriche differenti, fra cui la “New Venetian School”, ma tutti entrarono in contatto con la galleria parigina: poche delle loro opere furono acquistate da Goupil e quest’ultimo, quando si limitò ad acquistare i diritti di riproduzione, non cercò neppure di ottenere l’esclusiva. La maison si preoccupò, piuttosto, di realizzare un numero elevato di riproduzioni utilizzando tecniche differenti, per offrire un prodotto di massa di alta qualità e a basso costo.
Alberto Pasini l’orientalista L’artista italiano più presente nei registri della Maison Goupil è Alberto Pasini con oltre trecento opere e a lui la mostra dedica l’ultima sala. Se già nelle opere di altri artisti si può cogliere un certo gusto per l’esotico, Pasini fu il vero maestro dell’orientalismo: per la galleria parigina egli dipinse numerose scene di vita quotidiana di ambientazione orientale, con scene di interni animati, di giardini lussureggianti o di piazze antistanti palazzi sfarzosi. Una delle sue tele più grandi con un soggetto di ambientazione costantinopolitana, fu esposto da Goupil al Salon del 1873, prima di essere diviso in tre quadri venduti separatamente ad altrettanti acquirenti.
L’oro di Napoli L’ottava sala della mostra è riservata ad un gruppo di artisti dell’Italia meridionale, con cui Adolphe Goupil entrò in contatto soprattutto grazie a Giuseppe De Nittis. D’altra parte, su invito di Domenico Morelli, il titolare della galleria parigina si recò personalmente a Napoli nel 1877 per l’annuale Salon: qui Goupil incontrò tra gli altri Giacomo Di Chirico, ne acquistò “Lo sposalizio in Basilicata” e lo riprodusse. Molti quadri di questa sezione hanno per soggetto scene di vita paesana oppure ritraggono soggetti pastorali, di cui sono protagonisti giovani pastorelli e greggi di pecore al pascolo: gli artisti manifestano così la loro provenienza geografica. In questa sala di palazzo Roverella sono esposte, inoltre, per la prima volta cinque opere di Alceste Campriani, che negli anni ’70 dell’Ottocento entrò ufficialmente nel gruppo della Maison Goupil e che fu autore di scene raffinate e luminosissime, quali “Il foro di Pompei” e “La visita elettorale”, oggi provenienti da collezioni private e identificate in occasione della mostra grazie ai timbri della Maison presenti sul retro.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Partire con una buona idea
Ecco il Veneto giovane delle “start up”
La tecnologia e il web protagonisti delle iniziative imprenditoriali under 35 di Nicola Stievano
L
a passione per lo sport e la musica abbinata all’informatica, l’amore per il proprio territorio veicolato sul web, l’ingegno dell’inventore abbinato alle nuove tecnologie. Non si può certo dire che ai giovani veneti le idee manchino, soprattutto quando si tratta di svilupparle sfruttando le potenzialità di internet e i progressi quotidiani dell’informatica. Ora otto di queste buone idee hanno trovato anche l’occasione di spiccare il volo grazie a “Rebound” iniziativa rivolta agli aspiranti imprenditori veneti under 35 messa a punto da Confindustria Padova e Camera di Commercio per favorire l’incontro con la finanza privata. Sono state ben 76 idee d’impresa nei servizi digitali, mobile e tlc, marketing, web e social network, presentate da oltre 170 giovani, che hanno scelto anche di giocare in squadra. Gli 8 finalisti hanno seguito un percorso di formazione e consulenza affiancati da esperti di sviluppo d’impresa per trasformare le idee in business plan completi di analisi dei costi, mercati e concorrenza. C’è il software che sintetizza la voce riproducendo le emozioni, la web-utility per costruire il viaggio ideale, la piattaforma social sui sentieri escursionistici, l’ambiente web per condividere appunti e lezioni tra studenti, le riprese foto-video aeree dal pallone a elio. E poi un portale wiki-based per le squadre minori di basket, prodotti a km 0 a por-
tata di touch, un web music store per vendere offline la musica di band underground. Le idee migliori hanno potuto svilupparsi sulla piattaforma web di Ban Veneto, il network coordinato dal Parco Scientifico Galileo. “Rebound conferma che il Veneto pulsa di energie creative nei settori innovativi - sottolinea Gianni Potti, vice presidente di Confindustria Padova -. Si tratta di coltivarle e indirizzarle perché possano diventare nuove imprese, linfa per la crescita. Il vero tema è però farle decollare e resistere nel tempo. Affiancare le start up con esperienza e metodo per emergere in un mercato iper selettivo, è
Dalle riprese con il pallone ad elio ai prodotti a “km 0” scelti con il tocco delle dita quello che noi imprenditori dobbiamo fare per coglierne le opportunità. Il vero premio è stato l’affiancamento a questi giovani di professionisti di sviluppo d’impresa. L’altro tema cruciale è l’accesso al credito per le buone idee d’impresa”. Fra le più interessanti spicca Crevel,ora in faste di test con il sostegno di H Farm, ideata da Claudio Floreani, 34 anni, appassionato di informatica, dopo aver organizzato un viaggio tra amici da Monaco a Berlino. Ne è nata una utility web-based che permette di esprimere preferenze di viaggio
e tradurle in progetti da condividere con gli amici. Tutte le informazioni vengono interpretate, localizzate e organizzate su una mappa, collaborando con i compagni di viaggio, operatori e agenzie turistiche. Dalla passione per le escursioni di Thomas Bertani e Giovanni Masarà, 22 anni, studenti di ingegneria e filosofia del collegio Don Mazza di Padova, è nata una piattaforma web per consultare dati geografici sui sentieri e condividere itinerari. Pensata per appassionati, enti locali e chiunque si occupi di promozione turistica, ne esiste già un prototipo con dati forniti da Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia. Moku promette invece di rivoluzionare il “mondo” degli appunti. Gli studenti potranno organizzare in un ambiente web gli appunti di lezioni e le registrazioni, condividendoli con amici e colleghi e rendendone possibile l’aggiornamento in ogni luogo e momento. L’idea è di Simone Pozzobon, 27 anni, trevigiano e di tre amici ingegneri e designer ed è già entrata nella scuderia di H-Farm. Da un’intuizione maturata al liceo, il team dei vicentini Matteo Scapin, Tommaso Grotto, Maria Cristina Malavolta, Luca Guglielmi - età media 28 anni - ha sviluppato un’applicazione web di supporto alle band indipendenti per distribuirne la musica in formato digitale durante i concerti. Alberto e Riccardo Tentori, 33 e 28 anni, di Camposampiero, un ingegnere e un
Otto i giovani vincitori del progetto Rebound pronti a mettersi in gioco laureato in economia, hanno creato Playbasket.it, portale web dedicato alle categorie agonistiche minori del basket in Italia con 35.000 visitatori unici al mese. I veronesi Nicola Galetto, Marco Grumo-
lato, Alessandro Vaccaro, 27 anni, hanno messo a punto un’applicazione mobile dedicata a tutte le piccole e medie imprese che vogliano vendere cibi a km 0 direttamente ai clienti finali scavalcando la distribuzione. Infine Stefano Pagur, 24 anni, ha ideato un sistema per riprese foto-video sopraelevate con pallone ad elio. Il prototipo è già realizzato con costi competitivi e la possibilità di fare riprese particolari in movimento.
Il Veneto in primo piano 35 9 Duemila agricoltori in Rete, ecco la “community della zappa”
Duemila agricoltori in Rete, ecco la “community della zappa” di Nicola Stievano
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La Regione mette a punto una piattaforma on line che permette lo scambio di idee
avide e Daniela, giovani pastori dell’Alpago, usano il pc e internet per avere informazioni tecniche, Stefano viticoltore della Valpolicella, vende in internet le sue bottiglie di Amarone d’alta quota, ma anche Sara allevatrice di Cortina si sta attrezzando per presentare ai consumatori i prodotti della sua azienda, mentre il neo pescatore Gabriele del Cavallino lo utilizza per programmare le consegne porta a porta dei frutti di mare freschi, senza dimenticare Alinor che dal Bangladesh a Chioggia coltiva ortaggi per destinarli alle famiglie della sua terra d’origine trasferite a Londra e a Parigi.
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Alcuni esempi che si moltiplicano ogni giorno e che grazie alla nuova piattaforma informatica potranno essere visibili e compresi non solo da tutti gli avventori dei social network ma anche dagli addetti ai lavori: protagonisti e spettatori di un nuovo modo di praticare l’attività agricola. È per loro e per altri duemila giovani agricoltori veneti che la Regione ha messo a punto la “community della zappa”, sul portale www.piave.veneto.it., una piattaforma on line per raccontarsi, scambiarsi esperienze, per conoscere le strategie politiche, per incidere sul sistema economico. Il “tesoretto”
dell’agricoltura che ha fatto del Veneto la regione leader nella geografia agroalimentare nazionale, per numeri e qualità, si integra sempre di più nel web all’insegna della bellezza della campagna come scelta professionale e di vita. “Grazie alla piattaforma informatica – spiega Sandra Chiarato di Coldiretti Veneto, che segue da vicino proprio i giovani agricoltori – le esperienze imprenditoriali potranno essere visibili e compresi non solo da tutti gli avventori dei social network ma anche dagli addetti ai lavori: protagonisti e spettatori di un nuovo modo di praticare
l’attività agricola. Che cosa accomuna questi ragazzi ? La scommessa di un futuro nei campi che deve fare i conti con opportunità di investimenti, con misure comunitarie ambientali, l’accesso al credito, le nozioni di finanza, ma anche solo per scambi di esperienze che possono diventare una partecipazione attiva alle decisioni politiche o addirittura solo per fissare un appuntamento al mercatino a kmzero o semplicemente un aperitivo “tra colleghi” che sanno divertirsi con impegno responsabile”.
La sezione Metalmeccanici di Confindustria Padova mette a punto un vademecum che presenta a 50 dirigenti scolastici con l’alternanza scuola-laVoro le azienDe DiVentano “imprese formatiVe”
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n Italia più di uno su tre dei giovani attivi è disoccupato. Uno su 4 non studia e non lavora per un totale di oltre 2 milioni di giovani Neet (not in education, employment, training). Negli altri Paesi europei gli studenti che alternano studio e lavoro sono una media del 20-30%, in Italia solo 3 su 100. Invertire questa tendenza e permettere ai giovani di acquisire competenze subito spendibili nel mondo del lavoro è l’obiettivo del progetto ASL Alternanza Scuola lavoro realizzato dalla Sezione Metalmeccanici di Confindustria Padova in collaborazione con la Camera di Commercio di Padova. L’iniziativa, nata nell’ambito del protocollo d’intesa tra Regione Veneto, Ufficio Scolastico Regionale e Confindustria Veneto, punta a diffon-
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dere una metodologia didattica in cui l’azienda diventa, anche formalmente, “impresa formativa” in grado di stipulare convenzioni con le scuole, proporre percorsi formativi e orientamento, formare risorse interne come tutor per gli studenti. Da qui anche la realizzazione di un vademecum per le imprese su come stringere questo “patto” didattico con gli istituti. Il progetto è stato presentato a 50 dirigenti scolastici e imprenditori nel corso dell’incontro “Alternanza scuola-lavoro: il ruolo attivo delle imprese” organizzato dalla Sezione Metalmeccanici di Confindustria Padova fine gennaio.
36 10 Il Veneto in primo piano Turismo religioso
Il Veneto propone quattro itinerari nell’Anno della Fede
I quattro percorsi veneti presentati alla Bit di Milano
le raDici cristiane si respirano in ogni angolo Del Veneto
L’assessore veneto al Turismo Marino Finozzi con Monsignor Andreatta. In basso gli itinerari
La via del Santo, quella dei Papi, le “Grandi Rogazioni” e gli itinerari di Valpolicella sono i 4 percorsi regionali di Giovanni Giovetti
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n turismo religioso e devozionale, fatto di itinerari di fede che coniugano spiritualità, tradizione ma anche cultura e arte. Nell’ Anno della Fede il Veneto si colloca tra i protagonisti degli itinerari regionali, con ben quattro differenti proposte. Il primo comprende la Via del Santo e i Santuari Antoniani, da Camposampiero a Padova, lungo il percorso terreno di sant’Antonio. Si tratta di un pellegrinaggio votivo che tocca i principali santuari antoniani in provincia di Padova, ma che si inserisce in un più lungo percorso sui passi della vita itinerante di frate Antonio da Lisbona: dall’eremo di Montepaolo, dimora iniziale di frate Antonio in Italia, alle strade dell’Italia settentrionale e del sud della Francia, sino ai giorni di Padova e Camposampiero dal 1221 al 1231. La seconda proposta è stata battezzata
la “Via dei papi”: ripercorre gli antichi itinerari di pellegrinaggio lungo la Via Francigena Orientale, da Feltre a Lorenzago di Cadore e Canale d’Agordo, passando per Belluno. I luoghi interessati hanno dato i natali a tre Papi (Papa Luciani, Giovanni Paolo I; Papa Cappellari, Gregorio XVI; Papa Sarto, Pio X) ed hanno ospitato papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI nei diversi soggiorni estivi . Sono costellati di numerosi santuari, con-
venti, abbazie e chiese. Le “Grandi Rogazioni” dell’Altopiano di Asiago rappresentato il terzo itinerario. Si tratta di un antico cammino di fede che da più di tre secoli si ripete il giorno prima dell’Ascensione e che si snoda lungo un circuito di 33 chilometri, percorso a partire dall’alba dai residenti ma anche da fedeli provenienti da paesi lontani. Nell’Anno della Fede sono stati inseriti gli itinerari religiosi di Valpolicella, strade che collegano gli insediamenti di più antica origine, fino a porre tra loro i luoghi di fede testimoni della prima evangelizzazione del territorio. In luoghi suggestivi sorgono bellissimi santuari come la la Chiesa di Santa Maria di Valleverde, la Chiesa Vecchia di Cavalo, la Chiesa di Santa Maria del Degnano, la Chiesetta di San Pietro a Torbe, la Pieve di San Giorgio VIII, l’Oratorio di San Zeno in Poja, la Pieve di San Floriano.
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quattro percorsi veneti, protagonisti degli “Itinerari regionali nell’Anno della Fede” sono stati presentati alla Borsa internazionale del Turismo a Milano lo scorso febbraio. Gli itinerari sono stati oggetto di un’intesa sottoscritta tra l’Opera Romana Pellegrinaggi e la Regione Veneto finalizzata a valorizzare l’Anno della fede e a diffondere la conoscenza dei tantissimi luoghi della fede disseminati nel territorio ragionale. “Attraverso questi progetti – ha dichiarato infatti monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente dell’Orp – l’Opera Romana Pellegrinaggi favorisce uno strumento di conoscenza e di approfondimento partendo dalla premessa fondamentale che il cristianesimo ha innervato profondamente la storia la cultura e l’arte di questo paese. In particolare, gli itinerari proposti per la Regione Veneto sono foca-
lizzati sulla storia di spiritualità mariana di cui questa regione è intrisa e ovviamente sulle tracce di grandi santi quali Sant’Antonio da Padova”. “Gli itinerari della fede non sono solo un’occasione per conoscere i luoghi percorsi dai viandanti che si recavano a Roma – gli ha fatto eco l’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi – ma anche motivo di consolidamento dei rapporti e di amicizia tra le genti. Le radici cristiane del territorio si respirano in ogni angolo del Veneto, dalle grandi chiese di Venezia alle croci in cima alle vette più alte delle Dolomiti. La tradizione dell’accoglienza ai pellegrini si rinnova ancora di più grazie a questi quattro percorsi, quattro “Itinerari nell’Anno della Fede”, indetti in occasione del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II”.
I “LuOGHI DEL CuORE” VENETI DA SALVARE
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l Castello Carrarese a Padova, il Giardino Jacquard a Schio, Villa Serego a Veronella, la Chiesa di San Giovanni a Bassano del Grappa, l’Oratorio Santa Maria delle Grazie a Fontaniva nel Padovano sono i cinque siti veneti segnalati alla sesta edizione de “I luoghi del cuore”, il censimento del Fondo Ambiente Italiano promosso in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Giunta alla sesta edizione l’iniziativa, che quest’anno ha registrato la partecipazione di un milione di italani, ha lo scopo di segnale luoghi in pericolo, da tutelare o semplicemente da non dimenticare, sollecitando una testimonianza diretta per aiutare le località indicate e raccomandate a sopravvivere o, in alcuni casi, a tornare a vivere. Avviato l’ultimo censimento lo scorso maggio, nel Veneto ha raccolto 15.611 segnalazioni, posizionandosi al 15° posto della graduatoria nazionale il Castello Carrarese (in foto) a Padova. Nato come semplice muro in pietra e terrapieno, diventò un vero e proprio castello all’epoca di Carlo Magno. Conobbe il suo periodo di maggior splendore nel XIV secolo con la dinastia dei Carraresi, decaduta la quale iniziò la fase di degrado: divenne dapprima caserma, quindi deposito dei Veneziani e, infine, carcere su iniziativa dei Francesi nel 1807. Oggi il Castello è chiuso ad eccezione della Torre della Specola, un osservatorio affidato all’Università di Padova. L’edificio è comunque al centro di numerosi progetti di valorizzazione e restauro che hanno come obiettivo di renderlo fruibile.
Al 18° posto con 11.144 voti il Giardino Jacquard a Schio nel Vicentino. Nacque per volontà dell’industriale Alessandro Rossi che, nel 1860, fece trasformare l’area di fronte al lanificio Francesco Rossi in uno splendido giardino tardo-romanico aperto agli operai dell’opificio. Oggi il Giardino è chiuso al pubblico e apre soltanto in occasione di eventi. Il desiderio della cittadinanza è che venga reso fruibile in modo costante. Villa Serego, detta “Corte Grande” a Veronella ha ottenuto, posizionandos al 19° posto, 10.920 segnalazioni. Progettata da Andrea Palladio nel 1565 è un importante esempio di villa veneta. Dal 1996 è iscritta nelle Liste del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, insieme alle altre ville palladiane del Veneto. La Corte Grande versa oggi in condizioni di abbandono: è chiusa da circa 10 anni, pericolante, e in stato di degrado. La Chiesa di San Giovanni Battista a Bassano del Grappa si colloca al 43° posto della classifica nazionale con 5.784 segnalazioni e al 131° posto con 928 preferenze si colloca l’ultimo luogo del cuore segnalato in Veneto, l’Oratorio di Santa Maria delle Grazie a Fontaniva. G.G.
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38 Voci da palazzo
Voci da palazzo 13
Enti locali Niente quorum a Rocca Pietore, Canale, Cesiomaggiore, Falcade, Feltre, Gosaldo e Arsiè
L’opinione
Comuni in fuga verso le province autonome “H
Dario Bond, Popolo delle Libertà
“segnale politico forte e ineQuiVocaBile a roma”
Il referendum dei comuni bellunesi è fallito ma la Regione incalza il Governo per l’autonomia fiscale, amministrativa e legislativa
o votato a favore delle mozioni referendarie, perché, in un momento Dario Bond storico come questo, era importante dare un messaggio forte e inequivocabile a Roma. Non c’è storia: il nuovo Parlamento dovrà tenere in considerazione questo nostro grido d’allarme. E’ il momento giusto per parlare di autonomia e attuazione concreta del federalismo. In questi ultimi mesi le autonomie locali sono state attaccate su più fronti, adesso dobbiamo riscattarci. Sono convinto che una presa di posizione chiara e netta metta il Parlamento con le spalle al muro. Adesso sarà più difficile per Roma non mettere mano alle disparità di trattamento tra Regioni a statuto speciale e Regioni ordinarie. La Regione del Veneto si è assunta la propria responsabilità con questo atto coraggioso, il Parlamento dovrà fare altrettanto”.
di Fortunato Marinata
Federico Caner, Lega Nord
“le risorse Di Bolzano attraggono le nostre azienDe oltre confine”
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iancarlo Galan, nel 2005 non l’aveva presa bene la decisione di Lamon di staccarsi dal Veneto. L’allora governatore del Veneto era arrivato a scontrarsi con la sua stessa Giunta. A minacciare le dimissioni, per giunta. Con veemenza si era scagliato contro il parere favorevole espresso della Commissione bicamerale per le questioni regionali al disegno di legge costituzionale sul distacco del piccolo comune bellunese dalla Regione del Veneto. “Se il Parlamento dovesse approvare il provvedimento legislativo con il quale si consentirà l’effettivo distacco di Lamon dal Veneto, la Regione – spiegava Galan - impugnerà la legge di fronte alla Corte Costituzionale e questo perché, in buona sostanza, noi riterremmo il provvedimento basato sulla più plateale violazione delle regole costituzionali che disciplinano la distribuzione delle risorse nell’ambito della Repubblica”. Come andò lo sappiamo tutti, lo scorso settembre (dopo sette anni dal referendum) la Camera ha rinviato in commissione la proposta di legge costituzionale per il passaggio del comune dalla provincia di Belluno a quella di Trento. Il Governo della crisi sollevò dubbi sulla copertura economica dell’operazione e al piccolo comune diventato famoso, oltre che per i fagioli, per essere stato il primo fra i comuni bellunesi a percorrere la strada del referendum, non è rimasto altro che vedere andare in fumo ogni aspirazione separatista. La strada però era aperta e con il governo regionale sensibile al secessionismo deve essere parsa addirittura quasi in discesa. Del resto il tema delle risorse per i comuni di montagna della provincia bellunese è un tema di sopravvivenza che da sui nervi appena guardano oltre il confine regionale. Le stesse pietre e le stesse difficoltà, infatti, ottengono ben altra considerazione nelle vezzeggiate province autonome di Trento e di Bolzano dove la maggiore disponibilità di risorse e contributi, garantiti costituzionalmente, consente alla popolazione di montagna l’erogazione di quei servizi pubblici oggi indispensabili per mantenere vive le loro comunità. Su questo punto ogni volta si apre il dibattitto se sia ancora necessario mantenere immutate le prerogative speciali di cui godono Valle d’Aosta, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Friuli ma in mancanza di risposte convincenti (non c’è stato altro oltre al parziale recupero delle Regioni a statuto ordinario consentito dalla modifica del Titolo V della Costituzione che ormai risale al 2001) rimangono comunque in molti a volerne beneficiare. Lamon non è stato l’unico. Lo scorso mese Rocca Pietore, Canale D’Agordo, Cesiomaggiore, Falcade, Feltre, Gosaldo e Arsiè hanno aperto i seggi per consentire una consultazione referendaria tra i propri cittadini, sull’opportunità di cambiare provincia e passare al trentino. Ma non c’è stato un plebiscito. Tutt’altro: in nessuno dei comuni al voto è stato raggiunto il quorum. Un peccato per il governatore Luca Zaia che invece aveva sperato in una partecipazione molto forte e sufficientemente agguerrita da richiamare sull’argomento l’attenzione del Governo, ammesso che ce ne sarà uno. L’occasione, tuttavia, è stato presa come una palla al balzo dal Consiglio Regionale che ha portato al voto, poi approvata, una risoluzione con la quale è stato chiesto l’impegno della Giunta regionale ad “attivarsi presso il Governo
e il Parlamento affinché la Regione Veneto ottenga quelle prerogative necessarie ad attuare adeguate e più efficaci politiche perequative a favore dei territori di confine, al fine di ridurre le attuali differenze con Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e arrestare così l’emorragia delle comunità venete”. Nella stessa occasione, inoltre, la Giunta è stata invitata ad attivarsi presso il Parlamento nazionale affinché sia possibile procedere, come stabilito dall’articolo 132 della Costituzione, all’esame e all’approvazione di una legge che definisca il passaggio dei Comuni di Lamon, Sovramonte, Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana, Rotzo, Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Pedemonte dal Veneto al Trentino Alto Adige, accogliendo così la richiesta inequivocabile delle popolazioni locali. Avvincente è stato il dibattito tra gli scranni di Palazzo Ferro Fini. Il capogruppo leghista Federico Caner ha osservato che le motivazioni che hanno spinto al referendum i Comuni, in prevalenza bellunesi, sono di ordine culturale - identitario ma anche economico. Secondo Sergio Reolon del Partito Democratico al centro dell’attenzione sarebbe dovuta essere posta l’intera questione alpina perché i referendum sono stati una scelta di sopravvivenza di una montagna veneta altrimenti destinata ad una morte annunciata. A suo giudizio il vero obiettivo è realizzare il rafforzamento dell’autonomia delle province montane così come stabilito dall’art. 15 del nuovo Statuto veneto. Per Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra e firmatario di uno dei documenti in discussione la politica delLA Regione Veneto, dal 2005 non ha saputo dare risposte convincenti. “Non serve - ha detto - inseguire il mito della Provincia di Belluno, ma decentrare agli enti locali di tutta le zone montane competenze e risorse affinché possano garantire servizi essenziali in sanità e nell’istruzione”. Secondo il vicepresidente leghista del Consiglio Matteo Toscani non si può dire di no alla volontà liberamente espressa dai cittadini dei Comuni che hanno organizzato i referendum, recuperare il tempo perduto e dare attuazione allo Statuto. Antonino Pipitone di Italia dei Valori ha invitato ad analizzare il fenomeno dei referendum osservando inoltre che non è normale per una Regione accettare l’amputazione del proprio territorio. Le disparità con le Regioni limitrofe sono indubbie - ha concluso - l’assemblea veneta deve, quindi, legiferare per dare le giuste risposte alla montagna a partire dal bilancio di previsione 2013. Stefano Fracasso del Pd ha ribadito che l’obiettivo deve essere l’autonomia differenziata per la montagna previsti dalla Costituzione e dallo Statuto veneto per garantire i servizi ai cittadini di queste aree. Mariangelo Foggiato di Unione Nordest invece si è detto convinto che qualsiasi documento non servirà a nulla. “Passando la palla al Parlamento nazionale - ha concluso - il Parlamento veneto abdica al proprio diritto-dovere di legiferare in queste materie”.
focus Quasi 40 milioni Di euro per i comuni confinanti
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a Giunta veneta ha recentemente approvato lo schema di protocollo d’intesa che disciplina i rapporti tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione del Veneto in riferimento agli adempimenti previsti per l’attuazione del “Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le Regioni a statuto speciale”. “Si tratta di un fondo istituito nel 2007 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che ammonta a 39 milioni e 408 mila euro. I Comuni veneti che hanno presentato istanza di finanziamento sono 63 e già da alcuni mesi hanno la disponibilità le risorse loro assegnate per la realizzazione dei relativi progetti: 16 milioni e 221 mila euro sono andati alla macroarea confinante con il Trentino Alto Adige (34 Comuni, di cui 14 della provincia di Belluno, 12 della provincia di Vicenza, 8 della provincia di Verona) e 23 milioni 187 mila euro alla macroarea confinante con il Friuli Venezia Giulia (29 Comuni, di cui 14 della provincia di Belluno, 8 della provincia di Treviso, 7 della provincia di Venezia).
“L
Federico ’aver votato in Consiglio la nostra risoluzione, dopo che proprio la Lega Caner è riuscita a far convocare una seduta straordinaria sul tema dei Comuni secessionisti, è un passo fondamentale per l’autodeterminazione di quei cittadini di montagna che hanno scelto con referendum il passaggio al vicino Statuto Speciale. La risoluzione impegna chiaramente il Governo e il Parlamento ad approvare definitivamente l’iter di secessione: in questo modo diamo una risposta forte a quelle popolazioni che da troppi anni la attendono. Mentre le giuste rivendicazioni dei nostri Comuni secessionisti sono impaludate nelle Commissioni parlamentari, Luis Dürnwalder usa le risorse della propria Autonomia per attrarre le nostre aziende venete oltre confine. Questo dimostra anche che lo Statuto speciale non serve più, come 60 anni fa, per colmare un gap di una minoranza rispetto al resto del Paese, ma per attivare politiche economiche fortemente competitive verso aree limitrofe a specificità ridotta. E’ necessario perciò rivedere queste discrasie. Se il modo scelto dalle popolazioni di confine è il passaggio alla Provincia o Regione vicina, non bastando più neanche l’elemosina del Fondo Brancher, la Lega Nord appoggia la loro scelta ed oggi conferiamo alla Giunta un mandato forte per portare a Roma le istanze di queste genti di montagna. La subalternità rispetto alle Autonomie speciali e le ingiustizie quotidiane che gli abitanti della nostra montagna vivono sulla propria pelle, devono trovare una risposta e una soluzione anche da parte del Veneto. Ben si comprende quindi la loro voglia di passare dall’altra parte, una scelta che per le 16 comunità referendarie significherebbe più risorse, più agevolazioni, meno imposte locali. C’è sicuramente una ragione culturale ma anche una economica che non è meno importante. Come Lega, pur non contenti che i confini territoriali si sfaldino, siamo convinti che questa causa referendaria porterà a Roma il dibattito sulla necessità di autonomia di tutto il Veneto, regione che versa 17 miliardi di residuo fiscale l’anno ma che è ultima in Italia per trasferimenti statali pro-capite”.
Matteo Toscani, Lega Nord
“il Veneto ha fatto la sua parte, il parlamento non ha piÙ aliBi”
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a Lega Nord ha fatto bene a chiedere la convocazione straordiMatteo naria del Consiglio Regionale. Se non lo avesse fatto, i ComuToscani ni referendari sarebbero ancora in attesa, e chissà per quanto tempo ancora, di una risposta. Il Consiglio non può che scusarsi per gli anni trascorsi senza affrontare lo scottante argomento. Tuttavia, la risoluzione della Lega Nord approvata, seppur tardivamente, è un capitolo importante nel rapporto tra Regione e territorio. Il Veneto ha fatto la sua parte, ha adempiuto al suo dovere: ora Governo e Parlamento non avranno ulteriori alibi per tenere bloccate le aspettative di migliaia di cittadini espresse con regolari e partecipati referendum consultivi. I temi della parità di condizioni delle Regioni, con il ‘livellamento’ verso l’alto della carenza di risorse della nostra Regione e l’applicazione dell’art. 15 dello Statuto per la provincia di Belluno e la montagna veneta, sono oltremodo attuali e sentiti. Pietrangelo Pettenò, Federazione della Sinistra
“occorre Decentrare alle zone montane competenze e risorse”
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on serve - ha detto - inseguire il mito della Provincia di Belluno, ma decentrare agli enti locali di tutta le zone montane competenze e risorse affinché possano garantire servizi es- Pietrangelo Pettenò senziali in Sanità e nell’Istruzione”.
Mariangelo Foggiato, unione Nordest
la regione ha aBDicato al parlamento
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ualsiasi documento non servirà a nulla. Passando la palla al Parlamento nazionale il Parlamento veneto abdica al proprio diritto-dovere di legiferare in queste materie”.
Mariangelo Foggiato
Cultura veneta 41 17 Grandi mostre A Palazzo Fortuny fino all’8 aprile
L’influenza di Wagner ante e post mortem nelle arti tra ‘800 e ‘900 di Alain Chivilò
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a mostra “Fortuny e Wagner. Il wagnerismo nelle arti visive in Italia” a Venezia presso Palazzo Fortuny fino all’8 aprile onora il bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lipsia 1813 – Venezia 1883) partendo da una constatazione di base: in Italia, terra della musica lirica e di Giuseppe Verdi, è esistita un’influenza tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 del wagnerismo nelle arti visive. Il luogo scelto per dimostrare tale tesi è la dimora di Mariano Fortuny che in questi anni ha unito, in numerose mostre, contemporaneità con ambiti del Simbolismo e del Liberty. Anche in questa esposizione si possono scorgere lavori di Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer e Joan Brossa ma in tale sede non sono il soggetto principale. Infatti le oltre 150 opere, composte da dipinti, sculture, disegni, incisioni, cartoline, illustrazioni, riviste e libri evidenziano la vasta diffusione in Europa, tra Simbolismo e Art Nouveau, di tematiche quali per esempio Parsifal, Sigfrido, Tristano, le valchirie e le così chiamate fanciulle-fiore.
In Italia, terra della musica lirica e di Giuseppe Verdi, è esistita un’influenza tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 del wagnerismo nelle arti visive
Alcune opere presenti alla mostra
a Chioggia e Sottomarina
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In mostra i lavori di Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer e Joan Brossa Un fascino che partì dal movimento del Romanticismo e soprattutto dalle sinfonie di Wagner. Una continua evocazione a vari livelli visivi, che tramite un’iconografia istituzionale e una compenetrazione di diversi significati ha trovato un’assimilazione in fasi artistiche, quali il movimento culturale simbolista e del Jugendstil. In questo periodo pervade dunque una sensualità musicale che coglie le remote radici dell’essere. Ecco che Mariano Fortuny (Granada 1871 – Venezia 1949), a livello postumo come anni del suo agire, trova in tutte queste influenze una base di partenza, per elaborare nel suo cammino artistico un ciclo di lavori prettamente wagneriani. Come un predestinato, quando Wagner morì a Venezia il 13 febbraio 1883, Mariano all’età di dodici anni era con Giovanni Boldini a Parigi che poneva le basi a quei semi di passione per il teatro e per le scenografie che si svilupperan-
SOTTOMARINA (VE) Via S. Marco 1933/C - Tel. 041 4968055 Dal lunedì al sabato dalle 09:00 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00 CHIOGGIA (VE) Borgo S.Giovanni, 7/Z (vicino distributore Q8) - Tel. 041 4968379 Dal lunedì al sabato dalle 09:00 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00 ESCLUSO SABATO POMERIGGIO
no successivamente in abbinamento ad altre arti. Fu l’incisore e scultore spagnolo Rogelio de Egusquiza a trasmettere al giovane l’adorazione per la musica di Wagner, prendendo corpo nell’ultimo decennio dell’ottocento con i viaggi a Monaco di Baviera e Bayreuth. I primi lavori di Mariano abbandonano dunque l’accademismo iniziale per entrare in area simbolista associando luoghi e personaggi del compositore tedesco. Ulteriori disamine lo conducono a elaborare la “Cupola”, ossia una nuova concezione dell’illuminazione scenica che innova i fondali dipinti che campeggiavano nei teatri dell’epoca. Così affermava: “Tutto quello che vidi e sentii, mi accese maggiormente nel desiderio di realizzare nuovi mezzi, forme e nuovi aspetti per accrescere gli effetti generali del teatro. Ricordo ancora qualche particolare della scena dell’Oro del Reno che scontentava la mia fantasia giovanile. L’effetto del fiume in lontananza mancava di efficacia per un gioco di luce non bella”. Dunque Palazzo Fortuny, visitabile nella sua completa interezza data dalle stanze aperte, crea percorsi di dialogo tra le opere di Mariano e altri artisti quali per esempio Eugenio Prati, Adolfo Wildt, Gaetano Previati e Lionello Balestrieri. Un’esposizione complessa ma godibile, che permette d’iniziare una disamina di quel percorso dell’Ottocento che ha trovato nei primi decenni del secolo successivo elementi d’influenza e di rimandi.
42 Cultura veneta
Cultura veneta 15
Iniziativa della Regione I martedì al Cinema dal costo del biglietto volutamente contenuto
Due euro per il cinema d’autore
a treViso omaggio a carmelo zotti
Coinvolte tutte le province venete con una programmazione distribuita su 14 sale per tutto il mese di marzo di Vesna Maria Brocca
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orti del successo delle precedenti edizioni ritornano, dal 5 al 26 marzo, gli appuntamenti con “La Regione del Veneto per il Cinema di Qualità – La Regione ti porta al cinema con due euro - I martedì al Cinema”. L’iniziativa coinvolge tutti i martedì (5, 12, 19, 26) di marzo delle provincie venete che ospiteranno nelle 14 sale d’essai aderenti dislocate sul territorio Veneto, proiezioni di pellicole molto spesso alternative ai circuiti commerciali, con produzioni indipendenti, distribuite con difficoltà ma di grande qualità artistica. Per promuovere il cinema d’autore, il costo del biglietto, volutamente contenuto, è di due euro. Le sale cinematografiche che aderiscono al progetto sono: Cinema Italia a Belluno; riguardo, però, si può accedere al link www.spettacoloMultisala PortoAstra e Lux a Padova; Multisala Cinergia a veneto.it/cinema, cliccare sul banner de “I martedì al Rovigo e Multisala Politeama a Badia Polesine; Multisala Cinema” e accedere, in questo modo, alle pagine che riportano la programmazione delle Corso a Treviso, Multisala Italia a sale. L’aggiornamento viene fatto Montebelluna e Cinema Cristallo a Per conoscere i entro il giovedì che precede il marOderzo; Cinema Dante a Mestre, film in proiezione tedì di proiezione. La promozione Cinema Teatro Mirano a Mirano accedere al link è aperta a tutti. Rimanendo ancora e Multisala Verdi a Cavarzere; Ci- www.spettacoloin tema di cinema, ricordiamo che nema Alcione a Verona; Cinema veneto.it/cinema Araceli a Vicenza e Multisala Meormai è alle porte la quarta ediziotropolis a Bassano del Grappa. Non è possibile conoscere ne del Vittorio Veneto Film Festival (Teens and Kids Intercon anticipo i film che saranno in programmazione; a tal national Film Festival), che si terrà dal 17 al 20 aprile.
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Dal 17 al 20 aprile si terrà il Vittorio Veneto Film Festival. 1.000 ragazzi in giuria
Organizzato dall’associazione no profit “400colpi”, si rivolge ad una fascia d’età compresa fra gli 8 e i 21 anni e agli studenti universitari. Il festival si presenta organizzato in sezioni diverse e autonome. 1.000 ragazzi della giuria, provenienti dall’Italia e dall’estero, condivideranno quattro giornate immersi nel mondo del cinema, visionando 15 lungometraggi nazionali ed internazionali. Novità di quest’anno è la giuria degli “+Alti”, composta cioè da giurati tra i 28 e i 100 anni e che avrà il compito di premiare il miglior film tra quelli loro proposti. Info: www. vittoriofilmfestival.com
L
a città di Treviso, dal 21 aprile al 30 giugno, dedica al Maestro Carmelo Zotti (Trieste 1933- Treviso 2007) una mostra antologica, nell’anno in cui avrebbe compiuto ottant’anni. Si tratta della ricomposizione di un universo intimo di figure, gesti, colloqui. Una cinquantina di opere su tela e carta, di ingente mole e di complessa, variegata narratività che troveranno momentanea casa al Museo civico di Santa Caterina. Si tratta di un percorso che unisce gli echi espressionistici nei ritratti dei primi anni Cinquanta alla narrazione fitta di geometrie dense di figurativismo e colore, per giungere negli anni Settanta alla maturazione dei simboli-marchio della sua poetica, forti di campiture di acceso cromatismo. Del successivo ventennio, fino agli esordi del Duemila, verrà esposta una selezione di tele tra le più intime e enigmatiche della sua opera, incentrate sul dialogo/gesto tra figure, ossessione e meraviglia di tutta la vita. Nella Galleria del Liceo Artistico di Treviso, affacciato sulla piazzetta del Museo, dal 3 al 25 maggio 2013, inoltre, verrà esposta una sezione di opere su carta: una trentina di lavori di piccolo formato insieme alla grande carta “Figure e putto” del 1986 (151x273 cm.).
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PSICOLOGIA DEL LAVORO L’OTTICO
L’OCULISTA
Occhio secco DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova v.crepaldi@libero.it
L’occhio ha la necessità di essere regolarmente e sufficientemente lubrificato. Perché ciò avvenga è necessario che vi sia un normale quantitativo di lacrime che ad ogni chiusura di palpebre viene distribuito sulla superficie oculare. Questo equilibrio fra produzione, distribuzione e smaltimento del “film” lacrimale può rompersi e causare non pochi disturbi. Genericamente possiamo definire questa patologia come “occhio secco” dove si ha un danno a carico della superficie oculare per scarsa produzione di lacrime o per aumentata evaporazione delle stesse per perdita della sua componente acquosa. Spesso le due forme coesistono tra di loro rendendo difficile la diagnosi. E’ frequente e conosciuta l’associazione tra occhio secco e malattie autoimmuni reumatologiche più frequenti nei giovani e nelle femmine; in questo gruppo, tra i quadri più gravi, ricordiamo la sindrome di Sjogren caratterizzata da artrite, secchezza della bocca, del naso e dell’occhio. Altro fattore importante che causa occhio secco per riduzione della secrezione lacrimale è l’invecchiamento: sopra i 60 anni è quasi nella norma soffrire per un deficit della secrezione lacrimale. E’ alta l’incidenza del disturbo nelle donne che raggiungono l’età della menopausa per modificazioni indotte dalle condizioni ormonali caratteristiche di questo periodo della vita di una donna. Spesso sono le condizioni ambientali che ogni giorno ci circondano che determinano deficit della parte acquosa del film lacrimale. Pensiamo all’uso della aria condizionata in auto o nell’ambiente di lavoro o in casa. In queste situazioni l’evaporazione della parte acquosa aumenta considerevolmente. Ruolo importante gioca anche l’inquinamento atmosferico, sia ambientale che nel posto di lavoro, che porta l’occhio a contatto con sostanze irritanti responsabili di patologie acute che possono anche cronicizzare. La scarsa lacrimazione interessa chi sta molto tempo davanti al videoterminale. In questo caso si verifica un aumento dell’evaporazione lacrimale per scarso ammiccamento. Non va sottovalutata la secchezza oculare legata ad assunzione di farmaci per via sistemica come certi antiipertensivi, diuretici, miorilassanti, ansiolitici. Inoltre, alcune patologie della superficie oculare sono responsabili di occhio secco, come ad esempio le blefariti (infiammazioni del bordo palpebrale), in cui si ha produzione di secrezione lipidica (grassa) che altera il film lacrimale, o le congiuntiviti allergiche, o le infiammazioni da virus della cornea o della congiuntiva. L’ occhio secco può manifestarsi per uso improprio delle lenti a contatto quando queste sono indossate per troppe ore o quando ci si ostina al loro utilizzo in mancanza di un film lacrimale abbondante. I sintomi da occhio secco classici sono sensazione da corpo estraneo, palpebre pesanti, bruciore, a volte prurito con diminuzione del visus. All’inizio i sintomi sono poco apparenti ed il paziente spesso li trascura. Se la patologia peggiora, il sintomo più importante è il dolore, per l’ insorgere di una cheratite. In questo caso si ha un riflesso associato di lacrimazione creando un apparente controsenso nella diagnosi.
La terapia dell’ occhio secco nonostante la presenza in commercio di oltre 100 tipi di lacrime artificiali è sconfortante. Le lacrime cercano di ristabilire un normale film lacrimale attenuando la sintomatologia. L’instillazione delle gocce può variare dalle 4 volte al giorno, nei casi cronici, ad una instillazione ogni ora, nei casi acuti. Nei pazienti gravi si può ricorrere alla chirurgia con l’occlusione dei puntini lacrimali che sono le normali vie di scarico per le lacrime. Si può ricorrere anche a farmaci per via orale contenenti aminoacidi e acidi grassi insaturi in grado di migliorare la sintomatologia.
Dott. Lara Tasso
L’autostima Ipovisione
Valentino L’autostimaMicaglio può essere definita come l’amore che abbiamo
per noi stessi, e deriva dal confronto tra i successi ottenuti e le aspettative corrispondenti (James, 1890). Rogers (1951), sostiene che l’autostima consiste nel bisogno di essere considerati positivamente, e si concretizza nell’autorealizzazione, in contrapposizione all’insicurezza. L’autostima deriva dal confronto tra il sé ideale e il sé percepito. Il primo si riferisce a come una persona vorrebbe essere, mentre il secondo è come la persona pensa di essere. Negli individui con bassa autostima si riscontra una notevole distanza tra il sé ideale e quello percepito. Ognuno di noi cerca di comportarsi in maniera coerente con il proprio concetto di sé, e cerca di indurre gli altri
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a confermare la percezione di se stesso. fare diunacutezza esempio, L’ipovisione è unaPer condizione visiva supponiamo di percepire noi molto limitata che ha notevoli conseguenzestessi sulla come persone estroverse e di essere vita quotidianaduce, mediante trattamento chiinviatati una festa: tenderemo a rurgico (il piùacomune è detto ‘trabulectomia’). dimostrarci socievoli BIBLIOGRAFIA: Wikipedia e aperti, così da confermare l’immagine che abbiamo di noi. Se notiamo un’incongruenza tra il sé percepito e un’esperienza reale, possiamo attivare meccanismi di difesa, come la negazione dell’accaduto. L’autostima è un costrutto complesso, che coinvolge l’emotività, le relazioni interpersonali, il vissuto corporeo, la propria capacità di intervenire nell’ambiente circostante, il successo scolastico e lavorativo, la vita familiare. Il modo in cui valutiamo noi stessi si basa sull’assegnazione di attributi da parte degli altri, sull’identificazione di attributi tramite il confronto con persone che giudichiamo simili a noi, e sull’auto-osservazione. L’autostima si forma fin da piccoli, in base alle esperienze vissute, e a come gli altri, genitori in primis, hanno risposto ai nostri successi e insuccessi. Persone con buona autostima, infatti, hanno spesso avuto genitori accoglienti, che mettevano il bambino a confronto con compiti stimolanti, ma alla sua portata; genitori in grado di valorizzare i risultati positivi, e di non stigmatizzare gli errori. Persone con bassa autostima, invece, hanno spesso avuto genitori con aspettative troppo elevate, che portano il bambino a confrontarsi con compiti troppo complessi, aumentando così le probabilità di errori e insuccessi. Chi ha una buona autostima, non ha il timore di sbagliare, poiché è sicuro delle proprie qualità, indipendentemente dal risultato. Chi, invece, ha problemi di autostima, tende a vedere l’errore come la dimostrazione delle proprie incapacità: ciò attiva un circolo vizioso, per cui la persona tende a evitare compiti, esperienze, relazioni. Un ambiente familiare che trasmette calore, gradimento e accettazione è la base per lo sviluppo della stima in se stessi. L’autostima non è statica, ma può cambiare anche attraverso un percorso personale, che porta a concentrarsi sulle proprie emozioni, percezioni, valori. Spesso siamo insoddisfatti perché cerchiamo di essere ciò che vogliono gli altri, e non ciò che desideriamo noi. DOTT. LARA TASSO Psicologo del Lavoro – Tel. 3381151335 – e-mail: lara. OTTICA MICAGLIO NOALE tasso@libero.it >noale@micagliogroup.it<
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ADRIA: NUOVA SEDE DI ELETTRO SIDI’S Elettro - Sidi’s si amplia e cambia sede. Il nuovo negozio di ben 500 metri quadrati, nel suo venticinquesimo di attività, passa dal palazzo di vetro di via Lupati al nuovissimo edificio di Monsignor Pozzato, quasi difronte al comando della compagnia Carabinieri di Adria, sulla provinciale che porta al mare. Il motivo di questa scelta lo spiega Silvano Nonnato, che in società con il cognato Renzo Finotto, gestisce l’importante azien- Nelle foto: I proprietari dell’azienda adriese Elettro- Sidi’s e l’interno della ditta da in cui lavorano Lorenzo, figlio di Renzo e l’impiegata di una vastissima gamma di dei bolidi di Formula Uno. anche degli impianti di conRomina Crivellari. “Abbia- accessori e ricambi per tivù, “Siamo rivenditori specializ- dizionamento e qui Elettromo deciso di ampliarci per elettrodomestici, antennistica zati anche in sistemi di video Sidi’s è distributore di Mitsudue motivo- racconta Silva- quale rivenditore Televes, ot- sorveglianza e antifurto e pro- bischi Electric. In momenti di no- il primo per rendere visi- timo in qualità e prezzo e mi- prio in questo periodo, sino a risparmi, quello energetico è bile tutta la vastissima scelta nuteria elettronica. Oltre ad giugno - sottolinea Lorenzo senza dubbio tra i più richiedei nostri articoli, il secondo essere rivenditore di Midland, Finotto- con l’acqusito si può sti e qui ad Elettro-Sidi’si perché in un clima di crisi azienda specializzata in rice- detrarre addirittura il 50%”. possiamo trovare ogni tipo di c’è bisogno di investire guar- trasmettitori, Elettro-Sidi’s è Ma Elettro-Sidi’s, attraverso lampadine a led dove è magdando con fiducia al futuro”. altresì Sky service per la pro- la Tooway, è pure rivendito- giore la resa in luce, maggiore Elettro-Sidi’s fa parte di Pro- vincia di Rovigo, motivo di re di impianti satellitari della è il risparmio di energia ed è fessional Group, un gruppo allora abbonarsi con le nuo- nota azienda Fracarro per l’u- lunghissima la durata di vita di acquisto specializzato in ve proposte che partono ora tilizzo di internet e ricezione della lampada. Il taglio del naelettronica, proponendo quin- in concomitanza delle gare via satellite. Vasta la gamma stro per l’inaugurazione della
nuova sede è avvenuto alla presenza del primo cittadino Massimo Barbujani che non ha voluto mancare, nonostante i vari impegni istituzionali. Il sindaco, nel suo intervento, si è vivamente congratulato con i proprietari, presenti ad Adria sin dal 1987 e che, in momenti come questi, hanno scelto coraggiosamente di ampliarsi ed investire sul territorio, auguarando loro ogni meritato successo.
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