Si chiama “Promises” (Promesse), e si può trovare gratuitamente sul web. E’ un documentario girato ormai 23 anni fa a Gerusalemme e dintorni tra tre registri ebrei americani che hanno raccolto nella quotidianità le parole di sette bambini, palestinesi e israeliani, laici e ortodossi. Ragazzi che abitavano a meno di venti di minuti di distanza l’uno dall’altro ma vivevano in mondi completamente diversi e sempre più lontani. Eppure non si sono fermati alle divisioni imposte dai loro padri, non hanno rifiutato il confronto e il dialogo, per quanto sia difficile. Da quelle immagini che oggi ci appaiono un po’ sgranate e sfocate, dalle parole di quei bambini, così lontane da ogni retorica, forse è il caso di ripartire in questi tempi feroci. Da più di un anno ormai siamo bombardati quotidianamente dalle notizie e dalle immagini del conflitto di Gaza che sta infiammando tutto il Medio Oriente e compromettendo equilibri già precari. Dal 7 ottobre 2023, dal giorno del sanguinoso attacco di Hamas, il bollettino dei morti, degli attacchi e delle esplosioni sembra non conoscere fine. Siamo spettatori affacciati su un abisso di orrore di fronte al quale è difficile trovare delle risposte condivise e indicare delle soluzioni percorribili.
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di Padova
“ALTRO CHE CITTÀ CHE CAMBIA, QUI REGNANO PAURA E PROPAGANDA”
Ospiti del nostro forum in redazione i capogruppo in consiglio comunale Mosco e Cavatton attaccano a testa bassa l’amministrazione patavina, dalla sicurezza alla tassazione e ai lavori in corso
Servizi a pagg. 6 e 8
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ECONOMIA E SANITA’: GLI ASSESSORI IN REDAZIONE
Le interviste a Francesco Calzavara, Roberto Marcato e Manuela Lanzarin, con uno sguardo all’appuntamento elettorale del 2025
Servizi a pagg. 29 e 30
INTERPORTO DI PADOVA SORVEGLIATO DAI DRONI
E’ una delle novità presentate a Padova al salone internazionale Green Logistics Expo con soluzioni tra sostenibilità e innovazione Il Veneto
Servizio a pag. 31
LL’opportunità olimpica del Veneto
Luca Zaia
Governatore Regione Veneto
’organizzazione delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026 rappresenta per il Veneto una straordinaria opportunità di rilancio economico e di promozione internazionale. Questo evento permetterà alla nostra regione di valorizzare le proprie eccellenze turistiche e culturali, ma anche di stimolare investimenti in infrastrutture fondamentali per il nostro territorio montano.
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Continua il lavoro del team della nuova Questura
N egli scorsi giorni è stato presentato ufficialmente il team di progettisti scelto per realizzare la nuova questura, che sorgerà in Via Anelli, nell’area dell’ex Complesso Serenissima, ora completamente bonificata e liberata dai vecchi edifici. All’evento hanno partecipato il vicesindaco Andrea Micalizzi e il Questore di Padova Marco Odorisio.
Il progetto, di grande rilevanza per la città, prevede una superficie totale di 13.400 mq, con una costruzione di 21.500 mq che ospiterà circa 700 lavoratori. Il costo stimato per la realizzazione ammonta a 48,5 milioni di euro, con una spesa complessiva che raggiunge i 62 milioni di euro.
L’iter progettuale si articola in diverse fasi: la prima consiste nella redazione del nuovo Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE), che dovrà essere concluso entro 180 giorni dalla data di inizio, fissata per il 1 novembre. Questa fase sarà portata avanti in collaborazione con il Servizio Tecnico Logistico del Ministero degli Interni e il Comune di Padova, che fungerà da stazione appaltante. Una volta concluso, il PFTE verrà inviato a Roma per ottenere l’approvazione del Ministero e sarà presentato al Consiglio Comunale per il via libera urbanistico.
Il team di progettazione include F&M ingegneria, capogruppo responsabile del coordinamento generale e degli aspetti strutturali, insieme a LVL Architettura, PROAP, Semper, Denise Borsoi e Anna Maria Portoghese, che porteranno competenze in vari ambiti, dalla progettazione architettonica alla cura del paesaggio e all’acustica.
Il vicesindaco Micalizzi ha sottolineato l’importanza di questo progetto per la rigenerazione dell’area: “Oggi inizia un percorso che ci porterà al 2030 ad avere la nuova questura. Sarà un passo concreto per una Padova che si ridisegna, con nuove centralità”.
Il Questore Odorisio ha evidenziato l’importanza della nuova sede, progettata ad hoc, che rappresenta un’opportunità unica. “Una Questura è una macchina complessa e serve non solo la città ma tutta la provincia, quindi l’accessibilità e la sicurezza sono questioni fondamentali”.
L’opportunità olimpica del Veneto
Con un impatto stimato di oltre 1 miliardo di euro in opere pubbliche, le Olimpiadi non saranno solo una vetrina per il Veneto, ma un volano di crescita che ci aiuterà a rafforzare l’economia locale e a dare nuova linfa al turismo e al commercio regionale.
Il nostro impegno è massimo per garantire che ogni progetto sia all’altezza delle aspettative e lasci un’eredità duratura per le future generazioni.
Stiamo lavorando per trasformare l’evento in un’occasione di sviluppo sostenibile e in un’opportunità per rivitalizzare le aree montane, mantenendo la bellezza e l’equilibrio dei nostri paesaggi. In questo modo, potremo non solo ospitare un grande evento sportivo, ma anche dimostrare al mondo intero quanto il Veneto sia una terra capace di guardare al futuro con visione e determinazione.
Lo sguardo dei ragazzi al di là dell’abisso
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Così, accanto al rumore dei bombardamenti, al pianto delle vittime, di tutte le vittime indistintamente, ecco i toni aspri e inconciliabili delle ragioni dell’una e dell’altra parte, in un crescendo di odio senza rimedio.
Nuova
questura in Via Anelli: presentato il progetto da 62 milioni
Chissà che ne è stato di quei ragazzini di “Promises”, chissà cosa pensano ora di fronte a tutto ciò. Chissà se sono sopravvissuti. Ma noi possiamo ancora guardarli negli occhi nel tempo in cui non avevano ancora perso l’innocenza e si affacciavano al futuro con il naturale ottimismo dei bambini. Eppure la loro infanzia “normale” si intrecciava con la presenza costante della violenza, con la minaccia della guerra, la precarietà della paura. I registi hanno raccolto le loro voci, ascoltato le loro storie e poi proposto ai ragazzi di incontrarsi, di varcare quel confine che li divide.
Non c’è un lieto fine, non ci sono morali consolatorie né scene strappalacrime, non ci sono risposte definitive. Ma lo sguardo di quei bambini, uguali ai tanti bambini di oggi martoriati dalla guerra, e le loro voci ci spingono a guardare al di là dell’abisso di questo tempo.
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di Padova
Luca Zaia Governatore Regione Veneto continua da pag. 1 continua da pag. 1
La città che cambia
Caffè con la Piazza. In redazione Matteo Cavatton capogruppo FDI consiglio comunale
“L’amministrazione si contraddice, è brava solo nella propaganda”
“La bandiera dello stop al consumo di suolo negata per Alì, quella per l’integrazione con la chiusura del Centro Istruzione Adulti. Intanto le tasse comunali sono le più alte del Veneto”
Il caffè con Matteo Cavatton, Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia a Padova, è particolarmente amaro per l’Amministrazione Comunale guidata da Sergio Giordani bollata come solita a “continue contraddizioni, frammentata tra spinte contrapposte al proprio interno e capace, esclusivamente, di gestire una macchina della propaganda nel tentativo di non far emergere all’esterno la realtà delle cose.”
Non usa mezzi termini Cavatton e chi lo conosce non poteva avere certamente dubbi. Il consigliere FDI, infatti, è un veterano dell’Amministrazione, già Assessore del Comune di Padova con deleghe a Cultura, Ambiente, Avvocatura Civica, Innovazione e Smart City, Agenda 21, Rete Civica e Contratti e consigliere, quasi ininterrottamente dal 1999.
“Basti pensare – argomenta Cavatton – alla favola del green e dello stop al consumo di suolo e poi constatare con quanta pervicacia, a dispetto di ampi settori della stessa maggioranza consiliare, la Giunta ha portato fino allo stremo la vicenda dell’ampliamento dell’Hub logistico di Alì per il quale tanto i cittadini quanto un’azienda storica del nostro territorio sono le vere vittime dell’incapacità e delle contraddizioni
dell’Amministrazione Giordani. Come opposizioni noi abbiamo cercato, a suo tempo di difendere i piccoli privati, presentando centinaia di emendamenti puntualmente bocciati perché non si poteva impedire a un cittadino padovano anche solo di sistemarsi una terrazza. Ci hanno accusato di non comprendere le esigenze dell’ambiente e del territorio e poi loro stessi, si sono profondamente contraddetti, approvando in deroga tutti gli strumenti urbanistici questo intervento da 720mila metri cubi di nuova edificazione in zona agricola. Oltre alla schizofrenia amministrativa evidente, questo produce una profonda disparità di trattamento tra i padovani.”
Tema questo, per altro, non ancora del tutto concluso visto i ricorsi depositati dai cittadini di quell’area e dal Comune di Saonara.
“In Città – continua – è evidente un cortocircuito istituzionale e democratico che sta portando la giunta e la maggioranza consigliare, peraltro sempre più risicata, che sta portando a negare ogni spazio di confronto. Del resto questa è una stagione politica al termine: Sindaco e sette assessori su nove non potranno più ricoprire il ruolo che hanno oggi e cercano futura collocazione politica. Questo li porta
a impegnarsi, in maniera pressoché esclusiva, e a dedicarsi agli ambiti nei quali contano di avere, in vista di futuri e diversi incarichi politici, i propri bacini elettorali. Questa disarticolazione ha prodotto, ed è evidente a tutti, che si sia persa completamente un’idea complessiva di Città, di sviluppo e di futuro. Purtroppo non si considera che Padova dovrà essere amministrata da qualcun altro nei prossimi anni e non può essere messo nelle condizioni di trovarsi a fare i conti con iniziative e cantieri, spesso solo approntati, completamente slegati gli uni dagli altri. Un sacco di cattedrali nel deserto, dunque, tacitata e mascherata da un profluvio di cantieri o attività resi possibili dall’enorme flusso di denaro derivante dal PNRR, ma scelti senza visione complessiva.”
“A proposito di città accogliente – aggiunge – la più grande realtà inclusiva
dell’Arcella è il Centro di Istruzione per Adulti in viale Arcella, frequentato soprattutto da cittadini extracomunitari e in particolar modo da donne che possono imparare l’italiano e, grazie a questo, procedere con il proprio percorso di integrazione. Bene, senza nessun batter di ciglia, sono stati buttati fuori per fare spazio a cooperative sociali e sono stati sfrattati in due luoghi molto distanti dai luoghi nei quali la comunità era abituata a recarsi producendo, questo ci viene detto dagli stessi cittadini extracomunitari, a un abbandono forzato: non andranno più a scuola perché gliela hanno, senza pensarci due volte, spostata in luoghi più scomodi e meno facilmente raggiungibili. Ecco: anche in questo caso alle tante parole e alla propaganda poi seguono fatti che vanno in direzione completamente opposta.”
“Un altro tema – spiega –
sul quale credo sia necessario porre attenzione è quello della tassazione. Padova è la Città Veneta nella quale le tasse comunali sono le più alte. Una crescita continua con un aumento esponenziale della Tari, Imu seconda casa, Irpef, aumento del biglietto del trasporto pubblico locale, aumento dei ticket dei parcheggi. E la motivazione è sempre stata quella di garantire i servizi essenziali ai padovani. Questa politica sta portando allo spopolamento di Padova: nel 1999 la popolazione residente era di 220mila abitanti, oggi siamo a 209mila e continuiamo a perdere residenti che scelgono di andare a vivere nell’hinterland dove non c’è soluzione di continuità perché padova è un sistema da oltre 400mila abitanti ma dal Ponte della Guizza a Albignasego, solo per citare un esempio, c’è una differenza enorme in termine di tributi comunali e costi tanto poi i servizi sono comunque quelli di Padova. Poi ci devono spiegare come sia possibile spiegare dove trovino i 3,5milioni di euro per comprare l’MPX se dicono di essere costretti a aumentare le tasse per garantire i servizi essenziali.”
“Insomma – conclude Cavatton – stiamo assistendo a una Città in preda di contraddizioni, confusioni, tensioni personalistiche determinate dalla necessità di garantire personali percorsi politici futuri, tutto immerso in una nebbia densa chiamata propaganda.”
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Matteo Cavatton
La nostra energia ti aspetta a Padova
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Caffè con la Piazza. In redazione Eleonora Mosco, capogruppo della Lega in consiglio comunale
“Sicurezza: l’attività sociale non basta,
è necessario il presidio del territorio”
“Va aumentato il numero di agenti, il Daspo andrebbe esteso fuori dalle mura cinquecentesche. Condivisibili i centri di animazione territoriale ma servono anche interventi risolutivi” La città che cambia
U n luogo simbolo delle battaglie della Lega sulla sicurezza. Negli ultimi giorni, l’area della stazione di Padova è stata oggetto di attenzione a causa di diversi episodi di microcriminalità. A complicare ulteriormente la situazione, una recente classifica ha evidenziato come Padova sia tra i comuni italiani più colpiti dal fenomeno dello spaccio di stupefacenti. Una ferma e decisa condanna nei confronti dell’amministrazione comunale per la gestione della sicurezza in città, arriva dal capogruppo della Lega in consiglio comunale. “La situazione di degrado e l’insicurezza che ha preso piede a Padova è ormai fuori controllo e non può più essere tollerata. C’è uno sbilanciamento rispetto ad una scelta politica volta
maggiormente su un’attività di prevenzione sul sociale che riteniamo essere fallita. - commenta Eleonora Mosco - Serve un giusto contemperamento per gestire questi fenomeni tra parte sociale, ma anche di ordine pubblico e quindi anche di repressione e di presidio del territorio”. Il consigliere ha poi citato gli episodi recenti, come lo scontro tra due gruppi di giovani alla Guizza, che si sono lanciati cocci di bottiglia, seminando paura tra i residenti. “I centri di animazione territoriale sono un presidio sociale utile, ma da soli non bastano”, ha aggiunto”. Senza contare gli ultimi episodi accaduti in alcuni quartieri, come la Guizza, in cui due gruppi di giovani si erano affrontati lanciandosi cocci di bottiglie di vetro de-
stando paura tra i residenti.
“I centri di animazione territoriale, un presidio sociale che è condivisibile come scelta, perché crea un’alternativa di animazione a questi ragazzi, ma da sola non è sufficiente – prosegue Mosco –. Serve un’attività di presidio del territorio, la presenza di vigili di quartiere o di sedi distaccate della polizia locale, sono presidi visivi che fungono da deterrente nei confronti dei cittadini, come sentimento di rassicurazione, ma anche dei giovani che ci pensano due volte a commettere i reati, perché di questo si tratta”.
Una posizione quella del capogruppo che, se da un lato plaude alle attività sociali che andrebbero potenziate - la proposta della Lega è la creazione di un Cat in centro stori-
co -, allo stesso modo servono presidi stabili nei territori di potenziamento dell’ordinamento interforze nel territorio.
“L’amministrazione comunale può aumentare il numero di agenti, può modificare il regolamento ampliando l’applicazione del daspo non solo all’interno delle mura cinquecentesche. Inoltre, il Questore ha detto che il taser è uno strumento che funziona e che può essere dato in dotazione
anche alla Polizia Locale. Insomma, bisogna ripartire dalla sicurezza in modo concreto e realistico”.
Oltre a queste proposte il capogruppo della Lega parla di sicurezza integrata che passa non solo dall’ordine pubblico, ma anche dalla pianificazione urbanistica, viabilità e attività commerciale come la gestione di attività etniche. “Su questo l’amministrazione in sordina sta replicando la nostra proposta che è quella di favorire l’insediamento di attività identitarie. - conclude il consigliere Mosco - Ribadisco la necessità di interventi immediati e concreti, basati su un’azione integrata di sicurezza che unisca repressione, prevenzione e riqualificazione dell’arredo urbano. È fondamentale avviare una programmazione di interventi chiari e risolutivi per restituire alla comunità il diritto di sentirsi sicura nei propri spazi”.
Sara Busato
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Eleonora Mosco
Climate city contract. Iniziativa dal respiro europeo, Padova è tra le nove città scelte
Neutralità climatica, obbiettivo 2030
Al via il piano di 14 azioni strategiche
Un documento che impegna il comune di Padova ad abbassare entro il 2030 le emissioni di carbonio. Un progetto importante, dal respiro europeo per cercare di portare la città ad abbattere le emissioni di carbonio entro il 2030. Un progetto che si inserisce in un piano europeo che vede cento città protagoniste di questo cambiamento. Padova è tra le nove città italiane scelte per attuare misure concrete per fermare o quanto meno mitigare i cambiamenti climatici.
Il piano, denominato Climate City Contract (CCC), è articolato in tre sezioni: il piano d’azione, che delinea le strategie e le azioni necessarie per raggiungere la neutralità climatica; il piano degli investimenti, che specifica costi, benefici e fonti di finanziamento per ogni azione; e gli accordi per il clima, già firmati da 36 stakeholder locali, tra cui pubbliche amministrazioni, associazioni, banche ed enti di ricerca, per condividere obiettivi e strategie.
Le quattordici azioni strategiche messe in campo si concentrano principalmente su edifici e mobilità. Un’analisi dettagliata delle fonti emissive ha identificato gli edifici residenziali, terziari e industriali, compresa l’illuminazione pubblica, e i trasporti come le principali aree di intervento. Tra le iniziative più significative c’è la creazione del “One Stop Shop”, un sistema di supporto tecnico ed economico per chi intende realizzare interventi di riqualificazione energetica, con l’obiettivo di rendere accessibili strumenti finanziari anche a privati e piccole imprese.
“Si tratta di un piano che dà l’idea di come Padova si stia impegnando per le urgenze del nostro tempo con una visione a medio lungo termine, grazie alla quale tutte le azioni che l’amministrazione e i privati introducono sono incanalate verso un obiettivo comune alto e urgente. - sottolinea Chiara Gallani, consigliera con delega alla neutralità climatica - Solo mettendo
in atto le azioni e gli impegni sottoscritti con il PAESC nel primo anno di applicazione, tra il 2021 e il 2022, le emissioni in città si sono abbassate del 4%.
Il Piano prevede un investimento complessivo di 5,6 miliardi di euro entro il 2030, includendo non solo i fondi del Comune di Padova, ma anche quelli di soggetti privati e degli stakeholder coinvolti sul territorio. Ad oggi, 36 soggetti hanno sottoscritto l’accordo, impegnandosi in attività di mitigazione, adattamento, comunicazione, formazione, educazione, supporto finanziario e ricerca e sviluppo.
Il documento, firmato dal sindaco Giordani, passerà ora al vaglio della Commissione Europea che conferirà a Padova il label di città “climate neutral”, ossia di città attivamente impegnata per azzerare le emissioni di gas climalteranti prodotte all’interno del suo territorio.
Il riconoscimento, oltre a legittimare Padova come città di sperimentazione e innovazione in ambito climatico a livello europeo, darà al comune la possibilità di accedere a bandi di finanziamento dedicati specificamente alle città della Net Zero Cities Mission, e di confrontarsi con le istituzioni europee e con le altre città europee all’avanguardia nella lotta al cambiamento climatico sulle migliori politiche da attuare per favorire una transizione ecologica dei nostri territori.
A luglio scorso è stato an-
nunciato che la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) destinerà i primi 3 miliardi di euro per sostenere le 100 Città della Missione, dimostrando l’impegno delle istituzioni europee nel raggiungimento di questi obiettivi. Nei prossimi anni, l’attrazione di risorse per Padova sarà fortemente legata alla transizione verso la neutralità climatica.
“È importante evidenziare una cosa sulla quale spesso si fa confusione. Quello che presentiamo è un piano per la neutralità climatica e per la decarbonizzazione, non è quindi legato al tema dello smog perché sono due temi diversi. – conclude l’assessore all’ambiente Andrea Ragona - Se guardiamo al Comune di Padova e prendiamo in considerazione il trasporto pubblico, la ristrutturazione di edifici come le scuole o la sostituzione di tutta l’illuminazione pubblica, sono azioni che già realizziamo puntando alla neutralità o alle basse emissioni, che da ora saranno inserite all’interno del piano strategico perché appunto devono essere indirizzate verso una strategia comune. Se Padova dovesse raggiungere nel 2030 la neutralità climatica, il risultato non sarebbe determinante a livello globale, ma l’obiettivo di questa Missione è proprio quello di far diventare città come Padova avamposto per comprendere al meglio come replicare determinate strategie in tutto il territorio dell’Unione Europea”.
Sara Busato
Il Climate City Contract prevede un piano di azione, uno degli investimenti e gli accordi per il clima già firmati. Gli interventi si concentrano su edifici e mobilità
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Azienda Ospedaliera. A Padova nasce la prima stroke unit pediatrica in Italia
L’ictus colpisce anche i più piccoli, per salvarli ogni minuto è prezioso
Un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Sebbene l’ictus sia più comunemente associato all’età adulta, rappresenta una delle prime dieci cause di morte nei bambini. Per far fronte a questa emergenza, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova ha istituito una nuova unità dedicata interamente ai piccoli pazienti colpiti da ictus. Un gruppo multidisciplinare di esperti che lavora in sinergia per garantire una diagnosi rapida e un trattamento immediato, fondamentali per limitare i danni cerebrali e migliorare la prognosi.
Ogni minuto conta: una diagnosi rapida e un trattamento immediato sono fondamentali per limitare i danni cerebrali e migliorare la qualità di vita dei bambini. Grazie a tecnologie all’avanguardia e a procedure allineate agli standard internazionali, la stroke unit pediatrica offre una speranza concreta a tutte quelle famiglie che si trovano a fronteggiare questa difficile sfida. “Il tempo, infatti, è cervello. – sottolinea il professor Stefano Sartori, responsabile dell’UOC Neurologia e Neurofisiologia pediatrica - Minore è il tempo che intercorre tra il sintomo e l’intervento medico o radiologico-interventistico, maggiore è la quota di cervello che noi salviamo, maggiore e migliore è la prognosi per il bambino, e minori saranno i costi sociali ed economici che dovranno essere sostenuti per la sua riabilitazione”.
All’ospedale pediatrico di Padova, il gruppo multidisciplinare composto da neurologi, neuroradiologi, terapisti e altri specialisti lavora senza sosta per garantire la migliore assistenza possibile ai piccoli pazienti. Ora l’equipe è al lavoro per la formazione di operatori del 118 e dei pediatri. Un ambito di intervento sanitario in cui in dieci anni si sono fatti passi da gigante. I segni dell’ictus spesso non vengono notati nei bambini
e negli adolescenti a causa della loro mancanza di consapevolezza. Le procedure di cura sono quasi identiche a quelle impiegate per gli adulti, come conferma la dottoressa Lorena Nico, esperta di ritorno da esperienze in Canada e Francia.
“Lo sviluppo tecnico dei cateteri che utilizziamo ci permette di avere e poter utilizzare gli stessi strumenti, magari di dimensione più piccole, ma in ogni caso con
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le stesse capacità e stesse potenzialità, e arriviamo agli stessi distretti. Quindi, abbiamo di fatto un modello più piccolo, ma eseguiamo le stesse procedure”, spiega la dottoressa “Il risultato è un’unità altamente specializzata e pronta a intervenire in situazioni d’emergenza, offrendo una speranza concreta a quelle famiglie che, senza un intervento tempestivo, vedrebbero il futuro dei loro figli irrimediabilmente compromesso”. L’importante ritardo diagnostico riduce purtroppo le possibilità di cura: il precoce riconoscimento dell’ictus con una tempestiva gestione è, infatti, il principale fattore capace di ridurre la morbilità e la mortalità pediatrica. Attualmente la mortalità per ictus ischemico arterioso oscilla tra il 3 e il 5 per cento. Tra i sopravvissuti il rischio di deficit neurologici permanenti è altissimo (60, 75 per cento). Dalla stabilizzazione delle funzioni vitali in Pronto Soccorso e Terapia Intensiva, alla valutazione neurologica specialistica, fino all’esecuzione di esami diagnostici avanzati come la risonanza magnetica (RM) e l’angio-RM, ogni fase della cura è attentamente monitorata. Nel 2023, il reparto di Neuroradiologia e Neurofisiologia Pediatrica ha effettuato oltre 2200 RM, 800 TAC e 50 procedure interventistiche, sottolineando l’importanza della diagnosi precoce e dell’intervento tempestivo.
Sara Busato
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La città che cambia
In viaggio negli stabilimenti dove sta prendendo forma il tram
APadova sono in costruzione due nuove infrastrutture tranviarie che combinate con l’esistente daranno vita a Smart: un Sistema Metropolitano a Rete Tranviaria interoperabile sul quale ci saranno 8 linee di trasporto che permetteranno di raggiungere tutti i punti della città dai diversi capolinea.
Su queste linee viaggeranno 55 tram, per un totale di 450 corse al giorno e una stima di 20 milioni di passeggeri all’anno. Nei prossimi mesi verranno consegnati i nuovi mezzi che sono in fase di produzione, più capienti e tecnologici rispetto a quelli che vediamo in circolazione oggi. Andiamo a scoprire nel dettaglio la loro tecnologia, i tempi di consegna e i luoghi dove vengono creati.
La tecnologia dei tram padovani e i motivi di questa scelta
La tecnologia dei tram che oggi vediamo sul Sir1 Guizza - Pontevigodarzere si chiama Translohr ed è stata sviluppata dalla fine degli anni ‘90 dalla Lohr Industrie, colosso francese specializzato nella costruzione di veicoli su ferro e gomma e oggi è proprietà di Alstom, la seconda azienda al mondo per la produzione di mezzi rotabili.
La tecnologia Translohr è un po’ diversa da quella di un tram tradizionale, e la principale differenza sta nel fatto che quest’ultimo ha ruote di ferro che viaggiano su due rotaie parallele, il tram di Padova invece ha un’unica rotaia centrale che serve solo a vin-
colare il mezzo che si muove su gomma e per questo motivo è più silenzioso. Inoltre questa tecnologia lo rende più agile: permette un raggio di curvatura minore e di poter affrontare pendenze notevoli.
Un tram tradizionale non potrebbe fare la curva vicino alla Basilica di Sant’Antonio o la salita del cavalcavia Borgomagno lungo la linea Sir1.
La produzione francese dei mezzi
In occasione dell’importante fiera Euro Mobility Expo tenutasi nei giorni scorsi, una delegazione del Comune di Padova e di Aps Holding si è recata a Strasburgo, in Alsazia, proprio per vedere la produzione dei nuovi mezzi dedicati alle nuove linee del sistema SMART. Lì infatti è presente Alstom, l’azienda che li produce, oggi un colosso dei trasporti su rotaia a livello mondiale e nata proprio in Alsazia nel 1928.
Sono 130 gli impiegati, cui se ne aggiungono circa 40 in rinforzo di specifici progetti, come il nuovo tram padovano. Ogni tram è composto da quasi 4000 pezzi diversi che insieme pesano circa 30 tonnellate, messi a disposizione da 130 fornitori, e la maggior parte di questi pezzi viene stoccata, controllata e successivamente assemblata in questo stabilimento.
Per assemblare un tram ci vogliono 9 settimane, e dopo l’avvio della catena di montaggio per realizzare il primo ogni 3 settimane un nuovo mezzo entrerà nella fase clou della sua realizzazione.
Le novità: mezzi più capienti e tecnologici
Come già accennato, il sistema SMART è progettato per la circolazione di 55 mezzi. 22 mezzi sono quelli in uso oggi sul Sir1, di cui solo 15 possono circolare in contemporanea, 7 sono stati acquistati per il Sir3 e 26 per il Sir2.
Dei 33 mezzi in produzione, 28 saranno nuovi e a 4 casse, mentre 5 saranno a tre casse, come gli attuali. Questi ultimi sono già pronti sulle pista di collaudo, in attesa solo dell’iconico tessuto con le stelle di Giotto dipinte nella Cappella degli Scrovegni.
Le nuove produzioni avviate riguardano quindi esclusivamente i mezzi a quattro casse, che a differenza di quelli che siamo abituati a vedere tra la Guizza e Pontevigodarzere, sono più lunghi e più capienti. Non solo, saranno tutti di nuova generazione, i cosiddetti Translohr 2.0, ovvero esteticamente quasi identici ma con interni più moderni e accessibili.
Grazie all’interoperabilità del sistema SMART, i nuovi mezzi a quattro casse di seconda generazione potranno circolare su tutte le linee, anche sulla Sir1, dove è in corso la progettazione per l’adeguamento delle fermate.
I tempi di consegna
I 5 tram a tre casse sono quasi pronti a partire verso Padova, ma prima di consegnarli è necessario sia disponibile il deposito in cui farli stazionare e mantenere in condizioni operative in attesa dell’avvio delle prove integra-
te della nuova linea. Nei primi mesi del 2025 il deposito di Voltabarozzo sarà completato e da allora potranno iniziare le consegne di questi primi mezzi.
Per quanto riguarda i Translohr 2.0 a 4 casse in fase di produzione, il primo mezzo sarà pronto per entrare nelle fasi di test a gennaio 2025, data a partire dalla quale circa ogni tre settimane un tram lascerà lo stabilimento per dirigersi all’ultima fase di collaudo.
Come per i mezzi destinati a Voltabarozzo, per la consegna a Padova bisognerà attendere siano pronti il nuovo deposito della Guizza e il nuovo deposito di Rubano, fino a quel momento stazioneranno in Francia mentre verrà organizzato il trasporto eccezionale.
I 20 mezzi finanziati da PNRR saranno consegnati entro giugno 2026.
Le altre città che hanno i nostri tram
A Parigi sono in funzione due linee di tram come quello padovano, per un totale di 48 veicoli. Nella città colombiana di Medellin sono in funzione 12 mezzi Translohr, a Venezia 20 e 8 sono nella città cinese di Tianjin. Padova presto avrà 55 mezzi, diventando la città con più mezzi di questo tipo al mondo.
Tutte le informazioni su https://www.trampadova.it/ e per un approfondimento sui mezzi l’ascolto dell’episodio 6 del Podcast Prossima Fermata, che trovate su tutte le piattaforme. https://www.trampadova.it/notizie/podcast/
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Provincia di Padova
Il cantiere/2. Dopo quasi un anno di lavori sono iniziate le ultime operazioni
Tram, ok con il ponte di Voltabarozzo, a dicembre aperte le strade arginali
Dopo quasi un anno di lavori, è stato completato il nuovo ponte di Voltabarozzo, una struttura imponente che spicca all’interno del sistema SMART non solo per le sue dimensioni, ma anche per le innovative tecniche di assemblaggio e varo adottate. Un progetto all’avanguardia, frutto di un approccio altamente specializzato, rende il ponte un esempio di eccellenza ingegneristica nel settore delle infrastrutture urbane.
La struttura, dal peso di 820 tonnellate e lunga 95 metri, ha recentemente completato il suo delicato spostamento da un argine all’altro, a una velocità di soli 3 cm al minuto, circa due metri all’ora. Un movimento quasi impercettibile a occhio nudo, costantemente monitorato da oltre venti tecnici della MBM Costruzioni, l’azienda che ha progettato e assemblato l’intera opera.
Sono terminate le operazioni di “calaggio”, ovvero di fissaggio definitivo sui sostegni predisposti nei mesi scorsi. Successivamente, partiranno i lavori per ripristinare le strade lungo gli argini, chiuse dallo scorso autunno, con la previsione di completare tutto entro dicembre.
Il ponte sarà fondamentale per il passaggio della nuova linea tranviaria Sir3, che collegherà la stazione di Padova con il quartiere di Voltabarozzo, segnando un significativo passo avanti per la mobilità sostenibile della città.
“Il tram è solo una delle opere che stiamo realizzando a Padova, dove non sta investendo solo il Comune ma molti altri enti come ad esempio l’Università, la Provincia, l’azienda ospedaliera, cui aggiungere tutti i soggetti privati. - commenta il sindaco Sergio Giordani - Stiamo attraversando un’epoca che cambierà Padova sotto molteplici punti di vista, da una miglior mobilità ad un’aria più pulita e meno inquinata. Certo, lo ribadisco, ci sono e ci saranno dei disagi, ma nel 2026 Padova sarà senza alcun
dubbio migliore, più europea e con un trasporto pubblico più efficiente.”
Oltre a ospitare il passaggio del tram in entrambe le direzioni, il nuovo ponte di Voltabarozzo sarà dotato di una pista ciclopedonale di tre metri, affiancata al ponte esistente, e di un percorso pedonale di due metri sull’altro lato, utile anche per le operazioni di manutenzione.
“Il tram ridisegna anche la mobilità ciclabile. - aggiunge l’assessore alla mobilità Andrea Ragona - In questa
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zona della città le biciclette e i pedoni erano costrette a passare sul ponte attuale, pensato per le macchine, e costretti a passare in uno spazio stretto e scivoloso. Con il nuovo ponte avranno percorsi dedicati che si uniranno alla ciclopedonale esistente che è già stata sistemata, con una nuova pavimentazione, più larga, e con nuove piantumazioni.”
Nel frattempo, una delegazione di tecnici e amministratori ha recentemente visitato l’Alsazia, in Francia, per verificare la produzione dei nuovi mezzi tranviari per le linee Sir2 e Sir3, realizzati dal colosso Alstom France. Questo controllo fa parte delle operazioni legate al PNRR, che prevede la consegna dei veicoli entro il 2026. Alcuni tram, inizialmente destinati alla città di Latina, sono stati acquistati da Padova e, dopo un aggiornamento tecnologico, gli ultimi cinque mezzi su un totale di undici sono pronti per essere spediti in città. Sui mezzi è stato realizzato un ammodernamento tecnologico con la sostituzione di alcuni pezzi, la revisione del sistema di guida, l’inserimento di batterie Lto di ultima generazione più alcune modifiche agli interni per renderli più confortevoli per l’utenza. Questi tram saranno impiegati per la linea Sir3 e troveranno posto nel deposito di Voltabarozzo, che sarà completato all’inizio del prossimo anno.
Sara Busato
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Segreteria organizzativa
Sanità. La struttura, sviluppata su 7 piani, verrà a costare 85 milioni; inaugurazione fra meno di un anno
L’ospedale pediatrico presto sarà realtà
Pronta la sala per la risonanza magnetica
Il nuovo ospedale pediatrico, un ambizioso progetto ormai prossimo alla realizzazione, verrà inaugurato entro meno di un anno. La facciata nord è stata completata e le grandi vetrate sono state posizionate, segnando un ulteriore passo avanti nella realizzazione della nuova pediatria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova.
La struttura, sviluppata su sette piani, prevede un investimento complessivo di 85 milioni di euro. L’importanza di un Ospedale del Bambino all’avanguardia è confermata dai dati: ogni anno si registrano mediamente 316.000 prestazioni ambulatoriali e 10.500 ricoveri. Anche gli accessi giornalieri al Pronto Soccorso sono significativi, con una media di circa 74. Oltre al costo di costruzione, sono stati destinati ulteriori 17 milioni di euro per l’acquisto di apparecchiature all’avanguardia, rendendo l’ospedale uno dei
centri pediatrici più moderni e attrezzati del Paese.
Le prime immagini del cantiere mostrano i progressi significativi, con il completamento delle stanze e dell’installazione della risonanza magnetica, finanziata in parte dal Pnrr. Ultimati, inoltre i lavori che interessano i sottoservizi e le opere di compartizione interna, compresi i vetri.
Da oltre un anno, circa cento operai al giorno sono impegnati nei lavori, nonostante la presenza della cittadella della salute, che continua a operare a pieno regime. «Nonostante la complessità di avere un cantiere in un ospedale come questo, in cui si lavora H24 sette giorni su sette» commenta il direttore generale Giuseppe Dal Ben «siamo andati avanti veloci, lavorando senza sosta tutta l’estate e ancora oggi ci sono 150 maestranze in cantiere ogni giorno».
La nuova struttura, estesa
su 20 mila metri quadrati e distribuita su sette piani, offrirà 155 posti letto tra stanze singole e doppie, tutte dotate di spazio per la madre del bambino e di un bagno privato. Saranno presenti sei sale operatorie e 25 Unità operative. Al piano terra troveranno posto l’accettazione e i servizi di accoglienza, mentre al primo piano saranno situate la Pediatria d’urgenza, al secondo la Specialistica e la Neuropsichiatria infantile. Il terzo piano ospiterà Nefrologia e Trapianti, il quarto sarà dedicato alla Chirurgia e il quinto alla Terapia Intensiva. La Clinica di Oncoematologia occuperà il sesto piano, mentre le sale operatorie saranno realizzate al settimo. L’ottavo piano sarà riservato agli impianti e alle centrali tecnologiche. Infine, sul tetto verranno installati pannelli fotovoltaici per migliorare la sostenibilità energetica dell’edificio.
Proseguono gli incontri
dedicati all’umanizzazione delle cure, un aspetto particolarmente rilevante quando si tratta di piccoli pazienti. Il progetto, donato dalla Fondazione Salus Pueri e ispirato alla natura e all’Orto Botanico, prevede che ogni piano dell’ospedale rappresenti una porzione di biosfera. L’obiettivo è coinvolgere la mente
dei bambini in un viaggio esplorativo tra foreste pluviali, savane, praterie, macchia mediterranea, tundra, deserti e ghiacciai. Questi ambienti naturali caratterizzeranno non solo pavimenti, pareti e soffitti, ma anche gli arredi degli spazi comuni, delle aree di accoglienza, gioco e scuola. Sara Busato
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Le consultazioni. Stanziati 350 mila euro per finanziare i progetti segnalati
Bilancio partecipato, le proposte dei cittadini al vaglio delle Consulte
Le Consulte cittadine sono al lavoro sul Bilancio partecipato: in questa fase si stanno esaminando le proposte presentate dai cittadini (on line e tramite questionari) per migliorare il proprio quartiere.
Le Consulte sono organismi di raccordo tra il territorio e l’amministrazione comunale, sono 10 e comprendono tutti i quartieri (o rioni) della città. I membri sono 160, 100 fanno riferimento alla maggioranza che regge l’amministrazione comunale, 60 all’opposizione. Ogni Consulta può contare su un fondo di 35mila euro. Non potranno proporre opere che riguardano lavori pubblici e per il settore verde e parchi è previsto un budget minimo per interventi da 15mila euro. Tra ottobre e novembre le Consulte di Quartiere organizzeranno incontri aperti alla cittadinanza in cui si analizzeranno le proposte e
selezioneranno le priorità, rispetto agli ambiti di maggiore interesse. Lo scorso anno sono stati completati 1478 sondaggi, espresse 3664 preferenze e sono stati condivisi con l’amministrazione comunale 2847 suggerimenti. Le domande dei cittadini si traducono in azioni di miglioramento del territorio. I settori da cui vengono le richieste riguardano i servizi sociali nei quartieri, la manutenzione del verde, la mobilità, la cultura, l’ambiente, i servizi scolastici, gli impianti e i servizi sportivi.
“Si tratta di 350.000 euro in totale per le dieci consulte”, spiega l’assessora al decentramento Francesca Benciolini, “e sono stati finanziate iniziative sul territorio o veri e propri festival, grandi eventi anche di tipo sportivo, azioni all’interno delle aree verdi, come nuovo arredo urbano, fontane, tavoli da ping pong o scacchiere nei parchi.
Spesso da piccole azioni finanziate attraverso il bilancio partecipato sono nati progetti di riqualificazione del quartiere, è il caso ad esempio della piastra da basket di via Dottesio, nata dopo l’installazione di alcuni canestri come definito dalla Consulta 5. Il bilancio partecipato
Nuovi tavoli scacchiera nei parchi, installate e restaurate 40 panchine
Una nuova opportunità per gli appassionati degli scacchi, che potranno sfidarsi all’aperto, nei tavoli scacchiera installati nei parchi cittadini. Un tavolo scacchiera è già presente da tempo al Parco Piaggi (zona Arcella San Carlo); altri sono presenti al Giardino dell’Usignolo (zona Armistizio) e al Parco dei Gelsi (in zona Palestro). Altri tavoli scacchiera verranno installati presso la nuova area verde tra via Zize e Induno (zona Arcella San Bellino) e al Parco Raciti (zona Chiesanuova).
Nell’ambito di questi lavori sono state installate o restaurate circa 40 panchine, una decina di tavoli da picnic, 4 strutture ombreggianti ed è in via di ultimazione un palchetto per gli spettacoli al Giardino dei Gelsi. Questi nuovi allestimenti sono stati introdotti nei parchi grazie alle dotazioni previste dalle Consulte di Quartiere con le risorse del bilancio partecipato. “Diamo il segnale che nei nostri parchi si può allenare il corpo ed anche la mente”, ha dichiarato l’Assessore Antonio Bressa, “e che le nostre
aree verdi rappresentano sempre più dei luoghi di socialità a tutto tondo.
L’installazione delle scacchiere è stata richiesta dagli appassionati di questo gioco che si tengono in contatto attraverso reti informali e ci hanno chiesto di investire su questi nuovi tavoli da gioco in linea con quanto già succede in tante aree verdi europee e nord americane. Insieme alle scacchiere abbiamo anche predisposto l’installazione di nuove panchine, tavoli, gazebo e tutto ciò che può favorire la socialità all’aperto per tutte le età. Un lavoro che è solo iniziato e che progressivamente interesserà tutta la città. Sappiamo bene quanto la qualità della vita dipenda dall’accessibilità delle persone ad aree verdi aperte e attrezzate sulle quali continuiamo a investire sia per aumentarne la quantità sia per garantire il più possibile la loro qualità”. (d.b.)
non finanzia le grandi opere, e non si tratta nemmeno di enormi interventi, sono però azioni che danno qualità al vivere quotidiano e all’aggregazione”.
Pamela Mastrilli, della Cooperativa Il Sestante, aggiunge: “Il bilancio partecipato è un importante strumento di
partecipazione per la cittadinanza, con grandi potenzialità, capace di valorizzare le voci e le esigenze di chi vive il territorio. È un’opportunità unica per esprimere piccoli desideri e bisogni che possono fare la differenza nella nostra comunità”.
Diego Buonocore
Facilitazione digitale, si parte con il primo centro “itinerante”
Arrivano a Padova i “Centri di facilitazione digitale” per tutti i cittadini che vogliono impratichirsi con internet e con le diverse applicazioni. Il progetto del Comune di Padova prevede l’attivazione di sei centri, il primo detto “itinerante” sarà realizzato presso la sede del Settore Innovazione e Transizione Digitale e fungerà da coordinatore dell’intero progetto e delle iniziative che si svolgeranno sul territorio. I cinque Centri saranno invece così distribuiti: Casa di Quartiere Arcella Quartiere 2 Nord, via Guasti Quartiere 3 Sud Est, Ufficio relazioni con il pubblico in Municipio, Sede Progetto Giovani, via dal Piaz Quartiere 6 Ovest.
Il progetto si rivolge a tutti, senza limitazioni di accesso al servizio anche se è evidente che gli utenti ai quali è principalmente indirizzato riguardano le fasce di popolazione che per età o per condizione economiche e sociali hanno ancora poca dimestichezza con i servizi digitali. L’apertura di “Centri di facilita-
zione digitale” è prevista a livello nazionale dall PNRR e rientra nel piano nazionale di digitalizzazione del nostro Paese: prevede tremila centri per accrescere le competenze e l’inclusione digitale di oltre 2 milioni di cittadini entro il 2026. Padova ha ottenuto 264.100 euro: l’obiettivo che il Comune si è dato è quello di “formare” o comunque aumentare le competenze digitali di 4.800 cittadini. Carlo Forner presidente della Consulta 2 Nord spiega: “Con il Bilancio Partecipato abbiamo già realizzato con la Casa delle Donne un corso di digitalizzazione di dieci lezioni dedicato esclusivamente a donne perché abbiamo visto che molte di loro per motivazioni etniche e religiose non possono frequentare corsi misti”. Giuseppe Benetazzo, in rappresentanza della Consulta 4B dichiara: “Siamo molto contenti di questa iniziativa, noi in passato avevamo realizzato qualcosa a Salboro, ma questo progetto è strutturato e diffuso su tutto il territorio”. (d.b.)
Tecno
Storie di
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IL PONTE SUL CROSTOLO: un progetto di alta precisione
contribuisce
Ilinea ferroviaria Parma-Suzzara, sta attraversando una trasformazione significativa.
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efficienza e sicurezza, dimostrando la capacità di affrontare e risolvere anche le sfide più complesse nel settore del noleggio, montag-
L’intervento di rialzo è stato avviato per permettere il passaggio dei cavi della nuova linea elettrificata, fondamentale per il futuro dei treni che percorreranno questa tratta. Questo progetto ambizioso ha temporaneamente sospeso il servizio ferroviario, sostituito da autobus.
L’intervento ha richiesto un rialzo della parte superiore del ponte per evitare il contatto con i cavi
to un ruolo cruciale. Con il noleggio della gru edile Potain MD 365, dotata di un braccio di 75 metri e un’altezza operativa di 20 metri, ha fornito il supporto necessario per sollevare la sommità del ponte. Questa gru, montata su carro, è stata fondamentale per il sollevamento preciso e sicuro delle componenti del ponte.
L’intervento sul ponte del Crostolo non è solo una questione di infrastruttura, ma un passo importante verso un futuro di trasporti
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L’approfondimento. Interviene Antonia Ricci, direttrice dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie
“Pandemie, clima che cambia e patogeni: necessari controllo, sorveglianza e ricerca”
Antonia Ricci, direttrice generale dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, è anche presidente dell’Associazione Istituti Zooprofilattici Sperimentali (AIZS), la rete che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo e il miglioramento del sistema qualità negli IZS e che fa capo al ministero della Salute, guidato da Orazio Schillaci. Affrontiamo con lei alcuni fenomeni che negli ultimi anni stanno condizionando non solo l’ambiente e l’economia ma anche la nostra quotidianità.
Partiamo dalla peste suina, nel Padovano serve un coordinamento per affrontarla?
E’ urgente l’applicazione della delibera di Giunta regionale 712 del 14 giugno 2022 al fine di scongiurare la peste suina africana nel nostro territorio. La Dgr in questione prevede un preciso “Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della psa nei suini d’allevamento e nei cinghiali a vita libera”. L’avvento della peste suina africana provocherebbe un tracollo del settore suinicolo della provincia. Una delle restrizioni immediatamente applicabili in caso di insorgenza del virus sarebbe l’abbattimento totale dei capi dell’allevamento dove è stato rilevato il virus stesso e, nel contempo, la dichiarazione dello stato di emergenza relativamente a tutti gli allevamenti ubicati in un raggio di 10 chilometri. All’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie vengono svolte le analisi previste dal Piano di Sorveglianza della Peste Suina Africana su campioni prelevati da suini e cinghiali nel territorio di competenza. L’IZSVe collabora le istituzioni nell’implementazione delle azioni prescritte dal Ministero della Salute volte a prevenire l’introduzione della PSA e nella formazione specifica di tutti gli stakeholder coinvolti. Svolge inoltre ricerche scientifiche volte a migliorare le capacità di sorveglianza e controllo su questa infezione. Vespa orientalis e Vespa velutina: cosa sappiamo sull’invasione
dei calabroni in Italia
La diffusione di queste due specie di calabrone in Italia ha creato allarmismi e preoccupazione. Ma quanto sono pericolose?
Se viene chiamata “calabrone killer” un motivo c’è ed è ciò che ha messo in allerta gli apicoltori italiani, e non solo. La Vespa velutina rappresenta una seria minaccia per le api mellifere perché è di esse che si nutre principalmente. La presenza di questo insetto –da non confondere con le vespe comuni – incide non solo sul tasso di mortalità delle api, ma ne inficia la stessa attività di impollinazione azzerandone il volo per via di uno stress che raggiunge picchi tali da provocarne il collasso. Qualche numero: una singola Vespa velutina può catturare e uccidere un’ape ogni 10 secondi. Se l’apicoltura è il campo di battaglia di questi imenotteri la presenza del calabrone dalle zampe gialle rappresenta un rischio anche per la viticoltura. T
Nelle sostanze per fertilizzanti posso esserci rischi salmonella e listeria. In Agricoltura serve più vigilanza sui rischi biologici.
Alcuni ammendanti agricoli, cioè le sostanze utilizzate per migliorare la fertilità del suolo come letame, torba o compost, possono diventare veicoli di diffusione di microrganismi patogeni altamente resistenti agli antibiotici, tra cui salmonella e listeria. Il dato emerge da uno studio coordinato dal Laboratorio di ecologia microbica e genomica dei microrganismi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che ha indagato i rischi nascosti
dei derivati da rifiuti biologici e fanghi di depurazione. Il team di ricerca ha utilizzato un approccio che combina metodi tradizionali di microbiologia con le più avanzate tecniche di sequenziamento genomico, per analizzare diverse tipologie di ammendanti del suolo. Sono stati così individuati alcuni patogeni trasportati dagli ammendanti, oltre a geni di resistenza agli antibiotici di terza generazione e di tolleranza ai metalli pesanti. Emerge chiaramente che quando un rifiuto diventa una risorsa agricola, come nel caso degli ammendanti, è fondamentale vigilare non solo sui rischi chimici ma anche su quelli biologici. Queste sostanze possono infatti diffondere nell’ambiente geni che possono aggravare il fenomeno dell’antibiotico resistenza. Sulla base dei risultati ottenuti è evidente la necessità di aggiornare i protocolli di monitoraggio e la normativa sulla conformità degli ammendanti, per tutelare la salute pubblica e garantire pratiche agricole veramente sostenibili. West Nile, in Veneto: il virus è presente nel 2% delle zanzare
La presenza del virus West Nile nelle zanzare campionate in Veneto e Friuli Venezia Giulia si attesta intorno al 2%. È quanto emerge dagli ultimi dati comunicati dal Laboratorio di entomologia sanitaria e patogeni trasmessi da vettori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che sottolinea come nonostante la circolazione del virus nelle zanzare sia moderata, il rischio per la salute umana non vada sottovalutato.
Vincenzo Gottardo
E’ anche presidente dell’Associazione Istituti Zooprofilattici Sperimentali (AIZS), la rete che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo e il miglioramento del sistema qualità negli IZS e che fa capo al ministero della Salute, guidato da Orazio Schillaci
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La mobilitazione. Il mancato rinnovo della convenzione ha sollevato le proteste
Chiude anche la mensa Belzoni, studenti mobilitati: “Inaccettabile”
Francesca Pollero, rappresentante dell’Unione degli Universitari (Udu) nel consiglio di amministrazione dell’Esu: “Nonostante i vari problemi che già colpiscono chi studia a Padova, questo è un altro colpo basso al diritto allo studio, considerando che a le mense universitarie sono già insufficienti per servire i 70.000 studenti iscritti.”
U du Padova, lo scorso 27 settembre, con decine di studenti si trovava davanti alla mensa Belzoni a Padova manifestando contro la chiusura della struttura, uno dei principali punti di riferimento per migliaia di studenti universitari. Non rinnovare la convenzione che garantiva il funzionamento della mensa ha sollevato un’ondata di proteste, denunciando la mancanza di alternative adeguate da parte dell’Esu, l’ente che gestisce i servizi universitari.
La voce degli studenti
“Assistiamo alla perdita di una mensa cruciale per gli studenti del quartiere Portello”, afferma Francesca Pollero, rappresentante dell’Unione degli Universitari (Udu) nel consiglio di amministrazione dell’Esu. “Nonostante i vari problemi che già colpiscono chi studia a Padova, la sua chiusura definitiva è un colpo basso al diritto allo studio, considerando che a le mense universitarie sono già insufficienti per servire i 70.000 studenti iscritti.”
La chiusura della mensa Belzoni crea l’ennesimo vuoto nell’offerta di servizi, con la mensa Piovego che rischia di diventare sovraccarica.
“Noi già da mesi cerchiamo soluzioni visto che la mensa Piovego soffre di lunghissime code”, denuncia Domenico Amico, coordinatore di Stu-
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È sempre dalla vostra parte e con il Sistema Servizi Cgil vi aiuta a risolvere i vostri problemi
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denti per Udu Padova. “Ora l’unica risposta dell’Esu è stata convenzionare due locali che offrono solo servizio di bar e paninoteca, una soluzione del tutto insufficiente.”
via Papa Giovanni XXIII, 16/18 | 35020 Ponte San Nicolò (PD) spi.pontesn@cgilpadova.it
Lega Padova Quartiere 1/5 (Padova Centro, Sacra Famiglia, Mandria) via Riello, 4 | 35122 Padova spi.padova1@cgilpadova.it
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Lega Padova Quartiere 3 (Forcellini, Ponte di Brenta, Mortise) via Prosdocimi, 10 | 35128 Padova spi.padova3@cgilpadova.it
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Una crisi che dura da anni I rappresentanti degli studenti evidenziano che questa problematica non è isolata, ma parte da molto lontano, emblematica la chiusura della Mensa di via S. Francesco nel 2017 per ristrutturazione. “La chiusura della mensa San Francesco è un tema che denunciamo da anni”, prosegue Amico, “e solo ora, dopo 7 anni di bugie, sembrano essere avviati i lavori di ristrutturazione, che non vedranno la conclusione in tempi brevi.”
A peggiorare la situazione, la mensa Murialdo, una delle poche rimaste in città, si trova in una posizione difficile da raggiungere per gli studenti tra una lezione e l’altra, e la Casa del Fanciullo offre solo 50 posti, numeri ben lontani dal soddisfare le esigenze di una popolazione studentesca così vasta.
Le richieste degli studenti Gli studenti chiedono una presa di responsabilità immediata da parte dell’Esu e delle autorità regionali. “Non è possibile che si chiudano mense senza fornire alternative valide”, conclude Pollero. “Il diritto allo studio passa anche attraverso servizi essenziali come le mense, e siamo pronti a continuare la mobilitazione fino a quando non otterremo risposte concrete.” Enrico Caccin
Dialettica. Nel nuovo romanzo, Andrea Maggi esplora fragilità e speranza dei giovani in dialogo con Socrate
Socrate ha ancora tanto da dire, soprattutto ai nostri giovani
Andrea Maggi ha scelto il filosofo più famoso per raccontare una storia che parla di speranza e del nostro presente.
Si intitola “Il mio Socrate” il nuovo romanzo di Andrea Maggi, il celebre “Prof” del Collegio che ormai è diventato un punto di riferimento di tanti programmi tv per la sua capacità di raccontare e di interpretare il mondo dei giovanissimi. Il romanzo, pubblicato da Giunti, ci presenta la storia di Veronica, 14enne che vive sola con la madre e che attraversa un momento molto difficile. Veronica crede di essere una ragazza forte, una di quelle che non devono rendere conto di niente, ma in realtà nasconde un grande fragilità.
È proprio dalla figura di Veronica che sono partito per fare una chiacchierata con il Prof Maggi, un’occasione per conoscere meglio il suo nuovo romanzo ma anche per cercare di trovare insieme a Maggi una chiave per interpretare il presente dei nostri ragazzi. Troppo spesso infatti quando si parla della cosiddetta Generazione Z ci si limita a una serie di frasi fatte e toni molto negativi, ma come spesso succede in questi casi la realtà è molto diversa da come viene raccontata.
“Ho scelto come protagonista del mio romanzo una ragazza di 14 anni, un ragazza problematica che rappresenta tutte le Veroniche che ho incontrato fino a oggi nella mia carriera scolastica. In tanti anni di insegnamento infatti ho visto tante volte la classica figura della “bulla” e ho scoperto che quasi sempre queste ragazze nascondono dietro a questi loro atteggiamenti un disagio profondo. E allora mi sono chiesto cosa sarebbe successo se una ragazza problematica che vive nel 2024 avesse l’opportunità di dialogare con Socrate, il più grande filosofo della storia.”
Immagino che per te non deve essere stato semplice confrontarsi con Socrate, una figura centrale della cultura occidentale e che a mio avviso è ancora imprescindibile per comprendere il nostro mondo. Ma secondo te cosa
può insegnare oggi Socrate a un’adolescente di oggi? Quali potrebbero essere i punti di contatto?
“Socrate dal mio punto di vista può riqualificare qualcosa che nella nostra società è sparito e cioè la dialettica. Può sembrare un paradosso ma anche se viviamo in un mondo iperconnesso il dialogo sembra orami non esistere più. La dinamica dei social network ci ha divisi in tifoserie che portano avanti le istanze dei loro leader di riferimento in maniera acritica, senza nessuna apertura al dialogo. Assistiamo tutti i giorni a una lotta senza quartiere tra fazioni che non sono disposte a rivedere in alcun modo i loro punti di riferimento mentre Socrate dice che tutto va messo in discussione, bisogna avere il coraggio di discutere di qualsiasi cosa.
Il tuo è un romanzo che parla dei giovani d’oggi ma che, secondo me, riesce a raccontare molto anche del mondo di noi adulti.
“Sì, devo dire che questo romanzo è stato pensato anche per gli adulti, anche loro (anche noi!) hanno tanto bisogno di riscoprire il valore e l’importanza della filosofia. Viviamo in un’epoca in cui sono morte le ideologie e le religioni spesso si sono ridotte a forme di superstizione e ritualità, svuotate dalle loro istanze spirituali. La filosofia ci può invece aiutare a ritrovare il valore delle parole, un valore prezioso soprattutto oggi: siamo inondati h24 da parole ma quasi sempre si tratta di parole vuote, svuotate del loro senso e del loro significato. Ecco allora che la parola, il logos, grazie a Socrate riprende il suo significato e torna ad avere il potere di rendere visibile l’invisibile. Solo così possiamo
iniziare a fare progetti a lungo termine, cosa di cui abbiamo tantissimo bisogno in una società divorata dalla fugacità del presente”.
Da tanti anni assistiamo al funerale del libro, eppure il libro è più vitale che mai. Cosa ne pensi?
“Sono d’accordo, l’offerta oggi è maggiore. È vero che ci sono molti libri scadenti, ma ci sono anche moltissimi libri di qualità, bisogna imparare a trovarli. Anzi, oggi leggere è un atto di ribellione, di resistenza nei confronti del conformismo imperante. Già agli inizi del ‘900 i critici dicevano che il libro era morto ma si sbagliavano di grosso: il libro ballerà sulla tomba dei suoi detrattori perché è un oggetto portatore di un messaggio, per questo sopravvive.
Ultimamente va molto di moda il dissing, come lo vedi un bel dissing tra scrittori o tra intellettuali?
“Ma magari ci fosse un dissing tra scrittori come nei primi del 900, penso al dissing tra D’Annunzio e Marinetti che se ne dicevano di tutti i colori. Oggi invece si vogliono tutti bene… Spero che qualcuno prenda il coraggio a due mani e inizi un dissing letterario. Lo attendo con grande ansia!
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ’76, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale della casa editrice californiana LA CASE Books, presidente di SUGARPULP e docente all’Istituto Superiore per il Made in Italy.
Maggi racconta la storia di Veronica, una giovane che trova in Socrate un mentore per affrontare le sfide e la fragilità del suo presente.
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Giovane promessa. Parteciperà alle masterclass del prestigioso festival romano
Flautissimo 2024: tra i pochi selezionati il talento padovano Francesco Zangheri
Dal 9 al 10 novembre il teatro Palladium di Roma ospiterà la 26esima edizione di Flautissimo, il prestigioso festival organizzato dall’Accademia italiana del Flauto con il contributo della Regione Lazio. Sotto la direzione artistica di Stefano Cioffi, l’edizione di quest’anno incanterà il pubblico con due intense giornate di musica, coinvolgendo famosi interpreti come Emmanuel Pahud, Denis Bouriakov e Mario Caroli. Oltre a esibirsi sul palco, questi artisti condurranno un ciclo di masterclass riservati a 10 allievi scelti tra moltissimi candidati provenienti da ogni angolo del mondo.
Tra i giovani studenti spicca il padovano Francesco Zangheri.
“Quando ho visto il mio nome nell’elenco dei selezionati ho provato un’emozione
fortissima” racconta Francesco “ho sentito tutto l’impegno e la dedizione alla musica che mi hanno accompagnato in questi anni pienamente valorizzati”.
Una determinazione che ha guidato Zangheri in tutto il suo percorso artistico, portandolo a esibirsi in rinomate sale da concerto, come la Carnegie Hall di New York e l’Accademia dei Talenti di San Pietroburgo. L’anno scorso ha e completato con lode i suoi studi musicali al Conservatorio C. Pollini di Padova, conseguendo anche una laurea in filosofia.
Ma la determinazione non basta: “Se sono riuscito a conseguire questi traguardi in parte lo devo allo studio” osserva l’artista “ma niente di tutto questo si sarebbe mai realizzato senza una forte passione, che negli anni è
cresciuta sempre di più’”. Un legame indissolubile, quello che unisce il giovane artista al suo strumento, paragonabile “forse solo ad una relazione”. Nonostante i riconoscimenti prestigiosi, Francesco dichiara che i ricordi più belli rimangono i concerti in cui erano
presenti i suoi cari, perché “non c’è regalo più grande di suonare per le persone che ami”. Dotato di una sensibilità poliedrica, il giovane padovano è appassionato anche di filosofia, che da sempre considera un valore aggiunto al suo bagaglio artistico e umano:
Gli Amici della Musica inaugurano la stagione concertistica
Con il concerto inaugurale dello scorso ottobre del pianista Alexander Gadjiev ha preso avvio la 68° Stagione Concertistica degli Amici della Musica di Padova all’Auditorium Pollini. I venti concerti della stagione, che si concluderà il 23 aprile 2025, ripropongono un felice equilibrio tra la proposta del grande repertorio classico e romantico e programmi innovativi con musica del novecento, con artisti consacrati a livello internazionale e giovani talenti di spicco nel panorama musicale italiano e estero. Come sempre la Stagione ha al suo interno cicli diversi.
“Un pianoforte per Padova” raggruppa cinque concerti dedicati alle eccellenze pianistiche e vedrà, tra gli altri, i nomi prestigiosi di Elisso Virsaldaze e di Jean-Efflam Bavouzet. Quest’ultimo eseguirà l’integrale dell’opera pianistica di Maurice Ravel in un unico concerto con due interval-
li, regalando al pubblico un’esperienza fuori dal comune. Altri cinque concerti sono stati invece dedicati alla musica antica, e tra questi si segnalano il debutto del violinista Theotime Langlois De Swarte e il ritorno di Andreas Staier, uno dei grandi clavicembalisti di oggi.
Tra le classiche formazioni della musica da camera, spiccano il duo violino/pianoforte con Alexandra Conunova e Christian Zacharias, con musiche di Bach e Mozart, il concerto con un doppio quartetto, il Quartetto Doric e il Quartetto Quiroga per l’esecuzione dello splendido Ottetto op.20 di Mendelssohn, e il Quartetto Consone, primo quartetto d’archi “ con strumenti originali”ad essere selezionato come BBC New Generation Artist, con musiche di Beethoven, Haydn e Mozart.
Non mancano date dedicate alle voci,
“Quando suono la filosofia mi aiuta ad uscire dal mero gesto meccanico, dando alla musica un senso più alto”. A questo proposito, il brano che dovrà preparare alla masterclass con il Maestro Mario Caroli sembra frutto di una scelta non causale, considerando le profonde suggestioni filosofiche che ne hanno ispirato la composizione. Air di Toru Takemitsu è un brano estremamente evocativo, che cattura i suoni della natura nella sua essenzialità e purezza. Piccola gemma della musica contemporanea giapponese, è una melodia fatta anche di silenzi, in cui Oriente e Occidente si incontrano invitando alla riflessione. “Non posso che ritenermi onorato di poter suonare questo piccolo capolavoro, che riflette profondamente la mia sensibilità.”
Giulia Turato
tra le quali il concerto dell’acclamato Raffaele Pe e La Lira di Orfeo, in un programma dedicato a Vivaldi. Ma l’offerta degli Amici della Musica non si esaurisce con i concerti all’Auditorium Pollini. Da novembre ‘24 a febbraio ‘25, alla Sala dei Giganti, il Quartetto di Venezia, una delle formazioni italiane più longevi e importanti, eseguirà l’Integrale dei Quartetti per archi di Beethoven: sette concerti dedicati ad una delle opere musicali più importanti della storia.
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L’esposizione. Fino al 23 settembre al Centro Culturale San Gaetano di Padova
Il mondo Disney e l’arte di raccontare favole senza tempo cariche di magia
Apoco più di un secolo dalla creazione dei Walt Disney Animation Studios, la “fabbrica dei sogni” nata dall’inventiva e dalla lungimiranza di Walt Disney, approda a Padova la mostra “Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo”.
Dopo aver già riscosso un grande successo a Milano, Roma e Genova, la mostra arriva al Centro Culturale San Gaetano: inaugurata lo scorso 2 ottobre, fino al 23 febbraio sarà la meta di tanti appassionati di fiabe e di film d’animazione, senza differenze di età. Perché se c’è una forma d’arte in grado di parlare a grandi e piccini, quella è sicuramente la cinematografia fantastica.
La mostra, Promossa dal Comune di Padova e prodotta da 24 ORE Cultura in collaborazione con la Walt Disney Animation Research Library e lo storico del cartoon Federico Fiecconi, si pone non solo come un excursus su alcuni dei film di animazione che hanno fatto la storia del genere entrando nella nostra memoria collettiva, ma anche come un viaggio alla scoperta del processo creativo e delle tecniche che hanno dato e continuano a dare vita a capolavori senza tempo. Ad aprire la mostra, un’installazione scenografica con protagonista un libro animato, proprio come accade nei classici film Disney, che introduce un percorso caratterizzato da spazi interattivi e ambienti immersivi suddiviso in diverse sezioni tematiche. Il visitatore viene accompagnato alla scoperta dell’origine delle storie Disney, da ricercare nella tradizione epica, letteraria e del folklore, un patrimonio che ispirò Walt Disney quando, nel 1935, intraprese un viaggio nel vecchio continente, tornando con un bagaglio di storie, idee e libri illustrati. Non solo: il percorso espositivo permette di comprendere come l’arte di raccontare storie sia indissolubilmente legata a un lungo lavoro di ricerca creativa e di abilità tecnica: la mostra comprende infatti bozzetti, fondali e i disegni originali provenienti direttamente dagli archivi Di-
sney realizzati da alcune firme storiche nel corso di quasi cento anni. E se il disegno è alla base della costruzione del sogno, la mostra intende anche svelare tutte le innovazioni tecnologiche, dalla computer grafica al 3D, che caratterizzano il settore, permettendogli di evolvere e restando sempre al passo coi tempi.
I visitatori più piccoli potranno vivere un’esperienza ancora più suggestiva grazie allo speciale percorso interattivo pensato per loro: puzzle e laboratori di disegno permettono
a bambini e bambine di provare l’esperienza di diventare essi stessi degli animatori, toccando con mano come nascono i loro beniamini cinematografici. La mostra si chiude
con la “Frozen Room”, una sala interattiva dedicata all’eroina Disney più recente in ordine di tempo. Ma, c’è da scommetterci, di certo non l’ultima. Francesca Tessarollo
Alla scoperta delle origini di Padova a Palazzo Zuckermann
Fino al prossimo 27 ottobre Palazzo Zuckermann ospita la mostra “La prima fonderia di Padova preromana – The earliest foundry of pre-Roman Padua”, un percorso espositivo che è anche un viaggio alla scoperta delle origini della città.
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Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, la mostra si propone di presentare ai visitatori i risultati di un progetto di Ricerca di Eccellenza finanziato dalla fondazione CA.RI. PA.RO, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e curato dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova. Obiettivo principale del progetto è stato lo studio archeologico, archeometrico, paleobotanico e paleontologico delle tracce di attività artigianali venute a galla nel sito di Via S. Chiara-Riviera Ruzante (nel cortile dell’attuale Questura), che fra il 2000 e il 2001 è stato teatro di un’indagine che ha portato alla scoperta tracce di antichi insediamenti, permettendo di collocare la fondazione della città all’800 a.C. circa. Uno studio che ha gettato nuova luce sulle condizioni di vita ma anche sulle tecnologie produttive di 2.800 anni fa, epoca in cui in città erano attivi fonditori di bronzo e vasai. La mostra, (curata da Massimo Vidale, Vanessa Baratella, Valentina Famari del Dipartimento dei Beni Culturali, archeologia, storia dell’arte, del cinema e della musica dell’Università di Padova) fornisce una testimonianza di tali attività tramite l’esposizione di crogioli e forme di fusione dei bronzisti ma anche illustrando dati ancora inediti relativi allo scavo. La mostra è completata da un percorso tattile e da supporti informativi in lingua inglese, per ipovedenti e non vedenti. (f.t.)
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Guglielmo Frare, il cuore del team: “Il nostro obiettivo è crescere insieme”
Il Cus Padova Rugby è una realtà importante del panorama sportivo universitario del Veneto. La squadra, che milita in Serie B, offre a studenti e non solo, un luogo dove crescere come atleti e come persone. Uno dei simboli del club è Guglielmo Frare, capitano e veterano del team.
“Mi sono trasferito a Padova nel 2014 da Treviso per studiare,” racconta Frare. “Da lì in poi il rugby al Cus è diventato una parte fondamentale della mia vita. Ho vissuto per quattro anni in foresteria, condividendo l’esperienza con altre persone. Terminati gli studi sono rimasto a Padova per motivi professionali, ma il legame con il Cus ha giocato un ruolo chiave nella mia scelta. Ho creato relazioni profonde e ho messo le radici qui.”
Frare descrive il club come una vera e propria “famiglia”
sportiva. “La forza del Cus sta nella sua apertura verso l’altro: chi arriva qui percepisce un’aria diversa. I compagni che ci hanno preceduto ci hanno insegnato a considerarci fratelli. Questo spirito si respira tuttora e noi “vecchietti” tentiamo di tramandarlo ai nuovi giovani della squadra.”
La squadra ha affrontato momenti difficili negli ultimi anni, ma Frare guarda al futuro con ottimismo. “Ogni anno si dice che il Cus sia candidato alla retrocessione, eppure, in qualche modo, riesce sempre a salvarsi. Quest’anno, dopo la crescita della scorsa stagione, puntiamo a qualcosa di più. Vogliamo costruire qualcosa di solido e duraturo. Mai dire mai perché i limiti, come le paure, sono solo un’illusione “
Un altro punto di forza del Cus Padova sta nel connubio tra sport e studio: “Vengono
offerte strutture come la club house, l’aula studio e la palestra. Qui viene promossa un’idea di benessere che concilia salute e istruzione. Gli studenti non devono pensare che per avere successo sia necessario studiare 10 ore al giorno: c’è spazio anche per altro.”
Guglielmo Frare è un capi-
tano vero: il suo diktat è carpire le necessità dei compagni. “Abbiamo due orecchie e una bocca e dovremmo ascoltare il doppio di quanto parliamo. Cerco di mettermi a disposizione di tutti ed essere un esempio.” Frare ha un sogno nel cassetto: trasmettere un’eredità positiva nel club che tanto gli ha dato. “Il
mio obiettivo è lasciare il Cus come l’ho trovato, sperando di aggiungere qualcosa in più. Voglio far capire ai ragazzi quali siano i valori di questa magica società”. CUS Padova tra sogni e realtà, sport e istruzione, salute fisica e mentale: un esempio virtuoso di famiglia rugbistica. Stefano Parpajola
Padova sei bellissimo: la Serie B non è più solo un sogno, l’avvio perfetto dei ragazzi di Andreoletti
Un derby non è tutto, ma è tantissimo. Padova Vicenza significa 3 punti per la classifica, orgoglio e rivincita per una città ancora tramortita dagli ultimi play-off e, soprattutto, tanta benzina e consapevolezza per i ragazzi di mister Andreoletti. Sono questi i motivi per cui una semplice partita può dire molto di più nello spartito di un intero campionato. Al cospetto del Santo il vento di depressione che aleggia sulla città patavina da innumerevoli anni sembra soffiare, almeno in parte, in maniera più impercettibile. Il mancino chirurgico di Liguori segna un momento di svolta nel mondo biancoscudato, che, ora, ha l’obbligo di provarci fino alla fine.
Nulla è casuale nel calcio, dicono gli esperti. Infatti, dietro al grande avvio del Padova c’è il nome
e cognome di un uomo: Matteo Andreoletti. Il giovane allenatore in città è già un mito, messaggero di una filosofia di calcio, ma anche di vita: sotto il Salone echeggia addirittura il termine “Andreolettismo”. In soli pochi mesi di lavoro la sua squadra ha mostrato tante belle cose. Il nuovo Padova è camaleontico, sa fare tutto. Nelle serate di gala indossa l’abito da sera e balla con classe e raffinatezza. Quando va a fare un giro in un sobborgo della middle class utilizza l’arte del compromesso, attacca e difende con umiltà in base alle necessità del momento. Nelle giornate pericolose, nella periferia più ostica, si sporca la tuta e combatte nel fango. Equilibrio e pragmatismo, un gruppo unito sotto il suo condottiero con in testa una sola missione: la Serie B. (s.p.)
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Guglielmo Frare con la maglia del Cus Padova
Micheal Liguori, autore del gol decisivo nel derby
Basket. Nel roster della prima squadra Marchet, Padovani e Cavana
Virtus riparte di slancio con i giovani “Il giusto mix con gli atleti più esperti”
Virtus Basket riparte dai giovani: i giocatori Isacco Marchet, 18 anni, Francesco Padovani, 19enne e Alessandro Cavana 18 anni, faranno parte del roster della prima squadra agli ordini di Coach De Nicolao per la stagione 2024-2025. Isacco Marchet e Francesco Padovani sono cresciuti nel settore giovanile di Virtus e già nella scorsa annata erano scesi più volte in campo, guadagnandosi la conferma in vista del nuovo campionato di B Interregionale.
Isacco Marchet è stata la sorpresa dello scorso campionato: nel corso dell’ultima stagione ha raccolto un totale di tredici presenze, maturando tanta esperienza tra allenamenti e partite. “L’anno scorso ho avuto la possibilità di entrare in campo in diverse occasioni e di prendere parte per la prima
volta al mondo del basket senior”, ha dichiarato. “Ho fatto tesoro di questa prima esperienza e adesso sono molto carico per la nuova stagione. Darò il massimo e questa nuova stagione sento sarà per me un grande stimolo per fare bene e dare il mio contributo in campo”.
Francesco Padovani aggiunge: “In vista di questo nuovo campionato anche noi giovani siamo molto carichi e, specialmente noi che eravamo già parte della squadra, abbiamo una gran voglia di rivalsa rispetto al risultato finale dell’ultima stagione. Personalmente sento di aver fatto tesoro dell’esperienza maturata e sono pronto a dare il massimo per la squadra e per continuare la mia crescita”.
Sarà invece stagione d’esordio per il classe 2006 Alessandro Cavana cresciu-
to nelle giovanili del Basket Roncaglia. “Sono entusiasta all’idea di potermi affacciare per la prima volta al mondo senior, e farlo con la maglia della Virtus Padova è qualcosa che me lo rende ancor più speciale”, ha dichiarato.
“Ringrazio la Virtus per questa che reputo una grande, grandissima, opportunità per la mia carriera: il mio obiettivo è quello di lavorare sodo, onorando la maglia, a partire dagli allenamenti, e sfruttare ogni minuto in palestra e ogni consiglio dello staff per puntare a migliorare sempre più.”
“Siamo all’inizio di una stagione molto importante”, ha commentato il direttore generale di Virtus Nicola Bernardi. “Siamo certi che in questa stagione i nostri tifosi avranno modo di divertirsi e appassionarsi alla nostra nuova squadra: siamo con-
Sonepar Pallavolo, le promesse Sella e Tiozzo trionfano
a Bellaria
Edoardo Sella ed Elia Tiozzo Netti, giovanissimi atleti di Sonepar Pallavolo Padova si sono laureati Campioni d’Italia Under 16 di Beach Volley. L’impresa è avvenuta sulla sabbia di Bellaria Igea Marina, dove la coppia, guidata da coach Maurizio Tiozzo Netti, è salita sul primo gradino del podio aggiudicandosi la finale scudetto. Edoardo ed Elia hanno dimostrato talento, determinazione e spirito di squadra, battendo il duo avversario, composta da Alessandro Camilli e Filippo Bezzi, con un netto 21-13, 21-14.
“È iniziato tutto con la partecipazione ai tornei di beach volley regionali”, racconta Edoardo Sella, “poi, finita la scuola e l’indoor, mi sono dedicato completamente al beach con il mio compagno Elia. È stato molto impegnativo perché le tappe di beach non sono mai vicino a casa e gli allenamenti sotto il sole sono faticosissimi. Ogni tappa ci ha migliorato fino al risultato finale. Nel momento dell’abbraccio con Elia, quando abbiamo vinto, mi sono sentito soddisfatto delle fatiche e ricompensato dell’impegno. Devo
fare ancora molta strada ma con testa, grinta, cuore e determinazione affronterò la stagione indoor”.
“Ho lavorato sodo tutta l’estate, giocando ogni giorno in spiaggia anche con atleti più grandi me e partecipando a quasi tutte le tappe regionali e nazionali Under 16 e Under 18”, racconta Elia Tiozzo Netti. “Posso dire che è stata un’ottima estate in quanto, nelle varie competizioni, mi sono sempre posizionato nel podio. Dopo la vittoria, ero contentissimo e ho provato una gioia e soddisfazione assurda. Mi sento di ringraziare il mio compagno Edoardo Sella con cui mi sono sentito davvero in sintonia. Voglio anche ringraziare mio padre, nostro coach, che ci ha reso consapevoli delle nostre possibilità, aiutandoci a farci crescere come atleti”. (d.b.)
vinti che potrà esprimere al meglio le qualità di un gruppo che per noi rappresenta il giusto mix tra giovani di prospettiva ed atleti più esperti,
capaci di affrontare un anno e un campionato importante come quello che abbiamo davanti”.
Diego Buonocore
Pigiama Run 2024: oltre 900 persone in corsa per i bambini malati
di tumore
Una città in pigiama per un giorno. Oltre 900 persone hanno invaso Prato della Valle e le strade del centro di Padova, correndo per solidarietà con i bambini malati di tumore. La corsa-camminata in pigiama, organizzata da LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, si è svolta contemporaneamente in oltre 40 città italiane.
“La Pigiama Run è un grande e corale evento di solidarietà per manifestare affetto e vicinanza ai bambini che stanno tutto il giorno in pigiama negli ospedali”, ha spiegato il professor Francesco Schittulli, presidente della LILT Nazionale. Oltre a sostenere la raccolta fondi, l’iniziativa ha promosso l’importanza di uno stile di vita attivo per prevenire le malattie oncologiche.
La corsa ha visto la partecipazione di Franco Ghirardello e Stefania Miotto, storica LILT Ambassador. Tra le novità di quest’anno ci sono stati due percorsi: uno da 9 km per i runner e uno da 6 km per chi preferiva camminare, anche con passeggini. Inoltre, è stata presente una speciale area dedicata ai bambini e una “Area Talk” dove esperti come
il nutrizionista Nicola Lissi e il prof. Andrea Ermolao hanno approfondito temi legati alla sana alimentazione e agli stili di vita salutari.I robottini di telepresenza, che hanno permesso ai piccoli pazienti della Pediatria di Padova di partecipare alla corsa, grazie a una connessione video in tempo reale. LILT Padova ha destinato il ricavato alla Fondazione Salus Pueri per il progetto di umanizzazione degli spazi dell’Ospedale Pediatrico di Padova. “Ogni iscrizione alla Pigiama Run è stato un passo in più verso la realizzazione di un ospedale a misura di bambino”, ha dichiarato la Prof. Liviana Da Dalt, presidente della Fondazione Salus Pueri.
Da sinistra: Alessandro Cavana e Francesco Padovani
Storie di
PROTAGONISTI A NORD EST
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Sergio Novello e Sonepar Italia: una leadership tra disciplina, innovazione e sostenibilità
“La sostenibilità per noi significa fare una consegna in meno, ma col camion pieno, pianificare la distribuzione con i sistemi più moderni e ridurre al minimo l’impatto ambientale”, spiega Novello. Sebbene un distributore come Sonepar abbia un impatto limitato rispetto ai produttori, Novello crede fermamente che siano “le tante piccole gocce a fare il mare”, sottolineando l’importanza di migliorare costantemente ogni aspetto operativo. Oltre alla sostenibilità, Sonepar si impegna fortemente per l’inclusione e la parità di genere. “La pallavolo, lo sport che abbiamo scelto di sostenere, è un esempio perfetto di inclusività. È uno sport democratico, dove tutti devono toccare la palla e ogni giocatore, indipendentemente dal genere, ha un ruolo chiave”. Questo valore di inclusione si riflette anche nella gestione aziendale, dove Novello ha promosso politiche che garantiscono parità di opportunità e uno spazio di lavoro equo
In quasi dieci anni alla guida di Sonepar Italia, Sergio Novello ha saputo coniugare la sua formazione tecnica con una visione manageriale innovativa. Ha portato disciplina e processi efficienti in un’azienda che stava cercando un modello di successo. La sua attenzione alla sostenibilità, all’inclusione e al territorio ha contribuito a far crescere Sonepar non solo in termini di fatturato, ma anche in termini di reputazione e impatto positivo sulla società. Oggi, sotto la sua guida, Sonepar Italia non è solo leader di mercato, ma anche un esempio di come un’azienda può crescere in modo
un periodo negli Stati Uniti, è tornato in Italia per ricoprire ruoli di crescente responsabilità, arrivando a dirigere il marketing globale dell’azienda.
Un percorso internazionale: da Jacuzzi a Sonepar
Il passaggio alla Jacuzzi segna un’altra importante tappa nella carriera di Novello, dove ha guidato il marketing, la ricerca e sviluppo e l’assistenza tecnica, prima di diventare amministratore delegato per l’Italia di Carrier Toshiba, leader nel settore della climatizzazione. Poi, Novello ha deciso di tornare nel
#Regione
L’intervista. L’assessore
regionale al bilancio Francesco Calzavara
“Per anni non abbiamo aumentato le tasse, ora chiediamo solo un piccolo contributo”
Dai conti della Regione alle prospettive per il prossimo futuro, anche sul fronte politico. Ne parliamo con l’assessore regionale al bilancio Francesco Calzavara ai microfoni di Radio Veneto 24 e sul nostro giornale.
Assessore, è stato approvato il bilancio consolidato con i conti di 33 enti regionali, cosa è emerso da questo importante passaggio?
Il bilancio consolidato è la fotografia di una serie di società ed enti della regione del Veneto che quotidianamente danno servizi, erogano contributi, riescono a mantenere il livello alto di prestazioni della nostra regione. Vedere queste società in utile, in particolar modo quelli direttamente gestite dalla Regione conferma che i conti sono in ordine. Negli ultimi 1 5 anni in cui non abbiamo applicato l’addizionale Irpef queste società sono state estremamente attente ai costi e hanno saputo essere ef-
ficaci ed efficienti.
Invece cosa dobbiamo aspettarci dalla prossima manovra finanziaria regionale?
Anche in questa legislatura c’è stata la costante volontà del presidente Zaia di non applicare l’addizionale Irpef. A questo proposito ricordo a tutti che se noi applicassimo le addizionali Irpef di una regione vicina a noi come l’Emilia Romagna, il Veneto avrebbe solo di addizionali Irpef 450 milioni di euro in più. Questi soldi per quindici anni sono rimasti nelle tasche dei cittadini veneti. Quest’anno dobbiamo pensare a una piccolissima, ripeto, piccolissima modifica all’addizionale Irap. Se il Consiglio Regionale, che è sovrano nella sua decisione, approverà così il bilancio avremo un gettito di circa 54 milioni di euro che ci permetteranno di continuare a erogare i servizi che abbiamo garantito nel corso degli ultimi anni e di riuscire a coprire le
maggiori spese. Abbiamo calcolato che si tratta di 34 euro in più all’anno per azienda, non credo che questa somma possa modificare il bilancio di una struttura commerciale o di una piccola e media impresa. Stiamo parlando di 88 euro in più per ogni milione di fatturato, chiediamo un piccolo contributo per riuscire a continuare a garantire i servizi che una Regione come la nostra continua a dare, mettendoci in una posizione di assoluta eccellenza.
Proprio sull’aumento dell’Irap non sono mancante le critiche, ad esempio da parte di Tosi, come risponde?
E’ una polemica politica, quindi non entra nel merito della tecnicalità della della norma, è una strategia in previsione delle elezioni.
Per l’appunto, in vista dell’appuntamento alle urne, che bilancio fa di questo suo mandato?
Sono riuscito per quattro
anni a garantire i servizi senza aumentare le tasse, assicuro che è stato uno sforzo notevole. Sul fronte degli enti locali abbiamo fatto un bel piano di riordino territoriale che cerca di definire la nuova governance per creare una filiera di buona amministrazione che va dalla Regione fino all’ultimo comune. Inoltre la Regione continua ad investire sull’agenda digitale e l’innovazione, fra cui il distretto della
space economy. Come vede il dopo Zaia? Auspichiamo che si vada oltre il limite dei due mandati e si possa arrivare ad una ri-
Marcato: “Un piano per attirare le imprese in Veneto e un progetto per la transizione energetica”
Assessore Roberto Marcato, partiamo dal sostegno alle imprese, ci sono risorse? Come si sta muovendo la Regione?
Ho portato in giunta recentemente un disegno di legge da 45 milioni di euro per l’attrazione degli investimenti, dedicato proprio alla capacità di rendere il nostro territorio appetibile alle imprese. Abbiamo poi la disponibilità di oltre mezzo miliardo di euro di fondi europei che vengono usati attraverso i bandi sia in forma di credito a tasso agevolato che a fondo perduto. Si tratta di bandi costruiti con le associazioni di categoria, , con il territorio, proprio perché bisogna rispondere a precise esigenze. Tenga conto che ogni volta che apro un bando dedicato alle imprese vado sempre in overbooking, significa che abbiamo centrato
un’esigenza del territorio. Oggi inoltre bisogna lavorare molto sul credito perché le banche fanno fatica a erogare microcredito, ciò che invece interessa il nostro tessuto produttivo.
Le fa paura la crisi della Germania?
Essendo un nostro mercato di riferimento questo preoccupa però è altrettanto vero che noi, in termini di export, abbiamo aumentato rispetto all’anno scorso, perché siamo bravissimi a trovare altri mercati. Il Veneto ha sempre avuto la capacità di rispondere a qualsiasi tipo di crisi. C’è ancora, invece, una forte ripercussione per il blocco dei rapporti con la Russia che non fa bene alla nostra economia. Spero che si arrivi quanto prima a una soluzione.
Qual è un il progetto che le sta particolarmente a cuore?
Uno è il piano energetico regionale è molto ambizioso, ci candidiamo a diventare la regione più più più attenta alla transizione ecologica ed energetica del Paese. L’altro già in fieri è la ZLS di Venezia e del Polesine, un detonatore economico per la nostra crescita. In parole semplici, chi oggi viene a investire a Porto Marghera o in Polesine avrà una riduzione delle tasse e un abbattimento sostanzioso della burocrazia. Sono i due elementi che interessano le imprese. Passando alla politica, quale sarà il ruolo della Lega nel 2025?
Io non ho dubbi e ho le idee molto chiare. Il ruolo della Lega del 2025 sarà lo stesso negli ultimi quindici anni. Per cui, per quanto mi riguarda, il prossimo candidato presidente della Regione Veneto deve essere un leghista.
Se ovviamente riusciremo ad avere questa opportunità con il centrodestra compatto, nessun problema. Io ho già l’exit strategy, ho già un piano B: un tridente attacco formato da lista Lega, Lista Zaia con capolista Zaia e una lista con i nostri migliori amministratori, anche non necessariamente della Lega, a trazione autonomista. C’è già un sondaggio che gira, che ci dice in maniera incontrovertibile che questa ipotesi vincerebbe contro qualsiasi altra compagine. (r.s.)
Sanità. Il punto con l’assessore regionale Manuela Lanzarin, anticipate le vaccinazioni
“Il Veneto investe sulle nuove strutture ma anche sui servizi e il personale”
E’ tempo di vaccinazioni, chiediamo all’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin perché il Veneto ha scelto di anticipare l’inizio delle somministrazioni sia per l’influenza stagionale che per il Covid.
“Perché stanno già circolando molti virus respiratoririsponde - e anche il Covid ha un po’ rialzato la testa. Con questo non vogliamo creare nessun tipo di allarmismo. Per il vaccino antinfluenzale abbiamo acquisto un milione di dosi, 400 mila per il vaccino Covid. E’ chiaro che la vaccinazione è come sempre consigliata alle persone più a rischio. Possono essere fatte anche insieme, sia dal proprio medico di base che in farmacia. In questi anni le farmacie hanno ampliato i loro servizi, in Veneto ce ne sono circa 1.600 e diventano dei presidi sanitari anche nelle località in cui abbiamo difficolta ad avere il medico di base. Faremo anche due open day in tutto il Veneto per in-
centivare alla vaccinazione le persone più fragili”.
Assistiamo a importanti investimenti nella sanità da parte della Regione, ad esempio il nuovo ospedale di Padova ma anche la radiologia di ultima generazione nel veneziano. Ci può tracciare un bilancio?
E’ un momento particolar-
mente vivace sul fronte degli investimenti in sanità. Con 850 milioni il nuovo ospedale di Padova diventerà il policlinico universitario più grande d’Italia, con altissime specializzazioni. Inoltre siamo in dirittura di arrivo con il nuovo ospedale di Montecchio e Arzignano, poi abbiamo Vicenza, e una nuova struttura
vicina all’ospedale dell’Angelo a Mestre. E’ in fase di progettazione l’ospedale di Legnago e abbiamo interventi a Mirano e Dolo. Sempre in ambito edilizio abbiamo poi tutti i cantieri legati alle case della comunità, 99 in tutto il Veneto, 49 centrali operative territoriali e 30 ospedali di comunità. Si tratta di investimenti notevoli, in parte legati al Pnrr e in parte a fondi strutturali.
La Regione cosa sta facendo per le liste d’attesa e la carenza di medici?
Stiamo già vedendo i risultati con il piano di abbattimento delle liste d’attesa. Nel 2023 abbiamo stanziano 29 milioni e nel 2024 ne sono già previsti 40 per la cabina di regia. Abbiamo azzerato le attese sulle prestazioni a dieci giorni, sono circa 11 mila quelle a trenta giorni e 18 mila quelle a 60-90 giorni. Lo sforzo oggi è immane e ci sono categorie difficili da aggredire, come oculistica e dermatologia, in cui abbiamo tantissime
prime visite e non troviamo professionisti. Da qui tutte le iniziative che abbiamo messo in campo per il reclutamento del personale, ma anche per trattenerlo. Abbiamo varato un piano strategico, abbiamo creato dei bandi specifici con Azienda Zero per assumere lavoratori autonomi. Oggi dei risultati ci sono. Presto andrà in Consiglio un disegno di legge che va ad aumentare i fondi integrativi delle aziende sanitarie, con 150 milioni nei prossimi tre anni. 50 milioni all’anno proprio per cercare di potenziare il personale, ma anche di andare in aiuto nelle aree disagiate, come quelle di montagna, dove è ancora più difficile trovare personale. Guardando al futuro, cosa si aspetta dopo Zaia?
Siamo ancora fiduciosi che ci sia il terzo mandato per il governatore Zaia, è giusto che siano i cittadini a scegliere il loro presidente di Regione. Siamo ancora fiduciosi che ci possa essere questa questa possibilità. (n.s.)
Anci Veneto, confermati il presidente e i due vice. Nuove entrate di Possamai e De Zotti
Rinnovati gli organi di Anci Veneto, l’associazione dei Comuni: riconfermato per altri cinque anni alla guida dell’Associazione dei Comuni il sindaco di Treviso Mario Conte. Con lui riconfermati anche i vice presidenti Eric Pasqualon, sindaco di Carmignano di Brenta (PD), ed Elisa Venturini, consigliere comunale di Casalserugo (PD). Entrano a far parte della squadra della presidenza Christofer De Zotti, sindaco di Jesolo (VE), e il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, con
il ruolo di vice presidente vicario. Il nuovo Consiglio di Anci Veneto conta 68 componenti, mentre il Direttivo si compone di 18 amministratori locali. Entrambi gli organismi resteranno in carica per cinque anni. Anci Veneto, comprese le Unioni dei Comuni, conta attualmente 506 soci.
“Le sfide da affrontare sono tante, - ha detto Conte - dal dissesto idrogeologico, con la messa in sicurezza del territorio che deve diventare una priorità, al tema dei tagli alla spesa corren-
te, che non possono portare a privare i cittadini di servizi. Dalle politiche ambientali da applicare in maniera omogenea su territori sempre più ampi alla promozione di progetti su area vasta per intercettare fondi europei e finanziamenti. La squadra di Anci Veneto, fatta da sindaci e sindache, amministratori e amministratrici virtuosi, continuerà a offrire sempre proposte e soluzioni, per far sì che i Comuni del Veneto continuino a essere un laboratorio di buona amministrazione e un
modello nazionale”. “Chi fa il sindaco sa che oggi il quadro economico internazionale è complesso e mutato. - ha affermato Roberto Pella, presidente di Anci nazionale- Nell’ultimo incontro avuto con il ministro Giorgetti abbiamo avuto la rassicurazione che il comparto degli enti locali sarà escluso dai vincoli e dalle imposizioni stringenti che l’Europa ci pone, oltre al fatto di avere avuto un riconoscimento istituzionale dell’impegno portato avanti da Anci”.
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Salone internazionale. A Padova Green Logistics Expo, all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione
Droni automatici ad alta tecnologia per la sorveglianza dell’Interporto
La terza edizione del Green Logistics Expo si è recentemente conclusa a Padova, confermandosi come uno degli eventi di riferimento per la logistica sostenibile. Il salone internazionale, dedicato a promuovere le pratiche e le tecnologie sostenibili nel settore della logistica, ha attirato un’ampia partecipazione di operatori del settore. L’evento, che ha riunito oltre 200 espositori internazionali e migliaia di operatori del settore, ha presentato le ultime novità in termini di tecnologie e soluzioni per un trasporto più pulito ed efficiente. Tra i temi più discussi, il trasporto intermodale, l’energia pulita nei magazzini e l’impiego di droni per la sicurezza nei terminal. Apertura in grande stile con i lavori del Patto delle Logistica del Nord Est, al quale hanno partecipato tutti i principali attori logistici istituzionali dei territori, allargato a Lombardia ed Emilia-Romagna.
L’obiettivo è favorire lo scambio di best practice e benchmarking relative a soluzioni tecniche innovative applicate alle infrastrutture o all’operatività dei diversi nodi di trasporto regionali in modo da sviluppare utili sinergie di sistema. Grande interesse ha suscitato la presentazione di un innovativo sistema di sicurezza per il terminal intermodale di Interporto Padova, sviluppato
in collaborazione con la Remotely Piloted Aircraft Systems Academy Cardtech. Il sistema, primo a livello nazionale, utilizza droni automatici di ultima generazione che svolgono missioni di sorveglianza. I droni decollano e atterrano da un hangar robotico che li protegge dalle intemperie, aprendosi solo per il decollo e richiudendosi subito dopo l’atterraggio. L’hangar esegue automatica-
mente la ricarica delle batterie, valuta le condizioni meteo per garantire voli sicuri, effettua i controlli pre-volo e gestisce la manutenzione.
“Un progetto che conferma la nostra vocazione all’innovazione e l’attenzione ad ogni tecnologia che possa migliorare la qualità del servizio - sottolinea Luciano Greco, Presidente di Interporto Padova - Una grande parte delle nostre infrastrutture è classificata come area doganale, con tutti i benefici legati a questo status per le imprese che lasciano in deposito le merci, ma ovviamente sistemi di sicurezza sempre più perfezionati ren-
dono ancora più attrattiva quest’area”. Il servizio Cityporto, attivo da vent’anni, è stato celebrato come un esempio di successo nella distribuzione urbana sostenibile. “Unire l’arrivo delle merci all’Interporto e la loro distribuzione in città con mezzi ecologici è stata un’intuizione geniale. - commenta Roberto Tosetto, direttore generale di Interporto Padova - I vantaggi sono sotto gli occhi di tutti: meno camion in circolazione significano meno inquinamento e meno congestione del traffico. È un chiaro esempio di come la logistica possa contribuire al benessere ambientale”. (s.b.)
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Luciano Greco e Roberto Tosetto, presidente e direttore di Interporto Padova
Uno dei droni che sorveglierà l’area logistica
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Regione
Sim clonate, i segnali da non sottovalutare
Negli ultimi mesi sono in sensibile aumento delle truffe sim-swap, un vero e proprio furto di identità messo in atto con lo scopo di svuotare il conto corrente delle vittime. Approfondiamo il tema con Giovanna Guidolin, Responsabile Antifraud di UniCredit.
In cosa consiste il simswap?
E’ una forma di truffa con la quale i frodatori riescono a prendere il controllo del numero di telefono della vittima, ottenendo una nuova Sim card a suo nome. Questo permette loro di ricevere chiamate, sms e, soprattutto, i codici di autenticazione a due fattori che vengono utilizzati per confermare transazioni bancarie o accessi ai vari account. Il frodatore raccoglie quante più informazioni possibili sulla vittima, come nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono. Queste informazioni possono essere ottenute tramite phishing o semplicemente cercando sui social media. Con le informazioni raccolte, il frodatore contatta l’operatore telefonico
della vittima e si spaccia per il legittimo titolare del numero di telefono. Può affermare, ad esempio, di aver perso la Sim e di volerne una nuova.
L’operatore telefonico, convinto di parlare con il vero proprietario del numero, disattiva la vecchia Sim e attiva una nuova Sim card che viene inviata al frodatore. Una volta in possesso della nuova Sim, il frodatore ha pieno controllo del numero di telefono della vittima. Questo gli consente di ricevere chiamate, messaggi e codici di autenticazione a due fattori. Con il controllo del numero di telefono, possono essere reimpostate le password degli account online, delle e-mail e dei social media, nonché ottenere l’accesso ai conti bancari da dove trasferire i fondi su altri conti correnti o effettuare altri tipi di transazioni fraudolente.
Quali sono i segnali da non sottovalutare?
Se il telefono perde improvvisamente il segnale di rete e non si collega al web o riesce a ricevere chiamate o messaggi per un periodo prolungato, potrebbe essere un segnale,
come lo sono l’impossibilità di effettuare chiamate o inviare messaggi, la ricezione di notifiche sospette, ma anche attività non riconosciute sui propri account online. Attenzione a messaggi o e-mail riguardanti la reimpostazione della password di account online non richiesti, così come se si ricevono codici di verifica o notifiche di autenticazione a due fattori senza aver avviato alcuna procedura. Monitorare costantemente i movimenti sul conto bancario è essenziale.
Cosa fare se si ha il sospetto
che la propria Sim sia stata clonata?
E’ fondamentale agire rapidamente per limitare i danni. Anzitutto va contattato il proprio operatore telefonico segnalando il sospetto e chiedendo il blocco della Sim, quindi una nuova card assicurandosi che sia effettivamente attivata a se stessi. Vanno cambiate tutte le password degli account più importanti che utilizzano il numero di telefono per l’autenticazione. Controllare gli accessi e disconnettere le sessioni attiva, controllare anche i movimenti del conto bancario e avvisare la banca in caso di sospetti.
E’ bene aggiornare il software dello smartphone ed eseguire una scansione antivirus. Consigliamo di denunciare la truffa alla Polizia Postale.
Quali sono gli accorgimenti che possiamo adottare?
Alcune delle migliori pratiche consistono nel rafforzare la sicurezza del proprio numero di telefono e dei propri dispositivi, evitare di divulgare il proprio numero di cellulare sui social, aggiornare le applicazioni, usare antivirus,
creare password complesse e diverse per ogni account, attivare le notifiche e limitare le informazioni condivise sui social media.
La vostra banca come tutela i propri clienti e le vittime di sim-swap?
UniCredit adotta diverse misure di sicurezza tra cui, a titolo di esempio, l’autenticazione a due fattori (2FA), il monitoraggio delle transazioni sospette e l’invio di notifiche in tempo reale. Inoltre, lavoriamo costantemente per sensibilizzare i nostri clienti sui rischi delle frodi informatiche e per aiutarli a proteggere i loro dati e risparmi con invio costante di informazioni su tutti i canali, campagne di sensibilizzazione, una guida on line, formazione dedicata e collaborazione con le associazioni dei consumatori e istituzioni. Il nostro obiettivo è creare una comunità informata e protetta, in grado di riconoscere e contrastare i tentativi di truffa digitale. (n.s.)
Per approfondire questo argomento leggi l’intervista completa sul nostro sito www.lapiazzaweb.it
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Giovanna Guidolin
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Direttore Sanitario: Dott. Stefano Puggina
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SALUTE
Vaccinazioni stagionali. Al via la campagna regionale contro virus influenzali e COVID-19
Con l’arrivo della stagione fredda, la Regione Veneto lancia la campagna vaccinale per proteggere i cittadini dai virus influenzali e dal COVID-19. Il piano di prevenzione, che prende il via il 7 ottobre, mira a contenere l’impatto delle infezioni stagionali e a ridurre il numero di ricoveri ospedalieri legati a complicanze gravi.
Secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie, la vaccinazione rappresenta la forma più efficace di protezione, in particolare per i soggetti più fragili o per chi ha più di 60 anni. Quest’anno, la campagna vaccinale parte con anticipo rispetto agli anni precedenti, poiché si prevede una circolazione dei virus già dalla seconda metà di ottobre.
Nella prima settimana di ottobre, la somministrazione dei vaccini è riservata agli over 65, mentre tutte le altre fasce di popolazione possono accedere alla vaccinazione dalla settimana successiva, quando saranno disponibili i vaccini indicati per i soggetti più giovani. Per facilitare l’accesso, la Regione ha programmato due giornate “Open Day” il 26 ottobre e il 9 novembre, durante le quali tutte le ULSS regionali organizzeranno sedute vaccinali dedicate.
La Regione del Veneto ha già distribuito oltre 900.000 dosi di
Il Veneto anticipa l’inizio della vaccinazione contro l’influenza e il COVID-19 per ridurre i rischi di complicanze gravi
vaccino antinfluenzale e 460.000 dosi di vaccino aggiornato contro il COVID-19. Entrambi i vaccini possono essere somministrati contemporaneamente, senza necessità di farmaci o integratori preventivi. In particolare, è aumentata la disponibilità del vaccino spray nasale per i bambini dai 2 ai 6 anni, con 28.000 dosi destinate ai più piccoli, somministrate presso i Pediatri di Libera Scelta e i servizi sanitari territoriali.
La vaccinazione non solo protegge dai virus influenzali e dal COVID-19, ma riduce significativamente il rischio di gravi complicanze, specialmente di natura polmonare e cardiovascolare. Secondo i dati forniti dalla Regione, vaccinarsi contro l’influenza può ridurre di oltre un terzo il rischio di eventi cardiaci gravi, soprattutto per chi già soffre di patologie come infarto o ictus.
Oltre agli anziani, la vaccinazione è fortemente raccomandata per soggetti a rischio, come immunodepressi, diabetici, persone affette da patologie respiratorie come BPCO, cardiopatie e malattie oncologiche. La vaccinazione è inoltre suggerita
per operatori sanitari, personale a contatto con animali, donatori di sangue e donne in gravidanza. Particolare attenzione è rivolta anche ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, che possono ricevere il vaccino antinfluenzale.
Le vaccinazioni saranno disponibili presso i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, le Farmacie aderenti e i Servizi Vaccinali delle ULSS, che attiveranno ambulatori specifici per l’influenza e il COVID-19. Le prenotazioni saranno gestite online attraverso il portale regionale dedicato https:// prenotavaccino.regione.veneto.it/.
Oltre alla vaccinazione, le autorità raccomandano alcune semplici azioni per limitare la diffusione dei virus stagionali: lavarsi regolarmente le mani, evitare il contatto con persone ammalate, usare la mascherina in luoghi affollati e isolarsi in caso di sintomi respiratori.
Con queste misure, la Regione Veneto punta a garantire una protezione efficace per la salute di tutti, riducendo al minimo l’impatto dei virus stagionali sulla popolazione.
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Ulss 3 Serenissima. Nuove strumentazioni tecnologiche in dotazione
La Radiologia si rinnova con numeri in aumento Team di primari e dirigenti di prim’ordine
Una svolta epocale quella che sta vivendo in queste ultime settimane la Radiologia e la diagnostica per immagini all’interno di tutte le strutture ospedaliere dell’Ulss 3 Serenissima. Grazie infatti ai fondi PNRR e una squadra di medici radiologi di prim’ordine, presentata oggi presso il nosocomio veneziano dal direttore generale Edgardo Contato, di cui lo stesso direttore si è detto “orgoglioso”, si stanno via via rinnovando tutte le strumentazioni tecnologiche, 27 per ora, 15 già in funzione, altre prossime al collaudo per un investimento pari a oltre 14 milioni di Euro. Un’area molto vasta quella che fa capo all’Azienda Sanitaria lagunare, che comprende 612mila residenti con il 26,3% di over65 che poi è esattamente la fascia di età che maggiormente richiede questo tipo di servizio. Da sottolineare come a Dolo, oltre alla strumentazione, si aprirà a breve anche il nuovo reparto. “Stiamo lavorando per eliminare il gap che abbiamo nel personale - dichiara Contato - ma abbiamo messo assieme un team di vertice che sta lavorando e producendo attività per la popolazione che ci stanno ponendo in una posizione di primato”.
Nonostante la cronica carenza di personale, 5 sono i radiologi mancanti in azienda al momento, l’Ulss 3 punta a fornire un servizio sempre più all’avanguardia, aumentando anche il numero di prestazioni rispetto al 2023 in tutti i 23 punti di erogazione del servizio, 10 pubblici e 13 privati accreditati. I numeri infatti parlano di 2032 prestazioni giornaliere nella parte pubblica e 578 nel privato accreditato con un aumento dell’8,4% delle prestazioni di Radiologia nei primi otto mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023.
Fondamentale poi l’attivazione del sistema RIS-PACS (Radiology
Information System; Picture Archiving and Communication System) unico aziendale da ottobre su tutte le sedi che consentirà di poter refertare da tutte le sedi ospedaliere e di potenziare l’attività di telemedicina. Infine è stata presentata tramite un suggestivo video la straordinaria impresa del trasporto di un’unità mobile da Porto Marghera fino all’ospedale di Venezia tramite una chiatta. L’unità servirà a sopperire quei tre mesi di passaggio dalla vecchia strumentazione alla nuova e permettere quindi la prosecuzione delle prestazioni senza soluzione di continuità
Presenti assieme al direttore i dirigenti radiologi in forza a tutti gli ospedali del territorio, Paolo Sartori del SS. Giovanni e Paolo di Venezia, Riccardo Righi ed Enrico Cagliari dell’Angelo di Mestre, Giuseppe Tropeano di Mirano, Fabio Gelain di Dolo e Fabio Zattoni di Chioggia. “Un grande impegno quello che ci aspetta - ha dichiarato Sartori - per gestire queste tecnologie. Le richieste sono in aumento ma abbiamo dalla nostra l’esperienza per servire i cittadini”. “Una sfida che raccogliamo - aggiunge Cagliari - un modo nuovo di lavorare in condivisione coi colleghi”. “Faremo il possibile per aumentare il numero di diagnostiche anche quelle interventistiche - ricorda Tropeano.” “Un grande impegno per un ospedale
aperto su più fronti per un servizio trasversale - dichiara Righi”. “Con il Covid il nostro ospedale era stato chiuso - ricorda Gelain - ora si riparte con la nuova radiologia e le nuove tecnologie”. “A Chioggia abbiamo un ospedale piccolo ma molto frequentato dai turisti - conclude Zattoni - facciamo il possibile per servire al meglio la popolazione”. (r.m.)
Sanità veneta: approvato il disegno di legge per l’aumento dei fondi contrattuali
Un passo fondamentale verso la valorizzazione del capitale umano nel Servizio sanitario regionale, con risorse destinate a migliorare le condizioni lavorative e retributive del personale La Quinta Commissione consiliare ha approvato il disegno di legge n. 292, proposto dalla Giunta regionale, per l’incremento dei fondi contrattuali delle Aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale. L’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento, definendolo un “traguardo significativo” per la sanità veneta. “Questo progetto rappresenta un ulteriore passo per valorizzare il capitale umano che opera quotidianamente nelle nostre strutture sanitarie, in linea con quanto previsto dal Patto per la Salute 2019-2021, ancora non attuato a livello nazionale,” ha affermato Lanzarin. Il disegno di legge prevede il riconoscimento economico ai professionisti del settore sanitario, con particolare attenzione ai profili
dirigenziali e socio-sanitari. Saranno considerati i servizi offerti in zone disagiate e le carenze di organico degli ultimi tre anni. Il provvedimento mira a riequilibrare le risorse disponibili tra le diverse aziende sanitarie del Veneto, affrontando le significative differenze nei fondi pro capite per il trattamento accessorio. Per il triennio 2024-2026, il disegno di legge autorizza un incremento dei “Fondi premialità e condizioni di lavoro” e dei “Fondi per la retribuzione di risultato”, fino a un massimo del 2% del monte salari regionale, con un budget annuale di oltre 51 milioni di euro. “È motivo d’orgoglio l’apprezzamento ricevuto dalle organizzazioni sindacali e dai vari stakeholder, che hanno condiviso l’impostazione del provvedimento,” ha aggiunto l’assessore. Ora il disegno di legge continuerà il suo iter in Consiglio regionale, con l’obiettivo di migliorare le condizioni lavorative del personale sanitario veneto.
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Autorizzazione sanitaria n. 07/2023 del 09/02/2023 Direttore Sanitario: Dott. Mario Bortolato
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L’approfondimento. Promosso dal coordinamento che rappresenta 21 enti in Veneto
Emergenze crescenti: nuove dipendenze e strategie per una risposta efficace
Durante il convegno nazionale tenutosi a Venezia a fine settembre è emerso un quadro allarmante riguardante le dipendenze in Veneto ed in Italia. Le emergenze, spesso non gestite dai servizi disponibili, sono in aumento nella nostra regione e in tutta Italia, accompagnate da una crescita delle dipendenze comportamentali, l’uso di nuove sostanze psicoattive e una preoccupante diminuzione dell’età media dei consumatori. L’incontro, intitolato “In-dipendenza: dimensione nazionale del fenomeno, la cura, la prevenzione”, ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, membri del terzo settore e comunità di accoglienza, tutti impegnati a confrontarsi sulle nuove emergenze e a delineare azioni e obiettivi per affrontare il fenomeno. L’evento è stato promosso da Co.Ve.S.T, un coordinamento che rappresenta 21 enti del Veneto attivi nel settore delle dipendenze, e da Intercear, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Tra gli interventi, quello del Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, che ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato nella lotta contro le dipendenze. Paolo Molinari, capo del Dipartimento delle Politiche Antidroga, ha presentato una nuova piattaforma che raccoglierà informazioni sulle opportunità di accoglienza nelle comunità terapeutiche, per garantire un quadro aggiornato a livello nazionale. Il Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha esposto i servizi attivati dal Comune, mentre l’Assessore alla Sanità e ai Servizi Sociali della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, ha illustrato le politiche regionali, sottolineando la necessità di una sinergia tra pubblico e privato. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha avvertito che il consumo di cannabis è in crescita, con 550.000 ragazzi tra i 15 e i 19 anni che ne hanno fatto uso nel 2023. Ha inoltre espresso preoccupazione per l’aumento della potenza della cannabis e la presenza di minorenni tra i consumatori. Bellucci ha rimarcato l’impegno del Governo nella lotta contro le droghe e ha annunciato un investimento di oltre 250 milioni di euro per l’apertura di comunità giovanili, evidenziando l’importanza di collaborare con il terzo set-
tore per promuovere attività preventive.
Il convegno ha fornito un’analisi dettagliata della situazione attuale, basata su dati ufficiali.
La relazione annuale al Parlamento ha rivelato che quasi 960.000 ragazzi tra i 15 e i 19 anni hanno consumato sostanze illegali almeno una volta. Sebbene la cannabis resti la sostanza più comune tra i giovani, si nota un incremento preoccupante nell’uso di cocaina e nuove sostanze psicoattive. In Veneto, si registra un aumento dei giovani utenti dei servizi, con l’emergere anche di situazioni legate all’abuso di Fentanyl.
Michele Resina, presidente del Covest, ha evidenziato che il Covid ha accentuato le crisi tra i giovani, rendendo necessario un ripensamento dei servizi per adeguarli alle esigenze di un’utenza più giovane. Sono emerse buone pratiche come sportelli e spazi di ascolto, attivi a Mestre e Padova, per supportare famiglie e giovani con comportamenti problematici. Progetti come il “COMFORT Sportello per famiglie” a Schio offrono un ambiente informale per supportare ragazzi e famiglie in situazioni di rischio, promuovendo relazioni di fiducia e consapevolezza.
Il convegno ha messo in luce la necessità di nuovi modelli di intervento e di risorse adeguate come l’urgenza di investire nella prevenzione, evidenziando l’importanza di linee guida nazionali condivise e di una rete di servizi accessibili a tutti, garantendo pari opportunità di cura nel Veneto ed in tutto il paese.
Emergenza Fentanyl in Veneto: la nuova minaccia sanitaria
Il convegno a Venezia evidenzia l’aumento delle dipendenze giovanili in Italia, con nuove sfide legate a sostanze psicoattive e comportamenti a rischio. Urgono prevenzione e risorse.
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Il Veneto è attualmente alle prese con una nuova emergenza sanitaria: l’arrivo del fentanyl, conosciuto come la “droga degli zombie” a causa dei suoi effetti altamente distruttivi. Questo oppioide sintetico risulta essere fino a quaranta volte più potente dell’eroina. I primi due casi nella regione sono stati individuati di recente: il primo, non ancora confermato, risale a circa sei mesi fa a Mestre, mentre il secondo, confermato, si è verificato a Bassano del Grappa. Questi episodi, benché isolati, hanno destato notevole preoccupazione tra le autorità sanitarie e le forze dell’ordine. Da marzo è attivo un piano nazionale di prevenzione contro l’abuso di fentanyl, una sostanza già ampiamente diffusa negli Stati Uniti. In Veneto, il Servizio per le Dipendenze (Ser.D.) ha seguito 13.637 casi nel 2023, con le città di Venezia, Padova e Vicenza tra le più colpite. Tuttavia, l’ostacolo principale consiste nell’individuare i giovani consumatori, spesso invisibili ai servizi sanitari. L’assessora regionale al Sociale, Michela Lanzarin, ha evidenziato l’importanza di allestire spazi neutri per raggiungere i giovani coinvolti nelle dipendenze. Per il triennio 2024-2026 è stato stanziato un piano finanziato con 4,5 milioni di euro, di cui 3,5 milioni destinati a iniziative all’interno delle aziende e 500 mila euro per progetti trasversali. Verona è stata scelta come città capofila per la raccolta dei dati.
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Prevenzione tumore seno. LILT Padova promuove screening e attività fisica con la campagna “Join the Fight”
Campagna Nastro Rosa: LILT Padova in prima linea per la prevenzione nella lotta contro il tumore al seno
Per l’intero mese di ottobre, la sezione di Padova della LILT celebra la Campagna Nastro Rosa - LILT for WOMEN, con l’intento di sensibilizzare ed informare sulla prevenzione del tumore al seno. In occasione di questa ricorrenza, la LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – presenta una campagna focalizzata sul tema della prevenzione e della solidarietà tra donne, adottando lo slogan “Join the Fight”. L’associazione invita tutte le donne a unirsi nella lotta contro il carcinoma mammario, accentuando l’importanza della salute del seno in ogni fase della vita. Il Presidente di LILT Padova, Dino Tabacchi, sottolinea: “Da sempre LILT Padova ha posto in primo piano l’importanza della prevenzione nella lotta contro il tumore al seno, attraverso visite ed esami di prevenzione oncologica e l’adozione di corretti stili di vita. La promozione della salute, tramite informazione e controlli periodici, a qualsiasi età, deve diventare l’eredità più importante da trasmettere di generazione in generazione”. Inoltre, Tabacchi aggiunge: “Come Associazione Provinciale di Padova abbiamo scelto di affiancare lo slogan nazionale con il claim ‘Passa la palla della prevenzione, gioca d’anticipo contro il tumore al seno’, proprio per evidenziare che lo sport e l’attività fisica in generale sono validi alleati
nella prevenzione”. Il messaggio del Presidente Tabacchi viene ulteriormente supportato dal Dr. Alberto Marchet, consigliere di LILT Padova e direttore dell’UO di chirurgia senologica 1 IOV, il quale afferma: “Le strategie preventive si basano su due approcci integrati: la prevenzione primaria (i sani stili di vita) e quella secondaria (esami per la diagnosi precoce)”. Il carcinoma mammario rappresenta la forma tumorale più frequentemente diagnosticata nelle donne in Italia. Per l’anno 2023, sono state stimate circa 55.900 nuove diagnosi, e l’incidenza è in aumento nella fascia di età tra i 25 e i 44 anni (dati AIOM 2023). Grazie agli esami di screening e a terapie sempre più mirate, la sopravvivenza a questo tipo di tumore è notevolmente aumentata, raggiungendo l’88%. La maggior parte dei tumori maligni al seno viene diagnosticata in fase iniziale, quando il trattamento chirurgico può spesso essere conservativo e la terapia risultare molto efficace, permettendo un’alta sopravvivenza a cinque anni. A sostegno della LILT Padova, anche quest’anno, collaborano le principali istituzioni cittadine: la Provincia di Padova, la Camera di Commercio di Padova, l’Università degli Studi di Padova, l’ULSS6 Euganea e l’Azienda Ospedale Università di Padova, sempre disponibili e sensibili alle iniziative promosse da LILT a favore dei cittadini.
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progetti riabilitativi personalizzati in base allo studio delle a ezioni e del quadro clinico del paziente e mediante il lavoro di un’équipe interdisciplinare composta da fisiatra o ortopedico, fisioterapisti e altri specialisti, con l’obiettivo di riportare il paziente alla massima autonomia funzionale e alla ripresa delle proprie attività e capacità, con esiti positivi anche sul piano esistenziale, sociale e lavorativo.
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Camera Comfort, b&b
Evento ChakraYoga (Martedì sera 19:30 - 22:30)
Ingresso piscine termali, Spa e area termale
Kit Spa: accappatoio e telo spugna
Ingresso piscine termali, Spa e area termale ALLE TERME C’È UN MONDO DA VIVERE
Lifestyle Terme per Due
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Arrivo 11 o 12 novembre o 09 o 10 dicembre
Camera Elegance
Trattamento benessere a scelta tra “trattamento
viso Feeling Time” o “massaggio Shiatsu”
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da € 110 a persona
Fango senza soggiorno
12 Applicazioni fango termale
12 Docce termali
12 Bagni termali con ozono
10 Ingressi giornalieri alla Spa (lun-ven)
da € 70 a persona (Ticket escluso)
Incentivi, detrazioni, contributi: tutte le misure per l’efficentamento energetico
Le soluzioni adottate per promuovere la transizione energetica e migliorare l’efficienza energetica degli edifici comprendono gli incentivi per il fotovoltaico e le pompe di calore, i più utilizzati ed utilizzabili nel nostro territorio.
Ecco i principali incentivi disponibili:
1. Ecobonus (50% e 65%)
L’Ecobonus è una misura nazionale che offre detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Gli interventi coperti includono l’installazione di impianti fotovoltaici e pompe di calore, insieme ad altri lavori mirati a migliorare l’efficienza energetica.
Aliquote di detrazione:
- 50% per installazione di impianti fotovoltaici.
- 65% per l’installazione di pompe di calore ad alta efficienza.
Condizioni:
- Durata della detrazione: La detrazione viene ripartita in 10 anni sotto forma di riduzione dell’imposta IRPEF o IRES.
- Limite di spesa: per impianti fotovoltaici, la spesa massima detraibile è di 96.000 euro.
- Requisiti per pompe di calore: Le pompe di calore devono rispettare certi requisiti di efficienza energetica. L’incentivo è più alto per le pompe di calore elettriche rispetto a quelle a gas, poiché contribuiscono maggiormente alla riduzione delle emissioni. Interventi agevolabili:
- Installazione di impianti fotovoltaici su edifici esistenti.
- Installazione di pompe di calore ad alta efficienza per la climatizzazione estiva e invernale.
- Sistemi di accumulo collegati a impianti fotovoltaici. Chi può beneficiare:
- Privati cittadini, condomini, e società.
- Possono usufruire delle detrazioni anche le persone che detengono l’immobile a titolo di affitto o comodato d’uso. Modalità:
- Le spese devono essere documentate e pagate tramite **bonifico parlante**.
- È possibile optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito.
2. Conto Termico
Il Conto Termico è un incentivo erogato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che fornisce un rimborso diretto per interventi di efficientamento energetico e produzione di energia termica da fonti rinnovabili. A differenza dell’Ecobonus, non si tratta di una detrazione fiscale, ma di un contributo a fondo perduto.
Aliquote:
Il Conto Termico copre fino al 65% delle spese per interventi specifici, tra cui l’installazione di pompe di calore. Per i sistemi fotovoltaici, invece, questo incentivo non è applicabile direttamente.
Interventi agevolabili:
- Pompe di calore: L’installazione di pompe di calore per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici è incentivata, con percentuali di copertura delle spese in base alla tipologia e potenza dell’impianto.
- Sistemi solari termici: È possibile ottenere l’incentivo anche per sistemi solari termici (per la produzione di acqua calda sanitaria).
- Caldaie a biomassa o sistemi di riscaldamento a energia rinnovabile.
Durata del rimborso:
- Fino a 5.000 euro di spesa, il rimborso è erogato in un’unica soluzione.
- Per spese superiori, il contributo viene erogato in rate annuali, fino a un massimo di 2-5 anni a seconda dell’importo e della tipologia di intervento.
Chi può accedere:
- Privati cittadini.
- Pubbliche Amministrazioni.
- Imprese.
Come funziona:
- L’incentivo è erogato direttamente dal GSE.
- Dopo aver completato l’intervento, è necessario presentare domanda sul portale del GSE, che verifica la conformità tecnica e il rispetto dei requisiti.
3. Incentivi specifici per il Veneto
Il Veneto, oltre agli incentivi nazionali, offre alcuni programmi locali per incentivare l’adozione di tecnologie verdi come fotovoltaico e pompe di calore.
Fondo Energia Veneto:
- La Regione Veneto ha istituito un Fondo per l’Efficienza Energetica che offre finanziamenti agevolati e contributi per interventi di miglioramento energetico, incluso l’uso di tecnologie rinnovabili come il fotovoltaico e le pompe di calore.
Contributi per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento:
- Ci sono incentivi specifici per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento a combustibile fossile con pompe di calore o sistemi a energia rinnovabile. Questi incentivi possono essere cumulabili con il Conto Termico e l’Ecobonus.
Modalità di accesso e combinazione degli incentivi
- Cumulabilità: gli incentivi regionali del Veneto spesso sono cumulabili con Ecobonus e Conto Termico, permettendo di ottenere risparmi significativi.
- Sconto in fattura e cessione del credito: anche a livello regionale, in alcuni casi è possibile sfruttare la modalità di sconto in fattura o cessione del credito per gli interventi di efficientamento energetico.
Per ottenere il massimo beneficio, è consigliabile:
- Consultare un tecnico o un consulente energetico per verificare quali incentivi si applicano al proprio caso specifico.
- Monitorare i bandi regionali e nazionali per non perdere le opportunità di finanziamento aggiuntivo.
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In casa. E’ possibile risparmiare e allo stesso tempo fare del bene all’ambiente
Illuminazione domestica green e sostenibile, le soluzioni e i vantaggi per un abitare ecologico
L’illuminazione green domestica riduce consumi e costi energetici. Lampadine LED, sensori e domotica ottimizzano l’uso della luce, migliorano il comfort e riducono l’impatto ambientale grazie a una gestione efficiente.
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L’illuminazione domestica è un aspetto fondamentale del comfort abitativo e, negli ultimi anni, ha assunto un ruolo chiave nelle politiche di sostenibilità ambientale. Adottare soluzioni di illuminazione green non solo riduce i consumi energetici e le emissioni di CO₂, ma contribuisce anche a migliorare il benessere abitativo e a tagliare i costi della bolletta elettrica. Adottare soluzioni di illuminazione domestica green e sostenibile è un passo essenziale verso un’abitazione più sostenibile, efficiente e confortevole. Investire in lampadine LED, sensori, sistemi di controllo e sfruttare la luce naturale permette di ridurre l’impatto ambientale e risparmiare sulla bolletta elettrica, garantendo al contempo una casa più sicura e accogliente.
sere accesa costantemente. Questi dispositivi rilevano la presenza di persone e spengono automaticamente le luci quando non necessarie, riducendo lo spreco di energia.
I dimmer, invece, permettono di regolare l’intensità della luce in base alle esigenze del momento. Oltre a creare un’atmosfera più piacevole, l’uso di luci a bassa intensità riduce il consumo energetico e allunga la vita delle lampadine. In alcune situazioni, una riduzione del 20% dell’intensità luminosa può portare a un risparmio energetico simile.
Ma quali sono le migliori tecnologie e pratiche per una casa illuminata in modo sostenibile?
Le lampadine a LED (Light Emitting Diode) sono il cuore della rivoluzione green nell’illuminazione domestica. Rispetto alle tradizionali lampadine a incandescenza o a fluorescenza, i LED consumano fino all’80% di energia in meno e durano molto più a lungo. Una lampadina LED di qualità può avere una durata fino a 50.000 ore, rispetto alle circa 1.000 ore di una lampadina a incandescenza. I LED offrono anche vantaggi significativi in termini di versatilità e qualità della luce. Sono disponibili in una vasta gamma di temperature di colore, dalla luce calda e accogliente (2700K) fino alla luce bianca brillante (6000K), ideale per spazi di lavoro. Inoltre, i LED non emettono calore in eccesso, rendendoli più sicuri e riducendo il fabbisogno di aria condizionata durante i mesi estivi.
Oltre alla scelta di lampadine efficienti, l’utilizzo di sensori di movimento e regolatori di intensità (dimmer) contribuisce notevolmente al risparmio energetico. I sensori di movimento sono particolarmente utili in ambienti come corridoi, ingressi o bagni, dove la luce non deve es-
La domotica è un altro elemento chiave per una gestione intelligente dell’illuminazione. Con i sistemi di automazione domestica, è possibile controllare l’illuminazione in tutta la casa tramite smartphone o tablet, anche a distanza. Questi sistemi permettono di programmare gli orari di accensione e spegnimento delle luci, ottimizzando i consumi in base alle abitudini quotidiane. Inoltre, i dispositivi domotici possono interagire con altre tecnologie smart, come sensori di luminosità o assistenti vocali, per adattare automaticamente l’illuminazione in base alla luce esterna o alle preferenze dell’utente. Questa integrazione non solo offre comodità, ma garantisce anche una gestione ottimale dei consumi.
Oltre al consumo energetico, è importante considerare l’impatto ambientale della produzione e smaltimento delle lampadine. I LED, oltre a consumare meno energia, contengono meno materiali pericolosi rispetto alle lampadine fluorescenti, che invece utilizzano mercurio. Tuttavia, come qualsiasi prodotto elettronico, anche i LED devono essere smaltiti correttamente. È essenziale quindi riciclare le lampadine presso i centri di raccolta autorizzati per evitare l’inquinamento del suolo e delle acque.
Storie di
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“Sostenibilità, attenzione al territorio e impegno sono le nostre parole d’ordine da sempre”
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climatizzazione commerciale,
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Partiamo dall’inizio: ci parla innanzitutto di Rhoss e delle sue origini ?
Il racconto di Maurizio Marchesini, Amministratore Delegato di Rhoss, sponsor di Sonepar Padova
“Rhoss, azienda italiana con oltre 50 anni di storia e dal 2019 parte del gruppo Svedese NIBE, leader mondiale nel settore delle pompe di calore residenziali e soluzioni di climatizzazione sostenibile, rappresenta la prova che il passaggio, anche industriale, verso la vera transizione ecologica è possibile e vincente”. “Fondata nel 1968 a Codroipo in Friuli come azienda di produzione di caldaie a gas, Rhoss è stata protagonista nel mercato del riscaldamento fino al 2000, quando ha avviato una riconversione verso la produzione di impianti HVAC e pompe di calore elettriche. Inizialmente concentrata sulla produzione di unità di condizionamento per il raff rescamento, Rhoss si è poi dedicata anche alla produzione di pompe di calore per il riscaldamento, affermandosi come uno dei principali attori Europei, con i suoi oltre quattrocento dipendenti e oltre cento milioni di fatturato e con attualmente oltre il 70% della produzione destinata proprio alle pompe di calore.”
Un’azienda molto attenta e sensibile al concetto di Sostenibilità, giusto?
“Sì, siamo davvero orgogliosi di rappresentare un esempio concreto di transizione ecologica e collocarci tra le aziende piu’ sensibili ed attente ai concetti di Sostenibilità. Sostenibilità per noi e per il nostro Gruppo significa saper aff rontare e declinare il
principi che voglio guidino ogni giorno
“Rafforzo un concetto gia’ aff rontato in precedenza : credo che non si possa mai sottovalutare l’importanza del territorio e delle comunità locali. Investire in queste aree non è una strategia di marketing, ma un vero e proprio dove-
Vorrei che i clienti associassero al nostro brand non solo la qualità, la sostenibilità, l’ efficienza dei nostri prodotti ma la serietà e questo senso di responsabilità verso il sociale e verso la comunita’ che ne fa per me un vero punto di orgoglio e per l’azienda che rappre-
A tavola
Con l’arrivo di ottobre e dei primi freddi, tornano le cotture al forno e i dolci da assaporare nel pomeriggio, accompagnati da una tazza di tè caldo. Il desiderio di calore ci spinge a sperimentare nuove ricette, semplici e genuine.
RISOTTO AI FUNGHI PORCINI
L’autunno è il momento perfetto per preparare piatti a base di funghi, e un risotto è l’ideale per valorizzare al meglio il sapore dei porcini freschi appena colti.
Ingredienti: : 300 g di riso Carnaroli; 300 g di funghi porcini freschi; 1 cipolla; 1 spicchio d’aglio; 1 bicchiere di vino bianco; 1 l di brodo vegetale; Olio extravergine d’oliva; Parmigiano Reggiano grattugiato; Prezzemolo fresco tritato, Sale e pepe
Preparazione: Preparazione: Pulire i funghi porcini e tagliarli a fettine sottili. Soffriggere aglio e cipolla tritata in una padella con olio. Aggiungere i funghi e farli cuocere a fuoco medio per circa 10 minuti. Tostare il riso in una casseruola con un po’ d’olio, sfumare con vino bianco. Aggiungere il brodo poco alla volta e mescolare fino a cottura. Unire i funghi al riso, mantecare con parmigiano e prezzemolo fresco.
FRITTELLE DI CAVOLFIORE AL FORNO
Una ricetta semplice e sfiziosa in padella o al forno. Le frittelle di cavolfiore sono buone calde, tiepide e anche fredde. Da servirle, quindi, anche come antipasto. Ingredienti: : 600 gr cavolfiore; 2 uova medie; 1 cucchiaio farina 00; 50 g caciocavallo grattugiato (o altro formaggio stagionato; aglio tritato; olio extravergine d’oliva: q.b. prezzemolo tritato; q.b. paprika affumicata (o curcuma o curry a piacere); q.b. sale e pepe
Preparazione: Pulire il cavolfiore, togliendo tutte le foglie esterne e il torsolo. Tagliarlo in quattro o più pezzi e grattugiarlo con una grattugia a fori larghi dentro una ciotola. Salate il cavolfiore e lasciarlo riposare per una decina di minuti. Unire poi le uova, l’aglio, il prezzemolo tritato, la farina e il formaggio grattugiato. Aggiungere infine un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di pepe. Impastare e amalgamare il tutto. Quando il composto è pronto, creare delle piccole frittelle. Sistemare i rosti di cavolfiore nella teglia, informare a 200 °C per circa 20 minuti, rigirando a metà cottura. Lasciare riposare le frittelle per cinque minuti prima di servirle. È possibile cuocere le frittelle anche in una padella antiaderente leggermente unta d’olio extravergine d’oliva.
TORTA DI MELE COME UNA VOLTA
Una ricetta facile per una torta di mele classica, semplice e genuina, che ci riporta con la mente ai sapori e ai ricordi dell’infanzia. Perfetta a colazione e a merenda
Ingredienti: 1,5 uova; 75 gr zucchero; 25 ml latte; 30 gr burro; 150 gr farina 00; 8 gr lievito per dolci; 1 mela grande
Preparazione: Per preparare l’impasto frullare le uova e aggiungere lo zucchero, il latte e il burro sciolto. Poi la farina e infine del lievito per dolci. Impastare tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e senza grumi. Tagliare a pezzetti mezza mela sbucciata e mescolarla all’impasto. Il resto servirà per la decorazione. Dopo aver versato e livellato l’impasto all’interno di una tortiera decorare la torta con le fettine di mele distribuite su tutta la superficie. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 45 minuti.
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Rubrica a cura di Sara Busato
ARIETE (Voto: 8)
La vostra energia vi porterà lontano, con nuove opportunità lavorative e progetti stimolanti. Tuttavia, in amore dovrete essere più pazienti per evitare tensioni.
TORO (Voto: 7)
Ottobre sarà stabile e tranquillo. Sul lavoro ci saranno sfide da affrontare, ma con la vostra costanza riuscirete a superarle. Le relazioni affettive resteranno forti.
GEMELLI (Voto: 8)
Questo mese porterà nuove idee e scoperte. Siate pronti a cogliere le opportunità, ma fate attenzione a non esagerare con gli impegni. Cercate momenti di relax.
CANCRO (Voto: 6)
Alcune incomprensioni in famiglia o in coppia potrebbero rallentare il mese. Sul lavoro si richiede concentrazione. Prendetevi tempo per riflettere e trovare il vostro equilibrio.
LEONE (Voto: 9)
La vostra forza sarà evidente in tutti gli ambiti della vita. L’amore fiorirà, e al lavoro avrete grandi risultati. Ascoltate anche le opinioni altrui per crescere ancora di più.
VERGINE (Voto: 7)
Attenzione ai dettagli vi aiuterà a superare ostacoli lavorativi. In amore, una vecchia storia potrebbe riemergere. Agite con cautela e non lasciatevi prendere dalla nostalgia.
Nel
Ottobre
pieno dell’autunno occhio ai sentimenti e alle relazioni, dosare gli impegni
Sintonizzati sul futuro.
BILANCIA (Voto: 9)
Il vostro mese sarà luminoso, con armonia nelle relazioni e ottime opportunità lavorative. Sfruttate questa energia per prendere decisioni importanti e bilanciate il tempo per voi stessi.
SCORPIONE (Voto: 7)
Le emozioni sono potenti, ma dovrete gestirle con attenzione. La creatività è alta, ma in amore evitate la gelosia. Concentratevi su ciò che potete controllare.
SAGGITARIO (Voto: 8)
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Avrete voglia di avventura e cambiamenti. Non esitate a uscire dalla vostra zona di comfort, ma mantenete la stabilità economica. In amore, lasciatevi andare a nuove esperienze.
CAPRICORRNO (Voto: 8)
Ottobre è un mese costruttivo per i vostri obiettivi. Al lavoro avrete successo, ma non dimenticate di coltivare il lato affettivo. Stabilità e dedizione saranno premiate.
ACQUARIO (Voto: 8)
Nuove idee vi ispirano e i progetti personali decolleranno. Tuttavia, le relazioni hanno bisogno di attenzione. Date spazio a chi vi è vicino senza trascurare la vostra creatività.
(Voto: 7)
La creatività sarà il vostro punto di forza, ma in amore dovrete prendere decisioni con attenzione. Evitate scelte affrettate e cercate di mantenere l’equilibrio emotivo.
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