Migranti: l’Europa tace, le nostre città accolgono
Quest’anno, probabilmente, in Italia avremo accolto più di 200 mila migranti. In Veneto abbiamo già superato quota 9 mila, dall’inizio dell’anno. L’accoglienza, questa la parola giusta, è un impegno quotidiano. Complesso, pieno di insidie, dove lo sforzo è comune: del Governo, delle Regioni, delle Prefetture. Ma anche e soprattutto della catena finale di questa lunga filiera: i Sindaci, le associazioni e i cittadini. Le problematiche sono quotidiane e pragmatiche. Abbiamo già vissuto nel recente passato tanti episodi “limite”, dove l’accoglienza è stata scambiata da alcuni come semplice “parcheggio” provocando enormi problemi di sicurezza e integrazione. L’accoglienza deve essere “sartoriale”, caso per caso, perché possa avere successo e non si trasformi in una resa indiscriminata. In tutto questo l’Europa guarda da lontano, da Bruxelles, in silenzio. Dove sono le forze di Protezione Civile dell’UE? Dove sono le navi europee? Dov’è il meccanismo di redistribuzione e, se necessario, di rimpatrio di Bruxelles? Domande che cadono nel vuoto. Lasciandoci soli - Governo italiano, Regioni e Sindaci - e cercare di fermare un’incredibile pressione. Attendo, con poca fiducia, risposte.
La riflessione del Presidente Zaia e il dibattito proseguono nelle pagine regionali di questa edizione.
MANCA PERSONALE SPECIALIZZATO NELLE IMPRESE DEL MIRANESE
I dati dell’Associazione Artigiani del Miranese parlano chiaro: nel comparto edilizio sono in difficoltà 1400 aziende su 2048. Introvabili falegnami e figure specializzate nell’utilizzo di macchinari
ECONOMIA, CON I 22 NUOVI INGRESSI
SONO 139 I DISTRETTI DEL COMMERCIO IN VENETO Migranti
Scuola, si può fare di più Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Teniamo fede anche noi alla tradizione di parlare di scuola, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni. Del resto continua ad essere l’unica occasione dell’anno in cui si guarda un po’ meno distrattamente al mondo dell’istruzione, con tutte le sue pecche e le sue eccellenze, tra luci e ombre.
In seguito, a parte gli addetti ai lavori, tendiamo a dimenticarcene, soprattutto se in casa non ci sono bambini e giovani. Eppure la scuola riguarda tutti. segue a pag 5
Periodico d’informazione locale Anno XXX n. 178 del
Miranese Sud
Servizio a pag. 10
Servizio a pag. 30 Servizio a pag. 22 Servizio a pag. 28 Economia
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SETTEMBRE 2023
I SINDACI DISPONIBILI AL CONFRONTO SULL’ACCOGLIENZA DIFFUSA, NO AI MAXI ASSEMBRAMENTI
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Luca Zaia
PIÙ FORTE, ADESIONI COERENTI
PARTITO
CRESCITA
FORZA ITALIA IN VENETO È SEMPRE
CON UN
IN
Riscossione delle multe, dati negativi nel miranese
Scuola, si può fare di più
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Dati negativi per le multe nel miranese, con una percentuale superiore al trenta per cento di sanzioni non pagate. Una multa su tre per violazioni del codice della strada in pratica non viene pagata, comprendendo nel conteggio totale anche le sanzioni e le ammende a carico non dei singoli ma delle ditte e delle aziende. E’ anche vero che una parte di questi mancati pagamenti sono da imputare ai turisti, ma troppo spesso, secondo i dati diffusi, la percentuale maggiore è quella relativa a contravvenzioni che vengono direttamente recapitate a casa e che lì restano senza che nessuno vada a saldarle. I dati sono quelli diffusi recentemente da Adico tramite il portale della ragioneria generale dello stato per il 2022: ad entrare nelle casse dello Stato per quanto riguarda l’area del miranese è stato solo il 64% del totale previsto. In pratica, le amministrazioni comunali avanzerebbero in media 135 euro a cittadino circa. Andando a verificare i dati dei singoli Comuni dell’area, Adico fa notare come una esigua minoranza (quattro in tutto) vanta un “surplus”, mentre tutti gli altri confermano i dati medi relativi alla passività di riscossione, con Spinea in testa con un disavanzo pari a quattro milioni e mezzo. “La nostra analisi - spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico - mostra chiaramente la situazione non certo facile dei Comuni del miranese. Esistono grandi difficoltà nella riscossione in generale, e il livello di evasione si conferma in crescita. È chiaro che qualche meccanismo non funziona come invece dovrebbe. Bisogna rendere la pressione fiscale e il sistema sanzionatorio più umani e sostenibili, ma anche più efficiente la macchina della riscossione puntando anche all’educazione dei cittadini. La maggior parte del denaro derivante da multe e contravvenzioni, viene infatti investito in interventi di messa in sicurezza, sostituzione, ammodernamento, potenziamento della segnaletica delle strade o per l’acquisizione di mezzi e attrezzature. Ma anche sistemazione del manto stradale, redazione dei piani, interventi a tutela degli utenti deboli, educazione stradale nelle scuole di ogni ordine e grado. Massimo Tonizzo
La scuola ci riguarda e ci deve stare a cuore, come raccomandava don Milani attraverso il motto “I Care” che campeggia sul muro della sua povera aula di Barbiana. E’ l’esatto contrario del fascista “me ne frego”, un atteggiamento che ancora serpeggia - anche se non lo vogliamo ammettere - e ci induce a non rivolgere la dovuta attenzione alla scuola, che pure coinvolge un considerevole numero di persone, oltre agli stessi studenti. “Bisogna uscire, anche mentalmente, dalle categorie dell’ovvio e dello scontato, - raccomandava lo scorso anno il presidente della Repubblica Mattarella - dalla gestione senza respiro o burocratica. Abbiamo bisogno di recuperare entusiasmo, fantasia, coraggio, creatività, capacità di iniziativa. Investire nella scuola significa quindi costruire un domani più solido, per tutti. E quando parlo di investimenti non mi riferisco soltanto alle risorse finanziarie, che pure sono, ovviamente, assolutamente necessarie. Servono idee, proposte, riflessioni, innovazioni”. In questi ultimi anni, infatti, ci sono maggiori risorse economiche per le scuole, in particolare per gli edifici. Sappiamo bene quali sono le condizioni strutturali e quanto siano necessari gli interventi di adeguamento anche sul fronte della sicurezza e dell’efficienza energetica. Ma quello che si fa per la scuola, anche con le risorse del Pnrr che poi lasceremo come debito in eredità ai nostri figli, non può limitarsi al cappotto o alle nuove finestre. Proprio con i fondi europei si sta attuando infatti una riforma del sistema scolastico che punta a nuovi “ambienti di apprendimento” in cui la tecnologia la fa da padrona, a nuove figure di docenti, fino ad un nuovo sistema di valutazione della capacità didattica degli insegnanti. Ma poi c’è la realtà di tutti i giorni, dal precariato dei docenti alla mancata continuità di insegnamento in alcune classi, dalla penuria di insegnanti di sostegno ai costi in crescita per le famiglie, sia su fronte del libri che dei trasporti. Ecco allora che si può e si deve fare di più, giorno per giorno. È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del
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Nelle casse degli enti locali è entrato il 64 % del previsto
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del Miranese Sud Questa edizione raggiunge le zone di Mirano, Spinea e Santa Maria di Sala per un numero complessivo di 15.595 copie.
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testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero
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Veneto.
e
1994 da Giuseppe Bergantin
Politica. I consiglieri di Fratelli d’Italia Matteo Baldan e Stefano Barison vanno all’attacco della maggioranza
“Il verde pubblico nel territorio comunale versa nel degrado”
Presenteremo un’interrogazione al sindaco sulla situazione del verde pubblico”. Sono lapidari Matteo Baldan e Stefano Barison del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia a Mirano che lanciano un allarme sulla situazione degli alberi e del decoro urbano in città. “La negligenza è sotto gli occhi di tuttiinsistono - non possiamo fare altro che riportare i fatti e quindi dirci preoccupati in assenza di un piano ciclico e organizzativo di manutenzione. La situazione è peggiorata anche dai danni ad alberi in seguito ai forti temporali delle scorse settimane. Nel migliore dei casi infatti assistiamo a rami e alberi accantonati in qualche angolo di parco pubblico delimitati da qualche metro di nastro. Questa amministrazione mette in pratica troppo
spesso la “tecnica” delle sperimentazioni per la viabilità, ma sulla sicurezza delle reti viarie è necessaria anche l’ordinaria amministrazione perché per ambire a migliorare la città è necessario partire dalle cose semplici che sono servizi essenziali da dare ai cittadini, non è possibile assistere nel 2023 ancora a problematiche come i tombini della rete di scolo e fognaria intasate al primo temporale estivo. Non ci resta che constatare che ad oggi questa amministrazione rimane lontana e sorda alle reali e basilari esigenze dei cittadini, basta varcare qualche confine comunale per comprendere che nei vicini Comu-
ni lo scenario non è lo stesso”. Ma non solo. “Alla presentazione del progetto Life PollinAction lo scorso novembre inoltre, si dichiarava che - spiegano i consiglieri - erano previste anche numerose azioni complementari mirate al monitoraggio della efficacia degli interventi, alla divulgazione, allo sviluppo di politiche ambientali che garantiscano la sostenibilità nel tempo degli interventi, l’amministrazione è in grado di fornire i dati sul monitoraggio? Su tutto questo pretenderemo delle risposte”. “Probabilmente Fratelli d’Italia si riferisce a un altro Comune. E non a Mirano - ribatte il primo cittadino Tiziano Baggio. Il Comune di Mirano, che ricordo ha un’estensione di 45 kmq, impegna ogni anno 260.000 euro per la manutenzione del verde. Sono sei gli sfalci programmati ed ogni ciclo di sfalcio impegna in mese. E’ stato fatto il quarto sfalcio, impegnativo perché le frequenti piogge hanno determinato una crescita dell’erba importante. Inoltre vi è attività programmata di potatura, ve ne sono tantissime da eseguire e numerosi interventi su emergenze. Molti i costi sostenuti per il maltempo”. “Inoltre - conclude- 4 operai del Comune curano i cigli stradali, sono 170 i km di strade comunali e i marciapiedi. Siamo molto orgogliosi del lascito di verde che abbiamo avuto, molto superiore a quello di tanti Comuni e siamo impegnati a tenerlo al meglio, col limite delle risorse a disposizione che purtroppo non sono infinite. E, come ha detto la presidente Meloni, quando si pianifica una spesa bisogna almeno vagamente avere un’idea di quale sia la relativa copertura”.
Riccardo Musacco
Viabilità, prende forma la rotatoria di Ballò
Finalmente a Ballò la rotatoria di via Stazione sta prendendo forma ed è al momento, mentre scriviamo queste righe, in fase di apertura in via sperimentale. L’opera, attesa dalla comunità locale da almeno 20 anni è stata richiesta dal Comune di Mirano alla Città Metropolitana che ne aveva la competenza territoriale e ora sta vedendo finalmente la luce. L’opera sarà utile per limitare le problematiche relative agli incidenti dovuti all’eccessiva velocità. L’area, infatti, dove è stato effettuato l’intervento è posizionata su una curva molto ampia, provenendo verso Dolo da Mirano in cui gli automobilisti tendono a tenere troppo schiacciato l’acceleratore. Tutto l’iter della procedura avviata con la Città Metropolitana era stata seguita dalla vice sindaca Maria Giovanna Boldrin che
aveva intavolato una proficua collaborazione con i vertici, gli ingegneri e i funzionari dell’ente metropolitano. Ora la sperimentazione durerà il tempo necessario per verificare i punti deboli, poi si procederà a consolidare il lavoro completando le installazioni. “La realizzazione della nuova rotonda - spiega il sindaco Tiziano Baggiorichiesta da tanti anni dai cittadini e le cittadine di Ballò e non solo, migliora la sicurezza della circolazione, limando in un sol colpo due incroci. Prima di concludere i lavori con installazioni fisse, si è proceduto a dislocare attrezzature mobili. All’interno della rotonda è rimasta la “madonnina” che le persone di Ballò hanno voluto fosse lì per proteggere dai pericoli della strada”. (r.m.)
6 www.lapiazzaweb.it Mirano
Aree verdi nel territorio comunale di Mirano
Il sindaco Tiziano Baggio: ”Il Comune di Mirano impegna ogni anno 260 mila euro per la manutenzione del verde”
Europa
Monica Mion, da Mirano agli onori della Svezia
Da Mirano alla Svezia, passando per Padova e Napoli. Una giovanissima ricercatrice originaria di Zianigo, con le sue scoperte, porta alto il nome della sua città anche a livello internazionale. Lei è Monica Mion, 35 anni, cresciuta con la passione della scienza e sempre sostenuta dai familiari e dal compagno è stata recentemente insignita dai Reali di Svezia di un importante riconoscimento per le sue ricerche. Presso la Royal Swedish Academy, infatti, la sua tesi di dottorato sulla salvaguardia del merluzzo del Baltico, specie a rischio estinzione, è stata premiata come la migliore, in ambito ambientale. La sua storia è stata raccontata da lei stessa, in prima persona, alla presenza delle autorità cittadine e di un folto pubblico lo scorso 18 luglio presso Villa XXV aprile a Mirano. Prima la laurea a Padova in Biologia Marina, poi le collaborazioni con i pescatori di Chioggia attraverso l’Ispra e poi, spinta dalla mamma, il successo nel concorso intitolato a Paolo Brancaccio presso la stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. Questo importante risultato le permetterà di accedere alla prima esperienza di sei mesi in Svezia, a Lysekil presso la Uppsala University. Ma al termine di quel primo periodo nell’ambiente
universitario svedese notano le sue capacità e le propongono di fermarsi altri due anni, vince un concorso per un dottorato e viene premiata a Bologna da Enzo Maiorca per i suoi studi.
“Per quattro anni ho studiato il merluzzo del Baltico - racconta Monica. Non si riusciva a dare un parere scientifico sull’età dei pesci, fondamentale per capire lo stato dello stock.
a chiudere la pesca nel Baltico e preservare il merluzzo”. In tutto questo ha trovato anche il tempo di allargare la sua famiglia con l’arrivo della piccola Margherita con il compagno Mattia che l’ha raggiunta poi nel paese scandinavo. “Ma a settembre torno al lavoro - promette Monica - stavolta mi occuperò di foche”. “Con le nostre azioni possiamo migliorare il mondo - ha dichiarato il sindaco di Mirano Tiziano Baggio. “Una meravigliosa storia al femminile - ha ricordato l’assessora Di Raimondo. Al termine dell’incontro Monica è stata premiata dalle autorità con una targa al merito. Riccardo Musacco
Al via a fine settembre il “Festival dell’acqua”
La città di Giandomenico Tiepolo si prepara a diventare la capitale dello studio dell’elemento fondante della stessa vita, l’acqua grazie ad un evento che farà puntare su di sé i riflettori a livello internazionale. Tra settembre e ottobre a Mirano, infatti, sono previste tre settimane di approfondimenti scientifici, eventi culturali, convegni, mostre e incontri nel paesaggio dedicati ad adulti e bambini per riflettere sul valore dell’acqua. L’amministrazione comunale, infatti ha lanciato la prima edizione del “Festival dell’acqua”, che si svolgerà dal 23 settembre al 15 ottobre. Sarà un appuntamento “fuori dal Comune” perché, partendo dai temi locali, il dibattito si amplierà al globale insieme ad esperti ed ospiti nazionali e internazionali. L’iniziativa è promossa in collaborazione con enti, scuole e associazioni. La città è storicamente connessa al tessuto idrico e fluviale che la caratterizza e che nei secoli ha rappresentato una fondamentale risorsa per le attività lavorative dell’uomo e di connessione con Venezia.
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(r.m.)
La storia. Una ricercatrice locale si è distinta per le sue scoperte nel nord
Io sono una biologa particolare, sto spesso al computer, mi occupo di modelli matematici e con il mio gruppo di lavoro abbiamo capito che andava considerata la lunghezza dei pesci per dare i dati alle istituzioni e prendere una decisione. In questo modo siamo riusciti Mirano
Territorio. L’impresa di Alberto Gregio, ex funzionario pubblico, a bordo di una piccola imbarcazione
A Mirano lungo le vie d’acqua
DaMirano a Mirano andata e ritorno lungo le vie d’acqua tra Padova e Venezia. A quarant’anni esatti dalla pubblicazione del volume “Vie d’acqua del Veneto” del professor Francesco Vallerani, docente a Ca’ Foscari, un 68enne pensionato miranese appassionato di navigazione a remi ha deciso di dimostrare che le vie di comunicazione fluviale del nostro territorio possono rappresentare una risorsa fondamentale per il turismo e la mobilità sostenibile. Alberto Gregio, ex funzionario pubblico, da un anno e mezzo in pensione ha compiuto lo scorso giugno la sua impresa lungo i corsi d’acqua conducendo con voga all’inglese la sua imbarcazione, ospite nelle varie tappe di enti ed associazioni remiere. A bordo di una iole da voga “coastal rowing”, leggera e facilmente trasportabile, Gregio ha toccato Padova, ospite degli amici della “Rari Nantes Patavium” attraversando quattro conche di navigazione, Battaglia Terme dove è presente un noto Museo della Navigazione Fluviale, poi Correzzola e Chioggia attraverso il Bacchiglione, il Brenta e le conche di Brondolo. Per giungere poi a Fusina, Lido di Venezia, Giudecca, accolto dai locali canottieri per poi fare ritorno a Mirano ai Molini di Sotto, via Mira Taglio. “Questa è una rete fluviale che ha garantito i trasporti fino agli anni ‘60 - racconta Gregio - oggi non è più in uso ma sarebbe un percorso ideale per sviluppare il turismo
fluviale e per conoscere il territorio sotto una lente diversa. I fiumi sono lì, a nostra disposizione, vere e proprie infrastrutture naturali. Sono carenti però gli approdi dove potersi imbarcare. Inoltre i corsi d’acqua sono invasi da una pianta acquatica originaria del Sud America, la Ludwigia Grandiflora, infestante, introdotta da florovivaisti e poi diffusa per motivi ornamentali che ci sta privando dell’accessibilità dei fiumi poiché crea sull’acqua una sorta di manto erboso. Infine non manca anche l’abbandono di rifiuti e plastica mentre dal punto di vista organico la situazione mi
A bordo di una iole da voga “coastal rowing”, Gregio ha toccato Padova, attraversando 4 conche di navigazione, Battaglia Terme, poi Correzzola e Chioggia attraverso il Bacchiglione, il Brenta e le conche di Brondolo. Per giungere a Fusina, al Lido di Venezia, alla Giudecca, per poi fare ritorno a Mirano ai Monili di Sotto, via Mira Taglio.
sembra migliorata. Gli enti però devono prendersene cura anche per la sicurezza idraulica”. Ma l’iniziativa di Gregio non finirà qui. L’amministrazione comunale intende dare un seguito a questo progetto con incontri pubblici e l’organizzazione del primo Festival dell’Acqua. “Ringrazio Alberto, è stato emozionante vederlo pagaiare - ha dichiarato il sindaco Tiziano Baggio - interessante però è lo spirito di questa impresa. C’è un piano della Regione sulla navigabilità dei fiumi, dopo l’estate ne parleremo in un’iniziativa pubblica”.
Riccardo Musacco
“Mirano Summer Festival” in aiuto al Mariutto
Mirano Summer Festival quest’anno sempre più in prima fila sul fronte della solidarietà. Come promesso, infatti, in fase di presentazione della 1 7esima edizione, il patron Paolo Favaretto è stato di parola e una consistente percentuale degli introiti della manifestazione è stato devoluto all’Ipab Mariutto, la storica casa di riposo miranese, alle prese, da mesi da difficoltà economiche dovute all’aumento dei costi energetici e da cui sta lentamente cercando di uscire. Nel corso, infatti, della penultima serata, quella dedicata a Zucchero, a fine luglio, è stato consegnato nelle mani del Presidente del Mariutto Gianangelo Favaretto un assegno di 9150 euro. Presenti sul palco anche alcuni ospiti e volontari della Rsa. “Se il meteo
ci avesse aiutato - ha ricordato Paolo Favaretto - avremmo potuto fare anche di più”. Emozionato anche il presidente dell’ente, Gianangelo Favaretto “E’
stata una bellissima serata - ha dichiarato - gli anziani erano felici e hanno festeggiato assieme ai familiari e ai volontari, è stato
emozionante. Rinnovo i ringraziamenti a Favaretto e allo staff dell’associazione Volare che ci hanno accolto in maniera straordinaria e sono stati molto generosi. Vorrei ricordare che questa somma verrà finalizzata all’acquisto di determinate necessità delle persone nostre ospiti che ne hanno più bisogno e quando saranno realizzate organizzeremo un’iniziativa pubblica dove saranno invitati anche gli amici del Summer. Il Mariutto è parte integrante della comunità di Mirano e mi auguro che queste iniziative servano a farlo conoscere di più e aprirlo al territorio”. Insomma una bella iniziativa che gli organizzatori e gli interessati vogliono replicare anche nei prossimi anni. (r.m.)
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Un momento del viaggio di Gregio
Mirano Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
Economia.
I dati che arrivano dalle associazioni di categoria del territorio preoccupano
“Manca personale specializzato alle imprese artigiane”
E’allarme personale specializzato per le imprese artigiane del miranese. Un’impresa artigiana su due, infatti ha difficoltà nel reperire personale per coprire i posti che si liberano con i pensionamenti. Mentre due su tre non riescono a rinforzare gli organici con nuove maestranze necessarie per sopperire alle richieste del mercato. In difficoltà tutti i settori, dal legno, all’impiantistica passando dalle costruzioni. E c’è chi è costretto a chiudere o ridimensionarsi. Ma il rischio più pesante è di perdere per sempre know how storici. A chiedere subito un tavolo è stata in questi mesi l’Associazione Artigiani del Miranese che ha invitato enti e istituzioni a un confronto urgente per cercare soluzioni a un problema che rischia di danneggiare fortemente il comparto. “I dati generali sull’occupazione sono in miglioramento - osserva Andrea Dal Corso, funzionario dell’Associazione artigiani del Miranese - ma questa situazione non rispecchia purtroppo quella del veneziano e in particolare quella del Miranese. Nell’artigianato, in particolare, continuano esserci enormi problemi nel reperimento della manodopera qualificata, soprattutto nei settori delle costruzioni e del legno ma poi, a cascata, coinvolgendo anche il settore dell’impiantistica. Il primo fattore di aumento dei numeri sull’occupazione è infatti da ascrivere al settore del turismo, seguito da altri rami dell’industria”. Si parla di quasi 1400 su 2048 imprese di costruzioni in difficoltà in questo senso, mentre nella falegnamerie del miranese saranno coinvolte circa una quarantina delle 68 sedi artigiane. Pertanto, tra tutti i settori sarebbero circa 1500 le realtà industriali che si trovano a dover affrontare questa situazione. “Un’impresa su due - aggiunge Dal Corso - si trova in estrema difficoltà nel dover affrontare la sostituzione del personale in uscita. Dato che sale a due imprese su tre, invece, per quanto riguarda l’insormontabile problema di trovare lavoratori per aumentare l’organico e per stare al passo con le richieste del mercato”. L’associazione denuncia, per esempio, che nel settore del legno non si trovano in particolare figure fondamentali tra le quali falegnami e personale specializzato nell’uso dei macchinari tipici di chi lavora quel materiale. Le ricadute sono ampie e l’economia del miranese sta scontando, in questo momento, una difficoltà storica che è venuta al pettine con il passaggio generazionale. Anche imprese
Una calligrafia dalla Cina per il sindaco Tiziano Baggio
storiche si trovano a ridurre la loro quota di mercato a causa di questa situazione. “È un problema che va affrontato in maniera organica e strutturale con il massimo coinvolgimento e impegno da parte degli enti, associazioni per prime ma anche le istituzioni - conclude Dal Corso - c ‘è l’urgenza di sedersi attorno a un tavolo, confrontare le proposte e trovare, per poi attuarle, soluzioni concrete che possano ridurre il gap che si sta creando prima che sia troppo tardi”. Riccardo Musacco
Un’insolita ma ben accetta sorpresa direttamente dalla Cina è stata recapitata al sindaco di Mirano Tiziano Baggio. Poco prima di ferragosto, infatti, il Maestro di arti marziali Pietro Biasucci, al rientro della sua permanenza in Cina presso il monastero Shaolin, ha consegnato al primo cittadino una calligrafia dedicata all’amministrazione comunale di Mirano e realizzata nientemeno che dal Maestro Jiao Hongmin su richiesta del caposcuola Wang Wei Qiang, direttore della prestigiosa accademia di Kung Fu Song Yang Shaolin Wushu. La calligrafia ha come iscrizione
principale l’ideogramma “Zen”, “Chan” in lingua cinese, che identifica il celebre ramo buddista oggi molto noto in Giappone e che affonda le origini proprio nel monastero Shaolin. Il dono rappresenta la riconoscenza del Maestro Wang nei confronti dell’amministrazione per aver valorizzato la disciplina del Kung Fu Shaolin e getta le basi per potenziali scambi culturali in futuro. “Ringrazio il Maestro Wang per questo dono - ha dichiarato Baggio - e il Maestro Biasucci per averci messo in contatto con questa cultura millenaria, che prossimamente avremo occasione di conoscere meglio”. Formatosi sotto la guida di esperti maestri cinesi, Biasucci è maestro di Shaolin Kung Fu e Tai Ji Quan, monaco civile di Shaolin e primo occidentale al mondo a ricevere il grado di Settimo Duan Wei, riservato ai gran maestri. Nel 2017 ha ricevuto il premio Elite di arti marziali Shaolin in Cina e oltremare dalla federazione cinese Shaolin. Ha saputo costruire e consolidare un ponte tra l’Italia e la Cina attraverso molteplici iniziative sportive e culturali. Lo scorso maggio era stato nominato alfiere della “Festa dello Sport” come segno di gratitudine per la sua attività di promozione delle arti marziali cinesi attraverso il Centro Internazionale Tigre Bianca, fondato a Mirano. (r.m.)
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vicesindaco Edmondo Piazzi
Sul nuovo ecocentro si infiamma la polemica fra gli schieramenti politici
Manca poco per l’inaugurazione del nuovo atteso econcentro a Spinea, ma non si placano le polemiche sui costi di realizzazione e sul ritardo nei lavori, che hanno lasciato scoperta la città (o per lo meno solo con una soluzione provvisoria) per un lungo periodo. Mancano solo pochi mesi, e prevedibilmente entro i primi mesi del prossimo anno, Spinea potrà inaugurare il nuovo ecocentro di via Frassinelli. Veritas ha infatti annunciato che è in dirittura d’arrivo l’impianto che sarà realizzato su un lotto nei pressi della tangenziale Nord lungo la strada provinciale che da Spinea va a Maerne. Sarà un’area di oltre 5000 metri quadrati con una viabilità dedicata per garantire l’accesso in sicurezza e sarà in grado di ricevere tutti i rifiuti urbani non conferibili attraverso i sistemi di raccolta stradale o domiciliare, con una serie di piazzali
per i cassoni per le varie tipologie di rifiuto e due fabbricati per il conferimento delle frazioni più piccole, registrazione degli utenti, e particolare attenzione agli aspetti di inserimento ambientale con installazione di pannelli fotovoltaici e materiali da costruzione provenienti da materia prima riciclata. L’impianto aveva
In via Frassinelli ci sarà un’area di oltre 5000 metri quadrati con una viabilità dedicata per i rifiuti urbani non conferibili
subito critiche a livello comunale, con la votazione al momento del voto alla variante che aveva visto la maggioranza votare compatta a favore del progetto e il parere contrario dell’opposizione, escluso Gianpier Chinellato, che si era
Morti sul lavoro, il caso Cosmo fa discutere
Ancora morti sul lavoro, e l’ennesimo caso, questa volta a Spinea, fa scattare le richieste dei sindacati per maggior sicurezza. La morte a Spinea dell’imprenditore Yuri Cosmo, precipitato per una rottura del tetto mentre stava controllando i danni fatti dal maltempo nella sua azienda, è stata solo l’ultima di una estate molto dolorosa per i lavoratori. “In Veneto ci sono stati almeno cinque morti sul lavoro in un mese - dice il segretario generale di Uil Veneto Roberto Toigo - purtroppo gli sforzi per arrestare questa china sembrano non bastare mai, i numeri di questi giorni sono drammatici. I controlli, le procedure e i protocolli devono essere sempre rispettati, ma i risultati ottenuti in questi anni, seppure positivi, non bastano. Non possiamo rassegnarci all’ineluttabilità e al quasi quotidiano aggiornamento di questo triste elenco:
astenuto, che voleva invece l’adeguamento del vecchio impianto. Ora, dato che le polemiche su costi e opportunità continuano, ad intervenire è l’ex vicesindaco Edmondo Piazzi. “Abbiamo fatto una valutazione - spiega - ritenendo che Spinea avesse bisogno di
nuovo ecocentro: moderno, funzionale e non nel cuore della città. Certamente si è partiti dal lavoro della giunta precedente condividendone la scelta calcolando in più l’incremento del valore degli appartamenti. In merito al costo dell’opera, 490 mila euro li mette
ci vuole uno sforzo straordinario, in cui tutti (istituzioni, parti datoriali e sociali) alzino ulteriormente il livello di intervento: più prevenzione, più controlli, più investimenti, più cultura della sicurezza. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”. Per Andrea Grazioso (segretario Filca Cisl Venezia) :“da quanto accaduto a Spinea emerge purtroppo ancora uno volta il problema della necessità di intervento per verificare o ripristinare i danni causati dal maltempo a volte in autonomia senza avere le competenze in materia di sicurezza indispensabili per salvare la propria vita. Non voglio assolutamente colpevolizzare la persona che evidentemente avrà ritenuto che fosse una cosa banale. Mi sembra opportuno in questo caso fare un appello e cioè di non sottovalutare in ogni caso il problema. È necessario affidarsi a ditte e specializzate”. (ma.to.)
Veritas su somme accantonate a favore del Comune di Spinea, gli altri 240 mila li ha già stanziati il Comune”. Arriva poi una frecciata a chi ha fatto polemica. “Non credo che si possano vincere le elezioni con la faziosità, le offese, e snaturare quanto è ufficiale e riportato negli atti pubblici - continua Piazzi. A Spinea serve una classe politica che possa mediare, propositiva e pronta a condividere le importanti e radicali scelte che si dovranno prendere nei prossimi anni se pure nel rispetto dei singoli ruoli. Per il bene di Spinea, questo sì può fare. Non importa chi vince o chi perde, importa l’istituzione comune per il progresso del nostro paese”. Le polemiche, però, non sembrano fermarsi, e il dibattito ( ancora prima della verifica sul campo della funzionalità del nuovo ecocentro) proseguirà per i prossimi mesi. Massimo
Tonizzo
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e opere pubbliche. Interviene l’ex
Un momento dei funerali di Yuri Cosmo
L’area in cui sorgerà il nuovo ecocentro
Territorio. Anno scolastico al via senza i disagi e i problemi paventati
Scuola dell’infanzia di Fornase, sezioni confermate
Alla fine, hanno vinto i genitori e soprattutto gli alunni di Spinea. L’avvio del nuovo anno scolastico a Fornase non ha infatti visto, come era stato invece inizialmente previsto, la paventata riduzione delle sezioni della scuola per l’infanzia. L’ipotesi di riduzione era trapelata al termine dello scorso anno scolastico, e subito i genitori si erano impegnai per evitarla con una petizione, ma anche con l’affissione di cartelli con un fortissimo “No” scritto in rosso posizionati sul cancello del cortile dell’istituto stesso. “La scuola - spiegavano i genitori nella loro protesta inoltrata al dirigente scolastico - è fondamentale per la vita del nostro quartiere. La comunità di Fornase è in crescita, ed è sempre stata attiva, coesa e unita, anche grazie alla presenza costante delle attività extracurricolari della scuola. La chiusura di una sezione dell’infanzia avrebbe quindi un impatto negativo non solo sull’offerta formativa, ma anche sul tessuto sociale e culturale della comunità”. Ora, con l’avvio del nuovo anno scolastico, è arrivata l’attesa buona notizia, in parte già anticipata in agosto dalla dirigente scolastica Alessandra Artusi: da settembre ora al convitto Fosca-
rini anche la seconda sezione della scuola sarebbe stata attivata. E così, infatti, è accaduto. “Grazie all’impegno delle istituzionicommentano ora i genitori - degli stessi genitori e della comunità di Fornase tutta, con quanto successo ora possiamo garantire un servizio primario per il nostro quartiere. Un ringraziamento particolare deve andare alla consigliera regionale Francesca Scatto per il suo proficuo interessamento e la sensibilità e alla disponibilità della direzione generale scolastica, con la dottoressa Mirella Nappa, e dell’istituto comprensivo “Daniela Furlan” tutto”. Nell’ambito del Pnrr, intanto, sono in partenza all’istituto Furlan tre aree
di investimento. La prima è un intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado e alla lotta alla dispersione scolastica con percorsi di mentoring e orientamento. Seguiranno poi il progetto scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuovi ambienti di apprendimento e laboratori e l’investimento 2.1 per azioni di coinvolgimento dell’animatore digitale 2022-2024 con l’implementazione dei servizi dell’amministrazione con migrazione al cloud delle basi dati e delle applicazioni in uso.
Massimo Tonizzo
Rubata la fontanella al parco di via Bennati
Preoccupazione a Spinea per i furti nei luoghi pubblici dopo l’Insolita sparizione addirittura della fontanella dell’acqua nel parco in via Bennati. Non è in effetti ben chiaro (immagini non ce ne sono) se sia
stata una “bravata” di qualche ragazzino o qualche furbetto che ne aveva bisogno per il proprio cortile e non si poteva permettere la spesa, ma nella rinnovata area verde di via Bennati è sparita la fontanella dell’acqua. Il Comune ha subito specificato di non averla tolta per riparazioni. Un furto definito dai residenti “quasi senza senso”, dato che la fontana non è mai stata fatta funzionare, e che ha lasciato decisamente stupiti gli utenti del parco. “Nonostante le segnalazioni - spiegano - non si è mai provveduto ad attivarla, ed ora temiamo che resterà scoperta. Non l’unica magagna del parco, dato che manca l’illuminazione proprio dove di più servirebbe, cioè all’interno dell’area giochi per bambini. Chiediamo maggiori controlli ed attenzione”. (ma.to.)
13 www.lapiazzaweb.it Spinea
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Suicidio assistito, un anno dopo il caso di Spinea la questione è aperta
E‘ passato un anno dalla scomparsa di Elena (nome fittizio ovviamente), la signora che da Spinea aveva deciso di recarsi in Svizzera per poter porre termine alla sua vita con la morte volontari assistita. Ora, a un anno di distanza, il caso torna in primo piano per le conseguenze, che in realtà non ci sono ancora state, con una situazione che, come denuncia Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, non è per nulla cambiata, con lui stesso che per quella azione di disobbedienza civile, seguita da autodenuncia rischia ancora fino a 12 anni di carcere per l’accusa di aiuto al suicidio e dopo un anno è in attesa di conoscere cosa ha deciso la magistratura. “La donna di Spinea - dice ora Cappato in una lettera aperta –fu costretta a morire lontano da casa in quanto non era tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale; quindi, non rientrava nei casi previsti per l’accesso alla tecnica in Italia, possibile solo a determinate condizioni insieme alle modalità tutte verificate dal Ssn complete di parere del comitato etico”. Nel suo ultimo video messaggio Elena dichiarava: “Sono sempre stata convinta che ogni persona debba decidere sulla propria vita e debba farlo anche sulla propria fine, senza costrizioni, senza imposizioni, liberamente, e credo di
averlo fatto, dopo averci pensato parecchio, mettendo anche in atto convinzioni che avevo anche prima della malattia. Avrei sicuramente preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa a Spinea, tenendo la mano di mia figlia e la mano di mio marito”. Intanto, proprio partendo dalla notevole risonanza mediatica ottenuta dal caso di Elena, il Veneto è la prima regione d’Italia ad aver raggiunto, e poi depositato, la soglia delle firme necessaria per poter portare la proposta di legge regionale sul suicidio assistito in Consiglio. Sono infatti oltre 7.000 i cittadini veneti che hanno sottoscritto il testo di “Liberi Subito”. “Sono purtroppo numerosi i casi come quelli di Elena - spie-
Il Veneto è la prima regione d’Italia ad aver raggiunto, e poi depositato, la soglia delle firme necessaria per poter portare la proposta di legge regionale sul suicidio assistito in Consiglio. Sono infatti oltre 7.000 i cittadini veneti che hanno sottoscritto il testo di “Liberi Subito”.
gano dall’associazione - costretti a emigrare in Svizzera perchè discriminati dalla sentenza della Corte Costituzionale”. All’attenzione della magistratura ora è la verifica dei fatti esposti per l’aiuto loro fornito da Marco Cappato. A Spinea, però, l’opinione pubblica sembra essere unanime. “Ci dispiace che sia successo a una nostra concittadina - uno dei primi commenti on-line - per un caso che purtroppo solo nella sua tragica e sofferta decisione finale è andato in primo piano. Qui in città se ne sapeva ben poco, e forse avremmo potuto fare qualcosa di più per lei, oltre a renderla un esempio di come si dovrebbe agire in Italia”.
Corsa contro il tempo per completare la nuova scuola media
Diventa una vera e propria corsa contro il tempo l’arrivo a Spinea della nuova scuola media da completare entro fine settembre. Tempi strettissimi e iter burocratico difficile per la media prevista nelle risorse del Pnrr e che, nelle previsioni, doveva andare a sostituire la vecchia Ungaretti già con l’apertura dell’anno scolastico 2024-25. L’iter burocratico, sembra per colpe non dovute all’amministrazione comunale, ha infatti subito un netto ritardo, e settembre sarà dunque il mese decisivo per capire se si riuscirà a restare dentro le tempistiche previste. A far portare avanti i tempi, da quanto si è venuti a sapere, è stato un problema che si è presentato al Ministero al momento dell’apertura delle offerte del
servizio di progettazione, con uno dei partecipanti che ha presentato un ricorso al Tar. Il ricorso è stato poi perso, ma questo ha fatto ovviamente slittare in avanti i tempi
di assegnazione e realizzazione. L’intervento era stato deciso con l’aggiudicazione dei fondi del Pnrr ancora a maggio dello scorso anno, quando aveva ottenuto sette mi-
lioni di finanziamento all’interno del progetto “Scuole innovative”. Il progetto prevede la realizzazione della nuova scuola nell’area verde accanto al parco Nuove Gemme in area pattinodromo per una superficie di 9.500 metri quadrati con accesso e parcheggio da via Pascoli. Diciotto le nuove aule previste, con palestra, mensa e spazi ampi e luminosi. La scuola andrà a sostituire la vecchia Ungaretti, scuola media che necessiterebbe di fortissimi interventi di restauro e che sarà quindi demolita, ma i tempi ora si fanno più incerti. “Confidiamo in una soluzione rapida - fanno sapere dal Comune - perché i problemi che si erano presentati sono già stati risolti, ed ora potremo recuperare il tempo perso”. (ma.to.)
15 www.lapiazzaweb.it Spinea
Società ed etica . La lettera aperta di Marco Cappato tesoriere dell’associazione Luca Coscioni
Massimo Tonizzo
Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni
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Territorio.
Dopo i furti ed i tentativi di furti delle scorse settimane
Veternigo, una petizione per avere più sicurezza
Gli abitanti di Veternigo e di altre zone del Comune di Santa Maria di Sala chiedono più sicurezza a seguito dei furti avvenuti nelle scorse settimane nella frazione e non solo, e hanno lanciato una raccolta firme recapitata poi all’amministrazione comunale. In particolar modo ci si riferisce ai tentativi di furto avvenuti in via Pianiga e via Ruvoletto nella notte del 12 agosto, entrambi fortunatamente non andati a buon fine grazie agli antifurti e al provvidenziale intervento degli stessi cittadini residenti. Sono stati in 166 a sottoscrivere la petizione per chiedere che venga ripristinata l’illuminazione pubblica notturna e siano installate nuove telecamere. “Durante la notte - scrivono i cittadini - dall’una alle cinque i lampioni dell’illuminazione pubblica vengono spenti ed alcune vie rimangono completamente al buio. Oltre a favorire i ladri, ciò crea timore nelle persone che devono entrare o uscire dalla propria abitazione. Tutto questo è diventato, per i residenti, una piaga che fa paura, che crea sospetti e che
limita anche la vita sociale. La Polizia locale di Santa Maria di Sala è sotto organico, al punto che non viene impiegata nelle ore serali quando invece potrebbe coordinarsi con le altre forze di polizia nel contrasto dei furti in abitazioni e reati in genere”. Le aree in questione riguardano alcune strade cittadine come ad esempio via Parini, via Dante, via Pianiga, metà di via Cimitero, parte di via Balzana, via Belli, via Leopardi, via Goldoni, via Ungaretti, via Alfieri, via Montale e via Petrarca. Ma le richieste dei residenti intendono anche puntare verso l’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle aree sensibili e strate-
giche, “come deterrente e per monitorare e ridurre le attività criminali”. Tutto questo è stato protocollato in Comune lo scorso agosto. “Già prima che la raccolta firme venisse protocollata - replica la sindaca Natascia Rocchi - avevo informato i promotori della riaccensione dell’illuminazione. Avevamo dovuto razionalizzarne l’uso per via della spesa energetica raddoppiata. Useremo parte dell’avanzo di bilancio per riaccenderle, anche se ciò toglierà risorse da altre parti. Ho chiesto ai carabinieri i dati sui furti e mi è stato riferito che sono diminuiti negli ultimi due anni. Li ringraziamo per il loro lavoro. Da qualche mese, inoltre, abbiamo attivato il servizio di sorveglianza con Noetaa, che ha elevato anche numerose contravvenzioni per l’abbandono di rifiuti. Quanto alle telecamere, nel nostro territorio ce ne sono già molte, ma i ladri purtroppo le eludono passando attraverso i campi. Sarebbe utile che i privati installassero delle fotocellule che si accendano al passaggio dei malintenzionati”.
Riccardo Musacco
Via libera per la ristrutturazione della palestra di Santa Maria di Sala in via Olimpia. Dopo la gara andata deserta lo scorso gennaio “per mancanza di offerte”, ora, finalmente, con la determinazione 433 del 6 luglio e l’ok da parte del servizio progettazione e direzione lavori del settore tecnico si potrà dare inizio ai lavori. La conferma è arrivata quando la Barzon Costruzioni Generali Srl di Ponte San Nicolò si è aggiudicata l’appalto. L’intervento prevederà l’adeguamento antisismico, la ristrutturazione esterna con un nuovo isolamento e la sostituzione degli infissi. I lavori si erano resi necessari per via del notevole utilizzo che ne viene effettuato dai diversi gruppi sportivi del paese. L’intervento servirà a rendere più sicura la struttura e ad aumentare l’efficientamento energetico. La questione del rinvio è dovuta al fatto che tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 le imprese edili erano cariche d’indotto a causa del
Superbonus 110% e la gran parte di esse non riuscivano a seguire tutti i cantieri. “Era accaduta la stessa cosa per i lavori del teatro di villa Farsetti, poi assegnati - ricorda il vicesindaco Alessando Arpi. I costi ammonteranno a 994 mila euro, ma la cifra però potrà essere minore, poiché è già stata conteggiata una somma “extra” dovuta ad eventuali imprevisti. Parte della spesa sarà coperta dall’amministrazione comunale mentre 400 mila euro invece sono fondi Pnrr. Per quanto riguarda la tempistica si partirà intorno alla fine di quest’anno, dopo aver concluso le pratiche burocratiche con la ditta che si occuperà dell’intervento. I cantieri rimarranno aperti per 200 giorni complessivamente”. (r.m.)
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Santa Maria di Sala
Il centro di Veternigo
Via libera alla costruzione della palestra in via Olimpia
Lavori pubblici. Il vicesindaco Alessandro Arpi illustra un intervento molto atteso Le scuole elementari “Enrico Fermi” si rifanno il look
Cambiamenti climatici, guerra in Ucraina ancora in corso, incertezza sulle fonti di approvvigionamento energetico in vista dell’autunno fanno sì che le amministrazioni pubbliche corrano ai ripari per cercare nuove soluzioni per il risparmio energetico senza dover tagliare i servizi ai cittadini. Ad esempio a Santa Maria Di Sala sono previsti ulteriori interventi a favore dell’efficientamento energetico anche alla scuola elementare Enrico Fermi di Caltana. L’amministrazione comunale, infatti, grazie ad un contributo statale del Pnrr che prevede per ciascuno degli anni, dal 2020 al 2024, l’assegnazione ai comuni di contributi per investimenti destinati ad opere pubbliche tra cui in materia di efficientamento energetico, sostituirà una parte degli infissi dell’immobile comunale, sede della scuola primaria. La sostituzione delle strutture esistenti riguarderà in particolare le aule poste sulla porzione di ampliamento verso sud. Nello specifico, nel prospetto ovest è prevista la sostituzione di quattro serramenti, due al piano terra zona mensa e due al piano primo zona aule. Nel prospetto sud è prevista la sostituzione di due serramenti, uno al piano terra zona aule e uno al piano primo zona aule. Nel prospetto est è prevista la sostituzione di quattro serramenti, due al piano terra zona aule e due al piano primo zona aule. I nuovi infissi saranno realizzati in alluminio con finitura di color bianco e saranno modulati in maniera tale da garantire per prima cosa sicurezza, alla piccola e grande utenza che frequenta le aule e, un notevole miglioramento della qualità di vita degli ambienti interni oltre che ad un notevole risparmio energetico. I vantaggi che si otterranno con la sostituzione dei serramenti sono diversi e molteplici come la minimizzazione della dispersione di calore, l’aumento dell’isolamento acustico, la permeabilità dell’aria, la tenuta all’acqua ed infine la maggior resistenza al vento. Grazie, infatti, ad interventi di questo tipo è possibile incidere sulle dispersioni energetiche di un immobile fino anche al 40%. A tutto vantaggio di alunni e personale scolastico che quegli edifici devono viverli diverse ore al giorno lungo quasi tutto l’anno. Nel 2022 Il Comune, grazie ad altri simili fondi provenienti dal Pnrr,
Campo da calcetto di Caselle, vandali in azione
aveva già provveduto alla sostituzione di un’altra porzione di serramenti, nel corpo “vecchio” dello stesso istituto della frazione salese. “Con questo ulteriore passospiega il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Alessandro Arpisi contribuisce, a piccoli ma significativi passi verso un futuro sostenibile, a dare maggior comfort e pregio alla struttura a beneficio di tutta l’utenza scolastica”.
Riccardo Musacco
Vandali in azione ai campi di calcetto di Caselle di Santa Maria di Sala e la questione finisce sul tavolo del consiglio comunale. A segnalare la situazione di abbandono in cui versa l’area da molto tempo è Leandro Favaro, capogruppo di minoranza di “Civica Insieme” che chiede a riguardo anche un intervento tempestivo e risolutivo. “Il degrado non è più accettabile - ha ricordato - perché oltre all’asportazione delle recinzioni e del campo sintetico, adesso la zona è ritrovo di gruppi che vandalizzano le strutture usando addirittura i sacchetti delle immondizie per innescare dei falò. Quale impatto può avere tutto questo nei confronti dei bambini, visto che davanti c’è una scuola?”. “Prendiamo atto che sia stato chiesto all’associazione “Padel sport space” quali siano stati i motivi per la mancata gestione dell’impiantoinsiste Favaro - ma il nostro appello è che venga effettuata almeno un’importante sanificazione della zona prima dell’avvio del nuovo anno scolastico”. Il vicesindaco Alessandro Arpi ha replicato ricordando come il finanziamento Pnrr richiesto nel marzo 2022 pari a 450mila euro per la riqualificazione della zona non sia stato accolto e, pertanto si dovrà procedere con risorse proprie provenienti dall’avanzo di bilancio. La partenza dei cantieri, in questo caso, sarà prevista entro l’anno prossimo. Una situazione comunque che non potrà essere tollerata ancora per molto tempo visto il degrado pubblico che provoca. Insomma ma soluzione che è attesa ma che si farà a questo punto come ha chiarito il Comune, il prossimo anno. La situazione di atti vandalici per aree pubbliche è purtroppo un malcostume denunciato in diversi territori del veneziano. In alcuni Comuni come Mira e Chioggia ad esempio provocano danni all’erario per decine di migliaia di euro. (r.m.)
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Santa Maria di Sala
La scuola elementare Enrico Fermi
L’evento. “Poor Things” di Yorgos Lanthimos ha vinto il rinomato Leone d’oro
Mostra del Cinema, al Lido numeri da record... anche senza americani
L’80esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si chiude con un Leone d’Oro annunciato, tanti bei film, molto glamour e qualche polemica. Insomma, tutti gli ingredienti per un festival perfettamente riuscito.
Cominciamo dai film che, se si parla di un festival cinematografico, dovrebbero essere la cosa più importante. “Poor Things” di Yorgos Lanthimos ha vinto meritatamente il Leone d’oro: pubblica e critica concordi nel ritenerlo una spanna sopra tutti i film in concorso. Un concorso che ha parlato molto italiano, con addirittura sei film italiani. Un po’ troppi? Forse, però va detto che “Io Capitano” di Matteo Garrone (vincitore del Leone d’Argento e del Premio Marcello Mastroianni) è uno di quei film destinati a durare. Un film splendido e struggente, capace di affrontare un tema delicatissimo come quello dei flussi migratori senza ideologie, lezioncine o paternalismi. E l’ovazione di un quarto d’ora tributata dal pubblico a Garrone e al cast del film è la prova provata che siamo di fronte a grande Cinema. Da sottolineare come anche Agnieszka Holland, con il suo “The Green Border”, abbia fatto una scelta simile a quella di Garrone: ha lasciato da parte l’ideologia per raccontare una storia (corale nel suo caso), spostando l’attenzione su altre latitudini. Se, infatti, “Io Capitano” racconta il viaggio che affronta chi dal Senegal cerca di arrivare in Europa, “The Green Border” invece ci mostra il dramma di chi è costretto a vivere nei boschi tra Bielorussia e Polonia. Anche nel caso di Holland al termine della proiezione la Sala Grande è esplosa in un boato. Tra i film italiani in concorso interessanti anche “Enea” di Pietro Castellitto, “Comandante” di Edoardo De Angelis e “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo.
Ma veniamo alle polemiche. Iniziamo con i pochissimi attori americani sul red carpet a causa dello sciopero di sceneggiatori e attori a stelle strisce contro i grandi studios. Va detto che al pubblico la cosa sembra non aver pesato dato che la Mostra 2023 ha registrato numeri re-
cord: più biglietti venduti (+14% rispetto al 2022), più accessi in sala (+17% rispetto al 2022) e più accrediti (+9% rispetto al 2022).
Pierfrancesco Favino, invece, ha aperto un fronte polemico con le produzioni USA colpevoli di utilizzare sempre e solo attori stranieri per raccontare storie italiane. Il riferimento è ovviamente a “Ferrari” di Michael Mann, film peraltro molto deludente. Le parole di Favino, che in realtà ha allargato il discorso parlando di appropriazione culturale dato che noi italiani lasciamo che la nostra storia e la nostra cultura vengano raccontate sempre e solo attraverso il filtro USA, hanno scatenato reazioni di ogni tipo. C’è chi ha accusato Favino di essere troppo nazionalista, chi gli ha risposto che il problema è dell’Italia che non riesce a creare un suo star system, chi ha invece ribadito la polemica sostenendolo.
Altra polemica, questa volta scatenata dal rapper Gue Pequeno, è stata quella relativa al red carpet. A sentire il musicista milanese il red carpet del Lido è stato invaso tra troppi “vip per caso”: YouTuber, TikToker, personaggi tv, protagonisti di reality… tutta gente che con il cinema non ha nulla a che fare. La polemica ha lasciato un po’ il tempo che
ha trovato dato che alla fin fine il red carpet, a Venezia come a Cannes, è da sempre il luogo in cui si celebra la fiera delle vanità. Con buona pace di Gue Pequeno.
C’è stato anche tanto Veneto a questa Mostra del Cinema, con una serie di iniziative importanti. È stata presentato il nuovo CDA della Veneto Film Commission, ma anche la prima mondiale della versione cinematografica di Casanova Operapop, il musical di Red Canzian tratto da “Giacomo Casanova - La ballata dei cuori infranti” dello scrittore Matteo Strukul. Segnaliamo anche la nuova docu-serie Sky, realizzata dalla casa di produzione Padova Stories di Alessandro Pittoni, che racconta la storia di Enrico Vandelli, lo storico avvocato di Felice Maniero.
Ora non ci resta che aspettare Venezia81 , con la certezza che la Biennale avrà un nuovo Presidente (i bene informati parlano di Pierangelo Buttafuoco) e la Biennale Cinema un nuovo direttore (sempre gli stessi bene informati parlano di Luca Barbareschi). Stiamo a vedere cosa succederà, noi saremo di nuovo sul red carpet per raccontarvi il festival cinematografico più antico e più bello del mondo.
Giacomo Brunoro
23 www.lapiazzaweb.it Provincia
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L’80esima edizione ha regalato grandi film, tanto glamour, polemiche e numeri eccezionali
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Economia. Arrivano dati davvero promettenti dopo gli anni della pandemia
Calzaturiero a gonfie vele, prende quota il Distretto della Riviera del Brenta
Il settore della calzatura in Riviera del Brenta corre. E gli affari nelle scorse settimane sono fioccati anche alla mostra Micam di Milano, il momento più importante d’incontro e confronto tra professionisti. Una vetrina per un distretto a vocazione internazionale come le calzature del Brenta, forte di oltre 480 aziende delle province di Padova e Venezia e 10mila addetti, che nel 2022 hanno prodotto 19,9 milioni di paia di scarpe (il 93% destinato all’export), per un fatturato di oltre 2 miliardi di euro. Alla mostra di Milano è stato allestito un info point sul Distretto Calzaturiero del Brenta al Padiglione 1 di Fieramilano, nell’area promozionale delle Regioni, vicino allo stand Assocalzaturifici. Attrezzato con un megaschermo per la proiezione di video storytelling, decorato con gigantografie evocative di Venezia, ha ospitato anche quattro teche espositive, con una selezione di modelli
realizzati dagli allievi diplomati al Politecnico Calzaturiero nel 2023. In contemporanea nelle scorse settimane la Riviera del Brenta ha ospitato 11 fashion influencer. I fashion influencer provenienti da Germania, Belgio e Kazakistan si sono trasferiti dal Micam a Vigonza per visitare il Consorzio Maestri Calzaturieri, il Politecnico e il Mu-
I dati al primo semestre del 2023 presentano una crescita del 21,8% del volume dell’export del calzaturiero (+59,4% sul 2021)
seo della Calzatura Villa Foscarini Rossi a Strà. Gli influencer hanno visitato anche le aziende del territorio e il centro storico di Venezia con un percorso sulle tracce dei Calegheri, la Confraternita che diede inizio all’arte calzaturiera nel XIII
secolo. “Le due iniziative nell’ambito di Micam sono rivolte soprattutto agli operatori internazionali del settore - dichiara Daniele Salmaso, presidente Gruppo Calzatura di Confindustria Veneto Est - che potranno toccare con mano il percorso fatto di tradizione e in-
Cisl raccoglie firme per la legge sulla partecipazione al lavoro
È partita a settembre dal mercato di Mestre la campagna di raccolta firme di Cisl Venezia a sostegno della proposta di legge d’iniziativa popolare “Partecipazione al lavoro”. Nelle scorse settimane sono stati aperti tre punti (nelle sedi di Mestre, San Donà di Piave e Chioggia) dove sottoscrivere il documento da qui al prossimo novembre. L’organizzazione sindacale scende in piazza in tutta la provincia. Serve raccogliere 50 mila firme e nel prossimo mese e mezzo saranno allestiti dei banchetti nei mercati del veneziano. “La nostra Costituzione, all’articolo 46, prevede che, per una economia giusta - rileva il segretario di Cisl Venezia Michele Zanocco - ci sia il diritto dei lavoratori a contribuire allo sviluppo e alla gestione delle aziende. Questo strumento, mai attivato nel tempo, diventa fondamentale in questo momento dove la finanza
e la speculazione globale rischiano di condizionare sia il mondo del lavoro che le scelte della politica, sempre più schiacciata nelle sue scelte nazionali e locali intervenendo sui destini delle persone. Per questo, la Cisl ritiene fondamentale promuovere una legge che guardi con attenzione al tema della democrazia economica e consenta ai lavoratori di poter agire in un processo di partecipazione con rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione, finanziaria ed economica anche attraverso l’azionariato dei dipendenti”. In totale, gli appuntamenti di raccolta firme nei mercati della provincia saranno 28, sempre dalle 9 alle 13, e si andrà sino ai primi di novembre. Si può firmare comunque anche nelle sedi Cisl di via Ca’ Marcello 10 a Mestre, di via Calnova 68 a San Donà di Piave e via Cesare Battisti 328 a Chioggia.
novazione della calzatura di lusso del Brenta”.“Anche quest’anno Camera di Commercio di Venezia Rovigo mette a disposizione 25.000 euro per il Distretto Calzaturiero nell’ambito del “Programma Interventi di Promozione Economica ed Internazionalizzazione2023” della
Regione - dichiara il segretario generale della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, Emanuela Fattorel. Ciò che più premia il sistema economico locale è l’impegno congiunto delle categorie economiche e delle istituzioni a fianco delle imprese, soprattutto sul fronte dell’internazionalizzazione, che la riforma del sistema camerale ha annoverato tra i temi prioritari a cui vincolare la spesa delle risorse aggiuntive provenienti dall’aumento del 20% del diritto annuo, specificamente autorizzato dal Mise. Il comparto calzaturiero, nel territorio della Città Metropolitana di Venezia, conferma i buoni risultati del 2022: i dati al primo semestre del 2023 presentano una crescita del 21,8% del volume dell’export del calzaturiero (+59,4% sul 2021), con un aumento delle esportazioni verso i mercati tradizionali di Francia (+29,4%) e Germania (+16%)”. Insomma il comparto vola.
24 www.lapiazzaweb.it Provincia
La sede della Cisl a Mestre
Produzioni di calzature in Riviera del Brenta
Eventi. Per l’occasione il 21 ottobre La Fenice riporta in scena “Dal Rigoletto” di Giuseppe Verdi
Grandi festeggiamenti per i 110 anni del Teatro Toniolo di Mestre
Il Teatro Toniolo spegne 110 candeline: l’apertura risale infatti al 30 agosto 1913, dopo un anno di lavori sotto la guida dell’architetto Giorgio Francesconi e su progetto dei fratelli Domenico, Marco e Giovanni Toniolo, imprenditori edili veneziani.
Per celebrare la nascita e la storia del teatro, il Comune di Venezia ha messo in piedi una serie di iniziative.
In particolare, il 30 agosto è stato svelato l’annullo filatelico che Poste Italiane ha dedicato alla ricorrenza, su una cartolina rievocativa creata per l’occasione che riproduce a sua volta una cartolina del 1916, proveniente dall’Archivio di Carlo Montanaro, con i saluti da Mestre sullo sfondo di un Toniolo con la duplice caratterizzazione di teatro e di cinema.
Il cuore dei festeggiamenti però si preannuncia per sabato 21 ottobre: per l’occasione il centro di Mestre compie un tuffo nel passato immergendosi nelle atmosfere dei primi del Novecento, tra cui la giornata di apertura del 1913, che verrà vissuta in tutto e per tutto anche sul palco grazie al Teatro La Fenice, che riporta in scena “Dal Rigoletto” di Giuseppe Verdi con una selezione di brani dall’opera a 110 anni dall’apertura del Teatro Toniolo, e con le scenografie realizzate in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Tra gli interpreti, Armando Gabba (Rigoletto), Giulio Pelligra (il
duca di Mantova) e Lucrezia Drei (Gilda). Il direttore è Marco Paladin, Orchestra del Teatro La Fenice.
“Mestre è stata all’esordio della carriera del grande musicista che conosceva il territorio e la nostra città. Sarà quindi un onore per i nostri musicisti portare sul palcoscenico mestrino ancora una volta la sua musica” ha commentato il sovrintendente del Teatro La Fenice, Fortunato Ortombina.
Il concerto sarà anticipato da una memoria storica che riporterà il centro di Mestre al lontano 1912: tra le 16.30 e le 18.30 Piazza Ferretto sarà infatti animata dalle rievocazioni di scene di vita dell’epoca, un mercato dei mestieri antichi e tradizionali, oltre che dall’intrattenimento per grandi e piccini con il Teatro dei Burattini, cantastorie, gruppi di musiche e danze popolari, comici di strada, acrobati, e la Fanfara del Regio Esercito. Gli artisti si esibiranno a rotazione spostandosi in diversi posti all’interno dell’area
Il concerto de La Fenice sarà anticipato da una memoria storica che riporterà il centro cittadino nel lontano 1912, quando sono iniziati i lavori per costruire il teatro
scenica, in modo da dar vita a una sorta di flash mob dinamico.
“Un anniversario per raccontare la storia di questo Teatro, sempre con una visione contemporanea, rivolta in particolare ai giovani, che cerchiamo di coinvolgere nelle iniziative che continuiamo a programmare. Come, ad esempio, le iniziative del Teatro La Fenice nelle scuole e l’accordo “Venezia Città Campus” firmato con le università e le istituzioni culturali per permettere a chi studia a Venezia di coltivare le proprie passioni e di poter intraprendere percorsi lavorativi – ha commentato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro – Essere attrattivi è la vera scommessa, siamo una grande Città Metropolitana, Stato da Mar e Stato da Tera ed è da momenti come questi che dobbiamo rileggere la nostra storia, ripartire dalle nostre radici per costruire insieme e in modo trasversale il futuro.”
Marika Andreoli
Cinema indipendente. Il tema delle “consumazioni” al centro della IX edizione di “Laguna Sud”
Il cinema indipendente è tornato a Chioggia con la IX edizione di “Laguna Sud - Il cinema fuori dal Palazzo”, nato nel 2015 come progetto speciale delle Giornate degli Autori alla Mostra d’arte cinematografica, ideato e diretto da Andrea Segre e Giorgio Gosetti. Dal 18 al 23 agosto scorso si è svolto un laboratorio pratico di cinema del reale coinvolgendo una selezione di giovani registi, coordinati dai formatori di ZaLab con la supervisione del regista Segre, che hanno realizzato dei cortometraggi sul tema “Consumazioni”: cosa stiamo consumando, perché, come? Le calli e i canali di Chioggia si stanno riempiendo di coc-
ktail bar, spritz, cicchetti, lounge, aperitivi… facendo girare l’economia, riempiendo di gente il centro storico, cambiando la vita in un mix di tradizione e modernità.
“Il linguaggio cinematografico - ha affermato l’assessore alla cultura di Chioggia Elena Zennaro - può aiutare a trasmettere dei messaggi e stimolare il dibattito. La formula del laboratorio è molto interessante e può aiutare le persone a crearsi una coscienza. Abbiamo ritenuto anche quest’anno di sostenere l’iniziativa del “cinema fuori palazzo’ perché lo riteniamo un significativo momento culturale della nostra città”.
Le cinque serate di cinema - in
una doppia proiezione a palazzo Grassi e all’Auditorium comunale - hanno permesso ai numerosi appassionati di assistere alla presentazione dei film “Alcarràs” di Carla Simon, “Margini” di Niccolò Falsetti, “Dirty difficult dangerous” di Wissam Charaf, “Marx può aspettare” di Marco Bellocchio, “Trieste è bella di notte” di Matteo Calore; Stefano Collizzole e Andrea Segre e dei cortometraggi del laboratorio.
“Laguna Sud - Il cinema fuori dal Palazzo” è realizzato da ZaLab, Pro Loco Chioggia Sottomarina, Fondazione Clodiense con il patrocinio e contributo del comune di Chioggia. (e.f.)
25 www.lapiazzaweb.it Cultura
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Territorio. Dopo un’estate di ferventi preparativi, allenamenti e diversi ritiri
Il Rugby Mirano è pronto per risalire nel campionato di Serie B
Rugby Mirano, società sportiva di eccellenza nel panorama sportivo nazionale pronta ad affrontare la stagione agonistica 2023/24 sempre con la medesima passione e impegno che la contraddistinguono, con l’obiettivo primario di risalire subito in serie B. Lo scorso luglio è iniziata la fase di avvicinamento alla stagione sportiva e il nocciolo duro di atleti che ha partecipato al Campionato Nazionale di Serie B la scorsa stagione ha risposto compatto alla chiamata della società bianconera. Salvo, infatti, alcune defezioni dovute a sopraggiunti limiti di età, quasi tutti hanno confermato la propria disponibilità al progetto del club per il prossimo campionato. “Abbiamo deciso di iniziare in luglio la preparazione per la prossima stagione, per dare più tempo ai ragazzi di comprendere ed assimilare la nuova struttura di gioco che proporremo - ribadisce
la coppia di tecnici Natucci-Tonellotto - e considerando che gli atleti attualmente a disposizione, ai quali si aggiungeranno presto nuovi arrivi, sono un bel mix di giocatori esperti e di giovani provenienti dalla Under 19, il nostro entusiasmo è alle stelle. Non vediamo l’ora di far provare ai ragazzi qualcosa di nuovo e ne siamo
sicuri, divertente”. Le aspettative sono molte per la franchigia bianconera per realizzare il progetto di risalire subito in Serie B e poi disputare due campionati di crescita e consolidamento, durante i quali il team miranese possa
posizionarsi nella parte alta della classifica di Serie B. Esattamente per tutto questo, parallelamente alla preparazione degli atleti, ferve
Calcio, l’ Olimpia Salese crede al salto di categoria
Tutto pronto in casa Olimpia Salese per la nuova stagione agonistica che vedrà la compagine del presidente Paolo Montin partecipare al campionato di calcio di seconda categoria Veneto. Il club era risorto nel 2018 dalle ceneri della vecchia Salese calcio. La presentazione della squadra è avvenuta lo scorso fine luglio presso il Bar Residence alla presenza delle autorità cittadine, la sindaca Natascia Rocchi, l’assessore allo sport Luigino Miele che hanno fatto gli onori di casa e una personalità d’eccezione, l’ex terzino della Juventus e salese doc, Luciano Favero, colui che riuscì a fermare nientemeno che il Pibe de Oro Diego Armando Maradona. Molte le novità nella franchigia gialloblu, come ad esempio un nuovo direttore sportivo, Nicola Pavan, un allenatore giovane ed ambizioso, Giuseppe Del Prete, 28 anni ed un vice d’espe-
rienza, Alberto Cacco, con cui la squadra punta al salto di categoria entro due anni, allevando giovani virgulti. Il club, inoltre, si augura di coinvolgere nel progetto anche la comunità locale, attrarre tifosi e ottenere sostegno alla squadra sulle tribune in occasione dei match interni. Notevole sarà anche lo sforzo per creare una scuola calcio con il settore giovanile in evidenza che sarà seguito da Franco Cantafio, Ugo Pastorin e Carlo Milan, fondamentale per infondere ai giovani atleti i sani valori dello sport, la cultura del lavoro e il rispetto delle regole e degli avversari. In cantiere c’è anche un progetto di collaborazione con le scuole per promuovere un percorso psico-motorio propedeutico al miglioramento degli schemi motori di base di ogni giovane. Al momento l’iniziativa è ancora in fase sperimentale. (r.m.)
l’attività della dirigenza che punta alla ricerca di forze fresche utili al raggiungimento degli obbiettivi dichiarati. La preparazione fisi-
co-aletica sarà basata su due appuntamenti settimanali, durante i quali si alterneranno attività di palestra e lavoro sul campo. Gli atleti si sottoporranno a sessioni di lavoro fisico e atletico sotto la guida del preparatore Sathya Zuin, oltre a sessioni di skills individuali e collettive, curate da Andrea Tonellotto per quanto riguarda difesa e fasi statiche mentre attacco e movimento dei trequarti saranno seguiti da Giovanni Natucci. La preparazione si è protratta per tutto luglio e poi il gruppo si è ritrovato in occasione del ritiro montano a Pederobba previsto per settembre. Sempre attive, ovviamente, anche le attività delle formazioni giovanili, sia maschili che femminili e il progetto inclusivo Dragons, lanciato per consentire l’avvicinamento alla pratica del rugby anche a persone con disabilità.
26 www.lapiazzaweb.it Sport locale
Riccardo Musacco
Il progetto è quello di risalire subito in Serie B e poi disputare due campionati di crescita e consolidamento
La presentazione dell’Olimpia Salese
Il Rugby Mirano
#Regione
Migranti.
“Il Veneto sta facendo la sua parte ma l’Europa è distante e assente”
Sotto pressione ancora una volta i sindaci e i prefetti alle prese con la gestione degli arrivi ancora numerosi e le inevitabili tensioni sul territorio
Con l’arrivo dell’autunno non si parlerà più di emergenza migranti, almeno non nei termini usati in queste ultime settimane. La questione, però, resta più aperta che mai e gli sbarchi, dopo la fisiologica flessione invernale, riprenderanno la prossima primavera e di nuovo si tornerà ad usare il termine emergenza. Sotto pressione, ancora una volta, i sindaci e i prefetti, alle prese con la gestione degli arrivi e le tensioni che inevitabilmente si creano. L’accoglienza diffusa è indicata come la via maestra ma le difficoltà non mancano. Nei mesi scorsi il presidente del Veneto Luca Zaia aveva proposto una cabina di regia con gli enti locali per sperimentare forme di accoglienza diffusa. A caldo, complici le numerose tensioni, questa
proposta non fu raccolta. Guardando però al futuro dei prossimi mesi una strategia condivisa è ormai irrinunciabile anche se di difficile realizzazione.
Zaia intanto tende la mano ai sindaci.
“Sono i sindaci che hanno conoscenza dei propri territori - mette in chiaroe sanno quale è il livello di ospitalità che possono garantire o hanno garantito. Non dimentichiamo che il Veneto ha dato ospitalità e un progetto di vita a oltre 550 mila migranti, che si sono insediati e integrati e rappresentano il 12 per cento popolazione regionale”.
Zaia continua sottolineando che “i sindaci stanno facendo la loro parte ma non possiamo continuare a chiamarli all’appello, pensando che si possa ospitare all’infinto. Al di là della sostenibili-
tà, serve dignità nell’ospitalità. Ma c’è anche una comunità che sta cambiano pian piano fisionomia e che avrà bisogno di modificare i propri modelli educativi, di servizi dell’educazione. Di questo nessuno parla”. Intanto resta sul piatto la necessità di dare una risposta di fronte all’emergenza. “Con questi numeri la situazione è insostenibile e l’Europa è latitante, - aggiunge il presidente del Veneto - è il convitato di pietra. Ma a voi sembra normale che l’Europa percepisca Lampedusa come il confine italiano, quando è lo stesso migrante che arriva a Lampedusa a pensare di essere in Europa. Ma l’Europa non c’è. Andate a chiedere in Ue che fine ha fatto la redistribuzione dei migranti che sbarcano e arrivano in Italia. Praticamente siamo a zero. Molto spesso, infine, stiamo dando assistenza per lo più a migranti economici, si pensi solo che solo l’8 per cento dei migranti arrivati avrà il riconoscimento dello status di rifugiato. Questo dà la dimensione dello sforzo che dedichiamo
anche ai migranti economici, quando invece dovremo dedicarci ad ospitare chi veramente scappa dalla morte. L’Europa - conclude il governatoredeve prendere la situazione in mano, e lo dice un europeista convinto, e non
lasciare sola l’Italia che non può diventare il ventre molle del Mediterraneo”.
Mario Conte: “Noi sindaci in prima linea, costretti a fare i salti mortali”
“Si chiede di risolvere un problema alla radice partendo dalle foglie”. Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto, sulla questione migranti sgombra il tavolo da ogni equivoco: “I sindaci sono l’elemento più basso della filiera, ma il problema deve essere risolto a monte”. Fa appello agli enti superiori, Europa in primis, affinché si mettano una mano sulla coscienza ed evitino uno scaricabarile che, via via, arriva fino ai comuni, “con i sindaci costretti a fare i salti mortali senza strumenti, senza spazi, senza risorse, passando per quelli che non sono in grado di gestire e soprattutto dovendo dare spiegazioni alle comunità”. Secondo Conte infatti, se un’emergenza viene gestita bene, viene anche capita: “Perché le comunità reagiscono bene a fronte di organizzazione e scelte condivise e spiegate, ma se ci sono casualità, imposizioni e cattiva gestione allora reagiscono male. Il Covid ce l’ha insegnato”. Una linea di pensiero che in questi giorni viene analizzata in occasione degli Stati Generali dei Comuni del Veneto, in programma a Verona, dove tra i tanti temi sul piatto c’è anche quello dell’emergenza umanitaria
dei migranti. “Noi sindaci siamo disponibili a fare la nostra parte, ma non possiamo risolvere da soli i problemi della migrazione dall’Africa, fermo restando che oggi stiamo gestendo Africa, Afghanistan, Ucraina e comunità locali, perché le emergenze sociali in essere sono tantissime”, precisa il primo cittadino di Treviso, sottolineando la fase
Agli Stati Generali dei Comuni veneti di Anci un appello per l’emergenza umanitaria
particolarmente difficile che i comuni si trovano a vivere, dai costi elevati agli sfratti. “In questo momento storico tutto è molto più complicato e non si tratta di una questione di volontà. Parlo con sindaci che politicamente dovrebbero essere molto più accoglienti, più aperti e disponibili, ma – racconta Conte – rispondono che non hanno né risorse, né spazi e temono, proprio per la fase par-
ticolare che stiamo attraversando, di non trovare nemmeno la sensibilità da parte della loro comunità”.Nella sua Treviso, alla ex caserma Serena, dal 2015 è attivo uno dei centri di accoglienza più grandi della regione. Passato da 600 a 180 presenze quando Matteo Salvini era ministro dell’interno, l’hub trevigiano in questi anni non è mai stato svuotato. Ora il riempimento è ricominciato. “Si va a fasi alterne, ma del resto o l’Europa decide di investire seriamente sui Paesi di partenza per cercarse di costruire un futuro a queste persone nei loro territori, oppure è necessario pensare a qualcosa di diverso”. Un gesto simbolico, un avvicinamento fra un’emergenza e un’esigenza, è in fase di realizzazione proprio in questi giorni.
“Stiamo censendo le esperienze professionali dei migranti che accogliamo alla Serena per provare ad avvicinare parte economica e sociale. Presenteremo l’elenco – spiega il sindaco di Treviso – alle aziende, agli artigiani, agli industriali. Poi però rimane il tema della casa, perché è davvero una questione tanto articolata”.
Sara Salin
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Zaia, “raggiunti i livelli massimi di ospitalità”, alla ricerca di una strategia oltre l’emergenza
Mario Conte
Luca Zaia
Regione
Il dibattito. Gli interventi dei sindaci di Padova, Vicenza e Verona
Dopo l’emergenza affrontata anche in Veneto in seguito agli sbarchi estivi i sindaci delle tre principali città della regione sono disponibili ad un confronto pragmatico sull’accoglienza diffusa e sulle soluzioni per affrontare l’arrivo dei migranti. Ecco le loro posizioni
Sergio Giordani (Padova):
“Orgoglioso della nostra risposta”
“Sono assolutamente convinto che la scelta di collaborare a Ferragosto con la Prefettura sia stata giusta; la rivendico, e ha protetto la città, l’unica cosa che a me interessa. Spero sia chiaro a tutti che, in quei giorni, con tutti i “no” che venivano opposti all’accoglienza diffusa, se non avessi aperto io le porte a una soluzione temporanea, per senso di responsabilità e collaborazione Istituzionale, oggi a Padova con probabilità ora avremmo un hub”. “Sono orgoglioso, come sempre, della nostra straordinaria Padova e della sua gente. Dalle cittadine e i cittadini dei quartieri interessati, alle parrocchie, alle associazioni, alle scuole, alla Croce Rossa tutte e tutti hanno compreso la scelta temporanea ed emergenziale e hanno aiutato come potevano. Mi ha commosso sapere che dei bambini hanno fatto trovare delle lettere per i profughi. Questa è Padova, al netto delle grandi e piccole strumentalizzazioni”.
“Ribadisco con schiettezza e serenità quello che ho sempre detto: sono contrario a maxi hub. Una scelta sbagliata e miope che rappresenterebbe un grave fallimento del sistema di gestione nazionale, un problema per la comunità, una soluzione non dignitosa per chi viene ospitato, con le ovvie conseguenze sul territorio. Farò tutto quello che posso fare per evitare imposizioni in questo senso nei prossimi tempi. A Padova come a Roma, lavoriamo perché si prenda atto che un’estate come questa sempre sull’orlo dell’emergenza non ci deve più essere. Usiamo il tempo che abbiamo davanti per trovare soluzioni virtuose frutto di buon senso, pragmatismo e cooperazione, soluzioni che, per essere buone, non possono che prevedere di sistemare queste persone in piccoli nuclei diffusi”.
Giacomo Possamai (Vicenza):
“Anticipare i tempi, ciascuno faccia la sua parte”
“Come amministratori, siamo oggi chiamati a lasciare da parte valutazioni di mera utilità elettorale a breve termine e, invece, a concentrarci su soluzioni che siano effettivamente efficaci e utili per le nostre comunità. Dobbiamo anticipare i flussi migratori, lavorando a stretto contatto con le organizzazioni internazionali e nazionali, per sviluppare piani d’azione condivisi, chiari e ben definiti. Insieme a tanti altri sindaci del nostro Veneto e del paese, in questi mesi abbiamo insistito su un principio di base: dobbiamo distribuire equamente le persone all’interno di tutto il nostro territorio. Se tutti fanno la loro parte, proporzionalmente, questa è una sfida che possiamo vincere. L’accoglienza diffusa è un approccio che evita la concentrazione di migranti in un unico luogo, soluzione che si è già rivelata completamente errata. Ogni quartiere può contribuire in modo unico all’accoglienza, offrendo opportunità culturali, sociali e di lavoro. Questo è l’approccio che può contribuire a ridurre le tensioni e promuovere la coesione sociale. Dobbiamo investire in servizi che promuovano l’integrazione linguistica, culturale e sociale dei migranti. Una persona che arriva nei nostri territori deve trovare un’abitazione dignitosa, ma deve anche avere modo, rapidamente, di conoscere la nostra lingua e le nostre tradizioni per potersi integrare. Su queste basi sono estremamente disponibile a lavorare nei prossimi mesi con Governo, presidente Zaia e i miei colleghi sindaci, nella speranza di arrivare alla prossima estate senza trovarsi, un’altra volta, punto a capo, ma capaci di affrontare la questione con uno sguardo lungo e vincente nella gestione dei flussi migratori.”
Damiano Tommasi (Verona):
“Collaborare
“Il legislatore non assegna ai Sindaci ruoli specifici nella gestione dei migranti, ma non possiamo non fare la nostra parte anche perché ci sono due aspetti decisamente dirimenti. Il primo è rappresentato dalle ricadute sui territori: la regia nazionale ha il bisogno e il dovere di confrontarsi; il secondo è legato al tipo di risposta e ai servizi da garantire. Purtroppo temo che, come è già stato in passato e come avviene su certi temi delicati, che diventano elettorali, le polemiche prendano il sopravvento sul dialogo. Io non mi stancherò mai di ripeterlo: il fenomeno migratorio va gestito con criterio nella distribuzione dell’accoglienza che, ricordo, è in capo alle Prefettura, ma serve un supporto delle amministrazioni. Questo ovviamente risolverà parte della questione, ma non basterà perché le prefetture hanno bisogno anche del dialogo con il privato sociale, con le realtà che con competenza e professionalità possono seguire questi fenomeni. Altrimenti tutto viene esasperato. Oggi il Comune sostiene 62 rifugiati, tra cui donne e minori, con l’accoglienza diffusa. Al momento invece non abbiamo spazi a portata di mano da gestire, già pronti, come Cas. Credo, semmai, che uno degli ambiti su cui si potrebbe investire di più sia quello di dialogare con associazioni di categoria come quelle dell’agricoltura, o Confcommercio: hanno l’accesso ai flussi, controllati, per quanto riguarda ambiti lavorativi. E aziende hanno bisogno di lavoratori. Io confermo la mia disponibilità a lavorare in questo senso con tutti quelli che comprendono che non è con i grandi Hub che si può fare il bene del nostro Paese e di queste persone costrette alla fuga dai loro territori di origine”.
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“Accoglienza diffusa, siamo pronti al confronto”
con le prefetture e il privato sociale”
L’intervista.
forte, adesioni coerenti con un partito in crescita”
Italia in Veneto è
Si parla molto in questo momento dei cambi di partito che stanno interessando alcuni gruppi, soprattutto la Lega. Chiediamo a Flavio Tosi, coordinatore veneto, com’è la situazione di Forza Italia?
“Oggi Forza Italia a livello nazionale, anche perché abbiamo un leader credibile, capace e competente come Antonio Tajani, riesce a dare l’affidabilità che gli elettori cercano. Una volta c’era più ricerca di demagogia, più populismo nelle scelte, ma oggi prevale il pragmatismo e la concretezza che Forza Italia riesce a offrire. Anche a livello veneto oggi siamo considerati un partito in crescita, con una base che si allarga e con persone credibili e capaci di amministrare. Insomma, stiamo recuperando il terreno che una volta in Veneto avevamo perso”.
Ci sono nomi in questi cambi che stanno facendo scalpore. Può confermarne qualcuno?
“Finchè non si fanno annunci ufficiali, per rispetto degli interessati, non confermo nulla. È vero però che di
settimana in settimana comunicheremo nuove adesioni a tutti i livelli, comunale, provinciale e regionale”. Quindi è vero che c’è un certo fermento?
“Assolutamente sì. Oggi Forza Italia è un partito forte, i sondaggi ci danno come secondo partito a livello nazionale. Non siamo più il terzo partito. Questo porta ovviamente a nuove adesioni: Forza Italia,
contrariamente a quanto dicevano i corvi di sventura, è in crescita”. La scomparsa di Silvio Berlusconi ha aperto necessariamente una nuova fase nel partito e ci si presenta a due appuntamenti importanti prossimamente: le elezioni europee del 2024 e le elezioni regionali nel 2025. Come sta lavorando Forza Italia per consolidare la crescita del partito?
“D opo la scomparsa del nostro grande presidente molti prefiguravano sciagure. Il nome di Berlusconi e quello di Forza Italia sono stati un binomio inscindibile, ma i nostri elettori votavano e votano il partito per i valori al suo interno. Finora siamo stati un partito con poche sedi, pochi iscritti, poche riunioni: ora stiamo riorganizzando Forza Italia affinché diventi più presente sul territorio, anche in vista delle europee e delle amministrative. L’anno prossimo si vota in più di metà dei Comuni del Veneto e dell’Italia: è fondamentale avere un partito vero, organizzato e presente”.
Tema regionali. Se Zaia non potesse ricandidarsi, si è fatto il nome Flavio Tosi. È uno scenario possibile?
“A ndrebbe prima compreso se ci sarà un altro mandato per Luca Zaia. In questo scenario, ovviamente sarebbe lui il naturale candidato. A oggi tuttavia, se si dovesse fare una scommessa, è molto poco probabile che ci possa essere un ulteriore mandato. In questo caso dunque
nel 2025 si andrà a votare in nove regioni e a quel punto Tajani, Meloni e Salvini si confronteranno e faranno le loro proposte in base anche al risultato delle prossime europee. In questo contesto la Lega è già molto rappresentata, dunque è normale che Fratelli d’Italia e Forza Italia avanzeranno una loro proposta”. L e figure politiche di cui nelle prossime settimane verrà confermato il passaggio di partito rischiano di minare i rapporti degli alleati di centrodestra?
“A ssolutamente no. Quello che conta è che resti nel centrodestra, nella stessa alleanza. Per molto tempo Forza Italia ha visto propri iscritti andare in altri partiti di centrodestra, dunque il fenomeno opposto resta comunque fisiologico. Nessuno degli alleati si pone il problema: quello che conta è che si resti nel centrodestra, nella stessa alleanza. Anzi, in verità stiamo assistendo a migrazioni anche da altri partiti come il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico”.
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L’analisi del coordinatore Flavio Tosi, dai nuovi ingressi agli impegni elettorali
“Forza
sempre più
Regione
Falvio Tosi, coordinatore veneto di Forza Italia.
Economia. L’assessore regionale Roberto Marcato illustra
“Avanti con i nuovi distretti del commercio, sono strumenti collaudati ed efficaci”
Sul fronte ambientale destinati 31,3 milioni di euro dal Pnrr per la bonifica delle aree contaminate. Maestri vetrai di Venezia: “raccontano al mondo l’unicità di questa arte”
Attenzione allo sviluppo del commercio locale per ridare vita ai centri urbani, tutela dell’ambiente attraverso interventi di bonifica dei “siti orfani” e promozione delle eccellenze che danno lustro all’artigianato veneto. Sono questi alcuni dei fronti, tra gli altri, sui quali Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico, energia e Legge Speciale per Venezia si sta muovendo in queste settimane mettendo a disposizione risorse e iniziative a sostegno del tessuto produttivo veneto, a tutti i livelli. Riguardo al commercio prosegue infatti l’impegno della Regione nel favorire la nascita e l’attività di nuovi distretti del commercio, sia urbani che territoriali, diventati uno strumento fondamentale per rilanciare e ravvivare la rete di negozi e attività di centri grandi e piccoli.
Agli inizi del mese Marcato ha annunciato infatti l’approvazione da parte della giunta della delibera che iscrive nell’apposito elenco regionale 22 nuovi distretti del commercio (13 distretti urbani e 9 territoriali) con il coinvolgimento di 39 Comuni. Sale così a 139 il totale dei distretti regionali (95 urbani e 44 territoriali) con il coinvolgimento di 248 amministrazioni comunali. “Il modello dei distretti del commercio - commenta l’assessoresi sta dimostrando sempre più vincente rispetto all’obiettivo di rivitalizzare i centri urbani del Veneto. Lo dimostra anche quest’anno il numero di richieste ricevute, ma soprattutto la qualità dei progetti presentati. Abbiamo continuato a lavorare molto in questi anni con i Comuni, attraverso l’ANCI, e con le associazioni di categoria per arrivare a far sì che i distretti diventassero strumenti efficaci e davvero i risultati ci danno ragione. I distretti del commercio oggi in Veneto sono strumenti già collaudati e apprezzati dagli imprenditori, che, grazie alla stretta collaborazione con le amministrazioni comunali, stanno diventando vero e proprio volano per il rilancio commer-
ciale del nostro tessuto urbano e delle attività che lo rendono vivo”.
Non viene meno poi l’attenzione all’ambiente e alla laguna di Venezia con il via libera ai nuovi interventi dei “siti orfani” contaminati con l’obiettivo di completare la riqualificazione entro i primi tre mesi del 2026. I “siti orfani” sono aree contaminate il cui ripristino risulta essere, per diverse motivazioni, a carico della pubblica amministrazione, principalmente ai Comuni. In questi casi responsabile dell’inquinamento non è stato individuato o non risulta individuabile oppure, se identificato, non provvede agli adempimenti previsti dalla normativa in materia di bonifiche di siti contaminati, né vi provvede altro soggetto eventualmente interessato, come ad esempio il proprietario privato dell’area. Ora la Regione finanzierà con 31,3 milioni del Pnrr dieci interventi. Di questi sei sono ricadenti nel territorio del Bacino scolante nella Laguna di Venezia, situati nei comuni di Spinea, Cavallino Treporti, San Martino di Lupari (PD) e Venezia (tre interventi) per un importo pari a 19 milioni di euro; quattro invece nel restante territorio regionale e riguardano i Comuni di Adria, Portogruaro, Isola Rizza e Sarego, per un importo di 12 milioni di euro. “Prosegue senza sosta il lavoro di tutela dell’ambiente e la nostra preziosa laguna a supporto delle amministrazioni comunali - spiega Marcato -. Si tratta di cifre importanti che confermano il nostro impegno per porre rimedio al grave problema dei siti orfani. Negli ultimi anni, a partire dalle risorse legate alla Legge Speciale per Venezia, abbiamo messo in campo un numero crescente di finanziamenti per garantire la restituzione alle rispettive comunità di aree che sono state inquinate da gente senza scrupoli. In questo caso grazie al Pnrr, mettiamo a disposizione ulteriori risorse, di cui una parte importante nel territorio del Bacino Scolante nella Laguna di Venezia.
L’assessore inoltre ha presentato l’edizione 2023 di “The Venice Glass Week”, il festival internazionale dedicato all’arte vetraria che ha coinvolto oltre duecento realtà partecipanti in 250 eventi tra Venezia, Murano e Mestre. “La Regione ha, da sempre, voluto essere vicina a questi maestri artigiani. - conclude - E lo facciamo anche con la The Venice Glass week per raccontare al mondo quale unicità straordinaria sia il vetro di Murano. Qui celebriamo la capacità di reazione e resistenza di questi maestri artigiani, artisti straordinari”.
30 www.lapiazzaweb.it Regione
le recenti attività
Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico
La pubblicazione. In Veneto sono 3.700 i prodotti della filiera corta
del Territorio”, un viaggio alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche locali
Raccontare la bellezza e la bontà che nascono sui territori, valorizzando i prodotti e i produttori che, da sempre, sono i veri custodi delle tradizioni enogastronomiche locali: è per questo che Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, ha dato vita nel 2015 a “Sapori del Territorio”, il brand che negli oltre 500 punti vendita delle cinque regioni in cui l’azienda è presente, raccoglie oggi più di 8.800 referenze a scaffale provenienti da oltre 1.000 produttori locali. Nel solo Veneto sono 3.700 i prodotti presenti nei punti vendita che arrivano da 700 produttori della regione. Un progetto con il quale Aspiag Service rafforza il legame profondo con i territori, promuovendo le filiere corte, raccontando i migliori prodotti della tradizione italiana regionale, i loro artigiani produttori e i luoghi dove nascono.
“Sapori del Territorio”, infatti, non parla solo di prodotti ma della storia delle persone che li realizzano, strettamente connessa ai territori di provenienza, un racconto che Aspiag Service Despar ha scelto di valorizzare con attività e iniziative di comunicazione che hanno lo scopo di rendere riconoscibili i prodotti di eccellenza attraverso un marchio dedicato che contraddistingue le referenze regionali all’interno del punto vendita, mettendo in risalto le caratteristiche e le peculiarità del prodotto e, soprattutto, delle
aziende produttrici locali. A questo scopo Aspiag Service Despar promuove anche degustazioni ed eventi per far conoscere a fondo le caratteristiche delle produzioni a chilometro zero fungendo da cassa di risonanza per quei piccoli artigiani del buon cibo che meritano di essere conosciuti da quante più persone possibili.
“Sapori del Territorio” è inoltre una testimonianza concreta della strategia di sviluppo sostenibile di Aspiag Service Despar che
ha proprio tra le sue linee guida l’importanza di valorizzare il territorio e le migliori produzioni locali, generando evidenti benefici positivi in ambito economico, sociale e ambientale, con l’obiettivo di accompagnare le imprese locali verso nuove vie di sviluppo, di crescere in modo etico rispettando l’ambiente e di valorizzare gli aspetti della cultura di un territorio che passano anche attraverso un elemento profondamente identitario come i prodotti della tradizione.
Tre domande a Antonello Santi, Direttore Vendite e Trade Marketing di Lattebusche
1.Quando è iniziata la storia di Lattebusche e come è cambiata nel tempo la Cooperativa?
Lattebusche è una cooperativa che ha sede a Busche, in provincia di Belluno, zona ricca di pascoli ai confini del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, patrimonio UNESCO. Nata nel 1954 per iniziativa di 36 Soci fondatori, la Latteria Sociale Cooperativa della Vallata Feltrina, oggi Lattebusche, è passata in quasi 70 anni di storia da piccola azienda locale a importante realtà del settore lattiero caseario. Ha sempre mantenuto i valori e i pilastri su cui è stata fondata a partire dall’impegno di puntare sulla filiera produttiva locale utilizzando il latte dei propri Soci produttori. Una delle ragioni del successo di Lattebusche è la continua innovazione, assieme all’orientamento alla soddisfazione del Cliente e alla Qualità delle produzioni. La gamma di prodotti è ampia e profonda: 4
formaggi DOP, come Piave, Grana Padano, Asiago e Montasio, formaggi tipici, latte, latticini e formaggi biologici, latte Alta Qualità e gelati a base di latte fresco.
2.Come è nata la collaborazione con Aspiag Service Despar e che cosa significa per voi essere parte del brand Sapori del Territorio in termini di valorizzazione dei produttori e delle filiere locali?
La collaborazione con Aspiag è nata molti anni fa ed è cresciuta nel tempo, sia in termini di presenza che di visibilità per i nostri prodotti nei loro punti vendita; una crescita graduale ma sempre in forte consolidamento. Da sempre ci accomunano i medesimi valori e filosofie aziendali, quali il rispetto e la valorizzazione del territorio e del suo tessuto socioeconomico. Sono proprio i prodotti tipici di qualità, valorizzati in Aspiag con il brand “Sapori del Territorio”, il file rouge che lega Lattebusche
a questo importante Gruppo e che ci permettono di tutelare la nostra Terra e i nostri Soci, “custodi” del nostro bellissimo territorio montano, notoriamente fragile e difficile da vivere.
3.Centrali nella strategia di sviluppo di Lattebusche sono la sostenibilità e il rapporto con il territorio, come li mettete concretamente in pratica nella vostra attività?
Lattebusche è un’azienda che ha sempre cercato di crescere in armonia con il territorio, la fonte della propria eccellente materia prima, il latte fresco, che dona caratteristiche organolettiche distintive e talvolta uniche alle proprie produzioni. Fondamentale è anche l’impegno di Lattebusche nel garantire le condizioni per cui i propri Soci allevatori possano rimanere in montagna, mantenendo un presidio fondamentale per la cura dell’ambiente naturale. Al centro del progetto di Lattebusche c’è il consumatore. Per
questo motivo l’azienda, oltre a continui e rigorosi controlli lungo tutta la filiera (oltre 500.000 all’anno), ha destinato importanti investimenti per l’aggiornamento tecnologico degli impianti produttivi, garantendo così elevati standard qualitativi e igienico sanitari.
IL PUNTO
Un rapporto sempre più stretto con i produttori locali: quando la GDO accorcia la distanza tra produttore e cliente
Unire localismo e sostenibilità per generare valore condiviso, supportando un consumo consapevole e uno sviluppo sostenibile del tessuto produttivo locale, stringendo legami sempre più forti con i produttori del territorio: sono questi i presupposti su cui si fonda l’impegno di Aspiag Service Despar per valorizzare, attraverso la propria rete distributiva, i prodotti tipici realizzati grazie alla passione e alla competenza di tante imprese che hanno le loro radici nelle cinque regioni in cui siamo presenti. Un rapporto tra Aspiag Service Despar e i produttori locali che nasce dalla comune volontà di valorizzare le produzioni di eccellenza e che si fonda sulla consapevolezza degli aspetti positivi che una filiera corta presenta sia per i produttori che per il cliente finale in termini di sviluppo delle economie e delle realtà locali, di minor impatto ambientale, di maggiore trasparenza e tracciabilità e non ultimo della maggiore focalizzazione sulla qualità dei prodotti. Un legame con i produttori del territorio che ha anche lo scopo di facilitare la crescita del valore del sistema produttivo agroalimentare locale attraverso il potenziamento e l’innovazione di canali promozionali e di commercializzazione che possano favorire la nascita di sinergie e collaborazioni tra le diverse realtà. In questo quadro si inserisce la partecipazione di Aspiag Service Despar a manifestazioni ed eventi sul territorio quali “Made in Malga” e “Formaggio in Villa” che rappresentano occasioni per rafforzare la relazione con i produttori, ribadendo il ruolo di Aspiag Service Despar come promotore delle filiere locali all’interno del mercato della grande distribuzione.
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“Sapori
di Annamaria Buso Responsabile progetto Sapori del Territorio Aspiag Service Despar
Regione
Antonello Santi
All news. Informazione locale ogni 20 minuti. Dalle 7 di mattina tutti i giorni,
tutto il giorno
Radio Veneto24 è davvero la radio che mancava
Grande entusiasmo intorno all’iniziativa editoriale che offre informazione locale no stop, in onda già su app, streaming, smart device
Data di nascita: lunedì 4 settembre 2023. Segni particolari: unica nel suo genere. È questa la carta di identità di Radio Veneto24, la prima radio all news in Veneto che ha ufficialmente iniziato le trasmissioni con il primo lunedì di settembre. Un successo travolgente per i primi giorni di messa in onda: innumerevoli i feedback positivi degli ascoltatori che hanno iniziato a seguire i notiziari e le rubriche quotidiane attraverso la app (per Ios e Android), i dispositivi smart, lo streaming nel sito. Radio Veneto24 ha dimostrato di essere davvero la radio che mancava, catalizzando l’attenzione dei veneti che hanno scritto, commentato, chiesto maggiori informazioni su questa iniziativa editoriale fortemente voluta da Give Emotions, editore anche dei mensili La Piazza e della testata web quotidiana Lapiazzaweb.it.
I NOTIZIARI.
Radio Veneto24 propone informazione locale ogni 20 minuti.
Dalle 7 di mattina tutti i giorni, tutto il giorno, la redazione si occupa di informare senza stop gli ascoltatori. Politica, cronaca, attualità, economia, ma anche informazione di servizio, cultura, sanità sono i temi che trovano spazio nei notiziari in continuo aggiornamento. Un flusso ininterrotto di notizie che sono scritte e lette dai due redattori: Marta Zatta e Mirco Cavallin, coordinati dal direttore Giorgia Gay. Sul campo, ogni giorno a raccontare le storie del territorio, ci sono i corrispondenti locali: Sara Busato da Padova, Marika Andreoli da Venezia, Elena dal Forno da Treviso, Antonio Di Lorenzo da Vicenza, Alessia Soriolo da Verona, Giovanni Monforte dal Veneto Orientale. A completare il team, lo speaker Matteo Zini, Calogero Gambino in produzione.
LE RUBRICHE QUOTIDIANE.
Il palinsesto di Radio Veneto24 propone rubriche quotidiane a cura di opinionisti esperti in diversi settori: Riccardo Sandre per l’economia, Stefano Edel per lo sport, Micaela Faggiani per “Protagonisti a Nordest” e “Mondo Donna”, che vi abbiamo presentato nel precedente numero del nostro giornale. A loro si è aggiunta anche la voce di Alda Vanzan con la rubrica quotidiana “Alda Frequenza, Politica e dintorni”. Veneziana, giornalista e scrittrice, firma de Il Gazzettino, si occupa di politica, cronaca, costume. Ha raccontato le elezioni che hanno fatto la storia del Veneto, i retroscena della vita dei partiti e firmato inchieste sui costi della politica e sulle “parentopoli” in società pubbliche, dalle autostrade alle aziende di trasporto.
Alda Vanzan
Veneziana, giornalista e scrittrice, firma de Il Gazzettino, si occupa di politica, cronaca, costume. Ha raccontato le elezioni che hanno fatto la storia del Veneto, i retroscena della vita dei partiti e firmato inchieste sui costi della politica e sulle “parentopoli” in società pubbliche, dalle autostrade alle aziende di trasporto
Grande l’attenzione di Radio Veneto24 per lo sport, grazie a una redazione dedicata che si occupa di informare sulle discipline più seguite ma anche sugli sport minori. A cura di Stefano Edel è l’appuntamento quotidiano con il calcio delle squadre venete di serie A, B e C. Appuntamenti settimanali sono poi dedicati alla pallavolo (serie A e B) con Giovannni Monforte e al Rugby veneto di serie A e B con Cristiano Aggio, che si occupa anche di raccontare il calcio veneto “minore”. Al basket dà voce Mirco Cavallin, a cui è affidato anche il riepilogo degli ap-
puntamenti del weekend sportivo, ogni sabato. Infine, spazio alle altre discipline sportive nella rubrica settimanale a cura di Monforte. Tra i contenuti quotidiani, trova anche spazio un appuntamento con il notiziario della giunta regionale del Veneto a cura dell’Agenzia Veneto Notizie. E poi spazio alle rubriche “Le buone abitudini” ed “Eventi e spettacoli”, mentre altre sono di imminente attivazione: Salute e Agricoltura. Insomma, il palinsesto già ricco è destinato a crescere ancora con l’unico obiettivo di informare, sotto ogni punto di vista.
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Regione
Lavoro, alimentazione, attività fisica: ricominciare nel segno del benessere
Si torna alla routine quotidiana
Settembre è un mese in genere difficile: ricomincia la routine quotidiana e, dopo le vacanze, è faticoso ritornare a mantenere i ritmi sostenuti della vita di tutti i giorni. La ripresa può essere impegnativa, a volte anche causa di stress – il lavoro, il traffico, le corseeppure qualche piccolo accorgimento per combattere la “sindrome da rientro” e ripartire ritrovando energia e motivazione può essere utile. Il rientro al lavoro e l’organizzazione delle giornate produttive, fra impegni scadenze e appuntamenti, sono passaggi che vanno affrontati gradualmente, per consentire a mente e fisico di riabituarsi alla routine pre-vacanza. Può essere una buona abitudine fare una programmazione compilando delle “to do lists”, “planning” con gli obiettivi da raggiungere nell’arco della giornata. Affinché si possa adempiere a tutti i compiti, è bene partire con pochi obiettivi e cercare di portarli a termine nel modo migliore possibile. E’ utile pensare al mese di settembre come un tempo per “carburare”, incrementando gradualmente la lista delle cose da fare, fino ad arrivare allo standard cui si è abituati. All’interno dei planning vanno inserite anche le attività lavorative. E’ stata dura riprendere a lavorare dopo un periodo di svago e ancora risulta faticoso mantenere i ritmi e gli orari di quando si è a pieno regime; il trucco è vivere questa fase con più serenità possibile, limitando l’ansia e cercando Prosegue alla pag. seguente
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SETTEMBRE 2023
“Sindrome da rientro”, i segreti per ripartire alla grande
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Buone pratiche. Anche l’Università di Padova fra le 139 organizzazioni mediche e scientifiche
Un’alleanza globale per incentivare l’attività fisica
Nello sport la salute. Si tratta di un impegno internazionale per intraprendere le azioni necessarie ad aumentare il livello di attività fisica e migliorare la salute dei singoli individui e delle intere comunità
Nello
sport la salute. E’ in estrema sintesi il messaggio che dal mondo scientifico e da quello medico viene sostenuto a gran voce per promuovere la pratica dell’attività fisica. E’ un trend confermato quello dell’aumento in tutto il mondo di malattie croniche non trasmissibili, tra cui la malattia coronarica, l’ictus, l’ipertensione arteriosa, il diabete tipo 2, la demenza, la depressione e i tumori. Spesso queste malattie sono associate a una mancanza di attività fisica. Ed è partendo dalle constatazioni di questi presupposti che 139 organizzazioni mediche e scientifiche, insieme a istituzioni sportive e governative si sono unite a sostegno di una “Alleanza globale per la promozione dell’attività fisica”, tra queste anche l’Università degli Studi di Padova. A livello globale, è stato riscontrato, i livelli di attività fisica nella popolazione sono inferiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Una mancanza o un’inadeguata quantità di attività fisica aumenta il rischio di morbilità e mortalità, peggiora la qualità della vita e aumenta i costi economici che gravano sulle persone e sulla società. In risposta a questa tendenza, nell’aprile 2021 numerose organizzazioni si sono riunite ad Amburgo, in Germania “sotto un unico ombrello”, e hanno firmato la “Hamburg Declaration”. Questa dichiarazione rappresenta un impegno internazionale per intraprendere le azioni necessarie ad aumentare il livello di attività fisica e migliorare la salute dei singoli individui e delle intere comunità. Esperti e organizzazioni stanno lavorando insieme come “Global Alliance for the Promotion of Physical Activity” per favorire il cambiamento a lungo termine del comportamento individuale e a livello di popolazione, collaborando con tutti gli stakeholder presenti nella comunità: ospedali attivi, specialisti dell’attività fisica, servizi per la comunità e operatori sanitari, tutti con lo scopo di raggiungere obiettivi di salute sostenibili per i loro pazienti/clienti.
La “Hamburg Declaration” chiama i responsa-
bili politici nazionali e internazionali ad adottare azioni concrete per promuovere l’attività fisica e l’esercizio fisico quotidiani a livello di popolazione e all’interno delle strutture sanitarie. Anche Padova adotta le indicazioni internazionali della Declaration, trovando nel Dipartimento di Medicina dell’Università impegno attivo per l’attuazione di linee guida volte a migliorare qualità e impegno dell’esercizio fisico quale indispensabile “attivatore” di salute.
“Exercise is Medicine Italy” sostiene la Dichiarazione di Amburgo per un’Alleanza Globale al fine di promuovere l’attività fisica. Il nostro obiettivo specifico in questa alleanza è implementare la valutazione dell’attività fisica e della fitness cardiorespiratoria nella routine clinica, per una prescrizione di esercizio adattato su misura, applicabile ai diversi contesti sanitari” spiegano i loro rappresentanti, i professori Roberto Vettor, Andrea Ermolao e Daniel Neunhaeuserer del Dipartimento di Medicina dell’Università.
“È ora che i medici considerino sempre l’attività fisica come un’opzione fondamentale nel quadro degli interventi terapeutici a fa-
vore dei pazienti» incalza il professor Fabio Pigozzi, Presidente della Federazione Internazionale di Medicina dello Sport e Professore di Medicina Interna e Prorettore dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”. “Gli ospedali e gli operatori sanitari dovrebbero avere lo scopo di raggiungere obiettivi di salute sostenibili a lungo termine, per garantire che i loro pazienti tornino a uno stile di vita sano e fisicamente attivo. Chiediamo ospedali attivi che si concentrino non solo sulle procedure e sui risultati a breve termine, ma anche sulla sostenibilità e sul futuro stile di vita dei pazienti” sono le parole del professor Juergen Steinacker, presidente della “Hamburg declaration”, presidente della “European Initiative for Exercise in Medicine” e Professore di Medicina presso l’ospedale universitario di Ulm. La “Hamburg declaration” è stata anche approvata dalla Commissione medico-scientifica del Comitato Internazionale Olimpico (CIO), presieduta dal Professor Uur Erdener, che sottolinea l’importanza dell’attività fisica per la salute pubblica.
I benefici effetti dello Yoga, non solo esercizi ma “stile di vita”
Sempre più praticato e proposto in vari contesti, lo Yoga non è solo un insieme di esercizi di stretching fisico ma un autentico “stile di vita” che racchiude innumerevoli benefici dal punto di vista fisico ma anche mentale. L’Ulss 2 Marca Trevigiana ha sottolineato l’importanza di questa pratica, già in occasione della Giornata internazionale dello Yoga lo scorso 21 giugno, e ora, che ci si appresta a riorganizzare le proprie attività, anche sportive, è bene tenere presente qualche informazione in più. Dal punto di vista culturale, lo Yoga è una pratica millenaria – informa l’Ulss 2 – che affonda le sue radici in India. E’ un’antica disciplina che si basa sulla filosofia vedica che ha influenzato, a sua volta, diverse culture, come quella induista e buddista. E’ una pratica adatta a tutti, indipendentemente dal livello di preparazione fisica e dall’età. Man mano che si progredisce nella pratica aumenta anche la consapevolezza di se
stessi, del proprio corpo, del respiro e dei pensieri, portando così un benessere a 360 gradi. Quali sono in pratica i benefici sul corpo? Sono molteplici, informa l’Ulss 2, a partire da una maggiore ossigenazione degli organi interni e dei tessuti. Oltre a migliorare la postura, la pratica dello Yoga ha la sua efficacia anche sulla circolazione sanguigna,
la pressione arteriosa e la stabilizzazione degli zuccheri nel sangue. Ci sono poi i benefeci effetti sulla mente: riduce l’ormone dello stress, il rischio di incidenza di depressione e ansia, grazie all’aumento di serotonina, e della somatizzazione. Inoltre, favorisce il controllo dell’iperattività e migliora la qualità del sonno.
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Svizzera
Ginevra “svela” il Big Bang nel nuovo Cern di Renzo Piano
di Renato Malaman
Il 7 ottobre sarà inaugurato l’atteso “Science Gateway”, il futuristico intreccio aereo di padiglioni firmato dal grande architetto italiano: accoglierà 300.000 visitatori all’anno. Un richiamo in più per conoscere la città elvetica, “regina” del suo lago, internazionale per vocazione, ma ancora legata alla tradizione nell’arte di orologi e cioccolato
Ilconto alla rovescia è iniziato: il 7 ottobre sarà inaugurato il nuovo Cern di Ginevra. Si chiamerà Science Gateway, il portale della scienza, e la firma è di quelle che lasciano il segno: Renzo Piano. La direttrice del Cern Fabiola Gianotti (prima italiana e prima donna a ricoprire tale ruolo) aveva contattato il grande architetto per una consulenza e lui ci ha fatto addirittura il progetto. Il nuovo padiglione del Cern sarà adibito alle visite (si calcola che i visitatori saranno oltre 300.000 all’anno), per avvicinare chi entra in questa sorta di ambiente fantascientifico alle origini dell’Universo. Il cantiere, gestito da aziende italiane (la Cimolai e il Gruppo Maltauro) e finanziato interamente da privati, è agli sgoccioli. Renzo Piano ha disegnato un ponte lungo 200 metri: sembra un laboratorio spaziale in atterraggio. Una metafora forte. Attraversa la strade e anche il confine tra Svizzera e Francia. Il Cern, creato a Ginevra nel 1954 (fra i 12 paesi fondatori figura l’Italia, che ha sempre svolto un ruolo di primo piano nelle attività di ricerca e la fa tuttora con oltre 2500 scienziati impegnati sui 17.000 complessivi), si trova nel villaggio di Meyrin ed è attualmente il più grande laboratorio di fisica nucleare del mondo. I cui risultati di ricerca, per il patto etico sottoscritto al momento della fondazione, devono essere trasparenti, escluderne l’utilizzo a fini militari e soprattutto devono essere condivisi. Al Cern, ad esempio, è stato creato il “www”, il World Wide Web che ha creato una rete mondiale di scambio di informazioni.
L’inglese Tim Berners-Lee l’aveva creata per uso interno e poi è diventata di tutti. Del mondo. Scienze Gateway condurrà per mano alla scoperta dei segreti del Big Bang, l’esplosione avvenuta 14 milioni di anni fa a cui si fa risalire l’origine dell’universo. Durò un infinitesimo di secondo e al Cern la stanno studiando attraverso lo scontro delle particelle più minute all’interno di acceleratori. Quello di ultima generazione è stato realizzato a 100 metri di profondità. E’ un tunnel a circuito dove i protoni, ad una temperatura miliardi di volte superiore a quella della Terra, si scontrano a una velocità vicina a quella della luce. E’ il meccanismo che ha portato, nel 2012 e sempre al Cern, alla scoperta del Bosone di Higgs, la “particella di Dio”. Qualcuno l’ha definito “il luogo più vicino al mistero dove l’uomo sia mai arrivato”. Cinque le sezioni del “Portale della Scienza” progettato da Renzo Piano, fra cui un auditorium che sarà intitolato a Sergio Marchionne. Darà spazio alle esposizioni temporanee e permanenti del Cern; sarà visibile anche una sezione dell’acceleratore di particelle che sta sotto terra, oltre ai risultati degli studi sul Big Bang. L’ambizione della direttrice Gianotti è di raccontare agli studenti (e ai visitatori) la bellezza e l’utilità della fisica per il futuro della scienza e dell’uomo. Naturalmente andare al Cern offre anche l’opportunità di visitare Ginevra. Città neutrale per natura, nel cuore dell’Europa. E per questo sede di molte istituzioni e organizzazioni internazionali. A cominciare dalla sede europea dell’ONU. Quasi un secolo prima a Ginevra (nel 1863, per opera di Henry Dunant) era sorta la Croce Rossa Internazionale, organizzazione umanitaria che assiste le vittime di conflitti armati e di altre situazioni di violenza. C’è un museo oggi a documentarne l’intensa
attività. Il simbolo della città è lo Jet d’Eau, il getto d’acqua nel lago che “spara” l’acqua a 140 metri d’altezza. Lo fa dal 1891. Ginevra è ancora la città di orologi, cioccolato e banche, come l’immaginario suggerisce. Il centro è una vetrina dell’arte del costruire (e del vendere) orologi; arte che è lunga secoli, come testimoniato dagli oltre 2500 pezzi unici esposti nel Museo Patek Philippe. Di musei Ginevra è ricca. Il MAMCO, il museo di arte moderna e contemporanea più grande della Svizzera, stimola l’immaginazione. Mentre quella al vicino MEG, il Museo Etnografico, offre un viaggio unico alla scoperta di usanze, tradizioni e ritualità quotidiane di popoli di tutto il mondo.. Interessante anche il Museo della Riforma, che ripercorre la svolta protestante operata da Calvino. Imperdibile anche la visita alla vicina Cattedrale di Saint Pierre, con la salita alle torri e la visita della sottostante area archeologica che documenta la chiesa delle origini. Un po’ di leggerezza la regala un viaggio a bordo di uno degli otto in stile Belle Epoque che solcano placidi il lago Lemano. Ha richiami poetici anche la visita al vicino villaggio di Carouge, che deve la sua fama all’architettura sabauda degli edifici del suo centro storico. Invita alla leggerezza anche l’escursione fra i vigneti della Chasselas, il famoso vino bianco locale, a bordo di “tuk tuk” ad alimentazione elettrica, con degustazioni in varie cantine. Il cioccolato è una tentazione costante a Ginevra e consci di questo irresistibile richiamo i cioccolatieri più famosi hanno proposto il Choco Pass, una sorta di “biglietto unico” a 30 euro, per fare tappa in tante cioccolaterie storiche.
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Turismo - Sì viaggiare
In alto, una panoramica del Lago di Ginevra con il famoso getto d’acqua, simbolo della città. A sinistra: lo “Science Gateway”, il nuovo padiglione del CERN, firmato da Renzo Piano; Sotto: un interno del laboratorio di fisica nucleare. A destra: la Cattedrale di Saint-Pierre, il cioccolato di Favarger e un momento dell’escursione fra i vigneti dello Chasselas.