del Miranese Sud
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Periodico d’informazione locale. Anno XXI n.18 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Maltempo Il Veneto deve risolvere il problema acqua pagg.
Elezioni Comunali, partono le candidature
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Mirano Via Dante, la protesta dei comitati
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www.lapiazzaweb.it
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EDITORIALE
Salta il concorso ippico in Villa Farsetti
Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi di Nicola Stievano
Il concorso ippico a Santa Maria di Sala non si farà. L’amministrazione comunale si è riunita e ha valutato le difficoltà economiche di realizzare questo evento, ed ha deciso di non fare la trentaseiesima edizione. pag. 17
Cultura, Un fine inverno con il jazz
Jazz in lungo e in largo, con appuntamenti per grandi e piccini. Sarà un fine inverno e un inizio primavera tutto da vivere per sei dei sette comuni del Miranese, che ospitano “il bello aiuta a crescere” di Ubi Jazz Winter Season... pag. 21 10%
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Aumenti, tutti entrano al casello di Crea Anche se da fine febbraio c’è un’agevolazione sul pedaggio fino al 20% per i pendolari usufruendo del servizio Telepass per un tratto non superiore a 50 km
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bbonamenti, agevolazioni, sconti, tanto caos e una sola certezza: tutti ormai scelgono Spinea. Ecco gli effetti del salasso autostradale di inizio anno, e ora anche dei tentativi di calmierarlo. Un pasticcio in piena regola, che sta creando solo disagi ai pendolari e uno spostamento del traffico dal casello di Mirano-Dolo a quello di Spinea sul Passante. Dalla fine di febbraio sono entrate in vigore le agevolazioni per i pendolari autostradali previste dall’accordo tra il Ministero dei trasporti presie-
duto e le concessionarie autostradali aderenti all’Aiscat. E’ prevista un’agevolazione sul pedaggio autostradale fino al 20% per i pendolari che usufruiscono del servizio Telepass per un tratto non superiore a 50 chilometri. La novità riguarda diversi tratti autostradali italiani e poco importa che convinca pochi o nessuno. Pietro Giordano, presidente di Adiconsum dichiara: “Sono sconti insufficienti e irrisori per i pendolari che dall’inizio dell’anno hanno subito aumenti dei pedaggi anche del 15%. Inoltre, esclude dal-
le agevolazioni intere tipologie di lavoratori, e stabilisce tempi brevissimi per la registrazione ai siti Telepass e delle concessionarie autostradali”. Nel Miranese c’è un problema in più. Tra Mestre e Padova est, dove maggiori sono stati gli aumenti a inizio anno, l’abbonamento del governo abbasserà la tariffa dai 2,80 euro fissati dal 1° gennaio a 2,24. Ai residenti di Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga però era già stata offerta un’agevolazione-sconto, dopo gli aumenti di pag. 14 inizio anno.
rmai è un dato di fatto, una tendenza confermata anno dopo anno. Ogni pioggia intensa, in qualsiasi periodo dell’anno, si trasforma il “allerta meteo” con la concreta possibilità che il sistema dei nostri fiumi entri in crisi in più punti contemporaneamente, provocando allagamenti tanto nei centri urbani quanto in aperta campagna. L’ultimo episodio è la prova che ormai il nostro territorio non è più in grado di reggere l’urto delle precipitazioni sempre più concentrate e intense. Se fino a qualche anno fa in queste occasioni si parlava di “evento eccezionale”, ora siamo di fronte se non alla norma, a fenomeni che si ripetono cono una certa frequenza, almeno due - tre volte nel corso dell’anno. Un fatto del quale bisogna prendere atto, evitando di trincerarsi dietro all’ineluttabilità del clima. Del resto le responsabilità delle emergenze continue e dell’ormai evidente dissesto idrogeologico non possono essere scaricate esclusivamente sulle “avverse condizioni meteo”, ma vanno individuate sull’impatto di decenni di espansione urbanistica, per molti aspetti selvaggia o quantomeno poco controllata, di sviluppo di infrastrutture che non è andato di pari passo con gli interventi su una rete idraulica e di scolo rimasta ferma agli inizi del Novecento, quando non addirittura peggiorate. continua a pag. 3
L’Intervento
“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di Lucio Tiozzo*
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ulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futuro. L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto puntualmente da chi ha governato e governa il Veneto da vent’anni, è stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimento ‘a fondo perduto’. *Capogruppo PD in Consiglio regionale
continua a pag.
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EDITORIALE
segue da pag.
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Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi
Incontri
16 mila pratiche in Provincia nel 2013
E’ stata pubblicata la relazione della direzione generale sui procedimenti di cui si è occupata la Provincia nel corso 2013. Cioè tutte quelle pratiche burocratiche avviate con la presentazione di una richiesta da parte dei cittadini o delle imprese veneziane: autorizzazioni, licenze, nulla osta, pareri, visti. Nell’anno 2013 sono stati complessivamente 16 mila 469 i procedimenti conclusi tra i 30 e i 60 giorni, di cui solo 46 procedimenti in ritardo, pari allo 0,27 del totale. Il risultato raggiunto è indice per la presidente Francesca Zaccariotto “da un lato di maggiore produttività del personale, dall’altro di una più efficace organizzazione generale”.
Girando fra i centri invasi o minacciati dall’acqua si sente spesso dire, per lo più dagli anziani: “Quando ero giovane vedevo scavare lungo i fiumi, adesso da molti, troppi, anni non si fa più”. Un luogo comune? In parte può essere, ma è un dato di fatto che i nostri fiumi sono stati lasciati in balia di sé stessi e quelli più fragili, come il Bacchiglione, per fare un esempio, ne risentono parecchio. Per non parlare di altri corsi d’acqua, dal Muson dei Sassi al Fratta Gorzone, che presentano un regime quasi torrentizio. L’alluvione del novembre del 2010 ha insegnato qualcosa e ha spinto la Regione ad investire sulle opere di prevenzione del rischio, a monte come a valle, mettendo in cantiere, non senza difficoltà in questo periodo di grave crisi economica, lavori che dovrebbero portare a qualche beneficio. La strada però è ancora lunga e tutta in salita, come ha dimostrato l’ultima emergenza. Il nostro territorio, dalla pedemontana al litorale, dal Polesine ai Colli Euganei, martoriati dalle frane che inghiottono vigneti e strade, è costellato da decine di criticità che possono avere conseguenze drammatiche durante le ondate di maltempo. Così, ancora una volta, prima bisogna cercare i soldi per riparare i danni e magari riconoscere anche qualcosa a chi ha avuto l’acqua in casa o ha riportato gravi conseguenze nella propria azienda. Di nuovo il denaro serve per intervenire dopo l’emergenza, rendendo ancora più impegnativo trovare le risorse per tutte le opere che dovrebbero invece servire a prevenire e a ridurre le calamità. Siamo comunque di fronte ad una maggiore coscienza civica su questo tema, dopo un lungo periodo di sostanziale indifferenza, perché ormai nessuno può dirsi veramente tranquillo di fronte alle conseguenze del dissesto idrogeologico, nessuno può chiamarsi fuori dalla responsabilità di tutelare il nostro territorio. di Nicola Stievano
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Miranese L’assessore provinciale Raffaele Speranzon ha premiato a Ca’ Corner, , il pilota di Burano Luca Tagliapietra che nei mesi scorsi si è laureato campione del mondo a Como nell’endurance classe S1, aggiudicandosi tutte le prove in programma. Il pilota di Burano, campione mondiale di motonautica è stato premiato nuovamente a Montecarlo dal principe Alberto di Monaco, presidente mondiale della Federazione mondiale di motonautica, in occasione di una cerimonia a hanno partecipato tutti i campioni del mondo nelle diverse categorie di motonautica. Erano presenti il delegato veneto del Fim Federazione italiana motonautica Paolo Meneghini e Aldo Benedetto Tagliapietra vicepresidente della scuderia che supporta il pilota
Mirano
economia
Il sindaco Pavanello chiede protezione con le telecamere pag. 9
Spinea
Va in pensione il maresciallo Favarin
Spinea
Provincia
pag.
Lotta ai mendicanti sulle strade pag.
ambiente
Territorio: Piani delle acque, previsti 240 interventi
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la mostra
Regione società
La protesta di artigiani, piccoli imprenditori e commercianti pag. 22
pag.
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Villa Pisani: Luce sulla Venezia di fine ‘800 pag. 30
Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete pagg. 26-27-28
sicurezza
Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni pag. 29
arte Al Museo Correr l’architettura di Léger pag.
Vongole, monitoraggi in laguna
Vongole, da marzo a settembre verranno monitorate con cadenza quindicinale le diverse aree della laguna veneziana. Con il Piano seme per le vongole relativo al 2014 messo a punto dalla società Gral (Grandi risorse alieutiche lagunari) partecipata dalla Provincia di Venezia, ci si propone di controllare i livelli di crescita della risorsa giovanile e verificare che non vi siano eventuali predazioni. Si terranno inoltre sotto controllo dimensioni e quantità. “Ritengo - ha commentato l’assessore provinciale alla Pesca Giuseppe Canali - che una ricerca del seme svolta in maniera scientifica e puntuale ci consenta non solo di essere immediatamente pronti alla sua raccolta, ma anche di non lasciarlo in balia di eventuali predazioni”.
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Premiato il pilota Tagliapietra
Da marzo a settembre
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Povertà e indigenza
distribuzione delle eccedenze: una rete
Azioni di aiuto per la povertà: verrà implementato e migliorato, anche attraverso la creazione di un sistema regionale efficace di rete e di gestione delle diverse forme di aiuto alle persone indigenti, il sistema di raccolta e distribuzione delle eccedenze alimentari. Un progetto regionale, discusso in Provincia di Venezia a fine febbraio, che - dopo l’istituzione da parte della Giunta del Veneto, del tavolo di lavoro in collaborazione con tutti i soggetti attivi sul fronte della solidarietà - prevede un programma formativo e informativo sugli interventi in materia di distribuzione delle eccedenze e di sostegno al disagio sociale. La Provincia di Venezia si è messa a disposizione per coordinare il territorio di competenza relativamente alle risorse, le persone e l’esperienza sul campo.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di
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Questa edizione raggiunge le zone di Mirano, Spinea, S.Maria di Sala per un numero complessivo di 16.394 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
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4 Argomento del mese TERRITORIO Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e il bellunese a causa della neve. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano). E’ piovuta molta più acqua che nel 2010. Non ci sono stati crolli arginali
Alluvioni, danni per oltre
di Alessandro Abbadir
Zaia: “Per la messa in sicurezza del territorio ci servono 2 miliardi 700 milioni”
L’Autorità di Bacino accusa: troppa cementificazione e un sistema di difesa idraulico fermo
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lluvioni in Veneto, danni per centinaia di milioni di euro (oltre mezzo miliardo) con oltre 130 territori comunali coinvolti dall’ondata di maltempo. Questo il bilancio fatto nelle scorse settimane da comuni, protezioni civili e Regione a fronte di eventi che hanno messo in ginocchio tantissime aree della nostra regione, e che si sono sviluppati lungo un inverno nevoso in montagna e piovoso in pianura. Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e per il problema della neve la montagna bellunese. Ma ecco la conta dei danni nello specifico presentata dal governatore Luca Zaia al Governo e al capo della protezione civile Franco Gabrielli, costo che si aggira sul mezzo miliardo di euro ma che al conto consuntivo sarà superata di molto. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e ancor più quelli alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano); quindi le famiglie e le attività produttive colpite da nevicate ed esondazioni (73 milioni); i dissesti idrogeologici (37 milioni); la rimozione di neve, lo smaltimento di rifiuti, gli interventi igienico-sanitari (15); le sofferenze dell’agricoltura (10); le operazioni di soccorso pre-
state dai vari corpi e dal personale civile (5). Tutto ciò senza tener conto dei contraccolpi alla stagione turistica invernale e dei disagi subìti dalla popolazione dell’area del bellunese a causa di nevicate di 4 metri. In ginocchio anche la rete turistica in pianura, basti pensare alle decine di alberghi nell’area di Montegrotto Terme, Terme Euganee e Tribano che sono stati messi direttamente fuori uso per settimane. E poi le alluvioni nel Portogruarese e le mareggiate sui litorali che hanno devastato chilometri di arenile a Jesolo e Sottomarina. Il governatore del Veneto sottolinea però che dal 2010 diverse cose sono state fatte. ”E’ piovuta molta più acqua che nel 2010 - spiega Luca Zaia - quando finirono allagati 150 km quadrati di territorio. Però i 925 interventi puntuali di ripristino, consolidamento e realizzazione di interventi di difesa idraulica attuati in questo triennio si sono per ora dimostrati decisivi. Non abbiamo avuto stavolta crolli arginali come allora. Ma i danni sono altissimi. “Gli allagamenti ci sono anche questa volta ma più limitati, con centinaia di famiglie evacuate e aziende in sofferenza. Ma il vero problema ogni volta è e sarà anche nel futuro, la tenuta degli argini. Con il piano straordinario successivo all’alluvione del 2010 la Regione ha erogato 24 milioni nel 2013 e ne
stanzierà ulteriori 100 milioni da qui al 2015. Noi abbiamo iniziato a lavorare sui primi bacini di espansione, ma per attuare integralmente un piano di messa in sicurezza ci servono 2 miliardi 700 milioni - spiega Zaia - a fronte dei quali come Regione riusciamo a reperire dai 50 ai 100 milioni l’anno: troppo poco. Lo Stato deve intervenire, il governo deve dimostrare coraggio e volontà di finanziare i grandi bacini di laminazione. Poi c’è anche un problema di burocrazia che è risolvibile, dando ai Presidenti di regione pieni poteri in tema di lavori pubblici”. ”I fenomeni atmosferici sono sempre più intensi e violenti per i cambiamenti climatici e a questo va aggiunta la trasformazione del territorio. La cementificazione del territorio produce che a parità di piogge le acque superficiali sono di più. Anche le piogge aumentano. E se questo è colpa del clima, la trasformazione del territorio è opera dell’uomo. C’è da sottolineare inoltre che la rete di difesa idraulica è quella del secolo scorso. Gli ultimi interventi sono stati fatti durante il fascismo e prevedevano difese per un territorio agricolo. Nel frattempo i campi sono diventati un’area metropolitana, capannoni, villette e cemento. Il sistema non regge più. Una rete più moderna aiuterebbe a ridurre l’emergenza”.
nel padovano
Assegnati 2 milioni di euro al Genio Civile
E
’ arrivata quest’anno parte dei fondi per le alluvioni del padovano del 2010. A gennaio infatti quasi due milioni di euro sono stati assegnati al Genio Civile di Padova per interventi urgenti finalizzati al ripristino di situazioni di particolare criticità, conseguenti ai danni provocati dall’alluvione del 2010. L’assegnazione, disposta con un provvedimento della giunta regionale su relazione dell’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte, rientra nel piano di assegnazione delle risorse finanziarie ripartite con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2013. Per il 2013 in tutta la Regione sono state destinate risorse per circa 10 milioni di euro “per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali in Veneto che hanno determinato l’esondazione di fiumi e torrenti, con conseguenti allagamenti di centri abitati e movimenti franosi, nonché gravi danni alle infrastrutture, agli edifici pubblici e privati e ai beni mobili, l’interruzione di collegamenti viari. Per il superamento dell’emergenza il governo aveva provveduto anche alla nomina di un Commissario delegato”. E’ stata rinviata a successivi provvedimenti la programmazione delle risorse relative alle annualità 2014 e 2015. A.A.
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Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Nel veneziano
e mezzo miliardo di euro Consorzi di bonifica Il presidente Giuseppe Romano indica quali sono le opere indispensabili
“Sicurezza idraulica, piano quinquennale da 1,3 miliardi per il Veneto” di Nicola Stievano
U spalla pag 5 per vene-
n piano di investimenti da un miliardo e 350 milioni, con centinaia di cantieri lungo i corsi dei fiumi per i prossimi cinque anni, per la sicurezza idraulica in Veneto. Lo chiedono i consorzi di bonifica, ricordando che i progetti ci sono già, ma è necessario recuperare le risorse. “Già dal 2010 - ricorda Giuseppe Romano, presidente dell’Unione Veneta Bonifiche - per garantire la difesa idraulica veneta i consorzi hanno presentato 629 progetti del valore di 1 miliardo e 350 milioni euro. E’ il più grande piano di difesa idraulica della Regione, prevede opere infrastrutturali necessarie come il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti idrovori, la realizzazione di casse di espansione per contenere le ondate di piena e di canali scolmatori o collettori, consolidamenti arginali e sistemazioni idrauliche; tutti interventi necessari la maggior sicurezza del nostro territorio”. Il sistema idraulico veneto è complesso e delicato, e oltre ai grandi fiumi comprende una rete di canali e corsi d’acqua minori che solcano l’intera pianura. Durante le allerte meteo sono almeno cinquecento uomini della bonifica impegnati a sorvegliare, 24 ore su 24, il livello dei fiumi, il funzionamento degli impianti e manufatti con l’impiego di circa un migliaio di mezzi e macchine operatrici (trattori, escavatori, pompe idrovore mobili), lungo le reti idrauliche. Inoltre, 400 impianti idrovori, grazie alle loro 1000 pompe, muovono 1milione e mezzo di litri d’acqua al secondo, continuando l’incessante attività di pompaggio per evitare la sommersione di ampie distese di territorio e per ripristinare le situazioni più critiche. I consorzi, dopo l’ultima emergenza maltempo, ribadiscono la necessità di destinare risorse al settore della difesa idraulica per la realizzazione di un grande piano, che preveda la concretizzazione delle grandi opere e delle infrastrutture necessarie.
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Richiesta dei comuni
“L’Idrovia va completata” A
llarme dissesto idrogeologico in diverse zone del veneziano, con allagamenti, e cedimenti di argini e fontanazzi. Nel Miranese nel Veneto Orientale, a Chioggia e Riviera del Brenta, questo inverno poco freddo, si è caratterizzato per una piovosità davvero insolita. I consorzi di bonifica si sono dati da fare e hanno cercato di mettere mano ai progetti e agli interventi per poter evitare negli anni a venire nuove emergenze. Un’opera che da anni è sul tavolo è il completamento dell’Idrovia Padova Venezia. I sindaci della Riviera del Brenta, puntano sul completamento dell’Idrovia Padova - Venezia per risolvere i problemi di sicurezza idraulica del comprensorio e chiedono che la Regione presenti entro l’anno, il progetto preliminare per la sua realizzazione. In questo clima, il Genio Civile nelle scorse settimane alla Conferenza dei sindaci a Camponogara, ha presentato tre studi di fattibilità, che puntano a mettere definitivamente in sicurezza il territorio da possibili allagamenti per esondazioni dei fiumi, e scarsa tenuta della rete idrica ed urbana. L’idrovia Padova-Venezia, completata, sarà lunga circa 28 chilometri, e di questi circa la metà sono già stati fatti agli inizi degli anni Sessanta. A Vigonovo e Gambarare sono stati realizzati anche tratti di canale con invasi d’acqua, chiuse e sbocco in laguna. L’ingegner Bruno Da Lio (Genio civile) ha così prospettato tre soluzioni. La prima dal costo di 100 milioni, prevede la realizzazione di un canale scolmatore. Un canale non navigabile che servirebbe solo allo scarico delle acque dal bacino del Padovano e dalle reti consortili dell’area. La seconda soluzione prospettata, prevede la costruzione di un canale navigabile di classe quinta (cioè largo dai 40 metri in su) costerebbe complessivamente 320 milioni di euro e permetterebbe il transito di chiatte di navigazione di standard europeo. La soluzione più completa del canale navigabile di “classe quinta super” prevede infine anche un sistema di noli e attracchi, sul modello di quelli presenti ad Amburgo in Germania o a Rotterdam in Olanda. Costerebbe complessivamente 460 milioni di euro. “I costi - ha spiegato Da Lio durante la conferenza potrebbero comunque anche essere abbattuti del 30% con bandi europei e accorgimenti specifici”. I consorzi di bonifica Acque Risorgive e Bacchiglione–Brenta presenti con i rispettivi direttori e i presidenti, hanno sottolineato come la soluzione idroviaria sia di fatto la più completa per la messa in sicurezza del territorio e possa non confliggere, anche in caso di attraversamento a raso degli altri fiumi, con il sistema complessivo idrico dei bacini. Insomma a detta dei tecnici con il completamento dell’Idrovia, risolverebbe anche il problema allagamenti in Riviera e nel Padovano. Il presidente della Conferenza dei sindaci Giampietro Menin e il sindaco di Campolongo Alessandro Campalto “sollecitano la Regione a presentare entro l’anno il completamento dell’Idrovia con canale navigabile, fornendo anche uno studio di impatto ambientale specifico”. Se il progetto non verrà presentato entro l’anno, infatti, si rischia di perdere i finanziamenti collegati ai bandi europei previsti per opere del genere. I sindaci hanno infine chiesto un’audizione in commissione regionale ambiente per esporre le loro convinzioni. Sulla vicenda interviene anche il comitato Opzione Zero con dei distinguo. “Siamo a favore della soluzione del completamento dell’idrovia Padova-Venezia - spiega il presidente del comitato Mattia Donadel - a patto che sia compiuto uno studio di impatto ambientale e idraulico dettagliato sulle conseguenze dell’opera in laguna. Siamo contrari invece all’idea di realizzare un canale scolmatore, che lascerebbe la possibilità di costruire una strada accanto al sedime idroviario”. Il completamento dell’Idrovia per Donadel ha i suoi rischi. “C’è il rischio, infatti - dice - che con l’idrovia si interri un chilometro e mezzo di laguna dalla foce, con i detriti in arrivo da Padova e Vicenza. Vanno poi valutati gli A.A. aspetti di intersezione idraulica con gli altri canali come il Novissimo”.
6 Approfondimento Elezioni amministrative Per la prima volta si vota con il doppio turno
Noale, liste ancora in alto mare
NEWS A Scorzè
Centrosinistra contro Mestriner
Il nuovo sistema, non obbliga ad alleanze vincolanti fin da subito di Alessandro Ragazzo
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ncora tutto in alto mare a Noale in vista delle elezioni comunali. Mentre scriviamo, nessuno ha ancora ufficializzato la sua candidatura a sindaco della città dei Tempesta, da guidare fino al 2019. Di certo la prossima tornata non sarà come tutte le altre, perché per la prima volta gli aventi diritto andranno alle urne con il sistema del doppio turno, avendo superato i 15 mila abitanti con il censimento del 2011. Questo cambierà anche il modo di porsi dei partiti al primo turno; non è detto che si siano subito alleanze, com’era quasi un obbligo prima, ed è probabile che molti partiti o liste decidano di intraprendere corsa a sé per poi fare la conta in un eventuale ballottaggio. Insomma, ci saranno nuove strategie ed è possibile che possano esserci più candidati, anziché i tre del 2009, ovvero Michele Celeghin, attuale sindaco, Carlo Zalunardo, suo predecessore, e Gianni Tegon. Celeghin sembra intenzionato a ripresentarsi ma non si scompone. “È ancora presto – fa sapere – e ora il mio obiettivo è continuare ad amministrare il Comune”. Alcune cose potrebbero cambiare rispetto a cinque anni fa e non è escluso che ci sia una squadra diversa da quella oggi in carica. Primo fra tutti, infatti, l’assessore alla Manutenzione Andrea Muffato, pronto
G Il municipio di Noale a lanciare una nuova sfida con un’altra lista. In questi anni è stato critico verso l’operato della giunta. Rimanendo sotto lo stesso tetto, ancora non si sa come si svilupperanno le intese con la Lega, ora nel gruppo di maggioranza. Si fa sempre più strada, invece, l’ipotesi di appoggio di Progetto dei Noalesi (Pdn), che in questi cinque anni era in Consiglio con il solo Gianni Tegon, e di Prima il Veneto. Sfruttando il doppio turno, è probabile che il Carroccio vada per conto proprio ed, eventualmente, si accordi per il ballottaggio, semmai ci dovesse essere. Ma il discorso fatto per la Lega, vale per tutti gli altri, che potrebbero decidere di presentarsi da soli e poi fare la conta alla chiusura del primo tur-
no. Dall’altra parte, con Uniti per rinnovare, sembra sempre più in pole position Patrizia Andreotti, anche se non si sa se con l’appoggio del Pd: potrebbe avere quello di Muffato. Ma lo scenario potrebbe allargarsi con altre civiche e ritorni, come quello dell’ex sindaco Mario Bonaventura con una sua lista e un ricambio generazionale. Anche la civica “Nero su bianco”, di Giacomo Pieretti, ha intenzione di essere della partita: anche lui in passato si era candidato come consigliere comunale. C’è, poi, il Movimento 5 Stelle, che si sta facendo conoscere e sta cercando di ottenere dei consensi tra la gente ma un nome su cui puntare, ancora non è stato fatto.
iovanni Battista Mestriner e Gigliola Scattolin. Sono questi due, almeno sinora mentre scriviamo, i candidati a sindaco di Scorzè per la prossima primavera. Il primo è quello uscente e in questi anni ha governato con il Pdl, Lega e Scorzè In lista, la seconda sarà il punto di forza del Pd. Avvocato, classe 1975, Giovanni Battista Mestriner in precedenza è stato anche presidente del Consiglio comunale. “Mi ripresento – spiega – perché non possiamo permetterci il lusso di tornare indietro agli anni dove contavano solo gli amici degli amici”. Le alleanze sono ancora tutte da decidere; primo interlocutore sarà il Carroccio, come successo in questi anni, ma poi non è escluso che si aggiunga anche qualche altra civica. Scattolin, classe 1968, è laureata in Scienze politiche, ha un master in Economia e Management della Sanità, e lavora all’Asl 9 di Treviso. Fino allo scorso autunno era segretario del Pd di Scorzè, poi sostituita da Alessandro Popaiz. Ora il partito non esclude le primarie di coalizione qualora ci fossero altri nomi: si parlerà con Idv e la lista Pizzolato-sindaco, con cui si è collaborato in questi cinque anni. Attesa anche per l’annuncio dei Movimento 5 Stelle, che presenterà un proprio candidato. A.R.
spinea Sono 4 i candidati sindaci
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fine febbraio sono già quattro i pretendenti alla poltrona di sindaco di Spinea. Le novità in realtà sono conferme: a sfidarsi sono ancora (anche se non l’hanno mai fatto alle urne) i grandi rivali degli ultimi 15 anni: Silvano Checchin e Claudio Tessari. Tra loro Massimo De Pieri rappresenterà per la prima volta a Spinea l’elettorato 5 Stelle. Nicola Barbiero infine incarna l’anima progressista del centrosinistra che non ha trovato l’accordo con il Pd, complice anche la rinuncia alle primarie. Potrebbero aggiungersi altri, come il nuovo candidato della lista annunciata da Edmondo Piazzi e Giovanni Da Lio. Intanto la sfida appare già interessante con i “big” scesi in campo. Silvano Checchin tenterà il bis: il sindaco uscente ha accettato di ricandidarsi per un secondo mandato, nonostante avesse preferito lasciar spazio ai giovani. Ricambio generazionale per ora sfumato, per indisponibilità delle nuove leve, i Democratici hanno così puntato tutto su Checchin e l’assessore Loredana Mainardi, in ottica di continuità pura. Alla fine Checchin ha sciolto le riserve: messi da parte i dubbi, ha accettato di correre per la riconferma, portando avanti i temi ancora in sospeso: opere complementari al Passante e ciclabili, nuova piazza di Spinea e città partecipata. Pochi giorni dopo anche lo storico rivale, Claudio Tessari, ha sciolto le riserve. Il suo nome circolava da tempo, a fine febbraio l’ex sindaco (dal 1999 al 2009) ha annunciato di essere il candidato del centrodestra con il sostegno di almeno quattro liste, a cui però potrebbero aggiun-
gersene altre: per ora Tessari è il candidato di Forza Italia, lista Claudio Tessari, lista Spinea Civica e movimento Prima il Veneto, con i fuoriusciti della Lega. Ne fa parte anche Fratelli d’Italia, rappresentata dal figliol prodigo Mauro Armelao, che 5 anni fa corse contro Tessari. La novità rispetto ai due sfidanti storici è il Movimento 5 stelle, che dopo aver guadagnato ballottaggi e consiglieri in mezzo Miranese, ci prova ora a Spinea, con l’intenzione di vincere, come a Mira, con l’uomo forte del movimento: Massimo De Pieri, coordinatore dei meetup del Miranese e di Martellago, in prima linea in questi anni in tante battaglie cittadine, come quelle contro la discarica di via Prati, le osservazioni al Pat di Spinea, i comitati contro la bretella tra via Martiri e via Capitanio e il coordinamento Spinea ciclabile. Infine Nicola Barbiero, il più giovane, corre sostenuto dai progressisti del centrosinistra che non hanno trovato un accordo col Pd, in una lista denominata Buongiorno Spinea. Raccoglie anime della società civile, vicine all’Italia dei valori, sinistra e socialisti, che accusano il Pd di non aver voluto il confronto delle primarie. F.D.G.
8 Mirano L’Intervento
Territorio
“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco”
Area nord I residenti di via Dante puntano il dito contro il traffico
Viabilità, comitati contro
di Lucio Tiozzo*
segue da pag.
di Filippo De Gaspari
T
I dati: sulla strada passano quindicimila veicoli al giorno, e per il 90% sono traffico di attraversamento
ornano alla carica i comitati dell’area nord di Mirano. Il Coordinamento spontaneo per la salvaguardia del territorio del quartiere via Dantevia Villafranca lancia l’allarme traffico: “Situazione allarmante, esasperante e invivibile”. Dito puntato contro il solito traffico di attraversamento, che forse potrebbe essere addirittura aumentato (lo diranno i primi rilevamenti) in questo inizio 2014, complice anche l’aumento delle tariffe autostradali al casello di Vetrego, che hanno provocato il riversamento di parte del traffico pendolare, lungo la viabilità ordinaria. Per quanto si trovi in pieno centro urbano, via Dante rimane l’unica via di accesso all’area nord del comune, di collegamento anche con i territori di Salzano, Noale e Scorzè. Lungo l’elenco dei disagi patiti dai residenti di via Dante sud (smog, inquinamento acustico, stress e danni agli edifici provocati dalle continue vibrazioni), che però questa volta, assieme alla denuncia dei problemi, accompagnano anche una proposta. Se da un lato gli abitanti tornano a lamentare volumi di traffico fuori ogni limite di tolleranza, il comitato avanza anche una possibile soluzione. Si tratta di un anello tra il quartiere Dante e la Fossa, dove sta per arrivare una rotatoria samento e nel contempo, creare corsie preferenziali tra via Miranese e via Vittoria, nel contesto della per i bus di linea e piste ciclabili. Una, ovviamente, lottizzazione ex Iveco: una soluzione che permet- proprio in via Dante sud, collegando così la ciclaterà la svolta a sinistra per chi bile lungo il canale Taglio con arriva dal centro di Mirano. In L’Arpav ha segnalato la zona ospedale e il Muson a pratica il comitato di quartiere nella zona tra il Taglio nord. “Ipotesi da valutare - seDante sud chiede al Comune di e il Muson un forte condo il portavoce del comitaallargare la zona dei sensi unici inquinamento to Stefano Bonato - con una attorno all’ospedale, fino alla acustico preghiera: quella di non aspetFossa, coinvolgendo via Dante tare il morto per trovare delle sud, via della Vittoria e via Miranese. Secondo il soluzioni. Per ben due volte l’Arpav ha segnalato comitato si potrebbe in questo modo creare una un forte inquinamento acustico derivato dall’intenrete di sensi unici sulle strade interne del quartiere, so traffico dei mezzi, valori fuori norma anche per evitando possibili scorciatoie dal traffico di attraver- quanto riguarda il piano acustico comunale”.
NEWS
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Una mappa della nuova viabilità (Fonte: Comitato via Dante)
Per il comitato la situazione di via Dante sud è “drammatica”: “Quindicimila veicoli al giorno, quando in Romea ne transitano 18 mila, e per il 90% sono traffico di attraversamento, senza contare i 223 autobus che passano ogni giorno. L’apertura del casello di Crea e quello di Vetrego, hanno trasformato questa strada residenziale del centro storico in una tangenziale”. Un problema conosciuto molto bene dal Comune, che ha chiesto a Cav, Concessioni autostradali venete, i dati dei flussi di traffico ai caselli, prima e dopo gli aumenti tariffari. Arriveranno però solo ad aprile. In realtà un primo aumento “a occhio” sembra già esserci stato, soprattutto in centro.
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Un errore fatale per due motivi. Da un lato perché l’incuria e la scarsa manutenzione hanno trasformato anche gli eventi atmosferici di media portata in una spada di Damocle calamitosa. Dall’altro perché si è rivelata tremendamente miope la visione di chi non ha mai considerato la tutela ambientale come risorsa, come garanzia di una tenuta economica e produttiva di un intero territorio: basti pensare a quante famiglie e aziende sono state irrimediabilmente messe in ginocchio a causa di un’alluvione. Cambiare passo significa spostare le logiche di gigantismo che, fisicamente, hanno intasato fino all’inverosimile la terra veneta in direzione dell’unica, vera, grande opera che doverosamente deve essere ora compiuta, rendendo sicure, compatibili con l’ambiente ed ugualmente produttive le nostre terre. Questo lo si può fare approvando una nuova legge regionale contro il consumo del suolo, proposta che il PD ha presentato da mesi. Ma anche puntando su norme urbanistiche, anche importanti per l’economia locale, come il Piano Casa, che non privino comunque le amministrazioni locali del loro compito di vigilare su ogni forma di speculazione dannosa per il territorio stesso. Di sicuro è indispensabile mettere a disposizione le risorse: per la voce ‘Tutela del territorio’ la Giunta Zaia aveva previsto per il 2014 uno stanziamento di 166,8 milioni. Praticamente gli stessi soldi del 2013 (165,9 milioni) e addirittura meno di quelli stanziati nel 2012 (175,6 milioni). E’ evidente che così non va e che si debba fare uno sforzo straordinario per aumentare di molto questa cifra. Il PD ha proposto un piano di investimenti decennale: 100 milioni in più, rispetto alla proposta della Giunta, nel 2014 e 50 milioni per ognuno dei successivi nove anni, da destinare esclusivamente ad opere infrastrutturali straordinarie di difesa permanente, che esulano dall’ordinaria manutenzione. Basti pensare ai bacini di laminazione, piuttosto che alle barriere subacquee per la tutela degli arenili, per i quali ormai la periodica attività di ripascimento si rivela dispendiosa ed insufficiente. Il presidente Zaia non si limiti ad invocare finanziamenti statali, gli stessi che peraltro hanno consentito di realizzare una parte di interventi negli ultimi anni: decida di fare la propria parte e di investire per il futuro del Veneto. * Capogruppo PD in Consiglio regionale
Miranese Volley
Il mondo del commercio in aiuto dello sport
iutiamoci con la Miranese Volley”. Si chiama così l’abbraccio avvenuto a Mirano tra il mondo dello sport e il commercio. Lo slogan dà il nome a un progetto che vede il negoziante ottenere, in cambio di un “piccolo” contributo, visibilità del proprio marchio (su striscioni da posizionare nelle palestre durante le partite della società e la comparsa a rotazione nel sito istituzionale dell’associazione sportiva). In cambio il negozio offrirà sconti agli atleti del volley e alle loro famiglie. L’idea è
nata in collaborazione con la Confcommercio del Miranese e parte dal presupposto che, vista l’attuale crisi economica, sia importante per le attività commerciali locali avere clienti che entrino in negozio invogliati da un possibile risparmio. L’idea in realtà è semplice e affianca alle normali sponsorizzazioni sportive un accordo che prevede sconti nei negozi convenzionati. In pratica l’atleta e la sua famiglia andranno a fare la spesa dallo sponsor, usufruendo così degli sconti previsti dalla convenzione. A guadagnarci
saranno sia la Miranese volley, che i commercianti aderenti. Il negoziante riconoscerà agli aventi diritto lo sconto attraverso una card realizzata ad hoc, mentre le famiglie degli associati potranno capire se il negozio farà loro uno sconto da una vetrofania applicata all’ingresso. Sarà inoltre aggiornata una pagina web con tutti i negozi aderenti. “Un’iniziativa lodevole da parte della Miranese Volley - dichiara l’assessore alle Politiche per lo sport Cristian Zara - e ringrazio la Confcommercio per averla condivisa
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Mirano 9 Amministrazione Il sindaco Maria Rosa Pavanello preoccupata
“Sono stata minacciata, voglio protezione” Piazzata in municipio una telecamera davanti all’ufficio del sindaco contro possibili aggressioni di Filippo De Gaspari
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inacce al sindaco, installata una telecamera fuori dal suo ufficio. E a Mirano scoppia la polemica. Dall’opposizione in tre chiedono se quell’occhio elettronico puntato sul corridoio del municipio, in luogo di passaggio, rispetti tutte le regole sulla privacy di cittadini e dipendenti. Maria Rosa Pavanello non presta il fianco alle polemiche, spiega però il perché della nuova telecamera “personale” e soprattutto il suo utilizzo. “L’ho chiesta dopo alcuni ingressi non controllati che si sono ripetuti più volte da parte di persone che sono arrivate anche a minacciarmi – spie-
Strutture
ga il sindaco –. In realtà mi sono preoccupata molto quando è salito alle cronaca il caso del sindaco di Cardano al Campo (in provincia di Varese, ndr), Laura Prati, uccisa da un dipendente sospeso dal servizio. Anche io ho ricevuto minacce, diventate poi appostamenti fuori dal mio ufficio”. Pavanello spiega che spesso si ferma in comune oltre l’orario di lavoro dei dipendenti, rimanendo sola al primo piano del municipio e in città non sono passati inosservati a dipendenti e cittadini alcune sfuriate di miranesi nell’ufficio del sindaco o in altri uffici, che,
anche negli anni scorsi, avrebbero potuto degenerare. Come accadde per esempio quattro anni fa, quando un cittadino albanese venne alle mani con i dipendenti, aggredendo anche l’allora vicesindaco Alberto Semenzato e il comandante dei vigili Stefano Sorato, dopo essersi visto rifiutare la concessione di un alloggio. “Ho chiesto ai tecnici di trovare una soluzione di apertura elettronica e controllata della porta dell’ufficio del sindaco - spiega Pavanello - quello installato è poco più di un videocitofono, che tra l’altro uso solo quando sono sola
Nuovo centro per il rugby
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Mirano arriverà un moderno centro di formazione e avvio al rugby: una sorta di cittadella della palla ovale, con due ulteriori campi da gioco, una foresteria con alloggi e spogliatoi e un centro di formazione con tanto di sala convegni, centro di medicina sportiva e psicologia dello sport. Lo ha deci-
Il municipio di Mirano, nella foto piccola il sindaco Maria Rosa Pavanello in municipio”. Il dispositivo è composto da una telecamerina puntata in corridoio, collegata a un monitor sulla scrivania del sindaco e una serratura comandata a distanza. Il costo del dispositivo è di 1900 euro. Rimane l’interrogazione delle minoranze indirizzata all’assessore alla Sicurezza Lauro Simeoni: “Spieghi come la videosorveglianza rispetta tutte le norme di legge in materia di tutela della privacy dei cittadini che
so la giunta, accogliendo così la richiesta della società Mirano Rugby. La città dunque sarà ancor più la culla dei campioni, dopo aver dato i natali sportivi a due nuovi talenti della nazionale azzurra come Francesco Minto e Michele Campagnaro. Il complesso sorgerà alle spalle degli attuali campi da rugby, in via Matteotti, a fianco degli istituti scolastici. Comprenderà al suo interno le strutture sportive già esistenti, tra cui lo stadio del rugby, il bocciodromo e i campi di allenamento o di base e
accedono alla casa comunale - hanno chiesto Giampietro Saccon (Prima il Veneto), Marco Marchiori (Movimento 5 stelle) e Marina Balleello (Pdl) - quali provvedimenti siano stati assunti per adempiere alle prescrizioni obbligatorie in caso di videosorveglianza di spazi pubblici e se è stata data la giusta rilevanza al fatto che il videocontrollo avviene all’interno di un luogo di lavoro, con tutte le conseguenti implicazioni per i dipendenti comunali”.
costerà tra i 4 e i 6 milioni di euro, anche se serviranno alcuni anni prima di poter utilizzare le strutture. Il progetto in realtà non è nuovo: se ne parlava già quand’era sindaco Roberto Cappelletto, ma allora il progetto di un centro sportivo di eccellenza per il rugby era stato pensato in via Zinelli, nei terreni dell’ente Mariutto. Non se ne fece nulla, anche per le difficoltà di trovare un accordo. Ora l’ok della giunta rilancia sogni e progetti di riportare Mirano nel rugby che conta. F.D.G.
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10 Mirano Urbanistica Ecco il primo documento di pianificazione con i contributi dei cittadini
Pat, è in arrivo la piazza delle idee di Filippo De Gaspari
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rogettata la “Piazza delle idee”, il primo percorso di integrazione del documento preliminare del Pat, il Piano di assetto del territorio, che raccoglie i contributi dei cittadini che hanno aderito al percorso di partecipazione voluto dal Comune. Si tratta del primo progetto di pianificazione della città che parte dalle osservazioni di associazioni e comitati, in vista della progettazione della Mirano futura sotto diversi profili, dal turismo alla valorizzazione storico-culturale, dalla sostenibilità all’urbanistica, dalla mobilità alle attività produttive. A inizio febbraio è stata presentata la Carta dei valori, che sintetizza tutte le osservazioni e le richieste portate da chi ha partecipato all’iniziativa. La Carta integra il documento preliminare del Pat con valori e principi che i partecipanti ai laboratori (cittadini, rappresentanti di associazioni e comitati) chiedono vengano messi alla base della pianificazione territoriale della Mirano del futuro. Individuate otto aree tematiche principali, affrontate da altrettante schede nel documento. Ogni scheda è suddivisa in tre sezioni: l’analisi, che riporta la valutazione sulla situazione attuale dell’argomento analizzato, come emerso dalle singole valutazioni dei partecipanti, l’obiettivo, che esprime la sintesi degli obiettivi generali individuati e le modalità, che prospettano alcuni aspetti applicativi, per intervenire e raggiungere l’obiettivo prefissato. La prima scheda, “Mirano città sostenibile”, ha come obiettivo qualità della vita e sostenibilità ambientale. La seconda si concentra sugli interventi per centro urbano
La prima scheda “Mirano città sostenibile” ha come obiettivo la qualità della vita del capoluogo e frazioni. Quella dedicata al “Patrimonio storico” contiene proposte per conservazione e valorizzazione dell’eredità storica e artistica di cui dispone la città. La quarta scheda è dedicata al sempre maggior sviluppo di una mobilità leggera, “lenta”, più sostenibile. La quinta area su cui si è ragionato, è il contenitore della attività produttive, “Produzione, agricoltura e servizi di qualità”: vi compaiono le idee per regolare e sostenere il complesso di attività produttive e di servizi connessi che determinano, tra le altre cose, qualità della vita e dell’abitato, nel capoluogo come nelle frazioni. In “Polo turismo lento (slow)” si descrive il tipo di turismo che potrebbe essere ideale per Mirano (cicloturistico, culturale, storico-archeologico) e se ne elencano possibili fattori di realizzazione. La scheda numero sette è dedicata al “Parco culturale del Graticolato romano”, una realtà che potrebbe
La Carta dei valori integra il documento preliminare del Pat, sono state individuate otto aree tematiche
Il centro di Mirano
essere un formidabile volano per lo sviluppo tanto dell’attività turistica quanto di quella commerciale. L’ultima sezione è dedicata alle realizzazione di un sistema informativo (“osservatorio”) per l’osservazione continua e il monitoraggio dell’attuale situazione socioeconomica. Il percorso della Carta dei valori prevede ora un passaggio in giunta e Consiglio comunale e, a seguire, la presentazione pubblica a tutti i cittadini.
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Banca Popolare di Vicenza: presso la filiale di Noale servizi e prodotti per privati, famiglie e piccole medie imprese. La filiale di Noale, aperta ad ottobre del 2011, è ubicata in Piazzetta del Grano all’interno dello storico Palazzo del Commercio e rappresenta un solido punto di riferimento per famiglie e imprese. L’Istituto, infatti, continua a sostenere le PMI e i privati facilitando l’accesso al credito e supportando i clienti con strumenti finanziari studiati su misura per loro esigenze, riservando un’attenzione particolare al benessere della collettività. Stefano Bolzonella, originario di Noale, lavora in Banca Popolare di Vicenza dal 1998. Dirige la filiale di Noale dalla sua apertura, coadiuvato da 5 collaboratori: Barbara Cellammare, Biagio Carbone, Marco Ricci, Nicola Furlanetto e Linda Furlan.
quando le filiali sono chiuse. Alle famiglie e ai privati proponiamo i conti corrente denominati SemprePiù presenti in varie tipologie, a seconda delle diverse necessità dei clienti, mentre per i giovani, sia gli studenti che i lavoratori, abbiamo ideato il conto FeelFree, in grado di rispondere alle loro esigenze pratiche. Ai nostri oltre 90.000 Soci, dei quali 2.905 residenti a Venezia, riserviamo la gamma di conti corrente SocioPiù a condizioni dedicate e particolarmente vantaggiose. Abbiamo, inolCosa offre Banca Popolare di Vicenza alle impre- tre, interessanti soluzioni ad alto rendimento per clienti già acquisiti e nuovi clienti sia in filiale che sul web. se di Noale? giuntura economica. In provincia di Venezia, nel periodo fra dicembre 2008 e settembre 2013, gli impieghi vivi commerciali del Gruppo BPVi hanno evidenziato un incremento del 21%, a fronte del calo del 2,6% registrato dal Sistema. Nel 2013 la Banca ha erogato, nella provincia, oltre 1.000 nuovi finanziamenti per un ammontare di circa 95 milioni di euro, dei quali l’88% è stato destinato a famiglie e piccole e medie imprese.
Il tessuto economico-produttivo di Noale è particolarmente vario: sono presenti buona parte delle fasce merChiediamo a Stefano Bolzonella quali sono i punti ceologiche quali commercio, industria ed artigianato. Grazie ai numerosi accordi e convenzioni con Enti ed di forza di Banca Popolare di Vicenza. Associazioni di Categoria, la Banca persegue un imporBanca Popolare di Vicenza, con circa 690 punti vendita tante programma di sostegno alle PMI. Per agevolare le distribuiti in tutta Italia, svolge la propria attività com- esportazioni delle aziende nei paesi a maggior crescita, merciale con particolare attenzione al sostegno di fa- l’Istituto ha stanziato uno speciale plafond estero ed, miglie e imprese ed ha un ruolo attivo nel favorire la inoltre, supporta le imprese, in particolar modo quelle ripresa, l’innovazione e l’internazionalizzazione delle che investono in innovazione, per favorirne la ripresa. PMI italiane. Il rapporto con le imprese del territorio si Banca Popolare di Vicenza, per la gestione operativa è, inoltre, ulteriormente consolidato a seguito della re- quotidiana delle imprese, mette, inoltre, a disposiziocente riorganizzazione territoriale del Gruppo, grazie alla ne SemprePiù Impresa, un conto corrente completo e tempestività nei tempi di risposta, l’offerta di servizi ad dinamico per gestire in modo semplice le necessità alto valore aggiunto e ad una grande capacità di “fare si- bancarie delle aziende, e che viene personalizzato con stema” con gli operatori economici del territorio. Siamo programmi dedicati ai diversi settori: Professionisti, presenti nella regione Veneto con 258 filiali, di cui 26 Commercianti, Piccole Aziende, Artigiani, Agricoltori sportelli nella provincia di Venezia: una copertura ca- e Farmacisti. Prestiamo una particolare attenzione alle pillare che ci permette di essere sempre vicini e attenti start up, a conferma dell’impegno che il Gruppo BPVi ha alle esigenze della nostra clientela. Banca Popolare di nei confronti delle imprese che investono in innovazione Molti prodotti e servizi, ma qual è il vostro rapporVicenza a dicembre del 2013, in provincia di Venezia, ha e tecnologia. Ai numerosi esercizi commerciali la Banca to con i risparmiatori e gli imprenditori di Noale? dedica l’offerta Pos-sibile a condizioni particolarmente oltre 35 mila clienti e più di 22 mila conti correnti. Il rapporto personale e di fiducia con i nostri clienti è vantaggiose sul servizio Pos. molto importante. I Direttori di filiale rappresentano, E' un momento delicato e difficile per l'economia. infatti, I'interlocutore privilegiato della nostra clientela, In che modo Banca Popolare di Vicenza sostiene E alle famiglie? con poteri e deleghe per poter risolvere i problemi velol’economia di Noale? L'Istituto mette a disposizione una notevole varietà di cemente e direttamente proponendo soluzioni personaBanca Popolare di Vicenza si conferma banca del territo- prodotti innovativi, in grado di soddisfare le esigenze lizzate. Banca Popolare di Vicenza, fedele al suo essere rio attenta al benessere della collettività: continua, infat- dei singoli segmenti di clientela, e, inoltre, è orientato vera banca popolare, mantiene un costante e concreto ti, a sostenere fortemente sia le aziende che le famiglie allo sviluppo di servizi on-line che permettono ai clienti rapporto con il territorio. in particolar modo in questo momento difficile di con- di operare con la Banca in qualsiasi momento, anche
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12 Spinea Territorio Inaugurata la prima pietra della nuova via Roma, in futuro “piazza Roma”
Una piazza lunga un chilometro Gli estremi dell’area in questione saranno da un lato, la zona di Santa Bertilla dall’altro piazza Marconi di Filippo De Gaspari
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Spinea tiene banco il tema della piazza. Sicuro argomento della prossima campagna elettorale, in città prova a fare i primi passi la giunta in carica. Silvano Checchin e i suoi partono dalle piste ciclabili e …dalle università. E’ lo studio dei futuri architetti dello Iuav a fare i primi passi in questi mesi, con il progetto: “Una piazza lunga un chilometro”. Ma non sarà questa, o non solo almeno, la strada da seguire. Nelle scorse settimane Checchin ha inaugurato la pista ciclabile di via Roma, contestata dalle minoranze, celebrata dai suoi: il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sottosegretario del governo, Pier Paolo Baretta e appare molto più di una semplice inaugurazione di un’opera pubblica. “Questa strada diventerà una piazza - ha spiegato Checchin - è la nostra idea di città: la porteremo avanti con il confronto, insieme ad altre opere in arrivo, tra cui la tangenziale nord e le nuove piste ciclabili appena approvate da Veneto Strade e soprattutto dati e rilevamenti che ci permettano di realizzare un piano urbano del traffico”. L’ambizione della maggioranza è nota: per il Comune, quella appena inaugurata è la prima pietra della nuova via Roma, in futuro possibile “piazza Roma”. Il progetto è stato realizzato dagli studenti di Architettura dello Iuav di Venezia e si intitola, appunto, “Una piazza lunga un chilometro”. Gli estremi saranno da un lato la zona di Santa Bertilla, dall’altro piazza Marconi: diventerà la caratteristica di Spinea, che un centro vero non l’ha mai avuto, ma si è sviluppata attorno a una strada che oggi fa rima soprattutto con “traffico”. La giunta Checchin vuole in questi ultimi mesi di mandato accelerare il completamento della tangenziale nord, ormai a buon punto, dopo lo sblocco dell’impasse ai confini con il comune di Venezia: servirà a dirottare il traffico di attraversamento fuori dalla direttrice
Piazza Marconi Miranese e una volta liberata dalle auto, via Roma potrà trasformarsi in piazza. Sarà stretta e lunga, all’incirca mille metri, collegando tutti i centri di interesse dalla città: la nuova piazza Santa Bertilla con la sua chiesa, la biblioteca e il cinema Bersaglieri, il municipio, piazza Fermi, piazza Marconi e la chiesa di San Vito e Modesto. A collegarli una via Roma in versione urbana, incentrata su piste ciclabili e percorsi pedonali. “Pedoni e biciclette avranno la precedenza - spiega Checchin - non c’è ancora un progetto su come realizzare questo obiettivo, ma il disegno urbanistico va in questa direzione”. Tra le ipotesi si discute su uno o più tratti di ztl, zone a traffico limitato, magari solo in determinati orari: perché il traffico interno, anche se dai dati Iuav è solo la metà di quello di attraversamento, non potrà essere eliminato del tutto. Potrebbe essere presa in considerazione anche una diversa pavimentazione, mentre quasi certamente la velocità delle auto sarà ridotta a 30 chilometri orari, come previsto già in molte città europee. Ogni decisione spetterà comunque alla prossima giunta.
sicurezza Difesa per donne
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icurezza in città, sicurezza per le donne. Ha riscosso un successo inaspettato il corso “Difesa donna” che si è concluso il 4 febbraio, in dieci lezioni, con il patrocinio del Comune e degli assessorati alle Pari opportunità e dello Sport. Hanno partecipato addirittura in 150, donne, ragazze, anche bambine, per imparare le più efficaci tecniche di autodifesa dalle aggressioni violente, scippi, rapine. Partecipanti di tutte le età, in cerca di coniugare sport e autotutela dai sempre maggiori pericoli della strada. Evidentemente un tema molto sentito in città, tanto che i promotori hanno deciso di ripetere il corso, anche in questo mese di marzo, quello tradizionalmente dedicato alla donna. Motivo per riflettere, sulla violenza di genere e sulle buone prassi, anche fisiche, per estirparla. Un legame, quello tra violenza contro le donne e tecniche di autodifesa, che dunque è sempre più ricercato in una città dove anche nelle ultime settimane non sono mancati episodi di violenza e criminalità in centro, alcuni diretti proprio contro le donne, considerate più indifese e soggetti vulnerabili. Il corso “Difesa donna” era stato organizzato una prima volta in vista della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” ed è stato tenuto dal maestro “sesto dan” Rocco Fiore, attuale docente per il Veneto della Fijlkam, la Federazione italiana judo lotta karate e arti marziali affiliata al Coni. Fiore è anche figura di spicco della società Bikami Karate Spinea Asd e ha visto partecipare al suo corso ben 150 ragazze e signore dai 10
NEWS Solidarietà
in tutto 974 donazioni all’Avis
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omenica 16 febbraio, in municipio a Spinea, si è svolta l’assemblea annuale dei donatori di sangue dell’Avis. I lavori sono stati aperti dal presidente Giuseppe Barba con il saluto ai donatori, al consigliere provinciale Massimo Schiavon, al sindaco di Spinea Silvano Checchin e ai suoi assessori, ai medici trasfusionisti Giovanni Di Luciano, Federico Manente e Martina Musto. Il 2013 è stato per l’Avis di Spinea un anno ricco di attività e soddisfazioni: 561 i donatori attualmente in forze alla sezione, con un incremento di cinquanta nuovi iscritti, metà dei quali di età inferiore ai 28 anni. Tutti hanno contribuito alla raccolta provinciale con 974 donazioni di sangue. “L’assemblea – ha spiegato Barba – è un’occasione per sintetizzare gli obiettivi raggiunti grazie all’impegno di tutto il gruppo dirigente che, nonostante le difficoltà incontrate per la mancanza della sede, dopo il crollo della copertura di un anno fa che ha reso inagibile il fabbricato e impossibile usufruire delle attrezzature, dei mezzi e dei dati associativi, ha comunque svolto una intensa attività con ottimi risultati, a testimonianza dell’importanza del lavoro di sensibilizzazione portato alla cittadinanza e nelle scuole del territorio. Non ci accontentiamo – ha proseguito poi il presidente, annunciando gli obiettivi che la sezione intende raggiungere nel nuovo anno – consapevoli che il nostro lavoro è un efficace stimolo allo sviluppo e alla sensibilizzazione della cultura della donazione del sangue”. F.D.G.
NEWS Infrastrutture
La Romea commerciale fa paura
In terza commissione provinciale la Lega Nord ha proposto l’innesto sul Passante
L ai 65 anni. L’attività è stata, organizzata, in accordo con il Comune egli assessorati competenti, per sostenere e rafforzare la sicurezza delle donne. Sono state trattate situazioni concrete risolvibili con tecniche efficaci e applicabili con pochissimo sforzo, adatte a donne e ragazze e puntando prima di tutto sulla prevenzione, poi su tecniche di difesa verbale, mirate a dissuadere e scoraggiare l’aggressore ad entrare in azione e quindi sulla difesa reale, cioè fisica. Anche il nuovo corso, come quello concluso a inizio febbraio, è dedicato a tutte le donne, anche senza preparazione atletica, che vogliono essere più sicure e consapevoli dei pericoli che possono incontrare e dei metodi per evitarli e risolverli. In modo particolare vengono analizzati casi di attacco alle spalle, a terra, in punti vitali, in spazi limitati, in auto, in situazioni di più aggressori, contro armi. Tutto con pochi principi base applicabili sempre. Il corso prevede una lezione di prova. Basta presentarsi in tenuta sportiva. Per info e-mail è possibile scrivere direttamente alla società, all’indirizzo: bikamikaF.D.G. rate@yahoo.it.
a nuova Romea commerciale fa paura anche al Miranese. E’ a Spinea in particolare che un’ipotesi avanzata in Provincia dalla Lega Nord prevede un innesto, anche se si tratta ancora solamente di una proposta. Sufficiente tuttavia a far scendere tutta la città sulle barricate. Non basta il Passante, ora a Spinea si parla pure della a Mestre-Orte, contestata da più parti in mezza Italia. Alcune settimane fa, in terza commissione provinciale, è arrivata la discussa proposta del Carroccio, intenzionato a forzare la mano per salvare la Riviera dal tracciato della Nuova Romea. Nell’ipotesi, a essere penalizzate sarebbero, ancora una volta, Spinea e il Miranese. Secondo la Lega, infatti, le modifiche contenute nella cosiddetta “variante B1” del tracciato della Nuova Romea eviterebbero l’attraversamento della Riviera, non aggravando il nodo viario di Roncoduro. L’ipotesi prevede che all’altezza di Lughetto, la nuova autostrada, anziché piegare verso Camponogara e Dolo, segua il tracciato della statale fino a Malcontenta. Qui, superato in tunnel il Naviglio Brenta, sono previsti due svincoli, ma poi il tracciato proseguirebbe verso est e, all’altezza di Villabona, ci sarebbe un innesto in direzione ovest (direzione Padova-Milano), mentre il traffico diretto verso Trieste proseguirebbe fino al casello di Crea, innestandosi sul Passante. Non ci sono progetti, tanto meno finanziamenti. Eppure la proposta ha fatto balzare dalla sedia più di qualcuno in città. I consiglieri Edmondo Piazzi e Giovanni Da Lio si sono affrettati a presentare un’interpellanza urgente in cui chiedono al sindaco di sapere quali fondamenti abbia la proposta: “Ancora una volta il Comune di Spinea pagherebbe un tributo al riordino della viabilità che non sarebbe più capito dai cittadini e certamente non più sostenibile” sostengono. Anche il Movimento 5 Stelle ha da tempo detto no all’ipotesi. “Né a Spinea, né da nessun’altra parte - sostengono gli attivisti locali - è una strada dal costo esorbitante e insostenibile, persino per i privati ed è un’opera inutile che finiranno per pagare gli utenti e i cittadini”. Dell’ipotesi non vuole nemmeno sentir parlare il sindaco Silvano
Una foto della variante pianificata per la Romea (fonte: Movimento 5 stelle) Checchin, che ricorda che per questo ha anche rifiutato un incontro a Dolo già nell’estate 2012, dove si discuteva proprio di nuove soluzioni progettuali che coinvolgessero Spinea. “Possono presentare tutte le proposte che vogliono - chiude il discorso Checchin - come possiamo essere tirati in ballo proprio non lo capisco: è aria fritta, il nome di Spinea non è contemplato da nessuna parte e comunque il progetto del casello di Crea è stato ridotto all’epoca del Passante per problemi di impatto ambientale. Chi parla di innestarci ora la Romea parla contro quel progetto e dispiace dover dire di no a sparate senza fondamento”. Un altro tema per la campagna elettorale alle porte? F.D.G.
messaggio pubblicitario
pagina a cura di Barbara Da Pieve
www.spinea.gov.it - Posta Certificata: protocollo.comune.spinea.ve@pecveneto.it
TRASPARENZA AMMINISTRATIVA E PARTECIPAZIONE Sito internet sempre più interattivo per il Comune di Spinea. Da qualche giorno, oltre a tutte le informazioni che la normativa sulla trasparenza prevede che siano pubblicate sul sito, c’è la possibilità per i cittadini di condividere tutti i contenuti sul profilo facebook o twitter dell’utente e persino condividere le foto del sito istituzionale su pinterest. Si tratta di un modo semplice, veloce, social per condividere informazioni, discutere, partecipare alla vita della città in tutti i suoi aspetti. La normativa vigente impone che i contenuti siano in formato aperto per favorire l’estrazione dei dati e la compilazione di tabelle, grafici ecc ma in questo modo il cittadino può addirittura postare con un clik sul profilo fb personale o su twitter i dati del suo comune. Il sito istituzionale dialoga poi in modo sempre più attivo con il profilo facebook istituzionale e l’account twitter del Municipio. Ogni tipo di informazione amministrativa viene postata anche su fb per favorire la massima condivisione dei contenuti e la massima partecipazione dei cittadini che da “amici del Comune di Spinea” dialogano attivamente condividendo i contenuti, commentando le foto, dando suggerimenti di ogni tipo per migliorare i servizi. Sull’account twitter @ Comune_Spinea, ogni giorno le mamme e i papà possono leggere in 140 caratteri non solo cosa mangiano i loro bambini a scuola ma anche informazioni su tutte le iniziative
MARZODONNASPINEA 2014
Il sindaco Silvano Checchin con la Giunta ed alcuni membri del Consiglio Comunale
organizzate o patrocinate dal comune. Diventando Follower, si può leggere la sintesi delle commissioni consiliari o la sintesi delle decisioni più importanti assunte da Giunta e Consiglio. Ogni giorno i 3341 amici del comune di Spinea in costante ascesa con una significativa percentuale di giovani fra i 14 e i 35 anni, possono esprimere pareri e chiedere informazioni. Oltre a tutto ciò è possibile eseguire pagamenti di tutte le tariffe on line. Da qualche giorno è poi possibile anche partecipare ai “sondaggi” rispondendo a semplici domande cliccando suhttp://
PROTEZIONE CIVILE. LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE
In foto: i volontari della protezione civile e l’assessora Stefania Busatta
Domenica 2 Marzo scorso alla presenza dell’Assessora alla Protezione Civile, Stefania Busatta, ha avuto luogo la cerimonia con la consegna degli attestati ai volontari che hanno partecipato e superato i corsi di Protezione Civile. I nuovi volontari del Gruppo Comunale che sono stati insigniti del riconoscimento sono 5 (cinque). Attualmente il gruppo consta di 40 volontari che hanno superato con successo questo corso di formazione, che è essenziale per garantire la migliore operatività durante le emergenze.
www.comuneweb.it/egov/Spinea/Sondaggi.html. “Grazie alla tecnologia – conclude il Sindaco Silvano Checchin – la città partecipata ha ancora più strumenti per connettere amministratori e cittadini sempre, anche di sabato e domenica in modo facile, costante e soprattutto trasparente”. Nel corso del 2014 il Comune organizzerà la “Giornata della Trasparenza” per far conoscere ai cittadini come utilizzare il sito per conoscere tutti i numeri del Comune, come prevede il D.lgs 33/2013 e saranno realizzati dei video-tutorial. Info www.spinea.gov.it
La programmazione culturale del mese di marzo è, anche quest’anno interamente dedicata alla donna. L’Assessorato alla Cultura e alle Pari Opportunità, assieme ad alcune delle Associazioni operanti nel territorio, ha organizzato un ricco programma che dà spazio all’approfondimento, alla discussione, al teatro, ma anche, ad un corso antiaggressione e alla performance “Zapatos Rojos”, con cui ogni donna, semplicemente portando un paio di scarpe usate e dipingendole di rosso, può dire no alla violenza di genere. Dall’8 marzo è stata organizzata una mostra che celebra i 25 anni di attività dell’Ass. Identità e Differenza. Il 22 marzo in biblioteca comunale ore 16,30 Identità e Differenza ha organizzato il dibattito “Sovrane”, con Annarosa Buttarelli. Due sono gli appuntamenti con il teatro: giovedì 20 marzo, letture tratte dal libro di S. Dandini “Ferite a morte”, con l’apporto delle donne della CGIL, e gran finale, lunedì 31 marzo, con il concerto di Rossana Casale al teatro di Mirano. “La forza di questa ampia kermesse di appuntamenti - spiega l’Ass. alla Cultura e alle Pari Opportunità Loredana Mainardi - è l’aver lavorato insieme a tante Associazioni di Volontariato diverse, culturali, sportive e sindacali, per offrire un momento alto di riflessione sul ruolo della donna nella nostra Città”. Anche questa programmazione rientra nel progetto di riqualificazione “La piazza lunga un chilometro”.
LA BIBLIOTECA COMUNALE: TUTTI I NUMERI DELLE ATTIVITA’ REALIZZATE La Biblioteca è sempre più il centro della proposta culturale della città. Nel 2011 è entrata nel sistema bibliotecario nazionale, polo regionale veneto, potenziando così l’offerta e offrendo ai cittadini la possibilità di essere in rete con tutte le biblioteche aderenti al polo. La biblioteca ha migliorato l’offerta mettendo a disposizione dell’ utenza un maggior numero di computer nuovi e elaborando interessanti progetti innovativi. In particolare si segnala il successo dei gruppi di lettura, (ultimo nato Letture in giallo) e del blog Letto&Detto (arrivato a circa 30.000 contatti). Moltissime sono e le iniziative in collaborazione con Gli Amici della Biblioteca come gli incontri con autori di livello nazionale,“Leggi un libro regala un libro”, Pranzo con l’autore e Visite Guidati nei luoghi dei libri. Numerosissime le attività elaborate dalla Biblioteca e rivolte alla città e alle scuole. I progetti più interessanti, che hanno visto l’adesione di tutte le scuole sono “Aeiou!”, “Animalibro”, “Poesia Sulla Cancellata” (inserita nel più ampio progetto VERSI diVERSI ), “Che Genere Di Libro È”, “Incontro Con L’autore”, ”Mi Piace Non Mi Piace”, “Tornei Di Lettura”, “Venezia Come”. Di particolare rilevanza la collaborazione con Ubi Yazz per la realizzazione dell’evento Il Bello aiuta a crescere, che vede coinvolte nelle sale e nel parco della biblioteca molti musicisti di fama e gli studenti delle classi
a indirizzo musicale dei due istituti comprensivi. Da rilevare la messa in sicurezza del Parco della Biblioteca che consente ora di ospitare al suo interno concerti, spettacoli, eventi teatrali anche per un numero importante di spettatori. Significativi i progetti sviluppati con i LIONS, Associazione Amici Della Biblioteca, Cism, l’associazione Identità e Differenza, Confcommercio e Confesercenti e altre importanti realtà del territorio. Tutte le attività della Biblioteca si inseriscono nell’ampio progetto di riqualificazione urbanistica del centro storico “la piazza lunga un chilometro”. E’ in costante aumento la raccolta di materiale fotografico per la realizzazione di un archivio digitalizzato a cura della biblioteca che a novembre 2013 è inserito nel sito istituzionale. Vediamo nel dettaglio i numeri del 2013: · Libri acquistati: 2183 · Prestiti, restituzioni, rinnovi: 69603 · Nuove iscrizioni: 3466 · Richieste interbibliotecarie: 182 · Attività didattiche intese come promozione lettura in ambito scolastico e dell’informazione, diffusione della cultura del libro e visite guidate per la scuola: 119 · Attività culturali intese come promozione della lettura ad un pubblico adulto: 79. www.spinea.gov.it
14 Spinea Servizi Dopo ll’aumento delle tariffe a Vetrego gli automobilisti si organizzano
Carabinieri
Tutti in autostrada a Crea
Il maresciallo Favarin va in pensione
C’è un’agevolazione sul pedaggio fino al 20% per i pendolari che usufruiscono del servizio Telepass per un tratto non superiore a 50 chilometri di Filippo De Gaspari
A
bbonamenti, agevolazioni, sconti, tanto caos e una sola certezza: tutti ormai scelgono Spinea. Ecco gli effetti del salasso autostradale di inizio anno, e ora anche dei tentativi di calmierarlo. Un pasticcio in piena regola, che sta creando solo disagi ai pendolari e uno spostamento del traffico dal casello di Mirano-Dolo a quello di Spinea sul Passante. Dalla fine di febbraio sono entrate in vigore le agevolazioni per i pendolari autostradali previste dall’accordo tra il Ministero dei trasporti e le concessionarie autostradali aderenti all’Aiscat. E’ prevista un’agevolazione sul pedaggio autostradale fino al 20% per i pendolari che usufruiscono del servizio Telepass per un tratto non superiore a 50 chilometri. La novità riguarda diversi tratti autostradali italiani e poco importa che convinca pochi o nessuno. Pietro Giordano, presidente di Adiconsum dichiara: “Sono sconti insufficienti e irrisori per i pendolari che dall’inizio dell’anno hanno subito aumenti dei pedaggi anche del 15%. Inoltre, esclude dalle agevolazioni intere tipologie di lavoratori, e stabilisce tempi brevissimi per la registrazione ai siti Telepass e delle concessionarie autostradali”. Nel Miranese c’è un problema in più. Tra Mestre e Padova est, dove maggiori sono stati gli aumenti a inizio anno, l’abbonamento del governo abbasserà la tariffa dai 2,80 euro fissati dal 1° gennaio a 2,24. Ai residenti di
Il casello di Crea
Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga però era già stata offerta un’agevolazione-sconto, dopo gli aumenti di inizio anno. La proponeva Cav, il gestore del tratto oggetto del salasso. Attraverso un contratto Telepass Family e con almeno 20 transiti in un mese sulla tratta Padova est-Mirano Dolo, si ha diritto alla riduzione del pedaggio pari al 40%, pagando 1,70 invece i 2,80 previsti. Domanda: conviene l’abbonamento pendolari del Ministero e in vigore dal 25 febbraio o l’agevolazione per i pendolari proposta da Cav dal 1° gennaio? In realtà nessuna delle due. Conviene infatti imboccare semplicemente il Passante a Spinea, località Crea. Con lo sconto del 20% dell’accordo Ministero-Aiscat un pendolare verrà a pagare 1,28 euro anziché l’1,60 senza agevolazione previsto per la tratta Spinea-Padova est. Anche i miranesi che effettuino quotidianamente la tratta
Mirano-Padova, se entrano in A57 a Mirano spenderanno almeno 1,70 euro (con sconto Cav), in A4 a Spinea non ne spenderanno comunque più di 1,60. E con sconto nazionale addirittura solo 1,28. Conviene Spinea e questo, se da un lato va bene per le tasche degli utenti, peggiora di gran lunga la situazione del traffico già precaria attorno a Crea, sulla camionabile Sp81 e ai confini con Mirano. Tutti i pendolari abbandoneranno pian piano l’abbonamento di Cav e il casello di Vetrego, perché l’abbonamento nazionale a Spinea, molto semplicemente, è più conveniente. Con conseguente aumento del traffico attorno alla barriera di Crea e sulla viabilità locale che collega Spinea con Mirano. Con buona pace anche di chi pensava di risolvere tutti i problemi di traffico con sconti, tariffe, agevolazioni e abbonamenti.
L
ascia il comando il maresciallo dei carabinieri Romeo Favarin (in foto), per 19 anni a capo della locale stazione dell’Arma. Favarin ha smesso l’uniforme lo scorso 19 febbraio per la pensione, ringraziato dal sindaco Silvano Checchin che ha voluto sottolineare l’efficienza organizzativa ma anche la sensibilità umana del comandante e dei suoi uomini. Favarin, 60 anni, nella sua lunga carriera ha guidato anche le stazioni di Limena e Vigodarzere, dopo aver prestato servizio al comando provinciale di Padova. A Spinea è diventato una vera istituzione: sempre in prima linea nella lotta alla criminalità urbana, anche oltre i confini della città, è stato anche uno degli artefici della realizzazione della nuova caserma di via Baseggio e rimane tutt’ora in prima fila anche nel campo del volontariato e dell’associazionismo. Fa parte della Pro Senectute ed è stato attivo anche nell’Avis e nell’Aido. In caserma è già arrivato da Marcon il nuovo comandante: Lamberto Stanchi, di Pescara. In Veneto dal 1989, Stanchi ha ricoperto molteplici incarichi. Dopo le esperienze a Palermo, Agrigento e Caltanisetta, ha prestato servizio a Venezia Lido, Castello e Murano diventando poi comandante della stazione di Venezia Canareggio e Marcon. Per 10 anni ha fatto parte del Nucleo investigativo di Venezia-Mestre e per altri 10 al Nucleo operativo di Venezia Centro Storico. E’ stato membro di missioni Onu in Kosovo. F.D.G.
Allarme I mendicanti in centro
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“barbanera” si spostano da Mestre a Spinea, scatta l’allarme in città. Elemosinanti un po’ troppo sopra le righe hanno fatto capolino in centro da qualche settimana, dopo che a Mestre è scattato il giro di vite con controlli serrati e altre azioni di contrasto al degrado. Adesso i questuanti si sono spostati verso l’entroterra, soprattutto a Spinea, nelle piazze, cimiteri, chiese. Diverse le segnalazioni arrivate sul tavolo del sindaco Silvano Checchin, subito corso ai ripari coinvolgendo il comando della polizia locale e la stazione dei carabinieri. Gli elemosinanti arrivano in macchina la mattina presto, stazionano diverse ore in centro, chiedendo l’obolo, ai passanti, poi lasciano la città verso sera. “Da alcune settimane - denuncia un cittadino - davanti alla Pam di Corso del Popolo a Mestre, solitamente uno dei luoghi più frequentati dai “barbanera”, staziona una camionetta della polizia, messa lì per contrastare il fenomeno che da mesi tormenta i mestrini. Il problema è che ora molti di loro si sono spostati a Spinea, dove da giorni quasi ogni mattina arriva un gruppo di “barbanera” che comincia a chiedere con insistenza l’elemosina ai passanti”. Le segnalazioni in città sono però molte altre: alcuni cittadini hanno denunciato la presenza di elemosinanti insistenti, a volte inopportuni, perfino violenti e ubriachi. Il sindaco conferma: “Segnalazioni sono arrivate da alcuni cittadini e riguardano soprattutto la zona dei Bersaglieri, le Poste e alcuni parcheggi in centro. Ho già chiesto a polizia locale e carabinieri di intensificare la sorveglianza,
sfruttando il nuovo regolamento di polizia urbana che a Spinea vieta espressamente l’accattonaggio, prevedendo per questo delle sanzioni. Puntiamo comunque alla prevenzione”. Rimane la novità, per nulla gradita ai cittadini e non solo di Spinea, di doversi accollare una noia che Mestre si è scrollata di dosso a fatica. Gli elemosinanti ora si spingono fuori dai paesi della cintura mestrina, cacciati dopo mesi di polemiche e proteste. L’allarme era stato lanciato già qualche mese fa anche dall’ex sindaco Claudio Tessari, dopo che alcuni cittadini avevano lamentato la presenza dei “barbanera” perfino in chiesa e pure durante i funerali, con elemosinanti invadenti e decisamente fuori luogo, viste le circostanze. Anche allora Checchin non stette a guardare, chiedendo al comandante dei vigili Diego Trolese e all’allora luogotenente dei carabinieri Romeo Favarin di aumentare i controlli delle pattuglie, anche durante i funerali. Il problema però ritorna ciclicamente, interessando già anche la vicina Mirano, dove sono sempre più F.D.G. i questuanti in centro.
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Santa Maria di Sala 17 Eventi Brutta notizia per il territorio salese
Il concorso Ippico non si farà di Roberta Pasqualetto
Non abbiamo voluto gravare di nuove tasse i cittadini straordinari esterni, 1.955 compenso di 120 ore per l’istruttore che deve formare il personale, oltre alle spese per la polizia locale che garantisce il servizio d’ordine. “Si potevano fare due scelte – conclude il sindaco – aumentare le tasse ai cittadini per finanziare il Concorso ippico o non fare il concorso risparmiando, d’altro canto, s’impongono le scelte del buon padre di famiglia”. Il presidente Renzo Paganin ha espresso tutta la sua amarezza e quella dei Gruppi Sportivi Salesi per la mancata realizzazione della manifestazione, ma ha compreso e condiviso le problematiche dell’amministrazione. Il Comune aveva tentato con i gruppi sportivi chiedendo contributi alla Fise e alla Regione ma senza risultato. L’anno scorso il Concorso ippico si è fatto con molte difficoltà: si era chiesto aiuto alla Presidente Fise che, quest’anno, è commissariata e non può dare un con-
Il Comune in difficoltà non ha le risorse e non può spendere i 36 mila euro previsti
Un momento del concorso ippico
Nel 2015 si punta sull’Expo per migliorare l’economia www.ciottolidifiumesrl.it
* fino ad esaurimento scorte
I
l concorso ippico a Santa Maria di Sala non si farà. L’amministrazione comunale si è riunita ha valutato le difficoltà economiche per realizzare questo evento ed ha deciso di non fare la trentaseiesima edizione. “Purtroppo i tempi sono quelli che sono e le risorse sono scarse – dice il sindaco Nicola Fragomeni – ma quest’anno in particolar modo. Lo Stato centrale ha tagliato per quest’anno 650 mila euro, costringendoci ad aumentare l’aliquota sulla seconda casa, ma lo Stato cosa fa per i Comuni? Non si possono portare via i soldi dalle tasche dei cittadini piuttosto fare politiche diverse, tagliando tutto ciò che è possibile e superfluo poiché le famiglie non arrivano alla fine del mese”. L’assessore ai servizi sociali ha confermato la tesi del sindaco e la situazione in cui versano molte famiglie, l’obiettivo del Comune è dare fiato a chi è in difficoltà senza caricarlo di pesi inutili. Il Comune cerca in tutti i modi di aiutare le persone, anche attraverso le Parrocchie che aiutano le persone che, per dignità, non se la sentono di chiedere in Comune. L’impegno di tenere alto il morale della gente, è rivolto anche gli anziani che hanno particolare bisogno. In merito a queste considerazioni, l’amministrazione, ha deciso di sospendere il Concorso Ippico che prevedeva per il Comune una spesa di 36 mila euro circa annui così suddivisa: 20 mila contributo economico, 11 mila e duecento lavoro degli operai, manutenzioni ecc, 2 mila
tributo, quindi il Comune avrebbe dovuto sobbarcarsi tutta la spesa. L’assessore Gabriele Ragazzo ricorda che l’anno prossimo ci sarà L’Expo 2015 e si augura sia d’aiuto per migliorare la situazione economica, contribuendo in qualche modo a fare ripartire l’economia del territorio e magari permettendo la realizzazione dell’edizione 2015 del Concorso Ippico.
È arrivata la primavera! NEWS ... da noi fioriscono i rosoni ! I Cultura
Il “Buffet Letterario”
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l gruppo di lettura Buffet letterario di Santa Maria di Sala, è nato per volere dell’assessorato alla cultura e della consulta cultura del comune. Questo gruppo di persone leggono allo stesso tempo un libro e, di comune accordo, si incontrano regolarmente nella biblioteca per parlarne. I membri del gruppo condividono con gli altri l’esperienza di lettura confrontando punti di vista della medesima opera. Il Buffet Letterario si riunisce una volta al mese, sempre di mercoledì, in biblioteca dalle ore 20.30 alle 22.45 circa. Il calendario degli incontri viene di volta in volta comunicato nel sito internet del comune. Il progetto è stato presentato a gennaio in febbraio si è discusso il primo libro: “I giorni dell’abbandono” di Elena Ferrante. Nel prossimo incontro, che si svolgerà mercoledì 26 marzo, il gruppo discuterà il Premio Pulitzer 2009 per la narrativa Olive Kitteridge di Elizabeth Strout. Incontri di questo tipo hanno lo scopo di mettere a confronto persone che condividono la passione per la lettura ma anche di socializzare e confrontarsi con altri cittadini del proprio territorio. Per maggiori informazioni sugli appuntamenti si può scrivere a biblioteca@ comune-santamariadisala.it R.P.
18 Sguardo al Miranese nord Territorio Lavori Soldi da un bando a cui il Comune ha partecipato con Confesercenti
Arrivano i finanziamenti per il centro Pronti 150 mila che euro saranno destinati alle sistemazioni delle piazze Castello e XX Settembre di Alessandro Ragazzo
P
ronti 150 mila euro per il centro di Noale. La cifra, che dev’essere investita entro fine 2014, è frutto di un bando regionale a cui il Comune ha partecipato con Confesercenti. La somma servirà per il rilancio soprattutto delle due piazze Castello e XX Settembre. I punti individuati sono il potenziamento delle zone buie e dei portici, il rinnovo delle facciate delle piazze e delle vetrine, il miglioramento della segnaletica, anche dei parcheggi, per permettere alla gente di arrivare in centro senza problemi ma anche di raggiungere i vicini comuni. Inoltre si dovranno individuare quali attività mancano nella città dei Tempesta. Questo con l’obiettivo di rendere più appetibile tutta l’area storica, in modo che tutti possano trarne vantaggi, dal commerciante al consumatore, migliorando anche gli accessi a Noale. Per attuare il progetto si terrà conto anche del sondaggio fatto dalla stessa Confesercenti a giugno 2012, quando risposero in 464 e dove il 55,3 per cento disse di preferire la bicicletta o fare una passeggiata per raggiungere il centro, anche se il mezzo più usato restava l’auto. Le interviste erano state realizzate dagli studenti dell’Enaip e avevano lo scopo di mettere in luce gli aspetti, le abitudini e i gusti di chi frequenta il centro storico. In quell’occasione emerse
NEWS
Il centro di Noale
come tra i ciclisti, il 48,9 per cento avesse fra i 15 e i 24 anni, i pedoni, il 44,2 per cento aveva più di 60 anni. Tra gli amanti delle quattro ruote, il 52,2 per cento aveva 40-59 anni e il 45,3 per cento fra i 25 e i 39 anni. Chi frequenta Noale è residente nel comune (80,9 per cento), mentre tra i punti forti erano stati inseriti il centro storico e i suoi monumenti (33,3 per cento), la Rocca (23,8 per cento) e le piazze (22,3 per cento). Per oltre la metà degli intervistati (52,8 per cento) la viabilità e i trasporti erano da
A Noale si frequentano soprattutto bar, panifici e gelaterie i bar (25,9 per cento), panifici (14,4 per cento) e le gelaterie (12 per cento), mentre
Mestre e Scorzè sono visti come i principali poli commerciali concorrenti, più indietro Mirano e Santa Maria di Sala. In generale, sempre secondo la consultazione, il centro città piaceva a sette intervistati su dieci, così come l’accoglienza dei negozianti (84,6 per cento), mentre per una persona su tre manca un cinema (per il 31,8 per cento) e per il 13,9 per cento una libreria. Fra chi ha suggerito l’assenza di un grande schermo, il 31,5 per cento ha fra i 15 e i 24 anni, mentre il 35,5 per cento ha fra i 25 e i 59
anni. Chi predilige la libreria, per il 37,7 per cento ha fra i 40 e i 59 anni. “Siamo soddisfatti – dice Luigina De Pieri di Confesercenti – per essere riusciti a portare a casa questo soldi e ora ci impegneremo per investirli al meglio”. Il sindaco di Noale Michele Celeghin punta sul rilancio del centro. “Stiamo investendo tempo e risorse – aggiunge – su questo progetto”.
Salute
Over 50, uno su 5 ha problemi al cuore
U
na persona su cinque degli over 50 all’interno dell’Asl 13, il 20 per cento, ha anomalie ai valori esaminati, come la pressione, il colesterolo, la glicemia e l’obesità. Il dato è stato confermato anche nel corso de “La giornata del cuore” che si è tenuta a Noale. Lo scopo dell’iniziativa, voluta dal Comune, dall’Ulss13 e dal Dipartimento di cardiologia, era sensibilizzare i pazienti alla vita sana e a un’alimentazione più attenta per prevenire le malattie cardiovascolari. In ospedale si sono presentati in 200 per farsi fare i prelievi e il 18 per cento ha numeri più alti per quanto riguarda la pressione, il colesterolo, la glicemia e l’obesità. “Si dovrebbe camminare per tre ore la settimana – spiega Donatella Noventa di
Storia
migliorare. C’erano anche i parcheggi e la qualità delle strade, entrambe all’11,2 per cento. A Noale, si frequentano soprattutto
Medicina dello sport di Noale – spalmate in più giorni. Si fa poco esercizio fisico ma farne di più aiuta a vivere più a lungo e in modo autonomo”. Fare sport, camminare, avere una sana alimentazione è importante per prevenire le malattie cardiovascolari, e l’iniziativa della “Giornata del cuore”, vuole dare dei messaggi educativi a giovani e adulti. “Credo che sia stata una giornata importante per la prevenzione – continua il presidente dell’associazione Cuore Amico di Mirano Nicolò Cammarata – e su questa strada dobbiamo continuare”. Ogni anno in Italia, circa 60 mila persone muoiono per un arresto cardiaco, uno ogni 1000 abitanti. E la giornata è stata importante anche per gli studenti delle scuole medie; in 43 hanno
La piazza intitolata a don Antonio Bordignon
U
n monumento al vice brigadiere dei carabinieri Salvo D’Acquisto all’interno dell’area che ne prenderà il suo nome, così come la via, che collega via Valsugana alla Noalese. L’inaugurazione è stata fissata per sabato 10 maggio alle 11 mentre la piazza, restaurata e rimessa a nuovo in questi
fatto l’elettrocardiogramma gratuito e hanno visitato le palestre, i laboratori e i diversi studi medici. “Chi ha problemi cardiologici – consiglia Franco Giada del Diparti-
mesi, prenderà il nome di don Antonio Bordignon, parroco del paese dal 1939 al 1971. Medaglia d’oro al valore militare, D’Acquisto fu ucciso il 23 settembre 1943 dalle SS tedesche e risparmiò altri cittadini dalla fucilazione. Prima che sparassero urlò “Viva l’Italia”. Il sacerdote don Antonio Bordignon offrì la propria vita per salvare tredici persone condannate alla morte durante la seconda guerra mondiale. Fu insignito di medaglia d’oro al valore civile dal Comune di Noale e della Croce di Gran
mento di Fisiopatologia cardiovascolare dell’Ulss 13 – o presenta altri fattori di rischio, è meglio che si rivolga al proprio medico prima di iniziare a fare sport”. A.R.
Cavalieri dell’Ordine Militare e Ospedaliero di Santa Maria di Betlemme, nel 1968. Nei mesi scorsi in paese ci si era mossi, anche con una raccolta firme, per chiedere al Comune di intitolargli la piazza. Così si è deciso di dare il nome della strada che sbuca sulla Noalese al militare dell’Arma, mentre all’ex parroco, mai dimenticato, per quando ha fatto nei lunghi anni trascorsi, andrà il cuore del paese. A.R.
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Cultura locale 21 Musica e Teatro Eventi organizzati dal Circolo 1554 a da Confesercenti, fino al 10 maggio
Un fine inverno con il jazz Con Ubi Jazz Winter Season c’è un cartellone con ben 25 appuntamenti di Alessandro Ragazzo
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azz in lungo e in largo, con appuntamenti per grandi e piccini. Sarà un fine inverno e un inizio primavera tutto da vivere per sei dei sette comuni del Miranese, che ospitano “il bello aiuta a crescere” di Ubi Jazz Winter Season, con ben 25 appuntamenti in cartellone. Organizzato dal Circolo 1554 a da Confesercenti, fino al 10 maggio, terranno banco concerti, mostre e workshop. Interessate Martellago, Mirano, Noale, Santa Maria di Sala, Scorzè e Spinea, anche se Villa Farsetti di Santa Maria di Sala è il centro di questa stagione. Ospite della rassegna Rossana Casale, cantante pop ma anche jazz. La stessa Villa Farsetti ospita le “Domeniche didattiche”, in programma il 9, 16, 23 e 20 marzo con i licei e le scuole musicali, “Inverno sport” in calendario il 6, il 20 e il 27 marzo e “Farsetti live” l’1, il 14, il 15, il 22, il 28 e il 29 marzo. Dopo l’inizio del 2 marzo sempre in Villa Farsetti con Magnetic Sound Machine, il 7 marzo alle 21 il gruppo i Zeta Trio. Domenica 9, lo scenario è stato piazza
XX Settembre a Noale con l’esibizione di Funkasin street band. Poi a Villa Farsetti, giovedì 13 il duo Marco Tamburini (tromba) e Stefano Onorati (pianoforte) e mercoledì 19 il trio Roberto Gatto (batteria), Dino Rubino (pianoforte e tromba) e Lorenzo Conte (contrabbasso). Entrambi i concerti inizieranno alle 21 e l’entrata sarà di 12 euro intero (9 ridotto). Altro appuntamento a Santa Maria di Sala venerdì 21, ancora alle 21, con Iglomoreno. Lunedì 31 marzo toccherà a Rossana Casale, che si esibirà al Teatro di Mirano, dove sarà accompagnata da Emiliano Begni (pianoforte), Ermanno Dodaro (contrabbasso) e Francesco Consaga (sassofoni). L’entrata al concerto sarà di 15 euro, 12 euro se ridotto. Aprile inizierà il sabato 12 dal Teatro Elios di Scorzè con la Fisorchestra Veneta Giorgione, diretta da Mirko Satto, e si proseguirà domenica 13 in chiesetta San Salvatore a Martellago con Rita Marcotulli e Luciano Biondini (ingresso 15 euro, ridotto 12). Due gli appuntamenti al Barone Rosso
Rossana Casale il 31 marzo si esibirà a Mirano di Spinea; mercoledì 16 alle 21.30 arriverà Elena de La Siega e due settimane dopo, il giorno 30 alle 12.30, spazio a Miranda Cortes. A maggio, l’oratorio Santa Maria Assunta di Spinea ospiterà due serate a partire dalle 21; giovedì 8 si esibiranno le giovani promesse del Miranese. Il giorno dopo il
palco andrà a Caterina Marcuglia e Laura Carraro al pianoforte, con Margherita Stevanato voce narrante. Chiusura sabato 10, in biblioteca a Spinea dalle 15 alle 20, con JJU Session 2014, una sinergia culturale in collaborazione tra le associazioni Jam, Jazz Non Stop e Ubi Jazz.
A Noale
“Donne per l’arte” a Palazzo della Loggia
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ino al 23 marzo, il Palazzo della Loggia di Noale ospita la mostra retrospettiva dal titolo “Donne per l’arte” di Egisto Lancerotto. Nell’occasione sono esposte alcune tele tra le più significative della Civica quadreria e di collezionisti privati. Tutto marzo sarà dedicato alla donna e la scelta non è casuale ma voluta. La figura femminile che emerge dal pennello dell’artista noalese, propone anche una visione storica dell’evolversi del ruolo sociale della donna e della sua trasformazione, la capacità di appropriarsi di forme d’arte e di attività fino a pochi decenni prima considerate appannaggio quasi esclusivo dell’uomo. Per questo motivo l’assessorato alla Cultura di Noale ha coinvolto la Provincia, il comitato imprenditoria femminile della Camera di commercio e altri Comuni del comprensorio, la scuola e le associazioni per incardinare la mostra in un contesto di iniziative che vogliono promuovere la crescita di questo settore e il rispetto per la donna, anche attraverso delle specifiche conferenze. L’esposizione resta aperta con i seguenti orari: festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, feriali (dal martedì al sabato) dalle 17 alle 19. L’ingresso è libero. A.R.
22 2
VIAGGIO IN
PROVINCIA VENEZIA
La manifestazione a Roma Artigiani, piccoli imprenditori e commercianti in piazza
“Abbiamo fatto sempre da soli, ora il Governo ci deve aiutare”
Semenzato, Confartigianato Venezia: “Siamo quelli del Made in Italy, che producono eccellenze, e rischiamo di scomparire” di Ornella Jovane
“R
appresentiamo l’ossatura del tessuto economico del Paese, una fetta significativa di società che da sempre ha lavorato in silenzio, per conto proprio, nell’ombra, senza mai chiedere nulla. Ora basta! La crisi economica e finanziaria di questi anni ha travolto e investito anche noi e ci ha messo in ginocchio. Questa volta non ce la facciamo da soli. E’ tempo ormai che la politica faccia la sua parte. Chiediamo al governo quello che è un diritto sacrosanto: di metterci in condizione di lavorare in libertà”. Poche parole, determinate, magari amare, ma ancora speranzose e dialoganti, sono quelle pronunciate dal presidente provinciale di Confartigianato, Marco Semenzato, che il 18 febbraio era a Roma, insieme ad una nutrita rappresentanza degli artigiani ma anche di commercianti e piccoli imprenditori che, tutti insieme, hanno sfilato in Piazza del Popolo nella manifestazione nazionale organizzata da Rete Italia Imprese per denunciare le difficoltà di un sistema produttivo al collasso.
Manifestanti veneziani a Roma il 18 febbraio scorso “E’ stata una manifestazione sentita e partecipata, come da tempo non se ne vedevano e per la prima volta le diverse categorie hanno deciso di mobilitarsi sotto un’unica bandiera“ commenta Semenzato raccontando la trasferta romana degli artigiani che dal Veneziano hanno aderito un po’ da tutto il territorio, riuscendo ad organizzare tre pullman pieni, a cui, nella conta, vanno ad aggiungersi coloro che hanno deciso di spostarsi in treno. “Come Confartigianato - riferisce - eravamo oltre un centinaio”. Dalla provincia, contando anche le organizzazioni del commercio e della piccola impresa, sono giunte a Roma un migliaio di persone. “Una significativa rappresentanza - fa osservare - che si faceva portavoce di un numero ben più elevato di persone. Ma di questi tempi è difficile scegliere di chiudere l’attività per una giornata intera...”. Che cosa ha fatto scattare la molla che ha spinto le categorie produttive fino a Roma?
verno un’opera incisiva di salvaguardia delle piccole attività produttive e dei posti di lavoro” spiega Semenzato. “Quando ci siamo contati in Piazza del Popolo a Roma - prosegue nel racconto - ci siamo rincuorati, perché abbiamo potuto constatare di fatto, al di là delle cifre che non sempre rendono l’idea della realtà, che siamo in tanti. Per un giorno siamo usciti dalla condizione di “invisibili” del mondo produttivo e, insieme, ci siamo fatti vedere, conquistando l’attenzione dei media. Ora, il nostro obiettivo è di sfruttare al massimo questa visibilità per urlare - arrabbiati ma non incattiviti - le ragioni di un popolo di piccoli e medi imprenditori che, a differenza delle grandi aziende di società di capitali, ogni giorno rischia in proprio, trascinando con sè nel rischio la propria famiglia. Vogliamo ricordare alla politica che siamo un patrimonio da valorizzare: le nostre attività sono agili, snelle, si riorganizzano velocemente per assecondare le sempre nuove richieste del mercato. Siamo in continua evoluzione. Siamo quelli del Made
“La necessità di recriminare l’attenzione della politica. Da troppo tempo ormai, - commenta indignato - invece, avvertiamo una distanza cosmica che ci fa percepire la classe politica e dirigente di questo Paese come qualcosa di molto lontano dalle nostre esigenze, dai nostri problemi. Ci siamo trovati a Roma in una fase di passaggio per il Governo, tra un presidente del consiglio e un altro. Ma era fondamentale che chi si fosse insediato dopo la crisi di Governo fosse cosciente del fatto che ci siamo anche noi, che siamo ancora in grado di reagire e di denunciare la nostra stanchezza ad essere considerati carne da macello”. “Senza impresa non c’è l’Italia. Riprendiamoci il futuro” è lo slogan dietro il quale si elencano tutte le richieste del mondo produttivo delle pmi: una politica del credito che permetta di rilanciare gli investimenti, un alleggerimento della pressione fiscale, un costo del lavoro che renda più competitivi, una burocrazia più leggera e razionale. “In estrema sintesi chiediamo al go-
in Italy, che producono eccellenze, qualità, originalità nella specificità delle tecniche di produzione e nel prodotto finale”. Eppure le storie dei nostri giorni raccontano di un tessuto sociale e produttivo storico che di giorno in giorno, con la chiusura costante di attività anche di lunga tradizione, rischia di estinguersi. “Quando - osserva - nel saldo tra mortalità e natalità di piccole e medie imprese si bilancia il numero delle attività che chiudono con quello di quante avviano il loro business - saldo che comunque rimane decisamente negativo - non si tiene presente il fatto che le nuove aziende, per lo più individuali, non sono imprese strutturate ma nascono sulla spinta della potente crisi occupazionale e spesso rappresentano l’ultima spiaggia per chi è rimasto senza lavoro. Non è un caso che sono quelle a più elevato rischio di mortalità”. Il tempo degli alibi - dicono - è finito per la politica, ora nell’elenco delle priorità del Governo ci devono essere anche loro.
LA TESTIMONIANZA COMMERCIANTI ESASPERATI: “ALMENO ABBIAMO FATTO SENTIRE LA NOSTRA VOCE”
“N
on riusciremo forse a cambiare le cose, ma almeno ci abbiamo provato. Abbiamo fatto sentire le nostre ragioni perché siamo stanchi di subire sempre in silenzio e di fare i conti tutti i giorni con difficoltà e disagi, spesso più grandi di noi. Senza parlare di chi, e sono in molti, ha deciso di gettare la spugna e alla fine ha pensato di chiudere la propria attività. Non è giusto. Al di là delle nostre vetrine, ci sono storie di sacrificio quotidiano, di coraggio e di pensieri che non ci fanno dormire la notte. E pensare che abbiamo tanto entusiasmo e voglia di fare!”. C’era anche Elena Testoni, titolare del negozio di parrucchiera, Le Kiome di Elena a Maerne di Martellago, a manifestare a Roma. Racconta di una giornata speciale, caratterizzata da una profonda solidarietà nata dal confronto di storie più o meno simili e dalla condivisione degli stessi disagi.
“Ci hanno tolto il futuro” commenta e poi osserva: “Ma come faccio io ad andare avanti se l’unica dipendente che ho mi costa, in tasse, il doppio dello stipendio che porta a casa? Non posso mica lasciarla per strada, ha una famiglia anche lei da mantenere! E così sacrifico il mio stipendio, stringo i denti, nell’attesa di tempi migliori”. Nel viaggio in treno verso Roma si raccontavano le loro vicende, di attività storiche destinate a chiudere di qui a qualche mese, dopo decenni di lavoro, investimenti e progetti andati in fumo, magari sacrificando anche la casa per tentare di risalire la china. Di commercianti costretti a licenziare i propri figli perché non in grado di pagare loro gli stipendi e scoraggiati dall’impossibilità di vedere una prospettiva per il domani. O.J.
Elena Testoni, in piedi, insieme con Luigina Da Pieri, referente territoriale di Confesercenti per il Miranese
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Spazi aperti 23 3 Territorio In provincia si fa il punto dell’attività svolta nel 2013
Piani delle Acque, previsti 240 interventi Sono stati approvati da 17 comuni, adottati in prima fase da 3 comuni, redatti da altri 3 di Alessandro Abbadir
P
iani delle Acque in provincia di Venezia, molto è stato fatto. I piani delle acque sono uno strumento importantissimo di messa in sicurezza idraulica del territorio, con i quali è possibile controllare e correggere le criticità che provocano allagamenti ed esondazioni. Una costante degli ultimi 15 anni. Nel 2013 la Provincia ha svolto per i Piani delle Acque: il monitoraggio dello stato di attuazione; il supporto alla realizzazione e degli interventi previsti, la realizzazione di uno strumento per organizzare e consultare in modo rapido le informazioni contenute, e ha reso più diretta l’attività di monitoraggio Quadro d’Unione. La Provincia ha inoltre contribuito economicamente alla redazione dei piani, cofinanziando progetti e interventi idraulici considerati come necessari dai piani delle acque stessi. Ciò è stato reso possibile in base alla Legge regionale n. 11/01, utilizzando prevalentemente risorse derivanti dalla percentuale di canoni del demanio idrico trasferiti dalla Regione.
L’attribuzione delle risorse si basa sull’esame da parte della commissione di valutazione, composta dai dirigenti dell’ente, che verifica le priorità di intervento su base tecnica. I piani sono stati approvati da 17 comuni: Annone Veneto, Cavallino Treporti, Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Cavarzere, Dolo, Fiesso d’Artico, Fossò Marcon, Martellago, Pianiga, Quarto d’Altino, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè, Stra. Adottati in prima fase da 3 comuni: Gruaro, Portogruaro e Pramaggiore. Redatti da 3 enti locali: Fossalta di Piave, Mirano, Venezia. Affidati da 18 comuni: Ceggia, Musile di Piave, Noventa di Piave, Spinea, Caorle, Chioggia, Cinto Caomaggiore, Concordia, Eraclea, Fossalta di Portogruaro, Meolo, Mira, Noale, San Donà di Piave, San Michele al Tagliamento, San Stino di Livenza, Torre di Mosto, Vigonovo. Gli interventi previsti dai piani delle acque dei Comuni che lo hanno già approvato a fine 2013, sono circa 240. In riferimento
al loro stato di attuazione, 183 non sono stati ancora realizzati, 6 sono in fase di progettazione, 8 in fase di realizzazione e 43 sono stati realizzati. “I piani delle acque - spiega il presidente della commissione consigliare provinciale urbanistica Michael Valerio - hanno un ruolo chiave per quanto riguarda le buone prassi adottate nell’ambito delle politiche locali. Dal 2009 ad oggi sono stati compiuti importanti progressi in un ambito di attività che in passato non era stato adeguatamente valorizzato. Coscienti del buon lavoro svolto, abbiamo visto che non è ancora completato, e pertanto questa tematica deve rimanere prioritaria”. Tra le altre attività sviluppate in questi anni: trasferimenti delle risorse per i piani e gli interventi, promozione e la partecipazione di attività di coordinamento, pubblicazione di un testo divulgativo in materia, redazione della proposta di schema di regolamento fossi privati, divulgazione di regole per la corretta gestione.
AGRICOLTuRA NASCE AGRINSIEME
L
’agricoltura nel veneziano si unisce. E’ nato “Agrinsieme”, il coordinamento di tre associazioni di categoria cioè Cia, Confagricoltura e Cooperative Italiane. Un marchio che diventa il primo del settore in termini di rappresentanza, è stato presentato nella sede della Cia a Marghera. Aderisce ad Agrinsieme complessivamente oltre il 50% delle aziende della provincia, leggi 6000, per quasi 10 mila addetti. A spiegare l’operazione è il direttore della Cia Mario Quaresimin. “Non si tratta di una fusione - spiega Quaresimin - il coordinamento integra patrimoni e valori che vengono esaltati in una strategia unitaria. Agrinsieme costituisce pertanto un reale valore aggiunto rispetto a quanto le organizzazioni hanno realizzato autonomamente. Ci impegneremo su semplificazione burocratica, corretta gestione delle risorse naturali e promozioni di nuove aggregazioni per relazioni economiche e strumenti di servizio per accrescere la competitività e il valore aggiunto del nuovo ruolo della cooperazione agricola”. Vasta la rappresentanza per area. Sono rappresentati in Agrinsieme molti imprenditori del Veneto Orientale, noto per l’altissima qualità del vino, ma anche aziende del settore orticolo di Chioggia e Cavarzere e del radicchio nel Miranese. Resta fuori dal consorzio la Coldiretti che rappresenta il 40% circa della rappresentanza. A.A.
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Salute regiona da urlare per Porto rappresentan del quartie ai residenti di potersi se “così fan . 3 ospedaliere di cura Madonna della li se c’è . di di Uniti partecipato diversi di Alessandro rto del tteranno a a pag Abbadir* casa lieri regiona permetteva perme faremo hanno spazi all’ape si i consig continu e ro della Viro, appellativo che di assoluta cui , oltre lo C’è stato un taglio considerevole meglio gli onali compre ne no Azzalin della frazion godere al di Porto 18 scorso mio in posizio a e che nel istituzi o Corazzari e Grazia ri, tutti accomu4-5 e 6 alle urne centro del 24pag di risorse, soprattutto di fornitura di e 25 .febbraio pubblic pagg. Cristian porre il nosoco aDiego Crivella declass emerge una situazione davvero ine- rispetto alla sanità (Agenzia Naziocerti farmaci, che se vogliono devono il revole dopo parità e di Agenas indicato come all’onoda un unico scopo stricabile, o perlomeno difficilmente procurarsi pagando, quindi alle persone ospedaliere nati i) ha rapporto annual le schede 40% 50% risolvibile. Un caos politico che rischia di per i servizi sanitar del Veneto nel trat- mento avvenuto con detenute oltre alla libertà viene tolta nale 30% 60% re centro 50%portare spediti a nuove consultazioni. Pro-il secondo miglior loro anche la salute. 20% dio. Per discute 30% 10% del miocar 50% prio quello che non ci voleva infarti Fondamentale l’intervento in una ori situagli tare le migli zona! Cogl zione economica deligenere,tua caratterizzata prestato dal Sert. offerte adella da una recessione pag. 10 cui dal 2008 non si vede fine. 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La Lega crolla dal 35% a poco pag. 12 cercato di abbattere indicendo un bando di al quale fu affidato il compito di organizzare essere così significativa per il rilancio della più del 10% di questa ultima tornata eletvendita per alcuni dei propri immobili. Va eventi (fiere, convegni, presentazioni, ecc...) struttura dell’ex zuccherificio e in molti oggi torale. Il Pdl dal 2008 perde 10 punti e si detto, e lo conferma il neodeputato Diego prevalentemente, ma non esclusivamente, pensano che una nuova vita della struttura assesta sotto il 20%. www.lapiazzaweb.it Crivellari, che negli ultimi anni si è compiuto presso il Centro Servizi di Rovigo. Lo scopo potrebbe essere garantita da un totale camil sito del giornale un importante lavoro di risanamento dei con- prefisso era, ed è tuttora, quello di far sì che bio di rotta. continua a pag. 3 Entra in Rete con noi! ti. “Di questo – ha spiegato - va dato atto il Cen.Ser di Rovigo diventasse luogo di riferipagg. 4-5 *alessandro.abbadir@gmail.com
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Inchiesta Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, ne illustrano le caratteristiche
Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete
di Ornella Jovane
“G
li atti di prepotenza e le forme di comporta- proprio dall’anonimato, si trasformino e diano il peggio mento aggressivo che si esercitano nel web di sè”. possono creare danni enormi sugli adolescenti Ma, forse, il peggiore dei connotati che si possono che le subiscono perché si sentono fragili, soli e indifesi attribuire al cyberbullismo è la disumanizzazione dell’atto proprio in quel mondo virtuale nel quale si erano rifugiati. stesso. Incapaci di affrontare la minaccia o, nei casi più gravi la “Se nella realtà - esemplifica lo psicoterapeuta - fra persecuzione, vivono con disperazione l’umiliazione della gli spettatori che assistono ad un atto di prepotenza o di vessazione che si traduce in pensieri tormentati, difficoltà violenza ad un certo punto c’è chi interviene per fermare esistenziale ed incapacità di trovare una via di uscita”. lo scempio, nella rete manca il ritorno empatico, si assiste Il bullismo informatico e le nefaste conseguenze “passivi” come se si stesse vedendo un film, senza che che può avere sulla vita dei ragazzi è un tema di gran- nessuno intervenga”. de attualità che la cronaca ha recentemente richiamato “I social network - commenta Busato - sono una inteall’attenzione dei media con il caso della ragazza di Cit- ressante forma di partecipazione e di comunicazione che tadella che si è tolta la vita lanciandosi dall’ultimo piano tuttavia va utilizzata con responsabilità. Fondamentale da di un albergo, spinta a suicidarsi dalle offese di probabili questo punto di vista è il ruolo degli adulti che devono, sencoetanei sul sito web Ask.fm. Quali sono le caratteristiche za remore e con autorevolezza, lavorare sull’educazione del bullismo informatico, quali le degli adolescenti”. In che modo? conseguenze e come difendersi dagli Un atteggiamento “Rendendo - risponde concluimbarazzante attacchi on-line? dendo Busato - i giovani consape“Il cyberbullismo - risponde Lino si può trasformare voli di rischi e pericoli della rete, Busato, psicologo e psicoterapeuta in video che sviluppando nei nostri ragazzi il - ha delle specifiche caratteristiche si ricorderà all’infinito senso critico per attrezzarli a saper che rendono, rispetto al bullismo distinguere tra il bene e il male. nella vita reale, ancora più disastrose le conseguenze. Non è un compito facile nè circoscritto alle occasioni ma un Innanzitutto è sufficiente un singolo episodio per procurare lavoro che si deve svolgere nei tempi lunghi, sin dalla scuodanni enormi nei confronti della vittima. Un atteggiamento la primaria. E’ fondamentale il passaggio dell’educazione imbarazzante, colto magari occasionalmente durante una socioaffettiva, insegnare cioè ai bambini a stare insieme, festa, si può trasformare in un video scomodo o umiliante educarli all’accettazione dell’altro, al rispetto dell’altro e a che postato, sui social network, apre ad una vetrina ster- vedere e sentire le sofferenze e le emozioni di chi ci sta minata di testimoni. L’umiliazione sarà dilagante anche nel di fronte”. tempo. Il fatto in sè non è circoscritto al momento in cui “Comportamenti basati su forme di prepotenza eserciaccade, ma disponibile 24 ore su 24 nel web. La vittima tate da uno o più soggetti su un minore, ovvero i cosiddetti dell’aggressione subisce l’umiliazione e, nei casi più gravi, atti di bullismo legati all’età, ci sono sempre stati. Ciò che la persecuzione senza tregua, che si dilata all’infinito nello è cambiato, nella rete, non è tanto l’impatto in termini spazio e nel tempo”. quantitativi del fenomeno quanto, piuttosto, il grado di “L’anonimato dietro cui si può tranquillamente na- percezione dello stesso e soprattutto la gravità dell’effetto scondere il “carnefice” è un’altra delle caratteristiche del provocato su chi lo subisce”. Tommaso Palumbo, primo cyberbullismo - prosegue Busato - che spiazza e inquieta la dirigente della Polizia di Stato, dirigente del Compartimenvittima. Accade che ragazzi che nella vita reale non avreb- to Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, è bero mai comportamenti discutibili, nel web, incoraggiati impegnato in iniziative di sensibilizzazione ed informazio-
In alto Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, sotto Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto
ne rivolte ai giovani e agli adulti, genitori ed educatori, sul ficazione della vittima”. tema dei social network, della navigazione sicura e sui “Nei nostri uffici – racconta – giungono genitori che pericoli, più o meno nascosti, della rete. richiedono di oscurare video o rimuovere foto e messag“Un tempo – spiega – ci si muoveva in modo sponta- gi mortificanti per i propri figli. Va precisato tuttavia che neo, oggi l’attività in chiave di prevenzione è strutturata e l’operazione richiede il necessario intervento dell’Autorità progettata. La Polizia Postale e la Polizia di Stato si muove giudiziaria e non sempre è agevole e scontata. Senza conin team con il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Mi- tare il fatto che, nel tempo di permanenza in rete, video, nistero dell’Interno, col Miur e in partnership con le stesse foto e messaggi possono essere scaricati e i fruitori si molaziende che offrono servizi per la navigazione in internet”. tiplicano a dismisura”. Rivolge l’attenzione in modo specifico al mondo dei Ci sono poi da tener presente le conseguenze legali e social network il progetto itinerante “Una vita da social” penali causate dalla richiesta di rimozione o oscuramento che la Polizia Postale e la Polizia di Stato stanno portando di materiali da internet, dal momento in cui si decide di sul territorio. “Ci muoviamo con un trak attrezzato con fare ricorso alle autorità giudiziarie. aula multimediale – spiega il primo dirigente – nel quale Insomma quella che nella vita reale può essere conorganizziamo incontri con gli studenti e la cittadinanza. siderata una ragazzata, legata alle intemperanze dell’età La presenza di testimonial, personaggi famosi del mon- e catalogata come un comportamento tipico adolescendo dello sport, della cultura e dello ziale, da punire ma nell’ambito spettacolo vicini ai giovani, aiutano Quello che nella vita ristretto della famiglia o comunque a veicolare in modo ancora più reale è una del contesto nel quale si consuma, efficace i messaggi “educativi e “ragazzata” nella rete e tuttavia con una buona dose di informativi” che andiamo portando può diventare un tolleranza, nella rete può diventare reato perseguibile in giro per le città”. facilmente un reato perseguibile. Le tappe venete del percorso “Le nuove tecnologie – fa ositinerante sono programmate per il prossimo 14 aprile a servare il dirigente di Polizia postale - che hanno potenPadova e il 15 a Venezia. zialità enormi, possono perciò diventare insidiose in caso Ed è proprio la tematica dei social network che richia- di comportamenti “insani”, come appunto gli atti di bullima la maggiore attenzione e soprattutto invita a tenere smo, che, se nella vita reale abbiamo imparato ad arginaalta la guardia nell’ambito degli incontri a rischio cyber re, non siamo ancora in grado di gestire con padronanza bullismo. nel web, soprattutto perché non abbiamo ancora fatto gli “La maggiore differenza tra un atto di bullismo nella anticorpi per tenere sotto controllo le conseguenze, che a vita reale e uno subito nella rete – spiega Palumbo – è volte possono essere davvero dolorose”. l’enorme risonanza che quello informatico riesce ad avere, L’unico fronte sul quale si può lavorare con profitto per la possibilità, che offre il web, di moltiplicare all’in- rimane dunque quello della prevenzione. finito i testimoni e l’atto stesso. Una scena di violenza “I figli – conclude Tommaso Palumbo - vanno seguiti, ripresa dallo smartphone – non necessariamente da un ancora prima che nella rete, nella vita reale: vanno responamico o conoscente della vittima che subisce ma anche da sabilizzati ed educati ai valori e al rispetto dell’altro. Vanno una persona sconosciuta che si trova per caso ad assistere sensibilizzati e va insegnato loro che ogni azione che comall’atto di bullismo – una volta postata su Facebook o piono nei confronti degli altri ha delle conseguenze delle su WhatsApp avrà una platea sterminata di visitatori. E quali sono essi stessi responsabili e di cui sono chiamati a questo con la conseguenza di aumentare lo stato di morti- rispondere”.
Il Veneto in primo piano 11 27 Il saggio”Il profumo dei limoni Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” di don Jonah Lynch
Dall’illusione di essere ovunque al rischio di distacco dal mondo reale
A lato Don Jonah Lynch sotto il suo volume “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook”
di Ornella Jovane
I
l profumo intenso dei limoni, il ruvido della buccia gialla, il loro sapore asprigno. Tatto, olfatto e gusto: sono i tre sensi stimolati dalla vista delle piante che si affacciano nel giardino, verso il quale casualmente lo sguardo si rivolge. La realtà in tutta la sua pienezza non può essere vissuta nella rete: tre quinti di essa, tre dei cinque sensi, non viene percepita. E’ questa la premessa che ha ispirato “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” il saggio pubblicato da don Jonah Lynch nel 2011 e che tutt’ora ispira il vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo a Roma negli incontri con i genitori e docenti sul tema in questione. Recente, al riguardo, il suo intervento a fine febbraio a Vigonza (nel Padovano) sul tema “Io voglio educare”, un ciclo di incontri per non lasciare soli i figli (e anche i genitori) nel mondo virtuale. Nel suo libro “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” lei analizza l’orizzonte delle nuove tecnologie, ne rileva le utilità e i vantaggi ma mette in guardia anche dai limiti e dai disagi. Ci aiuta don Lynch a capire? “È bellissimo poter comunicare in tempo reale con chiunque, in qualunque parte del mondo, raggiungere agevolmente informazioni un tempo quasi introvabili. Al tempo stesso, questa quasi “onnipotenza” del web e della tecnologia in ge-
nerale è anche il suo lato insidioso: l’illusione di poter essere ovunque, poter sapere tutto e contattare chiunque. La vita digitale presenta questa illusione di illimitatezza, che può generare un distacco dal mondo in cui possiamo agire, toccare, sentire i profumi…”. La tecnologia ha avuto un impatto significativo nella vita di tutti, ma imponente in quella dei giovani, tant’è che noi adulti definiamo le nuove generazioni come “nativi digitali”. Non è che in nome di questa definizione accettiamo - noi adulti - in modo incondizionato e talvolta acritico la massiccia invadenza della dimensione virtuale nella vita dei nostri ragazzi? “Secondo lei, i nostri figli appartengono alla nostra stessa specie? Cioè, chi è nato dopo la rivoluzione tecnologica, che ha prodotto Facebook, Google e gli altri, ha la stessa natura di me e di lei? A mio parere, la natura umana più perfetta è quella di Maria, madre di Gesù. E il Concilio Vaticano II ha detto che Cristo svela l’uomo all’uomo. In Lui, cioè, impariamo chi siamo. Certamente Cristo non è stato un passo intermedio nell’evoluzione verso l’”uomo digitale”. Educare ai tempi di Facebook non è poi così semplice: gli adulti hanno gli strumenti e le conoscenze adeguate per dare ai ragazzi un’educazione idonea a sapersi gestire con autonomia e senza farsi male nella vita che sgorga in “rete”, nelle relazioni che si creano con i social
network? “Educare non è mai stato semplice. La realtà tutta mette sempre alla prova la nostra libertà. Siamo sempre liberi di scegliere di allontanarci dalla verità, da ciò che è bello e vero, ma portiamo anche le conseguenze di quelle scelte. Partecipare alla vita dei ragazzi significa partecipare alla loro giornata, interessarsi a loro, ascoltarli. Educarli vuol dire anche proporre le cose più belle che conosciamo. Se siamo convinti di ciò che diciamo, saremo credibili. In particolare, nell’educazione all’uso delle tecnologie, della rete, vale come sempre dare l’esempio. Quanti di noi adulti sanno rinunciare alle notizie sul telefonino o all’ultimo video su Facebook? Ai ragazzi che educo ho proposto il “digiuno digitale”, il fare a meno, per gran parte della giornata, degli strumenti tecnologici. Domandiamoci: utilizziamo i nostri mezzi di comunicazione, o ne siamo schiavi? Impariamo noi adulti a decidere: ora spengo il cellulare, mi concentro interamente sulla persona che è qui, davanti a me. Questa riscoperta può darci la forza di accompagnare anche i nostri ragazzi”. Si possono creare relazioni di qualità attraverso i social network? O una società iperconnessa in realtà rivela solo delle enormi solitudini, o quanto meno delle relazioni superficiali? “Senza dubbio l’”iperconnessione” può assottigliare lo spessore dei nostri rapporti, può renderli fugaci, veloci come
un tweet o un sms. D’altra parte, però, il web e tutto ciò che offre fa parte della realtà, il web stesso è parte della realtà. Nell’esperienza di una grande amicizia, l’altra persona diventa parte di me, in maniera così profonda che sentiamo la ristrettezza del canale digitale, che è, per sua natura, selettivo, che lascia da parte, inevitabilmente, tante sfumature della realtà”.
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28 12 Il Veneto in primo piano Il docente e le nuove tecnologie. Consigli del professor Pietro Gavagnin agli educatori
“Anche gli adulti devono esserci in rete, senza paura” “Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione” di Ornella Jovane
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l cielo in una stanza: opportunità e pericoli della rete” è il titolo emblematico di un ciclo di tre appuntamenti che iniziati il 14 marzo a Mestre, presso la scuola media “Don Milani”, proseguiranno il 27 del mese a San Donà di Piave, all’istituto “Ippolito Nievo”, e il prossimo 11 aprile a Chioggia al Galileo Galilei. Agli incontri, organizzati dal Forum provinciale associazione genitori scuola di Venezia, prenderà parte il professor Pietro Gavagnin, docente al Liceo Morin di Mestre, vincitore con il suo progetto pgava.net della sezione “docente dell’anno” al premio nazionale 2013 “Anp per l’innovazione”. Una iniziativa, giunta alla quinta edizione, che si pone come obiettivo quello di diffondere l’uso delle tecnologie informatiche nell’insegnamento. E’ lui, insegnante ed esperto di informatica, che spiega agli adulti, genitori ed educatori, come gestire il confronto con la wireless generation. Quali sono le opportunità e i pericoli della Rete per gli adolescenti?
“Di pericoli ce ne sono. Ma sono sostanzialmente gli stessi pericoli che incontriamo nella vita: quando usciamo, quando ci rapportiamo agli altri, quando manipoliano i nostri dati. L’importante è non farsi prendere dal panico perché altrimenti non lasceremo più uscire i nostri figli neppure per strada o dagli amici. Un innocuo coltello da cucina può servire per spezzettare alcuni semplici rametti di prezzemolo ma può essere anche un’arma pericolosissima! Opportunità ce ne sono molte ed anzi, oggi quando non possiamo connetterci tutti noi sentiamo come una sensazione di mancanza. Internet non solo è serbatoio quantitativamente sconfinato di conoscenza ma può essere il motore o l’occasione per instaurare nuove relazioni (pur con le dovute cautele). Se si usa con acutezza. Se si usa con competenza. Se si usa con coscienza. Se si usa con conoscenza”. Come possono i genitori “prevenire” i pericoli? “Non credo servano proibizioni (che
hanno un effetto spesso contrario). Con i giovani le figure di “mediazione” (genitori, insegnanti) devono convincersi che sia importante “esserci”, nonostante noi genitori sappiamo bene che a volte è difficile: i nostri figli devono sapere che ci siamo. Per aiutarli, per consigliarli, per indirizzarli, per proteggerli. Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”. Cosa dire ai ragazzi perché si proteggano dalle violazioni del web? “Quello che ci si sente dire quotidianamente: non “distribuire” a cuor leggero dati personali. Non accettare facilmente “amicizie” da persone che non si conoscono. Non aprire allegati o compilare e spedire form senza la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Purtroppo però uno dei pericoli della rete che purtroppo sta diventando sempre più una moda è il Sexting (sex+texting = autoscatti in pose sexy). E qui ritorniamo al discorso di prima. Per noi adulti è necessario esserci. Ma non passivamente. Ciò a cui
Il professor Pietro Gavagnin dobbiamo tendere è una educazione, una formazione complessiva della personalità del ragazzo che serva sempre, online e offline”. Come possono gli adulti inserirsi con autorevolezza e tutelare i ragazzi dalle insidie che il web nasconde se ne sanno meno e sono meno attrezzati di loro? “Devono attrezzarsi. Ovvio. Scusi se mi ripeto ma in quell’”esserci” di cui ho parlato in precedenza ci sta dentro tutto! Lo so, può essere difficile. Ma può risultare anche divertente e…utile! Per quanto riguarda gli insegnanti ad esempio è assolutamente necessario saper usare il web, e per questo è necessario praticarlo. E’ lo stesso motivo per il quale nelle scuole professionali insegnano docenti che praticano un certo mestiere. Quando mi riferisco alla necessità di un aggiornamento serio da parte degli insegnanti non voglio sottolineare l’importanza di “contenuti” (e qui si spiega l’inutilità dei
vari corsi e progetti che l’amministrazione negli anni ha organizzato) quanto l’importanza di pratiche, di “buone” pratiche. E’ fondamentale non avere paura del mezzo, è fondamentale saperlo dominare”. E’ vero che i ragazzi temono il bullismo virtuale? In che misura? “Il bullismo è molto più diffuso offline che online ma esser vittima di cyberbullismo è un’esperienza dolorosa per la maggior parte dei ragazzi intervistati nelle indagini scientifiche che si fanno periodicamente. Per questo motivo, dati alla mano, posso confermare che il bullismo virtuale faccia male (l’85% dei giovani che l’hanno provato si sono dichiarati infastiditi o turbati) credo anche per una sensazione di solitudine e di impotenza che la vittima sente e che viene moltiplicata e amplificata dalla “solitudine” tipica del mezzo: usiamo la rete standocene da soli”.
LA CuRIOSITÀ DAGLI STATI uNITI LA MODA DEL FACEBOOK-LIFT PRENDE PIEDE ANCHE IN ITALIA Anche in Italia si ricorre al ritocco estetico per apparire più giovani nella foto di Facebook
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i solito è l’impietosa videocamera del telefono o del computer, oppure è una fotografia scattata da amici e condivisa in rete. Capita di rivedersi da un’ottica diversa e, spesso, si scopre un’immagine di sé che non ci si aspetta. Doppio mento, occhiaie e qualche ruga che erano sfuggite, magari, davanti allo specchio, vengono invece alla luce con i nuovi social network e i nuovi media. E la bellezza nell’era 2.0 non fa sconti a nessuno. “Oggi si scattano foto o si girano video con maggiore frequenza rispetto al passato e ci sono quindi anche più occasione per confrontarsi con la propria immagine e con i segni del tempo - osserva Patrizia Gilardino, chirurgo plastico di Milano -. Si notano più facilmente i cambiamenti: una piccola ruga, l’occhiaia più marcata o la palpebra leggermente cadente che attribuisce un’aria stanca ci fanno vedere come effettivamente ci vedono gli altri”. Negli Stati Uniti hanno già ribattezzato la tendenza “facebook-lift”. Pur essendo difficile misurare il fenomeno, qualche segnale del diverso approccio dei pazienti c’è anche in Italia: innanzitutto “i pazienti quando
si presentano in studio hanno ben chiaro dove vogliono intervenire e cosa attenuare. Inoltre i modelli di riferimento non sono più tanto i divi del cinema o delle passerelle, come poteva essere fino a qualche tempo fa, quanto loro stessi, solamente qualche anno prima”, continua il chirurgo estetico. I social stanno diventando quindi lo specchio del tempo che passa. Cambiando così l’approccio alla chirurgia estetica. “In effetti prima ci si rivolgeva dal medico estetico in occasioni di importanti cambiamenti nella propria vita: un matrimonio o una separazione, una gravidanza o un nuovo lavoro, erano questi i principali motivi che spingevano i pazienti, indistintamente uomini e donne, in studio -, ricorda Gilardino. - Oggi la tendenza è diversa. Chi era diffidente anche davanti ad una iniezione di filler, chiede di poter migliorare il proprio aspetto attenuando qualche segno del tempo dal proprio viso”. Le richieste si concentrano prevalentemente nella zona del volto. “Nella maggior parte dei casi si tratta di attenuare qualche ruga del contorno occhi oppure restituire volume a delle labbra che si sono assottigliate troppo”.
Il Veneto in primo piano 13 29 Sicurezza Troppi mendicanti professionisti che, spesso, molestano i cittadini
Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni Le tre provincie Padova, Treviso e Venezia stringono un patto per combattere l’accattonaggio crescente mettendo insieme le forze di polizia
Mendicanti violenti Le donne hanno paura
di Germana urbani
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iro di vite per arginare un fenomeno crescente dietro al quale, però, non c’è solo la miseria. Probabilmente c’è anche la malavita organizzata. Da marzo polizie locali, questure e prefetture dei tre capoluoghi Padova, Treviso e Venezia si riuniranno per fare il punto della situazione e definire strategie per affrontare il problema come un’unica realtà urbana: la città metropolitana. Al vertice saranno invitati anche i funzionari delle rispettive Questure. La giunta di Treviso ha dato il via a quest’azione congiunta sicura che ci voglia una visione ampia del problema per provare a risolverlo, in quanto esisterebbe una struttura organizzata che usa alternativamente le tre città facendo leva su persone disperate che finiscono in questa rete. Le prime voci di denuncia di questo fenomeno sono venute da chi i poveri li conosce bene. Tra loro il direttore della Caritas veneziana, monsignor Dino Pistolato, che ha accolto la decisione con un plauso. “L’elemosina è un atto di misericordia – ha detto – ma più volte abbiamo denunciato che l’accattonaggio sta diventando un business per qualcuno. Furboni che chiedono il pizzo per mendicare in un angolo di strada, con percosse e minacce, che sfruttano e ricattano gente in situazione d’indigenza. Quindi bene se si riesce a fare una barriera comune in un territorio vasto e che chi se ne occuperà colpisca davvero il racket e non i veri poveri”. Contro l’accattonaggio i primi cittadini e la polizia locale non possono quasi nulla, solo elevare delle sanzioni che dovrebbero servire almeno come deterrente ma che in realtà non risolvono granché. A Padova nel 2013 sono state elevate 619 sanzioni per accattonaggio molesto. “Siamo arrivati a oltre 50 a carico di una singola persona - precisa Ivo Rossi -. Questa attività
ha già portato la polizia locale a fare richiesta alla questura di allontanamento di 8 persone”. A Treviso nello stesso anno sono state 250 le sanzioni e dall’inizio del 2014 sono già una settantina. Non serve a nulla neanche sequestrare il denaro che il mendicante ha raccolto sino al momento della sanzione. Questi torna comunque a fare il suo “mestiere” il giorno dopo. “Quando le sanzioni non hanno più effetto – ha detto il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Treviso Roberto Grigoletto – occorre trovare rimedi efficaci. Gli accattoni molesti legati al racket verranno riconosciuti dalla polizia locale, saranno identificati dagli agenti e accompagnati in questura. Verrà loro notificato un provvedimento di pubblica sicurezza, il foglio di via. Se torneranno a Treviso nei tre anni di allontanamento, verranno definitivamente allontanati con un decreto penale”. “Sono contrario all’introduzione del divieto di accattonaggio” aveva detto l’estate scorsa il sindaco di Venezia Orsoni, dichiarando in anticipo che non aveva intenzione di replicare Cacciari che, per risolvere la questione del centro storico, fece un’ordinanza apposita tra mille polemiche. Certo con la prefettura si è valutata l’applicazione del foglio di via con rientro coatto, e ora questa convenzione PaTreVe dà una ulteriore spinta verso la regolamentazione di un fenomeno che a Mestre e Venezia è davvero pesante. I tre sindaci solleciteranno anche interventi su scala nazionale per colpire le organizzazioni criminali che molto spesso stanno dietro a questi mendicanti: “Chiederemo - conferma il primo cittadino di Treviso l’introduzione di un reato che punisca lo sfruttamento in forma associativa dell’accattonaggio”.
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In alto a sinistra il sindaco di Padova Ivo Rossi, di seguito Giorgio Orsoni sindaco di Venezia e sotto Giovanni Manildo, sindaco di Treviso
veva alzato un vero e proprio polverone la scelta del parroco di San Lorenzo a Mestre che, nei giorni della messa aveva deciso di impiegare dei giovani come “guardie parrocchiali” allo scopo di allontanare i mendicanti rom che, appostati sul sagrato o, peggio, durante le unzioni all’interno della chiesa, chiedevano ai fedeli l’elemosina. Quindi don Fausto Bonini, un uomo mite, aveva deciso di blindare le messe. “Se anche don Fausto Bonini – aveva commentato il sindaco Orsoni -, che è una persona di grande equilibrio e dedito alla carità, è arrivato a prendere questi provvedimenti è chiaro che il problema il problema ha raggiunto un grado limite”. Orsoni ci tiene però a sottolineare come occorra stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. “Confondere l’accattonaggio riconducibile al racket con chi mendica per necessità sarebbe un errore. E anche sul fronte del racket – ha proseguito Orsoni - serve una netta distinzione tra sfruttati e sfruttatori. Ma di questo se ne devono occupare le forze dell’ordine”. Ma il problema sicurezza c’è e lo sentono soprattutto le donne che, mentre fanno le loro spese in centro si vedono improvvisamente avvicinare da uomini che insistentemente chiedono un euro o di più. “Mendicare è possibile – afferma Leda Cossu, anima del volontariato mestrino – ma la violenza è un’altra cosa. Tra gli accattoni violenti c’è chi alza anche minaccioso il bastone verso le donne, fingendo di zoppicare, controllandole a distanza. Una violenza che fa paura”. E certo di questa situazione non sono felici i commercianti che conoscono bene il problema che, a detta loro è stato tollerato o sottovalutato troppo a lungo. “ In molte zone della città – ha detto Dario Corradi, dell’Ascom - si è abbassato il livello di vivibilità. E quando sento che i turisti di un bus vengono circondati e viene loro impedito di scendere perché non sganciano l’euro, allora dico che non è accattonaggio, ma criminalità, che va combattuta e che danneggia l’immagine della città. Noi commercianti però vediamo i vigili solo quando si tratta di controllare se lo spazio del plateatico è stato sforato di cinquanta centimetri. È giusto che lo facciano, non voglio dire di no, ma ci piacerebbe venderli in azione anche per prevenire episodi come questi”.
30 Cultura provinciale
Cultura provinciale 9
L’evento Al Museo Nazionale di Villa Pisani fino al 2 novembre prossimo
infanzia
Luce sulla Venezia di fine ‘800
La principessa Rubino di Svjetlan Junakovic
Un viaggio nella città raccontato dal famoso editore Ferdinando Ongania in 200 preziose foto incisioni
“Le immagini della fantasia” al Candiani
di Ornella Jovane
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n viaggio fotografico nella Venezia tra la seconda metà Marco, personaggi che si spostano in gondola, pescatori in Canadell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, raccontato le della Giudecca, signore che passeggiano in Piazzetta con gli dal famoso editore lagunare Ferdinando Ongania (1842- ombrelli parasole. Nel suo atelier nel sottoportego della Piazza, ai numeri 72, 1911) con un linguaggio lontano da stereotipi e con l’intento di annotare gli angoli più silenziosi e “minori” del poetico pa- 73 e 74 dell’Ala Napoleonica, nella Venezia di fine Ottocento, si vendevano libri d’antiquariato, incisioni antiche, dipinti di artisti esaggio. Si intitola “Luce su Venezia. Viaggio nella fotografia dell’Ot- contemporanei e fotografie del tempo, oltre a oggetti d’arte di tocento” la mostra che verrà inaugurata il 12 aprile prossimo e vario genere e, con i proventi di questa attività, Ongania faceva stampare libri d’arte illustrati, che riscuoterimarrà aperta al pubblico fino al 2 novemvano enorme successo. bre al Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra. Accanto ai palazzi Questo divenne un frequentato punto Un percorso scritto di luce (photo-grafia) e ai luoghi più celebri, in duecento preziose foto incisioni, originali sono visibili gli angoli d’incontro per artisti, scrittori, bibliofili e studiosi fra cui John Ruskin, Pompeo ottocentesche, che registrano fedelmente più silenziosi e l’immagine della città, i campi, le calli, le “minori” del paesaggio Molmenti, Pietro Selvatico, Alvise Zorzi e Camillo Boito: ci si confrontava sull’emerisole, restituendone in maniera dettagliata la maestosità dei palazzi a specchio sull’acqua e delle aree genza di conservare e restaurare i monumenti di Venezia, sulla monumentali rese poi celebri dal vedutismo di Canaletto e dei necessità di tutelare il patrimonio artistico e architettonico della suoi seguaci. Ma accanto a quelle che diventeranno le icone città a partire dalla documentazione dei beni. Ferdinando Ongacittadine, c’è la suggestione di una “Venezia minore”, cercata e nia avvia così il progetto di far fotografare i luoghi della città e frequentata da poeti e fotografi ispirati dalla poetica del vero di i suoi abitanti. Foto che confluiscono nella duplice collezione, oggetto della mostra promossa dalla Soprintendenza per i Beni fine Ottocento. Ongania, con “Calli e canali” prima e poi con “Calli, canali Architettonici e Paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, e isole della laguna”, racconta la sua Venezia, colta nella realtà Padova e Treviso, organizzata da Manus al Museo di Villa Pisani quotidiana con velieri che solcano le acque del bacino di San e curata da Myriam Zerbi e Sabina Vianello.
eventi
a cura di Ornella Jovane
ULTIME VISITE AI CAPOLAVORI DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VENEZIA Ultime date per le visite guidate gratuite ai capolavori di arte classica del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, in programma il sabato pomeriggio alle 15.30, curate dal personale del museo. Sono ancora in calendario le date del 22 e 29 marzo prossimo: si potranno apprezzare le celebri sculture greche e romane, ma anche epigrafi, marmi e busti, bronzetti, ceramiche, gioielli, oggetti etruschi, egizi, romani e della Mesopotamia, gemme, avori e una collezione numismatica. Ingresso e biglietteria al Museo Correr. Biglietto unico del percorso integrato “Musei di Piazza San Marco”, gratuito per i residenti e nati nel comune di Veenzia. Info 0412967663 email: sspsae-ve@beniculturali.it
A PERDIFIABA, ALTRI 4 INCONTRI DI LETTURE ANIMATE PER BAMBINI Altri 4 incontri in programma per la seconda edizione “A Perdifiaba”, il ciclo di letture animate per bambini organizzato a palazzo Grimani a Venezia. L’evento che lo scorso anno incontrò un ottimo successo di pubblico e di critica, tanto che se ne parlò abbondantemente anche nei media nazionali, è stato riproposto a partire dallo scorso dicembre in 10 incontri. L’attenzione è puntata verso altri paesi e continenti, per incoraggiare i bambini alla curiosità verso altre lingue, culture e tradizioni. Gli attori della Compagnia Pantakin hanno messo e metteranno in scena antiche fiabe russe ed ebraiche, africane e dei balcani, francesi della Corte del Re Sole e fiabe popolari inglesi, tradizionali norvegesi e giapponesi, le fiabe irlandesi riscritte dal poeta William Butler Yeats e quelle inedite del popolo rom. Quest’anno da segnalare anche la partecipazione del Conservatorio di Musica di Venezia “Benedetto Marcello”, i cui insegnanti ed allievi, coordinati dal professor Tiziano Bagnati, curano i raffinati interventi musicali negli appuntamenti speciali per rendere ancora più suggestivi e festosi gli incontri. Gli eventi sono ad ingresso libero per i bambini, per gli adulti l’ingresso è compreso nel costo del biglietto d’ingresso al Museo di Palazzo Grimani. I prossimi incontri sono programmati per il 15 e il 29 marzo, il 12 e la festa finale del 26 aprile, sempre alle 15.
IL CONCORSO LuCE SuLLA VENEZIA DI OGGI
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all’Ottocento ai giorni nostri. In concomitanza con la mostra è stato promosso un concorso fotografico per accendere una Luce sulla Venezia di oggi. “Luce su Venezia. Viaggio nella fotografia contemporanea” ha lo scopo di sensibilizzare veneziani e turisti ai temi dell’arte e della cultura incentivando la conoscenza del patrimonio artistico e culturale della città, in modo creativo ed originale. I 30 migliori scatti saranno esposti a Villa Pisani. Si stimolerà in questo modo un confronto e una riflessione sulla città, com’era alla fine del XIX secolo e così come si presenta attualmente. Le foto possono essere realizzate con qualunque apparecchio fotografico, anche smartfhone o iPad. Le tre immagini che avranno ricevuto il maggior numero di preferenze dai visitatori, invitati a votare, saranno decretate vincitrici in occasione della cerimonia di premiazione che avrà luogo a Villa Pisani il prossimo 7 settembre.
“L
e immagini della fantasia” protagoniste della 25esima Mostra di Sàrmede approdano al Centro culturale Candiani di Mestre e saranno in esposizione fino al prossimo 13 aprile. Il tema ispiratore dell’edizione di quest’anno attinge dall’immaginario fiabesco dell’Estremo Oriente: Cina, Corea, Giappone e Mongolia. In mostra una selezione di opere di famosi illustratori che hanno raccontato con il proprio stile personale e la propria sensibilità artistica i racconti della tradizione orientale, dalla quale emerge una visione particolare dell’infanzia, dominata dalla poesia, dai ritmi della vita e dalla riscoperta di un tempo passato, un tempo nella sua dimensione umana, tipico e indiscusso protagonista della filosofia orientale. Accanto all’esposizione artistica il Candiani offre alle scuole e alle famiglie pacchetti didattici con visite guidate e laboratori pittorici. La mostra è aperta al pubblico dal mercoledì alla domenica, dalle 16 alle 20.
Fotografia Fino al 18 maggio prossimo a palazzo Franchetti la mostra
Le suggestioni del paesaggio full color di Franco Fontana “I o credo che la fotografia non debba documentare la realtà, ma interpretarla. La realtà ce l’abbiamo tutti intorno, ma è chi fa la foto che decide cosa vuole esprimere. La realtà è come un po’ come un blocco di marmo. Ci puoi tirare fuori un posacenere o la Pietà di Michelangelo”. Era il 1978 quando Franco Fontana, il celebre fotografo conosciuto in tutto il mondo, definiva il suo modo di intendere la fotografia proprio commentando uno dei suoi scatti, che poi diventò immagine-simbolo del suo repertorio, un’immagine scattata a Baia delle Zagare, in Puglia, di seguito impiegata per una campagna del Ministero della Cultura Francese. Inaugurata a metà febbraio e aperta al pubblico fino al prossimo 18 maggio, a palazzo Franchetti, a Venezia, si racconta con una grande retrospettiva, oltre 130 fotografie, la lunga storia artistica di Franco Fontana, tra i primi in Italia a schierarsi, negli anni ‘60 con tanta convinzione e fermezza a favore del colore . La mostra è promossa dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti ed è curata da Denis Curti e prodotta da Civita Tre Venezie in collaborazione con Venezia Iniziative Culturali. Suddivisa in diverse sezioni tematiche, la mostra propone i paesaggi degli esordi, negli anni ‘60, passando per le ricerche dedicate ai paesaggi urbani, le piscine e il mare. Come fosse un ritrattista, infatti, Fontana mette in posa il paesaggio, ne sceglie il lato migliore con la consapevolezza che la fotografia vede il mondo diversamente dall’occhio umano. Fra i tratti distintivi, l’esaltazione del colore, non più mezzo ma messaggio, attore protagonista del suo linguaggio visivo. I suoi colori sono accesi, brillanti, talmente vibranti da apparire irreali. I suoi paesaggi iperreali, sono più veri del vero sino a divenire surreali, i corpi, figure umane svelate dalla luce o sublimate in ombre lunghe, sono come paesaggi.
La Puglia, 1987 Particolare Nel 1979 Fontana allarga la sua ricerca volgendo lo sguardo verso gli Stati Uniti, dove attraverso una lunga serie di viaggi, approda alla sua personalissima definizione di paesaggio urbano. Nel 1984 inizia la serie Piscine, dove porzioni di sinuosi corpi di donna (e a volte d’uomo) sono esaltate da colori squillanti, in uno spazio sospeso, di cui spesso non si vedono i confini. Nel 2000 inizia la serie dei Paesaggi immaginari, in cui l’invenzione sul reale arriva ai massimi livelli. In questo caso il fotografo, che non disdegna la tecnologia digitale, riafferma la propria libertà interpretativa della realtà tramite l’immaginazione. La mostra è aperta al pubblico da lunedì a domenica, escluso il martedì, dalle 10 alle 19. Il costo del biglietto è di 9 euro intero e 7 ridotto. Info e prenotazioni 0418620761
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Cultura veneta 33
Grandi mostre Fino al 2 giugno al il Museo Correr di Venezia
L’architettura di Léger Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha riflettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento di Alain Chivilò
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’opera “La ville” (La città) di Fernand Léger eseguita nel 1919, proveniente dal The Philadelphia Museum of Art, rappresenta un valido motivo per visitare la mostra, “Léger. La visione della città contemporanea” che, fino al 2 giugno, il Museo Correr di Venezia propone ai visitatori italiani e non solo. Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha riflettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento, evidenziando anche aspetti meno conosciuti, lungo un percorso di cinque sezioni che caratterizzano l’esposizione: la metropoli prima della Grande Guerra, il pittore della città, la pubblicità, lo spettacolo e lo spazio. Léger, nato in Normandia ad Argentan nel 1881 e deceduto a Gif-sur Yvette ad agosto 1955, elabora uno stile personale che trae le basi dal movimento cubista, passando per una scomposizione astratta e futurista, quest’ultima in una versione statica. La sua pittura è un’ideazione architettonica all’interno della quale gli scenari e le persone vivono di vita propria in equilibri di forme geometriche e colori. A un occhio contemporaneo le forme umane richiamano mondi cibernetici molto più vicini a una visione fantascientifica dei nostri giorni. Lo stesso maestro nel 1914 scrisse un interessante pensiero basilare per il suo proseguo artistico: “Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna l’ha richiesto… La vista dal
finestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose. Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo… La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo”. Ecco dunque la chiave di lettura per un’arte d’avanguardia all’interno di un mutare continuo di cent’anni fa. Nel percorso espositivo si possono ammirare dipinti quali il “Fumo sui tetti” datato 1911, “Il tipografo” del 1919, “L’uomo con un bastone” (1920), “Elemento meccanico” (1925) fino al cortometraggio “Ballet mécanique” (1924) e al film, caratterizzato da oggetti d’uso comune che interagiscono attraverso differenti prospettive, “L’inhumaine” che vide la presenza di Man Ray a livello artistico e Dudley Murphy alla regia. Nell’ambito della rappresentazione urbana, vero filo rosso del Correr, sono presenti opere di artisti che hanno condiviso una sperimentazione innovatrice come Robert Delaunay, Francis Picabia, Marcel Duchamp, Charles-Edouard Jeanneret-Gris conosciuto come Le Corbusier, Piet Mondrian e Lazar’ Markovic Lisickij con pseudonimo El Lissitzky. Dunque una mostra imperdibile, per la qualità delle opere, per un Légier che come definiva Le Corbusier è “l’unico i cui dipinti richiedano una nuova architettura”.
Oltre 130 fotografie sono ospitate all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Venezia
IL COLORE DI FONTANA
Cà Pesaro, “Dialoghi americani” fino al 4 giugno
Giuseppe Panza di Biumo, un collezionista d’annata
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otografare è un atto di conoscenza: è possedere. Quello che si fotografa non sono immagini ma è una riproduzione di noi stessi. La creatività non illustra, non imita, ma interpreta diventando la ricerca della verità ideale. La fotografia creativa non deve riprodurre ma interpretare rendendo visibile l’invisibile”. Così il fotografo modenese Franco Fontana, classe 1933, introduce il suo concetto per click impressi partendo da un’inquadratura della realtà. In Italia è stato uno dei primi a intendere il colore non come elemento che ponga troppa evidenza ai dettagli di un ritratto o di uno scenario, ma come un attore protagonista ricco di messaggi. Fu proprio una sua foto, scattata nel 1978 a Baia delle Zagare in Puglia caratterizzata da essenziali fasce cromatiche, ad assumere il manifesto per il suo modo d’intendere l’arte fotografica. Tutto questo viene riunito all’interno della prima retrospettiva che la città di Venezia dedica a Fontana. Oltre 130 fotografie sono ospitate all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti per un’ampia panoramica della sua carriera. Gli esordi partono dagli anni ’60 partendo da elementi tipici del Neorealismo per porre successivamente il suo focus a componenti estetici ed esiti visivi. Dopo viaggi all’estero, tra cui New York, dal 1984 dedica la sua attenzione al ciclo Piscine nel quale porzioni di corpi, maggiormente di donna, sono esaltati da colori veraci. Nel 2000 con i Paesaggi Immaginari, attraverso anche l’elaborazione digitale, unisce alla realtà una buona visione d’immaginazione. La sua forza rimane comunque in paesaggi reali che nella sua personale scelta di rappresentazione vivono in costanti ritmi dimensionali sospesi in un equilibrio tra irreale e reale vera sua connotazione artistica. Suggestioni naturali che diventano quasi introspettive, nelle quali l’assenza dell’uomo traccia quasi la sua presenza, mentre gialli vivi si evidenziano in scenari d’effetto. Una mostra di Franco Fontana che, dopo Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti e Sebastião Salgado, pone Venezia capitale della fotografia. Al.Ch.
iuseppe Panza di Biumo è stato un collezionista e appassionato d’arte che ha dedicato una vita a scovare e comprare opere di artisti che si sono affermati successivamente o che lo erano già. Di famiglia possidente, nacque a Milano nel 1923 lasciando definitivamente la sua collezione nel 2010 sempre nella città della Madonnina. La sua passione per l’arte iniziò dalla metà degli anni cinquanta, trovandosi nel pieno fiore dell’arte che stava passando da moderna a contemporanea. Lo sviluppo della pittura d’azione, dell’informale, della pop art, dell’arte concettuale e di altri movimenti lo videro presente nel periodo cruciale dell’arte mondiale. Di estrema sensibilità scoprì nuovi artisti ponendosi come mecenate degli stessi, perché il collezionare era una vera e propria filosofia di vita che doveva attribuire alla sua vita un’etica e un’estetica. Proprio per questo successe che non comprò le opere di Lucio Fontana in quanto all’epoca non gli diede un sentimento artistico positivo. Valutazioni che fece anche per altri artisti, ma nessuna delle sue scelte inficiò l’abnegazione encomiabile che negli anni fu avvalorata da donazioni ai più importanti musei mondiali. Nel 2014 Venezia, nelle sale di Cà Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, dedica un omaggio a Giuseppe Panza di Biumo con la mostra “Dialoghi americani” fino al 4 giugno. Una quarantina di lavori provenienti dalla stessa collezione Panza, dal Moca di Los Angeles e dal Guggenheim di New York testimoniano il percorso artistico attraverso 27 artisti. Una piccola parte di una collezione vastissima suddivisa in tre periodi: 1955 – 1965 dall’informale europeo alla pop art, 1966 – 1976 arte minimale, concettuale e ambientale, 1987 – 2010 arte organica, arte dei piccoli oggetti e arte monocroma. Si potranno vedere Franz Kline con Buttress acquistato nel 1956, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg, Walter De Maria, Roy Lichtenstein, Mark Rothko, Richard Serra, Donald Judd, Joseph Kosuth, Hanne Darboven e Al.Ch. altri sempre di alto contenuto artistico.
MuSiCa i reMorSe feSteggiano 20 anni
È
un anno importante per i Remorse, la band veneziana che festeggia i suoi primi 20 anni di carriera, con una storia di spessore alle spalle e un’altra, almeno guardando i presupposti, altrettanto interessante davanti. È l’occasione per Daniele Zabeo, Riccardo Cavicchiolo e Samuele Favaro, per guardarsi indietro e tracciare un bilancio del loro percorso, mentre esce in questi giorni il loro quinto disco, su etichetta Hot Steel Records, anticipato dal singolo “Evasore sociale”. La band nasce come quartetto punk-hardcore nel febbraio 1994, per uscire con il primo demo-tape “Cracker” un anno dopo, subito scritturata dalla Nobrain Records. Il debutto su cd arriva alla fine del 1998 quando esce “Handle with care”, con ottimi riscontri di vendite e buone recensioni nazionali. A supporto del disco, i Remorse partono per un tour di spalla ai francesi Burning Heads, toccando tutta la penisola, da Palermo a Treviso. Nel 2000 il gruppo effettua due tour italiani di una trentina di date di spalla ai Raw Power. A settembre 2001 i Remorse girano l’Europa, ancora con i Raw Power e a novembre esce “Balance of visions” su Nobrain Rec, ospite Mauro “Mp” Codeluppi dei Raw Power. I responsi della critica ufficiale sono lusinghieri. All’inizio del 2002 ecco anche il primo video, “Face scored with scars”. Durante tutto l’anno la band suona moltissimo e comincia a scrivere i nuovi pezzi: agli inizi del 2004 esce il nuovo album dal titolo “A clown smile” su Sana Records che porta la band a firmare un contratto con la canadese Sudden Death Records. Il disco contiene “Eleven: changed”, scritto dal poeta Gongales Jr., che all’indomani dell’11 settembre 2001 aveva scritto un articolo-poesia su un giornale della Florida che poi ha concesso alla band. Il disco porta i Remorse ad una notevole considerazione a livello nazionale e non solo, con importanti riscontri in campo hardcore-crossover-metal. A metà del 2005 la band decide di bloccare i live per scrivere i nuovi pezzi e intraprende un nuovo percorso. Nel marzo 2009 esce Commutarte, il disco del cambiamento. La band volta pagina, allontanandosi dalle influenze musicali hardcore, cantando un disco interamente in italiano e con sonorità più vicine al funk-alternative-rock. Qualcosa di nuovo, destinato a un vasto pubblico, dagli amanti dei Primus a quelli dei Verdena, passando per i Pearl Jam, Metallica, Red Hot Chili Peppers, Afterhours ed Angeli. Il gruppo è di nuovo spalla, stavolta di Meganoidi, Pino Scotto, Sick Tamburo. Nel 2012 i Remorse hanno eseguito tre date esclusive per il diciottesimo anno di attività che poi li ha portati a settembre a suonare al prestigioso Home F.D.G. Festival di Treviso con Il Teatro Degli Orrori, Afterhours e altri.
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LO baSKet
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SPORT in PRIMO LO S PORT in PIANO Carta dei valori reyer
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uando si parla di tifoseria spesso si pensa ad affermazioni offensive e a gesti di violenza e d’inciviltà. La risposta dell’Umana Reyer a questi episodi negativi è la Carta dei Valori, una sottoscrizione di valori e principi che sono alla base di una sana tifoseria e che, dalla sottoscrizione, ha già superato il migliaio di adesioni. La Reyer è la prima società professionistica certificata ESI2010 e si ispira alle dieci regole fondamentali della carta dei valori Esicert Istituto Certificazione Etica nello Sport. Nella carta si enunciano i valori sani dello sport Reyer quale progetto sportivo e sociale, aperto a chiunque voglia liberamente sostenerlo; simbolo di aggregazione trasversale e non di divisione e contrapposizione; strumento di educazione per i giovani; opportunità d’incontro, confronto e socializzazione tra generazioni; occasione per tifare a favore senza provocazioni; e questi sono solo alcuni dei punti importanti. Il presidente Luigi Brugnaro tiene a sottolineare i veri valori che devono accompagnare i tifosi: “La Reyer è storicamente simbolo di aggregazione e non di divisione e contrapposizione. Questo avevano in mente i suoi fondatori nel 1872 e questo intendevo ereditare e valorizzare nel 2006 quando ho riunito le compagini maschile e femminile, con la prima che militava in serie B contando sulla presenza appena di una ventina di appassionati durante le partite. Sono convinto che, oggi, dobbiamo compiere un salto culturale. Non è in discussione la venezianità, né tanto meno la reyerinità. Continuare a ragionare in termini campanilistici, R.P. con il pretesto della goliardia, vuol dire avere lo sguardo corto”.
A marzo competizioni internazionali abaSKet Bibione
di Roberta Pasqualetto
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no sport molto accattivante è sicuramente il motocross su sabbia: sia per il fattore spettacolare sia per quello emozionante. Una competizione molto importante si tiene nella spiaggia di Bibione ed è organizzata dal Moto Club B.B.1 Bibione. Nata nel 1987, ritorna anche quest’anno la più importante manifestazione motociclistica fuoristrada dell’intero Nord-Est Italia. Un emozionante spettacolo di motocross sulla sabbia che mette in competizione grandi campioni ed entusiasma tutti gli amanti delle due ruote. Le competizioni a Bibione sono due: domenica 23 e 30 marzo. Domenica 23 si terrà la Beach Motor Race, storica gara molto coinvolgente. Il Moto Club B.B.1 Bibione è, infatti, allo studio di una nuova formula di gara per attrarre ancor più concorrenti a sfidarsi sul durissimo percorso, di circa 4 km e dal fondo interamente sabbioso, che sarà allestito come di consueto sull’arenile bibionese. La manifestazione è aperta a tutti i piloti nazionali e piloti provenienti da Austria e Slovenia, al quale da anni accorrono in massa a sfidare i fortissimi concorrenti locali. “L’anno scorso la spiaggia di Bibione era allagata ma la competizione si è tenuta
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uando si parla di tifoseria spesso si pensa ad affermazioni offensive e a gesti di violenza di Roberta Pa e d’inciviltà. La risposta dell’Umana Reyer a questi episodi negativi è la no sport molto Carta dei Valori, una sottoscrizione motocross su s di valori e principi che sono alla colare sia per q base di una sana tifoseria e che, petizione molto impo dalla sottoscrizione, ha già superato di Bibione ed è orga il migliaio di adesioni. La Reyer è la Bibione. Nata nel 19 prima società professionistica certificata ESI2010 e si ispira alle dieci regole la più importante man fondamentali della carta dei valori Esicert Istituto Certificazione Etica nello ristrada dell’intero No Sport. Nella carta si enunciano i valori sani dello sport Reyer quale progetto spettacolo di motocro sportivo e sociale, aperto a chiunque voglia liberamente sostenerlo; simbolo competizione grandi di aggregazione trasversale e non di divisione e contrapposizione; strumento gli amanti delle due r lo stesso –didice Giovanni per Santorso presidente del d’incontro, Anche queste gare esono aperte a conduttori educazione i giovani; opportunità confronto socializzane sono due: domenic nazionali e stranieri, ma senza limitazioni. Quindi moto clubzione Bibione mancavano ioccasione tifosi, ma per non tifare tra–generazioni; a favore senza provocazioni; e 23 si terrà la Beach M è allargata a coinvolgente. concori gareggianti”. marzodeisi terranno i la partecipazione questiDomenica sono solo30alcuni punti importanti. Il presidentestraniera Luigi Brugnaro Il Moto renti da tutta Europa. Le condizioni Campionatitiene internazionali d’Italia sabbia: a sottolineare i verisuvalori cheSudevono accompagnare i tifosi: “La Reyerclimatiche allonon studio di una nuo mai un eproblema per gli appassionati permarecross e Trofeo Supermarequadcross. Le esono è storicamente simbolo di aggregazione nonquasi di divisione contrapposizioancor più concorrenti di questo sport, anche perché in caso di pioggia competizioni promosse da inFXmente Action,i che ne.sono Questo avevano suoisufondatori nel 1872 e questo intendevo so, dilacirca 4 km e da sullalesabbia migliora, e salvoe casi davvero un percorso ereditare mozzafieatovalorizzare di circa 1,5nelkm2006 vedranno quando tenuta ho riunito compagini maschile che sarà allestito com importanti, nessuno a partecipare questo La manifesta sfidarsi perfemminile, la vittoria con sia lela categorie prima cheMX1, militava MX2in serie B contando sullarinuncia presenza appe- a bionese. interessati a gareggiare e 125 chenai giovanissimi di una ventina del diMinicross; appassionati a questi durante si appuntamento. le partite. SonoGliconvinto che, oggi, possono nazionali e piloti prov iscriversi fino a pochi giorni prima delle competizioaffiancheranno dobbiamo i migliori compiere piloti nazionali un saltodi culturale. quad (le Non è in discussione la venezianità, al quale da anni accor Per maggiori informazioni sul Moto Clubsimi B.B.1 moto a quattro né tanto ruote) meno per laconquistare reyerinità.il trofeo Continuare Su- ani. ragionare in termini campanilistici, concorrenti locali R.P. permarequadcross. Bibione: www.mcbibione.com. con il pretesto della goliardia, vuol dire avere lo sguardo corto”. Bibione era allagata m
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on l’arrivo del mese di marzo riprendono le gare di ciclismo, che dopo l’attività invernale del ciclocross, vedrà lo svolgimento di corse su strada, pista, mountain bike e raduni cicloturistici. Anche quest’anno in provincia di Venezia sono previste oltre 70, tra gare ed eventi ciclistici che interesseranno tutte le specialità e tutte le categorie dai giovanissimi agli amatori. Il calendario stilato dal comitato regionale della Federazione Ciclistica Italiana ha visto come prima gara la Marathon Valle Zignago a Concordia Sagittaria il 2 marzo, valida come campionato regionale specialità Marathon, mentre la settimana successiva è toccato alla Mediofondo del Piave con partenza e arrivo a San Donà di Piave. Suddividendo le gare per categorie possiamo dire che sono 29 quelle riservate alle categorie giovanissimi maschili e femminili che saranno su strada, mountain bike, gimkana, tipo pista e promozionali. Per gli Esordienti le gare “veneziane” in calendario saranno cinque (Quarto d’Altino 27 aprile, Mira 1 maggio, Scorzè 10 agosto, Robegano 17 agosto, Stigliano di Santa Maria di Sala 24 agosto) mentre per gli Allievi le gare saranno sei (Noale 18 maggio, Zianigo 8 giugno, Scorzè 10 agosto, Robegano 17 agosto, Jesolo 21 settembre e Martellago 5 ottobre). Le corse dedicate agli Elite – Under 23 saranno tre e si svolgeranno il 26 aprile a Camponogara “17’ Memorial Valenti-
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Gare di motocross sulla sabbiaGare
di Giovanni Coppiello
ni” e a San Donà di Piave, dove dal 13 al 15 giugno si svolgerà la 2’ edizione del San Donà Bike Week End con il 54’ Circuito Notturno il 13 giugno e il 63’ Giro dei Tre Ponti il 15 giugno mentre il sabato è prevista una gara di Hand Bike e di Giovanissimi. Quattro gli appuntamenti in notturna che hanno sempre un fascino particolare e raccolgono sempre molti appassionati: 13 giugno a San Donà, 4 luglio a Fossò tipo pista, l’1 agosto a Noventa di Piave tipo pista e il 19 agosto a Scorzè notturna bike cross. Cinque sono poi i raduni cicloturistici: 13 aprile a Dolo, 25 aprile a Stigliano, 4 maggio a Favaro, 2 giugno a Scorzè, 31 agosto a San Giorgio di Livenza. Il calendario della mountain bike, che vedrà lo svolgimento del Trofeo D’Autunno, prevede le seguenti corse: 21 settembre Noventa di Piave, il 28 settembre San Stino di Livenza, il 12 ottobre Ottava Presa di San Stino di Livenza, il 19 ottobre Sant’Anna di Chioggia, il 26 ottobre a Rottanova di Cavarzere e il 2 a Torre di Mosto. G.P.
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Carta dei valori reyer
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70 gare Sulle Strade da priMavera
on l’arrivo del mese di marzo riprendono le gare di ciclismo, che dopo l’attività invernale del ciclocross, vedrà lo svolgimento di corse su strada, pista, mountain bike e raduni cicloturistici. Anche quest’anno in provincia di Venezia sono previste oltre 70, tra gare ed eventi ciclistici che interesseranno tutte le specialità e tutte le categorie dai giovanissimi agli amatori. Il calendario stilato dal comitato regionale della Federazione Ciclistica Italiana ha visto come prima gara la Marathon Valle Zignago a Concordia Sagittaria il 2 marzo, valida come campionato regionale specialità Marathon, mentre la settimana successiva è toccato alla Mediofondo del Piave con partenza e arrivo a San Donà di Piave. Suddividendo le gare per categorie possiamo dire che sono 29 quelle riservate alle categorie giovanissimi maschili e femminili che saranno su strada, mountain bike, gimkana, tipo pista e promozionali. Per gli Esordienti le gare “veneziane” in calendario saranno cinque (Quarto d’Altino 27 aprile, Mira 1 maggio, Scorzè 10 agosto, Robegano 17 agosto, Stigliano di Santa Maria di Sala 24 agosto) mentre per gli Allievi le gare saranno sei (Noale 18 maggio, Zianigo 8 giugno, Scorzè 10 agosto, Robegano 17 agosto, Jesolo 21 settembre e Martellago 5 ottobre). Le corse dedicate agli Elite – Under 23 saranno tre e si svolgeranno il 26 aprile a Camponogara “17’ Memorial Valenti-
ni” e a San Donà di Piave, dove dal 13 al 15 giugno si svolgerà la 2’ edizione del San Donà Bike Week End con il 54’ Circuito Notturno il 13 giugno e il 63’ Giro dei Tre Ponti il 15 giugno mentre il sabato è prevista una gara di Hand Bike e di Giovanissimi. Quattro gli appuntamenti in notturna che hanno sempre un fascino particolare e raccolgono sempre molti appassionati: 13 giugno a San Donà, 4 luglio a Fossò tipo pista, l’1 agosto a Noventa di Piave tipo pista e il 19 agosto a Scorzè notturna bike cross. Cinque sono poi i raduni cicloturistici: 13 aprile a Dolo, 25 aprile a Stigliano, 4 maggio a Favaro, 2 giugno a Scorzè, 31 agosto a San Giorgio di Livenza. Il calendario della mountain bike, che vedrà lo svolgimento del Trofeo D’Autunno, prevede le seguenti corse: 21 settembre Noventa di Piave, il 28 settembre San Stino di Livenza, il 12 ottobre Ottava Presa di San Stino di Livenza, il 19 ottobre Sant’Anna di Chioggia, il 26 ottobre a Rottanova di Cavarzere e il 2 a Torre di Mosto. G.P.
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L’altra Tenerife
un Eden barocco LONTANO DALLE AFFOLLATE SPIAGGE E DAL CEMENTO DELLA PARTE SUD LA PIÙ GRANDE ISOLA DELLE CANARIE OFFRE I SUOI ASPETTI PIÙ INTIMI: UNA NATURA STRAORDINARIA FATTA DI COSTE SELVAGGE UNA VEGETAZIONE DI SPECIE RARE E I PAESAGGI LUNARI DEL VULCANO TEIDE OLTRE ALLE CITTÀ BAROCCHE DI LA OROTAVA E GARACHICO DA SCOPRIRE FRA CANDELARIA E LA CAPITALE SANTA CRUZ DE TENERIFE LA STORIA TRISTE DEI GUANCI IL POPOLO AUTOCTONO ANNIENTATO NEL XV SECOLO DAI COLONIZZATORI NORMANNI E SPAGNOLI
“Y
o ante soy canario, y despues español”. Il benzinaio di Icod de los Vinos non ha dubbi sulla sua identità e parla della Spagna definendola “peninsula”, come i sardi parlano dell’Italia chiamandola “continente”. Un’altra cosa, insomma. C’è un’identità forte alle Isole Canarie, una specificità locale, un carattere ben definito fra i suoi abitanti, ovvero i “canarios”. Essere una Comunità Autonoma della Spagna (con due province: Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife) può anche far comodo per via di quel 7% di Iva che rende la vita decisamente meno cara, ma è soprattutto un modo per demarcare una diversità. Cinque secoli di antropizzazione delle sette isole dell’arcipelago da parte spagnola hanno mutato radicalmente il profilo etnico di questa regione insulare che galleggia sull’Atlantico a un centinaio di chilometri dal Marocco e dall’ex Sahara Spagnolo (ora Western Sahara). Alle Canarie ci si sente come in Spagna, perchè tutto ne ricorda il modo di vivere, ma è una Spagna diversa. E non solo nel clima, che qui è mite tutto l’anno. E’ differente anche l’approccio alla vita, ispirato ad una maggiore leggerezza e a ritmi un po’ meno tirati. Non è però solo un eden: la crisi si fa sentire anche qui. E lo si scopre quando l’accesso a Santa Cruz de Tenerife, la capitale, nell’ora di punta è bloccato da una manifestazione sindacale inscenata dai dipendenti dello stabilimento della Coca Cola che, per protesta contro la chiusura dell’attività decisa dalla multinazionale, hanno bloccato l’autostrada. Fra le sette isole Tenerife è decisamente la più grande (2.034 kmq) ed è lì il baricentro dell’arcipelago, checchè ne dicano a Gran Canaria, l’isola dirimpettaia che a Madrid ha
IN COPERTINA LA SPIAGGIA DI SAN MARCOS NEI PRESSI ICOD DE LOS VINOS; IN ALTO IL VULCANO TEIDE (3718 METRI) E LA CITTADINA BAROCCA DI GARACHICO. PIÙ SOTTO: IL GAZEBO NELLA PIAZZA DI LA OROTAVA E LA BASILICA DI NOSTRA SIGNORA A CANDELARIA. NELLA COLONNA SI DESTRA, DA IN ALTO: PAESAGGIO DELLA COSTA NORD DI TENERIFE, L’OCEANO “ARRABBIATO” E LA CHIESA DI LA OROTAVA. NELLA STRISCIA IN FONDO PAGINA: MUMMIA GUANCI AL MUSEO DI SANTA CRUZ DE TENERIFE, LA SPIAGGIA DI LOS CRISTIANOS, SCORCIO DI PUERTO DE SANTA CRUZ, IL “DRAGO” MILLENARIO (UNA DELLE PIANTE PIÙ ANTICHE DEL MONDO), GARACHICO E IL BARRANCO DI MASCA
strappato la concessione che le capitali dell’arcipelago fossero due: non solo Santa Cruz de Tenerife, ma pure Las Palmas. Navigando, Tenerife si scorge da lontano, dominata com’è dal cono del Teide, il grande vulcano “dormiente” dal 1909. Con i suoi 3718 metri è la montagna più alta di Spagna e la sua vetta è perennemente coperta di neve. Si trova al centro della più grande area protetta dell’arcipelago, un parco che in alta quota è fatto di paesaggi spettacolari disegnati dalle colate laviche. Distese brune dalle tonalità diverse che assomigliano ad orizzonti lunari. E più sotto c’è la rivincita della vegetazione, estremamente varia, un giardino di biodiversità. A Icod de los Vinos sopravvive il “Drago”, una splendida pianta millenaria, esemplare di una specie botanica presente solo nell’isola. Ma Tenerife sorprende anche per i suoi paesaggi marini. Se la maggior parte dei turisti del “tutto compreso” si limita a portare a casa le immagini stereotipate delle spiagge di Los Cristianos e di Playa Las Americas, belle ma sempre affollatissime e soprattutto circondate dal cemento dei tanti, troppi, complessi turistici, c’è altresì chi, viaggiatore a caccia di ben altre emozioni, scopre la bellezza selvaggia delle coste del nord dell’isola. Frastagliate come quelle scandinave o irlandesi, dove le alte onde dell’oceano vanno ad infrangersi fragorosamente sulle rocce. E più in alto, sulle montagne modellate dalle varie eruzioni del Teide, lo sguardo di questi viaggiatori sensibili al fascino naturale si posa su un ambiente unico, dove la palma divide il territorio con il pino marittimo e con le tante altre varietà presenti su questo versante dell’isola. Più su i “barrancos”, spettacolari fratture (da non perdere quella di Masca, percorsa
da una stradina da brivido) che si aprono al mare lungo ripide pareti. Ma Tenerife sorprende anche per le sue cittadine di stile coloniale. Come La Orotava, elegante e sobria, aristocratica e semplice. Prendere un caffè all’arancio nella piazza, vicino al gazebo liberty, circondati da palazzi e chiese barocchi, specie sul far della sera, è un’emozione da provare. Anche Garachico conserva le atmosfere tipiche del “siglo de oro”, tangibili soprattutto nelle architetture. Ma anche il cuore storico di città più grandi, come Puerto de la Cruz, conservano tracce di questo passato splendente. Candelaria, sulla costa sud, merita una riflessione: nella grande piazza dominata dalla basilica di Nostra Signora de Candelaria, spalle al mare, si ergono nove grandi statue. Raffigurano nove valorosi guerrieri Guanci, gli ultimi ad arrendersi ai Normanni e agli Spagnoli prima che il loro popolo, nel XV secolo venisse annientato o ridotto in schiavitù. La loro presenza è un omaggio tardivo alla loro memoria. Al loro ingiusto sacrificio. Chi è appassionato alla loro storia e alla loro civiltà trova nel museo dell’Hombre y de la Naturaleza (dell’uomo e della natura) a Santa Cruz de Tenerife una documentazione straordinaria. Oltre a tanti oggetti creati dai Guanci, frutto di scoperte archeologiche, a ricostruzioni e ad altre informazioni, spiccano numerose mummie, tutte ben conservate. Nelle loro espressioni forti sembra di cogliere ancora il loro grido di dolore per la scomparsa della loro civiltà. Spazzata via senza pietà dai colonizzatori. Le Canarie erano la terra dei Guanci, per un momento è giusto ricordarlo. Come è giusto non perdere la memoria del loro genocidio.
Benessere 8 Benessere 38 >> Un male che colpisce il 17% dei veneti
Reumatismi e dolore cronico: si guarirà mai? A marzo l’associazione malati reumatici sarà nelle maggiori piazze per informare la gente: meglio farsi visitare prima dell’insorgere del dolore di Germana Urbani
A
ccade più spesso di quanto si creda che può portare all’invalidità in 10 anni e questo ad un certo punto della vita compare un fa capire quanto importante sia diagnosticarla gran dolore a livello articolare che ci impe- precocemente. Anche per tale motivo ringrazio disce di muoverci al meglio e che a volte non ci di cuore i volontari dell’Amarv e i sanitari che fa dormire la notte. Che interferisce con la vita si prestano a queste belle giornate di divulgaquotidiana, riflettendosi anche sulla vita fami- zione e prevenzione”. In Veneto soffre di una liare e sul lavoro. Un dolore che viene liquidato malattia reumatica il 17% della popolazione come reumatismo e di cui si sa solamente che ed i reumatismi sono la patologia più diffusa può peggiorare. Dai reumatismi non si guarisce in Italia con circa 6,5 milioni di malati. Il modo mai del tutto. migliore per prevenirla è quello della visita Ma è proprio così? Anche a Marzo specialistica, ma l’85% dei cittadini si rivolge l’associazione malati reumatici del Veneto, allo specialista quando è troppo tardi, e cioè A.Ma.R.V., torna nelle maggiori piazze della quando i sintomi sono apparsi. regione per informare i cittadini sulle malattie La cultura popolare definisce questo tipo di reumatiche che colpiscono la mano, patologie dolori cronici reumatismi ma la terminologia più molto frequenti e che adatta è malattia reuOltre 5 milioni possono essere talvolta matica. E le malattie particolarmente gravi. reumatiche purtroppo e mezzo di persone Un’azione che ha prisono tante, oltre cenin Italia soffrono ma di tutto uno scopo to e tanti sono coloro di malattie reumatiche che ne soffrono, oltre preventivo per cui, un corretto approccio, che 5 milioni e mezzo di comprende una diagnosi tempestiva e ad una persone in Italia. Oltre 300 milioni di persone terapia adeguata, può essere decisivo per il de- nel mondo. E sono sempre esistite, tanto che stino del paziente. “Si tratta di una patologia ne soffriva anche il grande Faraone Ramsete diffusissima – sottolinea l’assessore regionale II che veniva curato con l’estratto della radice Coletto – che spesso degenera creando vere e di salice, da cui derivò molti secoli dopo l’aproprie disabilità. Proprio per questo il messag- spirina. Queste malattie possono comparire a gio di prevenzione lanciato con questa iniziati- qualunque età, soprattutto negli adulti e negli va dell’Amarv è doppiamente importante per anziani e individuarle non è sempre facile. spingere le persone a controllare per tempo il Le più frequenti sono l’artrosi, i reumatismi loro stato di salute e per poterle curare tempe- extra-articolari, le Spondiloentesoartriti, l’arstivamente evitando poi sofferenze e alti costi. trite reumatoride, la gotta, le connettiviti e il Basti pensare che una patologia reumatica reumatismo articolare acuto. Tutte queste ed
altre sono patologie che devono essere curate adeguatamente e nei tempi giusti, poiché dopo appena 10 anni circa il 50% delle forme più gravi genera una invalidità permanente, quindi una diagnosi precoce è fondamentale. Occorre pensare che le malattie reumatoidi occupano il secondo posto dopo le malattie cardiovascolari come causa di invalidità permanente che, in circa il 27% dei casi dà diritto ad una pensioni di invalidità: ciò significa che la persona colpita da questo male non è più in grado di lavorare e vivere una vita normale. Oggi la conoscenza di queste malattie è più approfondita rispetto anche solo a pochi decenni fa e, grazie ad un accurato esame clinico, cioè la visita medica, che resta comunque il momento fondamentale per individuare il problema che causa il dolore, oggi è possibile definire meglio una diagnosi in tempi più rapidi anche grazie ai progressi ottenuti in tema di indagini diagnostiche. Esistono esami di laboratorio più specifici di un tempo e una diagnostica per immagini più completa (esami radiografici, ecografia articolare, tomografia computerizzata - TC e risonanza magnetica). Una diagnosi precoce delle malattie reumatiche oggi è determinante perché le diverse forme terapeutiche attualmente in uso, principalmente farmacologica, ma anche riabilitativa, occupazionale (per esempio i consigli sullo stile di vita) e chirurgica hanno profondamente cambiato l’evoluzione di queste affezioni consentendone di migliorarne la prognosi e di conseguenza la qualità della vita dei malati.
le Cure Ci Sono baSta non raSSegnarSi
I
l malato per prima cosa ha bisogno di essere sollevato dal dolore ma oltre alle cure rivolte ad alleviare il male, farmaci sempre più numerosi e sofisticati, antidolorifici ed antinfiammatori, attualmente è disponibile la cosiddetta terapia “di fondo” per i reumatismi infiammatori, si tratta di diversi tipi di farmaci il cui meccanismo d’azione tende a modificare la storia naturale della malattia con lo scopo di rallentarne, o al meglio arrestarne, l’evoluzione. Ancora più recentemente sono stati sviluppati farmaci più efficaci, soprattutto per l’artrite reumatoide, i cosiddetti “biologici” o “anti-TNFalfa” che colpiscono a monte il processo infiammatorio con l’obiettivo di ridurre il danno articolare che ne può derivare. È questo lo scopo della prevenzione secondaria, in altre parole prevenire l’eventuale ulteriore danno che consegue all’evoluzione della malattia. La terapia farmacologia non è l’unica via per curarsi. La riabilitazione, per esempio, ha assunto molta importanza ed è sempre più accurata e mirata a ripristinare, laddove è possibile, la funzionalità articolare. Un’altra forma di cura è l’economia articolare che consiste nell’applicazione adeguata di metodi diversi come l’uso di ausili, la rieducazione gestuale e l’adattamento dell’ambiente circostante per superare gli ostacoli della vita quotidiana: sollevare una pentola, sbrigare le attività domestiche, provvedere all’igiene personale, vestirsi, ecc. Questa rieducazione ai gesti quotidiani che non si riesce più a fare come prima consente di mantenere o riacquistare un’autonomia funzionale soddisfacente nonostante la presenza di una disabilità importante. Da ultimo va detto che anche la chirurgia ortopedica ora può aiutare molto i malati reumatici con artroprotesi, ricostruzioni tendinee o quanto necessario per correggere le articolazioni particolarmente compromesse.
Giardinaggio Giardinaggio 39 21 >> Potature a marzo con attenzione ai boccioli che portano il fiore
Il mese delle ortensie, maestose regine del prato
L’ortensia è un arbusto molto particolare. Per nulla delicato ma resistente, può cambiare colore a seconda del grado di acidità del terreno
S
di Germana Urbani
e non avete ancora deciso come ravvivare un angolo del giardino che rimane all’ombra per gran parte della giornata, allora considerate le bellissime ortensie. Con i globi fioriti sono molto sceniche e, di qualunque colore esse siano, sapranno ravvivare il vostro prato e regalarvi allegria sino all’autunno inoltrato. Marzo e aprile sono i mesi giusti per piantarle ricordando di scegliere posizioni semi-ombreggiate: per esempio vicino ad un muro, oppure sotto la chioma di un grande albero. Le ortensie possono essere coltivate anche in vaso, questi però devono essere abbastanza grandi per contenerle perchè nel periodo del loro massimo sviluppo raggiungono un’altezza e un diametro notevoli. Chi non è un esperto vivaista non sa, forse, che esistono circa un’ottantina di specie di ortensie e che sono considerate piante rustiche poiché sono molto resistenti anche alle basse temperature. Certo è che quando il freddo è molto intenso, necessitano di una protezione. Tra le diverse specie, quelle rampicanti, sono le più resistenti. Il colore può variare molto e ha appassionato molti perchè in uno stesso cespuglio a volte si sviluppano tinte differenti. Variano dal bianco, al rosa, al blu e, anche se più o meno si è capito, non è mai così certo l’elemento che permette di cambiare colore. Il colore, infatti, dipende dagli elementi che compongono il terreno, ma, a volte, il colore blu è il colore base di alcune varietà. Comunque sia le tonalità sull’azzurro sono stimolate da un terreno acido, mentre le tonalità dal rosa al rosso si avranno con un terreno leggermente calcareo. Le ortensie blu sono per molti un’utopia ma il colore dipende dalla quantità di alluminio disponibile nel terreno e a questo è strettamente legato il grado di acidità del terreno, per questo esistono prodotti appositi in commercio per ottenere il colore desiderato. Un caso particolare è quello delle ortensie bianche che mantengono inalterato il loro colore qualsiasi sia il ph del terreno: quasi a dire che la purezza non viene intaccata da nulla. Se avete deciso di piantare la vostra ortensia, dunque, scegliete un terreno fresco, arricchito con letame maturo, con torba oppure con terriccio premiscelato adatto a
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piante acidofile. Se non avete un giardino ma volete coltivarle in appartamento o sul balcone utilizzate dei vasi di circa 25 cm. Nei primi mesi dell’anno si può stimolare la crescita vegetativa, portando la pianta in un ambiente con temperatura di circa 10° centigradi e distribuendo più acqua. A marzo si procede anche alla potatura, un’operazione da fare con molta attenzione. Occorre togliere le parti secche e poi recidere i fiori secchi rimasti, tagliandoli sopra l’ultima coppia di gemme. Se la pianta ha più di quattro anni è inoltre buona regola iniziare a togliere i rami più vecchi, ovvero quelli che hanno più di tre anni, recidendoli alla base. Questo rinnovo darà alla pianta nuova forza, arieggerà la parte più interna, riducendo il rischio di malattie fungine. La raccomandazione più importante: non tagliare mai i rami che hanno sulla cima delle gemme tonde: saranno i nuovi fiori. Se avete dei dubbi considerate che è meglio lasciare un ramo in più che uno in meno per non compromettere crescita e fioritura.
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’apice tondeggiante della gemma di sinistra indica che quella gemma porterà il fiore mentre quella di destra, con l’apice a punta, darà origine alle foglie. Una pianta giovane, un anno, va cimata a 2 gemme alla fine dell’inverno mentre nel secondo anno meglio tagliare ancora su 4 gemme. Nel terzo anno potare sopra le gemme grosse e lasciare i polloni che speso portano il fiore in cima. Per gli anni successivi togliere il legno vecchio e potare su gemme grosse gli altri rami.
40 I nostri esperti
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saLUte
Attenti al Melanoma, un nemico subdolo che può dimostrarsi letale I fanatici dell’abbronzatura naturale o artificiale devono farsene una ragione: vuoi per l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ridotto spessore della fascia di ozono, i raggi del sole - da sempre amici della vita e della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti di cellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, in pericolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popolazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a tale rischio? Innanzitutto sicuramente la familiarità, ovvero una predisposizione genetica che ha prodotto il melanoma tra gli ascendenti (genitori, nonni o altri consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, non ancora disponibile ma in fase avanzata di studio, questi soggetti dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il fototipo: le pelli chiare, sensibili, che al sole si arrossano ma non si abbronzano hanno pochi melanociti – le cellule che producono la melanina – e quindi mancano di una fondamentale difesa naturale. Anche agli altri è necessario raccomandare però
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l’utilizzo della crema con adeguato fattore di protezione solare, dal momento che l’azione distruttiva dei raggi solari (UVA e UVB, ma soprattutto gli UVC che colpiscono in profondità il derma) sono certamente responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Per quanto riguarda il melanoma, una mappatura dei nei effettuata dal dermatologo con uno strumento denominato dermatoscopio, capace sia di ingrandire che di evidenziare la struttura tridimensionale del nevo, consente di “mettere sotto osservazione” i nei più sospetti per forma, colore, dimensione etc… per identificarne eventuali modificazioni, campanello d’allarme da non sottostimare in nessun caso. In particolare, il nevo melanocitico comune è una lesione pigmentaria benigna, molto comune, localizzata prevalentemente sul tronco e sugli arti, completamente piatta o rilevata al centro. Il diametro è di solito inferiore a 1 cm, il colore è marrone nelle varie tonalità, non sempre distribuito uniformemente. La forma è tondeggiante od ovale, prevalentemente simmetrica e i bordi appaiono mal definiti, sfumati. La superficie è liscia con disegno cutaneo lievemente accentuato. Compare nell’adolescenza o più
tardi; può essere unico o multiplo, in media dai 15 ai 30 elementi. Il nevo melanocitico atipico è una lesione pigmentaria che presenta un diametro di solito maggiore di 6 mm; ha forma asimmetrica, bordi irregolari con pigmentazione disomogenea. Si parla di ‘sindrome del nevo displastico’ per quei soggetti i quali presentano numerosi nevi che clinicamente e istologicamente hanno caratteristiche di atipia. La sindrome ha spesso un’incidenza familiare e i soggetti affetti devono essere sottoposti a scrupolosi controlli periodici per il rischio di insorgenza di un melanoma. In generale tutti i nevi atipici devono essere strettamente monitorati, se non addirittura asportati per motivi preventivi. Il nevo melanocitico congenito è una lesione pigmentaria di colore brunastro scuro o chiaro, spesso disomogeneo per la presenza di aree bluastre o nerastre. È già presente alla nascita o compare nei primi mesi di vita. Le dimensioni sono variabili: piccoli (diametro inferiore a 1,5 cm) , medi (diametro tra 1,5 cm e 20 cm ), grandi (con diametro maggiore di 20 cm). Quando sono molto piccoli, difficilmente si distinguono dai nevi acquisiti. Solo le lesioni maggiori hanno un rischio ele-
Dottor Diego Lorusso, Specialista in Dermatologia
vato di trasformazione in melanoma (circa il 60%). Lesioni pigmentarie congenite con diametri inferiori a 10 cm si devono considerare a basso rischio e possono essere attentamente e costantemente controllate procrastinando l’eventuale escissione. I nei che il dermatologo individua come “dubbi” potranno essere asportati ambulatoriamente dal chirurgo plastico e sottoposti ad esame istologico, per escludere che si tratti di melanoma.
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La Fertilitàusurai, (RNF)rimedi e tutele Interessi aFFaRi di FaMiGLia
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Cari x lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare con Voi una questione che, negli ultimi mesi, è stata oggetto di attenzione da parte dei media sia regionali che nazionali ovvero l’applicazione, da parte di alcuni istituti di credito, di interessi che possono arrivare alla soglia dell’usura. Consapevole della tecnicità della materia, in questa sede spero di fornirvi alcuni strumenti per potersi muovere nel mondo dei propri diritti “bancari” e non solo con maggior consapevolezza e determinazione. In primo luogo è necessario premettere alcune definizioni che ci consentano di comprendere ciò di cui si parla. Per interesse si intende il frutto civile del denaro. In tal senso l’art. 1282 c.c. stabilisce che “i crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro producono interessi di pieno diritto…”. Gli interessi sono pertanto prestazioni pecuniarie - somme di denaro, percentuali e periodiche dovute da chi utilizza un capitale altrui o ne ritarda il pagamento. Gli interessi sono percentuali, in quanto calcolati come percentuale del capitale dovuto, c.d. saggio di interesse; periodici, in quanto dovuti in ragione del tempo in cui il debitore utilizza il capitale altrui o ne ritarda il pagamento ed accessori attesa la dipendenza degli stessi dal capitale. Esistono più tipologie di interessi. Tra questi, i più importanti, i c.d. interessi corrispettivi dovuti a titolo di remunerazione sulle somme date a mutuo e sulle somme liquide ed esigibili ed i c.d. interessi moratori, dovuti in forza del ritardo a restituire una somma di denaro.
Ciò premesso ci si chiede ora che cosa si intenda per usura ed interesse usurario. Il termine usura individua, nel gergo tecnico, il reato previsto e punito all’art. 644 c.p. Tale disposizione è stata oggetto di un’importante riforma nel 1996 (L. n. 108/1996) che ha introdotto dei parametri “oggettivi” per l’individuazione del reato di usura così ampliandone l’ambito di applicazione ed offrendo una tutela rafforzata per i soggetti vessati da questo odioso fenomeno. L’art. 644 c.p., nella sua attuale formulazione, punisce con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da 5.000,00 euro a 30.000,00 euro “chiunque….si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari”. Ciò chiarito, quando l’interesse può dirsi usurario? E’ la legge che stabilisce quando il saggio di interesse diventa usurario. In tal senso si esprime il comma 3 dell’art. 644 c.p. ai sensi del quale “La legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari”. Ebbene la legge (art. 2, co. 4, L. n. 108/1996) prevede che “il limite previsto dal terzo comma dell’art. 644 c.p., oltre il quale gli interessi sono sempre usurari, è stabilito nel tasso medio risultante dall’ultima rilevazione pubblicata in Gazzetta Ufficiale ai sensi del comma 1 relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato della metà”. Ove ciò non bastasse, il terzo comma dell’art. 644 c.p., prevede la c.d. Usura in concreto, nella misura
Lo spazio deLL’etica
in cui stabilisce che “sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o finanziaria”. In altre parole la previsione legale di un limite, superato il quale l’interesse deve considerarsi usurario, integra una presunzione relativa superabile in sede giudiziale ove si accerti/dimostri che, per le condizioni di difficoltà economica – finanziaria dell’usurato e con riguardo al tasso medio praticato per operazioni similari, nonostante il saggio di interesse sia inferiore al tasso soglia deve comunque ritenersi usurario. L’attenzione di giornali e tv si è recentemente focalizzato sugli elementi che concorrono a determinare il tasso usurario. In tale direzione l’art. 644 c.p., al quarto comma, individua, con una certa analiticità, le voci che compongono l’interesse usurario stabilendo che per la “determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse collegate all’erogazione del credito”. Quali sono le conseguenze nel caso si accerti la presenza di un tasso usurario? L’accertamento dell’usurarietà dell’interesse, data la tecnicità della materia, richiede spesso una preventiva perizia econometria. Quest’ultima avrà per oggetto tutta la documentazione
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
(es. contratti, comunicazioni di variazioni unilaterali) rilasciata dall’istituto di credito o da altro intermediario finanziario. Ove il Giudice accerti la presenza di un tasso usuraio, troverà applicazione il disposto dell’art. 1815, co. 2, c.c. a tenore del quale “se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”. L’art. 1815, co. 2, c.c. si riferisce testualmente al solo contratto di mutuo, tuttavia la prassi applicativa, ritiene pacificamente che tale norma operi per tutti i contratti di credito. La previsione di un interesse usurario viene pertanto “sanzionata” con la trasformazione del contratto da oneroso a gratuito. L’usurato, quindi, dovrà restituire il solo capitale e non, invece, anche gli interessi. Chi ritiene di essere stato leso con l’applicazione di interessi usurai bene potrà rivolgersi a un avvocato e/o ad un’associazione di consumatori che previa le dovute valutazioni tecniche – perizia econometrica di cui sopra- consiglieranno la migliore azione e strategia difensiva a tutela delle proprie ragioni che si potrà esplicare sia in ambito civile che penale. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
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Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin
Eredità e minorenni
Non è per niente raro che ad un’eredità venga chiamato un minorenne; in questo caso le procedure cui si va incontro sono piuttosto complesse ed i tempi rischiano di allungarsi notevolmente. Il minore d’età, infatti, non può accettare l’eredità se non con beneficio di inventario, il che vuol dire che serve non solo un atto pubblico in cui si dichiari di accettare l’eredità, bensì anche un inventario, cioè un elenco preciso e puntuale di tutti i beni di cui il defunto era titolare. Ma questo sarebbe il minimo se non occorresse, prima di tutto, un’autorizzazione del Giudice Tutelare; ciò sta a significare che bisogna effettuare un ricorso al tribunale competente per farsi autorizzare al compimento
di tale atto; stante la lentezza dei nostri tribunali, doversi munire di tale autorizzazione significa far passare (almeno) tra i due e i cinque mesi (salvo inconvenienti...). Non miglior sorte se il defunto aveva conti correnti bancari o postali; nel caso in cui non si sia riusciti a chiudere anzitempo detti conti, il prelievo del denaro dai medesimi viene solitamente autorizzato soltanto dietro presentazione di copia della dichiarazione di successione ovvero di un’apposita certificazione rilasciata dal competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate (cosiddetto modello 240). Ma ancora una volta se il denaro (o parte di esso) deve essere versato ad un minore tutto si blocca; almeno fino a
quando non si presenta copia della prescritta autorizzazione del Giudice. Lo stesso accade qualora si voglia ritirare il contenuto di una cassetta di sicurezza; e pure il versamento del TFR non può essere effettuato senza che venga presentata al datore di lavoro il citato provvedimento. Da ricordare, poi, che di tutto quanto di spettanza del minore non si potrà disporre se non con ulteriori autorizzazioni da richiedere di volta in volta (per es. non si potrà vendere la quota dell’immobile ricevuto dal minore in eredità se non autorizzati; non si potrà prelevare il denaro ricevuto in eredità se non autorizzati e solo per l’ammontare previsto ecc.).
DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN mceolin@notariato.it
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La procreazione responsabile; i metodi naturali Lo spazio dell’etica
Per comprendere i valori presenti nei metodi diagnostici dei ritmi di fertilità (MD) si possono evidenziare almeno tre tipi di approccio: a. Scientifico: la conoscenza dei processi biologici legati al fatto generativo. b. Psicologico: la risonanza affettiva nelle persone che decidono di percorrere questo cammino (MD) per un esercizio responsabile della loro sessualità, che può comportare l’astinenza dall’atto sessuale nei periodi fecondi qualora non si cerchi una gravidanza. c. Etico – antropologico: l’individuazione dei valori morali legati alla procreazione responsabile (PR) che sono insiti nella struttura della persona umana. Questi tre approcci sono connessi tra di loro a motivo dell’unità del subietto umano che è allo stesso tempo una creatura biologica - psicologica – spirituale. Voglio abbozzare la dimensione etica dei MD che trova il suo fulcro in una cristiana comprensione dell’umanità e del significato della sessualità. I MD sono anzitutto una risposta etica al problema della PR, al contrario della contraccezione che si limita
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
a essere soltanto una risposa tecnica. MD e contraccezione rispondono a un identico problema: quello di una regolazione razionale della fertilità. Ma alle spalle delle due modalità ci stanno due modi differenti di concepire l’uomo e il suo rapporto con la natura (rispetto o dominio) e due modi tra loro inconciliabili di concepire la sessualità umana stessa. Sul piano etico la proposta dei MD risponde alla domanda sul bene effettivo dell’uomo e sulla responsabilità che ciascuno ha delle proprie azioni come essere libero (autonomo), chiamato cioè a realizzare la pienezza della propria umanità attraverso le decisioni della propria libertà. Gesù stesso con la sua vita è stato un testimone dell’autentica libertà che non si arrende al cospetto delle ideologie predominanti le quali impongono un modo di agire automatico e non autentico. I MD indicano una strada per vivere in modo autentico tutte le dimensioni dell’amore coniugale e la responsabilità della trasmissione della vita e della educazione della prole connessa con l’amore coniugale. Il riferirsi ad una determinata visione dell’uomo è ciò che alla
fine decide sul giudizio morale riguardo ai MD e alla contraccezione. Nella visione cristiana l’uomo è creato da Dio per amore e, per ciò stesso, è chiamato all’amore; la vocazione e la responsabilità dell’amore è iscritta nell’umanità dell’uomo e della donna in quanto creati a immagine e somiglianza di Dio che è Amore. L’amore investe non soltanto la dimensione spirituale della persona ma la totalità del suo essere: corpo, anima, spirito. Dio non abbandona l’uomo e gli dona la forza nelle gioie e nei dolori, la forza di rialzarsi sempre e di vivere l’amore in modo più consapevole e maturo giorno dopo giorno. Questa visione dell’uomo, in cui Dio è il fine ultimo del significato e del valore dell’ esistenza umana, determina la responsabilità di sé nei vari ambiti del suo agire. Da questo modo di interpretare la realtà (dono di Dio Amore) risulta facile dedurre che l’uomo non è un padrone assoluto della sua vita e del mondo che abita, ma è chiamato a essere un amministratore fedele del progetto di Dio e della natura che gli sono affidati in quanto un essere razionale e libero. Secondo questa visione la sessualità umana
non può essere concepita unicamente come semplice realtà biologica a totale disposizione del arbitrio umano e della sua crescente capacità di dominio tecnico che la scienza oggi mette a sua disposizione, ma coinvolge la sua personalità e la sua responsabilità, perché contiene dei significati simbolici. Cogliere ed approfondire oppure rifiutare questi significati simbolici della sessualità umana è determinante per dare una direzione alla propria vita.
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