del Miranese Sud
Marzo 2015
Periodico d’informazione locale. Anno XXII n.30 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Primo Piano Isla, 7mila fedeli inseriti nel tessuto sociale veneziano pagg.
Mirano Un impianto fotovoltaico per la città di Labe
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Spinea Radio, Tv e gruppi Facebook, la città comunica
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+70,5% di nuovi utenti www.lapiazzaweb.it
L’informazione locale è sempre con te: VIA CAVIN DI SALA, LA STRADA PIU’ PERICOLOSA DI MIRANO
FEBBRE DA GIOCO, UNA MALATTIA SERIA
La strada più pericolosa di Mirano? Si conferma essere via Cavin di Sala. Il lungo rettilineo che collega la città a Santa Maria di Sala resta, anche nel 2014, quello dove si verificano più incidenti e quello dove si muore ancora. pag. 8
Gioco d’azzardo e lotterie, in Veneto la ludopatia è diventata un’emergenza che colloca la nostra fra le regioni d’Italia più colpite dalla patologia. In Veneto, a fine 2013, si contavano 35mila giocatori patologici. pagg. 20-21
EMILIO PREO, UN VITA LUNGA UN SECOLO
POLITICA, SI CANDIDA TOSI E SPACCA LA LEGA
Il 13 marzo, Emilio Preo, ha festeggiato il suo compleanno spegnendo 100 candeline. Emilio ha sempre vissuto a Salzano, ha frequentato la seconda elementare ed è stato arruolato nella Seconda guerra mondiale. pag. 17
All’interno del giornale
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Calano le vaccinazioni pediatriche, è allarme
La Lega dal volto pulito, come veniva definita la parte del partito che non ha mai smesso di guardare a Tosi come all’unico vero leader Veneto, oltre a Zaia, ha alzato la testa e, stanca delle imposizioni di Matteo Salvini, ha rotto ogni indugio. pag. 24
L’ONIRICO ROUSSEAU IN MOSTRA A VENEZIA
Il Dipartimento Prevenzione dell’Ulss 13 stima come ottimale una copertura del 95% mentre il dato si ferma al 88 %
C
alano le vaccinazioni pediatriche nel Miranese e in Riviera del Brenta. L’Ulss 13 però non si dà per vinta e si mobilita per sensibilizzare la popolazione all’importanza della vaccinazione, andando direttamente a casa dei neo genitori. E’ partito così il progetto denominato “Primo mese”, che inizialmente riguarda i cittadini dei comuni di Fiesso d’Artico e Salzano, dove il personale del Servizio di Igiene e Sanità
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Pubblica del Dipartimento di Prevenzione, si recherà a domicilio delle neo mamme. Una nuova attività, che potrebbe in futuro coinvolgere anche altri comuni e che ha come obiettivo quello di costruire un rapporto di fiducia tra operatori dei servizi vaccinali e i genitori. “Se i genitori non vengono da noi per vaccinare i figli – spiega Flavio Valentini, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 13 – abbiamo deciso di andare noi
da loro”. Il bilancio 2014 dell’attività degli ambulatori vaccinali pediatrici di Camponogara, Dolo, Martellago e Mirano, infatti, non è incoraggiante dal punto di vista delle adesioni: mentre è auspicabile un’adesione del 95%, nel territorio ci si attesta mediamente sull’88%. Inoltre, per i nati dal primo gennaio al 30 settembre, si è passati da un 90,82% del 2013 ad un 89,46% per lo stesso periodo del 2014. pag. 6
In una conversazione di Vasilij Kandinskij a Franz Marc, l’artista Henri Rousseau veniva definito con questa affermazione: “che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”. Per la prima volta in Italia, le opere del maestro francese. pag. 26
In allegato al giornale e su www.lapiazzaweb.it/turismo
Editoriale Sì alle trivelle in Adriatico. Possibile!!?
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di Lorenzo Zoli*
a sentenza del Tar può non piacere. E’ magari giusto non piaccia. Ma è sacrosanta. Del resto, la differenza tra una democrazia e una dittatura sta proprio in questo: in democrazia, è permesso tutto ciò che non è esplicitamente vietato, in una dittatura è vietato tutto ciò che non è esplicitamente permesso.
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di Sanavia Zeno
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EDIZIONI PIÙ VISTE SUL SITO:
Renzi ci regala la banda ultra larga. Arrivasse almeno la banda larga…
L’Italia è il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo
N
on so se capita a tutti ma capita certamente a molti. Internet non è per nulla veloce in tanti, troppi comuni del Veneto. Una regione che già rispetto ad altre è avanti su tutto, figuriamoci su questo. Eppure! La banda larga è lontana a venire persino nelle zone industriali figuriamoci a casa mia! Ora però, promette il premier, tutto cambierà perché “la comunicazione sulla banda ultra larga – ha affermato Matteo Renzi – è l’abc del nuovo alfabeto economico” del Paese. Come dire che la banda larga è un genere di prima necessità per le nostre imprese che, per competere su scala mondiale hanno bisogno, come minimo, di essere veloci e al passo con i tempi della tecnologia. Purtroppo però l’Italia sconta un ritardo mostruoso, tanto che nel 2014 risultava ancora il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione (Nga) in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo; con la prospettiva di giungere solo nel 2016 al 60% di copertura a 30 Mbps e in assenza di piani di operatori privati per avviare la copertura estensiva a 100 Mbps. Una realtà dura da capire prima ancora che da accettare. E noi veneti dovremmo essere i primi a lamentarcene vista la nostra
propensione al lavoro veloce e all’efficienza ad ogni costo. Ben venga dunque lo sforzo del governo Renzi che ha varato il piano per la banda larga con obiettivi di copertura fino al 50% della popolazione a 100 Mbps (Megabyte per secondo) entro il 2020. L’investimento sarà ingente Il piano prevede investimenti pubblici per 6 miliardi da qui al 2020 “che – ha spiegato il ministro Delrio – avranno un effetto moltiplicativo”, spingendo i privati a investire a loro volta e “permetteranno all’Italia di superare gli obiettivi europei”. Altri 2 miliardi saranno messi dalle aziende in base ai piani di investimento già annunciati. Infine il governo spera di riuscire a “sollecitare” le imprese a investire ulteriori 4 miliardi. L’impegno dei privati, putroppo e per forza di cose è fondamentale e da questo dipenderà la copertura dell’intero territorio italiano. “Il piano sulla banda ultra larga - ha spiegato il ministro Guidi - garantirà al Paese le autostrade digitali con le corsie giuste come quelle di qualsiasi altro paese europeo che voglia competere nei mercati globali”. Ottimo a dirsi, difficile a farsi visto che ancora oggi navighiamo in rete non attraverso autostrade digitali ma attraverso sentierini accidentati di campagna, ogni tanto incespicando su “una buca intergalattica” che ci disconnette e addio al resto del mondo!
Le edizioni storiche sono anche quelle più lette dai lettori della piazzaweb: Chioggia, Miranese nord, Rovigo. Cittadine molto vivaci sia dal punto di vista politico che culturale e sportivo! seguici su www.lapiazzaweb.it
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Il BLOG DEL DIRETTORE La lettera di una lettrice fornisce lo spunto per parlare di un argomento di grande attualità: è bene fidarsi dei vaccini oppure no? Come ci si informa davvero? Una delle Ulss del Veneto va a trovare le mamme a casa loro? Un’ingerenza o giusta informazione? seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/il-blog-del-direttore/
IL SONDAGGIO E’ entrata nel vivo la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali. Vien da chiedersi, però, viste gli esiti di altre elezioni regionali degli ultimi tempi, se i veneti ci credono ancora. votare serve? seguici su www.lapiazzaweb.it/ sondaggio/
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Questa edizione raggiunge le zone di Mirano, Spinea, S.Maria di Sala per un numero complessivo di 16.394 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile (ad interim)
Germana Urbani direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 16 marzo 2015 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese RELIGIONI A Venezia le moschee sono 2 una si trova nell’area Panorama a Marghera, un’altra nella zona di via Triestina verso Favaro, mentre in provincia quella più frequentata è quella di San Donà. Un’altra grossa comunità, si trova invece a Spinea. In Italia sono presenti 164 moschee e 222 luoghi di culto, a cui si aggiungono 120 centri culturali e 275 associazioni. Cioè 800 spazi per la preghiera. 300 il numero degli imam, la maggior parte di questi di origine marocchina (57%), seguiti da tunisini (11%) e algerini (5%)
Islam, 7 mila fedeli inseriti
di Alessandro Abbadir
Il presidente della Comunità Islamica Mohamed Amin Al Ahdab sottolinea come quella musulmana sia una religione di pace
Spesso il percorso che porta al radicalismo anche nel veneziano, non passa dalle moschee ma privilegia il web
I
slam a Venezia e provincia. Sono quasi 7 mila i fedeli di religione musulmana nei 44 comuni dell’area. Ovviamente la massima concentrazione è localizzata a Venezia-Mestre, e in quartieri come Marghera, dove la percentuale complessiva degli immigrati sulla popolazione residente supera il 20%. A Venezia le moschee sono 2 una si trova nell’area Panorama a Marghera, un’altra nella zona di via Triestina, mentre in provincia quella più frequentata è quella di San Donà. Un’altra grossa comunità organizzata di fedeli, si trova invece a Spinea. Ci sono poi decine di luoghi di culto, ma che non si possono definire moschee sparsi in tutta la provincia da Chioggia a Portogruaro. In Italia il numero dei luoghi di culto per i fedeli dell’Islam rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea, non è così alto come qualcuno può credere. I fedeli sono un milione e 800 mila. Ci sono 164 moschee e 222 luoghi di culto, a cui si aggiungono 120 centri culturali e 275 associazioni. Quasi 800 spazi per la preghiera. I numeri emergono da un censimento aggiornato a maggio 2010, del Dipartimento della Pubblica sicurezza della Polizia. Solo due moschee rispondono ai canoni architettonici islamici. Si tratta della grande moschea di Monte Antenne a Roma e quella di Segrate, alle porte di Milano. Le altre, sono costituite da immobili adibiti a sale di preghiera, per lo più garage, capannoni, ed appartamenti, siano essi di pertinenza di sedi associative o di
abitazioni private”. Quasi 300 il numero degli imam, la maggior parte di questi di origine marocchina (57%), seguiti da tunisini (11%) e algerini (5%). Al primo posto della classifica la Lombardia con 123 spazi di preghiera, seguita dai 110 del Veneto, e dai 104 dell’Emilia Romagna. In Europa ci sono numeri ben più ampi. Gli spazi per la preghiera sono 2600 in Germania, 2100 in Francia e oltre un migliaio in Gran Bretagna. Le moschee costruite secondo i canoni architettonici islamici sono: 200 in Francia, 100 nei Paesi Bassi, circa 70 in Germania e 300 in Grecia. Il presidente della Comunità Islamica di Venezia si chiama Mohamed Amin Al Ahdab, ed è un siriano, e da molti anni residente in Italia. Da anni intesse iniziative di dialogo con le autorità religiose di tutte le alte fedi e in particolare con la chiesa cattolica e si prodiga per poter smussare i tanti problemi di comprensione culturale e religiosa che sorgono fra fedeli islamici e popolazione della città lagunare. Da sempre è schierato contro l’estremismo religioso. “L’Islam – spiega – è una religione di pace. Non è scritto da nessuna parte nel Corano, che uccidere è un fatto positivo. Siamo in Italia per lavorare; non critichiamo alcun politico in particolare, ma chiudere le frontiere farebbe solo ingrassare i malfattori che guadagnano sulla pelle dei disperati”. Sulla questione interviene anche l’imam del centro islamico di Marghera Hammad Al Mahamed. “L’Islam
ha la vocazione - ha detto pubblicamente- alla pace. L’Islam vuole conquistare il cuore degli uomini, e anche se ad esempio una rivista come Charlie Hebdo parlava male del Profeta, non dobbiamo mai scordare che anche il Profeta ha subito attacchi e offese durante la sua vita, ma non ha mai reagito con la violenza. Questo paese ci ha dato la libertà di professare la nostra fede. Questi criminali offuscano la bontà dell’Islam; tolgono dignità all’uomo e al suo Creatore”. Nel corso del tempo le occasioni di incontro che la comunità islamica ha creato e favorito insieme al Comune di Venezia e alle Municipalità, sono state tante. Le guide della Comunità invitano gli stessi fedeli a segnalare eventuali movimenti o atteggiamenti provocatori o sospetti. Purtroppo però ammettono le guide islamiche, spesso chi si avvicina alla violenza nemmeno viene in moschea e quindi è difficile monitorare certi percorsi. Sempre più i reclutamenti dei “foreign fighters” avvengono via internet su siti ad hoc e sui social network. “Dobbiamo fare attenzione- spiega Bruno Polesel vicepresidente della Municipalità di Marghera- a non fare di tutta l’erba un fascio. Molte persone nel corso degli anni si sono integrate. Ci sono famiglie con bimbi che frequentano le nostre scuole. Certe comunità come quelle pachistane o bengalesi sono più chiuse di altre. Va aumentato il numero dei mediatori culturali”.
lega nord
“Se gli immigrati non si integrano tornino a casa loro”
I
l tempo dell’integrazione è finito, o forse non è mai iniziato. E’ l’opinione della Lega Nord di Venezia dopo i fatti di Parigi e dopo le continue notizie di efferatezze compiute dai terroristi dell’Isis. “Noi occidentali – spiega il segretario provinciale Alberto Semenzato - dobbiamo riportare in alto per forza i nostri principi di civiltà e pacifica convivenza e non abbassare la testa come una certa classe politica sta facendo in maniera irresponsabile, dando prova di grande ignoranza e timore reverenziale. Il mondo occidentale è libero, l’Italia è un paese cattolico che ha assunto in sé tutti i valori positivi del cristianesimo, non dobbiamo permettere che qualche fanatico nutra l’intenzione di poterci cambiare. Se non gli va dove abita torni al suo paese”. Semenzato chiede una presa di coscienza da parte di tutti. ”Si ritrovi la nostra dignità - dice - e si abbia il coraggio di non accettare chi pensa di imporre subculture devianti e folli. Bisogna dire basta. Non c’è nulla che possa essere scambiato con la nostra sicurezza e le nostre piccole libertà quotidiane. Il cordoglio in questi mesi va alle vittime dei terroristi anche se non servirà a riportarle in vita, ma dire no ai barbari oggi è un dovere”. A.A.
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Argomento del mese 5 Iniziative
nel tessuto sociale veneziano Chiesa cattolica L’opinione di Monsignor Dino Pistolato
“Libertà di culto ai cristiani nei paesi musulmani”
“L
Don Dino Pistolato
a Chiesa Cattolica esprime il massimo rispetto per le altre religioni e ne rispetta la libertà di culto. Si chiede però che anche nei paesi di fede musulmana questa libertà sia garantita ai cristiani”. A dirlo è Monsignor Dino Pistolato responsabile degli affari economici ed immigrazione della diocesi di Venezia che interviene sulla questione dei rapporti con l’Islam dopo i fatti che si sono verificati in Francia ed in Europa. “Sul versante dei diritti - spiega Monsignor Dino Pistolato – deve essere la Costituzione a garantirli per tutti. Questioni come il velo non sono un problema. Per tanto tempo il cristianesimo ha visto la presenza di donne velate. Certo va assicurata l’identificazione e il volto deve essere visibile per motivi di sicurezza. Sul versante religioso abbiamo cercato in diversi modi di trovare un terreno comune di confronto con l’Islam e per questo motivo si sono tenute tante manifestazioni di dialogo come ad esempio la “tenda dell’incontro” un evento che si tenne a Marghera lo scorso ottobre in occasione dei festeggiamenti di San Francesco patrono d’Italia. A quell’evento partecipò anche il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia”. Monsignor Dino Pistolato tiene a sottolineare come sia importante il tema della reciprocità. “Il principio della reciprocità – spiega – dovrebbe essere la normale condizione nei rapporti tra le religioni. Se in Italia, paese a stragrande maggioranza cattolica, è permessa la costruzione di moschee, anche in territori a maggioranza musulmana deve essere garantita la costruzione di chiese e libertà di culto ai cristiani. Purtroppo invece come ha denunciato Papa Francesco, il mondo fa finta di non vedere che contro i cristiani in certi paesi è in atto una persecuzione” .
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Associazioni e amministratori
Terrorismo, il territorio si interroga S
ono state tante in questi mesi le iniziative in provincia di Venezia, per capire e cercare di mettere a punto una strategia che porti al dialogo e ad un confronto costruttivo. In prima linea ci sono associazioni e enti locali e parrocchie. La paura più grande è che vivano fra noi persone in grado di aggredirci. Gente che appare normalissima ma che poi imbraccia un fucile e fa una strage con chissà quale logica e indottrinata da chissà quali cattivi maestri. Un caso che ha fatto molto discutere nelle scorse settimane è stato quello di un imam a San Donà di Piave che predicava l’odio e la violenza nei suoi sermoni, è stato allontanato ed espulso dall’Italia. La richiesta più frequente da parte delle forze dell’ordine è che le prediche siano fatte in italiano e non solo in arabo. Una disposizione del genere ad esempio è in vigore nella Repubblica dell’Austria: obbliga i predicatori a fare prediche nella lingua del paese ospitante cioè in quel caso il tedesco. Alla Cita di Marghera un parroco in prima linea sul fronte dell’accoglienza è Don Nandino Capovilla. Don Nandino da tempo nella sua realtà territoriale si batte per integrare i giovani delle comunità straniere. ”Alla Cita - dice Don Nandino - le famiglie di bengalesi sono tantissime. La maggioranza dei giovani in questo rione è straniera e fra questi metà è di religione islamica. Con questi ragazzi bisogna preparare un percorso comune per evitare che si isolino e che si creino pericolose ghettizzazioni in stile banlieu parigine. Per favorire il dialogo anche solo fra vicini di condominio in occasione delle feste religiose delle varie etnie del rione, organizziamo una festa comune per tutti Se in estate, una grande tavolata con centinaia di persone. Terremo conto ad esempio degli orari di ricorrenze come il Ramadan”. Nelle scorse settimane a Spinea intanto si è organizzato un convegno organizzato al cinema Bersaglieri dal centro culturale islamico “Salam”. Con il dibattito si è voluto portare un contributo di chiarezza sulla questione Islam, separandolo nettamente questa grande religione dal terrorismo messo in atto da Isis e altre formazioni jihadiste. Ne hanno parlato Milad Mokhtari, segretario del centro culturale Salam di via Negrelli a Spinea, don Bruno Baratto, incaricato per il dialogo tra cristiani e musulmani per la Diocesi di Treviso, e Tanji Bouchaib, imam della moschea di Annone. Al tavolo dei relatori anche Moulay Zidane El Amrani, docente di Studi sull’islam d’Europa all’Università di Padova e segretario della Confederazione islamica italiana, e Hind Talbi, responsabile dei giovani musulmani del Veneto. All’incontro c’erano anche gli amministratori del territorio. Ne è nato un dibattito proficui che ha sottolineato punti di convergenza e divergenza delle due fedi e soluzioni per evitare posizioni di arroccarsi su inconciliabili. Va detto che proprio qualche settimana fa gli appartenenti al centro culturale islamico “Salam” di via Negrelli, hanno risposto positivamente alla chiamata alla solidarietà per donare sangue all’Avis che stava esaurendo le riserve. Hanno aderito una ventina di persone. Il presidente della Conferenza dei Sindaci della Riviera Alessandro Campalto (Pd) è chiaro: “Chi vive e lavora in Italia e vuol magari continuare a viverci per il resto della vita – dice – ne accetta i valori espressi dalla nostra Costituzione, o è meglio che se ne vada”. Una riflessione la fa anche il governatore uscente del Veneto Luca Zaia che chiede alle comunità islamiche di dissociarsi “Non si deve generalizzare - dice Zaia. Ad esempio la comunità islamica nel Veneto è composta per la stragrande maggioranza di bravissime persone, ma di fronte a una strategia che attenta alla nostra libertà e sicurezza occorre che l’intera comunità musulmana, con i suoi leader religiosi, condanni recisamente, duramente e senza tentennamenti l’estremismo”. A.A.
6 Approfondimento Salute L’Ulss 13 lancia l’allarme con i dati del Dipartimento Prevenzione
Calano le vaccinazioni in Riviera e Miranese Per i nati dal primo gennaio al 30 settembre, si è passati da un 90,82% del 2013 ad un 89,46% del 2014 di Filippo De Gaspari
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alano le vaccinazioni pediatriche nel Miranese e in Riviera del Brenta. L’Ulss 13 però non si dà per vinta e si mobilita per sensibilizzare la popolazione all’importanza della vaccinazione, andando direttamente a casa dei neo genitori. E’ partito così il progetto denominato “Primo mese”, che inizialmente riguarda i cittadini dei comuni di Fiesso d’Artico e Salzano, dove il personale del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione, si recherà a domicilio delle neo mamme. Una nuova attività, che potrebbe in futuro coinvolgere anche altri comuni e che ha come obiettivo quello di costruire un rapporto di fiducia tra operatori dei servizi vaccinali e i genitori. “Se i genitori non vengono da noi per vaccinare i figli – spiega Flavio Valentini, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 13 – abbiamo deciso di andare noi da loro”. Il bilancio 2014 dell’attività degli ambulatori vaccinali pediatrici di Camponogara, Dolo, Martellago e Mirano, infatti, non è incoraggiante dal punto di vista delle adesioni: mentre è auspicabile un’adesione del 95%, nel territorio ci si attesta mediamente sull’88%. Inoltre, per i nati dal primo gennaio al 30 settembre, si è passati da un 90,82% del 2013 ad un 89,46% per lo stesso periodo del 2014. Conseguenza, in buona parte, della
sospensione dell’obbligo vaccinale, che in Veneto c’è a decorrere dal 2008 e che ha inevitabilmente portato a un calo delle vaccinazioni. “Parliamo delle cosiddette ex obbligatorie – spiega Valentini – ovvero delle primissime vaccinazioni, quelle antitetanica, antipolio, antidifterite ed epatite B. Il paradosso è che non abbiamo nessun problema nella adesione degli stranieri, i quali hanno conosciuto e conoscono le malattie “gravi” e usufruiscono di tutti i nostri servizi, mentre lo abbiamo con gli italiani che non hanno la percezione del rischio delle malattie e delle complicanze gravi, prevenibili da vaccini, in quanto grazie proprio alle vaccinazioni queste sono ben controllate. I numeri parlano chiaro: a Camponogara, i nuovi nati (da gennaio a settembre dello scorso anno) sono stati 311, di questi 36 non si sono vaccinati, con una copertura dell’88,42%; a Dolo, i nuovi nati sono stati 484, di questi 65 non si sono vaccinati, per una copertura dell’86,57%; a Martellago, i nuovi nati sono stati 253, di questi 17 non si sono vaccinati (la copertura è dunque del 93,28%); a Mirano, infine, i nuovi nati sono stati 556, di questi 55 non si sono vaccinati (copertura dell’89,57%). Eppure l’impegno da parte del personale del Dipar-
Il team del dipartimento Prevenzione
timento di Prevenzione, per quanto riguarda la formazione e la sensibilizzazione, non manca: basti pensare che oltre ad aver iniziato sperimentalmente ad incontrare i neo genitori a domicilio, nel corso del 2014, sono state invitate quasi 7 mila famiglie agli incontri formativi, che periodicamente vengono organizzati nelle sedi di Dolo, Martellago e Mirano. Agli incontri collettivi vanno anche aggiunti quelli individuali con i genitori che manifestassero incertezze o dubbi sui vaccini, le attività
dello “Spazio 0-1 anno” presso le sedi distrettuali di Mira e Camponogara e la stretta collaborazione con i pediatri di libera scelta. “Non ci diamo per vinti – sottolinea il direttore generale dell’Ulss 13 Gino Gumirato – le vaccinazioni sono, insieme agli antibiotici, la più importante conquista per la nostra salute e, come tale, va tutelata e promossa. Continueremo a insistere con una corretta informazione per far rinascere una cultura “italiana” della vaccinazione”.
TECNOLOGIE INvESTIMENTI PER 800 MILA EuRO
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’Ulss 13 ha deciso di investire un milione e 800 mila euro in nuove attrezzature e tecnologie per potenziare gli ospedali di Mirano e Dolo in materia di sicurezza ed efficacia. Questo ha permesso di sostituire buona parte degli apparecchi che avevano bisogno di aggiornamenti urgenti, come i dispositivi di monitoraggio e di emergenza. “Lavoriamo per la sicurezza dei cittadini – spiega il direttore generale Gino Gumirato – ed è fondamentale stare al passo coi tempi nelle tecnologie e nelle apparecchiature che andremo ad acquistare. La buona sanità è fatta da tre cose: validi professionisti, confort alberghiero e alta tecnologia. Un grazie per chi mi sta aiutando e lavora in questa direzione”. Diversi gli acquisti fatti, a partire dalla sostituzione di quattro ambulanze (tra Dolo e Mirano ce ne sono quattordici): due sono state già acquistate nel 2014 e altre due sono previste per quest’anno. Il costo totale è attorno ai 415 mila euro circa e riguarda non solo il mezzo, ma anche il suo allestimento con attrezzature per la rianimazione avanzata e defibrillatori capaci di trasmettere il tracciato dal luogo dell’evento all’Unità Coronarica, consentendo una migliore gestione del paziente critico. Poi c’è stato l’aggiornamento tecnologico della Rianimazione di Mirano, grazie alla sostituzione di dodici letti elettrici (costati 210 mila euro), cui seguirà un rinnovamento del sistema di monitoraggio e della cartella clinica. Ora ci sono anche due nuovi ecografi di alta tecnologia a supporto delle attività di Ostetricia, uno per ciascuno dei due presidi
ospedalieri (costati 160 mila euro). Macchine performanti, ottime nell’attività clinica e diagnostica. Arrivati anche i nuovi sollevatori automatici per spostare i pazienti, l’uso dei quali, oltre a supportare il lavoro degli operatori, comporta anche un maggior confort per i degenti stessi. Ne sono stati acquistati sette, capaci di sorreggere fino a 205 chili e, nel corso di quest’anno, l’azienda sanitaria si doterà di altri tre dispositivi simili, ma in grado di supportare pazienti fino a 300 chili. I sollevatori sono collocati nei reparti con maggior necessità, come il Pronto soccorso, la Geriatria e la Dialisi. Il costo di un sollevatore si aggira attorno ai 7 mila euro l’uno. Sono stati acquistati anche sette nuovi defibrillatori per alcuni reparti ospedalieri, che sostituiranno quelli obsoleti. Ciascuno costa 5 mila euro. Trovano spazio anche due nuove “stazioni” per Anestesia nei blocchi operatori di Mirano (costo 100 mila euro) e un apparecchio portatile per Radioscopia per il blocco operatorio di Dolo (costo 110 mila euro), che sarà a supporto dell’interventistiA.R. ca chirurgica e di ortopedia.
ELEZIONI REGIONALI 31 MAGGIO 2015
committente responsabile: Paolo Minotto
CON VOI PER CAMBIARE IL VENETO
BRUNO PIGOZZO www.brunopigozzo.eu - comitatopigozzo@gmail.com @BrunoPigozzo - Scrive Bruno Pigozzo - Segreteria 3441941469
8 Mirano Sicurezza viaria Una analisi individua il posto dove si fanno più incidenti
Via Cavin di Sala la strada più pericolosa
Editoriale
Sì alle trivelle in Adriatico. Possibile!!? di Lorenzo Zoli*
di Filippo de Gaspari
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a strada più pericolosa di Mirano? Si conferma essere via Cavin di Sala. Il lungo rettilineo che collega la città a Santa Maria di Sala resta, anche nel 2014, quello dove si verificano più incidenti e quello dove, purtroppo, si muore ancora. Anche se i vigili di Mirano l’anno precedente non avevano rilevato incidenti mortali, in via Cavin di Sala, lo scorso 2 giugno, si è verificato uno dei più gravi incidenti stradali del Miranese dello scorso anno: lo schianto in cui persero la vita due giovanissimi di Caselle e rimase gravemente ferita un’altra ragazza. Accadde di notte, il sinistro fu perciò rilevato dai carabinieri. Ancora oggi, dopo anni in cui via Cavin di Sala si piazza in testa nella poco onorevole classifica delle strade più pericolose, lo “stradone” resta a rischio. A confermarlo i dati della polizia locale di Mirano, che nel 2014 ha rilevato 38 incidenti in tutto il territorio comunale, la maggior parte dei quali proprio in via Cavin. Il dato complessivo degli incidenti in città e nelle frazioni è pressoché stabile, visto che nel 2013 gli incidenti erano stati 35. Grosso modo stabile anche il numero dei feriti: lo scorso anno sono stati 32, nel 2013 erano stati 35. Sono aumentati però quelli gravi: nel 2013 nessuno era stato prelevato dal luogo dell’incidente in pericolo di vita, lo scorso anno invece sono state ben cinque le prognosi riservate annotate nei verbali degli agenti di Mirano. Va aggiunto, come detto, il tragico episodio del 2 giugno, che purtroppo non consente di mettere lo zero nella casella dei sinistri mortali. L’incidente, come altri capitati nel corso del 2014 sul rettilineo della Sp 32, mantengono quindi per l’ennesimo anno di fila via Cavin di Sala in cima alle arterie miranesi più pericolose. Sulla provinciale si corre troppo, ci si schianta spesso e, purtroppo, si muore. Osservati speciali sono soprattutto gli incroci con via Beato Angelico e via Chiesa (Campocroce), la rotonda con via Bollati e via Accopè Fratte e l’immissione da via Galilei: qui è prevista da anni una rotatoria, che nessuno sembra voler
Il caso
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segue da pag.
Il progetto per rendere sicuro l’incrocio tra via Cavin e via Galilei c’è, però mancano i fondi per realizzarlo
Stabile il numero dei feriti nei sinistri. Nel 2014 erano stati 32
Sopra Via Cavin di Sala
realizzare. Il progetto per rendere sicuro con un rondò l’incrocio tra via Cavin e via Galilei c’è, a testimonianza che l’opera serve. I fondi però sono bloccati. Si tratta degli ormai famosi 19 milioni di euro di compensazione del Passante, che dovrebbero portare alla realizzazione di diversi interventi in città, ma che la Regione non ha ancora sbloccato. Subito dopo la famigerata provinciale, c’è, a sorpresa, via Ballò e gli incroci con le sue laterali, spesso teatro di incidenti, per fortuna non gravi. In tutti i casi il problema
Fra le altre strade pericolose ci sono via Bollati e via Accopè Fratte
di Mirano è lo stesso di molti altri comuni, ovvero i bilanci ingessati a causa del patto di stabilità: un aspetto che non consente di spendere e, dunque, neppure di procedere con opere urgenti di messa in sicurezza della viabilità. In questo caso, via Cavin di Sala rischia purtroppo di confermarsi strada più pericolosa di Mirano anche nell’anno in corso. L’invito della polizia locale è sempre quello di tenere una condotta di guida prudente, mantenendo le distanze di sicurezza e una velocità moderata.
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Quindi, in mancanza di una legge che impedisca la ricerca di idrocarburi in Alto Adriatico con la metodologia del vibroseis, i giudici hanno fatto ciò che dovevano: annullare il “no” della Regione alla esplorazione, basato su una norma appunto regionale non più al passo con i tempi. Certo: anche una bambino capirebbe che la ricerca è quasi certamente finalizzata allo sfruttamento dei giacimenti. Ma questo non è un problema dei magistrati: è giusto che non lo sia. E’ un problema dei politici. Sta a loro ora difendere il territorio. E magari trovare una volta per tutte una via per lo sviluppo che non passi necessariamente per lo sfruttamento intensivo, per le grandi infrastrutture, per l’attesa di qualche investitore che si metta le mani sul cuore e dirotti qui i suoi progetti. E’ una via facile, questa. Ma costellata di disillusioni. Pensiamo al caso Enel: 10 anni di promesse, di annunci mirabilanti per la centrale di Porto Tolle. Avrebbe dovuto essere convertita prima a combustibile tipo Orimulsion, poi a carbone. Si è parlato di investimenti per oltre 2 miliardi di euro, di centinaia di posti di lavoro. Alla fine, Enel ha mollato: non se ne farà nulla. Non si può sempre dipendere dagli altri. Il territorio va difeso, valorizzato, tutelato, pensato 365 giorni all’anno. Non solo quando all’orizzonte si palesa una possibile minaccia. Bello – davvero – che ora il mondo politico faccia quadrato contro le estrazioni e la subsidenza. Ma non deve essere questo il movente, perlomeno quello prioritario, per capire che nel Delta abbiamo un tesoro. Un Parco che è un tesoro vero. Rendersene conto, pianificare, investire, anche creare. Trovare una strada per lo sviluppo che in altri paesi è realtà per decenni. E all’improvviso, quasi senza accorgersene, le trivelle non faranno più paura.
*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it
La protesta
I residenti di via Desman pronti a bloccare il traffico
esidenti di via Desman in strada per chiedere più sicurezza: la protesta va avanti ininterrottamente (tranne che una breve pausa durante le vacanze di Natale) dal 17 novembre scorso, quando per la prima volta sono scesi in strada con gilet fluorescenti e bici condotta a mano, per percorrere la strada in lungo e in largo, dimostrando così la pericolosità del rettilineo e il rischio a cui sono sottoposti pedoni e ciclisti lungo la provinciale. Da allora, ogni giorno, un gruppetto di 10,
20, a volte 30 persone, sfilano da Zianigo a Veternigo e viceversa, lungo il ciglio della strada, a passo d’uomo, rallentando il traffico e rendendo palese la difficoltà delle persone a convivere con le auto in una strada larga pochi metri, senza guardrail e con fossi da entrambi i lati. Marino Dalle Fratte, leader della protesta, promette ancora molte giornate di cortei e ha più volte scritto ai sindaci di Mirano e S. Maria di Sala per chiedere di attivarsi per mettere in sicurezza la strada, che nel
tratto padovano, diventa improvvisamente larga, con ciclabile a lato e autovelox per rallentare le auto. “E’ stata installata la segnaletica verticale, come cartelli con il limite di velocità, che ad oggi non sono ancora presenti? – chiede Dalle Fratte – In caso di incidenti, saranno responsabili i delegati alla sicurezza dei cittadini. Inoltre ricordiamo che via Desman è ancora priva di fognatura: non vorremo che, nel caso si eseguissero i lavori, non si cogliesse l’occasione anche per mettere in sicurezza
Serramenti in legno, alluminio, pvc e porte interne
la provinciale”. La risposta del sindaco, Maria Rosa Pavanello, non si è fatta attendere: “Il Comune non può intervenire con limiti e ordinanze, ma ha chiesto alla Provincia di farlo. Abbiamo anche illustrato lo studio di fattibilità della pista ciclabile del 2010 e che non ha i requisiti per partecipare al bando regionale”. F.D.G.
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Mirano 9 Piano interventi Parla l’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Salviato
Cantieri, lavori a impianti sportivi e scuole Sono iniziati i lavori di sistemazione della pista del pattinodromo di Scaltenigo di Filippo De Gaspari
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pese per investimenti nel 2014 sostanzialmente in linea con i livelli degli ultimi anni, a causa del solito, famigerato, “patto di stabilità”, ma forse si intravvede la luce in fondo al tunnel. Alcuni interventi già da tempo programmati, progettati e finanziati dal Comune, hanno infatti goduto di una deroga ai vincoli del patto, ampliando quindi, seppur di poco, la possibilità di spesa del Comune. A spiegarlo è l’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Salviato: “Si tratta di un piccolo segnale di inversione di tendenza
La curiosità
che però, se sommato alle ulteriori norme di allentamento del patto inserite nella recente Legge di stabilità, fanno ben sperare sul superamento dell’emergenza finanziaria degli ultimi anni”. Per il Comune di Mirano non sarà comunque semplice né immediato ritornare alla capacità di investimento raggiunta, per esempio, nel 2008 e che, nel giro di pochi anni, era stata ridotta addirittura del 90%, non riuscendo a garantire nemmeno le più elementari manutenzioni ordinarie. Infatti, se i segnali positivi non mancano, altre questioni restano irrisolte, prima fra
tutte l’inadempimento dell’accordo di programma relativo alle opere complementari e compensative al Passante: “Se avviate a soluzione – spiega Salviato – contribuirebbero a consolidare una nuova tendenza di sviluppo del territorio. Riteniamo comunque che il 2014 sia stato l’anno della svolta e che, grazie alla sensibilità della Regione, già da quest’anno verrà garantito l’inizio di un piano pluriennale di trasferimenti finanziari in linea con gli impegni assunti da tutti gli enti che hanno sottoscritto quegli accordi”. Gli interventi realizzati nel 2014 riguardano
I fedeli chiedono il raddoppio delle messe in latino
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fedeli chiedono il raddoppio delle messe in latino: arriva dal “Gruppo fedeli miranesi” la richiesta alla diocesi di Treviso di portare a due gli incontri mensili con la celebrazione del rito romano antico a Mirano, a oggi ancora unico comune della zona, esclusa Venezia, in cui si celebra la messa in latino e
La scuola materna Wolf Ferrari sarà ristrutturata il completamento della ristrutturazione della scuola materna Wolf Ferrari, la sistemazione di alcune strade comunali come via Caltressa, via Porara Gidoni, via Scaltenigo, via Don Orione, via Porara, via Cavin di Sala, via della Vittoria, via Castelliviero, via Palazzone, via Ballò, via Cà Rezzonico e un tratto di via Miranese, piccoli tratti di marciapiedi e ciclabili e il nuovo impianto di illuminazione in via Caltana. Rifatta anche la centrale termica della scuola primaria Azzolini e realizzati al-
con canti gregoriani liberalizzata da Papa Benedetto XVI nel 2007. Nei giorni in cui il vescovo Gianfranco Agostino Gardin incontrava i consigli pastorali di Mirano, partiva la richiesta del gruppo che cura la celebrazione in conformità al “motu proprio Summorum Pontificum” di Papa Benedetto, ora in attesa di portare a due le celebrazioni mensili in latino nella chiesa di San Leopoldo Mandic. Servirà ancora del tempo, l’obiettivo è ottenere il permesso per la fine di quest’anno. Uno dei promo-
cuni interventi di miglioria impiantistica della sede della Scuola infermieri, all’ex Petrarca. Dopo anni di attesa, sono ripartiti anche i lavori negli impianti sportivi e nei cimiteri: impermeabilizzata la tribuna del campo da calcio di Campocroce, sistemati i campisanti di Ballò, Campocroce e Mirano. Infine, sono iniziati a novembre anche i lavori di sistemazione della pista del pattinodromo di Scaltenigo che consentirà all’impianto di ospitare i Campionati italiani 2015.
tori, il miranese Francesco Boato, spiega le ragioni di questa volontà: “Sono molti i fedeli che hanno richiesto l’aumento delle celebrazioni. Oggi la messa è frequentata da una media di circa 60-70 persone e continuiamo a ricevere richieste, anche da parte di giovani ragazzi, provenienti da tutta la provincia e anche da fuori, che vorrebbero prestare servizio come ministranti. E’ probabile inoltre che presto vengano chiamati a cantare il gregoriano, cori di parrocchie vicine”. F.D.G.
10 Mirano La storia L’Itis Ponti di Mirano dà il via al progetto “Energy for Africa”
Un impianto fotovoltaico per la città di Labe di Filippo De Gaspari
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ealizzare un impianto fotovoltaico per integrare il sistema di produzione di energia elettrica del polo universitario della città di Labe, in Guinea Conakry, seguendo il progetto realizzato da un ventiseienne africano che vive in Italia da 9 anni, appassionato di elettrotecnica. Questo l’obiettivo del progetto “Energy for Africa” che tre istituti superiori di Mirano, il liceo Majorana-Corner, l’Itis Ponti-Levi e l’Itis 8 Marzo-Lorenz, si sono prefissati di raggiungere entro marzo: precisamente in 40 giorni a partire dal 20 febbraio, per raccogliere 12 mila euro per finanziare il progetto. Una maratona di solidarietà che parte dal basso: il progetto infatti coinvolge circa 150 studenti dei tre istituti della cittadella scolastica miranese, che con iniziative ed eventi promossi e ideati da loro stessi, e con l’aiuto dei professori coinvolti, stanno promuovendo la raccolta fondi da devolvere interamente al progetto. Ciascuna delle scuole, assieme alle Acli del Miranese, all’associazione delle consulte dei comuni del Miranese, l’associazione “Guineiani in Italia” e alcune aziende entrate come partner, ha predisposto un percorso all’interno delle materie scolastiche, mettendo in comune informazioni, strumenti e dati tecnici che contribuiranno alla costruzione dell’impianto fotovoltaico. Per poterne iniziare la costruzione, è stato siglato un accordo con le Acli di Mirano, che permette di assicurare la disponibilità della somma da raccogliere, in modo da procedere al più presto alla realizzazione dell’opera. Mano a mano che arriveranno le offerte si
Ideatore del brevetto dell’impianto fotovoltaico è Mamadou Kairaba Diallo di 26 anni
L’università di Labe e in alto Mamadou Kairaba Diallo
www.curiotto.it
Legambiente
Sportello energia, bilancio positivo
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L’idea coinvolge 150 studenti di tre scuole superiori e le Acli del Miranese procederà all’acquisto dei materiali che serviranno ad assemblare, in loco, l’impianto fotovoltaico, che “illuminerà” l’università della Guinea Conakry e che potrà essere poi replicato con altri sistemi simili. Ideatore del brevetto dell’impianto fotovoltaico è Mamadou Kairaba Diallo, 26 anni, originario della Guinea, grande appassionato di elettronica che fin da piccolo ha cercato di risolvere i problemi dell’illuminazione del suo villaggio, a Labe. Trascorreva i pomeriggi a raccogliere vecchie batterie delle torce, per collegarle alle lampadine delle biciclette e illuminare così le serate con gli amici o la cena con i fratelli. Nei villaggi guineani, infatti, la mancanza di luce artificiale nelle ore notturne porta ancora oggi le famiglie a utilizzare le candele. Dopo aver studiato in Guinea, Mamadou è arrivato in Europa: da Parigi è andato a Düsseldorf, quindi a Mestre. Ha svolto diversi tipi di la-
voro, dal volantinaggio al corriere espresso, oggi è occupato in un’azienda grafica, ma continua ad essere soprattutto appassionato di elettronica. La sua idea e la consapevolezza dell’importanza dell’integrazione, lo hanno portato in contatto con le scuole di Mirano, da cui poi è partito il progetto “Energy for Africa”. I fondi si raccolgono in crowdfunding sul sito www.energyforafrica.it, dove è anche spiegato nel dettaglio il progetto.
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portello energia chiuso dopo la sperimentazione, ma i cittadini continuano a chiedere preventivi per convertire la loro casa in modalità risparmio. In sei mesi di attività, al servizio gestito da Legambiente in municipio si sono rivolti più di cento cittadini per l’efficientamento energetico della propria casa. Venti famiglie hanno aderito al Gruppo di acquisto solare, installando sei impianti fotovoltaici, una pompa di calore e due impianti di climatizzazione ad alta efficienza. Prima dell’inizio dell’attività dello sportello, i piccoli impianti di questo tipo a Mirano erano 135: ora il parco fotovoltaico cittadino è aumentato del 4,5%, con impianti per 18,5 kilowatt. Il volume di affari generato dal gruppo d’acquisto ha superato dunque 40 mila euro in soli cinque mesi, e il trend potrebbe continuare, visto che ancora oggi molti cittadini si recano in municipio per chiedere informazioni e preventivi. Lo sportello però ha chiuso, come previsto, il 31 dicembre e adesso, vista anche la richiesta crescente, Legambiente ha chiesto al Comune di riaprire il servizio. Mirano ospita sul suo territorio 391 impianti fotovoltaici, per un totale di 4112 kilowatt installati, dove gli impianti domestici contribuiscono per 1900 kilowatt/picco, l’equivalente del consumo annuo di circa 700 famiglie. F.D.G.
Spinea 11 Urbanistica Le idee dell’architetto Elena Franco di Town Center Management Italia
Un distretto commerciale per rilanciare il centro di Filippo De Gaspari
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n distretto commerciale per il centro di Spinea, per rilanciare le attività commerciali e creare quella piazza che manca, partendo da via Roma. E’ questo l’obiettivo di Comune, associazioni e categorie: il paese senza piazza partirà dal suo punto debole per trasformarlo in punto di forza. In attesa di capire come risorgerà piazza Marconi, nel frattempo solo “sistemata”, ma ancora oggetto di studio per un nuovo “masterplan” e in attesa di riorganizzare piazza Fermi, il Comune accelera sulla “Piazza lunga un chilometro”, il progetto di trasformazione di via Roma in centro. In pratica la strada che taglia il paese diventerà elemento di unione e rinascita per Spinea: una scelta che passerà anche per la creazione di un vero e proprio distretto del commercio, coinvolgendo gli operatori e i negozi di vicinato e che a sua volta farà leva sulla nascita di nuovi servizi e la realizzazione di elementi di arredo urbano del tutto nuovi. Non solo traffico dunque, che tra l’altro dovrebbe diminuire una volta entrate in funzione le tangenziali esterne e predisposto un Piano urbano del traffico. In città se ne sta parlando da tempo, con incontri tra negozianti per definire la nuova opportunità, discutere e organizzare al meglio il progetto. L’ultima riunione in ordine di tempo, dal titolo eloquente, “Il distretto di Spinea prende vita, tu sei pronto?”, ha visto partecipe l’architetto Elena Franco di Town Center Management Italia, società che si occupa a livello internazionale di gestione di centri città, con particolare riferimento all’urbanistica
In attesa di riorganizzare piazza Fermi, il Comune accelera sulla “Piazza lunga un chilometro”
Il centro di Spinea
decoro urbano, favorendo il ripopolamento commerciale del centro. Per questo anche il Comune farà la sua parte, apportando quelle piccole migliorie che consentiranno di rendere riconoscibile dal punto di vista urbanistico un centro città caratterizzato da un viale commerciale di richiamo. A completare il mosaico saranno le associazioni, chiamate a concorrere in particolare all’organizzazione di eventi, manifestazioni ed eventi-calamita per i visitatori, anche da fuori città. Sicurezza
Lezione dei carabinieri nelle scuole
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Sono stati coinvolti con incontri esercenti e associazioni del territorio e alla valorizzazione urbana e del territorio. Franco è autrice tra l’altro di articoli e saggi sul tema della rivitalizzazione urbana ed è spesso invitata a intervenire in convegni e workshop in Italia e all’estero. A Spinea ha parlato della concorrenza degli altri centri, quelli commerciali artificiali ed extraurbani rappresentati dalle grandi catene di distribuzione e dei cambiamenti delle abitudini dei consumatori. A Spinea il distretto commerciale vuole essere proprio come un centro commerciale esteso lungo l’asse principale, da Orgnano a piazza Marconi e caratterizzato dalla rinascita dei negozi che a suo tempo furono la realtà attorno a cui si sviluppò il paese. Il distretto avrà un coordinatore unico (omologo del manager di un centro commerciale) e a servizio dei negozi ci saranno anche manifestazioni ed eventi, ma l’obiettivo è portare anche migliorie urbanistiche, abbellimento e
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arabinieri a scuola, ma per prevenire. Si parla di legalità con gli incontri tra le forze dell’ordine e i giovanissimi scolari di Spinea, a cui è stato spiegato come difendersi dai più comuni reati, dalla strada al web, passando per gli episodi di bullismo. Il capitano della compagnia di Mestre, Antonio Bisogno, e il comandante della stazione di Spinea, Lamberto Stanchi, hanno incontrato più di un centinaio di alunni della scuola Vico, appartenenti a quattro classi, riempiendo l’aula magna dell’istituto per una lezione sulla legalità e la sicurezza. Affrontati in particolare i temi riguardanti il bullismo e il cyber-bullismo, con le insidie di internet e lo spaccio di droga. L’incontro si colloca all’interno di un percorso che ha già visto gli alunni dell’istituto comprensivo Hack incontrare prima la polizia postale, poi la Polfer, per parlare di legalità e prevenire comportamenti scorretti da parte dei minori. “Un percorso che intendiamo proseguire - ha spiegato il dirigente scolastico Stefano Simionato - affrontando, per esempio, una giornata con i cani antidroga, per far conoscere ai ragazzi le attività messe in campo dalle forze dell’ordine a loro tutela”. F.D.G.
12 Spinea Social e dintorni I cittadini si scambiano impressioni e notizie in modo innovativo
Facebook, tv e radio, la città comunica Dai gruppi “Sei di Spinea se”, a quelli per costruire una città più sicura, alle tv locali e radio di Filippe de Gaspari
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e esistesse una classifica, perlomeno nel territorio, di gruppi in internet, community e organi di informazione, probabilmente Spinea è la regina. Dall’immancabile “Sei di Spinea se”, ai gruppi per chiedere (e costruire) una città più sicura, dalle tv locali alle radio, Spinea si conferma vero e proprio network, quasi alla stregua di grandi città. Voglia inarrestabile di restare in contatto e scambiarsi opinioni nell’era di internet e nella città più densamente popolata del Veneto, seconda solo a Padova? Può darsi, fatto sta che l’elenco è davvero lungo. L’ultima arrivata è addirittura una tv per tutto il Miranese, ma la sede e il conduttore (e factotum), il giornalista Paolo Favaretto, sono a Spinea: il suo Tg è in onda dallo scorso settembre sull’emittente padovana “CafèTv24” (canali 95 e 666 del digitale terrestre), con edizioni il mercoledì e il venerdì alle 19.20 e 00.15, il giovedì e il sabato mattina alle 7.20 e visibile anche in streaming. La redazione
giornalistica ha sede proprio a Spinea, anche se segue il territorio dei comuni di Mirano, Martellago, Noale, Salzano, Scorzè, Spinea e Santa Maria di Sala. La tv ha, ad oggi, una redazione locale anche a Fossalta di Portogruaro, che produce due edizioni quotidiane del Tg: una dedicata al Veneto Orientale e una al Friuli. “La nostra è una testata che ha già avuto molti apprezzamenti – afferma Favaretto – perché è una voce libera che parla del ter-
Il Tg del Miranese trasmette sull’emittente padovana “CafeTV24” ritorio, dei suoi problemi e non solo. Dà voce anche alle eccellenze e alle notizie positive, perché ormai i telespettatori non ne possono più di ascoltare solo eventi negativi. La crisi incombe ancora ma il nostro territorio è ricco
di persone, associazioni e realtà che producono con impegno centinaia di iniziative. Così anche i comuni che spesso non hanno la dovuta risonanza negli altri media”. Telegiornale dunque aperto al territorio e alle storie tutte da raccontare. Non solo tv però: consapevole delle enormi potenzialità di Facebook, la tv è sbarcata presto anche sul social network, dove tra l’altro i gruppi su Spinea impazzano, arruolando centinaia di residenti e simpatizzanti. Si va dal classico “Sei di Spinea se”, che tratta di tutti i temi riguardanti la città e da dove in passato sono state promosse anche alcune iniziative di solidarietà, a “Cosa succede a Spinea”, che punta soprattutto sulle cronache cittadine, dove anche le notizie dei media locali possono trovare risalto. Seguendo poi i temi più cari ai cittadini, sono nati i gruppi dove dibattere di sicurezza e criminalità: “Spinea sicura?” e “Sorveglia Spinea” riportano, purtroppo, le continue notizie di cronache cittadine e non
solo, dai furti ai raggiri, raccogliendo anche le segnalazioni dei cittadini sul tema, mentre di recente è nato il gruppo e la pagina gestiti dai neonati Gruppi di controllo del vicinato, pronti a partire anche a Spinea. La moda è quella di darsi una mano in rete, segnalando anche movimenti e individui sospetti, con l’obiettivo di tutelarsi a vicenda dalle incursioni dei predoni. Tra televisione e internet, non poteva mancare certo la radio: dal 2005 Spinea
ha la sua emittente, si chiama Radio 585, in sintonia con l’associazione (e lista civica) a cui è legata. Trasmette da Crea sulle frequenze FM 99.2 (Mestre e Marghera) e 100.3 (Spinea e Miranese), alternando news e musica. Gran traffico dunque in città, non solo di auto, ma anche di notizie e opinioni. E’ la società dell’informazione globale, a 360 gradi e fatta principalmente dai cittadini per i cittadini.
NEWS Parchi
Cultura
Aree separate per cani e bambini
La biblioteca si abbellisce
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ani e bambini separati nei parchi di Spinea. Rischia fino a 100 euro di multa chi porterà Fido a correre dove ci sono le giostrine per bambini: lo ha deciso il Comune, con un’ordinanza dirigenziale che di fatto vieta ai cani di scorrazzare, anche se al guinzaglio, nelle aree verdi dove sono presenti scivoli e altalene. Potranno farlo invece, ma sempre al guinzaglio, in tutti i parchi e giardini pubblici dove non siano previste aree gioco. Inoltre gli amici a quattro zampe potranno muoversi liberamente nelle zone recintate, le cosiddette aree-cani. L’ordinanza, firmata lo scorso 31 dicembre, è diventata operativa il mese scorso con l’apposizione dei cartelli di divieto. In realtà le regole non fanno altro che riprendere quanto già previsto da una legge regionale e dall’ordinanza del Ministero della Salute per tutelare l’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani. In città si è voluto anche evitare la cattiva abitudine di alcuni proprietari di cani di portare l’amico a quattro zampe a fare i propri bisogni (spesso senza raccoglierli) tra scivoli e altalene. I nuovi divieti riguardano i cani di tutte le razze e taglie, anche se tenuti al guinzaglio e con museruola: insomma, bambini da una parte, animali (per cui peraltro la città prevede ben sei aree dedicate) dall’altra. Al parco Nuove Gemme, l’ordinanza ha creato qualche malumore per il fatto che l’area giochi si trova proprio all’ingresso principale di piazzetta Pertini. Alla fine il Comune ha scelto la linea morbida, concedendo ai proprietari di cani di entrare senza uscire dal vialetto, in una sorta di “servitù di passaggio”. Via libera invece dagli ingressi vicini. All’interno i cani potranno circolare come prima, sempre al guinzaglio e nell’area cani essere liberati, ma niente passeggiata tra i bimbi. “E’ soprattutto una questione di decoro e convivenza tra esigenze diverse - spiega il delegato ai parchi di Spinea Paolo Barbiero - è importante sensibilizzare tutti al corretto utilizzo dei parchi e alla sicurezza”. F.D.G.
uovo look per la biblioteca, una delle più grandi e fornite del territorio. Svelato con un’intera giornata di festa il nuovo “layout” di villa Simion, un allestimento pensato per comunicare gli spazi e i servizi offerti e che caratterizzeranno meglio anche le iniziative proposte durante l’anno alla città. Una vera e propria riqualificazione, che punta a rendere più accogliente e fruibile lo spazio agli utenti: ridipinti gli spazi interni, restaurati i pilastri d’accesso alla villa, ridefinite le sale, rivisto anche il logo e la segnaletica, in un lavoro durato mesi, alla ricerca di una nuova modalità di comunicazione, nell’era del marketing e della grafica accattivante, che si rispecchia anche nel nuovo sito internet. Scordarsi dunque lo stereotipo della biblioteca vecchia e impolverata: ora è il colore a contraddistinguere quella di Spinea. Il tutto inaugurato con una festa che, insieme alla presentazione del nuovo allestimento, ha dato un assaggio delle iniziative che si potranno svolgere nei nuovi spazi ricreati all’interno della villa. Un evento alla stregua di una vera e propria inaugurazione, durato un intero giorno: con una finestra sulla musica aperta da Ubi Jazz e i Joy Singer con Ivan Zuccarato, un laboratorio di aquiloni con volo dimostrativo e mostra fotografica a cura dei piloti Stack Italia, attività autogestite dagli studenti e proposte per i bambini, con le letture animate. Infine non poteva mancare la cultura dei protagonisti del nuovo ambiente, i libri, con Tiziano Scarpa, che ha parlato degli “effetti collaterali della scrittura”. “Facciamo in modo che la biblioteca sia sempre più la biblioteca della città, la biblioteca di ogni cittadino – hanno detto il sindaco Silvano Checchin e l’assessore Loredana Mainardi durante la giornata inaugurale – un luogo di cultura ma anche di incontro dove costruire insieme relazioni”. Tante sono le iniziative in programma in questi mesi, soprattutto per le scuole: dal progetto “Che genere di libro è?” a “Aeiou, la poesia la fai tu”. F.D.G.
Interventi
Lavori in corso ai parchi
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rriva la primavera e Comune e volontari attrezzano i parchi per trascorrerci la bella stagione. Dopo il successo con il “nido dei libri”, una piccola biblioteca pubblica realizzata nel parco di via Luneo, i volontari del progetto “Mi prendo cura”, che si occupano delle piccole manutenzioni, si sono occupati dei lavori nel parco della biblioteca, con la manutenzione delle 20 panchine presenti. “I volontari – spiega il consigliere delegato, Paolo Barbiero – per tutto l’inverno hanno riverniciato e rimesso in ordine una panchina dopo l’altra e ora si stanno occupando dei cestini per arrivare pronti alla primavera. E’ in programma la ridipintura del gazebo che orna il giardino”. Situato in centro cittadino e a due passi dalla biblioteca, il parco di villa Simion è diventato negli anni uno spazio verde frequentato da giovani, studenti, famiglie e bambini. Il progetto prevede di fare di quest’area un luogo più fruibile dai cittadini, valorizzando l’area urbanistica in cui è situato, vicino ai Bersaglieri e collegando via Roma con la biblioteca comunale. Lavoro anche al parco centrale, il “Nuove Gemme”, dove protagonisti sono stati, per iniziativa e manodopera, i piccoli alunni della scuola Ippolito Nievo, che hanno tradotto le regole di buon comportamento in inglese. A scriverle, disegnarle e apporle al parco, una trentina di alunni della quinta elementare, che insieme alla maestra di inglese Giorgia Pastrello hanno chiesto e ottenuto dal Comune l’autorizzazione e collaborazione per tradurre le regole in modo che siano davvero internazionali. Alla fine gli alunni, con la maestra e i volontari del progetto “Mi prendo cura”, hanno posizionato i nuovi cartelli, che prevedono anche illustrazioni realizzate dagli stessi scolari. Ecco così che il divieto di correre in bici all’interno del parco, lasciare i giochi solo a chi ha meno di 12 anni e raccogliere le deiezioni dei cani portati a passeggio sono diventate per tutti. F.D.G.
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“SpreCozero?, Si’ grazie”. le buone praSSi Lo sapete quanto cibo spreca ogni anno una famiglia media? Una recentissima ricerca eseguita da Gfk Eurisko in collaborazione con Auchan e Simply ha quantificato le dimensioni dello spreco alimentare domestico in Italia. Ogni anno in media una famiglia italiana butta 49 kg di cibo, complessivamente vengono sprecati 1,19 milioni di tonnellate di alimenti. In termini economici questo corrisponde a circa 7,65 miliardi di euro (316 € per famiglia). L’indagine ha anche “pesato” lo spreco annuale per le diverse tipologie di alimenti. Gli sprechi maggiori riguardano la verdura (10,7 kg), la frutta (9,9 kg), il pane (9,1 kg), e la pasta (6,0 kg) mentre minori risultano le quantità sprecate per gli alimenti più costosi: carne (4,5 kg), formaggi (2,1 kg), pesce (1,8 kg), surgelati (1,8 kg) e salumi (1,2). Di tutto questo e di molto altro si è parlato in Municipio a Spinea il 28 febbraio scorso nel convegno “Sprecozero? Sì, Grazie!”, promosso dall’Assessorato all’Ambiente, che ha voluto mettere in rete varie associazioni del nostro territorio ed esperienze. Cosa hanno detto i relatori? Massimo Biolo dello Spigas, ha sottolineato il ruolo dell’associazione per promuovere una spesa che valorizza i produttori locali, i prodotti a km zero, oltre che le azioni di solidarietà. Spigas per promuovere una gestione del cibo più attenta, propone un vademecum contro lo spreco alimentare. L’associazione sta cercando accordi con produttori per distribuire gratuitamente eccedenze alimentari a famiglie in difficoltà. Sara Fassini di Caritas Spi-
nea sottolinea “fare carità è anche sensibilizzare al recupero”. Tutti i mercoledì mattina Caritas Spinea dalle 9-11 offre un aiuto alimentare alle famiglie in difficoltà. Sono circa 150 gli utenti/ famiglie che vengono supportati da Caritas e alcuni vengono da ormai già tre anni. Insieme a Caritas è attiva sul territorio anche Centro Ascolto Scocco e Prima Opera. Questa sostiene da tempo diverse famiglie in difficoltà e promuove nelle scuole il “Dona Cibo”, sensibilizzando anche i più piccoli alla solidarietà e all’aiuto al prossimo. Alessandra Tiengo spiega il progetto “Brutti ma Buoni” di Coop Adriatica. E’ un progetto di raccolta e successiva distribuzione di tutti quei prodotti che all’interno dei punti vendita sono vicini alla data di scadenza. Quattro sono le regioni ad aver aderito e in questo modo sono circa 6400 i pasti al giorno che si riescono a garantire alle associazioni che ritirano questi prodotti che valgono circa 3,5 milioni di euro. Luca Musumeci di Actionaid ha messo in evidenza quali siano le criticità alimentari nel mondo e come possano essere sensibilizzati i bambini delle Scuole nel nutrirsi con maggior consapevolezza. Ad esempio presso la Goldoni di Spinea 50 bimbi stanno elaborando linee guida antispreco. Marco Sacco dell’Associazione “Terra!” ha spiegato come l’associazione ha acquistato un terreno in via Capitanio per farne orti. Produrre cibo buono a km zero senza inquinare e garantendo relazioni proficue è lo scopo dei soci. Questa esperienza è interessante, non solo per l’aspetto alimentare
e relazionale, ma anche per il formale impegno degli acquirenti a non rendere edificabile gli appezzamenti. Sara Mascarin, Presidente dell’Associazione “Amici della Solidarietà” ha riportato l’esperienza maturata a Montebelluna nella redistribuzione di eccedenze alimentari che vengono poi consegnate alle varie associazioni che si occupano di sostenere persone e famiglie in difficoltà in varie zone del Veneto. Al termine del convegno, grazie ai giovani consiglieri comunali Francesco De Pieri e Giovanni Litt, in tempo reale sono stati proiettati i suggerimenti che il pubblico ha fornito ascoltando i relatori. Si è trattato di un momento di condivisione e partecipazione molto importante che non mancherà di portare frutti. Ecco i suggerimenti che hanno dato i cittadini: ● Attenzione allo spreco nelle mense scolastiche ● Incentivare mercato a km0, anche nelle mense scolastiche ● Educazione alimentare anche per adulti ● Partecipare e aumentare i Gruppi Acquisto Solidale ● Recupero creativo di cibi in scadenza (macedonie, frutta cotta, pane vecchio ecc) ● Meno cibo, più qualità! Favorire produzione alimenti biologici ● Promuovere nella ristorazione locale il doggy bag ● Vademecum per conoscere la vera durata degli alimenti ● Congelare cibo in scadenza e/o condividerlo
riCoMinCio da Qui ForMazione eSperienziale per CoStruire e Mantenere la propria oCCupabilita’ Sì è da poco concluso il ciclo di otto incontri in Municipio dedicati alle strategie per trovare, conservare o migliorare il proprio lavoro organizzato dall’Assessorato ai Servizi Sociali grazie alle volontarie di “Ricomincio da qui”. “Si tratta di un’iniziativa di grande rilevanza che parte dalla cultura del dono – spiega l’Assessora Rosanova e dal desiderio delle volontarie di mettere a disposizione di altri la propria professionalità maturata, in modo gratuito. Lo scopo è aiutare chi ha difficoltà a trovare un’occupazione”. Antonietta Verduci, Isabella Tonet, Edda Biancon, Aberta Ceolin e Maria Teresa Toma per otto incontri hanno realizzato un corso caratterizzato da
A Sinistra le volontarie dello sportello Ricomincio da qui con Davide uno dei corsisti che ha trovato lavoro a destra la Rosanova con Isabella Tonet
In foto: l’Assessora all’Ambiente Stefania Busatta con Sara Fassini di Caritas e Alessandra Tiengo di Coop Adriatica
● Informare sui luoghi dove portare il cibo in scadenza ● Raccogliere cibo avanzato delle mense per le famiglie con necessità Per l’Assessora all’Ambiente Stefania Busatta “si è trattato di un importante momento di sintesi sulle azioni che si possono intraprendere su scala locale e sovra comunale. In particolare da un lato vi sono le istituzioni che debbono avviare tutte le azioni per contrastare gli sprechi e promuovere le buone prassi. Aver sottoscritto il Patto dei Sindaci e Sprecozero.net oltre che aver promosso momenti formativi importanti, significa proprio per il nostro Comune porre i tasselli per questo percorso. Dall’altro lato, è fondamentale che ognuno risponda in modo responsabile delle proprie azioni, anche semplicemente nel contrastare gli sprechi tra le mura domestiche. Concludendo vi sono sicuramente delle responsabilità collettive e/o istituzionali, ma ciò non deve far venir meno la responsabilità individuale”.
19 aprile doMeniCa eCologiCa e MerCatino del riuSo
Festeggiamo la primavera nel segno dei comportamenti una forte componente esperienziale che utilizza l’integrazione di sostenibili. L’Assessorato all’Ambiente organizza una bitecniche di Coaching, Counseling e mutuo auto aiuto. Si tratta di ciclettata in collaborazione con FIAB Spinea. L’iniziativa un percorso che partendo dall’unicità dell’individuo, si propone di è parte del progetto “La Piazza Lunga un Kilometro” e operare un cambiamento per migliorare le proprie potenzialità e partecipano Pro Loco, CIA, Amici del Graspo. Lo scopo è raggiungere obiettivi personali e di team, anche attraverso il sosensibilizzare su: stegno reciproco. Accanto a questo, le volontarie hanno fornito ·promozione di sistemi di trasporto intelligente e a basse validi e concreti consigli su come costruire un curriculum vitae emissioni inquinanti; o gestire al meglio un colloquio di lavoro. I corsisti hanno spe· sostenibilità dei consumi; rimentato l’assesment, hanno appreso nuove modalità relazio· valorizzazione degli stili di vita rispetto all’educazione e al nali, migliorando l’autostima e l’assertività. Agli incontri hanno patrimonio alimentare e ambientale. partecipato con entusiasmo e determinazione 31 fra uomini e La “Biciclettata tra i quartieri”con partenza alle ore 10.00 da donne di età compresa fra i 20 e i 55 anni. Come risulta dai Piazza Municipio porterà i partecipanti alla riscoperta del terquestionari di gradimento, tutti hanno riferito di aver miglioritorio comunale da un punto di vista più “vicino” all’ambiente. rato la percezione delle proprie potenzialità e di aver trovato Grazie alla Collaborazione con WWF Spinea saranno organizzamolto stimolanti e utili gli incontri proposti. “Questo modulo te visite all’Oasi. Sarà organizzato anche “Mercatino del baratto formativo – spiega l’Assessora Rosanova è un unicum nel & hobbistico – Riduco Riutilizzo Riciclo Recupero” presso Piazza territorio del Miranese ed è parte di quel modello Spinea Marconi. Ogni cittadino potrà partecipare per dar nuova vita agli che punta ad integrare volontariato ed istituzioni per un oggetti, altrimenti destinati alla discarica diventando così protagonuovo approccio al welfare”. Per tutti i partecipanti prosenista di un percorso virtuoso di scambio e di riduzione dell’impatto gue la supervisione individuale del Curriculum. Un grazie ambientale. Per tutta la giornata sarà attivo il “Farmer market”, a tutte le splendide volontarie dello sportello “Ricomincio che vedrà i produttori locali proporre frutta, verdura e fiori di proda qui ” che, pur non svolgendo operativamente agli pria produzione e, dunque, a km 0. Vuoi partecipare? Ti piacerebbe incontri, hanno dato un supporto prezioso: Ada Baldo, scambiare i tuoi oggetti con altri? Scopri di più su www.spinea.gov.it Anna Santoro, Renata Barbiero e Laura Visconti. Per o scrivi prolocospinea@libero.it oppure telefona allo 041/5071176 o ogni info e contatto: 183. Si ringrazia per la collaborazione “San Benedetto” di Scorzé che relazione.esterne@comune.spinea.ve.it offrirà le bibite per i partecipanti alla biciclettata. o 041 5071183.
14 Spinea Ambiente Iniziativa del Comune in tutto il territorio
Alberi monumentali, al via il censimento La maggioranza di centrosinistra ha accolto la mozione del Movimento 5 Stelle di Filippo De Gaspari I pini abbattuti in piazza Marconi
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pinea farà un censimento dei suoi alberi più importanti, per dire quali meritino di essere salvati. A proporre quali esemplari introdurre nella lista delle piante da tutelare saranno anche i cittadini, con le loro segnalazioni. Lo ha deciso il Consiglio comunale, accogliendo una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle per attuare in città quanto già previsto da una legge del 2013, che obbliga gli enti locali a censire gli alberi monumentali presenti nel proprio territorio. A Spinea, dove ogni albero che cade suscita spesso proteste e polemiche, l’approvazione ha fatto esultare i promotori della mozione e gli ambientalisti. La delibera approvata dal Consiglio impegna, infatti, la giunta a realizzare il censimento delle piante entro il 31 luglio, inserendo in una speciale lista di protezione gli alberi monumentali e coinvolgendo in questa attività i cittadini. Chiunque potrà, infatti, segnalare gli alberi da salvare, scaricando e compilando da internet, sul sito del Corpo forestale dello Stato, una apposita scheda. Si potranno segnalare, e quindi chiedere che siano tutelati, tutti gli alberi ad alto fusto, isolati o all’interno di boschi, le piante secolari, rari esempi di maestosità e longevità, per
età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, ma anche quelli che rappresentano un patrimonio comune dal punto di vista storico, culturale o delle tradizioni locali. Potranno essere salvati anche alberi all’interno di centri urbani e nei giardini di ville e residenze private. La legge stabilisce che chi provocherà danno o abbatterà gli esemplari finiti nella lista, potrà essere sanzionato con multe salatissime, addirittura fino a centomila euro, escluse ovviamente le modifiche della chioma e delle radici effettuati per casi motivati e su autorizzazione comunale, previo però sempre il parere vincolante del Corpo forestale dello Stato. Insomma, i privati sono avvisati: accendere le motoseghe potrà costare davvero caro. Il Comune, dal canto suo, avrà ancora facoltà di decidere quali esemplari abbattere per necessità o esigenze urbanistiche, ma per gli esemplari censiti come alberi monumentali
servirà l’assenso della Forestale. “Un primo passo – ha commentato il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale, Massimo De Pieri – per salvare il nostro patrimonio verde ed evitare che accada di nuovo quanto successo ai tigli della scuola Pascoli, dove oggi c’è piazza Santa Bertilla o ai pini marittimi di piazza Marconi. Con nostra grande soddisfazione la mozione è stata approvata quasi all’unanimità di tutto il consiglio comunale. Ora tocca a noi cittadini: tutti possiamo contribuire al censimento del patrimonio verde del nostro territorio, basta compilare l’apposita scheda ed trasmetterla all’amministrazione comunale”. Proprio l’abbattimento dei 13 pini marittimi di piazza Marconi era stato l’ultimo episodio a far discutere in città, con il comitato Difesa ambiente e territorio di Spinea e Legambiente del Miranese impegnati a protestare con flash-mob, cartelli e raccolta firme.
SOCIALE Solidarietà
La sezione Avis cresce
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uasi mille sacche di sangue da Spinea, ma si attendono i giovani. Nonostante l’emergenza ormai cronica di plasma, da Spinea arriva la buona notizia: i 560 donatori di sangue della locale sezione Avis hanno permesso di far fronte alle richieste con ben 951 sacche di sangue raccolte, e in arrivo ci sono una quarantina di nuovi futuri donatori che quest’anno potrebbero permettere di migliorare ancora il traguardo raggiunto. I dati sono stati snocciolati durante l’annuale assemblea dei soci in municipio, a cui hanno partecipato, oltre al presidente Giuseppe Barba e al direttivo, anche il sindaco Silvano Checchin e alcuni assessori. “Possiamo dire che abbiamo riscontrato un aumento di nuovi giovani donatori, sicuramente dovuto dalla nostra assidua presenza nel territorio durante le varie manifestazioni che si sono svolte bel corso dell’anno - afferma Barba siamo soddisfatti del fatto che vengano a donare il loro sangue persone nuove, ma notiamo ancora la difficoltà, proprio dei giovani, a donare tempo all’interno dell’associazione”. Porte sempre aperte dunque per chi volesse aggiungersi all’esercito dei donatori spinetensi. La locale sezione si è sempre contraddistinta per le numerose iniziative, e di recente ha fatto parlare di sé anche per la risposta ai vandalismi al monumento del donatore, alla rotonda dei Bersaglieri, subito ripristinato grazie ad artisti e imprenditori locali che hanno voluto così ringraziare i volontari per il loro insostituibile servizio. F.D.G.
Eventi Trasloca il luna park
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rmai ultimato il nuovo spiazzo, sagra di Spinea pronta a traslocare. Molto probabilmente già per la prossima edizione, in programma a inizio settembre, il luna park storicamente allestito in piazza Fermi lascerà la vecchia sede per trasferirsi nel nuovo slargo appena ultimato dietro la chiesa dei Santi Vito e Modesto, in via Tintoretto. Mancano solo pochi dettagli da ultimare, poi il Comune dovrà solamente prendere in consegna l’area e da quel momento Spinea avrà il suo piazzale dedicato ai divertimenti. Da progetto l’area si chiama proprio “spettacoli viaggianti” e permetterà di accogliere tutte e forse ancor più delle giostre e delle attrazioni, che animano la sagra settembrina di Spinea, oltre ad altri avvenimenti durante l’anno. Restano da vincere in realtà alcune resistenze, in particolare da parte degli stessi giostrai, non proprio così propensi ad abbandonare una zona centrale come quella di piazza Fermi per trasferirsi in una più defilata. Ma il Comune garantisce la stessa visibilità e lo stesso identico giro di avventori per il luna-park, che resterà comunque il pezzo forte della sagra di Spinea. “La nuova area è realizzata proprio per ospitare gli spettacoli viaggianti - spiega l’assessore Gianpier Chinellato - la zona è attrezzata e già prevista per questo scopo dal piano regolatore del 1999. Se tutto va per il meglio i lavori saranno ultimati per marzo”. Tutto pronto dunque o quasi e con largo anticipo per permettere un trasferimento delle attrazioni già da quest’estate. Durante il resto dell’anno l’area potrà ospitare anche altre manifestazioni, e
in questo senso il Comune gongola all’idea di destinare uno spazio così ampio a pochi passi da piazza Marconi, recentemente adattata ad ospitare manifestazioni più di tipo culturale e ricreativo, come proposto nell’ultimo anno dalla Pro Loco. Durante la sagra, piazza Fermi sarà il parcheggio di servizio (com’è ogni giorno) al luna-park, risolvendo così, si spera, il problema dei parcheggi durante le grandi manifestazioni in città. Non mancano, anche in questo caso, perplessità e polemiche: “Come faranno gli autoarticolati ad entrare sapendo che gli accessi sono il senso unico vicino alla chiesa di San Vito e via Giotto? E il fondo del piazzale è di sassi quindi le motrici che faranno manovra apriranno voragini, lo asfalteranno?”, si chiede Alberto Gatti di Spinea Civica. Per il Comune però il problema non sussiste e sottolinea invece il cambiamento in atto: tra piazza Marconi e la nuova area spettacoli viaggianti effettivamente la prossima sagra di Spinea targata Pro Loco avrà spazi tutti nuovi e la possibilità, soprattutto, di dedicare un’area al divertimento, un’altra alle mostre e agli appuntamenti più culturali e ricreativi. F.D.G.
Santa Maria di Sala 15 Occupazione A febbraio si è tenuto un convegno con Confindustria e Comune
Arrivano le tutele crescenti del Jobs act Luigi Brugnaro (Umana): “Expo 2015 è una opportunità di rilancio formidabile per il nostro territorio” di Roberta Pasqualetto
A
febbraio, il Comune di Santa Maria di Sala ha organizzato un convegno dal titolo “Jobs act e Garanzia giovani”, che ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Luigi Brugnaro, patron di Umana e membro del direttivo nazionale di Confindustria. All’incontro c’erano un buon numero di cittadini, soprattutto giovani, ed anche alcuni imprenditori in rappresentanza del ricco tessuto imprenditoriale di Santa Maria di Sala. “Abbiamo sentito parlare molto di Jobs act e garanzia giovani – ha detto il sindaco Nicola Fragomeni – senza spesso capirne la portata. Ecco perché abbiamo ritenuto importante, insieme al consigliere delegato alle politiche giovanili Luca Morosin, organizzare un momento di approfondimento, con l’aiuto di esperti del settore, per i nostri concittadini e le imprese del nostro comune”. Alla serata sono intervenuti Diego Maragno e Alberta Romaro, consulenti del lavoro, che hanno illustrato alcune novità importanti contenute nel “Jobs act” e nella
recente “Legge di stabilità”. Cioè, come gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, la stabilizzazione del bonus degli 80 euro, il Tfr in busta paga, il riordino dei contratti e l’aiuto all’occupazione e, infine, il riordino degli ammortizzatori sociali. Per “Garanzia Giovani” ha portato il suo contributo, coadiuvato dalle collaboratrici Jessica Preo e Lucia Scarcella, il presidente di Eduforma Domenico Laterza. Si è parlato del piano operativo nazionale (Garanzia Giovani riguarda i disoccupati o gli inoccupati tra i 15 e i 29 anni) e delle opportunità lavorative e formative offerte ai giovani dal provvedimento. Infine, Brugnaro ha ricordato che bisogna smetterla con i veti incrociati e che occorre far ripartire l’economia recuperando l’entusiasmo e l’ottimismo di fare impresa, mettendo al centro la creatività e le opportunità offerte da eventi, come “Acquae Venezia 2015”, collaterale e patrocinata da Expo Milano 2015, che si svolgerà a Mestre da maggio a ottobre. Ha
Giovani imparano il mestiere rivolto, inoltre, un invito ai giovani presenti in sala: “Siate consapevoli – ha detto Brugnaro – ed esprimete i vostri diritti andando a votare per essere parte attiva della vostra comunità”. In chiusura, il consigliere Luca Morosin ha raccontato del cammino svolto in questi anni dalla Consulta giovani ed ha annunciato la riapertura, dopo qualche anno
d’inattività, dell’Informagiovani. “Siamo stati uno dei primi Comuni della provincia a organizzare un evento su una problematica che interessa da vicino i giovani e auspico che tanti miei coetanei si mettano in gioco entrando nella consulta – ha detto Morosin – per fare qualcosa di bello, utile e magari anche divertente per Santa Maria di Sala”.
In villa Farsetti
Una mostra di ceramiche
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abato 11 aprile, in villa Farsetti, si inaugura la mostra di ceramica Expo Pagnossin, promossa dall’assessorato alla cultura di S. Maria di Sala. L’esposizione di ceramica è dedicata ai servizi per la tavola prodotti in 100 anni di produzione made in Italy, da Pagnossin Spa di Treviso, azienda del gruppo Richard Ginori. La mostra ha avuto la sua prima edizione nei mesi scorsi a Quinto di Treviso, dove ha riscosso una notevole affluenza di pubblico. I prodotti esposti arrivano da collezioni private alcuni meritano un’attenzione particolare perché pezzi unici realizzati in licenza per conto di Missoni Home, Richard Schweizer, Ingrid Bergè e altri designer. “La mostra è adatta a tutti perché espone oggetti di uso comune – dice l’assessore alla cultura Alessandro Arpi – alle scolaresche può essere presentata come percorso didattico. Questo evento sarà inserito e promosso all’Expo Venice, come tappa turistica delle “Terre del Tiepolo” per i gruppi di visitatori internazionali dell’entroterra veneziano e per dare visibilità a una realtà aziendale trevigiana”. R.P.
NEWS Veternigo
La pista ciclabile e’ priorita’
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a messa in sicurezza della viabilità e la realizzazione di piste ciclabili, in particolare in via Desman a Veternigo, sono una priorità per S. M. di Sala. La giunta punta ad attuare una serie di azioni che mirano a mettere in sicurezza la viabilità locale, e, a lavorare per ricercare le risorse finanziarie per realizzare la pista ciclo-pedonale lungo la SP 33 via Desman, nel tratto compreso tra il confine con Mirano e Borgoricco. “C’è carenza di piste ciclabili, il problema è sempre più rilevante a causa del congestionamento del traffico automobilistico e delle connesse problematiche di sicurezza e di inquinamento che richiedono un impegno nella promozione di mobilità più sostenibili – spiega Nicola Fragomeni. Per questo, ci faremo promotori di un tavolo tecnico-politico con i rappresentanti dei comuni interessati, degli enti e degli altri soggetti coinvolti e il futuro presidente della città metropolitana di Venezia. Ci impegniamo a ricercare le risorse finanziare per inserire nel programma triennale delle opere pubbliche quest’opera, e di chiedere alla Regione la riapertura dei termini e la riformulazione delle condizioni per partecipare al bando regionale relativo a via Desman”. I punti critici della viabilità non sono solo su via Desman, ma anche via Caltana e sulla Noalese, dove sono avvenuti numerosi incidenti, a causa della ristrettezza della carreggiata. La giunta si è impegnata a porre sul tavolo la realizzazione della pista ciclabile tra il centro di Caltana e la SR515 via Noalese, per la quale nel 2003, nel 2005 e nel 2008 era stato firmato un accordo di programma tra comune e provincia. Gli interventi di messa in sicurezza di via Desman SP33 nel centro di Sant’Angelo, e nel centro di Veternigo godono già di un impegno di spesa della regione; la realizzazione di una pista ciclabile lungo la SR 515 tra via Fratella a Caselle e la località Madonna Mora; l’adeguamento e la messa in sicurezza della curva “Beccante”, all’intersezione tra la SR 515 e la SP 32. R.P.
Labs
Salute
Laboratorio solidale onlus
Coordinamento esposti amianto
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U
abs è un laboratorio solidale Onlus nato, qualche anno fa, a S. M. di Sala. L’associazione non ha fini di lucro e ha lo scopo di aiutare le persone svantaggiate, dando assistenza domiciliare o servizio di accompagnamento agli anziani che versano in stato di bisogno e alle famiglie con figli disabili. Tra le varie attività sociali e culturali, c’è una convenzione, stipulata con il Comune, per aiutare i disoccupati. L’associazione riceve dai servizi sociali delle segnalazioni di persone in difficoltà e gli assegna piccole mansioni nel territorio che non sono retribuite, ma hanno un rimborso spese. L’associazione risponde a una problematica molto sentita: la perdita del lavoro; un disagio che comporta anche malessere e depressione. “Labs vuole dare un sostegno ai disoccupati facendogli fare piccoli lavoretti – dice il volontario Tommaso Caccin. Abbiamo 150 - 180 disoccupati iscritti che impegniamo a rotazione. Noi non diamo un lavoro, ma piccole mansioni: la pulizia di villa Farsetti, le manutenzioni ai cimiteri, attraversamento pedonale nelle scuole, e altro ancora”. Il rischio di marginalità sociale per Labs è il punto focale di tutta l’attività, e punto a dare una speranza alle numerose persone senza lavoro che si sono trovate improvvisamente in questa situazione. “La difficoltà di queste famiglie è tanta e spesso sopraggiunge la depressione – dice l’assessore Gabriele Ragazzo – basta fare un giro in qualche zona industriale per avere il polso della situazione. Capannoni chiusi e senza speranza”. La fascia d’età, che probabilmente soffre maggiormente, è quella compresa tra i 40 e 50 anni d’età: persone che hanno figli a carico e il mutuo o l’affitto da pagare. “Per noi volontari – conclude Caccin – la più grande soddisfazione è vedere un genitore che torna a sorridere. Ci sono grossi problemi per le famiglie: alcune hanno venduto la macchina per pagare il mutuo, e non sanno più cosa fare”. L’iscrizione a Labs è gratuita. R.P.
na assemblea delle associazioni del territorio per far fronte comune contro i tagli delle Ulss 12 e 13, cioè quella di Riviera e Miranese nei confronti degli esposti all’amianto. Questa iniziativa si è svolta a fine febbraio nella sede del Partito Socialista di via Toffoli a Marghera. Il tema è sentito anche a Santa Maria di Sala, che ha la seconda zona industriale della provincia e anche molti ex lavoratori esposti. A spiegare il senso dell’incontro sono i promotori dell’iniziativa. “L’assemblea pubblica che si è tenuta a Marghera, lo scorso 19 gennaio dal titolo “Di amianto si continua a morire” ha segnato – spiegano il deputato socialista Oreste Pastorelli, Gianni Ferialdi, Emilio Vian, Diego Granata e Lorenzo Rossetto – un momento importante per la presa di coscienza collettiva dei problemi causati, sulla popolazione e sui lavoratori, dall’amianto e non solo da questo, basti pensare al Cvm. In questi giorni, però, abbiamo notizie estremamente preoccupanti circa i tagli operati dalla Regione Veneto dei finanziamenti per la sorveglianza sanitaria, soprattutto per quanto alle Ulss 12 (Venezia Mestre) e 13 (Mira e Dolo, Mirano e Noale). Appare evidente che la riduzione delle risorse economiche finirà con il vanificare gli sforzi dei servizi della Medicina del Lavoro di queste aziende sanitarie”. Per questo il Comitato ex lavoratori del porto e di tutti gli operai esposti all’amianto, ritengono essenziale che le associazioni e i cittadini tutti, raccogliendo una delle idee emerse nell’assemblea di Marghera, si coordinino tra di loro. “Per questo scopo – concludono i promotori – il Partito Socialista mette a disposizione la propria sede di Marghera, di via Toffoli 42, per coordinare le azioni future da intraprendere per la tutela dei lavoratori e della popolazione tutta e, nell’immediato per provare a scongiurare i tagli operati dalla Regione sul sorviglianza sanitaria”. A.A.
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Personaggio 21 17 L’intervista La storia di un salzanese classe 1915 e i consigli alle nuove generazioni
Emilio Preo, una vita lunga un secolo “Da contadino, alla guerra, al lavoro in fabbrica come operaio. Ho patito fame e miseria. Senza fatica nella vita non si conquista nulla” di Roberta Pasqualetto
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l 13 marzo, Emilio Preo, ha festeggiato il suo compleanno spegnendo 100 candeline. Emilio ha sempre vissuto a Salzano, ha frequentato la seconda elementare ed è stato arruolato nella Seconda guerra mondiale. Nel 1927 è venuta a mancare la mamma e così, assieme al fratello e alla sorella, è cresciuto con la nonna. “Papà è tornato dalla Grande guerra nel 1918 poi, quando è mancata la mamma, siamo andati a stare con la nonna. Lei ci diceva che non serviva imparassimo tante cose, bastava saper firmare; a 9 anni mungevo le nostre mucche. Ho iniziato presto a fare il contadino avevamo il grano e il foraggio, quando siamo diventati grandi, abbiamo diviso il terreno ed è rimasto poco per vivere solo di quello e così, nel 1955, sono andato a lavorare come operaio nell’industria Eraclit Venier a Marghera. Ho lavorato lì fino alla pensione, nel 1975. Nel 1947 mi sono sposato con Giuditta, una ragazza di Salzano, abbiamo avuto tre figli: Adelina, Dorina e Giuseppe”. Ha ancora la terra di quando era giovane? “Adesso non ho più terra perché l’ho data ai figli, l’ettaro che mi era rimasto lo coltivavo anche mentre lavoravo nell’industria. Adesso ho un orto e, fino a qualche anno fa,
avevo qualche vigna per farmi un po’ di vino”. Le piace il vino? “Mi piaceva quello che facevo io, da quando non lo produco più, ho smesso di berlo”. Passioni? “Ho sempre avuto la passione per la bicicletta, l’ultimo giro l’ho fatto nel 2010, con il gruppo degli anziani. Ho lasciato questa passione perché non mi sento più sicuro”. Cento anni di vita e due guerre, esperienze che non si dimenticano. “Sono stato chiamato alle armi e il 29 maggio del 1940, mi hanno mandato di guardia alla frontiera in Jugoslavia, poi sono stato un mese in Piemonte e infine mi hanno mandato in Sardegna. Nel dicembre del 1942 mi hanno congedato perché ero il primogenito, e quindi il capo famiglia, così sono tornato a casa. Quando eravamo in Jugoslavia, mi ricordo che i tedeschi facevano saltare i pali della corrente e, se qualcuno cercava di metterli a posto, gli sparavano. In Sardegna, invece, c’era la malaria e ci dicevano di fumare sigarette per non ammalarci, ma ovviamente la cosa che contava di più era la fortuna. Una volta congedato dovevo fare il viaggio per tornare a casa,
Il centenario Emilio Preo
ma a Olbia hanno sospeso l’imbarco perché in cielo c’erano i Pippo che lanciavano bombe. Quando poi sono tornato a casa, ho trovato solo una mucca con un vitellino, le altre tre erano state requisite”. Secondo lei come sono cambiati i tempi? “Una volta non avevamo niente e adesso si sta sicuramente meglio. Io però ho imparato a risparmiare perché ho visto la guerra e la fame”. Ci racconti una sua giornata tipo. “Vivo da solo e mi arrangio a fare tutto. Quando mi sveglio penso alle cose che devo fare nella giornata: i lavori domestici, cosa cucinare, l’orto e le galline, poi vado al centro anziani per giocare a carte. Nel mio piccolo cerco di aiutare i miei figli, loro lavorano e hanno poco tempo, faccio piccole spese e commissioni”. Qual è la sua ricetta segreta di longevità e salute? “Ho buon appetito e faccio movimento. Ho tanto da
Salvo approvazione della finanziaria TAN 0,00% TARG 0.00%. Spese istruttoria 0.00%. Le immagini dei prodotti sono puramente indicative.
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fare nel mio orto: semino mais che raccolgo a mano, ho delle galline e un po’ di ortaggi. La mia mente è serena perché ho una bella famiglia. Ho una buona memoria e mi ricordo tutti i numeri utili a memoria, uso ancora l’automobile perché mi sento sicuro quando guido”. Quali sono le cose che non le piacciono? “Sono tempi in cui si ha paura di uscire da casa: si sente parlare di furti e di gente che fa del male per denaro”. Consiglio per i giovani? “Ai miei anni non avevano niente di pronto e dovevamo conquistarci tutto, non credo che vivere senza fatica sia una cosa positiva e mi rattrista quando sento di giovani che si tolgono la vita”. Progetti? ”Devo pensare in giornata, io sto bene e spero di andare avanti così. Tutti mi dicono sei arrivato a un bel traguardo, ma io non ci penso più di tanto”.
18 1 Cultura provinciale Chioggia Monsignor Tosello racconta la millenaria storia della Chiesa, dopo il suo restauro
Il prestigioso recupero della Chiesa di Sant’Andrea Rischiavano un pericoloso degrado la chiesa più antica della città e l’orologio più antico del mondo, sono stati brillantemente ripristinati di Eugenio Ferrarese
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al rischio di un pericoloso degrado ad un prestigioso recupero storico, culturale, artistico e religioso. Si tratta della “chiesa più antica della città, la torre più antica della laguna, dell’orologio più antico del mondo”: Sant’Andrea in Chioggia. Un libro (edizioni Nuova Scintilla, 2015) curato da monsignor Vincenzo Tosello, a capo dell’unità pastorale che comprende le parrocchie di Sant’Andrea, San Domenico, S. Giacomo e quella dei padri Filippini, ma anche direttore del settimanale diocesano, raccoglie i molti elementi che compongono la storia più che millenaria della chiesa di Sant’Andrea riaperta al culto dopo un lungo restauro che ha permesso non solo il recupero delle parti danneggiate – per lo più dalla salsedine, dalle numerose acque alte eccezionali e dagli anni… – ma anche il ripristino dell’antica pavimentazione e una maggior godibilità delle preziose opere artistiche presenti in questo edificio sacro. Molti studiosi concordano sul fatto che il primo insediamento a Chioggia fosse proprio la zona di Vigo (dal latino ‘vicus’ che signi-
fica villaggio) ed è quindi più che probabile ritenere che a poche decine di metri da quella zona sia stata realizzata anche la prima chiesa cittadina, S. Andrea appunto. Le prime testimonianza risalgono all’epoca bizantina intorno all’VIII secolo; in questa chiesa nel 1110 giunsero le reliquie dei patroni di Chioggia, i santi martiri Felice e Fortunato, poi trasferite nella Cattedrale, ma dopo ritornate, per qualche decennio, a S. Andrea in seguito all’incendio della Cattedrale avvenuto nel 1623. E la chiesa di S. Andrea era anche la sede dell’antica e numerosa confraternita dei pescatori i cui Statuti del 1559 sono tra i più antichi documenti conservati nell’archivio storico cittadino. Il degrado della chiesa diventò però preoccupante nel Seicento e alcuni crolli all’inizio del Settecento – il portico, ma anche l’abside… - evidenziarono la necessità di un radicale intervento. Una lapide con la data 1743 ricorda una fase dei lavori di restauro, ma la sistemazione dell’attuale edificio si protrasse fino al 1815 quando la chiesa fu finalmente
Il libro di Monsignor Tosello riconsacrata con il nuovo altare maggiore e la realizzazione della cappella battesimale con il prezioso tabernacolo cinquecentesco. Rifacimenti, decorazioni e altri completamenti furono ancora realizzati tra l’Ottocento e il Novecento; particolarmente significativo quello che ha interessato la cappella dedicata alla Madonna Addolorata, un artistico complesso ligneo di Antonio Chiesa del 1730, assai
Un ricordo della senatrice padovana di Pier Giorgio Tiozzo Gobetto
LA LuNGA E INTENSA vITA DI LINA MERLIN
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35 anni dalla morte della senatrice Lina (Angelina) Merlin (1887-1979), esce un libro biografico che ne ripercorre l’attività nell’Assemblea Costituente e in Parlamento e traccia alcuni punti essenziali della vita intensa di una donna della storia d’Italia, ma particolarmente legata a Chioggia. Lina Merlin ha intessuto rapporti significativi con parecchi luoghi, a cominciare da Pozzonovo, dove è nata, per poi spendere la sua prima esperienza lavorativa e politica a Padova; in Sardegna ha trascorso il confino politico, mentre Milano l’ha accolta tra i maestri socialisti e le battaglie antifasciste durante il periodo della Resistenza. A Roma vive il suo percorso parlamentare, mentre Adria e il Polesine diventano terra eletta di grande matrice politica e familiare. In questa geografia, Chioggia rimane la città delle origini e della formazione di Lina Merlin, con la quale mantenne sempre un forte legame e dove fu consigliera comunale. Il nesso tra la personalità storica di Lina Merlin e la città lagunare viene ristabilito oggi con l’intitolazione al suo nome di una piazzetta di Chioggia. “La lunga e intensa vita di Lina Merlin è stata improntata a un ideale di vicinanza ai più poveri e di impegno fattivo per i diritti e per la dignità di ogni persona – spiega Pier Giorgio Tiozzo Gobetto, autore del libro a lei dedicato - È questa l’ideale attorno al quale ha costruito la sua vita. Il sottotitolo del volume, Costituente della Repubblica, sta proprio a valorizzare il ruolo centrale di Lina Merlin quale madre costituente e poi parlamentare della Repubblica.”
La copertina del volume di Pier Giorgio Tiozzo Gobetto Da qui parte il racconto a ritroso sulla formazione e le battaglie antifasciste di Lina, e poi il suo impegno di senatrice, fino ad arrivare al suo addio alla politica con una sorta di testamento spirituale in due lettere inviate allo scrittore Marino Moretti. “L’operare di Lina, ispirato al socialismo ottocentesco, umanitario e libertario, e la sua forte attenzione alle classi proletarie, alle donne e all’infanzia – continua Pier Giorgio Tiozzo - segna il momento di passaggio da un mondo contadino, caratterizzato dalla povertà e dalla semplicità, al boom economico degli anni Sessanta e alla complessità della società contemporanea. Si tratta di una figura che con la sua vita e coerente determinazione può rappresentare un riferimento di valori esemplare ancora di forte impatto e attualità”. Al testo si affianca un percorso con oltre 100 fotografie della Merlin e una ventina di documenti, un’ampia bibliografia di e su Lina Merlin e un’appendice con suoi discorsi parlamentari relativi a Sara Boscolo Marchi Chioggia.
legato alla devozione religiosa popolare, e i notevoli affreschi in tutte le volte della chiesa a cura di Giovanni Cherubini. Il notevole patrimonio artistico comprende anche opere di Antonio Marinetti, Palma il Giovane, Pietro Damini, Andrea Vicentino, una crocifissione attribuita a Palma il Vecchio (alcune di queste tele sono ora custodite nel museo diocesano) ed anche il prestigioso organo di Gaetano Callido. E la Torre campanaria? Risale probabilmente al 950, sicuramente usata anche per la vigilanza e difesa della zona sud della laguna che si vanta di possedere dal 1842 l’orologio di Dondi che è citato in un documento del 1386, un reperto di inestimabile valore che contende a Salisbury in Inghilterra il primato del meccanismo più antico del mondo e ancora funzionante… Il libro di don Tosello è poi completato da una ricca documentazione che riguarda il
territorio con la presenza di numerosi importanti edifici religiosi (S. Domenico, S. Croce, S. Caterina…) e palazzi nobiliari (Grassi, Morosini, Mascheroni-Lisatti, Ravagnan…), il medievale Palazzo Granaio e l’adiacente Pescheria vecchia, piazzetta Vigo con il bel ponte in pietra d’Istria e la colonna con il leone marciano (ma popolarmente noto come ‘el gato’…) ed anche noti personaggi che vissero in questa zona nord di Chioggia: il pittore Antonio Marinetti, il poliedrico artista Aristide Naccari, il compositore mons. Vittore Bellemo, l’educatrice Carmen Baldo, il giornalista Bruno Salvagno… Non mancano le visite pastorali dei vescovi clodiensi. Nelle appendici troviamo inoltre le lapidi e le iscrizioni presenti nella chiesa e nel campanile, l’inventario dei beni artistici… ed anche una poesia popolare di Alfonso Lanza dedicata al 30 novembre, ricorrenza liturgica di Sant’Andrea apostolo.
La storia L’artigiano che aveva preannunciato il crollo ma non fu ascoltato
Vendrasco e il campanile di S.Marco I l mattino del 14 luglio 1902 crolla il campanile di S. Marco – “El Paron de Casa” dei veneziani – che sarà poi ricostruito “com’era e dov’era” dieci anni dopo nel 1912. Eppure quel crollo era stato preannunciato molto prima da Luigi Vendrasco con precisione e attendibilità, ma il capomastro non era stato creduto. E proprio alla figura di questo illustre “artigiano” il cui nome è legato ad alcuni importanti interventi di restauro e conservazione di famosi edifici, compreso il Palazzo Ducale di Venezia, le statue e colonne di piazzetta S. Marco, è dedicato il libro dello storico chioggiotto Paolo Voltolina intitolato “Luigi Vendrasco “la Cassandra di Venezia” (Il Prato editore, Padova 2014). L’attività di Vendrasco a Venezia era stata bloccata dagli Uffici Regionali per la Conservazione dei Monumenti (le attuali soprintendenze) nel 1891. Nonostante ciò e già avanti con gli anni Luigi Vendrasco nel 1898 richiama nuovamente l’attenzione sui lavori di consolidamento e restauro che Procuratoria di San Marco e Ufficio Regionale stavano compiendo sulla struttura esterna del pericolante Campanile. E qualche anno prima era anche intervenuto per bloccare l’installazione di un ascensore all’interno della torre marciana. Il testo di Paolo Voltolina si sofferma anche sugli anni seguenti al crollo che vedranno la realizzazione di importanti contributi da parte del capomastro Vendrasco per la salvaguardia di molti monumenti veneziani, ma vi aggiunge anche nuovo materiale inedito e tutte le vicende familiari, compreso anche l’albero genealogico a partire dalla seconda metà del Settecento, con uno stile che intende coniugare il rigore del saggio documentato con la piacevolezza del racconto.
Il libro di Paolo Voltolina “Luigi Vendrasco la Cassandra di Venezia” Uno “storico artigiano”, così si autodefinisce Paolo Voltolina, con una preparazione che è maturata direttamente a contatto con maestranze e professionisti in materia di conservazione e restauro, frequentazioni e amicizie con antiquari e collezionisti, anni di letture, studio e documentazione. Il libro dedicato a Vendrasco – come spiega lo stesso Voltolina – è nato “con l’intento di trasmettere, a chiunque desideri iniziare un percorso di ricerca storica, quell’entusiasmo, quella passione che devono necessariamente animare l’amante del bello, accompagnandolo nei luoghi di cultura frequentati e fornendogli tutti gli strumenti ed elementi indispensabili per portarlo a compimento. In sostanza, un dono di un appassionato a un appassionato, una sintesi tra la piacevolezza del racconto e il rigore del saggio documentato”. E.F.
Sport 19 2 Podismo A Venezia il 19 aprile la 37 esima edizione della manifestazione podistica
“Su e Zo dai Ponti”, al nastro di partenza di Roberta Pasqualetto
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omenica 19 aprile si terrà la trentasettesima edizione della “Su e Zo dai Ponti“ a Venezia. Questa passeggiata di solidarietà, attraversa il centro storico della città con due percorsi: 12 e 6 chilometri, entrambi con partenza e arrivo a San Marco. L’evento è legato alla beneficienza verso le scuole e verso i paesi più poveri, il ricavato di questa edizione andrà alle scuole del territorio e alla popolazione della Siria. Sono tante le scolaresche che ogni anno partecipano alla “Su e Zo dai Ponti” anche per sostenere concretamente il proprio istituto scolastico: grazie al “Premio per le Scuole Don Dino Berti”, intitolato al fondatore della manifestazione, a tutte le scuole materne, elementari, medie inferiori e medie superiori che raggiungono almeno 100 iscritti (tra alunni, genitori, insegnanti e simpatizzanti) sarà consegnato un buono per l’acquisto di materiale didattico o sportivo. Saranno premiati anche i gruppi folk, che animano la festa con canti e balli tradizionali, e portano un clima di allegria che contagia le migliaia di partecipanti alla passeggiata. Il concorso ogni anno decreta la migliore esibizione in assoluto e aggiudica dei premi ai primi tre classificati. “I numeri dell’anno scorso sono stati davvero buoni – dice Igino
A Mestre
ViViCittÀ, CorSa non CoMpetitiVa
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Zanandrea direttore TGS (turismo giovanile e sociale) Eurogroup – abbiamo avuto undici mila partecipanti, quest’anno contiamo di superare questo numero. La novità più importante è che abbiamo aumentato la beneficenza: con il sostegno alle scuole del territorio e verso la Siria. L’anno scorso abbiamo devoluto 4.400 euro alle scuole con buoni spesa per l’acquisto di materiale didattico, quest’anno l’importo sarà maggiore”. Le scuole che parteciperanno con almeno 150 iscritti riceveranno 350 euro e quelle dal centinaio fino ai centocinquanta, 200 euro. La
manifestazione punta sempre alla beneficenza verso il territorio con le scuole e verso la missione salesiana alla città di Aleppo in Siria. Gli iscritti alla camminata provengono da tutta Italia e dall’estero e le scuole partecipanti sono del Veneto. La manifestazione è molto sentita dai veneziani che non la subiscono ma l’apprezzano e la sentono come propria. Le scuole possono iscriversi fino a giovedì 9 aprile, è possibile farlo online attraverso il sito www. suezo.it, con i moduli d’iscrizione che si trovano nei punti vendita, o contattando il centro di coordinamento allo 041.5904717.
omenica 12 aprile si terrà la manifestazione Vivicittà, una gara non competitiva con due lunghezze di 6 e 12 km aperta a podisti, marciatori, fit walking, praticanti nordic walking, alle famiglie e ai piccoli animali domestici. Vivicittà è una corsa podistica che si tiene contemporaneamente in più di 80 città italiane e straniere, e con un particolare sistema di classifica comparata. Mestre è l’unica città del Veneto che ospita la manifestazione. Vivicittà è organizzata da UISP (unione italiana sport per tutti), la corsa è nata nel 1984 e, dopo tutto questo tempo, non ha perso il suo spirito di solidarietà e impegno sociale. Una parte del ricavato andrà a sostenere l’attività dell’Avapo Mestre (Associazione volontari assistenza pazienti oncologici). Gli iscritti riceveranno dei riconoscimenti: ai 5 gruppi più numerosi (almeno 15 persone) e ai partecipanti della 12 chilometri divisi in 7 categorie (4 maschile e 3 femminili). “La novità di quest’anno è il luogo di partenza, cioè Forte Marghera – dice il presidente Uisp Mestre Paolo Peratoner – il percorso toccherà comunque piazza Ferretto e parco San Giuliano, il giro è simile a quello delle edizioni precedenti. Anche quest’anno siamo impegnati nella beneficenza con una donazione all’Avapo; il rapporto con questa associazione è nato nel settembre del 2013, con la maratonina di Mestre, assieme a Vodafone. Il ricavato, assieme ad altre donazioni, è stato utilizzato per acquistare il pulmino dell’associazione”. Il punto di partenza e di arrivo della competizione è Forte Marghera, il costo dell’iscrizione è di 4 euro. Per maggiori informazioni si può visitare il sito nazionale www.vivicitta.uisp.it. R.P.
Ciclismo
eCCo il Calendario delle CorSe Su Strada
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’ stato presentato nelle scorse settimane dal comitato regionale della Federazione Ciclistica Italiana, il calendario delle corse su strada che si svolgeranno quest’anno in provincia di Venezia. In totale le gare saranno 51: tre per le categorie Elite – Under 23, tre “tipo pista”, otto per la categoria allievi, tre per la categoria esordienti, trentaquattro per le categorie giovanissimi. Per le categorie Elite – Under 23 si parte il 18 aprile con il “17’ Gran Premio Carlo Valentini” a Camponogara e poi si prosegue gli appuntamenti a San Donà di Piave: 12 giugno con il “55’ Circuito Notturno” e 14 giugno con il “64’ Giro dei Tre Ponti e della Grande Bonifica”. Otto sono le gare previste per la categoria allievi: 12 aprile “Gp Allievi” a Fiesso, 17 maggio “4’ Gran Premio Città di Noale” a Noale, 21 giugno “18’ Medaglia d’Oro Sportivi di Zianigo” a Zianigo di Mirano, 4 luglio campionato italiano cronometro a squadre a Cavarzere, 9 agosto “35’ Trofeo Piemme” Scorzè, 16 agosto “Medaglia d’Oro Piemme” a Robegano di Salzano, 13 settembre “13’ Gran Premio Città di Jesolo” a Jesolo e 4 ottobre “29’ Gran Premio Madonna del Rosario” a Martellago. Tre le gare per le categorie esordienti 1’ e 2’ anno: 26 aprile “2’ Trofeo Maxone Bike” a Quarto d’Altino, 9 agosto “G.P. Festa dello Sport” a Scorzè e 16 agosto “Medaglia d’Oro Artigiani e Commercianti” a Robegano. In programma anche tre gare “tipo pista” riservate a varie categorie: 24 luglio “80’ Trofeo Ottavio Bottecchia” a Fossalta di Piave, 31
DIAMO VOCE A CHI NON CE L’HA. luglio “Notturna Città di Mirano” a Mirano e 7 agosto “3’ Trofeo Nascimben” a Noventa di Piave. Queste sono poi le gare per le categorie giovanissimi: 22 marzo a Cappella di Scorzè,12 aprile Caorle, 18 aprile Ceggia, 19 aprile Maerne, 25 aprile Spinea, 26 aprile San Liberale di Marcon, 1 maggio Pramaggiore, 3 maggio Lova di Campagna Lupia, 10 maggio San Stino di Livenza, 17 maggio Caorle, 24 maggio Noventa di Piave, 29 maggio Pradipozzo di Portogruaro, 2 giugno Salzano, 7 giugno Mirano, 14 giugno San Michele al Tagliamento, 21 giugno Croce di Musile di Piave, 26 giugno Martellago, 27 giugno Torre di Mosto, 28 giugno Robegano, 30 giugno Portogruaro, 5 luglio Musile, 12 luglio Scorzè, 18 luglio Pradipozzo, 26 luglio Cavarzere, 31 luglio Scorzè, 19 agosto Scorzè, 23 agosto Portovecchio di Portogruaro, 30 agosto Olmo di Martellago, 5 settembre Torre di Mosto, 12 settembre Peseggia di Scorzè, 13 settembre Bibione, 20 settembre Martellago, 20 settembre Ottava Presa di San Stino di Livenza, 27 settembre Marcon. E’ prevista anche una gara per le categorie donne esordienti e allievi il 7 giugno a Peseggia di Scorzè. G.P.
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IL DIRITTO DI CAMBIARE
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Salute e società
Febbre da gioco, una malattia seria Ludopatia, il Veneto è tra le prime regioni d’Italia colpite dalla patologia. Cos’è e come se ne può uscire
Lino Busato Psicologo e psicoterapeuta
di Ornella Jovane
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ioco d’azzardo e lotterie, in Veneto la ludopatia è diventata un’emergenza che colloca la nostra fra le regioni d’Italia più colpite dalla patologia. In Veneto, a fine 2013, si contavano 35mila giocatori patologici - i dati sono ricavati dal dossier di Sistema Gioco Italia di Confindustria - per un giro d’affari in regione stimato in 5,3miliardi di euro. Il Coordinamento nazionale gruppi per Giocatori d’Azzardo calcolava che in Veneto nei primi dieci mesi del 2014 erano stati spesi per videolottery e slot machine oltre 3,3miliardi di euro, con una spesa pro-capite di 670 euro. Se a livello nazionale il gioco d’azzardo patologico coinvolge circa 800mila soggetti, è proprio nel Nord-Est che fa segnare il suo record di penetrazione, registrando il 38 per cento dei giocatori a rischio di dipendenza. Ma cosa s’intende con ludopatia e quando il comportamento di un giocatore diventa patologico? Lo abbiamo chiesto allo psicologo e psicoterapeuta Lino Busato. “La dipendenza dal gioco d’azzardo - spiega - è un fenomeno sociale alimentato dalla proliferazione di punti gioco che generano un eccesso di offerta di facile accesso la quale può essere pericolosa nelle persone più ricettive a questo tipo di messaggio”. “All’inizio - prosegue lo specialista - l’interesse per gioco d’azzardo è di un certo tipo, poi può diventare patologico”. Ci sono persone appartenenti a fasce d’età particolarmente a rischio? “In realtà il gioco d’azzardo e la sua deriva patologica può coinvolgere tutte le fasce d’età. Ci sono tre criteri per riconoscere il gioco d’azzardo patologico. In primo luogo il craving, ovvero l’impossibilità di resistere alla spinta a giocatore. Il giocatore può cercare di convincere se stesso e gli altri di non essere dipendente in realtà egli non sa resistere all’impulso di giocare. Il secondo segnale è legato all’aumento, via via sempre più consistente, di denaro giocato. Più si è dipendenti più si spera di sistemare i propri problemi economici - compresi i debiti - continuando a giocare. Infine il malessere generato dall’astinenza dal gioco: se non gioca sta male, è nervoso, sta male fisicamente, agitato. Spesso il giocatore nasconde o mente a se stesso relativamente alla frequenza e all’interesse per il gioco, ma nella realtà è il suo pensiero centrale che lo assorbe talmente tanto da allontanarlo da tutte le altre dimensioni della vita, ad es. non è più disponibile a relazioni normali, va incontro a perdite economiche notevoli,
fino a buttar via con estrema facilità ciò che è stato il frutto di una vita di sacrifici, coinvolgendo anche familiari e conoscenti. Spesso nascono conflitti anche seri all’interno della famiglia e problemi sul lavoro. La persona è esclusivamente assorbita dal pensiero di come organizzarsi per andare a giocare. Insomma una vita d’inferno. Questo stile di vita stressante porta a pesanti conseguenze sulla salute fisica e a disturbi psichici come l’ansia. Il giocatore patologico diventa irrequieto, litigioso, teso e aggressivo. Quando arrivano alla disperazione alcuni crollano e tentano il suicidio, infatti ci sono casi di suicidio nei giocatori patologici. La crisi economica ha contribuito a far lievitare i numeri dei giocatori d’azzardo? “La povertà spinge al gioco d’azzardo, a considerarlo nell’immaginario come unica occasione di riscatto. Si attiva così una sorta di meccanismo primitivo del tipo: o la va o la spacca”. E i mass media che ruolo hanno? “La pubblicità di lotterie, slot machine, gratta e vinci... sono troppo presenti anche nella tv di Stato. Il fatto di assegnare a personaggi famosi il messaggio promozionale non aiuta. La gente fragile e sensibile ci casca”. Che cos’è esattamente la ludopatia? “Ha tutte le caratteristiche della dipendenza, senza sostanze. Si crea una sorta di schiavitù da una realtà che si subisce senza possibilità d’intervento. Nelle slot machine, o col gratta e vinci e similari il giocatore non ha un ruolo attivo, nè può intervenire per modificare nel gioco la sua posizione. Si perde perciò lo spirito autentico del gioco e ci si può trovare in trappola”. Come si riconosce il giocatore patologico? “Ci sono tre criteri per riconoscere il gioco d’azzardo patologico. In primo luogo il crading, ovvero l’impossibilità di resistere. Il giocatore può cercare di convincere se stesso e gli altri di non essere dipendente ma questo tipo di ragionamento non coinvolge l’inconscio. In realtà egli non sa resistere all’impulso di giocare. Il secondo segnale è legato all’aumento, via via sempre più consistente, di denaro giocato. Più si è dipendenti dal gioco più si spera di sistemare i propri problemi economici - compresi i debiti di gioco - con il gioco. Infine il malessere generato dall’astinenza dal gioco. Anche se spesso il giocatore nasconde o mente a se stesso relativamente alla frequenza e all’interesse per il gioco. In
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realtà, e queste sono le conseguenze, è il suo pensiero centrale, non è più disponibile a relazioni normali, va incontro a perdite economiche notevoli, fino a buttar via con estrema facilità ciò che è stato il frutto di una vita di sacrifici, coinvolgendo anche familiari e conoscenti, quando non si arriva ai criminali. Spesso nascono conflitti anche seri all’interno della famiglia e problemi sul lavoro. La persona è esclusivamente assorbita dal pensiero di come organizzarsi per andare a giocare, con evidenti ricadute anche psicologiche e fisiche”. Qual è la via d’uscita? “Come ogni forma di dipendenza patologica esiste la via della terapia. La percentuale di coloro che decidono di uscirne è però ancora molto bassa, ovvero chi decide di intraprendere la strada della terapia spesso lo fa quando ormai la situazione è giunta alle estreme conseguenze”. Quali sono i passaggi da compiere e quali sono le strutture a cui rivolgersi? “Il primo ostacolo è riconoscere di avere un problema: il primo passo importante è la consapevolezza, è prendere coscienza da parte del giocatore di avere un problema e quindi dover ricorrere ad un aiuto. La persona deve superare la vergogna e farsi aiutare se no da soli non si esce. Le strade da percorre sono molteplici: dalla psicoterapia, ai Ser.T. delle Uls che hanno un servizio specifico e gratuito per il trattamento delle dipendenze dal gioco d’azzardo. Ci sono infine i gruppi di auto-aiuto dei giocatori anonimi composti da persone accomunate dallo stesso problema. Ciò che va affrontato è il meccanismo del “pensiero magico” che porta a far credere che il gioco risolva ogni problema, che indichi la scorciatoia per arrivare prima e meglio alla meta, che invece richiede la fatica e il sacrificio del costruire”. Qual è l’augurio che si può fare a chi è incappato in questa forma di dipendenza? “L’augurio e l’invito è quello di riappropriarsi della propria vita, di uscire dalla trappola del gioco malato, che provoca isolamento, schiavitù e sofferenze. Il gioco è bello, nella sua dimensione sana: è conoscenza, creatività, occasione di crescita, è socializzazione e divertimento. Dal gioco patologico si può uscire per ritornare ad essere liberi e padroni della propria vita”.
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in regione Contrasto e prevenzione
un iter lungo per la legge
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l Veneto osservato speciale per il comportamento del gioco d’azzardo patologico ma, ad oggi, una delle poche regioni senza una legge regionale di riferimento e contrasto, nonostante sia stata tra le primissime (già nella primavera del 2013) ad aver registrato proposte legislative in merito. Nel corso degli ultimi 15 mesi sono state presentate 5 proposte già trasformate nell’estate 2014 in un testo unico “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza dal Gioco d’Azzardo Patologico”. Unendo le forze Antonino Pipitone (Idv), Claudio Sinigaglia (PDV), Stefano Valdegamberi (Futuro popolare) e Stefano Peraro (Udc) con la condivisione della Lega (Cristiano Corazzari) - gli autori delle 5 proposte di legge - hanno in più occasioni sollecitato il presidente della Quinta Commissione Leonardo Padrin e il governatore Luca Zaia a fare in modo che il Consiglio regionale approvi questa legge prima della fine della legislatura. O.J.
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Il Veneto in primo piano 21 1 Il Consiglio di Stato mette fine alla guerra giudiziaria
Padova, legittima l’ordinanza sui limiti di orario delle sale slot
Altri Comuni intenzionati ad adottare lo stesso provvedimento Il sindaco di Padova Massimo Bitonci
di Nicola Stievano
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opo una “guerra giudiziaria” durata alcuni mesi il Consiglio di Stato legittima definitivamente l’ordinanza del Comune di Padova che ha imposto limiti di utilizzo delle slot machine, stabilendo due fasce orarie, al mattino e alla sera. Verso la fine di febbraio è arrivata la sentenza definitiva sul regolamento impugnato da alcuni proprietari di sale gioco: l’ordinanza di Bitonci è legittima, può limitare gli orari di funzionamento delle “macchinette”. Con questo pronunciamento dunque il Consiglio di Stato conferma quanto deciso dal Tar Veneto:
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il provvedimento adottato dal sindaco di Padova per porre un limite al funzionamento delle slot a precisi orari rispetta la legge e non mette in pericolo l’attività dei proprietari di apparecchi. E’ quanto hanno stabilito i giudici di Palazzo Spada che hanno respinto il ricorso di una sala bingo padovana: “I motivi di appello non appaiono idonei a scalfire le ragionevoli conclusioni cui è pervenuta l’ordinanza impugnata”, si legge nell’ordinanza della Quinta sezione del Consiglio di Stato. Una “vittoria” dunque per il fronte “anti slot” che
da tempo chiede provvedimenti concreti che mettano un freno al dilagare degli apparecchi di gioco d’azzardo – legalizzato ovviamente – presenti ormai in quasi tutti i bar oltre che nelle tanto discusse sale da gioco. Ora non è escluso che altri sindaci padovani seguano le orme di Bitonci ed emanino per proprio Comune delle ordinanze simili. Proprio nei giorni della sentenza del Consiglio di Stato il Comune di Casalserugo, guidato da Elisa Venturini che è anche consigliere provinciale, ha pubblicato un provvedimento che stabilisce appunto delle fasce orarie e
Siglato a fine febbraio un protocollo d’intesa tra i sindaci e il prefetto Cuttaia
Contro il gioCo d’azzardo patologiCo, nel Veneziano una battaglia CondiViSa
n provincia di Venezia la battaglia contro il gioco d’azzardo patlogico è comune ad associazioni ed istituzioni. Fra i comuni che più si sono contraddistinti su questo tema c’è quello di Mira guidato da un sindaco del Movimento 5 Stelle Alvise Maniero. A novembre 2014 ad Oriago e Mira Taglio aderirono in 400 alla manifestazione che si tenne a livello provinciale contro la ludopatia. In quell’occasione le associazioni ed i manifestanti decisero consumare in un bar che ha scelto “la disinfestazione dalle slot o altri giochi d’azzardo”. Questi bar furono premiati dal Comune. A schierarsi per una legge più dura sono il senatore del Movimento 5
Stelle Sergio Endrizzi e il consigliere del Pd Bruno Pigozzo. Intanto a fine febbraio è stato siglato un protocollo d’intesa tra i Sindaci del veneziano e il Prefetto Domenico Cuttaia “per contenere la diffusione del gioco d’azzardo, in particolare presso i giovani, attraverso un controllo più attento delle autorizzazioni e l’avvio di una campagna di sensibilizzazione sui rischi del gioco on line”. Un impegno a cui hanno aderito la Provincia, le Ulss, le forze dell’ordine, i rappresentanti dei Monopòli, dei tabaccai, dei consumatori e delle tante associazioni impegnate su questo fronte Non mancano però le preoccupazioni sull’efficacia delle azioni individuate.
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limita il funzionamento delle slot a 7 ore al giorno. Una strada imboccata anche da altri Comuni, in particolare da quelli che già avevano regolamentato, e soprattutto limitato, l’apertura delle sale slot. “La nostra non è una crociata – spiega il sindaco Elisa Venturini – ma un provvedimento dettato dal buonsenso e dalla volontà di trovare una soluzione a quella che ormai è un’emergenza sociale. Il gioco d’azzardo praticato su questi apparecchi sta creando seri problemi a numerose famiglie del nostro territorio”.
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“L’impegno delle amministrazioni veneziane – osserva il sindaco di Mira Alvise Maniero – rischiano di rivelarsi inutili. La bozza del decreto legislativo che su questo tema sta circolando non pare accogliere la richiesta di una maggior tutela dei luoghi sensibili (scuole, chiese) ampliando le distanze minime da rispettare per le nuove autorizzazioni di sale giochi o per l’installazione di videopoker nei locali pubblici. Anzi amplia lo spazio per ricorsi contro le ordinanze dei Sindaci da parte dei potenti mezzi legali delle lobby del gioco d’azzardo”. Fra i primi a schierarsi contro la diffusione del gioco d’azzardo anche i comuni di Scorzè e Mirano. Alessandro Abbadir
22 4 Il Veneto in primo piano Manifestazioni Gli appuntamenti maggiori tra Padova, Venezia e Rovigo
Fiori e piante in mostra nelle piazze delle nostre città Torna la primavera e porta con se’ le nuove fioriture. Gli appassionati di giardinaggio potranno scegliere tra moltissimi appuntamenti di Nicola Stievano e Lorenzo Zoli
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oltissimi in tutto il Veneto le manifestazioni che riempiranno le piazza di fiori, piante e giardini.
FIORI NEL PADOVANO Così, nel Padovano, è soprattutto nelle città medievali della Bassa Padovana che fiorisce la primavera. Fra gli eventi “di stagione” che portano alla ribalta il mondo floreale nel padovano spiccano gli appuntamenti conla “Fiera di Primavera” a Montagnana e “Este in Fiore”. Sabato 11 e domenica 12 aprile la magica cornice murata della città di Montagnana si colora con splendidi fiori e piante. A distinguere la nuova edizione sarà un’incantevole esposizione floreale che si snoderà tra le vie fuori le mura da Porta Vicenza a Porta Legnago arricchendo di colore le strade della città. L’appuntamento ospiterà produttori e rivenditori di piante e fiori del settore florovivaistico locale, articoli per il giardinaggio e coinvolgerà tutta una
serie di aziende legate alla produzione, lavorazione e trasformazione dei prodotti tipici verrà inoltre predisposta una zona per le bancarelle di oggettistica artigianale. Non mancheranno numerosi eventi culturali. Tutti i dettagli su www.montagnaneseinfiera.org. Appuntamento a Este invece la settimana successiva, dal 17 al 19 aprile, nella consueta cornice dei Giardini storici del Castello con “Este in Fiore”, a cui anche quest’anno parteciperà una selezione di importanti vivaisti italiani. “I giardini e l’acqua”, questo il tema conduttore dell’edizione 2015, la quattordicesima. Una riflessione per trovare un nuovo equilibrio e generare attitudini ed azioni più responsabili, ispirandosi simbolicamente ancora una volta all’Eden, originaria oasi verdeggiante nel deserto. Sarà ancora una volta il disegno dell’artista Oreste Sabadin a rappresentare Este in Fiore: quest’anno la sua illustrazione è un vivace racconto dal sapore naif che ha come
protagonista la città di Este con il celebre castello e gli edifici storici lambiti dall’acqua ed avvolti da una fantasiosa vegetazione. Da segnalare le conversazioni musicate con importanti personalità, condotte dalla giornalista e scrittrice di giardini Mariagrazia Dammicco, fondatrice e presidente del Wigwam Club Giardini Storici Venezia, con letture di brani ed improvvisazioni musicali al clarinetto offerte da Oreste Sabadin.
Un’immagine di Este in fiore
FIORI NEL RODIGINO Due le manifestazioni in Polesine tutte dedicate ai fiori e all’arrivo della Primavera. A Rovigo si parte con i “Sapori in fiore”, programmati dal 17 al 19 aprile in tutto il centro, da Corso del Popolo a Piazza Garibaldi. Ci saranno giochi e iniziative per i più piccoli, ma anche bancarelle, con protagonisti assoluti i fiori, ma non solo: ci saranno anche prodotti tipici, soprattutto alimentari. Non mancherà infine l’attenzione per la moda,
con la sfilata che già l’anno precedente aveva raccolto consensi. Una decina di giorni neppure e poi toccherà ad Adria in fiore, organizzata dalla Pro loco di Adria domenia 26 aprile in centro. “Non pensare alla solita fiera dei fiori – si legge nella presentazione dell’iniziativa – Immagina una piazza allegra, profumata, variopinta e piena di sorprese, aromi, profumi e colori di primavera”. Per maggiori informazioni è possibile fare riferimento al
sito www.adriainfiore.com. Oppure è possibile mettersi in contatto direttamente con la Pro loco, che tradizionalmente si occupa di organizzare e allestire l’appuntamento. Due iniziative ormai diventate un appuntamento fisso con le quali le due maggiori città del Polesine non solo salutano l’avvento della Primavera, ma si fanno anche vetrina delle eccellenze locali. Non solo fiori, infatti: ma anche spazio a ciò che di buono il territorio produce.
Manifestazioni a venezia
SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
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el veneziano sono numerosi gli eventi e le manifestazioni che a primavera caratterizzano il periodo, come le fiere dei fiori e del benessere. Si parte da Oriago di Mira, lungo il Naviglio, in Riviera san Pietro. Domenica 29 marzo si terrà “Oriago in fiore” con la mostra mercato Florovivaistico che raccoglie quasi 100 espositori da tutto il Veneto. Ci sarà la mostra fotografica “Fiori e Colori”, i Madonari, le fattorie didattiche e il mercato a chilometro 0. Sempre in Riviera del Brenta va ricordata anche “Rivale in fiore” a Pianiga che si tiene il 7 aprile. Odori di fiori e profumo di primavera si respireranno domenica 12 aprile a Noale con la mostra mercato “Noale in fiore” della Pro loco. Previste 60 mila presenze. Ci sarà un’area espositiva di oltre 10 mila metri quadrati. A Venezia importante appuntamento è Open Air Expo, rassegna, organizzata da
Expo Venice, dal 17 al 19 aprile a Forte Marghera. Presenterà proposte per star bene e vivere meglio attraverso la cura del corpo, l’alimentazione e le discipline sportive. A Mirano si terrà il 25 aprile la Festa dei Fiori in Piazza Martiri. Negli stessi giorni (25 – 26 aprile) a San Donà di Piave in via Cesare Battisti, da mattino a sera invece c’è la Festa di Primavera, con uno stand enogastronomico finalizzato alla promozione dei prodotti e vini tipici locali. A Dolo in Riviera del Brenta, in via Mazzini è in programma il primo maggio la tradizionale “Dolo in fiore”. Chiude gli eventi di rilievo a Noale l’Infiorata dove il 7 giugno c’è la manifestazione organizzata in occasione della celebrazione del Corpus Domini. Si tratta di una sfida fra contrade a colpi di petali, essenze erboree, cereali, gambi e materiali naturali. A.A.
24 1 Voci da palazzo Elezioni regionali Si vota il 31 maggio
Flavio Tosi si candida Governatore e spariglia il gioco Il sindaco di Verona scende in campo e la partita delle prossime regionali cambia davvero volto. Niente alleanze scomode, però, vuole andare solo di Maria Pavan
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a Lega dal volto pulito, come veniva definita la parte del partito che non ha mai smesso di guardare a Tosi come all’unico vero leader Veneto, oltre a Zaia, ha alzato la testa e, stanca delle imposizioni di Matteo Salvini, ha rotto ogni indugio. E’ uscita dal movimento capeggiato da Salvini e appoggia Tosi nella sua corsa a palazzo Ferro Fini. Ora occorrerà capire se gli elettori che cinque anni fa hanno regalato a Luca Zaia una eccellente vittoria sono disponibili a cambiare e a votare Tosi, ormai ex leghista. I sondaggi, a più di due mesi dalle elezioni, contano relativamente. E difatti Tosi ha presto fatto spallucce di fronte a quelli sfoderati da Salvini dopo il consiglio federale della Lega che vedevano il partito in vantaggio di otto punti sul Pd anche con Tosi in campo. “Tosi candidato? – ha sbottato Salvini – Auguri, perché in democrazia scelgono gli elettori e in Veneto non ho dubbi che sceglieranno Zaia”. “In Veneto – ha detto ancora – l’alleanza la facciamo con i veneti e Luca Zaia ha un progetto per altri cinque anni”, ma qualche alleanza cercherà di stringerla perché il “popolo” di Tosi piace molto soprattutto ad un certo centro destra veneto che mal digeriva il linguaggio populista di certa Lega. Tra loro Antonio De Poli che considera la candidatura di Tosi “un’opportunità che può mettere insieme chi concepisce la politica del fare contro il linguaggio del populismo”. La candidatura del sindaco di Verona pia-
Flavio Tosi
uomo libero per candidarmi a governatore della Regione Veneto”. “Liberalismo, popolarismo e federalismo” sono oggi le tre stelle polari del movimento di Flavio Tosi che le usa per spiegare che cosa significa essere moderati e non demagogici: “Sono un moderato – ha sottolineato – perché ho rispetto per le persone e la verità. È demagogico l’atteggiamento di Tsipras in Grecia che in campagna elettorale sosteneva l’uscita dall’euro e poi, dopo essere stato eletto, si è arreso all’evidenza e ha ammesso che al massimo avrebbe potuto rinegoziare condizioni meno vincolanti dei trattati europei. Bisogna essere seri e concreti. Lo stesso vale per la flat tax: noi non siamo l’India o la Croazia. Come si fa ad abbassare le tasse se prima non si taglia la spesa pubblica?”. E indirettamente le manda a dire proprio a Salvini che propone di portare la tassazione unica al 15 per cento. “Basta con le promesse da marinaio”, affonda il sindaco di Verona da candidato governatore del Veneto. Intanto il governatore uscente Luca Zaia, con l’amaro in bocca, non ha potuto che augurare all’ex compagno di partito un in bocca al lupo, sottolineando però che “se qualcuno si perde per strada è affar suo, non mio. Io non ho mai diviso tra tosiani e non tosiani e a giudicare dalle liste saremo più di prima. Non sono affatto preoccupato”.
Luca Zaia
Certo la discesa in campo di Flavio Tosi è piaciuta ce anche a una parte del nuovo centro destra, Mario molto ai suoi sostenitori presenti Sacconi, infatti, si dice convinto che in Fiera a Verona il giorno dell’ansia possibile costruire “una coali- Tosi: “Eccomi nuncio. zione vincente tra liberalpopolari e qui da uomo libero E’ piaciuto cogliere le sue autonomisti” che riesca a mettere per candidarmi incertezze e la sua commozione in minoranza l’estrema destra po- a governatore pulista”. Certo anche Forza Italia della Regione Veneto” mentre ricordava il passato nel giocherà la sua partita ma le allemovimento e annunciava la sua anze non si decideranno in Veneto, probabilmente sa- uscita. ranno decise ad Arcore e, soprattutto, con uno sguardo E’ l’hanno acclamato con calore vero quando ha nazionale. pronunciato le fatidiche parole: “E allora eccomi qui da
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Se ne riparla nella prossima legislatura
Stop CeMentiFiCazione: la nuoVa legge aSpetterÀ
l contenimento del consumo del suolo è un obiettivo urgente e ampiamente condiviso, ma le modalità operative proposte rischiano di essere contradditorie o addirittura di generare effetti opposti. Per cui è meglio fermarsi e ripensare in modo più approfondito l’impianto delle proposte di legge in discussione”. E’ questo il punto di arrivo del lavoro di studio e approfondimento svolto dalla commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Veneto presieduta da Andrea Bassi (Lega) sui due testi di legge abbinati, uno di iniziativa della Giunta proposto dall’assessore all’urbanistica Marino Zorzato e uno del Pd, che hanno messo nero su bianco la proposta di nuove regole per fermare la cementificazione del territorio e avviare processi di riqualificazione dell’esistente e di rigenerazione urbana. Le due proposte di legge, all’attenzione dei consiglieri di palazzo Ferro-Fini da un anno e mezzo, non
taglieranno il traguardo dell’approvazione in questa legislatura. “Le abbiamo esaminate attentamente, avviando un confronto serrato con urbanisti, ordini professionali, categorie economiche, parti sociali, università, rappresentanti dell’ambientalismo – dichiara Bassi – Ed è stato proprio il grande lavoro corale di approfondimento nazionale e internazionale avviato da 19 istituzioni e associazioni dell’urbanistica, culminato nel manifesto elaborato dal coordinamento “UrbanMeta Metamorfosi urbane”, a convincerci che le proposte di legge in discussione rischiavano di ottenere addirittura l’effetto opposto, come è successo con la legge ‘blocca capannoni” che ha innescato la corsa all’edificazione di magazzini e capannoni prima che entrasse in vigore il blocco. Con il risultato che il Veneto si è riempito di grandi strutture rimaste vuote e deserte”. Va detto che grazie a queste due iniziative legislative per la prima volta nella storia delle politiche urbanistiche della Re-
gione è stata messa a fuoco l’esigenza di abbandonare la “logica incrementale” e di pianificare un recupero del territorio a fini diversi da quello edilizio. Professionisti, costruttori e ambientalisti ci avvertono però che le modalità proposte (come la moratoria e le varianti verdi), senza una tempistica certa, risorse dedicate, strumenti di impegno come i ‘contratti di rigenerazione urbana” e una forte regìa pubblica, non consentono di raggiungere gli obiettivi prefissati. Il grande lavoro svolto e le indicazioni unanimi degli ‘stakeholders’ raccolte durante l’ istruttoria non sono affatto persi: sono l’eredità che sarà consegnata ai consiglieri della prossima legislatura. Il manifesto di UrbanMeta metamorfosi urbane e il lavoro di studio e confronto sul tema della rigenerazione urbana svolto da ordini, enti e associazioni – annota Bruno Pigozzo (Pd), vicepresidente della commissione - costituisce una preziosa sintesi e anticipa un utile binario di lavoro per il nuovo Consiglio.
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Voci da palazzo 25 1 Lancio della campagna elettorale Sul palco le storie della gente vera, in platea 1500 persone
Moretti decisa a “spegnere” il centrodestra “È giunto il momento di spegnere la televisione che da vent’anni trasmette sempre lo stesso film, è giunto il momento di spegnere il centrodestra” di Maria Pavan
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iù di 1500 persone acclamano Alessandra Moretti cattiva gestione della sanità veneta. E proprio su questo tema la Moretti affonda la sua al Centro Papa Luciani in occasione dell’apertura della sua Campagna elettorale, dietro di lei lo slo- lama affilata e presenta la sua ricetta per migliorare: “Ridurre i tempi d’attesa dei pronto soccorso, accorpare gan: “Il coraggio di cambiare”. E cambia tutto Alessandra. Porta sul palco il Veneto le Usl passando da 21 a 8 e nomina di nuovi direttori generali, più medici e meno buautentico: la gente che ha incontrato in questi ultimi mesi durante il “Sanità: ridurre i tempi rocrati”. Cambiamenti non da poco tour nei comuni grandi e piccoli di d’attesa dei pronto soccorso, accorpare come quelli che la candidata tutte le provincie. Perciò non è lei a dire che Zaia le Usl, direttori generali renziana mette nero su bianco nel suo programma pensando non ha fatto nulla per aiutare i cit- medici non burocrati” al mondo delle imprese venete, tadini, in questi anni, ma sono i cittadini stessi, le loro esperienze, le loro gioie e soprattutto strozzate dalla burocrazia e dalla mancanza di credito. “Il 33% degli investimenti per i giovani innovatori i loro dolori. Tra questi Roberta, la cinquantenne che racconta coperti da Veneto Sviluppo, aiuti alle imprese che aprono quanto è difficile occuparsi di una madre di ottant’anni all’internazionalizzazione, agenda digitale del Veneto per non autosufficiente e allo stesso tempo lottare da soli con togliere carta e burocrazia”. Ma è il tema del lavoro che le sta più a cuore di tutto. la mancanza di efficienza del sistema sanitario. Ma questa voce è solo una delle tante testimonianze Perché se riparte il lavoro, ripartono i veneti e le cose raccolte: medici, pazienti e famigliari che denunciano la cambiano davvero.
E’ commovente la storia di Valentina, che a trent’anni è disoccupata e apparentemente senza prospettive. La Moretti lancia la proposta di un Jobs Act veneto, l’uso dei fondi di Garanzia Giovani per dare 500 euro al mese a chi assume a tempo indeterminato giovani sotto i 29 anni e interventi di sostegno per il praticantato dei professionisti. La Moretti è convinta, quello visto fino ad oggi in Veneto è stato un bruttissimo film e occorre cambiare: “È giunto il momento di spegnere la televisione che da vent’anni trasmette sempre lo stesso film, è giunto il momento di spegnere il centrodestra”. Certo saranno gli elettori a dirlo e la campagna per ora è tutta in salita: “Impossibile è una parola per piccoli uomini, il futuro è una scelta”. Questa la frase su cui si è chiuso l’evento, un ultimo video: un vecchio spot dell’Adidas in cui una donna si batte con il pugile Muhammad Alì.
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26 1 Cultura veneta Il precedente Nel 1950 la Biennale gli dedicò una sala con una ventina di opere
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L’onirico Rousseau
Narrativa
l’ultiMo libro di perMunian
Le opere del maestro francese, per la prima volta in mostra in Italia, rimarranno esposte a Venezia, presso Palazzo Ducale, fino al 5 luglio di Alain Clivilò
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n una conversazione di Vasilij Kandinskij a Franz Marc, l’artista Henri Rousseau veniva definito con questa affermazione: “che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”. Per la prima volta in Italia, le opere del maestro francese sono esposte a Venezia, presso Palazzo Ducale (appartamento del Doge) fino al 5 luglio. Un evento che precede di qualche mese la Biennale, proponendo opere quali “Io: ritratto-paesaggio” (1889/90) definito proprio dall’artista il primo ritratto-paesaggio della storia dell’arte, “Il cortile” (1896/98), “Cavallo assalito da un giaguaro” (1910), “Incantatrice di serpenti” (1907) e “La guerra o la cavalcata della Discordia” (1894) oltre a una selezione di paesaggi, ritratti e nature morte. “Il candore arcaico” è il titolo che racchiude un percorso triennale di studi che sta cercando di mettere nella giusta critica e storiografica l’opera completa di Rousseau. La curatrice della mostra Gabriella Belli indica che si tratta della “prima mostra che si fa in Italia su Rousseau, anche se bisogna ricordare che nel 1950 la Biennale gli dedicò una sala con una ventina di opere. Nessuno lo notò allora perché arrivarono i Fauves, Picasso e Kandinskij. Venne considerato di retroguardia e passò inosservato. La rassegna ha un obiet-tivo preciso: cercare di capire come mai questo eccentrico pittore
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dipingeva in una maniera assolutamente diversa da tutto ciò che avveniva in quegli anni a Parigi”. Infatti Christian Zervos scriveva di lui che “viveva come un monaco del Medioevo nelle sue visioni”. Si indica spesso il termine naif, ma la sua pittura possiede delle arie incantante e sognanti. Un onirico francese che nella sua semplicità ha rappresentato con modernità una personale visione della realtà. Anche il soprannome di Doganiere, che rimanda al suo lavoro nell’ufficio dazi, indica quella consuetudine tuttora esistente, tendente a denigrare al fine di non riconoscere a pieno l’iter artistico. Un’artista non classificabile che l’esposizione veneziana cerca di chiarire a pieno, creando dialoghi anche con diversi artisti al fine d’indagare quell’ispirazione all’arcaismo che nel corso dei secoli è parallela al classici-
Fondazione Querini Stampalia
L’ALFABETO MERAvIGLIOSO DI GRISHA BRuSkIN
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’alfabeto è definito come una serie di segni grafici, disposti in un ordine preciso, che tendono a rappresentare ognuno un suono di una determinata lingua. Infatti nella teoria della comunicazione il loro insieme crea un codice. Alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, fino al 13 settembre, è presente un misterioso alfabeto costituito da 160 personaggi: angeli, demoni con il volto di animali, figure trafitte da un fulmine, uomini che portano sulle spalle la loro ombra, o scrutano nei segreti del libro. “Grisha Bruskin. Alefebet: Alfabeto della memoria” è il titolo della mostra dedicata, per la prima volta città lagunare, a uno dei più importanti artisti russi viventi. Così Bruskin, nato a Mosca nel 1945, descrive il suo progetto: “mi rapporto ad Alefbet come a una concezione artistica e nient’altro, come a una sorta di gioco di biglie. Era importante per me creare qualcosa in forma di pagine, di palinsesto, di scrittura, di notizia, di commento. Alefbet è anche scritture misteriose, rebus, un dizionario mitologico, sviluppa la lingua in un sistema di simboli e mitologemi, allegorie che bisogna essere capaci di decifrare, indovinare. Dove occorre trovare la propria personale spiegazione. Tra i personaggi disegnati non succede nulla, sono solamente rappresentati e sono collegati dal contesto”. Cinque grandi arazzi di misura 2,80 x 2,10 metri rappresentano il fulcro dell’esposizione, giungendo attraverso una disamina dei disegni preparatori dell’artista, i gouaches e 6 interessanti dipinti. Un’opera che testimonia la millenaria tradizione ebraica alla quale Bruskin vi giunge in maniera probabilmente indiretta: proveniva da una famiglia ebrea di scienziati, ma lungi da problematiche religiose. Fu un percorso nato alla fine degli anni ’60 che inserì un soggetto innovativo per la realtà sovietica del tempo. In riferimento alla mostra, l’arazzo è accompagnato da un commentario scritto dall’artista e lo spettatore, seguendo la tradizione del Talmud, dovrà aggiungere i propri commentari a quelli dell’artista: in Al.Cl. questo modo potrà avvicinarsi alla verità.
smo, cui l’opera di Rousseau sembra essere la linea divisoria tra 1800 e ‘900. Nell’allestimento, il visitatore durante il percorso rivive le atmosfere del famoso banchetto che Pablo Picasso organizzò in onore di Henri nel 1908, in occasione dell’acquisto del “Ritratto di donna”: l’opera di Rousseau è esposta di fronte a “La bouteille de Bass” di Picasso, in una stanza animata dal poema che Guillaume Apollinaire dedicò a Rousseau. Immersa nella musica del valzer “Clemence” fu composta dallo stesso Doganiere e suonata proprio in quell’occasione. Non rimane dunque che ammirare le oltre cento opere unite in un progetto della Fondazione Musei Civici di Venezia con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna.
Fotografia
avarzerani, adriesi e polesani in genere ma anche chioggiotti e altre tipologie di veneti veraci, sono i protagonisti del nuovo libro del narratore amato da critica e pubblico Francesco Permunian. E’ imminente l’uscita - ad aprile - dell’ultimo lavoro narrativo dello scrittore cavarzerano che ha voluto dichiarare in una dedica, posta a sigillo del libro, La polvere dell’infanzia (Nutrimenti editore), il vero protagonista di questa sorta di “romanzo famigliare”. Questa volta la sua indagine è volta ad indagare il Polesine e la sua gente, soprattutto quella di Cavarzere e dei Comuni limitrofi. La dedica infatti recita così: “A tutti i lunatici del Polesine, miei unici maestri e compagni di strada”. Il libro è illustrato da numerose fotografie in bianco nero a firma di Duilio Avezzù.
Candida Höfer rilegge Rodin C andida Höfer, fotografa nata nel 1944 a Eberswalde in Germania, rilegge “Les Bourgeois de Calais” opera del 1901 di Auguste Rodin. Fino al 29 marzo presso le sale di Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Venezia, nell’ambito del contenitore denominato Paradossi, è proposta ai visitatori una rilettura diversa della grande scultura di gesso che fu esposta da Rodin alla Biennale del 1901 e successivamente acquistata dalla città di Venezia. Un gruppo scultoreo che ha permesso alla Höfer di creare un percorso fotografico, scattando immagini relative ai dodici calchi di Rodin nelle loro installazioni poste in diverse collezioni pubbliche internazionali. L’abilità dell’occhio artistico della Höfer prende vigore nella ripetitività delle opere attraverso una dote che gli consente d’imbrigliare e assimilare l’espressività dinamica e sofferente degli eroici abitanti di Calais, che nel 1346 si contrapposero all’assedio del re d’Inghilterra Edoardo III, all’interno di un’immagine dall’ariosa percezione. Una sinergia con il lavoro che permette un continuo dialogo con l’opera e i suoi scatti, ottenendo un risultato finale forte, dirompente ma contenuto come da stile Höfer. A Venezia la mostra “Les Bourgeois de Calais à Venise” presenta una selezione di lavori che risalgono al 2001 quando, nel progetto Douze-Twelve commissionato dal Musée des Beaux-Arts et de la Dentelle di Calais, fotografò le fusioni esistenti nel mondo. Il realismo, l’emozione e le espressioni si esaltano all’interno del suo stile appartenente alla Scuola di Düsseldorf, caratterizzata da una fotografia diversa, attenta alle idee più che alla semplice documentazione. Quindi un forte linguaggio iconografico, una tecnica perfetta e la serialità sono elementi riscontrabili in questa produzione: fotografie che rappresentano sculture perfette ed equilibrate. Ognuna di queste immagini fornisce l’idea di essere stata costruita e progettata nella mente dell’artista, prima ancora che il tutto fosse visto attraverso i suoi occhi.
4 sport piazza
Sport 27
La Corri per Padova è anche solidale
Gli atleti si allenano pensando all’Africa più povera P
adova continua a correre. La Corri X Padova non si ferma e ogni mese gli atleti incontrano nuovi percorsi e nuove iniziative. La location di metà marzo era davvero nuova e si muoveva all’interno della zona industriale sud anche se alcuni percorsi erano in parte gli stessi già utilizzati in passato. Bella la partenza alla ZIP, di fronte alla sede di Radio Padova, la media partner che ogni settimana aiuta il gruppo degli or-
ganizzatori a fornire informazioni utili sulla Corri X Padova. La serata è stata anche l’occasione per ricordare Linda Scattolin, la triathleta padovana morta in Sudafrica dopo un grave incidente mentre si stava allenanando. L’atleta, residente a Ponte San Nicolò e famosissima nel mondo dello sport che continuerà a ricordarla con diverse iniziative tutte promosse sulla pagina Fb della CXP.
SOLIDARIETÀ ALLA CXP uN uOvO DI PASQuA NON vALE L’ALTRO
L
’Africa e la CXP sono legate a doppio filo. E’ già iniziata la distribuzione delle uova pasquali per raccogliere fondi a favore del Popolo Saharawi, grazie al dinamismo ed alla efficienza del gruppo di lavoro capitanato da Fabio Giacomini, presidente della Onlus 1514 Oltre il Muro. Lo slogan è: “A Pasqua un uovo non vale l’altro” e quindi con soli 8 euro si potrà fare un bel gesto, gustando una ottima cioccolata, al latte o fondente.
A fianco Linda Scattolin, la triathleta di Ponte San Nicolò morta in Sudafrica Foto di Francesco Pertini
28 1 Turismo SÌ, Viaggiare Alto Adige
Non solo coccole, l’hotel diventa etico di Renato Malaman
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Tre case history nella regione-laboratorio sudtirolese con un denominatore comune: dare all’ospitalità dei contenuti e dei valori nuovi Al Drumlerhof di Campo Tures si persegue il bene comune mettendo al centro l’uomo, il rispetto della natura e degli animali nonchè evitando gli sprechi di risorse :
Al Pfosl di Nova Ponente si privilegiano i prodotti locali le fonti rinnovabili per l’energia e una vacanza attiva rivelando i segreti di una buona respirazione Al Gardena di Ortisei, ^ storico Relais & Chateaux il piacere di un’accoglienza familiare tradizionale della cucina stellata (ma semplice) dell’Anna Stuben
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l laboratorio Alto Adige è sempre in movimento. Anche in ambito turistico guarda oltre rispetto agli orizzonti tradizionali, proponendosi con novità che non riguardano solo i servizi ma anche gli stessi valori dell’ospitalità. Ed ecco che all’Hotel Drumlerhof di Campo Tures, in Valle Aurina, Stefan Fauster e la moglie Ruth Innerhofer sposano il concetto del bene comune, ovvero i valori di un’economia più umana, più cooperativa e solidale, più ecologica. Ponendo sempre al centro l’uomo e la qualità delle sue relazioni, non il profitto. Tradotto in pratica significa ad esempio agevolare anche i bisogni dei dipendenti e non solo quelli degli ospiti, utilizzare al meglio le risorse evitando sprechi che sono la causa prima dei mali del pianeta, scegliere prodotti per la cucina (tutto e “fatto in casa”) coltivati o allevati dai contadini della zona secondo tecniche che privilegino il rispetto della natura (e degli animali), utilizzare biomasse per produrre energia, lavare in casa la biancheria con detersivi ecocompatibili. Questa esperienza, che sta dando risultati sorprendenti, è frutto dell’adesione alla filosofia del “bene comune”, nata in Austria nel 2009 e sviluppata in Italia attraverso le “Giornate della sostenibilità” promosse dall’associazione Terra Institute, dall’Abbazia di Novacella e dalla libera Università di Bolzano. All’hotel Pfosl di Nova Ponente, altra casa storica (si hanno notizie di una locanda già dal 1510), la famiglia Zelger ha sposato concetti nuovi per dare alla vacanza anche dei valori etici. Concetti come la costruzione con materiali ecologici per aumentare il benessere degli ospiti (gli esperti dicono che, per esempio, nelle stanze dove abbonda il legno di cirmolo si dorme meglio e si respira più sano), il risparmio di energia attraverso fonti rinnovabili per rispettare di più la natura, la cucina basata su prodotti genuini e locali (possibilmente biologici) per un’alimentazione più sana, attività fisiche nell’ambiente naturale, diversificate e guidate da esperti, per migliorare il proprio benessere, sono entrati a pieno titolo nel decalogo del Pfosl. Da seguire con attenzione i consigli del vademecum “Respirare”, possono sorprendere. L’albergo che sorge ai piedi dello spettacolare scenario dolomitico del Catinaccio e del Latemar (patrimonio Unesco) fa parte della costellazione dei Vitalpina
LA FOTO COPERTINA, E LA FOTO A LATO, MOSTRANO PRODOTTI TIPICI ARTIGIANALI ALTOATESINI DI PRODUZIONE CONTADINA. SOTTO, A
SINISTRA: DUE IMMAGINI
DELL’HOTEL
DRUMLERHOF
E, SOTTO, DUE DELL’HOTEL
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GARDENA (IL CUOCO È LO STELLATO REIMOND BRUNNER). A DESTRA TRE IMMAGINI DELL’HOTEL PFOSL: L’AMBIENTAZIONE NATURALE, IL FORNO DEL PANE E UNA CAMERA RIVESTITA DEL SALUTARE LEGNO DI CIRMOLO
Hotels, sviluppatori convinti di queste nuove idee. L’esperienza dell’Hotel Gardena di Ortisei, storico “5 stelle” della famiglia Bernardi, ha fatto propri i valori della prestigiosa catena internazionale Relais ^ & Chateaux di cui fa parte dal 2004. Ovvero la famose “5 C”: cortesia, carattere, calma, charme e ottima cucina. L’ambiente è raffinato, di un lusso mai esibito che trasmette più una sensazione di comfort e piacevolezza, piuttosto che di un’esclusività fine a se stessa. Questo in camere e suites, negli spazi comuni e anche nel reparto Spa e wellness. Il segreto è che dietro c’è una famiglia che sa trattare gli ospiti dell’albergo come ospiti propri. Seconda la più schietta tradizione gardenese, valle
di parlata ladina dove l’ospitalità è ancora vissuta come un piacere da condividere. Fiore all’occhiello del Gardena è il più gourmet dei propri ristoranti, il piccolo e caldo “Anna Stuben”, che da qualche anno si fregia della stella Michelin, forte della creatività del giovane chef altoatesino Reimund Brunner e dell’esperienza nella direzione della sala (un’arte che si va perdendo) di Franz Lageder. Brunner, pur avendo avuto grandi maestri, ha preferito sviluppare un pensiero proprio basando la sua cucina sull’utilizzo di materie prime locali di eccellenza, sul recupero di ingredienti e ricette dimenticati e sulla volontà di garantire leggerezza al piatto. Lageder, amico d’infanzia
del compositore e premio Oscar Giorgio Moroder (gardenese doc trapiantato a Hollywood), invece è scopritore di sempre nuovi tesori enologici dell’Alto Adige per arricchire la carta dei vini del ristorante. L’esperienza dei tre alberghi costituisce tre interessanti case history, le tre facce di un’unica medaglia: quella dell’ospitalità vissuta in termini etici, pensata e organizzata in modo nuovo, partendo dal presupposto che ciò che conta è sì il benessere dell’ospite, ma che ciò sia compatibile anche con i valori comuni della vita di tutti noi e dell’ambiente che ci circonda. Un patrimonio da condividere ora, ma anche pensando al domani. Nostro e del pianeta.
Brigitte ed Eva Zigler
Stefan Fauster
Gabi Bernardi, sorella di Hugo (il titolare dell’Hotel Gardena), è responsabile della Beauty Farm dell’albergo. Si illumina quando parla della cultura ladina e dei suoi valori tradizionali: “Qui gli ospiti non diventeranno mai dei numeri, molti di loro nel corso degli anni sono diventati degli amici. Qui li coccoliamo con attenzioni sincere perchè il nostro albergo è anche la nostra casa e sentirsi come in famiglia fa sempre bene”. “Anche il buon cibo - aggiunge Hugo Bernardi - fa parte di quegli autentici valori dell’accoglienza in cui noi crediamo da sempre”.
Brigitte ed Eva Zigler titolari del Pfosl di Nova Ponente credono nei valori della natura: “La sostenibilità, la protezione della natura e la regionalità autentica dei prodotti utilizzati nella cucina dell’hotel sono al centro della nostra filosofia. Questi valori sono la base per migliorare la salute e dare più vitalità e più passione alle proprie attività. Al Pfosl agli ospiti diamo anche le attrezzature per fare attività ed escursioni all’aperto: bici, ciaspole, zaini...”.
Stefan Fauster del Drumlerhof di Campo Tures è nato in un piccolo maso a Signat sul Renon. “E’ lì - racconta - che ho imparato a utilizzare con criterio le risorse. Mia mamma prima di tagliare il pane si faceva il segno della croce, in segno di rispetto. Condivido questo gesto. Rispetto ad alberghi di pari categoria noi spendiamo meno negli acquisti privilegiando piccoli produttori della zona e poi in cucina non si butta nulla. Senza togliere bontà ai piatti. Il pianeta si salva anche così”.
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Hugo Bernardi
dei nostri amici
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L’ESPERTO
A nimali
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L’ESPERTO
A cura di Lodovico Damiani Personal Dog Trainer
Di che razza sei?
La prima classificazione cinofila della storia risale all’antica Grecia, dove Aristotele suddivise i cani secondo l’area di provenienza geografica. Gli antichi romani invece raggruppavano le razze di cani secondo le loro caratteristiche attitudinali e di impiego in cani da pastore (pastorales), cani da guardia (villatici) e cani da caccia (venatici). In epoca medievale si distinguevano quattro tipologie (mastini, levrieri, segugi e cani da cerca) mentre risalgono al Rinascimento diversi trattati sulle varie razze da caccia. Nel 1897 il cinologo Pierre Megnin “inventò” il tipo di classificazione canina usata ancora oggi suddividendo le razze in base alla morfologia, cioè al loro aspetto. Da quel momento si è cominciato a parlare di cani di tipo lupoide, braccoide, molossoide o graioide. Il cane di tipo lupoide, di cui rappresentanti tipici sono il pastore tedesco e l’husky, presenta testa a forma di piramide, orecchie dritte e appuntite, muso allungato e stretto e labbra lunghe e pendenti. Il cane di tipo braccoide, tra cui appunto il bracco, ma anche il cocker e il labrador, ha testa a forma di prisma, muso lungo sia all’estremità che alla base, orecchie cadenti e labbra lunghe e pendenti. Il cane di tipo molossoide, come i mastini o il rottwailer, ha testa voluminosa, di forma rotondeggiante o a cubo, orecchie piccole e ca-
www.lapiazzaweb.it/category/animali Dott.ssa Veronica Ferrarese - Educatrice cinofila*
Cani e bambini
denti, muso corto, corpo massiccio e labbra lunghe e spesse. Il cane di tipo graioide, infine, è il tipico levriero, con testa conica, cranio stretto, orecchie piccole e all’indietro, muso lungo e sottile, labbra piccole, corte o serrate, corpo slanciato e ventre retratto. Oltre a questa classificazione Pierre Megnin divise i cani a seconda dell’utilizzo in tre gruppi, che risultano abbastanza simili a quelli adottati dai moderni enti cinofili: cani da guardia, difesa e utilità; cani da caccia, compresi terrier, segugi, spaniel e retriever; cani da compagnia. In Italia le oltre 400 razze riconosciute dall’ENCI (ENte Cinofilia Italiana), organizzazione affiliata al FCI (Federation Cynologique Internationale), sono a loro volta suddivise in dieci gruppi: cani da pastore e bovari (escluso i bovari svizzeri); cani di tipo pinscher, schnauzer, molossoidi e bovari svizzeri, terrier, bassotti; cani di tipo spitz e primitivo; segugi e cani per pista di sangue; cani da ferma; cani da riporto, da cerca e da acqua; cani da compagnia; levrieri. Le razze italiane riconosciute in ambito internazionale sono: cane da pastore bergamasco, cane da pastore maremmano-abruzzese, cane corso, mastino napoletano, cirneco dell’Etna, segugio, spinone, bracco, lagotto romagnolo, bolognese, maltese e piccolo levriero italiano.
Un’affermazione che sento fare frequentemente da parte di chi vuole adottare un cane è “prendo un cucciolo per il mio bambino così crescono insieme”. Purtroppo però questa non è sempre cosa buona e giusta. Premetto che sono cresciuta con i cani, sono stati i miei primi compagni di gioco e non mi sono mai separata da loro, tanto che oggi sono i miei compagni di lavoro.Da bambina giocavo sempre con i cani del nonno, il mio preferito si chiamava Tabù, un randagio bianco e grigio arrivato in famiglia già adulto e dove ha vissuto almeno vent’anni. Ho pianto tanto quando è morto perché Lui era il mio migliore amico, sapeva tutti i miei segreti, glieli raccontavo quando andavamo a passeggio. Il primo morso invece l’ho preso da un cocker spaniel, ancora oggi quando mi guardo il braccio penso a quanto me lo sono meritato (anche mamma mi aveva detto così!). Era un batuffolo rosso bellissimo quando è arrivata a casa, siamo cresciute insieme. Poi qualche litigio, pic-
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coli conflitti che lasciano il segno. Quando mi chiedono una consulenza relativa a quale cane prendere per il bambino, io prima di tutto rispondo che è un desiderio da assecondare solo se gli adulti della famiglia sono effettivamente disposti ad occuparsene perché il cane non è per il bambino - che ovviamente non può nemmeno esserne il principale responsabile - ma diventa un nuovo membro della famiglia. Poi, suggerisco sempre la scelta di un cane maturo ed equilibrato. Un cane adulto ha molti vantaggi, si possono conoscere le caratteristiche fisiche e comportamentali ed è certamente meno impegnativo di un cucciolo di per sé vivace, esuberante ed ineducato. Non voglio convincervi, se proprio ve la sentite potete anche adottare un cucciolo, considerando però che l’impegno, soprattutto quando il figlio è ancora piccolo, è di gran lunga maggiore. Comunque scegliate ricordate sempre di insegnare ai vostri bambini a trattare i cani con rispetto e gentilezza, proprio come vorrebbero essere trattati loro.
*Educatrice cinofila che collabora con il Rifugio Cipa
ADOTTAMI
Centinaia di piccoli amici da adottare vai su www.lapiazzaweb.it sezione ”animali” e guarda le fotogallery Morgan Maschio, taglia media-contenuta di circa 13 chili, 7-8 mesi, è figlio di una mamma pointer e di papà meticcio. Ora Morgan è un ospite A.p.a. ed è in attesa di famiglia. Categoria cacciatori non chiamare. Tobia Maschio di 1 anno, taglia medio-contenuta, di circa kg.10-12. Tobia adesso provvisoriamente è in rifugio, in attesa di essere restituito al mittente. Cerchiamo per Tobia una seconda possibilità, in tempi stretti. Carattere buono, equilibrato e convive tranquillamente con i suoi simili.
Chanel Femmina, 5-6 mesi, taglia piccola di circa kg.6-7. Questa piccolina è stata trovata vicino al rifugio. E’ stata recuperata da un passante pensando che si fosse persa. E’ stata portata in rifugio, priva di chip e collarino. Chanel aspetta una famiglia Eto Bracco tedesco maschio, 2 anni, taglia media di circa kg.20. Esuberante, buono, socializzato, va d’accordo con maschi e femmine. Eto arriva in canile assieme ad altri suoi simili. Non abbiamo storia, ma i segni nel suo corpo parlano da soli. Questa creatura verrà rimessa a nuovo, ma per lui serve una casa e non un recinto di un canile. Cacciatori astenersi dal telefonare.
Sheyla Femmina di 10 anni. Taglia piccola di circa 6 chili. La piccola arriva in Rifugio tra le braccia di una volontaria. Ora serve con urgenza trovarle una nuova famiglia. Carattere buono e socievole con tutti.
Ginger - Fred Due innamorati, maschietto e femminuccia, 2 anni circa, taglia media. Caratteri buoni ed equilibrati. Si tratta di un’adozione che nel tempo è saltata. Hanno vissuto due anni in casa. Cerchiamo un’adozione, se possibile, insieme.
Brilla Femmina di 4 anni circa, tg piccola di kg-8. Carattere molto tranquillo, un po’ timida e coccolona. Brilla è stata recuperata in campagna, ormai luogo tipico per gli abbandoni. La piccolina ha la filaria, curabilissima e non contagiosa. Molti cercano una cagnetta piccina, buona e mite.
Pippo Maschio, tg medio-contenuta, circa kg.10-12. Pippo ha 15-16 anni. Il suo padrone è mancato da poco. Ed ecco arrivare Pippo in canile. Questa creatura è disorientata all’inverosimile: fatica a stare in piedi e rifiuta il cibo. Grazie a chi aiuterà Pippo con condivisioni, passa parola e sarebbe magnifico se riuscissimo a trovargli un’adozione.
per le adozioni: loretta, associazione protezione animali di Chioggia onlus - tel. 3289620233
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SICUREZZA SUL LAVORO
diritto ereditario
Cosa devono fare gli eredi a seguito dell’apertura della successione del loro congiunto?
L’importanza della formazione dei lavoratori nei luoghi di lavoro Dott. federico valentino cesarin
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el corso del 2013 ci sono stati 660 casi di infortunio sul lavoro è il numero più basso dagli anni 50 ad oggi in molti dei quali le cause di questi terribili eventi si possono ricondurre al assenza della formazione, della corretta informazione e dell’adeguato addestramento dei lavoratori. Questo dispiace ancor più considerando tutti gli sforzi che si stanno compiendo a tutti i livelli per stimolare un percorso che aiuti a favorire un cambiamento di mentalità creando un nuovo approccio alla tutela della salute e della sicurezza è opportuno che nel posto di lavoro, luogo dove si trascorre una parte rilevante della vita e dove sono svolte importanti attività rappresenti per tutti un contesto di cooperazione, compartecipazione e corresponsabilità tra i vari soggetti coinvolgendo il datore di lavoro e gli stessi lavoratori in
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un continuo processo evolutivo di miglioramento. Il rischio che questi infortuni accadono è strettamente correlato alle scelte organizzative e a comportamenti lavorativi impropri, scorretti, sbagliati solo con il confronto continuo e la riflessione nei quali si incardina l’attività formativa contribuiscono in maniera determinante ad un radicale cambiamento dell’approccio alla prevenzione Quindi l’imposizione stabilita dalla legge nei confronti delle imprese di obbligarle a svolgere i corsi ai propri lavoratori deve essere intesa da parte dell’imprenditore come una opportunità che permetta a tutti i soggetti coinvolti ad acquisire conoscenze e competenze sempre maggiori in materia di tutela della propria e dell’altrui salute creando in molti casi un vantaggio competitivo alle imprese stesse.
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avv. Silvia mainardi
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l decesso di una persona pone alcune problematiche alla propria quota. Infine, è opportuno procedere alla divisione e scioereditarie. In primis è necessario che gli istituti di credito – incluse Poste Italiane – con cui il defunto gliere così la comunione ereditaria. Gli eredi stessi possono individuare i beni a ciascuno (cd. “de cuius”) intratteneva rapporti di conto corrente, libretti di deposito o similari, siano avvisati del decesso, spettanti – tenuto conto delle rispettive quote, decurtate affinché i rapporti siano bloccati sino alla divisione tra gli dei debiti che essi abbiano nei confronti dell’eredità o del eredi delle relative liquidità, come risultanti dalla “dichia- defunto e delle somme già ricevute per donazione dal de razione di sussistenza e consistenza del credito” che gli cuius, e maggiorate dei crediti verso il defunto o la massa istituti stessi devono rendere. Occorre poi verificare nei ereditaria (ad es. per aver pagato integralmente l’impopubblici registri esistenza e consistenza di beni immobili sta di successione) – e ripartire negozialmente l’eredità. e mobili registrati del de cuius, così come occorre accer- Se la divisione riguarda immobili, è necessario un atto tare l’esistenza di debiti, anch’essi facenti parte dell’asse pubblico o una scrittura privata autenticata per procedere ereditario.Individuati i beni ereditari gli eredi, entro un alle dovute trascrizioni nei registri immobiliari. In mancanza di accordo, la divisione avviene sotto anno dal decesso del congiunto, dovranno presentare la dichiarazione di successione e pagare la relativa imposta; la direzione dell’Autorità Giudiziaria la quale affiderà ad tale dichiarazione non è dovuta se l’eredità è devoluta al un consulente tecnico la valutazione della massa erediconiuge e ai parenti in linea retta (genitori, nonni, figli e taria e la formazione delle porzioni. Tale procedimento, nipoti), l’attivo ereditario è inferiore a 100.000,00 euro in cui è obbligatoria l’assistenza tecnica di un avvocato e non comprende diritti reali immobiliari. I coeredi sono ed al quale partecipano tutti i coeredi, può essere avviato tenuti in solido al pagamento dell’intera imposta, salvo il su iniziativa anche di un solo erede, indipendentemente diritto al rimborso di quanto pagato in eccedenza rispetto dalla quota di eredità a lui spettante. Studio Legale Mainardi - via Tempesta n. 30 - 30033 Noale-Venezia tel. 041.4433435 - fax 041.5828061 - e-mail: silviamainardi@studiolegalemainardi.it
Diritto Fiscale
Il reato di omesso versamento delle imposte per crisi aziendale
I
rapporti tra fisco e contribuenti, da sempre conflittuali, sono stati resi ancor più difficili dalla grave crisi economica che da troppo tempo sta attanagliando il nostro Paese, con pesanti ripercussioni e grave pregiudizio della capacità di privati ed imprese di far fronte agli adempimenti fiscali. Tra gli effetti negativi della crisi vi è purtroppo da annoverare un notevole incremento di procedimenti penali a carico di incolpevoli imprenditori che per mancanza di liquidità determinata da mancati pagamenti spesso anche da parte di enti pubblici, non hanno potuto versare, nei termini di legge, le ritenute operate sugli stipendi dei dipendenti o l’IVA incorrendo nella violazione, rispettivamente, degli artt. 10 bis e 10 ter del D.Lgs n. 74/2000 che puniscono tali omissive condotte con la reclusione da sei mesi a due anni. La soglia di punibilità per entrambi i reati è di 50.000,00 euro per ciascun anno. Va però precisato che per i mancati versamenti avvenuti prima del 17.9.2011 la soglia di punibilità è di euro 103.291,38 in forza della sentenza della Corte costituzionale dell’8.4.2014 n. 80. La giurisprudenza di merito non è stata insensibile alle difficoltà degli imprenditori ed infatti vi sono state numerose pronunce che hanno ritenuto l’insus-
sistenza del reato per mancanza di dolo o che hanno riconosciuto la causa di forza maggiore ai contribuenti che hanno potuto fornire dimostrazione del fatto che la loro omissiva condotta era derivata non da una volontà di evadere le imposte, ma da un’oggettiva, imprevedibile, incolpevole impossibilità di adempiere l’obbligo contributivo. Sulla base di tale orientamento è stata ritenuta l’insussistenza del reato per mancanza di dolo a causa di insolvenza determinata dal pignoramento di danaro effettuato in prossimità della scadenza del termine previsto per il versamento, o da mancati pagamenti da parte di clienti o di pubbliche amministrazioni. Sono stati assolti imprenditori che hanno dimostrato di essere stati costretti a chiedere il fallimento perché non avevano le risorse necessarie per pagare i loro debiti. Per quanto riguarda il giudice di legittimità, va segnalato che la Corte di Cassazione, a sezioni unite, con sentenza n. 37424 del 28.3.2013, ha affermato che ai fini dell’elemento soggettivo è sufficiente il dolo generico ossia la coscienza e volontà di non versare all’erario quanto dovuto in quanto la prova del dolo è insita nella presentazione della dichiarazione annuale, mentre non è richiesto che il
comportamento illecito sia dettato dallo scopo specifico di evadere le imposte. La Corte, nel confermare la sentenza di condanna, ha anche statuito che poiché l’IVA viene riscossa all’emissione della fattura, il che non è sempre vero, il contribuente deve organizzazione le proprie risorse su scala annuale accantonando la liquidità necessaria per cui, ai fini dell’esclusione del reato, è necessario che dimostri che se ciò non è avvenuto, non è stato determinato da una scelta imprenditoriale, ma dalla situazione di crisi dell’impresa. La sentenza, anche se è stata sfavorevole all’imputato, sembra comunque avere aperto uno spiraglio in favore degli imprenditori che, pur avendo emesso le fatture, non hanno ricevuto il pagamento di quanto da loro dovuto. Da tale pronuncia, infatti, si evince in tutta evidenzia il contrario principio per cui, colui che subisca la mancata riscossione delle forniture e quindi anche dell’IVA e che si trovi conseguentemente nell’impossibilità di accantonare alcunché, può utilmente invocare la causa di forza maggiore per giustificare il mancato versamento dell’imposta dovuta. In senso più decisamente favorevole al contribuente si è espressa la sentenza n. 5905 del 7.2.2014 con cui la Suprema Corte ha stabilito che non è penalmente responsa-
Avv. Carmelo Sergi
bile l’imprenditore che ometta di versare le ritenute operate per avere impiegato le risorse a sua disposizione per pagare gli stipendi dei dipendenti a discapito del fisco, purché dimostri che lo stato di insolvenza deriva da una imprevista e imprevedibile indisponibilità di liquidità non dovuta ad una scorretta gestione o ad una scelta organizzativa. A complicare le cose è però intervenuta la sentenza della Corte di Cassazione 11.11.2014 n. 1725, la quale ha affermato che per poter fondatamente invocare la mancanza di dolo, occorre fornire la prova, non solo del fatto che la crisi aziendale non è stata causata da fatti imputabili all’imprenditore, ma anche che la stessa non era in alcun modo risolvibile pur essendo state poste in essere tutte le possibili azioni, anche sfavorevoli per il patrimonio personale del contribuente, atte a consentirgli di recuperare la necessaria liquidità. E’ però evidente che la dimostrazione di tali circostanze è cosa estremamente difficoltosa e complessa al punto che, con definizione alquanto appropriata ed azzeccata, vi è chi ha osservato che in applicazione di tali principi, per riuscire a dimostrare l’insussistenza del reato, al contribuente è richiesto di fornire, a proprio discarico, una prova “diabolica”.
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L’Editoriale LA PSICOLOGIA PER LA VITA QUOTIDIANA
dott. Alessandro De Carlo*
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La cura giusta per il corpo non sempre cura anche la persona Non racconterò mai gli affari miei a d uno sconosciuto! Continua a pag. 35
Quale dieta per perdere peso: dubbi e certezze
volte capita che la psicologia sia ancora associata esclusivamente al disagio e al malessere della mente. Oggi però la componente legata a questo tipo di cura è soltanto uno degi ambiti di lavoro dello psicologo, professionista formato per prendersi cura della persona sia ristabilendo uno stato di salute psicologica eventualmente ridotta sia lavorando per aumentare il benessere individuale e sociale delle persone. Recarsi da uno psicologo, dunque, può essere un modo efficace per migliorare la propria salute, le proprie relazioni sociali e familiari, ma anche aspetti spesso meno considerati come la propria produttività sul lavoro e la capacità di trovare soluzioni a piccoli e grandi problemi quotidiani. Inoltre, elemento da non dimenticare, questi obiettivi possono essere raggiunti tramite un percorso di crescita personale e consapevolezza, beni sempre più rari nella nostra veloce e complessa contemporaneità. Tutto questo e molto altro è oggi l’ambito professionale dello psicologo, che offre ai propri utenti la garanzia di essere un professionista sanitario con regole, controlli, protocolli scientificamente attendibili, una deontologia e una disciplina assicurativa normate per legge e la capacità di integrazione con i professionisti di altre discipline: una grande sicurezza per chi vuole iniziare seguire un percorso psicologico. Quello che gli psicologi propongono e portano avanti, dunque, è anche un nuovo concetto di sanità più lontana dagli ospedali e dal concetto di malattia e più vicina alla vita quotidiana. L’idea di una professione che mira a non tanto a lavorare su eventuali sintomi di malessere quanto ad essere costantemente ispirata alla definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “il completo stato di benessere psicofisico della persona”.
*Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto
Medicina fisica e riabilitazioni: strumentazioni Continua a pag. 35
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FISIOTERAPIA Dott.ssa Paola Sirena Fisioterapia - Piazza Dossetti 1, Piove di Sacco (Pd) www.unixpoliambulatorio.it Tel. 049 9708688
L’intervento Troppa burocrazia per aprire uno studio!
di Dott. Bruno Noce*
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’art.193 del TULS(Testo Unico delle Leggi Sanitarie) recita che nessuno può aprire un ambulatorio medico senza autorizzazione ma lascia liberi i medici e gli odontoiatri di aprire uno studio, intendendo con ciò un gabinetto dove il professionista esercita sotto la propria diretta responsabilità, in quanto già abilitato dall’esame di stato. Si evince chiaramente che struttura sanitaria complessa ed ambulatorio non sono dizioni assimilabili allo studio privato del professionista, non aperto al pubblico e non convenzionato. La forzatura dell’introduzione nello studio privato odontoiatrico della legge 22 non rispecchia lo spirito iniziale del regolamento, infatti l’aspetto organizzativo di uno studio privato e’ per definizione secondario all’aspetto professionale, per cui non è omologabili all’ambulatorio sanitario. Nella realtà abbiamo assistito a tutta una serie di soprusi e prevaricazioni nell’applicazione della legge. Ad esempio l’inutile ripetizione di autorizzazioni a cui siamo già soggetti per obbligo di legge(gestione dei rifiuti sanitari, abitabilità, planimetrie e destinazione d’uso, conformità elettromedicali, ispezione periodica dei radiologici, conformità impianti elettrici etc.), la richiesta di informazioni che riguardano l’organizzazione del lavoro o i rapporti con il personale, il tutto connesso ad una pesante violazione della privacy, dell’autonomia dell’imprenditore e della libertà d’azione del professionista già abilitato. Negli ultimi 5 anni si è assistito ad una gravissima disomogeneità di applicazione della legge tra Regioni, Province, Comuni, Asl diversi per cui ai professionisti vengono richiesti differenti requisiti con palese disparità di trattamento. Si è arrivati al punto che i funzionari incaricati delle verifiche, usano criteri di discrezionalità che sfociano nell’arbitrio, arrivando addirittura ad interpretare la legge in modo personale, senza contare poi che alla fine l’autorizzazione viene rilasciata dal Sindaco del Comune e ci sono stati casi in cui paradossalmente, nonostante il parere negativo dei verificatori sia stata concessa ugualmente l’autorizzazione.Quindi sorge spontanea una domanda: ma questa legge serve a far aumentare la qualità degli studi professionali oppure serve ad avere un controllo ed a vessare ulteriormente il professionista? La falsa illusione che la salute del cittadino venga tutelata dalla rispondenza a normative burocratiche anziché essere affidata alla professionalità del sanitario, che non viene ne’ richiesta, ne’ tantomeno verificata da questa normativa e’ un altro punto a sfavore. Questa legge quindi ha manifestato tutte le sue carenze, non ha minimamente scalfito la piaga dell’abusivismo, non ha apportato alcun beneficio al cittadino ed ha creato sconcerto, disorientamento è grave difficoltà all’odontoiatra. La CAO quindi si è impegnata a discutere con le istituzioni preposte per cercare di uniformare su tutto il territorio nazionale la legge che da regionale dovrà necessariamente passare a nazionale.
*Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Rovigo
Siamo felici davvero se stiamo bene
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L’Intervento PARLIAMO DEI FARMACI GENERICI UNA RISORSA PER IL SISTEMA SANITARIO O UN PROBLEMA PER LA SALUTE?
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di Francesco Noce*
empre più spesso,quando ci si reca in farmacia ci viene consegnato,a fronte di una prescrizione medica,un farmaco così detto “generico”. Già dal 1° settembre 2010 infatti in Italia la prescrizione di un farmaco può esser sostituita in farmacia con un farmaco “generico”, se ovviamente è disponibile. Ma cosa sono i farmaci generici? Come farmaci generici,termine entrato nell’ uso comune, sono indicati quei farmaci che hanno perso il brevetto e hanno una bioequivalenza con i farmaci originatori comunemente definiti come farmaci di marca. Per questo motivo già dal 2005 si preferisce indicarli con il nome di farmaci “equivalenti” e devono corrispondere per legge ai seguenti requisiti: avere lo stesso principio attivo del farmaco di riferimento, il principio attivo non deve essere protetto da brevetto, avere la stessa forma farmaceutica e via di somministrazione (per esempio compresse,capsule,fiale sciroppo etc.),avere lo stesso dosaggio unitario,essere bioequivalente al medicinale originatore,aver un costo di almeno il 20% inferiore rispetto al corrispondente medicinale di “marca”. Il costo significativamente più basso si giustifica con il fatto che le aziende produttrici di farmaci equivalenti non devono sostenere tutti i costi che vanno dalla scoperta del principio attivo all’intero processo di sviluppo e sperimentazione che sono sostenuti dall’ azienda che aveva prodotto e brevettato il farmaco originario (stimati in circa 6oomilioni di dollari), e che per questo gode di un periodo di sostanziale monopolio. Essenzialmente il costo del farmaco equivalente è dato dal costo per la produzione e da non rilevanti spese di promozione dal momento che anche queste ricevono un rilevante beneficio dalle attività messe in atto dalle aziende produttrici del farmaco originatore e dal fatto che sono farmaci presenti sul mercato già da anni e sono ben conosciuti dai pazienti,dai medici e da altri operatori sanitari anche se con il nome commerciale. Mentre nei paesi UE il consumo di farmaci equivalenti si aggira sul 50% ,solo di recente in Italia il loro consumo ha avuto un balzo dal 6% al 20% in breve tempo,ma ancora lontano dal 70% della Germania,dal 60% della Danimarca e dal 90% della Polonia,ponendoci al penultimo posto,appena sopra alla Grecia. Fra le molte ragioni e interessi corporativi ed economici il processo si è rivelato lungo e difficoltoso,alimentato dalla percezione che i passaggi tecnico-scientifici su cui poggia la sostituibilità non siano così virtuosi nel nostro paese. Ad iniziare dalle “liste di trasparenza”cui deve attenersi il farmacista, le cui conseguenze sono potenzialmente critiche,visto che una volta inseriti nello stesso elenco anche farmaci con tipologia di forme e di dosaggio così diverse da escludere l’eventualità di una biodisponibilità confrontabile,farmaci con più originatori, vecchie specialità cioè copie autorizzate prima e quindi non testate in studi di bioequivalenza,tutti medicinali che rientrano a pieno titolo nella disponibilità del farmacista alla sostituzione. Per continuare con la differenza di biodisponibilità tollerata da un più 3,5% a un meno 3,5% rispetto all’originatore, per cui entrambi sono bioequivalenti al farmaco di riferimento ma non sono bioequivalenti fra loro. In Italia manca un “Orange book”, come in altri paesi, in cui sono contenuti i farmaci generici bioequivalenti all’originatore e bioequivalenti fra loro:praticamente liste di prodotti utilizzabili in sostituzione equivalenti fra loro.Per non dimenticare l’effetto degli eccipienti,sostanze inerti che stabilizzano le molecole,che possono essere diversi da quelli contenuti nell’originatore e non sempre non producono effetti,come il saccarosio per i diabetici il lattosio per gli intolleranti,i parabeni che possono procurare allergie e sostanze che possono alterare la palatabilità cioè il sapore del medicinale,aspetto rilevante soprattutto per i medicinali per i bambini,così come possono essere importanti i metaboliti e la salificazione diversa. In definitiva farmaci generici SI o NO? Decisamente SI: perché rispondono a criteri di produzione secondo le buone regole della farmacopea e quindi sicuri ed affidabili;sono prodotti da aziende sottoposte a rigidi controlli e spesso sono le stesse aziende che producono il farmaco originario. SI perché il loro avvento ha consentito un risparmio per il Sistema Sanitario di circa il 55% sul costo originario e può consentire ulteriori e ben più consistenti risparmi se si pensa che la maggior parte dei farmaci oggi in uso in breve tempo avrà perso il brevetto,con tutto il vantaggio di avere a disposizione più risorse per terapie innovative e cure più efficaci. SI purchè siano effettivamente bioequivalenti fra loro per la sostituibilità e ponendo attenzione agli eccipienti in essi contenuti, eccipienti che del resto sono ben evidenziati nel foglietto illustrativo. SI con il suggerimento di assumere possibilmente sempre lo stesso farmaco genericato,una volta accertata la sua efficacia e tolleranza,per non assumere sostanze non bioequivalenti fra loro e con eccipienti tali da produrre possibili effetti non desiderati e per non ingenerare confusione,specie in persone anziane che spesso assumono più farmaci, per differenze di forma e di colore della confezione,per nomi diversi dal nome commerciale, per compresse che diventano capsule e viceversa,così da rappresentare seri problemi all’aderenza terapeutica e quindi alla salute dei pazienti. A meno che i criteri di sostituibilità non garantiscano una bioequivalenza accertata, gli eccipienti non possano indurre effetti indesiderati,(a quando un Orange book?) e vi sia una corretta informazione per una terapia efficace e sicura.
*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo
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Non racconterò mai gli affari miei ad uno sconosciuto!
Perchè è così difficile rivolgersi ad uno psicologo
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a società, la medicina e la scienza si sono psicologo è dovuto al pregiudizio che farlo adoperate da sempre per vincere, risol- significa “essere pazzi”. E poi ci sono i sentimenti di colpa e la ververe e ridurre al minimo tutto ciò che è malattia fisica: si ha male ad un dente? Si va gogna dovuti a retaggi secolari connessi alla dal dentista. Duole un ginocchio? Sentiamo sofferenza mentale. La sofferenza psicologica l’ortopedico. Non ci vedo più bene? Contat- diventa colpa della persona che ne soffre, ma tiamo un oculista. Ma ci sono un dolore ed anche della famiglia di cui fa parte. Nasce la paura dello stigma sociale: “biuna sofferenza invisibili, sottili e spesso inaspettati, che rimangono spesso nell’angolo, sogna” tenere nascosti i sintomi della “mavittime di pregiudizi, di stereotipi e perché no, lattia” così da non poter essere riconosciuti d’ignoranza… sono la malattia dell’anima e dalla società. In realtà, attraversare momenti di disagio della mente. Sono senz’altro capitati ad ognuno di capita a tutti, a volte fa parte della vita stessa e della crescita di noi dei periodi in cui ognuno di noi e non la sofferenza o dei diè affatto indice di una sagi hanno interferito sulla nostra vita, sulle Ci sono un dolore ed una malattia psicologica. attività quotidiane e sofferenza invisibili, sottili Molte persone vanno sulle nostre relazioni dallo psicologo perché con le persone che ci e spesso inaspettati, attraversano momenche rimangono spesso vittime di ti di stress, per procircondano. Tuttavia chiedere pregiudizi, di stereotipi blemi con il partner aiuto è una grande o per essere aiutati a fatica. superare un lutto o un Chiedere aiuto per molti significa am- avvenimento traumatico. mettere una certa “debolezza”, significa non In realtà decidere di andare dallo psicoessere capaci di farcela da soli e questo, per logo è un atteggiamento maturo, dato che una società come la nostra, è inconcepibile. lo psicologo altro non è che un professionista Spesso, non scegliere di andare da uno della mente, un medico dell’anima a tutti gli
effetti che, comprendendo il disagio psicologico e fornendo spiegazioni sul perché si sta vivendo una situazione di malessere, aiuta le persone ad uscire da situazioni in cui sono bloccate o a disagio, utilizzando oltre alla parola, delle tecniche adeguate. Non si tratta quindi di “sfogarsi”, come si farebbe con un amico o un familiare, ma di un vero e proprio percorso che porta al cambiamento e che vede la persona stessa attore principale di tale cambiamento. Con l’aiuto dello psicologo è la persona stessa a capire in che direzione andare e a fare le scelte migliori: non significa riconoscere che si è sbagliati, ma che le strategie messe in atto finora, per superare le difficoltà, non sono più sufficienti o adeguate e anzi, iniziano a limitare il benessere di vita. Laddove i comportamenti consueti falli-
Mal di schiena e le posizioni del sonno Come dormire evitando i dolori lombari e cervicali
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l riposo notturno è importante per il benessere della nostra schiena. Mentre si dorme, la muscolatura si rilassa e la pressione sulla colonna vertebrale si riduce, agevolando il passaggio del nutrimento dalle strutture vertebrali al disco intervertebrale, che ne risulta rigenerato. E’ vero che una delle prime cause del “mal di schiena” è legata al dormire male? “Dormire bene è essenziale per ridurre al minimo le condizioni che possono favorire la comparsa del dolore vertebrale. Il tratto cervicale e lombare della colonna vertebrale, assieme agli arti inferiori, sono i punti dove più spesso le persone accusano dolore”. Per evitare questo è fondamentale scegliere un “sistema letto” adatto alle nostre esigenze, dato cioè dalla giusta combinazione della rete ortopedica, un buon materasso ed un sano guanciale. In base alla posizione che si assume dormendo, possono derivare dolori diversi alla schiena? “Certo. Ad esempio per chi soffre di osteoartrite, problemi alla spina dorsale o alle anche, è consigliato dormire sul fianco. Questa posizione diminuisce la pressione esercitata sulla schiena, anche se al tempo stesso limita la circolazione nelle aree del corpo sui cui si concentra il
peso. Problema superabile scegliendo un materasso più morbido, che sia capace di ridurre i punti di pressione. La posizione prona può provocare pressione al collo e alla parte inferiore della schiena. In tal caso è preferibile, invece, un materasso più duro, magari con un cuscino sotto l’addome. Infine la posizione supina è ottima per chi soffre di dolori alla parte inferiore della colonna. Per diminuire l’eventuale pressione del nervo sciatico, si provi a posizionare un cuscino sotto le ginocchia”. Per dormire Il dr. Alessandro bene quali scelte Giraldo si devono fare? osteopato “Con gli attuali e fisioterapista materiali a disposizione sia per quanto riguarda le reti, sia per i materassi, ognuno di noi ha un’ampia possibilità di personalizzare il proprio riposo notturno. La rete, in particolare, è importante che offra un giusto mix tra rigidità e flessibilità, così da adattarsi ergonomicamente al peso e alla conformazione fisica della persona. La stessa cura va posta nella scelta del materasso, del cuscino e del rivestimento. Dott. Alessandro Giraldo - osteopato e fisioterapista - Dormiflex Via Brunacci, 10/C Marghera (ve) tel 041 922692 Tel. 39 041.57.30.800 - www.dormiflex.it
scono, i malesseri ad essi conseguenti possono, via via portare allo sviluppo di sintomi psicologici: difficoltà affettive e relazionali, ossessioni, fobie, scarsa autostima, incapacità di gestire la rabbia e tutto ciò, ridurre il nostro benessere psicologico.
Dott.ssa Alessia Marcato
Iniziamo quindi a prenderci davvero cura di noi in maniera totale e a riconoscere che: “sono venuto all’incontro con il dolore e la speranza… sono tornato con l’amore” (Cardinali F.)
Dr.ssa Alessia Marcato Psicologa-Psicoterapeuta specializzata in terapie di coppia, famigliari ed individuali ad indirizzo sistemico-relazionale Riceve su appuntamento presso Poliambulatorio Aquafit Via dei Soranzo, 4 Scorzè (VE) Tel: 041 – 5848500 aquafit@centroserviziannisereni.it www.poliambulatoriaquafit.it
Medicina fisica e riabilitazioni: strumentazioni ad alta tecnologia La presentazione della Fisioterapia in Uni-x medica
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er far fronte alla crescente richiesta di salute, UniX Medica offre un moderno servizio di medicina fisica e riabilitazione, dotato di strumentazioni ad alta tecnologia. Qui si svolgono anche la kinesiterapia attiva e passiva (ovvero la cura con il movimento passivo, assistito e attivo), e l’idrokinesiterapia. Il progetto riabilitativo, che mette al centro il paziente, è gestito in equipe dal medico specialista e dal fisioterapista. Sulla base della diagnosi medica viene formulato il percorso personalizzato di trattamento, il quale si svolge nelle diverse aree da cui è composto il reparto: 1. area box, per la prima fase antalgica ed antiinfiammatoria, dove si trovano le terapie strumentali, tra le quali spiccano, per risultati documentati da studi scientifici, il Laser Yag (Hiltherapia), ovvero laser ad alta potenza, la TECAR (trasferimento energetico capacitivo e resistivo), la Sit Therapy, ovvero veicolazione transdermica del farmaco antiinfiammatorio o del fitofarmaco e l’Ipertermia, ovvero terapia col calore; 2. palestra e piscina riabilitative, per la seconda fase, ossia di riattivazione articolare e muscolare della parte dolente e limitata, per ristabilire il gesto più funzionale possibile in base alla patologia del paziente. Ai principi di diagnosi e di cura, consoni alla me-
dicina, non bisogna tralasciare i principi di prevenzione: l’analisi dei gesti e delle posture che hanno contribuito a causare l’attuale limitazione/dolore sono valutati con il fisioterapista, con l’obiettivo di creare una progressione di esercizi utile alla correzione dei fattori lesivi stessi. Per esempio la riabilitazione del post operato, sia esso di arto inferiore, superiore o di colonna vertebrale, prevede, previa visita fisiatrica, l’inizio nei tempi indicati dal medico del trattamento strumentale antalgico, abbinato alla kinesi passiva ed attiva. Una La Dott.ssa riabilitazione precoPaola Sirena ce è fondamentale responsabile del servizio di per ridurre dolore e Fisioterapia rigidità articolari da immobilità, nonché riprendere rapidamente la funzione articolare e la muscolatura. Si ricordi, comunque, che il dolore è sempre un indicatore di qualche meccanismo disfunzionale che si è creato, e preso in esame nei modi e nei tempi adeguati si risolve meglio e con minor rischio di recidive. Dott.ssa Paola Sirena - Fisioterapia Piazza Dossetti 1, Piove di Sacco (Pd) www.unixpoliambulatorio.it Tel. 049 9708688
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Il Gioco del Mese
Anacronismi Trova gli 8 particolari che, logicamente, non hanno niente a che fare con questa vignetta.
RIDIAMOCI SU…
Soluzioni:
Barzellette rapide… • Come si può riconoscere il contadino che ha trovato il famoso ago nel pagliaio? Dal cerotto che ha attorno al dito! • Salve dottore, quanto costa estrarre un dente?” “100 euro se si procede con anestesia e 50 euro senza.” “Bene, allora facciamo senza anestesia!” “Complimenti signor Rossi, lei è davvero coraggioso!” “Non si confonda dottore, il dente se lo deve togliere mia moglie!” Donne… • Un gruppo di amiche a cena il momento del conto, come per miracolo, compare la calcolatrice; • In bagno una donna ha mediamente 285 oggetti che qualsiasi uomo non riuscirà ad identificare; • Una donna si veste bene per fare shopping ma anche per buttare la spazzatura, dare acqua alle piante e prendere la posta; • Una donna si preoccupa del futuro finché non trova un marito;
• Una donna sposa un uomo sperando che cambi… e lui non cambierà; Carabinieri... • Un ventriloquo, durante una festa paesana, racconta barzellette a ripetizione sui carabinieri. Nel divertimento generale, si avvicina un signore corrucciato che esclama: “Ora basta con queste barzellette sui carabinieri, noi dell’arma siamo persone serie, difendiamo i cittadini e rischiamo la vita tutti i giorni, per sole 1400 euro al mese!” Il ventriloquo dispiaciuto replica: “Bhe… mi scusi, non se ne abbia a male, ma le barzellette sui carabinieri sono un classico e fanno parte della nostra tradizione umoristica, niente di personale!” “Stia zitto lei e non si intrometta, sto parlando con il pupazzo!” Chuck Norris... • Chuck Norris ha la barba lunga, perché non esiste ancora una lama che la può tagliare. • Ad Heidi le caprette fanno ciao, a Chuck Norris rifanno il letto, stirano, spolverano e puliscono il water meglio della Luisa.
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ORIZZONTALI 1 In spalla agli studenti - 6 Il regista Ferrara - 7 Ritrovo - 8 Famoso gangster - 9 Associazione Temporanea di Imprese - 10 Vicenza - 11 Mammifero carnivoro - 13 Canto, lirica - 15 Nazioni Unite - 16 Napoli - 17 Vale per papera e per sciocca 18 Esercito italiano - 19 Nuovo... inglese VERTICALI 1 Crema liquorosa - 2 Priore - 3 Passato 4 Paesi Bassi - 5 Inclinata - 8 Approccio 12 Lampada - 14 Preposizione articolata • Chuck Norris non accende la luce, spegne il buio. • Quando Chuck Norris spegne il computer non arresta solo il sistema… riesce anche a fargli avere la pena di morte. • Alla Madonna è apparso Chuck Norris.
Ridiamoci su... • Dopo ore che facevamo l’amore le ho chiesto se era soddisfatta, mi ha risposto: “Perché, altrimenti vengo rimborsata?” •Vedendo un funerale un signore si ferma e va a vedere. A capo di una lunga fila di
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SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12 SIATE RAZIONALI
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DAL 22/12 AL 20/01 L’AMORE RALLENTA IL PASSO E SCRICCHIOLA UN POCHINO MA NON DATEVI PER VINTI, C’È TEMPO PER RICONQUISTARE CIÒ CHE AVETE PERDUTO. DAL PUNTO DI VISTA FISICO, NON ABUSATE DELLE VOSTRE FORZE E MONITORATE ALIMENTAZIONE E CICLI SONNO/VEGLIA
PERIODO POTRESTE RITROVARVI SOLITARI E SELETTIVI COME NON MAI. IL CONSIGLIO GIUSTO È DI LASCIARVI TRAVOLGERE DALLE NOVITÀ IN ARRIVO CHE PORTERANNO BELLE SORPRESE
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