4 minute read

Padova lo sport è per tutti: 19 piastre polivalenti in città”

Coinvolti tutti i quartieri con la realizzazione di nuove strutture: “Vogliamo permettere a tutti di poter giocare e allenarsi”

“Lo sport per tutti è sempre stata la mia linea guida nei due mandati di questa amministrazione”. Comincia da questa premessa il progetto dell’assessore allo Sport, Diego Bonavina, di portare lo sport nei quartieri, per giovani e anziani, per chi ha abilità particolari. “E’ il mio sesto anno da assessore allo sport – dice l’assessore –, e mi ha guidato la filosofia che lo sport deve essere accessibile a tutti, dev’essere soprattutto possibilmente libero e per far questo ho avviato una serie di iniziative che l’amministrazione comunale ha condiviso subito e che ci stanno guidando verso un miglioramento dell’offerta sportiva a Padova. In primis parlo della riqualificazione delle piastre pubbliche”.

Il progetto prevede la realizzazione di 19 piastre polivalenti in tutti i quartieri cittadini, compresa quella già realizzata in zona Borgomagno nell’area del murale dedicato a Kobe Bryant con un investimento complessivo di 950 mila euro.

Lo stile è quello di piazza De Gasperi, le cui immagini hanno fatto il giro di mezzo mondo. Alcune sono già esistenti e da riqualificare completamente, mentre altre saranno completamente nuove. All’Arcella, oltre a quella per Kobe Bryant, verranno messe a nuovo le due esistenti al parco Milcovich e un’altra a San Bellino. Poi altre piastre a Mortise, San Lazzaro, Camin, Santa Rita, Santa Croce, in via Tassoni alla Guizza ed una completamente nuova a Crocifisso.

A Voltabrusegana verrà ripristinata la piastra di via Decorati al valor civile, mentre a Palestro è già stata realizzata la prima piastra per il Baskin in via Dottesio. Poi il parco Brentelle, dove verranno completamente rifatti i campi da calcetto e da basket. E ancora via Chiesanuova, Cave ed una tra Montà e Ponterotto. Alcune di queste strutture saranno adeguate per ospitare il Baskin. “Di queste 19 piastre 5 ospiteranno anche il Baskin – annuncia l’assessore Bonavina –, di questo siamo felicissimi perché Padova è un laboratorio di questo sport: oggi contiamo 12 squadre in tutta Padova; questo è un grandissimo successo grazie a delle associazioni meravigliose

“Con il progetto Padova gioca, se una famiglia è al di sotto dell’Isee scolastico l’amministrazione comunale interviene” che si occupano di questo sport. Inoltre abbiamo ristrutturato 15 tecnostrutture, i famosi “palloni”, provvedendo alla coibentazione ottenendo un risparmio energetico dell’85%. Erano costi che i gestori poi scaricavano sulle famiglie e quindi sulla possibilità di fare sport. Se una volta si spendevano 10mila euro l’anno oggi se ne spendono 1500, tutto questo va a favore delle famiglie, e di ragazzi che frequentano quelle strutture”.

Infine il progetto “Padova gioca”: “Siamo alla terza edizione – spiega l’assessore allo Sport –. È un progetto per andare incontro alle famiglie che fanno fatica a mandare i propri figli a fare attività sportiva perché non sono in grado di pagare le quote di iscrizione. Con il progetto Padova gioca se una famiglia è al di sotto dell’Isee scolastico l’amministrazione comunale interviene e paga la quota del ragazzo e gli consente di fare attività sportiva come tutti gli altri”.

Diego Buonocore

Baskin, una “disciplina che non fa differenze”

Il baskin è uno sport inclusivo perché permette a tutti di giocare, non ci sono differenze di età, di sesso, di condizione fisica. Nel baskin sono le regole e gli ostacoli che si adattano alle persone. Ci sono zone protette e canestri laterali, ogni giocatore ha un ruolo definito e si scontra con avversari di pari capacità. Per alcuni giocatori interviene un tutor che accompagna il giocatore. Il baskin è uno sport inclusivo perché permette a tutti di giocare, non ci sono differenze di età, di sesso, di condizione fisica. Nel Baskin sono le regole e gli ostacoli che si adattano alle persone.

Ci sono zone protette e canestri laterali, ogni giocatore ha un ruolo definito e si scontra con avversari di pari capacità. Per alcuni giocatori quartiere Palestro. Uno spazio dedicato al gioco, senza necessità di prenotare. interviene un tutor che accompagna il giocatore. Ora Padova ha il suo campo di baskin pubblico, gratuito e all’aperto: è in via Dottesio,

Nelle foto, l’assessore Diego Bonavina, rendering della Piastra De Gasperi e Piastra Arcella.

Massimo Caiolo con l’associazione sportiva dilettantistica “Run e Jump”, ha portato questa disciplina a Padova 8 anni fa: “è un basket nato in una scuola media di Cremona – racconta – ed è un basket in cui vengono aggiunte 10 regole e due canestri in più e fa in modo di permettere di giocare a qualsiasi livello di capacità, chi è capace e chi non è capace, maschi e femmine, abili e portatori di handicap fisico o psichico. Non è un gioco per la disabilità, è un gioco per tutti”. (d.b.)

Consulta Centro: “Stop ai fonometri, ecco perché non funzionano con la movida”

Stop ai fonometri nelle zone della movida, almeno per ora. La Consulta centro aveva stanziato su richiesta dei residenti diecimila euro per l’acquisto delle colonnine, mentre all’amministrazione comunale spettava l’installazione. I due fonometri dovevano servire a misurare il chiasso, di sera, in alcune zone delle Piazze. All’incontro, che si è svolto presso la Consulta Centro, sono intervenuti l’assessore Andrea Ragona e il caposet- tore Laura Salvatore. Il Comune non può installare le colonnine, perché, ha spiegato la dottoressa Salvatore, “nel caso della movida non c’è unica sorgente e unico recettore di rumore. C’è una pluralità. Non ci sarebbe la possibilità di erogare sanzione ed il controllo sarebbe inutile, non porterebbe ad effetto sperato. Inoltre tecnicamente la proposta non è accoglibile perché la normativa è statale e non di competenza comunale; ci sono decreti che fissano modalità di taratura e calibratura degli apparecchi”.

“Il Comune fa un controllo di primo livello – ha spiegato il dottor Andrea Bertolo, dell’Arpav, agenzia regionale per l’ambiente –, successivamente Arpav fa la misurazione. È impossibile quando il rumore deriva da un insieme di fonti non identificabili. La legislazione in questo senso è così. Bisogna pensare ad un modus operandi diverso”. (d.b.)

Appuntamenti. Dal 5 luglio al 3 settembre un’esperienza unica per riscoprire

This article is from: