laPiazza di Padova - Agosto 2024

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Commercio tra costi e burocrazia

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

E’ ancora estate, c’è ancora voglia e spazio per godersi qualche giornata di relax, concedersi delle parentesi di svago e riposo. Ma in queste settimane c’è anche chi ha lavorato senza sosta nel condurre la propria attività commerciale, in particolare proprio nei luoghi a più elevata presenza turistica, dove il “chiuso per ferie” è rimandato ad altri periodi dell’anno. Per i commercianti veneti, in particolare, questa estate ha portato una novità che vorrebbe essere un aiuto alla categoria alle prese ormai da anni con spese in costante aumento, conti che non tornano, le incertezze del mercato e altre difficoltà. Si tratta del nuovo “codice del commercio”, messo a punto dalla giunta regionale del Veneto con l’intenzione di semplificare il carico di burocrazia per il commercio al dettaglio e all’ingrosso, ma anche quello su area pubblica e altre tipologie coma la vendita della stampa e la distribuzione di carburante. Uno degli obiettivi dichiarati è la tutela del “commercio di prossimità”, di quella rete di negozi e botteghe che oltretutto tengono anche in vita i nostri centri storici, piccoli e grandi, a fornire un servizio utile, a mantenere un presidio nelle aree urbane e nei quartieri. Una risorsa da valorizzare, dunque.

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di Padova

“PADOVA MERITA

DI PIÙ PER ATTRARRE RISORSE E OFFRIRE GRANDI SERVIZI”

Ospiti di “Un Caffè con la Piazza” i consiglieri

Davide Meneghini ed Elena Cappellini, per parlare del presente e del futuro della Città del Santo

Servizi alle pagg. 6 e 7

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NListe d’attesa, i risultati di un lavoro importante

Luca Zaia Governatore Regione Veneto

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La città che cambia

DONAZZAN E MORETTI, DUE VENETE IN EUROPA

Un debutto e una riconferma dopo aver fatto il pieno di voti, guardando anche alle regionali 2025

Servizio a pag. 19 e 20

IL TURISMO FA OTTIMI NUMERI, BOOM DA OLTRE CONFINE

L’analisi di Confartigianato

Imprese Veneto: “Veneto principale regione turistica”

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el corso di poco più di un anno, a partire dal 2023, abbiamo compiuto significativi progressi nella riduzione delle liste d’attesa sanitarie in Veneto. Grazie all’impegno congiunto di tutto il personale sanitario, le prestazioni di classe B, che richiedono interventi entro 10 giorni, sono state completamente azzerate, passando da 502 a zero.

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Servizio a pag. 22

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Tutte le grandi città italiane stanno patendo fenomeni di difficoltà di accesso alla casa soprattutto e a pagare il prezzo più alto, in questo senso, sono le fasce più deboli della popolazione e, tra queste, i giovani. Padova non fa assolutamente eccezione. Già nei mesi scorsi abbiamo raccontato le numerose iniziative poste in essere dall’Amministrazione Giordani per provare a invertire, o quantomeno a calmierare, questa tendenza. Oggi a garantire un’importante risposta è Ater, l’azienda regionale che gestisce una parte importante del patrimonio immobiliare pubblico grazie a un investimento di circa 10milioni di euro dedicato, interamente, alla manutenzione degli immobili. Del resto il paradosso che si vive qui come altrove è che gli appartamenti ci sarebbero anche ma non finiscono tutti nelle liste di quelli assegnabili proprio perché si fatica sempre a reperire le risorse necessarie per restaurarli e renderli, dunque, disponibili.

Nello specifico l’intervento di Ater renderà, nel breve periodo, abitabili 237 alloggi: un investimento decisamente importante reso possibile anche grazie l’alienazione di immobili di pregio, degli appartamenti più vecchi e da fondi pubblici derivanti da bandi.

Un meccanismo virtuoso che continuerà anche nei prossimi anni: Ater, infatti, fa sapere di aver già previsto la vendita di ulteriori 400 appartamenti che contribuiranno al finanziamento del restauro di altri 500 alloggi per i quali è già pronto un programma di recupero.

Liste d’attesa, i risultati di un lavoro importante

Luca Zaia Governatore Regione Veneto

Questo risultato è stato possibile grazie a una gestione attenta delle risorse e a un’efficace prioritarizzazione dei casi urgenti. Per quanto riguarda le prestazioni di classe D, con un tempo massimo di attesa di 30 giorni, abbiamo ridotto il numero di pazienti in lista del 83%, passando da 82.811 a 13.913. Questo è stato ottenuto estendendo gli orari di attività e rafforzando la collaborazione con le strutture sanitarie private accreditate. Le prestazioni di classe P, con attese previste tra 60 e 90 giorni, hanno visto una riduzione del 62%, scendendo da 74.489 a 28.317. Questi miglioramenti, nonostante la carenza di medici, sono stati raggiunti grazie all’implementazione di tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale, che hanno ottimizzato la gestione degli appuntamenti e il flusso dei pazienti.

Voglio esprimere anche su La Piazza ringraziamento a tutti i professionisti della sanità, alle istituzioni e ai sindacati, a tutti coloro che, con grande senso del dovere, hanno contribuito a questi risultati a favore dei pazienti. Il loro impegno e la loro dedizione sono stati fondamentali. Un ringraziamento speciale va anche a tutti i cittadini veneti che ci incoraggiano a proseguire su questa strada. Insieme, continueremo a lavorare per un sistema sanitario sempre più efficiente e al servizio di tutti.

Commercio tra costi e burocrazia

Una risposta concreta all’emergenza abitativa in città

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Meno “carte” per i negozianti ma anche più risorse per continuare con l’esperienza positiva dei distretti del commercio e delle botteghe storiche, attive da più di quarant’anni. Insieme ad altre misure e semplificazioni, compresa una normativa un po’ più snella, la Regione punta ad agevolare le attività. Negli ultimi dieci anni, ricorda l’assessore al commercio Roberto Marcato, il Veneto ha destinato ai commercianti oltre 56 milioni di euro, somma che ha generato investimenti per un valore doppi, oltre 100 milioni. Certo che proprio i commercianti, sul fronte delle spese, sono una delle categorie più tartassate, alle prese da anni con i continui rincari delle bollette energetiche, dei rifornimenti, dei servizi e in genere di tutte le voci che compongono le uscite di un’attività commerciale. Così in molti decidono di chiudere. Ma proprio per evitare questo fenomeno i negozianti non vanno lasciati soli.

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Gli appuntamenti. Dopo l’enorme

successo della mostra dedicata a Monet

Autunno ricco di esposizioni d’eccellenza: in arrivo Kounellis e anche Disney

Boom di turisti a Padova tra aprile e giugno, la Città del Santo si riconferma meta apprezzata con il numero dei visitaroi in crescita: merito anche del riconoscimento Urbs Picta

Anche d’estate Padova si conferma una meta turistica molto scelta. Si conferma in crescita il numero dei visitatori che scelgono Padova come metà per soggiorni brevi e città d’arte da scoprire. Una spinta che arriva dal riconoscimento Unesco dell’Urbs Picta ma anche da grandi mostre. Straordinario successo per la grande mostra dedicata a Monet che ha chiuso con oltre 180mila visitatori. I 60 capolavori dell’artista impressionista, tra cui glicini e ninfee, ponti giapponesi, iris e paesaggi londinesi, tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, hanno emozionato in questi mesi migliaia di visitatori. Le lunghissime e incessanti code non sono certo passate inosservate. Tra i visitatori anche 400 le scolaresche provenienti da tutta Italia per un totale di circa 10mila alunni; 1700 i gruppi prenotati, provenienti da ogni zona d’Italia (75%) e dall’estero (25%) e oltre 2mila visite guidate. “Numeri che mostrano ancora una volta come avere una strategia ben chiara premia – ha commentato l’assessore alla cultura, Andrea Colasio –. Abbiamo investito sul San Gaetano per la valorizzazione culturale

e la promozione turistica e questa mostra ci conferma come l’aver allestito questo spazio per le grandi mostre internazionali ha portato Padova ad essere una delle città più dinamiche a Nord Est per quanto riguarda questi eventi”.

E i dati lo confermano. La Città sta emergendo come destinazione turistica di rilievo internazionale. I dati rilevati nel primo semestre dell’anno attestano che il turismo nella città veneta ha registrato un incremento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2023. Una crescita particolarmente evidente nel numero di pernottamenti. Le rilevazioni ottenute mediante il sistema “conta-turisti”, sviluppato da Aps Holding e basato sulle celle telefoniche, confermano questa tendenza positiva. Rispetto all’anno precedente, si è registrato un aumento del 30% delle presenze dall’Europa e un raddoppio delle visite da Paesi extraeuropei. Tra le nazionalità più numerose spiccano proprio i polacchi, con circa 70.000 visitatori che hanno scelto Padova come meta del loro viaggio. “Padova raggiungerà il traguardo di 2 milioni di presenze entro la fine del mandato – promette l’assessore Colasio –.

C’è una realtà molto variegata e l’aumento del reddito nell’Europa dell’Est ci pone come porta d’ingresso dell’Italia per numerosi turisti provenienti da questi paesi. Tra turismo, affari e congressi, Padova è in crescita: il dato principale evidenzia questa tendenza ormai consolidata. I dati mostrano che, nonostante le previsioni pessimistiche, c’è una grande soddisfazione che si traduce in un significativo indotto per alberghi, ristoranti e negozi”. Non si ferma la programmazione delle grandi mostre promosse dall’amministrazione in programma nei prossimi mesi. Per la prima volta in Italia un nucleo di 100 opere su carta – tra disegni, schizzi, gouache e progetti – di Jannis Kounellis sarà allestito, dal 27 luglio, al Museo degli

Eremitani. L’esposizione “La Stanza Vede. Disegni 1973-1990” indaga, il ruolo centrale del disegno nella pratica artistica del pittore e scultore greco naturalizzato italiano, esponente di primo piano di quella che il critico Germano Celant ha definito Arte povera. Il disegno è da considerarsi come parte integrante del processo creativo di Kounellis. Il nucleo di opere su carta presenta diverse sezioni tematiche, tra cui: progetti preparatori di opere, bozzetti di allestimenti, rappresentazioni di figure femminili, volti. In altri casi il tratteggio leggero o la linea nervosa raccontano di un immaginario fatto di paesaggi industriali attraversati da treni e ciminiere fumanti sorvolate da angeli. Per gli appassionati del mondo Disney da ottobre

arriva al Centro Culturale San Gaetano “Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo”, la mostra che racconta al pubblico questo processo creativo. L’esposizione racconta la storia del pioniere nell’arte dell’animazione e i suoi personaggi più celebri a grandi e bambini. Il suo innovativo approccio creativo allo storytelling ha creato alcuni dei film più belli e famosi del Ventesimo Secolo, tra cui Biancaneve e i Sette Nani, Pinocchio e Fantasia. La mostra presenta preziose opere originali provenienti dagli Archivi Disney di questi immortali lungometraggi e di altri celebri film. Non è ancora terminata l’estate e già si preannuncia un autunno ricco di iniziative ed eventi che animeranno la città.

Sara Busato

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Un’opera di Jannis Kounellis e l’assessore alla Cultura, Andrea Colasio
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Lista Peghin Sindaco. Davide Meneghini guarda a sicurezza dei quartieri, sostenibilità ed eventi

“Servono collaborazione e strategia per lo sviluppo della nostra città”

Un tour nei quartieri più critici della città ha portato Davide Meneghini, consigliere in lista Peghin, a toccare con mano le problematiche legate alla sicurezza. Stazione, via Cairoli, piazza Salvemini e il cavalcavia Borgomagno sono da tempo nel mirino per lo spaccio e le risse tra giovani. “La sicurezza è una priorità per me – commenta il consigliere, sottolineando la necessità di interventi mirati per migliorare la qualità della vita nei quartieri –. Queste zone sono da troppo tempo ghettizzate, con comportamenti che si ripetono nel tempo. È difficile uscire da questa situazione. Nonostante l’impegno profuso negli ultimi vent’anni, la situazione non sembra essere migliorata in modo significativo. Anche la recente nomina di un assessore dedicato all’Arcella non ha portato i risultati sperati”. Non tutti i quartieri vivono le stesse opportunità e la stessa sicurezza. “Continuerò a girare nei quartieri per conoscere da dove

nascono le problematiche e le difficoltà – conclude Meneghini –. Conoscere è uno strumento utile per aiutare anche l’amministrazione e le autorità a servire al meglio la nostra città”.

L’attenzione poi passa alla sostenibilità e su come l’amministrazione non tenga conto di piccole azioni e pensi solo a macro-progetti. “Bene gli studentati a basso impatto ambientale, ma quello che manca sono azioni concrete che riguardano la quotidianità dei cittadini – ribatte l’esponente della lista Peghin –. Per fare un semplice esempio, in campagna elettorale si parlava di ampliare la rete di casette che distribuiscono l’acqua filtrata nei quartieri (al momento solo alla Guizza e a Mortise). Progetto naufragato e mai tenuto in considerazione. Darebbe invece la possibilità ai cittadini di soffermarsi su tematiche ambientali e di bere acqua senza comprare bottiglie di plastica”.

L’esponente dell’opposizioneevidenzia come queste pic-

cole iniziative possano avere un grande impatto sulla vita quotidiana dei residenti e sull’ambiente. “La diffusione delle casette dell’acqua è una soluzione pratica ed efficace per ridurre l’uso della plastica e promuovere comportamenti sostenibili. Questi progetti dimostrano che l’attenzione all’ambiente non si limita solo a grandi infrastrutture, ma partire da piccoli gesti quotidiani che coinvolgono direttamente i cittadini”.

Il consigliere non nasconde le sue capacità comunicative e di marketing e va dritto al punto.

“L’attrattività di una città è un fattore cruciale per il suo sviluppo economico, sociale e culturale. Questa determina non solo la capacità di attrarre turisti, ma anche di trattenere e attirare nuovi residenti, talenti, imprese e investimenti. Padova ha bisogno di alzare la sua attrattività e il target di livello ospitando artisti e musicisti di rilievo. Mi piacerebbe vedere manifestazioni di respiro internazionale e

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In conclusione, il consigliere ribadisce l’importanza di un approccio integrato per elevare l’attrattività di Padova. “Non si tratta solo di ospitare eventi di grande richiamo, ma anche di migliorare i servizi e la qualità della vita in generale. Solo con una visione strategica e una collaborazione tra amministrazioni, imprese e cittadini, Padova potrà diventare un punto di riferimento culturale e artistico a livello internazionale”. (s.b.) La città che cambia

nazionale, eventi che mettano Padova sotto i riflettori e attraggano un pubblico variegato”. Il consigliere sottolinea come eventi culturali di alto livello possano fungere da catalizzatore per un rinnovato interesse verso la città. “Immaginate un festival musicale come lo era stato il Festival Bar in Prato della Valle che attirava artisti di fama mondiale e appassionati da ogni parte del paese. Eventi non solo arricchirebbero l’offerta culturale della città, ma creerebbero anche un effetto positivo su ristoranti, hotel e altre attività

locali, stimolando l’economia e migliorando la qualità della vita dei residenti”.

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Il consigliere comunale capogruppo della lista Francesco Peghin Sindaco, Davide Meneghini

La città che cambia

Fratelli d’Italia. Elena Cappellini fa il punto sui temi del tram e del turismo

“È il momento di chiudere il libro dei sogni e lavorare con concretezza”

“Questa amministrazione deve iniziare a chiudere il libro dei sogni e concentrarsi sulla concretezza, poiché sembra continuamente deragliare”. Con queste parole, il consigliere di opposizione Elena Cappellini attacca la gestione del progetto di ammodernamento del trasporto pubblico cittadino, sollecitando maggiore trasparenza. Nello specifico punta il dito sulla scelta del tram e sui disagi che sta provocando a tutta la città. C’è da dire che da un recente sondaggio a cui sono stati sottoposti alcuni cittadini, a cui è stato chiesto esprimere la propria opinione sul tram, il 76% dei padovani pensa che sia giusto sostenere un disagio presente per un vantaggio futuro e il 69% vede di buon occhio le nuove linee. In particolare, il consigliere esprime forti perplessità sull’acquisto dei 26 nuovi tram, già parzialmente pagati con una somma di 50 milioni di euro.

In particolare, i dubbi arrivano dopo l’ultimo sopralluogo al capolinea della Guizza. “Credo sia già una somma consistente – ha commentato Cappellini –affinché i padovani, i nostri concittadini contribuenti, abbiano risposte puntuali, trasparenti e dettagliate”. Inoltre, il consigliere sottolinea la preoccupante situazione del vagone PS 06, attualmente fermo al capolinea della Guizza e utilizzato come fonte di ricambi per gli altri tram. Circostanza che sollevato dubbi sulla disponibilità di pezzi di ricambio per i futuri vagoni e sulla sostenibilità a lungo termine di questa soluzione. “Chiederò di organizzare una visita presso la sede produttiva in Francia per verificare lo stato di avanzamento dei lavori”.

Inoltre, Cappellini ha espresso preoccupazione per la disponibilità dei pezzi di ricambio, alla luce dei frequenti guasti riscontrati su alcuni dei tram già in ser-

vizio. Nell’ultimo consiglio comunale si è rivolta all’assessore Ragona per avere chiarimenti sull’esistenza di un piano di reperimento dei ricambi per i nuovi mezzi, sottolineando come una carenza in questo ambito possa compromettere l’efficienza del servizio.

Una risposta dell’assessore che non convince il consigliere. La richiesta di maggiore chiarezza e l’invito a una gestione più concreta e trasparente della situazione, ribaditi da Cappellini, evidenzia come siano ancora numerosi i dubbi, per la minoranza del parlamentino padovano, sulla tempistica di consegna dei nuovi mezzi, nonostante una parte del finanziamento sia già stato stanziato.

Voltiamo pagina e parlando di attrattività di Padova come destinazione turistica di rilievo internazionale, dati rilevati nel primo semestre dell’anno attestano che il turismo nella città veneta registra un incremento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2023. Una crescita particolarmente evidente nel numero di pernottamenti. Rispetto all’anno precedente, si registra un aumento del 30% delle presenze dall’Europa e un raddoppio delle visite da Paesi extraeuropei. Ma sull’attrattività della città del Santo, l’esponente di fratelli d’Italia è critica nei confronti dell’amministrazione che non riesce a mostrare oe

promuovere adeguatamente le sue eccellenze e le sue opportunità, nonostante i successi ottenuti e il suo patrimonio artistico e culturale.

“Padova ha un potenziale incredibile. Amo davvero Padova, non solo come spesso ripetuto da Giordani – continua il consigliere Cappellini –. Amo la città per il suo patrimonio artistico e culturale e per la possibilità di raggiungere importanti traguardi, come il titolo di capitale dello sport e altre iniziative che hanno portato Padova sotto i riflettori come città di successo. È un peccato che non presenti i biglietti da visita che meriterebbe”.

Il consigliere di minoranza guarda dritto e pensa alle nuove progettualità per i cittadini. E dal cilindro esce la carta dei sogni di una città diversa. “Desidero una Padova che non sia subalterna ad altre scelte, né in termini politici né amministrativi. Deve tornare a essere quella capitale del Nord-Est dinamica dal punto di vista economico e capace di attrarre risorse, offrendo servizi di alto livello – conclude Elena Cappellini –. Credo sia necessario elevare il target dell’offerta culturale, formativa e delle iniziative cittadine, affinché una nuova amministrazione possa creare quell’indotto che commercianti e attività locali auspicano”.

La consigliera di minoranza attacca la gestione del progetto di ammodernamento del trasporto pubblico cittadino, sollecitando maggiore trasparenza

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Elena Cappellini, consigliere comunale di Fratelli d’Italia
Gli

interventi. Un ventina le vie interessate, avanti con i lavori fino in autunno

Piano straordinario di manutenzione: 4 milioni per strade e marciapiedi

Il Comune di Padova ha approvato un piano straordinario di quasi cinque milioni di euro per la manutenzione di strade e marciapiedi. Sono stati stanziati 4 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai 900mila euro già stanziati nel Bilancio approvato ad inizio anno. Alcuni primi interventi sono già iniziati, finanziati con le prime risorse stanziate, e riguardano una ventina di strade, tra cui la tangenziale Est e le bretelle, via Bembo, via Sorio, viale della Navigazione Interna, via Cavallotti, Piazzale Santa Croce, via Cavallotti, via Chopin, via Asiago, via Ca’ Manzoni, via Tre Ponti, via Col de Rosso, via Fornaci. Sono interventi che si concentrano in modo particolare nei quartieri: dalle manutenzioni dipende la sicurezza delle strade e l’accessibilità di marciapiedi e percorsi ciclabili. Questi lavori proseguiranno fino all’autunno. Si fermeranno in inverno, momento in cui per via delle basse temperature non si interviene sugli asfalti, e riprenderanno con la primavera. Nel frattempo l’amministrazione comunale definirà nel dettaglio il piano di investimenti per i 4 milioni stanziati, dal momento che serve fare un’attenta valutazione sulla base delle necessità determinate dalle piogge e dalle gelate invernali. Una parte di queste risorse riguardano anche l’eliminazione delle barriere architettoniche per una città sempre più inclusiva e accessibile. Nel pacchetto varato viene inoltre dedicata un’importante somma anche alla pulizia e manutenzione delle caditoie.

“Siamo consapevoli che c’è una situazione importante da recuperare che è stata aggravata da diversi fattori, ad esempio le abbondanti piogge degli ultimi mesi che hanno deteriorato le strade e hanno ritardato la programmazione dei nostri interventi”, ha dichiarato il vicesindaco Andrea Micalizzi. “Ha pesato molto anche la situazione di ristrettezze economiche, a causa dei tagli del Governo agli Enti Locali, che sta gravando su tutti i Comuni italiani.

Negli ultimi tre mesi sono arrivate oltre 700 segnalazioni al Pronto Intervento Manuten-

zioni, e voglio ringraziare tutte le persone che puntualmente ci evidenziano situazioni critiche, perchè ci aiutano ad orientarci nella definizione delle priorità. Proprio sulla base di queste segnalazioni definiremo il piano della prossima primavera, di cui ho già discusso anche con i presidenti delle Consulte di Quartiere”.

Il caso a Granze di Camin: da 34 anni i residenti chiedono di sistemare le buche in strada

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Da 34 lunghi anni una decina di famiglie di via Lungargine Donati, a Granze di Camin, chiede la sistemazione definitiva della strada martoriata da buche profonde e pericolose. La prima segnalazione al Comune di Padova risale al febbraio 1990 e da allora i residenti, almeno una trentina, continuano a chiedere un intervento risolutivo.

via Papa Giovanni XXIII, 16/18 | 35020 Ponte San Nicolò (PD) spi.pontesn@cgilpadova.it

Lega Padova Quartiere 1/5 (Padova Centro, Sacra Famiglia, Mandria) via Riello, 4 | 35122 Padova spi.padova1@cgilpadova.it

Lega Padova Quartiere 4 (Santa Croce, Bassanello, Voltabarozzo) via Guizza, 101 | 35125 Padova spi.padova4@cgilpadova.it

via della Provvidenza, 41/B | 35030 Sarmeola di Rubano (PD) spi.rubano@cgilpadova.it

Lega Padova Quartiere 2 (Arcella, San Carlo) via Callegari 14/A | 35133 Padova spi.sancarlo@cgilpadova.it

Lega Padova Quartiere 6 (Chiesanuova, Brusegana, Sacro Cuore) via Edison, 5 | 35136 Padova spi.padova6@cgilpadova.it

vicolo Trieste, 1 | 35020 Albignasego (PD) spi.albignasego@cgilpadova.it

Lega Padova Quartiere 3 (Forcellini, Ponte di Brenta, Mortise) via Prosdocimi, 10 | 35128 Padova spi.padova3@cgilpadova.it

Lega Cadoneghe via G. Franco, 2 | 35010 Cadoneghe (PD) spi.cadoneghe@cgilpadova.it

“Finora invece le riparazioni sono sempre state provvisorie - ricorda Giorgio Rampazzo che da decenni si fa portavoce dei cittadini - e il beneficio è stato di breve durata. Gli ultimi lavori dello scorso giugno sono già da rifare perché le buche si sono riaperte e la strada è di nuovo dissestata, pericolosa per auto, ma anche per le moto e le biciclette. Ci chiediamo se vale effettivamente la pena sostenere costi episodici e sporadici per avere due mesi, quando va bene, di strada sistemata e altri dieci con le buche sempre più profonde. Le auto danneggiate, anche seriamente, non si contano e il rischio di incidenti è molto alto. C’è un tratto sperimentale di asfalto antipolvere ma anche quello ormai è rovinato e da rifare”.

L’unica soluzione definitiva per i residenti è l’asfaltatura completa della strada: “comporterebbe meno spese rispetto ad un lavoro discontinuo di manutenzione, che non ha mai permesso di risolvere il problema alla radice. Abbiamo inviato petizioni, chiamato il servizio manutenzione strade, scritto mail e di recente segnalato anche con l’app “Padova Partecipa”, le abbiamo provate tutte in questi 34 anni ma siamo ancora alle prese con il problema. Anche le ambulanze hanno difficoltà a passare e soccorrere gli ammalati. I nostri amici, poi, non frequentano più le nostre case perché temono di danneggiare le loro auto”. (d.b.)

Una delle numerose buche lungo via Lungargine Donati a Granze di Camin

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Città dello sport

I progetti. Massima attenzione al rifacimento e alla riqualificazione di numerose strutture, che

Bonavina: “Renderemo Padova una

Tantissimi i lavori in tutti i quartieri

“Un filone di intervento che mi preme sottolineare è quello del sostegno e dell’educazione allo sport. Procede, infatti, il progetto Padova Gioca che da 4 anni consente alle famiglie più in difficoltà di rivolgersi al Comune che interviene direttamente con il pagamento del 50% della quota di iscrizione del figlio alle associazioni sportive”

“Nelle difficoltà economiche di bilancio, a Padova abbiamo realizzato un sacco di cose; quando andremo a regime con la palestra al Pala Kioene, la palestra di Voltabarozzo e i 2 palazzetti all’Euganeo, per esempio, tutte le associazioni sportive ne trarranno vantaggio, perchè troveranno spazi nelle attuali palestre comunali che sono oggi in over booking. La grande intuizione è stata quella di investire sull’efficientamento dei tendoni, sulla nuova impiantistica a led e sulle piastre andando incontro alle esigenze delle associazioni sportive per la riduzione dei costi e riuscendo in questo modo a calmierare gli aumenti delle quote di iscrizione che a Padova, fino ad oggi, sono rimaste pressoché invariate grazie proprio a questi interventi”. Così l’assessore allo Sport, Diego Bonavina, introduce la “ricognizione” dei progetti legati all’impiantistica sportiva in corso.

L’assessore ci tiene a sottolineare essenzialmente due elementi. Il primo è che gli interventi in corso riguardano tanto lo sport professionistico quanto quello dilettantistico e quello “libero” grazie al quale ciascuno può trovare infrastrutture utili al proprio allenamento personale o al

proprio hobby. Il secondo è che attraverso l’impiantistica sportiva si rivitalizzano interi pezzi di città strappandoli a condizioni di scarsa frequentazione che potrebbero, altrimenti, introdurre elementi di degrado.

“Un altro filone di intervento che mi preme sottolineare – conclude Bonavina – è quello del sostegno e dell’educazione allo sport. Procede, infatti, il progetto Padova Gioca che da 4 anni consente alle famiglie più in difficoltà di rivolgersi al Comune che interviene direttamente con il pagamento del 50% della quota di iscrizione del figlio alle associazioni sportive. Questo progetto, unito all’altro denominato Primo Sport (in attesa che anche in Italia, ultima in Europa, entri stabilmente l’insegnante curricolare di educazione motoria nelle scuole primarie, il Comune di Padova, in collaborazione con il Coni, da anni investe 170000 euro all’anno per pagare docenti di educazione motoria per l’avviamento allo sport in orario scolastico), rendono Padova una città all’avanguardia sportiva di cui credo tutta la comunità possa sentirsi orgogliosa”.

I PRINCIPALI INTERVENTI Realizzazione Skatepark.

Impianto sportivo Plebiscito, dopo 30 anni di attesa, Padova torna ad avere una pista di skate. Percorso condiviso tra Assessore Bonavina ed un gruppo di skaters che hanno raccolto oltre 3000 firme per poter finalmente riavere a Padova una pista regolare. I giovani si trovavano spesso in Piazza Zanellato, senza sicurezza e con spesso disturbi alla quiete pubblica. Il nuovo impianto, adatto a grandi e piccini, è aperto al pubblico gratuitamente, illuminato e vede oggi intere famiglie ritrovarsi ad ogni ora per divertirsi ed allenarsi assieme.

Progetti PNRR. Il Comune di Padova ha ottenuto l’accreditamento per 2 cluster, il primo per 3.600.000 euro per il recupero di aree urbane attraverso la realizzazione o la rigenerazione di impianti sportivi o di cittadelle dello sport ed il secondo per 2.900.000 euro per la rigenerazione di impianti esistenti finalizzati all’efficientamento di strutture esistenti.

Per il primo cluster l’intervento verrà fatto sull’impianto di rugby del Valsugana che verrà quindi completamente finito con la costruzione di un nuovo stadio con tribuna da 800 posti coperta e la realizzazione di un nuovo campo da allenamento in erba sintetica. Verrà inoltre

anche realizzato un campo da allenamento in erba sintetica anche a disposizione del Valsugana Calcio. In questo modo, verrà quindi completata la cittadella del rugby, in particolare di quello femminile, realtà di cui il Valsugana è leader in Italia. Il secondo cluster è stato dedicato all’efficientamento energetico del Pala Kioene , che vedrà anche la costruzione di una nuova palestra da allenamento adiacente all’attuale palazzetto. Termi-

ne previsto come da progetti PNRR giugno 2026. In fase di completamento anche il rifacimento della pista di atletica leggera del Franceschini a Voltabarozzo , intervento che si era reso improrogabile grazie allo straordinario successo della nostra atletica italiana, in particolare delle Fiamme Oro (che hanno sede qui a Padova). A settembre lavori dovrebbero essere finiti. Investimento di 800.000 euro con fondi concessi dalla

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Provincia di Padova

Città dello sport

all’avanguardia sportiva”

e per tutte le discipline

L’assessore allo Sport,

Fondazione cassa di risparmio per il cambio di tutta l’illuminazione degli impianti sportivi comunali di Padova, sia outdoor che indoor. Un intervento particolarmente significativo perché va verso il risparmio energetico (con auspicati sgravi verso le famiglie degli atleti che frequentano gli impianti) e diminuisce l’inquinamento luminoso. Lavori dovrebbero partire a settembre, primo intervento già eseguito Pala Kioene.

Rifacimento piastre pubbliche aperte gratuitamente al pubblico. Dopo le esperienze della piastra di Piazza de Gasperi e quella di “Kobe Bryant” in via 3 Venezie all’Arcella, saranno investiti oltre 500.000 euro in questo progetto di riqualificazione di zone degradate che da un lato porterà maggiore sicurezza grazie al recupero di questi luoghi e dall’altro aumenterà l’offerta di gioco libero e per tutti per le famiglie. Già fatti: piastra di Camin, piastra di Via Dottesio, piastra per basket e campo da calcio a 5 in erba artificiale al Brentella. Stesso intervento già eseguito anche in Via del Commissario. Piastra già realizzata anche alla Madonna Pellegrina. A breve inizieranno i lavori di riqualificazione delle seguenti piastre: Via Scaligero (Chiesanuova), Via Sonnino (San Lazzaro),

Via Bajardi (Mortise), Voltabrusegana, 2 piastre al Parco Milcovich, una in via Tassoni alla Guizza e ultima piastra anche a Ponte di Brenta, di fianco alla palestra Luisari. Sono in corso di completamento anche i lavori all’impianto della Luisari a Ponte di Brenta , dove, oltre alla Piastra di cui sopra, stiamo realizzando i nuovi spogliatoi al servizio della palestra, del campo da calcio e della nuova arcostruttura che è stata coibentate, ultima delle 12 fatte in questi anni a

Padova. La coibentazione di fatto ha trasformato i tendoni pressostatici in vere e proprie palestre con un migliore efficientamento energetico che comporta una riduzione dei costi delle bollette dell’energie di oltre l’80% rispetto a prima.

Praticamente finito il completamento del Palaghiaccio all’impianto sportivo del Plebiscito, uno stadio del ghiaccio tra i migliori in pianura: mancava la tribuna che è stata realizzata al secondo piano rispetto al piano ghiaccio. Prossimamente, verrà approvata dalla Giunta anche il progetto esecutivo della nuova palestra a Voltabarozzo che da decenni lamentava il fatto di essere l’unico quartiere senza un impianto simile.

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Già finito e consegnato il nuovo campo in erba sintetica di ultima generazione alla Sacra Famiglia . Prossimamente si avvieranno i lavori per fare il manto al Brentella ed al Vermigli (dopo 15 anni dalla realizzazione, i campi in erba sintetica devono essere rifatti) ma l’amministrazione ha già in mente di implementare tali strutture in tutta Padova, tipo a Brusegana, Ponterotto ed altri. È in fase di riqualificazione lo stadio Appiani; stombinamento dell’Alicorno, abbattimento della gradinata est che era fatiscente e pericolosa oltre ad essere inagibile, costruzione di nuovo terrapieno con 200 posti a sedere lato campo. L’Appiani, continuerà ad essere utilizzato dal settore giovanile del Calcio Padova, oltre ad ospitare partite di campionati amatoriali e di terza e seconda categoria.

Euganeo. Via libera ai lavori per finire la curva sud dell’Euganeo che sarà quindi finalmente agibile e verranno portati al grezzo i 2 palazzetti retrostanti, di cui uno verrà destinato al basket ed uno polivalente. Servirà un altro progetto e quindi un’altra gara per il completamento dei palazzetti.

Giuseppe Gambardella

Diego Bonavina, e il rendering del campo del Valsugana Rugby

Il dato 2024. Per il Censis le performance dell’ateneo patavino sono da primo posto

Unipd in vetta alle classifiche, ma preoccupano le borse di studio

Mercoledì 24 luglio il Censis ha pubblicato la classifica 2024 delle università italiane, fornendo una panoramica dettagliata delle performance degli atenei italiani suddivisi in quattro categorie: mega atenei (oltre 40.000 iscritti), grandi atenei (da 20.000 a 40.000 iscritti), medi atenei (da 10.000 a 20.000 iscritti) e piccoli atenei (fino a 10.000 iscritti).

Ecco che, tra i mega atenei, l’Università degli Studi di Padova spicca piazzandosi al primo posto con un punteggio di 89,5, seguita dall’Università di Bologna con 87,5 punti e dalla Sapienza di Roma con 84,3 punti. Gioisce di un notevole progresso anche l’Università di Palermo, che è salita di tre posizioni, piazzandosi al quarto posto con 83,8 punti, superando così la Statale di Milano che ha ottenuto 83,2 punti.

La rettrice dell’Università

di Padova, Daniela Mapelli, ha espresso la sua soddisfazione per il risultato. “Sono felice e soprattutto orgogliosa del risultato raggiunto nella classifica del Censis.

Un successo frutto del lavoro competente e appassionato, seppur non sempre semplice, di tutte le persone che formano la comunità dell’Università di Padova.

La classifica del Censis certifica gli elevati standard di qualità garantiti dal nostro ateneo. Mi riferisco a un’offerta formativa altamente innovativa e costantemente aggiornata anche sulla base delle necessità di un mondo produttivo e di una società in rapida evoluzione, come dimostrano gli elevati tassi di occupabilità delle laureate e dei laureati dell’Università di Padova. La classifica del Censis riconosce inoltre gli imponenti sforzi messi in campo per l’internazionalizzazione: sono iscritti circa

7.500 studentesse e studenti che provengono dall’estero, numeri fortemente cresciuti negli ultimi tre anni. Nell’anno accademico 2024-2025 erogheremo 207 corsi di studio e di questi 60 saranno interamente in lingua inglese. Allo stesso tempo mi fa enorme piacere vedere attestato il nostro impegno per il diritto allo studio e al benessere della comunità accademica: non a caso siamo uno degli atenei con la no tax area più alta in Italia (30.000 euro), investiamo decine di migliaia di euro per il diritto allo studio ed eccelliamo nei servizi, fra i quali, ne cito uno per tutti, la preziosa assistenza psicologica”. Nonostante i successi, non mancano le preoccupazioni tra la comunità studentesca. Francesca Pollero, rappresentante in ESU di Udu Padova, ha esternato serie preoccupazioni circa l’accesso alle borse di studio: “Quasi

5mila idonei non beneficiari non ci fanno dormire sonni tranquilli, per non parlare della situazione di incredibile disagio che riguarda le mense e degli studentati”.

La situazione delle borse di studio e la disponibilità di servizi e alloggi per gli studenti rimane un punto critico che necessita di attenzione e interventi mirati per garantire un accesso equo

e sostenibile all’istruzione universitaria.

La classifica del Censis, dunque, oltre a celebrare i risultati eccellenti di atenei come quello patavino, mette in luce anche le sfide che restano da affrontare per raggiungere un livello sufficiente di qualità della vita e dello studio per tutta la comunità studentesca italiana.

Enrico Caccin

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La protesta degli studenti contro la situazione relativa all’accesso alle borse di studio

L’incontro. Chi sono le persone che ci avvicinano lungo le strade della città

La Padova degli invisibili: “Ero operaio, vendo libri per strada e un po’ mi vergogno”

A Chiesanuova è stato trovato dopo due settimane il corpo di un senzatetto. In centro storico incrociamo Omar, ha lavorato a Milano e poi al centro Amazon di Rovigo, ma non gli è stato rinnovato il contratto

Ènei mesi estivi che in città, anche nella nostra Padova, nei nostri quartieri, spuntano gli “invisibili”: quelle persone di cui non ci si accorge durante l’anno perché troppo indaffarati, troppo presi dai propri impegni quotidiani. Ma l’esercito degli invisibili aumenta: chi è preoccupato per il lavoro, chi un lavoro non ce l’ha, chi è rimasto solo, chi è anziano. Tante storie, d’estate, come quella di Aurelian, un senzatetto che girovagava urlando per corso Milano verso Chiesanuova, spesso ubriaco, gridava alle auto in corsa. Lo hanno trovato morto in un’aiuola, accanto al cavalcavia di Chiesanuova. Era lì da due settimane, nessuno si era accorto che era sparito. E’

morto per cause naturali, il cuore non ha più retto ad una vita difficile e solitaria.

Invisibile è un signore che abbiamo incontrato a Padova: un uomo di 53 anni, dall’aspetto distinto, di colore, occhiali, gilet. Si avvicina alle persone nelle vie del centro storico e propone libri di cucina africana. “Non è la mia principale attività – dice –, lo faccio solo per arrotondare”. Concordiamo che il Tajine è un ottimo piatto (carne e verdure stufate in coccio) e che si potrebbe anche acquistare il libro. Il signor Omar, senegalese, regolare, libraio girovagante per necessità, racconta la sua odissea di lavoro. “Ho lavorato a Milano fino al momento della crisi, nel 2007”.

Brusegana, aperto il nuovo passaggio ciclopedonale voluto dai residenti

È stato aperto il nuovo accesso ciclopedonale che da via Monte Cinto permette il passaggio verso il lungargine Boschetto, un’opera voluta dagli abitanti del quartiere Brusegana che potranno ora contare su un percorso agevolmente utilizzabile non solo da pedoni e ciclisti ma anche dalle persone a mobilità ridotta o difficile, come disabili e anziani. Si tratta di un passaggio che era stato da tempo molto richiesto dai residenti verso un lungargine molto bello, che di recente è stato anche illuminato. Una soluzione che creerà un grande vantaggio per gli abitanti del quartiere, che non dovranno più fare percorsi difficoltosi per raggiungere ed usufruire di un luogo naturale di grande bellezza.

Di cosa si occupava a Milano?

Lavoravo presso un corriere come mulettista retrattilista. Lavoravo sotto le cooperative, è lì che mi sono sbagliato, poi a un certo punto nel 2007 c’è stata la crisi. Avevo chiesto le ferie per andare al funerale di mia moglie in Senegal. Dopo qualche mese sono stato licenziato.

Dal 2007 al 2015 ho lavorato a Milano, tra alti e bassi, trovavo lavori a termine, come magazziniere, o come scaffalista ma sempre sotto le cooperative. Milano è una città costosa; ho un nipote a Rovigo. E a Castelguglielmo ha aperto il più grande magazzino in Italia di Amazon, avevano bisogno di personale, così

ha quindi deciso di espropriare una piccola fetta di terreno in modo da poter realizzare un passaggio adeguato alle aspettative del Quartiere. Per realizzarlo sono stati impegnati 45mila euro.

“Questa è un’opera che darà vantaggio a tutti i residenti di Brusegana”, ha dichiarato Luciano Sardena, presidente della Consulta 6a. “Voglio ringraziare il comitato dei residenti, il consigliere Berno e il Vicesindaco Micalizzi per l’impegno costante che ha permesso oggi di arrivare alla conclusione con successo di un percorso iniziato nel 2019.”

sono andato a lavorare lì, come interinale. Per tre mesi, poi altri tre mesi, e poi sei mesi. Poi non mi hanno più rinnovato i contratti. Anche a molti altri. E adesso cosa fa?

Spero nella ripresa, a settembre; mando sempre i curriculum per vedere se c’è qualche azienda che assume, poi vendo i libri per

strada. Ma non mi sento molto a mio agio, lo faccio per prendere qualcosa. Parlo molto con la gente ho anche tanti amici.

Pensa di tornare in Senegal?

Spero di lavorare ancora qualche anno qui, anche per maturare la pensione, e poi vedrò.

Diego Buonocore

Il doppio senso di marcia in via Volturno e Pilastro agevola l’uscita dai quartieri

Prima di questo intervento infatti l’accesso avveniva attraverso un piccolo sentiero creatosi nel tempo e che attraversava una proprietà privata. L’Amministrazione comunale

“Questo accesso dà l’opportunità a persone di ogni età di poter fruire di un’argine che è meraviglioso”, ha detto il consigliere comunale Gianni Berno. “Grazie alla mobilitazione e all’impegno di tanti cittadini, raccolto dall’amministrazione, abbiamo inaugurato questa opera di quartiere piccola ma dal grande valore.” (d.b.)

Da alcune settimane via Volturno e via Milazzo, sulla circonvallazione interna, sono a doppio senso di marcia. Causa il traffico estivo ridotto l’innovazione non ha causato problemi anche se resta il restringimento che crea qualche coda alla rotatoria davanti Porta Savonarola, lavori preparatori al passaggio del tram. Questo cambiamento è il primo passo per il progetto del grande Parco delle Mura di San Benedetto al posto dell’ex Caserma Prandina, finanziato dal Comune con circa 4 milioni di euro. Via Orsini per ora resta percorribile, ma in futuro sarà trasformata in uno spazio verde per espandere il parco dall’ex Caserma Prandina fino alle Mura del ‘500 creando così una grande area verde monumentale da 50mila metri quadrati in centro storico.

Da un approfondito studio commissionato ad una società esperta, il comune ha verificato che a livello

viabilistico questa scelta non solo è assolutamente realizzabile, ma che non rappresenta neppure un grande stravolgimento a livello complessivo, in quanto già tutta la circonvallazione interna è già a doppio senso. In questo modo verrà ricostruito un assetto in cui la circonvallazione interna svolge il ruolo di far circolare il traffico di attraversamento intorno alla città preservando il centro e le Mura. Ci saranno anche altri vantaggi: da una parte per i residenti del quartiere Palestro, che beneficeranno di più opzioni di uscita dal quartiere, dall’altra per coloro che vivono nelle vie Raggio di Sole e Citolo da Perugia, che non saranno più percorse dal traffico di attraversamento che le utilizzava a proseguo da via Orsini. Verrà in ogni caso mantenuta la corsia preferenziale per bus e taxi, a partire da via delle Melette fino in prossimità dell’incrocio con Corso Milano. (d.b.)

I libri di cucina africana venduti da Omar, un 53enne senegalese, oggi libraio girovagante per le vie di Padova

Dolomiti

Industrial Heritage. Marco Giampieretti racconta l’ambizioso progetto

La nuova sfida per promuovere il territorio

Il ricercatore dell’Università di Padova ha contribuito alla nascita del centro dolomitico, un luogo di produzione di cultura, salvaguardia del patrimonio e promozione del turismo a beneficio di tutto il territorio bellunese

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“Dolomiti Industrial Heritage - Centro per la cultura di impresa e il patrimonio industriale della regione dolomitica” è una nuova affascinante sfida per il nostro territorio. Si sente tanto parlare di valorizzazione del patrimonio culturale, di patrimonio industriale, di progettazione turistica… però poi è difficile trovare chi riesce a tradurre questi concetti astratti in azioni concrete. Dolomiti Industrial Heritage nasce invece col preciso intento di avere un impatto sul territorio, grazie anche all’importante rete di partner (istituzionali e non) che lavorano a questo progetto caratterizzato da un forte impulso innovativo.

Per capire meglio una realtà come quella di Dolomiti Industrial Heritage ho voluto intervistare Marco Giampieretti, ricercatore dell’Università di Padova incaricato dell’insegnamento di “Industrial Heritage Law“ in un Master internazionale con la Sorbona di Parigi e l’Università di Évora in Portogallo, e Presidente di Impact Srl, spin-off dell’Università di Padova che ha giocato un ruolo fondamentale nella nascita del centro dolomitico e, soprattutto, nella programmazione delle attività del centro per i prossimi mesi.

Ciao Marco, raccontaci quando e come è nata l’idea di creare Dolomiti Industrial Heritage.

del territorio.

Avete già iniziato a lavorare a qualche progetto particolare per i prossimi mesi?

“Dolomiti Industrial Heritage - Centro per la cultura di impresa e il patrimonio industriale della regione dolomitica” nasce nel 2024 su iniziativa di Confindustria Belluno Dolomiti e Impact S.r.l., uno spin-off dell’Università degli Studi di Padova specializzato nella valorizzazione del patrimonio culturale e industriale e nella progettazione turistica, in collaborazione con il Comune di Feltre. L’idea è quella di creare a Feltre, città di grande fascino che ha giocato un ruolo importante nella storia produttiva del Bellunese, un Centro per la diffusione della cultura di impresa, la valorizzazione del patrimonio industriale e la promozione del turismo industriale nell’area. Il Centro, che avrà sede a Palazzo Borgasio-Villabruna-Pasole, un prestigioso edificio rinascimentale situato nel cuore della città e messo a disposizione gratuitamente dal Comune, sarà gestito con personale altamente qualificato e dotato di una biblioteca specializzata, di spazi per incontri e di un archivio economico territoriale. Quali saranno le principali attività del Centro?

In collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, Confindustria Belluno Dolomiti e la Fondazione DMO Dolomiti Bellunesi, il Centro fornirà una serie di servizi: raccolta, inventariazione, catalogazione, digitalizzazione e messa in rete di materiali archivistici; studi e ricerche sulla storia delle imprese e delle altre istituzioni economiche del territorio; formazione di personale specializzato nella salvaguardia del patrimonio industriale tangibile e intangibile e nella guida in percorsi di turismo industriale; strategie di comunicazione culturale delle imprese, heritage marketing e corporate storytelling; progettazione e realizzazione di collezioni di prodotto, archivi storici, musei di impresa, showroom; progettazione e organizzazione di factory tour, percorsi didattici e itinerari di turismo industriale; recupero e rigenerazione di siti e fabbricati industriali dismessi; organizzazione di eventi culturali per la valorizzazione e la promozione delle imprese e

Le prime iniziative del Centro, che saranno avviate tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, consisteranno in un ciclo di eventi culturali (conferenze, convegni, presentazioni di libri, proiezioni cinematografiche ecc.) sulla storia economica, la cultura di impresa e il patrimonio industriale. A questa serie di eventi si unirà anche un ciclo di visite ai siti storici e agli stabilimenti attivi dell’industria nel Bellunese, in coordinamento con analoghe iniziative già avviate in questo campo (“Dolomiti, metamorfosi di un paesaggio”; “Terre dell’Occhiale – Ecomuseo dell’occhialeria bellunese”; “mu.ri – museo regionale diffuso dell’ingegneria” ecc.), e in collegamento con le principali reti nazionali ed europee di turismo industriale.

Quale ruolo credi che possa giocare Dolomiti Industrial Heritage come punto di aggregazione delle tante realtà del territorio?

Il Centro, operando in sinergia con le imprese, le associazioni di categoria e le istituzioni locali, costituirà uno spazio aperto per la ricerca, il dialogo e il confronto sui temi dell’impresa e dello sviluppo, un luogo di produzione di cultura, salvaguardia del patrimonio e promozione del turismo a beneficio di tutto il territorio bellunese. Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale della casa editrice californiana LA CASE Books, presidente di SUGARPULP e docente all’Istituto Superiore per il Made in Italy.

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Gli interni di Palazzo BorgasioVillabruna (Feltre) e Marco Giampieretti, ricercatore dell’Università di Padova

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Cinema. In programma oltre 40 eventi tra i Colli Euganei e i Colli Berici

Euganea Film Festival, a settembre arriva con una XXIII edizione rinnovata

Torna, con grandi e importanti novità e un nuovo direttore artistico, la rassegna cinematografica dedicata alla riflessione sul rapporto tra ambiente, uomo e territorio

Il 2024 rappresenta una svolta significativa per l’Euganea Film Festival, uno degli eventi più importanti del cinema green in Italia. La XXIII edizione, che si svolgerà per la prima volta a settembre, non solo includerà le consuete proiezioni serali all’aperto, ma anche proiezioni in sale locali, aprendo così le porte a un pubblico più vasto. Il Festival, rinomato a livello internazionale per la selezione di opere che esplorano il rapporto tra ambiente, uomo e territorio, manterrà la sua natura itinerante, valorizzando location di pregio naturalistico, storico e artistico.

Dal 5 al 15 settembre, 43 proiezioni ed eventi animeranno i luoghi più suggestivi tra il Parco Regionale dei Colli Euganei e i Colli Berici. Nel padovano, le proiezioni si terranno a Cava Bomba, Teatro dei Filodrammatici, giardino della Biblioteca, giardini del Castello, Piazza Maggiore e Chiostro di San Francesco a Este; all’Anfiteatro del Venda e al Giardino Monumentale di Valsanzibio a Galzignano Terme; Villa Pisani, Villa Duodo, Cinema Corallo, Cava delle More e Biblioteca Civica a Monselice; Villa Draghi a Montegrotto Terme. In provincia di Vicenza, gli eventi si svolgeranno all’Agriturismo Monte degli Aromi a Villaga e al Bosco di Sajanega a Sossano. Tutte le proiezioni saranno a ingresso gratuito e inizieranno con la serata inaugurale mercoledì 5 settembre all’Anfiteatro del Venda di Galzignano Terme alle ore 21:00, con l’anteprima veneta di “No Other Land”, un documentario sull’apartheid israeliano, molto discusso all’ultima Berlinale. Rafforzando la collaborazione con il Corso di Laurea in Scienze del Paesaggio dell’Università degli Studi di Padova, il

professore Mauro Varotto presenterà cortometraggi del Laboratorio di Landscape Videomaking, coordinerà escursioni e parteciperà al programma “What if..?” (E se..?), con talk e presentazioni su temi culturali, ambientali e sociali. La commissione del Festival ha selezionato 46 opere da 29 paesi, tra docu-

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mentari, fiction e cortometraggi di animazione, per i concorsi Internazionale Lungometraggi e Internazionale Cortometraggi. Le giurie, composte da esperti del settore, includono Raffaella Pontarelli, Igor Stanojévic e Ronny Trocker per i lungometraggi, e Martina Melilli, Margherita Giusti ed Eugenia Gaglianone per i cortometraggi. Quest’anno debutta la sezione EFF HAB (Habitat), non competitiva e dedicata esclusivamente alle tematiche ambientali. Il programma include opere di ogni genere e durata, offrendo una prospettiva consapevole e scientifica sulla tutela del pianeta.

“Ci occuperemo – ha anticipato il direttore artistico, Giovanni Benini – degli oceani con “Deep Rising”, delle foreste della Tasmania con “The Giants”, delle tradizioni secolari cambiate dal clima con “The Ice Builders”. Con “Food Inc. 2” esamineremo il futuro dell’industria alimentare, e con “Wild Summon” vivremo il ciclo di vita del salmone. Sono tutte esperienze cinematografiche che stimolano azioni concrete per la cura della Terra”.

Infine, la sezione EFF KIDS, dedicata ai più piccoli, presenta le migliori animazioni mondiali offrendo un’esperienza che unisce generazioni e promuove il rispetto per la natura e l’altro.

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Una serata della passata edizione dell’Euganea Film Festival e la locandina dell’evento in giro per Padova

Unione Sportiva Arcella. È la seconda squadra di calcio della città

Dal 1948 sulla breccia, con mister Ottoni la scommessa è sui giovani

Confermato direttore sportivo Massimo Ceccato, allenatore in seconda il padovano Gianluca Correzzola, l’8 settembre al via il campionato

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’Unione sportiva Arcella Padova è la seconda squadra di calcio della città; esiste dal 1948, ha viaggiato per decenni tra la seconda e terza categoria e, grande successo degli ultimi anni, il campionato di Eccellenza. Una società che punta soprattutto sui giovani, ragazzi che hanno l’opportunità di mettere in mostra le loro qualità e di imparare il calcio con passione e dedizione.

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pistacchio nocciola e Fior di latte.

Il presidente del settore calcio Gabriele Favero ha scelto di affidare la costruzione del nuovo gruppo per il decimo anno consecutivo al direttore sportivo bianconero Massimo Ceccato, classe 1966, un passato come calciatore professionista che lo ha visto protagonista con le maglie di Padova, Empoli, Fiorentina e quindi come allenatore tra Abano, Monselice, Camponogarese, San Paolo, Albignasego, Montecchio e San Paolo. Ha poi ricoperto il ruolo di direttore sportivo dell’Abano e della Thermal.

poi ha spiccato il volo verso la serie A: Perugia, e poi Foggia, Como, Bologna dalla B alla promozione in A. Ha allenato le giovanili del Padova e poi numerose squadre fino a tornare nella giovanili del Padova vincendo il titolo nazionale con la Under 15 e con la Primavera.

bagnato con un liquore alle amarene!

“torniamo a settembre”

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La conduzione tecnica della prima squadra è stata affidata a mister Claudio Ottoni. Classe 1960, Claudio Ottoni è stato un difensore centrale. Ha iniziato la carriera nel 1979, in serie C2 con il Sansepolcro,

Gianluca Correzzola è l’allenatore in seconda, padovano, classe 1981, per vent’anni è stato un protagonista indiscusso del calcio locale: un attaccante che ha raggiunto il picco della carriera in serie C, e poi D, segnando valanghe di gol. In totale 223 reti realizzate in oltre 450 presenze in carriera. Per lui è la prima esperienza in panchina.

Fabio De Gasperi curerà la preparazione atletica. Padovano, classe 1966 è un giavel-

lottista di grandissimo livello, detentore per nove anni del record italiano. E’ stato formatore del CONI Veneto, docente di scienze motorie all’Università, preparatore atletico. Completano lo staff Michele Andreetta, confermato allenatore dei portieri, e Jacopo Lonzino fisioterapista. Enzo Vecchiato è il team manager. Conferme importanti dal settore giovanile: tanti quindici- sedicenni che si sono affacciati alla prima squadra, e che quest’anno affronteranno l’impegnativo campionato di Eccellenza. Il raduno e la preparazione atletica sono in corso; sono in programma partite amichevoli e poi la Coppa Italia dilettanti e l’8 settembre prima partita di campionato. Diego Buonocore

Basket, Riccardo De Nicolao confermato coach della Virtus per la quarta stagione

Virtus Basket riparte dal coach: Riccardo De Nicolao è stato confermato nel ruolo di capo allenatore per il campionato di Serie B Interregionale 2024-2025. È alla sua quarta stagione con Virtus. A De Nicolao è stato affidato anche l’incarico di Responsabile organizzativo dell’area sportiva e di tutto il progetto sportivo di Virtus.“Una scelta che rappresenta una linea di continuità – ha dichiarato il Presidente neroverde Marco Chioatto –. Abbiamo sempre riposto grande fiducia, e continuiamo ad averne oggi in vista della nuova sfidante stagione di Serie B Interregionale. Il nostro obiettivo è di valorizzare il lavoro e i giovani del nostro settore giovanile.

“Il campionato di B Interregionale rappresenta una nuova e sfida – ha dichiarato il coach De Nicolao –, vogliamo allestire una squadra all’altezza per un campionato di questo livello, che contestualmente dia spazio ai giovani e alla loro crescita. Sono certo che riusciremo a fare una

grande stagione per festeggiare nel migliore dei modi gli 80 anni della nostra società”. Intanto nei primi giorni di mercato Virtus ha annunciato l’acquisto del giocatore comunitario Reidar Sivert Greve, atleta norvegese classe 2002, che ricoprirà il ruolo di playmaker neroverde. Arrivano a Padova anche Giovanni Alassane Camara, classe 2005 proveniente dal settore giovanile della Pallacanestro Reggiana; e l’esterno Andrea Casella, classe 1990, con una grande carriera sui campi della Serie A2 e della Serie A. Palazzetto confermato: le partite in casa si giocheranno al “Palaberta” a Montegrotto Terme. (d.b.)

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#Regione

Politica. E’ stata nominata vice presidente della commissione europea Industria, ricerca ed energia

Donazzan vola in Europa ma guarda al Veneto

“Guidare la Regione? Sarebbe un sogno”

Per le elezioni regionali del 2025 conferma che la scelta spetta alla coalizione e ribadisce che i tempi sono maturi per un esponente di Fratelli d’Italia

Dopo 19 anni Elena Donazzan lascia Palazzo Balbi e la poltrona di assessore regionale per occupare il seggio in Parlamento Europeo. L’esponente vicentina di Fratelli d’Italia vola a Bruxelles ma il suo cuore continua a battere per il Veneto, tanto da guardare con estremo interesse alle elezioni regionali del 2025. “Guidare il Veneto? Per me sarebbe un sogno”, ha detto, aggiungendo poi che la decisione spetta ai vertici dei partiti. Eletta nel parlamento Ue con un vero e proprio record di preferenze personali, quasi 60 mila, dopo aver salutato i colleghi in Giunta regionale Donazzan è stata nominata vice presidente della Commissione ITRE Industria, ricerca ed energia. Proprio dai nostri microfoni di Radio Veneto24 aveva auspicato di poter occuparsi delle materie che ha seguito da assessore in questi anni, in particolare imprese e lavoro. “La Commissione ITRE sarà la più importante di questa legislatura - dichiara dopo la nomina - con 90 membri sarà determinante

nel dettare la direzione che l’Europa dovrà prendere sui temi industriali, sganciandosi dalla penalizzante ideologia green puntando invece su crescita, investimenti e competitività. Porterò nella Commissione la mia esperienza e la mia conoscenza di un tessuto produttivo unico come quello del Veneto e dell’Italia intera”.

Spesso si sente parlare di Europa matrigna: Lei spera che dopo queste elezioni l’Ue possa essere più vicina ai suoi cittadini?

“Per il mio mandato mi sono data due obbiettivi: uno culturale e uno di tipo pratico. Il primo è la difesa dell’identità italiana dell’identità italiana e del mondo delle nostre imprese, in un contesto europeo che spesso sembra senza identità e ostile alle imprese. Il secondo è far percepire il lavoro dei parlamentari europei e in particolare il mio, rivolto direttamente ai cittadini, e far sentire l’importanza delle istituzioni europee per noi cittadini, Mi impegnerò affinché l’Europa sia più rispet-

tosa di noi”.

Tornando in Veneto, c’è chi sostiene che il suo possa essere un nome di punta per le elezioni regionali del 2025. E’ uno scenario percorribile?

“Io ho sempre sognato questo scenario più considerato, ma non sono io a doverlo dire. Dovranno essere coloro che poi si dovranno occupare di questo, ovvero i partiti della coalizione, i portatori di interesse. Io spero che il prossimo governatore, se il presidente Zaia non non dovesse essere più ricandidabile, evidentemente più il profilo deve essere alto, deve essere una persona compete, capace di ascoltare e di mediare, ovviamente avrà come confronto il nostro presidente Zaia”.

Deve essere un esponente di Fratelli d’Italia?

“Certamente Fratelli d’Italia oggi può auspicare ad avere questo spazio perché è il primo partito in Veneto non solo alle Europee ma anche alle politiche. La prima regione in tutta Italia per il mio partito è il Veneto, credo perciò che sia abbastanza naturale pensare che il Veneto possa essere guidato da Fratelli d’Italia. Ma sempre in una logica di colazione perché i cittadini ci apprezzano quan-

do stiamo insieme, non quando litighiamo o facciamo prove muscolari. Mesto non vale per me oggi, ma vale per qualcuno che non accetta di aver perduto qualche voto e che ora è il turno di un altro partito”.

Da assessore regionale uscente Donazzan ha tracciato il bilancio del suo mandato. “Ho avuto il grande privilegio per 19 anni di lavorare nella più bella amministrazione che ci possa essere e di essere alla guida di un assessorato che ha a che fare con la vita delle persone, della loro crescita, fatta di attese e di aspettative. Grazie al lavoro degli uffici regionali, di tutti i dipendenti, funzionari, dirigenti con cui ho collaborato, abbiamo cercato di dare risposte, supportato i cambiamenti, in un legame sempre molto stretto con il nostro territorio. Il primo grazie va al presidente Zaia, che mi ha confermato per tre volte

Province “riabilitate”, Alberto Stefani primo firmatario del progetto di legge, De Poli approva, 5 Stelle contrari

Dieci anni fa, sulla spinta della necessità di razionalizzare le spese per gli enti pubblici, la riforma Del Rio aveva trasformato le Province, eliminando l’elezione diretta degli amministratori e trasferendo diverse competenze. Già due anni c’era stato un tentativo di tornare “all’antico”, perché le “nuove” Province non hanno mai riscosso un gran successo. Ora la Lega ci riprova con un progetto di legge, a prima firma del deputato padovano

Alberto Stefani, segretario della Liga Veneta, per il ripristino delle province come enti di primo livello. Con questa proposta di legge l’intenzione, infatti, è di reintrodurre l’elezione diretta del presidente della provincia e dei consiglieri provinciali, anziché lasciarla solamente a sindaci e ai consiglieri comunali. Il dibattito si è subito acceso in questa calda estate. “Le province sono fondamentali per l’erogazione di servizi ai cittadini”,

afferma lo stesso Alberto Stefani, “mantenerle così, come oggi, non fa bene a nessun. Vanno reintrodotte con tutte le strutture e funzioni necessarie, anche perché non ci risulta che, allo stato attuale, abbiano portato alcun risparmio per i cittadini”. La proposta trova subito l’appoggio di un altro veneto, il senatore Udc Antonio De Poli: “Siamo da sempre favorevoli ad una riforma delle Province che restituisca ai cittadini il diritto

alla guida di questo assessorato. Il secondo ringraziamento va ai direttori delle strutture regionali: se sono cresciuta personalmente e professionalmente lo devo alle persone con cui ho lavorato. Lascio un’eredità importante, fatta di risultati concreti e relazioni improntate sulla correttezza e l’assunzione di responsabilità. Lascio innanzitutto una buona amministrazione, come dimostra la programmazione e rendicontazione dei Fondi europei. C’è stato un momento - ha ricordato l’ex assessore - in cui qualcuno ha insinuato che ci fosse stata una mala gestio: non solo non era vero, ma la Commissione europea ha sempre plaudito alla gestione dei fondi europei della Regione Veneto, sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo”.

(a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano)

Alberto Stefani

di scegliere i propri rappresentanti alla guida di une ente importante che si occupa di servizi cruciali come infrastrutture, turismo, urbanistica e ambiente. Sono convinto che sia questa la direzione giusta da seguire. D’altronde, la riforma Delrio si è rivelata un grande pasticcio e il passaggio ad enti di secondo livello non ha funzionato. Credo che la proposta di legge, presentata oggi alla Camera, sia giusta perché interpreta l’esigenza di rafforzare la nostra democrazia e la politica nei territori, avvicinando la Provincia come istituzione ai cittadini”. Fortemente contrario invece il Movimento 5 Stelle, che teme il ritorno del “poltronificio”.

Regione

Il caso. 33 indagati tra i quali il sindaco, l’assessore alla mobilità, vertici di società, dirigenti pubblici e imprenditori

Terremoto giudiziario in Laguna: arresti e sospetti

Sotto la lente della Procura appalti pubblici, compravendite milionarie, concessioni edilizie. Politica in fibrillazione

A10 anni esatti di distanza dallo scandalo Mose un altro terremoto giudiziario colpisce i palazzi veneziani.

La procura di Venezia ha inscritto nel registro degli indagati, ovviamente, a vario titolo 33 soggetti tra i quali il Sindaco, Luigi Brugnaro, il Direttore Generale del Comune, Morris Ceron, il vice capo di gabinetto Derek Donadini (tutti raggiunti da avviso di garanzia), l’Amministratore delegato di ACTV – AVM, Giovanni Seno, il direttore generale di Insula, Alessandra Bolognini, alcuni dirigenti pubblici e diversi imprenditori.

In carcere, oltre all’imprenditore Fabrizio Ormenese, è

finito l’assessore alla Mobilità e Trasporti, Renato Boraso fermato mentre era intento a bruciare faldoni di documenti in una vecchia stufa. Appalti pubblici, concessioni edilizie, compravendite di palazzi storici: dentro le oltre 900 pagine uscite dalla Procura c’è tutto questo e molto di più. Sembrerebbe, infatti, una vera e propria organizzazione tesa a “piegare sistematicamente la pubblica amministrazione a interessi privati”.

Gare pilotate, valutazioni di beni, concessioni edilizie con relativi aumenti di cubatura edificabile: una spy story che si articola in anni di indagini e intercettazioni telefoniche nel-

le quali si alternano questioni minute, come la richiesta dell’assessore Boraso a un imprenditore di un divano letto per la casa della figlia, ad altre multimilionarie come la vendita dell’inquinata area dei Pili, di proprietà del Sindaco Brugnaro, al magnate di Singapore Kwong.

Telefonini anti – intercettazioni, appartamenti di servizio nei quali fare incontri segreti, mazzette, sponsor alla squadra di basket Reyer per attirare l’attenzione del Sindaco che ne è il proprietario: tutto è sotto la lente di ingrandimento della Procura di Venezia.

In attesa dei risvolti giudiziaria, quelli politici sono già molto evidenti sopratutto in termini di “agibilità amministrativa”, motivo per cui tutte le opposizioni stanno chiedo-

no a gran voce “un passo indietro” da parte dell’attuale amministrazione oggi, a loro dire, “nell’impossibilità di amministrare”. Fibrillazione anche da parte degli alleati del sindaco Brugnaro, che intanto di si difende: “Ho la coscienza pulita e lo dimostrerò nelle sedi più opportune. Le questioni sono

L’intervista. La deputata vicentina rieletta con oltre 82 mila preferenze

sempre le stesse dal 2015, i Pili, il trust, ora anche Palazzo Papadopoli, un orgoglio averlo venduto, con quei soldi abbiamo contribuito a rilanciare il Comune”. L’ultimo scampolo di estate si confermerà, dunque, calda e la situazione veneziana, ad oggi, è tutta in divenire. (r.r.)

Moretti: “Credo in una Europa ancor più vicina ai cittadini”

Con oltre 82 mila preferenze Alessandra Moretti ha ottenuto un solida conferma in Parlamento Europeo. Per la deputata del Pd si apre così una nuova legislatura in Europa.

Dopo il percorso fatto sin qui in Europarlamento, da dove è ripartita?

Anzitutto, di fronte a questo risultato straordinario, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti quelli che mi hanno confermato la fiducia. Questa sarà una legislatura molto importante e anche complicata, vista la composizione del Parlamento Europeo. Però ho ho le idee molto chiare sulle priorità che ci dobbiamo dare. La prima è sicuramente quella di garantire a tutti i cittadini europei il diritto alla salute quindi l’accesso alle cure ai servizi sanitari pubblici. Poi senz’altro bisognerà discutere sui temi della difesa comune e della sicurezza attraverso un forte im-

pulso in politica estera. Dovremo anche rafforzare l’Europa sociale, affinché sia più vicina ai cittadini in termini di garanzie sul lavoro, equità salariale, diritti fondamentali, ruolo delle donne nella società. Poi ci occupiamo di comparti importanti come l’agricoltura, la politica industriale e l’uniformità fiscale. Insomma sarà una legislatura ricca di Impegni e obiettivi.

L’Europa qui dal Veneto sembra spesso lontana. È così?

In realtà la narrazione sull’Europa spesso è molto distante rispetto a quanto l’Europa ha fatto e fa per i cittadini, compresi i veneti. Pensiamo solo al forte impulso che abbiamo dato per superare la pandemia, per distribuire i vaccini a tutti per dare all’Italia e quindi anche al Veneto le più importanti risorse per la lotta al cambiamento climatico e per il sostegno alla transizione eh ecologica. L’Italia in questi anni ha ricevuto la quota maggiore di fondi europei.Quindi è su questo che dobbiamo continuare a batterci perché la qualità delle democrazie e del nostro stile di vita potrà essere mantenuta se l’Europa continuerà ad essere vicina ai cittadini.

Torniamo in Veneto, dove tiene banco l’autonomia, ormai un tema nazionale. Come valutate tutta questa partita?

Questa legge, imposta a colpi di mag-

gioranza, aprirà molte discriminazioni e diseguaglianze tra tra regioni. Sono molto preoccupata soprattutto per servizi essenziali, che riguardano la salute, la scuola, i trasporti. Vediamo quale sarà l’evoluzione nelle prossime settimane, noi ci faremo sentire.

Cinque anni fa lei ha vissuto l’esperienza della campagna elettorale per le regionali. Per il 2025 come si sta preparando il centrosinistra di fronte al braccio di ferro Lega - Fratelli d’Italia?

Anzitutto dobbiamo aprire presto la discussione tra tutte le forze democratiche presenti in Veneto. Credo che si debba partire dai temi, dagli argomenti, dalle idee che abbiamo per la nostra regione. Il Veneto è bellissimo ma deve fare un salto di qualità. Dobbiamo mettere in piedi una coalizione decisa a vincere e individuare presto chi la guiderà. (g.g.)

Alessandra Moretti

Il rapporto. Confartigianato Imprese Veneto illustra i numeri del 2023

Turismo, gli stranieri portano 7,2 miliardi di euro

Presenze in crescita, 16% del

Boschetto: “L’offerta sta cambiando, le nostre imprese artigiane sono in prima linea e coprono tutta la filiera”

T

urismo, nel 2023 il Veneto va forte e piace: 21,1 milioni gli arrivi e 71,9 milioni le presenze in tutto l’anno, pari rispettivamente al 15 e al 16 per cento del totale nazionale. Da giugno a settembre invece gli arrivi sono stati 11 milioni, in crescita rispetto al 2022 dell’8,3% e quasi 46 milioni le presenze, pari ad un +2,9% rispetto all’anno precedente. A prediligere il Veneto, sia in estate che in inverno, sono principalmente gli stranieri che rappresentano il 70% degli arrivi e il 74% delle presenze, con una spesa complessiva di 7,2 miliardi di euro, equivalente al 4,15% del Pil regionale.

I dati elaborati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto mettono in evidenza come il Veneto si confermi per il 2023 come la principale regione turistica ita-

liana. Andando ad analizzare più nel dettaglio i dati per provincia, Venezia è la meta più ambita in termini di presenze con 26.998.563 turisti, seguita da Verona con 11.789.651, Belluno con 2.131.968 e Padova con 1.840.255. Ottima performance di Rovigo con 1.321.272 (+4,9%) e di Vicenza con 1.006.413 (+10,4%). Anche Treviso segna un + 18,4% con 861.664 presenze.

Per quanto riguarda invece la sola stagione estiva, il 2023 ha evidenziato un calo di turisti italiani che, rispetto allo stesso periodo del 2022, sono diminuiti in termini di arrivi dell’1,8%, con una flessione di destinazioni verso il lago del 6,8%, seguito dalle città d’arte con un -1,5%, dal mare con un -1% e dalle terme con un -0,8%. A tenere alta la media di turisti in Veneto in estate sono gli stranieri, che per il

13,3% in più rispetto al 2022 hanno scelto le nostre località, prediligendo principalmente la montagna con un aumento del 28,3% rispetto all’anno precedente di arrivi e un + 5,2% in termini di presenze, con un + 27,7% per la montagna, un +13,7% per le città d’arte, un + 3,4% per il lago e un +1,7% per il mare. Guardando ai valori assoluti, il mare comunque si conferma il comprensorio con il maggior numero di turisti con ben 22,5 milioni arrivi e presenze nel periodo giugno-settembre 2023, mentre per i soli arrivi

totale nazionale

le città d’arte sono la meta turistica preferita da italiani e stranieri con quasi 5 milioni di persone.

Le imprese artigiane venete che sono interessate al settore turistico, secondo i dati del 2024, sono 18.271 ed impiegano complessivamente 64.560 addetti, rappresentando il 15,5% del totale. “Oggi il turismo sta cambiando, non è più quello stanziale e di massa, ma è diventato esperienziale – avverte il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto – basandosi ormai sulla conoscenza del territorio, delle sue caratteristiche, tradizioni culturali ed enogastronomiche, sull’attività sportiva in un contesto naturalistico. E qui entrano in gioco le nostre imprese artigiane, che coprono tutta l’intera filiera turistica, dall’abbigliamento e calzatura, che rappresentano il 25,4% del totale, ai prodotti tipici locali, dall’attrezzatura sportiva ai servizi, dall’agroalimentare

(19,9% del totale) al trasporto. Credo ci siano ancora margini di sviluppo se si amplia l’offerta in termini di servizi, di ricettività e di innovazione tecnologica nella promozione e nel marketing – aggiunge Boschetto -. È evidente che ci debba essere una regia nella programmazione con tutti i soggetti deputati, dal pubblico al privato. Confidiamo molto nel lavoro che stiamo facendo in modo concertato e condiviso sui tavoli di confronto per la stesura del nuovo Piano Strategico della Regione Veneto 2025-2027. Fondamentale è tener conto del cambiamento dei gusti, delle destinazioni e del nuovo “mood” turistico ed essere in grado di creare un pacchetto all’avanguardia che soddisfi ogni aspettativa e domanda del mercato, privilegiando la qualità, le nostre eccellenze, la formazione del personale addetto e soprattutto il rispetto della nostra cultura, tradizione anche artigianale e del nostro territorio”.

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Roberto Boschetto

Il progetto. Continua il percorso intrapreso da Despar per promuovere le tipicità del territorio

Sapori del Territorio e Microlocalismi

Un viaggio nelle eccellenze locali

Valorizzare le radici enogastronomiche e sostenere i produttori locali è l’impegno che Despar Nord (Aspiag Service Srl), la concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar in Triveneto, Emilia-Romagna e Lombardia, ha intrapreso dal 2015 con il progetto “Sapori del Territorio”. Questo brand rappresenta una strategia di differenziazione concreta, volta a celebrare e promuovere i prodotti d’eccellenza delle regioni in cui l’azienda opera. Con una rete di oltre 500 punti vendita, il marchio dell’Abete offre ad oggi circa 2.000 referenze a scaffale provenienti da 300 produttori locali.

Quest’anno, il progetto “Sapori del Territorio” si arricchisce con una nuova declinazione: i Microlocalismi. Questo nuovo progetto mette in luce realtà produttive di dimensioni ancora più contenute e spesso meno conosciute, ma di straordinario valore enogastronomico. L’idea è quella di dare visibilità a queste piccole gemme del territorio, includendo in assortimento i prodotti di questi piccoli fornitori permettendo loro di raggiungere una distribuzione più ampia. Questa iniziativa non solo riflette l’autenticità, l’altissima qualità e la freschezza dei prodotti regionali, ma supporta anche le economie locali, promuovendo pratiche sostenibili lungo tutta la filiera attraverso trasporti brevi e consegne dirette ai

punti vendita.

Dal 1° gennaio 2024, Despar Nord ha ampliato significativamente l’offerta con 175 prodotti provenienti da 30 produttori distribuiti in diverse regioni. Le categorie di prodotti includono specialità tipiche del Veneto, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, ed è stimato che entro la fine dell’anno i produttori che prenderanno parte al progetto aumenteranno a circa 60.

Ogni prodotto è scelto per la sua unicità e qualità, rappresentando un tassello prezioso delle tradizioni gastronomiche locali che arricchiscono i nostri territori. In questo contesto, ciascun punto vendita diventa un punto di riferimento anche per le eccellenze regionali, valorizzate con spazi dedicati e facilmente riconoscibili anche attraverso un marchio ad hoc che le contraddistingue, esaltando le peculiarità del prodotto e delle aziende produttrici locali.

Questo progetto è una testimonianza tangibile dell’impegno di Despar Nord nella valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche italiane e promozione della sostenibilità. È un’iniziativa che non solo celebra le eccellenze locali, ma contribuisce anche al sostegno e alla crescita delle piccole realtà produttive, rendendo ogni visita nei punti vendita un viaggio attraverso le autentiche delizie del territorio.

Prodotti e produttori vicini a noi

I prodotti locali portano vantaggi per tutti!

Sostegno ai produttori

Freschezza quotidiana Vicinanza al territorio

Legame con la tradizione

Scegli locale!

Scopri di più su despar.it/it/sapori-del-territorio-veneto

Tre domande a Giorgio Salvan, Azienda Agricola Salvan Urbano - Due Carrare (Pd)

Quando è nata la storia della vostra azienda agricola e come è cambiata nel tempo la vostra realtà?

La nostra azienda agricola è inizialmente nata seguendo un modello di autoconsumo, per poi dedicarsi dagli anni ‘60 alla vendita al dettaglio del vino. Per noi il vino non è solo una bevanda, ma un prodotto evocativo a cui va dato il giusto valore. Per questo abbiamo sempre preferito una vendita al dettaglio in cui al cliente, oltre al vino, scegliamo di fornire informazioni e una vera e propria esperienza di consumo.

Come è nata la collaborazione con Despar Nord e che cosa significa per voi essere parte del brand Sapori del Territorio?

Dal 2024 abbiamo iniziato a collaborare con Despar per poter raggiungere anche i clienti che non possono venire in cantina e avvicinarci anche a chi ancora non è un appassionato.

Quando abbiamo ricevuto da Despar la proposta di collaborazione ci siamo sentiti onorati perché lo abbiamo visto come un riconoscimento della qualità del nostro vino.

Di Despar ci ha colpiti anche l’attenzione rivolta al prodotto: i buyer hanno voluto conoscere i vini in ogni loro dettaglio per poterli raccontare ai clienti nel modo migliore.

Centrali nella strategia di sviluppo della vostra azienda agricola sono la sostenibilità e il rapporto con il territorio, come li mettete in pratica?

Siamo consapevoli che per produrre dei buoni vini serva una vigna curata e in armonia con l’ambiente. Per questo riduciamo al minimo i trattamenti, non usiamo i diserbanti e preserviamo la biodiversità del luogo garantendo un habitat adatto alla fauna locale grazie ad alberi e siepi che proteggono e nutrono le vigne stesse.

Sintonizzati sul futuro.

PROTAGONISTI A NORD EST

Il rinnovamento del Cristallo Hotel di Cortina d’Ampezzo: unnuovocapitolodilussoestoria

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da la conservazione della sua storica facciata e l’adattamento alle moderne esigenze di comfort e lusso. Questi interventi richiedono una pianificazione meticolosa e l’impiego di tecnologie avanzate per garantire che ogni dettaglio rispetti gli elevati standard di qualità e

d’Ampezzo, una gemma di stile Art

Nouveau costruita nel 1901, si prepara a risplendere nuovamente grazie a un ambizioso progetto di ristrutturazione del valore di 100 milioni di euro.

di Basilea, dal prestigioso marta l’area benessere e oltre alla piscina esterna ci sarà anche quella interna. Per questo grande progetto è previsto il conseguimento della certificazione LEED - livello Silver.

Il restauro del Cristallo Hotel presenta numerose sfide, in particolare per quanto riguar-

Il progetto è frutto di una stretta collaborazione tra vari attori, tra cui il gruppo trevigiano Carron, incaricato della realizzazione dei lavori. La sinergia tra le competenze tecniche e l’esperienza costruttiva di tutte le parti coinvolte ha permesso di superare le sfide del cantiere e di mantenere un ritmo di lavoro

Tecno Crane, azienda padovana specializzata nel noleggio, montaggio e smontaggio di gru edili, gioca un ruolo cruciale in questo contesto. Con un parco macchine di oltre 160 mezzi e una lunga esperienza nel settore, ha installato le gru, di proprietà della Carron, necessarie per affrontare le sfide logistiche e tecniche del progetto.

Il nuovo Mandarin Oriental Cristallo non solo preserva un pezzo di storia si proietta nel futuro, divenendo simbolo di ospitalità contemporanea in uno dei luoghi più affascinanti delle Dolomiti.

Sintonizzati sul futuro.

Ingresso piscine termali e Spa 15:00 - 19:00

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Aperitivo in terrazza dell'Hotel Terme Millepini

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5 giorni e 4 notti, camera doppia Superior

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Remise en forme

6 giorni e 5 notti, camera Elegance

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Massaggio Decontratturante - 50’

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Intervento sulla cornea, primato italiano dell’oculistica veneziana

L’ospedale SS. Giovanni e Paolo a Venezia e quello dell’Angelo a Mestre nei primi sei mesi del 2024 sono tra i centri più attivi per esecuzione di trapianti con due nuove tecniche di precisione Dsaek e Dmek

Chirurgia oculistica sempre più all’avanguardia nelle sale operatorie dell’Ulss 3 Serenissima: grazie all’attività di supporto di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, a Venezia e Mestre si registrano numeri da record, nell’ultimo semestre, con i trapianti endoteliali secondo due innovative tecniche, che per la prima volta superano, nel totale degli interventi effettuati, i trapianti di cornea tradizionali. “Sono diventati consuetudine nelle nostre sale operatorie – spiega la dottoressa Franch, Direttore dell’Oculistica di Venezia – gli interventi di Descemet’s Stripping Automated Endothelial Keratoplasty, per i quali vengono isolati solo gli strati più profondi da trapiantare: l’endotelio, la membrana descemet e una parte dello stroma, per uno spessore inferiore ai 100 millesimi di millimetro. Ma lavoriamo con grandi numeri con la tecnica ancor più selettiva, denominata Dmek (Descemet Membrane Endothelial Keratoplasty) utilizzando la quale

vengono trapiantati solo l’endotelio e la membrana Descemet, raggiungendo spessori che sfiorano i 20 millesimi di millimetro. In entrambe i casi, non potremmo operare senza il supporto degli specialisti della Banca degli Occhi, che preparano i tessuti da trapiantare”.

“Il ruolo della Banca degli Occhi – afferma Diego Ponzin, Direttore Sanitario - è di affiancare i chirurghi oftalmologi, fornendo cornee già lavorate per interventi di grande precisione. Per entrambe le tecniche, Fondazione Banca degli Occhi è in grado di fornire anche “cornee precaricate”, tessuti isolati e inseriti in appositi dispositivi, pronti per essere utilizzati dal chirurgo per ridurre al minimo i rischi in sala operatoria”.

Fondazione Banca degli Occhi del Veneto ETS, Centro regionale di riferimento per i trapianti di cornea di Veneto e Friuli-Venezia Giulia, è divenuta negli anni un riferimento a livello nazionale ed internazionale per l’invio di tessuti preparati per trapianti endoteliali, i trapianti di cornea che prevedono la sostituzione del solo strato interno del tessuto. Questi tessuti, selezionati e lavorati con apposite tecniche, consentono ai chirurghi più esperti di effettuare interventi selettivi, a ridotto rischio di rigetto, e associati a tempi di recupero più rapidi.

In Fondazione Banca degli Occhi, l’attività di preparazione di tessuti è in continuo aumento: tante le richieste provenienti da molti centri oftalmologici italiani ed esteri. I dati di Fondazione Banca degli Occhi certificano come nel primo semestre 2024, i trapianti effettuati con le tecniche innovative hanno supera-

to quelli con le tecniche tradizionali: sono state infatti 1211 le cornee preparate per interventi Dsaek e Dmek, contro le 1063 preparate per gli interventi in cui viene trapiantata la cornea intera.

I dati certificano anche la piena collaborazione con i centri di trapianto veneziani e la performance da record di questi ultimi. Il reparto di Oculistica dell’Ospedale SS. Giovanni e Paolo è risultato il centro italiano a cui Fondazione Banca degli Occhi del Veneto ha inviato il maggior numero di tessuti corneali per Dmek, sia nel 2023 sia nel primo semestre 2024. Prima in Italia per richieste per questa particolare tipologia di tessuto, l’Oculistica del SS. Giovanni e Paolo, diretta dalla Dottoressa Franch, è superata nella classifica complessiva delle forniture da parte della Fondazione solo dai centri situati uno nel Regno Unito e l’altro in Portogallo. Alta l’expertise anche dell’Oculistica dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre, che nei primi sei mesi del 2024 risulta essere il nono centro per esecuzione della Dmek e sesto centro per i trapianti Dsaek.

“Si spiega anche così la potente attrazione esercitata dalle Oculistiche dell’Ulss 3 Serenissima – sottolinea il Direttore Generale Edgardo Contato – a cui si rivolgono moltissimi utenti anche da fuori Regione. Persone disponibili ad arrivare anche fino a Venezia, per trovare una risposta di altissima professionalità. E si rende concreta, anche così, quell’eccellenza che da tempo la comunità scientifica ma anche l’utenza riconosce all’Oculistica veneziana”.

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Autorizzazione sanitaria n. 07/2023 del 09/02/2023 Direttore Sanitario: Dott. Mario Bortolato
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La ricerca. Uno studio congiunto delle università Mc Gill, di Padova e di Toronto

Sonno Rem e melatonina, nuovi passi in avanti sui meccanismi del sonno

Circa lo 0,5–1% della popolazione generale è affetta dal disturbo del comportamento del sonno REM, fattore di rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative. Significativo è il potenziale clinico in patologie come Parkinson e Demenza con corpi di Lewy

Un importante passo in avanti nella comprensione dei meccanismi del sonno è stato fatto grazie alla ricerca sulla melatonina e i suoi due recettori, MT1 e MT2, sviluppata negli ultimi 15 anni dal team scientifico delle università McGill, di Padova e di Toronto. Questo studio, pubblicato sul “Journal of Neuroscience” apre nuove possibilità di cura nel trattamento dei disturbi del sonno e delle condizioni neuropsichiatriche associate. Gli autori della pubblicazione hanno individuato nel recettore MT1 il regolatore cruciale del sonno REM (Rapid Eye Movement). I risultati dello studio hanno inoltre portato alla scoperta della prima molecola capace di agire selettivamente sul sonno REM senza alterare il sonno non-REM. Il sonno REM è importante per sognare, consolidare la memoria e regolare le emozioni. MT1 è espresso in neuroni specifici chiamati neuroni della noradrenalina che sono situati in un’area del cervello chiamata Locus Coeruleus (“punto blu” in latino) per la sua colorazione tendente all’azzurro, dovuta ai granuli di melanina al suo interno. Durante il sonno REM, questi neuroni noradrenergici riducono la propria attività elettrica e

Medici veterinari in barca presidiano il Delta, il Servizio Igiene dei Prodotti Ittici, dell’Ulss 5 Polesana, è guidato dal dr. Antonio Crepaldi e opera nel territorio come Autorità Sanita-

diventano silenziosi. Circa lo 0,5–1% della popolazione generale è affetta dal disturbo del comportamento del sonno REM che è un serio fattore di rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e altre patologie, quali la Demenza con Corpi di Lewy, che attualmente non dispongono di trattamenti efficaci. “Questa scoperta non solo fa progredire la nostra comprensione sui meccanismi del sonno, ma ha anche un significativo potenziale clinico. Finora il recettore specifico che innesca il sonno REM era sfuggito agli scienziati. Il nuovo studio – dice Gabriella Gobbi, principal investigator e professoressa di psichiatria alla McGill University e clinico al McGill University Health Center e Canada Research Chair in Therapeutics for Mental Health – ha identificato come importante regolatore di questa fase del sonno proprio il recettore MT1 della melatonina situato nel Locus Coeruleus”. Il sonno REM svolge un ruolo fondamentale nel consolidamento della memoria e nella regolazione delle emozioni. Il sonno nonREM supporta i processi di recupero e riparazione fisica. Utilizzando un nuovo farmaco che agisce selettivamente sui recettori MT1, i ricercatori sono riusciti ad aumentare la durata del sonno REM negli animali da esperimento, riducendo contemporaneamente l’attività dei neuroni noradrenergici del Locus Coeruleus. “Fino ad oggi non si conoscevano farmaci specificamente mirati a modificare il sonno REM. La maggior parte dei farmaci ipnotici in commercio, pur prolungando la durata totale del sonno, tendono a influenzare negativamente il sonno REM. Con lo studio pubblicato – spiega Stefano Comai, coautore senior della ricerca e professore di farmacologia all’Università di Padova e professore aggiunto alla McGill University – oltre a svelare la

specificità del recettore MT1 della melatonina abbiamo scoperto la prima molecola capace di agire selettivamente sul sonno REM senza alterare il sonno non-REM”. Secondo i ricercatori ulteriori ricerche sulla neurobiologia e la farmacologia del sonno REM sono fondamentali per sviluppare trattamenti mirati che potrebbero migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da queste malattie neurodegenerative debilitanti. Man mano che gli scienziati continuano a esplorare le complessità della regolazione del sonno la speranza di interventi efficaci nei disturbi neurologici diventa sempre più promettente. Se studi futuri confermeranno il coinvolgimento specifico del recettore MT1 della melatonina nella regolazione del sonno REM si potranno sviluppare nuovi farmaci in grado di trattare i disturbi del sonno REM che sono noti essere strettamente legati ad esempio al morbo di Parkinson e altre condizioni correlate, quali la Demenza con Corpi di Lewy.

Delta, medici veterinari in barca per il controllo degli alimenti ittici

ria Competente, avvalendosi di Dirigenti Veterinari e Tecnici della Prevenzione altamente specializzati e particolarmente esperti, qualificati nel proprio ambito di competenza come Ufficiali di Polizia Giudiziaria, dotati delle abilitazioni necessarie per la conduzione delle imbarcazioni di cui dispongono e specificamente formati per le attività lavorative da svolgere in sicurezza nei porti, a bordo di navi e pescherecci. Il Servizio assicura un controllo complessivo dell’intera filiera produttiva di alimenti ittici, eseguendo le proprie verifiche partendo dalle zone di pesca lagunari e marine, proseguendo nei punti sbarco del pescato, nei siti di commercializzazione all’ingrosso quali i mercati ittici e i grandi stabilimenti frigoriferi. Nel corso del 2023 solamente le principali attività svolte dal Servizio hanno prodotto 500 interventi di vigilanza nelle strutture produttive

e di vendita, 1322 analisi microbiologiche e chimiche sulle 31 zone deltizie di produzione di molluschi destinati al consumo alimentare ed emesso 73 provvedimenti restrittivi sull’attività di raccolta a carico delle stesse zone in occasione di non conformità igienico-sanitarie; sono stati effettuati 125 campionamenti su alimenti pronti al consumo di origine ittica per ricerca di contaminanti e sono state gestite 74 allerte comunitarie per non conformità di alimenti. Sono state emesse 88 certificazioni sanitarie per export di conserve ittiche prodotte nelle imprese nel distretto. In attività di Polizia Sanitaria, alcune non conformità igienico-sanitarie sono state sanzionate amministrativamente mentre in 9 casi di non conformità grave sono state effettuare le dovute comunicazioni di reato all’Autorità Giudiziaria.

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SERVIZIO

West Nile, Dengue. Anche a ridosso della fine dell’estate non si può abbassare la guardia

Zanzare, possono diventare una minaccia

West Nile, a Padova i primi casi a fine luglio. Registrati invece in Francia casi di Dengue. In viaggio o a casa è bene proteggersi e fare attenzione ad eventuali sintoni sospetti

Torna l’emergenza Wete Nile, verso la fine di luglio si sono registrati i primi casi in Veneto, quasi tutti nel padovano, dove un uomo di 86 anni è morto in seguito ad un rapido peggioramento.

“Già dall’inizio di luglio - afferma il dr. Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss padovana - era nota la presenza di zanzare infette nella parte sud del territorio regionale ed era quindi verosimile pensare che alcuni di questi esemplari potessero trasmettere la malattia a soggetti più fragili, che avrebbero poi manifestato dei sintomi”.

La West Nile è un’infezione virale trasmessa all’uomo dalla puntura di zanzare. La zanzara che trasmette il virus West è la Culex pipiens, conosciuta come zanzara comune, punge prevalentemente dal tramonto all’alba.

Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica ma negli anziani e nelle persone debilitate l’infezione può avere manifestazioni severe, con sintomi neurologici (Malattia Neuroinvasiva da West Nile virus).

Nonostante l’estate stia per concludersi, è ancora utile ribadire poche, ma semplici, regole per proteggersi e prevenire le punture delle zanzare. La prima fra tutte è quella di usare i repellenti cutanei. È una pratica non ancora diffusa ma che si rivela essenziale: come ci mettiamo la crema solare quando andiamo al mare, così

ci dobbiamo mettere i repellenti cutanei quando usciamo di casa, specie se ci rechiamo in zone dove, la presenza di zanzare, è più probabile e concentrata, come ad esempio negli orti. Altre buone norme riguardano gli indumenti da indossare, come pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto (specie al crepuscolo e dopo il tramonto); svuotare di frequente vasi o altri contenitori con acqua stagnante; cambiare spesso l’acqua nelle ciotole dei nostri amici animali.

E per chi ha programmato, per l’ultimo scorcio d’estate un viaggio all’estero, è bene tener presente che in Francia sono stati segnalati casi locali di Dengue, anch’essa una malattia trasmessa dalle punture di zanzare. E’ nota come la “febbre spaccaossa” che si manifesta appunto con febbre alta, importanti dolori muscolari e

articolari, con possibili complicanze anche gravi. Il rischio di ammalarsi di Dengue è presente in molte destinazioni turistiche. I Paesi più colpiti sono quelli del Sud-est asiatico, del Pacifico occidentale, delle Americhe, dell’Africa e del Mediterraneo orientale.

Prima di affrontare un viaggio verso queste destinazioni è bene perciò rivolgersi all’ambulatorio di medicina dei viaggi nell’azienda sanitaria di pertinenza per una consulenza; non dimenticare di mettere in valigia un repellente antizanzare efficace; spruzzare gli abiti con insetticida a base di permetrina prima di metterli in valigia.

Se al ritorno si accusano sintomi sospetti, come febbre, eritemi cutanei, dolori articolari è bene rivolgersi subito al proprio medico.

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Punto di forza del Poliambulatorio Arcella è la presenza in un’unica sede delle principali Specialità mediche, dell’intero Corpus Radiologico, di un Settore di Medicina Riabilitativa e di Medicina dello Sport sempre all’avanguardia. Ciò consente al nostro team di medici di fornire percorsi di cura completi e personalizzati. Come lavoriamo namento degli sportivi con lo scopo di di migliorare l’e cienza fisica e la performance, nel rispetto delle caratteristiche individuali. Il nostro Servizio di Medicina dello Sport è l’unico in Padova a seguire gli atleti in

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Formazione.

Il Polo didattico dell’Ulss 2 Marca Trevigiana insieme con l’Università di Padova

Un nuovo corso di laurea per diventare tecnico di laboratorio biomedico

Partirà nell’anno accademico 2024-25, il percorso triennale che consente di acquisire l e conoscenze e le competenze necessarie per operare nei laboratori di analisi cliniche

Un nuovo corso di Laurea in Tecniche di laboratorio biomedico partirà nell’anno accademico 2024-2025, è la novità del Polo didattico dell’Ulss 2 Marca Trevigiana che lo ha attivato in collaborazione con l’Università di Padova. Un modo di fare sistema che apre ai giovani del territorio un altro canale formativo verso una professione che in ambito sanitario è molto ricercata.

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TRADIZIONE CHE CONTINUA

DAL 1973 unica in Padova.

Il tecnico di laboratorio biomedico è infatti una figura chiave nell’ambito della diagnostica di laboratorio. È responsabile della fase analitica del processo diagnostico, garantendo l’affidabilità e la tempestività dei risultati. Collabora con medici, biologi e altri professionisti per fornire un servizio di alta qualità, contribuendo alla prevenzione, alla diagnosi e al monitoraggio delle malattie. Si occupa di analisi chimico-cliniche, microbiologiche, immunoematologiche e di anatomia patologica, seguendo rigorosi protocolli e utilizzando tecnologie avanzate.

Chi si iscrive al corso di laurea in Tecniche di laboratorio biomedico del polo universitario di Treviso acquisisce dunque tutte le conoscenze e le competenze necessarie per operare nei laboratori di analisi cliniche.

Chi volesse invece continuare nel percorso universitario ha accesso ai Corsi di Laurea Magistrale previsti dalla Classe di Laurea.

L’accesso è a numero programmato e il test di ammissione si terrà il prossimo 5 settembre

Il Corso di Laurea appartiene alla Classe delle Lauree Professioni Sanitarie Tecniche L/SNT3. La durata è di tre anni e, durante il percorso formativo, si apprendono le discipline scientifiche utili per l’esecuzione delle tecniche d’analisi e la gestione dei materiali biologici nella diagnostica di laboratorio. La formazione è inoltre incentrata sulle normative per la gestione, la certificazione e l’accreditamento di un laboratorio biomedico e le problematiche etiche e deontologiche connesse con la professione; inoltre si affiancano allo studio dei fondamenti di fisica, statistica, informatica, anatomia, fisiologia, chimica e biochimica, l’approfondimento delle tecniche analitiche e diagnostiche nei laboratori clinici di Medicina di Laboratorio, Immunoematologia e Centro Trasfusionale, Microbiologia e Virologia, Anatomia patologica, Istopatologia e Citopatologica, Biologia molecolare e Genetica medica. Il piano didattico prevede corsi integrati intervallati da periodi di tirocinio; per il conseguimento del titolo è necessaria l’acquisizione di 180 crediti formativi universitari (CFU). Alla conclusione del corso è prevista, la redazione e la discussione di un elaborato di tesi ed una prova finale abilitante alla Professione Sanitaria di Tecnico di Laboratorio Biomedico. Gli ambiti occupazionali in cui spendere questo titolo di studio sono molteplici. Chi consegue infatti la Laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico svolge la propria attività professionale in regime di autonomia nei laboratori pubblici e privati di analisi chimico-cliniche e clinico-diagnostiche, organizzate sia in modo dipartimentale che per disciplina (biochimica clinica, microbiologia e virologia, anatomia patologica, centro trasfusionale e biologia molecolare). La sua attività si svolge anche nei laboratori d’analisi dei servizi di prevenzione e protezione delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (Arpa), e degli Istituti Sperimentali Zooprofilattici regionali e delle industrie farmaceutiche. Organizza e partecipa ad attività di studio e ricerca scientifica, di formazione e sviluppo professionale e svolge attività didattica nei corsi di studio universitari e in altre realtà formative.

Entusiasmo a Chioggia, da quest’anno il Corso di Laurea in Infermieristica

Nell’anno accademico 2024-25 debutta il corso di Laurea in Infermieristica a Chioggia

Alla vigilia dell’imminente apertura delle iscrizioni il nuovo corso in Infermieristica che sarà attivato a Chioggia nell’anno accademico 2024-25 registra manifestazioni di stima e di interesse da parte dei giovani. Il corso che nasce dalla collaborazione fra Ulss 3 Serenissima, Scuola di Medicina dell’Università di Padova e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, ha fatto la sua uscita in pubblico a luglio, ottenendo una buona accoglienza.

“Non c’è alcun dubbio: negli incontri che abbiamo organizzato - sottolinea la coordinatrice del Corso, Chiara Rizzo – abbiamo colto l’interesse da parte dei giovani per la professione e per la possibilità che avranno, da quest’anno, di frequentare gli studi per diventare infermieri proprio a Chioggia”.

“Quella dell’infermiere è una professione di sicura prospettiva, perché i servizi sanitari e assistenziali richiedono e richiederanno sempre forze nuove e nuova professionalità da mettere in campo. Ai giovani che ci chiedono informazioni spieghiamo che l’infermiere del domani è una persona che mette in gioco sé stesso con l’impegno personale verso le persone fragili, e che lo fa con una professionalità e una specializzazione sempre più marcata. E ci accorgiamo che i giovani sono già consapevoli del livello sempre più elevato che ha raggiunto la nostra professione, e sono in cerca appunto di una prospettiva per il loro futuro che mette insieme dedizione, competenze e professionalità” hanno

spiegato studenti ed infermieri che, insieme alla dottoressa Rizzo, hanno accolto i ragazzi interessati presso l’infopoint allestito a Chioggia a luglio in occasione della Sagra del Pesce per dare informazioni e promuovere le iscrizioni al corso.

“Con inizio dell’anno accademico 2024/2025 - spiega la dottoressa Rizzo - l’Università degli Studi di Padova, in convenzione con l’Ulss 3 Serenissima, ha previsto l’attivazione di un canale formativo del Corso di Laurea a Chioggia, in grado di accogliere 50 studenti. Il percorso chioggiotto, le cui lezioni si terranno negli spazi messi a disposizione dall’Autorità Portuale al Padiglione Aspo, afferisce al polo formativo di Infermieristica di Mestre, attivo da anni e che quest’anno accoglierà complessivamente 250 studenti”.

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Una panoramica delle nuove auto del 2024

Il 2024 è un anno entusiasmante per il settore automobilistico, con numerose novità da parte di diversi marchi. Ecco una panoramica delle auto più attese presentate e che debutteranno quest’anno.

All’inizio del secondo trimestre abbiamo assistito a una serie di lanci importanti. La nuova generazione della Lancia Ypsilon ha dato ufficialmente il via al nuovo piano prodotti del marchio torinese. A seguire, è stata introdotta la Ford Explorer e infine la Citroën C3, un altro modello di rilievo destinato a fare il salto verso l’elettrico puro, pur mantenendo il motore termico come opzione. Anche la Mitsubishi ASX si è aggiunta a questa lista, grazie ad un corposo restyling.

Tra le auto presentate in primavera, merita una menzione speciale la nuova Skoda Kodiaq, che ha mantenuto la ricca gamma termica del modello precedente, introducendo per la prima volta gli ibridi mild e plug-in. Non va dimenticato l’avvio delle consegne della Hyundai Santa Fe, ora caratterizzata da un design molto distintivo. A completare il quadro primaverile, la Lotus Emeya, una berlina elettrica che punta a competere con la Porsche Taycan, con tutte le carte in regola per farcela.

Tra le novità più attese, ci sono stati i facelift delle BMW Serie 4 Coupé e Cabrio e della Kia Sorento, che ha subito un restyling profondo, anche nel design. Non sono mancate le proposte completamente nuove, come la Mercedes

Classe G elettrica e l’erede della Lamborghini Huracán, che ha salutato il V10 aspirato di derivazione Audi per adottare un V8 biturbo ibrido plug-in sviluppato internamente.

L’estate 2024 ha visto l’arrivo di due grandi novità: la prima è stata l’Alfa Romeo Milano, un’attesissima B-SUV elettrica che aspira a posizionarsi ai vertici della categoria per dinamica di guida. La seconda è stata la Mini Cooper, che dopo il lancio completamente elettrico ha finalmente introdotto anche i motori turbobenzina. Ma c’è stato spazio anche per i sogni: quest’estate ha visto il debutto commerciale della nuova Mercedes-AMG CLE 63.

Per l’autunno-inverno del 2024, è previsto l’arrivo sul mercato del restyling della Volkswagen Golf, con una nuova estetica esterna e interna. Un altro restyling significativo sarà quello della Porsche 911, che potrebbe segnare il debutto dell’alimentazione mild hybrid.

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Focus. Consigli utili per mettersi in strada senza pensieri

Gestione e manutenzione degli pneumatici

La gestione e manutenzione stagionale degli pneumatici è fondamentale per garantire sicurezza e performance ottimali del veicolo. Gli pneumatici sono l’unico punto di contatto tra l’auto e la strada e la loro cura influisce direttamente sulla tenuta di strada, sul consumo di carburante e sul comfort di guida.

Controllo della pressione: La pressione degli pneumatici deve essere verificata almeno una volta al mese e prima di lunghi viaggi. Una pressione corretta assicura una migliore aderenza e riduce il consumo di carburante. Un pneumatico sotto-gonfiato aumenta l’usura e il rischio di esplosione, mentre uno sovra-gonfiato riduce la superficie di contatto con la strada, compromettendo la tenuta di strada. Rotazione dei pneumatici: La rotazione periodica degli pneumatici (ogni 10.000-15.000 km) permette un’usura uniforme, prolungando la vita utile del set di pneumatici. Questo è particolarmente importante in veicoli a trazione anteriore o posteriore, dove l’usura può essere diversa tra gli assi.

I 6 segnali di usura degli pneumatici

Verifica del battistrada: Un battistrada usurato compromette la sicurezza, specialmente su strade bagnate. La profondità minima legale del battistrada è di 1.6 mm, ma è consigliabile sostituire gli pneumatici già a 3 mm per gli pneumatici estivi e 4 mm per quelli invernali. Utilizzare un misuratore di profondità del battistrada è un metodo semplice per controllare l’usura.

Allineamento e bilanciamento: Un corretto allineamento delle ruote assicura che gli pneumatici si consumino uniformemente e che il veicolo mantenga una buona stabilità. Il bilanciamento degli pneumatici, invece, elimina le vibrazioni indesiderate e protegge le sospensioni del veicolo.

Ecco alcuni segnali principali di usura a cui prestare attenzione: 1 -La profondità del battistrada è uno degli indicatori più importanti dell’usura dei pneumatici. La legge richiede una profondità minima di 1.6 mm, ma per una sicurezza ottimale è consigliabile sostituire i pneumatici quando la profondità scende sotto i 3 mm per quelli estivi e 4 mm per quelli invernali. Per misurare la profondità del battistrada si può utilizzare un misuratore di profondità o controllare gli indicatori di usura presenti sui pneumatici stessi.

2 - L’usura irregolare del battistrada può essere causata da vari fattori, come un allineamento delle ruote non corretto, una pressione inadeguata o problemi alle sospensioni. Se si notano zone del battistrada più consumate rispetto ad altre, è opportuno far controllare il veicolo da un professionista.

3 - Con il tempo, i pneumatici possono sviluppare fenditure o crepe sulla superficie o sui fianchi. Questi segni indicano che lo pneumatico sta invecchiando e potrebbe essere a rischio di scoppio. Le crepe possono essere causate anche da un’esposizione prolungata alla luce solare e agli agenti atmosferici.

4 - Rigonfiamenti o bolle sui pneumatici sono segnali di danni strutturali, spesso causati da impatti con buche o marciapiedi. Questi rigonfiamenti indicano che la struttura interna del pneumatico è compromessa e il pneumatico potrebbe scoppiare in qualsiasi momento. In presenza di rigonfiamenti, è necessario sostituire immediatamente il pneumatico.

5 - Vibrazioni eccessive o rumori insoliti durante la guida possono essere sintomi di pneumatici usurati o danneggiati. Questi segnali potrebbero indicare problemi di bilanciamento, allineamento o addirittura un danno interno al pneumatico. In questi casi, è importante far controllare gli pneumatici e il veicolo da un professionista. 6 - L’usura eccessiva sui fianchi degli pneumatici può indicare una pressione insufficiente o un uso frequente del veicolo con carichi pesanti. La pressione insufficiente fa sì che i fianchi degli pneumatici si usurino più rapidamente, compromettendo la loro resistenza e aumentando il rischio di scoppio.

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Visti da vicino. Dai tradizionali benzina e diesel ai veicoli ibridi ed elettrici

I principali motori automobilistici e le loro alimentazioni

Nel corso degli anni, la tecnologia dei motori si è evoluta significativamente, portando alla nascita di diverse tipologie, ciascuna con le proprie caratteristiche, vantaggi e svantaggi. Ecco i principali tipi di motori automobilistici e le loro alimentazioni

Ibridi Serie

Nei veicoli ibridi serie, il motore a combustione interna non è collegato direttamente alle ruote. Invece, esso genera elettricità che alimenta un motore elettrico, il quale a sua volta muove le ruote. Questo sistema può migliorare ulteriormente l’efficienza del carburante, specialmente in condizioni di guida urbana con frequenti fermate e ripartenze. Tuttavia, la complessità e il costo di questi sistemi possono essere superiori rispetto agli ibridi paralleli.

Motori Elettrici

Veicoli Elettrici a Batteria (BEV)

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Motori a Benzina

I motori a benzina sono tra i più comuni e diffusi al mondo. Funzionano attraverso la combustione del carburante all’interno di cilindri, dove una miscela di aria e benzina viene compressa e poi incendiata da una scintilla della candela. Questa combustione crea una forza che spinge il pistone, generando movimento. I motori a benzina sono apprezzati per la loro potenza e velocità, ma hanno lo svantaggio di essere meno efficienti dal punto di vista del consumo di carburante e delle emissioni rispetto ad altre tecnologie.

Motori Diesel

I veicoli elettrici a batteria sono alimentati esclusivamente da energia elettrica immagazzinata in grandi batterie ricaricabili. Questi motori sono estremamente efficienti, silenziosi e producono zero emissioni locali. Con l’aumento delle infrastrutture di ricarica e dei miglioramenti nella tecnologia delle batterie, i BEV stanno diventando sempre più popolari. Esempi noti includono Tesla Model S e Nissan Leaf. Tuttavia, la limitata autonomia e i tempi di ricarica sono ancora sfide significative per l’adozione diffusa.

Veicoli Elettrici a Celle a Combustibile (FCEV)

I FCEV utilizzano l’idrogeno come fonte di energia. L’idrogeno viene convertito in elettricità attraverso una reazione chimica in una cella a combustibile, producendo solo acqua come sottoprodotto. Questi veicoli combinano i vantaggi dei veicoli elettrici con tempi di rifornimento rapidi e una maggiore autonomia. Tuttavia, la diffusione dei FCEV è limitata dalla scarsa infrastruttura per l’idrogeno e dai costi elevati della tecnologia.

I motori diesel operano con un principio simile a quello dei motori a benzina, ma utilizzano gasolio come carburante e la combustione avviene per compressione. Sono noti per la loro efficienza nel consumo di carburante e la loro longevità. I motori diesel producono più coppia motrice a bassi regimi rispetto ai motori a benzina, rendendoli ideali per veicoli pesanti e commerciali. Tuttavia, emettono più ossidi di azoto e particolato, richiedendo sistemi di trattamento dei gas di scarico complessi.

Ibridi Paralleli

Nei veicoli ibridi paralleli, sia il motore a combustione interna sia il motore elettrico possono alimentare direttamente le ruote. Questi sistemi permettono di combinare i vantaggi dei motori a combustione interna con quelli elettrici, offrendo un’elevata efficienza e riducendo le emissioni. Un esempio popolare è la Toyota Prius, che utilizza un sistema ibrido parallelo per ottimizzare il consumo di carburante.

L’Unione Europea ha adottato misure significative per promuovere l’adozione di veicoli elettrici, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la qualità dell’aria. Tra queste, una delle più rilevanti è la decisione di vietare la vendita di nuove auto a combustione interna entro il 2035. Questa legge rappresenta un cambio di paradigma per l’industria automobilistica, accelerando la transizione verso soluzioni di mobilità più sostenibili. Di conseguenza, le case automobilistiche stanno investendo massicciamente in ricerca e sviluppo per migliorare la tecnologia delle batterie e aumentare l’autonomia e la velocità di ricarica dei veicoli elettrici. Inoltre, si stanno potenziando le infrastrutture di ricarica pubbliche e private per supportare l’espansione del mercato dei veicoli elettrici. Mentre il futuro sembra sempre più orientato verso soluzioni elettriche e ibride, i motori a combustione interna continueranno a giocare un ruolo importante ancora per alcuni anni, soprattutto nei settori dove l’elettrificazione è più complessa. Tuttavia, la spinta normativa e le crescenti preoccupazioni ambientali stanno chiaramente tracciando la strada verso un’era in cui le auto elettriche domineranno il mercato, ridefinendo la mobilità del futuro.

Motori a Combustione Interna

Storie di

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“Continuiamo a puntare sulla qualità: a breve la certifi cazione Iso 9001”

nua infatti l’impe-

“Questa certificazione è per noi un grandissimo traguardo – afferma Alberto Tulin, fondatore dell’azienda –: con l’ISO 9001 infatti potremmo incominciare a collaborare anche con aziende ancora

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più importanti, sia a livello nazionale che internazionale, perché potremo offrire un’ulteriore garanzia della nostra professionalità e della

Tante le novità per la Tulin srl, che mira a crescere e raggiungere nuovi mercati

“Siamo impegnati a crescere, formare e migliorarci – conclude Alberto Tulin, che ribadisce –: il prossimo passo sarà ottenere la

e controllare impianti che operano in differenti settori: dal condizionamento industriale all’automazione alla distribuzione, passando agli impianti per il trattamento dell’acqua. “In questo momento stiamo puntando molto sui quadri di distribuzione e di automazione, ma

stenibilità è un tema che ci riguarda strettamente, perché operiamo anche con aziende del settore delle energie rinnovabili” Ma l’impegno dell’azienda padovana è rivolto anche alla formazione. “Continuiamo a formare numerosi ragazzi attraverso i tirocini e l’alternanza scuo-

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Turismo - Sì, viaggiare

Schwaz, città d’oro grazie all’argento

Castelli, palazzi e chiese che risplendono tutt’oggi sono eredità delle miniere

La città tirolese in riva all’Inn nel XV e XVI secolo era seconda solo a Vienna per numero di abitanti. L’estrazione del prezioso metallo (in nessuna parte d’Europa se ne ricavava così tanto) ha lasciato bellezza, arte e ricchezza. Le residenze fortificate di Tratzdorf e di Freundsberg ne sono i simboli. E poi c’è il paradiso naturalistico alpino del Karwendel, regno dell’acero montano, con laghi, vette e malghe diventate rifugi

di Renato Malaman

L’età dell’oro è legata all’argento. Schwaz deve molto a questo metallo, che ha cambiato i propri destini. Quell’epopea mineraria, che ha vissuto il suo culmine tra il XV e XVI secolo, quando Schwaz nel territorio dell’attuale Austria era seconda per abitanti solo a Vienna (ne contava 25.000, un’enormità per l’epoca), ha donato ricchezza e splendore. Un periodo durato fino a quando l’argento proveniente a buon mercato dalle Americhe stravolgesse il mercato. Quel periodo è ancor oggi ricordato come il momento più fulgido nella storia della città e della stessa valle dell’Inn. Castelli, palazzi e chiese, particolarmente belle qui, lo stanno a testimoniare con eloquenza. Nella vicina Hall in Tirol era stata creata la prima zecca europea, dove l’argento diventava moneta e dove la ricchezza già si misurava nei talleri coniati. Talleri il cui nome ha ispirato qualche secolo dopo, oltreoceano, la nascita dei dollari. Schwaz era il più importante distretto minerario d’Europa, tanto che ci misero le mani a livello finanziario anche i Fugger, potentissimi banchieri di Augusta. Gli effetti più vistosi di questo aureo, anzi “argenteo”, periodo si colgono nelle stesse miniere che da qualche anno sono visitabili e costituiscono la principale attrazione turistica di Schwaz. Immergervisi, scendendo nelle viscere della montagna a bordo di un trenino “cabrio” da miniera, mette adrenalina. Ma questa non è una montagna russa, è una galleria vera: un budello di dimensioni ridottissime che inghiotte il trenino e lo fa scendere nel ventre della montagna. Con il cuore in gola, protetti da una mantella color argento e da un caschetto, ci si trova nel cuore della miniera di un tempo, immersi in un emozionante viaggio multimediale con guida, audioguida in più lingue (italiano compreso), video e figure animate che ricordano la fatica e la perizia del lavoro del minatore. Imperdibile! Da qui proveniva oltre l’80% della produzione mondiale d’argento. Che i minatori fossero una corporazione importante nella Schwaz del XV e XVI secolo lo confermano i privilegi che avevano ottenuto: il diritto

sindacale alle 8 ore di lavoro (all’epoca nessuno come loro) e una navata riservata in chiesa. E che chiesa! La parrocchiale Maria Himmelfahrt, il più grande santuario gotico del Tirolo, l’unico a quattro navate in Europa. E’ famosa anche per la sua colossale campana che ancor oggi annuncia i temporali più minacciosi. Poco lontano c’è un altro ambiente che cala il visitatore nella Schwaz del Rinascimento: il Palazzo Enzenberg con le sue cantine d’epoca. In un crescendo di quinte teatrali cittadine sempre più belle, spicca poi la sfarzosa Casa dei Fugger, la Fuggerhaus, oggi sede amministrativa provinciale. Segno distintivo delle case dei ricchi erano i portali di pietra venata di rame, perché questo metallo era l’altra grande fonte di guadagno che le miniere del posto assicuravano. Ancora due passi ed ecco il Monastero dei Francescani, ancora avvolto nelle severe atmosfere dell’epoca: lo fondò addirittura Maximilian I d’Asburgo nel 1507 e presenta una galleria di affreschi, alcuni ridotti a graffiti ma già recuperati, di grande pregio artistico. Si alza lo sguardo e lassù, su una rupe, ecco il Freundsberg. Il nome richiama l’amicizia, ma il maniero è un nido d’aquila ben adatto, allora, alla sua funzione di controllo della valle. I Freundsberg lo hanno abitato fin dal 1122. Si arriva lassù col fiatone, ma il premio è un bel museo dedicato alla città e alle sue miniere. Inoltre c’è un ristorante dove potersi rifocillare e godersi il panorama su Schwaz e sulla valle. E parlando di castelli dei Freundsberg, poco lontano, c’è la tappa ineludibile: Tratzberg. Si trova su un’altura fra Schwaz e Jenbach. E uno dei castelli più belli dell’Austria, sembra che i ricchi proprietari lo abbiano lasciato da poche ore, da quanto è ancora integro e “vissuto”. Nelle sue sale è passata la storia. Fin dal XIII secolo. Vi si sale con un trenino fra ombrosi faggeti. Poi si varca l’arco e già dal cortile interno si coglie il fascino di questo maniero gotico –rinascimentale, che fra i suoi proprietari annovera anche Maximilian I e gli immancabili Fugger. Massimiliano poi lo cedette, trasferendosi a Freundsberg. Tra-

tzberg venne fatto ricostruire più bello di prima dai nuovi castellani, i Tänzl, dopo il disastroso incendio del 1492 (l’anno in cui Cristoforo Colombo approdò in America). Dal XIX secolo è proprietà degli Enzerberg, che lo tengono come un gingillo. Tra le tante cose straordinarie da vedere figura l’albero genealogico degli Asburgo e 148 ritratti della stessa famiglia, la più importante dell’Austria. Come in ogni castello sono tante le leggende, i riti, i fatti oscuri che hanno avuto come sfondo Tratzdorf. Di sera li racconta la signora Rebecca, una Frau Rebecca in abiti medievali, davanti al castello, alla luce fioca di tanti lumini: un’esperienza che stuzzica l’immaginazione. Un altro maniero si trova a Vomp, alle porte di Schwaz ed è particolare, perché la famiglia che

ne è proprietaria da ben sei generazioni lo adibisce all’ospitalità. È un albergo piccolo in un castello piccolo: si chiama Mitterhart e la famiglia Mair, Andreas e la moglie Yvonne (lui cuoco e lei castellana dell’accoglienza), lo ha reso anche una tappa importante della ristorazione tipica tirolese. Il locale è segnalato anche dall’associazione Tiroler Wirsthaus, che tutela ricette, sapori e un certo modo casereccio di fare cucina. Il castello sorge in riva all’Inn, immerso tra i frutteti, ed è davvero coccolo e accogliente.

L’altra Schwaz è quella che guarda le montagne, ovvero al parco naturale del Karwendel. Parco vasto e davvero lontano dagli stereotipi. Un parco “matriosca”, che contiene tanti parchi: ben 11 aree naturali protette. Un mondo di natura sovra-

na, fatto di laghetti, alpeggi, prati, boschi (anche costituiti dal raro acero montano) e cascate. Si estende da Innsbruck all’Achersee, in gran parte dell’area alpina del Tirolo. L’escursione più facilmente raggiungibile da Schwaz è al Nafingalmen e al vicino laghetto, il Nafingsee. Un panorama fatto di vette aguzze e di boschi, di malghe e di rifugi, come il Weidener Hütte, famoso per i suoi spuntini d’alpeggio. Il Parco Karwendel aderisce al progetto “Natura 2000”, un’associazione di aree protette europee che riunisce tante perle alpine. Ora tutti i sentieri della Silberregion Karwendel, naturalistici, storici e culturali, sono presentati anche attraverso la app Locandy, che funge da bussola per scoprire palmo a palmo questo straordinario territorio del Tirolo.

di Virginio De Biasi
Ascolta
Nella foto copertina l’ingresso delle miniere di Schwaz, oggi visitabili grazie al primo tratto percorribile sul trenino. Più sotto, da sinistra: il castello di Tratzberg e quello di Freundsberg. Nel palco sotto: una veduta del parco alpino Karwendel e il centro della città vecchia di Schwaz.

sul futuro.

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“Appena avrò surrogato i membri del direttivo del Parco, dovuto al cambio dei sindaci dopo le elezioni amministrative, e con i tempi della Regione, potremo continuare a lavorare alle azioni del dossier”

Dopo il 36esimo congresso mondiale Mab Unesco, in cui il Parco Regionale dei Colli Euganei è stato ufficialmente proclamato come Riserva della Biosfera “Colli Euganei”, gli uffici dell’ente sono al lavoro per le iniziative e per la costituzione della nuova governance. Non si tratta di un punto di arrivo, ma di partenza, dato che nei prossimi dieci anni il Parco Colli dovrà impegnarsi ad attuare e raggiungere gli obiettivi inseriti nel dossier di candidatura: “Ora è importante costituire la nuova governance che si affianca a quella del Parco, che sarà infatti la cabina di regia»

spiega il presidente del Parco Regionale dei Colli Euganei, Alessandro Frizzarin «In questo gruppo sarà presente la Provincia, la Regione, i Comuni e chi ha contribuito alla redazione del dossier. Dovremo collaborare in vario modo per portare avanti la riserva della biosfera”.

La nuova governance dovrebbe essere costituita entro settembre, ma bisogna restare in attesa delle tempistiche della Regione: “Appena avrò surrogato i membri del direttivo del Parco, dovuto al cambio dei sindaci dopo le elezioni amministrative, e con i tempi della Regione, potre-

mo continuare a lavorare nel concreto alle azioni del dossier - continua Frizzarin - Una prima ossatura c’è già, con il piano di gestione e di attività. Dobbiamo solo attuare il tutto”.

Tra le iniziative in programma ci sarà un evento celebrativo per illustrare l’ottenimento del riconoscimento: “Ci sarà un primo incontro istituzionale con gli operatori, gli stakeholder e chi ha partecipato al percorso Mab, in modo da spiegare al meglio i prossimi passi - continua Frizzarin - Ci saranno anche altre iniziative in programma, come convegni e laboratori. Dobbiamo ora fare una scaletta delle varie proposte, ragionando assieme sulle tematiche del turismo sostenibile”.

Tra le attività più importan-

ti, da mettere in campo entro marzo del prossimo anno, ci sarà il Forum mondiale della gioventù Unesco nei Colli Euganei: “Si tratta di un evento complesso, che porterà giovani provenienti da molti Paesi nel nostro territorio - conclude Frizzarin - C’è moltissimo

lavoro da fare e siamo pronti a rispondere con concretezza agli impegni che abbiamo preso e a portare avanti il percorso di Riserva della Biosfera “Colli Euganei”. Sarà un percorso impegnativo e c’è bisogno del supporto di tutti”. Giada Zandonà

Biosfera, gli ambientalisti non cantano vittoria: “Restano numerose criticità da risolvere”

Il riconoscimento dei Colli Euganei come Riserva della Biosfera MAB-Unesco ha raccolto un plauso unanime tra gli amministratori e politici del territorio, a cui si sono affiancate diverse associazioni di categoria, dagli albergatori agli agricoltori, dai commercianti agli operatori turistici. Non sono mancate però le voci critiche, in particolare dal mondo ambientalista.

Christianne Bergamin e

Maurizio Fassanelli, componenti della Comunità del Parco, non sono infatti certo teneri con la classe politica: “Si è riusciti, con passaggi che rasentano la malafede e contando sull’ingenua disinformazione di tanti, a nascondere il vero obiettivo di quest’operazione: quello di aggirare e devitalizzare il Parco e la normativa che lo regola. Sarà un caso che proprio i più incalliti detrattori del

Parco siano in prima fila ad applaudire?” commentano i rappresentanti.

Anche Francesco Miazzi, ambientalista e consigliere comunale di Monselice, in un articolato documento, aveva evidenziato come tra i promotori del MAB ci fossero gli stessi soggetti, che a suo avviso, perseguono da tempo la finalità di limitare il ruolo del Parco agli aspetti “naturalistici” per garantirsi libertà

d’azione nella gestione territoriale, soprattutto a livello edilizio. Dopo aver elencato i numerosi progetti mai avviati, ha segnalato le numerose criticità ambientali, dalla Rocca di Monselice alle lottizzazioni come quella di Monteortone, fino alla diossina e al PCB presenti sul Monte Ricco, facendo risaltare la passività nella convocazione del tavolo previsto dall’articolo 19 del Piano Ambientale, per arrivare alla

dismissione o riconversione della cementeria di Monselice. Il finale del documento di Miazzi è un messaggio diretto anche ai vertici del Parco: “Se qualcuno pensa di usare il marchio MAB-Unesco solo per ottenere finanziamenti e nascondere questi problemi, sbaglia di grosso. La risoluzione di queste criticità è fondamentale per essere realmente una Riserva della Biosfera”. (g.z.)

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Il presidente del Parco Colli Eugane Alessandro Frizzarin alla proclamazione Mab Unesco

81° Mostra del Cinema. L’evento è in programma dal 28 agosto al 7 settembre

Sale l’attesa al Lido: sul red carpet le grandi star di Hollywood

Cresce l’attesa per l’81ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia, in programma dal 28 agosto al 7 settembre. Presidente della giuria sarà l’attrice Isabelle Huppert, affiancata dagli altri membri: il regista e sceneggiatore americano James Gray; il regista e sceneggiatore britannico Andrew Haigh; la regista, sceneggiatrice e produttrice polacca Agnieszka Holland; il regista e sceneggiatore brasiliano Kleber Mendonça Filho; il regista, sceneggiatore e produttore mauritano Abderrahmane Sissako; il regista e sceneggiatore italiano Giuseppe Tornatore; la regista e sceneggiatrice tedesca Julia von Heinz; l’attrice cinese Zhang Ziyi. Il Leone d’Oro alla carriera sarà assegnato a Sigourney Weaver. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, presieduto da Pietrangelo Buttafuoco, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra, Alberto Barbera, che ha così commentato: “Il Leone d’Oro alla carriera è il doveroso riconoscimento a una star che ha saputo costruire ponti fra il cinema d’autore più sofisticato e i film che dialogano con il pubblico in forma schietta e originale, senza mai rinunciare a essere se stessa”.

Questa edizione promette di essere un evento imperdibile per gli appassionati di cinema e per chiunque sia interessato ai grandi temi della contemporaneità. Alberto Barbera la descrive come “una mostra dominata dall’area del tempo. Aperta ai grandi scenari di crisi della contemporaneità, le guerre, il populismo, ma anche il ritorno della sessualità e dell’erotismo al cinema, della capacità di riflettere su esperienze estreme e i rapporti affettivi, la crisi della famiglia, l’assenza dei riferimenti per i giovani.” Un cinema, dunque, che non si chiude ai grandi temi del presente, ma che si impegna in una dialettica sull’oggi, con una capacità di rinno-

vamento del linguaggio e dell’estetica.

Il film d’apertura sarà “Beetlejuice Beetlejuice”, diretto dal visionario regista Tim Burton, con un cast stellare che include Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Justin Theroux, Monica Bellucci, Jenna Ortega e Willem Dafoe. La sezione Orizzonti sarà inaugurata fuori concorso da “Nonostante”, diretto e interpretato da Valerio Mastandrea, mentre la sezione Orizzonti Extra sarà aperta da “September 5” di Tim Fehlbaum.

La pre-apertura della mostra sarà dedicata a Vittorio De Sica, con la proiezione de “L’Oro di Napoli”, il film a episodi con Eduardo De Filippo, Sophia Loren, Silvana Mangano, Paolo Stoppa e Totò. Questa scelta è stata fatta in occasione dei 50 anni dalla scomparsa del grande regista e dei 70 anni del film stesso, un omaggio doveroso a una delle figure più importanti del cinema italiano.

Al Lido arriva anche un altro atteso sequel, “Joker: Folie à Deux”, che uscirà nelle sale il 3 ottobre. Il film, diretto da Todd Phillips, vede il ritorno di Joaquin Phoenix e la new entry Lady Gaga, attesa sul red carpet del Palazzo del Cinema. Tra le opere in concorso, spiccano titoli come “Joker: Folie à Deux” e “The Room Next Door” di Pedro Almodóvar. Cinque saranno i film italiani in gara per il Leone d’Oro, un segno della vitalità e della creatività del cinema nostrano. La giuria, presieduta dall’attrice

francese Isabelle Huppert, assegnerà il Leone d’Oro per il miglior film e gli altri premi ufficiali. I Leoni d’Oro alla carriera saranno conferiti all’attrice Sigourney Weaver e al regista Peter Weir, due figure iconiche del panorama cinematografico internazionale.

Voci danno in arrivo a Venezia anche Brad Pitt e George Clooney, protagonisti della commedia “Wolfs” di Jon Watts, e Jude Law per il thriller “Eden” di Ron Howard, insieme ad Ana de Armas, Sydney Sweeney, Vanessa Kirby e Daniel Brühl. Tra i nomi attesi e quotati figurano anche Gerard Butler e Al Pacino, che insieme appaiono in “House of Dante”, film diretto dal pittore-regista Julian Schnabel. Inoltre, Pacino potrebbe tornare con “Modì”, biopic diretto da Johnny Depp su Amedeo Modigliani, con Riccardo Scamarcio nel ruolo del celebre artista. La pellicola potrebbe segnare il ritorno a Venezia di Depp.

Per l’Italia, si attende la premiere della serie Sky basata sul libro di Andrea Scurati “M. Il figlio del secolo”, con Luca Marinelli nel ruolo di Mussolini e la regia di Joe Wright. Un altro atteso titolo è “La grande ambizione” di Andrea Segre, racconto biografico su Enrico Berlinguer, con Elio Germano nel ruolo principale. Germano, inoltre, recita insieme a Toni Servillo in “Iddu”, film diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza su Matteo Messina Denaro.

Cinque saranno i film italiani in gara per il Leone d’Oro, un segno della vitalità e della creatività del cinema nostrano. La giuria è presieduta dall’attrice francese Isabelle Huppert. direttore Alberto Barbera

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“Vogliamo

A

Il cuore nel vigneto: così nasce Corteros

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farci conoscere nella nostra terra”

Come è iniziata la vostra attività agricola?

“La nostra attività nasce da un terreno di proprietà della nostra famiglia da decenni sempre coltivato a cereali. Nostro padre, che attualmente è pensionato ha sempre coltivato questo terreno un po’ come si usa fare nella nostra zona, ma nel frattempo ha maturato i requisiti di imprenditore agricolo. Un giorno chiacchierando tra di noi abbiamo deciso di dare una svolta e abbiamo iniziato a pensare di cambiare radicalmente coltivazione. Volevamo fare

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La storia dell’azienda agricola Bgm di Piove di Sacco, nata dall’impegno di due fratelli

scita che sta avendo il turismo enogastronomico anche nella nostra regione, per cui stiamo valutando di creare un piccolo B & B non solo per esperienze in vigna, ma anche degustazioni di prodotti tipici abbinati ai nostri vini”.

Quindi, guardando al futuro?

“Vediamo il futuro in continua evoluzione. La nostra è un’attività che incarna una passione e una particolare sintonia con la terra e la natura. Siamo una realtà piccola e giovane, ma stiamo avendo grandi soddisfazioni. Speriamo di riuscire a trasmettere la nostra stessa passione anche alle nostre nuove generazioni”.

Bgm di Piove di Sacco. Una

ARIETE BILANCIA

Dopo un periodo interlocutorio, nel quale vi siete dedicati una meritata paura per ricaricare le batterie, vi preparate alle attività importanti che avete pensato per settembre

La vostra estate è stata meravigliosa, nonostante le premesse non fossero delle migliori. Siete rigenerati, carichi di entusiasmo e fiducia. E non è ancora finita la stagione estiva…

Agosto

Pensavate di avere svoltato e, dopo tanto sacrificio, di cominciare a godere dei frutti del vostro lavoro. Le prove, tuttavia, non sono finite ma non demordete: ripartirete alla grande

TORO SCORPIONE

Agosto, il mese del riposo, del divertimento e della riflessione

Non cadete nella tentazione di farvi prendere dal pessimismo ma, anzi, godetevi questo clima vacanziero ancora per qualche settimana. Fiducia ed entusiasmo vi faranno stare bene

GEMELLI SAGITTARIO

Avete a lungo aspettato il momento dello stacco, della fuga dagli impegni che si sono concentrati tutti negli ultimi mesi facendovi arrivare stanchi alla pausa estiva. E ora di rilassarsi

CANCRO

Quest’estate vi siete dedicati alla conoscenza di molte persone che vi hanno consentito di stringere nuove amicizie, anche importanti. Si aprono perciò nuovi orizzonti, tutti da esplorare

LEONE

Siete padroni della vostra vita, protagonisti delle vostre giornate e artefici assoluti dei vostri successi. Sta a voi decidere se cambiare rotta e accettare la sfida o proseguire nel sentiero delle certezze

Forse è il caso di mettere in discussione le vostre abitudini e di cambiare qualcosa nella vostra routine quotidiana. Le giornate saranno più interessanti e sarete stimolati a cercare nuovi percorsi

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Vi siete concentrati sul lavoro trascurando i sentimenti di chi vi è vicino. E non vi siete resi conto che qualcuno ha bisogno delle vostre attenzioni. C’è modo e tempo per ricomporre le distanze

CAPRICORNO

lavorare

Tutto rema a vostro favore. Una situazione inconsueta che vi rende creativi, propositivi e vi carica di energie. Non c’è nulla che non possiate fare in questo periodo: vi riuscirà tutto

ACQUARIO

Siete i soliti sognatori e, senza ponderare le cose con ragionevolezza, vi lasciate trascinare dai sentimenti e dalle emozioni. Fermatevi un attimo e fate esercizio di bilanciamento

Prendetevi il tempo necessario per riflettere… su tutto: lavoro, amicizie, amori. Siete sempre di corsa e non avete mai tempo di pensare. Uno stop è più che salutare per la vostra vita

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