laPiazza di Padova - Dicembre 2023

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DICEMBRE 2023

Periodico d’informazione locale - Anno XXX n. 244

di Padova

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Un uomo, un padre Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

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l migliore augurio che possiamo rivolgerci in questo Natale 2023 è quello di trovare il tempo e gli spazi per i nostri affetti più cari, per le vere amicizie, per stare accanto a chi ci vuole bene ma anche per dedicare un po’ di attenzione a chi ha bisogno di un aiuto, di una nostra presenza. Nella lista dei regali che possiamo scambiarci dovrebbero esserci anche il tempo e l’attenzione verso gli altri: torniamo a donare qualcosa di noi, un po’ di ascolto e di vicinanza. A partire dalla nostra famiglia, da chi ci è vicino ma anche da chi abbiamo tenuto lontano o semplicemente trascurato. Ricordando che per molte famiglie questo non sarà un Natale come gli altri, a causa di un lutto, di una malattia, di problemi economici. Fra i tanti, sarà un Natale diverso anche per un padre che in questi giorni ha toccato l’Italia intera con le sue parole misurate e profonde, di fronte ad un dramma come l’uccisione della figlia. Non serve aggiungere molto altro di fronte all’enormità di questo delitto e agli interrogativi che rimbalzano senza risposta in ciascuno di noi. Dopo l’ondata di piena dell’emotività, delle reazioni, dei commenti e delle analisi di queste settimane, dopo i fiocchi rossi e i minuti di rumore, tornati ad un’apparente “normalità”, l’augurio che è le parole di Gino Cecchettin non siano dimenticate.

LUCA ZAIA E SERGIO GIORDANI PRESENTANO IL NUOVO OSPEDALE A PADOVA EST Il grande polo della sanità pubblica è realtà grazie all’impegno congiunto di presidente e sindaco Servizio a pag. 6

Servizio a pag. 38

Le grandi opere

SVILUPPO E COESIONE: MELONI FIRMA L’ACCORDO CHE ASSEGNA AL VENETO 606 MILIONI FINO AL 2027 UOMINI CHE UCCIDONO LE DONNE: “FAMIGLIA E SOCIETA’, SERVE UN CAMBIAMENTO CULTURALE” Servizio a pag. 37

I GRANDI TEATRI DEL VENETO: BELTOTTO: “IL PALCOSCENICO CONQUISTA ANCHE I GIOVANI”

Economia

Servizio a pag. 39

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Nuovo ospedale di Padova, un’opera storica Luca Zaia Governatore Regione Veneto

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er il Veneto, non solo per Padova, con il nuovo ospedale si profila la realizzazione di un’opera storica. Alla sua conclusione potrà contare su uno degli ospedali di riferimento a livello internazionale. Un Polo sanitario che, compreso l’Ospedale Giustinianeo, sarà con ogni probabilità il primo in Italia per numero di posti letto, superando i 1680.

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Facciamo il punto

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Nuovo ospedale di Padova, un’opera storica Luca Zaia Governatore Regione Veneto

Nel nuovo Ospedale di Padova Est ci saranno 90 terapie intensive, 45 sale operatorie oltre alla grande realizzazione della Torre della Ricerca. Tutto all’insegna dell’innovazione, dotato di attrezzature di ultima generazione al momento dell’inaugurazione. È un sogno che si realizza, che consegneremo alla nostra comunità e ai pazienti provenienti da tutto il mondo. Non sarà un ospedale soltanto per la città ma un Policlinico di rilevanza mondiale. Disporrà di un’area dedicata di circa 40 ettari si svilupperà su una superficie di circa 212.000 mq. Avrà una piastra polifunzionale, edifici per le degenze, edifici per le attività di outpatients e un polo dei servizi. Sarà una struttura assolutamente green, in classe A3. Un medico che si laurea oggi può guardare a questo Ospedale come un vero e proprio punto d’arrivo della carriera.

Qualità della vita da primato a Padova e Provincia

Un uomo, un padre

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norme balzo in avanti di Padova che dalla 29 posizione si assesta alla sesta: questo il responso maggiormente significativo della classifica annuale sulla qualità della vita stilata dal noto quotidiano “Italia Oggi” attraverso un osservatorio che scientificamente prende in considerazione nove parametri particolarmente significativi: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, tempo libero e turismo, reddito e ricchezza, in 14 sottodimensioni e 92 indicatori di base. Padova guadagna anche la prima posizione tra le province del Veneto seguita in ordine Verona, Vicenza e Treviso che si attestano tra la sedicesima e la diciottesima posizione. Al 22esimo posto c’è Belluno, tre posizioni più sotto Venezia e a chiudere la classifica veneta Rovigo al 64esimo posto. Padova si distingue in particolare per le sue politiche ambientali, nonostante alcune sfide legate alle polveri sottili. L’approvazione recente del TTZ dimostra l’impegno volto a mantenere un equilibrio ambizioso tra le esigenze delle attività economiche e di mobilità della popolazione, garantendo al contempo la tutela e il miglioramento della qualità dell’aria. Padova ha ottenuto ottime performance anche nel settore dell’istruzione e nella qualità ed estensione delle piste ciclabili. Nostre recenti comunicazioni in merito alle performance nell’utilizzo dei fondi PNRR per le scuole e la grande conferenza sull’Anello E2 dei Colli Eugenei trovano una conferma autorevole. “C’è molta soddisfazione, ma il lavoro non è finito. Continueremo con dedizione per mantenere e migliorare la qualità della vita della nostra comunità”, commenta Sergio Giordani”.

di Padova

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Nella classifica, la Provincia di Padova è sesta in Italia e prima in Veneto

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È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Questa edizione raggiunge i quartieri di Padova per un numero complessivo di 98.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 Chiuso in redazione il 1 Dicembre 2023

Eccole, sono i pensieri di un uomo, di un padre che ha perso la figlia ma non la speranza: “Da questo tragico evento deve nascere qualcosa. Vanno bene i messaggi, i minuti di silenzio o di rumore, ma quelli poi finiranno. Io voglio che tutti i giorni ognuno di noi guardi alla propria vita e provi a fare un pensiero su ciò che potrebbe fare per migliorarla, nei confronti delle persone amate e soprattutto delle donne. Fate un po’ un esame di coscienza su quello che si può migliorare. Dobbiamo capire come sia nato tutto questo, voi potete darci una mano, cercando di capire cosa sia mancato, magari confrontandoci e cercando di capire come sradicare la violenza, in particolare nei confronti delle donne. Giulia non me la restituirà più nessuno, ma dalla morte di Giulia voglio far nascere tante belle iniziative”.

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Sanità

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Ospedale a Padova Est. Entro il 2031 sorgerà il più moderno policlinico d’Europa

Zaia e Giordani vincono la scommessa I

n pochi ci avrebbero scommesso soltanto qualche anno fa. Troppe polemiche, troppe contrapposizioni, troppi dibattiti sterili. La visione, miope, che la realizzazione di un grande policlinico a Padova Est comportasse, automaticamente, la chiusura del Giustinianeo creando disservizi reali e, come se non bastasse, un vuoto urbano che in molti già immaginavano teatro di degrado o di speculazione edilizia, ha tenuto tutto fermo per troppo tempo. Non ci hanno messo, però, molto il Presidente della Regione, Luca Zaia e il Sindaco di Padova, Sergio Giordani a trovare un’intesa virtuosa e a estrarre il proverbiale coniglio dal cilindro. Ma andiamo con ordine. IL PROGETTO Nel futuro la sanità padovana potrà contare su due poli ospedalieri: il Polo Giustiniani e il Polo di Padova Est. Il Polo Giustiniani con una dotazione di 719 posti letto, avrà interesse locale e avrà un Pronto Soccorso, mentre il Polo di Padova Est con una dotazione di 963 posti letto, di cui 90 di terapia intensiva, avrà un HUB di alta specialità e un HUB interregionale. Nel dettaglio, il Polo Giustiniani potrà contare sul Nuovo Ospedale Pediatrico che è in fase avanzata di realizzazione e sarà ultimato nei primissimi mesi del 2025 e su un Nuovo Ospedale Mamma Bambino che sorgerà proprio lì a fianco, dopo che saranno demoliti gli edifici al momento presenti in quell’area (Malattie Infettive, Clinica Ostetrica, Divisione Ostetrica, Palazzina Neuro-

scienze). E’ inoltre in fase di redazione il progetto dell’edificio Polifunzionale che avrà un pronto soccorso, una radiologia e, solo in fase transitoria, il percorso nascite. Il Polo di Padova Est disporrà, invece, di un’area dedicata di circa 40 ettari inserita nel quadrante est della Città di Padova e si svilupperà su una superficie di circa 212.000 mq. Avrà una piastra polifunzionale, edifici per le degenze, edifici per le attività di outpatients, una torre della ricerca e un polo dei servizi. Le sale operatorie saranno 45 dotate di elevata tecnologia: sale ibride, sale angiografiche, sale operatorie IORT, sale endoscopiche, sale con robot e apparecchiature diagnostiche d’avanguardia. A corredo dell’attività assistenziale, è prevista la realizzazione della Torre della Ricerca inserita nel complesso ospedaliero dove l’attività universitaria integrerà con la ricerca, la didattica e il trasferimento tecnologico. L’importo complessivo del quadro economico per la realizzazione dell’opera è di � 870.819.000; l’approvazione del progetto esecutivo è prevista per la fine del 2024. Va sottolineato, in conclusione, che per l’accesso all’area ospedaliera vi sarà l’utilizzo combinato di più mezzi di trasporto: nuova stazione FS di San Lazzaro, nuova contro bretella dell’Arco di Giano, nuovo capolinea del Tram SIR2. Saranno realizzati anche un vertiporto e un eliporto. Ci saranno una ciclabile di collegamento con la città e una passerella pedonale di collegamento con la stazione ferroviaria.

Il polo ospedaliero di Padova Est dall’alto e il sindaco Sergio Giordani con il presidente della Regione Luca Zaia alla presentazione del progetto

I PROTAGONISTI “Oggi è una giornata storica, perché si parte con questa grande operazione al termine della quale sarà nato uno degli ospedali di riferimento a livello internazionale, con un Polo sanitario che, compreso l’Ospedale Giustinianeo, sarà con ogni probabilità il primo polo italiano per numero di posti letto, superando i 1680. È un sogno che si realizza, che consegneremo alla nostra comunità e a pazienti da tutto il mondo. Con orgoglio la Regione Veneto ha lanciato questo progetto ambizioso, per sviluppare una progettualità in sanità di assoluto rilievo, con fianco l’Università di Padova ed il Comune di Padova, oltre all’apporto davvero importante della scuola di

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medicina padovana. Ringrazio le istituzioni e e tutti i professionisti della sanità – oltre alle ditte coinvolte – che proseguiranno con noi questo cammino, per consegnare al nostro territorio un progetto, un ospedale, che diverrà un simbolo per efficienza e capacità di cura”. Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia a margine della Presentazione del Progetto. “Questo è un passaggio storico per la costruzione del Nuovo Ospedale a Padova Est, come la firma dell’Accordo di Programma del 30 ottobre 2019. Stiamo parlando della realizzazione di una delle più importanti strutture sanitarie in Italia e in Europa. Questo Ospedale, è inoltre uno dei tasselli più importanti del

percorso di realizzazione della Padova del futuro, una città dove si vivrà ancora meglio di oggi grazie non solo a questa grande opera ma alle tante altre che, da soli o in collaborazione con la Regione e lo Stato, stiamo concretizzando. Padova cambia, dobbiamo scontare inevitabilmente alcuni disagi dovuti ai cantieri, ma poi potremo toccare con mano i benefici di tutti questi interventi. In questo tempo, che sarà impegnato prima per la progettazione definitiva, poi per aggiudicazione dei lavori e infine per i cantieri veri e propri, dobbiamo mettere a punto due aspetti importanti: definire esattamente dove si collocherà il capolinea del tram SIR2, che collegherà l’Ospedale, attraverso la rete tranviaria, agli altri Poli Ospedalieri cittadini e a tutti i principali centri di interesse della città e concludere la costruzione dell’Arco di Giano”. Con queste parole ha espresso tutta la propria soddisfazione il Sindaco, Sergio Giordani.

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Natale in città

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Festività. Previste animazioni itineranti a tema natalizio nei fine settimana che precedono il Natale:

La Città del Santo si riempie di luci, Protagonisti saranno i mercatini, la A

nche quest’anno Padova si riempie di luci, colori e iniziative per accendere la magia del Natale. Antichi palazzi che si trasformano in splendide opere d’arte grazie a proiezioni e giochi di luce, i mercatini natalizi, le luminarie incantate, la presenza di Babbo Natale, il trenino e tante altre attrazioni che contribuiscono a rendere la città ancora più radiosa e festosa. Le luminarie, le proiezioni e il videomapping utilizzano esclusivamente la tecnologia LED a basso impatto ambientale ed energetico. ARTE E LUCI IN CITTÀ Si sono accese le luminarie in città e creare la suggestiva atmosfera di luci e decorazioni tipica del Natale. Sono oltre sessanta le installazioni previste dal Comune che illuminano i principali palazzi comunali: Palazzo Moroni, Loggia Amulea, Teatro Verdi, gli alberi di Prato della Valle, alcune principali rotonde e le piazzette di

quartiere. A queste si uniscono le luminarie dei negozianti sostenute anche dai contributi erogati dal Comune. Dall’8 dicembre torna lo spettacolo (tutti i giorni dalle 17:00 alle 24:00) delle proiezioni di luci e del videomapping sulle facciate monumentali di palazzi e monumenti cittadini. I principali monumenti della città anche quest’anno prendono vita in una danza di colori, forme e musica per un’immersione completa nel Natale a Padova. Cinque i monumenti scelti: Torre dell’Orologio, Palazzo del Capitanio, Loggia della Gran Guardia Palazzo della Ragione, facciata ovest di Palazzo Moroni e Santuario dell’Arcella. Le luci esalteranno le linee architettoniche dei monumenti e ci porteranno a fare un viaggio nella storia della città. Lo spettacolo principale sarà in piazza delle Erbe con un racconto che restituisce la storia di Padova sviluppato in cinque scene: “La luce illumina il

buio”, “Il viaggio dei sapienti”, “Padova”, “Il fiorire delle arte” e “L’incendio”, che ricorda il drammatico rogo che colpì il palazzo nel 1420. La cerimonia di accensione dell’albero di Natale davanti a Palazzo Moroni è stata accompagnata da Nina Zilli. “La collaborazione con la Camera di Commercio e le Associazioni di Categoria si è dimostrata ancora una volta una chiave vincente – ha commentato l’assessore al commercio Antonio Bressa –. Tutti insieme stiamo lavorando per fare della città un luogo di grande attrattività nel periodo natalizio in scia con i risultati sempre più incoraggianti sul fronte turistico. L’obiettivo è quello di sostenere il nostro tessuto economico fatto di negozi e botteghe, continuare a promuovere l’immagine della città e donare ai cittadini l’atmosfera magica del Natale”. Per favorire l’utilizzo del trasporto pubblico nel periodo natalizio Busitalia Veneto pro-

pone l’abbonamento urbano “Promo Natale 2023”. Dal 1° dicembre al 7 gennaio si potrà viaggiare sul trasporto pubblico a soli 10 Euro. MERCATINI DI NATALE Come da tradizione le vie della città accolgono i mercatini di Natale e Piazza Eremitani ospita Babbo Natale e il suo villaggio promosso da Ascom Confcommercio. Rispetto agli anni scorsi, è stata ulteriormente ingrandita la Casetta di Babbo Natale che da quest’anno offrirà uno spazio dedicato ai giochi in legno per i bambini. Nei fine settimana arriverà Babbo Natale in carne ed ossa per ricevere le letterine con i desideri dei bambini. Sempre per i più piccini, saranno posizionate nel cuore della piazza una scenografica giostra cavalli barocca e la giostra catenelle barocca. “Il Villaggio di Babbo Natale è il cuore pulsante delle festività e degli eventi, lo abbiamo migliorato ulteriormente e

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Il municipio e la Loggia Amulea decorati con le luminarie

abbiamo voluto legarlo alla ricerca, raccogliendo lì fondi da destinare ad un’eccellenza padovana assoluta come il Vimm – ha dichiarato il Presidente di


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Natale in città

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dalla band itinerante, ai trampolieri vestiti da Babbo Natale

colori e della magia del Natale pista di pattinaggio e l’arte

Ascom Confcommercio Padova Patrizio Bertin –. Spettacoli con i personaggi più amati dai bambini, marching band, artisti di strada, Dj Set e molto altro, sono tantissimi gli strumenti messi in atto per attrarre in centro storico sempre più visitatori da tutta la regione e oltre, con l’obiettivo di creare un volano importante per la nostra economia”. Mercatino natalizio, allestimenti a tema, giostre per i più piccoli, la casetta ospiterà Babbo Natale e poi ancora attività di animazione itinerante che riguarderà tutto il centro storico. E poi ancora “Fiera di Natale” con le bancarelle tradizionali in centro nelle piazze. Infine, ci sarà il famoso “Natale Artigiano” in piazza Capitaniato che da oltre vent’anni espone creazioni artistiche realizzate completamente a mano da circa una quarantina di artigiani. C’è grande attesa per “Il trenino di Natale” che percorrerà le vie della città. Un viaggio itinerante in centro storico per assaporare la magia natalizia. NATALE PER I BAMBINI Sono previste animazioni itineranti a tema natalizio nei fine settimana che precedono il Natale: dalla band itinerante, ai trampolieri vestiti da Babbo Natale. Torna il CantaNatale, la manifestazione canora, libera e solidale, dedicata ai bambini e alle bambine ricoverati nel

reparto di Pediatria dell’Ospedale di Padova. Tutti i partecipanti, dopo essersi radunati in piazza Portello, si incamminano fino a raggiungere l’Ospedale dove, per i piccoli e le piccole pazienti di Pediatria e le loro famiglie, vengono intonati canti e inni natalizi. PISTA DI PATTINAGGIO SUL GHIACCIO IN PRATO DELLA VALLE Un Natale sul ghiaccio a Padova. Nella magnifica cornice di Prato della Valle è arrivata una grande pista di pattinaggio di 600 metri quadrati. Musica di sottofondo natalizia e animazione settimanale a tema. Inaugurato anche l’albero di Natale realizzato da Scart grazie all’operazione promossa da AcegasApsAmga ed EstEnergy. L’albero, realizzato con 5.000 bottiglie di plastica recuperata e illuminato da 6.000 luci a led a basso consumo energetico, vuole dare un richiamo forte all’uso responsabile della plastica. L’opera sarà presente in Prato della Valle - lato Lobo di Santa Giustina, accanto alla pista di pattinaggio sul ghiaccio, fino al 7 gennaio per accompagnare le festività all’insegna della sostenibilità e dell’economia circolare. ARTE Durante tutto il periodo delle festività tutti i residenti e le re-

sidenti a Padova e in provincia possono visitare gratuitamente Palazzo della Ragione, i Musei Civici agli Eremitani (ad esclusione della Cappella degli Scrovegni), Palazzo Zuckermann e il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea. Il Natale a Padova sarà caratterizzato anche dalle grandi mostre d’arte che accompagneranno cittadini e turisti alla scoperta dei capolavori dell’arte moderna e contemporanea. Il Centro Culturale Altinate San Gaetano ospita “American Beauty. Da Robert Capa a Banksy”. In esposizione una selezione di 130 opere, di 120 artisti, che raccontano luci e ombre della nazione che più di ogni altra ha caratterizzato l’ultimo secolo a livello globale: gli Stati Uniti. Spazio alla fotografia con la mostra personale di Massimo Saretta alla Galleria Cavour. La mostra “Asia” è la prima tappa del tour fotografico che coinvolgerà altre dieci città capoluogo di provincia italiane fino a dicembre 2025. Il fotografo intende condividere una parte di un lavoro realizzato in più di vent’anni, nei suoi numerosi viaggi in giro per il mondo (India, Cambogia, Cina, Vietnam, Nepal, Giappone e Tailandia), immortalando luoghi, persone, momenti di vita, usi, costumi e spiritualità. L’esposizione “Lo scatto di Giotto. La Cappella degli Scrovegni nella fotografia fra ‘800 e ‘900” al Museo Eremitani ricostruisce, invece, la storia delle riproduzioni fotografiche della Cappella degli Scrovegni. Attraverso un articolato percorso espositivo, il visitatore spazia dalle prime lastre fotografiche realizzate nel 1800 alla riproduzione cinematografica di Luciano Emmer e Pierpaolo Pasolini. Infine, grande attesa per la mostra sul modernismo francese, organizzata dal Brooklyn Museum, a Palazzo Zabarella dal 16 dicembre. In esposizione 59 opere che raccolgono esempi dei movimenti del realismo, impressionismo, post-impressionismo, simbolismo, fauvismo, cubismo e surrealismo. Sara Busato

Il Natale a Padova sarà caratterizzato anche dalle grandi mostre d’arte che accompagneranno cittadini e turisti alla scoperta dei capolavori dell’arte moderna e contemporanea

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Tram

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Il progetto. Primo cantiere della piattaforma tranviaria su strada

Continuano i lavori: il Sir3 arriva in via Gozzi e in Via Piovese Non si tratta del primo cantiere del Sir3, ma del primo che impatta in maniera significativa sul traffico in centro città: l’inizio di un lavoro che porterà, in poco più di due anni, ad avere 35 km di rotaia, 8 linee in grado di trasportare fino a 144.000 persone al giorno

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vviati i lavori per la creazione della piattaforma tranviaria su strada. Dopo aver completato le operazioni nell’area del liceo Cornaro e della passeggiata Bianchini e il capolinea, si parte su strada per la realizzazione dell’ultima porzione della linea Sir3 che collega la Stazione a Voltabarozzo. Il Sir3 arriva in Via Gozzi e resterà chiusa per circa tre mesi, per realizzare le vere e proprie piattaforme tranviarie. Non si tratta del primo cantiere del Sir3, ma del primo che impatta in maniera significativa sul traffico in centro città: l’inizio di un lavoro che porterà, in poco più di due anni, ad avere 35 km di rotaia, 8 linee in grado di trasportare fino a 144.000 persone al giorno grazie alle quali da ogni capolinea sarà possibile raggiungere ogni punto della città. Gli autobus seguiranno percorsi alternativi attraverso via Valeri e via Bassi. Il capolinea della linea numero 5 verrà spostato in stazione e non sarà più ubicato presso la rotonda di via San Massimo. “Si è deciso di regolare le tempistiche semaforiche per rendere più scorrevole l’incrocio, e a questo aggiungeremo anche ulteriore segnaletica, già presente fino ad oltre il cavalcavia Dalmazia – illustra l’assessore alla Mobilità, Andrea Ragona –. Sappiamo che ci saranno dei disagi e non lo nascondiamo, ma l’obiettivo è quello di ridurli al massimo, non solo organizzando i cantieri per piccoli tratti ma anche monitorando costantemente la situazione per intervenire tempestivamente laddove possibile”. La questione tram rima-

ne un argomento dibattuto, ma da quando la linea del tram Pontevigodarzere - Guizza è in funzione, il traffico veicolare e di conseguenza gli incidenti, nelle aree interessate dal mezzo sono calati in modo molto significativo. Via Guizza

La posa delle rotaie del Sir3

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ha visto una riduzione del 30% nel traffico, mentre in via Guido Reni il calo è stato ancora più marcato, con una diminuzione del 60% e una importante riduzione degli incidenti stradali nelle zone servite che sono calati in media del 35%, toccando punte del 45% in alcune aree. Un altro importante intervento di ammodernamento delle tubature del gas e di risoluzione dei sottoservizi sulla linea del Sir3. I lavori del tram arrivano anche in via Piovese. Il cantiere è allestito, per poi chiudere gran parte della strada fino a marzo e permettere i lavori sui sottoservizi della seconda linea tranviaria. La prima zona interessata è quella tra via Piovese, via Nani e via Balestra. Per poter svolgere questo intervento verrà modificata la viabilità nel tratto interessato, dove per pezzi di strada funzionali all’andamento dei lavori, non superiori però ai 50 metri di lunghezza, sarà garantito il senso unico alternato regolato da semafori e movieri. Senso unico necessario per garantire almeno il passaggio dei residenti, del trasporto pubblico, dei mezzi di soccorso e dei camion a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate. Stop completo dei cantieri nel periodo natalizio per garantire al meglio la possibilità di raggiungere la città e gli esercizi commerciali di Voltabarozzo. I lavori, infatti, subiranno un completo stop dal 15 dicembre almeno fino al 26 dicembre. “Ribadisco – conclude Ragona – che la risoluzione delle interferenze con i sottoservizi è necessaria per permettere le future manutenzioni senza dover interrompere il servizio, ma soprattutto porta con sé un generale riammodernamento degli impianti di cui beneficeranno tutti i cittadini”. In via Gozzi, come altrove, servirà tempo per adattare la situazione e perché le persone si abituino al cambiamento. Sara Busato


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Sociale

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Caritas. Il report del centro diocesano padovano: soldi, casa, lavoro: i bisogni più richiesti

Aumentano i nuovi poveri a Padova: “Fenomeno sempre più complesso” Oltre la metà (51,9%) delle persone che si sono rivolte al centro di ascolto lo ha fatto per la prima volta

U

n incremento di nuove persone in condizioni di povertà. Le richieste che arrivano dal centro di ascolto diocesano riflettono tre bisogni: soldi, casa e lavoro. Queste sono le principali necessità raccontate dalle persone che si trovano in condizioni di estrema marginalità. Difficoltà crescenti, cronicizzate nel tempo, altre volte vite in bilico, sulla soglia della povertà, capaci di rialzarsi temporaneamente per poi ricadere in situazioni difficili. È questo il quadro che emerge dall’ultimo rapporto della Caritas diocesana di Padova, presentato dopo il periodo pandemico. “Considerare e riflettere sui dati che raccogliamo è un’occasione importante per allenare la nostra capacità di osservazione, per affinare l’accompagnamento delle persone che si rivolgono a noi e per prevenire alcuni disagi – commenta il direttore Lorenzo Rampon –. Stiamo lavorando con i nostri operatori, volontari e non, per aumentare alcune competenze in ordine all’osservazione dei fenomeni sociali a partire dai dati, dagli incontri con le persone, da alcune storie personali che in qualche modo assumono carattere di tendenza”. Nel corso del 2022, 445

persone hanno cercato aiuto presso il centro di ascolto diocesano, 1.481 presso i 38 centri di ascolto sparsi sul territorio e 101 presso l’ambulatorio sanitario Caritas. Un dato significativo è che oltre la metà (51,9%) delle persone che si sono rivolte al centro di ascolto lo ha fatto per la prima volta, evidenziando un aumento dei nuovi casi di povertà. Dati che testimoniano un incremento delle necessità con particolare attenzione al tema della precarietà, sia lavorativa che in ambito educativo e sociale. Al centro di ascolto diocesano di Padova, la maggior parte dei richiedenti assistenza sono uomini (78,9%) di età compresa tra i 35 e i 64 anni, spesso stranieri senza una dimora stabile o con alloggi precari. Nei centri di ascolto vicariali presenti nelle parrocchie, al contrario, le richieste di aiuto prevalgono tra le donne (60,6%) di età compresa tra i 35 e i 64 anni, spesso sposate e con una situazione abitativa stabile, ma si nota anche un aumento percentuale delle persone oltre i 65 anni. Si evidenzia come le condizioni di lavoro precario o la mancanza di occupazione, insieme ai problemi legati all’invecchiamento precoce, siano fattori che aumentano la

Un incontro di un’operatrice della Caritas di Padova

probabilità, soprattutto tra coloro che hanno un’età compresa tra i 55 e i 64 anni, di finire in situazioni di marginalità. Gli esempi più eclatanti sono la realtà del lavoro povero, cioè quello che non permette un livello di vita dignitoso, l’ereditarietà della povertà dovuta alle difficoltà delle famiglie a trasferire alle nuove generazioni competenze sufficienti ad un miglioramento delle condizioni rispetto a quelle dei genitori e la disparità di opportunità legate al genere che penalizzano le donne e in forma ancor più preoccupante le persone che non si riconoscono in un orientamento eterosessuale. “I dati ci confermano che la povertà è un feno-

meno sempre più pluridimensionale e complesso da scardinare, che ci sono alcune strutture sociali che impediscono la fuoriuscita dalla povertà e che si autoalimentano – continua il direttore –. Le cause di queste forme di disuguaglianza sono legate anche al nostro modello economico e produttivo occidentale che essendo imperniato su consumo e produttività considera normale lo scarto dei membri più fragili. È per costoro che vogliamo spenderci nella consapevolezza che il futuro dell’umanità dipende dalla sua capacità di riconoscersi in un “noi” che non esclude nessuno. L’adagio “nessuno si salva da solo, ci si salva solo insieme” tanto utilizzato in

tempo di pandemia continua a rimanere valido”. Se la fotografia restituisce un ritratto di nuove povertà, non si fermano i progetti di sostegno dallo sportello disagio finanziario che ha aiutato due diverse situazioni con il prestito di sostegno sociale, all’aiuto concreto sul fronte dell’emergenza casa con i sei appartamenti messi a disposizione da quattro parrocchie cittadine che hanno accolto in un anno 25 persone (23 uomini e 2 donne) tra i 14 e i 73 anni, grazie a sei appartamenti messi a disposizione grazie alla disponibilità di alcune parrocchie di Padova (Santa Maria del Carmine, San Filippo Neri, San Bellino, Santissima Trinità). Sara Busato

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Economia

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L’analisi. Ubaldo Lonardi, vice presidente del Consiglio Comunale

“Fiera di Padova, una fine premeditata” L’esponente dell’opposizione è critico sulle scelte degli ultimi anni e sul piano di rinnovamento: “La scelta della gestione diretta non può che portare ad un sostanziale fallimento”

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i avvicina la fine dell’anno, e con essa i bilanci delle attività. La Fiera di Padova segnerà una passività annunciata di 6 milioni di euro, anche se le previsioni iniziali parlavano di circa 8,2 milioni di euro di disavanzo. Il grande piano di rinnovamento, le manifestazioni e le strutture espositive, il nuovo Centro Congressi e l’eccellenza dello Smart Competence Center sembra non siano sufficienti per riportare i bilanci in positivo. “L’ultima manifestazione “Vamping Expo Padova” – spiega Ubaldo Lonardi, vicepresidente del Consiglio Comunale - è proprio il sinonimo della situazione che sta vivendo il polo fieristico di Padova: lo svapo, la Fiera “andata in fumo”. Una fine ingloriosa dopo oltre 100 anni di attività. Un esito con molte concause ma perseguito razionalmente dal sindaco Sergio Giordani in accordo con i vertici delle categorie economiche che gestiscono la Camera di Commercio. L’origine di questa scelta è stata quella di voler cimentarsi come soggetto capace di fare “fiera” riunendo in un’unica società, l’ingente proprietà immobiliare del Comune e le risorse finanziare della Camera di Commercio, implicandosi così direttamente in una sfida il cui esito era già scritto, Covid o non Covid. È chiaro che l’epoca che stiamo vivendo ha segnato un momento difficile per tutti gli enti fieristici del mondo, ma la gran parte di questi è ripartita innovando e stringendo alleanze strategiche: la scelta padovana di cimentarsi in una gestione diretta non poteva che portare ad un sostanziale fallimento. Non è valsa la ricerca di direttori generali, venduti come il non plus ultra della competenza ma che si sono dimostrati sostanzialmente incapaci andandosene tra l’altro dopo aver fatto approvare piani di sviluppo a cui evidentemente loro per primi non credevano. La questione del Covid quanto ha inciso? Ha inciso certamente, ma

paradossalmente con i ristori del Governo ha consentito di avere l’unico risultato positivo di questi anni. Purtroppo, il tempo di chiusura forzata non è stato sfruttato come occasione per progettare e cercare accordi strategici fondamentali, anche con enti fieristici stranieri, per affrontare il futuro. Gli stessi accordi che invece ha fatto Fiera di Vicenza, colpita dal Covid come Padova, ma che ha attualmente un portafoglio di manifestazioni importanti per il territorio, in sinergia con la Fiera di Rimini. La Camera di Commercio ha presentato diversi progetti di rilancio. Si, ha presentato due progetti, uno redatto da Sinloc nel 2018 che è servito solo a giustificare la richiesta di un aumento di capitale di oltre 60 milioni di euro a cui il Comune di Padova ha aderito cedendo tutta la proprietà immobiliare (per un valore di oltre 30 milioni di euro) e un altro lo scorso anno presentato da Padova Hall che prevedeva la realizzazione di un autentico distretto dell’innovazione. Il padiglione 15 doveva essere dedicato al cibo: uno spazio food aperto tutto l’anno anche ai cittadini. Sulla sommità del padiglione 11 doveva sorgere un hotel da 350 camere con un costo di 22,5 milioni di euro da ultimare nel 2025. Ambedue questi piani si sono dimostrati fasulli. Anche la presentazione di questo progetto è servita per convincere i consiglieri di maggioranza del Comune di Padova ad approvare un ulteriore aumento di capitale (sei milioni di euro) per far fronte ai debiti accumulati. Le dimensioni dell’albergo previsto sono già state dimezzate e chi costruirà non sarà più la Fiera ma si deciderà di cercare un investitore privato, come era prevedibile. L’opposizione in Consiglio Comunale ha sempre stigmatizzato queste manovre di facciate, spudoratamente impraticabili. Il Centro Congressi ha rappresentato uno spartiacque importante per la Fiera di Pa-

Nelle foto, Ubaldo Lonardi e il Centro Congressi di Padova

dova? Il Centro congressi è stato inaugurato oltre 15 anni dopo la decisione di costruirlo, in un momento storico in cui la congressistica si è ridotta di oltre il 50%. Il presidente della Fiera ribadisce che il portafoglio di eventi è gonfio, bisogna vedere quello economico. Per questo, dopo il primo anno di attività, chiediamo una valutazione dei costi e dei benefici del Centro Congressi e di come chiuderà il bilancio. Vale a dire non solo quanti congressisti sono arrivati a Padova, ma anche quanti giorni hanno soggiornato. La speranza è che il Centro Congressi non venga travolto dalla défaillance della Fiera nel fallimento del progetto complessivo. Come si è giunti a questa situazione? Abbiamo dichiarato ancora nel 2018 che l’idea del Sindaco era quella di uno sfruttamento immobiliare dell’area fieristica di notevole pregio e quindi di valore economico. Un’area su cui ha posto la sua attenzione l’Università di Padova che si ritrova ad avere

grandi risorse economiche e che sta investendo molto nel suo patrimonio immobiliare, portando nell’asse di via Venezia gran parte degli Istituti afferenti il dipartimento di Ingegneria. Nessuno mette in dubbio il valore dell’Università. Abbiamo contestato solo l’impostazione che si è concretizzata nella realizzazione di aule universitarie per 3 mila studenti al posto del padiglione due. Una scelta che credo non sia la più adeguata in considerazione dell’altissimo valore economico dell’area che viene sacrificata. Come lo vede il futuro della Fiera? Credo siano state fatte scelte sbagliate sia a livello immobiliare che strategico. A fronte di continui bilanci negativi è chiaro che lo spazio dell’Università sarà destinato ad allargarsi ed è un peccato. Vi sono aree parimenti centrali a Padova, attualmente di basso valore economico, che potevano consentire all’Università di attuare gli ampliamenti di cui necessita, contribuendo nello stesso tempo al recupero di

queste, vedi tutta l’area Borgo Magno. Polo dell’innovazione – competence center sono belle idee che però stanno in piedi finché ci sono risorse da investirvi a fondo perduto. In questi anni sono stati spesi milioni, fatti progetti, rendering, creato aspettative e illusioni anche per i cittadini, ma il bilancio della Fiera continua ad essere un profondo rosso. Le manifestazioni più importanti sono state vendute, come Auto e Moto d’epoca. La Fiera ha fagocitato in questi 6 anni di gestione “Giordani” oltre 70 milioni in aumenti di capitale e oltre 20 milioni di risultato economico negativo. Il Comune compartecipa al 50% al risultato negativo. Francamente la situazione appare irreversibile. Non credo all’albergo in Fiera. Il padiglione del food è superato come il fallimento del “Fico” di Bologna insegna. A questo punto le categorie economiche dovrebbero assumersi direttamente la responsabilità di proseguire il percorso della autodistruzione, o trovare idee innovative come stanno facendo tutte le aziende, questo sì che servirebbe. E’ necessario partire dai risultati ottenuti e, senza operazioni d’immagine ingannevoli, guardare e coinvolgere le esperienze fieristiche migliori nel mondo. Se i saloni si susseguissero a ritmo battente con una presenza importante di espositori, avrebbe senso anche un bilancio in rosso perché la città ne guadagnerebbe. Oggi, purtroppo, non è così. Roberta Zago


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Sicurezza

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Istituzioni. Dal 20 novembre ha iniziato il proprio lavoro nelle Città del Santo

Passaggio di testimone a Padova: Marco Odorisio è il nuovo questore “La droga è un fenomeno non solo padovano, non solo del Nordest, ma nazionale. Bisogna contrastarlo con servizi sempre più serrati, incisivi e mirati, ma fino a quando non si educheranno i nostri giorni ai danni che l’uso di sostanze stupefacenti recano, sarà sempre una guerra difficile da vincere”

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assaggio di testimone nella Questura di Padova: Marco Odorisio subentra al questore Antonio Sborone. Dal 20 novembre Odorisio, proveniente da Monza e Brianza, ha iniziato il proprio lavoro nelle Città del Santo, mentre il suo predecessore, Antonio Sbordone, nella stessa data, è stato nominato nuovo Questore di Bologna. Nato a Bari, classe 1965, laureato in giurisprudenza. Odorisio non è un nome inedito a Nordest. Dirigente Superiore della Polizia di Stato, nel 1990 da vice Commissario è stato assegnato alla questura di Venezia e ha poi svolto diversi incarichi dirigenziali fino a guidare i poliziotti della Squadra Mobile. Nominato Primo Dirigente, nel 2012 è stato docente presso la scuola Superiore di Polizia mentre nel 2014 è stato nominato Vicario del Questore di Venezia. Dall’aprile 2018 ha invece guidato la questura di Pordenone prima di assumere l’incarico di questore di Monza, che lo ha visto impegnato negli ultimi due anni. Inevitabile, alla sua usci-

ta pubblica, un pensiero alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre e alla triste vicenda di Giulia Cecchettin. “La piaga dei femminicidi non accenna a rallentare. Dobbiamo tutti noi fare uno sforzo ulteriore per intercettare situazioni di pericolo per le donne e de-

“La piaga dei femminicidi non accenna a rallentare. Dobbiamo fare uno sforzo ulteriore per intercettare situazioni di pericolo per le donne e denunciare qualsiasi banale dettaglio” nunciare qualsiasi banale dettaglio. Sarà poi compito nostro valutare ogni singola situazione e muoversi di conseguenza”. Chiaro il suo messaggio legato alla violenza sulle donne: “Non possiamo ricordarci di questo tragico fenomeno solo il 25 novembre, questa data è tutti i giorni, non si può abbassare la guardia, occorre un lavoro di gruppo, dalle famiglie, la scuola, le istituzioni, le forze di polizia per educare al rispetto

Il nuovo questore Marco Odorisio

della donna”. Un passaggio anche sulla notizia della morte di Giulia Cecchettin e l’arresto del suo ex fidanzato Filippo Turetta: “La repressione fa parte del nostro lavoro, mi congratulo dunque con i colleghi che hanno bloccato il presunto assassino della ragazza di Vigonovo, ma tanto bisogna fare sul fronte della prevenzione. Un ‘esperienza di lavoro che ho vissuto recentemente nel mio mandato a Monza Brianza, che voglio portare avanti anche a Padova”. Tanti, inoltre, i temi toccati dal nuovo Questore,

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dalla droga alle infiltrazioni mafiose. “La droga è un fenomeno non solo padovano, non solo del Nordest, ma nazionale. Bisogna contrastarlo con servizi sempre più serrati, incisivi e mirati, ma fino a quando non si educheranno i nostri giorni ai danni che l’uso di sostanze stupefacenti recano, sarà sempre una guerra difficile da vincere. La repressione di questi reati deve andare a braccetto con la cultura e il rispetto della propria salute e quella degli altri. Di qui il lavoro enorme che sono chiamati a fare i

genitori, le scuole e le istituzioni. Come ogni zona dove vi è lavoro, benessere e produttività anche nel Veneto e nello specifico a Padova le organizzazioni criminali provano a porre le proprie basi. Non in maniera violenta, ma in maniera subdola, cercando di accaparrarsi cantieri, lavori e quindi entrare in maniera silenziosa nei meccanismi del quotidiano legato all’economia locale. Saremo sempre e comunque con gli occhi aperti per stroncare sul nascere ogni forma di reato legato alle infiltrazioni mafiose”.

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Attualità

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Il caso. Salta il processo, dovrà esprimersi la Consulta sulla costituzionalità della vicenda

Il sindaco Giordani: “Continuerò a registrare i figli di due mamme” Ad oggi sono 37 i piccoli inseriti nei registri dell’anagrafe comunale. Secondo i diktat del Governo, sarebbero dovuti essere “espulsi”

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na prima, significativa, vittoria è stata registrata: il Tribunale di Padova ha deciso di non procedere e di rimandare la questione alla Consulta che dovrà esprimersi in merito alla costituzionalità di tutta la vicenda. Facciamo un passo indietro. Il sindaco di Padova, Sergio Giordani, sin dal suo insediamento nel 2017 ha deciso, a tutela dei bambini, di registrare i figli di due mamme. Ad oggi sono 37 i piccoli inseriti nei registri dell’anagrafe comunale. Il Governo Meloni, però, alcuni mesi addietro ha emanato una circola con la quale dichiarava inammissibile la registrazione persino con valore retroattivo. In buona sostanza quei 37 bambini, secondo i diktat del Governo, sarebbero dovuti essere “espulsi” dai registri dell’anagrafe comunale, ovvero scomparire. Evidentemente

Giorgia Meloni non ha tenuto conto di un fatto: questi piccoli cittadini padovani, nati da due mamme, esistono e oggi hanno dai 8 anni ai 40 giorni e farli “sparire” dai registri comunali non produrrà alcun effetto se non quello di negare loro ogni diritto di cittadinanza. Se burocraticamente non esisti, infatti, non puoi, per esempio fare ricorso alla sanità pubblica, iscriverti a una scuola, firmare un contratto di lavoro, comprare una casa, avere un conto in banca, viaggiare... “La questione dell’inammissibilità delle procedure (l’impugnazione dei certificati anagrafici dei bimbi con due madri, ndr) che abbiamo presentato è sembrata convincente” spiega ad Ansa l’avvocata Susanna Lollini, legale di una delle famiglie. “La Procura ha cambiato posizione, ed ha aderito alla questione di incostituzionalità, sol-

levata da noi avvocati di tutte le coppie di madri, ritenendo opportuno che la Consulta torni ad esaminare il tema” prosegue Lollini. E dato che l’invito rivolto al legislatore con la sentenza 32 del 2021 della stessa Consulta è rimasto inascoltato, “potrebbe decidere di intervenire”. La decisione spetterà sempre poi al Tribunale civile, “ma il fatto che la Procura abbia aderito a sollevare la questione di costituzionalità è rilevante, anche per il Tribunale”. Alla luce di questo cambiamento non sembra più in discussione il ruolo delle mamme intenzionali, coloro cioè che non hanno fisicamente partorito. La conferma definitiva si avrà solo nelle prossime settimane, in caso contrario intere famiglie si troveranno ad affrontare un iter giudiziario doloroso e dall’esito incerto, che avrà un impatto sulla vita quotidiana

dei bambini, nati e cresciuti con doppio cognome e doppia mamma. “Sì, ho continuato a registrare i bambini – ha commentato il Sindaco, Sergio Giordani – ma si badi bene: qua non c’è uno scontro tra me e la Procura, anzi, C’è un Paese che, a partire dal suo Parlamento, deve prendere atto subito che esiste un grave vuoto normativo da colmare e che sui diritti dei più piccoli le fazioni vanno messa da parte”. “Lo faccio perché lo ritengo giusto. Lo faccio perché ho il

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dovere di usare i poteri che mi sono delegati per proteggere le persone, i loro diritti, e in particolare i bambini. I diritti delle bambine e dei bambini vengono prima”. Secondo Giordani, “l’idea che a dei piccoli siano negati diritti fondamentali e che siano esposti a gravi discriminazioni è inaccettabile anche moralmente. Io sono nonno prima che sindaco, ma anche come primo cittadino oriento sempre la mia azione alla dignità delle persone e mi ispiro alla Costituzione sulla quale ho giurato”.


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Attualità

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L’investimento. Uno studio dell’Università di Padova certifica che è possibile il riequilibrio ambientale

Nuovo hub logistico di Alì: l’ampliamento è possibile L’ attenzione all’ambiente al centro della progettazione del gruppo padovano: green e risparmio energico centrali

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ta facendo molto discutere a Padova la procedura attraverso la quale la nota catena di supermercati padovana, Alì, ha proposto la realizzazione di un hub logistico nella zona industriale in via Svezia. Un maxi investimento da 40 milioni di euro l’area dell’attuale magazzino di via Svezia verrà ampliata, diventando quattro volte più grande. Grazie al progetto messo a punto dai tecnici dell’azienda si aggiungeranno all’attuale superficie altri 150 mila mq: 50 mila dedicati all’edificio che amplierà il magazzino esistente e che consentirà così di ottenere un hub logistico di 80 mila mq totali (più del doppio di quello attuale); 50 mila dedicati ad aree verdi e 50 mila a strade per la viabilità interna e parcheggi. L’aspetto ambientale è stato analizzato con attenzione dai tecnici del gruppo Alì ed è stato condiviso anche con l’Amministrazione comunale: la componente green sarà centrale nella realizzazione dell’hub logistico. È di ben 50 mila mq, infatti, la superficie dedicata al verde, in cui è prevista anche la piantumazione di almeno 600 alberi. Inoltre, il punto strategico in cui è posizionato il magazzino permetterà anche di ottimizzare la mobilità delle merci, con conseguente riduzione di emissioni di CO2. Ed è proprio sul piano ambientale che si sono concentrate le proteste di chi vede in questo ampliamento la cementificazione di un’area, oggi, verde. A fare chiarezza su questo elemento assolutamente dirimente potrebbe essere lo studio indipendente dell’Università di Padova. Lo studio, commissiona-

to dal Comune di Padova, “Analisi del ciclo di vita e modelli di riequilibrio dei sistemi urbani: il caso Alì Spa” è stato presentato lo scorso 23 novembre dall’Assessore, Antonio Bressa insieme a Alessandro Manzardo, Università degli Studi di Padova e da Carlo Piazzi, dello studio Terre.

Il deposito Alì di via Svezia a Padova (credit: sito Alì Supermercati)

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“La scelta dell’ampliamento della sede di Alì in via Svezia è quella con le migliori performance ambientali rispetto alle altre soluzioni nei diversi scenari valutati”: con queste parole si conclude lo studio del Dipartimento ICEA dell’Università che ha anche prospettato una soluzione per compensare la perdita ambientale attraverso depavimentazione, foreste urbane, fasce tampone, orti urbani e aree d’infiltrazione. In buona sostanza lo studio del Bo dice che con tutte le opere di mitigazione previste dal progetto quel terreno, sebbene trasformato da agricolo a produttivo, addirittura migliorerebbe le proprie performance in termini di qualità dell’ambiente. Questo intervento di compensazione ambientale, così come concepito, ha un costo di 2,8 milioni di euro che ovviamente sarebbero interamente a carico di Alì. Questo studio, così approfondito, spiega chiaramente come i numerosi timori che si sono susseguiti in questi mesi, per quanto legittimi, sono ampiamente superabili. Ora sarà il consiglio comunale di Padova a dover prendere una decisione definitiva: il voto dovrebbe avvenire nei primi mesi del 2024.


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Obiettivo quartieri

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Palestro. Il progetto delle Fs a Campo Marte sta facendo discutere

Parco fotovoltaico: “Il Comune ha avviato un confronto” S

ta facendo molto discutere il progetto avviato dalle Ferrovie per la riqualificazione dell’ex stazione di Campo Marte, lungo corso Australia, a ovest del centro, a ridosso del quartiere Palestro, dove è previsto un grande parco fotovoltaico su una superficie di 55mila metri quadrati. Il parco fotovoltaico verrà realizzato sull’area attualmente coperta da binari in abbandono, sarà composto da 9568 moduli che occuperanno 20647 metri quadrati e produrrà 5681 Megawatt all’anno. Si calcola che tale potenza potrebbe soddisfare i consumi annuali di energia di 2840 famiglie. L’energia ricavata servirà invece ad alimentare la percentuale di autoconsumo dei treni, sottraendone il fabbisogno dalla rete nazionale e riducendo il consumo da fonti fossili. “Solo di recente il Comune ha comunicato di non aver la facoltà di approvare o meno il progetto del parco fotovoltaico”, ha dichiarato Francesco Tosato, Vicepresidente di Legambiente Padova. “Il Comune ha dato indicazioni al Gruppo RFI-FS sulla compensazione delle piante abbattute con la piantumazione di 134 nuove alberature, anche con la funzione di mitigare la presenza dei pannelli fotovoltaici”. “Le Ferrovie stanno sviluppando questo progetto su un loro terreno”, ha precisato l’assessore al Verde Antonio Bressa, “la legge nazionale permette loro questo tipo di interventi che possono anche superare i piani urbanistici locali. Tuttavia il Comune ha avviato un confronto per adeguare l’intervento agli standard

del Piano del Verde”. “Piazzare i moduli in mezzo alle case è il modo migliore per rendere indigesta la transizione energetica a tutti. In città c’è bisogno di spazi vuoti e verdi, di spazi di qualità per stare bene, mitigare le ondate di calore sempre più frequenti, passeggiare, respirare” ha dichiarato il consigliere regionale Arturo Lorenzoni. Il comitato “Palestro 30 e lode” si è rivolto alla Soprintendenza: da un approfondimento delle norme”, dichiara il comitato, “è emerso come nel definire le aree idonee per l’installazione degli impianti a fonti rinnovabili queste non possano ricadere nelle fasce di rispetto di 500 metri da beni vincolati dal Codice dei beni culturali. L’impianto previsto viene interessato consistentemente da tre fasce di rispetto di beni con vincolo architettonico presenti sulle vie Palestro e Sorio”. “Padova una città verde? No, è una città al verde!”, ha denunciato la consigliera della Lega Eleonora Mosco. “Ancora una volta consumo di suolo: questa volta tocca a Campo Marte Ci hanno raccontato una città verde, senza cementificazione del suolo. E invece abbiamo la città tra le più inquinate d’ Europa e la più cementificata del Veneto.” A questo proposito è da segnalare la proposta lanciata da un gruppo di residenti coordinato dai consiglieri comunali leghisti Eleonora Mosco e Ubaldo Lonardi di un referendum di quartiere per approvare o meno il parco fotovoltaico a Campo di Marte. Diego Buonocore

A lato la foto aerea della zona che sarà interessata dalla realizzazione del parco fotovoltacio

De Poli: “Una comunità energetica potrebbe essere la soluzione” Matteo De Poli, avvocato, è fondatore di CerCreator, un gruppo di professionisti che mette a disposizione le proprie competenze tecniche e giuridiche per agevolare la creazione di comunità energetiche da fonti rinnovabili (Cer). Che ne pensa del parco fotovoltaico a Campo di Marte? L’installazione dell’impianto fotovoltaico di grandi dimensioni in una zona esterna alla città e la realizzazione di un parco sarebbe una soluzione ottimale per la città, ma le aree ferroviarie dismesse godono di enormi vantaggi in termini di semplificazione e abbreviazione dell’iter autorizzativo, per cui è comprensibile che FS voglia avvantaggiarsene. Il Gruppo FS ha formulato molte proposte per opere a beneficio del quartiere, tra le quali, tuttavia, non vedo quella più semplice e di pronta realizzazione: la messa a disposizione di una parte dell’impianto ad una Comunità energetica che potrebbe sorgere nel quartiere. Una Cer di

questo tipo potrebbe aiutare, grazie alla vendita dell’energia e agli incentivi per la condivisione, qualche centinaio di famiglie a combattere la povertà energetica. E se Gruppo FS non dovesse essere disponibile a questa ipotesi? In alternativa, si potrebbe

costituire dapprima una associazione e poi, non appena giuridicamente possibile, una Comunità Energetica ETS che grazie al finanziamento, o ai materiali, messi a disposizione da FS realizzi un proprio impianto fotovoltaico. In tal modo si potrebbe generare un valore tangibile e duraturo per tutto il quartiere e in tempi rapidi.

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Quali progetti state seguendo attualmente? Quello in stato più avanzato è il progetto di Cer Guizzodienergia che è stato avviato da alcuni cittadini del quartiere Guizza ma che ha un enorme potenziale di sviluppo dato che la cabina elettrica di riferimento copre un’area assai vasta. Con l’aiuto del comitato promotore sono stati installati i pannelli fotovoltaici sul tetto delle case di alcuni partecipanti, pronti a produrre energia da condividere con i consumatori che hanno aderito. Altri cittadini, imprenditori e sindaci si stanno informando ma sono tutti in attesa della realizzabilità giuridica della Comunità prima di mettere in campo iniziative concrete. Tuttavia, la bozza di decreto attuativo che è stata anticipata prevede che beneficeranno degli incentivi solo le Cer sino al raggiungimento della potenza installata di 5 GW, è importante quindi porre in essere da subito tutte le attività preparatorie. (d.b.)

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Obiettivo quartieri

Verde pubbllco. Legambiente ha certificato un significativo aumento negli ultimi cinque anni

Tanti nuovi alberi all’Arcella ex area Valli e Borgomagno S

ono cinque gli alberi messi a dimora nell’ex area Valli all’Arcella; altri sei tigli sono stati piantumati alla rotonda del Borgomagno. Un gesto pratico e allo stesso tempo simbolico per celebrare la Giornata nazionale degli alberi del 21 novembre. In città il Comune ha censito ben 67.408 esemplari, Padova è quindi passata dall’avere 22 alberi ogni cento abitanti nel 2017 ad averne ben 32 nel 2022, come certificato dal report di Legambiente “Ecosistema urbano 2023”. Un dato che si accompagna a quello dei 38,8 mq di verde fruibile per abitante e che fa di Padova una città sempre più attenta alla pianificazione del verde pubblico. Negli ultimi anni sono stati approvati importanti documenti, come il Piano del Verde e il Piano di gestione delle alberature in città, che fissano le politiche di promozione e gestione del verde pubblico. Nell’ambito della Giornata degli alberi si sono svolte numerose iniziative dedicate ad adulti, bambini, esperti, studenti. Tra questi l’importante convegno pubblico “Ogni foglia è illuminata. Gli alberi in città, da presenze marginali a patrimonio insostituibile di benessere”, con l’intervento di docenti universitari, funzionari del Settore Verde del Comune di Padova, studiosi di agriforestazione e boschi urbani, esperti di nuove tecnologie applicate allo studio degli alberi. Tanti gli appuntamenti nelle scuole, coinvolte come ogni anno in attività di sensibilizzazione sui temi ambientali assieme a Legambiente e al comando dei carabinieri forestali di Padova. Nuove messe a dimora di alberi hanno riguardato i plessi scolastici Gozzi, Tommaseo, Lambruschini, Nievo, Muratori e Santa Rita. L’assessore al verde Antonio Bressa ha commentato: “Ogni anno questo appuntamento

Padova sempre più green: 38,88 mq di verde fruibile per abitante, 32 aberi ogni cento residenti

La piantumazione di un albero nell’area ex Valli di Padova

è l’occasione per promuovere eventi di sensibilizzazione sull’importanza degli alberi nella nostra città ma è anche l’occasione per fare il punto sullo stato di salute degli alberi nelle aree pubbliche. Il numero di alberi per abitante stia crescendo costantemente. Il verde: non più un elemento secondario bensì il perno centrale di tutte le progettazioni. Il Verde è diventato protagonista della trasformazione della città, e il nostro impegno vogliamo continui ad essere in questa direzione.” Sandro Ginestri, vicepresidente di Legambiente Padova ha aggiunto: “Abbiamo messo a dimora diversi alberi nelle scuole, coinvolgendo così ragazze e ragazzi con l’obiettivo di sensibilizzare e informare la cittadinanza partendo proprio dalle scuole sull’importanza del verde pubblico. Non solo, insieme ai ragazzi abbiamo realizzato anche delle case per le api e delle “bombe di semi”, per promuovere e favorire la biodiversità”.

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Viaggiare di notte è più comodo con la app QuiBus Dallo scorso 20 novembre è disponibile il servizio flessibile a chiamata QuiBus Padova notte al prezzo promozionale di 0,50 euro. Il servizio a chiamata è una iniziativa di Busitalia Veneto, società del Polo passeggeri del Gruppo FS Italiane in collaborazione con il Comune di Padova. Tutte le sere (il lunedì, martedì, giovedì e domenica dalle ore 20:00 all’una di notte; mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 20:00 alle due del mattino) sarà possibile acquistare il biglietto al prezzo di 0,50 euro e prenotare il viaggio attraverso l’app Quibus, indicando la fermata di partenza e quella di destinazione, l’orario di partenza o di arrivo desiderato e il numero di passeggeri. Al momento della prenotazione la piattaforma Quibus verifica gli orari, la disponibilità di autobus e di posti e fornisce immediatamente le informazioni sui tempi d’attesa, fermata di partenza e numero del bus. Sempre attraverso l’app, il cliente può monitorare l’autobus prenotato e successivamente esprimere una valutazione sul servizio. La promozione, che sarà valida fino giugno 2025, è finanziata con risorse regionali asse-

gnate al Comune di Padova nell’ambito dei servizi di Sharing Mobility. “Abbiamo lavorato ad un rilancio del servizio QuiBus, prima conosciuto come NightBus”, ha dichiarato l’assessore alla mobilità Andrea Ragona. “Si tratta di un servizio apprezzato dalle persone più giovani, ma non solo. Sono moltissime le persone che, prima del Covid, lo utilizzavano per poter andare a teatro, al cinema o a cena e tornare comodamente a casa con i mezzi pubblici. Si potrà prenotare a chiamata da e per qualsiasi fermata degli autobus o del tram”. (d.b.)

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Un minuto di rumore. Più di 2.000 studenti si sono radunati per commemorare la studentessa uccisa

Tragedia e solidarietà: la comunità universitaria ricorda Giulia Cecchettin Il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (Dei), dove Giulia avrebbe presto ottenuto la sua laurea, è diventato il luogo simbolo del cordoglio

C

ome per il resto del Paese, l’omicidio di Giulia Cecchettin ha sconvolto l’intera comunità accademica. Giulia, studentessa di 22 anni, è stata vittima di un femminicidio da parte del suo ex fidanzato. La sua vita è stata interrotta brutalmente, lasciando un vuoto incolmabile tra chi l’aveva conosciuta. Il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (Dei), dove Giulia avrebbe presto ottenuto la sua laurea, è diventato il luogo simbolo del cordoglio. Più di 2.000 studenti si sono radunati nel cortile dell’ateneo per commemorare Giulia, esprimendo il loro dolore in un modo diverso: un “minuto di rumore”. Contrariamente al silenzio tradizionale, hanno deciso di esprimere il loro lutto con un frastuono commovente, con chiavi, borracce, fischi e applausi, seguendo le parole di Elena, la sorella di Giulia, che ha dichiarato: “Non resteremo in silenzio, ma distruggeremo tutto”. Un momento di grande impatto emotivo in cui sono intervenute studentesse e studenti esprimendo parole di cordoglio per Giulia e ragionando sull’impatto della violenza di genere nelle nostre vite e, soprattutto, nella vita delle donne. Anche l’ateneo ha reagito con iniziative significative. Un “minuto di silenzio sarà os-

servato prima di ogni lezione in tutte le facoltà, un gesto di rispetto e commemorazione per Giulia”. Inoltre, l’Università ha deciso di conferire la laurea postuma a Giulia Cecchettin, riconoscendo il duro lavoro e gli sforzi che ha profuso nei suoi studi. La sua tesi era completata, e la rettrice dell’Università, Daniela Mapelli, ha dichiarato con fermezza che Giulia è “già laureata”, una laurea che verrà consegnata formalmente in una cerimonia a lei dedicata.

Sopra, l’inaugurazione della pachina rossa per le vittime di violenza inaugurata nel Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione; sotto, Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio

L’Università ha deciso di conferire la laurea postuma a Cecchettin, riconoscendo il duro lavoro e gli sforzi che ha profuso nei suoi studi La commemorazione di Giulia, avvenuta vicino al 25 novembre, Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, non si ferma qui: accanto al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione sarà collocata una panchina rossa, un simbolo tangibile per ricordarla. Ciò è parte del progetto “Panchine Rosse”, un’iniziativa che si propone di ricordare le donne vittime di violenza. Giulia diventerà il volto di questa panchina, un luogo che i suoi compagni di studio e tutti gli studenti as-

soceranno al suo sorriso e ai suoi sogni. Poco lontano, inoltre, un “Posto occupato”: gesto simbolico che lascia un segno tangibile dei posti vuoti lasciati dalle donne vittime di violenza, una sedia coperta da un drappo rosso sarà posta in

uno spazio visibile all’interno dell’ateneo per onorare e ricordare queste vite interrotte prematuramente. La rettrice Mapelli, esprimendo il profondo cordoglio dell’Università di Padova, ha dichiarato: “La notizia della scomparsa di Giulia Cecchet-

tin ci lascia sgomenti e attoniti. Un dolore lancinante per l’intera comunità che forma l’ateneo patavino”. Le parole di solidarietà e supporto sono state estese alla famiglia, agli amici e ai compagni di Giulia, testimoniando l’unità di fronte a una tragedia così devastante. Il ricordo di Giulia Cecchettin resterà vivo nell’anima dell’Università di Padova e della sua comunità studentesca e accademica. Unendosi nel lutto e nella determinazione a combattere la violenza, onorando la memoria di Giulia con la speranza di un futuro in cui la pace e il rispetto siano i principi fondamentali di ogni relazione umana. Emilia Milan

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Cultura

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Amici della Musica. Giovani interpreti del panorama italiano, dal 14 gennaio Sala dei Giganti al Liviano

Torna la rassegna Domenica in Musica Per dieci domeniche si alterneranno i nuovi talenti vincitori o premiati in prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali

I

n quella che molti definiscono la sala più bella di Padova, sotto gli sguardi dei giganti che ne animano le alte pareti, ritorna una delle tradizionali rassegne degli Amici della Musica di Padova: Domenica in Musica. Per dieci domeniche dal 14 gennaio dalle ore 11 si alterneranno i nuovi talenti vincitori o premiati in prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali. Una rassegna classica e giovane allo stesso tempo. Saranno infatti queste nuove “leve” a cimentarsi con i grandi compositori del passato, offrendo un affresco musicale che parte da Bach e Scarlatti, toccando Beethoven, Schumann, Brahms, Listz fino ad arrivare ai compositori contemporanei. Il concerto di apertura è affidato al pianista Jakob Aumiller, un doppio vincitore (Premio Lamberto Brunelli a Vicenza e Premio Venezia) che eseguirò la Sonata n.5 op. 53 di Skrjabin, la Sonata

“Waldstein” di Beethoven, lo Scherzo op. 4 di Brahms e tre Études-Tableaux op. 39 di Rachmaninov. Duo violino e pianoforte in cartellone per il concerto della domenica successiva, 21 gennaio. Sofia Manvati al violino e Giorgio Lazzari al pianoforte presenteranno un programma tra ottocento e novecento, con musiche di Respighi, Stravinskij, Castelnuovo-Tedesco e Enescu. Gennaio si chiude con il Trio Eidos, premiato al Concorso Amur, con l’esecuzione di due classiche sonate per violino, violoncello e pianoforte: il Trio n. 3 in sol minore op. 110 di R. Schumann e il Trio in la minore op. 50 di P. I. �ajkovskij. Si passa al 4 febbraio insieme al Duo Alphaomega (secondo duo violino e pianoforte premiato al Bando Guglielmo), in un programma tra Francia e Italia, con musiche di Ravel, Debussy, Respighi e Dalla Piccola. Il duo formato da Simome Pirri E Al-

berto Maron, violino barocco e clavicembalo, vincitori del Premio Bonporti, si esibirà l’11 febbraio, in un concerto tutto dedicato alla musica barocca. Il 18 febbraio sarà la volta del concerto di fisarmonica, nel quale Gabriele Corsaro presenterà un programma che spazia da Scarlatti ad autori contemporanei. Febbraio si chiude con il secondo recital pianistico della rassegna, affidato al vincitore del Premio Venezia, Antonio Alessandri (25 febbraio), con musiche di Bach, Beethoven e Schumann. Il mese di marzo si apre con il duo clarinetto e pianoforte Francesco Cristante E Sofia Andreoli (3 marzo), in un programma centrato sul novecento con autori quali Omizzolo, Bernstein e Rota. Repertorio più tradizionale per gli ultimi due concerti in cartellone. Il vincitore del Premio Venezia Giacomo Menegardi (10 marzo) eseguirà al pianoforte Bénédiction de Dieu dans la solitude di Liszt,

Sala dei Giganti

Estampes di Debussy e Quadri di un’esposizione di Musorgskij. Con il duo di Marina Margheri al violoncello e Matteo Bogazzi al pianoforte (17 marzo), in un programma dedicato a Debussy, Mendelssohn e Schumann, si chiuderà Domenica in Musica 2024. La rassegna è realizzata con il sostegno di Carraro Group, al contributo del Ministero della Cultura, del Comune di Padova - Assessorato alla Cultura e della Regione Veneto, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova e il Comitato Italiano Naziona-

le Musica. E al contributo di IN’S Mercato. Ai concerti della rassegna, che si svolgono sempre la domenica mattina, con inizio alle ore 11, si possono ascoltare recital solistici, duo o diverse formazioni. Il costo dei biglietti (studenti e under 35: 4 euro – Interi: euro 8) e degli abbonamenti (studenti e under 35: 20 euro – Interi: 40 euro) è molto contenuto, per far accedere un pubblico eterogeneo e di tutte le età, diverso da quello che frequenta i concerti serali. Sara Busato

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Cultura

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Da Genova a Padova. L’esposizione interattiva all’ex Macello fino al 25 febbraio

Illusioni in mostra, tra divertimento e apprendimento, tra arte e fisica Se la prima reazione è quella dello stupore e della sorpresa, in seconda analisi l’immersione permette di approfondire il modo in cui tali illusioni vengono create, il tutto con momenti di ilarità, gioco e opportunità di confronto

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ivertimento e apprendimento, arte e fisica, architettura e psicologia si incontrano nella Mostra delle Illusioni, l’evento interattivo in corso all’ex macello di via Cornaro fino al prossimo 25 febbraio che arricchisce il calendario delle mostre ed esposizioni presenti in città. Un evento che arriva a Padova dopo essere stato ospitato negli spazi espositivi del Porto Vecchio di Genova e dopo aver toccato varie città europee, portando in ognuna di esse la combinazione che ne sta decretando il successo: un mix di didattica e divertimento adatto a varie fasce di età. A Padova sarà ospitato nell’antico Macello, il complesso esemplare di archeologia industriale inaugurato nel 1908 su progetto di Alessandro Peretti e riconvertito negli anni Ottanta a spazio espositivo, detto anche “Cattedrale” per la caratteristica forma a tre navate. La Mostra delle illusioni è realizzata dalla Museum Events Group, realtà specializzata in esposizioni a carattere divulgativo e di intrattenimento, e si pone come un percorso espositivo in grado di mettere alla prova sia i sensi che la mente, grazie a più di settanta illusioni realizzate anche tramite l’ausilio della realtà virtuale, il tutto in un ampio ed innovativo spa-

Una delle esperienze della Mostra delle illusioni

zio riempito con scenografie, immagini ed esperienze da vivere in prima persona. Le illusioni ottiche e percettive sono il focus dell’esposizione: combinazioni di arte, architettura ed elementi di fisica e ottica che agiscono sul visitatore su più livelli. Se la prima reazione, davanti alle illusioni presentate nella mostra, è quella dello stupore e della sorpresa, in seconda analisi l’immersione in questa mostra permette di approfondire il modo in cui tali illusioni vengono create, il tutto con momenti di ilarità, gioco e opportunità di confronto. Una mostra pensata non solo per far dubitare chiunque delle proprie percezioni, ma anche per offrire un percorso didattico e divulgativo. Ed è in virtù di questa doppia valenza che la mostra si rivolge tanto ai gruppi di amici che vogliono

passare una giornata all’insegna del divertimento, quanto a coloro che vogliono capire le dinamiche fisiche, ottiche e psicologiche che stanno alla base dei fenomeni ottici. L’evento è pensato anche per le scuole, permettendo di prenotare delle visite guidate il cui scopo è quello di far comprendere alle classi i diversi meccanismi che creano le varie illusioni ottiche presentate nel percorso espositivo. In particolare, tutti i partecipanti vengono messi nelle condizioni di poter distinguere fra le diverse tipologie di illusioni ottiche e ricevono le conoscenze fondamentali per riconoscere quali sono gli elementi che regolano la percezione visiva, quali i processi legati alla vista e, infine, come la mente cerca di risolvere i paradossi. Francesca Tessarollo

Pensieri preziosi: il gioiello contemporaneo protagonista LU X TA N AT O

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Il gioiello artistico contemporaneo è il protagonista della rassegna internazionale Pensieri Preziosi, fino al 18 febbraio prossimo all’Oratorio San Rocco. iunta alla 18ª edizione, la rassegna curata da Mirella Cisotto Nalon e realizzata con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo si concentra sul percorso creativo di cinque artiste, diverse per stile, scelte artistiche e materiali utilizzati, ma tutte protagoniste nel mondo della produzione del gioiello contemporaneo: Karin Roy Andersson (Svezia), Carla Riccoboni (Italia), Bettina Speckner (Germania), Barbara Uderzo (Italia), Flóra Vági (Ungheria). Le loro creazioni, frutto di sperimentazione e ricerca continue, esprimono non solo raffinate abilità tecniche, ma anche la capacità di esprimere storie e frammenti

di vita. Delle “mini sculture”, come descritte dalla curatrice della mostra, in cui diversi metalli (oro, argento, ma anche alluminio, titanio, ottone, ferro e acciaio) si combinano non solo con pietre, lacche e vernici, ma anche con materiali organici, carta, plastica, piante e materie deperibili come ghiaccio, zucchero e cioccolata. Delle opere significative anche perché, come sottolineato da Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova, “celebrano l’insostituibile contributo delle figure femminili nello sviluppo dell’arte orafa”. Un appuntamento importante per la città di Padova, che può vantare una scuola orafa nota a livello internazionale, e un’opportunità per promuovere il gioiello artistico contemporaneo, apprezzato soprattutto da una nicchia di intenditori. (f.t.)


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Sport

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Serie C. Triplice intervista ai tre esordienti Andrea Beccaro, Andrea Montrone e Andrea Toldo

Nel Calcio Padova grande spazio ai giovani: “Nessuna paura” Nella Primavera i tre nuovi calciatori biancorossi sono allenati da Rossettini e in comune, hanno il ruolo: sono tutti e tre attaccanti

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ell’ottimo andamento del calcio Padova nel girone A di serie C, con la squadra di mister Torrente unica imbattuta dopo 15 giornate e a contendersi il primato con il Mantova, c’è anche un altro dato bellissimo della società biancoscudata, vale a dire la valorizzazione dei giovani della Primavera. Mister Torrente, infatti, non ha “avuto alcuna paura” nel far debuttare più di qualche giovane interessante che, così, ha vissuto, l’emozione dell’esordio in prima squadra. Stiamo parlando di Andrea Montrone (che ha esordito prima in LR Vicenza-Padova di campionato, poi in Coppa Italia contro la Giana), Andrea Beccaro (titolare in Coppa Italia) e Andrea Toldo (all’esordio tra i professionisti in Coppa contro la Giana). Nella Primavera sono allenati da Rossettini e in comune, hanno il ruolo: sono attaccanti. Quali sono state le tappe fondamentali del vostro percorso per arrivare al calcio Padova? Beccaro: “Io ho iniziato alla Nativitas, una squadra parrocchiale, per poi venire dal secondo anno qui al Padova. Ho fatto tutte le tappe delle giovanili e finalmente sono arrivato all’esordio, tra l’altro da titolare. É stato un bel percorso, ormai sono 10 anni contando tutto il percorso giovanile”. Montrone: “Io ho iniziato a giocare nell’Abano, la squadra della mia città. Dopodiché ho fatto una breve parentesi al Due Monti e dopo sono passato al Padova Academy dove sono stato per due stagioni. Successivamente sono passato tra i selezionati dove ho fatto 9 stagioni.” Toldo: “Io essendo nato a Milano ho cominciato in un oratorio vicino alla mia

zona. Dopo mi sono spostato nella Pro Sesto dove ho fatto 3 anni. Dopo quelle stagioni però avevo voglia di spostarmi e andare in un settore giovanile che mi valorizzasse di più e così l’anno scorso ho fatto 6 mesi a Vicenza, anche grazie all’appoggio della mia famiglia veneta. Da quest’an-

Da sinistra Andrea Toldo, Andrea Beccaro e Andrea Montrone

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no sono qui, i compagni e l’ambiente mi hanno accolto bene fin da subito e io stesso mi trovo molto bene in questo gruppo.” Come nasce la vostra vocazione da attaccanti? Beccaro: “A me da bambino è sempre piaciuto stare vicino alla porta e segnare. Avendo mio fratello maggiore Alessandro che anche lui faceva l’attaccante mi ha spinto sempre più a voler fare questo ruolo.” Montrone: “La vocazione per me arriva chiaramente da mio padre che ha giocato tanti anni qui a Padova. Grazie ai suoi consigli mi è sempre piaciuto fare gol, cercare l’adrenalina del gol e voler aiutare la squadra sotto questo punti di vista”. Toldo: “Mi è sempre piaciuto gioire ed esultare con i compagni per i miei gol. L’attaccante è la rockstar della squadra ed è sempre bello venir acclamati.” I vostri genitori che consigli vi hanno dato per aiutarvi in questo percorso da calciatori? Beccaro: “Mio papà ha giocato a calcio a livello dilettantistico, gli infortuni poi non lo hanno aiutato in questa carriera. Lui però mi aiuta sempre, al termine di ogni partita ho sempre un confronto con lui e mi appoggia in tutto. Il suo consiglio maggiore è quello di affrontare tutte le partite con cattiveria e mostrare che hai voglia di giocare e mostrare che vuoi fare la tua partita a prescindere dagli errori tecnici. Mi è molto utile averlo mio fianco.” Montrone: “Mio padre mi dà sempre consigli tecnici e caratteriali, il mio obiettivo è quello che si parli sempre più di me e meno di lui.” Toldo: “Io mi confronto spesso con mio padre. Più che sul lato tecnico mi ricorda che l’obiettivo è divertirsi e che poi le cose se devono succedere succedono”. Insomma, se il presente dice bene al Calcio Padova, anche il futuro non scherza. Cristiano Aggio


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Sport

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L’intervista. L’analisi del coach Jacopo Cuttini nel segno della fiducia per le prossime sfide

Pallavolo Padova: “Dobbiamo crescere e tenere il passo” U

na squadra giovane e un campionato di altissimo livello: Pallavolo Padova viaggia a metà classifica della Superlega di pallavolo. Il coach Jacopo Cuttini guarda con fiducia alle prossime sfide. Come sta andando il vostro campionato, Come giudica la vostra posizione in classifica? “Abbiamo fatto un buon avvio di campionato. La nostra è ogni anno una squadra rinnovata. Quest’anno siamo la squadra più giovane del campionato, una squadra che deve crescere per stare al passo con le più grandi. Ogni settimana dobbiamo fare punti, e questi punti alla fine devono tornare in classifica. Abbiamo fatto vedere qualcosa di quello che possiamo fare, ora dobbiamo crescere”. Come state lavorando in vista dei prossimi incontri? “La mentalità è sempre la stessa, dobbiamo solo consolidarla; c’è entusiasmo, molti ragazzi sono esordienti in questo campionato, e quindi c’è tanto entusiasmo. Anche se noi paghiamo un po’ di inesperienza sappiamo che non dobbiamo guardare in faccia a nessuno, senza aver paura

“In un campionato come questo l’obiettivo è uno solo: cercare di salvarci, cogliere più punti possibile nel più breve tempo possibile”

Pallavolo Padova

degli avversari che troveremo al di là della rete. Analizziamo la squadra avversaria e scendiamo in campo per fare punti. La mentalità però è quella giusta”. Quali giocatori del roster si sono dimostrati più in forma finora? “Sono soddisfatto di tutti, quelli che giocano e anche i ragazzi che stanno in panchina. Noi stiamo crescendo; nel precampionato abbiamo fatto dei buoni tornei, la squadra è cresciuta di livello e sta continuando a crescere. Ci sono dei giocatori che sono al secondo anno con noi, mi viene in mente Davide Gardini, che sta dando delle buone prestazioni. Tutti i ragazzi stanno dando qualcosina in più rispetto all’inizio del campionato”.

Qual è la squadra avversaria che l’ha colpita di più? “Li conosco tutti, li ho visti giocare e sono nostri degni avversari; il Perugia mi ha colpito per la qualità dei singoli. Abbiamo tantissimi campioni in questo campionato ma noi ci alleniamo per poter vincere con tutti”. Per quali obiettivi vi sentite ancora in lotta? “In un campionato come questo l’obiettivo è uno solo: cercare di salvarci, cogliere più punti possibile nel più breve tempo possibile; nelle ultime stagioni ci siamo salvati all’ultima o penultima di campionato, ed è stata festa grande. Sappiamo che finché non raggiungeremo quota salvezza ci sarà da penare”.

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Hai un vecchio bagno che non ti piace più e vuoi rifarlo ma non sai da dove cominciare? Gli interventi di ristrutturazione a volte possono diventare dei veri e propri problemi … soprattutto se non ci si affida a dei seri professionisti … Veneto24 passa al sistema ultima La soluzione migliore per ristrutturare il tuo di bagno è DAB cheche permette quella di generazione affidarsi a un unico referente sappia in primis ascoltarti e capire le tueanche esigenzela e poi coordinare lavoro di ascoltare radio con iluna dall’inizio alla fine.

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Diego Buonocore

Virtus Padova, il volto nuovo Antelli: “Vogliamo puntare in alto” Playmaker di 183 centimetri, 25 anni, nato e cresciuto cestisticamente a Cernusco sul Naviglio e poi alla Reyer Venezia e protagonista con la nazionale a livello giovanile. Michele Antelli è uno dei volti nuovi della Virtus Padova Antenore Energia. “Per me è stato facile ambientarmi a Padova, una città bellissima. Anche con la società mi sono trovato subito bene”. Quello del play è uno dei ruoli più importanti della squadra, come valuti il campionato tuo e quello della squadra fin qui ? “Potevamo avere più punti in classifica anche se dobbiamo dire che il campionato è ancora lungo. Complessivamente valuto il nostro campionato positivamente: abbiamo lasciato giù qualche punto, possiamo sicuramente fare meglio. In questo campionato è fondamentale essere sempre molto concentrati”.

Il campionato finora ha offerto grandi sorprese. “E’ vero. Il campionato finora ha dimostrato che non ci sono gare sicure, è molto equilibrato. Abbiamo visto che ogni squadra può fare il campionato, una volta perdere di venti punti, un’altra vincere di quindici. Le nostre partite ne sono la prova: abbiamo perso con le squadre considerate più deboli e vinto contro le più forti”. Qual è stata la miglior prestazione di quest’anno, e quale la peggiore ? “A Fabriano siamo stati una vera squadra; la partita peggiore forse con il Lumezzane, ci siamo un pò disuniti e ci hanno rubato la partita”. Dove può arrivare la Virtus? “La classifica è molto corta, il nostro obiettivo è puntare agli ultimi posti dei play off che ci darebbero una salvezza tranquilla. E poi osare un poco di più, provare a fare lo sgambetto a qualcuno dei forti”. (d.b.)

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Provincia

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L’approfondimento. Marnie Campagnaro, docente dell’Università di Padova

Come raccontare la guerra all’infanzia: il conflitto al centro delle narrazioni A Palazzo Santo Stefano la Conferenza internazionale organizzata dalla docente di Letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, volta ad indagare, attraverso approcci di ricerca interdisciplinare, forme letterarie e rappresentazioni visive dei conflitti

S

ono 91 i Paesi coinvolti in qualche forma di guerra nel mondo, rispetto ai 58 del 2008. Un allarme, un pericolo e una situazione che non possono essere taciuti o sottovalutati neanche ai bambini o agli adolescenti. “Storie d’infanzia tra conflitto e guerra. Visioni, prospettive e rappresentazioni letterarie” è la Conferenza internazionale ospitata a Palazzo Santo Stefano e organizzata da Marnie Campagnaro, docente di Letteratura per l’infanzia e l’adolescenza del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università degli Studi di Padova, con la partecipazione di docenti internazionali, per approfondire tematiche legate all’infanzia, al conflitto e alla guerra attraverso l’analisi di testi letterari, in particolare di albi illustrati. Nel contesto contemporaneo, permeato da venti di guerra è importante saper spiegare la guerra ai bambini? E’ utile sapersi attrezzare, come insegnanti, genitori ed educatori, delle parole giuste per poter parlare di guerra in un momento storico in cui anche l’Europa e il nostro paese stesso è chiamato in causa. Il progetto è rivolto ad indagare, attraverso approcci di ricerca interdisciplinare, forme letterarie e rappresentazioni visive dei conflitti. I libri di letteratura per l’infanzia e gli albi illustrati sono uno spazio dialogico fondamentale e le storie offrono proprio la struttura narrativa per poterlo fare. Ai bambini e alle bambine, si possono raccontare anche i lati oscuri delle storie e della storia, basta farlo

con le parole e le immagini più appropriate. Ci sono narrazioni capaci di aprire un dialogo con le giovani generazioni? Gli albi illustrati, le storie, ad esempio quelle raccontate splendidamente da Roberto Innocenti, sono

La professoressa Marnie Campagnaro durante l’intervento a Palazzo Santo Stefano

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proprio un modo per raccontare cos’è la guerra e cos’è il conflitto, non solo nella letteratura per l’infanzia, ma anche nella vita quotidiana. Il conflitto, in particolare, è una dimensione ineludibile, fa parte della relazione quotidiana. Talvolta non è possibile superarlo ma gestirlo, questo sì. E lo si può gestire narrando cosa significa essere “umani”. E’ importante focalizzare l’attenzione sulla positiva l’interazione tra conflitti, marginalità, povertà educativa e letteratura per l’infanzia. In questo contesto, le narrazioni possono divenire spazi di dialogo speciali per affrontare complessità sociali e morali in un mondo segnato dalle tensioni belliche. Per chi è stata pensata questa iniziativa? Per chi vuole parlare di guerra ai ragazzi e ragazze, e sceglie la letteratura per farlo. Non è un evento nato per illustrare specifici eventi storici o per ricostruire i fatti salienti delle guerre nel XX e XXI secoli: essi sono stati ampiamente esplorati e dibattuti in molti, moltissimi altri libri e saggi. Nel rileggere anche alcune lancinanti storie per bambini e ragazzi riferite a diversi conflitti passati e contemporanei, questa iniziativa si interroga sui “perché”, sui “come”, sui “dove” e sui “chi” della guerra. Vincenzo Gottardo


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21 novembre 2023 - 7 gennaio 2024

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Alberi di Natale, scenografiche luminarie e installazioni arricchiscono le principali vie dello shopping del centro storico di Venezia, delle Isole e di Mestre, Campalto, www.veneto24.it Chirignago, Favaro, Gazzera, Marghera, Tessera, Trivignano, Zelarino... Mercatino natalizio a Mestre in Piazza Ferretto e vie limitrofe.

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Imprese Imprese & & imprenditori Imprenditori

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PROTAGONISTI A NORD EST Sintonizzati Sessant’anni di passione al servizio sul futuro. degli agricoltori, investendo sul territorio. Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di

Veneto24 passa al sistema di ultima Paola Zanon racconta generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio perfetta.

la storia dell’omonima azienda padovana di macchine agricole

Sessant’anni al fianco degli agricoltori. Sessant’anni di passione, impegno e determinazione. E ora per l’azienda Zanon, leader padovano nel settore delle macchine agricole, è giunto il momento di ripercorrere la storia, tracciare i traguardi, guardare al futuro. “Pensando al passato c’è tanto di fatto, tante sfide superate e tanti obiettivi centrati – racconta Pao-

la Zanon, una dei quattro titolari “Per poter soddisfare le esigenze dell’attività –. È nato tutto con papà, del mercato abbiamo dovuto diOlivo, nel 1964. Poi sono subentrati versificare le varie attività: ci occuwww.veneto24.it i miei fratelli Ivano, Mario, Franco e piamo della produzione di macchiinfine io, la più giovane. Se siamo ar- ne agricole, della progettazione e rivati dove siamo ora è certamente della realizzazione di attrezzature stato merito del profondo legame elettroniche e di servizi di tagliodella nostra famiglia: l’unione fa la laser, riuscendo ad accontentare forza e a tante teste corrispondono tutte le richieste del territorio e tante idee. È così che siamo riusciti divenendo così un partner di rifea costruire nel tempo un team de- rimento per tutte le esigenze di un terminato e coeso e un’azienda for- agricoltore”. te, grande e al passo con i tempi”. “Questo importante risultato però “Oggi possiamo contare sul lavoro non sarebbe stato possibile senza i di centotrenta dipendenti e di tre nostri dipendenti, e i clienti italiasedi produttive nel territorio – con- ni ed esteri – afferma Zanon –, per tinua Zanon –. A un certo punto lo questo alla festa del sessantesimo spazio in cui lavoravano papà e poi di Zanon, in programma per il 14 i miei fratelli non è stato più suffi- giugno 2024 abbiamo invitato tutciente a contenere tutte le nostre ti”. attività e così siamo cresciuti, pur Ma la proprietà come vede i prosmantenendo comunque una certa simi sessant’anni? “Siamo ormai vicinanza alla sede originale”. giunti alla terza generazione con i

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Paola Zanon

nipoti Filippo, Elena, Jessica, Giada e Niccolò, ai quali sono stati trasmessi il know-how, la dedizione e la passione per il lavoro. È su di loro che sono riposte tutte le nostre aspettative, perché pensiamo che la componente famigliare sia fondamentale per portare avanti questo progetto”.


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#Regione

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La riflessione. Intervista a Francesca Torelli, Consigliera di parità del Veneto

L’emancipazione femminile fa ancora paura “Gli studi e il lavoro permettono alle donne di ottenere l’indipendenza e di uscire anche da contesti di violenza, ma è necessario un cambiamento culturale” Consigliera Torelli, quali le sue considerazioni sulla drammatica vicenda di Giulia Cecchettin? Mi sono interrogata a lungo su quanto successo e sull’impatto che questo ha avuto. E’ stato uno shock molto che ha coinvolto tutte le generazioni a tutti i livelli perché in questa vicenda più di altre non c’è alcun alibi per l’assassino, non c’è nulla che lasci spazio a qualche genere di spiegazione. Siamo di fronte ad un evento che ha per protagonista un giovane, il quale probabilmente si è trovato in una situazione particolare. Quindi può avere un suo peso il messaggio di una società patriarcale, questo è evidente a tutti. Il femminicidio è l’aspetto certamente più tragico di un contesto in cui la disparità di genere è presente nella società

e nel mondo del lavoro. Che ne pensa? E’ un aspetto importante, tra l’altro proprio la vicenda di Giulia sottolinea come, probabilmente sia proprio l’emancipazione femminile uno degli elementi scatenati. In questo caso la ragazza doveva laurearsi prima del suo ex fidanzato, è comunque un elemento di emancipazione: mi laureo, mi trovo un lavoro, sono indipendente. Non dimentichiamo che proprio il lavoro permette di ottenere l’indipendenza e sopratutto alle donne di uscire anche da dei contesti di violenza e prevaricazione. Questo però le espone anche a dei rischi. Non tutte le situazioni di violenza si concludono con un femminicidio ma è fondamentale aiutare le donne ad inserirsi in un contesto lavorativo di qualità e riconosciuto che può essere la svolta per la propria

indipendenza. In un recente convegno abbiamo messo in luce i dati sull’occupazione femminile e le condizioni delle immigrate ed è stato ribadito quello che da tempo di sostiene. La donna è presente nel mercato del lavoro, assolutamente, con tassi di occupazione che non sono i più alti d’Europa ma sono sono comunque cresciuti negli anni. I settori di impiego però non sempre garantiscono la miglior qualità nel rapporto di lavoro. Proprio sulle retribuzioni c’è una forte disparità salariale tra donne e uomini, così come sono diverse le occasioni di lavoro che vengono date alle donne. A questo proposito, quali possono essere gli strumenti per favorire le pari opportunità in azienda? Dal 2022 abbiamo assistito all’introduzione di importanti strumenti. Mi preme segnalare la possibilità che hanno le aziende di ottenere la certificazione per la parità di genere. Va a certificare le aziende virtuose che introducono dei sistemi di gestione

del personale che permettono di valorizzare anche l’apporto delle donne. Questo ha delle ricadute non solo di tipo sociale, per i lavoratori e le lavoratrici e il contesto in cui si trovano, ma anche in termini di produttività per le stesse aziende. La certificazione family audit va a certificare se l’azienda ha degli strumenti di conciliazione. Uno dei principali problemi della donna per cui la donna non riesce a stare a lungo lungo sul mercato di lavoro o fare la stessa carriera che fa un maschio sta nel fatto che si accolli due lavori. Da una parte i carichi di cura in casa e dall’altra il lavoro fuori. Ricordo infine la legge 3 del 2022 con la quale la Regione Veneto è una delle prime che andrà a istituire il registro delle imprese virtuose. Questo strumento renderà disponibili e trasparenti i dati sulle retribuzioni permetterà di fare delle riflessioni interne all’azienda per innescare un cambiamento culturale che è assolutamente necessario”. (a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano)

Giulia Cecchettin

CHI E’ La consigliera di parità ha il compito di svolgere funzioni di promozione e di controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza, di opportunità e di non discriminazione tra donne e uomini. Dal 2022 Francesca Torelli è consigliera di parità effettiva della Regione del Veneto.

Federica Sandi, segretario e consigliera dell’Ordine psicologhe e psicologi del Veneto

Silvia Scordo, consigliera di parità della provincia di Padova

“Ragazzi, di fronte alle difficoltà confidatevi e chiedete aiuto”

“La violenza può iniziare anche da una semplice battuta”

“In molti sono rimasti colpiti per la giovane età delle persone coinvolte in questo doloroso fatto di cronaca”, è la riflessione di Federica Sandi, segretario e consigliera dell’Ordine psicologhe e psicologi del Veneto. “Ma già nel 2023 - continua - abbiamo assistito a numerosi femminicidi commessi da giovani che non hanno per forza alle spal-

“Di fronte ad un fallimento credono di potersi arrangiare ma questo può rivelarsi tragico” le relazioni fallite o numerosi eventi negativi nella loro vita amorosa. Quel che oggi emerge è che ancora ragazzi e giovani uomini credono di non potersi confidare chiedere aiuto, cercare conforto quando vivono emozioni negative e preoccupazioni molto forti collegate all’affettività,

alla relazione che stanno vivendo. Credono di doversi arrangiare a trovare una soluzione e spesso, purtroppo, questa soluzione diventa tragica e può sfociare in un vero e proprio delitto. Quindi è importante che uomini e donne sappiano di potersi confidare con amici, parenti e professionisti quando le relazioni diventano problematiche”.

Silvia Scordo è consigliera di parità della provincia di Padova. Di fronte al senso di sgomento provato in queste settimane, cosa dobbiamo trasmettere ai giovani per non arrivare a questi livelli estremi? Fin dalle elementari ci dovrebbe essere la possibilità di affrontare l’uguaglianza, ma non come una disciplina collaterale che andrebbe a rimarcare ancora di più le differenze. Andrebbero rivisti anche i libri di storia, scritti a due mani dagli uomini, per far capire il contributo dato dalla donna. Sarebbe un passo verso una normalità in cui uomini e donne danno lo stesso contributo, in parti uguali. Nel frangente di Giulia, non è la ragazza che ha sbagliato ad accettare l’invito del suo ex fidanzato. E’ lui che ha commesso un omicidio efferato affinché Giulia non potesse laurearsi e gioire del suo primo tra-

guardo. C’è bisogno anche di un cambiamento culturale per affrontare e gestire una situazione che è diversa rispetto alle generazioni precedenti? Verissimo, perché oggi anche con tutti i mezzi che hanno a portata di mano, dai cellulari ai social, i ragazzi crescono in fretta. Lo vediamo già alle medie, dove le avance sono all’ordine del giorno e la possibilità di sentirsi uomini sia con il linguaggio che con la gestualità. La violenza inizia da una battuta, quindi non si può non considerare grave anche solo una battuta ad una ragazzina. Bisogna prendere effettivamente con la giusta e dovuta importanza una situazione del genere che è effettivamente è germe di una violenza, di una possibile vessazione che oltretutto è fuori controllo, fuori dalle nostre case fuori dalle scuole”.


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Regione

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Coesione e sviluppo. Il protocollo sottoscritto a Verona insieme ai ministri Fitto e Nordio

Zaia e Meloni firmano l’accordo da 606 milioni “Oltre due terzi delle risorse serviranno al superamento delle carenze infrastrutturali”

V

ale ben 607 milioni di euro l’accordo per lo sviluppo e la coesione fino al 2027 e sottoscritto da Meloni e Zaia a Verona, in occasione di Job & Orienta. La firma del protocollo d’intesa tra Governo e Regione del Veneto si è svolta anche alla presenza dei ministri Raffaele Fitto (Affari europei) e Carlo Nordio (Giustizia). Nel dettaglio, l’accordo prevede, tra l’altro: 2,5 milioni per la digitalizzazione, 35,15 milioni per la competitività delle imprese, 134,6 milioni per ambiente e risorse naturali, 3,75 per milioni il patrimonio culturale, 151,5 milioni per trasporti e mobilità, 22 milioni per la riqualificazione urbana, 26 milioni per sociale e salute, 10 milioni per istruzione e formazione, 15,4 milioni per la capacità amministrativa. “Stiamo parlando di strategia, stiamo parlando di visione rispetto alle imprevedibili e impegnative sfide che abbiamo affrontato nell’ultimo triennio – ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia -. La firma di questo ac-

cordo aggiunge un ulteriore tassello alle politiche di sviluppo del “Sistema Italia”, ed in particolare della Regione del Veneto, che è tra le prime Regioni a siglarlo, grazie all’efficace coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui il Veneto sta collaborando con grande impegno. L’intesa parla di sviluppo, parla di scelte di medio e lungo periodo e, quindi, scelte strategiche”. Zaia ha sottolineato che “dei 607,6 milioni di euro complessivi a disposizione del Veneto, oltre 400 milioni di risorse vengono destinate a interventi sul territorio volti al superamento di carenze infrastrutturali e al raggiungimento di imprescindibili obiettivi di competitività sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini”. “Lo considero un ulteriore tassello della nostra ottima collaborazione, un contributo che il Governo centrale dà ad una regione che altro non chiede se non di essere messa in condizione di correre sempre più velocemente,

di lavorare sempre più efficacemente, che rappresenta una locomotiva dell’Italia e che noi vogliamo valorizzare come locomotiva dell’Italia” – ha aggiunto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tornando ai numeri, per l’Ambiente e le risorse naturali 118,6 milioni di euro sono destinati alla difesa del territorio e della risorsa idrica attraverso opere strategiche per la sicurezza, anche con il contributo operativo dei Consorzi di Bonifica. Oltre 40 milioni, sono per interventi sul bacino di laminazione di Prà dei Gai. Per la difesa della natura e biodiversità, 14 milioni di euro sono destinati alla vivificazione delle aree

lagunari del Delta del Po per la riattivazione degli scambi d’acqua con il mare. Il settore dei trasporti e mobilità vede investimenti per più di 150 milioni di euro di cui 56 milioni destinati a finanziare due interventi prioritari: la variante alla SR 10 “Padana inferiore” e del Completamento “Terraglio Est”, in Comune di Treviso; mentre 10 milioni di euro sono assegnati alla linea ferroviaria Adria – Mestre che si aggiungono agli 11,25 milioni di euro già investiti nell’elettrificazione della tratta. In previsione delle olimpiadi invernali del 2026, 33,5 milioni sono destinati al collegamento della Ski Area del Civetta

con la Ski Area Cinque Torri e alla realizzazione di bacini idrici per l’innevamento. In materia di mobilità sostenibile, previsti 32 milioni di euro per le piste ciclabili, con il finanziamento di alcuni stralci delle Ciclovie Nazionali del Garda, Adriatica e VenTo e lotti della Treviso – Ostiglia, mentre nell’ambito della riqualificazione urbana 23,5 milioni di euro finanzieranno interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Infine, 10 milioni di euro sono destinati al miglioramento dei servizi abitativi e di ristorazione per gli studenti universitari.

A Rachele Scarpa l’incarico nazionale su giovani e salute Nuovo incarico nazionale su “Giovani e Salute” per la deputata trevigiana del Pd Rachele Scarpa. “Ringrazio Elly Schlein e Marina Sereni per la fiducia accordatami - afferma la parlamentare -. Pensiamo spesso al Servizio Sanitario Nazionale pubblico come qualcosa di più vicino alla popolazione anziana che a quella giovanile: eppure non è così, e sono tantissimi i temi attraverso cui possiamo trasmettere l’importanza del

coinvolgimento delle generazioni più giovani nell’evoluzione e nella difesa della sanità pubblica. Occorrerà innanzitutto chiedersi: cos’è salute, per i giovani? E che contributi preziosi può dare la nostra generazione nell’implementazione della salute collettiva? Penso al grande contributo avuto nel portare alla luce il diritto al benessere psicologico, e nell’evidenziare la sua profonda con-

nessione con le condizioni materiali e con le prospettive di precarietà. Penso al grande tema della salute sessuale e affettiva, che è innanzitutto diritto a un’educazione completa, inclusiva e di qualità, a una contraccezione libera, accessibile e sicura, alla prevenzione, al grande tema del consenso. Alla salute come diritto anche delle persone queer e con corpi e identità non conformi. Al tema delicatissimo del contrasto

ai disturbi alimentari e dell’educazione alimentare, o anche alla valorizzazione e alla tutela dei giovani professionisti del mondo della salute. Penso che il Partito Democratico, su questo terreno, abbia molto da dire, da sviluppare e da proporre: metterò tutta me stessa per favorire la massima partecipazione e l’elaborazione di campagne, proposte di legge, progetti su questi importantissimi temi.

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L’intervista. Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto (Venezia, Padova e Treviso)

“Il teatro piace e conquista anche i giovani” Beltotto è stato ospite di Giorgia Gay nell’ambito della rubrica “Le interviste del direttore”, in onda ogni sabato su Radio Veneto24

G

iampiero Beltotto da cinque anni è presente del Teatro Stabile del Veneto, che gestisce il Teatro Goldoni di Venezia, il Teatro Verdi di Padova, il Teatro Mario del Monaco di Treviso e da anni collabora con l’Estate Teatrale Veronese e nel 2023 con il Verona Shakespeare Fringe Festival. Nel 2022 il Teatro Stabile ha riottenuto la qualifica di Teatro Nazionale, per il triennio 2022-2024, confermandosi tra le eccellenze nazionali.

coli in sold-out sulle tre città. Quindi siamo molto contenti. È evidente che c’è un ritorno del pubblico nei teatri che sente propri. Il teatro si sente proprio quando ti corrisponde, quando lo spettacolo corrisponde a quello che tu stai cercando. È evidente che da noi lo spettatore non cerca soltanto il comico o il facile, ma anche il complesso e ciò che non è immediatamente percepibile, che richiede un minimo di riflessione.

Presidente, ormai sono entrate nel vivo le stagioni teatrali in tutto il Veneto. Qual è il trend? Ma soprattutto piace ancora il teatro? Il teatro piace moltissimo altrimenti in biglietteria non avremmo i numeri che abbiamo. Gliene cito solo due. Cinquemila abbonati sui tre teatri e i primi quattro spetta-

Oggi cosa va di più? Cosa piace di più agli spettatori? La prosa oggi ha un grandissimo ritorno di fiamma da parte del pubblico, che si sta innamorando dei testi. Sono stato alla prima di Padova con “Moby Dick” interpretato da Alessandro Preziosi. Il teatro era gremito, è stato un grandioso successo, anche se si

sera, quindi per i genitori è un po’ più difficile. Ma devo dire che dai 17 fino ai 30-35 anni la gente viene a teatro senza nessun problema. Ciò non toglie che dobbiamo continuare ad avere attenzione per i giovani, per non lasciarli nella solitudine dei loro strumenti elettronici.

Giampiero Beltotto

trattava di una scenica, quindi c’era una particolare forma di spettacolo. Alessandro è stato bravissimo e si è più che meritato un quarto d’ora di applausi alla fine. Un teatro gremito, dunque, ma i giovani vanno a teatro e oppure bisogna coinvolgerli di più? Ringraziando il cielo i giovani ci vanno. Un po’ di anni

fa quando mi affacciavo vedevo solo teste bianche o teste senza capelli. Invece adesso si vedono un bel po’ di teste nere, in numero abbastanza visibile. Credo che ci sia molta retorica nel dire che i giovani non vanno a teatro. Invece ci vanno, semmai abbiamo qualche problema nella fascia dai 35 ai 45 anni perché è l’età in cui si hanno i bambini da accudire a casa, alla

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A settembre è nata la fondazione Teatro Stabile del Veneto. Cos’è e cosa cambia rispetto al passato? La fondazione è la possibilità che ci siamo data di coinvolgere soprattuto il mondo dell’imprenditoria veneta. Ricordo a tutti così di sfuggita che il Veneto fa il 12 per cento del PIL nazionale e quindi ha una classe imprenditoriale di prim’ordine. La fondazione, pertanto, è fiscalmente il sistema migliore per avvicinare gli imprenditori e far capire che il teatro è anche casa loro. Del resto anche un un bullone di ferro si vende meglio con Goldoni che senza Goldoni. A cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano


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La novità. Servizio sviluppato da un team di giovani imprenditori veneti

“Drink or drive”, in una app l’autista personale a disposizione per tornare a casa in sicurezza U

n comodo e sicuro servizio di autista sostitutivo per riportare a casa incolume chi, dopo una serata in un ristorante o con gli amici, non se la sente di mettersi al volante. Si chiama “DoD - Drink or Drive” e arriva tramite una applicazione che sarà disponibile su piattaforme Ios e Android. A metterla a punto da una start -up di giovani imprenditori veneziani: Elia Stevanato e Mattia Campagnaro, con il prezioso supporto dello startup studio veneto BeeRedi, guidato da Daniele Salvadori. Il funzionamento è semplice e intuitivo. Grazie alla App, il cliente, previa registrazione al servizio, potrà segnalare il luogo di incontro con l’autista

sostitutivo che lo ricondurrà a casa, mettendosi al volante della vettura del richiedente. Questo garantisce sia la sicurezza del conducente che la sua tranquillità. “Abbiamo pensato a questo servizio non tanto per città come Milano o Roma, dove è facile spostarsi con i mezzi pubblici, quanto piuttosto per tutte le piccole città e i paesi dai quali proveniamo, dove è normale andare a cena con la propria automobile”, commenta Elia Stevanato, CEO di DoD e vice presidente dei Giovani della Confapi di Venezia. “Non è questione di età, o di bere oltre ai limiti: a volte basta un bicchiere di vino a stomaco vuoto per perdere lucidità e rischiare la patente

Da sinistra: Mattia Campagnaro, Elia Stevanato e Daniel Salvadori

e la vita. DoD interviene non come competitor dei taxi, ma come alternativa che permette il rientro con il proprio automezzo. Il servizio permette infatti di sciogliere quella

resistenza a dover rientrare lasciando lì il veicolo, per poi recuperarlo il giorno dopo”, sintetizza Mattia Campagnaro. Le tariffe medie del servi-

zio variano da 20 a 60 euro, in funzione del tragitto, dell’orario e degli optional richiesti, offrendo un’opzione conveniente per coloro che cercano una guida sicura verso casa.

Protezione civile, Venturini: “Norma da cambiare per non esporre i volontari a responsabilità sproporzionate” Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale e vicepresidente di Anci Veneto è intervenuta sulla normativa che regola gli interventi della Protezione Civile in tema di sicurezza sul lavoro. “In seguito al decesso di un volontario di Protezione Civile in Friuli Venezia Giulia - ricorda Venturini - il suo coordinatore ed il sindaco del Comune dove l’intervento si stava svolgendo sono stati indagati e sono stati raggiunti da sanzioni da pagare per violazioni della normativa sulla sicurezza. Secondo la normativa, il sindaco del Comune dove si svolge l’intervento è equiparato – in tema di sicurezza sul lavoro – al titolare di una azienda mentre il coordinatore viene paragonato ad un dirigente.

Elisa Venturini

Questo episodio ha causato una forte reazione nel mondo del volontariato: se – a fronte dello svolgimento di un’opera di volontariato – si corrono dei rischi di natura economica ed addirittura penale è chiaro che molti volontari potrebbero ritirare la loro disponibilità.Se da un lato è giusto chiedere che gli interventi della protezione civile avvengano in sicurezza, dall’altro non possiamo imporre sulla testa dei sindaci e dei coordinatori una spada di Damocle così pesante visto che non parliamo di un rapporto di lavoro strutturato e soprattutto considerando che si tratta di un lavoro che spesso e volentieri si svolge in condizioni di emergenza o comunque in situazioni precarie. Credo quindi che sia necessario un

emendamento che esoneri Sindaci e Coordinatori della Protezione Civile dall’adempimento del decreto legislativo 81 del 2008 in tema di salute e sicurezza sul posto del lavoro, escludendo quindi le conseguenti responsabilità per i volontari della protezione civile ed i loro coordinatori ma anche per i sindaci. Naturalmente questo non significa che ci sia un allentamento sul tema della sicurezza che resta centrale conclude Venturini - ma che va stimolata ed assicurata potenziando i corsi di formazione e facilitando il collegamento tra uffici pubblici e volontari ma non certamente individuando eccessive responsabilità civili e penali in capo a chi, con passione, si dedica ad aiutare la propria comunità”.

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Regione

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Il bilancio. Numerosi gli interventi a sostegno del tessuto associativo, sportivo e del volontariato veneto

Aspiag Service Despar: un 2023 di progetti per il Veneto! U

n bilancio più che positivo degli interventi effettuati a sostegno del tessuto associativo, sportivo e del volontariato del Veneto, con molte iniziative che sono riuscite a coinvolgere appieno la clientela Despar in regione, permettendo fra l’altro di poter includere attivamente anche nuovi soggetti del privato sociale. Questa la valutazione, ormai in chiusura di questo 2023, che permette ad Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, di potersi ritenere soddisfatta dei progetti avviati e conclusi nell’anno in favore del territorio veneto, dove partecipa attivamente alla vita delle comunità locali. Fra i progetti di sostegno alle realtà sportive locali va segnalata la nuova partnership siglata dal marchio dell’Abete con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Fenice Veneziamestre C5, primaria realtà del futsal regionale e nazionale nata nel 2007, la cui prima squadra milita nel campionato nazionale Serie A2 Elite. Una società sportiva che aggrega oggi nel veneziano circa 400 atleti a partire dall’età di cinque anni e che si distingue per la capacità di saper coniugare, nella propria attività sportiva di

base, l’inclusione sociale, il coinvolgimento scolastico e l’educazione allo sport. Il 2023 ha poi visto crescere ancora l’impegno di Despar in favore del mondo del volontariato veneto, in particolar modo attraverso due iniziative di raccolta fondi, che hanno coinvolto migliaia di clienti: la prima per sostenere i progetti di cura dei disturbi del comportamento alimentare portati avanti dall’Associazione “Fenice ODV” di Portogruaro in provincia di Venezia e la seconda in favore dell’impegno della padovana Fondazione Ometto e del suo importante progetto wPiccolo Principe”, che da alcuni anni finanzia lo studio sugli arresti cardiaci e la morte improvvisa nei bambini e che mira a fare delle scuole del Veneto dei luoghi cardioprotetti, attraverso l’installazione di defibrillatori. Anche le donne sono state al centro non solo delle politiche di assunzione, di formazione e di valorizzazione di Aspiag Service, ma anche dei progetti legati ai loro diritti e al loro benessere, oltre a quelli di lotta alla violenza di genere, purtroppo sempre e più che mai di forte attualità. L’azienda anche per il 2023, attraverso l’iniziativa “Il mondo ha bisogno delle donne”, ha

IL PUNTO

di Giovanni Taliana Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto

Il nostro modo di pensare al Veneto

raccolto direttamente fondi indirizzati alla ricerca e la cura dell’endometriosi, che sono stati devoluti all’associazione no profit ISSA School (International School of Surgical Anatomy), istituita per volere dei vertici del Reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCSS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella (VR). Aspiag Service Despar ha poi proseguito la sua personale battaglia contro lo spreco alimentare, riuscendo a unire il valore della sostenibilità ambientale a quello dell’aiuto alle per-

sone che maggiormente si trovano in situazione di difficoltà, permettendo la preparazione di centinaia di migliaia di pasti destinati ai bisognosi. Mai dimenticando comunque la propria dedizione, ormai quasi ventennale, al programma “Le Buone Abitudini”, che promuove l’educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita nelle scuole primarie di primo grado dei territori di riferimento. Un progetto da quest’anno ulteriormente rafforzato e allargato a nuovi partner istituzionali, per garantirne un maggiore sviluppo e una più capillare diffusione.

Supportare la scuola, i ragazzi, la parità di genere, la ricerca, lo sport e il privato sociale sono da sempre il nostro modo di far parte del Veneto e delle sue diverse comunità, che hanno peculiari esigenze e dove sono attivi molti soggetti in prima linea sulle più svariate e importanti battaglie sociali. Siamo passati negli anni da attivi osservatori e solidi sostenitori di molte iniziative di promozione sociale, a veri partner di percorso del mondo del volontariato e di quello sportivo in questa regione, allargando sempre più l’attenzione prima e il coinvolgimento poi dei diversi attori pubblici e privati sul territorio ed estendendo contemporaneamente il consenso e la partecipazione della nostra solidale clientela, che si è dimostrata sempre più coinvolta in questi programmi. Per Aspiag Service non si tratta più di dimostrare di essere parte attiva dei luoghi che la ospitano, ma di trovare ulteriori spunti e migliori idee per rafforzare e alimentare indissolubilmente questo legame. Continuando anche il prossimo anno a innovare e qualificare sempre più il nostro ruolo di sostenitore e sviluppatore sostenibile e inclusivo del Veneto.

L’IMPEGNO DI DESPAR VERSO L’INCLUSIONE SOCIALE E LA VALORIZZAZIONE DELLA DIVERSITA’: IL PROGETTO IDEM DELLA COOPERATIVA VITE VERE DOWN DADI Anche per questo anno Aspiag Service-Despar ha portato avanti il suo impegno verso l’inclusione lavorativa e la valorizzazione della diversità collaborando con la Cooperativa Vite Vere Down Dadi, impegnata nell’accompagnare ragazzi con la sindrome di Down a costruire un progetto di vita il più possibile autonomo, sia dal punto di vista occupazionale, che abitativo e affettivo – relazionale. La collaborazione è nata nel 2020, quando la concessionaria del marchio Despar ha scelto di sostenere il progetto “iDem” della Cooperativa. Grazie a questo progetto, che ad oggi vede ben cinque ragazzi, l’azienda, insieme alla

cooperativa, è riuscita ad accompagnare giovani con Disabilità Intellettiva all’inserimento lavorativo, sostenendoli nella produzione e nella vendita di speciali shopper in cotone decorate a mano dagli stessi ragazzi. Nel tempo sono poi stati realizzati diversi progetti che hanno visto la collaborazione tra la Cooperativa e Aspiag Service – Despar, svolti con il fine di sensibilizzare le persone a comprendere quanto sia necessario che la disabilità esca dalla sfera ristretta di coloro che ne sono coinvolti, per trovare invece spazio nei luoghi della vita quotidiana affinché anche le persone con disabilità possano vivere sempre più una vita vera.


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DICEMBRE 2023

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Antibiotico-resistenza Una dura lotta contro l’uso improprio dei farmaci

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Antibiotici: usare con prudenza

ntibiotico-resistenza: dal 18 al 24 novembre, un’intera settima mondiale è stata dedicata a far crescere la consapevolezza sull’importanza dell’uso prudente degli antibiotici e degli antimicrobici, in generale. Un uso improprio, infatti, contribuisce a rendere i batteri resistenti ai successivi trattamenti. Oltre agli antibiotici, fanno parte dei farmaci antimicrobici anche antivirali, antifungini e antiprotozoari. La resistenza a questi farmaci è la capacità dei germi patogeni di sopravvivere e moltiplicarsi anche in presenza di sostanze antimicrobiche usate per combatterli. Quando sono esposti a questi farmaci, molti germi (batteri, virus, funghi) sono infatti in grado di sviluppare meccanismi di resistenza che possono diffondersi rapidamente ed essere trasmessi anche ad altri germi di specie diverse. La conseguenza di tale fenomeno è lo sviluppo di popolazioni di batteri, virus, funghi e protozoi che non vengono uccisi dai farmaci a nostra disposizione e che quindi possono causare infezioni incurabili o persino mortali. Prosegue alla pag. seguente

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Eliminazione della violenza contro le donne, gli allestimenti delle ulss venete

I NOMI, I VOLTI E LE STORIE DEL FEMMINICIDIO… NON SOLO NUMERI Scarpette rosse, i nomi di alcune delle vittime e frasi rappresentative. Gli allestimenti dell’Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Treviso dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, quello di Padova dell’Ulss 6 Euganea, o le iniziative dell’Ulss 3 Serenissima: un piccolo spazio per un grande significato

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Antibiotico-resistenza

Una dura lotta contro l’uso improprio dei farmaci La diffusione delle resistenze agli antimicrobici è favorita da un loro uso eccessivo e inappropriato, sia in medicina umana sia in ambito veterinario. Negli ultimi anni questo problema è divenuto un’emergenza di sanità pubblica, che determina un aumento della spesa sanitaria, l’allungamento dei tempi di degenza, fallimenti terapeutici e soprattutto un aumento della mortalità. I dati raccolti dalla sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza AR-ISS e dalla sorveglianza nazionale delle batteriemie da enterobatteri produttori di carbapenemasi (che rientrano tra i batteri sorvegliati perché il loro sviluppo di resistenza agli antibiotici costituisce una minaccia reale o potenziale per la salute pubblica), coordinate dall’ISS, e recentemente pubblicate su EpiCentro, hanno evidenziato che nel 2018 in Italia le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza si mantengono più alte rispetto alla media europea anche se, in generale, si è osservato un trend in calo rispetto agli anni precedenti. La ricerca scientifica volta a individuare nuovi farmaci non riesce a tenere il passo con la capacità dei microrganismi di sviluppare nuove forme di resistenza. Per arginare il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza è necessario e urgente agire alla radice del problema, attraverso un uso più prudente e oculato degli antimicrobici. Solo così si può preservare l’efficacia di questi farmaci, risorsa preziosa che negli ultimi decenni ha salvato tante vite umane. Si tratta di una vera e propria la lotta contro l’antimicrobico-resistenza, che presuppone anche da parte di ciascuno un comportamento corretto nella gestione di questi farmaci. È fondamentale usarli solo quando strettamente necessari, seguendo le indicazioni del medico. Gli antibiotici non sono efficaci contro malattie virali comuni come il raffreddore e l’influenza: in questi casi l’assunzione di antibiotici è non solo inutile ma anche dannosa, perché favorisce lo sviluppo di batteri resistenti e altera l’equilibrio della flora batterica intestinale. Ecco, dunque, le azioni concrete che ciascuno di noi può adottare: assumere antibiotici solo se prescritti dal proprio medico di fiducia, rispettare scrupolosamente le modalità e le tempistiche di assunzione indicate dal medico (non saltare le dosi e non sospendere la terapia anticipatamente, anche se ci si sente meglio); non assumere di propria iniziativa antibiotici avanzati da terapie precedenti; in caso di malattie come il raffreddore e l’influenza, avere cura di sé, stare a riposo e al caldo e assumere molti liquidi; chiedere consiglio al medico o al farmacista sui farmaci utili per lenire i sintomi come febbre, mal di gola, naso chiuso, dolori muscolari; non assumere antibiotici a meno che non siano stati prescritti dal medico. E’ bene tener presente inoltre che è possibile prevenire le infezioni anche tramite la vaccinazione contro le malattie infettive. E ricordiamoci di smaltire gli antibiotici non utilizzati secondo le modalità previste (eventualmente chiedendo al farmacista indicazioni al riguardo). (fonte: Regione Veneto)

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Giornata mondiale contro l’Aids. I dati in Italia nel 2022 confermano la tendenza, ma non va abbassata la guardia

Nuove diagnosi di Hiv, in diminuzione dal 2012 Il nostro Paese si colloca sotto la media europea con 3,2 casi. L’incidenza più elevata di nuove diagnosi Hiv si è riscontrata nella fascia di età 30-39 anni, mentre fino al 2019 era nella fascia 25-29 anni

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ids, la ricerca ha fatto enormi progressi nelle cure ma non si deve ancora abbassare la guardia. Se, da un lato, è vero che le nuove diagnosi di infezione da Hiv sono in calo, è altrettanto vero che il numero dei contagi è ancora consistente. In questo contesto rimane essenziale l’importanza della prevenzione, dei test e dell’assistenza alle persone con l’Hiv. I dati più recenti sulle nuove diagnosi di infezione da Hiv e dei casi di Aids in Italia sono stati diffusi dal Ministero della Salute lo scorso 16 novembre e sono relativi al 2022. Sono stati pubblicati sul Notiziario Istisan, redatto dal Centro Operativo Aids (Coa) dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), con il contributo di alcuni componenti del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute e i referenti della

Direzione Generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute. Nuove diagnosi d’infezione da HIV. Nel 2022, sono state 1.888 le nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a un’incidenza di 3,2 nuove diagnosi per 100.000 residenti. L’incidenza (numero di casi risetto a quello della popolazione) delle nuove diagnosi Hiv è in diminuzione dal 2012, con una riduzione più evidente dal

2018 al 2020 e un leggero aumento negli ultimi due anni post-Covid-19. L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi Hiv, nel 2022 si colloca al di sotto della media stimata dei Paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea (5,1 casi per 100.000 residenti in entrambe le aree). Nel 2022, l’incidenza più elevata di nuove diagnosi Hiv si è riscontrata nella

fascia di età 30-39 anni, mentre fino al 2019 si riscontrava nella fascia di età 2529 anni. Il numero più elevato di diagnosi è da vari anni attribuibile alla trasmissione sessuale e, in ordine decrescente, a maschi che fanno sesso con maschi (Msm), maschi eterosessuali e femmine eterosessuali. Dal 2016 si osserva una diminuzione del numero di nuove diagnosi Hiv in stranieri,

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sia maschi che femmine. Dal 2015 è aumentata la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da Hiv. Nel 2022 quasi la metà delle persone con nuova diagnosi Hiv ha effettuato il test in seguito alla presenza di sintomi o patologie correlate all’Hiv, una proporzione che è aumentata rispetto agli anni precedenti. Nel 2022 gran parte delle persone con nuova diagnosi di Aids ha scoperto di essere Hiv positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di Aids, con una proporzione stabile rispetto al 2021. Casi di AIDS. Nel 2022, sono state notificate 403 nuove diagnosi di Aids, pari a un’incidenza di 0,7 per 100.000 residenti. Dal 1982, anno della prima diagnosi di Aids in Italia, al 31 dicembre 2022 sono stati notificati al Coa 72.556 casi. L’età mediana alla diagnosi mostra un aumento nel tempo, sia tra i maschi che tra le femmine. Nel 2002 la mediana era di 40 anni per i maschi e di 36 per le femmine, nel 2022 le mediane sono salite a 46 anni per i maschi e 44 per le femmine. Nell’ultimo decennio la proporzione di casi di Aids in femmine tra i casi adulti è rimasta sostanzialmente stabile, nel 2013 le femmine erano il 24,6% mentre nel 2022 il 25,8%. Il numero di decessi in persone con AIDS è rimasto pressoché stabile dal 2014.


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Ostetricia e Pediatria. Al punto nascita dell’ospedale di Chioggia l’esperimento

Pelle a pelle con papà appena nata Per la prima volta è stato coinvolto il padre della piccola neonata nello “skin to skin”, la madre sottoposta a taglio cesareo non poteva effettuare la procedura

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ascite e parti, se la mamma non può effettuare la procedura “skin to skin”, “pelle a pelle”, perché non sta bene oppure perché è stata sottoposta a taglio cesareo, allora da oggi… ci pensa il papà. Per la prima volta, infatti, nel Punto Nascita di Chioggia, Ulss 3 Serenissima, si è avviata la procedura, coinvolgendo il papà del neonato. “Lo “skin to skin” - spiega il Primario di Pediatria, Andrea Cattarozzi - è una procedura raccomandata ormai da tutti gli studi neonatologici. Seguendo questa pratica, subito dopo il parto si appoggia il neonato sulla pelle della mamma in modo da ricreare quell’unione mamma-bambino che si è interrotta al momento del parto. Per il neonato, che fino a pochi istanti prima si trovava immerso in un liquido a 37 gradi, percepire la temperatura corporea della mamma, sentirne l’odore, tornare subito ad udire il battito cardiaco che lo aveva accompagnato per tutto il tempo della crescita nel ventre materno, vuol dire rientrare in un mondo rassicurante ed abbassare in modo importante il proprio livello di stress”. “Anche la mamma - prosegue il Primario di Ostetricia, Luca Bergamini - trae gran beneficio da questo contatto stretto, non solo per la sensazione di intensa felicità che ne deriva, ma anche perché viene indotta la produzione di tutti quegli ormoni

che predispongono all’allattamento ed alla normalizzazione dell’utero. Ci sono casi però in cui effettuare il “pelle a pelle” materno non è possibile e proprio per ovviare a questo problema presso il Punto Nascita di Chioggia è stato avviato un progetto che coinvolge i papà”. Nelle scorse settimane è nata la piccola Rosa, una bellissima neonata venuta alla luce con taglio cesareo. La mamma, Silvia, ricordava con tristezza il fatto di non aver potuto toccare il suo primo figlio per le prime tre settimane di vita perché nato prematuro. “Anche per questo mamma Silvia, insieme al marito Daniele - spiega il dottor Bergamini - ha chiesto di poter fare da apripista per questa nuova pratica dello “skin to skin” con il papà. Cosi, mentre la mamma era ancora in sala operatoria a

completare tutte le procedure chirurgiche necessarie, il papà Daniele ha tolto la maglietta, ha abbracciato la sua piccola creatura ed è stato avvolto da un protettivo telo caldo mentre il personale ostetrico avviava i monitoraggi affinché fossero garantiti i massimi standard di sicurezza”. “Appena appoggiata sul torace del papà - racconta il dottor Cattarozzi - la neonata ha smesso di piangere, si è tranquillizzata, respiro e battito cardiaco si sono fatti regolari e si è addormentata rilassata. L’espressione del padre mentre ammirava la sua bambina, la serenità della piccola e la felicità della mamma quando finalmente è potuta rientrare nella propria camera, e ha assistito alla scena, hanno dato una grande emozione a tutto il personale ostetrico e pediatrico”.

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fortemente sull’avvio dell’allattamento e quindi sulla salute e sulla vita futura di madri e bambini”. E’ dunque questo il motivo per cui il direttore della Pediatria insieme al dottor Marcello Rigano,

direttore della Uoc di Ostetricia e Ginecologia, hanno scelto di far entrare nel progetto - con il sostegno della Direzione Generale - il punto nascita di Camposampiero. “L’obiettivo – prosegue il dottor Vecchiato - è incrementare i tassi di allattamento materno esclusivo alla dimissione (attualmente da noi, dal monitoraggio effettuato tra maggio e settembre, si attesta al 65%) e migliorare le pratiche assistenziali che eroghiamo nell’ambito dell’allattamento. In tale ottica stiamo rivedendo, per potenziarne la capillarità, i protocolli che disciplinano il contatto pelle a pelle alla nascita e il “rooming in” ed altre procedure e stiamo compiendo un’ampia azione di formazione sul personale, secondo il modello previsto dall’Organizzazione mondiale della sanità”.

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socioeconomici ed ecologici”. “Una corretta assistenza, a partire dal momento della nascita - continua il dottor Vecchiato -, impatta

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Allattamento al seno e PAA, “Policy Aziendale sull’Allattamento”, è un progetto promosso a livello nazionale dalle principali società scientifiche dell’area perinatale e pediatrica al quale ha aderito anche il presidio ospedaliero di Camposampiero, dell’Ulss 6 Euganea. I lavori sono in corso per quello che è stato presentato come un investimento per il futuro dei nostri bambini: alla conclusione del percorso l’ospedale otterrà la prevista certificazione. “L’allattamento al seno – dichiara il dottor Luca Vecchiato, direttore della Uoc di Pediatria del “Pietro Cosma”, - è un importante indicatore di qualità delle cure perinatali, neonatologiche e pediatriche: non si tratta di un mero atto nutrizionale ma di una pratica che apporta grandi benefici in termini di salute,

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Allattamento al seno, lavori in corso per un nuovo progetto all’Ospedale di Camposampiero

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Imprese & Imprenditori

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PROTAGONISTI A NORD EST Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di

Sintonizzati “Un’azienda green e attenta alla formazione, con la salute al centro” sul futuro. Dabo Point. Grazie alla cornice che disinfetta in tempo reale stop a virus e batteri

Marco Bottesin: “Abbiamo un parco mezzi completamente elettrico e pannelli fotovoltaici. Il nostro sistema di sanificazione permette di allontanare virus e germi, garantendo maggiore sicurezza in scuole e aziende”

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ono tre le parole chiave che potrebbero descrivere l’azienda Dabo: ottica green, formazione e attenzione alla salute. “Green” perchè l’azienda ha un parco mezzi completamente elettrico e sta investendo in altri furgoni a zero emissioni per diminuire la CO2 e aiutare nella svolta green le aziende con cui collabora. In azienda, inoltre, sono stati installati dei pannelli fotovoltaici per limitare l’utilizzo di energia elettrica. Dabo è, inoltre, una realtà interamente plastic feee. “Formazione”, perchè, come spiega il titolare Marco Bottesin, “formiamo in maniera molto precisa i nostri operatori sia per il rifornimento sia per gli aspetti legati alla pulizia, per garantire sempre maggiore qualità. Molte aziende scelgono noi proprio per questo. “Salute”, perchè grazie al brevetto della cornice che sanifica in tempo reale, è possibile

Veneto24 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche Stefano Bottesin la radio con una qualità audio perfetta. L’uomo dei brevetti

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garantire sicurezza agli utenti che accedono ai distributori automatici. “L’istituto Calvi ha scelto di inserire la cornice nella gara d’appalto del servizio di vending - spiega Bottesin - riconoscendone il grande valore aggiunto. Se studenti e docenti non vengono a contatto con virus e batteri le malattie e le assenze di riducono, con benefici per tutti. Il Calvi questo lo ha ben compreso”. La tecnologia di sanificazione non determina lungaggini nel servizio: quando una persona si avvicina al distributore, il processo si interrompe, ricominciando non appena la

persona si allontana. La sanificazione è quindi autonoma e costante, garantendo l’abbattimento batterico in pochi secondi. “Un’altra caratteristica importante è che non vengono usate sostanze chimiche - sottolinea il titolare -. Inoltre grazie a questo sistema non è necessario igienizzarsi le

mani prima e dopo l’utilizzo, con un risparmio di plastica non essendo necessari i soliti contenitori di gel igienizzante a cui siamo ormai purtroppo abituati. E di conseguenza riduciamo anche il lavoro di chi deve rifornire di sostanze igienizzanti gli ambienti scolastici e aziendali”.

“Utenti soddisfatti e sanificazione efficace” “Utilizziamo il servizio Dabo implementare il servizio rivolda quest’estate e ci troviamo to agli utenti”. bene perché abbiamo un riE sono proprio loro, gli utenscontro positivo da parte degli ti, a dare riscontri positivi: “Si utenti sia per la qualità sia per trovano bene con le macchiil servizio di igiene. Non posso nette e con il servizio in geneche dirci contenti del cambiarale. Certo, ì ogni volta che c’è SCARICA L’APP RADIO VENETO24 mento“. A parlare è il preside un cambiamento ovviamente dell’Istituto Tecnico Commerci sono sempre delle criticità ciale Calvi Padova, Giuseppe o un ‘tempo tecnico’ per conTuretta, che da qualche tempo sentire all’utente di abituarsi. ha scelto i prodotti Dabo. E in questo caso il passaggio Piace, in particolare, l’attenè stato davvero indolore. Nel zione all’aspetto della sanificomplesso la soddisfazione cazione: “Riteniamo che sia è stata generale e quindi se fondamentale e sicuramente devo esprimere un giudizio è un valore aggiunto che va a senz’altro positivo”.

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tefano Bottesin, ovvero l’uomo dei brevetti. Potrebbe essere riassunta così una vita trascorsa a sperimentare, inventare, testare nuove tecnologie. Innovazioni che hanno cambiato la vita di ognuno di noi. La passione da radioamatore e un passato di collaborazione con le istituzioni pubbliche hanno dato a Bottesin le competenze necessarie per rivoluzionare il mondo dell’elettronica. Negli anni Ottanta e Novanta sono state diverse le invenzioni. Come il bancomat Gprs, strumento ormai di uso comune ma che nel 1985 poteva sembrare pura follia: se possiamo oggi pagare con una tessera on line è merito di Stefano Bottesin. “Si tratta di un sistema che ha permesso la comunicazione di dati – spiega Bottesin -: se prima i dati erano inviati dal Pos alla banca e basta, con il mio brevetto venivano inviati dal Pos alla banca e dalla banca al Pos”. I distributori automatici che troviamo in ogni dove, collegati on line e controllabili da remoto? Lo stesso. “Ho brevettato sostanzialmente una scheda che ha permesso di togliere molte parti meccaniche dal distributore automatico e farlo utilizzare con schede elettroniche”. In tempi di Covid, quando la parola d’ordine era “sanificare”, Bottesin viene contattato da un’azienda che produce vestiti. La sfida è di sanificare in modo efficace e celere. Scopre così una nuova frequenza, che permette una sanificazione in pochissimi secondi. “A questo punto l’abbiamo brevettata”. Da qui nasce la tecnologia utilizzata da Dabo, che permette una sanificazione immediata dello schermo dei distributori automatici, così da consentire agli utenti di utilizzare le macchinette in modo sicuro. Ed è questa la carta vincente della Dabo, ovvero l’attenzione alla salute delle persone. Perchè mai come oggi l’attenzione su questo fronte è alta.

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Turismo - Sì viaggiare

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PUGLIA

L’arco ionico del Salento laddove vissero o i Messapi Mare, terra e tante sorprese di Renato Malaman

Viaggio nei 12 comuni della zona dell’Arneo leccese, alla scoperta di borghi, chiese barocche, castelli e torri di pietra. Ma anche di storie, personaggi e tradizioni poco note: Copertino gemellata con Cupertino; l’ingegnere che fa rivivere Leonardo e il florido commercio dell’olio lampante prodotto per secoli nei frantoi ipogei Copertino gemellata con Cupertino: il paese pugliese del “santo dei voli” (San Giuseppe da Copertino, vissuto nel ‘600 e finito ingiustamente davanti all’Inquisizione) con la città californiana sede della Apple e capitale mondiale dell’informatica… A Galatone, invece, c’è un ingegnere, al secolo Giuseppe Manisco, che ha dedicato la sua vita a studiare e a ricostruire la geniali macchine progettate da Leonardo Da Vinci. Macchine oggi esposte al Palazzo Marchesale della città. Sono due fra le mille curiosità del Salento meno conosciuto. Quel Salento del magnifico “arco ionico” e del suo interno, che si specchia sulla luminescente pietra di carparo, il resistente e screziato tufo locale con cui sono costruiti borghi e chiese di questo bellissimo lembo del “tacco d’Italia”. Pietra a blocchi dal taglio regolare che ha dato forma e vita al barocco più originale ed elegante che si conosca. Carparo, formatosi da sedimentazioni calcaree nelle profondità marine, che è simbolo della felice sintesi fra terra e mare, anima del Salento stesso. Non solo spiagge, dunque, in Salento. C’è un interno che è come uno scrigno, che si fa conoscere se si sceglie di seguire un itinerario riassumibile metaforicamente nella fitta rete di torri d’avvistamento che dalla costa ionica arrivavano anche all’interno per scongiurare gli attacchi saraceni: un filo d’Arianna diverso, intrecciato di storia e di cultura, di tradizioni e di commerci. Di questi ultimi il più importante fu quello dell’olio lampante che per due secoli, fra ‘600 e ‘800, significò la fortuna di quest’area, riempiendo le navi in partenza da Gallipoli e dirette in tutto il mondo. Perché l’olio lampante salentino, ottenuto frangendo le olive nei tantissimi frantoi ipogei della zona, era il combustibile ideale per le lampade visto che aveva il pregio di non produrre fumi e cattivi odori. Chi vuole illuminare oggi questi brani di cultura materiale del Salento è il Gal “Terra d’Arneo”, gruppo di azione locale formato da 12 comuni: Alezio, Campi Salentina, Carmiano, Copertino, Galatone, Gallipoli, Guagnano, Leverano, Nardò, Porto Cesareo, Salice Salentino e Veglie. “La Terra d’Arneo è ricca di tesori – dice il presidente Cosimo Durante – che esulano i luoghi comuni. Terra intrisa di valori, con una storia antichissima, che affonda le sue radici nella civiltà messapica”. E a questa civiltà preromana, di cui non è stata ancora decriptata la lingua, uno dei comuni, Alezio (dove sono stati rinvenuti i lacerti di una città ancestrale), ha dedicato un interessante museo. Come pure una storia poco conosciuta racconta il possente castello di Copertino, su cui mise le mani anche Carlo V e che

oggi risulta magnificamente restaurato: è famoso anche per la splendida collezione di carrozze donate dai conti Vincenzo e Barnardino Telesio di Trani. Ma sulla sommità del maniero spicca un’altra particolarità: un vigneto ottenuto da antichi cloni locali di Negramaro. Tradizione ripresa anche dalla cantina cooperativa Cupertinum, nata nel 1935 (molta bella la sede in pulito stile razionalista) e custode esclusiva del privilegio vescovile di produrre vino da messa. Ma di cantine di radicata tradizione la zona è ricca, come quella dei Conti Zecca a Leverano e dei Coppola a Gallipoli. Il Negramaro è il vino che meglio rappresenta questa zona, famosa anche per il Salice Salentino, vino Doc (una delle sei Doc presenti nel territorio delle “Terra d’Arneo”) che, oltre al rosso, dal 2010 presenta anche le varietà bianco e rosato. Dalle uve baciate dal sole si ottengono anche la grappa e gli altri distillati di una premiata azienda familiare di Carmiano, la Grapperia Tenuta Verola che si ispira ai metodi di distillazione trentini. Non poteva mancare il Gin, prodotto che oggi va per la maggiore: ed ecco il Gecogin, prodotto da Valeria e Gabriele Caroppo, una coppia che ha maturato la propria “vocazione” in Irlanda. Gin di botaniche ben selezionate che si degusta fra gli alamibicchi in un ambiente di gradevole e vivace design. E restando nel piacevole solco del vino, va ricordato che a Leverano ancora si festeggia il Novello, brioso vino d’autunno a cui la città dedica una delle sue feste più famose e popolari, inscenata all’ombra della austera torre normanna di Federico II ai primi di novembre, con tanto di danze di pizzica a piedi nudi sul selciato bianco della piazza. Vino Novello da abbinare a un buon piatto di scapece: piccoli pesci fritti e marinati tra strati di mollica imbevuta di aceto e zafferano, prima di concludere con il celebrato pasticciotto, il dolce della zona. Leverano è orgogliosa anche del grande pannello “Il teatro della vita”, dipinto nel dopoguerra da Geremia Re e ospitato nella sede di una banca: rappresenta l’Italia e il Sud, un affresco al femminile dove le donne raccontano la storia dei loro uomini in guerra, ma con la speranza nel domani e in una società migliore. Gallipoli e Porto Cesareo sono le gemme di mare che racchiudono la “Terra d’Arneo”. La Gallipoli di case bianche racchiusa nelle sue mura sul mare è ormai una delle perle del turismo internazionale. Anche Porto Cesareo è fiero del suo mare, come pure della sua attività peschereccia. Entrambe, però, sono città vive tutto l’anno, dove l’anima del Salento è come il battito del cuore. Impossibile non innamorarsene…

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Nella foto di apertura: una veduta panoramica del centro storico di Gallipoli e dei bastioni che vegliano il suo porto Più sotto: Giuseppe Manisco, l’ingegnere di Galatone che ha ricostruito molte macchine leonardesche, ora esposte in un museo; Qui sopra: il castello di Copertino e, sotto, la torre federiciana di Leverano.

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Imprese & Imprenditori

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PROTAGONISTI A NORD EST Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di

Sintonizzati “Solidità, design e innovazione: così abbiamo conquistato il mondo” sul futuro. Fulgor Milano. L’azienda è stata acquisita dalla Meneghetti di Rosà, per sfondare negli Usa

Dall’unione di due storiche realtà, un prodotto innovativo che ha permesso una crescia costante, come racconta il titolare Gianni Meneghetti. La carta vincente? Un approccio libero e un art director atipico

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a storia di Fulgor Milano è la storia di due aziende che si sono fuse per creare qualcosa di unico e per andare alla conquista del mondo. La Meneghetti, storica realtà di Rosà, ha radici profonde che risalgono al 1960. Gli inizi sono tutti dedicati alla produzione di componenti per l’elettrodomestico. Alcuni anni dopo, nel 1985, la seconda generazione entra in azienda introducendo la prima svolta: dalla produzione dei componenti si passa alla realizzazione del prodotto finito, con i primi piani cottura. È l’inizio di una crescita che prosegue a ritmi esponenziali: “Da allora abbiamo registrato incrementi quasi a doppia cifra ogni anno” ricorda il titolare Gianni Meneghetti. Il 1990 segna l’avvio anche della produzione di frigoriferi e ne-

Veneto24 passa al sistema di ultima degli Stati Uniti – aggiunge generazione DAB che permettecato ascoltare anche Ugodi Marinello, art director -. AbbiaGianni Meneghetti mo studiato dei prodotti nuovi, dal la radio con una qualità audio perfetta. design molto riconoscibile, iconiTitolare Fulgor Milano co e distintivo e questa è stata la leva che ci ha dato modo di avere successo. I nostri prodotti hanno un design molto robusto, tanto da sembrare prodotti professionali, ma curati in ogni dettaglio, riconoscibili e con finiture artigianali”. La ricerca dell’innovazione è una costante: “Stiamo cercando di innovare alcuni prodotti - prosegue Marinello -. Ad esempio, negli Usa siamo all’avanguardia nell’induzione”. La carta vincente? Un art director “atipico” e un approccio libero nella realizzazione del prodotto: “Io non nasco come industrial designer, tutt’altro - precisa Marinello -. Non ne conosco le logiche e quindi sono libero da vincoli legati alla fattibilità: io disegno il prodotto e i nostri ingegneri hanno il compito di tradurlo in realtà”.

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gli anni Duemila arrivano i forni da incasso. L’azienda ben presto esce dai confini nazionali, aggredendo i mercati europei e asiatici. La seconda protagonista di questa storia si chiama Fulgor Milano, classe 1949. “Gli inizi sono simili a quelli della Meneghetti, con la differenza che Fulgor produceva cucine a legna, quelle a basso costo. Poi negli anni anche quest’azienda ha dirottato la produzione sugli elettrodomestici da incasso, concentrandosi

molto sul mercato del Nord America. Un mercato molto complicato, che alla Meneghetti mancava. Ecco perché nel 2009 abbiamo deciso di fondere le due aziende. Una scelta che ci ha permesso di completatre il pacchetto di elettrodomestici e la nostra copertura a livello mondiale” sottolinea Meneghetti. “Con l’acquisizione di Fulgor Milano abbiamo avviato anche una revisione stilistica del prodotto, in particolare per rispondere al mer-

“Diffusi in tutto il mondo, ma vogliamo farci conoscere a casa nostra”

I NOSTRI NUMERI

SEDI

2 Milano e Rosà 104 MILIONI

DI FATTURATO NEL 2022 “Il marchio Fulgor Milano e SCARICA Mestire nel territorio”. Così ilVENETO24 titolare L’APP RADIO neghetti sono conosciuti in tutto il Gianni Meneghetti racconta l’impemondo, dagli Stati Uniti al Sud Amegno dell’azienda in Veneto. rica, dal resto d’Europa alla Cina, E aggiunge: “È un vero peccato dove abbiamo diversi showroom. Ma essere il leader in certi mercati ed a ‘casa nostra’ non siamo molto noti, essere degli sconosciuti nel proprio Ecco perchè abbiamo deciso di invepaese.

“Ci riconosciamo nei valori di Pallavolo Padova e l’entusiasmo ci ha contagiati”

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a poche settimane Fulgor Milano è entrata nella famiglia di Pallavolo Padova., aumentando la famiglia degli sponsor, ora a quota 102. “Abbiamo aderito con entusiasmo alla partnership con Pallavolo Padova in quanto entrambi puntiamo all’ottenimento di risultati nuovi ed ambiziosi - commenta Gianni Meneghetti -. È inoltre desiderio comune coltivare attraverso una sana competizione alti valori di socializzazione, integrazione e benessere. Come non riconoscere quindi a Pallavolo Padova ed a Fulgor Milano questa rilevante missione”. La conoscenza tra Fulgor e Pallavolo Padova è stata favorita da un “amico” comune Flavio Greggio, che ha visto i molti punti in comune tra le due realtà, soprattutto per quanto riguarda i valori portati avanti. “Avevamo già avuto esperienze di sponsorizzazioni sportive, ma abbiamo scoperto nel mondo della pallavolo un ambiente ancora “puro” e l’entiusiasmo che si respira a tutti i livelli è contagioso - continua Meneghetti -. Oltre a questi importanti valori sociali, abbiamo scelto di legarci a Pallavolo Padova anche perchè è una società con forti radici, essendo una delle squadre più vecchie in Italia per quanto riguarda questa disciplina sportiva”. “Siamo entusiasti di annunciare questa nuova collaborazione con Fulgor Milano, marchio di prestigio e dalla rilevanza nazionale – commenta dal canto suo Giancarlo Bettio, presidente di Pallavolo Padova –. Mi sento di ringraziare la famiglia Meneghetti per la fiducia riposta nel nostro club e per aver deciso di intraprendere questo percorso che da prestigio al nostro progetto sportivo”.

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Film e serie tv visti da vicino

Rubrica a cura di

Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e commenti

Il “Blocco” raddoppia e punta ai piani alti

Paolo Di Lorenzo

Troppo alte le aspettative “The crown” regge a metà

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l “Blocco” raddoppia e punta Non è la serie ad ai piani alti. A Milano sono essere (s)caduta partite le riprese della seconin basso, siamo da stagione di Blocco 181, noi che le serie Sky Original realizzata in affidiamo il in collaborazione col rapper Salmo. La seconda stagione compito di partirà con un salto temporale. riconciliarci con Quando Blocco 181 tornerà sui nostri ricordi gli schermi – presumibilmente non prima di fine 2024 -, il l problema della sesta staracconto partirà due anni dopo gione di “The Crown” siamo il finale della prima stagione. noi, come il più codardo dei “Sentivamo la necessità di lapretesti per mollare una persciar passare del tempo, rispetnsare all'educazione Pe sona. I primi quattro episodi, to agli eventi della stagione in streaming Netflix, rapprere tu fu ni zio precedente. Ritroviamo Mahdi, è pensare alle genera sentano una sorta di altare Bea e Ludo in un momento manità votivo al personaggio di Diana, interprell'u de ro tu fu al e molto diverso delle loro vite, ma sono tuttato notevolmente da Elizabeth Debicki. ti e tre incastrati in situazioni che a loro Trasformata in una madonna stilnovistanno strette,” ha anticipato Ciro Visco, stica da Peter Morgan - impegnata a nuovamente alla regia nonché produttore schivare i continui presagi della sua imcreativo della serie. minente morte, oltre alle mine antiuomo, Mahdi, Bea e Ludo di nuovo insieme. AbDiana è il punto focale della prima parte biamo lasciato i tre protagonisti più divisi della stagione 6, i cui restanti episodi, che mai, alla fine della prima stagione. Sarà quelli che raccontano il “dopo”, arrivano il 14 dicembre. un evento dirompente che li riporterà a uniThe Crown ha sempre giocato - con rire le forze. La realtà del “Blocco” è molto sultati ambivalenti, a onor del vero - a tidiversa dopo che gli scontri tra bande hantillare il voyeurismo del pubblico perdenPensare all'educazione no portato il trio di protagonisti – e il loro ure dosi a raccontare le follie del protocollo fut ni zio era gen amore senza etichette – a intraprendere Veneto24 passa al sistema di ultima alle e è pensar reale, ammiccando a uno stile sontuoso tà generazione DAB che permette di ascoltare anche percorsi diversi. Da una parte c’è Bea (Lauani l'um del e al futuro e quasi documentaristico. Questa capala radio con una qualità audio perfetta. ra Osma), divisa tra il suo ruolo di Seguncità di alternare prestigio e soap ha fundera e la speranza di una vita normale, e zionato bene nelle prime due stagioni. dall’altra Mahdi (Andrea Dodero), che cerCon l’avvicinarsi alla contemporaneità, il www.veneto24.it ca in ogni modo di coprire il vuoto lasciato gioco è diventato più difficile da reggere. dalla morte del boss Nicola Rizzo. Quando Eppure chi guarda “The Crown”, spetornerà in città Ludo (Alessandro Piavani), cialmente chi ha iniziato dalla quarta ferito e perso dopo un evento di cui si adstagione in poi, ha aspettato proprio dossa le colpe, il trio sarà costretto a fare i questo momento per scoprire come la conti con quel legame che per tanto tempo serie avrebbe gestito la morte di Diana. hanno cercato di sopprimere. Se Peter Morgan sia riuscito, o meno, a La verità è che insieme sono più forti: così mantenere la barra dritta è opinabile. tra vecchi amici e nemici, l’avventura è senChi ama il camp gioirà per le (numerose) za esclusione di colpi. Rivedremo Alessanlicenze poetiche, chi si aspetta “Super Quark” storcerà il naso. dro Tedeschi nei panni di Lorenzo: il dealer La verità è che la maggior parte di noi si assumerà un atteggiamento più spirituale ricorda bene il 31 agosto 1997, si ricorda nella seconda stagione, pur continuando a quel funerale che ancora oggi detiene il inseguire il profitto a qualunque costo. record di diretta televisiva più vista nella Largo alla Kasba. Se i primi otto episodi storia. Oppure ha recuperato scopri di più nel nostro sitoil film “The hanno introdotto i tre protagonisti e i riPer informazioni e appuntamenti scrivi a: Queen”, scritto sempre da Morgan e spettivi mondi – la Misa di Bea, il Blocco di segreteria@scuolasantadoroteapadova.it dedicato ai giorni quelli che hanno seMadhi e la Milano altolocata di Ludo - la seguito la morte di Diana - in cui la corona conda stagione espande il racconto con un inglese vacillò e fu costretta ad asseconscopri di più nell nostro sito Per informazioni e appuntamenti scrivi a: nuovo microcosmo: quello della Kasba, una dare l’opinione pubblica. segr g eter gr e ia@scu er c ol cu o as a an a tador o oteap or a adova.it ap realtà giovane e caotica come la musica Le aspettative, per questa pagina di vita che produce, fra trap, drill e techno. Grazie SCARICA L’APP RADIO VENETO24 dei Windsor, erano insormontabili. Un a un lungo lavoro di street casting e di reconto era quando la serie discettava di clutamento sui social per trovare i volti dei San a ta Dor an o otea or Churchill, tutt’altra cosa è dover rendeAscolta giovanissimi membri della Kasba, “Blocco re giustizia alla principessa dei cuori. In Scuolla pariitariia Priimariia e delll'IInffa fanziia 181” continuerà a esplorare le soggettività sostanza, secondo chi scrive non è “The meno rappresentate sullo schermo, non a Crown” a essere (s)caduta in basso, scuolasantadoroteapadova Via dei Livello, 59 - Padova caso l serie è stata nominata ai Diversity siamo noi che attribuiamo alla fiction il Media Awards di quest’anno nella categocompito di rinconciliarci con la nostra www.scuolasantadoroteapadova.it 049.8762186 - 371.5913183 ria delle migliori serie italiane. storia recente.

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A tavola

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Rubrica a cura di

Idee in cucina facili e sfiziose

Sara Busato

Le festività natalizie rappresentano il periodo in cui trascorriamo più tempo in casa, circondati da parenti e amici. E’ importante condividere i pasti delle festività, godendo di quell’atmosfera conviviale unica che solo il periodo natalizio sa regalare. MINI TORTE SALATE DI SFOGLIA CON ZUCCA E GORGONZOLA Versioni monoporzione delle classiche torte salate, ideali per essere degustati sia come finger food gustoso o come un secondo piatto. Molto semplici da preparare e si realizzano utilizzando anche una base di pasta sfoglia pronta Ingredienti: 500 g di zucca; 300 g di gorgonzola; 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare; 1 porro; q.b. di sale; q.b. di pepe; q.b. di olio Extravergine d’Oliva; q.b. di timo Preparazione: Pulire la zucca privandola della buccia, dei semi, dei filamenti e tagliarla a cubetti. In una padella con un filo d’olio rosolare il porro tagliato a rondelle. Una volta appassito aggiungere i cubetti di zucca, sala, pepe e fate cuocere fino a quando non risulteranno morbidi. Spegnete e lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Foderare gli stampini per tortine con la pasta sfoglia, bucherellando il fondo con uno stuzzicadenti. Versare la zucca con i porri, i cubetti di gorgonzola e qualche fogliolina di timo. Cuocere in forno preriscaldato ventilate a 180° per circa 20-30 minuti

ZUPPA DI LENTICCHIE

TORTA ALL’ARANCIA

Un primo piatto sano e gustoso perfetto per una cena invernale, quando si ha voglia di qualcosa di caldo e nutriente. Facile da preparare da servire magari con qualche crostino di pane Ingredienti: : 300 g di lenticchie rosse decorticate; 2 gambi di sedano; 1carota; porro; aglio; alloro; rosmarino; 1/2 bicchiere di vino rosso; brodo vegetale; sale; olio extravergine di oliva Preparazione: Tritare finemente il cuore di porro, il sedano, la carota e lo spicchio di aglio. In una pentola dai bordi alti, creare un soffritto con un giro di olio, il trito di verdura e una foglia di alloro. Cuocere il soffritto per dieci minuti a fiamma vivace finché inizia a sfrigolare. Una volta rosolato il fondo di verdure, aggiungere le lenticchie e sfumare con 1/2 bicchiere di vino rosso. Subito dopo, aggiungere il brodo già caldo, coprendo le lenticchie e iniziare la cottura, regolando il brodo per ottenere la consistenza desiderata. Dopo 20-25 minuti di cottura a fiamma vivace, assaggiare le lenticchie e regolare di sale. Portare a termine la cottura verificando la consistenza della zuppa. Completare con un giro di olio, aggiungere degli aghi di rosmarino tritati e preparare dei crostini di pane a piacere. La zuppa di lenticchie è pronta per essere servita..

Un profumatissimo dolce sano e genuino. Un dolce soffice e morbido, facile e veloce da preparare. La torta all’arancia è ottima anche con gocce di cioccolato fondente aggiunte all’impasto durante la preparazione. Ingredienti: 1250 g di farina 00; 200 ml di succo di arancia e scorza d’arancia; 150 g di zucchero; 100 g di burro; 3 uova medie; 1 bustina di lievito per dolci; 2 cucchiaini di estratto di vaniglia oppure una bustina di vanillina

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Preparazione: Grattugiare la scorza delle arance e poi spremere le arance e filtrare il succo per eliminare i semi. Montare le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere il burro sciolto e il succo d’arancia. Poi la farina e il lievito setacciati mescolando fino ad ottenere un composto omogeneo e senza grumi. Infine, aromatizzare con la scorza d’arancia e l’estratto di vaniglia. Imburrare ed infarinare una teglia del diametro di 24-26 cm e versare il composto. Cuocere in forno preriscaldato a 180°, modalità statico, per circa 35 minuti.


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Oroscopo

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ARIETE

BILANCIA

Siate semplicemente voi stessi e realizzerete i vostri obiettivi, senza troppa fatica. La vostra serenità vi renderà particolarmente attraenti e vi consentirà di fare nuove interessanti conoscenze.

Comincia un periodo ricco di novità in campo professionale che avranno significative ricadute anche nella vostra vita sentimentale. Nuovi equilibri vi consentiranno una maggiore stabilità .

TORO Riprendete a sognare e a credere nei vostri progetti. In campo lavorativo gestirete brillantemente importanti trattative che vi consentiranno di ottenere i successi a lungo sperati.

GEMELLI Avete creato una rete di contatti che vi garantiscono di non essere mai soli e di concedervi piacevoli parentesi in compagnia delle persone che vi fanno stare bene.

CANCRO Siete alla ricerca della soluzione più semplice ed immediata per evitare inutili complicazioni. Saprete essere convincenti ed affascinanti, ma ormai lo sapete bene che queste sono le vostre armi vincenti.

Dicembre Dicembre, si tirano le somme

SCORPIONE Non vi sentite del tutto a vostro agio nella situazione in cui vi siete messi ma avrete la lucidità di superare le nubi e trovare le giuste soluzioni per rimettere le cose e le persone al loro posto.

SAGITTARIO

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LEONE

Vi sentite sotto pressione e avete la sensazione di non riuscire ad andare avanti a lungo. Fermatevi per ritrovare le energie, la serenità e la forza di ripartire con slancio.

CAPRICORNO Avete investito tante speranze e fatto molti sacrifici, ora cominciate a vedere i risultati di un periodo impegnativo. Raccogliete con soddisfazione i vostri meritati successi .

ACQUARIO

State prendendo coscienza della vostra nuova realtà e, piano piano, vi stare creando una nuova quotidianità, una rinnovata routine e spazi tutti vostri. Cominciate a ritrovare la vostra fiducia.

Dovete essere più sicuri di voi e contare con maggiore fiducia sulle vostre doti: questo vi consentirà di scegliere con maggiore serenità quale direzione prendere, in campo lavorativo e affettivo.

VERGINE

PESCI

Vi sentite esclusi da persone che vi sono care e questo contribuisce a creare un po’ di tensione che saprete superare con la vostra proverbiale sensibilità. Tutto si sistema in fretta quando si vuole .

Avete le idee chiare e sapete esattamente cosa volete. Potrete così muovervi al meglio e vivere fino in fondo i vostri momenti di gioia che a lungo avete costruito investendo molte risorse.

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RACCOLTA BOLLINI

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