NOVEMBRE 2023
Periodico d’informazione locale - Anno XXX n. 223
di Padova
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iciamoci la verità, nessuno fa i salti di gioia quando è il momento di pagare le tasse. E anche semplicemente parlarne suscita per lo più un moto di fastidio. Eppure molti, moltissimi, dovrebbero essere felici perché, semplicemente, di tasse ne pagano pochissime, oppure non le pagano affatto. A certificarlo sono i dati delle dichiarazioni dei redditi degli italiani, diffusi nei giorni scorsi. Ebbene è emerso che il 14% scarso dei contribuenti italiani, quelli con redditi superiori ai 35 mila euro, paga quasi due terzi delle tasse, inoltre il 47% degli italiani non dichiara redditi. Fra questi ci sono anche i bambini, ma fatta la tara sono sempre numeri importanti. In valore assoluto, poi, aumenta il numero dei contribuenti ma il 42% si trovano nelle prime due fasce di reddito e quindi pagano l’1,73% dell’Iperf complessiva. Balza all’occhio, poi, il divario da Nord e Sud d’Italia: oltre il 57% dell’Irpef viene versata nel settentrione e la sola Lombardia paga più della parte meridionale della nostra penisola. Certo, numeri e percentuali da soli non bastano a spiegare la complessità e le contraddizioni del sistema fiscale italiano. Fra i molti redditi bassi ci sono nella stragrande maggiorana famiglie che veramente faticano ad arrivare a fine mese, ma sicuramente anche chi beneficia di condizioni migliori rispetto a chi le tasse è tenuto a pagarle.
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FAMIGLIE, STUDENTI, ANZIANI: PER TUTTI C’È UN PROBLEMA GRANDE COME UNA CASA Taglio dei fondi e anni di mancate politiche dedicate all’abitare. Tra soluzioni e richieste al Governo i Comuni di Padova, Vicenza e Verona fanno squadra Servizi alle pagg. 9, 10 e 12
Servizio a pag. 37
Vivere Padova
REBUS IN CHIAVE VENETA: TRA SCATTI IN AVANTI, AMBIZIONI E STRATEGIE, SI SCALDANO I MOTORI “LA CASA E’ UN DIRITTO FONDAMENTALE” ELLY SCHLEIN DA MESTRE RILANCIA IL CONFRONTO POLITICO Servizio a pag. 38
REFERENDUM FUSIONI DI COMUNI IL QUORUM RIBASSATO PREMIA DUE PROGETTI A PADOVA E BELLUNO
Verso le elezioni
Servizio a pag. 39
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Maltempo, il Veneto ha retto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
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e possiamo affermare di aver retto l’urto dell’ondata di maltempo che si è abbattuta i primi giorni di novembre sul Veneto, così come su altre regioni d’Italia, è sicuramente grazie alla precisone dei modelli matematici previsionali e alle opere messe in cantiere dopo l’alluvione del 2010 per garantire la sicurezza idraulica del territorio veneto, con uno stanziamento di oltre due miliardi di euro.
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Facciamo il punto
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Maltempo, il Veneto ha retto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Penso in particolare al bacino di laminazione di Caldogno, il primo ad essere realizzato dopo la grande piena di 13 anni fa ed ultimato nel novembre 2016; a quello di Montebello, che ha protetto il territorio del vicentino e del basso padovano e infine al bacino di laminazione sul Torrente Muson a Riese Pio X, che ha consentito di garantire il transito della piena in sicurezza nel territorio di Castelfranco Veneto e dell’alto padovano. Grandi opere, frutto dell’ingegno e della tecnologia, che come nel caso del Mose a Venezia, hanno contribuito a proteggere il nostro territorio e i nostri cittadini. Dalle prime ore dell’emergenza, con le previsioni del meteo regionale che annunciavano precipitazioni diffuse, abbondanti, e forti raffiche di vento, ho voluto che venisse istituita l’Unità di Crisi regionale coordinata dall’assessore Bottacin per seguire con tempestività l’evolversi della perturbazione, fornire le informazioni corrette ed assumere i provvedimenti con carattere di urgenza. Nei Comuni più esposti agli effetti del maltempo è stata anche disposta la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado: dobbiamo sempre far collimare gli interessi dei cittadini con la loro incolumità. Abbiamo registrato danni ingenti, con frane, smottamenti, colate detritiche, erosione delle spiagge, per i quali abbiamo già dichiarato lo stato di calamità naturale, ma il Veneto è riuscito a difendersi. Ancora una volta il ringraziamento va ai quasi 900 volontari di Protezione civile e agli oltre 250 Vigili del Fuoco impegnati nelle operazioni di soccorso. Il mio pensiero va in particolare a uno di loro, Walter Locatello, giovane pompiere di 44 anni, vittima della furia del ciclone Ciaran nel Bellunese.
Le ninfee di Monet in mostra al San Gaetano U
n viaggio per l’Europa, da Parigi a Madrid, fino a Padova. È quello che si apprestano a compiere gli oltre 50 capolavori più famosi di Claude Monet che saranno protagonisti della mostra antologica che verrà allestita dall’8 marzo al 4 agosto 2024 al San Gaetano di Padova. Un percorso espositivo che nella sede di Madrid sta incantando in media 2500 visitatori al giorno e che vedrà come unica tappa italiana proprio la Città del Santo, almeno fino al 2028, quando il museo francese riaprirà a seguito di un intervento di ristrutturazione che impedirà il prestito delle opere. I quadri in mostra, tutti provenienti dal Musèe Marmottan Monet di Parigi, verranno esposti cronologicamente e suddivisi in 5 sezioni e riassumeranno l’intera opera del padre fondatore dell’impressionismo, ripercorrendo la sua carriera artistica e la sua vita: si tratta infatti delle opere volutamente conservate da Monet e soltanto in seguito donate al polo museale parigino dal figlio Michel. Sarà, dunque, “un’occasione unica per la nostra città e per le padovane e i padovani”, come ha commentato l’assessore Andrea Colasio, ma anche per tutti i turisti, gli studenti e gi appassionati. È stato proprio l’assessore alla Cultura, infatti, a volere caldamente che questa importante mostra, curata da Marianne Mathieu e Aurélie Gavoille, venisse proposta a Padova, per offrire un’ulteriore attrazione e iniziativa di interesse culturale per i visitatori dopo il clamoroso successo dell’Urbs Picta. Conto alla rovescia, dunque: presto a Padova sbocceranno le ninfee.
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È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Questa edizione raggiunge i quartieri di Padova per un numero complessivo di 98.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 Chiuso in redazione il 10 novembre 2023
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Un’esposizione che a Madrid sta incantando in media 2500 visitatori al giorno
Gaia Zuccolotto
di Padova
Tasse, obbligo per pochi
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Poi non possiamo dimenticare il fenomeno dell’evasione o dell’elusione fiscale che non fa che aumentare le disuguaglianze fra chi fa il suo dovere con il fisco e chi avrebbe diritto a maggiori aiuti ma non riesce ad accedervi. Infine anche fra quella fetta di contribuenti che paga la maggior parte delle tasse c’è di tutto, compreso chi realizza grandi guadagni e beneficia di generosi sgravi. Secondo la nostra Costituzione tutti dovrebbero concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva e il sistema tributario dovrebbe seguire criteri di progressività. Ma la realtà è ben diversa e non sempre più giusta. La strada verso una maggiore equità fiscale resta tutta in salita.
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Tram. Una delle opere più rilevanti della linea al via, a fine mese lavori anche in via Gozzi
Parte il cantiere per il nuovo ponte di Voltabarozzo: ci passerà il Sir3 Nella parte centrale correrà il tram nelle due direzioni, sul lato che costeggia il ponte esistente verrà realizzata una ciclopedonale, mentre dall’altro lato sarà presente un percorso pedonale
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n nuovo ponte a Voltabarozzo per far passare il tram Sir3. Si tratta di una delle opere più rilevanti dell’intera linea tranviaria e i lavori per realizzarlo saranno imponenti. Parliamo di una struttura in acciaio di quasi 100 metri e che avrà un peso di 810 tonnellate. Nella parte centrale correrà il tram nelle due direzioni, sul lato che costeggia il ponte esistente verrà realizzata una ciclopedonale della larghezza di tre metri, mentre dall’altro lato sarà presente un percorso pedonale largo due metri, funzionale anche alle manutenzioni. Un’operazione complessa e unica nel suo genere, che vede decine di persone al lavoro. Necessaria alla sua realizzazione è la chiusura temporanea al traffico veicolare e ciclopedonale del lungargine Sabbionari - nel tratto compreso tra via A. Zacco e via Piovese - e del lungargine Terranegra - nel tratto compreso tra via R. Nasini e via J. Facciolati. La chiusura durerà circa un anno. Il Comune ha già individuato percorsi alternativi per automobili, biciclette e pedoni per cercare di ridurre al minimo i disagi. La costruzione del ponte prevede un rinforzo degli argini in corrispondenza dei tratti dove poggerà la struttura, per garantire la sicurezza idraulica e il sostegno al ponte. Le strutture di rinforzo degli argini e le fondazioni del ponte saranno
in cemento armato, profonde 21 metri e larghe circa 2. Sopra verranno posate le platee di fondazione per l’appoggio del ponte che avranno una lunghezza di 24 metri, una profondità di 5 metri ed un’altezza di 1,7 metri. Il ponte è già in fase di costruzione presso la ditta incaricata, e sarà interamente assemblato fuori opera, sul tratto di piattaforma già realizzata all’incrocio con il lungargine Terranegra. Successivamente verrà traslato nella posizione finale con apposite gru e durante le fasi di varo, previste per la prossima primavera, la struttura complessiva movimentata sarà lunga 150 metri. Una volta installata la struttura, proseguiranno i lavori per realizzare le piattaforme per la rotaia, la pista ciclopedonale e completare tutte le opere complementari. Mentre si avviano i lavori del ponte le imprese appaltatrici stanno proseguendo con i lavori al capolinea e nel tratto tra il liceo Cornaro e l’incrocio via Sografi/via Forcellini, ed entro la fine del mese prenderà il via il primo cantiere della piattaforma in strada, in via Gozzi. Le piattaforme correranno centrali con la fermata in corrispondenza del palazzo sede di molti uffici comunali e della Polizia Locale. Riprendono i lavori per la realizzazione della linea del tram nel cuore di Padova, precisa-
Nelle foto, i rendering del Sir3 sul ponte di Voltabarozzo
mente in corso Milano. Dopo un periodo di pausa durante l’estate, quando il cantiere si è concentrato sui sottoservizi nei pressi dell’ex Hotel Plaza e alcuni interventi minori ancora in corso, ora l’attenzione si sposta all’incrocio con via Dante. Una delicata zona stradale, attraversata da un flusso costante di veicoli a tutte le ore. I lavori sui sottoservizi, necessari in vista del passaggio del tram, si protrarranno fino alla Vigilia di Natale, ma non sono previsti disagi significativi, poiché si concentreranno sugli angoli dell’incrocio. Tuttavia, è possibile che comportino alcune limitazioni alla circolazione stradale, oltre alla temporanea rimozione di una decina di posti auto. Durante il mese e mezzo di lavori, potrebbe es-
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serci la necessità di istituire il senso unico in alcuni tratti di via Dante per agevolare le operazioni dei mezzi di lavoro, lo stesso vale per un tratto della pista ciclabile. Dopo l’approvazione del progetto definitivo del Sir2, la linea che collegherà Rubano a Vigonza, APS Holding ha designato le Commissioni giudicatrici delle offerte pervenute nella gara per l’affidamento dell’appalto integrato sia della progettazione esecutiva che della costruzione della linea. L’importo complessivo della gara europea ammonta a 210,5 milioni di euro ed è suddiviso in due parti: il lotto ovest (Rubano-Padova) del valore di oltre 114 milioni di euro e il lotto est (Padova-Vigonza) con un valore totale di 95 milioni di euro. Quest’ulti-
mo include tre opzioni, ovvero l’espansione dell’officina e la creazione del deposito a Guizza, l’estensione della linea verso il nuovo polo ospedaliero di Padova est e il collegamento con la stazione di Busa di Vigonza. L’aggiudicazione della gara dev’essere conclusa entro il prossimo 31 dicembre. Novità anche sul fronte dei mezzi già in circolazione. Il prossimo anno inizierà il “revamping” dei mezzi del Sir1. I sedici tram già in circolazione saranno sottoposti a una completa revisione per migliorarne la tecnologia. Il traguardo è arrivare al 2026 con una flotta performante ed efficiente, con mezzi più confortevoli e simili a quelli di seconda generazione previsti per le nuove linee. Sara Busato
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La città che cambia
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Riqualificazioni. Lavori per un anno per il valore di quasi 1 milione di euro
L’area di piazza Pontecorvo rimessa a nuovo grazie ai fondi del Pnrr Micalizzi: “Un intervento atteso, che farà rinascere questa zona e darà bellezza a uno dei luoghi più conosciuti della Padova storica”
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ono iniziati a metà ottobre i lavori di riqualificazione di piazzale Pontecorvo e dell’area tra Porta Liviana e la chiesa di San Prosdocimo. Un intervento pensato da tempo per dare una identità più definita all’area: lo stesso nome con cui è indicata l’area, piazzale, dà bene l’idea di uno spazio privo di una sua ben definita funzione. Il progetto, che richiederà circa un anno di lavori divisi per fasi funzionali e con una pausa per il periodo natalizio pensata per non penalizzare le attività della zona, è finanziato con fondi Pnrr per circa 1 milione di euro, per l’esattezza 961.250 dei quali 711.000 riguardano i lavori veri e propri. L’intervento prevede la realizzazione di un’area ciclopedonale tra Porta
Liviana e Ponte Pontecorvo, che occupa la parte destra del piazzale, area che sarà pavimentata con pietra pregiata e lungo la quale sarà piantato anche un filare di alberi. Alla viabilità verso Ponte Pontecorvo è riservata una corsia con larghezza utile della carreggiata tra i 5 e i 7 metri sul lato sinistro di piazzale Pontecorvo. L’area di via del Santo, così come via Ravignana, sulla sinistra di piazzale Pontecorvo rimangono quindi perfettamente raggiungibili. I parcheggi sul lato sinistro del piazzale rimangono invariati mentre quelli sul lato destro vengono spostati al margine dell’area ciclopedonale: alla fine dei lavori il loro numero rimane invariato rispetto ad oggi. I lavori sull’area esterna a Porta Liviana, verso la chiesa di
San Prosdocimo, inizieranno una volta finiti quelli in piazzale, presumibilmente in primavera. Qui, come avviene già in questi giorni, provenendo da via Facciolati le auto potranno entrare in piazzale Pontecorvo solo dal lato sinistro della Porta, che finalmente non sarà più un gigantesco spartitraffico. Anche quest’area sarà quindi ciclopedonale e sarà pavimentata, come quella in piazzale Pontecorvo con pietra di pregio. Il vicesindaco Andrea Micalizzi, spiega: “E’ un intervento atteso, che farà rinascere questa zona e darà bellezza a uno dei luoghi più conosciuti della Padova storica, a due passi dal Santo e dal bellissimo Parco Treves, che abbiamo appena riqualificato. E’ una zona alla quale tutti i padovani
Il vicesindaco Andrea Micalizzi di fronte al progetto di piazza Pontecorvo
sono affezionati. Vogliamo valorizzare Porta Pontecorvo come è chiamata comunemente Porta Liviana, che, da quando ha preso piede la motorizzazione di massa, ha sempre svolto, di fatto il compito di spartitraffico. Realizziamo una piazza intorno a Porta Liviana che prosegue poi verso il centro e Ponte Pontecorvo con un viale ciclopedonale che amplia il marciapiedi che c’è oggi. Utilizziamo materia-
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li come la pietra, rispettosi della monumentalità della zona, che daranno maggiore bellezza a questi luoghi; rimarrà naturalmente lo spazio per il transito delle auto e manterremo lo stesso numero di parcheggi perché è importante che le attività commerciali presenti non siano penalizzata. Avremo alla fine una bellissima passeggiata che sarà anche uno spazio di socialità per tutti”.
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Vivere a Padova
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Politiche abitative. Un nuovo “piano casa sociale” per rispondere alle necessità del territorio
Alleanza tra Padova, Vicenza, Verona per far fronte all’emergenza abitativa “La possibilità di residenzialità è messa in discussione da affitti alti, mancanza di disponibilità di case nel mercato privato e di case di edilizia residenziale pubblica”
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n nuovo “piano casa sociale” che possa rispondere seriamente all’emergenza abitativa e maggiori finanziamenti per i servizi socio-sanitari. Sono le richieste che l’assessore alle politiche sociali del Comune di Vicenza Matteo Tosetto, l’assessora alle politiche sociali e abitative del Comune di Verona Luisa Ceni, l’assessora alle politiche abitative ed edilizia residenziale del Comune di Padova Francesca Benciolini e l’assessora al sociale del Comune di Padova Margherita Colonnello rivolgono alla Regione del Veneto in vista dell’avvio dei lavori per la legge finanziaria regionale. “Il confronto fra Vicenza Padova e Verona rispetto alle problematiche dell’abitare e del sociale è costante e oggi ci siamo rivisti per definire alcune posizioni comuni che sottoponiamo alla Regione – afferma l’assessore alle politiche sociali di Vicenza Matteo Tosetto –. Ci sono due grandi problemi: il forte aumento dell’emergenza abitativa e la notevole crescita delle persone che si rivolgono ai servizi sociali del Comune, con nuovi bisogni emersi soprattutto dopo il Covid. Due fenomeni che hanno mandato in crisi il sistema, nel primo caso per la mancanza di immobili da affittare sia pubblici sia privati, nel secondo per i fondi insufficienti. Ci troviamo nella situazione in cui non riusciamo a dare una risposta certa ai cittadini che ci chiedono aiuto. Non è possibile che siano solo i Comuni a farsi carico delle emergenze sociali delle nostre comunità”. “Mi sorprende che venga così sottovalutata l’importanza dell’abitare – continua l’assessora alle politiche sociali di Verona, Luisa Ceni –. Viviamo un periodo in cui è difficilissimo l’accesso al credito, anche chi lavora fatica a trovare casa. Il tema è nazionale e non locale, ma le scelte di politica centrale condizionano l’operatività dei Comuni infierendo sui cittadini, col risultato che abbiamo sempre più persone per strada purtroppo. C’è to-
Margherita Colonnello, Francesca Benciolini, Matteo Tosetto e Luisa Ceni
tale assenza di visione su quello che è sicuramente uno dei problemi più importanti”. “L’emergenza abitativa che stanno attraversando molti comuni medio-grandi italiani, e non solo, con vocazione universitaria e turistica, sta di fatto travolgendo le nostre comunità – sottolinea l’assessora alle politiche abitative ed edilizia residenziale del Comune di Padova, Francesca Benciolini –. La possibilità di residenzialità è messa in discussione da affitti alti, mancanza di disponibilità di case nel mercato privato e di case di edilizia residenziale pubblica”. “In vista della discussione sul bilancio regionale, chiediamo al Consiglio e alla Giunta di porre particolare attenzione su due ambiti sociali almeno – conclude l’assessora al sociale del Comune di Padova, Margherita Colonnello –. Da un lato l’abitare, dall’altro il benessere psicologico della popolazione, soprattutto quello giovanile. È necessario dare delle risposte a questo bisogno crescente, che dopo il Covid è letteralmente esploso”. Nel 2022 il fondo sociale affitti ha riguardato circa 4400 beneficiari, pari a 3,5 milioni di euro tra Verona, Vicenza e Padova. Considerati i 463 provvedimenti di sfratto emessi nel 2022, potrebbero arrivare a circa 5000 i nuclei famigliari che nel 2023 non riceveranno il contributo. PADOVA Le case di proprietà comu-
nale gestite da Ater PD (escluse quelle di proprietà Ater PD) sono circa 1.600 di cui circa 300 sfitte. Nel 2022 il fondo sostegno affitti a Padova è stato di 1.171.864,76 euro, destinati al supporto di 1.391 nuclei in locazione privata. Lo 0.4 % dei canoni di locazioni versati alla Regione è pari a circa 250.000 euro. I provvedimenti di sfratto emessi nel 2022 sono 131, di cui 23 per fine locazione e 108 per morosità. VICENZA Le case di proprietà comunale gestite da Amcps sono circa 1.500 di cui circa 300 sfitte. Nel 2022 il fondo sostegno affitti a Vicenza è stato di 916.565,03 euro, destinati al supporto di 1.195 nuclei in locazione privata. Lo 0.4 % dei canoni di locazioni versati alla Regione è pari a circa 50.000 euro. I provvedimenti di sfratto emessi nel 2022 sono 120, di cui 14 per fine locazione e 106 per morosità. VERONA Le case di proprietà comunale gestite da Agec (escluse quelle di proprietà Ater VR) sono circa 3.100 di cui circa 500 sfitte. Nel 2022 il fondo sostegno affitti a Verona è stato di 1.355.001,53 euro, destinati al supporto di 1.801 nuclei in locazione privata. Lo 0.4 % dei canoni di locazioni versati alla Regione è pari a circa 80.000 euro. I provvedimenti di sfratto emessi nel 2022 sono 212, di cui 73 per fine locazione e 139 per morosità.
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Vivere a Padova
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Emergenza abitativa. L’amministrazione Giordani intenta a disinnescare una bomba pronta ad esplodere
Il tema “casa” sempre più centrale: a Padova al via progetti innovativi Pietro Bean (PD): “Il “Cohousing”, ossia le coabitazioni intergenerazionali tra studenti e anziani, rappresenta una possibile soluzione”
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l tema dell’accesso alla casa sta diventando sempre più centrale nel dibattito pubblico, politico e amministrativo anche a livello globale. Ci sono paesi, come il Canada, che hanno posto in essere azioni mirate attraverso veri e propri piani per la residenza e stanno “recuperando” in modo estremamente significativo la fiducia popolare, soprattutto quella dei giovani. Anche l’Amministrazione comunale di Sergio Giordani si sta occupando con grande determinazione per disinnescare una bomba sociale che, su tutto il territorio nazionale, sembra sul punto di esplodere con conseguenze non del tutto prevedibili. “L’emergenza abitativa che ha colpito Padova – commenta il Consigliere Pietro Bean (PD) che si sta occupando da vicino e da tempo del tema – e che tuttora imperversa ha messo a nudo l’assenza di politiche abitative regionali e nazionali degli ultimi trent’anni. A farne le spese, purtroppo, sono stati prima di tutti gli studenti universitari e le famiglie in difficoltà. In un contesto dove il mercato privato vede l’innalzamento vertiginoso dei canoni e viene condizionato dalla crescita delle locazioni turistiche brevi, infatti, i mancati investimenti della Regione e dello Stato in case popolari e in residenze universitarie stanno lasciando senza un tetto persone di ogni età. Il diritto allo studio, il diritto alla casa e il diritto alla qualità dell’abitare stanno venendo brutalmente compromessi: le proteste degli studenti universitari accampati nelle tende sono un grido di allarme per tutti, che deve trovare ascolto e comprensione”. “Dobbiamo dirci molto schiettamente – continua – che questa emergenza è sì nazionale, ma che a Padova è esplosa in modo particolarmente grave e inatteso: la nostra città non era abituata a fenomeni di questo tipo e sappiamo che affrontarli con i soli strumenti comunali
sarà molto difficile. Chi fa buona politica e amministra seriamente, tuttavia, non può scappare dal problema rifugiandosi nella pur giusta critica alla mala gestio della Regione e del Governo: abbiamo il dovere di fare qualcosa e per questo l’amministrazione di Sergio Giordani si è mossa con decisione e tempestività per trovare (o meglio, per
Il consigliere Pietro Bean
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inventare) delle soluzioni locali. Il “Cohousing”, ossia le coabitazioni intergenerazionali tra studenti e anziani, rappresenta una di queste soluzioni. Siamo partiti osservando i dati: il numero di studenti universitari e di giovani che si trasferiscono nella nostra città è in aumento, le case affittabili e i posti letto scarseggiano e la popolazione invecchia sempre di più. Pochi spazi abitativi disponibili, tanti giovani e tanti anziani. Che fare, dunque? La risposta è stata automatica: facciamo incontrare le componenti sociali della nostra città che in questo momento di difficoltà economica potrebbero avere bisogno l’una dell’altra. Chiediamo ad anziani proprietari di casa se vogliono mettere a disposizione una stanza per ospitare uno o più studenti, dando vita ad un rapporto di convivenza solidale, regolato dal contratto di locazione in concordato”. “Così – spiega Bean – è nato questo progetto, partendo dai numeri e dalle evidenze socio-anagrafiche di una città universitaria come Padova, valorizzando persone con bisogni diversi, ma convergenti. Con una rapida campagna informativa in sole due settimane abbiamo raccolto l’adesione di più di 80 studenti e di circa 30 anziani; abbiamo dunque predisposto una equipe del Progetto Giovani per abbinare al meglio gli anziani ospitanti e gli studenti che hanno scelto di aderire. Attraverso incontri, colloqui e con la somministrazione di appositi questionari, abbiamo formato otto coppie, otto abbinamenti anziano-studente; non è stata una selezione, ma l’avviamento di un gruppo pilota di convivenze monitorabili. I feedback che stiamo ricevendo sono ottimi: in tutti gli abbinamenti avviati entrambe le parti sono soddisfatte e felici. La sfida, ora, è rendere il progetto strutturato, abbinando tutti e tutte coloro che hanno già fatto richiesta o che la faranno. Stiamo pensando di sviluppare un servizio operante l’intero anno accademico, capace di ampliare la platea degli ospitanti con il coinvolgimento anche di famiglie non anziane che vorrebbero comunque accogliere”.
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Case per studenti. Secondo i dati raccolti dal Ministero dell’Istruzione ne mancano 4.886
Nei prossimi tre anni pronti ben 1500 posti letto negli studentati Una risposta è data dal forte interesse di investimento da parte di privati, progetti di riqualificazione, ma anche di riconversione immobiliare
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na città nella città. È quella composta dagli studenti che ogni anno scelgono di iscriversi all’Università degli Studi di Padova. Si stima che questo incremento sia stato del 20%, un risultato reso possibile in gran parte grazie alla crescente internazionalizzazione dell’ateneo, che ha reso Padova un’istituzione allettante per studenti provenienti da ogni angolo del mondo. Quest’anno le iscrizioni hanno toccato le 70mila unità. E l’impatto è sotto gli occhi di tutti. Ma al momento il numero di posti letto disponibili per gli studenti fuori sede non riesce a soddisfare la crescente domanda. Oggi mancano 4.886 posti letti, secondo i dati raccolti recentemente dal Ministero dell’Istruzione. Una risposta è data dal forte interesse di investimento da parte di privati, progetti di riqualificazione e riconversione immobiliare. Nel contesto urbano, sono in atto diversi progetti volti a creare residenze universitarie private che rappresentano una prima risposta alla crescente crisi abitativa, soprattutto tra gli studenti. Il primo ad essere realizzato è lo studentato Camplus in via Delù (vicino a via Scrovegni). Il progetto, frutto della riqualificazione di un immobile sfitto da anni, rappresenta un intervento di rigenerazione urbana che incrementa di 300 nuovi
posti l’attuale offerta abitativa per gli studenti. Nelle scorse settimane, sono stati avviati i lavori per la costruzione di un nuovo studentato in via Belzoni, che si estenderà su una superficie di 13.914 metri quadri e offrirà un totale di 474 posti letto. Le camere saranno sia singole che doppie, dotate di servizi, e ogni camera disporrà di una cucina per conferire maggiore indipendenza agli studenti. Inoltre, ad ogni piano, ci saranno spazi comuni ampi, e persino un skybar al terzo piano con una terrazza panoramica. L’opera sarà completata entro marzo 2025, con l’obiettivo di mettere a disposizione i posti per l’anno accademico 20252026. Il prossimo studentato a cui verranno presto avviati i lavori è situato presso l’Ex Ifip, vicino alla Chiesa della Pace, e offrirà ulteriori 452 posti letto. Anche l’area tra via Turazza e via Pellizzo, alla Stanga sarà interessata alla realizzazione di uno studentato che dovrebbe essere pronto entro l’anno accademico 2025-2026. Sarà composto da 160 stanze, 260 posti letto e una struttura nuova di zecca a impatto zero. Il 5% dei posti saranno assicurati ad Esu per gli studenti vincitori di borsa di studio. Un intervento di ristrutturazione edilizia, con parziale demolizione, ricostruzione e ampliamento di un immobile usato in passato per
uffici e vuoto ormai da tempo. Ai quattro progetti dovrebbero aggiungersene altri cinque. Come la struttura nell’area dell’ex Pp1: qui uno studentato da 5o0 posti. Sono già stati approvati gli accordi pubblico privato per l’area ex Rizzato tra via Venezia e via del Pescarotto per 400 posti letto e l’area ex Sicaf per uno studentato da 600 posti. Rimane in fase interlocutoria anche in progetto di via Brigata Padova (250 posti letto). Infine, anche in via Sarpi l’ipotesi si uno studentato per 400 studenti è in attesa Recentemente è stato approvato un significativo protocollo d’intesa in collaborazione con l’Azienda regionale per il diritto allo studio (Esu), con l’obiettivo di favorire l’assegnazione di posti letto agli studenti universitari nelle residenze studentesche private e nelle strutture turistiche dedicate agli studenti. Questo protocollo introduce la possibilità per il Comune di imporre l’obbligo di riservare una percentuale dei posti letto nelle nuove strutture per l’Esu, come parte dei processi di autorizzazione e concessione per
Camplus, lo studentato di via Turazza e Pellizzo e il rendering dello studentato in via Belzoni
le costruzioni destinate all’ospitalità studentesca. “Nonostante il diritto allo studio non sia una competenza del Comune, bensì della Regione, e non ci siano vincoli per i soggetti privati in tema di diritto allo studio – spiega l’assessore all’edilizia privata Antonio Bressa –, abbiamo deciso di usare gli strumenti in nostro possesso per contribuire a dare risposte alle richieste degli studenti. È una possibilità in più per loro, che tuttavia non può sostituirsi in ogni caso alle politiche regionali per il diritto allo studio e gli investimenti pubblici in questo campo”. In base al protocollo, la percentuale sarà del 10% per le residenze con oltre 350 posti, dell’8% per quelle con una ca-
pacità tra 251 e 350 posti, e del 5% per le strutture con un massimo di 250 posti letto. I posti letto assegnati secondo queste percentuali saranno riservati per studenti universitari idonei secondo le graduatorie dell’Esu, privilegiando coloro che dimostrano capacità e merito accademico, anche se privi di mezzi finanziari, in conformità con le normative nazionali e regionali relative al diritto allo studio. Ogni soggetto privato coinvolto dovrà stipulare una specifica convenzione con l’Esu per regolare gli accordi relativi alla concessione dei posti letto, compresi gli aspetti economici, assicurativi e il canone mensile che l’Esu dovrà versare al soggetto privato. Sara Busato
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Politica
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Minoranza. L’intervista al capogruppo di Fratelli d’Italia, Mateo Cavatton
Cavatton: “La città non ha futuro perchè non ha futuro la sua Giunta” “I cittadini sono le vere vittime, usati come pedine in giochi politici che poco hanno a che fare con il benessere della città”
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atteo Cavatton, ei è il Capogruppo del maggior partito di opposizione (Fratelli d’Italia): qual è il suo bilancio sul primo anno e mezzo del secondo mandato Giordani? Il vero problema che affligge la maggioranza politica riguarda la ricollocazione dei suoi vertici, poiché il Sindaco potrà godersi la pensione, ma sette dei nove assessori non potranno ricoprire il loro ruolo in una nuova giunta. Questa situazione ha generato preoccupazioni per alcuni, costretti a cercare un nuovo impiego, e ambizioni più o meno legittime per altri, alla ricerca spasmodica di una nuova posizione. Mentre i cittadini di Padova sono le vere vittime di queste dinamiche, usati come pedine in giochi politici che poco hanno a che fare con il benessere della città. In poco più di un anno dal secondo mandato, le lotte intestine all’interno della maggioranza, unite solo dall’obiettivo di mantenere il potere, hanno portato a risultati disastrosi senza precedenti. Penso ai costi esplosi ed ai ritardi biblici sulla curva dello Stadio Euganeo, sul Parco Tito Livio, sulla nuova Questura, sul fantasioso rilancio della Fiera e sulla seconda e terza linea del metrobus. Quale ritiene sia il maggior punto debole dell’attuale amministrazione?
La politica fiscale rappresenta una grave miopia. Nel corso di un anno, la Giunta ha aumentato l’IMU sulle locazioni brevi (alla faccia dello sbandierato rilancio turistico della città), aumentato del 10% sulla Tassa sui Rifiuti e ha annunciato l’innalzamento dell’addizionale IRPEF comunale. Sono decisioni prese in un momento di congiuntura economica difficile, con aumenti dei prezzi al consumo, dell’inflazione e dei tassi sui mutui. Fratelli d’Italia e tutta l’opposizione aveva proposto di aumentare la soglia di esenzione dall’applicazione dell’addizionale IRPEF per i redditi fino a 20.000,00 euro, ma la proposta è stata respinta e la maggioranza ha deciso di aumentare ulteriormente il gettito IRPEF. È una misura totalmente ideologica che impoverisce ancor di più la classe media. Accontentare l’estrema sinistra con l’ennesimo aumento della tassazione porterà anche all’approvazione dell’ampliamento del polo logistico dell’Alì per 200.000 mq, un’area grande il doppio di Prato della Valle. Verrebbe da dire: alla faccia dello stop al consumo di suolo! Emergenza abitativa. Superbonus 110%: il comune ha tempo fino al 31 dicembre per finire i 58 condomini di case popolari, altrimenti niente finanziamento. Mi auguro fortemente che
Il consigliere di opposizione Matteo Cavatton
le opere di efficientamento siano completate nei termini previsti. La nostra opposizione non è, non è mai stata e mai sarà fondata sull’adagio “tanto peggio, tanto meglio”. Rappresentiamo le Istituzioni e sentiamo forte ed imperante il dovere che la nostra azione contribuisca al benessere collettivo, non al tornaconto personale del politico di turno. Tuttavia, stupisce che le centinaia di migliaia di euro spese per consulenti e nuove figure dirigenziali, penso al Direttore Generale del Comune a 140.000,00 euro annui più svariati benefit, non siano in grado di garantire il risultato atteso. Ci hanno detto che era-
no necessari per il raggiungimento degli obiettivi: auspico che lo siano, altrimenti costituirebbero soltanto un inutile ed ulteriore esborso per le tasche dei padovani. A metà novembre una famiglia arcobaleno sarà la prima ad essere oggetto di udienza. E il comune continua a registrare famiglie. Sui temi etici il Sindaco dimostra una condotta ipocrita e mente sapendo di mentire. Non esiste alcun “vuoto normativo” e la sa bene anche il Primo Cittadino. L’inesausto desiderio di protagonismo e visibilità lo sta portando a sostenere posizioni ridicole. La legge esiste e sancisce che la
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maternità surrogata, in Italia, costituisce un reato. È irreale che la difesa del Comune si basi proprio sull’art. 29 della Costituzione che parla di “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Le posizioni di Giordani sono e restano mere opinioni e non dovrebbero trovare sostegno economico dalle tasche dei Padovani. Quanto al lato umano della vicenda ed alle problematiche sociali, mi domando perché non abbia gridato allo scandalo quando i partiti che lo sostengono sono stati alla guida del Paese. Evidentemente, il suo furore ideologico si attiva a comando, quando gli fa più comodo. Proseguono lavori sul tram. L’unica cosa visibile e tangibile è l’estremo disagio che si sta causando a quanti vivono e lavorano a Padova. Al di là della netta contrarietà a questa infrastruttura invasiva e per di più obsoleta, rilevo che la condotta della maggioranza in tema di trasporto pubblico e privato è giunta ad un parossismo isterico svincolato dalla realtà. Come i bulldozer che stanno devastando le nostre strade, la follia pseudo-progettuale della Giunta pensa di risolvere il problema del traffico eliminando i parcheggi. Ma le auto non scompaiono magicamente. Ad una domanda che gli ho rivolto spesso, nessuna risposta è mai pervenuta: se, per ipotesi, avessimo tutti un’auto elettrica (ci sarebbe da discutere sull’impatto ambientale dei costi di smaltimento delle batterie), dove potremmo mai posteggiarla?
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Attualità
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Iniziative. Una nuova area verde di 25.000 metri quadri per guardare al futuro
A Padova nasce il Bosco della Pace “Il bosco urbano di fronte a Villa Giusti sarà un grande polmone verde che renderà più bella un’area di grande prestigio”
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ella città di Padova si contano ben nove boschi di pianura, preziosi gioielli urbani che non solo contribuiscono a fornire ossigeno vitale, ma svolgono anche un ruolo fondamentale nella cattura delle polveri sottili e nell’assorbimento delle acque piovane. In un’epoca in cui i segni dei cambiamenti climatici diventano sempre più evidenti e preoccupanti, l’implementazione di azioni di adattamento assume un’importanza crescente, ponendosi come strategia essenziale per affrontare e mitigare gli effetti deleteri del mutamento climatico. Sull’area in via Armistizio è partita da alcuni giorni l’operazione di imboschimento, resa possibile da una sponsorizzazione tecnica ricevuta dal Comune da parte di Arbolia, la società benefit di Snam, nata per sviluppare nuove aree verdi in Italia.
“Il bosco urbano di fronte a Villa Giusti sarà un grande polmone verde che renderà più bella un’area di grande prestigio per Padova – commenta l’assessore al Verde, Antonio Bressa –, ma soprattutto porterà importanti benefici ambientali, non solo al quartiere ma a tutta la città, in linea con i nostri obiettivi di aumentare la quantità di verde cittadino”. Il nuovo bosco periurbano composto da tre aree consentirà la rinaturalizzazione del quartiere 5 Sud-Ovest (Armistizio-Savonarola) di Padova, e prevede la messa a dimora di 2.131 piante forestali, di cui 1.819 arboree e 312 arbusti. Nello spazio individuato saranno messe a dimora complessivamente piante di differenti specie arboree (acero campestre, acero riccio, carpino bianco, carpino nero, frassino ossifilo, frassino maggiore, leccio,
roverella, orniello, tiglio silvestre e olmo campestre) e arbustive (rosa canina, prugnolo, sambuco nero, frangola fusaggine e nocciolo) autoctone, provenienti da vivai italiani e munite di passaporto fitosanitario. In questo modo, si riducono al massimo le possibilità di contaminazioni genetiche con piante provenienti da altri Paesi, preservando e aumentando la biodiversità del patrimonio forestale italiano. Si inizia con i primi dei primi 1500 alberi, su un totale di 3770 previsti. Di questi, 3020 saranno piante arboree di prima e seconda grandezza, mentre 750 saranno gli arbusti. A regime il nuovo bosco urbano si prefigge di assorbire un notevole quantitativo di CO2, pari a 259,74 tonnellate entro 20 anni, e di ridurre l’emissione di PM10 di ben 589,59 chilogrammi all’anno. Questo sforzo ecologico
La piantumazione dei primi alberi del bosco periurbano
genererà altresì il beneficio di restituire all’ambiente una quantità considerevole di ossigeno, pari a 189,61 tonnellate nell’arco di due decenni, con conseguenti miglioramenti tangibili all’ecosistema locale e alla qualità della vita della comunità circostante. Il bosco urbano è stato intitolato alla pace ed è stato presentato simbolicamente, il 3 novembre, anniversario della firma dell’Armistizio che nel 1918 pose fine alla Prima Guerra Mondiale, avvenuta pro-
prio a Villa Giusti, la villa che sorge di fronte all’area della messa a dimora. sottolinea: “Una scelta simbolico di grande valore, perché da sempre, in tutte le culture, piantare un albero è segno di speranza per il futuro – sottolinea l’assessora alla Pace e alla Cooperazione internazionale, Francesca Benciolini –. Con questi alberi passiamo idealmente l’impegno per un mondo finalmente in Pace ai nostri figli e ai nostri nipoti”. Sara Busato
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Obiettivo quartieri
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Il caso. L’appello: “Situazione ingestibile, l’unica soluzione è sterilizzarli”
Sos gatti randagi: Mortise chiede aiuto “Parlando con altre volontarie di Padova ho scoperto che è un problema non solo di Mortise, ma cittadino, e anche dei comuni limitrofi”
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ortise è invasa da decine di gatti randagi. Di tutti i tipi e di tutti i colori. In via Cavalieri di Vittorio Veneto è presente una colonia felina inizialmente seguita in privato da una persona volontaria e gestita bene. Oggi la signora, ormai anziana, a causa di sopraggiunte difficoltà non è più disponibile e ciò ha creato dei problemi. Ad esempio l’eccesso di cibo, spesso inadatto. E molti nuovi arrivi. Una possibilità potrebbe essere la cattura, ma molti residenti si oppongono. Giulia Bordin è la promotrice del gruppo Facebook “i Randagi di Mortise” che si occupa della situazione del randagismo in zona. “Sono sempre indaffarata con questi gatti – racconta Giulia –.Spesso i gatti di casa che vengono abbandonati formano della colonie e i gatti di abitazione non vengono sterilizzati perché i proprietari non se ne preoccupano. Questa primavera nella mia zona c’erano una trentina di gatti. Parlando con altre volontarie di Padova ho scoperto che è un problema non solo di Mortise, ma cittadino, e anche dei comuni limitrofi, a Vigonza mi dicono che ce ne sono parecchi, e anche in altri posti della provincia. Non è che i gatti si arrangino tra di loro. Poi li trovi investiti spiaccicati per strada, si passano le malattie, si azzuffano. Nel giro di un mese ho trovato quattro gatti morti solo tra Mortise e all’inizio di Torre, quasi tutti investiti in strada, e ho chiamato in Comune”. Cosa si può fare per arginare il randagismo? “La sterilizzazione è l’unico modo per tutelarli, così diventano più tranquilli, anche quando vanno in calore. Bisogna fare una campagna per convincere i proprietari dei gatti a sterilizzarli, e di non mollarli per strada. Noi volontarie facciamo i salti mortali per riuscire a sterilizzare questi gatti. Per sterilizzare un gatto bisogna registrare la colonia in Comune, prendere appuntamento. Solo che gli appuntamenti sono pochi e noi volontarie siamo costrette a fare raccolta fondi o a metterci d’accordo con un nostro veterinario di fiducia per sterilizzare il gatto
a nostre spese. Lei si occupa di questi gatti anche per il cibo e le malattie? Alla colonia di cui mi occupo procuro da mangiare, sono 15 - 20 gatti da dare da mangiare ogni giorno. Facciamo delle raccolte di cibo umido , donazioni, per fortuna c’è il volontariato a gestire questi gatti. Come ha cominciato ad occuparsene? C’era una signora di un condominio a fianco che se ne occupava, poi qualche anno fa prima della pandemia, è man-
Bilancio partecipato, stanziati 350 mila euro per i quartieri
Alcuni dei randagi di Mortise
cata. Io ho due gatti in casa e ho iniziato ad occuparmi anche dei gatti degli altri. Dei 20 di cui mi occupo ne ho sterilizzati 9, altrimenti ci saremmo trovati
con nove cucciolate di gatti in un anno. Ho deciso di aderire a Balzoo, una associazione di volontariato, in modo da fare rete. Diego Buonocore
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Buffet con i dolci della tradizione: Panettone con le sue salse, pasticceria mignon, frutta fresca e frutta secca SCARICA L’APP RADIO VENETO24 Caffè Pedrocchi Ascolta
PADOVA
La Giunta comunale ha approvato le linee di indirizzo del “Bilancio Partecipato” per il 2024. Stanziata una somma di 350.000 euro da utilizzare sulla base delle indicazioni provenienti dai territori, ripartendola tra le 10 Consulte di Quartiere. La Consulte sono gli organismi di raccordo con l’amministrazione comunale per consentire ai cittadini di partecipare attivamente alla vita e alle scelte che riguardano i singoli rioni, alla gestione dei beni comuni, alla vita sociale e culturale dei luoghi in cui si vive e si opera. Ogni Consulta può contare su un fondo di 35mila euro. Le attività messe in campo in questi anni sono state molte, anche al di là del Bilancio Partecipato, e hanno permesso di affrontare problemi e trovare loro soluzione in collaborazione con l’Amministrazione comunale. Nella scelta degli obiettivi, stabiliti gli importi per ogni ambito di intervento, le Consulte dovranno concordare con gli Assessori di riferimento e i loro Settori le progettualità di massima, che dovranno essere armonizzate con le politiche dell’amministrazione e verificata la loro fattibilità tecnica. Le Consulte sottopongono ai cittadini dei questionari e raccolgono le richieste dei residenti dei quartieri. Le proposte vengono discusse e finanziate: si tengono così laboratori di bricolage, animazioni, sistemazione del verde, interventi sociali. Le Consulte hanno poi il compito di segnalare agli assessorati competenti gli interventi che si rendono necessari nei quartieri. “Con le linee d’indirizzo abbiamo indicato in modo chiaro il perimetro entro il quale le Consulte si potranno muovere per impegnare la somma a loro disposizione”, ha dichiarato l’assessora al decentramento e ai Quartieri Francesca Benciolini. (d.b.)
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06 DICEMBRE, H 20.30 Cristiana Morganti
18 GENNAIO, H 20.30 COB Compagnia Opus Ballet
09 MARZO, H 20.30 Compagnia Fabula Saltica
19 DICEMBRE, H 21.00 Les Ballets Trockadero de Monte Carlo
24 FEBBRAIO, H 20.30 MM Contemporary Dance Company
04 MAGGIO, H 20.30 Balletto Teatro di Torino
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Lavori pubblici. Una serie di interventi di riqualificazione su un’area di circa 37mila metri quadrati
Campo di Marte cambia volto: parco fotovoltaico e nuovi alberi Il rendering mostra come sarà il parco fotovoltaico di Campo Marte
Il Comune ha avviato un confronto con le Ferrovie per adeguare l’intervento agli standard del Piano del Verde
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Campo di Marte verrà realizzato un grande parco fotovoltaico su una superficie di 55mila metri quadrati; l’area, attualmente in stato di grave abbandono, verrà completamente rimessa a nuovo, con la piantumazione di alberi e arbusti che nasconderanno alla vista l’impianto fotovoltaico; alcuni degli edifici in disuso verranno abbattuti, altri ristrutturati. Campo Marte è una stazione fantasma sulla linea Padova Bologna: si trova lungo corso Australia, a ovest del centro, a ridosso del quartiere Palestro. Un tempo ospitava la Squadra Rialzo che si occupava delle riparazioni sia di carri merci che di vetture passeggeri; oggi è un raccordo completamente meccanizzato per lo smistamento dei convogli sulle linee per Milano e per Bassano-Calalzo. L’area è di proprietà delle ferrovie (gruppo RFI-FS) che ha avviato un dialogo con il Comune di Padova per una serie di interventi di riqualificazione su un’area di circa 37mila metri quadrati: saranno realizzate aree a verde, interventi di apertura e miglioramento della viabilità di zona e saranno poste le basi per portare nell’area i servizi mancanti nel quartiere. Il grande parco fotovoltaico verrà realizzato sull’area attualmente coperta da binari in abbandono, sarà composto da 9568 moduli che occuperanno 20647 metri quadrati e produrrà 5681 Megawatt all’anno. Si calcola che tale potenza potreb-
be soddisfare i consumi annuali di energia di 2840 famiglie. L’energia ricavata servirà invece ad alimentare la percentuale di autoconsumo dei treni, sottraendone il fabbisogno dalla rete nazionale e riducendo il consumo da fonti fossili. Si risparmieranno così 3mila tonnellate di Co2. “Le Ferrovie stanno sviluppando questo progetto su un loro terreno – ha dichiarato l’assessore al Verde Antonio Bressa –, la legge nazionale permette loro questo tipo di interventi che possono anche superare i piani urbanistici locali. Tuttavia il Comune ha avviato un confronto per adeguare l’intervento agli standard del Piano del Verde”. Le Ferrovie hanno anticipato che l’inserimento di nuove piantumazioni si svilupperà per circa 624 metri lineari in parallelo con via Crimea con l’inserimento di circa 105 alberi e più di 100 specie arbustive. La disposizione della vegetazione è stata progettata prevedendo delle siepi arbustive e dei filari arborei disposti su file parallele con distanze di 2 metri tra loro e distanza tra le piante di circa 3 metri, ottenendo così una buona copertura e stratificazione, sia sul piano orizzontale che verticale, con una pianta ogni metro e mezzo. Il progetto del parco fotovoltaico è stato oggetto di un serrato scontro in Consiglio comunale: il vicepresidente del Consiglio Ubaldo Lonardi ha parlato di “un’oscenità dal
punto di vista visivo che imbruttirebbe perfino uno spazio isolato, figuriamoci un quartiere densamente abitato, con palazzi dignitosi”. L’assessore Bressa ha rivendicato il dialogo avviato con le Ferrovie proprietarie dell’area (“avrebbero potuto fare ciò che volevano”, ha dichiarato), che porterà alla piantumazione di 268 nuovi alberi. Diego Buonocore
Preoccupazioni tra i residenti del Rione Palestro, ma per Legambiente l’intervento è da fare Ad allarmare i cittadini del rione Palestro, adiacente a Campo di Marte, era stato l’abbattimento, a fine settembre, di 16 pioppi che separavano il vecchio scalo ferroviario in disuso dalle abitazioni. I cittadini riuniti neI Comitato Palestro 30 e lode avevano inviato una lettera al Sindaco Sergio Giordani, al Vicesindaco Andrea Micalizzi, agli Assessori Antonio Bressa e Andrea Ragona, ai Consiglieri comunali e alla Consulta 5B. Nella lettera veniva citato lo studio di massima per il recupero della vasta area non più utilizzata approvato preventivamente dalla Regione Veneto con il quale RFI-FS si dichiarava disponibile “alla riconversione ad usi urbani delle aree ferroviarie non più funzionali all’esercizio, di circa 120.000 mq relativi alla area ferroviaria dell’ex scalo merci Campo Marte”. Il Comitato ha ricordato gli ultimi studi sulle isole ed ondate di calore e del verde pubblico urbano: dalle rilevazioni effettuate risulta che l’area di Campo di Marte, nelle giornate di ondate di calore del 2022, sempre in aumento negli anni, è interessata da temperature del terreno superiori ai 35°. “Un fenomeno – scrive il Comitato – che sta impattando sul territorio in modo pesante in termini di salute e qualità di vita dei cittadini”. Il Comitato Palestro 30 e lode ha chiesto al Comune se ha proseguito ufficialmente dopo il 2020 nei
lavori per definire la riconversione ad usi urbani delle aree ferroviarie non più funzionali all’esercizio e se, qualora RFI-FS presentasse un progetto di costruzione di un impianto fotovoltaico, verrà valutato l’eventuale effetto negativo della isola di calore rilevata. “L’idea progettuale si configura in ogni caso come un intervento molto importante per la produzione di energia da fonti rinnovabili su di un’area abbandonata ormai da decenni – ha dichiarato Francesco Tosato, Vicepresidente di Legambiente Padova –. “Oltre ai terreni destinati ad ospitare il parco fotovoltaico, restano ancora altri 25.000 metri quadrati coperti da capannoni in disuso su cui sarà necessario elaborare un piano urbanistico di riqualificazione. Un piano che chiediamo venga elaborato sulla scorta di un masterplan che dovrà precedere qualsiasi ulteriore intervento nell’area”. (d.b.)
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Obiettivo quartieri
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Guizza. La nuova area collegherà le due esistenti tra Padova e Albignasego
Un grande parco verde da 130mila mq “È
il risultato del percorso di partecipazione intrapreso dalla Consulta 4bm stimolo ed esempio per le amministrazioni comunali”. Il nuovo Parco della Guizza sorgerà al confine dei comuni di Padova e di Albignasego. Sarà grande 130mila metri quadrati e metterà insieme il Parco Modì di Albignasego e l’area verde limitrofa nel territorio del comune di Padova. La Consulta 4B Sud-Est (Voltabarozzo - Crocefisso - Salboro - Guizza) ha discusso le proposte per le modifiche e le integrazioni al progetto per il nuovo parco urbano della Guizza. “Un percorso di partecipazione – ha dichiarato la Consulta 4b –, stimolo ed esempio per le amministrazioni comunali di Padova ed Albignasego finalizzato alla creazione di un tavolo di confronto sui temi urbanistici, ambientali e di viabilità, per affrontare con vera efficacia problemi, che solo in una visione intercomunale, possono avere risposte”. La Consulta ha proposto l’accesso da via Boiardo come principale porta di ingresso con area per il parcheggio di cicli e motocicli. I 300 questionari raccolti dal sondaggio della popolazione hanno evidenziato che meno del 10% dei futuri frequentatori del parco lo raggiungeranno a mezzo auto. Il 50% dichia-
La consulta 4B: “Un percorso di partecipazione finalizzato alla creazione di un tavolo di confronto sui temi urbanistici, ambientali e di viabilità, per affrontare con vera efficacia problemi, che solo in una visione intercomunale, possono avere risposte”
L’area in cui sorgerà il nuovo parco
ra che lo raggiungerà a piedi, pertanto la Consulta di Quartiere non ravvisa la necessita di prevedere nuovi parcheggi per i servizi al nuovo parco. Altra questione la linea elettrica: la Consulta chiede al Comune di Padova di farsi promotore presso il proprietario della linea elettrica aerea (Terna) di una richiesta di interramento o, se non possibile, di garanzie di massimi carichi della linea per l’utilizzo futuro. Per la massima garanzia della salute dei cittadini la Consulta chiede una verifica tecnica e misurazioni da parte di Arpav. È stata proposta la creazione di un’area dedicata agli anziani, con panchine e gazebo ombreggianti. L’area cani dovrebbe essere divisa in due, una dedicata agli animali di piccola taglia ed una a quelli di taglia medio grande. La Consulta, seguendo le indicazioni raccolte online, ha chiesto di considerare le proposte per l’installazione di attrezzature sportive non
previste dal progetto. La nuova area che verrà destinata a parco è di 63.702 metri quadrati, che diventeranno parco grazie alla perequazione che il Comune ha concordato con alcuni privati che hanno edificato una serie di abitazioni lungo via Confortini. L’area verde vede la presenza di un bar, all’accesso al Parco in via Modigliani. Grazie agli oltre 21 milioni di fondi Por Fers che ricadranno sull’ambito territoriale di Padova, il Comune potrà investire 2,7 milioni di finanziamento per la riqualificazione del verde e per la realizzazione del Parco, per un progetto di complessivi 3 milioni dove i restanti saranno cofinanziati dall’amministrazione. La Consulta, seguendo le indicazioni raccolte online, ha chiesto ai comuni di Padova e di Albignasego di considerare le proposte per l’installazione di attrezzature sportive non previste dal progetto.
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Località segreta per la casa famiglia aperta alle vittime di violenza Dal prossimo anno una nuova casa famiglia verrà aperta a Padova, in località segreta. Si chiamerà Casa Elena, una casa del gruppo Polis per le donne vittime di violenza e i loro bambini. Nei primi 9 mesi del 2023 le richiesta sono state 16; in tutto il 2022 24. Nella quasi totalità dei casi le donne accolte portano con sé fino a 3 figli. In media rimangono ospiti della casa rifugio 11 mesi, durante i quali seguono un percorso che da strumenti concreti per ripartire: l’obiettivo è liberare le donne dalla dipendenza economica, psicologica e fisica dall’uomo da cui sono maltrattate, e quindi richiede un tempo medio-lungo
per essere completato. Questo programma personalizzato è supportato da un’équipe di professioniste che affianca le donne nella ricerca lavoro,di corsi di specializzazione, l’aiuto e il sostegno scolastico per bambini. In Veneto ci sono 31 case rifugio, a Padova Casa Elena è la terza dopo dopo Casa Adele e Casa Viola. Il nome scelto, Casa Elena, è un omaggio a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata all’università di Padova e vuole essere simbolo di riscatto femminile. “Abbiamo deciso di aprire la nostra terza casa rifugio a Padova per consentire alle donne e ai loro figli di intraprendere un percorso
di fuoriuscita dalla violenza. Per questo abbiamo attivato una raccolta fondi per sostenere concretamente questa iniziativa” ha dichiarato Alice Zorzan, responsabile dell’ Area Contrasto alla Violenza di genere di Gruppo Polis. All’appello ha risposto Eurointerim, con una donazione di 20 mila euro.”Il fenomeno dell’emersione della violenza maschile sulle donne è in aumento. Questo significa che le donne stanno decidendo sempre più di denunciare ed emanciparsi e i servizi devono essere ricettivi e pronti ad accoglierle” , ha dichiarato l’assessora alle pari opportunità Margherita Colonnello. (d.b.)
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Un silenzio assordante. Senato accademico bollente: Udu accusa l’Università patavina
“L’Ateneo manca di coraggio sulla questione israelo-palestinese” La richiesta degli studenti era chiara: “Esprimere solidarietà al popolo palestinese innocente e alle vittime israeliane”
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na seduta di Senato Accademico bollente lo scorso 7 novembre: con alcuni studenti palestinesi sotto il Bo ed una mozione, presentata dai rappresentanti di comunità studentesca e dottorale, a sostegno dei civili palestinesi ed israeliani, contro le violenze di Hamas e dell’esercito israeliano. “Il silenzio dell’Università è tutto ciò che rimane dopo questo Senato Accademico, nessuna posizione per la Pace è stata presa dalla governance”. Così Teresa Cozzi, senatrice accademica di Udu Padova, che spiega come, dopo una lunga discussione, la mozione non è nemmeno stata posta in votazione dalla Rettrice Mapelli per paura di uno sbilanciamento sul con-
flitto. La richiesta degli studenti era chiara: “esprimere solidarietà al popolo palestinese innocente e alle vittime israeliane – altrettanto innocenti – dell’organizzazione terroristica Hamas, oltre che ovviamente a chi è tuttora tenuto in ostaggio”. La governance aveva proposto un’alternativa alla mozione, una riformulazione assai poco coraggiosa, secondo i rappresentanti di Udu e Adi. “Abbiamo portato questa mozione in Senato Accademico perchè le istituzioni non possono rimanere in silenzio di fronte alle atrocità che stanno accadendo, l’Università di Padova aveva la possibilità di farsi portavoce di questo messaggio di Pace a livello nazionale e non
Studenti sotto al Bo per chiedere la pace
solo. Abbiamo condannato fermamente le atrocità di Hamas, ma l’università si è tirata indietro nell’esprimere solidarietà al popolo palestinese, rifiutandosi di porre in votazione la mozione. Non potevamo accettare che migliaia di vittime civili venissero definite come “disagi” nella proposta di riformulazione fatta dalla Rettrice. Avevamo
chiesto pace, solidarietà agli innocenti palestinesi e la realizzazione di corridoi umanitari, programmi di accoglienza e borse di studio per permettere alla comunità accademica di raggiungerci, per provare a dare loro un futuro qui”. “Da settimane assistiamo ai bombardamenti su Gaza e alla grave crisi umanitaria in atto,
azioni contro il diritto internazionale. È vergognoso l’atteggiamento timoroso dell’Ateneo, la cui storia è fatta di coraggio e di personaggi come Concetto Marchesi. Ciò che è accaduto in Senato è molto grave: in tanti anni di rappresentanza non avevamo mai visto l’università obbligare i Senatori ad una “votazione informale”, imponendo l’unanimità pena il ritiro della mozione sulla Pace, (regolarmente presentata all’ordine del giorno ndr.). Siamo senza parole, ma non accettiamo compromessi sulla vita di un popolo innocente. Forse la paura di perdere collaborazioni con aziende che hanno interessi economici nel conflitto non ha permesso all’Ateneo di esprimere una posizione netta in sostegno del popolo palestinese” conclude Domenico Amico, coordinatore di Udu Padova. Enrico Caccin
Dottorato ad honorem in Giurisprudenza ad Antonio Tizzano: ha favorito l’integrazione europea attraverso il diritto nione europea, è, a livello europeo, uno dei giuristi più influenti proprio nel campo che ha stravolto, nella teoria come nella pratica, l’idea consolidata secondo cui il diritto vive essenzialmente nelle dimensioni nazionali. Insieme al suo mai cessato impegno di studioso e di maestro, ha inciso in maniera eccezionale sullo sviluppo dell’ordinamento dell’Unione nei 18 anni in cui è stato membro della Corte di Giustizia, contribuendo in maniera decisiva al riconoscimento della dimen-
sione autonoma di quell’ordinamento, al rafforzamento in esso della tutela dei diritti degli individui, anche tramite la collaborazione tra giurisdizioni nazionali e Corte di Giustizia, all’effettività dei valori più alti su cui è fondato il sistema comune, anche contro le resistenze di stati membri recalcitranti. Antonio Tizzano è il cittadino italiano che più a lungo ha ricoperto le più alte funzioni di membro della Corte di giustizia, prima come avvocato generale (2000-2006), poi come giudice (2006-2018) e, in quel
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che legge il fenomeno dell’integrazione europea attraverso il diritto dell’Unione come nuovo ordinamento, che vede l’individuo quale suo elemento fondamentale e il giudice nazionale come giudice europeo di diritto comune chiamato a tutelarne i diritti. (e.c.)
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ruolo, presidente di sezione dal 2009 e infine vicepresidente della Corte dal 2015. Molti sono i motivi che l’hanno portato ad un dottorato ad honorem con l’Università di Padova: un legame anzitutto ideale, perché corrisposto ai significativi legami tra lo Studio giuridico patavino e lo sviluppo dell’integrazione europea. Oltre a ciò, vi è quello con Rolando Quadri: uno dei grandi Maestri del diritto internazionale che hanno segnato lo sviluppo dello studio patavino, con l’affermarsi di una visione
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Giovedì 2 novembre, l’Aula Magna “Galileo Galilei” di Palazzo del Bo ha visto la cerimonia di conferimento del dottorato ad honorem in Giurisprudenza ad Antonio Tizzano. Il titolo è stato conferito dall’Università di Padova allo studioso per lo straordinario ruolo che ha svolto nel favorire l’integrazione europea attraverso il diritto. Tizzano, professore emerito di diritto dell’Unione europea all’Università La Sapienza di Roma e vicepresidente emerito della Corte di Giustizia dell’U-
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La mostra. La città natale di Massimo Saretta scelta come capoluogo pilota per presentare il progetto
120 foto sull’Asia meno conosciuta Un lavoro frutto di oltre vent’anni di viaggi per riportare allo sguardo luoghi, persone, momenti di vita, usi, costumi e spiritualità
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ndia, Cambogia, Cina e Vietnam. E ancora Bangladesh, Nepal, Giappone e Tailandia. 120 immagini fotografiche dedicate ai luoghi spesso al di fuori dei circuiti turistici convenzionali. È l’obiettivo della mostra fotografica “Asia” di Massimo Saretta, inaugurata a Padova presso Galleria Cavour e visitabile gratuitamente fino al prossimo 7 gennaio 2024. Un lavoro frutto di oltre vent’anni di viaggi per riportare allo sguardo luoghi, persone, momenti di vita, usi, costumi e spiritualità. L’idea del fotografo è di accendere una scintilla di consapevolezza del “diverso” negli occhi e nelle menti di chi osserva. Padova, la città natale di Massimo Saretta, è stata scelta come capoluogo pilota per presentare il progetto nel corso dell’inverno 2023, con l’obiettivo di avviare un tour fotografico il prossimo anno che toccherà altre città italia-
ne, come Milano, Pordenone, Roma e Napoli, oltre a destinazioni internazionali, come avvenuto in precedenza con altre mostre dell’autore. “È stato un lavoro che mi ha impegnato per quasi vent’anni in diversi paesi asiatici. commenta Massimo Saretta, fotografo certificato da Leica, - Un progetto fotografico che oltre ad essere stato impegnativo, è anche stato anche rischioso, ma posso dire di essere orgoglioso di poterlo presentare in questo momento”. Attraverso uno sguardo curioso e investigativo, Massimo Saretta, privo di preconcetti, conduce gli osservatori dentro le profondità dei luoghi orientali, che sono così diversi dalla contemporaneità occidentale. Le sue fotografie sono ricche di cromatismi e forti contrasti. La mostra, curata da Gastone Scarabello e coordinata dalla società Sichel Consulting, è promossa e patrocinata dal Ministero
della Cultura del Governo italiano e il Comune di Padova. Massimo Saretta nato nel 1958 trascorre oltre trent’anni nella sua città natale, dove ha stabilito il suo studio professionale di fotografia artistica. Fin da giovane, ha dedicato con passione il suo tempo allo studio dell’arte della fotografia, ottenendo grandi successi grazie alle numerose esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero. Equipaggiato con la sua inseparabile macchina fotografica, ha compiuto numerosi viaggi in tutto il mondo, perfezionando la sua tecnica e abilità nella fotografia di reportage. La sua sensibilità lo ha spinto a catturare momenti di grande suggestione emotiva. Il suo amore per l’Asia ha avuto inizio nel 2000, quando ha cominciato a esplorare questo vasto e variegato continente, tornandoci spesso nel corso degli anni. In un momento partico-
Una delle foto di Massimo Saretta in mostra a Padova
larmente complesso per una parte importante dell’Asia, il più vicino al nostro continente, le immagini proposte evidenziano ancora di più come anche la fotografia possa diventare “un momento di dialogo tra le nazioni – aggiunge il curatore – soprattutto in un contesto oggi internazionale, faticoso e difficile”. “Asia” non è solamente una mostra fotografica, ma rappresenta un contenitore completo di eventi collaterali che si svolgono durante la sua esposizione. Conferenze
a tema in collaborazione con le Università degli Studi di Venezia, Padova e Napoli, nonché performance di danza classica e concerti di musica asiatica Attraverso uno sguardo indagatore e curioso, in una persona con mente aperta e scevra da precomprensioni, Saretta conduce l’osservatore fin dentro quei luoghi d’Oriente che tanto differiscono dalla contemporaneità� occidentale regalando emozioni uniche. Sara Busato
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Libri
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L’opera. Lo scrittore padovano, già finalista al Premio Strega, torna in libreria
Una nuova raccolta di racconti firmata Paolo Zardi: è “La meccanica dei corpi” Un libro affascinante e che riesce a mettere in difficolta il lettore, caratteristica a cui del resto Zardi ci ha abituato da tempo
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aolo Zardi, già finalista al Premio Strega nel 2015 con XXI Secolo, torna in libreria in questi giorni con una nuova raccolta di quattro racconti lunghi e un racconto breve intitolato “La meccanica dei corpi” (Neo Edizioni). Un libro affascinante e che riesce a mettere in difficolta il lettore, caratteristica a cui del resto Zardi ci ha abituato da tempo. Ho approfittato dell’occasione per fare una chiacchierata con lo scrittore padovano, autore che sa osservare la nostra contemporaneità da punti di vista mai banali e con uno stile personalissimo. Ciao Paolo, da sempre hai un feeling particolare con il formato del racconto e della narrazione breve che, purtroppo, in Italia è piuttosto bistrattato (nonostante padre nobili come Pirandello, Verga e tanti altri). Secondo te perché i racconti in Italia si portano dietro questa aura negativa? Eppure nel resto del mondo sono ancora oggi un genere che funziona. Nel corso degli anni mi sono soffermato più volte su questa domanda e non sono mai arrivato a una risposta. In Italia abbiamo una tradizione nobile di scrittori di racconti: a quelli che citi, vorrei aggiungere almeno Buzzati, Pontiggia, Calvino, Manganelli, Parise e Bassani, autori che hanno fatto la storia della nostra letteratura. Sarebbe interessante girare questa stessa domanda alle case editrici, agli scrittori che si tengono lontani dal racconto e ai lettori. Per quanto mi riguarda, penso che ogni singola storia ha esattamente la lunghezza che è necessaria per raccontarla – un’affermazione che Lapalisse non avrebbe esitato a sottoscrivere. Quali sono state le tue influenze letterarie ed extra letterarie quando hai scritto questo libro? Con il tempo, nella galassia di autori ho individuato una costellazione di autori che sento vicini al mio modo di intendere la letteratura, da lettore e, nel mio piccolo, da scrittore. Da loro, ho imparato tutto quello che credo di sapere sulla scrittura e, a ben vedere, anche sul mondo. I loro nomi sono quasi un rosario, per me: Philip
La copertina del libro e l’autore Paolo Zardi
Roth, Nabokov, Flaubert, Saul Bellow, Martin Amis, Gadda, Kafka, Kundera, Le Carrè, Berto, Sebald, Céline, Flannery O’Connor, Cechov. Al di là dei libri, l’ispirazione è la particolare fettina di mondo in cui vivo – una regione ricca, dove convivono provincia e metropoli, celebri università e una miriade di piccole imprese, città d’arte e capannoni, una società in cui il lavoro è centrale sotto ogni aspetto. Al centro delle storie che racconti nel tuo ultimo libro c’è il corpo, il nostro corpo, tema spinoso e oggi difficilissimo da affrontare, eppure centralissimo nella cultura contemporanea. La tua è stata una scelta naturale o invece hai voluto concentrarti proprio su un tema specifico? Il primo romanzo che ho pubblicato agli inizi degli anni Dieci si intitolava, originariamente, I corpi. Da sempre mi interessa la relazione che esiste tra qualcosa che un tempo avremmo chiamato anima, con la sua capacità di immaginare l’infinito in ogni sua forma, e la materia nella quale è contenuta, cioè questo organismo costruito con ingredienti facilmente deperibili che continua a formularci richieste talvolta incomprensibili, e quasi sempre imbarazzanti. Se la letteratura si deve occupare dei punti in cui la realtà presenta una crepa, direi che la scelta del corpo è quasi obbligata, soprattutto in questo periodo storico: siamo di fronti a una voragine con le proporzioni della faglia di Sant’Andrea. Nel corso degli anni Neo Edizioni è diventata un po’ la tua
seconda casa, ci vuoi parlare un po’ del rapporto che hai con la tua casa editrice? La meccanica dei corpi nasce da una chiacchierata fatta al Salone del Libro di Torino del 2021, edizione autunnale, la prima dopo il lungo lockdown: Angelo Biasella, che è uno dei due fondatori della casa editrice, mi ha sfidato a scrivere una trilogia di racconti lunghi che fossero, questo il contenuto della sfida, potenti. Neo è dove sono nato con Antropometria, dove sono diventato maggiorenne con XXI Secolo. Da me, hanno sempre chiesto il massimo, assicurandomi, in cambio, una cura quasi maniacale per ogni aspetto del risultato finale. Dacci buon motivo per leggere il tuo libro e un buon motivo per regalarlo. Il mio editore sta dicendo in giro che è un bel libro: mi fiderei del suo giudizio. E per regalare un libro non serve mai un buon motivo: è qualcosa che fa bene al mondo, e questo in genere dovrebbe bastare. Infine prima di chiudere, dai un consiglio a una persona che vorrebbe scrivere una storia e pubblicarla. Scrivi per l’unico lettore che conosci veramente: te stesso. Poi, con un po’ di fortuna, il resto verrà da sé. Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e docente all’Istituto Superiore per il Made in Italy.
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Cultura
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Gli eventi. Fino al 6 dicembre la rassegna Novembre Patavino alla sua decima edizione
Autunno in musica, ecco tutti i concerti da non perdere U
na stagione all’insegna della musica attende la città di Padova: tanti gli eventi musicali in programma, a coprire diversi generi, dalla musica da camera al pop alla musica classica. Fino al 6 dicembre si potrà partecipare agli eventi della rassegna Novembre Patavino, contenitore di appuntamenti enogastronomici e culturali giunto quest’anno al traguardo della decima edizione. Da segnalare, in particolare, l’appuntamento del 3 dicembre presso la Sala Rossini del Caffè Pedrocchi dedicato a Lucio Dalla, con il contributo della musicologa Angela Forin e con una selezione musicale a cura di Ivan Contini. Ad animare le domeniche pomeriggio dei padovani, come ormai da tradizione, ci pensa la rassegna internazionale di concerti organizzata dall’Agimus di Padova, giunta alla sua trentesima stagione. Organizzata con il sostegno del Comune di Padova Assessorato alla Cultura e del Ministero per i Beni Culturali, la rassegna da anni porta in città musicisti italiani e stranieri di talento, vincitori di Concorsi Musicali Internazionali, laureati presso le migliori Accademie di Alto Perfezionamento di musica in Italia e all’estero. Fra i concerti da non perdere presso la sede storica di Palazzo Zacco-Armeni, Circolo Unificato dell’Esercito, “Il fascino della musica barocca e dei suoi strumenti” il 3 dicembre: l’ensemble barocco “Aquae Sonus Resonantia” eseguirà musiche di Telemann, Haendel, Marcello, Lotti, Simpson, Bellinzani, Kapsberger. Chiude la rassegna “Nel mondo delle fiabe”, il 17 dicembre, con musiche di Ciaikovsky, Korsakov, Stravinsky-Agosti, Sviridov eseguite dal duo pianistico composto da Maria Ponomarova e Gabriella Rivelli. Sempre nell’ultimo giorno della settimana si svolgono “I concerti della domenica” a cura de I solisti Veneti. La rassegna, inaugurata il 29 ottobre scorso, prevede per il 3 dicembre l’esecuzione della messa a quattro voci di Giacomo Puccini, di cui ricorre quest’anno il centenario dalla morte, mentre per il 10 dicembre è previsto il
recital di Giuseppe Barutti: in programma la Seconda Suite in re minore per violoncello solo e la Prima Suite in sol maggiore per violoncello solo di Johann Sebastian Bach. “Note d’autunno” è il nome del ciclo di concerti gratuiti proposto dall’istituto Configliachi: una serie di appuntamenti che spazia dalla musica classica al rock, dal musical al pop. I prossimi eventi in programma sono dedicati alla musica leggera dagli anni Sessanta e Ottanta con l’incontro “Pane, musica e fantasia” (con il Duo Frangia, domenica 26 novem-
Esu a Teatro: biglietti agevolati per gli studenti
I Solisti Veneti
bre), durante il quale le esibizioni musicali saranno intervallate da poesie e racconti, e al musical con l’esibizione del Sol diesis & La bemolle duo, che
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intratterrà il pubblico eseguendo brani tratti da musical dagli anni Cinquanta al 2000 (sabato 2 dicembre). Francesca Tessarollo
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Ritornano gli appuntamenti di “Esu a Teatro”, l’iniziativa promossa da Esu di Padova e Teatro Stabile del Veneto per portare gli studenti a teatro con un contributo di 3 euro. Un’iniziativa rivolta a tutti gli studenti iscritti alle Università del Veneto, agli Istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, alle Scuole Superiori per Mediatori Linguistici, ma anche ai dottorandi, ai ricercatori, agli iscritti a master e scuole di specializzazione, che potranno assistere agli spettacoli dei Teatro Verdi e Maddalene di Padova, del Goldoni di Venezia e del Del Monaco di Treviso a un prezzo agevolato. Un progetto che anticipa quanto previsto dalla normativa statale in materia di diritto allo studio universitario che, come sottolinea Giuseppe Maschera, Presidente di Esu Padova: “farebbe rientrare la spesa per frequentare eventi culturali tra le voci finanziate dalle borse di studio. In attesa che questa previsione possa trovare attuazione, l’Esu di Padova, insieme agli altri Esuveneti, ha anticipato i tempi, contribuendo concretamente all’attuazione di questo diritto”. Nuove opportunità formative, ma anche luoghi di incontro e confronto per una generazione che, come sottolineato da Claudia Marcolin, Executive Manager del Teatro Stabile del Veneto Teatro Nazionale, “necessita di spazi fisici di confronto, di luoghi dove incontrare altri giovani”. Gli studenti potranno aderire all’iniziativa registrandosi sul sito del Teatro Stabile del Veneto e acquistando i biglietti direttamente online, oppure presentando tessera universitaria o tessera Esu presso la biglietteria del Teatro. (f.t.)
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Sport
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Il personaggio. Il fuoriclasse delle Fiamme Oro ha fatto un giro di marcia con i piccoli atleti
Una giornata di sport con la Polizia, la testimonianza di Massimo Stano “La medaglia olimpica mi ha dato più consapevolezza e più responsabilità: ai giovani parlo di fratellanza, rispetto delle regole e del fatto che le sconfitte servono a imparare”
U
n grande successo di presenze ha caratterizzato quest’anno l’edizione di Una giornata di sport insieme, l’appuntamento organizzato dalla Polizia di Stato (2° Reparto Mobile – Fiamme Oro) con la collaborazione di associazioni e sostenitori, alla caserma di via D’Acquapendente. Una giornata di sport insieme nasce nel 2005 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla celiachia e sulle intolleranze alimentari e volendo dimostrare che queste non rappresentano un limite alla pratica dello sport ma, in realtà, un momento di forte aggregazione e di crescita sociale. Quest’anno, circa 350 piccoli atleti di età compresa fra i 5 e i 13 anni, hanno avuto modo di provare atletica leggera, hockey su prato, tiro a segno, tiro con l’arco, frisbee, danza sportiva e padel. All’evento ha partecipato anche il campione olimpico e mon-
diale Massimo Stano, che ha spiegato i segreti della sua specialità, facendo un giro di marcia con i piccoli atleti. Il fuoriclasse delle Fiamme Oro ha anche ricordato il suo progetto benefico “Walking Stano, Vieni a marciare con me”. “The Walking Stano è nato perché volevo dare più visibilità alla marcia – ha raccontato il campione a margine dell’evento –, abbiamo cercato dove ci fosse un pubblico sensibile e l’abbiamo individuato fra le persone vicine al mondo della corsa. Ci sono io, marcio con chi vuole unirsi a me. Inoltre il progetto ha una finalità benefica a favore della ricerca sulla fibrosi cistica. Un mio amico ha un figlio piccolo con questa patologia: ho vissuto da vicino la loro situazione, capendo che non fosse semplice per le persone che ne soffrono e per i loro famigliari”. Massimo, un oro olimpico
Massimo Stano
e un titolo mondiale: come ha avuto origine la tua storia con la marcia? “È iniziato tutto quando avevo 10 anni, facevo delle gare tra una scala e l’altra della scuola elementare, prima di entrare in classe, e vincevo sempre io. Un giorno per caso, su un volantino sopra alla cattedra, vidi l’immagine di bambini che correvano su una pista di atletica, felici. Lo portai a mia
madre che mi accompagnò in questa palestra dove conobbi Giovanni Zaccheo, il mio primo allenatore, colui che iniziò ad allenarmi per il mezzofondo. Passa qualche tempo e un giorno chiede a tutti i ragazzi chi volesse fare una gara di marcia. Io fui l’unico a rispondere di no. Il lunedì seguente mi ritrovai da solo, a guardare tutti i miei compagni di allenamento felici che parlavano della mar-
cia e della gara. Alla domenica successiva non mancai: arrivai quarto in classifica, ma primo della mia palestra e questo per me era ciò che contava di più. Da quel momento iniziai ad allenarmi più intensamente, feci il primo campionato italiano Cadetti e arrivai secondo; l’anno successivo feci il record italiano nella quattro chilometri di marcia (ora questa distanza non esiste più, c’è la cinque chilometri). Ai campionati italiani, ero primo per distacco ma fui squalificato a 500 metri dal traguardo. La delusione fu così grande, che non volevo più marciare. Iniziai a correre, ma non avevo le stesse soddisfazioni; ogni tanto il mio allenatore mi chiedeva se volessi tornare a marciare e a un certo punto gli dissi di sì. Da lì fu soltanto amore verso questo sport”. In che modo la medaglia olimpica ha cambiato la tua vita? “Mi ha dato più consapevolezza e più responsabilità: ai giovani parlo di fratellanza, rispetto delle regole, valori sportivi, e che le sconfitte servono per imparare”.
Simeoni e Franzelli vincono il Premio Geremia, alla padovana Calligaris il premio alla carriera Sara Simeoni e Marco Franzelli vincono quest’anno il premio letterario sportivo Memo Geremia organizzato dall’Ascom Confcommercio di Padova, con il libro Una vita in alto (Rai Libri). Giunto alla nona edizione, l’appuntamento dell’associazione di categoria patavina si è concluso con la cerimonia nella Sala dei Giganti del Liviano e ha dato l’occasione ai premiati di incontrare i propri lettori e raccontarsi. “Venivamo spesso a gareggiare a Padova – ha ricordato Simeoni, medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Mosca 1980 – ho fatto il mio primo record italiano proprio qui, all’Arcella. Quando ero piccola facevo danza classica; io non sono altissima, ma ero comunque troppo e mi hanno scartata.
Quando sono passata alla scuola media, ci siamo trovate un gruppo di compagne e siamo andate a vedere per curiosità cosa fosse l’atletica. Poi è diventata una cosa più seria e impegnativa». Simeoni ha raccontato che «Mi piaceva essere in campo da sola e dovermi gestire: a quell’epoca non potevamo parlare con i nostri allenatori a bordo campo e non avevamo nemmeno la possibilità di rivedere il salto come si fa adesso, per correggersi. L’allenamento portava a capire e memorizzare le sensazioni, la cosa bella era quando riuscivi a ricostruire questo puzzle e ricostruire la sensazione di leggerezza e di volo”. Il premio alla carriera sportiva è stato assegnato a due icone dello sport mondiale:
Novella Calligaris, la nuotatrice padovana campionessa medagliata olimpica e primatista mondiale negli 800 stile libero e Andrea Zorzi, campione mondiale di pallavolo. “Tengo moltissimo a Padova, è la mia città e qui sono cresciuta anche come atleta – ha detto Calligaris –. Abbiamo avuto la grandissima fortuna
di nuotare alla Rari Nantes Patavium nell’impianto costruito da Grassetto. Sono felicissima che la parola sport sia entrata in Costituzione all’articolo 33. Ora è il momento di chiederci come esercitare questo diritto”. Calligaris, che è anche presidente dell’associazione nazionale atleti olimpici e azzur-
ri d’Italia, ha annunciato che l’associazione si sta occupando, attraverso uno studio, di disturbi alimentari nello sport e nella società. A Rachele Somaschini è stato assegnato il premio Coni per il libro Correre per un respiro (Baldini+Castoldi); il premio Ali Librai è andato a Osvaldo Casanova, Gino Cervi e Gianni Sacco per Calciorama (Hoepli). A Fausto Desalu, medaglia d’oro nella staffetta 4x100 a Tokyo 2020, il premio della speciale sezione Libri per Ragazzi, vinto grazie a Veloce come il vento (Baldini+Castoldi) scritto con Francesco Ceniti. Il premio speciale del presidente Ascom è stato consegnato ad Alessandro Banzato, presidente del Petrarca Rugby, dalla prima edizione società patrocinatrice del Premio Geremia. (c.c.)
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Sport
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Padovanuoto. La direttrice Daniela Bardelle sogna di portare una squadra intera
Ilaria Cusinato si allena per Parigi L
a campionessa di nuoto Ilaria Cusinato è tornata a Padova per gli allenamenti in vista delle Olimpiadi. L’atleta di Cittadella, classe 1999, è in vasca a Padovanuoto, a Paltana, con il Team Veneto sotto la guida di Moreno Daga. “Con Moreno mi sono da subito trovata bene – racconta Ilaria Cusinato – mi conosce e mi sa guidare sia dentro ma anche fuori dalla vasca, lo considero sia un mentore che un amico oltre che un tecnico dall’esperienza infinita. Mi sa donare quella serenità di cui sento il bisogno per dare il massimo nella stagione che mi condurrà alle Olimpiadi di Parigi”. Padovanuoto è stata fondata nel 1986 dalle ceneri della Rari Nantes Patavium e dal 1906 ha sede presso l’impianto, più volte ristrutturato, di Paltana, sulle rive del Bacchiglione dove hanno nuotato grandi campioni del nuoto italiano come Novella Calligaris. Daniela Bardelle è la direttrice di Padovanuoto: “la nostra società ha un settore agonistico che comprende circa 300 atleti tra varie categorie – spiega –, partiamo dai propaganda, piccolini; esordienti di categoria A e di categoria B e poi passiamo ai più grandi. Oltre a una squadra di nuoto abbiamo anche una squadra di nuoto sincronizzato amatoriale, è una buona squadra, fanno gare anche loro. Il punto forte della società rimane il nuoto che è una gran bella squadra”. Padovanuoto ha anche una squadra di salvamento che ha ottenuto buoni risultati ai campionati italiani. “Anna Baldisserotto è la capitana del gruppo di Salvamento del team Padova Nuoto; la nostra atleta di punta del nuoto per Salvamento, ha da poco partecipato ai Campionati Europei di Salvamento per club a Bruges. Ha centrato 3 finali A ed 1 finale B nei 50 trasporto) arrivando terza nei 100 metri manichino
La campionessa di nuoto è tornata a Padova per gli allenamenti in vista delle Olimpiadi. La società ha un settore agonistico con 300 atleti, brilla il gruppo di Salvamento
La nuotatrice Ilaria Cusinato
pinne e 5ª sia nel 100 metri torpedo che nel 200 metri superlifesaver. Nella passata stagione aveva partecipato ai Mondiali di Nuoto per Salvamento che si erano tenuti a Riccione, trionfando nella specialità dei 100 metri Manichino Pinne e nei 200 metri Superlifesaver”. “Il mio obiettivo è portare una squadra alle Olimpiadi – aggiunge Daniela Bardelle –, un obiettivo molto ambizioso. Quello che riusciremo a fare non lo so: portare degli atleti ai campionati italiani è sempre una grande soddisfazione. La nostra squadra agonistica di nuoto comprende atleti non solo di Padova ma anche squadre di altri impianti che fanno parte di Padovanuoto. Abbiamo atleti che si allenano a Rovigo, a Conselve, a Legnago. E’ una squadra che può avere tanti buoni atleti. L’obiettivo è di vincere alle Olimpiadi. Il periodo del covid ha avuto un forte impatto sui ragazzi: il settore giovanile ha dovuto ripartire da capo, la scuola nuoto è stata ferma per un bel pezzo. Però gli atleti si sono potuti allenare lo stesso e noi abbiamo puntato sui più forti”.
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Virtus, in serie B partenza in salita De Nicolao: “La squadra c’è, il livello è alto” Un campionato di serie B iniziato in salita per la combattuto in tutte le partite, sia quando abbiaVirtus Basket Antenore Energia. Qualche sconfit- mo vinto che quando abbiamo perso, facendo ta di troppo nonostante le buone prestazioni non sempre prestazioni buone. La squadra c’è, dobbiamo forse essere un pò più cinici, per riuscire ha demoralizzato il coach Riccardo De Nicolao, che nel gioco espresso dalla squadra già vede i in alcuni momenti focali della partita a chiuderla, però nonostante qualche sconfitta di margini per una ripresa. troppo abbiamo dei segnali positivi. Com’è questo campionato di serie B? Sono contento della squadra e del gioco espresso dai ragazzi”. “E’ un bel campionato, divertenChi l’ha colpita per la qualità di te, sono tutte ottime buone squadre; gioco in questa prima fase del camnon ci sono partite facili. Questo lapionato? scia aperto il fatto che ogni fine setti“Abbiamo avuto delle conferme mana, ogni gara è una questione a sé, importanti rispetto all’anno scorso si può vincere o perdere con chiunque, e quindi non ci sono mai risultati ad esempio Giacomo Cecchinato al quale quest’anno abbiamo affidato scontati. Il livello sicuramente è molun ruolo con molta più responsabilito alto, ci sono giocatori molto forti, Un’azione di gioco contro tà rispetto all’anno scorso. Sono molci sono gli stranieri, ogni squadra può il Mestre (Credits: Lorenzo schierarne uno. Abbiamo visto che Spinella - On/Off Production) to contento perché si è fatto trovare questo è un fattore importante perpronto, è cresciuto anche a livello ché sono giocatori che magari possono accender- mentale. Poi i giocatori più esperti: Ferrari, Scansi e cambiare la partita all’improvviso”. zi, Molinaro, Antelli, il capitano Schiavon ci stanno confermando che sono una garanzia, difficile Come ha visto Virtus in campo, finora? “Finora ho visto una squadra che ha sempre che sbaglino una partita. (d.b.)
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Calcio Padova. Grande partita allo stadio “Romeo Menti” di Vicenza contro i padroni di casa
Gol indimenticabile di Radrezza: “Momento sognato fin da bambino” Il commento post partita: “Ero sicuro di segnare, l’ho detto a Bortolussi che avrei fatto il cucchiaio, mi ha risposto che sono un pazzo. L’esultanza sotto la curva? Non ho mai corso così veloce credo in tutta la carriera. Il cucchiaio? Non ci ho pensato due volte”
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i sono alcune istantanee che rimangono. E quelle che vorremmo qui ricordare sono due in particolare. Si riferiscono al prima e al durante dell’evento, perché tale è, calcistico Vicenza-Padova. Il primo è quello della rifinitura della squadra, fatta in un assolato sabato all’Appiani, uno Stadio (sì con la s maiuscola) che evoca sempre meravigliosi ricordi e che è la storia del calcio Padova e della Padova sportiva, al mattino dove la squadra di mister Torrente è stata
Breve rincorsa e cucchiaio perfetto sotto la curva del Vicenza con corsa di quasi 100 metri, un coast to coast per andare a festeggiare assieme ai tifosi bianco scudati, impazziti di gioia accolta, coccolata, incitata da 500 tifosi di tutte le età. Perché questo gruppo, partito a fari spenti ma ben consapevole delle proprie forze non solo tecniche e con un condottiero il cui profilo è ben noto, al di là dei risultati si è fatto ben volere dai tifosi e dalla città. La seconda istantanea è sul rettangolo dello stadio “Romeo Menti” di Vicenza dove i padroni di casa (che affrontavano questo derby acciaccati di risultati e aspettative nonostante i consueti investimenti di patron Renzo Rosso) erano in vantaggio per 1-0 con gol segnato alla mezzora del primo tempo da Sandon. Poi a 7’ dal termine il Padova usufruisce di un calcio di rigore. Dagli undici metri si presenta il numero 10 Igor Radrezza, padovano doc:
breve rincorsa e cucchiaio perfetto sotto la curva del Vicenza con corsa di quasi 100 metri, un coast to coast per andare a festeggiare assieme ai tanti tifosi bianco scudati, impazziti di gioia. E allora, è bello ricordare le
Alcuni momenti della partita contro il Vicenza
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parole di Igor nel post partita, perché anche queste sono istantanee che rimangono. “Sognavo questo momento fin da bambino. È stata una goduria incredibile, se ci ripenso ora mi viene ancora la pelle d’oca.
“Il gol lo dedico a me stesso segnare in un derby è qualcosa che davvero mi ha fatto godere molto e credo un pò di meritarmelo. E poi lo dedico alla città di Padova, la mia città” Segnare con questa maglia è bellissimo, a maggior ragione contro il Vicenza. Ringrazio Bortolussi che mi ha lasciato calciare il rigore perchè il rigorista era lui ma mi ha dato il permesso. Ero sicuro di segnare, l’ho detto a Bortolussi che avrei fatto il cucchiaio, mi ha risposto che sono un pazzo. L’esultanza sotto la curva? Non ho mai corso così veloce credo in tutta la carriera. Il cucchiaio? Non ci ho pensato due volte, avevo in mente giá di farlo e sapevo che sarebbe andato bene. A chi dedico il gol? Lo dedico a me stesso segnare in un derby è qualcosa che davvero mi ha fatto godere molto e credo un pò di meritarmelo. E poi lo dedico alla città di Padova, la mia città”. Cristiano Aggio
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L’analisi. Le ambizioni di Fratelli d’Italia, l’opzione Zoppas, il terzo mandato e la campagna elettorale
Rebus Veneto, grandi manovre nei palazzi del potere S
i prospetta un periodo particolarmente intenso per la nostra Regione. Le trattative tra Palazzo Chigi, Palazzo Balbi e Ca’ Farsetti sono febbrili. Sembrano passare proprio da li, più che dalle segreterie dei partiti, le alleanze e le mosse per il futuro del Veneto. L’incrocio possibile è un po’ complesso, ma cerchiamo di metterlo in ordine. IL QUADRO DEL NORDEST Gli scenari politici, profondamente mutati nel corso degli ultimi anni, non possono più “supportare” l’ipotesi che tutte le regioni del nordest siano a trazione leghista. Il friulano Fedriga è stato riconfermato lo scorso aprile, quindi il derby in casa salviniana si gioca tutto tra Lombardia e Veneto. I bene informati sono pronti a giurare che il Capitano, Matteo Salvini abbia già scelto: senza terzo mandato per Zaia sarà il Veneto a essere sacrificato per mantenere a Milano, sul Pirellone, ben visibile il vessillo legista con l’Alberto da Giussano. A questo punto il Veneto toccherebbe, senza ombra di dubbio, a Fratelli d’Italia e la Presidente Giorgia Meloni sembra che stia trattando in prima persona il dossier. Un cambio epocale che l’attenta premier non vorrebbe fosse anche traumatico sopratutto per la tenuta del rapporto con gli alleati di Governo. Ecco perché l’orientamento in casa FdI sarebbe quello di scegliere un candidato il più “civico” possibile. L’OPZIONE ZOPPAS Il nome giusto per il candidato Presidente della Regione civico, ma in quota Fratelli d’Italia sarebbe quello dell’imprenditore delle acque naturali (tra le altre cose), Matteo Zoppas. Sembra che il giovane imprenditore, dopo che i rispettivi sherpa hanno avvicinato le parti, abbia ricevuto la proposta direttamente da Giorgia Meloni: Zoppas sarebbe molto allettato dalla possibilità. Chi sta gettando acqua sul fuoco e spegnendo, in un certo senso, gli entusiasmi sarebbe la famiglia
dell’imprenditore che non vedrebbe di buon occhio un’esposizione diretta in politica. Dalle parti di Fratelli d’Italia sembrano essere consapevoli di quanto l’opzione Zoppas, per quanto sia la preferita, sia tutt’altro che certa, quindi il lavoro di scouting per il Presidente non si è fermato. Staremo a vedere. PRESIDENZIALISMO E TERZO MANDATO Presidenzialismo e Terzo Mandato potrebbero essere fortemente intrecciati tra loro molto più di quanto non possa apparire ad un primo sguardo. Alcuni esponenti dei gruppi parlamentari leghisti hanno, infatti, protocollato un disegno di legge, poche settimane addietro, attraverso il quale consentire ai presidente di Regione di proporsi per un terzo mandato. Poteva sembrare una mossa simbolica più che sostanziale, ma quando a distanza di poche settimane la Premier Meloni ha aperto il dibattito sulla riforma in chiave presidenzialista dell’ordinamento istituzionale, più di qualcuno ci ha visto un nesso. Lo scambio, infatti, potrebbe essere: voto per il Presidenzialismo in cambio dell’introduzione del terzo mandato per i presidente di Regione. Una condizione, questa, che rimetterebbe prepotentemente in gioco Luca Zaia che non ha mai fatto mistero di avere come priorità per il proprio futuro politico proprio il confermarsi alla guida della Regione Veneto. Del resto alla pattuglia leghista veder arrivare prima il Presidenzialismo che il Federalismo è assolutamente indigesto. Sul terzo mandato ai presidente di Regione potrebbero trovarsi, inoltre, anche delle importanti convergenze. Elly Schlein, da sempre contraria, potrebbe rivedere, in una fase di debolezza, la sua convinzione: tutto sommato anche alla leader Dem potrebbe fare comodo, nonostante le profonde divergenze politiche e personali, non aprire fronti con Michele Emiliano, presidente della Puglia, Stefano Bonaccini in Emilia
Dall’alto a sinistra, in senso orario: Matteo Zoppas, Alessandra Moretti, Elena Donazzan e Luigi Brugnaro
Romagna e soprattutto Vincenzo DeLuca in Campania. Non ricandidarli, infatti, metterebbe, infatti, seriamente a rischio la conferma al centrosinistra di tre regioni fondamentali per le sorti della stessa segretaria dei Democratici. LA CORSA ALLE EUROPEE Se a Zaia non fosse consentito il terzo mandato (nel suo caso sarebbe il quarto , ma la legge sul limite dei mandati è entrata in vigore dopo che il primo giro a Palazzo lo aveva già completato) sarà lui, con ogni probabilità, la punta di diamante della corsa leghista a Bruxelles. Sempre in casa Lega sarà impegnata a cercare la riconferma, invece, ci sarà Rosanna Conte. Grandi movimenti nel PD. Ci riproverà, senza dubbio, Alessandra Moretti, non dovrebbe essere della partita, invece, l’altro vicentino, Achille Variati. Insieme a loro si
sussurra, anche, delle possibili candidature di Alessandro Zan, alfiere dei diritti civili, e della veronese, già parlamentare Alessia Rotta. Potrebbero esserci anche candidare “civiche” legate al mondo della cultura o pescate da Il Veneto che Vogliamo, formazione distante dal PD, ma affine alla segretaria Schlein. Fratelli d’Italia sembra intenzionata a schierare l’assessore regionale, Elena Donazzan che potrebbe correre in ticket con l’avvocato trevigiano, Fabio Crea. Per quello che riguarda Forza Italia molto dipenderà come andranno i congressi provinciali, ancora non convocati. La nuova era targata Flavio Tosi, non è un mistero, sta producendo un certo subbuglio: si sono avvicinati ai forzisti molti leghisti delusi, tra i quali l’ex vicepresidente della Regione, Gianluca Forcolin e lo scontro con i Berlusconiani doc non ha ancora un vincitore annunciato.
LA VARIABILE BRUGNARO Se Zaia andasse realmente in Europa perché privato del terzo mandato, o facesse realmente un pensierino a candidarsi sindaco di Venezia come ventilato da alcuni ambienti nelle scorse settimane, Luigi Brugnaro potrebbe essere l’alternativa della Meloni in caso di rifiuto di Zoppas. È pur vero che Brugnaro ha un proprio movimento politico, Coraggio Italia, ma difinirlo uomo di partito in senso stretto appare eccessivo. Ecco perché Brugnaro potrebbe rispondere all’identikit di uomo di impresa non legato direttamente a formazioni politiche nazionali, ma collocato stabilmente nel centrodestra e con il valore aggiunto di avere una certa esperienza amministrativa visti i due mandati da sindaco di Venezia. Il diretto interessato pare coltivi questa ambizione da tempo e i viaggi a Roma dei suoi uomini di fiducia si starebbero facendo sempre più frequenti.
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Regione
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Un nuovo piano. Per la segretaria del Pd “la politica è stata latitante mentre l’emergenza abitativa cresceva”
Elly Schlein a Mestre per le politiche abitative: “Immaginiamo la casa come un diritto fondamentale” S
ono tanti i punti toccati dal “Piano nazionale per il diritto alla casa” del Partito Democratico, presentato nelle scorse settimane all’M9 di Mestre nel corso di un convegno che ha visto la partecipazione anche della segretaria del partito Elly Schlein. Innanzitutto, l’incremento dell’offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica, senza però prevedere ulteriore consumo di suolo. “Il piano casa del Pd – ha specificato Schlein – parte dalla rigenerazione urbana, dalla riqualificazione del patrimonio esistente nell’immediato: in tempi molto brevi possiamo ridurre le liste d’attesa e dare una casa a chi ne ha diritto e ancora lo sta aspettando”. Tra gli aspetti centrali anche la visione della casa in un’ottica integrata, “come punto dove convergono giustizia sociale e giustizia climatica”, che per questo necessita di politiche che abbassino bollette ed emissioni clima alteranti. Altro nodo cruciale quello della reintroduzione del Fondo per l’affitto: “Le risorse vanno rein-
serite e triplicate per sostenere le famiglie che sono scivolate verso una povertà assoluta che impedisce loro di pagare l’affitto, ma bisogna farlo con misure proporzionate, altrimenti il rischio è quello di mettere le fasce più fragili in competizione tra di loro”. Quindi sul Fondo per la morosità incolpevole: “Le politiche pubbliche possono fare moltissimo per dare garanzie sulle eventuali morosità e per ricostruire quel rapporto di fiducia tra proprietari e inquilini che è fondamentale”. La segretaria del Pd ha quindi evidenziato la necessità impellente di agire anche per regolamentare il mercato degli affitti brevi “che stanno avendo un effetto distorsivo sul mercato”. Per la Schlein la situazione abitativa di una grande città come Venezia è però diversa da quella di Firenze, Milano o Bologna, così come è differente l’esigenza abitativa delle aree interne rispetto a quelle montane. “Non possiamo pensare di scrivere a Roma politiche che si adattino ai bisogni di territori e comunità che sono diverse: la politica deve
La platea all’M9 di Mestre durante il convegno del Pd
riabbracciare questa consapevolezza e scrivere politiche su misura” ha detto. Il tema casa è però ormai sempre più anche terreno di scontro politico: la segretaria Schlein ha infatti affermato di essere rimasta “colpita” leggendo l’annuncio del ministro Salvini “sul primo tavolo su un piano per la casa entro la fine di quest’anno” e dal palco ha dichiarato: “Se aspettiamo Salvini, non vedremo nulla sulla casa nemmeno in questa legislatura. Per fortuna che c’è il Pd che ha fatto un percorso di quattro o cinque mesi per arriva-
re ad alcune proposte concrete”. In sostanza, la casa insieme al salario minimo diventa il secondo tema che caratterizzerà la politica del Partito Democratico su cui Schlein è convinta che “si possano trovare importanti convergenze con le altre forze di opposizione”. “Io credo che serva un piano nazionale, ma soprattutto una politica che senta l’esigenza di fare proprio questo tema e che risponda al cambiamento dei bisogni abitativi delle persone in Italia” ha dichiarato in chiusura la segretaria del Pd.
Tra punti toccati, anche le difficoltà degli studenti fuori sede per cui “il diritto alla casa non soddisfatto diventa un ostacolo anche al diritto allo studio”, apprezzamento per le esperienze di co-housing “che possono essere uno strumento per preservare l’autonomia delle persone disabili o anziane” e un incoraggiamento alla creazione di un ministero ad hoc “per evitare di vedere diventare la casa la cenerentola di altre politiche dove è più facile andare a tagliare i nastri alle inaugurazioni”. Marika Andreoli
Elezioni, Ciambetti: “La par condicio è una legge ormai superata” A pochi mesi dal ritorno alle urne per le elezioni europee e amministrative il dibattito politico in Veneto investe anche la legge sulla “par condicio” che regola l’informazione durante le campagne elettorali. Per Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale del Veneto, “la par condicio è una legge superata dai tempi: facilmente aggirata, è resa obsoleta anche dai social media, che consentono un dialogo non filtrato con gli elettori e moltiplicano il messaggio politico anche con risvolti non esattamente positivi, come le
Roberto Ciambetti
fake news”. Lo ha detto in apertura del consegno promosso dal Corecom, il comitato regionale per le comunicazioni del Veneto. “Ciò che colpisce, - ha aggiunto Ciambetti - è che nello scenario dell’era informatica, tra social e intelligenza artificiale, big data ed effluvio di informazioni, la propaganda politica sia regolamentata da una legge obsoleta. La Par Condicio funziona bene nella gestione delle controversie nella propaganda politico-amministrativa locale.
Tuttavia, paradossalmente, sono toccati dalla norma tutti i candidati delle elezioni in cui i cittadini esprimono le preferenze, principalmente le elezioni amministrative comunali, le Regionali e quelle Europee: e questo è un vero e proprio “vulnus”, perché, per assurdo, una norma nata per difendere l’accesso democratico al mezzo televisivo, per garantire condizioni eque e di parità tra i soggetti della politica, oggi colpisce la democrazia e non tutela i cittadini. L’auspicio che faccio è che questa legge venga rivista”.
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Regione
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Le consultazioni. L’assessore Calzavara: “Passo importante, nel segno della democrazia diretta”
Referendum sulle fusioni di Comuni, promossi due progetti su quattro Nasceranno Santa Caterina d’Este (Padova) e Setteville (Belluno), da valutare il risultato tra Sovizzo e Gambugliano, no alla fusione tra Polesella e Guarda
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ue fusioni approvate e due bocciate: i ventimila veneti chiamati alle urne per i referendum in otto Comuni si sono espressi a favore del “matrimonio” fra enti locali nel padovano e nel bellunese. Non passano invece le altre due proposte nel rodigino e nel vicentino. Questa prima tornata del referendum regionale consultivo con la nuova legge porta alla nascita di due nuovi Comuni. Nella bassa padovana Santa Caterina d’Este conterà 2350 abitanti dalla fusione di Carceri e Vighizzolo d’Este. In provincia di Belluno nasce Setteville, con 5793 abitanti, tra Quero Vas e Alano di Piave. Il più soddisfatto, oltre ai proponenti dei progetti di fusione, è l’assessore al bilancio e agli enti locali Francesco Calzavara: “L’abbassamento del quorum
di partecipazione ha sicuramente incentivato la partecipazione dei cittadini che hanno dimostrato interesse e adesione a questo importante istituto di democrazia diretta. Questo risultato dimostra quanto sia importante continuare a ragionare sulla razionalizzazione della governance, individuando la dimensione media ottimale degli enti in grado di assicurare anche tutte le funzioni comunali – prosegue Calzavara -. Il Veneto, con i suoi 563 comuni, è la terza regione per numero di comuni, di cui 181 con meno di 3mila abitanti e in uno scenario decennale, circa 130 Comuni veneti sotto i 10mila abitanti avranno serie difficoltà ad erogare servizi efficienti sul proprio territorio. La consultazione è stata il primo piccolo passo, ma importante, per raggiunge-
Francesco Calzavara
re questo risultato”. Nel padovano Tiberio Businaro, sindaco di Carceri, plaude alla fusione con Vighizzolo: «Da due genitori è nata una figlia: Santa Caterina d’Este. Ora, il progetto che portiamo avanti dal 2011 diventerà realtà. Una lunga genesi, con tanti ostacoli, ma ci abbiamo creduto sino in fondo ed i cittadini lo hanno fatto con noi. I cittadini di Santa Caterina d’Este avranno
molti benefici, sarà un Comune inclusivo, aperto e che potrà disporre di fondi e di servizicontinua Businaro - Il territorio potrà crescere e desideriamo essere un esempio anche per altri Comuni. I cittadini ci hanno premiato, siamo stati ascoltati e ora dimostreremo con i fatti e con la concretezza che hanno fatto la cosa giusta nel votare “si” alla fusione. Saranno le due comunità che faranno crescere questa nuova figlia. Vorrei inoltre tranquillizzare i nostri residenti. Non chiuderà nessuna delle due sedi comunali ed anche i servizi ai cittadini resteranno tali ed anzi, verranno incrementati. Le poste e le farmacie resteranno tali ed avremmo a disposizione un vigile in più”. Per quanto riguarda i due progetti bocciati, bisogna fare una distinzione. Mentre a Polesella non è stato raggiunto il quorum (27%, con la maggioranza di “sì”) a Guarda è stato raggiunto, ma ha vinto il no, per cui non passa il referendum
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sulla fusione. “Per certi versi è il risultato più sorprendente – specifica l’assessore Calzavara -: nonostante ci fosse l’unanimità dei consigli comunali si è forse dato per scontato l’esito, non comprendendo anche le legittime contrarietà”. Diverso ancora quanto successo tra Sovizzo e Gambugliano. Mentre a Gambugliano è stato raggiunto il quorum con il 64% di sì, nel comune di Sovizzo sono mancati solamente 25 voti al raggiungimento del quorum, con la maggioranza di cittadini che hanno espresso il voto favorevole alla proposta di fusione (il sì è 94,17% il no 5,83%). In questo ultimo caso, la legge regionale dà facoltà al Consiglio della Regione del Veneto di effettuare una valutazione complessiva sul referendum, considerato che hanno partecipato al referendum una percentuale non inferiore a 5 punti rispetto al quorum previsto. Giada Zandonà
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NATALE 2023
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PADOVA si veste di
luci e colori per accendere la magia del Natale in città
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’atmosfera e la magia della festa più attesa dell’anno sono pronte ad invadere Padova. Conto alla rovescia per la suggestiva atmosfera di luci e decorazioni tipiche del Natale. Ad accompagnare il Black Friday, il 24 novembre, saranno le 60 installazioni previste ad illuminare i principali palazzi comunali quali Palazzo Moroni, Loggia Amulea, il Teatro Verdi, e poi gli alberi di Prato della Valle, alcune principali delle principali rotonde e le piazzette di tutti i quartieri. A queste luci si uniranno le tradizionali luminarie dei negozianti che attraversano le strade, sostenute anche dai contributi che il Comune ha erogato con apposito bando pubblico concluso a inizio novembre. Un segnale di attenzione al risparmio energetico viene dalla decisione del Comune di adottare per tutte le luci la tecnologia LED a basso impatto. Per completare l’atmosfera natalizia il tradizionale appuntamento, il 2 dicembre dalle 16.30, con l’accensione dell’albero di Natale, quest’anno a cura di Tigotà. L’evento si aprirà con un coro Gospel e i saluti istituzionali che accom-
Il 24 novembre si accenderanno le prime luci di Natale. Ma è il 2 dicembre che il Natale inizierà ufficialmente in città, con l’accensione del grande albero posizionato davanti a Palazzo Moroni. pagneranno l’accensione dell’elemento più iconico del nostro Natale. E poi a ruota l’inaugurazione dei mercatini, gli spettacoli di videomapping, la pista di pattinaggio e tutte le attività che da anni trasformano Padova in un irresistibile polo di attrazione durante le festività natalizie. La città si popolerà di mercatini durante il periodo delle feste, il Natale toccherà quasi tutto il centro storico con le sue casette di legno. In uno degli scorci più tipici di Padova, da sabato 25 novembre si riaccenderà l’atmosfera natalizia fino a domenica 7 gennaio. Torna
anche quest’anno il “Villaggio di Babbo Natale”, promosso da Ascom Confcommercio all’interno di Piazza Eremitani. Mercatino natalizio, allestimenti a tema, giostre per i più piccoli, la casetta ospiterà Babbo Natale e poi ancora attività di animazione itinerante che riguarderà tutto il centro storico. E poi ancora “Fiera di Natale” dall’8 dicembre al 7 gennaio con le bancarelle tradizionali in centro nelle piazze. Infine, ci sarà il famoso “Natale Artigiano” in piazza Capitaniato dal 7 dicembre al 7 gennaio, che da oltre vent’anni espone creazioni artistiche realizzate comple-
tamente a mano da circa una quarantina di artigiani. C’è grande attesa per “Il trenino di Natale” che dal 25 novembre percorrerà le vie della città. Un viaggio itinerante in centro storico per assaporare la magia natalizia. Torna, dall’8 dicembre, lo spettacolo delle proiezioni di luci e del videomapping sulle facciate monumentali di Piazza delle Erbe, Piazza della Frutta, Piazza dei Signori e sulla Chiesa di Sant’Antonino all’Arcella. Le luci esalteranno le linee architettoniche dei monumenti e ci porteranno a fare un viaggio nella storia della città. A Natale a Padova non può mancare la pista di pattinaggio su ghiaccio per passare una serata con gli amici o con tutta la famiglia. Novità di quest’anno, nella magnifica cornice di Prato della Valle dal 26 novembre al 28 gennaio, arriva una grande pista di pattinaggio di 600 metri quadrati. Tutto questo per accompagnare i cittadini e chi sceglierà di venire a trascorrere le festività in Veneto con un vero e proprio spettacolo di luci da guardare con il naso all’insù.
Imprese & imprenditori
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PROTAGONISTI A NORD EST Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di
“Futuro in costruzione”: l’evento targato Tecno Crane per parlare di sostenibilità ai professionisti dell’edilizia I protagonisti: Tecno Crane Sabato 21 ottobre, nella cornice moderna e suggestiva del Kube in Piazza Aldo Moro a Padova si è svolto un nuovo appuntamento di SopraTutto, il ciclo di eventi ideato da Tecno Crane, società padovana specializzata in vendita, noleggio e assistenza gru edili. Una realtà virtuosa che negli ultimi anni ha voluto aprire un dialogo con imprese e professionisti del settore edile presenti sul territorio attraverso un format dedicato a chi vive e respira il mondo dei cantieri. L’obiettivo di Tecno Crane è quello di fornire spunti di riflessione su tematiche di attualità e del futuro che riguardano l’edilizia e che possano aiutare le realtà del settore a cresce-
re e, insieme, contribuire a far evolvere il settore stesso. Un percorso di formazione da portare avanti di volta in volta sotto la guida di relatori esperti delle tematiche proposte. Il tema e i protagonisti Per l’evento di ottobre, Tecno Crane ha scelto di mettere al centro il tema della sostenibilità e dell’importanza di una visione a lungo termine con il titolo “Futuro in costruzione. Idee e opportunità per un’edilizia più sostenibile”. Nicola Pizzeghello, Fondatore di Tecno Crane, ha aperto l’incontro ringraziando i numerosi partecipanti, spiegando l’importanza della formazione e la scelta di portare avanti un’iniziativa come
quella di SopraTutto. Tra i relatori, quest’anno Tecno Crane ha avuto il piacere di ospitare l’Ing. Stefania Presta, ESG Specialist di Spinlife, spin-off dell’Università di Padova e il Dott. Natalino Priscoglio, Presidente dell’Org. Paritetico Nazionale “INTESAIMPRESA”. A moderare l’evento è stato l’Architetto Fabrizio Parati, Direttore editoriale della rivista leStrade e Collaboratore della rivista Costruzioni. Presta nel suo intervento ha parlato delle 3 dimensioni della sostenibilità (ESG - Ambientale, Sociale e di Governance), delle tappe storiche che hanno portato a questa definizione e degli accordi internazionali come l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l’Accordo di Parigi del 2015. Inoltre, ha illustrato le novità introdotte dalla recente Direttiva Europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) sul bilancio d’esercizio e le informazioni di carattere non finanziario. Nozioni utili non solo per una migliore gestione di imprese e progetti ma anche per attrarre nuovi investitori. Il Dott. Priscoglio, invece, forte di una preparazione ed una vasta esperienza in campo economicofinanziario, ha introdotto il tema degli investimenti sostenibili e di come mercato e istituzioni europee
TECNO CRANE SRL
spingano verso un nuovo modello di sviluppo anche attraverso finanziamenti e investimenti dedicati. Il legame tra sostenibilità, territorio e comunità La sostenibilità è un tema che si intreccia fortemente anche con il territorio e la comunità che lo abita. Consapevole di questa connessione, Tecno Crane ha invitato i rappresentanti di Casa Priscilla ODV, un’importante Organizzazione di Volontariato con sede a Padova che, dal 2001, assiste minori, mamme, donne e famiglie in difficoltà. Durante l’evento, il Dott. Nicola Bernardi, Resp. educativo, Maria Parolin, Presidente di Casa Priscilla ODV e Daniela Pavin, membro del consiglio direttivo, hanno presentato il progetto della nuova sede totalmente sostenibile
e autonoma dal punto di vista energetico. Un’opera che stanno completando anche grazie a donazioni e a fondamentali collaborazioni con imprese come Tecno Crane. Una guida per il settore Anche quest’anno, l’appuntamento di SopraTutto è stato un successo. Tante le soddisfazioni per Tecno Crane, dalla nutrita presenza di clienti e collaboratori, all’interesse generale che il tema e i relatori hanno suscitato nel pubblico, che fanno già pensare con entusiasmo al prossimo anno. Tecno Crane ha dimostrato, così, di poter essere una guida autorevole per la discussione di tematiche importanti che riguardano il settore dell’edilizia, in grado anche di ispirare altre imprese e professionisti.
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NOVEMBRE 2023
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Il Rapporto sulle nascite in Italia
I parti nel 2022, meno cesarei e maggiore ricorso alla fecondazione assistita
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Mamme in età sempre più avanzata ma molto più controllate
’ 89% dei parti nel 2022 è avvenuto in Istituti di cura pubblici, il 62,2% in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui. Il 20% delle madri sono straniere. L’età media al primo figlio è per le donne italiane superiore a 32 anni. È quanto risulta dal Rapporto sull’evento nascita in Italia, realizzato dall’Ufficio di Statistica del Ministero, presentato a fine ottobre. La rilevazione – istituita dal Decreto del Ministro della sanità 16 luglio 2001, n. 349 – costituisce a livello nazionale la più ricca fonte di informazioni sanitarie, epidemiologiche e socio-demografiche relative all’evento nascita e rappresenta uno strumento essenziale per la programmazione sanitaria nazionale e regionale, con un livello di copertura pressoché totale. I trend 2012 – 2022. Nel Rapporto sono stati introdotti alcuni elementi innovativi, relativi agli andamenti di tendenza, dal 2012 al 2022, delle principali variabili osservate: il luogo del parto, le caratteristiche delle madri, la gravidanza, il parto, il neonato e le tecniche di procreazione medicalmente assistita. La percentuale dei parti pretermine (<37 settimane) passa da circa 7 ogni 100 a 6; aumenta l’età media delle madri al primo figlio (sia per le italiane che per le straniere); l’età media al primo figlio per le donne italiane passa da 31,5 del 2012 a 32,2 del 2022. Prosegue alla pag. seguente
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Patologie dell’anca nei giovani, l’ospedale di Cittadella all’avanguardia nella chirurgia preventiva
Il dr. Paolo Lorenzon al fianco del direttore dell’UOC Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Cittadella, dr. Giovanni Castiello
C
ontrariamente a ciò che di solito si pensa la patologia dell’anca non è un problema legato solo alla popolazione anziana. Di fatto “le patologie dell’anca si riscontrano anche nei giovani adulti e, persino, negli adolescenti – spiega il dr. Giovanni Castiello, direttore dell’Uoc Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Cittadella dell’Ulss 6 Euganea –; la prevenzione gioca quindi un ruolo fondamentale nel trattamento dell’artrosi giovanile e rappresenta da sempre, per il nosocomio cittadellese, uno dei fiori all’occhiello”. Uno studio mirato della patologia porta a una maggiore comprensione di questi disturbi e al loro eventuale trattamento chirurgico in fase iniziale (pre-artrosica) evitando così la necessità di una protesi d’anca e permettendo un’ottima ripresa delle proprie attività senza dolori o disturbi. ”A partire dal 2019 – prosegue il dr. Castiello –, è stata ulteriormente intensificata l’attività di chirurgia conservativa dell’anca volta a impedire lo svi-
luppo dell’artrosi nel paziente giovane; questo tipo di chirurgia, altamente specialistica e realizzata in pochissimi centri in Italia, è praticata dal dr. Paolo Lorenzon, che si avvale di metodiche all’avanguardia ispirate alla scuola del prof. Reinhold Ganz di Berna, uno dei massimi esperti mondiali su questo tema”. Un esempio è “l’impingement femoro acetabolare”, dove un eccesso d’osso sul versante femorale o acetabolare limita i movimenti creando continui microtraumi che finiscono per portare all’artrosi. In tal caso, un’asportazione chirurgica di questo eccesso d’osso risolve il problema. Allo stesso modo, nelle forme di displasia, l’anca non riesce a funzionare correttamente per un insufficiente sviluppo dell’acetabolo. Un nuovo orientamento di questo elemento del bacino, ottenuto tramite apposite osteotomie, è sufficiente per ripristinare la corretta funzione dell’articolazione. Anche malattie dell’anca nell’accrescimento come esiti di epifisiolisi e morbo di Perthes possono beneficare di questa chirurgia.
I nati nel 2022, meno cesarei e maggiore ricorso alla fecondazione assistita Segue dalla pag. precedente Per le donne straniere l’età media al primo figlio passa da 27,7 a 29,2 anni. Aumenta notevolmente il numero di visite di controllo effettuate in gravidanza, così come le ecografie (seppur meno marcatamente); nel 91,9% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 mentre nel 76,7% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. Per l’amniocentesi invece la percentuale delle madri con più di 40 anni, che ricorre a questa tecnica diagnostica, passa dal 33% del 2012 al 6% del 2022 (e si riduce drasticamente per tutte le classi di età analizzate). Anche la percentuale di parti cesarei si riduce, passando dal 36% del 2012 al 31% circa del 2022, effetto diversificato a seconda della tipologia di struttura ospedaliera dove essi avvengono. La percentuale di donne che ricorre alla fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell’utero (Fivet) passa dal 37% del 2012 al 48% dell’anno 2022 e continua ad essere la tecnica più utilizzata; aumenta invece solo lievemente la percentuale di chi ricorre al metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (Icsi). Nel complesso i parti con procreazione medicalmente assistita Pma aumentano del 73% nel periodo considerato, ma diminuisce notevolmente la percentuale di parti plurimi in gravidanza con Pma (21% nel 2012, 9% nel 2022). Continua il fenomeno della denatalità (535.428 nati totali nel 2012, 393.997 nel 2022), ma diminuisce (seppur lievemente) la percentuale di nati morti. Dove partoriscono le donne in Italia. L’ 89,0% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati, il 10,8% nelle case di cura e solo lo 0,15% altrove (altra struttura di assistenza, domicilio, etc.). Nelle Regioni in cui è rilevante la presenza di strutture private accreditate rispetto alle pubbliche, le percentuali sono sostanzialmente diverse. Il 62,2% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui. Le caratteristiche delle madri. Nel 2022, circa il 20% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana. Tale fenomeno è più diffuso nelle aree del Paese con maggiore presenza straniera, ovvero al Centro-Nord, dove più del 26% dei parti avviene da madri straniere. Le aree geografiche di provenienza più rappresentate, sono quella dell’Africa (28,7%) e dell’Unione Europea (19,6%). Le madri di origine Asiatica e Sud Americana costituiscono rispettivamente il 19,3% e il 7,9% delle madri straniere. Delle donne che hanno partorito nel 2022 il 42,5% ha una scolarità medio alta, il 22,7% medio bassa e il 34,8% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (41,3%). L’analisi della condizione professionale evidenzia che il 58,6% delle madri ha un’occupazione lavorativa, il 24,7% sono casalinghe e il 14,5% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. I neonati. Lo 0,9% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6,2% tra 1.500 e 2.500 grammi. Nei test di valutazione della vitalità del neonato tramite indice di Apgar, il 98,5% dei nati ha riportato un punteggio a 5 minuti dalla nascita compreso tra 7 e 10. Sono stati rilevati 994 nati morti corrispondenti a un tasso di natimortalità, pari a 2,4 nati morti ogni 1.000 nati, e registrati 4.332 casi di malformazioni diagnosticate alla nascita.
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Disturbo e contrasto al gioco d’azzardo. Una iniziativa dell’azienda Ulss 5 Polesana
Il teatro diventa un palcoscenico per conoscere e vincere le dipendenze
Adria e Lendinara hanno ospitato i due spettacoli teatrali sul tema: lo scopo è far capire i meccanismi che vincolano le persone che soffrono di questa patologia, anche ai più giovani
“E
tu conosci un giocatore? Io credevo di no, poi ho aperto gli occhi e mi sono ritrovato lontano dalla realtà, lontano da tutti, lontano da me, non so come sia successo ma il giocatore ero io “, è questo il tema dello spettacolo gratuito “Partita Aperta. Il modo più sicuro per ottenere nulla da qualcosa”, che la Compagnia Teatrale Anime Specchianti ha messo in scena lo scorso 11 novembre nella splendida cornice del Teatro Comunale “Ballarin” di Lendinara. Lo spettacolo è stato organizzato dal Dipartimento per le Dipendenze e si è svolto sotto il patrocinio della Città di Lendinara e del Comune di Rovigo. “Lo spettacolo rientra tra gli obiettivi dell’Azienda Ulss 5 Polesana nell’ambito del Piano Provinciale di prevenzione e contrasto al Disturbo da Gioco d’Az-
zardo per l’anno 2023 - spiega la Dott. ssa Valentina Pavani, Direttore del SerD di Rovigo - Le attrici della compagnia, Martina Cicognani, Francesca de Lorenzi, Giorgia Massaro e Chiara Nicastro hanno creato un percorso attraverso gli stati d’animo e le emozioni che provocano la dipendenza da gioco d’azzardo, cercando di far capire al pubblico i meccanismi che vincolano le persone che soffrono di questa patologia, indicando come superarli e dove cercare le opportunità per chiedere aiuto”. “Un momento di grande valore artistico ma anche profondamente intimo ed umano che vuole sensibilizzare la cittadinanza sul tema del gioco d’azzardo, tema delicato e dalle enormi ripercussioni a livello personale, famigliare e sociale” ha confermato Direttore dei
i tuoi specialisti del sorriso Oggigiorno la tecnologia, l’informatica e la comunicazione digitale pervadono la nostra quotidianita, e anche all’interno del nostro studio dentistico, ormai, sono sempre piu frequenti. Computer, macchine fotografiche, firme digitali e molto altro, sono all’ordine del giorno, ma la vera novita all’interno dello studio dentistico PERRI BELLOMO é stata l’ingresso degli scanner intraorali e delle impronte digitali
Servizi socio – sanitari dottor Marcello Mazzo. “L’azzardo del giocoliere”, invece, è lo spettacolo teatrale a cura di Federico Benuzzi che si è svolto lo scorso 7 novembre presso il teatro B. C. Ferrini di Adria. Lo spettacolo era dedicato agli istituti scolastici. Si sono svolti anche gli incontri con gli studenti, a cura degli
operatori del Dipartimento per le Dipendenze e dell’Ambulatorio per i Disturbi da Gioco d’Azzardo dell’Azienda ULSS 5 Polesana. “Una lodevole iniziativa che punta a sensibilizzare la cittadinanza e, soprattutto i giovani – ha commentato il Direttore Generale dell’Aulss 5 Polesana, Dott.ssa Patrizia Simionato - Un plauso
LA RIVOLOZIONE DIGITALE IN ODONTOIATRIA
Si possono inoltre combinare I dati digitali di scansioni con radiografie e foto dei pazienti per programmare casi complessi in sicurezza o previsualizzare il risultato ottenibile in caso di riabilitazioni estetiche. Altri vantaggi sono la velocita di comunicazione con il nostro laboratorio odontotecnico che riceve in tempo reale le informazioni necessarie alla realizzazione dei dispositivi protesici.
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Conclusioni
passa al sistema di ultima Come funziona Veneto24 l’impronta digitale? generazione DAB che permette di ascoltare anche Il nostro scanner intraorale, e´una sorta di telecamera, la radio con una qualità audio perfetta. che permette attraverso un fascio Luminoso di acquisire un’impronta ottica delle arcate dentarie. In pochissimi minuti riusciamo ad ottenere un immagine virtuale altamente www.veneto24.it precisa. Il dott Perri (specialista in Ortodonzia) ha inserito questa metodica per pianificare tutti i casi ortodontici in un flusso completamente digitale, mentre il dott Bellomo (esperto in Protesi ed Implantologia) utilizza quotidianamente lo scanner per realizzare corone, ponti o pianificare interventi di implantologia avanzata.
agli operatori del nostro Servizio per le Dipendenze, non solo per l’instancabile lavoro a sostegno del paziente, ma anche per l’organizzazione di eventi fondamentali che, con i linguaggi dell’arte, accompagnano la popolazione e gli studenti nella comprensione e prevenzione di un fenomeno delicato e impattante come il gioco d’azzardo”.
Quali sono i vantaggi del digitale? Con questa tecnologia riusciamo ormai ad evitare nel nostro ambulatorio l’utilizzo di fastidiose paste da impronta che dovevano indurire lentamente in bocca e che risultano spesso poco tollerate. Possiamo inoltre comunicare con I nostri pazienti in maniera piu chiara e coinvolgente, potendo mostrare la loro bocca in uno schermo a colori e potendoci anche muovere all’interno di essa.
Nella nostro studio abbiamo sempre cercato di essere al passo con I tempi e di guardare Avanti, investendo nella tecnologia migliore per garantire ai nostri pazienti le cure dentali piu adeguate. Da subito il mondo digitale ha fatto parte della nostra realta e ci permette di condividere e mostrare ai nostri pazienti quello che e´possibile fare oggigiorno, coinvolgendoli maggiormente per raggiungere insieme un ottimo risultato.
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Turismo sociale e inclusivo. L’Ulss 6 Euganea e 16 Comuni del territorio promuovono una progettualità condivisa
Le buone pratiche per rendere accessibili a tutti le Terme e i Colli
Con il progetto finanziato da Regione Veneto e Ministero per le Disabilità si vuole sviluppare una piattaforma organizzativa condivisa per mettere a sistema iniziative per un turismo “all included”
Sintonizzati sul futuro. Veneto24 passa al sistema di ultima LUX TANATO generazione DAB ACADEMY che permette ascoltare anche radio con una Il di laboratorio formativo di Lux la Tanato Academy mette qualità audio perfetta. a disposizione di privati e Imprese Funebri la possibilità di partecipare a corsi di formazione su Tanatoestetica, Tanatoplastica (con uso dell’aerografo) e Tanatoprassi. I partecipanti avranno anche la possibilità di apprendere tecniche estetiche avanzate di trattamento della Ascolta salma come l’occultamento di cicatrici e deturpazioni e il trattamento di pallore e altre variazioni di colore.
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endere il nostro territorio, con le sue bellezze naturali, artistiche, architettoniche, accessibile veramente a tutti: si può fare? L’Ulss 6 Euganea ci crede con convinzione e nell’ultimo anno ha contribuito a costruire solide basi. Lo stato dell’arte è stato tracciato a Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia dove si è svolto l’evento regionale “Turismo Sociale Inclusivo”, progetto finanziato dalla Regione del Veneto e dal Ministro per le Disabilità che ha promosso, a livello regionale, le buone pratiche per agevolare l’accessibilità e la più ampia ospitalità dei turisti portatori di handicap e dei loro familiari e caregiver. Per lo sviluppo di questa progettualità, l’Ulss 6 ha coinvolto il Comune di Montegrotto Terme in qualità di partner per i 16 comuni del territorio Terme Colli dell’Organismo di Gestione della Destinazione Turistica, impegnati con l’obiettivo di incrementare l’accessibilità alle località turistiche del territorio per le persone con disabilità (motoria, sensoriale, psichica) attraverso interventi strutturali, modalità di comunicazione e opportune attrezzature. E’ stata predisposta una guida ai punti di interesse accessibili dell’Anello Ciclabile Colli Euganei E2, promosso un corso per operatori turistici, coinvolte oltre duecento persone con disabilità in
attività ricreative, esperienze inclusive e tirocini lavorativi. E’ stato inoltre presentato il sito web “Tutti inclusi”, piattaforma che consentirà di conoscere e partecipare alle attività, noleggiare cicli per percorrere i tratti dell’E2, richiedere tirocini lavorativi. “L’obiettivo di questo sforzo condiviso è sviluppare – ha detto il Direttore generale dell’Ulss 6 Euganea, Paolo Fortuna aprendo l’evento regionale, alla presenza dell’assessore alla Sanità e al Sociale della Regione del Veneto, Manuela Lanzarin - una piattaforma organizzativa condivisa capace di mettere a sistema iniziative nel campo del turismo a volte molto interessanti ma non ancora amalgamate in modo organico. Grazie al sostegno della Regione del Veneto, l’Ulss
6 ha l’occasione per dare concretezza assieme agli altri stakeholders coinvolti – enti e imprese locali, strutture ricettive, enti del terzo settore, associazioni di volontariato – alla progettazione e promozione di un turismo “all included”, nessuno escluso”. “Il progetto della nostra Azienda consiste – ha evidenziato il Direttore sociosanitario Maria Chiara Corti - nel trasformare il concetto ormai entrato familiare nelle nostre esperienze turistiche dell’ “all inclusive”, pacchetti tutto incluso, in un turismo “all included”, nessuno escluso, attraverso lo sviluppo e il potenziamento della cultura dell’inclusione tra gli operatori turistici e culturali per una migliore accoglienza delle persone con disabilità”.
Un esperimento di accessibilità per scoprire che le barriere sono anche paura e pregiudizio
LU X TA N AT O
Uno scalino, una rampa, un ascensore, un gradino più alto del normale: tutte cose che diamo per scontate nella nostra vita di tutti i giorni e che possono, invece, rappresentare sfide insormontabili per le persone con disabilità.
sivo”, si è svolto in presenza presso l’Auser di Montegrotto Terme una prova pratica con un “esperimento di accessibilità”: persone normalmente deambulanti, quindi autonome e indipendenti negli spostamenti, hanno sperimentato
scoprire che esistono barriere fisiche ma, prima ancora, atteggiamenti di paura e di pregiudizio che escludono e che sono, in fondo, i primi segnali di discriminazione delle persone con disabilità. “Il lavoro da fare è ancora tan-
Durante l’ultimo appuntamento del corso di formazione che promuove lo sviluppo e la diffusione di buone pratiche per il turismo accessibile delle persone con disabilità e dei loro familiari nel territorio nell’ambito del progetto regionale “Turismo Sociale Inclu-
cosa vuol dire muoversi in carrozzina. Un’esperienza illuminante e sorprendente - fatta all’interno del Comune di Montegrotto Terme, alla presenza del sindaco Riccardo Mortandello, e del vice sindaco, Elisabetta Roetta -, per
to – ha commentato l’assessore Roetta in merito al progetto regionale di “Turismo Sociale Inclusivo” - ma abbiamo capito che l’inclusione è fondamentale per lo sviluppo di una società e anche della sua vocazione turistica. E già questo è un grande passo”.
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Generalmente ci sono alcune condizioni per poter usufruire della metodica a carico immediato: la qualità e la quantità di osso residuo. Nei casi di grosse atrofie o mancanze ci sono delle tecniche che ci permettono di sfruttare l’osso residuo (i famosi impianti inclinati) o di andare a ripristinare i volumi permettendo comunque una riabilitazione immediata fissa. Laddove l’implantologia di tipo tradizionale non fosse possibile ci sono comunque alternative a carico immediato, tipo l’implantologia zigomatica,
Ma è rischiosa, soprattutto nei pazienti con patologie?
La letteratura medica ci ha dimostrato che sia l’implantologia tradizionale che quella a carico immediato sono sovrapponibili sia come risultato che come durata nel temSCARICA L’APP RADIO VENETO24 po. Il carico immediato ci permette di ridurre i tempi chirurgici e operatori, abbassandone i rischi. L’intervento si riduce ad un unico appunAscolta tamento, nel quale vengono tolti gli eventuali denti o protesi rimaste, posizionati gli impianti e prese le impronte o le scansioni per i provvi-
sori fissi. In questo modo i rischi e il post operatorio si riducono in un’unica tempistica, e il decorso risulta più confortevole.
Ma fa male, e per chi ha paura del dentista? Per i pazienti fobici e negli interventi più complessi il clinico si avvale della sedazione cosciente. La sedazione cosciente permette anche a chi ha paura di affrontare il dentista e e migliora anche l’e-ventuale post operatorio. Con il giusto aiuto di farmaci e con semplici raccomandazioni si può tran-quillamente tornare a mangiare e sorridere dalla consegna dei provvisori. La sedazione cosciente, unita ad una semplice terapia antidolorifica e ad una profilassi antibiotica permettono di affrontare anche gli interventi più invasivi.
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CROAZIA
A Spalato c’è più gusto Così Diocleziano “conquista” il Mediterraneo di Renato Malaman
La città dalmata, crocevia di culture e di tradizioni adriatiche, grazie al festival internazionale “Taste the Mediterranean” che ogni anno propone uno stimolante incontro-confronto fra tante cucine e tanti chef del Mare Nostrum, esibisce in modo originale le sue bellezze artistiche, l’esclusività della sua marina, le sue isole ma anche la tipica “gregada” ancora oggi servita nelle caratteristiche konobe di Velj Varos, l’antico borgo spalatino dei pescatori All’imperatore romano Diocleziano, narciso e campanilista com’era, l’idea sarebbe piaciuta molto. Spalato, la sua Spalato, nuova capitale del Mediterraneo. Suona anche bene. Certo, stiamo fantasticando di cucina, mica di imperi. Ma non siamo molto lontani dalla realtà, perché la splendida città dalmata, in tema di gusto e soprattutto di riscoperta dei valori della cucina mediterranea, può dire la sua grazie al successo (confermato nell’edizione svoltasi nelle settimane scorse) del festival internazionale “Taste the Mediterranean”, geniale idea della giornalista croata Ingrid Badurina, responsabile per la Croazia della prestigiosa guida francese Gault e Millau. Il festival ha avuto il triplo merito di portare a Spalato una trentina di affermati chef croati ed esteri (l’ospite d’onore quest’anno era Leonor Espinosa, cuoca e ristoratrice colombiana che lo scorso anno venne eletta miglior chef donna del mondo dalla prestigiosa giuria della World’s 50 Best Restaurants), di far riscoprire i valori della Dieta Mediterranea che, ricordiamo, dal 2014 sono patrimonio Unesco, e di aver messo Spalato sotto i riflettori del grande palcoscenico turistico europeo e internazionale in chiave contemporanea. Spalato, crocevia di culture e di tendenze, dunque, seconda città della Croazia e dalmata nell’anima, venata anche di cultura romana e veneziana, austriaca e pure balcanica, dove la cucina oggi assurge al ruolo di volano di nuove idee, contaminazioni,
ricerca, sperimentazioni… Diocleziano ne godrebbe, visto che a Spalato nacque (quando la città era la romana Salona, di cui oggi vanno visitate le vestigia nell’area archeologica) e perché a Spalato l’imperatore romano visse gli ultimi anni della sua vita (dal 305 al 313 d.C.), lasciando come testimonianza il palazzo che tutt’oggi porta il suo nome, il più grande mai costruito nel periodo dell’antica Roma. Palazzo intorno a cui si sviluppò la stessa Spalato e dove, per tornare al “Taste the Mediterranean”, il festival ha vissuto alcuni momenti glamour, in un clima che, specie sul lungomare e nell’esclusiva marina, ha ricordato la “dolce vita”. Che la cucina sia un buon pretesto, anzi un pretesto gustoso e stimolante, per conoscere meglio il capoluogo dalmata, lo conferma il caratteristico quartiere dei pescatori di Velj Varos, il popolare agglomerato di antiche case di pietra della città, il cui labirinto di viuzze si adagia sui fianchi del monte Marjan. Rione pittoresco il Velj Varos, in cui convivono reliquie d’arte come la piccola chiesa di San Nicola, dell’XI secolo, e tanti esempi di architettura residenziale spontanea. Quartiere dove si affacciano, per tornare al legame con la tradizione gastronomica locale, vecchie konobe, ovvero taverne e osterie dove ancora oggi il piatto più servito è la “gregada”, una zuppa di pesce tipica della Dalmazia che riprende nel suo gioioso miscuglio di pesci, crostacei e mitili il “brodetto” che si consuma da se-
Nella foto grande il lungomare di Spalato con, sullo sfondo, il campanile di San Doimo. Sotto: la tipica “gregada” di pesce, l’anfiteatro romano di Salona, una ricostruzione virtuale del Palazzo di Diocleziano e il manifesto di “Taste the Mediterranean”, festival delle cucine del Mediterraneo
coli anche sull’altra sponda dell’Adriatico, dalla Puglia alle Marche. Ma c’è pure la “pastižada”, che forse qualche lontana parentela con quella veronese ce l’ha, pur essendo diversa. Meraviglie della cucina, che unisce culture e avvicina popoli. Il festival del gusto mediterraneo - che si è avvalso della consulenza di uno chef istriano, Fabrizio Veznaver (a conferma del melting pot culturale che connota la manifestazione), lo scorso anno premiato come il migliore della Croazia – ha messo in luce le ambizioni di Spalato per il futuro. Città dinamica, attiva, che guarda al suo mare come a un orizzonte simbolico quanto concreto. Culturale ed economico. Città che coniuga la bellezza
Sintonizzati sul futuro. PIZZERIA
GRAZIE
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per averci scelto e per continuare a sceglierci
incantevole delle sue isole, da Brazza a Solta (che ha ospitato l’evento clou del festival), all’arditezza di costruzioni contemporanee come la Dalmazia Tower, l’edificio inaugurato tre anni fa che oggi è il più alto della Croazia con i suoi 135 metri. Spalato è tante città in una. Quella romana innanzitutto, di cui il Palazzo di Diocleziano è tappa ineludibile, perché oltre la Porta Aurea si ritrovano tesori come la cattedrale di San Doimo (Svet Duje), nata come mausoleo dell’imperatore, che poi però venne “sfrattato” dal suo sarcofago per lasciare posto al santo; il battistero di San Giovanni con la preziosa fonte battesimale e poi a oriente la Porta Argentea. Anche il quartiere Lucac è
custode di presenze storiche come la chiesa di Santa Clara e il forte veneziano, uno dei tanti che ancora caratterizzano la costa (da non perdere quelli di Kastela). Dall’altra parte della città è piazza della Repubblica, con i suoi portici che ricordano le veneziane Procuratie di piazza San Marco, ad accogliere il visitatore. Il preludio al Palazzo di Diocleziano che ancora oggi abbaglia per le sue dimensioni, la sua arte e la sua… unicità. Come è unico il carattere di Spalato, città sanguigna e passionale, legatissima anche alla sua storica squadra di calcio, l’Hajduk. Quando gioca in casa, lo stadio Poljud ribolle come un’arena... C’è da giurarci: Diocleziano sarebbe fra gli ultras.
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PROTAGONISTI A NORD EST Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di
Volksbank. Il direttore Michele Bonesso racconta l’evoluzione della realtà bancaria altoatesina
Storia di una banca vicina al territorio e alla comunità Ci sono banche e banche. Alcune sono internazionali, più estese e attente ai numeri. Altre invece si distinguono per la loro attenzione al territorio, alla tradizione e alle persone. A quest’ultima categoria appartiene Volksbank, fondata oltre centotrent’anni fa in Trentino Alto-Adige e nel tempo divenuta la banca di fiducia di molti italiani, non solo altoatesini. Della sua storia, ne ha parlato Michele Bonesso, direttore dell’area Venezia-Padova.
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ome nasce Volksbank e come si è evoluta nel tempo? “Siamo una banca storica e di riferimento per l’Alto-Adige, ma negli ultimi trent’anni abbiamo aperto filiali in tutte le zone limitrofe: inizialmente nella parte superiore della provincia di Belluno e nella provincia di Trento e dal 2007 anche nelle province venete di Treviso e Venezia e anche a Pordenone. Un traguardo, questo, non indifferente per una banca come la nostra, che è di fatto una realtà locale, non internazionale. “Nel 2015 abbiamo avviato la fusione con la Banca Popolare di Marostica e questo ci ha permesso di entrare nelle provincia di Vicenza in maniera importante e mettere i primi tasselli nella provincia di Padova, con delle filiali al confine col Bassanese e una filiale in centro città”.
C
osa vi contraddistingue? Quali zone del Veneto sono per voi di maggior influenza? “Padova è uno dei luoghi dove abbiamo le principali linee di investimento per il futuro, perché riconosciamo in Padova delle potenzialità importanti in
termini assoluti, come la ricchezza della provincia, ma anche dal punto di vista degli spazi che le grandi banche stanno gradualmente abbandonando, lasciando il loro indirizzo strategico di presenza territoriale e allontanandosi proprio da questa vocazione originale dedita al territorio, che noi invece vogliamo continuare a mantenere, anche aprendo nuove strutture. Dall’anno scorso abbiamo infatti aperto una filiale a Camposampiero, una seconda filiale nella città di Padova, a breve apriremo un punto di consulenza a due passi dal Palazzetto, l’anno prossimo in uno dei Comuni della cortina della città di Padova: questo a dimostrazione che essere banca del territorio per noi vuol dire esserci anche fisicamente. “Se c’è una cosa che ci contraddistingue è la coerenza rispetto agli slogan: noi cerchiamo quotidianamente di mettere in pratica ciò che diciamo, di esserci per il cliente, anche creando un rapporto di continuità tra lui e il referente che lo seguirà nel tempo. È una scelta quasi originale rispetto a quello che accade mediamente nel panorama bancario, dove ormai tutto è digitalizzato. Ovviamente, anche noi siamo rimasti compatibili con queste nuove modalità richieste dal mercato, ma pensiamo sia importante inserire dei consulenti nel territorio, che conoscano il territorio”.
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a parlato di linee di investimento. Di cosa si tratta? “Anzitutto, proprio della volontà di aprire nuove strutture nel territorio. Questo comporta l’assunzione di nuovo personale: solo negli ultimi tre anni, nell’area Venezia-Padova abbiamo assunto una trentina di persone. Non solo in conseguenza a pensionamenti: noi vogliamo crescere e il solo modo è investire sulle persone che mettiamo a disposizione nel territorio. “Oltre a ciò, ci sono altre linee a corollario. Tra cui quelle di collaborazione, sponsorizzazione e contributo rivolte alle associazioni sportive. La principale per la nostra area è sicuramente Pallavolo Padova”.
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erché avete scelto il volley?
“Per un mix di motivi. Anzitutto perché si tratta di uno sport ancora molto ‘pulito’: volevamo un partner nella provincia di Padova che fosse riconosciuto come credibile e appassionato e su questo Pallavolo Padova distacca le altre associazioni. Il team di imprenditori, a partire dai dirigenti, e tutto ciò che ruota attorno al mondo del volley padovano, è un gruppo di persone mosso prima di tutto dalla passione per quello che fanno ed è ciò in cui ci riconosciamo anche noi. “Puntiamo dunque a riconfermare per il quarto anno di fila questa collaborazione con il Pallavolo Padova, ma continueremo anche a essere vicini ai clienti anche nelle piccole cose, intese come iniziative
sportive, culturali e non solo. Insomma, preferiamo usare soldi che abbiamo a disposizione per iniziative che possano essere tangibili immediatamente e molto vicine alla nostra clientela, piuttosto che per grossi progetti internazionali e distaccati dai bisogni locali. “In ogni nostra sponsorizzazione, infatti, ci sono due aspetti. Il primo riguarda la visibilità immediata che può dare una determinata collaborazione, ma il più importante è l’aspetto sociale. Senza il nostro supporto infatti molte realtà non riuscirebbero a restare in vita facilmente: noi diamo la possibilità a queste associazioni di vivere e offrire il loro servizio al territorio. Un servizio utile, necessario e parecchio importante per chi vive ogni giorno la realtà locale”.
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Film e serie tv visti da vicino
Rubrica a cura di
Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e commenti
Paolo Di Lorenzo
Quando il nome non basta Quegli “Ostaggi del mare” Leoni e Suburra sono deboli siamo noi e non i migranti S
econdo una ricerca svolta - pensa un po’ – da Netflix, un abbonato ci impiega circa cinque secondi per decidere se un film o una serie tv sono meritevoli del proprio tempo. Per Facebook, questo intervallo si riduce addirittura a tre secondi. In questo tempo risibile (all’apparenza) si combatte la guerra dello streaming. Qual è la soluzione? Andare sul sicuro. Ecco che Disney e Netflix, che amano vincere facile come diceva una vecchia pubblicità, puntano tutto su marchi già riconoscibili e titoli che portano con sé un pubblico già fedele. L’obiettivo è uno solo: azzerare quel manipolo decisivo di secondi, e portare l’abbonato dritto al contenuto che desidera. “I Leoni di Sicilia”, disponibile su Disney+, è il primo caso. Dal best-seller di Stefania Auci, la serie tv diretta da Paolo Genovese racconta le vicissitudini della famiglia Florio tra la fine del Settecento fino all’Unità d’Italia. Nonostante scenografie maestose e un cast forte sulla carta - Michele Riondino, Miriam Leone, Eduardo Scarpetta, Donatella Finocchiaro - la serie scricchiola a causa di una sceneggiatura deboluccia e non in grado di reggere il confronto col romanzo da cui è tratta. Il vero tallone d’Achille è la colonna sonora, che cerca in maniera eccessivamente didascalica - scomodando persino i Muse - di ricordare allo spettatore che quella dei Florio è una storia contemporanea. “Suburræterna” è la serie che scaturisce da “Suburra”, il romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini da cui sono stati tratti il film omonimo diretto da Sollima e la serie sempre prodotta da Netflix. Il colosso dello streaming non vuole chiamarlo “sequel” ma “reboot”, per ragioni a oggi non ancora chiare. Perché “Suburræterna” è a tutti gli effetti il seguito di “Suburra”, raccontando ciò che è successo a Spadino e agli altri personaggi sopravvissuti alla mattanza della serie precedente. Rispetto a quest’ultima, tuttavia, “Suburræterna” è un prodotto derivativo, privo di alcunché di originale. I dialoghi sono banali, le vicende sono già viste e i nuovi personaggi faticano a ingranare. Giacomo Ferrara, che rispetto a “Suburra” è maturato come attore e dimostra di essersi guadagnato il ruolo di titolare, cerca di elevare il materiale, ma la sua bravura non basta. Peccato.
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accontare con semplicità le cose difficili è la qualità dei grandi, diceva John Fitzgerald Kennedy. Non si può dire che questo sia - del tutto - il caso di “Unwanted – Ostaggi del mare” la serie tv prodotta da Sky. La produzione in otto episodi è liberamente ispirata al romanzo “Bilal” di Fabrizio Gatti sul suo viaggio sotto copertura fra i migranti sulle rotte fra Africa ed Europa. Il racconto è ambientato a bordo della Orizzonte, una nave da crociera italiana piena di turisti occidentali, che trae in salvo un gruppo di migranti africani a seguito del naufragio della loro imbarcazione. Le storie dell’equipaggio e dei passeggeri della crociera si intrecceranno con quelle dei nuovi ospiti della nave. La situazione precipiterà quando alcuni dei migranti, scoperto che la crociera si muove verso la Libia, dalla quale sono partiti, per la disperazione decidono di prendere in ostaggio la nave. Al timone (pardòn) della serie c’è Oliver Hirschbiegel, il regista del film “La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler” con Bruno Ganz. Il racconto televisivo, quando si avvicina all’attualità, deve scegliere se adottare uno sguardo documentaristico o affidarsi alla finzione. Quest’ultima strada, tornando al buon Kennedy, slega gli sceneggiatori dai vincoli della cronaca, ma esige da loro un maggior senso di responsabilità: il rischio di appiattire le complessità dell’oggi è sempre dietro l’angolo. Quello che però questa serie si porta a casa, per così dire, è il racconto di come lo sguardo occidentale sia goffo, imbarazzato e retorico nei confronti delle vite e dei corpi di chi non è bianco. “Qualcuno dovrebbe fare qualcosa” afferma noiosamente il manager della Orizzonte, personificazione della compagnia (l’elemento più politico della serie), dopo il salvataggio dei 28 migranti. “Qualcuno”, “qualcosa” sono termini spersonalizzanti che ricorrono come un mantra, nel corso dei primi due episodi. Non ci sono soggetti né destinatari - perché in fondo questi migranti sono stati privati anche della loro soggettività, oltre che della dignità - ma non ci sono soprattutto responsabili. Questo è ciò in cui “Unwanted” funziona, nel sottolineare che - molto spesso - lavarsi le mani di quei problemi che non riteniamo ci competano equivale anche a un bell’auto assolvimento.
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Grandi Eventi
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Il programma. Coinvolto tutto il territorio comunale, dal centro storico alle isole e terraferma
A Venezia arriva il Natale: “Segno di speranza e fiducia” La magia della festa più attesa dell’anno tra luminarie, installazioni, piste di pattinaggio e appuntamenti culturali. Il sindaco Brugnaro: “Simboli e gesti della nostra tradizione, segni di vita nuova”
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uci, ghirlande e alberi addobbati per accogliere l’appuntamento più atteso dell’anno. Si avvicina il Natale e la città di Venezia si attrezza installando le luci che illuminano calli e campi, strade e piazze dell’intero territorio comunale. Un calendario di eventi, dal titolo “Venezia accende il Natale” – promosso dal Comune di Venezia in collaborazione con Vela spa – per ricreare la magia delle feste natalizie e accogliere residenti e turisti con una serie di iniziative per tutte le età. Primo appuntamento sarà l’accensione dell’albero e delle luminarie: prima in Piazza Ferretto, giovedì 23 novembre alle ore 17.30, e a seguire, il giorno dopo alla stessa ora, la cerimonia di apertura si sposterà in Piazza San Marco. Le luminarie in centro storico a Venezia vedono insieme il Comune di Venezia, Vela Spa, e Camera di Commercio di Venezia, per sostenere chi vive e visita la città durante le feste. Inoltre, American Express - ancora una volta sponsor delle luminarie nelle aree di Piazzale Roma e Lista di Spagna – supporta in particolare il tessuto commerciale veneziano. In centro storico il calore del Natale sarà caratterizzato da luminarie nelle isole della Laguna, dal Lido a Pellestrina, da Murano a Burano fino a Sant’Erasmo e Vignole, per illuminare ogni comunità del territorio veneziano. Le Procuratie Vecchie saranno invece illuminate grazie al progetto “Murano illumina il mondo”, in collaborazione con The Venice Glass Week. Grande attenzione sarà data, anche quest’anno, al rispetto dell’ambiente, limitandone l’impatto e i consumi attraverso un preciso piano di date di accensione e di spegnimento delle luminarie a fasce orarie e con l’utilizzo totale di lampade con tecnologie
led a basso consumo. “Venezia vuole continuare a celebrare il Natale mantenendo vivi i segni della tradizione, come le luminarie diffuse sul territorio e i grandi alberi addobbati a festa – afferma il sindaco Luigi Brugnaro – simboli di vita nuova al quale tutti noi guardiamo con fiducia e speranza. Le luminarie, che anche quest’anno abbiamo voluto diffuse, ma anche gli alberi addobbati a festa e posizionati nelle nostre piazze e i mercatini, diventano elementi che arricchiscono l’emozionante clima natalizio, per i nostri concittadini e per chi sceglierà di visitare il nostro territorio, a misura di famiglia”. Cuore del Natale a Mestre sarà Piazza Ferretto che, con le aree centrali adiacenti, così come tutte “le città di Venezia”, dalla terraferma alle isole, incanterà con luci e addobbi scintillanti per regalare sensazioni di stupore e meraviglia ai bambini. In Piazza Ferretto, come da tradizione sarà protagonista un grande albero, insieme alle installazioni natalizie, vere e proprie sculture di luce, che da qui si estendono lungo le principali vie dello shopping a Mestre: dalle più centrali come viale Garibaldi, corso del Popolo, via Piave, via Carducci, via Miranese, via Circonvallazione, piazzale Leonardo da Vinci, viale San Marco, via Torre Belfredo, a quelle più esterne, fino a raggiungere anche i centri di Campalto, Chirignago, Favaro, Gazzera, Marghera, Tessera, Trivignano e Zelarino. Dopo l’accensione dell’albero di Piazza Ferretto, l’apertura della sua pista di pattinaggio su ghiaccio e dei mercatini con le tradizionali casette in legno che ravviveranno le vie principali della città grazie a prodotti artigianali e delizie gastronomiche,
sarà la volta dell’accensione dell’albero in Piazza San Marco, seguita dall’apertura della scenografica pista di pattinaggio di Venezia, in Campo San Polo. Grandi e bambini potranno inoltre pattinare sul ghiaccio anche a Marghera in Piazza Mercato, dove verranno ospitate esibizioni di pattinaggio, animazioni con dj set e sfilate. Sarà la Biennale di Venezia a curare un Natale contemporaneo, a Forte Marghera dal 16 dicembre al 6 gennaio, grazie al progetto “Abies electronicus (contemporary Christmas tree)”, una installazione sonora e luminosa che reinterpreta il classico albero di Natale posizionando, nell’area prospiciente la darsena, un albero alto 25 metri, dotato di suoni e luci e di una scala all’interno del tronco che porta in cima formando un belvedere sulla sommità. Ma il Natale 2023 porta a Venezia anche occasioni per scoprire il ricco patrimonio culturale della città, con tutti i musei aperti durante le festività natalizie, a partire dalle collezioni di recente acquisizione quale la straordinaria donazione Gemma De Angelis Testa alla Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro, o il recente riallestimento delle collezioni di Mariano Fortuny
nell’omonimo Palazzo oltre alle mostre temporanee tra cui “Marcel Duchamp e la seduzione della copia” alla Peggy Guggenheim Collection (fino al 18 marzo 2024), e “Chagall. Il colore dei sogni” al Centro Culturale Candiani di Mestre (fino al 13 febbraio 2024). Per la Notte di San Silvestro, come da tradizione, il Bacino di San Marco si illuminerà di mille colori con lo spettacolo pirotecnico che accoglierà il nuovo anno. Non mancheranno corse e regate di Natale con gli atleti vestiti da Babbo Natale, men-
tre nel parco Albanese di Mestre tornerà il Bissuola Winter Village, un vero e proprio luna park per far divertire piccoli e adulti. E poi al Lido e Pellestrina sarà allestito il tradizionale Villaggio di Natale, insieme al trenino. La musica non sarà da meno accogliendo il Natale con i tradizionali concerti in Basilica di San Marco e nel Duomo di Mestre a dicembre per proseguire poi con il Concerto di Capodanno al Teatro La Fenice, diretto da Fabio Luisi, lunedì 1° gennaio 2024 (in diretta su RAI 1 alle ore 12.20).
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A tavola
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Idee in cucina, facili e sfiziose
Rubrica a cura di
Sara Busato
In novembre siamo incantati dalle sfumature e profumi offerti dalla natura. Il calo delle temperature e la riduzione delle ore di luce ci spingono a trascorrere più tempo in casa, dedicandoci alla creazione di piatti deliziosi
TORTA SALATA ALLA VERZA (SENZA UOVA) Una pietanza semplice e conveniente da preparare. Un’ottima soluzione per gustare l’ormai celebre cavolo verza in una versione insolita ma molto gustosa. Aggiungendo pancetta e parmigiano, la torta diventa un delizioso antipasto rustico. Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia; 1 kg di verza; 100 g di pancetta a dadini; 70 g di parmigiano reggiano grattugiato; 1 spicchio d’aglio; 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva; sale; pepe nero e rosmarino Preparazione:Mettere la pancetta a dadini in una padella antiaderente e lasciarla rosolare senza aggiungere altri grassi. Nel frattempo, tagliare la verza a striscioline e poi a pezzetti. Quando la pancetta è abbrustolita, tenerla da parte e nella stessa padella riscaldare l’olio insieme all’aglio. Lasciar rosolare l’aglio, poi eliminarlo e aggiungere la verza. Mescolare, unire mezzo bicchiere d’acqua, coprire la padella con un coperchio e lasciar cuocere per 5 minuti. Unire sale, parmigiano e pepe. Mescolare bene e poi aggiungere la pancetta abbrustolita. Disporre la pasta sfoglia in uno stampo da 30 cm di diametro. Aggiungere la verza distribuendola bene e schiacciando lievemente con un cucchiaio di legno. Spolverare con il formaggio grattugiato rimasto e rivoltare i bordi della pasta sul ripieno. Cuocere in forno ventilato, preriscaldato a 180°, per 30 minuti. Lasciare intiepidire la torta salata alla verza prima di sformarla e servirla. A piacere, cospargere del rosmarino.
CREMA DI ZUCCA
TORTA PERE E NOCI
Una zuppa calda e confortante, perfetta per l’autunno ma anche per tutto il periodo invernale. Si può gustare calda oppure tiepida, come primo piatto o piatto unico. Ingredienti: 600 g zucca; 200 g patate; 80 g cipolle bianche; brodo vegetale (un litro); pepe nero; sale; olio extravergine di oliva; cannella in polvere; noce moscata Preparazione: Scaldare il brodo vegetale. Pulire la zucca, togliere la buccia esterna e i semi, quindi tagliarla a cubetti di circa 4 o 5 centimetri. Pelare le patate e tagliarle a cubetti della stessa dimensione. Pulire la cipolla, tritarla, quindi metterla in pentola con l’olio e farla imbiondire. Unire la zucca e le patate, aggiungere il brodo fino a coprire quasi completamente le verdure, conservando quello in eccesso. Aggiustare di sale e pepe, quindi portare a ebollizione a fuoco alto e ridurre il calore, lasciando cuocere per circa venti minuti. Aggiungere ulteriore brodo se necessario. Cuocere per altri 10 minuti. Frullare con un frullatore a immersione fino a ottenere una crema liscia e omogenea. Unire la cannella e la noce moscata e mescolare. La crema di zucca è pronta.
Un dolce goloso, soffice e piacevolmente croccante al morso, grazie alla frutta secca sbriciolata. Perfetto per una colazione genuina o da gustare a merenda con un infuso bollente o una tazza di cioccolata calda. Ingredienti: 4 pere; 80 g di noce; 300 g di farina 00; 230 g di zucchero semolato; 150 ml latte; 100 g burro; 16 g lievito in polvere per dolci; 3 uova, estratto di vaniglia; limone Preparazione: Sbucciare 2 pere, eliminare il torsolo e tagliarle a pezzetti. Sistemare i pezzi di pera in un piatto fondo e spruzzarli con il succo di limone per evitare l’ossidazione. Tenere da parte. Rompere le uova in una ciotola, aggiungere lo zucchero e montare con le fruste elettriche fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Versare il burro fuso e il latte a temperatura ambiente. Unire la farina setacciata e il lievito. Profumare con l’estratto di vaniglia e mescolare accuratamente gli ingredienti. Incorporare i pezzetti di pera e 65 g di gherigli di noce sminuzzati. Versare il composto ottenuto in una tortiera da 24 cm di diametro rivestita con carta da forno. Sbucciare le pere rimanenti, tagliarle a fettine e disporle a raggiera sulla superficie del dolce. Quindi cospargere con i restanti gherigli di noce tritati e spolverizzare con un cucchiaio di zucchero semolato. Cuocere in forno statico a 180°C per circa 40 minuti. Una volta terminata la cottura, sfornare la torta e farla raffreddare per 10 minuti. Sformare il dolce su un piatto da portata e spolverizzarlo con dello zucchero a velo.
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Oroscopo
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ARIETE
BILANCIA
Non rimanete più in superficie ma sentite l’esigenza di approfondire le relazioni con le persone che contano nella vostra vita, selezionando tra chi è veramente importante e chi è solo di passaggio.
Vi sentite cambiati da qualche esperienza che vi ha messo alla prova. Ma adesso siete pronti per ripartire grazie ad un nuovo, conquistato, equilibrio che vi rende più consapevoli.
TORO Si ripresenterà qualche ombra nelle vostre giornate ma si tratta di nuvole di passaggio; non isolatevi e supererete brillantemente i momenti critici, tornando a brillare con tutta la vostra luce.
GEMELLI Dovrete ritornare a considerare qualche impegno che avevate lasciato in sospeso, soprattutto in ambito lavorativo. Ma non sarà un mese dedicato solo al lavoro.
CANCRO State ritornando in piena forma fisica e psichica. Questo vi consente di dare il meglio di voi e di prendere tutto ciò che desiderate. Vi metterete in gioco e sarà divertente.
Novembre Novembre, intimità, raccoglimento e riflessione
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LEONE
SCORPIONE Avete una grande energia che volete investire in tutti quei progetti che avete lasciato da parte da tempo. Vi buttate a capofitto ma non esagerate nelle cose, siate accorti e lungimiranti.
SAGITTARIO Avete bisogno del vostro tempo e della vostra routine per ritrovare il giusto ritmo e dare la forma che desiderate alle vostre giornate. Concentratevi su di voi senza sensi di colpa.
CAPRICORNO Avete ricominciato a ritmo serrato e subito in quarta. Rallentate il passo perché il cammino è lungo ed è necessario dosare le energie. La vostra generosità non basta ma voi siete caparbi.
ACQUARIO
L’autunno vi porta ad essere più casalinghi, a cercare la tranquillità delle mura domestiche e un po’ di silenzio. Non sarete soli: le persone che vi amano sanno starvi accanto sempre.
Siete sempre messi di fronte a nuove sfide e anche questa volta vi rimboccate le maniche e affrontate la prova. Impegno, costanza e decisione saranno le armi vincenti.
VERGINE
PESCI
Avete voglia di colorare certe giornate un po’ grigie e anche se lo fate con la vostra proverbiale accortezza vi concederete qualche sfizio in più e qualche uscita un po’ “folle”.
Vi siete proposti di essere parsimoniosi per realizzare un bel sogno che da tempo avevate nel cassetto. E’ arrivata l’ora di dare vita al vostro progetto e farlo decollare. Sarà un successo.
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la famiglia si è allargata
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