di Padova Nord
Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 27 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Vigonza Argini e spazi verdi ripuliti dai volontari
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Cadoneghe Pietro Parpajola “imprenditore esemplare”
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Vigodarzere Solo veri prodotti a “km zero” al mercato agricolo
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EDITORIALE
famiglie in crisi vigonza è solidale
La crisi dietro la protesta di Alessandro Abbadir*
Per venire incontro alle difficoltà dei propri cittadini nel pagare l’ormai famosa Imu, l’amministrazione comunale di Vigonza ha istituito un fondo di solidarietà di 20mila euro. La giunta comunale ha inoltre stabilito i criteri per l’erogazione del contributo, contemplato dal fondo sociale per l’Imu 2012. pag. 6
grande padova? “meglio di no”
No al progetto della Grande Padova. La lista civica “La Brentana” di Vigodarzere ha proposto di abbandonare il progetto della Grande Padova e confluire, invece, nella Federazione dei Comuni del Camposampierese, tra le prime Unioni in Italia. E chiede che a decidere sia la gente attraverso una consultazione. pag. 13
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Il cantiere non parte Cadoneghe protesta
Il sindaco accusa la Provincia: “Stanchi di aspettare l’allargamento della Sp 34”
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’ polemica aperta sul fronte della viabilità. Riprende forza e rabbia la protesta di cittadini e amministratori pubblici per il mancato avvio dei lavori di allargamento della Sp 34. Un fronte che vede come capofila il primo cittadino di Cadoneghe, Mirco Gastaldon che, di sicuro, non le manda a dire alla Provincia. “Conosco già la risposta che darà – afferma senza mezzi termini Gastaldon – mi attendo la solita musica, ossia la Provincia risponderà: “il patto di stabili-
tà non ci permette di aprire le casse”. In verità, la presidente Degani sa benissimo che la Provincia non pagherebbe un euro quest’anno, visto che le spese iniziali, ossia le prime rate del lavoro, le pagherebbe il Comune di Cadoneghe con soldi peraltro già stanziati. La Provincia, insomma, pagherebbe solo a fine lavori”. Il sindaco Gastaldon, presente al raduno di protesta organizzato in via Cortese per contestare l’immobilismo della Provincia in merito all’allargamento della Sp 34, non ha peli
alle urne del 24 e 25 febbraio scorso emerge una situazione davvero inestricabile, o perlomeno difficilmente risolvibile. Un caos politico che rischia di portare spediti a nuove consultazioni. Proprio quello che non ci voleva in una situazione economica del genere, caratterizzata da una recessione a cui dal 2008 non si vede fine. Il ciclone o tsunami (come lo definisce il suo capo Beppe Grillo) del Movimento 5 Stelle, si è abbattuto sui partiti, anche in Veneto, con una potenza per molti versi davvero inaspettata. Nella nostra regione però, quello che sorprende più che il boom dei grillini (che è stato un evento generalizzato su tutto il territorio italiano), è il crollo verticale di partiti che hanno caratterizzato la vita politica delle nostre terre da 20 anni a questa parte: il Pdl prima Forza Italia e la Lega Nord. Due partiti che fino a due anni fa avevano totalizzato oltre il 60% dei consensi con l’elezione di Luca Zaia a governatore del Veneto. La Lega crolla dal 35% a poco più del 10% di questa ultima tornata elettorale. Il Pdl dal 2008 perde 10 punti e si assesta sotto il 20%.
sulla lingua “Sono quattro anni ormai che andiamo discutendo del progetto con la Provincia – prosegue il sindaco – l’opera è già stata in parte realizzata, Va tenuto, poi, in debito conto che quando è stato necessario l’amministrazione comunale ne ha finanziato almeno il 50 per cento, anche se si tratta di proprietà di altri. Il 12 ottobre 2011 la Provincia aveva confercontinua a pag. 3 mato la sua disponibilità al cofinanziare pag. 9 *alessandro.abbadir@gmail.com il progetto”.
L’Intervento
Benedetto Papa… di Don Angelo Busetto*
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ome tanti e forse come tutti, sono rimasto senza parole! Lo sbigottimento e anche lo smarrimento di fronte al pronun pronunciamento del Papa che dichiara di ritirarsi è stato totale e per molte ore non mi ha permesso alcun commento che non fosse la ripetizione di qualche luogo comune.
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EDITORIALE
segue da pag.
La crisi dietro la protesta
Coinvolti 5 poli scolastici
per i giovani lezione pratica di legalità
Due giornate speciali che hanno permesso agli studenti di approfondire gli argomenti legati alla violenza, alla responsabilità e all’etica del quotidiano. Sono stati cinque i poli scolastici della provincia coinvolti (Este, Monselice, Cittadella e due di Padova) e un migliaio di studenti delle superiori protagonisti. Le giornate rientrano nel progetto “Officina della Legalità”, realizzato dall’assessore provinciale al Rapporto con gli Enti, dall’Università di Padova, dal Centro Servizio per il Volontariato di Padova e dalle forze dell’ordine. Gli incontri erano rivolti soprattutto al confronto sulle norme che consentono di vivere in una comunità democratica.
Dietro lo smottamento del centrodestra il problema di fondo: la crisi economica devastante, le fabbriche del Nord Est che chiudono ad una ad una, operai ed imprenditori disperati, e sullo sfondo la marea montante della rabbia per un sistema politico sprecone che viene percepito come solo produttore di tasse e inefficienze. Non è un caso che Grillo con la sua offerta politica antisistema abbia pescato a piene mani fra le categorie che sono state più bastonate dalla crisi: da un lato gli operai e dall’altro imprenditori e lavoratori autonomi. Un tempo votavano proprio Pdl e Lega. Il richiamo dei “Vaffa day” si è fatto via via più forte, nel momento in cui tutti i partiti invece di dare l’impressione di capire il momento che stavano passando famiglie, giovani e pensionati, hanno continuato in un logoro teatrino, percepito ormai come dannoso e fuori tema. Sul territorio la grande delusione, l’ennesima grande occasione mancata (peraltro annunciata), è stato il risultato del Pd e dei suoi alleati. Ancora una volta il partito di Bersani ha dimostrato in Veneto di essere poco radicato, a parte Padova, Rovigo e soprattutto Venezia (dove tra l’altro i grillini hanno fatto il pieno dei voti). Ancora una volta il centrosinistra interpreta con difficoltà le dinamiche di una regione che fino a pochi anni fa era la locomotiva d’Italia e ora è ferma. Bloccata anche dal suo stesso modello di sviluppo fatto di piccole e piccolissime imprese, che si sono rivelate e più vulnerabili con la crisi. Ora per uscire da questa impasse, ci vuole lo sforzo di tutti partiti e soprattutto dei cittadini. Un voto ravvicinato rischia di complicare ancora di più la situazione. Votare chi fa promesse facili insomma può dare una momentanea sensazione liberatoria, ma alla fine i problemi rimangono e adesso vanno affrontati realisticamente, se non si vuole andare a fondo tutti insieme. di Alessandro Abbadir
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Un freno al calo produttivo
l’indUstria rallenta la cadUta
Nel quarto trimestre 2012 l’indice della produzione industriale padovana registra una flessione del -5,8% rispetto allo stesso periodo del 2011 (dopo il -7% nel terzo trimestre), che nella media del 2012 porta il calo della produzione al -4,7%. La contrazione riguarda tutti i comparti del manifatturiero, secondo i dati Confindustria. L’annuncio del ministro
lavoro in carcere padova fa scUola
Nel giro di poche settimane Paola Severino, mininistro della Giustizia, dimostrando di non sentirsi per nulla a fine mandato, ha recuperato 16 milioni di euro, vincolandoli solo al lavoro carcerario. Lo ha annunciato al centro congressi di Padova “Papa Luciani”, nella città in cui aveva fatto la formale promessa, ha portato con sé il testo del decreto della presidenza del consiglio dei ministri in cui i 16 milioni forse meglio investiti dall’attuale governo sono stati reindirizzati all’obiettivo giusto, a favore del recupero dei detenuti.
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vigonza Etra premia le migliori tesi di laurea
cadoneghe
anno accademico
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Aree Peep, messo a punto il nuovo bando di autocostruzione pag. 9
medio brenta
Mensa scolastica più accessibile grazie a internet pag. 10
ambiente
Raccolta rifiuti quanto ci costa la differenziata e quanto paghiamo pag. 15
mondo scUola
Reportage degli studenti sullo stato degli edifici pag.
Regione occUpazione
L’allarme del rettore dell’Università di Padova pag. 14
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Ecco il Veneto giovane delle “Start Up” pagg.
Per dare una mano ai commercianti che hanno ancora in magazzino molte shopper di plastica, ormai inservibili, i commercianti padovani potranno “rottamare” le vecchie shopper non compostabili portandole all’isola ecologica Aps in Corso Australia dove in cambio riceveranno un buono utile per acquistare shopper “etiche” di Novamont. “Stiamo lavorando perché Padova diventi sempre più una città smart e questo è dato da una molteplicità di azioni. Una di queste che punta sulla sostenibilità” ha sottolineato il vicesindaco di Padova Ivo Rossi.
stUdenti sportivi premio “dan”
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Provincia
sacchetti di plastica da rottamare
Domande entro il 15 aprile
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Padova Nord
I cambio borse ecologiche
L’Università di Padova, per promuovere l’attività sportiva tra i suoi studenti, indice la prima edizione del Premio “Giovanni Dan”, riservato a studenti iscritti ai suoi corsi di laurea che si siano distinti sia nello studio che nelle attività sportive. Il Premio “Giovanni Dan” 2012 è del valore di 2.500 euro. Domanda di partecipazione entro il 15 aprile. Il bando è sul sito dellUniversità. Rivolta a chi ha più di 55 anni
“dote lavoro” per i disoccUpati
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voci da palazzo Comuni in fuga verso le provincie autonome pag. 32
cUltUra
L’influenza di Wagner nelle arti tra ‘800 e ‘900 pag.
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Una “dote-lavoro” destinata ai lavoratori disoccupati di età superiore ai 55 anni e privi di ammortizzatori sociali per incentivare le aziende all’assunzione. È quanto prevede il protocollo d’intesa firmato tra la Provincia di Padova e il Comitato di gestione del Fondo Straordinario di Solidarietà, iniziativa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, insieme alla Diocesi, all’Amministrazione provinciale, alla Camera di Commercio e alla Fondazione Antonveneta. Il protocollo ha l’obiettivo di incentivare l’inserimento lavorativo di persone disoccupate con maggiori difficoltà di ricollocamento.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.
è un marchio registrato di proprietà della GIVE EMOTIONS Srl
Questa edizione raggiunge le zone di Cadoneghe, Vigodarzere, Vigonza per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
Venezia Padova Rovigo Treviso
DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE e
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Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
REDAZIONE: Direttore responsabile
Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 febbraio 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)
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4 Argomento del mese EFFETTI DELLA CRISI In Veneto circolano circa 3 milioni di veicoli dei quali, il 3,8% viaggerebbe senza assicurazione, cioè quasi 115 mila veicoli. Le province in cui vi è il più alto rapporto tra auto circolanti ed abitanti, sono Treviso e Vicenza con 62 auto ogni 100 abitanti. Sono seguite da Verona e Rovigo con 61, Belluno e Padova 60 ed infine Venezia con 52 di Alessandro Abbadir
A Verona nel 2012 sono stati 34 i multati perchè non avevano alcuna copertura assicurativa
In Italia è previsto un Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada gestito dalla Consap
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Sempre più auto senza a
a crisi provoca un fenomeno inaspettato e pericoloso: sulle strade della nostra regione circolano sempre più auto prive di copertura assicurativa e con la revisione scaduta. Il fatto è certificato dai controlli fatti dalle forze dell’ordine sul territorio e anche in altre parti del territorio italiano. Di fatto in circolazione ci sono auto che sono delle vere e proprie mine vaganti sia dal punto di vista della sicurezza (vengono fatte circolare nonostante non abbiano passato la revisione), sia da punto di vista giuridico (senza assicurazione: se si fanno incidenti o si paga in proprio i danni o si rischia di provocare danni a terzi non risarcibili). In Veneto la percentuale dei veicoli trovati senza la classica Rc auto non è altissima rispetto ad altre zone d’Italia, ma comunque in costante aumento rispetto a 5 anni fa, quando le auto senza assicurazione si stimava fossero solo qualche decina di migliaio, insomma un dato che da decenni era fisiologico. Ora l’impennata, la gente non ha soldi e rischia viaggiando senza assicurazione. I veicoli che circolano in Italia senza assicurazione obbligatoria Rc auto sono aumentati rispetto ai tre milioni stimati dall’Aci nel 2011. Lo confermano i primi dati della Polizia stradale, che ha avviato controlli mirati su tutto il territorio nazionale. Sono stati fatti posti di blocco con 160-170 pattuglie schierate contemporaneamente in alcune regioni. Nelle prime due operazioni della Polizia stradale, svolte
il 20 dicembre 2012 e il 31 gennaio scorso, la percentuale dei mezzi risultati scoperti si aggira su una percentuale a livello nazionale del 6-7%. Applicando questa percentuale all’intero parco circolante italiano (49,2 milioni di veicoli), si ottengono cifre sui 3,4 e 3,5 milioni. Ci sono dati come quelli della Sicilia con il 14 % e la Calabria con il 13% davvero preoccupanti. Ma ci sono anche regioni del sud virtuose, come la Puglia con il 2,7% delle auto senza assicurazione. In Veneto circolano circa 3 milioni di veicoli circolanti (dati ufficiali del 2010) dei quali, dalle stime della Polizia e dell’Aci, il 3,8 % viaggerebbe senza assicurazione, cioè quasi 115 mila veicoli. Le province in cui vi è il più alto rapporto tra auto circolanti (e quindi potenzialmente anche più ad alto rischio che circolino senza assicurazione) ed abitanti sono Treviso e Vicenza (62 auto ogni 100 abitanti), seguite da Verona e Rovigo (61), Belluno e Padova (60) ed infine da Venezia (52). Ci sono dati che emergono dai controlli specifici nelle singole provincie che fanno riflettere. A Verona ad esempio nel corso del 2012, i vigili hanno scoperto 481 veicoli sprovvisti di assicurazione, un vero e proprio record negli ultimi cinque anni. Nell’anno precedente le violazioni accertate erano state 428 e nel 2010 solo 385. Nel 2012 sempre a Verona quindi sono stati 34 i conducenti multati per la mancata copertura assicurativa a seguito di sinistro stradale. Multe
gli obblighi della legge: revisione
Ogni quanto va fatta
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ltre alla questione dell’assicurazione c’è quella della revisione del mezzo nei centri autorizzati o alla Motorizzazione. Revisione delle auto, insomma, ogni quanto farla? La prima revisione è obbligatoria dopo quattro anni dalla prima immatricolazione, entro il termine del mese di rilascio della carta di circolazione. I successivi controlli devono essere effettuati invece con scadenza biennale e sempre entro il mese corrispondente a quello in cui è stata effettuata l’ultima revisione. Queste scadenze si applicano per autovetture, autocaravan, autoveicoli adibiti al trasporto di cose o ad uso speciale di massa complessiva non superiore ai 3.500 Kg e dal 2003 motoveicoli e ciclomotori. La revisione è invece obbligatoria con cadenza annuale per le autovetture adibite al servizio taxi, noleggio con conducente, per gli autoveicoli utilizzati per il trasporto di cose e i rimorchi di peso complessivo superiore ai 3.500 Kg, gli autobus, le autoambulanze e i veicoli atipici (ad esempio, le auto elettriche leggere da città). Va prestata attenzione poi che con il “Decreto Liberalizzazioni di Monti” anche il controllo dei gas di scarico delle auto è reso obbligatorio solo in concomitanza della revisione e non più con cadenza annuale. In sintesi per le autovetture nuove l’obbligo scatta solo dopo 4 anni in occasione del primo controllo e successivamente ogni due.
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decisamente “salate”, perché il codice della strada prevede sanzioni fino a 3.366 euro con il sequestro del veicolo. I dati dimostrano che la guida senza assicurazione insomma si è radicata anche in una città veneta tra le più forti a livello economico. Ma i disagi non mancano nemmeno a quegli automobilisti in regola che, loro malgrado, si trovano coinvolti in incidenti con altri veicoli sprovvisti di copertura assicurativa. Cosa fare in questi casi? A rispondere è Carlo Pognici avvocato della Federconsumatori di Venezia.“In Italia -spiega Pognici - è previsto un Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada gestito dalla Consap (Concessionaria per i Servizi Assicurativi Pubblici) predisposto per risarcire tutti coloro che hanno subito un incidente con un veicolo non assicurato. Il Fondo di Garanzia prevede risarcimenti nel caso in cui avvenga un sinistro con veicoli in circolazione contro la volontà del proprietario o con mezzi spediti nel territorio italiano da un altro Paese dell’Unione europea. È prevista una copertura assicurativa anche nel caso in cui avvenga un incidente con un veicolo estero con targa non corrispondente”. In ognuno di questi casi il danneggiato deve inoltrare richiesta di risarcimento con raccomandata alla Consap e all’impresa designata. Info www.consap.it, insieme ad un modulo per la domanda. In quarant’anni di attività il Fondo di Garanzia ha versato risarcimenti per oltre sei miliardi di euro relativi a 1,3 milioni d’indennizzi.
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Argomento del mese 5 Il fenomeno a Padova e provincia
assicurazione sulle strade Risparmio I dati tendenziali in Veneto
Comparazioni dei prezzi on line, è boom di Alessandro Abbadir
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spalla pag 5 per padova
omparare i prezzi on line delle assicurazioni permette di fare scelte più oculate in tempo di crisi. A rendere chiara la situazione nella nostra regione sono i dati che sono arrivati con il rinnovo delle assicurazioni nelle prime settimane di gennaio. Dai primi dati tendenziali, il numero degli automobilisti veneti che si sono rivolti ai comparatori online per trovare una nuova polizza Rc Auto, è aumentato del 31%. Chi ha cercato una nuova compagnia online ne ha tratto notevole beneficio, garantendosi un risparmio fino al 50% rispetto alla polizza con cui circolava l’anno prima. “Rispetto a quanto accadeva in altre nazioni – sostiene Mauro Giacobbe, Responsabile business unit assicurazioni di www.facile.it – nel nostro Paese erano ancora pochi gli automobilisti che cercavano una nuova compagnia allo scadere della polizza. Stando ai primi numeri, sembra che lo scopo di incentivare gli italiani ad essere più attenti alle reali offerte del mercato, che era alla base del provvedimento del Governo, sia stato ottenuto”. Secondo l’analisi, che ha preso in considerazione oltre 45.000 preventivi compilati in Veneto nelle prime tre settimane di gennaio 2013, l’incremento del ricorso ai comparatori è stato più sostenuto che in molte altre regioni. Nel dettaglio: la provincia di Padova ha visto un vero e proprio boom con un incremento che ha sfiorato il 38% rispetto al 2012, ma sono altissime anche le percentuali di aumento registrate nelle province di Vicenza (+32,5%), Venezia (+30,1%), Treviso (+29,7%) e Verona (+26,4%); al di sopra della media nazionale anche Rovigo (25%) e Belluno (22,4%). Chi sono le persone che hanno deciso di utilizzare lo strumento on line per la comparazione? Sono per la maggior parte imprenditori, pensionati e artigiani. SACRO CUORE: libero a breve, la palazzina si presenta molto bene, ingresso, soggiorno, 2 camere, 2 bagni, armadio a muro, 2 poggioli, taverna con cucina in muratura e caminetto, garage comunicante, tende parasole, aria condizionata. Da vedere. ACE: E RIF. 471 EURO 185.000
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Casi più che triplicati
“Accanto ai furbi le vittime della crisi” N
ei consueti bilanci di inizio anno stilati dalla polizia stradale e dalle polizie municipali spicca, tanto a Padova come in provincia, l’aumento sempre più consistente di automobilisti fermati con l’assicurazione scaduta. Un’infrazione che se in passato non destava preoccupazioni oggi invece è una spia che testimonia come ci siano famiglie che non hanno risorse sufficienti nemmeno per pagare l’indispensabile assicurazione. A Padova città le infrazioni sono più che triplicate solo nell’ultimo anno e in provincia il trend è più o meno lo stesso. E alla classica spiegazione “l’avevo scordato” si aggiunge, con sempre maggior frequenza questa “non ho pagato perché non ho i soldi per farlo”. Una scusa come le altre? No, a sentire gli addetti ai lavori, preoccupati da un fenomeno che sta assumendo contorni inquietanti. “Fino a qualche anno fa erano l’eccezione, oggi invece le multe per assicurazione scaduta sono la regola”: a parlare è un agente di polizia locale della provincia di Padova, da quasi trent’anni ogni giorno “in prima linea” sulle strade, alle prese con la quotidianità del traffico, dei controlli ad automobilisti e camionisti, delle infinite discussioni per i parcheggi e per i posti delle bancarelle al mercato. Ma il fenomeno delle assicurazioni scadute è figlio della crisi, sostiene l’agente, tanto che negli ultimi anni ha conosciuto una preoccupante escalation. “Se fino a tre – quattro anni fa riscontravamo automobili con l’assicurazione scaduta in mano per lo più ad extracomunitari – aggiunge l’agente – oppure a cittadini italiani con problemi più di carattere sociale che economico, oggi invece troviamo persone di ogni età, quasi tutti italiani, sia uomini che donne, molto spesso madri e padri di famiglia, alcuni dei quali disoccupati o cassaintegrati, che usano l’automobile tutti i giorni per andare al lavoro, e se l’anno perso per cercarlo, e per accompagnare i figli. Non mi riferisco alle banali dimenticanze, a chi viene multato perché l’assicurazione è scaduta da un mese o poco più. Stiamo parlando di gente che viaggia “scoperta” anche da più di un anno. E quando li fermiamo ci sentiamo rispondere che non hanno pagato perché non ce la fanno, non hanno i soldi e non arrivano a fine mese. Ma girare con l’assicurazione scaduta è un rischio ben più elevato, non solo per la multa salata ma soprattutto per le gravi conseguenze che ci possono essere in caso di incidente. Girare senza assicurazione è un gesto da irresponsabili, questo deve essere chiaro, e non c’è scusa che tenga”. La Polizia Stradale impegnata tutti i giorni sulle strade di Padova e provincia rileva anche un incremento di automobili che viaggiano con la revisione scaduta e ricordano che è previsto, oltre alla multa, il sequestro del libretto. Ma le assicurazioni non pagate sono in netta maggioranza e non mancano anche i veri e propri casi di truffa attraverso tagliandi contraffatti. Per scovare i furti nella Bassa Padovana, la polizia locale di Este, Monselice e dintorni ha organizzato dei corsi di formazione per gli agenti, in modo da prepararli adeguatamente a riconoscere i falsi tagliandi esposti sul parabrezza. Perché accanto a chi effettivamente non ce la fa a pagare c’è anche chi pensa di farla franca ricorrendo ai trucchi di computer e stampante. Ma i comandi padovani si sono dotati di strumenti e di competenze in grado di individuare con sempre maggior velocità e precisione i falsi.
6 Vigonza Crisi economica Ridotto anche il peso dell’Imu sulla prima casa al 3,76 per mille
Fondo di solidarietà
Stanziati 20 mila euro per le famiglie a basso reddito e vivono in situazioni di disagio di Manuel Glauco Matetich
P
er venire incontro alle difficoltà dei propri cittadini nel pagare l’ormai famosa Imu, l’amministrazione comunale di Vigonza ha istituito un fondo di solidarietà di 20mila euro. La giunta comunale ha inoltre stabilito i criteri per l’erogazione del contributo, contemplato dal fondo sociale per l’Imu 2012. Ricordiamo inoltre che l’aliquota Imu per la prima casa, a Vigonza, è la più bassa della provincia padovana ed una delle più basse anche a livello nazionale, solamente il 3,76 per mille contro il 4 della maggioranza degli altri comuni. L’indice è rimasto invariato, anche in questo caso in controtendenza rispetto agli altri enti comunali, pure per il pagamento della seconda rata. Ora sono stati trovati ventimila euro e, su parere della commissione comunale di assistenza e della terza commissione consiliare per il sociale, la giunta ha stabilito sia i criteri per accedere al fondo, sia le regole di priorità per l’assegnazione. Si è chiuso lo scorso 5 marzo il termine massimo per presentare la domanda di richiesta per il fon-
Dal municipio lo stanziamento per chi è in difficoltà do comunale alle famiglie meno abbienti. Le richieste ricevute dall’ufficio protocollo di Vigonza sono state un numero alquanto considerevole, considerando le 8.400 mila famiglie residenti 7 frazioni del Comune. I requisiti per l’assegnazione dei contributi erano: essere possessori diretti solo della prima casa ed eventuale garage, avere un reddito familiare Isee non superiore a 14.000 euro annui; aver pagato l’imposta municipale; la presenza di un minore con necessità di assistenza continua; la
presenza di un componente con invalidità riconosciuta superiore al 74%, cieco o sordo. Inoltre a seconda della situazione privata di ogni nucleo familiare sono state previste delle detrazioni da applicare all’importo totale dell’Imu, che vanno dai 50 euro fino ad arrivare ai 400. Il fondo di solidarietà per l’Imu si aggancerà a quello relativo alla commissione assistenza che è di 5.000 euro riservato alle situazioni di disagio economico delle famiglie.
elezioni 2013 Con oltre il 31 per cento delle preferenze stacca gli altri partiti
il movimento 5 stelle sbaraglia tUtti
A
lle politiche di Vigonza si impone il Movimento 5 Stelle. Partendo dai dati emersi per quanto riguarda il voto alla Camera dei Deputati, si è registrata un affluenza del 85,15% di votanti sul totale degli iscritti, ovvero delle persone in possesso del diritto di voto. Questa percentuale tradotta in numero, è di Gli attivisti “grillini” sul palco circa 14.538 votanti, dei quali 7.162mila maschi e 7.376 femmine. Sempre per la Camera i risultati degli scrutini delle 20 sezioni elettorali del comune di Vigonza, evidenziano come il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo sia stata la lista più votata a Vigonza con il 31,71% (4.483 mila voti validi), seguita dal Partito Democratico con il 18,71% (2.645mila scrutini validi), e da Il Popolo della Libertà con il 18,50 % (2.650 mila voti validi). La lista con meno voti, solo 19 pari allo 0,09%, è stata quella dei Riformisti Italiani – Craxi. Anche per la votazione riguardante il Senato la situazione non sembra cambiare. I dati rilevati sono molto simili a quelli della Camera. L’affluenza registrata per questa votazione risulta essere pari al 85,31% con 13.471mila votanti, 6.635 maschi e 6.836 femmine. Si deve ricordare che per l’assegnazione della propria preferenza alle liste elettorali concorrenti per il Senato si devono avere 25 anni di età anagrafica, ecco spiegato una dei motivi dello scostamento di numero di votanti tra le due Camere parlamentari. Il Movimento 5 Stelle si conferma anche in questa votazione il partito guida raccogliendo il 30,29% delle preferenze (pari a 3.971 scrutini validi), in seconda posizione troviamo il Pd di Bersani con il 20,64% (2.706 voti validi), mentre terzo arriva il Pdl di Berlusconi con il 19,31% (2.532 voti validi). Fanalino di coda anche per il Senato sono i Riformi Italiani a quota 8 voti, ovvero lo 0,06%. M.G.M.
MESSAGGIO PUBLIREDAZIONALE
ETRA pREMIA LE MIGLIORI TESI DI LAUREA
A
“Essere moderni domani”. E’ così che RelaXXI definisce la nuova RSA per anziani Santa Maria dei Battuti a Noale, che accoglierà i suoi primi ospiti a primavera 2013. Una struttura con 120 posti letto, luminosa, nuova, confortevole come lo è la casa che ognuno di noi sogna, anche per la propria vecchiaia. RelaXXI - nata in seno alla Cazzaro Costruzioni di Trebaseleghe insieme al know how di qualificato management del settore - ha lavorato con costanza e coerenza negli ultimi anni per portare avanti un progetto ambizioso dal punto di vista architettonico e tecnologico, ma allo stesso tempo funzionale, innovativo ma attento alla qualità della vita delle persone anziane: una vera novità tra le Residenze per anziani non solo della Regione, ma di tutto il territorio nazionale. La nuova R.S.A. garantisce servizi di massimo livello e lo fa con la consapevolezza e la volontà di essere una struttura aperta a tutti, rivolta a chi cerca il meglio al costo giusto. Stanze insonorizzate, aerazione automatica degli ambienti cinque volte al giorno, risparmio energetico, sale bagno munite di vasche ad ultrasuoni per l’igiene non invasiva dell’ospite, spazi comuni luminosi e chiari, permeabilità tra interno ed esterno con terrazze verdi di piante ed erbe aromatiche: questi sono soltanto alcuni degli standard qualitativi che la residenza esprime. Ma senza dubbio ciò che si percepisce entrando nella struttura, ancora in fieri, è qualcosa di diverso: uno spazio a misura d’uomo, ampio ed esteticamente bello,
dall’atmosfera serena e cordiale, confortevole e confortante. Uno spazio in cui sentirsi vivi, attivi, protagonisti della propria esistenza, per riscoprire il piacere delle piccole cose quotidiane, in ambienti curati. Una casa circondata dalla natura protetta dell’Oasi WWF Cave di Noale, a pochi metri di distanza. A Santa Maria dei Battuti, il cibo è buono e genuino: la cucina interna alla struttura utilizza ortaggi e frutta fresca; lo chef sceglie gli ingredienti per il vitto in base alla stagione per un’alimentazione ricca e variegata, attenta alle esigenze nutrizionali e alle diete particolari dei singoli ospiti. Se gli spazi sono così studiati intorno all’ospite, il personale infermieristico e di assistenza, presente 24 ore al giorno, garantisce professionalità e competenza fondando il servizio alla persona sulla priorità del rapporto umano e relazionale; uno staff di medici, psicologi, fisioterapisti, logopedista, assicurano ogni necessità sanitaria e riabilitativa; la presenza di un sacerdote offre, per chi lo desidera, la disponibilità per momenti “di ascolto e conforto” e le funzioni religiose, mentre operatori specializzati sono disponibili per favorire occasioni d’incontro, iniziative ricreative e di intrattenimento. Questo è solo l’inizio: dalla prossima primavera, quando gli ospiti entreranno nella loro nuova casa, Santa Maria dei Battuti si arricchirà di storie e racconti che ogni persona porterà con sé, creando uno spazio a misura d’uomo in cui le relazioni umane saranno ancora al centro dell’esistenza.
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ncora pochi giorni a disposizione per iscriversi e partecipare al Premio “Gino Bortollon” 2013. La data di scadenza per presentare la domanda di iscrizione è il prossimo 15 marzo. Il Premio Gino Bortollon è stato indetto anche quest’anno dall’ Etra – Energia Territorio Risorse Ambientali, che ha voluto indire un bando di concorso per le migliori tesi di laurea e di dottorato nei settori della tutela ambientale sul nostro territorio. I comuni delle Province di Padova e Vicenza che sono stati “ammessi” sono in tutto 75, tra questi anche quello di Vigonza, in memoria di Gino Bortollon, giovane operaio dipendente Etra e morto nel marzo 2010 a causa di un tragico incidente sul lavoro, mettendo in palio un premio di circa 2000 euro per il vincitore di ogni sezione prevista dal bando. Etra spa intende premiare la ricerca per la tutela ambientale e la salvaguardia territoriale dei Comuni soci, in particolare promovendo tecnologie innovative per la gestione idrica, la gestione dei rifiuti e lo sviluppo delle energie alternative. Il concorso è strutturato in due sezioni: Natura e Cultura nel territorio. La prima prende in considerazione le tesi di laurea che trattano i temi dell’ambiente, dei rifiuti, dell’energia, della depurazione delle acque, e tutti quelli più vicini alle diverse attività che ogni giorno l’azienda vigontina Etra porta avanti e affronta nel territorio. La seconda sezione considera, invece, le tesi di laurea finalizzate a promuovere, e a divulgare una corretta e sana informazione, il territorio di Etra su
Il concorso “Gino Bortollon” è dedicato ad un giovane operaio morto nel 2010 temi a carattere storico culturale artistico. Il premio è rivolto principalmente a giovani laureati e dottori di ricerca che hanno elaborato una tesi di laurea quadriennale o quinquennale, triennale, specialistica o magistrale, di dottorato o di specializzazione post-universitaria o di master di II livello, ovvero conseguito dopo una laurea magistrale. I partecipanti che intendano iscriversi al concorso premio “Gino Bortollon” 2013 dovranno aver discusso le proprie tesi di laurea entro e non oltre il 28 febbraio 2013. Per ogni altra informazione è possibile rivolgersi direttamente all’Etra, sede in via Grandi n.52 a Vigonza, semplicemente telefonando al telefono 049 8098272. M.G.M.
8 Vigonza L’Intervento
Ambiente Doppia giornata ecologica All’inizio di marzo l’eco iniziativa ha coinvolto decine di persone
Volontari per il territorio di Manuel Glauco Matetich
C
on la primavera torna la voglia di stare all’aperto. Cominciano a essere presi d’assalto i parchi e gli argini. Peccato però che, troppo spesso, lo spettacolo che si offre ai nostri occhi non sia dei migliori: carte, lattine, sacchetti di nylon elettrodomestici abbandonati possono affievolire il nostro entusiasmo. Ecco perché il Comune di Vigonza ha deciso di dedicare, di recente, due intere giornate a ripulire gli argini del territorio. A prendere parte a questa eco-iniziativa è stata ovviamente invitata tutta la cittadinanza del comune di Vigonza, e la sua risposta non si è fatta di certo attendere. Le “giornate ecologiche” si sono svolte grazie al patrocinio in primis del comune vigontino e dell’azienda Etra. Numerosi sono stati i residenti che hanno voluto partecipare all’evento e che si sono dati realmente da fare per salvare dai rifiuti il proprio territorio. La ricerca sul campo è stata organizzata, invece, dalle associazioni Carpfishing ed Effetto Giovani. Carpfishing è un’associazione presente su tutto il territorio nazionale e le diverse sezioni hanno lavorato in tutto il nostro belpaese per la pulizia delle sponde dei fiumi e dei laghi, per il terzo anno consecutivo. Effetto Giovani è un insieme di persone giovani organizzate e operanti nel Comune di Vigonza. E’ un laboratorio di idee creato per stimolare la partecipazione alla vita civile e la cura del proprio territorio. “Devo proprio dire che sono state due belle ed intense giornate di lavoro insieme. Siamo rimasti davvero stupefatti dal grande numero di persone partecipanti, soprattutto famiglie e giovani, che si sono messi in gioco per l’ambiente vigontino. – ha commentato il sindaco Nunzio Tacchetto – Il territorio è di tutti ed è un dovere di tutti prendersene cura. Fare un po’ di fatica per ripulirlo spero aiuti tutti noi a
novita’
Mobilitate due associazioni locali, Carpfishing con Effetto Giovani, patrocinate da Comune ed Etra Uno dei corsi d’acqua che attaversano il territorio di Vigonza: i volontari hanno ripulito gli argini e le altre aree verdi raccogliendo ogni genere di rifiuti e sporcizia
riflettere su quanto sia importante non abbandonare i rifiuti nell’ambiente e preservare quel meraviglioso e sensibile ecosistema che sono i nostri fiumi”. L’appuntamento delle due giornate all’insegna dell’eco sistema ambientale sono iniziate molto presto, perché di mansioni da svolgere ce n’erano abbastanza. Tutti i partecipanti si sono dati appuntamento verso le 8 in via Regia a Vigonza, precisamente nel parcheggio del nuovo supermercato Ipercoop, e lì è cominciata la suddivisione in squadre e la consegna del materiale per la pulizia. Destinazione scelta sono stati gli argini del fiume Brenta.
“Abbiamo aderito con entusiasmo all’iniziativa, – ha spiegato Stefano Svegliado, presidente del Consiglio di Gestione di Etra – fornendo gli strumenti e i materiali necessari: pinze, guanti, sacchi e rastrelli, che hanno permesso ai volontari di lavorare in tutta sicurezza. I rifiuti sono stati differenziati per quanto possibile, e non hanno comportato nessun tipo di problema o rischio per nessuno. I volontari erano ben riconoscibili grazie a gilet catarifrangenti, un ulteriore presidio di sicurezza ma anche un modo di dare maggiore visibilità all’iniziativa”.
Benedetto Papa…
di Don Angelo Busetto* segue da pag.
Poi si è andato affermando in modo sempre più evidente il senso di una perdita, come chi è stato abituato fin da fanciullo ad avere sotto gli occhi la figura paterna del Papa. La solennità ieratica di Pio XII, l’amabilità audace di Giovanni XXIII, l’intelligenza e la decisione di Paolo VI, la semplicità di Giovanni Paolo I, l’irruenza multiforme di Giovanni Paolo II, e infine la squisitezza umana di questo Papa, Benedetto XVI. Con ciascun Papa, in tempi diversi della vita, è avvenuta una sorta di immedesimazione, non solo nei riguardi dei contenuti e delle modalità della funzione papale, ma anche per un apprezzamento dello stile personale di ciascuno. Un Papa, un nome: ciascun Papa con il suo nome, il suo volto, la sua anima. Con Benedetto è fiorito un rapporto certamente speciale. Ben prima che fosse Papa l’avevo frequentato come limpido teologo, capace di entrare nelle questioni della modernità con uno sguardo alla storia svolto in un’esposizione piana e scorrevole; un teologo che si poteva leggere con immediata scioltezza, senza dover ansimare dietro concetti involuti o frasari complicati. Ne ricavavo soddisfazione per l’intelletto e feconda apertura per l’esperienza, nella scoperta di questioni attuali o nella nuova ripresa di tematiche tradizionali. Egli affrontava tutto nell’orizzonte di una fede incarnata nel tempo, nel contesto di una ragione aperta e viva. Quando questo teologo è diventato Papa, il suo insegnamento è stato proclamato nella barca di Pietro e dalla riva della Chiesa incrociando folle attente in tutto in mondo, soprattutto attraverso gli Angelus festivi, le omelie, le udienze del mercoledì, i dialoghi diretti con bambini o sacerdoti. Papa Benedetto si è proposto con la sua figura tenue e lieta, decisa ma non arrogante, e persino con il suo accento così caratteristico. Un uomo timido, meravigliato di trovarsi nella piazza del mondo, e nello stesso tempo così desideroso di ‘cercare Dio’, a imitazione dei monaci nel silenzio. Un uomo di Chiesa, che ama Gesù e riconosce in Lui, per sé e per tutti, l’attrattiva e lo specchio della felicità. Quante volte notavo che diceva con profondità e chiarezza le cose che mi sarebbe piaciuto dire e quelle che mai avrei immaginato di pensare e di dire. Ero tentato di trascrivere interi brani delle sue omelie, fissando perle di concetti e di linguaggi. Ora ho quasi l’impressione che un grande tesoro venga sepolto, senza più questa possibilità di proseguirne l’annuncio e il prezioso dialogo con il mondo. O forse si tratta di una paternità divenuta una semente che, a suo tempo e come vorrà il Signore, può ancora germogliare per tutti. *Parroco Chioggia
Al via il servizio gratuito negli uffici di Villa Bettanini a peraga
operativo lo sportello fiscale di parità
A
gli inizi di marzo ha aperto uno dei nuovi servizi che l’amministrazione comunale di Vigonza, guidata dal sindaco Nunzio Tacchetto, ha voluto mettere in campo: lo Sportello Fiscale di Parità. Quest’attività è un servizio totalmente “gratuito”, nato per volontà della commissione Pari Opportunità e dell’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Vigonza e volto a orientare, informare e supportare i cittadini con un servizio di consulenza
fiscale qualificata ed organizzata. E’ gestito grazie alla preziosa collaborazione con esperti dottori commercialisti e rinomati contabili padovani. Lo scopo del servizio è riuscire ad aiutare i cittadini residenti a Vigonza in campo fiscale, cioè poter offrire degli aiuti validi alle persone oggi in grave difficoltà. Lo Sportello Fiscale di Parità ha sede presso la sede dei Servizi Sociali del Comune, che si trova all’interno del comprensorio del Castello dei
Da Peraga, meglio conosciuto come Villa Bettanini, in via Arrigoni,1, a Peraga di Vigonza ed è aperto nei giorni di venerdì dalle 17.00 alle 19.00 e di sabato dalle 10.30 alle 12.30. Per accedere al servizio è necessario però fissare un appuntamento. Per prenotare una consulenza si può telefonare ai numeri 049.8090321/322/323, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e il lunedì e il mercoledì pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00. M.G.M. Villa Bettanini ospita il nuovo sportello
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Cadoneghe 9 Viabilità Scontro frontale fra il sindaco di Cadoneghe e la Provincia di Padova
edilizia
Provinciale 34, Gastaldon attacca
per le aree peep
aUtocostrUzione Un nUovo bando
Dopo quattro anni di discussioni l’allargamento della strada non è ancora stato inserito fra le opere
N
uova fase del progetto sperimentale di autocostruzione edilizia attivato dal Consiglio comunale nel 2006 nell’area Peep tra le vie Rigotti e Palladio nell’ambito del Piano Particolareggiato denominato Green Park. Si apre ora un nuovo bando, che permetterà a nuovi soggetti di diventare soci della cooperativa sociale Sirio, assegnataria dell’area di Edilizia Residenziale pubblica che accoglie il progetto sperimentale di autocostruzione. La domanda di ammissione alla nuova selezione deve pervenire entro le ore 13 del giorno 14 marzo. La documentazione relativa al presente avviso è disponibile e scaricabile gratuitamente dal sito Internet del Comune di Cadoneghe www.cadoneghenet.it nella sezione Bandi e Concorsi – Avvisi Pubblici. La nuova procedura sarà finalizzata a raggiungere un numero di richiedenti collocati in graduatoria utile almeno uguale alla differenza tra gli alloggi realizzabili sull’area oggetto di intervento e i soci della cooperativa. Secondo il nuovo bando, il prezzo massimo di cessione dei singoli alloggi non potrà essere superiore ad euro 197.942,41, comprensivi del N.M. costo della manodopera.
di Nicoletta Masetto
E
’ polemica aperta sul fronte della viabilità. Riprende forza e rabbia la protesta di cittadini e amministratori pubblici per il mancato avvio dei lavori di allargamento della Sp 34. Un fronte che vede come capofila il primo cittadino di Cadoneghe, Mirco Gastaldon che, di sicuro, non le manda a dire alla Provincia. “Conosco già la risposta che darà – afferma senza mezzi termini Gastaldon – mi attendo la solita musica, ossia la Provincia risponderà: “il patto di stabilità non ci permette di aprire le casse”. In verità, la presidente Degani sa benissimo che la Provincia non pagherebbe un euro quest’anno, visto che le spese iniziali, ossia le prime rate del lavoro, le pagherebbe il Comune di Cadoneghe con soldi peraltro già stanziati. La Provincia, insomma, pagherebbe solo a fine lavori”. Il sindaco Gastaldon, presente al raduno di protesta organizzato in via Cortese per contestare l’immobilismo della Provincia in merito all’allargamento della Sp 34, non ha peli
sulla lingua “Sono quattro anni ormai che andiamo discutendo del progetto con la Provincia – prosegue il sindaco –. l’opera è già stata in parte realizzata, Va tenuto, poi, in debito conto che quando è stato necessario l’amministrazione comunale ne ha finanziato almeno il 50 per cento, anche se si tratta di proprietà di altri. Il 12 ottobre 2011 la Provincia aveva confermato la La protesta del sindaco di Cadoneghe per la Provinciale n. 34 sua disponibilità al cofinanziare il progetto: da allora il Comune, a proprie spese, di aver inserito l’opera tra le 7 priorità Comune di Cadoneghe. Questo, allora, ha affidato la progettazione preliminare e contenute nel Piano provinciale della vuol dire che i soldi della Provincia non viabilità. Ma adduce serviranno prima del 2014 o addirittura definitiva a Etra, consegnando il tutto alla “Noi abbiamo fatto la presenza ostativa del 2015, vista la durata dei lavori e i del patto di stabilità. tempi necessari al collaudo. Provincia. Il risultato? la nostra parte Un problema che non Il Comune ha fatto la sua parte deUn nulla di fatto. È un costruendo la ritardo inammissibile, bretella, ora non ha rilevanza, visto viando il traffico pesante con la nuova considerando che ogni si può aspettare” che, trattandosi di bretella, ma ora non possiamo partire con giorno sono in gioco cofinanziamento, i i lavori per realizzare fognatura e sottol’incolumità e la sicurezza delle persone”. primi “sal” (stati di avanzamento lavori, servizi (già finanziati, con Etra in attesa I lavori avrebbero dovuto essere av- suddivisi sempre nelle percentuali del 30 di poter avviare i lavori) se la Provincia viati da tempo come spiega Gastaldon. per cento, 30 per cento, 30 per cento e non dà il suo assenso”. “La Provincia dichiara di avere i fondi e 10 per cento) possono essere pagati dal
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10 Cadoneghe Servizi scolastici L’iniziativa dell’Unione dei Comuni Medio Brenta
Mensa, pagamenti web Dal prossimo anno scolastico potrà essere pagato con carta di credito anche lo scuolabus di Nicoletta Masetto
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roseguono le innovazioni riguardanti il servizio di refezione scolastica intraprese dall’Unione dei Comuni del Medio Brenta per migliorare il servizio stesso, ma anche per renderlo maggiormente fruibile, in tutti i suoi aspetti, da parte dei cittadini e delle famiglie. Dallo scorso 19 febbraio le famiglie possono, infatti, pagare on line i servizi di mensa e asilo nido utilizzando la carta di credito. Sarà, pertanto, possibile effettuare i pagamenti con tutte le più diffuse carte di credito. Questa nuova modalità non potrà essere utilizzata – per non ingenerare sovrapposizioni – da parte degli utenti che pagano già i servizi tramite Rid. Il funzionamento dell’acquisto tramite carta di credito è molto semplice. Basta collegarsi al portale, all’interno del quale è possibile prendere visione del menù giornaliero, quindi ricevere informazioni e aggiornamenti riguardo al servizio mensa. Una volta collegati, dopo aver «cliccato» su «Acquista», l’utente verrà, a sua volta, ridirezionato sul
La rete rende più agevoli i pagamenti e riduce la burocrazia sito di CartaSi (a cui è stato affidato il servizio), dove effettuerà il pagamento. Dopo aver effettuato queste operazioni e, quindi, portato a termine il pagamento, il cittadino riceverà una mail che attesta l’avvenuta transazione. Il pagamento sarà, tra l’altro, documentato e visibile da parte del cittadino nella sezione «Rendiconti famiglia» e nel report «Pagamenti dal .. al ..». Dal prossimo anno c’è l’intenzione di estendere nuove modalità di pagamento, ad esempio, anche al servizio di trasporto
scolastico che potrà essere così pagato con carta di credito. L’Unione dei Comuni del Medio Brenta ricorda, infine, che: a tutti i cittadini che abbiano hanno comunicato un indirizzo di posta elettronica, e a quanti lo richiederanno inviando una e-mail all’indirizzo serviziscolastici@mediobrenta.it, saranno trasmesse tutte le istruzioni per controllare l’addebito dei pasti consumati. Ulteriori informazioni sono disponibili consultando il sito www. mediobrenta.it.
i dettagli Introdotto anche il sistema di rilevamento delle assenze
dopo le polemiche Un servizio efficiente
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egli ultimi mesi sono state introdotte diverse novità nel sistema di gestione della mensa scolastica che interessano genitori e famiglie. Riguardano assenze dei figli e pagamenti, questi ultimi sia on line che non. Queste le modifiche introdotte. In caso di assenza dei figli: non sarà più necessario telefonare, la rilevazione delle presenze e delle assenze sarà gestita grazie alla collaborazione degli operatori ATA direttamente a scuola. In caso di entrata posticipata a scuola o di presenza in classe ma non utilizzo della mensa, si prega di comunicarlo per iscritto sul libretto scolastico o, nel caso delle scuole dell’infanzia, informare direttamente le insegnanti. Per quanto riguarda, invece, i pagamenti: chi paga in contanti, continuerà a farlo come ora presso le filiali della Banca Padovana di Credito Cooperativo. Per chi paga i pasti tramite Rid: l’Unione sta provvedendo a comunicare ai diversi istituti di credito il nuovo codice per consentire l’addebito bancario. Il passaggio a un diverso sistema di gestione elettronico dei pagamenti, infatti, ha richiesto un aggiornamento dei codici. Il soggetto richiedente il pagamento risulterà essere l’Unione dei Comuni del Medio Brenta. I Rid saranno emessi con cadenza regolare, entro il giorno 5 del mese, e gli utenti che utilizzano questo sistema di pagamento riceveranno mensilmente via mail il resoconto dell’importo addebitato. A tutti coloro che hanno comunicato un indirizzo di posta elettronica, e a chi lo richiederà inviando una e-mail all’indirizzo serviziscolastici@ mediobrenta.it, saranno trasmesse le nuove credenziali di accesso e le istruzioni per controllare l’addebito dei pasti consumati. Dal mese di febbraio, collegandosi al portale, è poi possibile effettuare il pagamento dei pasti anche tramite carta di credito, prendere visione del menù giornaliero e ricevere informazioni e aggiornamenti sul servizio mensa. L’informatica e internet dunque aiutano a rendere più agevole il servizio. N.M.
pARpAjOLA, IMpRENDITORE ESEMpLARE
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i è spento le scorse settimane uno degli imprenditori più importanti del territorio, non solo di Cadoneghe. All’età di 86 anni è morto Pietro Parpajola, fondatore della storica azienda meccanica Parpas. Da alcuni mesi le sue condizioni di salute si erano aggravate. “L’estate scorsa – racconta il sindaco Mirco Gastaldon - durante la festa democratica, dopo le prime sere non lo avevo più visto. Davvero strano per uno come Pietro che non perdeva una serata, sempre presente per anni a ogni iniziativa promossa dal Partito democratico. Mi hanno riferito, di lì a poco, che si era sentito male”. Il nome di Pietro Parpajola è legato alla sua “creatura”, la Parpas, fondata insieme all’amico Giosuè Pasquetto nel 1951, in uno stanzino in via Gramsci. Inizialmente la piccola azienda produceva tritacarne e macinini da caffè. Oggi quella piccola realtà artiginale è divenuta un Gruppo (composto da Parpas, Omv e Famu). Il Gruppo Parpas esporta i suoi macchinari ad alta tecnologia (unità di frese a controllo numerico) in tutto il mondo, attualmente sono circa i 150 dipendenti. Vi lavorano anche i due figli di Parpajola, Vladi e Ledy. La Parpas, situata nel centro del paese, rappresenta da sempre un punto di riferimento. È situata a fianco degli stabilimenti della Grosoli, altra grossa azienda di Cadoneghe, che però non ha saputo resistere rimanere in piedi e resistere nel tempo alle varie crisi. Nato a Cadoneghe il 13 giugno del 1926, dove ha sempre risieduto, Pietro Parpajola iniziò come meccanico di biciclette,
Il fondatore della Parpas si è spento a 86 anni, azienda dà lavoro a 150 persone finché a 14 anni venne assunto all’officina Bedeschi. L’amico Giosuè intanto aveva trovato lavoro come apprendista fabbro da Busatto, che riparava attrezzi agricoli. Ma sia Parpajola che Pasquetto sognavano di mettersi in proprio e tentare la grande avventura. E così fecero, riuscendo a creare un gruppo importante, che negli anni ha dato lavoro a centinaia di persone. “Spero che la figura di Pietro Parpajola sia di esempio ai giovani - ha aggiunto il primo cittadino Gastaldon - affinché trovino il medesimo coraggio a concretizzare i propri sogni. Il dopoguerra era un periodo economicamente difficile, proprio come ora, ma persone come lui ebbero il coraggio di provarci”. N.M.
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Vigodarzere 13 Mercato agricolo Approvato un nuovo e più severo regolamento
Spesa più trasparente con le nuove regole di Nicoletta Masetto
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itorno alla terra, ma soprattutto alla qualità e alla sicurezza alimentari. E così il mercato agricolo davvero a “km 0”. A volerlo fermamente il Comune di Vigodarzere che, di recente, per rendere possibile questa misura di tutela prima di tutto della salute del cittadino, e quindi del consumatore, ha approvato un regolamento apposito. Quanto approvato dal Comune di Vigodarzere stabilisce che i prodotti in vendita al mercato agricolo debbano essere coltivati o realizzati solo da chi allestisce il banchetto. In questo modo il mercato agricolo di Vigodarzere diventa rigorosamente a chilometro zero. La questione, come è stato spiegato dagli amministratori, non è tanto sulla la distanza che le aziende che le aziende produttrici devono avere da Vigodarzere. Il “cuore” della questione è piuttosto un altro, più profondo: ogni prodotto, fresco o trasformato, che sarà posto in vendita ai cittadini di Vigodarzere, dovrà essere coltivato o realizzato esclusivamente da chi allestisce il banchetto. Sarà, poi, una specifica commissione, creata appositamente per le verifiche, a controllare che quanto venduto sia effettivamente prodotto “in casa” ossia a km 0. La commissione potrà verificare la documentazione comprovante la provenienza delle merci e compiere verifiche nell’azienda. Chi non rispetterà il regolamento, sarà sanzionato o, nei casi peggiori, estromesso dal mercato. Secondo quanto stabilisce il regolamento si potranno vendere frutta e verdura, salumi, formaggi, miele, uova, persino il pesce. Per quanto riguarda il mercato di prodotti ittici, questi ultimi dovranno essere allevati in vasche e laghetti. A Vigodarzere il mercato dei produttori agricoli è attivo ogni sabato mattina. I banchetti si trovano in piazza Bachelet. Il mercato è stato avviato nel 2009 e, in questi quattro anni, ha raggiunto risultati davvero lusinghieri in fatto di “audience” e utilizzo da parte dei cittadini che hanno espresso più volte apprezzamento per l’iniziativa, e non solo. La gente, infatti, considera l’appuntamento del sabato mattina come un’opportunità per apprezzare i prodotti locali, mangiare cibi più genuini e acquistare a i prodotti a un più che buono rapporto qualità/prezzo, reperibile altrimenti solo. Con il regolamento approvato dal consiglio comunale, i Comune ha deciso di rafforzare la filosofia del prodotto a “km 0”, come si legge nel regolamento stesso, introducendo il principio che le aziende agricole possano vendere solamente ciò che è di propria produzione. “In pratica, viene meno il principio della prevalenza, secondo il quale ogni impresa agricola vendeva prodotti prevalentemente provenienti dalla propria
I produttori potranno vendere solamente la propria merce per evitare concorrenza sleale
Al mercato degli agricoltori di Vigodarzere potranno essere venduti solamente i prodotti autentici “km 0”
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azienda agricola – ha spiegato il vicesindaco Moreno Boschello, ma aveva la possibilità di completare la propria offerta con qualche articolo non di produzione propria, ma proveniente da altre aziende del territorio regionale. Eliminando dal regolamento questa possibilità, in accordo con le associazioni di categoria Cia, Confagricoltura e Coldiretti, vogliamo dare maggiore trasparenza e credibilità al mercato, a maggior tutela del consumatore”. Il controllo sarà effettuato dalla commissione composta da un responsabile del settore Commercio e attività produttive del Comune, tre rappresentanti delle associazioni dei produttori agricoli, un rappresentante dei commercianti e uno delle associazioni dei consumatori.
la ricerca Lista Civica “La Brentana”
“federazione scelta migliore”
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o al progetto della Grande Padova. La lista civica “La Brentana” di Vigodarzere ha proposto di abbandonare il progetto della Grande Padova e confluire, invece, nella Federazione dei Comuni del Camposampierese, tra le prime Unioni dei Comuni sorte in Italia. E chiede che a decidere sia la gente attraverso una consultazione. Contraria alla proposta “La Brentana” crede piuttosto fattibile la formazione di una Federazione dei Comuni della cintura urbana. “Se questa non fosse possibile - ha dichiarato il capogruppo Massimo Penello - vedremo allora interessante a una possibile entrata di Vigodarzere nella Federazione del Camposampierese, insieme con Piazzola e Curtarolo. La Federazione è più ampia ed efficace rispetto all’asfittica Unione del Medio Brenta tra i soli Comuni di Vigodarzere e Cadoneghe ci consentirebbe di salvaguardare l’identità del nostro territorio, mantenere l’autonomia nelle decisioni politiche di governo locale, ottenere servizi di dimensione sovracomunale e, insieme, anche risparmi economici. In questo momento serve fare uno scatto in avanti, tralasciando gli egoismi politici”. N.M.
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VIAGGIO IN
PROVINCIA
Il nuovo anno accademico Alla cerimonia inaugurale dura presa di posizione
PADOVA
Università: “Vergognosi tagli al diritto allo studio”
Un momento dell’apertura dell’anno accademico all’Università di Padova
Il rettore Zaccaria denuncia l’impoverimento progressivo degli atenei e torna sull’ospedale di Emanuele Masiero
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on è più tempo di fastose cerimonie e ricche parate, nemmeno all’Università di Padova, costretta a fare i conti con i tagli alla ricerca e le ristrettezze di bilancio. Così anche l’inaugurazione dell’Anno Accademico numero 791 è stata più sobria e breve del solito, con il merito di portare in primo piano i problemi legati al diritto allo studio e alla ricerca. Applausi e consensi dal folto pubblico presente al Bo per il discorso del Rettore Giuseppe Zaccaria, che ha centrato il suo discorso è stato proprio sui tagli al budget universitario. “I vergognosi tagli al diritto allo studio - ha detto - e il fatto che il costo totale per laureato sia in Italia inferiore del 31% rispetto a quello europeo, comportano il rischio concreto che l’Italia cancelli in pochi anni le conquiste dei padri fondatori della Repubblica in tema di diritto allo studio, portando ad una istituzione universitaria per pochi e non per tutti i capaci e meritevoli. Nel corso di quest’anno - ha aggiunto il Rettore - molti atenei italiani non avranno i soldi per pagare gli stipendi ai loro dipendenti e per loro si sta già ponendo in modo drammatico il problema della sopravvivenza. Ma anche noi, che grazie al bilancio perfettamente in ordine degli ultimi anni e alla cospicua capacità di autofinanziarci, non solo continueremo a vivere, ma non opereremo alcun taglio alla ricerca, alla didattica, all’internazionalizzazione e ai servizi agli stu-
denti, poco avremo di che rallegrarci. Infatti, ci è precluso Luca Zaia, ma il suo vice Marino Zorzato. “Alla riunione di crescere, impedendoci di correre più speditamente, come del comitato tecnico sul nuovo ospedale Regione, Comune, vorremmo e sapremmo fare, se solo ci fosse riconosciuta la Provincia, azienda ospedaliera e università hanno la possibilità di dare il via definitivo all’iter che dovrebbe portare alla quota premiale che ci siamo meritati. La nostra Regione mostra capacità di resistere alla cri- fase progettuale delle strutture del nuovo ospedale policlisi, ma senza un potenziamento delle reti formative e di nico. Siamo fiduciosi che dal Governo arrivino gli impegni di spesa utili a passare rapidamente ricerca, senza una strategia che ponga alla fase propriamente progettuale e al centro dei progetti le università nella “La costruzione successivamente al cantiere di questa loro sinergia e convergenza collabora- del nuovo grande opera fondamentale non solo tiva non vi potrà essere una politica di Policlinico è indispensabile per Padova ma per tutto il Veneto in sviluppo del territorio”. maniera da arrivare ad una casa della Non poteva mancare l’accenno per l’eccellenza” medicina che mantenga di assoluta ecall’ospedale e al progetto del nuovo nosocomio oggetto di un lungo confronto con la Regione. cellenza europea a nostra sanità regionale”. Al termine della cerimonia, come da tradizione, hanno “C’è una priorità , del tutto fondamentale, affinchè Padova mantenga la tradizione di eccellenza dei propri studi: quel- fatto simpatica irruzione nell’aula magna i goliardi che, con la della costruzione del nuovo ospedale-policlinico. È una uno studente di origini africane al seguito travestito da Papa struttura di cui l’Ateneo, la scuola di medicina, la città e la nero, hanno donato al rettore Zaccaria la tradizionale gallina regione hanno sempre più vitale bisogno per continuare a padovana, bianca, ribattezzata “papale” per l’occasione. La essere competitivi in quell’integrazione delle funzioni for- goliardia ha portatao una ventata di buonumore che però mative, scientifiche ed assistenziali che è il ’proprium’ della non è bastata a stemperare la tensione per lo stato di samedicina universitaria. Attendiamo dal presidente Zaia una lute dell’università padovana che, pur confermandosi tra gli parola definitiva, che ci garantisca la realizzabilità di que- atenei d’eccellenza a livello europeo, deve fare i conti con sto progetto così fondamentale per Padova”. A rispondere il progressivo impoverimento di risorse per gli studenti, per i in aula magna non era presente il presidente del Veneto docenti e per chi fa ricerca.
FONDAZIONE CASSA DI RISpARMIO FINOTTI RESTERÀ IN SELLA FINO A 89 ANNI
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a Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, istituzione che ogni anno finanzia progetti e iniziative culturali e sociali sul territorio per decine di milioni di euro, sceglie la continuità e affida nuovamente il timone al presidente Antonio Finotti. Ad 84 anni d’età è stato riconfermato infatti alla guida della Fondazione per altri cinque anni, probabilmente un record nel panorama delle fondazioni bancarie e non solo. Il Consiglio Generale della Fondazione Cariparo ha confermato con voto palese e all’unanimità Antonio Finotti alla presidenza dell’Ente per il prossimo quinquennio. Il nuovo mandato decorrerà dal 14 aprile, giorno successivo alla scadenza dell’attuale mandato, e si concluderà, come previsto dallo Statuto, il 13 aprile 2018.
Finotti, classe 1928, ricopre dal 2003 la carica di presidente della Fondazione di cui è stato, dal 1997, segretario generale. Attualmente è componente del consiglio e del Comitato di presidenza dell’Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa). Nel 2007 l’Università di Ferrara gli ha conferito la laurea honoris causa in giurisprudenza. Già direttore generale della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, della Cassa di Risparmio di Verona e di Unicredito, ha fatto parte di diversi consigli di amministrazione di società bancarie (Mediovenezie, Banco di Napoli, Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone). È stato inoltre sindaco effettivo della Cassa depositi e prestiti. Adesso ha davanti a se altri cinque anni a capo di una delle più importanti fondazioni bancarie italiane. E.M.
La voce degli studenti
“poche prospettive per i ricercatori”
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nche la rappresentante degli studenti universitari Chiara De Notaris non ha nascosto, nel suo intervento all’apertura dell’anno accademico, la preoccupazione per il futuro della ricerca. “Purtroppo i tagli e la riforma universitaria stanno producendo i loro effetti anche per quanti fanno della ricerca la loro professione. - ha detto - Ci riferiamo a dottorandi e assegnisti che assieme costituiscono ormai ben più del 50% del personale che ogni giorno contribuisce a mantenere questo Ateneo ai suoi elevati livelli nella ricerca. Solo il 7% degli attuali assegnisti, però, potrà ambire a un posto stabile nella nostra Università, percentuale in linea con quelle nazionali. Questo a causa dei tagli degli scorsi anni e del blocco del turnover a cui gli atenei sono ancora sottoposti. Ci sembra evidente l’enorme sproporzione di queste cifre. E.M.
Spazi Spazi Aperti aperti 13 15 I dati dell’Arpav La spesa per abitante è più “leggera” nei piccoli comuni, ache se non mancano alcune eccezioni
Differenziata, ma quanto ci costi... Nei Comuni più grandi il prezzo medio pro capite supera i 100 euro mentre nei paesini si scende sotto i 60 euro
Ad incidere sui prezzi anche la presenza o meno di aree industriali
di Emanuele Masiero
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iccolo è bello? A volte si e a volte no, dipende dalla faccia della medaglia. Possiamo riassumere così la situazione costo per abitante della tariffa rifiuti in provincia di Padova. Un dato che premia quasi sempre i Comuni più piccoli dove la gestione è più semplice, ma dove spesso mancano anche servizi aggiuntivi. In ogni caso il primato di Comune “più economico” è conteso tra Barbona e Villa Estense che vantano la minor spesa per abitante nella raccolta e nella gestione dei servizi legati ai rifiuti solidi urbani. Con 57,24 euro (il dato è dell’Arpav riferito al 2011) Villa svetta nella speciale classifica provinciale. Barbona perde il podio per un soffio con i suoi 57,88 euro: 62 centesimi di differenza motivati tuttavia da un curioso servizio aggiuntivo. Ogni utente di Barbona si vede consegnare a casa, prima dell’inverno, un sacco di sale da 25 chili, per disgelo neve. Al terzo posto per economicità spiccano Grantorto (60,85), Santa Giustina in Colle (64,01) e Trebaseleghe (64,18). Rimanendo nella Bassa, si difendono bene Ospedaletto Euganeo (64,55), Terrassa Padovana e Vescovana (65,34), Cartura (66,73), Sant’Urbano (67,69), Saletto (68,95), Anguillara Veneta (70,41),
Pozzonovo (70,97). I costi sono decisamente più alti nelle città con più abitanti (Conselve 96,97, Montagnana 112,59, Monselice 120,17), anche se spiccano i bassi costi di Este, che spende “solo” 84,03 euro. “E’ un risultato frutto di un sistema di raccolta differenziata collaudato - ha commentato il sindaco Giancarlo Piva - che conferma la diminuzione di costi all’aumentare del riciclaggio. E poi la presenza di Sesa ci sgrava dalla spesa dei servizi accessori, che la società offre alla città in cambio del disagio per la sua permanenza, peraltro ridotto al minimo in questi anni”. Già, perché tra i fattori che fanno aumentare la spesa ci sono anche i servizi legati alla gestione dei rifiuti: a Barbona, per esempio, la raccolta del secco non riciclabile avviene una volta ogni due settimane, mentre in altri Comuni (come ad esempio Monselice) la stessa raccolta viene fatta quattro volte ogni due settimane. Sempre a Barbona mancano servizi aggiuntivi su chiamata come raccolta oli, toner esausti e indumenti usati, così come manca un ecocentro, la cui attività si ripercuote sulle spese di gestione. Anche l’assegnazione dell’impianto di smaltimento della frazione secca crea una forte disparità: conferire
pROSSIMA STANGATA CON LA TARES
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assando da “costo per abitante” a “tariffa per abitante” i conti cambiano alla grande. E il confronto extra provinciale diventa doveroso, mettendo in luce un risultato sorprendente: la bassa padovana è un territorio virtuoso. Nonostante le differenze territoriali e morfologiche, la gestione nella Bassa rappresenta un’eccellenza nazionale, garanzia di risparmio per i cittadini e rispetto per l’ambiente. I dati non mentono: la tariffa del Bacino Padova Tre per abitante è di 58,69 euro, minore rispetto ai 67,97 euro di Etra (alta padovana), ai 66,52 di Acegas-Aps (Padova e cintura), ai 72,33 di Veritas (provincia di Venezia), ai 69,55 di Ecogest (provincia di Rovigo) e ai 78,01 del Consorzio Priula (provincia di Treviso). Per i responsabili dei Bacini Padova 3 e Padova 4 il dato è ancora più eclatante se considerate le differenze morfologiche del territorio preso in esame: “pensare che ci sia un risparmio rispetto alla provincia di Rovigo, ma anche rispetto alla città di Padova, è un dato che porta ad una sola conclusione: nonostante le differenze territoriali e morfologiche (da vaste aree rurali a zone ad alta concentrazione industriale), la gestione nella bassa padovana rappresenta un’eccellenza nazionale, garanzia di risparmio per i cittadini e rispetto per l’ambiente”. Per il futuro però bisognerà fare i conti con la nuova arrivata Tares che ha definitivamente mandato in pensione Tia e Tarsu. Secondo la logica dell’ex Governo Monti, il nuovo tributo dovrebbe garantire maggiore equità e far pagare in base all’effettiva pro-
Raccolta dei rifiuti duzione di rifiuti. Nella realtà invece, non si sono ancora visti questi effetti e la riscossione della Tares è stata rinviata a luglio 2013. Nell’importo della bolletta sarà infatti inclusa una maggiorazione (che andrà dai 30 ai 40 centesimi di euro per mq) che servirà a coprire i servizi “indivisibili” ovvero illuminazione pubblica, verde pubblico e simili. Resta comunque certo che non sarà ancora possibile ottenere la pesatura dei rifiuti che produciamo. Ad oggi infatti non esistono sistemi di pesatura omologati e trasportabili, senza contare che sarebbero comunque operazioni impossibili da fare a bordo strada dai mezzi che quotidianamente effettuano il servizio porta a porta. L’unica ipotesi credibile resta la creazione di piccoli ecocentri di quartiere, ma questa soluzione creerebbe almeno due problemi. In primis non si effettuerebbe più la raccolta porta a porta e le abitudini dei cittadini dovrebbe mutare radicalmente. In secondo luogo, in centri di grandi dimensioni, i problemi logistici sarebbero più che evidenti. E.M.
La raccolta differenziata rappresenta una voce di spesa tutt’altro che trascurabile per le famiglie padovane alle prese con continui aumenti delle tariffe. nella discarica di Sant’Urbano ha un costo di 101 euro a tonnellata, mentre portare il secco nella discarica di Este comporta un costo di 139. Altro dato sensibile è la presenza o meno di zona industriale. Prendendo due comuni di pari abitanti, ovvero Limena e Loreggia, nel primo il costo per abitante è quasi il doppio del secondo: la zona industriale di un Comune come Limena incide forte. Degna di nota, nella stima del costo, è poi la presenza di flussi turistici: i 162,27 euro spesi per abitante da Abano Terme sono dovuti in parte anche allo smaltimento delle immondizie lasciate dai turisti e dallo spaz-
zamento più frequente delle strade. In ogni caso bisogna tenere presente che il dato fornito è il costo per abitante e non la spesa che ogni abitante deve sostenere. Quindi prendere quel valore e moltiplicarlo per il numero di componenti di una famiglia è un’operazione assolutamente senza senso. E’ importante inoltre considerare la macro suddivisione tra utenze domestiche e non domestiche che rappresenta la garanzia di una tariffa più equa possibile: è chiaramente più elevato il costo di gestione dei rifiuti legati alle attività produttive. Pertanto sarebbe idealmente molto meglio avere il maggior numero di utenze domestiche nel proprio Comune.
16 Mondo scuola La denuncia Il Coordinamento Studentesco di Padova ha realizzato un dettagliato e drammatico dossier fotografico
“La scuola crepa”, gli studenti in piazza Non solo muri scrostati e soffitti invasi dalla muffa ma anche pericolose fessure sulle pareti e amianto sui tetti di Emanuele Masiero
L’aula di fisica dell’Istituto Euganeo di Este
© Foto di Erika Crosara
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he la maggioranza degli edifici scolastici si presenti alquanto malridotta non è una novità. A Padova e provincia, tranne alcune eccezioni ed esclusi i nuovi stabili, gran parte delle scuole mostra il segno degli anni e avrebbe bisogno di interventi di restauro anche per mettere in sicurezza le migliaia di studenti che ogni giorno le frequentano. Stavolta a lanciare l’allarme sono proprio gli studenti padovani, che il primo marzo hanno esposto le immagini del reportage fotografico “La Scuola crepa” in piazza Antenore, di fronte alla sede della Provincia. Una carrellata impietosa sebbene sia limitata ad alcuni istituti cittadini, ma che rende l’idea dello stato di salute degli edifici scolastici padovani. Il Coordinamento Studentesco di Padova ha consegnato le immagini alla Provincia e all’Ufficio Scolastico, chiedendo di non perdere altro tempo e di intervenire almeno nei casi più gravi. Infiltrazioni e crepe, tetti in amianto sulle palestre e le pensiline per le bici, soffitti scrostati, servizi igienici da sistemare, scale antincendio poco sicure: la lista potrebbe continuare, spiegano gli stessi studenti. “Ogni giorno continuiamo ad andare a scuola in luoghi fatiscenti, totalmente insicuri, pericolanti e non conformi alle leggi! Non si può risparmiare sulla sicurezza dei ragazzi che ogni giorno attraversano un luogo pubblico che dovrebbe essere adeguato ad accogliere centinaia di persone. Per questo, dopo aver raccolto le foto delle malridotte scuole padovane, abbiamo deciso di richiamare l’attenzione su questo problema tramite una mostra fotografica davanti la provincia, proprio l’organo preposto ad occuparsi della “struttura scuola”. Non abbiamo più intenzione di guardare le crepe che si allargano nei muri, le porte che si staccano dai cardini o i tetti in amianto che aspettano ancora di essere rimossi. Vogliamo che ci venga garantita la sicurezza nelle scuole che dobbiamo vivere tutti i giorni. Non si può rischiare la vita a scuola: il nostro è un urlo rabbioso che vogliamo far arrivare fino ai vertici delle strutture amministrative, affinché sia tutelata la vita stessa degli studenti, e non tanto i profitti che ne derivano. Ci riprenderemo tutto: le scuole che
crollano sono la rappresentazione più chiara di quello che è lo smantellamento totale del nostro futuro”. Il reportage fotografico si concentra su alcuni istituti padovani: il liceo MarchesiFusinato (centrale, sedi Arcella, Bronzetti e via Divisione Folgore) e gli istituti San Benedetto da Norcia, Valle, Ruzza, Belzoni e Severi. Spiccano, immortalate dall’obiettivo, le tante magagne strutturali: crepe di oltre un metro, tubi corrosi, muri e soffitti scrostati. Preoccupa, poi, la sinistra presenza di amianto all’agrario San Benedetto da Norcia. Al Marchesi-Fusinato sono in amianto alcune tettoie per biciclette, mentre nella sede dell’Arcella manca la scala antincendio. Al Valle una curiosità: l’ufficio tecnico è stato ricollocato addirittura in bagno, dove ogni giorno è costretta a lavorare una persona in mancanza di spazi adeguati. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, e non va certo meglio in provincia dove, pur non mancando diversi nuovi istituti, ci sono edifici che richiederebbero interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza. Gli studenti affermano che questo è solo il primo passo e si dicono pronti a tornare nuovamente in piazza se non vedranno segnali concreti da parte delle istituzioni.
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18 16 Personaggio Psicoterapeuta Dopo un intenso percorso universitario opera nel padovano
“Disagio psicologico da non sottovalutare”
Eleonora Florio si è laureata in neuropsicologia a Trieste e specializzata a Padova e Verona, è stata ricercatrice a Trento
Eleonora Florio: “Il mio cuore batte per la ricerca mi dedico ai giovani, serve capacità di ascolto” di Emanuele Masiero
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32 anni vanta già un curriculum invidiabile: laurea all’università di Trieste in neuropsicologia, scuola di specializzazione a Padova in psicoterapia cognitivo comportamentale, medicina delle dipendenze a Verona e ricercatrice all’università di Trento. E’ Eleonora Florio, psicoterapeuta di Este che del curare i giovani della bassa padovana ne ha fatto il suo “piatto forte”. La ricetta del suo successo? Sguardo penetrante e un’infinita capacità di ascoltare. Non c’è che dire, hai un bel curriculum. Ma paroloni a parte, come descriveresti il tuo lavoro? “Il mio cuore batte per la ricerca, ma dal 2011 ho dovuto abbandonare quella strada a causa delle riforme che hanno tagliato i fondi...”. Quindi? “Ho trovato altre strade per continuare
ad esercitare questa professione, mantenendo nel contempo una vocazione di sperimentazione e ricerca, calata nel territorio della bassa padovana”. E’ stato un percorso difficile? “A tratti si. La figura della psicoterapeuta è vista come una persona che “cura i matti”...”. Ah... lo pensavo anch’io. Non è così? “Assolutamente no. Io aiuto a risolvere i problemi della gente”. Ad esempio? “Beh, il disturbo d’ansia è il più comune, ma in generale intervengo quando c’è un disagio psicologico”. Ah beh allora... “Non è una questione su cui essere superficiali. La mente è molto potente e il disagio psicologico deve essere preso in considerazione tanto quanto quello fisico.
In entrambi i casi bisogna rivolgersi ad uno specialista”. Quindi come vado dal dermatologo dovrei anche andare dal psicologo? “Certo. Se trascurati i disturbi della mente rischiano di cronicizzarsi, mentre se presi per tempo c’è un’altissima probabilità di risolverli e maggiore efficacia della terapia”. Ma non è una tematica da telefilm americano? Insomma, nella bassa soffriamo di crisi d’ansia? “Tanto quanto Padova o altri capoluoghi. Le difficoltà della vita non fanno sconti in base alle differenze morfologiche del territorio”. Qual è l’identikit del paziente tipo? “Seguo tantissimi giovani. Dai 18 ai 40 anni. Ma questo perchè i più giovani non hanno pregiudizi e capiscono che si va dallo psicoterapeuta per risolvere i problemi”. Uhm... e se invece i giovani fossero
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“viziati”? Una volta non c’erano questi problemi. “E’ sbagliato pensarla così. Una volta i problemi c’erano eccome, ma non si curavano e magari chi soffriva di qualche disturbo a 50 anni non usciva più di casa”. Ok voglio crederti. Ma come si fa a capire quando serve l’aiuto dello specialista? “Ci sono vari segnali, ma in generale quando hai un disagio che ti limita nella vita quotidiana. Insomma quando non riesci più a fare quello che vorresti”. E come ci si deve comportare? “In prima battuta è bene essere fiduciosi perchè i problemi si possono risolvere. Le persone sono un po’ scoraggiate. Non sempre c’è l’informazione necessaria”. E lo specialista come entra in gioco? “Io chiedo alle persone come posso aiutarle. Interpreto le loro parole per capire
quali sono i problemi e poi definisco insieme il percorso migliore”. E quali sono i disagi più comuni? “Paura di parlare in pubblico, uscire di casa, affrontare delle persone o fare brutta figura...”. Come ci si organizza poi? “Di solito due o tre incontri servono per capire il problema e poi si definiscono gli obiettivi della terapia”. Provo a fare il tuo lavoro... dimmi due passioni e due aspetti del tuo carattere... “Passioni, tango argentino e politica. Del carattere... a volte timida, ma determinata”. Chiudiamo svelando un tuo segreto... hai mai sofferto d’ansia? “Certamente. Per un periodo della mia vita ho avuto attacchi di panico. Non c’è nulla da vergognarsi”.
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Cultura provinciale 23 17 L’esposizione Dal 20 aprile al 15 luglio la mostra antologica ai Musei Civici di Padova
L’alba del ‘900 nell’arte di Valeri Fratello del poeta Diego, Ugo è stato definito il Toulouse Lautrec italiano, cantore della modernità di Laura Organte
P
adova dedica una mostra antologica unica nel suo genere al Toulouse Lautrec italiano, Ugo Valeri. All’indomani del centenario della morte che ne troncò la vita a trentasette anni, quando cadde da un balcone di palazzo Pesaro a Venezia, la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco (sua città natale) e il Comune di Padova, propongono al grande pubblico la sua opera, in mostra dal 20 aprile al 15 luglio 2013 ai Musei Civici, sotto la curatela di Virginia Baradel e Federica Luser e con la direzione di Davide Banzato. Un’occasione unica per conoscere questo “straordinario interprete del gusto della modernità che inebriò la nascita del XX secolo”, come lo definisce l’assessore alla cultura, Andrea Colasio. Caparbio e ribelle, il fratello del poeta Diego Valeri visse al di fuori degli schemi preordinati del mondo artistico, seguendo la propria indole insofferente che lo costrinse a una vita raminga alla ricerca di quei gruppi di artisti, definiti all’epoca “scapigliati”, con
eventi e mostre
cui condivideva lo stesso stile di vita. Padova, Venezia, Bologna, un breve soggiorno a Napoli, poi Milano e quindi nuovamente Venezia, sono le tappe fondamentali della sua vita artistica. Divenne il poeta della strada che dipinse senza veli, attingendo a un campionario di uomini e donne assolutamente variegato: le sartine, i dandies, i ricchi borghesi, i frequentatori di teatri, le ballerine, tutti immersi nel proprio mondo fatto di feste popolari, rappresentazioni teatrali, case di tolleranza. Disegnatore abilissimo si lasciò trasportare dal proprio estro, affidando alla linea il ruolo di protagonista, una linea che costruisce i corpi, li fa volteggiare e avvitare ai limiti della caricatura. Un gusto grafico che lo portò a essere uno dei maggiori illustratori italiani, sue opere apparvero nel primo decennio del 1900, su riviste quali “La Lettura”, “Illustrazione Italiana”, “Varietas”, “Secolo XX”, “Italia Ride” e libri di Marinetti, Neera, Cavicchioli, Notari. Negli spazi espositivi dei Musei civici le sue opere – oltre un centinaio, tra cui degli inea cura di Laura Organte
MARCO PAOLINI “ITIS GALILEO” In scena al Teatro Geox il 12 aprile Marco Paolini con lo spettacolo “Itis Galileo”. L’obbiettivo dell’attore veneto in questo spettacolo teatrale è quello di coinvolgere nel ragionare, non solo nel raccontare, arrivare a una situazione in cui il pubblico non sia seduto tranquillo, sapendo di dover fare lo spettatore e basta. Va in scena a teatro un dialogo, anche se non proprio sopra i massimi sistemi, ma almeno su di un “minimo comune e multiplo”.
IL SASSOFONO NORVEGESE DI GARBAREK Il famoso sassofonista norvegese Jan Garbarek sarà a Padova il 13 aprile, in esclusiva per il Nord Italia, nella suggestiva sede del Salone più grande e famoso d’Europa, per un concerto internazionale con il quartetto vocale “The Hilliard Ensemble”, evento dalla rara spiritualità e dal forte potere emozionale. “Officium novum” – questo il titolo del progetto – “unisce il sacro e il sassfofono”, come ha sottolineato il New York Times, offrendo atmosfere uniche.
ELIO E PROSSEDA AL VERDI IL 22 MAGGIO Dopo il successo a Sanremo, con la “Canzone mononota” Elio apre a Padova il tour del suo recital con il pianista Roberto Prosseda. Lo spettacolo “Bianchi, Rossini e Verdi”, in scena al teatro Verdi mercoledì 22 maggio, è un divertente, originale e raffinato viaggio nella musica italiana da Verdi a Rossini, ai brani degli anni Trenta e Quaranta di Gabriele Bianchi e alle canzoni moderne del compositore contemporaneo Luca Lombardi, che vedranno Elio interprete del “Rigoletto” e del “Barbiere di Siviglia”.
Un dettaglio di uno dei quadri di Ugo Valeri, “In salotto” diti - saranno messe a confronto con quelle degli altri protagonisti della pittura italiana a cavallo tra Ottocento e primo decennio del Novecento, stagione di cui Valeri fu effervescente protagonista. Provenienti da istituzioni museali e collezioni private, le opere in mostra evidenziano come elemento principe il suo segno rapido e corsivo che suscita con formidabile destrezza i moti delle figure: la linea diventa una serpentina che costruisce
i corpi, li fa volteggiare e contorcere fino al limite della caricatura, con un ritmo sfrenato che si diluisce d’un tratto, per effetto dell’acquarello, in un’atmosfera rarefatta. Differente il risultato invece negli splendidi dipinti a olio che hanno un respiro più simbolista, più largo e pacato, anche se non cancellano la veemenza tipica del suo stile come in Autunno e Primavera, La Sagra e La Popolana.
venetKens Le antiche radici della terra veneta
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e antiche radici del territorio veneto saranno oggetto della mostra Venetkens, aperta al pubblico dal 6 aprile al 17 novembre 2013 a Palazzo della Ragione. “Nel percorso espositivo – afferma Leandro Comacchio, assessore provinciale alla Cultura e identità veneta – saranno esposti complessivamente quasi duemila oggetti, provenienti da indagini archeologiche recenti e da scavi del passato, custoditi nei Musei di diverse regioni o nei depositi della Soprintendenza archeologica del Veneto”. L’esposizione è finalizzata a presentare la cultura dei Veneti antichi su base scientifica, ma con grande attenzione all’aspetto emozionale che deve accompagnare il visitatore lungo il percorso; di qui le suggestioni sonore e vocali, le postazioni multimediali interattive e le ricostruzioni fisiche e virtuali delle principali evidenze archeologiche. L.O.
Università Al via le lezioni, anche on line, della “Schola del Bo”
La cultura non va in pensione ex docenti del Bo in cattedra I l Bo apre le porte alla cittadinanza e invita appassionati, curiosi e amanti della cultura ad assistere ad uno straordinario ciclo di lezioni tenuto da una squadra di docenti che, conclusa l’attività didattica istituzionale ha deciso di mettere a disposizione della città le proprie competenze. “E’ un’occasione che fa crescere la città – afferma il rettore Giuseppe Zaccaria nel presentare la “Schola del Bo” – e che consente a ciascuno di approfondire, di cogliere il senso di ciò che siamo contro l’involuzione culturale imperante”. La “Schola del Bo” intende proporre a tutta la cittadinanza un ciclo di lezioni interdisciplinari – dal cinema alla fisica, dal diritto alla medicina, dall’arte all’astronomia – con un’ampia gamma di argomenti, per disegnare un percorso di cultura originale che consenta a molti di coltivare e approfondire interessi e passioni da cui trarre nuovi stimoli di ricerca e di riflessione, non filtrati dai media, ma vissuti in prima persona. Per raggiungere questo scopo, il progetto, coordinato da Saveria Chemotti, Umberto Curi, Walter Pisent e Giorgio Tinazzi, si avvale dell’alto profilo professionale offerto da un gruppo di docenti dell’Università di Padova che, pur avendo concluso la loro attività didattica
Il Teatro Ruzante di Padova ospita le lezioni il sabato mattina istituzionale, si rendono volontariamente disponibili a divulgare e condividere il loro prezioso bagaglio di ricerca e la loro lunga esperienza di studiosi. L’amministrazione comunale ha aderito con entusiasmo a questa importante iniziativa del nostro Ateneo, a conferma dell’intensa collaborazione tra le due istituzioni collaborando alla realizzazione dell’evento. Tutte le lezioni saranno registrate dal servizio del Centro multimediale di Ateneo e collocate nel sito http://www.unipd-cmela.it/no-
vita/lascholadelbo/ a disposizione degli interessati, dove si potrà consultare anche il programma dell’evento. Il ciclo di lezioni si svolgerà ogni sabato mattina tra il 2 marzo l’8 giugno 2013, dalle ore 10 alle 12, presso il Teatro Ruzante in Riviera Tito Livio a Padova. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti, senza alcuna limitazione per età o di titolo di studio. All’inizio di ogni lezione sarà possibile iscriversi al Corso per poter ricevere informazioni utili alla partecipazione. L.O.
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LO S PORT in PRIMO PIANO RIMO PIANO
isultati la squadra di Este e este quellabiKe deial Boars di Baone ciclismo femminile
tore a tutta birra
e. Le due il Redenaggiano a agione. Il l campioprovincia17 vittorie n periodo tro gare), o Limena mpionato. ollato alla sere scalPiovese. messo in e Thermal anza. è fiducia: no di una meglio ora dei playoff gli allenano sempre
sQUarcina campionessa
Basket Brillano per risultati la squadra di Este e quella dei Boars di Baone
Redentore a tutta birra
di Nicola Cesaro
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Gli atleti del team Este Bike con Lorenzo Rubini andata in scena al ristorante Leon d’Oro di Este la presentazione ufficiale della squadra femminile allestita dal team Este Bike. Elisa Cappellari, Luisa De Lorenzo Poz, Elisa Barina, Loredana Gandolfi e Marina Donò capitanate dalla pluricampionessa Monica Squarcina sono sfilate, in una serata frizzante, tra i numerosi appassionati presenti tra cui Stefano Agujari Stoppa, vice sindaco estense, Fabrizio Brugin assessore allo sport e Giuseppe Andreose delegato Acsi. Presentata anche la Settimane ricche di ottimi per laaffi pallacanestro estense squadra maschile che avrà in Luca risultati Selmin il capitano ancato dai confermati: Gianni i playoff Prima Divisione li hanno invece garantiti parte diSandri, tutti. Ora aspettiamo Amorosi,daMichele Massimiliano Pigato, AndreadiLosi, Riccardo Bonato, Orlando terzo posto nellaarrivati fase a il Ferraretto, rientro degliGiancarlo infortunati e soprattutto mi già aiguadagnati: Parolo ed Enrico Grigoletto, quali si sonoil aggiunti i nuovi gironi (alle spallealdelgran Campo San Martino attendo dai veterani una pronta reazione e Manfrin. Fabio Capuzzo, Maurizio Borsato e Gianni Presente completo tutto il e pari punti conilChioggia) permesso maggiore Ce la aRenzo direttivo concentrazione giallorosso con inin partita. testa il presidente Zordan, suo vice ha Lorenzo Rubinialla squadra Eglis Venturin ambire possiamo giocare allaMerlin, pari con tutti e molte e i consilieri: Ilario Francesco Menesello, Gianniguidata Manfrin,daLuciano Buoso, diGiorgio protagonista al del saltoteam di categoria. Nella partite nonGianni le hanno vintee gli avversari, le da Nel Roman, Amorosi Giovanni Scavazza. programma la partecipaseconda i “cinghiali” di Baone dovranabbiamo zione a perse tutte lenoi”. gare più importanti del calendario dellafase mountain bike, con un occhio di no vedersela con Arcella, Camposampiero, Le altrealla buone notizie del basket senioriguardo Coppa Colli Euganei-Wilier Triestina. W.l. res nostrano arrivano dai Boars Baone, che Qui Basket e Virtus Duomo.
E’
asket in salute nell’Estense. Le due prime squadre del territorio, il Redentore Este e i Boars Baone, viaggiano a vele gonfie verso gli obiettivi di stagione. Il Redentore, squadra che milita nel campionato di Promozione (il massimo provinciale), vanta un ruolino di marcia di 17 vittorie e 5 sole sconfitte. Nonostante un periodo barcollante (tre sconfitte in quattro gare), il quintetto allenato da coach Silvio Limena non è mai sceso dal podio del campionato. Per settimane è rimasto incollato alla capolista Roncaglia, salvo poi essere scalzato dagli esperti avversari della Piovese. Il terzo posto non pare essere messo in discussione, visto che l’inseguitrice Thermal Olympia si trova a sei punti di distanza. Dalla dirigenza atestina c’è fiducia: “Un calo di rendimento all’interno di una stagione ce lo si deve aspettare, meglio ora che più avanti. Il raggiungimento dei playoff non è comunque in discussione. Agli allenamenti la presenza e l’impegno sono sempre
CONSELVANO. Al via la stagione numero 57
garantiti da parte di tutti. Ora aspettiamo il rientro degli infortunati e soprattutto mi attendo dai veterani una pronta reazione e maggiore concentrazione in partita. Ce la possiamo giocare alla pari con tutti e molte partite non le hanno vinte gli avversari, le abbiamo perse noi”. Le altre buone notizie del basket seniores nostrano arrivano dai Boars Baone, che
i playoff di Prima Divisione li hanno invece già guadagnati: il terzo posto nella fase a gironi (alle spalle del Campo San Martino e a pari punti con Chioggia) ha permesso alla squadra guidata da Eglis Venturin di ambire da protagonista al salto di categoria. Nella seconda fase i “cinghiali” di Baone dovranno vedersela con Arcella, Camposampiero, Qui Basket e Virtus Duomo.
CONSELVANO. Al via la stagione numero 57
cartUra nalin schiera i sUoi migliori atleti per Un 2013 ricco di sUccessi
cartUra nalin schiera i sUoi migliori atleti per Un 2013 ricco di sUccessi
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esta alla Cartura Nalin per la presentazione ufficiale di atleti e programmi per la nuova stagione. Cerimoniale rigidamente nel solco della tradizione iniziata nel 1956 e che si rinnova per la 57ma stagione consecutiva: messa dell’atleta, ufficiata da Don Valerio che con la benedizione della maglia dai colori sociali biancorossi ha portato gli auguri al team: “auguro una stagione ricca di traguardi”, quindi la foto ufficiale di fronte alla Banca Credito Cooperativo di Cartura, che con l’amministazione comunale, la Despar collegata a Giorgio Nalin, la Tiesse abbigliamento di Giancarlo Sanavio e la calcestruzzi Donà sono gli sponsor che sostengono la società, di seguito conviviale presso il ristorante Distellerie clan-destine nella zona industriale di Cagnola. “Veniamo da un 2012 ricco di vittorie e piazzamenti – ha detto il presidente Enzo Rango durante il convivio- e vogliamo confermare la nostra struttura nazionale e regionale, che fa del nostro team un vivaio appezzato e invidiato”. Di qualità il parterre ospiti presentati da Flavio Milani, ex vicepresidente vicario Fci nazionale e socio fondatore del club: Raffaele Carlesso, neo presidente comitato regionale del Veneto, Gianfranco Bardelle presidente regionale Coni, Stefano Carletto presidente Fci padovana e Franco Gandini, gloria locale campione olimpico su pista a Melborne 1956. In rappresentanza della comunità presente il primo cittadino Massimo Zanardo e il suo vice Romano
Settimane ricche di ottimi risultati per la pallacanestro estense
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Terrassan. Le livree biancorosse saranno ai nastri di partenza in tutta la trafila prevista dal settore giovanile: Giovanissimi, esordienti e allievi, in questo contesto molto atteso l’esordio tra gli esordienti di Giovanni Sergiano, 10 vittorie su strada e una nel ciclocross la scorsa stagione, mentre tra i secondo anno ci si aspetta la conferma del velocista Ivan Berto, 2 successi nel 2012. Tra gli allievi, partiti Eros Sturaro e Stefano Grassi, accasatisi al Vc Mirano il gruppo è stato completato con Emanuele Barison, ex campione provinciale esordienti, Matteo Masola e Alessandro Riato velocista prelevato dall’EsteBosaro. Attiva anche in campo organizzativo la società organizzerà per il 7 aprile il Gp Banca Credito Cooperativo di Cartura, riservato agli esordienti, per i giovanissimi è confermata l’effettuazione del Gp Eurotermoidraulica in calendario il 5 maggio nello splendido circuito delle ex distillerie di Cagnola, per la categoria allievi la società collaborerà con i cicloamatori del Conselvano all’organizzazione del Gp Città di Conselve in programma nel mese di aprile. Walter Lotto
esta alla Cartura Nalin per la presentazione ufficiale di atleti e programmi per la nuova stagione. Cerimoniale rigidamente nel solco della tradizione iniziata nel 1956 e che si rinnova per la 57ma stagione consecutiva: messa dell’atleta, ufficiata da Don Valerio che con la benedizione della maglia dai colori sociali biancorossi ha portato gli auguri al team: “auguro una stagio- Terrassan. Le livree biancorosse saranno ai ne ricca di traguardi”, quindi la foto ufficiale nastri di partenza in tutta la trafila prevista di fronte alla Banca Credito Cooperativo di dal settore giovanile: Giovanissimi, esorCartura, che con l’amministazione comuna- dienti e allievi, in questo contesto molto le, la Despar collegata a Giorgio Nalin, la atteso l’esordio tra gli esordienti di Giovanni Tiesse abbigliamento di Giancarlo Sanavio Sergiano, 10 vittorie su strada e una nel e la calcestruzzi Donà sono gli sponsor che ciclocross la scorsa stagione, mentre tra i sostengono la società, di seguito conviviale secondo anno ci si aspetta la conferma del presso il ristorante Distellerie clan-destine velocista Ivan Berto, 2 successi nel 2012. nella zonaIindustriale allievi, T S Odi LCagnola. U T I“Veniamo O N S Tra & gliW E BpartitiDEros E Sturaro S I G eNStefano da un 2012 ricco di vittorie e piazzamenti Grassi, accasatisi al Vc Mirano il gruppo è – ha detto il presidente Enzo Rango du- stato completato con Emanuele Barison, rante il convivio- e vogliamo confermare la ex campione provinciale esordienti, Matteo Siti nazionale internet, E-commerce Application nostra struttura e regionale, che Masola&e Web Alessandro Riato velocista preleSviluppo Mobile Attiva softanche ware fa del nostro team un vivaio appezzatosoft e ware, vato dall’EsteBosaro. in campo invidiato”. Di qualità Consulenza il parterre ospiti pre-e Assistenza organizzativo la società organizzerà informatica per il sentati da Flavio Milani, ex vicepresidente 7 aprile il Gp Banca Credito Cooperativo di aziendali vicario Fci nazionale e socio fondatoreProgettazione del Cartura, riservatoreti agli esordienti, per i giovaclub: Raffaele Carlesso, neoPianificazione presidente nissimi ègrafica confermataaziendale l’effettuazione del Gp comitato regionale del Veneto, Gianfranco Eurotermoidraulica in calendario il 5 maggio Bardelle presidente regionale Coni, Stefano nello splendido circuito delle ex distillerie di Carletto presidente Fci padovana e Franco Cagnola, per la categoria allievi la società Gandini, gloria locale campione olimpico su collaborerà con i cicloamatori del Conselva1956.0426.310.691 In rappresentanza - Cell. no all’organizzazione del Gp Città di ConselCavarzere pista (VE)a -Melborne Tel. (+39) (+39) 320.68.21.774 della comunità presente il primo cittadino ve in programma nel mese di aprile. www.electricsheeps.com Walter Lotto Massimo Zanardo e il suo vice Romano- info@electricsheeps.com
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Partire con una buona idea
Ecco il Veneto giovane delle “start up”
La tecnologia e il web protagonisti delle iniziative imprenditoriali under 35 di Nicola Stievano
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a passione per lo sport e la musica abbinata all’informatica, l’amore per il proprio territorio veicolato sul web, l’ingegno dell’inventore abbinato alle nuove tecnologie. Non si può certo dire che ai giovani veneti le idee manchino, soprattutto quando si tratta di svilupparle sfruttando le potenzialità di internet e i progressi quotidiani dell’informatica. Ora otto di queste buone idee hanno trovato anche l’occasione di spiccare il volo grazie a “Rebound” iniziativa rivolta agli aspiranti imprenditori veneti under 35 messa a punto da Confindustria Padova e Camera di Commercio per favorire l’incontro con la finanza privata. Sono state ben 76 idee d’impresa nei servizi digitali, mobile e tlc, marketing, web e social network, presentate da oltre 170 giovani, che hanno scelto anche di giocare in squadra. Gli 8 finalisti hanno seguito un percorso di formazione e consulenza affiancati da esperti di sviluppo d’impresa per trasformare le idee in business plan completi di analisi dei costi, mercati e concorrenza. C’è il software che sintetizza la voce riproducendo le emozioni, la web-utility per costruire il viaggio ideale, la piattaforma social sui sentieri escursionistici, l’ambiente web per condividere appunti e lezioni tra studenti, le riprese foto-video aeree dal pallone a elio. E poi un portale wiki-based per le squadre minori di basket, prodotti a km 0 a por-
tata di touch, un web music store per vendere offline la musica di band underground. Le idee migliori hanno potuto svilupparsi sulla piattaforma web di Ban Veneto, il network coordinato dal Parco Scientifico Galileo. “Rebound conferma che il Veneto pulsa di energie creative nei settori innovativi - sottolinea Gianni Potti, vice presidente di Confindustria Padova -. Si tratta di coltivarle e indirizzarle perché possano diventare nuove imprese, linfa per la crescita. Il vero tema è però farle decollare e resistere nel tempo. Affiancare le start up con esperienza e metodo per emergere in un mercato iper selettivo, è
Dalle riprese con il pallone ad elio ai prodotti a “km 0” scelti con il tocco delle dita quello che noi imprenditori dobbiamo fare per coglierne le opportunità. Il vero premio è stato l’affiancamento a questi giovani di professionisti di sviluppo d’impresa. L’altro tema cruciale è l’accesso al credito per le buone idee d’impresa”. Fra le più interessanti spicca Crevel,ora in faste di test con il sostegno di H Farm, ideata da Claudio Floreani, 34 anni, appassionato di informatica, dopo aver organizzato un viaggio tra amici da Monaco a Berlino. Ne è nata una utility web-based che permette di esprimere preferenze di viaggio
e tradurle in progetti da condividere con gli amici. Tutte le informazioni vengono interpretate, localizzate e organizzate su una mappa, collaborando con i compagni di viaggio, operatori e agenzie turistiche. Dalla passione per le escursioni di Thomas Bertani e Giovanni Masarà, 22 anni, studenti di ingegneria e filosofia del collegio Don Mazza di Padova, è nata una piattaforma web per consultare dati geografici sui sentieri e condividere itinerari. Pensata per appassionati, enti locali e chiunque si occupi di promozione turistica, ne esiste già un prototipo con dati forniti da Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia. Moku promette invece di rivoluzionare il “mondo” degli appunti. Gli studenti potranno organizzare in un ambiente web gli appunti di lezioni e le registrazioni, condividendoli con amici e colleghi e rendendone possibile l’aggiornamento in ogni luogo e momento. L’idea è di Simone Pozzobon, 27 anni, trevigiano e di tre amici ingegneri e designer ed è già entrata nella scuderia di H-Farm. Da un’intuizione maturata al liceo, il team dei vicentini Matteo Scapin, Tommaso Grotto, Maria Cristina Malavolta, Luca Guglielmi - età media 28 anni - ha sviluppato un’applicazione web di supporto alle band indipendenti per distribuirne la musica in formato digitale durante i concerti. Alberto e Riccardo Tentori, 33 e 28 anni, di Camposampiero, un ingegnere e un
Otto i giovani vincitori del progetto Rebound pronti a mettersi in gioco laureato in economia, hanno creato Playbasket.it, portale web dedicato alle categorie agonistiche minori del basket in Italia con 35.000 visitatori unici al mese. I veronesi Nicola Galetto, Marco Grumo-
lato, Alessandro Vaccaro, 27 anni, hanno messo a punto un’applicazione mobile dedicata a tutte le piccole e medie imprese che vogliano vendere cibi a km 0 direttamente ai clienti finali scavalcando la distribuzione. Infine Stefano Pagur, 24 anni, ha ideato un sistema per riprese foto-video sopraelevate con pallone ad elio. Il prototipo è già realizzato con costi competitivi e la possibilità di fare riprese particolari in movimento.
DONA IL TUO 5 PER MILLE WWW.AISMME.ORG Un bambino su 500 nasce affetto da una malattia metabolica ereditaria: solo 1 volta su 4 viene riconosciuta in tempo. Lo Screening neonatale metabolico allargato permette una diagnosi precoce che evita al bambino gravi handicap o la morte. Nel sito dell’associazione www.aismme.org si possono trovare informazioni sui centri cura, diagnosi e screening delle malattie metaboliche ereditarie.
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Il Veneto in primo piano 27 9 Duemila agricoltori in Rete, ecco la “community della zappa”
Duemila agricoltori in Rete, ecco la “community della zappa” di Nicola Stievano
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La Regione mette a punto una piattaforma on line che permette lo scambio di idee
avide e Daniela, giovani pastori dell’Alpago, usano il pc e internet per avere informazioni tecniche, Stefano viticoltore della Valpolicella, vende in internet le sue bottiglie di Amarone d’alta quota, ma anche Sara allevatrice di Cortina si sta attrezzando per presentare ai consumatori i prodotti della sua azienda, mentre il neo pescatore Gabriele del Cavallino lo utilizza per programmare le consegne porta a porta dei frutti di mare freschi, senza dimenticare Alinor che dal Bangladesh a Chioggia coltiva ortaggi per destinarli alle famiglie della sua terra d’origine trasferite a Londra e a Parigi.
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Alcuni esempi che si moltiplicano ogni giorno e che grazie alla nuova piattaforma informatica potranno essere visibili e compresi non solo da tutti gli avventori dei social network ma anche dagli addetti ai lavori: protagonisti e spettatori di un nuovo modo di praticare l’attività agricola. È per loro e per altri duemila giovani agricoltori veneti che la Regione ha messo a punto la “community della zappa”, sul portale www.piave.veneto.it., una piattaforma on line per raccontarsi, scambiarsi esperienze, per conoscere le strategie politiche, per incidere sul sistema economico. Il “tesoretto”
dell’agricoltura che ha fatto del Veneto la regione leader nella geografia agroalimentare nazionale, per numeri e qualità, si integra sempre di più nel web all’insegna della bellezza della campagna come scelta professionale e di vita. “Grazie alla piattaforma informatica – spiega Sandra Chiarato di Coldiretti Veneto, che segue da vicino proprio i giovani agricoltori – le esperienze imprenditoriali potranno essere visibili e compresi non solo da tutti gli avventori dei social network ma anche dagli addetti ai lavori: protagonisti e spettatori di un nuovo modo di praticare
l’attività agricola. Che cosa accomuna questi ragazzi ? La scommessa di un futuro nei campi che deve fare i conti con opportunità di investimenti, con misure comunitarie ambientali, l’accesso al credito, le nozioni di finanza, ma anche solo per scambi di esperienze che possono diventare una partecipazione attiva alle decisioni politiche o addirittura solo per fissare un appuntamento al mercatino a kmzero o semplicemente un aperitivo “tra colleghi” che sanno divertirsi con impegno responsabile”.
La sezione Metalmeccanici di Confindustria padova mette a punto un vademecum che presenta a 50 dirigenti scolastici con l’alternanza scUola-lavoro le aziende diventano “imprese formative”
n Italia più di uno su tre dei giovani attivi è disoccupato. Uno su 4 non studia e non lavora per un totale di oltre 2 milioni di giovani Neet (not in education, employment, training). Negli altri Paesi europei gli studenti che alternano studio e lavoro sono una media del 20-30%, in Italia solo 3 su 100. Invertire questa tendenza e permettere ai giovani di acquisire competenze subito spendibili nel mondo del lavoro è l’obiettivo del progetto ASL Alternanza Scuola lavoro realizzato dalla Sezione Metalmeccanici di Confindustria Padova in collaborazione con la Camera di Commercio di Padova. L’iniziativa, nata nell’ambito del protocollo d’intesa tra Regione Veneto, Ufficio Scolastico Regionale e Confindustria Veneto, punta a diffon-
dere una metodologia didattica in cui l’azienda diventa, anche formalmente, “impresa formativa” in grado di stipulare convenzioni con le scuole, proporre percorsi formativi e orientamento, formare risorse interne come tutor per gli studenti. Da qui anche la realizzazione di un vademecum per le imprese su come stringere questo “patto” didattico con gli istituti. Il progetto è stato presentato a 50 dirigenti scolastici e imprenditori nel corso dell’incontro “Alternanza scuola-lavoro: il ruolo attivo delle imprese” organizzato dalla Sezione Metalmeccanici di Confindustria Padova fine gennaio.
28 10 Il Veneto in primo piano Turismo religioso
Il Veneto propone quattro itinerari nell’Anno della Fede
I quattro percorsi veneti presentati alla Bit di Milano
le radici cristiane si respirano in ogni angolo del veneto
L’assessore veneto al Turismo Marino Finozzi con Monsignor Andreatta. In basso gli itinerari
La via del Santo, quella dei Papi, le “Grandi Rogazioni” e gli itinerari di Valpolicella sono i 4 percorsi regionali di Giovanni Giovetti
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n turismo religioso e devozionale, fatto di itinerari di fede che coniugano spiritualità, tradizione ma anche cultura e arte. Nell’ Anno della Fede il Veneto si colloca tra i protagonisti degli itinerari regionali, con ben quattro differenti proposte. Il primo comprende la Via del Santo e i Santuari Antoniani, da Camposampiero a Padova, lungo il percorso terreno di sant’Antonio. Si tratta di un pellegrinaggio votivo che tocca i principali santuari antoniani in provincia di Padova, ma che si inserisce in un più lungo percorso sui passi della vita itinerante di frate Antonio da Lisbona: dall’eremo di Montepaolo, dimora iniziale di frate Antonio in Italia, alle strade dell’Italia settentrionale e del sud della Francia, sino ai giorni di Padova e Camposampiero dal 1221 al 1231. La seconda proposta è stata battezzata
la “Via dei papi”: ripercorre gli antichi itinerari di pellegrinaggio lungo la Via Francigena Orientale, da Feltre a Lorenzago di Cadore e Canale d’Agordo, passando per Belluno. I luoghi interessati hanno dato i natali a tre Papi (Papa Luciani, Giovanni Paolo I; Papa Cappellari, Gregorio XVI; Papa Sarto, Pio X) ed hanno ospitato papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI nei diversi soggiorni estivi . Sono costellati di numerosi santuari, con-
venti, abbazie e chiese. Le “Grandi Rogazioni” dell’Altopiano di Asiago rappresentato il terzo itinerario. Si tratta di un antico cammino di fede che da più di tre secoli si ripete il giorno prima dell’Ascensione e che si snoda lungo un circuito di 33 chilometri, percorso a partire dall’alba dai residenti ma anche da fedeli provenienti da paesi lontani. Nell’Anno della Fede sono stati inseriti gli itinerari religiosi di Valpolicella, strade che collegano gli insediamenti di più antica origine, fino a porre tra loro i luoghi di fede testimoni della prima evangelizzazione del territorio. In luoghi suggestivi sorgono bellissimi santuari come la la Chiesa di Santa Maria di Valleverde, la Chiesa Vecchia di Cavalo, la Chiesa di Santa Maria del Degnano, la Chiesetta di San Pietro a Torbe, la Pieve di San Giorgio VIII, l’Oratorio di San Zeno in Poja, la Pieve di San Floriano.
I
quattro percorsi veneti, protagonisti degli “Itinerari regionali nell’Anno della Fede” sono stati presentati alla Borsa internazionale del Turismo a Milano lo scorso febbraio. Gli itinerari sono stati oggetto di un’intesa sottoscritta tra l’Opera Romana Pellegrinaggi e la Regione Veneto finalizzata a valorizzare l’Anno della fede e a diffondere la conoscenza dei tantissimi luoghi della fede disseminati nel territorio ragionale. “Attraverso questi progetti – ha dichiarato infatti monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente dell’Orp – l’Opera Romana Pellegrinaggi favorisce uno strumento di conoscenza e di approfondimento partendo dalla premessa fondamentale che il cristianesimo ha innervato profondamente la storia la cultura e l’arte di questo paese. In particolare, gli itinerari proposti per la Regione Veneto sono foca-
lizzati sulla storia di spiritualità mariana di cui questa regione è intrisa e ovviamente sulle tracce di grandi santi quali Sant’Antonio da Padova”. “Gli itinerari della fede non sono solo un’occasione per conoscere i luoghi percorsi dai viandanti che si recavano a Roma – gli ha fatto eco l’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi – ma anche motivo di consolidamento dei rapporti e di amicizia tra le genti. Le radici cristiane del territorio si respirano in ogni angolo del Veneto, dalle grandi chiese di Venezia alle croci in cima alle vette più alte delle Dolomiti. La tradizione dell’accoglienza ai pellegrini si rinnova ancora di più grazie a questi quattro percorsi, quattro “Itinerari nell’Anno della Fede”, indetti in occasione del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II”.
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l Castello Carrarese a Padova, il Giardino Jacquard a Schio, Villa Serego a Veronella, la Chiesa di San Giovanni a Bassano del Grappa, l’Oratorio Santa Maria delle Grazie a Fontaniva nel Padovano sono i cinque siti veneti segnalati alla sesta edizione de “I luoghi del cuore”, il censimento del Fondo Ambiente Italiano promosso in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Giunta alla sesta edizione l’iniziativa, che quest’anno ha registrato la partecipazione di un milione di italani, ha lo scopo di segnale luoghi in pericolo, da tutelare o semplicemente da non dimenticare, sollecitando una testimonianza diretta per aiutare le località indicate e raccomandate a sopravvivere o, in alcuni casi, a tornare a vivere. Avviato l’ultimo censimento lo scorso maggio, nel Veneto ha raccolto 15.611 segnalazioni, posizionandosi al 15° posto della graduatoria nazionale il Castello Carrarese (in foto) a Padova. Nato come semplice muro in pietra e terrapieno, diventò un vero e proprio castello all’epoca di Carlo Magno. Conobbe il suo periodo di maggior splendore nel XIV secolo con la dinastia dei Carraresi, decaduta la quale iniziò la fase di degrado: divenne dapprima caserma, quindi deposito dei Veneziani e, infine, carcere su iniziativa dei Francesi nel 1807. Oggi il Castello è chiuso ad eccezione della Torre della Specola, un osservatorio affidato all’Università di Padova. L’edificio è comunque al centro di numerosi progetti di valorizzazione e restauro che hanno come obiettivo di renderlo fruibile.
Al 18° posto con 11.144 voti il Giardino Jacquard a Schio nel Vicentino. Nacque per volontà dell’industriale Alessandro Rossi che, nel 1860, fece trasformare l’area di fronte al lanificio Francesco Rossi in uno splendido giardino tardo-romanico aperto agli operai dell’opificio. Oggi il Giardino è chiuso al pubblico e apre soltanto in occasione di eventi. Il desiderio della cittadinanza è che venga reso fruibile in modo costante. Villa Serego, detta “Corte Grande” a Veronella ha ottenuto, posizionandos al 19° posto, 10.920 segnalazioni. Progettata da Andrea Palladio nel 1565 è un importante esempio di villa veneta. Dal 1996 è iscritta nelle Liste del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, insieme alle altre ville palladiane del Veneto. La Corte Grande versa oggi in condizioni di abbandono: è chiusa da circa 10 anni, pericolante, e in stato di degrado. La Chiesa di San Giovanni Battista a Bassano del Grappa si colloca al 43° posto della classifica nazionale con 5.784 segnalazioni e al 131° posto con 928 preferenze si colloca l’ultimo luogo del cuore segnalato in Veneto, l’Oratorio di Santa Maria delle Grazie a Fontaniva. G.G.
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Veneto in primo piano 11 30 Il Veneto in primo Ilpiano La scelta dei quattro governatori Fronte comune fra Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia
Maroni “inaugura” la macroregione del Nord “Legittima difesa contro Roma che ci porta via tre quarti delle tasse. Lo Stato è debole ma il Nord ha un governo forte”
neWs Gruppo europeo
di Nicola Stievano
fra veneto, friUli e carinzia nasce a KlagenfUrt eUroregio senza confini
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opo il terremoto elettorale la Lega guarda al nuovo sogno, la “macroregione” del Nord, un patto che va da un estremo all’altro del settentrione, accomunato dalla bandiera del Carroccio che, nonostante tempeste e “tsumani” alle urne, sventola sui palazzi delle Regioni Piemonte, Lombardia e Veneto. Il Friuli, governato dal pidiellino Tondo, ha accettato di buon grado l’invito, anche in qualità di “ponte” verso l’Austria e la Slovenia, coinvolte in un altro progetto di collaborazione di cui si parla molto in questi giorni, la “macroregione la sconfitta? Un po’ di fumo per celare le dimensioalpina” insieme alla Baviera. La conferma che la ni del tracollo della Lega? Si verdrà, intanto però macroregione non è stata una delle tante trovate i quattro governatori tirano dritto, come avevano elettorali è arrivata da Roberto Maroni, subito dopo annunciato a Sirmione, due settimane prima del la vittoria delle regionali. Da neo presidente della voto, lanciano il patto fra le quattro regioni. MaroLombardia Maroni ha dichiarato ni, ancor prima di diventare che l’alleanza a quattro è cosa Pur ridotta al 4% governatore, aveva definito fatta. “Mentre a Roma si fanno su base nazionale la “macroregione” una sorta i conti con un governo debole - la Lega tiene saldo di ‘’sindacato territoriale. Se sono state le prime parole del il timone nei palazzi qualcuno ha un problema la neo governatore leghista - il delle Regioni del nord macroregione si muove per Nord ha un governo forte. Si risolverlo e penso sia utile apre una fase nuova, con un progetto strategico”. soprattutto per le autonomie locali, e i sindaci per L’accordo elettorale con il Pdl, digerito a fatica, le questioni che li toccano direttamente, come ad dalla base leghista, serviva a questo, ad arrivare esempio il patto di stabilità. Pretendiamo che i a conquistare la Lombardia e, con essa, fare delle nostri soldi, che derivano da una buona gestione regioni settentrionali un fronte comune, del quale della cosa pubblica, li possiamo spendere come i governatori saranno i protagonisti. Davanti alle vogliamo. Questo non è un accordo tra i vertici, tra macerie lasciate dallo “tsunami 5 Stelle” e dal i presidenti delle Regioni, ma riguarda tutti. Parte crollo del “popolo della Padania”, ridotto al 4 per una sfida che si allarga a tutte le componenti delle cento su base nazionale, la Lega aveva già messo a Regioni’’. Ancora più esplicito il presidente del Vepunto il “piano B”, spostando l’asse del confronto neto Luca Zaia, anche se adesso dovrà fare i conti politico sulla questione settentrionale declinata in anche con i malumori della Lega in casa propria chiave europea. Una astuta mossa per mascherare dopo la batosta elettorale, ‘’Basta Sud, basta
Roma. Nella mia Regione ho difficoltà a spiegare ai veneti che abbiamo il rating della Baviera ma siamo trascinati nell’oblio da chi non ha voglia di lavorare. Napolitano dice che il federalismo non è più una scelta ma una necessità, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il Nord lavora, gli altri sprecano. Io non so più cosa dire ai 160mila disoccupati veneti. Come faccio a spiegare che ogni anno ben il 75 per cento delle nostre tasse, qualcosa come 18 miliardi, prende la via di Roma e non torna più indietro? Questo è un patto d’attacco, di legittima difesa contro la cialtronaggine nazionale. Perché una siringa nei nostri ospedali costa 6 centesimi e al Sud 25? Queste discrepanze assurde vanno colmate. Con l’applicazione dei costi standard avremmo un risparmio nazionale di oltre 28 miliardi. Il progetto lo abbiamo lasciato sul tavolo del governo Monti, dopo i nostri decreti sul federalismo”. Dunque avanti tutta, anche se al vertice della Lega Nord veneta tira già aria di resa dei conti. Ma Zaia, problemi interni a parte, non intende fermarsi e per il prossimi mesi continuerà a muoversi tra il fronte del nord e il patto “alpino” già sottoscritto in Carinzia.
n burocratese si chiama “Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale” (Gect) ma per i giornali e le tv è stata ribattezzata “Euregio Senza Confini”. Luogo di nascita: Klagenfurt, “capitale del Land austriaco della Carinzia che insieme a Veneto e Friuli Venezia Giulia ha formalizzato la nascita del gruppo, nominando come suo primo presidente il governatore veneto Luca Zaia. Impossibile non cogliere il parallelismo con la macroregione del nord Italia, anche se in questo caso si tratta di uno strumento previsto dalla legislazione europea. “Sono orgoglioso di ricoprire questo incarico prestigioso per i prossimi tre anni – ha dichiarato – e ringrazio per la fiducia accordatami dai colleghi delle altre due regioni che compongono oggi Euroregio, una realtà destinata ad allargarsi, ampliando così anche il suo potenziale e la sua forza in ambito comunitario. Con questa scelta celebriamo definitivamente la chiusura di un capitolo durato 34 anni, quello di Alpe Adria, un organismo che già da tempo ha esaurito il suo compito, e avviamo questa nuova esperienza che si caratterizza per la concretezza delle azioni che possiamo avviare insieme. E’ il caso del Corridoio Baltico Adriatico, il progetto principe ad oggi di questa alleanza, che consentirà di collegare il nostro mare e i nostri porti a quelli del nord Europa”. Nel dettaglio il “Gect”, è uno strumento dell’Unione Europea creato nel 2006 per definire un quadro legislativo unico per le Euroregioni. Grazie al riconoscimento della personalità giuridica, permette a territori regionali e locali di diversi Paesi dell’UE di avviare forme di collaborazione superando gli ostacoli derivanti da differenti strutture giuridiche, contabili e di gestione. I membri di un gruppo, ad esempio, potranno concorrere a bandi di finanziamento europeo congiuntamente, favorire l’integrazione dei sistemi di trasporto, cooperare in ambito turistico e per fornire servizi pubblici e locali. Per la prima volta vi partecipa una regione a statuto ordinario come il Veneto. Il prossimo passo potrebbe essere l’allargamento del gruppo alla Slovenia e all’Istria croata.
Aria di “secessione”. Il Consiglio veneto si mobilita e chiede più poteri alla Regione
pioggia di milioni sUi comUni di confine pronti a fare le valigie
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on ci sono solo i progetti “macro” ed “euro” che guardano ben oltre i confini regionali. Il Veneto in casa propria deve fare i conti anche con le spinte secessioniste dei Comuni di confine che, in più occasioni, hanno manifestato la volontà di passare dall’altra parte, vale a dire in Trentino - Alto Adige o in Friuli, regioni a statuto speciale considerate più generose e attente verso i propri cittadini e imprese. Così, tra la chiusura delle urne e lo spoglio elettorale, il Consiglio Regionale del Veneto si è riunito per prendere posizione e dare una risposta politica ma anche istituzionale. Ecco allora la risoluzione, presentata dalla Lega e votata a maggioranza (contrario il Pd) che impegna la Giunta regionale ad “attivarsi presso il Governo e il Parlamento affinché
si dia alla Regione Veneto l’autonomia fiscale, amministrativa e legislativa necessarie ad attuare adeguate e più efficaci politiche perequative a favore dei territori di confine, al fine di ridurre le attuali differenze con Trentini Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e arrestare così l’emorragia delle comunità venete”. Tradotto, più poteri al Veneto, con una ulteriore proposta - provocazione. Il Consiglio chiede infatti a Roma di dare il via libera alla “secessione” dei Comuni di confine, dall’Altopiano di Asiago all’Ampezzo, che hanno sancito con un referendum la volontà di passare in Trentino. Intanto arriva anche la risposta istituzionale, su iniziativa della giunta veneta. L’assessore Roberto Ciambetti ha messo a punto il protocollo d’intesa per attuazione del “Fon-
do per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le Regioni a statuto speciale”. Si tratta di recuperare quasi 39 milioni e mezzo di euro di risorse statali e investirli per migliorare le condizioni di vita dei residenti in questi territori di confine, vincolando l’utilizzo del fondo al finanziamento di progetti volti allo sviluppo economico e sociale. I Comuni veneti che hanno presentato istanza di finanziamento sono 63. L’assessore al bilancio Roberto Ciambetti: “Sono intervenuto per consentire ai Comuni di incamerare queste somme nei propri bilanci e spenderle utilmente a favore delle comunità amministrate senza che vi siano problemi connessi con i limiti determinati dal patto di stabilità”.
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32 Voci da palazzo
Voci da palazzo 13
Enti locali Niente quorum a Rocca Pietore, Canale, Cesiomaggiore, Falcade, Feltre, Gosaldo e Arsiè
L’opinione
Comuni in fuga verso le province autonome “H
Dario Bond, popolo delle Libertà
“segnale politico forte e ineQUivocabile a roma”
Il referendum dei comuni bellunesi è fallito ma la Regione incalza il Governo per l’autonomia fiscale, amministrativa e legislativa
o votato a favore delle mozioni referendarie, perché, in un momento Dario Bond storico come questo, era importante dare un messaggio forte e inequivocabile a Roma. Non c’è storia: il nuovo Parlamento dovrà tenere in considerazione questo nostro grido d’allarme. E’ il momento giusto per parlare di autonomia e attuazione concreta del federalismo. In questi ultimi mesi le autonomie locali sono state attaccate su più fronti, adesso dobbiamo riscattarci. Sono convinto che una presa di posizione chiara e netta metta il Parlamento con le spalle al muro. Adesso sarà più difficile per Roma non mettere mano alle disparità di trattamento tra Regioni a statuto speciale e Regioni ordinarie. La Regione del Veneto si è assunta la propria responsabilità con questo atto coraggioso, il Parlamento dovrà fare altrettanto”.
di Fortunato Marinata
Federico Caner, Lega Nord
“le risorse di bolzano attraggono le nostre aziende oltre confine”
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iancarlo Galan, nel 2005 non l’aveva presa bene la decisione di Lamon di staccarsi dal Veneto. L’allora governatore del Veneto era arrivato a scontrarsi con la sua stessa Giunta. A minacciare le dimissioni, per giunta. Con veemenza si era scagliato contro il parere favorevole espresso della Commissione bicamerale per le questioni regionali al disegno di legge costituzionale sul distacco del piccolo comune bellunese dalla Regione del Veneto. “Se il Parlamento dovesse approvare il provvedimento legislativo con il quale si consentirà l’effettivo distacco di Lamon dal Veneto, la Regione – spiegava Galan - impugnerà la legge di fronte alla Corte Costituzionale e questo perché, in buona sostanza, noi riterremmo il provvedimento basato sulla più plateale violazione delle regole costituzionali che disciplinano la distribuzione delle risorse nell’ambito della Repubblica”. Come andò lo sappiamo tutti, lo scorso settembre (dopo sette anni dal referendum) la Camera ha rinviato in commissione la proposta di legge costituzionale per il passaggio del comune dalla provincia di Belluno a quella di Trento. Il Governo della crisi sollevò dubbi sulla copertura economica dell’operazione e al piccolo comune diventato famoso, oltre che per i fagioli, per essere stato il primo fra i comuni bellunesi a percorrere la strada del referendum, non è rimasto altro che vedere andare in fumo ogni aspirazione separatista. La strada però era aperta e con il governo regionale sensibile al secessionismo deve essere parsa addirittura quasi in discesa. Del resto il tema delle risorse per i comuni di montagna della provincia bellunese è un tema di sopravvivenza che da sui nervi appena guardano oltre il confine regionale. Le stesse pietre e le stesse difficoltà, infatti, ottengono ben altra considerazione nelle vezzeggiate province autonome di Trento e di Bolzano dove la maggiore disponibilità di risorse e contributi, garantiti costituzionalmente, consente alla popolazione di montagna l’erogazione di quei servizi pubblici oggi indispensabili per mantenere vive le loro comunità. Su questo punto ogni volta si apre il dibattitto se sia ancora necessario mantenere immutate le prerogative speciali di cui godono Valle d’Aosta, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Friuli ma in mancanza di risposte convincenti (non c’è stato altro oltre al parziale recupero delle Regioni a statuto ordinario consentito dalla modifica del Titolo V della Costituzione che ormai risale al 2001) rimangono comunque in molti a volerne beneficiare. Lamon non è stato l’unico. Lo scorso mese Rocca Pietore, Canale D’Agordo, Cesiomaggiore, Falcade, Feltre, Gosaldo e Arsiè hanno aperto i seggi per consentire una consultazione referendaria tra i propri cittadini, sull’opportunità di cambiare provincia e passare al trentino. Ma non c’è stato un plebiscito. Tutt’altro: in nessuno dei comuni al voto è stato raggiunto il quorum. Un peccato per il governatore Luca Zaia che invece aveva sperato in una partecipazione molto forte e sufficientemente agguerrita da richiamare sull’argomento l’attenzione del Governo, ammesso che ce ne sarà uno. L’occasione, tuttavia, è stato presa come una palla al balzo dal Consiglio Regionale che ha portato al voto, poi approvata, una risoluzione con la quale è stato chiesto l’impegno della Giunta regionale ad “attivarsi presso il Governo
e il Parlamento affinché la Regione Veneto ottenga quelle prerogative necessarie ad attuare adeguate e più efficaci politiche perequative a favore dei territori di confine, al fine di ridurre le attuali differenze con Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e arrestare così l’emorragia delle comunità venete”. Nella stessa occasione, inoltre, la Giunta è stata invitata ad attivarsi presso il Parlamento nazionale affinché sia possibile procedere, come stabilito dall’articolo 132 della Costituzione, all’esame e all’approvazione di una legge che definisca il passaggio dei Comuni di Lamon, Sovramonte, Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana, Rotzo, Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Pedemonte dal Veneto al Trentino Alto Adige, accogliendo così la richiesta inequivocabile delle popolazioni locali. Avvincente è stato il dibattito tra gli scranni di Palazzo Ferro Fini. Il capogruppo leghista Federico Caner ha osservato che le motivazioni che hanno spinto al referendum i Comuni, in prevalenza bellunesi, sono di ordine culturale - identitario ma anche economico. Secondo Sergio Reolon del Partito Democratico al centro dell’attenzione sarebbe dovuta essere posta l’intera questione alpina perché i referendum sono stati una scelta di sopravvivenza di una montagna veneta altrimenti destinata ad una morte annunciata. A suo giudizio il vero obiettivo è realizzare il rafforzamento dell’autonomia delle province montane così come stabilito dall’art. 15 del nuovo Statuto veneto. Per Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra e firmatario di uno dei documenti in discussione la politica delLA Regione Veneto, dal 2005 non ha saputo dare risposte convincenti. “Non serve - ha detto - inseguire il mito della Provincia di Belluno, ma decentrare agli enti locali di tutta le zone montane competenze e risorse affinché possano garantire servizi essenziali in sanità e nell’istruzione”. Secondo il vicepresidente leghista del Consiglio Matteo Toscani non si può dire di no alla volontà liberamente espressa dai cittadini dei Comuni che hanno organizzato i referendum, recuperare il tempo perduto e dare attuazione allo Statuto. Antonino Pipitone di Italia dei Valori ha invitato ad analizzare il fenomeno dei referendum osservando inoltre che non è normale per una Regione accettare l’amputazione del proprio territorio. Le disparità con le Regioni limitrofe sono indubbie - ha concluso - l’assemblea veneta deve, quindi, legiferare per dare le giuste risposte alla montagna a partire dal bilancio di previsione 2013. Stefano Fracasso del Pd ha ribadito che l’obiettivo deve essere l’autonomia differenziata per la montagna previsti dalla Costituzione e dallo Statuto veneto per garantire i servizi ai cittadini di queste aree. Mariangelo Foggiato di Unione Nordest invece si è detto convinto che qualsiasi documento non servirà a nulla. “Passando la palla al Parlamento nazionale - ha concluso - il Parlamento veneto abdica al proprio diritto-dovere di legiferare in queste materie”.
focUs QUasi 40 milioni di eUro per i comUni confinanti
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a Giunta veneta ha recentemente approvato lo schema di protocollo d’intesa che disciplina i rapporti tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione del Veneto in riferimento agli adempimenti previsti per l’attuazione del “Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le Regioni a statuto speciale”. “Si tratta di un fondo istituito nel 2007 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che ammonta a 39 milioni e 408 mila euro. I Comuni veneti che hanno presentato istanza di finanziamento sono 63 e già da alcuni mesi hanno la disponibilità le risorse loro assegnate per la realizzazione dei relativi progetti: 16 milioni e 221 mila euro sono andati alla macroarea confinante con il Trentino Alto Adige (34 Comuni, di cui 14 della provincia di Belluno, 12 della provincia di Vicenza, 8 della provincia di Verona) e 23 milioni 187 mila euro alla macroarea confinante con il Friuli Venezia Giulia (29 Comuni, di cui 14 della provincia di Belluno, 8 della provincia di Treviso, 7 della provincia di Venezia).
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Federico ’aver votato in Consiglio la nostra risoluzione, dopo che proprio la Lega Caner è riuscita a far convocare una seduta straordinaria sul tema dei Comuni secessionisti, è un passo fondamentale per l’autodeterminazione di quei cittadini di montagna che hanno scelto con referendum il passaggio al vicino Statuto Speciale. La risoluzione impegna chiaramente il Governo e il Parlamento ad approvare definitivamente l’iter di secessione: in questo modo diamo una risposta forte a quelle popolazioni che da troppi anni la attendono. Mentre le giuste rivendicazioni dei nostri Comuni secessionisti sono impaludate nelle Commissioni parlamentari, Luis Dürnwalder usa le risorse della propria Autonomia per attrarre le nostre aziende venete oltre confine. Questo dimostra anche che lo Statuto speciale non serve più, come 60 anni fa, per colmare un gap di una minoranza rispetto al resto del Paese, ma per attivare politiche economiche fortemente competitive verso aree limitrofe a specificità ridotta. E’ necessario perciò rivedere queste discrasie. Se il modo scelto dalle popolazioni di confine è il passaggio alla Provincia o Regione vicina, non bastando più neanche l’elemosina del Fondo Brancher, la Lega Nord appoggia la loro scelta ed oggi conferiamo alla Giunta un mandato forte per portare a Roma le istanze di queste genti di montagna. La subalternità rispetto alle Autonomie speciali e le ingiustizie quotidiane che gli abitanti della nostra montagna vivono sulla propria pelle, devono trovare una risposta e una soluzione anche da parte del Veneto. Ben si comprende quindi la loro voglia di passare dall’altra parte, una scelta che per le 16 comunità referendarie significherebbe più risorse, più agevolazioni, meno imposte locali. C’è sicuramente una ragione culturale ma anche una economica che non è meno importante. Come Lega, pur non contenti che i confini territoriali si sfaldino, siamo convinti che questa causa referendaria porterà a Roma il dibattito sulla necessità di autonomia di tutto il Veneto, regione che versa 17 miliardi di residuo fiscale l’anno ma che è ultima in Italia per trasferimenti statali pro-capite”.
Matteo Toscani, Lega Nord
“il veneto ha fatto la sUa parte, il parlamento non ha piÙ alibi”
“L
a Lega Nord ha fatto bene a chiedere la convocazione straordiMatteo naria del Consiglio Regionale. Se non lo avesse fatto, i ComuToscani ni referendari sarebbero ancora in attesa, e chissà per quanto tempo ancora, di una risposta. Il Consiglio non può che scusarsi per gli anni trascorsi senza affrontare lo scottante argomento. Tuttavia, la risoluzione della Lega Nord approvata, seppur tardivamente, è un capitolo importante nel rapporto tra Regione e territorio. Il Veneto ha fatto la sua parte, ha adempiuto al suo dovere: ora Governo e Parlamento non avranno ulteriori alibi per tenere bloccate le aspettative di migliaia di cittadini espresse con regolari e partecipati referendum consultivi. I temi della parità di condizioni delle Regioni, con il ‘livellamento’ verso l’alto della carenza di risorse della nostra Regione e l’applicazione dell’art. 15 dello Statuto per la provincia di Belluno e la montagna veneta, sono oltremodo attuali e sentiti. pietrangelo pettenò, Federazione della Sinistra
“occorre decentrare alle zone montane competenze e risorse”
“N
on serve - ha detto - inseguire il mito della Provincia di Belluno, ma decentrare agli enti locali di tutta le zone montane competenze e risorse affinché possano garantire servizi es- Pietrangelo Pettenò senziali in Sanità e nell’Istruzione”.
Mariangelo Foggiato, Unione Nordest
la regione ha abdicato al parlamento
“Q
ualsiasi documento non servirà a nulla. Passando la palla al Parlamento nazionale il Parlamento veneto abdica al proprio diritto-dovere di legiferare in queste materie”.
Mariangelo Foggiato
Sostengono le iniziative di valorizzazione dei Veneti antichi:
34 14 Cultura veneta Grandi mostre A Palazzo Fortuny fino all’8 aprile
L’influenza di Wagner ante e post mortem nelle arti tra ‘800 e ‘900 In Italia, terra della musica lirica e di Giuseppe Verdi, è esistita un’influenza tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 del wagnerismo nelle arti visive di Alain Chivilò
L
a mostra “Fortuny e Wagner. Il wagnerismo nelle arti visive in Italia” a Venezia presso Palazzo Fortuny fino all’8 aprile onora il bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lipsia 1813 – Venezia 1883) partendo da una constatazione di base: in Italia, terra della musica lirica e di Giuseppe Verdi, è esistita un’influenza tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 del wagnerismo nelle arti visive. Il luogo scelto per dimostrare tale tesi è la dimora di Mariano Fortuny che in questi anni ha unito, in numerose mostre, contemporaneità con ambiti del Simbolismo e del Liberty. Anche in questa esposizione si possono scorgere lavori di Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer e Joan Brossa ma in tale sede non sono il soggetto principale. Infatti le oltre 150 opere, composte da dipinti, sculture, disegni, incisioni, cartoline, illustrazioni, riviste e libri evidenziano la vasta diffusione in Europa, tra Simbolismo e Art Nouveau, di tematiche quali per esempio Parsifal, Sigfrido, Tristano, le valchirie e le così chiamate fanciulle-fiore. Un fascino che partì dal movimento del Romanticismo e soprattutto dalle sinfonie di Wagner. Una continua evocazione a vari livelli visivi, che tramite un’iconografia istituzionale e una compenetrazione di diversi significati ha trovato un’assimilazione in fasi artistiche, quali il movimento culturale simbolista e del Jugendstil. In questo periodo pervade dunque
una sensualità musicale che coglie le remote radici dell’essere. Ecco che Mariano Fortuny (Granada 1871 – Venezia 1949), a livello postumo come anni del suo agire, trova in tutte queste influenze una base di partenza, per elaborare nel suo cammino artistico un ciclo di lavori prettamente wagneriani. Come un predestinato, quando Wagner morì a Venezia il 13 febbraio 1883, Mariano all’età di dodici anni era con Giovanni Boldini a Parigi che poneva le basi a quei semi di passione per il teatro e per le scenografie che si svilupperanno successivamente in abbinamento ad altre arti. Fu l’incisore e scultore spagnolo Rogelio de Egusquiza a trasmettere al giovane l’adorazione per la musica di Wagner, prendendo corpo nell’ultimo decennio dell’ottocento con i viaggi a Monaco di Baviera e Bayreuth. I primi lavori di Mariano abbandonano dunque l’accademismo iniziale per entrare in area
Alcune opere presenti alla mostra
In mostra i lavori di Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer e Joan Brossa simbolista associando luoghi e personaggi del compositore tedesco. Ulteriori disamine lo conducono a elaborare la “Cupola”, ossia una nuova concezione dell’illuminazione scenica che innova i fondali dipinti che campeggiavano nei teatri dell’epoca. Così affermava: “Tutto quello che vidi e sentii, mi accese maggiormente nel desiderio di realizzare nuovi
mezzi, forme e nuovi aspetti per accrescere gli effetti generali del teatro. Ricordo ancora qualche particolare della scena dell’Oro del Reno che scontentava la mia fantasia giovanile. L’effetto del fiume in lontananza mancava di efficacia per un gioco di luce non bella”. Dunque Palazzo Fortuny, visitabile nella sua completa interezza data dalle stanze aperte,
crea percorsi di dialogo tra le opere di Mariano e altri artisti quali per esempio Eugenio Prati, Adolfo Wildt, Gaetano Previati e Lionello Balestrieri. Un’esposizione complessa ma godibile, che permette d’iniziare una disamina di quel percorso dell’Ottocento che ha trovato nei primi decenni del secolo successivo elementi d’influenza e di rimandi.
Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti Scatti d’autore a Venezia
L
a città lagunare, in sedi prestigiose, propone due mostre che tracciano la storia della fotografia italiana e internazionale. Se pur separati dal canale della Giudecca e dal Canal Grande, sono messi in dialogo a distanza due artisti di generazioni diverse: Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure 1930) e Maurizio Galimberti (Como 1956). Ognuno di questi intende in modo diverso il modo di fotografare, ma entrambi testimoniano il passare del tempo bloccando istanti di contemporaneità. La mostra “Gianni Berengo Gardin. Storie di un fotografo”, presso la Casa dei Tre Oci fino al 12 maggio, rappresenta un’approfondita antologica con 130 fotografie che toccano diverse tematiche del Maestro ligure. “Le immagini sono ciò che conta” così afferma Berengo Gardin che nel bianco e nero ha trovato il suo personale credo artistico. Di conseguenza la pellicola è il mezzo ideale in contrapposizione a tutto quello che oggi è digitale. In questa sede il colore non è contemplato perché “distrae il fotografo e chi guarda”, tanto da far risaltare più l’abbigliamento o l’ornamento che la fisionomia dei soggetti impressi. C’è però un rimando alla televisione, ai grandi insegnamenti dei fotografi del passato e a quelle storiche produzioni cinematografiche, che con i due colori base hanno segnato l’immaginario collettivo di più di una generazione. Le sue collaborazioni sono vastissime da Il Mondo, il Touring Club Italiano, l’Istituto Geografico De Agostini di Novara fino ad aziende quali Ibm, Olivetti e Fiat. Le tematiche affrontate invece sono innumerevoli dall’India dei villaggi, agli zingari di Firenze e Palermo, ai baci e abbracci, alla Gran Bretagna, a New
York, a Dentro le case, fino a Venezia e la sua Biennale d’Arte solo per citarne alcuni. Siamo di fronte a delle storie in cui Berengo Gardin ha saputo carpire dei segreti, che sono sempre tenuti celati, portandoli così all’occhio di tutti. Un’abilità unica che lo fa diventare il Maestro del bianco e nero. A dimostrazione di ciò, una piazza San Marco, vista dai Mori con l’acqua alta, permette al sole di specchiare riflessi unici, dando alla composizione una visione ulteriore. Frammenti atemporali di vissuto quotidiano e di luoghi che riecheggeranno per sempre, rispetto a una società che consuma e brucia tutto rendendo banali e sorpassate situazioni che invece fanno ancora parte di noi. La fotografia arriva dopo la televisione, ma consente di approfondire maggiormente superando la superficialità che l’antico tubo catodico crea. A Palazzo Franchetti invece, presso l’Istittuto Veneto di Scienze, Lettere e Arti fino al 12 maggio si fa un balzo
generazionale con la mostra “Maurizio Galimberti. Paesaggio Italia”. In scena più di 150 click che uniscono diversi scenari ambientali del nostro paese. Un ampio passaggio antologico che evidenzia la maturità e gli alti livelli compositivi. Il credo principale di Galimberti è dato dal metodo Polaroid che consente la visualizzazione immediata dello scatto, tanto da farne uno dei principali esponenti, perché come lui stesso afferma “vivi il tuo progetto in diretta, avendo azzerato i tempi d’attesa e questo è molto bello. Sei più concentrato, vivi in diretta e sei maggiormente all’interno del progetto che svolgi. Inoltre sei più diretto con lo sguardo e con l’azione di cattura dell’immagine”. Le foto esposte si possono inquadrare in quattro tecniche realizzative diverse. I “Mosaici”, tecnica che l’ha fatto conoscere, consistono in una sequenza di singole Polaroid che affiancate costituiscono una griglia composta di singoli particolari di un luogo o
persona. La visione complessiva permette di ottenere un quadro unico del soggetto impresso, fornendo nel contempo una sorta di cineticità complessiva. Come afferma “non sono banali perché l’architettura è affascinante se scattata con rispetto di te stesso e del paesaggio che fotografi. Una realtà dilatata che ti sorprende sempre in modo intimo”. Il “Ready-made”, di duchampiana origine, parte da oggetti quali cartoline, mappe, lettere, fogli pubblicitari dove scatta su porzioni selezionate dell’oggetto, riquadrandolo successivamente con l’isolamento di particolari che così vengono assemblati. Le “Singole” rendono visibile una dimensione intima dell’artista, mentre le “Manipolazioni” gli permettono di sfocare e di cambiare i soggetti stessi con vari effetti. Ecco che nel lungo percorso i paesaggi dell’Italia sono resi attuali a un occhio contemporaneo voglioso di nuove visioni. Al.Ch.
I nostri esperti 35 DA CHE PARTE GIRA L’ECONOMIA
A cura di Lorenzo Sartiè
In pieno oceano durante la tempesta Tempo fa scrissi un pezzo intitolato “parce sepulta”, ovvero riposate in pace. Trattava della triste catena di suicidi di imprenditori. Questa catena ad oggi non solo si è arrestata, ma purtroppo è addirittura aumentata. Colpito dalla crisi e chiuso in un angolo l’imprenditore tipico veneto, ma non solo lui, quasi sempre per non vedere vanificati sacrifici di una vita, per orgoglio e dignità le ha provate tutte. Ha bussato a tutte le porte, a cominciare da quelle dei debitori (comprese le amministrazioni pubbliche), delle banche e dei fornitori. Non ottenendo risposta da nessuno di questi anche se qualcuno fa il furbo, ha venduto o impegnato tutto per far fronte alle spese. Un estremo tentativo per salvare gli operai e le loro famiglie, verso i quali si sente responsabile e verso i fornitori che sono messi come o peggio di lui. Più di qualcuno ha venduto l’auto ed i gioielli di famiglia. Alla fine senza più nulla, ma ancora pieno di dignità ha deciso di farla finita. Se è pur vero che anche gli imprenditori hanno le loro colpe per non aver saputo leggere nelle trasformazioni di mercato e che hanno dimostrato i loro limiti imprenditoriali messi in luce dalla crisi, è altrettanto vero che ora servono azioni concrete a sostegno. Gli sportelli di ascolto con il sostegno psicologico aperti presso le associazioni o le amministrazioni pubbliche, sono sicuramente utili ed importanti. Ma non bastano. In questo periodo servirebbero azioni concrete da parte politica. Tuttavia però la situazione attuale è quella che è. Grande confusione ed incertezza, ad essere ottimisti. Servono azioni concrete per rimettere in moto un’economia che ormai arranca. Per mettere in atto queste azioni servono decisioni competenti e soprattutto rapide. Non qualche mese come si prospetta, al massimo qualche giorno. Spesso mi chiedo a chi dovranno essere imputate queste morti. Alla crisi? Troppo facile. Alla concorrenza straniera? Troppo banale. Alle banche? Sicuramente anche, ma non da sole. La responsabilità più grossa è proprio della parte politica che nulla o quasi ha fatto. In un paese come il nostro, dove le aziende micro piccole sono la stragrande percentuale, era doveroso agire prime e con decisione. Come? Molto semplicemente assicurandosi che le banche continuassero a concedere i crediti commerciali,
visto che lo stato le ha aiutate non poco, a volte con risultati “discutibili”. Imponendo dei cicli di pagamenti più brevi e delle procedure velocissime in caso di insolvenza, con la possibilità di sospendere la tassazione fino all’escussione del debito. Poi magari cominciando a pagare i miliardi di debiti verso i fornitori dello stato, consentendo anche di compensare iva e imposte.
Costituire con urgenza un fondo di garanzia sovrano per fornire le garanzie necessarie all’internazionalizzazione, non per la delocalizzazione come invece è stato fatto, favorendo le imprese e recuperare così credibilità sul mercato estero. Invece sembra una barzelletta. Avanzo soldi dallo stato e quindi non posso pagare le tasse. Lo stato allora mi pignora la casa e mi mette in mezzo
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alla strada. Prima però vuole l’IMU, che versa ad una banca, la quale invece di darmi credito mi chiude i conti e mi fa fallire, trascinando in questo vortice altre imprese. Viaggio spesso per lavoro all’estero, e quando mi chiedono come va in Italia restano a bocca aperta. Magari non se ne parla, in altri paesi europei le cose vanno peggio di qua, eppure rimangono basiti su quanto poco si sia fatto e si stia facendo nel nostro paese. Siamo ormai ad un livello di tassazione non più sostenibile, paghiamo un’infinità di tasse e gabelle che all’estero non sanno neppure cosa significhino, paghiamo anche per avere servizi che normalmente sono gratuiti perché compresi nella normale tassazione. Paghiamo tutto e tutto di più rispetto agli altri paesi. Eppure indomiti e caparbi restiamo qui a combattere tutti giorni. Sempre più deboli , sempre più stanchi, sempre più sfiduciati e sempre più soli. Ormai si lavora sette giorni su sette, 14 o 16 ore al giorno, con il triste sapore dell’amarezza, senza gioia e senza quel sentimento di orgoglio tipico del nostro essere imprenditori. E’ dura anche a casa. E’ difficile in momenti come questi perfino esibire un sorriso, scaricare la tensione e trovare nel conforto familiare quella serenità necessaria per avere una vita sufficientemente normale. Tornati a casa, nervosi, preoccupati, cupi e taciturni, con nell’anima un turbinio di pensieri negativi, con l’afflizione della sconfitta morale e professionale del fallimento, risulta difficile guardare negli occhi i propri figli e procedere a testa alta. Non c’è molto da essere ottimisti ora. Adesso si devono solo unire le forze tra imprenditori e resistere perché questa condizione non migliorerà prima di due o tre anni. Siamo in alto mare su tutto e quindi tutto lascia presupporre che anche stavolta gli imprenditori se la dovranno cavare da soli… come sempre.
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ASCINO MALINTESI E PETTEGOLEZZI POTREBBERO ROVINARE UN’INTESA DESTINATA A CRESCERE E A DIVENTARE AMORE. SIATE SAGGI · SALUTE EVITATE LE DIETE TROPPO DRASTICHE, IN QUESTO PERIODO VI BASTERÀ FARE ATTIVITÀ FISICA, SPORT, E SARETE SPLENDIDI
Relax e svaghi primaverili a Kranjska Gora Kranjska Gora che giace nella parte sud-occidentale della Slovenia, al confine fra Italia e Austria, è rinomata come il miglior centro sportivo, di ricreazione, intrattenimento e congressuale di tutte le Alpi Giulie. D´inverno si copre di un candido mantello che si riflette in una cornice romantica, d´estate invece la parola d´ordine è la frescura. Durante tutto l´anno la località ospita ospiti desiderosi di relax e di rigenerarsi per essere sempre pronti per nuove avventurose sfide. I nostri ospiti sono escursionisti, atleti professionisti, giovani famiglie, manager che creano progetti futuri e tutti coloro che si lasciano coccolare presso i nostri centri wellness. Alcuni desiderano fare shopping nei centri commerciali dei paesi limitrofi (Italia, Austria) altri invece decidono di sfidare la dea bendata ai tavoli da gioco o alle slot machine dei centri del gioco ed intrattenimento. A Kranjska Gora ogni staggione si veste di un proprio colore con cui attrae gli ospiti, vicini e lontani che siano. Foto: archivio LTO Kranjska Gora
Grazie al clima mite e fresco, Kranjska Gora d’estate diventa una piacevole valle verde dove agli ospiti vengono offerte innumerevoli possibilità di svago con ottimi punti di partenza per le diverse attività sportive, sport estremi o anche soltanto per un tranquillo break in compagnia. È un ottimo punto di partenza per escursioni in un ambiente naturale di rara bellezza e per trascorrere del tempo in mezzo alla natura ancora incontaminata. Lasciati viziare e concedici il piacere di coccolarti e farti sentire bene... Nei centri benessere degli Hotel Hit Holidays Kranjska Gora provvederemo al totale relax del vostro corpo. Il centro acquatico Larix comprende piscine, il mondo delle saune e il centro Vita, dove potrete concedervi trattamenti di bellezza e massaggi. Il centro relax dell’Hotel Kompas si addice a coloro che desiderano rilassarsi e farsi coccolare in un’atmosfera un po’ più intima. Nel Sauna - centro Viridis dell’albergo Alpina, avvolto dall’atmosfera romantica dei boschi alpini, potrete lasciarvi viziare nei diversi tipi di bagno e rilassarvi completamente nelle saune. Il mondo dei piaceri acquatici Špik con le sue piscine si estende su una superficie di 250 m2 e vi mette a disposizione una piscina per rilassarvi, piscina con controcorrente e piscina per bambini. Il mondo delle saune è il paradiso del relax. Comprende la sauna finlandese, la sauna alle erbe e il bagno turco, grotta ghiacciata e piscina rinfrescante in cui si svolgono quotidianamente diversi programmi. Nel Centro benessere Alpino Špik si nasconde l’inimitabile offerta del nostro centro benessere. L’ambiente alpino e il mondo di colori, aromi e suoni nelle cinque stanze a tema vi aiuteranno a dimenticare le preoccupazioni della vita quotidiana e a dedicarvi a voi stessi. Il Centro estetico Špik vi offre una gamma di massaggi e servizi estetici, pedicure, manicure e depilazione. Tutti i servizi hanno un forte legame con l’ambiente alpino.
Venga quindi a Kranjska Gora e scopra le sue magie primaverili!
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