di Padova Nord
Periodico d’informazione locale. Anno XX n.83 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Economia Addio al parco commerciale. Stop da Limena
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Cadoneghe Appello per allargare la Provinciale 34
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Vigodarzere Da deposito missilistico alla Protezione Civile
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EDITORIALE
in 5 anni in veneto persi 23 miliardi di pil
Fusione tra Comuni i sindaci ci provano di Nicola Stievano
“Il 2012 è stato un anno di recessione, ma anche il 2013 sarà difficile. L’economia del Veneto sta attraversando la crisi più lunga della sua storia”. Esordisce con queste parole il presidente di Unioncamere del Veneto, Alessandro Bianchi in occasione, lo scorso 18 giugno, della presentazione de “La situazione economica del Veneto”. pagg. 4-5
cittadinanza a nove ragazzi “stranieri”
Cittadini italiani a tutti gli effetti. Tali infatti li considera il Comune in cui abitano che è quello di Cadoneghe. Un’amministrazione che ha voluto dare un segnale forte passando dalle parole ai fatti. Nove bambini stranieri nati in Italia hanno ricevuto la cittadinanza italiana onoraria. pag. 9
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Veneto City avanza, Vigonza preoccupata
La mega struttura del terziario, al di là del confine, sta sollevando non pochi dubbi
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anca davvero poco al via libera definitivo per un’altra maestosa colata di cemento armato. A breve inizieranno i lavori per costruire quello che alcuni definiscono un’opportunità per il territorio e e altri invece l’ennesimo “eco-mostro di cementificazione”, che si chiamerà Veneto City. Il contestatissimo progetto che divorerà centinaia di ettari di campagna veneta, l’equivalente di 105 campi di calcio – con un volumetria di 2 milioni di metri cubi. Il nuovo polo attrattivo e del terziario sorgerà
lungo l’autostrada A4, precisamente tra la provincia di Padova e Venezia, coinvolgendo i paesi di Dolo e Pianiga, andando a sconvolgere, inoltre, l’intera viabilità di collegamento dei comuni circostanti, tra cui quella del comune di Vigonza. La firma sul piano urbanistico attuativo (PUA) arriverà il prossimo 17 luglio, dopodiché la patata bollente sarà passata direttamente ai finanziatori di questo progetto. È dal 2008 che tra Venezia e Padova diversi comitati di cittadinanza attiva si battono
contro Veneto City. Ma nelle ultime settimane la battaglia è diventata serrata, perché il destino della campagna veneta si gioca in queste ore. I sostenitori di Veneto City parlano di un polo destinato a riunire “i servizi per l’impresa, l’università e il commercio”. Veneto City si propone di realizzare di una “capitale terziaria del Veneto” posizionata in un luogo strategico per infrastrutturazione e per localizzazione. Il luogo infatti è baricentrico rispetto alla regione. pag. 6
L’Intervento
Commercio, dateci una mano a non “spegnere” le nostre città di Nicola Rossi*
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uasi settecento tra commercianti, sindaci della Provincia di Padova e numerose associazioni hanno partecipato lo scorso primo luglio alla fiaccolata per le vie della città di Padova per sensibilizzare l’opinione pubblica *Presidente Confesercenti Padova
continua a pag.
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ia le Province, tutte, via i piccoli Comuni, il più possibile. Nell’estate 2013, forse la più difficile dall’inizio della crisi, le parole d’ordine sono tagliare, razionalizzare, fare economia, contenere le spese. Anche a Nordest, dove il campanile è sacro, dove l’identità locale è radicata nella storia ma anche nelle abitudini quotidiane, ci si interroga sul destino degli enti locali. Mente la battaglia per la “sopravvivenza” delle Province, i cui amministratori sembrano intenzionati a non cedere e a sfruttare tutti gli strumenti per mettere i bastoni fra le ruote al governo, si gioca più che altro sul piano politico nazionale, la partita che riguarda i Comuni si tiene in casa e potrebbe portare a novità interessanti già in questi giorni. Da una parte c’è la Regione che incoraggia le Unioni dei Comuni e anche le fusioni stanziando dei contributi alle amministrazioni che intraprendono questa strada. Dall’altra ci sono i sindaci che, pur avendo presente la forte identità del Comune che guidano, devono anzitutto far quadrare i conti. Non si può certo dire che siano rimasti alla finestra, anzi. continua a pag. 3
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EDITORIALE
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Fusione tra Comuni i sindaci ci provano
Amico dell’Ambiente
gia’ raccolte 103 tonnellate di tappi
La raccolta dei tappi in plastica sostenuta dal progetto Amico dell’Ambiente ha già registrato nel primo semestre 2013 l’eccezionale risultato di 103 tonnellate, ottenuto con il prezioso contributo di associazioni, scuole e di molti privati. La media calcolata è di 500 mila tappi al giorno, cinquantamila in più rispetto al 2012. Si è stimato che con il numero raccolto lo scorso anno si sarebbero potuti riempire 46 vagoni di un treno merci, ma le previsioni per quest’anno si preannunciano ancora più straordinarie. La possibilità di ricevere un compenso per ogni chilogrammo di tappi raccolto permette di contribuire attivamente al recupero e al riciclo.
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La gestione in forma associata dei servizi fra i piccoli Comuni è stato solo il primo passo, perché diverse amministrazioni hanno scelto la forma dell’Unione fra Comuni, che dovrebbe garantire ulteriori economie e qualche risorsa in più. Ma c’è chi si sta spingendo oltre e pensando alle vere e proprie fusioni, fra due o più Comuni. Non dimentichiamo che quasi vent’anni fa proprio in Veneto si verificò una della prime fusioni, con la nascita del Comune di Due Carrare su iniziativa dei sindaci di Carrara San Giorgio e Carrara Santo Stefano. La scelta si è rivelata lungimirante, racconta ora l’attuale sindaco, e ha permesso di accedere a nuove opportunità di finanziamento, a contare su maggiori risorse per realizzare opere e garantire servizi migliori. Una strada da seguire, dunque, lungo la quale si stanno avviando altri Comuni del Veneto, dalla montagna bellunese alla bassa padovana, al rodigino, dove sei comuni hanno già deciso il loro futuro nome: Civitanova Polesine. Fusioni che non riguardano solo i microcomuni, visto che anche Este, che conta quasi 17 mila abitanti, sta portando avanti il progetto di fusione con Ospedaletto Euganeo, centro di otre 5 mila anime. Il “matrimonio” porterebbe un dote qualcosa come 9 milioni di euro per i prossimi dieci anni, una cifra che permetterebbe, raccontano gli amministratori, di gestire con maggiore tranquillità il bilancio comunale. E non importa se ce si sarà un solo Comune, con un nuovo nome, per non far torto a nessuno, ciò che conta è che rimangano i servizi, si possano asfaltare le strade, far giocare i bambini nei parchi pubblici, evitare che piova dentro le scuole. Fusione, unione o convenzioni: ciascun Comune sta cercando la soluzione ideale, non senza fatica, ma con la speranza di ottenere dei benefici. di Nicola Stievano
bilancio in utile per due milioni
Nonostante la crisi l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, con sede a Legnaro, non solo tiene i Conti in ordine, ma chiude il bilancio del 2012 con un utile che supera i 2 milioni di euro. Non è un risultato di poco conto se si considera il difficile momento economico vissuto anche dalla pubblica amministrazione. Oltre due milioni di utile rappresentano infatti, in termini percentuali, il 5% del valore della produzione complessiva, rendimento molto simile a quello di un’industria e che fa dell’Istituto un centro d’eccellenza.
Anche quest’anno la Provincia di Padova firma la convenzione per tenere aperti sul territorio gli “sportelli CISI”, i centri di formazione e servizi agli immigrati. Il servizio è stato attivato per la prima volta nel 1998 in collaborazione con l’associazione Migranti Onlus, consentendo alle persone straniere e italiane di avere dei punti di informazione per il disbrigo delle pratiche burocratiche. I primi sportelli furono aperti nel 1999 nei Comuni di San Giorgio in Bosco, Camposampiero e Monselice. I risultati positivi permisero di aprire lo sportello anchea a Padova.
turisti di terme e padova alla fenice
donne imprenditrici padova e’ “capitale”
Istituto Zooprofilattico Venezie
sportello immigrati 15 anni di servizi
Accordo con il teatro veneziano
Prima città nel Veneto
In crescita del numero di imprenditrici attive nella Provincia di Padova, che ha toccato quota 38.647 aumentando dello 0,4% ,in piena controtendenza con le chiusure generalizzate. Padova è la nona città in Italia per numero di imprenditrici, la prima nel Veneto con 20,4 donne imprenditrici su 100, tra le più alte in Italia, nonostante la crisi.
La Provincia rinnova l’accordo
Padova Nord vigonza Mercatino delle mamme e delle figlie un successo pag. 6
cadoneghe
Diretta streaming per le sedute dei consigli comunali pag. 10
vigodarzere
Dalle multe 188 mila euro per le casse comunali pag. 13
Provincia sanità locale
Regione sicurezza
Nuove schede ospedaliere, cosa cambia a Padova pag. 14
ambiente
Al via la Bonifica della “C&C”, bomba ecologica da “disinnescare” pag. 15
estate giovane
Centri estivi per tutte le età, tra sport e avventura pag. 16
Fino al 26 settembre
Morti bianche in calo perché è calato il lavoro pagg. 24-25
società
Il Veneto una delle regioni dove si sta meglio pag.
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Padiglione Italia alla Biennale di Venezia pag.
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arte
Avviata un’inedita collaborazione tra la Fondazione Teatro La Fenice, il Consorzio Terme Euganee ed il Consorzio di Promozione Turistica di Padova. Attraverso questo accordo sarà possibile fornire ai numerosi ospiti italiani e stranieri delle località termali e patavine la possibilità di assistere agli spettacoli del Festival estivo “Lo spirito della musica di Venezia”.
summer run, 12 serate.... di corsa
Fino al 26 settembre si corre con la Summer Run, terza edizione dell’iniziativa organizzata dall’ A.S.D. Boomerang Runners con il patrocinio del Comune di Padova. Dodici serate per i runners, sempre al giovedì, con partenza alle 20.30: percorsi di circa 8 chilometri, alla scoperta di sette comuni padovani: Ponte San Nicolò, Rovolon, Piove di Sacco-Arzergrande, Galzignano Terme, Poverara, Maserà di Padova, Casalserugo-Bovolenta, con possibilità di concludere la serata, con tuffo o meno, in piscina. La corsa è gratuita, la serata in piscina costa 3 euro.Info www. www.boomerangrunners.com.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.
è un marchio registrato Editore
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Questa edizione raggiunge le zone di Cadoneghe, Vigodarzere, Vigonza per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
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REDAZIONE: Direttore responsabile
Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 giugno 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)
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4 Argomento del mese ECONOMIA In attesa di agganciare la ripresa il Veneto conta i danni della più lunga crisi economica della sua storia. I dati del 2012 e le stime per il 2013 presentati da Unioncamere del Veneto sono ancora critici. Quest’anno si registrerà una flessione del Pil pari al -1,2% e solo nel 2014 si tornerà a crescere Il 2013 continuerà a registrare contrazioni per i consumi delle famiglie pari a -2,4%
Bianchi: “Se ci sarà inversione di tendenza, sarà a fine anno grazie alle politiche per la crescita”
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l 2012 è stato un anno di recessione, ma anche il 2013 sarà difficile. L’economia del Veneto sta attraversando la crisi più lunga della sua storia”. Esordisce con queste parole il presidente di Unioncamere del Veneto, Alessandro Bianchi in occasione, lo scorso 18 giugno, della presentazione del rapporto “La situazione economica del Veneto”, curato dal Centro Studi Unioncamere Veneto giunto alla sua 46esima edizione. In cinque anni la crisi ha sottratto al Veneto 23 miliardi di euro di Pil e nel 2013 la flessione proseguirà con un -1,2%. In questo quadro l’aumento dell’aliquota Iva al 22% comporterebbe una ulteriore flessione dei consumi. Secondo le stime più recenti, nel 2013 il Veneto registrerà una flessione del Pil pari al -1,2% e solo dal 2014 tornerà a crescere con un +0,9%. Da traino saranno ancora le esportazioni, previste in aumento del +4,4% (+2,7% per l’Italia) quest’anno, mentre il 2014 dovrebbe riservare una crescita del +5,2%. Di contro, il 2013 continuerà a registrare contrazioni per consumi delle famiglie (-2,4%) e investimenti delle imprese (-4,6%), sebbene in ripresa rispetto ai valori 2012. Le ripercussioni sull’occupazione porteranno, nel 2013, a un calo del -1,1% delle unità lavoro, col tasso di
il vicepresidente commissione europea antonio taJani
“Veneto cuore pulsante dell’imprenditoria, va sostenuto”
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In 5 anni persi in Ven
l Veneto è il cuore pulsante dell’imprenditoria. E per questo va sostenuto e incoraggiato. Sono le considerazioni del vicepresidente della Commissione Europea e commissario per l’industria e l’imprenditoria, Antonio Tajani (in foto), in Veneto a inizio giugno per un tour regionale di confronto proprio con le categorie produttive. “E’ una delle regioni più industrializzate d’Europa, che rispetto ad altre possiede una caratteristica peculiare: la specificità e la qualità della sua gente, che è riuscita a trasformare in qualche decennio un territorio che viveva in condizioni economiche difficili in un territorio all’avanguardia” ha sostenuto, ospite di Unioncamere del Veneto, in occasione del tavolo di lavoro organizzato con le imprese e gli enti locali del territorio, cui hanno partecipato il presidente di Unioncamere del Veneto Alessandro Bianchi, e il segretario generale Gian Angelo Bellati oltre all’assessore regionale al Bilancio Roberto Ciambetti. Di fronte a questa platea il vicepresidente della Ce ha sollecitato la politica a fare la sua parte. “Penso – ha sostenuto – alla riduzione della burocrazia, al ritardo dei pagamenti, al lavoro che stiamo svolgendo sulla tutela del marchio e qualità dei prodotti. Penso alla piccola e media impresa, così forte e importante, che vive però momenti di difficoltà”. G.G.
disoccupazione che salirà al 7,6%. Il Veneto ha chiuso il 2012 con una flessione del Pil del -2,3%, annullando la crescita del biennio 2010-2011 (+1,3%). La caduta è in linea con quella di Emilia Romagna (-2,4%), Piemonte (-2,3%), Toscana (-2,3%) e Lombardia (-2%). Complessivamente, dal 2008 al 2012, la crisi ha comportato una perdita di Pil pari a 23 miliardi di euro: 130 miliardi del Pil reale, senza crisi, avrebbero raggiunto i 153 miliardi. Il numero di imprese attive ha registrato una flessione del -1,2%, pari a oltre 5.600 unità (poco più di 450mila unità). Il mercato del lavoro ha registrato un saldo occupazionale negativo di oltre 15mila posti: perdite più ingenti nelle costruzioni (-20,1%) e industria (-17,5%). La produzione industriale ha segnato una flessione media annua del -4,3%. Crolla l’andamento delle vendite al dettaglio (-5,8%). E’ proseguita la contrazione dell’attività di prestito del sistema bancario (-2%). Continua la tendenza positiva nel turismo: nel 2012 +0,3% degli arrivi, pari a oltre 15,8 milioni di visitatori, mentre scendono del -1,7% le presenze, pari a 62,4 milioni. A seguito delle manovre finanziare di austerità del biennio 2011-2012, nel 2013 il Veneto avrà una perdita di
Pil di 1,9 miliardi di euro (-1,3%). Le misure di austerity spiegano una caduta dei consumi di circa 1,3 miliardi di euro (-1,4% rispetto alla tendenza “ante manovre”) e una flessione degli investimenti di 700 milioni di euro (-2,1%). Stimando l’impatto sul reddito disponibile delle famiglie (ciò che resta per i consumi dopo il pagamento delle imposte dirette), le famiglie venete hanno subìto un’erosione di 397 euro ciascuna. “Se l’inversione di tendenza ci sarà, - commenta il presidente Bianchi - sarà sicuramente più spostata verso fine anno e comunque legata ad auspicabili politiche per la crescita decise in ambito europeo. Finché l’Europa continuerà ad imporre solo politiche economiche volte al contenimento dei debiti sovrani e al risanamento dei conti pubblici nazionali, difficilmente potrà esserci spazio per un vero rilancio”. “Gli enti pubblici, i loro amministratori e i soggetti che muovono lo sviluppo e la crescita - ha osservato Giuseppe Fedalto, il presidente della Camera di Commercio di Venezia che ha fatto gli onori di casa ospitando la presentazione nella rinnovata sede in centro storico a Venezia - sono chiamati ad uno sforzo straordinario e a un gioco di squadra per sostenere il nostro sistema imprenditoriale”.
Argomento del mese 5 Il presidente Confindustria Padova Massimo Pavin col ministro Flavio Zanonato, sullo sfondo il presidente nazionale degli industriali Giorgio Squinzi
Camera di Commercio di Padova
Da sx Serafino Pitingaro, Ufficio Studi Unioncamere, Roberto Furlan, Camera di Commercio di Padova, Alessandro Bianchi, Unioncamere Veneto, Giuseppe Fedalto, Camera di Venezia, Fabrizio Pezzani, professore ordinario all’Università Bocconi, Gian Angelo Bellati, Segretario Generale di Unioncamere Veneto
neto 23 miliardi di Pil
Gli industriali padovani in asseblea Pavin: “Daremo al governo le chiavi delle nostre imprese”
“I debiti della pubblica amministrazione vanno restituiti al più presto” di Giovanni Giovetti
L
spalla pag 5 per padova
e imprese venete sono al limite e gli imprenditori hanno perso la pazienza. Eloquente la reazione di disappunto manifestata nei confronti del ministro “di casa” Flavio Zanonato, sindaco di Padova fino a qualche mese fa e che ora si occupa del dicastero dello Svilluppo, contestato dagli industriali padovani nel corso dell’ultima Assemblea annuale, lo scorso 5 luglio. Non un attacco personale ma una manifestazione di disappunto sintomatica di un malessere profondo del Nordest che produce e che reclama risposte dalla politica. Gli imprenditori padovani di Confindustria avevano esordito in assemblea con la sfida lanciata dal loro presidente Massimo Pavin di restituire al governo le chiavi delle loro imprese in segno di protesta. Una provocazione per sottolineare la necessità che il governo ascolti la voce dell’impresa. Il decreto sblocca debiti, la riduzione della spesa pubblica, più sobrietà nella politica: questi sono i segnali che si aspettano gli imprenditori ponendo “la questione industriale” come vero banco di prova per il Governo “di servizio al Paese” e per l’Europa, e chiedono ora uno shock fiscale, con l’abolizione dell’Irap, meno tasse sull’occupazione e il taglio dell’Imu sui capannoni. La voglia di fare non manca, la speranza neppure, ma non si può resistere a lungo di fronte ad uno scenario di grande desolazione economica. Fra le risposte sollecitate alla politica, prioritaria risulta la necessità di rendere più efficiente la macchina pubblica e in particolare il dito è puntato sul netto ritardo del pagamento dei debiti. “I debiti scaduti della pubblica amministrazione - si legge in una nota all’indomani dell’assemblea di Confindustria Padova - sono soldi delle imprese, che vanno restituiti al più presto, rimuovendo ogni genere di ostacolo per sanare una ferita che è solo italiana”.
Fernando Zilio nuovo presidente
“Dobbiamo aiutare le imprese in difficoltà” “C
i attendono 5 anni di impegni gravosi, e dobbiamo lavorare tutti uniti, nella piena trasparenza e raccogliendo tutti i nostri sforzi per aiutare le imprese padovane sempre più in difficoltà a causa della crisi. Dobbiamo dare un messaggio di forza e speranza, perché la Camera di Commercio è la casa delle imprese”. Con queste parole Fernando Zilio ha esordito come presidente della Camera di Commercio di Padova, in rappresentanza di oltre 100.000 imprese. Il numero uno di Ascom-Confcommercio Padova, nonché portavoce provinciale di Rete Imprese Italia è stato vicepresidente dell’ente camerale stesso nel precedente quinquennio. Imprenditore nel campo dell’abbigliamento, titolare della ditta Cipa Padova Srl, Zilio è presidente dell’Ascom-Confcommercio Padova dal 2005. Attualmente è anche presidente di Infocert, società Spa specializzata nella progettazione e sviluppo di soluzioni informatiche ad elevato valore tecnologico per la dematerializzazione dei processi documentali. Il neo presidente è stato eletto alla terza votazione, con 18 voti su 32. “Ringrazio tutti e non nascondo un po’ di preoccupazione per questo nuovo impegno. – ha aggiunto Zilio - Ci attendono 5 anni molto difficili e avrò bisogno di lavorare con tutti i consiglieri. Sarà un Consiglio camerale impegnato, perché fuori da queste mura la crisi è sempre più aggressiva e le imprese chiedono risposte urgenti. Questa Camera è da sempre una delle più importanti d’Italia, per questo dobbiamo portarla rapidamente ai livelli che merita. Il mio obiettivo immediato è sviluppare un programma che coinvolga tutti e con un Consiglio intero che si incontra frequentemente, anche in via non ufficiale, se serve. La Camera di Padova rappresenta più di 100.000 imprese appartenenti al mondo produttivo, dei servizi, dell’agricoltura, delle cooperative e di tutti gli altri settori dell’economia, per questo dobbiamo mettere insieme tutte queste componenti nell’interesse di tutti”. Poi Zilio ricorda che fuori c’è chi ancora si toglie la vita a causa della crisi: “Non posso non pensare che ci sono imprenditori che si uccidono, anche se in questi ultimi anni ho ricevuto in Ascom soci arrivati alla disperazione. Non sarò un presidente che accumula cariche, ma il presidente trasversale della Camera di Commercio, in grado di rappresentare tutti e non una singola categoria”. Uno sguardo quindi al passato per tracciare però il binario futuro: “Quanto fatto nel precedente quinquennio non è da buttare, anzi. Ringrazio anche il presidente Roberto Furlan e ricordo il Numero Verde Anticrisi, i 3,5 milioni per le imprese alluvionate, i 5 milioni sul credito. E anche i 18 milioni erogati per la realizzazione del futuro Centro Congressi. E’ una Camera che ha fatto cose concrete, e da lì bisogna ripartire nella totale e completa trasparenza, puntando a creare un ente nuovo, innovativo, diverso. Insieme, insomma, saremo sopra le parti, guardando sempre all’interesse della città e del Sistema impresa”. Per il neo presidente è importante perciò puntare al “bene del territorio, con le categorie economiche al centro dell’azione per portare Padova fuori dal guado”.
6 Vigonza L’Intervento
Il progetto Le reazioni a Vigonza La mega area commerciale e direzionale sorgerà a pochi chilometri
Dubbi su “Veneto City”
Il sindaco Nunzio Tacchetto nutre preoccupazioni sull’impatto a livello di viabilità e di occasione di sviluppo
di Manuel Glauco Matetich
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anca davvero poco al via libera definitivo per un’altra maestosa colata di cemento armato. A breve inizieranno i lavori per costruire quello che alcuni definiscono un’opportunità per il territorio e e altri invece l’ennesimo “eco-mostro di cementificazione”, che si chiamerà Veneto City. Il contestatissimo progetto che divorerà centinaia di ettari di campagna veneta, l’equivalente di 105 campi di calcio – con un volumetria di 2 milioni di metri cubi. Il nuovo polo attrattivo e del terziario sorgerà lungo l’autostrada A4, precisamente tra la provincia di Padova e Venezia, coinvolgendo i paesi di Dolo e Pianiga, andando a sconvolgere, inoltre, l’intera viabilità di collegamento dei comuni circostanti, tra cui quella del comune di Vigonza. La firma sul piano urbanistico attuativo (PUA) arriverà il prossimo 17 luglio, dopodiché la patata bollente sarà passata direttamente ai finanziatori di questo progetto. È dal 2008 che tra Venezia e Padova diversi comitati di cittadinanza attiva si battono contro Veneto City. Ma nelle ultime settimane la battaglia è diventata serrata, perché il destino della campagna veneta si gioca in queste ore. I sostenitori di Veneto City parlano di un polo destinato a riunire “i servizi per l’impresa, l’università e il commercio”. Veneto City si propone di realizzare di una “capitale terziaria del Veneto” posizionata in un luogo strategico per infrastrutturazione e per localizzazione. Il luogo infatti è baricentrico rispetto alla regione ed è innestato al punto di congiunzione del passante di Mestre, in prossimità della nuova barriera autostradale che verrà realizzata a Dolo e dell’innesto di altre importanti direttrici stradali (Romea commer-
sociale
U
Un dettaglio del progetto di Veneto City, la vasta cittadella prevista non lontano dal territorio comunale di Vigonza ciale, superstrada sull’idrovia, e nelle vicinanze della nuova tangenziale nord di Padova), tra l’autostrada A4 e la linea ferroviaria VE-PD. Le stime parlano di 30-40mila visitatori al giorno e 70mila veicoli su ruote. L’idea di base del progetto, secondo quanto di-
chiarato dai promotori e dai progettisti, è “superare la logica del capannone”. L’area infatti risulta per il 60% già destinata ad ospitare capannoni industrialiartigianali, strutture commerciali e del terziario, ma l’idea è quella di utilizzare questo insieme di fattori strategici (localizzativi e infrastrutturali) per evitare un’altra “anonima” area industriale artigianale, ma di connotare il territorio con un progetto di alta qualità architettonica e ambientale, destinato ad ospitare imprese rappresentative e innovative dei settori più importanti del “made in veneto”. Ma non tutti sembrano convinti di questa nuova cementificazione italiana degna di un “Guinness World Record”. Tra le fila dei dubbiosi sull’effettiva utilità del nuovo polo commerciale, si schiera anche il sindaco di Vigonza, Nunzio Tacchetto. Uno dei punti più discussi sembra essere il fantomatico sviluppo economico e le opportunità lavorative che dovrebbero arrivare dall’edificazione del centro multifunzionale di Veneto City, ideato dall’architetto palermitano Mario Cucinella, assieme ad Andreas Kipar e a Adileno Boeche. Il primo cittadino di Vigonza continua a nutrire molte preoccupazioni sul nuovo centro direzionale, particolarmente per le ripercussioni che il mega-polo immobiliare avrà sulla viabilità della già fragile e poco efficiente rete stradale che collega l’area coinvolta con i territori limitrofi. Non sappiamo ad oggi cosa succederà e come cambierà il Nord-Est dopo la realizzazione di Veneto City, e soprattutto quali saranno i pro e i contro di questa nuova trasformazione urbanistica. Sarà realmente utile e funzionale? Ai posteri l’ardua sentenza.
Commercio, dateci una mano a non “spegnere” le nostre città di Nicola Rossi*
segue da pag.
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le forze politiche e sociali attorno ai problemi delle imprese commerciali e del ruolo che svolgono nel contesto delle nostre città. La situazione economica generale accompagnata da alcuni provvedimenti di deregolamentazione, ha fatto si che nei primi 4 mesi del 2013 a livello nazionale abbiano chiuso definitivamente i battenti 19.729 imprese commerciali, nel Veneto 1.336 mentre a Padova e provincia sono 137 quelle che hanno abbassato definitivamente le loro serrande in questi 4 mesi (3 al giorno).Il risultato è che intere aree nei nostri centri storici e nei centri urbani stanno velocemente subendo fenomeni di desertificazione a cui seguiranno mancanza di servizi e degrado con conseguenti costi a carico della collettività. Del resto basta ricordare che in questi ultimi 5 anni: la pressione fiscale è sensibilmente aumentata, il credito a favore di imprese e famiglie si è ridotto drasticamente, il lavoro è diventato sempre più costoso, i provvedimenti ‘Salva Italia’ anziché dare linfa ad occupazione e consumi hanno depresso l’economia, il reddito degli italiani è calato di 9.700 euro per ogni nucleo familiare. In altri termini, le misure drastiche varate nel recente passato non hanno dato nessun frutto positivo: con la sola strategia del rigore si porta il Paese alla deriva. La Confesercenti dice no quindi a politiche che puntino solo a modificare le modalità di prelievo fiscale senza ridurne il peso e senza una seria politica di riduzione della spesa. Al contempo chiediamo che finalmente la politica economica del governo centrale e di quello territoriale sia impostata partendo dalle piccole e medie imprese e ad uno sviluppo economico molto legato ai centri urbani. Sono le piccole e medie imprese, in particolare del commercio, che rendono vitali e fruibili località che altrimenti non avrebbero nessuna capacità di attrazione. Basta girare per i nostri centri urbani per rendersi conto di come le piccole e medie imprese che vi operano stiano dando vita ad un enorme sforzo di innovazione sia nell’offerta che nei servizi. Chiediamo pertanto di approvare la nostra proposta di Legge di iniziativa popolare che ridà potere decisionale alle Regioni ed ai Comuni in termini di orari di apertura dei negozi. Con la fiaccolata di Padova, centinaia di commercianti hanno simbolicamente manifestato di come siamo noi che illuminiamo le nostre città. Dateci una mano a non spegnerle. *Presidente Confesercenti Padova
Organizzato dal Comune con la collaborazione dell’associazione “Attivamente”
successo e interesse per il “mercatino delle mamme e delle figlie”
n successo inaspettato quello di domenica 30 giugno per l’iniziativa sociale del “Mercatino delle Mamme…e delle figlie”. L’evento rientra nell’ambito delle iniziative promosse dall’Assessorato alla Cultura del comune di Vigonza, con l’obiettivo principale della valorizzazione degli spazi del Castello dei da Peraga, meglio conosciuto come Villa Bettanini, ove si è svolta nel contempo una vera e propria esposizione d’arte.
Il Mercatino dell’usato è stato organizzato con la preziosa collaborazione dell’associazione locale “Attivamente” ed ha riscontrato un ampio gradimento da parte delle persone che incuriosite hanno voluto trascorrere la giornata all’aria aperta osservando e comprando qualche oggetto ormai “dimenticato”. Gli oggetti in esposizione erano numerosi e svariati: antiquariato, modernariato, mobili e oggetti d’uso, quadri, soprammobili, complementi d’arredo, libri,
dischi, curiosità, collezionismo. Le motivazioni per acquistare in un mercatino dell’usato sono tante, da una parte la moda del vintage, dall’altra la ricerca del risparmio. Ma anche ka consapevolezza legata alla salvaguardia dell’ambiente e alla ricerca di uno stile di vita più eco-compatibile. Ed infine, ma non da ultimo, l’aspetto sociale: acquistare presso i mercatini dell’usato significa acquistare un prodotto con un valore aggiunto. M.G.M.
A fianco il manifesto del mercatino
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La Padovanella-1932
Notturni d’Acqua 2013
Tipica peota veneziana, navigherà il Piovego facendovi scoprire i Bastioni, le Mura Medioevali e Rinascimentali ed i luoghi più suggestivi di questo magnifico percorso. L’escursione ha una durata di circa un’ora e mezza con ritorno al punto d’imbarco. Appuntamento alle ore Al Mercoledì e Venerdì: 20,45 presso la Conca delle Luglio 03 05 10 17 19 24 31 Porte Contarine in Via Matteotti, Agosto 02 07 09 14 21 23 28 angolo Via Giotto a Padova.
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8 Limena-Vigonza Urbanistica 260mila metri quadrati di area depennati dal Pat
Parco commerciale, non se ne fa più niente Dopo tre anni l’Amministrazione ha deciso di non aspettare oltre le polizze fideiussorie bancarie di Barbara Turetta
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a potenzialità commerciale concessa nel dicembre del 2010 ai 260mila metri quadrati di ampliamento della zona industriale ovest di Limena è stata cancellata dal Piano di Assetto del Territorio (Pat). Questa la volontà della maggioranza del consiglio comunale, che ha atteso quasi tre anni la firma della convenzione e la presentazione delle polizze fideiussorie bancarie per garantire i primi 5 milioni di euro che il Comune avrebbe incassato con l’attivazione dell’operazione. Alla data del 13 di giugno una parte dei proponenti aveva presentato fideiussioni bancarie per un valore di circa 2 milioni di euro, assente sempre la fetta più grossa dell’impegno finanziario. Più di due anni fa l’approvazione da parte del Comune di Limena di una variante parziale al Piano Regolatore Generale che aveva “trasformato” la vocazione industriale, artigiana, direzionale e commerciale di quell’area in una Gsv, (Grande Struttura di Vendita). Alla base della trasformazione la richiesta di attivazione dei proprietari che fin da subito avevano assicurato che non ci sarebbero stati problemi. Invece le cose sono andate diversamente, fino alla cancellazione della potenzialità commerciale. Neppure la richiesta da parte di una società di costruzioni di
posticipare di 90 giorni la decisione di cancellare la “bollinatura” di Gsv dal Pat, giunta in municipio il 14 giugno, ha fatto cambiare idea dell’amministrazione comunale. Una decisione che l’opposizione “Il Ponte-Insieme per Limena” ha definito un “fallimento politico” sostenendo che in campagna elettorale l’amministrazione Costa aveva fatto credere alla cittadinanza di avere un “tesoretto” con cui realizzare le opere. Un’operazione che il sindaco Giuseppe Costa e la sua squadra ha precisato di aver affrontato per la prima volta due anni fa, e che le opere pubbliche sono state realizzate e sono in programma grazie alle risorse economiche recuperate in questi anni. La decisione dell’amministrazione comunale di Limena di cancellare dal Pat la potenzialità commerciale concessa nell’area di espansione della zona industriale ovest ha raccolto da subito le reazioni delle associazioni di categoria dei commercianti. Soddisfatto della decisione è Nicola Rossi, presidente di Confesercenti Padova. “La decisione – ha detto Rossi – è frutto della crisi economico finanziaria globale e quella degli investitori che fino ad oggi non sono stati in grado di adempiere alle garanzie bancarie come richiesto. La decisione non è purtroppo frutto del-
la volontà politica dell’amministrazione Costa di bloccare insediamenti della grande distribuzione. Emerge chiaramente la volontà di riservarsi in futuro la possibilità di accompagnare nuove pratiche e nuovi iter se sorretti da forti impegni economici”. Confesercenti prende atto con soddisfazione che a Limena a breve non sorgerà un nuovo parco commerciale. Ma non intende abbassare la guardia. Cancellazione che raccoglie i consensi dell’Ascom Confcommercio, da sempre contraria al progetto dell’amministrazione Costa di attivare il parco commerciale. “Ci sarebbe piaciuto che il sindaco Costa e la sua amministrazione avessero fatto ammenda - commenta Franco Pasqualetti vicepresidente Ascom - e con la cancellazione dal Pat della grande struttura di vendita avessero riconosciuto che l’idea sarebbe stata un disastro per l’economia e per l’ambiente. Invece hanno lamentato solo la mancata sottoscrizione delle fidejussioni confermando, in questo modo, che a loro interessavano solo i denari e non certo la vivibilità di Limena e dei comuni limitrofi né, tantomeno, il futuro di decine di negozi destinati a soccombere di fronte all’ecomostro”.
l’evento Dopo la positiva prima esperienza organizzata dal Comune
tour notturno in battello da ripetere
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na notte a dir poco magica alla scoperta del territorio padovano si è avuta lo scorso 5 luglio. Il tour notturno in battello, organizzato dall’assessorato al turismo di Vigonza, è stato davvero un’esperienza straordinaria e insolita. Il ritrovo aperitivo ha visto le persone che hanno preso parte Uno scorcio della gita all’iniziativa partire tutte assieme in pullman per imbarcarsi poi a bordo de “La Padovanella” dalla Conca delle Porte Contarine in centro città. L’escursione ha avuto una durata complessiva di circa un’ora e tre quarti. ed è terminata infine sui pontile di partenza. E’ stata seguita poi da una bella una spaghettata in compagnia all’interno dei locali della Trattoria da Primo a Vigonza. Il viaggio in battello ha fatto tappa in diverse luoghi della città patavina, dando l’opportunità ai partecipanti di ammirare da una prospettiva privilegiata i monumenti che segnarono la storia della città di Padova fra il XV e XX secolo. Tra questi sono stati compresi la Scalinata cinquecentesca del Portello, antico porto fluviale legato alla Repubblica Veneziana, recentemente riportato agli antichi splendori, le storiche Porta Portello e Porta Molino, il Ponte della Grande del Carmine. Lo sciabordio dell’acqua si confonde con il rumore della città quando si sottopassa il monumentale Ponte del Corso del Popolo, arrivando alla Chiusa di Navigazione delle Porte Contarine, nel centro storico della città, un tempo punto di transito obbligato dell’antico Naviglio Interno. Durante la piacevole navigazione le persone hanno visitato “fluvialmente” anche il Bastione del Portello Vecchio scoprendo i segreti delle gallerie sotterranee che collegavano i bastioni in epoca, occasione unica perché il comune di Padova non tiene sempre aperte le gallerie di quest’antica struttura. L’amministrazione comunale che sta già lavorando per organizzare un’altra esperienza in battello, con tragitto molto probabilmente la Riviera del Brenta e le numerose Ville Venete che si affacciano sul fiume. M.G.M.
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el centro di Peraga gli automobilisti saranno presto costretti a staccare il piede dall’acceleratore e rallentare, a meno di non voler vedere la propria auto sfasciata. Il nuovo progetto per la sicurezza stradale approvato dal comune di Vigonza prevede infatti la realizzazione di quattro dossi rallentatori in alcune delle vie considerate più soggette al rischio incidenti nella frazione. I dissuasori, alti 8 centimetri, fungeranno anche da attraversamento pedonale. Saranno sistemati in via Bonaventura, davanti al Monumento dei Caduti e alla scuola elementare, in via Marconi e infine in via Arrigoni. Il nuovo piano modificherà anche la viabilità, con il posizionamento di uno specchio all’incrocio tra via Arrigoni e via Bagnoli, per favorire l’uscita dei residenti, e l’allargamento della rotatoria di via Bonaventura, per migliorare la visibilità agli automobilisti. Il comune emetterà a tal proposito un’ordinanza di consolidamento del rudere situato di fianco alla rotatoria, obbligando i proprietari a lavori di sistemazione e a togliere la staccionata che limita la visibilità. In questo modo verranno guadagnati circa 50 centimetri nel raggio di curvatura della rotonda. Infine, in via Paolo VI verranno sistemati gli altri due passaggi pedonali in rilevato, di fronte all’asilo nido e al palazzetto dello sport. I pericoli connessi all’alta velocità hanno spesso fatto discutere in questa zona, dove gli automobilisti sfrecciano a velocità sostenuta, mettendo a rischio l’incolumità
i rallentatori saranno alti addirittura fino a 15 centimetri in via Paolo VI dei pedoni. La decisione dell’amministrazione di portare l’altezza dei dissuasori al massimo consentito nelle strade comunali, ossia tra i 12 e i 15 centimetri, è quindi più che motivata. A dimostrazione della necessità e dell’urgenza di tali provvedimenti, il comando dei vigili ha predisposto, prima dell’inizio dei lavori, alcuni giorni di controllo della velocità con telelaser in varie postazioni della zona. Nell’arco di una settimana sono state contestate direttamente circa 10 violazioni del limite di velocità, mentre in altri casi sono state segnalate la mancanza del documento di guida o dell’assicurazione. A.Z.
Cadoneghe 9 L’iniziativa del Comune Un atto simbolico per favorihre la piena integrazione dei giovani
Cittadinanza a bambini stranieri Il riconoscimenti a nove ragazzi di quinta elementare nati in Italia, plauso del ministro Kyenge di Nicoletta Masetto Gastaldon, del vicesindaco e assessore alla cultura e istruzione pubblica Giovanni Petrina, del consigliere delegato alle politiche per l’integrazione Augusta Parizzi e dell’onorevole Khalid Chaouki (III Commissione parlamentare Affari Esteri e Comunitari), in rappresentanza del ministro per l’integrazione Cécile Kyenge. Il ministro Kyenge, che aveva comunque manifestato l’intenzione di essere presente, per sopravvenuti impegni non ha potuto partecipare, ma ha inviato un proprio messaggio di sostegno allo «ius soli» e a quella che, di fatto, è una sua grande battaglia. “Un’azione simbolica importante, – ha affermato il consigliere Augusta Parizzi – un gesto di reale coinvolgimento che completa il percorso di costruzione della rete di solidarietà e cultura sociale sviluppata nel nostro territorio, volta all’integrazione e all’uguaglianza dei diritti. Riconoscendo la cittadinanza onoraria ai bambini nati nel nostro territorio, indichiamo che per noi l’integrazione comincia dalla base, dalle realtà
La cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria locali, per poi farsi diritto a livello giuridico”. L’iniziativa è partita dai messaggi lanciati dagli stessi bambini stranieri. “Alla mostra di disegni degli alunni delle nostre scuole, allestita in biblioteca tre mesi fa – ha ricordato il sindaco Mirco Gastaldon – c’erano due bimbi stranieri che hanno disegnato la nostra bandiera con una frase, sempre scritta da loro, in cui affermavano che non si sentivano diversi. Queste parole ci hanno fatto riflettere: da qui e, con questa motivazione, abbiamo
avviato un percorso che l’Unicef ha accettato di buon grado di appoggiare”. Si tratta, in ogni caso, di un atto simbolico. “Noi più che per lo “ius soli” siamo per lo “ius scholae”: – ha aggiunto Gastaldon – la cittadinanza, a nostro avviso, non dipende dal luogo in cui uno nasce, ma da un processo di volontà e di integrazione, che parte appunto dalla scuola. Un bambino che frequenta le scuole dell’obbligo in Italia, è molto più integrato e risiede da più tempo di tanti adulti cui si concede la cittadinanza”.
Chiude lo storico Gibellato
arriva la pensione per il “casolino”
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a chiuso i battenti uno degli esercizi storici di Cadoneghe. Si tratta di Gibellato, il “casolino” per eccellenza, conosciuto da tutti. Il negozio si trovava lungo la strada che da Vigonza porta a Cadoneghe, prima casa sulla sinistra. Per una volta, però, non c’è di mezzo la crisi. Dopo trent’anni Zaccaria Gibellato e la moglie Loretta vanno in pensione. Il signor Zaccaria ha fatto la gavetta negli anni ’60 e ’70 sotto il Salone come ”ragazzo di bottega”. Poi l’apertura a Cadoneghe di un negozio, tutto proprio, di alimentari gestito con la moglie. Pezzo forte il suo banco dei “freschi”.”È una perdita soprattutto “sentimentale” – ha affermato il sindaco Mirco Gastaldon –. In ogni caso sono felice per il fatto che Zaccaria e Loretta finalmente possano godersi un po’ la vita e il tempo libero dopo tanti anni di lavoro. Con la chiusura di questa attività non solo se ne va uno storico “casolino”, ma anche un vero e proprio punto di riferimento sociale del territorio. Nessuno dimentica - prosegue il primo cittadino - la disponibilità dei Gibellato nel prendersi cura dei più deboli e degli anziani, assicurando loro fino all’ulN.M. timo la spesa a domicilio”. messaggio pubblicitario
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ittadini italiani a tutti gli effetti. Tali infatti li considera il Comune un cui abitano che è quello di Cadoneghe. Un’amministrazione locale che ha voluto dare un segnale forte passando dalle parole ai fatti. Nove bambini stranieri nati in Italia hanno ricevuto, infatti, la cittadinanza italiana onoraria dal Comune di Cadoneghe. L’iniziativa è la prima in assoluto nel territorio della provincia padovana. Non risultano, infatti, altri precedenti e, anche in Veneto, a tutt’oggi solo Portogruaro, in provincia di Venezia, ha deliberato d’istituire la cittadinanza onoraria ai piccoli nati in Italia da genitori stranieri. Tutti i nove bambini hanno concluso la quinta elementare. Ma cosa cambierò per loro? Di fatto nulla se non la certezza, e la consapevolezza, che il Comune in cui risiedono li considera uguali a tutti gli altri bambini nati in Italia da genitori italiani. La cerimonia si è svolta all’auditorium Ramin di via Rigotti, alla presenza del sindaco Mirco
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10 Cadoneghe Commercio Adesione al protocollo d’intesa messo a punto dalla Cna
“Stop all’abusivismo”
Parrucchiere ed estetiste in nero, fenomeno che danneggia i lavoratori onesti e la clientela di Nicoletta Masetto
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eretta intera anche a otto euro, magari fatta in un garage o in un lettino allestito nel salotto di casa. Il tutto, ovviamente, in nero, spesso in condizioni igieniche e di sicurezza precarie. Cresce anche a Cadoneghe il numero di parrucchiere ed estetiste irregolari che operano senza documentazione fiscale, amministrativa e sanitaria, a scapito della salute della clientela e rendendosi responsabili di una concorrenza sleale che sta mettendo in ginocchio le imprese regolari. In un territorio comunale, con circa 16 mila abitanti, ci sono 19 negozi di acconciatori per uomo e donna e 13 estetiste, contro una quarantina che lavorano in maniera abusiva. Da tempo il fenomeno dell’abusivismo nei servizi di estetica e acconciatura e, in generale, nel settore benessere è fonte di preoccupazione per imprenditori regolari e cittadini, che segnalano con sempre maggiore frequenza la presenza di persone che esercitano abusivamente il mestiere, sia in forma di ambulantato illecito sia avviando attività senza il rispetto dei requisiti di legge necessari. Per dare un segnale concreto alla cittadinanza e
Il fenomeno dell’abusivismo interessa anche Cadoneghe combattere con gli opportuni strumenti il fenomeno il Comune di Cadoneghe ha aderito al protocollo d’intesa messo a punto dalla Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa). Accordo che è già stato approvato a Solesino, Monselice e Piove di Sacco. “Cresce anche a Cadoneghe il numero di parrucchiere ed estetiste irregolari – hanno spiegato Silvia Veronese, segretario della categoria Unione sanità e benessere della Cna e Matteo Massarotto, presidente Cna di Cadoneghe – che operano senza documentazione fiscale, amministrativa e sanitaria, a
scapito della salute della clientela e rendendosi responsabili di una concorrenza sleale che sta mettendo in ginocchio le imprese regolari”. L’accordo prevede che gli operatori autorizzati, ma anche i semplici cittadini, possano chiamare Cna che avvertirà la polizia locale dell’Unione Medio Brenta (i vigili sono gli unici che possano andare nelle case a controllare e a multare). Prima partirà un’ammonizione per informare la parrucchiera o estetista a cessare l’attività. Poi, in caso di prosecuzione del lavoro illecito, scatteranno le sanzioni, che saranno fissate dal Comune.
la mozione Appello del Consiglio Comunale alla Provincia di Padova
provinciale delle centurie da allargare
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a strada provinciale 34 va allargata. A chiederlo il consiglio comunale di Cadoneghe. Nell’ultima seduta il consiglio ha approvato una mozione con cui chiede alla Provincia di completare l’allargamento della Sp 34 delle Centurie, una delle strada più trafficate non solo del territorio comunale, ma dell’intera zona a nord. L’arteria, tra l’altro, proprio perché ad alta densità di transito rappresenta un “punto nero” dell’intera viabilità provinciale, dunque ad alta pericolosità non solo per ciclisti e pedoni, ma anche per gli stessi automobilisti visto che è alquanto stretta. I problemi di sicurezza così come gli incidenti sono, purtroppo, all’ordine del giorno. Un atto voluto per mantenere alta l’attenzione nei confronti del completamento dei lavori lungo la strada che unisce il Comune a Reschigliano, frazione di Campodarsego. Con la mozione si vuole formalmente chiedere alla Provincia a mantenere fede al proprio impegno a finanziare l’intervento. “Si tratta di un’opera fondamentale per la quale il nostro Comune ha compiuto ogni passo utile sin dal 2000, – ha ribadito il capogruppo di maggioranza, Alberto Savio – prendendosi in carico onere e iter progettuale, pur di facilitare l’intervento. Con questa mozione sollecitiamo la Provincia a dare corso al completamento della strada con la massima celerità”. Un intervento, peraltro, sostenuto e annunciato a più riprese dallo stesso assessore provinciale alla viabilità, Roberto Marcato. Un’opera che avviene in attuazione del Piano provinciale della viabilità aggiornato al 2012. La mozione è stata approvata con i voti della maggioranza e del consigliere di minoranza Giovanni Bottecchia. Hanno invece votato contro Lega e Pdl, che hanno affermato come l’intervento sia di fatto fermo non per cattiva volontà, ma soltanto per provvedimenti statali come il patto di stabilità e la spending review. Pdl e Lega si augurano, comunque, che l’intervento possa essere realizzato quanto prima. N.M.
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SEDuTE DI CONSIGLIO IN STREAMING
A
nche Cadoneghe ha avuto la prima seduta di consiglio comunale in streaming, ossia visibile anche dal computer di casa. Un’iniziativa che pare sia stata apprezzata dai numerosi cittadini che hanno seguito i lavori, magari standosene tranquillamente seduti in poltrona, di una seduta tra l’altro ricca di punti all’ordine del giorno decisamente importanti tra i quali tasse e bilancio. Per quanto riguarda l’imposizione fiscale ci sono stati dei ritocchi che hanno sollevato la contrarietà delle minoranze nei confronti di ulteriori prelievi sui cittadini. Un passaggio obbligato, invece, secondo la maggioranza come ha spiegato l’assessore al commercio, Denis Giacomini. “Si tratta, purtroppo, in alcuni casi di imposizioni di legge alle quali non ci possiamo sottrarre. In altri casi abbiamo dovuto operare dei ritocchi per fornire gli stessi servizi, a fronte di tagli operati da parte del governo. Quest’anno lo Stato, ad esempio, non ci verserà ben 1 milione 400 mila euro. Dobbiamo comunque spenderne altrettanti nel settore dei servizi sociali, per aiutare le famiglie. Per questo motivo siamo stati costretti ad alzare l’aliquota del prelievo sul reddito personale Irpef: se prima era del 7 o del 7,5 per mille in base al reddito, da quest’anno preleveremo l’8 a tutti. Questo ci consentirà di incassare 350 mila euro”. Cresce anche la tassa sui rifiuti, Tares. L’aumento è di 30 centesimi per ogni metro quadrato di abitazione o attività. Introiti che però il Comune non andranno al Comune,
bensì allo Stato. Modifiche anche per le aliquote Imu: 0,4 % la prima casa, 0,88 la seconda, 0,2 le case rurali, 0,5 le case assegnate dall’Ater o di cooperative edilizie, 0,76 i terreni agricoli e 0,98 le aree fabbricabili. Contrari su tutta la linea i consiglieri di Cadoneghe per la libertà, mentre Giovanni Bottecchia (Per Cadoneghe sicurezza e prosperità) è stato contrario all’aumento Irpef, mentre si è astenuto sull’Imu e ha approvato, invece, la Tares. Tra gli ultimi punti approvati nella seduta l’accensione di un mutuo da un milione di euro destinato all’acquisto di cinque appartamenti dei 16 costruiti dai cittadini nell’ambito del progetto di autocostruzione. Cinque cittadini, infatti, non possono più pagare le spese, lievitate rispetto al preventivo iniziale. Così il Comune, per consentire agli altri di completare gli alloggi, si è sostituito ai privati mancanti acquistando gli alloggi N.M. che, in futuro, saranno rivenduti.
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Vigodarzere 13 Area da recuperare Anche il Prefetto di Padova condivide il progetto
Da deposito dei missili a centro di accoglienza di Nicoletta Masetto
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ettete dei fiori nei vostri cannoni. O meglio ancora, sicurezza al posto dei …missili. Accadrà a Vigodarzere. La vasta area, che un tempo era destinata a deposito missilistico, avrà infatti una sorta di “seconda vita”. E’ stato, nei giorni scorsi, lo stesso prefetto di Padova, Ennio Mario Sodano a sollecitare l’Aeronautica Militare per accelerare l’iter. Lo Stato Maggiore dell’Aeronautica, peraltro, aveva espresso parere positivo in merito alla pratica di concessione relativa all’ex deposito missilistico di Vigodarzere. Era stato lo stesso Comune di Vigodarzere, in ottemperanza alle leggi in materia, a richiedere il parere. La nuova destinazione ipotizzata dal Comune è quella di ubicare, in parte dell’area, la sede della Protezione civile e del Centro di accoglienza in caso di calamità, oltre che deposito per il Genio civile.
Nell’area, di almeno 34 mila metri quadrati, la sede di Protezione e Genio Civile
Veduta aerea dell’ex deposito missilistico di Vigodarzere, c’è il progetto per riconvertire il sito
dei Sassi, non si può non calcolare entro la mappa del rischio. Negli hangar dismessi potrebbero trovare ricovero mezzi e materiali di Genio civile e Protezione civile distrettuale. Alloggi e palazzine in cui un tempo si trovavano gli uffici potrebbero tranquillamente ospitare la nuova caserma dei carabinieri. “Il Comune – conclude Boschello – risparmierebbe i 35 mila euro derivanti dall’attuale affitto dei locali in cui hanno sede i gruppi, sia comunali che distrettuali, di Croce Rossa e Protezione civile. Gli stessi militi dell’Arma non dovrebbero più pagare, a loro volta, l’affitto al Comune. Come amministrazione potremmo utilizzare i soldi risparmiati realizzando le opere di manutenzione all’interno dell’ ex deposito missilistico”.
Il vicesindaco Boschello ha scritto ai due sottosegretari alla Difesa
neWs Nelle casse comunali
dalle multe 188 mila euro
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© Foto di Erika Crosara
L’area, in ogni caso, è molto vasta: si tratta, infatti, di almeno di 34 mila metri quadrati di superficie tra terreni, hangar e palazzine. Tanto che, proprio qui, porrebbero trovare una nuova sede anche i carabinieri. All’appello manca solo un passaggio burocratico: l’ex deposito è un bene in dismissione. Di fatto, non è ancora passato nelle competenze dell’Agenzia del Demanio che così, a sua volta, non può concederlo al Comune. Su questo fronte il vicesindaco Moreno Boschello, con la delega alla Protezione civile, ha scritto ai nuovi due sottosegretari alla Difesa, Roberta Pinotti e Gioacchino Alfano, chiedendo di sbloccare quanto prima la situazione e poter dare il via all’ intervento. “L’ex deposito missilistico è chiuso dal 2008 – ha scritto il vicesindaco Boschello –. Pur essendo inserito tra i beni in dismissione del ministero della Difesa, è a tutt’oggi in gestione al secondo Reparto manutenzione missili di Padova, che non può decidere nei confronti di alcuna concessione senza il via libera degli enti superiori. L’amministrazione comunale ha più volte chiesto di poter usufruire delle strutture, occupandosi della manutenzione e della sorveglianza in cambio del loro utilizzo”. La zona, tra l’altro, è l’unica, in tutto il territorio comunale, non toccata da rischio idrogeologico. Per questa stessa ragione è sempre l’unica adatta a essere centro di accoglienza per la popolazione in caso di calamità naturale. Evento quest’ultimo che, ovviamente, nessuno si augura ma che, viste le ripetute emergenze idrauliche causate da piene e tracimazioni di Brenta e Muson
aranno ben 188.880 mila gli euro, derivanti dalle multe, che entreranno nelle casse del Comune di Vigodarzere. Per il 2013, infatti, è stato stimato che saranno 390.356 mila gli euro complessivi che entreranno nelle casse dell’Unione dei Comuni del Brenta: di questi 188.880 mila dal Comune di Vigodarzere e i rimanenti dal Comune di Cadoneghe. L’amministrazione comunale di Vigodarzere ha deciso, nei giorni scorsi, di destinare i proventi derivanti dalle multe a una serie di interventi e progetti riguardanti, in particolare, la sicurezza. Tra questi opere di manutenzione strade, corsi di educazione stradale, interventi per la sicurezza degli utenti deboli vale a dire pedoni, ciclisti, nuove attrezzature per la Polizia locale. Quarantacinque mila euro sono già stati riservati dall’Unione dei Comuni per consentire la turnazione del lavoro straordinario e la programmazione di progetti finalizzati alle attività di controllo e di accertamento delle violazioni. 14.324 mila euro saranno invece destinati in favore del Comune in quanto proprietario delle strade. I rimanenti 129 mila euro serviranno per sostituzione, manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà comunale. N.M.
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VIAGGIo IN
PRoVINCIA PADoVA
Sanità Dopo 17 anni riorganizzata la rete dei servizi sul territorio
Piano socio sanitario cosa cambia a Padova L’ospedale di Piove di Sacco paga il prezzo più alto a causa della vicinanza con il Sant’Antonio di Martina Celegato
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a finalmente preso una forma definitiva la tanto attesa riforma sanitaria del Veneto. Con l’approvazione da parte della Giunta Regionale lo scorso 18 giugno delle schede ospedaliere sembra proprio che il Piano Socio Sanitario Regionale stia prendendo forma anche se ora spetta la Consiglio Regionale l’approvazione finale. La riforma giunge dopo mesi di discussioni che hanno suscitato anche molte polemiche da parte di provincie che si sentivano, o prevedevano di essere, “declassate” a favore di altre. I dettagli del Piano si andranno a definire nelle prossime settimane ma sicuramente tutti gli allarmi che erano stati lanciati da diverse voci politiche e cittadine si sono placati una volta ottenuti i numeri. In particolare molte erano le tensioni che si erano create per le tre strutture più a rischio ossia Piove di Sacco, Conselve e Montagnana, ognuno dei quali rischiava di perdere il suo ruolo sul territorio con conseguente calo dei servizi e dismissione degli stabili. In salvo Conselve, che manterrà un ruolo da protagonista nella riabilitazione, e Montagnana che continuerà a elargire servizi come ad oggi, la struttura che senza dubbio ha risentito di più della riforma è stata Piove di Sacco a causa della vicinanza con il Sant’Antonio. Proprio per preservare l’ospedale e il suo ruolo nel territorio nelle settimane successive all’approvazione delle schede ci sono stati incontri fra i vertici e manifestazioni a difesa della struttura che hanno
portato in luce non solo le necessità del territorio ma anche primato che ci rende orgogliosi e che con questa riforma rafforzeremo, avendo come stella polare la miglior cura il legame stretto fra politici locali e cittadini. La riforma tecnicamente andrà a ristrutturare tutto da offrire ai nostri cittadini”. Anche Coletto, Assessore alla l’assetto socio sanitario regionale che è stato riprogettato Sanità del veneto ha rilasciato alcuni commenti a riguardo prendendo ad esempio i modelli più avanzati in Europa. del Piano Socio Sanitario Regionale “Tre anni fa eravamo “Una riforma epocale” ha commentato il presidente della davanti ad una montagna attraverso la quale andava costruito un traforo. Oggi è caduto l’ultimo Regione Luca Zaia, ”non solo perché diaframma e vediamo la luce dall’altra viene dopo 17 anni dal precedente Pia- Confermate parte. Grazie a tutta la squadra dal no Sociosanitario, ma perché disegna le strutture della un’organizzazione sanitaria moderna e Bassa Padovana, presidente Zaia ai colleghi assessori, capace di essere efficiente per vari anni a Camposampiero dal segretario Mantoan ad ognuno dei il traumatologico direttori generali, che nel tempo ha a venire.” portato il proprio contributo. Tre sono i grandi ambiti che si anAdesso guardiamo avanti con fiducia e con la voglia di dranno a rivedere, in particolare per il loro ruolo nel territorio e nella gestione della salute dei cittadini anche in casi di mettere a disposizione dei veneti una macchina sanitaria emergenza: l’assistenza territoriale, l’assistenza ospedalie- moderna ed efficiente. Questa è anche la risposta conra e la rete di urgenza. Per ciascuna di queste tre macro aree creta di una Regione virtuosa come il Veneto ai pesanti è stata definita una forma e un bacino di utenza, parametri tagli finanziari che arrivano da Roma: loro tagliano e noi che dovrebbero aiutare a gestirla al meglio mantenendo i rilanciamo con più efficienza, ancora minore costosità, una servizi di eccellenza nel territorio se non aumentandoli. qualità di cure intatta ed anzi migliorata grazie al poderoso “Già oggi” ha aggiunto Zaia nel comunicato che ha rafforzamento dell’offerta di cure sul territorio”. Il Piano si seguito l’approvazione da parte della Giunta delle schede struttura essenzialmente in tre macro aree di intervento che ospedaliere “siamo il sistema sanitario più qualitativo e andranno ad essere ridimensionate e riviste sia per quanto meno costoso d’Italia, con una durata media di ricovero di riguarda le competenze sia per quanto riguarda la capillarità 7 giorni contro i 30 in altre Regioni ad altre latitudini. Un del servizio.
I servizi dell’uls 17
“salvi” conselve e montagnana
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imangono nella mappa della Sanità veneta Conselve e Montagnana, le due strutture più a rischio per dimensioni e per bacino d’utenza. Conselve in particolare manterrà il suo ruolo d’eccellenza nel campo della riabilitazione, che alcuni mesi fa’ era stata oggetto di intense discussioni con i vertici locali, con una vocazione non solo locale ma anche extra provinciale. Tecnicamente il Presidio Ospedaliero rimarrà in mano al polo di Este-Monselice nel nuovo ospedale unico e i posti letto saranno così ridistribuiti: 100 per Medicina Generale, 20 per Neurologia, 159 chirurgia con 5 primariati di riferimento, 48 materno infantile (Ginecologia, Ostetricia, Patologia Neonatale e Pediatria) e Terapia Intensiva. Montagnana diventerà una struttura mono specialistica con un primariato e 45 posti letto. M.C.
NuOVO OSPEDALE LA PRIMA PIETRA ENTRO IL 2015, L’ACCORDO NERO Su BIANCO
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ntro il 2015 la prima pietra del nuovo ospedale di Padova. La promessa è nero su bianco nell’accordo che definisce la tabella di marcia per la realizzazione del nuovo ospedale di Padova. Il costo totale dell’investimento è stimato in oltre 643 milioni di euro, di cui 318 milioni di finanziamento pubblico, anche utilizzando i fondi Cipe per l’edilizia sanitaria. Rispetto al totale, 410 milioni costituiranno il costo di costruzione, 132 milioni il costo per attrezzature e attivazione, a 55 milioni le spese generali, più Iva. Per quanto riguarda le procedure per la realizzazione della struttura, l’accordo prevede che si valuti la proposta di project financing a iniziativa privata già pervenuta, per l’eventuale dichiarazione di pubblico interesse. “Poniamo una pietra miliare, - ha sottolineato Zaia -
perché da oggi si parte per realizzare un Policlinico Universitario di livello europeo, grazie al quale saremo attrezzati per rispondere alla sfida della libera mobilità dei pazienti in Europa. Due anni e mezzo fa siamo partiti da zero, senza una carta sul tavolo. Abbiamo seguito tutte le procedure di legge, ci siamo affidati ad un tavolo tecnico importante”. “Questa firma – ha spiegato la presidente Degani – rappresenta un importante passo avanti e conferma che il nuovo ospedale è fondamentale per tutti gli enti padovani. In un momento economico come questo la Regione ha fatto una scelta difficile, ma lungimirante perché a breve saranno aperte le frontiere europee anche in campo sanitario. Il nuovo ospedale sarà in linea con i moderni standard di un polo d’eccellenza europeo”. M.C. messaggio pubblicitario
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Spazi Spazi Aperti aperti 15 13 Emergenza ambientale Siglata la convenzione tra Comune e Bacino Padova 3 tra notevoli difficoltà burocratiche
Verso la bonifica nella fabbrica dei veleni Al via l’indagine per classificare i rifiuti presenti nello stabilimento della “C&C”, 52 mila tonnellate di materiale tossico
Il sito di Pernumia è una bomba ecologica anche per Due Carrare e Monselice
di Emanuele Masiero
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2 mila tonnellate di rifiuti pericolosi. Esattamente 2 tonnellate per abitante se consideriamo Pernumia, Battaglia Terme e Monselice, ovvero i Comuni più vicini alla C&C. La fabbrica dei veleni continua a fare paura. Ma la firma di un accordo tra Comune di Pernumia e Bacino Padova 3 sembra dare il via alla definitiva bonifica di questo sito ormai tremendamente famoso. LA SITUAZIONE. Quando nel 2005 venne a galla il problema della C&C non era nemmeno immaginabile che si trattasse di una massa di rifiuti di tali proporzioni. Con l’aiuto di Provincia e Regione si è giunti ad un piano di caratterizzazione dei rifiuti nel 2007 che ha permesso di avere un quadro generale della portata del problema: da una stima dei costi per la bonifica è emersa una cifra di 12 milioni di euro. I RIFIUTI. La situazione è tutt’altro che banale o di semplice soluzione. Il motivo principale non è tanto la natura pericolosa dei rifiuti, quanto la loro commistione indiscriminata che rende davvero ardua una selezione. Dalle prime analisi risulta evidente che i 2/3 dei rifiuti possono essere classificati come rifiuti pericolosi per la
presenza fuori norma di idrocarburi. Le analisi hanno altresì evidenziato che non c’è possibilità di recuperare i rifiuti perchè superano i limiti di cloruri, fluoruri, solfati, cromo, nichel e rame, richiedendo quindi un pretrattamento. Smaltire questo tipo di rifiuti richiede un costo finale di circa 200 euro a tonnellata. Motivo per cui la bonifica totale dell’ex fabbrica si aggira intorno ai 12 milioni di euro. DISASTRO IMMINENTE. Il materiale stivato all’interno dei capannoni sta premendo con forza sulle pareti della struttura: questa situazione anomala unita alla mancanza di manutenzione, al deterioramento delle strutture portanti e alla stessa copertura, potrebbe causare il collasso degli edifici. Un’ipotesi agghiacciante che significherebbe una dispersione nel suolo e nell’aria dei rifiuti. Per questo è più che fondamentale agire sulla struttura e mettere in sicurezza i capannoni: se oggi il problema della C&C è complesso, ma gestibile, domani potrebbe diventare un disastro ambientale di proporzioni neanche immaginabili. LA CONVENZIONE. L’accordo è il risultato di un percorso durato un anno e mezzo, segnato da enormi
Nei cappannoni della C&C sono stoccate decine di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici
difficoltà burocratiche e amministrative. Inizia così la seconda fase con il Bacino Padova 3 che dovrà redigere un’indagine ambientale per la caratterizzazione dell’area e garantire la messa in sicurezza del capannone dove sono visibili crepe e bombature dovute alla spinta esercitata dalla massa di rifiuti depositati addosso alle pareti. Questa fase è stata finanziata dalla Regione Veneto con 500 mila euro. Ma presto potrebbero essere disponibili altri 200 mila euro, di cui è beneficiaria la Provincia. Le operazioni della fase 2 si concluderanno entro fine anno. Nei primi 7 giorni dalla consegna delle aree del sito dovrà essere avviata l’attività di indagine compresa la caratterizzazione dei rifiuti. Entro 30 giorni saranno individuate le modalità di messa in sicurezza e
saranno eseguite conseguentemente. I COMMENTI. “Per il nostro Comune è una data storica – hanno affermato Luciano Simonetto sindaco di Pernumia e l’Assessore Marco Montin – Si tratta di un rischio ambientale che grava sul centro della bassa padovana a ridosso del Parco Colli Euganei. Senza contare il rischio idraulico: davanti alla C&C scorre il canale Vincenzone che poi confluisce nel Bacchiglione fino ad arrivare in laguna. Provate a pensare cosa significherebbe un inquinamento di queste acque”. “Il problema della C&C è una bomba ecologica complessa – ha commentato Simone Borile, Commissario del Bacino Padova 3 – La nostra esperienza nella gestione dei rifiuti ci permette di garantire un impegno proficuo per mettere la parola fine alla questione C&C”.
FLAGELLO CINGHIALI ALLARME NEI CAMPI
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mergenza cinghiali sui Colli Euganei, un fenomeno che ormai è sfuggito di mano e che sta mettendo in ginocchio centinaia di imprese agricole. Vigneti e uliveti, ma anche campi di mais, ortaggi e frutteti: non c’è coltivazione che si salvi dalla razzia incontrollata e sistematica di questi animali, un vero e proprio flagello che sta causando danni ingenti alle imprese e compromettendo anche quest’anno la stagione. L’allarme del mondo agricolo è stato al centro del recente incontro in Prefettura con i rappresentanti di Coldiretti Padova, Confederazione Italiana Agricoltori Padova e Confagricoltura Padova. Il Prefetto Ennio Mario Sodano ha ascoltato con attenzione gli interventi di Ettore Menozzi Piacentini e Walter Luchetta per Coldiretti, Claudio D’Ascanio e Maurizio Antonini per la Cia, Leonardo Granata e Gianfranco Simonetto per Confagricoltura, che si sono fatti portavoce del grave disagio degli imprenditori alle prese con un’emergenza finora rimasta senza una soluzione apprezzabile. Le contromisure adottate in questi anni, hanno osservato i rappresentanti delle tre organizzazioni agricole padovane, si sono dimostrate del tutto insufficienti ad arginare un fenomeno che cresce di anno in anno. Ormai i cinghiali scendono regolarmente dalle colline per razziare ogni genere di coltivazioni, causando danni irreparabili, sia alle produzioni che di tipo strutturale e idrogeologico, di fronte ai quali, tra l’altro, gli agricoltori hanno scarse possibilità di accedere ad indennizzi o parziali rimborsi.
Vertice con gli agricoltori in Prefettura a Padova per una soluzione Al termine dell’incontro gli esponenti di Coldiretti, Cia e Confagricoltura Padova hanno espresso soddisfazione per la forte sensibilità dimostrata dal Prefetto che si è impegnato a valutare con gli organi preposti le iniziative da adottare e ad individuare concrete soluzioni per dare una risposta ad un problema avvertito dagli imprenditori agricoli come una vera e propria calamità. Le organizzazioni agricole, ringraziando il Prefetto per l’attenzione dimostrata, ribadiscono la piena disponibilità a collaborare per il bene dell’agricoltura padovana e di un territorio naturale da preservare, messo a E.M. dura prova dai cinghiali.
Piazza Del Lavoro 3 - 35010 Cadoneghe (PD)
16 Mondo scuola
Mondo scuola 15
Centri estivi nel padovano Viaggio tra le proposte più originali e divertenti
Tra gioco e avventura è l’estate dei ragazzi
Attività sportive e all’aria aperta per tutte le età, sui Colli Euganei gare di orienteering ed escursioni di Emanuele Masiero
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a giugno a settembre, con rette e vamente private che offrono soluzioni con offerte diverse: sono i centri estivi fasce di prezzo diversificate. Passando al organizzati ormai in tutta la provincia, territorio provinciale l’offerta diventa estredalle parrocchie ma anche dai Comuni. In mamente eterogenea: A Teolo per esempio, principio si chiamavano “colonie estive”, il Comune ha aperto le iscrizioni ai centri estivi per bambini e un luogo organizzato ragazzi dai 3 ai 14 dove mandare i bam- Il Grest ormai anni offrendo attività bini mentre i genitori è un fenomeno sportive (calcio, bmx, lavoravano. Erano i di massa che volley, basket, danza, primi esperimenti di coinvolge migliaia pattinaggio) creative e centri estivi, nati nel di giovanissimi artistiche (pittura, sculdopoguerra, insieme al boom economico. Oggi la situazione è tura creazione oggetti, canto e percussioni, completamente diversa e il Grest come vie- ricicleria) e ludicomotorie. A Baone invece il nucleo anti-falsi done chiamato, è diventato un fenomeno di massa, spesso una sostituzione alla scuola cumentali della polizia Megliadina ha pornel periodo estivo per tenere occupati i pro- tato competenze e strumentazioni al centro pri figli nell’orario di lavoro. A Padova città estivo Sportiviamoci. I ragazzi di elementari sono 19 le strutture consigliate dal settore e medie hanno provato a scovare un docuservizi scolastici del Comune. Tutte esclusi- mento contraffatto, una banconota falsa
Attività all’aria aperta e proposte per ogni età ai centri estivi promossi da istituzioni e associazioni nel padovano e un certificato fasullo. L’agente Riccardo atelier artistico a cielo aperto, una libreria Evangelista ha insegnato ai ragazzi del sull’albero. A completare l’offerta in provincentro ricreativo come si usano ultravioletti, cia di Padova ci sono le uscite al parco avfotocamere a infrarossi, microscopi con tele- ventura e ai musei provinciali: destinazioni camera per smascherare documenti e soldi perfette per scatenare l’energia di bambini e ragazzi, con coinvolfalsi. I ragazzini hanno genti attività. Al parco scoperto dispositivi di Al Castello avventura è possibile sicurezza di patenti e di Cervarese sperimentare le proprie passaporti come la fi- c’è la “street qualità fisiche sospesi ligrana, gli ologrammi, archeology” stile tra gli alberi. l’ultravioletto, la micro- Indiana Jones scrittura. Nella zona A Villa Beatrice va dell’alta padovana va ancora meglio: a Fon- in scena l’orienteering: orientarsi nell’amtaniva vengono accolti bambini e ragazzi da biente circostante utilizzando gli indizi messi uno a 14 anni in uno spazio innovativo in a disposizione dalla natura. Ci sarà inoltre la grado di ospitare attività estive. Si tratta di sfida a cerbottane: con le armi di un tem4.500 mq, di cui 450 al coperto, con ampie po, dando il via ad una battaglia di diverzone gioco in erba e in sabbia, due pisci- timento. Per finire, sempre a Villa Beatrice, ne con acqua riscaldata, una pista ciclabile si possono programmare anche escursioni che lo attraversa in tutta la lunghezza, un alla scoperta degli “abitanti” dei boschi. A
Cava Bomba invece si può organizzare la caccia dei fossili: armati di martelli e scalpelli i bambini andranno alla ricerca di fossili in giro per il museo. Ma non è finita: vista la presenza dell’antica fornace, le cooperative Terra di Mezzo ed Ecofficina che gestiscono il museo, organizzano itinerari tra le mura degli edifici in cerca di indizi e tracce lasciate dagli ultimi cavatori e operai che lavoravano la roccia. Parola d’ordine avventura anche al Castello di San Martino a Cervarese Santa Croce: grazie alla “street archaeology” si potrà scoprire il mondo di Indiana Jones immersi nella terra da capo a piedi. Tra le varie offerte non poteva mancare la caccia al fantasma: un tesoro da scoprire e innumerevoli ostacoli da superare. Gran finale con la giornata nell’antichità sperimentando la vita antica immergendosi nei secoli della preistoria, dell’età romana o del Medioevo.
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Il personaggio 18 16 Personaggio Intervista Simone Felice, un giovane padovano che ha trovato lavoro a Sydney
The Australian dream
Con un diploma di maturità scientifica in tasca, nel luglio 2008 ha lasciato l’Italia per inseguire il sogno: lavorare come creatore di effetti e animazioni digitali cinematografici di Manuel Glauco Matetich
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adova - Sydney solo andata. Può sembrare solamente un fantomatico biglietto aereo (anche se a Padova non esiste un aeroporto internazionale), ma in realtà è il radicale cambio di vita di un giovane studente padovano. In questi ultimi anni l’Australia sembra essere diventata la nuova terra promessa, e molti giovani italiani lasciano il nostro belpaese, carichi di speranze e aspettative, in cerca di un futuro migliore nella Terra dei canguri. E questa è la storia di Simone Pietro Felice. Con un diploma di maturità scientifica in tasca, nel luglio 2008, Simone, ha preso l’ardua decisione di partire per la capitale del Nuovo Galles del Sud, Sydney. Qui il giovane padovano è riuscito ad inseguire il sogno di una vita: lavorare come creatore di effetti e animazioni digitali cinematografici. “Sono molto soddisfatto della scelta
Nonostante sia ancora uno stagista, ha ricevuto l’offerta di un vero contratto di lavoro che ho fatto, e credo senza il minimo dubbio che la rifarei altre mille volte – ci racconta al telefono Simone -. Qui a Sydney le possibilità di trovare un posto di lavoro, specie nel mio settore riguardante le “Digital Media” (animazioni digitali, ndt) sono numerose e, anche se c’è abbastanza competizione tra i vari candidati, non si può fare assolutamente un paragone con le prospettive lavorative che ci sono attualmente in Italia. Ora sto terminando un tirocinio agli Studio 20th Century della casa di produzione cinematografica americana Fox, ove creo effetti speciali e animazioni digitali per i film che poi
vengono proiettati nei cinema. Nonostante sia ancora uno stagista, i miei supervisori mi hanno già comunicato che, una volta terminato il periodo di prova, dovrei ricevere un’offerta di un vero contratto di lavoro, e ciò mi fa ben sperare”. Una delle questioni più controverse in Australia riguarda il riconoscimento di un titolo di studio, ad esempio una laurea, ottenuta nel proprio paese di provenienza. “Io ho avuto una grande fortuna, – confessa lo studente padovano – ed è stata quella di avere il pieno sostegno da parte dei miei genitori che mi hanno permesso di frequentare, non certamente senza sacrifici, una delle migliori università di Sydney. Mi sono laureato da poco più di un anno e ho trovato immediatamente un posto di lavoro tramite l’ateneo. Altri miei connazionali, invece, che giungono in Australia con la sola
Nell’immagine Simone Pietro Felice
laurea italiana non riescono il più delle volte a sfruttare le conoscenze acquisite durante gli studi universitari, e sono costretti quindi a fare i più disparati lavori per sbarcare il lunario. Non è tutto oro quel che luccica”. Conclude Simone: ”Mi è dispiaciuto davvero molto essere stato costretto a lasciare l’Italia ma se fossi rimasto a Padova non avrei di sicuro avuto la possibilità di arrivare dove sono adesso, e di lavorare non solo per dovere, ma soprattutto per passione”. Secondo i dati dell’Australian Education International (Aei) il numero delle richieste di visti studenteschi da parte di cittadini
italiani che già si trovavano nel Paese dei canguri è aumentato del 42,8% in appena 12 mesi, dal dicembre 2011 al dicembre 2012. Un aumento maggiore è stato registrato per i visti rilasciati a studenti italiani per un corso intensivo di inglese, detto “Elicos”: nello stesso periodo di tempo, i nostri connazionali che hanno ottenuto un visto studentesco temporaneo (il “570”) sono aumentanti del 15,4% (dato relativo alle richieste provenienti da persone situate al di fuori dell’Australia) e del 51,3% (dato relativo alle richieste di coloro che si trovavano già nel continente). messaggio pubblicitario
CG LUGLIO 2013_stampa_CG SETT2011 16/07/13 16.15 Pagina 33
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Cinema, musica, vino sui Colli Cortometraggi in concorso, concerti e spettacoli nelle piazze e tra le bellezze del territorio di Laura Organte
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usica, cinema, teatro, arte, letteratura e molto altro nella suggestiva cornice dei Colli Euganei. Nasce quest’anno Euganea Festival, un progetto a cura di Marco Segato, Marco Trevisan, Roberto Tombesi, Vasco Mirandola e Franco Zanovello, che ospita al suo interno eventi già riconosciuti e consolidati, come Euganea Film Festival, giunto alla dodicesima edizione, e realtà nuove, come il festival Paesaggi con vista, quest’anno al suo esordio. Un’iniziativa nata dall’associazione Euganea Movie Movement, per dare forma concreta alle tante sinergie artistiche e organizzative che si sono raccolte intorno all’Euganea Film Festival in questi dieci anni. Ma anche una risposta alla necessità per associazioni e amministrazioni di comunicare e promuovere il territorio e i suoi eventi in modo organico e economicamente sostenibile. Euganea Festival 2013 si snoda nell’arco di 8 settimane, dal 28 giugno al 15 agosto. Novità di quest’anno è il progetto
eventi e mostre
Cinema in cantina, con il coinvolgimento di alcune tra le più importanti cantine e aziende agricole dei colli. Negli spazi messi a disposizione verranno proiettati film legati a temi ambientali ed enogastronomici. Per ogni serata sarà possibile degustare il vino della cantina e godersi il film. La musica è vera co-protagonista della rassegna grazie alla partecipazione dell’ensemble acustico degli Zephyros (14 luglio), all’evento Venetian Women in Blues (27 luglio), e alle suggestioni dell’Orchestra Popolare delle Dolomiti (12 agosto) tutti e tre presso l’Anfiteatro del Venda a Galzignano. Alla prima edizione anche Paesaggi con vista a cura di Vasco Mirandola e Roberto Tombesi: quattro giorni (dal 12 al 15 agosto), di performance musicali, tetarali, spettacoli di danza e molto altro. Questa innovativa esperienza chiuderà il Festival con la Notte Bianca del 14 agosto, un ‘occasione unica in cui i direttori artistici invitano amici, pensatori, camminanti, naturalisti, artisti, musicisti, attori di varie a cura di Laura Organte
CATERINA, STREGA DEL ‘500 L’attrice padovana Lucia Schierano sarà in scena sabato 20 luglio con lo spettacolo “Caterina, una strega del Cinquecento”, alla Loggia e Odeo Cornaro. Ricostruita sulle testimonianze dei processi per stregoneria, la vicenda di Caterina, ambientata in un villaggio della Valcamonica dove nel 1518 furono bruciate diverse “streghe”, porta alla luce una realtà di cui c’è traccia nei documenti ma che gli inquisitori vollero occultare o travisare. La strega non è quella descritta da una lunga tradizione, bensì la saggia che, depositaria di un sapere trasmesso al femminile, cura con le erbe e con la parola. Caterina, l’adolescente scontrosa e ribelle, ci propone un’altra accezione di stregoneria.
CROSBY, STILLS E NASH INSIEME Arriva l’atteso live delle leggende Crosby, Stills e Nash, che sarà in concerto il 20 luglio al Piazzola Live Festival. Dopo più di 4 decadi dalla prima volta in cui i CSN hanno armonizzato le loro voci a Laurel Canyon e hanno suonato il loro primo concerto come un trio al leggendario Woodstock Festival, i suoi membri continuano quella che è una delle più lunghe ed influenti partnership creative della scena musicale. La musica dei CSN è divenuta una pietra angolare del Rock ‘n roll a partire dall’ omonimo album d’esordio del 1969, inserito da Rolling Stone nei 500 migliori album di tutti i tempi.
“THE WALL” CON ROGER WATERS Venerdì 26 luglio lo stadio Euganeo ospita un evento che è già entrato nella leggenda del rock. Il ritorno della produzione “The Wall”, annunciato da Roger Waters, il co-fondatore e principale autore dei Pink Floyd, farà tappa a Padova dopo essere stato messo in scena in 192 spettacoli in tutto il mondo davanti a più di 3,3 milioni di fans facendone uno dei tour di maggior successo della storia del rock.
Una proiezione all’Euganea Film Festival generazioni per raccontare insieme le bellezze e le contraddizioni di questo territorio. Notte ricca di contributi: racconti, leggende, musiche, documenti video, visioni, ricordi, riflessioni, esplorazioni notturne. La “nottata” vedrà alternarsi: Calicanto, la Piccola Bottega Baltazar, Giuliano Scabia,
Vasco Mirandola, Giulio Mozzi, Toni Mazzetti, Loris Contarini, Stefano Pettenella, Alessandro Tombesi, Alberto Campagnaro, Bruno Donà, Alessandra Viola, Franco Zanovello, Piero e Piera Brombin. Il programma completo del Festival è consultabile sul sito: http://www.euganeafilmfestival.it
musei civici La “Maddalena” di Pietro Damini
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ent’anni fa Padova dedicava un’importante rassegna nel Palazzo della Ragione a Pietro Damini, il pittore più rappresentativo del primo Seicento Il dipinto esposto padovano, al quale è dovuto a Padova un rinnovamento in senso barocco dell’arte in città sulla scia dei dettami in materia d’arte del Concilio di Trento. Negli ultimi anni sono apparsi suoi dipinti inediti sul mercato dell’arte. Alcuni, usciti dal nostro paese ancora nell’Ottocento, sono rientrati grazie ad acquisti compiuti da privati raccoglitori. Proprio una di queste tele, una intensissima Maddalena, sarà ospitata per un lungo periodo nella sale del Museo. Con l’occasione, sarà allestita fino al 25 agosto una piccola mostra che presenterà anche alcuni importanti dipinti di proprietà privata - e dunque sconosciuti al pubblico - nelle sale per esposizioni temporanee dei Musei Civici. L.O.
Cent’anni di esperanto
La lingvo de la estonteco la lingua del futuro L
a lingua del nuovo millennio è l’Esperanto. Parola di Adamo Vallese, padovano doc e convinto sostenitore di una lingua internazionale ai più sconosciuta. “Faccio parte del gruppo esperantista padovano da oltre 35 anni – ci racconta Adamo - il nostro obiettivo principale è diffondere la conoscenza dell’esistenza della lingua ausiliare internazionale dell’esperanto. L’associazione padovana è nata nel 1913 e quest’anno festeggeremo il centenario assieme alla cinquantina di gruppi esperantisti presenti in tutta Italia. A Padova circa una ventina di persone parlano già l’esperanto”. L’Esperanto è una lingua pianificata nata tra il 1872 e il 1887 in Polonia dall’ideatore Ludovico Lazzaro Zamenhof. Le radici di questa lingua affondano in un ambito culturale e un periodo storico abbastanza particolari, caratterizzate dall’avanzare di una crisi a livello comunicativo sopraggiunta tra le classi colte europee con la decadenza e poi il graduale abbandono del latino. “L’esperanto è una lingua costruita ad arte e sta iniziando a costruirsi parallelamente una sua storia identificativa, anche a livello locale. Anche Google ha iniziato a parlare esperanto, e questo spinge noi esperantisti a portare avanti il nostro ideale, che vede l’esperanto come seconda lingua per tutti gli essere umani”.
“Siamo ben consci che l’inglese è la lingua effettivamente più parlata al mondo, soprattutto perché viene usata negli scambi economici e commerciali, ma il futuro è l’esperanto. L’esperanto vuole essere una lingua internazionale, e a differenza delle altre lingue, ad esempio l’inglese e il cinese, non ha un background nazionale, ma nasce con l’intento di essere un mezzo di comunicazione internazionale, una cultura comune, e quindi usufruibile da tutti”. Quali sono allora i tre buoni motivi per imparare l’esperanto? Ecco come ci risponde un vero esperan-
A fianco Adamo Vallese
tista: “Innanzitutto, l’esperanto è una lingua regolare e facile, ha un alfabeto con solo 28 lettere e non ha suoni foneticamente complessi. Oltre alla semplicità del linguaggio, anche l’apprendimento è davvero alla portata di tutti. Se questa lingua venisse adottata nelle scuole, credo che in circa 1 anno gli studenti sarebbero in grado di parlare l’esperanto perfettamente. Inoltre, l’internazionalità della lingua dell’esperanto permette la condivisione di una cultura internazionale, abbattendo magari nazionalismi e stupidi xenofobismi, ma mantenendo pur sempre vive e preservate le lingue e i saperi di ogni nazione”. M.G.M.
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carrarese
ginnastica ritmica, gran galà sotto le stelle
Casale di Scodosia
Conse di Nicola Cesaro
E’
stato il quinto “Trofeo Sport” a suggellare l’entus stagione agonistica degli Nuoto Casale di Scodosia. Alla man ne dello scorso 16 giugno hanno pa 200 atleti di sette società, dai 7 ai I nuotatori di casa si sono misurat versari da Conselve, Sottomarina, NOVITÀ ico t ginnastica ritmica sotto le stelle”a sigillo di una stagione edi t s e o r iuscitissimo “Gran galà Soligo, Villorba e Lonigo. A trionfa t n al Ce ! esaltante, quello andato in scena nella piazza del municipio a Due Carrare, sotto gli graduatoria assoluta, è stato il gr ik p Š occhi del presidente Pgs Patrizio Casumaro, dell’assessore alla cultura Roberta Amati Conselve Nuoto, che per un solo e di una cornice di pubblico numerosissima. Tra coreografie e musiche incantevoli le ele166 a 165 – ha prevalso sulla Free ganti ginnaste carraresi, orchestrate con maestria dalla insegnanti Giorgia Passarin, Ylenia Lonigo. Il vero exploit degli atleti c Faccia qualcosa per la salute! Destro, Virginia Tarantino e dalla coordinatrice Elena Favarin hanno suscitato l’entusiasmo avvenuto però al meeting di Confspo Gamma dei servizi estetici al centro estetico Špik è stata arrichita con ossigenoterapia dei presenti ripetendo gli esercizi che in questa annata hanno portato ad esaltanti vittorie. Pescara, a inizio giugno. La squadra iperbarica, O.R.L. servizi e trattamenti di bellezza, che comportano l´applicazione Su tuttedivaacido ricordato l’argento di squadra conquistato al campionato nazionale Acse da: na ha raccolto è anche un oro con la ialuronico e lisciamento delle rughe con botox. Ossigenoterapia iperbarica Isabella destinata Ernesti Moro,a prevenzione Emma Banzato,e/o Letizia Crivellari, Gaia Parisotto e Martina Fasolato, la atleta del gruppo: Eleonora Crem trattamento di varie malattie con ossigeno puro ad alta altri due successi di squadra sono arrivati dal quartetto composto da: Biasia, Zuppa, Gui2007, si è meritata il primo gradin pressione atmosferica. La terapia avviene in particolari costruzioni apposite per tale dolin e Pescante che si sono imposte in due gare regionali Uisp. Individualmente hanno stile Giovanissimi. In saccoccia sono somministrazione chiamate camere iperbariche. Terapie con ossigeno iperbarico brillato Isabella Ernesti Moro e Letizia Crivellari, vincitrici di gare regionali Acse categoria un bronzo nei 100 misti con la soli aiutano a manterere e migliorare la salute, aspetto giovane e contribuiscono a Joy. “Chiudiamo la stagione soddisfatte – ha detto la coordinatrice Favarin- e questa bellisSpigolon , alcuni quarti posti a poc migliore salute fisica e mentale. Poi ossigenoterapia iperbarica e utile anche nei dal podio e tante altre prestazioni sima serata è un grazie pubblico a tutte le persone che ci seguono e ci danno sostegno”. molti casi delle lesioni sportive e malatie come diabete, osteoporosi, anemia, ictus, Walter Lotto livello. Tutti gli atleti hanno migliora
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Lo S PoRT in PRIMo PIANo RIMo PIANo Conta 300 atleti,didagli allievi ai primi calci Al TrofeoCalcio Canova Sport oltregiovani 200 atleti 7 società
elveAmbiziosa Nuoto trionfa Vigontina
Canova siasmante Amatori nifestazioartecipato 50 anni. ti con avPieve di are, nella ruppo del punto – ee Time di casalesi è ortitalia a a padovapiù piccoma, classe no nei 25 o poi finiti ita Alyson chi decimi di ottimo rato i pro-
Dalla prossima stagione c’è il progetto “Udinese Academy”, grande opportunità di Manuel Glauco Matetich
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randissime novità in casa Vigontina a partire dalla Vigontina e i suoi 300 atleti del settore giovanile, dagli prossima stagione calcistica. Al rientro dalla pausa allievi 1997 ai primi calci 2007. estiva, infatti, inizierà l’ambizioso progetto che “Diventare parte del progetto “Udinese Academy” vede la squadra di Vigonza protagonista assieme alla – afferma con molta soddisfazione il presidente della Le premiazioni al termine delle gare del Trofeo Canova famosa Udinese. Spazio ai giovani, anzi ai giovanissimi, Vigontina, Ivo Righetto - è da oggi una pietra miliare pri personali,dire! ancheCon grazie allefilosofia ottime piscine hanno portato la squadra Senior traunle segnale importante che si potrebbe questa la societàche sportiva nella storia della Vigontina, prime undici,orienta decisamente meglioildell’ultimo (nella vascahadaaderito 50 metri nel 2009“Udinese la Pelle- Academy”. Vigontina al progetto e orienterà percorso sportivo e umano della posto sedell’anno scorso. grini il record sui 400 stile ). Nellastabilì stagione 2013/2014 i tecnici dell’Udinese società. L’impegno e la qualità dello staff tecnico, e Commentano dalla società: Al termine della icompetizione, Ama- padovana. guiranno da vicino ragazzi della glisquadra in particolare del settore“Questi giovanile, sono dunque preultimi due appuntamenti sono stati Ma allo stesso tempo tori di Casale raccoltoalla il diciottesimo L’accordo daràhanno la possibilità Vigontina di fare tesoro miati da questaestivi collaborazione. il coronamento il finale diper unaportare stagione posto assoluto, nonostante numero dei principi e metodi di una ildelle scuoleridotcalcio più inno- saràedl’occasione ogni giorno nuovi stimoli, iniziata con 14 atleti e terminata to di atleti (alcune squadre di Roma erano vative in Italia. Lo Staff dell’Udinese, a sua volta, potràad ottobre nuovi approcci, nuove esperienze ai ragazzi più giovani a giugno condella una Vigontina. squadra lievitata 35 atpresenti oltre 50 atleti). Degne di enota segnalareconi giocatori più promettenti accompagnarli Offrireal’opportunità di crescere in un agonisti,ambiente in continuavivo crescita nonostante sono anche prestazioni degli atleti Illetiprogete sano, sia dal punto di vista tecnico sia in un state percorso di le crescita sportiva e umana. l’handicap doversi allenare da ottobre ad una sfida da condividelle categorie Assoluti e Mastercompleto con con al calcio: to, infatti, propone un approccio lo direlazionale sarà entusiasmante, aprilecon in unadere vasca nelle sue dimenmiglioramenti dei tempi personali, sviluppo delle netti competenze tecniche sarà otconiugato conridotta i nostri dirigenti e tecnici, e con tutto lo staff sioni. In questo l’amministrazione comunale timi risultati individuali in vasca da 50educativi metri personali dell’Udinese. un’attenzione particolare agli aspetti esterna, quartiÈ posti Medaglie master, purtroppo staquesto aiutando”. uno degli aspetti chiave del progetto di e di gruppo. quindie due un’opportunità importante per la non ci E’
La presentazione della prossima stagione della Vigontina Calcio collaborazione sportiva tra le due società calcistiche: la valorizzazione e l’attenzione alle giovani promesse del calcio hanno sempre fatto parte del DNA di entrambe le squadre. E anche dalle parole di Paolo Poggi, responsabile del progetto “Udinese Academy”, possiamo capire quanto sia importante e grandiosa la sfida posta in essere: “Il Progetto “Udinese Academy” sta mettendo
le sue radici in diverse regioni italiane. Qui in Veneto stiamo cercando il meglio in tutte le province e abbiamo scelto la Vigontina perché, secondo i nostri criteri, è una tra le migliori Società dal punto di vista del lavoro svolto nel settore giovanile. Ci auguriamo quindi che il lavoro che faremo insieme risulti proficuo per entrambi. E chissà…forse proprio qui scopriremo qualche grande talento”. messaggio pubblicitario
SANT’uRBANO. Promozione Triveneto - Emilia Romagna
acQuambiente domina la pallanuoto e conQuista l’accesso in serie c
U
na promozione inaspettata ma più che meritata. La società Acquambiente di Sant’Urbano ha vinto il campionato di pallanuoto Promozione Triveneto/ Emilia Romagna, conquistando l’accesso al campionato nazionale di serie C che si disputerà il prossimo anno. Un successo da incorniciare per “le orche assassine, come vengono ribattezzati gli atleti del gruppo. “The killer whales”, per dirla all’inglese, si sono garantite il salto di categoria con una giornata d’anticipo, grazie alla vittoria interna contro la compagine modenese del Vignola. La squadra, al primo anno di partecipazione, è composta da ragazzi provenienti dalla vicina piscina di Este che, alla ricerca di un allenatore esperto e di una società che li sostenesse, hanno trovato nel coach Roberto Ravenna e nella famiglia Badiali le basi per la loro cavalcata trionfale. Dopo la vittoria sul Vignola è arrivato inevitabilmen-
te il tuffo in piscina di giocatori, dirigenti e tecnici, ben lieti di bagnarsi da capo a piedi per festeggiare. “E’ stata un’impresa che non era certamente in preventivo ad inizio stagione - spiegano dalla giovane società frutto del lavoro appassionato dell’esperto tecnico e seguito alla perfezione da una squadra affiatata e molto determinata, che ha affrontato il campionato con grande umiltà e una costante voglia di migliorare”. Ecco la rosa completa dei neopromossi: Davide Aghi, Matteo Andolfo, Michele Bello, Marco Bertolini, Federico Crivellaro, Giovanni Fadigati, Mattia Fongaro, Carlo Liverani, Carlo Alberto Mantovani, Luca Pasquale, Andrea Quadarella, Alberto Puato, Riccardo Rigon, Giovanni Romito, Emanuele Sacchetto, Alessandro Sguotti, Daniel Tresoldi, Elia Visentin, Riccardo Zampollo. La società Acquambiente sta vedendo crescere anche il proprio settore giovanile e quello femminile. N.C.
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IL VENETo
in PRIMo PIANo
Sicurezza I dati Inail e Vega Engineering danno la dimensione di un fenomeno nuovo
Crisi, incidenti sul lavoro in calo
La diminuizione delle morti bianche è proporzionale all’occupazione, per questo il risultato forse dipende più dallo stato di difficoltà attuale che dalla maggiore sicurezza di Alessandro Abbadir
I
nfortuni sul lavoro in Veneto, in calo grazie alla crisi e a settori come quello edile che sono andati letteralmente a picco. Sia i dati riferiti al 2012 che quelli inerenti il primo trimestre del 2013 sono chiari. Il calo dal 2009 ad oggi è costante. Vediamo nel dettaglio. L’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering ha denunciato nei mesi scorsi infatti 42 infortuni mortali nel 2012. Tre in meno dell’anno precedente, dieci in meno rispetto al 2010. Sempre secondo l’Osservatorio nel 2012 la provincia che ha registrato il maggior numero di casi è stata Verona con 11 morti, una cifra che l’ha collocata al 47° posto della graduatoria nazionale per indice di incidenza degli infortuni mortali sul numero degli occupati (26,9 per milione di occupati). Ma ben più letale si è rivelato, in proporzione, il bellunese: 7 morti, con una incidenza del 75% e il 4° posto nella graduatoria nazionale: una triste posizione da cui la provincia veneta di montagna non riesce a schiodarsi: 5° posto nel 2011, 3° posto nel 2010. Al posto più basso, quindi con maggior sicurezza, nel 2012 Vicenza e Padova (ognuna con 5 incidenti mortali che le posizionano all’81° e all’83° posto). Per la provincia di Venezia ci sono dati ad hoc e recentissimi Qui nel primo quadrimestre di quest’anno si sono registrati 2 infortuni mortali (un lavoratore italiano di 22 anni fulminato e un albanese di 49 investito da un automezzo di lavoro), a fronte dei 7 dell’intero 2012 e dei 9 registrati nel 2011. Si tratta però esclusivamen-
te in questi casi di morti sul lavoro deceduti a causa di un incidente sul luogo di lavoro (fabbrica, ufficio, campi, cantieri, ecc.). L’Inail invece include in questa triste statistica anche i morti sul lavoro collegati al percorso casa lavoro, e quelli connessi alla circolazione stradale. I casi mortali riconducibili a queste due tipologie sono da anni a volte superiori a quelli capitati nell’ambiente di lavoro ordinario. Ciò emerge chiaramente nel Rapporto 2011 per il Veneto dell’ Inail: 37 su 83 eventi nel 2010, 50 su 83 nel 2011. Insomma l’ambiente più pericoloso in Veneto (ma anche nel resto del Paese) rimane la strada. Per capire di più occorre andare nello specifico. Vediamo le cause specifiche di morte indicate proprio nel rapporto Inail nel triennio 2010-2012. Le cause sono determinate dal: ribaltamento del veicolo/ mezzo in movimento (dal 21 al 27% dei casi), caduta dall’alto di oggetti (dal 16 al 25%) ed infine caduta di persone dall’alto (dal 18 al 24%). Poi quella relativa ai settori dove si muore di più che rimangono l’agricoltura (44% dei casi, media triennio) e le costruzioni (dal 20% del 2010 al 12% del 2012, segno evidente della crisi del settore). Tuttavia, nel corso del 2012, in tutta Italia sono aumentate le ispezioni e le irregolarità riscontrate: controllate 22.950 aziende, 2mila in più del 2011, l’87% è risultato irregolare. Regolarizzati 53.734 lavoratori (+10% sul 2011), di cui 45.679 irregolari e 8.055 in nero (+7,3%). E’ chia-
ro perciò che la guardia deve restare alta. Che tipologia di inquadramento hanno le persone colpite da incidente sul lavoro? Va rilevato in questo caso che sono tante le vittime non lavoratori dipendenti: tra i morti nelle costruzioni ci sono molti artigiani edili e tra quelli in agricoltura spesso si tratta di anziani coltivatori diretti. Anche i dati sui primi mesi di quest’anno sono incoraggianti. A decretarlo ancora una volta, la più recente indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering secondo la quale nel primo trimestre del 2013 gli incidenti mortali verificatisi in Italia sono stati 74, mentre nel 2012 erano 110, con una variazione pari
al – 32,7 per cento. Su questo fenomeno è chiaro il presidente Dell’Osservatorio Vega Engineering di Mestre, l’ingegner Mauro Rossato, per il quale “questi dati non indicano che bisogna abbassare la guardia e che l’emergenza si possa considerare risolta, ma possiamo almeno considerare la flessione della mortalità di questo primo trimestre anche come conseguenza di una sempre maggiore sensibilizzazione sul fronte della prevenzione da parte dei media e da parte di tutti coloro che operano per la sicurezza
nei luoghi di lavoro”. Insomma per Rossato, non è solo la mancanza di lavoro che fa diminuire gli incidenti, ma anche la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro che sembra finalmente essersi radicata anche nel territorio del Veneto. Un atteggiamento che negli anni scorsi in pieno boom edilizio non era certamente seguito con scrupolo da operatori ed imprenditori del settore. Speriamo sia seguito anche in caso di ripresa economica.
Riabilitazione. Verranno ridotti costi e tempi di attesa per gli infortuni sul lavoro
ACCORDO SIGLATO TRA LA REGIONE VENETO E L’INAIL
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n accordo specifico fra Regione Veneto ed Inail è stato siglato nelle scorse settimane per affidare alle cure della sanità regionale i pazienti reduci da infortuni sul lavoro che hanno la necessità di trattamenti integrativi e riabilitativi o affetti da malattie professionali. Questi ultimi fino ad adesso erano destinati alla medicina privata (tramite rimborso) o ai servizi extraregionali dell’Istituto - in particolare a Bologna e a Budrio. Ma adesso le cose cambiano. Grazie all’accordo fra Regione ed Istituto Nazionali Invalidi sul Lavoro, presto potranno rivolgersi direttamente ai centri specializzati che sono attivi nel Veneto, dislocati a Motta di Livenza, Santorso, Zevio e Garda. Con questi accordi le aziende ospedaliere venete ricaveranno un gettito stimato in circa 5 milioni l’anno senza incremento di costi. L’ente di assicurazione sugli infortuni ha optato per questa soluzione dopo aver cercato
di dar vita ad una propria rete riabilitativa nel Veneto. Una soluzione che è stata scartata in quanto si è valutato l’elevato costo dell’operazione sia in termini di personale e macchinari e anche per un altro fattore. Si è concordato infatti come ci sia l’elevata disponibilità sul nostro territorio di strutture di alta qualità, capaci di garantire un servizio concorrenziale a prezzi ragionevoli. Quello con il Veneto è il secondo accordo-quadro stipulato dall’Inail dopo quello sottoscritto con l’Emilia-Romagna. A che risultato si vuole arrivare? L’obiettivo immediato, a partire da settembre, è quello di abbattere i tempi d’attesa dei pazienti, ammortizzare con più efficacia i costi di macchinari onerosi, che richiedono costante aggiornamento e, in termini di mercato, diventano “convenienti” solo in presenza di un volume di prestazioni consistenti. A.A. messaggio pubblicitario
Il Veneto in primo piano 25 5 Società La Cgil invita a non abbassare la guardia
“Coinvolti sempre più i precari e non regolarizzati” di Alessandro Abbadir
“S Montagner: “Vanno potenziati gli organismi di controllo come Spisal e ispettori del Lavoro”
e la crisi da un lato ha diminuito gli incidenti sul lavoro, è anche vero che si assiste al fenomeno nuovo che vede come principali vittime della mancata sicurezza sui luoghi di lavoro precari e lavoratori non regolarizzati. Su queste realtà servono maggiori controlli”. A fare questa denuncia dopo i dati forniti dall’Inail è la Cgil con i suoi rappresentanti nazionali Fabrizio Solari segretario Confederale e locali Roberto Montagner per la Cgil di Venezia. Nel 2012 sono state 745mila le denunce di infortuni (-9% rispetto al 2011 e -23% in riferimento al 2008). Quelli mortali accertati sono stati 790, un nuovo minimo, a fronte di 1.296 denunce. Si avrebbe com-
artigianato
E’
plessivamente un calo del 6% sul 2011 e del 27% sul 2008. Il maggior numero di incidenti si è registrato nelle regioni del Nord ovest (212) seguite da quelle del Nord est (202), dal centro (149), dal Sud (167) e dalle isole (60). Le vittime under 30 sono state 94, 100 quelle over 60. Infine, tra le denunce di legate all’amianto, protocollate nel 2012, ne sono state riconosciute 1.540: dei casi denunciati nell’anno, 348 hanno avuto esito mortale. “Abbiamo apprezzato la relazione dell’ Inail soprattutto - ha detto Solari - nella parte relativa al nuovo sistema di gestione e di diffusione dei dati infortunistici secondo il sistema “open data”, che costituisce un
positivo passo avanti nella trasparenza per valutare l’efficacia dell’azione dell’istituto. Restano da approfondire la questione dell’incidenza della disoccupazione e cassa integrazione sull’analisi dei dati sulla statistica degli infortuni e va fatta una riflessione in direzione dei nuovi rischi legati alle forme di lavoro precarie e alla crescente insicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, dovuta alla persistente crisi economica e alle nuove tipologie di contratti. Queste condizioni hanno, infatti, un’incidenza diretta sull’organizzazione aziendale e sulle condizioni della prestazione, oltre che un effetto a lungo termine in ambito sanitario”. Sulla stessa linea si colloca anche Roberto Montagner segretario della Cgil di
Venezia. Negli anni scorso la cementificazione e la febbre da capannone ha investito le province di Padova e Venezia, ma anche Verona , Treviso e Vicenza “Il rischio forte nel veneziano e in tutte le province venete – dice il segretario della Cgil di Venezia – è che in mezzo a questa crisi economica per restare competitive, le aziende taglino proprio sugli standard di sicurezza provocando di fatto un peggioramento delle condizioni all’interno dei cantieri. Per evitarlo i controlli dello Spisal non possono diminuire e gli stanziamenti agli organi ispettivi vanno potenziati e non diminuiti”
nasce il fondo integrativo sani.in.veneto
stato costituito nelle scorse settimane il Fondo per l’assistenza sanitaria integrativa a favore del mondo del lavoro artigiano. L’accordo è stato siglato da Cgil, Cil e Uil e dai rappresentanti di categoria. Si chiamerà Sani.In.Veneto (acronimo di Sanità Integrativa Veneto). Erogherà prestazioni assistenziali per gli oltre 135 mila dipendenti delle aziende artigiane del Veneto (ad esclusione di quelle edili). Tutto è stato fatto senza alcun costo aggiuntivo a carico delle imprese. Lo Statuto prevede che la platea possa allargarsi anche ai loro familiari, agli stessi imprenditori (soci e collaboratori compresi)
e poi ai familiari di questi ultimi. Il Fondo che sarà arrivo dal primo agosto 2013 alla fine potrebbe rispondere a quasi un milione di persone, un veneto su 5, immigrati compresi L’accesso alle prestazioni sarà aiutato da un sistema di assistenza alla compilazione delle domande dei lavoratori interessati, distribuito in modo capillare nel territorio. Ed anche per le imprese è prevista una semplificazione degli impegni burocratici a loro carico. Il Consiglio di amministrazione, nella sua prima convocazione, procederà a tutte le operazioni necessarie a dare piena operatività al fondo.
presentarsi con il coupon per avere lo sconto.
26 Il Veneto in primo piano 12 Presentato il piano di ristrutturazione voluto dalla giunta, ora tocca al consiglio regionale esprimersi
Meno ospedali più territorio. Ecco la nuova sanità Calano i posti letto, aumenta l’offerta per i malati cronici. Un solo centro di riferimento per provincia, ma gran parte delle strutture sono ancora sulla carta di Germana urbani
F
orse, per capire come sta per cambiare la sanità veneta, invece di affrontare il quadro generale è meglio partire da un dettaglio. Nel prossimo futuro, una persona necessaria di cure mediche dovrà fare riferimento alla Centrale operativa territoriale. Questa nuova struttura, che ogni Ulss dovrà attivare, sarà messa in moto su richiesta del medico o dei familiari e avrà il compito di prendere in carico il paziente, garantendogli la risposta più efficace da parte degli ospedali o delle altre strutture presenti nel territorio. È questo il cuore strategico del nuovo modello di assistenza territoriale, attraverso cui il Veneto tenta di superare quel sistema ospedale-centrico su cui si è fin qui imperniata la sanità, con un moltiplicarsi di doppioni, sprechi e costi ormai insostenibili. Al suo posto, promettono il presidente Zaia e l’assessore alla sanità Coletto, avremo in futuro un sistema articolato in più livelli, ognuno dei quali sarà chiamato a
ogni Ulss si doterà di una centrale operativa territoriale che dovrà farsi carico del paziente intervenire per specifiche richieste. Andando dall’alto in basso, ecco lo schema: due centri d’eccellenza a livello europeo (le aziende ospedaliere di Padova e Verona) che si occuperanno di alte specialità e avranno un ruolo centrale nella didattica e nella ricerca; un ospedale di riferimento per ogni provincia (Mestre, Treviso, Rovigo, Vicenza, Belluno); altri poli sanitari minori che dovranno dare assistenza ciascuno a un bacino di circa 200 mila abitanti (Mirano, Chioggia, Este, Adria, Alta Padovana giusto per fare qualche esempio). Accanto a loro, una serie di strutture intermedie come gli ospedali di comunità, destinate a quei pazienti (malati cronici,
anziani) che non hanno bisogno di cure intensive ma non possono essere riportati a casa. E poi una rete destinata alle emergenze che avrà un coordinamento regionale e una centrale operativa per ogni provincia con l’obiettivo di garantire l’arrivo dei soccorsi entro 20 minuti nel 90 per cento dei casi. Infine, team di medici, pediatri, specialisti, assistenti sociali che dovranno imparare sempre di più a lavorare insieme a servizio del cittadino. “È una riforma epocale – esulta il presidente Luca Zaia – non solo perché viene dopo 17 anni dal precedente Piano Sociosanitario, ma perché disegna un’organizzazione sanitaria moderna e capace di essere efficiente per vari anni a venire. Siamo già molto più avanti di altri in giro per l’Italia, perché il nostro tasso medio di ospedalizzazione è di 7 giorni contro i 30 di alcune altre Regioni, e con questa riforma manterremo la leadership nazionale”. Ma è tutto
oro quel che luccica? Numeri alla mano, il piano prevede che i posti letto in ospedale per acuti passino da 18.667 a 17.440, con un calo di 1.227 unità. Un taglio significativo ma non dolorosissimo, tanto è vero che la presentazione delle schede è stata accolta da proteste molto minori di quelle di vent’anni fa. Anzi, se si mettono nel conto i 1.263 posti degli ospedali di comunità e degli hospice da attivare, il saldo è perfino positivo. Ma qui, a conti fatti, viene il problema vero. “Mentre si riducono i posti letto negli
ospedali – denunciano i consiglieri del Pd Lucio Tiozzo e Claudio Sinigaglia – contemporaneamente non si dice come e dove collocare le strutture intermedie, dagli ospedali di comunità ai centri alzheimer, agli infermieri per l’assistenza domiciliare». Come dire: i tagli sono concreti, gli investimenti per avere una sanità più vicina ai cittadini nel territorio per ora sono solo sulla carta. Nei prossimi mesi, concluso l’iter in consiglio regionale, i cittadini veneti capiranno che sanità li attende davvero.
Firmato il pre-accordo
nuovo ospedale di padova al via: prima pietra nel 2015, in funzione nel 2020
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ella nuova sanità veneta sarà un tassello fondamentale, uno dei due centri d’eccellenza a livello europeo assieme a Verona. Ma la strada per il nuovo ospedale di Padova è ancora lunga, e disseminata di punti di domanda. Quando lo vedremo? Lo scorso 2 luglio, alla firma del pre-accordo tra regione, provincia, comune, università, istituto oncologico e azienda ospedaliera, il presidente Zaia ha promesso la posa della prima pietra entro il 2015 e auspicato che la struttura sia pronta per il 2020. Non è domani, ma non è nemmeno un tempo lunghissimo se davvero sarà rispettata la tabella di marcia. Il primo problema, però, rimane quello dei soldi. Progetti alla mano, per vedere l’ospedale in funzione ci vogliono 410 milioni di euro per la costruzione, 132 per le attrezzature, 55 per le spese generali. In totale, una volta aggiunta l’Iva, fanno 643 milioni e spiccioli a cui, tra l’altro,
bisognerà aggiungerne altri 27 per espropriare i terreni nella zona di Padova ovest su cui sorgerà la grande struttura da 970 posti letto. Per questi ultimi la speranza è che la fondazione Cariparo scelga di metter mano al portafoglio, sostenendo l’ospedale invece dell’auditorium cittadino. Per il resto, la regione ha in cassa 318 milioni, e dalla vendita delle aree su cui sorgono le attuali strutture il comune calcola di ricavarne un’altra quarantina. Ne mancano all’appello poco meno di 300, «ma stiamo per avanzare una richiesta ufficiale di finanziamento al governo – sottolinea Zaia – perché si faccia carico dell’intera opera visti i 18 miliardi di tasse che il Veneto paga ogni anno. Rimane poi sempre la strada dei finanziamenti privati, specie se vogliamo fare in fretta». L’importante sarà però fare anche bene: i costi che si stanno pagando ai privati per l’ospedale di Mestre sono una ferita che brucia ancora e che non sarà facile da rimarginare.
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Villa Momi’s permette anche cene e pranzi di lavoro, con la massima tranquillità e distensione per i propri colloqui d’affari. Alla sera i locali sono destinati anche a chi desidera un po’ di intimità, con un’armonia che solo il lume di candela riesce a creare. Due sale separate in due piani. Giardino estivo. Oltre 300 posti a sedere. Locale rustico in chiave moderna unico nel suo genere, immerso nel verde.
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Veneto in primo piano 13 28 Il Veneto in primoIlpiano Studio di Ca Foscari e Camere di commercio per andare “Oltre il Pil”
Il benessere abita qui. Ma fino a quando? Salute, reddito, relazioni sociali: il Veneto è ai primi posti in Italia. Ma scuola, sicurezza, inquinamento sono problemi ancora da risolvere
Tra Pm10 e raccolta differenziata
la delicata partita dell’ambiente
di Germana urbani
I
teorici della decrescita felice, quando vogliono spiegare perché a loro il meccanismo di calcolo del Pil (prodotto interno lordo) pare un imbroglio, ricorrono a esempi come questo: sei imbottigliato in una coda chilometrica in autostrada, passi due ore col motore acceso e così sprechi un sacco di benzina per nulla. Bene, più ne consumi e più aumenti il Pil, visto che presto tornerai dal benzinaio a riempire il serbatoio. Se poi, per caso, fai un incidente, ecco che il Pil aumenterà ancora grazie al conto del soccorso auto, del carrozziere, dell’assicurazione. Insomma, fuor di metafora: non sempre spendere soldi o consumare prodotti aumenta il benessere dell’individuo e la ricchezza della società, mentre se ci si affida solo alla fredda logica delle statistiche da un ingorgo o da un incidente l’Italia sembrerebbe uscire migliore, più vicina alla ripresa dei consumi che tanto aspetta. Bene, ma come andare oltre il criterio del Pil? Al sogno di Latouche e di tanti convinti oppositori dell’attuale logica contabile cerca di dare un solido appiglio il mondo accademico e imprenditoriale veneto, con il rapporto “Oltre il Pil 2013. Misurare il benessere sociale per rilanciare lo sviluppo economico”, i cui risultati preliminari sono stati presentati recentemente a Venezia. Obiettivo del progetto – avviato nell’ottobre del 2009 e che vede insieme i ricercatori del dipartimento di economia dell’università di Venezia Cà Foscari e del centro studi delle Camere di commercio della regione – comprendere come si vive oggi in Veneto, individuando nuovi indicatori che aiutino a rendere più reale il tasso di crescita registrato dal Pil, e che consentano al tempo stesso ai soggetti economici e istituzionali della regione di disegnare politiche davvero sostenibili in tema sociale, economico, fiscale e ambientale. Ma cosa si può aggiungere ai semplici consumi materiali e agli aspetti economici, per andare “Oltre il Pil”? Secondo gli autori del rapporto, una vera “geografia del benessere” ha bisogno di prendere in considerazione ben 41 indicatori elementari e otto dimensioni: benessere materiale, salute, istruzione, lavoro, uso del tempo, sicurezza, rapporti personali e sociali, ambiente. Se lo si guarda attraverso questa particolare lente d’ingrandimento, il Veneto si conferma sì una regione ad elevato livello di benessere materiale, ma non solo. La nostra è infatti la regione italiana con minor disuguaglianza nella distribuzione del reddito e seconda per livello di reddito equivalente. Il Veneto primeggia poi anche per la salute, dove tutti gli indicatori regi-
P Solo in Trentino si vive meglio. Ma la crisi rischia di compromettere il benessere raggiunto strano valori buoni o comunque nella media, e risultati positivi si registrano anche nell’uso del tempo e nelle relazioni personali e sociali: molto buono il tasso di lettura, la pratica dello sport e partecipazione agli spettacoli e buona la partecipazione sociale, malgrado una bassa densità di organizzazioni di volontariato. Detto questo, non mancano però i punti critici. Il più preoccupante in prospettiva futura è forse quello che colloca il Veneto a metà della graduatoria (11°) tra le regioni italiane per scolarizzazione superiore, universitaria e abbandono scolastico mentre per l’indicatore sicurezza è 15°, con un numero di incidenti stradali tra i più alti del Paese. Anche per lavoro e ambiente il Veneto occupa posizioni di retroguardia: entrambi gli indicatori lo collocano al 5° posto, da un lato per effetto dei tassi di disoccupazione e occupazione giovanile ma con un’occupazione femminile più alta della media, dall’altro tra le peggiori per superamento del limite previsto di Pm10, pur essendo leader nella raccolta differenziata. Escluso il Trentino Alto Adige, che sulla base di tutti gli indicatori considerati sembra essere un territorio “oltre confine”, le regioni possono essere classificate
in tre gruppi e il Veneto si piazza in seconda posizione, nel primo gruppo di regioni, davanti a Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Lombardia ed Emilia Romagna. Tutto sommato, dunque, possiamo essere soddisfatti. Ma fino a quando? “La grave crisi economica e finanziaria sta colpendo duramente il Pil, ma anche il benessere del Veneto e dei veneti – commenta Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere Veneto – Se poi guardiamo alla tendenza per il futuro, dovremmo preoccuparci ancora di più e spingere il Governo a tagliare le spese inutili che si annidano in alcune regioni e nello stesso Stato al fine di favorire gli investimenti, lo sviluppo, la crescita. In altre parole, Pil e benessere possono essere interdipendenti a fronte di una tassazione sempre più impietosa che sta distruggendo il nostro tessuto produttivo e, di conseguenza, sociale». Insomma, a voler riprendere gli esempi iniziali, sbagliato immaginare che tante ore passate in coda in autostrada facciano davvero crescere l’economia e, per ciò stesso, il nostro benessere. L’uomo è un essere a più dimensioni, almeno altrettanto importanti di quella economica. Ma sarebbe sbagliato anche pensare che il vero benessere risieda in un mondo senza più autostrade trafficate. Perché dove viene meno l’impulso economico, anche gli altri indicatori di benessere peggiorano rapidamente. Qualcuno lo chiama “sviluppo sostenibile”. Ma per il momento la formula magica rimane segreta.
ensi al benessere e subito ti viene in mente il respirare a pieni polmoni. Purtroppo – a meno di non partire subito per la montagna o di vivere in campagna lontano da fonti inquinanti – uno dei principali problemi messi in luce dal rapporto sul “Benessere in Veneto” è proprio quello relativo all’inquinamento ambientale e – in modo particolare – alle alte concentrazioni di polveri PM10 presenti nell’atmosfera in tutti i principali centri urbani. Una situazione annosa, a cui sembra quasi impossibile porre rimedio. E la regione si rifiuta di lasciarsi mettere sul banco degli imputati per inadempienza. “È importante ribadire – afferma Maurizio Conte, assessore regionale all’ambiente – che purtroppo l’inquinamento dell’aria accomuna il Veneto a tutte le regioni della Pianura Padana per motivi geografici, a causa della scarsa circolazione dovuta allo sbarramento di Alpi e Appennini, e per motivi economici per la densità del tessuto produttivo. In ogni caso, dopo un calo complessivo durato un quinquennio, negli ultimi due anni la situazione si è stabilizzata». Che non significa risolta, anzi: i dati della rete Arpav hanno rilevato per l’ultimo triennio in tutte le città del Veneto, ad eccezione di Belluno e Feltre, un numero di superamenti del valore limite giornaliero di polveri sottili–PM10 di molto superiore ai 35 giorni per anno consentiti dall’Unione Europea. Ci sono però anche risultati decisamente positivi messi in luce dal rapporto di Unioncamere, come ad esempio la virtuosità nella raccolta differenziata dei rifiuti che ha raggiunto nel Veneto il 62,5% del totale (+2,2% rispetto al 2011), per una quantità pari a un milione 383 mila tonnellate. Il raggiungimento di questa percentuale consente al Veneto di superare ormai da due anni l’obiettivo del 60% dalla normativa nazionale. La provincia di Treviso con il 75% si conferma al primo posto nella classifica regionale della raccolta differenziata, segue Belluno con il 65% ma tutte le altre province, ad eccezione di Venezia (53%), hanno raggiunto o superato l’obiettivo del 60% fissato per il 2011. messaggio pubblicitario
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Programma MAB e riserve della biosfera Il Programma MAB è promosso da UNESCO
Che cos’è una “Riserva della Biosfera”? Oltre al “riconoscimento” di Patrimonio dell’Umanità, l’UNESCO può assegnare anche la qualifica internazionale di “Riserva della Biosfera” per la conservazione e la protezione dell’ambiente, nell’ambito del Programma “L’Uomo e la Biosfera” (MAB). Le Riserve della Biosfera sono aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui, attraverso un’appropriata gestione del territorio, si associa la conservazione dell’ecosistema e la sua biodiversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali. Ciò comprende attività di ricerca, controllo, educazione e formazione.
L’uso del termine “riserva” è obbligatorio? No. In alcuni casi, come quello del Delta del Po, dove questo termine abbia già un significato giuridico preciso (ad esempio “Riserve naturali”, ecc.) può essere utilizzata una denominazione più adatta a dimostrare le qualità del territorio e più gradita alle popolazioni residenti. In questa prima fase, infatti, è stato individuato il titolo provvisorio “DELTA DEL PO – Uomo, natura, sviluppo” - Riserva della Biosfera del Delta del Po. Quante sono le Riserve della Biosfera, nel mondo ed in Italia? Ad oggi le Riserve della Biosfera riconosciute dall’UNESCO nel mondo sono poco più di 600, solo 9 delle quali in Italia (l’ultima è quella del Monviso) e non ve ne sono per ora in Veneto, nemmeno parzialmente. La Riserva deve includere diverse zone indipendenti? Ogni Riserva della Biosfera deve includere tre zone interdipendenti, e precisamente: •Core Area, o area centrale, sottoposta ad un regime giuridico che garantisce la protezione a lungo termine degli ecosistemi e delle specie animali e vegetali presenti al suo interno. •Buffer Zone, o cuscinetto, è adiacente o circonda l’area core e contribuisce alla sua conservazione. Le attività consentite in tale area devono riguardare principalmente le tecniche di sviluppo per l’uso delle risorse naturali che rispettino la biodiversità dell’area e favoriscano la gestione o riabilitazione degli ecosistemi. •Transition zone, o area di cooperazione, non è sot-
Che cos’è l’UNESCO?
È l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (in inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, da cui l’acronimo UNESCO); è stata fondata dalle Nazioni Unite il 16 novembre 1945 per incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell’istruzione, scienza, cultura e comunicazione. Sono membri dell’UNESCO 195 Paesi più 7 membri associati. Il quartier generale dell’UNESCO è a Parigi.
Il nome UNESCO è legato al “Patrimonio Mondiale”: cosa è?
Quella di Sito del Patrimonio Mondiale è la denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del Patrimonio Mondiale, o nella sua accezione inglese World Heritage List. La Convenzione sul Patrimonio Mondiale, adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO il 16 novembre 1972, ha lo scopo di conservare, preservare e valorizzare il patrimonio culturale e naturale anche attraverso l’identificazione e la tutela di siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. La lista è composta da un totale di 981 siti (di cui 759 beni culturali, 193 naturali e 29 misti) presenti in 160 Nazioni del mondo. Attualmente l’Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità (49 siti), seguita dalla Cina (45 siti) e dalla Spagna (44 siti).
toposta a vincoli giuridici e prevede attività antropica, villaggi, e complessi urbani (città) al suo interno. Le attività economiche e sociali devono essere dirette alla realizzazione di progetti modello per uno sviluppo economico sostenibile a beneficio, in particolare, della popolazione locale ivi residente. Solo l’area core richiede obbligatoriamente norme di conservazione stringenti e di solito coincide con una zona di protezione già esistente e tutelata a livello normativo, come una riserva naturale o le zone più protette di un parco nazionale o regionale. Le aree buffer prevedono un regime funzionale alla tutela dell’area core. Per le aree di transizione, invece, non si prevede un regime di tutela giuridica e non sono necessariamente sottoposte a vincoli. Lo schema di zonizzazione non è unico e può essere applicato in modi diversi in paesi diversi, a seconda dei contesti geografici o socio-culturali. La flessibilità di tale schema resta uno dei punti di forza del concetto di Riserva. Che funzioni hanno le aree della Riserva? Le aree della riserva hanno differenti funzioni di conservazione, sviluppo e supporto logistico. •Funzione di conservazione: contributo alla conservazione dei paesaggi, degli ecosistemi, delle specie e delle variazioni genetiche. •Funzione di sviluppo: incentivare e promuovere lo sviluppo sostenibile. •Supporto logistico: supporto a progetti dimostrativi, di educazione formazione, di ricerca e monitoraggio in tema di conservazione e sviluppo sostenibile a livello locale, regionale, nazionale e globale. Quali benefici può portare il riconoscimento dell’UNESCO? La candidatura di un ambito territoriale per un riconoscimento internazionale mette in moto ed alimenta energie, interesse, partecipazione, risorse che possono oggettivamente concorrere ad un miglioramento della qualità della vita e del contesto territoriale. Dalle indagini svolte dall’UNESCO – da portare in evidenza un recente studio sul “valore del brand” - sono stati dimostrati i positivi benefici derivanti ai luoghi dove sono stati concessi i riconoscimenti internazionali. In particolare, Il 75% del campione intervistato ritiene che il marchio UNESCO sia importante nella promozione di attività, il 52% lo considera garanzia di qualità, il 40% elemento di eccellenza. UNESCO porta valore aggiunto nella tutela dei beni culturali (88%), nella promozione di beni naturalistici (86%) e in quella dei monumenti (84%). E’ stata inoltre confermata la straordinaria diffusione della conoscenza di base di UNESCO, nota al 98% del campione, cui corrisponde un elevato indice di reputazione vicino all’eccellenza, pari a 76 punti (oltre 70 è considerata area di eccellenza in valori compresi tra 0 e 100). L’Organizzazione, infatti, riscuote un livello di fiducia del 69%, è ritenuta efficace al 75% e l’80% degli intervistati considera importante la sua mission.
L’Unione Europea potrebbe finanziare progetti di sviluppo? L’inserimento di un territorio nella rete mondiale delle Riserve della Biosfera del Programma MAB dell’UNESCO potrebbe favorire l’accesso a programmi e fondi internazionali finalizzati allo sviluppo di progetti di collaborazione. I nuovi indirizzi di Politica Agricola Europea (PAC) 20142020, ad esempio, considerano appositi canali di finanziamento attraverso i Piani di Sviluppo Rurale per il sostegno ad attività agricole in ambiti di tutela ambientale e paesaggistica (già oggi nei siti della Rete Natura 2000) o comunque in aree interessate da progetti di valenza sovra locale, come appunto potrebbe essere una Riserva della Biosfera, anche al fine di affrontare e risolvere potenziali conflitti tra attività agricole e zootecniche ad elevato impatto ambientale e attività di agriturismo e turismo sostenibile. Che cosa può comportare, in definitiva, il riconoscimento? La Riserva della Biosfera non va considerata come un progetto a tempo limitato, bensì un’operazione di lungo termine. La partecipazione alla rete mondiale (network) delle riserve consente una valida possibilità di scambio di conoscenze, di buone pratiche, di strumenti gestionali nonché l’accesso a progetti, programmi e fondi internazionali appositamente dedicati ad affrontare problematiche legate allo sviluppo, tra le quali i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e la rapida urbanizzazione. Il riconoscimento di “Riserva della Biosfera”, per esplicita dichiarazione dell’UNESCO, non implica alcun vincolo giuridico ulteriore, ma va inteso come occasione per affrontare e risolvere, con la partecipazione della popolazione, i problemi locali ed i relativi possibili conflitti in una dimensione globale. Inoltre, il riconoscimento non va inteso come l’assegnazione di un “logo”, bensì come assunzione di responsabilità e scommessa del territorio a ideare, sperimentare e sviluppare buone pratiche da estendere anche all’esterno. Come funziona la candidatura? Il dossier di candidatura va presentato dagli Enti promotori al Comitato Nazionale del Programma MAB presso il Ministero dell’Ambiente, il quale provvederà in seguito a trasmetterlo alla Segreteria del Programma MAB presso la sede dell’UNESCO a Parigi. In attesa del riconoscimento, gli enti promotori sviluppano ed iniziano ad implementare il progetto per la gestione della riserva, con gli impegni che dovranno essere assunti da ciascuno per poterla attuare. Tale progetto sarà attivato quando l’UNESCO avrà assegnato il riconoscimento. Possono le comunità locali concorrere alla creazione della Riserva? Certamente sì! Anzi, tutti dovrebbero poter portare il
proprio contributo, la propria idea. Per questo sono stati programmati alcuni incontri pubblici di presentazione e sono stati aperti degli spazi (anche virtuali) di confronto.
Per ulteriori informazioni visitate il sito www.parcodeltapo.org e consultate tutta la documentazione che sarà via via prodotta, oppure inviate una email all’indirizzo: partecipazione@parcodeltapo.org. Il percorso di candidatura dell’area del Delta del Po a Riserva della Biosfera del Programma MAB dell’UNESCO è supportato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
2007-2013
Cosa significa candidare un’area a Riserva della Biosfera all’interno del Programma MAB (Man and the Biosphere – L’Uomo e la Biosfera) dell’UNESCO?
cooperazione territoriale europea programma per la cooperazione transfrontaliera
Italia-Slovenia
evropsko teritorialno sodelovanje program čezmejnega sodelovanja
Slovenija-Italija
Investiamo nel vostro futuro! Naložba v vašo prihodnost! www.ita-slo.eu Progetto cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale Projekt sofinancira Evropski sklad za regionalni razvoj
30 Cultura veneta 16 Biennale di Venezia Il percorso espositivo di Bartolomeo Pietromarchi
temporanea a venezia
Il “Vice Versa” italiano
un caffÈ nero e bianco con omar galliani
L’enorme area espositiva dello storico Padiglione Italia, all’Arsenale, è stata divisa in 7 ambienti che ospitano opere di 2 artisti, ciascuno espressione di un binomio di Alain Chivilò
A
ll’interno della 55. Biennale di Venezia è presente lo storico Padiglione Italia che dalle ultime edizioni è sito nell’Arsenale. Ogni biennio, un curatore diverso cerca di proporre un percorso espositivo fatto di selezione e tematiche ulteriori unite in un unico contenitore. Quest’anno il prescelto in questo ruolo è il direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Roma Bartolomeo Pietromarchi e la mostra ideata s’intitola “Vice Versa”. Come afferma Pietromarchi “il Padiglione Italia e il Palazzo Enciclopedico della Biennale hanno vari punti di contatto nell’idea dell’archiviazione e nella volontà di mettere le mani sulla classificazione e sul concetto di enciclopedismo. Situazione destinata comunque a fallire, come nell’opera di Benassi che con un pavimento di 10.000 mattoni paragrafa l’archivio dell’errore in parallelo alla stessa quantità di detriti in orbita attorno alla terra”. Dunque un’unione tra vecchio e nuovo con un’attitudine non storiografica e generazionale per concentrarsi sulla validità dell’opera. Si tratta come indica il curatore di
A fianco Bartolomeo Pietromarchi “un arcipelago d’isole con un tetto comune su cui vivono dialoghi e confronti di artisti dagli approcci diversi”. Nell’enorme area espositiva s’individuano così 7 ambienti che ospitano opere di 2 artisti ciascuno all’interno dei seguenti binomi: sistema/frammento con Gianfranco Baruchello e Elisabetta Benassi, suono/silenzio con Massimo Bartolini e Francesca Grilli, veduta/luogo con Luigi Ghirri e Luca Vitone, prospettiva/superficie con Giulio Paoloni e Marco Tirelli, corpo/storia con Fabio Mauri e Francesco Arena, concludendo in familiare/estraneo per Marcello Maloberti e
Flavio Favelli. Artisti che hanno già raggiunto un certo livello di maturità nella loro carriera, facendo sì che tale mostra diventi un punto fondamentale del personale percorso artistico. Invece molto interessante sottolineare è come il sistema arte italiano si sia unito positivamente in un’opera di crowdfunding, che ha ricevuto 180.000 euro in donazioni per finanziare l’attuale progetto espositivo. Non rimane che effettuare una visita, dalla quale ognuno potrà trovare elementi di condivisione o di lontananza nel personale approccio all’Arte.
L
a XII edizione di “Temporanea. Le realtà possibili del Caffè Florian” ospita nelle prestigiose sale del più antico Caffè del mondo il Maestro Omar Galliani. Fino al 30 settembre, nella biennale edizione dell’evento, è possibile apprezzare la tecnica sopraffina della sua matita all’interno di un’esposizione site-specific intitolata “Il sogno della principessa Lyu-Ji al Florian”. Un tributo alla femminilità, attraverso un sentito atto d’amore alla donna e quindi a Venezia e alla Cina. La tecnica che ha reso famoso in tutto il mondo Omar Galliani è la grafite che nelle sue mani si trasforma in una forma indelebile di forme e di figure in atmosfere rarefatte, che si possono percepire in quella nebbia che avvolge la sua terra d’Emilia. Ne scaturisce un bianco e nero che il Professore Omar definisce “come una sobrietà, un’essenzialità che porta alla complessità”. Una fonte che emana e riflette la luce all’interno di una situazione alchemica, che paragrafa il diamante prodotto da compressioni nel sottosuolo. In tutto questo, tra le salette del Florian, il visitatore è invitato a ricercare il luogo delle opere di Galliani giungendo così al doppio ritratto della principessa Lyu-Ji: un ritratto siamese perché la parola stessa implica due, ma come indica il Maestro “in realtà sono uno, quindi la natura che riproduce se stessa attraverso un unico ventre nella maternità”. Si creano due percorribili identità, in quanto il soggetto impresso due volte ha delle differenze perché, umanamente, non può mai essere uguale nelle sue parti. Attorno al fulcro sdoppiato, in elementi tra le pareti e i tavoli, si notano impresse figure come rose, pistole, colombe, mani, tazze, tazzine, cucchiai, teschi attraverso componenti cromatiche che s’insinuano all’improvviso nello sguardo dell’osservatore per aprire simultaneamente nuovi orizzonti. Un’occasione unica per entrare in contatto e in sintonia con il massimo esponente italiano al mondo della figurazione italiana, in concomitanza con gli eventi della 55. Biennale di Venezia. Al.Ch.
Tintoretto e Vedova
Guggenheim fino all’8 settembre
COLLAGE D’ARTE PER MOTHERWELL
Il dialogo mai interrotto alla Scola di San Rocco
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obert Motherwell: i primi collage” è un’interessante mostra, dedicata al lavoro pioneristico eseguito negli anni ’40 sui papiers colleés, presso la sede della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia fino all’8 settembre. Un esordio artistico di Motherwell (Aberdeen, Washington 1915 – Cape Cod, Massachusetts 1991) che venne proprio incoraggiato dalla stessa Peggy. Si creò così un effetto catalizzante per il successivo sviluppo pittorico dell’artista. Infatti nel 1943 nella galleria newyorkese Art of this century, di proprietà Guggenheim, il giovane Maestro espose i primi collage. Sotto anche la tutela di Roberto Sebastian Matta Echaurren, Motherwell pose in questi primi lavori le basi di un percorso che lo porterà a essere uno tra i massimi esponenti dell’Espressionismo Astratto americano.
Quarantotto opere si liberano tra azione compositiva spontanea, pure astrazioni, figure indefinite e influenze surrealiste. Un connubio che si manifesta all’interno di temi inerenti alla lotta umanitaria e a una violenza simbolica insiti nella società di quegli anni. Nelle composizioni appaiono inglobati slogan della resistenza, frammenti di mappe militari, figure stilizzate ferite o morte e sbarre di prigione all’interno di un’azione espressiva che l’artista paragona a un “uccidere”. Pezzi di carta coagulati all’interno di una gestualità innovativa per quegli anni. Un percorso espositivo interessante, che porta il visitatore a entrare in contatto con una produzione artistica primigenia, fonte di collegamento tra Motherwell e Peggy Guggenheim magnate e collezionista. Al.Ch.
e mie opere non sono creazioni, ma terremoti. Non sono pitture, ma soffi”. Ecco in poche parole una possibile sintesi di Emilio Vedova espressa proprio dal Maestro in alcune dichiarazioni. La forza del gesto, l’irrequietezza compositiva, la fisicità fuori ogni limite, la drammaticità poetica colta a opera compiuta, fino a un utilizzo sonoro del colore fanno parte di chiavi di lettura per le dirompenti opere di Vedova. Alcune di questi lavori sono posti, fino al 3 novembre all’interno della Scuola Grande di San Rocco di Venezia, in un interessante dialogo che da titolo al percorso espositivo: “Vedova Tintoretto”. Un progetto curatoriale di alto livello ideato da Germano Celant e Stefano Cecchetto, che hanno pensato di rendere partecipe il visitatore attraverso l’atmosfera e l’attrazione che unì artisticamente Vedova con Jacopo Robusti detto Tintoretto, a partire dalla Sala Terrena tra le colonne della navata centrale. Era il 1936 e a diciassette anni il giovane Emilio avvertiva quell’angoscia che Jan Paul Sartre indicava successivamente nel suo saggio: “lo squarcio giallo del cielo al di sopra del Golgota, il Tintoretto non lo ha scelto per significare l’angoscia, né tanto meno per provocarla; è angoscia e, insieme, cielo giallo. Non cielo d’angoscia, né cielo angosciato; è un’angoscia fatta cosa, è un’angoscia trasformata in squarcio giallo del cielo …” Parole, tratte dall’analisi degli anni ’50, che nascono dalla crocifis-
Nelle foto piccole l’autoritratto del Tintoretto, oggi al Louvre, e un ritratto fotografico di Emilio Vedova, nell’ altra foto la mostra che rimarrà aperta fino al 3 novembre sione di Cristo posta nella Sala dell’Albergo della Scola, la cui essenza è avvertita un decennio prima anche da Vedova. Frasi, tratte da due estratti che il Maestro scrisse nel 1991, quali “Tintoretto è stato una mia identificazione” e “Quella, regia a ritmi, sincopati e, cruenti magmatici di energie, di fondi interni di passioni, di emotività commossa” ben delineano tale simbiosi. Dunque un’esposizione che probabilmente, da un lato a sette anni dalla scomparsa del maestro fa si che la non forma pittorica italiana risenta della sua impossibilità ad avere una guida per le nuove leve al fine di tracciare, con il suo tipico carattere verace, nuove possibili vie aderenti al suo credo, dall’altro profonde analisi e raffronti condurranno i visitatori, italiani e internazio-
nali, ad avvicinarsi a quel meccanismo che permetta di comprendere come inquietudini intellettualmente artistiche possano creare contenuti di alta profondità. Tele di Vedova, come “Ciclo ’62 (B3)”, le serie degli “Oltre” assieme a studi e interpretazioni di tempere e oli, s’innestano nelle atmosfere magiche della Scola creando personalissimi piani diversi dimensionali di raffronto, studio ed emozione con i lavori di “Mosè”, “Ultima cena”, “La strage degli innocenti”, “La visitazione” fino a “La crocifissione” di Jacopo Robusti. Dunque un progetto culturale che in “San Rocco Contemporaneo: in dialogo con Tintoretto” avvicinerà dopo Vedova altri artisti e tematiche cui i due curatori Cecchetto e Baldo stanno già Al.Ch. lavorando.
18 Cultura veneta
Cultura veneta 31
Celebrazioni Il Papa di Riese, Giuseppe Melchiorre Sarto, si spense il 20 agosto 1914
Un anno di eventi nel centenario della morte di San Pio X Il 12 giugno sono state aperte ufficialmente le celebrazioni. La piccola casa natale del pontefice, diventerà meta di continui pellegrinaggi di Vesna Maria Brocca
P
apa San Pio X, di origini trevigiane, è morto il 20 agosto 1914. Nel centenario della morte, il vescovo di Treviso, Gianfranco Agostino Gardin, ha aperto la Casa dei ricercatori, il Centro Studi San Pio X, con sede nel Seminario di Treviso. Dal Centro Studi prenderanno origine le celebrazioni per il centenario e il progetto per mettere in rete luoghi e devozioni che sono intitolati a San Pio X nel mondo. Il 12 giugno sono state aperte ufficialmente le celebrazioni del centenario e per l’occasione il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica papale di San Pietro e vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica. Tra i molti eventi in cartellone, si segnala per sabato 20 luglio al Teatro Margherita a Riese, la proiezione del film sulla vita di San Pio X “Gli uomini non guardano il cielo”; regia di Umberto Scarpelli, produzione Cinelia, realizzato nel 1952 e di recente digitalizzato dalla Filmoteca Vaticana. Do-
Nella chiese di Riese e al santuario delle Cendrole si potrà ottenere l’indulgenza plenaria menica 4 agosto sarà la volta poi di una cerimonia a Cima Grappa con sfilata delle borgate storiche di Riese Pio X e inaugurazione del busto dedicato al papa veneto. E ancora, mercoledì 21 agosto (ore 20.45) proprio nel giorno della Festa di S. Pio X, nella chiesa parrocchiale del paese natio, si svolgerà la celebrazione eucaristica presieduta da Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto e seguirà una processione lungo le vie del paese con la proiezione di immagini raffiguranti la vita del santo. Nel corso della serata verrà inoltre presentata la “mappa del pellegrino” sui luoghi di San Pio X, realizzata dal comitato diocesano, con collaborazione del Gruppo Fotografico Vallà - Filò Multivisioni. Le celebrazioni del centenario termineranno giovedì 24 ottobre 2014 con l’esecuzione dell’Oratorio “La resurrezione di Cristo” di Lorenzo Perosi. Si ricorda infine che nelle chiese di Riese Pio X, cattedrale di Treviso, santuario delle Cendrole si potrà ottenere l’indulgenza plenaria per tutto il periodo. Riese è talmente legata alla memoria
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Nelle due foto Giuseppe Melchiorre Sarto, San Pio X, e la sua casa natale a Riese
del suo figlio, divenuto una delle figure più eminenti della Chiesa cattolica, da aver aggiunto al proprio il suo nome, ribattezzandosi Riese Pio X. Adagiata tra Castelfranco ed Asolo, la piccola cittadina che nel 1835 diede i natali a papa Sarto, conserva dal 1926, a seguito della donazione di Maria Sarto (1846-1930), sorella del papa, la piccola casa natale del pontefice, alla quale ha giustapposto nel centenario della sua nascita un museo ricco di molti cimeli e provenienti da numerosi lasciti. Già nei primi anni seguenti alla morte di Pio X, ma soprattutto dopo la sua canonizzazione, avvenuta nel 1954, il complesso è meta di continui pellegrinaggi. Nota per i pellegrini: per celebrazioni eucaristiche, confessioni, momenti di preghiera è possibile contattare la parrocchia di Riese Pio X (tel. 0423 483105) che mette a disposizione la chiesa parrocchiale, il santuario delle Cendrole e la cappella San Pio X presso la casa natale. Gli orari delle messe feriali sono: 8.00 - 18.00. Gli orari delle messe festive sono: 7.30 - 9.00 - 10.45 - 18.00 (quest’ultima presso il santuario delle Cendrole). La chiesa parrocchiale di San Matteo e il santuario delle Cendrole sono aperti tutti i giorni dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 19. Ulteriori informazioni: Fondazione G. Sarto: tel. 0423.483929 - 0423.483050.
32 8 Sì, viaggiare ESTONIA
Tallinn, Medioevo Live
LA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2011 AFFACCIATA DOLCEMENTE SUL MAR BALTICO GUARDA AL FUTURO PUNTANDO SUL SUO PASSATO PATRIMONIO DELL’UMANITÀ TUTELATO DALL’UNESCO IL CENTRO STORICO RISPOLVERA LE SUE VESTIGIA E LE FA RIVIVERE ATTRAVERSO LOCALI E ANIMAZIONI IL GRIGIORE SOVIETICO LASCIA IL POSTO AL COLORE E IL WI-FI FREE È SIMBOLO DI LIBERTÀ E SVILUPPO NELLE ISOLE DI SAAREMAA E MUHU TANTA NATURA MULINI A VENTO E IL LAGO CREATO DA UN METEORITE L’ARIA È LA PIÙ PULITA AL MONDO I CASTELLI DEI GOURMET Uno dopo l’altro stanno risorgendo tutti gli splendidi manieri estoni. Alcuni hanno legato la loro fama all’alta cucina. Nell’isola di Muhu, il Pädaste Manor, elegante maniero in riva al mare restaurato dal suo nuovo proprietario, l’olandese Martin Breuer, e trasformato in un resort di alto livello, vanta in cucina il cuoco numero uno dell’Estonia. Quel Peeter Pihel che è stato anche fra i relatori di Identità Golose a Milano. Il ristorante si chiama Alexander. Pihel è sostenitore di quella cucina nordica che sta andando per la maggiore, basata su cibi semplici, verdure dell’orto, selvaggina, pescato locale. Elaborati però con grande talento. Un’altra sosta gourmet ospitata in un’aristocratica residenza è il Kau Manor, che si trova a un’oretta d’auto da Tallinn, in direzione del porto di Virstu. Appartiene a un diplomatico in corsa per diventare sindaco di Tallinn, Eerik Niiles. Il ristorante, di ambientazione esotica per via delle riproduzioni dei disegni a carbonicino fatti dal grande esploratore Otto Von Kotzebue (a cui il maniero apparteneva), si chiama Eight Legs. Propone la cucina virtuosa del russo Artur Ovchinnikov, già finalista russo al Bocuse d’Or. Anche il Kau Manor dispone di bellissime camere e suites.
C
hi ha la fortuna di averla visitata durante l’era sovietica, o negli anni immediatamente successivi alla dichiarazione d’indipendenza (20 agosto 1991), oggi rischia di non credere ai propri occhi. Sì, perchè oggi l’Estonia, la più settentrionale delle tre repubbliche baltiche, è tutta un’altra cosa. Cancellato il grigiore di quel periodo cupo e ritrovata l’agognata libertà, il piccolo paese in riva al Baltico, nel frattempo (2004) entrato anche nell’Unione Europea, si presenta oggi come una delle realtà più dinamiche del continente. Basta vedere i grandi passi avanti fatti negli ultimi vent’anni. Un percorso di crescita che, dopo aver subito un rallentamento nel 2008 (in Estonia la crisi ha colpito prima, ma ora è soltanto un ricordo), ha portato il paese verso lo sviluppo di un terziario avanzato, che fa leva sui passi avanti fatti nel settore delle nuove tecnologie. In Estonia il wi-fi è free anche per strada, sui mezzi pubblici, in tutti i locali, i musei, gli edifici pubblici. Una vera e propria rivoluzione, un grande segno di civiltà. Gli estoni votano on line e usufruiscono di molti altri servizi digitalizzati. Sono appena 1.300.000, di cui un terzo russi rimasti dopo la dissoluzione dell’Urss. Un popolo pacifico, che ha ottenuto l’indipendenza nel 1991 manifestando in modo originale: formando una lunga catena umana di persone che cantavano. Una catena che ha raggiunto anche la Lettonia e la Lituania. Singing Revolution, rivoluzione cantata, l’hanno chiamata. Un popolo che ha grandi motivazioni per guardare al futuro con fiducia. La lingua estone appartiene al ceppo ugro-finnico, lo stesso del finlandese. Ed è proprio la Finlandia il paese a cui l’Estonia è tornata a rapportarsi costantemente, sotto il profilo economico ma soprattutto culturale. Gli estoni amano in modo particolare la natura, per questo il loro piccolo territorio sembra quasi un’oasi naturalistica. Vanta il primato dell’aria più pulita del mondo. La capitale Tallinn, principale approccio all’Estonia arrivando con l’aereo o con la nave, già Capitale europea della cultura nel 2011, è un concentrato di Medioevo. Il suo centro storico è patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco. Già città della fiorente Lega Anseatica, che dal XII secolo all’Era Moderna raccoglieva tutte le più ricche città commerciali del Baltico, Tallinn (che tradotto significa “città dei danesi”, ovvero i suoi fondatori) ha costruito le sue fortune sui cereali. Questo persino durante gli ultimi anni del “soviet time” (come chiamano qui il periodo di occupazione
SOPRA: UN’IMMAGINE DELLA PIAZZA DEL MUNICIPIO SEMPRE ANIMATA; PIÙ SOTTO UN BANCHETTO MEDIEVALE E UN GIOCOLIERE IN COSTUME D’EPOCA. PIÙ A DESTRA IL CASTELLO DI KURESSAARE, IL SOMMERGIBILE LEMBIT E IL CRATERE FORMATO QUATTROMILA ANNI FA A KHAALI DA UN GRANDE METEORITE. IN ALTO: I MULINI DI ANGLA, UNA VEDUTA DI TALLINN E TORRI LUNGO LE MURA DI CINTA DELLA CITTÀ VECCHIA. PIÙ SOTTO LA TORRE DELLA TELEVISIONE INAUGURATA NEL 1972.
sovietica), quando proprio a Tallinn venne costruito il grande terminal per farvi confluire il frumento americano e canadese destinato a sfamare le repubbliche dell’Urss in difficoltà di approvvigionamenti. Sempre nello stesso periodo (1980), Tallinn ospitò le gare di vela dei Giochi Olimpici di Mosca, quelle boicottate da molti paesi occidentali per l’invasione sovietica dell’Afghanistan. E a quel periodo risale la costruzione più alta della città: la torre della televisione, 170 metri. Dalla sua sommità, che ospita un ristorante panoramico, si può godere di un’impagabile vista della costa estone. Tallinn è un gioiello medievale perfettamente conservato, tanto che sullo sfondo di torri di guardia, mura, palazzi e case dalla facciata molto appuntita (nello stile architettonico in voga nel Medio Evo da queste parti) la città ha costruito il suo brand turistico. Facendo rivivere il Medio Evo attraverso minuziosi restauri, animazioni di strada, locali a tema (l’Olde Hansa, forse il più famoso, ha persino riprodotto stoviglie, bicchieri e altri oggetti dell’epoca utilizzati nel ristorante per venderli ai turisti come originale souvenir). Il centro storico di Tallinn, dove persino durante l’era sovietica sono stati girati molti film (una settantina), va raccontato palazzo per palazzo, chiesa per chiesa (c’è persino una cattedrale ortodossa), leggenda per leggenda. Il punto più ambito della città è il
belvedere da cui durante le notti bianche (che durano fino a Ferragosto) si può ammirare il porto stagliato nella luce color indaco dell’infinito crepuscolo baltico. Un’immagine di struggente bellezza. Tanti sono i luoghi che stregano il visitatore a Tallinn: dalla Torre Margherita all’ingresso della città, alla piazza del municipio, ai palazzi di Toompea, la collina che domina la città con il suo castello. La chiesa di Sant’Olav, con la sua guglia, è stata fino al 1625 l’edificio più alto del mondo. Da non perdere la chiesa di San Nicola dove è conservata l’unica bibbia del mondo per analfabeti. Ma sono belli da vedere anche anche i quartieri periferici, alcuni dei quali (come Kalamaia) conservano le antiche case di legno. Sembra sia nata a Tallinn nel 1441 l’usanza dell’albero di Natale. Da visitare anche l’interessante Museo Navale, dove si può salire a bordo del sommergibile Lembit. E si respira futuro nella galleria Art Design che raccoglie le opere creative di numerosi giovani artisti e designer. Una tappa ineludibile per gli amanti di storia contemporanea è il Patarei, il museo delle ex carceri, dove sono stati rinchiusi anche i dissidenti del regime sovietico e dove l’ultima esecuzione risale al 1991. Un viaggio in un inferno dantesco... E tanto per rimanere in tema va visto il Museo
del Kgb allestito all’Hotel Viru: si entra nella stanza dove i sovietici ascoltavano tutte le registrazioni delle conversazioni dei clienti stranieri carpite attraverso “cimici” nascoste nelle camere dell’albergo internazionale. Un sistema di sofisticato spionaggio attivo dal 1972 al 1991. In Estonia sono meta turistica anche le isole. Muhu è famosa per il suo villaggio etnografico Koguva, un museo all’aperto fatto di vecchie case tradizionali con tetti di paglia tuttora abitato da pescatori. Anche a Saaremaa la natura è incontaminata. La capitale Kuressaare è una cittadina linda piacevole da girare in bicicletta, dominata da un castello che ospita un interessante museo sulla storia antica e recente dell’Estonia. Da vedere i grandi mulini a vento di Angla, simili a quelli olandesi: venivano utilizzati per macinare le granaglie. A Khaali si rimane a bocca aperta davanti alle dimensioni del cratere provocato dalla caduta di un meteorite quattromila anni fa. Il peso dell’asteroide era l’equivalente di otto tonnellate di ferro. Una visita la merita anche la fattoria Good Kaarma dove una giovane coppia inglese produce saponi naturali. E infine non bisogna dimenticare di fare un salto alle terme. Quelle estoni sono rinomate e ripropongono la ritualità che ha reso celebri quelle finlandesi. Per altre informazioni sull’Estonia: www. visitestonia.com
26 Concerti e non solo Concerti e non solo 33
mille e ancora mille...
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pagina a cura di graziano edi corazza
un viaggio spettacolare tra circo, danza e teatro in provincia di venezia per tutto luglio 2013
’ partito CIRCOVAGANDO, progetto che nasce come sviluppo di “Che Spettacolo in Provincia di Venezia”, ideato e organizzato da Arteven nell’ambito della programmazione estiva di Reteventi Cultura – Provincia di Venezia Assessorato alla Cultura per l’Accordo di programma Regione del Veneto – Province del Veneto. L’edizione 2013 grazie alla collaborazione con le rispettive Amministrazioni Comunali porterà cultura per il turismo, svago e divertimento nelle città di CAMPONOGARA, CAVARZERE, CHIOGGIA, CONA, FIESSO D’ARTICO, FOSSALTA DI PORTOGRUARO, MARTELLAGO, MIRANO, NOALE, SAN STINO DI LIVENZA, SCORZÈ, SPINEA, STRA, TORRE DI MOSTO e VIGONOVO. A luglio i quindici Comuni coinvolti ospiteranno un nutrito calendario di performance dal vivo che animeranno l’estate di grandi e piccini, cittadini e turisti con spettacoli dal circoteatro internazionale alla commedia, dalla musica alla danza contemporanea. Circovagando 2013 è su www.arteven.it e www. culturavenezia.it. Nello specifico: FOSSALTA DI PORTOGRUARO. Il 25 luglio la rassegna si chiude con Compagnia Naturalis Labor in NOCTURNO TANGO Spettacolo di tango, danza y musica dal vivo. CHIOGGIA. PETER PAN (25 e 26 luglio). Per i più piccoli il 22 luglio STORIE DI ORCHI LUPI E STREGHE IN GIRO PER L’ITALIA, 29 luglio UNA FIABA CI UNIRÀ. SPINEA. Primo appuntamento all’Oratorio Santa Maria Assunta il 22 luglio alle ore 21.15 con la COMPAGNIA LA SCATOLA ROSSA che presenta LUX progetto vincitore del concorso Cantieri di Strada 2013 – Sezione “Di Piazza in PIazza” Premio Giovanna Bolzan indetto da FNAS Federazione Nazionale Artisti di Strada. Nell’Arena Villaggio dei Fiori - ingresso gratuito - il 24 luglio ore 21.15 appuntamento con la COMPAGNIA ALDES ROBERTO CASTELLO in SCENE DA UN MATRIMONIO performance di una stralunata e divertente festa di nozze. CAVARZERE - Piazza del Donatore 19 luglio ore 21.15 Compagnia Città Murata ARSENICO E VECCHI MERLETTI Commedia brillante di Joseph Kesserling regia di Ermanno Reffo con Sara Favero, Ermanna Terzo, Roberto Scodro, Enrico Pegoraro, Ottavio Di Leoni, Nicola De Palma, Davide Bregolato, Paolo De Santi, Stefano Sbrignadello, Nicola Perin e Armando Marcolongo. MARTELLAGO – Piazza Giotto di Maerne 19 luglio ore 21.15 Teatro Necessario CLOWN IN LIBERTÀ Concerto interrotto da divagazioni comiche o spettacolo di clownerie con musica di e con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini e Alessandro Mori. SPINEA – Oratorio Santa Maria Assunta 22 luglio ore 21.15 Biblioteca Comunale - Parco Di Villa Simon
Compagnia La Scatola Rossa LUX progetto vincitore del concorso CANTIERI DI STRADA 2013 Sezione “Di Piazza in Piazza” Premio Giovanna Bolzan indetto dalla FNAS Federazione Nazionale Artisti di Strada scrittura scenica e regia di Valentina Rosati con Juriy Longhi, Giulia Piermattei elementi scenici e costumi di Marianna Peruzzo. FIESSO D’ARTICO - Piazza Marconi 23 luglio ore 21.15 Milo e Olivia KOLÒK I terribili vicini di casa… Spettacolo di teatro tra il comico e il poetico di e con Olivia Ferraris e Milo Scotton regia di Philip Radice. SAN STINO DI LIVENZA - Piazza Aldo Moro 24 luglio ore 21.15 La Piccionaia – I Carrara Teatro Stabile di Innovazione DUE ALLEGRI VAGABONDI Stupore fame e fantasia ai tempi della Grande Crisi progetto teatrale di e con Igi Meggiorin e Marco Artusi testo di Maril Van Den Broek, Igi Meggiorin e Marco Artusi regia di Maril Van Den Broek. SPINEA – Arena Villaggio dei Fiori 24 luglio ore 21.15 Compagnia Aldes Roberto Castello (danza) SCENE DA UN MATRIMONIO Performance di una stralunata e divertente festa di nozze progetto di Roberto Castello con Roberto Castello/Fabio Pagano, Alessandra Moretti/Irene Russolillo, Mariano Nieddu. CAVARZERE – Piazza del Donatore 25 luglio ore 21.15 Ensemble Vicenza Teatro LA LOCANDIERA Commedia brillante di Carlo Goldoni libero adattamento e regia di Roberto Giglio con Irma Sinico, Claudio Manuzzato, Roberto Giglio, Alessandro Bonollo, Franco Zamberlan e Fabio Festival. FOSSALTA DI PORTOGRUARO – Villa Mocenigo 25 luglio ore 21.15 Compagnia Naturalis Labor NOCTURNO TANGO Spettacolo di tango, danza y musica dal vivo regia e coreografie di danza di Luciano Padovani musiche di Piazzolla, Di Sarli, De Angelis, Pugliese, Stamponi, Bardi, musica dal vivo de Trio Lumière de tango. CHIOGGIA – Chiostro Museo San Francesco 25 e 26 luglio ore 21.15 Il Gruppo del Lelio PETER PAN
Le divertenti avventure di un piccolo grande bambino di Angelo Lelio - da J. M. Barrie musiche di Michele Gregori con Angelo Lelio, Fabia Ceccon, Floriana Libassi, Paolo Bertoncello. STRA – Piazza Marconi 26 luglio ore 21.15 Nando e Maila SCONCERTO D’AMORE Spettacolo di gags, acrobazie aeree, giocoleria e prodezze musicali di e con Ferdinando D’Andria e Maila Sparapani, collaborazione artistica Marta Dallavia, Carlo Boso, regia di Luca Domenicali. CAMPONOGARA - Piazza Salvo D’Acquisto 26 luglio ore 21.15 Nicola Cazzalini e Nemo CUBO Un mondo in…scatola di Nicola Cazzalini, scenografie di Riccardo Bianchi - musiche originali di Umberto Bellodi. MIRANO - Piazza Vittorio Emanuele II 27 luglio ore 19.00 Ca’ Luogo d’Arte L’INEVITABILE SFIDA DI DON CHISCIOTTE E SANCHO PANZA Incontro con il cavaliere dalla triste figura e il suo scudiero testo di Marina Allegri con Alberto Branca e Massimiliano Grazioli regia di Maurizio Bercini. SCORZÈ - Piazza Aldo Moro 30 luglio ore 21.15 Ca’ Luogo D’Arte LA DRITTA VIA La divina commedia in sidecar testo di Marina Allegri con Francesca Grisenti, Alberto Branca e Piergiorgio Gallicani regia di Maurizio Bercini. FIESSO D’ARTICO - Piazza Marconi 31 luglio ore 21.15 Teatro Due Mondi CAROSELLO Parata di una allegra e sgangherata banda di uomini - animali con Mario Barzaghi, Monica Camporesi, Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Renato Valmori regia di Alberto Grilli - musiche originali e direzione musicale di Antonella Talamonti
tre date estive 2013 nel veneto per niccolo’ fabi niccolò fabi candidato ai “nastri d’argento 2013” con il brano “il silenzio”
A
conferma di un anno artistico molto importante, arriva per Niccolò Fabi anche la candidatura ai Nastri D’Argento con “Il Silenzio”, brano scritto con i Mokadelic per il film “Pulce non c’è”, in lista come Miglior Brano Originale. “Il Silenzio” fa parte della colonna sonora di “Pulce Non C’è”, film tratto dall’omonimo libro di Gaia Raineri. Scritto e diretto da Giuseppe Bonito (candidato come miglior regista esordiente), sarà nelle sale cinematografiche dopo l’estate e, partendo da una storia vera, tratta il delicatissimo tema dell’autismo. “Il silenzio è una canzone che è nata dentro il film. E’ la naturale continuazione della colonna sonora originale scritta dai Mokadelic, gruppo con cui ho suonato per molti anni. - dice Niccolò Fabi -. Non è un brano tirato fuori da un cassetto, ma una canzone che è nata naturalmente, ascoltando la storia ed entrandoci dentro. Il film è molto bello ed ho pensato ci potesse essere una chiave interessante anche per raccontarlo con una canzone.” Mercoledì 31 Luglio 2013 Verona – Verona Folk Festival Parco Castello di Zevio Piazza Castello, Zevio (Verona) Giovedì 1 Agosto 2013 Treviso – Suoni di Marca Festival Giovedì 22 Agosto 2013 Noventa di Piave (VE) – McArthurGlen Outlet Via Marco Polo, 1
superaffollamenti e strade intorno nel caos del traffico
i grandi concerti all’aperto per ventimila persone e ripeterli piÙ volte come si fa con Quelli teatrali
C
hi ha visto più di qualche live all’aperto con cinquantamila o centomila o centocinquantamila persone ha vissuto una esperienza unica. Si parte al mattino per giungere presto là e prendersi dei posti sul prato; possibilmente il più vicino al palco. Si arriva là prima anche perché bisogna disperatamente guardarsi intorno per vedere dove parcheggiare l’automobile; dove ci sono i “park auto” con lì pronti i bus-navetta. Per chi viaggia in treno e non ha particolari problemi per il giorno dopo, la ferrovia è il mezzo di trasporto più valido per andare ai concerti all’aperto dove si attendono migliaia di persone. Una volta giunti alla stazione d’arrivo, c’è sempre un ottimo servizio di bus di linea o i bus-navetta che conducono fino alla vicinanza del campo erboso. Il penultimo grosso concerto all’aperto al quale
sono andato in macchina è stato a Mestre: il Jam Festival - parco San Giuliano, tre anni fa. L’ultimo: quello del 31 maggio 2013: Bruce Springsteen a Padova - stadio Euganeo. Il caos del traffico circostante la zona del concerto è stato anch’esso unico. Macchine ed autobus: a passo d’uomo... a passo di formica... Bus-navetta strapieni... Sorvolo il problema di dove e come ho parcheggiato e vado a motivare una idea che mi è venuta tornando a casa da quest’ultimo concerto all’aperto. Va bene il Festival Rock od il “Big Concert” allo stadio, ma sarebbe da organizzarli con ripetuti concerti-replica, come si fa per le stagioni teatrali o per alcuni concerti nei palazzetti dello sport. Ovvio che la “star” dovrebbe ridursi il cachet... Ma ne godremmo tutti meglio... Ricordo un concerto degli U2 a Reggio Emilia 15 anni fa...
150 mila persone... e Bono Vox, per chi lo vedeva da lontano, alto 1/4 di mignolo... Già prima di uscire dall’autostrada... una coda... che non vi dico... In effetti le grandi città sono già in crisi dal punto di vista della viabilità e mal sopportano carichi di altre vetture in loco ed affollamenti di decine di migliaia di persone. Si potrebbero, dunque, sì fare i concerti all’aperto, ma ripetendo l’evento durante l’arco della settimana con gli stessi artisti; per esempio: dal giovedì alla domenica; così come si fa per gli eventi teatrali. Al Festival Rock all’aperto potrebbero assistervi: faccio un numero: fino ad un massimo di ventimila persone per giornata. Mettere in piedi un live-concert così non sconvolgerebbe il traffico delle grandi aree urbane e premierebbe gli spettatori con una visione pi ravvicinata dei propri idoli del Rock.
della malattia sulle nostre relazioni; nostro marito non si fida più di noi, è convinto che sia colpa nostra se non riesce più a trovare le
partecipando a momenti di informazione specifici: la conoscenza è importante per affrontare le difficoltà quotidiane (e abbiamo
34 I nostri esperti Assistente Sociale Laura Traversi
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LO SPAZIO DELL’ETICA
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
Natural Family Planning – La Regolazione Naturale della Fertilità (4) Il lavoro pionieristico del professor Josef Roetzer, iniziato 70 anni fa, ha un valore inestimabile, perché promuove il dialogo della coppia, si basa sui dati scientifici inerenti ai segni della fertilità femminile, rispetta la natura dell’uomo e della donna, dà valore al bambino nascituro e nato, è ecologico, è economico. Con tutti questi valori ed esperienze promuove quindi un benessere sociale; se stanno bene le famiglie, c’è più speranza e solidarietà. Il successore scientifico di Roetzer, il medico Rudolf Ehmann, scrive degli aspetti medici e di salute della donna risultanti dalla RNF, presa come un’ATTITUDINE di vita. L’osservazione del ciclo (il lasso di tempo dall’inizio delle mestruazioni fino al giorno che precede le mestruazioni successive) è un punto di PARTENZA per: 1. Cercare una gravidanza.
2. Posticipare, evitare una gravidanza. 3. Rilevare una situazione di infertilità. 4. Intervenire in modo mirato, rispettando le fasi del ciclo, sia per gli esami sia per le cure. 5. Comprendere l’inizio della premenopausa / climaterio. Questi medici, innumerevoli nel nostro Paese, promuovono e appoggiano la conoscenza del ciclo femminile, invece di sopprimerlo con la chimica. Le registrazioni del ciclo forniscono i punti di riferimento per la normalità, quindi anche le deviazioni da questa. I punti di riferimento standard sono: la qualità del muco cervicale, la fase di temperatura bassa che caratterizza la fase preovulatoria, sintomatologia ovulatoria, la fase di temperatura alta che introduce e caratterizza la fase postovulatoria, la tensione mammaria. Poi ogni donna ha
le sue esperienze personali da integrare in questo allo scopo di avere un quadro chiaro della sua fertilità. I cicli corti ma con una fase di temperatura alta normale (da 10 a 16 giorni) possono essere fecondi, solo che il concepimento può avvenire presto nel ciclo. Parimenti i cicli lunghi ma con una fase di temperatura alta normale ( da 10 a 16) giorni possono essere fecondi, solo che il concepimento può avvenire tardi nel ciclo. Nella scuola di Roezer ci sono le registrazioni dei cicli, nei quali il concepimento avvenne dopo il 100 giorno del ciclo. La fase di temperatura alta, chiaramente accorciata (da 9 giorni a meno), può servire come indicazione di una insufficienza luteinica (insufficienza della fase luteale IFL ). Questa anomalia significa che l’utero non fa in tempo a “preparare” lo spessore adatto all’annidamento dell’embrione.
Il professor Josef Roetzer
E’ possibile quindi intervenire dal momento all’interno del ciclo in cui scatta il decorso anomalo. Nel caso dei cicli lunghi e con un’ovulazione tardiva, grazie alle registrazioni del ciclo si può avere la data indicativa del parto. In questo modo si evitano inutili induzioni del parto col rischio di parto prematuro.
La registrazione del ciclo, in modo coerente e secondo una scuola, non una confusione di scuole, ha importanza anche nell’epoca dell’ecografia. Essa rende la donna più consapevole; la aiuta a orientare in modo libero le sue scelte e la rende un aiuto per il suo medico.
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Beyoncé Knowles • Era così sofisticata che guidava con le gambe accavallate. • Fra due amiche: “Non c’è niente da fare, non ci capiamo. Pensa che gli ho detto che non volevo più vederlo!” “E lui?” “Ha spento la luce!” • Una ragazza si lamenta con un’amica: “Incredibile come guidi la gente! Anche oggi ho tamponato tre auto!” • Un camionista si ferma ad un semaforo rosso. Da una macchina dietro di lui scende una bionda che si avvicina al finestrino e gli dice: “Buongiorno, volevo avvertirla che lei sta seminando il suo carico lungo la strada.” In quel momento il semaforo diventa verde e il camionista riparte. Ma al semaforo successivo la scena si ripete. E anche a quello dopo, a quello dopo e a quello dopo ancora. Finché
l’uomo esasperato risponde: “Buongiorno a lei signorina. Mi chiamo Giorgio, siamo in inverno e questo è uno spargi sale.” • La maga ad una giovane ragazza: “Lei sposerà presto un uomo meraviglioso, bello, simpatico e intelligente.” La cliente allora domanda: “E del mio fidanzato cosa ne faccio? • Tra amiche: “Voglio provare a entrare nell’ambiente del cinema!” “Allora c’è una sola cosa che tu devi fare.” “Quale?” “Comprarti un biglietto!” • Sulla spiaggia un ragazzo dice ad una ragazza: “Perché non fai il bagno?” La ragazza: “Ho le mie cose.” E lui risponde: “Vai, che te le tengo io.” • Chi è il portiere della squadra femminile di calcio più forte del mondo? Sara Cinesca.
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IL TUTTO SU UNA CARTA OLEATA. DATEGLI UNA FORMA DI UN PANINO ROTONDO E METTETELO A INDURIRE IN FRIGO QUANDO
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