La Piazza di Padova ovest - 2012lug n98

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di Padova Ovest

www.lapiazzaweb.it

Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 98

Sanità Altra sforbiciata da settecento milioni di euro pag.

Villafranca A Ronchi lavori ultimati entro settembre

4-5

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Provincie Anche Padova nella lista degli enti da riordinare

8

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EDITORIALE

Cambia il clima, dobbiamo cambiare anche noi

LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010

A VILLAFRANCA CABINE D’ARTISTA

Grazie ad un accordo tra l’Amministrazione comunale ed Enel due artisti hanno ottenuto il consenso di abbellire il territorio attraverso la realizzazione di tre “affreschi” su altrettante centraline della corrente dislocate tra Via Bachelet , il quartiere Ana e Via Matteotti . L’effetto è di tutto pregio pag. 8

BENE L’EXPORT MA LA CRISI C’È ANCORA

Nonostante la crisi economica Padova e il Veneto continuano a guardare con fiducia ai mercati esteri. Ma la contrazione industriale non accenna a fermarsi e fa registrare un nuovo calo. Le luci e le ombre sul sistema impresa padovano, fotografato come ogni anno, da Confindustria pag. 22

di Mauro Gambin*

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Mestrino chiede un presidio permanente dei vigili Selvazzano e Cervarese contrarie. Mingardo: “Un presto per sciogliere il Consorzio”

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roppi incidenti sulla regionale 11 e troppo alto il sacrificio di sangue per lasciare cadere il problema o archiviarlo come una triste fatalità. Solo nelle ultime settimane ben tre ragazzi, sotto i venticinque anni, hanno perso la vita falciati dai mezzi in transito, un problema da tempo evidente a tutti ma che pere non trovare soluzione. Sulla pericolosità del nastro d’asfalto si è recentemente espresso anche il sindaco di Mestrino, Marco Valerio Pedron, che infatti insieme al sindaco di Rubano, Ottorino Got-

tardo, e a quello di Veggiano, Anna Lazzarin, si è reso protagonista di una richiesta che a dire il vero non ha raccolto molto consenso. Al Consorzio di polizia locale Padova Ovest, infatti, è stata chiesta la chiusura la sede di Rubano per spostarla a Mestrino che in compenso non chiederebbe alcun canone di affitto. Se la stessa operazione venisse fatta anche a Selvazzano dalle casse dei municipi consorziati si eviterebbe di far uscire la cifra tonda di quasi settanta mila euro l’anno. Secondo il primo cittadino di Mestrino la

presenza costante dei vigili nel suo comune fungerebbe sicuramente da detraente ai tanti comportamenti pericolosi che sono la vera causa degli incidenti che puntualmente accadono. Richiesta che ha ricevuto il secco “no” da parte delle amministrazioni di Selvazzano e Cervarese Santa Croce ma che ha ricevuto anche il biasimo da parte del consigliere leghista del comune di Rubano, Gianluca Mingardo, che nella richiesta ravviserebbe solo la volontà dei tre comuni di mettere la parola pagg. 6 fine al Consorzio.

L’Intervento

Il Veneto cresce se nel rigore c’è più Europa di Franca Porto*

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provvedimenti del Governo di revisione della spesa pubblica che seguono quelli per la sua riduzione pongono ancora in maggior evidenza il nodo del Patto di Stabilità interno, cioè del vincolo che impone a tutti gli enti autonomi della Repubblica e non solo allo Stato centrale limiti precisi di spesa e di indebitamento. *Segretaria Cisl Veneto

continua a pag.

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l clima cambia e non è più una cosa che ci può lasciare indifferenti. Qualche anno fa all’esperto in meteorologia che annunciava un brusco innalzamento delle temperature, a causa dell’effetto serra, di solito replicava lo storico climatologo sostenendo che si trattava di una cosa normale, in quanto il clima della Terra è in continua mutazione. 35 milioni di anni fa, del resto, i colli Berici e quelli euganei erano rispettivamente una barriera corallina e degli atolli che spuntavano da un mare caldo popolato da pesci tropicali. Dunque a chi dei due dare ragione? All’esperto meteorologo, perché appurato che le temperature cambiano anche noi dobbiamo cambiare. Fino a 150 anni fa una stagione siccitosa poteva innescare brutali carestie che nei piccoli comuni davano luogo ad ondate di morte per fame, è stata l’agricoltura intensiva e lo sviluppo dei commerci a rendere le emergenze meno esiziali e a dissociare dal clima le esigenze alimentari. Oggi però che su buona parte degli ettari coltivati a seminativi nella nostra regione è rimasta stecchita per il grande caldo, magari nessuno avrà percepito il pericolo della “fame”, definitivamente debellata in occidente ome la peste o il colera, ma un pensiero ai rincari che si prospetteranno credo sia passato per la testa di tutti. continua a pag. 3

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EDITORIALE

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Cambia il clima, dobbiamo cambiare anche noi

Villafranca

ARRESTATI 3 BABY SPACCIATORI

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La crisi, del resto, ci ha resi molto sensibili anche agli umori di Scipione, Caronte e Minosse visto che hanno comportato perdite importanti, stimate seppur approssimativamente dalle associazioni di categorie in diversi milioni di euro. Un colpo pesante per un settore dal quale ci si aspettava molto per contenere gli effetti della crisi. Ma la siccità non si è mica vista solo sui campi, è mancata anche l’acqua. Nelle scorse settimane alcuni sindaci del bellunese hanno emesso delle ordinanze per proibirne l’uso a scopi irrigui o per lavare l’auto e le stesse ordinanze sono state auspicate da un Ulss del veneziano anche se l’acqua non è mancata, per evitare il diffondersi della salmonella, visto l’alto inquinamento registrato dall’Ulss nei canali. La crisi ci spaventa, preoccupa la penuria di denaro liquido. E la mancanza d’acqua? Dovrebbe preoccupare altrettanto. Secondo alcuni economisti dalla crisi si uscirà proprio quando la società, e non solo la politica, comincerà a correggere le conseguenze di decenni di percezioni errate nate dalla retorica di uno sviluppo imperniato sul consumo e si affermerà invece la consapevolezza che non è più possibile permettere lo spreco. Se è vero che una nuova epoca comincerà con quel cambiamento di mentalità che permetterà di ritenere opportunità quelle cose fino a ieri non lo erano mai state, forse allora sono da applaudire quegli agricoltori italiani c’è chi al posto del mais o della soia hanno iniziato a coltivare piante per le spezie, banane e manna, senza aspettare che cada dal cielo. Mauro Gambin - direttore@lapiazzaweb.it

Arrestati tre spacciatori di Ronchi di Campanile, oggi sono maggiorenni ma al tempo dei reati contestati non avevano ancora compiuto 18 anni. Quindi a tutti gli effetti si trattava di una “Baby band” che aveva messo su un discreto giro di affari spacciando hashish e marijuana, ma anche eroina, in un’area compresa tra Mestrino, Campodoro, Bosco di Rubano e Taggì di Sotto. Per le forze dell’ordine non è stato semplice prenderli sul fatto, in quanto per i loro affari sceglievano sempre posti diversi e la consegna della droga non avveniva mai in concomitanza del pagamento della stessa. Cadoneghe pro terremotati

CONSEGNATI AIUTI A DUE AGRICOLTORI

L’iniziativa era partita in occasione della tradizionale Festa della Trebbiatura organizzata dal Gruppo “Nove Raìse” in collaborazione con il Comune di Cadoneghe. La raccolta di fondi a favore del Comune di Moglia, in provincia di Mantova, una delle zone più colpite dal recente sisma, ha dato i suoi frutti. Il mese scorso una delegazione composta dagli assessori Michele Schiavo e Denis Giacomini e dal presidente del gruppo Nove Raise Fabio Bilato si è recata in visita nel Comune lombardo per consegnare a Francesco Truzzi e Claudio Artifoni, titolari di due aziende agricole fra le più danneggiate dal sisma, i duemila euro raccolti. Gli aiuti sono stati indirizzati sulla base delle indicazioni fornite dallo stesso Comune di Moglia

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Controlli a tappeto sul traffico pesante pag. 9

Questa edizione raggiunge le zone di Limena, Rubano, Villafranca per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

REDAZIONE:

Direttore responsabile

MAURO GAMBIN direttore@lapiazzaweb.it ORNELLA JOVANE o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 luglio 2012 CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL LORETO, VIA BRECCIA (AN)

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Anche il pellet entra nel circuito dei Gas

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Provincia

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Stagione perfetta per il Mestrino della Pallamano pag.

Cresce il numero di chi denuncia disavventure pagg. 26-27

SOCIALE

Cresce il numero dei casi di violenza sulle donne

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MOSTRE

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A Villa Pisani una mostra sulla nobiltà del lavoro pag. 31

Rubano, caso di Stolking

ARRESTATO PER LE SCENATE ALLA EX

E’ stata fissata per il prossimo ottobre la prima udienza del processo che vede coinvolto Maurizio Gatto di Rubano, finito in manette per stalking dopo essere stato denunciato dalla sua ex fidanzata vittima dell’ennesima aggressione verbale. I primi atti della vicenda vanno fatti risalire a quando la storia tra i due è finita dal punto di vista sentimentale e per la donna è iniziata una vera e propria vessazione in quanto a qualunque ora del giorno e della notte era oggetto di scenate da parte di Gatto. L’uomo in passato è stato denunciato anche per altri micro-reati. Vigonza, siglato l’accordo

UN PATTO PER AIUTARE LE AZIENDE CREDITRICI

Un accordo per aiutare le imprese che vantano crediti dai Comuni padovani in difficoltà per i vincoli del patto di stabilità. Anche Vigonza, insieme ad altri 9 Comuni padovani, ha sottoscritto in Provincia l’accordo per ridurre i costi degli atti necessari alle operazioni di cessione del credito con il presidente del Consiglio notarile di Padova, Roberto Agostini. La collaborazione con i notai si inserisce in articolato meccanismo che punta a sbloccare i soldi attesi dalle aziende. Crediti al momento bloccati che complessivamente superano i 20 milioni di euro. Con un finanziamento di 200 mila euro la Provincia dovrebbe avviare un volano che sbloccherà 8 milioni di crediti. Ad inizio 2012 la Provincia è riuscita a pagare i suoi fornitori grazie alla vendita delle quote autostradali, ma 53 Comuni su 104 sono vincolati dal patto di stabilità. In sostanza, i Comuni soggetti al patto di stabilità , che non riescono a pagare i propri fornitori, possono adottare una delibera con cui aderiscono a una convenzione. Il Comune diventa debitore verso una banca che si farà carico di pagare le aziende per i crediti certificati.


4 Argomento del mese

di Nicola Stievano

Zaia: “Il modello veneto consente già notevoli risparmi, noi avanti così”

Puppato: “Anche da noi ci sono situazioni di spreco e disparità da sanare”

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Luca Zaia e Laura Puppato

Meno posti letto, meno d

a “cura dimagrante” per la sanità veneta costerà quasi 700 milioni e oltre 3.500 posti letto. Salvi i piccoli ospedali e i centri d’eccellenza, nella nostra regione andranno comunque ridotti i costi fissi, tagliati i doppioni, rivisto l’intero sistema di spesa. La scure della “spending review” del governo Monti si abbatte con meno violenza in Veneto perché da un paio d’anni la sanità locale ha già intrapreso il non facile cammino della razionalizzazione, sfociato nella redazione del piano socio sanitario regionale. Ad esempio, sul numero dei posti letto pro - capite il Veneto vorrebbe spingersi anche oltre le decisioni del governo, che abbassa la media da 4,2 posti per mille abitanti a 3,7, portando invece a 3,5 per mille abitanti. Anche sulla riorganizzazione degli ospedali minori la Regione ha fissato degli obiettivi nel nuovo piano socio sanitario che dovrebbero concretizzarsi in significativi ridimensionamenti per strutture che non hanno tutte le caratteristiche dell’ospedale per acuti. Tagli in vista anche per convenzioni con la medicina privata (-1% quest’anno, -2% il prossimo) con un risparmio che dovrebbe aggirarsi sui venti milioni. Ulteriori economie dovrebbero arrivare dalla nuova mappa delle aziende socio sanitarie venete, disegnata proprio per ridurre gli sprechi. Le decisioni del governo sulla revisione della spesa

si tradurranno in ulteriori tagli, in questo contesto? Secondo il governatore veneto Luca Zaia la nostra sanità ha già intrapreso un percorso che va nella direzione del risparmio e dell’efficienza, senza attendere le imposizioni da Roma. Zaia non ha timore di affermare che “siamo la Regione più virtuosa della sanità italiana e ci è riconosciuta la palma di Regione meno “sprecona” del paese. Abbiamo un tasso medio di ospedalizzazione di 7 giorni contro anche 30 in altre Regioni e ciò significa che nei nostri ospedali si cura presto e meglio; da due anni teniamo i conti in attivo senza avere, unici in Italia, l’addizionale Irpef sulla sanità. Non ci sottrarremo ad una spending review anche fatta di lacrime e sangue, - aggiunge Zaia - ma a condizione che venga applicato il modello veneto, quello che consentirebbe di risparmiare molto di più di quanto proposto dal Governo. Quello di Monti-Balduzzi è un piano senza visione strategica, un taglio brutale e insensato che squilibra l’intero sistema sanitario. Infatti, se non si riorganizzano i servizi territoriali, per esempio la medicina di base, si arriva a un taglio orizzontale e quindi cieco, che danneggia esclusivamente il Nord. In nessun punto del piano viene chiesta una revisione profonda del modello organizzativo. Questo comporterà l’affossamento dei modelli virtuosi che rimarranno senza

risorse. Il governo dovrebbe come media per i costi standard quella che si desume dalla sanità veneta”. Ben diversa la posizione di Laura Puppato capogruppo del Pd in Consiglio regionale, che contesta a Zaia di usare due pesi e due misure. “Con il governo Berlusconi, Zaia due anni fa ha accettato senza fiatare un taglio di 400 milioni. Ora con Monti rifiuta ogni trattativa. Un atteggiamento che non possiamo accettare anche perché non è vero che nel Veneto nella sanità pubblica non vi siano differenze eclatanti. Basti pensare alla spesa pro capite, dove sappiamo che in alcune Uls è intorno ai 1400/1500 euro per persona contro i mille di altre. Anche qui, come nel resto d’Italia, vi sono situazioni a macchia di leopardo che vanno sicuramente riviste”. “Perché Zaia si scaglia così tanto contro il Governo Monti? - si chiede il capogruppo dell’Udc Stefano Valdegamberi - In fin dei conti sta introducendo nella sanità il principio dei “costi standard”, tanto auspicato anche dalla Lega, ma rimasto sempre inattuato. Pensiamo al programma di razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi. Non resta che augurarci tutti che finalmente il modello arrivi anche nelle Ulss, dove troppo spesso a fare il prezzo è “l’amico dell’amico”. Le forniture sanitarie hanno rappresentato per anni un luogo privilegiato per la corruzione”.

LE SPESE IL CAPOGRUPPO DEL PDL DARIO BOND

“Da noi siringhe a 2-3 centesimi”

A

l Veneto l’introduzione dei costi standard non fa paura. Ne è convinto il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond, il quale ricorda come nelle Uls della nostra regione il monitoraggio della spesa sia diventato trimestrale, mentre la tracciabilità dei presidi sanitari ha fatto passi da gigante. “Ho chiesto a campione dei dati ad alcune Ulss del Veneto - aggiunge il capogruppo del Pdl - e i numeri ci danno ancora una volta ragione. Una siringa monouso sterile con ago costa dai due ai tre centesimi, a seconda della tipologia, contro una spesa massima che in altre parti d’Italia arriva anche a 70 centesimi, un ago ipodermico meno di un centesimo, mentre un inserto di tibia per protesi non cementata 194 euro contro un massimo rilevato di circa 2500 euro in altre parti d’Italia. Qui da noi, poi, il costo della giornata alimentare è mediamente sotto i dieci euro. I numeri riguardanti altre realtà del Paese sono di gran lunga superiori e difficili da giustificare. Detto questo - conclude Bond - non possiamo far finta che il Veneto sia uguale alle altre regioni. I numeri parlano chiaro: per questo dobbiamo andare a Roma con gli economi delle nostre Ulss e dire che non siamo disposti a farci massacrare”.

“È IMPOSSIBILE CHE LA MARMELLATA L’ABBIA RUBATA IO!”

Photo: Kate Holt/Eyevine/ActionAid

SANITÀ VENETA La revisione della spesa varata dal Governo Monti impone una cura dimagrante e porta l’entità dei tagli a quasi 700 milioni di euro. Salvi tutti gli ospedali, ma ora vanno riorganizzati posti letto e singoli servizi. Anche alla luce del nuovo piano socio sanitario l’intera rete ospedaliera va rivista e sono almeno 3500 i posti letto da eliminare

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Argomento Mondo delscuola mese 11 5 Cosa cambia a Padova e provincia

doppioni e più risparmio Il caso Dissipati i timori di chiusura di una realtà unica nella regione

Nessun rischio per l’Istituto Oncologico Veneto di Nicola Stievano

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antasanità”, così il professor Pier Carlo Muzzio direttore generale dell’Istituto oncologico veneto di Padova, ha chiosato l’ipotesi di chiusura del centro d’avanguardia nazionale emersa da una prima bozza del decreto sulla “spending review”. Di fronte all’ipotesi di tagliare i piccoli ospedali, tramontata poi nell’arco di 24 ore con l’approvazione del testo definitivo, sembrava infatti che vi rientrasse anche l’Istituto Oncologico Veneto, da sette anni un faro nella sanità locale per la cura dei tumori. Nell’elenco delle 154 strutture ospedaliere c’era infatti anche lo Iov, ma a quanto pare si è trattato di un clamoroso errore, perché non stiamo parlando di un ospedale come gli altri ma di un istituto molto particolare. Inoltre i dati riportati risalgono a cinque anni fa, tanto che oggi lo Iov conta 121 posti letto, uno in più del limite fissato dal governo. Quello ospitato all’ex ospedale Busonera di Padova è l’unico Irccs (Istituto di ricovero e cura di carattere scientifico) specificatamente dedicato alla cura dei tumori in del Veneto, istituito con Legge regionale del Veneto n. 26 del 22 dicembre 2005, quale “ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, operante in conformità con gli obiettivi della programmazione sanitaria regionale”. Il riconoscimento a Irccs è arrivato dal ministero della Salute con un decreto del 18 marzo 2005. Significa che lo Iov non è un semplice ospedale ma un servizio che affianca alle prestazioni di ricovero e cura di alta specialità un’intensa attività di ricerca. Anche il semplice criterio del numero dei posti letto salta per questo genere di struttura, per la quale vengono tenute in considerazione altre variabili, a partire dalla qualità dell’assistenza e dal valore della ricerca. Allo Iov lavorano 577 operatori sanitari, di cui 382 dipendenti e 195 con contratti di collaborazione . Ogni anno vengono eseguite oltre 350 mila prestazioni ambulatoriali e ben duemila interventi chirurgici.

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Ma Piove di Sacco è a rischio

Nuovo ospedale scelta irreversibile “I

l nuovo ospedale di Padova è una scelta irreversibile”: l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto non ha dubbi ma nella città del Santo non mancano le perplessità sull’effettiva disponibilità di fondi necessari per la costruzione del nosocomio. A sollevarle non sono solamente gli avversari politici dell’amministrazione regionale ma anche la stessa Università patavina. Intanto a Piove di Sacco si teme per il ridimensionamento e la chiusura di alcuni reparti. Se da una parte il Governo ha “salvato” i piccoli ospedali dall’altra ha posto dei tetti minimi per il mantenimento di alcuni servizi. Ad esempio il punto nascite di Piove di Sacco potrebbe avere il destino segnato perché non raggiunge il numero minimo di parti previsto. Eppure qualche settimana fa l’Uls 16 aveva annunciato un potenziamento di ostetricia e ginecologia a Piove di Sacco per “trasferire” da Padova, alla prese con l’opposto problema del sovraffollamento, i parti non a rischio. La partita, dunque, è ancora aperta e in tanti, soprattutto a Piove, sono pronti a difendere con tutti i mezzi il proprio ospedale. Tornando a Padova e al nuovo nosocomio, sul quale da tempo di discute e si litiga, l’assessore Coletto annuncia un fondo specifico per gli investimenti in sanità. “Il cammino verso la realizzazione del nuovo nosocomio patavino – aggiunge Coletto - è irreversibile, ma andrà accompagnato, come stiamo già facendo, da un grande lavoro per convogliare sull’opera finanziamenti da varie fonti, pubbliche e private. La Regione farà la sua parte, così come sarà fondamentale l’apporto delle fondazioni bancarie che, storicamente vicine alla sanità veneta, sono certo saranno disponibili ad esserlo anche in questo frangente. Non escludiamo nemmeno di ricorrere, per una parte, alla finanza di progetto, con caratteristiche realisticamente sostenibili nel tempo. Escludiamo tassi in doppia cifra come avvenuto in passato”. Dall’opposizione arrivano però le critiche. Secondo Antonino Pipitole, consigliere regionale dell’Italia dei Valori, l’ospedale “E’ un bel progetto, ma non ci sono i soldi. È dal settembre 2010 che ripetiamo che del nuovo ospedale di Padova l’unica certezza sono le cortine fumogene. Prima il rebus sulla localizzazione, poi studi e analisi che non saltavano fuori, poi le solite catene di annunci e finte scelte. Tanti intoppi che portavano tutti al grande buco nero: l’assenza del progetto finanziario. Perché qui ci vuole chiarezza, non numeri in libertà. Sono veri i 650 milioni di euro indicati per la nuova struttura? Come metterli assieme? E il balletto di cifre sul complesso del Sant’Antonio? La realtà - conclude Pipitone - è che di soldi nei cassetti non ce ne sono e di idee per come reperirli nemmeno. Ci vorrebbe un business plan preciso al centesimo, con cifre esatte e modalità plausibili”. Preoccupato anche il rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria, che chiede alla Regione di fare pressioni sul ministero della Salute. Dei 646 milioni di costo base per un costruire in quattro anni un policlinico universitario di livello europeo, sono disponibili 35 milioni. Tutti gli altri dovranno essere trovati in tempi rapidi, altrimenti l’ospedale a Padova Ovest resterà una chimera.


6 Rubano-Limena Regionale 11 Nelle ultime settimane hanno perso la vita tre giovani sotto i 25 anni

Mestrino chiede il presidio permanente dei vigili Selvazzano e Cervarese contrarie. Mingardo è un presto per sciogliere il Consorzio

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roppi incidenti sulla regionale 11 e questo caso non è possibile spostarla in troppo alto il sacrificio di sangue per quanto le fermate devono rispondere ai lasciare cadere il problema o archiviarlo contenuti dell’articolo 352 del codice della strada che prevede una distanza dagli incrocome una triste fatalità. Solo nelle ultime settimane ben tre ci di almeno 20 metri. In entrambe le circostanze suggerite, ragazzi, sotto i venticinque anni, hanno perso la vita falciati dai mezzi in transito, ossia vicino al municipio o alla piazza del un problema da tempo evidente a tutti ma mercato, tale distanza non verrebbe rispetche pere non trovare soluzione. Sulla perico- tata. In città del resto non risulta facile trolosità del nastro d’asfalto si è recentemente vare spazi che garantiscono i quasi ottanta metri necessari per espresso anche il le manovre per le sindaco di Mestrino, Chiudere Rubano, fermate dei mezzi Marco Valerio Pedron, aprire a Mestrino pubblici, pertanto il chiedendo la realizza- che in compenso zione di isole pedonali non chiederebbe alcun presidio della regionale da parte dei vigima ciò, gli è stato canone di affitto li è sembrato al primo spiegato, inficerebbe cittadino uno dei punti per i quali sarebbe il passaggio dei carichi eccezionali. Neanche per le strettoie, rappresentate possibile fare qualcosa subito. Infatti insiedalle piazzole per la fermata degli autobus, me al sindaco di Rubano, Ottorino Gottardo, non c’è speranza. Quella esistente, vicino e a quello di Veggiano, Anna Lazzarin, si è all’hotel La Loggia, è collocata proprio sul reso protagonista di una richiesta che a dire punto più stretto della strada ma anche in il vero non ha raccolto molto consenso.

Il sindaco di Mestrino, Marco Valerio Pedron, quello di Rubano, Otorino Gottardo, e quello di Veggiano, Anna Lazzarin Al Consorzio di polizia locale Padova Ovest, infatti, è stata chiesta la chiusura la sede di Rubano per spostarla a Mestrino che in compenso non chiederebbe alcun canone di affitto. Se la stessa operazione venisse fatta anche a Selvazzano le casse dei municipi consorziati si eviterebbe di far uscire la cifra tonda di quasi settanta mila euro l’anno. Secondo il primo cittadino di Mestrino la

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presenza costante dei vigili nel suo comune fungerebbe sicuramente da detraente ai tanti comportamenti pericolosi che sono la vera causa degli incidenti che puntualmente accadono. La richiesta, tuttavia, ha ricevuto il secco “no” da parte delle amministrazioni di Selvazzano e Cervarese Santa Croce e anche il biasimo da parte del consigliere leghista del comune di Rubano, Gianluca Mingardo, che

nella richiesta vi ha ravvisato solo la volontà dei tre comuni di mettere la parola fine al consorzio e formare tra loro una nuova unione. Il tema della sede, infatti, è materia di contesa tra i consorziati da diverso tempo e malgrado questo rimane comunque lontano dall’essere completamente definito.

In breve Limena. Le quarte abbandoneranno via Beato Arnaldo Novità per la scuole elementare Petrarca. Quest’anno, infatti, prenderà avvio il progetto sul quale l’Amministrazione comunale ha investito parecchio, con l’obbiettivo di unificare in un’unica sede tutte le classi del presso scolastico. Infatti fino ad ora le classi quarte insieme alle due quinte erano state confinate nell’edificio che ospita le medie in via Beato Arnaldo ma ora, grazie ad un intervento che ha reso possibile il recupero di due locali, le quarte classi verranno “messe sotto lo stesso tetto” della altre sei del triennio. In oltre è stata attrezzata un’aula informatica che sarà a disposizione anche dei corsi serali.

Rubano. Defibrillatore per le società sportive Dopo la morte sul campo del campione della Pallavolo, Vigor Bovolenta, e quella del calciatore del Livorno, Piermario Morosini, è stata sentita da diverse società sportive la necessità di munire l’impianto sportivo in uso, a prescindere dalle discipline, di un defibrillatore, in quanto potrebbe essere essenziale nel caso un giocatore venisse compito da arresto cardiaco. Un’esigenza non sempre assecondabile visto gli alti costi dell’attrezzatura e le scarse risorse di cui di solito dispongono i sodalizi sportivi ma per quanto riguarda le associazioni di Rubano un primo soccorso è arrivato dal dottor Giovanni Cirilli, della farmacia comunale di Sarmeola, che ha recentemente acquistato un defibrillatore e si è reso disponibile a prestarlo a quelle realtà sportive che ne facessero richiesta.

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L’idea di un parco commerciale a Limena sembrerebbe essere definitivamente tramontata con somma soddisfazione di Ascom e Confesercenti che l’avevano fin dall’inizio osteggiata. Il nascere di un nuovo polo a Cadoneghe, nello stabile dell’ex macello Grosoli, ha invece fatto riemergere l’amarezza per l’occasione persa dal primo cittadino, Giuseppe Costa, che si è stupito anche del fatto che per questa nuova apertura le due associazioni di categoria non abbiano ancora proferito parola, visto che il punto vendita sorgerà, tra l’altro, proprio in centro del paese in un’area già intasata dal traffico.


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8 Villafranca NEWS

Opere pubbliche Il sindaco ha annunciato una possibile data per il completamento del Cavalcavia

Ronchi, entro settembre lavori ultimati

Strumenti urbanistici

VIA LIBERA AL PAT, MA SOLO DOPO IL FORCING DELLE MINORANZE

Il cantiere è rimasto fermo per quasi un anno. La ditta che si occupava dei lavori aveva ravvisato manchevolezze nel progetto. Nessun problema, invece, per il direttore dei lavori Beatrice Piovan

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a fine di settembre potrebbe essere un termine ragionevolmente attendibile per il completamento dei lavori sulla bretella che collega il cavalcavia della ferrovia al sottopasso di Ronchi. Lo ha detto il primo cittadino, Luciano Salvò, intervenendo in merito alla vicenda che ha portato alla completa paralisi del cantiere per più di otto mesi. Infatti, subito dopo la realizzazione della rampa, la ditta incaricata ad eseguire l’intervento ha ravvisato manchevolezze nel progetto e per questo ha avanzato la pretesa di ottenere un compenso più alto rispetto a quello indicato nell’appalto. Una cifra ragguardevole, visto che era stata stimata in una maggiorazione di circa due milioni e 400 mila euro, un aumento nemmeno preso in considerazione dall’Amministrazione visto che le manchevolezze indicate non sono state ravvisate dal direttore dei lavori. Si sono cercate vie alternative, nuovi accordi sulla situazione che si era venuta a creare ma niente, la ditta è rimasta sulle sue posizioni tenendo, di fatto, bloccato il cantiere per quasi un anno. I lavori iniziati a luglio 2011, infatti, sono stati fermati a settembre dopo aver realizzato la sola rampa rialzata. La vicenda ha avuto un primo epilogo quando l’Amministrazione guidata da Salvò ha applicato la risoluzione del contratto in danno ma al momento in cui questo giornale è andato in stampa il cantiere

NEWS

Ancora da realizzare: l’asfaltatura, il raccordo, la segnaletica e la messa in sicurezza della curva apparteneva ancora all’impresa e dunque i lavori di ultimazione non erano ancora iniziati. Secondo il primo cittadino, tuttavia l’intera vicenda era prossima ad essere sbloccata valutando come termine dei lavori settembre, essendo necessari solo pochi interventi per rendere fruibile l’infrastruttura. Da

completare era rimasta solo l’asfaltatura della strada, la sistemazione del raccordo, la segnaletica e la messa in sicurezza della curva. Opere che facilmente, appaltandole entro luglio, potranno essere terminate per settembre” – è stata la precognizione del Sindaco unita all’auspicio che anche via Capitello potesse tornare presto ad essere una strada ad uso esclusivo dei residenti e non, come adesso, un nastro d’asfalto disastrato dal transito di tanti camion anche di grossa stazza.

I

l Pat è uno strumento urbanistico troppo importante per essere studiato in soli due giorni e approvato alla prima seduta consigliare. Con questa giustificazione il consigliere di minoranza Beatrice Piovan, della lista Insieme per Villafranca, ha giustificato il forcing applicato in consiglio per ottenere il rinvio dell’approvazione del Piano di assetto territoriale. Insieme ai consiglieri Roberto Muraro, Nicola Garro e Lino Visentin, infatti, ha minacciato un esposto alla prefettura e uno al difensore civico regionale e provinciale se non gli fosse stato accordato più tempo per prendere visione della documentazione. Secondo la ricostruzione del consigliere di minoranza, infatti, dal momento in cui il Piano è stato depositato presso la segreteria comunale e la convocazione del Consiglio per l’approvazione, sarebbero trascorsi solo due giorni di tempo, di cui uno festivo ,essendo una domenica. Da qui la decisione di usare le maniere forti per chiedere una proroga di tempo. Il via libera al Pat, tuttavia, è arrivato la seduta successiva e tra l’altro con l’astensione dal voto delle minoranze. Le linee fondamentali del Piano sono state esposte dal Sindaco, il quale ha ritenuto importante sottolineare l’attenzione attribuita dalla nuova pianificazione all’ambiente garantita incoraggiando l’espansione urbanistica solo a ridosso dei centri urbani e anteponendo il recupero degli immobili non utilizzati in aree verdi alla concessione di altre aree edificabili.

Servizio civile anziani

A VILLAFRANCA LE PRIME CABINE ENEL D’ARTISTA

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abine Enel d’artista. Potrebbe essere riassunta in questi termini la pregevole iniziativa che vede protagonisti due artisti locali, Aldo Pegoraro e Gastone Ramina, nell’ambito del progetto di “servizio civile anziani”. Si tratta di un finanziamento della Regione Veneto, previsto attraverso la legge regionale n. 9 del 2010, quantificato in un milione di euro destinato a persone

• MERCERIA • INTIMO UOMO E DONNA • ABBIGLIAMENTO DONNA

con più di 60 anni che nello specifico di Villafranca ha trovato una “veste” artistica. Grazie ad un accordo tra l’Amministrazione comunale ed Enel i due artisti hanno ottenuto il consenso di abbellire il territorio attraverso la realizzazione di tre “affreschi” su altrettante centraline della corrente, dislocate tra Via Bachelet , il quartiere Ana e Via Matteotti . L’effetto è di tutto pregio e al

posto del grigio dell’intonaco dei fabbricati oggi si possono ammirare, a guisa di opere da “street art”, una vasca ricolma di pesci tropicali, piuttosto che un cielo azzurro solcato dal volo di aquiloni colorati. Il lavoro è appena cominciato e in futuro l’aspetto di altre centraline verrà “ingentilito” dalla mano dei due artisti.

L’Antica Merceria

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Il cantiere al tempo della realizzazione del sottopasso

di Lanaro Ornella Ghiro

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Villafranca 9 Sicurezza sulla strada Da Cadoneghe a tutta l’area a nord e ovest di Padova

LA CURIOSITA’

Camion sotto controllo

CADONEGHE. Restauro su iniziativa di alcuni residenti

IL CAPITELLO DI VIA RIGOTTI RIMESSO A NUOVO

L’Unione Medio Brenta schiera gli agenti Lotta all’alta velocità a Limena e Villafranca

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o aveva annunciato e ha mantenuto fede alle promesse. Mano e controlli, pesanti per i mezzi pesanti, senza possibilità di sconti. La Polizia dell’Unione Medio Brenta passa al setaccio i tachigrafi dei bisonti della strada. Il comando ha dato il via infatti ai controlli sui tachigrafi digitali e analogici in uso sui mezzi pesanti, utilizzando un apposito strumento elettronico acquistato con contributo regionale. In una manciata di secondi l’apparecchio riesce a leggere i dati riportati nel cronotachigrafo degli autocarri durante la circolazione, avvenuta anche fino a 28 giorni prima . Inoltre è in grado di individuare le irregolarità eventualmente commesse, in particolare in tema di tempi di guida e di riposo e di eccessi di velocità, ma permette anche di accertare eventuali anomalie ealterazioni funzionali – anche dolose – del cronotachigrafo. In questa prima fase di applicazione, tecnici della ditta fornitrice dell’apparecchio hanno addestrato all’uso dello strumento un commissario e un istruttore con prove operative presso Comandi di Polizia locale che

Gli ultimi ritocchi al capitello di via Rigotti e un dettaglio

Scattano le verifiche sulle strumentazioni dei mezzi pesanti già operavano con la stessa strumentazione. L’occasione dell’avvio della nuova attività è coinciso con l’adesione del Corpo di Polizia locale dell’Unione Medio Brenta al progetto mirato al controllo specifico dei mezzi pesanti, promosso e coordinato dalla Prefettura di Padova e tutt’ora in corso, che vede la partecipazione di nuclei interforze di diversa provenienza (Polizia Stradale, Polizie Locali, Guardia Forestale, ecc.). Nelle prime due uscite il mese scorso la pattuglia posizionata sulla nuova Statale del Santo insieme a un’altra autopattuglia della Polizia Stradale di Padova ha controllato una decina di mezzi pesanti, elevando tre verbali

per accertate infrazioni. Mano ferma e controlli serrati sono una costante in tutta l’area a nord di Padova. Gli autovelox fanno il loro lavoro anche a Limena, lungo la tangenziale e in direzione Piazzola, in località Del Medico, e nel territorio di Villafranca Padovana. E proprio Villafranca le settimane scorse ha dovuto fare i conti con il passaggio dei mezzi pesanti in via Capitello per raggiungere la zona artigianale di Ronchi. Un via vai che ha formato pericolosi e preoccupanti avvallamenti sulla sede stradale, al punto da costringere all’istituzione di una restrizione di carreggiata.

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ifioriscono i capitelli a Cadoneghe. In via Rigotti da anni esiste un capitello intitolato a S. Antonio da Padova, che da tempo versava in condizioni precarie e in un recente passato era stato colpito anche da azioni vandaliche. Grazie a un gruppo di cittadini che ha effettuato tutti i lavori di restauro necessari, ora l’opera di devozione torna all’antico splendore. “Crediamo che l’attenzione comunale rivolta anche a questi semplici atti di “gestione” dei simboli cristiano-culturali sia da sottolineare tanto quanto l’azione di sensibile vigilanza che i cittadini di Cadoneghe pongono sulla cosa pubblica in generale. – dice l’assessore Michele Schiavo –. Naturalmente la gratitudine del Comune va agli artefici del lavoro eseguito, che ora restituisce al territorio un piccolo “presidio” di devozione cristiana”. L’amministrazione comunale si augura inoltre che l’associazione nata per il restauro del capitello di Via Bagnoli/via Ca’ Ponte riprenda al più presto la sua attività: “In questo modo – conclude Schiavo – tornerà a riapparire bello e “funzionale” anche il santo di quella zona. Ringraziamo le parrocchie di S. Antonino e S. Andrea per la loro disponibilità a collaborare”.

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10 Sguardo a Padova Nord Indice di gradimento Nelle barchesse di Villa Zusto in funzione il primo rilevatore

Il Municipio “Ci mette la faccia”

I cittadini possono esprimere in tempo reale il proprio giudizio sul servizio appena ricevuto allo sportello dell’Ufficio Demografico

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li uffici demografici ci “mettono la faccia” e sperimentano l’indice di gradimento dei cittadini sulla qualità dei servizi da loro forniti. Grazie alla collaborazione con un’azienda privata, è stato installato negli uffici comunali dislocati nella barchessa di villa Zusto il primo rilevatore di gradimento, per individuare il grado di soddisfazione dei cittadini. Usarlo e “votare” è semplice: basta chiedere all’impiegato che si trova allo sportello comunale una scheda appositamente predisposta. Una volta inseritala nel congegno automatico, sul video compaiono due “faccine”, una sorridente, un’altra imbronciata. Cliccando l’una o l’altra si potranno esprimere, pertanto, un parere positivo o la non soddisfazione sul servizio appena erogato. Un’apparecchiatura analoga sarà collocata a breve anche negli uffici comunali di piazza Bachelet, per testare il gradimento delle operazioni fornite dall’ufficio tecnico e dalla biblioteca. Ogni mese si compilerà una statistica, si analizzeranno i problemi possibili e si cercherà di apportare le opportune

modifiche. Vigodarzere non è l’unica pubblica amministrazione pubblica ad aver introdotto questo servizio di verifica. Ci hanno pensato grandi città, come Firenze, Napoli e Milano, ma anche Usl e Università. “Mettiamoci la faccia” è stato introdotto dalla riforma Brunetta della Pubblica Amministratore che prevede, tra gli ambiti di misurazione e valutazione della performance organizzativa, “la rilevazione del grado di soddisfazione dei destinatari delle attività e dei servizi anche attraverso modalità interattive” (www. qualitapa.gov.it). La classifica è fatta in base al valore raggiunto dall’indice medio della soddisfazione espressa dai cittadini intervistati sui seguenti servizi: anagrafe e stato civile, tributi, Ufficio relazioni con il pubblico, servizi scolastici, politiche per le imprese, servizi sociali, sicurezza, polizia municipale, raccolta rifiuti, pulizia delle strade, manutenzione stradale, illuminazione stradale, verde e parchi pubblici, edilizia e urbanistica, turismo, cultura e spettacolo, sport, viabilità/traffico, parcheg-

Il Municipio di Vigodarzere si sottopone al giudizio dei cittadini gi, trasporto pubblico, gas, acqua, elettricità. Obiettivo dell’iniziativa migliorare la qualità dei servizi con l’apporto dei cittadini, rilevando in tempo reale e continuo il loro grado di soddisfazione per i servizi ricevuti e disporre di una descrizione sintetica della percezione degli utenti dei servizi per intervenire con tempestività sulle criticità evidenziate. I dati raccolti attraverso la rilevazione confluisco-

no in report periodici. A poco più di tre anni dall’avvio delle prime rilevazioni, l’iniziativa ha superato la soglia dei 15 milioni di giudizi raccolti. Nel mese di giugno sono state espresse in media 162 mila valutazioni settimanali. Dall’inizio dell’anno sono 3,5 milioni i feedback rilasciati dai cittadini sui servizi ricevuti. I giudizi raccolti nel mese sono stati 650 mila.

IL BANDO Entro il 21 settembre

TERZA FARMACIA CERCASI TITOLARE

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erza farmacia a Vigodarzere, finalmente pubblicato il bando. Ora la farmacia comunale cerca un titolare. È stato infatti affisso pubblicamente l’avviso di gara per l’affidamento in concessione della terza sede comunale, assegnata dall’Ulss 15 nella frazione di Tavo e Terraglione, chiamata a gestire un bacino di utenza di circa 3500 persone residenti, oltre al flusso di passaggio nella zona territoriale posta al confine con Limena, Curtarolo, Cadoneghe e Campodarsego. Il Comune di Vigodarzere aveva espresso l’opzione per la gestione della farmacia un anno fa. Successivamente ha deciso per il conferimento della concessione ad un soggetto privato (singolo farmacista o società) per la durata di trent’anni. Il bando di gara è già disponibile all’Albo pretorio ed è scaricabile con tutti gli allegati dal sito internet www.vigodarzerenet.it. L’importo a base di gara per la concessione è di 609 mila euro, ed è suddiviso in una quota una tantum iniziale di 150 mila euro, oltre ad un canone annuo di 15 mila euro per la durata di 30 anni. Il termine ultimo per la presentazione della domanda è stato fissato per il 21 settembre prossimo.


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14 Sguardo a Padova Nord Estate calda

IL CASO

Viabilità La “nuova” strada del Santo dimostra tutta la sua inadeguatezza e insicurezza

Regionale 308 nel mirino T

ravagliata ancor prima di nascere. Figurarsi oggi, a realizzazione avvenuta da anni, peccato però sia accaduto quando ormai i progetti approvati avevano rivelato una strada obsoleta e non adeguata alle mutate esigenze della mobilità. Stiamo parlando della nuova Statale del Santo, oggi SR 308, che collega Castelfranco veneto, in provincia di Treviso, a Padova toccando numerosi Comuni tra cui anche Vigonza. La Sr sta rivelando tutta la sua inadeguatezza. Tanto che, per fare un esempio, già qualche sindaco comincia a chiedere interventi non più di ordinaria manutenzione del dissestato fondo stradale. Non mancano poi i problemi legati alla sicurezza e all’incolumità degli automobilisti, visto che gli incidenti sono sempre più frequenti e più gravi. Tra i deterrenti usati il posizionamento di autovelox. Ne esistono due tra Loreggia e Camposampiero, che hanno “beccato” automobilisti a velocità quasi da autodromo come hanno più volte dichiarato i Vigili della Federazione dei Comuni del Camposampierese. Ai ripari è corso, tra i primi Comuni, anche Vigonza posizionando autovelox. Un chiaro deterrente voluto proprio per garantire sicurezza e incolumità lungo le strade comunali e non solo. Peccato che a più di qualcuno non sia piaciuto, e fin qui è comprensibile, ma non che qualcuno abbia oltrepassando i limiti prendendo di mira le “macchinette” con ripetuti atti vandalici. L’amministrazione è, stata costretta a correre ai ripari. La cronaca degli ultimi giorni ha visto rimbalzare in prima pagina la notizia che i carabinieri della locale stazione di Pionca hanno individuato l’autore degli atti vandalici. È un professionista 56enne, residente a Peraga, che il 23 giugno scorso ha divelto la colonnina in via Paolo VI, vicino alla piscina comunale, gettandola poi tra l’erba. Ad incastrarlo le immagini di una telecamera di videosorveglianza. Il

TASSE

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Minaccia quotidiana sulle strade Intanto a Vigonza è stato beccato il responsabile del danneggiamento dell’autovelox in via Paolo VI Uno degli autovelox di Vigonza: fermato l’uomo che li aveva distrutti

professionista è stato immortalato mentre, al di sopra di ogni sospetto, porta a passeggio il cane. Fino a quando, giunto davanti alla colonnina, si avventa contro sradicandola. Peccato che le motivazioni non siano quelle di un automobilista alle prese con le multe. L’uomo, vicino agli ambienti politici di centrosinistra, avrebbe detto di averlo fatto perché odia il sindaco di centrodestra. E’ stato denunciato per danneggiamento aggravato. La nuova Statale del Santo non è utilizzata solo dai residenti di Vigonza visto che è uno dei corridoi viari più affollati dell’Alta padovana. Ogni anno l’aumento del traffico oscilla tra il 5 e il 7 per cento con le punte più alte durante la stagione autunnale. Risulta quasi impossibile, allora, immettersi dalle

rampe laterali negli orari di punta. Senza contare quando vengono eseguiti lavori di manutenzione che finiscono per creare code interminabili lungo tutto il tracciato per chilometri. Anche il Comune di Cadoneghe è riuscito a ottenere l’autorizzazione a installare un autovelox, ma servirà a far rallentare i veicoli solo nel breve tratto in cui sarà collocato. Un palliativo, allora, secondo i più per i quali non basterà un autovelox, come gli altri già posizionati ad esempio nel tratto tra Loreggia e Camposampiero, a risolvere i problemi di sicurezza che da sempre affliggono la strada. Insomma, arrivati a questo punto, l’unico a compiere il miracolo potrebbe essere solo …il Santo.

Bocciata la tesi di Vigonza

LIBRI DI TESTO PER LE PRIMARIE PAGATI DAL COMUNE DI RESIDENZA

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libri di testo per le scuole primarie sono a carico dei Comuni di residenza. E questo indipendentemente dalla scuola frequentata. A chiarirlo niente meno che la Regione. In questo modo è stato smentito il Comune di Vigonza che aveva cercato, invece, di sostenere il contraio insieme ad altri Comuni. La Regione, di fatto, ha promosso la linea che era stata invece adottata e sostenuta da altri Comuni, come ad esempio Albignasego e Cadoneghe, tra gli altri. Questi ultimi avevano sempre sostenuto che i libri di testo delle scuole elementari li avrebbe dovuti pagare il Comune di residenza dell’alunno, sia nel caso che egli frequenti una scuola del territorio, sia che si rechi, per partecipare alle lezioni, in un Comune diverso. Venezia ha, finalmente, messo la parola fine a una “querelle” che andava avanti da anni. A lanciarla era stato il Comune di Maserà, in linea dunque con quanto asserito anche da Vigonza, secondo cui, interpretando la legge in maniera diversa, a ogni Comune spettava di pagare i libri ai bambini frequentanti le sue scuole, indipendentemente da dove abitassero. A chiudere la diatriba, che aveva registrato disaccordo anche tra Vigonza (sulla posizione di Maserà) e Cadoneghe (in linea con Albignasego), la legge regionale numero 16 emanata lo scorso 27 aprile. Legge che , con una serie di norme, ha fatto finalmente chiarezza. L’anno scorso, addirittura, l’amministrazione di Maserà era pronta a sostenere le famiglie che, sul problema di chi paga i libri, avessero intrapreso una causa legale nei confronti di Albignasego e Padova. Come Maserà anche Vigonza che aveva sempre chiesto alla vicina Cadoneghe di pagare i libri anche per i suoi alunni che frequentavano le scuole del Comune limitrofo. Nonostante i libri delle scuole elementari siano per legge gratuiti, l’anno scorso alcune famiglie se li erano dovuti pagare di tasca propria, attendendo poi il rimborso che Cadoneghe aveva provveduto a chiedere a Vigonza.Ma la legge non ammette interpretazioni. È lo Stato a rimborsare ai Comuni i libri di testo per gli alunni residenti, anche se non frequentanti. Quindi spetta ad ogni amministrazione comunale accollarsi le spese dei residenti, ovunque essi studino». Il disegno di legge dovrebbe venire ora ratificato dal consiglio regionale. Per ora i Comuni devono anticipare le spese, e poi chiedere il rimborso alla Regione.

E’ uno dei Comuni padovani con il gettito più elevato, ma buona parte del denaro va a Roma

ACCONTO IMU, A VIGONZA RACCOLTI QUASI TRE MILIONI DI EURO

igonza è tra i Comuni padovani con maggior gettito Imu. La rilevazione, che per il momento riguarda solo il pagamento della prima rata dell’imposta sugli immobili, ha visto un introito che ha sfiorato i 3 milioni di euro (2.953.662). Complessivamente, in provincia di Padova, sono stati versati 170.004.439 euro (i dati risultano aggiornati al 4 luglio): la fetta riservata ai Comuni ammonta a 104.608.599, mentre 65.395.840 vanno allo Stato). Quanto al gettito

registrato dai singoli Comuni, gli abitanti di Cittadella hanno versato 4.895.404, il Comune di Abano Terme ha incassato complessivamente 4.042.331. Selvazzano precede, con 3.392.551, i Comuni di Albignasego 3.591.017, Monselice 3.229.928, Este 3.097. 454. Montegrotto fa registrare un gettito Imu di 2.972.298, San Martino di Lupari ha incassato 2.163.032, Montagnana si è fermata a 1.652.230. Ancor più indietro Tombolo, dove è stato raccolto un importo

pari a 1.427.124. Davvero più cospicuo l’introito di Vigonza arriva a quasi 3 milioni di euro. Per quanto riguarda Padova, sono stati versati 61.050.767 euro: 38.572.742 destinati alle casse comunali, mentre 22.478.024 verranno devoluti allo Stato. Le altre scadenze sono fissate per il 17 settembre (nel caso della suddivisione in rate) e per il 17 dicembre (quando andrà pagato il conguaglio in base alle aliquote che sono Il Municipio di Vigonza state fissate dai Comuni).


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18 Sguardo alla Bassa Padovana Rievocazioni storiche Dopo le difficoltà, la macchina organizzativa si è rimessa in moto

Palio avanti con il nuovo presidente Lo scorso 17 di luglio è stato votato il bilancio e nominato Fiorenzo Greggio. Ora a tappe forzate fino al 2 settembre

L’immagine di un’edizione del Palio degli anni passati e nella foto piccola l’ex presidente Fabio Borin

di Mauro Gambin

L

’edizione 2012 del Palio dei dieci comuni è salva e il prossimo 2 settembre il colorato circo storico tornerà ad animare la città murata e il vallo della “Rocca degli alberi”. Dopo quattro mesi di stallo, dovuti dalle dimissioni del presidente del Comitato Palio, Fabio Borin, nell’assemblea dello scorso 17 di luglio, partecipata dai presidenti dei comitati locali e dai sindaci dei dieci comuni, è stato votato il bilancio ed eletto il nuovo presidente. La macchina organizzativa ha quindi potuto rimettersi in moto, anche se nelle prossime settimane dovrà viaggiare a tappe forzate. Il presidente uscente non nasconde che tra le cause delle difficoltà incontrate nel suo mandato, ci possa essere anche la spiacevole vicenda legata alla mancata realizzazione dell’edizione dello scorso anno, quando un forte temporale aveva compromesso la riuscita della manifestazione, comportando anche importanti mancati introiti che hanno fortemente aumentato lo stato debitorio del comitato ma è stato il forte pregiudizio esercitato dai presidenti dei comitati locali sul suo operato, a convincerlo che era arrivato il

tempo di lasciare le redini del Palio. “In questi anni non ho trovato grande collaborazione – spiega lo stesso Borin – ho cercato di mettere in ordine una situazione abbastanza ingarbugliata. Cito solo l’esempio delle attrezzature del Palio di cui chiunque si serviva a proprio piacimento e senza rendere conto a nessuno. Ecco, queste cose non mi sono mai piaciute e in questi anni ho cercato di portare delle regole oltre ad un sistema di lavoro che puntasse sulla continuità e sulla costanza dell’impegno sulle attività da portare avanti ma, ripeto, per lo più le mie proposte sono rimaste lettera morta. In questi anni ho cercato anche di cambiare il format di una manifestazione che da troppo tempo veniva proposta sempre nella stessa veste, situazione che innegabilmente aveva comportato ad un calo delle presenze tra gli spettatori. Per questo avevo ideato il sabato del Palio, ovviamente tirandomi addosso le contestazioni dei più conservatori ma ottenendo anche un buon risultato sia in termini di pubblico sia per quanto riguarda l’aspetto contributivo da parte della Regione, visto che da qualche

anno finanzia solo le iniziative che hanno una forte connotazione legata alla rievocazione storica. Feltre, tanto per precisare, non becca un soldo da palazzo Balbi. Insomma, in questi anni ho cercato di portare avanti un progetto che non è stato, legittimamente, condiviso dagli altri. Da qui la scelta di presentare le mie dimissioni”. Ma le pressioni dei comitati locali si è fatta sentire anche con i continui voti a vuoto sul bilancio, forse dovuti anche al forte indebitamento. Stiamo parlando della ragguardevole somma di quasi 50 mila euro. “I debiti il Palio li ha sempre avuti, prima che diventasse associazione erano stati raggiunti i 170 mila euro, poi vennero in parte assorbiti dalle amministrazioni comunali. Comunque sia: certo, lo stato debitorio esiste, la cifra è quella corretta ma va tenuto conto che dei quasi 50 mila euro, 22 mila dipendono dalla mancata realizzazione del Palio dello scorso

anno, altri 14 mila dipendono dalla riduzione del contributo da parte della Regione. E la situazione continuerà ad essere questa fino a quando il Palio continuerà a vivere con i soli contributi degli enti locali. Perché vede, quando si chiede di ottenere un finanziamento ci si accorda su una cifra che non viene mai liquidata subito ma a distanza di tempo, a volte anni, e quasi sempre poi l’incasso è decurtato rispetto a quanto concordato. Però su quella somma di

solito si impostano le possibilità di spesa, che vengono fatte subito, e dunque il saldo è quasi sempre negativo”. Ora però il bilancio è stato votato, dopo tre presentazioni i comitati locali e i Comuni, tranne Montagnana, si sono risolti nel dare il loro assenso. “Anche questo è un aspetto che non ho capito – conclude Borin – i conti sono sempre gli stessi però ora ai presidenti vanno bene. Va beh, è andata così”.

PROGRAMMA SI PARTE IL 25 AGOSTO CON IL “GIURAMENTO”

L

a 36esime edizione del Palio dei dieci comuni prenderà ufficialmente il via sabato 25 agosto all’Arena Martinelli-Pertile (Porta Padova) con la cerimonia del Giuramento dei capitani; seguirà giovedì 30 agosto la tenzone degli Arceri nel vallo della Rocca degli Alberi; la Cena Medioevale in Piazza, invece, sarà la sera del 31 agosto. Nel clou della manifestazione si entrerà sabato primo settembre con l’incendio della Rocca degli Alberi mentre domenica 2 settembre sarà il gran giorno con la tenzone del Palio.

L’Intervento

Il Veneto cresce se nel rigore c’è più Europa di Franca Porto* segue da pag.

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Il Patto di stabilità italiano è una applicazione del patto sottoscritto nel 1997 ad Amsterdam tra i Paesi europei che, dopo Maastricht si accingevano a dotarsi di una moneta unica, l’euro. Il Patto interno italiano, che nasce nel 1999, si presenta con alcune caratteristiche che lo rendono poco “europeo”. Il nostro Patto è solo verticale e fissa vincoli assoluti per tutte le amministrazioni (centri di spesa pubblica), dallo Stato centrale al più piccolo dei oltre 8 mila Comuni italiani. Se il coinvolgimento di tutti è corretto e obbligato, oltre che equo, non lo è altrettanto che non si tenga conto di altri parametri come ad esempio il PIL della singola regione, il suo comporto specifico alla massa del debito pubblico, i saldi effettivi dei conti di Comuni e Province. Così se per l’Unione Europea tutti i gatti non sono grigi e i conti si fanno a saldo (tanto che ci siamo beccati una procedura di infrazione nel 2005 dopo che dal 2003 eravamo fuori dai parametri) applicando così una visione federalista e responsabilizzante di tutte le parti in gioco (governi nazionali, governo europeo, ecc.) per la versione interna la stabilità è costruita sul controllo totalizzante che azzera federalismo e responsabilizzazione. In questa situazione il Veneto, che senza enfatizzare e generalizzare, in molti casi è dentro i parametri della stabilità europea e ben concorre al prelievo fiscale determinato dall’emergenza nazionale (in percentuale, questo sì, sul proprio PIL), si trova sempre più dentro una tenaglia che stringe e comprime le sue risorse economiche e finanziarie altrimenti disponibili per la crescita. Siccome chi si occupa di politica, a meno che non sia un asino, sa bene che il rigore dei conti, crisi o non crisi, ci accompagnerà per almeno altri 10 anni, è chiaro che si devono rivedere le modalità di applicazione del Patto di stabilità interno proprio sulla logica, europeista, di federalismo e corresponsabilità. In questo modo sarà chiamato a stringere la cinghia chi (Regione, Provincia, Comune) continua a fare la cicala mentre chi è già formica potrebbe impegnarsi compiutamente a fare buoni investimenti (senza polemica va anche ricordato che spesso chi ha la spesa fuori parametro, al contrario di chi è già in regola, ha anche la maggiore evasione fiscale, in percentuale, e la minore capacità di investimenti produttivi). In caso contrario si andrà a prosciugare le risorse di chi, come il Veneto e altre regioni, può rimettere in moto la crescita. Vorremmo ricordare e sottolineare che l’accordo di Amsterdam venne chiamato, e non a caso, con il nome di “Patto di stabilità e crescita”. Non è pensabile che quello interno, italiano, sia un “Patto di stabilità e declino”. *Segretaria Cisl Veneto


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VIAGGIO IN

PROVINCIA PADOVA

La polemica Non piace affatto la decisione del Governo Monti

Tagli alle Province anche Padova in trincea La presidente Degani pronta a fare resistenza “Non è così che si mette mano alla spesa” di Nicola Stievano

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l Governo va giù duro e mette mano alle Province. Ma dall’altra parte del campo di battaglia, la risposta non si fa attendere e inizia uno scontro durissimo. Il punto di rottura è stato senz’altro la riunione indetta dai presidenti del nord per minacciare lo sfratto a Prefetture, Questure, comandi e caserme dei carabinieri, pompieri e persino ai Provveditori agli studi. Un’azione estrema causata dalla proposta del Governo di far sparire alcune province e di fonderne altre. La riunione “rivoluzionaria” è andata in scena a Verona con 23 presidenti su 27 province di Lombardia, Piemonte e Veneto. Senza contare che l’incontro ha messo in forte discussione anche l’autorità dell’Upi (unione delle province italiane). “Rappresentiamo il 33% della popolazione, il 32,8% del Pil e il 51% dell’export italiano – ha esordito Leonardo Muraro, Presidente della Provincia di Treviso – Siamo stanchi di fare i virtuosi ed essere trattati come le cicale. Siamo disposti a tutto, anche ad azioni clamorose”. E l’intenzione generale è proprio quella. Tra i veneti presenti al vertice, manca solo Belluno visto che la provincia è commissariata. Tanto per sottolineare che il Veneto è unito in questa lotta. Soprattutto contro il Governo che in sei mesi ha stravolto la fisionomia delle province togliendo cospicue risorse (500 milioni nel 2012, 1,5 miliardi l’anno prossimo), svuotandone le competenze, togliendo l’elezione diretta dei suoi amministratori ed infine massacrandone i confini con il doppio criterio dei

2.500 chilometri quadrati e dei 350 mila abitanti. A Padova la minaccia di sfratto riguarderebbe istituzioni di altissimo livello: la Prefettura, la Questura, il comando carabinieri in Prato della Valle, il comando interregionale dei carabinieri, le caserme dei pompieri di Este e Cittadella e il Provveditorato, che in tutto contano circa 2 milioni di euro di affitti. Ma il vertice non si è limitato a minacciare azioni clamorose. Al termine dell’incontro è stato prodotto un documento con le richieste avanzate dalle province. Al primo posto c’è una completa revisione dei criteri di accorpamento che tenga conto anche del Pil e delle infrastrutture. Ma dai presidenti di provincia arriva un monito ancora più pesante: se il Governo non fa marcia indietro non saranno garantiti nemmeno i servizi indispensabili. Insomma, a rischio c’è l’apertura delle scuole superiori, ma anche lo spazzamento delle strade innevate. I tagli più eclatanti riguardano quindi la manutenzione degli edifici scolastici di secondo grado superiore e le migliaia di chilometri di strade di competenza provinciale, spesso arrampicate in paesi di montagna dove Veneto Strade non arriva. “Ma siamo proprio sicuri che questo riordino comporti dei risparmi di spesa? - si è chiesta Barbara Degani, Presidente della Provincia di Padova – Il Veneto ha fatto molti risparmi, anche in tema di provincia: ad esempio non ha mai costituito la provincia di Bassano del Grappa. Non ci stiamo, non è così che si mette mano alla

Barbara Degani con il presidente della Provincia di Verona Giovanni Miozzi

revisione di spesa né agli assetti istituzionali”. La linea generale pertanto, è una sonora bocciatura alla spending review che sembra essere una penalizzazione per gli enti virtuosi e un premio per quelli che non hanno mai pensato a risparmiare. “La proposta del Governo per l’accorpamento delle Province deve potersi considerare solo come un indirizzo – si legge nel documento sottoscritto durante il vertice di Verona - che consenta ai Consigli delle autonomie locali e alle Regioni di operare una proposta condivisa di riduzione del numero delle Province credibile e sostenibile in tutto il Paese, anche nelle Regioni a statuto speciale”. Fuori dai palazzi delle Province, però, gli umori sono ben diversi e in pochi sembrano disposti a scendere in piazza, di questi tempi, per difendere questa istituzione. La gente chiede alla politica segnali forti, anche a costo di essere dolorosi. Da oltre un anno le Province sono nel mirino e ora di fronte alla concretezza delle misure governative se da una parte gli attuali amministratori sollevano le loro obiezioni e si dicono pronti a resistere dall’altra i cittadini si aspettanno provvedimenti ben visibili, non solo a parole. Anche a Padova il futuro della Provincia è visto come una istituzione con confini più vasti e allo stesso tempo più snella sotto il profilo della rappresentanza politica, senza comunque toccare l’occupazione.

Finanziato dalla Provincia

ESTE, NUOVO LICEO COSTATO 16 MILIONI

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onclusi i lavori per la realizzazione del nuovo Liceo Ferrari di Este e, a settembre, le aule accoglieranno gli studenti iscritti al nuovo anno scolastico. “La struttura – ha spiegato Gilberto Bonetto, assessore provinciale all’edilizia scolastica - è costata 16 milioni di euro finanziati dalla Provincia ed è stata sviluppata per realizzare un istituto scolastico in grado di rispondere alle nuove esigenze didattiche per gli indirizzi classico, scientifico, linguistico. In tutto si tratta di 34 aule didattiche normali adatte a ospitare stabilmente e senza rotazione altrettante classi per i vari indirizzi. Sono state poi ricavate altre 5 aule speciali (informatica, lingue, video-musica e due per il disegno), 3 laboratori (fisica, chimica e scienze-biologia), 4 sale lettura, una sala relax per studenti, una biblioteca dotata di aule studio e aule video.

IL FUTURO DI PADOVA INSIEME CON ROVIGO NUOVA PROVINCIA FINO AL POLESINE

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l decreto varato dal Consiglio dei ministri che ha definito i criteri per il riordino delle Province previsti dalla spending review ha affondato anche Padova. In Veneto ufficialmente salve sono solo le province di Verona e quella di Venezia (che diventerà città metropolitana). Nella restante porzione di Veneto sarà necessario modificare gli attuali confini per creare delle maxi-province. Il criterio con cui il Governo ha deciso i tagli ha lasciato tutti sorpresi per l’enorme superficialità: i nuovi enti dovranno infatti avere almeno 350 mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2.500 chilometri quadrati. Pertanto saranno 64 su 107 le Province da accorpare, di cui 50 in Regioni a Statuto ordinario e 14 in Regioni a statuto speciale. Le Province salve sarebbero dunque 43 su 107 di cui: 10 metropolitane, 26

in Regioni a Statuto ordinario e 7 in Regioni a statuto speciale. Per questo durante il vertice tra le province lombarde, venete e piemontesi è stato sottoscritto un documento che chiede al Governo di fare marcia indietro. “Oltre alla popolazione residente e all’estensione territoriale, si deve poter considerare un numero minimo di Comuni e anche parametri importanti come Pil, infrastrutturazione, peculiarità socioeconomiche e storia del territorio, che evidentemente il Governo non conosce – si legge nel documento - Il processo di accorpamento deve essere preceduto da un congruo periodo transitorio durante il quale si svolgano obbligatoriamente in forma associata le funzioni tra le amministrazioni da accorpare almeno sino alla scadenza naturale delle attuali amministrazioni democraticamente elette”-

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Spazi aperti 21 9 Energie alternative Al via il progetto di Legambiente e società Padova Tre per l’acquisto a prezzi concordati

Anche il pellet entra nel circuito dei Gas Intanto con il varo del nuovo Conto Energia riparte anche l’iniziativa per incentivare l’installazione di pannelli

Padova è la provincia con la più alta concentrazione di nuovi impianti

di Nicola Stievano

Non tutto il pellet in commercio è uguale: attenzione alle caratteristiche perché possono incidere sulla resa e sui costi di manuntenzione

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gruppi d’acquisto sono la vera rivelazione degli bientali, è anche meno costoso. “Il pellet non è tutto ultimi anni. Con l’avanzare della crisi economica, uguale – avverte Federico Gianesello, responsabile di comprare dei prodotti o dei servizi mettendosi in Legambiente e sportello energia - per questo abbiamo gruppo, si è rivelata la scelta migliore per ottenere costi selezionato solo aziende della zona in grado di fornire ridotti e qualità di alto livello. Tra i gruppi d’acquisto di pellet di qualità, certificato secondo i più alti standard imposti dalla nuova normativa euromaggior successo c’è senza dubbio pea ENplusClasse A1. La normativa il Gas, ovvero un gruppo informale L’aumento europea impone importanti stanpromosso dagli sportelli energia di del costo dard, valutando l’intero processo Legambiente che offre la possibilità dei carburanti lavorativo e la gestione sostenibile di acquistare impianti solari per la favorisce delle foreste. Inoltre consente la propria abitazione risparmiando sui le nuove fonti rintracciabilità completa, garantendo costi, accompagnati da un soggetto indipendente, con garanzie più durature, e ammortiz- maggiore trasparenza ai consumatori. Quindi pellet mizando l’investimento in tempi più brevi. Ma la vera gliore per capacità calorifica, meno impatto ambientale e sulla salute”. novità di quest’anno è senza dubbio il Gda Pellet. Insomma, chi fosse interessato all’acquisto di pellet Sempre più famiglie decidono di ridurre l’utilizzo dei vecchi combustibili fossili e di riscaldare la propria dovrà visitare il sito www.energiacomune.org/padovacasa con caldaie e stufe a pellet. Per loro è nato que- tre e scegliere il proprio Comune per vedere il prezzo sto nuovo progetto di Legambiente e Padova Tre per d’acquisto. A questo si aggiunge anche la consegna ottenere la fornitura di prodotti di qualità alle migliori a domicilio inclusa per organizzare al meglio l’ultimo condizioni. Il Pellet è semplicemente segatura in legno miglio e dare un piccolo contributo alla riduzione del pressata che, oltre ad offrire importanti vantaggi am- traffico veicolare.

Ma oltre al Gda pellet, quest’anno è stato riattivato il Gas per la quarta volta, dopo i successi degli scorsi anni (dal 2010 sono stati realizzati 214 impianti fotovoltaici per un totale di 800 kwp con un risparmio medio a famiglia di 2.600 euro). Con i prezzi del Gas Bassa Padovana, l’ammortamento di un impianto fotovoltaico è di soli 6 anni mentre il solare termico si ripaga in poco meno di 9 anni. Per il resto del tempo (altri 14-16 anni di funzionamento) ci guadagna l’ambiente e i singoli cittadini (fino a 15.000 euro con il fotovoltai-

co). “E’ possibile aderire fino al 30 settembre, ma è meglio sbrigarsi per accedere alle tariffe del quarto conto energia – continua Gianesello - non ci sono costi ne vincoli (a differenza di altri gruppi d’acquisto nati ultimamente). Si ha diritto ad un preventivo gratuito a prezzo bloccato per i prodotti selezionati. Se nel frattempo fosse emanato il quinto conto energia, il capitolato di gara prevede una ricontrattazione al ribasso del prezzo “chiavi in mano”. Come novità del 2012 abbiamo inserito la elaborazione del certificato energetico della casa (nel prezzo complessivo): un modo per far comprendere che, aldilà della produzione di energie rinnovabili, bisogna fare attenzione a sprechi e dispersioni della nostra abitazione”.

CALDO E AFA: TORNA L’ALLARME OZONO

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on l’afa estiva torna l’allarme ozono. Un pericolo che di fatto viene continuamente e sistematicamente ignorato dalle amministrazioni locali. In questo, Padova non fa eccezione. In Italia è in vigore un nuovo limite fissato a 120 microgrammi per metro cubo d’aria al giorno da non superarsi per più di 25 giorni l’anno. Ad oggi, gli sforamenti sono già più di 30, destinati ad aumentare inesorabilmente sotto il peso della calura estiva. Il motivo della concomitanza tra estate ed ozono è presto detto: l’ozono aumenta la sua concentrazione nell’aria quando gli alti livelli di radiazioni solari trasformano gli inquinanti emessi dai tubi di scappamento, nell’ozono stesso. Il “gemello diverso” dell’ozono è l’inquinamento da polveri sottili (Pm10) che si verifica nei mesi più freddi. Sono già una sessantina gli sforamenti del limite, contro i 35 ammessi per legge, anch’essi destinati ad aumentare con il ritorno del freddo negli ultimi mesi dell’anno. “Ad aggravare l’inquinamento da ozono sono i frequenti periodi consecutivi del superamento della soglia d’attenzione fissata a 180 microgrammi per metro cubo d’aria – ha spiegato Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova - a questi livelli di concentrazione l’ozono può causare effetti immediati: nei soggetti più sensibili, può irritare il sistema respiratorio, causando tosse, senso di irritazione in gola e nei polmoni, fino a ridurre la funzione polmonare ed ad aggravare l’asma e altre patologie respiratorie”. La causa maggiore di questo problema

In rosso le zone critiche

“Sono sempre più numerosi gli sforamenti dei limiti di legge per la salute” è il traffico di auto e camion. Per questo risulta fondamentale potenziare e sfruttare al meglio la mobilità pubblica. “L’Amministrazione comunale non può continuare a procrastinare serie misure e politiche di contrasto – ha continuato Passi - E’ indispensabile intraprendere in modo urgente azioni strutturali sulla mobilità urbana, disincentivando seriamente il traffico privato e promuovendo modalità sostenibili di trasporto di persone e merci, a partire dal potenziamento del trasporto pubblico sostenuto dal pedaggio urbano (il cosiddetto ecopass). Solo così si potrà davvero combattere l’inquinamento atmosferico, liberare i polmoni dei cittadini e le strade delle nostre città”.

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22 12 Economia Il rapporto di Confindustria. Luci e ombre del sistema impresa padovano

Export sopra la media ma la crisi c’è ancora Pavin: “Più risparmio e investimenti, meno tasse, sfoltiamo la giunta della Camera di Commercio”

di Giovanni Giovetti

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onostante la crisi economica Padova e il Veneto continuano a guardare con fiducia ai mercati esteri, dove i risultati certo non mancano. Ma la contrazione industriale non accenna a fermarsi e fa registrare un nuovo calo. Luci e ombre del sistema impresa padovano, fotografato come ogni anno da Confindustria. Nel 2011 le esportazioni padovane sono cresciute del +15,8% (Veneto +10,2%, Italia +11,4%), pari a un volume di 8,3 miliardi di euro: lo attestano i dati del centro studi di confindustria Padova illustrati dal presidente Massimo Pavin. Non solo l’export ha completato il recupero dai minimi della recessione (5,7 miliardi nel 2009), ma ha superato il picco di attività pre-crisi (7,6 miliardi nel 2007). Nel primo trimestre 2012 le esportazioni hanno realizzato un sorprendente +11%. Il Veneto si è fermato al +2,1 (Italia +5,5%).

Massimo Pavin, presidente di Confindustria Padova “La contrazione della produzione industriale è del 4% su marzo 2008 siamo ancora sotto del 19% - puntualizza il presidente Pavin - I dati relativi ai primi tre mesi dell’anno in corso . Nei primi cinque mesi dell’anno abbiamo visto 132 procedure di crisi aprirsi che coinvolgono 3072 lavoratori. Quindi vuol dire che la crisi è ancora in atto ed è ben lungi dal finire: ma guardando i dati dell’export vediamo che l’industria padovana ha reagito, puntato sulla qualità, esplorato nuovi mercati. Vuol dire che non è in declino, non intende rassegnarsi alle difficoltà. Ha imboccato una selezione darwiniana durissima, ma continua ad avere opportunità di sviluppo, a determinate condizioni anche in questo contesto di crisi. La performance dell’export indica la strada: oggi si salvano le aziende che internazionalizzano. Dalla Russia alla Cina, dagli Stati

Uniti al Brasile alla Turchia: la capacità di intercettare la domanda estera è il discrimine tra sviluppo e declino”. Sulle politiche del governo Monti, Pavin ha avuto parole positive: “il governo Monti va sostenuto; si sta facendo negli ultimi mesi quello che non si è fatto per troppi tempi. Certo il carico fiscale sia per le imprese che per i lavoratori non è più sostenibile, ma si cominciano a vedere in modo oggettivo le manovre per la crescita. Un primo passo sulla riforma del lavoro si è visto, certo si può fare di più, ma guardiamo al bicchiere mezzo pieno. Vediamo con estremo favore la lotta alla evasione fiscale: è giusto riequilibrare nel nostro tessuto sociale ed economico il gap tra chi paga le tasse e chi le elude. Siamo positivi anche sulla spending review, che sembra essere un provvedimento importante, che porterà dei

risultati anche nel breve”. Pavin guarda anche a Padova e lancia una proposta: “La legge dà la possibilità di ridurre il numero dei componenti della Giunta camerale. Credo che debba essere una opportunità da cogliere al prossimo rinnovo dell’Ente padovano, come segnale di responsabilità di tutto il sistema associativo”. Proprio la razionalizzazione della spesa è un punto decisivo. Le politiche fiscali restrittive hanno avuto l’effetto di ridurre i consumi e la crescita. Hanno portato la tassazione a un livello che la stessa Banca d’Italia ha giudicato incompatibile con gli obiettivi di crescita. “Con un total tax rate del 68,5% - vale a dire il carico fiscale, contributivo e amministrativo per un’impresa medio-piccola – l’Italia supera di oltre 20 punti la Germania. - aggiunge Pavin - Siamo al 170° posto su 186 Paesi osservati! Bi-

sogna invertire la rotta. E farlo subito. A partire dal principio che il recupero di evasione deve essere “reinvestito” in un’operazione di equità finalizzata a ridurre un prelievo insostenibile. Lo stesso vale per i tagli di spesa. Occorre una riduzione coraggiosa dei 700 miliardi di spesa pubblica corrente, da tradurre – a parità di saldi – in contestuali tagli alle imposte. Perchè il loro livello le rende il primo e più aspro ostacolo alla ripresa. Dal Governo ci aspettiamo che dica che questi tagli energici vanno fatti per un dividendo comune: abbassare le tasse a lavoro e imprese e crescere tutti di più. È questo il nuovo Patto che chiedono le imprese. Solo quantificando con chiarezza agli italiani l’intervento, e in cambio della promessa di uno scambio per meno imposte a favore della crescita, è pensabile realizzare un’opera tanto energica”.



24 Cultura provinciale

Cultura provinciale 13

La novità Per tre anni si occuperanno della gestione delle strutture culturali di proprietà di Palazzo S. Stefano

Musei provinciali a due Coop

A PADOVA

Incarico a “Terra di Mezzo” ed “Ecofficina” per creare un circuito sul territorio e coinvolgere il mondo della scuola

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L’orto botanico di Padova

er i prossimi tre anni la gestione dei musei della Provincia di Padova è affidata alle cooperative “Terra di Mezzo” ed “Ecofficina”. La nuova gestione si pone l’obiettivo di valorizzare la vocazione espositiva e divulgativa del circuito museale provinciale grazie alle competenze che le due realtà hanno maturato in particolare nel mondo della scuola, con le associazioni del territorio e, soprattutto, le famiglie. “Vogliamo coniugare sempre più l’offerta dei musei con il contesto in cui sono inseriti – spiega la presidente della Provincia Barbara Degani –affidando la gestione a chi meglio riesce a far rete con tutte le espressioni territoriali. Partendo dai contenuti scientifici, il museo deve diventare un luogo dove trascorrere del tempo piacevole e apprezzare anche l’ambiente che lo circonda, magari sfruttando gli spazi esterni per il picnic o approfittando della giornata per escursioni sui Colli, percorrendo le piste ciclabili o sostando nelle strutture ricettive. Il nostro impegno è fare del museo una casa di cultura vivente capace di guidare il visitatore nei luoghi che lo ospitano”.

“Il concetto che ci proponiamo di sviluppare – aggiunge l’assessore alla Cultura Leandro Comacchio - è riassunto nello slogan ‘Musei: spazio vivo, spazio da vivere’. Questo include la capacità di soddisfare i bisogni delle più varie tipologie di visitatori, puntando soprattutto alle famiglie mettendo a disposizione spazi, proposte e stimoli adeguati. Ma oltre alla vivibilità del museo, puntiamo anche alla sua vitalità organizzando eventi culturali, rievocazioni storiche, rappresentazioni teatrali e spettacoli musicali e letterari che diventano occasioni per mettere il museo al centro dell’attenzione di un pubblico sempre più ampio”. Le due cooperative sono state scelte per la loro esperienza. “Terra di Mezzo” si occupa infatti della gestione di attività in alcuni luoghi del Parco Regionale dei Colli Euganei: il centro di educazione ambientale “Casa Marina”, l’ostello “Colli Euganei”, l’ostello di Monselice, una biblioteca e il museo dell’acqua di Valle San Giorgio. Il personale impiegato annovera anche numerose guide naturalistiche patentate, oltre a professionalità capaci di valorizzare

le specificità dei luoghi. Essendo una cooperativa sociale di tipo B, si occupa anche dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. La cooperativa sociale “Ecofficina” nasce nel 2011 ed è costituita da persone impegnate da anni in progetti finalizzati all’educazione delle giovani generazioni, alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, allo sviluppo della socialità. È una cooperativa sociale di tipo “A + B” impegnata nella promozione sociale e nell’integrazione dei cittadini attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi, oltre ad attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Le competenze introdotte nella gestione del circuito museale permetteranno quindi di sfruttare le strutture ricettive di appoggio (Casa Marina, l’ostello Colli Euganei e il Venetian Hostel) che la cooperativa “Terra di Mezzo” gestisce direttamente. Inoltre le professionalità educative presenti in “Ecofficina” permettono di avvalorare le proposte con un taglio non solo didattico, ma anche pedagogico e legato ad attività di doposcuola o centri estivi. Anche gli spazi interni saranno

Notturni d’arte per tutta agosto

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Il Museo Cava Bomba a Cinto allestiti per offrire la migliore accoglienza con angoli per la lettura e l’approfondimento degli argomenti presentati dalle esposizioni, ma anche locali per i bambini dove sperimentare e giocare per scoprire i contenuti in modi a loro congeniali. Contemporaneamente, le proposte più tipicamente “museali” devono essere rinnovate per rispondere alle diverse esigenze dei visitatori, a partire dal mondo della scuola. Pertanto saranno introdotte alcune novità anche a livello tecnologico e nella presentazione delle esposizioni.

uoco, Terra, Aria, Acqua: sono i quattro elementi naturali a fare da corollario all’edizione 2012 dei Notturni d’Arte. Come sottolinea l’Assessore alla Cultura, Andrea Colasio, se da un lato, con la loro grande forza simbolica ed evocativa essi ci conducono alle nostre radici, dall’altro fanno da ponte alle proposte del RAM 2012 e in particolare alla grande mostra di Fabrizio Plessi Il flusso della Ragione, che da ottobre si aprirà al Palazzo della Ragione. I Notturni d’Arte, giunti alla XXVI edizione, si presentano pertanto con un calendario di visite e di spettacoli particolarmente ricco. Ventisei serate fino al primo settembre per conoscere monumenti e storie della città, con corredo di undici spettacoli che vanno dalla danza classica, al teatro, al flamenco, alla musica classica, al jazz per chiudere con la Civica Orchestra di Fiati di Padova. Il calendario su www.padovanet.it/padovacultura L.O.

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LO GINNASTICA

SPORT in PRIMO PIANO LE “FARFALLE” DELLA BUTTERFLY TRIONFANO ALLE NAZIONALI DI PESARO

Pallamano Le gialloverdi conquistano la serie A1 e gli scudetti nell’Under 18 e nel Beachandball

Stagione da incorniciare per il Mestrino M

Le ragazze della Butterfly si sono imposte ai campionati di Pesaro

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opo un anno di lavoro intenso ed entusiasmante le “farfalle” della Butterfly di Cervarese Santa Croce hanno trionfato ai campionati nazionali Gtp di ginnastica ritmica e artistica. Merito della preparazione tecnica molto accurata che ha permesso alle ragazze padovane di padroneggiare sulle società più forti d’Italia. Guidata da Marianna Menocchio e dall’assistente Laura Domenichini la Butterfly si è presentata a Pesaro con la rappresentativa composta per la prima fascia da Emma Ghiotto, Emma Zovi, Martina Guarise, Allyson D’Oria, Giulia Alfonso, Giada Trevisan e Marta Tomasi che per pochi centesimi sfiorano l’entrata nella top ten delle migliori sia nella Coppa Italia che nel Sincrogym collettivo con attrezzi. Ma è pioggia di medaglie: un oro e un argento per Giulia Alfonso, un bronzo per Martina Guarise e due quarti posti per Giada Trevisan. La seconda fascia, formata anche da Giada Pattaro, conquista un bronzo alla palla con Alessandra Beccaro mentre Giulia Grussi vince un argento e un bronzo alle clavette e alla palla. Ottimo quarto posto per Alice Griggio alle clavette. Grandi soddisfazioni anche per le atlete di terza fascia: Michelle Canton, Martina Grassetto, Cecilia Carlotto, Lisa Quartesan, Vanessa Zuin e Melissa Masiero nella gara di Serie D, di altissimo livello tecnico. Per chiudere in bellezza altro bronzo con Vanessa Zuin, quarto e quinto posto per Melissa Masiero e ottimo piazzamento per Michelle Canton nella classifica assoluta su quattro attrezzi.

estrino ha ottenuto la promozione in A1F grazie al primo posto nel girone nord dell’A2F. In un campionato molto equilibrato, le gialloverdi, guidate da coach Diego Menin, si sono mantenute sempre nelle prime posizioni ma la gara della svolta è stata sicuramente la larga vittoria per 34-24 in casa contro le dirette avversarie Vigasio e la conferma è arrivata nella penultima giornata con l’affermazione casalinga (38-24) sulla terza classificata Ferrara. Mestrino, dunque, ha riconquistato la massima serie, già centrata nel 2010, con la ferma intenzione di mantenere la categoria. Ottime le prestazioni di tutte le atlete sulle quali hanno comunque spiccato le performances del capocannoniere, Erica Losco, e il neoacquisto Mihaela Niga. Ma se la prima squadra ha brillato anche l’Under 18 ha goduto di luce propria grazie ad un’annata spettacolare e al terzo scudetto consecutivo centrato nella partita di Salerno. Le ragazze terribili di coach Menin, seppur orfane di tre atlete approdate al Futura Roma, hanno ottenuto prima il pass per le finali nazionali e poi si sono aggiudicate il tri-

Pallavolo. La prima divisione femminile domina i play off del girone A e B

Vision Volley guadagna la D Gaino: “Complimenti ragazze” “P

untiamo a campionati dignitosi” era stato l’annuncio a caldo, e in qualche modo anche l’auspicio, dell’ex presidente Roberto Casumaro del Me.Scu.Volley dopo la “fusione” tra Me.Scu Volley, Top Volley e Pallavolo Montagnana di un anno fa che ha dato vita alla nuova società pallavolistica della bassa padovana Vision Volley. Il nuovo assetto societario, infatti, imponeva calma e un lavoro che sarebbe dovuto partire dal settore giovanile vista anche l’abbondanza di compagini, ben 14, e le difficoltà di trovare per tutte campi consoni all’allenamento e al gioco. Invece è bastato un solo campionato per arrivare ad assaporare i primi risultati. La Prima divisione femminile, infatti, quest’anno ha tagliato l’importante traguardo del passaggio di categoria, approdando alla serie D. “Abbiamo concluso il campionato al terzo posto del girone A – ha commentato Giorgio Gaino, nome noto nell’atletica degli anni ’70 e oggi in veste di responsabile della squadra e consigliere della nuova società – ma abbiamo dominato il girone poolpromozione vincendo quattro partite su quattro. Siamo molto soddisfatti anche perché durante il percorso non sono mancate le difficoltà come l’avvicendamento dell’allenatore dopo la fase della Coppa

Le formazione promossa in A1f, quella dell’under 18, le ragazze del beachandball e quelle dell’under 14 colore grazie all’emozionante vittoria (24-19) contro le storiche rivali del Cassano Magnago, in una partita nella quale la centrale Gaia Zuin, convocata anche in nazionale u19, e l’incontenibile Cristina Scarpel, sue ben 12 reti dello score della partita campana, hanno letteralmente spadroneggiato. Terzo sigillo tricolore anche per la formazione del Beachandball, la pallamano sulla sabbia, sempre allenata da Menin, nella

MUSICI E SBANDIERATORI. Pioggia di medaglie alle nazionali

MEGLIADINO SAN VITALE PIGLIA TUTTO S. MARGHERITA D’ADIGE TORNA IN SERIE A1

I gruppi di musici e sbandieratori del Montagnanese trionfano

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La formazione della Prima divisione, da sinistra a destra: Alessia Diantini, Elena Crivellaro, Daniela Faccioli, Alice Morandi, Giulia Selmi, Nicole Dal Bello, Denise Romanello, gli allenatori Ilaria Filon e Pino Scalzotto. In ginocchio Marta Lunardi, Giovanna Cavion, Linda Galante, Francesca Businaro e Giulia Friemel Veneto o i non pochi infortuni che hanno privato la squadra di validissime atlete anche per lunghi periodi. Fortunatamente con l’inserimento di cinque ragazze dell’Under 16 (Verde) e con la bravura e la costanza degli allenatori Ilaria Filon e Pino Scalzotto si è giunti ad un risultato insperato ad inizio campionato. Quindi, davvero, tanti complimenti alle ragazze, ai loro allenatori e ai tanti che hanno permesso il conseguimento di

questa importante affermazione”. Ma il risultato ottenuto dalla Prima divisione femminile non è stato l’unico tra le squadre della Vision Volley, importanti risposte sono arrivate anche dalla serie C,D maschile e Prima divisione che hanno partecipato alla Coppa Veneto e dalla Seconda divisione che ha partecipato alla Coppa Padova. “Ora – ha concluso Gaino – è importante fare una buona preparazione in previsione dell’avvio del nuovo campionato ad ottobre. F.M.

finale scudetto disputata a Misano Adriatico. Le rivali del Teramo hanno offerto poca resistenza e per le giallo verdi è stata quasi una passeggiata aggiudicarsi il terzo scudetto, su tre partecipazioni. Alla serie dei risultati da incorniciare va aggiunto anche il secondo posto nazionale ottenuto dalle atlete dell’Under 14, guidate da Monica Zaramella e il terzo posto regionale ottenuto dalla categoria under 16.

oppio successo per i gruppi locali di musici e sbandieratori: Megliadino San Vitale sbanca tutto ai campionati giovanili nazionali e Santa Margherita d’Adige ritorna invece in serie A1. Il gruppo sanvitalese ha dominato i Campionati giovanili nazionali di Rubiera (Re) laureandosi campione d’Italia, con un bottino di 5 medaglie d’oro: un record che resterà negli annali per il gruppo rossoblù. Il primo oro è quello della coppia tradizionale, raccolto da Riccardo Zaglia (11 anni) e Walter Martinelli (10 anni). Zaglia, già campione veneto, bissa il primo posto anche nella gara dei singoli, battendo la concorrenza di ben trenta coetanei. San Vitale domina pure la gara per le Piccole Squadre dove vengono valutati dalla giuria anche i musici. San Vitale pure qui era l’osservato speciale ed infatti i pronostici vengono rispettati: campioni d’Italia sia con la Piccola che con i musici. L’ultimo alloro è quello della Grande Squadra. Questi i nomi dei premiati: Riccardo Zaglia, Walter Marti-

nelli, Alessandro Malaman, Luca dal Bello, Gloria Vascon, Leonardo Faggion, Lorenzo Luise, Martina Martinelli, Silvia Barollo, Anna Filippi, Anna Adami, Letizia Chiarello, Ilaria Gaino, Sara Filippi, Giulia Rossetto, Elena Feffin, Margherita Barollo, Giorgia Dal Bello, Veronica Baratto. Ritorna in serie A1 invece Santa Margherita d’Adige, grazie al successo prestigioso nella recente “Tenzone argentea” di Oria (Br), riuscendo a portare a casa una promozione nella massima serie della Federazione Italiana Sbandieratori, che mancava ormai da diversi anni. Il risultato è arrivato grazie al quinto posto di Stefano Gaiofatto nella gara assoluta del singolo, al quarto del duo Encicliati-Gaiofatto nella coppia, al settimo nella classifica della Piccola Squadra e al quarto della Grande Squadra. Due terzi posti sono invece arrivati per i musici e per la graduatoria della coreografia. Nella combinata, Santa Margherita chiude al secondo posto alle spalle del gruppo Santo Spirito di Ferrara. Ed è promozione.


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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Troppi problemi in ferie, troppe vacanze rovinate

Low cost o a prezzo intero, cresce il numero di vacanzieri che denunciano disavventure. Uno su 5 ha avuto brutte sorprese di Ornella Jovane

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imane ancora impresso nella memoria perché terribilmente attuale quello spot sulle vacanze: il sorrisetto “malefico” di quel tipo che accoglieva turisti maldestri in arrivo nella tanto sognata meta mentre si rendevano immediatamente conto della bufala nella quale erano incorsi. “Turisti fai da te?” Chiedeva sarcasticamente l’ometto a vacanzieri in pieno sconforto. I casi di vacanze rovinate - e non solo fai da te - continuano ad avere una consistente incidenza anche per i veneti. L’associazione consumatori Adico stima che un turista su cinque si imbatte in uno o più problemi, con la percentuale assoluta di casi di disservizi in ferie rispetto al totale delle segnalazioni estive che anche quest’anno sfiora l’1 ogni 3. In estate cioè un problema su tre è legato alle ferie. Voli in ritardo, hotel o case poco rispondenti alle aspettative, sporcizia o disservizi, fino a problemi con i documenti di viaggio che complicano se non impediscono la partenza o il rientro. I primi aneddoti cominciano a giungere presso l’associazione di Mestre. E’ accaduto ad una viaggiatrice

veneziana di avere avuto un rientro problematico dalle vacanze siciliane. La signora aveva acquistato con largo anticipo 6 biglietti di andata e ritorno da Venezia a Catania con una compagnia aerea low cost, per un valore complessivo di 948,36 euro per i voli del 22 giugno e dell’1 luglio. All’andata tutto è andato secondo i piani, i problemi si sono avuti al ritorno. “Quattro giorno prima del rientro - spiega la viaggiatrice veneziana - la compagnia ci ha inviato un sms per avvisarci che il volo delle 6.40 di mattina del 1 luglio era stato cancellato, invitandoci a prendere contatti con il loro servizo clienti per capire cosa fare”. Un’operazione - a quanto racconta la signora - non proprio così semplice tanto che è stato necessario sacrificare un’intera giornata di vacanza per arrivare a contattare l’operatore. L’alternativa proposta è un volo delle 12.50 sempre programmato per il 1 luglio. Giunti all’aeroporto l’ulteriore sorpresa con una partenza annunziata per le 15.50, ma effettivamente avvenuta alle 16.30. “Sottolineo - racconta la signora - come nel periodo

di attesa non ci sia stata fornita alcuna assistenza, e solo dopo numerose e pressanti insistenze abbiamo ottenuto 6 buoni per un panino e una bibita”. I bagagli sono rimasti a Milano, i turisti erano imbarcati in una nave per una crociera nelle isole caraibiche. E’ accaduto a fine maggio ad una coppia di Padova. I due sono partiti da Milano con un volo di 8 ore che li ha portati a Pointre A Pitre, capitale dell’isola di Guadalupa, dove si sono imbarcati per una crociera da sogno di 7 giorni ma, a loro insaputa, senza bagagli. I primi tre giorni di navigazione sono stati impiegati dai turisti padovani per recuperare le valigie, vissuti in una situazione di emergenza e disagio. “Era la nostra prima crociera - raccontano - e siamo rimasti fortemente delusi. La sera dell’arrivo e il giorno successivo abbiamo dovuto riutilizzare gli abiti usati durante il viaggio, oltre a non poter utilizzare piscine e spa perché non avevamo il costume e a bordo non ne vendevano. Abbiamo perso la visita all’Isola Martinica avendo dovuto impiegare quel tempo per cercare un centro commerciale dove acquistare ciò di cui avevamo bisogno

e per parlare con la responsabile del servizo clientela”. “Estate dopo estate - spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini - cresce il numero delle persone che si rivolgono a noi denunciando problemi legati alle vacanze e chiedendo assistenza legale per ottenere la giusta tutela”. L’associazione ha perciò predisposto una campagna, “vacanza informata”, che in due fasi, si propone di aiutare i cittadini a fare ferie senza intoppi. L’attenzione si concentra sui disservizi aeroportuali, ma l’associazione rimane a disposizione tutta l’estate anche per i problemi di altra natura. “La prima fase di Vacanza informata - conclude Garofolini - mira a dare ai cittadini strumenti agili e di facile consultazione relativi ai diritti che si hanno in qualità di viaggiatore, in modo da partire informati e consapevoli, e quindi in grado di far valere prima e meglio le proprie ragioni. La seconda, invece, che si attiva al ritorno, prevede un canale di assistenza privilegiato e modulistica ad hoc nel malaugurato caso in cui lo stesso cittadino si fosse imbattuto in qualche problema”.

LAST MINUTE, LOW COST COME TUTELARSI DALLA “BUFALA”

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a caccia al last minute è diventato negli anni uno degli “sport” più praticati da chi si accinge a programmare le vacanze estive e, quest’anno in particolare, un sistema cui anche gli operatori del turismo fanno ricorso con generosità per ovviare alle defezioni dei turisti italiani che, con la loro assenza o presenza ridotta, un vuoto lo hanno lasciato. In agenzia o su internet le offerte della vacanza all’ultimo minuto si moltiplicano per un agosto un po’ “magro” di soddisfazione per gli operatori.

Le associazioni di consumatori tuttavia rinnovano l’invito alla prudenza. I siti e le vetrine sono “carichi” di offerte, gli sconti sono accattivanti, fino al 40 per cento sul prezzo di listino, ma non vanno trascurate o sottovalutate le insidie che si nascondono dietro sperticati elogi di vacanze da sogno tutto compreso a cifre incredibilmente low cost. E’ bene sapere - rimarca Aduc - che il contratto di last minute è del tutto analogo a quello tradizionale con obblighi per il turista e il tour operator. Attenzio-

ne - è l’ammonimento - alle condizioni contrattuali, ad eventuali spese non messe in sufficiente evidenza come le commissioni, i costi per i trasferimenti, le iscrizioni, le tasse aeroportuali, i supplementi e così via. Per chi preferisce percorrere la strada della ricerca e prenotazione in rete, perché più comoda, rapida e anche per il fatto di poter valutare molte più offerte, il livello di guardia dev’essere ulteriormente alzato. Quando si “viaggia” su Internet per organizzare la vacanza il suggerimento di Aduc è quello di confrontare

innanzitutto su più siti prezzi di hotel e di voli, di cercare riscontri - per l’attendibilità delle informazioni - sui forum dei viaggiatori. Una volta individuato il sito da cui prenotare è buona cosa verificarne l’attendibilità (che sia indicata la denominazione sociale, l’indirizzo, il telefono - che vale la pena comporre - il fax). Aduc consiglia quindi di stampare sempre il contratto, la prenotazione e la risposta del venditore. Se il pagamento viene effettuato con carta di credito va verificato che il sito sia dotato di un sistema di sicurezza. O.J.

Messaggio Pubbliredazonale Messaggio publiredazionale

UN PEZZO DI OROGEL ANCHE NEL VENETO La missione è di allargarsi e a radicarsi sull’intero territorio nazionale avendo per missione specifica quella di produrre e vendere prodotti per la maggior parte coltivati in Romagna, in Puglia, Calabria, Basilicata e nel Veneto, nei territori, cioè, in cui sorgono i suoi stabilimenti produttivi. E’ la missione per Orogel, l’azienda cesenate leader nel surgelato, che ha l’obiettivo è di entrare ancor più nelle case degli italiani, di ampliare il numero delle famiglie che, abitualmente, acquistano i suoi prodotti così com’è stato nel 2011 con ben 10 milioni e 358 mila famiglie contro i 9 milioni e 307 mila dell’anno precedente.

Tutte con notevoli simpatie per i prodotti Orogel, con particolare attenzione al minestrone, a passati di verdura e agli spinaci. Per Orogel il Veneto non è solo importante per i ricavi, per le vendite, A Ficarolo, nel rodigino, esiste uno dei tre stabilimenti produttivi di Orogel che permette di produrre ciò che le terre fertili della regione sanno dare, nel rispetto di severi e scrupolosi piani di produzione. Proprio per questo l’operazione di Ficarolo è stata condotta e realizzata da Apora, una delle principali cooperative di I° grado del gruppo che rappresenta la base produttiva della società. La produzione del nuovo insediamento, in-

sieme a quello di Polidoro, in Basilicata, è andato ad integrarsi con i prodotti ottenuti nei tre stabilimenti di Cesena specializzati nella lavorazione di vegetali, piatti pronti e prodotti pastellati. Lo stabilimento di Ficarolo vede, oggi, impiegati 60 dipendenti tra fissi e stagionali e vanta una produzione di diecimila tonnellate di prodotto fresco pari a circa 8 mila tonnellate di prodotto surgelato. La fortunata posizione geografica del sito produttivo, al centro della zona di coltivazione e raccolta, in una zona tra le più fertili del nostro paese, garantisce produzioni d’eccellenza di piselli, fagiolini, fagioli borlotti, cipolla e

non ultima la nuova soia endamame che trova nella pianura padana l’unica zona in Italia vocata alla sua coltivazione. I surgelati Orogel hanno fatturato, nel 2011, 170 milioni di euro, + 5% rispetto all’anno precedente, con una vendita di 88 mila tonnellate. Il fatturato aggregato è passato da 243 milioni di euro a 257 e le previsioni per il 2012 sono confortanti. Si pensa ad un più 3%.

di Giorgio Naccari


Il Veneto in primo piano 27 7 Una stagione difficile Gli italiani non si fanno vedere, stranieri non da record

Tasse sui turisti e proposte per invogliarli a sceglierci di Ornella Jovane

A

ccesso in spiaggia a due euro per i pendolari. E’ stata la proposta del presidente di Confturismo e Federalberghi Marco Michielli che ha proposto a inizio estate l’introduzione di un ticket - misura che avrebbe potuto trovare applicazione peraltro anche a Venezia per il turismo giornaliero - da far pagare a chi non è cliente d’albergo nelle spiagge del litorale veneto. Michielli ha motivato l’iniziativa con l’opportunità di far pagare ai pendolari una serie di servizi offerti lungo gli arenili - pulizia,

CURIOSITÀ

soccorso e altro - pensati per i clienti degli alberghi, di cui però usufruiscono anche i turisti “mordi e fuggi”. Oltre a risultare impopolare, come del resto Michielli aveva fin da subito previsto, la proposta ha incontrato una serie di oppositori. Primo fra tutti il governatore del Veneto Luca Zaia. Ancora più convinto il no dell’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi. Si pone, invece, nella posizione dei contrari il presidente di Federalberghi

sull’applicazione della tassa di soggiorno. La stagione non va bene, si stima un 30 per cento in meno di italiani compensato in parte dagli stranieri, i cui arrivi non sono tuttavia da record. La tassa di soggiorno sarebbe dunque un ulteriore disincentivo che va ad aggiungersi alla crisi economica e alla psicosi da terremoto. Gli operatori chiedono all’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi incontri per mettere a fuoco la situazione e studiare

strategie di contrasto in tempo per la seconda metà della stagione turistica. Da Chioggia e Sottomarina, dove l’introduzione della tassa di soggiorno è stata approvata con grande disappunto delle categorie economiche del turismo, si avanzano proposte per attirare i vacanzieri. Alla Regione lanciano l’idea dei buoni benzina riservati ai turisti che vengono a villeggiare nelle coste venete.

LA CREMA SOLARE? SI RICLICLA QUELLA DELL’ANNO PRIMA

I

nformati, prudenti, protetti ma anche accorti e attenti a non sprecare. In tempo di crisi non si butta via niente, neanche la protezione solare avanzata dalle vacanze dell’anno precedente. E’ quanto risulta da un’indagine di Adico, l’Associazione veneta a difesa dei consumatori, condotta in territorio trevigiano alla vigilia delle prime partenze in massa per le ferie. L’obiettivo era in realtà quello di verificare la conoscenza sul corretto uso di lozioni e spray solari e invece è emerso un dato significativo e inaspettato. Oltre il 60 per cento degli intervistati ha dichiarato di utilizzare i solari avanzati dalla stagione precedente, pur sapendo - almeno nella maggior parte dei casi - che da un anno all’altro le confezioni aperte perdono parte del filtro protettivo. Di questi un 15 per cento si limita a farlo con le protezioni a fattore alto, perché - è la risposta - non riesce a consumare

l’intero flacone nell’arco di una sola stagione. C’è però un 48 per cento che, invece, finisce la confezione a prescindere dal fattore di protezione. Mentre rimangono stabili i dati relativi all’utilizzo di protezioni solari - confermando una buona consapevolezza sui rischi e le controindicazioni derivanti da esposizione al sole senza adeguata protezione - è in deciso aumento proprio la percentuale di chi utilizza creme dell’anno prima. “Un comportamento - commenta il presidente Adico, Carlo Garofolini - assai rischioso soprattutto nei primi giorni di esposizione, quando sono necessari filtri ben attivi per evitare arrossamenti ed eritemi, ma diretta conseguenza della crisi”. In virtù di questo fenomeno le case produttrici di solari sono ricorse ai ripari: si è infatti registrato il boom della vendita di mini dosi di altissima protezione. O.J.

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28 8 Il Veneto in primo piano Patrimonio architettonico L’analisi dell’istituto regionale Ville Venete

Ville venete, risorsa da valorizzare Giuliana Fontanella. ”La messa in rete del patrimonio aumenta del 20% l’economia turistica” di Alessandro Abbadir

“S

e tutte le ville del Veneto fossero messe in rete e valorizzate, come meritano l’economia turistica potrebbe fare un balzo in avanti del 20%. In Veneto abbiamo oltre 3700 ville di cui solo 1500 sono valorizzate e sono saperte alle visite“. A dare queste cifre è Giuliana Fontanella presidentessa dell’istituto Regionale delle Ville Venete, istituto attivo da decenni e che da qualche anno ha la sua sede a Mira (Venezia) in Villa Venier, nella rinomata Riviera del Brenta. In Veneto la provincia che ha più ville censite è quella di Treviso con 785, seguita Verona con 676, e poi Vicenza con 670, Padova 633, Venezia 573, Rovigo 250 e infine Belluno con 195. Giuliana Fontanella fa un’analisi della situazione partendo dalla crisi in atto. “Ci si accorge ora dell’importanza di sviluppare e recuperare il patrimonio artistico e architettonico del Veneto in cui anche le ville hanno una parte importante - spiega la Fontanellaquando per anni si è puntato tutto sullo sviluppo di aree industriale e capannoni. Solo

ora si capisce che il paesaggio insieme all’agricoltura, e alla gastronomia è una risorsa, anzi può diventare la risorsa trainante. Ora si deve recuperare il tempo perduto e certamente fare tesoro dall’insegnamento che in qualche modo arriva da questa crisi. Una crisi che ha mutato radicalmente il modo di intendere e valorizzare le risorse del territorio”. In questo momento di crisi però recuperare tutte le ville Venete e renderle visitabili è davvero un’opera impossibile è possibile però mettere in rete il sistema ville con la ricezione turistica, la gastronomia e l’agricoltura promuovendo ad esempio nei castelli del trevigiano un prodotto internazionale come il Prosecco. “Finora abbiamo creato “pacchetti” di messa in rete di ville in diverse aree del Veneto – dice la presidentessa Fontanella – che cominciano a dare i loro frutti con visite organizzate e turisti che arrivano quotidianamente. Per l’economia turistica questa messa in rete di 20-30 ville a pacchetto, porta mediamente ad un incremento dell’economia turistica

Sopra Villa Venier, a fianco Giuliana Fontanella locale del 20% ma in alcune zone come la Riviera del Brenta, già rodate a questo sistema anche del 30%. In altri paesi europei un patrimonio artistico più scarso, gli enti di promozione del territorio riescono ad attrarre un numero di turisti maggiore soprattutto investendo massicciamente nei mezzi di comunicazione più moderni”. Fra le iniziative intraprese in questi anni dall’ Istituto Regionale Ville Venete, c’è anche la formazione

di insegnanti e operatori turistici in Veneto. “Abbiamo creato dei corsi di formazione per insegnanti e anche ristoratori e operatori del settore - spiega - per dare le nozioni principali di storia locale. Il Veneto non è solo le sue bellissime città, ma soprattutto paesaggi agresti e ville che devono diventare bagaglio culturale anche scolastico e da inorgoglire”. L’istituto si occupa anche delle Ville del Friuli che sono circa 500.

NEWS Iniziative

FERRAGOSTO A VILLA VENIER

L

a sede dell’istituto Ville Venete, Villa Venier a Mira, sarà al centro delle iniziative culturali con gli appuntamenti “E_state in Villa” e “Ferragosto in Villa” che termineranno il 23 agosto. Per estate in villa è il primo appuntamento è stato con la proiezione del film “The Ripley.s game”. Un tributo della regista Liliana Cavani al patrimonio delle ville venete. Il 9 agosto alle 21 “Storie di Orchi Storie di Streghe”. Saranno lette fiabe della tradizione italiana ed europea. Il 15 agosto festa per tutta la giornata. Dalle 10 alle 22. Ci saranno visite guidate, laboratori didattici (dalle maschere in cuoio alla land art, passando per pittura e scultura), concerti e jam session, degustazione vini e prodotti tipici e danza del ventre: quest’ultima una vera e propria giornata di festa di mezza estate. Infine il 23 agosto alle 19 Pic Nic delle fate e visita al lume di candela. Insomma un esempio di come una villa veneta può diventare luogo di aggregazione per tutti. A.A.

Nel vicentino

SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

PERCORSI DIDATTICI IN VILLA FOGAZZARO

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ercorsi culturali in Villa Fogazzaro”. Questo il progetto didattico delle 18 classi dell’Istituto Comprensivo “G. Toaldo” dei Comuni di Montegalda, Montegaldella e Grisignano di Zocco (Vicenza) che hanno aderito alla proposta dell’Istituto Regionale Ville Venete volta a sensibilizzare i più giovani all’importanza della valorizzazione del patrimonio architettonico-culturale - Di cosa si tratta? A fine anno scolastico Un momento della in quest’area del vicentino 400 alunpresentazione dell’iniziativa ni, accompagnati dai loro docenti e da tutor professionali, sono stati coinvolti in cinque percorsi didattici che interessano sia Villa Fogazzaro sia Villa Gualdo, sede del municipio di Montegalda. Nella prima, gli studenti hanno avuto la possibilità di conoscere l’architettura della dimora privata e la storia del suo più celebre abitante, lo scrittore Antonio Fogazzaro, anche grazie alle letture animate tratte dal testo “Il folletto allo specchio”. Hanno approfondito inoltre, le caratteristiche del giardino all’italiana, considerando in particolare le diverse specie di alberi e fiori e la ricca entomofauna che abita o che si ferma in questi luoghi. Si sono accostati infine, alla musica assistendo al concerto di campanelli nel parco della villa e visitando il “Museo Veneto delle Campane”, ospitato all’interno dell’edificio. A Villa Gualdo, invece, è stato dato spazio alla storia e all’architettura della villa, alla mostra su Fogazzaro e all’itinerario a lui dedicato. La scuola insomma come la fucina in cui si trovano i cittadini del futuro e, soprattutto, come strumento privilegiato per rendere consapevoli i bambini del patrimonio, unico al mondo, che il loro territorio offre: “Il progetto dell’Istituto Toaldo- ha detto il consigliere dell’ Istituto Ville Venete Mariella Mazzetto - non è solo di tipo culturale ma anche identitario e paesaggistico. In una fase di grave crisi di identità, in cui il mercato sembra essere l’unico idolo, è giusto che i giovani trovino la loro strada anche attraverso percorsi didattici come questi, in cui sono coinvolti in maniera attiva. Per loro può essere l’occasione per conoscere le ville, gli affreschi, i modi di vivere di ogni epoca, e al contempo per individuare possibili percorsi lavorativi” L’iniziativa si ripeterà A.A. a settembre con il ritorno fra i banchi dei ragazzi


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Lunedì 6-20 Agosto

Mercoledì 28 Agosto

Serata natura (proposte di itinerari ambientali)

Serata micologica i funghi del Delta

Serata di videoproiezioni naturalistiche

Vendita prodotti e degustazione

Lunedì 27 Agosto

Mercoledì 1-8-22 Agosto Laboratorio didattico con l’argilla

Venerdì 3-10-17-24-31 Agosto Domenica 5-12-19-26 Agosto e 1 Settembre Vendita prodotti e degustazione

Comune di Rosolina

M

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Via Marconi, 24 45010 Rosolina (RO) Tel. 0426 340195 Fax 0426 664285 cultura@comune.rosolina.ro.it www.rosolinamare.it

Viale dei Pini, 4 45010 Rosolina Mare (RO) Tel. 0426 326020 - 68012 Fax 0426 326007 iat.rosolina@provincia.rovigo.it www.provincia.rovigo.it

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Comune di Rosolina Assessorato al Turismo

Ufficio Informazione ed Accoglienza Turistica IAT

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10 Intorno a noi 30 Sociale L’analisi di Gabriella Camozzi responsabile del Centro Donna del comune di Venezia

Violenza sulle donne, è emergenza

La responsabile del Centro Donna del Comune di Venezia Gabriella Camozzi

di Alessandro Abbadir

E

scalation degli omicidi e delle violenze contro le donne, ormai è emergenza. I casi sono all’ordine del giorno e i più efferati hanno interessato negli anni e mesi scorsi anche la nostra regione. A fare una analisi della situazione è la dottoressa Gabriella Camozzi, responsabile del Centro Donna del Comune di Venezia, che ha da anni anche un efficiente centro antiviolenza punto di riferimento in tutta la regione. Un centro in grado di far fronte alle emergenze e dare assistenza alle donne in pericolo di fronte prevalentemente all’atteggiamento del compagno o del marito. “Gli omicidi di donne compiuti da uomini sono in netto aumento - spiega Gabriella Camozzi - anche se è stabile la richiesta di aiuto. E’ come se si fosse alzato il livello di violenza maschile che sembra non voler accettare il mutato ruolo della donna nella società e nella famiglia. Al nostro centro sono arrivate quest’anno 300 richieste di aiuto da Venezia e dintorni, ma anche da tutto il Veneto. Molte donne si rivolgono a noi anche per sfuggire ad una situazione che pensavano di poter controllare e che invece si rivela per loro ogni giorno sempre più violenta”. Gabriella Camozzi spiega che la violenza contro le donne è diffusa in ogni fascia sociale, e in tutte le età “Basti pensare – spiega – agli episodi che si sono verificati qualche anno fa in provincia di Venezia in cui un laureato sparò ad una ragazzina di 16 e si suicidò, e un professore che accoltellò la compagna in negozio. Il problema di fondo è quello di un malsano senso del possesso dell’uomo nei

“Bisogna lavorare anche sulle donne per evitare che credano di potercela fare da sole” confronti della donna. In una minoranza di persone un “no” di una donna fa scattare reazioni furibonde e in qualche caso tragiche“. I casi più efferati poi non prendono origine come si tenderebbe a credere, da contenziosi sull’affidamento dei figli, anzi a volte si tratta di coppie in cui i figli non ci sono. Come uscirne? “Ora è tempo di lavorare sulla psicologia maschile- spiega Gabriella Camozzi – con corsi nelle scuole e anche negli ambienti di lavoro e famigliari, cercando di far cambiare la mentalità e far capire che un no o un rifiuto o la fine della relazione vanno gestire in maniera matura e non aggredendo la moglie o la compagna”. Si perché tra l’altro, e non serve ribadirlo il 90 % dei casi di violenza sulle donne è fatto da compagni, mariti o persone che sono in stretto contatto con loro. C’è anche da lavorare però sulle donne stesse. “Spesso nella donna - conclude la Camozzi- c’è un errato

Il fenomeno è diffuso a tutte le età e in tutte le fasce sociali

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senso di onnipotenza, cioè la sensazione di potercela fare da sole. Impera la mentalità del “poi riesco a farlo cambiare in fondo non è un violento, ma stressato eccetera“. Niente di più sbagliato. Da sole in questi casi si riesce a fare poco, è importante invece rivolgersi ai centri donna anti violenza che sono in grado di dare domiciliarità segreta se necessario e aiuto di psicologi, avvocati e specialisti”.

NEWS Focus

CHE COS’È IL CENTRO ANTIVIOLENZA

I

l Centro Donna e Antiviolenza del Comune di Venezia è attivo dal 1995. In esso opera un équipe composta da una ventina di professioniste che offre accoglienza alle donne vittime di violenze e maltrattamenti. Ad oggi le donne accolte sono 4.000 con una media di circa 300 donne che ogni anno si rivolgono per la prima volta. Provengono dal territorio veneziano (per il 73%) ma anche dal resto del Veneto. In alcuni casi la richiesta di aiuto arriva anche da donne di altre regioni d’Italia che si rivolgono al Centro Antiviolenza autonomamente o inviate da altri Servizi e Centri Antiviolenza italiani. Nel 1996 è stata aperta la casa protetta ad indirizzo segreto dedicata all’accoglienza di donne (con eventuali figlie e figli minori) in situazione di grave rischio a causa di maltrattamenti e violenze. Le donne che si presentano al Centro coprono tutte le fasce d’età con una prevalenza nella banda 35-45. La maggioranza ha figli (61%). Lavorano nel 57% dei casi, anche se spesso il lavoro è part-time e di livello remunerativo medio-basso. La percentuale di donne straniere è aumentata notevolmente negli ultimi anni: 1 donna su 5. Il centro si trova in Viale Garibaldi 155/a Mestre Si può chiamare lo 041 2690630 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. Nei giorni di chiusura o in caso di urgenza chiamare il 1522 e chiedere delle operatrici del Centro Antiviolenza del Centro Donna di Venezia. A.A.


12 Cultura veneta

Cultura veneta 31

Villa Pisani Fino al 4 novembre “Arti e Mestieri nella Pittura Veneta tra 800 e 900”

La nobiltà del lavoro Contro il buio di spread, default, Bund e Btp la risposta semplice del lavoro come valore morale essenziale del singolo e della collettività

C

ontinuando nel solco di una ricognizione a largo raggio sulla pittura dell’Ottocento veneto, che caratterizza da anni l’offerta espositiva del Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra (Venezia), la mostra “Nobiltà del Lavoro. Arti e Mestieri nella Pittura Veneta tra 800 e 900”, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, illustra i diversi aspetti del lavoro attraverso le raffigurazioni dei mestieri svolti a Venezia e nell’entroterra veneziano lungo tutto il secolo che segue la caduta della Serenissima fino ai primi decenni del Novecento. In un’epoca come la nostra, preme l’esigenza di un radicale ripensamento sul senso e sul valore del lavoro. Contro il buio di spread, default, Bund e Btp, contro l’imperscrutabile economia irreale, per tornare a vedere equilibrio nella società la risposta è semplice, trasversale, globale: il lavoro che, naturalmente, è stato, è e resta valore morale essenziale che dà senso, misura e stabilità al singolo e alla collettività. Nella nostra Costituzione, all’articolo 1 si legge: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e la parola “lavoro” risuona con una intensa e cristallina carica salvifica. Da qui è nata l’idea di creare una rassegna tra Ottocento e Novecento che si concentri sui

Nelle foto alcune delle opere in esposizione: in alto “Mondine in Polesine” di Ettore Tito, Fausto Zonaro “Il sarto”, a sinistra Cesare Laurenti “La fruttivendola” e Oreste Da Molin “Barbiere rusticano” vecchi mestieri, vivi nella pittura veneta, che mostri come nell’arte a cavallo dei due secoli la potenza del lavoro sia glorificata con tutta la sua carica concreta e dinamica dai pennelli più noti del tempo. La mostra conduce il pubblico in una Venezia con campi e campielli popolati dall’animazione caratteristica dei mercati, con calli, ponti e canali percorsi dal vociante passaggio di ambulanti: arrotini, venditori di caldarroste, lustrascarpe, fiorai, carbonai, burattinai, suonatori girovaghi. Le donne lavorano accanto agli uomini come bigolanti, che al grido “acqua mo” portano, con il

secchio o bigol, sulle spalle, l’acqua dolce direttamente alle case; vendono polli, fiori, frutta, sono lavandaie o venditrici di zucca, o balie, cuoche, serve a servizio delle famiglie dei ricchi borghesi o della nobiltà di un tempo. Le immagini dipinte invitano a curiosare all’interno di case o di laboratori dove sartine, ricamatrici e merlettaie sono all’opera con aghi e fili, in ambienti umili dove un notaio stipula un contratto di matrimonio, dentro le botteghe dove calzolai, sarti e barbieri sono colti nell’esercizio del loro mestiere e dove gli antiquari espongono coloratissime e preziose merci o nelle fucine

La Fondazione Stépán Zavrel compie 30 anni

NUOVA SEDE E UNA MOSTRA IN CANTIERE

P

er festeggiare la nuova sede e i trent’anni di attività, la Fondazione Stépán Zavrel di Sarmede ha in serbo un’edizione straordinaria de “Le immagini della fantasia”. Una mostra che aprirà i battenti, il 27 ottobre e proseguirà fino al 20 gennaio, con un tema conduttore: 30x2 , ossia gli anni di attività della fondazione per due, in totale 60 illustratori invitati nella sola sezione Panorama, dedicata ai libri recentemente pubblicati ma con l’aspirazione di coinvolgerne altri, in numero anche maggiore, insieme agli editori riunendoli nell’ambito di un ricco programma di eventi collaterali. La rassegna offrirà così al suo pubblico un discorso sempre più ampio sul libro illustrato che comincerà dall’osservazione di oltre 350 illustrazioni provenienti da numerosi Paesi, rifletterà sulle modalità espressive di oltre 100 illustratori, e 50 allievi della Scuola Internazionale d’Illustrazione viaggiando sul filo delle parole di un centinaio di libri e suggerendo infiniti spunti di dialogo che affioreranno sfogliando emozionanti pagine illustrate. Le immagini della fantasia proporrà, inoltre, anche altri approfondimenti nelle sue sezioni speciali: una dedicata all’ospite d’onore Roberto Innocenti, l’altra dedicata alle fiabe dalla Russia ed infine “Come nasce un libro Illustrato”, dove André Neves racconta il suo modo di lavorare. Si celebrerà il trentennale anche grazie

dove ferve il lavoro dei fabbri. Chiamano ad addentrarsi lungo le callette veneziane dove le impiraresse (infilatrici di perle) svolgono a domicilio, talora appena fuori dell’uscio, prolungamento dell’angusto spazio domestico, le loro attività con il pensiero ai compagni che sono sulle barche, fuori in mare, a pescare. Uscendo dalla laguna, il visitatore è accompagnato nel brio luminoso di un giorno di mercato in Piazza delle Erbe a Verona, nell’umida atmosfera di una pescheria a Chioggia, nella effervescente confusione dei mercati di Badoere e Serravalle e nelle campagne dove sono al lavoro mondine,

contadini, zappatrici, fienaiole, pastore. Attraverso una selezione di dipinti che coprono un arco cronologico di più di un secolo, dal principio dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento, si compie un percorso accattivante attraverso la pittura di genere di area triveneta (con pittori friulani come Brass, Fragiacomo, Mazzoni, Rotta e Veruda), tracciando un reportage sulle attività della gente che, nell’operosità come nel travaglio, nella fatica come nella solerzia, nei gesti e negli sguardi diventa protagonista di una grande epopea, quella del lavoro, nella sua concreta, industriosa, sostanziale nobiltà.

Personale di Renato Pengo dal 14 settembre

Shock ai Musei Civici degli Eremitani

L

ad interventi critici d’eccellenza come quelli di Roberto Denti in apertura del volume che correda la Mostra, di Paola Pallottino, dando nuova lettura all’opera di Roberto Innocenti, di Silvia Burini, di Anastasia Arkhipova, di Davide Giurlando sull’opera di Iurij Norstejn, accanto alla consueta presentazione della Mostra a cura di Monica Monachesi e al saggio sui racconti popolari della Russia a cura di Luigi Dal Cin. Sempre sulla scia delle celebrazioni per il trentennale sarà in uscita ad ottobre la pubblicazione “Storyboard, come nasce un libro illustrato”, dove 7 illustratori raccontano come nasce un libro illustrato, un editore ed uno stampatore offrono la propria esperienza e le parole di Stépán Zavrel come ouverture.

e stagioni dell’arte non hanno date precise, vengono comunemente classificate in base alle tendenze storiche che le contengono. Così c’è stata un’arte romana fino a quando è esistito l’impero romano d’occidente, pur essendo sopravvissute geograficamente parte delle prerogative di quest’arte in quello d’Oriente e temporalmente anche nell’arte successiva paleocristiana, ed esiste un Rinascimento che comunemente viene collocato agli inizi del Quattrocento anche se la sua genesi risale, dal punto di vista tecnico, ad un secolo prima e nei duecento anni precedenti andrebbero cercate anche le premesse economiche che l’hanno consentito. Insomma l’arte non volta pagina insieme ai calendari, a volte fa una fuga in avanti rispetto ad essi ma in altre circostanze è un corpo resiliente che tenacemente non vuol saperne del mutare dei tempi. Oggi, per esempio, da almeno cinquant’anni sembrerebbe dare solo spettacolo di se stessa ed essere inconsistente come un’entità astratta che latita nascondendosi sotto una coltre di ventagli giocattolo. Servirebbe una riattivazione sensoriale, emotiva, intellettuale. Secondo Renato Pengo solo uno “Shock” permetterebbe di far ripartire il dialogo tra storicizzazione artistica e arte contemporanea. Come? Con la mostra che dal 14 settembre troverà posto nella sala delle esposizioni temporanee dei Musei Civici degli Eremitani mettendo a stretto confronto una scelta di dipinti tra il Quattrocento e l’Ottocento della Pinacoteca dei Musei con le tele appartenenti al ciclo pittorico “Shock” degli anni Novanta e a elementi video realizzati dall’artista per questa personale. E’ infatti a partire dagli anni Novanta che Pengo affronta nuovi ambiti legati all’antropologia e alla psicoanalisi, raffrontandoli con

il mezzo tecnologico e con la cultura mediatica contemporanea focalizzando la sua immagine sul cosiddetto “shock tecnologico”, cioè la trasposizione su tela del brusio elettrostatico del televisore, che al tempo aveva anche suscitato l’interesse del celebre critico francese Pierre Restany. In poche parole Pengo pratica una sorta di intrusione artistica nei Musei Civici, uno turbamento appunto, collocato a metà strada tra l’arte moderna, rappresentata dalle opere della Pinacoteca del Museo, e quella contemporanea delle sue tele e dei video che con l’effetto neve del tubo catodico, proiettato tutt’intorno, arriva a coinvolgere anche il pubblico.


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“ Dove la terra non è più terra e il mare non è ancora mare”

Un territorio, le sue eccellenze e un’estate di tempo per conoscerle Ente Parco del Delta del Po ha messo la marcia della promozione del territorio e dei suoi prodotti di eccellenza. “Mai come in questo periodo - spiega infatti il presidente Geremia Gennari - c’è stata tanta carne al fuoco o, visto che quando si parla di prodotti deltizi si parla prevalentemente di specialità ittiche, di pesci al fuoco”. Cozze e vongole veraci, ovviamente, ma anche tartufi, riso, patate americane, aglio, radicchio, carote. Insomma il parco è anche grande un orto nel quale le produzioni di qualità non mancano. “Con la Regione e gli altri parchi veneti - prosegue il presidente

Gennari - stiamo lavorando ad un «pacchetto di prodotti» da promozionare nelle principali fiere internazionali, questo ci consentirà di lavorare in modo sistemico in un’offerta pluri-comprensiva capace di andare oltre alla frammentazione che ha determinato quella sorta di «nanismo» che da sempre ci impedisce di raggiungere i mercati globalizzati; ancora con la Regione stiamo lavorando, in previsione dell’Expo 2015, ad una via d’acqua che collegherà Milano a Venezia, lungo la quale verrà collocato il Delta come area del riso, del tartufo, del pesce; con la provincia di Verona stiamo costruendo

«la via del riso»; con il Gal stiamo portando avanti il Progetto Camargue per la promozione delle eccellenze gastronomiche deltizie; la Fondazione Cassa di Risparmio, inoltre, ha dato avvio insieme all’Ufficio Unesco di Venezia ad un iter programmatico per il riconoscimento del Delta come area riserva della biosfera. Stiamo lavorando tanto su scala internazionale, cercando programmazioni condivise con tutti i parchi deltizi del Mediterraneo, quanto su quella locale cercando il coinvolgimento delle scuole, siano esse l’alberghiero di Adria o lo Iuav di Venezia. E ancora: esiste il progetto per un

Visite guidate da Rosolina. Terra sospesa tra cielo e acqua Per conoscere da vicino il Parco e le sue meraviglie naturalistiche, è necessario avere uno “punto di vista” speciale, quello offerto dalla miriade di canali che danno forma e luogo all’area umida più grande d’Europa. Questa, infatti, è una terra che va vista dall’acqua. Altrove le escursioni si fanno a piedi qui invece è necessario scivolare sul pelo della corrente per conoscere i suoi abitanti: falchi anatre, aironi, cavalieri d’Italia, beccacce di mare e volpoche. Dal centro di Rosolina ogni martedì e giovedì, dal 14 giugno al 18 settembre, e possibile partecipare a due itinerari all’interno del Parco del Delta. La rotta del martedì, “Dove il fiume incontra il mare” propone un’escursione in motonave lungo il Po di Venezia fino alle foci del Po di Pila, del Po di Scirocco e del Po di Tramontana. Tre i luoghi dai quali è possibile prendere l’autobus che porta direttamente al luogo d’imbarco: Piazzale Europa ore 14.45; via delle Petunie ore 14.47, piazza san Giorgio ore 14.50. Lo sbarco è previsto a Pila verso le 17.30 circa L’itinerario del giovedì, Navigando negli orti d’acqua In questo caso l’escursione è in battello, il percorso prevede una lenta navigazione nella laguna di Caleri dove oltre agli allevamenti di vongole è possibile ammirare una fauna selvatica straordinaria ed unica. L’imbarco è previsto per le 15.30 all’attracco di Porto Caleri mentre il rientro è previsto per le 17.00 circa. Prenotazione obbligatoria per tutte le escursioni: +39 345 25 18 596

museo del miele e un museo della cinematografia girata nel Bassopolesine”. Infatti tra i prodotti del Parco non c’è solo quello che la terra produce ma anche la terra stessa e le grandi distese di acqua delle lagune, gli scanni, le barene e la secolare storia degli uomini e la loro cultura. Per questo ogni anno il Parco propone una nutrita rassegna di convegni, mostre e visite guidate dedicate al territorio rivolte alla conoscenza di questo angolo di mondo sospeso tra una terra che non è più terra e un mare che non è ancora mare.

Videoproiezioni, laboratori e degustazioni

Tra il conoscere e il sapere

Tra le offerte culturali del Parco non mancano quelle legate alle tipicità deltizie, siano esse i prodotti del territorio, i luoghi da conoscere o laboratori didattici per la scoperta di alcune produzioni locali. Fino al primo settembre, infatti, al Centro Congressi di piazzale Europa di Rosolina si terranno serate dedicate a vari approfondimenti. Lunedì 6 e 20 agosto ci sarà la serata natura, con la proposta di vari itinerari per la scoperta del territorio; lunedì 27, invece, verrà proposta una serata di videoproiezioni con le immagini più suggestive del Delta. E ancora: mercoledì 1-8-22 agosto saranno i maestri artigiani dell’argilla a tenere banco con un laboratorio didattico sulle produzioni locali, alcune davvero tipiche come le ocarine, o i “cuchi” come vengono chiamati da queste parti, delle quali esiste un bel campionario in esposizione al museo di Grillara tra quelle realizzate dal maestro centenario ma ancora attivo Idelmo Fecchio. La serata di mercoledì 28 agosto invece, sarà dedicata ai funghi con un esperto micologo che insegnerà a riconoscere le specie edibili che crescono del Delta. Nei venerdì 3-10-17-24 e 31 e nelle domeniche 5-1219-26 invece sarà attiva la Bottega del Parco con la vendita e la degustazione dei prodotti del Delta.


I nostri esperti 33 RIVOLGITI ALL’AVVOCATO

Questioni di Giustizia Dott. ssa Michela Nuvoletto, avvocato del Foro di Padova Gentile Avvocato, Le chiedo consiglio in merito ad uno spiacevole episodio accadutomi presso un noto ipermercato della mia zona. Le premetto che sono incinta al sesto mese di gravidanza. Mi recavo presso il reparto delle verdure, ove, dopo aver insacchettato la verdura e la frutta da acquistare, mi recavo alle bilance, ove si trova l’addetto alla pesa ed al prezzaggio delle verdure. Lo stesso dopo avermi vista, faceva diversi spiacevoli apprezzamenti del tipo “sei proprio tonda” “perché non appoggi anche la tua anguria sulla bilancia” indicando con il dito inequivocabilmente la mia pancia, io non rispondevo e, dopo essermi allontanata, ad alta voce e davanti a molte altre persone, mi diceva “la tua pancia pesa molto di più delle angurie del supermercato”. Posso fare qualcosa? Era presente mia madre. Giulia.

Per porre le domande all’avvocato: direttore@lapiazzaweb.it

Carissima Giulia, ritengo che le affermazioni rivolteLe dal dipendente del supermercato siano molto gravi e lesive del suo onore e della sua dignità come donna e come futura madre. La prima cosa che Le consiglio è di inviare uno scritto di contestazione all’azienda rappresentando quanto accaduto richiedendo loro il nominativo del dipendente responsabile nonchè chiedendo al datore di lavoro di assumere il provvedimento disciplinare più adeguato per punire questo comportamento. Dopo di che, Le confermo che le espressioni usate nei Suoi riguardi da questo soggetto siano oltremodo sconvenienti e di cattivo gusto, ma soprattutto sono offensive e tali da integrare gli estremi del reato di ingiuria di cui all’art. 594 c.p. il quale punisce la condotta di chi “offende l’onore o il decoro di una

persona presente”. Quindi Lei potrà senz’altro procedere sia civilmente, chiedendo i danni, che penalmente, sporgendo querela e chiedendo la punizione di questo dipendente. Le espressioni utilizzate infatti integrano gli estremi del reato in questione soprattutto alla luce dello stato in cui Lei si trova e del delicato periodo che sta affrontando, venivano dette in un luogo pubblico, davanti ad altre persone ed erano tali da farla sentire offesa ed umiliata. Sua madre potrà certamente testimoniare, ma mi permetto di consigliarLe, dopo aver inviato la contestazione scritta, di prendere contatti con il direttore del settore per capire con lui se il dipendente ha o meno confermato quanto da Lei riferito e che posizione ha preso, ed, eventualmente, che tipo di provvedimenti disciplinari intenderanno assumere.

DA CHE PARTE GIRA L’ECONOMIA

Lorenzo Sartiè

La pochezza dei “furbetti del quartierino”

Spesso parlando con gli imprenditori si cade sempre su temi quali l’organizzazione, il coordinamento, le sinergie e le alleanze, la disciplina imprenditoriale e anche le qualità morali. Puntualmente la discussione assume toni accesi, talvolta anche troppo, dividendosi in due macro gruppi latori di interessi opposti. Da una parte coloro che stanchi della nostra classe politica, economica ed associativa decidono di innovarsi per conto loro, di perseguire la strada della legalità in totale assenza di compromessi e connivenze di qualunque tipo. Dall’altra coloro che ammettono che pur essendo sbagliato o non propriamente corretto, lo comprendono e quello che è peggio che lo giustificano pur di lavorare. Si crea quindi un pericolosissimo asse speculazione e illegalità. Il germe dell’illegalità imprenditoriale è quel sentimento morale che purtroppo porta una volta germogliato, a perseguire un comportamento sempre più illegale e sempre più speculativo. Si passa dall’analizzare il fatto che costa meno una sanzione che adeguare a termini di legge una situazione, alla concorrenza sleale, all’evasione fiscale e tributaria al non pagare i fornitori. Purtroppo ciò è dettato non solo dalla pochezza morale dell’individuo, che essendo spiccatamente opportunista coglie ogni piega del sistema per il proprio vantaggio, ma anche e soprattutto da un sistema giuridico e legale che non fa altro che favorire tutto questo. Quante volte abbiamo sentito la frase “tanto non gli fanno niente…” oppure “gli unici che ci guadagnano sono gli avvocati perché tanto è inutile…” e via di questo passo. Sembra proprio quindi che la scena imprenditoriale sia dominata più dai furbi senza scrupoli che dalle persone moralmente ed eticamente corrette. Però gli strumenti per invertire la tendenza ci sono. Quali? Innanzi tutto la lealtà tra imprenditori anche se concorrenti, poi il fatto di rifiutare i compromessi. Il compromesso è l’accettazione di qualcosa che non piace, a proprio svantaggio e che solitamente porta alla lite. Bisogna imparare a dire di no. Non si tratta di un accordo o di un’alleanza, dove entrambe le parti decidono in comune accordo una cosa e la portano avanti insieme per un beneficio comune. Il compromesso passivo è dettato talvolta dalla necessità, dal bisogno o dalla scarsa capacità interlocutoria.

Supinamente l’imprenditore accetta clausole capestro, pagamenti non congrui e dilazioni inumane. Il compromesso attivo invece è quello dettato dall’opportunismo. Ovvero si accetta il compromesso con il preciso intento di andare in lite, partendo dal presupposto che l’opportunità non è il lavoro, ma il contenzioso. Se le due componenti si incontrano nello stesso momento (come accade di frequente) la parte passiva soccombe, sia esso un fornitore o un cliente. Ecco perché i nostri imprenditori hanno bisogno di moralità, di etica e di correttezza e non di compromessi. Di nessun tipo. Un mercato chiaro, fatto da imprenditori chiari, ne trarrebbe un immediato beneficio, isolando all’istante tutte quelle squallide figure che grazie alla loro spregiudicatezza e illegalità germinata hanno massacrato un mercato già in difficoltà, sfruttando proprio la debolezza degli imprenditori onesti. Non importa che siano fornitori, clienti o imprenditori, vanno respinti con un “No grazie” ripetuto a catena, fino a quando non avranno più porte da bussare e persone da rovinare. La differenza? Chi non ha accettato il compromesso camminerà a testa alta, perché è un imprenditore corretto, onesto e moralmente giusto, chi invece non troverà più terreno fertile per proporre compromessi a proprio vantaggio, sarà escluso dal mercato. Non siamo di fronte ad una trattativa contrattuale, che presuppone l’accordo delle parti, siamo di fronte a figure che pensano solo ad avere il massimo beneficio da un’opportunità a discapito di qualcun altro, costi quel che costi. Non gli importa che l’altro sia un’impresa seria, corretta, affidabile che ha accettato perché pensa e spera cha la controparte sia onesta come loro. Anzi per loro è meglio perché sanno che gli imprenditori faranno di tutto per far fronte agli impegni presi a costo di essere rovinati. E purtroppo spesso lo sono. Meglio accettare un compromesso pur di lavorare con un rischio immane o rifiutare e perdere il lavoro? Il pensiero corre sempre al pane da portare in tavola, ma a che prezzo? La coscienza detta la risposta. La mia mi dice sempre di rifiutare e di continuare imperterrito a cercare altrove le opportunità di lavoro, fino a quando trovo di fronte un imprenditore onesto e corretto. Per fortuna ce ne se sono ancora…e il pane arriva copioso…

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inviate all’indirizzo presidenza@consorziovenetocostruttori.it

Per info su questo articolo m.nuvoletto@gmail.com

Entro il 21 settembre 2012 è possibile richiedere alla Regione Veneto l’assegnazione di un Voucher per partecipare ai seguenti corsi del Catalogo di Alta Formazione En.A.I.P. Veneto:

CONTABILITÀ, CONTROLLO DI GESTIONE, BUDGETING (cod. 10848) Ore 250 di cui 70 ore di project work/stage presso aziende partner

En.A.I.P. Veneto per l’Alta Formazione

Centro Servizi Formativi di Cittadella (PD), tel. 049-9402400, cittadella@enaip.veneto.it Centro Servizi Formativi di Porto Viro (RO), tel. 0426-634069, portoviro@enaip.veneto.it

• Attività formativa ammessa al Catalogo Interregionale Alta Formazione 2012 che potrà essere anche fruita attraverso la richiesta di un Voucher del valore massimo dell’80% del costo del corso

Ore 250 di cui 70 ore di project work/stage presso aziende partner

• L’assegnazione del Voucher è subordinata alla verifica dei requisiti del richiedente e all’immissione in graduatoria.

TECNOLOGIE AVANZATE DI MODELLAZIONE E PROGETTAZIONE INDUSTRIALE CON CAD 3D (cod. 10928) Centro Servizi Formativi di Padova, tel. 049-8658201, padova@enaip.veneto.it Centro Servizi Formativi di Legnago (VR), tel. 0442-21299, legnago@enaip.veneto.it Destinatari Laureati indipendentemente dalla condizione occupazionale. Diplomati solo se occupati. Persone in cassa integrazione e mobilità. Le persone in Cigs, Cig, Cid e in Mobilità potranno fruire di un Voucher del valore del 100% del costo del corso. Richiesta del Voucher da presentare alla Regione Veneto entro il 21 Settembre 2012 sul sito www.altaformazioneinrete.it En.A.I.P. Veneto fornisce assistenza gratuita per la compilazione e presentazione della domanda di Voucher ai fini del rispetto dei criteri di ammissibilità. Contatta il Centro Servizi Formativi di tuo interesse per fissare un appuntamento con il nostro operatore. Per ulteriori informazioni visita il nostro sito:

DGR 595 del 26/07/2012

www.enaip.veneto.it


34 Oroscopo ARIETE 21/03 AL 20/04

DAL

FASCINO CLIMA AGITATO IN FAMIGLIA E IL PARTNER NON VI SODDISFA COME VORRESTE. ARMATEVI DI PAZIENZA L’ APPAGAMENTO È ALTROVE · S ALUTE DOMINATEVI A TAVOLA E CONCEDETEVI IL TEMPO PER L’OTTIMA GINNASTICA DI COPPIA. CHE PERÒ NON BASTA: INCREMENTATE LO SPORT

TORO DAL 21/04 AL 20/05 FASCINO

NON

SIETE IN VENA DI RINCORRERE IL PIACERE E CON IL PARTNER STATE AFFRONTANDO TROPPE SPESE CHE METTONO TENSIONE. RELAX · S ALUTE VOLTATE PAGINA, VE LO CHIEDE ANCHE LA BILANCIA E, NONOSTANTE LA FORMA DISCRETA, L’UMORE È MALINCONICO

GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06

FASCINO GIOVE ILLUMINA QUESTO VOSTRO ANNO POSITIVO. I SENTIMENTI VOLANO VERSO METE SICURE DOVE L’AMORE SBOCCIA · S ALUTE SE SIETE IN VACANZA E DOVETE TORNARE CONCEDETEVI IL LUSSO DI RIMANDARE DI QUALCHE GIORNO. PUÒ SOLO FARVI BENE!

CANCRO DAL 22/06 AL 22/07

FASCINO LASCIATEVI ALLE SPALLE AMAREZZE E MALUMORI DEGLI ANNI PASSATI. VESTITEVI DI LEGGEREZZA E NON PRENDETEVI SUL SERIO · SALUTE OGNI TANTO LASCIATE CHE GLI AMICI VI DIANO PER DISPERSI E NEL FRATTEMPO RICARICATE LE PILE IN QUALCHE PARADISO DI SILENZIO

LEONE DAL 23/07 AL 23/08

FASCINO

ESPRIMERVI

CON AGGRESSIVITÀ NON VI AIUTA ANCHE SE, IN QUESTO PERIODO, L’ISTINTO È QUELLO. VI ASPETTANO TEMPI DURI · S ALUTE SE AVETE INTENZIONE DI FARE UN VIAGGIO SCEGLIETE METE TRANQUILLE, VICINE A CASA. IL PERICOLO È DIETRO L’ANGOLO

VERGINE DAL 24/08 AL 22/09

FASCINO IL

TUO CUORE HA FINALMENTE TROVATO SERENITÀ. LA GELOSIA, UTILIZZATA POSITIVAMENTE, ACCENDE IL DESIDERIO · S ALUTE I PENSIERI NON VI DANNO PACE, UN CONTINUO ASSILLO VI TORMENTA E NON VI AIUTERÀ CERTO SVUOTARE VASCHETTE DI GELATO

Oroscopo COME ALATI PREDATORI

BILANCIA DAL 2 3/09 AL 22/10

FASCINO STAI CAMBIANDO E QUESTO VIAGGIO INTERIORE TI PORTERÀ ANCHE VARIAZIONI IN AMORE: SI RIVELERANNO UNA FORTUNA · S ALUTE ALLEGRI E PIMPANTI NON RIUSCITE A TRATTENERVI DAL FARE MILLE COSE E TROVARE PURE IL TEMPO PER LO JOGGING E LA PALESTRA

CONSERVATE L’AMORE ESTIVO PER

SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11

TUTTO CIÒ CHE LUCCICA

L’AMORE

F

A S C I N O

È CONDITO DA SUSPENSE E TRAGICITÀ MA RICORDA CHE È UN’IDEA ROMANTICA, LA REALTÀ È BEN ALTRO CHE QUESTO · S ALUTE LA FASE CRITICA È PASSATA MA NON È ANCORA IL MOMENTO DI ABBANDONARSI ALLA PIGRIZIA. L’ELEMENTO ACQUA TI AIUTERÀ MOLTO

SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12

DI RECENTE L’AMORE VI HA FATTO SOFFRIRE. APPROFONDITE LA CONOSCENZA DI QUALCUNO CHE DA POCO AVETE INCONTRATO · S ALUTE OMBROSI PIÙ CHE MAI TENDETE AD ISOLARVI… NON È QUESTO IL MODO MIGLIORE PER GODERE DEL SOLE ESTIVO FASCINO

CAPRICORNO DAL 22/12 AL 20/01

FASCINO ATTENZIONE, IN QUESTO PERIODO RISCHI DI FAR PASSARE DAVANTI A TUTTO I TUOI IMPEGNI PROFESSIONALI. APRI GLI OCCHI · SALUTE LA GOLA VI TENTA MOLTO MA SE SARETE COSTANTI CON L’ATTIVITÀ FISICA ARGINERETE QUALCHE DISASTRO. AGGIUNGETE LA MEDITAZIONE

ACQUARIO DAL 21/01 AL 19/02

MANTENETE I PIEDI PER TERRA PER EVITARE DELUSIONI, UN IDILLIO CONTINUA MA NON DIMENTICATEVI DI METTERVI SEMPRE IN GIOCO · S ALUTE IL CALDO DI QUESTI GIORNI VI PROCURA QUALCHE FASTIDIO DI BASSA PRESSIONE: MANGIATE FRUTTA E BEVETE IN ABBONDANZA FASCINO

PESCI DAL 20/02 AL 20/03

FASCINO VI ASPETTANO SORPRESE ECCITANTI E UN RINNOVATO OTTIMISMO VI DARÀ ENERGIA PER COSTRUIRE UNA BELLA STORIA · S ALUTE CAMMINARE MOLTO VI FA BENE E FINALMENTE SENTITE IL VOSTRO CORPO APPARTENERVI. QUALCHE ACCIACCO MUSCOLARE RISOLVIBILE


APERTO TUTTO AGOSTO



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