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Tentano il bis i primi cittadini uscenti Matteo Cecchinato e Gabriele Volponi. A sfidarli saranno rispettivamente Laura La Camera ed Elena Coppola
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
C’
è un’emergenza che non passa mai di moda nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori, nelle strutture di cura. Anzi, la pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle pare non abbia fatto altro che accrescere le statistiche delle aggressioni nei confronti del personale sanitario. I numeri parlano da soli: 1.600 aggressioni l’anno certificate dall’Inail. Vale a dire che ogni giorno in Italia ci sono almeno 4 camici bianchi che finiscono nel mirino. E qualcuno ci rimette persino la vita. segue a pag 5
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laPiazza del Camposampierese Ovest: Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche, Santa Giustina in Colle, Villa del Conte, Villanova di Camposampiero 11.483 copie
laPiazza del Conselvano: Bagnoli di Sopra, Bovolenta, Cartura, Conselve, Due Carrare, Tribano, 10.089 copie
laPiazza di Padova Est: Noventa Padovana, Ponte San Nicolò, Saonara, Vigonza 11.505 copie
laPiazza di Padova Nord: Cadoneghe, Curtarolo, Limena, Vigodarzere 11.375 copie
laPiazza di Padova Sud: Albignasego, Casalserugo, Maserà di Padova 12.560 copie
laPiazza del Piovese: Arzergrande, Codevigo, Legnaro, Piove di Sacco, Pontelongo, Sant’Angelo di Piove 10.317 copie
laPiazza delle Terme Euganee: Abano Terme, Montegrotto Terme 11.500 copie
Provincia di Rovigo 3 Edizioni totale 28.938 copie
laPiazza di Rovigo: Rovigo Città 10.119 copie
laPiazza di Adria: Adria, Pettorazza Grimani 7.072 copie
laPiazza del Delta: Ariano Polesine, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Taglio di Po 11.747 copie
Provincia di Treviso 2 Edizioni 46.566 copie
laPiazza di Treviso: Treviso Città 32.000 copie
laPiazza di Treviso Ovest: Mogliano Veneto, Preganziol, Quinto di Treviso, Zero Branco 14.566 copie
Provincia di Vicenza 2 Edizioni 61.000 copie
ilVicenza: Vicenza Città 43.000 copie
ilBassano: Bassano 18.000 copie
Provincia di Venezia 6 Edizioni totale 144.471 copie
laPiazza di Venezia: Venezia Città 80.000 copie
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laPiazza di Chioggia: Chioggia, Sottomarina 13.504 copie
laPiazza del Miranese Nord: Martellago, Noale, Salzano, Scorzè 15.046 copie
laPiazza del Miranese Sud: Mirano, S. Maria di Sala, Spinea 15.595 copie
laPiazza della Riviera del Brenta: Dolo, Mira 13.319 copie
Attività Commerciali 15.000 copie
Punti di Distribuzione 270 nelle 23 Edizioni 10.000 copie
* I valori presentati sono aggiornati alla data di stampa.
Una novità utile non solo alle persone che risiedono nel quartiere di Carpanedo, ma anche a coloro che transitano nella zona sud di Albignasego: è il nuovo mercato agricolo inaugurato di recente e affidato dal Comune alla Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) di Padova.
Allestito nell’area comunale del parcheggio attiguo alla chiesa di Carpanedo (via Santo Stefano) si svolge tutti i mercoledì dalle 16 alle 20 (dalle 15 alle 19 nei mesi autunnali e invernali). Accoglie i banchi di otto imprenditori agricoli del territorio. La selezione delle aziende è gestita dall’associazione di categoria.
Oltre a frutta e verdura di stagione, si possono trovare carne, miele, formaggio, pane e vino del territorio: prodotti “dal campo alla tavola” grazie a una filiera corta che comporta sia un risparmio dei costi che una riduzione dell’inquinamento legato al trasporto su gomma.
«I mercati agricoli contribuiscono a rafforzare il legame fra il mondo dell’agricoltura e il tessuto sociale locale tavola – spiega Luca Trivellato, presidente di Cia Padova -. Siamo certi che il nuovo spazio, a Carpanedo, sarà frequentato sia dai cittadini di Albignasego che da quelli dei paesi limitrofi. Peraltro si trova in una posizione strategica, comodo pure per i pendolari».
Il servizio sarà testato per un anno in fase sperimentale, dopo di che sarà tracciato un bilancio insieme agli operatori e ai rappresentanti e valutato se renderlo permanente.
«Nel Regolamento approvato dalla giunta - spiega Gregori Bottin, assessore alle Attività Produttive - abbiamo indicato anche la possibilità di realizzare in futuro attività culturali, didattiche e dimostrative. Confidiamo che il mercato possa diventare un luogo di incontro, animato e frequentato dai residenti del quartiere di Carpanedo e di tutto il territorio di Albignasego». «L’iniziativa - aggiunge Annamaria Masiero, consigliera comunale con delega all’Agricoltura - rappresenta anche un’occasione per valorizzare i prodotti locali e dare un contribuito all’economia locale offrendo una nuova opportunità ai nostri produttori».
Cristina ChinelloÈ un periodico formato da 23 edizioni
Ad essere in pericolo non è solo chi lavora in prima linea, ad esempio nei pronto soccorso degli ospedali, oppure le guardie mediche, ma un po’ tutti gli operatori della sanità, a partire dagli infermieri, la categoria che più di altre deve far fronte agli attacchi dei pazienti. E le denunce ufficiali, spiega la federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno dai contorni preoccupanti perché per ogni caso che viene allo scoperto ce ne sarebbero almeno 26 che non vengono denunciati.
C’è poi un altro dato di questa inquietante statistica che va sottolineato: il 71% delle aggressioni ha riguardato le donne, dalle operatrici sanitarie alle psicologhe, dalle infermiere ai medici. Sono loro, il più delle volte, a subire le violenze di pazienti che non accettano le cure, che contestano una diagnosi, che pretendono una medicina o un trattamento che non possono avere. Il sindacato dei medici e dirigenti sanitari definisce senza giri di parole il fenomeno come “un bollettino di guerra”, al punto che in tanti, almeno uno su tre, se potessero cambierebbero lavoro.
Ma come? Giusto tre anni fa, mentre stavamo faticosamente uscendo dal primo lockdown, infermieri e medici venivano dipinti come gli eroi del nostro tempo. Era tutta retorica da “ne usciremo migliori”, vien da dire col senno del poi. Ma in questo caso l’intolleranza verso chi si prende cura di noi ha radici ben più antiche. Asciughiamo pure le statistiche dai casi, sempre numerosi, legati a situazioni di disagio psicofisico di alcune categorie di pazienti che più di altre sono soggette ad accessi d’ira e scatti di violenza. In certi ambienti i rischi non mancano ma questo non giustifica il concreto pericolo che quotidianamente affrontano gli operatori della sanità. Professionisti che dovrebbero concentrarsi sull’assistere e curare al meglio si trovano costretti a non abbassare la guardia nemmeno per un istante. “Infermiere, medico, difendi te stesso”, viene da dire. Non dovrebbe essere così, invece contro l’intolleranza e la prevaricazione sembra che al momento non vi sia una cura efficace.
Si svolge il mercoledì pomeriggio nel parcheggio della chiesa
L’intenzione dell’amministrazione comunale è di non accogliere richieste di accordo che comportino consumo di suolo. Si proporrà, invece, di valutare quegli accordi che riguardano aree già pianificate in precedenza
Una pianificazione territoriale che si presenta in un’ottica più “verde” rispetto alle programmazioni precedenti: è questa, secondo l’Amministrazione comunale di Albignasego, la direzione percorsa negli ultimi cinque anni. L’ultimo atto in ordine di tempo approvato in tal senso, è stata la Variante 14.1 a fine dello scorso anno, “Con la quale - afferma l’Amministrazione in una nota - è stata stralciata una superficie complessiva di circa 594.830 mq di area con destinazione produttiva (59,48 ettari) che è diventata interamente agricola”.
UNA VISIONE PER IL FUTURO
A spiegare la direzione per il futuro è Valentina Luise, Assessore all’urbanistica: «Anche per il futuro le scelte dell’Amministrazione proseguiranno in questa direzione, in particolare con la variante 14-2 sugli accordi pubblico privati in fase di predisposizione. Promuoveremo politiche che favoriscano la rigenerazione delle aree produttive esistenti che ne avessero necessità».
Secondo quanto annunciato, “Con la variante in corso non saranno reiterate aree residenziali per 32.000 mq (3,2 ettari) con un ulteriore risparmio di 26.720 metri cubi. Attualmente le istanze pervenute dai privati richiedono una trasformazione del territorio agricolo in aree residenziali/
commerciali/direzionali per circa 100 mila metri quadri.
NO AL CONSUMO DI SUOLO
“L’intenzione dell’Amministrazione - aggiunge Luise - è di non accogliere tali richieste di accordo che comportino consumo di suolo, evitando in particolare che aree decadute con la variante 6 possano tornare edificabili.
Si proporrà, invece, di valutare quegli accordi che riguardano aree già pianificate in precedenza, che quindi non consumano suolo, nelle quali saranno rimodulati i parametri edilizi al fine di ridurne l’impatto urbanistico e in alcuni casi anche il volume».
«In questi anni - conclude il sindaco Filippo Giacinti - a partire dalla variante 6 del 2017 che avviava la nuova politica del Comune in tema di consumo del suolo, abbiamo trasformato aree residenziali o produttive in agricole per circa 882.000 mq (l’equivalente di 123 campi da calcio)”.
PLAUSO DI LEGAMBIENTE
La decisione aveva riscosso il plauso anche di Legambiente Padova che aveva additato Albignasego come “esempio da seguire”, ma nel contempo aveva rilevato come “la via maestra per contrastare il consumo del suolo fosse quella di approvare una variante al PAT”.
“Condividendo queste conside-
razioni di Legambiente - conclude il sindaco Giacinti - l’Amministrazione sta ora valutando la revisione di tale documento per ridurre il dimensionamento previsto nel 2013, togliendo definitivamente anche le linee di sviluppo e individuando modalità di intervento che puntino alla rigenerazione e al recupero dell’esistente”.
Cristina ChinelloPer prevenire la diffusione delle zanzare durante la stagione estiva, si può iniziare fin d’ora con le azioni preventive: il Comune di Albignasego mette a disposizione gratuitamente le confezioni di prodotto larvicida antizanzare per i residenti. Il prodotto può essere ritirato alla portineria della sede municipale di via Milano, 7 tutte le mattine dalle 9.30 alle 1 2.30. Ogni utenza Tari può ritirare una confezione di prodotto che viene consegnato all’intestatario o a una persona delegata, munita del codice fiscale del cittadino cui è associata l’utenza.
Il prodotto è distribuito in forma di compresse e deve essere utilizzato secondo le quantità e le modalità descritte in etichetta. Va inserito all’interno di caditoie, tombini, griglie o
pozzetti presenti nelle proprietà private nelle quali si raccolga acqua piovana: un’operazione che va ripetuta ogni 3-4 settimane o dopo acquazzoni, fino alla metà di ottobre. La consegna dei flaconcini proseguirà fino a esaurimento delle scorte.
Oltre all’utilizzo del prodotto specifico, è utile prevenire – dove possibile – la proliferazione delle zanzare: poiché esse depongono le uova dove ci sono ristagni d’acqua, si rivela utile svuotare regolarmente vasi, sottovasi e contenitori, così da non far trovare a questi insetti un habitat ideale.
Alla distribuzione dei kit antizanzare si affianca la campagna di disinfestazione che ha preso il via lo scorso 3 aprile sulla base di uno specifico Piano di disinfestazione approvato dall’Ulss 6 Euganea. (c.c.)
Èsta to recentemente costituito in Consiglio comunale il Comitato di consultazione della famiglia: rappresentanze della cittadinanza e amministrazione comunale si incontrano per scambiare idee e progettare insieme il futuro della città.
«Per la società civile parteciperanno rappresentanti di scuola e associazioni, quartieri, Caritas, Croce Rossa, sanità, asili, Parrocchie – osservano in una nota gli esponenti delle Minoranze, Luisa Fantinato (Abc2030), Andrea Canton e Riccardo Savio (Partito Democratico) –. Per l’amministrazione, invece, si trova rappresentata la sola maggioranza. Le minoranze hanno chiesto che nella composizione rientrassero tutti i membri della commissione consiliare di riferimento, in modo che il Consiglio comunale fosse rappresentato nella sua interezza. Ma l’Amministrazione ha negato tale partecipazione, sostenendo che non serva la presenza delle minoranze negli organismi consultivi, e che sarebbe percepita come divisiva. Abc2030 e PD ritengono invece fondamentale che
l’Amministrazione partecipi con tutte le sue componenti, anche con la presenza della Minoranza, in un consesso dove si dice di voler ascoltare la società civile».
Aggiungono i rappresentanti politici: «Non c’è nulla di straordinario nell’istituzione del Comitato per la famiglia: si tratta di uno strumento idoneo a essere messo in campo da Amministrazioni di qualsiasi colore. In altri comitati le Minoranze non sono escluse e in molti di questi organismi la parte politica cede il passo alla società civile lasciando vero spazio di autogestione. Solo così comitati e consulte sono veri luoghi di ascolto
attivo; da noi, invece, sembrano più una “vetrina” dove la Maggioranza si impone come unico interlocutore. Sono invece accolti gli emendamenti proposti dalle Minoranze per rendere pubbliche le convocazioni, le sedute e i verbali, con pubblicazione sul sito istituzionale. Ma la sostanza non cambia, resta il dubbio che quella proposta non sia la configurazione migliore. L’istituzione di questo Comitato di consultazione della Famiglia è sicuramente legittimata dai numeri, ma si esclude la nostra partecipazione».
Cristina ChinelloSport inclusivo: arriva un nuovo mezzo È atteso entro la fine dell’anno un nuovo pulmino attrezzato al servizio delle persone con disabilità e delle società sportive del territorio. Il pulmino consentirà il trasporto dei bambini e ragazzi con disabilità le cui famiglie non possono organizzare in autonomia il percorso da casa alla palestra o al campo sportivo. Per l’acquisto del mezzo, il Comune ha ottenuto un contributo a fondo perduto di 30 mila euro da parte della Regione Veneto, nell’ambito del bando “Inclusione delle persone con disabilità”. «Il nuovo mezzo –commenta Anna Franco, assessore alle Politiche Sociali – si aggiungerà a quello attualmente in dotazione al settore Servizi sociali, utilizzato principalmente per trasporti di anziani e persone disabili che devono sottoporsi a visite mediche. La disponibilità del pulmino sarà nei prossimi mesi un sostegno in più ai progetti delle associazioni territoriali, che ci auguriamo possano crescere». ( c.c.)
Comune”
Istruzione. Nel documento di previsione messo a disposizione quasi mezzo milione di euro
Confermati anche per il 2023 lo stanziamento di 20 mila euro a sostegno delle circa 200 famiglie che usufruiscono dei servizi di pre-tempo e posttempo e il servizio di ascolto psicologico gratuito
N
idi e scuole per l’infanzia, il sindaco di Albignasego commenta: «Nonostante le difficoltà e incognite legate all’aumento di costi energetici che gravano anche sul nostro bilancio – spiega Filippo Giacinti – abbiamo voluto fortemente mantenere l’impegno di sostenere i servizi alle famiglie. Un segnale importante, in un momento in cui molti nuclei, anche nel nostro territorio, fanno i conti con nuove difficoltà legate all’aumento generalizzato dell’inflazione». Il primo cittadino fa riferimento a quanto contenuto nel bilancio di previsione triennale 20232025 del Comune, in cui alcune misure parlano dell’aumento del 20 per cento del contributo ordinario assegnato ad ogni alunno residente iscritto alle scuole dell’infanzia e ai nidi integrati non statali, la conferma del contributo per i servizi di pre-tempo
e post-tempo, il mantenimento delle rette del nido comunale.
La spesa destinata complessivamente a nidi integrati e scuole dell’infanzia non statali sfiora il mezzo milione di euro: 91 mila euro a sostegno del costo delle rette per i 152 bambini iscritti ai cinque nidi integrati e oltre 382 mila euro per i 638 bambini iscritti alle scuole dell’infanzia.
L’aumento da 500 a 600 euro del contributo ordinario annuale per ogni bambino residente iscritto alle scuole di infanzia e nidi non statali è stato deliberato ancora l’anno scorso. La misura è stata stabilita per «Consentire, a seconda dei casi – aggiunge Giacinti - di annullare o contenere significativamente gli aumenti delle rette che erano stati deliberati dalle scuole a causa dell’incremento delle spese di gestione».
Le risorse destinate al sostegno
alle rette del nido comunale Marco da Cles sono pari a 162 mila euro a copertura del 46 per cento del costo delle rette. «La retta media per la frequenza del nido – commenta Marco Mazzucato, assessore al Bilancio e alla Pubblica istruzione - per i residenti è di 274 euro, 77 euro in meno al mese rispetto al dato regionale». Il bilancio del Comune di Albignasego ha confermato anche per il 2023 lo stanziamento di 20 mila euro introdotto a sostegno delle circa 200 famiglie che usufruiscono dei servizi di pretempo e post-tempo nelle scuole dell’infanzia e nei nidi. Confermato anche il servizio dello spazio di ascolto psicologico gratuito a disposizione dei genitori nelle scuole dell’infanzia: un servizio che nel 2022 ha registrato 336 accessi.
Cristina ChinelloTrentaquattro mila euro messi a bilancio per il funzionamento 2023, circa 25 mila i prestiti registrati ogni anno, 24.800 libri totali a disposizione dei residenti e delle strutture provinciali e delle due reti di Verona e Vicenza. Sono i numeri della biblioteca di Albignasego, che diventa non più soltanto un luogo in cui trovare e prendere a prestito libri, ma si configura come un centro culturale di riferimento.
«L’attività della biblioteca – spiega il sindaco Filippo Giacinti – non si limita al servizio di prestito: durante l’anno vengono organizzate numerose iniziative, di promozione alla lettura per varie fasce d’età, e dedicate alle scuole». In queste set-
timane proseguono le visite guidate per le classi seconde della scuola primaria, per visitare Villa Obizzi e la biblioteca. Apprezzamento anche per le letture ad alta voce proposte grazie alla collaborazione con un gruppo di lettori volontari.
«Sempre molto attivi e propositivi i tre gruppi di lettura che si incontrano in biblioteca, coinvolgendo in media 50 persone ogni mese - aggiunge Marco Mazzucato, assessore alla Cultura e al Bilancio –. Bibliobizzi è il nome scelto dai due gruppi per adulti e quello dei ragazzi dai
1 2 ai 16 anni. In Villa Obizzi vengono inoltre allestite mostre d’arte e mostre fotografiche e organizzate giornate di giochi da tavolo».
Nell’ambito dei servizi culturali e bibliotecari viene gestita anche la Commissione Pari opportunità, che collabora con il Centro Veneto Progetti Donna. Nei prossimi mesi la biblioteca sarà interessata da un progetto, possibile grazie a un contributo Pnrr di 91 mila euro. Sarà creato uno spazio per bambini e per adulti con disabilità cognitiva, un ambiente multisensoriale funzionale alle caratteristiche delle persone autistiche, con sindrome di down o bambini con disturbi dell’attenzione. A progettarlo un’equipe di professionisti psicologi con lo scopo di far raggiungere uno stato di benessere psico-fisico che favorisca la concentrazione e la lettura. (c.c.)
T orna anche quest’anno Bottom-up reloaded, il progetto estivo dedicato ai giovani. Proposto per la prima volta nel 2001, il progetto Bottom-up ha raccolto fin da subito un ampio successo, tanto da essere riproposto l’anno scorso e confermato per l’estate che sta per arrivare.
Si parte con la pianificazione delle attività: a giugno un gruppo di giovani residenti ad Albignasego sarà coinvolto nella progettazione e realizzazione dell’evento che sarà realizzato in agosto-settembre. I ragazzi, affiancati da un educatore, saranno protagonisti di tutte le fasi organizzative: dall’ideazione, alla programmazione e infine alla promozione. Sarà un’occasione per sviluppare nuove competenze, per sperimentare la dinamica del lavoro in team e per vedere realizzate le proprie idee in favore del territorio.
Per i giovani, quest’anno è stato confermato anche il progetto “Ci sto affare fatica” che nelle ultime estati ha coinvolto centinaia di persone.
«La pandemia, con la riduzione delle occasioni di incontro e socialità - spiega il sindaco Filippo Giacinti - ha lasciato un segno profondo nei ragazzi, anche per questa ragione abbiamo scelto di dedicare un’attenzione forte alle politiche giovanili. Servizi preziosi come il Centro di aggregazione ragazzi o l’Informagiovani riescono a intercettare solo una parte dei giovani del territorio: questi progetti innovativi ci aiuteranno a raggiungere molti ragazzi che altrimenti non avremmo modo di coinvolgere».
«Il progetto Bottom-up 2021 - spiega Anna Franco, assessore alle Politiche Giovanili - ci ha permesso di consolidare le competenze di rete e sperimentare con successo il coinvolgimento diretto dei ragazzi, non solo destinatari dei progetti, ma anche co-protagonisti diretti della definizione “dal basso” delle politiche giovanili. La scelta di “ingaggiare” i ragazzi come promotori delle iniziative - dal torneo di street basket al contest di skateboarding fino agli eventi di street art o all’incontro dedicati ai giochi da tavolo - è stata fondamentale per il successo delle iniziative, che ora troveranno continuità in queste due nuove edizioni».
Cristina ChinelloRifiuti: le scadenze per il pagamento della tariffa
Tre date da segnare in calendario o tenere a mente: 31 maggio, 30 settembre e 31 dicembre. Sono le scadenze per il pagamento delle tre rate della tariffa sui rifiuti (Tari) 2023 nel Comune di Albignasego. Dopo lo slittamento a luglio degli anni precedenti, deciso a seguito dell’emergenza
Covid, la prima rata è stata quindi riportata a maggio. Gli avvisi di pagamento saranno spediti da fine aprile.
Le tariffe – già fissate dal piano finanziario quadriennale 2023-2025 del Consiglio di Bacino Padova Centro - dovrebbero restare invariate rispetto allo scorso anno: il Comune ha infatti dato indicazione in questo senso al Consiglio di Bacino, che ha tempo fino a fine aprile per proporre eventuali variazioni al piano.
È confermata anche la possibilità di richiedere l’esenzione da parte di cittadini in difficoltà, come conferma il sindaco Filippo Giacinti: «Anche per l’anno 2023 – spiega Giacintil’Amministrazione comunale ha previsto la possibilità di richiedere l’esenzione Tari da parte degli utenti che si trovino in particolari condizioni economiche». Il termine per la domanda di esenzione è il 31 agosto; alla richiesta va allegata la dichiarazione Isee.
Chi avesse rate passate in sospeso, anche di annualità precedenti a quella attuale, può chiedere il modello F24 per regolarizzare il pagamento. Il modello va richiesto all’ufficio tributi telefonando al numero 049804255-236 o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica tributi@comune.albignasego. pd.it. (c.c.)
Politiche giovanili. Confermati anche per quest’anno i due progetti in calendario tra giugno e settembre
Scende in campo, pronto ad affrontare un eventuale secondo mandato, il sindaco uscente Matteo Cecchinato, con la civica “Per Casalserugo e Ronchi - Matteo Cecchinato sindaco”. Una squadra di candidati consiglieri composta da persone attive da sempre nella comunità, molte delle quali hanno già acquisito esperienza come consiglieri o assessori in passato. Altre hanno invece dimostrato il loro impegno nella promozione della cultura locale attraverso il loro coinvolgimento attivo nella Proloco e in altre associazioni culturali. Altri ancora hanno svolto servizio come membri della Protezione civile. Ci sono infine anche persone giovani e dinamiche, che rappresentano il futuro. Provengono quindi da esperienze diverse, ma sono accomunate dal comune obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini di Casalserugo e Ronchi. Tra i principali obiettivi che la civica intende realizzare in caso di vittoria c’è la realizzazione delle nuove sedi comunali: la prima, inaugurata a breve, ospiterà gli uffici tecnici e l’ufficio anagrafe che attualmente sono disposti al piano terra dell’attuale municipio. Mentre gli altri uffici del piano primo del municipio saranno disposti nell’ex canonica. In progetto c’è poi l’acquisizione dell’area ex cinema, che insieme all’ex canonica rappresentano l’ultimo tassello per il recupero del centro storico; come l’avvio del secondo e terzo stralcio della sistemazione della piazza di Ronchi. Valuterà poi la demolizione dell’ex mu-
nicipio così da creare più parcheggi. Una parte del programma è dedicato ai progetti di messa in sicurezza della viabilità e degli attraversamenti della strada provinciale per il tratto San Giacomo – Bovolenta e per il tratto Maserà – Polverara. Oltre alla realizzazione della pista ciclabile tra la piazza di Ronchi, la chiesetta storica e cimitero e una ciclabile in via Gramsci. In favore degli anziani sarà realizzato un centro diurno e avviato il progetto “Mai soli”, un albo dei volontari che effettuino visite domiciliari, aiuto nelle necessità quotidiane e un po’ di compagnia.Fanno parte della lista “Per Casalserugo e Ronchi - Matteo Cecchinato sindaco” i candidati consiglieri Federico Nicolè, Giorgio Volpin, Giulia Bettella, Manuela Conforto, Andrea Spolon, Stefania Barbieri, Giovanni Talpo, Antonella Meneghello, Gianluca Baldan, Alberto Bettio, Martina Argiolas e Giovanni Leccese. (c.s.)
Elezioni. La lista “Laura La Camera sindaco”
ti di co-housing per gli anziani, che vivrebbero in strutture private all’interno di un complesso dove condividere aree comuni quali sala da pranzo e giardino.
Per rendere il paese attrattivo per le giovani coppie va ripensato l’asilo nido, ripristinando la sezione lattanti (per bimbi dai 3 mesi a un anno) e potenziando il servizio nel suo complesso pensando alle donne che lavorano.
Asfidare il sindaco uscente è scesa in campo Laura La Camera, 47, anni ingegnere chimico con la civica “Laura La Camera sindaco”. Si presenta come una lista che, in caso di vittoria, si adopererà per una gestione attenta della spesa corrente, una programmazione seria e investimenti fattibili e necessari, l’attenzione alla sostenibilità e all’ambiente, alla socialità inclusiva e alla sicurezza declinata nei vari ambiti. Tra i progetti in programma ci sono l’individuazione e l’ampliamento degli spazi di aggregazione e ritrovo per i giovani negli edifici e negli ambienti pubblici, riproponendo il Centro aggregativo ragazzi per la fascia di ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Per la terza età avvierebbe uno studio di valutazione con l’Ulss per realizzare un centro diurno per anziani con la presenza di professionisti che assicurino assistenza alle persone e la sicurezza alle famiglie di un luogo protetto; insieme a proget-
La lista si impegna a costituire una Comunità energetica come soluzione per contenere i costi e conseguire benefici ambientali; ad avviare la sistemazione dell’area ex cinema per realizzare una piazza e la revisione del Piano delle Acque e della rete fognaria, estendendola laddove manca. Immagina poi un sistema di piste ciclabili, intervenendo lungo il Bacchiglione e su via Sperona e valutando anche un tracciato lungo la direttrice per Bovolenta o che comunque interessi il quadrante sud. Anche su via San Martino un percorso ciclabile favorirebbe il collegamento Ronchi-Casalserugo e con i Comuni limitrofi. Importante, infine, garantire a Casalserugo un servizio di trasporto urbano con autobus, che si colleghi a Padova. Compongono la lista i candidati Elisa Venturini, Diego Minozzi, Alessandra Cassone, Davide Grigolon, Stefano Marchi, Gabriele Nalin, Marica Cesaro, Nicole Toffano, Denis Scarparo, Daniele Cesarotto, Michela Bertazzolo e Giammarco Barison. (c.s.)
I carri allegorici hanno dato vita ad un festoso corteo con mangiafuoco e balli samba, primo premio a Sos Allegria di Conselve
Successo di pubblico, divertimento e spettacolo, ma anche tanta solidarietà nella nuova edizione del Carnevale in notturna di Casalserugo: sabato 29 aprile, appena si è fatto buio, i carri allegorici hanno acceso le loro luci e hanno percorso in un festoso corteo colorato l’intera via Umberto I, accompagnati dagli allegri gruppi di figuranti, dallo spettacolo dei mangiafuoco e dal coinvolgente ballo del gruppo di samba ViBrasil Show.
Bambini e adulti hanno affollato la via per assistere al divertimento, sotto una pioggia di coriandoli. Al termine della manifestazione è stato decretato il vincitore: il miglior carro allegorico è risultato SOS Allegria di Conselve. Una manifestazione riuscitissima e resa possibile, oltre che dai gruppi che hanno partecipato con la loro al-
legria e gli splendidi carri allegorici, anche dalla collaborazione di tanti volontari delle associazioni Proloco Casalserugo, Protezione Civile Casalserugo, Associazione Nazionale Poliziotti in Congedo e Auser “Le Radici”. In mezzo a tanta allegria e spensieratezza c’è stato spazio anche per la solidarietà e la generosità: la festa è stata tutta dedicata al piccolo Francesco Tortorelli, mancato a febbraio a soli 9 anni, gli ultimi quattro dei quali trascorsi a combattere contro una grave malattia.
“L’amore per Francesco ha portato
tanti frutti – hanno dichiarato gli organizzatori, nel fare un bilancio della manifestazione – che sono stati donati per la ricerca oncologica. Siamo fieri dei nostri commercianti per il loro impegno per la lotteria e un ringraziamento speciale lo dobbiamo all’associazione “Genitori in fuga”, affiatato gruppo di volontari sempre in prima linea per aiutare la ricerca ed il sostegno ai bambini ricoverati in Oncoematologia pediatrica e in Pediatria a Padova”.
In via sperimentale i banchi raggruppati in piazza Municipio e piazza del Donatore
Dall’inizio di aprile, in via sperimentale, lo storico mercato settimanale è stato raggruppato in piazza Municipio e piazza del Donatore. Si liberano così piazza del Volontariato e dei posteggi per le auto, evitando ai clienti di attraversare la strada provinciale 92 Conselvana
La decisione è stata assunta dall’amministrazione comunale di Maserà dopo che sono state rilevate alcune criticità in ambito di sostenibilità del mercato stesso: la cessazione di molte attività a seguito della crisi economica, la localizzazione dei banchi in diverse piazze e l’insufficienza degli spazi adibiti a parcheggio. Molti posti per gli ambulanti risultano vuoti e quelli in piazza del Volontariato erano ridotti ormai a una decina. Con gli anni il mercato ha diminuito leggermente la propria attività: vent’anni fa il noto mercato del lunedì era composta dai banchi di 120 ambulanti, dislocati nelle tre piazze cittadine, ma che si sono ridotti ora a una novantina.
Con l’obiettivo pertanto di valorizzare e rendere il mercato più attraente e appetibile si è pensato di riunificare i banchi in piazza Municipio e in piazza Donatore, agevolando, di conseguenza, i cittadini clienti, che non saranno più costretti ad attraversare la provinciale per effettuare i loro acquisti e avranno inoltre a disposizione per parcheggiare l’intera piazza del Volontariato, dove erano rimasti una decina banchi. I quali adesso sono stati ricollocati dall’altro lato della strada andando ad occupare alcuni dei posti lasciati vuoti dagli ambulanti che col tempo hanno cessato l’attività.
Prima di assumere una decisione così importante, però, l’ammi-
nistrazione comunale, durante una riunione svoltasi il 14 marzo scorso, ha incontrato i rappresentanti delle associazioni di categoria, Confcommercio-Imprese per l’Italia Ascom e Confesercenti del Veneto Centrale, che hanno espresso parere favorevole alla proposta, la quale è stata quindi avviata dal 3 aprile in via sperimentale e che resterà in vigore fino alla nuova data che sarà comunicata dall’amministrazione comunale. Nei prossimi mesi sarà valutato se la soluzione si rivelerà ottimale o se sarà necessario apportare degli aggiustamenti, prima di decidere se rendere la proposta definitiva.
Con un passaggio in Consiglio comunale nel mese di marzo il Comune di Maserà ha approvato una variante che definisce come l’area di via Marinetti possa ospitare l’edificazione del nuovo palazzetto sportivo. Un passaggio necessario, per il quale si è dovuto attendere prima il parere favorevole da parte del Genio civile regionale e dal Consorzio di bonifica Bacchiglione, che hanno verificato l’assenza di rischio idrogeologico nell’area. Che sorge appunto in via Marinetti e che il Comune ha acquisto dal proprietario. «Purtroppo la pandemia da Covid ha rallentato l’iter burocratico – spiegano gli amministratori comunali – e pertanto non arriviamo a fine mandato elettorale con l’opera già compiuta. Siamo attualmen-
te però in fase avanzata: oltre ad aver acquisito il terreno e averlo trasformato in un’area adatta ad ospitare delle strutture sportive, abbiamo redatto il progetto di fattibilità e reperito le risorse
a far ammettere il proprio progetto tra quelli che hanno trovato copertura finanziaria.
economiche, che ammontano a un milione e mezzo di euro».
Il Comune aveva pensato di partecipare ad un bando per cercare di intercettare cospicui fondi dal Pnrr, ma non è riuscito
«Il progetto che abbiamo ideato - illustra l’amministrazione - era molto articolato e ambizioso, dal valore di otto milioni di euro. Consisteva in più strutture modulari affiancate, che ampliavano la palestra e consentivano la pratica di diverse discipline sportive. Purtroppo tra i presupposti per poter ottenere i fondi c’era la necessità di ottenere una referenza da parte di una federazione sportiva nazionale, che non siamo stai in grado di trovare. Pertanto, accantonato temporaneamente il progetto più ampio, partiremo con il primo stralcio funzionale, che consiste in un palazzetto con i relativi spogliatoi». (c.s.)
Gabriele Volponi 49 anni, imprenditore, è il sindaco uscente: si ricandida per tentare la riconferma al secondo mandato con la civica “Uniti per Maserà e Bertipaglia nella continuità. Volponi sindaco”. Il programma prevede il completamento di varie opere progettate o avviate in questa amministrazione uscente. Per quanto riguarda il trasporto pubblico la civica punta a ottenere la presenza quotidiana di un trasporto di tipo urbano e il prolungamento del tram fino a Maserà. La casa di riposo che a breve sarà inaugurata, sarà affiancata dalla casa di comunità per i medici, la sede della Croce Rossa di Maserà e la clinica del disagio giovanile, a formare una cittadella socio-sanitaria. Dopo aver realizzato tre delle quattro rotonde previste nel programma elettorale di cinque anni fa, in previsione c’è la realizzazione di quella alla fine di via Bolzani all’intersezione con la statale 16. Per arrivare a Bertipaglia senza passare per il centro di Maserà è prevista una nuova strada in via Volta, che arrivi in via Olimpiadi e confluisca in via Marinetti. Già individuata l’area di proprietà comunale sulla quale far sorgere il nuovo palazzetto dello sport. Nei terreni lasciati al Comune in via Ronchi è stato realizzato un bosco di pianura: il progetto prevede ora di recuperare lo stabile all’interno del bosco per realizzare un parco etnografico e organizzare corsi ambientali per le scuole. Infine, acquisita al patrimonio pubblico una parte della corte benedettina “ex Da Zara”, Volponi e la sua lista prevedono di collocare al suo interno alcuni servizi pubblici, che saranno decisi insieme alla cittadinanza. Per i giovani è prevista la creazione di un circolo estivo all’interno del parco dei Cavalieri di Vittorio Veneto in via Roma e la realizzazione di un centro giovanile, recuperando il vecchio asilo in via Fiume. L a lista che accompagna Volponi è composta dai candidati consiglieri Sara Barollo, Nicoló Braggion, Sarah Salmistraro, Davide Stasi, Orazio Bottaro, Silvia Borghetto, Francesca Greggio, Mattia Varotto, Silvano Zanforlin, Denis Trentin, Remo Medici e Celestino Scarabello. (c.s.)
Elena Coppola, architetta, 40 anni, al termine di un’esperienza di cinque anni come consigliera comunale scende in campo come candidata sindaca alla testa del gruppo civico “Comunità e Territorio”.
Da anni attiva con Legambiente Padova e Legambiente Pratiarcati, è appassionata di tematiche del territorio per quanto riguarda l’aspetto urbanistico, il consumo di suolo, il recupero dell’esistente e la rigenerazione urbana. “Comunità e Territorio” è un gruppo ampio, nato non attraverso strategie tra forze politiche, ma dall’unione di persone indipendenti, umanamente coese e motivate, che hanno scelto di collaborare sulla base di reciproche affinità e condivisione di principi etici, oltre che una visione comune su problemi quali sostenibilità ambientale e integrità sociale.
La civica propone un modo alternativo di amministrazione del paese, sulla base di un programma ispirato a cinque principi: salvaguardia del territorio e dell’ambiente, integrità e solidarietà sociale, partecipazione pubblica e trasparenza nelle decisioni, amministrazione come servizio al bene comune, coerenza e apertura culturale.
T ra le proposte in programma sono stati inseriti un grande parco pubblico attrezzato, consulte dei cittadini e dei residenti, maggiore informazione e comunicazione dell’attività amministrativa.
O ffrire servizi di sostegno alla genitorialità e alla conciliazione vita lavoro, un asilo nido integrato a Maserà e il potenziamento di quello della Parrocchia di Bertipaglia, un servizio doposcuola, strutturato e programmato in convenzione con il Comune. L ’attivazione di uno sportello Informagiovani e la realizzazione di un parco della memoria contadina e di una Comunità Energetica Rinnovabile a coordinamento pubblico.
Q uesti i nomi dei dodici candidati al ruolo di consigliere comunale: Andrea Berto, Mariangela Malatrasi, Luca Rigoni, Ingrid Di Sopra, Damiano Marcolongo, Nicoletta Pannocchia, Chiara Cafini, Pasqualino Gentile, Pierluigi Enea, Floriano Piazzon, Marco Bernardi e Sebastiano Moro. (c.s.)
Prima ancora di siglare l’accordo ufficiale con la Provincia di Padova per la sua realizzazione, la rotatoria di Bertipaglia è già stata terminata. I lavori sono stati avviati dal Comune di Maserà appena ha avuto l’approvazione del contributo provinciale e si sono conclusi con tempestività. Anche alla Regione, che ha contribuito anch’essa economicamente, arriverà il resoconto delle spese mesi prima della scadenza per la rendicontazione prevista per ottobre. Tutto grazie al fatto che il progetto era pronto già dall’anno scorso. Il cantiere, che ha preso avvio alla fine di gennaio, era previsto che durasse cento giorni e così è stato. La rotonda, ormai finita, sarebbe stata aperta anche prima, ma si è dovuto attendere la fine di aprile che Enel intervenisse a collegare i cavi della pubblica illuminazione nei cavidotti predisposti nel sottosuolo, come previsto nell’opera, e a rimuovere il palo che ostruiva il passaggio.
La spesa per l’opera si aggira sui 370mila euro, comprensiva dell’esproprio dell’area a ridosso della strada, e ha ottenuto due importanti finanziamenti pari a 150mila euro dalla Regione Veneto e di 102.500 euro dalla Provincia di Padova.
La rotonda è stata realizzata lungo la provinciale 30, via Casalserugo, e mette in sicurezza l’incrocio con la strada che porta a piazza Bertipaglia. Oltre a regolare la circolazione (il tracciato della provinciale è stato raddrizzato raccordando sia l’entrata in Bertipaglia sia mettendo in sicurezza la pista ciclabile), consente di rallentare i veicoli, che lungo quel rettilineo sovente tendono a correre con eccessiva velocità. A completare l’intervento sarà realizzato un parco attrezzato nell’area verde all’incrocio con via Bovo. Un’area verde che sorgerà dove sarebbe dovuto innalzarsi un grande condominio, per effetto di un Piruea, un Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica, Edilizia e Ambientale, approvato una ventina di anni fa e sempre osteggiato dall’attuale sindaco, che all’epoca sedeva sui banchi dell’opposizione. Un piano che per varie vicissitudini dei proprietari non venne mai attivato e decadde. Passati gli anni, gli attuali proprietari hanno rinun-
ciato all’eredità e il Comune ha espropriato la parte del terreno necessaria alla costruzione della rotatoria.
Il 18 e il 19 marzo si è svolta la manifestazione “Io e papà, mattoncini a Maserà”, una mostra esposizione di tanti diorami costruiti con i più famosi mattoncini colorati, che per due giorni hanno riempito la sala polivalente di Corte Da Zara, dove è stata allestita anche un’area gioco in cui giocare con le costruzioni insieme ai propri papà. Molto ammirate dai tanti visitatori, grandi e piccini, sono state le minuziose riproduzioni di palazzi storici, stazioni ferroviarie con i treni funzionanti, famosi negozi e parchi divertimenti, robot e veicoli spaziali, mezzi di trasporto e tante cassette di ogni foggia a creare una città fantastica, allestita da una squadra di appassionati collezionisti.
La mattinata del primo di aprile è stata dedicata alla sensibilizzazione ambientale: una rappresentanza degli studenti dell’istituto comprensivo Perlasca, guidati dalla professoressa Pressato, alcuni dei quali appartenenti al Consiglio comunale dei ragazzi, hanno passeggiato per le vie e i parchi di Maserà a raccogliere i rifiuti abbandonati. Insieme a loro anche cittadini e alcune associazioni (Associazione nazionale carabinieri, alpini, Fidas, il gruppo Podisti Maserà e l’associazione Plastic free) e il gruppo di Protezione civile Al rientro, controllando il materiale raccolto, si sono fatte alcune analisi con i giovani cittadini sul senso del riciclo, sull’importanza dello smaltimento dei rifiuti nel modo corretto e sul rispetto dell’ambiente che ci circonda.
L’evento. Fino al 4 giugno a Padova e in altri dodici comuni della provincia
L’intelligenza artificiale aiuterà i ragazzi del liceo artistico Modigliani di Padova a dipingere un’opera di street art sulla facciata della scuola. E’ questa una delle novità di Super Walls 2023, la Biennale di Street
Art di Padova, che dal 20 maggio al 4 giugno colorerà i muri di Padova e altri dodici comuni: Albignasego, Abano Terme, Campodarsego, Cittadella, Este, Fontaniva, Legnaro, Limena, Mestrino, Rubano, San Giorgio delle Pertiche e Selvazzano Dentro. Saranno oltre quaranta grandi murales da realizzare e 31 artisti (di cui otto sono donne) coinvolti provenienti da Italia, Francia, Spagna e Olanda, a cui si aggiungono, come anticipato, i ragazzi della 4E del Liceo Artistico A. Modigliani di Padova.
Il tema scelto per la kermesse che da tre edizioni celebra l’arte di strada come strumento di valorizzazione del paesaggio urbano, è il rispetto, che gli street artist sono stati invitati a declinare secondo la propria sensibilità: c’è chi lancerà un messaggio in favore della tutela dell’ambiente, chi invece proporrà un’interpretazione legata ai concetti di rispetto per le donne, per sé stessi, per l’infanzia o per la diversità di idee.
Di rilievo anche la riflessione sul fair play sportivo, che assume ulteriore valore nell’anno
in cui Padova è Città Europea dello Sport e sono stati messi a disposizione per l’iniziativa alcuni muri all’interno di strutture sportive cittadine come lo Stadio Euganeo, il Palaindoor, il Palantenore di Piazza Azzurri d’Italia all’Arcella e il Palagozzano in Piazza Gardellin alla Guizza. Il parterre di artisti che ha deciso di aderire alla call to action lanciata dai curatori dell’evento, il gallerista Carlo Silvestrin e la critica d’arte Dominique Stella, vede accanto ai padovani Alessio-B, Any, Boogie.EAD, Peeta, Shife, Tony Gallo, Yama e Zero Mentale, numerosi nomi noti del panorama nazionale: Alessandra Carloni, Andrea Crespi, CapoBianco, Cuboliquido, Giu-
lio Masieri, Mrfijodor, Vera Bugatti e Waro. Non mancheranno i contributi internazionali: dai Paesi Bassi arriveranno poi JDL e Kera1, dalla Spagna le Medianeras e Doa Oa e dalla Francia Nerone, Daco, Anna Conda, David Karsenty 68%, Bagdad, Fortunes, Gloar, Ofet, Mya Lélé e il collettivo La Crémerie. L’evento, promosso dal Comune di Padova e dall’Associazione Culturale CIMI, ha il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con InfoCamere, Provincia di Padova, Università degli Studi di Padova e i Comuni di Limena, Mestrino, San Giorgio delle Pertiche e Rubano. (c.s.)
Sono trascorsi 108 anni dal genocidio del popolo armeno, una tragedia che non va dimenticata, soprattutto oggi di fronte ai nuovi conflitti fomentati dai nazionalismi. Padova ha ricordato il genocidio con una cerimonia in collaborazione con l’associazione Italiarmenia.
In rappresentaza del Comune e della Provincia di Padova è intervenuto il sindaco della città e presidente della Provincia di Padova Sergio Giordani.
“Ritrovarci qui oggi per commemorare il genocidio del popolo armeno, - ha detto Giordani -ha in questo momento storico un significato non solo di ricordo di un crimine terribile accaduto in Anatolia all’inizio del secolo
scorso ma anche di riflessione su come il mondo, un secolo dopo, sia alle prese con simili violenze e massacri che spera-
prevalevano in modo esasperato istanze nazionaliste che miravano alla creazione di una stato turco etnicamente omogeneo.
Fino al 4 giugno 31 artisti da tutta Europa impegnati a realizzare 40 grandi murales. Gli studenti del liceo artistico Modigliani dipingeranno un’opera con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
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vamo di aver lasciato alle nostre spalle con la fine del ‘900. Il popolo armeno, allora, fu sterminato e costretto a una diaspora in giro per il mondo dal governo ottomano, in un quadro di forte instabilità politica, nel quale
Interessi legati agli equilibri internazionali, anche dopo la fine del secondo conflitto mondiale hanno sempre tenuto sullo sfondo della storia questo dramma, che solo nel 1973 la commissione ONU per i diritti umani ha riconosciuto ufficialmente come sterminio della popolazione armena. Eppure furono uccisi circa un milione e mezzo di persone, e chi riuscì a salvarsi anche dalle atrocità, dalla fame e dalle malattie dei campi di concentramento, fu costretto a emigrare e ricostruire una vita in altre nazioni del mondo”. (c.s.)
Daniele Matterazzo sta preparando una nuova impresa, questa volta in bicicletta, 1200 chilometri in una decina di giorni, Parigi-Padova, da pediatria a pediatria.
Vuole presentarsi lei, Daniele?
“Ho 33 anni, sono di Legnaro. La mia storia inizia all’età di 15 anni quando sono stato coinvolto in un incidente stradale: ne ho riportato gravi danni agli organi interni, emorragia, fratture e quant’altro, il braccio è stato curato solo dopo i sei mesi che ho trascorso in rianimazione, in coma indotto, e dopo avermi salvato la vita si sono occupati del braccio. Ho fatto 16-17 operazioni tra Francia e Italia. Era un’età difficile e la disabilità mi ha fatto sentire diverso con questo braccio da portare, fisicamente è un’atrocità da vede-
re. Quindi mi sono sentito sempre un po’ diverso con questo braccio da nascondere, da non esibire, al di là che fossero persone care o conosciute”.
Come era la sua vita in quel periodo?
“Ho trascorso anni a nascondermi, ad evitare tante cose, come andare al mare con la compagnia e altro. Questo è durato a lungo: sentivo che la vita trascorreva in avanti e non ne ero padrone. Ho dovuto fare scelte determinate dall’incidente: volevo andare a lavorare e non ho potuto, ho dovuto fare dei corsi per prendere qualche attestato per fare lavori d’ufficio. A 30 anni non riuscivo più a sopportare, ho passato un periodo di grande confusione, di crisi esistenziale. Casualmente alla tv ho visto il film “Il cammino
di Santiago” e ho visto in quel film una possibile riscossa. Sono partito da solo e ho fatto il cammino di Santiago, per 30 giorni da solo. Quell’esperienza mi ha cambiato”.
Quindi ha iniziato a camminare?
“Sì, ho pensato: “perché quei passi che hanno aiutato me non possono aiutare altri ?” Ho fatto la via Franchigena, mille chilometri, per la pediatria di Padova; poi sono stato in Lapponia, con cibo disidratato e tenda, sempre
La Presidente dell’Associazione Puzzle ODV Caterina Fortunato racconta come è nato il progetto della nuova ludoteca per il Reparto di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale di Padova. “Uno degli obiettivi della nostra Associazione è sempre stato prenderci cura delle persone che vengono ospitate nel reparto di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale di Padova. Oltre a tener conto di aspetti estetici e organizzativi, il nuovo progetto della ludoteca è stato stilato osservando direttamente come vivono lo spazio i bambini ricoverati e i loro genitori, raccogliendo da entrambi i suggerimenti per migliorare la vivibilità degli spazi”.
In cosa consiste la vostra iniziativa?
“La ludoteca è per noi una stanza che racchiude magia, gioco, letture, storie, sorrisi. Il progetto prevede la completa riprogettazione della ludoteca, la ristrutturazione a tema “giungla”, tenendo conto non solo di aspetti estetici, per esempio il colore come elemento terapeutico e pratici come materiali atossici, da pulire facilmente, igienizzabi-
li, ma anche di aspetti terapeutici ed educativi: gli arredi e i giochi sono pensati in funzione del percorso che i piccoli pazienti e i loro genitori dovranno affrontare durante la degenza. Per questo abbiamo attivato una raccolta fondi on-line, in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato di Padova e Rovigo, che terminerà i primi di luglio. Per chi volesse saperne di più sul progetto questo è il link: https://sostieni.csvpadovarovigo.org/campagne/lanuova-ludoteca-della-chirurgia-pediatrica/”.
Quali sono i vostri obiettivi?
“Sia i piccoli pazienti che i genitori trascorrono tra le mura del reparto alcuni dei momenti più difficili della loro vita tra incertezza, tensione, paura, dolore. È sempre stata per noi una missione prioritaria supportare bambini e genitori in questa esperienza, portando per i più piccoli un po’ di spensieratezza anche attraverso il gioco e sostenendo gli adulti con professionisti come psicologi ed educatori in grado di ascoltarli.
Ma vogliamo fare di più. Per questo abbiamo dato vita
a piedi”.
Quest’anno dopo tanti cammini inizia con la bicicletta.
“L’impresa sarà percorrere in bicicletta da Parigi, dove è nato il primo ospedale pediatrico al mondo nel 1877 all’ospedale pediatrico di Padova a cui verrà devoluto il ricavato raccolto (www. fondazionesaluspueri.it); 1200km in una decina di giorni”.
Si sta allenando?
“Sì, perché fino a un mese fa non ero mai andato in bici e quindi è tutto un’altro tipo di allenamento rispetto alla camminata, e poi per fare il mio percorso significa fare cento chilometri al giorni di svariati dislivelli, quindi bisogna essere allenati per affrontare questa nuova sfida”.
Diego Buonocorea questo ambizioso progetto. La ludoteca rappresenta uno spazio di gioco e d’incontro fruibile a tutti i pazienti, indipendentemente dalla durata della loro permanenza all’interno del reparto di Chirurgia Pediatrica: il gioco permette di apprendere e di incontrare l’altro, di poter creare una relazione sia con gli altri bambini, sia con l’educatrice, la psicologa, il personale sanitario con cui condivide il periodo di degenza”. (f.x.)
Arte. L’esposizione a Padova, Palazzo Zuckermann, fino al 28 maggio
C’è tempo fino al 28 maggio per visitare la mostra “Ritratti antichi ma contemporanei” ospitata presso Palazzo Zuckermann. Un’occasione per approfondire un genere pittorico, quello del ritratto, che ha attraversato epoche e correnti artistiche, con un focus sullo sviluppo del ritratto naturalistico nell’ultimo quarto del Cinquecento in seno alla Serenissima. Protagoniste della mostra sono infatti le opere di due artisti che operarono a Padova e Venezia a cavallo fra il Cinquecento e il Seicento: da una parte Francesco Apollodoro (Porcia 1531 - Padova 1612), iscritto alla confraternita dei pittori di Padova che aveva sede nella chieda di San Luca Evangelista, dall’altra Leandro
Dal Ponte detto Bassano (Bassano 1557 - Venezia 1622), suo diretto concorrente e fra i maggiori esponenti del genere dell’epoca, nonché quartogenito di Jacopo Bassano, nella cui bottega di famiglia venne istruito e lavorò durante i primi anni di attività prima di stabilirsi, già noto come ritrattista, a Venezia.
Il legame fra Padova e lo sviluppo del genere ritrattistico fra Cinquecento e Seicento è da ricercarsi anche nella sua natura di città universitaria: all’epoca, in quanto principale sede universitaria della Serenissima, Padova vantava una committenza composta soprattutto da professori
e notabili, i cui ritratti dovevano essere del tutto riconoscibili per poter trasmettere l’importanza e la fama del personaggio, ma anche per poter tramandare ai posteri i rispettivi valori e virtù.
Francesco Apollodoro fu uno degli artisti dell’epoca che seppe rispondere a queste esigenze nel migliore dei modi, come evidenziato dalla mostra di Palazzo Zuckermann.
La mostra, a cura di Monica Castellarin ed Elisabetta Gastaldi con la consulenza scientifica di Vincenzo Mancini, si compone di una sezione di dipinti provenienti dalle raccolte del Museo d’Arte Medievale e Moderna di Padova, cui si aggiungono due ritratti inediti di Francesco Apollodoro provenienti dalla collezione Selvatico Estense di Imola, che tornano eccezionalmente nella città di origine, essendo stati un
Protagoniste della mostra sono le opere di due artisti che operarono a Padova e Venezia a cavallo fra il Cinquecento e il Seicento: un’occasione per approfondire un genere pittorico che ha attraversato epoche e correnti artistiche
tempo conservati nel palazzo di famiglia Frigimelica Selvatico Estense, poi Montesi.Ad arricchire la mostra, dando la possibilità ai visitatori di immergersi ancora di più nell’atmosfera e nella vita del tempo, l’aiuto delle tecnologie digitali, che permettono di instaurare un contatto visivo fra i visitatori e i personaggi ritratti, di collocarli nella contemporaneità e di rivivere la loro esperienza in città. L’uso della tecnologia ha altresì reso possibile il ripristino digitale de “Il ritratto del Leone Bonzio” di Leandro Bassano. L’opera, già conservato allo Staatlichen Museum Schwerin (Germania), rappresenta un’importante testimonianza dell’arte di Leandro Bassano; andata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, può ora essere ammirata nel contesto della mostra.
Passeggiare per Padova imparando a riconoscerne il patrimonio artistico e approfondendone la storia: è questo l’obiettivo di “Passeggiando per Padova - sulle tracce della Signoria Carrarese”, una serie di sette uscite organizzate dal gruppo Ctg La Specola con focus sulle tracce lasciate in città dalla Signoria Carrarese e sugli elementi che hanno permesso a Padova di essere ammessa, come Urbs Picta, fra i siti UNESCO.
I sette incontri si svolgeranno ogni domenica fra il 21 maggio e il 2 luglio dalle 10 alle 11.30. La prima “passeggiata culturale” in programma andrà dalla Chiesa di S. Maria dei Servi al Battistero, con ritrovo davanti ala Chiesa dei
Servi. Il 28 maggio sarà la volta dell’isola carrarese e della scoperta delle tracce ancora presenti della Signoria: la Casa della ram-
pa, la “Reggia” di via Accademia (ritrovo sul Sagrato del Duomo), mentre il 4 giugno protagoniste dell’incontro saranno Piazza Capitaniato e Piazzetta San Nicolò, con ritrovo sotto l’Arco dell’Orologio. Si prosegue, l’11 giu-
gno, con le case, vie e botteghe del tempo dei Carraresi e visita al Palazzo della Ragione (ritrovo all’angolo di via Marsilio da Padova e via Gorizia) e il 25 giugno con il borgo della Paglia con l’Oratorio di San Michele, in collaborazione con “Torlonga” e ritrovo presso la Chiesa del Torresino. Dulcis in fundo, l’appuntamento del 2 luglio con Piazza del Castello, la Chiesa di S.Tommaso Becket, l’area fortificata del Castello fino alla Torre del Soccorso (ritrovo in Piazza Castello).
Per partecipare è necessaria la prenotazione col almeno tre giorni di anticipo scrivendo all’indirizzo email laspecola@ ctgveneto.it o chiamando il numero 340 5522764. (f.t.)
Emma Bacelle ha 16 anni e ha esordito quest’anno nel campionato di A1 della pallanuoto femminile. È praticamente “nata in acqua”, figlia di Claudia Ciocci, capitano dell’A1 femminile nei primi anni di campionato. iI papà è Marco Bacelle, capitano della serie A1 maschile sempre del Plebiscito Padova. “Ho iniziato a giocare pallanuoto per una promessa fatta tra amiche”, racconta. “Prima praticavo il nuoto agonistico ma non ero convinta di ciò che stavo facendo, non sono mai stata portata per gli sport individuali e l’idea di nuotare avanti e indietro per una vasca, senza mai alzare la testa, non mi ispirava affatto.
Ho deciso quindi, settembre 2018, di iniziare a giocare a pallanuoto e da quel momento in poi la mia vita è cambiata”.
Cosa ha scoperto nella pallanuoto ?
“Ho scoperto uno sport che mi trasmette un sacco di emozioni: ansia, gioia, tristezza, i pianti interminabili in pulmino o la sensazione che si prova festeggiando per una vittoria. Uno dei ricordi più belli risale alla scorsa stagione quando, ai play out a Napoli, contro un pubblico molto caloroso e in un campo molto difficile, abbiamo vinto ai rigori contro il Volturno. É stata un’esperienza incredibilmente bella, abbiamo festeggiato come non mai e ricordo che una volta
finito tutto abbiamo mangiato la pizza napoletana”. Come si vede tra dieci anni ?
“Tra dieci anni spero di essere all’apice della mia carriera pallanuotista e di avere qualche medaglia al collo”. Come sta andando la stagione, e quali sono i suoi obiettivi ?
“Molto bene, sento di aver acquisito più fiducia in me stessa avendo anche più spazio in acqua. Dopo l’europeo a Szentes 2021 e il mondiale a Larissa 2022, vorrei vincere uno scudetto giovanile e riuscire a ricavarmi uno spazio in A1 per giocare insieme alla mia allenatrice Alessia Millo; un altro obiettivo è quello di partecipare all’europeo di quest’estate in Turchia, continuare a far parte della Nazionale Italiana e perché no… sognare Los Angeles 2028”.
Diego Buonocore
mma Pozzani è una veterana della Plebiscito Padova. La mamma era una nuotatrice agonista, Emma, invece, ha deciso di giocare in porta. “Ho iniziato per puro caso, nella piscina del mio paese”, racconta, “anche se all’inizio giocavo come attaccante. Ho sempre voluto diventare portiere, ma il mio primo allenatore mi ha ripetuto più volte che una donna non può stare in porta. Dopo 2 anni sono andata a giocare a Verona, e un giorno, stufa di nuotare avanti e indietro, ho chiesto di essere messa in porta, e da quel momento non ho più cambiato ruolo. L’anno dopo mi hanno consigliato di andare a Padova, se avessi voluto avere una vera crescita.
Quali sono stati i suoi successi ?
“In questi anni ho disputato 3 final eight con diverse categorie. La prima volta è stato nel 2019 in cui con l’under 18 siamo arrivate 5.
Si chiama Pickletball ed è uno sport che sta prendendo piede e richiamando appassionati anche in Italia. Padova è la capofila nel Veneto, con 13 impianti e diverse centinaia di praticanti. Il Pickletball è una via di mezzo tra il tennis e il paddle.
Si gioca indoor o all’aperto, in coppia o in doppio, ha il campo più piccolo rispetto agli altri sport che si giocano con racchette e pallina ed è diviso da una rete alta poco più di 80cm, misura 13,40 metri di lunghezza e 5,60 metri di
larghezza per il torneo singolo e 6,100 metri per il doppio. Le racchette sono più piccole e piatte, simili a quelle del padel. La pallina è molto leggera in plastica, con dei fori sulla superficie per evitare gli effetti del vento. Le regole sono quelle del tennis: battuta nel quadrante in diagonale del campo avversario, un solo rimbalzo e risposta. Vince il singolo o la coppia che raggiunge il massimo dei punti che può essere di 11, 15 o 21.
Questo sport è arrivato in Italia da pochi anni: i primi tre campi di gioco sono stati costruiti in
EL’estate scorsa invece, ho disputato due final eight, una con l’under 18 e l’altra con l’under 16. In entrambi ci siamo classificate quarte, sfiorando il podio, ma nell’ultima ho ricevuto il premio miglior portiere, che per me ha avuto un valore immenso, come se tutti i sacrifici e l’impegno che ho messo in questi anni fosse stato ripagato. Da ormai 2 anni sono nel giro della nazionale giovanile, come secondo portiere: ho disputato un Europeo nel 2021 in Ungheria e un Mondiale nel 2022 in Grecia.”
Qual è il suo più bel ricordo ?
“È il mio primo goal, a Verona…ricorderò per sempre l’emozione che ho provato. Mancavano pochissimi secondi alla fine e dalla porta ho tirato, e quando ho visto che la palla è entrata in rete non credevo ai miei occhi. Non dimenticherò mai l’espressione della mia allenatrice che felice come mai mi sorrideva ed esultava.”
Quali sono i suoi obiettivi ?
“Questa stagione, anche se iniziata da solo qualche mese, ha portato tante soddisfazioni.
I miei obiettivi futuri sono di proseguire il mio percorso in nazionale, maturare come atleta ma prima di tutto come persona, e riuscire a raggiungere il podio con la mia squadra nelle final eight di quest’anno”.
Come si vede tra 10 anni ?
“Tra 10 anni mi piacerebbe essere in un’altro paese, per vedere come si vive la pallanuoto e la vita in un posto diverso da quello in cui ho sempre vissuto”. (d.b.)
provincia di Pescara nel 2017 e l’anno successivo è stata costituita l’Associazione Italiana Pickleball (AIP). Negli Stati Uniti, dove è nato, il Pickletball conta oltre 68 milioni di giocatori. Oggi è praticato in 37 paesi nel mondo. Nel padovano ci sono quattro associazioni sportive del Pickletball: in città sono Italy Pickletball Club, con 8 campi, 4 indoor in palazzetto e 4 in arcostruttura; il Pickletball Padova, con 4 campi; lo Sport Team a Maserà, con un campo, e infine il Pickletball Veneto. (d.b.)
Un investimento di 2 miliardi di euro con l’obiettivo di arrivare a 20 milioni di passeggeri al 2037. Sono i dati del Masterplan 2023–2037 dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, terzo gateway intercontinentale nazionale. Un piano che si fonda su quattro valori: concretezza, responsabilità, sostenibilità, fare rete, come sottolineato dal presidente del gruppo Save Enrico Marchi, che ha presentato il progetto in Regione Veneto, affiancato dal presidente Luca Zaia.
Sotto i riflettori lo strumento di programmazione degli interventi di sviluppo che interesseranno l’aeroporto nei prossimi anni, basato sulle previsioni dei progressivi incrementi del traffico. In particolare, le proiezioni di traffico al 2037 sono di 20,8 milioni di passeggeri, un dato che rende necessari gli interventi previsti, senza i quali lo scalo raggiungerebbe il livello di saturazione di 12,5 milioni di passeggeri già nel 2026. Quanto ai costi, l’85% dell’impegno economico totale è di competenza di SAVE, il restante 15% potrebbe essere a carico di imprese terze private. Dei 2 miliardi complessivi, 380 milioni andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale.
I dettagli dell’intervento
Nessuna seconda pista: il Masterplan2037 conferma lo schema con singola pista di volo. È comunque prevista l’estensione della pista di rullaggio esistente “affinché abbia lunghezza pari alla pista secondaria, con gli obiettivi di aumentare la capacità del sistema, migliorare l’operatività, collegare la nuova area destinata ai vettori courier prevista a nord-est del sedime aeroportuale” fa sapere Save: “La pista secondaria è usata come via di rullaggio (taxiway) e solo in caso di chiusura della pista principale come pista di volo”. Previsti due nuovi interventi di ampliamento laterale al terminal esistente, sia a nord (area Schengen) che a sud (area extra-Schen-
Marchi e Zaia illustrano i dettagli dell’intervento: un quinto delle risorse andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale
gen) per un totale di circa 100.000 mq, che si aggiungeranno agli attuali 90.000 mq. “Gli ampliamenti del terminal e in generale tutti i nuovi edifici previsti nel Piano saranno realizzati secondo i più alti standard adottati a livello internazionale, che promuovono un approccio orientato alla sostenibilità a partire dal progetto e dalla scelta dell’ubicazione delle infrastrutture, e comprendono il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito” specifica Save.
Attenzione all’ambiente
E proprio sul fronte della sostenibilità ambientale sono diversi gli interventi, secondo macro filoni. Il primo, la transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare entro il 2030 le emissioni nette di CO2 prodotte dall’attività dell’aeroporto e dismettere ogni utilizzo di combustibili di origine fossile. Secondo, l’obiettivo principale di ridurre al minimo il consumo di acqua potabile, utilizzando le acque del nuovo depuratore inaugurato lo scorso marzo e le acque meteoriche. Terzo, economia
circolare e gestione dei rifiuti. Infine, lo sviluppo dell’aeroporto in armonia con il contesto ambientale e il territorio circostante è una priorità. Tra i principali interventi in quest’ambito, vi sono la riqualificazione ambientale di aree come quelle a ridosso del fiume Dese, lo sviluppo di progetti che favoriscono la biodiversità, il costante monitoraggio e il ripristino dell’assetto morfologico di zone barenali. E ancora, la mobilità di accesso all’aeroporto cambierà radicalmente nei prossimi anni a favore di una drastica riduzione di emissioni di CO2, in particolare con la realizzazione del collegamento con il sistema ferroviario e la creazione di un nuovo polo di intermodalità dedicato agli autobus e ad altri sistemi di trasporto pubblico. È previsto, poi, lo sviluppo della nuova mobilità aerea avanzata, che prevede l’utilizzo di droni a propulsione elettrica per il trasporto di merci e persone, e che necessita di una rete di vertiporti, alla quale Save sta da tempo lavorando.
I commenti
“Siamo nel quadrante più vitale d’Europa: il Veneto nel 2022 ha
raggiunto 65,9 milioni di presenze turistiche, - ha sottolineato Zaia - 1 8 milioni di arrivi, una terra fatta di 4mila strutture alberghiere e una straordinaria rete di ospitalità diffusa. Ma il Veneto è anche la Regione capace, sempre nel 2022, di crescere a livello economico di oltre il 4% di PIL rispetto all’anno precedente. Questo strumento di programmazione e sviluppo di un’infrastruttura fondamentale come l’aeroporto, non può che essere davvero un altro, fondamentale, asset di questo territorio. L’interconnessione fra Venezia, il Veneto ed il mondo deve poter crescere, per gestire –grazie a SAVE – l’importante incremento dei flussi turistici che hanno quasi del tutto raggiunto i livelli del pre-pandemia”.
“Il nuovo Masterplan – ha aggiungo Marchi - conferma il nostro impegno per lo sviluppo del Marco Polo, infrastruttura centrale per la mobilità, l’occupazione e l’economia della regione e dell’intero Paese. In untempo in costante trasformazione il Piano, nella sua modularità, disegna il futuro del terzo scalo intercontinentale nazionale con la concretezza
e la responsabilità proprie del nostro Gruppo, che ha saputo riunire in un unico sistema gli aeroporti del Nord Est, dimostrando l’efficacia di una gestione in rete, determinante anche nel far fronte alla crisi che ha duramente colpito l’intero settore aeroportuale”. “Puntiamo ai massimi livelli di sostenibilità e innovazione,-ha concluso Monica Scarpa, amministratore delegato di Save - integrando soluzioni ambientali e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica con contenuti sociali e occupazionali. Le attività di ampliamento della rete di voli e il parallelo adeguamento delle infrastrutture, sono accompagnati da una progressiva modifica delle modalità di apporto energetico allo scalo, basate su fonti rinnovabili e autoproduzione di idrogeno, in un’ottica di economia circolare applicata in particolare al riutilizzo dell’acqua e alla gestione dei rifiuti. In questo quadro di sostenibilità ambientale, si inseriscono i progetti di collegamento con il sistema ferroviario e la nuova mobilità aerea avanzata con l’utilizzo di droni per il trasporto di merci e persone”.
IL MASTERPLAN. Lo scalo veneziano punta a diventare il terzo in Italia
“Entro il 2037 venti milioni di passeggeri”Luca Zaia con il presidente del gruppo Save, Enrico Marchi Monica Scarpa, amministratore delegato del gruppo Save
L’EVENTO. All’Arsenale di Venezia dal 31 maggio al 4 giugno nei 55mila mq di bacini
Venezia capitale della navigazione con cinque giorni dedicati alla passione per la navigazione, tra yacht e superyacht, première italiane e mondiali, prove in acqua, convegni, esposizioni e regate. Torna all’Arsenale di Venezia, dal 31 maggio al 4 giugno, la quarta edizione del Salone Nautico Venezia, che rientra ormai a pieno titolo nel palinsesto dei maggiori eventi della città. Un punto di riferimento per l’Adriatico e tutta la lunga rotta che da Venezia porta a Istanbul lungo il Mediterraneo Orientale.
V enezia torna dunque ad essere protagonista della grande nautica con la quarta edizione del Salone Nautico, che abiterà gli spazi dello storico Arsenale, cuore ancora pulsante della marineria della Serenissima. Un’edizione, questa, concentrata in un numero inferiore di giorni rispetto al passato, in linea con i saloni nazionali e internazionali più importanti, e i cui numeri confermano la vocazione della città verso il mare. Un’edizione, inoltre, che vede un consistente incremento della presenza della vela e dell’elettrico. Il Salone è organizzato da Vela Spa per conto del Comune di Venezia e grazie alla collaborazione della Marina Militare Italiana.
L ’Arsenale è composto da bacini acquei di 55.000 mq, all’interno dei quali saranno installati oltre 1.100 metri lineari di pontili, e 30.000 mq di spazi espositivi esterni. Le grandi tese, che in passato hanno accolto la costruzione delle Galere, accoglieranno il meglio del design e dell’arredo nautico e la cantieristica artigianale veneziana per un totale di 5.000 metri quadrati. In totale, saranno più di 220 gli espositori che porteranno a Venezia 300 imbarcazioni, di cui 250 in acqua per una lunghezza totale di 2,7 chilometri.
H anno confermato la loro pre-
senza i grandi gruppi leader della costruzione navale nazionale e internazionale. Tornano Ferretti Group, Azimut Benetti, Sanlorenzo, Sunseeker, Beneteau, Absolute, FIM, Pardo, Sirena e Arcadia. Espongono per la prima volta a Venezia i cantieri Invictus, Fountaine Pajot 67 a motore, Nautor Swan
shadow, Solaris Power, Prestige e Sensesyacht. Significativa la tendenza, spiegano gli esperti, che si registra del ritorno della barca a vela, confermando un fenomeno che dopo il Covid vede un aumento dell’interesse verso l’acquisto di barche a vela, in un rapporto di eco sostenibili-
tà con il mare. Tra le presenze riconfermate compaiono i cantieri Beneteau, Lagoon, Dufour, More, Jeaneau e Pegasus e Italia Yacht, mentre arrivano per la prima volta all’Arsenale Elan, Bavaria, Solaris, Neo Yacht, Nautor Swan con Nautor Swan 65 – l’ammiraglia a vela del Salone – Kufner e HallbergRassy dalla Svezia. Grande crescita si evidenzia anche nel settore dell’elettrico. Un trend che risponde alla richiesta di avere barche sempre più evolute sia dal punto di vista della loro impronta ambientale, che deve essere sempre più ridotta con l’utilizzo di materiali ecosostenibili, sia da quello del maggiore comfort. Da qui la richiesta di spazi più ampi, senza in ogni caso rinunciare al lusso. All’Arsenale tornano X Shore, Candela, Green Line 40, Alfastreet Marine, Fap (Falegnameria Artigianale Pesce) e Rand Boats. Tra le novità, invece Free Power, Green Dream Boats, Amperetta e Sea Bubble.
S empre sul filone della sostenibilità, che vede Venezia in prima
linea anche per la sua candidatura a Capitale mondiale, al Salone Nautico Venezia saranno esposte anche le ultime novità nel campo della propulsione verso un futuro più ecologico. E ancora, torna la terza edizione della E-regatta con la scenografica parata sul Canale Grande e con le prove competitive all’interno del bacino dell’Arsenale e presso l’Idroscalo di Venezia. Come sempre trova spazio nel Salone la cantieristica tradizionale veneziana, con le barche che ogni giorno servono alla città per vivere, costruite nei cantieri della laguna con il loro profumo di tradizione ma anche di tecnologia. I cinque giorni di manifestazione saranno anche l’occasione per dare spazio all’intrattenimento con regate e trofei, con programma molto ricco tra cui spiccano manifestazioni motonautiche come l’arrivo della Pavia Venezia, oltre a molte occasioni di relax per le famiglie e i bambini con attività, punti di ristorazione, voga e vela e riscoperta dei luoghi dell’Arsenale. Molti i convegni in programma, il cui focus sarà l’innovazione, i servizi, la formazione e la sostenibilità; appuntamenti che permetteranno il confronto degli addetti ai lavori sulle tante tematiche che coinvolgono un settore in costante crescita.
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Sui pontili e a terra troveranno posto 300 imbarcazioni di oltre 220 espositori
Nel segno della sostenibilità le propulsioni e gli allestimenti orientati verso un futuro più ecologico
“Son o estremamente pessimista e penso che tra qualche anno, dopo la morte dell’ultimo di noi, la storia della Shoah tra negazionismi e oblii, non ci sarà più: sarà prima ridotta ad un capitolo, poi una riga nei libri di storia e poi non ci sarà più.”
Quelle pronunciate poco tempo fa dalla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, sono parole dure, sconsolate, di chi per tutta la vita ha cercato di mantenere viva la memoria di uno dei punti più neri della storia del Novecento europeo e che oggi vede le sue fatiche messe a rischio.
Un vero e proprio grido di allarme che pone all’attenzione di tutti la necessità di essere parte di una memoria attiva nel passato e utile per costruire il futuro. È anche col peso di queste parole, che risuonano come un monito forte e un patto tra generazioni, che questa primavera trenta ragazze e ragazzi dei comuni della Riviera del Brenta hanno affrontato “Promemoria_Auschwitz”, il viaggio della Memoria che dal Veneto li ha portati a Cracovia e ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau. Un progetto fortemente voluto dagli amministratori dei comu-
ni di Dolo, Camponogara, Stra, Mira e Vigonovo che ha visto coinvolti partecipanti tra i 18 e i 25 anni. Giovani che hanno seguito una formazione specifica nel corso dell’inverno per poi partire alla volta della Polonia. Accompagnati dall’associazione di Promozione sociale Deina si sono riuniti ad altri 450 giovani provenienti da Trentino Alto Adige e Tirolo austriaco in un viaggio che li ha portati dentro la storia del Novecento. Quattro giorni intensi: si è iniziato con la visita alla città di Cracovia, il museo della fabbrica di Oskar Schindler, l’antico quartiere ebraico della città e i resti del ghetto costruito dai nazisti. Si è proseguito con la visita al campo di concentramento di Auschwitz e al campo di sterminio di Birkenau, giornata emozionante, densa e faticosa. Infine, in assemblea plenaria, tutti e cinquecento i partecipanti provenienti dalle diverse regioni
si sono confrontati sull’esperienza vissuta e su che cosa significhi, oggi, addentrarsi in una delle più grandi tragedie dell’umanità. Ed è proprio in questo momento, tra la fatica del viaggio, la difficoltà di dover provare a fare sintesi di tutto quello che si è assorbito, e anche un certo smarrimento e timore nel provare a raccontare in pubblico ciò che si prova, è in quel momento, palpabile, che si percepisce l’emozione della nascita di una comunità viaggiante, fatta di centinaia di teste, occhi, opinioni e punti di vista che si sommano per costruire una nuova consapevolezza, quella della responsabilità collettiva.
Le ragazze e i ragazzi che hanno preso parte al viaggio della Memoria della Riviera del Brenta sanno di non essersi recati in quei luoghi di dolore solo per fare della semplice, anche se sicuramente utile, memoria del
passato. I trenta partecipanti della Riviera, insieme alle altre migliaia che ogni anno da tutta Europa si recano in Polonia, non hanno solo visto quanto accaduto, ma lo hanno conosciuto, e da questa conoscenza dell’orrore deriva l’impossibilità di lasciare questo orrore all’oblio. Andare ad Auschwitz così, insieme, come comunità, significa prendersi carico di quel passato ed esserne responsabili non solo per preservarne il ricordo, ma anche per impedire che esso ritorni oggi sotto nuove, terribili forme.
La voglia di raccontare e le tante belle azioni di restituzione alle comunità che i partecipanti stanno ora organizzando, sono il modo migliore per rispondere alla chiamata della memoria attiva e necessaria. Non si tratta solo di trenta importanti esperienze, ma di trenta possibilità che intere comunità, in questo caso quelle della Riviera del Brenta, si sono date per poter avere al proprio interno gli anticorpi necessari a combattere il revisionismo e l’indifferenza.
La responsabilità della conoscenza è alla base di quel patto generazionale sulla memoria che ancora oggi è più che mai neces-
sario per rispondere ai timori di chi, come la senatrice Segre, conosce la necessità di combattere l’indifferenza per aver vissuto in prima persona i rischi che l’indifferenza crea.
Chi, come gli accompagnatori di questo viaggio di memoria, ha visto le reazioni dei partecipanti, ha raccolto il loro pensiero e accolto le loro paure, sa che questo tipo di progetti sono la miglior risposta ai giusti timori di chi, avendo conosciuto la brutalità dello sterminio, non vuole che l’oblio possa portare l’umanità a commettere gli stessi tragici errori.
I trenta ragazzi e ragazze della Riviera, insieme ai tanti altri che come loro hanno scelto di caricarsi della responsabilità di conoscere, stanno rispondendo con forza all’appello per non lasciar cadere nel dimenticatoio questa pagina di storia. Fino a quando qualcuno avrà voglia di conoscere e ricordare quanto accaduto, ci sarà la possibilità di ricordare a tutti cosa significa essere umani.
Fino a quando ci sarà chi vorrà conoscere per viaggiare, quella pagina di storia non sarà dimenticata.
Francesco Filippi
• Chi è Francesco FilippiClasse ‘81, trentino, Storico della mentalità, formatore, organizza viaggi di memoria nei luoghi simbolo della storia europea. Autore di saggi e manuali sul rapporto tra passato e presente
Quattro giorni tra Cracovia e i campi di concentramento, l’esperienza e le emozioni dei giovani di fronte ad una delle più grandi tragedie dell’umanità
gio della loro presenza nei corsi d’acqua può ridurre drasticamente l’inquinamento, addirittura del 50 per cento. Nei prossimi mesi, siccità permettendo, potremo conoscere lo stato di salute di questi quattro fiumi veneti per permettere alla Giunta regionale di vagliare le misure più idonee. In appena due anni, Plastic Free ha orga-
nizzato circa 600 appuntamenti sul territorio veneto, rimuovendo 165 tonnellate di plastica e rifiuti dall’ambiente grazie al contributo concreto di 5.744 volontari, sensibilizzando inoltre 13mila studenti con iniziative in 192 istituti. I numeri più alti d’Italia che ci rendono orgogliosi e ancor più determinati a difesa della nostra terra”.
stato sperimentato il nuovo monitoraggio).
“River Eye” è stato ideato nel 2021 dalla start up Blue Eco Line “con lo scopo di contrastare i rifiuti plastici fluviali. - aggiunge Bottacin
Dopo un’appassionante gara a colpi di costumi e trucco, ecco i vincitori del contest “Carnevale in Piazza” che ha infiammato i mesi di febbraio e marzo su laPiazzaweb.it
Sono venuti in sede de la Piazza proprio i primi classificati per ritirare i loro premi!
Ad arrivare in cima al podio, al terzo posto i FOX. Nata nel 2005 e originaria di Legnaro, è una società di hockey in line composta da promettenti e giovani atleti. A ritirare il premio di 100 euro in buono spesa Despar, sono venuti i rappresentanti delle categorie U10, U12 e U14 Aryan, Filippo e Davide assieme alle loro due coordinatrici
F i umi di plastica ogni giorno raggiungono il mare, un’emergenza ambientale ben nota anche nella nostra regione, un problema che va affrontato con decisione. “In Veneto la plastica ha le ore contate”, è la promessa dell’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin nel presentare il progetto hi-tech per monitorare e contrastare la presenza della plastica nei fiumi. Tonnellate di rifiuti, in particolare di plastica, arrivano in mare attraverso i fiumi; la plastica, anche col passare del tempo, non sparisce del tutto, ma rimane presente nel nostro ambiente in microframmenti sempre più piccoli, fino a trasformarsi in microplastiche che rischiano di essere ingerite dai pesci e dai crostacei per poi arrivare sulle nostre tavole. La plastica è dannosissima sia per la salute dell’ambiente che per la nostra. Un’emergenza mondiale, che in Veneto viene affrontata con il progetto “River Eye”, in collaborazione con l’associazione Plastic Free, per monitorare i fiumi e quantificare i rifiuti. Intanto riguarderà quattro fiumi (Piave, Bacchiglione, Canalbianco, Po), i comuni di Eraclea, Adria, Correzzola e Ficarolo (dove è già
- E’ formato da un hardware (le centraline) e un software che acquisisce automaticamente le immagini dalla superficie dei fiumi, le elabora e le classifica in diverse categorie (rifiuti organici, plastica, ecc.). Prepara infine un database degli oggetti che vede. Le telecamere funzionano tra le sei alle dieci ore al giorno a seconda delle condizioni di visibilità. Successivamente al River Eye potrà essere impiegato anche un’altra strumentazione altamente tecnologica e utile a completare il lavoro: si tratta di “River Cleaner”, un
Marta e Anna. Bravi ragazzi e in bocca al lupo per le prossime competizioni!
sistema ecosostenibile in grado di raccogliere i rifiuti flottanti per essere poi smaltiti o riciclati”. Blue Eco Line è una start-up innovativa nata nel 2018 dalla volontà di quattro ragazzi per tutelare l’ecosistema marino. Grazie al comune desiderio e alle conoscenze ingegneristiche, gli ideatori di Blue Eco Line hanno creato due progetti: “River Eye” e “River Cleaner”.
Sul secondo gradino del podio invece è salita “Ocio al Mocio”! La dolce e bellissima Angelica, di soli 12 anni, con il suo super e originale travestimento da “mocio” ha catturato l’attenzione dei votanti che l’hanno premiata con la medaglia d’argento. A lei va il premio di 150 euro in buono spesa Despar.
Standing ovation per la più piccola, che a soli 10 mesi, è riuscita a battere gli altri partecipanti. Sofia, con la sua maschera da Minnie, ha rapito i cuori dei lettori
L’opposizione, Zanoni: “Apprezzo l’iniziativa, speriamo sia solo un primo passo”
de LaPiazzaweb.it che proprio non hanno saputo resisterle. A mamma Andree il ricco premio di 250 euro di buono Antenore Energia consegnato dal delegato Manuel Viola.
“L’obiettivo è il monitoraggio scientifico propedeutico all’installazione di una barriera fluviale per l’intercettazione dei rifiuti galleggianti. – ha chiarito Paolo Monesi, responsabile Enti Locali Plastic Free Onlus - Si stima, infatti, che l’80 per cento delle plastiche viene riversato in mare da fonti terrestri e, pertanto, una appropriata gestione dei rifiuti e il monitorag-
Dopo questa colorata competizione tocca ai nostri amici animali mettersi in gioco nel contest “Qua la zampa!”. Anche questa volta basta andare su laPiazzaweb.it e caricare una foto del proprio pet. C’è tempo fino al 30 giugno! Per le 3 foto più votate ancora buoni Antenore e Despar,
“Apprezzo l’iniziativa della Giunta regionale che per un anno metterà sotto monitoraggio attraverso centraline alcuni fiumi del Veneto con l’obiettivo di raccogliere dati sui detriti fluviali. In questo modo dimostra di aver compreso il problema gigantesco dei rifiuti galleggianti, come ho denunciato attraverso una recente mozione da me presentata e sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione. Ma quei 51 mila euro di stanziamento per questo monitoraggio sono davvero irrisori. Spero che
ma anche fino a 175 kg in alimenti per il tuo amico peloso! Tutto il regolamento sul sito. Rimettete le mani agli obiettivi, e che abbia inizio una nuova sfida!
Partecipa al contest fotografico fino al 30.06 e vinci favolosi premi per i tuoi fedeli amici
questo sia solo un primo passo”. A dirlo il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni. “Ricordo – aggiunge il consigliere - che sul fronte dello smaltimento dei rifiuti galleggianti, la Giunta regionale ha stabilito che spetta ai Comuni farsene carico, soprattutto economicamente. Peccato però che debba ancora stabilire i criteri per l’accesso ai finanziamenti. Serve in ogni caso una pianificazione ed un coordinamento nazionale, fuori da ogni approccio sperimentale”.
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Il caso. Il piccolo Stato è il maggior produttore di semiconduttori, essenziali in ogni tecnologia, e dei vitali microchip
Il mercato delle tecnologie di Taiwan vale, secondo Bloomberg, 500 miliardi di dollari. Le aziende del Paese sono considerate strategiche in questo settore a livello mondiale.
L’Europa è in attesa silenziosa
Difficilmente è possibile comprendere quanto sta accadendo oggi in estremo Oriente se non si considera su cosa verta, in realtà, il confronto che vede contrapposti Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese circa l’isola di Taiwan.
Nata nel 1949 in opposizione alla Repubblica Popolare Cinese (PRC) quale ultima enclave dei nazionalisti cinesi di Chiang Kiaihek, Taiwan (ovvero la Repubblica di Cina) è da sempre rivendicata dalla Cina Popolare quale proprio territorio e ogni questione relativa ad essa viene considerata da Pechino una questione strettamente interna.
L’attuale crisi, esacerbata prima dalla visita della speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi (agosto 2022) e rinfocolata poi dall’incontro tra la presiden-
te Taiwanese Tsai Ing-wen con il nuovo speaker americano Kevin McCharty del 5 aprile scorso, non è solo politica e di contrapposizione geo-strategica, anche se l’enorme arsenale bellico cinese costituisce di per sé un elemento di grande preoccupazione per Paesi quali Giappone e Korea del Sud, ma anche e soprattutto economica.
La Repubblica di Cina (Taiwan) non solo detiene un Pil nazionale che la colloca al 21°posto nel mondo (841.209 milioni di dollari), ma è anche il più grande produttore globale di semiconduttori e di microchip (con il 60% dell’intero mercato, seguita a lunga distanza dalla Sud Korea con il 19%); un mercato che vale, secondo Bloomberg, oltre 500 miliardi di dollari.
Il ruolo economico delle azien-
de taiwanesi è considerato strategico nella catena di approvvigionamento dei semiconduttori, elementi essenziali per ogni dispositivo elettronico.
Taiwan è un’isola piccola, a soli 180 chilometri dalla costa cinese e sembrerebbe destinata, se non vi fosse l’impegno Usa a difenderne l’integrità, a soccombere in un confronto diretto con la Repubblica Popolare Cinese.
Lo stretto che separa l’isola dal continente, spesso definito “la giugulare dell’elettronica”, vede oggi aumentata a dismisura la presenza militare cinese e americana; una dimostrazione muscolare che, da parte occidentale, vuol sottolineare l’impegno a che la massima industria elettronica del mondo non passi in mani cinesi.
L’Europa? Sta silente in attesa e
quando parla (come dimostrano le ambigue dichiarazioni di Emanuel Macron al suo ritorno dal viaggio in Cina) lo fa in modo illogico. Il richiamo del presidente francese all’Europa, perché non s’immischi in una “crisi non sua” dimostra che la pugnace determinazione esternata nei confronti dell’aggressore russo non varrebbe (o varrebbe di meno) nel caso in cui l’aggressore fosse cinese e l’aggredito fosse molto
lontano dai nostri confini. L’insostituibilità economica del partner cinese, con le relative dannose inferenze per gli affari europei legate ad eventuali sanzioni, rende vistosa lo strabismo europeo in ambito securitario; in un mondo globalizzato ogni evento, anche il più lontano, impatta sul nostro futuro e sempre più la politica stenta a prendere atto di tale dato di fatto. Giuseppe de Concini
Pizzeria da Leo a Sottomarina di Chioggia non è un semplice “pizzeria”; ma una vera istituzione del Clodiense; un’attività che esce dall’ordinario. Sarà per questa ragione che anche l’intervista che avevamo pensato di sottoporre al suo fondatore, Leo Mercantini, si è trasformata in una lunga e piacevole chiacchierata. La passione e l’entusiasmo profusi per decenni tra i forni della bottega di Piazza Italia traspaiono infatti anche dai suoi racconti; e non si può fare altro che ascoltare.
“Ho iniziato a fare questo lavoro a 18 anni a Roma, negli anni 60, quando era davvero dura la vita” ci racconta Leo, con un filo di emozione.
“C’erano poche possibilità e io stesso ho mangiato tanta pizza per tirare avanti. Ricordo il mio primo Datore di Lavoro, una persona molto dura. Per fortuna poi cambiai e trovai una seconda occupazione in zona Torvaianica. Poi la svolta: un giorno mi chiesero se me la sentivo di salire su a Verona. Ricordo che siamo partiti con centinaia di sacchi
di farina. Pensi alle difficoltà dei primi tempi, capivo poco di quel dialetto!”.
Fu quella una buona esperienza che porterà Leo a tentare fortuna anche nella zona del Lago di Garda. “Quello invece fu un vero buco nell’acqua! Lì era pieno di stranieri, passeggiavano in paese ma poi pranzavano e cenavano presso le strutture alberghiere”.
Ed è proprio in questo momento di difficoltà che Leo conosce un compaesano (diventato poi amico) che lo spinge a cercare fortuna a Sottomarina. “Ricordo il mio primo arrivo in paese – ci racconta con il sorriso – era una mattina di febbraio e soffiava la bora. Lì per lì pensai: ma dove mi
hanno portato?! Mi indicarono il posto dove avrei potuto iniziare la mia attività e firmammo subito il contratto. Ecco come sono partito qui. Fu subito un successo”. Le domande preparate sono tante, decidiamo di interromperlo nel suo racconto solo per qualche curiosità.
La concorrenza nel corso degli anni è comunque aumentata; tuttavia la sua pizza è riuscita sempre a distinguersi. Come se lo spiega?
“Sono le materie prime quelle che fanno la differenza. Oltre chiaramente all’esperienza. Le farine, tanto per citare un esempio: ce ne sono decine e decine, quelle migliori sicuramente co-
stano di più. Lo stesso vale per il pomodoro e tutti gli altri ingredienti. Io ho sempre scelto di puntare sulla qualità. Aggiungo che non ci si può inventare di aprire una attività senza avere fatto prima un poco di gavetta, senza conoscere il mestiere”. Parlare del legame di Leo con Sottomarina e Chioggia ci porta anche ad una riflessione su come è cambiata la società in questi oltre cinquanta anni. “Non me ne voglia nessuno, ma forse era migliore la società di una volta. Qualcosa è cambiato a partire dagli anni ‘90, soprattutto in riferimento alla gioventù. Ho visto ragazzi più “allo sbaraglio”. Si figuri che io da giovane, per farmi conoscere, giravo per le spiagge tra gli ombrelloni offrendo pacchetti di pizza”. Lo interrompiamo ancora una volta.
Quali sono stati i momenti più emozionati di questi oltre 50 anni di attività?
“Devo dire che quando ho fatto le due feste in piazza Italia (in occasione dei 40 e 50 anni di attività, ndr), nel momento in cui sono salito sul palco è iniziato un
applauso che non finiva più. La piazza era piena. Tutto questo, la gente soprattutto, mi ha emozionato”.
Chiaro che i ricordi sono tanti. Leo ci strappa un altro grosso sorriso quando racconta della figlia di una cliente clodiense, trasferitasi in Germania, che presa dalla nostalgia di Chioggia chiese alla madre che le venisse portata proprio una confezione di pizza da Leo.
Affascina constatare come quello di Leo è un legame indissolubile con la città mantenuto con garbo, educazione e rispetto. E poi c’è la famiglia. “Uno dei valori che ho sempre portato avanti è quello della famiglia, del volersi bene, lo stare insieme” ci confida. Non è un caso se moglie, figli e nipoti si sono succeduti (e continueranno a farlo) nel portare avanti questa bella storia di successo. La storia di un ragazzino nato a poche centinaia di metri dalle Cascate delle Marmore (vicino Terni), che si è fatto volere bene da Chioggia e da ogni turista che abbia messo piede in città.
Il personaggio. Intervista a Leo Mercantini, titolare della famosa Pizzeria Da Leo a Sottomarina
Attività fisica, sana alimentazione, riposo e meditazione sono il “segreto” per stare bene con sé stessi
V ivere in modo sano e stare bene con sé stessi, un obiettivo sulla carta condiviso da tutti ma non sempre, complice uno stile di vita frenetico, preso nella giusta considerazione all’interno della routine quotidiana.
Eppure, è estremamente importante una buona “salute per tutti”, tanto da dedicare una Giornata mondiale su questo tema - lo scorso 7 aprile è stata la 75esima - per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare sulle buone pratiche che aiutano a vivere meglio.
Come? Praticando attività fisica, con un’alimentazione sana e bilanciata, non trascurando il riposo e ritagliandosi uno spazio di tempo per un po’ di meditazione.
Il benessere come priorità è un traguardo che si raggiunge innanzitutto praticando una corretta attività fisica. La costanza, infatti, comporta molteplici benefici non solo a livello fisico ma anche mentale. L’attività fisica, infatti, non aiuta solo a mantenerci in forma, a tenere sotto controllo il peso corporeo e a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e circolatorie, ma produce benefici effetti anche a livello psicologico.
L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce attività fisica “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”.
“Per attività fisica, s’intende – sono le indicazioni dell’Ulss 6 Euganea - tutto il movimento che viene svolto durante la giornata (gli spostamenti a piedi o in bicicletta, le attività svolte nel tempo libero al lavoro, lo sport, le faccende domestiche il giardinaggio). La cosa migliore però è praticare attività fisica moderata e vigorosa”.
Prosegue alla pag. seguente
Giovani e salute
Un altro fattore importante è il tempo in una settimana dedicato all’attività fisica.
“Evidenze scientifiche - si legge dalla pagina Facebook dell’azienda sanitaria padovanadimostrano che praticare attività fisica moderata e vigorosa per almeno due ore e mezza alla settimana produce effetti benefici sulla riduzione del rischio di sviluppare il tumore mammario, cervico-uterino e del colon retto. L’effetto benefico dell’attività fisica dipende dall’innesco di meccanismi biologici come l’aumento della sensibilità dei tessuti all’insulina che riduce il livello di glucosio, l’attivazione del metabolismo dei grassi, la riduzione dei livelli di ormoni sessuali, la stimolazione del sistema immunitario, la riduzione del marker dell’infiammazione”.
Non meno importante è il beneficio sulla sfera psicofisica: migliore percezione di sé e delle proprie capacità, stimolo alla socializzazione e alla condivisione.
Si c hiama “binge drinking” la pratica assai diffusa tra i giovani di “tracannare” alcolici fino a stordirsi. Un tema su cui l’Ulss 5 Polesana invita a riflettere in occasione del mese di aprile, dedicato alla prevenzione alcologica.
Il consumo di alcol, infatti, è purtroppo sempre più diffuso tra i giovani. Ma spesso si ignorano le conseguenze negative dei ricorrenti episodi di ubriachezza e relative al consumo di alcolici in età giovanile.
Bere e ubriacarsi fin dall’adolescenza danneggia le cellule di molti organi, tra cui fegato e sistema nervoso centrale: in particolare, tra i 12 e i 25 anni il cervello subisce danni irreversibili per l’incapacità di metabolizzare l’alcol. Inoltre, è un fattore di rischio alla guida: in Italia sono
circa 6000 gli incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani tra i 1 5 ed i 24 anni. In più, predispone a comportamenti violenti e autolesionisti, è associato al rischio di gravidanze non desiderate e di malattie a trasmissione sessuale. Infine, porta a disturbi dell’apprendimento, incidendo sul rendimento scolastico.
Nel lungo termine, poi, favorisce l’insorgere di varie malattie croniche come cancro, diabete, malattie cardiovascolari e disturbi psichici, senza contare il fatto che rende più inclini a sviluppare una dipendenza da alcol in età adulta.
La corretta informazione sugli effetti provocati dal consumo di alcolici per i più giovani, ma anche per gli adulti, rappresenta dunque la prima forma di prevenzione.
Per stare bene è altrettanto importante un’alimentazione equilibrata, sana e bilanciata. “L’organismo ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente e rendere possibili i processi fisiologici. Alcuni nutrienti infatti sono essenziali per provvedere alla richiesta di energia, per alimentare il ricambio cellulare, altri invece hanno funzioni protettive” sono le indicazioni del Ministero della Salute che in dieci punti elenca le buone abitudini per mangiare sano. 1) É consigliato seguire un’alimentazione varia ed equilibrata sia sul piano qualitativo che quantitativo. 2) Non va mai trascurata la prima colazione che fornisce una buona energia per affrontare gli impegni della giornata. 3) L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, al giorno dalle quali trarre le quantità di vitamine necessarie di cui il nostro corpo ha bisogno. 4) É buona abitudine bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, anche senza aspettare di avere sete. 5) É importante cucinare con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori. 6) Bisogna sempre fare attenzione alle modalità di preparazione degli alimenti e non eccedere nei condimenti. 7) Limitare il consumo del sale e preferire quello iodato. Non consumare troppi dolci e bevande zuccherate. Aumentare in casa la scelta di frutta e verdura limitando la disponibilità di alimenti e snack troppo calorici. 8) Limitare il consumo di bevande alcoliche, evitandolo in gravidanza. 9) Coinvolgere i bambini nella preparazione dei diversi alimenti giocando con i colori e le differenti consistenze, impareranno a conoscerli. 10) Leggere l’etichetta prima di acquistare un alimento per conoscere cosa contiene e per essere informato sul contenuto di energia e nutrienti.
Un ulteriore elemento a cui bisogna prestare attenzione è la qualità del nostro sonno. Gli esperti consigliano di dormire dalle 7 alle 9 ore a notte; dormire bene è importante per essere vigili e attivi durante la giornata, ma è anche essenziale per il corretto funzionamento della memoria e delle cellule del corpo.
La meditazione è il quarto pilastro del vivere in salute. Di recente è cresciuto l’interesse e la sensibilità verso questo tema.
La meditazione è una pratica che consente di concentrarsi su un unico pensiero, allontanando qualsiasi forma di negatività che può derivare dall’ambiente esterno. Gli ormoni rilasciati durante la meditazione consentono di essere più rilassati, aiutano a controllare gli stati d’ansia e a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi.
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vita!”,In Italia sono circa 6000 gli incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani tra i 15 ed i 24 anni
All’Ospedale dell’Angelo di Mestre dell’Ulss 3 Serenissima gli specialisti del Centro di Medicina Trasfusionale sono ora in grado di praticare la “fotochemioterapia extra corporea”. All’inizio del mese di aprile i primi due pazienti oncologici ematologici sono stati sottoposti con successo alla innovativa procedura salvavita senza essere traferiti a Padova, come sarebbe accaduto in precedenza.
La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura di alta specializzazione, che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue (leucemie, linfomi, mieloma) e di altre malattie ematologiche.
“La procedura che siamo ora in grado di effettuare all’Angelo, con un nuovo ambulatorio specifico, – spiega il primario della Medicina Trasfusionale Gianluca Gessoni – è un prezioso supporto al lavoro della nostra équipe di Ematologia: si effettua sui pazienti che hanno subìto il trapianto di cellule staminali emopoietiche, e aiuta in sostanza a prevenire il rigetto e la “malattia da trapianto contro l’ospite” (GvHD), che può verificarsi in seguito all’intervento”.
Con la fotochemioterapia extracorporea si agisce sulle cellule mononucleate circolanti del paziente, dopo averle prelevate, con il paziente allettato per poche ore nell’ambulatorio dedicato.
“I leucociti del soggetto, temporaneamente prelevati, - spiega ancora il dottor Gessoni - vengono irradiati con luce ultravioletta (UVA) in
presenza di un farmaco chiamato 8-MOP. Questo 8-methoxipsoralene è farmaco fotosensibilizzante: esposto ai raggi UVA diventa capace di stabilire legami covalenti e crociati con la doppia elica del DNA, dando luogo all’inizio del processo di apoptosi, che è utile appunto a prevenire il rigetto”.
La procedura salvavita introdotta all’Angelo è nata a fine anni ‘80 come terapia di prima linea nella cura dei tumori cutanei, e si è dimostrata efficace anche nel trattamento di condizioni cliniche particolarmente complesse. All’Ospedale dell’Angelo l’attività attualmente è rivolta ai pazienti provenienti dall’unità clinica di trapianto di cellule staminali emopoietiche, e affetti da GvHD acuta e cronica. La possibilità di effettuare questa terapia sarà di notevole impatto sull’outcome clinico e sul miglioramento delle qualità di vita dei pazienti.
L’équipe medica coinvolta, diretta dal dottor Gessoni, è costituita dalla dottoressa Giulia De Fusco, responsabile del settore di Aferesi terapeutica e Processazione CSE, dalla dottoressa Francesca Polese, responsabile dell’ambulatorio ematologico del SIT, dalla dottoressa Enza Coluccia, referente qualità del programma trapianto CSE per l’unità di Raccolta e Processazione di Mestre, con la collaborazione dello staff infermieristico coordinato dalla dottoressa Michela Pivetta.
La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue e di altre malattie ematologicheL’équipe del dottor Gessoni nella sede del nuovo trattamento
Atrofia muscolare. I risultati aprono nuovi orizzonti terapeutici e diagnostici
Perdita di massa muscolare con conseguente insorgenza di uno stato di debolezza e affaticamento, se non addirittura, in caso di determinate patologie, di minore risposta alle terapie. È il processo noto col nome di atrofia muscolare, indotto dall’invecchiamento ma anche da particolari condizioni quali l’immobilizzazione, la malnutrizione, le infezioni, i tumori, il diabete e l’obesità, le patologie epatiche, cardiache, renali e polmonari. La perdita di forza è una condizione che impatta fortemente sulla qualità della vita delle persone. I meccanismi molecolari che inducono l’atrofia muscolare non sono ancora completamente definiti e, ad oggi, non esistono terapie per prevenirla o contrastarla.
Tuttavia, è stato di recente individuato un gene che regola l’integrità del muscolo scheletrico grazie allo studio del gruppo di ricerca guidato dal professor Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e Professore Ordinario in Patologia Clinica e Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.
Uno degli scopi del laboratorio del Prof. Sandri è di studiare i “geni oscuri” - sconosciuti tra quelli che codificano le proteine: dei 20.000 geni conosciuti, più di 5.000 sono inesplorati, i cosiddetti dark genes - e capirne la loro funzione all’interno del muscolo scheletrico.
I risultati della ricerca, contenuti all’interno dello studio coordinato da Anais Franco Romero e Jean Philipe Leduc-Gaudet (primi co-autori dello studio) hanno portato all’identificazione di un nuovo gene - chiamato MYTHO (Macroautophagy and YouTH Optimizer) – importante per l’integrità del
muscolo scheletrico e in particolare del processo di degradazione delle proteine e degli organelli. Questo processo cellulare deve funzionare correttamente e in modo bilanciato: un eccesso di degradazione proteica potrebbe infatti portare a una diminuzione della massa muscolare, mentre al contrario un blocco di questo processo potrebbe portare ad un accumulo di organelli e di proteine danneggiate che impediscono una normale contrazione muscolare. Nello specifico, i ricercatori hanno visto come l’inibizione acuta di questo nuovo gene abbia un ruolo protettivo in caso di tumore, immobilizzazione e assenza di nutrimenti. Tuttavia, poiché la funzione di questo gene è critica per la pulizia della cellula, non si può ridurre la sua funzione per periodi prolungati perché si causa un accumulo di materiale non degradato, risultando in una degenerazione cellulare e diminuzione della forza muscolare. Quest’ultima situazione
Altolà alle scuole di ogni ordine e grado a Padova e in tutta la provincia da parte del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea. L’allerta è relativa alla diffusione dell’infezione della scarlattina.
La malattia inizia con una prima fase contraddistinta da mal di gola, nausea e febbre; solo successivamente, a distanza di qualche giorno, compaiono dei piccoli puntini rossi nelle zone di inguine, ascelle e collo che possono poi estendersi fino a ricoprire tutto il corpo. La scarlattina è un’infezione che colpisce prevalentemente i bambini - ma anche gli adulti possono ammalarsi, anche più volte - e che si trasmette soprattutto per via aerea: il responsabile è il batterio “streptococcus pyogenes”.
“Chiunque può contrarre la scarlattina - riferisce il direttore del Dipartimento di Prevenzione, dr. Luca Gino Sbrogiò - ma è certamente più comune tra i bambini e
Lo studio del gruppo di ricerca guidato da Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e Professore dell’Università di Padova, è stato pubblicato sulla rivista “Nature Communications”
sembra verificarsi in una malattia muscolare genetica chiamata Distrofia muscolare di tipo 1 (DM1), in cui i ricercatori hanno trovato una riduzione di espressione di questo nuovo gene.
“La scoperta di nuovi geni che controllano la qualità dei nostri muscoli apre nuovi orizzonti non solo terapeutici, con la possibilità di sviluppare nuovi farmaci che preservino la forza, ma anche diagnostici” ha sottolineato Marco Sandri.
“Grazie alla conoscenza di questi geni e del loro funzionamento saremo in grado di identificare nuove cure per tutti i pazienti che hanno malattie ereditarie, di cui non si conosce il gene mutato”.
Lo studio, sostenuto in Italia da Fondazione Cariparo e in Francia dalla Fondazione AFM Telethon è stato condotto in stretta collaborazione con un team di ricercatori della prestigiosa McGill University di Montreal, diretto da Gilles Gouspillou e Sabah NA Hussain.
“Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare, così diceva Madre Madre Teresa di Calcutta. E posso dire con commozione e riconoscenza che l’immenso dono che ho ricevuto mi ha permesso dopo un anno di emodialisi di tornare ad una vita normale”.
L a dottoressa Lorella Miconi, direttore del Distretto Alta Padovana dell’Ulss 6 Euganea, in occasione della Giornata nazionale su Donazione e Trapianto di organi e tessuti, lo scorso 16 aprile, racconta la sua esperienza di trapiantata.
i ragazzi; l’infezione si trasmette spesso tra compagni di classe a scuola o membri della stessa famiglia a stretto contatto tra di loro e si diffonde con la tosse e lo starnuto di una persona infetta”.
L’infezione da streptococco di gruppo A (GAS) causa comunemente malattie lievi come tonsillite, faringite e, appunto, scarlattina: è importante che questa tipologia di infezioni sia correttamente identificata e tempestivamente trattata con antibiotici per ridurre il rischio di potenziali complicanze. Per questo - è il sollecito - è fondamentale rivolgersi
il prima possibile al proprio medico o pediatra.
“Vigili e corrette norme di igiene possono consentire di ridurre il rischio di trasmissione – prosegue Sbrogiò –una buona igiene delle mani e delle vie respiratorie, unita all’eliminazione di possibili comportamenti promiscui (come, ad esempio, la condivisione di utensili, di bicchieri e di altri oggetti personali), possono contrastare sensibilmente il diffondersi dell’infezione, così come una frequente aerazione degli ambienti e un’accurata pulizia delle superfici”.
Il 4 maggio 2000 infatti ha ricevuto il rene che le ha regalato una seconda occasione per ripartire con una “nuova vita”.
L aureata in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Padova, dove si è poi specializzata in Farmacologia Clinica e in Medicina di Comunità, la dottoressa Miconi è stata allieva del professor Gaetano Crepaldi, già direttore della prima Clinica Medica dell’Università degli Studi di Padova. Per quasi
sette anni, Miconi ha lavorato al Servizio per le Dipendenze, occupandosi prevalentemente di problematiche relative all’AIDS e dedicandosi in particolare alle donne tossicodipendenti in gravidanza. Nel 2000 è stata nominata responsabile delle Cure Primarie per il Distretto di Padova, un incarico esteso nel febbraio 2018 ai Distretti Padova Bacchiglione, Terme Colli e Padova Piovese. Autrice di diverse pubblicazioni in riviste scientifiche nazionali e internazionali, la dottoressa Miconi non ha mai nascosto la sua gratitudine.
“Penso sempre - confida - alla persona e alla famiglia che mi hanno permesso tutto questo e all’amore che ci sarà stato in questo gesto... in questo dono. Non bisogna mai dimenticare l’equipe del prof. Paolo Rigotti e della Nefrologia 2 di Padova che mi hanno sempre seguito in questi anni e tutti i miei familiari che mi hanno sostenuto. Io sono, a mia volta, iscritta nel registro dei donatori e ricordo a tutti che donare è vita”.
In Alto Adige c’è un’associazione che riunisce 1600 strutture contadine di alta montagna: offrono ospitalità e tante esperienze. Profumano di legno e di cose buone, come il pane, il formaggio a latte crudo o lo speck affumicato in casa. Sono luoghi autentici, da “vivere” accanto a famiglie eredi di valori e tradizioni antiche
Quella catasta di pezzi di legno assomiglia alla scatola di un grande puzzle: ogni tassello dovrà trovare il suo posto. Un lavoro di pazienza, passione e grande abilità. Peter e Gabi stanno rifacendo il tetto in scandole di larice di una parte del loro maso, l’Häuselerhof di Santa Valburga. Ogni generazione ha questo onere, corrisponde quasi a un dovere morale. Serviranno ben 12.000 scandole, tagliate su misura una ad una. Peter Paris (lo stesso cognome di Dominik, il famoso campione di sci azzurro, che vive giù in paese) sta provvedendo di persona, dedicando parte del suo lavoro quotidiano nella piccola segheria di famiglia, che si trova poco sopra il maso. Siamo in Val d’Ultimo, uno degli angoli più incontaminati dell’Alto Adige. O Sud Tirolo, a seconda della lingua prescelta, perché in queste valli incontaminate il tedesco è di casa. Qui le tradizioni sono sacre, eredità ancestrale. Per questo vivere in un maso, a diretto contatto con il contadino che ne ha preso in carico la conduzione (la proprietà va sempre al primogenito per effetto della consuetudine diventata norma del “maso chiuso”, che tutela l’integrità del bene, in modo che possa “mantenersi” nel tempo), c’è una modalità nuova, ed è quella proposta da tutti i masi insieme. Si chiama “Gallo Rosso” questa associazione di masi altoatesini: ne riunisce oltre 1600 (su un totale di 2800)
sparsi fra le montagne di tutta la regione.
Come nel caso dell’Häuselerhof di Santa Valburga, si tratta di masi incastonati in piccoli paradisi naturali. Contesti da fiaba, come quelli in cui vive Heidi. Paesaggi naturali di grande bellezza e anche paesaggi culturali originali. La vacanza in maso è un’occasione unica per conoscere da vicino un mondo diverso dai soliti, un mondo non omologato, che ha come pilastri dei valori autentici. Di quelli che resistono al tempo.
Scegliere un maso come luogo per una vacanza agrituristica, breve o lunga che sia, significa condividere un pezzetto di mondo contadino, capirne i valori. Capire come il maso sia il presidio più intimo a tutela della montagna, perché è il contadino a far vivere la montagna, a tenerla in ordine, a rendere sempre bello il paesaggio, a portare avanti le tradizioni. Come quella di affumicare lo speck. Peter e Gabi hanno chiesto a prestito l’affumicatoio (una stanza destinata a questo particolare uso) di un maso vicino, dove ancora abita un’anziana signora. Chi vive nei masi si aiuta in tutto. Il mondo dell’Häuselerhof è la rappresentazione in piccolo di un mondo più grande, che ha radici profonde in tutto l’Alto Adige. Di cui è simbolo la stube, il locale più importante del maso: il più caldo e accogliente, dove c’è sempre un fuoco acceso. In qualche stube, dettaglio curioso, si
trovano persino dei giochi da tavolo altrove sconosciuti, come il Rumpler, che peraltro è tipico della Val d’Ultimo e si gioca con una trottola che deve colpire dei birilli, protetti da un labirinto. Quello più prezioso da abbattere si trova nella stanza degli speck… non a caso. Gabri ce ne spiega le regole. É un gioco davvero divertente.
Chi sceglie il soggiorno in un maso lo fa anche per vivere da vicino i lavori che vi si svolgono: la mungitura delle mucche all’alba in stalla (se si è mattinieri), la raccolta delle uova fresche, l’attività casearia, lo sfalcio dell’erba, la raccolta dei frutti e la preparazione delle confetture, il taglio della legna, la preparazione del pane, del vino (in stagione) o degli sciroppi. Ma anche per imparare a riconoscere dal profumo un’erba che, essiccata, diventerà un infuso. Ogni maso ha la sua proposta, che profuma di buono e di autentico. In alcuni si può persino andare a cavallo.
Con il “Gallo Rosso” i masi dell’Alto Adige hanno creato una formidabile rete che ha come denominatori comuni la qualità, una vita sana e più naturale, la possibilità di fare esperienze originali e rilassanti. Peraltro a buon prezzo. La vocazione dei contadini all’ospitalità stimola a conoscere ancora meglio queste realtà, a cominciare dai motivi per cui in Alto Adige vige ancora la regola del “maso chiuso”, ovvero che la proprietà del maso non
va mai frazionata nei passaggi ereditari, poiché è soltanto con quella superficie a disposizione che un maso può sostenersi. In genere è il figlio primogenito ancora a oggi a prendersi in carico il maso, con oneri ed onori.
Il “Gallo Rosso” ha creato qualche anno fa anche i “Masi con gusto”, gruppo che riunisce una quarantina di masi che si propongono anche come “Osteria contadina”.
Vera osteria contadina, perché i parametri per entrare in questo gruppo sono rigidissimi: soprattutto quelli relativi alla provenienza dei prodotti proposti, che all’80 per cento devono arrivare dai masi dell’associazione.
Christian Pinggera, titolare di uno dei masi più antichi (lo Schnalshuberhof di Lagundo, sopra Merano), uomo che si definisce erede culturale della tradizione reto-romana - civiltà delle Alpi assai antica – ha trasformato la sua antica magione in un crocevia del gusto.
Sede della sua azienda agricola biologica che
produce vini (fra cui il raro autoctono Faueler), frutta, speck, salumi, formaggi, sciroppi, succo di mela e allo stesso tempo osteria d’autore, in grado di esprimere e proporre esperienze di valore a tavola, frutto della precedente vocazione a “Buschenschank”, così vengono chiamata in Alto Adige le tipiche “frasche” di montagna, dove si praticano la mescita e la vendita dirette. Christian è uno degli animatori di “Masi con gusto” della prima ora: quando si siede a tavola e racconta lo si coglie subito. Contadino prestato all’osteria o oste prestato all’agricoltura? In tanti masi come il suo è difficile dare questa risposta. Che forse è: entrambe le cose. É lo spirito del maso a far diventare i contadini accoglienti sempre. Accoglienti per condividere cose buone e valori tradizionali. Per condividere un mondo irripetibile come quello della montagna… Dell’alta montagna!
Quella che si specchia nel cielo.
“L’etica tacita di tutti i maghi è quella di non rivelare i segreti” dice David Copperfield (l’illusionista, non il personaggio di Dickens). Il presupposto dell’incanto sta nell’implicito accordo tra il pubblico - che sospende l’incredulità - e il mago, il quale ha il compito di rendere l’incredibile plausibile.
Questo è anche il problema de “La regina Carlotta”, prequel di “Bridgerton” dedicata alla sovrana – realmente esistita – e alla sua gioventù prima degli eventi della serie originale. Racconta i dilemmi della sovrana, tra l’amore per il marito re Giorgio - che fu costretta a prendere in sposo - e il cuore che batte per un’altra persona.
Composta da sei episodi, questa serie spinoff si addentra a fornire una lunga, e - secondo il parere di chi scrive - non necessaria spiegazione sull’antefatto della società che vediamo in “Bridgerton”, ovvero quella di una Londra nell’età della reggenza in cui la nobiltà si compone anche di persone non bianche.
Dilugandosi sul “Grande Esperimento” - l’incidente scatenante che consentì alla società del mondo di “Bridgerton” di abolire le barriere razziali - “La regina Carlotta” finisce per contravvenire alla più grande innovazione della serie originale.
Al suo debutto, avvenuto ormai quasi tre anni fa, “Bridgerton” presentò un mondo Ottocentesco in cui neri e bianchi appartenevano ad ogni rango sociale, e lo fece senza presentare giustificazioni. Era così e basta, a sottolineare che la nostra percezione della storia - etnocentrica - è un fatto culturale, e non uno antropologico.
India Ria Amarteifio è particolarmente deliziosa nel ruolo della giovane regina, ma è Golda Rosheuvel - interprete di Carlotta da adulta - a persuaderci ad essere più clementi con questo prequel.
Firma la serie Shonda Rhimes in persona, che - come nel caso di “Inventing Anna”, sempre per Netflix con la quale Rhimes ha un accordo pluriennale esclusivo - si diverte così tanto ad essere uscita dalle rigide griglie della televisione generalista che a volte perde un po’ quella incisività narrativa che l’ha resa una delle autrici televisive più influenti di oggi.
Citadel non è una serie tv, ma una corazzata. È stata creata dai fratelli Anthony e Joe Russo, i registi dei film “Avengers: Infinity War” e “Avengers: Endgame” per Marvel, che hanno totalizzato quasi 5 miliardi di dollari al botteghino globale: La serie nasce dalla volontà di Jennifer Salke, capa di Prime Video e di Amazon Studios, di creare una serie madre che potesse essere declinata in diverse versioni locali. Più che un processo creativo, quello di “Citadel” è un mandato pubblicitario. La premessa non è niente di inaudito. Si basa su due spie internazionali, interpretate da Priyanka Chopra Jonas (già agente segreto in “Quantico”) e Richard Madden (l’attore scozzese eternamente in odore di 007). A loro è stata cancellata la memoria dopo il crollo dell’agenzia per cui lavoravano, la Citadel che dà il titolo alla serie. Otto anni dopo, il loro collega - che ha il volto di Stanley Tucci - riesce a rimettersi in contatto per metterli in guardia sulla minaccia rappresentata da Manticore, l’agenzia antagonista cui fa capo l’ambasciatrice inglese negli Stati Uniti: è Lesley Manville, vista di recente nei panni della principessa Margaret in “The Crown”. Insieme, le tre spie cercheranno di salvare il mondo - volteggiando tra le Alpi italiane, il Marocco, l’Oregon e la Slovenia - per impedire ai cattivi di prendere il sopravvento. Nonostante il budget faraonico - 300 milioni di dollari - Citadel non riesce a offrire uno spettacolo innovativo, restando nella comfort zone di una mediocrità quantomeno suggestiva. Dalle scene di azione che omaggiano Nolan e 007 ai dialoghi alquanto puerili (il protagonista ad un certo punto, con fare serioso, dice: “Io una spia? Ma se alleno la squadra di calcio di mia figlia”), la serie tradisce la sua ambizione, o meglio quella di chi l’ha commissionata, cioè Prime Video: conquistare il mondo seriale con un investimento cui pochi rivali potrebbero tener testa.
In arrivo - oltre alla seconda stagione - ci sono anche la versione italiana di “Citadel” - con Matilda De Angelis protagonista - e quella indiana, con Varun Dhawan e Samantha Ruth Prabhu.
“Citadel” fa il passo più lungo della gamba
Un primo piatto vegetariano e vegano sano e gustoso. Una pietanza dal colore verde brillante. Una ricetta facile e creativa con gli ortaggi primaverili. Ingredienti: 500 g di spinaci freschi; 300 g di piselli freschi; 300 g di fagiolini; 40 g di mandorle pelate; olio extravergine di oliva; aglio; sale; pepe Preparazione: Sciacquate gli spinaci e sbollentateli in acqua salata per un minuto. Scolateli, fateli intiepidire e strizzateli, conservandone l’acqua di cottura. Trasferiteli nel boccale del mixer, unite le mandorle insieme all’olio a filo frullando, fino a ottenere un pesto cremoso. Nel frattempo, in una padella antiaderente fate insaporire uno spicchio d’aglio e unite i piselli e i fagiolini tagliati a pezzetti in precedenza. Fateli saltare per qualche minuto, dovranno risultare cotti ma ancora croccanti. Cucinate la pasta nell’acqua in cui erano stati sbollentati gli spinaci. Quando è al dente scolatela, trasferitela nella padella delle verdure e fate saltare per insaporire il tutto. Fuori dal fuoco aggiungete il pesto di spinaci e mescolate bene.
Una ricetta dai sapori delicati e facile da preparare. Una torta salata soffice e vegetariana, con formaggio e verdura. Da gustare come secondo piatto o da servire anche come antipasto.
Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia rotonda; 500 g di asparagi; 100 g d formaggio brie; 100 g di parmigiano reggiano grattugiato; 2 uova; olio extravergine di oliva; prezzemolo; sale e pepe
Preparazione: Pulire di asparagi e lessarli per dieci minuti. Eliminare la parte bianca e tenere intere le punte e tagliate il resto a dadini. In una padella antiaderente spadellate gli asparagi per dieci minuti con olio e cipolla. Fate insaporire il tutto per cinque minuti con un ciuffo di prezzemolo tritato, scolate e trasferite in una terrina. Nel frattempo, in una ciotola con una frusta sbattere le uova insieme al formaggio. Aggiungere gli asparagi cotti e mescolare fino ad amalgamare il composto appena ottenuto. Foderare di pasta sfoglia una teglia imburrata, riempite con il composto e infornate 40 minuti a 180° C.
Perfetta per la prima colazione, per la merenda oppure come dessert. Da preparare sia con la classica pasta frolla morbida per un risultato più friabile sia con la pasta brisée tipica della Cherry pie americana.
Ingredienti per la frolla: 350 g Farina 00; 170 g Burro; 90 g Zucchero; 1 uovo. Per la farcitura: 250 ml Latte; 70 g Zucchero; 20 g Farina 00; 3 Tuorli
Preparazione: Preparare la pasta frolla mescolando in una ciotola l’uovo, lo zucchero, l’olio di semi, il latte, il lievito. Aggiungere la farina poco alla volta. Lavorare l’impasto su un piano di lavoro per ottenere un composto liscio e omogeneo. Stendere la pasta frolla sulla teglia, togliendo i bordi in eccesso. Preparare il ripieno mescolando ricotta, zucchero, una parte di ciliegie (togliendo il nocciolo) e la buccia grattugiata di mezzo limone. Foderare la frolla con il composto ottenuto. Decora con il resto delle ciliegie la pasta frolla. Cucinare in forno caldo a 180 °C per 45 minuti.
Con il mese di maggio le nostre abitudini alimentari iniziano a cambiare: i piatti caldi e impegnativi si trasformano in ricette leggere e semplici da preparare
ARIETE
Comincia per voi un nuovo ciclo particolarmente favorevole per realizzare voi stessi e concretizzare i vostri progetti grazie ad un ritrovato equilibrio che inseguivate da tempo
Vi potete finalmente concedere una pausa dopo un periodo particolarmente impegnativo e stressante anche se ricco di successi. Ora è tempo di raccogliere quanto avete a fatica seminato
Riceverete finalmente il giusto riconoscimento e anche una meritata gratifica per quanto avete fatto fin qui. La vostra perseveranza e la convinzione saranno premiate
La fortuna è dalla vostra parte e vi aiuterà a raggiungere il gradino più alto, con significative affermazioni nel lavoro ma anche nella vita privata. Non lasciatevi sfuggire le giuste occasioni
Questo mese rappresenterà una svolta definitiva che vi consentirà di sistemare molte situazioni lasciate in bilico. Le cose stanno cominciando ad andare come da tempo desiderate
Non è tempo di inoltrarsi in nuove esperienze. Vale la pena mettere a posto prima ciò che è rimasto in sospeso. Trovate l’energia e il coraggio per definire situazioni incerte
Vi trovate di fronte ad una serie di novità inaspettate. Interpretatele come delle sfide, applicatevi perché i risultati arriveranno presto e saranno occasione di gratificazione e grandi soddisfazioni
Vi concederete qualche sfizio in più perché a voi piace il lusso ed il bello. Vi meritate qualche premio dopo tanti sacrifici e un periodo non proprio soddisfacente
Dovete avere ancora un po’ di pazienza e aspettare il momento giusto per rimettervi in gioco. Non tarderà ad arrivare anche per voi l’occasione che da tempo attendete
Vivete un periodo ricco di emozioni, talvolta anche contrastanti che vi esaltano o vi confondono. Cercate un equilibrio che vi consenta una serenità duratura. Troverete il passo giusto, come sempre
Siete in una fase di riflessione nella quale state riconsiderando molte situazioni. Vi sentite disorientati ma cominciate a fare ordine. Le giuste risposte arriveranno presto
Riceverete gradi soddisfazioni sul piano professionale e riuscirete anche a stabilizzare una situazione da tempo precaria. Un successo che avrà positive ricadute anche nella sfera privata