del Piovese
Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 19 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Primo Piano Sempre più auto senza assicurazione per via della crisi pagg.
Imposte Imu, chi ha pagato di più nella Saccisica?
Le nuove sfide Le cooperative sociali chiedono risposte dalla politica
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EDITORIALE
AgricolturA, il ministro cAtAniA A pontelongo
La crisi dietro la protesta di Alessandro Abbadir*
Restituire al settore agricolo un ruolo centrale nel modello di sviluppo economico del Paese. Un settore da troppo tempo sottostimato ma che ha in sè delle potenzialità enormi, unico nella sua capacità di creare ricchezza in modo virtuoso. pag. 20
conche, lA spiAggettA nel degrAdo
Una spiaggetta amena, incontaminata e sconosciuto ai più. L’area demaniale “Boschettona” è un vero gioiello naturalistico, incastrato fra la laguna e la terraferma della frazione di Conche. Il paradiso degli amanti nostrani di kitesurf e il windsurf. pag. 22
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Amministrative, si cercano candidati “vincenti” Partiti in fermento dopo l’esito delle elezioni Politiche che ha visto anche a Piove l’affermazione del Movimento 5 stelle
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lezioni comunali 2013. Chi si candida? Per il momento c’è poco di ufficiale. Tranne due nomi. Il primo, quello dell’ex vicesindaco Andrea Recaldin, candidato in quota Lega Nord. A lanciare la sua candidatura i massimi esponenti del partito. Tra questi il segretario veneto e sindaco di Verona, Flavio Tosi, il neo eletto senatore Massimo Bitonci e il segretario provinciale del partito, Roberto Marcato. “Testa e cuore” lo slogan scelto per la campagna elettorale. Recaldin, 31
anni, laurea in Economia ed un Master in Business Administration, funzionario parlamentare in Commissione Bilancio alla Camera. Tra gli incarichi recenti la presidenza della consulta Anci giovani e ora consulente esperto in materia di enti locali. La notizia della candidatura di Recaldin era nell’aria da tempo, ma l’annuncio è di quelli che scombussola l’assetto amministrativo. A partire dai tempi, perché mentre tutte le altre forze politiche sono ancora nella fase delle trattative, messe in stand-by
dalle elezioni politiche, la Lega ha giocato d’anticipo. Il secondo candidato a palazzo Jappelli è Bruno Luciano Sanavia. Un nome tutt’altro che sconosciuto in città. Sanavia, 70 anni, ha un curriculum di tutto rispetto: sindaco per due mandati consecutivi, 1978 al 1980 e dal 1980 al 1985. Assessore per i dieci anni successivi e prima ancora segretario della Dc e consigliere comunale. pagg.
L’Intervento
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alle urne del 24 e 25 febbraio scorso emerge una situazione davvero inestricabile, o perlomeno difficilmente risolvibile. Un caos politico che rischia di portare spediti a nuove consultazioni. Proprio quello che non ci voleva in una situazione economica del genere, caratterizzata da una recessione a cui dal 2008 non si vede fine. Il ciclone o tsunami (come lo definisce il suo capo Beppe Grillo) del Movimento 5 Stelle, si è abbattuto sui partiti, anche in Veneto, con una potenza per molti versi davvero inaspettata. Nella nostra regione però, quello che sorprende più che il boom dei grillini (che è stato un evento generalizzato su tutto il territorio italiano), è il crollo verticale di partiti che hanno caratterizzato la vita politica delle nostre terre da 20 anni a questa parte: il Pdl prima Forza Italia e la Lega Nord. Due partiti che fino a due anni fa avevano totalizzato oltre il 60% dei consensi con l’elezione di Luca Zaia a governatore del Veneto. La Lega crolla dal 35% a poco più del 10% di questa ultima tornata elettorale. Il Pdl dal 2008 perde 10 punti e si assesta sotto il 20%. continua a pag. 3 *alessandro.abbadir@gmail.com
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Benedetto Papa… di Don Angelo Busetto*
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ome tanti e forse come tutti, sono rimasto senza parole! Lo sbigottimento e anche lo smarrimento di fronte al pronun pronunciamento del Papa che dichiara di ritirarsi è stato totale e per molte ore non mi ha permesso alcun commento che non fosse la ripetizione di qualche luogo comune. l
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EDITORIALE
segue da pag.
La crisi dietro la protesta
Coinvolti 5 poli scolastici
per i giovAni lezione prAticA di legAlità
Due giornate speciali che hanno permesso agli studenti di approfondire gli argomenti legati alla violenza, alla responsabilità e all’etica del quotidiano. Sono stati cinque i poli scolastici della provincia coinvolti (Este, Monselice, Cittadella e due di Padova) e un migliaio di studenti delle superiori protagonisti. Le giornate rientrano nel progetto “Officina della Legalità”, realizzato dall’assessore provinciale al Rapporto con gli Enti, dall’Università di Padova, dal Centro Servizio per il Volontariato di Padova e dalle forze dell’ordine. Gli incontri erano rivolti soprattutto al confronto sulle norme che consentono di vivere in una comunità democratica.
Dietro lo smottamento del centrodestra il problema di fondo: la crisi economica devastante, le fabbriche del Nord Est che chiudono ad una ad una, operai ed imprenditori disperati, e sullo sfondo la marea montante della rabbia per un sistema politico sprecone che viene percepito come solo produttore di tasse e inefficienze. Non è un caso che Grillo con la sua offerta politica antisistema abbia pescato a piene mani fra le categorie che sono state più bastonate dalla crisi: da un lato gli operai e dall’altro imprenditori e lavoratori autonomi. Un tempo votavano proprio Pdl e Lega. Il richiamo dei “Vaffa day” si è fatto via via più forte, nel momento in cui tutti i partiti invece di dare l’impressione di capire il momento che stavano passando famiglie, giovani e pensionati, hanno continuato in un logoro teatrino, percepito ormai come dannoso e fuori tema. Sul territorio la grande delusione, l’ennesima grande occasione mancata (peraltro annunciata), è stato il risultato del Pd e dei suoi alleati. Ancora una volta il partito di Bersani ha dimostrato in Veneto di essere poco radicato, a parte Padova, Rovigo e soprattutto Venezia (dove tra l’altro i grillini hanno fatto il pieno dei voti). Ancora una volta il centrosinistra interpreta con difficoltà le dinamiche di una regione che fino a pochi anni fa era la locomotiva d’Italia e ora è ferma. Bloccata anche dal suo stesso modello di sviluppo fatto di piccole e piccolissime imprese, che si sono rivelate e più vulnerabili con la crisi. Ora per uscire da questa impasse, ci vuole lo sforzo di tutti partiti e soprattutto dei cittadini. Un voto ravvicinato rischia di complicare ancora di più la situazione. Votare chi fa promesse facili insomma può dare una momentanea sensazione liberatoria, ma alla fine i problemi rimangono e adesso vanno affrontati realisticamente, se non si vuole andare a fondo tutti insieme. di Alessandro Abbadir
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Un freno al calo produttivo
l’industriA rAllentA lA cAdutA
Nel quarto trimestre 2012 l’indice della produzione industriale padovana registra una flessione del -5,8% rispetto allo stesso periodo del 2011 (dopo il -7% nel terzo trimestre), che nella media del 2012 porta il calo della produzione al -4,7%. La contrazione riguarda tutti i comparti del manifatturiero, secondo i dati Confindustria. L’annuncio del ministro
lAvoro in cArcere pAdovA fA scuolA
Nel giro di poche settimane Paola Severino, mininistro della Giustizia, dimostrando di non sentirsi per nulla a fine mandato, ha recuperato 16 milioni di euro, vincolandoli solo al lavoro carcerario. Lo ha annunciato al centro congressi di Padova “Papa Luciani”, nella città in cui aveva fatto la formale promessa, ha portato con sé il testo del decreto della presidenza del consiglio dei ministri in cui i 16 milioni forse meglio investiti dall’attuale governo sono stati reindirizzati all’obiettivo giusto, a favore del recupero dei detenuti.
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sAcchetti di plAsticA dA rottAmAre Per dare una mano ai commercianti che hanno ancora in magazzino molte shopper di plastica, ormai inservibili, i commercianti padovani potranno “rottamare” le vecchie shopper non compostabili portandole all’isola ecologica Aps in Corso Australia dove in cambio riceveranno un buono utile per acquistare shopper “etiche” di Novamont. “Stiamo lavorando perché Padova diventi sempre più una città smart e questo è dato da una molteplicità di azioni. Una di queste che punta sulla sostenibilità” ha sottolineato il vicesindaco di Padova Ivo Rossi. Domande entro il 15 aprile
Chiama il numero 049 640371 Agente di zona 393 9383227
L’Università di Padova, per promuovere l’attività sportiva tra i suoi studenti, indice la prima edizione del Premio “Giovanni Dan”, riservato a studenti iscritti ai suoi corsi di laurea che si siano distinti sia nello studio che nelle attività sportive. Il Premio “Giovanni Dan” 2012 è del valore di 2.500 euro. Domanda di partecipazione entro il 15 aprile. Il bando è sul sito dellUniversità.
Piovese istituzioni La proposta della città metropolitana della Saccisica pag. 12
polverArA
“Polo energetico”, i cittadini chiedono rassicurazioni
ArzergrAnde
Provincia Anno AccAdemico
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Opere di difesa idraulica: tre anni di lavoro e 10 milioni pag. 28
Questa edizione raggiunge le zone di Piove di Sacco, Legnaro, Sant’Angelo di Piove, Arzergrande, Brugine, Codevigo, Pontelongo, Polverara per un numero complessivo di 16.614 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
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REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 febbraio 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)
Viale Veneto, n.32 35020, Saonara (PD)
Regione politicA
L’allarme del rettore dell’Università di Padova pag. 34
Ambiente
Raccolta rifiuti quanto ci costa la differenziata e quanto paghiamo pag. 35
mondo scuolA
Reportage degli studenti sullo stato degli edifici pag.
studenti sportivi premio “dAn”
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Rivolta a chi ha più di 55 anni
Maroni “inaugura” la macroregione del Nord pag.
voci dA pAlAzzo
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Comuni in fuga verso le provincie autonome pag. 43
culturA
L’influenza di Wagner nelle arti tra ‘800 e ‘900 pag.
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“dote lAvoro” per i disoccupAti
Una “dote-lavoro” destinata ai lavoratori disoccupati di età superiore ai 55 anni e privi di ammortizzatori sociali per incentivare le aziende all’assunzione. È quanto prevede il protocollo d’intesa firmato tra la Provincia di Padova e il Comitato di gestione del Fondo Straordinario di Solidarietà, iniziativa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, insieme alla Diocesi, all’Amministrazione provinciale, alla Camera di Commercio e alla Fondazione Antonveneta. Il protocollo ha l’obiettivo di incentivare l’inserimento lavorativo di persone disoccupate con maggiori difficoltà di ricollocamento.
4 Argomento del mese EFFETTI DELLA CRISI In Veneto circolano circa 3 milioni di veicoli dei quali, il 3,8% viaggerebbe senza assicurazione, cioè quasi 115 mila veicoli. Le province in cui vi è il più alto rapporto tra auto circolanti ed abitanti, sono treviso e Vicenza con 62 auto ogni 100 abitanti. Sono seguite da Verona e Rovigo con 61, Belluno e Padova 60 ed infine Venezia con 52 di Alessandro Abbadir
A Verona nel 2012 sono stati 34 i multati perchè non avevano alcuna copertura assicurativa
In Italia è previsto un Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada gestito dalla Consap
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Sempre più auto senza a
a crisi provoca un fenomeno inaspettato e pericoloso: sulle strade della nostra regione circolano sempre più auto prive di copertura assicurativa e con la revisione scaduta. Il fatto è certificato dai controlli fatti dalle forze dell’ordine sul territorio e anche in altre parti del territorio italiano. Di fatto in circolazione ci sono auto che sono delle vere e proprie mine vaganti sia dal punto di vista della sicurezza (vengono fatte circolare nonostante non abbiano passato la revisione), sia da punto di vista giuridico (senza assicurazione: se si fanno incidenti o si paga in proprio i danni o si rischia di provocare danni a terzi non risarcibili). In Veneto la percentuale dei veicoli trovati senza la classica Rc auto non è altissima rispetto ad altre zone d’Italia, ma comunque in costante aumento rispetto a 5 anni fa, quando le auto senza assicurazione si stimava fossero solo qualche decina di migliaio, insomma un dato che da decenni era fisiologico. Ora l’impennata, la gente non ha soldi e rischia viaggiando senza assicurazione. I veicoli che circolano in Italia senza assicurazione obbligatoria Rc auto sono aumentati rispetto ai tre milioni stimati dall’Aci nel 2011. Lo confermano i primi dati della Polizia stradale, che ha avviato controlli mirati su tutto il territorio nazionale. Sono stati fatti posti di blocco con 160-170 pattuglie schierate contemporaneamente in alcune regioni. Nelle prime due operazioni della Polizia stradale, svolte
gli obblighi dellA legge: revisione
Ogni quanto va fatta
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ltre alla questione dell’assicurazione c’è quella della revisione del mezzo nei centri autorizzati o alla Motorizzazione. Revisione delle auto, insomma, ogni quanto farla? La prima revisione è obbligatoria dopo quattro anni dalla prima immatricolazione, entro il termine del mese di rilascio della carta di circolazione. I successivi controlli devono essere effettuati invece con scadenza biennale e sempre entro il mese corrispondente a quello in cui è stata effettuata l’ultima revisione. Queste scadenze si applicano per autovetture, autocaravan, autoveicoli adibiti al trasporto di cose o ad uso speciale di massa complessiva non superiore ai 3.500 Kg e dal 2003 motoveicoli e ciclomotori. La revisione è invece obbligatoria con cadenza annuale per le autovetture adibite al servizio taxi, noleggio con conducente, per gli autoveicoli utilizzati per il trasporto di cose e i rimorchi di peso complessivo superiore ai 3.500 Kg, gli autobus, le autoambulanze e i veicoli atipici (ad esempio, le auto elettriche leggere da città). Va prestata attenzione poi che con il “Decreto Liberalizzazioni di Monti” anche il controllo dei gas di scarico delle auto è reso obbligatorio solo in concomitanza della revisione e non più con cadenza annuale. In sintesi per le autovetture nuove l’obbligo scatta solo dopo 4 anni in occasione del primo controllo e successivamente ogni due.
il 20 dicembre 2012 e il 31 gennaio scorso, la percentuale dei mezzi risultati scoperti si aggira su una percentuale a livello nazionale del 6-7%. Applicando questa percentuale all’intero parco circolante italiano (49,2 milioni di veicoli), si ottengono cifre sui 3,4 e 3,5 milioni. Ci sono dati come quelli della Sicilia con il 14 % e la Calabria con il 13% davvero preoccupanti. Ma ci sono anche regioni del sud virtuose, come la Puglia con il 2,7% delle auto senza assicurazione. In Veneto circolano circa 3 milioni di veicoli circolanti (dati ufficiali del 2010) dei quali, dalle stime della Polizia e dell’Aci, il 3,8 % viaggerebbe senza assicurazione, cioè quasi 115 mila veicoli. Le province in cui vi è il più alto rapporto tra auto circolanti (e quindi potenzialmente anche più ad alto rischio che circolino senza assicurazione) ed abitanti sono Treviso e Vicenza (62 auto ogni 100 abitanti), seguite da Verona e Rovigo (61), Belluno e Padova (60) ed infine da Venezia (52). Ci sono dati che emergono dai controlli specifici nelle singole provincie che fanno riflettere. A Verona ad esempio nel corso del 2012, i vigili hanno scoperto 481 veicoli sprovvisti di assicurazione, un vero e proprio record negli ultimi cinque anni. Nell’anno precedente le violazioni accertate erano state 428 e nel 2010 solo 385. Nel(Ve) 2012 Bojon di Campolongo Maggiore Strada 2 per la sempre a VeronaIIIquindi sono Zona stati 34Artigianale, i conducenti multati Tel./Faxa seguito 049 97 25 636 mancata copertura assicurativa di sinistro stradale. Multe
decisamente “salate”, perché il codice della strada prevede sanzioni fino a 3.366 euro con il sequestro del veicolo. I dati dimostrano che la guida senza assicurazione insomma si è radicata anche in una città veneta tra le più forti a livello economico. Ma i disagi non mancano nemmeno a quegli automobilisti in regola che, loro malgrado, si trovano coinvolti in incidenti con altri veicoli sprovvisti di copertura assicurativa. Cosa fare in questi casi? A rispondere è Carlo Pognici avvocato della Federconsumatori di Venezia.“In Italia -spiega Pognici - è previsto un Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada gestito dalla Consap (Concessionaria per i Servizi Assicurativi Pubblici) predisposto per risarcire tutti coloro che hanno subito un incidente con un veicolo non assicurato. Il Fondo di Garanzia prevede risarcimenti nel caso in cui avvenga un sinistro con veicoli in circolazione contro la volontà del proprietario o con mezzi spediti nel territorio italiano da un altro Paese dell’Unione europea. È prevista una copertura assicurativa anche nel caso in cui avvenga un incidente con un veicolo estero con targa non corrispondente”. In ognuno di questi casi il danneggiato deve inoltrare richiesta di risarcimento con raccomandata alla Consap e all’impresa designata. Info www.consap.it, insieme ad un modulo per la domanda. In quarant’anni di attività il Fondo di Garanzia ha versato risarcimenti per oltre sei miliardi di euro relativi a 1,3 milioni d’indennizzi.
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Argomento del mese 5 Il fenomeno a Padova e provincia
assicurazione sulle strade Risparmio I dati tendenziali in Veneto
Comparazioni dei prezzi on line, è boom di Alessandro Abbadir
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spalla pag 5 per padova
omparare i prezzi on line delle assicurazioni permette di fare scelte più oculate in tempo di crisi. A rendere chiara la situazione nella nostra regione sono i dati che sono arrivati con il rinnovo delle assicurazioni nelle prime settimane di gennaio. Dai primi dati tendenziali, il numero degli automobilisti veneti che si sono rivolti ai comparatori online per trovare una nuova polizza Rc Auto, è aumentato del 31%. Chi ha cercato una nuova compagnia online ne ha tratto notevole beneficio, garantendosi un risparmio fino al 50% rispetto alla polizza con cui circolava l’anno prima. “Rispetto a quanto accadeva in altre nazioni – sostiene Mauro Giacobbe, Responsabile business unit assicurazioni di www.facile.it – nel nostro Paese erano ancora pochi gli automobilisti che cercavano una nuova compagnia allo scadere della polizza. Stando ai primi numeri, sembra che lo scopo di incentivare gli italiani ad essere più attenti alle reali offerte del mercato, che era alla base del provvedimento del Governo, sia stato ottenuto”. Secondo l’analisi, che ha preso in considerazione oltre 45.000 preventivi compilati in Veneto nelle prime tre settimane di gennaio 2013, l’incremento del ricorso ai comparatori è stato più sostenuto che in molte altre regioni. Nel dettaglio: la provincia di Padova ha visto un vero e proprio boom con un incremento che ha sfiorato il 38% rispetto al 2012, ma sono altissime anche le percentuali di aumento registrate nelle province di Vicenza (+32,5%), Venezia (+30,1%), Treviso (+29,7%) e Verona (+26,4%); al di sopra della media nazionale anche Rovigo (25%) e Belluno (22,4%). Chi sono le persone che hanno deciso di utilizzare lo strumento on line per la comparazione? Sono per la maggior parte imprenditori, pensionati e artigiani.
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Casi più che triplicati
“Accanto ai furbi le vittime della crisi” N
ei consueti bilanci di inizio anno stilati dalla polizia stradale e dalle polizie municipali spicca, tanto a Padova come in provincia, l’aumento sempre più consistente di automobilisti fermati con l’assicurazione scaduta. Un’infrazione che se in passato non destava preoccupazioni oggi invece è una spia che testimonia come ci siano famiglie che non hanno risorse sufficienti nemmeno per pagare l’indispensabile assicurazione. A Padova città le infrazioni sono più che triplicate solo nell’ultimo anno e in provincia il trend è più o meno lo stesso. E alla classica spiegazione “l’avevo scordato” si aggiunge, con sempre maggior frequenza questa “non ho pagato perché non ho i soldi per farlo”. Una scusa come le altre? No, a sentire gli addetti ai lavori, preoccupati da un fenomeno che sta assumendo contorni inquietanti. “Fino a qualche anno fa erano l’eccezione, oggi invece le multe per assicurazione scaduta sono la regola”: a parlare è un agente di polizia locale della provincia di Padova, da quasi trent’anni ogni giorno “in prima linea” sulle strade, alle prese con la quotidianità del traffico, dei controlli ad automobilisti e camionisti, delle infinite discussioni per i parcheggi e per i posti delle bancarelle al mercato. Ma il fenomeno delle assicurazioni scadute è figlio della crisi, sostiene l’agente, tanto che negli ultimi anni ha conosciuto una preoccupante escalation. “Se fino a tre – quattro anni fa riscontravamo automobili con l’assicurazione scaduta in mano per lo più ad extracomunitari – aggiunge l’agente – oppure a cittadini italiani con problemi più di carattere sociale che economico, oggi invece troviamo persone di ogni età, quasi tutti italiani, sia uomini che donne, molto spesso madri e padri di famiglia, alcuni dei quali disoccupati o cassaintegrati, che usano l’automobile tutti i giorni per andare al lavoro, e se l’anno perso per cercarlo, e per accompagnare i figli. Non mi riferisco alle banali dimenticanze, a chi viene multato perché l’assicurazione è scaduta da un mese o poco più. Stiamo parlando di gente che viaggia “scoperta” anche da più di un anno. E quando li fermiamo ci sentiamo rispondere che non hanno pagato perché non ce la fanno, non hanno i soldi e non arrivano a fine mese. Ma girare con l’assicurazione scaduta è un rischio ben più elevato, non solo per la multa salata ma soprattutto per le gravi conseguenze che ci possono essere in caso di incidente. Girare senza assicurazione è un gesto da irresponsabili, questo deve essere chiaro, e non c’è scusa che tenga”. La Polizia Stradale impegnata tutti i giorni sulle strade di Padova e provincia rileva anche un incremento di automobili che viaggiano con la revisione scaduta e ricordano che è previsto, oltre alla multa, il sequestro del libretto. Ma le assicurazioni non pagate sono in netta maggioranza e non mancano anche i veri e propri casi di truffa attraverso tagliandi contraffatti. Per scovare i furti nella Bassa Padovana, la polizia locale di Este, Monselice e dintorni ha organizzato dei corsi di formazione per gli agenti, in modo da prepararli adeguatamente a riconoscere i falsi tagliandi esposti sul parabrezza. Perché accanto a chi effettivamente non ce la fa a pagare c’è anche chi pensa di farla franca ricorrendo ai trucchi di computer e stampante. Ma i comandi padovani si sono dotati di strumenti e di competenze in grado di individuare con sempre maggior velocità e precisione i falsi.
6 Piove di Sacco Elezioni politiche Il Movimento 5 Stelle è il primo partito, a seguire Pdl e Pd
Anche a Piove di Sacco voto di protesta I partiti storici perdono voti rispetto a cinque anni fa: Pdl -8%, Pd -4,7%, Lega e Udc portano a casa meno della metà di Martina Maniero
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e il risultato alla Camera delle politiche di febbraio si potesse applicare alle elezioni amministrative di maggio, quando si sarà chiamati alle urne per eleggere il sindaco e il nuovo consiglio comunale, anche a Piove di Sacco si presenterebbe una situazione di difficile governabilità. L’esito delle elezioni politiche si può dunque considerare un banco di prova del “dopo Marcolin”? Forse. Di certo il risultato uscito dalle urne dovrà far riflettere le forze politiche locali sui futuri assetti amministrativi. Anche se non è escluso che si andrà a votare con schieramenti e alleanze molto diverse da quelle nazionali. Il primo dato che emerge dal risultato elettorale è che a Piove i partiti storici perdono voti. E parecchi. Il Pdl, rispetto al 2008, perde l’8%; il Pd il 4,7; Lega e Udc ne escono con meno della metà dei voti rispetto alle politiche di cinque anni fa. La Lega prima al 24,2 passa all’8,8%; l’Udc dal 6,5 all’1,5%. Crescono invece i Grillini. Il Movimento
Cinque Stelle ha ottenuto ben 3.269 voti alla Camera (27,5%) e 2.846 al Senato (25,7%) affermandosi come il primo partito in città. E questo nonostante a Piove, al momento, non ci sia ufficialmente un candidato alle amministrative M5S. Piove conferma al primo posto la coalizione guidata da Silvio Berlusconi (anche se il candidato premier era Angelino Alfano) con 4.070 voti alla Camera (34,1%) e 3.841 al Senato (34,7%). Sono 2.682 (il 22,5%) i voti al solo Popolo delle Libertà, ora il secondo partito a Piove, preceduto appunto dal Movimento 5 Stelle. Terzo partito, secondo per
coalizione, il Partito Democratico che prende 2.444 voti alla Camera (20,5%) e 2.466 (22,3%) al Senato. La colazione guidata dal premier Pierluigi Bersani, a Piove, ha totalizzato 2.604 voti (21,9%) alla Camera e 2.622 al Senato (23,7%). Deludente il risultato dell’Udc che registra quasi numeri da prefisso telefonico. Cinque anni fa il partito di Casini ottenne 802 voti alla Camera, lo scorso mese solo 184. E’ pur vero che molti voti dell’Udc sono andati al partito di Monti, che in città, insieme al Fli di Fini, ha ottenuto 1.253 voti alla Camera (10,5%) e 1.076 voti al Senato (9,7%). Il risultato del voto dei piovesi rispecchia, per certi versi, l’andamento nazionale con il voto di protesta che ha spostato il consenso verso il Movimento Cinque Stelle (soprattutto quello dei giovani sotto i 25 anni) e il calo dei consensi dei partiti storici (intercettato da M5S in misura quasi equa). La protesta si è fatta sentire anche sull’affluenza, calata, a Piove, di quasi 4 punti percentuali.
neWs Verso le elezioni amministrative
sArtori (udc): “per orA pensiAmo Al progrAmmA, poi sceglieremo il cAndidAto sindAco”
“P
rima un programma condiviso. Poi la scelta del candidato”. Così Antonio Sartori, assessore uscente ai Servizi sociali, preme il piede sul freno nella corsa a Palazzo Jappelli. L’Udc (ma sarebbe più corretto parlare di Centro moderato) si chiama così fuori dal toto-candidati in vista delle amministrative di maggio, quando i piovesi saranno chiamati alle urne per votare l’elezione del nuovo sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale. “Priorità al programma elettorale – ha fatto sapere Sartori - che farà riferimento, in primo luogo, all’esperienza maturata negli ultimi tre anni e mezzo tra i banchi del consiglio comunale. Non solo la mia, ma anche quella di Enrico Zennaro (ex assessore allo Sport) e di Matteo Balistreri (segretario di partito e consigliere comunale uscente)”. Quanto al programma, due, intanto, i punti certi: “Ridurre la pressione fiscale e quindi detassare le famiglie piovesi per ridare loro ossigeno – ha spiegato Sartori – e snellire la struttura organizzativa del comune. Soprattutto sarà necessario rivedere l’erogazione dei servizi essen-
ziali, che un ente comunale deve poter assicurare”. Il Centro Moderato (Udc più Monti) potrebbe scendere in campo con una propria lista. Oppure in appoggio ad un altro candidato. Di certo i dati delle elezioni politiche, con gli scarsi risultati della coalizione Monti, costringe l’Udc a rivedere le alleanze locali. Niente, al momento, è escluso. E un’eventuale coalizione con il Pdl, dopo l’esperienza, non proprio felice, nell’amministrazione Marcolin? “Se corriamo da soli al primo turno – ha annunciato Sartori – né apparentamenti né richieste d’aiuto al secondo”. Quello che manca è dunque solo il nome del candidato alla fascia tricolore, “che verrà ufficializzato ad aprile – ha anticipato l’ex assessore al Sociale - e sarà espressione del gruppo”. Un gruppo appunto che potrebbe contare i nomi degli amministratori uscenti in quota all’Udc, “ma che sarà aperto anche alla società civile – ha assicurato Sartori – e in generale al contributo di quanti si riconoscono nel programma in corso di predisposizione”. M.M.
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l tempo delle elezioni amministrative si avvicina. A maggio non manca poi molto. E ora che tutti hanno toccato con mano che il Movimento Cinque Stelle renderà almeno a quattro la sfida per Palazzo Jappelli, la paura potrebbe far da collante a centrodestra. Ma il condizionale è d’obbligo. E’ pur vero infatti che le politiche hanno confermato il Pdl secondo partito, primo per coalizione, in città. Ma è altrettanto vero che gli ultimi mesi dell’amministrazione Marcolin (il sindaco è stato messo fuori dai giochi perché sfiduciato a gennaio da undici consiglieri comunali) non sono stati né facili né felici. E questo non può che riflettersi sul prossimo futuro ma, prima ancora, sulle elezioni amministrative ormai alle porte. Nessuna certezza dunque. Intanto si assiste a un balletto di nomi, reali o presunti, in lizza per la poltrona di primo cittadino (tra questi anche quello del consigliere uscente Alberto Canova). Forse è pretattica, forse no. I nomi ci sarebbero. E più d’uno. Ma Canova precisa: “Allo stato attuale non abbiamo ancora avanzato alcuna candidatura perché siamo impegnati nel confronto con il coordinamento provinciale”. “Dopo aver superato questi passaggi ed aver condiviso un programma elettorale – ha detto - allora definiremo quelli che sono gli aspetti di dettaglio, con i relativi ruoli di rappresentanza”. “Sarà una dura sfida – ha evidenziato – ma i veri competitors sa-
“Queste elezioni politiche ci devono insegnare a stare in mezzo alla gente” ranno il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle”. Una riflessione che parte proprio dai dati delle elezioni politiche, che hanno decretato, anche a Piove, la vittoria del partito di Grillo con il 27,5% dei voti alla Camera. “Il Pdl ha perso tantissimi voti – evidenzia Canova - ma il centrodestra in città tiene ancora, e questo grazie alle buone politiche del centrodestra a livello nazionale”. “Queste elezioni – ha detto - ci devono comunque insegnare qualcosa: si deve cambiare il modo di fare politica, si deve continuare a stare in mezzo alla gente per raccoglierne le istanze. Non basta ascoltare, M.M. servono risposte concrete”.
8 Piove di Sacco Amministrative
Intervista a Severino Veggian
Le elezioni comunali di primavera Per ora soltanto due le candidature ufficiali
Recaldin e Sanavia i primi nomi
le richieste delle cAtegorie economiche Ai nuovi AmministrAtori
di Martina Maniero
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L’ex vicesindaco, sostenuto dai massimi esponenti veneti della Lega, lancia la sua sfida. Sanavia, dall’alto della sua grande esperienza, con una lettera si mette a disposizione della città
lezioni comunali 2013. Chi si candida? Per il momento c’è poco di ufficiale. Tranne due nomi. Il primo, quello dell’ex vicesindaco Andrea Recaldin, candidato in quota Lega Nord. A lanciare la sua candidatura i massimi esponenti del partito. Tra questi il segretario veneto e sindaco di Verona, Flavio Tosi, il neo eletto senatore Massimo Bitonci e il segretario provinciale del partito, Roberto Marcato. “Testa e cuore” lo slogan scelto per la campagna elettorale. Recaldin, 31 anni, laurea in Economia ed un Master in Business Administration, funzionario parlamentare in Commissione Bilancio alla Camera. Tra gli incarichi recenti la presidenza della consulta Anci giovani e ora consulente esperto in materia di enti locali. “Il lavoro da fare è tanto, e non c’è tempo da perdere – la sua dichiarazione - la situazione dei comuni oggi è difficilissima, ma userò tanta passione, disponibilità e le mie capacità per rilanciare la mia Piove di Sacco”. La notizia della candidatura di Recaldin era nell’aria da tempo, ma l’annuncio è di quelli che scombussola l’assetto amministrativo. A partire dai tempi, perché mentre tutte le altre forze politiche 1985. Assessore per i dieci anni successivi e prima sono ancora nella fase delle trattative, messe in ancora segretario della Dc e consigliere comunale. stand-by dalle elezioni politiHa ricoperto anche la carica di che, la Lega ha giocato d’an- Le altre forze, vice presidente del Consorzio ticipo. E non è escluso che la condizionate dall’ acquedotto Piovese e vice precandidatura di Recaldin possa esito delle Politiche, sidente dell’Usl Piove di Sacco, essere appoggiata anche da sono ancora alla Conselve, Monselice. Il profase delle trattative gramma in una lettera aperta una civica. Il secondo candidato a paai suoi concittadini. lazzo Jappelli è Bruno Luciano Sanavia. Un nome “Metto a disposizione le mie esperienze e tutt’altro che sconosciuto in città. Sanavia, 70 anni, competenze amministrative a servizio di giovani, ha un curriculum di tutto rispetto: sindaco per due in particolare, e ad altre persone che si riconomandati consecutivi, 1978 al 1980 e dal 1980 al scono nei valori della democrazia, che amino e si
neWs
Cominciano a circolare i primi nomi per la corsa alla poltrona di sindaco sentano di servire tutta la comunità piovese”. Insegnante in pensione, Sanavia si definisce “cattolico praticante, ma non acritico. Non sono iscritto a nessun partito, non sono un conservatore”. Tra le proposte in programma: un’amministrazione più economica, più efficace ed efficiente; riorganizzazione di servizi e uffici; ottimizzazione di ambienti e spazi pubblici; riesame dei contratti in essere, se sconvenienti per i Piovesi; valorizzazione e promozione del volontariato; nessun direttore generale.
Centrosinistra. Il 7 aprile prossimo
sArà unA corsA A tre Alle primArie: dAvide giAnellA(pd), luciA pizzo (pd) e ornellA beccAro (idv)
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arà corsa a tre alle primarie del centrosinistra. Due i candidati per il Partito Democratico. Uno per l’Italia dei Valori. Ai nastri di partenza Davide Gianella, 32 anni, sposato, avvocato e consigliere comunale uscente. L’altra candidata per il Pd è Lucia Pizzo, 47 anni, sposata e mamma di due figli, dipendente della direzione regionale dell’Inps e prima segretaria del circolo Pd della città. L’Idv invece ha candidato Ornella Beccaro, 56 anni, laureata in giurisprudenza all’università di Padova e impiegata come consulente del lavoro. “Per la prima volta a Piove di Sacco la scelta di un candidato sindaco verrà effettuata con lo strumento delle primarie – ha evidenziato Gianstefano Rodella, segretario del circolo piovese del Pd - sfidiamo gli altri partiti a fare lo stesso: lascino la parola agli elettori, invece di decidere il tutto nelle segreterie e catapultare qualche illustre sconosciuto dall’alto”. “E’ giusto riconoscere al nostro partito la voglia di continuare un percorso – ha detto Rodella alle politiche non siamo stati premiati dagli elettori, ma crediamo nel valore dell’impegno, della respon-
sabilità, della preparazione. I nostri candidati hanno profili di grande preparazione e di sensibilità elevata verso i grandi temi: lavoro, sociale, Saccisica, cultura, partecipazione, efficienza amministrativa”. “Dal 2009 ad oggi – ha rilevato il segretario – il Partito Democratico si è distinto per un’opposizione chiara e trasparente al governo della destra, che si è caratterizzato esclusivamente per i litigi, le discordie interne, le dimissioni di assessori e soprattutto per l’evidente incapacità di governare e di dare risposte
ai cittadini”. “La paralisi amministrativa e l’immobilismo di fronte alle questioni nodali della città da parte della giunta di destra non potevano essere più tollerate. Il nostro intervento – ha detto - ha consentito di liberare i piovesi da ulteriori due anni di sofferenza, consentendo nuove elezioni”. La consultazione si terrà domenica 7 aprile e sarà aperta a chiunque voglia partecipare, dai 16 anni in su. M.M.
Severino Veggian
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residente Severino Veggian, da portavoce delle Categorie economiche del Piovese, come vede questa marcia di avvicinamento alle amministrative di Piove di Sacco? “Dopo la caduta della giunta Marcolin, abbiamo recuperato le nostre richieste ai candidati sindaco in occasione del dibattito tenutosi prima delle scorse elezioni. Purtroppo, complice anche la crisi, le cose da considerare realizzate nonostante le promesse della vigilia sono state poche. Forse l’unico risultato importante è stata l’approvazione e l’avvio dell’Intesa Programmatica d’Area (Ipa) come strumento di progettazione e condivisione delle linee di sviluppo della Saccisica”. Che aspettative hanno a questo punto le imprese nei confronti della amministrazione che verrà? “Le Categorie economiche hanno condiviso e reso pubblico nel 2012 un documento programmatico molto interessante che tiene conto di tutti i settori della vita economica. Cito alcuni punti in estrema sintesi: attenzione alle Zone Industriali e artigianali (un’attenzione mirata a promuovere lo sviluppo, non a bloccarlo); valorizzazione del Centro Storico come centro commerciale naturale dell’intera Saccisica; turismo ambientale che sfrutti il sistema dei casoni e dell’area lagunare collegato alle produzioni agricole; messa in rete del patrimonio culturale del territorio (corti Benedettine, Chiese, Ville) e aggancio dei flussi turistici per Piove di Sacco Venezia; internet dovrebbe con banda larga comunicare e fare su tutto il territo- davvero il leader rio. Il Comune di della Saccisica Piove di Sacco dovrebbe cominciare a fare davvero il “leader” della Saccisica. Ha i numeri, le risorse umane e culturali per essere polo di sviluppo e di attrazione per tutta l’area. Fare il leader significa prima di tutto ascoltare e dare spazio alle eccellenze e alle posizioni di tutti. Significa avere un’idea chiara del futuro che si vuole costruire e aiutare la squadra a fare sintesi, anche rinunciando a un po’ di visibilità a favore degli altri. Per svolgere questo ruolo di aggregatore e di leader “fuori casa” l’amministrazione di Piove dovrà avere grande compattezza al suo interno; questa compattezza purtroppo in passato è spesso mancata. Ci aspettiamo un po’ più di attenzione alle aziende da parte della prossima amministrazione: oltre ai cittadini/elettori si ricordi che se non cammina l’economia locale nessuna politica può funzionare. Da parte nostra, a costo di essere ripetitivo, noi Categorie ci mettiamo a disposizione perché crediamo che anche le imprese debbano essere protagoniste in prima persona. Il nostro progetto che prevede l’uso del marchio Saccisica per le aziende che vogliono contribuire alla promozione del territorio ne è la dimostrazione; così come lo sforzo di proporre anche quest’anno, nonostante la mancanza di finanziamenti e di un’amministrazione in carica l’evento “Saccisica in mostra”. Lo abbiamo anche spiegato al Commissario Prefettizio il 21 febbraio scorso: occorre ricominciare subito e con entusiasmo a valorizzare le nostre eccellenze produttive, culturali, ambientali, turistiche…”. G.P.
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10 Piove di Sacco Elezioni amministrative L’intervista ad Andrea Recaldin
Con realismo, parlerò alla testa dei cittadini L’ex vicesindaco e assessore al Commercio e alla sicurezza, il candidato sindaco della lega Nord Andrea Recaldin si presenta di Gianni patella
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niziamo a conoscere i candidati alle prossime elezioni comunali di maggio che determineranno la nuova squadra di amministratori di Piove di Sacco ma soprattutto il nuovo sindaco. Abbiamo sentito il primo candidato sindaco ufficiale, il leghista Andrea Recaldin fino a prima di Natale vicesindaco e assessore al Commercio e alla Sicurezza. Iniziamo da Novembre, quando le è stato revocato l’incarico di vicesindaco e assessore nonostante il suo impegno di amministratoere. Cosa è successo? “Io mi sono sempre impegnato tanto perché mi piaceva tantissimo quello che facevo. Amministrare la cosa pubblica è bellissimo, e infatti l’ho sempre fatto con costanza e passione. Però poi, quando ho scoperto che qualcosa non andava, e che questa situazione inaccettabile durava da oltre 10 anni, non potevo restare impassibile: qualcuno nel tempo aveva sbagliato e il Comune non poteva sopportare la causa
I cittadini che vorranno darmi fiducia possono farlo anche appoggiando la lista che si sta creando
di questi gravi errori. E’ una questione etica, prima di tutto: chi sbaglia deve pagare, soprattutto quando si tratta di soldi dei cittadini”. Veniamo dunque alle prossime elezioni Comunali. Il suo partito le ha chiaramente manifestato appoggio e fiducia. “Non da ora, ma da sempre la squadra che mi sostiene mi ha supportato, anche nei momenti difficili. Ne vado orgoglioso, anche perché accanto a questa, vi sono anche altre persone che mi sono vicine e che oggi
sostengono la mia candidatura”. Si riferisce forse alla lista civica cui si fa un gran parlare in città e che assomiglia molto al modello già vincente a Verona? “Credo che i cittadini abbiano potuto vedere il lavoro che ho svolto in questi anni per Piove. E se vogliono darmi la loro fiducia, potranno farlo anche appoggiando una lista che si sta creando, un contenitore politico a mia immagine, costruito su passione e competenza”.
Quali e quanti altri candidati si attende alla prossima tornata? “Non lo so francamente, molti partiti si stanno muovendo in questi giorni. Io vado avanti per la mia strada, disponibile ad ascoltare eventuali proposte politiche, ma facendo conoscere a tutti quello che vorrò fare. E lo farò camminando per le piazze, tra la gente, e parlando alla loro testa più che alla loro pancia. Niente promesse irrealizzabili, solo realismo e cose che si potranno davvero fare con le risorse a disposizione. Non perderò tempo in chiacchiere inutili, questo è certo”. Una anticipazione sul programma? “Senza dubbio, onestà e trasparenza sulla gestione delle risorse del Comune.
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Una riorganizzazione degli uffici, il potenziamento del comparto della sicurezza, il rilancio del commercio, e un piano operativo per lo sviluppo industriale e turistico della Saccisica”. Al di là del programma elettorale in via di definizione, cosa metterà a servizio della città di Piove di Sacco? “Testa e cuore. Oggi per amministrare un comune servono persone disponibili, sempre pronte, e soprattutto preparate. La normativa è sempre più complessa, i soldi sempre meno, e per usarli bene, bisogna conoscere e studiare i processi. Ci metterò tutto me stesso: la mia passione e la mia disponibilità ad ascoltare tutti”.
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12 Piove di Sacco Il confronto Tagli ai finanziamenti e nuove sfide per supportare il settore
Il mondo delle cooperative sociali chiede risposte di Alessandro Cesarato
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l sociale non è un lusso ma una vera e propria forma di “infrastruttura” indispensabile a tenere unito e sostenere il tessuto sociale di un paese civile. Per questo ha bisogno di essere supportato e soprattutto governato con scelte fatte con discernimento e lungimiranza. Il mondo delle cooperative sociali anche nella Saccisica, in un momento di continui tagli ai finanziamenti, chiede risposte concrete alla politica in un’ottica di sfide e prospettive future per il settore nel territorio. Di questo si è discusso nell’incontro pubblico organizzato alla vigilia dell’ultima tornata elettorale da alcune delle cooperative più rappresentative del territorio. Nello specifico la cooperativa “Magnolia” di Piove di Sacco, che attualmente ospita una settantina di utenti con diverse disabilità psico-fisiche e gestisce tre centri educativi diurni, e la cooperativa “Germoglio” di Arzergrande, anch’essa impegnata con una trentina di disabili e alla quale sono collegate altre associazioni che si occupano, ad esempio, di vendere i prodotti artistici e artigianali realizzati nei laboratori del centro diurno. Insieme a queste anche la cooperativa “Caresà” che da alcuni anni sperimenta l’agricoltura sociale come risposta all’esclusione sociale, alla difficoltà nell’impiego lavorativo di giovani ed adulti in difficoltà e che promuove uno stile di vita improntato a scelte comunitarie, salutari e partecipative. Sulle domande poste dalle cooperative
In Veneto dal 2008 al 2013 il calo stimato di finanziamento per il sociale è del 90% si sono confrontati i politici presenti all’incontro: Margherita Miotto (Pd), Antonino Pipitone (Idv), Andrea Recaldin (Lega Nord), Cesare Paggiaro (Udc) e Renato Modenese (Pdl). “In Veneto dal 2008 al 2013 - ha spiegato Ugo Campagnaro, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Veneto - il calo stimato di finanziamento per il sociale è del 90%. Questo significa abbandonare a se stesse intere fette di popolazione con disabilità e disagi, oltre a mettere a rischio migliaia di posti di lavoro. Vogliamo far sapere alla politica quali sono le nostre istanze, aprire un dialogo con le istituzioni sulle problematiche reali, superando il fatto che la priorità sia far tornare i conti”. In riferimento al territorio poi, le problematiche da affrontare evidenziate dalle cooperative sono molto chiare. Innanzitutto ripristinare una seria relazione di partnership
I rappresentanti delle realtà locali si incontrano con i politici e li sollecitano all’impegno e alla concretezza
L’incontro organizzato alla vigilia delle recenti elezioni politiche. Presenti i rappresentanti della cooperativa “Magnolia”, “Germoglio” e “Caresà”
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tra pubblico e privato sociale. Superare la logica del semplice rapporto cliente-fornitore, per passare ad azioni di sistema dove la pianificazione deve passare attraverso una mappatura dei reali bisogni della comunità e a un rilancio dei programmi territoriali. E’ fondamentale poi risolvere i problemi di natura economica e finanziaria per fare in modo che i crediti vantati dalle cooperative possano essere sbloccati per tradursi in investimenti sull’innovazione e miglioramento dei servizi. Infine porre l’attenzione e intervenire anche su nuove problematiche che riguardano fette di popolazione non “istituzionalizzate”, come quella per esempio quella dei “vulnerabili”, che rischiano altrimenti di rimanere invisibili e di conseguenza abbandonate a se stesse .
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rompere il ghiaccio è stato il centrosinistra a Brugine che lancia la proposta di fusione tra i Comuni della Saccisica. Un rinnovamento delle istituzioni che potrebbe coinvolgere la stessa Piove di Sacco, in una sorta di città metropolitana della Saccisica. E’ questo, secondo il consigliere comunale Marzo Miazzi e l’ex sindaco Silvia Salvagnin, un argomento che deve trovare spazio anche nella campagna elettorale piovese, in vista delle elezioni amministrative di maggio. “Le sempre più scarse risorse che lo Stato destina ai comuni imporrebbero scelte drastiche che i politici non sono in grado, o meglio, non vogliono prendere evidenziano i consiglieri - le convenzioni tra vari settori, sempre più spesso attuate dai piccoli comuni, consentono un certo risparmio di spesa, ma non basta”. “La strada da seguire è quella della fusione tra comuni – rilevano - accorpare gli enti, significa ridurre i costi della politica ma, cosa più importante, si andrebbero a migliorare qualità ed efficienza dei servizi offerti ai cittadini”. M.M.
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14 Piove di Sacco Imposta sugli immobili Il ministero ha diffuso i dati del gettito prodotto nell’anno passato
Imu: chi ha pagato di più?A Piove di Sacco il primato nella Saccisica I contribuenti hanno versato in media 243,41 euro per l’abitazione principale e 408 per gli altri immobili di Martina Maniero
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l ministero dell’Economia e Finanze ha state fissate, rispettivamente, allo 0,4% e diffuso i dati del gettito Imu prodotto 0,91%. Cifra di poco superiore, quella paganell’anno passato in ogni singolo comu- ta dai piovesi, rispetto alla media nazionale. Nel Belpaese infatti sono stati 17,8 mine italiano. L’imposta sugli immobili che ha rimpiazzato l’Ici, traccia la nuova classifica lioni i contribuenti che hanno pagato l’Imu dei tartassati. Un panorama completo: da sulla prima casa, per un importo medio di Abano Terme, in provincia di Padova, fino 225 euro a contribuente. Chi paga di meno. Fra i contribuenti a Zungri, paesino di appena duemila anime più fortunati ci sono i nel calabrese, nell’eresidenti nel comune lenco del ministero Fra i più “fortunati” i sono compresi i detta- residenti di Correzzola di Correzzola, che gli di ogni municipalità. che hanno versato 108 come altri ha tenuto le Chi paga di più. euro per la prima casa aliquote base, e quindi 0,4% sull’abitazione Nel piovese, a confron- e122 per la seconda principale e 0,76% per to, la media dei versamenti più alti spetta al comune di Piove di gli altri immobili. Qui, di media, i contribuenSacco. Qui i contribuenti hanno versato, di ti hanno pagato 108,75 euro per la prima media, 243,41 euro per l’abitazione princi- casa e 122,07 euro per la seconda. Una pale e 408 euro per tutti gli altri immobili. differenza praticamente minima. Tornando alla prima casa, la media dei Le aliquote per prima e seconda casa sono
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versamenti più alta, dopo Piove di Sacco, spetta al comune di Brugine con 197,52 euro (aliquota allo 0,5%). Seguono Sant’Angelo con 171,74 euro (aliquota allo 0,45%) e quindi Legnaro (148,89 euro). A scendere, si trova Codevigo (142,16 euro, aliquota allo 0,45%). Quindi Polverara (127,01 euro); Pontelongo (123,10 euro) e Arzergrande (109,12). La situazione non migliora, anzi, se si prendono in considerazione tutti gli altri immobili. E non si tratta solo dei titolari di seconde abitazioni, ma anche di tutti i proprietari di negozi, locali e attività commerciali. Sulla seconda casa e tutti gli altri immobili, il triste primato spetta appunto a Piove di Sacco. Al secondo posto di una non invidiabile classifica il comune di Legnaro con 303,85 euro (aliquota allo 0,9%, di pochissimo inferiore a quella stabilita per
(160,04 euro). Non si è aperto con le migliori prospettive, sul fronte imu almeno, nemmeno il 2013. Per la maggior parte dei Comuni sarà difficile, quest’anno, rivedere al ribasso le aliquote. La legge di Stabilità varata al termine dello scorso anno prevede infatti che a partire dal 2013 il gettito Imu prodotto da immobili ad uso produttivo (e quindi gruppo catastale D) vada interamente alle casse dello Stato.
Legnaro. Imu, mancano 350mila euro
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Piove). Seguono Pontelongo dove, di media, si sono pagati 258,26 euro (aliquota allo 0,85%); Brugine (216,80 euro) e Sant’Angelo dove si è pagato appena qualche centesimo in meno, ovvero 216,33 euro. Sotto i 200 euro, sebbene di poco, il comune di Codevigo con 196,14 euro (aliquota allo 0,81%). Più fortunati i residenti nei comuni che hanno mantenuto l’aliquota base allo 0,76% sulle seconde case, e quindi Arzergrande (164,10 euro) e Polverara
le Aziende sAltAno l’AppuntAmento fiscAle per pAgAre i dipendenti
I
l Comune di Legnaro fa i conti con i pagamenti dell’Imu: tra abitazione principale e altri immobili, secondo i dati forniti dal ministero dell’Economia e Finanze, i legnaresi, nel 2012, hanno versato complessivamente 2 milioni 888 mila euro. Calcolatrice alla mano, dei 3 milioni e 200 mila euro di introiti preventivati, mancano all’appello all’incirca 350 mila euro. A saltare l’appuntamento fiscale con la nuova imposta sugli immobili, secondo i calcoli degli uffici comunali, sono state soprattutto aziende e piccole imprese locali, in difficoltà per via della crisi economica e sempre più spesso a corto di liquidità. “Stiamo verificando se sono tutti o parte recuperabili – ha spiegato il sindaco Ivano Oregio Catelan - se si tratta di errori di calcolo nelle previsioni, per via delle modifiche ai valori catastati introdotte con la nuova imposta, o se ci troviamo di fronte ad una mancanza di disponibilità delle nostre imprese”. Ma non sono solo i mancati pagamenti a mettere in difficoltà gli enti locali. “Noi tutti amministratori comunali pensavamo di poterci permettere una riduzione delle aliquote Imu già a partire dal 2013 – ha detto Catelan – convinti che da quest’anno l’intera imposta sugli immobili sarebbe rimasta ai comuni, come più volte sbandierato nel corso del
2012 dai nostri politici. Questo ci avrebbe permesso di poter contare su un maggiore importo per entrate Imu di circa un milione di euro, soldi che avremmo sicuramente retrocesso ai cittadini sotto forma di riduzione dell’aliquota applicata fin dal 2013. Ma non avevamo fatto i conti con la mentalità perversa e perfida dei nostri legislatori che, in occasione della stesura della Legge di stabilità, ultimo atto del Governo Monti, hanno inserito il paragrafo della cosiddetta “riserva” relativa all’Imu dovuta sui fabbricati di categoria D”. In pratica tutta l’Imu industriale, con aliquota allo 0,76%, dal 2013, prenderà la strada per Roma. “Secondo i nostri calcoli - ha fatto sapere il primo cittadino - ci rimarrà un maggiore introito rispetto al 2012 quantificabile in circa 200 mila euro, e questo al netto degli eventuali errori di calcolo e dei tagli certi ai trasferimenti statali. Questi 200 mila euro – ha aggiunto - dovremo probabilmente utilizzarli per l’ordinaria gestione visto che per la copertura delle spese correnti 2013 non potremo impiegare nemmeno un euro delle entrate da rilascio di concessioni edilizie, come invece abbiamo potuto fare fino a fine 2012, e questo sempre in conseguenza dei vincoli imposti dal patto di stabilità interno”. Martina Maniero
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Piove di Sacco 17 Scuola La candidatura dell’Istituto “De Nicola” ad un nuovo progetto Comenius
Progettazione “europea” per formare cittadini del mondo di Alessandro Cesarato
L
’istituto superiore “De Nicola” conferma ancora una volta la sua vocazione internazionale con una intensa serie di progetti. Tra questi la presentazione della candidatura per un finanziamento di un nuovo progetto multilaterale Comenius, promosso dalla Unione Europea, dal titolo: “Uniti nella diversità”. L’impegno dell’istituto piovese nella progettazione europea e negli scambi culturali con l’estero è una realtà che dura ormai da più di un decennio e in conseguenza di ciò in questi anni molti dei propri studenti e insegnanti hanno potuto studiare, fare stage e lavorare in altre nazioni. Il nuovo progetto, una volta validato e finanziato dalla Ue, avrà una durata di due anni e partirà con il prossimo anno scolastico. Si tratta di un progetto multilaterale, cioè che coinvolge più scuole e nel quale quindi l’istituto piovese si relazionerà direttamente con altre realtà europee. Tra queste, il liceo “Alfano da Termoli” di Termoli, il Grupul Scolar “Simion Stolnicu” di Comanic (Romania), la Konak Mithatpasha Technical and Industrial Vocational High school di Smirne (Turchia), oltre ad altri partner francesi (Parigi e Guadalupe), cechi (Praga), polacchi (Cracovia), lituani (Vilnius) e greci (Ioannina). L’obiettivo del programma è quello di rendere gli studenti attori consapevoli dei risultati che potranno raggiungere grazie ad azioni che promuovono e sostengono la cittadinanza attiva europea, il dialogo interculturale e la coesione sociale. Gli studenti di tutte le scuole coinvolte saranno chiamati, attraverso lo studio delle lingue e allo sviluppo di accentuate competenze digitali, a lavorare e a comunicare a distanza mettendo in campo le proprie competenze. Il momento più importante sarà però la cosiddetta “Settimana europea”, organizzata in ogni scuola partner e che vedrà gli studenti impegnati in attività di scambio. Nelle scorse settimane proprio al “De Nicola” alcuni degli insegnanti delle scuole coinvolte si sono incontrati per elaborare nel dettaglio il progetto. A testimonianza del fervore interculturale dell’istituto della preside Silvia Polato trentaquattro studenti francesi a fine febbraio sono stati ospiti per una settimana del De Nicola. Gli studenti e i docenti del liceo “Jean Jacques Rousseau” di Sarcelles (Parigi) hanno alloggiato presso le famiglie degli studenti delle classi quarte e durante il giorno sono stati impegnati in un nutrito programma di accoglienza che ha permesso a tutti gli alunni, italiani e francesi, di consolidare la conoscenza delle reciproche lingue. Tra queste attività, ci sono state numerose visite alle città d’arte del Veneto con i ragazzi piovesi che hanno fatto da guide
Si tratta di una iniziativa che coinvolge più scuole di varie realtà europee
Gli insegnanti “internazionali” si sono incontrati a Piove per mettere a punto il progetto. Nella foto a destra gli ospiti francesi della scuola “Jean Jacques Rousseau”
turistiche ai ragazzi transalpini. Il progetto prevede che gli studenti italiani si rechino in visita alla scuola francese nei primi mesi del prossimo anno scolastico. La programmazione delle attività in ambito europeo del De Nicola continuerà nel mese di marzo con lo stage linguistico di una settimana a Valencia (Spagna) per una trentina di studenti del triennio e con l’accoglienza di una ventina di studenti tedeschi provenienti da Friburgo (Germania) che saranno ospitati dagli studenti del corso turistico. Comunità parrocchiali
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empo di visite pastorali per i vicariati del Piovese. Il vescovo diocesano Antonio Mattiazzo nelle ultime settime, infatti, si è recato nelle comunità parrocchiali locali per toccare con mano la quotidianità della fede e dell’impegno cristiano sul campo. Le visite sono iniziate dal vicariato di Pontelongo che raggruppa le parrocchie dei comuni di Correzzola e Pontelongo, oltre alla veneziana Cona e alla frazione di San Lorenzo di Bovolenta. Un territorio che Mattiazzo conosce bene e che visita sempre con piacere visto che si trova a pochi chilometri dalle terre dove è nato e ha trascorso la sua giovinezza. Otto parrocchie, di cui quattro in unità pastorale, per quasi dodici mila fedeli sono invece i numeri del vicariato di Arzergrande (che comprende anche il territorio del comune di Codevigo e la frazione di Valli di Chioggia). Altri due giorni sono stati dedicati infine al vicariato di Piove di Sacco a cui fanno riferimento, oltre alle parrocchie della città, anche quelle del comune di Brugine, di Campolongo Maggiore, di Liettoli e di Brusadure di Bovolenta. Nelle varie visite, durate un paio di giorni per ciascun vicariato, per il vescovo è stato un susseguirsi di incontri: con i sacerdoti, con i comitati delle scuole cattoliche, con i consigli pastorali, con i giovani e con gli amministratori locali. Ciò che Mattiazzo ha rilevato positivamente è la presenza ancora di comunità generose e attive, di un patrimonio di risorse umane e di esempi positivi, dove anche l’ordinarietà è un punto di forza. A.C.
18 Pontelongo Dalle suore Canossiane Istituto dell’infanzia e primaria
La scuola paritaria tra tradizione e Facebook La scuola si avvia a festeggiare il primo secolo di attività: rimane fedele alle sue solide radici ma guarda con interesse alla modernità
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cittadini di Pontelongo che desideravano per i propri figli un ambiente educativo sereno e in grado di dar loro una formazione non solo umana e intellettuale, ma anche cristiana. La scuola primaria (esclusivamente femminile fino al 1993) fu aperta in un secondo tempo, nel 1941, quale esigenza di continuità educativa con la scuola dell’infanzia. Dopo decenni la Galvan è rimasta comunque fedele alle sue solide radici che pescano, oltre che nei principi cristiani, anche in una tradizione sempre attenta alla persona, all’infanzia, al contesto sociale, nonché alle nuove esigenze formative. L’edificio scolastico comprende una sala computer, due palestre, una sala gioco e la biblioteca, oltre alla mensa e all’ampio cortile alberato e attrezzato con giochi.
Solidarietà
2milA euro per i terremotAti dell’emiliA
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di Alessandro Cesarato alle suore Canossiane a Facebook: ovvero come fare conciliare la tradizione all’attualità. La scuola paritaria dell’infanzia e primaria “Antonio Galvan”, che fra qualche anno raggiungerà il traguardo del primo secolo di attività, continua ancora a rappresentare un modello educativo di eccellenza ed è un esempio del tutto particolare nel panorama scolastico della Saccisica. Una storia che parte da lontano, nel 1920, all’indomani della fine della prima guerra mondiale, quando la gestione della scuola dell’infanzia fu affidata prima alle suore Canossiane e dal 1951 alle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione che vi rimasero sino al 2002 quando furono sostituite da insegnanti laici. La scuola nacque come risposta concreta alla sensibilità morale e religiosa dei
neWs
L’istituto Antonio Galvan
La scuola propone attività didattiche dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16. Durante la settimana gli alunni non hanno compiti da svolgere a casa grazie a laboratori, attività extra-curriculari e gruppi di lavoro che fungono da ripasso, rinforzo e potenziamento dell’apprendimento. La scuola dispone di un’aula di informatica attrezzata e l’insegnamento delle lingue straniere è potenziato grazie ad un numero maggiore di ore. Da diversi anni la scuola ha strutturato dei laboratori di lingua
spagnola e di chitarra e anche un percorso di arte che ha come finalità l’acquisizione delle basilari tecniche artistiche e la conoscenza delle opere dei principali artisti antichi e moderni. Inoltre, per soddisfare le esigenze delle famiglie, è previsto un servizio di assistenza dalle 7.30 alle 8.30 e dalle ore 16.00 alle 18.00. Per ricevere informazioni: facebook.com/scuolamaterna.elementaregalvan e 049/9775039.
port e solidarietà in favore dei terremotati dell’Emilia. Sono stati donati al Comune di San Felice sul Panaro (Modena) i 2 mila euro raccolti durante l’estate in occasione della XXII edizione del torneo di calcio paesano. A consegnare la somma è stata direttamente una delegazione formata dall’assessore allo Sport Fabio Magagnato insieme a una rappresentanza del gruppo di Protezione civile e dell’associazione “K.F. Pontelongo” che si era occupata di organizzare materialmente il torneo e la raccolta. “Siamo stati accolti nella sede temporanea del municipio - testimonia Magagnato - composta da tanti container allineati. E’ stato toccante vedere come siano ancora aperte le ferite del sisma di maggio”. “Le palestre di San Felice ancora sono inagibili - conclude la speranza è che anche il nostro piccolo aiuto possa servire per ricostruirle al più presto. L’invito dell’assessore di San Felice è stato quello di potersi rincontrare quando queste strutture saranno riaperte per rendere grazie ai tantissimi esempi di solidarietà come il nostro ricevuti”. A.C.
20 Pontelongo Economia e territorio Il ministro Mario Catania in visita a Pontelongo
Agricoltura, centrale nel modello di sviluppo economico Il ministro delle Politiche agricole presente all’incontro sul comparto bieticolo saccarifero italiano, insiste sulle potenzialità enormi di un settore da tempo sottostimato di Alessandro Cesarato
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estituire al settore agricolo un ruolo centrale nel modello di sviluppo economico del Paese. Un settore da troppo tempo sottostimato ma che ha in sè delle potenzialità enormi, unico nella sua capacità di creare ricchezza in modo virtuoso. E’ questo il messaggio lanciato dal ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, in occasione della sua partecipazione all’incontro su “il comparto bieticolo saccarifero italiano e il suo ruolo nelle filiere agroindustriali nazionali e territoriali”, svoltosi a Pontelongo. “Il mondo agricolo in generale e quello della bieticoltura in particolare - ha affermato alla platea di operatori agricoli locali il ministro Catania - hanno bisogno di interventi di sostegno per i benefici che possono a loro volta portare alle attività imprenditoriali collaterali, al piano occupazionale e a quello di difesa e conservazione dell’ambiente”. Completare l’erogazione integrale degli aiuti previsti dai regolamenti comunitari e attesi dalle campagne saccarifere del 2009 e
“Il mondo agricolo e della bieticoltura in particolare hanno bisogno di interventi di sostegno”
Nella foto in alto il ministro Mario Catania del 2010 e mantenere le regole comunitarie in vigore sulle quote nazionali di produzione senza ulteriori aperture a importazioni. Sono queste le priorità illustrate al ministro da Claudio Gallerani, presidente di Coprob (Cooperativa Produttori Bieticoli), gruppo leader nel settore bieticolo saccarifero nazionale con gli stabilimenti di Pontelongo e Minerbio. “Un’area quella veneta - ha spiegato Gallerani - particolarmente vocata per il settore bieticolo come dimostra la presenza dello stabilimento italiano più antico, dove da oltre cento anni si produce zucchero e
per la precisione l’unico zucchero certificato 100% italiano”. “Le nostre aspettative - ha aggiunto - sono che il Governo, che ha appena sbloccato una prima tranche di risorse (35 degli 86 milioni di euro attesi), si impegni ora a erogare anche la parte rimanente dei finanziamenti”. All’orizzonte poi c’è la nuova Pac degli interventi di sostegno, con il ministro Catania che ribadisce l’importanza del mantenimento delle quote nazionali. “Garantiscono alle aziende di programmare la produzione di barbabietole - ha sotto-
lineato - ma sono anche in grado di attenuare l’eccessiva oscillazione dei prezzi nei mercati internazionali”. La bieticoltura ha dunque un futuro? A quanto pare sì, con Pontelongo nodo cruciale nel panorama nazionale. Coprob negli ultimi cinque anni ha investito oltre 150 milioni di euro, di cui 70 milioni proprio per lo stabilimento di via Zuccherificio. “A Pontelongo - ha aggiunto Claudio Gallerani - si produce zucchero da oltre cento anni. Non è un caso se abbiamo scelto di fare crescere la nostra cooperativa proprio qui,
in quella che può essere definita la capitale italiana dello zucchero. L’acquisizione dello stabilimento - ha infine concluso - ha rafforzato il ruolo di Coprob, che oggi conta 324 dipendenti fissi e più di 300 stagionali, oltre 5.500 soci produttori di barbabietole, una quota produttiva di 284 mila tonnellate di zucchero, pari al 56% della produzione nazionale, su una superficie di 34 mila ettari, di cui circa 14 mila concentati in Veneto”. “La visita del ministro - ha evidenziato invece il sindaco Fiorella Canova - da lustro e sottolinea l’importanza del nostro zuccherificio, oltre a riconoscere la valenza della cooperazione in agricoltura. Lo stabilimento continua a rivestire un ruolo strategico per l’economia della zona - ha proseguito - perché assicura l’occupazione e la stabilità per molte famiglie. La permanenza e il sostegno del settore saccarifero diventa strategico quindi anche per i risvolti che ha sul tessuto economico e sociale locale”.
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lla fine il servizio di assistenza notturno della casa di riposo “Galvan” non è stato esternalizzato. La proposta avanzata a fine anno dal Consiglio di amministrazione guidato dal presidente Donatello Magagnato di affidarlo a una cooperativa è rimasta, infatti, solo sulla carta. Per la soddisfazione generale di sindacati, lavoratori, ospiti e loro familiari. Sul piatto della bilancia, a fare da contrappeso a una proposta che mirava a tagliare qualche costo, c’erano non solo i posti di lavoro, ma anche il rischio di dequalificare una struttura la cui eccellenza è più che certificata, oltre alla preoccupazione di tanti familiari di vedere scemare il livello di assistenza verso i propri cari. A fronte di una sollevazione di massa generalizzata il Cda ha dovuto così ritornare sui propri passi. Alla fine insomma non se n’è fatto niente e tutto si è risolto in una storiaccia i cui strascichi, soprattutto politici, prima o poi affioreranno. In realtà a sbloccare la situazione di empasse che si era creata è stato direttamente il sindaco Fiorella Canova che, dopo avere consultato l’organo amministrativo dell’ente, ha convocato in prima persona i rappresentati sindacali dei dipendenti per informali della decisione. “Come primo cittadino - ha affermato la Canova - ho ritenuto necessario fare chiarezza su ciò che stava accadendo e intervenire innanzitutto per riportare un clima di serenità per gli ospiti e le loro famiglie oltre che
per tranquillizzare i dipendenti”. L’intervento del sindaco, a dirla tutta, era stato “caldamente” sollecitato da più parti. Lo stesso comitato dei familiari era pronto a chiedere alla Canova le dimissioni del presidente e degli altri membri. Per non parlare del gruppo di minoranza consigliare Pontelongo 2000, pronto a dare battaglia per chiedere al sindaco lumi sull’operato discutibile di un Cda che è di nomina politica e di cui quattro membri su cinque sono espressione della sua maggioranza. Alla fine non hanno nascosto la loro soddisfazione per il risultato ottenuto anche le sigle sindacali che hanno accompagnato i lavoratori nello stato di agitazione. “E’ stata salvata l’eccellenza e la qualità del servizio - hanno dichiarato all’unisono Emanuela De Polis (Cgil) Franco Maisto (Cisl) e Stefano Tognazzo (Uil), - saranno mantenuti i turni di lavoro e con essi salvaguardati gli standard qualitativi degli operatori che, tutti uniti, in questo periodo di incertezza sul loro futuro si sono spesi per difendere i valori, il legame e la propria professionalità messi al servizio degli ospiti A.C. in tutti questi anni”.
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22 Codevigo-Brugine-Sant’Angelo Conche La denuncia dell’associazione “Antica Boschettona”
Degrado e inciviltà, uno sfregio per la spiaggia Un’area amena e incontaminata, per l’Unesco patrimonio dell’umanità, utilizzata in modo indiscriminato, come un sito di scarico di materiali di Alessandro Cesarato
U
na spiaggetta amena, incontaminata e sconosciuto ai più. L’area demaniale “Boschettona” è un vero gioiello naturalistico, incastrato fra la laguna e la terraferma della frazione di Conche. Il paradiso degli amanti nostrani di discipline come il kitesurf e il windsurf che qui trovano speciali condizioni di vento e fondale. Persino l’Unesco l’ha considerata un patrimonio dell’umanità inserendola nella lista mondiale dei beni naturali da salvaguardare. Eppure tutto questa specificità, che altrove probabilmente rappresenterebbe una risorsa, da queste parti non basta per mantenerla incolume dal degrado e dall’inciviltà, come pure degna di una giusta valorizzazione. A denunciare questa paradossale situazione è l’associazione “Antica Boschettona” che si occupa di fornire sul posto i servizi logistici agli sportivi e ai turisti che vogliono trascorrere qualche ora a diretto contatto con la natura. “E’ inconcepibile come non esista alcun
La spiaggetta e... il degrado atto che regolamenti l’utilizzo della spiaggetta - esordisce il presidente dell’associazione Rossano Rostellato, - questo favorisce un accesso e un utilizzo indiscriminato dell’area”. Un paio di anni fa il Comune aveva installato addirittura una sbarra lungo la strada arginale per vietare l’accesso alla spiaggia ai mezzi a motore. L’ordinanza di chiusura fu però subito revocata per le proteste di pescatori e sportivi.
“La zona - continua Rostellato - è continuamente meta di scarico e abbandono di materiali vari, anche inquinanti. Per non parlare poi delle invasioni in occasione dei rave party abusivi che periodicamente sono organizzati durante l’estate”. Anche sul fronte conservativo, turistico e promozionale del sito della Boschettona non si è ancora fatto un granché. “La viabilità è trascurata, con la strada bianca comunale d’accesso che è quasi im-
Sant’Angelo
Parker Hannifin, niente licenziamenti si prosegue col contratto di solidarietà
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rario “corto” ma niente licenziamenti. Possono tirare un sospiro di sollievo i dipendenti della Parker Hannifin (ex Hiross) di Vigorovea. E’ stata firmata infatti la proroga del contratto di solidarietà. Per i prossimi 12 mesi, fino al 20 febbraio 2014, i dipendenti dell’azienda, impegnata nel settore della refrigerazione industriale ed essiccamento di aria compressa, lavoreranno ad orario ridotto scongiurando, così, il licenziamento prospettato per 32 dipendenti. L’accordo è stato raggiunto al termine di una trattativa alla quale ha partecipato Anna Zigliotto in qualità di rappresentante dell’azienda; Dario Bollettin e Alessandro Reani per le Rappresentanze Sindacali Unitarie; Andrea Caretti della Fiom Cgil; Stefania Venturato per Confindustria Padova e l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Romano Boischio. Nel merito, il contratto di solidarietà interesserà 133 dipendenti su 140 totali (attualmente, l’azienda, conta in organico 70 operai, 63 impiegati, 6 dirigenti e un apprendista). L’orario di lavoro, prima di 37,5 ore settimanali, verrà ridotto del 30% (meno 11 ore, circa) per un totale di circa 26 ore di lavoro la settimana. Per difendere l’occupazione a fronte del forte calo degli ordini e del fatturato, riscontrato già a partire dal 2008, l’azienda, dapprima, ha fatto ricorso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria per 51 settimane. Successivamente, nel 2010, per evitare il licenziamento di 92 persone, si è passati al contratto di solidarietà. Una misura
di sostegno rivelatasi poi insufficiente per il riassorbimento del personale in esubero, anche se, dal 2011 ad oggi, non senza fatica, si è riusciti a ridurre il numero dei potenziali licenziamenti. Oggi a 32 unità. Particolare soddisfazione per l’intesa raggiunta è stata espressa dal sindaco Romano Boischio: “E’ un accordo che scongiura il licenziamento di 32 lavoratori e fa leva sulla solidarietà di tutto il personale dipendente – ha detto - ci sarà comunque bisogno, in questi 12 mesi, di un confronto fra tutte le parti coinvolte, con l’obiettivo di trovare soluzioni per la ripresa produttiva”. Con questa nuova proroga, la quarta, si è arrivati all’ultimo rinnovo previsto per legge. La normativa è chiara: il contratto di solidarietà ha 24 mesi di validità e 24, al massimo, di proroga. “D’intesa tra parti, tra le quali si è creato un clima di massima disponibilità e collaborazione – ha aggiunto il primo cittadino – abbiamo deciso di continuare a monitorare e controllare l’andamento aziendale e i risultati di questa tipologia di contratto, per tornare a confrontarci, poi, con cadenza trimestrale”. “Considerato che si è arrivati all’ultimo rinnovo ammesso dalla legge, si dovranno comunque prendere in considerazione soluzioni alternative, valutando anche altre tipologie di ammortizzatori sociali”. “L’auspicio – ha concluso il sindaco – è quello di poter riscontrare, quanto prima, un’inversione di tendenza, con un aggancio alla ripresa economica e un rilancio dell’attività lavorativa”. M.M.
praticabile. Manca l’illuminazione pubblica, una pista ciclabile e la cura e lo sfalcio degli argini”. In attesa che le istituzioni decidano di fare la propria parte, a raccogliere questo grido d’aiuto per prima è stata intanto un’altra associazione locale che fa della valorizzazione del territorio il suo motivo fondante e che ha organizzato una’intera giornata dedicata alla pulizia della spiaggia. “Il nostro territorio va certamente pro-
mosso e valorizzato - spiega il presidente dell’associazione “Serenissime Terre”, Daniele Biasin - ma prima di tutto va curato, salvaguardato e se serve anche ripulito”. “Abbiamo deciso di attivarci perché la pulizia si rendeva necessaria - continua Biasin - in quanto si correva il rischio che con le prossime mareggiate tutto questo materiale, specie quello in plastica, si riversasse in mare”.
BRUGINE LA pARRUCChIERA ALLA pRESE CON LA BUROCRAZIA: LA SOLUZIONE ERA A pORTATA DI MANO
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on bastasse la crisi economica in atto, a mettere in difficoltà artigiani e piccoli imprenditori, ci si mette anche la lentezza della burocrazia italiana. E i casi, purtroppo, non sono così isolati come si potrebbe pensare. Stavolta a farne le spese è Michela Colombo, vittima di quello che si potrebbe definire un vero e proprio pasticcio burocratico. Eppure la soluzione era lì, a portata di mano, e sotto gli occhi di tutti. La donna, parrucchiera da quasi un ventennio in paese, ha trasferito l’attività in via Aldo Moro a Campagnola, a poche centinaia di metri da via Rialto, dove ha lavorato per anni. Ma a poche settimane dalla data d’inaugurazione si è vista negare dall’Usl il permesso di aprire perché, nel locale, non sono presenti due servizi igienici: uno per il personale e l’altro per la clientela. Una suddivisione di spazi richiesta fino a qualche settimana fa dal Comune, ma non dalla Regione che si accontenta, per così dire, di un solo bagno. In attesa di capire a quale direttiva fare riferimento, la donna è stata costretta a rimandare l’apertura del locale, per il quale, peraltro, paga il canone di locazione, pur non potendone usufruire. L’opposizione ha chiesto un consiglio comunale straordinario per valutare se fosse il caso di inserire alcune modifiche al regolamento comunale, così da andare in contro alle richieste della parrucchiera. Proprio studiando eventuali soluzioni si scopre che il regolamento comunale vigente, approvato nel 2006, comprendeva già una serie di deroghe in materia. Per farla breve, i locali del centro storico (tra questi anche quello della Colombo) possono aprire anche con un solo bagno. Ma chi doveva accorgersi per primo delle eccezioni per questa tipologia di immobili? Il privato o chi da questo incaricato nella procedura di presentazio-
ne della domanda, a sentire il sindaco Davide Zanetti. “L’opposizione ha voluto strumentalizzare la questione per farne un caso politico - accusa il primo cittadino - ma noi non ci siamo mai tirati indietro, anche quando si è trattato di coprire lacune altrui. Invece di fare inutili polemiche ci siamo messi subito al lavoro per risolvere il problema”. “Stiamo capovolgendo la realtà - sbotta il capogruppo all’opposizione Marco Miazzi - la minoranza ha portato all’attenzione dell’amministrazione un problema di un cittadino. Sarà chi governa a doversene interessare”. L’ultima parola spetterà ancora una volta all’Usl che dovrà esprimersi in materia, alla luce delle nuove informazioni. In caso di risposta negativa, il sindaco ha fatto sapere di avere pronte le modifiche al regolamento, con una serie di correzioni alle norme che si prestano ad un’interpretazione più stringente della materia. Il testo passerà quindi al vaglio delle categorie economiche, alle quali sono stati imposti tempi stretti proprio per velocizzare la risoluzione della questione. L’inaugurazione del nuovo salone è stata di nuovo rimandata. Ci si augura, per l’ultima volta. Martina Maniero
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Polverara- Sant’Angelo 27 Il caso Centrale biogas, impianto di cogenerazione e teleriscaldamento
“Polo energetico”, i cittadini chiedono rassicurazioni di Martina Maniero
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entrale biogas, impianto di cogenerazione e teleriscaldamento. Questo il “polo energetico” previsto in via Vecchia. Un progetto articolato, destinato a cambiare il volto della campagna tra Polverara e Bovolenta. Per questo i cittadini vogliono vederci chiaro. Si chiedono cosa accadrà del loro territorio e se la costruzione di questi impianti avrà risvolti negativi sulla qualità della loro vita. Numerosi gli interrogativi tra i banchi del consiglio comunale. Molte le resistenze anche tra i residenti della zona. In primis i cittadini chiedono maggiori informazioni sulla società impegnata nella realizzazione dell’impianto (ormai prossimo all’entrata in funzione) ovvero la Polverara Biogas Srl. Quest’ultima, nello spostamento della sede da Cartura (Padova) a Mirano (Venezia), avrebbe aperto a nuovi soci, società legate e professionisti del settore energia e ambiente del Veneto. Tra questi anche Verdenergia Esco srl, società partecipata dal Comune di Polverara per il 36%. Non solo. Molte le domande dei cittadini, nel corso di un’affollata assemblea pubblica, circa i rischi per la salute, per via delle emissioni di gas. E ancora, l’impatto sulla viabilità locale, gli odori e, non ultimo, il rischio che la centrale prenda a “bruciare” scarti alimentari. “Per la produzione del biogas verranno utilizzati solamente prodotti derivati dall’agricoltura, in particolare insilato di mais. Non verrà bruciato alcun rifiuto e non verrà emesso alcun tipo di sostanza nociva per
Rampin: “Per la produzione del biogas verranno utilizzati solo derivati dall’agricoltura” la salute” ha tenuto a precisare il sindaco Sabrina Rampin. “La messa in funzione dell’impianto non comporterà un incremento del transito di camion nel territorio del piovese – ha assicurato – e comunque, al di fuori del periodo di raccolta, non vi sarà alcun passaggio di camion”. “L’amministrazione comunale non si è limitata a concedere l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto, così come previsto dalla normativa – ha aggiunto la Rampin – ma è riuscita ad ottenere una serie di condizioni favorevoli, tra questi l’asfaltatura di via Vecchia; la cessione gratuita di tutta l’energia termica prodotta e non utilizzata, ovvero acqua calda a 85 gradi, che verrà trasportata tramite la rete del teleriscaldamento fino al centro del capoluogo e, non ultimo nuove opportunità occupazionali”. Entro i prossimi 36 mesi dovrebbe
Molte le domande nel corso di un’assemblea pubblica sui rischi per la salute, l’impatto sulla viabilità locale, gli odori. Ma il sindaco tranquillizza
Una centrale a biogas, da archivio
Rampin: “La messa in funzione dell’impianto non comporterà un incremento del transito di camion”
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entrare in funzione anche un impianto di cogenerazione, il secondo sul territorio comunale (l’altro si trova in centro) che produrrà energia elettrica e calore dalla combustioni di cippato, scarti della lavorazione del legno, potature di vigne e alberi da frutto, paglia di grano e altri residui di origine vegetale. Il progetto ha già ottenuto il via libera dalla Regione. Il calore prodotto verrà convogliato in una rete di teleriscaldamento, la stessa che servirà anche a “raccogliere” il calore dalla vicina centrale a biogas. A completare il quadro del nuovo polo energetico sarà appunto l’impianto di teleriscaldamento, che ha già ottenuto un finanziamento europeo di 920 mila euro.
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o scorso 9 febbraio l’amministrazione comunale ha consegnato a 25 studenti meritevoli le borse di studio del valore di 120 euro ciascuna. Si tratta di un riconoscimento al merito, agli studenti cioè che si sono particolarmente segnalati per i risultati ottenuti nell’anno scolastico 2011-12. Alla presenza del sindaco Romano Boischio, dell’assessore alle Politiche scolastiche Mariano Salmaso, e del dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Antonella Benvegnù, si è tenuta la cerimonia di consegna che ha visto la partecipazione dei giovani premiati e numerosi cittadini, tra i quali i genitori orgogliosi degli studenti premiati.
28 Legnaro Il Comune fa i conti La convenzione scadrà ad agosto, si pensa al futuro
Illuminazione pubblica, aumentano costi e disagi... Aggiornamenti del canone e adeguamenti fanno salire i costi previsti dalla convenzione stretta nel 2008 dal Comune con Consip, Rti Consorzio energie locali e gruppo Hera Martina Maniero
A
umentano i costi di gestione degli ni sono poi risultati una sessantina in più. impianti di pubblica illuminazione. Il E via con le modifiche dei corrispettivi ConComune, per l’anno appena trascorso, sip e i conguagli, gli aumenti Istat e quelli dovrà pagare all’incirca il 65% in più rispetto Iva. Calcolatrice alla mano, il Comune, per al 2008. In un’ottica di previsione di rispar- il 2012, dovrà pagare 17 mila 282 euro, mio, l’amministrazione comunale, guidata con Iva al 21%. Quasi il doppio, come rileva dall’allora sindaco Giovanni Bettini, aveva l’assessore ai Lavori pubblici Davide Parpadeciso di abbandonato la gestione diretta giola: “Gli aggiornamenti del canone seguodella pubblica illuminazione, aderendo nel no l’andamento della borsa energia, che in cinque anni sono quasi 2008 ad una convenraddoppiati”. “La conzione quinquennale I cittadini venzione stipulata nella tra Consip (società del lamentano problemi scorsa legislatura – ha ministero dell’Econo- e malfunzionamenti mia), Rti Consorzio alla rete della pubblica annunciato l’assessore - scadrà ad agosto di energie locali e grup- illuminazione quest’anno. Per rinnopo Hera. Il contratto faceva riferimento a 1.188 varla si dovrà tenere conto del contratto in punti luce censiti in paese, per un canone essere con Consip, ma personalmente credo mensile di 10 mila 447 euro (più Iva). To- si possa ottenere un servizio migliore ad un tale 626 mila 820 euro, al netto di Iva, da prezzo più basso”. Nonostante il costo dell’elettricità sia corrispondere nell’arco dei 5 anni. I lampio-
aumentato, i cittadini continuano a lamentare problemi e malfunzionamenti alla rete della pubblica illuminazione. A raccogliere lo sfogo dei legnaresi la pagina facebook del Comune. Segnalati guasti a ripetizione: lampioni accesi in pieno giorno in via XXV Aprile e in via della Resistenza; punti luce spenti la notte in via Torino; strade al buio per settimane, tra queste via San Biagio e via Mazzini; problemi alla rete in via dell’Industria, via Tobagi, via Europa e al semaforo della zona universitaria. “Spesso si tratta di punti luce vecchi – evidenzia Parpagiola - alcuni addirittura risalenti a più di trent’anni anni fa e per i quali l’individuazioni dei guasti può risultare difficile, specie se si devono individuare cavi sotterranei e a volte interrotti”. “Tutte le riparazioni di carattere straordinario – ha precisato l’assessore – come la sostituzione di fili, pali e interruttori di quadri, non sono
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Il Comune di Legnaro
comprese nell’appalto Consip e i tempi di intervento per le riparazioni vengono regolati dalla convenzione. Ma in genere vengono rispettati”. Come tanti Comuni anche Legnaro ha deciso di alternare in via sperimentale l’accensione di alcuni lampioni, così da cercare un risparmio in bolletta.
Anche Legnaro ha deciso di alternare in via sperimentale l’accensione di alcuni lampioni “Alcuni punti luci sono stati volutamene spenti per cercare un risparmio – ha confermato Parpagiola che assicura - è già stata inviata una lettera alla ditta affinché i punti luce spenti da qualche mese vengano riaccesi e quindi alternati ad altri, così da non intervenire sempre sulle stesse parti del territorio”.
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30 Arzergrande-Correzzola Territorio Arzergrande Gli interventi programmati per il Bacino della “Sesta Presa”
Tre anni di lavoro e 10 milioni di euro per le opere di difesa idraulica
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COME ArrIVArE
Al Casone delle Sacche e a Valle Millecampi
ECOMUSEO MILLECAMPI La nascita dell’Ecomuseo Millecampi si propone di promuovere la conoscenza del territorio rurale e lagunare della Saccisica che conserva paesaggi lagunari e rurali di grande bellezza, centri storici e attività umane dalle origine antiche, prodotti tipici e tradizioni ancora vive. Fra le prime iniziative dell’Ecomuseo è stata realizzata un’esposizione composta da pannelli posti nel cortile esterno e nelle sale interne del Casone delle Sacche, che illustrano le caratteristiche naturalistiche, storiche e della cultura locale del territorio, suggerendo alcuni percorsi di visita.
INIzIAtIVA COMUNItArIA LEAdEr+ AzIONE N. 2/MIS. 1.2b “AIUtI PEr LA CrEAzIONE E dIFFUSIONE dI StrUMENtI dI PrOMOzIONE dELLE VALENzE tUrIStIChE, CULtUrALI E MUSEALI dEL tErrItOrIO dEL GAL” rEALIzzAzIONE COFINANzIAtA dA P.I.C. LEAdEr+ FONdO FEAOG OrIENtAMENtO
COMUNE DI CODEVIGO
PROVINCIA DI PADOVA
CASONE dELLE SACChE
VALLE MILLECAMPI
Il Casone delle Sacche, di proprietà della Provincia di Padova, è gestito dal Comune di Codevigo. Si trova nell’isola di Fogolana fra il canale Scirocchetto, la Sacca Piccola e la Sacca Grande di Valle Millecampi. Il suo nome sembra derivare proprio dalla particolare ubicazione: sorge infatti su una lingua di terra prospiciente ad una sacca, cioè una insenatura lagunare che arriva a lambire la campagna. Fu costruito nel XIX secolo per dare rifugio ai cacciatori, provenienti soprattutto dall’entroterra padovano, durante le battute di caccia in laguna. A differenza di molti dei casoni un tempo attivi e presenti a Valle Millecampi e oggi abbandonati e in grave stato di degrado, il Casone delle Sacche è stato restaurato dalla Provincia di Padova, che ha in progetto la valorizzazione e il recupero della Valle Millecampi, nonché dell’omonimo casone.
E’ situata nella Laguna Medio Inferiore di Venezia e appartiene al territorio dei Comuni di Codevigo e di Campagnalupia.
e il direttore Francesco Veronese, il Consorzio ha in progetto, oltre allo scavo del fondale, anche la ricalibratura e il sostegno degli argini con l’aggiunta di una vegetazione consona allo scopo della fitodepurazione e che rallenti il deflusso delle acque. Sono partiti già i primi espropri e il calendario prevede l’aIN AUtO dalla Statale n° 309 romea si arriva al km 99 e si imbocca via Passo Fogolana; si seguono poi le indicazioni per il Casone delle Sacche.
IN PULLMAN da Conche si imbocca via Vallona e si prosegue fino all’incrocio con via Valcittadella, dove si svolta a sinistra e poi a destra in via Corte Fogolana, si supera il ponte sul Canale Novissimo e si prosegue fino al parcheggio. I mezzi motorizzati, compresi i pullman, possono sostare nel parcheggio predisposto a circa 500 m dal Casone delle Sacche, al limite della Conterminazione Lagunare. IN bICICLEttA è consentito l’arrivo fino al Casone.
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re anni di lavori, oltre dieci milioni di euro di investimenti. Il riferimento è agli interventi programmati dal Consorzio di Bonifica “Bacchiglione” e dalla Regione per le opere di difesa idraulica del bacino della “Sesta Presa”, nel quale è compreso anche il territorio comunale. E’ quanto emerso dal consiglio comunale svoltosi con modalità aperta nel quale proprio Consorzio di Bonifica e Regione hanno raccolto l’invito dell’amministrazione, formulato attraverso una mozione presentata nei mesi scorsi dal consigliere di maggioranza Piercarlo Cavalletto, di presentarsi a relazionare direttamente alla cittadinanza sullo stato di avanzamento dei promessi, ma mai realizzati, lavori relativi all’escavazione dello scolo Altipiano e alla posa di un sistema idrovoro alla sua foce. Da troppo tempo, infatti, aree del paese sono in sofferenza a ogni precipitazione e soluzioni per scongiurare gli allagamenti sono diventati improcrastinabili. Da quanto emerso dalla relazione degli enti competenti l’intervento più massaccio riguarderà proprio lo scolo Altipiano che, con i suoi oltre venti chilometri di lunghezza, raccoglie tutte le acque lungo la direttrice Bovolenta-BrugineArzergrande-Codevigo. Come ha spiegato il presidente Eugenio Zaggia
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Il territorio di Codevigo offre pregiati prodotti che derivano dalle tradizionali attività di agricoltura e di pesca. tipiche sono le produzioni del radicchio di Chioggia e dell’asparago bianco di Conche, insieme a insalate da taglio, pomodori, zucchine e meloni. Nelle valli da pesca arginate e aperte della laguna si allevano e si pescano diverse specie di pesci, molluschi e crostacei tra i quali: branzini, orate, anguille, granchi e seppie.
Si estende per 1608 ettari compresi fra Valle Morosina e Valle Ghebo Storto a ovest, Valle dei Sette Morti a est e altre valli più piccole. Valle Millecampi è formata in gran parte da un lago che arriva alla terraferma, è percorsa da tortuosi canali lagunari che si insinuano fra velme e barene colonizzate dalla tipica vegetazione alofila, mentre nelle aree di gronda, dove la salinità è inferiore, sono presenti estesi canneti. La valle è alimentata con acqua salsa attraverso i canali dei Sette Morti, Acque Negre e altri minori e riceve apporti di acqua dolce dal canale Scirocchetto, Cavaizza e Novissimo e dall’idrovora Fogolana in località Conche. L’attuale assetto morfologico di Valle Millecampi è conseguenza degli interventi di regolazione idraulica effettuati durante la repubblica di Venezia dalla fine del sec. XVI in poi, e la conseguente gestione sotto forma di valle da pesca aperta/semiarginata.
pertura dei cantieri già a metà anno. Di pari passo dovrebbe poi procedere la realizzazione di un nuovo impianto idrovoro a Codevigo, tra Santa Margherita e Conche, che ha lo scopo di alzare le acque dell’Altipiano nei momenti di sofferenza e scaricarle direttamente nel fiume Brenta. “Ci stiamo impegnando - ha dichiarato l’assessore regionale Maurizio Conte - per intervenire con maggiore consapevolezza per la tutela di un territorio che in passato è stato trascurato a tutti i livelli”. “La presentazione del programma con il calendario dei tempi di realizzazione - ha commentato il sindaco Luca Sartori - ci permette ora di monitorare con attenzione il piano di avanzamento dei lavori e fare pressione perché le scadenze siano rispettate perché nel frattempo il territorio rimane comunque esposto al rischio”.
Correzzola
un’interA giornAtA dedicAtA AllA ginnAsticA ritmicA
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’ stato decisamente un grande spettacolo la prima tappa del campionato regionale Aics di ginnastica ritmica tenutosi a febbraio nel palazzetto dello sport comunale di via Giotto nella frazione di Concadalbero. Una giornata interamente dedicata a questa disciplina che sta riscuotendo sempre più successo e che vede di giorno in giorno aumentare il numero di praticanti e appassionati. La manifestazione, denominata “Rosa dei Venti”, non è altro che un vero e proprio percorso promozionale regionale a tappe di ginnastica, articolato in gare di artistica, ritmica, generale e free, che si svolge ormai da dieci anni. Coinvolge oltre cinquanta società di ginnastica del Veneto e qualcosa come quasi duemila praticanti, per la maggior parte giovani donne, dai 3 ai 18 anni.
Un movimento decisamente importante che rivendica sempre più un palcoscenico di primordine. Alla gara di esordio di Correzzola hanno partecipato qualcosa come più di seicento ballerine. Non male come numeri. Ottimi risultati sono arrivati per la società di casa che ha organizzato l’evento e ha fatto gli onori. Le atlete dell’associazione “Hera” della direttrice Gloria Antico, che da dieci anni è pre-
sente nel territorio (a Candiana, Conselve, Terrassa Padovana e Anguillara) con i suoi corsi di ginnastica ritmica e di danza, hanno infatti portato a casa un ricco bottino di podi nelle varie categorie. Tra queste: Elisa Boccardo e Asia Magagna (rispettivamente terza e quinta nella classifica generale), Arianna Antico (prima alla palla), Ilaria Zuppa (terza al cerchio e prima al corpo libero), Denise Bruscagin (terza al corpo libero, seconda al cerchio e prima alla fune), Erika Garbin (seconda alla palla e prima alla fune), Laura Sturaro (prima alla fune), Martina Vangelista (prima alla palla e seconda alla fune), Vanessa Minelle (prima al corpo libero, alla fune e seconda al cerchio), Alessia Tescaro (prima al corpo libero) e Giulia Broggio (terza al corpo libero). A.C.
Ilaria Carlini impegnata nella gara
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ampionati italiani indoor di tiro con l’arco che si tingono d’oro per Lara Carlini. La diciannovenne di Sant’Angelo di Piove di Sacco, che tira per la A.s.d. Phoenix Archers di Arzergrande, si è laureata infatti campionessa italiana all’arco olimpico nella categoria Junior femminile. Il campionato si è svolto a Rimini nel primo fine settimana di febbraio. Una bella rivincita per lei che l’anno scorso a Padova si fermò, non senza rimpianti, ai piedi del podio. Alla kermesse riminese Lara Carlini si è presentata con le credenziali di numero due delle classifiche nazionali e forte del titolo regionale conquistato a metà gennaio. Con il punteggio di 558/600 è riuscita a imporsi su Gaia Rota degli arcieri Alto Sebino e su Giulia Spessot degli Arcieri Cormons. Una gara esemplare, condotta dall’inizio alla fine, portata avanti con una media di 28/30 per turno di tiro. La vittoria le ha permesso di scendere nuovamente in gara per il titolo assoluto e di confrontarsi con le migliori atlete nazionali in cerca della qualificazione per i campionati europei. “Non riesco ancora a rendermene conto di ciò che ho fatto e dello straordinario risultato ottenuto - sono state le prime parole da campionessa di Lara, visibilmente emozionata. - Da oltre otto anni mi alleno duramente per raggiungere questo livello di preparazione e questa vittoria mi ripaga finalmente dei tanti sacrifici fatti. Finalmente ho raggiunto uno dei primi obiettivi che insieme con la mia società e i miei allenatori ci eravamo preposti”. Arcieri della Fenice di Arzergrande sugli scudi anche nella categoria Ragazzi, classe Compound, con il secondo posto del campione regionale Alessandro Bonaldo. Il tredicenne di Tognana di Piove di Sacco, che si allena solamente da poco più di un anno, conferma così, al primo appuntamento che conta, tutte le aspettative sul suo talento. Per lui il titolo nazionale è sfuggito di mano per soli quattro punti. Insomma risultati di grande prestigio per la piccola società presieduta da Umberto Spinello, che dal 2005 sta cercando di coltivare e diffondere la disciplina del tiro con l’arco sia con la pratica agonistica sia con attività formativa nelle scuole. Risultati che ricompensano anche le scelte dell’amministrazione comunale che qualche anno fa ha decisamente scelto di puntare e sostenere quanto più possibile i cosiddetti sport minori, ritenuti A.C. sani e formativi specie per i più giovani.
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Cultura locale 31 Pittura La mostra allestita dal Comune nella Galleria di Piazza Cavour
Le opere di Riccardo Galuppo a Padova
Un’antologica di oltre cinquant’anni di arte con i grandi temi che lo hanno ispirato: dalle scene di vita contadina ai gabbiani, ai relitti di barche di paolo Tieto
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iù di mezzo secolo fa, Riccardo Galuppo, a maggio, veniva a Piove di Sacco per partecipare al concorso e relativa mostra di pittura estemporanea, che i dirigenti della locale “Pro Loco” con tanto zelo ed entusiasmo effettuavano. Era giovane, ricco di idee, di entusiasmo e di fiducia, sicuro - vorremmo dire - che l’arte figurativa avrebbe avuto una nuova stagione, si sarebbe proposta con forme diverse, con raffigurazioni improntate a nuovo spirito, in sintonia con i nuovi tempi che si profilavano del resto nitidi e precisi all’orizzonte. Il fatto storico riappare alla mente in questi giorni in coincidenza con l’allestimento dell’antologica che il Comune di Padova ha voluto allestire, nella galleria di Piazza
Cavour, per rendere doveroso omaggio all’artista che ha sempre onorato con tratto segnico e con colori le bellezze naturali e artistiche della sua amata terra. Una rassegna con cospicuo numero di opere, di grandi e medie dimensioni, eseguite in un arco di tempo di circa mezzo secolo, con rappresentati i numerosi vari temi che hanno continuamente coinvolto e toccato l’animo del grande maestro padovano. Dalle scene di vita contadina ai gabbiani, ai cardi, ai relitti di barche lungo gli scogli marini, alle maschere e via via di seguito fino ad arrivare alle tragiche memorie del Vajont. Scene a volte solari e altre volte terrificanti per testimoniare sempre veridicamente i reali fatti storici determinati dai diversi comportamenti umani. Una esposizione che
puntualizza la ricca creatività e la singolare capacità attuativa di uno dei più conosciuti, apprezzati e amati pittori dell’età contemporanea in ambito regionale, nazionale e di non pochi Paesi d’Europa. Rinomanza ampiamente nota a tanti tanti suoi collezionisti ed estimatori i quali, lungimiranti, hanno voluto nelle proprie raccolte sue tele, tavolette, cartoni fin dai primissimi anni di attività, affascinati ora da una candida magnolia e ora da un enigmatico ghiaione, a volte da un Cristo crocifisso e altre volte ancora da un pescatore intento a riassettare le proprie misere reti. Lavori conservati oggi, in notevole numero, in musei e in raccolte pubbliche e private, ma custoditi anche, gelosamente, in considerevole quantità, nella collezione
Una delle opere di Riccardo Galuppo in mostra privata dell’artista, in attesa, con tutta probabilità, di adeguata sistemazione (almeno in parte) in edifici istituzionali, dove poter essere ammirati in continuazione da vasto pubblico. La mostra, pensata e allestita con tutti i
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VIAGGIO IN
PROVINCIA
Il nuovo anno accademico Alla cerimonia inaugurale dura presa di posizione
PADOVA
Università: “Vergognosi tagli al diritto allo studio”
Un momento dell’apertura dell’anno accademico all’Università di Padova
Il rettore Zaccaria denuncia l’impoverimento progressivo degli atenei e torna sull’ospedale di Emanuele Masiero
N
on è più tempo di fastose cerimonie e ricche parate, nemmeno all’Università di Padova, costretta a fare i conti con i tagli alla ricerca e le ristrettezze di bilancio. Così anche l’inaugurazione dell’Anno Accademico numero 791 è stata più sobria e breve del solito, con il merito di portare in primo piano i problemi legati al diritto allo studio e alla ricerca. Applausi e consensi dal folto pubblico presente al Bo per il discorso del Rettore Giuseppe Zaccaria, che ha centrato il suo discorso è stato proprio sui tagli al budget universitario. “I vergognosi tagli al diritto allo studio - ha detto - e il fatto che il costo totale per laureato sia in Italia inferiore del 31% rispetto a quello europeo, comportano il rischio concreto che l’Italia cancelli in pochi anni le conquiste dei padri fondatori della Repubblica in tema di diritto allo studio, portando ad una istituzione universitaria per pochi e non per tutti i capaci e meritevoli. Nel corso di quest’anno - ha aggiunto il Rettore - molti atenei italiani non avranno i soldi per pagare gli stipendi ai loro dipendenti e per loro si sta già ponendo in modo drammatico il problema della sopravvivenza. Ma anche noi, che grazie al bilancio perfettamente in ordine degli ultimi anni e alla cospicua capacità di autofinanziarci, non solo continueremo a vivere, ma non opereremo alcun taglio alla ricerca, alla didattica, all’internazionalizzazione e ai servizi agli stu-
denti, poco avremo di che rallegrarci. Infatti, ci è precluso Luca Zaia, ma il suo vice Marino Zorzato. “Alla riunione di crescere, impedendoci di correre più speditamente, come del comitato tecnico sul nuovo ospedale Regione, Comune, vorremmo e sapremmo fare, se solo ci fosse riconosciuta la Provincia, azienda ospedaliera e università hanno la possibilità di dare il via definitivo all’iter che dovrebbe portare alla quota premiale che ci siamo meritati. La nostra Regione mostra capacità di resistere alla cri- fase progettuale delle strutture del nuovo ospedale policlisi, ma senza un potenziamento delle reti formative e di nico. Siamo fiduciosi che dal Governo arrivino gli impegni di spesa utili a passare rapidamente ricerca, senza una strategia che ponga alla fase propriamente progettuale e al centro dei progetti le università nella “La costruzione successivamente al cantiere di questa loro sinergia e convergenza collabora- del nuovo grande opera fondamentale non solo tiva non vi potrà essere una politica di Policlinico è indispensabile per Padova ma per tutto il Veneto in sviluppo del territorio”. maniera da arrivare ad una casa della Non poteva mancare l’accenno per l’eccellenza” medicina che mantenga di assoluta ecall’ospedale e al progetto del nuovo nosocomio oggetto di un lungo confronto con la Regione. cellenza europea a nostra sanità regionale”. Al termine della cerimonia, come da tradizione, hanno “C’è una priorità , del tutto fondamentale, affinchè Padova mantenga la tradizione di eccellenza dei propri studi: quel- fatto simpatica irruzione nell’aula magna i goliardi che, con la della costruzione del nuovo ospedale-policlinico. È una uno studente di origini africane al seguito travestito da Papa struttura di cui l’Ateneo, la scuola di medicina, la città e la nero, hanno donato al rettore Zaccaria la tradizionale gallina regione hanno sempre più vitale bisogno per continuare a padovana, bianca, ribattezzata “papale” per l’occasione. La essere competitivi in quell’integrazione delle funzioni for- goliardia ha portatao una ventata di buonumore che però mative, scientifiche ed assistenziali che è il ’proprium’ della non è bastata a stemperare la tensione per lo stato di samedicina universitaria. Attendiamo dal presidente Zaia una lute dell’università padovana che, pur confermandosi tra gli parola definitiva, che ci garantisca la realizzabilità di que- atenei d’eccellenza a livello europeo, deve fare i conti con sto progetto così fondamentale per Padova”. A rispondere il progressivo impoverimento di risorse per gli studenti, per i in aula magna non era presente il presidente del Veneto docenti e per chi fa ricerca.
fONDAZIONE CASSA DI RISpARMIO fINOTTI RESTERà IN SELLA fINO A 89 ANNI
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a Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, istituzione che ogni anno finanzia progetti e iniziative culturali e sociali sul territorio per decine di milioni di euro, sceglie la continuità e affida nuovamente il timone al presidente Antonio Finotti. Ad 84 anni d’età è stato riconfermato infatti alla guida della Fondazione per altri cinque anni, probabilmente un record nel panorama delle fondazioni bancarie e non solo. Il Consiglio Generale della Fondazione Cariparo ha confermato con voto palese e all’unanimità Antonio Finotti alla presidenza dell’Ente per il prossimo quinquennio. Il nuovo mandato decorrerà dal 14 aprile, giorno successivo alla scadenza dell’attuale mandato, e si concluderà, come previsto dallo Statuto, il 13 aprile 2018.
Finotti, classe 1928, ricopre dal 2003 la carica di presidente della Fondazione di cui è stato, dal 1997, segretario generale. Attualmente è componente del consiglio e del Comitato di presidenza dell’Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa). Nel 2007 l’Università di Ferrara gli ha conferito la laurea honoris causa in giurisprudenza. Già direttore generale della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, della Cassa di Risparmio di Verona e di Unicredito, ha fatto parte di diversi consigli di amministrazione di società bancarie (Mediovenezie, Banco di Napoli, Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone). È stato inoltre sindaco effettivo della Cassa depositi e prestiti. Adesso ha davanti a se altri cinque anni a capo di una delle più importanti fondazioni bancarie italiane. E.M.
La voce degli studenti
“poche prospettive per i ricercAtori”
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nche la rappresentante degli studenti universitari Chiara De Notaris non ha nascosto, nel suo intervento all’apertura dell’anno accademico, la preoccupazione per il futuro della ricerca. “Purtroppo i tagli e la riforma universitaria stanno producendo i loro effetti anche per quanti fanno della ricerca la loro professione. - ha detto - Ci riferiamo a dottorandi e assegnisti che assieme costituiscono ormai ben più del 50% del personale che ogni giorno contribuisce a mantenere questo Ateneo ai suoi elevati livelli nella ricerca. Solo il 7% degli attuali assegnisti, però, potrà ambire a un posto stabile nella nostra Università, percentuale in linea con quelle nazionali. Questo a causa dei tagli degli scorsi anni e del blocco del turnover a cui gli atenei sono ancora sottoposti. Ci sembra evidente l’enorme sproporzione di queste cifre. E.M.
Spazi Spazi Aperti aperti 13 33 I dati dell’Arpav La spesa per abitante è più “leggera” nei piccoli comuni, ache se non mancano alcune eccezioni
Differenziata, ma quanto ci costi... Nei Comuni più grandi il prezzo medio pro capite supera i 100 euro mentre nei paesini si scende sotto i 60 euro
Ad incidere sui prezzi anche la presenza o meno di aree industriali
di Emanuele Masiero
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iccolo è bello? A volte si e a volte no, dipende dalla faccia della medaglia. Possiamo riassumere così la situazione costo per abitante della tariffa rifiuti in provincia di Padova. Un dato che premia quasi sempre i Comuni più piccoli dove la gestione è più semplice, ma dove spesso mancano anche servizi aggiuntivi. In ogni caso il primato di Comune “più economico” è conteso tra Barbona e Villa Estense che vantano la minor spesa per abitante nella raccolta e nella gestione dei servizi legati ai rifiuti solidi urbani. Con 57,24 euro (il dato è dell’Arpav riferito al 2011) Villa svetta nella speciale classifica provinciale. Barbona perde il podio per un soffio con i suoi 57,88 euro: 62 centesimi di differenza motivati tuttavia da un curioso servizio aggiuntivo. Ogni utente di Barbona si vede consegnare a casa, prima dell’inverno, un sacco di sale da 25 chili, per disgelo neve. Al terzo posto per economicità spiccano Grantorto (60,85), Santa Giustina in Colle (64,01) e Trebaseleghe (64,18). Rimanendo nella Bassa, si difendono bene Ospedaletto Euganeo (64,55), Terrassa Padovana e Vescovana (65,34), Cartura (66,73), Sant’Urbano (67,69), Saletto (68,95), Anguillara Veneta (70,41),
Pozzonovo (70,97). I costi sono decisamente più alti nelle città con più abitanti (Conselve 96,97, Montagnana 112,59, Monselice 120,17), anche se spiccano i bassi costi di Este, che spende “solo” 84,03 euro. “E’ un risultato frutto di un sistema di raccolta differenziata collaudato - ha commentato il sindaco Giancarlo Piva - che conferma la diminuzione di costi all’aumentare del riciclaggio. E poi la presenza di Sesa ci sgrava dalla spesa dei servizi accessori, che la società offre alla città in cambio del disagio per la sua permanenza, peraltro ridotto al minimo in questi anni”. Già, perché tra i fattori che fanno aumentare la spesa ci sono anche i servizi legati alla gestione dei rifiuti: a Barbona, per esempio, la raccolta del secco non riciclabile avviene una volta ogni due settimane, mentre in altri Comuni (come ad esempio Monselice) la stessa raccolta viene fatta quattro volte ogni due settimane. Sempre a Barbona mancano servizi aggiuntivi su chiamata come raccolta oli, toner esausti e indumenti usati, così come manca un ecocentro, la cui attività si ripercuote sulle spese di gestione. Anche l’assegnazione dell’impianto di smaltimento della frazione secca crea una forte disparità: conferire
pROSSIMA STANGATA CON LA TARES
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assando da “costo per abitante” a “tariffa per abitante” i conti cambiano alla grande. E il confronto extra provinciale diventa doveroso, mettendo in luce un risultato sorprendente: la bassa padovana è un territorio virtuoso. Nonostante le differenze territoriali e morfologiche, la gestione nella Bassa rappresenta un’eccellenza nazionale, garanzia di risparmio per i cittadini e rispetto per l’ambiente. I dati non mentono: la tariffa del Bacino Padova Tre per abitante è di 58,69 euro, minore rispetto ai 67,97 euro di Etra (alta padovana), ai 66,52 di Acegas-Aps (Padova e cintura), ai 72,33 di Veritas (provincia di Venezia), ai 69,55 di Ecogest (provincia di Rovigo) e ai 78,01 del Consorzio Priula (provincia di Treviso). Per i responsabili dei Bacini Padova 3 e Padova 4 il dato è ancora più eclatante se considerate le differenze morfologiche del territorio preso in esame: “pensare che ci sia un risparmio rispetto alla provincia di Rovigo, ma anche rispetto alla città di Padova, è un dato che porta ad una sola conclusione: nonostante le differenze territoriali e morfologiche (da vaste aree rurali a zone ad alta concentrazione industriale), la gestione nella bassa padovana rappresenta un’eccellenza nazionale, garanzia di risparmio per i cittadini e rispetto per l’ambiente”. Per il futuro però bisognerà fare i conti con la nuova arrivata Tares che ha definitivamente mandato in pensione Tia e Tarsu. Secondo la logica dell’ex Governo Monti, il nuovo tributo dovrebbe garantire maggiore equità e far pagare in base all’effettiva pro-
Raccolta dei rifiuti duzione di rifiuti. Nella realtà invece, non si sono ancora visti questi effetti e la riscossione della Tares è stata rinviata a luglio 2013. Nell’importo della bolletta sarà infatti inclusa una maggiorazione (che andrà dai 30 ai 40 centesimi di euro per mq) che servirà a coprire i servizi “indivisibili” ovvero illuminazione pubblica, verde pubblico e simili. Resta comunque certo che non sarà ancora possibile ottenere la pesatura dei rifiuti che produciamo. Ad oggi infatti non esistono sistemi di pesatura omologati e trasportabili, senza contare che sarebbero comunque operazioni impossibili da fare a bordo strada dai mezzi che quotidianamente effettuano il servizio porta a porta. L’unica ipotesi credibile resta la creazione di piccoli ecocentri di quartiere, ma questa soluzione creerebbe almeno due problemi. In primis non si effettuerebbe più la raccolta porta a porta e le abitudini dei cittadini dovrebbe mutare radicalmente. In secondo luogo, in centri di grandi dimensioni, i problemi logistici sarebbero più che evidenti. E.M.
La raccolta differenziata rappresenta una voce di spesa tutt’altro che trascurabile per le famiglie padovane alle prese con continui aumenti delle tariffe. nella discarica di Sant’Urbano ha un costo di 101 euro a tonnellata, mentre portare il secco nella discarica di Este comporta un costo di 139. Altro dato sensibile è la presenza o meno di zona industriale. Prendendo due comuni di pari abitanti, ovvero Limena e Loreggia, nel primo il costo per abitante è quasi il doppio del secondo: la zona industriale di un Comune come Limena incide forte. Degna di nota, nella stima del costo, è poi la presenza di flussi turistici: i 162,27 euro spesi per abitante da Abano Terme sono dovuti in parte anche allo smaltimento delle immondizie lasciate dai turisti e dallo spaz-
zamento più frequente delle strade. In ogni caso bisogna tenere presente che il dato fornito è il costo per abitante e non la spesa che ogni abitante deve sostenere. Quindi prendere quel valore e moltiplicarlo per il numero di componenti di una famiglia è un’operazione assolutamente senza senso. E’ importante inoltre considerare la macro suddivisione tra utenze domestiche e non domestiche che rappresenta la garanzia di una tariffa più equa possibile: è chiaramente più elevato il costo di gestione dei rifiuti legati alle attività produttive. Pertanto sarebbe idealmente molto meglio avere il maggior numero di utenze domestiche nel proprio Comune.
34 Mondo scuola La denuncia Il Coordinamento Studentesco di Padova ha realizzato un dettagliato e drammatico dossier fotografico
“La scuola crepa”, gli studenti in piazza Non solo muri scrostati e soffitti invasi dalla muffa ma anche pericolose fessure sulle pareti e amianto sui tetti di Emanuele Masiero
L’aula di fisica dell’Istituto Euganeo di Este
© Foto di Erika Crosara
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he la maggioranza degli edifici scolastici si presenti alquanto malridotta non è una novità. A Padova e provincia, tranne alcune eccezioni ed esclusi i nuovi stabili, gran parte delle scuole mostra il segno degli anni e avrebbe bisogno di interventi di restauro anche per mettere in sicurezza le migliaia di studenti che ogni giorno le frequentano. Stavolta a lanciare l’allarme sono proprio gli studenti padovani, che il primo marzo hanno esposto le immagini del reportage fotografico “La Scuola crepa” in piazza Antenore, di fronte alla sede della Provincia. Una carrellata impietosa sebbene sia limitata ad alcuni istituti cittadini, ma che rende l’idea dello stato di salute degli edifici scolastici padovani. Il Coordinamento Studentesco di Padova ha consegnato le immagini alla Provincia e all’Ufficio Scolastico, chiedendo di non perdere altro tempo e di intervenire almeno nei casi più gravi. Infiltrazioni e crepe, tetti in amianto sulle palestre e le pensiline per le bici, soffitti scrostati, servizi igienici da sistemare, scale antincendio poco sicure: la lista potrebbe continuare, spiegano gli stessi studenti. “Ogni giorno continuiamo ad andare a scuola in luoghi fatiscenti, totalmente insicuri, pericolanti e non conformi alle leggi! Non si può risparmiare sulla sicurezza dei ragazzi che ogni giorno attraversano un luogo pubblico che dovrebbe essere adeguato ad accogliere centinaia di persone. Per questo, dopo aver raccolto le foto delle malridotte scuole padovane, abbiamo deciso di richiamare l’attenzione su questo problema tramite una mostra fotografica davanti la provincia, proprio l’organo preposto ad occuparsi della “struttura scuola”. Non abbiamo più intenzione di guardare le crepe che si allargano nei muri, le porte che si staccano dai cardini o i tetti in amianto che aspettano ancora di essere rimossi. Vogliamo che ci venga garantita la sicurezza nelle scuole che dobbiamo vivere tutti i giorni. Non si può rischiare la vita a scuola: il nostro è un urlo rabbioso che vogliamo far arrivare fino ai vertici delle strutture amministrative, affinché sia tutelata la vita stessa degli studenti, e non tanto i profitti che ne derivano. Ci riprenderemo tutto: le scuole che
crollano sono la rappresentazione più chiara di quello che è lo smantellamento totale del nostro futuro”. Il reportage fotografico si concentra su alcuni istituti padovani: il liceo MarchesiFusinato (centrale, sedi Arcella, Bronzetti e via Divisione Folgore) e gli istituti San Benedetto da Norcia, Valle, Ruzza, Belzoni e Severi. Spiccano, immortalate dall’obiettivo, le tante magagne strutturali: crepe di oltre un metro, tubi corrosi, muri e soffitti scrostati. Preoccupa, poi, la sinistra presenza di amianto all’agrario San Benedetto da Norcia. Al Marchesi-Fusinato sono in amianto alcune tettoie per biciclette, mentre nella sede dell’Arcella manca la scala antincendio. Al Valle una curiosità: l’ufficio tecnico è stato ricollocato addirittura in bagno, dove ogni giorno è costretta a lavorare una persona in mancanza di spazi adeguati. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, e non va certo meglio in provincia dove, pur non mancando diversi nuovi istituti, ci sono edifici che richiederebbero interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza. Gli studenti affermano che questo è solo il primo passo e si dicono pronti a tornare nuovamente in piazza se non vedranno segnali concreti da parte delle istituzioni.
36 16 Personaggio Psicoterapeuta Dopo un intenso percorso universitario opera nel padovano
“Disagio psicologico da non sottovalutare”
Eleonora Florio si è laureata in neuropsicologia a Trieste e specializzata a Padova e Verona, è stata ricercatrice a Trento
Eleonora Florio: “Il mio cuore batte per la ricerca mi dedico ai giovani, serve capacità di ascolto” di Emanuele Masiero
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32 anni vanta già un curriculum invidiabile: laurea all’università di Trieste in neuropsicologia, scuola di specializzazione a Padova in psicoterapia cognitivo comportamentale, medicina delle dipendenze a Verona e ricercatrice all’università di Trento. E’ Eleonora Florio, psicoterapeuta di Este che del curare i giovani della bassa padovana ne ha fatto il suo “piatto forte”. La ricetta del suo successo? Sguardo penetrante e un’infinita capacità di ascoltare. Non c’è che dire, hai un bel curriculum. Ma paroloni a parte, come descriveresti il tuo lavoro? “Il mio cuore batte per la ricerca, ma dal 2011 ho dovuto abbandonare quella strada a causa delle riforme che hanno tagliato i fondi...”. Quindi? “Ho trovato altre strade per continuare
ad esercitare questa professione, mantenendo nel contempo una vocazione di sperimentazione e ricerca, calata nel territorio della bassa padovana”. E’ stato un percorso difficile? “A tratti si. La figura della psicoterapeuta è vista come una persona che “cura i matti”...”. Ah... lo pensavo anch’io. Non è così? “Assolutamente no. Io aiuto a risolvere i problemi della gente”. Ad esempio? “Beh, il disturbo d’ansia è il più comune, ma in generale intervengo quando c’è un disagio psicologico”. Ah beh allora... “Non è una questione su cui essere superficiali. La mente è molto potente e il disagio psicologico deve essere preso in considerazione tanto quanto quello fisico.
In entrambi i casi bisogna rivolgersi ad uno specialista”. Quindi come vado dal dermatologo dovrei anche andare dal psicologo? “Certo. Se trascurati i disturbi della mente rischiano di cronicizzarsi, mentre se presi per tempo c’è un’altissima probabilità di risolverli e maggiore efficacia della terapia”. Ma non è una tematica da telefilm americano? Insomma, nella bassa soffriamo di crisi d’ansia? “Tanto quanto Padova o altri capoluoghi. Le difficoltà della vita non fanno sconti in base alle differenze morfologiche del territorio”. Qual è l’identikit del paziente tipo? “Seguo tantissimi giovani. Dai 18 ai 40 anni. Ma questo perchè i più giovani non hanno pregiudizi e capiscono che si va dallo psicoterapeuta per risolvere i problemi”. Uhm... e se invece i giovani fossero
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“viziati”? Una volta non c’erano questi problemi. “E’ sbagliato pensarla così. Una volta i problemi c’erano eccome, ma non si curavano e magari chi soffriva di qualche disturbo a 50 anni non usciva più di casa”. Ok voglio crederti. Ma come si fa a capire quando serve l’aiuto dello specialista? “Ci sono vari segnali, ma in generale quando hai un disagio che ti limita nella vita quotidiana. Insomma quando non riesci più a fare quello che vorresti”. E come ci si deve comportare? “In prima battuta è bene essere fiduciosi perchè i problemi si possono risolvere. Le persone sono un po’ scoraggiate. Non sempre c’è l’informazione necessaria”. E lo specialista come entra in gioco? “Io chiedo alle persone come posso aiutarle. Interpreto le loro parole per capire
quali sono i problemi e poi definisco insieme il percorso migliore”. E quali sono i disagi più comuni? “Paura di parlare in pubblico, uscire di casa, affrontare delle persone o fare brutta figura...”. Come ci si organizza poi? “Di solito due o tre incontri servono per capire il problema e poi si definiscono gli obiettivi della terapia”. Provo a fare il tuo lavoro... dimmi due passioni e due aspetti del tuo carattere... “Passioni, tango argentino e politica. Del carattere... a volte timida, ma determinata”. Chiudiamo svelando un tuo segreto... hai mai sofferto d’ansia? “Certamente. Per un periodo della mia vita ho avuto attacchi di panico. Non c’è nulla da vergognarsi”.
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Cultura provinciale 37 17 L’esposizione Dal 20 aprile al 15 luglio la mostra antologica ai Musei Civici di Padova
L’alba del ‘900 nell’arte di Valeri Fratello del poeta Diego, Ugo è stato definito il toulouse Lautrec italiano, cantore della modernità di Laura Organte
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adova dedica una mostra antologica unica nel suo genere al Toulouse Lautrec italiano, Ugo Valeri. All’indomani del centenario della morte che ne troncò la vita a trentasette anni, quando cadde da un balcone di palazzo Pesaro a Venezia, la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco (sua città natale) e il Comune di Padova, propongono al grande pubblico la sua opera, in mostra dal 20 aprile al 15 luglio 2013 ai Musei Civici, sotto la curatela di Virginia Baradel e Federica Luser e con la direzione di Davide Banzato. Un’occasione unica per conoscere questo “straordinario interprete del gusto della modernità che inebriò la nascita del XX secolo”, come lo definisce l’assessore alla cultura, Andrea Colasio. Caparbio e ribelle, il fratello del poeta Diego Valeri visse al di fuori degli schemi preordinati del mondo artistico, seguendo la propria indole insofferente che lo costrinse a una vita raminga alla ricerca di quei gruppi di artisti, definiti all’epoca “scapigliati”, con
eventi e mostre
cui condivideva lo stesso stile di vita. Padova, Venezia, Bologna, un breve soggiorno a Napoli, poi Milano e quindi nuovamente Venezia, sono le tappe fondamentali della sua vita artistica. Divenne il poeta della strada che dipinse senza veli, attingendo a un campionario di uomini e donne assolutamente variegato: le sartine, i dandies, i ricchi borghesi, i frequentatori di teatri, le ballerine, tutti immersi nel proprio mondo fatto di feste popolari, rappresentazioni teatrali, case di tolleranza. Disegnatore abilissimo si lasciò trasportare dal proprio estro, affidando alla linea il ruolo di protagonista, una linea che costruisce i corpi, li fa volteggiare e avvitare ai limiti della caricatura. Un gusto grafico che lo portò a essere uno dei maggiori illustratori italiani, sue opere apparvero nel primo decennio del 1900, su riviste quali “La Lettura”, “Illustrazione Italiana”, “Varietas”, “Secolo XX”, “Italia Ride” e libri di Marinetti, Neera, Cavicchioli, Notari. Negli spazi espositivi dei Musei civici le sue opere – oltre un centinaio, tra cui degli inea cura di Laura Organte
MARCO PAOLINI “ITIS GALILEO” In scena al Teatro Geox il 12 aprile Marco Paolini con lo spettacolo “Itis Galileo”. L’obbiettivo dell’attore veneto in questo spettacolo teatrale è quello di coinvolgere nel ragionare, non solo nel raccontare, arrivare a una situazione in cui il pubblico non sia seduto tranquillo, sapendo di dover fare lo spettatore e basta. Va in scena a teatro un dialogo, anche se non proprio sopra i massimi sistemi, ma almeno su di un “minimo comune e multiplo”.
IL SASSOFONO NORVEGESE DI GARBAREK Il famoso sassofonista norvegese Jan Garbarek sarà a Padova il 13 aprile, in esclusiva per il Nord Italia, nella suggestiva sede del Salone più grande e famoso d’Europa, per un concerto internazionale con il quartetto vocale “The Hilliard Ensemble”, evento dalla rara spiritualità e dal forte potere emozionale. “Officium novum” – questo il titolo del progetto – “unisce il sacro e il sassfofono”, come ha sottolineato il New York Times, offrendo atmosfere uniche.
ELIO E PROSSEDA AL VERDI IL 22 MAGGIO Dopo il successo a Sanremo, con la “Canzone mononota” Elio apre a Padova il tour del suo recital con il pianista Roberto Prosseda. Lo spettacolo “Bianchi, Rossini e Verdi”, in scena al teatro Verdi mercoledì 22 maggio, è un divertente, originale e raffinato viaggio nella musica italiana da Verdi a Rossini, ai brani degli anni Trenta e Quaranta di Gabriele Bianchi e alle canzoni moderne del compositore contemporaneo Luca Lombardi, che vedranno Elio interprete del “Rigoletto” e del “Barbiere di Siviglia”.
Un dettaglio di uno dei quadri di Ugo Valeri, “In salotto” diti - saranno messe a confronto con quelle degli altri protagonisti della pittura italiana a cavallo tra Ottocento e primo decennio del Novecento, stagione di cui Valeri fu effervescente protagonista. Provenienti da istituzioni museali e collezioni private, le opere in mostra evidenziano come elemento principe il suo segno rapido e corsivo che suscita con formidabile destrezza i moti delle figure: la linea diventa una serpentina che costruisce
i corpi, li fa volteggiare e contorcere fino al limite della caricatura, con un ritmo sfrenato che si diluisce d’un tratto, per effetto dell’acquarello, in un’atmosfera rarefatta. Differente il risultato invece negli splendidi dipinti a olio che hanno un respiro più simbolista, più largo e pacato, anche se non cancellano la veemenza tipica del suo stile come in Autunno e Primavera, La Sagra e La Popolana.
venetKens Le antiche radici della terra veneta
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e antiche radici del territorio veneto saranno oggetto della mostra Venetkens, aperta al pubblico dal 6 aprile al 17 novembre 2013 a Palazzo della Ragione. “Nel percorso espositivo – afferma Leandro Comacchio, assessore provinciale alla Cultura e identità veneta – saranno esposti complessivamente quasi duemila oggetti, provenienti da indagini archeologiche recenti e da scavi del passato, custoditi nei Musei di diverse regioni o nei depositi della Soprintendenza archeologica del Veneto”. L’esposizione è finalizzata a presentare la cultura dei Veneti antichi su base scientifica, ma con grande attenzione all’aspetto emozionale che deve accompagnare il visitatore lungo il percorso; di qui le suggestioni sonore e vocali, le postazioni multimediali interattive e le ricostruzioni fisiche e virtuali delle principali evidenze archeologiche. L.O.
Università Al via le lezioni, anche on line, della “Schola del Bo”
La cultura non va in pensione ex docenti del Bo in cattedra I l Bo apre le porte alla cittadinanza e invita appassionati, curiosi e amanti della cultura ad assistere ad uno straordinario ciclo di lezioni tenuto da una squadra di docenti che, conclusa l’attività didattica istituzionale ha deciso di mettere a disposizione della città le proprie competenze. “E’ un’occasione che fa crescere la città – afferma il rettore Giuseppe Zaccaria nel presentare la “Schola del Bo” – e che consente a ciascuno di approfondire, di cogliere il senso di ciò che siamo contro l’involuzione culturale imperante”. La “Schola del Bo” intende proporre a tutta la cittadinanza un ciclo di lezioni interdisciplinari – dal cinema alla fisica, dal diritto alla medicina, dall’arte all’astronomia – con un’ampia gamma di argomenti, per disegnare un percorso di cultura originale che consenta a molti di coltivare e approfondire interessi e passioni da cui trarre nuovi stimoli di ricerca e di riflessione, non filtrati dai media, ma vissuti in prima persona. Per raggiungere questo scopo, il progetto, coordinato da Saveria Chemotti, Umberto Curi, Walter Pisent e Giorgio Tinazzi, si avvale dell’alto profilo professionale offerto da un gruppo di docenti dell’Università di Padova che, pur avendo concluso la loro attività didattica
Il Teatro Ruzante di Padova ospita le lezioni il sabato mattina istituzionale, si rendono volontariamente disponibili a divulgare e condividere il loro prezioso bagaglio di ricerca e la loro lunga esperienza di studiosi. L’amministrazione comunale ha aderito con entusiasmo a questa importante iniziativa del nostro Ateneo, a conferma dell’intensa collaborazione tra le due istituzioni collaborando alla realizzazione dell’evento. Tutte le lezioni saranno registrate dal servizio del Centro multimediale di Ateneo e collocate nel sito http://www.unipd-cmela.it/no-
vita/lascholadelbo/ a disposizione degli interessati, dove si potrà consultare anche il programma dell’evento. Il ciclo di lezioni si svolgerà ogni sabato mattina tra il 2 marzo l’8 giugno 2013, dalle ore 10 alle 12, presso il Teatro Ruzante in Riviera Tito Livio a Padova. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti, senza alcuna limitazione per età o di titolo di studio. All’inizio di ogni lezione sarà possibile iscriversi al Corso per poter ricevere informazioni utili alla partecipazione. L.O.
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LO ciclismo
SPORt in PRIMO PIANO Basket Brillano per risultati la squadra di Este e quella dei Boars di Baone
Redentore a tutta birra
este biKe Al femminile sQuArcinA cAmpionessA
di Nicola Cesaro
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Gli atleti del team Este Bike con Lorenzo Rubini andata in scena al ristorante Leon d’Oro di Este la presentazione ufficiale della squadra femminile allestita dal team Este Bike. Elisa Cappellari, Luisa De Lorenzo Poz, Elisa Barina, Loredana Gandolfi e Marina Donò capitanate dalla pluricampionessa Monica Squarcina sono sfilate, in una serata frizzante, tra i numerosi appassionati presenti tra cui Stefano Agujari Stoppa, vice sindaco estense, Fabrizio Brugin assessore allo sport e Giuseppe Andreose delegato Acsi. Presentata anche la squadra maschile che avrà in Luca Selmin il capitano affiancato dai confermati: Gianni Amorosi, Michele Sandri, Massimiliano Pigato, Andrea Losi, Riccardo Bonato, Orlando Ferraretto, Giancarlo Parolo ed Enrico Grigoletto, ai quali si sono aggiunti i nuovi arrivati Fabio Capuzzo, Maurizio Borsato e Gianni Manfrin. Presente al gran completo tutto il direttivo giallorosso con in testa il presidente Renzo Zordan, il suo vice Lorenzo Rubini e i consilieri: Ilario Merlin, Francesco Menesello, Gianni Manfrin, Luciano Buoso, Giorgio Roman, Gianni Amorosi e Giovanni Scavazza. Nel programma del team la partecipazione a tutte le gare più importanti del calendario della mountain bike, con un occhio di riguardo alla Coppa Colli Euganei-Wilier Triestina. W.l.
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asket in salute nell’Estense. Le due prime squadre del territorio, il Redentore Este e i Boars Baone, viaggiano a vele gonfie verso gli obiettivi di stagione. Il Redentore, squadra che milita nel campionato di Promozione (il massimo provinciale), vanta un ruolino di marcia di 17 vittorie e 5 sole sconfitte. Nonostante un periodo barcollante (tre sconfitte in quattro gare), il quintetto allenato da coach Silvio Limena non è mai sceso dal podio del campionato. Per settimane è rimasto incollato alla capolista Roncaglia, salvo poi essere scalzato dagli esperti avversari della Piovese. Il terzo posto non pare essere messo in discussione, visto che l’inseguitrice Thermal Olympia si trova a sei punti di distanza. Dalla dirigenza atestina c’è fiducia: “Un calo di rendimento all’interno di una stagione ce lo si deve aspettare, meglio ora che più avanti. Il raggiungimento dei playoff non è comunque in discussione. Agli allenamenti la presenza e l’impegno sono sempre
Settimane ricche di ottimi risultati per la pallacanestro estense garantiti da parte di tutti. Ora aspettiamo il rientro degli infortunati e soprattutto mi attendo dai veterani una pronta reazione e maggiore concentrazione in partita. Ce la possiamo giocare alla pari con tutti e molte partite non le hanno vinte gli avversari, le abbiamo perse noi”. Le altre buone notizie del basket seniores nostrano arrivano dai Boars Baone, che
i playoff di Prima Divisione li hanno invece già guadagnati: il terzo posto nella fase a gironi (alle spalle del Campo San Martino e a pari punti con Chioggia) ha permesso alla squadra guidata da Eglis Venturin di ambire da protagonista al salto di categoria. Nella seconda fase i “cinghiali” di Baone dovranno vedersela con Arcella, Camposampiero, Qui Basket e Virtus Duomo.
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CONSELVANO. Al via la stagione numero 57
cArturA nAlin schierA i suoi migliori Atleti per un 2013 ricco di successi
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esta alla Cartura Nalin per la presentazione ufficiale di atleti e programmi per la nuova stagione. Cerimoniale rigidamente nel solco della tradizione iniziata nel 1956 e che si rinnova per la 57ma stagione consecutiva: messa dell’atleta, ufficiata da Don Valerio che con la benedizione della maglia dai colori sociali biancorossi ha portato gli auguri al team: “auguro una stagione ricca di traguardi”, quindi la foto ufficiale di fronte alla Banca Credito Cooperativo di Cartura, che con l’amministazione comunale, la Despar collegata a Giorgio Nalin, la Tiesse abbigliamento di Giancarlo Sanavio e la calcestruzzi Donà sono gli sponsor che sostengono la società, di seguito conviviale presso il ristorante Distellerie clan-destine nella zona industriale di Cagnola. “Veniamo da un 2012 ricco di vittorie e piazzamenti – ha detto il presidente Enzo Rango durante il convivio- e vogliamo confermare la nostra struttura nazionale e regionale, che fa del nostro team un vivaio appezzato e invidiato”. Di qualità il parterre ospiti presentati da Flavio Milani, ex vicepresidente vicario Fci nazionale e socio fondatore del club: Raffaele Carlesso, neo presidente comitato regionale del Veneto, Gianfranco Bardelle presidente regionale Coni, Stefano Carletto presidente Fci padovana e Franco Gandini, gloria locale campione olimpico su pista a Melborne 1956. In rappresentanza della comunità presente il primo cittadino Massimo Zanardo e il suo vice Romano
Terrassan. Le livree biancorosse saranno ai nastri di partenza in tutta la trafila prevista dal settore giovanile: Giovanissimi, esordienti e allievi, in questo contesto molto atteso l’esordio tra gli esordienti di Giovanni Sergiano, 10 vittorie su strada e una nel ciclocross la scorsa stagione, mentre tra i secondo anno ci si aspetta la conferma del velocista Ivan Berto, 2 successi nel 2012. Tra gli allievi, partiti Eros Sturaro e Stefano Grassi, accasatisi al Vc Mirano il gruppo è stato completato con Emanuele Barison, ex campione provinciale esordienti, Matteo Masola e Alessandro Riato velocista prelevato dall’EsteBosaro. Attiva anche in campo organizzativo la società organizzerà per il 7 aprile il Gp Banca Credito Cooperativo di Cartura, riservato agli esordienti, per i giovanissimi è confermata l’effettuazione del Gp Eurotermoidraulica in calendario il 5 maggio nello splendido circuito delle ex distillerie di Cagnola, per la categoria allievi la società collaborerà con i cicloamatori del Conselvano all’organizzazione del Gp Città di Conselve in programma nel mese di aprile. Walter Lotto
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IL VENEtO
in PRIMO PIANO
La scelta dei quattro governatori Fronte comune fra Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia
Maroni “inaugura” la macroregione del Nord “Legittima difesa contro Roma che ci porta via tre quarti delle tasse. Lo Stato è debole ma il Nord ha un governo forte” di Nicola Stievano
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Benedetto Papa…
di Don Angelo Busetto* segue da pag.
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opo il terremoto elettorale la Lega guarda al nuovo sogno, la “macroregione” del Nord, un patto che va da un estremo all’altro del settentrione, accomunato dalla bandiera del Carroccio che, nonostante tempeste e “tsumani” alle urne, sventola sui palazzi delle Regioni Piemonte, Lombardia e Veneto. Il Friuli, governato dal pidiellino Tondo, ha accettato di buon grado l’invito, anche in qualità di “ponte” verso l’Austria e la Slovenia, coinvolte in un altro progetto di collaborazione di cui si parla molto in questi giorni, la “macroregione alpina” insieme alla Baviera. La confer- di fumo per celare le dimensioni del tracollo della Lega? ma che la macroregione non è stata una delle tante Si verdrà, intanto però i quattro governatori tirano dritto, trovate elettorali è arrivata da Roberto Maroni, subito come avevano annunciato a Sirmione, due settimane dopo la vittoria delle regionali. Da neo presidente della prima del voto, lanciano il patto fra le quattro regioni. Lombardia Maroni ha dichiarato che l’alleanza a quattro Maroni, ancor prima di diventare governatore, aveva è cosa fatta. “Mentre a Roma si definito la “macroregione” una fanno i conti con un governo de- Pur ridotta al 4% sorta di ‘’sindacato territoriale. bole - sono state le prime parole su base nazionale Se qualcuno ha un problema del neo governatore leghista - il la Lega tiene saldo la macroregione si muove per Nord ha un governo forte. Si apre il timone nei palazzi risolverlo e penso sia utile souna fase nuova, con un progetto delle Regioni del nord prattutto per le autonomie locali, strategico”. L’accordo elettorale e i sindaci per le questioni che con il Pdl, digerito a fatica, dalla base leghista, serviva li toccano direttamente, come ad esempio il patto di a questo, ad arrivare a conquistare la Lombardia e, con stabilità. Pretendiamo che i nostri soldi, che derivano essa, fare delle regioni settentrionali un fronte comune, da una buona gestione della cosa pubblica, li possiamo del quale i governatori saranno i protagonisti. Davan- spendere come vogliamo. Questo non è un accordo tra ti alle macerie lasciate dallo “tsunami 5 Stelle” e dal i vertici, tra i presidenti delle Regioni, ma riguarda tutti. crollo del “popolo della Padania”, ridotto al 4 per cento Parte una sfida che si allarga a tutte le componenti delle su base nazionale, la Lega aveva già messo a punto il Regioni’’. Ancora più esplicito il presidente del Veneto “piano B”, spostando l’asse del confronto politico sulla Luca Zaia, anche se adesso dovrà fare i conti anche con questione settentrionale declinata in chiave europea. i malumori della Lega in casa propria dopo la batosta Una astuta mossa per mascherare la sconfitta? Un po’ elettorale, ‘’Basta Sud, basta Roma. Nella mia Regione
L’Intervento
ho difficoltà a spiegare ai veneti che abbiamo il rating della Baviera ma siamo trascinati nell’oblio da chi non ha voglia di lavorare. Napolitano dice che il federalismo non è più una scelta ma una necessità, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il Nord lavora, gli altri sprecano. Io non so più cosa dire ai 160mila disoccupati veneti. Come faccio a spiegare che ogni anno ben il 75 per cento delle nostre tasse, qualcosa come 18 miliardi, prende la via di Roma e non torna più indietro? Questo è un patto d’attacco, di legittima difesa contro la cialtronaggine nazionale. Perché una siringa nei nostri ospedali costa 6 centesimi e al Sud 25? Queste discrepanze assurde vanno colmate. Con l’applicazione dei costi standard avremmo un risparmio nazionale di oltre 28 miliardi. Il progetto lo abbiamo lasciato sul tavolo del governo Monti, dopo i nostri decreti sul federalismo”. Dunque avanti tutta, anche se al vertice della Lega Nord veneta tira già aria di resa dei conti. Ma Zaia, problemi interni a parte, non intende fermarsi e per il prossimi mesi continuerà a muoversi tra il fronte del nord e il patto “alpino” già sottoscritto in Carinzia.
Gruppo europeo
frA veneto, friuli e cArinziA nAsce A KlAgenfurt euroregio senzA confini
n burocratese si chiama “Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale” (Gect) ma per i giornali e le tv è stata ribattezzata “Euregio Senza Confini”. Luogo di nascita: Klagenfurt, “capitale del Land austriaco della Carinzia che insieme a Veneto e Friuli Venezia Giulia ha formalizzato la nascita del gruppo, nominando come suo primo presidente il governatore veneto Luca Zaia. Impossibile non cogliere il parallelismo con la macroregione del nord Italia, anche se in questo caso si tratta di uno strumento previsto dalla legislazione europea. “Sono orgoglioso di ricoprire questo incarico prestigioso per i prossimi tre anni – ha dichiarato – e ringrazio per la fiducia accordatami dai colleghi delle altre due regioni che compongono oggi Euroregio, una realtà destinata ad allargarsi, ampliando così anche il suo potenziale e la sua forza in ambito comunitario. Con questa scelta celebriamo definitivamente la chiusura di un capitolo durato 34 anni, quello di Alpe Adria, un organismo che già da tempo ha esaurito il suo compito, e avviamo questa nuova esperienza che si caratterizza per la concretezza delle azioni che possiamo avviare insieme. E’ il caso del Corridoio Baltico Adriatico, il progetto principe ad oggi di questa alleanza, che consentirà di collegare il nostro mare e i nostri porti a quelli del nord Europa”. Nel dettaglio il “Gect”, è uno strumento dell’Unione Europea creato nel 2006 per definire un quadro legislativo unico per le Euroregioni. Grazie al riconoscimento della personalità giuridica, permette a territori regionali e locali di diversi Paesi dell’UE di avviare forme di collaborazione superando gli ostacoli derivanti da differenti strutture giuridiche, contabili e di gestione. I membri di un gruppo, ad esempio, potranno concorrere a bandi di finanziamento europeo congiuntamente, favorire l’integrazione dei sistemi di trasporto, cooperare in ambito turistico e per fornire servizi pubblici e locali. Per la prima volta vi partecipa una regione a statuto ordinario come il Veneto. Il prossimo passo potrebbe essere l’allargamento del gruppo alla Slovenia e all’Istria croata.
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Poi si è andato affermando in modo sempre più evidente il senso di una perdita, come chi è stato abituato fin da fanciullo ad avere sotto gli occhi la figura paterna del Papa. La solennità ieratica di Pio XII, l’amabilità audace di Giovanni XXIII, l’intelligenza e la decisione di Paolo VI, la semplicità di Giovanni Paolo I, l’irruenza multiforme di Giovanni Paolo II, e infine la squisitezza umana di questo Papa, Benedetto XVI. Con ciascun Papa, in tempi diversi della vita, è avvenuta una sorta di immedesimazione, non solo nei riguardi dei contenuti e delle modalità della funzione papale, ma anche per un apprezzamento dello stile personale di ciascuno. Un Papa, un nome: ciascun Papa con il suo nome, il suo volto, la sua anima. Con Benedetto è fiorito un rapporto certamente speciale. Ben prima che fosse Papa l’avevo frequentato come limpido teologo, capace di entrare nelle questioni della modernità con uno sguardo alla storia svolto in un’esposizione piana e scorrevole; un teologo che si poteva leggere con immediata scioltezza, senza dover ansimare dietro concetti involuti o frasari complicati. Ne ricavavo soddisfazione per l’intelletto e feconda apertura per l’esperienza, nella scoperta di questioni attuali o nella nuova ripresa di tematiche tradizionali. Egli affrontava tutto nell’orizzonte di una fede incarnata nel tempo, nel contesto di una ragione aperta e viva. Quando questo teologo è diventato Papa, il suo insegnamento è stato proclamato nella barca di Pietro e dalla riva della Chiesa incrociando folle attente in tutto in mondo, soprattutto attraverso gli Angelus festivi, le omelie, le udienze del mercoledì, i dialoghi diretti con bambini o sacerdoti. Papa Benedetto si è proposto con la sua figura tenue e lieta, decisa ma non arrogante, e persino con il suo accento così caratteristico. Un uomo timido, meravigliato di trovarsi nella piazza del mondo, e nello stesso tempo così desideroso di ‘cercare Dio’, a imitazione dei monaci nel silenzio. Un uomo di Chiesa, che ama Gesù e riconosce in Lui, per sé e per tutti, l’attrattiva e lo specchio della felicità. Quante volte notavo che diceva con profondità e chiarezza le cose che mi sarebbe piaciuto dire e quelle che mai avrei immaginato di pensare e di dire. Ero tentato di trascrivere interi brani delle sue omelie, fissando perle di concetti e di linguaggi. Ora ho quasi l’impressione che un grande tesoro venga sepolto, senza più questa possibilità di proseguirne l’annuncio e il prezioso dialogo con il mondo. O forse si tratta di una paternità divenuta una semente che, a suo tempo e come vorrà il Signore, può ancora germogliare per tutti. *Parroco Chioggia
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L’opinione
Comuni in fuga verso le province autonome “H
Dario Bond, popolo delle Libertà
“segnAle politico forte e ineQuivocAbile A romA”
Il referendum dei comuni bellunesi è fallito ma la Regione incalza il Governo per l’autonomia fiscale, amministrativa e legislativa
o votato a favore delle mozioni referendarie, perché, in un momento Dario Bond storico come questo, era importante dare un messaggio forte e inequivocabile a Roma. Non c’è storia: il nuovo Parlamento dovrà tenere in considerazione questo nostro grido d’allarme. E’ il momento giusto per parlare di autonomia e attuazione concreta del federalismo. In questi ultimi mesi le autonomie locali sono state attaccate su più fronti, adesso dobbiamo riscattarci. Sono convinto che una presa di posizione chiara e netta metta il Parlamento con le spalle al muro. Adesso sarà più difficile per Roma non mettere mano alle disparità di trattamento tra Regioni a statuto speciale e Regioni ordinarie. La Regione del Veneto si è assunta la propria responsabilità con questo atto coraggioso, il Parlamento dovrà fare altrettanto”.
di fortunato Marinata
federico Caner, Lega Nord
“le risorse di bolzAno AttrAggono le nostre Aziende oltre confine”
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iancarlo Galan, nel 2005 non l’aveva presa bene la decisione di Lamon di staccarsi dal Veneto. L’allora governatore del Veneto era arrivato a scontrarsi con la sua stessa Giunta. A minacciare le dimissioni, per giunta. Con veemenza si era scagliato contro il parere favorevole espresso della Commissione bicamerale per le questioni regionali al disegno di legge costituzionale sul distacco del piccolo comune bellunese dalla Regione del Veneto. “Se il Parlamento dovesse approvare il provvedimento legislativo con il quale si consentirà l’effettivo distacco di Lamon dal Veneto, la Regione – spiegava Galan - impugnerà la legge di fronte alla Corte Costituzionale e questo perché, in buona sostanza, noi riterremmo il provvedimento basato sulla più plateale violazione delle regole costituzionali che disciplinano la distribuzione delle risorse nell’ambito della Repubblica”. Come andò lo sappiamo tutti, lo scorso settembre (dopo sette anni dal referendum) la Camera ha rinviato in commissione la proposta di legge costituzionale per il passaggio del comune dalla provincia di Belluno a quella di Trento. Il Governo della crisi sollevò dubbi sulla copertura economica dell’operazione e al piccolo comune diventato famoso, oltre che per i fagioli, per essere stato il primo fra i comuni bellunesi a percorrere la strada del referendum, non è rimasto altro che vedere andare in fumo ogni aspirazione separatista. La strada però era aperta e con il governo regionale sensibile al secessionismo deve essere parsa addirittura quasi in discesa. Del resto il tema delle risorse per i comuni di montagna della provincia bellunese è un tema di sopravvivenza che da sui nervi appena guardano oltre il confine regionale. Le stesse pietre e le stesse difficoltà, infatti, ottengono ben altra considerazione nelle vezzeggiate province autonome di Trento e di Bolzano dove la maggiore disponibilità di risorse e contributi, garantiti costituzionalmente, consente alla popolazione di montagna l’erogazione di quei servizi pubblici oggi indispensabili per mantenere vive le loro comunità. Su questo punto ogni volta si apre il dibattitto se sia ancora necessario mantenere immutate le prerogative speciali di cui godono Valle d’Aosta, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Friuli ma in mancanza di risposte convincenti (non c’è stato altro oltre al parziale recupero delle Regioni a statuto ordinario consentito dalla modifica del Titolo V della Costituzione che ormai risale al 2001) rimangono comunque in molti a volerne beneficiare. Lamon non è stato l’unico. Lo scorso mese Rocca Pietore, Canale D’Agordo, Cesiomaggiore, Falcade, Feltre, Gosaldo e Arsiè hanno aperto i seggi per consentire una consultazione referendaria tra i propri cittadini, sull’opportunità di cambiare provincia e passare al trentino. Ma non c’è stato un plebiscito. Tutt’altro: in nessuno dei comuni al voto è stato raggiunto il quorum. Un peccato per il governatore Luca Zaia che invece aveva sperato in una partecipazione molto forte e sufficientemente agguerrita da richiamare sull’argomento l’attenzione del Governo, ammesso che ce ne sarà uno. L’occasione, tuttavia, è stato presa come una palla al balzo dal Consiglio Regionale che ha portato al voto, poi approvata, una risoluzione con la quale è stato chiesto l’impegno della Giunta regionale ad “attivarsi presso il Governo
e il Parlamento affinché la Regione Veneto ottenga quelle prerogative necessarie ad attuare adeguate e più efficaci politiche perequative a favore dei territori di confine, al fine di ridurre le attuali differenze con Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e arrestare così l’emorragia delle comunità venete”. Nella stessa occasione, inoltre, la Giunta è stata invitata ad attivarsi presso il Parlamento nazionale affinché sia possibile procedere, come stabilito dall’articolo 132 della Costituzione, all’esame e all’approvazione di una legge che definisca il passaggio dei Comuni di Lamon, Sovramonte, Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana, Rotzo, Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Pedemonte dal Veneto al Trentino Alto Adige, accogliendo così la richiesta inequivocabile delle popolazioni locali. Avvincente è stato il dibattito tra gli scranni di Palazzo Ferro Fini. Il capogruppo leghista Federico Caner ha osservato che le motivazioni che hanno spinto al referendum i Comuni, in prevalenza bellunesi, sono di ordine culturale - identitario ma anche economico. Secondo Sergio Reolon del Partito Democratico al centro dell’attenzione sarebbe dovuta essere posta l’intera questione alpina perché i referendum sono stati una scelta di sopravvivenza di una montagna veneta altrimenti destinata ad una morte annunciata. A suo giudizio il vero obiettivo è realizzare il rafforzamento dell’autonomia delle province montane così come stabilito dall’art. 15 del nuovo Statuto veneto. Per Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra e firmatario di uno dei documenti in discussione la politica delLA Regione Veneto, dal 2005 non ha saputo dare risposte convincenti. “Non serve - ha detto - inseguire il mito della Provincia di Belluno, ma decentrare agli enti locali di tutta le zone montane competenze e risorse affinché possano garantire servizi essenziali in sanità e nell’istruzione”. Secondo il vicepresidente leghista del Consiglio Matteo Toscani non si può dire di no alla volontà liberamente espressa dai cittadini dei Comuni che hanno organizzato i referendum, recuperare il tempo perduto e dare attuazione allo Statuto. Antonino Pipitone di Italia dei Valori ha invitato ad analizzare il fenomeno dei referendum osservando inoltre che non è normale per una Regione accettare l’amputazione del proprio territorio. Le disparità con le Regioni limitrofe sono indubbie - ha concluso - l’assemblea veneta deve, quindi, legiferare per dare le giuste risposte alla montagna a partire dal bilancio di previsione 2013. Stefano Fracasso del Pd ha ribadito che l’obiettivo deve essere l’autonomia differenziata per la montagna previsti dalla Costituzione e dallo Statuto veneto per garantire i servizi ai cittadini di queste aree. Mariangelo Foggiato di Unione Nordest invece si è detto convinto che qualsiasi documento non servirà a nulla. “Passando la palla al Parlamento nazionale - ha concluso - il Parlamento veneto abdica al proprio diritto-dovere di legiferare in queste materie”.
focus QuAsi 40 milioni di euro per i comuni confinAnti
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a Giunta veneta ha recentemente approvato lo schema di protocollo d’intesa che disciplina i rapporti tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione del Veneto in riferimento agli adempimenti previsti per l’attuazione del “Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le Regioni a statuto speciale”. “Si tratta di un fondo istituito nel 2007 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che ammonta a 39 milioni e 408 mila euro. I Comuni veneti che hanno presentato istanza di finanziamento sono 63 e già da alcuni mesi hanno la disponibilità le risorse loro assegnate per la realizzazione dei relativi progetti: 16 milioni e 221 mila euro sono andati alla macroarea confinante con il Trentino Alto Adige (34 Comuni, di cui 14 della provincia di Belluno, 12 della provincia di Vicenza, 8 della provincia di Verona) e 23 milioni 187 mila euro alla macroarea confinante con il Friuli Venezia Giulia (29 Comuni, di cui 14 della provincia di Belluno, 8 della provincia di Treviso, 7 della provincia di Venezia).
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Federico ’aver votato in Consiglio la nostra risoluzione, dopo che proprio la Lega Caner è riuscita a far convocare una seduta straordinaria sul tema dei Comuni secessionisti, è un passo fondamentale per l’autodeterminazione di quei cittadini di montagna che hanno scelto con referendum il passaggio al vicino Statuto Speciale. La risoluzione impegna chiaramente il Governo e il Parlamento ad approvare definitivamente l’iter di secessione: in questo modo diamo una risposta forte a quelle popolazioni che da troppi anni la attendono. Mentre le giuste rivendicazioni dei nostri Comuni secessionisti sono impaludate nelle Commissioni parlamentari, Luis Dürnwalder usa le risorse della propria Autonomia per attrarre le nostre aziende venete oltre confine. Questo dimostra anche che lo Statuto speciale non serve più, come 60 anni fa, per colmare un gap di una minoranza rispetto al resto del Paese, ma per attivare politiche economiche fortemente competitive verso aree limitrofe a specificità ridotta. E’ necessario perciò rivedere queste discrasie. Se il modo scelto dalle popolazioni di confine è il passaggio alla Provincia o Regione vicina, non bastando più neanche l’elemosina del Fondo Brancher, la Lega Nord appoggia la loro scelta ed oggi conferiamo alla Giunta un mandato forte per portare a Roma le istanze di queste genti di montagna. La subalternità rispetto alle Autonomie speciali e le ingiustizie quotidiane che gli abitanti della nostra montagna vivono sulla propria pelle, devono trovare una risposta e una soluzione anche da parte del Veneto. Ben si comprende quindi la loro voglia di passare dall’altra parte, una scelta che per le 16 comunità referendarie significherebbe più risorse, più agevolazioni, meno imposte locali. C’è sicuramente una ragione culturale ma anche una economica che non è meno importante. Come Lega, pur non contenti che i confini territoriali si sfaldino, siamo convinti che questa causa referendaria porterà a Roma il dibattito sulla necessità di autonomia di tutto il Veneto, regione che versa 17 miliardi di residuo fiscale l’anno ma che è ultima in Italia per trasferimenti statali pro-capite”.
Matteo Toscani, Lega Nord
“il veneto hA fAtto lA suA pArte, il pArlAmento non hA piÙ Alibi”
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a Lega Nord ha fatto bene a chiedere la convocazione straordiMatteo naria del Consiglio Regionale. Se non lo avesse fatto, i ComuToscani ni referendari sarebbero ancora in attesa, e chissà per quanto tempo ancora, di una risposta. Il Consiglio non può che scusarsi per gli anni trascorsi senza affrontare lo scottante argomento. Tuttavia, la risoluzione della Lega Nord approvata, seppur tardivamente, è un capitolo importante nel rapporto tra Regione e territorio. Il Veneto ha fatto la sua parte, ha adempiuto al suo dovere: ora Governo e Parlamento non avranno ulteriori alibi per tenere bloccate le aspettative di migliaia di cittadini espresse con regolari e partecipati referendum consultivi. I temi della parità di condizioni delle Regioni, con il ‘livellamento’ verso l’alto della carenza di risorse della nostra Regione e l’applicazione dell’art. 15 dello Statuto per la provincia di Belluno e la montagna veneta, sono oltremodo attuali e sentiti. pietrangelo pettenò, federazione della Sinistra
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on serve - ha detto - inseguire il mito della Provincia di Belluno, ma decentrare agli enti locali di tutta le zone montane competenze e risorse affinché possano garantire servizi es- Pietrangelo Pettenò senziali in Sanità e nell’Istruzione”.
Mariangelo foggiato, Unione Nordest
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ualsiasi documento non servirà a nulla. Passando la palla al Parlamento nazionale il Parlamento veneto abdica al proprio diritto-dovere di legiferare in queste materie”.
Mariangelo Foggiato
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44 14 Cultura veneta Grandi mostre A Palazzo Fortuny fino all’8 aprile
L’influenza di Wagner ante e post mortem nelle arti tra ‘800 e ‘900 In Italia, terra della musica lirica e di Giuseppe Verdi, è esistita un’influenza tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 del wagnerismo nelle arti visive di Alain Chivilò
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a mostra “Fortuny e Wagner. Il wagnerismo nelle arti visive in Italia” a Venezia presso Palazzo Fortuny fino all’8 aprile onora il bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lipsia 1813 – Venezia 1883) partendo da una constatazione di base: in Italia, terra della musica lirica e di Giuseppe Verdi, è esistita un’influenza tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 del wagnerismo nelle arti visive. Il luogo scelto per dimostrare tale tesi è la dimora di Mariano Fortuny che in questi anni ha unito, in numerose mostre, contemporaneità con ambiti del Simbolismo e del Liberty. Anche in questa esposizione si possono scorgere lavori di Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer e Joan Brossa ma in tale sede non sono il soggetto principale. Infatti le oltre 150 opere, composte da dipinti, sculture, disegni, incisioni, cartoline, illustrazioni, riviste e libri evidenziano la vasta diffusione in Europa, tra Simbolismo e Art Nouveau, di tematiche quali per esempio Parsifal, Sigfrido, Tristano, le valchirie e le così chiamate fanciulle-fiore. Un fascino che partì dal movimento del Romanticismo e soprattutto dalle sinfonie di Wagner. Una continua evocazione a vari livelli visivi, che tramite un’iconografia istituzionale e una compenetrazione di diversi significati ha trovato un’assimilazione in fasi artistiche, quali il movimento culturale simbolista e del Jugendstil. In questo periodo pervade dunque
una sensualità musicale che coglie le remote radici dell’essere. Ecco che Mariano Fortuny (Granada 1871 – Venezia 1949), a livello postumo come anni del suo agire, trova in tutte queste influenze una base di partenza, per elaborare nel suo cammino artistico un ciclo di lavori prettamente wagneriani. Come un predestinato, quando Wagner morì a Venezia il 13 febbraio 1883, Mariano all’età di dodici anni era con Giovanni Boldini a Parigi che poneva le basi a quei semi di passione per il teatro e per le scenografie che si svilupperanno successivamente in abbinamento ad altre arti. Fu l’incisore e scultore spagnolo Rogelio de Egusquiza a trasmettere al giovane l’adorazione per la musica di Wagner, prendendo corpo nell’ultimo decennio dell’ottocento con i viaggi a Monaco di Baviera e Bayreuth. I primi lavori di Mariano abbandonano dunque l’accademismo iniziale per entrare in area
Alcune opere presenti alla mostra
In mostra i lavori di Antoni tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer e Joan Brossa simbolista associando luoghi e personaggi del compositore tedesco. Ulteriori disamine lo conducono a elaborare la “Cupola”, ossia una nuova concezione dell’illuminazione scenica che innova i fondali dipinti che campeggiavano nei teatri dell’epoca. Così affermava: “Tutto quello che vidi e sentii, mi accese maggiormente nel desiderio di realizzare nuovi
mezzi, forme e nuovi aspetti per accrescere gli effetti generali del teatro. Ricordo ancora qualche particolare della scena dell’Oro del Reno che scontentava la mia fantasia giovanile. L’effetto del fiume in lontananza mancava di efficacia per un gioco di luce non bella”. Dunque Palazzo Fortuny, visitabile nella sua completa interezza data dalle stanze aperte,
crea percorsi di dialogo tra le opere di Mariano e altri artisti quali per esempio Eugenio Prati, Adolfo Wildt, Gaetano Previati e Lionello Balestrieri. Un’esposizione complessa ma godibile, che permette d’iniziare una disamina di quel percorso dell’Ottocento che ha trovato nei primi decenni del secolo successivo elementi d’influenza e di rimandi.
Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti Scatti d’autore a Venezia
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a città lagunare, in sedi prestigiose, propone due mostre che tracciano la storia della fotografia italiana e internazionale. Se pur separati dal canale della Giudecca e dal Canal Grande, sono messi in dialogo a distanza due artisti di generazioni diverse: Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure 1930) e Maurizio Galimberti (Como 1956). Ognuno di questi intende in modo diverso il modo di fotografare, ma entrambi testimoniano il passare del tempo bloccando istanti di contemporaneità. La mostra “Gianni Berengo Gardin. Storie di un fotografo”, presso la Casa dei Tre Oci fino al 12 maggio, rappresenta un’approfondita antologica con 130 fotografie che toccano diverse tematiche del Maestro ligure. “Le immagini sono ciò che conta” così afferma Berengo Gardin che nel bianco e nero ha trovato il suo personale credo artistico. Di conseguenza la pellicola è il mezzo ideale in contrapposizione a tutto quello che oggi è digitale. In questa sede il colore non è contemplato perché “distrae il fotografo e chi guarda”, tanto da far risaltare più l’abbigliamento o l’ornamento che la fisionomia dei soggetti impressi. C’è però un rimando alla televisione, ai grandi insegnamenti dei fotografi del passato e a quelle storiche produzioni cinematografiche, che con i due colori base hanno segnato l’immaginario collettivo di più di una generazione. Le sue collaborazioni sono vastissime da Il Mondo, il Touring Club Italiano, l’Istituto Geografico De Agostini di Novara fino ad aziende quali Ibm, Olivetti e Fiat. Le tematiche affrontate invece sono innumerevoli dall’India dei villaggi, agli zingari di Firenze e Palermo, ai baci e abbracci, alla Gran Bretagna, a New
York, a Dentro le case, fino a Venezia e la sua Biennale d’Arte solo per citarne alcuni. Siamo di fronte a delle storie in cui Berengo Gardin ha saputo carpire dei segreti, che sono sempre tenuti celati, portandoli così all’occhio di tutti. Un’abilità unica che lo fa diventare il Maestro del bianco e nero. A dimostrazione di ciò, una piazza San Marco, vista dai Mori con l’acqua alta, permette al sole di specchiare riflessi unici, dando alla composizione una visione ulteriore. Frammenti atemporali di vissuto quotidiano e di luoghi che riecheggeranno per sempre, rispetto a una società che consuma e brucia tutto rendendo banali e sorpassate situazioni che invece fanno ancora parte di noi. La fotografia arriva dopo la televisione, ma consente di approfondire maggiormente superando la superficialità che l’antico tubo catodico crea. A Palazzo Franchetti invece, presso l’Istittuto Veneto di Scienze, Lettere e Arti fino al 12 maggio si fa un balzo
generazionale con la mostra “Maurizio Galimberti. Paesaggio Italia”. In scena più di 150 click che uniscono diversi scenari ambientali del nostro paese. Un ampio passaggio antologico che evidenzia la maturità e gli alti livelli compositivi. Il credo principale di Galimberti è dato dal metodo Polaroid che consente la visualizzazione immediata dello scatto, tanto da farne uno dei principali esponenti, perché come lui stesso afferma “vivi il tuo progetto in diretta, avendo azzerato i tempi d’attesa e questo è molto bello. Sei più concentrato, vivi in diretta e sei maggiormente all’interno del progetto che svolgi. Inoltre sei più diretto con lo sguardo e con l’azione di cattura dell’immagine”. Le foto esposte si possono inquadrare in quattro tecniche realizzative diverse. I “Mosaici”, tecnica che l’ha fatto conoscere, consistono in una sequenza di singole Polaroid che affiancate costituiscono una griglia composta di singoli particolari di un luogo o
persona. La visione complessiva permette di ottenere un quadro unico del soggetto impresso, fornendo nel contempo una sorta di cineticità complessiva. Come afferma “non sono banali perché l’architettura è affascinante se scattata con rispetto di te stesso e del paesaggio che fotografi. Una realtà dilatata che ti sorprende sempre in modo intimo”. Il “Ready-made”, di duchampiana origine, parte da oggetti quali cartoline, mappe, lettere, fogli pubblicitari dove scatta su porzioni selezionate dell’oggetto, riquadrandolo successivamente con l’isolamento di particolari che così vengono assemblati. Le “Singole” rendono visibile una dimensione intima dell’artista, mentre le “Manipolazioni” gli permettono di sfocare e di cambiare i soggetti stessi con vari effetti. Ecco che nel lungo percorso i paesaggi dell’Italia sono resi attuali a un occhio contemporaneo voglioso di nuove visioni. Al.Ch.
46 16 Cultura veneta Iniziativa della Regione I martedì al Cinema dal costo del biglietto volutamente contenuto
Due euro per il cinema d’autore di Vesna Maria Brocca
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orti del successo delle precedenti edizioni ritornano, dal 5 al 26 marzo, gli appuntamenti con “La Regione del Veneto per il Cinema di Qualità – La Regione ti porta al cinema con due euro - I martedì al Cinema”. L’iniziativa coinvolge tutti i martedì (5, 12, 19, 26) di marzo delle provincie venete che ospiteranno nelle 14 sale d’essai aderenti dislocate sul territorio Veneto, proiezioni di pellicole molto spesso alternative ai circuiti commerciali, con produzioni indipendenti, distribuite con difficoltà ma di grande qualità artistica. Per promuovere il cinema d’autore, il costo del biglietto, volutamente contenuto, è di due euro. Le sale cinematografiche che aderiscono al progetto sono: Cinema Italia a Belluno; Multisala PortoAstra e Lux a Padova; Multisala Cinergia a Rovigo e Multisala Politeama a Badia Polesine; Multisala Corso a Treviso, Multisala Italia a Montebelluna e Cinema Cristallo a Oderzo; Cinema Dante a Mestre, Cinema Teatro Mirano a Mirano e Multisala Verdi a Cavarzere; Cinema Alcione a Verona; Cinema Araceli a Vicenza e Multisala Metropolis a Bassano del Grappa. Non è possibile conoscere con anticipo i film che saranno in programmazione; a tal riguardo, però, si può accedere al link www.spettacoloveneto.it/cinema, cliccare sul banner de “I martedì al Cinema” e accedere, in questo modo, alle pagine che riportano la programmazione delle sale. L’aggiornamento viene fatto entro il giovedì che precede il martedì di proiezione. La promozione è aperta a tutti. Rimanendo
Coinvolte tutte le province venete con una programmazione distribuita su 14 sale per tutto il mese di marzo A treviso
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x Dal 17 al 20 aprile si terrà il Vittorio Veneto Film Festival. 1.000 ragazzi in giuria ancora in tema di cinema, ricordiamo che ormai è alle porte la quarta edizione del Vittorio Veneto Film Festival (Teens and Kids International Film Festival), che si terrà dal 17 al 20 aprile. Organizzato dall’associazione no profit “400colpi”, si rivolge ad una fascia d’età compresa fra gli 8 e i 21 anni e agli studenti universitari. Il festival si presenta organizzato in sezioni diverse e autonome. 1.000 ragazzi della giuria, provenienti dall’Italia e dall’estero, condivideranno quattro giornate immersi nel mondo del cinema, visionando 15 lungometraggi nazionali ed internazionali. Novità di quest’anno è la giuria degli “+Alti”, composta cioè da giurati tra i 28 e i 100 anni e che avrà il compito di premiare il miglior film tra quelli loro proposti. Info: www. vittoriofilmfestival.com
omAggio A cArmelo zotti
a città di Treviso, dal 21 aprile al 30 giugno, dedica al Maestro Carmelo Zotti (Trieste 1933- Treviso 2007) una mostra antologica, nell’anno in cui avrebbe compiuto ottant’anni. Si tratta della ricomposizione di un universo intimo di figure, gesti, colloqui. Una cinquantina di opere su tela e carta, di ingente mole e di complessa, variegata narratività che troveranno momentanea casa al Museo civico di Santa Caterina. Si tratta di un percorso che unisce gli echi espressionistici nei ritratti dei primi anni Cinquanta alla narrazione fitta di geometrie dense di figurativismo e colore, per giungere negli anni Settanta alla maturazione dei simboli-marchio della sua poetica, forti di campiture di acceso cromatismo. Del successivo ventennio, fino agli esordi del Duemila, verrà esposta una selezione di tele tra le più intime e enigmatiche della sua opera, incentrate sul dialogo/gesto tra figure, ossessione e meraviglia di tutta la vita. Nella Galleria del Liceo Artistico di Treviso, affacciato sulla piazzetta del Museo, dal 3 al 25 maggio 2013, inoltre, verrà esposta una sezione di opere su carta: una trentina di lavori di piccolo formato insieme alla grande carta “Figure e putto” del 1986 (151x273 cm.).
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Luoghi da scoprire
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uel nome, Val d’Ultimo, evoca paesaggi arcadici, di una bellezza primigenia e incontaminata. Evoca in un certo senso quello che la Val d’Ultimo in effetti è: un rifugio estremo per gli amanti della natura, desiderosi di staccare la spina da tutto quello che è il “già visto” per vivere il proprio tempo libero immergendosi in essa. Facendo sport, passeggiate, escursioni in alta montagna, raccogliendo funghi, andando alla scoperta delle tradizioni locali o facendosi coccolare in una delle tante Spa degli alberghi della valle che al lusso hanno preferito un’autentica ambientazione di montagna, tutta legno e luce. continua a pag. 12-14-15
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RUBRICHE NEWS - SI VIAGGIARE - SALUTE E BENESSERE - TENDENZE - ESPERTI & PROFESSIONISTI - OROSCOPO E CRUCIPIAZZA
Ecco il Veneto giovane delle “start up”
www.lapiazzaweb.it
La tecnologia e il web protagonisti delle iniziative imprenditoriali under 35 di Ornella Jovane
L
a passione per lo sport e la musica abbinata all’informatica, l’amore per il proprio territorio veicolato sul web, l’ingegno dell’inventore abbinato alle nuove tecnologie. Non si può certo dire che ai giovani veneti le idee manchino, soprattutto quando si tratta di svilupparle sfruttando le potenzialità di internet e i progressi quotidiani dell’informatica. Ora otto di queste buone idee hanno trovato anche l’occasione di spiccare il volo grazie a “Rebound” iniziativa rivolta agli aspiranti imprenditori veneti under 35 messa a punto da Confindustria Padova e Camera di Commercio per favorire l’incontro con la finanza privata. Sono state ben 76 idee d’impresa nei servizi digitali, mobile e tlc, marketing, web e social network, presentate da oltre 170 giovani, che hanno scelto anche di giocare in squadra. Gli 8
Dalle riprese con il pallone ad elio ai prodotti a “Km 0” scelti con il tocco dell dita finalisti hanno seguito un percorso di formazione e consulenza affiancati da esperti di sviluppo d’impresa per trasformare le idee in business plan completi di analisi dei costi, mercati e concorrenza. C’è il software che sintetizza la voce riproducendo le emozioni, la web-utility per costruire il viaggio ideale, la piattaforma social sui sentieri escursionistici, l’ambiente web per condividere appunti e lezioni tra studenti, le riprese
foto-video aeree dal pallone a elio. E poi un portale wiki-based per le squadre minori di basket, prodotti a km 0 a portata di touch, un web music store per vendere offline la musica di band underground. Le idee migliori hanno potuto svilupparsi sulla piattaforma web di Ban Veneto, il network coordinato dal Parco Scientifico Galileo. “Rebound conferma che il Veneto pulsa di energie creative nei settori innovativi - sottolinea Gianni Potti, vice presidente di Confindustria Padova -. Si tratta di coltivarle e indirizzarle perché possano diventare nuove imprese, linfa per la crescita. Il vero tema è però farle decollare e resistere nel tempo. Affiancare le start up con esperienza e metodo per emergere in un mercato iper selettivo, è quello che noi imprenditori dobbiamo fare per coglierne le opportunità. Il vero premio è stato l’affiancamento a questi giovani di professionisti di sviluppo d’impresa. L’altro tema cruciale è l’accesso al credito per le buone idee d’impresa”. Fra le più interessanti spicca Crevel,ora in faste di test con il sostegno di H Farm, ideata da Claudio Floreani, 34 anni, appassionato di informatica, dopo aver organizzato un viaggio tra amici da Monaco a Berlino.
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Attualità
>> Partire con una buona idea
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Ecco il Veneto giovane delle “start up”
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La tecnologia e il web protagonisti delle iniziative imprenditoriali under 35 di Ornella Jovane
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a passione per lo sport e la musica abbinata all’informatica, l’amore per il proprio territorio veicolato sul web, l’ingegno dell’inventore abbinato alle nuove tecnologie. Non si può certo dire che ai giovani veneti le idee manchino, soprattutto quando si tratta di svilupparle sfruttando le potenzialità di internet e i progressi quotidiani dell’informativa. Ora otto di queste buone idee hanno trovato anche l’occasione di spiccare il volo grazie a “Rebound” iniziativa rivolta agli aspiranti imprenditori veneti under 35 messa a punto da Confindustria Padova e Camera di Commercio per favorire l’incontro con la finanza privata. Sono state ben 76 idee d’impresa nei servizi digitali, mobile e tlc, marketing, web e social network, presentate da oltre 170 giovani, che hanno scelto anche di giocare in squadra. Gli 8
Dalle riprese con il pallone ad elio ai prodotti a “Km 0” scelti con il tocco dell dita finalisti hanno seguito un percorso di formazione e consulenza affiancati da esperti di sviluppo d’impresa per trasformare le idee in business plan completi di analisi dei costi, mercati e con-
foto-video aeree dal pallone a elio. E poi un portale wiki-based per le squadre minori di basket, prodotti a km 0 a portata di touch, un web music store per vendere offline la musica di band underground. Le idee migliori hanno potu potuto svilupparsi sulla piattaforma web di Ban Veneto, il network coordinato dal Parco Scientifico Galileo. “Rebound conferma che il Veneto pulsa di energie creative nei settori innovativi - sottolinea Gianni Potti, vice presidente di Confindustria Padova -. Si tratta di coltivarle e indirizzarle perché possano di diventare nuove imprese, linfa per la crescita. Il vero tema è però farle decollare e resistere nel tempo. Affiancare le start up con esperienza e metodo per emergere in un mercato iper selettivo, è quello che noi imprenditori dobbiamo fare per coglierne le opportunità. Il vero premio è stato l’affiancamento a questi giovani di professionisti di sviluppo d’impre d’impresa. L’altro tema cruciale è l’accesso al credito per
segue dalla pagina precedente
Ne è nata una utility web-based che permette di esprimere preferenze di viaggio e tradurle in progetti da condividere con gli amici. Tutte le informazioni vengono interpretate, localizzate e organizzate su una mappa, collaborando con i compagni di viaggio, operatori e agenzie turistiche. Dalla passione per le escursioni di Thomas Bertani e Giovanni Masarà, 22 anni, studenti di ingegneria e filosofia del collegio Don Mazza di Padova, è nata una piattaforma web per consultare dati geografici sui sentieri e condividere itinerari. Pensata per appassionati, enti locali e chiunque si occupi di promozione turistica, ne esiste già un prototipo
con dati forniti da Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia. Moku promette invece di rivoluzionare il “mondo” degli appunti. Gli studenti potranno organizzare in un ambiente web gli appunti di lezioni e le registrazioni, condividendoli con amici e colleghi e rendendone possibile l’aggiornamento in ogni luogo e momento. L’idea è di Simone Pozzobon, 27 anni, trevigiano e di tre amici ingegneri e designer ed è già entrata nella scuderia di H-Farm. Da un’intuicontinua alla pag. seguente
foto: roberto beani
DUEMILA AGRICOLTORI IN RETE, ECCO LA COMMUNITY DELLA ZAPPA
sul futuro, non si gioca. 200 milioni di bambini oggi nel mondo soffrono la fame. Anche in Italia stiamo vivendo un periodo di difficoltà, ma per un bambino che non mangia neanche una volta al giorno, la vita non è difficile, è impossibile. Per questo è importante che tutti facciano qualcosa, basta veramente poco. Con soli 5 euro puoi contribuire subito a sconfiggere povertà e fame e a difendere i diritti dei bambini e dei più deboli.
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D
avide e Daniela, giovani pastori dell’Alpago, usano il pc e internet per avere informazioni tecniche, Stefano viticoltore della Valpolicella, vende in internet le sue bottiglie di Amarone d’alta quota, ma anche Sara allevatrice di Cortina si sta attrezzando per presentare ai consumatori i prodotti della sua azienda, mentre il neo pescatore Gabriele del Cavallino lo utilizza per programmare le consegne porta a porta dei frutti di mare freschi, senza dimenticare Alinor che dal Bangladesh a Chioggia coltiva ortaggi per destinarli alle famiglie della sua terra d’origine trasferite a Londra e a Parigi. Alcuni esempi che si moltiplicano ogni giorno e che grazie alla nuova piattaforma informatica potranno essere visibili e compresi non solo da tutti gli avventori dei social network ma anche dagli addetti ai lavori: protagonisti e spettatori di un nuovo modo di praticare l’attività agricola. È per loro e per altri duemila giovani agricoltori veneti che la Regione ha messo a punto la “community della zappa”, sul portale www.piave.veneto.it., una piattaforma on line per raccontarsi, scambiarsi esperienze, per conoscere le strategie politiche, per incidere sul sistema economico. Il “tesoretto” dell’agricoltura che ha fatto del Veneto la regione leader nella geografia agroalimentare nazionale, per numeri e qualità, si integra sempre di più nel web all’insegna della bellezza della campagna come scelta professionale e di vita. “Grazie alla piattaforma informatica – spiega Sandra Chiarato di Coldiretti Veneto, che segue da vicino proprio i giovani agricoltori – le esperienze imprenditoriali potranno essere visibili e compresi non solo da tutti gli avventori dei social network ma anche dagli addetti ai lavori: protagonisti e spettatori di un nuovo modo di praticare l’attività agricola. Che cosa accomuna questi ragazzi ? La scommessa di un futuro nei campi che deve fare i conti con opportunità di investimenti, con misure comunitarie ambientali, l’accesso al credito, le nozioni di finanza, ma anche solo per scambi di esperienze che possono diventare una partecipazione attiva alle decisioni politiche o addirittura solo per fissare un appuntamento al mercatino a kmzero o semplicemente un aperitivo “tra colleghi” che sanno divertirsi con impegno responsabile”.
Attualità
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La sezione Metalmeccanici di Confindustria Padova mette a punto un vademecum CON L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO LE AZIENDE DIVENTANO “IMPRESE FORMATIVE”
I
zione maturata al liceo, il team dei vicentini Matteo Scapin, Tommaso Grotto, Maria Cristina Malavolta, Luca Guglielmi - età media 28 anni - ha sviluppato un’applicazione web di supporto alle band indipendenti per distribuirne la musica in formato digitale durante i concerti. Alberto e Riccardo Tentori, 33 e 28 anni, di Camposampiero, un ingegnere e un laureato in economia, hanno creato Playbasket.it, portale web dedicato alle categorie
Linea Hydro
Otto i giovani vincitori del progetto Rebound pronti a mettersi in gioco agonistiche minori del basket in Italia con 35.000 visitatori unici al mese. I veronesi Nicola Galetto, Marco Grumolato, Alessandro Vaccaro, 27 anni, hanno messo a punto un’applicazione mobile dedi-
cata a tutte le piccole e medie imprese che vogliano vendere cibi a km 0 direttamente ai clienti finali scavalcando la distribuzione. Infine Stefano Pagur, 24 anni, ha ideato un sistema per riprese foto-video sopraelevate con pallone ad elio. Il prototipo è già realizzato con costi competitivi e la possibilità di fare riprese particolari in movimento.
n Italia più di uno su tre dei giovani attivi è disoccupato. Uno su 4 non studia e non lavora per un totale di oltre 2 milioni di giovani Neet (not in education, employment, training). Negli altri Paesi europei gli studenti che alternano studio e lavoro sono una media del 2030%, in Italia solo 3 su 100. Invertire questa tendenza e permettere ai giovani di acquisire competenze subito spendibili nel mondo del lavoro è l’obiettivo del progetto ASL Alternanza Scuola lavoro realizzato dalla Sezione Metalmeccanici di Confindustria Padova in collaborazione con la Camera di Commercio di Padova. L’iniziativa, nata nell’ambito del protocollo d’intesa tra Regione Veneto, Ufficio Scolastico Regionale e Confindustria Veneto, punta a diffondere una metodologia didattica in cui l’azienda diventa, anche formalmente, “impresa
formativa” in grado di stipulare convenzioni con le scuole, proporre percorsi formativi e orientamento, formare risorse interne come tutor per gli studenti. Da qui anche la realizzazione di un vademecum per le imprese su come stringere questo “patto” didattico con gli istituti. Il progetto è stato presentato a 50 dirigenti scolastici e imprenditori nel corso dell’incontro “Alternanza scuola-lavoro: il ruolo attivo delle imprese” organizzato dalla Sezione Metalmeccanici di Confindustria Padova fine gennaio.
L’intervista
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>> Essenze cromatiche
Ricordo e ricerca in Luciana Vettorel Un’artista a tutto tondo che unisce senza ordine prioritario poesia e pittura di Alain Chivilò
“L
’anima vola in vagabondi silenzi verso l’ignoto. L’anima insegue un turbinio di luci, vaga in cosmiche atmosfere. L’anima nell’immensità disseminata di astri s’inebria del silenzio”. Con la poesia “Cosmiche atmosfere” inizia l’incontro con l’artista Luciana Vettorel Ghidini a ridosso della mostra, presso la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di San Donà di Piave, che traccia fino al 7 aprile vent’anni di lavori. Un’artista a tutto tondo che unisce senza ordine prioritario poesia e pittura. Due nobili arti che permettono a Luciana V. G. un percorso di riflessione e memoria. Nulla è lasciato al caso, perché ogni tratto pittorico e ogni sillaba in versi nascono da un’analisi interiore. Tutte l’esperienze di vita, i fatti quotidiani e le diverse letture creano un iter profondo. Un viaggio dell’anima che trova anche nelle Sacre Scritture un messaggio di speranza e di nuova vita. Oggetti inanimati, naturalismo e universo rappresentano tre tematiche principali che si suddividono a loro volta in diversi sottoinsiemi, che tracciano nel contempo tasselli d’esperienze. L’uomo non è presente, pittoricamente parlando, ma esiste e parla in tutte le composizioni. Le lacerazioni che spesso l’artista genera sono fonte di momentanea fermata per una successiva ripartenza. I soggetti spesso superano la dimensione pittorica per andare a ricercare quell’oltre sempre caro all’artista. In sintesi Luciana V. G. sonda una ricerca senza fine che, uscendo dal soggetto pittorico scelto, si riversa nel supporto attraverso una carta di canapa
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elaborata e in cromie ottenute da pigmenti e terre naturali. Proprio da qui nascono contrasti vivi di colori all’interno di un’abilità nell’assimilare le tecniche pittoriche della tradizione. Un supporto della carta che diventa magia. Quale pozione nasconde? “La pozione, simpaticamente parlando, nasce dall’utilizzo di vera e propria canapa mescolata a colle e pigmenti. In alcune fasi inserisco foglie, semi e ferro. La consistenza che si ottiene è straordinaria e il risultato finale è giunto dopo anni di ricerca. Lavoro su una carta personalizzata da me, che non cambierei con nessun altro supporto. In alternativa alla canapa utilizzo anche la carta di cotone. La produzione è stata ottenuta grazie a un’amica che possedeva dei macchinari adatti alla lavorazione. Come per la carta anche per i colori ho dovuto fare una ricerca, perché stendendoli prendono le cromie del supporto stesso. In quest’ambito utilizzo acrilici, pigmenti e terre assieme ad applicazioni quali cristalli di quarzo, vetri di Murano, murrine e polveri d’oro. Parlando di altre tecniche pittoriche, utilizzo la tempera normale e all’uovo, mentre non uso colori a olio. Molti dei materiali che inserisco provengono anche da viaggi e dalla voglia di sperimentare sempre”. E’così difficile ricercare l’infinito? “Effettivamente non né così facile. Come persona sono sempre stata alla ricerca di qualcosa. Ho sempre avuto il bisogno di andare oltre. Negli anni ‘ 70 Frequentando scuola di teologia ho avvertito questa necessità che poi si è tramutata in pittura. Amo definirmi come un aquilone o un palloncino, liberi nell’aria, che non hanno mai un punto di arrivo. Dunque, sono degli oggetti metaforici per indicare la mia costante
ricerca sull’infinito. Cosa le affascina delle tecniche pittoriche antiche? “Senza dubbio la tempera all’uovo. Invece i livelli realizzativi che ho ottenuto con la carta sono imparagonabili, perché se nella tela tutto è predefinito, nella carta non è così scontato il risultato. E’ sempre un’incognita che si crea a livello compositivo”. Ha diversi cicli pittorici. Si parte dal figurativo per arrivare all’informale. Come nasce in lei lo svolgere e la disamina di una tematica? “Tutto nasce da quello che mi circonda, dalle mie letture e dalla memoria. Sono fondamentali soprattutto il ricordo dei momenti vissuti con i genitori e i nonni a contatto con la natura. Per esempio nel ciclo delle antiche presenze e in ascolto delle cose, gli oggetti d’utilizzo comune sono associati all’esperienze vissute da bambina a contatto con i familiari. Questi possiedono una storia e una memoria, evocando valori di un tempo. Utilizzo anche il soggetto dell’albero come testimone del tempo, possedendo una corteccia che rimanda alle rughe delle persone in avanti con l’età. E’ solido come l’uomo che è ben piantato, ma i suoi rami tendono a superare la superficie pittorica per una ricerca infinita. Spesso affianco a questo degli elementi che rimandano al gioco come momento effimero della vita ma spensierato. Raffiguro il sapere dell’uomo attraverso l’unico mezzo principale dato dai libri e le stagioni della vita tracciando fiori dal lungo stelo. Quest’ultimi non sono altro che metafora della condizione umana che vive una stagione come del resto noi esseri umani. Si tratta di un periodo breve nei fiori, mentre è più lungo nell’uomo. Ecco che un temporale associato a forte vento provoca l’appassimento come succede anche per la nostra vita”. continua alla pag. seguente
L’intervista
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Ghidini In alcune sue opere il cosmo raffigurato è in simbiosi con segni e simboli terrestri. Una ricerca che parte dal nostro pianeta. Secondo lei c’è vita nell’universo oltre noi? E’ molto difficile da stabilire a priori. Sembra quasi impossibile che siamo solo noi a vivere l’universo. Nella mia pittura ci sono richiami alle galassie e a tracce cosmiche che nascono dalla lettura delle visioni profetiche dell’Apocalisse, che danno speranza e promessa di una nuova Gerusalemme. Si tratta di un nuovo inizio. Questa è la base di partenza, perché al momento non vedo nuovi popoli di civiltà sconosciute. L’apocalisse è una fonte molto importante che ho affrontato per ultima dopo aver letto il Vangelo e altri racconti della Bibbia”. Tonalità calde e fredde in un costante equilibrio di accostamenti. “Amo la sintonia e l’armonia che mi rispecchiano anche personalmente. Gli accostamenti che ne derivano sono naturali e mi escono con facilità”. Il suo periodo in Svizzera. Dal punto di vista artisti-
co cosa ha rappresentato? “In terra elvetica ho partecipato a dei corsi di pittura. Dipingevo per la mia famiglia. Facevo anche lavori sul legno. Piano, piano ha preso corpo e in Italia è maturato il mestiere. Ricordo con affetto Paolo Rizzi che m’incoraggiò agli inizi facendomi prendere coscienza delle mie capacità. Come poetessa ha scritto dei libri e nelle sue inau-
6 aprile / 17 novembre 2013
VIAGGIO NELLA TERRA DEI VENETI ANTICHI Padova /
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gurazioni c’è spesso un chiaro riferimento. Come nasce in lei questa espressione e quanto influenza o è influenzata dalle opere che idea? “Quale sia per prima è difficile da stabilirsi, perché può essere l’una o l’altra vicendevolmente. L’elemento che le unisce è dato dalla memoria”.
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Luoghi da scoprire
>> Tra storia e natura
Alvisopoli: la città ideale Un nobile veneziano nell’800 realizza un sogno. Un progetto urbanistico in linea con le idee illuministiche del tempo che ancor oggi si coglie appieno
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di Germana Urbani
otrebbe sembrare una cittadina misteriosa, su cui il tempo ha steso un velo di oblio, ma Alvisopoli questa primavera tornerà ad essere una meta per molti amanti della storia e del verde. Il cuore del paese, che è una frazione di Fossalta di Portogruaro, in provincia di Venezia, è Villa Mocenigo e il suo parco che, dopo essere stato chiuso per anni questo autunno è stato riaperto al pubblico. Oggi, dunque, è possibile ripercorrere i sentieri di questa “isola verde” creata dal nobile veneziano Alvise Mocenigo agli inizi del ‘800. La particolarità del luogo sta nel fatto che oltre al parco il nobile Mocenigo aveva dato vita ad una vera e propria cittadina costruendo la sua Villa, ma anche un mulino e una fornace. Perciò, in sua memoria questo centro abitato porta il suo nome. Le cronache raccontano che i Mocenigo della casa di San Samuele, una delle famiglie più illustri della Serenissima, nel 1648 acquistarono un esteso latifondo con borgo denominato “Molinat”, nei pressi di
Fossalta di Portogruaro. Alvise I, che nel 1800 legherà il proprio nome a queste terre, Alvisopoli appunto, entrò in possesso del latifondo nel 1796 con l’intenzione di trasformare il piccolo centro rurale in una “città ideale”. Parte integrante dell’ambizioso progetto urbanistico di Alvise Mocenigo e perfettamente in linea con le idee illuministiche del tempo, il parco di Villa Mocenigo è un residuo di bosco planiziario di pianura trasformato dal nobile Alvise e successivamente dalla moglie Lucia Memmo in un giardino alla moda con l’introduzione di specie esotiche, lo scavo di canali, l’apertura di una serie di sentieri delimitati da siepi di bosco. Ancor oggi questo spazio verde di circa 3.5 ettari, è dotato di una ricchissima vegetazione ed una altrettanto ampia varietà di fauna, ed è tornato a vivere grazie ad un importante intervento di sistemazione forestale e di ripristino dei percorsi ambientali. Facilmente raggiungibile da ogni direzione, Alvisopoli si sviluppa lungo la strada provinciale 73 che si apre, nel centro del paese, con uno slargo di via Mocenigo. Qui il punto di vista che regala una visione completa del complesso. La villa,
Villa Momi’s
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villa momi’s www.villamomis.it
l’ampia aia scoperta, vero centro della vita contadina e sede dei principali avvenimenti pubblici della comunità, le due barchesse porticate e un suggestivo cortile alberato. La villa, in stile seicentesco, ma non particolarmente ricca, fu progettata dall’architetto Balestra e rimase di proprietà della famiglia Mocenigo fino alla vigilia della prima guerra mondiale. Curiosa è via dei Mulini, affiancata da una serie di caratteristiche case contadine che rappresentano un interessante esempio di “case a schiera” ante litteram. Essa conduce alla chiesa di San Luigi e all’entrata del parco naturalistico da cui si raggiunge il mulino sul fiume Taglio, costruzione caratterizzata da alte merlature.
LA STORIA IN UN LIBRO
V
al la pena, se siete soliti approfondire un argomento, leggere il testo “Lucia nel tempo di Napoleone” scritto da Andrea di Robilant, (Corbaccio, 2009). Si tratta del racconto accattivante della vita di Lucia Memmo, sposa sedicenne, nel 1787, di Alvise Mocenigo, rampollo di una tra le più illustri famiglie veneziane, attraverso la sua corrispondenza. Non manca, dunque la narrazione che riguarda il Molinato, una “antica proprietà paludosa di 1800 ettari” che Alvise affitta di nascosto dal padre nella primavera del 1790 per bonificarla ed impiantarvi colture estensive ed allevamenti, praticate seguendo le più recenti tecniche del tempo ma osteggiate dal padre conservatore. Si scoprirà nelle pagine del libro che la proprietà, allora, si raggiungeva in barca attraverso le paludi dove al centro sorgeva un paesino con una sessantina di persone poverissime, “di aspetto malato e carnagione giallognola”. Affascinante cogliere lo spiccato senso progressista e l’ambizione di Alvise che desiderava far aumentare le rendite per costruire un centro agricolo con alloggi-modello per i contadini, scuole, servizi sanitari. Una vera comunità ideale secondo le teorie illuministiche.
10 Sì, viaggiare ALTO ADIGE
Val d’Ultimo prima in natura
L’INCONTAMINATA VALLE RACCHIUSA FRA MERANO E L’ORTLES È UN PARADISO D’ARIA PURA DI BOSCHI E DI ANTICHE TRADIZIONI DOVE SI PUÒ RITROVARE UNA DIMENSIONE DI VITA PIÙ AUTENTICA E RICCA DI VALORI GLI AMANTI DELLO SCI E DELLE CIASPOLE TROVANO SCENARI DI STUPEFACENTE BELLEZZA PRODOTTI TIPICI A CHILOMETRI ZERO SONO IL VANTO DEI CONTADINI ATTIVI NEI 60 MASI DELLA ZONA IN QUESTE PAGINE: ALCUNE IMMAGINI DELLA VAL D’ULTIMO: I SUOI INCANTEVOLI E INCONTAMINATI PAESAGGI, TIPICHE PAGNOTTE DI PANE MESSE AD ESSICCARE, LA PESCA DELLA TROTA SU UN TORRENTE E UNO DEI LARICI MILLENARI DI SANTA GERTRUDE
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Q
uel nome, Val d’Ultimo, evoca paesaggi arcadici, di una bellezza primigenia e incontaminata. Evoca in un certo senso quello che la Val d’Ultimo in effetti è: un rifugio estremo per gli amanti della natura, desiderosi di staccare la spina da tutto quello che è il “già visto” per vivere il proprio tempo libero immergendosi in essa. Facendo sport, passeggiate, escursioni in alta montagna, raccogliendo funghi, andando alla scoperta delle tradizioni locali o facendosi coccolare in una delle tante Spa degli alberghi della valle che al lusso hanno preferito un’autentica ambientazione di montagna, tutta legno e luce. Il nome Val d’Ultimo in realtà non è altro che la felice (quanto arbitraria) traduzione del toponimo tedesco Ultental, la valle di Ulten. Ovvero di quello che pare sia stato in un tempo remoto il proprietario di gran
parte della valle. La Val d’Ultimo, diciamolo, è un piccolo paradiso. Per arrivarci si abbandona la strada della Val Venosta alle porte di Merano e ci si addentra in una valle lunga una cinquantina di chilometri in cui sono incastonati i quattro paesi: San Pancrazio, Santa Valburga, San Nicolò e Santa Gertrude. Piccole gemme che non hanno ancora venduto l’anima al turismo di massa, tutte strette intorno alle loro chiese e ai loro piccoli cimiteri dalle croci in ferro battuto. Autentici, semplici. La Val d’Ultimo finisce laddove si ergono i primi contrafforti del Gruppo dell’Ortles, cuore pulsante del Parco Nazionale dello Stelvio, area protetta ricca di una flora e di una fauna uniche e teatro di quell’entusiasmante progetto che ha come scopo la reintroduzione dell’aquila reale. In questo senso la visita alla sede Lahnersäge a CONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE
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ISOLA DI ALBARELLA: Villa singola, su due livelli, con vista sul fiordo e sullo specchio nautico. Ampio e luminoso soggiorno, cinque camere da letto, due bagni, porticato e giardino. Cl. Energetica F. Trattative riservate
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12 Sì, viaggiare ALTO ADIGE
Val d’Ultimo prima
prima in natura
:
di staccare la spina da tutto quello che è il “già visto” per vivere il proprio tempo libero immer
parte della valle. La Val d’Ultimo, diciamolo, è un piccolo paradiso. Per arrivarci si abbandona la strada della Val Venosta alle porte di Merano e ci si addentra in una valle lunga una cinquantina di chilometri in cui sono incastonati i quat quattro paesi: San Pancrazio, Santa Valburga, San Nicolò e Santa Gertrude. Piccole gemme
segue dalla pagina precedente
Santa Gertrude offre una molteplicità di spunti interessanti su questo progetto che sta dando risultati incoraggianti. Nella stagione invernale una delle principali attrattive della valle è lo sci. Lo Schwemmalm è un comprensorio molto vasto, che si estende sopra i duemila metri, percorso da 25 chilometri di piste sempre innevate (la stagione chiude il 6 aprile) dalle quali si gode una vista straordinaria sulle vette dell’Ortles. Una seggiovia porta a 2.600 metri di quota ed è il punto di partenza di un reticolo di piste di tutte i livelli. I più audaci si lanciano sulla Asmol che con i suoi 5 chilometri è la più lunga dell’Alto Adige. Allo Schwemmalm, naturalmente, si possono praticare anche lo snowboard, lo sci alpinismo, lo slittino (nella bella pista “Moscha” lunga 500 metri e il mercoledì aperta anche di sera) e lo sci da fondo, i cui percorsi sfiorano i tanti masi incastonati nei luoghi più incantevoli della valle, sempre attivi e attrezzati per l’ospitalità, con tante cose buone da mangiare prodotte dai contadini, come lo speck e lo Schüttelbrot, la caratteristica pagnot-
ta piatta molto croccante, aromatizzata con sale, cumino, coriandolo e semi di finocchio. Al Palaghiaccio di Pracupola è possibile pattinare e giocare a curling. Ma gli amanti della natura in qualche caso allo sci preferiscono le ciaspole, pratica sportiva adatta a tutti, ecologica e per nulla faticosa. I sentieri sono stati tracciati fra i boschi e toccano diversi punti significativi della valle. Raggiungono anche i tre larici millenari sopra Santa Gertrude, che sono il simbolo stesso della Val d’Ultimo. “La valle” dice Paul Rainer, albergatore e presidente dell’Associazione turistica locale “è soprattutto
Ristorante
Alla Fornace Menù
on salatini ella casa c d o v ti ri e a p A te - Polentin Schiette frit e rezz molo sco aglio p Baccalà fre Antipasto di mare, lipi, insalata o p i, tt re e b eroni Gam ppia, gamb latticini di se soio Primi a vas atora sc e p lla Risotto a amberi salmone e g Farfalle con ersona i pesce a p Grigliata d e, Scampo a pescatric Orata, Cod olenta ittura con p Vassoi di fr ne isti di stagio Contorni m orretto o - Caffè c tt e rb o s o Sgroppin si rale compre Vino e mine
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un paradiso per le famiglie, per loro abbiamo predisposto numerosi programmi e offerte e l’ambiente stesso sembra fatto su misura per loro. Le famiglie del posto, custodi di tradizioni che si rifanno al passato, condividono volentieri con l’ospite tante esperienze”. Per i più piccoli è stato creato il parco Family Fun Albi-Lift dove vengono proposti diversi divertimenti. Per i piccoli da 3 a 8 anni sono a disposizione gli animatori dell’asilo sulla neve “La tana dell’orso”. Denominatore comune di qualsiasi attività è il fatto di poter respirare un’aria veramente pura. Come pure i cibi sono genuini.
Menù di Pasqua Aperitivo della
Casa con salatin
i Antipasti Schiette con po lentina Antipasto Forn ace: Gamberetti, Po lipi con sedano , insalata di mar latticini di Sepp e, ia, Gamberoni 1/2 Astice al pr osecco Primi Linguine al Salm one affumicato Farfalle con Sc ampi e funghi Secondi Grigliata mista di pesce (Orata , coda di Rospo Vassoi di frittura , Scampo) mista con pole ntina Insalatine di st agione Dolci Tartufo gelato con liquore Colomba Pasq uale e vino mos cato Sgroppino Caffè e Grappa della casa Vino e Acqua M da tutto lo staff della Fornace inerale compres i
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Sì, viaggiare 13
a in natura SEGUE DALLA PAGINA PRECENDENTE
Un autentico “chilometri zero”. Oltre ai citati speck contadino e pagnotta croccante a lunga conservazione, la valle offre carne d’agnello, le trote dei torrenti della valle, il latte appena munto nei 60 masi della zona, i funghi, le erbe aromatiche, le marmellate. I prodotti tipici locali derivano dall’attività agricola e possono essere acquistati direttamente ai masi, nei negozi di alimentari della zona e distribuiti nei mercati dove vengono venduti senza intermediazioni, nè imballaggi e nessun costo di conservazione. In tema di cose buone è doveroso ricordare che in Val d’Ultimo si era accesa la stella di Giancarlo Godio, grande chef piemontese nato a Parigi ma che ebbe la sua consacrazione con il ristorante “Genziana” aperto a Fontana Bianca, sopra Santa Gertrude. Godio morì in un incidente aereo nel 1994, ma il suo pensiero gastronomico rimane tuttora un punto di riferimento quando si parla di valorizzazione della cucina di montagna. La sua indimenticabile esperienza al Genziana è condensata in un libro, “Giancarlo Godio, una stella della bonne cuisine”, e in un film. Info: Associazione Turistica Val d’Ultimo: tel. 0473 795387 o www.valdultimo.info
IL MAGICO MONDO DI TRAUDI Traudi Schwienbacher (nella foto) è un mito vivente, pioniera com’è della valorizzazione dei prodotti tipici della valle. Il suo maso Wegleit a Santa Valburga è diventato il punto di riferimento per quanti credono nei valori dell’ecologia applicata alla vita quotidiana. Traudi, ancora piena di energie nonostante l’età non più giovanissima, parte dall’allevamento degli ovini per valorizzare il lavoro dei pastori e di quanti lavorano la lana di pecora, ormai da molti considerata senza valore. Lei con la lana fa di tutto: da indumenti a calzature, a oggetti di utilità domestica. Nel 2006 è stata premiata con il Wwsf Prize dalla Women’s World Summit Foundation per la creatività delle donne di campagna. E’ instancabile organizzatrice di corsi di vita naturale, insegna il recupero dei valori delle tradizioni, delle arti e dei mestieri di un tempo per mantenere uno stile di vita in armonia con la natura circostante. Traudi vuole creare sinergie fra l’agricoltura della valle e il settore turistico. Le famiglie di contadini che aderiscono al suo progetto accolgono nelle proprie case i turisti, soprattutto famiglie con bambini, per coinvolgerli nelle loro attività quotidiane. Raccogliere verdure o frutti di bosco, fare marmellate, mungere il latte, portare il fieno nel fienile... Info: 0473 795386.
14 Benessere >> Jet lag sociale: provoca incidenti da sfinimento, distrazione e depressioni
Insonnia digitale: tablet sotto accusa Una ricerca internazionale dimostra la grave interferenza notturna dell’hi-tech ai ritmi del sonno. Meglio spegnere tutto due ore prima di andare a letto di Germana Urbani
D
La ricerca ha dimostrato come l’uso eci sonno si può morire. Lo sa bene chi lavora nei centri di medicina del sonno cessivo e notturno dei dispositivi elettronici che negli ultimi anni stanno registran- portatili disturba il sonno, e dormire poco e do un incremento vertiginoso degli insonni male favorisce lo stress e nuoce alle difese immunitarie. digitali. Secondo gli scienziati la luce dei display Fino a tre anni fa le vittime di questa nuova patologia erano pochissime: oggi retro-illuminati causerebbe una diminuzione sono il 5% dei pazienti del centro multidisci- considerevole della melatonina, l’ormone plinare per i disturbi del sonno dell’Universi- che ha la funzione di regolare il ciclo sonnotà di Torino, addirittura il 40% in altri centri. veglia. Analizzato il tasso di melatonina Ma a preoccupare maggiormente medici e presente in persone, soprattutto adolescenti, osservatori è l’età dei pazienti colpiti, per la dopo che questi avevano giocato, letto, o guardato dei video maggior parte giovani La luce dei display sui tablet con le luci tra i 20 e i 40 anni ma spente, si è visto anche giovanissimi praretro-illuminati dopo due ore di ticamente dipendenti causerebbe la diminuzione che utilizzo la presenza da tablet e smartphodella melatonina dell’ormone dimine con cui giocano, nuisce del 22%. chattano o leggono Nel maggio del 2011 anche un team di fino a tarda notte. A supportare quella che può apparire ricercatori svizzeri avevano rilevato un’altecome una facile deduzione, una ricerca razione dei cicli biologici e delle performance degli studiosi del Lighting Research Center intellettuali dovuta a un’esposizione eccessidi New York (che conta tra i suoi sponsor va alla luce della retroilluminazione Led nei LG Electronics, OSRAM, Philips, Sharp e piccoli device. Tutto questo si spiega con il fatto che Toshiba) pubblicata sulla rivista Applied Erla luce solare è responsabile dell’inibizione gonomics.
della produzione della melatonina, l’ormone del sonno che viene prodotto dalla ghiandola pineale sita alla base del cervello, che ha appunto la funzione di regolare il nostro ritmo circadiano (o ciclo sonno-veglia). Ebbene, la luce emessa dal monitor di un computer, sommata alla breve distanza di utilizzo, basta a confondere il cervello, che inibisce la produzione di melatonina, facendo sì che si sviluppi questo tipo di insonnia esogena definita anche insonnia digitale. Purtroppo il fenomeno è talmente nuovo, cresciuto alla velocità della tecnologia e dei new media, che chi è preda di questi disturbi cerca di curarli con ciò che, invece, li causa. Capita sempre più spesso che i ragazzi passino buona parte delle ore notturne, normalmente destinate al sonno, davanti al proprio computer, navigando, chattando o giocando. E, ironia della sorte, lo giustificano proprio dicendo che non riescono a dormire. I giochi sul web o i social network, spiegano gli esperti, determinano un’attività psichica intensa che, unita all’illuminazione di tablet e smartphone, sposta l’orologio biologico in avanti. In questo modo i ritmi naturali vengo-
no scardinati ed è impossibile dormire bene. Secondo le stime pubblicate dal quotidiano La Repubblica, le fasce d’età maggiormente coinvolte in quella che gli specialisti hanno individuato come una vera e propria patologia sono gli adolescenti (20%) e, soprattutto, coloro che hanno un’età compresa tra i 30 e i 45 anni (50%). Un esercito di sonnambuli che ora bussano alla porta dei centri specializzati nella cura del sonno per tornare a dormire e per ricominciare a vivere bene. Questo tipo di insonnia, infatti, è la causa di ciò che viene definito jet lag sociale, che provoca incidenti da sfinimento e distrazione, danni e depressioni. Per ricominciare a dormire, dunque, non serve assumere “goccine magiche” o peggio, ansiolitici. Addirittura qualche medico somministra melatonina ma sbaglia. Perché in questo caso l’insonnia non è legata a una riduzione patologica dell’ormone della notte ma è provocata dall’eccesso di fonti luminose. La cura per l’insonnia hi tech passa, dunque, per una terapia cognitivo comportamentale, che aiuta a eliminare i comportamenti insani e a ritrovare il sonno. Partendo da un
primo, semplice consiglio: staccare telefono, computer e tablet due ore prima di andare a letto, consentendo così al cervello di andare in stand by. Stendersi sul divano illuminato da una luce soffusa ascoltando musica rilassante per almeno mezzora può darvi la serenità necessaria per spostarvi poi sotto le coperte pronti a consegnarvi a Morfeo. E se proprio dovete usare tablet e smartphone nelle ore notturne non fatelo in camera da letto e indossate degli occhiali con lenti arancioni: riducono al minimo la luminosità che manda in tilt la secrezione della melatonina e che mantiene vigili i centri della veglia. Se tutto questo non basta o proprio non riuscite a staccare la spina dovete preoccuparvi e prendervi a cuore il problema. Rivolgetevi ad un centro di medicina del sonno, dove diagnosticheranno il disturbo e con delle sedute di terapia comportamentale potrete individuare i comportamenti sbagliati, scoprire le strategie per vincere la tentazione di tenere acceso il tablet fino a tarda notte e apprendere le regole di igiene del sonno. Il vostro obiettivo dev’essere tornare a dormire come bambini.
16 Consigli di bellezza >> Se la seduzione passa dalle mani
Manicure rivoluzionaria ad alto impatto visivo Effetti unici ed innovativi per le ultime tendenze delle unghie di primavera
S
di Germana Urbani
i chiama nail art, ed è l’arte di creare decorazioni particolarmente Essie con la nuova collezione Madison Ave-Hue esalta la pienezza dei originali sulle unghie. Di stagione in stagione si affermano tendenze toni pastello dal glicine al rosa, con due uniche eccezioni: un rosso nazionali e internazionali che grazie ai nail tutorial che impazzano fuoco ed un azzurro intenso. Chanel punta sul rosa shocking Fracas, in rete, diventano veri e propri must stagionali. Se, oltretutto, alcune di contrapposto al delicato Emprise nella nuova serie Printemps Precieux. queste decorazioni appaiono sulle mani delle star del cinema il successo Ancora pastelli nella collezione Lovely di Zoya: sei nuances dal finish lievemente metallizzato, ideali per realizzare una half moon romantica è assicurato. Questa primavera sarà l’half moon manicure ad essere tra i nail e delicata. Tra le novità rientrano a pieno titolo gli smalti Thermo Twist Gel protrends più gettonati della prossima stagione. Ideata nei lontani anni ’20, è stata rilanciata da Dita Von Teese, la regina del burlesque, e di posti dal brand tedesco emergente Alessandro International. Si tratta di vernici per unghie studiate per cambiare colore in base alla temperatura recente sfoggiata da star come Rihanna e Jennifer Lopez. corporea. I vibranti colori scelti assumono sulle Per realizzare questa decorazione occorre Un colore per la unghie una colorazione sfumata, declinata su evidenziare lo spazio semisferico alla base mezza luna alla base nuance in perfetto abbinamento tra loro. dell’unghia, a forma di mezza luna, con un Ma anche Kiko Make Up presenta 16 colore di smalto più scuro rispetto al resto dell’unghia e un altro nuove tonalità di smalto ad effetto sabbiato: dell’intera superficie, o con un altro colore che per tutto il resto Sugar Mat Nail La texture di questi prodotti crei comunque un contrasto. E non si badi è caratterizzata da un particolare finish matroppo ai toni. L’half moon della prossima primavera-estate si preannuncia infatti ricca di colore, con effetti che terico. Con una pioggia di granelli di zucchero grazie alla formula con micro particelle granulose, la manicure targata Kiko risulta ricca e non spaziano dalla vivacità della pop art alla delicatezza degli acquarelli. Per chi vuole provare inediti accostamenti non c’è che l’imbarazzo prevede l’aggiunta di top coat. E chi non ama gli eccessi potrà affidarsi ai marchi più rinomati della scelta, a giudicare dalle prime anticipazioni sulle new entry di alcune collezioni. Si arricchisce di toni accesi – giallo, arancio, viola, che, per la cura e l’eleganza delle unghie, propongono bouquet fioriti CONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE verde - quella degli Smalti Pret a Porter di Deborah Milano, mentre di colori pastello.
storie di vita reale
“ DIVERSAMENTE RICCHI “ la mia verità, storia di matteo terrazzan Per me la disabilità non è un blocco, un handicap, non è essere un peso in tutti gli ambiti, come pensano alcuni. Certo, noi “diversamente abili” non abbiamo tante marce come la “gente normale“, però vediamo più da vicino le cose. Il termine “diversamente abili” lo odio, preferirei dire “diversamente ricchi”. Perché non si tratta di cosa e quanto si sa fare, ma della qualità di ciò che si vive, ci sentiamo ricchi nel cuore e nella mente. Viviamo le relazioni e la vita con l’intensità e la profondità di chi, a causa della propria condizione, si è abituato a vivere il presente. Ci siamo dovuti abituare a riconoscere perfettamente l’amore o la pietà nelle azioni degli altri, vi posso assicurare che ricevere la pietà
al posto dell’amore non lo auguro a nessuno. Voi come vi sentireste ? Riconosciamo molto più facilmente la sincerità di un gesto o di una parola detta, proprio perché viviamo l’intensità del presente. Noi “diversamente ricchi” spesso pensiamo che “voi normali” vedete il mondo in un unico modo, il vostro, non cogliete la diversità come una ricchezza ma come un deficit da risanare, vivete di corsa e sempre pensando al domani, non vi fermate ad ascoltare e capire non solo noi ma nemmeno voi stessi. Ho trent’anni ed è solo attraverso i ricordi degli altri che vi posso testimoniare cosa vuol dire avere una malattia come la mia, di quello che mi succede per fortuna non ricordo mai un bel niente: da quello che mi dicono, una mattina cominciai ad avere come delle scosse, a respirare male e ciliegina sulla torta, iniziai
a parlare alla Sandro Ciotti dopo essermi morso la lingua. A 15 anni mi hanno detto che avevo Il Grande Male, una forma di Epilessia, non ne faccio un dramma, anche perché c’è gente “diversamente ricca”, molto più “ricca“ di me. Mi hanno chiesto spesso “Ma un giorno tu lo vorresti un fratello disabile?” ed ho risposto “Ma certo, anzi se mi sposassi, vorrei anche avere un figlio come me”. Vi starete chiedendo probabilmente quale sarà il mio futuro, bhè non avendo come tanti giovani le tre cose fondamentali, ovvero amore rispetto e indipendenza, non ci penso in questo periodo, è troppo nero. Per far capire cos’è la disabilità una soluzione sarebbe fare come Gandhi, una risoluzione non violenta ma forte! Matteo Terrazzan
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Aiutiamoli a vivere Comitato Brenta Saccisica
SORRISO LEGNARO
Comune di Sant’Angelo di Piove
Comune di Legnaro
18 Consigli di bellezza >> Se la seduzione passa dalle mani
Manicure rivoluzionaria ad alto impatto visivo
SEGUE DALLA PAGINA PRECENDENTE
Si chiama PixieDust la nuova collezione di Zoya ricca di tonalità intense e fashion per una manicure di tendenza, femminile e dal raffinato effetto sparkling grazie ai glitter che invadono tutte le nuances
Butter London presenta la Catwalk Pastels, sei tonalità che rubano il colore alla caramelle e agli ultimi trend visti in passerella per una manicure delicata e affascinante
OPI introduce novità interessanti con la Mariah Carey Collection, una raccolta di otto smalti ispirati alla famosa diva del pop. Nuance femminili e dalle texture estrose come la celebre cantante
Belle unghie: poche accortezze
S
fatiamo l’idea che per avere mani e unghie perfette sia necessario passare ogni settimana al centro estetico. Ci sono moltissime accortezze che una donna può adottare per la bellezza delle proprie mani. Vale sempre, per esempio, un vecchio consiglio della nonna che prevede di andare a dormire di tanto in tanto indossando guanti di cotone dopo avere distribuito sulle mani una buona crema nutriente e corposa. Anche lasciare periodicamente le unghie al naturale è un ottimo consiglio. E’ vero che lo smalto, può svolgere sull’unghia un’azione protettiva dagli agenti esterni, ma lasciarle respirare liberamente qualche giorno, frizionandole solo con olio d’oliva fino a completo assorbimento, non farà male. Se avete delle unghie fragili, inoltre, ricordate che possono essere curate naturalmente immergendole, a sere alterne, in olio di
Gli smalti Thermo Twist Gel sono l’ultimo prodotto dell brand Alessandro International. Splendide vernici per unghie studiate per cambiare colore in base alla temperatura del corpo
oliva intiepidito a bagnomaria. Per rinforzarle occorrerà, poi, adottare una dieta equilibrata, ricca di vitamine, minerali e sostanze nutritive avendo cura di assumere il calcio, silicio, zolfo, proteine sulfonate che troviamo nei crostacei, molibdeno e zinco, presenti in latticini, legumi, uova, pesce, germe di grano e riso integrale. Per avere unghie sane e forti è necessario anche non dimenticare mai i piccoli gesti di cura quotidiana: applicare crema da mani nutriente ogni giorno massaggiando in modo che la crema si assorba fino in profondità e a giorni alterni l’ olio specifico per le cuticole: ammorbidisce le cuticole e nello stesso tempo aiuta anche le unghie a crescere forti e nutrite. Durante i lavori domestici indossate sempre guanti con l’interno in cotone. (La scelta dei prodotti per questa pagina è a cura di Germana Urbani)
Urban Decay propone il kit di smalti e vi declina le diverse sfumature che hanno reso celebre l’omonima palette, per una combinazione incredibile tra occhi ed unghie Davvero originali le decorazioni uniche dei Ready-to-Go nail patch laquer di Kiko Make up Milano. Si tratta di smalto adesivo da applicare sull’unghia per un risultato naturale, eccentrico e semplice
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20 Crucilibro
A volte rischiare è il solo modo per vincere, anche nell’ambiguità Troppo forte, quasi insopportabile, il potere che la persona che amiamo ha su di noi. E, spesso, un Barbablù nelle nostre vite esiste
Barbara Fiorio
Simonetta Agnello Hornby
Amélie Nothomb
Kim Leine
Margot, giornalista precaria
Bede, bellissimo e ambiguo
Saturnine, una giovane belga
Morten Pedersen Falck, un pastore di anime
Alter Ego
Un lavoro che la fagocita
Anna, da tempo gravemente malata
Barbablù, un nobile spagnolo
Gli istinti piu’ bassi dell’uomo
Location
Genova, una città lenta
Una misteriosa villa siciliana
La casa di un antico palazzo parigino
Copenaghen, prima e la Groenlandia poi, tra il 1785 e il 1793
Caterina, ottantenne fuori dal comune
I figli di Anna
Le altre fidanzate uccise di Barbablù
“un misero numero di selvaggi da istruire al codice di Dio”
Intrigo
Margot ha trent’otto anni, un gatto, un fidanzato soprannominato Tormento e un lavoro precario. La caporedattrice del quotidiano dove lavora la costringe a lavori assurdi
Anna è la capostipite di un’antica famiglia. E’ gravemente malata e di lei si occupa Bede, il bellissimo ma ambiguo factotum della tenuta. I figli vogliono capire come vanno le cose
Barbablù è un uomo che cela un segreto in una camera oscura inaccessibile alle sue compagne. E’ un seduttore che colleziona amanti, che nel tempo spariscono nel nulla
Il giovane Morten studia da pastore ma preferisce l’anatomia. Si sposa con la ragazza con cui si innamora ma è preda delle passioni più oscure, dai bordelli
Finale
Un giorno incontra Caterina, una signora che presto finisce nei guai. Margot decide di aiutarla e si improvvisa detective per capire chi ha interesse a rovinare la vita di Caterina
Appena giungono nella casa della madre iniziano a discutere della situazione finanziaria. Emergono molti interrogativi che devono trovare risposta il prima possibile: chi è Bede?
Saturnine è la nona inquilina e sarà la nona amante. Scopre chi è davvero il nobile e pur amandolo lo punisce con la morte per i suoi crimini
Lascia la famiglia per la prigione che rappresenta la Groenlandia dove spera di ritrovare se stesso convertendo i pochi abitanti. Ma lì inizierà un duello con la sua parte oscura
La storia di un’amicizia capace di L’autrice mette in scena un annullare il tempo e ci accompagna micromondo che pare allargarsi, nel mondo di chi affida ai con un brivido, a rappresentare i numeri i propri sogni, fatto di guasti, le ambizioni e le ansie di contraddizioni, speranze e desideri liberazione dell’universo famigliare, che sono quelli di tutti tutto intero
La storia tenta di rispondere a grandi interrogativi: cos’è l’amore e in che misura i nostri abissi e le nostre paure ci distruggono e ci rendono complici al punto di non poterci più perdonare?
Romanzo di formazione, d’avventura, poetico e brutale. E’ diventato subito un caso editoriale, fa conoscere nel nostro Paese uno scrittore che merita particolare attenzione
Amélie Nothomb Barbablù Voland, pp. 128 € 14.00
Kim Leine Il fiordo dell’eternità Guanda, pp. 560 € 25.00
Eroe - Eroina
Co-Protagonisti
Cosa dire del libro
Leggere… Leggere
Barbara Fiorio Buona fortuna Mondadori, pp. 204 € 14.90
Simonetta Agnello Hornby Il veleno dell’oleandro Feltrinelli, pp. 224 € 17.00
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Non solo econcerti non solo 22 18 Concerti
Mille e ancora mille...
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Pagina a cura di Graziano Edi Corazza
IN VENETO Domenica 5 maggio 2013 ore 21:15 Gran Teatro GEOX - Padova
JOHN PETER SLOAN IN “I’M NOT A PENGUIN” UNO SPETTACOLO DI JOHN PETER SLOAN E ANTONIO DE LUCA
Lo spettacolo di John Peter Sloan, “I’m not a penguin”, previsto al Gran Teatro Geox domenica 27 gennaio 2013, è stato spostato al 5 maggio. I biglietti già acquistati rimangono validi e la prevendita per lo spettacolo continua ad essere aperta. “I am not a penguin” è un tipico “stand-up comedy” alla “inglese”: un palco con pochi elementi scenografici, un solo comico, un microfono. Mentre i precedenti spettacoli (Culture Shock, Full Moon, Instant English) prendevano di mira le differenze culturali tra Inghilterra e Italia, disegnando situazioni comiche partendo ad esempio dall’osservazione dei luoghi comuni, “I am not a penguin” sviluppa una visione piu’ ampia e piu’ complessa, in cui il racconto di un percorso biografico apre continuamente a digressioni, paradossi, esempi e dimostrazioni che divertono attraverso lo spiazzamento, l’ironia e l’adattamento di alcuni grandi canoni della comicita’ anglosassone al gusto di un pubblico italiano. “I am not a penguin” è un viaggio lungo una vita, disseminato di riflessioni, battute, aneddoti e domande, per scoprire la Birmingham che è dentro di noi e quel pezzo d’Italia che avevamo forse dimenticato. Lo spettacolo è in buona parte in italiano e non crea alcun problema di comprensione a chi non conosca bene l’inglese, anzi la lingua diventa il primo strumento per una comicità fuori dal coro. Padova. Premio Letterario Galileo 2013.
INCONTRI CON GLI AUTORI FINALISTI I cinque finalisti del Premio Galileo per la divulgazione scientifica 2013 presenteranno le loro opere durante alcuni incontri serali aperti a tutta la cittadinanza e incontri mattutini dedicati alle scuole, organizzati presso il Centro Culturale Altinate San Gaetano. Il primo incontro sarà il 9 aprile 2013, ore 21.00, con Frank Close che presenterà il volume “Neutrino”. Centro Culturale Altinate San Gaetano - Dal 9 aprile al 9 maggio 2013, orari diversi Questi i protagonisti: 9 aprile, ore 21.00 - 10 aprile, ore 10.30 - Frank Close Neutrino, 2012 Raffaello Cortina. La mattina del 23 febbraio 1987 un potente scroscio di neutrini, provenienti da una supernova in una galassia remota, ha raggiunto la Terra e ha letteralmente attraversato i suoi ignari abitanti. Quasi sicuramente voi non ve ne siete
EVENTI
accorti! Di taglia piccolissima e di massa pressoché nulla, i neutrini sono quasi inafferrabili. Teorizzati da Wolfgang Pauli nel 1930 per risolvere le anomalie nei processi di decadimento nucleare, sono stati poi descritti in eleganti quadri teorici da Enrico Fermi e da Bruno Pontecorvo, ma sono stati “osservati” solo a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Ancora oggi sfidano la nostra comprensione della fisica delle particelle. 16 aprile, ore 21.00 - 17 aprile, ore 9.30 Giorgio Vallortigara La mente che scodinzola, 2012 Mondadori. Ci sono due idee sulle menti e i cervelli che diamo per assodate. La prima prende origine dalla concezione secondo cui esisterebbe una sorta di scala ascendente delle creature viventi, che vede collocate sui gradini più bassi le creature meno complesse e meno evolute e agli apici quelle più complesse ed evolute. Tale gerarchia si applicherebbe a tutte le strutture dell’organismo, cervello incluso. Vi sarebbe perciò anche una scala ascendente e progressiva delle funzioni mentali, con la sommità occupata dalla nostra specie. La seconda è l’idea che i cervelli servano a darci una rappresentazione veridica della realtà. Le due idee hanno in comune vari aspetti, tra cui quello, ritiene l’autore, di essere entrambe sbagliate. L’idea dominante del libro è che l’evoluzione sia una storia di aumento di complessità di strutture che divengono così sempre migliori. 24 aprile, ore 11.30 e ore 21.00 - Sergio Pistoi Il DNA incontra Facebook - Viaggio nel supermarket della genetica, 2012 Marsilio Con pochi click e qualche goccia di saliva, chiunque può acquistare online una scansione del proprio DNA e ricavarne un profilo genetico personalizzato. È l’alba della genomica di consumo, che unisce i progressi della biologia alle potenzialità di internet. Con pochi euro possiamo guardare nel nostro patrimonio genetico e ottenere informazioni sul rischio futuro di malattie, sulla tolleranza ai farmaci, sulle nostre origini genealogiche ed etniche, e condividere questi dati in rete. E’ l’avvio del social networking genetico. Sarà affidabile? Sergio Pistoi per esplorare questo nuovo mondo ha affidato il proprio DNA a uno dei tanti siti di genomica personalizzata e ci racconta le speranze e le angosce di questa esperienza. 29 aprile, ore 11.30 e ore 21.00 - Massimo Bucciantini, Michele Camerota, Franco Giudice - Il telescopio di Galileo, 2012 Einaudi Spesso descritta in modo lineare e al limite della banalità, l’invenzione del telescopio assume nel libro, grazie anche alla pubblicazione di numerose lettere e documenti d’archivio inediti, i tratti di una storia più complicata e sofferta, dove in primo piano non c’è solo Galileo. Con lui, protagonisti sono matematici, astronomi, filosofi e teologi come Paolo Sarpi, Johannes Kepler e il cardinale Bellarmino, ma anche artigiani, uomini di corte, ambasciatori, nunzi pontifici e sovrani come Rodolfo II, Enrico IV e Giacomo I, insieme a poeti e artisti della levatura di John Donne e Jan Brueghel. 7 maggio ore 11.30 e ore 21.00 - Sam Kean Il cucchiaino scomparso e altre storie della tavola periodica degli elementi, 2012 Adelphi (Traduzione di Luigi Civalleri) Ideata da Dmitrij Mendeleev e Julius Lothar Meyer, la tavola periodica degli elementi continua a restare per lo più congelata nell’inerzia dei ricordi scolastici. Il libro di Sam Kean – intreccio di eclettismo disciplinare e vasta erudizione – spalanca, dietro ogni simbolo e ogni numero atomico, sequenze inimmaginabili in tutti gli ambiti dell’esperienza e della conoscenza umana. Da quelle arcaico-antropologiche sull’antimonio a quelle storico-politiche sul molibdeno, o ancora quelle medico-sanitarie sulla tossicità del nitrato d’argento o, infine, quelle fisico-cosmologiche. Anche in occasione dell’edizione 2013 del Premio letterario Galileo, l’Assessorato alla Cultura promuove il concorso “Recensire la scienza”. L’obiettivo del concorso è quello di sensibilizzare gli studenti universitari in primo luogo e in generale quanti hanno interesse per le tematiche del Premio Galileo utilizzando la forma di comunicazione del social network “Facebook”, molto vicina ai giovani. La cerimonia ufficiale del Premio Galileo che avrà luogo il 9 maggio 2013 – pomeriggio – nell’Agorà del Centro culturale Altinate/San Gaetano. La pagina facebook del concorso e’ www.facebook.com/premio.galileo.padova. Il Premio letterario Galileo è inserito in UNIVERSI DIVERSI. Arte e scienza tra sacro e profano.
La nuova rassegna comici che si terrà al teatro Romano di Verona
UNA NUOVA RASSEGNA PER LA PROSSIMA ESTATE! A VERONA 29 maggio 30 maggio 31 maggio
PAOLO MIGONE
Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere ANGELO PINTUS Ti boccio a prescindere ALE & FRANZ Recital
PAOLO MIGONE torna a Verona dopo il grande successo riscosso da poco in città! L’originalità dello spettacolo “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere” sta nel fatto che ricorda le principali differenze di funzionamento tra uomo e donna, sostenendosi su situazioni quotidiane che tutti conosciamo, tenendo presente il confronto di ogni generazione. Grazie al professor Paolo Migone, infine comprenderemo come fare di queste differenze una fonte di complicità, e non di conflitto. Risultato: si ride molto, di se stessi, della propria coppia o dei propri genitori, ma soprattutto, si dispone di nuovi dati per comprendere l’altro sesso e girare in scherno alcune situazioni che possono diventare fonte di discordia. ANGELO PINTUS è un attore comico di grande successo proveniente dalla fortunata trasmissione televisiva Colorado. “Ti boccio a prescindere” è uno spettacolo dove vengono accontentati gli uomini perché si parla di sport e soprattutto di calcio (il suo ultimo personaggio è un esilarante Jose Mourinho), e dove vengono accontentate le donne perché si parla di sesso a del sesso visto dalla parte delle donne, delle scuse banali degli uomini (una volta fa freddo, una volta ero intimidito, una volta pensavo alla mia ex), ma anche della bellezza di conquistare una donna dedicandole una canzone, fino al momento in cui lei ti guarda negli occhi e ti dice: o non ti merito! Tra imitazioni e musica un viaggio attraverso quella che è la triste realtà di oggi. ALE & FRANZ portano in scena “RECITAL”, spettacolo in cui alternano i momenti più significativi della loro carriera a nuove intuizioni del loro rapporto artistico. Sul palco sfileranno i personaggi più amati dal grande pubblico ma anche momenti e personaggi inediti e improvvise improvvisazioni; ogni serata potrebbe quindi risultare differente dall’altra. Questo Recital è un vero e proprio progetto di laboratorio artistico in continua evoluzione pensato per la costruzione di un nuovo futuro spettacolo. Ale e Franz , irresistibili acrobati verbali, con le parole sono in grado di fare qualsiasi cosa: tutto viene detto per essere negato, riaffermato e quindi negato ancora in un vortice di iperboli verbali che diventano surrealismo puro. La comicità di Ale e Franz raccoglie in sé l’antica eredità delle grandi coppie della storia comica italiana che, battuta dopo battuta, sempre intelligenti, mai scontate o banali, riesce ogni volta a centrare l’obiettivo: fare ridere il pubblico intrappolandolo in una corsa senza fiato che sfocia nel puro nonsenso.
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24 I nostri esperti iNForMaZioNe sociaLe
Dott. Laura Traversi
Lavoro sociale e nuove tecnologie
La nostra esperienza quotidiana di utilizzo delle tecnologie è quella di esservi immersi (cellulari, internet, tv interattiva) e di farne un largo uso e per diversi scopi: orientarci fisicamente in un territorio (navigatori, mappe digitali), accedere e scambiarsi informazioni di qualsiasi natura (chat, blog, social network), approfondire argomenti, documentarci e fare ricerca (siti specifici), acquistare beni e servizi. Il mondo è online e abbiamo la sensazione che tutto sia alla nostra portata, specialmente quando sappiamo cosa cercare. Le nuove tecnologie sono entrate prepotentemente anche nel lavoro sociale ma non sempre riescono ad essere amate dai professionisti dei Servizi: essi sono consapevoli della loro utilità nella esperienza personale di tutti i giorni, ma faticano a comprendere come farne buon uso anche nel proprio lavoro. Eppure le nuove tecnologie possono rappresentare uno strumento importantissimo per avvicinare cittadino e istituzioni: se abbiamo bisogno di contattare i Servizi Sociali del nostro Comune, oggi ci viene automatico cercarli
sul web, non sulle pagine gialle; e una volta trovato un numero di telefono e un indirizzo mail, probabilmente opteremo per una mail invece della telefonata. Sul sito istituzionale del Comune potremmo trovare in breve tempo anche qualcosa di più di una informazione, per esempio i Regolamenti di funzionamento dei Servizi (dell’Asilo Nido o del Servizio di Assistenza Domiciliare); alcuni Comuni più attenti condividono on-line la propria Carta dei Servizi, ovvero la guida che definisce i criteri per l’accesso, le modalità del relativo funzionamento, le condizioni per facilitarne le valutazioni da parte degli utenti e dei soggetti che rappresentano i loro diritti, nonché le procedure per assicurare la tutela degli utenti (art. 13 della L. 328/2000). Una prima navigazione nei siti dei Comuni della Saccisica mostra che l’informazione al cittadino tramite il web non è ancora una priorità del lavoro sociale: le informazioni sono poco finalizzate (quando aggiornate) e se volessi capirne davvero qualcosa dovrei comunque contattare il Servizio o prendere
un appuntamento; i Comuni di Pontelongo, Polverara, Legnaro hanno aggiunto al sito un altro canale di informazione che consente, almeno potenzialmente, una maggiore interazione tra ente e internauta, aprendo una pagina Facebook istituzionale; servirsi, con competenza, di questi strumenti significa aprire al cittadino nuove porte “virtuali” attraverso cui per esempio potrebbe scoprire, nella propria città, servizi che non pensava nemmeno esistessero; questa conoscenza è già un avvicinamento delle parti, e può crescere ancora all’interno di un sistema di interazione più dinamico e flessibile, lontano dallo schema “telefonata/appuntamento/ incontro in ufficio” a cui ancora molti servizi si tengono saldamente legati, con una presunzione di potere che si vorrebbe da più parti superato (sei tu cittadino che vieni da me istituzione). Un’altra fantasia tecnologica per i Servizi Sociali? Perché non pensare che per una informazione io possa chiederla ad una Assistente Sociale via Skype? La sfida delle nuove tecnologia
in realtà richiede all’Ente e ai suoi Servizi una preparazione e una disponibilità che non è scontata, e sulla quale solo negli ultimi anni cominciano a vedersi i primi investimenti. Vi lascio un esempio tra tanti, relativo al poter incrociare in modo telematico le domande di cambio alloggio di famiglie che occupano case di edilizia popolare: se la mia casa è diventata troppo piccola per la mia famiglia, o se è troppo grande per chi è rimasto solo (sottoutilizzo di risorse pubbliche) non è interesse dell’istituzione fare di tutto per trovare una risposta a istanze di miglioramento o a esigenze di ottimizzazione dei propri beni? Le nuove tecnologie possono far muovere gli ingranaggi, più di una “pratica” che rimane negli uffici dell’impiegato di turno e comunque all’interno del sistema “scambio alloggi” del proprio Comune. Infine per noi cittadini, alle prese con le nostre domande e il nostro bisogno di informazione: non accontentiamoci di un numero di telefono, pretendiamo sempre anche una email.
Assistente Sociale Laura Traversi
www.percorsi.pd.it
La Regolazione Naturale della Fertilità (RNF)
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
PIOVE DI SACCO
La RNF è stata sviluppata da gli scienziati che compresero che Dio ha messo nel corpo della donna la soluzione del problema della regolazione dei concepimenti, quindi della natalità. All’interno del ciclo si avvicendano dei segni, detti marcatori biologici, i quali indicano se la donna si trova nel periodo fecondo oppure infecondo. Il ciclo mestruale inizia con il primo giorno di flusso di sangue e termina il giorno che precede il flusso successivo. Tra questi segni si trovano il muco cervicale osservabile da ogni donna e la temperatura basale, ovvero misurata al risveglio. Registrando queste due caratteristiche su apposite cartelle ed interpretandole secondo le regole precise, si riesce ad individuare con successo il periodo fecondo ed infecondo.
Quando i coniugi Roetzer e i coniugi Billings cominciarono a lavorare sui metodi naturali erano controcorrente. Settant’anni fa gli studi medici erano orientati a trovare i meccanismi che manipolassero, bloccassero la fertilità della donna, in modo particolare attraverso la pillola. L’obiettivo dei metodi naturali è quello di suscitare nella donna la consapevolezza della sua INDIVIDUALE fertilità. Questi metodi affermano la DIGNITA’ della donna a cominciare non dal rifiuto, non dalla soppressione ma dal RECUPERO delle caratteristiche proprie della femminilità. Il recupero significa la percezione della propria corporeità e la valorizzazione della relazione di coppia intesa come relazione tra uomo e donna. La RNF valorizza la maternità e la paternità. Tra i grandi promotori
Cortile Martinocontribuì 4/5 alla legalizzazione nelleS.coppie dei Metodi Naturali e difensori riuscì ad impedire dell’aborto in America. Egli la RNF la della vita va menzionato p. Paul che praticavano tel. 049 9710482 fax 049 5841014 commise 75.000 aborti; il maschile forzata Marx, fondatore del movimento sterilizzazione dal lunedì al mercoledì 8.30-12.00 da Indira primo era suo figlio. Human Life International. Egli commissionata giovedì 8.30-12.00 e 15.00-18.00 comprese che non è possibile Gandhi negli anni settanta. Quando vide, grazie agli degli ultrasuoni, arginare l’aborto propagando Fortunatamente la commissione sviluppi seppe SAONARA dare l’ecografia di un aborto fece mezzi contraccettivi, anzi medica indianaSEDE gli ultimi fanno iniziare la valore al metodo naturale una rivalutazione di tutta la sua Via Roma, 50 - tel. 049. 644629 vita sessuale precocemente, insegnato da madre Teresa. Lei vita e della sua professionalità martedì 15.00-18.00 se come medico che il 9.00-12.00 COLTIVARE la echiedendosi favorendo lacerazioni comprese giovedì non 9.00-12.00 aveva giurato di salvare la minaccia il e benessere psicologiche, relazionali, vita nonmercoledì aborti e malattie veneree. La degli altri e non toglie lo spazio vita. ragione per cui le ragazzine vitale agli altri. Lei ammoniva le Il suo documentario educativo di quinta elementare, inCODEVIGO: Italia, moderne democrazie dicendo “The silent scream” (Il grido nel Bar Centrale vengono vaccinate contro che quando una nazione, per silenzio) e il libro “The hand of venerdì 8.30-10.30 Sei un Pensionato? Human Papilloma Virus è che si una decisione di maggioranza, God” (La mano di Dio) stanno Lo sai cheil quest’anno giro del globo. l’uccisione dei facendo spera di renderle immuniCORREZZOLA: contro legalizza sala sopra bambini bibliotecanel grembo materno,NON ARRIVERÀèil l’esempio CUD via posta Nathanson che il si TI certe malattie a trasmissione giovedì trasforma in quel male che voleva male non è ineluttabile e che sessuale ma quello che urge9.00-11.00 più di tutto è un’educazione al debellare, ovvero una tirannia. non è mai troppo tardi o invano S. ANGELO DI PIOVE: rispetto di se stesse. Paul Marx Un’altra persona di spicco nel accogliere la GRAZIA del Casa dell’Anziano campo18.00 della promozione della perdono. si impegnò nella missione di 15.00mercoledì educare all’Amore, insegnando vita è Bernard Nathanson, un La RNF è una risposta alla questione della natalità dettata a SCEGLIERE la Vita. LEGNARO: Madre ginecologo, fondatore della presso i nostri sportelli Bar Centrale NARAL (National Abortion dalla conoscenza e dall’amore. Teresa di Calcutta, promotrice lunedì Rights Action League), il quale di una CULTURA della Vita8.30-10.30
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26 I nostri esperti da cHe Parte gira L’ecoNoMia
A cura di Lorenzo Sartiè
In pieno oceano durante la tempesta visto che lo stato le ha aiutate non poco, a volte con risultati “discutibili”. Imponendo dei cicli di pagamenti più brevi e delle procedure velocissime in caso di insolvenza, con la possibilità di sospendere la tassazione fino all’escussione del debito. Poi magari cominciando a pagare i miliardi di debiti verso i fornitori dello stato, consentendo anche di compensare iva e imposte.
Costituire con urgenza un fondo di garanzia sovrano per fornire le garanzie necessarie all’internazionalizzazione, non per la delocalizzazione come invece è stato fatto, favorendo le imprese e recuperare così credibilità sul mercato estero. Invece sembra una barzelletta. Avanzo soldi dallo stato e quindi non posso pagare le tasse. Lo stato allora mi pignora la casa e mi mette in mezzo
Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inviate all’indirizzo presidenza@consorziovenetocostruttori.it
Auguri di Buona Pasqua
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alla strada. Prima però vuole l’IMU, che versa ad una banca, la quale invece di darmi credito mi chiude i conti e mi fa fallire, trascinando in questo vortice altre imprese. Viaggio spesso per lavoro all’estero, e quando mi chiedono come va in Italia restano a bocca aperta. Magari non se ne parla, in altri paesi europei le cose vanno peggio di qua, eppure rimangono basiti su quanto poco si sia fatto e si stia facendo nel nostro paese. Siamo ormai ad un livello di tassazione non più sostenibile, paghiamo un’infinità di tasse e gabelle che all’estero non sanno neppure cosa significhino, paghiamo anche per avere servizi che normalmente sono gratuiti perché compresi nella normale tassazione. Paghiamo tutto e tutto di più rispetto agli altri paesi. Eppure indomiti e caparbi restiamo qui a combattere tutti giorni. Sempre più deboli , sempre più stanchi, sempre più sfiduciati e sempre più soli. Ormai si lavora sette giorni su sette, 14 o 16 ore al giorno, con il triste sapore dell’amarezza, senza gioia e senza quel sentimento di orgoglio tipico del nostro essere imprenditori. E’ dura anche a casa. E’ difficile in momenti come questi perfino esibire un sorriso, scaricare la tensione e trovare nel conforto familiare quella serenità necessaria per avere una vita sufficientemente normale. Tornati a casa, nervosi, preoccupati, cupi e taciturni, con nell’anima un turbinio di pensieri negativi, con l’afflizione della sconfitta morale e professionale del fallimento, risulta difficile guardare negli occhi i propri figli e procedere a testa alta. Non c’è molto da essere ottimisti ora. Adesso si devono solo unire le forze tra imprenditori e resistere perché questa condizione non migliorerà prima di due o tre anni. Siamo in alto mare su tutto e quindi tutto lascia presupporre che anche stavolta gli imprenditori se la dovranno cavare da soli… come sempre.
menù alla carta e non solo
Tempo fa scrissi un pezzo intitolato “parce sepulta”, ovvero riposate in pace. Trattava della triste catena di suicidi di imprenditori. Questa catena ad oggi non solo si è arrestata, ma purtroppo è addirittura aumentata. Colpito dalla crisi e chiuso in un angolo l’imprenditore tipico veneto, ma non solo lui, quasi sempre per non vedere vanificati sacrifici di una vita, per orgoglio e dignità le ha provate tutte. Ha bussato a tutte le porte, a cominciare da quelle dei debitori (comprese le amministrazioni pubbliche), delle banche e dei fornitori. Non ottenendo risposta da nessuno di questi anche se qualcuno fa il furbo, ha venduto o impegnato tutto per far fronte alle spese. Un estremo tentativo per salvare gli operai e le loro famiglie, verso i quali si sente responsabile e verso i fornitori che sono messi come o peggio di lui. Più di qualcuno ha venduto l’auto ed i gioielli di famiglia. Alla fine senza più nulla, ma ancora pieno di dignità ha deciso di farla finita. Se è pur vero che anche gli imprenditori hanno le loro colpe per non aver saputo leggere nelle trasformazioni di mercato e che hanno dimostrato i loro limiti imprenditoriali messi in luce dalla crisi, è altrettanto vero che ora servono azioni concrete a sostegno. Gli sportelli di ascolto con il sostegno psicologico aperti presso le associazioni o le amministrazioni pubbliche, sono sicuramente utili ed importanti. Ma non bastano. In questo periodo servirebbero azioni concrete da parte politica. Tuttavia però la situazione attuale è quella che è. Grande confusione ed incertezza, ad essere ottimisti. Servono azioni concrete per rimettere in moto un’economia che ormai arranca. Per mettere in atto queste azioni servono decisioni competenti e soprattutto rapide. Non qualche mese come si prospetta, al massimo qualche giorno. Spesso mi chiedo a chi dovranno essere imputate queste morti. Alla crisi? Troppo facile. Alla concorrenza straniera? Troppo banale. Alle banche? Sicuramente anche, ma non da sole. La responsabilità più grossa è proprio della parte politica che nulla o quasi ha fatto. In un paese come il nostro, dove le aziende micro piccole sono la stragrande percentuale, era doveroso agire prime e con decisione. Come? Molto semplicemente assicurandosi che le banche continuassero a concedere i crediti commerciali,
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28 I nostri esperti
L’autostima PsicoLogia deL Lavoro
Dott. Lara Tasso
L’autostima può essere definita come l’amore che abbiamo per noi stessi, e deriva dal confronto tra i successi ottenuti e le aspettative corrispondenti (James, 1890). Rogers (1951), sostiene che l’autostima consiste nel bisogno di essere considerati positivamente, e si concretizza nell’autorealizzazione, in contrapposizione all’insicurezza. L’autostima deriva dal confronto tra il sé ideale e il sé percepito. Il primo si riferisce a come una persona vorrebbe essere, mentre il secondo è come la persona pensa di essere. Negli individui con bassa autostima si riscontra una notevole distanza tra il sé ideale e quello percepito. Ognuno di noi cerca di comportarsi in maniera coerente con il proprio concetto di sé, e cerca di indurre gli altri a
confermare la percezione di se stesso. Per fare un esempio, supponiamo di percepire noi stessi come persone estroverse e di essere inviatati a una festa: tenderemo a dimostrarci socievoli e aperti, così da confermare l’immagine che abbiamo di noi. Se notiamo un’incongruenza tra il sé percepito e un’esperienza reale, possiamo attivare meccanismi di difesa, come la negazione dell’accaduto. L’autostima è un costrutto complesso, che coinvolge l’emotività, le relazioni interpersonali, il vissuto corporeo, la propria capacità di intervenire nell’ambiente circostante, il successo scolastico e lavorativo, la vita familiare. Il modo in cui valutiamo noi stessi si basa sull’assegnazione di attributi da parte degli altri, sull’identificazione di attributi
tramite il confronto con persone che giudichiamo simili a noi, e sull’auto-osservazione. L’autostima si forma fin da piccoli, in base alle esperienze vissute, e a come gli altri, genitori in primis, hanno risposto ai nostri successi e insuccessi. Persone con buona autostima, infatti, hanno spesso avuto genitori accoglienti, che mettevano il bambino a confronto con compiti stimolanti, ma alla sua portata; genitori in grado di valorizzare i risultati positivi, e di non stigmatizzare gli errori. Persone con bassa autostima, invece, hanno spesso avuto genitori con aspettative troppo elevate, che portano il bambino a confrontarsi con compiti troppo complessi, aumentando così le probabilità di errori e insuccessi. Chi ha una buona autostima, non ha il timore di sbagliare, poiché è sicuro delle proprie qualità,
indipendentemente dal risultato. Chi, invece, ha problemi di autostima, tende a vedere l’errore come la dimostrazione delle proprie incapacità: ciò attiva un circolo vizioso, per cui la persona tende a evitare compiti, esperienze, relazioni. Un ambiente familiare che trasmette calore, gradimento e accettazione è la base per lo
sviluppo della stima in se stessi. L’autostima non è statica, ma può cambiare anche attraverso un percorso personale, che porta a concentrarsi sulle proprie emozioni, percezioni, valori. Spesso siamo insoddisfatti perché cerchiamo di essere ciò che vogliono gli altri, e non ciò che desideriamo noi.
DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – Tel. 3381151335 – e-mail: lara.tasso@libero.it
L’ocuLista
Occhio secco Dott. Valerio Crepaldi
L’occhio ha la necessità di essere regolarmente e sufficientemente lubrificato. Perché ciò avvenga è necessario che vi sia un normale quantitativo di lacrime che ad ogni chiusura di palpebre viene distribuito sulla superficie oculare. Questo equilibrio fra produzione, distribuzione e smaltimento del “film” lacrimale può rompersi e causare non pochi disturbi. Genericamente possiamo definire questa patologia come “occhio secco” dove si ha un danno a carico della superficie oculare per scarsa produzione di lacrime o per aumentata evaporazione delle stesse per perdita della sua componente acquosa. Spesso le due forme coesistono tra di loro rendendo difficile la diagnosi. E’ frequente e conosciuta l’associazione tra occhio secco e malattie autoimmuni reumatologiche più frequenti nei giovani e nelle femmine; in questo gruppo, tra i quadri più gravi, ricordiamo la sindrome di Sjogren caratterizzata da artrite, secchezza della bocca, del naso e dell’occhio. Altro fattore importante che causa occhio
secco per riduzione della secrezione lacrimale è l’invecchiamento: sopra i 60 anni è quasi nella norma soffrire per un deficit della secrezione lacrimale. E’ alta l’incidenza del disturbo nelle donne che raggiungono l’età della menopausa per modificazioni indotte dalle condizioni ormonali caratteristiche di questo periodo della vita di una donna. Spesso sono le condizioni ambientali che ogni giorno ci circondano che determinano deficit della parte acquosa del film lacrimale. Pensiamo all’uso della aria condizionata in auto o nell’ambiente di lavoro o in casa. In queste situazioni l’evaporazione della parte acquosa aumenta considerevolmente. Ruolo importante gioca anche l’inquinamento atmosferico, sia ambientale che nel posto di lavoro, che porta l’occhio a contatto con sostanze irritanti responsabili di patologie acute che possono anche cronicizzare. La scarsa lacrimazione interessa chi sta molto tempo davanti al videoterminale. In questo caso si verifica un aumento dell’evaporazione
lacrimale per scarso ammiccamento. Non va sottovalutata la secchezza oculare legata ad assunzione di farmaci per via sistemica come certi antiipertensivi, diuretici, miorilassanti, ansiolitici. Inoltre, alcune patologie della superficie oculare sono responsabili di occhio secco, come ad esempio le blefariti (infiammazioni del bordo palpebrale), in cui si ha produzione di secrezione lipidica (grassa) che altera il film lacrimale, o le congiuntiviti allergiche, o le infiammazioni da virus della cornea o della congiuntiva. L’ occhio secco può manifestarsi per uso improprio delle lenti a contatto quando queste sono indossate per troppe ore o quando ci si ostina al loro utilizzo in mancanza di un film lacrimale abbondante. I sintomi da occhio secco classici sono sensazione da corpo estraneo, palpebre pesanti, bruciore, a volte prurito con diminuzione del visus. All’inizio i sintomi sono poco apparenti ed il paziente spesso li trascura. Se la patologia peggiora, il sintomo più importante è il dolore, per l’ insorgere di
una cheratite. In questo caso si ha un riflesso associato di lacrimazione creando un apparente controsenso nella diagnosi. La terapia dell’ occhio secco nonostante la presenza in commercio di oltre 100 tipi di lacrime artificiali è sconfortante. Le lacrime cercano di ristabilire un normale film lacrimale attenuando la sintomatologia. L’instillazione delle gocce può variare dalle 4 volte al giorno, nei casi cronici, ad una instillazione ogni ora, nei casi acuti. Nei pazienti gravi si può ricorrere alla chirurgia con l’occlusione dei puntini lacrimali che sono le normali vie di scarico per le lacrime. Si può ricorrere anche a farmaci per via orale contenenti aminoacidi e acidi grassi insaturi in grado di migliorare la sintomatologia.
DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova v.crepaldi@libero.it
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La Regolazione Naturale della Fertilità (RNF)
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
La RNF è stata sviluppata da gli scienziati che compresero che Dio ha messo nel corpo della donna la soluzione del problema della regolazione dei concepimenti, quindi della natalità. All’interno del ciclo si avvicendano dei segni, detti marcatori biologici, i quali indicano se la donna si trova nel periodo fecondo oppure infecondo. Il ciclo mestruale inizia con il primo giorno di flusso di sangue e termina il giorno che precede il flusso successivo. Tra questi segni si trovano il muco cervicale osservabile da ogni donna e la temperatura basale, ovvero misurata al risveglio. Registrando queste due caratteristiche su apposite cartelle ed interpretandole secondo le regole precise, si riesce ad individuare con successo il periodo fecondo ed infecondo.
Quando i coniugi Roetzer e i coniugi Billings cominciarono a lavorare sui metodi naturali erano controcorrente. Settant’anni fa gli studi medici erano orientati a trovare i meccanismi che manipolassero, bloccassero la fertilità della donna, in modo particolare attraverso la pillola. L’obiettivo dei metodi naturali è quello di suscitare nella donna la consapevolezza della sua INDIVIDUALE fertilità. Questi metodi affermano la DIGNITA’ della donna a cominciare non dal rifiuto, non dalla soppressione ma dal RECUPERO delle caratteristiche proprie della femminilità. Il recupero significa la percezione della propria corporeità e la valorizzazione della relazione di coppia intesa come relazione tra uomo e donna. La RNF valorizza la maternità e la paternità. Tra i grandi promotori
dei Metodi Naturali e difensori della vita va menzionato p. Paul Marx, fondatore del movimento Human Life International. Egli comprese che non è possibile arginare l’aborto propagando mezzi contraccettivi, anzi gli ultimi fanno iniziare la vita sessuale precocemente, favorendo lacerazioni psicologiche, relazionali, aborti e malattie veneree. La ragione per cui le ragazzine di quinta elementare, in Italia, vengono vaccinate contro Human Papilloma Virus è che si spera di renderle immuni contro certe malattie a trasmissione sessuale ma quello che urge più di tutto è un’educazione al rispetto di se stesse. Paul Marx si impegnò nella missione di educare all’Amore, insegnando a SCEGLIERE la Vita. Madre Teresa di Calcutta, promotrice di una CULTURA della Vita
riuscì ad impedire nelle coppie che praticavano la RNF la sterilizzazione maschile forzata commissionata da Indira Gandhi negli anni settanta. Fortunatamente la commissione medica indiana seppe dare valore al metodo naturale insegnato da madre Teresa. Lei comprese che il COLTIVARE la vita non minaccia il benessere degli altri e non toglie lo spazio vitale agli altri. Lei ammoniva le moderne democrazie dicendo che quando una nazione, per una decisione di maggioranza, legalizza l’uccisione dei bambini nel grembo materno, si trasforma in quel male che voleva debellare, ovvero una tirannia. Un’altra persona di spicco nel campo della promozione della vita è Bernard Nathanson, un ginecologo, fondatore della NARAL (National Abortion Rights Action League), il quale
contribuì alla legalizzazione dell’aborto in America. Egli commise 75.000 aborti; il primo era suo figlio. Quando vide, grazie agli sviluppi degli ultrasuoni, l’ecografia di un aborto fece una rivalutazione di tutta la sua vita e della sua professionalità chiedendosi se come medico non aveva giurato di salvare la vita. Il suo documentario educativo “The silent scream” (Il grido nel silenzio) e il libro “The hand of God” (La mano di Dio) stanno facendo il giro del globo. Nathanson è l’esempio che il male non è ineluttabile e che non è mai troppo tardi o invano accogliere la GRAZIA del perdono. La RNF è una risposta alla questione della natalità dettata dalla conoscenza e dall’amore.
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On The Street (sulla strada) • Come si chiama il più disonesto gommista giapponese? Tebuko Narota. • Come si chiama il più abile sciatore giapponese? Horoto Jataky. • Come si chiama il più grande barista giapponese? Nogosuky Makinoto. • Come si chiama il secondo più forte tuffatore giapponese? Tokai Ofun. • Come si chiama il più forte nuotatore nippoamericano? Chan Bell. • Come si chiama il più sfruttato operaio giapponese? Misudo Lapaga. • Come si chiama il più astuto poliziotto anglo-italiano? Sir Pico. • Come si chiama il più abile muratore scozzese? Matt O’Nell. • Come si chiama il più forte pugile irlandese? Joe Mc Kebbott. • Come si chiama il più grande freddoloso greco? Fafres Kett.
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