La Piazza del Piovese - 2013mar n33

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Enti locali Sbloccato il patto di stabilità, i problemi restano pagg.

Codevigo Amministrative, Ruzzon e Fontana insieme

Tagli al sociale Protesta in Regione dei sindaci dell’Ulss 16

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EDITORIALE

Gioco d’azzardo, i comuni chiedono più reGole

L’Italia, le urgenze, le tasse ... di Mauro Gambin*

Obiettivo portare in Parlamento una legge che regoli il settore del gioco d’azzardo e dia potere di intervento alle amministrazioni comunali. All’appello lanciato dal sindaco di Loreggia, Fabio Bui, hanno risposto già tre Comuni fra in quali Sant’Angelo di Piove. pag. 20

correzzola ha preparato il bilancio di previsione

Nonostante il clima generale di enorme incertezza l’amministrazione comunale ha scelto comunque già di presentare a marzo e approvare in consiglio comunale il bilancio di previsione 2013. Una decisione in controtendenza. pag. 22

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Amministrative: Recaldin, Valerio e Gianella i primi nomi Dopo la Lega, anche il Pd con le primarie decide il suo candidato; l’ex sindaco invece scende in campo con due liste civiche

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anca poco più di un mese alle elezioni amministrative che decreteranno il nome del nuovo sindaco di Piove di Sacco. E in queste ultime settimane che separano i piovesi dalla data del voto non solo si cercano di definire i nomi di chi correrà per la poltrona di primo cittadino ma si tenta anche di stabilire nuove - e si spera stabili - alleanze che possano dare alla città una guida amministrativa per i prossimi 5 anni. Le trattative, che proseguono a ritmo

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non è escluso che intorno al suo nome possano concentrarsi anche i consensi di parte del centrodestra. Si presenta complessa infatti la situazione all’interno del Popolo delle Libertà, coalizione che insieme all’Udc ha sostenuto l’ultima fase dell’esperienza amministrativa, terminata anzitempo, della giunta Marcolin. Il Pdl, ad oggi, non ha ancora sciolto le sue riserve.

L’Intervento

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serrato, si dovranno concludere necessariamente entro il 26 aprile, termine ultimo per la presentazione delle liste. Una delle poche certezze nello scenario attuale è la candidatura di Andrea Recaldin: l’esponente leghista è in pista già da febbraio. 31 anni, laureato in economia, funzionario parlamentare e vicesindaco per tre anni nella precedente amministrazione, Recaldin è sostenuto dal Carroccio e da una lista civica con il suo nome. La sua figura parrebbe apprezzata anche da parte del Pdl, tanto che

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di leonardo Padrin*

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*Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto

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Sanità privata serve una svolta orse è utile dare alcune informazioni relative al dibattito in corso sulla sanità privata nel Veneto. Le polemiche di questi giorni riguardano le strutture private ambulatoriali convenzionate, cioè operatori privati che vengono pagati dalla Regione per erogare ai cittadini dei servizi sanitari con il solo pagamento del ticket.

’Italia nel dopo voto avrebbe dovuto trovare risposte. Invece. Si sono moltiplicati gli interrogativi. I partiti bisticciano sulle priorità: prima il governo, prima le commissioni speciali o prima il presidente della Repubblica? Pd, Pdl, M5s che oggi si divino quasi in proporzioni uguali il Parlamento, giocano a “morra cinese” e più spesso alle “tre carte” ma non vince nessuno. Non c’è intesa su niente, tutti aspettano che la prima mossa la facciano gli altri e si dicono spazientiti ripetendo ossessivamente come in una “reclame” che “L’Italia non può più aspettare”. Lo dicono a noi che di pazienza ne portiamo più di Giobbe e non ci nascondiamo nemmeno l’eventualità che questo clima di incertezza possa rianimare da un momento all’altro la corsa dello spread e la sfiducia dei mercati. Forse sarà rimasto deluso chi da questa nuova stagione politica si aspettava tutti i nodi al pettine, una distinta riga di demarcazione nell’Emiciclo tra il “nuovo” e il “vecchio” o la buona politica sciolta dall’ideologia, ne è uscito invece un Parlamento diviso tra “Il buono, il brutto e il cattivo” a “geometria variabile” nel senso che è facoltà vostra assegnare di volta in volta il ruolo a chi vi pare. continua a pag. 3 *direttore@lapiazzaweb.it

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EDITORIALE

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L’Italia, le urgenze, le tasse...

E’ stato restaurato, a Rosara, il monumento ai Caduti delle due grandi guerre. Nel mezzo di una toccante cerimonia, il simbolo a ricordo degli italiani che hanno perso la vita è stato presentato ed inaugurato alla presenza delle autorità religiose, militari, politiche, amministrative e delle associazioni combattentistiche e d’arma del territorio. Il tutto grazie all’iniziativa profusa dal presidente mandamentale dell’Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi in guerra, cavalier Aimo Trolese e alla parrocchia di Rosara. Tra i presenti l’onorevole Margherita Miotto, il segretario provinciale del Pd Federico Ossari, i primi cittadini di Codevigo, Pontelongo, S.Angelo, Arzergrande e il commissario prefettizio di Piove di Sacco. Presenti pure il capitano dei Carabinieri della compagnia di Piove Domenico Affinito e della caserma di Codevigo Gianbattista Ferrante con il picchetto d’onore dell’Arma in alta uniforme. Dopo lo scoprimento del monumento restaurato il corteo si è diretto alla chiesa per assistere alla Messa celebrata da don Alberto Celeghin del Tempio dell’Internato Ignoto di Terranegra. I discorsi ufficiali sono stati proferiti di capitano Affinito, dal presidente dell’unità pastorale di Codevigo Fabiano Contri, dal presidente provinciale dell’Anfcdg Adriano Baldan e dal presidente dell’associazione Combattenti di Codevigo Aldo Martin. Tutti gli oratori hanno ricordato i caduti nelle campagne militari di Libia e Russia. Nel corso del rito religioso gli scolari delle elementari e medie sono intervenuti con preghiere e poesie.

Tanto il risultato pare non cambiare più di tanto. A spadroneggiare è la strategia: quella delle elezioni, non quella delle priorità da affrontare. Tuttavia, l’Italia non è solo la sua classe politica e sarebbe sbagliato addossare a quest’ultima ogni responsabilità della situazione attuale, molte sono responsabilità dirette della così detta “società civile” la stessa che è diventato di moda citare in politica come slogan del candore. Tra qualche settimana, dopo la dichiarazioni dei redditi, sono sicuro resteremo basiti da qualche notizia sulle cifre che la società civile dichiarerà al fisco. Ogni anno con disinvoltura, come si trattasse di una nota di colore o di una “freddura” un po’ volgare vengono diffuse notizie sulle evasioni fiscali: gli orafi vicentini con redditi sotto i 12 mila euro (annui!), i grandi capitali nei paradisi fiscali, il professionista del nero: il bestiario degli evasori è vario e vasto, tanto da stare agli italiani come il detto che ci vuole un popolo di “santi, poeti e navigatori” o “grandi amatori”. Il problema c’è, se la media dei redditi dischiarati all’erario dagli imprenditori si aggira attorno ai 19 mila euro annui. Perché si deduce che il peso fiscale sta quasi esclusivamente su lavoratori dipendenti e pensionati. E’ così, infatti, il gettito arriva per il quasi il 55% dai lavoratori dipendenti, quasi il 24% dai pensionati, solo per il 7% contribuisce il lavoro autonomo e per meno del 4% l’impresa. Certo, chi obbietta che Italia si pagano tasse come in uno stato del Nord Europa e si ottengo servizi come in una paese dell’africa, dice una cosa vera, chi sostiene che il costo per il lavoro dipendente è troppo alto, parla di sacrosanta verità, e chi chiede un patto per il fisco più equo chiede una cosa giusta, le tasse vanno abbassate ma intanto gli italiani, senza necessariamente aspettare che la politica si metta d’accordo, inizino a pagarle. Anche questa è un’urgenza. di Mauro Gambin

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Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Provincia sanità e ricerca

Veggian: “Ipa, necessario andare avanti con i progetti” pag. 12

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 29 marzo 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)

Staminali, passo avanti nella lotta alle malattie pag.

ambiente

Regione tasse

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Dalle escursioni d’arte ai percorsi avventura nei boschi dei Colli pag.

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Run for Children nuova sfida al record mondiale pag.

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veneto film festival nelle sale padovane Al via, dall’8 aprile al 13 maggio, la seconda edizione di Veneto Film Tour, rassegna dedicata al cinema veneto promossa da Regione del Veneto e organizzata da Veneto Film Festival in collaborazione con AGIS e FICE (Federazione Italiana Cinema d’Essai). In programma un ciclo di proiezioni che coinvolgerà le sale d’essai di Padova, Rovigo, Vicenza, Verona, Este e Venezia in 11 appuntamenti, tutti alla presenza degli autori. Biglietto d’ingresso 3 euro. Il programma completo con tutti gli appuntamenti è disponibile sul sito www.venetofilmfestival.it.

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In arrivo la stangata di primavera

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Dopo il successo dell’edizione 2012 torna a Padova dal 3 al 12 maggio il Festival della Cittadinanza.Anche quest’anno il centro storico diventa teatro di un ricco programma culturale di mostre, spettacoli, convegni, tavole rotonde, animazioni di piazza, eventi, performance che rendono il Festival un laboratorio permanente, un cantiere sempre aperto e partecipato. Seconda edizione in cantiere

cinema e viaGGio al detour festival

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Venetkens, il viaggio tra gli antichi veneti

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Detour è un festival dove il cinema e il viaggio si fondono e si incontrano in modi imprevedibili e sempre nuovi. Saranno cinque giorni densi non solo di film, ma anche di incontri, workshop e altri eventi per vivere un’esperienza unica. Per chi ci seguirà, l’idea di viaggiare al cinema, con il cinema, non potrà essere più concreta. Marco Segato - direttore artistico del festival. Dopo il successo della prima edizione di Detour festival del cinema di viaggio ecco alcune anticipazioni della nuova edizione che si svolgerà sempre a Padova dal 15 al 20 ottobre, info www. detourfilmfestival.com.


4 Argomento del mese ENTI LOCALI L’esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno previsto dal decreto del governo, sarà di 5 miliardi per gli enti locali, 1,4 miliardi per le Regioni, 500 milioni per le amministrazioni centrali. In Veneto arriveranno 3,4 miliardi nell’arco dei due anni, che diventano 7 miliardi se si considera che la pubblica amministrazione ha 90-100 miliardi di debito verso le aziende

Sbloccato il Patto di stabilità, p

di Alessandro Abbadir

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Dal Negro: ”Si aiutano i sindaci più furbi, che hanno fatto soffrire le imprese”

i allenta il Patto di stabilità e finalmente i comuni veneti possono tornare a respirare, ma non troppo. Le cifre ci sono e a livello nazionale sono imponenti. L’esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno previsto dal decreto del governo, sarà di 5 miliardi per gli enti locali, 1,4 miliardi per le Regioni, 500 milioni per le amministrazioni centrali e 800 milioni per investimenti cofinanziati dai fondi strutturali europei. Nel bilancio dello Stato viene istituito un unico Fondo da 26 miliardi di euro, articolato in tre sezioni comunicanti tra loro, per il pagamento dei debiti degli enti locali (2 miliardi nel 2013 e nel 2014), delle Regioni per debiti diversi da quelli sanitari (3 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014) e sempre delle Regioni ma per debiti sanitari (5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014). Comuni e Province, entro il 30 aprile, faranno richiesta di autorizzazione al ministero delle Finanze per i pagamenti da effettuare che dovranno essere autorizzati entro il 15 maggio e finanziati con le disponibilità liquide degli enti. Entro il 15 giugno le amministrazioni dovranno comunicare importi e tempistiche alle imprese. Ma quanti soldi arriveranno in Veneto? 3,4 miliardi nell’arco dei due anni, secondo gli uffici studi delle associazioni di categoria, che diventano 7 miliardi se

Un giudizio definitivo sul decreto si potrà dare solo dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi edilizia scolastica

Servono 111 milioni

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vincoli del Patto di Stabilità avevano bloccato anche gli interventi nel settore dell’edilizia scolastica mettendo a rischio la sicurezza dei bimbi che si trovano all’interno. Anci Veneto ha condotto un’indagine in cui chiedeva alle municipalità di indicare gli importi necessari per la sistemazione dei plessi ma bloccati dal patto. Con risposte da parte di 84 Comuni da tutto il Veneto che rivelano una cifra complessiva molto alta: ben 111.254.099,26 euro. Nell’ambito del questionario, le spese maggiori giudicate necessarie sono per i 18 comuni della provincia di Treviso che hanno risposto, con 37 milioni di euro in totale. A seguire le 19 municipalità veronesi con quasi 18 milioni e le 7 veneziane con 21.643.000 euro. Non si scherza neppure nelle 17 municipalità del vicentino (14,5 milioni) e nelle 15 del padovano (8.636.000). 1.169.200 euro costituisce il fabbisogno delle 6 bellunesi, 325mila euro quello delle 2 rodigine, La stessa Anci ha parlato del problema nelle scorse settimane con il prefetto di Verona Perla Stancari. “Il prefetto si è dimostrato sensibile a questo tema – spiega il presidente dell’Anci regionale Giorgio Dal Negro. Legge che ci prescrive tutti gli adeguamenti antisismici e migliaia di bambini che dentro quegli immobili hanno lezione ogni giorno. Continueremo i confronti sull’argomento con gli altri prefetti della regione”.

si considera che la pubblica amministrazione ha 90-100 miliardi di debito verso le aziende. “La scelta di sbloccare 40 miliardi di pagamenti per le aziende è un’ottima notizia. Come Anci Veneto abbiamo preteso con forza questo provvedimento, che salutiamo con favore. In questo modo si ridà fiato alle tante aziende in difficoltà e si liberano risorse fondamentali per far tornare a crescere la nostra economia. Occorre proseguire su questa strada, allentando il patto di stabilità, in modo da consentire ai Comuni di avviare tante piccole e medie opere pubbliche, che renderanno più moderne le nostre città e creeranno lavoro”, ha detto Flavio Zanonato sindaco di Padova. I malumori però ci sono, e sono a tutti i livelli. Il governatore Zaia parla di “nuove blindature” del patto di stabilità che di fatto non permettono di spendere alla Regione un euro in più. “Anche per chi potrà entro il 30 aprile fare richiesta per ammorbidire i vincoli del Patto di Stabilità per pagare i debiti arretrati – spiega Giorgio Dal Negro all’Anci Veneto - il decreto potrebbe rivelarsi poco efficiente”. Facciamo esempio di grosso comune nella nostra regione. Il Comune Bojon di Venezia, per esempio, ha saldato circa un centinaio di Campolongo Maggiore (Ve) di milioni di euroIIIdiStrada arretrati,Zona ma nonArtigianale, è detto che potrà2 stornarli 25 636 nel calcolo del Patto.Tel./Fax Il governo 049 infatti97 prevede un tetto totale di

5 miliardi di euro da suddividersi per tutti i debiti arretrati di tutti i Comuni italiani. Se dovesse venir fuori che il totale dei debiti da saldare è di più di 20 miliardi di euro, allora il tetto di spesa per ogni Comune sarà ridotto a un quarto del debito effettivo da saldare. Il presidente dell’Anci Veneto Giorgio Del Negro che è sindaco del comune di Negrar è stato chiaro. “Il decreto va bene - spiega il presidente dell’Anci - ma senza provvedimenti in programma per allentare il Patto di stabilità, lo strumento serve solo ad aiutare i sindaci più furbi, quelli che hanno fatto soffrire le imprese perché hanno commissionato lavori che sapevano di non poter pagare. I sindaci veneti, in genere, hanno invece bloccato i lavori che sapevano di non poter saldare e quindi l’ammontare dei debiti arretrati è davvero basso. Insomma un decreto che pare fatto per altri”. L’impressione è che per l’ennesima volta, invece di sanzionare certe condotte amministrative, si rischi di aiutare chi si è comportato peggio. Aree del territorio nazionale, fa capire l’Anci Veneto, che si trovano ben distanti da qui. Comunque un giudizio definitivo sul provvedimento si potrà dare solo dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi perché così non è ancora chiaro a quanto ammontano le somme che potranno essere liberate.

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Argomento del mese 5 Gli effetti in Provincia di Padova

per i comuni i problemi restano L’analisi Interviene Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre

“In questa fase, a disposizione solo 500 milioni di euro” di Alessandro Abbadir

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spalla pag 5 per padova

a Cgia di Mestre, con il suo segretario Giuseppe Bortolussi, dopo aver letto il nuovo decreto sullo sblocco dei primi 40 miliardi di euro di debiti che la Pubblica amministrazione deve onorare nei confronti delle imprese italiane, si pone una domanda precisa “Lo Stato centrale continua a non pagare?”. Bortolussi fa un’analisi al dettaglio. “Ebbene - dice Bortolussi - al netto dei 6,5 miliardi di rimborsi fiscali - tasse che i contribuenti italiani hanno ‘pagato in più’ - e dei 26 miliardi di euro che il Ministero dell’Economia e delle Finanze farà confluire in un apposito fondo a disposizione degli enti locali e delle regioni prive di liquidità, risorse che dovranno comunque essere recuperate tra le pieghe dei loro bilanci e restituite con gli interessi, pare di capire che l’amministrazione centrale metterà a disposizione solo 500 milioni di euro all’interno del pacchetto relativo all’allentamento del Patto di stabilità interno”. Prendendo come buona la stima di 91 miliardi di euro quale debito della P.A nei riguardi delle imprese, la Cgia è convinta che siano molti di più perché nell’indagine campionaria della Banca d’Italia non si tengono conto delle imprese al di sotto dei 20 addetti che costituiscono il 98% di tutte le aziende presenti in Italia e di quelle operanti nei servizi sociali e sanitari. Pertanto, dei 91 miliardi di debito complessivo, ben 44 miliardi sono in capo a Regioni ed Asl. Gli altri 47 miliardi, invece, si distribuiscono tra Comuni, Province e Stato centrale. “Purtroppo, dalle stime della Banca d’Italia non è possibile misurare quant’è il debito da attribuire all’amministrazione centrale. “Tuttavia – conclude Bortolussi – non c’è sicuramente proporzione tra lo sforzo richiesto alle Regioni, alle Ulss ed agli enti locali e quello che dovrà fare lo Stato centrale, visto che di suo sborserà, in questa prima fase, solo 500 milioni di euro”.

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Patto di immobilità

Bloccati interventi per quasi 85 milioni Q

ualcuno lo ha ribattezzato “patto di immobilità”, “patto di stupidità”, “palla al piede”, “tagliola”: a Padova il Patto di Stabilità è visto dagli amministratori come la bestia nera dei bilanci. Ora i sindaci si aspettano che il decreto approvato a Roma permetta di dare corso a pagamenti e investimenti per sbloccare opere e interventi, anche a Padova, dove proprio i comuni più virtuosi si trovano penalizzati e “ingessati”. Stando ad un primo conteggio ufficioso nella nostra provincia sfiora gli 85 milioni di euro la somma di denaro bloccata nei casse degli enti pubblici, contante disponibile ma non utilizzabile per non andare contro i dettami del patto di stabilità. Circa 64 milioni sono nella disponibilità dei Comuni, di cui 7 al solo Comune di Padova, mentre la Provincia si trova con 20 milioni di euro “congelati”. Eppure proprio i Comuni non riescono a chiudere i bilanci e si trovano in forti difficoltà economiche. Nelle prossime settimane si valuteranno gli effetti del decreto che ha dato il via libera ai pagamenti, anche se si tratta per lo più di vecchi debiti, accumulati diversi mesi o anche anni fa, una situazione che riguarda marginalmente le amministrazioni padovane. La conta delle somme che attendono di essere investite è deprimente: a Monselice 2 milioni di euro giacciono in banca mentre, denuncia il sindaco Francesco Lunghi, le imprese aspettano di essere pagate per lavori già eseguiti. A Este non possono essere toccati oltre 5 milioni di euro, con i quali si potrebbero costruire piste ciclabili, asflatare strade e sistemare scuole. A Terrassa Padovana è bloccato l’ampliamento del cimitero e non c’è più posto per i defunti, mentre a Conselve i soldi in cassa bastano appena per pagare gli stipendi ai dipendenti fino a maggio e ci sono 800 mila euro di debiti da saldare alle imprese per lavori già eseguiti. A Piove di Sacco il futuro sidnaco che uscirà dalle elezioni amministrative si troverà in portafoglio, nella migliore delle ipotesi, al massimo un milione di euro, bruscolini per un Comune di simili dimensioni. Montagnana invece non potrà spendere 3 milioni e mezzo di euro. Ogni sindaco ha la sua storia da raccontare, le sue cifre da snocciolare, insieme alla preoccupazione di vedere la macchina amministrativa ormai impantanata tra patto di stabilità e stretta dei conti pubblici. Vittime del sistema anche le scuole, specie gli istituti superiori, per i quali la provincia non può spendere la bellezza di 14 mila euro già preventivati per sistemazioni, messe a norma e ristrutturazioni in venti scuole. Solo all’Istituto Duca D’Aosta di Padova la Provincia potrebbe finanziare opere indispensabili di messa in sicurezza per 1 milione 100 mila euro di cui 300.000 arrivano dal Miur come contributo concesso. Il patto di stabilità, però, non lo permette e il rischio è che si perda persino il finanziamento del Ministero dell’Istruzione. “Ci sono moltissimi progetti già approvati e finanziabili con i soldi in cassa della Provincia che non possiamo far partire. – spiega l’assessore all’edilizia scolastica Gilberto Bonetto – Dobbiamo partire dalla riqualificazione degli edifici pubblici per garantire prima di tutto ai nostri ragazzi di frequentare scuole sicure e funzionali, dando anche respiro all’economia locale. Per questo ho lanciato una petizione disponibile anche online per chiedere a tutti i cittadini di aiutarci ad avere a disposizione i finanziamenti già disponibili”. Nicola Stievano


6 Approfondimento Sanità Tagli al sociale

Protesta in Regione dei sindaci I 29 amministratori del territorio dell’Ulss 16 hanno manifestato in Regione contro il taglio di 300mila euro al fondo per i servizi sociali di Martina Maniero

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agli alla sanità: protestano i ventinove sindaci dell’Uls16. Lo scorso 20 marzo una delegazione dei sindaci padovani si sono recati a Venezia, nella sede del consiglio regionale, per protestate contro il taglio di 300 mila euro (su 1,3 milioni) al fondo per i servizi sociali. I sindaci non ci stanno. “I Comuni dell’Usl più popolosa del Veneto (quasi 500 mila abitanti) non sono più in grado di sopperire ai tagli regionali del fondo sociale - ha spiegato il sindaco di Maserà, Nicola De Paoli - né intendiamo gravare ulteriormente sulle tasche dei nostri cittadini”. “L’Usl di Padova riceve la quota sociale per abitante più bassa, appena 2,6 euro pro capite, a fronte di una media regionale di circa 4 euro – ha ricordato il primo cittadino - O la Regione rivede i criteri di distribuzione territoriale del fondo sociale, oppure i Comuni padovani dovranno tagliare ulteriormente i servizi a disabili, riducendo le ore di assistenza per l’integrazione scolastica, e saranno costretti a non approvare il bilancio dell’Usl 16”.

A ricevere la delegazione dei sindaci i vertici dell’esecutivo regionale, rappresentato a più livelli. Erano presenti il presidente del Consiglio, Clodovaldo Ruffato, il vicepresidente della Giunta Marino Zorzato, l’assessore al sociale Remo Sernagiotto e i consiglieri regionali padovani Claudio Sinigaglia e Piero Ruzzante (Pd), Stefano Peraro (Udc), Antonino Pipitone (IdV) e Arianna Lazzarini (Lega Nord). Gli errori nella ripartizione del fondo sociale tra Padova e Chioggia. “La sollecitudi-

Nicola De Paoli e Clodovaldo Ruffato

ne con cui abbiamo risposto alla richiesta di incontro - ha detto Clodovaldo Ruffato - è il segno della volontà concreta del Consiglio e della Giunta regionale di affrontare e risolvere il problema. Purtroppo le risorse sono limitate e mancano certezze sulle assegnazioni statali, ma c’è l’impegno a correggere l’errore verificatosi nella ripartizione del fondo sociale tra i dieci comuni della Saccisica entrati nell’Usl 16 di Padova e i tre comuni dell’Usl 14 di Chioggia e ad affrontare, nei prossimi mesi, il riequilibrio dei criteri di ripartizione della spesa sociale tra le 22 Usl del Veneto”. Da parte sua, nell’illustrare gli effetti della spending review sulla spesa sociale e sanitaria della Regione, l’assessore Remo Sernagiotto ha ricordato le difficoltà incontrate nel tentativo di rivedere la ripartizione delle risorse in modo più equo ed è tornato a ribadire la necessità di introdurre forme di compartecipazione alla spesa anche per i servizi ai disabili.

neWs Commenti

sabrina baldin: “e’ molto tempo che devono essere rivisti i criteri di distribuzione del fondo sociale”

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on usa giri di parole Sabrina Baldin, assessore al Sociale del Comune di Brugine e rappresentante del Distretto 6 (Saccisica) nell’esecutivo dei sindaci dell’Usl 16, al rientro dall’incontro in Regione per discutere i tagli al sociale. “Quella dei criteri di distribuzione del fondo sociale – ha detto - è una questione che la Regione conosce dal 2010. Da tempo abbiamo sottolineato la necessità di rivedere i parametri per una ripartizione più equa ma, ad oggi, Sabrina Baldin non è ancora non ha fatto nulla”. “Questa disparità di trattamento – evidenzia Baldin - si riflette anche sull’attività del Comune e sugli assessorati al sociale, in particolare, per primi a contatto con la comunità e chiamati in prima persona a dare risposte ai cittadini. Le somme che ci vengono assegnate sono del tutto insufficienti per per problematiche che quotidianamente Usl e Comuni si trovano ad affrontare”. “Ci si deve rendere conto – ha detto - che i bisogni delle persone aumentano, purtroppo al pari dei disagi. Aumenta in numero delle persone in difficoltà, alle prese con la crisi economica e molto spesso senza un lavoro. Aumenta il numero degli anziani e dei disabili. Aumenta tutto. Tranne i servizi”. Quindi l’attacco al governo centrale: “E’ importante che arrivi questo messaggio, a partire da chi ci governa a Roma: in Veneto siamo tutti uguali, e non è giustificabile una disparità così netta nell’assegnazione delle quote sociali, specie se si tratta di territori vicini tra loro”. Il riferimento è tra l’Usl di Padova e quella di Chioggia. Infine un invito: “E’ giunto il momento di fare vera politica – conclude Baldin - quello che si sarebbe dovuto attuare da sempre: il vero politico è colui che si mette a servizio del cittadino e cerca in ogni modo di difendere i diritti della collettività, garantendogli una vita per quanto possibile dignitosa. La difficoltà del singolo non deve diventare umiliazione”. Ma.Ma.

ROMANO BOISCHIO: “UlSS 16 PENAlIZZATA”

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uella contro i tagli al sociale è una euro a persona. protesta che aveva iniziato il sindaco “Con le modalità di ripartizione così di Sant’Angelo Romano Boischio. applicate - spiega Boischio - viene dato Nel 2011 il primo cittadino denunciava maggior peso alla quota rapportata all’as“l’assoluta arbitrarietà con la quale la Re- segnazione storica piuttosto che a quella gione Veneto ripartisce le risorse destinate rapportata alla popolazione residente, menalle aziende Usl per la gestione dei servizi tre del tutto residuale diventa il correttivo sociali, penalizzando in modo evidente la per le zona svantaggiate”. “Non è possibile nostra azienda ospedaliera”. - rincara il sindaco - che l’Usl più numerosa Queste le sue parole tre anni fa. Non in termini di abitanti, anche quest’anno, sia molto diverse da quelle utilizzate per com- anche quella più penalizzata tanto da dimentare la situazione attuale. Ieri come ventare fanalino di coda di tutta la Regione. oggi sotto accusa i criteri regionali per la I Comuni sono ridotti alla fame e non hanno ripartizione delle assegnazioni alle aziende la possibilità di aumentare le quote a carico ospedaliere. Dei 17 milioni di euro stanziati dei cittadini”. nel 2011 dalla Regione per le 22 Usl regio“Non ci fermeremo qui - ha detto - i sinnali, solo 1 milione e daci dell’Usl 16 sono 207 mila euro andaro- Tre anni fa uniti, abbiamo preso no all’Usl 16 che, an- denunciata coscienza della situache due anni fa, conta- l’arbitrarietà zione e siamo pronti a va il più alto bacino di della Regione nel dare battaglia. Se non utenza con oltre 491 ripartire le risorse ci sarà un riequilibrio mila residenti. Padova nell’assegnazione del riceveva la quota sociale per abitante più fondo sociale, non approveremo il bilanbassa: 2,46 euro. Praticamente la metà di cio”. quanto assegnato nello stesso anno all’Usl Rassicurazioni, durante l’incontro, sono 14 di Chioggia: 4,89 euro pro capite. Per arrivate dall’assessore al Sociale Remo fare un paragone, all’Usl 5 dell’Alta Pado- Sernagiotto che ha promesso un intervento vana vennero assegnati 3,76 euro per abi- della Regione. tante mentre all’Usl 17 di Este 3,03 euro. “Se non dovessimo riscontrare alcun Non è andata meglio quest’anno. L’Usl 16 passo in avanti – ha annunciato Boischio si conferma, ancora una volta, all’ultimo – siamo pronti a tornare in Regione a proposto con 2,60 euro per abitante. In cima testare. C’è la massima unità dei sindaci su alla classifica l’Usl di Belluno, con 7,20 questa posizione, al di là delle bandiere e euro per abitante. E ancora l’Usl di Chioggia dei colori politici”. Ma.Ma. con 5,20 euro e l’Usl di Vicenza con 3,20



8 Piove di Sacco Elezioni Amministrative di fine maggio Si cominciano a definire i nomi degli aspiranti sindaci

Recaldin, Valerio, Gianella: i candidati finora in corsa

di Martina Maniero

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anca poco più di un mese alle elezioni amministrative che decreteranno il nome del nuovo sindaco di Piove di Sacco. E in queste ultime settimane che separano i piovesi dalla data del voto non solo si cercano di definire i nomi di chi correrà per la poltrona di primo cittadino ma si tenta anche di stabilire nuove - e si spera stabili - alleanze che possano dare alla città una guida amministrativa per i prossimi 5 anni. Le trattative, che proseguono a ritmo serrato, si dovranno concludere necessariamente entro il 26 aprile, termine ultimo per la presentazione delle liste. Una delle poche certezze nello scenario attuale è la candidatura di Andrea Recaldin: l’esponente leghista è in pista già da febbraio. 31 anni, laureato in economia, funzionario parlamentare e vicesindaco per tre anni nella precedente amministrazione, Recaldin è sostenuto dal Carroccio e da una lista civica con il suo nome. La sua figura parrebbe apprezzata anche da parte del Pdl, tanto che non è escluso che intorno al suo nome possano concentrarsi anche i consensi di parte del centrodestra. Si presenta complessa infatti la situazione all’interno del Popolo delle Libertà, coalizione che insieme all’Udc ha sostenuto l’ultima fase dell’esperienza amministrativa, terminata anzitempo, della giunta Marcolin. Il Pdl, ad oggi, non ha ancora sciolto le sue riserve. A quanto pare le diverse anime del partito sarebbero divise sul nome del candidato. Spetterà agli incontri politici previsti nei prossimi giorni il compito di dissipare i dubbi e trovare una convergenza che possa accontentare tutti. Intanto è ufficiale la ricandidatura di Carlo Valerio, già sindaco di Piove di Sacco dal 1999 al 2004, oggi sostenuto da due liste civiche. Nato a Piove il 20 maggio del 1952, nel 1994 è stato candidato alle elezioni politiche per Alleanza nazionale nel collegio di Piove e Sant’Angelo. Nel 1995 si era candidato a sindaco, ma su di lui l’aveva spuntata Lino Conte. Valerio è stato consigliere comunale fino al 1999 quando è stato eletto primo cittadino per la coalizione della Casa delle libertà. Prosegue intanto il dibattito al centro, che ancora non ha ufficializzato il nome di chi correrà per la carica di primo cittadino. La sfida, in casa Udc, pare tra l’ex assessore ai Servizi Sociali, Antonio Sartori e l’ex assessore allo Sport, Enrico Zennaro. Anche i centristi scenderanno in campo con un “movimento di centro” e non un partito politico.

La candidatura leghista è stata la prima, il Pd sceglie il nome con le primarie, due liste civiche appoggiano l’ex sindaco. Il Popolo delle libertà temporeggia, l’Udc scende in campo come movimento di centro

I candidati ufficiali ad oggi: da sx Andrea Recaldin, Carlo Valerio e Davide Gianella

Le primarie indette dal centrosinistra per scegliere il nome del candidato alla fascia tricolore hanno decretato invece la vittoria di Davide Gianella (Partito Democratico). 32 anni, sposato da 2 con Valeria Faccio, avvocato penalista, è stato per due mandati consigliere comunale per il Pd, prima di maggioranza durante l’amministrazione Mario Crosta, poi di minoranza durante il mandato di Alessandro Marcolin. Spostandoci a sinistra, troviamo un’altra lista civica, quella promossa da Sergio Broggio, ex sindacalista, già candidato alla poltrona di sindaco alle scorse amministrative. Il suo è un appello mirato “ai cittadini di sinistra, socialista, comunista, verdi e di orientamento progressista” e propone ai piovesi “una visione di amministrazione di netta discontinuità con il passato”. Pronto a candidarsi ancora una volta Bruno Luciano Sanavia, anche lui sindaco e assessore tra gli anni Set-

tanta e Novanta, alla ricerca di un gruppo organizzato che lo candidi, non sotto l’egida di un partito ma per un progetto civico. C’è infine la squadra “under 30” annunciata dal consigliere regionale Leonardo Padrin. Si tratterebbe di una lista civica, con volti nuovi, senza precedenti esperienze amministrative. Questa allo stato attuale la situazione, ma potrebbe prospettarsi un eventuale turno di ballottaggio, con nuove strategie e apparentamenti. Si chiama fuori dalla competizione invece il Movimento 5 Stelle che, con il suo 27% dei voti alle politiche di febbraio, si conferma primo partito a Piove di Sacco. Un terzo quasi dei consensi che i partiti in gara possono, ma soprattutto devono, tentare di conquistare.

neWs Candidature

carlo valerio ci riprova con l’appoGGio di due liste civiche

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entre tutti i partiti politici, o quasi, si apprestano ad uscire allo scoperto, presentando i candidati e gli schieramenti ufficiali, il Popolo delle Libertà temporeggia, e sceglie la linea attendista. Il Pdl cittadino, ancora impegnato (nel momento in cui andiamo in stampa) nel confronto interno, sta discutendo tentando di fare sintesi, ovvero dare la convergenza delle diverse anime del partito sul nome del candidato “unico” alle prossime amministrative. E’ ufficiale invece la candidatura di Carlo Valerio, già sindaco dal 1999 al 2004, che si ripresenta in questa tornata elettorale con l’appoggio di due liste civiche. “Dopo gli ultimi non entusiasmanti trascorsi amministrativi – esordisce Valerio - è indispensabile ricostruire un sano rapporto di fiducia tra cittadini e “cosa pubblica”, impegno che richiederà energie fresche ed ampia condivisione d’intenti tra molte persone di buona volontà”. “Con un gruppo di donne ed uomini volonterosi abbiamo deciso di mettere, o rimettere in alcuni casi, la nostra passione ed il nostro tempo a disposizione dei nostri concittadini. Stiamo costituendo due liste civiche completamente svincolate da legami di partito – tiene a precisare - che si presenteranno con un unico candidato sindaco, generosamente individuato dagli amici nel sottoscritto. Si tratta di persone con età, provenienze, sensibilità, competenze e conoscenze diverse fra loro che tuttavia proprio in questa varietà troveranno il giusto equilibrio”. “Un programma di massima – ha fatto sapere Valerio - è già stato preparato, e verrà integrato grazie all’apporto di chiunque intenda misurarsi e spendersi per il bene di Piove di Sacco”. Si muove qualcosa anche in casa Udc, che a breve potrebbe formulare il nome del candidato che rappresenterà l’area moderata. “Scenderemo in campo non con un partito politico ma un movimento di centro” ha tenuto a precisare in premessa l’ex assessore al Sociale, Antonio Sartori. “Ci presenteremo come un gruppo di giovani, con un’età media di 35 anni, persone che si sono riconosciute nel mio operato e in quello dell’amico Enrico Zennaro. All’interno della lista – ha detto - si ritroveranno molte persone con un’esperienza politica alle spalle ma soprattutto molta gente che ha operato nell’associazionismo”. Prima di tutto il programma di governo. “Tra i punti cardine – ha annunciato - la detassazione delle imposte comunali e la promozione di cittadinanza attiva; un’economia e un commercio più snello e la riorganizzazione della macchina comunale per una Piove di Sacco 2.0”. Ma.Ma.


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10 Piove di Sacco L’intervista Gianella, il candidato del Partito democratico indica le sue priorità

“Saccisica, aiuto alle famiglie, lavoro e sicurezza” di Martina Maniero

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a vinto Davide Gianella la sfida delle primarie del centrosinistra. Sarà lui il candidato del PD che affronterà la sfida a Palazzo Jappelli. L’avvocato vince di misura con 490 voti sugli altri candidati, Lucia Pizzo (415) e Ornella Beccaro, Idv (42). Gianella, ha vinto con 75 voti di scarto rispetto alla sua principale contendente, Lucia Pizzo. Come giudica quello che è stato, per certi versi, un confronto tra le due aree del partito, DS e Margherita, e qual è stata la sua carta vincente? “Ho vinto con la maggioranza assoluta dei votanti (51,52%) anche se riconosco che Lucia ha fatto un grandissimo risultato, e la ringrazio per aver reso vera fino in fondo una grande competizione di partecipazione e democrazia. Non è stata una sfida fra aree contrapposte, in quanto la mia non era una candidatura identitaria, bensì inclusiva, che ha visto la partecipazione del mondo del volontariato, del lavoro, delle parrocchie, commercianti, imprenditori, sindacati, oltre che da persone come Mario Crosta che

hanno fatto la storia di Piove di Sacco”. Complessivamente, lo scorso 8 aprile, si sono recati alle urne 965 piovesi. Un risultato importante sul piano della partecipazione. Considerato che alle Primarie di aprile hanno potuto votare anche i residenti di Piove d’età maggiore a 16 anni, crede che il suo partito riuscirà a riportare questi numeri anche alle elezioni di fine maggio? “Alle ultime politiche, il PD è il partito che ha raccolto meno di tutti gli altri il voto dei giovani. L’apertura anche a loro è un segnale di inclusione e fiducia. In ogni caso metterò la partecipazione e l’ascolto al centro di tutte le mie attività, e ritengo una fondamentale differenza che la scelta del candidato del centrosinistra sia stata fatta da quasi 1000 persone e non dalle segreterie provinciali”. Quali sono le idee forti del suo programma elettorale? E quali le priorità per Piove? “Il programma è riassunto in punti: Saccisica, lavoro, sanità e ospedale, partecipa-

Davide Gianella zione e trasparenza, rispetto del territorio”. Quale sarà la sua agenda dei primi cento giorni? “Avvio del progetto Saccisica, istituzione del programma di microcredito per le famiglie in difficoltà, lavoro e sicurezza”. Andrea Recaldin (in corsa per la Lega e sostenuto da una civica) è stato il primo candidato ufficiale alle amministrative. Ritiene sia un valido competitor, considerato che siete quasi coetanei ed entrambi vantate un’attività amministrativa, seppur diversa, alle spalle? “Io rispetto tutti gli avversari, ma non posso dimenticare che Recaldin è stato il vicesindaco per 4 anni di una delle peggiori amministrazioni che Piove ha mai avuto”.

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L’Intervento

Sanità privata serve una svolta di leonardo Padrin* segue da pag.

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Nel territorio sono inoltre presenti altre imprese private che hanno le stesse caratteristiche autorizzative ma non sono convenzionate. Cioè vendono servizi sanitari rivolgendosi ad un mercato totalmente privato ed il cittadino deve pagare interamente la prestazione che riceve. Il dibattito di queste settimane nasce per due motivi ben precisi: uno strategico ed uno economico. Quello strategico riguarda il decisore cioè il soggetto che in nome e per conto della Regione acquista i servizi sanitari dai privati convenzionati. In passato era la Regione che decideva da chi e quanto si acquistava e poi calava questo accordo nel territorio senza che i direttori generali delle Ulss avessero un ruolo operativo. Non esistevano criteri se non la discrezionalità di accogliere o respingere, in tutto o in parte, quanto veniva richiesto. Questo ha comportato la concentrazione dell’offerta dei servizi sanitari del privato convenzionato dove più ricco era il mercato, secondo una legittima logica d’impresa. Quello economico riguarda invece la diminuzione del budget, cioè della cifra che la Regione intende investire nell’acquisto di prestazioni sanitarie dai privati convenzionati. Su questo aspetto va detto che la diminuzione è stata significativa ma soprattutto il tempo intercorso fra la decisione della Giunta Regionale e la sua applicazione è stato talmente breve che coloro che hanno una organizzazione complessa (e per questo spesso molto qualificata) non sono nelle condizioni di adeguarla senza traumi occupazionali e logistici. È quindi necessario intervenire allungando ragionevolmente i tempi di applicazione delle nuove norme. La questione strategica è invece fondamentale per la Regione perché la delibera della Giunta propone un cambio di mentalità epocale e pone in carico al Direttore Generale la responsabilità della gestione dei servizi sanitari nell’ambito del proprio territorio e quindi decide lui quanto comprare e da chi. La norma prevede che il Direttore debba agire secondo criteri resi pubblici e che saranno verificati dalla Giunta Regionale e dalla V Commissione, entrambi gli organi potranno modificare le decisioni del Direttore Generale di ogni singola Ulss con delle pubbliche motivazioni. Un percorso trasparente alla determinazione del quale tutti i soggetti portatori di interesse potranno concorrere sapendo che l’obiettivo della sanità pubblica o pagata dal pubblico è quello di fornire ai cittadini i migliori servizi possibili in base alle risorse disponibili perché per farlo vengono usati i soldi di tutti. Gli altri aspetti, occupazionali ed aziendali, vanno comunque affrontati e risolti ma necessariamente in modo consequenziale alla programmazione regionale del resto è evidente che chi beneficia dell’essere fornitore della Regione non può agire in modo difforme da quanto prevede il proprio committente. *Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto


Committente responsabile: Recaldini Daniele

messaggio pubbliredazionale


12 Piove di Sacco Economia Ipa, Severino Veggian, portavoce del Coordinamento delle categorie: “abbiamo convocato il Tavolo di Concertazione”

“Stiamo preparando la macchina operativa per il nuovo sindaco di Piove” “N

on possiamo permetterci di aspettare i tempi di un’ennesima campagna elettorale per passare all’azione: le categorie economiche hanno deciso di autoconvocare il Tavolo di Concertazione dell’Ipa, fermo a causa della latitanza del Comune di Piove nel suo ruolo di soggetto gestore”. Con queste parole Severino Veggian, portavoce del Coordinamento delle Categorie comunica le recenti posizioni assunte dalle associazioni nel panorama politico del Piovese. “Dopo aver richiesto invano al commissario prefettizio di convocare il Tavolo, abbiamo deciso di ricorrere a quanto prevede l’art.5 dello statuto: il tavolo di concertazione può essere riunito con una richiesta di almeno un quinto dei suoi componenti. Le Associazioni di Categoria perciò sono in grado da sole di rimettere in moto la macchina dell’Intesa programmatica d’area, evitando che lo stallo di Piove blocchi le progettualità dell’intera Saccisica. Il nostro vuole essere un segnale costruttivo per i sindaci già in carica e per il nuovo sindaco di Piove: vogliamo che trovi una macchina già operativa e assuma rapidamente il ruolo di leader che gli compete. Da parte nostra, noi abbiamo già una lista di cose da chiedere e da condividere, e su queste ci farebbe piacere anche confrontarci con i diversi candidati in campagna elettorale.

Continuiamo a spingere sui progetti: marchio della Saccisica, marketing, turismo Si parte dai progetti del Coordinamento, su cui continuiamo a spingere e che saranno al primo punto del prossimo Tavolo Ipa: marketing territoriale, uso del marchio Saccisica per le imprese che contribuiscono ai progetti, turismo e attrazione di flussi di visitatori sul nostro territorio. Su questo progetto, già approvato dall’Ipa, abbiamo inviato della documentazione operativa ai vari sindaci senza ottenere riscontri; speriamo di poterci confrontare con loro alla prossima riunione dell’Intesa Programmatica. Poi ci sono i temi che interessano le singole categorie, ma che sono tutte tessere di un unico puzzle, che è l’economia locale. I commercianti hanno predisposto con la precedente amministrazione un Piano di rilancio del centro storico di Piove che per ora è rimasto su carta. Noi industriali abbiamo visionato ed espresso pareri su un Piano Guida comunale di riqualificazione della Zona industriale, senza che sia partito un solo intervento in loco. Gli agricoltori e gli esercenti sentono parlare da anni di valorizzazione dei prodot-

La sollecitazione ai nuovi amministratori che verranno: “Sono tanti i progetti da realizzare, necessario uscire dallo stallo”

Severino Veggian

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anni

ti tipici, di preservazione del suolo agricolo, di investimenti sul turismo enogastronomico. Le imprese edili, artigiane e non, sono ferme e nel frattempo sono bloccati lavori pubblici già approvati, e di altri (ex Foro Boario, parcheggio scambiatore) non si sente più nemmeno parlare. Chiediamo che la nuova amministrazione di Piove, e in generale tutte le amministrazioni della Saccisica, tornino a mettere le attività produttive e il loro rilancio in cima alla lista delle priorità in modo tangibile. Come primo segno invitiamo i sindaci o i loro assessori a partecipare a turno ai nostri incontri in modo da mantenere sempre aperto il canale di comunicazione verso il mondo produttivo e le sue esigenze.”

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rocedono a pieno ritmo le attività in ambito europeo all’istituto superiore “De Nicola” . La filosofia di questa scuola è di puntare, per i propri studenti, sull’importanza delle esperienze formative vissute direttamente oltreconfine. Gli studenti delle classi quarta e quinta che frequentano l’indirizzo turistico, per esempio, hanno partecipato nelle scorse settimane a un interessante stage linguistico a Valencia. Lo scopo della trasferta in terra iberica, durata una settimana, è stato quello di consolidare la conoscenza della lingua spagnola, vivendo a pieno contatto con la cultura del paese di cui studiano la lingua. In questi sette intensi giorni i ragazzi hanno potuto confrontarsi con le abitudini e lo stile di vita spagnolo, alloggiando in famiglie che si sono dimostrate molto disponibili e accoglienti. Gli studenti piovesi hanno poi frequentato tutte le mattine, per ben cinque ore, un corso intensivo di lingua spagnola alla prestigiosa scuola “Enforex” di Valencia con insegnanti madrelingua che li hanno preparati anche per le certificazioni linguistiche. Spazio poi anche ad altre attività, come i pomeriggi impegnati nella visita ai monumenti storici della città e ai musei. Per i partecipanti un’esperienza senza dubbio indimenticabile e di crescita, sia a livello personale, imparando a destreggiarsi e relazionarsi in contesti familiari, sociali e urbani non noti e quindi ad aumentare la propria autonomia e autostima, sia a livello professionale preparandoli, come l’indirizzo di studi richiede, a una dimensione europea del A.C. sapere.


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14 Codevigo Appuntamento col voto Nel centrosinistra

Ruzzon e Fontana si presentano uniti alle prossime elezioni comunali Si ricompone il sodalizio tra i due ex sindaci, Ruzzon corre per la poltrona di primo cittadino di Alessandro Cesarato

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aurizio Ruzzon e Gerardo Fontana di nuovo insieme in vista delle elezioni comunali di fine maggio. I due presenteranno insieme, infatti, una lista civica che sosterrà come candidato sindaco proprio Ruzzon e che cercherà tra i cittadini un voto trasversale, esclusivamente legato alle loro persone e al loro programma. Sì perché, pur provenendo entrambi da una storia di centrosinistra, in questa circostanza non hanno però raccolto l’appoggio e il sostegno ufficiali da parte dei vertici della sezione locale del Partito Democratico. E’ stata comunque questa la prima mossa in assoluto di una rincorsa alla carica di primo cittadino ancora dominata dalla più ampia incertezza. E che mossa! Si ricompone così un sodalizio politico che ha avuto il suo culmine tra il 1995 e il 2007, anni nei quali i due hanno ricoperto un ruolo da protagonisti nella vita amministrativa del comune. Sono diventati sindaci con percentuali quasi bulgare, prima Fontana per due mandati, poi il suo vice Ruzzon.

Da sx Maurizio Ruzzon e Gerardo Fontana L’idillio si è bruscamente interrotto però nella primavera del 2007 quando Maurizio Ruzzon è stato sfiduciato (per una vicenda che poi non ha avuto alcun risvolto legale e giudiziario) e il Comune commissariato. Alle successive elezione del 2008 i due si sono presentati con due liste diverse, finendo entrambi tra i banchi dell’opposizione. Ora di nuovo insieme dopo un periodo di mancato dialogo perché, come spiegano i diretti interessati, “la vita è fatta anche malintesi e incomprensioni”. Evidentemente tutti superati.

“Lo spirito che ci anima - spiega Ruzzon - è quello di un rinnovato impegno al servizio della nostra comunità per ridare a essa la fiducia e la speranza”. Una proposta che vuole fare dell’esperienza e della competenza le sue maggiori prerogative, con un programma che parte dal fermare il vortice degli aumenti fiscali e dal favorire la creazione di lavoro. “Bisogna ridare al Comune una visione politica di indirizzo - continua - per cercare di rimetterlo in piedi e affrontare l’intrico di pesanti problemi lasciati dall’amministrazione uscente”. “Grazie alla spinta propulsiva data tra il 1995 e il 2007, il paese è cresciuto e ha conosciuto nuove opportunità - aggiunge invece Fontana, - ma la mancanza di coraggio e di idee dell’ultima amministrazione lo ha riportato ai livelli degli anni ’80 e ’90. In questo senso l’unica vera novità e speranza sono rappresentate dal ritorno di un progetto unitario che ha dimostrato nei fatti di essere vincente”.

neWs Conche

“serenissime terre” ha pulito la spiaGGetta della boschettona

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n’intera giornata dedicata alla pulizia della spiaggetta Boschettona di Conche. E’ certamente da segnalare la lodevole iniziata dei soci dell’associazione “Serenissime Terre” che, sfidando un inizio di primavera tutt’altro che mite, si sono comunque rimboccati le maniche per iniziare a ripulire l’oasi naturalistica lagunare inserita dall’Unesco tra i patrimoni dell’Umanità. La spiaggetta negli ultimi mesi si era riempita di rifiuti e detriti di ogni genere, in parte trasportati dalle maree invernali che convogliano in questa gola anche immondizia da Chioggia, in parte abbandonati in loco da qualcuno che ha scambiato questi spazi per una discarica a cielo aperto. La raccolta si è concentrata fondamentalmente sul materiale in plastica per evitare il rischio che ritornasse in mare. La società Bacino PadovaTre, tramite la richiesta del Comune, ha messo a disposizione dei volontari un container che a fine giornata è stato colmato con le decine di sacchetti pieni di rifiuti. Come spesso ormai accade in tanti settori, il volontariato si sostituisce e cerca di supplire all’assenza delle istituzioni, spesso negligenti oppure bloccate dalle ristrettezze economiche come nel caso specifico. “Cerchiamo di dare un contributo alla valorizzazione del nostro territorio - spiega Daniele Biasin, presidente di Serenissime Terre - che ha però anche bisogno di essere salvaguardato e curato. A questo scopo organizzeremo altre giornate come queste confidando in una partecipazione sempre più grande”. A.C.

la battaglia contro l’Anas continua

passi carrai, il comitato non si arrende nonostante le nuove difficoltà

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uovi ostacoli per il “Comitato passi carrai” e la sua battaglia contro Anas e le esorbitanti richieste di pagamento. Mentre le promesse e gli impegni di tanti politici di sostenere la problematica nelle stanze parlamentari romane sono temporaneamente finite in congelatore in attesa di tempi migliori, ingiunzioni e richieste di pagamento continuano a fioccare come se nulla si fosse fatto in tutti questi anni. “L’Anas approfittando della confusione politica - spiega Pierangelo Gardenal, vicepresidente del Comitato - ha scatenato la caccia indiscriminata a pensionati, disoccupati, lavoratori e imprenditori per ottenere importi che in molti casi superano le migliaia di euro. A nulla sono serviti gli appelli al buon senso e la richiesta di attendere tempi migliori. Anzi, per il recupero, ha ora “scatenato” una società di recupero crediti di Messina, la Fire Spa”. Secondo il Comitato si tratta di scelte da irresponsabili, che stanno portando l’esasperazione sociali a livelli altissimi. “Lo Stato lo scorso luglio ha dovuto restituire 382 milioni di euro alla Ue per l’incompetenza e l’incapacità dimostrate dall’Anas nella costruzione della Salerno - Reggio Calabria. Quel denaro pubblico avrebbe coperto per 15 anni l’eliminazione della tassa sui passi carrai su tutto il territorio nazionale!”. Ad alimentare comunque qualche

La questione che doveva essere posta nelle aule parlamentari è stata temporaneamente “congelata” speranza sono le sempre più frequenti decisioni dei tribunali che sempre più spesso riconoscono l’infondatezza di richieste vessatorie e senza motivazione. In ordine cronologico l’ultima è la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello di Trieste, nella quale i giudici danno ragione a un cittadino affermando che nulla è dovuto all’Anas. “Attendiamo inoltre fiduciosi le decisioni della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo - aggiunge Gardenal - e rinnoviamo l’invito alla politica di impegnarsi pubblicamente per l’approvazione di una legge che risolva il problema dei canoni annui che superano i 10-15 mila euro e dei pregressi che in alcuni casi superano i 100-150 mila euro”. A.C.


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Polverara 17 Il caso Polo energetico di via Vecchia

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Teleriscaldamento, via libera all’ampliamento

lavori pubblici

nuovo rinvio per la bretella sud

di Martina Maniero

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uova polemica sul polo energetico di via Vecchia. Se da una parte l’amministrazione ha deciso di accantonare, almeno per il momento, il progetto della centrale a biomasse, dall’altra ha dato il via libera all’ampliamento della rete di teleriscaldamento. E lo fa all’indomani della riunione pubblica indetta per discutere proprio i progetti degli impianti per la produzione di energia alternativa previsti nella zona. “Ancora una volta questa amministrazione dimostra scarsa apertura al dialogo con i cittadini – tuona il capogruppo Marta Melina (Insieme per Polverara) - Solo sette giorni prima, all’incontro pubblico su biogas e progetti annessi, le risposte della maggioranza relative al progetto di teleriscaldamento erano state piuttosto vaghe, non esisteva ancora il progetto esecutivo, salvo poi depositarlo e approvarlo una settimana dopo”. “Il sindaco – ricorda - si era presa l’impegno di mandare ai residenti della zona un’informativa sul teleriscaldamento per conoscere chi fosse interessato ad allacciarsi, così da progettare il percorso più adeguato alle esigenze dei cittadini. Ma ancora una volta le parole affermano e i fatti smentiscono”. Getta acqua sul fuoco il sindaco Sabrina Rampin che assicura il coinvolgimento dei cittadini. “L’impianto non servirà solo le utenze private, per le quali sono già state avanzate alcune richieste – ha precisato – ma anche tutti gli immobili pubblici”. Il progetto prevede l’ampliamento della rete esistente facendo partire la nuova linea da via Vecchia (e quindi dall’impianto biogas ormai prossimo all’entrata in funzione) per passare poi lungo le vie Canonica, Vivaldi e Punta fino all’allacciamento alla rete esistente. Dubbi sulla reale necessità dell’impianto quelli avanzati dal capogruppo Enrico Sturaro (Polverara Cambia). “Verdenergia – ricorda il consigliere - ha rilevato l’impianto di teleriscaldamento attualmente in funzione vicino al palazzetto dello sport grazie ad un aumento di capitale, a cui il Comune ha contribuito con più di 400 mila euro “in natura”, cioè cedendo il terreno su cui sorge la centrale, con questa annessa. A fronte del costo economico dell’impianto, ad oggi – afferma - non è chiaro se lo stesso lavora a pieno regime o se è sottoutilizzato”. “Il congelamento della centrale a biomasse per ora è solo un promessa – evidenzia Sturaro – che noi chiediamo di concretizzare destinando il terreno che il Comune ha acquistato per la centrale a biomasse a bosco perenne di pianura, in modo da mitigare l’impatto complessivo degli interventi che interessano la zona”.

L’opposizione critica: “Scarso dialogo con i cittadini sul progetto”. Il sindaco Rampin: “Coinvolti privati ma anche immobili pubblici”

Il Municipio di Polverara

E’ slittata a fine aprile la riapertura del cantiere

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ncora un rinvio per il completamento dei lavori della Bretella sud. Il maltempo delle ultime settimane e un ritardo nella consegna degli avvisi di esproprio ai proprietari dei terreni interessati al passaggio della superstrada, costringe il Comune a rinviare la riapertura del cantiere, annunciata per la metà di marzo. Prima il ricorso al Tar e lo stop del Consiglio di Stato, poi l’esposto alla Corte dei conti e ora un nuovo ritardo. Una vera e propria odissea quella della strada si collegamento tra le provinciali 30 e 35. Il cantiere è fermo dal 2010, da quando il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso presentato da un gruppo di cittadini, ha riscontrato una serie di vizi di forma nella procedura adottata dal Comune per l’approvazione della variante al Piano regolatore. Sbrigate le formalità burocratiche per rendere operativa una nuova variante urbanistica, l’amministrazione si era detta pronta a riprendere i lavori in tempi brevi. Ma in queste settimane è sorto un altro problema. Il cantiere, hanno fatto sapere con prudenza dal Comune, riaprirà verso la fine di aprile. Da sempre contrario al progetto il gruppo consiliare “Polverara cambia”. “Non crediamo che questo intervento sia risolutivo dei problemi del traffico del nostro paese ma siamo certi del pesante impatto che può avere sul territorio - ha dichiarato il capogruppo Enrico Sturaro - Le piogge di quest’ultimo periodo – ha detto - sono bastate ad allagare i campi della zona ma il rischio idraulico sembra interessare solo quando ci sono delle calamità”. “Quanto all’iter - ha ricordato - è aperto un procedimento alla Corte dei Conti. Sarebbe prudente attendere l’esito di questo procedimento, per evitare di ripetere gli errori già compiuti con il precedente ricorso al Consiglio di Stato. Il fatto che la bretella finisca giusto dove sorgono i nuovi impianti - ha infine rilevato - lascia spazio a considerazioni sul fine con cui è stata pianificata, di sicuro fornirà una comoda via di accesso a queMa.Ma. ste strutture”.


18 Legnaro Paritaria L’asilo parrocchiale Sant’Antonio a rischio chiusura per mancanza di fondi

Appello del parroco: aiutate la scuola materna Don Luciano Forte chiede ai residenti un sostegno: basterebbe che 400 famiglie donassero 50 centesimi al giorno. Dal vicesindaco l’assicurazione dell’impegno dell’amministrazione ma anche il suggerimento a fare economia di Martina Maniero

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a scuola materna paritaria è a rischio chiusura per mancanza di fondi. E il parroco, don Luciano Forte, si rivolge ai fedeli affinché si impegnino a sostenere l’attività dell’asilo con una donazione. Il sacerdote ha lanciato l’appello dal pulpito della chiesa il mese scorso, durante la celebrazione della messa domenicale. Che l’asilo viva un momento difficile non è cosa nuova. Da anni ormai la scuola materna si trova in difficoltà a far quadrare i conti, alle prese con i tagli e i sempre più frequenti ritardi ai trasferimenti statali e regionali. Difficoltà emerse in modo chiaro in sede di approvazione del bilancio 2012, che ha chiuso con un deficit di 60 mila euro. “L’anno scorso abbiamo fatto ricorso agli istituti di credito per cercare di arginare momentaneamente le difficoltà finanziarie – ha spiegato don Luciano – ma questa non può diventare la regola, così come non possiamo aumentare ulteriormente le rette a carico della famiglie già pesantemente provate dalla crisi economica in atto”. Da qui l’idea dell’autotassazione. “Legnaro conta all’incirca 8.500 abitanti per 3.500 famiglie – ha fatto

Scuole paritarie sempre più in difficoltà a far quadrare i conti presente il sacerdote – basterebbe che 400 di queste si mettessero una mano sul cuore, e si impegnassero ad aiutare l’asilo con un contributo di 150 euro l’anno. Meno di 50 centesimi al giorno”. “Il finanziamento all’asilo è un dovere di ogni amministrazione e un diritto di ogni famiglia” ha sentenziato il consigliere all’opposizione Davide Bianchini

(Vivere Legnaro). Lo stesso ha poi auspicato maggior collaborazione tra Comune e parrocchia per trovare una soluzione. “Il Comune partecipa ogni anno all’attività dell’asilo con un contributo di 70 mila euro, uno dei più alti della Provincia” ha evidenziato il vicesindaco e assessore all’Istruzione Giovanni Bettini, che ha annunciato l’impegno diretto dell’amministrazione. “Per l’anno in corso – ha detto Bettini - cercheremo di recuperare altri 20 mila euro. Dati precisi li avremo solo in sede di approvazione di bilancio, certo è che anche la direzione dell’asilo deve cercare il modo di fare economia”. Un piano di rientro che, suggerisce il vicesindaco, potrebbe partire dalla revisione del personale in forza alla scuola, senza per questo far venire meno la qualità del servizio. L’asilo Sant’Antonio attualmente ospita all’incirca 200 bambini, per la maggior parte alla scuola materna. Una ventina invece all’asilo nido integrato. La gestione del servizio impegna quotidianamente 12 insegnanti (9 per la scuola dell’infanzia, 3 per l’asilo) e 4 suore.

Il consiglio comunale ha votato

nuova farmacia comunale, deciso l’affidamento in Gestione

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l consiglio comunale, nell’ultima riunione di marzo, ha votato per l’affidamento della gestione della nuova farmacia di Volparo. Scartata in partenza l’idea dell’esercizio diretto, troppo costoso in termini di assunzioni. I dipendenti sarebbero interamente a carico del Comune che, stretto com’è dai vincoli del patto di stabilità, al momento non se lo può permettere. Bocciata anche la proposta di istituzione di un consorzio tra Comuni, la cui popolazione complessiva avrebbe dovuto raggiungere i 30 mila abitanti, così com’è stata abbandonata l’ipotesi di gestione a mezzo di una società capitale costituita tra Comune e farmacisti. Ora si tratta di capire quanto, questa scelta, potrà fruttare alle casse comunali. Allo scopo verrà nominato un esperto, ma non è un mistero che l’amministrazione speri in una cifra a sei zeri. Visti i tempi di crisi, questa, non è certo un’opportunità da lasciarsi scappare. Semmai un’occasione da sfruttare la meglio. Il servizio verrà affidato tramite bando di gara al soggetto che presenterà l’offerta economicamente più vantaggiosa. In questo senso si sta valutando la possibilità di assegnare un punteggio maggiore in graduatoria a chi metterà sul piatto la quota più alta da corrispondere al Comune al momento della stipula del contratto. Liquidità di cassa che l’amministrazione potrebbe decidere di spendere subito e, nelle intenzioni, per le nuove scuole della frazione. La sede della nuova farmacia verrà scelta invece dall’aggiudicatario che avrà ampio margine di manovra: l’area va dal centro del capoluogo al confine con il Comune di Polverara. Ma.Ma.



20 S.Angelo di Piove-Arzergrande Quattro amministratori del Veneto ai parlamentari

Gioco d’azzardo, i Comuni chiedono più regole

Il sindaco d Sant’Angelo Romano Boischio, insieme ad altri amministratori locali, chiede leggi più stringenti che aiutino ad arginare la piaga sociale della ludopatia di Martina Maniero

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biettivo portare in parlamento una legge che regoli il settore del gioco d’azzardo e dia potere di intervento alle amministrazioni comunali. All’appello lanciato dal sindaco di Loreggia, Fabio Bui, hanno risposto già tre Comuni: Silea (Treviso), San Martino di Lupari e Sant’Angelo di Piove. I quattro amministratori hanno già steso una prima bozza. Tra i punti cardine: agire sul regolamento edilizio e sulle concessioni per tenere le sale giochi a debita distanza dai punti sensibili; evitare la promiscuità con i prodotti in vendita, collocando le macchinette videogiochi in un angolo riservato di qualsiasi esercizio; defiscalizzare gli esercenti che rinunciano a installarle o dare una premialità finanziando il capitolo con le multe date ai gestori; bloccare la pubblicità e dotare le macchinette di un dispositivo che permetta il gioco ai soli adulti. Questa è solo l’ultima, in ordine di tempo, iniziativa lanciata dagli amministratori veneti per tentare di arginare una vera e propria piaga sociale: la ludopatia. Troppo spesso però le iniziative lasciate ai singoli Comuni non bastano. Gli statuti comunali, i regolamenti e le ordinanze non sono più sufficienti per limitare questo genere di attività. Ne è un esempio la richiesta pre-

Il sindaco di Sant’Angelo Romano Boischio

sentata in Comune a Sant’Angelo per l’apertura di una sala giochi di 500 metri quadri nella zona industriale a Vigorovea. L’amministrazione vorrebbe impedirne l’apertura, applicando il regolamento comunale del 2010 che ha messo al bando questi impianti nel territorio comunale. Ma queste misure rischiano di non bastare se non accompagnate da una normativa urbanistica più stringente in materia. “Serve una normativa statale più chiara del set-

tore - ha dichiarato il sindaco Romano Boischio - Gli amministratori chiedono avere voce in capitolo in tema di autorizzazioni ad aprire nuove sale gioco. Sant’Angelo, in questo senso, si è posto da tempo il problema, limitando questo genere di attività con un apposito regolamento. Ma tutto ciò non basta se poi, alla base, manca una regolamentazione statale del settore”.

neWs Arzergrande

educazione stradale per studenti e... Genitori

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ducazione stradale per adulti, ovvero quando l’esempio deve arrivare direttamente dalla famiglia. Il comando di Polizia locale, nell’ambito delle lezioni di educazione stradale che da anni regolarmente tiene nelle scuole del comune, quest’anno ha voluto estendere l’invito a un ripasso delle principali norme della circolazione stradale anche agli adulti e in particolare ai genitori degli alunni. Un’idea utile e originale, tra l’altro la prima del genere nel territorio della Saccisica. “L’iniziativa - spiega l’agente Fabio Pezzato, che ha curato in prima persona il corso - ha sicuramente come obiettivo, in considerazione dell’evolversi continuo nelle norme legate al codice della strada, quello di fornire un aggiornamento per chi ha la patente da molti anni”. “Il vero scopo - aggiunge Pezzato - è soprattutto quello di far sì che gli insegnamenti che sono stati impartiti agli alunni non siano poi smentiti dalle abitudini alla guida dei propri genitori. E’ fondamentale la conferma da parte della famiglia, vero fulcro per l’educazione dei più piccoli”. Sono state fissate più date, in maniera da venire incontro alle esigenze di tutti. Ogni singola lezione ha toccato le principali norme di comportamento nella circolazione stradale con particolare attenzione alla guida sotto l’influenza di alcool, al comportamento in caso di incidente, all’utilizzo delle cinture di sicurezza per adulti e bambini e ai sistemi di rilievo della velocità. A.C.

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Il sindaco: “Difficile per i piccoli Comuni fronteggiare i colossi della telefonia”

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Sono tre le antenne attive sul territorio

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mara sconfitta per il Comune che perde in tribunale contro Wind. La compagnia telefonica ha fatto ricorso al Tar contro il diniego dell’ente municipale alla richiesta di installazione di un impianto per la telefonia mobile (in altre parole un’antenna) in un terreno di proprietà privata in zona industriale a Vigorovea. Che la battaglia non sarebbe stata facile lo aveva lasciato intendere lo stesso sindaco Romano Boischio solo qualche giorno prima dell’udienza, discussa il 26 marzo scorso. Alla base del “no” una serie di motivazioni legate alla struttura dell’antenna, in contrasto con le norme contenute nel Piano di assetto del territorio comunale. Il documento prevede infatti che i pali o i tralicci siano, in ogni caso, “dimensionati per ricevere gli impianti di almeno tre gestori al fine di favorirne l’uso in comune”. Ma queste motivazioni non sono state riconosciute sufficientemente forti. Non quanto quelle di Wind almeno. “Prevedendo la localizzazione congiunta di più gestori in

un’unica antenna abbiamo voluto impedire il proliferare di ripetitori sul territorio comunale – ha spiegato il primo cittadino – ma è sempre difficile per i piccoli Comuni fronteggiare colossi economici come le compagnie di telefonia. Non impugneremo la sentenza al Consiglio di Stato, ma valuteremo se ci siano ancora margini di trattativa con il gestore per trovare una soluzione condivisa”. A Sant’Angelo attualmente sono tre le antenne attive sul territorio per cinque operatori telefonici. Il primo palo, a marchio Vodafone, è stato installato su un’area pubblica vicino agli impianti sportivi del capoluogo. Il secondo si trova su un’area privata in via Europa, vicino al cimitero comunale, e ospita un ponte radio Tim allacciato alla centrale Telecom. Il terzo palo, su cui insistono due ripetitori, uno Ericsson e l’altro Vodafone, è stato montato su un’area pubblica in via Palladio, sempre in zona industriale a Vigorovea. Ma.Ma.


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22 Correzzola Programmazione finanziaria

Già pronto il bilancio di previsione In un contesto di estrema incertezza il sindaco e la sua Giunta scelgono di guardare avanti comunque e programmare il futuro per non perdere i finanziamenti e non fermare i lavori in corso di Alessandro Cesarato

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onostante il clima generale di enorme incertezza l’amministrazione comunale ha scelto comunque già di presentare a marzo e approvare in consiglio comunale il bilancio di previsione 2013. Una decisione in controtendenza, visto che nella maggioranza dei comuni si preferisce ancora rimanere alla finestra, in attesa di capire la reale consistenza dei fondi a disposizione. “Il dato per gli enti locali è catastroficospiega il sindaco Eric Sturaro - e la situazione è estremamente incerta. Realisticamente abbiamo costruito un bilancio di un solo milione di euro che tiene conto della proiezione dell’introito dell’Imu, di trasferimenti statali pari a zero e dell’impatto dei nuovi tagli che per il nostro Comune significa 250 mila euro in meno rispetto allo scorso anno”. Un azzardo? Per il sindaco Sturaro si tratta invece di una forte scelta politica.

Il sindaco Eric Sturaro “Questa è l’unica maniera - dice - che ci permetterà di non bloccare i lavori pubblici in corso e di non perdere i relativi finanziamenti da parte di Regione, Provincia e Gal”. Lavori che riguarderanno i ponti di via Giusti e via Castello, il marciapiede nel centro del capoluogo, la passerella pedonale a Civè, la riqualificazione della piazza di Villa del Bosco, gli interventi al tetto della Corte Benedettina e la manutenzione di tutti i plessi scolastici. “Un bilancio tirato al massimo - aggiunge Sturaro - per garantire i servizi essenziali e non penalizzare ancora di più i cittadini. In

neWs Testimonianze

primo lovison raconta la sua storia di soldato

Erano in Italia dal 2011

I profughi bengalesi hanno lasciato Correzzola

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rimo Lovison (in foto), uno degli ultimi soldati reduci della Seconda guerra mondiale residenti in paese, ha raccontato la sua storia. L’ha fatto pubblicamente in occasione di “Storia di un soldato”, un incontro-intervista organizzato dalla biblioteca comunale e che si è tenuto nella sala Crociera della Corte Benedettina. Primo Lovison, in occasione del suo 91esimo compleanno, ha ripercorso i lunghi anni di guerra vissuti in prima persona e che lo hanno portato su i campi di battaglia di Tobruk ed El Alamein. Partito per le armi nel 1940, fu presto spedito a combattere in Africa. Qui fu quasi subito catturato dai nemici. La sua prigionia durò per anni e per Lovison fu un continuo peregrinare da un campo all’altro dell’Africa Settentrionale e del Medio Oriente. Anche dopo la fine della guerra, perché dall’Italia le operazioni di recupero tardarono a mettersi in moto. “Tornai nel gennaio del 1947 - ha raccontato Lovison - a bordo sulla nave “Garibaldi” che attraccò a Bari. Con vari mezzi riuscii alla fine ad arrivare a casa, dove ormai non mi aspettavano più visto che avevo perso i contatti con i miei familiari già dal 1942”. Perché questa disponibilità a raccontare davanti a una platea la propria storia? “Sono rimasto uno degli ultimi testimoni di quella guerra - ha spiegato Lovison, - iniziative come questa e quelle che organizzano gli amici dell’associazione “Combattenti e reduci” sono per me una consolazione e servono soprattutto a tenere accesa una memoria importantissima che non deve essere smarrita”. A.C.

questo va intesa la decisione di mantenere al livello minimo l’aliquota Imu e lasciare invariate le tariffe scolastiche”. Cinghia sempre più tirata per il Comune quindi che già da alcuni anni ha ridotto progressivamente le spese per il personale. Solo dieci anni fa, per fare un esempio, negli uffici c’erano tre geometri e cinque stradini. Ora i geometri sono un paio, di cui uno presta parte del servizio anche a Codevigo. Gli operai sono solo due a cui spetta, oltre la manutenzione, anche il servizio di trasporto scolastico e cimiteriale.

I profughi con l’assessore provinciale Mauro Fecchio

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i è risolta senza strascichi l’emergenza profughi che ha visto il comune ospitare dal giugno del 2011 alcuni bengalesi fuggiti dalla Libia, stravolta dalla guerra, dove si erano recati in cerca di un po’ di fortuna e di un lavoro. Con la fine dello stato di emergenza e la sospensione dei contributi statali, i profughi hanno dovuto, infatti, lasciare i vari centri di accoglienza. In paese erano cinque, tutti uomini di età compresa tra i venti e i quaranta anni. In questi lunghi mesi sono stati alloggiati nell’ostello della Corte Benedettina. Con un comportamento sempre diligente e composto si sono resi utili alla comunità grazie a uno stage professionale che ha permesso loro di affiancare gli operai comunali in lavori di manutenzione degli edifici pubblici, di cura del verde e tinteggio delle scuole. “Hanno avuto l’opportunità di acquisire professionalità - spiega il sindaco Eric Sturaro - che un giorno torneranno utili per trovare un impiego. Si sono sempre comportati con estrema diligenza, guadagnandosi la stima e l’affetto di molti compaesani, anche quelli che in un primo momento si dimostravano diffidenti”. Le occasioni per familiarizzare con il territorio e la comunità locale non sono mancate. I profughi sono stati, infatti, presentati nelle scuole, ai ragazzi delle medie, a cui hanno raccontato le loro storie. L’estate scorsa hanno preparato una cena bengalese per tutti i dipendenti e amministratori locali. Hanno frequentato corsi di lingua italiana e seguito un progetto di integrazione con l’Auser di Pontelongo che ha fatto conoscere loro il territorio. A.C.

neWs Villa del Bosco

impianti sportivi, dopo mesi di inattività un bando per riaffidare la Gestione

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opo alcuni mesi di inattività e ab- è stata soprattutto la comunità locale che bandono finalmente un bando do- all’improvviso si è trovata privata non vrebbe permettere di riaffidare la solo di uno spazio per la pratica dello gestione degli impianti sportivi comunali sport ma soprattutto di uno storico centro di Villa del Bosco. La giunta comunale ha di aggregazione e socialità, capace di riinfatti determinato le linee guida della unire tutti i giorni persone di tutte le età. Con il nuovo bando di concorso il Conuova convenzione. Sebbene la revoca della concessione mune si augura pertanto di riaprire quanalla locale polisportiva, a cui da sempre to prima gli impianti sportivi, anche perera stata affidata la struttura, sia datata ché l’incuria di questi ultimi mesi rischia di diventare deleteria. i primi giorni di marTra gli ademzo, di fatto l’attività Con questo bando dei “campetti” ave- il Comune si augura pimenti richiesti al va subito un drasti- di riaprire in questo nuovo gestore, che co rallentamento modo quanto prima ora potrà essere anche un soggetto già dalla fine della gli impianti sportivi individuale, ci sarà scorsa estate. Per poi cessare definitivamente dalla fine di l’obbligo di corrispondere un canone anottobre a seguito degli allagamenti per le nuo, di intestare a proprio nome le utenze intense precipitazioni che avevano reso e di tenere un’apposita documentazione contabile per l’attività commerciale. La impraticabili spogliatoi e campi di gioco. A prescindere dalle motivazioni che concessione durerà solo tre anni (fino ad hanno portato all’interruzione anzitempo ora era decennale) e nel corso dell’anno della concessione, rinvenibili in un mix le eventuali manifestazioni, come tornei di controversie e dissidi tra le parti non e feste, dovranno essere limitate a un diversamente sanabili, il dato di fatto numero prestabilito di giornate. inconfutabile è stato che a pagare la chiusura degli impianti sportivi della frazione A.C.

lA SCUOlA RENDE OMAGGIO AllA MAESTRA DE BERNARDIS DA POCO SCOMPARSA

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metà marzo, nella sua casa a San Francisco negli Usa, è mancata Maria De Bernardinis. Aveva 73 anni. Nonostante siano passati diversi anni da quando lasciò il paese, il suo nome rimane tutt’oggi strettamente legato alla scuola media “Alessandro Manzoni” dove aveva prestato servizio per lungo tempo. Assegnata a Correzzola nel 1976 per insegnare la lingua francese, Maria Re Bernardinis si ritrovò invece a fare il preside a seguito della prematura e improvvisa morte del titolare. Tra i professori, infatti, era l’unica laureata e quindi con la possibilità di fare il concorso da dirigente scolastico. Resse l’incarico per otto anni, dal 1977 al 1985. Anni segnati da profonda trasformazione del mondo della scuola. Si occupò della riforma democratica che associò i genitori alla conduzione della scuola con gli organi collegiali. Dovette impegnarsi nella radicale trasformazione della didattica: eliminazione del voto e programmazione interdisciplinare. Dovette affrontare il problema di una scuola più aperta alla società uscendo dall’ambito asfittico dell’aula. Leggendario in tal senso fu l’impegno per riuscire a portare gli alunni in gite che durassero almeno tre giorni. L’idea che i ragazzi potessero affrontare l’esperienza di un albergo, oggi prassi quotidiana, fu allora oggetto di furibonde discussioni. Lottò con veemenza e determinazione a favore dell’inserimento dei portatori di handicap, impegnandosi con tenacia

La maestra Maria De Bernardis contro una sordità generale che metteva mille ostacoli a questa soluzione. Il suo vero capolavoro resterà comunque l’istituzione del tempo prolungato. Un’esperienza educativa ancor oggi attuata con successo nella scuola media del capoluogo. Donna di eccezionale cultura e di grande generosità, amò intensamente Correzzola e i suoi abitanti. La vita le ha riservato però anche prove durissime. Nei primi anni Novanta, insieme al marito, scappò dall’Italia per gli Usa, nel tentativo di superare la tragedia della morte dell’unico figlio, scomparso a vent’anni in un tragico incidente stradale. Dopo alcuni anni decise di riprendere a insegnare diventando anche preside di una scuola di italiano per americani. Solo due mesi un altro colpo devastante le era stato inferto dalla morte dell’amato marito, vinto da una A.C. malattia.


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24 Pontelongo Obiettivo: farne un Centro sportivo Si raccolgono le candidature fino al 6 maggio prossimo

Un bando per la gestione della Casa del popolo La struttura comprende una parte commerciale da adibire a ristorazione, il bocciodromo da poco restaurato e una tensostruttura per altre attività sportive di Alessandro Cesarato

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i sarà tempo sino al prossimo 6 maggio per partecipare al bando di concorso per la gestione del complesso della ex Casa del Fascio, detta poi Casa del Popolo. Il Comune, infatti, intende affidare a un soggetto imprenditoriale privato l’intero blocco costituito dall’edificio progettato nel 1938 dall’architetto Quirino De Giorgio e parte degli impianti sportivi collegati. L’idea di fondo è quella di riuscire finalmente a creare intorno all’imponente complesso di via Villa del Bosco un centro sportivo di aggregazione per la comunità pontelongana, volorizzando l’aspetto sociale e migliorando la funzionalità dei servizi offerti. Di certo una bella sfida per chi intenderà rilanciare un ambiente che viaggia a minimi regimi già dalla fine del 2011 quando chiuse anzitempo la gestione del “Serale”. Le potenzialità però non mancano visto che la struttura comprende una parte commerciale da adibire alla ristorazione, il bocciodromo restaurato da poco, la tensostruttura omologata per la pratica del calcio a cinque e il tennis e due campi per il beach volley con relativo giardino da adibire alle manifestazioni estive. “Il nostro auspicio - commenta l’assessore allo sport Fabio Magagnato - è quello che il nuovo gestore riesca a ridare smalto a un complesso che negli anni ha vissuto alterne fortune. L’amministrazione sarà certamente in prima linea per quanto riguarda la promozione di iniziative da concordare in sinergia con la nuova gestione, in modo tale da favorire il forte legame sportivo e sociale per la comunità che un ambiente così pregiato offre.

neWs Pulizia degli argini

raccolti 140 sacchetti di rifiuti lunGo il bacchiGlione

C Il bando di gara Un ringraziamento - aggiunge l’assessore - va a coloro che da quasi un anno portano avanti il bocciodromo e la tensostruttura, perché solo grazie al loro aiuto si è mantenuta in vita parte del centro sportivo altrimenti destinata all’abbandono”. Interessante per i partecipanti è l’aspetto legato alla parte commerciale da adibire alla ristorazione in quanto il complesso fa parte di un’area più ampia dove sono presenti anche la palestra e i campi da calcio, con centinaia di ragazzi e genitori che ogni giorno partecipano alle varie attività. Il bando e tutte le informazioni sono consultabili sul sito www.comune.pontelongo.pd.it .

entoquaranta sacchi di rifiuti raccolti lungo l’argine del fiume Bacchiglione. E’ stato questo il risultato dell’annuale manifestazione per la pulizia del territorio comunale coordinata dal gruppo locale di Protezione civile. A dare il buon esempio il sindaco Fiorella Canova e gli I volontari, coordinati dalla Protezione altri amministratori locali, in civile, in posa per la foto di gruppo testa il gruppo di cittadini che prima di cominciare il lavoro sul territorio si sono mostrati sensibili alle problematiche ambientali. Presenti anche un gruppo di bambini della scuola elementare “Montessori”, tutti muniti di guanti, pettorina fosforescente e pinze. “E’ incredibile costatare come ancora oggi - ha commentato il sindaco - la gente abbandoni i rifiuti lungo gli argini e nei campi, quando esiste un servizio di raccolta fatto a domicilio e che comunque è pagato anche da chi abbandona i rifiuti in giro. Per fortuna giornate come questa dimostrano come esistano anche persone a cui sta a cuore la qualità dell’ambiente e che mettono a disposizione il loro tempo e lavoro nel tentativo di salvaguardare oltre che l’ambiente anche la comunità dove vivono”. A.C.


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Brugine-Polverara-Pontelongo 27 Brugine Cambiano le modalità di calcolo, i residenti pensano ad un aumento dei servizi

Bolletta rifiuti, si pagano 5 mesi non più 4 A Polverara il sindaco denuncia i disagi dei concittadini: le bollette arrivano in ritardo, già scadute

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tasche dei contribuenti per 30-40 centesimi in più al metro quadro per abitazione. Praticamente una Imu bis”. “La scelta del Bacino è più che condivisa - conferma l’assessore - in quanto il cittadino non si trova spiacevoli sorprese a fine anno, ma il tutto viene diluito nelle tre bollette distribuite nell’arco dei 12 mesi, rendendo così meno oneroso il pagamento”. “L’unica lacuna del Bacino - fa notare l’assessore - è stata la mancanza di comunicazione preventiva ai cittadini”. Se a Brugine gli avvisi di pagamento precedono addirittura le comunicazioni dei gestori, a Polverara, solo qualche chilometro più in là, le bollette arrivano sistematicamente in ritardo. Il sindaco Sabrina Rampin ha quindi inviato una lettera di denuncia alla direzione provinciale di Poste Italiane. “Le bollette - ha spiegato il primo cittadino - vengono imbucate nella cassetta delle lettere ormai scadute e i cittadini si ritrovano a pagare

Il concorso fotografico

torna “pontelonGo attraverso i mesi dell’anno”

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Martina Maniero ambia il calcolo della tariffa rifiuti a Brugine. D’ora in avanti verranno computati cinque mesi anziché quattro, come in precedenza. Una novità introdotta di recente dal Bacino Padova 3 che ha creato qualche malumore tra i residenti, convinti in un aumento del costo del servizio. “Nessun aumento - si affretta a precisare l’assessore ai Lavori pubblici, Michele Giraldo – cambiano solo le modalità di calcolo”. Per il 2013, in sostanza, le bollette verranno recapitate ogni cinque mesi anziché quattro. Con la terza e ultima bolletta, che calcolerà i consumi degli ultimi due mesi, arriverà anche la Tares, la nuova tassa sui rifiuti che andrà a sostituire Tia e Tarsu. “Questa nuova modalità di conteggio – ha spiegato Giraldo - è una scelta del Bacino Padova 3, allo scopo di ammorbidire l’entrata in vigore della famigerata Tares, la nuova imposta introdotta dallo Stato che andrà a gravare sulle

pontelonGo

la mora per il ritardo del pagamento”. E non è questo l’unico problema. “All’ufficio postale – spiega - si creano troppo spesso lunghe code agli sportelli, soprattutto quando uno dei due impiegati è impegnato in mansioni di back-office e quindi resta un solo operatore effettivamente disponibile al pubblico”. Quanto ai postini: “vengono cambiati in continuazione e pervengono continue segnalazioni di posta lasciata ad abitazioni diverse, probabilmente – ipotizza il sindaco - perché queste continue sostituzioni non permettono la memorizzazione delle vie e dei numeri civici del territorio”. Pazienza per le cartoline, che spesso arrivano quando il mittente è rientrato da settimane. Ma quando si tratta di bollette la scocciatura diventa un problema.

opo l’inaspettato successo dell’esperimento della prima edizione torna a grande richiesta il concorso fotografico “Pontelongo attraverso i mesi dell’anno” promosso dall’Archivio storico fotografico e dall’assessorato alla Cultura. Il concorso è gratuito e aperto a tutti, fotografi dilettanti e professionisti. Diversamente dalla prima edizione, organizzata e proposta solo dopo il ter- La locandina del mine l’estate, ora il tempo concesso ai concorso fotografico partecipanti per sbizzarrirsi dietro l’obiettivo della fotocamera è molto più ampio. L’intenzione degli organizzatori è, infatti, fare in modo che i partecipanti possano cogliere scorci e particolarità del paese nel corso di tutte le stagioni. Luce e colori della natura e del cielo cambiano continuamente: sapere intuire queste trasformazioni significa riuscire a immortalare luoghi e costruzioni del paese nel loro continuo cambio d’abito. Al concorso si potrà partecipare con un massimo di dodici scatti (uno per mese) in formato digitale. E’ possibile consegnare gli scatti tramite e-mail, posta o direttamente in biblioteca comunale. Tutti gli scatti partecipanti diventeranno patrimonio della collettività in quanto saranno poi esposti in dicembre in una mostra allestita all’interno della “Festa della Dolcezza 2013” e i migliori inoltre saranno utilizzati per la realizzazione del calendario comunale 2014. Termine ultimo per la consegna degli scatti è il prossimo 9 novembre. Per informazioni rivolgersi alla biblioteca comunale allo 049/9776568 oppure scrivere a biblioteca@comune.pontelongo.pd.it . A.C.

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28 Cultura locale

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Usi e costumi Un evento molto speciale “immortalato” in una foto storica

Ricordi di un vecchio pellegrinaggio a Roma

GIANFRANCO BETTIN,

NATO IN AFRICA

GRAFICHE TIOZZO 2013 Un centinaio circa di pagine per raccontare, ora con autentici documenti e ora con spassosi aneddoti, le proprie vicissitudini, la propria vita, quanto ha voluto fare Gianfranco Bettin, conosciuto fin qui come artigiano e imprenditore dell’auto ed ora stimato e apprezzato anche quale brillante narratore. Stesura di episodi relativi settant’anni d’operosa esistenza trascorsi in famiglia, in officina, in cento attività e relazioni con larga parte di congiunti, di amici, di conoscenti, di persone di differenti culture e condizioni sociali. Un insieme di “confidenze” in un primo tempo ambientate nel suggestivo scenario del continente africano e successivamente con peculiarità proprie della terra veneta, nonché con protagonisti continuamente gli ascendenti - Bettin Longo - dell’autore del volumetto e di altri familiari che, con il trascorrere degli anni, hanno contribuito ad accrescere popolarità e rinomanza all’intero casato. Non mancano, tra uno scritto e l’altro, le foto, alcune di carattere affettivo e altre di tipo storico-ambientale. Tutte parimenti suggestive ed interessanti.

Nel 1943 un nutrito gruppo di piovesi, guidato da monsignor Migliorin, si recava dal papa Pio XII

di Paolo Tieto

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ettant’anni fa, giustamente di questi ritorio piovese, per lasciarne ai posteri testigiorni d’inizio primavera, un nutrito monianza visiva concreta. gruppo di persone piovesi, guidato La foto, essendo stata eseguita setda monsignor Enrico Migliorin, presentava tant’anni fa, è da considerarsi oggi storica, al santo padre Pio XII la tavola con l’effigie di fondamentale importanza per quanto della Madonna delle Grazie perché vi impar- riguarda eventi propri di un particolare tisse la sua benedizione, dopo il ripristino momento della vita parrocchiale e cittadieffettuatone all’Istituto centrale del restau- na piovese; ma appare anche curiosa se si ro di Roma. calcola che molte persone colà raffigurate Era un evento del tutto speciale, e non erano all’epoca già anziane e pertanto da solo perché registrava il recupero d’una molto tempo non figurano più tra quanti stupenda opera di uno dei maggiori artisti popolano quotidianamente piazze e vie del Rinascimento veurbane di Piove. neziano, ma perché Il gruppo dal santo Basti dire che la raanche la città di Piove padre con l’effigie gazzetta biancovestita si riappropriava, nella della Madonna intenta a reggere, con sua autentica origina- delle Grazie perché l’arciprete Migliorin e rietà, di un’immagine fosse benedetta don Antonio Pretto (riper tanti versi legata a spettivamente a destra fatti straordinari, alla storia, intesa in senso e a sinistra di chi guarda), il quattrocentelato, del territorio. sco dipinto belliniano è mancata proprio Ad iniziare dallo sventato duello tra qualche settimana fa, ottuagenaria, e che i due fratelli Sanguinazzi, per il possesso i vari Briani, Ranzato, Bado, Carraro,Longo, ognuno della preziosa icona, e fino alla pre- Marcolin e via di seguito, disseminati nei servazione della popolazione saccense dal vari anfratti del folto gruppo, si sono dileflagello della peste. guati allo stesso ricordo della locale comuniA scattare la storica istantanea di cir- tà già da lunga data. costanza fu allora il fotografo Luigi Battisti, Primo fra tutti, forse, lo stesso proche da anni immortalava con immagini motore del pio culturale pellegrinaggio, impresse sulla carta persone e fatti del ter- l’arciprete Migliorin, deceduto anch’egli

a cura di Paolo Tieto

ottantenne esattamente trent’anni or sono. Quanti ricordi, evidentemente, quanti gustosi aneddoti sono legati a questo leggendario viaggio, a questo plurichilometrico percorso effettuato in rudimentali “carrozze” di terza classe, vale a dire con sedili di duro legno e con scompartimenti, trovandoci in periodo bellico, accuratamente oscurati, nel timore di cadere vittime di un qualche bombardamento nemico. Ma teneva alto il morale d’ognuno il fatto che si sarebbero viste, nei tre giorni successivi, innumerevoli cose stupende, quali le maggiori basiliche della cristianità, i musei vaticani, tante celebri fontane, la cupola di Michelangelo, alla cui sommità i più ardimentosi sarebbero saliti per ammirare, attraverso le feritoie della suprema sfera, il panorama di Roma. Di quella città che era sogno di tutti poter vedere almeno una volta in vita, ma che solo a pochi era dato di potervisi recare, considerati la distanza, i disagi per poterla raggiungere, i notevoli costi da affrontare per un pur sia breve soggiorno. Aspetti tutti che inducevano facilmente a capire la straordinarietà di una siffatta escursione, la fortuna, per chi vi partecipava, di tanto singolare evenienza.

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Cultura locale 31 Giornata Fai I ragazzi dell’Istituto De Nicola erano gli “apprendisti ciceroni”

Aperti al pubblico le ville e i palazzi di Piove Palazzo Jappelli, villa Priuli e villa Soranzo le sedi che sono state visitate Alessandro Cesarato

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l 23 e 24 marzo si è tenuta la XXI Giornata Fai di Primavera. Organizzata dal Fondo Ambiente Italiano, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si tratta di un’occasione spesso unica nel corso dell’anno per entrare e visitare palazzi, chiese, castelli e parchi solitamente chiusi al pubblico. In Italia sono stati 700 i siti che gli amanti del patrimonio artistico e naturalistico del Belpaese hanno potuto ammirare, scoprendo magari, proprio dietro l’angolo, dei veri e propri tesori poco noti e pubblicizzati. A livello nazionale la manifestazione ha dimostrato di essere sempre più apprezzata dal pubblico, tanto che sono stati oltre mezzo milione gli italiani che hanno deciso di cogliere questa opportunità. L’evento è stato possibile soprattutto grazie al supporto di 7 mila volontari e a oltre 20 mila “apprendisti ciceroni”, cioè studenti delle scuole coinvolti in un progetto di cittadinanza attiva che li ha visti trasformarsi, dopo un adeguato periodo di

studio e preparazione, in guide capaci di illustrare ai visitatori gli aspetti storici e artistici. In città a Piove di Sacco tre sono stati gli edifici ricompresi nella lista Fai e che quindi è stato possibile visitare. Tra questi, in primis, Palazzo Jappelli, noto a tutti per essere la sede municipale. In questa caso a fare da ciceroni sono stati coinvolti alcuni studenti dell’istituto superiore “De Nicola”. Già il suo ingresso, con l’atrio colonnato, offre l’idea della grandiosità ed eleganza di questo edificio. Nella sala consiliare è invece possibile la visione di opere d’arte uniche nel loro genere e testimoni della storia della città. Come pure nella sala dei Melograni l’enorme sipario teatrale rappresenta un quadro vivace e dinamico della popolazione piovese. In via Borgo Rossi è dislocata invece l’imponente Villa Priuli. Nei suoi immensi saloni si respira ancora la ricchezza e i fasti antichi delle nobili famiglie vissute in questa residenza.

In alto Villa Priuli, sotto Villa Soranzo Altro esempio di raffinatezza architettonica è infine Villa Soranzo Crotta Bragato, in via Jacopo da Corte. Si tratta di una palazzina con ambienti raccolti e raffinati, prospetti lineari e dalle dimensioni armoniose. Inoltre la prossimità al Fiumicello richiama la suggestione dei viaggi dei signori tra Venezia e la terraferma. Altrettanto suggestiva è l’osservazione degli ambienti affrescati con il richiamo all’architettura classica, i personaggi che rendono vitali le vedute paesaggistiche e conducono a una dimensione lontana nel tempo.

leGnaro Pittura. la mostra allestita nei locali della Bcc

morGian, al secolo Gianni mortandello, espone le sue opere

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ostra di pittura allestita nella locale filiale della Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco. Sino al 15 maggio, infatti, in concomitanza con gli orari di apertura della banca, sarà possibile visitare l’esposizione delle opere dell’artista Morgian, La mostra di pittura al secolo Gianni Mortandello. La mostra è curata dalla pittrice Franca Antonello in collaborazione con Quadraluna Corniceria. Storia particolare quella di Morgian che da creativo per dovere lo è diventato per piacere. La grande creatività applicata alla propria azienda che produce borse in coordinato con le scarpe per alcuni calzaturifici della Riviera del Brenta a un certo punto non ha più potuto essere limita entro gli stretti confini dell’attività professionale ed è diventata stimolo per fare della pittura non solo un semplice hobby. In quasi un decennio Morgian ha così dipinto decine di tele, specializzandosi soprattutto nell’uso di ampie gamme di colori. E’ un pittore che ama i colori, li sente e lo si percepisce; li sa plasmare, guidare, fondere e scolpire in modo così efficace che la sensazione è quella di entrare in un altro mondo. Tele che nascono quasi come contrappeso all’intensa attività imprenditoriale. “Smessa la realizzazione dei campionari - spiega il pittore - mi butto a capofitto sulla pittura: è una sorta di sfogo attraverso i colori a olio su tela e su legno che mi appaga profondamente”. A.C.

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12 34

VIAGGIO IN

PROVINCIA PADOVA

Città della Speranza La ricerca condotta dallo scienziato veneto Paolo De Coppi

Importante passo avanti nella lotta alle malattie

Lo scienziato Paolo De Coppi, ora primario a Londra

Le cellule staminali del liquido amniotico sono in grado di riparare l’intestino e salvare i neonati di Emanuele Masiero

P

adova fa ancora notizia per la ricerca medica più avanzata grazie alla Città della Speranza, che ha sostenuto un lavoro che segna un fondamentale passo avanti nella lotta alle malattie pediatriche. Protagoniste, ancora una vota, le cellule staminali presenti nel liquido amniotico, scoperte dal ricercatore veneto Paolo De Coppi, che ora firma anche questo nuovo passo avanti della scienza. Si è scoperto infatti che le cellule staminali del liquido amniotico sono in grado di riparare l’intestino in un modello animale di enterocolite necrotizzante. L’enterocolite necrotizzante è una grave malattia necroinfiammatoria dell’intestino che colpisce i neonati, soprattutto prematuri, con una mortalità del 15-30%, nei casi più gravi. Allo stato attuale non è disponibile alcuna cura specifica ma il trattamento è limitato a terapie mediche di supporto e alla rimozione chirurgica delle porzioni di intestino necrotico. L’asportazione di ampie porzioni di intestino può causare, nei bambini che sopravvivono, una sindrome da intestino corto con necessità di nutrizione parenterale permanente o di un trapianto intestinale. L’importante scoperta è il risultato di una ricerca cofinanziata dalla Fondazione Città della Speranza, che fornisce nuove prospettive di cura. “Questo risultato - ha commentato il ricercatore Paolo De Coppi, lo scopritore delle cellule staminali amniotiche - apre nuovi orizzonti per la cura di

Data la possibilità di ottenere le cellule staminali dal molte patologie intestinali soprattutto dell’età pediatrica. Negli ultimi 5 anni le cellule staminali derivanti da liqui- liquido amniotico senza danneggiare il feto, in futuro si do amniotico hanno dimostrato di possedere ampie poten- potrebbe ipotizzare un utilizzo autologo di queste cellule: zialità terapeutiche in diversi modelli di malattia. In questo ovvero ogni neonato potrebbe beneficiare delle cellule stastudio, per la prima volta, viene dimostrato che queste cel- minali ottenute dal proprio liquido amniotico per il trattamento di eventuali patologie congenite o perinatali. Oltre a lule staminali sono anche in grado di riparare l’intestino”. tutto ciò il lavoro testimonia le grandi Lo studio, pubblicato sulla prestipotenzialità che può generare il consogiosa rivista Gut, è stato condotto da La Fondazione lidarsi dei rapporti tra il Great Ormond ricercatori del Great Ormond Street padovana ha Street di Londra e l’Ospedale Materno Hospital di Londra, in collaborazione partecipato alla Infantile di Padova”. con Fondazione Istituto di Ricerca Pe- ricerca in Le cellule staminali derivanti da diatrica Città della Speranza, Padova, campo pediatrico liquido amniotico sono una particolare Research and Innovation s.r.l., Padova ed il Wake Forest Institute for Regenerative Medicine, USA. popolazione di cellule di origine fetale isolata per la prima La Fondazione Città della Speranza di Vicenza e la Great volta circa 5 anni fa dagli stessi autori dello studio pubblicaOrmond Street Charity di Londra hanno cofinanziato il pro- to su Gut. Si tratta di cellule staminali multipotenti (ovvero in grado di differenziarsi in diversi tipi cellulari) che è possigetto di ricerca. “I risultati dello studio - ha dichiarato Giorgio Perilon- bile isolare dal liquido amniotico senza danneggiare il feto. go, direttore della Clinica Pediatrica di Padova - nato dalla Nell’articolo pubblicato su Gut è dimostrato che le celcollaborazione fra il Dipartimento di Salute della Donna e lule staminali ottenute dal liquido amniotico sono in grado, del Bambino dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova una volta iniettate in ratti neonati affetti da enterocolite e l’Ospedale Pediatrico Great Ormond Street di Londra, co- necrotizzante, non solo di riparare l’intestino a livello istostituiscono la prima prova del potenziale terapeutico delle logico, macroscopico, radiologico e funzionale ma anche cellule staminali derivanti da liquido amniotico per la cura di aumentare la sopravvivenza e ridurre la mortalità degli animali trattati. delle patologie pediatriche del tratto gastrointestinale.

Allarme di Confindustria Pd

“costi enerGia alle stelle, +30%”

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llarme di Confindustria Padova sui costi dell’energia, cresciuti nell’ultimo anno fino al 30%. Sono gli oneri impropri, slegati dalla fornitura di energia in senso stretto, denunciano gli imprenditori, a dilatare in modo insostenibile i prezzi, più cari del 30-40% rispetto alla media europea. “Nel 2012 il prezzo dell’energia all’ingrosso ha raggiunto i 75,5 euro per megawattora (MWh) per la media tensione, contro i 43,5 della Germania, a cui vanno aggiunti oneri di sistema, accise e imposte, il cui peso è pari al 53% della bolletta energetica. - afferma il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin - Un livello che affossa ogni speranza di ripresa. Il paradosso è che mentre nell’ultimo anno il prezzo dell’energia all’ingrosso è sceso del 20%, la curva degli oneri impropri si è impennata: negli ultimi tre anni sono aumentati del 174%. E.M.

FONDATORE DEllA CARITAS ITAlIANA Il TESTAMENTO SPIRITUAlE DI MONS. NERVO

“P

regare e offrire”: con queste parole, pronunciate al vescovo di Padova Antonio Mattiazzo due giorni prima di morire, Giovanni Nervo si è congedato dal mondo. Un motto che ricalca uno stile di vita, un testamento spirituale degno del fondatore della Caritas, di un sacerdote che ha consacrato la sua vita a favore degli ultimi. Mons. Nervo, fondatore e primo presidente di Caritas Italiana si è spento il primo giorno di Primavera all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano, dove era ospite a seguito della sua salute sempre più compromessa. Il Vescovo di Padova lo ricorda come: “una figura emblematica della Chiesa padovana e italiana, a cui ha dedicato la sua vita di prete e di uomo; si è impegnato strenuamente per l’affermazione di una pedagogia della carità così come doveva essere la Ca-

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ritas nel pensiero di Paolo VI e non ha mai mancato di denunciare ingiustizie o incoerenze. Ma il suo impegno è stato anche avvalorato da un alto senso di responsabilità civile, governata dai valori del cattolicesimo sociale, di cui è stato uno dei protagonisti. Il suo operato è stato più volte riconosciuto anche dalla società civile”. Alla celebrazione delle esequie la Cattedrale di Padova si è riempita di amici, conoscenti, autorità civili ed ecclesiali. Un messaggio di vicinanza e cordoglio, firmato dal cardinale Angelo Bagnasco e da mons. Mariano Crociata è giunto dalla Conferenza Episcopale Italiana al vescovo di Padova, in cui si esprimeva il desiderio di “far grata memoria dell’opera generosa che il compianto mons. Giovanni ha svolto per la Chiesa in Italia nel servizio della carità, con l’esempio luminoso della sua dedizione evangelica ai più poveri”. E.M.

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Spazi Spazi Aperti aperti 13 35 Escusioni fuori porta Numerose le proposte con l’arrivo della bella stagione, dalle passeggiate alle visite guidate ai luoghi d’arte

Primavera sui Colli, natura e avventura Caccia al tesoro sulla Strada del Vino, riapre il Castello del Catajo e a maggio tornano le escursioni al chiaro di luna

Novità di quest’anno il parco attrezzato con percorsi sospesi

di Emanuele Masiero

C

on l’arrivo della primavera, i Colli Euganei diventano la meta preferita per centinaia di persone. Per questo riprendono le numerose iniziative messe in campo da ente parco, associazioni e Comuni. Per prima le “passeggiate domenicali” organizzate dal Gruppo Escursionisti di Battaglia Terme. Per tutte le uscite il ritrovo è alle ore 8.45 al parcheggio presso il punto di partenza dell’itinerario. Prossimo appuntamento il 28 aprile con il giro cantina Callegaro, carbonara di Rovolon e Monte Madonna. Il 12 maggio invece il tuor prevede chiesa del Carmine di Monselice e Monte Ricco. Riprendono anche gli itinerari enogastronomici: domenica 21 aprile andrà in scena la nona edizione della caccia al tesoro sulla Strada del Vino: un itinerario con domande sul territorio, prove di abilità e degustazioni, a piedi, in bici o in auto. Sempre il 21 aprile riapre il parco del Castello Catajo dalle 15 alle 19 con l’intero giardino delle Delizie. Aspettando l’inaugurazione, con visite guidate si andrà a riscoprire l’antico giardino che con i suoi 14 mila mq è uno dei più grandi parchi storici del Veneto. Le visite, della durata di circa un’ora,verranno effettuate durante tutto il pomeriggio con partenza fino ad

un’ora prima della chiusura. Sono pronti al via anche i riuscitissimi “Campi Avventura”: tra i boschi del monte Venda ed ai piedi del monte Gemola, il Parco Regionale e la cooperativa Terra di Mezzo organizzano anche per l’estate 2013 la proposta rivolta ai bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni che avranno la possibilità di vivere una straordinaria esperienza di vacanza a stretto contatto con la natura. I campi sono distinti in 3 fasce di età: dai 7 ai 10, dagli 11 ai 14 e dai 15 ai 17 anni. Bambini e ragazzi, suddivisi in squadre da 8 componenti, vivranno un’esperienza in un clima di vita comunitaria per divertirsi, ma anche per stimolare la socializzazione. I giochi nel bosco, le uscite in kayak, l’arrampicata, le escursioni, le attività creative e manuali saranno il tempo del divertimento per i ragazzi in vacanza, ma saranno anche le occasioni per misurare le proprie capacità e i propri limiti, per stare insieme agli altri, per giocare con adulti educatori che curano con attenzione le dinamiche di crescita personale e di relazione tra i ragazzi. Per i più grandi, dai 14 ai 17 anni, saranno organizzate due proposte molto particolari: la condivisione del campo avventura (della durata di 13

Il Parco Avventura è aperto tutti i sabati e le domeniche e permette a ragazzi e adulti di provare forti emozioni lungo i percorsi attrezzati giorni) con 12 coetanei turchi, provenienti dal liceo italoturco di Istanbul, con cui vivere questa esperienza col valore aggiunto dello scambio culturale. Oppure i campi itineranti: 6 giorni a piedi con lo zaino in spalla, per attraversare tutto il gruppo dei Colli Euganei, scoprendone i segreti e le ricchezze lungo i sentieri. Riprendono anche le escursioni “al chiaro di luna”. Il 25 maggio “profumi di primavera”: sul Monte Vendevolo, fino al buso della Casara. Ritrovo alle ore 21 presso il parcheggio della chiesa di Valnogaredo. Il 22 giugno il tema sarà “osservando il cielo stellato”: da Villa Beatrice al Monte Gemola. Ritrovo alle ore 21.00 presso il parcheggio di Villa Beatrice. Per entrambe le escursioni il costo è di 5 euro ed è richiesto abbigliamento adeguato per la notte, scarponi e torcia elettrica. Novità fresca di quest’anno, l’apertura del Parco Av-

ventura, tutti i sabati dalle 15 alle 19 e le domeniche dalle 10 alle 19. Il Parco è una fitta giungla di percorsi sospesi per grandi e piccini che regala divertimento ed emozioni immersi nella natura. “Le attività più avventurose come le escursioni, il kayak, l’arrampicata, saranno stimoli per i ragazzi per vincere le proprie paure o per conoscere e affermare il proprio carattere – ha spiegato Gaetano Battocchio, Presidente della cooperativa Terra di Mezzo - Saranno occasioni per i ragazzi per incontrarsi ed entrare in relazione, per collaborare, chiedere aiuto, supportarsi e, ancora una volta, per scoprire se stessi e gli altri. Il ricordo di queste attività, delle serate attorno al fuoco e degli amici conosciuti al campo, rimarrà nei ragazzi come segno forte di un’esperienza di vacanza giocata all’aria aperta, sempre in compagnia di una grande protagonista: la natura”.

RISORSA ACqUA DA PROTEGGERE

L

’acqua sta diventando una risorsa sempre più importante. Un patrimonio da tutelare e controllare: sempre più spesso si registrano periodi di siccità alternati da forti alluvioni. Il problema è noto anche nella bassa padovana dove ancora permane una rilevante vocazione agricola che deve fare i conti con la gestione idrica. Di questo si è parlato ampiamente anche alla fiera Sep di Padova dove sono state presentate grandi innovazioni tecnologiche per i consorzi di bonifica. Proprio in quest’ambito va ricordato che il consorzio Adige Euganeo alla fine del 2012, ha concluso favorevolmente l’iter istruttorio per l’approvazione e il finanziamento di un progetto per la realizzazione di opere di pluvirrigazione. Un progetto da 3 milioni di euro che servirà a risparmiare e ottimizzare l’uso della risorsa acqua. Sempre in quest’ambito prendono vita progetti ad alta innovazione che sono già realtà operative in tutto il Veneto. E’ il caso del cosiddetto “micro-idroelettrico”, vale a dire la possibilità di produrre energia rinnovabile anche con salti d’acqua di solo un metro e mezzo. Già operativo nel Consorzio di bonifica Piave, nel trevigiano, che utilizza le potenzialità delle reti irrigue in pressione. La rete idraulica dei Consorzi di bonifica (quasi 200 mila chilometri in tutta Italia) possono così essere interpretate come un grande serbatoio d’energia, trasformando l’acqua in un vero proprio “Oro blu”. Altro caso sono i pannelli solari galleggianti, sperimentati con successo dal Consorzio di bonifica Romagna Occidentale e già

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Filippo Scapinelli Bucciante Avvocato

Il Consorzio Adige Euganeo ha ottenuto il via libera per nuove opere installati da alcuni Comuni: permettono la produzione di energia rinnovabile, evitando conseguenze invasive paesaggistiche grazie alla quasi scomparsa dall’orizzonte visivo. L’attivazione ha permesso di verificare che la perdita di efficienza, dovuta ad una minore esposizione angolare ai raggi solari, viene compensata dalla maggiore rifrazione dovuta alla vicinanza dell’acqua. Non mancano infine, le tecnologie legate al web e alla geolocalizzazione: gli impianti vengono dotati di georeferenziazione e nei mezzi vengono inseriti ricevitori Gps, che permettono, attraverso internet, di monitorare l’operatività o di elaborarne i dati per valutazioni E.M. di tipo ambientale.

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36 14 Noi e gli altri Solidarietà Il primo giugno la maratona sulla pista di atletica in Prato della Valle, l’obiettivo è battere il record del mondo

“Run for Children” ricorda Mennea di Nicola Cesaro

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opo l’impresa del 2011, che ha portato sulla pista di Prato della Valle 4.531 partecipanti, regalando a Padova il Guinness World Records per il maggior numero di persone che hanno corso ininterrottamente per 24 ore, quest’anno torna Run for Children per ritentare la sfida sulle 12 ore, mancata di un soffio lo scorso anno (2209 staffettisti). Sarà intitolata a Pietro Mennea la nuova staffetta per battere il Guinness World Records e raccogliere fondi a favore dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza. Dalle ore 8.00 alle ore 20.00 del primo giugno prossimo si correrà dunque sulla pista di atletica inaugurata nel 2011 in Prato della Valle. L’obiettivo è percorrere 100 metri a testa in un tempo medio di 18 secondi per riuscire battere il record delle 2.395 persone in 12 ore detenuto da Gaza (23 ottobre 2010, stadio Al-Yarmook). Confermata la partecipazione per il quarto anno di Moreno Morello come testimonial e commentatore della gara. La novità di questa edizione è la sinergia instaurata con il Coni Padova, creando un bellissimo mix di sport e solidarietà. Run for Children si svolgerà infatti in concomitanza con la manifestazione “Tuttosport in Prato”, il tradizionale appuntamento organizzato dal Coni Padova, che dal 31 maggio al 2 giugno porterà in Prato della Valle lo sport padovano giovanile. Sport e soli-

Dalle 8.00 alle 20.00 del primo giugno si correrà in Prato della Valle

Gli organizzatori e le autorità alla presentazione dell’edizione 2013 di Run For Children

darietà si uniscono più che mai quest’anno grazie al doppio appuntamento e all’intitolazione a Pietro Mennea, il grande velocista azzurro scomparso lo scorso 21 marzo. Anche quest’edizione di Run for Children è organizzata dal Comitato Padova for Children, nato con l’intento di realizzare grandi eventi sportivi per raccogliere fondi per la ricerca pediatrica. Il Comitato esecutivo di Run for Children 2013 è composto da Francesco Peghin, Gianfranco Bardelle, Stefano Bellon e Nicola Maioli. L’iniziativa è realizzata con la collaborazione del Coni Padova e del Coni Regionale, di Assindustria, delle Fiamme Oro, della Federazione Italiana Cronometristi – Ficr - e della Federazione Italiana di Atletica Leggera – FIDAL. Alla presentazione hanno partecipato Francesco Peghin, Presidente del Comitato Padova for Children, il Sindaco di Padova Flavio Zanonato, l’Assessore allo Sport

© Foto di Erika Crosara

La manifestazione si svolgerà in concomitanza con “Tutto sport in Prato”

del Comune di Padova Umberto Zampieri, l’Assessore allo Sport della Provincia di Padova Leandro Comacchio, il prof. Giuseppe Basso, Direttore della Clinica di Oncoematologia Pediatrica, Guido Taglia in rappresentanza di Gianfranco Bardelle, Presidente del Coni Veneto, il dott. Scognamiglio in rappresentanza del Questore Montemagno e il prof. Gianluca Gini, Delegato del Rettore. In collegamento da Roma è intervenuto Dino Ponchio, Presidente del Coni provinciale di Padova che ha sottolineato come questo sia un momento in cui lo sport fa sinergia, fa sistema e crea un meccanismo virtuoso di collaborazione: “Abbiamo deciso di intitolare la manifestazione alla memoria di Pietro Mennea, che non è stato solo un grandissimo atleta ma ha dato un messaggio fortissimo allo sport. Ha mostrato che, lavorando e senza scorciatoie, si possono ottenere alti risultati”. Ha concluso la Presidente della Fondazione Città della Speranza Stefania Fochesato, che ha consegnato il Mattone della Città della Speranza a Maria Pia Bergamaschi, capo Settore Tributi del Comune di Padova, per l’attenzione rivolta alla Fondazione. “Il Comitato Padova For Children ringrazia tutti coloro che contribuiranno al successo della manifestazione, divenuta un appuntamento atteso da tutti gli sportivi sensibili ai temi della solidarietà. Un ringraziamento e un invito a partecipare a tutti gli iscritti delle scorse edizioni, 13.036 nelle tre Guinness precedenti, agli oltre 100 volontari che hanno lavorato e lavoreranno alla prossima manifestazione e alle 50 aziende che hanno sostenuto la nuova sfida”. Per partecipare è necessario iscriversi sul sito www.runforchildren.it, versando un contributo di 10 euro. Per le squadre che iscrivono almeno 10 atleti il contributo è di 5 euro a testa. L’intero ricavato delle iscrizioni andrà a sostenere la ricerca scientifica pediatrica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, il più grande centro di ricerca in Europa sulle malattie infantili inaugurato l’8 giugno 2012 in via della Ricerca Scientifica a Padova. Nel 2012 i 54.250 euro raccolti sono stati devoluti a tre progetti dedicati all’infanzia: le attività di ricerca pediatrica della Fondazione Istituto di Ricerca Città della Speranza e la missione di Suor Laura Girotto ad Adwa in Etiopia.


FORMARE ALL’AZIONE Ecco come liberare le potenzialità umane e professionali ai giorni nostri

Formazione significa “formare all’azione”. Che riguardi il singolo o l’organizzazione, in entrambi i casi aiuta a diventare più abili nel realizzare gli obiettivi. Siamo davvero capaci di ottenere ciò che vogliamo o desideriamo? Sia esso un obiettivo lavorativo piuttosto che un accordo con una persona, migliorare una relazione, gestire situazioni conflittuali o di stress. L’obiettivo di Gmb Group Academy è proprio questo: fornire gli strumenti necessari alle persone per migliorare la qualità delle proprie relazioni, private e lavorative, imparare a gestire le risorse umane “liberando” le loro potenzialità in modo che possano esprimersi al meglio. Quale imprenditore non vorrebbe che i propri collaboratori producessero al meglio? Quale genitore non vorrebbe che il proprio figlio si realizzasse in modo soddisfacente? Purtroppo la società ci porta spesso a una introversione, a rinunciare, a soccombere, e spesso solo per una questione di scarse abilità sociali e comunicative. Gmb Group Academy è un progetto che nasce dai concetti di sinergia e di relazione, che a nostro avviso sono particolarmente indispensabili in questo periodo storico. Un pool di professionisti che offre una vasta gamma di consulenza e formazione: spunti, idee, strumenti per migliorare la qualità della nostra vita e attività lavorativa. Non solo nozioni che arricchiscano il nostro sapere, bensì soprattutto “modi”, “abilità”, “capacità” che ci permettano di esprimerci al meglio e far esprimere al meglio chi ci sta attorno.

FORMAZIONE IN ROSA Gmb Group Academy ha voluto dedicare dei percorsi alle donne che vogliono conoscersi meglio, migliorare la propria vita, stare bene con se stesse e con gli altri, confrontandosi su tematiche che riguardano la propria crescita interiore, lo sviluppo di abilità sociali, il miglioramento della propria autostima, la gestione della vita quotidiana, famigliare, lavorativa e interpersonale. Le possibilità sono diverse, partire da serate loro dedicate (BEN-ESSERE DONNA), su temi di volta in volta diversi, fino a corsi specifici:

I FONDATORI GIAN MARIA BERTIN Imprenditore esperto nelle aree della comunicazione e nella costruzione di ambienti aziendali moderni e innovativi attraverso il metodo della “maieutica relazionale e aziendale” sostenuto dalle tecniche del Quick turning e Visioning, pone il focus sul trasferire ad imprenditori e manager una cultura rivoluzionaria attraverso la quale imparare ad estrarre velocemente e con efficacia dalle risorse umane, attitudini e talenti per ottenere il massimo potenziale esprimibile. Diverse le aree di competenza: “Public speaking, coaching”, training mirato per start up e Franchisor, consulenza “one to one” per affiancare gli imprenditori nell’innalzamento del “problem solving”, nell’autorigenerazione e ridimensionamento dei problemi. Nel corso degli anni matura una profonda conoscenza sulla creazione di brand a cui collegare sviluppo di reti commerciali dedicate a core business diversi con particolare attenzione al settore immobiliare e alla consulenza nel Real Estate di lusso. CRISTINA BORDIN Psicologa clinica, formata in psicoterapia cognitivo comportamentale, è esperta nelle aree dello sviluppo delle risorse personali, delle abilità sociali e relazionali. Oltre all’attività clinica ha svolto ruoli di coordinamento e formazione di risorse umane. Responsabile di redazione, consulente commerciale, imprenditrice, negli anni ha collezionato una varietà di esperienze che le permettono di avere una visione ampia a livello manageriale, dalla gestione grazie alla conoscenza dei profili psicologici, fino a quella organizzativa dei processi di comunicazione. Oltre a dirigere la Gmb Group Academy, in qualità di psicologa clinica, si occupa personalmente dell’area educativa (corsi dedicati a genitori, insegnanti, aspiranti tate), dello sviluppo delle risorse psicologiche (autostima, gestione del conflitto e dello stress), delle abilità comunicative e relazionali. Nei contesti aziendali, spesso il gruppo vive i successi come luce riflessa, come qualcosa che non gli appartiene direttamente bensì che rimane esclusivamente di proprietà del leader, dell’imprenditore. Questa base motivazionale è insufficiente e fondamentalmente inumana, pertanto ogni imprenditore o manager che prosegue incurante nel trasferimento della sua leadership per induzione, prima o poi dovrà fare i conti con il turn-over aziendale. Nei periodi di crisi, gli scopi personali, vengono drasticamente a galla e le aziende ed i gruppi, apparentemente coesi, in realtà si identificano con le proprie incoerenze. Lo sviluppo di un’azienda si muove di pari passo con la guida sicura, rapida e lucida del suo leader e di chi, con lui, condivide

mete da raggiungere e direzioni da seguire. La costruzione di un progetto si delinea come trasformazione coerente degli scopi personali e dalla perseveranza nel mantenerli immutabili, valori intramontabili di fronte alle intemperie. Crediamo nella splendida energia dell’essere umano e della sua progressiva abilità di auto rigenerarsi partendo da se stesso, attraverso uno sviluppo cosciente e reale della propria ambizione perché possa,con essa, imparare a guidarne le meravigliose scoperte senza sentirne il peso… anche quando fuori tutto sembra rallentare. Vogliamo avvicinarci così agli imprenditori ed ai manager che desiderano affrontare un percorso di matura consapevolezza, perché prima di ottenere risposte possano

QUANTO MI PIACCIO?! Mira al potenziamento dell’AUTOSTIMA. Non esistono ricette magiche per migliorare la propria autostima, bensì è necessaria l’intenzione di conoscersi meglio e fare un percorso personale di crescita. Liberarsi dalle credenze che ci limitano e sostituirle con nuove che ci permettano di riprendere in mano la nostra vita verso una maggiore auto realizzazione e soddisfazione. CHE TIPO DI DONNA SEI RAZIONALE, IMPULSIVA O EMOTIVA? Sei una donna riservata, formale, ti fai guidare dalla ragione, controllata nelle emozioni, ordinata e organizzata… Sei una donna tesa all’affermazione di se stessa, dinamica, dominante, spesso impulsiva, passionale e non le mandi a dire… Sei una donna solare, gentile, sentimentale, ti fai guidare dall’esperienza e hai bisogno del contatto con le persone… Incontri per conoscerci meglio e valorizzare la nostra autenticità attraverso la conoscenza di quelli che sono i punti di forza e le “aree di miglioramento” per gestire in modo più efficace la comunicazione, migliorare le abilità sociali ed evitare inutili conflitti. Il LABORATORIO DI AUTOBIOGRAFIA è un progetto rivolto a persone che desiderano, partendo dalla propria storia personale, affrontare un percorso di autoconoscenza. Ricostruire la propria storia, partendo dal ricordo di semplici episodi, è un’avventura mentale che può aver profondo valore di ricerca della propria identità, liberazione catartica di nodi rimasti irrisolti, comprensione di dinamiche familiari e personali. DAL MAL-ESSERE AL BEN-ESSERE E’ un percorso che ha l’obiettivo di aiutare i partecipanti a scoprire quali sono le cause sottostanti alle preoccupazioni che hanno condotto alla condizione di stress psicofisico, ad imparare delle tecniche di rilassamento, a modificare l’approccio cognitivo guardando alle situazioni in un’ottica nuova, meno spaventosa sviluppando capacità di affrontare i problemi e risolverli nella maniera più efficace.

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16 Il personaggio

Personaggio 39

La scrittrice. Nuova edizione del libro dedicato alle massime sull’uva e il vino

Proverbi da ricordare “erano i nostri tweet”

Luisella Fogo ne ha raccolti ben 470 in dialetto insieme a “chicchi di poesia e calici di prosa” di Nicola Stievano

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accontare il mondo dell’uva e del vino con 470 proverbi in dialetto veneto, regalare al lettore un viaggio fra le tradizioni popolari ancora vive nel nostro territorio. E’ quanto propone Luisella Fogo, dinamica scrittrice padovana, nonché instancabile animatrice culturale, nella nuova edizione, rivista e ampliata, della raccolta “Proverbi veneti su l’ua e sul vin”. Un omaggio appassionato ad un genere intramontabile, quello dei proverbi, “la saggezza di un popolo”, consegnati alla storia ma non del tutto scomparsi. “In fondo i proverbi sono i messaggini di oggi - afferma Luisella Fogo - all’epoca non c’erano né telefonini né sms, né facebook o twitter. Erano i proverbi il mezzo più veloce e sintetico per comunicare, per tramandare sottili arguzie e battute di spirito, ma anche consuetudini della vita quotidiana.

Luisella Fogo alla presentazione del suo ultimo libro C’era un proverbio per ogni situazione, per descrivere ogni persona, per interpretare il bello o il cattivo tempo, per i lavori della terra, per i momenti di svago. E il mondo del vino ne ha ispirati tantissimi”. Così. dopo una prima pubblicazione con 264 proverbi, stampata in edizione tascabile su iniziativa della Provincia, Luisella Fogo ha intensificato le ricerche e dato alle stampe il nuovo libro, diviso in sei capitoli: “La vigna e l’ua”; “La vendemia e el vin”; “A l’Osteria”; “El vin e la Cusina”; “El vin e la Dona”; “El vin e la Vita”. Situazioni della vita quotidiana che rendono al meglio queste espressioni di uso comune, sempre a metà strada fra la “perla di saggezza” il moto di spirito, fra la considerazione di buon senso e la battuta goliardica. E’ la stessa autrice ad offrici una selezione dei proverbi migliori: “Mejo spusare

de vin che de cera”, oppure “A trincar sensa misura, tanto tempo no se dura”, “Chi ga inventà el vin se no ‘l xé in paradiso el ghe xé ła visin”, “Aqua de apriłe, frumento e vin nel bariłe”, “Vin, done e maroni bisogna godarli so ła so’ stajon”, “Ła vigna sensa paeo no stà su”, “A on pranso perfeto, vin s-cieto”. L’opera è arricchita da una parte finale letteraria e poetica dal titolo “Chicchi di poesia e calici di prosa”, un viaggio di 3500 anni e metafore di grandi personaggi della Storia che regalano una parentesi culturale da scoprire. “Ho voluto rendere omaggio ai grandi della letteratura - spiega Fogo - che in ogni tempo hanno cantato il vino, da Mosè a Pablo Neruda, passando per Mario Soldati e Federico Garcia Lorca, dei quali riporto alcuni brani celebri. A dimostrazione che il vino è da sempre una

fonde di ispirazione. Amo il Veneto, amo questa terra e con questo libro ho voluto rendere omaggio alla ricchezza e alla fantasia di chi ci ha preceduto e ci ha lasciato un’eredità da non disperdere”. Luisella Fogo, originaria di Este, vive a Padova da oltre quarant’anni. Dopo un intensa attività come insegnante, critica d’arte, gallerista, articolista, redattrice, organizzatrice di mostre socio - storico educative per le scuole della sua città, realizza molteplici iniziative culturali. Alla fine del 2008 ha presentato la prima ed unica raccolta di proverbi veneti sul vino dal titolo “Proverbi veci su l’ua e sul vin” con la quale per la narrativa edita ha vinto l’ottava edizione del Concorso Nazionale “Il vino nella letteratura, nell’arte, nella musica e nel cinema”, a Santo Stefano Belbo, in Piemonte.

Tre anni fa ha dato alle stampe un interessante contributo su “Padova nel centenario delle prime scuole all’aperto d’Italia”. E’ il racconto documentato e appassionato della nascita, agli inizi del Novecento, sui bastioni delle mura cittadine, delle scuole all’aria aperta per accogliere e istruire i bambini malati di tubercolosi. “Per guarire questi ragazzi - spiega Fogo - avevano bisogno di respirare aria pulita, di uscire dalle case malsane nelle quali vivevano e trascorrere le giornate in mezzo al verde. In queste speciali scuole, “Camillo Aita”, “Francesca Randi” e “Luzzato Dina” venivano istruiti, curati e anche sfamati. Padova è stata la prima ed unica città a scolarizzare in questo modo i bambini ammalati di tubercolosi, contribuendo a vincere quella che era una vera e propria piaga sociale”.


40 Cultura provinciale

Cultura provinciale 17

L’evento Fino a metà maggio un ricco programma di spettacoli e iniziative coinvolge l’intera città

Prospettiva Danza Teatro a Padova

scienza & co.

“Oltre il visibile” è il tema della quindicesima edizione, opportunità per incontrare artisti e ballerini Sergio Pistoi a Padova

di laura Organte

U

n mese di eventi, spettacoli, incontri dedicati alla danza, per esplorare questa arte a 360°. Prospettiva Danza Teatro è ormai un appuntamento fisso nel calendario culturale padovano, e torna quest’anno con la XV edizione dal titolo Oltre il visibile. Il programma, che si declinerà tra metà aprile e metà maggio, non comprende solo spettacoli di danza, molti in prima regionale, ma anche occasioni di incontro con artisti e coreografi, laboratori di danza e suono, sulla danza di comunità e stage di tango. Padova sarà dunque, per un mese, la città della danza, luogo in cui potranno accadere incontri inattesi, come quello con Alessia Garbo e Vasco Mirandola, che martedì 16 aprile alle 19 trasformeranno il Caffè della Piazzetta in Via Martino e Solferino 49 nel palcoscenico della loro performance di teatro e danza, Un giorno la cosa diventerà seria. Una inconsueta e suggestiva overture del calendario degli spettacoli che prende il via la sera stessa al verdi con La Compagnia

eventi e mostre

Bodyvox (USA) in prima regionale presenta “Reverie”, una creazione fondata sull’armonia e la forza della bellezza, creata in risposta all’orrore dell’11 settembre. La kermesse prosegue il 20 aprile, sempre in prima regionale, con “Scattered. Un’improvvisa pioggia di momenti imprevisti” della Compagnia Motiohouse (GB), una coreografia innovativa eseguita su un grande piano ricurvo che scompare verso il cielo, utilizzando la tecnologia delle proiezioni e avvalendosi di imbracature aeree per i numeri più audaci. Un gradito e atteso ritorno è quello di Aterballetto - Fondazione Nazionale della danza, che il 12 maggio porta a Padova una serata con due coreografie d’eccezione: il balletto “Workwithinwork” di William Forsythe composto sui ritmi incalzanti dei Duetti per due violini, vol. 1 (1979-83) di Luciano Berio e “Rossini cards” di Mauro Bigonzetti su musica di Gioachino Rossini, creazione stratta e libera da qualsiasi gabbia drammaturgica. A perfetta conclusione di questa carrellaa cura di Laura Organte

GEK TESSARO E LA GRANDE ARTE All’interno del progetto Città invisibili, per la Biennale di Letteratura e Cultura per l’infanzia, il Museo Diocesano ospita fino al 2 giugno una mostra in cui l’artista e illustratore Gek Tessaro “incontra” con disegni, schizzi e tavole illustrate le opere che hanno segnato la storia dell’arte e che si trovano oggi nei più importanti musei italiani. È un viaggio lungo la nostra penisola durante il quale Gek, davanti a Leonardo, Giotto, Caravaggio e altri artisti, si lascia provocare intessendo con essi e le loro opere un dialogo vivo e appassionato, fatto di parola, colore e segno. Un’esposizione da non perdere per conoscere da vicino l’artista.

“COLORADO CAFÉ” A PADOVA Arrivano a Padova, il 17 maggio al Geox, i protagonisti di Colorado cafè, la trasmissione nata nel 2002 da un’idea di Diego Abatantuono che ha riscosso negli anni un enorme successo, riscontrando l’entusiasmo del grande pubblico televisivo. Oggi i comici di Colorado escono dagli studi televisivi per toccare dieci tra i più importanti palazzetti italiani: a farsi applaudire al Gran Teatro Geox di Padova saranno i Fichi d’India, Didi Mazzilli, i Panpers, Andrea Viganò, i Gem Boy, Baz, Apetta e Pintus. Tutti capitanati da Paolo Ruffini, che presenterà la serata in compagnia della simpatica Luna.

MENGONI FA TAPPA AL GEOX Dopo la vittoria a Sanremo, arriva a Padova Marco Mengoni, che si esibirà il 24 maggio al Gran Teatro Geox. Sarà l’occasione per ascoltare live anche i nuovi brani di Marco Mengoni contenuti nell’album #PRONTOACORRERE (etichetta Sony Music), che uscirà il 19 marzo ed è già il primo album su Amazon in prenotazione. Il nuovo disco contiene 15 brani, tutti inediti, prodotti da Michele Canova e registrati tra Los Angeles e Milano.

Premio Galileo incontra i finalisti

I

Per un mese Padova sarà la “capitale” della danza contemporanea ta di grandi artisti il 16 maggio il palcoscenico del Teatro Verdi traboccherà di sensualità e passione grazie allo spettacolo di musica e danza “Zotto en concierto de tango”. Sul palco Miguel Angel Zotto, stella indiscussa e carismatico interprete delle diverse sfumature di questo ballo sensuale e poetico, e considerato dai cultori della materia “uno dei

tre massimi ballerini di tango del secolo”. Il grande danzatore argentino terrà al anche uno stage di Tango il 15 maggio. Solo alcuni degli appuntamenti e delle iniziative, rivolte anche a chi non ha mai avuto esperienza nel campo della danza ma desidera conoscerlo. Informazioni e calendario completo su sito www.prospettivadanzateatro.it.

cinque finalisti del Premio Galileo per la divulgazione scientifica 2013 incontrano i padovani al Centro Culturale Altinate San Gaetano per raccontare le loro opere. Il primo incontro è stato il 9 aprile 2013, ore 21.00, con Frank Close che presenterà il volume “Neutrino”. Seguiranno Giorgio Vallortigara con “La mente che scodinzola”, il 17 aprile, Sergio Pistoi con “Il DNA incontra Facebook - Viaggio nel supermarket della genetica”, il 24 aprile, i tre autori di “Il telescopio di Galileo”, Massimo Bucciantini, Michele Camerota, Franco Giudice, il 29 aprile, e, il 7 maggio, Sam Kean con “Il cucchiaino scomparso e altre storie della tavola periodica degli elementi”. L’attesa premiazione del concorso avverrà invece nel pomeriggio del 9 maggio nell’Agorà del Centro culturale Altinate/San Gaetano. L.O.

Al Teatro Verdi di Padova e al Teatro Elios di Scorzè

Zuzzurro e Gaspare, “Tutto Shakespeare in 90 minuti” “T utto Shakespeare in 90 minuti”? Certo che è possibile, parola di Zuzzurro e Gaspare. E’ questo il nome del nuovo spettacolo di una delle coppie comiche più amate dal pubblico italiano che è riuscita a portare in scena un sunto dell’opera omnia del Bardo nel lasso di tempo di una partita di pallone, un’ora e mezza per l’appunto. Uno dei tanti palcoscenici toccati in territorio veneto dal duo artistico è stato poche settimane fa il Teatro Verdi di Padova e il Teatro Elios di Scorzè, quest’ultimo grazie alla preziosa collaborazione offerta dal Circuito Teatrale Arteven. Un titolo sicuramente azzeccato che non tradisce le speranze dei tanti spettatori accorsi a vedere Zuzzurro e Gaspare (alias Andrea Brambilla e Nino Formicola) alle prese con il riadattamento delle migliori opere del drammaturgo inglese William Shakespeare. Questa la trovata del regista, maestro della comicità, Alessandro Benvenuti: portare sui palcoscenici italiani una versione riadattata di “The complete works of William Shakespeare (Abridget)”, opera teatrale di Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield, i quali hanno deciso di rischiare, stravolgendo un vero e proprio simbolo della cultura del loro Paese. E come i tre giovani inglesi irriverenti sono riusciti a toccare i tasti giusti per istigare complicità e divertimento nel proprio pubblico, successo testimoniato da 30

Il celebre duo Gaspare e Zuzzurro in scena a teatro anni di tour nei teatri di Londra, così è riuscito a fare, a partire dal titolo che richiama lo sport sicuramente più popolare in Italia, anche il trio tricolore, composto da due bravissimi attori di alto calibro come Zuzzurro e Gaspare, che proprio con questo spettacolo festeggiano i 35 anni insieme sulle scene. La loro impresa è però ben più ardua di quella del trio di geniali autori inglesi: non tutto il pubblico italiano conosce a menadito vicende e personaggi della sterminata opera del grande drammaturgo, per cui c’è da sudare per riuscire a catturare l’attenzione e suscitare il sorriso con

inverosimili caratterizzazioni dei personaggi, strani intrecci di trame ed irriverenti giochi di parole. Improbabili “Romeo e Giulietta”, balletti rap, partite di calcio in cui tutti i sovrani evocati da Shakespeare si passano e si rubano la corona invece del tradizionale pallone, hanno coinvolto il pubblico presente in un “tour de force” estenuante, che si rivela per i protagonisti una vera e propria prova fisica decisamente impegnativa. Insomma uno spettacolo davvero eccezionale, come forse non se ne vedevano più ormai da anni! L.O.


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LO Karate

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SPORT in PRIMO PIANO metafisica tribano brilla al trofeo di pasQua

Ciclismo Sono 25 gli atleti che scenderanno in pista nelle competizioni

Club Ciclistico Este al via

di Walter lotto

P I vincitori del Trofeo mostrano con orgoglio le medaglie vinte el palazzetto dello sport di via XXV aprile l’Us Acli di Padova e l’asd Karate di Noventa hanno organizzato il “Trofeo di Pasqua” di karate, patrocinato dal Comune e dalla Federazione Fijlkam (Federazione italiana judo lotta karate arti marziali) Comitato regionale veneto. La gara, che ha visto quasi 300 partecipanti, riservata agli atleti dai 4 ai 14 anni, suddivisi nelle categorie bambini, ragazzi ha costituito per la scuola d’ arti marziali Metafisica di Tribano l’occasione per sfoggiare le gesta dei suoi numerosi iscritti diretti dalla pluricampionessa Mirka Vasekova. Ecco i premiati alla manifestazione. Primo posto. William Lionello (Rovigo), Laura Meneghetti e Michele Ongarelli (Olmo). Secondo posto: Giacomo Bido (Rovigo), Giacmo Belon (Granze), Andrea Manfio (Rovigo), Emilio Spoladore (Rovigo). Terzo posto: Alessandro Berto (Granze), Matteo Canton (Rovigo), Pietro Puozzo (Olmo). Quarto posto: Saverio Segato (Granze), Eduardo Tasso (Olmo). Quindi posto: Pietro Ghiarldo (Olmo). Categoria più numerosa, da 30 iscritti, tutta per la squadra di Omo. Primo posto Marco Lazzarin; secondo Stefano Piva; terzo Giulio Meneghetti e quarto Oanta Vasile. Quinto posto parimerito di Daniel Shimi con Alberto Galesso di Granze. Sesto posto per Alberto Zanetti.

N

neWs Correzzola

resentati, presso la sala parrocchiale del Prà di Este, atleti e programmi del Club ciclistico di Este, ai nastri di partenza del suo 48. anno consecutivo di storia. Saranno 25 gli atleti che difenderanno le gloriose livree giallorosse: 11 esordienti, numero che negli ultimi vent’anni non è mai stato cosi alto, 8 giovanissimi e 6 allievi, questi ultimi gareggeranno con il marchio “EsteBosaro” dopo il fortunato gemellaggio della scorsa stagione con l’omonima società rodigiana, alla quale è stato nominato presidente Mauro Zancanella, atleta giallorosso degli ani 70. Dal neo dirigente unitamente a Stefania Paluello, massima esponente del club estense emerge con forza la filosofia della società: “ci preme ribadire che il nostro ciclismo non ha assolutamente nulla a che vedere con quello sport poco onesto che ultimamente appare nei media, ma è altresì fatto di passione e sani principi, a questo scopo abbiamo reclutato nuovi accompagnatori maggiorenni e responsabili, che dedicano il

I ciclisti schierati in occasione della presentazione ufficiale loro tempo libero ai ragazzi senza secondi fini e abbiamo scelto di non collaborare più con persone che in realtà lavoravano solo per il singolo atleta o per mettersi in mostra tralasciando il bene comune”. Purtroppo la crisi economica sempre più stringente rischia di far saltare gli appuntamenti che annualmente venivano organizzati, anche se la dirigenza sta lavorando per reperire gli aiuti economici per dare continuità agli eventi, a questo proposito la società indirizza un pubblico grazie alle realtà economiche

estensi che si adoperano in questo contesto e al mantenimento del club: la Revicar, l’ Eugas Trepi, l’Isbe, la Veronese meccanica, l’assicurazione Vittoria, la Cementi Zillo, l’assessorato allo sport, vanno inoltre citati l’Avesani pastificio di Verona e Gottardo impianti di Vò. Per quanto riguarda l’aspetto agonistico occhi puntati sui ragazzi che la scorsa stagione hanno finito in crescendo, in particolar modo è atteso qualche exploit da Riccardo Verza che ha dimostrato doti di scalatore di razza.

ARTI MARZIAlI. Il team a Due Carrare, Pernumia e Galzignano

tiGer doJo Karate fa incetta di medaGlie ai campionati internazionali a verona

calcio balilla, disciplina che continua a piacere anche ai Giovani

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alcio balilla, che passione! Un passatempo d’altri tempi, che tuttavia sta ritornando in auge. Specie da queste parti, a Correzzola, dove forse in pochi sanno che c’è addirittura la sede nazionale dell’Us Acli Calcio Balilla Italiano. Un anno fa, infatti, negli impianti sportivi di Villa del Bosco, dove accorrevano da tutta la regione molti appassionati che qui potevano trovare uno dei pochissimi spazi attrezzati per giocare, è nata l’idea di istituzionalizzare questa disciplina e creare una federazione nazionale affiliata all’ Us Acli. Il movimento degli appassionati è in continua crescita tanto che in pochi mesi i tesserati hanno superato le cinquecento unità. “La nostra idea - spiega Onofrio Gazzea, presidente nazionale oltre che uno dei fondatori dell’Us Acli Cbi - è nata con l’obiettivo di organizzare in maniera organica questo gioco-sport diffuso su tutto il territorio. Lo scopo della nostra associazione è quella di promuovere e riunire a livello nazionale A Correzzola, sede le varie realtà del calcio balilla, cercando nazionale dell’Us Acli di uniformare con un unico regolamento Calcio Balilla Italiano, nazionale le tante varianti esistenti”. si stanno organizzando Una disciplina aperta a tutti che coini campionati volge e riunisce indistintamente persone di età diverse e con capacità tecniche differenti. Con la sorpresa che anche molte ragazze non esitano a gareggiare. “Stiamo lavorando per creare campionati in tutte le provincie - spiega Gazzea - e in molte realtà abbiamo già avuto dei riscontri entusiasmanti”. Come mai questo fenomeno del ritorno di molti a un gioco così semplice che prima dell’avvento dei giochi elettronici imperversava nei patronati e nei bar? “Il calcio balilla - spiega il presidente - è sempre stato un gioco “povero” e accessibile a tutti. La situazione sociale degli ultimi anni ha portato molti a rivalutarlo e riscoprirlo”. L’associazione organizza in tutta Italia eventi promozionali in fiere, feste dello sport e dimostrazioni specifiche. Ha già organizzato la prima edizione del campionato italiano che si è tenuta a Rimini mentre imminente è la seconda edizione che si svolgerà a Latina. Per informazioni e per saperne di più: www.calciobalilla.eu e 328/2210323. A.C.

“E’

un risultato leggendario, mai avvenuto prima per una singola società”. Queste le entusiastiche parole del Maestro della Tiger Dojo Karatè Andrea Biasiolo, dopo la copiosa vendemmiata di medaglia del team che opera a Due Carrare Pernumia e Galzignano ottenute a Verona nel corso della 3. Edizione del World Championship di Karate organizzato dalla Fekda (Federazione Europea Karate e Discipline Associate) e dalla Eureka (Federazione Karate Romania). La competizione riservata alle rappresentative nazionali ha visto oltre 1200 atleti cimentarsi nelle prove di Kata individuale, Kata a squadre, Kumite individuale e Kumite a squadre.Dopo oltre 16 ore di gara tra le nazionali di Arzerbaijan, Brasile, Russia, Francia, Romania, Marocco, Spagna, Croazia, Slovenia, Polonia, Ungheria, San Marino, Germania, Austria e 5 Rappresentative italiane tra cui Italia Go Ju Te Jitsu (alias Tiger Dojo) il team padovano può vantare la conquista di

18 ori 9 argenti e 4 bronzi. Medaglia d’oro specialità Kata a: Andrea e Nicholas Biasiolo; cat. Pulcini: Emanuela Littamè e Alessandro Turchetto,quest’ultimo bissa il successo tra i cat. Master; cat. Senior e Giovani Andrea Gasparini; cat. Cadetti: Serena Toninello e Laura Sessa. Argento a: Nicholas Galante, Domitilla Di Bella, CostanzaFinotti e Elena Stuparich. Bronzo a: Nicholas Biasiolo; cat. Giovani: Anna Eberrini cat. Cadetti e Stefano Greggio. Nel Kumite doppio oro a: Elena Todaro cat. + 58 kg e cat. – 58 kg. Argento a: Emanuela Littame e Matteo Zago; bronzo a: Gianfranco Galante. Nel Kata a squadre ottima la prestazione di Gaia Masiero e Anna Eberrini oro nella categoria fino ai 17 anni cinture nere. Un oro anche nel Kumite a squadre con il trio Turchetto, Todaro, Zago. Al termine della lunga kermesse un’altra sorpresa attendeva la Tiger Dojo con il 2° posto assoluto nella classifica finale per nazioni a soli 6 punti dal titolo. Walter Lotto


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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Commercio in difficoltà Tasse

Occorre far riplagente E’ in arrivo stangata di primavera Quasi 40 miliardi usciranno dalle tasche dei contribuenti italiani solo tra maggio e luglio. IlL’Erario nuovo colpisce piano del soprattutto comn voluta autonomi dal governo e artigiani Monti ma ora si attende il regolamento di Germana Urbani

S S

arà una stangata ma poteva andare o situazioni particolari in cui siano sopraganche peggio. Con un Decreto dell’ul- giunte mobilità, disoccupazione, condizioni di Germana timo minutoUrbani il Governo ha deciso di di difficoltà, stante il crescente fenomeno rispondere all’appello di quanti chiedevano della morosità e/o insolvenza”. che l’entrata ono qualche in vigore migliaio dellaleTares, piccole la nuova e medie attività A maggio comunque le tasse sui rifiuti si tassa commerciali sui rifiuti, venisse che entro sospesa il 2013 o rimandachiuderannopagano, le ser- con la vecchia Tarsu o Tia (cresciuta ta. rande definitivamente. Un dato che viene lomesso scorso anno del 30%) si risparmieranno in luce Detto dallefatto, principali dunque. associazioni Ma il nuovo autorizzazioni bal- perper orai circa 80 euro rispetto a quanto si sanegozi zello è fistato no a 1.500 solo rimandato metri quadrati. di pochi L’obiettivo mesi èrebbe favori-dovuto pagare se la Tarsu fosse stata re e ii negozi contribuenti di prossimità se lo affi ritroveranno nché le cittàtranonle si svuotino riscossa ora. escadenze le luci non di sifine spengano. anno, insieme Mantenere all’Imu vivie i alcentri storici Ma questo risparmio è poca cosa risignifi conguaglio ca garantire Irpef. più sicurezza ai cittadini, perchè spetto unal salasso complessivo che gli italianegozio Le associazioni aperto è anchedeiun consumatori presidio di zona giàe avere ni subiranno un in soli tre mesi e che è stato “giardino” chiedono che gradevole sia rimandato dove socializzare direttamente e passeggiare conteggiato in poco meno di 40 miliardi di all’aria al 2014, aperta. un modo per aiutare famiglie e commercianti che in quel periodo saranno Dopo aver pagato tutte le tasse che alle prese con le feste natalizie. lo Stato ci chiede, “Per dare una boccata di ossigeno a resteranno i soldi famiglie ed imprese - spiega Federconsuper leSullapolare vacanze? matori - la soluzione reale è il rinvio di tale tributo al 2014, continuando a far pagare per il 2013 la Tia/Tarsu”. euro. I rifiuti porteranno nelle casse erariali Su questo fronte il decreto del Governo i primi 2 miliardi. introduce un elemento importante: la Tares, A giugno va a scadenza il pagamento infatti, viene definita sempre come “tribu- della prima rata Imu sulla quale potrebbeto” e quindi, in nessun caso, su di essa ro pesare anche aumenti delle addizionali dovrà essere applicata l’Iva. comunali, ma per ora nessun sindaco le ha “Per quanto riguarda il nuovo tributo annunciate, nonostante le casse dei comuni - dice ancora Federconsumatori - chiediamo siano paurosamente al verde. che in sede di conversione del Decreto, oltre Comunque sia, secondo i calcoli di Cgil, al rinvio al 2014, vengano mantenute le Cisl e Uil, l’imposta sulla casa così com’è forme di pagamento attuali e venga previ- oggi peserebbe altri 11,6 miliardi di euro. sta una forma di “bonus” per i bassi redditi Sempre a giugno anche le imprese

verseranno lacrime amare: a loro l’onere di versare all’erario 8 miliardi tra saldo 2012 e acconto 2013 dell’Ires. Ma a pagare di più, ben 4,4 miliardi, saranno paradossalmente alcuni soggetti che sentono particolarmente la crisi: lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e imprese per la parte di loro competenza dell’Irpef. E non è tutto. Il piatto della bilancia per loro potrebbe essere ben più pensante visto che le regioni avranno la possibilità di aggiungere alla loro aliquota base fissata dallo Stato all’1,23% un ulteriore 0,5. Una percentuale che nel 2014 potrà salire fino all’1,1%. Aumento che non dovrebbe interessare la regione Veneto, visto che non è soggetta a nessun piano di stabilizzazione finanziaria. Come se non bastasse a luglio arriverà anche un’ulteriore stangata con l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% su prodotti di largo consumo, che porterà via negli ultimi sei mesi dell’anno un altro miliardo e ottocento milioni di euro. E che pagheranno tutti i cittadini che ancora possono permettersi di spendere qualcosa. E insieme a loro lo pagheranno i commercianti. Molti di loro non riusciranno a sopportare un nuovo calo dei consumi, tanto che, secondo le nere previsioni di Confesercenti quest’anno chiuderanno bottega in 145mila. Ma a rischiare grosso sono anche le

A

lordi al mese, 22.100 all’anno, l’aumento annuo dell’addizionale regionale sarà di 73 euro e con un eventuale incremento massimo, come già deciso ad esempio dal comune di Catanzaro, dell’Irpef comunale, si arriverà fino a 139 euro annui in più. Fortunatamente non tutte le amministrazioni comunali hanno deciso di utilizzare la leva dell’aumento dell’Irpef comunale per aumentare i propri introiti, così come concesso dalla manovra di Ferragosto firmata da Tremonti-Berlusconi che ha riconosciuto ai Comuni la possibilità di deliberare, a partire dal 2012, quindi dall’inizio di questo anno, aumenti fino ad un livello massimo dello 0,8 per cento. Nessuno dubita comun-

C

on l’approvazione della legge regionale n. 50 del 28 edicembre 2012 ilcontrazione, Veneto si è dotato di un nuopiccole medie imprese, specie se regione un’ulteriore penalizzando provo va esercitata entro 60 imprese giorni a che partire dal quasi 1° comuni decideranno di far leva sulle addizioprio le piccolissime vivono con l’impegnodella ad iniziare i lavori entro nali. “In una fase in cui le piccolegennaio e micro2013, esclusivamente domanda interna. Infinonfisco oltre 60ne,giorni dal rilascio dell’autorizzazione. imprese sono sempre più stressatee dal bisogna immettere liquidità al sistema e a corto di liquidità – afferma il segretario economico, agevolando l’accesso al credito della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi e sbloccando da subito i 70 miliardi di paga– l’appuntamento fiscale di inizio estate menti che la Pubblica amministrazione deve rischia di spingerne moltissime fuori merca- alle imprese”. to. Per questo invitiamo i leader politici a Uno scenario davvero preoccupante trovare un accordo, affinché si costituisca in che lascia sul tappeto una domanda non tempi brevi un Governo che affronti le emer- da poco: gli italiani riusciranno quest’anno genze economiche che sono sul tappeto. ad andare in vacanza o pianteranno l’omMi riferisco, per esempio, alla necessità di brellone in giardino? Il settore turistico del scongiurare l’aumento dell’Imu sui capan- Veneto, da sempre trainante sul fronte econoni, altrimenti molti piccoli imprenditori nomico e nazionale, quanto ne risentirà? saranno costretti, loro malgrado, a chiudere Qualcuno, la politica in primis, dovrebbe ridefinitivamente i cancelli o le saracinesche spondere a domande come queste, considedelle proprie attività. Inoltre, bisogna assolu- rando che una vacanza felice serve al buon tamente evitare che dal 1° luglio si verifichi umore ma anche e soprattutto all’economia l’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22%. generale di un Paese. Se ciò non avverrà, i consumi subiranno

STIPENDI E PENSIONI PIù lEGGERI, E DI qUANTO? ddizionali regionali e comunali quando e se scatteranno peseranno non poco su stipendi e pensioni, come ha dimostrato uno studio del Centro assistenza fiscale della Cisl. A quanto pare l’aumento del prelievo scatterà per tutti sulle addizionali regionali e sarà dello 0,33 per cento. “Questo vuol dire - spiegano al Caf-Cisl - che chi percepisce un reddito di 1.200 euro lordi al mese (15.600 all’anno) si vedrà trattenuti ulteriori 51 euro in un anno, e se il Comune ha già stabilito l’aumento dell’Irpef comunale, la trattenuta potrà arrivare fino a 98 euro, sempre annui. Naturalmente le cifre crescono al crescere del reddito. Per un lavoratore con reddito basso, 1700 euro

In breve La nuova legge regionale

que che prima o dopo tutti, o quasi tutti i Comuni faranno ricorso a questa possibilità, visti i bilanci sempre più in negativo delle città italiane, anche quelle più piccole. Una buona notizia c’è, comunque, ma non si sa fino a che punto sia davvero buona, considerato che riguarda soltanto i percettori di redditi bassissimi. Solo i pensionati e i dipendenti con introiti talmente sottili da non dover pagare neppure l’Irpef principale, non dovranno subire aumenti di addizionale regionale e comunale. I pensionati che prendono fino a 7.535 euro all’anno e quelli oltre i 75 anni con reddito fino a 7.785. E i lavoratori con stipendio fino a 8.030 euro lordi all’anno.


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44 Voci da palazzo

Voci da palazzo 13

Consiglio Approvato lo scorso 21 marzo il “Previsionale” delle “grandi ristrettezze”

Zaia: “Il bilancio più difficile della storia della Regione” Al Veneto verranno a mancare un miliardo e 300 milioni di euro di risorse finanziare, il 26% in meno rispetto allo scorso anno

I

l governatore del Veneto lo ha definito il bilancio più difficile della storia emergenza sociale, con la manovra emendativa si è voluto dare risposta della Regione, e non perché per la sua approvazione si è andati avanti anche ad alcune richieste puntuali o di settore: 140 mila euro vanno a fino alle quattro di mattina, ma piuttosto perché con questo esercizio incentivare l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi scontando per tre anni la economico la Regione è stata chiamata a mettere mano su alcune delle tassa automobilistica regionale, 100 mila euro all’avvio dei fondi sanitari tante situazioni difficili che il Veneto, come il resto d’Italia, sta attraversan- integrativi regionali, 150 mila per istituire la Fondazione Andrea Zanzotto do. Così, lungo la giornata dello scorso 21 marzo fin dal mattino si sono a Pieve di Soligo, 500 mila euro per sostenere l’attività di promozione avvicendati gli interventi dei vari consiglieri presentando nuovi ordini del teatrale svolta da Arteven, 50 mila euro per aiutare le imprese ortoflorogiorno, emendamenti, chiedendo, ad esempio, venisse ritirata la delibera frutticole a realizzare in sede punti di vendita dei loro prodotti. Il maxiecon la quale è stato tagliato il budget per la sanità privata, di reinserire i mendamento conferma inoltre le risorse destinate al trasporto pubblico fondi per gli interventi di adeguamento sismico degli edifici, quelli per il ri- locale su ferro e su gomma (in totale 406 miioni di euro), modificandone pristino delle coste erose dalle mareggiate: un tira e molla estenuante però i criteri di assegnazione: 150 milioni ai treni regionali e 256 milioni malgrado la giunta avesse recepito parte delle richieste giunte dai gruppi al trasporto su bus e su acqua così ripartiti (49,5 per cento per i servizi di minoranza in un maxiemendamento di 24 articoli, tra i quali quello coi extraurbani, 34,5 per cento per i servizi urbani e 16 per cento per i servizi 12 milioni di euro da stanziare a sostegno dei disoccupati e delle famiglie di navigazione). Nel dettaglio i 12,5 miliardi del bilancio 2013 saranno in difficoltà. “Tutti - ha spiegato il presidente Luca Zaia al termine delle così ripartiti: a sanità e sociale quasi 8,8 miliardi di euro, per la mobilità votazioni - abbiamo dovuto confrontarci con una situazione mai vista in regionale (infrastrutture) 759 milioni, per l’istruzione e la formazione passato, con pesanti tagli orizzontali piovuti da Roma che hanno messo a 425 milioni, per la salvaguardia di Venezia e della laguna 250 milioni, per rischio anche le poste più rilevanti per il futuro dei nostri concittadini, dal le politiche per la casa 174 milioni, per la tutela del territorio 132 milioni, welfare ai trasporti, alla dotazione finanziaria per far fronte alla dramma- per il lavoro e l’occupazione 119 milioni, per l’agricoltura 98 milioni, per tica crisi economica. Il lavoro comune - sottolinea Zaia - ha portato buoni le piccole e medie imprese 71,4 milioni, per l’energia 43,4 milioni, 23,4 frutti: ne è infatti scaturito il miglior bilancio possibiper il turismo, 6,7 per il commercio, 3,4 per promole, dove ogni euro disponibile è destinato ad essere Per la prima zione e fiere. Sul fronte ambientale sono previsti speso per sostenere al massimo le esigenze dei volta in flessione 70 milioni per le politiche per l’ecologia, 46,7 miveneti”. Infatti, il bilancio 2013 risente su tutti i anche il fondo lioni per il ciclo integrato delle acque, quasi 52 mifronti delle “grandi ristrettezze” della finanza pub- sanitario lioni per la protezione civile. I fondi destinati alla blica visto che, tra patto di stabilità e riduzione dei regionale cultura ammontano a 16,8 milioni di euro, allo trasferimenti in Sanità, nel 2013 al Veneto verransport e il tempo libero vengono assegnati 1,8 miliono a mancare un miliardo e 300 milioni di euro di risorse finanziare. Il che ni. Infine per pagare interessi e oneri per mutui e prestiti sono previsti 584 significa che la quota di spesa a libera destinazione per la Regione si ridu- milioni, per il personale, le sedi e le spese di funzionamento della Regione ce così a 993 milioni, “il 26 per cento in meno rispetto allo scorso anno”, 223 milioni e per il funzionamento di Giunta e Consiglio 53,4 milioni. La calcolando anche i 40 milioni di euro di introiti attesi dalla vendita del pa- ‘cura dimagrante’ ha riguardato anche la legge finanziaria, asciugata a trimonio immobiliare regionale (attese dimezzate rispetto allo scorso una ventina di articoli, che introduce specifiche misure di spesa all’interno anno, dopo che due aste sono andate deserte) e per la prima volta, anche del bilancio 2013: 500 mila euro per la tutela dei prodotti a denominazioil fondo sanitario regionale, tradizionalmente sempre in aumento, sarà in ne d’origine protetta, 200 mila euro di contributo al Centro per la ricerca flessione: si passa dagli 8.444,9 milioni del 2012 agli 8.355,1 del in viticoltura ed enologia dell’Università di Padova (Cirve), 300 mila euro 2013. La manovra emendativa finale apportata alla Finanziaria dal maxi- per la promozione del cicloturismo e del cicloescursionismo, 50 mila euro emendamento della Giunta e dal lavoro del Consiglio è riuscita a recupera- per i 150 anni del Cai, 40 mila euro per il meeting dei giovani veneti resire una cinquantina di milioni di euro, in parte sforbiciando decine di capito- denti all’estero, 100 mila euro per promuovere a livello locale i ‘contratti li del bilancio ordinario sin all’azzeramento di alcune voci (viene cancellata di fiume’. Le novità più consistenti introdotte dall’aula, con un emendala Scuola regionale di polizia locale), e in parte reimmettendo in circolo le mento a sorpresa approvato da una maggioranza ‘trasversale, sono i 2 risorse di vecchi fondi accantonati presso Veneto Sviluppo, nei Confidi o nei milioni di euro stanziati a favore dei pescatori del Basso Polesine e di fondi di rotazione a beneficio dello sviluppo delle piccole e medie imprese Chioggia e la possibilità - proposta dal gruppo della Lega e approvata con e del turismo. Le risorse così recuperate sono orientate in via privilegiata consenso unanime - per i fornitori della Regione e degli enti sussidiari, Ulss alle famiglie e delle imprese, attraverso l’istituzione del nuovo fondo a comprese, di certificare i crediti e ottenere così dal sistema creditizio l’antisostegno dei disoccupati e dei nuclei familiari in difficoltà (come detto cipo delle spettanze. Sul fronte delle entrate la finanziaria 2013 disciplina 12,3 milioni di euro, di cui 4,3 a sostegno degli affitti e del diritto alla le sanzioni per chi viola le prescrizioni stabilite dalla Regione per la costrucasa, 5 di compartecipazione alla spesa dei Comuni per l’inserimento la- zione e l’esercizio di centrali a biomassa, biogas e biometano e riduce vorativo in occupazioni socialmente utili e 2,8 per contrastare le situazioni l’ecotassa a quei comuni che incentivano la raccolta differenziata. Sul di povertà ed emergenza sociale) e 23,1 milioni di euro per lo sviluppo del fronte normativo, la finanziaria 2013, consente di ampliare gli edifici in sistema produttivo, ottenuti accorpando e razionalizzando fondi giacenti zona rurale sino ad un massimo di 800 metri cubi e dimezza a 250 euro presso Veneto Sviluppo. Altre risorse per le aziende, circa 21 milioni di il contributo che le ditte di autonoleggio devono pagare a Regione e Comueuro di cui 15 per lo sviluppo delle aziende polesane, vengono recuperate ni per gli autobus che hanno oltre 15 anni di vita e ne consente la circolasmobilizzando risorse accantonate e non utilizzate in programmi regionali, zione sino a 30 anni dall’immatricolazione senza più distinguere tra autonazionali e comunitari. Analoga operazione è stata fatta anche per soste- mezzi usati per il gran turismo e gli scuolabus. La finanziaria, infine, dà nere progetti turistici innovativi e sinergie tra i diversi comparti per prolun- mandato alla Giunta di predisporre, entro 90 giorni, la ristrutturazione e la gare la stagionalità: le risorse, che ammontano a 6 milioni di euro, vengo- razionalizzazione delle società controllate, anche prevedendo l’uscita della no recuperate dal fondo di rotazione per il turismo istituito nel 2002. Altri Regione da quelle società dove detenga, direttamente o indirettamente, 12 milioni di euro sono destinati alle imprese agricole colpite dalle eccezio- quote minoritarie. E autorizza la Giunta a mettere in vendita palazzo Tornali avversità atmosferiche. Insieme a imprese, famiglie e situazioni di res-Rossini, la sede ausiliaria del Consiglio veneto acquistata nel 2003.

Palazzo Ferro Fini sede del consiglio regionale del Veneto

L’opinione lucio Tiozzo, Partito Democratico

“chisso dia le dimissioni”

“D

ue - dichiara - sono le svolte cruciali di questo bilancio che non sarebbero mai arrivate senza il pressing del Pd: l’aver recuperato ben 62 milioni di euro dormienti, che stavano Lucio Tiozzo nei cassetti della Regione e di Veneto Sviluppo e che ora vengono messi a disposizione delle imprese. Oltre a ciò, l’aver istituito il Fondo per le emergenze sociali. Su un terzo punto, quello del trasporto pubblico, la partita resta drammaticamente aperta. Riteniamo infatti che il riparto approvato sia illegittimo, in contrasto con la legge regionale vigente. Tanto basta per ritenere doverose a questo punto le dimissioni dell’assessore Chisso: un atto di coerenza che, senza equivoci, gli chiediamo di fare. Chisso infatti - prosegue Tiozzo assieme a Bruno Pigozzo, vice presidente della commissione Trasporti - ha previsto ed inserito una ripartizione di risorse prima ancora che le commissioni competenti, che avevano il compito di determinare i costi standard, i servizi e le tariffazioni minime, avessero chiuso il loro lavoro. In questo modo ha completamente scavalcato un percorso che, per legge, prevede la consultazione degli enti locali, delle aziende di trasporto e della commissione Trasporti. Il risultato è che viene penalizzato pesantemente il servizio su gomma regionale e quello di navigazione per Venezia, che in due anni ha subito decurtazioni per 11 milioni di euro”. Antonio Pipitone, Italia dei Valori

“bilancio insoddisfacente, maGGioranza irresponsabile”

E’

un commento negativo quello che il consigliere regionale dell’IdV, Antonino Pipitone, dà al Bilancio e alla finanziaria regionale Antonio 2013. “Hanno bloccato per settimane il bilancio - scrive in una Pipitone nota l’esponente dipietrista - occupati a litigare per le loro marchette. In sanità tagli drammatici confermati, nel sociale orizzonte nero, nel lavoro si sono recuperati 40 milioni ma solo perché non erano stati utilizzati negli anni passati. Situazioni che stridono con i 400mila euro da spendere in sagre per l’identità veneta o i 500mila concessi dalla Giunta senza colpo ferire per associarsi ad Arteven. Un esempio lampante dell’ipocrisia della maggioranza prosegue Pipitone - è la bocciatura del nostro ordine del giorno che voleva ritirare la delibera che ha tagliato il budget per la sanità privata convenzionata. Il bilancio - sottolinea Gennaro Marotta - è una coperta corta che non ci soddisfa affatto”. Stefano Valdegamberi, Udc

“la finanziaria reGionale non taGlia Gli apparati”

“S

i è fatto un gran parlare di riduzione dei costi degli apparati e delle strutture - ha spiegato in una nota il consigliere Stefano dell’Udc - razionalizzando gli enti, a partire dai consigli di Valdegamberi amministrazione, ma alla fine, come sempre, si è concluso con un nulla di fatto. Le mie proposte di accorpamento delle Ulss, di abolizione della legge pasticciata sulle unioni dei comuni montanti, dell’accorpamento delle Ater, etc, sono state, una dopo l’altra, rigettate. Anzi, invece di ridurre gli enti se ne sono creati di nuovi: è stata costituita una fondazione e si è diventati soci di una società per la promozione del teatro. Tutto al contrario degli indirizzi sulla spending review. Peccato, un altra occasione persa”.

Dario Bond, Popolo delle libertà

“lanciato importanti seGnali a imprese e famiGlie”

“C

ome Pdl avevamo proposto il sostegno ai fondi di solidarietà già nel dicembre scorso – spiegano Dario Bond e PiergiorDario Bond gio Cortelazzo, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo del Pdl in Consiglio regionale - per questo possiamo dire di aver centrato l’obiettivo. Non si tratta di mero assistenzialismo ma di un insieme di misure di welfare volte al reinserimento lavorativo e al ruolo attivo dei Comuni, che vengono individuati come nuovi centri della solidarietà. Sono poi importanti anche i segnali lanciati al mondo dell’impresa e alle aree più problematiche come il Bellunese e il Polesine”, sottolineano i due esponenti del Popolo della Libertà. “A fine gennaio, in prima Commissione, avevamo auspicato lo “smontaggio” della bozza di bilancio. Oggi, con il lavoro di tutti, possiamo dire di aver fatto un passo avanti, un cambio di mentalità che sarà utile anche per gli anni a venire”.


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46 14 Cultura veneta Arte Nel 50esimo della tragedia, un’opera di Cagol invita ad andare oltre

Diga del Vajont: un raggio per nuove prospettive Un lampo, una luce per non dimenticare la tragedia. Un bagliore, che aiuti a smantellare questa grande lapide ancora lì presente di Alain Chivilò

S

ono trascorsi cinquant’anni dal tragico evento del Vajont e tutta l’area conserva e fa traspirare un’aria di pensiero funebre per coloro che vivono, per chi passa vicendevolmente dal Friuli al Veneto e per coloro i quali ritengono la meta “turistica” da visitare. La rabbia, il dolore, la commozione e il rispetto devono essere sempre mantenuti alti, però tutto il territorio è inteso solamente come uno scempio determinato dall’ottusità dell’uomo. Tale ambito è un dato di fatto, però è necessario fare un passo in avanti senza dimenticare. Le potenzialità di ripartenza esistono e l’Arte potrebbe tracciare la via giusta che dalla memoria guarda “oltre”. Da questo concetto parte e si genera la performance artistica dell’artista trentino Stefano Cagol (Trento 1969). Lo scorso 5 marzo è partita la I tappa di un progetto internazionale denominato “La fine del confine (della mente)”. Da una postazione mobile un potente generatore irradia un forte raggio di luce che taglia orizzontalmente il paesaggio. Ecco che lungo la strada che porta a Erto e Casso, in

un’area parcheggiabile proprio sopra e centralmente la diga, Cagol ha fatto partire un lampo improvviso che ha squarciato la fine della vallata, facendosi osservare anche nella parte terminale dell’area di Longarone. Un messaggio che in questo luogo vuole indicare la ripartenza per un possibile ed effettivo slancio futuro grazie anche all’arte. Ecco una testimonianza dell’artista. La fine del confine (della mente). Una performance europea che parte dalla Diga del Vajont. Il luogo diventa effettivamente centrale perché il destino ha fatto si che s’incontrasse con il mio modo d’intendere l’arte. Il progetto è nato per la Barents Art Triennale di Kirkenes in Norvegia ed è un’idea di arte pubblica. Da questa località, posta sul confine della Russia oltre il circolo polare artico sul Mare di Barents, parte un potente raggio di luce che supera questo difficile confine. Un’idea, se vogliamo semplice, che assume connotati storici, simbolici molto forti. Per sviluppare la performance anche in Italia ho pensato a Dolomiti Contemporanee che già avevo apprezzato negli anni passati per il loro agire.

In successione dopo un incontro con Gianluca D’Incà Levis, aver visitato il museo presso l’ex scuola di Casso e nel contempo aver visto per la prima volta dal vivo il luogo della diga del Vajont, ho capito che questo progetto doveva essere fatto in questo territorio. L’ambiente ha fatto assumere maggiore importanza imprimendo forti significati: un raggio di luce che oltrepassa e supera la diga nel cinquantenario dal tragico evento. Una luce che vuole decretare una fine del confine inteso nella sua totalità, al fine di non dimenticare la tragedia per immediatamente superarla con un bagliore, che aiuti a smantellare questa grande lapide ancora lì presente che si erge ancora immobile. Cercare dunque di andare oltre a quello che è accaduto perché non lo si può distruggere, bensì è possibile superarlo contemporaneamente attraverso segni simbolici dell’arte di oggi, riuscendo così a pensare a un futuro che deve esistere per tutta l’area. Non guardarsi sempre indietro, ma oltrepassare nel ricordo questo confine che è in tutti noi. Un luogo che potrebbe essere inteso come ricerca, stimolo,

Il grande fascio di luce attraversa la valle, teatro della tragedia che costò la vita a oltre 2.000 persone cultura, arte e situazioni positive. Non una visita di turisti per vedere i resti di una tragedia, bensì una meta per un futuro che non si fermi solo a cinquant’anni fa. Dalla Diga del Vajont alla Tofana di Rozes di Cortina. Dalla Tofana di Rozes parte invece il progetto così com’era stato pensato. Ossia un lungo viaggio verso il nord d’Europa toccando la Germania, la Danimarca fino alla Norvegia. C’è un sottotitolo al progetto “la fine del confine” che ritengo molto importante: “della mente”. Noi essere umani siamo pieni di confini e questa luce che faccio viaggiare traccerà i cieli per un futuro e un superamento ulteriore. A Cortina voglio dare una visione delle Dolomiti diversa dalla

classica iconografia a cui tutti siamo abituati. Montagna che diventa futuro centrale del mondo. Nel 2011 la partecipazione alla Biennale di Venezia. Anche nel 2013? Il progetto di due anni fa è legato a questa luce che irradio ora. Si trattava di evocare e provocare il confine. Quindi una stimolazione per arrivare a questo attuale livello. Ho utilizzato mezzi primari e simboli antichi come il fuoco che rivitalizzasse questo confine della vita, del corpo e delle idee. Nell’edizione del 2013 partecipo all’interno del neo padiglione delle isole Maldive, ossia una nazione che a fine secolo sarà sommersa dall’oceano.

Arte e montagna

Gipsoteca di Possagno

TECNOlOGIA PER ANTONIO CANOVA

Un granitico progetto per Dolomiti d’oggi

L

I

l percorso è già stato tracciato qualche anno fa con “la danzatrice con i cembali”: la tecnologia contemporanea viene in aiuto alla Gipsoteca di Antonio Canova di Possagno restaurando quelle sculture che furono danneggiate dal bombardamento del 1917, essendo stata la pedemontana del Grappa scenario bellico. Sono passati quasi cento anni e le opere sono rimaste monche. Una alla volta, negli anni futuri, si potranno ammirare nella loro completezza grazie a un processo inverso di restauro. Se il gesso era fondamentale per il ripristino del marmo, ora l’originale stesso viene utilizzato per ripristinare “l’opera prima” sita nella Gipsoteca. Attraverso l’utilizzo di una scansione tridimensionale dell’opera unica, che può essere sita in tutto il mondo dato i cambiamenti di proprietà e di luoghi,

si creano con il gesso le parti mancanti che andranno poste a ripristino di quelle rovinate a Possagno. Grazie alla generosità delle Associazioni dei Rotary Club International di Bassano del Grappa, Asolo e Pedemontana del Grappa, Bassano Castelli, Vicenza Nord – Sandrigo e Asiago – Altopiano dei sette comuni, la statua del principe Henryk Lubomirski della Gipsoteca, un armorino con arco faretra e frecce, avrà la sua testa partendo dall’originale in marmo, che si trova presso il castello di Lubomirski a Lancut in Polonia, distante 400 km da Cracovia. La statua nacque quando il giovane principino Henryk, in viaggio in Italia con la zia Elzbieta Lubomirski Chartoriski, nel 1788 entrò in contatto con lo studio del Maestro a Roma, luogo in cui fu commissionata l’opera. Furono necessari 5 anni e nel 1793 fu ultimata proprio da Antonio Canova. Al.Ch.

’Arte nella montagna è possibile? In un territorio privilegiato per l’uomo turistico contemporaneo da millenni di cambiamenti geologici, l’Arte può essere volano per produrre ricchezza e valore aggiunto per una cultura a vari livelli? L’archeologia industriale della montagna e luoghi andati in oblio possono essere delle ripartenze? La risposta è già stata tracciata da tre anni ed è senza dubbio affermativa: sì. Nel 2011 nasce il progetto Dolomiti Contemporanee che divulgando l’Arte nella montagna ha utilizzato siti industriali dismessi che hanno trovato nuova vita dopo le manifestazioni artistiche. Dalla fine del 2012 la scuola elementare di Casso, dopo un accurato restauro, rinasce per ospitare eventi d’Arte. Un luogo propulsore di vita, simbolo di ripartenza e non di ricordo passivo. Nella’ambito della performance di Stefano Cagol abbiamo incontrato il curatore dell’innovativo progetto Gianluca D’incà Levis. Un progetto originale e innovativo. Il titolo, che racchiude svariate iniziative, è Dolomiti Contemporanee. Il nostro scopo è d’intendere le Dolomiti non come cartolina, dato l’elevato target turistico, bensì come alto contenuto culturale. Il termine contemporanee non vuole assumere l’aspetto temporale perché individua temi di vario tipo da trattare attraverso spunti innovativi. Il volano di partenza è stato dall’inserimento di questi luoghi nell’Unesco, assumendo così maggiori significati fisici e metaforici. Qual è agire effettivo? L’idea verte nel portare l’arte contemporanea nella montagna uscendo dai consueti luoghi delle grandi città italiane e da una visione alpina tradizionale. E’ una modalità per avvicinarsi a questo peculiare paesaggio in modo nuovo. E’ un sistema che non decora l’area alpina con manifestazioni

artistiche, perché propone contenuti dall’alto valore aggiunto anche dopo la conclusione dell’evento. A Casso c’è uno spazio espositivo permanente Nell’area della Diga del Vajont è necessario vivere e assumere una nuova identità contemporanea dove sia possibile generare immagini nuove. E’ necessario che si superi la tragedia di mezzo secolo fa. Questo non vuol dire dimenticare o fare andare nell’’oblio il tragico evento accaduto, ma tale area deve lanciare scenari alternativi. Al drammatico passato, che rimarrà sempre aperto, è necessario affiancare anche un futuro di ulteriore partenza. La performance di Stefano Cagol è significativa perché fornisce un’immagine nuova alla diga non più leggibile come solo una lapide. Parliamo di questi luoghi con contenuti nuovi, in quanto non vogliamo fare come i più di 200 mila turisti che si fermano solo a guardare e poi vanno via. Vogliamo generare nuove spinte culturali, nuove riflessioni con modalità alternative di gestione delle risorse del territorio. Nuovi eventi per il 2013? Si e li stiamo ancora delineando. E’ già confermato l’utilizzo del Castello di Andraz a Livinallongo in partnership con il Museo Rimoldi di Cortina d’Ampezzo. Al.Ch.


16 Cultura veneta

Cultura veneta 47

Archeologia A palazzo della Ragione fino al prossimo 17 novembre

Venetkens, iniziato il viaggio tra gli antichi veneti di Mauro Gambin

In mostra la selezione di tutto ciò che appartiene a quei mille anni in cui si è originata e sviluppata una civiltà

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favorire una mentalità molto autonomista che resiste tuttora. Trovare continuità nel carattere dei veneti antichi con gli attuali forse non sarebbe difficile o almeno non lo è più di quanto non sia stato difficile prendere coscienza della presenza di questa civiltà. Solo verso la fine dell’800, infatti, il numero e la qualità di reperti diventarono elementi inconfutabili della presenza di una cultura che andava separata da quella successiva dei romani e non aveva niente da invidiare a quella etrusca, degli osci o degli apuani, coetanei dei veneti. Anzi, per grandezza, per raffinatezza e per la durata di entrambe si può tranquillamente affermare che per troppi secoli i veneti antichi sono stati sottostimati da quelli contemporanei. I principali musei archeologici del veneto hanno messo a disposizione alcuni dei loro oggetti di incredibile bellezza e importanza, reperti, alcuni dei quali, mai esposti prima: l’ambra del baltico che veniva semilavorata nel Polesine prima di riprendere la via del Mediterraneo, le collane di perline in pasta vitrea che oggi si vendono nei principali negozi di souvenir del mondo o il pettine d’avorio identico a quello esposto al museo di Alaior a Minorca attribuito alla civiltà talaiotica: tracce di autentica modernità come se il mondo da allora non avesse mai smesso di essere globalizzato. Vasi, situle in rame (la Benvenuti merita da se il biglietto), bronzetti, schizzi di scrittura, le cose di tutti i giorni e quelle che designavano il rango, presentate in sequenza cronologica, in percorsi educativi, con ricostruzioni virtuali molto efficaci per rivivere quegli antichi riti. Lo spazio dedicato al culto dei morti, quello dei cavalli o ai rapporti con gli altri popoli affacciati al Mare nostrum, restituiscono fin dentro ai particolari le paure, i motivi di orgoglio e i rapporti con il resto del mondo che facevano parte della vita politica e privata di allora. La mostra dunque è di valore, è moderna nella proposta al visitatore (auspicabile una massiccia presenza delle scuole) che attraverso laboratori didattici e di approfondimento ne uscirà sicuramente coinvolto. Ah, per chi lo volesse sarà anche possibile uno scavo simulato e la visita degli scavi sotto il Palazzo della Ragione.

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na mostra che non ha precedenti, una mostra che difficilmente potrà essere eguagliata. E’ il meglio del meglio che c’è”. Alla presentazione della mostra dedicata ai Veneti antichi, “Venetkens” ospitata all’interno del Palazzo della Ragione di Padova fino al prossimo 17 novembre, sono state usate parole importanti, sia dall’assessore alla Cultura del comune patavino, Andrea Colasio, sia dal Sovrintendente beni archeologici del Veneto Vincenzo Tinè che, ovviamente, dal promotore del progetto Claudio Capovilla, presidente gruppo Icat. “In passato – ha spiegato l’assessore Colasio – ai Veneti antichi sono state dedicate mostre locali, contingenti al concludersi degli scavi archeologici

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Luoghi da conoscere

Grande Guerra

L’abbazia cistercense di Follina

SACRARIO AUSTRO-UNGARICO DI FOllINA DEDICATO AllA GRANDE GUERRA

segue dalla pagina precedente

(Milano) che bonificarono la valle paludosa e fondarono la celebre abbazia di Follina, meta di frequenti pellegrinaggi. Fin dal 1170 i monaci cistercensi iniziarono da subito un importante opera di bonifica dei terreni che gli vennero donati da Sofia Da Camino e proprio grazie al loro paziente lavoro di “risanamento”, la valle circostante prese il nome di “Sanavalle”. Il santuario fu eretto intorno alla metà del XII secolo, in stile romanico e successivamente ampliato in forme gotiche tra i secoli XIII e XIV. Di particolare bellezza architettonica l’originale torre campanaria di stile romanico a pianta quadrata, il più antico manufatto presente nel complesso architettonico dell’abbazia, che si erge dall’incrocio della navata ra il 1917 e il 1918 la Marca trevigiana fu teatro di uno dei fronti più importanti centrale con il transetto di destra. Degno di della Grande Guerra: lungo il corso del Piave si scontrarono per la battaglia decisiva nota poi l’adiacente e suggestivo chiostro I monaci cirstercensi All’interno della basilica sono da segnalare gli eserciti di Italia ed Austria-Ungheria e dei loro alleati. Numerose sono ancora di Chiaravalle romanico che è in sostanza il giardino chiudiverse opere da sempre oggetto di veneraoggi le tracce sul territorio trevigiano di quei tragici eventi. Una di queste è il cimitero _____________ bonificarono la valle so dove i monaci pregavano, meditavano zione e pellegrinaggio. L’abbazia di Follina austro – ungarico di Follina che nasce durante l’occupazione austriaca della Vallata nel paludosa e e da cui accedevano a tutti gli altri spazi è visitabile tutti i giorni dalle ore 7.00 alle novembre del 1917 in appoggio allo Feldspital 1505, l’ospedale militare austriaco alfondarono l’abbazia dell’abbazia. Il chiostro venne costruito nel ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle 19.00; lestito presso l’ex lanificio Andretta che oggi ospita la Casa di Riposo S. Giuseppe. In Carrai Pierfilippo 1268 (prima della basilica), quando cioè non è permessa l’entrata in basilica con questo cimitero militare, dove allora ebbero sepoltura oltre ottocento soldati di Austria, DIPINTORE E DECORATORE DIPINTORE E DECORATORE i monaci cistercensi si insediarono nel mo- dalle colonne che lo costituiscono. L’attua- gruppi di visita durante lo svolgimento delle Ungheria, Cechia, Germania, Polonia, Slovacchia, Romania, Bosnia - Erzegovina, Croazia, _______________ nastero, come dimostra l’incisione su pietra le basilica presenta la tipica costruzione a funzioni religiose. Per ulteriori informazioni Slovenia, Ucraina, ed Italia, è stato realizzato un monumento sacrario nel quale riposano, posta sulla parte nord del chiostro stesso; pianta latina con la facciata e visite guidate al complesso abbaziale è rivolta aINTERNE po- ED loro bandiere unite a simbolo di ritrovata fratellanza fra i popoli, le 77 TINTEGGIATURE ESTERNE, TERMOCAPPOTTI CERTIFICATI, MARMORINI Eall’ombra STUCCHI INdelle CALCE, TINTEGGIATURE INTERNE ED ESTERNE, CERTIFICATI, MARMORINI EPAVIMENTAZIONI STUCCHI IN ECALCE, oggi è ancora perfettamente conservato nenteTERMOCAPPOTTI e l’abside rivolta a levante proprio possibile contattare i padri dell’abbazia salme recuperate anche se rimane sconosciuto il numero di quanti in questo prato hanno RIVESTIMENTI IN RESINA al PAVIMENTAZIONI E RIVESTIMENTI RESINA nell’elegante effetto di movimento creato come prevedeva la simbologiaINcistercense. tel. 0438-970231. ancora mantello e sepolcro.

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Luoghi da conoscere

L’abbazia cistercense di Follina

Collocata nell’alta valle del Soligo, deve il suo nome alla follatura della lana attuata nella zona probabilmente sin dall’epoca preromana e, su scala industriale, in quella romana e medioevale

di Vesna Maria Brocca

L

a storia del Comune di Follina e delle sue bellezze paesaggistiche e architettoniche corrono di pari passo con la storia della Vallata nella quale trovano collocazione il noto Castelbrando (ex Castello Brandolini) a Cison di Valmarino, i laghi di Tarzo e di Revine, il Passo di Praderadego e il percorso ciclo-turistico Claudia Augusta Altinate. L’ambito della Vallata riguarda la pedemontana Trevigiana dal Piave alla Val Lapisina e comprende il versante sud delle prealpi, l’alta valle del Soligo e le prime corde collinari da Tarzo a Valdobbiadene sul Piave. Situata in posizione incantevole nell’alta valle del Soligo, Follina deve il suo nome alla “follatura” della lana, attuata nella zona probabilmente sin dall’epoca preromana e, su scala industriale, in quella romana e medioevale. La zona ebbe uno sviluppo notevole dopo il Mille, ad opera di un gruppo di dodici monaci cistercensi provenienti dall’abbazia di Chiaravalle

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50 Rubriche 60 Vacanze

La nuova frontiera del camping si chiama Glamping Un nuovo modo di campeggiare glamour, all’insegna del relax e dell’ecologia di Vesna Maria Brocca

D

opo la delusione di una gita di Pasquetta fuori porta con l’ombrello a portata di mano e la sciarpa al collo, sembra che ad aprile il bel tempo abbia deciso di farla da padrone. Ed ecco che, con il profumo dei fiori e la brezza tra i capelli, la voglia di partire per una settimana di vacanza diventa irresistibile. Ma dove andare? E come fare se il budget a disposizione scarseggia e noi siamo delle persone ormai abituate ad ogni confort e i panni dell’avventuriero tout court all’Indiana Jones ci stanno stretti? Nessun problema, oggi la nuova frontiera delle vacanze si chiama “glamping”, una campeggio glamour ed ecologico dotato di tutti i confort e in piena armonia con l’ambiente. L’era del campeggio spartano è finita. Mai più ore interminabili sotto il sol leone a montare una tenda o in piedi in fila per le docce nei vari camping del mondo. È giunta l’ora di dire basta anche alle

punture di zanzare quale trofeo da mostrare ad amici e parenti di essere uno spirito libero e anche un po’ selvaggio e in sintonia con la natura. Adesso il mercato offre delle tende molto chic arredate come una vera casa, bagno privato, rete wi-fi e… spingetevi pur oltre con la fantasia perché se lo desiderate potete avere a vostra disposizione anche un maggiordomo. E allora, vi starete senz’altro chiedendo, il vero spirito del campeggio dov’è finito? Non esiste forse più? È proprio questa la novità assoluta: queste casette mobili dalla svariate forme (dalla classica tenda, all’igloo fino ai carri del vecchio west) sono immerse, e quasi sperdute, nella natura e costruite secondo standard ecocompatibili di qualità. Insomma, sarete sempre immersi nella totale tranquillità della natura ma il vostro “appartamento” sarà dotato di ogni lusso desiderato. Se immaginate, ad esempio, il vostro campeggio in una tenda in stile Indiani d’America, esiste.

L’avventura non è mai stata così a portata di tutti Se invece volete provare il brivido di dormire in una vecchia carovana spagnola… c’è anche quella. Questa moda è nata negli USA e poi si è diffusa nel resto del mondo, soprattutto Africa ed Europa, ma sta muovendo i primi timidi passi anche in Italia. I prezzi e le caratteristiche variano moltissimo, partendo da un minino di 30 euro a notte a salire. Sbizzarritevi pure con la lista dei desideri, perché oggi quasi tutto è possibile, specialmente all’estero dove il rapporto qualità-varietà-prezzo è molto concorrenziale. Per verificare se esiste davvero un campeggio di lusso come lo desiderate voi provate a consultare il sito “Go Glamping”, il primo sito sull’argomento e sicuramente il più ricco di contenuti e proposte “around the world”. Per rendere l’idea nel concreto, di seguito riportiamo il programma tipo di un campeggiatore che decide di partire con famiglia al seguito per una vacanza “all’aria aperta” e praticare il cosiddetto ciclismo da montagna e, visto che ci siamo, provare

anche il brivido del rafting, l’ormai nota discesa su un particolare gommone (chiamato per l’appunto “raft”) lungo un fiume. Quindi abbiamo la componente dell’avventura, ma con il “glam camping” aggiungiamo un tocco di glamour. Esempio calzante è una possibile vacanza negli Stati Uniti e più precisamente nello Stato dello Utah in quella zona nota con il nome di Moab che si trova a poche ore di macchina a sud-est di Salt Lake City. Questo luogo si potrebbe definire come il paradiso per chi ama il ciclismo da montagna e fare rafting nel Colorado River. Trovandoci negli USA dove è nato per l’appunto il “glam camping”, non sarà difficile trovarne uno che soddisfi le nostre aspettative. La giornata tipo inizia dopo il check-in che consente di abitare la nostra super tenda. Se si vuole cucinare subito fuori dalla tenda per assaporare lo spirito del campeggiare, è possibile farlo a pic-nic nel campo e si può usufruire anche di barbecue nelle aree pic-nic designate. Se però vi manca la materia prima, basta chiedere al personale che provvederà a tutto, preparandovi pure la merenda con le prelibatezze tipiche del posto da portare al sacco. E se di notte volessimo guardare le stelle e fare filò accanto

ad un fuoco? Nessun problema, il personale vi fornirà un kit con tutto il necessario per accendere un fuoco all’aria aperta di notte nel deserto fuori dalla tenda. Non avete portato con voi una mountain bike o un’automobile? È possibile noleggiare tutti i modelli desiderati e più adatti all’escursione prevista. E se fa troppo caldo nel deserto? Beh, la tenda ovviamente ha l’aria condizionata. E se la mattina non ho voglia di preparare la colazione? Basta ordinarla. Il campeggio rappresenta ormai la soluzione ideale per scappare dal traffico e dallo smog cittadino e vivere la natura in totale sicurezza. Non servono più corsi di sopravvivenza estremi per provare il brivido di dormire tranquilli all’aria aperta sotto le stelle, accendere un falò nel mezzo del deserto o salire in sella e partire verso mete ormai non più ignote. Mai più notti insonni a lottare con zanzare, tafani e serpenti, oppure boccheggiare per il caldo insopportabile. Oggi l’avventura viaggia di pari passo con il confort e la sicurezza, anche a prezzi accessibili e soprattutto in strutture ecosostenibili. Basta un click.



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I dati attestano il successo su scala regionale di questa legge di carattere straordinario Direzione Urbanistica e Paesaggio, quale strumento di divulgazione sull’applicazione del Piano Casa nel Veneto. Questo è il primo opuscolo informativo sul Piano Casa del Veneto, con dati sullo stato di attuazione della legge, esempi, novità e risposte alle domande più frequenti. Ma facciamo un passo indietro nel tempo. «Sul Piano Casa regionale non è ancora tempo di fare bilanci e trarre conclusioni, a otto mesi dall’inizio dell’applicazione della legge e in una

congiuntura economica critica». Lo aveva detto, ancora nel maggio 2010, l’assessore regionale Renato Chisso. «Quel provvedimento – aveva spiegato l’assessore – è nato per tonificare il settore dell’edilizia, favorire il recupero risparmiando territorio, contribuire alla ripresa dell’economia». Nel 2010, tuttavia, vi erano tre problematiche che limitavano il dispiegarsi dell’iniziativa. «La prima riguarda l’ancora scarso livello di conoscenza delle norme tra i cittadini. E in questo caso i professionisti del settore hanno anche il compito di spiegare le opportunità che sono disponibili. Il secondo intoppo è dato dalle difficoltà e dai dubbi d’interpretazione, che hanno determinato anche l’emanazione di più circolari esplicative. Il terzo punto è che la stretta creditizia ha ristretto le possibilità d’intervento per i cittadini. Si tratta in ogni caso di una iniziativa positiva – aveva concluso l’assessore – e non ricorrendo alle possibilità che abbiamo messo in pista la società e i cittadini veneti perdono delle opportunità: spetta a tutti noi, amministrazioni comunali comprese, operare perché da questa intuizione derivino i benefici concreti ai quali puntiamo». Ora, nel 2013, l’architetto Vincenzo Fabris spiega che «dall’analisi


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Piano casa del Veneto

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Rallentano gli interventi edilizi finalizzati alla realizzazione di nuove opere a fronte di un notevole aumento di ampliamenti e riqualificazioni energetiche di Ornella Jovane

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ipensare l’urbanistica del Veneto puntando a rigenerazione urbana, edilizia sostenibile, riqualificazione energetica degli immobili in un’ottica di sviluppo sostenibile per la città. Ecco il must perseguito dalla Regione con il cosiddetto Piano Casa. Sono trascorsi infatti alcuni anni dall’entrata in vigore della Legge Regionale sul Piano Casa (LR 14/2009 e LR 13/2011) e perciò in questo articolo cerchiamo di capire come si è evoluto l’argomento, mettendo in evidenza che si tratta di una disciplina per molti aspetti fortemente innovativa. Questa è una legge di carattere straordinario che prevale sulle previsioni dei regolamenti comunali e degli strumenti urbanistici e territoriali, comunali, provinciali e regionali. Lo spunto ci viene offerto dall’opuscolo informativo predisposto proprio in questi giorni dagli Uffici della

I dati attestano il successo su scala regionale di questa legge di carattere straordinario Direzione Urbanistica e Paesaggio, quale strumento di divulgazione sull’applicazione del Piano Casa nel Veneto. Questo è il primo opuscolo informativo sul Piano Casa del Veneto, con dati

congiuntura economica critica». Lo aveva detto, ancora nel maggio 2010, l’assessore regionale Renato Chisso. «Quel provvedimento – aveva spiegato l’assessore – è nato per tonificare il set settore dell’edilizia, favorire il recupero risparmiando territorio, contribuire alla ripresa dell’economia». Nel 2010, tuttavia, vi erano tre problematiche che limitavano il dispiegarsi dell’iniziativa. «La prima riguarda l’ancora scarso livello di conoscenza delle norme tra i cittadini. E in questo caso i professionisti del settore hanno anche il compito di spiegare le opportunità che sono disponibili. Il secondo intoppo è dato dalle difficoltà e dai dubbi d’interpretazione, che hanno determinato anche l’emanazione di più circolari esplicative. Il terzo punto è che la stretta creditizia ha ristretto le possibilità d’intervento per i cittadini. Si tratta in ogni caso di una iniziativa positiva – aveva concluso l’assessore – e non ricorrendo alle possibilità che

già stati presentati alcuni Progetti di Legge, ora all’esame della Seconda Commissione. Essi prevedono, se approvati, alcune modifiche volte a incentivare ulteriormente l’attività edilizia. Tra queste segnalo un’ulteriore proroga o l’eventuale stabilizzazione della norma (attualmente la scadenza del Piano Casa è fissata al 30.11.2013), ulteriori incentivi in termini di bonus volumetrici, agevolazioni per gli interventi di bonifica delle coperture in amianto e altro ancora». Anche il vicepresidente e assessore regionale al territorio Marino Zorzato ribadisce la positività dei risultati fin qui ottenuti grazie a questa legge regionale dal carattere fortemente innovativo e aggiunge che “in un mercato edilizio saturo, con un grande stock di immobili invenduti, che stanno progressivamente perdendo valore, la legge

segue dalla pagina precedente

Attualmente la scadenza del Piano Casa è fissata al 30 novembre 2013 dei dati trasmessi dai Comuni alla Regione, all’applicazione della legge sul piano casa nel Veneto, emerge, nel complesso, un panorama che vede un consistente rallentamento di interventi edilizi finalizzati alla realizzazione di nuove opere a fronte di un notevole aumento di interventi di ampliamento e riqualificazione energetica degli edifici. L’Amministrazione Regionale valuta positivamente i risultati sin qui ottenuti con il Piano Casa e in Consiglio Regionale sono

regionale ha fornito gli strumenti legislativi che, incentivando e premiando la riqualificazione energetica degli edifici e il ricorso a fonti di energie rinnovabili, ha portato ad un miglioramento della qualità edilizia ed architettonica degli edifici, primo tassello per un più generale miglioramento della qualità della vita”. L’opuscolo è consultabile sul sito della Regione nella sezione Ambiente e Territorio: uno strumento sintetico, di facile lettura che, sottoforma di newsletter, intende informare gli interessati sui dati del monitoraggio effettuato dalla Regione e risponde alle domande più frequenti. Per ulteriori informazioni si rimanda alla Direzione regionale Urbanistica e Paesaggio: tel. 041 2792508; E-mail: pianocasa@regione. veneto.it

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Il peso della crisi: a giugno finiscono gli ammortizzatori sociali e a fine anno arriva la Tares Anche nel Veneto sarà allarme sociale se il Governo non provvederà con urgenza a garantire adeguatamente la copertura degli ammortizzatori sociali di Vesna Maria Brocca

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tanno finendo i soldi per gli ammortizzatori sociali, ma sta per arrivare una nuova tassa sui rifiuti. Questo in estrema sintesi il quadro per i veneti per la prossima estate. Analizziamo la situazione coi numeri alla mano. A fine del 2012 nella nostra regione erano 61.612 i lavoratori coinvolti nelle 10.814 domande di cassa integrazione in deroga mentre erano 13.017 i lavoratori veneti coinvolti nella mobilità in deroga. Nel primo trimestre 2013 le richieste delle aziende alla Regione Veneto di autorizzazione alla CIG in deroga sono state di 347 milioni di euro a fronte dei 90 milioni di euro del periodo corrispondente nel 2012. Per quanto riguarda la mobilità in deroga le domande arrivate nel primo trimestre 2013 sono state 2400 (per 19,2 milioni di euro) a fronte delle 2160 del trimestre corrispondente del 2012 (per 12,8 milioni di euro di risorse corrispettive). «Anche nel Veneto sarà allarme sociale se il Governo non provvederà con urgenza a garantire adeguatamente la copertura degli ammortizzatori sociali che danno sostegno al reddito dei lavoratori, in particolare delle piccole imprese artigiane e non, che sono in mobilità o in cassa integrazione in deroga. Il Governo ancora in carica e il Parlamento appena eletto devono agire subito e bene per impedire il collasso del tessuto sociale e produttivo». Con queste parole Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, un territorio che negli ultimi anni ha visto aumentare costantemente le richieste di Cig in deroga per le aziende e di mobilità in deroga per i lavoratori, condivide e si affianca alle preoccupate dichiarazioni di Vasco Errani Presidente della Conferenza delle Regioni e di Gianfranco Simoncini responsabile del coordinamento degli assessori regionali che hanno denunciato come finisca con il prossimo giugno la copertura degli ammortizzatori sociali assegnati dal Governo alle Regioni con fondi decisamente inferiori a quanto richiesto dalle regioni stesse. «Vanno rispettati il senso e la lettera – aggiunge Zaia – dell’intesa sottoscritta tra Stato e Regioni per il 2013 sugli ammortizzatori sociali. Anche il recente stanziamento

di oltre 25 milioni di euro ottenuto nei giorni scorsi per il Veneto non ci permetterà di andare oltre il prossimo giugno con la copertura, a fronte di richieste che aumentano consistentemente e che evidenziano lo stato crescente di crisi economica e tensione sociale». Per il finanziamento della CIG in deroga negli ultimi 4 anni, dal 2009 al 2012, il Veneto ha destinato risorse proprie regionali per 55.720.364 euro; inoltre sono state stanziati ulteriori 53.183.321 euro per finanziare le collegate ‘politiche attive del lavoro’ (formazione professionale, orientamento, ricollocazione nel mercato del lavoro), per un totale di 108.903.685 euro. Dei 55,7 milioni di euro destinati al finanziamento della CIG in deroga, alla provincia di Padova è stato destinato un sostegno regionale di 14.849.548 euro; 14.350.648 euro alla provincia di Vicenza; 9.902.467 euro alla provincia di Treviso; 6.183.452 euro alla provincia di Venezia; 5.434.373 alla provincia di Verona; 4.417.130 alla provincia di Rovigo; 582.746 euro alla provincia di Belluno. «Va comunque ricordato – sottolinea il Governatore – che le aziende chiedono la cassa integrazione in deroga che è tuttavia usufruita solo nella misura del 22%, elemento che dimostra il timore delle aziende per l’incertezza del quadro economico e la predisposizione a far richiesta della CIG in deroga che poi potrà essere del tutto o in parte usufruita». Anche Elena Donazzan, assessore al lavoro della Regione Veneto, era intervenuta sugli ammortizzatori sociali già diversi mesi fa, ricordando che le risorse erano ampiamente insufficienti: «La crisi non solo economica ma anche di incertezza politica sta aumentando le difficoltà delle nostre imprese ed i segnali sono stati immediatamente registrati e responsabilmente abbiamo agito con i colleghi assessori regionali al lavoro». In questo già difficile e incerto quadro socioeconomico sta per arrivare, in aggiunta ai problemi quotidiani che attanagliano molte persone, anche una nuova tassa, quella sui rifiuti chiamata Tares. La prima scadenza doveva essere ad aprile, ma poi, stante l’incertezza del quadro legislativo nazionale, la

scadenza sembrava dovesse slittare a luglio. Ora le ultimissime fissano il pagamento a dicembre in concomitanza con le tredicesime. La Regione del Veneto chiede pertanto uno slittamento del pagamento della prima rata al 2014. Lo ha infatti comunicato l’assessore all’ambiente Maurizio Conte evidenzian-

do inoltre che la Conferenza delle Regioni ha deliberato nei giorni scorsi di chiedere formalmente al Governo il rinvio al 2014 dell’entrata in vigore della Tares, richiedendo nel contempo l’apertura di un tavolo StatoRegioni-Enti locali finalizzato a risolvere ogni questione interpretativa ed applicativa. Aggiunge Conte «il costo del servizio, in Veneto,

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è già coperto dalle tariffe e gli enti pubblici non intendono pesare sui bilanci di famiglie ed attività produttive. Sono dunque le difficoltà che il tessuto sociale ed economico sta vivendo che portano la Regione del Veneto a chiedere con forza e convinzione uno slittamento del pagamento della prima rata».

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L’intervista

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>> Intervista

Matteo Massagrande: i miei echi Diviso tra Italia e Ungheria elabora nuovi orizzonti per il mondo pittorico figurativo di Alain Chivilò

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’Arte figurativa, nelle sue svariate forme, ha millenni di storia ma senza dubbio dall’Ottocento sono nate diverse tipologie artistiche che hanno poi generato la fase Moderna e Contemporanea. A cavallo tra XX e XI secolo, la figurazione non può essere simile a quella dell’Impressionismo francese, perché da un lato è cambiato il tessuto umano e dall’altro la ricerca e i quesiti attuali sono diametralmente opposti rispetto a quel preciso periodo passato. Partendo da questo presupposto, Matteo Massagrande (Padova 1959) elabora nuovi orizzonti per il mondo pittorico così chiamato figurativo. Nelle sue opere l’atmosfera è metafisica, dove tutto scorre e dall’interno l’ambiente si proietta verso un futuro. C’è una continuità che esula dal passato, in un silenzio che è solo ipotetico perché si emanano echi. Le scene date dagli interni spingono a creare storie sospese, indefinite, ognuna diversa dall’altra, che non chiedono l’azione di un fatto reale da uno o più ipotetici personaggi, in sequenze che vanno dalla vita alla morte, dall’istante all’azione, ma tracciano il modo in cui si stia effettivamente svolgendo l’agire del vivere. Nei paesaggi d’ispirazione italiana o magiara tutto è avvertito, ogni cosa è sentita per essere tradotta sulla tela sentendo quello che accadrà. E’ come nell’incisione dove, pur stando alle regole canoniche, attraverso l’uso del bulino e dell’acidazione, nelle diverse fasi la lastra diventa domata e posseduta. In questo modo si esce dal concetto iniziale di solo mestiere. Il Maestro Matteo Massagrande è tutto questo e nell’intervista si è aperto con sincerità portando il lettore all’interno del suo mondo. Locandina 50x70:Layout 1

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L’Ungheria è una seconda patria. Cosa effettivamente rappresenta? “Una patria intesa come primus inter pares, perché condivido la mia esistenza in modo uguale tra l’Italia e l’Ungheria. Una nazione completa l’altra. Non ho una preferenza in quanto c’è un’osmosi e un connubio di sentimenti che cresce negli anni. La mia pittura non è italiana o ungherese, ma sicuramente l’aria che respiravo e respiro tuttora in Italia aveva ed ha bisogno di quell’essenza che costituisce le componenti più sincere, vere, naturali e genuine che corrispondono alla terra, all’aria, alla luce, al sole, al gelo e alla neve delle terre d’Ungheria. Qui da noi tutto è diventato sintetico, ma nel paese magiaro c’è più genuinità. Sono sempre stato legato a

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questa terra pur non avendola mai frequentata, ancora prima di conoscere mia moglie, per un discorso di storia, cultura e sensazioni. Un mondo quello dell’Ungheria ancora naturale. I paesaggi che ho dipinto in questa terra possiedono, per esempio, un’erba che ha un altro colore verde maggiormente vero, onesto e insito nell’anima dell’osservatore. L’aria, dal punto di vista pittorico, la avverti nelle ossa e ti penetra talmente da sentirla tua. La luce del sole ti fa sentire vivo e legato agli elementi naturali. Mia moglie Angela mi dice di non giudicare il paesaggio magiaro con l’occhio della prospettiva scientifica, come sono sempre portato a fare creando punti di fuga e costruendo una necessità di spazio ideato architettonicamente, perché dovevo guardarla liberamente facendomi venire letteralmente addosso quello che vedevo. All’inizio non capivo, ma in realtà mi sono reso conto che solo così riuscivo a dipingere quei luoghi facendo cadere verso di me le situazioni che stavo dipingendo. Per rappresentarle nel modo più vero, dovevo trasformale in modo tale da respirarle e da annusarle. Dunque un paesaggio che devi subire positivamente. Se oggi non c’è vento, devi avvertire che ci sarà sicuramente domani e capire in anticipo se sarà caldo o freddo. Lo stesso vale per dipingere Venezia: devi avvertire la salsedine fino al collo. Per evitare e allontanarsi dal dipingere banali immagini da cartolina, si deve essere un tutt’uno immedesimandosi con i luoghi stessi. Un mondo che in Italia esisteva ma che nel tempo abbiamo perso”. E’ così difficile fare l’incisione? Da essa cosa ha carpito per il suo agire nell’Arte? “E’ un mestiere. Ho conosciuto grandissimi incisori come per esempio Lino Bianchi Barriviera e Giovanni Barbisan. Quando s’incide non si è artisti, ma si diventa uomini di mestiere. Possiedo un morboso fascino per l’incisione sia per eseguirla, sia per collezionarla. Possiedo opere di Dürer, Rembrandt, Tiepolo, Luca da Leida per citarne alcuni e in queste ho sempre amato la capacità di dividere il gesto del bulino e del segno dal metodo scientifico. Quando sono incisore non devo, come un chirurgo, essere artista perché mi devo sottoporre a delle regole precise e definite. Quando invece ti lasci andare e senti che quel mestiere ti porta a essere libero, allora si raggiunge il massimo. Per esempio Dürer si la-

scia andare a qualche capriccio poetico nascosto pur nella sua precisione, mentre Piranesi, da vero gestuale, crea un’incisone libera pur rispettando le normative canoniche all’interno di un’indipendenza assoluta che otteneva con estrema facilità. Bisogna dominare l’incisione, pur stando nelle regole, al fine di raggiungere il massimo della libertà espressiva. Ricordo Lino Bianchi Barriviera che nell’acidare una lastra prese quasi fuoco con fumi che si sprigionavano dall’alta violenza dell’acido. Ecco che la lastra era sua ed era posseduta come un grande domatore perché non poteva più sfuggirle dalle mani”. Gli “Interni” e le “vedute di città” fanno intuire una presenza umana che però non ha riscontro visivo. “Certamente sì. Non occorre descrivere un uomo per far conoscere la sua presenza. Non serve capire la fisionomia di Ulisse per immaginarlo. Nell’Odissea e nell’Iliade sono state descritte più le gesta che le fisionomie, eccetto la caratteristica dominante dei ciclopi. L’agire dei personaggi fa intuire il loro aspetto. Parafrasando, è un po’ quello che avviene nella mia pittura: nessuno sa chi abita quelle case, ma i personaggi ipotetici e possibili sono costruiti da noi osservatori. In questo modo nella mia pittura riesco ad uscire dalla narrazione. Invece nel ritratto cambia l’approccio perché è presente un soggetto ben definito. Negli interni come nei paesaggi, le presenze umane sono in più e non sono quindi determinanti, perché ognuno pone la sua immaginazione nel definire il soggetto che potrebbe presenziare al suo interno. Ogni interpretazione è possibile. Con le mie opere pongo un suggerimento che trova continuazione in ogni osservatore. Io spiego e contemporaneamente non spiego al fine di creare quel fascino che è dato dall’indefinito”. Il vissuto nelle sue opere è riferito più a un passato o invece a un futuro non ancora scritto? “Non c’è una situazione atemporale nella mia pittura. Convive il prima, l’oggi e il dopo in una mistura di ricordi e prospettive. Paolo Crepet ha scritto un bellissimo racconto ispirato ai miei dipinti e l’ha fatto creando una storia dopo aver visto le opere. Lui ha capovolto la concezione che le immagini vengono dopo solo perché continua alla pag. seguente


L’intervista

s’ispirano al testo. Nel libro, gli interni non rappresentano gli spazi che sono stati, ma quelli che saranno. Il passato diventa così futuro in un gioco molto affascinante e Crepet l’ha scritto con grande intuizione rovesciando l’aspetto temporale. Nella mia pittura c’è speranza, all’interno di una filosofia del culto del tempo che diventa però attivo”. Una “luce” sempre presente che crea rarefazioni ed echi metafisici.

“Esatto. Nella mia pittura l’atmosfera è metafisica, dove i volumi dell’aria assumono un’importanza enorme, perché nel loro interno vorrei che girassero voci o oggetti e che si muovessero forme. Un’aria densa di quello che ognuno di noi vorrebbe riempire”. La nostra società è chiassosa al di la dei contenuti espressi condivisibili o meno. Nei suoi lavori che ruolo ha il silenzio? “Come premessa, la società effettivamente è chiassosa e sempre lo sarà. Invece l’Arte non rispecchia la cultura, gli eventi e i fremiti dell’ambiente sociale. Se osserviamo i soavi e lirici dipinti di Tiziano o Vermeer, essendo stati eseguiti in periodi terribili di guerre e malattie, non pensiamo che siano frutto dai tragici eventi dell’epoca. Anzi le emozioni che si provano sono diametralmente opposte. I miei silenzi sono solo delle pause che stanno all’interno di

un contesto. Sono echi. E’ la sublimazione di un momento puro e semplice. Ci sono piccole cose che hanno grande valore. La mia arte non è intimista, perché è riflessiva e il messaggio espresso è fermo ma non urlante. Quello che faccio non è prodotto invano, anche se si rivolge a una sola persona. Quello che mi fa sentire vivo è che il pubblico non aspetta la mia pittura, perché trova conforto e fede in quello che eseguo. Non penzola dalle mie labbra per ogni provocazione che emano, perché lo rafforzo continuando la via della mia arte. In questo modo si avverte la fede aumentare e non smetterò mai di proseguire, anche se dovesse rimanere uno solo ad ascoltarmi”. Senza andare troppo a ritroso nel tempo, l’Arte dell’Ottocento ha segnato la via per la contemporaneità. Cosa le affascina maggiormente di questa stagione artistica?

“Ho avuto grandi amori per questo periodo. Per me Millet è stato il massimo. Vidi un’importantissima mostra a lui dedicata a Parigi da adolescente e ammirare le sue opere fu una liberazione interiore. L’Ottocento è un periodo molto complesso rispetto ai secoli precedenti, perché non è sintetizzabile in un unico cliché. Un’epoca grandiosa dove le compenetrazioni degli stili e l’evoluzione sociale ha fatto si che tutto fosse scandito tanto che si è passati in pochi decenni dal Neoclassicismo, al Romanticismo, al Realismo fino alla scuola di Barbizon, non dimenticando Constable e Turner. Il simbolo dell’Ottocento per me è Jean-François Millet: un pittore mistico e magico. Le Spigolatrici e l’Angelus sono opere fantastiche”. Oggi, in una situazione di perenne instabilità, mi può motivare se sia meglio vivere in Italia o in Ungheria?

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Lo dico con un po’ di amarezza, ma in Ungheria mi trovo molto bene. Non è un fatto politico o sociale, perché li le situazioni sembrano più vere e vicine. Un ungherese ti si rivolge a te con animo aperto. Il cuore per ascoltarti è sempre disponibile. In Italia abbiamo delle sovrastrutture che devono essere sempre decodificate e interpretate. Non si riesce ad essere veri, a stupirsi, a complimentarsi e a meravigliarsi. Nel paese magiaro l’animo delle persone, dalle più semplici fino agli intellettuali, è aperto e pronto a percepire da te qualcosa di nuovo. Qui da noi invece nulla di tutto questo. Sicuramente la cultura italiana emana un’area che a livello di cromosomi ci appartiene ed è indubbiamente affascinante. C’è una complementarietà, ossia l’Ungheria mi permette di decodificare ciò che in Italia è diventato più difficile da comprendere”.

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10 Luoghi da scoprire >> 26 maggio, Cantine aperte in tutto il Veneto

Oro da bere e da commerciare: arte e cultura del prosecco Nel cuore dell’area Prosecco di Valdobbiadene, ammirando le meravigliose sculture verdi delle vigne in collina, visitate Villa Sandi

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di Germana Urbani

a poco si è chiuso il Vinitaly con il consueto successo di pubblico e vendite, segno che uno dei prodotti più preziosi dell’economia veneta non solo continua ad essere apprezzato ma è tra quelli che risente meno della crisi in corso. Per gli estimatori del buon vino sono moltissimi i percorsi enogastronomici e i territori che si potrebbero visitare abbinando arte e ottime degustazioni. Ma uno in particolare merita certamente una visita particolare: quello che vi permetterà di approfondire la vostra conoscenza col Prosecco Docg che viene coltivato in uno spicchio di terra dove le bellezze naturali e culturali si fondono con la storia di questo famoso vino. Versanti ripidi alternati a dolci declivi, dove la passione e la tenacia hanno reso possibile la coltivazione anche nelle zone più impervie. Vigneti come giardini, divisi fra moltissimi proprietari compresi in poche centinaia di ettari. Per questo viaggio fuori porta, consigliamo di partire da Conegliano Veneto per poi prosegui-

re per San Pietro di Feletto, arrivare a Farra di Soligo e concludere il viaggio a Valdobbiadene. Conegliano è la città di Giambattista Cima di cui conserva la casa natale ed una bellissima pala, nel Duomo, raffigurante una “Sacra Conversazione”. Le antiche mura carraresi e il castello, in posizione panoramica, conferiscono alla cittadina un fascino unico. Molte le cantine private che potete visitare senza dimenticare l’edificio della Carpené Malvolti e la grande Scuola Enologica. Da Conegliano si giunge, poi, alla Pieve di San Pietro, edificio sorto, forse, sui resti di un demolito tempio pagano. Attualmente ha l’aspetto del XII secolo, pur venendo ancora rimaneggiato nel ‘600 e nel ‘700. Caratteristica peculiare è la decorazione ad affreschi quattrocenteschi e romanico-bizantini sia all’interno che all’esterno: del secondo ‘400 sono quelli della cappella del Battistero; databili tra XIII e XIV secolo quelli alla parete sinistra della navata centrale; alla fine dell’XI risale forse l’immagine di San Cristoforo nella navata centrale. Varcato a Soligo l’omonimo fiume, si entra nel territorio comunale di Farra di Soligo, dove la chiesa di Santo Stefano con-

serva un Crocifisso di Andrea Brustolon. Molto bella, svetta sopra l’abitato la cinquecentesca villa Savoini. In un paesaggio dominato dai vigneti del rinomato prosecco è Valdobbiadene, la cui Parrocchiale, di origini trecentesche ma di veste neoclassica, conserva opere di Palma il Giovane, Paris Bordone, Francesco Beccaruzzi e, in canonica,Rosalba Carriera. Sovrasta l’abitato la frazione Pianezze, unico centro sciistico della Marca: vi si giunge percorrendo una strada con ampia vista panoramica sul Piave e sul Montello. E in questo territorio, precisamente a Crocetta sul Montello, si conserva una splendida villa di scuola palladiana risalente al 1622 i cui proprietari hanno scelto di valorizzare il patrimonio artistico con quello eno-gastronomico. Si tratta di villa Sandi, un felice esempio di quel connubio tra arte e agricoltura che ha caratterizzato il paesaggio veneto dei secoli passati. La famiglia Moretti Polegato, da generazioni dedita alla cultura del vino, ha rilanciato questa tradizione facendo della villa la sede di rappresentanza della cantina omonima e promuovendo su basi moderne la coltura della vigna, da sempre presente nella zona. I visitatori potranno ammirare gli splendidi giardini, riportati all’antico valore, godersi la visita guidata e solcare i sontuosi saloni dell’edificio e, da ultimo, rimanere a bocca aperta una volta varcate le porte dei sotterranei. Al di sotto della villa, infatti, si estendono per oltre un chilometro e mezzo secolari e suggestive cantine sotterranee che, per la loro naturale caratteristica di mantenere costante temperatura e umidità, creano un ambiente ideale per la maturazione e l’invecchiamento dei vini. Oggi è possibile anche soggiornare in villa, grazie alle sei camere della locanda, e degustare piati tipici della tradizione veneta. La locanda è nata come completamento del progetto di promozione e valorizzazione del territorio in cui Villa Sandi è impegnata da molti anni. Infatti personale qualificato guida i visitatori alla conoscenza dei vini nelle degustazioni nelle Botteghe del Vino di Crocetta del Montello e di Valdobbiadene e alla scoperta del territorio e dei suoi prodotti.


SacciSica, lavoro, cooperative

Cooperative Sociali:

una ricchezza per il territorio

Scopri, partecipa, fai creScere

benessere e la crescita della persona con disabilità attraverso la programmazione e realizzazione di interventi personalizzati, la promozione di esperienze di integrazione sociale (gite, soggiorni, attività con le scuole, feste ed eventi) ed inserimenti in contesti lavorativi protetti. Vi sono 70 utenti impegnati nei differenti laboratori di Magnolia: tra i quali falegnameria, carta e colori, ecobotanica, restauro, assemblaggio, ceramica, manipolazione, mosaico e arcobaleno. Il laboratorio di ecobotanica invece si occupa della gestione di due serre e le piante coltivate vengono vendute durante il mercato di Piove di Sacco. Una attività particolare svolta in collaborazione con “le sagre” è quella di confezionamento di set di stoviglie monouso.

lavorare a progettualità in rete, condividendo le informazioni, valorizzando le specificità di ogni realtà è la filosofia che le cooperative sociali hanno scelto per affrontare questo delicato momento storico di crisi economica, sicuri che insieme si possano creare maggiori opportunità per il territorio. Dr.ssa Marta Martin

foto di Marta Martin

La rete di 5 Ass.ni, nel settore disabilità della Saccisica, continua il suo progetto di intensificazione della rete collaborativa con il territorio, per rispondere sempre meglio ai bisogni attuali. A tal proposito ha avviato un tavolo di lavoro con le cooperative sociali, il primo obiettivo condiviso è mantenere viva l’attenzione e l’informazione sul tema della disabilità. In questo mese vogliamo farvi conoscere le cooperative, chi sono, cosa fanno e perché. La conoscenza è paragonabile alle fondamenta di una casa : indispensabile! Hanno nomi che evocano la bellezza di fiori che sbocciano, crescono, profumano. Il Glicine, Germoglio, Magnolia sono alcune delle cooperative sociali “storiche” con sede nel territorio piovese e che operano a favore delle persone con disabilità residenti nei comuni della Saccisica. Dietro a questi nomi c’è una quotidianità fatta di lavoro, di cura e promozione delle relazioni, di formazione, di competenza e di creatività finalizzate all’integrazione sociale delle persone con disagio psico - fisico. Una ricchezza che Il Glicine, Germoglio e Magnolia mettono al servizio della comunità, offrendo lavoro, servizi e opportunità. Vediamoli da vicino. il Glicine, che opera a Saonara dal 1999 grazie a un

gruppo di volontari e attualmente gestisce principalmente un Centro Diurno per chi non ha la possibilità di essere inserito in ambienti lavorativi tradizionali. Tutte le attività svolte sono rivolte a potenziare le abilità del singolo. Coordina inoltre due strutture residenziali: la comunità alloggio per disabili adulti psicofisici, che coinvolge l’utente nella sperimentazione della vita comunitaria e nella gestione della quotidianità ed il nascente “gruppo appartamento”, che ospiterà 6 persone e sarà un’ importante opportunità per assaporare un progetto di vita autonoma per quanti hanno una disabilità lieve. Un interessante progetto sperimentale è il “Gruppo serre”: attività di formazione lavorativa nel settore orto-floro-vivaistico, rivolta a persone disabili psico-fisici lievi. La cooperativa sociale Germoglio nasce nel 1989 ed attualmente gestisce, oltre al Centro Diurno di Arzergrande: il centro di cottura “Senape”, “Tam Tam – la bottega del Germoglio” , un negozio del commercio equo e solidale a Piove di Sacco e “Spazio Aperto”, una progettualità di vita autonoma per gli utenti, che attualmente si svolge nei fine settimana. Il Centro Diurno, organizzato in cinque laboratori differenziati accoglie 30 utenti con differenti disabilità. Le attività lavorative principali che si svolgono sono l’assemblaggio, in collaborazione con alcune aziende della zona e la cartotecnica. Il laboratorio – bottega “Tam Tam” offre infatti, oltre all’opportunità di integrazione sociale, anche la possibilità di lavoro con la creazione e la vendita di bomboniere, della cooperativa e del commercio equo e solidale. “Senape”, che è finalizzata all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate realizza un servizio di catering dedicato ai privati (in occasione di ricorrenze), alle aziende e agli enti. Magnolia è una cooperativa sociale ONLUS, attiva a Piove di Sacco dal 1982. Oggi gestisce tre Centri Diurni e una Comunità Alloggio. La finalità generale è quella di favorire il

GRUPPO VOLONTARI DEL

INSIEME PER MAGNOLIA

Aiutiamoli a vivere Comitato Brenta Saccisica

SORRISO LEGNARO

Comune di Sant’Angelo di Piove

Comune di Legnaro


LOMBARDIA

Sotto il segno dei Gonzaga


Sì, viaggiare 13 LOMBARDIA

Sotto il segno dei Gonzaga

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MANTOVA E SABBIONETA UN TEMPO FIERE RIVALI ENTRAMBE RESE GRANDI DALLA POTENTE E ILLUMINATA SIGNORIA LOCALE OGGI SONO ACCOMUNATE DALLA TUTELA DELL’UNESCO UN BELLISSIMO ITINERARIO CONSENTE DI AMMIRARE I LORO STRAORDINARI TESORI E DI CONOSCERE LA LORO STORIA A PARTIRE DALLE GESTA DI VESPASIANO NONCHÈ DI DEGUSTARE PIATTI TIPICI COME I TORTELLI DI ZUCCA E IL RISOTTO ALLA PILOTA

MANTOVA E SABBIONETA UN TEMPO FIERE RIVALI ENTRAMBE RESE GRANDI DALLA POTENTE E ILLUMINATA SIGNORIA LOCALE OGGI SONO ACCOMUNATE DALLA TUTELA DELL’UNESCO UN BELLISSIMO ITINERARIO CONSENTE DI AMMIRARE I LORO STRAORDINARI TESORI E DI CONOSCERE LA LORO STORIA A PARTIRE DALLE GESTA DI VESPASIANO NONCHÈ DI DEGUSTARE PIATTI TIPICI COME I TORTELLI DI ZUCCA E IL RISOTTO ALLA PILOTA

UN’IMMAGINE FATATA DI MANTOVA VISTA DA UNO DEI SUOI TRE LAGHI, IL PALAZZO DUCALE DI MANTOVA VISTO DALL’ALTO. SOPRA: UNA VEDUTA DI SABBIONETA, CITTÀ IDEALE DEL RINASCIMENTO, DETTA ANCHE “PICCOLA ATENE” PER I SUOI TESORI. NELLE ALTRE PAGINE: UNO DELLE SALE AFFRESCATE PIÙ FAMOSE DI PALAZZZO TE A MANTOVA, TORTELLI MANTOVANI E IL TEATRO ALL’ANTICA DI SABBIONETA. NELLA FOTO DI COPERTINA: VESPASIANO GONZAGA (A SINISTRA) E LA SUA CORTE: LE CELEBRI STATUE LIGNEE SONO CONSERVATE AL PALAZZO DUCALE DI SABBIONETA. IL CENTRO DI SABBIONETA E UNA VISTA AEREA DI MANTOVA

UN’IMMAGINE FATATA DI MANTOVA VISTA DA UNO DEI SUOI TRE LAGHI, IL PALAZZO DUCALE DI MANTOVA VISTO DALL’ALTO. SOPRA: UNA VEDUTA DI SABBIONETA, CITTÀ IDEALE DEL RINASCIMENTO, DETTA ANCHE “PICCOLA ATENE” PER I SUOI TESORI. NELLE ALTRE PAGINE: UNO DELLE SALE AFFRESCATE PIÙ FAMOSE DI PALAZZZO TE A MANTOVA, TORTELLI MANTOVANI E IL TEATRO ALL’ANTICA DI SABBIONETA. NELLA FOTO DI COPERTINA: VESPASIANO GONZAGA (A SINISTRA) E LA SUA CORTE: LE CELEBRI STATUE LIGNEE SONO CONSERVATE AL PALAZZO DUCALE DI SABBIONETA. IL CENTRO DI SABBIONETA E UNA VISTA AEREA DI MANTOVA

uesta è la storia di un piccolo borgo padano di contadini che alla metà del ‘500 si trasformò in pochi anni in una capitale di respiro europeo... Non si può cominciare a parlare di Sabbioneta senza parlare di Vespasiano Gonzaga, il principe illuminato che l’ha pensata, creata e in pochi decenni resa grande e bella. Armoniosa e superba. Vespasiano ha fatto tutto come per incanto, come avviene in una favola. Perchè Sabbioneta in fondo è una favola, sospesa com’è in una dimensione onirica, dove passato e presente si fondono armoniosamente. In un mix di arte, cultura e paesaggio.Sabbioneta è per definizione una delle “città ideali” del Rinascimento, come lo fu ad esempio Pienza, costruita per diventare il modello di un’epoca. Ieri come oggi è legata fortemente

a Mantova, nel segno soprattutto dei Gonzaga, alla cui corte in fondo Vespasiano si è ispirato per il suo progetto. Concepito più per rivaleggiare fieramente in fatto di bellezza e di potenza proprio con la stessa Mantova, a dire il vero, perchè nelle sue intenzioni la città fortezza doveva diventare un’altra capitale. Uno scrigno di tesori d’arte. E il suo sogno Vespasiano l’ha in parte realizzato, come tutt’oggi si può riscontrare, seppur al termine di un’esistenza travagliata, spesa fra guerre, vita di corte (a 15 anni venne mandato dalla zia Giulia Gonzaga alla corte di Spagna...), gloria, vari matrimoni e tanti lutti. Come quello per la morte del figlio Luigi, perito a 15 anni in un incidente occorsogli mentre era a cavallo. Incidente sulla cui natura però gli storici rimangono scettici, in quanto persi-

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uesta è la storia di un piccolo borgo a Mantova, nel segno soprattutto dei Gonpadano di contadini che alla metà zaga, alla cui corte in fondo Vespasiano si è del ‘500 si trasformò in pochi anni ispirato per il suo progetto. Concepito più per in una capitale di respiro europeo... Non si rivaleggiare fieramente in fatto di bellezza e può cominciare a parlare di Sabbioneta senza di potenza proprio con la stessa Mantova, a parlare di Vespasiano Gonzaga, il principe dire il vero, perchè nelle sue intenzioni la città illuminato che l’ha pensata, creata e in po- fortezza doveva diventare un’altra capitale. chi decenni resa grande e bella. Armoniosa e Uno scrigno di tesori d’arte. E il suo sogno superba. Vespasiano ha fatto tutto come per Vespasiano l’ha in parte realizzato, come incanto, come avviene in una favola. Perchè tutt’oggi si può riscontrare, seppur al termine Sabbioneta in fondo è una favola, sospesa di un’esistenza travagliata, spesa fra guerre, com’è in una dimensione onirica, dove pas- vita di corte (a 15 anni venne mandato dalla sato e presente si fondono armoniosamente. zia Giulia Gonzaga alla corte di Spagna...), In un mix di arte, cultura e paesaggio.Sabbio- gloria, vari matrimoni e tanti lutti. Come neta è per definizione una delle “città ideali” quello per la morte del figlio Luigi, perito del Rinascimento, come lo fu ad 15 anni di in unPrimavera incidente occorsogli Ritorna la esempio grande aFesta tramentre Pienza, costruita per diventare il modello di era a cavallo. Incidente sulla cui natura però l’azzurro delle acque, il verde di parchi e un’epoca. Ieri come oggi è legata fortemente gli storici rimangono scettici, in quanto persi-

FESTA DI PRIMAVERA

Canale Fiorito 2013

Mercoledì 1 Maggio dalle 10.00 alle 20.00

giardini, il dolce profilo dei Colli Euganei. I CONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE ponti in fiore si vestono di mille colori e, in una cornice da sogno, bancarelle, artisti di strada, gonfiabili, musica da ascoltare e da ballare. I fiori portano i colori, i colori portano la luce e condiscono i piatti di gustosissimi menù.

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14 Sì, viaggiare LOMBARDIA

Capolavori assoluti da Pisanello a Man

Gonzaga

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di respiro europeo... Non si può cominciare a parlare di Sabbioneta senza parlare di Vespasiano Gonzaga, il principe illuminato che l’ha

in fondo Vespasiano si è ispirato per il suo progetto. Concepito più per rivaleggiare fieramente in fatto di bellezza e di potenza proprio con la stessa Mantova, a dire il vero, perchè nelle sue intenzioni la città fortezza doveva diventare un’altra capitale. Uno scrigno di tesori d’arte. E

segue dalla pagina precedente

ste il sospetto che il ragazzino possa essere stato ucciso incidentalmente proprio dal padre. Il trionfo di Vespasiano è datato 1577, quando dall’imperatore Rodolfo II d’Asburgo ottenne il titolo di Duca e di Principe del Sacro Romano Impero. Così in quel momento furono due i duchi Gonzaga al trono contemporaneamente: Vespasiano, personaggio forte e fiero, onorato in Europa, e Guglielmo che a Mantova accumulava ricchezze, ma era confinato nella sua misantropia e nella sua limitaata mentalità provinciale. E per di più era di salute cagionevole e gobbo. Vespasiano ricostruì Sabbioneta con gusto e ambizione, partendo dalla Porta Imperiale, dal Palazzo Ducale e da quello del Giardino, sino al Teatro all’Antica, che volle nel 1587 dopo un viaggio a Venezia. Scelse persino i marmi del mausoleo che lo avrebbe accolto dopo la morte. La fiera indipendenza di Sabbioneta non durò molto. A Vespasiano successe la figlia superstite Isabella che tentò di dare un futuro al sogno del padre, ma ben presto la città venne

di nuovo inglobata a Mantova sotto il segno (e il controllo politico e militare) dei Gonzaga. Già, Mantova. Una delle capitali europee del Rinascimento. I Gonzaga la governarono per quattro secoli, arricchendola d’arte e di cultura. Grazie al loro mecenatismo la città, che ancora oggi si dipana attorno al Palazzo Ducale, è diventata un concentrato di splendori. La presenza di tre laghi intorno al borgo medievale l’ha protetta da uno sviluppo sconsiderato, evitando le deturpazioni che purtroppo, specie nell’ultimo dopoguerra, hanno rovinato altri centri storici. Dickens ne rimase incantato. Mentre Orio Vergani, in tempi molto più recenti, definì quell’isolamento fisiologico, quasi genetico, che la caratterizza “una solitudine come destino”. La genesi di Mantova

è ammantata di leggende. La storia invece dice che è stata, dapprima, insediamento di Etruschi e Gallocenomani. Nel 214 a.C. Mantua divenne “oppidum” romano e poi “municipium”. Bisogna però attendere il XII secolo perchè Mantova diventi libero comune e riesca a intraprendere quel cammino di crescita che la portò a diventare una delle città più importanti dell’Italia di allora. I Gonzaga la resero sfarzosa e culturalmente progredita. La città di Virgilio vanta una concentrazione di monumenti unica, a cominciare (oltre naturalmente all’imperdibile Palazzo Ducale, reggia dei Gonzaga) da quel Palazzo Te che ricorda vagamente i fasti gioiosi di Versailles. Costruito tra il 1525 e il 1535, Palazzo Te è una fastosa villa suburbana, unita alla città


Sì, viaggiare 15

ntegna fino a Giulio Romano SEGUE DALLA PAGINA PRECENDENTE

grazie al prosciugamento del lago Paiolo e la copertura della Fossa Magistrale. Nella seconda metà del Quattrocento lasciò importanti tracce della sua arte a Mantova il pittore padovano Andrea Mantegna, uno dei grandissimi innovatori della sua epoca, maestro della prospettiva e del “trompe l’oeil”. La visita della sua casa fa parte di ogni itinerario di scoperta della città. Ma Mantova è bella da percorrere anche senza metà. In piazza delle Erbe e dintorni c’è sempre una bella animazione. I mantovani sono gioviali, amano indugiare all’ora dell’aperitivo nei tanti locali che occhieggiano sotto i portici o lungo le vie centrali. Da non perdere anche il Museo Nuvolari, dove sono conservati i cimeli conquistati dal leggendario pilota del secolo scorso. E non si può andare a Mantova senza assaggiare i tortelli di zucca, vero patrimonio gastronomico di cui la città vanta la primogenitura. E quindi la ricetta originale, oggi imitatissima. Ma la cucina mantovana propone anche il sorbir d’agnoli, gli agnolini in brodo, il risotto alla pilota con carne di maiale. E poi lo stracotto d’asino con la polenta, il cappone con uvetta e pinoli e la torta sbrisolona. Invita al brindisi il vivace Lambrusco locale.

IL MAGICO MONDO DI TRAUDI Sabbioneta e Mantova costituiscono un unicum straordinario. Tanto che l’Unesco le ha inserite insieme nel Patrimonio dell’umanità, meritevoli quindi della massima tutela. Dal 9 marzo scorso è stata istituita persino una linea di collegamento “lento” (comodo e dedicato) tramite il Bus Unesco. Un’alternativa valida e conveniente all’utilizzo dell’automobile, un viaggio di 45 minuti, senza fermate intermedie, con agevolazioni per gruppi e famiglie. Il biglietto di andata e ritorno costa 8 euro a persona (5 la sola andata). Per i gruppi 6 euro, mentre viaggiano gratis i bambini sotto i 12 anni. Due le tipologie di viaggio disponoibili per turisti e amanti dell’arte: un servizio fisso nei giorni festivi e prefestivi e uno a chiamata, personalizzato per gruppi, a prezzo agevolato (dal lunedì al venerdì). La Linea Unesco è pensata anche per il cicloturista: il carrello agganciato al bus può contenere fino a 40 biciclette. Informazioni: www. apam.it Esiste anche una ciclovia che permette di compiere i 47 chilometri del tragitto fra le due città sulle due ruote attraversando suggestive zone di campagna. I due eventi clou dal punto di vista culturale sono programmati per i primi di settembre: a Sabbioneta la “Notte bianca della cultura” e a Mantova il “Festivaletteratura”. Info: www.mantovasabbioneta-unesco.it


16 Benessere >> Il toccasana: sale marino integrale

Pulizie di primavera per il corpo: via tossine e cellule morte Dire addio a stanchezza e cuscinetti in modo naturale è possibile, grazie a bagni drenanti al sale ed erbe aromatiche di Germana Urbani

Il rosmarino usato come olio essenziale aiuta a sciogliere i grassi mentre la salvia aiuta a riscaldare la zona da trattare. L’olio di limone, col suo profumo rinfrescante, può essere abbinato all’olio d’albero del tè, adatto per la pulizia della pelle e per il trattamento di macchie della cute. Aggiunto all’acqua calda rinfresca e riattiva la circolazione cutanea.

Potete usare anche l’olio essenziale di lavanda, una fragranza nota per le sue proprietà rinfrescanti e calmanti. Gocce di lavanda possono essere aggiunte a sali d’Epsom per creare bagni calmanti e per dare sollievo ai muscoli doloranti. Il bagno con sali e lavanda è molto utile dopo uno scrub al sale per eliminare le cellule morte e idratare il derma.

CONTRO L’APATIA IL BAGNO DI ROSA CANINA

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on l’arrivo della bella stagione occor- tegrale che, oltre a cloro e sodio, contiene re dare una bella sferzata di vitalità tutti gli 84 elementi presenti nell’acqua di al corpo che arriva a questo punto mare e nel nostro corpo. E’ uno dei prodotti dell’anno fiacco e appesantito dall’inverno. naturali più semplici e nello stesso tempo Paradossalmente non occorre andare più complessi perché contiene decine e decichissà dove per avere degli ottimi tratta- ne di minerali. Gli esperti di benessere al namenti di bellezza, la beauty farm migliore è turale assicurano che disintossica, sgonfia, dona elasticità e morbidezza alla pelle, in la vasca da bagno di casa nostra. Per rimuovere dal nostro corpo i resi- quanto il sale agisce attirando all’esterno i dui della stagione fredda, tossine e cellule liquidi in eccesso e, alla giusta temperatura favorisce il passagmorte, e combattere Consigliato un paio gio degli ioni salini. in modo naturale la Fisioterapisti buccia d’arancia su di volte a settimana con e naturopati consicosce e glutei, non c’è acqua piuttosto calda, gliano di preparare niente di più efficace circa 37 gradi la vasca, sciogliendi un bagno aromatido nell’acqua a 37, co. Il calore dell’acqua favorisce l’assorbimento in ogni punto della 38 gradi fino a quattro, cinque chili di sale pelle dell’estratto vegetale che viene ag- grosso integrale. L’immersione non deve superare la mezz’ora, e quando si esce giunto a seconda delle necessità. L’elemento di base per questi bagni dall’acqua si abbia cura di alzarsi lentaperò è sempre il sale che ha proprietà an- mente: il caldo e l’effetto drenante possono tibatteriche, antinfiammatorie e drenanti. abbassare lievemente la pressione. A questo punto è sempre consigliabile Va bene anche quello grosso da cucina, ma potendo scegliere usate del sale marino in- fare una veloce docciatura fredda, ideale

per chiudere i pori e spazzare via la sensazione di fiacchezza dovuta all’immersione in acqua calda. Partendo dai piedi risalite verso l’alto per stimolare il microcircolo. Ma per potenziare l’effetto del bagno occorre aggiungere all’acqua anche estratti del bosco e del giardino: gli oli essenziali dalle proprietà terapeutiche specifiche a combattere pelle a materasso e ritenzione diffusa su cosce, fianchi, braccia e addome. Sono a tutti gli effetti una cura alternativa davvero efficace contro alcune patologie e uno dei rimedi più utilizzati per trattare la cellulite. Quando si usano gli oli essenziali durante il bagno è consigliabile mescolare al massimo tre fragranze versando nell’acqua calda una quantità di tre gocce per ognuno. Le più indicate sono rosmarino, limone e ginepro. Per ottenere un risultato di penetrazione migliore negli strati profondi del derma è meglio strofinare la pelle con una spugna anticellulite prima di immergersi in acqua, in modo da eliminare le cellule morte che bloccherebbero l’azione degli oli.

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primavera anche la psiche risente di frequenti cali di tono che possono causare apatia, pigrizia e pessimismo. Questi disagi si possono combattere in molti modi, anche facendo ricorso ai fiori di Bach. Tra i più indicati per questi sintomi c’è Wilde rose, ricavato dalla rosa canina, che ha un’azione tonificante e stimolante, utilissimo in caso di stanchezza, stati di debilitazione psicofisica, pressione bassa, esaurimenti e astenia. Il rimedio aiuta a rimettere in moto il metabolismo e riaccende l’interesse per la vita. Grazie alle sue virtù tonificanti, l’essenza di Wilde rose è in grado di potenziare il suo effetto se viene usata per bagni e massaggi. Quindi, dopo aver riempito la vasca con acqua non troppo calda, versate 20 gocce di sostanza e rimanete immersi per 10 minuti. Dopodiché, concedetevi il tempo per un massaggio mescolando due gocce del fiore a un cucchiaio di crema base.


A Kranjska Gora, dalla parte divertente delle Alpi!

Grazie al clima mite e fresco, Kranjska Gora in primavera diventa una piacevole valle verde, dove agli ospiti vengono offerte innumerevoli possibilità di svago con ottimi punti di partenza per le diverse attività sportive, sport estremi o anche soltanto per un tranquillo break in compagnia. È un ottimo punto di partenza per escursioni in un ambiente naturale di rara bellezza e per trascorrere del tempo in mezzo alla natura ancora incontaminata.

i l a e L o t s Fau certo ! n o c in Foto: Archivio STO, Matej Vranič

Kranjska Gora, il miglior centro sportivo, ricreativo e d´intrattenimento di tutte le Alpi Giulie, ospita il 26 aprile il grande Fausto Leali in concerto. Il concerto avrà luogo al Teatro Korona, presso il Casinò & Hotel Korona.

Lasciatevi viziare e concedeteci il piacere di coccolarvi e farvi sentire bene... L’offerta degli hotel è arricchita da una vasta selezione di trattamenti wellness, dove potrete affidarvi alle abili mani delle nostre massaggiatrici, nuotare in una delle piscine o riscaldarvi in una delle saune. Dove i tempi d’oro non finiscono mai… Alcuni desiderano semplicemente godere della natura e della ricreazione all’aperto, altri invece decidono di sfidare la dea bendata ai tavoli da gioco o alle slot machine al centro del gioco ed intrattenimento del Casinò Korona. Innumerevoli giochi ai tavoli da gioco o alle slot machine. Suoni emozionanti delle vincite, giochi a premi che vi aspettano al casinò Korona, che è aperto 24 ore su 24. I giochi sono solo una parte della vasta offerta del casinò Korona. Tutti i fine settimana al Teatro Korona si svolgono vari programmi d´intrattenimento, dagli spettacoli di ballo, ai varieté e concerti. Tutti i momenti vissuti al casinò Korona sono divertenti e speciali. Prenotate quindi già adesso la breve vacanza primaverile in montagna e divertitevi al concerto di Fausto Leali!

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Consigli di bellezza 19 >> Il mercato asiatico sta mostrando una crescita esponenziale

Da Cosmoprof 2013 le novità sui prodotti cosmetici naturali e biologici Per la cosmesi non esiste ancora un regolamento europeo che normi produzione e commercializzazione di Vesna Maria Brocca

L

di una volta, di quei trucchi e segreti per la cura dell’aspetto della persona che la massificazione del boom economico sembra aver accantonato a favore di una logica della produzione su larga scala e tutta uguale. Ma i cosmetici, non dimentichiamolo, sono l’equivalente del cibo per la nostra pelle e, come ciò che mangiamo, devono essere sani e sicuri. Tuttavia, per tale settore della cosmesi, non esiste ancora un regolamento europeo che ne regoli la produzione e la commercializzazione. Diventa allora importante un’armonizzazione a livello internazionale. Per questo il Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici (CCPB) ha lavorato per essere il primo organismo di certificazione italiano accettato da Natrue, il più diffuso standard internazionale sui cosmetici bio, da poche settimane accreditato IOAS (International Organic Accreditation Service), e per elaborare due schemi certificativi privati sui cosmetici biologici e naturali. Come ricorda Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB: «siamo convinti che solo con la definizione di regole comunitarie si può raggiungere uno sviluppo ancora maggiore del settore. E soprattutto assicurare la qualità dei prodotti offerti ai consumatori, spesso confusi dal marketing di prodotti verdi a tutti costi».

Il rosso non passa mai di moda

P

arafrasando un celebre spot, potremmo dire “toglietemi tutto, ma non il rossetto”. Eh sì, la crisi economica che sta colpendo il nostro Paese ha modificato indubbiamente anche quelle che sono le abitudini di una parte delle donne maggiormente colpite dalle preoccupazioni della vita quotidiana e la voglia di passare lunghe ore al trucco davanti allo specchio, sembra venire sempre meno. Diversi autorevoli studi condotti dalle lobby del settore, hanno dimostrano che in tempo di crisi vince sempre il rossetto, specialmente quello rosso, trucco intramontabile per labbra glamour e chic. Logica comprensibile: il rossetto è un buon toccasana antidepressivo perché richiama le emozioni, la forza e la passione proprie del colore rosso e poi perché è veloce da stendere sulle labbra e di impatto visivo immediato. Passando in rassegna le ultime collezioni per la primavera-

dejavu.it

e ultime tendenze nel settore della bellezza professionale le recuperiamo direttamente dal Cosmoprof 2013 di Bologna, la manifestazione leader giunta alla 46ma edizione e rivolta agli operatori professionali del settore “bellezza”, che si è svolta dall’ 8 all’11 marzo scorsi. Così come accade nell’agroalimentare, anche nel settore della cosmesi gli ultimi anni hanno registrato una grande richiesta e apprezzamento verso i prodotti biologici e naturali, che si è tradotta in aumenti di vendite e nuovi prodotti. In aggiunta ai prodotti per la bellezza del corpo e del viso, come saponette vegetali, sali da bagno, detergenti, perline idratanti, bagno-doccia, zuccheri da bagno, make up, creme e molti altri, tutti disponibili in formulazioni, profumazioni e colorazioni differenti, il mercato ha poi esteso la produzione anche ai profumi e alle fragranze per cassetti e armadi, potpourri, assorbi-odori e decorazioni varie. Alla base c’è sempre la scelta accurata dei vari componenti di prima di qualità, i metodi naturali nella loro lavorazione e una maggiore sensibilità verso il rispetto dell’ambiente e della cultura eco-sostenibile più in generale. Un’ altra parola chiave è “tradizione”: la cosmesi naturale e biologica si presenta spesso legata alle antiche usanze “sane”

estate 2013 vediamo che il mercato dei rossetti punta sul rosa cremoso, corallo effetto perlato, beige con sfumature ramate e il gloss effetto bagnato … se vogliamo rimanere sul sobrio, altrimenti impazzano di nuovo blu, viola (color prugna) e giallo come i dettami della moda inverno 2012. Il nuovo must sembra proprio essere quello della sobrietà intesa come make up minimal, ma di impatto visivo immediato e forte. Un contrasto apparente che si risolve nel caricare solo labbra o solo occhi (arco di cupido compreso), no entrambi. Il gesto di mettersi il rossetto è da sempre legato nell’immaginario collettivo ad un gesto elegante e quindi se la donna osa valorizzare le labbra, rinnoverà il proprio guardaroba con vestiti eleganti, ma facendo la massima attenzione a non indossare colori sgargianti che rischiano di distogliere l’attenzione dalle labbra o dagli occhi.

PRENDI NOTA, DAI IL TUO 5x1000 A FISM. Non dimenticare questo numero quando andrai a firmare per il 5x1000. È il numero che ogni anno ci aiuta a finanziare la ricerca contro la sclerosi multipla. Scegli anche tu di donare il 5x1000 alla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, firmando sulla dichiarazione dei redditi nel riquadro “finanziamento della ricerca scientifica e della università” e inserendo il codice fiscale 95051730109.

Anch’io ho scelto di vivere in un mondo libero dalla sclerosi multipla. (Gianluca Zambrotta) www.aism.it numero verde: 800.094.464

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20 Consigli di bellezza >> Pelle perfetta sotto il trucco

Primer, il segreto per avere l’incarnato da star Chiude i pori e illumina. Dona maggior tenuta al trucco, levigando nello stesso tempo la pelle, che appare più fresca e giovane di Germana Urbani

I

visagisti di tutto il mondo ne vanno matti non a caso e la differenza tra un trucco ben fatto e un trucco con una base eccellente si vede e, quasi, si sente. Sì perchè i volti ben truccati appaiono talmente perfetti e senza imperfezioni da stimolare sensazioni tattili oltre che visive. Ecco perchè le basi per il trucco, dette anche primer, si trovano in ogni beauty case professionale. Le nuove basi pre-trucco, infatti, se ben usate, possono essere paragonate ad una vera e propria bacchetta magica! Permettono di rendere la pelle perfetta e di realizzare un make up da professionisti. Il primer è un autentico jolly per la bellezza di una donna che consente di mimetizzare le imperfezioni e migliorare la pelle con un effetto assolutamente naturale. Occorre tener conto che non tutti i primer sono uguali. Ciascun tipo è formulato per uno specifico tipo di pelle e di risultato. Si applica prima del fondotinta sulla pelle Lisse Minute di Clarins: cancella la stanchezza dal viso mentre dissimula le rughe e i segni d’espressione

pulita ma rigorosamente già idratata con la può usare anche da solo e quindi è l’ideale vostra crema idratante. Basta stenderne una per tutte coloro che non amano il fondotinta piccola dose sul viso per attenuare le possi- ma vogliono ugualmente una pelle luminobili variazioni di colore, rendere uniforme sa e levigata senza ricorrere ad un make up il colorito e levigare la pelle. Spesso, non troppo pesante. serve neanche usare il correttore successivaIl primer in polvere, invece, ha l’aspetmente: è sufficiente applicare il fondotinta e to di una cipria bianca, che però stesa sul la cipria. In commercio esistono diversi tipi viso diventa trasparente. Va stesa con un di primer proposti pennello a setole Prima del fondotinta, dalle maggiori larghe, avendo cura dopo la crema idratante: di scuotere un po’ case cosmetiche, il pennello prima tutti con caratteideale per una base di passarlo sul viso ristiche diverse splendente con movimenti e rivolti a diversi circolari. E’ ideale tipi di pelle. Il più classico è il primer cremoso, adatto a tutti i per le giovanissime che solitamente hanno tipi di pelle. Ma va particolarmente bene a problemi di pelle grassa, soprattutto sulla chi, dopo i 30 anni, vuole prevenire i danni zona T del viso (fronte, naso, mento). Il del tempo proteggendosi dalle aggressioni primer in polvere, infatti, tende ad assoresterne: la consistenza cremosa, infatti, dà bire l’untuosità non permettendo al make alla pelle il giusto grado di idratazione. Si up di colare e rovinarsi. Chi combatte già

con rughe evidenti lo eviti, poiché la polvere si insinua tra di esse mettendole in evidenza.E’ in realtà un gel all’interno del quale si trovano microsfere solitamente rosate un altro primer adatto a chi vuole cancellare lo stress dal viso, perché la colorazione leggermente rosata illumina le carnagioni pallide e grigiastre. Non va bene invece per chi tende ad avere la pelle grassa. Ne esiste anche una versio-

Correttore o primer?

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ualcuna di voi si chiederà se, usando il primer si possono continuare ad usare anche i classici correttori. Questi primer fluidi, infatti, possono essere intesi quasi come dei correttivi. Infatti li possiamo trovare in diverse colorazioni: viola per ravvivare le carnagioni olivastre, o come copri occhiaie se mischiato al correttore; verde per chi soffre di couperose o rossori diffusi; arancio per coprire le occhiaie del contorno occhi. Quindi, a meno che il problema che intendete nascondere non sia particolarmente difficile, potete sostituire il correttore classico con

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questi. Facendo attenzione, però, perchè questi fluidi vanno usati con parsimonia, altrimenti si rischia di creare uno strato pastoso che, col passare delle ore, diventa visibile. Quando poi si applica il fondotinta sopra un primer ad effetto illuminante, abbiate cura di stenderlo sempre con una spugnetta di lattice a cuneo e inumidita con poche gocce di tonico: in questo modo il colore risulterà essere più trasparente, e si otterrà un bellissimo effetto “nude”. (La scelta dei prodotti presentati è a cura di Germana Urbani)

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22 Crucilibro

Accade spesso che passioni oscure illuminino esistenze incredibili L’altro è un mistero di cui si possono solo immaginare i confini da pochi indizi palesi. Ma la realtà delle cose è sempre diversa

Chiara Gamberale

Roberto Saviano

Alessandro D’Avenia

Nicolai Lilin

Erica ha 33 anni, impiegata e madre di famiglia

La cocaina

Leo, un sedicenne

Il giovane Nicolai “Kolima”, figlio e nipote di “criminali onesti”

Alter Ego

Tea Fidelibus, single e protagonista di una serie tv

Il sogno dell’eccesso senza limiti

La scuola e i luoghi d’incontro dei ragazzi

Gli Urca, una popolazione di briganti delle foreste siberiane

Location

Un piccolo supermercato

Le capitali della droga

La casa di un antico palazzo parigino

La Transnistria, un lembo di terra schiacciato tra la Moldavia e l’Ucraina

Il destino e gli obiettivi mai raggiunti

Il capitalismo criminale

Beatrice, il sogno, Silvia, la realtà

Un mondo incredibile, tragico, dove la ferocia e l’altruismo convivono con naturalezza

Eroe - Eroina

Co-Protagonisti

Intrigo

Erica e Tea s’incrociano tra gli scaffali e le casse di un piccolo supermercato. L’una spiando il carrello dell’altra immagina e invidia la vita che che l’aspetta oltre quelle mura

Finale

L’appello all’esistenza dell’altra diventa così l’occasione per guardare in faccia le proprie scelte e non confonderle con il destino. Che comunque irrompe nelle case di entrambe...

Cosa dire del libro

Leggere… Leggere

Lo scrittore compie un viaggio Leo ama le chiacchiere con gli Il regime comunista deporta gli infernale lungo le vie del amici, il calcetto, il motorino e Urca e altri criminali, in una delle narcotraffico dal Messico alle il suo ipod. Associa la sua vita regioni più povere del sud della spiagge di Miami, dalla Colombia ai colori: il bianco rappresenta Russia. Qui si ritrovano a convivere alla Russia, dall’Africa alle strade di l’assenza, la privazione e la perdita. le bande criminali più pericolose Milano, New York, Parigi Il rosso l’amore della nazione La ferocia dei boss, che hanno imparato tutte le regole più sofisticate del business, dilaga incontrastata raggiungendo i santuari della finanza da Wall Street alla City

Leo è innamorato di Beatrice e non si accorge di Silvia che gli sta vicina. Beatrice però è ammalata e lui dovrà scavare a fondo dentro di sé e capire che i sogni non possono morire

Un romanzo che entra nell’animo Uno straordinario romanzoUn bel libro sull’adolescenza, un umano cogliendo nella vita verità, ricco di storie potenti che romanzo di formazione dolce e dell’altro rivelazioni dolorose trascinano il lettore in un racconto crudele allo stesso tempo. Crescere e illuminate. Racconta sbagli e nero ma importante. Il capolavoro non è mai facile e le prove da inciampi senza giudicarli e accoglie di uno degli autori più importanti e affrontare sembrano sempre così la speranza più amati grandi

Chiara Gamberale Quattro etti d’amore, grazie Mondadori, pp. 216 € 17.00

Roberto Saviano Zero, zero, zero Feltrinelli, pp. 450 € 18.00

Alessnadro D’Avenia Bianca come il latte, rossa come il sangue Mondadori, pp. 264 € 13.00

di Germana Urbani · info: >www.mondadori.it< >www.lafeltrinelli.it.it< >www.einaudi.it<

Kolima e una manciata di ragazzini mettono in gioco la vita ad ogni capoverso imparando regole secolari dai famigliari. Si può perdere per poco: per aver rivolto la parola a un poliziotto Un libro che raccoglie tradizioni, cultura, folklore di un popolo criminale ma dignitoso. Una scrittura semplice, chiara, eppure prorompente, capace di sovvertire le regole elementari del senso comune Nicolai Lilin Educazione siberiana einaudi, pp. 343 € 20.00


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24 Giardinaggio >> Tornare alla terra per mangiar sano e risparmiare

E’ tempo di mettere a dimora le piante dell’orto Fate una lista delle verdure che vorreste raccogliere durante l’estate. Poi andate in un vivaio e, comprate le piantine, si comincia!

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SUL BALCONE

di Germana Urbani

arà la crisi e il bisogno di risparmiare o il desiderio di mangiar sano, ma sempre più persone in questo periodo si apprestano a fare l’orto preparando a dovere la terra che hanno a disposizione.Le piogge cadute incessantemente hanno rallentato i lavori e rimandato le semine ma appena spunta il sole occorre essere pronti ad iniziare il lavoro. Prima di iniziare a preparare il terreno decidete quali dimensioni deve avere il vostro orto: se desiderate avere una ottima fornitura di ortaggi freschi per una famiglia di 3/4 persone, 30 mq saranno sufficienti, con 60 mq circa si possono ottenere verdure per tutto l’anno. Ricordate, poi, che l’orto dev’essere facile da raggiungere e non troppo lontano dalla vostra abitazione perchè altrimenti potreste essere non sempre disponibili a curarlo. Invece sappaite che è importantissimo andarvi almeno una volta al giorno. Il successo nella coltivazione dell’orto dipende principalmente da quattro fattori: il sole, l’acqua, la terra, e il vostro buon senso. L’esposizione del vostro orto deve essere in piena luce, mentre la composizione della terra sarebbe ottimale se a medio impasto, fertile e drenante. Quanto all’acqua meglio pensare subito ad un

pratico impianto a goccia. Si tratta di un sistema che combatte gli sprechi, è facile da installare e consente di fornire acqua alle piante direttamente alle radici, impedendo così, l’evaporazione dell’acqua. Inoltre, questo sistema fornisce alle piante l’acqua necessaria direttamente sulle radici senza esagerare e senza bagnare troppo foglie e fusti che altrimenti si ammalano e si deteriorano. Inoltre, i sistemi di irrigazione a goccia possono godere di un sistema a timer così da pianificare quando e quanta acqua dovrà irrigare le vostre piante, in tal modo l’unica manutenzione da fare all’orto sarà quella inerente alle erbacce. Certo è che se si va incontro ad un’estate caldissima occorre pensare che le vostre piante avranno bisogno di molta più acqua. Usate dunque il buon senso e se necessario intervenite anche con l’innaffiatoio. Se avete scelto il posto, l’avete delimitato con una rete o altro per evitare che gli ortaggi vengano danneggiati da animali in libertà, e avete deciso come lo innaffierete, ora è tempo di preparare il terreno. Abbiate la cura di eliminare l’erba e le radici di infestanti che penetrano in profondità. Se, come consigliato,durante l’inverno le zolle sono state ben esposte, ora praticate un’accurata

fresatura e pareggiate le altezze facendo attenzione a favorire lo sgrondo dell’acqua di innaffio o piovana ed evitare pericolosi ristagni. La concimazione, possibilmente con letame maturo, va effettuata metà in autunno e metà in primavera. Se non avete a disposizione letame, preferire fertilizzanti complessi e a lenta cessione ricchi anche di microelementi. Se avete fatto una lista con gli ortaggi che avete deciso di coltivare, suddividete l’orto in porzioni così da ottenere degli ordinati rettangoli divisi da piccoli viottoli di almeno 40 cm. Non resta che mettere a dimora le piantine. Nella versione più classica di un orto le piante sono disposte in file. E’ una soluzione molto pratica ed anche estetica, in quanto risulterà molto gradevole l’incredibile varietà di forme, colori e dimensioni che la natura ci regala. E’ opportuno preparare nel terreno le buche che accoglieranno le piantine ed innaffiarle a dovere. Quindi, con la maggior cura che potete ed evitando di rovinare le radici, eseguite il trapianto comprimendo bene la terra attorno alle radici. Fate seguire un’abbondante annaffiatura, al limite dell’allagamento. Sperate nel bel tempo e godetevi i prodotti che cresceranno.

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hi non ha un terreno non deve rinunciare alla prospettiva di consumare verdure fresche autoprodotte. Basta anche un semplice sacco di terriccio da 20 litri o più, praticare dei fori alle distanze convenute e mettervi a dimora delle piante da orto. La stessa cosa si può fare in vasi o contenitori: profondi almeno 40 cm. per le piante che producono frutti (pomodori, peperoni, melanzane ecc.) e circa 20 cm. per le piante da foglia (lattughe, cicorie ecc.). Per avere buoni risultati occorre che il vostro terrazzo o balcone sia rivolto a sud o quantomeno abbia luce solare diretta per almeno una mezza giornata.

>> Pronti per le semine

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uesto è il tempo di tornare all’aria aperta e di preparare le aiuole e i vasi da cui nei prossimi mesi spunteranno vivaci i fiori che rallegreranno tutta la nostra estate. Quindi, attrezzi alla mano, occorre ripulire e preparare il giardino per seminare tutte le piante da fiori annuali facendo ancora un po’ di attenzione al meteo che può giocare ancora brutti scherzi. Per prima cosa, dunque, raccogliete foglie secche, rami rovinati ed erbe infestanti dalle aiuole. Poi distribuite uno strato di terriccio e arieggiate con una leggera zappettatura il sottochioma di alberi e arbusti. Inoltre, potete ancora potare piante da frutto, siepi e rose per favorire lo sviluppo di nuovi germogli. Ma questo è il tempo di seminare alcuni fiori che renderanno coloratissime aiuole o balconi nei prossimi mesi. Abbiamo scelto per voi Dahlia, Verbena e Cosmea: veri fuochi artificiali da giardino

Dahlia, Verbena e Cosmea: fuochi artificiali da giardino

DAHLIA

E’ una pianta perenne di cui esistono circa quindici specie e innumerevoli ibridi, quindi possiamo avere dahlie con vegetazione alta solo 20-25 cm, come dahlie di grandi dimensioni, i cui fusti floreali raggiungono i 150-180 cm di altezza. I fiori sono di varia forma, generalmente doppi o stradoppi, ma talvolta anche semplici, a margherita. Come la forma dei fiori, molto variabile è anche il colore, in genere nei toni del rosso e del giallo, ma esistono anche dahlie bianche, rosate o viola. Dovendo scegliere in che punto del giardino piantare questi fiori fate attenzione che il substrato sia buono, costituito da torba mista a sabbia e poco stallatico; un terreno soffice e ben drenato favorisce lo sviluppo di piante sane. Fate attenzione anche all’esposizione. Per avere fioriture abbondanti è necessario che ricevano la luce del sole per almeno alcune ore ogni giorno, evitando l’ombra completa. Appena poste a dimora in genere le dahlie non necessitano di annaffiature, ma in caso di siccità inumidiamo il terreno per favorire lo sviluppo dei primi germogli. In seguito annaffiamo con buona regolarità, evitando di lasciare il substrato costantemente umido. Concimate da aprile a settembre ogni 10-12 giorni. Controllate spesso le vostre piante perchè verranno certamente attaccate dalle lumache. Se accade spargete sul terreno il prodotto più adatto a tenerle lontane.

VERBENA

Questa pianta conta decine di specie ma in vivaio troviamo in genere varietà ibride. Si sviluppano in modo copioso e per tutta la primavera e l’estate vengono prodotti bouquet ad ombrello o a sfera con numerosi piccoli fiori di colore molto vivace, nei toni del viola, del blu, del rosa e del rosso. Questa specie ha uno sviluppo molto rapido e una fioritura molto prolungata che permettono quindi di ottenere un vero e proprio letto di fiori, che può ricoprire anche aiole molto ampie. Il successo delle verbene è dovuto anche alla loro facilità di coltivazione: si pongono a dimora in una zona ben luminosa del giardino, possibilmente dove possano godere di almeno qualche ora al giorno di luce solare diretta e si annaffiano quando il terreno è asciutto. Ricordate, inoltre, l’importanza di una periodica fertilizzazione: utilizzate un buon concime per piante da fiore, ogni 12-15 giorni, mescolato all’acqua delle annaffiature; oppure un concime granulare a lenta cessione, da fornire al momento della messa a dimora delle piante.

COSMEA

I fiori che renderanno coloratissime aiuole e balconi vanno scelti e messi a dimora nel mese di marzo facendo attenzione a terreno ed esposizione

Questa pianta è chiamata astro del Messico e la famiglia conta circa 20-30 specie. Fiorisce in ampi cespugli tondeggianti, che tendono ad occupare molto spazio; presenta piccole foglie allungate verde scuro, e grandi fiori semplici, con centro giallo e petali molto colorati, bianchi, gialli, rosa o rossi. E’ molto utilizzata in giardino per la facilità di coltivazione e per la fioritura che dura dalla primavera fino all’estate. Anche questa specie gradisce posizioni soleggiate, ma si sviluppa bene anche in luoghi parzialmente ombreggiati ma l’ombra completa inibisce la produzione di fiori. Ricordate di annaffiarla regolarmente ma non troppo, aggiungendo del fertilizzante per piante fiorite ogni 10-15 giorni. E’ una pianta abbastanza rustica, che non teme particolarmente le avversità ma occasionalmente può essere attaccata da afidi e cocciniglia.


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i nostri L’autostima Esperti PSICOLOGIA DEL LAVORO

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

Dott. Lara Tasso

PODOLOGIA - LA CURA DEL PIEDE

Alluce valgo: trattamento conservativo e chirurgico

L’autostima può essere definita come l’amore che abbiamo per noi stessi, e deriva dal confronto tra i successi ottenuti e le aspettative corrispondenti (Ja Dott.ssa Sofia Biasioli

In questo articolo presento una breve trattazione sulla deformità podologica chiamata “alluce valgo” e sui principi generali del suo trattamento. L’alluce valgo è una patologia molto comune del piede che colpisce prevalentemente le donne in un’età compresa tra i 40 e i 60 anni e in Italia circa il 40% della popolazione ne sembrerebbe affetto. Il primo a descrivere questa deformità del piede fu Laforest nel 1782, chirurgo di corte di Luigi XVI di Francia, che ne attribuì l’unica causa scatenante alle scarpe troppo strette e con il tacco troppo alto. In realtà, nella forma più comune, si tratta di una patologia ad eziologia multifattoriale in cui la componente ereditaria possiede un ruolo fondamentale, ma alla quale si possono aggiungere altri cofattori di tipo intrinseco ed estrinseco. Da definizione l’alluce valgo è una deformità della I’articolazione

metatarso-falangea, caratterizzata dalla deviazione laterale dell’alluce, dallo spostamento mediale del I metatarso e dalla lussazione dei sesamoidi, le due ossa accessorie localizzate sotto la testa del I metatarso. Il risultato è una limitazione funzionale del movimento dell’articolazione corrispondente. Caratteristica è la presenza di una protuberanza sul versante interno della testa del I metatarso, più o meno voluminosa, comunemente conosciuta con il nome di “cipolla”, a cui si può associare una borsite, ovvero un’infiammazione generata dall’attrito tra il piede e la calzatura. A livello della “cipolla” spesso la cute appare lucida, tesa, sottile ed arrossata e, nei casi più gravi, ulcerata. Frequentemente accade che alla deviazione dell’alluce si associa la deformità a martello o ad artiglio del secondo dito, causata dalla ripercussione sui raggi esterni dell’insufficienza funzionale

del primo dito. Con il progredire della patologia, il secondo dito può andare incontro ad una sublussazione o ad una lussazione e, deviando medialmente, si sovrappone all’alluce rendendo quasi impossibile calzare la scarpa. Nelle forme più avanzate la dislocazione dorsale del 2° dito e successivamente del 3° e del 4°, provocando un aumento della pressione progressione della patologia. Obiettivi che introdotta in Italia una nuova, conosciuta con a livello plantare, determina la comparsa si possono raggiungere calzando scarpe il nome di “percutanea” o “Mis”, la quale di metatarsalgie da trasferimento spesso in pellame morbido, con pianta larga, presenta un post-operatorio quasi privo di resistenti al trattamento ortesico. Il trattamento tomaia automodellante o termoformabile dolore e, dal punto di vista riabilitativo, conservativo è, infatti, utile nei casi di alluce ed utilizzando dispositivi ortesici, realizzati più rapida se paragonata alle tecniche valgo privo di sintomi o quelli in cui, per su misura dal PODOLOGO, quali plantari, tradizionali. Importante è sottolineare che diversi motivi, non è possibile l’intervento ortesi in silicone, feltraggi e bendaggi. l’intervento viene solitamente indicato chirurgico e, tuttavia, non è da considerarsi L’obiettivo del trattamento chirurgico è, quando il paziente lamenta dolore o se risolutivo. Tale terapia incruenta deve essere invece, quello di correggere la deformità la deviazione dell’alluce è responsabile in grado di alleviare i disturbi, come il dolore e di mantenere un avampiede funzionale di uno squilibrio dell’appoggio e, quindi, in prossimità della “cipolla” e delle teste dal punto di vista biomeccanico. Numerose dell’intera deambulazione. Interventi che metatarsali e deve garantire una migliore sono le tecniche chirurgiche di correzione abbiano un fine puramente estetico sono distribuzione dei carichi senzaLARA aggravare la -utilizzate, DOTT. TASSO Psicologo Lavoro – Tel. – e-mail: lara.tasso@libero.it ma del da poco tempo ne 3381151335 è stata attualmente sconsigliati.

DOTT.SSA BIASIOLI SOFIA –Podologo e Tecnico ortopedico- Tel. 377/9982047- Chioggia (fronte ospedale)

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

PODOLOGIA - LA CURA DEL PIEDE L’OCULISTA

Dott.ssa SofiaCrepaldi Biasioli Dott. Valerio

Alluce valgo: trattamento Manifestazioni oculari della dislessia conservativo e chirurgico

InLaquesto una dislessiaarticolo è pocopresento conosciuta breve trattazione sullagli deformità in Italia nonostante esperti podologica chiamata valgo” stimino che almeno“alluce 1.500.000 e sui principi generali del suo di bambini sotto i sette anni ne trattamento. L’alluce valgo è una siano affetti. Recentemente ho patologia molto comune del piede visitato un bambino inviatomile che colpisce prevalentemente per leindiffi coltàcompresa che avevatranella donne un’età i 40 presumibilmente e lettura i 60 anni e in Italia circalegate il 40% della popolazione ne sembrerebbe ad un disturbo visivo, ma, da un affetto. Il primo aesame descrivere questa approfondito oculistico deformità del piede fu Laforest nel non emergevano difetti visivi 1782, chirurgo di corte di Luigi XVI nè patologie. Il bambino era di Francia, che ne attribuì l’unica dislessico, cioè manifestava un causa scatenante alle scarpe disturbo della lettura e della troppo strette e con il tacco troppo scrittura pur nella presentando alto. In realtà, forma più intelligenza normale comune, si tratta di unae assenza patologia ad multifattoriale in cuiola di eziologia problemi psicologici componente ereditaria nerurologici. Il possiede bambinoun ruolo fondamentale, alla non quale dislessico legge ema scrive si possono aggiungere altri cofattori in maniera automatica ma di tipo intrinseco ed estrinseco. impegnando massimo Da definizione all’alluce valgo le è sue capacità e le sue energie, una deformità della I’articolazione stancandosi rapidamente, metatarso-falangea, caratterizzata dalla deviazione laterale dell’alluce, commettendo errori e

dallo spostamento del I imparando poco. Inmediale altri termini metatarso e dalla lussazione dei l’atto della lettura si svolge sesamoidi, le due ossa accessorie attraverso la percezione visiva, localizzate sotto la testa del I il riconoscimento delle singole metatarso. lettere che compongono la Il risultato è una limitazione parola e la comprensione di ciò funzionale del movimento che viene letto. Nei dislessici dell’articolazione corrispondente. questi elementi sono alterati. Caratteristica è la presenza di una protuberanza sul versante Gli errori più comuni interno sono della del I metatarso, più o quellitesta di confondere le lettere meno voluminosa, comunemente che sono visivamente simili conosciuta con il nome di “cipolla”, ma orientate diversamente o a cui si può associare una borsite, che hanno suoni similigenerata v-f,govvero un’infiammazione c,b-p,d-t. Leggono le parole dall’attrito tra il piede e la calzatura. contrario (capra-carpa), Aallivello della “cipolla” spesso la sbagliano sequenza cute appare lalucida, tesa, delle sottile edlettere, arrossata e, nei casii più gravi, invertono numeri ulcerata. (21–12), Frequentemente hanno diffiaccade coltà che alla deviazione dell’alluce nelle tabelline. Può essercisi associa la deformità a martello confusione fra destra e sinistra, o ad artiglio del secondo dito, mancinismo, difficoltàsui raggi nel causata dalla ripercussione calcolo nelle sequenze spazio esterni dell’insufficienza funzionale temporali come o del primo dito. Con i il giorni progredire della patologia, il secondo i mesi dell’anno. A volte dito si

può andare movimenti incontro ad una riscontrano oculari sublussazione o ad una lussazione confusi e irregolari durante e,la lettura deviando con medialmente, difficoltà nellesi sovrappone all’alluce rendendo pause e nel ritmo delle parole. quasi impossibile calzare la scarpa. Il bambino può perdere Nelle forme più avanzate la fiducia in sè stessodele 2° avere dislocazione dorsale dito del comportamento. e disturbi successivamente del 3° e del In provocando oftalmologia l’argomento 4°, un aumento della pressione a livello plantare, è sempre stato poco determina trattato lama comparsa di metatarsalgie la possibilità che l’oculistada trasferimento spesso resistenti al sia il primo a evidenziare trattamento ortesico. tale disturbo lo colloca in un Il trattamento conservativo è, infatti, ruolo importante indirizzando utile nei casi di alluce valgo privo piccolo paziente agli diil sintomi o quelli in cui, per diversi specialisti si occuperanno motivi, non che è possibile l’intervento della terapia e non cioè è da il chirurgico e, tuttavia, considerarsi risolutivo. Tale terapia neuropsichiatria infantile e il incruenta deve Si essere in grado logopedista. considera chedi alleviare i disturbi, come il dolore almeno il 10% dei bambini in in prossimità della “cipolla” e delle età scolare presenti problemi teste metatarsali e deve garantire di dislessia spesso con dei caratteri una migliore distribuzione carichi di familarietà. La diagnosi nei senza aggravare la progressione primipatologia. anni di scuola elementare della Obiettivi si possonocomplicata raggiungere può che essere

calzando scarpe in pellame morbido, con pianta larga, tomaia automodellante o termoformabile ed utilizzando dispositivi ortesici, realizzati su misura dal PODOLOGO, quali plantari, ortesi in silicone, feltraggi e bendaggi. L’obiettivo deletrattamento chirurgico dall’abilità dalla intelligenza è,delinvece, quello bambino. Non dic’è correggere mai una lavera deformità e di dalla mantenere guarigione dislessiaun avampiede funzionale dal punto di tanto che molti si accorgono vista biomeccanico. di averne sofferto solamente in Numerose sono le tecniche età adulta. Non si esclude che chirurgiche di correzione spesso si ma trattidadi poco un disturbo utilizzate, tempo ne“emotivo”benché è stata introdottanon in esistano Italia una

nuova, conosciuta con il nome di “percutanea” o “Mis”, la quale presenta un post-operatorio quasi privo di dolore e, dal punto di vista riabilitativo, più rapida se paragonata alle tecniche tradizionali. Importante è sottolineare che l’intervento viene solitamente prove al riguardo. Compito indicato quando il paziente lamenta dell’ oftalmologo è sollecitare dolore o se la deviazione dell’alluce una valida collaborazione è responsabile di uno squilibrio tra gli specialisti interessati dell’appoggio e, quindi, dell’intera riconoscendo quando possibile deambulazione. Interventi che il difetto per meglio curarlo e abbiano un fine puramente estetico prevenirlo. sono attualmente sconsigliati.

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I nostri esperti 29 INFORMAZIONE SOCIALE

Dott. Laura Traversi

L’assegno di cura regionale

Nell’ambito delle prestazioni di natura economica di cui può beneficiare una persona non autosufficiente, la Regione Veneto ha sistematizzato nel 2006, all’interno di un più ampio ragionamento sulle politiche a sostegno della domiciliarità, un contributo istituito già negli anni ’90 e che ora prende il nome di “assegno di cura”. Nel disegno complessivo si colloca a fianco di altri interventi, di competenza di Comuni e Aziende Sanitarie, per favorire la permanenza a domicilio di persone non autosufficienti (anziani e disabili) che possono essere adeguatamente assistite da familiari o da personale privato; le buone intenzioni legislative sono quelle di sostenere, con un incentivo economico, la scelta di mantenere a casa la persona malata anziché ricorrere a percorsi di residenzialità (Case di riposo, Istituti di ricovero). Pur trattandosi di contributi regionali, il procedimento di richiesta ed erogazione è gestito prevalentemente dai Servizi Sociali dei Comuni: essi ricevono le domande, valutano la sussistenza dei requisiti di Assistente Sociale Laura Traversi

accesso al contributo, gestiscono il flusso informativo con la Regione ed infine liquidano l’eventuale assegno; la domanda può essere presentata dalla persona non autosufficiente o da un suo familiare quando si verificano alcune condizioni tra cui: essere una persona che necessita di una assistenza continuativa e importante, per esempio perché non è più in grado di camminare; avere una malattia (Alzheimer e altre forme di demenza, Parkinson) che richiede una stretta supervisione se non la presenza continuativa di qualcuno in casa; essere una persona non autosufficiente con una assistente familiare privata (badante) anche solo per alcune ore della giornata. A differenza dell’indennità di accompagnamento (di cui abbiamo già parlato), il diritto a percepire l’assegno di cura è vincolato ad una condizione di reddito posseduto dall’interessato/a e dalla famiglia con lui/lei residente, calcolato attraverso lo strumento dell’ISE di cui senz’altro ci occuperemo prossimamente. Una volta presentata la domanda (valida una volta per tutte anche per gli anni successivi),

corredata dalla documentazione reddittuale che dimostri di possedere i requisiti richiesti, l’Assistente Sociale del Comune di residenza del beneficiario e il suo medico di base compilano una scheda di rilevazione del bisogno assistenziale e sanitario; la scheda, utilmente inserita nel programma informatico regionale dagli Uffici Comunali, esprimerà un punteggio di gravità del caso e lo stesso sistema definirà sempre in modo automatico l’importo teorico mensile da assegnare alla persona. A questo punto per il cittadino l’iter è concluso: gli rimarrà il compito di segnalare eventuali modificazioni della situazione che potrebbero determinare una modifica del punteggio e quindi dell’importo dell’assegno (aggravamenti), o la sospensione del beneficio (con l’ingresso in struttura residenziale si perde il diritto all’assegno) e annualmente di presentare ai Servizi Sociali la certificazione reddittuale (ISE). Da qui in poi invece, per ciò che riguarda la tempistica e il funzionamento del procedimento di erogazione dell’assegno di cura, va osservato come le buone intenzioni

regionali si scollino dalla realtà dei bisogni delle persone e delle loro famiglie, queste ultime fin troppo investite di compiti di cura e assistenza e poi lasciate sole ad organizzarsi e a far tornare tutti i conti. Anzitutto la prestazione richiesta oggi, quand’anche riconosciuta, verrà materialmente erogata tra un anno e mezzo circa, con buona pace della famiglia che nel frattempo dovrà farne senza o anticipare di tasca propria; in secondo luogo, considerato che si tratta di fondi regionali che dipendono dalla disponibilità di bilancio annuale, potrebbero di anno in anno ridefinirsi, venendo meno l’elemento di certezza del beneficio; l’entità dell’assegno poi (da un minimo di 50 ad un massimo di 400 al mese circa) nella maggior parte dei casi non è determinante per la costruzione di un serio progetto di domiciliarità; infine possiamo senz’altro aggiungere che in questo momento non è possibile sapere se e come l’assegno sia utilizzato dai beneficiari per un effettivo miglioramento della propria qualità di vita, con comprensibili riserve sulla valutazione di efficacia della prestazione. www.percorsi.pd.it

La Regolazione Naturale della Fertilità (RNF)

di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)

La RNF è naturale, perché CONSONA con la natura umana, non è contraccezione con uso dei mezzi naturali. Il mio intervento è fondato sul concetto che l’uomo è un essere ragionevole e che in ogni persona è presente l’aspirazione al bene, alla dignità, alla libertà. A partire da questo è possibile costruire insieme una società dove ci sia spazio per tutti e dove le diversità sono capaci di convivere. Questa aspirazione è parte irrinunciabile della natura umana, indipendentemente dalle epoche tutte le sere storiche. La convinzione che ci sia una legge morale naturale universale ovvero INVARIABILE nel tempo, animava Pio XII, Paolo VI,su Giovanni Paolo II, Benedetto prenotazione XVI per indicare all’umanità una via maestra per affrontare la questione della sessualità in generale e della regolazione dei concepimenti. I papi si espressero a difesa della Vita, appoggiandosi sugli STUDI medici di varie discipline, i quali confermarono che la RNF è consona con PADOVA Via SS la natura umana quindi con la DIGNITA’

NOVITÀ

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Urge quindi un cambio di mentalità; centri INER del professore RÖTZER e il della persona. GRADUALE passaggio dalla centro ambrosiano CAMEN. Sembrano Mentre, come affermò Josef RÖTZER, un il fondatore del primo metodo naturale CATENA: contraccezione – aborto - dei nomi tanto lontani ma insegnano sintotermico, “la pillola non è degna malattie veneree ( le quali comportano ad osservare una realtà vicinissima, i di noi” e non possiamo la sterilità) – fecondazione assistita con segnali di fertilità della donne in tutte le . Cdelegare imo & di s s a M i la sperimentazione e la morte degli sue tappe: la pubertà, l’adolescenza, la nostra RESPONSABILITA’ conoscere in di Cas il ciclo femminile a dei farmaci che lo embrioni, uteri surrogati, eutanasia, ricerca della gravidanza, l’allattamento, il distruggono, quindi distruggono una clonazione … In questa CATENA il periodo dopo il parto, la premenopausa, parte di noi (senza contare quelle che ci corpo umano ha un significato negativo come osservarsi dopo la sospensione di di un materiale grezzo da manipolare e un contraccettivo ormonale, come vivere perdono laDopo vita o diventano Papa tante esterili). lunghe notti insonni, Ratzinger scrisse in “Caritas in Veritatae”: l’uomo diventa una massa a disposizione. quando non si cerca una gravidanza. abbiamo concluso che la farina “Non può avere solide basi una società Propongo invece a passare ad una Urge tornare o scoprire quella dimensione migliore è canadese deve maturare visione positiva, razionale, ecologica, di cui parla Giovanni Paolo II nella che – mentre afferma valori qualie la perla almeno cristiana, dove il corpo viene vissuto lettera “Mulieris dignitatem” 1988( “La dignità della persona, giustizia e48 la ore. dignità della donna”), dove uomo e espressione di un’anima. pace – siSolo contraddice radicalmente così vengono fatte come le nostre collana che propongo è la promozione donna accolgono di essere creati ad accettandopizze, e tollerando le piùdelicato diverse La dal gusto e raffinato forme di disistima e violazione della vita della Vita attraverso la RNF, la genitorialità immagine e somiglianza di Dio e che in che ti farà impazzire, aresponsabile, quello le terapie (dove possibile) questa somiglianza risiede il fulcro della umana”. impetuoso ti farà della infertilità, la crescita nel dialogo e persona e della natura umana, degna di La contraccezione, a mio che avviso, è unaammattire... RISPETTO. forma di disistima, perché comporta nella mutua accoglienza. una lesione della femminilità nel corpo Accoglienza di un Io e di un Tu In questa dimensione c’è anche una e nella psiche e rifiuta l’esercizio della reale, non virtuale. In Italia stanno a perfetta pari dignità tra l’uomo e la conoscenza e della RAZIONALITA’ nei disposizione degli interessati i centri donna. La donna non deve gareggiare processi legati alla vita umana e alla nei quali vengono proposti questi contro l’uomo ma nel volto di Gesù meravigliosa avventura della relazione percorsi di crescita: WOOMB (world scopre la sua dignità, cioè chi è. Fabiano e Sebastiano, 51 - Tel. 049 623734 Pizzeria Al Borgo Vecio organisation ovulation method Billings, i di coppia basata sul dialogo.


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senz’altro ci occuperemo prossimamente. Una volta presentata la domanda (valida una volta per tutte anche per gli anni successivi),

riguarda la tempistica e il funzionamento del procedimento di erogazione dell’assegno di cura, va osservato come le buone intenzioni

30 I nostri esperti Assistente Sociale Laura Traversi

per un effettivo miglioramento della propria qualità di vita, con comprensibili riserve sulla valutazione di efficacia della prestazione. www.percorsi.pd.it

La Regolazione Naturale della Fertilità (RNF)

di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)

La RNF è naturale, perché CONSONA con la natura umana, non è contraccezione con uso dei mezzi naturali. Il mio intervento è fondato sul concetto che l’uomo è un essere ragionevole e che in ogni persona è presente l’aspirazione al bene, alla dignità, alla libertà. A partire da questo è possibile costruire insieme una società dove ci sia spazio per tutti e dove le diversità sono capaci di convivere. Questa aspirazione è parte irrinunciabile della natura umana, indipendentemente dalle epoche storiche. La convinzione che ci sia una legge morale naturale universale ovvero INVARIABILE nel tempo, animava Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI per indicare all’umanità una via maestra per affrontare la questione della sessualità in generale e della regolazione dei concepimenti. I papi si espressero a difesa della Vita, appoggiandosi sugli STUDI medici di varie discipline, i quali confermarono che la RNF è consona con la natura umana quindi con la DIGNITA’

della persona. Mentre, come affermò Josef RÖTZER, il fondatore del primo metodo naturale sintotermico, “la pillola non è degna di noi” e non possiamo delegare la nostra RESPONSABILITA’ di conoscere il ciclo femminile a dei farmaci che lo distruggono, quindi distruggono una parte di noi (senza contare quelle che ci perdono la vita o diventano sterili). Papa Ratzinger scrisse in “Caritas in Veritatae”: “Non può avere solide basi una società che – mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace – si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana”. La contraccezione, a mio avviso, è una forma di disistima, perché comporta una lesione della femminilità nel corpo e nella psiche e rifiuta l’esercizio della conoscenza e della RAZIONALITA’ nei processi legati alla vita umana e alla meravigliosa avventura della relazione di coppia basata sul dialogo.

Urge quindi un cambio di mentalità; un GRADUALE passaggio dalla CATENA: contraccezione – aborto malattie veneree ( le quali comportano sterilità) – fecondazione assistita con la sperimentazione e la morte degli embrioni, uteri surrogati, eutanasia, clonazione … In questa CATENA il corpo umano ha un significato negativo di un materiale grezzo da manipolare e l’uomo diventa una massa a disposizione. Propongo invece a passare ad una visione positiva, razionale, ecologica, cristiana, dove il corpo viene vissuto come espressione di un’anima. La collana che propongo è la promozione della Vita attraverso la RNF, la genitorialità responsabile, le terapie (dove possibile) della infertilità, la crescita nel dialogo e nella mutua accoglienza. Accoglienza di un Io e di un Tu reale, non virtuale. In Italia stanno a disposizione degli interessati i centri nei quali vengono proposti questi percorsi di crescita: WOOMB (world organisation ovulation method Billings, i

centri INER del professore RÖTZER e il centro ambrosiano CAMEN. Sembrano dei nomi tanto lontani ma insegnano ad osservare una realtà vicinissima, i segnali di fertilità della donne in tutte le sue tappe: la pubertà, l’adolescenza, la ricerca della gravidanza, l’allattamento, il periodo dopo il parto, la premenopausa, come osservarsi dopo la sospensione di un contraccettivo ormonale, come vivere quando non si cerca una gravidanza. Urge tornare o scoprire quella dimensione di cui parla Giovanni Paolo II nella lettera “Mulieris dignitatem” 1988( “La dignità della donna”), dove uomo e donna accolgono di essere creati ad immagine e somiglianza di Dio e che in questa somiglianza risiede il fulcro della persona e della natura umana, degna di RISPETTO. In questa dimensione c’è anche una perfetta pari dignità tra l’uomo e la donna. La donna non deve gareggiare contro l’uomo ma nel volto di Gesù scopre la sua dignità, cioè chi è.

Messaggio publiredazionale

CAF CIA PADOVA Le novità del Modello 730/2013

Quali sono le novità principali del Modello 730 di quest’anno? Il 730 del 2013 presenta alcune importanti novità: le più significative sono quelle riguardanti l’introduzione e la natura sostitutiva dell’Imu. Ma non è tutto: vista l’importanza degli immobili entrano in gioco anche le modifiche alle popolari detrazioni del 36% e del 55%. Come si esplicano le modifiche all’Imu? L’Imu, che dal 2012 sostituisce l’Ici, in molti casi va a sostituire anche l’Irpef e le relative addizionali dovute su terreni e fabbricati. Nella fattispecie, nell’ ambito dei terreni, qualora non affittati, l’imposta municipale comprende anche l’Irpef e le addizionali sul reddito dominicale, mentre il reddito agrario rimane legato alle ordinarie imposte sui redditi (per i terreni affittati, invece, sono dovute sia l’Imu sia l’Irpef). E dunque, relativamente ai fabbricati, come si deve comportare un contribuente? Per quanto concerne i fabbricati, la nuova tassa sostituisce l’Irpef purché gli stessi non siano locati. Inoltre, solo Imu anche per quelli che sono stati concessi in comodato gratuito. Naturalmente l’Irpef con tutte le relative addizionali,

continuano a sussistere nelle ipotesi di terreni e fabbricati affittati. L’Irpef va corrisposta, se dovuta, anche per gli immobili che godono dell’esenzione dall’ Imu, anche se “liberi”. Per indicare questa tipologia esistono le caselle 9 e 12 del modello e sono collocate nel quadro A (terreni) e nel quadro B (fabbricati). Riguardo alle popolari detrazioni 36% e 55% cosa accade quest’anno? La casa, in materia di detrazioni di imposta, rimane regina indiscussa, al punto che le popolari detrazioni del 36% e del 55%, prima sottoposte al rinnovo legislativo annuale, hanno ottenuto la stabilizzazione nel Tuir e, nel 2013, si apprestano alla ricongiunzione in una sola modalità di sconto. Quest’anno parlare di detrazione al 36% è sbagliato, almeno parzialmente, in quanto le spese riguardanti le ristrutturazioni edilizie effettuate dal 26 giugno scorso al 30 giugno 2013 rientrano nella detrazione al 50%, invece il tetto di spesa per il quale si può usare l’agevolazione passa da 48 a 96 mila euro. Come si suddivide lo sconto nel 2013? A partire da quest’anno, lo sconto si divide in 10 quote annuali per tutti i cittadini, indipendentemente dall’ età. Fino all’ anno scorso i contribuenti con età in-

feriore a 75 e 80 anni potevano scegliere una detrazione ripartita in modo abbreviato, 5 o 3 rate. Quali sono le scadenze da rispettare per le agevolazioni e il “risparmio energetico” degli edifici? Il 30 giugno rappresenta il termine ultimo anche per quel che concerne la detrazione Irpef/Ires del 55% relativa ai lavori volti al risparmio energetico degli edifici. Il primo luglio, infatti, il bonus energia si unirà con quello ristrutturazioni(la nuova agevolazione a tempo indeterminato, già determinata nell’articolo 16-bis del Tuir nella misura del 36% su spese non superiori a 48mila euro, si chiamerà “Detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici”). Infine va ricordato che, con l’ultimo treno utile, sono rientrati nel 55% anche i costi sostenuti per la sostituzione di boiler tradizionali con scalda acqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria. Quali sono le altre novità del Modello 730 di quest’anno? I contributi sanitari obbligatori versati al Servizio sanitario nazionale con il premio assicurativo di responsabilità ci-

MassiMo lazzarin, responsabile provinciale servizi alla persona cia

vile per i veicoli (automobili, moto ecc..) potranno essere portati in deduzione soltanto per la parte eccedente i 40 euro. Infine, ultima novità, il modello CUD necessario per la presentazione della Dichiarazione dei Redditi non verrà più inviato ai pensionati. Il Patronato e CAF della Cia sono a completa disposizione dei pensionati per la stampa gratuita del modello. Tutti i pensionati si possono rivolgere presso gli uffici della Confederazione di Padova.


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32 I nostri esperti AFFARI DI FAMIGLIA Amministrazione di sostegno A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Che cos’è? Quando si fa? Nell’interesse di chi?

Care lettrici e lettori, questo mese Vorrei sottoporre alla Vs attenzione una questione che in più di un’occasione mi è stata posta da alcuni di Voi. Mi riferisco all’istituto dell’Amministrazione di Sostegno e a quando è necessario ricorrerVi per tutelare la posizione di un soggetto incapace. Dunque, che cos’è l’amministrazione di sostegno? L’amministrazione di sostegno è un istituto disciplinato dall’articolo 404 e segg del codice civile, introdotto nel 2004 con la Legge n. 6 del 9/01/2004, con cui si vogliono proteggere e tutelare quei soggetti che, per effetto di un’infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. Dunque, l’amministrazione di sostegno si presenta, per sua natura, come misura dal contenuto flessibile che si adatta ai diversi gradi di disabilità e ai conseguenti bisogni di protezione di ciascuna persona. Metaforicamente è paragonabile, pertanto, ad un vestito sartoriale che, consentendo di individuare una rete di protezione costruita secondo le esigenze della singola persona non esclude la sua capacità di agire. A questo proposito il giudice tutelare è tenuto ad individuare con precisione gli atti che l’amministratore nominato nell’interesse del beneficiario ha il potere di compiere in nome e per conto di questi una serie di atti ben individuati. Quali sono i presupposti per richiedere l’amministrazione di sostegno? I presupposti sono due: la malattia o la menomazione e l’impossibilità conseguente a tale stato di provvedere ai propri interessi. Affinché la misura possa essere concessa è necessario che sussistano entrambi i presupposti e, in particolare, che il primo sia causa del secondo. L’amministrazione di sostegno si applica quindi alle persone che sono affette da un’infermità o da una menomazione fisica che non le rende in grado, in tutto o in parte o anche temporaneamente, di esercitare i propri diritti o di soddisfare i propri bisogni vitali, rischiando per questo di recare danno a se stesse o di essere danneggiate dai terzi. Di particolare interesse l’ammissibilità dell’amministrazione di sostengo per le persone anziane. Di certo, l’età avanzata non è di per sé una menomazione o un’infermità tale da giustificare una misura di protezione ma può comportare menomazioni fisiche e psichiche che incidono sull’autonomia e che rendono l’anziano non più in condizione di provvedere a se stesso e ai propri interessi nel modo più giusto. Qual’è il procedimento per accedere all’amministrazione di sostegno? La procedura si instaura con un ricorso

che va depositato avanti il giudice tutelare dove la persona interessata ha residenza o domicilio. I soggetti legittimati a proporre ricorso sono rispettivamente il pubblico ministero e i responsabili dei servizi sanitari e sociali (obbligati) ed i parenti, il coniuge, gli affini, i conviventi stabili nonché l’interessato (facoltizzati). Il ricorso potrà essere presentato personalmente oppure con la rappresentanza e la difesa tecnica di un avvocato. La procedura ha tempistiche che, per

la giustizia italiana, potrebbero dirsi fulminee dal momento che il giudice tutelare, una volta raccolte le debite informazioni, emana il decreto con cui istituisce l’amministrazione di sostegno entro sessanta giorni dal deposito del ricorso. Quali sono le principali differenze rispetto all’interdizione e all’inabilitazione? Con questo istituto il legislatore ha messo al centro della tutela la persona, i suoi bisogni e le sue aspirazioni,

differentemente da quanto fatto con l’inabilitazione e, ancor più, con l’interdizione. Per questo, ad oggi, l’amministrazione di sostegno deve essere considerata, in linea generale, la misura di protezione ordinaria mentre l’interdizione e l’inabilitazione rappresentano misure di carattere residuale rispetto alla prima. Nell’amministrazione di sostegno il beneficiario viene sostituito nel compimento di determinati atti e assistito nel compimento di altri atti da

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un amministratore, mentre conserva la capacità di agire per tutti gli altri atti mentre nell’interdizione il soggetto interdetto, salvo i c.d. atti minimi della vita quotidiana (es. comprare il giornale, il pane), è sostituito da un tutore nel compimento degli atti che lo concernono. Limitazioni meno estese ma comunque intense operano nel caso dell’inabilitato. Il beneficiario dell’amministrazione di sostegno può fare testamento? Conservando il soggetto beneficiario la capacità d’agire, non può che discendere la capacità dello stesso di disporre per testamento. Tuttavia, proprio la natura dell’atto di ultima volontà, escluderebbe per lo stesso l’assistenza o la rappresentanza dell’amministratore di sostegno. Tale conclusione, teoricamente corretta, viene ad infrangersi con le particolarità dei casi concreti in cui l’amministrato, a causa dell’infermità che lo colpisce, non è in grado di esprimere in modo compiuto la propria volontà testamentaria o di manifestarla autonomamente e per iscritto (si pensi ai malati di SLA). Per dare una risposta a tali casi, alcuni Tribunali (es. Varese e Forlì), hanno forzato la lettera della legge e, con l’esplicitato intento di tutelare a pieno l’incapace, hanno ammesso la rappresentanza o l’assistenza dell’amministratore o di un curatore nella redazione del testamento. Non v’è dubbio che la soluzione individuata da alcuni tribunali, se da una parte sembra tutelare in via immediata l’incapace dall’altra si espone a numerose critiche e, cosa ancor più importante, espone il testamento a possibili iniziative caducatorie.

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L’ARCHITETTO

Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto

Le fonti energetiche, i mutamenti climatici, il risparmio energetico negli edifici

Costruire e recuperare edifici energeticamente efficienti contribuisce alla tutela dell’ambiente Iniziamo con questo articolo un ciclo di pubblicazioni riguardanti la costruzione ed il recupero di edifici a basso consumo energetico, confortevoli per le ottimali condizioni di microclima interno. Affrontiamo per primo un argomento introduttivo che riguarda il consumo delle fonti energetiche tradizionali, le cosiddette energie fossili, e gli effetti che queste hanno sui mutamenti climatici, per trattare, successivamente, argomenti specifici quali: i principi generali della progettazione degli edifici energeticamente efficienti, il confort interno, le tecnologie costruttive, l’impiantistica, l’uso delle energie rinnovabili, la riqualificazione degli edifici esistenti. I dati relativi il consumo di energia a livello mondiale sono sorprendenti: ogni giorno si consumano 10 milioni di tonnellate di petrolio, 12,5 milioni di tonnellate di carbone e 7,5 miliardi di metri cubi di gas. L’80% circa dei consumi energetici è coperto dall’energia fossile, il 13% da energie rinnovabili ed il 7% dall’energia nucleare. Sono numeri che fanno pensare soprattutto in considerazione del fatto che secondo le previsioni, mantenendo i consumi attuali, verso la metà del secolo, le riserve di energia fossile potrebbero esaurirsi con le immaginabili conseguenze negative per l’economia mondiale, sia per l’aumento dei costi energetici sia per la disponibilità scarsa. È anche assodato che gli ormai evidenti mutamenti climatici derivano dall’emissione in atmosfera di gas, in particolare dell’anidride carbonica (CO2), prodotti dalla combustione di fonti energetiche fossili. La CO2 è la prima responsabile del cosiddetto “effetto serra” che provoca il surriscaldamento dell’atmosfera: i ricercatori prevedono che la temperatura dell’aria aumenterà di circa 1 °C entro il 2040 e di 1,5 °C per il 2100 se non verranno adottate misure per la riduzione

della CO2. L’aumento della temperatura è la causa del progressivo scioglimento dei ghiacciai, col conseguente innalzamento del livello dei mari, delle precipitazioni copiose per effetto dell’aumento dell’evaporazione e dell’estendersi delle zone desertiche, tutti fenomeni che alterano gli equilibri ambientali. I Governi, in particolare quelli dei paesi più industrializzati, sono preoccupati per le conseguenze economiche dovute allo scarseggiare di energia disponibile, ma si fa strada sempre più la sensibilità per contrastare i mutamenti climatici con la consapevolezza di dover intervenire al più presto. La comunità scientifica concorda sulla necessità di avviare sin d’ora una politica energetica in grado di consegnare alle generazioni future un ambiente possibilmente integro. Ancora una volta i dati a disposizione delineano una situazione non certo rassicurante: tra il 1970 ed il 2004 le emissioni di gas serra sono aumentate del 70%, con incrementi considerevoli nell’ultimo decennio del Ventesimo secolo; prendendo in considerazione le sole emissioni di anidride carbonica, principale componente dei gas serra, l’aumento è stato dell’80%. Troppo spesso si trascura il fatto che gli edifici, oltre a consumare energia, sono al contempo fonti di inquinamento, con emissioni di CO2 assai elevate. Nell’Unione Europea il 40% del consumo di gasolio, gas ed energia elettrica è destinato al riscaldamento degli edifici, alla produzione di acqua calda ed al funzionamento delle apparecchiature elettriche. Questo significa che circa il 40% delle emissioni di anidride carbonica nell’aria è imputabile ai consumi energetici degli edifici. Si stima che il patrimonio edilizio esistente da risanare rappresenti, in termini di consumo di energia per il riscaldamento, il 90% circa del totale; tenuto conto che

il risparmio può variare dal 30% al 90% (la percentuale si differenzia in funzione delle caratteristiche costruttive del fabbricato e degli interventi possibili o ammessi come nel caso di edifici soggetti a tutela), si comprende quanto sia importante il recupero dell’esistente, migliorando l’efficienza dell’involucro e sostituendo gli impianti obsoleti con nuovi più efficienti, per risparmiare energia limitando le emissioni di CO2. Il potenziale risparmio di energia e, quindi, la potenziale riduzione di emissioni di anidride carbonica è notevole: una casa costruita prima degli anni ’70 produce circa 50-70 kg/mq l’anno di anidride carbonica; una casa contemporanea ne emette circa 34-42. Costruendo secondo standard qualitativi di efficienza energetica è possibile ridurre la quantità di anidride carbonica emessa a soli 8,5 Kg/mq, per edifici che consumano meno di 30 Kilovattora al metro quadrato l’anno, ed a soli 4 Kg/mq per gli edifici passivi che consumano meno di 15 Kilowattora al metro quadrato l’anno; se si ricorre poi all’uso di energie rinnovabili l’emissione può essere ridotta a zero. Il contributo all’ambiente che può dare il recupero energetico degli edifici preesistenti e la costruzione di nuovi edifici a basso consumo di energia è evidente: ristrutturando un edificio antecedente agli anni ’70 si può ridurre l’emissione di anidride carbonica di 6 - 8 volte. Costruendo un fabbricato nuovo si può ridurre l’emissione di anidride carbonica di 4 5 volte rispetto ad una costruzione contemporanea. Il risparmio di energia non si traduce solamente in benefici per l’ambiente, ma anche in un indubbio vantaggio economico. È indispensabile risparmiare energia e lo si può fare costruendo edifici efficienti, ovvero edifici ben isolati che garantiscono anche un confort abitativo migliore

per la qualità del microclima degli ambienti. Il semplice raffronto di alcuni dati esemplifica i margini notevoli di risparmio nella bolletta energetica per il riscaldamento: una casa tradizionale costruita prima degli anni ’90 consuma circa 18-25 litri di gasolio per metro quadro di superficie dell’alloggio (un litro di gasolio corrisponde grossomodo ad un metro cubo di gas); una casa costruita dopo gli anni ’90 consuma circa 12-15 litri di gasolio al metro quadro; una casa energeticamente efficiente consuma meno di 3 litri. Per risparmiare energia un buon isolamento è certamente la prima cosa da fare sia per il riscaldamento invernale sia per il raffrescamento estivo. Non vanno comunque sottovalutate le opportunità offerte dalle fonti rinnovabili come il fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, il solare termico per la produzione di acqua calda e per l’integrazione del riscaldamento a bassa temperatura, la geotermia a sonde oppure orizzontale, che consente di sfruttare la temperatura pressoché costante della falda o del terreno sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento, e l’energia presente nell’atmosfera. Una fonte rinnovabile, spesso dimenticata, è costituita dai derivati del legno (cippato, pellet) dai costi contenuti e facilmente utilizzabili per il riscaldamento; anche in questo caso l’emissione di anidride carbonica è pressoché zero, come per le altre fonti rinnovabili, poiché quella emessa durante la combustione equivale a quella assorbita durante il ciclo di vita della pianta. Ciascuno di noi, con la dovuta attenzione al risparmio energetico negli edifici, può fare molto per il rispetto dell’ambiente, traendone anche vantaggi economici per sé e per la comunità col piacere di abitare in alloggi confortevoli.

Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a carturenzo@studiocarturan.it

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