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I residenti potranno ricevere dal Comune informazioni e consulenza sulle amministrazioni di sostegno e sugli istituti di protezione giuridica, e servizi legati alla volontaria giurisdizione
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
In questi giorni sentiamo spesso parlare di soldi, tanti soldi, i fondi del Pnrr. Miliardi di euro che l’Europa ci presta (è bene ricordarlo) per raggiungere una serie di obiettivi che permettano di gettare le basi di quella “next generation” a cui fa esplicito riferimento il piano. Due anni dopo la loro introduzione ci rendiamo conto di quanto sia arduo e incerto impiegare al meglio le generose risorse disponibili.
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Com’è difficile spendere bene
Abbiamo in mano un portafoglio pieno di soldi ma spenderli è più difficile del previsto e ormai è una corsa contro il tempo, vista la scadenza del 2026 sempre più vicina. Il governo non intende rinunciare, anche in parte, ai generosi fondi ma sta lavorando alla “rimodulazione” del piano per risolvere le criticità emerse negli ultimi mesi. L’intenzione è quella di eliminare i progetti che non potranno essere portati a termine nel 2026 e destinare le relative risorse ad altri interventi che invece potranno essere conclusi nei termini.
Confindustria non nasconde la preoccupazione e teme che senza una strategia precisa il piano possa arenarsi. Quindi ben venga la trattativa con l’Europa per la rimodulazione. “Il Commissario Gentiloni - hanno dichiarato gli industriali nei giorni scorsi - ha aperto alla possibilità di maggiore flessibilità. Un segnale certamente positivo, ma l’Italia deve comunque dimostrare di essere un Paese credibile, rispettando le scadenze. Bisognerà puntare sui progetti effettivamente realizzabili e non sugli interventi a pioggia”.
Intanto su fronte politico si alza la voce critica delle opposizioni. Il Pd ha chiesto di fare chiarezza in Parlamento: “nella maggioranza è caos totale, basta scaricabarile, basta ritardi”. Il Movimento 5 stelle ricorda che “parliamo di soldi ottenuti con estrema fatica in Europa, dopo un lungo braccio di ferro con i Paesi frugali, risorse che rappresentano un’occasione unica per il rilancio dell’Italia”.
Si è concluso nelle scorse settimane in Riviera del Brenta il viaggio stampa della rete Slow Flow Veneto Waterways Experience, organizzato dal tour operator Travel & Bike, che ha portato dieci giornalisti internazionali a visitare Treviso, il Parco Naturale del Sile, la laguna nord di Venezia e la Riviera del Brenta attraversando i Comuni dell’asta del Naviglio e cioè Mira, Dolo, Fiesso e Stra. I giornalisti specializzati, corrispondenti di testate europee e statunitensi, provenienti da Francia, Belgio, Austria, Regno Unito, Stati Uniti, hanno viaggiato da Treviso a Burano, per poi spostarsi a Dolo. Da qui hanno pedalato fino a Stra lungo il Naviglio del Brenta e, dopo le soste in una birreria artigianale e in una azienda agricola per assaggiare il miele di barena, hanno visitato villa Loredan, dove hanno incontrato il vice sindaco di Stra, Mario Ferraresso. Dopo la visita guidata del Museo della Calzatura di villa Foscarini Rossi, il viaggio è proseguito a bordo di una imbarcazione fino a Dolo, dove la delegazione internazionale ha incontrato il sindaco, Gianluigi Naletto. Nel corso degli incontri, si è discusso dell’aggregazione di 24 imprese che fanno parte del progetto “Veneto Waterways: le vie d’acqua tra natura e cultura”, finanziato con il Programma Operativo Complementare (Poc) della Regione Veneto, che promuove il Veneto come destinazione navigabile. Tante le proposte di itinerari che toccano sei province (Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Rovigo, Treviso), suddivise tra attività in giornata e pacchetti di più giorni, che si svolgono lungo le vie d’acqua, da Caorle al Delta del Po, passando per la laguna di Venezia e fiumi, come Lemene, Sile, Brenta e la Riviera Euganea. Le proposte valorizzano le vie d’acqua navigabili, il patrimonio naturale e il paesaggio culturale della regione attraverso la navigazione, ma anche il cicloturismo e il pescaturismo. Unanime il consenso sul fatto che le attività connesse alla scoperta del territorio dalle vie d’acqua hanno la potenzialità di generare un indotto economico per categorie economiche e realtà locali.
della Riviera del BrentaÈ un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale:
Ditigalizzazione e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute: queste le sei “missioni”, i sei pilastri del Pnrr da cui discendono gli interventi da finanziare. Ma l’Italia si scontra con delle criticità strutturali proprio nell’impiegare le risorse a disposizione. La Cgia di Mestre ricorda che “secondo la Banca d’Italia, le opere durano un’eternità. Per un intervento medio di 300 mila euro di voglio 4 anni e 10 mesi, per un investimento da 5 milioni i tempi si allungano a ben 11 anni”. Le speranze sono riposte nelle riforme della pubblica amministrazione e nel nuovo codice degli appalti. Ma quanto è difficile spendere bene.
Redazione:
redazione@givemotions.it<
< è una testata giornalistica di proprietà di Srl
www.lapiazzaweb.it<
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An) Chiuso in redazione il 17 aprile 2023
Il progetto è finanziato con fondi regionali per promuovere vie d’acqua
Amministrazione. Nella manovra dell’ente locale villa Levi Morenos esce dalle alienazioni
Il consiglio comunale di Mira ha approvato nelle scorse settimane il nuovo bilancio di previsione. La manovra secondo l’amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Marco Dori, consentirà di far fronte alla raffica di aumenti riguardanti le materie prime, i costi energetici e l’inflazione, ma al contempo garantirà maggiori risorse per il sociale, la scuola, l’ambiente e lo sviluppo territoriale. Allo stesso tempo sottolineano dalla maggioranza di centrosinistra si riducono i debiti e crescono gli investimenti, forti anche di nuovi fondi Pnrr, che arrivano ad un totale di 9milioni di euro. Dal piano alienazioni esce invece Villa Levi Morenos, su cui l’amministrazione ha avviato un progetto di recupero per il par-
Riservate risorse per il sociale, l’istruzione, l’ambiente, la cultura, le manutenzioni, il lavoro, e per il personale
co e per la villa storica. “Si tratta di una manovra efficace - spiega l’assessore al bilancio, Riccardo Martin - all’interno di un contesto macroeconomico caratterizzato da forti criticità per via degli impattanti aumenti energetici e di un’inflazione che non si registrava da decenni. L’obiettivo era garantire tutti i servizi offerti e creare le premesse per rafforzare la capacità di intervento e di risposta alle tante esigenze di un territorio vasto come il nostro. Il bilancio di parte corrente, che rappresenta la quotidianità dell’ente, quest’anno supererà i 25 milioni di euro, riservando importanti risorse per il
sociale, l’istruzione, l’ambiente, la cultura, le manutenzioni, il lavoro, e anche per il personale dell’ente, grazie anche a progettualità che prevedono trasferimenti correnti come quelli nel campo del sociale legate all’ambito Ats13, per progetti culturali e di promozione del territorio, ambientali e legati allo sviluppo-digitale informatico con fondi Pnrr”. Ma non solo. ”Vengono inoltre stanziate – continua Martin - delle prime risorse per lo sviluppo di progetti di diversificazione delle fonti energetiche e per l’avvio della comunità energetica. L’azione sia sul fronte spesa che sul fronte entrate tributarie e tariffarie, oltre, come detto, a mantenere il livello dei servizi garantiti alla collettività, consente di destinare oltre 260.000 euro di maggiori risorse proprie per interventi sul territorio. Tutto questo proseguendo sulla strada della generale riduzione dell’indebitamento dell’ente”.”Con l’approvazione del bilancio è stato avviato anche un corposo piano di investimenti che per il 2023 vale in circa 9 milioni - spiega l’assessore ai Lavori Pubblici, Stefano Lorenzin - a partire dai quasi 700mila euro da investire in energie rinnovabili ed efficientamento energetico. Oltre a questo, viene finanziato il nuovo ponte mobile di Mira Taglio, che sarà automatizzato, e la manutenzione straordinaria di strade e l’abbattimento delle barriere architettoniche e la continuazione dell’intervento su Piazza Vecchia. Sul fronte Pnrr, confermati gli investimenti sulle ciclabili di Valmarana e lungo via Foscara, ma anche del palazzetto dello sport di Valmarana”.
Alessandro AbbadirI consiglieri di Fratelli d’Italia hanno presentato in Comune a Mira una mozione di adesione alla campagna di sensibilizzazione contro il cibo sintetico. A spiegare il senso dell’iniziativa è il capogruppo di Fratelli d’ Italia Antonio Mendolia. “Riteniamospiega Mendolia - infatti che la produzione di cibo artificiale comporti un maggiore consumo di acqua ed energia rispetto agli allevamenti tradizionali non dimostrando e garantendo un minore impatto ambientale. Inoltre al momento non esistono studi scientifici sufficienti a dimostrare la completa qualità e sicurezza nutrizionale del cibo sintetico che potrebbe causare negli esseri umani problemi di tossicità, allergie ed altri effetti negativi”. “Con questa mozione - continua- vogliamo
aderire alla campagna portata avanti principalmente dalla Coldiretti, contro il cibo sintetico sostenendo tutte le conseguenti e connesse iniziative di sensibilizzazione attinenti ai pericoli collegati” .“Ribadendo che l’Italia è la prima nazione al mondo che ha vietato il cibo sintetico e e ha presentato un disegno di legge in Consiglio dei Ministri lo scorso marzo, abbiamo presentato questa mozione chiedendo che, una volta firmata da tutte le forze politiche che venga fatta pervenire al Ministero dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e delle Foreste per ribadire che anche il Comune di Mira aderisce alla campagna di sensibilizzazione contro la produzione e l’utilizzo del cibo sintetico, a tutela della filiera alimentare italiana”.
Addio a Leonida Santello anima di Riviera Fiorita
AMira molti alloggi delle case popolari sono sfitti perché da ristrutturare. Per questo il sindaco di Mira Marco Dori nelle scorse settimane aveva lanciato un appello: in questo momento c’è una emergenza abitativa servono nuovi alloggi in tempi rapidi per far fronte all’aumento delle richieste. Quelli non assegnati perché inagibili o da sistemare vanno messi a posto. A raccogliere il grido d’allarme del primo cittadino mirese per far fronte all’emergenza abitativa è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin. Insomma c’è fame di alloggi popolari in Veneto, eppure tanti sono sfitti perché da ristrutturare o addirittura inagibili. “L’appello lanciato alla Regione dal sindaco di Mira, Marco Dori -interviene la capogruppo del Movimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin- non va lasciato cadere nel vuoto. Sono infatti le amministrazioni locali le prime a risentire di una situazione che vede l’impossibilità di far fronte a tutte le richieste, col rischio che esploda una bomba sociale“. Per questo motivo, la consigliera annuncia la presentazione
di un ordine del giorno al primo provvedimento in materia di bilancio: “chiederò infatti che la Regione finanzi finalmente la manutenzione degli alloggi in capo alle Ater, cosa che non succede da tempo, in modo tale da renderli disponibili per coloro che ne hanno bisogno. Solo nella realtà di Mira servirebbero risorse per un milione e mezzo di euro”. La coordinatrice metropolitana del M5s stigmatizza il fatto che, dal recupero e dall’assegnazione in conto vendita di numerosi appartamenti in tutto il Veneto, i ricavi non vengano reinvestiti nelle cruciali politiche abitative: “manca infatti un piano per la costruzione di nuove abi-
tazioni in una fase assai difficile per fasce sempre crescenti di popolazione, le quali non vengono sostenute nel pagamento degli affitti né in quello dei mutui, spingendole addirittura agli sfratti per morosità”. Alla riforma delle Ater fa sapere la Baldin, è peraltro dedicato un progetto di legge regionale, avanzato dalla stessa consigliera, il quale prevede la presenza dei sindaci e dei rappresentanti degli inquilini nei consigli di amministrazione delle Agenzie Territoriali di Edilizia Residenziale, questo perché “la voce degli utenti e i bisogni delle città siano portati nei luoghi dove vengono decise le politiche per la casa”.
È scomparso nelle scorse settimane all’età di 79 anni Leonida Santello, artigiano del settore degli isolamenti termici, e grande appassionato del canto e del territorio. L’uomo era conosciutissimo nel territorio mirese soprattutto nella frazione di Oriago. E’ stato per molte edizioni uno degli animatori della manifestazione Riviera Fiorita. L’uomo viveva con la famiglia ad Oriago in via Monte Sommo. A raccontare chi fosse è il figlio. Il papà racconta il figlio Massimo Santello, dopo il suo lavoro di artigiano aveva la grande passione per il canto. Cantava nei barconi che sfilavano con la manifestazione Riviera Fiorita, nella chiesa del paese ed è stato un conduttore quando c’era, della storica Mira Radio. La notizia della morte di Leonida Santello ha colpito molto i residenti e in tanti hanno fatto le condoglianze alla famiglia segnata dal lutto. Leonida Santello ha lascia la moglie Michela i figli Massimo e Dimitri, la sorella Maria, i nipoti le nuore. A Oriago mancherà la sua simpatia e grande generosità.
Lavori Pubblici. L’assessore Stefano Lorenzin illustra gli interventi in programma fino a fine anno
Asfaltature e cantieri, il territorio del Comune di Mira si rifà il look. A Mira infatti partiranno con la bella stagione i lavori nel capoluogo e frazioni per circa 2 milioni di euro. Immancabili i disagi ovviamente, ma alla fine il territorio sarà messo in ordine. A illustrare gli interventi in programma da qui a fine anno è l’assessore comunale ai lavori pubblici Stefano Lorenzin. Subito saranno completati i lavori di sistemazione di tutta la pavimentazione della piazzetta settecentesca di Mira Porte, la sistemazione di via Veneto ad Oriago e di Riviera Silvio Trentin, la strada in cui si trova villa Dei Leoni e il mercato rionale del giovedì. I lavori costeranno complessivamente 335 mila euro e sono molto attesi dalla cittadinanza. La primavera e anche l’estate poi saranno per il territorio comunale un periodo in cui saranno fatti tantissimi altri lavori pubblici. Ma ecco nel dettaglio: partiranno gli interventi per la realizzazione del primo stralcio della pista ciclabile di via Valmarana che costerà 400 mila euro. I lavori dureranno un anno. Sempre nello stesso periodo partirà l’intervento per la realizzazione della ciclabile in via Foscara che costerà 300 mila euro. Ma non solo. “Entro l’estate faremo partire i lavori - afferma l’assessore Lorenzin - di sistemazione del centro per anziani Andrea Palladio di Mira Porte. L’intervento costerà 300 mila euro”. Ci sarà poi l’avvio di una seconda
tranche di asfaltature e sistemazione dell’arredo urbano per oltre 550 mila euro. L’assessore va anche qui nel dettaglio. “A Malcontenta faremo – continua – la manutenzione dei marmi delle aiuole danneggiati in più punti nella piazza e lungo il primo tratto di via Pallada. A Mira Buse la manutenzione delle doghe nella passerella della rotatoria tra via Sant’Antonio e via della Ferrovia.
A Mira Taglio marciapiede in via Mar Mediterraneo e la manutenzione in piazza Gallina. A Dogaletto nuovo manto stradale, poi in via Chiesa Gambarare così in via Don Minzoni. A Borbiago ci sarà la sistemazione di via Fossa-
Ci sarà anche l’avvio di una seconda tranche di asfaltature e sistemazione dell’arredo urbano per oltre 550 mila euro
donne e installazione 4 dissuasori in plastica e la sistemazione di via Olmo Spinea, via Val di Non, via Gorizia. Saranno realizzati 3 attraversamenti pedonali rialzati in via Pisa, 2 in Piazza Mercato Oriago, 2 lungo via Ticino.
A Piazza Vecchia l’asfaltatura di via Molino e Giare e saranno collocati 2 dissuasori in via del Curano. I lavori termineranno il prossimo anno. “A questi - conclude Lorenzin - seguirà un secondo stralcio di altri 160.000 euro. Va poi detto che aspettiamo ad intervenire in tutte le strade che nei mesi scorsi sono state interessate da interventi di sistemazione della rete del gas”.
Tempo di notizie positive per l’area verde di Forte Poerio, in via Risorgimento fra Oriago e Mira Porte. Dopo la piantumazione di 3mila nuovi alberi e il rinnovo degli orti sociali, ecco l’arrivo di nuovi finanziamenti per area giochi, area picnic e tutela dell’ambiente. Questo grazie ad un investimento di circa 40mila euro. Il Comune interviene così in maniera completa sulla dotazione dei giochi all’aperto, così amati dai bambini. Tra le varie attività di posa verrà installata una nuova teleferica dedicata ai bambini in sostituzione di quella ormai non più utilizzabile; verrà installata una nuova altalena, sostituita l’altalena a cesto come gioco inclusivo e la posa di un nuovo gioco multifunzionale.
Saranno inoltre sistemati i giochi esistenti e verrà realizzata un’ area antitrauma nell’area giochi.
II Comune ha poi in previsione anche altri interventi per dare maggior decoro e fruibilità all’area. Tra questi, la sistemazione e il rinnovamento integrale dell’area picnic, grazie ad un apposito fondo ministeriale (40mila euro) da poco ricevuto e che vedrà l’investimento nel prossimo semestre. Altro obiettivo è poi un uso sempre più consapevole e rispettoso dell’area, dove anche in passato non sono mancati abbandoni e cattiva gestione dei rifiuti da parte degli utilizzatori. “Sarà installato un sistema di videosorveglianza per contrastare l’abbandono dei rifiuti - spiega il sindaco Marco Dori - e con il gestore stia-
mo inoltre programmando l’arrivo di appositi contenitori per spingere la raccolta differenziata nell’area di Forte Poerio, ma anche in altre principali aree a giardino”. Nelle scorse settimane era stata avviata la piantumazione di un bosco nella zona di via Oberdan poco distante dall’area delle scuole medie Giacomo Leopardi.
Èallarme amianto per lo sversamento di ingenti quantità di eternit nel territorio mirese soprattutto a ridosso dell’idrovia Padova Venezia a Gambarare. Si stima che dall’inizio del 2022 in tutto il territorio comunale siano stati sversate circa 10 tonnellate di amianto. “In pochi mesi abbiamo – spiega il sindaco di Mira Marco Dori - già visto due importanti abbandoni di amianto sull’idrovia. Con questo ritmo a fine anno avremo il doppio degli abbandoni dello scorso anno. I costi sono enormi, e gravano sulle persone perbene. Come amministrazione abbiamo intenzione di trovare questi sversatori seriali. E proprio sull’idrovia vogliamo maggiori controlli. Per questo abbiamo già disposto un piano di controllo anche con telecamere e varchi sui principali punti di accesso all’area e che riguarda la Romea, ma anche la provinciale in arrivo da Sambruson. Per questo abbiamo anche da poco chiesto un contributo ministeriale che, se accolto, ci permetterà di monitorare meglio l’area ed aiutare forze dell’ordine ed ispettori ambientali a trovare anche gli inquinatori”. L’ipotesi è che a sversare amianto siano soprattutto aziende che fanno lavori in nero e che preferiscono scaricare il materiale piuttosto che addebitarsi i costi dello smaltimento”. Nel dettaglio gli abbandoni sono stati segnalati su aree pubbliche in via Pallada, via Argine Destro Idrovia, in via Argine Destro Novissimo, via Argine Sinistro Idrovia. Uno de gli ultimi sversamenti lungo l’idrovia è stato scoperto dall’associazione Rangers D’Italia. Sulla questione la consigliera del Movimento 5 stelle Erika Baldin interpella la Regione. “La discarica a cielo aperto scoperta lungo l’idrovia della Riviera del Brenta, dove in un anno sono state versate illecitamente oltre dieci tonnellate di fibrocemento, preoccupa – dice Erika Baldin.
La capogruppo del MoVimento
5 Stelle al Consiglio regionale ha avanzato un’interrogazione a risposta immediata alla giunta di palazzo Balbi. “Il sospetto - rileva la consigliera - è che la zona tra Malcontenta e Gambarare, nel territorio comunale di Mira, sia diventata il deposito di stoccaggio non autorizzato per gran parte dell’area metropolitana. Rimuovere l’eternit da magazzini e abitazioni è ormai improrogabile, e le
spese per la bonifica sono elevate; così, soprattutto in via Argine Destro e in via Pallada, è venuto ad accumularsi il famigerato amianto, contenuto nei blocchi ondulati
di fibrocemento”. “È assodato - ricorda Baldin - che la sostanza sia altamente cancerogena e fonte di mesotelioma pleurico, neoplasia che nei decenni ha già mietuto troppe vittime tra gli operai delle fabbriche di Porto Marghera”. La coordinatrice metropolitana del M5S plaude all’iniziativa del sindaco di Mira, Marco Dori, che intende installare telecamere di videosorveglianza all’imbocco della Romea e della strada provinciale verso Sambruson. “L’ammi-
nistrazione mirese ha già sborsato a proprio carico 20mila euro per la rimozione della discarica, ma ora non basta. Per questo -conclude Baldin- chiedo alla Regione di sostenere lo sforzo del Comune di Mira, oltre al contributo ministeriale da esso richiesto. E mi rivolgo ad Arpav affinché garantisca che non ci siano ulteriori pericoli per la popolazione, dal momento che il rischio per la salute e per l’ambiente non va circoscritto al solo territorio locale”.
in visita in municipio Delegazione ucraina in visita al municipio di Mira a sostegno della pace e della collaborazione. Nelle scorse settimane il vicesindaco Gabriele Bolzoni e l’assessora Irene Salieri (con delega alla Pace e ai diritti umani) hanno incontrato don Maksym Ryabukha, vescovo della Chiesa greco-cattolica ucraina e vescovo ausiliare di Donetsk. Con lui anche i sindaci e rappresentanti territoriali quali Lyudmila Tkachenko NovgorodSiversky sindaca della Comunità territoriale della regione di Novgorod-Siversky Chernihiv Ucraina; Mycola Dyachenko, capo della comunità territoriale rurale di Novobasanska, regione di Chernihiv, Ucraina; Nataliya Fedorovych, responsabile del progetto “Rafforzamento delle comunità per la vittoria e la rinascita dell’Ucraina”
“Rafforzamento della fiducia pubblica”, ex viceministro delle politiche sociali dell’Ucraina (dal 2014 al 2015, e dal 2017 al 2019), ed ex capo della commissione del Parlamento ucraino per i diritti umani (2020-2022). All’incontro, che si è svolto presso il municipio di Mira, erano presenti anche la vicesindaca di Camponogara, Vania Trolese. Il Comune di Mira ha da tempo avviato azioni di aiuto e sostegno al popolo ucraino, organizzando fin da subito un punto raccolta e partecipando a due distinte missioni di pace e aiuto, portando generi di prima necessità al popolo martoriato dal conflitto. La delegazione ucraina ha descritto le situazioni di emergenza che hanno vissuto e stanno vivendo nelle loro realtà locali, e di come gli aiuti italiani siano stati tra i primi a giungere al popolo ucraino. “Ci hanno richiesto nuovi aiuti quali ambulanze, escavatori e mezzi di soccorso e aiuti alimentari e farmaceutici. Come amministrazione - conferma il vicesindaco Gabriele Bolzoni - ci siamo resi disponibili e come prima fase attraverso le reti dele associazione riconosciute all’Ue forniremo aiuti alimentari e farmaceutici”. “A Mira abbiamo sempre coltivato buoni legami con la popolazione ucraina - aggiunge l’assessora Salieri - e oggi ci hanno raccontato di come affrontano la difficile quotidianità, di cosa è successo alle loro comunità durante il primo periodo di guerra”.
Riviera del Brenta apripista dell’accordo per utilizzare con prenotazioni le ville a favore per chi lavora con lo smart working. In Veneto infatti sarà possibile lavorare in smart working all’interno di una delle dimore storiche sulle rive del Brenta, grazie a un accordo stretto tra il Consorzio Ville Venete, che riunisce le principali dimore storiche, castelli e giardini del Veneto, e Urbnx, piattaforma padovana per trovare e prenotare spazi vicino a casa in cui lavorare, organizzare riunioni e incontri professionali. A illustrare l’accordo è la presidente del Consorzio Ville Venete Elisabetta Fogarin, consorzio che unisce i proprietari di tutte le ville private in regione che hanno attività nelle loro strutture o mettono a disposizione spazi al pubbblico. Per Elisabetta Fogarin, presidente del Consorzio Ville Venete :le dimore consorziate, circa 80,
sono tutte situate in contesti caratteristici come parchi secolari o borghi storici in tutta la regione, e storicamente rappresentavano il fulcro della vita del territorio. La collaborazione con Urbnx ha l’obiettivo di permettere alle persone di poter conoscere e apprezzare la bellezza di questi antichi contesti non solo in occa-
I costi medi dell’utilizzo di uno spazio nella struttura prenotata, varieranno mediamente dai 30 ai 50 euro al giorno
sioni speciali, come gli eventi che solitamente ospitano, ma anche nel quotidiano, come luogo dove svolgere il proprio lavoro. Si tratta per lo più di edifici costruiti tra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo, adibiti all’accoglienza e perciò perfettamen-
te attrezzati anche per ospitare chi pratica lavori in smart working. Urbnx è un servizio aperto a tutti i lavoratori, per chi vuole trascorrere il tempo dedicato all’operatività vicino alla propria abitazione ma fuori da essa. Basta scaricare la app sul proprio
Le aziende del comparto artigiano dell’impiantistica e delle installazioni sono in difficoltà. A determinare una situazione di sofferenza sono da un lato la drastica limitazione decisa dal governo dello strumento in edilizia del superbonus 110%, dall’altro il continuo rincaro delle materie prime collegato al rincaro energetico. A spiegarlo sono per la categoria, che conta un centinaio di aziende associate, il referente Andrea Bernardi e Giorgio Chinellato il segretario dell’Associazione Artigiani Piccola e Media Impresa “Città della Riviera del Brenta“. “Nel corso degli ultimi 3 anni grazie al superbonus 110% al comparto sono stati commissionati – spiega Bernardi – tanti lavori. Come impiantisti il lavoro è certamente aumentato di conseguenza all’aumento dei cantieri edili, anche i lavoratori del comparto sono aumentati. Ora però il
smartphone con sistema Ios o Android, oppure collegarsi al sito urbnx.com e scegliere lo spazio per le proprie esigenze. In Veneto, le postazioni di lavoro disponibili sono anche presso alberghi e strutture ricettive. “Abbiamospiega il referente della start up
futuro presenta delle incertezze. Da un lato il traino del superbonus non sarà più possibile in quanto lo strumento è stato drasticamente ridimensionato nelle sue potenzialità dalle decisioni di questo governo, dall’altro soprattutto le imprese di piccole dimensioni sono in difficoltà con l’aumento delle materie prime. Si pensi al rame, ai materiali conduttori i cui prezzi sono saliti in questi mesi di molto”. A soffrirne di più sottolinea Bernardi, sono le aziende di piccole dimensioni del comparto in Riviera del Brenta. Aziende queste, che non sono in grado di comprare grossi quantitativi magari quando il prezzo scende e fare quindi magazzino. L’appello degli impiantisti ed installatori a famiglie e imprese però è quello in questo momento di non risparmiare a scapito della sicurezza.
Giovanni Peracin - stretto un accordo importante che permette di dare una risposta chiara a chi vuole usufruire di queste strutture per poter lavorare. Spesso infatti il lavoro di smart working viene fatto a casa, ma è davvero complesso lavorare a domicilio per tante persone, soprattutto per i giovani. Lo smart working che si è diffuso con la pandemia ora coinvolge milioni di persone ed è una modalità che prenderà sempre più piede”. I costi medi dell’utilizzo di una stanza, di una poltrona o di uno spazio nella struttura prenotata variano dai 30 ai 50 euro. Le modalità di prenotazione, i tempi e gli spazi saranno decisi e comunicati sul portale ovviamente dai proprietari delle ville. Urbnx ha ville che si prestano al servizio sia nel veneziano che nel padovano, ma anche nel vicentino, veronese e bellunese.
Prestigioso riconoscimento agli studenti della classe quarta del liceo Galileo Galilei di Dolo che hanno vinto il concorso nazionale sul tema Senato Ambiente dal titolo “Gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado conducono indagini conoscitive a tutela del proprio territorio”. A premiare i ragazzi in una cerimonia svoltasi al Senato di Roma è stato il senatore, vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia, Raffaele Speranzon che ha così commentato: “Premiare e conoscere questi ragazzi che arrivano dalle mie terre mi ha fatto immenso piacere e rinnovo i miei complimenti a studenti e docenti che hanno vinto il concorso nazionale”. Assieme ai ragazzi della classe quarta erano presenti anche i loro professori ed il dirigente scolastico Luigi Carretta. L’elaborato con cui gli studenti hanno vinto il premio aveva come titolo “Riciclo, rifiuto questo il problema. Il caso dell’impianto di Fusina (Mira-Mestre)”, e rappresenta un approfondimento sul progetto dell’impianto di riciclo dei rifiuti di Fusina. Di altra natura ma ugualmente significativa e che testimonia come il liceo Galilei sia all’avanguardia nello sviluppare e promuovere iniziative d’interazione fra studenti
di varie nazioni, è stata l’esperienza maturata nelle scorse settimane con una delegazione di ventitré studenti della scuola superiore norvegese “Amélie Skram” di Bergen, accompagnati da due docenti è stata ospitata per una settimana da alcune famiglie degli studenti di una classe quarta dell’istituto, peraltro ricambiando l’ospitalità ricevuta a febbraio, quando a loro volta gli studenti di Dolo si erano recati a Bergen. Durante la settimana i professori Marta Scaggiante, Eleonora Citton e Luca Carraro hanno alternato varie attività scolastiche, compresa un’esperienza all’ istituto Enaip dove i ragazzi hanno svolto un laboratorio di cucina imparando a preparare tagliatelle, sugo e biscotti, con visite a Palazzo
Ducale a Venezia, all’Orto Botanico a Padova, all’Arena di Verona e a Villa Pisani, favoriti anche dalle belle giornate di questo inizio di primavera. La collaborazione con la scuola di Bergen, iniziata qualche anno fa, è destinata a continuare con altri scambi futuri. A conclusione del progetto Erasmus KA229 denominato “Yes to Migration, No to Extremism” iniziato nel settembre del 2020 e durato due anni e mezzo, i 25 studenti partecipanti, i docenti referenti e il dirigente scolastico, si sono ritrovati per trascorrere un momento conviviale all’Istituto Musatti, e dopo il pranzo si sono recati a visitare la Cappella degli Scrovegni a Padova.
Lino PeriniFino al 3 maggio 2023 nei i plessi scolastici delle scuole d’infanzia del territorio dolese, si terrà DolympiKids, lo “spin-off” di Dolympics, promosso per i bambini dai 3 ai 6 anni di età. “Con DolympiKids l’amministrazione comunale intende estendere il progetto
denominato Dolympics , (iniziativa già collaudata per le classi delle elementari e medie dell’Istituto Comprensivo di Dolo) anche alle scuole d’infanzia del territorio comunale al fine di avvicinare i bambini anche i più piccoli, in questo caso, attraverso un’ attività motoria, diversa da quella svolta all’interno della scuola, al mondo dello sport – spiega l’assessore allo Sport del Comune di Dolo, Cristina Nardo. Le attività saranno promosse dalle associazioni Art Studio 3 Danza e dall‘Arinese Calcio, seguendo il calendario concordato con le stesse scuole. Alcune attività saranno ospitate all’interno dei campi sportivi comunali e parrocchiali di Arino e Sambruson.
Servizi. Inaugurato nelle scorse settimane alla presenza degli avvocati e del Presidente Salvatore Laganà
Un nuovo servizio per i cittadini è stato attivato a Dolo. Si tratta dell’ Ufficio di Prossimità ubicato nella stessa sede del Giudice di Pace in Piazzetta degli Storti, 1. L’Ufficio attivato dal Comune di Dolo (unico in ambito metropolitano, oltre a quello di San Donà di Piave) consentirà ai residenti di non doversi più recare al Tribunale di Venezia per quelle attività rientranti nell’ambito della cosiddetta “volontaria giurisdizione” che interessano le fasce più fragili della popolazione, in particolare, i minori, gli anziani e i diversamente abili. Nel corso dell’anno scorso, il Comune dolese ha aderito ad un invito della Regione Veneto, nell’ambito di una progettualità ampia promossa dalla Commissione Europea e dal Ministero di Giustizia, che intendeva rendere concreto il decentramento dell’attività di volontaria giurisdizione propria del Tribunale, tramite l’apertura di appositi sportelli finanziati direttamente dalle amministrazioni comunali. Grazie a questo Ufficio i residenti potranno ora ricevere direttamente dal Comune informazioni e consulenza sulle amministrazioni di sostegno e sugli istituti di protezione giuridica; potranno anche depositare in modalità telematica gli atti per tutti i procedimenti collegati alla richiesta di nomina dell’amministratore; potranno infine avere assistenza
per altri servizi della volontaria giurisdizione che non richiedano l’ausilio di un avvocato, col vantaggio di non aver più necessità di raggiungere Venezia, riducendo le difficoltà in termini di tempo e di accesso. L’Ufficio di Prossimità, sarà curato dalla dottoressa Emmanuela Padovan e riceverà su appuntamento (da fissare chiamando il numero telefonico 335.5990888) il giovedì’ dalle 9 alle 12. Alla cerimonia d’inaugurazione e al taglio del nastro, a cui hanno provveduto il sindaco di Dolo Gianluigi Naletto e il Presidente del Tribunale di Venezia Salvatore Laganà, erano presenti anche il presidente dell’Ulss 3 Edgardo Contato, il presidente dell’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta” Alberto Baratto, rappresentanti delle for-
I residenti potranno ricevere dal Comune informazioni e consulenza sulle amministrazioni di sostegno e sugli istituti di protezione giuridica; infine avere assistenza per altri servizi della volontaria giurisdizione
ze dell’ordine, della Camera degli Avvocati e delle associazioni locali. Il sindaco Gianluigi Naletto ha così commentato l’apertura dell’Ufficio :“grazie a un rapporto di grande sinergia attraverso il quale, negli anni passati riuscimmo ad aprire la sede del Giudice di Pace, ora garantiamo ai nostri cittadini un ulteriore servizio. Aprire un Ufficio di Prossimità contribuisce, come dice la stessa parola, a essere prossimi, vicini, disponibili a tutti”. Ed il Presidente del Tribunale di Venezia Laganà ha aggiunto : “una scelta coraggiosa e lungimirante, quella del comune di Dolo, che avvicina la Giustizia ai cittadini, recuperando un rapporto di fiducia e collaborazione reciproche”.
Lino PeriniDopo tre mandati e nove anni di presidenza dell’avvocato Stefano Marrone, il direttivo dell’associazione degli Avvocati della Riviera del Brenta e miranese ha un nuovo presidente. Si sono svolte le elezioni per il rinnovo del direttivo degli avvocati rivieraschi nella barchessa di villa Concina e all’unanimità la nutrita assemblea ha eletto per acclamazione quale nuovo presidente, Fabio Schiavariello che presiederà per il prossimo triennio un direttivo che comprende anche gli avvocati Cinzia Alberini, Valentina Calzavara, Alberto Cacciavillani ed Edoardo Bennato. Piena coesione e collaborazione tra tutti gli esponenti dell’avvocatura rivierasca, tant’è che vi era una unica lista dei candidati tutti eletti. Clima di massima
concordia ed armonia, con il presidente uscente Stefano Marrone, peraltro reduce da un prestigioso intervento avvenuto qualche giorno prima a Montecitorio e che a feb-
braio aveva ricevuto il premio European- Excellence Award 2023. Riconoscimento del valore della vita per chi, nella quotidianità, opera per dare voce ai grandi valori, così ha
salutato il nuovo direttivo: “dopo tre mandati e nove anni da presidente, in cui a Dolo è stato riportato il Giudice di pace che era stato soppresso e la Riviera del Brenta è riuscita ad esprimere un presidente del consiglio dell’ordine, un membro del consiglio nazionale forense, tre consiglieri ed un componente del consiglio distrettuale di disciplina, è giunto il momento che giovani valenti proseguano l’opera”. Da parte sua il nuovo presidente Fabio Schiavarello ha ringraziato il direttivo uscente per la sua attività e sottolineato :“a nome del nuovo direttivo siamo grati della fiducia che sapremo meritarci, dimostrando la nostra serietà e impegno per gli avvocati della Riviera e per il territorio”. (l.p.)
Delinquenza minorile in aumento. Un’escalation che ha portato i carabinieri della Tenenza di Dolo a due operazioni significative nel giro di un mese. Nella prima, a seguito di mirate indagini scaturite da segnalazioni e denunce di fatti che vedevano protagonisti minorenni del posto, i militari hanno individuato i componenti di una baby gang, deferendo alla Procura dei Minori di Venezia 10 minori, che, dagli elementi acquisiti, si sarebbero resi responsabili, a vario titolo, di violenza privata, furto, rissa, lesioni personali, danneggiamento, ricettazione, disturbo al riposo delle persone, getto pericoloso di cose. Gli accertamenti dei carabinieri hanno permesso di individuare alcuni ragazzi ritenendoli responsabili di svariati fatti occorsi tra aprile e novembre 2022, tra cui un furto di generi alimentari presso un supermercato di Dolo, tre furti di ciclomotori parcheggiati nei pressi delle scuole di Dolo, ed il danneggiamento di un quarto, due risse, al termine di una delle quali un minore, dopo esser stato minacciato con un coltello, rimaneva ferito, il danneggiamento di un’auto tramite la rottura del finestrino, un furto di oggettistica. Colpisce il fatto che si tratta di ragazzi nati tra il 2005 ed il 2009. Il sindaco dolese Gianlugi Naletto sul problema osserva : “bisogna fare un’opera di prevenzione che argina il problema prima che si manifesti. Inoltre con un monitoraggio costante è più semplice individuare e circoscrivere il fenomeno”. A questo deferimento ne ha fatto seguito un altro che ha portato i carabinieri della Tenenza di Dolo, dopo mirate indagini scaturite da un incendio successo il 14 gennaio nel parco pubblico di via Cavinello Ovest di Pianiga, quando erano stati dati alle fiamme alcuni libri contenuti in un box di metallo messo a disposizione della comunità quale piccola biblioteca, al deferimento alla Procura dei Minori di Venezia di 4 minori, che si sarebbero resi responsabili dell’atto vandalico: tre 17enni ed un 16enne. Un problema che gli stessi carabinieri, nel tentativo di arginare hanno promosso incontri presso le scuole di ogni ordine e grado, sul tema della cultura della legalità, mirati a sensibilizzare i giovani sull’importanza del rispetto delle regole, nonché a far-
li riflettere su temi quali il cyberbullismo, la violenza di genere, il rischio legato al consumo di sostanze alcoliche e stupefacenti. In aggiunta, negli ultimi mesi, sempre nell’ambito del progetto, sono state organizzare visite interattive presso le caserme dell’Arma, per avvicinare i giovani alle istituzioni, nonché ispezioni con i cinofili presso le classi, per prevenire e reprimere lo spaccio ed il consumo di droghe tra i giovanissimi.
Lino PeriniL’anno 2022 ha fatto registrare un considerevole aumento delle donazioni di sangue nella misura del 14% fra gli iscritti all’associazione Avis Riviera del Brenta, con 7 comuni aderenti, che conta 1634 soci. Nell’anno scorso le donazioni sono state 2.935 rispetto alle 2.568 del 2021 ed anche il primo mese del 2023 il trend positivo si è mantenuto visto che rispetto al gennaio del 2022 , quando vi furono 186, quest’anno sono state 246, ben 60 in più. C’è soddisfazione da parte del presidente Roberto Mazzetto che è in carica dal 2021, che fa il punto della situazione delle donazioni in Riviera. “Alla
soddisfazione di vedere crescere in numeri delle donazioni, un po’ dispiace nel vedere che, nonostante il grande impegno profuso di sensibilizzazione dell’importanza della donazione nelle scuole, e a tal proposito voglio fare un grande un ringraziamento al dottor Roveroni, primario del centro trasfusionale, che ha incontrato e parlato a circa 500 ragazzi delle classi quinte dei tre istituti superiori dolesi, solo una cinquantina di studenti hanno aderito per diventare nuovi donatori. Un numero esiguo se si pensa che in passato si è arrivati anche a 200”. Ma le soddisfazioni sono, invece, venute dal mondo dello sport. “Con la sponsorizzazione - ha sottolineato il presidente Mazzetto - della squadra juniores del rubgy Mira si è creato un ottimo feeling con tutto l’ambiente e abbiamo ricevuto tante risposte positiva sia dagli atleti che dai genitori con una quarantina di adesioni per diventare donatori”. Quella delle sponsorizzazioni è una delle prerogative dell’associazione che a livello di promozione si prefigge di sostenere iniziative sportive e scolastiche. Nelle prossime settimane l’Avis sosterà un torneo di pallavolo con l’acquisto di materiale sportivo. (l.p.)
L’o spedale di Dolo verrà dotato di nuove tecnologie ma resta il grosso problema della carenza del personale. Ad esaminare le prospettive future del nosocomio dolese è l’ex consigliere Vincenzo
D’Agostino. “L’ospedale di Dolo è un nobile decaduto che ho amministrato in passato, prima e dopo l’intervento della 833, mi auguro possa recuperare il suo prestigioso passato- spiega. Dai fondi del Pnrr, mission 6 salute, a valere sulla Componente C2, Investimento 1.1 “Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero” la Regione Veneto ha previsto il rinnovo per il presidio dolese di alcune strumentazioni tecnologiche in sostituzione di quelle esistenti e piuttosto obsolete. Si tratta di un mammografo, due radiologie, una Tac e una risonanza magnetica, del costo complessivo di circa 2 milioni e 400.mila euro. Per l’installazione bisognerà attendere il gennaio 2025 con la ultimazione dei lavori sopra il nuovo Pronto Soccorso, dove al 1° piano é previsto il nuovo blocco tecnologico. L’intervento é sicuramente importante ma resta pesante il problema della carenza di personale sanitario che riguarda ormai tutto il sistema. Il tempo della resilienza e dello spirito di sacrificio del personale sanitario credo sia ormai sul viale del tramonto”. “Ieri ‘Eroi’ ,oggi insultati e malmenati. Da troppo tempo – aggiunge amaramente D’Agostinosi trascinano contratti inadeguati, mortificazione professionale oltre alla carenza di alcune figure, in primis infermieri e alcune categorie di medici specialisti. Sta qui il motivo della fuga verso il sistema privato e all’estero del personale sanitario. Il vero problema è che negli anni passati é stato indebolito e svuotato il capitale umano del Sistema Sanitario Nazionale. Non credo, poi, che la l’autonomia differenziata delle Regioni sia in grado di correggere la rotta e lo squilibrio in termini di servizi tra nord e sud e tra strutture pubbliche e private in continua ascesa”. “Da un report della Fondazione Gimbe sulla migrazione sanitaria nel 2020, - conclude Vincenzo D’Agostino - emerge che più della metà del valore della mobilità sanitaria per ricoveri e prestazioni specialistiche in Italia è erogata da strutture private, per un valore di 1.422,2 milioni di euro (52,6%), rispetto ai 1.278,9 milioni (47,4%) delle strut-
ture pubbliche. In particolare, per i ricoveri ordinari e in Day hospital le strutture private hanno incassato 1.173,1 milioni, mentre quelle pubbliche 1.019,8 milioni. Per quanto riguarda le prestazioni di specialistica ambulatoriale in mobilità, il valore erogato dal privato è di 249,1 milioni, mentre quello pubblico è di 259,1 milioni. Non ci siamo. Avanti cosi si affosserà la sanità pubblica”.
Lino PeriniDa qualche settimana é iniziata a Dolo la raccolta firme per chi vuole aderire alla “Proposta di legge regionale di iniziativa popolare per la definizione del fine vita”. Gli interessati potranno dare l’adesione alla proposta, senza necessariamente prendere appuntamento, presentandosi in Municipio con un documento di riconoscimento nelle giornate di lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12 presso i Servizi Demografici, accesso da Piazza Municipio n 14. Inoltre è già consentito a ciascuno, in virtù delle “Disposizioni Anticipate di Trattamento” depositare all’Ufficio di Stato
Civile del Comune di Dolo, su appuntamento, apposita dichiarazione, in vista di una futura situazione in cui si trovasse in condizioni gravissime e non fosse più in grado di disporre di sé, di esprimere la propria volontà in merito alle terapie che intenderebbe o non intenderebbe accettare. Per farlo é sufficiente essere maggiorenni e può essere nominato un fiduciario, una persona maggiorenne e in grado di intendere e di volere, che non dev’essere obbligatoriamente un parente. Sull’argomento l’assessora all’Educazione Civica Chiara Iuliano, ha fornito ulteriori precisazioni. “Con questa proposta di legge - dicediamo a tutti la libertà di scegliere. Non è una battaglia politica ma di civiltà. È una tematica che speriamo tutti di non dover mai trovarci ad affrontare davvero, io per prima non so quale decisione prenderei ma vorrei poter scegliere liberamente. A marzo insieme a Franco Fois, Coordinatore della Cellula Coscioni Venezia, e a Matteo D’Angelo, promotore del Pdl, abbiamo sviscerato insieme l’importanza di questa legge. Questa amministrazione invita tutti i cittadini e tutte le cittadine maggiorenni a firmare per poter scegliere sul nostro fine vita”. (l.p.)
Un servizio di aggiornamento in tempo reale della viabilità sulla Romea, creato dai cittadini per i cittadini. È la storia del gruppo Facebook “Tutta la Romea minuto per minuto”, creato da Matteo Tonello con l’intento di offrire un canale di informazione immediato per tutti i frequentatori della statale 309. Quando e come nasce l’idea di creare un gruppo in cui informarsi?
“L’idea nasce nel giugno 2014. Ero in autobus ed eravamo fermi da tre ore a causa di un incidente. Mi sono detto: “Ci vorrebbe un gruppo in cui chiunque possa fare segnalazioni sulla viabilità in tempo reale”. E da lì mi sono messo all’opera per crearlo. Non avevo mai fatto nulla di questo genere prima, ma in breve tempo la mia idea ha raggiunto moltissime persone: pensavo che saremmo arrivati a 100 e invece in 9 anni siamo arrivati a 45.380 persone. Il progetto si è esteso a macchia d’olio e senza alcuna sponsorizzazione o promozione, soltanto con il passaparola della gente”.
C’è qualche battaglia che avete seguito?
“Abbiamo seguito parecchie battaglie negli anni. Fra queste la più importante sicuramente riguarda l’aver dato voce alle segnalazioni dei cittadini in merito alla situazione di degrado della fermata sulla Romea all’altezza di
Sant’Anna di Chioggia: in qualche modo siamo riusciti a giungere al cuore dell’amministrazione, perché alla fine ci ha dato ascolto e ha provveduto. Dopo vari incontri con l’Anas, non hanno semplicemente posizionato delle pensiline per la fermata, come mi sarei aspettato, ma hanno provveduto proprio a modificare la viabilità, creando anche uno spiazzo per i bus e facendo davvero un gran lavoro. È stata una grossa soddisfazione per il gruppo, perché ci ha fatto capire che possiamo fare qualcosa anche per il sociale”.
Il gruppo sembra piuttosto ordinato. Come fate?
“In breve tempo la mia idea ha raggiunto moltissime persone: pensavo che saremmo arrivati a 100 e invece in 9 anni siamo arrivati a 45.380 persone. Il progetto si è esteso a macchia d’olio, soltanto con il passaparola della gente”
“Il nostro impegno è proprio tenere a bada questo tipo di individui, bloccandoli, silenziandoli o cancellando i post ripetitivi e le foto, che non sono consentite per una questione di privacy”. Quanto è impegnativo gestire un gruppo così?
“Parecchio. Fortunatamente però posso contare sul grande sostegno dell’altra amministratrice, Michela Tuzza, oltre che sul supporto dei membri che non si risparmiano dal segnalare post ed eventuali problemi. E poi c’è un grande aiuto anche da parte delle forze dell’ordine: con la polizia locale di Chioggia abbiamo un ottimo rapporto”.
Dal Palaexpo all’ex Auchan: è aperta a inizio aprile la nuova sede vaccinale mestrina in via don Tosatto 149, accanto alla sede legale dell’Ulss 3 Serenissima. Nella nuova sede, al primo piano del grande centro Terraglio uno, sono stati trasferiti 500 metri quadri di ambulatori per i vaccini e ambulatori, con accesso indipendente, per i tamponi. Fino a quattro le linee vaccinali attivabili. Più le sale d’attesa, di monitoraggio e di consegna referti. E qui da dai prossimi giorni troveranno spazio anche parte delle attività di vaccinazione e di prevenzione del Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp). Il nuovo centro vaccinale di via don Tosatto in zona ex Auchan,
al piano rialzato, è accessibile attraverso due rampe carrabili, una rampa pedonale, due scale mobili e un ascensore per disabili.
Al piano terra ci sono i due ampi parcheggi che si trovano davanti e dietro la grande struttura entro cui è collocato. Alle due entrate indipendenti del nuovo centro, una per effettuare il tampone nasofaringeo e l’altra per sottoporsi al percorso vaccinale, si accede attraverso l’ala posteriore dell’edificio, quella che guarda verso la tangenziale. “Questo ennesimo cambio veste nell’erogazione dei servizi legati al Covid è conferma
dell’abilità delle nostre équipe sanitarie, imparata in pandemia, di modificare priorità, dimensioni, attività e modalità delle prestazioni - spiega il direttore generale dell’Ulss 3 Edgardo Contato - adattando giorno per giorno la nostra risposta alle richieste in continua evoluzione. La capacità di adattamento è tra le lezioni più importanti che ci hanno lasciato questi ultimi 3 anni”.
L’Ulss 3 si veste di rosa nei ruoli che contano con oltre 50 donne ai vertici dell’azienda sanitaria. Quando lo sguardo si allarga all’intera forza lavoro, dei circa 8 mila dipendenti oltre 7 su 10, oggi, sono donne, affiancate dal 28% dei lavoratori uomini.
Rispetto a 5 anni fa, le dipendenti sono 500 in più, i dipendenti 30 in meno.
Se le dirigenti della sanità veneziana hanno sorpassato gli uomini 102 volte, le sole neo assunte tra dirigenti medici, sanitari e amministrativi nel biennio precedente alla pandemia (2018 e 2019) sono 126, gli uomini 79; le professioniste assoldate invece nel biennio successivo all’emergenza pandemica (2021 e 2022) sono 158, i professionisti 141. Tra queste 660, oltre 50 professioniste negli ultimi anni hanno scalato le gerarchie, conquistando ruoli fino a quel momento occupati in prevalenza da uomini. Con le nomine degli ultimi due anni, solo per citarne alcune, si parte dalla direttrice delle Risorse umane Laura Esposito, si passa per la responsabile dei Servizi informativi Silvia Baldan e si arriva la direttrice della Funzione ospedaliera Chiara Berti, che con Silvia Gallo e Roberta Gavagnin hanno in mano rispettivamente
Dopo la pandemia l’Ulss 3 ha assunto 158 nuove dirigenti: oggi sono 660, accanto ai 558 uomini
l’ospedale di Mestre la prima, gli ospedali di Mirano, Dolo e Noale la seconda e l’ospedale di Chioggia la terza.
Tutte le Professioni sanitarie sono state affidate a Francesca Rossi e la Sanità penitenziaria a Marina Paties. La Formazione aziendale è guidata ora da Elisabetta Spigolon, le Convenzioni con le strutture private accreditate da Bianca Colucci e il Monitoraggio concessioni da Mara Semenzato.
Gli ultimi primariati ospedalieri sono stati conquistati da Silvia Pini, che a Dolo e Mirano è diventata la prima primaria ortopedica del Veneto; Barbara Rossi, direttrice della Nefrologia di Dolo, e Lucia Rampin, primaria della Medicina nucleare di Mestre e Venezia. Nell’ambito della prevenzione, nuove responsabilità a Patrizia Buratti, direttrice dei Mercati ittici di Venezia e Chioggia; a Margherita Trapanese, coordinatrice infermieristica di tutti gli Screening oncologici dell’azienda sanitaria; a Maria
Nicoletta Ballarin, direttrice del Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro (Spisal); a Federica Boin, responsabile Promozione e salute; a Marianna Elia, direttrice facente funzione del Servizio di igiene degli alimenti e nutrizione (Sian) e a Laura Chiereghin, responsabile amministrativa del Dipartimento di prevenzione.
Lo sguardo alle nuove apicalità del territorio degli ultimi due anni si posa su ruoli, ad esempio, come quelli di Nicoletta Lo Monaco, a capo delle Cure primarie di Venezia terraferma, Marcon e Quarto d’Altino; di Bernardetta De Caprio, responsabile di Anziani e non autosufficienti dei distretti di Venezia e Terraferma; di Laura Suardi, responsabile del Servizio dipendenze (Serd) di Dolo e Mirano e di Giorgia De Zottis responsabile di Anziani disabili e non autosufficienti di Dolo Mirano e Chioggia.
Con il dilagare del Covid, sono scese in campo tra le altre anche la responsabile della Centrale operativa territoriale (Cot) Francesca Ferraretto, che ha preso in mano la partita della gestione dei punti tamponi territoriali; la direttrice del Servizio infanzia adolescenza e famiglia di Mirano e Chioggia Lorella Ciampalini, che ha guidato il Centro vaccinale di Mirano; e Manuela Barison, coordinatrice infermieristica del Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp) di Dolo, Mirano e Chioggia, che ha coordinato invece l’hub vaccinale Palaexpo di Venezia. Senza dimenticare molte tra le direttrici già nominate in era pre pandemica. Ci sono quelle che gestiscono il territorio, come Erika Sampognaro, responsabile del Distretto di Venezia terraferma, Marcon e Quarto d’Altino; Giovanna Busso, a capo della Direzione amministrativa del territorio; Maria
È Marzia Innocente, giovane macellaia 33enne di Montebelluna ad aggiudicarsi il primo posto nella semifinale del campionato giovani macellai andata in scena nelle scorse settimane presso Forte Marghera, a Mestre. Unica donna sui dieci concorrenti under 35 in lizza provenienti da Veneto, Lombardia più uno da Bari (dovevano essere dodici, due non si sono presentati), si è impo-
sta nettamente sui colleghi maschi distanziandoli di gran lunga nel punteggio finale. Presente anche il Presidente di Federcarni nazionale Maurizio Arosio. I primi quattro classificati si giocheranno la finale il prossimo 8 maggio in Fiera a RhoMilano. Al secondo posto si è piazzato il concorrente barese Ludovico Gagliardi, al terzo Andrea Gambato di Vicenza e al quarto Andrea Giuliat-
ti di Verona.
“Non me l’aspettavo” ha dichiarato Marzia “il livello era alto, non sapevamo su cosa avremmo dovuto lavorare ma avevo provato varie preparazioni. Per la finale sarà da prepararsi duramente ma intanto questa esperienza è stata molto positiva”. Soddisfazione per la riuscita dell’evento il Presidente di Federcarne di Confcommercio Venezia Mauro
Chinellato. “I ragazzi – ha commentato - si sono comportati, bene, hanno lavorato duro, anche oggi che era giorno di festa, speriamo siano il futuro della nostra professione. È un mestiere difficile, molti ragazzi non vogliono sacrificarsi, noi però puntiamo molto anche sulla formazione, faremo corsi anche con i cuochi”.
Cristina Mambelli, direttrice del Servizio infanzia adolescenza e famiglia di Venezia e Terraferma; Vania Noventa, a capo delle Cure primarie di Dolo e Mirano; Susanna Zardo, che ha in mano l’Assistenza farmaceutica territoriale e Maria Bianco, che è direttrice della Salute mentale di Venezia e Chioggia (non solo ospedaliera). La Farmacia ospedaliera di Mirano, Dolo e Chioggia è invece in gestione a Daniela Barzan; gli Screening oncologici sono coordinati da Melania Lorio; l’intera gestione di Specialistica e liste d’attesa è in capo a Marta Soave e i Processi di prenotazione a Lorna Salviato; l’Ufficio legale è sotto la responsabilità di Cristina Fort e la Contabilità e bilancio è diretta da Roberta Furlanetto. E poi ci sono le direttrici dei reparti che per prime hanno piantato bandiere rosa negli ospedali veneziani dell’Ulss 3: Licia Laurino con l’Anatomia patologica e Sonia Reccanello con la Fisica medica dell’intera azienda sanitaria; Antonella Franch con l’Oculistica di Venezia; Paola Cavicchioli con la Pediatria e Terapia intensiva neonatale di Mestre, Lorella Altafini con l’Anestesia e rianimazione di Dolo e Mara Rosada con il Pronto soccorso di Mestre.
La mostra. È allestita al Museo Civico della Laguna Sud di Chioggia
Un viaggio nel mondo della scultura dal Novecento ad oggi è quanto viene proposto con la mostra “Il fantasma della forma: la scultura contemporanea” allestita al Museo Civico della Laguna Sud di Chioggia (Ve), organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Chioggia in collaborazione con MV Eventi di Vicenza.
Fino al 30 luglio prossimo all’interno degli spazi del museo civico le opere di numerosi e noti artisti, tra i quali Piero Gilardi e Mario Ceroli, uno dei maestri dell’arte povera, il camaleontico Aldo Mondino e il re della pop art italiana Mario Schifano, mettono l’attenzione sul rinnovamento stilistico che si confronta con nuovi materiali, non convenzionali e non propri alla tradizione scultorea del passato, e nuove soluzioni, una contaminazione di linguaggi che si fondano sia sul mondo naturale, ma anche sul progresso tecnologico e scientifico di una società in continua evoluzione. Il Fantasma della forma racconta la vicenda dello stato primordiale di una materia che tende a nascondere, anziché rivelare.
“Una mostra”, ha commentato l’assessore alla cultura Elena Zennaro, “per provocare chi ha paura della forma e non tanto dei fantasmi. Una mostra per stimolare il dibattito su temi di attualità come l’affermazione di sé in una società per certi versi effimera, per altri granitica”. “Il percorso del linguaggio scul-
toreo contemporaneo - ha spiegato il curatore della mostra Matteo Vanzan - lo possiamo leggere attraverso forme complesse e multicolori, essenziali e monocromatiche, traslucide oppure opache; opere in cui la materia si incurva, si sprigiona e utilizza i più disparati materiali come legno, pietra, terracotta, poliuretano, plastica, bronzo,
Fino al prossimo 30 luglio le opere di noti artisti, tra i quali Piero Gilardi e Mario Ceroli, uno dei maestri dell’arte povera, il camaleontico Aldo Mondino e il re della pop art italiana Mario Schifano
vetro, pane, neon, creando un incessante dialogo con elementi più sottili, talvolta sussurrati, in sintonia con le opere di matrice intimista. Un percorso, quello di oggi, fatto di nuovi protagonisti che riflettono sullo stato dell’esistenza, del mondo e della società e che sono stati in grado, con le proprie personalissime ricerche estetiche, di donarci nuove visioni di un’arte che, come affermava Jorge Luis Borges, “vuol sempre irrealtà visibili. Quali sono oggi i nuovi canoni espressivi di una disciplina artistica che trova le sue radici nel nostro più remoto passato?”.
Per informazioni e prenotazioni tel. 041-5500911; mail: info.prenotazionimuseo@chioggia.org ed anche consultando la pagina Facebook del Museo Civico di Chioggia.
Eugenio FerrareseSono gli ultimi giorni utili, fino al prossimo 27 aprile, per ammirare la singolare mostra “De’ visi mostruosi e caricature. Da Leonardo Da Vinci a Bacon”, il progetto della Fondazione Giancarlo Ligabue in programma a Palazzo Loredan, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti a Venezia. Un’esposizione che propone volti deformi e grotteschi, figure esagerate o caricaturali realizzate dai grandi artisti attivi in Italia settentrionale tra il XVI e il XVIII secolo.
Oltre 75 le opere in mostra
Partecipa al contest fotografico fino al 30.06 e vinci favolosi premi per i tuoi fedeli amici
da musei e collezioni private internazionali, dal Musée du Louvre di Parigi alle Civiche
Raccolte d’Arte del Castello
Sforzesco, dalle Gallerie degli
Uffizi alla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, dal Designmuseum Danmark alle Gallerie dell’Accademia di Ve-
nezia fino al Sainsbury Centre for Visual Arts della University of East Anglia di Norwich, per citarne alcuni. E un incredibile
nucleo di 17 disegni autografi leonardeschi, tra cui la nota “Testa di Vecchia” in Collezione Ligabue, prestati ecce-
zionalmente dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, dalla Pinacoteca di Brera e – per la prima volta in Italia - dalla Devonshire Collections di Chatsworth.
Prestiti che danno vita a un percorso di altissimo livello, tra confronti e rimandi, dal grande da Vinci giunge alla Venezia di Anton Maria Zanetti e dei Tiepolo, passando per Francesco Melzi, Paolo Lomazzo, Aurelio Luini, Donato Creti, Arcimboldo, ma anche Carracci e Parmigianino, tra i tanti autori esposti.
“Il fantasma della forma: la scultura contemporanea”, un viaggio affascinante
Chioggia. Presentata nelle scorse settimane una attesa manifestazione velica
Sa ranno una cinquantina gli equipaggi provenienti da tutta Italia che si contenderanno a Chioggia dall’8 al 13 maggio 2023 il titolo di Campione Italiano della classe Meteor per il 2023. Questo importante evento sportivo, giunto al mezzo secolo di storia, coinvolgerà tre darsene: Le Saline, il Porto Turistico San Felice e la darsena Mosella, che sarà la sede principale. La manifestazione è organizzata, su delega della Federazione Italiana Vela, da “Il Portodimare”, l’associazione sportiva padovana presieduta da Giuseppe Modugno, con la collaborazione di Assometeor, Yacht Club Padova, Circolo Nautico Chioggia e del Consorzio Lidi di Chioggia. “Per il nostro territorio è una grande opportunità ospitare una competizione di questo livello - ha dichiarato Daniele Tiozzo Brasiola, vicesindaco e assessore allo Sport del Comune di Chioggia. L’evento mette in risalto l’ottima
sinergia che si può creare tra associazioni sportive ed il mondo dell’imprenditoria, a testimonianza del fatto che quando si fa rete si riescono a portare avanti i progetti e realizzare grandi risultati”. E’ la terza volta, dopo le edizioni del 1990 e del 2008, che Chioggia ospita il Campionato Italiano Meteor. E proprio
È la terza volta, dopo le edizioni del 1990 e del 2008, che Chioggia ospita il Campionato Italiano Meteor
nel 1990 fu il chioggiotto Franco Corazza, al timone di Kokkaburra in equipaggio assieme a Lucio e Marco Boscolo, a vincere il titolo italiano. L’ultima vittoria di un imbarcazione chioggiotta è stata nel 2016 a Grignano (Trieste) con “Engy” di Stefano Pistore con il guidone del Circolo Nautico Chioggia. Il campo di regata sarà
posizionato a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Sottomarina e a poche miglia dalla zona di tutela biologica delle Tegnue. Sono in programma da mercoledì 10 maggio 2023 fino a dieci prove, con un massimo di tre giornaliere. Saranno premiate le prime 10 barche della classifica, oltre alle barche vincitrici delle
Ha preso il via la stagione dell’Unione Ciclistica Mirano che in quest’anno festeggia il 50° anno di attività. La società miranese schiererà nelle varie manifestazioni a cui parteciperà ben 50 atleti. Presidente del sodalizio è Paolo Mario Bustreo che da oltre 20 anni conduce con passione e dedizione il progetto dedicato ai più giovani. “E’ da oltre 56 anni che l’Uc Mirano svolge l’attività e durante tutto questo tempo ci abbiamo sempre messo tanto impegno e passione. Per noi è come se fosse la prima volta e questo sta a significare che siamo una società ancora viva e che ha voglia di fare. Questo è merito di persone che ci aiutano come dirigenti capaci e tecnici di grosso spessore che ci danno la forza di continuare. Ai ragazzi, raccomando di farlo con la stessa passione che tutti noi ci mettiamo”. Il direttivo dell’Uc Mirano è composto da Paolo Mario
singole prove di giornata. Assometeor metterà in palio il “Trofeo Assometeor” al vincitore del titolo, il “Trofeo Alberti” al primo armatore-timoniere, al primo equipaggio interamente femminile, alla prima scuola di vela. ”La promozione del nostro territorio - ha commentato la presidente del Consorzio Lidi di Chioggia
Bustreo, Giorgio Manera, Fabrizio Salviato, Gianfranco Cazzin; Gianni Gallo, Maurizio Simionato, Italo Bevilacqua, Oscar Giacomello e Mattia Garzara (direttore tecnico). I corridori sono per gli Allievi: Giovanni Lascatti, Andrea Romano, Alessandro Sbrissa, Giulio Scarpa, Edoardo Scomparin, Gabriele Veronese e Leonardo Volpato. Direttori sportivi Giovanni Cordova, Paolo Garzara e Igor Marangotto. Esordienti: Dimitri De Lazzari, Tommaso De Rossi, Tommaso Rebeschini, Matteo Romoli, Enrico Veronese e Marco Zamengo Miele. Direttori sportivi : Sandro Bettuolo, Oscar Giacomello e Claudio Venturini. Giovanissimi: Riccardo Capovilla, Francesco Cerchiaro, Leonardo Garavello, Nicola Garbin, Housem e Karim Hakim, Andrea Ruggi e Nicolò Zamengo Miele. Direttori sportivi: Federico Capovilla e Stefano Garbin. (l.p.)
Elena Boscolo Nata - avviene anche con gli eventi sportivi. È nostro compito, infatti, investire anche su questo tipo di manifestazioni favorendo la conoscenza dell’identità della nostra città attraverso lo sport, quale volano dello sviluppo economico”. Alla presentazione dell’evento nelle scorse settimane nella sala consiliare del Comune di Chioggia, vi erano il vicesindaco ed assessore allo sport Daniele Tiozzo, il consigliere delegato al marketing Riccardo Griguolo, il consigliere regionale Marco Dolfin, Claudio Ballestriero vice presidente della XII Zona quale rappresentante della Federazione Italiana Vela, Giuseppe Modugno presidente de “Il Portodimare” e il vice Emilia Barbieri, Elena Boscolo Nata presidente del Consorzio Lidi di Chioggia, Giuliano Boscolo Cegion presidente associazione Albergatori Asa e rappresentanti del mondo sportivo velico.
Eugenio FerrareseIl recente taglio al cuneo fiscale, che dovrebbe alleggerire il peso delle tasse per i lavoratori con i redditi più bassi, è l’ultimo dei provvedimenti adottati dal governo per fronteggiare mesi ancora impegnativi per i conti di famiglie e imprese. Sarà sufficiente? Che altro fare? Ne parliamo con il senatore veneziano Raffaele Speranzon, che a Palazzo Madama è anche vice presidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia.
Senatore, qual è il fronte più caldo che vede impegnato il governo Meloni?
Stiamo lavorando soprattutto sulla riduzione delle tasse, per questo abbiamo messo a punto una finanziaria che taglia il cuneo fiscale e aumenta la platea dei cittadini che si troveranno qualcosa di più in busta paga, partendo dai redditi medio bassi. La nostra riforma fiscale ha l’obiettivo di tagliare le tasse a tutti, a cominciare da chi si trova in maggiore difficoltà. Vogliamo allargare la platea dei cittadini che da questa riforma avranno qualcosa in più.
Come sostenere concretamente le famiglie?
Abbiamo introdotto vari bonus energetici per pagamento bollette, che hanno permesso alle famiglie di affrontare l’impennata dei costi energetici. Abbiamo anche raddoppiato tutti i benefici per i genitori che mettono al mondo dei figli e introdotto un congedo parentale più lungo e più ore di permesso retribuito. Da quest’anno l’assegno unico è aumentato, così come le pensioni minime. In una situazione economica come quella attuale, ancora difficile e con una quotidiana instabilità a livello internazionale, dobbiamo far fronte anche all’aumento dell’inflazione. Che risposte dare invece al mondo delle imprese?
Il primo obbiettivo era scongiurare chiusure di massa, fallimenti e ascesa della disoccupazione. Una volta messo in sicurezza il
nostro sistema economico e produttivo siamo pronti a ripartire. La previsione di crescita dell’1% inserita nel Documento di economia e finanza approvato lo scorso 11 aprile è anche la risposta che diamo ai vari gufi, secondo i quali eravamo ormai sull’orlo del fallimento. Invece il 2023 sarà un anno di crescita, anche se c’è ancora molto da fare. A questo proposito, come superare l’impasse del Pnrr?
Stiamo cercando di snellire procedure per raggiungere gli obiettivi fissati. È bene ricordare che per due decenni l’Italia ha gestito i fondi strutturali per la formazione e per miglioramento della qualità dei lavoratori, oltre che per l’implementazione delle infrastrutture e delle tecnologie. Non siamo riusciti a spendere quasi la metà di questo denaro, ora abbiamo il quadruplo delle risorse, quindi vanno modificate e trasformate le procedure. L’obiettivo è creare le condizioni perché la burocrazia non sia un ostacolo, ma ci aiuti ad utilizzare al meglio questi fondi. Abbiamo centralizzato tutto su Palazzo Chigi proprio per lavorare su questo aspetto cruciale.
Per l’opposizione non state facendo abbastanza, cosa rispondete?
Rispondiamo con i fatti, ormai da mesi: abbiamo riformato il codice degli appalti, abbiamo in
cantiere la riforma della giustizia per garantire a tutti un giusto processo in tempi brevi, perché la lentezza della giustizia produce impunità, stiamo lavorando ad una proposta di legge che va a gravare le pene per chi occupa immobili abusivamente. Abbiamo adeguato il contratto degli insegnanti, bloccato da oltre un decennio. Abbiamo dato il via alla riforma dell’autonomia differenziata e a quella delle province, all’orizzonte c’è anche la riforma del presidenzialismo. Non siamo certo con le mani in mano. Altro fronte che ci vede impegnati è quello della sovranità alimentare e il no al cibo artificiale con cui si vorrebbe uniformare l’alimentazione in tutto il mondo. Noi difendiamo la dieta mediterranea e la nostra filiera di qualità che vale centinaia di miliardi e garantisce anche un’elevata aspettativa di vita.
Si parla ancora di emergenza immigrazione, che fare?
Dobbiamo far comprendere che il confine italiano è un confine comunitario, quindi l’emergenza riguarda l’Europa intera che non può continuare a stare alla finestra. Tutta l’Europa deve sentirsi coinvolta e responsabile, per evitare scelte drastiche e pesanti conseguenze. Vanno stretti accordi con tutto il Nord Africa e gli altri Paesi del bacino mediterraneo, serve una forte azione
comune se vogliamo evitare altre tragedie.
In Veneto fra poco si vota a Vicenza e Treviso: com’è il rapporto con gli alleati?
Anche stavolta siamo riusciti a fare sintesi sui candidati che guideranno queste città per i prossimi anni, siamo sicuri saremo ancora premiati dal consenso degli elettori, come è stato di recente nel vicino Friuli Venezia Giulia e prima in Lazio e Lombardia. A livello regionale orma è chiaro che Fratelli d’Italia è la forza politica più importante. Confidiamo nella disponibilità di Zaia a dare ascolto alle proposte, alle idee e ai suggerimenti del primo partito in Veneto. Da parte nostra non verrà mai a mancare la lealtà nei confronti della giunta regionale. Ha fatto discutere la presa di posizione di Fratelli d’Italia sulle carriere alias a scuola. Perché quella lettera al liceo?
Più che una lettera al singolo istituto sarebbe stato meglio
fare una lettera aperta su questo tema così complesso che richiede una seria riflessione. Oggi in Italia prima dei 18 anni un giovane non viene considerato sufficientemente maturo per guidare un’auto, votare, consumare alcolici. Anche sul fronte penale un minorenne che commette un reato ha responsabilità attenuate. Riteniamo che sia prematura ogni decisione sulle cosiddette carriere alias da parte di un adolescente. Ad ogni cosa il suo tempo, il cambio di sesso è previsto e regolato dalla legge, è un diritto legittimo ma deve essere frutto di una decisione matura, non presa sull’onda dell’emotività. L’adolescenza invece è una fase di conflittualità permanente, dobbiamo andarci cauti. Meglio se le scuole, anziché occuparsi di questo, si concentrano sul loro ruolo didattico e sulla formazione dei ragazzi.
Nicola StievanoIl Consiglio regionale del Veneto ha votato il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza senza particolari contraccolpi all’interno della maggioranza, in particolare nel rapporto di forza tra Lega e Fratelli d’Italia.
Sono stati confermati il presidente Roberto Ciambetti (Lega-LV), con 37 voti, i vicepresidenti Nicola Finco (Lega-LV) per la maggioranza, con 36 voti, e Francesca Zottis (Partito Democratico) per la minoranza con 9 voti, nonché i segretari Alessandra Sponda (Lega-LV) per la maggioranza con 34 voti, ed Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) per la minoranza con 9 voti. “Il voto di metà legislatura - spiega il presidente Ciambetti - è previsto
dal regolamento del Consiglio regionale: si tratta di una procedura che serve anche come strumento di verifica e controllo dell’operato di chi gestisce l’assemblea.
Il voto espresso non solo sancisce il riconoscimento del buon lavoro fatto finora ma rappresenta anche un segnale per il percorso che ci condurrà, nei prossimi due anni e mezzo, alla conclusione della legislatura: l’attività legislativa che ci vedrà impegnati è ancora molta, sia in termini di quantità di provvedimenti, sia soprattutto in termini di qualità. Il rinnovo di tutti i componenti rappresenta quindi una continuità che consentirà all’assemblea legislativa di proseguire al meglio”.
Afianco degli studenti e del loro disagio, manifestato in più occasioni, anche in momenti solenni come l’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Università di Padova.
Rachele Scarpa, parlamentare del Partito Democratico, non sottovaluta l’appello che arriva dai giovani alle prese con le difficoltà quotidiane nell’affrontare il percorso di studi.
“La Rete degli studenti medi, l’Unione degli Universitari e il Sindacato pensionati italiani (Spi Cgil) - ricorda la deputata veneta - hanno presentato alla Camera i dati della loro ricerca ‘Chiedimi come sto’. É successa una cosa importante: i 30mila studenti e studentesse che ci dicono come stanno, quanto difficile sia stata la pandemia, che pensano sia necessario un supporto psicologico fruibile e a portata di mano impongono un impegno urgente del Parlamento, come in queste settimane è emerso spesso”.
A fronte di questa situazione l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi hanno presentato in Parlamento una proposta di legge sul benessere psicologico degli studenti, con la proposta di istituire un presidio psicologico con psicologi in ogni scuola e università.
“La scuola e l’università - aggiunge Scarpa - sono l’epicentro da cui parte un grido di aiuto e devono essere quindi l’epicentro della nostra risposta: dai luoghi di istruzione si possono intercettare condizioni di disagio e difficoltà, dei singoli e dei contesti familiari, ma soprattutto si può fare prevenzione e promozione del benessere psicologico”.
“L’istruzione pubblica - continua la deputata del Pd - deve diventare un’àncora di salvezza per chi è in difficoltà e il primo luogo di acquisizione degli strumenti psicologici, sociali e culturali per stare bene: poi servono risposte complesse e di sistema. Serve lo psicologo di base,
perché il benessere di una persona non può essere legato al fatto di potersi permettere di pagare un professionista. E ancora bisogna pensare alla situazione nelle carceri, o alle condizioni limite di chi arriva nel nostro paese dopo aver attraversato il Mediterraneo. Serve una rete di supporto sociale per gli anziani, per non lasciarli soli. Servono sguardi ampi e una grande volontà politica di fare sintesi, con trasversalità e determinazione. Utilizzeremo, per questo, l’intergruppo parlamentare per il benessere psicologico da me promosso: dall’ascolto degli studenti e dal confronto in Parlamento devono partire le risposte urgenti che
la mia generazione sta chiedendo”, conclude Scarpa.
“La nostra proposta di legge - spiega Camilla Velotta, dell’esecutivo nazionale della Rete Studenti Medi - punta ad istituire, regolare e finanziare un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counselling scolastico e universitario, che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno. Oggi molte scuole e università offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti: infatti, noi chiediamo che lo Stato investa almeno cento milioni di euro all’anno per arruolare sul territorio dei team multidisciplinari di professionisti, le cui competenze devono garantire l’assistenza in relazione alle necessità specifiche degli studenti”.
Con la tappa a Vicenza si è concluso il tour “Comunità Energetiche Rinnovabili e gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente. Uno strumento per la transizione energetica” che ha toccato tutte province venete.
“Il bilancio di questa esperienza è estremamente positivo - commenta Roberto Marcato, assessore
regionale allo sviluppo economico ed energia -. Complessivamente, nell’arco di un mese, ho potuto incontrare oltre 500 sindaci, toccando in pratica tutto il territorio regionale. Ho riscontrato che c’è ampia consapevolezza che le comunità energetiche sono uno strumento importante sul quale investire per il nostro futuro.
Noi faremo la nostra parte come
stiamo già facendo, ora ci aspettiamo dal Governo i decreti attuativi. Ci aspettiamo che renda l’utilizzo delle comunità energetiche molto semplice e facile da costruire e mettere a sistema. Abbiamo davvero l’opportunità di scrivere una pagina importante vero l’autonomia energetica - conclude Marcato -. È una partita fondamentale e ne va dello sviluppo del nostro territorio”.
“Siamo andati ad individuare una necessità delle nostre generazioni. - osserva Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete - Vedere concretamente lo stato di malessere all’interno dei nostri coetanei ha fatto scattare la scintilla su quella che avrebbe dovuto essere la strada da percorrere. A fronte di un’ampia coscienza del proprio stato di disagio, uno dei principali rischi è quello che si vada verso l’assunzione del malessere come parte integrante della propria vita. L’intento politico è sempre stato, dunque, quello di far emergere questa ‘fragilità generazionale’ come punto di partenza per la costruzione di una rivendicazione sul diritto al benessere psicologico, un diritto quasi per nulla esistente, ma che riteniamo debba essere prioritario in futuro e, partendo da questo, bisogna costruire le basi affinché si fondi sui principi di universalità e su misure di welfare pubblico”.
Rachele Scarpa chiede un impegno urgente al Parlamento per garantire un presidio psicologico e una rete di supporto socialeRoberto Marcato Rachele Scarpa e Ivan Pedretti (Spi Cgil)
L’inaugurazione. Aperto al traffico il collegamento da Spresiano alla A27, due chilometri costati 66 milioni di euro
Anche l’ultimo tratto della Pedemontana in provincia di Treviso è stato aperto al traffico. Due chilometri, realizzati quasi tutti in trincea e con un costo di 66 milioni di euro, che collegano il casello di Spresiano con la A27. Alle Dolomiti da una parte, mentre dall’altra, grazie all’innesto con la A28 e più in là ancora con la A4, a Pordenone, Portogruaro, Udine, Trieste, l’Austria, la Slovenia. Insomma, il Nordest e il Nord Europa connesse da una superstrada definita all’unanimità strategica. Al completamento del progetto mancano ancora 12 chilometri, quelli che vanno da Montecchio Maggiore a Malo: se tutto filerà liscio, entro la fine dell’anno il casello di Montecchio (di competenza
della Brescia-Padova) verrà aperto e allora si potrà parlare davvero di grande anello est-ovest dell’intero Nordest.
Per “varare” l’interconnessione della Marca sono arrivati in tanti. Dal vice presidente del Consiglio dei ministri con delega alle infrastrutture e ai trasporti Matteo Salvini al governatore Luca Zaia con la giunta regionale al completo. Parlamentari e sindaci, ordini professionali e vertici della Dogliani, l’impresa che ha realizzato l’opera. “La storia della Pedemontana parte con i primi progetti degli anni Novanta. Si blocca, va in stallo, e solo negli ultimi anni l’impegno della Regione ha portato all’avvio dei cantieri.
L’apertura del collegamento con la
A27 – ha dichiarato Zaia – permette ora di fare l’atteso salto di qualità: decine di comuni, migliaia di aziende, tantissimi abitanti di questi territori hanno finalmente un’arteria importante per il traffico veicolare, in una delle aree produttive più importanti del Paese. Questo significa anche un aiuto all’economia, all’attrazione di investimenti, alla crescita di una porzione di Veneto che viveva sotto scacco di una viabilità secondaria ormai satura”. Da Pordenone a Bassano in un’ora e 55 minuti. Da Portogruaro a Vicenza in un’ora e 20 minuti. Da Treviso Nord a Montecchio in 50 minuti. Numeri che rivoluzionano gli spostamenti in una parte d’Italia storicamente imbottigliata nel traf-
fico. Numeri dettati non soltanto da quei 94,5 chilometri di Superstrada Pedemontana Veneta, ma anche dai 68 chilometri di nuova viabilità ordinaria connessa alla grande opera. L’appello accorato di Zaia (e di Salvini) a usare l’infrastruttura
(“Utilizzatela, utilizzatela, utilizzatela”) va inevitabilmente letto come risposta a chi mette sul piatto i costi dei pedaggi. “I flussi di traffico sono in aumento, con il valore finora record di 33.943 veicoli raggiunto
il 10 marzo scorso. Gli introiti andranno ad aumentare nei prossimi mesi e anni, favorendo una piena sostenibilità economica”, da detto il presidente della Regione. Che tradotto significa: la Pedemontana ci è costata 2 miliardi e 258 milioni di euro, secondo i piani arriveremo a velocità di crociera al nono anno di vita, più viene utilizzata prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi.
Sara SalinZaia invita ad usarla: “è un aiuto all’economia di una parte della nostra regione che viveva sotto scacco di una viabilità satura, prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi”L'inaugurazione della "Pedemontana Veneta"
L’intervista. La riflessione di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto
L a crisi idrica non molla la presa in Pianura Padana, con fiumi e laghi alle quote minime. La scarsità di pioggia (17 millimetri soltanto a marzo, contro la media mensile di 65, e ad aprile non sta certo andando meglio) sta mettendo in ginocchio l’agricoltura e il presidente del Veneto, Luca Zaia, il mese scorso ha firmato un’ordinanza regionale che invita i cittadini a evitare gli sprechi d’acqua e a predisporre piani di emergenza per l’approvvigionamento. Secondo le parole del presidente veneto, servirebbe dunque un piano d’azione che consisterebbe nel ripulire gli invasi alpini, rendere le cave di pianura dei bacini veri e propri, ottimizzare la rete di distribuzione per l’agricoltura rispetto all’attuale colabrodo che comporta la perdita del 70-80% di risorsa idrica. Ne abbiamo parlato con Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto. Crisi idrica. Come ovviare al
problema e in che tempi?
“La situazione è davvero critica. Non siamo intervenuti in tempo e ora dobbiamo efficientare velocemente, accelerando i tempi.
Abbiamo pensato a trovare modi per incanalare e far defluire l’acqua verso mari e laghi, senza pensare a come gestire davvero questa risorsa che potrebbe invece comunque essere recuperata. Stiamo parlando di circa 22 miliardi di metri cubi di acqua che potrebbero essere recuperati,
depurati e disposti per tantissimi usi, tra cui quello agricolo. Serve dunque mettere in campo un piano, magari facendo ricorso anche al Pnrr per attuare questi interventi, puntando a un cambiamento in tempi magari non brevissimi ma comunque ristretti”. Un problema attuale con radici lontane. Come affrontarlo?
“Non possiamo semplicemente pensare di costruire nuovi invasi per la raccolta delle acque, perché il deficit pluviometrico è
allarmante e come riempiremmo i nuovi invasi? Sarebbe bene piuttosto intervenire sugli invasi che già ci sono con un’attività di manutenzione, aumentandone la capacità. Serve ragionare nello straordinario, e a questo siamo stati abituati negli ultimi anni. Ma serve anche un cambio di passo nell’ordinario”. Si sente parlare spesso ultimamente del ricorso a dissalatori. Cosa ne pensa?
“In alcune zone, come nel Delta del Po, si è già fatto ricorso a questa pratica, ma per un utilizzo legato a una carenza momentanea. Sicuramente possono aiutare, ma hanno costi importanti e richiedono un grande dispendio energetico che a lungo andare non aiuterebbe. Inoltre, nel trattamento restano dei reflui, dei fanghi, che poi vanno smaltiti. C’è poi anche da tenere presente che, proprio anche nel caso del Delta del Po, l’acqua desalinizzata era sconsigliata agli ipertesi, perché
presentava comunque alti contenuti di salinità e in Italia abbiamo una percentuale importante di cittadini con questi problemi che sarebbero quindi esclusi dal privilegio dell’utilizzo di questa risorsa. Dissalatori sì, dunque, ma soltanto nell’emergenza: non possono essere la soluzione”.
In Triveneto ed Emilia-Romagna il progetto, ideato e promosso da Aspiag Service nel 2006, si espande e diventa digitale
330 i stituti scolastici di 127 Comuni, oltre 120.000 alunni formati, 350 eventi e 1640 ore di laboratorio organizzati: sono alcuni importanti numeri che descrivono l’attività de “Le Buone Abitudini”, il programma per l’educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita, avviato nel 2006 da Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, nelle proprie regioni di riferimento. Un programma che, grazie alla collaborazione con il Consorzio Despar Italia e le società che ne fanno parte, da quest’anno si allarga su scala nazionale: il progetto, diventato una best practice in Triveneto ed Emilia-Romagna dove è stato avviato diciassette anni fa, è stato infatti esteso a tutte le 17 regioni italiane in cui il Consorzio e le sue società sono presenti.
Le Buone Abitudini è un programma innovativo nato con l’obiettivo di supportare scuole e famiglie, nel perseguire e raggiungere un concetto ampio di qualità della vita, con particolare attenzione ai temi della sana alimentazione, del movimento fisico e del rispetto per l’ambiente. Il programma
è stato studiato come un ciclo educativo completo per accompagnare insegnanti, alunni e famiglie lungo tutto il cammino della scuola primaria, dalla classe prima alla classe quinta. Nel dettaglio, il programma è strutturato in cinque percorsi di educazione alimentare curati e verificati in collaborazione con un team di specialisti e differenziati per ciascuna classe della scuola primaria. Attraverso una metodologia attiva di insegnamento, grazie alla quale i bambini possono approfondire e mettere in pratica quello che imparano con sperimentazioni pratiche e semplici azioni quotidiane, il percorso formativo permette così di sviluppare competenze e tematiche trasversali in linea con le indicazioni nazionali del MIUR.
Il progetto, volto da sempre a coltivare nei cinque anni di scuola primaria un seme speciale, fatto di curiosità, sensibilità ed esperienza, che germogliando possa aiutare i bambini a crescere in modo sano e consapevole, a partire dall’anno scolastico 2022/2023 ha cambiato pelle per rivolgersi verso una dimensione innovativa e digitale. Oggi, infatti, “Le Buone Abitudini” è un programma fru-
ibile interamente online attraverso una piattaforma gratuita (https://www.lebuoneabitudini.despar.it/piattaformascuola/) dedicata agli insegnanti della scuola primaria che possono registrarsi con facilità e usufruire di contenuti scientifici aggiornati e proposte interattive messi a disposizione come video, approfondimenti, materiali didattici digitali e stampabili, attività esperienziali in classe e in famiglia. I contenuti per gli insegnanti si integrano poi con un sistema digitale più ampio rivolto alle famiglie a cui vengono messi a disposizione contenuti e materiali sul sito del programma www.lebuoneabitudini.despar.it, oltre che sulla pagina Facebook e il canale YouTube de “Le Buone Abitu-
dini”, con ricette, consigli degli esperti e attività manuali da svolgere insieme ai bambini. Una vocazione al sociale è parte del DNA di Aspiag Service che ogni giorno si impegna per favorire un modello di sviluppo fondato sulla costruzione di relazioni e valore condiviso per le comunità in cui l’azienda si inserisce.
domande a Filippo Brocadello, membro del team LBA Medico, specialista in scienza dell’alimentazione e fitoterapeuta
Le Buone Abitudini è un ciclo educativo completo che si articola in cinque percorsi specifici per ciascuna classe della scuola primaria. Come sono state scelte le tematiche e quali sono le specificità del programma?
Le tematiche e le competenze sviluppate dal progetto sono trasversali e in linea con le Indicazioni Nazionali del MIUR. Attraverso la nuovissima piattaforma digitale, i nostri specialisti offrono agli insegnanti una formazione qualificata, attendibile e sempre aggiornata. Tutti i percorsi de Le Buone Abitudini si avvalgono della metodologia attiva , grazie a cui i bambini e le bambine diventano protagonisti, a scuola e a casa, approfondendo e mettendo in pratica ciò che imparano attraverso attività esperienziali e semplici azioni quotidiane.
La scuola ha un ruolo importante
nel diffondere corrette abitudini alimentari, ma altrettanto fondamentale è il ruolo della famiglia. In che modo questo programma rappresenta un ponte tra scuola e famiglia su un tema così importante?
Il nostro ciclo educativo si fonda sulla relazione tra società, scuola e famiglia e permette a insegnanti e genitori di lavorare fianco a fianco attraverso la nostra piattaforma e non solo. In tutti i percorsi è prevista la restituzione a casa dei contenuti appresi a scuola, attraverso attività, esperienze e video da visionare in famiglia. Grazie ai nostri canali on-line, inoltre, è possibile fare rete, condividere il lavoro svolto, i consigli degli esperti, approfondimenti, ricette, eventi e tanto altro.
Quali sono gli errori più comuni che si commettono rispetto all’alimentazione di bambini e ragazzi? Può dar-
ci qualche consiglio pratico su come educarli a stili di vita salutari e a un’alimentazione equilibrata?
Uno degli errori più comuni è senz’altro l’eccessivo ricorso (anche più che quotidiano) a merendine, snack, bibite e succhi di frutta, che anziché essere consumati una volta ogni tanto, per esempio nelle occasioni come feste e compleanni, entrano nella dieta di tutti i giorni come fossero indispensabili, andando così a confondere ciò che rientra in un concetto di alimentazione equilibrata rispetto a quello di eccezione. Il consiglio più utile è certamente la coerenza . I più piccoli, infatti, oltre a seguire quanto viene scelto per loro in famiglia, imparano principalmente osservando i comportamenti degli adulti di riferimento, che fungono da esempio fondamentale nell’indirizzare le loro scelte.
sana alimentazione e stili di vita salutari nelle scuole primarieFilippo Brocadello, membro del team LBA, medico specialista in scienza dell'alimentazione e fitoterapeuta
Il mondo scientifico esprime per lo più una posizione a favore del cibo coltivato in laboratorio
Cibo coltivato in laboratorio, quello che nel linguaggio comune è stato impropriamente chiamato “sintetico”, una nuova frontiera che spacca l’opinione pubblica e fa registrare anche tra gli esperti e addetti ai lavori posizioni contrastanti che si dividono tra favorevoli e contrari.
Una questione aperta dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat.
Attualmente la carne sintetica è un prodotto che non è ancora entrato nel mercato europeo. Qualora l’Autorità europea sulla Sicurezza alimentare (EFSA) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata.
Prosegue alla pag. seguente
Tra i contrari si colloca il senatore
Luca De Carlo, presidente della commissione industria, commercio turismo agricoltura e produzione agroalimentare, che ha esultato, lo scorso 29 marzo, per l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di alimenti “sintetici” in Italia.
“È una grande vittoria per l’intero comparto agroalimentare italianoha dichiarato il senatore, - l’Italia è la prima nazione al mondo che ha dimostrato il coraggio di fermare questa deriva con provvedimenti concreti e lo ha fatto anche con uno strumento chiaro e snello, composto da soli sei articoli”.
Anche Coldiretti si è mobilitata contro il cibo sintetico raccogliendo in tutta Italia mezzo milione di firme a supporto della nuova normativa.
La petizione ha ricevuto l’adesione anche di ministri, sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori, sindaci, personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e anche numerosi vescovi.
“Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat, il rischio è una diffusione an-
In Italia l’approvazione, lo scorso 29 marzo, in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, ha ulteriormente contribuito ad esacerbare il dibattito.
Ma cos’è la carne coltivata?
che nell’Unione Europea dove già quest’anno – denuncia la Coldirettipotrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta”.
“La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali –osserva il presidente Ettore Prandini, contestando le motivazioni dei sostenitori del cibo coltivato in laboratorio - non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.
Coldiretti Veneto, inoltre, mette in risalto come produzioni da primato siano messe a rischio.
“Rispetto al mercato nazionale, - si sottolinea - il Veneto vanta numeri da leader, concentrando oltre il 40% degli allevamenti avicoli. A questi si aggiungono il 15% del settore bovino e il 10% di quello suino, tanto che la regione è quarta per valore aggiunto in agricoltura con oltre 3 miliardi di euro, grazie anche alle sue 95 certificazioni di origine fra Dop e Igp. Primati che, secondo Coldiretti, in prospettiva rischiano di essere però insidiati dalla decisione della Fda”.
“È un tipo di carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali” si legge nelle pagine del sito della Fondazione Umberto Veronesi, che già nel 2019 si era espressa a favore di queste tecniche attraverso la pubblicazione di un documento di Roberto Defez, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, intitolato “Dagli allevamenti intensivi all’agricoltura cellulare”.
“Attualmente - si legge - la carne coltivata è un prodotto che nasce a partire da cellule animali che vengono prelevate tramite una biopsia e fatte crescere su un terreno ricco di nutrienti. Dal punto di vista della sicurezza alimentare - è la posizione della Fondazione Veronesi - il consumo di carne coltivata non presenta un rischio per la salute umana. In Unione Europea la carne coltivata è considerata un novel food e quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato”.
Insomma, il dilemma è naturale contro sintetico. Ma di naturale ormai nella produzione attuale di carne c’è ben poco, è l’osservazione che si legge nelle pagine del sito la Fondazione Veronesi, senza considerare i problemi che derivano dalla gestione del mantenimento degli allevamenti attuali, di tipo etico, ambientale e di salute “se pensiamo alla possibilità di diffusione di zoonosi e alla responsabilità rispetto all’antibiotico resistenza”. Chi sostenendo la necessità di trovare perciò delle alternative al consumo di carne la Fondazione veronese ritiene che la carne coltivata sia una delle più valide. “Dal punto di vista nutrizionalesi afferma - non sono presenti degli aspetti negativi da considerare. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, crescendo in un ambiente controllato si riduce il rischio di malattie di origine animale e non c’è la necessità di impiegare antibiotici. Diventa inoltre possibile confezionare un alimento in un unico luogo evitando contaminazioni
esterne”. Non mancano gli aspetti negativi che riguardano invece il punto di vista etico. “Una prima riflessione - si prosegue - riguarda il benessere animale: a oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, sottoprodotto industriale della carne come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule Tuttavia sono attualmente in sviluppo alternative che prevedono l’utilizzo di prodotti vegetali”. Del cosiddetto “cibo sintetico” “ci si sta preoccupando troppo presto” e “si è arrivati a definire delle regole quando mancano ancora elementi per decidere”, rileva da parte sua il genetista Michele Morgante, dell’Università di Udine e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei. “L’agricoltura cellulare nasce per rispondere al problema della sostenibilità della produzione animale, molto impattante su ambiente”, ha osservato.
“La prima condizione perché l’agricoltura cellulare si diffonda è che riesca a garantire una produzione sostenibile dal punto di vita ambientale ed economico: entrambe - ha rilevato - dipenderanno dalla disponibilità di fonti energetiche a basso impatto ambientale. Solo in quel caso diventerà più sostenibile rispetto all’allevamento animale tradizionale, ma ancora è tutto da verificare”.
Il mondo scientifico, tuttavia, si esprime per lo più a favore del cibo sintetico.
“Non ci sono, a priori, - osserva ancora Morgante - motivi per cui prodotti da colture cellulari potrebbero presentare rischi diversi rispetto a quelli da allevamento tradizionale. Al contrario, ci sono molte ragioni per dire che le carni coltivate sono più sicure in quanto non contengono ormoni né antibiotici, non c’è il rischio di contaminazione da parte di organismi patogeni. La coltivazione avviene infatti in un ambiente sterile e controllato”.
Anche l’immunologa Antonella Viola, sostiene che la “carne sintetica” può produrre “solo vantaggi per uomo e animali” e critica la posizione dell’Italia che esclude il nostro paese “dall’alimentazione del futuro”.
Per l’immunologa, gli allevamenti intensivi, oltre che poter costituire un problema etico, “sono un pericolo per la salute dell’umanità intera” perché “rappresentano un enorme rischio di zoonosi”. Al contrario, a suo avviso, “la carne prodotta in laboratorio è più salubre: niente microbi o antibiotici”.
I risultati di un recente studio. Un team internazionale di ricercatori anche
Ricercatori dell’Università di Padova nel team internazionale di ricerca che ha individuato specifici stimolanti capaci di limitare il danno causato da infarto cardiaco e migliorare il benessere nel lungo tempo. Una proteina capace di limitare il danno causato da infarto cardiaco e, nel lungo tempo, migliorare il benessere. È il risultato di uno studio, β3AR-dependent brainderived neurotrophic factor (BDNF) generation limits chronic post-ischemic heart failure, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Circulation Research” e condotto da un team internazionale di cui fanno parte anche ricercatori dell’Università di Padova.
La proteina in questione è il brain-derived neurotrophic factor (BDNF) conosciuta perché garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello. Di recente, però, si è visto che il BDNF è molto importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del cuore. Infatti, eliminando le strutture che lo legano sulla membrana delle cellule cardiache, i cosiddetti recettori TrkB, si nota una riduzione sia della contrazione sia del rilasciamento del muscolo cardiaco. Meno chiaro è il ruolo svolto dal BDNF/TrkB nel contesto dell’infarto del miocardio, ovvero della disfunzione del ventricolo sinistro dopo un arresto di flusso in una delle arterie che fanno arrivare sangue alle cellule cardiache.
Il recente studio ha evidenziato come la quantità di BDNF prodotta dalle cellule cardiache in risposta ad un infarto sia inizialmente alta ma poi cali nelle settimane successive in coincidenza con la riduzione della capacità del cuore di contrarsi efficacemente. In alcune cellule del cervello, il BDNF è prodotto attraverso la stimolazione di alcune strutture presenti sulla membrana dei neuroni, i cosiddetti recettori βadrenergici (βAR). Questi recettori sono fondamentali per la funzione cardiaca; infatti, vengono stimolati per far aumentare il lavoro fatto dal cuore tutte volte che ci siano condizioni di stress, sia “fisiologico”, come l’esercizio fisico, sia patologico,
come, ad esempio, durante ipertensione arteriosa o altre malattie cardiovascolari.
In genere, quando una malattia cardiaca è ormai pienamente manifesta il numero o la funzionalità dei βAR recettori cala drammaticamente.
Sulla base di questa evidenza, i ricercatori si sono chiesti se la stimolazione dei βAR recettori fosse responsabile della produzione di BDNF da parte delle cellule che compongono il muscolo cardiaco, spiegando così la scarsa produzione di questa proteina nel cuore infartuato che ha perso forza di contrazione. Poi, se fosse possibile trovare altre possibilità per riportare la produzione di BDNF da parte delle cellule cardiache in un ambito di normalità. In particolare, gli studiosi hanno preso in considerazione la possibilità che, stimolando direttamente i recettori TrkB che sono sulla superficie delle cellule cardiache, si possa indurre la produzione di BDNF in queste stesse cellule e, così facendo, far aumentare la loro sopravvivenza e capacità di fare lavoro anche dopo un infarto cardiaco.
“Abbiamo scoperto che, alcune settimane dopo l’infarto, i cuori di topi normali mostravano una drammatica riduzione della sopravvivenza delle cellule responsabili della contrazione cardiaca - spiega il professor Nazareno Paolocci, docente
Il brain-derived neurotrophic factor (BDNF), che garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello, è importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del muscolo del miocardio.
La sua stimolazione migliorerebbe la funzionalità cardiaca negli infartuati
del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e co-autore dello studio -, e che questo danno era fortemente aggravato nei topi il cui cuore era stato reso incapace di produrre BDNF al suo interno, attraverso delle manipolazioni genetiche. In una fase successiva dello studio, abbiamo somministrato sostanze chimiche capaci di stimolare sia i recettori TrkB sia i recettori βAR3, una variante dei recettori βAR che ha funzione di protezione contro l’infarto a livello sperimentale. In entrambi i casi, questi agenti hanno migliorato la funzione cardiaca dei topi infartuati, anche a distanza di tempo dall’iniziale infarto. Da notare che sia l’uno sia l’altro farmaco aumentavano il contenuto cardiaco di BDNF. La protezione offerta da questi agenti chimici era, invece, quasi del tutto scomparsa o molto attenuata nei topi, il cui cuore è incapace di produrre BDNF all’interno delle sue stesse cellule”.
I ricercatori hanno inoltre evidenziato che le azioni benefiche del BDNF prodotto dalle cellule cardiache attraverso questi stimolanti specifici non era limitato soltanto alle cellule cardiache che si contraggono (e che quindi producono lavoro cardiaco) ma anche a quelle cellule nervose e ai vasi che raggiungono il cuore: le prime controllano/ propagano l’impulso elettrico al suo interno, le altre lo riforniscono di sangue.
“Una prima conclusione di questo studio è che questa proteina, il BDNF, ha la capacità di aumentare il “benessere”, ovvero limitare il danno dell’infarto cardiaco, a diversi livelli, cioè all’interno e all’esterno delle cellule del cuore - conclude il professor Paolocci -. Un’altra importante implicazione è che noi disponiamo di particolari sostanze chimiche capaci di stimolare strutture specifiche presenti sulla superficie delle cellule cardiache possono aumentare la produzione “interna” di BDNF che, se lasciata a sé stante, diminuirebbe col passare del tempo nel cuore infartuato, portandolo ad una cronica inadeguata
capacità di contrarsi”.
La mortalità dopo infarto è diminuita molto negli ultimi decenni, grazie a diversi trattamenti, farmacologici e non. Per contro, rimane alto il numero di pazienti che sviluppano una
insufficienza di contrazione cardiaca a distanza di tempo dopo l’infarto iniziale. Questa insufficienza cardiaca cronica limita molto la capacità dei pazienti di svolgere anche le più comuni attività di tutti i giorni, quindi la loro qualità di vita. Purtroppo, al momento, non ci sono medicamenti o procedure che possano migliorare sensibilmente questo stato di insufficienza cronica. I dati sperimentali presentati in questo studio aprono una nuova possibilità per combattere questa condizione che rimane tra le più invalidanti e costose dal punto di vista economico, e la cui frequenza continua a crescere pressoché ovunque nel mondo.
Il Centro donatori midollo osseo di Treviso, afferente all’Unità operativa Medicina trasfusionale a valenza provinciale, diretta dalla dottoressa Arianna Veronesi, ha ricevuto dal Registro nazionale donatori midollo osseo il diploma come “Centro donatori che ha gestito il maggior numero di donazioni per l’estero nel 2022”.
Il Centro fa parte della rete nazionale per donazione e trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE) da non familiare con responsabilità di iscrizione dei donatori volontari ed esecuzione delle indagini genetiche sugli stessi per valutare la compatibilità con i pazienti in attesa di trapianto.
“Il riconoscimento ricevutospiega la dr.ssa Arianna Veronesi - fa seguito agli ottimi risultati di attività trapiantologica del laboratorio che utilizza metodiche all’avanguardia come la Next Generation Sequencing per tipizzazione del corredo genetico del donatore. Gli “indicatori di performance” confermando i brillanti risultati, rappresentano il “biglietto da visita” del nostro
Centro donatori ai Centri Trapianto Esteri poiché danno l’indicazione del livello qualitativo delle prestazioni erogate. Il profilo degli indicatori comprende, tra gli altri, il tempo di esecuzione delle indagini genetiche di compatibilità e la percentuale di donatori disponibili alla donazione.
Il fattore tempo intercorso tra l’avvio della ricerca del donatore compatibile e l’esecuzione del trapianto, infatti, è cruciale per la sopravvivenza del paziente”.
Nel 2022 hanno donato cellule staminali emopoietiche 14 persone, di cui 6 a favore di altrettanti pazienti esteri (circa il 43%). Dal 2016 al 2022, inoltre, il Centro di Treviso ha gestito un numero significativamente crescente di nuovi donatori iscritti passando da 400 a 1047.
“Alla dott.ssa Veronesi e alla sua équipe va il mio più sentito ringraziamento per l’attività svolta, che ci è valsa un importante riconoscimento a livello nazionale di cui siamo particolarmente orgogliosi” è il commento del direttore generale, Francesco Benazzi.
Donazioni per l’estero, il primato del Centro donatori midollo osseo del Ca’ Foncello di TrevisoIl professor Nazareno Paolocci L’équipe laboratorio istocompatibilità Medicina Trasfusionale
La patologia delle donne. In Italia sono 3 milioni che ne soffrono, soprattutto in età fertile
Si verifica quando l’endometrio, il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero, si forma e cresce in una zona anomala. Provoca disturbi importanti ma spesso viene diagnosticata tardi
Nel mondo 150 milioni di donne, di cui 3 milioni in Italia, soffrono di endometriosi, una patologia che si manifesta in età fertile, con un picco di casi nella fascia tra 25 e 35 anni. Ma cos’è l’endometriosi? Si verifica quando l’endometrio, il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero, si forma e cresce in una zona anomala, e può causare infiammazioni, dolore e altri disturbi invalidanti. L’endometriosi può manifestarsi attraverso diversi sintomi: dolore mestruale, dolore pelvico, dolore durante i rapporti sessuali, disturbi intestinali, disturbi gastrointestinali e urologici, infiammazioni, aderenze, cisti e noduli.
Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità della vita e prevenire l’infertilità, che, insieme alla difficoltà di concepire, interessa il 30-50% delle donne.
La Regione ha realizzato, nell’ambito del Piano regionale di prevenzione del Veneto, un documento, divulgato nelle pagine Facebook di tutte le Ulss regionali nel mese di marzo dedicato alla prevenzione, nel quale si chiariscono alcuni aspetti di questa patologia.
“Le cause dell’endometriosi - si legge nel documento - non sono ancora del tutto note. Una delle ipotesi principali è la cosiddetta “teoria della mestruazione retrograda”. Se-
condo quest’ipotesi, a causare la formazione e crescita dell’endometrio all’esterno dell’utero sarebbe il passaggio, causato dalle contrazioni dell’utero durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall’utero alle tube e da queste in addome, con conseguente impianto sul peritoneo, sulla superficie degli organi pelvici e, raramente, su altre sedi”.
Questa teoria non ne esclude altre, tanto che sono stati diagnosticati anche rarissimi casi nel sesso maschile.
Ci sono anche alcuni fattori che predispongono allo sviluppo di questa patologia, tra cui le caratteristiche istologiche del tessuto responsabile della malattia che è caratterizzato da un’alta capacità di “adesività” che gli consente di aderire alle strutture esterne
all’utero.
Altri fattori sono la stimolazione ormonale; le alterazioni del sistema immunitario che permettono l’impianto del tessuto endometriosico, creando successivamente uno stato infiammatorio cronico; la genetica e familiarità: le donne con una madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio 7 volte maggiore di sviluppare la malattia.
“L’endometriosi - prosegue il documentopuò comparire già alla prima mestruazione e perdurare fino alla menopausa. Il picco di casi si verifica tra i 25 e 35 anni, ma la patologia può comparire anche in più giovane età.
Sebbene sia considerata una malattia dell’età riproduttiva, raramente sono descritti casi anche in postmenopausa, specie in donne che stanno assumendo trattamenti ormonali sostitutivi.
L’endometriosi è una malattia difficile da diagnosticare, perché i sintomi possono essere generici o in alcuni casi assenti. Questo causa spesso un ritardo nella diagnosi della malattia di 7 anni, con gravi ripercussioni psicologiche sulla donna.
Se si sospetta di avere alcuni sintomi riconducibili all’endometriosi è importante parlarne con il proprio medico di famiglia, che considererà una visita da un ginecologo per
una valutazione specialistica di approfondimento. È molto importante sin dalla più giovane età non sottovalutare e non tacere sintomi che possono essere associati all’endometriosi.
L’endometriosi può influire sui livelli di attenzione, causare stanchezza persistente o non riconducibile ad altre cause, ridurre il rendimento scolastico e le prestazioni fisicosportive.
Il dolore pelvico cronico a lungo andare ha un impatto negativo sulla vita, potendo causare patologie psichiatriche come depressione, alterazione della vita sociale e sessuale con possibili ripercussioni negative sul benessere della coppia, oltre che disabilità fisica con conseguenze negative anche sul lavoro.
Esistono dei trattamenti per l’endometriosi, che variano a seconda della gravità della condizione clinica riportata dalla paziente e
alle sue specifiche esigenze, e possono essere di tipo farmacologico o chirurgico. La cura dev’essere personalizzata e prescritta dal proprio medico curante.
L’assunzione di alcuni cibi può essere d’aiuto in quanto intervengono nel ridurre l’infiammazione: alimenti naturalmente ricchi di acidi grassi essenziali omega 3 (frutta secca, semi di lino, di chia, di zucca, salmone, pesce azzurro di piccola taglia, avocado); alimenti ricchi di fibre: frutta, verdure, legumi, cereali integrali.
Può essere utile anche l’uso di integratori di omega 3 e 6, vitamina D, C, la cui assunzione deve avvenire su prescrizione del medico curante.
Sono invece sconsigliati carboidrati raffinati, latticini, carne rossa specie se processata, grassi saturi, caffeina, cibi fritti, alcool, soia, avena, aloe, segale.
Un contorno fresco e saporito tipico della cucina romana. Un piatto molto gustoso, che si presta a essere servito anche come antipasto, accompagnato con pane tostato e della burrata fresca.
Ingredienti: 600 g di puntarelle; 4 acciughe sottosale; 1 spicchio d’aglio; olio extravergine di oliva; sale e pepe
Preparazione: Per preparare l’insalata di puntarelle, pulite i cespi e separate le puntarelle dalle foglie esterne. Mettetele a bagno per circa un’ora in una ciotola piena d’acqua e ghiaccio. Tagliatele a striscioline e mettetele in una ciotola piena d’acqua e ghiaccio. Trascorso il tempo di riposo sgocciolatele dall’acqua e fatele scolare perfettamente mentre preparate la salsa d’acciughe Diliscate e dissalate le acciughe e tagliatele a pezzetti. Mescolatele con aglio, olio e aceto per ottenere una salsa. Condite le puntarelle con la salsa d’acciughe, pepe fresco e servite.
Un primo piatto dai sapori molto delicati. Un’idea semplice e al contempo raffinata per preparare un risotto cremoso e originale.
Ingredienti: 320 g di riso Arborio; 400 g di finocchi; 12 capesante; 1 litro di brodo vegetale; 1/2 porro; olio extravergine di oliva
Preparazione: Rimuovete la parte esterna e fibrosa dei finocchi e affettare il bulbo molto sottile con una mandolina, tenendolo da parte. Successivamente, occupatevi delle capesante, staccando il muscolo la parte bianca e rimuovendo le parti scure, quindi tenetele da parte. In una casseruola, scaldate tre cucchiai di olio e insaporite il porro finemente tritato, quindi aggiungete le fettine di finocchi e cuocete fino a doratura. Togliete i finocchi e metteteli da parte in una ciotola. Nella stessa casseruola, tostate il riso fino a quando assume una bella tinta dorata e iniziate la cottura, versando gradualmente il brodo. Scottate le capesante in una padella fino a formare una crosticina croccante. Poco prima della mantecatura, unite al risotto i finocchi saltati con i porri e mescolate bene per insaporire il riso.
Un dolce semplice, ideale per una golosa merenda. Accompagnate la torta con una pallina di gelato alla vaniglia o della crema inglese e diventerà per un dessert completo e goloso.
Ingredienti: 450 g di fragole; 2 uova; 160 g di zucchero; 1 limone; 60 g di burro; 150 g di farina 00; 1 bustina di lievito
Preparazione: Con una frusta elettrica montate le uova, lo zucchero e la scorza grattugiata di un limone, fino ad ottenere una miscela chiara e spumosa. Aggiungete il burro fuso, amalgamandolo bene. Unite la farina setacciata insieme al lievito e lavorate con la frusta fino a ottenere un impasto liscio. Aggiungete metà delle fragole, precedentemente tagliate a pezzi, e incorporatele all’impasto. Versate l’impasto in uno stampo a cerniera di 24 cm di diametro, imburrato e infarinato. Disponete le fragole rimaste lungo i bordi e sulla superficie della torta, senza farle affondare nell’impasto, e spolverate con un cucchiaio di zucchero. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 40-45 minuti. Dopo la cottura, lasciate raffreddare la torta per una decina di minuti.
Con aprile si entra ufficialmente nella stagione primaverile. Grazie alle primizie di stagione che la natura ci offre, si possono realizzare diverse ricette sane e gustose
ARIETE
Avete deciso di stare bene e per questo vi siete concentrati soprattutto sulla vostra mente. È tempo di abbandonare le cattive abitudini e incentivare le buone pratiche
Vi concedete più distrazioni del solito e prediligete il tempo libero agli impegni quotidiani. Fermatevi un attimo a riorganizzare le vostre giornate cercando un giusto equilibrio tra piacere e dovere
TORO SCORPIONE
Avete accumulato un bagaglio di esperienze tali che vi consentono a questo punto di far decollare tutti i vostri programmi. Siate sicuri e sereni, le risposte sono dentro di voi
Con l’arrivo della primavera vi siete dati dei nuovi obiettivi. Si tratta ora di organizzarvi per valorizzare al meglio le vostre risorse. Concentratevi, non mancherete di centrare il bersaglio
Siete al top della vostra forma fisica e mentale. Avete voglia di frequentare i vostri amici, stare in compagnia e allargare la vostra schiera di conoscenze per condividere esperienze e momenti di evasione
Vi sentite molto operosi e per questo avete deciso di dedicarvi alle vostre attività con grande impegno per costruire le basi solide di un futuro progetto che da tempo avete intenzione di realizzare
GEMELLI CANCRO LEONE VERGINE BILANCIA Oroscopo
Avete giornate ricche di impegni eppure sentite il bisogno di dedicarvi ai vostri affetti e ai sentimenti che talvolta vi distrarranno dalle incombenze quotidiane. Concedetevi qualche pausa piacevole
Avete tirato un po’ troppo la corda fin qui. È tempo di fermarsi e fare dei bilanci, selezionando ciò che realmente merita impegno da ciò che può momentaneamente essere messo da parte
ACQUARIO CAPRICORNO
Avete bisogno di grandi cambiamenti e voglia di iniziare nuove esperienze. Vi sentite intraprendenti e sicuri ma fermatevi un attimo per mettere ordine tra le vostre priorità
È un periodo ricco di sorprese e di risposte, anche inaspettate, alle vostre attese. Dovete comunque pensare più a voi e programmando con maggiore precisione le vostre giornate
Dovete fare un po’ di ordine dentro di voi e aprirvi alle persone che vi sono più vicine per ritrovare slancio ed equilibrio e ripartire con rinnovate motivazioni verso nuovi traguardi