La Piazza della Riviera del Brenta - Maggio 2023

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Mira, dal rendiconto tesoretto di 2 milioni di euro

Per il sindaco Marco Dori si tratta di un bilancio virtuoso: “Si tagliano i debiti e si pagano presto le aziende”. Critiche delle opposizioni: “Si doveva tassare meno”

Camici bianchi nel mirino

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

C’

è un’emergenza che non passa mai di moda nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori, nelle strutture di cura. Anzi, la pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle pare non abbia fatto altro che accrescere le statistiche delle aggressioni nei confronti del personale sanitario. I numeri parlano da soli: 1.600 aggressioni l’anno certificate dall’Inail.

Vale a dire che ogni giorno in Italia ci sono almeno 4 camici bianchi che finiscono nel mirino. E qualcuno ci rimette persino la vita.

segue a pag 5

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Periodico d’informazione locale Anno XXX n. 100 della Riviera del Brenta Servizio a pag. 10
TERRITORIO Dolo, il centro antimafia in ricordo del magistrato Pavone 5 MIRA Aperto al pubblico il parco di villa Levi Morenos 6 MIRA Asparago bianco di Giare, produzione in crescita 9 DOLO Volpi scatenate, allarme razzie per gli allevamenti 15 MIRA Oriago, al via i lavori per le fognature in via Malpaga 12 DOLO Intitolato a Tina Anselmi l’istituto comprensivo 18 del giornale L’INFORMAZIONE LOCALE MAGGIO 2023
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Intitolato al magistrato Pavone il centro anti mafia

Camici bianchi nel mirino

Nicola

Ad essere in pericolo non è solo chi lavora in prima linea, ad esempio nei pronto soccorso degli ospedali, oppure le guardie mediche, ma un po’ tutti gli operatori della sanità, a partire dagli infermieri, la categoria che più di altre deve far fronte agli attacchi dei pazienti. E le denunce ufficiali, spiega la federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno dai contorni preoccupanti perché per ogni caso che viene allo scoperto ce ne sarebbero almeno 26 che non vengono denunciati.

C’è poi un altro dato di questa inquietante statistica che va sottolineato: il 71% delle aggressioni ha riguardato le donne, dalle operatrici sanitarie alle psicologhe, dalle infermiere ai medici. Sono loro, il più delle volte, a subire le violenze di pazienti che non accettano le cure, che contestano una diagnosi, che pretendono una medicina o un trattamento che non possono avere. Il sindacato dei medici e dirigenti sanitari definisce senza giri di parole il fenomeno come “un bollettino di guerra”, al punto che in tanti, almeno uno su tre, se potessero cambierebbero lavoro.

Éstato intitolato a Francesco Saverio Pavone il Centro di documentazione e d’inchiesta sulla criminalità organizzata nel Veneto, inaugurato tre anni fa all’interno dell’ex sede del Tribunale di Dolo. La cerimonia d’intitolazione si è svolta alla presenza del ministro della Giustizia Carlo Nordio che è stato collega di Pavone in Procura a Venezia. “Un magistrato come ce ne sono pochi - ha ricordato Nordio- che lavorava senza mai fermarsi con impegno e competenza. Magari non avevamo le stesse idee politiche ma questo non cambiava il nostro rapporto che era improntato al massimo rispetto”. Con il “Centro Pavone” il Comune di Dolo ha voluto ricordare a tutti la figura di un magistrato che ha segnato la storia recente della lotta alla criminalità. Maurizio Dianese, presidente del “Centro Pavone” ha ricordato che “oggi più che mai ci sarebbe bisogno della visione strategica di un magistrato come Pavone, con la sua capacità di capire i fenomeni criminali, così come aveva fatto ai tempi della banda Maniero. Allora, esattamente come oggi, la sottovalutazione per non dire la rimozione del pericolo rappresentato dalla banda più numerosa, più feroce e più ricca del Nord Italia, era nei fatti così come adesso è nei fatti la sottovalutazione del pericolo mafioso nel Nordest. Troppo poco studiato, troppo poco analizzato e compreso”. Alla cerimonia d’intitolazione ha partecipato anche la vedova Amelia Vargiu Pavone. Il sindaco Gianluigi Naletto e l’assessora all’educazione alla legalità del Comune di Dolo, Giorgia Maschera, hanno evidenziato: “conosciamo la passione e la dedizione che lo hanno contraddistinto come persona e come magistrato. Crediamo che intitolare il centro di documentazione alla sua memoria sia determinante per chi non vuole dimenticare la grande fatica e il grande impegno che ogni giorno le persone di giustizia mettono per svolgere il loro lavoro”.

È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.

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Ma come? Giusto tre anni fa, mentre stavamo faticosamente uscendo dal primo lockdown, infermieri e medici venivano dipinti come gli eroi del nostro tempo. Era tutta retorica da “ne usciremo migliori”, vien da dire col senno del poi. Ma in questo caso l’intolleranza verso chi si prende cura di noi ha radici ben più antiche. Asciughiamo pure le statistiche dai casi, sempre numerosi, legati a situazioni di disagio psicofisico di alcune categorie di pazienti che più di altre sono soggette ad accessi d’ira e scatti di violenza. In certi ambienti i rischi non mancano ma questo non giustifica il concreto pericolo che quotidianamente affrontano gli operatori della sanità. Professionisti che dovrebbero concentrarsi sull’assistere e curare al meglio si trovano costretti a non abbassare la guardia nemmeno per un istante. “Infermiere, medico, difendi te stesso”, viene da dire. Non dovrebbe essere così, invece contro l’intolleranza e la prevaricazione sembra che al momento non vi sia una cura efficace.

Redazione:

< è una testata giornalistica di proprietà di Srl

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An)

Chiuso in redazione l’11 maggio 2023

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Alla cerimonia di Dolo ha partecipato il ministro della Giustizia Nordio
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della Riviera del Brenta Questa edizione raggiunge le zone di Mira e Dolo, per un numero complessivo di 13.319 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199

Aree urbane . Dopo un lungo e contestato intervento di recupero Aperto il parco di villa Levi Morenos, polmone verde di Mira

Èstato riaperto a metà aprile il parco di villa Levi Morenos a Mira Taglio, parco che si trova dietro lo storico edificio che ha la sua facciata di ingresso lungo la regionale 11 brentana. I giardini della villa sono già aperti al pubblico da tempo ma il parco storico era invece chiuso. I lavori per la risistemazione del parco sono durati mesi e non sono mancate le polemiche dopo la decisione del Comune di sostituire le piante ammalorate con altre di nuove all’interno dell’area verde. Il cantiere ha previsto il ripristino del lungo vialetto e dei percorsi esistenti che con uno schema a croce che hanno messo in comunicazione la villa con le nuove aperture create su via Gramsci, sulle quali è presente anche il sistema di illumi-

Collocati 75 alberi, una quantità superiore ai 40 che invece si sono dovuti sostituire perché ammalorati

nazione. Al momento dell’inaugurazione erano presenti il sindaco di Mira Marco Dori e l’assessore ai parchi Albino Pesce, l’assessora al sociale Chiara Poppi. “L’intervento di ripristino del parco - spiega l’assessore Pesce - ha visto il collocamento di 75 alberi, una quantità superiore ai 40 che invece si sono dovuti sostituire perché ammalorati, e sui quali non erano mancate polemiche. Ora il parco grazie al fatto che c’è un muretto più basso rispetto a quello originario, è visibile anche dal quartiere di via Gramsci ed è fruibile dai residenti e dai visitatori con un orario di apertura molto ampio. Proprio per questo l’assessore Pesce sottolinea

che anche nei mesi di aprile ed ottobre resterà in vigore l’orario estivo.“L’orario estivo- primaverile di apertura del parco di villa

Levi Morenos - spiega l’assessore Albino Pesce - prevede l’apertura dalle 8 del mattino alle 20 in orario continuato. Un orario che resterà inalterato anche nei mesi di aprile ed ottobre. Ma non solo in questo parco è prevista questa novità, ma anche in tutti quelli che si trovano nel territorio del Comune di Mira”. Il parco è collegato al giardino all’italiana antistante la villa, da un sottoportico che attraversa la struttura architettonica.

“È stato risolto - spiega l’assessore Pesce - anche il problema legato alla presenza all’interno del parco di una colonia felina. I gatti sono stati spostati di poco, senza problemi di alcun tipo. La colonia come previsto dalla legge è stata tutelata”.

“Con la sistemazione del parco di villa Levi Morenos - chiarisce il primo cittadino Marco Dori - di fatto riapriamo alla città uno spazio verde importante, mettendo in comunicazione via Nazionale e via Gramsci”. L’intervento all’interno della villa pubblica però non finisce qui. “Il prossimo intervento in programma - sottolineano l’assessore Pesce e il sindaco Dori – è quello che riguarderà la sistemazione delle statue presenti e il recupero della ghiacciaia della villa. Un intervento sul quale c’è l’avvallo della soprintendenza”.

Resta poi il problema più generale di trovare una soluzione alla destinazione complessiva dell’edificio. E su questo i progetti in discussione sono molti.

Fratelli D’Italia punta sulla sicurezza partecipata

Nelle scorse settimane l’Hotel Isola di Caprera di Mira si è tenuto un incontro, organizzato dal gruppo consigliare di Fratelli d’Italia di Mira, sul tema relativo alla sicurezza partecipata ed sul controllo del vicinato. All’incontro sono intervenuti: il senatore Raffaele Speranzon vice capogruppo vicario al Senato, Lucas Pavanetto consigliere regionale di Fratelli D’ Italia, Enrico Gavagnin consigliere delegato alla sicurezza partecipata di Venezia. Andrea Milan coordinatore del circolo Fdi Mira, Antonio Mendolia capogruppo Fdi a Mira e Rocca Ines di Natale consigliere comunale Fdi Mira. “Nell’incontro abbiamo - spiega il consigliere Mendolia - parlato di sicurezza partecipata ed è stato illustrato un sistema di controllo

del vicinato messo in atto nella città di Venezia che ha cominciato a dare i suoi risultati soprattutto nella riduzione dei furti in appartamento e si spera in futuro possa portare ottimi risultati nella riduzione di altri reati”. L’incontro organizzato a Mira è servito per Mendolia “per apprendere il nuovo sistema e cercare di utilizzarlo in altri Comuni (erano infatti presenti esponenti di Fdi di Dolo, Vigonovo, Pianiga ecc.). ”Il controllo del vicinato rappresenta uno strumento importante - conclude - ed è per il Comune che lo adotta un momento di crescita della coscienza civile, costituzionale e democratica sui temi importanti quali la legalità e la sicurezza partecipata”.

6 www.lapiazzaweb.it Mira
Il parco di villa Levi Morenos aperto al pubblico

Territorio. Accordo fra l’amministrazione comunale e Federconsumatori Venezia

Uno sportello a difesa dei consumatori in municipio

Via libera della giunta comunale all’istituzione di uno sportello consumatori a favore dei cittadini. Il progetto, frutto della collaborazione tra amministrazione e Federconsumatori Venezia, porterà alla gestione di uno sportello per l’informazione e la tutela del consumatore utente all’interno del territorio comunale. L’istituzione dello sportello ha i seguenti obiettivi: indirizzare i cittadini verso scelte più consapevoli inerenti i consumi di beni e servizi; fornire informazioni, documentazione, consulenza e tutela su temi e problemi specifici e generalità; assistere i cittadini nel percorso di accesso alla giustizia; migliorare i rapporti fra operatori economici e consumatori attraverso intese che prevedono la soluzione di contenzioni; promozione ed adesione a campagne di informazione e controllo su ambiente, rifiuti, sicurezza, tariffe e carta dei servizi. Il servizio sarà avviato in forma sperimentale con 3 ore di apertura ogni martedì e potrà poi essere esteso ed ampliato, anche con altre realtà operanti nella difesa dei consumatori.

“L’amministrazione è impegnata nella tu-

tela e nell’informazione dei consumatori e utenti - spiega l’assessora Oriana Gerardi, con delega alle attività produttive e associazioni - riconoscendo agli stessi i diritti fondamentali della tutela della salute, la sicurezza e la qualità dei prodotti e dei servizi, un’adeguata informazione ed una corretta pubblicità, l’esercizio di pratiche commerciali secondo buona fede, correttezza e lealtà, l’educazione al consumo, la correttezza, la trasparenza e l’equità nei rapporti contrattuali, la promozione e lo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori e gli utenti, l’erogazione di servizi

pubblici secondo standard di qualità e di efficienza”. “Con tale spirito - conclude l’assessora - abbiamo ritenuto di accogliere il progetto proposto ed avvalerci della collaborazione di Federconsumatori Venezia per l’apertura nel Comune di Mira di uno sportello per l’informazione e la tutela del consumatore utente, concedendo alla stessa associazione l’uso di un locale in municipio per tre ore ogni martedì mattina per il periodo di un anno. L’auspicio è che questo sia l’inizio di una collaborazione con l’associazionismo per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale”.

Conferenza dei sindaci della Riviera, dal notaio per la personalità giuridica

Con la firma dal notaio si è chiuso ad aprile il percorso di costituzione dell’associazione degli 11 Comuni della Riviera del Brenta che costituisce la Conferenza dei Sindaci. A Mira, sede legale della Conferenza, i sindaci hanno fissato con un ultimo atto la procedura richiesta dalla Regione per ottenere il riconoscimento giuridico . L’associazione

ha un proprio direttivo composto dai sindaci dei Comuni di Campolongo, Stra e Mira, con il Comune di Mira assegnatario della presidenza di turno. “I Comuni hanno completato il percorso amministrativo e giuridico - spiega il sindaco di Mira, Marco Dori - e ora la nostra associazione è pronta anche a ricevere la personalità giuridica. Nel primo anno abbiamo utilizzato i fondi regionali soprattutto per dare concretezza a dei progetti. Fra questi uno studio di fattibilità per il cicloturismo, con percorsi lungo il Naviglio, ma anche verso la laguna, il padovano e il miranese. Una ciclovia di rara bellezza centrale per lo sviluppo del turismo e della mobilità, non solo della Riviera, ma di tutto il Veneto”.

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Mira

Produzioni

tipiche. Tanta partecipazione a Piazza Vecchia e Mira Taglio nelle scorse settimane

Asparago bianco di Giare al top

Grande successo in termini di partecipazione quest’anno alla “33a Festa dell’asparago bianco di Giare“ che si è tenuta nell’arco dei week end di due settimane nei primi 15 giorni a inizio maggio a Piazza Vecchia e a Mira in villa Levi Morenos da mattina a sera, per due giorni. La produzione di asparago di Giare che è una produzione tipica mirese, è in netta ripresa. A spiegare di cosa di tratta sono gli organizzatori dell’evento, che partono da lontano.“Tre anni fa - spiega Vilma Minotto dell’associazione Hilarius- le aziende agricole che producevano asparagi erano rimaste in due ora sono una decina“. Ma non solo. La superficie coltivata è raddoppiata mentre la produzione che era di 1,5 quintali al giorno è quasi triplicata. “La ‘Festa dell’asparago di Giare’- spiegano gli organizzatori - vuole promuovere una comunità e un territorio: Giare-Gambarare, che è ricco di storia, paesaggio e natura, rafforzandone la tradizione”. L’associazione Hilarius crede che la promozione e certificazione del prodotto equivalga ad una valorizzazione dell’intero territorio comunale di Mira”.

“Per questo motivo - aggiunge la Minotto - abbiamo voluto creare due giorni di festa in due siti diversi: domenica a Piazza Vecchia, luogo storico di tradizione e poi a Mira Taglio nei giardini di villa Levi Morenos, con mostre e performances musicali ed artistiche”. Quest’anno era inoltre

disponibile il Parco di villa Levi Morenos, e qui gli organizzatori hanno organizzato anche un picnic di qualità, a partire proprio dalla degustazione dagli asparagi di Giare e con i prodotti del territorio. “Questo evento annuale ha lo scopo - spiega il Comune di Mira - di promuovere il progetto Aspara-giare che fin dal 2017 è stato ideato per raggiungere vari obiettivi come rendere accessibili terreni incolti ed avviare nuove coltivazioni di asparagi in particolare a Giare, inserire nuovi giovani coltivatori, fare rete con i soggetti del territorio interessati all’agricoltura biologica”. Agli eventi hanno partecipato miglia-

ia di persone che hanno affollato per gli stand della festa. “Sono state giornate di festa particolari - conclude Vilma Minotto per l’associazione organizzatrice Hilarius - le prime veramente senza restrizioni da quando è esplosa la pandemia. A visitare la mostra con i tanti stand si sono recate tantissime famiglie con bimbi al seguito”. Insomma attorno all’asparago bianco di Giare cresce l’interesse e c’è grande attenzione. I nuovi produttori spesso sono anche giovani che hanno deciso di investire le loro energie in un lavoro che li soddisfa.

Arrivano i “barber”, barbieri al passo con i tempi

Cambia la professione del barbiere e si affaccia sempre più in Riviera del Brenta quella modernizzata del “barber”: parola dall’inglese che traduce la stessa professione. “Barber” però indica anche un barbiere non più legato ad una vecchia figura dei decenni passati, ma quella solitamente di un professionista del settore giovane e al passo con i tempi. Nel comprensorio della Riviera sono già una quindicina queste figure e una decina i nuovi negozi aperti e a portarli avanti spesso ragazzi under 30. Il resto dell’acconciatura maschile tende ad essere curata spesso da negozi di taglio capelli unisex. A spiegarlo sono Antonella Boldrin capo categoria acconciatori ed estetisti e vicepresidente dell’Associazione Artigiani e Piccola impresa “Città della Riviera del Brenta”, Stefano Lazzari referente nella categoria e Giorgio

Chinellato segretario. “Nel corso del tempo - spiega Lazzari - la figura del barbiere sembrava essere destinata a scomparire, assorbita quasi completamente da saloni unisex in cui si fanno acconciature sia femminili che maschili. Da qualche anno però sta crescendo

fra i giovani l’interesse ad aprire negozi dedicati esclusivamente all’acconciatura maschile”. “Non si tratta - sottolinea - del classico negozio di barbiere che ancora esiste ed è portato avanti per lo più da persone sulla soglia della pensione o che hanno deciso di

continuare anche dopo di quella, ma di ragazzi giovani che puntano ad adeguare il vecchio negozio del barbiere alle tendenze della moda e con prodotti e ritrovati degli ultimi tempi. Certo in ogni paese i vecchi negozi ancora ci sono ma con il passare degli anni questa professione del barbiere ammodernata, prenderà sempre più piede”. Ci sono sempre poi i saloni unisex. “Nel corso del tempo hanno preso sempre più piede questi negozi in cui gli operatori - spiega Antonella Bordin - riescono a soddisfare sia le esigenze maschili che femminili”. Il settore che conta un centinaio di iscritti in Riviera, dopo il covid è in ripresa. “Il settore - spiega l’associazione - è ripartito e i fatturati sono ritornati ai livelli pre covid. Fra le novità che il covid ha introdotto e che è rimasta è quella di lavorare sempre più per appuntamento”.

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Alessandro Abbadir Un momento della manifestazione
Mira Fotografa il QR code e
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In tre anni la superficie coltivata è raddoppiata, mentre la produzione che era di 1,5 quintali al giorno, è quasi triplicata
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Amministrazione. Approvato nelle scorse settimane dal parlamentino cittadino Rendiconto, si “scopre” un tesoretto da 2 milioni di euro

“Un bilancio virtuoso, dove si tagliano i debiti e si conferma la tempestività dei pagamenti alle aziende”. Lo spiega il sindaco di Mira Marco Dori dopo che il consiglio comunale ha approvato nelle scorse settimane il rendiconto di gestione. “Tra i dati più significativi- spiega Dori- c’è il mantenimento e il rafforzamento dei servizi, una nuova riduzione dell’indebitamento dell’ente, sceso ulteriormente di quasi mezzo milione di euro, e la velocità dei pagamenti alle imprese, che vengono erogati entro 2 settimane, in metà tempo rispetto a quanto previsto dalla norma”. Arrivano inoltre altri fondi per il sociale (150 mila euro per progetti socio educativi, lavorativi e per persone fragili) e per l’efficientamento energetico (166mila euro per la scuola Petrarca di Borbiago). Dal bilancio sono disposizione poi anche due milioni di euro da destinare ad investimenti, che andranno ad aggiungersi alle risorse in entrata arrivate con la variazione.”Un risultato significativo - sottolinea l’assessore al bilancio, Riccardo Martin - superiore al dato “fisiologico” degli ultimi anni, ottenuto anche grazie ad un attento lavoro di ricognizione svolto sui residui e attivi e passivi, ma anche al maggior incasso di crediti pregressi rispetto il consueto andamento, frutto anche delle attività di recupero, e a una crescita degli stanziamenti Irpef, avvenuti a fine anno, per oltre 430.000 euro, il che vuol dire un buon segnale di ripresa complessivo rispetto al precedente periodo segnato dalla pandemia. Si confermano indici significativi e virtuosi anche il dato della riduzione dell’indebitamento, sceso di quasi mezzo milione di euro e della tempestività di pagamenti, con il nostro ente che, rispetto ai termini previsti (30 giorni), paga mediamente in 15 giorni i propri fornitori, che sono spesso aziende del territorio, con beneficio quindi per chi lavora e investe”. Dalle opposizioni arrivano però delle critiche. “Ho rilevato - spiega Paolo Lucarda consigliere comunale di Coraggio Italia - una certa incapacità o difficoltà nel formulare questo bilancio, avanzare un tesoretto di oltre 2 milioni di euro non è cosa da poco conto. Si poteva gestire diversamente, visto che si son presi 4 mesi di tempo, bastava fare un preconsultivo cosi’ da poter utilizzarne almeno una parte,

invece sono stati bravi ad aumentare l’Imu, diritti di segreteria e del 40% gli oneri di urbanizzazione”. Anche la consigliera di opposizione Vanna Baldan fa dei rilievi e critiche. “Ora - dice - si tratterà di capire quali saranno le scelte che sindaco e amministrazione comunale saranno in grado di fare per utilizzare al meglio questo tesoretto con lo scopo di programmare lo sviluppo e la crescita della nostra Mira e per venire incontro alle esigenze dei cittadini in termini di

Consegnata la Costituzione a 400 alunni

servizi e futuro sgravio di tasse”. Ma non solo. “Riguardo ai residui attivi (crediti non riscossi e quindi non utilizzabili) che rappresenta una voce molto rilevante e che impatta sui conti del Comune- conclude la Baldan- alla fine del 2022 sono aumentati per 1.428.488 euro rispetto a quelli del rendiconto del 2021, e possono ricondursi principalmente a crediti non riscossi per proventi da Codice della strada e di addizionale Irpef”.

Al Teatro Villa dei Leoni di Mira l’amministrazione comunale ha consegnato la Costituzione a 400 alunne e alunni delle classi V degli istituti comprensivi di Mira e delle scuole paritarie di San Pio X e San Domenico Savio. La Costituzione è stata consegnata dal sindaco Marco Dori e dall’assessore Albino Pesce con delega all’istruzione. Un appuntamento ormai tradizionale, in accordo con le istituzioni scolastiche, che portano avanti con le classi progetti di studio e conoscenza del testo costituzionale. Grazie all’arte teatrale, è stato ricordato agli alunni che la Carta Costituzionale è espressione di

importanti valori civici, perché stabilisce i valori che stanno alla base della nostra vita sociale: il lavoro, lo studio i diritti civili e politici, l’uguaglianza, la libertà. Il sindaco e l’assessore hanno poi augurato a tutti gli alunne e alunni che la Costituzione possa costituire, anche negli anni futuri, non solo un piacevole ricordo di questo momento d’incontro, ma anche e soprattutto uno stimolo a rispettarne i principi e le regole nella vita di tutti i giorni. “Siamo orgogliosi di questo incontrospiega il sindaco Marco Doriperché la Costituzione è un testo meraviglioso, il nostro libretto delle istruzioni, ed è sempre più importante farla conoscere e capirne la storia”.

“È fondamentale far conoscere agli alunni - continua l’assessore all’istruzione Albino Pesce -il valore della nostra Costutizione che è alla base di una comunità giusta e democratica. Gli studenti hanno partecipato con attenzione ed entusiasmo, ricordandoci ancora una volta quanto sia importante il lavoro svolto a scuola dagli insegnanti e da tutta la comunità educante”. Insomma un momento davvero importate sul versante dell’educazione civica che si riperà anche nei prossimi anni.

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Mira
Alessandro Abbadir Il sindaco Marco Dori

Oriago, cantieri delle fognature per mesi in via Malpaga e via Sicilia

Nelle scorse settimane Veritas ha avviato i lavori sulle vie Malpaga e Sicilia nella frazione di Oriago. L’intervento prevede la costruzione della nuova condotta di fognatura nera e la messa in sicurezza della rete idrica, con posa 570 metri di condotte fognarie in via Malpaga (dall’ingresso est del cimitero fino all’incrocio con la Sp 81) e 110 metri in via Sicilia (su tutta la via) per un’estesa complessiva di circa 680 metri di nuove condotte. A completamento delle nuove condotte saranno realizzati i nuovi allacciamenti fognari a servizio di circa 70 immobili. Contestualmente alla costruzione della nuova condotta di fognatura nera si provvederà alla messa in sicurezza delle vecchie condotte idriche in cemento amianto, per un’estesa di circa 355 metri (una parte delle vecchie condotte idriche è stata oggetto di rifacimento circa 10 anni fa all’avvio di nuove urbanizzazioni a nord di via Malpa-

ga). La rete idrica esistente, che sarà oggetto di bonifica con rimozione e smaltimento delle vecchie condotte, sarà rinnovata con la posa di nuove condotte in pvc. In occasione della messa in sicurezza della rete idrica si provvederà anche al rifacimento degli allacciamenti idrici più vetusti. I lavori, che saranno eseguiti da una impresa di Mirano, sotto la

Saranno realizzati i nuovi allacciamenti

fognari a servizio di circa 70 immobili dell’area interessata

supervisione della direzione di Veritas, sono stati avviati a metà del mese di aprile e le attività di scavo con posa condotte e allacciamenti si protrarranno (salvo imprevisti) fino alla fine del mese di ottobre prossimo. “Nella prima fase, al completamento degli scavi - spiega Veritas in

Il centro Andrea Palladio sarà ampliato

Il Comune di Mira ottiene un nuovo finanziamento per migliorare e ampliare il Centro Socio Culturale “Andrea Palladio” di Mira Vecchia. Si tratta di un finanziamento del valore di 200mila euro da bando regionale, che servirà per ampliare la struttura e definirne migliorie per servizi e nuove funzioni. Grazie a questo investimento il centro potrà infatti dar corso anche a nuovi progetti di carattere sociale e culturale. “L’intervento di adeguamento normativo e funzionale si può riassumere come una nuova configurazione degli spazi interni e ampliamento dello spazio polivalente - spiegano gli assessori Albino Pesce (centri anziani), Stefano Lorenzin (lavori pubblici) e Chiara Poppi (politiche sociali). Il nuovo volume in ampliamento avrà un’ampia superficie vetrata che consenti-

una nota - sarà ripristinato il binder (strato di base in asfalto) in corrispondenza delle zone manomesse, su tutte le vie di intervento. A primavera del 2024, dopo l’assestamento degli scavi, si provvederà al ripristino del manto di usura su tutte le sedi stradali manomesse e al rifaci-

mento della segnaletica orizzontale. Per poter eseguire gli interventi, le strade saranno chiuse al traffico, utilizzando le strade di collegamento tra via Malpaga e via Ticino, per le necessarie deviazioni”. “Completati i lavori e concluso il collaudo delle opere - spiega Veritas - gli uffici

di Veritas inoltreranno agli utenti serviti l’invito ad allacciarsi e adeguare quindi i propri scarichi. I privati dovranno quindi eseguire i lavori in proprietà privata per separare le acque piovane (acque bianche) dalle acque di scarico (acque nere) collegando queste ultime agli allacciamenti realizzati da Veritas, mentre le acque piovane saranno scaricate nei fossati o nelle condotte esistenti”. Per eventuali chiarimenti e informazioni sul cantiere gli utenti possono contattare il numero verde di Veritas 800.466466 oppure mandare una mail a info@gruppoveritas.it . Da parte del sindaco di Mira Marco Dori una considerazione. “Un intervento atteso - dice - una buona notizia per il nostro territorio e per il quartiere. Chiudere una strada non è mai cosa semplice, ma in questo caso è a fin di bene per ora non sono stati segnalati particolari disagi”.

rà di godere della vista del giardino esterno. Sarà possibile inoltre usufruire dell’accesso diretto al giardino, che verrà sistemato dal punto di vista del verde e della pavimentazione, sia tramite una gradinata sul fronte che tramite una rampa addossata al nuovo volume. Si prevede infatti di creare un nuovo sistema di ingresso all’edificio, realizzando un pianerottolo comune ed una rampa unica che andrà a raccordare l’ingresso attuale e principale dell’edificio con l’ingresso/uscita al nuovo volume dello spazio polivalente. I lavori avranno una durata di 16 mesi e daranno una risposta concreta alla necessita di ulteriore spazi per poter svolgere i progetti socio sanitari, dando cosi una risposta concreta alla richiesta di nuovi spazi al fine di aumentate l’accesso ai servizi da parte degli utenti”.

12 www.lapiazzaweb.it Mira
Lavori pubblici. Al via ad aprile agli interventi da parte di Veritas
Il centro sociale Palladio Cantiere di posa delle fognature

Sanità. Il progetto presentato dall’Ulss 3 nelle scorse settimane

Un “polo” della cataratta all’ospedale di Dolo

L’ospedale di Dolo può vantare un reparto oculistico di eccellenza che dà ospitalità agli oculisti di tutta l’Ulss 3 Serenissima e questo ha fatto registrare un balzo di 1024 interventi di cataratta in più in un anno, un aumento della “produzione” più ingente ancora di quelli che si sperava di realizzare nell’ottica del “Progetto Cataratta” messo in atto dall’azienda sanitaria col coinvolgimento di tutte le strutture oculistiche. “Come oculisti dell’Ulss 3 Serenissima - ha spiegato il primario dell’oculistica di Dolo, Romeo Altafini - contavamo di incrementare fortemente i 7500 interventi del 2019, e contavamo di farlo sviluppando a Dolo un “polo” dedicato specificatamente alla cataratta. Oggi guardiamo i numeri e vediamo che nel 2022, gli interventi di cataratta effettuati nell’intera azienda sanitaria sono stati addirittura 8529, con una crescita di più di mille interventi in un solo anno. Di questi 8529, ben 1631 interventi sono stati effettuati nelle nostre sale operatorie di Dolo, complessivamente da 12 chirurghi compresi quelli provenienti dalle altre oculistiche, cioè da chirurghi di Mestre, di Venezia, di Chioggia: e così si conferma che creare un “polo” dedicato alla cataratta

nel nostro ospedale è stata un’idea vincente, che sono certo saprà portare ulteriore crescita”. La soddisfazione dell’azienda è stata espressa dal Direttore Generale dell’Ulss3 Edgardo Contato: “costruiamo vere e proprie “reti cliniche”- ha evidenziato Contato - che permettono di concentrare e di ottimizzare il lavoro di specialisti di una determinata disciplina. Questo “polo” dedicato alla cataratta si aggiunge alle reti cliniche dell’oncologia, delle malattie rare, della breast unit, della riabilitazione, e di tante altre già attivate, e sta dimostrando l’efficacia di questo sistema: gli specialisti lavorano insieme, nello stesso luogo appositamente dotato delle migliori strumentazioni, condividono le competenze, aumentano la casistica. E il tutto si concretizza

in un vantaggio per l’utenza, che viene curata prima e al meglio. L’ospedale di Dolo conferma la propria attitudine a proporsi come un nodo agile ed eccellente della rete dei nostri ospedali”. Il primario Emilio Rapizzi, direttore dell’oculistica di Mestre ha aggiunto: “Si è realizzata tra le varie oculistiche una collaborazione fattiva, mai vista nella mia esperienza di medico: abbiamo saputo cogliere tutti come fosse importante costruire insieme la possibilità di operare i pazienti con problemi di cataratta non solo ciascuno nel proprio ospedale, ma anche “in trasferta” in questo polo dedicato, e come fosse importante, poi, utilizzare al massimo questa importante possibilità offertaci dall’azienda sanitaria”.

Gruppo Pensionati Artigiani e Amici, un calendario ricco di appuntamenti

Tanti gli appuntamenti in programma con il Gruppo pensionati Artigiani e Amici della Riviera. Il gruppo che ha come presidente Otello Calzavara e vicepresidente Ferruccio Ferraresso, conta circa un centinaio di iscritti

“Ad aprile - dice il vicepresidente Ferruccio Ferraresso - abbiamo organizzato un incontro nella sala riunioni dell’Associazione Artigiani a Dolo in via Brenta Bassa. A inizio maggio abbiamo in fatto una gita ad Asiago con pranzo a cui hanno aderito decine di persone. La successiva gita è in programma alle grotte di Oliero e a Bassano del Grappa l’11 giugno prossimo. L’11 luglio invece abbiamo programmato una tour a Ferrara per visitare i monumenti caratteristici del centro romagnolo, e poi si farà anche un giro alla caratteristica cittadina di Comacchio” . ”Abbiamo in programma - conclude Ferraresso - un autunno nuove escursioni e appuntamenti informativi per la salute con medici e il tradizionale pranzo natalizio a dicembre”. Info cell. 340 9554933.

13 www.lapiazzaweb.it Dolo
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L’emergenza. La denuncia di diverse aziende dell’area della frazione di Sambruson

Volpi scatenate, danni ad allevamenti e aziende agricole del territorio

Tornano a colpire le volpi.

Dopo gli episodi avvenuti in autunno e a gennaio, ancora segnalazioni di carcasse di animali attaccati e uccisi da questi famelici carnivori. In molti casolari del territorio dolese, sono decine gli animali morti trovati nelle aie delle aziende e nei pollai dagli allevatori che sono stanchi di non riuscire a fronteggiare un pericolo costante. La volpe è un animale che attacca indisturbato mandando in fumo il lavoro di tante aziende. Soprattutto nelle campagne nell’area della frazione di Sambruson, il fenomeno ha assunto livelli preoccupanti ed anche nei cortili di famiglie che non allevano capi (galline, conigli ecc) spesso è capitato di trovare carcasse di animali trasportate nella notte dalle volpi che poi, magari la notte dopo, è tornata per riprendersi l’animale morto. Il titolare di un’azienda agricola di via Carrezzioi si è ritrovato nuovamente a dover far la conta con i capi uccisi dai voraci carnivori e ora chiede aiuto alle autorità perchè intervengano e trovino una soluzione a questo problema che è diventato oramai ingestibile, visto che il numero delle volpi sta crescendo e diventando davvero complicato contrastarne la proliferazione. “Non sono più padrone di casa mia, non sono più libero di lasciare liberi gli animali dentro il mio cortile perché di notte sono

alla mercè delle volpi - sbotta l’allevatore. Bisogna stanarle, altrimenti ci costringono a chiudere tutto, ci dev’essere un seguito, gli amministratori devono trovare delle contromisure, non si può più far finita di niente. Sul più bello che gli animali allevati arrivano ad essere pronti, arrivano le bestie che se li mangiano, non si può più andare avanti così”. Uno sfogo per un’azienda che in una notte ha subito il saccheggio di diversi animali ma che raccoglie altri malumori perché questa è solo una voce ma sono in tanti che sono stati colpiti. Nell’ultimo periodo le volpi hanno continuato a predare piccoli allevamenti, un po’ qua e un po’ là perché ovviamente hanno ne-

Anche nei cortili di famiglie che non allevano galline o altri animali, spesso è capitato di trovare carcasse di animali trasportate nella notte dalle volpi

cessità di nutrirsi. Un saccheggio continuo che preoccupa anche perché è evidente che si stanno riproducendo e che il loro numero cresce e comporta una presenza sempre più massiccia nel territorio con le conseguenze che ormai sono tali da esasperare gli allevatori. Un po’ come sta succedendo per gli orsi in Trentino anche nelle campagne dolesi si sta subendo l’imperversare di animali affamati che colpiscono continuamente e se non si provvederà a porre loro un freno (e questo potrà avvenire solo con un’azione congiunta delle autorità) il problema finirà per diventare davvero un fenomeno fuori controllo.

L’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, donazione per Lorenzo

Come ogni anno, l’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia della sezione di Dolo, ha donato ad una associazione del territorio un importo deliberato dal consiglio di sezione. “Quest’anno, venuti a conoscenza dell’incidente stradale accaduto nel Comune di Dolo alla vigilia di Natale dove, è stato coinvolto un ragazzo dolese di 16 anni e nonostante un immediato intervento chirurgico effettuato all’ospedale, il minore è rimasto paralizzato. Oltre alla nostra vicinanza e solidarietà per Lorenzo - spiega il presidente della sezione Gioacchino Zarbo - che ha riportato nell’incidente stradale gravissime conseguenze e per la sua famiglia che avrà bisogno di un aiuto economico

in previsione delle ingenti spese mediche e ospedaliere da sostenere, quest’anno è stato deliberato di dare in donazio-

ne l’importo di euro 2.500 euro alla famiglia di Lorenzo, nella speranza che questo importo, insieme alle altre somme rac-

colte, possa garantire al ragazzo la possibilità di ritornare a casa con attrezzature adeguate e con un progetto di speranza per il suo futuro”. Il presidente della sezione Anfi di Dolo Gioacchino Zarbo, unitamente ai soci e al consiglio di sezione ha consegnato così l’assegno alla signora Vanessa madre di Lorenzo. La consegna dell’assegno è avvenuta nella sala consiliare del Comune di Dolo alla presenza del comandante provinciale della Guardia di Finanza il generale di brigata Giovanni Salerno, del comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Mirano il capitano Luca Augelli, del sindaco Gianluigi Naletto e di alcuni assessori e consiglieri. (l.p.)

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Carcasse di animali nella campagna dolese Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario

Legalità. Presentata l’iniziativa in municipio a Dolo nelle scorse settimane

Un osservatorio civico per monitorare le risorse del Pnrr

Un Osservatorio Civico per monitorare l’utilizzo delle risorse del Pnrr in Veneto. E’ quanto emerso nel corso di un incontro pubblico che si è svolto nelle scorse settimane in municipio a Dolo che, sulla base di informazioni trasparenti e condivise, ha coinvolto pubblico e privato nelle scelte da compiere. Ciò potrebbe rappresentare una straordinaria opportunità per evitare il consolidamento di meccanismi corruttivi o cartelli collusivi nella gestione delle risorse. Grazie alla spinta di diversi soggetti del mondo accademico, sindacale e associativo, sta nascendo, infatti, un “Osservatorio Civico” sull’utilizzo delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Veneto che, come il sindaco Gianluigi Naletto ha evidenziato, “rappresentano una grande opportunità per la nostra regione”. “Quasi 15 milioni di euro da mettere a terra del Pnrr, tra cui un investimento che sta dentro al Piano Urbano Integrato “Più’ Sprint” della Città Metropolitana di Venezia. È importante - ha aggiunto il primo cittadino dolese - una attività di “osservazione civica” per monitorare l’utilizzo dei fondi e l’impatto dei progetti sulla comunità secondo alcuni fattori: l’impatto di genere, ambientale (rispetto del principio di non arrecare danno significativo all’ambiente Dnsh) e il rispetto della legalità delle aziende che prenderanno appalti e subappalti contro il rischio di infiltrazioni criminali. Ente locali, soggetti del credito e della finanza, soggetti della conoscenza, della rappresentanza e del terzo settore devono saper stare insieme per una attività di informazione, formazione al “saper rendere conto” e a far partecipare la comunità locale all’intera filiera progettuale e realizzativa del Pnrr. Il buon amministrare si declina attraverso il rispetto del diritto e della legalità secondo due prerequisiti del bene comune come la trasparenza e il conflitto d’interessi. E qui si dischiude la dimensione etica delle istituzioni, secondo il principio della responsabilità sociale”. La discussione ed il dibattito che ne è conseguito è stato particolarmente interessante ed allo stesso, introdotti dall’assessore all’Ambiente e alla legalità Giorgia Maschera, hanno partecipato il giornalista Gianni Belloni, direttore del Centro di

Progetto “Carriera Alias”, la scuola Musatti tira dritto

Documentazione e Inchiesta sulla criminalità organizzata in Veneto, Daniela Callegaro, responsabile culturale dell’area nord-est di Banca Etica, Silvana Fanelli della Cgil Veneto, Laura Fregolent del comitato scientifico Cidv dello Iuav di Venezia, Stefania Beis, segreteria dell’associazione Libera Veneto e Nicoletta Parisi dell’Università di Catania, già membro del Consiglio dell’Anac e coordinatrice di Libenter.

Due esponenti di Fratelli d’Italia Anita Menegatto e Andrea Barbini hanno inviato una lettera ad un liceo veneziano che aveva accettato che alcuni alunni cambiassero generalità ipotizzando nei confronti della dirigente che poteva essere perseguibile per i reati di falso ideologico e sostituzione di persona. A Dolo esiste una situazione analoga come riferisce il dirigente dell’istituto Musatti Enrico Santini che a riguardo precisa. “A parte che - dice - non ho ricevuto la comunicazione in questione, posso comunque rispondere che c’è un regolamento interno approvato da tempo nel

nostro istituto ed è quello al quale è doveroso attenerci. Anche perché é stato discusso ed approvato all’unanimità sia in collegio dei docenti che dal consiglio d’istituto e non intendiamo tornare indietro”. Sulla polemica sorta per l’invio ad alcuni istituti superiori della lettera dagli esponenti di Fratelli d’Italia per interrompere il cosiddetto progetto “Carriera Alias” il dirigente non intende entrare nel merito e aggiunge : “nell’istituto ci sono due situazioni in essere. Nel primo caso si sta seguendo la procedura che è in fase avanza, nel secondo caso vi è una richiesta che si sta portando avanti”. Il dirigente non teme di essere perseguibile per i reati di falso ideologico e sostituzione di persona. “Ribadisco che c’è un regolamento approvato - taglia corto il dirigente Santini - ed a quello intendiamo attenerci. E’ giusto sia così, rappresenta la volontà espressa all’unanimità dall’istituto e non vedo perché non dovremmo farlo”. Per quanto riguarda, il liceo Galileo Galilei, ad oggi non ci sono casi in essere come il dirigente Luigi Carretta precisa. “Sinora non ho avuto richieste di adesione al progetto di cambio di genere e l’argomento non è mai stato affrontato in Consiglio d’Istituto”. (l.p.)

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Dolo
Un momento dell’incontro

Sociale.

Porta Amica, centinaia di aiuti ai poveri del paese

L’istituto comprensivo intitolato a Tina Anselmi

C’

è un luogo a Dolo che raccoglie la generosità e tanta solidarietà ma che testimonia anche di una situazione crescente di povertà e indigenza. La sede della “Conferenza San Vincenzo De Paoli” di via Dauli è un punto di continuo transito di tante persone che vivono in stato di difficoltà sociale e che trovano nella struttura di Porta Amica aiuto e sostegno. Una povertà che ha varie cause, aggravata dall’epidemia di Covid e dalla guerra fra Russia e Ucraina, ma non solo. Situazioni di disagio sociale che investono nuclei famigliari e portano sempre più persone a richiedere sostegno trovando risposte dal lodevole impegno dei volontari dell’associazione ed in primis della presidentessa Gloria Righetto e dal tesoriere Patrizio Mazzetto. Distribuzione di generi alimentari, supporto al pagamento di bollette, consegna di buoni spesa e distribuzione di indumenti e di oggetti per la casa sono gli aiuti offerti, frutto della collaborazione tra amministrazione comunale e la parrocchia dolese dove pervengono le segnalazioni di richiesta d’aiuto da parte di famiglie bisognose che vengono, comunque, verificate con i servizi sociali del Comune. L’aiuto a queste famiglie avviene grazie a due raccolte annuali di alimenti in chiesa, a cui si aggiungono le offerte della cassetta posta all’ingresso del Duomo e la generosità di qualche benefattore anonimo. I numeri evidenziano l’impegno e l’attività profusa che nel 2022 ha permesso di sostenere le persone indigenti con circa 15.000 euro di aiuti attraverso la distribuzione di 225 borse ed indumenti e casalinghi a 45 famiglie, di cui 13 italiane, 2 comunitarie e 30 extracomunitarie.

939 le borse di prima necessità distribuite a 63 famiglie, 28 italiane, 3 comunitarie e 32 extracomunitarie. 203 i buoni spesa consegnati a 30 famiglie, di cui 9 italiane e 21 extracomunitarie, 43 i contributi alle bollette dati a 19 famiglie per complessivi 5.891,42 euro e distribuiti anche 147 sacchetti di pane a 40 famiglie. Il tutto grazie ad entrate derivanti da 1.505 euro frutto di collette, 7.293 euro di raccolte varie e 4.881euro di sostegni dalla parrocchia, a cui si sono aggiunti cinquanta buoni spesa da 50 euro e venti da 10 euro. Ma non solo, perché sono stati raccolti anche 6020 chilogrammi di alimenti. Ol-

tre al sostegno anonimo, va sottolineata la grande generosità di un supermercato con sede anche a Dolo, un negozio, di panetteria dolese ed un emporio solidale miranese ma anche alcune iniziative di parrocchiani e volontari che, in aggiunta, settimanalmente si sono presenti tutti i mercoledì dalle 9,30 alle 11,30 nella sede di Porta Amica per la distribuzione e la raccolta dei vari generi offerti.

L’istituto comprensivo di Dolo è stato intitolato a Tina Anselmi con una cerimonia svoltasi a fine aprile. Precedentemente era intitolato a padre Reginaldo Giuliani religioso e fervente sostenitore del fascismo. Tina Anselmi è stata una delle figure più significative della storia democratica del nostro Paese. Staffetta partigiana a soli 16 anni nella natia Castelfranco Veneto dov’era venuta alla luce il 25 marzo del 1927 e dove si è spenta il 1° novembre del 2016, è stata maestra delle scuole elementari, sindacalista e attivista per le pari opportunità, prima donna ministro della

Repubblica dopo 846 uomini. Fu nominata il 29 luglio 1976 ministra del lavoro e della previdenza sociale nel governo Andreotti III, protagonista della nascita del Servizio Sanitario Nazionale, presidente della Commissione d’inchiesta sulla P2, candidata al Quirinale. La scelta di intitolare l’istituto alla ministra trevigiana è stata spiegata dal dirigente dell’Istituto Luca Michielon. “Tina Anselmiha detto - è oggi più che mai un esempio di partecipazione alla vita politica e sociale, in maniera reale e concreta. Personalità di grande spessore, ottimo modello di impegno civico a favore soprattutto delle categorie più fragili, costituisce un esempio per ispirare i nostri ragazzi e studenti ad una vita spesa a servizio della politica per il bene comune, dove tutti possano crescere nei più alti valori quali la libertà, la democrazia e la dignità dell’uomo e della donna e abbiano accesso ai diritti fondamentali quali la salute, il lavoro giusto ed equo, l’accesso all’istruzione, a prescindere dal genere”. Alla cerimonia erano presenti anche Rita Caberlin, autrice de “La Primavera delle ragazze”, Mauro Pitteri, autore di due saggi sull’Anselmi, Anna Maria Giannuzzi Miraglia, presidente della Rsa Riviera del Brenta di Dolo, il tenente Rinaldo Astolfi, il parroco don Francesco Mascotto e le sorelle Anselmi, Gianna e Maria Teresa. (l.p.)

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I numeri del servizio illustrati dai responsabili del servizio in via Dauli
Dolo
La sede del progetto Porta Amica

Turismo. Firmato dai Comuni di Venezia e Chioggia, le capitanerie e le compagnie di navigazione

Venice Blue flag, l’accordo per una crocieristica sostenibile e rispettosa della Laguna

Ridurre l’impatto di emissioni inquinanti delle navi da crociera, con la volontà di proseguire lungo la strada della sostenibilità e della tutela ambientale. È questo, in sintesi, il contenuto dell’Accordo Venice Blue Flag 2023 che è stato firmato lo scorso 21 aprile a Ca’ Farsetti, frutto della collaborazione tra i Comuni di Venezia e Chioggia, le rispettive Capitanerie, le compagnie di navigazione, ben 33, e gli agenti marittimi.

Se la crocieristica rappresenta un’attività fondamentale per il turismo e l’economia, tuttavia non si può non considerare il delicato ecosistema della Laguna, con la fragilità delle sue città. La tecnologia rappresenta un sempre più efficace supporto ma è necessario anche “educare” i passeggeri al rispetto degli spazi e dei monumenti. E’ nel complesso ciò che si propone di fare l’Accordo.

“Si tratta di una sottoscrizione volontaria – ha esordito l’assessore all’Ambiente del Comune di Venezia, Massimiliano De Martin –non di un obbligo di legge e quindi siamo onorati di rinnovare questo accordo per la salvaguardia del territorio. A differenza che in passato, quando si faceva riferimento solo ad un periodo di alcuni mesi legati alla stagione turistica, da alcuni anni la durata del patto che firmiamo è annuale. E nell’arco di questo anno, oltre alle attuali 33 compagnie di navigazione firmatarie, altre potranno aderire. La politica ambientale, che ruota

attorno alla crocieristica e all’attività portuale, deve essere fatta su larga scala. Infine, credo che definire con il Governo, in tempi rapidi, il futuro dei Porti di Venezia e Chioggia sia strategico dal punto di vista economico, infrastrutturale e della tutela ambientale”.

Oltre all’assessore De Martin, che ha fatto gli onori di casa, erano presenti il sindaco di Chioggia, Mauro Armelao, l’assessore all’Ambiente del Comune di Chioggia, Serena De Perini, il comandante della Capitaneria di Porto di Venezia, Piero Pellizzari, il comandante della Capitaneria di Porto di Chioggia, Dario Riccobene, il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico settentrionalePorti di Venezia e Chioggia, Fulvio Lino Di Blasio, il presidente di Venezia Terminal Passeggeri, Fabrizio Spagna, gli agenti delle compagnie crocieristiche.

Anche il presidente dell’Autorità di Sistema portuale Di Blasio si è soffermato sull’importanza della collaborazione tra enti. “L’accordo Blue Flag – ha ribadito – estende il perimetro dell’intesa al porto di Chioggia dove, ormai da un anno, stiamo valorizzando una

Grazie anche al supporto della tecnologia si vuole proseguire sulla strada della tutela ambientale, insieme a quella del lavoro e dello sviluppo economico

nicchia importante del traffico crocieristico che si concentra sul segmento lusso. Gli obiettivi del Blue Flag sono coerenti con la politica dell’Autorità e della struttura commissariale che intende dare soluzione ai flussi crocieristici sulla base delle indicazioni governative, ma che si pone anche l’obiettivo di strutturare una nuova modalità di fruizione turistica della laguna, più attenta alle esigenze locali e focalizzata sul valore aggiunto delle destinazioni gestite, dove le forze produttive del territorio e le istituzioni culturali saranno sempre più coinvolte per creare nuovo valore e occupazione di qualità”.

L’accordo, dallo scorso anno, assume maggiore rilievo in un contesto modificato dalle limitazioni al traffico crocieristico nel Bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca, introdotte dal DecretoLegge 20 luglio 2021, n. 103, che ha portato Venezia a dover costruire un nuovo modello di crocieristica che deve contemperare le esigenze di sostenibilità ambientale e salvaguardia della laguna proprio con quelle di tutela del lavoro e dello sviluppo economico.

Una nuova sensibilità per un turismo sostenibile

Una sensibilità verso la sostenibilità dell’attività crocieristica è necessaria.

“Così come è fondamentale tutelare e promuovere gli importanti aspetti ricettivi ed economici legati al crocierismo, - ha insistito il sindaco di Chioggia Mauro Armelao - altrettanto importante è proteggere l’ambiente. Quello che circonda Chioggia, come tutta la laguna veneta, è un ecosistema delicato, basti pensare alle nostre Tegnue, la cosiddetta barriera corallina che si trova sui fondali antistanti Chioggia. L’adozione di buone pratiche, come questo accordo, rende possibile un turismo sostenibile,

rispettoso dell’ambiente, del territorio e della tipicità. Il mio grazie va, oltre al Comune di Venezia, ancora una volta all’Autorità portuale, che ha creduto nel sogno di portare le crociere a Chioggia e, con noi, in un turismo integrato nel territorio, non impattante e leva economica a servizio della collettività”.

Tra le novità, l’accordo quest’anno prevede che le compagnie di navigazione si impegnino a forni-

re ai croceristi in visita alle Città di Venezia e Chioggia, qualora previsto nei pacchetti di viaggio, prodotti e/o materiali plastic free al fine di ridurre la dispersione della plastica.

“Un tassello importante sulla strada di una maggior consapevole tutela ambientale delle acque della laguna – hanno commentato i comandanti delle Capitanerie di Porto di Venezia, Pellizzari, e di Chioggia, Riccobene – poiché l’accordo attesta la rinnovata volontà degli operatori della crocieristica e degli enti firmatari di proseguire sulla strada della sostenibilità e della tutela ambientale”.

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Teatro.

La stagione 2022-2023 si conclude con grande soddisfazione per i risultati raggiunti

Mira, Villa dei Leoni “fa centro”

Il Teatro Villa dei Leoni di Mira ha da poco concluso l’edizione 2022-2023 della rassegna serale “Mira il Teatro fa centro” – progetto culturale promosso e organizzato dal Comune di Mira con Arteven Circuito Multidisciplinare Regionale e con la collaborazione de La Piccionaia, ed è tempo di bilanci. Dati alla mano, si riscontra un significativo aumento del pubblico abbonato che sfiora il 40% rispetto all’anno precedente (212 spettatori nel 2022-2023 rispetto a 154 nel 2021-2022) e si segnala che ben 4 spettacoli su 8 in programma hanno registrato il tutto esaurito. “Un indicatore rilevante – spiegano gli organizzatori - che dimostra la bontà della proposta artistica di questa rassegna è relativo alla media degli spettatori presenti ad ogni spettacolo. In un teatro che ospita 300 posti a sedere, per ogni appuntamento le poltrone occupate erano mediamente 281”. Da novembre a marzo sono stati otto gli appuntamenti di teatro

Il progetto culturale promosso e organizzato dal Comune di Mira con il circuito regionale Arteven ottiene un buon successo, con un aumento del pubblico abbonato che sfiora il 40%

contemporaneo in cartellone, con titoli che spaziavano dalla prosa, alla danza, alla narrazione. Si sono conclusi anche gli appuntamenti del progetto teatrale tutto dedicato alle giovani generazioni de La Piccionaia, promosso dal Comune di Mira, in collaborazione con Regione del Veneto e Ministero della Cultura. La rassegna “Famiglie a Teatro” con 4 appuntamenti la domenica pomeriggio dedicati ai bambini - e le loro famiglie - dai 3 agli 11 anni, si sono sviluppati da dicembre 2022 a marzo 2023,

registrando 857 presenze totali, con una media di 214 persone a spettacolo.

Praticamente raddoppiate le presenze medie rispetto alla stagione precedente che ancora vedeva

una capienza ridotta per la pandemia, ma risultato superiore di almeno un 20% anche se confrontato con le ultime stagioni pre-Covid.

Risultati estremamente positi-

Il libro. “Giorgio Foresto – Avventure a colori di un poeta fuggiasco”

Nasce in provincia di Milano nel 1927. A vent’anni vengono pubblicati i suoi primi disegni a fumetti; lavora nella capitale lombarda, ma anche a Londra negli anni ?60. La vita in famiglia è problematica, la moglie muore. Poi si allontana da Milano nel ’70 perché voleva andare in Vietnam per vedere la guerra che illustrava per le copertine de la “Domenica del Corriere”, lontano da tutto e da tutti. In realtà andrà a Livigno, ma successivamente giunge vagabondando a Pellestrina e in quell’isola della laguna veneta “lunga dieci e larga tre” si costruisce un atelier sull’acqua, una palafitta che chiama “Il mondo della Luna”.

Il libro a cura di Giovanni Scarpa “Giorgio Foresto - Avventure a colori di un pittore fuggiasco” (Edizioni NPE 2022) racconta le vicende di Giorgio De Gaspari, noto illustratore, che vive come un barbone dormendo nella

barca di un pescatore di Pellestrina, ma che col pennello o la matita riesce a realizzare opere visionarie che suscitano interesse e ammirazione.

“Giorgio Foresto” per qualche tempo si allontana dalla laguna, va in India, a Singapore, in Nuova Zelanda, in Australia… una vita strampalata e anticonvenzionale, ma poi a Pellestrina ritorna sempre e continua a produrre dipinti e disegni che finiscono nelle case dell’isola, ma anche in giro per il mondo. La vita di Giorgio De GaspariGiorgio Foresto si conclude a 85 anni nel 2012.

Nel volume illustrato - frutto delle lunghe e appassionanti ricerche di Giovanni Scarpa, docente della scuola media “Paolo VI” di Sottomarina - oltre agli approfondimenti biografici sono presenti alcune opere di Giorgio Foresto, “straniero” di Pellestrina. (e.f.)

vi anche per la rassegna Teatro Scuola, dedicata agli alunni delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di Mira e della provincia di Venezia. Rispetto al programma iniziale di 20 spettacoli, sono state aggiunte anche due repliche per la richiesta da parte delle scuole.

Un anno scolastico, questo 20222023, che volge al termine e che è stato segnato dal ritorno alla normalità anche nelle uscite al Teatro Villa dei Leoni. La rassegna si è conclusa 18 aprile con “Vulcania”, spettacolo di Catalyst sulla Costituzione e si sono registrate 5.933 presenze con un tasso di occupazione medio del 90%. Un risultato che conferma ancora una volta l’importanza del teatro per i ragazzi nei percorsi formativi delle scuole, con un bacino d’utenza per il 65% mirese e per il resto provinciale. Praticamente tutti gli istituti scolastici e i plessi del Comune di Mira hanno partecipato al Teatro Scuola e alcune sezioni anche più di una volta durante l’anno.

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La copertina del libro di Giorgio Foresto L’apertura del Teatro di Villa dei Leoni

Tennis. Importante accordo nelle scorse settimane in Riviera del Brenta con Banca Prealpi

Tennis Club Dolo, tutto pronto per il “Progetto Giovani”

Nelle scorse settimane nella sede del Tennis Club Dolo, si è tenuta la presentazione del “Progetto Giovani”, nato dalla sinergia tra l’associazione sportiva dolese e Banca Prealpi SanBiagio, l’istituto di credito cooperativo con sede a Tarzo (Treviso). All’evento, che ha preceduto l’assemblea di bilancio 2023 e l’elezione del nuovo direttivo dell’Asd Tennis Club Dolo, hanno preso parte il sindaco di Dolo Gianluigi Naletto, l’assessore allo Sport Cristina Nardo, il presidente del Tennis Club Dolo, Mario Pigato, assieme alla vice presidente Micaela Barbuni e al membro del consiglio direttivo Stefano Borgo, il consigliere e maestro nazionale Andrea Spolaore oltre a una rappresentanza dei ragazzi e delle ragazze iscritte. Presente in rappresentanza di Banca Prealpi SanBiagio, Luca De Luca, vice presidente vicario, Renato Antonio Segatto, consigliere di amministrazione, e Ines Mazzetto, direttrice della filiale di Dolo. Strutturato lungo un percorso triennale, il progetto punta ad ampliare ulteriormente l’ offerta e il bacino di iscritti del Tennis Club, che oggi conta 8 squadre giovanili e un totale di oltre 110 giovani atleti, di cui oltre 80 frequentanti la scuola tennis e circa una trentina impegnati a livello agonistico. La struttura tecnica vede invece un maestro nazionale, tre istruttori, due preparatori

atletici e uno psicologo, supportati da un’alimentarista e da un massaggiatore esterni. In particolare, l’associazione potrà potenziare diverse attività, tra cui i corsi annuali, tramite l’acquisto di nuovo materiale tecnico, le competizioni giovanili, i corsi preparatori e l’ormai tradizionale “Summer Camp”, il cui avvio è previsto a giugno per cinque settimane. La partnership prevede, inoltre, la creazione di 10 borse di studio per premiare gli atleti con il miglior rendimento in campo e in classe, coniugando quindi l’impegno sportivo con quello scolastico. Mario Pigato, presidente del Tennis Club Dolo, ha commentato: “la genesi del progetto è stata molto breve, ha avuto inizio con un primo contributo al torneo giovanile nel 2022 al quale hanno fatto seguito alcune ipotesi di collaborazione

Calcio, promossi il Campocroce e lo Stra

Doppia promozione dal campionato di Seconda categoria a quello di Prima per le squadre di Riviera e miranese. Sono giunti al termine i campionati di calcio dilettantistico e due squadre sorridono per aver ottenuto la promozione diretta nella serie superiore, si tratta dello Stra Riviera del Brenta e del Campocroce di Mirano. La formazione rivierasca dello Stra è stata promossa senza giocare. Infatti, a causa di un numero dispari di squadre nel suo girone, ha riposato nell’ultima giornata mentre la Camponogarese, che era seconda a soli due punti, giocava l’ultima gara di campionato sul campo del Ponte San Nicolò e vincendo l’avrebbe scavalcata in classifica ma, invece, ha perso è così lo Stra ha ottenuto la pro-

mozione riposando. Grande soddisfazione per l’allenatore Agostini che ha diretto un insieme di ragazzi che strada facendo hanno saputo amalgamarsi e creare un gruppo unito e capace di primeggiare. Gioia anche per il presidente Alberto Menegazzo che dirige la società dal 2019 e che ha saputo ridare entusiasmo ad un ambiente che tornerà a calcare i campi di Prima categoria dopo 16 anni. Nel miranese si festeggia anche a Campocroce. Il team allenato da Federico Michelato ha condotto una stagione di testa e sembrava avviarsi ad una promozione tranquilla sino a poche giornata dal termine. Ma quando era pronto a

più ampia formulate in un incontro nello scorso novembre con i vertici della banca. L’obiettivo è la crescita di giovani individui attraverso la pratica di uno sport”.“Quale istituto - dice Luca De Luca, vice presidente vicario di Banca Prealpi SanBiagio - che da sempre punta alla crescita dei territori in cui opera, anche nelle aree di più recente insediamento, vogliamo supportare la missione educativa di realtà esemplari, come il Tennis Club Dolo”. L’Asd Tennis Club Dolo è attiva dal 1979 e gestisce un complesso di cinque campi in terra rossa, di cui due a copertura fissa tutto l’anno, situato all’interno di una vera e propria cittadella dello sport dotata di una notevole varietà di impianti, tra cui una piscina comunale, un campo di rugby, un palasport e una pista di pattinaggio.

L’Asd Tennis Club Dolo è attiva dal 1979 e gestisce un complesso di cinque campi in terra rossa, di cui due a copertura fissa tutto l’anno. È situato all’interno di una vera e propria cittadella dello sport

festeggiare ha prima perso lo scontro diretto con i secondi, lo Sporting ScorzèPeseggia, poi pareggiato una gara vedendo scendere ad una solo punto il vantaggio sui rivali, punto difeso strenuamente sino all’ultima giornata. Grande gioia per il presidente Rossetto, e per i poco meno di duemila residenti nella frazione miranese che ora sperano che l’esperienza in Prima duri più delle tre precedenti volte quando la squadra retrocedette subito. (l.p.)

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Un momento della presentazione del progetto
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Calcio. Le preoccupazioni del presidente del Calcio Dolo Moreno Volpe alla luce delle recenti novità

Riforma del lavoro sportivo, è allarme nel settore dilettantistico

Il mondo dello sport dilettantistico è preoccupato e s’interroga su quali potranno essere gli effetti che porterà l’applicazione del nuovo decreto del Consiglio dei Ministri con cui sono state approvate le modifiche, relativo all’attuazione della riforma del rapporto di lavoro sportivo. Le novità sono incisive e riguardano non solo i profili previdenziali, ma anche fiscali del rapporto di lavoro sportivo. Ma cosa cambierà? Sono state stabilite tre diverse fasce di compensi. Fino a 5.000 euro, lo sportivo dilettante potrà beneficiare dell’esenzione totale sia dagli obblighi contributivi, sia ai fini fiscali. Per i compensi superiori a 5.000 euro e fino a 15.000 euro, sarà dovuto solo il pagamento dei contributi, ma non l’Irpef. Gli atleti potranno fruire della detassazione completa dei compensi, non più entro il massimale di 10.000 euro an-

nui, ma entro il maggior limite di 15.000 euro, però, scatterà l’obbligo di copertura previdenziale. Superata la nuova soglia sarà dovuta sia l’Irpef e dovranno essere versati anche i relativi contributi previdenziali. E’ un provvedimento che il presidente del calcio Dolo, Moreno Volpe giudica preoccupante. “Alcuni colleghi

“Si devono pagare i contributi. Un aggravio: non solo i giocatori, ma anche i tecnici e i collaboratori”

presidenti - lancia l’ allarme Volpe - per protesta si sono dimessi. Anch’io ci ho pensato ma per ora preferisco solo sperare che la commissione sorta in Federazione possa modificare questa nuova disposizione che dovreb-

be entrare in vigore dal prossimo primo luglio e che è unita anche allo svincolo di tutti i giocatori, non più dai 25 anni in su”. Volpe spiega cosa lo preoccupa di più. “Premetto - continua - che il tetto dei 5.000 euro ai compensi dei

Salzano, pesca inclusiva: momento di sport e aggregazione

La pesca come momento inclusivo per chi soffre di disabilità. Con questo spirito si è svolta una giornata di “pesca inclusiva” che ha coinvolto, oltre al Comune di Salzano anche quelli di Scorzè e Zero Branco nel lago San Rocco di Scandolara. Un’occasione di inclusione ed amicizia, di socialità ed aggregazione. È stato proprio questo lo spirito della “Giornata di pesca inclusiva” che ha goduto della collaborazione di Opes Italia (Organizzazione per l’educazione allo sport) e del gruppo di pesca sportiva Piranha Asd e che a questa prima edizione ha coinvolto oltre 35 persone diversamente abili, di età differenti. Queste associazioni, supportate da un gruppo di volontari che fanno parte di più realtà associative del territorio e dalla supervisione di due pescatori del Comitato Italiano Paralimpico, si sono cimentate nella pratica della

pesca sportiva, con l’assistenza dei volontari e in piena sicurezza, in un contesto naturale di grande pregio. I sindaci di Zero Branco Luca Durighetto, di Salzano Luciano Betteto e di Scorzè Nais Marcon, sottolineano: “come rappresentanti delle amministrazioni locali siamo impegnati a promuovere lo sport non solo come sana pratica sportiva, ma anche come veicolo di inclusione, in quando ricopre un ruolo centrale per il benessere psicofisico delle persone con disabilità, più e meno gravi. Organizzare una giornata di questo tipo, frutto del gioco di squadra tra tre Comuni e della collaborazione con molte associazioni del territorio, risponde a questa sensibilità”. All’evento hanno presenziato anche il consigliere comunale Andrea Favaretto, di Salzano e gli assessori allo sport Michela Muffato e al sociale Chiara D’Angelo. (l.p.)

giocatori dilettantistici lo trovo giusto per il contenimento dei costi che sono diventati elevati. Ma quello che mi preoccupa è il fatto che se si supera questa soglia si debbano pagare i contributi. Un aggravio non indifferente

perché non si tratta solo di pagare i giocatori ma anche i tecnici, i collaboratori, tutte le figure che gravitano nel mondo del calcio. Siamo dilettanti e non possiamo anche pagare dei commercialisti per poter continuare a funzionare”. Ma non solo. “Nella nostra società vi operano circa 300 atleti a cui si aggiungono una cinquantina di collaboratori, per lo più volontari. Abbiamo tutte le squadre giovanili che sono classificate nei primi cinque posti dei loro gironi. Ma se non dovesse esserci più il vincolo, rischiamo di perdere ogni anno decine di ragazzi e questo ridimensiona il nostro impegno a farli crescere con la speranza che un giorno arrivino alla prima squadra. Sarebbe la fine dei settori giovanili perché più nessuno avrebbe interesse ad investire, un duro colpo per il movimento calcistico in genere”.

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Una partita di calcio dilettanti nel veneziano

#Regione

Due miliardi per l’aeroporto Marco Polo

Un investimento di 2 miliardi di euro con l’obiettivo di arrivare a 20 milioni di passeggeri al 2037. Sono i dati del Masterplan 2023–2037 dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, terzo gateway intercontinentale nazionale. Un piano che si fonda su quattro valori: concretezza, responsabilità, sostenibilità, fare rete, come sottolineato dal presidente del gruppo Save Enrico Marchi, che ha presentato il progetto in Regione Veneto, affiancato dal presidente Luca Zaia.

Sotto i riflettori lo strumento di programmazione degli interventi di sviluppo che interesseranno l’aeroporto nei prossimi anni, basato sulle previsioni dei progressivi incrementi del traffico. In particolare, le proiezioni di traffico al 2037 sono di 20,8 milioni di passeggeri, un dato che rende necessari gli interventi previsti, senza i quali lo scalo raggiungerebbe il livello di saturazione di 12,5 milioni di passeggeri già nel 2026. Quanto ai costi, l’85% dell’impegno economico totale è di competenza di SAVE, il restante 15% potrebbe essere a carico di imprese terze private. Dei 2 miliardi complessivi, 380 milioni andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale.

I dettagli dell’intervento

Nessuna seconda pista: il Masterplan2037 conferma lo schema con singola pista di volo. È comunque prevista l’estensione della pista di rullaggio esistente “affinché abbia lunghezza pari alla pista secondaria, con gli obiettivi di aumentare la capacità del sistema, migliorare l’operatività, collegare la nuova area destinata ai vettori courier prevista a nord-est del sedime aeroportuale” fa sapere Save: “La pista secondaria è usata come via di rullaggio (taxiway) e solo in caso di chiusura della pista principale come pista di volo”. Previsti due nuovi interventi di ampliamento laterale al terminal esistente, sia a nord (area Schengen) che a sud (area extra-Schen-

Marchi e Zaia illustrano i dettagli dell’intervento: un quinto delle risorse andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale

gen) per un totale di circa 100.000 mq, che si aggiungeranno agli attuali 90.000 mq. “Gli ampliamenti del terminal e in generale tutti i nuovi edifici previsti nel Piano saranno realizzati secondo i più alti standard adottati a livello internazionale, che promuovono un approccio orientato alla sostenibilità a partire dal progetto e dalla scelta dell’ubicazione delle infrastrutture, e comprendono il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito” specifica Save.

Attenzione all’ambiente

E proprio sul fronte della sostenibilità ambientale sono diversi gli interventi, secondo macro filoni. Il primo, la transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare entro il 2030 le emissioni nette di CO2 prodotte dall’attività dell’aeroporto e dismettere ogni utilizzo di combustibili di origine fossile. Secondo, l’obiettivo principale di ridurre al minimo il consumo di acqua potabile, utilizzando le acque del nuovo depuratore inaugurato lo scorso marzo e le acque meteoriche. Terzo, economia

circolare e gestione dei rifiuti. Infine, lo sviluppo dell’aeroporto in armonia con il contesto ambientale e il territorio circostante è una priorità. Tra i principali interventi in quest’ambito, vi sono la riqualificazione ambientale di aree come quelle a ridosso del fiume Dese, lo sviluppo di progetti che favoriscono la biodiversità, il costante monitoraggio e il ripristino dell’assetto morfologico di zone barenali. E ancora, la mobilità di accesso all’aeroporto cambierà radicalmente nei prossimi anni a favore di una drastica riduzione di emissioni di CO2, in particolare con la realizzazione del collegamento con il sistema ferroviario e la creazione di un nuovo polo di intermodalità dedicato agli autobus e ad altri sistemi di trasporto pubblico. È previsto, poi, lo sviluppo della nuova mobilità aerea avanzata, che prevede l’utilizzo di droni a propulsione elettrica per il trasporto di merci e persone, e che necessita di una rete di vertiporti, alla quale Save sta da tempo lavorando.

I commenti

“Siamo nel quadrante più vitale d’Europa: il Veneto nel 2022 ha

raggiunto 65,9 milioni di presenze turistiche, - ha sottolineato Zaia - 1 8 milioni di arrivi, una terra fatta di 4mila strutture alberghiere e una straordinaria rete di ospitalità diffusa. Ma il Veneto è anche la Regione capace, sempre nel 2022, di crescere a livello economico di oltre il 4% di PIL rispetto all’anno precedente. Questo strumento di programmazione e sviluppo di un’infrastruttura fondamentale come l’aeroporto, non può che essere davvero un altro, fondamentale, asset di questo territorio. L’interconnessione fra Venezia, il Veneto ed il mondo deve poter crescere, per gestire –grazie a SAVE – l’importante incremento dei flussi turistici che hanno quasi del tutto raggiunto i livelli del pre-pandemia”.

“Il nuovo Masterplan – ha aggiungo Marchi - conferma il nostro impegno per lo sviluppo del Marco Polo, infrastruttura centrale per la mobilità, l’occupazione e l’economia della regione e dell’intero Paese. In untempo in costante trasformazione il Piano, nella sua modularità, disegna il futuro del terzo scalo intercontinentale nazionale con la concretezza

e la responsabilità proprie del nostro Gruppo, che ha saputo riunire in un unico sistema gli aeroporti del Nord Est, dimostrando l’efficacia di una gestione in rete, determinante anche nel far fronte alla crisi che ha duramente colpito l’intero settore aeroportuale”. “Puntiamo ai massimi livelli di sostenibilità e innovazione,-ha concluso Monica Scarpa, amministratore delegato di Save - integrando soluzioni ambientali e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica con contenuti sociali e occupazionali. Le attività di ampliamento della rete di voli e il parallelo adeguamento delle infrastrutture, sono accompagnati da una progressiva modifica delle modalità di apporto energetico allo scalo, basate su fonti rinnovabili e autoproduzione di idrogeno, in un’ottica di economia circolare applicata in particolare al riutilizzo dell’acqua e alla gestione dei rifiuti. In questo quadro di sostenibilità ambientale, si inseriscono i progetti di collegamento con il sistema ferroviario e la nuova mobilità aerea avanzata con l’utilizzo di droni per il trasporto di merci e persone”.

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IL MASTERPLAN. Lo scalo veneziano punta a diventare il terzo in Italia
“Entro il 2037 venti milioni di passeggeri”
Luca Zaia con il presidente del gruppo Save, Enrico Marchi Monica Scarpa, amministratore delegato del gruppo Save

L’EVENTO. All’Arsenale di Venezia dal 31 maggio al 4 giugno nei 55mila mq di bacini

Salone Nautico nel segno della vela e dell’elettrico

Venezia capitale della navigazione con cinque giorni dedicati alla passione per la navigazione, tra yacht e superyacht, première italiane e mondiali, prove in acqua, convegni, esposizioni e regate. Torna all’Arsenale di Venezia, dal 31 maggio al 4 giugno, la quarta edizione del Salone Nautico Venezia, che rientra ormai a pieno titolo nel palinsesto dei maggiori eventi della città. Un punto di riferimento per l’Adriatico e tutta la lunga rotta che da Venezia porta a Istanbul lungo il Mediterraneo Orientale.

V enezia torna dunque ad essere protagonista della grande nautica con la quarta edizione del Salone Nautico, che abiterà gli spazi dello storico Arsenale, cuore ancora pulsante della marineria della Serenissima. Un’edizione, questa, concentrata in un numero inferiore di giorni rispetto al passato, in linea con i saloni nazionali e internazionali più importanti, e i cui numeri confermano la vocazione della città verso il mare. Un’edizione, inoltre, che vede un consistente incremento della presenza della vela e dell’elettrico. Il Salone è organizzato da Vela Spa per conto del Comune di Venezia e grazie alla collaborazione della Marina Militare Italiana.

L ’Arsenale è composto da bacini acquei di 55.000 mq, all’interno dei quali saranno installati oltre 1.100 metri lineari di pontili, e 30.000 mq di spazi espositivi esterni. Le grandi tese, che in passato hanno accolto la costruzione delle Galere, accoglieranno il meglio del design e dell’arredo nautico e la cantieristica artigianale veneziana per un totale di 5.000 metri quadrati. In totale, saranno più di 220 gli espositori che porteranno a Venezia 300 imbarcazioni, di cui 250 in acqua per una lunghezza totale di 2,7 chilometri.

H anno confermato la loro pre-

senza i grandi gruppi leader della costruzione navale nazionale e internazionale. Tornano Ferretti Group, Azimut Benetti, Sanlorenzo, Sunseeker, Beneteau, Absolute, FIM, Pardo, Sirena e Arcadia. Espongono per la prima volta a Venezia i cantieri Invictus, Fountaine Pajot 67 a motore, Nautor Swan

shadow, Solaris Power, Prestige e Sensesyacht. Significativa la tendenza, spiegano gli esperti, che si registra del ritorno della barca a vela, confermando un fenomeno che dopo il Covid vede un aumento dell’interesse verso l’acquisto di barche a vela, in un rapporto di eco sostenibili-

tà con il mare. Tra le presenze riconfermate compaiono i cantieri Beneteau, Lagoon, Dufour, More, Jeaneau e Pegasus e Italia Yacht, mentre arrivano per la prima volta all’Arsenale Elan, Bavaria, Solaris, Neo Yacht, Nautor Swan con Nautor Swan 65 – l’ammiraglia a vela del Salone – Kufner e HallbergRassy dalla Svezia. Grande crescita si evidenzia anche nel settore dell’elettrico. Un trend che risponde alla richiesta di avere barche sempre più evolute sia dal punto di vista della loro impronta ambientale, che deve essere sempre più ridotta con l’utilizzo di materiali ecosostenibili, sia da quello del maggiore comfort. Da qui la richiesta di spazi più ampi, senza in ogni caso rinunciare al lusso. All’Arsenale tornano X Shore, Candela, Green Line 40, Alfastreet Marine, Fap (Falegnameria Artigianale Pesce) e Rand Boats. Tra le novità, invece Free Power, Green Dream Boats, Amperetta e Sea Bubble.

S empre sul filone della sostenibilità, che vede Venezia in prima

linea anche per la sua candidatura a Capitale mondiale, al Salone Nautico Venezia saranno esposte anche le ultime novità nel campo della propulsione verso un futuro più ecologico. E ancora, torna la terza edizione della E-regatta con la scenografica parata sul Canale Grande e con le prove competitive all’interno del bacino dell’Arsenale e presso l’Idroscalo di Venezia. Come sempre trova spazio nel Salone la cantieristica tradizionale veneziana, con le barche che ogni giorno servono alla città per vivere, costruite nei cantieri della laguna con il loro profumo di tradizione ma anche di tecnologia.

I cinque giorni di manifestazione saranno anche l’occasione per dare spazio all’intrattenimento con regate e trofei, con programma molto ricco tra cui spiccano manifestazioni motonautiche come l’arrivo della Pavia Venezia, oltre a molte occasioni di relax per le famiglie e i bambini con attività, punti di ristorazione, voga e vela e riscoperta dei luoghi dell’Arsenale. Molti i convegni in programma, il cui focus sarà l’innovazione, i servizi, la formazione e la sostenibilità; appuntamenti che permetteranno il confronto degli addetti ai lavori sulle tante tematiche che coinvolgono un settore in costante crescita.

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Sui pontili e a terra troveranno posto 300 imbarcazioni di oltre 220 espositori
Nel segno della sostenibilità le propulsioni e gli allestimenti orientati verso un futuro più ecologico

Il viaggio della memoria. L’esperienza dei ragazzi della Riviera del Brenta

“Promemoria Auschwitz”, per non dimenticare

“Son o estremamente pessimista e penso che tra qualche anno, dopo la morte dell’ultimo di noi, la storia della Shoah tra negazionismi e oblii, non ci sarà più: sarà prima ridotta ad un capitolo, poi una riga nei libri di storia e poi non ci sarà più.”

Quelle pronunciate poco tempo fa dalla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, sono parole dure, sconsolate, di chi per tutta la vita ha cercato di mantenere viva la memoria di uno dei punti più neri della storia del Novecento europeo e che oggi vede le sue fatiche messe a rischio.

Un vero e proprio grido di allarme che pone all’attenzione di tutti la necessità di essere parte di una memoria attiva nel passato e utile per costruire il futuro. È anche col peso di queste parole, che risuonano come un monito forte e un patto tra generazioni, che questa primavera trenta ragazze e ragazzi dei comuni della Riviera del Brenta hanno affrontato “Promemoria_Auschwitz”, il viaggio della Memoria che dal Veneto li ha portati a Cracovia e ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau. Un progetto fortemente voluto dagli amministratori dei comu-

ni di Dolo, Camponogara, Stra, Mira e Vigonovo che ha visto coinvolti partecipanti tra i 18 e i 25 anni. Giovani che hanno seguito una formazione specifica nel corso dell’inverno per poi partire alla volta della Polonia. Accompagnati dall’associazione di Promozione sociale Deina si sono riuniti ad altri 450 giovani provenienti da Trentino Alto Adige e Tirolo austriaco in un viaggio che li ha portati dentro la storia del Novecento. Quattro giorni intensi: si è iniziato con la visita alla città di Cracovia, il museo della fabbrica di Oskar Schindler, l’antico quartiere ebraico della città e i resti del ghetto costruito dai nazisti. Si è proseguito con la visita al campo di concentramento di Auschwitz e al campo di sterminio di Birkenau, giornata emozionante, densa e faticosa. Infine, in assemblea plenaria, tutti e cinquecento i partecipanti provenienti dalle diverse regioni

si sono confrontati sull’esperienza vissuta e su che cosa significhi, oggi, addentrarsi in una delle più grandi tragedie dell’umanità. Ed è proprio in questo momento, tra la fatica del viaggio, la difficoltà di dover provare a fare sintesi di tutto quello che si è assorbito, e anche un certo smarrimento e timore nel provare a raccontare in pubblico ciò che si prova, è in quel momento, palpabile, che si percepisce l’emozione della nascita di una comunità viaggiante, fatta di centinaia di teste, occhi, opinioni e punti di vista che si sommano per costruire una nuova consapevolezza, quella della responsabilità collettiva.

Le ragazze e i ragazzi che hanno preso parte al viaggio della Memoria della Riviera del Brenta sanno di non essersi recati in quei luoghi di dolore solo per fare della semplice, anche se sicuramente utile, memoria del

passato. I trenta partecipanti della Riviera, insieme alle altre migliaia che ogni anno da tutta Europa si recano in Polonia, non hanno solo visto quanto accaduto, ma lo hanno conosciuto, e da questa conoscenza dell’orrore deriva l’impossibilità di lasciare questo orrore all’oblio. Andare ad Auschwitz così, insieme, come comunità, significa prendersi carico di quel passato ed esserne responsabili non solo per preservarne il ricordo, ma anche per impedire che esso ritorni oggi sotto nuove, terribili forme.

La voglia di raccontare e le tante belle azioni di restituzione alle comunità che i partecipanti stanno ora organizzando, sono il modo migliore per rispondere alla chiamata della memoria attiva e necessaria. Non si tratta solo di trenta importanti esperienze, ma di trenta possibilità che intere comunità, in questo caso quelle della Riviera del Brenta, si sono date per poter avere al proprio interno gli anticorpi necessari a combattere il revisionismo e l’indifferenza.

La responsabilità della conoscenza è alla base di quel patto generazionale sulla memoria che ancora oggi è più che mai neces-

sario per rispondere ai timori di chi, come la senatrice Segre, conosce la necessità di combattere l’indifferenza per aver vissuto in prima persona i rischi che l’indifferenza crea.

Chi, come gli accompagnatori di questo viaggio di memoria, ha visto le reazioni dei partecipanti, ha raccolto il loro pensiero e accolto le loro paure, sa che questo tipo di progetti sono la miglior risposta ai giusti timori di chi, avendo conosciuto la brutalità dello sterminio, non vuole che l’oblio possa portare l’umanità a commettere gli stessi tragici errori.

I trenta ragazzi e ragazze della Riviera, insieme ai tanti altri che come loro hanno scelto di caricarsi della responsabilità di conoscere, stanno rispondendo con forza all’appello per non lasciar cadere nel dimenticatoio questa pagina di storia. Fino a quando qualcuno avrà voglia di conoscere e ricordare quanto accaduto, ci sarà la possibilità di ricordare a tutti cosa significa essere umani.

Fino a quando ci sarà chi vorrà conoscere per viaggiare, quella pagina di storia non sarà dimenticata.

Francesco Filippi

Classe ‘81, trentino, Storico della mentalità, formatore, organizza viaggi di memoria nei luoghi simbolo della storia europea. Autore di saggi e manuali sul rapporto tra passato e presente

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Quattro giorni tra Cracovia e i campi di concentramento, l’esperienza e le emozioni dei giovani di fronte ad una delle più grandi tragedie dell’umanità

Innovazione. A Montegrotto Terme la nuova struttura profonda 30 metri

Dopo dieci anni Y-40 The Deep Joy raddoppia

Nasce PHI 12 Spazio Sommerso

Record tutto padovano per la piscina più profonda del mondo

Èun Guinness World Record tutto padovano quello che ha portato la Y-40, realizzata nel 2013 all’Hotel Millepini di Montegrotto Terme, a essere dichiarata la piscina più profonda del mondo. Ora, esattamente dieci anni dopo, un nuovo progetto dell’architetto Emanuele Boaretto ambisce ad affiancarsi, letteralmente, alla Y-40 ampliandone le potenzialità. Si tratta della PHI 1 2, un cilindro dal diametro di 12 metri e profondo 30 metri, riempito usando acqua termale a 32/34°C. Aperto al cielo, sarà in grado di accogliere speciali attrezzature di grandi dimensioni calate dall’alto, ma anche esercitazioni e simulazioni uniche nel loro genere. In particolare, il nuovo spazio acquatico termale sarà dedicato alla ricerca scientifica, medico-subacquea e aerospaziale, la formazione di forze specializzate

in ricerca e recupero, le produzioni cinematografiche.

“Un’architettura subacquea che darà molteplici opportunità e diverrà nuova attrazione turistica. La naturale evoluzione di Y-40 in un’opera aperta in grado di ispirare. Uno spazio sommerso aperto all’imprevedibile, al nuovo, all’inatteso” dichiara l’architetto Emanuele Boaretto. Lo spazio acquatico di PHI 1 2 sarà infatti raddoppiato dando maggiore risalto ad alcune delle applicazioni per le quali si è dimostrato Y-40 nei primi dieci anni.

Per quanto riguarda il nome di battesimo della nuova struttura, si legge Fi dodici e si scrive Ф12 e deriva dalla lettera dell’alfabeto greco. In matematica è il simbolo della sezione aurea e l’iniziale del nome greco dello scultore e architetto Fidia, ma in architettura indica anche il dia-

metro, in questo caso del cilindro di 12 metri.

PHI 12 sarà inoltre un’opera sostenibile che eviterà l’immissione in atmosfera di oltre mille tonnellate di CO2. Questo sarà possibile perché la struttura non impiegherà acqua da bere, ma riutilizzerà sola acqua calda di origine profonda ipertermale salsobromoiodica, con un ciclo di filtrazione che consentirà un utilizzo efficiente. “L’impiego della risorsa termale, oltre a non sprecare acqua potabile, eviterà anche di dover riscaldare l’intera struttura. Dalla piscina al bar caffetteria, dallo shop agli uffici, tutti

gli ambienti saranno mantenuti in temperatura grazie alla geotermia, evitando ogni anno una produzione di oltre 1.000 tonnellate di CO2 rispetto ad un comune riscaldamento a gas per questi volumi” spiega l’architetto.

L’opera, all’interno del parco dell’Hotel Terme Millepini come Y-40, sarà aperta anche ai visitatori che potranno scoprire la piscina fino al fondo, grazie ad un ascensore subacqueo panoramico trasparente che ne consentirà la visita scendendo assieme ad apneisti e sub alla base del cilindro profondo, dove vivere in diretta il momento del touch

down delle persone in immersione. “Grazie alla vetrata subacquea che lo circonda interamente alla profondità di 5 metri, sarà consentito girare intorno a tutto il cilindro per assistere a spettacoli di animazione e danza interpretati in acqua, come spettatori di un vero teatro subacqueo. Sarà, così, anche un grosso attrattore di flussi turistici come già è stata Y-40 in questi primi dieci anni di vita” sottolinea l’architetto Boaretto.

La struttura dovrebbe essere pronta in circa due anni. Insomma, parte il countdown per un’altra struttura da record nel nostro territorio.

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Da sinistra Umberto Pelizzari, campione mondiale di apnea e l’architetto Emanuele Boaretto, ideatore e progettista di Y-40 e Phi 12. A fianco, l’immagine del progetto Phi 12

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Aspiag Service Despar: in Veneto un anno di sviluppo e impegno sociale

Ècontinuato anche nel 2022 l’impegno di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, per consolidare la propria presenza in Veneto, puntando sulla valorizzazione dei prodotti e dei produttori locali e sostenendo iniziative a sfondo sociale per continuare ad essere ogni giorno parte attiva delle comunità in cui l’azienda si inserisce.

Guardando allo sviluppo del business in Veneto, nel 2022 Aspiag Service Despar ha realizzato un fatturato al pubblico complessivo di oltre 918 milioni di euro, sia per gli esercizi diretti che affiliati e, grazie ai 30 milioni di euro di investimenti, ha proseguito nel suo progetto di sviluppo e potenziamento della rete vendita che conta oggi 161 negozi attivi in regione, di cui 89 diretti e 72 affiliati. Uno sviluppo che ha portato anche ad un allargamento della “famiglia Despar” con 192 nuove assunzioni, che fanno salire a 3.921 il numero dei collaboratori in regione. Anche per il passato esercizio ha avuto una particolare rilevanza la valorizzazione dei prodotti locali e delle filiere corte attraverso il progetto “Sapori del Territorio” che raccoglie in Veneto oltre 3.700 referenze a scaffale, provenienti da più di 700 produttori locali e che, ormai

da molti anni, testimonia concretamente la vicinanza e il sostegno di Despar alla cultura enogastronomica e alla produzione agroalimentare di qualità presenti in regione. Un’ulteriore declinazione sul territorio di questa strategia che mira alla piena sinergia con i produttori locali è il protocollo regionale di promozione delle tipicità territoriale “The Land of Venice”, attivo in Veneto da oltre tre anni, che contrassegna nei punti vendita dell’abete delle sette province del nostro territorio tutti i diversi prodotti certificati e caratterizzati dalla presenza di specifiche denominazioni geografiche.

Accanto a ciò, Aspiag Service Despar ha continuato a essere motore di crescita per il territorio: una scelta che si è concretizzata nel 2022 in moltissime iniziative a sfondo sociale che Despar ha promosso per resti-

Nel 2022 Aspiag Service Despar ha proseguito nel progetto di sviluppo e potenziamento territoriale della rete vendita in Veneto e incrementato il numero degli esercizi commerciali di altri 5 punti vendita, di cui quattro localizzati nelle province di Venezia e uno nella provincia di Vicenza. L’azienda ha inoltre proseguito nel processo di riammodernamento dei propri negozi con le ristrutturazioni di un punto vendita diretto Eurospar a Verona e di un punto vendita affiliato a Padova. Particolarmente significativa nel corso del 2022 è stata poi l’apertura del punto vendita Despar di Ponte del Teatro, un nuovo negozio nel cuore di Venezia a servizio di residenti e turisti che rappresenta la volontà di offrire un servizio di prossimità e si inserisce perfettamente nella strategia di sviluppo della rete vendita in un’ottica green. La sostenibilità è infatti uno dei driver strategici di sviluppo per Aspiag Service Despar che anche per il 2022 ha continuato il

tuire alla collettività parte di quanto ricevuto. Sono state così supportate molte società sportive, iniziative e realtà culturali del Veneto, impiegando direttamente una buona parte degli oltre 223 mila euro complessivamente investiti nel 2022 per lo sviluppo dei progetti a ricaduta sociale in regione. Anche il mondo del volontariato e dell’associazionismo è stato coinvolto in progetti specifici di raccolta fondi, come nel caso della vendita delle originali shopper biodegradabili con la grafica realizzata dalla Cooperativa Down Dadi, o di sensibilizzazione sociale come per la promozione della campagna di prevenzione di truffe e raggiri a danno dei cittadini effettuata assieme alla Polizia di Stato in tutto il territorio regionale. Tra le iniziative sociali più significative del 2022 va ricordata inoltre l’annuale campa-

percorso di allineamento del proprio modello di business e delle proprie performance ai sette obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che l’azienda ha scelto come linee guida per il proprio sviluppo in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale. Tutte le nuove aperture e le ristrutturazioni sono infatti progettate in una prospettiva green, attraverso soluzioni che permettono un’attenzione verso la riduzione delle emissioni di CO2 e il controllo dei consumi energetici. A ciò si aggiunge l’attenzione che l’azienda pone alle modalità di sviluppo della propria rete vendita che si concretizza nella scelta di prediligere per le nuove aperture una strategia di recupero e riqualificazione di edifici storici e di aree urbane dismesse con l’obiettivo di restituire alle comunità zone inaccessibili, evitare il consumo di suolo, valorizzare edifici ed elementi architettonici di pregio e innescare un circolo virtuoso attraverso la collaborazione con aziende del territorio.

gna de “Il mondo ha bisogno delle donne”, attività charity che ormai da diversi anni rappresenta un’occasione per lanciare un forte messaggio di solidarietà sostenendo progetti e associazioni impegnate nell’ambito della promozione dei diritti e del benessere delle donne, oltre che di lotta alla violenza di genere. Nel solo Veneto grazie a questa raccolta fondi sono stati raccolti quasi 60 mila euro, che sono stati destinati ai programmi di ricerca e cura dell’Endometriosi e alla collegata campagna di prevenzione negli istituti scolastici regionali.

Inoltre, anche nel 2022 è proseguito l’impegno di Despar per la lotta allo spreco alimentare che ha permesso di recuperare in Veneto più di 550 tonnellate di cibo invenduto, distribuito attraverso una rete territoriale di solidarietà di oltre 800 Onlus, che hanno consentito la preparazione di quasi 1,2 milioni di pasti destinati ai più bisognosi. Un impegno che, oltre alle importanti ricadute in ambito sociale, ha permesso anche di fare bene all’ambiente, permettendo un risparmio totale di oltre 2.025.431 kg di Co2 equivalente e oltre 1.198.016 m3 di acqua (che corrispondono rispettivamente ad oltre 15 mila viaggi in auto da Milano e Napoli e 374 piscine olimpioniche!).

IL PUNTO

di Giovanni Taliana

Restiamo sempre al fianco del territorio

Nonostante un contesto macroeconomico difficile e sfidante per tutto il settore della GDO come quello passato, tra inflazione, rincari energetici e rialzo dei prezzi, anche nel 2022 Aspiag Service Despar ha continuato nel suo percorso di crescita in Veneto, diventando sempre di più un punto di riferimento importante per le persone e le comunità dei territori in cui siamo presenti. L’espansione del business e gli investimenti per lo sviluppo e il consolidamento della rete vendita ci hanno permesso di rafforzare il nostro ruolo nel settore della grande distribuzione in Veneto, impegnandoci a mantenere i prezzi di vendita accessibili per i nostri clienti e favorendo l’aumento dell’occupazione.

Il nostro gruppo lavora in filiera e questo è un vantaggio per gestire al meglio aumenti importanti di prezzo e favorire economie di scala che consentono di calmierare il costo del prodotto, lavorando a stretto contatto con i fornitori locali e con i diversi paesi che, come noi, fanno parte del gruppo internazionale SPAR Austria. In un contesto di incertezza come quello vissuto, filiera ed economie di scala sono state dunque le parole chiave per fronteggiare il caro-prezzi e continuare a sostenere le famiglie mitigando l’effetto del caro-vita, in linea con il nostro impegno al fianco delle persone e delle comunità che ci ospitano. Anche per il futuro, vogliamo continuare nell’impegno verso i territori in cui siamo presenti, continuando il nostro percorso di sviluppo all’insegna della qualità, prossimità, competenza, partecipazione e inclusione: valori da sempre condivisi da tutta la grande famiglia Despar e che ogni giorno ci permettono di essere un riferimento per le comunità in cui il nostro abete ha messo le sue radici.

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Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto
BILANCIO. Nel corso del 2022 sono stati supportati numerosi progetti culturali e sportivi sul territorio regionale
La rete vendita in Veneto cresce all’insegna della sostenibilità
Il nuovo punto vendita Eurospar di Jesolo

Le buone pratiche per vivere in salute

Salute

I quattro cardini del benessere

Attività fisica, sana alimentazione, riposo e meditazione sono il “segreto” per stare bene con sé stessi

V ivere in modo sano e stare bene con sé stessi, un obiettivo sulla carta condiviso da tutti ma non sempre, complice uno stile di vita frenetico, preso nella giusta considerazione all’interno della routine quotidiana.

Eppure, è estremamente importante una buona “salute per tutti”, tanto da dedicare una Giornata mondiale su questo tema - lo scorso 7 aprile è stata la 75esima - per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare sulle buone pratiche che aiutano a vivere meglio.

Come? Praticando attività fisica, con un’alimentazione sana e bilanciata, non trascurando il riposo e ritagliandosi uno spazio di tempo per un po’ di meditazione.

Il benessere come priorità è un traguardo che si raggiunge innanzitutto praticando una corretta attività fisica. La costanza, infatti, comporta molteplici benefici non solo a livello fisico ma anche mentale. L’attività fisica, infatti, non aiuta solo a mantenerci in forma, a tenere sotto controllo il peso corporeo e a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e circolatorie, ma produce benefici effetti anche a livello psicologico.

L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce attività fisica “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”.

“Per attività fisica, s’intende – sono le indicazioni dell’Ulss 6 Euganea - tutto il movimento che viene svolto durante la giornata (gli spostamenti a piedi o in bicicletta, le attività svolte nel tempo libero al lavoro, lo sport, le faccende domestiche il giardinaggio). La cosa migliore però è praticare attività fisica moderata e vigorosa”.

Prosegue alla pag. seguente

MAGGIO 2023 on-line: /category/salute/

Salute

Giovani e salute

La campagna di prevenzione dell’Ulss 5 Polesana

“Non

la vita!”, i danni causati dall’abuso di alcol

Sempre più ragazzi consumano alcolici e si ubriacano per stordirsi con il “binge drinking”

I quattro cardini del benessere

Un altro fattore importante è il tempo in una settimana dedicato all’attività fisica.

“Evidenze scientifiche - si legge dalla pagina Facebook dell’azienda sanitaria padovanadimostrano che praticare attività fisica moderata e vigorosa per almeno due ore e mezza alla settimana produce effetti benefici sulla riduzione del rischio di sviluppare il tumore mammario, cervico-uterino e del colon retto. L’effetto benefico dell’attività fisica dipende dall’innesco di meccanismi biologici come l’aumento della sensibilità dei tessuti all’insulina che riduce il livello di glucosio, l’attivazione del metabolismo dei grassi, la riduzione dei livelli di ormoni sessuali, la stimolazione del sistema immunitario, la riduzione del marker dell’infiammazione”.

Non meno importante è il beneficio sulla sfera psicofisica: migliore percezione di sé e delle proprie capacità, stimolo alla socializzazione e alla condivisione.

Si c hiama “binge drinking” la pratica assai diffusa tra i giovani di “tracannare” alcolici fino a stordirsi. Un tema su cui l’Ulss 5 Polesana invita a riflettere in occasione del mese di aprile, dedicato alla prevenzione alcologica.

Il consumo di alcol, infatti, è purtroppo sempre più diffuso tra i giovani. Ma spesso si ignorano le conseguenze negative dei ricorrenti episodi di ubriachezza e relative al consumo di alcolici in età giovanile.

Bere e ubriacarsi fin dall’adolescenza danneggia le cellule di molti organi, tra cui fegato e sistema nervoso centrale: in particolare, tra i 1 2 e i 25 anni il cervello subisce danni irreversibili per l’incapacità di metabolizzare l’alcol. Inoltre, è un fattore di rischio alla guida: in Italia sono

circa 6000 gli incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani tra i 1 5 ed i 24 anni. In più, predispone a comportamenti violenti e autolesionisti, è associato al rischio di gravidanze non desiderate e di malattie a trasmissione sessuale. Infine, porta a disturbi dell’apprendimento, incidendo sul rendimento scolastico.

Nel lungo termine, poi, favorisce l’insorgere di varie malattie croniche come cancro, diabete, malattie cardiovascolari e disturbi psichici, senza contare il fatto che rende più inclini a sviluppare una dipendenza da alcol in età adulta.

La corretta informazione sugli effetti provocati dal consumo di alcolici per i più giovani, ma anche per gli adulti, rappresenta dunque la prima forma di prevenzione.

Per stare bene è altrettanto importante un’alimentazione equilibrata, sana e bilanciata. “L’organismo ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente e rendere possibili i processi fisiologici. Alcuni nutrienti infatti sono essenziali per provvedere alla richiesta di energia, per alimentare il ricambio cellulare, altri invece hanno funzioni protettive” sono le indicazioni del Ministero della Salute che in dieci punti elenca le buone abitudini per mangiare sano. 1) É consigliato seguire un’alimentazione varia ed equilibrata sia sul piano qualitativo che quantitativo. 2) Non va mai trascurata la prima colazione che fornisce una buona energia per affrontare gli impegni della giornata. 3) L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, al giorno dalle quali trarre le quantità di vitamine necessarie di cui il nostro corpo ha bisogno. 4) É buona abitudine bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, anche senza aspettare di avere sete. 5) É importante cucinare con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori. 6) Bisogna sempre fare attenzione alle modalità di preparazione degli alimenti e non eccedere nei condimenti. 7) Limitare il consumo del sale e preferire quello iodato. Non consumare troppi dolci e bevande zuccherate. Aumentare in casa la scelta di frutta e verdura limitando la disponibilità di alimenti e snack troppo calorici. 8) Limitare il consumo di bevande alcoliche, evitandolo in gravidanza. 9) Coinvolgere i bambini nella preparazione dei diversi alimenti giocando con i colori e le differenti consistenze, impareranno a conoscerli. 10) Leggere l’etichetta prima di acquistare un alimento per conoscere cosa contiene e per essere informato sul contenuto di energia e nutrienti.

Un ulteriore elemento a cui bisogna prestare attenzione è la qualità del nostro sonno. Gli esperti consigliano di dormire dalle 7 alle 9 ore a notte; dormire bene è importante per essere vigili e attivi durante la giornata, ma è anche essenziale per il corretto funzionamento della memoria e delle cellule del corpo.

La meditazione è il quarto pilastro del vivere in salute. Di recente è cresciuto l’interesse e la sensibilità verso questo tema.

La meditazione è una pratica che consente di concentrarsi su un unico pensiero, allontanando qualsiasi forma di negatività che può derivare dall’ambiente esterno. Gli ormoni rilasciati durante la meditazione consentono di essere più rilassati, aiutano a controllare gli stati d’ansia e a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi.

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In Italia sono circa 6000 gli incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani tra i 15 ed i 24 anni

Atrofia muscolare. I risultati aprono nuovi orizzonti terapeutici e diagnostici

Individuato un nuovo gene che regola l’integrità del muscolo scheletrico

Pe rdita di massa muscolare con conseguente insorgenza di uno stato di debolezza e affaticamento, se non addirittura, in caso di determinate patologie, di minore risposta alle terapie. È il processo noto col nome di atrofia muscolare, indotto dall’invecchiamento ma anche da particolari condizioni quali l’immobilizzazione, la malnutrizione, le infezioni, i tumori, il diabete e l’obesità, le patologie epatiche, cardiache, renali e polmonari. La perdita di forza è una condizione che impatta fortemente sulla qualità della vita delle persone. I meccanismi molecolari che inducono l’atrofia muscolare non sono ancora completamente definiti e, ad oggi, non esistono terapie per prevenirla o contrastarla.

Tuttavia, è stato di recente individuato un gene che regola l’integrità del muscolo scheletrico grazie allo studio del gruppo di ricerca guidato dal professor Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e Professore Ordinario in Patologia Clinica e Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.

Uno degli scopi del laboratorio del Prof.

Sandri è di studiare i “geni oscuri” - sconosciuti tra quelli che codificano le proteine: dei 20.000 geni conosciuti, più di 5.000 sono inesplorati, i cosiddetti dark genes - e capirne la loro funzione all’interno del muscolo scheletrico.

I risultati della ricerca, contenuti all’interno dello studio coordinato da Anais Franco Romero e Jean Philipe Leduc-Gaudet (primi

Lo studio del gruppo di ricerca guidato da Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e Professore dell’Università di Padova, è stato pubblicato sulla rivista “Nature Communications”

fatti portare a una diminuzione della massa muscolare, mentre al contrario un blocco di questo processo potrebbe portare ad un accumulo di organelli e di proteine danneggiate che impediscono una normale contrazione muscolare.

Nello specifico, i ricercatori hanno visto come l’inibizione acuta di questo nuovo gene abbia un ruolo protettivo in caso di tumore, immobilizzazione e assenza di nutrimenti.

in cui i ricercatori hanno trovato una riduzione di espressione di questo nuovo gene. “La scoperta di nuovi geni che controllano la qualità dei nostri muscoli apre nuovi orizzonti non solo terapeutici, con la possibilità di sviluppare nuovi farmaci che preservino la forza, ma anche diagnostici” ha sottolineato Marco Sandri.

co-autori dello studio) hanno portato all’identificazione di un nuovo gene - chiamato MYTHO (Macroautophagy and YouTH Optimizer) – importante per l’integrità del muscolo scheletrico e in particolare del processo di degradazione delle proteine e degli organelli. Questo processo cellulare deve funzionare correttamente e in modo bilanciato: un eccesso di degradazione proteica potrebbe in-

Tuttavia, poiché la funzione di questo gene è critica per la pulizia della cellula, non si può ridurre la sua funzione per periodi prolungati perché si causa un accumulo di materiale non degradato, risultando in una degenerazione cellulare e diminuzione della forza muscolare. Quest’ultima situazione sembra verificarsi in una malattia muscolare genetica chiamata Distrofia muscolare di tipo 1 (DM1),

“Grazie alla conoscenza di questi geni e del loro funzionamento saremo in grado di identificare nuove cure per tutti i pazienti che hanno malattie ereditarie, di cui non si conosce il gene mutato”.

Lo studio, sostenuto in Italia da Fondazione Cariparo e in Francia dalla Fondazione AFM Telethon è stato condotto in stretta collaborazione con un team di ricercatori della prestigiosa McGill University di Montreal, diretto da Gilles Gouspillou e Sabah NA Hussain.

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Ulss 3 Serenissima. All’Ospedale dell’Angelo a Mestre presso il Centro di Medicina Trasfusionale

A disposizione dei malati oncologici un innovativo trattamento “salvavita”

All’Ospedale dell’Angelo di Mestre dell’Ulss 3 Serenissima gli specialisti del Centro di Medicina Trasfusionale sono ora in grado di praticare la “fotochemioterapia extra corporea”. All’inizio del mese di aprile i primi due pazienti oncologici ematologici sono stati sottoposti con successo alla innovativa procedura salvavita senza essere traferiti a Padova, come sarebbe accaduto in precedenza.

La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura di alta specializzazione, che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue (leucemie, linfomi, mieloma) e di altre malattie ematologiche.

“La procedura che siamo ora in grado di effettuare all’Angelo, con un nuovo ambulatorio specifico, – spiega il primario della Medicina Trasfusionale Gianluca Gessoni – è un prezioso supporto al lavoro della nostra équipe di Ematologia: si effettua sui pazienti che hanno subìto il trapianto di cellule staminali emopoietiche, e aiuta in sostanza a prevenire il rigetto e la “malattia da trapianto contro l’ospite” (GvHD), che può verificarsi in seguito all’intervento”.

Con la fotochemioterapia extracorporea si agisce sulle cellule mononucleate circolanti del paziente, dopo averle prelevate, con il paziente allettato per poche ore nell’ambulatorio dedicato.

“I leucociti del soggetto, temporaneamente prelevati, - spiega ancora il dottor Gessoni - vengono irradiati con luce ultravioletta (UVA) in

presenza di un farmaco chiamato 8-MOP. Questo 8-methoxipsoralene è farmaco fotosensibilizzante: esposto ai raggi UVA diventa capace di stabilire legami covalenti e crociati con la doppia elica del DNA, dando luogo all’inizio del processo di apoptosi, che è utile appunto a prevenire il rigetto”.

La procedura salvavita introdotta all’Angelo è nata a fine anni ‘80 come terapia di prima linea nella cura dei tumori cutanei, e si è dimostrata efficace anche nel trattamento di condizioni cliniche particolarmente complesse. All’Ospedale dell’Angelo l’attività attualmente è rivolta ai pazienti provenienti dall’unità clinica di trapianto di cellule staminali emopoietiche, e affetti da GvHD acuta e cronica. La possibilità di effettuare questa terapia sarà di notevole impatto sull’outcome clinico e sul miglioramento delle qualità di vita dei pazienti.

L’équipe medica coinvolta, diretta dal dottor Gessoni, è costituita dalla dottoressa Giulia De Fusco, responsabile del settore di Aferesi terapeutica e Processazione CSE, dalla dottoressa Francesca Polese, responsabile dell’ambulatorio ematologico del SIT, dalla dottoressa Enza Coluccia, referente qualità del programma trapianto CSE per l’unità di Raccolta e Processazione di Mestre, con la collaborazione dello staff infermieristico coordinato dalla dottoressa Michela Pivetta.

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La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue e di altre malattie ematologiche
L’équipe del dottor Gessoni nella sede del nuovo trattamento

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