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Periodico d’informazione locale. Anno XX n.37 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
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Periodico d’informazione locale. Anno XX n.37 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Mira Mancano le convenzioni, società sportive in rivolta pag.
Mira Crollano i matrimoni e le nascite
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Campolongo Il sindaco vince contro Wikipedia
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EDITORIALE
Terre rosse, arriva la bonifica
L’Italia, le urgenze, le tasse ... di Mauro Gambin*
Arriva finalmente ad una svolta la questione delle discariche delle “Terre Rosse” a Mira. L’ex Veneta Mineraria, infatti, si impegna: saranno bonificate le aree che hanno subito gli allagamenti inquinanti da ceneri di pirite degli ultimi mesi. Si punta poi... pag. 6
mira, l’ecomuseo ha riaperTo i baTTenTi
Il 13 aprile ha riaperto l’Ecomuseo “Le Terre del Brenta” nella nuova sede di Villa dei Leoni a Mira. Il museo è rimasto chiuso per un anno a causa Pio (proprietà della Provincia) sede del museo. L’esposizione permanente si trasferirà in alcune sale della villa... pag. 18
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La crisi cancella centinaia di imprese Saldo negativo di 80 aziende nel commercio, 65 nel campo delle costruzioni edili e 150 nel manifatturiero
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na crisi senza precedenti ha colpito il territorio della Riviera e del comune di Mira in particolare. I dati sono stati esposti qualche settimana fa in un convegno che si è tenuto all’Auditorium di Oriago, organizzato dal comune di Mira. La crisi economica picchia duro in Riviera del Brenta e provoca un saldo negativo di centinaia di imprese nel bilancio finale del 2012 alla Camera di Commercio fra aziende iscritte e cessazioni di attività. Si registra un meno 72 imprese solo a Mira e un meno 260 a
paVimenTaZioni
livello comprensoriale, cioè nei 10 comuni dell’area. Ci sono dati davvero inquietanti. Va male per la prima volta il settore turistico che cala in termini di arrivi dello 0,6 % e del 2,7 % in di presenze a livello provinciale. A illustrarli c’erano le relazioni del direttore di Veneto Lavoro, Sergio Rosato, e dal segretario generale della Camera di Commercio di Venezia, Roberto Crosta. “Il fatto è, che non ci si rende conto a livello centrale - ha detto Crosta - che il modello Veneto non è da gettare in toto, ma ha ancora moltissimi
aspetti positivi che permetteranno con tanto sacrificio, alla nostra regione e al nostro tessuto sociale di affrontare la crisi in maniera efficace, forse più di altre realtà del paese”. Poi i dati che spiegano le dinamiche di questi ultimi 5 anni. ”Si tratta di numeri che parlano di cessazioni di attività molto alte per la Riviera - ha detto Crosta - per il Comune di Mira ad esempio si registrano nel 2012 su 2.284 aziende iscritte, 142 nuove iscrizioni e 214 cessazioni, cioè un tasso di pag. 16 sviluppo pari al -3,1%.
’Italia nel dopo voto avrebbe dovuto trovare risposte. Invece. Si sono moltiplicati gli interrogativi. I partiti bisticciano sulle priorità: prima il governo, prima le commissioni speciali o prima il presidente della Repubblica? Pd, Pdl, M5s che oggi si divino quasi in proporzioni uguali il Parlamento, giocano a “morra cinese” e più spesso alle “tre carte” ma non vince nessuno. Non c’è intesa su niente, tutti aspettano che la prima mossa la facciano gli altri e si dicono spazientiti ripetendo ossessivamente come in una “reclame” che “L’Italia non può più aspettare”. Lo dicono a noi che di pazienza ne portiamo più di Giobbe e non ci nascondiamo nemmeno l’eventualità che questo clima di incertezza possa rianimare da un momento all’altro la corsa dello spread e la sfiducia dei mercati. Forse sarà rimasto deluso chi da questa nuova stagione politica si aspettava tutti i nodi al pettine, una distinta riga di demarcazione nell’Emiciclo tra il “nuovo” e il “vecchio” o la buona politica sciolta dall’ideologia, ne è uscito invece un Parlamento diviso tra “Il buono, il brutto e il cattivo” a “geometria variabile” nel senso che è facoltà vostra assegnare di volta in volta il ruolo a chi vi pare. continua a pag. 3 *direttore@lapiazzaweb.it
L’Intervento
Sanità privata serve una svolta
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orse è utile dare alcune informazioni relative al dibattito in corso sulla sanità privata nel Veneto. Le polemiche di questi giorni riguardano le strutture private ambulatoriali convenzionate, cioè operatori privati che vengono pagati dalla Regione per erogare ai cittadini dei servizi sanitari con il solo pagamento del ticket. *Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto
continua a pag.
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EDITORIALE
segue da pag.
L’Italia, le urgenze, le tasse... Eventi
per Tre giorni a mesTre il primo fesTival della legaliTà
Tanto il risultato pare non cambiare più di tanto. A spadroneggiare è la strategia: quella delle elezioni, non quella delle priorità da affrontare. Tuttavia, l’Italia non è solo la sua classe politica e sarebbe sbagliato addossare a quest’ultima ogni responsabilità della situazione attuale, molte sono responsabilità dirette della così detta “società civile” la stessa che è diventato di moda citare in politica come slogan del candore. Tra qualche settimana, dopo la dichiarazioni dei redditi, sono sicuro resteremo basiti da qualche notizia sulle cifre che la società civile dichiarerà al fisco. Ogni anno con disinvoltura, come si trattasse di una nota di colore o di una “freddura” un po’ volgare vengono diffuse notizie sulle evasioni fiscali: gli orafi vicentini con redditi sotto i 12 mila euro (annui!), i grandi capitali nei paradisi fiscali, il professionista del nero: il bestiario degli evasori è vario e vasto, tanto da stare agli italiani come il detto che ci vuole un popolo di “santi, poeti e navigatori” o “grandi amatori”. Il problema c’è, se la media dei redditi dischiarati all’erario dagli imprenditori si aggira attorno ai 19 mila euro annui. Perché si deduce che il peso fiscale sta quasi esclusivamente su lavoratori dipendenti e pensionati. E’ così, infatti, il gettito arriva per il quasi il 55% dai lavoratori dipendenti, quasi il 24% dai pensionati, solo per il 7% contribuisce il lavoro autonomo e per meno del 4% l’impresa. Certo, chi obbietta che Italia si pagano tasse come in uno stato del Nord Europa e si ottengo servizi come in una paese dell’africa, dice una cosa vera, chi sostiene che il costo per il lavoro dipendente è troppo alto, parla di sacrosanta verità, e chi chiede un patto per il fisco più equo chiede una cosa giusta, le tasse vanno abbassate ma intanto gli italiani, senza necessariamente aspettare che la politica si metta d’accordo, inizino a pagarle. Anche questa è un’urgenza. di Mauro Gambin
Si è svolto il primo “Festivalegalità 2013”, organizzato presso il Palaplip di Mestre e in altri luoghi della città nei giorni 5, 6 e 7 aprile 2013. L’evento nazionale, promosso dal Comune di Venezia, dalla Camera di Commercio di Venezia, dalla Provincia di Venezia, dal Movimento Consumatori e dalla Cooperativa Sesterzo Centrale PLIP, ha portato in città gli esponenti più autorevoli e i testimoni più importanti della lotta alle mafie e alle criminalità organizzate, coinvolgendo la cittadinanza, gli studenti, il mondo istituzionale e dell’economia veneta.
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Farmaci, consegna a domicilio per le fasce deboli pag. 9
camponogara
Caserma dei carabinieri, è ancora polemica pag.
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campagna lupia Nuovo stop al Cipe alla Romea commerciale pag.
Provincia
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la venezia di filippi Tra ‘800 e ‘900
Regione
Per i bambini
la mosTra “balene e capelli blu”
Tagli
Quattro Comuni al voto nel Veneziano pag.
personaggio
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Martina Calore, promessa della scienza
Sanità convenzionata a rischio chiusura, pagg. 30-31
socieTà
Wireless generation: la generazione online
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culTura
Mostra fotografica
La fotografia storica sarà il tema di studio e approfondimento della mostra “Venezia tra ‘800 e ‘900 nelle fotografie di Tomasi Filippi” che si terrà in Villa Pisani a Stra fino al prossimo 3 novembre. La mostra, organizzata con Manus, in collaborazione con Ire (istituzioni di Ricvero e di Educazione venezia - Fondo Tomaso Filippi) propone 150 foto e una proiezione su schermo di trenta stereoscopie, una tecnica inventata nel 1832 e che anticipa le attuali versioni del 3D, che accompagnano il visitatore “dentro” Venezia, nel paessaggio dei secoli scorsi.
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Fungo d’oro 2013
I gruppi micologici di Mirano hanno premiato l’ assessore provinciale Lucio Gianni in segno di riconoscimento per la profonda collaborazione vigente tra le associazioni e la Provincia. E’ stato consegnato “ il fungo d’ oro “ in occasione del festeggiamento dei 34 anni di attività delle associazioni a chi ha saputo valorizzare, patrocinando tutte le iniziative, l’ambiente e il rispetto per la natura. “ Questo riconoscimento - dichiara l’assessore Lucio Gianni - lo condivido con l’amministrazione provinciale che ha saputo svolgere un buon lavoro per agevolare le attività di volontariato presenti nel territorio. I gruppi attualmente attivi sono 6 e svolgono un lavoro importante di studio scientifico e di promozione della micologia, diffondendo il rispetto della natura“.
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Venice’s Ring, la band che spopola sul web pag. 25
Tasse In arrivo la stangata di primavera
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“Balene e capelli blu. La fantasia illustrativa di Israele”, è la mostra ideata dall’associazione culturale Teatrio in collaborazione con San Servolo Servizi e patrocinata dalla Provincia di Venezia. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 12 maggio, con ingresso libero. L’esposizione, all’Isola di san Servolo, raccoglie oltre 100 tavole originali realizzate da 23 artisti tra i quali Ofra Amit e Raaya Karas. Ogni sabato e domenica dalle 11 alle 18, sono in programma per i bambini visite-gioco all’esposizione e laboratori creativi.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della GIVE EMOTIONS Srl
Questa edizione raggiunge le zone di Mira, Camponogara, Campolongo, Campagnia Lupia per un numero complessivo di 16.443 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
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REDAZIONE: Direttore responsabile
Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 28 marzo 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)
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4 Argomento del mese ENTI LOCALI L’esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno previsto dal decreto del governo, sarà di 5 miliardi per gli enti locali, 1,4 miliardi per le Regioni, 500 milioni per le amministrazioni centrali. In Veneto arriveranno 3,4 miliardi nell’arco dei due anni, che diventano 7 miliardi se si considera che la pubblica amministrazione ha 90-100 miliardi di debito verso le aziende
Sbloccato il Patto di stabilità, p
di Alessandro Abbadir
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Dal Negro: ”Si aiutano i sindaci più furbi, che hanno fatto soffrire le imprese”
i allenta il Patto di stabilità e finalmente i comuni veneti possono tornare a respirare, ma non troppo. Le cifre ci sono e a livello nazionale sono imponenti. L’esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno previsto dal decreto del governo, sarà di 5 miliardi per gli enti locali, 1,4 miliardi per le Regioni, 500 milioni per le amministrazioni centrali e 800 milioni per investimenti cofinanziati dai fondi strutturali europei. Nel bilancio dello Stato viene istituito un unico Fondo da 26 miliardi di euro, articolato in tre sezioni comunicanti tra loro, per il pagamento dei debiti degli enti locali (2 miliardi nel 2013 e nel 2014), delle Regioni per debiti diversi da quelli sanitari (3 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014) e sempre delle Regioni ma per debiti sanitari (5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014). Comuni e Province, entro il 30 aprile, faranno richiesta di autorizzazione al ministero delle Finanze per i pagamenti da effettuare che dovranno essere autorizzati entro il 15 maggio e finanziati con le disponibilità liquide degli enti. Entro il 15 giugno le amministrazioni dovranno comunicare importi e tempistiche alle imprese. Ma quanti soldi arriveranno in Veneto? 3,4 miliardi nell’arco dei due anni, secondo gli uffici studi delle associazioni di categoria, che diventano 7 miliardi se
Un giudizio definitivo sul decreto si potrà dare solo dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi edilizia scolasTica
Servono 111 milioni
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vincoli del Patto di Stabilità avevano bloccato anche gli interventi nel settore dell’edilizia scolastica mettendo a rischio la sicurezza dei bimbi che si trovano all’interno. Anci Veneto ha condotto un’indagine in cui chiedeva alle municipalità di indicare gli importi necessari per la sistemazione dei plessi ma bloccati dal patto. Con risposte da parte di 84 Comuni da tutto il Veneto che rivelano una cifra complessiva molto alta: ben 111.254.099,26 euro. Nell’ambito del questionario, le spese maggiori giudicate necessarie sono per i 18 comuni della provincia di Treviso che hanno risposto, con 37 milioni di euro in totale. A seguire le 19 municipalità veronesi con quasi 18 milioni e le 7 veneziane con 21.643.000 euro. Non si scherza neppure nelle 17 municipalità del vicentino (14,5 milioni) e nelle 15 del padovano (8.636.000). 1.169.200 euro costituisce il fabbisogno delle 6 bellunesi, 325mila euro quello delle 2 rodigine, La stessa Anci ha parlato del problema nelle scorse settimane con il prefetto di Verona Perla Stancari. “Il prefetto si è dimostrato sensibile a questo tema – spiega il presidente dell’Anci regionale Giorgio Dal Negro. Legge che ci prescrive tutti gli adeguamenti antisismici e migliaia di bambini che dentro quegli immobili hanno lezione ogni giorno. Continueremo i confronti sull’argomento con gli altri prefetti della regione”.
si considera che la pubblica amministrazione ha 90-100 miliardi di debito verso le aziende. “La scelta di sbloccare 40 miliardi di pagamenti per le aziende è un’ottima notizia. Come Anci Veneto abbiamo preteso con forza questo provvedimento, che salutiamo con favore. In questo modo si ridà fiato alle tante aziende in difficoltà e si liberano risorse fondamentali per far tornare a crescere la nostra economia. Occorre proseguire su questa strada, allentando il patto di stabilità, in modo da consentire ai Comuni di avviare tante piccole e medie opere pubbliche, che renderanno più moderne le nostre città e creeranno lavoro”, ha detto Flavio Zanonato sindaco di Padova. I malumori però ci sono, e sono a tutti i livelli. Il governatore Zaia parla di “nuove blindature” del patto di stabilità che di fatto non permettono di spendere alla Regione un euro in più. “Anche per chi potrà entro il 30 aprile fare richiesta per ammorbidire i vincoli del Patto di Stabilità per pagare i debiti arretrati – spiega Giorgio Dal Negro all’Anci Veneto - il decreto potrebbe rivelarsi poco efficiente”. Facciamo esempio di grosso comune nella nostra regione. Il Comune di Venezia, per esempio, ha saldato circa un centinaio di milioni di euro di arretrati, ma non è detto che potrà stornarli nel calcolo del Patto. Il governo infatti prevede un tetto totale di
5 miliardi di euro da suddividersi per tutti i debiti arretrati di tutti i Comuni italiani. Se dovesse venir fuori che il totale dei debiti da saldare è di più di 20 miliardi di euro, allora il tetto di spesa per ogni Comune sarà ridotto a un quarto del debito effettivo da saldare. Il presidente dell’Anci Veneto Giorgio Del Negro che è sindaco del comune di Negrar è stato chiaro. “Il decreto va bene - spiega il presidente dell’Anci - ma senza provvedimenti in programma per allentare il Patto di stabilità, lo strumento serve solo ad aiutare i sindaci più furbi, quelli che hanno fatto soffrire le imprese perché hanno commissionato lavori che sapevano di non poter pagare. I sindaci veneti, in genere, hanno invece bloccato i lavori che sapevano di non poter saldare e quindi l’ammontare dei debiti arretrati è davvero basso. Insomma un decreto che pare fatto per altri”. L’impressione è che per l’ennesima volta, invece di sanzionare certe condotte amministrative, si rischi di aiutare chi si è comportato peggio. Aree del territorio nazionale, fa capire l’Anci Veneto, che si trovano ben distanti da qui. Comunque un giudizio definitivo sul provvedimento si potrà dare solo dopo l’entrata in vigore dei decreti attuativi perché così non è ancora chiaro a quanto ammontano le somme che potranno essere liberate.
Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Nel veneziano
Francesca Zaccariotto
Parla la Zaccariotto
per i comuni i problemi restano Le critiche L’analisi Interviene Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre
“In questa fase, a disposizione solo 500 milioni di euro” di Alessandro Abbadir
L spalla pag 5 per vene-
a Cgia di Mestre, con il suo segretario Giuseppe Bortolussi, dopo aver letto il nuovo decreto sullo sblocco dei primi 40 miliardi di euro di debiti che la Pubblica amministrazione deve onorare nei confronti delle imprese italiane, si pone una domanda precisa “Lo Stato centrale continua a non pagare?”. Bortolussi fa un’analisi al dettaglio. “Ebbene - dice Bortolussi - al netto dei 6,5 miliardi di rimborsi fiscali - tasse che i contribuenti italiani hanno ‘pagato in più’ - e dei 26 miliardi di euro che il Ministero dell’Economia e delle Finanze farà confluire in un apposito fondo a disposizione degli enti locali e delle regioni prive di liquidità, risorse che dovranno comunque essere recuperate tra le pieghe dei loro bilanci e restituite con gli interessi, pare di capire che l’amministrazione centrale metterà a disposizione solo 500 milioni di euro all’interno del pacchetto relativo all’allentamento del Patto di stabilità interno”. Prendendo come buona la stima di 91 miliardi di euro quale debito della P.A nei riguardi delle imprese, la Cgia è convinta che siano molti di più perché nell’indagine campionaria della Banca d’Italia non si tengono conto delle imprese al di sotto dei 20 addetti che costituiscono il 98% di tutte le aziende presenti in Italia e di quelle operanti nei servizi sociali e sanitari. Pertanto, dei 91 miliardi di debito complessivo, ben 44 miliardi sono in capo a Regioni ed Asl. Gli altri 47 miliardi, invece, si distribuiscono tra Comuni, Province e Stato centrale. “Purtroppo, dalle stime della Banca d’Italia non è possibile misurare quant’è il debito da attribuire all’amministrazione centrale. “Tuttavia – conclude Bortolussi – non c’è sicuramente proporzione tra lo sforzo richiesto alle Regioni, alle Ulss ed agli enti locali e quello che dovrà fare lo Stato centrale, visto che di suo sborserà, in questa prima fase, solo 500 milioni di euro”.
ziane
della Provincia I
n Provincia di Venezia, gli enti locali non sono entusiasti del decreto che sblocca denaro allentando il Patto di Stabilità. La prima degli scontenti è la presidente della provincia Francesca Zaccariotto.“Ho accolto con sconcerto questo ennesimo decreto, lo ritengo una grande bufala, che parte da una motivazione sacrosanta, quella dei pagamenti alle aziende, alle imprese commerciali che lavorano per la pubblica amministrazione, solo che noi non ne avevamo bisogno, dal momento che c’era già una legge in vigore, che fissa il termine di pagamento in 30 giorni, e che noi rispettiamo a pieno, con puntualità, avendolo abbassato a 28 giorni. E cosa fa il governo di fronte alla nostra virtuosità? Ci punisce, ci taglia ancora le risorse per altri 5 milioni e 400 mila euro, rispetto ai tagli già previsti di 10 milioni e 300 mila euro, già noti, quindi con un taglio complessivo al bilancio provinciale di 15 milioni 727 mila 459 euro, che diventeranno 16 milioni il prossimo anno. Condivido comunque l’obiettivo del governo di pagare i fornitori che hanno operato al servizio della P.a, e che si trovano in molti casi a dover fungere da banca al proprio committente pubblico per un tempo indefinito, con i tempi biblici di molti enti nell’onorare i pagamenti per i vincoli imposti dal patto di stabilità, oppure a non ricevere mai i dovuti pagamenti”. La Zaccariotto spiega nel concreto i problemi che si vanno ad affrontare. “Si colpisce oltre che l’ente - aggiunge - il territorio, i cittadini, le famiglie, perché per quanto ci riguarda l’avanzo di amministrazione che avevamo accumulato nel 2012, e che nel bilancio 2013 avremmo destinato a nuove opere viabilistiche, alla manutenzione delle scuole e al supporto al lavoro e formazione professionale, dovrà essere interamente utilizzato per mantenere gli equilibri di bilancio, ricorrendo a una nuova manovra di assestamento. Nel Veneto siamo la Provincia più penalizzata, con Rovigo, pur essendo la Provincia più virtuosa, con il livello di indebitamento minore – intorno al 3% contro l’8% previsto per legge – e l’assoluto rispetto del patto. Sono convinta che il Governo non abbia gradito il decreto ingiuntivo che questa Provincia ha vinto contro lo Stato ottenendo un rimborso di 44 milioni di crediti pendenti. Ma mi chiedo, perché ciò che è corretto per altri non deve esserlo per lo Stato? Come questa Provincia rispetta i tempi previsti pagando le prestazioni ricevute nei tempi di legge, altrettanto si rivale nei confronti della stessa pubblica amministrazione quando è lo Stato che non lo fa. E inoltre si penalizza ancora una volta l’ente con minore autonomia finanziaria, che è basata com’è noto sulle imposte di registro e di immatricolazione (rc e ipt) delle auto, ma vorrei ricordare a questo governo che Venezia è unica anche nel suo essere una provincia d’acqua, con un numero di auto decisamente inferiore a quello delle altre province venete”. Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni dal canto suo,è moderatamente soddisfatto del decreto governativo anche se critica il Patto di stabilità come vincolo “Il patto di stabilità - ha detto Orsoni - è un cappio al collo delle amministrazioni comunali e il Governo che abbiamo avuto, non è stato di tecnici ma di ragionieri. Se si vuole innovare, il cambiamento deve essere realmente totale sia per gli esponenti del governo che per l’alta dirigenza dello Stato”. Critiche ai vincoli del patto di stabilità erano arrivati dai sindaci di Campolongo Maggiore, Chioggia, Mira, Mirano e del Veneto orientale .Intanto gli uffici di ragioneria dei vari enti locali sono già alle prese con nuove voci che spariranno dal documento di rendiconto: scomparirà, infatti, il fondo di riequilibrio e sarà sostituito dal Fondo di solidarietà dei comuni, mentre il Fondo incentivazione degli investimenti verrà definitivamente abolito. In tutti i comuni della provincia poi si dovrà fare i conti con la Tares , la nuova tassa sui rifiuti, si parla del 20% in più rispetto alla Tia. Una questione quella della Tares che per la maggioranza dei comuni della provincia è affrontata con la partecipata Veritas. Da giugno in poi ripartirà anche il calcolo e pagamento dell’Imu che visto che finora A.A. non è stata ne modificata ne cancellata.
6 Mira Ambiente Dopo gli allagamenti delle scorse settimane si corre ai ripari
Terre Rosse, arriva il disinquinamento Portati via con la bonifica 700 mila metri cubi di ceneri di pirite. Chiesta un’indagine epidemiologica di Alessandro Abbadir
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rriva finalmente ad una svolta la questione delle discariche delle “Terre Rosse” a Mira. L’ex Veneta Mineraria, infatti, si impegna: saranno bonificate le aree che hanno subito gli allagamenti inquinanti da ceneri di pirite degli ultimi mesi. Si punta poi a un accordo di programma per la rimozione completa di tutto il materiale presente nei depositi di Dogaletto in via Bastie, 700 mila metri cubi di ceneri di pirite. Il Comune di Mira con il sindaco Alvise Maniero e l’assessore Michele Gatti però, non intendono rinunciare all’azione penale nei confronti del-
Viabilità
la Veneta Mineraria. Vuole avere indietro le somme che come ente locale ha anticipato negli anni scorsi per la manutenzione delle vasche di contenimento (centinaia di migliaia di euro). Questa prospettiva è emersa da un vertice in municipio fra la proprietà, il Comune, l’Arpav, la Provincia e i legali delle parti. La rimozione urgente però è il preludio a una soluzione della vicenda che si attende da anni. La proprietà si è detta disposta ad ottemperare alle disposizioni giudiziarie nei suoi confronti, e a procedere alla rimozione e alla bonifica dell’intera zona inquinata. Si
parla comunque di un intervento che durerà anni. Le ceneri di pirite potranno essere anche vendute nel settore dell’edilizia, e così la vendita potrà anche ammortizzare i costi dell’operazione. Il sindaco Alvise Maniero è stato chiaro: anche se ci sarà la bonifica, il Comune, non rinuncerà ad agire legalmente per ottenere la rimozione completa del rischio ambientale, e la restituzione delle somme spese per la manutenzione delle vasche di contenimento del materiale inquinante. La questione delle “terre rosse” si trascina da più di 30 anni, il deposito di ceneri
breTella, serve un soTTopasso ciclabile
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ui lavori in corso a Borbiago, per l’opera complementare al Passante che prevede il collegamento tra Oriago e la Regionale 11, il Comune chiede a Veneto Strade una risposta alle proposte formulate ancora a metà marzo per migliorare la sicurezza di pedoni e ciclisti, soprattutto nella rotatoria di
Un’immagine dei depositi di ceneri di pirite, a fianco il sindaco Maniero di pirite rappresenta un problema ambientale. Negli anni sono stati molti i procedimenti intentati nei confronti della proprietà Veneta Mineraria, che non ha avviato la bonifica del sito. Il Comune è pronto ad avviare una complessa indagine epidemiologica con l’Ulss 13 sulla questione. Il consigliere comunale Mattia Donadel definisce nel dettaglio il problema. “Vogliamo capire – dice – quali sono state le conseguenze sulla salute delle persone e anche della fauna e della flora
Borbiago. “Dopo l’incontro pubblico al centro civico di Borbiago – osserva l’assessore Luciano Claut – il sindaco ha formalizzato con una lettera al responsabile del procedimento di Veneto Strade, tutte le criticità del progetto sollevate dei cittadini. In particolare era emersa la necessità di un collegamento ciclabile sicuro tra Oriago e Borbiago, dal momento che la soluzione prevista dal progetto, nel punto di incrocio della bretella con via Giovanni XXIII, non era ritenuta ottimale. Questo sia per la si-
che si trovavano accanto ai depositi. Di più: serve un’analisi dettagliata in un raggio di cinque chilometri dai depositi. Si ricostruiscano le malattie avvenute nelle famiglie, e si capisca se vi è qualche nesso con la presenza degli inquinanti. Inquinanti che si possono disperdere sia con l’acqua che con l’aria. Le zone più a rischio, e quindi da monitorare con attenzione da parte dell’Ulss 13, sono le frazioni di Malcontenta e Gambarare e la località di Dogaletto”.
curezza dei ciclisti, che per la fluidità del traffico automobilistico che l’opera intende migliorare”. In un successivo incontro nella sede di Veneto Strade, il Comune di Mira, proprio con l’assessore Claut, ha proposto una soluzione attraverso un sottopasso ciclabile, che sarebbe ancora possibile realizzare stante che la strada è appena stata sagomata e non sono ancora stati stesi i vari strati del sottofondo. Nelle prossime settimane si capiranno le risposte della Regione. A.A.
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8 Mira L’Intervento
Servizi Amministrazione Non ancora firmato il rinnovo della convenzione per la gestione degli impianti
Società sportive, è protesta di Alessandro Abbadir
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ocietà sportive in rivolta a Mira per la mancata firma della convenzione con il Comune. Una convenzione che garantirebbe l’erogazione dei contributi per la gestione degli impianti. Soldi che si attendono da diversi mesi. Queste società sportive, sono: il calcio Marano, il rugby maschile e femminile, il calcio Gambarare Mira, la Società Sportiva di Atletica Libertas, il calcio Borbiago, ed infine il Calcio Oriago. Hanno la convenzione scaduta da luglio 2012, (tranne il calcio Borbiago che scade a luglio del 2013). Ad oggi non hanno ancora ricevuto un centesimo per la gestione 2012/13. Molte società però, che hanno in calendario campionati e attività per tutte le età, hanno già anticipato diverse decine di migliaia di euro di tasca propria, per far andare avanti la struttura. Rischiano il collasso, se i soldi che aspettano direttamente dal Comune non arrivassero in tempi rapidi. In questi mesi comunque le società si sono incontrate varie volte con la nuova amministrazione, e quello che era emerso è, che non si erogava il contributo spettante finché le società non avessero firmato una nuova convenzione. Convenzione che doveva essere riscritta rispetto a quella vecchia siglata con l’ex sindaco Carpinetti, e soprattutto dopo una verifica fatta ad hoc da una commissione per verificare lo stato degli impianti. L’amministrazione si era impegnata a fare questa verifica entro il 31 gennaio. A spiegare le preoccupazioni di tutte le società sportive è Renato Pesce, del direttivo del calcio Oriago, che non manca di raccontare come il Comune reagisce in modo poco cortese alle richieste di chiarimenti. “Ad oggi - dice Pesce - le società sportive stanno ancora aspettando il contributo per la gestione degli impianti. Come rappresentante del Calcio Oriago mi sono presentato agli uffici lavori pubblici per sapere come procedevano le manutenzioni degli impianti. Visto però che mi è
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Alcune realtà hanno anticipato decine di migliaia di euro e rischiano il collasso se i soldi non arriveranno in tempi rapidi Lo stadio Valmarana a Mira Porte, sotto il vicesindaco Nicola Crivellaro
stato detto che il sindaco è in ferie, ho chiesto chiarimenti al vicesindaco Nicola Crivellaro. Ho spiegato che, come società a causa dei ritardi di firma delle convenzioni, siamo scoperti per 12. 500 euro. Altre società sono messe ancora peggio. Il vicesindaco in modo sprezzante mi ha messo alla porta”. Il calcio Oriago e altre società però danno l’ultimatum. “Se i soldi del contributo per la gestione degli impianti comunali non arriveranno in poche settimane - raccontano anche altri dirigenti sportivi miresi - siamo pronti ad interrompere ogni attività, con conseguente danno per tutta la comunità”. Una risposta arriva dal vicesindaco di Mira, Nicola Crivellaro, che am-
mette però il problema. “Purtroppo - dice Crivellaro è tardata la firma delle convenzioni perché abbiamo voluto monitorare la situazione degli impianti nel dettaglio. Si è trattato di una procedura complessa che pensavamo più veloce. Per l’inizio di maggio la questione della firma, dovrebbe essere risolta. Per venire incontro alle società comunque pensiamo di liquidare almeno il contributo per il periodo della gestione in proroga degli impianti”. Ora non resta che attendere. Pende però sul comune la spada di Damocle della sospensione delle attività sportive, minacciata dalle società del territorio.
Sanità privata serve una svolta
di leonardo Padrin*
segue da pag.
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Nel territorio sono inoltre presenti altre imprese private che hanno le stesse caratteristiche autorizzative ma non sono convenzionate. Cioè vendono servizi sanitari rivolgendosi ad un mercato totalmente privato ed il cittadino deve pagare interamente la prestazione che riceve. Il dibattito di queste settimane nasce per due motivi ben precisi: uno strategico ed uno economico. Quello strategico riguarda il decisore cioè il soggetto che in nome e per conto della Regione acquista i servizi sanitari dai privati convenzionati. In passato era la Regione che decideva da chi e quanto si acquistava e poi calava questo accordo nel territorio senza che i direttori generali delle Ulss avessero un ruolo operativo. Non esistevano criteri se non la discrezionalità di accogliere o respingere, in tutto o in parte, quanto veniva richiesto. Questo ha comportato la concentrazione dell’offerta dei servizi sanitari del privato convenzionato dove più ricco era il mercato, secondo una legittima logica d’impresa. Quello economico riguarda invece la diminuzione del budget, cioè della cifra che la Regione intende investire nell’acquisto di prestazioni sanitarie dai privati convenzionati. Su questo aspetto va detto che la diminuzione è stata significativa ma soprattutto il tempo intercorso fra la decisione della Giunta Regionale e la sua applicazione è stato talmente breve che coloro che hanno una organizzazione complessa (e per questo spesso molto qualificata) non sono nelle condizioni di adeguarla senza traumi occupazionali e logistici. È quindi necessario intervenire allungando ragionevolmente i tempi di applicazione delle nuove norme. La questione strategica è invece fondamentale per la Regione perché la delibera della Giunta propone un cambio di mentalità epocale e pone in carico al Direttore Generale la responsabilità della gestione dei servizi sanitari nell’ambito del proprio territorio e quindi decide lui quanto comprare e da chi. La norma prevede che il Direttore debba agire secondo criteri resi pubblici e che saranno verificati dalla Giunta Regionale e dalla V Commissione, entrambi gli organi potranno modificare le decisioni del Direttore Generale di ogni singola Ulss con delle pubbliche motivazioni. Un percorso trasparente alla determinazione del quale tutti i soggetti portatori di interesse potranno concorrere sapendo che l’obiettivo della sanità pubblica o pagata dal pubblico è quello di fornire ai cittadini i migliori servizi possibili in base alle risorse disponibili perché per farlo vengono usati i soldi di tutti. Gli altri aspetti, occupazionali ed aziendali, vanno comunque affrontati e risolti ma necessariamente in modo consequenziale alla programmazione regionale del resto è evidente che chi beneficia dell’essere fornitore della Regione non può agire in modo difforme da quanto prevede il proprio committente. *Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto
A Forte Poerio
venTi orTi sociali per combaTTere la crisi
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’ stata approvata dalla giunta mirese la graduatoria per la concessione degli “Orti Sociali”, predisposti nell’area verde accanto a Forte Poerio. Sono 20 i cittadini che, in base alla graduatoria approvata sulla base delle domande pervenute, sono risultati assegnatari. Su 20 assegnatari cinque sono donne. E’ stato nominato un comitato di gestione. L’area degli “Orti Sociali” è già stata recintata e attrezzata a cura della Coop Primavera, con la posa di strutture prefabbricate in legno da utilizzare come ricovero attrezzi. E’ stata effettuata a preparazione del terreno
e la individuazione degli spazi, il collegamento idrico, la realizzazione di un’area di deposito del materiale organico e di una cisterna per l’acqua piovana. Ogni orto ha una dimensione di m 5x10. Quattro orti saranno utilizzati dai servizi sociali del Comune per dare vita a un progetto di sostegno e di integrazione per situazioni di marginalità sociale ed economica, che coinvolgerà 12 adulti e anche 8 minori, seguiti e organizzati da operatori del servizio. “In un momento di particolare difficoltà economica per tante persone - spiega l’assessore alle Politiche Sociali Francesca
Spolaor - ci è sembrato utile approfittare anche dell’opportunità offerta dagli Orti Sociali per avviare una rete di mutuo “auto-aiuto” tra persone momentaneamente senza lavoro, o in situazione di disagio sociale. Persone che possono trarre un sia pur modesto vantaggio dalla raccolta dei prodotti coltivati. Nel progetto abbiamo previsto anche l’inserimento di 8 minori, seguiti dai servizi, con l’obiettivo di favorirne la socializzazione, lo spirito di lavoro di gruppo, la capacità di organizzazione, dando al lavoro della terra il ruolo di vera e propria attività educativa”. A.A.
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Mira 9 Demografia Sorprese dai dati dell’anagrafe. I residenti sono 39.143
Crolla il numero dei matrimoni Per la prima volta dopo anni, il saldo è negativo: i morti superano i nati di Alessandro Abbadir
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emografia, fioccano le sorprese a Mira. A parlare sono i dati: resta fermo il numero dei residenti, crollano i matrimoni, con quelli civili sono superiori a quelli religiosi. I morti tornano a essere in numero maggiore dei nati. Aumentano gli stranieri, anche se con ritmi decisamente inferiori a quelli degli anni scorsi. Sono questi i dati, che emergono dagli uffici anagrafe del comune più popoloso della Riviera del Brenta. A fine 2012 è stabile il numero dei residenti: sono 39.143, solo 3 più del 2011. Le donne superano uomini per quasi 900 unità. A livello territoriale Oriago, si conferma la frazione più popolosa, mentre aumentano ancora gli stranieri. In termini di residenti secondo gli uffici anagrafe, si tratta di un aumento minimo rispetto all’anno precedente quando erano registrati 39.140 cittadini. Un aumento reso possibile solo dal maggior numero di stranieri, che hanno preso residenza a Mira, anche perché dopo anni torna negativo il saldo naturale, con i morti che sono più dei nati (351 rispetto a 346). Negativo il saldo migratorio: sono 1182 le persone cancellate dall’anagrafe per passaggio ad altro Comune, e 1125 iscritte in arrivo. Le femmine si confermano netta maggioranza 20.029, mentre i maschi si fermano a quota 19.114. Sale il numero delle famiglie, sono 16.510 (erano 16.428 nel 2011). Oriago è la realtà più popolosa con 10.830 residenti (in aumento di 85 unità rispetto al 2011). Seguono Mira Taglio con 8.023 residenti (-111 dal 2011) e Mira Porte con 6.704 (+29). Quindi Gambarare con 4.445 abitanti e
Premiati dall’Avis 152 miresi L’Avis ha premiato i donatori di sangue miresi. Alla cerimonia nelle scorse settimane erano presenti il presidente dell’Avis della Riviera, Giuseppe Polo e il sindaco Alvise Maniero. I premiati sono stati in tutto 152, di cui 58 con 8 donazioni, 44 con 16 donazioni, 27 con 25 donazioni, 9 con 50, 7 con 75 donazioni e 7 con 100.
Oriago in fiore, oltre 35 mila i visitatori
Borbiago con 4.223. In coda Malcontenta, che nella parte che ricade nel Comune di Mira (è divisa con il comune di Venezia), conta 2.565 residenti, e Marano sul versante nord ha 2.353 residenti. Gli stranieri residenti a Mira sono 3.204 con un aumento di 136 rispetto al 2011. Le donne superano gli uomini, 1.700 rispetto a 1.504. I comunitari sono 950, gli extracomunitari 2.254. 74 le nazionalità rappresentate. La più numerosa è la rumena con 811 residenti, seguono la Moldavia con 485, il Marocco con 264, la Macedonia con 227 e l’Albania con 188. Hanno chiesto e acquisito la cittadinanza italiana in 48. Poi un dato che è indice di un cambiamento profondo nella società: è calato il numero dei matrimoni, che in tutto sono stati 118 rispetto ai 144 del 2011. Quelli civili si confermano in maggioranza, e sono 78 rispetto a quelli religiosi (concordatari) che sono stati 40 nel 2012.
FARMACIE CONSEGNE A DOMICIlIO
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In breve
na bella novità per gli utenti miresi, un nuovo servizio delle Farmacie comunali è attivo da qualche settimana: la consegna gratuita dei farmaci a domicilio per le fasce deboli. A rendere possibile il servizio è stata la Serimi, società partecipata in cui il Comune detiene il 51% della quota di controllo. Nello specifico si tratta della consegna bisettimanale gratuita a domicilio dei farmaci, nei confronti delle fasce deboli della popolazione. “L’iniziativa, voluta dal Cda della Serimi – spiega il comune in una nota – nasce dopo un’analisi di mercato e soprattutto della tipologia delle utenze del servizio”. Per fasce deboli di popolazione si intendono quelle persone che presentano una serie di situazioni di rischio per la salute, anche concomitanti, come l’età avanzata, la compresenza di due o più malattie croniche, la necessità di assumere 5 o più farmaci continuativamente, difficoltà di mobilità o stato di non autosufficienza, disagio psichico, una condizione logistica disagevole per la presenza, ad esempio di barriere architettoniche, una condizione economica precaria, l’essere soli e malati e privi di una qualche assistenza continuativa in casa. Soddisfatti gli assessori dell’avvio del nuovo servizio. “La propria abitazione – osservano gli assessori al Bilancio Michele Gatti e alle Politiche Sociali Francesca Spolaor – è per molti ammalati spesso anche anziani, il luogo dove recuperare in modo totale o parziale la propria autosufficienza. Anche nei casi di cronicizzazione, le cure domiciliari rappresentano una risposta assistenziale importante. Da ciò l’utilità del servizio di consegna a domicilio dei farmaci attuato dalle nostre farmacie comunali gestite da Serimi. Un servizio che, ci auguriamo, possa incontrare l’interesse e il favore dell’utenza a cui si rivolge”. Per usufruire della consegna a domicilio dei farmaci (che viene effettuata da un farmacista, così che ci possa essere spazio anche per spiegazioni e consigli), le persone interessate devono firmare una delega al trattamento dei dati sensibili. Delega che consentirà all’operatore della farmacia di recarsi dal medico di base a ritirare egli stesso la ricetta. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi alle farmacie comunali di Mira (via Dante Alighieri 6/19, tel. 041420268) e di Oriago (piazza Mercato S.H. 11/2, tel. 041429457).
Oriago in Fiore, boom di visitatori con quasi 35 mila presenze. Queste le stime fatte dalla Pro Loco di Mira ad aprile, al termine della trentaseiesima edizione della manifestazione che si è svolta lungo le rive del Naviglio del Brenta, da Riviera Sam Pietro a Piazza Mercato. C’erano 80 espositori del settore florivivaistico da tutto il Veneto. Le vendite sono andate bene, sia quelle di piantine da giardino e di gerani, ma anche di fiori da regalo, rose e garofani.
Strade al buio, scattano le petizioni e le proteste Il comune assicura di aver sistemato i lampioni danneggiati, ma i residenti denunciano zone di Oriago interamente al buio. E’ scattata una petizione con 140 firme. “L’amministrazione - spiega per i comitati Luigi de Gobbi - ha annunciato di aver installato 60 nuovi lampioni in via Sabbiona, via Ravenna, via Cà Ballo e via Cà Balletto, via Forlì, via Ferrara e via Seriola sinistra. Hanno semplicemente sostituito le lampadine; circa 60 bruciate con delle nuove”.
10 Campolongo il caso Rimosso l’ex boss della Mala dalla voce cultura dell’enciclopedia on line
Wikipedia fa dietrofront L’associazione “Mondo di Carta” è intenzionata ad agire legalmente per chiedere i danni di Alessandro Abbadir
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omune di Campolongo contro Wikipedia, e alla fine l’ha spuntata il comune. Ma facciamo ordine. Wikipedia diverse settimane fa, inserì la voce di Felice Maniero (ex boss della mala del Brenta) nella sezione cultura. Wikipedia, dopo aver cancellato in un primo tempo il nome del boss fra i personaggi illustri della cultura, lo ha poi temporaneamente ricollocato nella stessa sezione spiegando la decisione, con il fatto che il sindaco e il Comune possono esprimere un’opinione, che alla fine vale esattamente come quella di qualsiasi altro utente del web. Il sindaco, 32 anni, del Pd, ha dato un giudizio tranciante: “E’ la dimostrazione che dietro le meraviglie della conoscenza telematica, ci sono persone che pesano sulla Rete solo perché invece di vivere la vita, consumano il tempo sul pc e su Internet”. La vicenda parte dalla scoperta fatta da alcuni cittadini di Campolongo, che lo hanno subito informato. Sul sito Internet della più famosa enciclopedia multimediale del web, era citato sotto la sezione cultura il nome dell’ex boss della Mala del Brenta. Campalto ha ritenuto di far rimuovere da quella voce specifica. Nella stessa sezione cultura è comparso per qualche tempo il nome di Leone Sanavia, storico liutaio di Liettoli che ha prodotto strumenti per i più noti musicisti e compositori del mondo, da Domenico Modugno a Claudio De Angelis. E’ passata poco più di una decina di giorni e Wikipedia ha ricollocato Maniero sotto la voce cultura nella pagina dedicata al Comune. Il primo cittadino ha chiesto spiegazioni e gli è stato risposto che la decisione era stata presa da un big della
Il comune e il sindaco di Campolongo comunità virtuale, con cui purtroppo non si può parlare perché si nasconde dietro un nickname. Per Campalto “quello che è incredibile è la scarsa trasparenza con cui vengono prese decisioni del genere che sono contestabili e detestabili. Wikipedia dà un’immagine distorta di Campolongo. Non è più possibile lasciare la gestione di processi del genere a persone che nella vita, hanno come unico pregio quello di consumare le ore davanti al pc a smanettare coperti da nickname”. Dopo qualche giorno nuovo dietrofront della rete, e Maniero è stato rimosso dalla sezione cultura. E qualche associazione come “Mondo di Carta” è intenzionata ad agire legalmente per chiedere i danni di immagine arrecati da Wikipedia al comune.
Per il risparmio energetico Campolongo punta sulla nuova scuola
Un’immagine del progetto della scuola
L’
assessore provinciale all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia, assieme a tecnici della Provincia di Venezia, ha accompagnato a Innsbruck amministratori e funzionari dei comuni veneziani nel quadro dell’impegno assunto per il patto dei sindaci, per visitare due quartieri “modello” a elevate prestazioni energetiche. Il programma ha visto la visita guidata a due quartieri residenziali, concepiti con standard di costruzioni passive e concetti di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il primo è il quartiere di Lodenareal, il più ampio complesso residenziale di edilizia passiva in Europa, il secondo è il quartiere Olympic Village. Il Presidente Francesca Zaccariotto è chiara: “Le politiche per l’energia, la riqualificazione del territorio e lo sviluppo di un’urbanistica sostenibile, oggi sempre più intimamente legate, sono la base su cui stiamo
Stragi di polli a causa delle volpi Stragi di polli in quattro aziende agricole che si trovano nei comuni di Camponogara, Campagna Lupia e Campolongo. Le razzie delle volpi sono avvenute nelle ultime due settimane e hanno portato alla morte di una trentina di animali da cortile, danni per centinaia di euro. Gli agricoltori chiedono aiuto alla polizia provinciale.
Lavoro nero, chiusi i laboratori cinesi
ambienTe PATTO DEI SINDACI A INNSbRuCk
In breve
I comuni della provincia di Venezia che hanno aderito finora al Patto sono 22
sviluppando il nostro programma di governo. Quella di Innsbruck rappresenta una preziosa opportunità per proseguire il percorso di adesione e attuazione al patto dei sindaci, progetto nel quale la Provincia ha coinvolto tutte le comunità del territorio per migliorare concretamente, in maniera significativa, l´efficienza energetica e l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili negli ambienti urbani. Qui sono molteplici i settori di applicazione, e le azioni pratiche realizzabili, dai trasporti (mobilità pulita, elettrica o ibrida) all´edilizia (illuminazione a led, riqualificazione energetica, materiali biocompatibili)”. Lo scopo del patto dei sindaci al quale hanno aderito molti comuni della Riviera del Brenta, compreso quello di Campolongo Maggiore, è quello di raggiungere e migliorare l’obiettivo 20-20-20, ovvero almeno il 20% di risparmio energetico, il 20% di riduzione delle emissioni di CO2 e aumentare fino al 20% la percentuale di fonti rinnovabili nel consumo energetico finale, e quella dei biocarburanti nei trasporti fino al 10%, entro il 2020. “I comuni del nostro territorio che hanno aderito finora al Patto sono ben 22 - ha detto la Presidente della Provincia di Venezia Zaccariotto - alcuni hanno già redatto e approvato i Paes - Piani d’azione per l’energia sostenibile. Nel 2010 in qualità di presidente della Provincia ho sottoscritto l’accordo con la Direzione europea per l’energia, proponendo il nostro ente come struttura di coordinamento, e facendoci carico del supporto ai comuni per conseguire e superare gli obiettivi del 20-20-20”. Una delle realizzazioni a risparmio energetico che si sta per concretizzare a Campolongo, legate al risparmio energetico è la nuova scuola elementare che sarà realizzata in via Roma nel capoluogo. Si tratta di una scuola per la quale sono stati stanziati fondi regionali ad hoc, e che vede l’utilizzo massiccio di fotovoltaico e bassi consumi di gestione. Verrà realizzata attingendo anche dalla alienazione di beni del Comune di Campolongo Maggiore, che sono stati messi all’asta. S.H.
Nuovo blitz nei laboratori cinesi della Riviera del Brenta. Verifiche in una ventina di attività calzaturiere, 15 i lavoratori in nero scoperti, riscontrati anche abusi edilizi e condizioni limite di igiene e sicurezza. La Guardia di Finanza, che ha agito anche con speciali apparecchi per la visione notturna, ha stroncato una serie di attività illecite tra Campolongo Camponogara, Vigonovo, e Campagna Lupia .
Scorta a Di Matteo, parte la petizione Parte da Campolongo una raccolta di firme per far avere una scorta potenziata al pm antimafia Antonino di Matteo, dopo le minacce di morte. Di Matteo a Campolongo è conosciuto perché è membro della giuria del premio letterario Cristina Pavesi. Promotrice dell’iniziativa e l’ideatrice del concorso Oriana Boldrin, con le associazioni “Mondo di Carta” e Auser. Si può inviare la propria adesione con la scritta “Aderisco alla solidarietà al pm Di Matteo” alla mail boldrinoriana@inwind.it.
ElETTROSMOG AlTRE 230 FIRME CONTRO l’ANTENNA
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uova petizione con altre 230 firme contro l’antenna Umts. I comitati di via Petrarca a Bojon di Campolongo, capeggiati da Mirco Gobbi, non fermano le loro iniziative di protesta. La questione dell’antenna di telefonia mobile torna ad infiammare gli animi a Bojon, dopo che la ditta sembra essere intenzionata a piazzarla vicino alle case. Lo scorso novembre i residenti bloccarono l’installazione dell’antenna Umts (sistema per la telefonia mobile con sistema 3G e per lo scambio dati su apparecchi mobili) autorizzata dal sindaco, mettendosi di traverso all’arrivo degli operai. Il sindaco Alessandro Campalto ha comunicato che l’installazione deve essere fatta, prospettando lo spostamento del sito dell’antenna di solo qualche decina di metri. “Per noi una soluzione del genere - dice Gobbi - resta inaccettabile, soprattutto per
un fatto di salute nostra, e dei nostri figli. Spostare l’antenna di qualche metro non risolve niente. La soluzione ideale è installare l’antenna in posti distanti da case e scuole. Chiediamo al Comune di adoperarsi affinché trovi il modo di allontanare l’antenna dalle case. I residenti non intendono mollare la presa, e sono pronti a dare battaglia facendo anche nuove manifestazioni di protesta. Il sindaco e l’amministrazione comunale prendono posizione e spiegano che questa scelta non è certo ben voluta. ”Abbiamo dovuto accettare di venire ad un compromesso con il gestore - dice il sindaco - per il semplice motivo che la legge permette di piazzare i ripetitori di telefonia mobile, con pochi criteri di restrizione. Per questo è anche difficile imporre dei collocamenti delle antenne, quando invece a causa della legge Gasparri vige la massima liberalizzazione”. A.A.
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12 Camponogara Sicurezza L’imponente edificio in via Dalla Chiesa è disabitato, i carabinieri in uno spazio angusto
Caserma dei carabinieri, ancora polemiche Nel 2009, la nuova giunta, trovò stanziati 652 mila euro dalla Regione per realizzare l’opera di Roberta Pasqualetto
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ontinua la controversa polemica sulla nuova caserma dei carabinieri di Camponogara. L’imponente edificio in via Generale Dalla Chiesa, è attualmente disabitato e i carabinieri locali operano nel vecchio spazio angusto. La vicenda inizia nel 2001, con la giunta Fogarin, quando nasceva l’idea di costruire una nuova caserma. Questo progetto si è accompagnato, fin dall’inizio, ad innumerevoli difficoltà: in principio si pensò di costruirla per mezzo dell’Ater, poi ci fu un ripensamento da parte dell’Ater, e quindi si pensò di finanziare la struttura con un project financing. Progetto che fu bocciato dalla Prefettura. Alla fine del mandato Fogarin, nel marzo 2009, era stato acquisito il solo terreno: grazie ad un accordo con un privato, il Comune aveva ricevuto 4 mila mq di terreno concedendo in cambio 3 mila metri cubi. L‘attuale amministrazione ha costruito la nuova struttura ma la precedente, ora minoranza in consiglio, attacca: “Fallita l’idea della maggioranza sulla caserma”, in realtà le cose sono molto più complicate e sono subentrate nuove leggi a imbrogliare ancora di più la matassa. Si era arrivati a parlare addirittura di destinare la caserma ad altro uso, ma l’amministrazione Menin arrabbiata non ha ceduto. Nel 2009, la
Una pattuglia di carabinieri in azione
nuova giunta, trovò stanziati 652 mila euro dalla Regione per realizzare la caserma, e l’area dove costruire, mancava solo il finanziamento. Con due bancari in giunta il problema sarebbe stato facilmente risolto con l’ipotesi di un leasing in costruendo. Un tipo di finanziamento che consente di evitare le strettoie del Patto di Stabilità. Con l’affitto della caserma si sarebbe pagato il leasing. Ma poi, finita la caserma, sono subentrate nuove leggi che, con lo spending review e i tagli, hanno ridotto la spesa pubblica e così non possono più esserci corresponsione per la locazione delle caserme. A costruzione quasi ultimata il ministero ha scritto: ”L’unica ipotesi per il momento percorribile per l’acquisizione dell’immobile è la stipula di un
contratto di comodato d’uso gratuito senza la previsione di successiva stipula di un contratto di locazione passiva”; il comune ha accettato subito. “Per forza! – dice l’assessore all’edilizia Paolo Nardo – cosa dovevamo fare? A parte le considerazioni che ognuno può fare sulla correttezza dello Stato nei confronti di un Comune, occorre considerare che la Regione ha preteso un vincolo notarile di 30 anni sull’edificio a uso esclusivo di caserma, e il leasing comunque lo dobbiamo pagare. E allora abbiamo deciso, tra le due ipotesi, di tenere l’edificio vuoto e lasciarlo andare in deperimento, o farlo utilizzare ai carabinieri. E’ evidente perché abbiamo scelto questa seconda ipotesi”.
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la seTTimana della culTura
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er il 2013 l’Università Popolare di Camponogara, con i patrocini del comune e della provincia, propone la “sua” Settimana della Cultura; una maratona culturale di undici appuntamenti fino al 27 aprile. Scendendo nel dettaglio del ricco cartellone, il primo spettacolo si è tenuto venerdì 12, con un Incontro con l’autore “E se fosse normale così”, di Tonellato e Tonelli relatrice A. Bruni. Il 13 un saggio spettacolo danza del ventre “Yalla- Yalla” a cura di L. Sanna e A. Costa. Domenica 14 il concerto: “Note Future” a cura dell’associazione musicale Il Pentagramma. Lunedì 15 serata di poesia titolata: “Cammino” a cura di Rosaria Gaballo. Mercoledì 17 c’è stata una conferenza titolata: “Quale Psicologia?” a cura di M. Bolgan, A. Checchin, F. Forcolin, A.L. Pellizzaro e C. Zampieri. Giovedì 18, in occasione dei cinquecento anni della pubblicazione de “Il Principe” di Macchiavelli, dibattito sul volume “Cinque anni di Solitudine” di Roberto Balzani, sindaco di Forlì. Venerdì 19 visita guidata ai musei degli Eremitani di Padova, a Palazzo Zuchkermann e della Regione: “Tesori a portata di mano”. Venerdì 19 incontro con Marco Franzoso autore del libro “il bambino indaco”. Sabato 20 lo spettacolo: “Il cabaret non si insegna, si impara” a cura di Max Cerba. Domenica 21 il concerto “Note Future” a cura dell’associazione musicale Il Pentagramma e sabato 27 uno spettacolo di teatro per e di bambini: “Costituzione in scena“ a cura di Mattia Berto. Gli spettacoli si alterneranno tra la sala consigliare del comune, e il teatro Dario Fo. Info 041 5139980. R.P.
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Romea Commerciale, un altro stop al Cipe di Alessandro Abbadir
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omea commerciale, dal ministero arriva un altro stop che ne pregiudica l’avanzamento, e i comitati Opzione Zero festeggiano. Il sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri, invece da tempo si è detto favorevole alla realizzazione dell’infrastruttura che nel territorio comunale dovrebbe andare in tunnel sotto la frazione di Lova, o sul lato laguna. Le opposizioni con il consigliere Pisana Boscolo invece, hanno chiesto in più di una occasione lo stop dell’opera a Codevigo e la sua deviazione sull’autostrada Padova - Bologna. Intanto ricapitolando, lo scorso marzo la delibera di approvazione del progetto preliminare della Orte-Mestre, è stata tolta dall’ordine del giorno della seduta Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). La decisione, è stata presa, dopo la seduta preparatoria dove sono emerse posizioni differenti da parte dei ministeri dell’Infrastrutture e dell’ Economia. Quello del 19 marzo, è il secondo rinvio che si è verificato in poche settimane. La Romea Commerciale è da sempre tema di scontro in Riviera del Brenta. Nella sua versione “preferita” infatti, il progetto prevede l’innesto con l’A4 e il Passante, nella zona di Roncoduro dopo aver attraversato proprio Campagna Lupia nelle frazioni di Lova, Lughetto e dopo essere finita a Sambruson, per collegarsi al Passante a Pianiga. In questi anni i comuni, comitati e cittadini hanno proposto progetti alternativi a quelli dell’innesto al Passante: da quello a Villabona, all’aggancio con l’A13, alla messa in sicurezza dell’attuale Romea, fino al progetto di variante proposto dal comitato “No Romea in Dolo”. Una proposta di innesto accusata però, di essere fatta con la logica del “Non nel mio giardino”. Intanto dopo il nuovo rinvio del Cipe per la Romea Commerciale, l’assessore grillino del comune di Mira Luciano Claut esprime soddisfazione.“Una scelta opportuna – dice – che ci auguriamo serva a riconsiderare il progetto in funzione del miglioramento e della messa in sicurezza dell’attuale Romea”. Anche il comitato Opzione Zero, che da anni si batte contro l’opera, è contento, ma mette in guardia. “Alcuni esponenti del settore turistico di Chioggia – dice Opzione Zero – si dicono sconcertati dal mancato passaggio al Cipe della Romea Commerciale (Orte-Mestre). Evidentemente, queste dichiarazioni provengono da persone che non hanno visto il tracciato della nuova Romea che, non a caso si chiama “corridoio autostradale”. Pensare che un’arteria concepita ad elevata percorrenza, con uno svincolo a Codevigo sull’innesto della Strada dei Vivai, possa costituire una reale risorsa per flussi di tipo turistico, è pura ignoranza. Da anni Opzione Zero si batte contro la Romea Commerciale e per la messa in sicurezza dell’attuale SS309,
Festeggiano i comitati Opzione Zero e il centrosinistra guidato da Pisana Boscolo anche proponendo la deviazione del traffico pesante sulle arterie autostradali esistenti. In questo modo, con un decimo delle risorse previste per la Orte-Mestre, è possibile rendere l’attuale Romea quello che dovrebbe essere: una via di percorrenza a servizio delle comunità e delle località turistiche. Si pensi a Chioggia, ma anche alla contiguità dell’attuale tracciato con l’oasi del Wwf di Valle Averto a Lugo di Campagna Lupia”. Federcaccia
laguna puliTa con la “giornaTa ecologica”
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rande successo per la “giornata ecologica 2013”, organizzata da Federcaccia ad aprile in tutta la provincia. L’iniziativa ha registrato la partecipazione di circa 400 volontari, ha coinvolto circa 50 associazioni tra quelle di volontariato, sportive e gruppi della protezione civile. Tutti assieme, utilizzando 50 barche, 10 trattori e altri mezzi, hanno raccolto circa 5000 sacchi di rifiuti di vario genere, abbandonati in laguna, nelle valli, lungo gli argini dei fiumi e nell’ambiente. Il lavoro di raccolta e pulizia ha interessato diverse aree del territorio provinciale: la laguna e le valli a Jesolo e Cavallino Treporti, e ancora alcune aree a Marghera, la canaletta di Lova a Campagna Lupia, l’area di Millecampi sempre in territorio di Campagna Lupia, la battigia della laguna di Chioggia. Il vicepresidente provinciale Mario Dalla Tor: “Ho voluto essere presente di persona soprattutto per manifestare il sostegno della Provincia di Venezia a questa iniziativa importante, che rappresenta un’azione concreta di salvaguardia ambientale. Da un lato c’è il grande lavoro di raccolta e pulizia fatto dai numerosi volontari che hanno aderito con impegno ed entusiasmo, dimostrando attenzione e cura nei confronti del loro territorio e della laguna sud in particolare”. S.H.
16 Approfondimento Economia I dati emersi in convegno organizzato dal comune di Mira ad Oriago
La crisi abbatte 260 aziende del comprensorio Saldo negativo di 80 aziende nel commercio, 65 nel campo delle costruzioni edili e addirittura 150 in quello manifatturiero di Alessandro Abbadir
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na crisi senza precedenti ha colpito il territorio della Riviera e del comune di Mira in particolare. I dati sono stati esposti qualche settimana fa in un convegno che si è tenuto all’Auditorium di Oriago, organizzato dal comune di Mira. La crisi economica picchia duro in Riviera del Brenta e provoca un saldo negativo di centinaia di imprese nel bilancio finale del 2012 alla Camera di Commercio fra aziende iscritte e cessazioni di attività. Si registra un meno 72 imprese solo a Mira e un meno 260 a livello comprensoriale, cioè nei 10 comuni dell’area. Ci sono dati davvero inquietanti. Va male per la prima volta il settore turistico che cala in termini di arrivi dello 0,6 % e del 2,7 % di presenze a livello provinciale. A illustrarli c’erano le relazioni del direttore di Veneto Lavoro, Sergio Rosato, e dal segretario generale della Camera di Commercio di Venezia, Roberto Crosta. “Il fatto è, che non ci si rende conto a livello centrale - ha detto Crosta - che il modello Veneto non è da gettare in toto, ma ha ancora moltissimi aspetti positivi che permetteranno con tanto sacrificio, alla nostra regione e al nostro tessuto sociale di affrontare la crisi in maniera efficace, forse più di altre realtà del paese”. Poi i dati che spiegano le dinamiche di questi ultimi 5 anni. ”Si tratta di numeri che parlano di cessa-
zioni di attività molto alte per la Riviera - ha detto Crosta - per il Comune di Mira ad esempio si registrano nel 2012 su 2.284 aziende iscritte, 142 nuove iscrizioni e 214 cessazioni, cioè un tasso di sviluppo pari al -3,1%. Nel comprensorio della Riviera le aziende iscritte sono 10.227 di cui 691 nuove e 951 cessazioni, il tasso di sviluppo del comprensorio è migliore di quello del Comune di Mira, anche se chiaramente negativo: - 2,5 %”. Oltre al turismo, che a livello provinciale per la prima volta segna il passo a causa della caduta della domanda interna, è nel settore manifatturiero, del commercio al dettaglio, e delle costruzioni che in Riviera del Brenta si segnalano i cali maggiori, con un saldo negativo di 80 aziende nel commercio, 65 nel campo delle costruzioni edili e addirittura 150 in quello manifatturiero. Qualche luce in fondo al tunnel comunque pare esserci: c’è un saldo positivo di 150 aziende in settori di difficile e nuova collocazione, ma prevalentemente collegate al terziario ai servizi alla persona e alla tecnologia. Non va bene però neppure il settore primario (agricoltura pesca e silvicoltura) con un saldo negativo di 40 aziende. L’assessore Provinciale al Lavoro Paolino D’Anna commenta amaramente “Questi dati - ha spiegato D’Anna al convegno - uniti al fatto che anche in Riviera
Un’immagine della Reckitt Benckiser ho dovuto affrontare nel 2012 a un aumento del 30% delle vertenze sindacali, impongono al più presto un governo stabile sia del territorio locale che della nazione. Le amministrazioni locali come province e comuni sono assillate dai cittadini sempre più impoveriti da politiche di austerità e tagli ai sostegni sociali. A farne le spese di questa crisi sono stati soprattutto giovani e donne con un tasso di disoccupazione record rispetto a quello di qualche anno fa”. Il sindaco di Mira Alvise
Maniero e il vice Nicola Crivellaro hanno ricordato come questa iniziativa sia stata voluta proprio dal Comune di Mira dopo una riflessione fatta in consiglio, a seguito delle difficili situazioni in cui versano importanti realtà produttive del territorio come la Reckitt Benckiser e la Pansac International. Ma non si possono dimenticare anche le situazioni della Navalmeccanica a Gambarare (che è stata ad un passo dal fallimento e poi rilevata) e la vertenza Coca Cola ad Oriago.
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i è svolto a marzo un incontro promosso dall’Associazione Artigiani “Città della Riviera del Brenta” rivolto alle imprese rivierasche per illustrare le opportunità di lavoro nel Kurdistan iracheno. L’iniziativa, cui hanno partecipato Salvatore Mazzocca e Franco Scantamburlo, presidente e segretario degli Artigiani, mirava ad affrontare condizioni di fattibilità e aspetti tecnici e legali, non escludendo una missione sul posto. Tra i presenti Marino Callegaro, titolare dell’azienda Cmi, che con l’amico Foad, cittadino kurdo-iracheno, si è già recato varie volte in Kurdistan. Tante le imprese dell’area presenti, provenienti dai comuni di Stra, Vigonovo, Dolo, Campolongo Maggiore, Campagna Lupia e Mira. “Grazie all’intraprendenza del nostro associato Callegaro - hanno spiegato Franco Scantamburlo e Diego Favaro, responsabile dell’area sindacale - abbiamo incrociato questa opportunità che interessa i settori della filiera edile e dei servizi, impianti termoidraulici civili e industriali, carpenteria, opere di urbanizzazione, serramentisti, elettricisti. Gli investimenti interessano opere pubbliche, ospedali, scuole, università, strade, urbanizzazioni di aree destinate all’edilizia privata. I lotti dei lavori sono pacchetti (tender) da taglio minimo di 50 milioni di dollari. Il Kurdistan iracheno è una zona con un buono stato di sicurezza interna ed un massiccio sviluppo, favorito dalle ingenti risorse ricavate dallo sfruttamento delle materie prime e destinate al governo autonomo del Kurdistan dopo il riconoscimento dell’autonomia amministra-
Un momento del convegno tiva”. Callegaro ha sottolineato che i tempi sono maturi per una prima esperienza delle aziende della Riviera. “Come associazione - continua Favaro - vogliamo costruire un team di imprese interessate a partecipare al progetto”. L’iniziativa rientra in una strategia dell’Associazione per affrontare la crisi. “Da tempo - conclude Scantamburlo - abbiamo attivato uno sportello estero volto ad aiutare le imprese ad espandersi su nuovi mercati. In autunno abbiamo accompagnato una delegazione a Dallas, con un positivo riscontro, al punto che il presidente della Camera di Commercio Italo americana di Chicago sarà presente da noi per un incontro di presentazione del prossimo evento fieristico. Non ci limitiamo però ai settori classici come tessile, abbigliamento e calzature, che nell’export trovano un importante sbocco. Vi sono paesi che stanno progettando un’importante mole di investimenti pubblici G.P. in infrastrutture e servizi”.
18 Cultura Mira Il direttore Elisabetta Vulcano parla dopo la chiusura dell’attività a villa Principe Pio
L’Ecomuseo ha riaperto i battenti
A Dolo
evenTi all’aperTo
Il Comune di Mira trasformerà villa dei Leoni in polo museale per implementare l’offerta culturale di Roberta Pasqualetto
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l 13 aprile ha riaperto l’Ecomuseo “Le Terre del Brenta” nella nuova sede di villa dei Leoni a Mira. Il museo è rimasto chiuso per un anno a causa della messa in vendita di villa, Principe Pio (proprietà della Provincia) sede del museo. L’esposizione permanente si trasferirà in alcune sale della villa offrendo diversi servizi e una biblioteca tematica: la nuova sede diventerà centro di raccolta, documentazione e sperimentazione. Il programma di apertura per il weekend di metà aprile ha visto l’”Ecomuseo a porte aperte”, con ingresso libero e un ciclo di laboratori didattici che si sono tenuti durante il pomeriggio di domenica per i bambini di ogni età. La villa è diventata dunque luogo d’incontro tra passato e presente, per conservare e valorizzare il patrimonio culturale e ambientale di Mira e dell’intera Riviera del Brenta. Questo museo è dedicato al territorio e alle persone che vogliono conoscerlo meglio e approfondire le proprie origini, le trasformazioni e le risorse culturali, turistiche e ambientali del territorio. Il museo sarà diretto da Elisabetta Vulcano e avrà come direttore onorario Antonio Foscari. L’allestimento, collocato, nell’ala est del piano nobile della villa, si articolerà in un percorso cronologico, dedicato alla nascita e all’evoluzione del territorio. L’allestimento prevede
pannelli esplicativi, fotografici e cartografici sulle terre del Brenta, reperti archeologici, manufatti e oggetti storici; al piano sarà collocata la biglietteria e il bookshop. Le sale che completano il piano, adibite a sala conferenze e a sala multifunzionale, saranno usate in stretto accordo con l’amministrazione pubblica. Nel mezzanino est sono ospitati: l’ufficio, una biblioteca tematica e un’aula studio. Elisabetta Vulcano, direttrice e responsabile del museo preferisce non parlare d’inaugurazione del museo perché dice che sottolineerebbe che è stato chiuso per la terza volta; mentre le attività culturali sono andate avanti e sempre con grande risposta da parte del pubblico. “Abbiamo riaperto ma in realtà siamo sempre noi – dice Elisabetta Vulcano – il comune di Mira ci ha dato, attraverso una convenzione, alcuni spazi e abbiamo riallestito il museo mantenendo il progetto e riadattandolo ai nuovi spazi che sono più piccoli ma funzionali”. Il Comune trasformerà villa dei Leoni in polo museale per implementare l’offerta culturale; quindi saranno dati altri spazi a realtà culturali del territorio. “Noi siamo ben disposti a collaborare con le altre realtà locali che s’insedieranno in villa dei Leoni – conclude Vulcano – nella cultura ci crediamo molto, e siamo disponibili a fare squadra”. In questo periodo di
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Villa dei Leoni crisi anche la didattica è penalizzata perché la Provincia ha soppresso i fondi e la Regione li ha limitati; probabilmente il futuro è affiancare dei corsi approfonditi alla scuola tradizionale. A conferma di questa teoria, l’associazione Centro Studi, riceve moltissime domande e non solo nel comune di Mira ma anche dai comuni limitrofi e da Venezia.
on l’arrivo della bella stagione si moltiplicano gli appuntamenti all’aria aperta. Nei mesi di aprile e maggio, a Dolo, ci sono una serie d’iniziative a carattere folkloristico e artistico. Venerdì 26 aprile si terrà la tradizionale festa della Madonna dei Molini accompagnata dalla messa serale nel Duomo e poi la solenne processione per le vie del centro (manifestazione per celebrare i 200 anni dal Miracolo). I “Madonnari di Bergamo” artisti professionisti si presteranno per dipingere l’immagine della “Madonna dei Molini”con le dimensioni di 3 metri per 5 in Piazza del Cantiere e, tutta l’Isola Bassa, sarà illuminata da centinaia di lumini e decine di lanterne cinesi. Mercoledì primo maggio, si terrà la mostra mercato dell’orto e giardino dalle 8 alle 20. I protagonisti saranno i fiori, le piante e tutto quello che concerne la passione per il verde. L’esposizione si terrà lungo via Garibaldi, Ponte dei Molini, Rampa via Mazzini, invaso Due Mori e Piazza Cantiere. L’evento si accompagnerà a un’esposizione di pittura sotto lo Squero Monumentale e una fiera del mercato biologico. Nel pomeriggio ci sarà una gara di acqua bike nella zona di fronte alla piazza. Sabato 18 maggio, lo Squero dell’Isola Bassa di Dolo si colorerà con i disegni dei madonnari che trasformeranno gli alunni delle terze medie in artisti R.P. di strada.
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Politica A maggio si rinnovano i governi degli enti locali
Amministrative, quattro comuni vanno al voto Occhi puntati sul fenomeno del Movimento 5 Stelle. A San Donà e Martellago si elegge il sindaco con il doppio turno. A Pianiga e San Stino di Livenza, con il turno unico di Alessandro Abbadir
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lezioni amministrative, in provincia di Venezia, sono 4 i comuni in cui si andrà al voto. Si tratta di Martellago, Pianiga e nel Veneto Orientale, San Donà e San Stino di Livenza. Il tema politico principale sul tavolo è la tenuta delle tradizionali coalizioni di centrosinistra o centrodestra di fronte al fenomeno grillino. Fenomeno che ha investito lo scenario politico italiano e anche quello locale. I dati alle politiche per il Movimento 5 Stelle nei comuni del Veneziano sono importanti. A San Donà, dove adesso governa la leghista e presidente della provincia Francesca Zaccariotto, Grillo è al 25,23%, a San Stino di Livenza 24,62%, a Martellago raggiunge il 32,62% e a Pianiga il 35,60%. Miranese e Riviera del Brenta sono le zone dove il Movimento ha raggiunto i risultati migliori, con il picco di Vigonovo dove i grillini arrivano al 36,52%. Non è un caso per gli attivisti dell’ex comico, che sia l’area dove il Movimento è più rappresentato
nelle istituzioni: c’è infatti il caso di Mira, con il sindaco grillino Alvise Maniero, ci sono tre consiglieri a Mirano, una a Santa Maria di Sala, uno a Vigonovo e uno a Campolongo. Ma andiamo ora comune per comune a vedere la situazione ad un mese dal voto. A Martellago, i candidati in lizza al momento in cui scriviamo e andiamo in stampa, sono quattro. Hanno ufficializzato la loro candidatura Moreno Bernardi (Un comune per tutti), Alberto Ferri (Lega Nord) e Antonio Santoliquido (Movimento 5 stelle). Si è in attesa delle mosse del Pdl, dove vige il massimo riserbo sul candidato, e della lista Monti. Il gruppo di Andrea Causin (lista Monti) che, comunque, ha assicurato di volerci essere non ha ancora sciolto la riserva, se appoggiare il centrosinistra o correre in proprio. Intanto a metà aprile a tenere banco sullo scenario politico sono state le primarie del centrosinistra, alla fine l’ha spuntata Monica Barbiero. Per l’insegnante di musica ha
votato più di un elettore su due e ha preso il 50,19 per cento. Ecco i numeri del responso nel dettaglio : Barbiero (Impegno Comune) 792 voti, Paolo Gatto (Pd) 554, Cosimo Moretti (Pd) 232. Anche a Pianiga si dipana la matassa delle candidature. Il centrodestra si è già fatto avanti ricandidando il sindaco uscente Massimo Calzavara, 39 anni avvocato, con la lista “Calzavara sindaco”. Nel centrodestra ad esempio ci sono il Pdl, la Lega Nord, la lista Pianiga Futura. Il centrosinistra candida a sindaco il segretario del Pd Jessica Pavan, sostenuta, oltre che dal Pd, da Idv e Psi. Jessica Pavan, 34 anni, è dipendente del Movimento consumatori a Mestre. Sarà invece Massimo Nacchi 49 anni, residente a Cazzago, sposato e padre di due figli, impiegato in una onlus padovana il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Pianiga. Fra i partiti, dalle urne di febbraio è emerso come il Pdl sia il maggiore azionista dell’attuale maggioranza con il 16,6, la Lega Nord conserva uno
zoccolo duro del 7,66%. Il Pd porta a casa il 20,79%. A San Donà la candidature principali sono tre, anche se non mancano tante civiche e formazioni minori. Nel centrodestra ad esempio il dopo-Zaccariotto non sarà leghista. Il Carroccio sosterrà Giansilvio Contarin. Il sindaco uscente Francesca Zaccariotto non ricandidabile (ha fatto due mandati), pensa a una lista civica con cui raccogliere voti per favorire la vittoria della sua coalizione. Contarin, attualmente assessore ai lavori pubblici nella giunta di Francesca Zaccariotto, ha 51 anni, architetto, è stato sindaco già nel 1993 in una delle prime giunte di centrosinistra. Il centrosinistra con il Pd in testa ha candidato Andrea Cereser. Cereser si era imposto a dicembre nelle elezioni interne al partito. 45 anni, medico veterinario all’istituto zooprofilattico delle Venezie, sposato, una figlia, consigliere “anziano” più votato con 360 voti alle precedenti comunali, proveniente dal mondo cattolico. La sua è una
delle famiglie più conosciute nel sandonatese. Sarà invece l’ingegner Guido Salvestroni, 56 anni, il candidato a sindaco di San Donà del Movimento 5 Stelle. Nato a Milano il 3 gennaio 1957, una figlia. Guido Salvestroni è un ingegnere meccanico, si è laureato al Politecnico di Milano e prim’ancora ha frequentato il liceo classico. Ha intrapreso la carriera imprenditoriale e in questi anni si è occupato molto di informatica, anche insegnandola. A San Stino di Livenza l’unico candidato sindaco finora designato è il trentenne Matteo Cappelletto per la lista civica “Livenza” di ispirazione di centrosinistra, attuale assessore della giunta in carica di Luigino Moro. Di sicuro infatti cui sarà la lista del movimento di Beppe Grillo. Il Pdl pare sostenere la candidatura a sindaco di Pietro Meda, mentre la Lega Nord sostiene il nome di Antonio Zovatto. A San Donà e Martellago si vota con il doppio turno. A Pianiga e San Stino con turno unico.
CAOS lEGA NORD GlI ESPulSI NEl VENEZIANO Peretti, Paolo Pizzolato, Alessandro Vianello. Nel Veneto Orientale anche se nessuno è fra gli espulsi, restano le tensioni tra “tosiani” e “bossiani” in vista delle amministrative a San Donà e San Stino. Il sindaco di Musile, Gianluca Forcolin, che da solo aveva riconquistato il suo Comune alla destra del Piave, ha dovuto rinunciare alla candidatura per Roma che ha visto l’elezione del giovane ex segretario provinciale, Emauele Prataviera, di San Stino, pupillo di Daniele Stival fedele a Tosi. Francesca Zaccariotto, sindaco di San Donà e presidente della Provincia di Venezia, sempre vicina a Bossi e Giampaolo Gobbo è contestata dalla nuova segreteria sandonatese di Gino Diotto. A.A.
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l caos della Lega Nord a livello regionale, si ripercuote anche a livello provinciale. L’episodio che più ha fatto scalpore è la lite con scambio di pugni e spintoni fra l’ex segretario della Lega Nord di Venezia Paolo Pizzolato e il deputato veronese Metteo Bragantini. L’ala rimasta fedele a Bossi ha contestato la nuova linea del segretario della Liga VenetaLega Nord , il “maroniano” sindaco di Verona Flavio Tosi. Tosi con il consiglio nazionale della Liga Veneta, ha espulso nelle scorse settimane, 35 militanti che avevano contestato Maroni a Pontida. Per l’area di Venezia sono stati espulsi: Claudio Gatti, Pierangelo Del Zotto, Giovanni Furlanetto, Liliana Manente, Claudia Marchiori, Pier Paolo Penzo, Patrizia
Spazi aperti 21 3 Chioggia Bosco Nordio
Il nuovo programma di escursioni naturalistiche U
Mira Porte in Riviera del Brenta
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l via il nuovo programma di escursioni naturalistiche da parte della cooperativa HylaCoop naturalisti associati, in collaborazione con Veneto Agricoltura. I naturalisti di Hyla avranno il piacere di guidare bambini e adulti alla scoperta del territorio e del suo ecosistema, anche in aree tradizionalmente non accessibili al grande pubblico, come Bosco Nordio. La riserva naturale integrale è la protagonista di ben quattro appuntamenti. Il 1 aprile è stata proposta una visita guidata alla scoperta di quanto rimane dell’antica foresta litoranea tra lecci, querce, frassini e tracce di una fauna misteriosa. Il 14 aprile, dalle 9.30 alle 14.30 all’interno della riserva si è praticato il nordic walking: mezza giornata di attività fisica con l’assistenza di un istruttore. Il 19 maggio, sempre a Bosco Nordio, dalle 9.30 alle 15.30 si praticherà un’esperienza meditativa guidata a contatto sensoriale con l’ambiente del bosco, affinando la percezione dell’unità ecosistemica. Il 1 giugno dalle 19 alle 21 si andrà
La riserva naturale integrale aperta a bambini e adulti in varie iniziative iniziate ad aprile che si protrarranno fino a giugno alla scoperta dei pipistrelli di Bosco Nordio, con una lezione ed escursione serale con la conduzione di un esperto di chirotteri e l’identificazione delle specie con bat-detector. Ma il nostro territorio non offre solo gli incanti della foresta. Il 21 aprile e il 26 maggio, dalle 9.30 alle 12.00, in bicicletta, si andrà alla scoperta del territorio agricolo di bonifica, tra argini, canali e manufatti idraulici, antiche corti e la grande idrovora di Ca’ Bianca. Il 1 maggio e il 9 giugno dalle 10 alle12 si esplorerà il giardino botanico di Porto Caleri, con una visita guidata al gioiello del Delta del Po, tra flora di spiaggia
“DIPlOMATI” 55 NuOVI VOlONTARI DEllA PROTEZIONE CIVIlE NEl VENEZIANO
Il gruppo dei partecipanti al corso di base di formazione della Protezione civile
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on la consegna degli attestati al magazzino provinciale della protezione civile, a Marcon, si è concluso sabato 23 marzo scorso il corso di formazione base per volontari di protezione civile, organizzato dalla Provincia di Venezia e tenutosi presso il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Mirano. Il corso è iniziato il 23 maggio 2012 ed ha registrato la partecipazione di 55 volontari che hanno affrontato lezioni teoriche (la legislazione specifica di protezione civile, la pianificazione in emergenza, i principali rischi del territorio, la psicologia dell’emergenza) e pratiche (l’utilizzo di apparecchiature radio, le nozioni di pronto soccorso, il rischio antincendio, per i quali verrà rilasciato specifico attestato dal Ministero dell’Interno). Particolare attenzione è stata posta an-
che all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, con un corso apposito che ha integrato la formazione base. Alla cerimonia di conclusione erano presenti, oltre all’assessore provinciale alla Protezione Civile Giuseppe Canali, i sindaci e gli assessori dei comuni dei volontari che hanno frequentato il corso, il dirigente del servizio provinciale di protezione civile Massimo Gattolin e Susanna Babetto. “Continua l’impegno formativo dei volontari, promossa dalla Provincia di Venezia. Si tratta di un compito che l’amministrazione affronta sempre positivamente, - ha commentanto l’assessore Canali - credendo nel ruolo del volontariato di protezione civile ed investendo, anche in tempi economicamente difficili, nella formazione, ben consapevole dello spirito di altruismo di chi si avvicina a prestare questo servizio”.
e barena, boschi e macchia mediterranea, stagni abitati da rare specie di animali. Il 12 maggio e il 23 giugno, in bicicletta, si girerà il territorio tra Brenta e Adige, con escursioni a Isola Verde, tra le foci dei fiumi, gli orti, gli argini, i boschi golenali, la lavorazione delle grasiole e le idrovore. Il 2 giugno ancora una giornata di nordic walking, questa volta a Valle Averto, dalle 9.30 alle 14.30, con la presenza di un istruttore. Per le escursioni in bicicletta è possibile anche noleggiare il mezzo. E’ obbligatoria la prenotazione al 3381755614 M.Bo.
RIAPRE VIllA VAlIER CORÒ
n gioiello dell’architettura di nuovo visitabile. Ha riaperto ad aprile, ma non è certo una nuova costruzione, villa Valier Corò che si trova a Mira Porte in via Di Vittorio lungo le sponde del Naviglio del Brenta. L’incantevole villa del 1500 è stata restaurata nei minimi dettagli Impreziosita da un antico oratorio e un’imponente barchessa, la villa è immersa in un lussureggiante giardino di alberi secolari, per una superficie totale di 20.000mq. Un tempo scenario degli eventi mondani più glamour del territorio, la residenza ebbe l’onore di ospitare alcune tra le più influenti famiglie nobiliari veneziane e fu scelta come abitazione privata da ben due Dogi della Serenissima, i Valier, caso unico nel panorama della Riviera. Ad immortalarne la fama contribuirono i festeggiamenti ufficiali che vi ebbero luogo nel 1666 in occasione del passaggio per gli Stati Veneti di Margherita, figlia del Re di Spagna, in viaggio per raggiungere il futuro marito Leopoldo I d’Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero: un ricevimento che per sfarzo ed eleganza fece parlare di sé in tutta Europa. Dopo secoli da quello storico evento, questo edificio riprende vita aprendo le sue porte al pubblico. Ma quali saranno i servizi che Villa Valier potrà offrire? Spazi dedicati al business: per meeting, convention e team building aziendali; la location ideale per cene di gala esclusive e spettacoli culturali di alto livello; ma anche l’ambientazione per servizi fotografici ineguagliabili e naturalmente la cornice perfetta per l’evento da sogno per eccellenza: il matrimonio. Villa Valier ha aperto le sue preziose stanze affrescate ad aprile per un pomeriggio dedicato all’imprenditoria e al mondo del turismo, mentre il week end contiguo all’apertura è stato dedicato ai futuri sposi. A.A. Info www.villavalier.it
22 Mondo scuola
Mondo scuola 5
Il progetto La lotta alla contraffazione entra nelle scuole superiori del Veneziano
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Mille “Giovani originali”
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aTTivaTo un Terzo corso al cfp di chioggia: domande in aumenTo del 50%
di Giovanni Giovetti
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otta alla contraffrazione, un messaggio che dev’essere veicolato anche a scuola per formare... “Giovani originali”, consapevoli e informati. E’ questo lo spirito che anima l’iniziativa, denominata appunto “Giovani originali”, realizzata dall Provincia in collaborazione con le Forze dell’Ordine, la Camera di Commercio e altri enti del territorio. Fino ad oggi il progetto ha coinvolto circa 1000 studenti del Veneziano. Scopo del progetto è sensibilizzare, attraverso la realizzazione di specifici percorsi formativi, gli studenti veneziani sui molteplici effetti negativi derivanti dal fenomeno illecito della contraffazione, dalla produzione all’acquisto, al consumo di prodotti falsificati. Nell’anno scolastico 2011-2012 hanno partecipato sei istituti superiori per un totale di 32 classi. Gli istituti coinvolti sono stati il Marconi di Cavarzere con 8 classi, il liceo scientifico Benedetti di Venezia con 5 classi, il Lazzari di Dolo con 6 classi, il Levi di Mirano con 3 classi, il liceo linguistico Belli con 7 classi, il Cornaro di Jesolo con 3 classi. Nell’anno scolastico in corso gli interventi negli istituti sono ancora in program-
Un’iniziativa volta a sensibilizzare i ragazzi sugli effetti negativi del fenomeno illecito della contraffazione con particolare attenzione al settore alimentare
La sede del Centro di formazione professionale di Chioggia
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ono state tutte accolte le domande di ammissione al primo anno del Centro di formazione professionale di Chioggia, nonostante fossero giunte copiose, ben al di sopra delle possibilità concesse dai due corsi già attivi. La Provincia ha allora deciso di avviare un terzo corso per accontentare i ragazzi che ambiscono ad ottenere una qualificazione professionale nel campo della ospitalità e della ristorazione e le aspettative delle rispettive famiglie. La proposta, partita dall’assessore provinciale alla Formazione e al Lavoro Paolino D’Anna, ha ottenuto, a fine marzo, l’approvazione dell’intera Giunta che ha destinato al nuovo corso un finanziamento di 45mila euro. Una decisione motivata dalla stessa presidente della Provincia Francesca Zaccariotto con l’elevato numero di richieste che quest’anno è superiore del 50 per cento rispetto alle precedenti iscrizioni. Domande che, peraltro, sono pervenute anche ai Cfp, così come per le scuole secondarie di secondo grado, per lo più in modalità on-line. “Chioggia - ha commentato soddisfatta la presidente Francesca Zaccariotto - è un centro qualificato, con ottimi docenti, una sede che abbiamo recentemente rinnovato, e offre a nostri ragazzi, che hanno voglia di confrontarsi a breve col mercato del lavoro, concrete possibilità di occupazione, in un G.G. settore come quello dell’ospitalità e della ristorazione in continua crescita”.
L’assessore Lucio Gianni al Liceo Benedetti di Venezia
ma.
“Gli istituti che hanno aderito - commenta l’assessore provinciale alle Attività produttive Lucio Gianni - permettono di coinvolgere l’intera provincia di Venezia. Gli incontri realizzati hanno visto una partecipazione attenta da parte degli studenti e in molti casi si sono protratti oltre l’orario
previsto proprio per dare risposta alle diverse sollecitazioni e quesiti emersi. Nei nostri incontri portiamo l’attenzione dei ragazzi anche su tutto ciò che riguarda la contraffazione nel campo alimentare, un settore di estrema importanza perché coinvolge primariamente non solo la nostra economia ma soprattutto la nostra salute”.
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24 6 Personaggio Salute Malattie cardiovascolari, i progressi grazie ad una giovane del veneziano
Martina Calore, una promessa della scienza
La ricercatrice di Camponogara è stata premiata nel 2011 con il progetto “Donne e Futuro” Roberta Pasqualetto
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artina Calore è nata il 14 luglio 1982 e vive a Camponogara. Si è laureata con il massimo punteggio in biotecnologie industriali e ha conseguito un dottorato di ricerca in scienze cardiovascolari. Martina oggi è una ricercatrice presso l’Università di Padova e, nel 2011, è stata premiata con il progetto Donne e Futuro. Martina ha sentito subito che la sua strada sarebbe stata quella della ricerca nelle scienze cardiovascolari. “Volevo seguire questa strada fin dai tempi del liceo – dice Martina - mi affascinavano le biotecnologie, poi durante il secondo anno di università ho fatto un corso di genetica umana, con la professoressa Alessandra Rampazzo, e ho capito che questa era la mia strada, poi ho voluto fare la tesi sperimentale e l’esame per il dottorato di ricerca con la stessa dottoressa”. Lo studio della professoressa Rampazzo e del suo
staff, dove lavora anche Martina, apre nuove prospettive sulla conoscenza delle cause della morte improvvisa tra i giovani, questo studio è stato pubblicato da poco sull’European Heart Journal. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è una malattia rara che provoca la morte improvvisa, spesso si lega all’attività fisica e può coinvolgere calciatori o altri atleti famosi. Non mancano casi anche sui campetti di periferia e al di fuori degli ambienti sportivi questa condizione è ereditaria e fa due vittime l’anno (ogni 100 mila persone) sotto i trentacinque anni di età. L’incidenza di questa terribile morte è in calo proprio grazie all’opera di prevenzione sulle persone riconosciute come a rischio. “La scoperta legata alle morti improvvise è provocata da un’alterazione delle proteine desmosomiali, lo studio era già iniziato prima che io arrivassi nel laboratorio ed erano già stati trovati i
geni della malattia. Il nostro studio è stato fatto anche in collaborazione con i belgi e si effettua su una rosa di pazienti già analizzati clinicamente e dai quali estraiamo il Dna che ci riporta a questa malattia”. Si parla sempre di fuga di cervelli per l’Italia, per una volta sembra non essere cosi, ci si augura che un’università come quella di Padova, dove un tempo affluivano le menti più brillanti d’Europa, non perda questo importante prestigio. Martina è fiduciosa, nonostante la sorella si sia trasferita quattro anni fa negli Stati Uniti per lavorare. Lei si augura di restare nel suo paese e di trovare un lavoro. “Io non voglio andare all’estero, mi auguro di restare vicino ai miei genitori e di realizzarmi stando qua. I miei hanno fatto un grande sacrificio per farmi studiare vorrei dargli soddisfazione, trovando lavoro nel mio ambito; spero che questo succeda dopo i sei anni da ricercatrice”. Il
La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è una malattia rara che provoca la morte improvvisa primo obiettivo di Martina è di trovare lavoro, fatto questo potrà progettare anche tutto il resto; la sua fiducia e il suo entusiasmo per il lavoro sono forti: “La ricerca deve continuare, ci sono ancora altri pazienti che non hanno mutazione e quindi si devono scoprire gli altri geni per salvare vite”. Insomma, non è una novità le persone giovani e di valore ci sono anche nei nostri territorio e hanno tutta la
Nella foto Martina Calore
voglia di restare a vivere e lavorare dove abitano. Quello che appare sempre difficile è il sistema burocratico e la logica delle corporazioni, che spesso non fanno accedere ai vertici le persone per meriti e capacità, ma solo per cooptazione e conoscenze. Insomma un sistema inefficace e costoso, che spesso produce solo fughe di cervelli, ma questa volta pare scongiurato.
>> L’ Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta” presenta la guida turistica
“Le delizie della Brenta” Frutto del lavoro del “Tavolo sul Turismo della Riviera del Brenta”
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L’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta” ha organizzato la presentazione della guida turistica “LE DELIZIE DELLA BRENTA”, frutto del lavoro del “Tavolo sul Turismo della Riviera del Brenta” che ha visto le Amministrazioni Comunali, l’Azienda di Promozione Turistica di Venezia, le Associazioni di Categoria e le altre Associazioni del territorio che si occupano di promozione turistica collaborare congiuntamente per realizzare questo importante strumento di marketing territoriale.
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E’ una guida che si pone accanto agli altri prodotti di promozione turistica del territorio della Riviera del Brenta realizzati con la collaborazione dell’Amministrazione Provinciale di Venezia, ovvero la guida turistica emozionale “Passeggiando per ……la Riviera del Brenta” e la guida di itinerari serenissimi “Tra il Brenta e l’Adige” a cura del Consorzio Pro Loco BrentAdige.
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In occasione della presentazione de “Le delizie della Brenta” c’è stato posto anche per un momento di approfondimento e discussione sulle potenzialità e sulle modalità più efficaci di promozione turistica di tutta la Riviera del Brenta. All’incontro hanno presenziato l’Assessore Provinciale al Turismo Giorgia Andreuzza, l’Assessore Provinciale alle Attività Produttive Lucio Gianni, il Prof. Jan Van Der Borg – docente di Economia Applicata all’Università Ca’ Foscari di Venezia, il Sindaco di Fossò e attuale Presidente dell’Unione dei Comuni la Dott.ssa Federica Boscaro, il Sindaco di Fiesso d’Artico Andrea Martellato, il Sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri, l’ex Assessore in Unione dei Comuni Mario Vescovi ed il nuovo Consigliere delegato al Turismo in Unione dei Comuni Renato Trincanato.
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La guida è già stata presentata con notevole interesse alla BIT (Borsa Internazionale del Turismo) di Milano ed alla Fiera del Turismo di Caorle lo scorso Febbraio e sarà proposta al TTG di Rimini il prossimo Ottobre. Marco Lanza
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Cultura provinciale 27 9 Musica Da Cavarzere giovani musicisti 2.0
Venice’s Ring, la band che spopola sul web
Il gruppo ha fatto della sorpresa e dell’imprevedibilità il proprio punto forte: una band al passo con i tempi che utilizza tutte le potenzialità di internet per farsi conoscere ed apprezzare, soprattutto fra i più giovani di Nicla Sguotti
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n anonimo furgone bianco che arriva brani eseguiti che fa rimanere di stucco i senza preavviso e nel giro di pochi presenti. Così, tra un flash mob e una registraziosecondi trasforma il luogo prescelto in una sala da concerto, attraendo i passan- ne, la band sta spopolando sul web, dove, appena qualche ora prima di ogni concerto, ti con pezzi originali e coinvolgenti. È questo lo scenario in cui si svolgono vengono indicate la città e l’ora prescelte, le esibizioni dei Venice’s Ring, gruppo nato senza mai indicare il luogo preciso. Una band al passo coi tempi che utia Cavarzere, che ha fatto della sorpresa il proprio punto forte e sta ottenendo sempre lizza tutte potenzialità del web, dove si possono ascoltare alcuni dei brani del cd più consensi, soprattutto tra i più giovani. “Virus”, appena pubLa band è formata da tre giovani Un anonimo furgone blicato e già molto popolare. L’originalità del musicisti, che già in bianco arriva senza passato hanno fatto preavviso e trasforma gruppo riserva altre gradite sorprese, infatparte di gruppi molto il luogo prescelto in apprezzati non solo a una sala da concerto ti, primo caso di cui si abbia notizia, il cd dei livello locale, Andrea Dodicianni voce e al basso, Alberto Gia- Venice’s Ring non si può acquistare ma, se cobbe alle chitarre e Antonio Zanellato alla si vuole averlo, è necessario trovarlo. È questa la brillante idea di marketing batteria. Il fattore che più sembra avere importanza nelle esibizioni del gruppo è che il gruppo ha voluto porre alla base della l’imprevedibilità, anche se è la qualità dei sua attività, infatti per avere “Virus” è ne-
Web. Premio Polo Est ai migliori siti
VINCONO lA PRO lOCO DI SCORZÈ, l’ISTITuTO AlGAROTTI E l’uNIONE RIVIERA DEl bRENTA La premiazione. Foto dal sito www.provincia. venezia.it
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o scorso 15 marzo, a conclusione della XII Settimana web, l’assessore provinciale all’Informatizzazione Claudio Tessari ha premiato, nell’incontro conclusivo, i vincitori del Premio Polo Est destinato al miglior portale di Comuni, Scuole e Associazioni del territorio che hanno partecipato all’iniziativa. Per la categoria associazioni il primo posto è stato assegnato alla Pro loco di Scorzè, www.prolocoscorze.it, “per la veste grafica attraente e coerente con l’immagine dell’associazione”. Il premio speciale servizi on line è stato assegnato al Club alpino italiano di Mirano - www.caimirano.it - “per il disegn raffinato, per l’organizzazione delle informazioni pubblicate e per l’offerta dei servizi on line rivolti agli utenti”. Primo classificato per la categoria scuole è stato l’istituto Algarotti di Venezia, www.istitutoalgarotti.it, “per l’attenzione dimostrata verso l’utenza,
accogliendo lo spazio per gli alunni e quello per i genitori; per la ricercatezza, l’interesse, la varietà dei contenuti”. Il premio speciale contenuti è stato assegnato al blog della scuola media “L. Einaudi” di Marghera, www.einaudideiragazzi.provincia.venezia.it, “Per la ricchezza dei contenuti del blog”. L’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta”, www.cittadellariviera.it, ha vinto la categoria dei Comuni mentre il premio speciale trasparenza è andato al Comune di Eraclea, www.comune.eraclea.ve.it, “per la fluidità e la chiarezza dell’imaginazione dei contenuti”. I primi tre classificati hanno ricevuto in premio un tablet che è stato consegnato da Dario Fumi, coordinatore commerciale della Cassa di Risparmio di Venezia sponsor dell’iniziativa che vede anche come partner tecnici la ditta Elinet e Iwa Italia, International Webmasters Association.
“Virus” il cd appena pubblicato non si acquista ma è necessario... trovarlo
I Venice’s Ring in una delle loro tipiche e originali esibizioni cessario ritrovarselo tra le mani, magari in uno dei tanti luoghi in cui i Venice’s Ring si sono esibiti negli ultimi mesi o in cui saranno prossimamente, in un tour che li porterà in una quarantina di città italiane. Una volta trovato il “Virus”, ed esserne quindi rimasti contagiati, si possono scaricarne i brani ed è poi necessario rimetterlo in libertà, per non fermare il contagio e dare la possibilità ad altri di ascoltarlo.
“Per fornire prova dell’avvenuto ritrovamento – spiega Andrea Dodicianni – ci si può fare una foto e postarla sulla nostra pagina facebook, dove già centinaia di persone hanno inserito la loro testimonianza di contagio”. Per essere contagiati da questa sorta di benefica infezione musicale, non c’è altro da fare che rimanere in contatto con i Venice’s Ring attraverso la loro pagina
facebook, in attesa che il Virus tour capiti nella propria zona. Le possibilità di contagio non si fanno attendere, infatti i Venice’s Ring in tutti i fine settimana si esibiscono in una città diversa, in un road tour che si sta sempre più ampliando e di certo farà ancora parlare di questo originale gruppo.
Lirica Dal 14 al 17 maggio
Il secondo concorso internazionale “Tullio Serafin” L
a figura di Tullio Serafin, grande direttore veneto, ha rappresentato per più di un sessantennio un fondamentale punto di riferimento per chi volesse accostarsi al repertorio lirico italiano ma anche a quello tedesco, e in particolare wagneriano. I più apprezzati interpreti lo ricordano con ammirazione e parlano di lui come di un maestro, tutt’ora insuperato, nell’arte di concertare e curare i dettagli di ogni singola rappresentazione. In particolare i cantanti trovavano in lui, più che in qualsiasi altro direttore contemporaneo, la capacità di mettere il canto al primo posto, curando personalmente la scelta degli interpreti e la loro preparazione. Le straordinarie doti nel riconoscere le potenzialità di ciascuna voce lo fanno oggi ricordare come il direttore che più di ogni altro scoprì talenti del bel canto. Da Caruso a Renata Tebaldi, da Joan Sutherland a Carlo Bergonzi, da Rosa Ponselle a Maria Callas per arrivare fino a Pavarotti, tutti i grandi interpreti dei primi sessant’anni del Novecento hanno almeno una volta cantato con lui. È proprio questo legame speciale che unisce Serafin alle più belle voci di sempre che ha spinto il Circolo “Amici del maestro Tullio Serafin” e l’Associazione “Concetto Armonico” di Cavarzere a promuovere la seconda edizione del Concorso Internazionale di canto lirico, nella speranza che il nome dell’illustre direttore possa anche oggi regalare qualche gradita sorpresa in fatto di nuove scoperte del canto. Il Secondo Concorso Internazionale per cantanti lirici “Tullio Serafin”, che si terrà a Cavarzere dal 14 al 17 maggio 2013, si pregia di avere una giuria di personalità di rilievo del mondo della lirica. La presidenza è della grande Daniela Dessì, che con entusiasmo ha subito accettato di onorare il grande maestro con la sua presenza, al suo fianco Bernadette Manca Di Nissa, Franco Moretti,
Il maestro Tullio Serafin Luca Targetti e Richard Barker. Tutte personalità che di certo non hanno bisogno di presentazioni, una vera e propria garanzia per i partecipanti, che saranno accompagnati al pianoforte dai maestri Fausto Di Benedetto e Dario Tondelli. Dopo la fase eliminatoria, i finalisti saranno chiamati a esibirsi nella prova finale in forma di concerto, aperto al pubblico, che si terrà al Teatro Tullio Serafin di Cavarzere nella serata di venerdì 17 maggio. Il Concorso viene promosso dal Circolo “Amici del maestro Tullio Serafin” e dall’Associazione “Concetto Armonico” grazie a un finanziamento della Fondazione della Comunità Clodiense e alla N.S. collaborazione dell’Assessorato alla Cultura di Cavarzere.
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SPORT in PRIMO LO S PORT in PIANO Mira Le ragazze della palla ovale hanno vinto 5 scudetti in 10 anni
In breve A Verona, “Nuotatori Veneziani”, in tanti sul podio Il nuoto regala belle soddisfazioni in città e provincia. Al Meeting regionale Esordienti a Verona sono stati protagonisti i ragazzi dei Nuotatori Veneziani. Si sono portati a casa quattro medaglie d’oro con Giulia Berton e Luca Schiavon e una con la staffetta 4x50 mista. Nella prima parte di gare, medaglia d’oro per Giulia Berton, che ha trionfato nei 100 farfalla, chiudendo poi come frazionista nella staffetta 4x50 mista (insieme a Brussolo, Ongarato e Ongaro).
Boxe: Bizzo e Trolese vincono ad Andria Riccardo Bizzo ed Eleonora Trolese, giovani pugili classe 1997 della società New Boxe 2010 di Campolongo Maggiore, hanno vinto il “Trofeo Club degli Azzurrini – Ermanno Marchiaro” indetto dalla Fpi nelle scorse settimane ad Andria.
Summer Volley Camp a Chioggia Volley giovanile l’appuntamento è all’Isola Verde. A grande richiesta torna anche quest’anno l’appuntamento con il Summer Volley Camp, organizzato dal Comitato provinciale Fipav Venezia. A partire dal 9 giugno 2013, e per cinque settimane Isola Verde, a Chioggia, ospiterà i numerosi ragazzi che trascorreranno una vacanza all’insegna di pallavolo e tanto divertimento.
In breve Rugby Riviera punta alle finali Rug A Verona, “Nuotatori Veneziani”, in tanti sul podio
di Roberta Pasqualetto
L
a squadra di rugby femminile Mira gioca con grande grinta e i risultati non mancano, negli ultimi dieci anni, si è aggiudicata cinque scudetti. Da un paio d’anni l’associazione non è più Sitam, ma è diventata Rugby Riviera del Brenta. L’anno scorso la squadra ha vinto lo scudetto nel campionato italiano di serie A. In passato si è classificata prima a tre edizioni del Torneo a 7 “Mirko Petternella” a Rovigo, e a tre edizioni dei Tornei autunnali di rugby. Ben sette atlete della squadra fanno parte della nazionale e partecipano all’importante Torneo “6 Nazioni”. Il campionato di quest’anno sta andando bene, la squadra è seconda in classifica con 34 punti, dopo Benetton (41 punti) e di seguito tutte le altre quattro squadre: Monza (26 punti), Valsugana (20 punti), Colorno (13 punti), Casale (1 punto). La squadra è composta di venticinque giocatrici: Debora Ballarini, Giorgia Berto, Alessandra Colangelo, Chiara Danieli, Lidia Fanfoni, Marta Ferrari, Lucia Gai, Cristina Molic, Anita Nespoli, Chiara Nespoli, Alessia Pantarotto, Francesca Pavan, Silvia Pizzati, Raffaela Plunger, Giulia Raneri Chiuso, Valentina
ATTENTO: tuo sorriso merita di più! vince gabriele il carleTTi
Maratonina dei Dogi
a prima domenica di aprile si è tenuta la sedicesima edizione della “Maratonina dei Dogi” che ha portato, in Riviera del Brenta, oltre duemila partecipanti che si sono misurati nei ventun chilometri del percorso con partenza e arrivo a Fiesso d’Artico. Gabriele Carletti ha vinto la competizione con un’ora, cinque minuti e venti secondi, seguito da Dario Santoro con il tempo di un’ora sei minuti e ventisei secondi e, per finire, il vittoria, staccando di centinaia di metri terzo uno dei due fratelli Dematteis, Ber- gli avversari diretti. Fra le donne si è nard, con il tempo di un’ora sei minuti imposta Giovanna Ricotta con il tempo e trentacinque secondi. Partenza lampo di un’ora, diciotto minuti e ventotto seLaureato in Odontoiadi tutti i top runners, in evidenza fin condi, seconda Giovanna Pizzato con il e Protesi dalle prime fasi il marchigiano tria Gabriele tempo diDentaria un’ora, venti minuti e quindici Carletti, atleta Saucony, che hacon guidato secondi e terza Isadora Castellani con il il massimo dei voti fino a Dolo. In evidenza anche Scaini e tempo di un’ora, venti minuti e venticine la lode, collabora con lalagara Cattedra di OdonBernard Dematteis. A Dolo lascia que secondi. Un’interessante anteprima il toiatria due volte Pediatrica vincitore delladell’Università competizione, l’ha offerta l’atleta di Padova dal Pietro Martire che Simone Gobbo, afflitto già da alcune con la sua hand bike ha partecipato, coa2004, svolgendo attività clinica e di ricerca. settimane da un lieve infortunio musco- diuvato da Luca Schiavon, concludendo la Master in ortodonzia York Uni-di un’ora e venticinque lare. Al passaggio del terzo presso chilometrola New gara con il tempo guidava la corsa Scaini che conduceva minuti. L’edizione versity diretto dal Prof. M.Kuftinec. Specializ- del 2014 partirà da il gruppo dei più forti. Al quinto chilo- Strà e punta a raggiungere i 2.500 iscritzatolainsituazione Ortognatodonzia l’Università di aprirà MESTRE metro non cambiavapresso con i ti; e probabilmente, le porte anche 1 Antonio primi che hanno fatto a.c. segnare l’ottimo ai disabili. di “E’Pastata unaVia corsa dura, da conMestre, 19 - 30174 Venezia Mestre Cagliari. E’ Prof presso l’Università tempo di 15’ e 34’’. Al passaggio del un po’ di febbre e senza Luca Gasparato dova dal 2007. prevalentemente di MESTRE nono chilometro, copertiSiinoccupa 28’ e 30’’, il – dice Pietro Martire – ma ho trova- 2 Via Perlan, 20/C - 30174 Venezia Mestre gruppo di testa siestetica era già frastagliato con to nel ciclista nel Luca Schiavon un ottimo Ortodonzia vestibolare e linguale al comando Scaini tallonato da Carletti compagno di maratona. Lui ha aperto la paziente adolescente e adulto. che staccavano Dematteis e Santoro. Al strada ai disabili per questa competizione tredicesimo chilometro Carletti staccava che, il prossimo anno, lisegreteria.mestre@clinicadrmarcon.it vedrà partecipaScaini e al diciassettesimo chilometro re anche grazie alla volontà dell’amico V Emetteva N E ZinItasca A -la Morganizzatore E S T R EStefano - Trovò”. PA D O VA R.P. - R O V I G O l’atleta marchigiano
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di Roberta
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a squadra di grande grinta gli ultimi die scudetti. Da un p più Sitam, ma è d ta. L’anno scorso nel campionato i è classificata prim “Mirko Petternell Schiavon, Veronica Schiavon, Giulia Silvestri, Mar- mo vinte”. Nonostante il grande merito di questa Tornei autunnali tina Silvestri, Alice Trevisan, Vaghi, Elisa squadra le partite si giocano Riccardo Bizzo ed Eleonora Trolese, giovani pugili classe 1997 della societànel Newcampo Boxe sportivo squadra fanno pa trovaAzzurrini in condizioni difficili: piove Vigato, Evelin Lycia Maggiore, Zampieri ehanno Ilariavintodiil Mira, 2010Zambotti, di Campolongo “Trofeoche Clubsi degli – Ermanno all’importante To spogliatoi e due terreni sono distrutti. Stivanello; sotto la supervisione degli allenatori: Marchiaro” indetto dentro dalla Fpiglinelle scorse settimane ad Andria. di quest’anno sta Luca Faggin e Luca Derosa. Nel mese di maggio Loppo è l’ultimo socio fondatore rimasto, e parla conda in classific si punti) e di se si disputeranno le ultime partite: le semifinali il della squadra con grande orgoglio. Per il futuro,(41 12 e il 19 con andata e ritorno, Monza-Riviera e augura di vincere il campionato, ma non nascondre: Monza (26 de dei grossi punti interrogativi per latorna squadra che Riviera-Monza. Volley Il 26 maggio si giocherà la finale. è all’Isola giovanile l’appuntamento Verde. A grande richiesta Colorno (13 punt non ha sponsor da due anni e chedal si arrangia “Il campionato andato discretamente – dicecon il il Summer anche èquest’anno l’appuntamento Volleygià Camp, organizzato è composta di ve con i pochi rimasti. Negli ultimi due anni,rini, le Giorgia Bert consigliereComitato e dirigenteprovinciale Rugby Riviera EzioVenezia. Loppo - èA partire Fipav dal 9fondi giugno 2013, e per cinque rugbiste hannoragazzi giocatoche contrascorreranla tuta della Sitam, una squadra umoraleIsola e vinciamo, non siamo settimane Verde, ama Chioggia, ospiterà i numerosi Danieli, Lidia Fa questodiperché l’associazione non ha nemmenoCristina i molto costanti negli ottanta no minuti partita. una della vacanza all’insegna pallavolo e tanto divertimento. Molic, An I risultati ci sono perché abbiamo perso solo due fondi per comprare delle nuove divise con l’attuale sia Pantarotto, F partite contro il Benetton; tutte le altre le abbia- denominazione della squadra. Raffaela Plunger,
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Direttore Sanitario Dr Roberto Pernice. Informazione sanitaria ai sensi della legge 248 (legge Bersani) del 04-08-2006
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a prima domenica di aprile si è tenuta la sedicesima edizione della “Maratonina dei Dogi” che ha portato, in Riviera del Brenta, oltre duemila partecipanti che si sono misurati nei ventun chilometri del percorso con partenza e arrivo a Fiesso d’Artico. Gabriele Carletti ha vinto la competizione con un’ora, cinque minuti e venti secondi, seguito da Dario Santoro con il tempo di un’ora sei minuti e ventisei secondi e, per finire, il terzo uno dei due fratelli Dematteis, Bernard, con il tempo di un’ora sei minuti e trentacinque secondi. Partenza lampo di tutti i top runners, in evidenza fin dalle prime fasi il marchigiano Gabriele Carletti, atleta Saucony, che ha guidato fino a Dolo. In evidenza anche Scaini e Bernard Dematteis. A Dolo lascia la gara il due volte vincitore della competizione, Simone Gobbo, afflitto già da alcune settimane da un lieve infortunio muscolare. Al passaggio del terzo chilometro guidava la corsa Scaini che conduceva il gruppo dei più forti. Al quinto chilometro la situazione non cambiava con i primi che hanno fatto segnare l’ottimo tempo di 15’ e 34’’. Al passaggio del nono chilometro, coperti in 28’ e 30’’, il gruppo di testa si era già frastagliato con al comando Scaini tallonato da Carletti che staccavano Dematteis e Santoro. Al tredicesimo chilometro Carletti staccava Scaini e al diciassettesimo chilometro l’atleta marchigiano metteva in tasca la
vittoria, staccando di centinaia di metri gli avversari diretti. Fra le donne si è imposta Giovanna Ricotta con il tempo di un’ora, diciotto minuti e ventotto secondi, seconda Giovanna Pizzato con il tempo di un’ora, venti minuti e quindici secondi e terza Isadora Castellani con il tempo di un’ora, venti minuti e venticinque secondi. Un’interessante anteprima l’ha offerta l’atleta Pietro Martire che con la sua hand bike ha partecipato, coadiuvato da Luca Schiavon, concludendo la gara con il tempo di un’ora e venticinque minuti. L’edizione del 2014 partirà da Strà e punta a raggiungere i 2.500 iscritti; e probabilmente, aprirà le porte anche ai disabili. “E’ stata una corsa dura, con un po’ di febbre e senza Luca Gasparato – dice Pietro Martire – ma ho trovato nel ciclista Luca Schiavon un ottimo compagno di maratona. Lui ha aperto la strada ai disabili per questa competizione che, il prossimo anno, li vedrà partecipare anche grazie alla volontà dell’amico R.P. organizzatore Stefano Trovò”.
11
n PRIMO PIANO
agazze della palla ovale hanno vinto 5 scudetti in 10 anni
gby Riviera punta alle finali Pasqualetto
rugby femminile Mira gioca con a e i risultati non mancano, neeci anni, si è aggiudicata cinque paio d’anni l’associazione non è diventata Rugby Riviera del Breno la squadra ha vinto lo scudetto italiano di serie A. In passato si ma a tre edizioni del Torneo a 7 la” a Rovigo, e a tre edizioni dei di rugby. Ben sette atlete della arte della nazionale e partecipano orneo “6 Nazioni”. Il campionato a andando bene, la squadra è seca con 34 punti, dopo Benetton seguito tutte le altre quattro squa6 punti), Valsugana (20 punti), ti), Casale (1 punto). La squadra enticinque giocatrici: Debora Ballato, Alessandra Colangelo, Chiara anfoni, Marta Ferrari, Lucia Gai, nita Nespoli, Chiara Nespoli, AlesFrancesca Pavan, Silvia Pizzati, , Giulia Raneri Chiuso, Valentina
Schiavon, Veronica Schiavon, Giulia Silvestri, Martina Silvestri, Alice Trevisan, Eleonora Vaghi, Elisa Vigato, Evelin Zambotti, Lycia Zampieri e Ilaria Stivanello; sotto la supervisione degli allenatori: Luca Faggin e Luca Derosa. Nel mese di maggio si disputeranno le ultime partite: le semifinali il 12 e il 19 con andata e ritorno, Monza-Riviera e Riviera-Monza. Il 26 maggio si giocherà la finale. “Il campionato è andato discretamente – dice il consigliere e dirigente Rugby Riviera Ezio Loppo - è una squadra umorale e vinciamo, ma non siamo molto costanti negli ottanta minuti della partita. I risultati ci sono perché abbiamo perso solo due partite contro il Benetton; tutte le altre le abbia-
mo vinte”. Nonostante il grande merito di questa squadra le partite si giocano nel campo sportivo di Mira, che si trova in condizioni difficili: piove dentro gli spogliatoi e due terreni sono distrutti. Loppo è l’ultimo socio fondatore rimasto, e parla della squadra con grande orgoglio. Per il futuro, si augura di vincere il campionato, ma non nasconde dei grossi punti interrogativi per la squadra che non ha sponsor già da due anni e che si arrangia con i pochi fondi rimasti. Negli ultimi due anni, le rugbiste hanno giocato con la tuta della Sitam, questo perché l’associazione non ha nemmeno i fondi per comprare delle nuove divise con l’attuale denominazione della squadra.
30 8
IL VENETO
in PRIMO PIANO
Sulla graticola centinaia di posti di lavoro
Sanità convenzionata a rischio chiusura
Una nuova delibera di Giunta diluirà nel tempo i tagli ai privati, ma molti lavoratori rischiano ugualmente il posto di Germana urbani
I
l taglio di 140 milioni di euro imposto dalla spending review nazionale e regionale pesa non poco sul futuro della sanità privata in Veneto e sugli effetti che sta causando sui posti di lavoro e sulle prestazioni erogate ai cittadini. E le decisioni prese a Palazzo Balbi avrebbero potuto dare avvio ad un vero e proprio tracollo per la sanità convenzionata e ad una conta davvero nera per tutti quegli operatori che avrebbero perso il posto di lavoro. Ora la situazione sembra essersi ridimensionata ma i momenti di tensione non sono stati pochi. Le associazioni dei privati si erano rivolte al Tar, dimostrando che con i tagli “selvaggi” della Regione a rischio c’erano 5 milioni di prestazioni, oltre a buona parte dei 3300 dipendenti. Ma un rischio c’era anche per gli utenti che avrebbero potuto vedere allungarsi a dismisura le liste d’attesa. Invece a metà aprile la Giunta del veneto ha formalizzato con una delibera l’accordo triennale 2013-2015 sui budget da assegnare ai laboratori privati convenzionati che erogano prestazioni sanitarie, sottoscritto al termine di un proficuo incontro tra le parti. L’accordo, come spiega una nota della Giunta Regionale, è suddiviso in due parti. La prima che riguarda una parte specifica per l’anno 2013 ed una seconda per gli anni 2014 e 2015. “Per il 2013 si pre-
vede un nuovo nomenclatore tariffario con una diminuzione del 20% per i laboratori e del 2% per le strutture operanti nelle altre branche e la conferma dei budget assegnati ai direttori generali delle Ulss con la delibera 2621 del dicembre scorso” si spiega. La Regione ha peraltro messo sul piatto una ulteriore disponibilità di 23 milioni di euro per prestazioni che verranno erogate con un ulteriore sconto tariffario del 20% per i laboratori e del 13% per le altre branche. Il tutto nell’ottica di un riequilibrio com-
A Padova il corteo di protesta era stato aperto da una bara: la morte della sanità veneta plessivo del sistema. “Abbiamo raggiunto un buon punto di equilibrio – sottolinea l’assessore Luca Coletto – che garantisce prima di tutto la continuità dell’erogazione dei servizi ai cittadini ed una particolare attenzione alle patologie più gravi come quelle oncologiche e cardiache”. Secondo l’assessore, l’accordo “contiene però altre rilevanti partite: la necessaria riduzione dei costi a fronte dei consistenti tagli piovuti da Roma; la garanzia del mantenimento delle stesse prestazioni erogate l’anno scorso; la definizione di un nuovo tariffario più conveniente per gli utenti; l’impegno da parte
dei privati a cessare le proteste, rivedere i licenziamenti e ritirare i ricorsi presentati; l’avvio di un processo triennale di analisi della situazione esistente e di sviluppo di una nuova organizzazione basata su criteri di rete, sull’informatizzazione, sulla distribuzione delle strutture a livello territoriale e sulla loro accessibilità, sulla qualità delle apparecchiature”. Quanto agli anni a venire, il 2014 e il 2015, l’accordo prevede la conferma dei budget assegnati per il 2013; una ulteriore disponibilità di 15 milioni di euro extrabudget all’anno per i laboratori operativi e altri 5 milioni l’anno da riservare alle nuove strutture accreditate; l’istituzione di una commissione tecnica che definirà, tra l’altro, i criteri per i nuovi accreditamenti e per l’assegnazione degli extrabudget. Tali criteri riguarderanno particolarmente l’alta qualità, l’organizzazione, la formazione di una rete, l’informatizzazione, la distribuzione territoriale delle strutture. “Tutti questi extrabudget – sottolinea Coletto – sono il frutto delle economie ottenute attraverso il quotidiano lavoro di razionalizzazione del sistema sanitario veneto e di conseguenza non andranno ad incrementare la spesa”. L’accordo, però, non soddisfa tutti, soprattutto gli operatori che fanno parte del Comitato di Crisi Regionale della Sanità Veneta. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, hanno dichiarato che “l’accordo non risolve
assolutamente la crisi occupazionale e che, pertanto, gli esuberi rimangono ad oggi in essere non esistendo alcuna alternativa per la conservazione dei posti di lavoro, tanto più che non è consentito neppure il ricorso alla cassa integrazione in deroga poiché questo ammortizzatore sociale non è stato previsto per il comparto in questione”. Nel padovano le strutture convenzionate, Data Medica, Cemes, Euganea medica Srl e centro medico di Fisioterapia Srl hanno dichiarato un esubero di personale pari a cento unità. Sono in prevalenza tecnici e amministrativi che rischiano di rimanere
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senza lavoro. Stessa situazione anche nel Veneziano dove resta incerto il futuro di strutture come il Policlinico San Marco, dove sono stati annunciati 54 licenziamenti, e di Villa Salus che, se non porterà a una riduzione del numero di addetti, di sicuro entro qualche mese vedrà passare le attività del Punto nascite, e parte degli addetti, all’ospedale dell’Angelo. Così come non si sa ancora come si risolverà a Rovigo la vicenda dei molti dipendenti per cui il Centro Attività Motorie ha chiesto la mobilità.
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Il Veneto in primo piano 31 9 Tempi ridotti per Tac e Risonanze
Stop liste d’attesa: la strategia di Zaia di Germana urbani
U
“E’ una nuova filosofia, una vera rivo- L’intera operazione con circa 30 milioni di euro l’anno, frutto della razionalizzazione di spesa luzione – ha detto Luca Zaia – che sarà finanziata già in atto, destinati al pagamento del si rivolge prima di tutto ai 5 milioni con circa personale e delle spese organizzative. di veneti, che sappiamo curare molto 30 milioni Ai lavoratori, ovviamente, è garantito bene, ma che ci chiedono tempi più di euro l’anno il pieno rispetto degli accordi sindacali. veloci per gli esami e le visite. Avviciniamo la sanità alla gente, rendiamo più efficiente l’intero Laddove apparisse necessario, i direttori generali potranno sistema, creiamo una vera e propria rete di presa in carico attivare anche nuove assunzioni. “E’ una sfida dell’intera del paziente che, attraverso i Centri Unici di Prenotazione, comunità – ha detto ancora Zaia – che lanciamo assieme troverà non solo assistenza per la prenotazione singola, ma a tutti gli operatori della sanità che hanno dimostrato tanta anche per la definizione del percorso di controlli ed esami disponibilità e senso civico e che ringrazio sin d’ora”. Cendopo una fase acuta passata in ospedale. Il tutto nei tempi trale sarà la funzione del Centro Unico di Prenotazione e del più brevi possibili, perché l’obiettivo tendenziale è quello di Cup Manager, la cui attività dovrà essere anche di vera e chiudere le liste d’attesa o, nel peggiore dei casi, di ridurle propria assistenza al cittadino, fornendo indicazioni e conal minimo fisiologico”. L’intera operazione sarà finanziata sigli sulla via più breve e comoda da seguire per ottenere
na rivoluzione culturale. Così l’ha definita il presidente della Regione Luca Zaia, presentando alle direzioni strategiche delle Ullss e Aziende Ospedaliere del Veneto la delibera di Giunta che prevede che l’intera rete ospedaliera veneta debba essere attivata con nuovi orari e disponibilità entro il prossimo primo settembre, demandando ai direttori generali la definizione operativa e organizzativa su base territoriale. I servizi interessati sono quelli ambulatoriali ma soprattutto radiologici, per ottimizzare al massimo l’utilizzo prima di tutto dei grandi macchinari come Tac e Risonanze Magnetiche. Il cuore della riforma sta nel fatto che gli ospedali resterebbero aperti di notte dalle 20 alle 24 per almeno due giorni alla settimana e nei giorni festivi e prefestivi con l’obiettivo di erogare quelle prestazioni ambulatoriali che sono più di altre protagoniste di lunghe liste d’attesa.
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la prestazione. Dovranno anche essere attivati sistemi di intercettazione delle prenotazioni con tempi di attesa superiori a quanto prescritto e verifiche immediate se il sistema elettronico dovesse indicare tempi anomali e realizzata un gestione integrata delle agende che comprenda anche il privato convenzionato. Ogni direttore generale dovrà realizzare il “Piano aziendale liste attesa” e attivare un tavolo di monitoraggio sulle attese per visite e prestazioni e per i percorsi diagnostico terapeutici. “Lo spirito – ha sottolineato l’assessore Luca Coletto – è quello di avvicinare l’ospedale al territorio e dare una nuova grande opportunità anche a chi lavora ed è costretto a prendersi ferie e permessi per andare in ospedale negli orari abituali. Senza contare che più si usano i macchinari e prima si ammortizzano, ottenendo così anche un obiettivo di ottimizzazione dei costi”.
Introdurre più trasparenza e concorrenza e’ Tempo di rivedere i rapporTi Tra pubblico e privaTo
E
’ già tracciata la scaletta di lavoro per il parlamentino veneto che, secondo Leonardo Padrin, presidente della commissione sanità in Regione, ora deve ridisegnare completamente, o quasi, tutto il modo di rapportarsi ai privati. “Spetta al Consiglio, attraverso la competente commissione Sanità, definire - spiega il presidente della commissione - regole certe e chiare per l’accreditamento, l’erogazione dei servizi e la ripartizione dei finanziamenti. Regole - specifica Padrin - che devono valere sia per i
manager delle aziende pubbliche sia per gli imprenditori della sanità privata”. Oltre a ciò, sempre secondo Padrin, è necessario aumentare la trasparenza e la competizione nel sistema: “La Regione e i direttori generali delle Ulss devono rendere pubblici i criteri di assegnazione dei budget di spesa ai privati convenzionati e i privati devono essere sottoposti a rendicontazione, verificabile in modo trasparente. L’obiettivo è rendere le Ulss una ‘casa di vetro’, dove ogni euro speso sia rendicontato e verificato. Tutto ciò a garanzia del-
la qualità e dell’efficienza dei servizi erogati, sia da parte del pubblico sia da parte dei privati”. Ulteriore elemento di innovazione del sistema dovrà essere la “liberalizzazione” delle strutture private, superando le “rendite di posizione” delle convenzioni che sinora hanno privilegiato alcuni imprenditori e alcune aree geografiche: per Padrin, i centri e le strutture autorizzate, che rispondono cioè agli standard di qualità, sicurezza ed efficienza del sistema sanitarie, devono poter operare nel territorio, entrando in competizione
tra loro nell’aggiudicarsi il ruolo di partner integrativi della sanità pubblica. “E’ mancata sinora nella nostra Regione una seria programmazione dei rapporti tra pubblico e privato in sanità - conclude Padrin - L’occasione di rimediare a questa carenza del nostro sistema ci viene offerta dalle nuove schede ospedaliere e territoriali, previste dal piano sociosanitario approvato nove mesi fa”.
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32 10 Il Veneto in primo piano L’inchiesta sui giovani ”Wireless generation e crossmedialità” promossa da Corecom Veneto e condotta dall’Università di Padova
La wireless generation: nella rete già a 8-10 anni I ragazzi nati digitali posseggono uno o due cellulari, aderiscono in massa ai socialnetwork e nella rete parlano molto di sè di Ornella Jovane
S
ono nati con il pc e con gli stumenti informatici hanno una naturale confidenza, sia in termini di utilizzazione sia per quanto riguarda la gestione. Sono i nativi digitali, distanti anni luce dalla generazione degli adulti nel campo delle nuove tecnologie: in esso gli adolescenti si muovono con estrema disinvoltura e liberi da qualsisasi controllo di genitori ed educatori, che sono invece in difficoltà per la carenza di conoscenze e di esperienza e che, per questo, non riescono a “stare dietro” in modo adeguato ai loro ragazzi. E’ uno degli aspetti più significativi che emerge dalla ricerca “Wireless generation e crossmedialità” promossa dal Corecom Veneto e realizzata dall’Università di Padova i cui risultati sono stati resi noti all’inizio di aprile e che sono oggetto di approfondimento in tre focus regionali (a Padova il 9 aprile scorso, a Chioggia il prossimo 23 aprile e quindi a maggio a Vicenza). Dalla ricerca, condotta tramite un questionario on-line somministrato a 1700 ragazzi delle classi prime, terze e quinte delle scuole superiori (quattordici, secidici e diciotto anni),
risulta che la maggior parte degli adolescenti, - naviga con disinvoltura in internet e manifesta per non dire tutti, possiede almeno un cellulare anche una certa tranquillità nel parlare di sè e (soltanto tre di essi hanno risposto di non aver- della propria vita privata nella rete. Un atteggiane uno) se non due (in genere i più giovani mento che è dovuto alla innata familiarità con degli intervistati). Un’esigenza che nasce dalla mezzo ma che può nascondere qualche insidia. “I ragazzi - spiega Barbara Segatto, necessità di diversificare il tipo di contratto, a seconda dell’ultilizzo, per beneficiare delle mi- docente di sociologia all’Università di Padova gliori offerte sul mercato. I ragazzi, infatti, san- - si sentono molto liberi di mettere i loro dati no come fare per contenere i costi muovendosi in rete”. A conferma di ciò il fatto che i profili Facebook della maggior parte dei ragazzi che con consapevolezza sul mercato delle offerte. Il 58 per cento dei ragazzi ha dichiarato sono stati intervistati sono aperti e visibili a tutti. Attraverso i socialnetdi possedere un comwork i giovani intervistati puter a casa. Essi si Un mondo dal quale hanno dichiarato di avere avvicinano alle nuove gli adulti sono “esclusi” mediamenente oltre 600 tecnologie in età sem- perché non hanno le contatti, di cui un terzo pre più giovane, già ad conoscenze adeguate: 8-10 anni navigano in è un problema educativo con sconosciuti. internet e lo fanno per I socialnetwork e la lo più per mettersi in relazione con amici e co- rete, in generale, sono un mondo familiare etanei. Utilizzano i social network in maniera agli adolescenti che quindi manifestano buone massiccia, l’86,7 per cento del campione ha capacità di sapersi tutelare ma i rischi, sopratdichiarato di aderire almeno ad uno di essi, e tutto per i più giovani, di incorrere in spiacevoli anche in questo caso al diminuire dell’età au- incontri sono alti. Il 22 per cento del totale ha menta il numero delle adesioni. La wireless ge- dichiarato di essere entrato in contatto con siti neration - per lo più generazione di autodidatti pedopornografici e con siti violenti o di estre-
misti politici. Il problema è che questo mondo on line - che comunque i ragazzi hanno dimostrato di saper ben distinguere dalla vita reale - è per lo più sconosciuto agli adulti che quindi si ritrovano privi di strumenti e mezzi per tutelare e riuscire ad educare i propri figli ad un uso corretto. “I ragazzi hanno dimostrato di essere competenti e di saper dominare i mezzi tecnologici - spiega ancora Segatto - e dimostrano anche di essere consapevoli dei rischi che possono incontrare nella rete”. La questione di fondo riguarda lo scarso dialogo con gli adulti su questo tema. Solo il 9,6 dei ragazzi si confida con i genitori sui contenuti a rischio con cui viene a contatto durante la navigazione on line, il 22,7 per cento ne parla con gli amici, il 37,8 non ne parla affatto.
“Il mondo dei ragazzi - ha affermato il presidente del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato - avvia l’approccio alle nuove tecnologie in età sempre più giovane, avvertendo però meno di noi adulti i pericoli che ne derivano. E fa pensare soprattutto il fatto che non ne parlino con insegnanti e famiglie, ma pochissimo anche tra loro”. Questo, prosegue Ruffato, “dipende anche da noi, che non riusciamo ad educarli e che dobbiamo quindi pensare come fare per insegnare loro come saper scegliere nel visitare la rete”. “La nostra ricerca - lo ha detto anche il presidente del Corecom del Veneto Alberto Cartia - intende avviare un percorso che, in primo luogo, garantisca la tutela dei minori, costruendo forme di prevenzione all’insorgere dei pericoli”.
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a Regione e la Sanità veneta si rivolgono ai giovani, nativi digitali, per raccogliere nuove idee “tecnologiche” che possano migliorare il servizio sanitario. E’ @ Two!Salute!, il concorso dedicato ai ragazzi nati nell’era dell’informatizzazione, organizzato dal Consorzio Arsenàl - il Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la Sanità Digitale - per coinvolgere i giovani sul tema dell’innovazione applicata alla sanità. Il concorso è rivolto alle classi quarte e quinte delle scuole secondarie venete e invita, appunto, a proporre idee per la sanità del futuro. L’innovazione introdotta dai nuovi strumenti (computer, internet, mobile phone, etc.) ha profondamente cambiato le modalità di erogazione e di fruizione dei servizi in tutti gli ambiti della vita quotidiana (homebanking, acquisto di beni e servizi...). Allo stesso modo, la pratica sanitaria è sottoposta ad una forte spinta di evoluzione per offrire ai cittadini servizi più veloci ed efficienti. La complessità organizzativa, la normativa e l’importante componente etica di questo settore hanno però costituito fattori di resistenza al cambiamento. D’altro canto, la necessità di migliorare le prestazioni
di cura e di efficientare il sistema, rendendolo economicamente più sostenibile, hanno reso inevitabile l’avvio di un processo di riflessione e di trasformazione che porta all’applicazione delle tecnologie per l’informazione e la comunicazione (Ict) alla pratica sanitaria. Tramite il concorso gli studenti hanno l’opportunità di proporre un’idea di modello o servizio che si avvalga delle nuove tecnologie per migliorare il sistema sanitario regionale. I giovani interessati possono partecipare, singolarmente o in gruppo, iscrivendosi compilando online l’apposita registrazione entro e non oltre il 6 maggio prossimo nell’area dedicata del sito www.consorzio arsenal.it. I contributi digitali dovranno essere inviati entro e non oltre il 6 maggio 2013 e saranno valutati in base all’innovatività, il risparmio per il sistema sanitario e per i cittadini, la semplicità d’uso, l’utilità/risposta a bisogni reali e l’efficacia comunicativa. Per maggiori informazioni è possibile contattare il numero telefonico 0422-216122 o consultare il link http://www.consorzioarsenal.it/web/guest/cosa-facciamo/twosalute/cosa-e
Il Veneto in primo piano 33 11 Tasse
E’ in arrivo la stangata di primavera Quasi 40 miliardi usciranno dalle tasche dei contribuenti italiani solo tra maggio e luglio. L’Erario colpisce soprattutto autonomi e artigiani di Germana urbani
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arà una stangata ma poteva andare anche peggio. Con un Decreto dell’ultimo minuto il Governo ha deciso di rispondere all’appello di quanti chiedevano che l’entrata in vigore della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, venisse sospesa o rimandata. Detto fatto, dunque. Ma il nuovo balzello è stato solo rimandato di pochi mesi e i contribuenti se lo ritroveranno tra le scadenze di fine anno, insieme all’Imu e al conguaglio Irpef. Le associazioni dei consumatori già chiedono che sia rimandato direttamente al 2014, un modo per aiutare famiglie e commercianti che in quel periodo saranno alle prese con le feste natalizie. “Per dare una boccata di ossigeno a famiglie ed imprese - spiega Federconsumatori - la soluzione reale è il rinvio di tale tributo al 2014, continuando a far pagare per il 2013 la Tia/Tarsu”. Su questo fronte il decreto del Governo introduce un elemento importante: la Tares, infatti, viene definita sempre come “tributo” e quindi, in nessun caso, su di essa dovrà essere applicata l’Iva. “Per quanto riguarda il nuovo tributo - dice ancora Federconsumatori - chiediamo che in sede di conversione del Decreto, oltre al rinvio al 2014, vengano mantenute le forme di pagamento attuali e venga prevista una forma di “bonus” per i bassi redditi
o situazioni particolari in cui siano sopraggiunte mobilità, disoccupazione, condizioni di difficoltà, stante il crescente fenomeno della morosità e/o insolvenza”. A maggio comunque le tasse sui rifiuti si pagano, con la vecchia Tarsu o Tia (cresciuta lo scorso anno del 30%) si risparmieranno per ora circa 80 euro rispetto a quanto si sarebbe dovuto pagare se la Tarsu fosse stata riscossa ora. Ma questo risparmio è poca cosa rispetto al salasso complessivo che gli italiani subiranno in soli tre mesi e che è stato
Dopo aver pagato tutte le tasse che lo Stato ci chiede, resteranno i soldi per le vacanze? conteggiato in poco meno di 40 miliardi di euro. I rifiuti porteranno nelle casse erariali i primi 2 miliardi. A giugno va a scadenza il pagamento della prima rata Imu sulla quale potrebbero pesare anche aumenti delle addizionali comunali, ma per ora nessun sindaco le ha annunciate, nonostante le casse dei comuni siano paurosamente al verde. Comunque sia, secondo i calcoli di Cgil, Cisl e Uil, l’imposta sulla casa così com’è oggi peserebbe altri 11,6 miliardi di euro. Sempre a giugno anche le imprese
verseranno lacrime amare: a loro l’onere di versare all’erario 8 miliardi tra saldo 2012 e acconto 2013 dell’Ires. Ma a pagare di più, ben 4,4 miliardi, saranno paradossalmente alcuni soggetti che sentono particolarmente la crisi: lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e imprese per la parte di loro competenza dell’Irpef. E non è tutto. Il piatto della bilancia per loro potrebbe essere ben più pensante visto che le regioni avranno la possibilità di aggiungere alla loro aliquota base fissata dallo Stato all’1,23% un ulteriore 0,5. Una percentuale che nel 2014 potrà salire fino all’1,1%. Aumento che non dovrebbe interessare la regione Veneto, visto che non è soggetta a nessun piano di stabilizzazione finanziaria. Come se non bastasse a luglio arriverà anche un’ulteriore stangata con l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% su prodotti di largo consumo, che porterà via negli ultimi sei mesi dell’anno un altro miliardo e ottocento milioni di euro. E che pagheranno tutti i cittadini che ancora possono permettersi di spendere qualcosa. E insieme a loro lo pagheranno i commercianti. Molti di loro non riusciranno a sopportare un nuovo calo dei consumi, tanto che, secondo le nere previsioni di Confesercenti quest’anno chiuderanno bottega in 145mila. Ma a rischiare grosso sono anche le
piccole medie imprese, specie se regione e comuni decideranno di far leva sulle addizionali. “In una fase in cui le piccole e micro imprese sono sempre più stressate dal fisco e a corto di liquidità – afferma il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi – l’appuntamento fiscale di inizio estate rischia di spingerne moltissime fuori mercato. Per questo invitiamo i leader politici a trovare un accordo, affinché si costituisca in tempi brevi un Governo che affronti le emergenze economiche che sono sul tappeto. Mi riferisco, per esempio, alla necessità di scongiurare l’aumento dell’Imu sui capannoni, altrimenti molti piccoli imprenditori saranno costretti, loro malgrado, a chiudere definitivamente i cancelli o le saracinesche delle proprie attività. Inoltre, bisogna assolutamente evitare che dal 1° luglio si verifichi l’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22%. Se ciò non avverrà, i consumi subiranno
un’ulteriore contrazione, penalizzando proprio le piccolissime imprese che vivono quasi esclusivamente della domanda interna. Infine, bisogna immettere liquidità al sistema economico, agevolando l’accesso al credito e sbloccando da subito i 70 miliardi di pagamenti che la Pubblica amministrazione deve alle imprese”. Uno scenario davvero preoccupante che lascia sul tappeto una domanda non da poco: gli italiani riusciranno quest’anno ad andare in vacanza o pianteranno l’ombrellone in giardino? Il settore turistico del Veneto, da sempre trainante sul fronte economico e nazionale, quanto ne risentirà? Qualcuno, la politica in primis, dovrebbe rispondere a domande come queste, considerando che una vacanza felice serve al buon umore ma anche e soprattutto all’economia generale di un Paese.
STIPENDI E PENSIONI PIÙ lEGGERI, E DI QuANTO?
A
ddizionali regionali e comunali quando e se scatteranno peseranno non poco su stipendi e pensioni, come ha dimostrato uno studio del Centro assistenza fiscale della Cisl. A quanto pare l’aumento del prelievo scatterà per tutti sulle addizionali regionali e sarà dello 0,33 per cento. “Questo vuol dire - spiegano al Caf-Cisl - che chi percepisce un reddito di 1.200 euro lordi al mese (15.600 all’anno) si vedrà trattenuti ulteriori 51 euro in un anno, e se il Comune ha già stabilito l’aumento dell’Irpef comunale, la trattenuta potrà arrivare fino a 98 euro, sempre annui. Naturalmente le cifre crescono al crescere del reddito. Per un lavo-
ratore con reddito basso, 1700 euro lordi al mese, 22.100 all’anno, l’aumento annuo dell’addizionale regionale sarà di 73 euro e con un eventuale incremento massimo, come già deciso ad esempio dal comune di Catanzaro, dell’Irpef comunale, si arriverà fino a 139 euro annui in più. Fortunatamente non tutte le amministrazioni comunali hanno deciso di utilizzare la leva dell’aumento dell’Irpef comunale per aumentare i propri introiti, così come concesso dalla manovra di Ferragosto firmata da Tremonti-Berlusconi che ha riconosciuto ai Comuni la possibilità di deliberare, a partire dal 2012, quindi dall’inizio di questo anno, aumenti fino ad un livello massimo dello 0,8 per
cento. Nessuno dubita comunque che prima o dopo tutti, o quasi tutti i Comuni faranno ricorso a questa possibilità, visti i bilanci sempre più in negativo delle città italiane, anche quelle più piccole. Una buona notizia c’è, comunque, ma non si sa fino a che punto sia davvero buona, considerato che riguarda soltanto i percettori di redditi bassissimi. Solo i pensionati e i dipendenti con introiti talmente sottili da non dover pagare neppure l’Irpef principale, non dovranno subire aumenti di addizionale regionale e comunale. I pensionati che prendono fino a 7.535 euro all’anno e quelli oltre i 75 anni con reddito fino a 7.785. E i lavoratori con stipendio fino a 8.030 euro lordi all’anno.
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34 Voci da palazzo
Voci da palazzo 13
Consiglio Approvato lo scorso 21 marzo il “Previsionale” delle “grandi ristrettezze”
Zaia: “Il bilancio più difficile della storia della Regione” Al Veneto verranno a mancare un miliardo e 300 milioni di euro di risorse finanziare, il 26% in meno rispetto allo scorso anno
I
l governatore del Veneto lo ha definito il bilancio più difficile della storia emergenza sociale, con la manovra emendativa si è voluto dare risposta della Regione, e non perché per la sua approvazione si è andati avanti anche ad alcune richieste puntuali o di settore: 140 mila euro vanno a fino alle quattro di mattina, ma piuttosto perché con questo esercizio incentivare l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi scontando per tre anni la economico la Regione è stata chiamata a mettere mano su alcune delle tassa automobilistica regionale, 100 mila euro all’avvio dei fondi sanitari tante situazioni difficili che il Veneto, come il resto d’Italia, sta attraversan- integrativi regionali, 150 mila per istituire la Fondazione Andrea Zanzotto do. Così, lungo la giornata dello scorso 21 marzo fin dal mattino si sono a Pieve di Soligo, 500 mila euro per sostenere l’attività di promozione avvicendati gli interventi dei vari consiglieri presentando nuovi ordini del teatrale svolta da Arteven, 50 mila euro per aiutare le imprese ortoflorogiorno, emendamenti, chiedendo, ad esempio, venisse ritirata la delibera frutticole a realizzare in sede punti di vendita dei loro prodotti. Il maxiecon la quale è stato tagliato il budget per la sanità privata, di reinserire i mendamento conferma inoltre le risorse destinate al trasporto pubblico fondi per gli interventi di adeguamento sismico degli edifici, quelli per il ri- locale su ferro e su gomma (in totale 406 miioni di euro), modificandone pristino delle coste erose dalle mareggiate: un tira e molla estenuante però i criteri di assegnazione: 150 milioni ai treni regionali e 256 milioni malgrado la giunta avesse recepito parte delle richieste giunte dai gruppi al trasporto su bus e su acqua così ripartiti (49,5 per cento per i servizi di minoranza in un maxiemendamento di 24 articoli, tra i quali quello coi extraurbani, 34,5 per cento per i servizi urbani e 16 per cento per i servizi 12 milioni di euro da stanziare a sostegno dei disoccupati e delle famiglie di navigazione). Nel dettaglio i 12,5 miliardi del bilancio 2013 saranno in difficoltà. “Tutti - ha spiegato il presidente Luca Zaia al termine delle così ripartiti: a sanità e sociale quasi 8,8 miliardi di euro, per la mobilità votazioni - abbiamo dovuto confrontarci con una situazione mai vista in regionale (infrastrutture) 759 milioni, per l’istruzione e la formazione passato, con pesanti tagli orizzontali piovuti da Roma che hanno messo a 425 milioni, per la salvaguardia di Venezia e della laguna 250 milioni, per rischio anche le poste più rilevanti per il futuro dei nostri concittadini, dal le politiche per la casa 174 milioni, per la tutela del territorio 132 milioni, welfare ai trasporti, alla dotazione finanziaria per far fronte alla dramma- per il lavoro e l’occupazione 119 milioni, per l’agricoltura 98 milioni, per tica crisi economica. Il lavoro comune - sottolinea Zaia - ha portato buoni le piccole e medie imprese 71,4 milioni, per l’energia 43,4 milioni, 23,4 frutti: ne è infatti scaturito il miglior bilancio possibiper il turismo, 6,7 per il commercio, 3,4 per promole, dove ogni euro disponibile è destinato ad essere Per la prima zione e fiere. Sul fronte ambientale sono previsti speso per sostenere al massimo le esigenze dei volta in flessione 70 milioni per le politiche per l’ecologia, 46,7 miveneti”. Infatti, il bilancio 2013 risente su tutti i anche il fondo lioni per il ciclo integrato delle acque, quasi 52 mifronti delle “grandi ristrettezze” della finanza pub- sanitario lioni per la protezione civile. I fondi destinati alla blica visto che, tra patto di stabilità e riduzione dei regionale cultura ammontano a 16,8 milioni di euro, allo trasferimenti in Sanità, nel 2013 al Veneto verransport e il tempo libero vengono assegnati 1,8 miliono a mancare un miliardo e 300 milioni di euro di risorse finanziare. Il che ni. Infine per pagare interessi e oneri per mutui e prestiti sono previsti 584 significa che la quota di spesa a libera destinazione per la Regione si ridu- milioni, per il personale, le sedi e le spese di funzionamento della Regione ce così a 993 milioni, “il 26 per cento in meno rispetto allo scorso anno”, 223 milioni e per il funzionamento di Giunta e Consiglio 53,4 milioni. La calcolando anche i 40 milioni di euro di introiti attesi dalla vendita del pa- ‘cura dimagrante’ ha riguardato anche la legge finanziaria, asciugata a trimonio immobiliare regionale (attese dimezzate rispetto allo scorso una ventina di articoli, che introduce specifiche misure di spesa all’interno anno, dopo che due aste sono andate deserte) e per la prima volta, anche del bilancio 2013: 500 mila euro per la tutela dei prodotti a denominazioil fondo sanitario regionale, tradizionalmente sempre in aumento, sarà in ne d’origine protetta, 200 mila euro di contributo al Centro per la ricerca flessione: si passa dagli 8.444,9 milioni del 2012 agli 8.355,1 del in viticoltura ed enologia dell’Università di Padova (Cirve), 300 mila euro 2013. La manovra emendativa finale apportata alla Finanziaria dal maxi- per la promozione del cicloturismo e del cicloescursionismo, 50 mila euro emendamento della Giunta e dal lavoro del Consiglio è riuscita a recupera- per i 150 anni del Cai, 40 mila euro per il meeting dei giovani veneti resire una cinquantina di milioni di euro, in parte sforbiciando decine di capito- denti all’estero, 100 mila euro per promuovere a livello locale i ‘contratti li del bilancio ordinario sin all’azzeramento di alcune voci (viene cancellata di fiume’. Le novità più consistenti introdotte dall’aula, con un emendala Scuola regionale di polizia locale), e in parte reimmettendo in circolo le mento a sorpresa approvato da una maggioranza ‘trasversale, sono i 2 risorse di vecchi fondi accantonati presso Veneto Sviluppo, nei Confidi o nei milioni di euro stanziati a favore dei pescatori del Basso Polesine e di fondi di rotazione a beneficio dello sviluppo delle piccole e medie imprese Chioggia e la possibilità - proposta dal gruppo della Lega e approvata con e del turismo. Le risorse così recuperate sono orientate in via privilegiata consenso unanime - per i fornitori della Regione e degli enti sussidiari, Ulss alle famiglie e delle imprese, attraverso l’istituzione del nuovo fondo a comprese, di certificare i crediti e ottenere così dal sistema creditizio l’antisostegno dei disoccupati e dei nuclei familiari in difficoltà (come detto cipo delle spettanze. Sul fronte delle entrate la finanziaria 2013 disciplina 12,3 milioni di euro, di cui 4,3 a sostegno degli affitti e del diritto alla le sanzioni per chi viola le prescrizioni stabilite dalla Regione per la costrucasa, 5 di compartecipazione alla spesa dei Comuni per l’inserimento la- zione e l’esercizio di centrali a biomassa, biogas e biometano e riduce vorativo in occupazioni socialmente utili e 2,8 per contrastare le situazioni l’ecotassa a quei comuni che incentivano la raccolta differenziata. Sul di povertà ed emergenza sociale) e 23,1 milioni di euro per lo sviluppo del fronte normativo, la finanziaria 2013, consente di ampliare gli edifici in sistema produttivo, ottenuti accorpando e razionalizzando fondi giacenti zona rurale sino ad un massimo di 800 metri cubi e dimezza a 250 euro presso Veneto Sviluppo. Altre risorse per le aziende, circa 21 milioni di il contributo che le ditte di autonoleggio devono pagare a Regione e Comueuro di cui 15 per lo sviluppo delle aziende polesane, vengono recuperate ni per gli autobus che hanno oltre 15 anni di vita e ne consente la circolasmobilizzando risorse accantonate e non utilizzate in programmi regionali, zione sino a 30 anni dall’immatricolazione senza più distinguere tra autonazionali e comunitari. Analoga operazione è stata fatta anche per soste- mezzi usati per il gran turismo e gli scuolabus. La finanziaria, infine, dà nere progetti turistici innovativi e sinergie tra i diversi comparti per prolun- mandato alla Giunta di predisporre, entro 90 giorni, la ristrutturazione e la gare la stagionalità: le risorse, che ammontano a 6 milioni di euro, vengo- razionalizzazione delle società controllate, anche prevedendo l’uscita della no recuperate dal fondo di rotazione per il turismo istituito nel 2002. Altri Regione da quelle società dove detenga, direttamente o indirettamente, 12 milioni di euro sono destinati alle imprese agricole colpite dalle eccezio- quote minoritarie. E autorizza la Giunta a mettere in vendita palazzo Tornali avversità atmosferiche. Insieme a imprese, famiglie e situazioni di res-Rossini, la sede ausiliaria del Consiglio veneto acquistata nel 2003.
Palazzo Ferro Fini sede del consiglio regionale del Veneto
L’opinione lucio Tiozzo, Partito Democratico
“chisso dia le dimissioni”
“D
ue - dichiara - sono le svolte cruciali di questo bilancio che non sarebbero mai arrivate senza il pressing del Pd: l’aver recuperato ben 62 milioni di euro dormienti, che stavano Lucio Tiozzo nei cassetti della Regione e di Veneto Sviluppo e che ora vengono messi a disposizione delle imprese. Oltre a ciò, l’aver istituito il Fondo per le emergenze sociali. Su un terzo punto, quello del trasporto pubblico, la partita resta drammaticamente aperta. Riteniamo infatti che il riparto approvato sia illegittimo, in contrasto con la legge regionale vigente. Tanto basta per ritenere doverose a questo punto le dimissioni dell’assessore Chisso: un atto di coerenza che, senza equivoci, gli chiediamo di fare. Chisso infatti - prosegue Tiozzo assieme a Bruno Pigozzo, vice presidente della commissione Trasporti - ha previsto ed inserito una ripartizione di risorse prima ancora che le commissioni competenti, che avevano il compito di determinare i costi standard, i servizi e le tariffazioni minime, avessero chiuso il loro lavoro. In questo modo ha completamente scavalcato un percorso che, per legge, prevede la consultazione degli enti locali, delle aziende di trasporto e della commissione Trasporti. Il risultato è che viene penalizzato pesantemente il servizio su gomma regionale e quello di navigazione per Venezia, che in due anni ha subito decurtazioni per 11 milioni di euro”. Antonio Pipitone, Italia dei Valori
“bilancio insoddisfacenTe, maggioranza irresponsabile”
E’
un commento negativo quello che il consigliere regionale dell’IdV, Antonino Pipitone, dà al Bilancio e alla finanziaria regionale Antonio 2013. “Hanno bloccato per settimane il bilancio - scrive in una Pipitone nota l’esponente dipietrista - occupati a litigare per le loro marchette. In sanità tagli drammatici confermati, nel sociale orizzonte nero, nel lavoro si sono recuperati 40 milioni ma solo perché non erano stati utilizzati negli anni passati. Situazioni che stridono con i 400mila euro da spendere in sagre per l’identità veneta o i 500mila concessi dalla Giunta senza colpo ferire per associarsi ad Arteven. Un esempio lampante dell’ipocrisia della maggioranza prosegue Pipitone - è la bocciatura del nostro ordine del giorno che voleva ritirare la delibera che ha tagliato il budget per la sanità privata convenzionata. Il bilancio - sottolinea Gennaro Marotta - è una coperta corta che non ci soddisfa affatto”. Stefano Valdegamberi, udc
“la finanziaria regionale non Taglia gli apparaTi”
“S
i è fatto un gran parlare di riduzione dei costi degli apparati e delle strutture - ha spiegato in una nota il consigliere Stefano dell’Udc - razionalizzando gli enti, a partire dai consigli di Valdegamberi amministrazione, ma alla fine, come sempre, si è concluso con un nulla di fatto. Le mie proposte di accorpamento delle Ulss, di abolizione della legge pasticciata sulle unioni dei comuni montanti, dell’accorpamento delle Ater, etc, sono state, una dopo l’altra, rigettate. Anzi, invece di ridurre gli enti se ne sono creati di nuovi: è stata costituita una fondazione e si è diventati soci di una società per la promozione del teatro. Tutto al contrario degli indirizzi sulla spending review. Peccato, un altra occasione persa”.
Dario bond, Popolo delle libertà
“lanciaTo imporTanTi segnali a imprese e famiglie”
“C
ome Pdl avevamo proposto il sostegno ai fondi di solidarietà già nel dicembre scorso – spiegano Dario Bond e PiergiorDario Bond gio Cortelazzo, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo del Pdl in Consiglio regionale - per questo possiamo dire di aver centrato l’obiettivo. Non si tratta di mero assistenzialismo ma di un insieme di misure di welfare volte al reinserimento lavorativo e al ruolo attivo dei Comuni, che vengono individuati come nuovi centri della solidarietà. Sono poi importanti anche i segnali lanciati al mondo dell’impresa e alle aree più problematiche come il Bellunese e il Polesine”, sottolineano i due esponenti del Popolo della Libertà. “A fine gennaio, in prima Commissione, avevamo auspicato lo “smontaggio” della bozza di bilancio. Oggi, con il lavoro di tutti, possiamo dire di aver fatto un passo avanti, un cambio di mentalità che sarà utile anche per gli anni a venire”.
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14 Cultura veneta 36 Arte Nel 50esimo della tragedia, un’opera di Cagol invita ad andare oltre
Diga del Vajont: un raggio per nuove prospettive Un lampo, una luce per non dimenticare la tragedia. Un bagliore, che aiuti a smantellare questa grande lapide ancora lì presente di Alain Chivilò
S
ono trascorsi cinquant’anni dal tragico evento del Vajont e tutta l’area conserva e fa traspirare un’aria di pensiero funebre per coloro che vivono, per chi passa vicendevolmente dal Friuli al Veneto e per coloro i quali ritengono la meta “turistica” da visitare. La rabbia, il dolore, la commozione e il rispetto devono essere sempre mantenuti alti, però tutto il territorio è inteso solamente come uno scempio determinato dall’ottusità dell’uomo. Tale ambito è un dato di fatto, però è necessario fare un passo in avanti senza dimenticare. Le potenzialità di ripartenza esistono e l’Arte potrebbe tracciare la via giusta che dalla memoria guarda “oltre”. Da questo concetto parte e si genera la performance artistica dell’artista trentino Stefano Cagol (Trento 1969). Lo scorso 5 marzo è partita la I tappa di un progetto internazionale denominato “La fine del confine (della mente)”. Da una postazione mobile un potente generatore irradia un forte raggio di luce che taglia orizzontalmente il paesaggio. Ecco che lungo la strada che porta a Erto e Casso, in
un’area parcheggiabile proprio sopra e centralmente la diga, Cagol ha fatto partire un lampo improvviso che ha squarciato la fine della vallata, facendosi osservare anche nella parte terminale dell’area di Longarone. Un messaggio che in questo luogo vuole indicare la ripartenza per un possibile ed effettivo slancio futuro grazie anche all’arte. Ecco una testimonianza dell’artista. La fine del confine (della mente). Una performance europea che parte dalla Diga del Vajont. Il luogo diventa effettivamente centrale perché il destino ha fatto si che s’incontrasse con il mio modo d’intendere l’arte. Il progetto è nato per la Barents Art Triennale di Kirkenes in Norvegia ed è un’idea di arte pubblica. Da questa località, posta sul confine della Russia oltre il circolo polare artico sul Mare di Barents, parte un potente raggio di luce che supera questo difficile confine. Un’idea, se vogliamo semplice, che assume connotati storici, simbolici molto forti. Per sviluppare la performance anche in Italia ho pensato a Dolomiti Contemporanee che già avevo apprezzato negli anni passati per il loro agire.
In successione dopo un incontro con Gianluca D’Incà Levis, aver visitato il museo presso l’ex scuola di Casso e nel contempo aver visto per la prima volta dal vivo il luogo della diga del Vajont, ho capito che questo progetto doveva essere fatto in questo territorio. L’ambiente ha fatto assumere maggiore importanza imprimendo forti significati: un raggio di luce che oltrepassa e supera la diga nel cinquantenario dal tragico evento. Una luce che vuole decretare una fine del confine inteso nella sua totalità, al fine di non dimenticare la tragedia per immediatamente superarla con un bagliore, che aiuti a smantellare questa grande lapide ancora lì presente che si erge ancora immobile. Cercare dunque di andare oltre a quello che è accaduto perché non lo si può distruggere, bensì è possibile superarlo contemporaneamente attraverso segni simbolici dell’arte di oggi, riuscendo così a pensare a un futuro che deve esistere per tutta l’area. Non guardarsi sempre indietro, ma oltrepassare nel ricordo questo confine che è in tutti noi. Un luogo che potrebbe essere inteso come ricerca, stimolo,
Il grande fascio di luce attraversa la valle, teatro della tragedia che costò la vita a oltre 2.000 persone cultura, arte e situazioni positive. Non una visita di turisti per vedere i resti di una tragedia, bensì una meta per un futuro che non si fermi solo a cinquant’anni fa. Dalla Diga del Vajont alla Tofana di Rozes di Cortina. Dalla Tofana di Rozes parte invece il progetto così com’era stato pensato. Ossia un lungo viaggio verso il nord d’Europa toccando la Germania, la Danimarca fino alla Norvegia. C’è un sottotitolo al progetto “la fine del confine” che ritengo molto importante: “della mente”. Noi essere umani siamo pieni di confini e questa luce che faccio viaggiare traccerà i cieli per un futuro e un superamento ulteriore. A Cortina voglio dare una visione delle Dolomiti diversa dalla
classica iconografia a cui tutti siamo abituati. Montagna che diventa futuro centrale del mondo. Nel 2011 la partecipazione alla Biennale di Venezia. Anche nel 2013? Il progetto di due anni fa è legato a questa luce che irradio ora. Si trattava di evocare e provocare il confine. Quindi una stimolazione per arrivare a questo attuale livello. Ho utilizzato mezzi primari e simboli antichi come il fuoco che rivitalizzasse questo confine della vita, del corpo e delle idee. Nell’edizione del 2013 partecipo all’interno del neo padiglione delle isole Maldive, ossia una nazione che a fine secolo sarà sommersa dall’oceano.
Arte e montagna
Gipsoteca di Possagno
TECNOlOGIA PER ANTONIO CANOVA
Un granitico progetto per Dolomiti d’oggi
L
I
l percorso è già stato tracciato qualche anno fa con “la danzatrice con i cembali”: la tecnologia contemporanea viene in aiuto alla Gipsoteca di Antonio Canova di Possagno restaurando quelle sculture che furono danneggiate dal bombardamento del 1917, essendo stata la pedemontana del Grappa scenario bellico. Sono passati quasi cento anni e le opere sono rimaste monche. Una alla volta, negli anni futuri, si potranno ammirare nella loro completezza grazie a un processo inverso di restauro. Se il gesso era fondamentale per il ripristino del marmo, ora l’originale stesso viene utilizzato per ripristinare “l’opera prima” sita nella Gipsoteca. Attraverso l’utilizzo di una scansione tridimensionale dell’opera unica, che può essere sita in tutto il mondo dato i cambiamenti di proprietà e di luoghi,
si creano con il gesso le parti mancanti che andranno poste a ripristino di quelle rovinate a Possagno. Grazie alla generosità delle Associazioni dei Rotary Club International di Bassano del Grappa, Asolo e Pedemontana del Grappa, Bassano Castelli, Vicenza Nord – Sandrigo e Asiago – Altopiano dei sette comuni, la statua del principe Henryk Lubomirski della Gipsoteca, un armorino con arco faretra e frecce, avrà la sua testa partendo dall’originale in marmo, che si trova presso il castello di Lubomirski a Lancut in Polonia, distante 400 km da Cracovia. La statua nacque quando il giovane principino Henryk, in viaggio in Italia con la zia Elzbieta Lubomirski Chartoriski, nel 1788 entrò in contatto con lo studio del Maestro a Roma, luogo in cui fu commissionata l’opera. Furono necessari 5 anni e nel 1793 fu ultimata proprio da Antonio Canova. Al.Ch.
’Arte nella montagna è possibile? In un territorio privilegiato per l’uomo turistico contemporaneo da millenni di cambiamenti geologici, l’Arte può essere volano per produrre ricchezza e valore aggiunto per una cultura a vari livelli? L’archeologia industriale della montagna e luoghi andati in oblio possono essere delle ripartenze? La risposta è già stata tracciata da tre anni ed è senza dubbio affermativa: sì. Nel 2011 nasce il progetto Dolomiti Contemporanee che divulgando l’Arte nella montagna ha utilizzato siti industriali dismessi che hanno trovato nuova vita dopo le manifestazioni artistiche. Dalla fine del 2012 la scuola elementare di Casso, dopo un accurato restauro, rinasce per ospitare eventi d’Arte. Un luogo propulsore di vita, simbolo di ripartenza e non di ricordo passivo. Nella’ambito della performance di Stefano Cagol abbiamo incontrato il curatore dell’innovativo progetto Gianluca D’incà Levis. Un progetto originale e innovativo. Il titolo, che racchiude svariate iniziative, è Dolomiti Contemporanee. Il nostro scopo è d’intendere le Dolomiti non come cartolina, dato l’elevato target turistico, bensì come alto contenuto culturale. Il termine contemporanee non vuole assumere l’aspetto temporale perché individua temi di vario tipo da trattare attraverso spunti innovativi. Il volano di partenza è stato dall’inserimento di questi luoghi nell’Unesco, assumendo così maggiori significati fisici e metaforici. Qual è agire effettivo? L’idea verte nel portare l’arte contemporanea nella montagna uscendo dai consueti luoghi delle grandi città italiane e da una visione alpina tradizionale. E’ una modalità per avvicinarsi a questo peculiare paesaggio in modo nuovo. E’ un sistema che non decora l’area alpina con manifestazioni
artistiche, perché propone contenuti dall’alto valore aggiunto anche dopo la conclusione dell’evento. A Casso c’è uno spazio espositivo permanente Nell’area della Diga del Vajont è necessario vivere e assumere una nuova identità contemporanea dove sia possibile generare immagini nuove. E’ necessario che si superi la tragedia di mezzo secolo fa. Questo non vuol dire dimenticare o fare andare nell’’oblio il tragico evento accaduto, ma tale area deve lanciare scenari alternativi. Al drammatico passato, che rimarrà sempre aperto, è necessario affiancare anche un futuro di ulteriore partenza. La performance di Stefano Cagol è significativa perché fornisce un’immagine nuova alla diga non più leggibile come solo una lapide. Parliamo di questi luoghi con contenuti nuovi, in quanto non vogliamo fare come i più di 200 mila turisti che si fermano solo a guardare e poi vanno via. Vogliamo generare nuove spinte culturali, nuove riflessioni con modalità alternative di gestione delle risorse del territorio. Nuovi eventi per il 2013? Si e li stiamo ancora delineando. E’ già confermato l’utilizzo del Castello di Andraz a Livinallongo in partnership con il Museo Rimoldi di Cortina d’Ampezzo. Al.Ch.
16 Cultura veneta
Cultura veneta 37
Archeologia A palazzo della Ragione fino al prossimo 17 novembre
Venetkens, iniziato il viaggio tra gli antichi veneti di Mauro Gambin
“U
na mostra che non ha precedenti, una mostra che difficilmente potrà essere eguagliata. E’ il meglio del meglio che c’è”. Alla presentazione della mostra dedicata ai Veneti antichi, “Venetkens” ospitata all’interno del Palazzo della Ragione di Padova fino al prossimo 17 novembre, sono state usate parole importanti, sia dall’assessore alla Cultura del comune patavino, Andrea Colasio, sia dal Sovrintendente beni archeologici del Veneto Vincenzo Tinè che, ovviamente, dal promotore del progetto Claudio Capovilla, presidente gruppo Icat. “In passato – ha spiegato l’assessore Colasio – ai Veneti antichi sono state dedicate mostre locali, contingenti al concludersi degli scavi archeologici
In mostra la selezione di tutto ciò che appartiene a quei mille anni in cui si è originata e sviluppata una civiltà
Nelle foto alcuni reperti in mostra nella prima foto a sinistra situla Benvenuti
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e conseguenti convegni. Parliamo comunque di eventi sporadici, l’ultima in termini cronologici è quella tenutasi ad Este, nel ’98, “Lungo l’Adige ridente” ma riguardava esclusivamente i ritrovamenti dell’area atestina e montagnanese. In questa occasione, invece, abbiamo perseguito l’obbiettivo di raccogliere la selezione di tutto ciò che è stato trovato in quell’area vastissima compresa tra Po, Alpi, Tagliamento e mare Adriatico: Veneto antico, la casa per quasi mille anni, dal X al II sec. a.C., di quelli che a tutti gli effetti possiamo considerare i nostri progenitori. Una terra che rappresenta un unicum nella protostoria, l’uomo di 3500 anni fa, infatti, per motivi ancora in larga parte sconosciuti abbandonò la fascia prealpina per trovare rifugio nella pianura veneta ed è l’unico territorio dove non hai mai smesso di dimorare e di esercitare l’arte della palafitticultura nelle lagune adriatiche che è poi l’origine di un singolare e prezioso isolamento dei secoli successivi, quell’isolamento che finì anche con il dare forma a Venezia e il
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favorire una mentalità molto autonomista che resiste tuttora. Trovare continuità nel carattere dei veneti antichi con gli attuali forse non sarebbe difficile o almeno non lo è più di quanto non sia stato difficile prendere coscienza della presenza di questa civiltà. Solo verso la fine dell’800, infatti, il numero e la qualità di reperti diventarono elementi inconfutabili della presenza di una cultura che andava separata da quella successiva dei romani e non aveva niente da invidiare a quella etrusca, degli osci o degli apuani, coetanei dei veneti. Anzi, per grandezza, per raffinatezza e per la durata di entrambe si può tranquillamente affermare che per troppi secoli i veneti antichi sono stati sottostimati da quelli contemporanei. I principali musei archeologici del veneto hanno messo a disposizione alcuni dei loro oggetti di incredibile bellezza e importanza, reperti, alcuni dei quali, mai esposti prima: l’ambra del baltico che veniva semilavorata nel Polesine prima di riprendere la via del Mediterraneo, le collane di perline in pasta vitrea che oggi si vendono nei principali negozi di souvenir del mondo o il pettine d’avorio identico a quello esposto al museo di Alaior a Minorca attribuito alla civiltà talaiotica: tracce di autentica modernità come se il mondo da allora non avesse mai smesso di essere globalizzato. Vasi, situle in rame (la Benvenuti merita da se il biglietto), bronzetti, schizzi di scrittura, le cose di tutti i giorni e quelle che designavano il rango, presentate in sequenza cronologica, in percorsi educativi, con ricostruzioni virtuali molto efficaci per rivivere quegli antichi riti. Lo spazio dedicato al culto dei morti, quello dei cavalli o ai rapporti con gli altri popoli affacciati al Mare nostrum, restituiscono fin dentro ai particolari le paure, i motivi di orgoglio e i rapporti con il resto del mondo che facevano parte della vita politica e privata di allora. La mostra dunque è di valore, è moderna nella proposta al visitatore (auspicabile una massiccia presenza delle scuole) che attraverso laboratori didattici e di approfondimento ne uscirà sicuramente coinvolto. Ah, per chi lo volesse sarà anche possibile uno scavo simulato e la visita degli scavi sotto il Palazzo della Ragione.
28 Sì, viaggiare 38 LOMBARDIA
Sotto il segno dei Gonzaga
MANTOVA E SABBIONETA UN TEMPO FIERE RIVALI ENTRAMBE RESE GRANDI DALLA POTENTE E ILLUMINATA SIGNORIA LOCALE OGGI SONO ACCOMUNATE DALLA TUTELA DELL’UNESCO UN BELLISSIMO ITINERARIO CONSENTE DI AMMIRARE I LORO STRAORDINARI TESORI E DI CONOSCERE LA LORO STORIA A PARTIRE DALLE GESTA DI VESPASIANO NONCHÈ DI DEGUSTARE PIATTI TIPICI COME I TORTELLI DI ZUCCA E IL RISOTTO ALLA PILOTA DA SCOPRIRE IN BUS O IN BICICLETTA Sabbioneta e Mantova costituiscono un unicum straordinario. Tanto che l’Unesco le ha inserite insieme nel Patrimonio dell’umanità, meritevoli quindi della massima tutela. Dal 9 marzo scorso è stata istituita persino una linea di collegamento “lento” (comodo e dedicato) tramite il Bus Unesco. Un’alternativa valida e conveniente all’utilizzo dell’automobile, un viaggio di 45 minuti, senza fermate intermedie, con agevolazioni per gruppi e famiglie. Il biglietto di andata e ritorno costa 8 euro a persona (5 la sola andata). Per i gruppi 6 euro, mentre viaggiano gratis i bambini sotto i 12 anni. Due le tipologie di viaggio disponoibili per turisti e amanti dell’arte: un servizio fisso nei giorni festivi e prefestivi e uno a chiamata, personalizzato per gruppi, a prezzo agevolato (dal lunedì al venerdì). La Linea Unesco è pensata anche per il cicloturista: il carrello agganciato al bus può contenere fino a 40 biciclette. Informazioni: www.apam.it Esiste anche una ciclovia che permette di compiere i 47 chilometri del tragitto fra le due città sulle due ruote attraversando suggestive zone di campagna. I due eventi clou dal punto di vista culturale sono programmati per i primi di settembre: a Sabbioneta la “Notte bianca della cultura” e a Mantova il “Festivaletteratura”. Info: www.mantovasabbioneta-unesco.it
Q
uesta è la storia di un piccolo borgo padano di contadini che alla metà del ‘500 si trasformò in pochi anni in una capitale di respiro europeo... Non si può cominciare a parlare di Sabbioneta senza parlare di Vespasiano Gonzaga, il principe illuminato che l’ha pensata, creata e in pochi decenni resa grande e bella. Armoniosa e superba. Vespasiano ha fatto tutto come per incanto, come avviene in una favola. Perchè Sabbioneta in fondo è una favola, sospesa com’è in una dimensione onirica, dove passato e presente si fondono armoniosamente. In un mix di arte, cultura e paesaggio.Sabbioneta è per definizione una delle “città ideali” del Rinascimento, come lo fu ad esempio Pienza, costruita per diventare il modello di un’epoca. Ieri come oggi è legata fortemente a Mantova, nel segno soprattutto dei Gonzaga, alla cui corte in fondo Vespasiano si è ispirato per il suo progetto. Concepito più per rivaleggiare fieramente in fatto di bellezza e di potenza proprio con la stessa Mantova, a dire il vero, perchè nelle sue intenzioni la città fortezza doveva diventare un’altra capitale. Uno scrigno di tesori d’arte. E il suo sogno Vespasiano l’ha in parte realizzato, come tutt’oggi si può riscontrare, seppur al termine di un’esistenza travagliata, spesa fra guerre, vita di corte (a 15 anni venne mandato dalla zia Giulia Gonzaga alla corte di Spagna...), gloria, vari matrimoni e tanti lutti. Come quello per la morte del figlio Luigi, perito a 15 anni in un incidente occorsogli mentre era a cavallo. Incidente sulla cui natura però gli storici rimangono scettici, in quanto persiste il sospetto che il ragazzino possa essere stato ucciso incidentalmente proprio dal padre. Il trionfo di Vespasiano è datato 1577, quando dall’imperatore Rodolfo II d’Asburgo ottenne il titolo di Duca e di Principe del Sacro Romano Impero. Così in quel momento furono due i duchi Gonzaga al trono contemporaneamente:
UN’IMMAGINE FATATA DI MANTOVA VISTA DA UNO DEI SUOI TRE LAGHI, IL PALAZZO DUCALE DI MANTOVA VISTO DALL’ALTO. SOPRA: UNA VEDUTA DI SABBIONETA, CITTÀ IDEALE DEL RINASCIMENTO, DETTA ANCHE “PICCOLA ATENE” PER I SUOI TESORI. A DESTRA UNO DELLE SALE AFFRESCATE PIÙ FAMOSE DI PALAZZZO TE A MANTOVA, TORTELLI MANTOVANI E IL TEATRO ALL’ANTICA DI SABBIONETA. NELLA FOTO DI COPERTINA: VESPASIANO GONZAGA (A SINISTRA) E LA SUA CORTE: LE CELEBRI STATUE LIGNEE SONO CONSERVATE AL PALAZZO DUCALE DI SABBIONETA. IN ALTO A SINISTRA: IL CENTRO DI SABBIONETA E UNA VISTA AEREA DI MANTOVA
Vespasiano, personaggio forte e fiero, onorato in Europa, e Guglielmo che a Mantova accumulava ricchezze, ma era confinato nella sua misantropia e nella sua limitaata mentalità provinciale. E per di più era di salute cagionevole e gobbo. Vespasiano ricostruì Sabbioneta con gusto e ambizione, partendo dalla Porta Imperiale, dal Palazzo Ducale e da quello del Giardino, sino al Teatro all’Antica, che volle nel 1587 dopo un viaggio a Venezia. Scelse persino i marmi del mausoleo che lo avrebbe accolto dopo la morte. La fiera indipendenza di Sabbioneta non durò molto. A Vespasiano successe la figlia superstite Isabella che tentò di dare un futuro al sogno del padre, ma ben presto la città venne di nuovo inglobata a Mantova sotto il segno (e il controllo politico e militare) dei Gonzaga. Già, Mantova. Una delle capitali europee
del Rinascimento. I Gonzaga la governarono per quattro secoli, arricchendola d’arte e di cultura. Grazie al loro mecenatismo la città, che ancora oggi si dipana attorno al Palazzo Ducale, è diventata un concentrato di splendori. La presenza di tre laghi intorno al borgo medievale l’ha protetta da uno sviluppo sconsiderato, evitando le deturpazioni che purtroppo, specie nell’ultimo dopoguerra, hanno rovinato altri centri storici. Dickens ne rimase incantato. Mentre Orio Vergani, in tempi molto più recenti, definì quell’isolamento fisiologico, quasi genetico, che la caratterizza “una solitudine come destino”. La genesi di Mantova è ammantata di leggende. La storia invece dice che è stata, dapprima, insediamento di Etruschi e Gallocenomani. Nel 214 a.C. Mantua divenne “oppidum” romano e poi “municipium”. Bisogna però attendere il XII secolo
perchè Mantova diventi libero comune e riesca a intraprendere quel cammino di crescita che la portò a diventare una delle città più importanti dell’Italia di allora. I Gonzaga la resero sfarzosa e culturalmente progredita. La città di Virgilio vanta una concentrazione di monumenti unica, a cominciare (oltre naturalmente all’imperdibile Palazzo Ducale, reggia dei Gonzaga) da quel Palazzo Te che ricorda vagamente i fasti gioiosi di Versailles. Costruito tra il 1525 e il 1535, Palazzo Te è una fastosa villa suburbana, unita alla città grazie al prosciugamento del lago Paiolo e la copertura della Fossa Magistrale. Nella seconda metà del Quattrocento lasciò importanti tracce della sua arte a Mantova il pittore padovano Andrea Mantegna, uno dei grandissimi innovatori della sua epoca, maestro della prospettiva e del “trompe l’oeil”. La visita della sua casa fa parte
di ogni itinerario di scoperta della città. Ma Mantova è bella da percorrere anche senza metà. In piazza delle Erbe e dintorni c’è sempre una bella animazione. I mantovani sono gioviali, amano indugiare all’ora dell’aperitivo nei tanti locali che occhieggiano sotto i portici o lungo le vie centrali. Da non perdere anche il Museo Nuvolari, dove sono conservati i cimeli conquistati dal leggendario pilota del secolo scorso. E non si può andare a Mantova senza assaggiare i tortelli di zucca, vero patrimonio gastronomico di cui la città vanta la primogenitura. E quindi la ricetta originale, oggi imitatissima. Ma la cucina mantovana propone anche il sorbir d’agnoli, gli agnolini in brodo, il risotto alla pilota con carne di maiale. E poi lo stracotto d’asino con la polenta, il cappone con uvetta e pinoli e la torta sbrisolona. Invita al brindisi il vivace Lambrusco locale.
FORMARE ALL’AZIONE Ecco come liberare le potenzialità umane e professionali ai giorni nostri
Formazione significa “formare all’azione”. Che riguardi il singolo o l’organizzazione, in entrambi i casi aiuta a diventare più abili nel realizzare gli obiettivi. Siamo davvero capaci di ottenere ciò che vogliamo o desideriamo? Sia esso un obiettivo lavorativo piuttosto che un accordo con una persona, migliorare una relazione, gestire situazioni conflittuali o di stress. L’obiettivo di Gmb Group Academy è proprio questo: fornire gli strumenti necessari alle persone per migliorare la qualità delle proprie relazioni, private e lavorative, imparare a gestire le risorse umane “liberando” le loro potenzialità in modo che possano esprimersi al meglio. Quale imprenditore non vorrebbe che i propri collaboratori producessero al meglio? Quale genitore non vorrebbe che il proprio figlio si realizzasse in modo soddisfacente? Purtroppo la società ci porta spesso a una introversione, a rinunciare, a soccombere, e spesso solo per una questione di scarse abilità sociali e comunicative. Gmb Group Academy è un progetto che nasce dai concetti di sinergia e di relazione, che a nostro avviso sono particolarmente indispensabili in questo periodo storico. Un pool di professionisti che offre una vasta gamma di consulenza e formazione: spunti, idee, strumenti per migliorare la qualità della nostra vita e attività lavorativa. Non solo nozioni che arricchiscano il nostro sapere, bensì soprattutto “modi”, “abilità”, “capacità” che ci permettano di esprimerci al meglio e far esprimere al meglio chi ci sta attorno.
FORMAZIONE IN ROSA Gmb Group Academy ha voluto dedicare dei percorsi alle donne che vogliono conoscersi meglio, migliorare la propria vita, stare bene con se stesse e con gli altri, confrontandosi su tematiche che riguardano la propria crescita interiore, lo sviluppo di abilità sociali, il miglioramento della propria autostima, la gestione della vita quotidiana, famigliare, lavorativa e interpersonale. Le possibilità sono diverse, partire da serate loro dedicate (BEN-ESSERE DONNA), su temi di volta in volta diversi, fino a corsi specifici:
I FONDATORI GIAN MARIA BERTIN Imprenditore esperto nelle aree della comunicazione e nella costruzione di ambienti aziendali moderni e innovativi attraverso il metodo della “maieutica relazionale e aziendale” sostenuto dalle tecniche del Quick turning e Visioning, pone il focus sul trasferire ad imprenditori e manager una cultura rivoluzionaria attraverso la quale imparare ad estrarre velocemente e con efficacia dalle risorse umane, attitudini e talenti per ottenere il massimo potenziale esprimibile. Diverse le aree di competenza: “Public speaking, coaching”, training mirato per start up e Franchisor, consulenza “one to one” per affiancare gli imprenditori nell’innalzamento del “problem solving”, nell’autorigenerazione e ridimensionamento dei problemi. Nel corso degli anni matura una profonda conoscenza sulla creazione di brand a cui collegare sviluppo di reti commerciali dedicate a core business diversi con particolare attenzione al settore immobiliare e alla consulenza nel Real Estate di lusso. CRISTINA BORDIN Psicologa clinica, formata in psicoterapia cognitivo comportamentale, è esperta nelle aree dello sviluppo delle risorse personali, delle abilità sociali e relazionali. Oltre all’attività clinica ha svolto ruoli di coordinamento e formazione di risorse umane. Responsabile di redazione, consulente commerciale, imprenditrice, negli anni ha collezionato una varietà di esperienze che le permettono di avere una visione ampia a livello manageriale, dalla gestione grazie alla conoscenza dei profili psicologici, fino a quella organizzativa dei processi di comunicazione. Oltre a dirigere la Gmb Group Academy, in qualità di psicologa clinica, si occupa personalmente dell’area educativa (corsi dedicati a genitori, insegnanti, aspiranti tate), dello sviluppo delle risorse psicologiche (autostima, gestione del conflitto e dello stress), delle abilità comunicative e relazionali. Nei contesti aziendali, spesso il gruppo vive i successi come luce riflessa, come qualcosa che non gli appartiene direttamente bensì che rimane esclusivamente di proprietà del leader, dell’imprenditore. Questa base motivazionale è insufficiente e fondamentalmente inumana, pertanto ogni imprenditore o manager che prosegue incurante nel trasferimento della sua leadership per induzione, prima o poi dovrà fare i conti con il turn-over aziendale. Nei periodi di crisi, gli scopi personali, vengono drasticamente a galla e le aziende ed i gruppi, apparentemente coesi, in realtà si identificano con le proprie incoerenze. Lo sviluppo di un’azienda si muove di pari passo con la guida sicura, rapida e lucida del suo leader e di chi, con lui, condivide
mete da raggiungere e direzioni da seguire. La costruzione di un progetto si delinea come trasformazione coerente degli scopi personali e dalla perseveranza nel mantenerli immutabili, valori intramontabili di fronte alle intemperie. Crediamo nella splendida energia dell’essere umano e della sua progressiva abilità di auto rigenerarsi partendo da se stesso, attraverso uno sviluppo cosciente e reale della propria ambizione perché possa,con essa, imparare a guidarne le meravigliose scoperte senza sentirne il peso… anche quando fuori tutto sembra rallentare. Vogliamo avvicinarci così agli imprenditori ed ai manager che desiderano affrontare un percorso di matura consapevolezza, perché prima di ottenere risposte possano
QUANTO MI PIACCIO?! Mira al potenziamento dell’AUTOSTIMA. Non esistono ricette magiche per migliorare la propria autostima, bensì è necessaria l’intenzione di conoscersi meglio e fare un percorso personale di crescita. Liberarsi dalle credenze che ci limitano e sostituirle con nuove che ci permettano di riprendere in mano la nostra vita verso una maggiore auto realizzazione e soddisfazione. CHE TIPO DI DONNA SEI RAZIONALE, IMPULSIVA O EMOTIVA? Sei una donna riservata, formale, ti fai guidare dalla ragione, controllata nelle emozioni, ordinata e organizzata… Sei una donna tesa all’affermazione di se stessa, dinamica, dominante, spesso impulsiva, passionale e non le mandi a dire… Sei una donna solare, gentile, sentimentale, ti fai guidare dall’esperienza e hai bisogno del contatto con le persone… Incontri per conoscerci meglio e valorizzare la nostra autenticità attraverso la conoscenza di quelli che sono i punti di forza e le “aree di miglioramento” per gestire in modo più efficace la comunicazione, migliorare le abilità sociali ed evitare inutili conflitti. Il LABORATORIO DI AUTOBIOGRAFIA è un progetto rivolto a persone che desiderano, partendo dalla propria storia personale, affrontare un percorso di autoconoscenza. Ricostruire la propria storia, partendo dal ricordo di semplici episodi, è un’avventura mentale che può aver profondo valore di ricerca della propria identità, liberazione catartica di nodi rimasti irrisolti, comprensione di dinamiche familiari e personali. DAL MAL-ESSERE AL BEN-ESSERE E’ un percorso che ha l’obiettivo di aiutare i partecipanti a scoprire quali sono le cause sottostanti alle preoccupazioni che hanno condotto alla condizione di stress psicofisico, ad imparare delle tecniche di rilassamento, a modificare l’approccio cognitivo guardando alle situazioni in un’ottica nuova, meno spaventosa sviluppando capacità di affrontare i problemi e risolverli nella maniera più efficace.
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MESSAGGIO PUBBLIREDAZIONALE
LA MAIEUTICA SOCRATICA SBARCA IN AZIENDA Socrate aveva come obiettivo la spontanea estroversione del suo interlocutore affinchè lo stesso “liberasse” le proprie idee ed opinioni sincere senza imposizioni. La Maieutica è un approccio formativo moderno, integralmente dedicato all’effettivo sviluppo del potenziale umano, il cuore di ogni azienda che si rispetti. Il dialogo è il punto focale del processo, perché ha come premessa la corretta attenzione verso l’altro, che esclude l’omissione delle reali intenzioni (interessi). Il principio della comunicazione estrattiva prevede di insegnare alle aziende la reciprocità nel trasferimento di ciò che si pensa e non di “ciò che si pensa di dover dire” per mantenere immutati o mutevoli i personali interessi. Quando un organico ed un gruppo scambia esclusivamente per interessi e finalità personali, ogni giornata è in realtà calarsi in una parte recitata. Il principio delle aziende “teatri” è proprio questo, si conoscono i ruoli e le parti di chiunque, ma non si conosce mai davvero chi collabora con noi. Da qui il meccanismo delle interpretazioni quali difese che scattano automaticamente dallo scetticismo. Questi nemici, demoliscono le migliori ipotesi di aumento della crescita collettiva e di conseguenza aziendale.
acquisire con grande dignità la capacità di farsi le giuste domande.
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L’abbazia cistercense di Follina
Collocata nell’alta valle del Soligo, deve il suo nome alla follatura della lana attuata nella zona probabilmente sin dall’epoca preromana e, su scala industriale, in quella romana e medioevale
di Vesna Maria brocca
L
a storia del Comune di Follina e delle sue bellezze paesaggistiche e architettoniche corrono di pari passo con la storia della Vallata nella quale trovano collocazione il noto Castelbrando (ex Castello Brandolini) a Cison di Valmarino, i laghi di Tarzo e di Revine, il Passo di Praderadego e il percorso ciclo-turistico Claudia Augusta Altinate. L’ambito della Vallata riguarda la pedemontana Trevigiana dal Piave alla Val Lapisina e comprende il versante sud delle prealpi, l’alta valle del Soligo e le prime corde collinari da Tarzo a Valdobbiadene sul Piave. Situata in posizione incantevole nell’alta valle del Soligo, Follina deve il suo nome alla “follatura” della lana, attuata nella zona probabilmente sin dall’epoca preromana e, su scala industriale, in quella romana e medioevale. La zona ebbe uno sviluppo notevole dopo il Mille, ad opera di un gruppo di dodici monaci cistercensi provenienti dall’abbazia di Chiaravalle
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Luoghi da conoscere
Grande Guerra
L’abbazia cistercense di Follina
SACRARIO AuSTRO-uNGARICO DI FOllINA DEDICATO AllA GRANDE GuERRA
segue dalla pagina precedente
(Milano) che bonificarono la valle paludosa e fondarono la celebre abbazia di Follina, meta di frequenti pellegrinaggi. Fin dal 1170 i monaci cistercensi iniziarono da subito un importante opera di bonifica dei terreni che gli vennero donati da Sofia Da Camino e proprio grazie al loro paziente lavoro di “risanamento”, la valle circostante prese il nome di “Sanavalle”. Il santuario fu eretto intorno alla metà del XII secolo, in stile romanico e successivamente ampliato in forme gotiche tra i secoli XIII e XIV. Di particolare bellezza architettonica l’originale torre campanaria di stile romanico a pianta quadrata, il più antico manufatto presente nel complesso architettonico dell’abbazia, che si erge dall’incrocio della navata centrale con il transetto di destra. Degno di nota poi l’adiacente e suggestivo chiostro romanico che è in sostanza il giardino chiuso dove i monaci pregavano, meditavano e da cui accedevano a tutti gli altri spazi dell’abbazia. Il chiostro venne costruito nel 1268 (prima della basilica), quando cioè i monaci cistercensi si insediarono nel monastero, come dimostra l’incisione su pietra posta sulla parte nord del chiostro stesso; oggi è ancora perfettamente conservato nell’elegante effetto di movimento creato
I monaci cirstercensi di Chiaravalle bonificarono la valle paludosa e fondarono l’abbazia dalle colonne che lo costituiscono. L’attuale basilica presenta la tipica costruzione a pianta latina con la facciata rivolta a ponente e l’abside rivolta a levante proprio come prevedeva la simbologia cistercense.
All’interno della basilica sono da segnalare diverse opere da sempre oggetto di venerazione e pellegrinaggio. L’abbazia di Follina è visitabile tutti i giorni dalle ore 7.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle 19.00; non è permessa l’entrata in basilica con gruppi di visita durante lo svolgimento delle funzioni religiose. Per ulteriori informazioni e visite guidate al complesso abbaziale è possibile contattare i padri dell’abbazia al tel. 0438-970231.
T
ra il 1917 e il 1918 la Marca trevigiana fu teatro di uno dei fronti più importanti della Grande Guerra: lungo il corso del Piave si scontrarono per la battaglia decisiva gli eserciti di Italia ed Austria-Ungheria e dei loro alleati. Numerose sono ancora oggi le tracce sul territorio trevigiano di quei tragici eventi. Una di queste è il cimitero austro – ungarico di Follina che nasce durante l’occupazione austriaca della Vallata nel novembre del 1917 in appoggio allo Feldspital 1505, l’ospedale militare austriaco allestito presso l’ex lanificio Andretta che oggi ospita la Casa di Riposo S. Giuseppe. In questo cimitero militare, dove allora ebbero sepoltura oltre ottocento soldati di Austria, Ungheria, Cechia, Germania, Polonia, Slovacchia, Romania, Bosnia - Erzegovina, Croazia, Slovenia, Ucraina, ed Italia, è stato realizzato un monumento sacrario nel quale riposano, all’ombra delle loro bandiere unite a simbolo di ritrovata fratellanza fra i popoli, le 77 salme recuperate anche se rimane sconosciuto il numero di quanti in questo prato hanno ancora mantello e sepolcro. Messaggio pubbliredazionale
“Le Pro Loco fanno grande il territorio” appuntamenti da non dimenticare
• 30 aprile - 1 maggio rock festival Bibione
delle isole della laguna di Venezia.
MIRANO • 25 aprile XXXV edizione di “Fiori a Mirano” - il 25 aprile Piaz-
SPINEA • 1^ Decade di Maggio festa di Primavera in Piazza municipio
za Martiri, si trasforma, per un giorno, in un grande giardino e che le vie del centro storico si riempiono di fiori, colori e profumi. Fiori a Mirano, è considerata una delle più prestigiose e qualificate mostre-mercato a invito della Regione, grazie ai suoi oltre 110 espositori di piante, fiori e arredi da giardino, selezionati con cura dagli organizzatori e che crescono ogni anno grazie anche al passaparola tra gli espositori stessi.
• 11/12 maggio I sapori della solidarietà • 25 maggio I zoghi de quando gerimo putei - questa è una del-
le manifestazioni più importanti della Pro Loco di Mirano; manifestazione rivolta ai ragazzi delle quinte elementari di Mirano e delle sue frazioni: è una grande gara a squadre che ripropone i giochi del passato, quei giochi che i bambini, oggi, conoscono solo attraverso i racconti dei nonni. La XV edizione, si svolgerà sabato 25 maggio nella frazione di BALLO’, paese della squadra campione in carica.
DOLO • 21 aprile Manifestazione ciclistica “G.C. I Molini Dolo ASD” • 26 aprile Festa Madonna dei Molini Ass. Isola Bassa • 1 maggio Convegno “La Rosa Antica” e regata del 1° Maggio
BIBIONE • 24-25 aprile Tipicamente Asparago - 43° festa dell’asparago
di Bibione
• 27-28 aprile A piedi per Bibione
MIRANO • 21 aprile L’evento 4x4 consiste nella visita di quattro ville si-
tuate nel Comune di Mira con quattro percorsi diversi, in carrozza, in gondola, in bicicletta ed il percorso proprio. Nel pacchetto sono comprese le visite guidate all’interno delle ville Da segnalare, inoltre, una gita in barca prevista per il giorno 2 giugno alla scoperta
SALZANO • 25 e 26 maggio 22^ Festa della Filatura Processo produttivo
del baco da seta. Mostre, spettacoli, intrattenimenti vari, stand gastronomico. 1° Filanda Run.
SCORZE’ • dal 19 Aprile al 6 Maggio Villa Orsini Mostra Antonio Beni • dal 10 al 19 Maggio 37^ Festa dell’Asparago e della Fragola a
Gardigiano di Scorzè
• dal 24 Maggio al 3 Giugno 44^ Festa dei Bisi di Peseggia
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i nostri Esperti L’architetto
Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto
Le fonti energetiche, i mutamenti climatici, il risparmio energetico negli edifici
Costruire e recuperare edifici energeticamente efficienti contribuisce alla tutela dell’ambiente Iniziamo con questo articolo un ciclo di pubblicazioni riguardanti la costruzione ed il recupero di edifici a basso consumo energetico, confortevoli per le ottimali condizioni di microclima interno. Affrontiamo per primo un argomento introduttivo che riguarda il consumo delle fonti energetiche tradizionali, le cosiddette energie fossili, e gli effetti che queste hanno sui mutamenti climatici, per trattare, successivamente, argomenti specifici quali: i principi generali della progettazione degli edifici energeticamente efficienti, il confort interno, le tecnologie costruttive, l’impiantistica, l’uso delle energie rinnovabili, la riqualificazione degli edifici esistenti. I dati relativi il consumo di energia a livello mondiale sono sorprendenti: ogni giorno si consumano 10 milioni di tonnellate di petrolio, 12,5 milioni di tonnellate di carbone e 7,5 miliardi di metri cubi di gas. L’80% circa dei consumi energetici è coperto dall’energia fossile, il 13% da energie rinnovabili ed il 7% dall’energia nucleare. Sono numeri che fanno pensare soprattutto in considerazione del fatto che secondo le previsioni, mantenendo i consumi attuali, verso la metà del secolo, le riserve di energia fossile potrebbero esaurirsi con le immaginabili conseguenze negative per l’economia mondiale, sia per l’aumento dei costi energetici sia per la disponibilità scarsa. È anche assodato che gli ormai evidenti mutamenti climatici derivano dall’emissione in atmosfera di gas, in particolare dell’anidride carbonica (CO2), prodotti dalla combustione di fonti energetiche fossili. La CO2 è la prima responsabile del cosiddetto “effetto serra” che provoca il surriscaldamento dell’atmosfera: i ricercatori prevedono che la temperatura dell’aria aumenterà di circa 1 °C entro il 2040 e di 1,5 °C
per il 2100 se non verranno adottate misure per la riduzione della CO2. L’aumento della temperatura è la causa del progressivo scioglimento dei ghiacciai, col conseguente innalzamento del livello dei mari, delle precipitazioni copiose per effetto dell’aumento dell’evaporazione e dell’estendersi delle zone desertiche, tutti fenomeni che alterano gli equilibri ambientali. I Governi, in particolare quelli dei paesi più industrializzati, sono preoccupati per le conseguenze economiche dovute allo scarseggiare di energia disponibile, ma si fa strada sempre più la sensibilità per contrastare i mutamenti climatici con la consapevolezza di dover intervenire al più presto. La comunità scientifica concorda sulla necessità di avviare sin d’ora una politica energetica in grado di consegnare alle generazioni future un ambiente possibilmente integro. Ancora una volta i dati a disposizione delineano una situazione non certo rassicurante: tra il 1970 ed il 2004 le emissioni di gas serra sono aumentate del 70%, con incrementi considerevoli nell’ultimo decennio del Ventesimo secolo; prendendo in considerazione le sole emissioni di anidride carbonica, principale componente dei gas serra, l’aumento è stato dell’80%. Troppo spesso si trascura il fatto che gli edifici, oltre a consumare energia, sono al contempo fonti di inquinamento, con emissioni di CO2 assai elevate. Nell’Unione Europea il 40% del consumo di gasolio, gas ed energia elettrica è destinato al riscaldamento degli edifici, alla produzione di acqua calda ed al funzionamento delle apparecchiature elettriche. Questo significa che circa il 40% delle emissioni di anidride carbonica nell’aria è imputabile ai consumi energetici degli edifici. Si stima che il
patrimonio edilizio esistente da risanare rappresenti, in termini di consumo di energia per il riscaldamento, il 90% circa del totale; tenuto conto che il risparmio può variare dal 30% al 90% (la percentuale si differenzia in funzione delle caratteristiche costruttive del fabbricato e degli interventi possibili o ammessi come nel caso di edifici soggetti a tutela), si comprende quanto sia importante il recupero dell’esistente, migliorando l’efficienza dell’involucro e sostituendo gli impianti obsoleti con nuovi più efficienti, per risparmiare energia limitando le emissioni di CO2. Il potenziale risparmio di energia e, quindi, la potenziale riduzione di emissioni di anidride carbonica è notevole: una casa costruita prima degli anni ’70 produce circa 50-70 kg/ mq l’anno di anidride carbonica; una casa contemporanea ne emette circa 34-42. Costruendo secondo standard qualitativi di efficienza energetica è possibile ridurre la quantità di anidride carbonica emessa a soli 8,5 Kg/mq, per edifici che consumano meno di 30 Kilovattora al metro quadrato l’anno, ed a soli 4 Kg/mq per gli edifici passivi che consumano meno di 15 Kilowattora al metro quadrato l’anno; se si ricorre poi all’uso di energie rinnovabili l’emissione può essere ridotta a zero. Il contributo all’ambiente che può dare il recupero energetico degli edifici preesistenti e la costruzione di nuovi edifici a basso consumo di energia è evidente: ristrutturando un edificio antecedente agli anni ’70 si può ridurre l’emissione di anidride carbonica di 6 - 8 volte. Costruendo un fabbricato nuovo si può ridurre l’emissione di anidride carbonica di 4 - 5 volte rispetto ad una costruzione contemporanea. Il risparmio di energia non si traduce solamente in benefici per l’ambiente, ma anche in un indubbio vantaggio
economico. È indispensabile risparmiare energia e lo si può fare costruendo edifici efficienti, ovvero edifici ben isolati che garantiscono anche un confort abitativo migliore per la qualità del microclima degli ambienti. Il semplice raffronto di alcuni dati esemplifica i margini notevoli di risparmio nella bolletta energetica per il riscaldamento: una casa tradizionale costruita prima degli anni ’90 consuma circa 18-25 litri di gasolio per metro quadro di superficie dell’alloggio (un litro di gasolio corrisponde grossomodo ad un metro cubo di gas); una casa costruita dopo gli anni ’90 consuma circa 12-15 litri di gasolio al metro quadro; una casa energeticamente efficiente consuma meno di 3 litri. Per risparmiare energia un buon isolamento è certamente la prima cosa da fare sia per il riscaldamento invernale sia per il raffrescamento estivo. Non vanno comunque sottovalutate le opportunità offerte dalle fonti rinnovabili come il fotovoltaico per la produzione di
energia elettrica, il solare termico per la produzione di acqua calda e per l’integrazione del riscaldamento a bassa temperatura, la geotermia a sonde oppure orizzontale, che consente di sfruttare la temperatura pressoché costante della falda o del terreno sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento, e l’energia presente nell’atmosfera. Una fonte rinnovabile, spesso dimenticata, è costituita dai derivati del legno (cippato, pellet) dai costi contenuti e facilmente utilizzabili per il riscaldamento; anche in questo caso l’emissione di anidride carbonica è pressoché zero, come per le altre fonti rinnovabili, poiché quella emessa durante la combustione equivale a quella assorbita durante il ciclo di vita della pianta. Ciascuno di noi, con la dovuta attenzione al risparmio energetico negli edifici, può fare molto per il rispetto dell’ambiente, traendone anche vantaggi economici per sé e per la comunità col piacere di abitare in alloggi confortevoli.
Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a carturenzo@studiocarturan.it
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46 I nostri esperti informazione sociaLe
L’assegno di cura regionale
Dott. Laura Traversi
Nell’ambito delle prestazioni di natura economica di cui può beneficiare una persona non autosufficiente, la Regione Veneto ha sistematizzato nel 2006, all’interno di un più ampio ragionamento sulle politiche a sostegno della domiciliarità, un contributo istituito già negli anni ’90 e che ora prende il nome di “assegno di cura”. Nel disegno complessivo si colloca a fianco di altri interventi, di competenza di Comuni e Aziende Sanitarie, per favorire la permanenza a domicilio di persone non autosufficienti (anziani e disabili) che possono essere adeguatamente assistite da familiari o da personale privato; le buone intenzioni legislative sono quelle di sostenere, con un incentivo economico, la scelta di mantenere a casa la persona malata anziché ricorrere a percorsi di residenzialità (Case di riposo, Istituti di ricovero). Pur trattandosi di contributi regionali, il procedimento di richiesta ed erogazione è gestito prevalentemente dai Servizi Sociali dei Comuni: essi ricevono le domande, valutano la sussistenza dei requisiti di accesso al contributo, gestiscono
il flusso informativo con la Regione ed infine liquidano l’eventuale assegno; la domanda può essere presentata dalla persona non autosufficiente o da un suo familiare quando si verificano alcune condizioni tra cui: essere una persona che necessita di una assistenza continuativa e importante, per esempio perché non è più in grado di camminare; avere una malattia (Alzheimer e altre forme di demenza, Parkinson) che richiede una stretta supervisione se non la presenza continuativa di qualcuno in casa; essere una persona non autosufficiente con una assistente familiare privata (badante) anche solo per alcune ore della giornata. A differenza dell’indennità di accompagnamento (di cui abbiamo già parlato), il diritto a percepire l’assegno di cura è vincolato ad una condizione di reddito posseduto dall’interessato/a e dalla famiglia con lui/lei residente, calcolato attraverso lo strumento dell’ISE di cui senz’altro ci occuperemo prossimamente. Una volta presentata la domanda (valida una volta per tutte anche per gli anni successivi), corredata dalla documentazione reddittuale
che dimostri di possedere i requisiti richiesti, l’Assistente Sociale del Comune di residenza del beneficiario e il suo medico di base compilano una scheda di rilevazione del bisogno assistenziale e sanitario; la scheda, utilmente inserita nel programma informatico regionale dagli Uffici Comunali, esprimerà un punteggio di gravità del caso e lo stesso sistema definirà sempre in modo automatico l’importo teorico mensile da assegnare alla persona. A questo punto per il cittadino l’iter è concluso: gli rimarrà il compito di segnalare eventuali modificazioni della situazione che potrebbero determinare una modifica del punteggio e quindi dell’importo dell’assegno (aggravamenti), o la sospensione del beneficio (con l’ingresso in struttura residenziale si perde il diritto all’assegno) e annualmente di presentare ai Servizi Sociali la certificazione reddittuale (ISE). Da qui in poi invece, per ciò che riguarda la tempistica e il funzionamento del procedimento di erogazione dell’assegno di cura, va osservato come le buone intenzioni regionali si scollino dalla realtà dei bisogni
delle persone e delle loro famiglie, queste ultime fin troppo investite di compiti di cura e assistenza e poi lasciate sole ad organizzarsi e a far tornare tutti i conti. Anzitutto la prestazione richiesta oggi, quand’anche riconosciuta, verrà materialmente erogata tra un anno e mezzo circa, con buona pace della famiglia che nel frattempo dovrà farne senza o anticipare di tasca propria; in secondo luogo, considerato che si tratta di fondi regionali che dipendono dalla disponibilità di bilancio annuale, potrebbero di anno in anno ridefinirsi, venendo meno l’elemento di certezza del beneficio; l’entità dell’assegno poi (da un minimo di 50 euro ad un massimo di 400 euro al mese circa) nella maggior parte dei casi non è determinante per la costruzione di un serio progetto di domiciliarità; infine possiamo senz’altro aggiungere che in questo momento non è possibile sapere se e come l’assegno sia utilizzato dai beneficiari per un effettivo miglioramento della propria qualità di vita, con comprensibili riserve sulla valutazione di efficacia della prestazione.
Assistente Sociale Laura Traversi
www.percorsi.pd.it
L’ocuLista
Manifestazioni oculari della dislessia Dott. Valerio Crepaldi
La dislessia è poco conosciuta in Italia nonostante gli esperti stimino che almeno 1.500.000 di bambini sotto i sette anni ne siano affetti. Recentemente ho visitato un bambino inviatomi per le difficoltà che aveva nella lettura presumibilmente legate ad un disturbo visivo, ma, da un approfondito esame oculistico non emergevano difetti visivi nè patologie. Il bambino era dislessico, cioè manifestava un disturbo della lettura e della scrittura pur presentando intelligenza normale e assenza di problemi psicologici o nerurologici. Il bambino dislessico legge e scrive non in maniera automatica ma impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, stancandosi rapidamente, commettendo
errori e imparando poco. In altri termini l’atto della lettura si svolge attraverso la percezione visiva, il riconoscimento delle singole lettere che compongono la parola e la comprensione di ciò che viene letto. Nei dislessici questi elementi sono alterati. Gli errori più comuni sono quelli di confondere le lettere che sono visivamente simili ma orientate diversamente o che hanno suoni simili v-f,g-c,b-p,d-t. Leggono le parole al contrario (capra-carpa), sbagliano la sequenza delle lettere, invertono i numeri (21–12), hanno difficoltà nelle tabelline. Può esserci confusione fra destra e sinistra, mancinismo, difficoltà nel calcolo nelle sequenze spazio temporali come i giorni o i mesi dell’anno. A volte si riscontrano
movimenti oculari confusi e irregolari durante la lettura con difficoltà nelle pause e nel ritmo delle parole. Il bambino può perdere fiducia in sè stesso e avere disturbi del comportamento. In oftalmologia l’argomento è sempre stato poco trattato ma la possibilità che l’oculista sia il primo a evidenziare tale disturbo lo colloca in un ruolo importante indirizzando il piccolo paziente agli specialisti che si occuperanno della terapia e cioè il neuropsichiatria infantile e il logopedista. Si considera che almeno il 10% dei bambini in età scolare presenti problemi di dislessia spesso con caratteri di familarietà. La diagnosi nei primi anni di scuola elementare può essere complicata dall’abilità e dalla intelligenza
del bambino. Non c’è mai una vera guarigione dalla dislessia tanto che molti si accorgono di averne sofferto solamente in età adulta. Non si esclude che spesso si tratti di un disturbo “emotivo”benché non esistano prove al riguardo. Compito dell’ oftalmologo è sollecitare una valida collaborazione tra gli specialisti interessati riconoscendo quando possibile il difetto per meglio curarlo e prevenirlo.
DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova v.crepaldi@libero.it
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I nostri esperti 47 affari Di famiGLia Amministrazione di sostegno A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Che cos’è? Quando si fa? Nell’interesse di chi?
Care lettrici e lettori, questo mese Vorrei sottoporre alla Vs attenzione una questione che in più di un’occasione mi è stata posta da alcuni di Voi. Mi riferisco all’istituto dell’Amministrazione di Sostegno e a quando è necessario ricorrerVi per tutelare la posizione di un soggetto incapace. Dunque, che cos’è l’amministrazione di sostegno? L’amministrazione di sostegno è un istituto disciplinato dall’articolo 404 e segg del codice civile, introdotto nel 2004 con la Legge n. 6 del 9/01/2004, con cui si vogliono proteggere e tutelare quei soggetti che, per effetto di un’infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. Dunque, l’amministrazione di sostegno si presenta, per sua natura, come misura dal contenuto flessibile che si adatta ai diversi gradi di disabilità e ai conseguenti bisogni di protezione di ciascuna persona. Metaforicamente è paragonabile, pertanto, ad un vestito sartoriale che, consentendo di individuare una rete di protezione costruita secondo le esigenze della singola persona non esclude la sua capacità di agire. A questo proposito il giudice tutelare è tenuto ad individuare con precisione gli atti che l’amministratore nominato nell’interesse del beneficiario ha il potere di compiere in nome e per conto di questi una serie di atti ben individuati. Quali sono i presupposti per richiedere l’amministrazione di sostegno? I presupposti sono due: la malattia o la menomazione e l’impossibilità conseguente a tale stato di provvedere ai propri interessi. Affinché la misura possa essere concessa è necessario che sussistano entrambi i presupposti e, in particolare, che il primo sia causa del secondo. L’amministrazione di sostegno si applica quindi alle persone che sono affette da un’infermità o da una menomazione fisica che non le rende in grado, in tutto o in parte o anche temporaneamente, di esercitare i propri diritti o di soddisfare i propri bisogni vitali, rischiando per questo di recare danno a se stesse o di essere danneggiate dai terzi. Di particolare interesse l’ammissibilità dell’amministrazione di sostengo per le persone anziane. Di certo, l’età avanzata non è di per sé una menomazione o un’infermità tale da giustificare una misura di protezione ma può comportare menomazioni fisiche e psichiche che incidono sull’autonomia e che rendono l’anziano non più in condizione di provvedere a se stesso e ai propri interessi nel modo più giusto. Qual’è il procedimento per accedere all’amministrazione di sostegno? La procedura si instaura con un ricorso
che va depositato avanti il giudice tutelare dove la persona interessata ha residenza o domicilio. I soggetti legittimati a proporre ricorso sono rispettivamente il pubblico ministero e i responsabili dei servizi sanitari e sociali (obbligati) ed i parenti, il coniuge, gli affini, i conviventi stabili nonché l’interessato (facoltizzati). Il ricorso potrà essere presentato personalmente oppure con la rappresentanza e la difesa tecnica di un avvocato. La procedura ha tempistiche che, per
la giustizia italiana, potrebbero dirsi fulminee dal momento che il giudice tutelare, una volta raccolte le debite informazioni, emana il decreto con cui istituisce l’amministrazione di sostegno entro sessanta giorni dal deposito del ricorso. Quali sono le principali differenze rispetto all’interdizione e all’inabilitazione? Con questo istituto il legislatore ha messo al centro della tutela la persona, i suoi bisogni e le sue aspirazioni,
differentemente da quanto fatto con l’inabilitazione e, ancor più, con l’interdizione. Per questo, ad oggi, l’amministrazione di sostegno deve essere considerata, in linea generale, la misura di protezione ordinaria mentre l’interdizione e l’inabilitazione rappresentano misure di carattere residuale rispetto alla prima. Nell’amministrazione di sostegno il beneficiario viene sostituito nel compimento di determinati atti e assistito nel compimento di altri atti da
un amministratore, mentre conserva la capacità di agire per tutti gli altri atti mentre nell’interdizione il soggetto interdetto, salvo i c.d. atti minimi della vita quotidiana (es. comprare il giornale, il pane), è sostituito da un tutore nel compimento degli atti che lo concernono. Limitazioni meno estese ma comunque intense operano nel caso dell’inabilitato. Il beneficiario dell’amministrazione di sostegno può fare testamento? Conservando il soggetto beneficiario la capacità d’agire, non può che discendere la capacità dello stesso di disporre per testamento. Tuttavia, proprio la natura dell’atto di ultima volontà, escluderebbe per lo stesso l’assistenza o la rappresentanza dell’amministratore di sostegno. Tale conclusione, teoricamente corretta, viene ad infrangersi con le particolarità dei casi concreti in cui l’amministrato, a causa dell’infermità che lo colpisce, non è in grado di esprimere in modo compiuto la propria volontà testamentaria o di manifestarla autonomamente e per iscritto (si pensi ai malati di SLA). Per dare una risposta a tali casi, alcuni Tribunali (es. Varese e Forlì), hanno forzato la lettera della legge e, con l’esplicitato intento di tutelare a pieno l’incapace, hanno ammesso la rappresentanza o l’assistenza dell’amministratore o di un curatore nella redazione del testamento. Non v’è dubbio che la soluzione individuata da alcuni tribunali, se da una parte sembra tutelare in via immediata l’incapace dall’altra si espone a numerose critiche e, cosa ancor più importante, espone il testamento a possibili iniziative caducatorie. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
48 Crucipiazza Azzurra Edizioni S.n.c. - C.P. 93/B - 35028 Piove di Sacco (PD) Un giretto a Firenze
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l’INTARSIO Inserite all’interno dello schema le parole elencate in modo da completare il cruciverba. Sapete riconoscere questi posti?
1) ......................................................... ............................................................... 2) ......................................................... ............................................................... 3) ......................................................... 3
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ECO - GEO - LEO - NEL - RNA TAM - TOT - AREA - AURO FIFA - OSSA - SEME - SUOR VERO - CAMMA - MARIO NITON - DUMDUM - ESATTO TOPAIA - CRUISER - DESERTO ISTRICE - ORIGAMI ANATOLIO - TRASLARE NAPOLETANO - RAREFATTIVO RETROGRADARE INDOTTRINANDO
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On The Street (sulla strada) • Qual è il colmo per un navigatore solitario? Trovare un clandestino a bordo. • Qual è il colmo per un pacifista? Fare un casino per dormire in santa pace. • Qual è il colmo per un acrobata circense? Tagliare la corda durante il suo numero. • Qual è il colmo per un suonatore di tromba? Suonare la tromba delle scale. • Qual è il colmo per un fotografo? Mettere a fuoco un ghiacciaio. • Qual è il colmo per un miliardario? Esprimersi in parole povere. • Qual è il colmo per un orologiaio? Avere le figlie sveglie. • Qual è il colmo per due persone magrissime? Essere amiche per la pelle. • Qual è il colmo per un pilota di Formula 1? Avere un figlio turbo-lento.
• Qual è il colmo per un sindaco? Avere un’intelligenza fuori dal comune. • Qual è il colmo per Polifemo? Dare un occhio ai figli mentre la moglie va a fare la spesa. • Qual è il colmo per un fabbro? Avere una memoria di ferro. • Qual è il colmo per un falegname? Essere licenziato in tronco. • Qual è il colmo per un computer? Non avere programmi per la sera. • Qual è il colmo per due scheletri? Essere amici per la pelle. • Qual è il colmo di una sarta? Perdere il filo del discorso. • Il colmo per un riccio? Non saper dire battute pungenti. • Qual è il colmo per un dipendente ENEL? Essere in bolletta. • Qual è il colmo per un orologiaio? Avere delle figlie sveglie.
Impariamo l’inglese
ANT (formica) - BEAR (orso) BEE (ape) - CAT (gatto) CHEETAH (ghepardo) CRAB (granchio) CROCODILE (cocodrillo) DEER (cervo) - DOG (cane) DUCK (papera) EAGLE (aquila) FINCH (fringuello) FLY (mosca) - FOX (volpe) FROG (rana) GIRAFFE (giraffa) JELLYFISH (medusa) LIZARD (lucertola) MALLARD (anatra) OWL (gufo) - PIG (maiale) SHARK (squalo) SHEEP (pecora) WHALE (balena) WOLF (lupo) CHIAVE (4) - E’ il re...................................................................................................... Aforismi sull’Amore
Soluzioni: 1) Palazo Pitti; 2) Uffizi; 3) David di Michelangelo; 4) Piazza del Duomo.
I Colmi
• La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare, così profondo il mio amore: più te ne do e più ne ho, perché entrambi sono infiniti. • Cosa è l’amore? È la stella del mattino e quella della sera.
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cucina
La ricetta RAVIOLI CON MAIALINO
cucina
INVOLTINI DI CARPACCIO SU PUREA DI ZUCCHINE E MELA INVOLTINI DI CARPACCIO LEGGERO, FARCITI CON PROSCIUTTO COTTO ED UN PO’ DI PANE RUSTICO E CEREALOSO: NON IL PIÙ SCONTATO RIPIENO FILANTE, MA QUALCOSA DI PIÙ COMPATTO E RICERCATO. VERA CHICCA DEL PIATTO È LA SALSINA DI ZUCCHINE E MELA: OLTRE AD ARRICCHIRE L’ESTETICA DELLA PRESENTAZIONE DEL PIATTO, DÀ UNA MARCIA IN PIÙ A QUESTI INVOLTINI, CONFERENDO UNA NOTA DOLCINA E CREMOSA.
INGREDIENTI 1,5 KG MAIALINO, PEPE NERO, GINEPRO, CANNELLA. PER LA SALSA: CAROTE, SEDANO, CIPOLLE,TIMO, MADERA E OSSA DI MAIALE
PER I CONTORNI: LARDO, PUREA DI PATATE, CIPOLLOTTO. ESECUZIONE TAGLIARE A PEZZI IL MAIALE, METTERLO A MARINARE 24 ORE CON SALE GROSSO, PEPE E GINEPRO. IL GIORNO DOPO LAVARLO ACCURATAMENTE, ASCIUGARLO E DISPORLO IN UNA PLACCHETTA D’ALLUMINIO CON LE SPEZIE, COPRIRLO INTERAMENTE CON LO STRUTTO E CUOCERLO PER CIRCA 10 ORE A 115°. PRIMA DI SERVIRE SCOTTARE IN FORNO FINO A RENDERE CROCCANTE LA PELLE. PER LA SALSA: TOSTARE LE VERDURE, COPRIRE CON MADERA E RIDURRE A METÀ, AGGIUNGERE IL FONDO DI MAIALE O DI VITELLO E PASSARE IL TUTTO AL COLINO, MONTARE AL BURRO PRIMA DI SERVIRE. PER LE GUARNIZIONI: PREPARARE I RAVIOLI DI LARDO RIPIENI DI PUREA DI PATATE. PRIMA DI SERVIRE SCALDARE LA SALAMANDRA. AFFETTARE LE PATATE E CHIUDERLE TIPO ROMBO CON UN PEZZO DI CIPOLLOTTO
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Terme di Loipersdorf alle Terme Loipersdorf ogn‘uno può seguire il proprio stile di vita - à la Loipersdorf! Il Life Balance à la Loipersdorf propone l‘interazione equilibrata dei tre pilastri : Lasciarsi andare, Sperimentare, rinvigorirsi per raggiungere la totale armonia di corpo e mente. all‘interno del resort termale si può godere l‘offerta di due stabilimenti indipendenti: le Terme da vivere e „il mio Schaffelbad“. Le Terme da vivere sono il luogo ideale per ospiti di tutte le età che desiderino relax ma anche avventura e movimento sia al chiuso che all‘aperto. Oltre al nuovissimo acquafun con i suoi 5 scivoli spettacolari, che è aperto durante tutto l‘anno, a partire dalla fine di aprile si aggiungono numerose altre attrazioni dislocate nel parco esterno di 23.00 m². Le Terme da vivere soddisfano anche chi è in cerca di riposo. Nella Laguna Termale , per esempio, ci si può concedere un trattamento nella Grotta di sale (25 minuti) ottenendo per la pelle e le vie respiratorie gli stessi effetti benefici di un‘intera giornata al mare; oppure scivolare in un profondo rilassamento nella Sfera alfa con le sue dolci vibrazioni.
Per raggiungere l‘armonia di corpo e mente, vi consigliamo anche un trattamento del Metodo Globale Loipersdorf, ideale per ricaricarsi di nuova energia. Con „ vitalità per corpo e anima“ oppure „ Flusso energetico dalla testa ai piedi“ le cellule stanche tornano in pista! „Il mio Schaffelbad“ con la sua atmosfera intima e tranquilla è riservato agli ospiti più esigenti dai 16 anni in su. Chi cerca un trattamento particolare, può provare il pacchetto Schaffelbad, che offre numerosi extra per coccolarvi sia che siate da soli o che siate in coppia: un parcheggio riservato, comodi e accoglienti lettini relax riservati, coperte e cuscini. Una vacanza Wellness significa anche piacere da gustare. Le vostre esigenze culinarie non vengono dimenticate qui a Loipersdorf e per questo, garantisce la nostra cucina Spa. Per coloro che desiderano sperimentare la cucina locale, raccomandiamo un Buschenschank Tour ( le tipiche taverne agriturismo stiriane) attraverso la regione. Scopri la nostra diversità e la filosofia del lasciarsi andare, sperimentare e rinvigorirsi attraverso 21 videos del tour interattivo: www.therme.at/it
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