delle Riviere
1994 - 2014
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Periodico d’informazione locale. Anno XXI n.91 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Argomento Sanità del mese Ambulatori Veneto, verso pediatrici, verso l’azzeramento la nuova del “digitalverifica divide”
Mira Allagamenti, le proteste dei residenti
pagg. pag. 4-5 10
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Salute Sanità Ambulatori Ferie serene pediatrici, se corpo e mente verso la nuova sono saniverifica
pagg. pag. 23-26 10
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L’EDITORIALE
Pianiga dice no alla romea Commerciale
Turismo, il Veneto nel web di Ornella Jovane*
Anche Pianiga dice no alla Romea Commerciale. Il fronte del no categorico alla autostrada Orte - Venezia si allarga insomma. Dopo i consigli comunale di Fiesso, Dolo e Mira, anche quello di Pianiga e Mirano. pag. 16
Vigonovo, Una turbina idraulica sul Brenta
Produzione tra i 6 e 7 milioni di kilowatt ora l’anno, pari al consumo medio di 1350 famiglie, e una riduzione dell’emissione di anidride carbonica pari a 4 mila tonnellate. Questi i benefici dall’entrata in funzione della turbina. pag.
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I
Idrovia, comitati e sindaci chiedono il ritiro del bando Previsto il passaggio di navi del Volga. Il rischio è l’ipotesi scolmatore affiancato da camionabile
S
coppia il caso del bando regionale dell’Idrovia Padova-Venezia. Un caso che continuerà a far discutere per settimane visto i paradossi che solleva. La Regione Veneto, infatti, con l’assessore all’ambiente Maurizio Conte, ha emesso un bando da un milione e 200mila euro per realizzare il progetto preliminare per il completamento dell’Idrovia Padova - Venezia. Nel bando sono previste alcune caratteristiche a dir poco sorprendenti. La prima è che nel canale idroviario transitino espressamente navi
che solcano solitamente le acque del Volga in Russia. Navi lunghe120 metri che, di fatto, costringerebbero a rifare tutti i ponti già costruiti anni Sessanta in poi (epoca nella quale l’opera venne iniziata e poi abbandonata). La portata massima prevista nel bando è di 350 metri cubi al secondo. Un po’ pochi, secondo i calcoli degli esperti. Quello che sindaci dell’area e comitati temono però, è che si riaffacci la possibilità di costruire accanto ad un canale scolmatore una camionabile, come di fatto voleva l’ex assessore Renato
Chisso. Una ipotesi che nasce a detta di molti proprio da un bando che appare sconclusionato, e che rischia di portare alla redazione di un progetto di completamento dell’Idrovia da 700-800 milioni del tutto elefantiaco, che farebbe ripiegare appunto verso la soluzione scolmatore affiancato da strada. E per superare questi rischi comitati e sindaci alla fine hanno trovato dopo un incontro, un accordo su un appello comune: il bando regionale per la progettazione dell’Idrovia Padova - mare pag. 10 va ritirato.
l Veneto visto dal web può diventare ancora più appetibile, anche dal punto di vista turistico. Le bellezze paesaggistiche, dal mare alla montagna, senza trascurare la campagna e il lago, oltre alle città d’arte, rappresentano il “petrolio” della nostra regione, una risorsa inesauribile che per essere largamente apprezzata, diffusa e ulteriormente valorizzata deve passare per la rete. Rimbalzando online, cresce la popolarità del Veneto e si diffonde in modo “virale” la sua buona reputazione come meta turistica. Nell’era della digitalizzazione la rete diventa strumento di rilancio economico anche per un settore che, frenato dalla crisi, non ha esaurito le sue grandi potenzialità e che, ripensato in modo nuovo, può offrire ancora grandi opportunità. Il web non solo come vetrina di promozione ma anche come strumento di valutazione ed analisi della popolarità della regione, del proprio posizionamento online, della brand reputation per elaborare nuove proposte, individuare contesti e tematismi nuovi, rivedere giudizi e individuare flussi turistici interpretati da punti di vista diversi. E’ questa la nuova frontiera che riguarda sia il turismo di prossimità che i mercati internazionali. Certo serve consapevolezza. *o.jovane@lapiazzaweb.it
Intervento
Un po’di chiarezza sul Pos per le imprese artigiane di Salvatore Mazzocca*
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l D.L. 179/2012 prevede la possibilità per i consumatori di poter richiedere alle imprese di effettuare i pagamenti oltre i 30 euro con carta di credito e, nel contempo, non introduce alcuna sanzione per le aziende che non dovessero munirsi dello strumento elettronico necessario. *Presidente dell’Associazione Artigiani e Piccola Impresa “Città della Riviera del Brenta”
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L’INTERVENTO
segue da pag.
Un po’di chiarezza sul Pos per le imprese artigiane
Riviera e Miranese
I comuni dell’innesto contro la Commerciale
Cattive notizie per la Romea Commerciale. Il fronte del no categorico alla autostrada Orte – Venezia si allarga. Dopo i consigli comunali di Fiesso, Dolo e Mira anche quelli di Pianiga e Mirano hanno detto no nei giorni scorsi alla Romea Commerciale. Il Comitato Opzione Zero però punta all’en plein. Un no in tutti i consigli comuni della Riviera del Brenta e del Miranese che possa bloccare un’opera considerata ormai anacronistica, “Altri due comuni del Miranese e della Riviera del Brenta - spiegano per il comitato Opzione Zero Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin - chiedono il ritiro del progetto. Ora sono cinque i comuni contrari, tutti quelli collocati alla testa della famigerata Romea Commerciale. Il progetto deve essere stracciato”.
I costi, ovviamente sarebbero e sono, a carico delle sole aziende, che dovranno sottoscrivere un contratto di installazione del Pos con un istituto bancario. La norma non è chiara. Vediamo di fare un po’ di chiarezza. Di fatto si introduce una possibilità per il consumatore, ma non si prevede un obbligo diretto per l’impresa che potrà concordare con il cliente le forme di pagamento in tal senso rimane la possibilità di pagamenti in contanti fino a 999 euro. Non essendoci sanzioni per quanti non si adeguassero, il problema per l’impresa è di concordare prima con il cliente la forma di pagamento per evitare equivoci o irrigidimento da parte della clientela. Siamo convinti che non sono queste le forme per combattere l’evasione fiscale, al contrario, appaiono come ulteriori gabelle per le imprese a vantaggio del sistema bancario. Introdurre il pagamento elettronico come avviene in tutto il resto d’Europa, non è solo un fatto tecnico. E’ un fatto culturale, che può trovare una sua diffusione anche grazie a forme di agevolazione che favoriscano e facilitino questa forma di pagamento. Se però i costi dei contratti e le commissioni, saranno solo a carico delle imprese questo non ne agevolerà la diffusione. Se fosse stato un obbligo inderogabile, avrebbe dovuto prevedere il contingentamento dei costi e delle commissioni. Queste norme allontanano e deteriorano il rapporto tra cittadino, imprenditore e il fisco, in quanto si rischia di criminalizzare sia il cliente che non richiede la ricevuta, sia l’impresa. La grande evasione non si annida nel pagamento di somme irrisorie da parte di anziani o giovani che magari non possono permettersi un conto corrente e neppure usare la carta di credito dei genitori. Perché non promuovere una grande campagna promozionale tra i giovani, offrendo gratuitamente l’apertura di un conto corrente con carta di credito a costo zero e zero commissioni? Alle imprese invece permettere l’installazione a costo zero o irrisorio dell’apparecchio elettronico e commissioni zero. Come Associazione Artigiani, l’’idea che proponiamo è di ottenere condizioni particolari per i nostri iscritti garantendo condizioni vantaggiose. Non sarà questa norma a combattere l’evasione fiscale, al contrario, provocherà come abbiamo potuto registrare tra le imprese, un ulteriore allontanamento verso le istituzioni. Meglio sarebbe stato non introdurre nulla. Ciò avrebbe dovuto essere previsto. Ma dove vivono quelli che fanno norme di questo tipo? Salvatore Mazzocca - Presidente dell’Associazione Artigiani e Piccola Impresa “Città della Riviera del Brenta”
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Sicurezza stradale
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Tante multe, pochi investimenti
Sicurezza stradale, Venezia ai primi posti in Italia ma con qualche problema. Questo quello che è emerso dai dati illustrati nelle scorse settimane dal presidente dell’Automobile Club di Venezia, Giorgio Capuis. L’articolo 208 del codice della strada prevede che una quota pari al 50% delle sanzioni stradali debba essere impegnata nella manutenzione delle strade e in sicurezza urbana. A Venezia non è così: mentre la pressione sanzionatoria è cresciuta del 113% tra il 2007 e il 2010, soltanto il 41% di quanto incassato dal Comune per le multe è stato investito a questo scopo, tanto che Venezia è il fanalino di coda, dietro Messina, Bari e Catania. I dati dell’indagine si riferiscono al periodo 2007-2010 e indicano in 35 euro la media pro capite della pressione delle sanzioni sui veneziani.
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MIRA I parchi di Oriago nel degrado
Camponogara Partono i lavori pubblici per 250 mila euro
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la svolta
città metropolitana
Un accordo fra Acrib e banche per favorire il credito pag.
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La Regione non finanzierà il progetto Bitonci
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La Regione frena e il referendum separatista non aiuta
In ricordo delle vittime della mafia. Questo il senso de il “Percorso della Memoria”. Un percorso le cui tappe attraverseranno l’intera Italia, che è partito il 23 maggio da Capaci con una fiaccolata di podisti e che terminerà a Venezia il prossimo 21 ottobre. A Palermo, in via D’Amelio, il 19 luglio scorso ha visto metaforicamente levarsi verso il cielo sei lanterne raffiguranti le immagini delle vittime della strage. La strage in cui 22 anni fa vennero barbaramente ammazzati dalla mafia il giudice Paolo Borsellino, ed i membri della sua scorta, i poliziotti Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. A Ricordarlo a Venezia è stato il presidente dell’associazione Fevicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere) Mirko Schio
Cgia e Camera di Commercio: pessimi i tagli del Governo
Ospedale di padova Il sindaco Bitonci rimette tutto in discussione
A Venezia in ottobre “Il percorso della memoria”
Economia
Nordest
Riviera
Antimafia
Un risparmio medio per singola impresa di 5,2 euro al mese a fronte di 2,5 miliardi di effetto recessivo per l’economia italiana. Queste le conseguenze del taglio del 50% del diritto annuale versato dalle aziende alle Camere di Commercio deciso dal Governo col decreto legge 90/2014. A spiegarlo lo studio Cgia di Mestre e Unioncamere Veneto, con l’indagine “Il Sistema camerale in Italia: ruolo, valore ed identità”. I numeri illustrati sono chiari: l’incidenza del sistema camerale sulla spesa pubblica nazionale rappresenta lo 0,2%, pari a 1,8 dei 715 miliardi di spesa pubblica primaria, di contro ci sarà una perdita di risorse di oltre 400 milioni di euro all’economia dei territori sulle voci export, credito, turismo, innovazione, formazione. Oltre 2.500 i posti di lavoro a rischio e un aggravio sulle casse dello Stato di 167 milioni di euro.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà Srl DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE e
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Padova, via Lisbona 10 Tel. 049 8704884 Fax 049 6988054 redazione@givemotions.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
Questa edizione raggiunge le zone di Mira, Camponogara, Campolongo, Campagnia Lupia, Stra, Fiesso D’Artico, Dolo, Pianiga, Fossò, Vigonovo per un numero complessivo di 28.592 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile (ad interim)
Germana Urbani direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 29 luglio 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese I DATI La situazione a giugno 2010 vedeva il Veneto con un “digital divide” pari al 18,6%, ossia quasi un quinto del territorio risultava scoperto (la media nazionale era del 22,8%), con intere zone senza Adsl. Quattro anni dopo, 273 interventi per la posa di circa 1.000 chilometri di fibra ottica nelle aree non coperte, in 188 comuni, il divario è stato più che dimezzato e ora il 92,8% del territorio ha una copertura adeguata
Veneto, verso l’azzeram
di Alessandro Abbadir
A Venezia si è tenuto il summit europeo “Digital Venice” che ha fissato gli obbiettivi del settore per il 2020
Per creare un’Europa digitale servono 300 milioni di euro. Nel 2013 sono stati investiti 15 milioni
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ecnologia digitale, in Veneto le cose vanno per il verso giusto, ed entro quest’anno dovrebbero essere centrati gli obbiettivi fissati dalla Regione. Sarà azzerato così il “digital divide” a tutti i cittadini e le imprese venete cioè sarà garantita una connettività tra i 2 e i 20 mega. Per il 2020 sono fissate però altre mete ambiziose. L’anno in corso (con un ritardo al massimo per l’inizio del 2015) sarà dunque un anno decisivo, scomparirà finalmente il “digital divide“, ossia il divario tra chi ha accesso alle tecnologie e chi ne è escluso. Il quadro della situazione lo ha delineato con delle analisi ad hoc il Centro di Competenza Regionale sulla Banda Larga. Ma facciamo un passo indietro. Per arrivare a questo risultato la Regione Veneto dal 2010 ha pianificato una serie di interventi a più livelli. Nell’ordine: ampliare con interventi infrastrutturali la copertura del servizio a banda larga (trasmissione di dati superiore ai 2 Mbit al secondo) e fare formazione per eliminare il “digital divide” nei cittadini e nelle aziende. Questo perché ci si è accorti che non si tratta solo di un problema di infrastrutture, ma esiste anche un limite culturale verso le nuove tecnologie. La situazione a giugno 2010 vedeva il Veneto con un “digital divide” pari al 18,6%, ossia quasi un quinto del territorio risultava scoperto (la media nazionale era del 22,8%), con intere zone senza Adsl. Sono stati programmati
le noVità emerse alla maniFestazione di Venezia
Arrivano gli evangelizzatori del web
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e sorprese all’interno della prima edizione del “Digital Venice” non sono mancate. Google infatti ha dato la notizia di aver selezionato 104 “evangelizzatori”, cioè 104 giovani laureati pronti a digitalizzare le piccole imprese del made in Italy. I 104 under trenta verranno ospitati per sei mesi in 52 camere di commercio in tutta Italia e saranno a disposizione delle piccole e medie imprese che vorranno. Dopo uno stage, i giovani saranno all’opera dall’1 settembre per integrare le vetrine (già presenti) con la vendita online. Ma l’obiettivo degli “evangelizzatori” sarà anche quello di portare nuove piccole imprese in rete. Le richieste per questi giovani sono disponibili su www. eccellenzeindigitale.it. Infine i numeri di “Digital Venice” sono stati davvero positivi La prima edizione si è conclusa con successo. Dal 7 al 9 luglio il traffico con la rete VeniceConnected è stato aperto senza la necessità di autentificazione. Si è registrato così un incremento del 50% del traffico medio. Mille e cinquecento persone, tra organizzatori ed partecipanti, sono state presenti agli eventi; 800 hanno soggiornato in città per due giorni. Sono arrivate così spese per 2.500 biglietti di mezzi pubblici in più e 350 taxi privati. Il Comune pensa già ad una seconda edizione nel 2015. A.A.
così 273 interventi per la posa di circa 1.000 chilometri di fibra ottica nelle aree non coperte, in 188 comuni. Ad oggi, secondo i dati forniti dal Centro di Competenza Regionale sulla Banda Larga, sono stati chiusi 68 cantieri, 61 sono in lavorazione e sono pronti a partire altri 7 cantieri. Il “digital divide” è stato più che dimezzato visto che ora il 92,8% del territorio ha una copertura adeguata, e per il proseguimento dei lavori la Regione Veneto, in accordo col ministero dello Sviluppo economico, ha previsto lo stanziamento di altri 22 milioni di euro. Ed entro la fine dell’anno anche il rimanente 7,2 % del territorio sarà coperto dalla banda larga. Ma come detto, ora gli obbiettivi sono ancora più ambiziosi e sono stati delineati proprio a Venezia ad inizio luglio al summit europeo “Digital Venice”. Sono stati consegnati così alla multinazionali e ai governi presenti al simposio dieci raccomandazioni redatte dai giovani provenienti da 24 paesi d’Europa. Si è stilata la Carta di Venezia, in cui è auspicato per il 2020 priorità come l’accesso libero e indiscriminato al Web da parte dei cittadini, l’eliminazione del roaming telefonico (il sovrapprezzo sulle tariffe), nessuna barriera fiscale su pagamenti e copyright, alta velocità per tutti entro il 2020, cybersicurezza, big data e servizi cloud (le cosiddette nuvole) comuni per le aziende, città intelligenti con contenimento delle spese energetiche, trasparenza
e partecipazione dei cittadini, e-skills per i giovani, start up efficaci e una pubblica amministrazione moderna. Il summit che ha aperto il semestre Ue a guida italiana ha visto riunito a Venezia il gotha delle aziende tecnologiche internazionali e nazionali. C’erano così accanto al premier Matteo Renzi, Neelie Kroes, commissario all’Agenda digitale per l’Europa, i manager delle Telco europee (Deutsche Telekom, France Telecom, Telecom Italia, Telefonica, Vodafone, Wind e Tre), i responsabili europei di Google e Facebook, i rappresentanti delle multinazionali Ict come Microsoft, Hp, Ibm, Cisco, Alcatel, Ericcson. I manager presenti hanno detto la loro però, e ognuno con angolature e visioni diverse delle priorità da raggiungere. Vittorio Colao, responsabile di Vodafone ha ricordato il grande piano di investimenti del gruppo: 3,6 miliardi per i prossimi due anni in Italia con l’obiettivo di portare la connettività 4G al 90% della popolazione e la fibra per la rete fissa a 7 milioni di famiglie. Colao ha chiesto un contesto normativo che incentivi e non ostacoli lo sviluppo e regole comuni per operatori di telecomunicazione. Burocrazia zero è invece la necessità prima per Maximo Ibarra, amministratore delegato di Wind. Infine secondo Cesar Alierta di Telefonica per creare un’Europa digitale per il 2020 servono 300 miliardi, e il settore ne ha investiti 15 nel 2013. Cioè solo il 5%.
Argomento del mese 5 La storia
mento del “digital divide” Il progetto “Digitali per crescere” Microsoft e l’Università Ca’ Foscari di Venezia insieme
Il Laboratorio di esperienza digitale per giovani e imprenditori
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siste una stretta correlazione tra innovazione e crescita: le piccole imprese italiane che abbracciano il digitale hanno registrato negli ultimi anni una crescita superiore al 13 per cento in termini di fatturato e del 10 per cento in termini di occupazione, rispetto a quelle che lo utilizzano poco”. L’innovazione e le nuove tecnologie come motore propulsivo dell’economia, che smuove e fa reagire anche il mercato del lavoro: è la tesi che ha ispirato il progetto nazionale, sostenuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e da quello dello Sviluppo economico, “Digitali per crescere”, con cui Microsoft si propone di promuovere la digitalizzazione del nostro Paese puntando sulla formazione di giovani e Pmi. I primi risultati e i dati di uno studio ad hoc sono stati diffusi dall’amministratore delegato Carlo Purassanta che ha illustrato, in occasione di “Digitale Venice”, il summit europeo di inizio luglio, il nuovo Laboratorio di esperienza digitale (Led) realizzato insieme con l’Università Ca’ Foscari di Venezia che avrà sede a Mestre, in via Torino, nel nuovo campus scientifico dell’Ateneo. Si tratta uno spazio in cui le piccole e medie imprese, i professionisti veneti e i giovani potranno ricevere formazione gratuita sulle tecnologie di ultima generazione. Sarà possibile incontrare partner Microsoft e i suoi esperti ma anche i ricercatori di Ca’ Foscari per ricevere consulenza e dare avvio a progetti di innovazione. Il laboratorio sarà uno spazio di confronto e formazione anche per gli studenti dell’Università. “Siamo entusiasti di collaborare con Microsoft e siamo convinti che il Led di Venezia rappresenterà un importante punto di riferimento per le imprese e i giovani del territorio” ha commentato durante la sua presentazione il Rettore dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Carlo Carraro. L’iniziativa “Digitali per crescere” è stata lanciata a fine ottobre 2013 ed ha già visto l’apertura di 6 Laboratori a Pisa, Roma, Napoli, Milano, Bari e Torino, raggiungendo 600mila imprese e formandone oltre 6mila.
Da “smanettone” a imprenditore
Creatività e tecnologia un connubio vincente “N
on avrei mai pensato che sarei diventato imprenditore, ma la mia passione per la tecnologia e i computer mi ha fatto fare il salto di qualità, e ora gestisco una impresa con un collega, che fa dell’aggiornamento all’innovazione un punto di forza”. A dirlo è Giorgio Scocco 42 anni tipografo residente a Camponogara (Venezia), sposato con due figli, che con i primi computer e mac ha cominciato a lavorarci dalla fine degli anni Novanta, quando cioè l’accesso alla tecnologia era visto dai più come un affare per iniziati, cioè per pochi appassionati. Il “lavoro vero” era opinione comune allora, si basava su altro. Ora tutto è capovolto rispetto alla mentalità di quegli anni, e le urgenze sono chiare. ”Troppo spesso - spiega Scocco - sento dei colleghi lamentarsi per lo scarso accesso a sistemi di banda larga e internet veloce nei territori dove hanno la loro attività e hanno ragione. Il discrimine nel futuro in campo lavorativo non sarà più l’abbassamento del costo del lavoro stile anni Novanta e 2000, ancor oggi perseguito con insistenza da imprenditori miopi e che ha portato il sistema produttivo veneto nel baratro, ma l’adeguamento costante a tecnologia ed innovazione. Solo su questo versante la creatività italiana potrà continuare ad essere competitiva e a non avere rivali sul mercato“. Scocco racconta la sua storia, un esempio di come la passione per la tecnologia possa realizzare un sogno, quello di fare l’imprenditore. “La mia passione per i computer – dice – è nata quando avevo 13-14 anni perché di pc e tecnologia sono sempre stato appassionato. Ho cominciato ad utilizzarlo per giocarci. Il primo Pc lo condividevo con una amica. Ho capito fin da subito però che poteva essere uno strumento formidabile nel mondo del lavoro. Ora quasi nessuna azienda può farne a meno, ma allora chi proponeva questi strumenti di lavoro alle aziende della nostra zona, veniva considerato spesso uno stravagante”. Scocco racconta l’evoluzione del suo lavoro nel corso degli anni, un’evoluzione che ha seguito di pari passo l’innovazione tecnologica dell’ultimo quarto di secolo. “Ho Iniziato a lavorare – spiega – molto presto. Nel 1987 a quindici anni ho mosso i miei primi passi, come apprendista tipografo, in una storica tipografia della Rivera del Brenta. Nel 1990 vi è stata una svolta molto importante poiché si è finalmente passati al sistema computerizzato per la creazione e l’impaginazione di elaborati (acquistando il vecchio “Macintosh IIci, antenato degli attuali Imac). Questo ha segnato il mio futuro in quanto sono andato ad apprendere con tanto entusiasmo le nuove tecnologie formandomi a Verona, alla società leader allora per Apple Italia”. Si è trattato però solo di una prima tappa. “Da qui in poi, professionalmente con lo sviluppo dei sistemi tipografici e i vari aggiornamenti del Mac Apple, e, soprattutto con l’esplosione di internet è stata un’escalation”. L’arte grafica si è migliorata con l’uso di mac e programmi specifici che hanno permesso in questo settore la realizzazione di lavori, prima su incisione su pellicole sviluppate per la creazione di lastre, poi direttamente su lastre, per la stampa litografica. E’ arrivato così il salto di qualità, da tecnico sempre aggiornato a imprenditore. “Nell’agosto del 2010 - continua Scocco - assieme ad un mio collega, ho rilevato l’attività dove lavoravo. Ho realizzato il sogno di diventare imprenditore. Qui svolgo il mio lavoro di grafico cercando di essere sempre il più aggiornato possibile. I miei clienti immaginano e io creo e do sostanza ai loro desideri, con l’aiuto della tecnologia. Un connubio quello fra tecnologia e creatività, che è esplosivo e che sarà il vero motore di sviluppo dei prossimi anni. Prospettive che un tempo sembravano fantascienza. Questo mi ha permette di pensare in grande”. Lavorare con la tecnologia fa impresa insomma .Da anni nel nostro territorio gli esempi di chi ha fatto dell’aggiornamento informatico un motivo di avanzamento professionale sono tantissimi. Non si tratta più di giovani appassionati di Pc, i classici “smanettoni” stile anni Novanta, pionieri appassionati di tecnologia per passione. Ora sono cresciuti in tutti i settori professionisti che con l’informatica hanno aggredito il mercato e A.A. sul mercato ci sono rimasti riuscendo a fare impresa e con profitto.
6 Mira Decoro urbano Scattano le proteste del Pd e dei cittadini di Oriago
Parchi e monumenti nel degrado In sofferenza il Parco del Donatore in via Cadore Lomellina, e il parco e il monumento di via Risato Bellin di Alessandro Abbadir
P
roteste per le manutenzioni dei parchi pubblici a Mira e soprattutto nella frazione più popolosa, cioè quella di Oriago. Le lamentele alla giunta grillina nel territorio, arrivano sia dai residenti che dai partiti politici. L’elenco è nutrito: panchine rotte, camminamenti pedonali e passerelle chiuse e transennate, sporcizia dappertutto. Sono queste le condizioni di degrado in cui versano il Parco del Donatore in via Cadore Lomellina, e il parco e il monumento di via Risato Bellin in centro del paese a due passi dalla biblioteca. Situazioni denunciate per i residenti da Livio Barbazza, ma anche dal segretario del Pd di Oriago Giacomo Zanella, e dall’ex consigliere comunale Maurizio Bordin. “Questa amministrazione grillina - spiegano - è più di 2 anni che governa il territorio di Mira, ma con scarsi risultati, anzi i risultati sono sotto gli occhi di tutti: assenza di interventi, non si realizza nemmeno la minima manutenzione, neppure il ripristino di panchine nei parchi. Speriamo che non si faccia male qualche ragazzino, a seguito dell’incuria e sporcizia. Va perciò senz’altro “denunciata la negligenza amministrativa” di questa giunta in materia di piccola manutenzione, incuria, e decoro urbano, nei confronti degli utenti che frequentano i parchi”. Stessa situazione al parco di via Risato Bellin, dove anche il monumento dedicato ai caduti cade a pezzi, e i sanpietrini si staccano dal terreno rischiando di far cadere chi ci passa. Arrivano così delle puntualizzazioni, delle frecciate ai grillini. “Ci si chiede - spiega Bordin - che fine abbia fatto il “Progetto Parchi Sicuri”, attuato dalle precedenti amministrazioni.
NEWS
Camminamenti rotti nel parco del Donatore Erano previste nuove recinzioni, con chiusura automatizzata dei cancelli di entrata e uscita nelle ore notturne, con l’installazione delle telecamere per visionare e controllare le aree. Perché non sono stati fatti questi accorgimenti”? Ma le segnalazioni di degrado nella principale frazione mirese non sono solo queste, e non riguardano solo i parchi. “E’ stato chiesto il ripristino dell’illuminazione pubblica lungo le vie Sabbiona, Seriola Destra e via Ca’Balletto ad Oriago, visto che in queste strade i lampioni - spiegano in una nota gli esponenti del Pd - sono stati spenti dai ladri nei mesi scorsi. In altri tratti non sono mai stati messi e in altri ancora i lampioni sono stati centrati da camion”. Il Comune con l’assessore ai lavori pubblici da parte sua si difende, spiegando che i soldi rimasti a disposizione degli enti locali sono davvero pochi a causa dei tagli dei trasferimenti dallo Stato.
A scuola di voga alla veneta. Questa l’iniziativa che si è conclusa nelle scorse settimane lungo il Naviglio del Brenta a Malcontenta organizzata dal gruppo “G. S Voga Riviera del Brenta” insieme con il distretto didattico di Marghera. “Gli alunni delle scuole medie ed elementari di Malcontenta – spiega Maurizio Gabrieli per gli organizzatori – hanno partecipato con tanto entusiasmo”. Il corso è finito con un saggio finale, dove i ragazzi hanno potuto esibirsi.
Furti nei supermercati e nei parcheggi dei centri commerciali a Mira Taglio e a Gambarare. Le razzie hanno colpito i supermercati Lando, quelli a “Mira Sole” e al centro “Vittoria”. I ladri hanno agito fuori e dentro i negozi. Dalle indagini gli ammanchi non sarebbero opera di persone ridotte alla fame, ma di bande organizzate che colpiscono in gruppo spesso eludendo la sorveglianza. Portano via soprattutto prodotti costosi che poi puntano a rivendere al mercato nero.
Addio a Mancin, animatore dell’Associazione Bersaglieri E’ morto all’età di 79 anni nelle scorse settimane Gentile Mancin, uno dei maggiori animatori dell’Associazione Nazionale Bersaglieri di Mira. Mancin risiedeva a Borbiago in via Giovanni XIII insieme con la moglie. Ha lavorato in una azienda della zona, e da tempo era pensionato. Era molto conosciuto nella frazione mirese per il suo impegno nel sociale.
Lavoro
Polimira investe 29 milioni di euro
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gestione di Fabrizio Lori”. Ma il sindacato ha sollevato dei problemi specifici. “Abbiamo ribadito - spiega Colletti - la necessità di verificare con più perizia la possibilità di assumere nuovi dipendenti necessari all’avvio di nuove linee, ma soprattutto all’arricchimento della struttura tecnico operativa”. Folli nell’ambito delle previsioni di budget ha dichiarato che vi è uno scostamento di circa un milione di euro. “Questo gap - continua Colletti - sarà recuperato nell’arco di un breve tempo, perché si tratta di questioni burocratiche per alcuni aspetti, ma per altri perché la società è impegnata con la produzione tra Ucraina e Russia. E’ evidente che lì la situazione attuale ha provocato questo piccolo deficit. Come Filctem-Cgil pensiamo che in un momento
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A Malcontenta crescono campioncini della voga
Furti nei supermercati a Gambarare e Mira Taglio
uone notizie sul versante occupazionale. Alla Polimira (ex Pansac) di Malcontenta saranno investiti 29 milioni di euro nei prossimi due anni. E’ l’impegno che si è assunto l’amministratore delegato Sergio Folli, in una riunione con i sindacati ed i lavoratori che si è tenuta a luglio dopo molte richieste di chiarimenti. “Ci è stato comunicato - spiega il segretario provinciale della Filctem Cgil Riccardo Colletti - il piano degli investimenti che sarà dotato di ulteriori risorse economiche per cercare di gestire l’ingresso di nuovi macchinari. Saranno investiti 29 milioni di euro, e questo ci fa capire la volontà della società a perseguire con forza gli obiettivi di consolidamento societario dopo aver rilevato l’azienda dall’amministrazione straordinaria. Amministrazione seguita alla disastrosa
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In breve
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così difficile, una società che investe in macchinari ed impegna gran parte delle risorse sulle attività produttive, sia una società che si muove nella giusta direzione”. Il sindacato non nasconde però che sono necessarie le opportune verifiche. “Su questo punto è evidente - conclude Colletti - che c’è la necessità di fare il bilancio alla fine dei tre anni di gestione previsti rispetto agli accordi sottoscritti. Su questo sarà necessario, ognuno per la propria parte, monitorare la coerenza rispetto ai percorsi decisi, ma è altrettanto evidente che le professionalità oggi esistenti all’interno della Poligof siano professionalità importanti e che l’azienda deve preservare anche dal punto di vista economico”. A.A.
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8 Mira Territorio Emergenza idrogeologica A Marano la situazione più difficile con tante case finite sott’acqua
Allagamenti, danni e proteste
POLEMICA Proprietari di ville
“Il patrimonio architettonico non è valorizzato”
di Alessandro Abbadir
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L’accusa dei residenti: “Sono state costruite tante nuove palazzine e le reti fognarie non sono state adeguate. Vogliamo i risarcimenti”
iove a dirotto a luglio e ad andare sott’acqua stavolta a Mira è stata soprattutto la parte nord del territorio comunale. I disagi si sono registrati nelle frazioni di Marano e Borbiago, ma anche a Gambarare, Mira Taglio e Oriago. Nelle strade che solitamente finiscono in sofferenza i problemi sono stati evidenti. A Marano comunque la situazione peggiore. Sono andate sott’acqua, case garage e sottopassi, dove è rimasta incastrata perfino una donna. I residenti sono infuriati e promettono azioni legali, visto che la causa non sarebbe la pioggia troppo fitta, ma l’assenza di interventi seguita ad una urbanizzazione selvaggia. “Per gli allagamenti che continuiamo a subire da una decina d’anni per colpa dell’inerzia del Comune di Mira e di Veritas, che non intervengono, agiremo in giudizio chiedendo il risarcimento dei danni”. A farsi portavoce degli allagati di Marano è Adelino Mialich, che nelle scorse settimane si è svegliato di primo mattino con l’acqua alta mezzo metro dentro casa. Con lui quasi una trentina di residenti in via Galvani e via Caltana, hanno dovuto far fronte all’acqua nelle case. “E’ dal 2003 - dice Mialich - che stiamo segnalando il esempio la zona di via Basilicata e le laterali di via problema al Comune di Mira. In via Galvani e nelle Ghebba ad Oriago, via Cesare Pavese e via Verga, laterali di via Caltana sono state costruite decine di via Mazzini a Mira Taglio, via Molin Rotto a Gamnuove palazzine con centinaia barare. A fornire prontamente di nuovi residenti e attività Federconsumatori supporto legale agli allagati è commerciali. Le reti fognarie invita i cittadini Federconsumatori della Riviera non sono state adeguate, e a a fornire precisa del Brenta e del Miranese, con ogni pioggia più forte del soli- documentazione il suo referente Alfeo Babato, to, tracimano”. Solo a Marano fotografica che risiede proprio a Marano per questi problemi si stima che di Mira. “Se vi sono nei danni i residenti abbiano avuto danni in una decina d’anni, subiti delle responsabilità oggettive - spiegano Alfeo per quasi 200 mila euro. Nel Comune di Mira la Babato e il legale, l’avvocato Carlo Pognici - del cifra potrebbe tranquillamente superare i tre milio- Comune di Mira o di Veritas, questi dovranno risponni di euro. La protesta rischia di allargarsi macchia derne risarcendo i cittadini. Per questo invitiamo tutd’olio ad altre parti del territorio di Mira, come ad te le persone che hanno subìto danni nel corso degli
Scuole
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Il centro di Marano e allagamenti
anni a fornire documentazione fotografica. Se ome, nella maggioranza dei casi, si tratta di eventi che con un intervento di manutenzione, di adeguamento o con una semplice collocazione di una pompa di sollevamento potevano essere evitati”. Per i residenti il momento dei temporeggiamenti da parte del Comune e di Veritas è finito. Il Comune da parte sua si difende, e in una lettera che ha inviato ai cittadini allagati ha spiegato che questa è una situazione che ha ereditato da passate amministrazioni. In queste settimane comunque si sono succeduti incontri fra tecnici del comune di Mira e Veritas, per programmare interventi urgenti nelle zone più a rischio del territorio.
Villa Valmarana a Mira Porte
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’Istituto Regionale Ville Venete che ha sede a Mira in villa Venier accusa: troppo spesso ci sono proprietari di ville che accedono ai fondi per restaurare gli edifici di loro proprietà. Le condizioni sono chiare, si accede ai fondi se poi la villa viene tenuta aperta. Questo purtroppo a volte non succede, e allora l’Istituto darà il via ad un controllo a tappeto per scovare chi fa il furbo, e se necessario si rifarà dare indietro i soldi. I proprietari di ville della Riviera però non ci stanno. “La Riviera del Brenta - spiega Cristina Rossi (proprietaria di villa Foscarini Rossi) per i proprietari delle ville - è sicuramente un’area a destinazione turistica, con indiscussi punti di eccellenza. Purtroppo, negli ultimi anni, complice la situazione economica internazionale, anche questi settori sono stati penalizzati. Pure le pubbliche amministrazioni non sono più in grado di sostenere il loro patrimonio immobiliare. Prova ne è lo stato in cui versa nella maggior parte dei casi. Rive, ville e giardini pubblici sono ridotti nel degrado. In questo quadro tuttavia alcune ville pubbliche e altre private continuano a dare ospitalità ai visitatori. Molte pur senza aver mai goduto di finanziamenti o contributi, ma semplicemente grazie al mecenatismo dei loro proprietari che sacrificano se stessi e le proprie famiglie, a questa “missione culturale”. Chi apre le ville per Cristina Rossi ci rimette. “I bilanci di chi ha adibito la propria dimora a struttura ricettiva - conclude parlano chiarissimo con le visite si va in perdita. Si hanno in media 8 -10 visitatori nei fine settimana. Chi apre lo fa solo per spirito di condivisione ma rimettendoci. Invitiamo pertanto le Associazioni e le pubbliche amministrazioni che hanno ancora a cuore lo sviluppo della Riviera a fare quel passo di qualità in più, che oggi più che mai, è necessario per riemergere dal paltano in cui sta scivolando la promozione turistica della Riviera del Brenta”. A.A.
Interventi
Lavori di adeguamento della palestra di Malcontenta
ono partiti nelle scorse settimane i lavori per la sistemazione della palestra della media di Malcontenta. La struttura sarà pronta per l’avvio dell’anno scolastico. Con i lavori di sistemazione della palestra della scuola media, verrà eseguita la completa bonifica della copertura in amianto, e il posizionamento di un nuovo manto, mentre all’interno della struttura si procederà a tutta una serie di interventi per garantire la sicurezza degli ambienti. L’importo complessivo dell’intervento, la cui conclusione è programmata per fine
agosto, è di circa 80 mila euro. Soddisfatto l’assessore ai lavori pubblici Luciano Claut . “E’ un altro tassello – commenta Luciano Claut – dopo l’avvio a fine maggio dei lavori per la scuola elementare ”Morante” di Oriago, dell’azione che ci siamo dati come prioritaria di arrivare, compatibilmente con le risorse disponibili, alla progressiva sistemazione, oltre che degli edifici scolastici, anche delle palestre. Questo nell’interesse di alunni e studenti ma anche delle tante società e associazioni che le utilizzano”. Il Comune comunque con-
tinua a lamentare anche l’assenza dell’arrivo dei contributi promessi dal governo Renzi. Il premier infatti aveva inviato una lettera a tutti i sindaci chiedendo di indicare quale scuola fosse urgente sistemare. “Avevamo indicato – spiega Claut – la scuola elementare Ugo Foscolo, ma ad ora soldi dallo Stato per questa scuola non se ne sono visti”. Insomma bisognerà aspettare ancora qualche mese per capire se sono state solo promesse pre - elettorali, o se davvero alle parole seguiranno i fatti. Infine, in tema di strutture carenti arrivano
delle proteste dirette al Comune dal Canoa Club di Oriago. La società ha vinto recentemente con due sue campioncine la medaglia di bronzo agli europei che si sono tenuti in Bosnia, ma è da anni senza sede. A.A.
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Camponogara 9 Opere pubbliche Lavori alla scuola Alighieri, al cimitero di Camponogara e al Ceod
Cantieri aperti, lavori per 250 mila euro Al piano terra la scuola materna avrà l’ingresso da via Gramsci, mentre la elementare, al primo piano, lo avrà da via De Gasperi di Roberta Pasqualetto
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n questi mesi, a Camponogara, aprono due nuovi cantieri pubblici. Infatti, sono partite due nuove importanti opere per un importo complessivo, di oltre 250 mila euro. I lavori riguardano due strutture: il plesso scolastico Dante Alighieri di Prozzolo e il cimitero di Camponogara. La scuola elementare Dante Alighieri è già stata oggetto di un importante intervento di rifacimento del tetto, e ora i lavori prevedono la riorganizzazione degli spazi interni suddividendoli in due ambiti separati. Al piano terra troverà collocazione la nuova scuola materna
L’iniziativa
(la seconda nel comune) con ingresso da via Gramsci, mentre la scuola elementare, collocata al primo piano, avrà l’ingresso da via De Gasperi. L’intervento, prevede, per l’abbattimento delle barriere architettoniche, la realizzazione di un ascensore e una nuova rampa interna (importo complessivo dell’opera è di 105 mila euro). I finanziamenti sono pervenuti in parte dallo sblocco decreto Renzi, che ha permesso all’amministrazione di investire i fondi comunali dove serviva. “Con il decreto Renzi si sono aperti spazi finanziari – dice il sindaco Gianpietro
Menin. Questi fondi consentiranno di completare la nuova scuola materna di Prozzolo. La collocazione dell’ascensore abbatterà le barriere architettoniche e permetterà anche ai disabili di accedere al piano superiore. Questa è una cosa importante che andava fatta. Il nostro impegno economico, anche per i prossimi cantieri, andrà agli edifici scolastici, noi non abbiamo chiesto finanziamenti, ma degli spazi finanziari per intervenire nelle strutture”. L’altro nuovo cantiere riguarda un intervento al cimitero del capoluogo. I lavori consistono nella rea-
Orti a scuola alla primaria Alessandro Manzoni di Calcroci
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ella scuola primaria Alessandro Manzoni di Calcroci si sono tenuti degli orti scolastici per alunni. L’iniziativa è rientrata nell’ambito del progetto di educazione ambientale scolastica e ha avuto un esito molto positivo e proseguirà anche l’anno prossimo. I bambini dalla prima alla quinta della
La scuola Dante Alighieri a Prozzolo lizzazione di 130 nuovi loculi resi necessari camposanto della frazione, in questi mesi, dalla scarsa disponibilità attuale. La nuova si stanno completando le rifiniture e sono struttura troverà ubicazione a fianco del pri- già iniziati i trasferimenti delle salme. Ma mo stralcio di loculi già realizzati nel 2004. non finisce qui. Una buona novità è arrivata L’importo dell’opera prevede un investimen- dall’ultimo consiglio comunale che si è teto di 154 mila euro. Quest’opera benefi- nuto a luglio e che ha autorizzato l’ampliacia di un contributo regionale di 100 mila mento del centro Ceod di Premaore. Sarà euro che saranno erogati a lavori ultimati realizzato un nuovo spazio per attività die rendicontati. I lavori di ampliamento del dattiche e laboratori nelle struttura dedicata cimitero di Camponogara, seguono quelli in ai disabili, che da tanti anni serve l’intero fase di finitura del cimitero di Prozzolo. Nel comprensorio.
scuola primaria Alessandro Manzoni di Calcroci, hanno vissuto l’esperienza di curare un orto divertendosi e imparando. Questa bella esperienza è stata possibile grazie ai volontari dell’Auser “Menin dei Mille” di Camponogara, che hanno seguito pazientemente le classi nella preparazione della terra, la semina, la cura, l’estirpazione delle erbacce fino all’agognata raccolta degli ortaggi. Ma alunni, volontari e insegnanti non si sono fermati qui, dopo aver raccolto gli ortaggi li hanno cotti
e mangiati attivando dei laboratori di cucina, e la soddisfazione è stata grande per tutti. Questi ragazzi accompagnati con grande entusiasmo dalle insegnanti hanno toccato con mano i “miracoli” della natura e fatto proprio il processo che vede un piccolo semino trasformarsi in un ortaggio. Iniziative di questo genere, mirate all’osservazione della natura continueranno anche il prossimo anno nelle scuole camponogaresi con delle visite guidate in fattorie. R.P.
10 Campolongo - Campagna Lupia Grandi opere Comitati e sindaci mettono in luce le incongruità delle indicazioni regionali
“Il bando sull’Idrovia va ritirato”
Previsto il passaggio di navi che solcano il Volga. Il rischio è che riprenda quota l’ipotesi di uno scolmatore affiancato da camionabile di Alessandro Abbadir
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assessore Renato Chisso. Una ipotesi che nasce a detta di molti proprio da un bando che appare sconclusionato, e che rischia di portare alla redazione di un progetto di completamento dell’Idrovia da 700-800 milioni del tutto elefantiaco. Ciò farebbe ripiegare appunto verso la soluzione scolmatore affiancato da strada. E per superare questi rischi, comitati e sindaci alla fine hanno trovato, dopo un incontro, un accordo su un appello comune: il bando regionale per la progettazione dell’Idrovia Padova - mare va ritirato e va riformulato, la portata del canale potenziata. Il soggetto più determinato su questa posizione è la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), insieme ai comitati del territorio. A sottolineare la necessità che il canale sia navigabile, è stato soprattutto Marino Zamboni, rappresentante del Comitato Brenta Sicuro, che ha sede a Campolongo Maggiore. Zamboni ha spiegato che i fondi europei all’opera arriverebbero solo di fronte ad un canale navigabile. Luca Lazzaro, della giunta Cia Venezia, ha ribadito
che il bando è insufficiente ai fini della tutela dal rischio idraulico del territorio padovano e veneziano, con una portata prevista di 350 metri cubi al secondo. “Sarebbe necessaria – ha sottolineato Lazzaro – una portata minima di 450 metri cubi al secondo, in modo da riuscire a scolmare (in caso di piena) le acque del Brenta Cunetta ed alleggerire il sistema Brenta-Bacchiglione. E’ poi singolare la scelta del tipo di imbarcazione che dovrebbe navigarci, cioè una nave utilizzata sul Volga in Russia dato che, col pescaggio di 3,8 m, non potrebbe navigare in nessun altro canale del sistema idroviario padano - veneto. Sarebbe come costruire una minilinea ferroviaria, nella quale potesse transitare un treno che può andare solo lì e da nessun’altra parte”. Ernestino Prevedello e Carlo Bendoricchio, presidente e direttore del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, hanno appoggiato l’idea di un canale che diventi scolmatore, per la messa in sicurezza del territorio consortile e per fini irrigui. Il sindaco di Fossò Federica Boscaro, invece,
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G NU ES O TI VA ON E
coppia il caso del bando regionale dell’Idrovia Padova-Venezia. Un caso che continuerà a far discutere per mesi, visto i paradossi che solleva. La Regione Veneto, infatti, con l’assessore all’ambiente Maurizio Conte, ha emesso un bando da un milione e 200mila euro per realizzare il progetto preliminare per il completamento dell’Idrovia Padova - Venezia. Nel bando sono previste alcune caratteristiche a dir poco sorprendenti. La prima è che nel canale idroviario transitino espressamente navi che solcano solitamente le acque del Volga in Russia. Navi lunghe120 metri che, di fatto, costringerebbero a rifare tutti i ponti già costruiti dagli anni Sessanta (epoca nella quale l’opera venne iniziata e poi abbandonata). La portata idraulica massima prevista nel bando è di 350 metri cubi al secondo. Un po’ pochi, secondo i calcoli degli esperti. Quello che sindaci dell’area e comitati temono però, è che si riaffacci la possibilità di costruire accanto ad un canale scolmatore una camionabile, come di fatto voleva l’ex
L’idrovia PadovaVenezia
ha ricordato che uno scolmatore del genere tutelerebbe gli argini del Brenta che scorre lungo i comuni di Stra, Vigonovo, Fossò e Campolongo. “Quando i quartieri e le zone industriali delle nostre città vanno sott’acqua, i risarcimenti non sono mai sufficienti a ripagare i costi o a fare ripartire le attività economiche, è meglio prevenire”. Il sindaco di Fiesso d’Artico, Andrea Martellato, ha invitato a non “dividersi su troppi particolari, e di muoversi unitariamente, perché comunque la Regione ha deciso di intervenire.
Meglio sostenere il progetto, con migliorie condivise, piuttosto che mandare tutto all’aria per colpa di particolarismi”. Infine per il presidente della Cia Venezia Paolo Quaggio “l’idrovia potrebbe anche stimolare una nuova cultura del territorio. Attrezzata con una pista ciclabile diventerebbe fruibile in un’ottica di turismo lento, ed integrabile con attività ludico-ricreative (canoa, diportismo...) ed economiche a basso impatto ambientale come agriturismo, B&B, ristorazione”.
campagna Lupia In ricordo di Alessandro
Alessandro Minto con la fidanzata Jessica Recaldin e accanto la chiesa di Campagna Lupia
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Via Giuseppe Mazzini, 13 DOLO (VE) Tel. 041 5640298 bacarodeistorti@libero.it - Aperto a pranzo e cena chiuso Martedì tutto il giorno e mercoledì mattina
na manifestazione contro la violenza famigliare e soprattutto per ricordare la morte di Alessandro Minto, il ragazzo ucciso un anno fa dal padre con una coltellata al cuore. Un fatto che sconvolse il paese. Questo l’evento a cui hanno partecipato oltre 400 persone a fine luglio nella chiesa di San Pietro di Campagna Lupia. Fuori dalla chiesa sono stati messi dei cartelloni in ricordo del giovane, uno con la poesia di Sant’Agostino “La morte non è nulla”, e un altro con i ricordi di Alessandro e la foto della sua barca. Sono stati liberati 21 palloncini, ognuno per gli anni della sua breve esistenza. In chiesa don Giuseppe durante la cerimonia, ha fatto un appello contro la violenza nella nostra società e nell’ambito famigliare. “La comunità cristiana di Campagna Lupia – ha detto don Giuseppe durante la commemorazione di suffragio – sarà sempre stretta intorno alla famiglia di Alessandro Minto colpita da un dolore così grande”. Dopo la messa e seguita
una processione con tanti amici e la fidanzata Jessica Recaldin, che hanno sfilato con una fiaccolata dalla chiesa al cimitero, e poi per le strade del paese fino al Municipio. I ragazzi del paese e gli amici che volevano ricordare Alessandro e chi è stato, lo hanno fatto con dei biglietti e dei ricordi personali. La mamma di Alessandro, Lucia Ilieva ha poi minacciato di recarsi a protestare al ministero della giustizia a Roma contro la decisione di concedere gli arresti domiciliari al marito nonostante la condanna a 15 anni per omicidio del figlio. Una decisione invece difesa dall’avvocato dell’assassino, Giorgio Pietramala, secondo il quale il giudice ha valutato l’irripetibilità del gesto e il fatto che l’uomo ha più di 70 anni. “Abbiamo deciso di tenere questa manifestazione – ha detto Lucia Ilieva – per ricordare Alessandro, un giovane, mio figlio, che aveva sempre un sorriso per tutti, e che da lassù continua a sorriderci come un angelo”. A.A.
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12 Stra - Fiesso d’Artico Stra Siglata l’intesa con la Banca popolare di Vicenza
Calzaturifici, accordo per il credito Il plafond viene messo a disposizione in banche estere che si trovano in Cina, India, Brasile, Russia e Turchia di Giacomo Piran
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iro Badon, presidente di Acrib, e Luigi Veronese, responsabile della direzione regionale veneto orientale di Banca Popolare di Vicenza, hanno rinnovato l’accordo di collaborazione che ha l’obiettivo generale di offrire un supporto al sistema calzaturiero della Riviera del Brenta. Grazie all’intesa, le aziende associate potranno trovare un’assistenza finanziaria avanzata e sostegno nell’attività di internazionalizzazione. Banca Popolare di Vicenza agevolerà le attività di esportazione delle aziende aderenti all’Acrib mettendo a disposizione specifiche linee di credito per complessivi 15 milioni di euro presso un importante numero di istituti in Cina, India, Brasile, Russia e Turchia. Il plafond viene messo a disposizione presso alcune delle
principali banche estere di questi paesi e, successivamente, potrà essere esteso anche ad altre nazioni, in base alle esigenze delle imprese associate. Banca Popolare di Vicenza, inoltre, mette a disposizione delle imprese associate specifiche linee di finanziamento a condizioni agevolate finalizzate alla copertura dei fabbisogni connessi al rafforzamento patrimoniale e al sostegno della gestione aziendale. “Grazie all’intesa - prosegue la nota stampa - la banca mette a disposizione la gamma di conti correnti SemprePiù a condizioni riservate esclusivamente alle aziende aderenti all’Acrib, agli imprenditori e ai dipendenti per le loro posizioni personali”. Banca Popolare di Vicenza, inoltre, offre alle imprese associate servizi finanziari avanzati ed innovativi. “In
forza della serietà e capacità organizzativa della sua imprenditoria – spiega Siro Badon, presidente Acrib – dell’eccellente qualità delle proprie produzioni, la Riviera del Brenta riesce ad esportare oltre il 91% delle calzature realizzate. Nel suo operare, il sistema manifatturiero trova partner che lo sostengono ed affiancano nell’impegno all’export e all’internazionalizzazione sui mercati mondiali”. Per Banca Popolare di Vicenza interviene Samuele Sorato, direttore generale. “Le aziende calzaturiere della Riviera del Brenta – dichiara Sorato – sono un’importante risorsa economica per il nostro territorio, ed una eccellenza del Made in Italy. Il distretto dei calzaturifici del Brenta merita sicuramente un concreto sostegno e tutta la nostra fiducia”.
La sede dell’Acrib a Stra
NEWS Acrib
Scarpe, bilancio positivo per la produzione
NEWS Fiesso
un monumento a battistini
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l comune di Fiesso è sempre stato legato al mondo del ciclismo, e negli anni le società e i ciclisti fiessesi sono stati protagonisti anche a livello nazionale con grandi successi e vittorie. Per commemorare una di queste imprese, nel suo 49esimo anniversario, i fratelli Udillo e Antonio Badoer hanno voluto costruire e dedicare un monumento alla vittoria di Graziano Battistini che nel Giro d’Italia 1965 trionfò nella tappa Madesimo - Passo dello Stelvio conquistando anche la Cima Coppi. L’impresa è storica perché proprio nel 1965 per la prima volta gli organizzatori del Giro d’Italia decisero di creare la “Cima Coppi”, in onore di Fausto Coppi, prevedendo di premiare ogni anno il ciclista che transita per primo sulla vetta più alta del Giro d’Italia. Fu una giornata epica, quel 4 giugno 1965, con la neve alta quasi due metri che cingeva la stretta lingua d’asfalto che portava allo Stelvio, quando il corridore toscano tesserato per l’Sc Vittadello di Fiesso d’Artico, ottenne una vittoria storica. A dirigerlo dall’ammiraglia c’erano proprio Udillo e Antonio Badoer che hanno costruito un monumento che ripropone le ultime terribili rampe dell’ascesa dello Stelvio, abbellito come fosse una tappa del giro con ciclisti, ammiraglie e striscioni dei tifosi. In quella tappa Battistini andò varie volte in fuga e fu ripreso dagli inseguitori finché non trovò l’azione decisiva con Ugo Colombo (Filotex). Nel finale Colombo non riuscì a mantenere il ritmo di Battistini che andò a vincere tutto solo la tappa più dura di quel Giro D’Italia. Alla cerimonia hanno partecipato amici e storici collaboratori tra cui
Un momento dell’inaugurazione Gianfranco Dal Corso, e ciclisti dell’epoca come Alfredo Sabbadin, Renzo Baldan e Aristide Baldan. Durante l’evento, che ha visto la presenza del sindaco Andrea Martellato, dell’assessore Marco Cominato e del parroco don Carlo Targhetta, c’è stato il tradizionale taglio del nastro seguito da una preghiera comunitaria. Si è tenuto poi un minuto di raccoglimento molto toccante per ricordare cinque ciclisti della Vittadello scomparsi: Graziano Battistini, Silvano Schiavon, Danilo Ferrari, Vito Taccone e Ambrogio Portalupi. Il sindaco Andrea Martellato ha lodato e ricordato le iniziative che la famiglia Badoer ha realizzato e realizza per il comune di Fiesso, con l’auspicio che altri possano seguire il loro esempio. I progetti per Udillo e Antonio Badoer, infatti, non finiscono qui. Il prossimo obiettivo, da raggiungere per il 50’ anniversario della vittoria della “Cima Coppi”, è intitolare a Graziano Battistini un parco pubblico di Fiesso.
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i è svolta nelle scorse settimane nel Centro Congressi dell’Hotel Sheraton a Padova, l’assemblea annuale dell’Acrib – Associazione Calzaturieri della Riviera del Brenta. “L’Italia che vorremmo” così si intitolava l’incontro che ha visto la premiazione di due imprenditori che hanno fatto la storia della calzatura della Riviera del Brenta, Danilo Nicoletto e Vanni Penazzato, oltre al riconoscimento al Calzaturificio Onward Luxury Group Spa che si è distinto per aver mantenuto il sistema SGSL (Sicurezza in azienda) in maniera esemplare. Durante il dibattito c’è stato il saluto di Cleto Sagripanti, presidente Assocalzaturifici, seguito dalla relazione di Siro Badon, presidente Acrib. Nel suo intervento il presidente Badon ha offerto concreti spunti di riflessione, presentando i dati di Acrib per il 2013 che confermano una tenuta del settore. Le 538 aziende affiliate all’Acrib rappresentano il 69,9 per cento del totale veneto e il 9,6 per cento a livello italiano. Gli addetti impegnati sono 10.140. La produzione si è certificata su 20 milioni di paia di scarpe con un fatturato pari a 1,657 miliardi di euro, di cui il 91 per cento arriva dall’export. L’assemblea ha poi visto lo svolgimento di una tavola rotonda con Siro Badon (Acrib), Maria Luisa Coppola (Assessore Regione Veneto), Stefano Facin (Segretario Generale Filctem Cgil Veneto), Massimo Pavin (Presidente Confindustria Padova) e Matteo Zoppas (Presidente Confindustria Venezia). G.P.
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GRAN CONCERTO LIRICO SINFONICO Con i Vincitori del Concorso Internazionale
“Giovan Battista Velluti 2013”
Giovedì 11 settembre 2014 Gambarare di Mira
A Nereo Vanzan
Sagrato del Duomo
Giulia Bolcato, Alessandro Cortello, Carlo Rotunno Coro Teatro Verdi di Padova Orchestra Filarmonica di Bacau Dario Bisso Sabàdin, direttore
Presidente Associazione Artigiani e P.I. Riviera del Brenta
Salvatore Mazzocca
Presidente Consorzio Regionale per le Manifestazioni e Mostre dell’Artigianato
Luca Vanzan
Segretario Associazione Artigiani e P.I. Riviera del Brenta
Maestro del Coro Roberto Rossetto Presenta la serata Marina Bonacina Provincia di Venezia
ore 20.45
Franco Scantamburlo
Comune di Mira
DAL
1959
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti a sedere In caso di maltempo il concerto si svolgerà all'interno del Duomo di Gambarare
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Settembre
2014 MIRA (VE)
Programma della Festa 10
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In collaborazione con:
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Ore 18.00 Casa Futura - Forte Poerio: Apertura sala espositiva FILIERA CASA
L’esposizione sarà visitabile dal 10 al 14 settembre dalle ore 17.00 alle 22.00
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Ore 20.00 Villa Widmann Mira:
Ore 20.30 Sagrato del Duomo di Gambarare di Mira: CONCERTO LIRICO SINFONICO
Serata enogastronomica L’ARTIGIANATO NELL’ALIMENTAZIONE IL PANE QUOTIDIANO La serata sarà allietata dalla musica del gruppo I BASSAKUNA
A Nereo Vanzan
Ore 17.30 Forte Poerio: Casa Futura: Convegno L’EVOLUZIONE DELLA BIO EDILIZIA NELL’ARTIGIANATO.
Ore 10.00 Sala Polivalente Associazione Artigiani: Convegno sul tema L’ARTIGIANATO E LA PICCOLA E MEDIA IMPRESA – QUALE FUTURO?
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Ore 18.00 Forte Poerio – Casa Futura (in alternativa sede Associazione Dolo): CERIMONIA DI CHIUSURA DELLA FESTA Brindisi di chiusura e taglio della grande torta artigiana LA BRENTA realizzata da imprese associate!
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Dolo 15 Territorio
DOLO
Dolo Iniziativa di comitati e partiti in difesa delle strutture sanitarie
Migliaia di firme per salvare l’ospedale
Approvato il Bilancio di previsione
Tasi, aliquota al 2,5 per mille
di Giacomo Piran
E’
Chiesto lo stanziamento dei 22,5 milioni di euro approvato dalla Finanziaria regionale 2010 e destinato al monoblocco di Dolo
partita nelle scorse settimane in tutto il territorio della Riviera del Brenta una raccolta firme a difesa delle strutture e dei servizi dell’ospedale di Dolo e dell’ Ulssl 13. Una iniziativa che ha già visto migliaia di sottoscrizioni il 19 luglio scorso con una raccolta simultanea di firme in diversi centri del comprensorio. Promotori dell’iniziativa sono il comitato Bruno Marcato per la salvaguardia dell’ospedale di Dolo, assieme ai gruppi Anpi Dolo, comitato Opzione Zero, Mira 2030, Mira Fuori dal Comune, Ponte del Dolo, Prc Dolo, Prc Fiesso, Prc Mira, Sinistra per Camponogara, Sel Dolo, Sel Mira, Lista civica “Insieme” di Stra, Anpi Fiesso e “Comitato difendiamo l’ambiente in cui viviamo” di Fiesso. La petizione presenta sei richieste principali. Le prime chiedono il blocco dell’atto aziendale in attuazione delle schede ospedaliere e che queste siano completate dalle schede territoriali, oltre a confermare la classificazione dei presidi di Dolo e Mirano come ospedali di rete, in due poli con servizi per acuti, emergenza, urgenza, chirurgiche e internistiche. Altre richieste riguardano gli investimenti: garantire lo stanziamento dei 22,5 milioni di euro già approvati dalla Finanziaria regionale 2010, e destinati al vecchio monoblocco di Dolo. Chiesti gara e negli altri comuni del territorio. Il 19 luglio anche 1,5 milioni per il nuovo distretto sanitario di contemporaneamente le firme sono state raccolte Mira, avviare i lavori di adeguamento del Pronto Soc- in quasi tutti i centri della Riviera con una iniziativa corso di Dolo e trasferire uffici, denominata Open Day. “Sono direzione generale e servizio Sono stati convinto che ulteriori gruppi veterinario negli spazi vuoti pre- chiesti anche condivideranno l’iniziativa - ha senti a Dolo. I gazebo sono stati 1,5 milioni di euro spiegato Emilio Zen, coordiposti a Dolo, via Mazzini angolo per il distretto natore del gruppo promotore Duomo; Mira, piazza Municipio; sanitario di Mira - poiché è chiaro che la battaOriago, piazzetta Italia; Fossò, glia non è di campanile, bensì via Roma; Stra, piazza Marconi; Fiesso, piazza una giustissima istanza tesa a garantire l’equilibrio Marconi. Nelle settimane successive la petizione territoriale dei servizi ospedalieri dell’Ulss 13, oltre popolare si è svolta a Campagna Lupia, Campono- che conveniente sotto l’aspetto economico”. Emilio
EVENTI
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L’ingresso dell’ospedale di Dolo Zen analizza poi le richieste che verranno fatte alla Regione Veneto. “La petizione, rivolta agli organi regionali - prosegue l’esponente del gruppo promotore - chiede il blocco dell’atto aziendale approvato dal direttore Gumirato, la classificazione dei nosocomi di Dolo e Mirano come ospedale di rete su due poli, lo stanziamento di fondi a suo tempo previsti, i lavori per l’adeguamento del Pronto Soccorso, il trasferimento di vari servizi presso gli spazi vuoti dell’ospedale dolese”. Insomma, una battaglia che proseguirà senza esclusione di colpi anche nei prossimi mesi e che vedrà le parti confrontarsi sul merito in diverse occasioni.
i è svolto a metà luglio a Dolo, il consiglio comunale nel quale sono stati approvati il bilancio di previsione 2014 e il piano triennale delle opere pubbliche. Tra le novità, l’introduzione per la prima volta della Tasi (tassa sui servizi indivisibili). Nel suo complesso la manovra del comune di Dolo è di 11,5 milioni di euro, simile a quella dell’anno scorso. L’aliquota dell’Irpef è rimasta immutata rispetto al 2013, pari allo 0,8 per mille. Per l’Imu, ricordiamo che quella sulla prima casa è stata abolita. Queste le aliquote per gli immobili: 9,6 per mille per uffici, negozi, capannoni (categoria A10, C1); 4 per mille per abitazioni di “lusso” con una detrazione di 200 euro se si tratta di prima casa (categoria A1, A8, A9); 10,6 per mille per altri immobili. Per la Tasi il comune di Dolo ha previsto un’aliquota pari al 2,5 per mille per la maggior parte dei casi (prima casa, fabbricati, alloggi sociali), il 2 per mille per le case di “lusso”, l’1 per mille per i fabbricati agricoli e zero per la categoria “altri fabbricati”. L’assessore ai lavori pubblici Alessandro Ovizach ha poi illustrato il piano triennale delle opere pubbliche. Sono previste per il 2014, oltre alle opere già in atto come la realizzazione della mura del cimitero, asfaltature (130 mila euro) e adeguamento illuminazione pubblica (110 mila euro), per il 2015 manutenzione strade (130 mila euro) e lavori di risparmio energetico nella scuola elementare Giotto (210 mila euro) e per il 2016 lavori di risparmio energetico per la scuola media Giuliani (380 mila euro). Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Maddalena Gottardo e dall’assessore Giuseppe Pasqualetto, mentre critiche sono giunte dalle opposizioni che hanno votato contro il provvedimento.
Finale regionale di Miss Italia
Agosto, tutto pronto per la tradizionale Sagra di San Rocco
remono i preparativi per la Sagra di San Rocco, tradizionale appuntamento che dall’8 al 18 agosto colorerà le serate. La manifestazione, organizzata dalla Proloco del presidente Giuliano Salvagnini, ha un programma ricco di iniziative. Piazza Mercato ospiterà il luna park, mentre in piazza Cantiere sarà allestita la zona adibita agli spettacoli. Si parte l’8 agosto con il mercato lungo la Brentana, l’apertura del luna park, stand gastronomici, pesca di beneficenza, mercatino in piazza Cantiere e serata musicale. Il 9 agosto
si terranno il torneo di scacchi e la consegna del “Premio Molini di Dolo - Sessola d’Argento”, assegnato quest’anno a Tony Pagliuca, tastierista delle Orme. Il 10 agosto sarà la giornata del moto-incontro d’epoca “Città di Dolo”, seguito alla sera dallo spettacolo di musica “Anni ’60-’70-‘80”. L’11 agosto si svolgerà in piazza Cantiere la finale regionale di “Miss Italia”, il 12 il concerto dei “Back to Band” e il 13 agosto una serata musicale. Si passa poi al 14 agosto con la mostra e dimostrazione dell’arte del “marangon”
e “lustrin”, oltre alla scuola di scultura su pietra promossa dall’associazione Artivisite e dalla Bottega Arti e Mestieri. Alle 21 chiuderanno la giornata i concerti de “I turtles eat worlds” e “Vertigine dei giganti”. Il 15 agosto si terranno il mercato sulla Brentana e, la sera, uno spettacolo di Karaoke. Il 16 agosto in occasione di San Rocco si svolgerà l’Antica Fiera del Bestiame con mostra - mercato di animali da cortile ed esotici, stand gastronomici e molte novità, mentre alle 21 lo spettacolo “Dolo got Talent’s 2”. Il 17 tutti sui pedali
per la Biciclettata di San Rocco, poi alle 21 sarà la volta dei “Lupia Jazz Orchestra” in concerto. Il 18 agosto spazio al concerto dell’orchestra “Alida Group”, alla premiazioni del gruppo “Lustrini&Marangoni” e, a mezzanotte, allo spettacolo pirotecnico.
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AGOSTO SEMPRE APERTI
16 Pianiga Grandi opere Il parlamentino di Pianiga prende una decisione
“No alla Romea Commerciale” Il comitato Opzione Zero: “E’ un’opera ormai anacronistica pensata alla fine degli anni Novanta” di Alessandro Abbadir
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nche Pianiga dice no alla Romea Commerciale. Il fronte del no categorico alla autostrada Orte - Venezia si allarga insomma. Andiamo nel dettaglio: dopo i consigli comunale di Fiesso, Dolo e Mira anche quello di Pianiga e Mirano hanno respinto nelle scorse settimane la realizzazione della Romea Commerciale. “La Romea Commerciale con innesto a Roncoduro – dice il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara – è un errore. Va valutato poi il fatto che questo progetto pensato decenni fa, è già vecchio visto che sono cambiati i
Servizi
flussi di traffico dei mezzi pesanti“. Sempre nell’area di Pianiga e Dolo aleggiano i progetti del casello autostradale di Albarea, e soprattutto Veneto City, il mega centro direzionale pensato per servire l’intera regione. Opere che sono già ora in forte ritardo. Il Comitato Opzione Zero, che da anni si batte per fermare un’opera come la Romea Commerciale che ritiene una mostruosità, però punta all’en plein. Cioè punta a raccogliere un no in tutti i consigli comuni della Riviera del Brenta e del Miranese. Un no collettivo che possa bloccare un’opera considerata
ormai anacronistica. “Altri due comuni del Miranese e della Riviera del Brenta – spiegano per il comitato Opzione Zero Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin – chiedono il ritiro del progetto. Ora sono cinque i comuni contrari, tutti quelli collocati alla testa della famigerata Romea Commerciale. Il progetto deve essere stracciato. I voti dei consigli comunali di Pianiga e Mirano contro la OrteMestre segnano ancora una volta una inequivocabile e netta inversione di tendenza. Di fronte all’evidenza dei fatti, gli argomenti e le ragioni di chi continua a sostenerla
Pianiga non entra nell’Unione dei comuni
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ianiga fa da sé e non entrerà nel 2015 nell’Unione dei Comuni della Riviera del Brenta. A spiegarlo è direttamente il primo cittadino Massimo Calzavara. “Pensiamo – dice – sia meglio fare da soli, abbiamo meno costi e riusciamo a fornire servizi di elevata qualità ai cittadini”. Pianiga gela
non reggono più. La portata di questa presa di posizione supera finalmente la discussione artificiosa e fuorviante, tipicamente NIMBY (dall’inglese non nel mio giardino), in quanto il progetto viene rigettato per intero”. Preciso l’appello finale. “La Romea Commerciale pensata alla fine degli anni Novanta ora con i traffici di traffico ridotti dalla crisi non serve a nulla – dice Opzione Zero. E’ invece necessario affrontare il tema della messa in sicurezza immediata della SS 309 e del trasporto pubblico loca-
la collega, la sindaca di Dolo Maria Maddalena Gottardo che aveva annunciato un allargamento dell’Unione Comunale a Campolongo e Pianiga. Ad ora l’Unione Comunale vede la partecipazione di Dolo, Fiesso, Fossò e Campagna Lupia. L’amministrazione Calzavara motiva il suo no. “Facendo due conti – spiega il sindaco – ci siamo resi conto che è meglio stare soli”. Non del tutto però. Pianiga, infatti, ha già servizi con altri comuni: la polizia locale che è gestita insieme a Santa Maria di
le, vere urgenze per Riviera e Miranese”. Il comitato si aspetta nei prossimi mesi che tutti i 17 comuni del comprensorio si esprimano contro la Commerciale. Un’opera che rischia uno stop, o perlomeno nuove minuziose verifiche, dopo l’approvazione al Cipe, considerato che uno dei suoi maggiori sostenitori e ideatori è l’ex assessore ai Trasporti della Regione Veneto Renato Chisso, ora in carcere perché implicato nella vicenda delle tangenti del Mose.
Sala. Calzavara interviene sul distretto sanitario che il comune di Mira vuole spostare. “Sono contento di sapere che il sindaco di Mira, Alvise Maniero, ha trovato i soldi per il nuovo distretto sanitario a Oriago. Proprio la posizione però, è un problema per gli utenti del mio comune”. Calzavara è pronto all’alternativa. ”L’ideale è portare il distretto sanitario in centro a Cazzago, nell’area in cui sarebbe dovuta sorgere la casa di riposo. I soldi già ci sono, e faremo tutto in tempi rapidi”. A.A.
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Fossò - Vigonovo 19 Vigonovo L’assessore Filippo Fogarin illustra un progetto che si concluderà nel 2015
Una turbina idroelettrica sul Brenta
Sanità
Spariranno 3 milioni di ricette rosse
L’impianto produrrà tra i 6 e 7 milioni di kilowatt ora l’anno, pari al consumo di 1350 famiglie residenti nel territorio di Giacomo Piran
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roduzione tra i 6 e 7 milioni di kilowatt ora l’anno, pari al consumo medio di 1350 famiglie, e una riduzione dell’emissione di anidride carbonica pari a 4 mila tonnellate. Questi i benefici assicurati dall’entrata in funzione della turbina elettrica lungo il fiume Brenta a Vigonovo, i cui lavori di realizzazione, iniziati nelle scorse settimane, si dovrebbero concludere ad aprile 2015. Il progetto è stato approvato dalla Regione Veneto nell’agosto del 2012, mentre la convenzione tra ditta privata e Comune di Vigonovo, è stata firmata il 18 ottobre 2012. Ad approfondire la tematica è Filippo Fogarin, vicesindaco e assessore all’ambiente di Vigonovo. “L’accordo – spiega Filippo Fogarin – prevede un contributo del 3 per cento dei proventi riservato al comune di Vigonovo se la produzione di energia sarà minore di 6 milioni di kilowatt ora l’anno. Il contributo potrà passare al 4 - 5 - 6 per cento all’aumento della produzione: più acqua passa nel fiume, maggiore è la produzione, maggiore è il guadagno del comune”. Filippo Fogarin approfondisce il progetto. “Da aprile 2015 saranno prodotti 6 - 7 milioni di kilowatt ora l’anno da fonte rinnovabile e non più da fonte fossile – prosegue l’assessore all’ecologia – in linea con il progetto “Vigonovo 2020”, che si propone di diminuire del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica entro il 2020”. Nell’ambito dell’iniziativa, rientrano altri interventi già promossi dall’amministrazione comunale negli scorsi anni: la manutenzione straordinaria degli impianti di riscaldamento delle scuole medie nel luglio 2012, che ha ridotto il consumo di metano del 23 per cento; l’installazione di tre tetti fotovoltaici pubblici nelle scuole elementari di Galta e Tombelle e nello stadio comunale di Vigonovo. Infine, l’installazione della prima colonnina della Riviera del Brenta per l’alimentazione le auto elettriche, inaugurata a giugno. Questa centralina,
Una turbina di una centrale idroelettrica
unica nel suo generale, ha attirato l’attenzione di molte persone. Il vicesindaco Fogarin ha ricevuto anche la telefonata di una ragazza che sta facendo una tesi sui metodi utilizzati dai comuni dell’Unione Europea per la diffusione delle energie rinnovabili. Altro dato interessante è che dal 2005 al 2011 l’emissione di anidride carbonica nel comune di Vigonovo è diminuita del 6 per cento. Il progetto prevede anche un’attività di sensibilizzazione alla riduzione delle emissioni presso le scuole, per formare e informare i futuri cittadini. “Da settembre 2015 – conclude Filippo Fogarin – la nuova turbina potrà essere inserita tra le destinazioni delle visite delle scolaresche di Vigonovo, che si recano presso le imprese aderenti al progetto “Vigonovo 2020” già da due anni”.
Fosso’ Rischio idraulico in primo piano
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’ultima iniziativa alla quale ha aderito il comune di Fossò è quella organizzata dal Comitato Brenta Sicuro “Incontri con i sindaci: i punti critici dei fiumi”. L’appuntamento si è tenuto a luglio sull’argine del Brenta sopra una vistosa frana vicino al ponte di Sandon. Il sindaco, Federica Boscaro, ha evidenziato il doppio pericolo costituito dal Brenta: gli argini che continuano a deteriorarsi e l’insufficiente portata dell’alveo che, dopo Strà, si riduce di 400 mq al secondo. La risposta del Genio Civile di Padova, alla richiesta della giunta del 2 maggio scorso, è stata di classificare il territorio comunale quale zona P4 “Pericolosità idraulica molto elevata” o, in subordine, quale zona P3 “Pericolosità idraulica elevata”. Il parere articolato si è concluso con la considerazione che la richiesta non sembra giustificata, e comunque non sufficientemente supportata dal punto di vista tecnico e pertanto non è stata accolta. Durante l’incontro si sono elencati i lavori fatti dal Genio Civile sull’argine destro nell’autunno 2013 e l’inserimento, nel programma triennale dei lavori pubblici regionali, d’interventi per la manutenzione nel tratto d’interesse di Fossò. “Gli argini hanno bisogno di manutenzione straordinaria – ha detto il sindaco Federica Boscaro – per questo mi farò promotrice di una riunione con i sindaci dei comuni interessati all’asta del fiume Brenta da Strà a Chioggia. E’ necessario andare in Regione per capire quali sono i risultati delle indagini condotte sugli argini dallo scorso autunno, oltre che gli interventi in programma e la quantità di risorse previste”. Il pericolo di allagamenti è un rischio ancora presente nonostante il Comune di Fossò abbia realizzato gli interventi previsti dal Piano delle Acque, con una spesa complessiva, dal 2009 a oggi, di circa 1,5 milioni euro. Ora l’amministrazione comunale lavora al nuovo Piano delle Acque. Per un miglioramento del deflusso della rete idraulica minore è atteso inoltre l’intervento sui vasi di Bojon. L’opera ha un costo di 380 mila euro, 240 mila euro finanziati dalla Provincia di Venezia e 140 mila dai Comuni di Fossò, Strà, Fiesso d’Artico, Dolo, Camponogara, Campolongo Maggiore e Campagna Lupia.
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lss13, dal primo settembre spariranno le ricette rosse farmaceutiche. Vediamo i dati dal territorio. Attualmente sul totale dei medici di medicina generale (180) e pediatri di libera scelta (30), fa sapere la direzione sanitaria, la quasi totalità risulta collegato in rete e pronto per la ricetta dematerializzata. La novità non implica cambiamenti particolari per il cittadino che, al posto della ricetta rossa farmaceutica, riceve un promemoria bianco contenente due codici: il numero di ricetta elettronica ed il codice fiscale dell’assistito. Il processo di digitalizzazione sarà chiuso completamente dal 2015 quando la ricetta rossa scomparirà del tutto e al cittadino basterà recarsi in farmacia con la propria tessera sanitaria, per ricevere il farmaco prescritto. “Meno carte e meno burocrazia – sottolinea il direttore generale dell’Ulss 13 Gino Gumirato – favoriranno un accesso più snello e veloce alle cure, facendo sentire il cittadino veramente il protagonista del processo sanitario. Per capire di cosa stiamo parlando, basta pensare che solo nel 2013 sono state prodotte in questa Ulss oltre tre milioni (3.147.203) di prescrizioni cartacee, delle quali 2.316.182 di farmaceutiche e 831.021 di specialistiche”. I risparmi a livello regionale derivanti dalla dematerializzazione della ricetta rossa ammonteranno a 3.244.901 euro ogni anno”. I cittadini saranno informati attraverso una campagna di comunicazione dal titolo “Cambia il colore, aumenta il valore” che prevede la distribuzione di materiali negli ambulatori dei medici nelle strutture sanitarie del territorio.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Il futuro della sanità Il sindaco Bitonci mette in discussione il progetto di Padova Ovest e vuole mantenere l’attuale sede in centro
Ospedale di Padova, siamo di nuovo all’anno zero?
Per mettere mano all’esistente servono almeno 300 milioni di euro ma è guerra di cifre. Istituita una commissione tecnica alla quale partecipano anche Cestrone e Palù, per elaborare una proposta che trovi anche la condivisione di Regione e Università di Padova di Nicola Stievano
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oco più di un anno fa, era il 2 luglio 2013, il protocollo d’intesa sul progetto del nuovo ospedale a Padova Ovest veniva sottoscritto da tutti i soggetti coinvolti nel lungo e tribolato iter, avviato almeno sei anni prima. Comune, Regione, Università, Provincia, Iov, con la firma al protocollo, davano di fatto il via libera alla progettazione del nuovo polo ospedaliero alle porte della città. Una mega struttura da 900 posti letto e un costo di 600 milioni, che avrebbe cambiato il volto della sanità padovana e, nelle intenzioni, messo fine alla precarietà dell’attuale polo ospedaliero alle prese con infinite ristrutturazioni, problemi di logistica e di organizzazione interna, difficoltà nel razionalizzare i costi e garantire una sistemazione all’altezza della fama di eccellenza di cui gode la sanità padovana. Doveva aprirsi una nuova stagione, segnata da una nuova e grandiosa opera pubblica, che avrebbe cambiato il volto della città. Invece era solo un capitolo di una storia che riservava delle svolte impreviste.
COLPO DI SCENA
ll mese scorso almeno due fatti rilevanti hanno contribuito prima ad incrinare e poi a mettere in discussione la scelta di Padova Ovest. Da una parte lo scandalo del Mose e le sue ricadute su tutta la Regione, e non solo, ha lasciato un grande punto interrogativo proprio sulle opere in project financing come il nuovo ospedale e il sistema delle imprese che gira intorno a queste iniziative. Dall’altra, mentre la magistratura procedeva con gli arresti e gli indagati eccellenti per le grandi opere venete, Padova consegnava la fascia tricolore di sindaco al leghista Massimo Bitonci, uscito vittorioso dal ballot-
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taggio con Ivo Rossi e dal confronto con il centrosinistra che per dieci anni aveva governato la città. Tra le molte iniziative del predecessore Zanonato messe in discussione da Bitonci il nuovo ospedale è stata una di quelle che più ha fatto clamore e che ha dato il via ad una ridda di polemiche e infiammato l’estate politica padovana. Nella partita gioca un ruolo fondamentale la Regione, guidata dal leghista Luca Zaia che se lo scorso anno aveva siglato l’accordo ora non può non tenere conto della posizione del Comune di Padova. Poi c’è l’Università, con il rettore Giuseppe Zaccaria, che da tempo chiede di recuperare il ritardo accumulato in questi anni e teme di dover dipartire di nuovo da zero. La partita sull’ospedale di Padova si gioca su più tavoli e coinvolge soggetti e interessi che vanno ben oltre i confini cittadini.
IL NO DI BITONCI
Il neo sindaco di Padova ha articolato in più riprese il suo no al progetto di Padova Ovest e puntualmente le sue parole hanno diviso l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari, sollevando numerose reazioni dal mondo politico. Ma Il sindaco leghista delle ordinanze tira dritto. “La volontà dell’Amministrazione è chiara e rispetta quella della maggioranza dei padovani che hanno votato l’8 giungo. Il nuovo ospedale di Padova deve essere realizzato sull’attuale area”, questo il suo assunto. Perché? “Altre soluzioni sono economicamente e strategicamente sconvenienti. Impiantare una struttura a Padova Ovest presuppone costi e tempi di realizzazione anche più elevati rispetto a quelli previsti. Primo, perché la zona è soggetta ad allagamenti e a rischio idrogeologico. Secondo,
In alto l’ospedale di Padova, a fianco Massimo Bitonci perché non esiste un progetto per una viabilità alternativa e ristiche di un campus biomedico che nei secoli si è costituito per adeguati collegamenti con il servizio di trasporto pubblico. nel contesto cittadino, dando vita alla Facoltà di Medicina. Terzo, perché andrebbe espropriata, con le difficoltà che que- Inoltre viene mantenuta una contiguità spaziale con aree disto tipo di operazione comporta”. Il sindaco di Padova rispon- dattiche, didattico-scientifiche, laboratori di ricerca biomedica de anche a chi mette sul tavolo altre ipotesi, prima fra tutte e clinica, recentemente progettati, edificati, attrezzati o riche il nuovo ospedale potrebbe essere costruito in un’area di- strutturati dal parte dell’Università e dell’Azienda Ospedaliera versa e alternativa a quella dell’attuale sede di Padova Ovest, per la Facoltà di Medicina”. come per esempio a Legnaro, oppure a sud della Guizza. “Un’opera realizzata ex novo, su un terreno non edificato, I COSTI è più costosa e necessita di un project financing, strumento Una delle questioni più controverse è quella legata ai che si è già rivelato, in ambito sanitario, fatalmente subotti- costi. “Ad oggi la Regione potrebbe contribuire, per la realizzamale, a danno dell’utenza – spiega Bitonci - Comporterebbe zione del nuovo ospedale nell’attuale, - osserva Bitonci - con altissimi esborsi per la realizzazione di un adeguato collega- uno stanziamento di 300 milioni di euro benché, nel decreto mento sia con le reti di servizi, sia con il servizio di trasporto della giunta regionale del Veneto del 3 agosto 2011, il costo pubblico, sia con la viabilità ordinaria e straordinaria”. Il primo preventivato per completare i lavori sia di 550 milioni. Su quecittadino padovano pone poi la questione di cosa ne sarebbe sto punto le nostre stime sono diverse. Tutte le stime più dettadell’attuale grande area ospedaliera di via Giustiniani e din- gliate le presenteremo a Venezia nell’incontro con la Regione, torni. “Rischierebbe di diventare un centro di attrazione per insieme alle motivazioni specifiche, e non solo politiche, per balordi. Attorno ad essa, gli edifici perderebbero il loro valore cui riteniamo opportuno creare un nuovo plesso nell’attuale immobiliare. I pubblici esercizi e le attività ricettive entrereb- sede”. Alla stesura di questo documento parteciperà una combero in crisi e tutta l’area sarebbe sconvolta dal punto di vista missione composta da tecnici interni al Comune ed esterni, urbanistico, economico e sociale. Durante la realizzazione di che lavoreranno a titolo gratuito. Fra questi ci saranno due un eventuale nuovo plesso in un’area alternativa, peraltro, tecnici che ben conoscono la sanità padovana, chiamati perciò la coesistenza di due strutture, quella nuova e quella attua- a dare il loro contributo alla nuova progettualità. Si tratta di le, genererebbe ulteriori esborsi in termini di mantenimento Adriano Cestrone e Giorgio Palù, rispettivamente ex direttore e adeguamenti obbligatori per legge e, quel che è peggio, generale dell’Azienda Ospedaliera ed ex preside della Facoltà disservizi a carico dell’utenza”. Quindi il sindaco passa ad di Medicina. Ma proprio dal mondo accademico sono piovute elencare gli aspetti positivi nel mantenere l’ospedale dov’è. feroci critiche sulla scelta del Comune. Saranno settimane di “Anzitutto il vantaggio di preservare la specificità e le caratte- fuoco e l’esito del braccio di ferro è tutt’altro che scontato.
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Il Veneto in primo piano 21 11 Le reazioni Il mondo politico si divide, da quello accademico invece sale la preoccupazione
Zaccaria: “La scelta più economica è il nuovo ospedale” Richiamo del rettore dell’Università di Padova sugli accordi sottoscritti e sulla procedura avviata di Nicola Stievano
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l “blitz” con il quale Bitonci ha scompaginato il progetto del nuovo ospedale a Padova Ovest ha scatenato una serie di reazioni più o meno polemiche. Mentre il Governatore del Veneto Luca Zaia sceglie, almeno in questa prima delicatissima fase, la strada del silenzio, preso com’è tra i due fuochi dell’accordo sottoscritto un anno fa e della volontà del neo sindaco di Padova, oltretutto del suo stesso partito. Non si sottraggono al confronto invece gli altri esponenti politici, chi a favore e chi contro le tesi di Bitonci. Tutti comunque, pur dalle diverse posizioni, sottolineano la necessità di mettere mano alla struttura sanitaria padovana, ormai sull’orlo del collasso. Ancora più netta, e preoccupata, la posizione del mondo accademico che aveva appoggiato
la sVolta
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Barbara Degani
il progetto del nuovo polo e che ora invita a non buttare all’aria anni di lavoro. Il rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria non fa tanti giri di parole. “La posizione mia e dell’ateneo rimane molto ferma agli accordi presi proprio un anno fa, da rispettare e portare avanti. Esiste una procedura ben definitiva e che è in stato molto avanzato. Una procedura sottoscritta da vari enti istituzionali e che ha preso atto di come sia economicamente più conveniente la costruzione di una struttura “ex novo” piuttosto che la ristrutturazione di quella esistente. Questo anche dal punto di vista del trattamento dei pazienti rispetto al prolungato periodo necessario alla ristrutturazione. Allora, insomma, è stata fatta una scelta ben precisa. E, se oggi qualcuno ha cambiato
idea, deve evidentemente motivarlo”. Sui costi Zaccaria precisa: “Affermare che la ristrutturazione dell’esistente costi molto meno – rincara il rettore – significa non aver letto la relazione di 180 pagine, che è da tempo depositata in Regione e sottoscritta dal comitato tecnico che dice l’esatto contrario. Va poi considerato un punto fondamentale, cioè quello dei pazienti: ristrutturare l’esistente vorrebbe dire esporre per vent’anni gli stessi pazienti ricoverati a lavori e cantieri all’interno dell’area ospedaliera, senza soluzione di continuità. Io, sinceramente, non lo ritengo ammissibile”. Anche sui dettagli finanziari il rettore invita a non fermarsi all’idea del project financing: “Esistono infinite altre forme di finanziamento. L’importante è che ci sia la volontà politica di farlo e di mantenere così alto il livello della sanità e del-
Giuseppe Zaccaria la scuola medica padovana. Non possiamo permetterci di restare indietro. Verona sta correndo, Treviso sta correndo, solo Padova è ancora ferma”. Gran parte del mondo accademico condivide le parole del rettore e nutre dei dubbi anche sulla commissione voluta dal sindaco e composta, fra gli altri, da Cestrone e Palù.
Il sottosegretario Barbara Degani rilancia il sito di Brusegana
la regione non Finazierà il Progetto bitonci
opo un confronto serrato avvenuto in sede regionale, a Venezia, è stata posta la parola fine sul progetto di un polo della salute a Padova Ovest. Il neo-sindaco Massimo Bitonci, ha ribadito la volontà di radere al suolo il vecchio policlinico per ricostruirlo nellos stesso posto e ha escluso qualsiasi altra proposta. Dal canto suo, il governatore Luca Zaia ha difeso con fermezza la linea favorevole alla realizzazione ex novo dell’opera. Posizioni inconciliabili, dunque, che hanno costretto la Regione a sciogliere l’accordo di programma, revocando il ruolo di stazione appaltante all’Azienda ospedaliera e invitando l’amministrazione comunale ad annullare tutti gli atti in materia fin qui delibe-
rati. Sottolineando anche che la Regione giudica impraticabile il disegno di Bitonci e non lo finanzierà. Tra le altre voci si alza quella del sottosegretario Barbara Degani che ritiene necessario e opportuno mantenere il progetto del nuovo polo della salute a Padova città e in collegamento con la grande viabilità padovana. “Ad esempio in zona Brusegna – ricorda il Sottosegretario Degani - lì ci sono circa 350 mila metri quadrati di terreno utilizzabile. Si tratta dei campi dietro l’Ospedale ai Colli, lungo corso Australia. Quello è territorio della provincia, in più la Regione è già proprietaria dell’ex ospedale psichiatrico e i terreni sono di gestione comunale a destinazione socio-sanitaria”.
22 Il Veneto in primo piano 12 Territorio Con l’arrivo del commissario a Venezia la riorganizzazione non si ferma
Città Metropolitana, è scontro con la Regione Sulla aggregazione amministrativa di Padova, Venezia e Treviso arriva anche l’ostacolo del referendum separatista fra Mestre e Venezia
di Alessandro Abbadir
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ittà Metropolitana, il futuro passa da Venezia, e ora dopo il commissariamento del comune è battaglia. I prossimi mesi per la realtà amministrativa che dovrebbe sorgere entro l’inizio del 2015 fra Venezia Padova e Treviso, saranno decisivi. Da una parte i fautori di sempre della città Metropolitana cioè il Pd e i suoi sindaci appoggiati dal Governo, dall’altra la Regione Veneto con il governatore Luca Zaia che ritiene la realizzazione della Città Metropolitana sbagliata addirittura uno “sfregio alla democrazia”. Contro la Città Metropolitana si era schierata anche l’ormai defunta Provincia di Venezia con la sua presidente Francesca Zaccariotto. Ma torniamo a Venezia. Il commissario Vittorio Zappalorto, nominato dal Prefetto Domenico Cuttaia, dovrà traghettare la città lagunare fino alle elezioni. Elezioni causate dall’arresto dell’ex sindaco Giorgio Orsoni coinvollto nello scandalo Mose e dallo scioglimento della giunta. Zappalorto però sul fatto che sulla Cit-
tà Metropolitana si debba procedere in fretta non ha dubbi. “La città metropolitana si farà - ha detto subito il commissario presentandosi pubblicamente a Venezia. Come commissario potrò fare molto, anche se alcune decisioni strategiche sul futuro della città spettano alla politica. Resterò a Venezia fino alla primavera del 2015, a meno che non ci sia una legge
“Il commissario Zappalorto resterà a Ca’ Farsetti fino a Primavera 2015” per anticipare le elezioni amministrative in autunno (ma questo ormai sembra altamente improbabile). Per realizzarla però ci sono scadenze di legge e vanno rispettate. Prima c’era il sindaco, adesso deciderò io. Non vedo problemi”. Al progetto della Città Metropolitana, ha sottolineato al suo arrivo a Venezia Zappa-
lorto, ha lavorato per dieci anni al ministero dell’Interno come responsabile dell’ufficio del Viminale. Insomma il percorso è inserito in un binario preciso che non può subire alcun tipo di deragliamento. Ma sulla Città Metropolitana arriva lo stop secco del presidente del Veneto Luca Zaia. ”La Città Metropolitana – ha detto Zaia dopo la presa di posizione del Commissario - è uno sfregio alla democrazia. Mi auguro che il Governo la blocchi. Il nuovo commissario è stato nominato, non eletto”. Il ragionamento di Zaia è semplice: è l’impianto della Città Metropolitana che è poco democratico. Per Zaia, infatti, il Governo ha chiuso la Provincia, dichiarandola inutile e sostituendola con la Città Metropolitana: insomma per la Regione il rischio è che “ci sarà un sindaco metropolitano che non viene eletto dai cittadini, ma è espressione di accordi tra le segreterie dei partiti”. Proprio dal Governo potrebbe arrivare un rinvio di un anno o di sei mesi dell’entrata in vigore della Città Metropo-
Palazzo Balbi litana che era stato fissato al primo gennaio del 2015. Ma intanto a far saltare (o perlomeno congelare) la Città Metropolitana alla fine, potrebbe esserci anche un’altra mina: il referendum di separazione fra Venezia e Mestre presentato dai cittadini con 7 mila firme . Su questo punto lo scorso 8 luglio il consiglio regionale, riunito a Palazzo Ferro Fini, con voto unanime, ha ritenuto meritevole di istruttoria la proposta di legge popolare presentata dai promotori separatisti riuniti nel comitato “Mestre e Venezia due grandi
città” che chiede una nuova consultazione pubblica sul progetto di separare dal punto di vista amministrativo la Venezia lagunare dalla terraferma. Sarà ora compito della commissione Affari istituzionali condurre la procedura istruttoria che potrà portare all’indizione del referendum. Insomma per capire come procederà il percorso di “aggregazione metropolitana“, bisognerà aspettare che si chiariscano una serie di variabili nel capoluogo veneto, che nessuno aveva previsto fino a qualche settimana fa.
I DATI DELLA FONDAZIONE PELLICANI CEMENTIFICAZIONE SELVAggIA E CASE FATISCENTI
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paventose colate di cemento hanno urbanizzato in maniera forsennata nel corso dei decenni, i territori delle tre città Padova, Treviso e Venezia che formeranno la Città Metropolitana. I dati che sono stati discussi nelle scorse settimane, e che danno la cifra di come sia ridotto il nostro territorio, sono arrivate dalla Fondazione Pellicani che ha sede a Mestre. Il periodo più prolifico dal punto di vista del mattone? Gli sviluppi sono diversificati. Se le città hanno visto il boom del mattone dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, nei territori all’interno delle province, invece, il periodo più prolifico dell’edificazione è stato quello che va dal 1996 al 2007. Cioè gli anni prima della lunga crisi economica che ancora non è finita. In quel periodo in alcuni paesi si è costruito la metà del patrimonio immobiliare esistente. Ma vediamo i dati nel dettaglio. Ad avere il primato di città più urbanizzata è Padova con 9.330 ettari di “cemento” e il 61% del suolo occupato. Al secondo posto si piazza un altro comune
patavino, Noventa Padovana, che si ritrova con una occupazione di suolo pari al 58% dell’esistente. Il capoluogo veneto, Venezia, ha la maggiore superficie urbanizzata, con 15mila e 700 ettari, che corrisponde però a poco più della metà della propria superficie totale (esclusa Laguna). Meno urbanizzata (ma non troppo) Treviso. La città della Marca registra al catasto 5.552 ettari urbanizzati, cioè il 48% del territorio. Un quinto delle case presenti sul territorio della città metropolitana è stato costruito fra il 1962 e il 1971, il 16% fra il 1972 e il 1981, un 14% fra il 1946 e il 1961 e una percentuale identica fra il 2002 e il 2011. Ma tutte queste abitazioni in che stato sono? Pessimo. Sempre dai dati forniti dalla Fondazione Pellicani nel territorio della Patreve le case abitate, costruite fra il 1946 e il 2001 e ridotte in mediocre o pessimo stato di conservazione, sono esattamente 109.557, il 10% del totale: oltre 42mila nel veneziano, circa 37mila nel padovano e 30.685 nel trevigiano. A.A.
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L’Editoriale
Buone regole per una vacanza in salute
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Ferie serene se corpo e mente sono sani Dott.ssa Cristina Zago: Ansia: riconoscerla e affrontarla Continua a pag. 25
Dott. Francesco Sacco: Il piede diabetico; segnali da non trascurare, come curarlo Continua a pag. 26
apita, a volte, che l’estate e le vacanze siano accompagnate dal rischio di piccoli e fastidiosi disturbi che rischiano di rovinare il meritato periodo di riposo o il rientro. E’ importante perciò seguire delle buone regole per prevenire ogni malanno possibile. Sicuramente evitare la disidratazione è la prima, perché durante l’estate occorre bere molto, almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. Il caldo e il sudore, infatti, portano a perdere molti più liquidi, i quali devono essere reintegrati. Scegliete acqua liscia e non gassata e soprattutto a temperatura ambiente e non gelata per evitare blocchi di digestione e congestioni. L’altra buona regola per non piangere poi sul latte versato è moderarsi a tavola. Questo perché con il caldo, anche i processi digestivi sono meno efficienti. Sono da preferire, quindi, cibi leggeri. Aumentate il consumo di frutta e verdura che permettono di evitare problemi di cattiva digestione, stipsi, diarrea o bruciore di stomaco. Con gli alcolici, poi, bisognerebbe andar più piano del solito mentre in vacanza, si sa, una buona bottiglia di vino durante le cene a lume di candela o qualche cocktail a bordo piscina non mancano mai.
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Dott.ssa Rita Smanio: Come eliminare in un mese i chili presi in vacanza Continua a pag. 26
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Hanno collaborato: Studio Dentistico Dott. Andrea Betteto Via Perosi, 5 Robegano di Salzano (Ve) tel. 041 5740054 Via Barche 47/D Mirano (Ve) tel. 041 431262 Studio dentistico Trends Medica Via S.Pellico, 6 - Salzano (Ve) Tel. 041 437865 Fax. 041 5749245
Studio dietistico Dott.ssa Rita Smanio Rovigo, Badia Polesine, Solesino, Monselice, Battaglia Terme, Megliadino San Vitale Tel. 3491250982 Fisioterapia Centro fisioterapico di Tribano Dott. Mario Agujari Stoppa Piazza Martiri della Libertà, Tribano (Pd) tel. 049 5342366
CHIRURGIA ESTETICA Dott.ssa Cristina Rogato Studio Medico: Viale dei Mille 107A Rovigo - tel. 3282523160 MEdicina Dott. Francesco Sacco Via F. Borromini, 11 - Mira (Ve) Tel. 041 421836 Psicologia Dott.ssa Cristina Zago Riceve per appuntamento ad Adria (Ro) e Rovigo Cell. 3483468022
L’Editoriale Segue da pag.
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erto poi, al ritorno dalle vacanze, si dovà fare i conti con tutte le calorie di troppo ingerite e allora, come suggeriscono i migliori dietisti, meglio mettersi subito al lavoro per tornare in forma. Qualche chilo in più dopo gli “anta” è faticosissimo da smaltire.
Se siete dei patiti dell’abbronzatura e vi esponete alla luce del sole nelle ore più calde, mettetevi in testa di proteggere la vostra cute. Portate con voi le creme solari con fattori alti da applicare, al mare, almeno un quarto d’ora prima di fare il bagno e possibilmente essere specifiche per il tipo di pelle. Un’eccessiva esposizione al sole, può provocare scottature importanti e essere anche causa di melanoma ossia tumore della pelle. Riguardo a questo argomento è bene essere informati, come sottolineano i dermatologi, e fare spesso un autocotrollo della cute specie se sono presenti nevi. Un altro consiglio molto utile dal punto di vista della salute è proteggere gli occhi. Luce del sole, acqua del mare e vento possono metterli a dura prova. Usare dei buoni occhiali da sole, con lenti anti UV, ed alleviare le eventuali irritazioni, se non molto intense, con colliri decongestionanti dovrebbero essere le regole di base. Se il problema fosse più importante, però, è sempre meglio rivolgersi ad uno specialista. Gli occhi sono delicatissimi e sottovalutare qualcosa potrebbe non essere la scelta giusta da fare. E se soffrite di pressione bassa, ricordate che il caldo contribuisce ad abbassare la pressione e che potreste subire particolarmente gli effetti del caldo. Sentirvi spossati, accusare mal di testa e nausea…Un po’ di zucchero può essere utile, per rialzare un piccolo sbalzo di pressione, ma è consigliabile recarsi dal proprio medico per farsi indicare i medicinali opportuni. Finchè siete in viaggio potrebbero capitare anche strappi e distorsioni dolorose. Proprio il dolore si può alleviare in qualche modo con antidolorofici, di cui non abusare, mentre per la causa del dolore occorre provare a intervenire con alcune pomate, creme o unguenti specifici. Sempre tenendo presente che se la parte interessata si gonfia molto è meglio rivolgersi ad un medico. Dolori muscolari come il torcicollo, invece, vanno valutati alla luce della conoscenza del proprio corpo: nella gran parte dei casi, si tratta solo di contratture muscolari, che si curano con una ginnastica per la parte interessata, ripetuta più volte al giorno. Certo un fisioterapista esperto potrebbe essere un toccasana. Ricordatevi che anche in vacanza è possibile usufruire dell’assistenza medica. In Italia ci si può rivolgere alla guardia medica turistica, che però è presente solo in alcune località di villeggiatura. Altrimenti bisogna rivolgersi, pagando, ad un medico di medicina generale. La ricevuta di pagamento, in alcune Regioni, può essere rimborsata dalla Asl. Altrimenti va inclusa tra le spese mediche detraibili con la dichiarazione dei redditi. In Europa è possibile usufruire di cure sanitarie gratuite o a costi ridotti, ma bisogna avere con sé la tessera sanitaria. Prima di partire è sempre meglio passare dal dentista: niente può rovinare la vacanza come il mal di denti! Prevenire è meglio che curare…e non si tratta solo di slogan!
Sommario
Le faccette dentali per sorrisi più L’ansia può complicare molto belli e naturali la vita di una persona pag. 25 pag. 25
Il piede diabetico
Invecchiamento cutaneo Il lifting non chirurgico con effetto naturale e sicuro
Fisioterapia L’eccellenza nella cura degenerativa degli apparati muscolo-osteotendinei
I segnali da non sottovalutare; 4 approcci per curarlo pag. 26 pag. 25
Implantologia
Unica risposta per la riabilitazione protesica?
Dietista pag. 25
Dentista
Psicologia clinica
pag. 26
Come eliminare in un mese i chili pag. 26 presi in vacanza
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Ansia: come riconoscerla ed affrontarla Quando questo disturbo raggiunge livelli eccessivi può complicare molto la vita di una persona
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disturbi d’ansia rientrano tra i disturbi del sistema di ansia è ingiustificata o più comuni e frequenti che si risconsproporzionata rispetto alle situazioni, trano al giorno d’oggi. L’ansia è un’esi ha un disturbo d’ansia. mozione universale che non sarebbe inaSono disturbi d’ansia gli attacchi di deguato provare, in quanto rappresenta panico (con e senza agorafobia), le osuna componente necessaria della risposta sessioni e compulsioni, le fobie (paura dell’organismo allo stress. La risposta andi parlare in pubblico, di usare i mezzi siosa agli eventi non ha sempre e necessadi trasporto, ecc), l’ansia generalizzata riamente caratteristiche negative. e il disturbo post-traumatico (in seguito L’ansia risulta patologica quando è ecces- Dott.ssa Cristina Zago ad eventi traumatici o molto stressansiva e ha un’intensità tale da provocare ti). un grado di sofferenza insopportabile complicando no- Per alleviarne i sintomi risultano essere importanti una tevolmente la vita di una persona, rendendola incapace dieta appropriata (ridurre il consumo di caffeina, zucdi affrontare anche le situazioni più comuni. chero, alcol), un sonno adeguato, un regolare esercizio Possono essere identificate quattro fondamentali com- fisico e alcune tecniche di rilassamento. ponenti dell’ansia: una componente cognitiva (carat- Nei casi più difficili è opportuno curare l’ansia con il terizzata dalla capacità/incapacità di comprendere le trattamento psicologico e se necessario, anche farmacause del proprio stato); una componente somatica ceutico. (caratterizzata da una reazione di emergenza che si nota, a livello fisico, con pallore della pelle, sudore, treDott.ssa Cristina Zago more, dilatazione pupillare e respiro difficoltoso); una - Psicologa Clinica componente emotiva (costituita da emozioni negative Riceve per appuntamento quali paura, apprensione, preoccupazione, irritabilità e ad Adria e Rovigo cambiamento di umore); una componente comportaCell.: 348 3468022 - Mail: cristina. mentale (caratterizzata da comportamenti diretti alla zago@ordinepsicologiveneto.it fuga o all’evitare le fonti di ansia). Quando l’attivazione
Le faccette dentali Sorrisi più belli e naturali Dott. Massimiliano Stomaci
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arliamo di faccette dentali con il dott. Massimiliano Stomaci, odontoiatra presso gli ambulatori dentistici Trends Medica di Salzano. Dottore, cosa sono le faccette dentali? Le faccette dentali sono dei restauri adesivi che si applicano ai denti anteriori per modificarne la forma ed il colore, per motivazioni estetiche e funzionali. Grazie al loro utilizzo possiamo modificare il sorriso dei nostri pazienti con la massima conservazione degli elementi dentari e con un risultato talmente naturale che anche un addetto ai lavori spesso non riconosce dei denti ricoperti da faccette. Come si applicano le faccette ed in quali casi sono consigliate? Le faccette sono delle sottili lamine di ceramica della forma del dente che vanno incollate sulla faccia esterna del dente stesso. A causa del loro ridotto spessore possono essere applicate con una preparazione minima o a volte nulla, quindi non e’ piu’ necessario ‘rovinare i denti’, come dicono i miei pazienti. Il trattamento trova applicazione nel caso di denti decolorati, macchiati o spaziati, ma anche quando i denti abbiano una forma strana, ad esempio nel caso di denti conoidi o per migliorarne la forma dopo aver portato l’apparecchio. In quali casi invece non e’ possibile utilizzarle? Come dicevo le faccette servono per modificare forma e colore dei denti senza indebolirne la struttura. Modificare la forma di un dente non e’ solo una questione di estetica; a volte
nei pazienti con dentatura particolarmente abrasa, dove la struttura dei denti non e’ compromessa possiamo usarle per ristabilire la guida incisale e canina nella masticazione. Quindi, ritornando alla domanda, il loro utilizzo e’ consigliato quando la struttura dei denti da restaurare non sia eccessivamente compromessa. Se cosi’ fosse’, sarebbe preferibile ricoprire i denti con delle corone metal-free. Altri casi nei quali sconsigliamo l’applicazione delle faccette e’ quando i denti sono particolarmente storti. In questi casi viene consigliato prima un trattamento ortodontico. Quanto tempo e’ necessario per applicare delle faccette e quanto durano? Per applicare delle faccette sono necessari due appuntamenti: uno per l’eventuale preparazione dei denti, pratica assolutamente indolore, e per l’impronta; uno per l’applicazione delle faccette preparate dal laboratorio odontotecnico in maniera individualizzata per il paziente. Riguardo alla durata, contrariamente a quanto si pensi, si tratta di uno dei lavori odontoiatrici piu’ duraturi a causa del forte legame che si instaura con lo smalto dei denti. Anche oltre i vent’anni, se costruite e cementate correttamente e se il paziente si presenta regolarmente ai controlli odontoiatrici. TRENDS MEDICA Via S.Pellico, 6 - Salzano (Ve) Tel. 041-437865 - Fax 041-5749245 info@trendsmedica.com
Lifting non chirurgico: i fili in PDO in chirurgia estetica Una procedura medica poco invasiva per un effetto estremamente naturale e sicuro
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na nuova tecnica per il trattamento dell’invecchiamento di viso, collo, decolté, ma anche del corpo è rappresentato dal soft lift con fili in PDO (polidiossanone). Questa procedura medica è caratterizzata da una minima invasività e offre un effetto liftante estremamente naturale . I fili in PDO sono fili, utilizzati da tempo sia in chirurgia generale che in chirurgia vascolare, che vengono posizionati nel tessuto sottocutaneo mediante aghi molto sottili e lì si stabilizzano, dando un effetto stimolante sulla proliferazione di nuovo collagene, e quindi un sostegno al tessuto. Trovano indicazione in tutte le zone del volto dove si ha una lassità come la regione perioculare quella zigomatica, quella sottomentoniera, sul collo, sul decolté, sulla regione periombelicale, sull’interno delle braccia e sull’interno coscia. L’inserimento dei fili avviene mediante impianti che seguono le linee di tensione della cute, fino a formare un reticolo di sostegno. I fili, per la loro conformazione si aprono a V e si tendono creando un arco, responsabile della tensione tessutale. Si eseguono 1 o 2 sedute
distanziate di circa 3-4 mesi. L’azione immediata dei fili è quella di maggior compattezza del tessuto, l’azione liftante è invece progressiva. Accanto ai fili biostimolanti esistono inoltre i fili di ancoraggio in cui l’effetto lifting è maggiore e permette di ridefinire in maniera più incisiva i contorni del volto o di riposizionare tessuti lievemente ceduti. Si tratta di fili in PDO dotati di spine bidirezionali che aprendosi si ancorano sul tessuto sollevandolo. Entrambi i trattamenti richiedono meno di un’ora di tempo, non richiedono anestesia nè ricovero e lasciano minimi esiti, tanto da essere definiti il “lifting della pausa pranzo”. Possono essere associati tra loro anche nella stessa seduta. Dopo circa 6/8 mesi i fili vengono completamente riassorbiti ma la biostimolazione e l’effetto lifting continuano per circa 12-18 mesi grazie alla formazione di nuovo collagene. Studio Medico: Viale dei Mille 107A – Rovigo rogatocristina@libero.it tel. 3282523160
Centro fisioterapico di Tribano L’eccellenza nella cura degenerativa degli apparati muscolo-osteotendinei a due passi da casa, senza lo stress di traffico e parcheggio
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ealtà ormai consolidata negli anni, il Centro Fisioterapico di Tribano grazie al rapporto diretto tra paziente e terapeuta è giunto ad essere uno dei punti di riferimento del territorio del Conselvano per la terapia delle affezioni acute e/o croniche degenerative degli apparati muscolo- osteotendinei. Il puntuale e periodico controllo e ammodernamento degli strumenti e delle tecniche di applicazione hanno permesso di raggiungere alte percentuali di successo anche grazie alla collaborazione con centri di eccellenza per interventi ortopedici vari, assicurando un recupero ottimale del post operatorio. Grazie alla puntuale disponibilità dei chirurghi specialisti e in sinergia con l’equipe del centro è sempre possibile trovare la terapia più adatta alle esigenze di ciascun paziente. La grande professionalità assicurata dal Centro Fisioterapico di Tribano, guidato professionalmente da Mario Agujari Stoppa, nella sua ormai quindicinale presenza nel comune, è testimoniata dal consolidato rapporto di fiducia di tutti quei pazienti che si sono rivolti e continuano a rivolgersi con piena soddisfazione alle cure dell’equipe. Il Centro Fisioterapico di Tribano, comunica inoltre, che per far fronte alle notevole difficoltà economiche del momento, nonostante le spese di gestione continuino ad aumentare, anche per l’anno in corso le tariffe rimarranno invariate.
Con l’occasione ci fa piacere chiarire che l’onda d’urto è un effetto meccanico che si ottiene sia mediante l’apparecchio a percussione balistica sia con onde acustiche e onde pressorie ad alta energia. Presso il Centro Fisioterapico di Tribano è possibile eseguire: · Massoterapia; · Magnetoterapia; · Laser terapia; · Ultrasuoni; · Teca terapia e molto altro ancora... per info 049.5342366 Centro fisioterapico di Tribano: Dott. Mario Agujari Stoppa Piazza Martiri della Libertà, 11 – Tribano (Pd) - tel. 049 5342366
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Il piede diabetico
E’ importante non sottovalutare ogni piccolo campanello d’allarme, quattro approcci differenti per curare efficacemente la patologia
Dott. Francesco Sacco
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na malattia come il diabete può creare notevoli complicanze dovute all’aumento della concentrazione del glucosio nel sangue. Il livello alto della glicemia interessa logicamente tutti gli organi che, quindi, si trovano esposti al rischio di sviluppare patologie legate alla malattia. Oltre che gli occhi, i reni ed il sistema cardio-vascolare in generale, il diabete, sia di tipo I che di tipo II,
può portare al cosiddetto piede diabetico, una patologia che costituisce la complicanza più invalidante dell’iperglicemia cronica trascurata. Si tratta di uno stato patologico che condiziona negativamente la qualità di vita del paziente al quale è assolutamente prescritta una scrupolosa e costante igiene dei propri piedi, supportata anche da frequenti controlli medici. Il piede diabetico è una condizione morbosa dovuta ad un disturbo del sistema nervoso periferico, tale da compromettere la corretta funzionalità degli arti inferiori. Se si considera che circa il 15% dei diabetici andrà incontro nel corso della propria esistenza ad un’ulcerazione del piede che richiederà un intervento di tipo medico è possibile farsi un’idea della gravità rappresentata da questa particolare complicanza. I sintomi del piede diabetico sono principalmente sensazione di freddo, formicolii, dolori, alterazione della sensibilità, perdita della capacità di percepire il dolore ed i cambiamenti di temperatura a livello delle estremità inferiori e difficoltà a camminare. Sintomi spesso molto comuni e quindi altrettanto spesso sottovalutati. Le patologie che più frequentemente compromettono la funzione o la struttura del piede sono l’arteriopa-
Implantologia: unica risposta per la riabilitazione protesica? Quante volte da paziente ci si fa questa domanda e spesso la risposta è sempre un po’ difficile
L
’implantologia oggi è diventata sicuramente la risposta elettiva per risolvere i problemi della mancanza dei denti. Ci sono delle innovazioni continue che caratterizzano gli impianti per un sempre più idoneo inserimento anche in situazioni cliniche complicate, come il ridotto spazio osseo e con creste alveolari estremamente sottili. Nel mio studio, ad esempio, adotto soluzioni tecniche d’avanguardia che danno la possibilità di effettuare terapie implantari d’eccellenza sempre più evolute e soprattutto accessibili ad un vasto numero di pazienti con un costo sicuramente competitivo nel mercato. Ciò non vuol dire che il ponte classico o la protesi combinata o mobile sia la soluzione da scartare a priori. Bisogna capire che la protesi mobile non è un declassamento ma se costruita in modo congruo con lo stato dentale del paziente può essere una soluzione idonea ed economica per le esigenze di alcuni pazienti che per vari motivi non vogliano adottare una soluzione implantare fissa. In alcuni casi la protesi mobile diventa quasi un obbligo, anche se temporaneo, per pazienti con grave malattia parodontale fino a quando questa non viene trattata con particolari interventi mirati proprio a risolvere tale problematica. Sicuramente un buon clinico sa cosa consigliare in ogni
Il dr. Andrea Betteto
situazione per dare al proprio paziente il massimo comfort ed esigenza estetica, garantendo sempre la salute in primis. Dott .Andrea Betteto Via Perosi 5 Robegano di Salzano VE tel 041 5740054 Via Barche 47/D Mirano VE tel 041 431262 Convenzionato con Previmedical
tia (piede ischemico) e la neuropatia diabetica (piede neuropatico). In molti casi i due quadri clinici coesistono e si parla, pertanto, di piede diabetico neuro-ischemico. Le arterie ed i capillari degli arti inferiori danneggiati dall’iperglicemia finiscono per chiudersi progressivamente e questo fattore, assieme al danneggiamento dei nervi legato sia al negativo impatto degli elevati livelli di glicemia sulle fibre nervose sia alle lesioni che l’iperglicemia provoca nei vasi sanguigni che nutrono le dette fibre, fa sì che non si riesca a percepire l’arto e che il piede, quindi, finisca per venire appoggiato in maniera scorretta favorendo così indurimenti della pelle con formazione di calli e vesciche. La perdita della sensibilità può portare a non riuscire più ad accorgersi di eventuali tagli accidentali, ustioni o ulcere, che possono finire, quindi, per infettarsi portando anche una progressiva gangrena dei tessuti. Per questo motivo è fondamentale la cura dei piedi. Le cure più efficaci del piede diabetico si articolano su quattro fronti differenti: - La chirurgia vascolare con il ripristino della funzionalità delle arterie e dei capillari per permettere al sangue di raggiungere il piede con interventi di rivascolarizzazione mediante by-pass o angioplastiche. - Antibiotici mirati, per risolvere le eventuali infezio-
ni in corso. Plantari e calzature ortopediche che permettono il corretto appoggio del piede, scaricando il peso del corpo su tutta la sua superficie. - Medicazione specifica per le ulcere, se in corso, per guarire in modo efficace. Ogni piccolo campanello di allarme sui piedi è da segnalare se si è affetti da diabete, perché la malattia modifica decisamente la percezione di un piccolo taglio o di una ferita arrossata e, contemporaneamente, il verificarsi di tale complicanza modifica decisamente, in senso negativo, la qualità di vita del paziente e l’evolversi della malattia diabetica. Per questo motivo è bene che venga attuata una attenta sorveglianza dello stato della cute del piede in primis da parte del paziente stesso che dovrà rivolgersi sempre al medico in caso di lesioni e disturbi correlati senza sottovalutare il problema. In ogni caso è regola fondamentale per la prevenzione e la cura delle complicanze, attenersi scrupolosamente alla dieta e norme di igiene di vita corrette oltre che all’auto controllo dei livelli glicemici nel sangue. Dott. Francesco Sacco Via F. Borromini, 11 - Mira (Ve) tel. 041 421836 frasamed@libero.it
Come eliminare in un mese i chili presi in vacanza Un leggero sovrappeso è difficile da perdere dopo gli “anta”
Le vacanze molto spesso sono un periodo critico frutta con gelato alla frutta 187 Kcal. Con queste per la dieta e spesso capita di tornare a casa con varianti avrete risparmiato circa 823 Kcal. alcuni chili di troppo. Poco male se siete normoPer chi ha problemi di peso consiglierei 10 peso e di giovane età, ma se siete sovrappeso e regole: avete superato gli “anta” disfarsi di 3 o 4 chili - pesarsi prima di andare via e quando si torna non sarà facile. Privarsi dei piaceri della tavola per capire se si è aumentati e quanto e fare in durante le tanto desiderate ferie è un delitto, ma modo di ritornare al peso di partenza in un mese il segreto sta nel mangiare quantità modeste - iniziare il pasto sempre con una bella porzione e cogliere l’occasione del tempo libero per fare di verdura in modo tale da saziarsi Dott.ssa tanta attività. Per cercare di avere un’alimenta- non saltare i pasti (al massimo solo la colazione Rita Smanio zione sufficientemente corretta ed equilibrata e se si è abituati a svegliarsi tardi) in modo tale da mantenere un buon bilancio energetico dobbiamo innanzi- evitare di arrivare a cena o pranzo con troppa fame e quindi tutto sapere: rischiare di non controllarsi: - quante calorie dovremmo introdurre (solitamente è lo spe- - preferire primi o secondi con tante verdure cialista che lo sa calcolare in base al vostro peso, altezza, - condire per conto proprio le verdure perchè molto spesso le sesso .....). verdure già condite presentano più olio - quante calorie apporta ciò che mangiamo. - aproffittare del tempo libero per aumentare l’attività fisica - quanta energia è necessita quando facciamo attività fisica - se siete golosi eventualmente mangiare il dolce a colazione Facciamo un esempio pratico di una cena in un ristorante di anzichè alla sera dopocena perchè si rischia di non consumamare. Antipasto: impepata di cozze circa 150 Kcal. Primo: re le calorie prese ed eventualmente preferire dolci più light tagliolini agli scampi 488 Kcal. Secondo: frittura mista circa come un bel gelato alla frutta 600 Kcal. Dessert: semifreddo ai frutti di bosco 267 Kcal. - se si è in appartamento non mangiare sempre cose veloci e 3 bicchieri (125 ml cad) di prosecco o vino bianco fermo pronte come pizza, alimenti precotti o surgelati 380 Kcal. Per questa cena le calorie complessive che avrete - bere molta acqua anche se non si ha sete ingerito ammontano a 1885 Kcal. Sicuramente siamo in - Usare dei fermenti lattici prima durante e dopo le ferie se si eccesso e quindi dovremmo ridimensionare la nostra cena è soggetti a stipsi, colite o gonfiore addominale come per esempio mangiare: una bella porzione di verdure Studio Dietistico Dott.ssa Rita Smanio di stagione circa 56 kcal (la verdura serve sopratutto per e-mail: rita.smanio@libero.it saziarsi), risotto ai frutti di mare circa 380 Kcal, filetto di tel: 3491250982 branzino al trito di basilico e verdure 439 Kcal. Macedonia di
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INGREDIENTI PER IL BURGER: 10 G. DI FUNGHI PORCINI SECCHI, 100 G. DI FUNGHI PLEROTUS, 20 G. DI OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA, 20 G. DI CIPOLLA BIANCA, 125 G. DI TOFU NATURALE, 80 G. DI GRANO PERLATO COTTO, 6 GDI SALSA DI SOIA, 20 G. DI PANE GRATTUGIATO, 4 G. DI WORCESTER SAUCE, 2 G. DI AGLIO DI POLVERE. PER IL PANE FRITTO: 400 G. DI PAN BRIOCHE, 600 G. DI POMODORI RAMATI, 100 G. DI UOVA, 10 G. DI FORMAGGIO GRANA GRATTUGIATA, 10 G. DI SALE E PEPE, 30 G. DI SEMI DI SESAMO. PER LA COMPOSIZIONE FINALE: 80 G. DI CETRIOLI AGRODOLCI, 100 G. DI MAIONESE DI SOIA.
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L’ESTATE È IL MOMENTO DELL’ANNO IN CUI, GRAZIE ALLA GRANDE QUANTITÀ DI FRUTTA QUINDI COME DOLCE, NON SOLO GELATI O CHEESE CAKE, MA ANCHE SEMPLICI CROSTATE COME QUESTA: FARCITA CON UNA COMPOSTA DI PESCHE E FICHI, LEGGERA, SINGOLARE E PURE FRESCA DI STAGIONE. LA BASE INTEGRALE È INSAPORITA DA INGREDIENTI NATURALI QUALI LO ZUCCHERO DI CANNA, GIÀ PRESENTE ALL’INTERNO DEL PREPARATO, ED IL LATTE DI SOIA, ANZICHÉ IL LATTE VACCINO, PERCHÈ PIÙ LEGGERO E DIGERIBILE. NON SONO PRESENTI ALTRI DOLCIFICANTI IN QUANTO LA FARCIA DELLA CROSTATA È UNA COMPOSTA DI PESCHE E FICHI, FRUTTA CHE GIÀ CONTIENE ZUCCHERI NATURALI. COMPOSTA E NON MARMELLATA PERCHÈ LA CONSISTENZA NON È QUELLA CLASSICA GELATINOSA E PER MANTENERE LA FRESCHEZZA DELLA FRUTTA UTILIZZATA AL MOMENTO. CHICCA DI QUESTA FARCIA È LA PRESENZA DEI PISTACCHI A DARE QUEL TOCCO RICERCATO AD UNA SEMPLICE PUREA FRUTTATA. INGREDIENTI PER TEGLIA 19CM DIAMETRO: PER LA BASE: 110G PREPARATO PER TORTA INTEGRALE CON ZUCCHERO DI CANNA, 85G FARINA 00, 1 UOVO PICCOLO, OLIO EVO, LATTE DI SOIA PER LA COMPOSTA: 445G PESCHE GIALLE (3), 330G FICHI NERI (3), 45G MELA (1/4), 25G PISTACCHI SGUSCIATI NON SALATI, 1 CUCCH MIELE D’ACACIA, SUCCO DI LIMONE, 30G ZUCCHERO SEMOLATO, 1 CUCCH.NO SETACCIARE LE FARINE, MESCOLARLE CON L’OLIO E L’UOVO, QUINDI IMPASTARE CON IL LATTE. OTTENERE UN PANETTO OMOGENEO E LASCIARLO RIPOSARE IN FRIGO. NEL FRATTEMPO PREPARARE LA COMPOSTA: TAGLIARE A PEZZETTI LA FRUTTA E METTERLA IN UN TEGAME BAGNANDO CON IL SUCCO DI LIMONE; AGGIUNGERE IL MIELE, LO ZUCCHERO, IL FRUTTOSIO ED INIZIARE A CUOCERE. TENERE SUL FUOCO FINCHÉ LA FRUTTA NON DIVIENE UNA PUREA DENSA, AGGIUNGENDO UN PÒ DI ACQUA PER EVITARE CHE SI ATTACCHI AL FONDO DELLA PENTOLA. A FUOCO SPENTO UNIRE I PISTACCHI TRITATI (NON TROPPO FINEMENTE) E LASCIARE RIPOSARE PER CIRCA UN’ORA. PRERISCALDARE IL PIATTO CRISP DEL FORNO A MICROONDE PER ALCUNI MINUTI (VA BENE ANCHE IL FORNO TRADIZIONALE). STENDERE LA BASE SU UN FOGLIO DI CARTA DA FORNO, FARCIRE CON LA COMPOSTA DI FRUTTA E CUOCERE IN FORNO A MICROONDE, CON FUNZIONE CRISP, PER CIRCA 15-20 MINUTI, FACENDO ATTENZIONE CHE LA FROLLA NON DIVENGA TROPPO CROCCANTE.
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PER IL BURGET, MONDARE, LAVARE E TAGLIARE I FUNGHI PLEUROTUS IN PICCOLA BRUNOLSE. ROSOLARE LA CIPOLLA BIANCA TRITATA NELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA. UNIRE I FUNGHI. CONDIRE CON SALE E PEPE. AGGIUNGERE I PORCINI SECCHI RINVENUTI IN ACQUA TIEPIDA, SCOLATI, STRIZZATI E TRITATI. NEL CUTTER FRULLARE IL TOFU, QUANDO BEN CREMOSO UNIRE IL GRANO COTTO. INFINE AGGIUNGERE I FUNGHI E CONDIRE CON LA SALSA DI SOIA, L’AGLIO IN POLVERE E LA WOCESTER SAUCE. COMPLETARE CON IL PANE GRATTUGIATO, OTTENENDO UN IMPASTO ABBASTANZA CONSISTENTE. CREARE UNA POLPETTA SCHIACCIATA E CUOCERE IN PADELLA ANTIADERENTE CON POCO OLIO. PER IL PANE FRITTO, AFFETTARE SOTTILMENTE I POMODORI ROSSI E SOVRAPPORLI ALLE FETTE DI PAN BRIOCHE COPPATE DELLA STESSA DIMENSIONE DEI BURGER. SOVRAPPORRE UNA SECONDA FETTA DI PANE, PASSARE NELL’UOVO SBATTUTO CON IL GRANA E NEI SEMI DI SESAMO NERO. FRIGGERE SINO A CHE NON SIA DORATO E CROCCANTE. PER LA COMPOSIZIONE FINALE, SERVIRE IL BURGER DI TOFU TRA DUE FETTE DI PAN BRIOCHE FRITTO, DEI CETRIOLINI IN AGRODOLCE DELLA SALSA MAIONESE DI SOIA; A PIACERE ACCOMPAGNARE CON ALTRE SALSE E GUARNIZIONI.
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