Sport p.18
p.33
Salute p.27
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L’Europa e noi
della Riviera del Brenta
MARZO 2019
Periodico d’informazione locale - Anno XXVI n.40
Cultura p.17
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TERRITORIO
Aumenta il rischio
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FIAMMENGO STEFANO
IMPRESE FUNEBRI Nulla di cui sorprendersi: l’Italia ha sempre vissuto le elezioni europee con lo sguardo rivolto a se stessa, cell. 338 1808208 prendendole al massimo come un test sullosu stato 24 ore 24 di salute del governo. Oggi, poi, lo scenario è segnato • ORIAGO DI MIRA · Piazza Mercato, 3/a da un’opposizione (leggi il 68 Pd) appena uscita da due • MIRANO · Via della Vittoria, anni di faticosa ricerca di una nuova leadership; e da un governo in cui entrambi gli alleati non solo non fanno mistero del loro euroscetticismo, ma sono anzi attivamente impegnati a cercare alleanze fuori dalle tradizionali famiglie politiche europee, chi facendo l’occhiolino ai gilet gialli e chi accompagnandosi con Orban. Come elettori, però, possiamo guardare con spirito diverso al voto del 26 maggio. Lasciamo da parte le beghe italiane e guardiamo all’Europa. Potrebbe sembrarci un’entità lontana, abitata da burocrati e banchieri. Se in parte lo è, la colpa è innanzitutto di una politica che ha lasciato a metà il sogno dei suoi a pag fondatori. Fatta l’unione monetaria, èservizio mancato lo 8 slancio indispensabile ad andare oltre. Ma quel che c’è è già tanto, anche se rischiamo di non accorgercene. L’Europa unita significa avere in tasca l’euro, innanzitutto. Una cosa scontata per i nostri figli, una grande conquista per chi ricorda i tempi in cui prima di partire si andava in banca a comprare marchi o franchi. Così come è ormai scontata l’idea di attraversare la frontiera senza più dogane, passaporti, controlli, perché parte di uno spazio comune in cui abitiamo con tutti i diritti. E ancora, senza il sogno europeo difficilmente sarebbero nati l’Erasmus, il servizio civile internazionale, gli scambi universitari. I nostri giovani che vanno a lavorare a Barcellona o a Monaco di Baviera sarebbero stati emigranti come i loro nonni, e non cittadini dell’Europa. L’Unione Europea è perfetta? Certamente no. Ma è il nostro presente e, spero, il nostro orizzonte futuro. Per renderla più efficace, il voto rimane lo strumento migliore. Mancano due mesi: informiamoci bene, e votiamo guardando a Bruxelles, non a Roma o a Venezia.
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L’Europa e noi Germana Urbani >direttore@givemotions.it<
I
l 26 maggio siamo chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento europeo. A Bruxelles manderemo 76 deputati, più del 10 per cento del totale, scelti con metodo proporzionale nelle cinque circoscrizioni in cui è suddiviso il nostro Paese. Mancano solo due mesi, ma ancora questo appuntamento di fondamentale importanza non trova spazio nelle agende dei partiti e nelle scalette dei telegiornali. segue a pag 3
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