della Riviera Ovest
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Periodico d’informazione locale. Anno XXI n.22 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Dolo Approvato il Pati, sviluppo sostenibile
Maltempo Il Veneto deve risolvere il problema acqua pagg.
4-5
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Elezioni Comunali, parte la corsa dei candidati
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EDITORIALE
Pianiga, casello di Albarea a rischio
Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi di Nicola Stievano
Il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara non ci sta e attacca la Regione sulla questione del casello di Albarea. “Ci sentiamo – dice Calzavara – presi in giro dalla Regione. Per il casello autostradale di Albarea sulla A4... pag. 13
Mira: Storia del paese, aperto un bando
Il comune di Mira ha aperto un bando per la raccolta d’immagini sulla storia del territorio presso le biblioteche comunali. Questo tipo di raccolta è rivolto a tutti i cittadini e ha lo scopo di recuperare, archiviare e far emergere ... pag. 19 10%
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O
Calzaturiero, è lotta ai laboratori clandestini La Filtcem Cgil ha attivato gruppi di controllo nelle fabbriche: gia trenta le segnalazioni arrivate
E
’ partita nelle scorse settimane da Vigonovo, la campagna degli imprenditori e della Lega Nord contro i laboratori clandestini nel settore del calzaturiero. Un fenomeno questo, che sta sempre più interessando la filiera (900 aziende regolari per quasi 10 mila dipendenti fra le province di Padova e Venezia) che in 5 anni ha visto crescere i laboratori clandestini prevalentemente cinesi. “La concorrenza sleale sta strangolando – hanno spiegato gli imprenditori in un incontro in Municipio a Vigonovo –
l’imprenditoria rivierasca del settore tessile e della calzatura. Se non si fermano, insieme agli imprenditori cinesi che non rispettano le regole, i colleghi rivieraschi che ordinano le merci da loro, si ripeterà il disastro capitato a Prato”. La Lega Nord intanto con l’onorevole Emanuele Prataviera fa un passo in più, porterà in Parlamento una proposta di legge che punta a rendere più stringenti i controlli anche sui committenti, sanzionandoli in modo pesante insieme ai laboratori clandestini cinesi, che sono una vera e propria
fabbrica di schiavi. La Lega Nord è decisa ad agire, in accordo con la Filtcem - Cgil. “Qui rischiamo di perdere tutto. Per questo – dice Prataviera – nella proposta di legge, sono indicati nuovi strumenti che permetteranno di sanzionare ed indentificare con precisione tutti i soggetti coinvolti nel processo di delocalizzazione in loco, che spesso è concorrenza sleale”. E intanto le prime denunce di cocorrenza sleale arrivano alla Filtcem Cgil. Sono arrivate trenta segnalazioni di calzatupag. 10 rifici della Riviera ...
rmai è un dato di fatto, una tendenza confermata anno dopo anno. Ogni pioggia intensa, in qualsiasi periodo dell’anno, si trasforma il “allerta meteo” con la concreta possibilità che il sistema dei nostri fiumi entri in crisi in più punti contemporaneamente, provocando allagamenti tanto nei centri urbani quanto in aperta campagna. L’ultimo episodio è la prova che ormai il nostro territorio non è più in grado di reggere l’urto delle precipitazioni sempre più concentrate e intense. Se fino a qualche anno fa in queste occasioni si parlava di “evento eccezionale”, ora siamo di fronte se non alla norma, a fenomeni che si ripetono cono una certa frequenza, almeno due - tre volte nel corso dell’anno. Un fatto del quale bisogna prendere atto, evitando di trincerarsi dietro all’ineluttabilità del clima. Del resto le responsabilità delle emergenze continue e dell’ormai evidente dissesto idrogeologico non possono essere scaricate esclusivamente sulle “avverse condizioni meteo”, ma vanno individuate sull’impatto di decenni di espansione urbanistica, per molti aspetti selvaggia o quantomeno poco controllata, di sviluppo di infrastrutture che non è andato di pari passo con gli interventi su una rete idraulica e di scolo rimasta ferma agli inizi del Novecento, quando non addirittura peggiorate. continua a pag. 3
L’Intervento
“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di lucio Tiozzo*
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ulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futuro. L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto puntualmente da chi ha governato e governa il Veneto da vent’anni, è stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimento ‘a fondo perduto’. *Capogruppo PD in Consiglio regionale
continua a pag.
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EDITORIALE
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Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi
Incontri
16 mila pratiche in Provincia nel 2013
E’ stata pubblicata la relazione della direzione generale sui procedimenti di cui si è occupata la Provincia nel corso 2013. Cioè tutte quelle pratiche burocratiche avviate con la presentazione di una richiesta da parte dei cittadini o delle imprese veneziane: autorizzazioni, licenze, nulla osta, pareri, visti. Nell’anno 2013 sono stati complessivamente 16 mila 469 i procedimenti conclusi tra i 30 e i 60 giorni, di cui solo 46 procedimenti in ritardo, pari allo 0,27 del totale. Il risultato raggiunto è indice per la presidente Francesca Zaccariotto “da un lato di maggiore produttività del personale, dall’altro di una più efficace organizzazione generale”.
Girando fra i centri invasi o minacciati dall’acqua si sente spesso dire, per lo più dagli anziani: “Quando ero giovane vedevo scavare lungo i fiumi, adesso da molti, troppi, anni non si fa più”. Un luogo comune? In parte può essere, ma è un dato di fatto che i nostri fiumi sono stati lasciati in balia di sé stessi e quelli più fragili, come il Bacchiglione, per fare un esempio, ne risentono parecchio. Per non parlare di altri corsi d’acqua, dal Muson dei Sassi al Fratta Gorzone, che presentano un regime quasi torrentizio. L’alluvione del novembre del 2010 ha insegnato qualcosa e ha spinto la Regione ad investire sulle opere di prevenzione del rischio, a monte come a valle, mettendo in cantiere, non senza difficoltà in questo periodo di grave crisi economica, lavori che dovrebbero portare a qualche beneficio. La strada però è ancora lunga e tutta in salita, come ha dimostrato l’ultima emergenza. Il nostro territorio, dalla pedemontana al litorale, dal Polesine ai Colli Euganei, martoriati dalle frane che inghiottono vigneti e strade, è costellato da decine di criticità che possono avere conseguenze drammatiche durante le ondate di maltempo. Così, ancora una volta, prima bisogna cercare i soldi per riparare i danni e magari riconoscere anche qualcosa a chi ha avuto l’acqua in casa o ha riportato gravi conseguenze nella propria azienda. Di nuovo il denaro serve per intervenire dopo l’emergenza, rendendo ancora più impegnativo trovare le risorse per tutte le opere che dovrebbero invece servire a prevenire e a ridurre le calamità. Siamo comunque di fronte ad una maggiore coscienza civica su questo tema, dopo un lungo periodo di sostanziale indifferenza, perché ormai nessuno può dirsi veramente tranquillo di fronte alle conseguenze del dissesto idrogeologico, nessuno può chiamarsi fuori dalla responsabilità di tutelare il nostro territorio. di Nicola Stievano
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Riviera L’assessore provinciale Raffaele Speranzon ha premiato a Ca’ Corner, , il pilota di Burano Luca Tagliapietra che nei mesi scorsi si è laureato campione del mondo a Como nell’endurance classe S1, aggiudicandosi tutte le prove in programma. Il pilota di Burano, campione mondiale di motonautica è stato premiato nuovamente a Montecarlo dal principe Alberto di Monaco, presidente mondiale della Federazione mondiale di motonautica, in occasione di una cerimonia a hanno partecipato tutti i campioni del mondo nelle diverse categorie di motonautica. Erano presenti il delegato veneto del Fim Federazione italiana motonautica Paolo Meneghini e Aldo Benedetto Tagliapietra vicepresidente della scuderia che supporta il pilota
Stra
economia
Finanziati lavori per via Fossolovara pag.
Dolo
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Tutto pronto per il “Carneval dei Storti”
Fiesso
Provincia
Dissesto idrogeologico, interventi al via pag.
ambiente
Territorio: Piani delle acque, previsti 240 interventi
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la mostra
Regione società
La protesta di artigiani, piccoli imprenditori e commercianti pag. 20
pag.
23
Villa Pisani: Luce sulla Venezia di fine ‘800 pag. 28
Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete pagg. 24-25-26
sicurezza
Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni pag. 27
arte Al Museo Correr l’architettura di Léger pag.
Vongole, monitoraggi in laguna
Vongole, da marzo a settembre verranno monitorate con cadenza quindicinale le diverse aree della laguna veneziana. Con il Piano seme per le vongole relativo al 2014 messo a punto dalla società Gral (Grandi risorse alieutiche lagunari) partecipata dalla Provincia di Venezia, ci si propone di controllare i livelli di crescita della risorsa giovanile e verificare che non vi siano eventuali predazioni. Si terranno inoltre sotto controllo dimensioni e quantità. “Ritengo - ha commentato l’assessore provinciale alla Pesca Giuseppe Canali - che una ricerca del seme svolta in maniera scientifica e puntuale ci consenta non solo di essere immediatamente pronti alla sua raccolta, ma anche di non lasciarlo in balia di eventuali predazioni”.
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Premiato il pilota Tagliapietra
Da marzo a settembre
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Povertà e indigenza
distribuzione delle eccedenze: una rete
Azioni di aiuto per la povertà: verrà implementato e migliorato, anche attraverso la creazione di un sistema regionale efficace di rete e di gestione delle diverse forme di aiuto alle persone indigenti, il sistema di raccolta e distribuzione delle eccedenze alimentari. Un progetto regionale, discusso in Provincia di Venezia a fine febbraio, che - dopo l’istituzione da parte della Giunta del Veneto, del tavolo di lavoro in collaborazione con tutti i soggetti attivi sul fronte della solidarietà - prevede un programma formativo e informativo sugli interventi in materia di distribuzione delle eccedenze e di sostegno al disagio sociale. La Provincia di Venezia si è messa a disposizione per coordinare il territorio di competenza relativamente alle risorse, le persone e l’esperienza sul campo.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di
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Questa edizione raggiunge le zone di Dolo, Fiesso, Stra, Vigonovo, Fossò, Pianiga per un numero complessivo di 12.179 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
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4 Argomento del mese TERRITORIO Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e il bellunese a causa della neve. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano). E’ piovuta molta più acqua che nel 2010. Non ci sono stati crolli arginali
Alluvioni, danni per oltre
di Alessandro Abbadir
Zaia: “Per la messa in sicurezza del territorio ci servono 2 miliardi 700 milioni”
L’Autorità di Bacino accusa: troppa cementificazione e un sistema di difesa idraulico fermo
A
lluvioni in Veneto, danni per centinaia di milioni di euro (oltre mezzo miliardo) con oltre 130 territori comunali coinvolti dall’ondata di maltempo. Questo il bilancio fatto nelle scorse settimane da comuni, protezioni civili e Regione a fronte di eventi che hanno messo in ginocchio tantissime aree della nostra regione, e che si sono sviluppati lungo un inverno nevoso in montagna e piovoso in pianura. Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e per il problema della neve la montagna bellunese. Ma ecco la conta dei danni nello specifico presentata dal governatore Luca Zaia al Governo e al capo della protezione civile Franco Gabrielli, costo che si aggira sul mezzo miliardo di euro ma che al conto consuntivo sarà superata di molto. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e ancor più quelli alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano); quindi le famiglie e le attività produttive colpite da nevicate ed esondazioni (73 milioni); i dissesti idrogeologici (37 milioni); la rimozione di neve, lo smaltimento di rifiuti, gli interventi igienico-sanitari (15); le sofferenze dell’agricoltura (10); le operazioni di soccorso pre-
state dai vari corpi e dal personale civile (5). Tutto ciò senza tener conto dei contraccolpi alla stagione turistica invernale e dei disagi subìti dalla popolazione dell’area del bellunese a causa di nevicate di 4 metri. In ginocchio anche la rete turistica in pianura, basti pensare alle decine di alberghi nell’area di Montegrotto Terme, Terme Euganee e Tribano che sono stati messi direttamente fuori uso per settimane. E poi le alluvioni nel Portogruarese e le mareggiate sui litorali che hanno devastato chilometri di arenile a Jesolo e Sottomarina. Il governatore del Veneto sottolinea però che dal 2010 diverse cose sono state fatte. ”E’ piovuta molta più acqua che nel 2010 - spiega Luca Zaia - quando finirono allagati 150 km quadrati di territorio. Però i 925 interventi puntuali di ripristino, consolidamento e realizzazione di interventi di difesa idraulica attuati in questo triennio si sono per ora dimostrati decisivi. Non abbiamo avuto stavolta crolli arginali come allora. Ma i danni sono altissimi. “Gli allagamenti ci sono anche questa volta ma più limitati, con centinaia di famiglie evacuate e aziende in sofferenza. Ma il vero problema ogni volta è e sarà anche nel futuro, la tenuta degli argini. Con il piano straordinario successivo all’alluvione del 2010 la Regione ha erogato 24 milioni nel 2013 e ne
stanzierà ulteriori 100 milioni da qui al 2015. Noi abbiamo iniziato a lavorare sui primi bacini di espansione, ma per attuare integralmente un piano di messa in sicurezza ci servono 2 miliardi 700 milioni - spiega Zaia - a fronte dei quali come Regione riusciamo a reperire dai 50 ai 100 milioni l’anno: troppo poco. Lo Stato deve intervenire, il governo deve dimostrare coraggio e volontà di finanziare i grandi bacini di laminazione. Poi c’è anche un problema di burocrazia che è risolvibile, dando ai Presidenti di regione pieni poteri in tema di lavori pubblici”. ”I fenomeni atmosferici sono sempre più intensi e violenti per i cambiamenti climatici e a questo va aggiunta la trasformazione del territorio. La cementificazione del territorio produce che a parità di piogge le acque superficiali sono di più. Anche le piogge aumentano. E se questo è colpa del clima, la trasformazione del territorio è opera dell’uomo. C’è da sottolineare inoltre che la rete di difesa idraulica è quella del secolo scorso. Gli ultimi interventi sono stati fatti durante il fascismo e prevedevano difese per un territorio agricolo. Nel frattempo i campi sono diventati un’area metropolitana, capannoni, villette e cemento. Il sistema non regge più. Una rete più moderna aiuterebbe a ridurre l’emergenza”.
nel padoVano
Assegnati 2 milioni di euro al Genio Civile
E
’ arrivata quest’anno parte dei fondi per le alluvioni del padovano del 2010. A gennaio infatti quasi due milioni di euro sono stati assegnati al Genio Civile di Padova per interventi urgenti finalizzati al ripristino di situazioni di particolare criticità, conseguenti ai danni provocati dall’alluvione del 2010. L’assegnazione, disposta con un provvedimento della giunta regionale su relazione dell’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte, rientra nel piano di assegnazione delle risorse finanziarie ripartite con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2013. Per il 2013 in tutta la Regione sono state destinate risorse per circa 10 milioni di euro “per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali in Veneto che hanno determinato l’esondazione di fiumi e torrenti, con conseguenti allagamenti di centri abitati e movimenti franosi, nonché gravi danni alle infrastrutture, agli edifici pubblici e privati e ai beni mobili, l’interruzione di collegamenti viari. Per il superamento dell’emergenza il governo aveva provveduto anche alla nomina di un Commissario delegato”. E’ stata rinviata a successivi provvedimenti la programmazione delle risorse relative alle annualità 2014 e 2015. A.A.
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Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Nel veneziano
e mezzo miliardo di euro Consorzi di bonifica Il presidente Giuseppe Romano indica quali sono le opere indispensabili
“Sicurezza idraulica, piano quinquennale da 1,3 miliardi per il Veneto” di Nicola Stievano
U spalla pag 5 per vene-
n piano di investimenti da un miliardo e 350 milioni, con centinaia di cantieri lungo i corsi dei fiumi per i prossimi cinque anni, per la sicurezza idraulica in Veneto. Lo chiedono i consorzi di bonifica, ricordando che i progetti ci sono già, ma è necessario recuperare le risorse. “Già dal 2010 - ricorda Giuseppe Romano, presidente dell’Unione Veneta Bonifiche - per garantire la difesa idraulica veneta i consorzi hanno presentato 629 progetti del valore di 1 miliardo e 350 milioni euro. E’ il più grande piano di difesa idraulica della Regione, prevede opere infrastrutturali necessarie come il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti idrovori, la realizzazione di casse di espansione per contenere le ondate di piena e di canali scolmatori o collettori, consolidamenti arginali e sistemazioni idrauliche; tutti interventi necessari la maggior sicurezza del nostro territorio”. Il sistema idraulico veneto è complesso e delicato, e oltre ai grandi fiumi comprende una rete di canali e corsi d’acqua minori che solcano l’intera pianura. Durante le allerte meteo sono almeno cinquecento uomini della bonifica impegnati a sorvegliare, 24 ore su 24, il livello dei fiumi, il funzionamento degli impianti e manufatti con l’impiego di circa un migliaio di mezzi e macchine operatrici (trattori, escavatori, pompe idrovore mobili), lungo le reti idrauliche. Inoltre, 400 impianti idrovori, grazie alle loro 1000 pompe, muovono 1milione e mezzo di litri d’acqua al secondo, continuando l’incessante attività di pompaggio per evitare la sommersione di ampie distese di territorio e per ripristinare le situazioni più critiche. I consorzi, dopo l’ultima emergenza maltempo, ribadiscono la necessità di destinare risorse al settore della difesa idraulica per la realizzazione di un grande piano, che preveda la concretizzazione delle grandi opere e delle infrastrutture necessarie.
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Richiesta dei comuni
“L’Idrovia va completata” A
llarme dissesto idrogeologico in diverse zone del veneziano, con allagamenti, e cedimenti di argini e fontanazzi. Nel Miranese nel Veneto Orientale, a Chioggia e Riviera del Brenta, questo inverno poco freddo, si è caratterizzato per una piovosità davvero insolita. I consorzi di bonifica si sono dati da fare e hanno cercato di mettere mano ai progetti e agli interventi per poter evitare negli anni a venire nuove emergenze. Un’opera che da anni è sul tavolo è il completamento dell’Idrovia Padova Venezia. I sindaci della Riviera del Brenta, puntano sul completamento dell’Idrovia Padova - Venezia per risolvere i problemi di sicurezza idraulica del comprensorio e chiedono che la Regione presenti entro l’anno, il progetto preliminare per la sua realizzazione. In questo clima, il Genio Civile nelle scorse settimane alla Conferenza dei sindaci a Camponogara, ha presentato tre studi di fattibilità, che puntano a mettere definitivamente in sicurezza il territorio da possibili allagamenti per esondazioni dei fiumi, e scarsa tenuta della rete idrica ed urbana. L’idrovia Padova-Venezia, completata, sarà lunga circa 28 chilometri, e di questi circa la metà sono già stati fatti agli inizi degli anni Sessanta. A Vigonovo e Gambarare sono stati realizzati anche tratti di canale con invasi d’acqua, chiuse e sbocco in laguna. L’ingegner Bruno Da Lio (Genio civile) ha così prospettato tre soluzioni. La prima dal costo di 100 milioni, prevede la realizzazione di un canale scolmatore. Un canale non navigabile che servirebbe solo allo scarico delle acque dal bacino del Padovano e dalle reti consortili dell’area. La seconda soluzione prospettata, prevede la costruzione di un canale navigabile di classe quinta (cioè largo dai 40 metri in su) costerebbe complessivamente 320 milioni di euro e permetterebbe il transito di chiatte di navigazione di standard europeo. La soluzione più completa del canale navigabile di “classe quinta super” prevede infine anche un sistema di noli e attracchi, sul modello di quelli presenti ad Amburgo in Germania o a Rotterdam in Olanda. Costerebbe complessivamente 460 milioni di euro. “I costi - ha spiegato Da Lio durante la conferenza potrebbero comunque anche essere abbattuti del 30% con bandi europei e accorgimenti specifici”. I consorzi di bonifica Acque Risorgive e Bacchiglione–Brenta presenti con i rispettivi direttori e i presidenti, hanno sottolineato come la soluzione idroviaria sia di fatto la più completa per la messa in sicurezza del territorio e possa non confliggere, anche in caso di attraversamento a raso degli altri fiumi, con il sistema complessivo idrico dei bacini. Insomma a detta dei tecnici con il completamento dell’Idrovia, risolverebbe anche il problema allagamenti in Riviera e nel Padovano. Il presidente della Conferenza dei sindaci Giampietro Menin e il sindaco di Campolongo Alessandro Campalto “sollecitano la Regione a presentare entro l’anno il completamento dell’Idrovia con canale navigabile, fornendo anche uno studio di impatto ambientale specifico”. Se il progetto non verrà presentato entro l’anno, infatti, si rischia di perdere i finanziamenti collegati ai bandi europei previsti per opere del genere. I sindaci hanno infine chiesto un’audizione in commissione regionale ambiente per esporre le loro convinzioni. Sulla vicenda interviene anche il comitato Opzione Zero con dei distinguo. “Siamo a favore della soluzione del completamento dell’idrovia Padova-Venezia - spiega il presidente del comitato Mattia Donadel - a patto che sia compiuto uno studio di impatto ambientale e idraulico dettagliato sulle conseguenze dell’opera in laguna. Siamo contrari invece all’idea di realizzare un canale scolmatore, che lascerebbe la possibilità di costruire una strada accanto al sedime idroviario”. Il completamento dell’Idrovia per Donadel ha i suoi rischi. “C’è il rischio, infatti - dice - che con l’idrovia si interri un chilometro e mezzo di laguna dalla foce, con i detriti in arrivo da Padova e Vicenza. Vanno poi valutati gli A.A. aspetti di intersezione idraulica con gli altri canali come il Novissimo”.
6 Strà Lavori La Regione investe sulla sicurezza stradale del centro del paese
Via Fossolovara, arrivano i soldi Il costo dell’intervento sarà di 150 mila euro, 30 mila dei quali sarranno stanziati dal Comune di Giacomo Piran
L
a Regione Veneto, ha annunciato di aver dato il via libera ai finanziamenti per rendere più sicura via Fossolovara nel centro del comune di Stra. Sono infatti stati stanziati centoventimila euro per adeguare l’impianto di illuminazione, a servizio anche dei marciapiedi e degli attraversamenti pedonali della tratta che percorre il centro abitato del comune rivierasco. Il provvedimento è stato approvato dalla giunta regionale del Veneto, dopo la proposta dell’assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture, Renato Chisso. Il progetto è stato presentato dalla stessa amministrazione che ha recepito le direttive della Legge Regionale 39, che prevede il finanziamento degli interventi sulla mobilità comunale. “In un momento abbastanza difficile per le casse pubbliche - ha spiegato l’assessore regionale Renato Chisso - abbiamo voluto comunque accogliere questa richiesta, perché ci sembra doveroso intervenire quando ci sono lavori che riguardano la sicurezza dei cittadini. Qui stiamo parlando di rendere più sicuri strade e marciapiedi in un centro
In breve Luce su Venezia, fotografia in villa Pisani Munus, società concessionaria per la gestione dei servizi museali del Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra, ha presentato le scorse settimane il concorso fotografico “Luce su Venezia, viaggio nella fotografia contemporanea”, organizzato in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso. La finalità principale è la rielaborazione e l’interpretazione personale, della Venezia contemporanea attraverso la tecnica fotografica
Ragazzino aggredito e derubato in strada
abitato importante e frequentato”. Il costo totale dell’intervento dovrebbe essere di 150 mila euro, la differenza pari a 30 mila euro, dovrà essere finanziata dall’amministrazione comunale di Stra che curerà anche la parte che riguarda la realizzazione dei lavori. La nota stampa della Regione Veneto spiega poi come proseguirà l’iter che porterà all’intervento. “L’amministrazione comunale di Stra - si legge nel comunicato stampa della Regione Veneto - ricevuti i finanziamenti,
si impegna infatti a redigere i tre livelli della progettazione, nonché all’acquisizione dei prescritti pareri e della variante urbanistica, qualora necessaria e all’espletamento della gara di appalto fino ai relativi espropri delle aree interessate”. In comune a Stra la notizia del finanziamento, è stata accolta con favore, visto che si trattava di un intervento che era stato chiesto con forza dai residenti che hanno chiesto in più occasioni maggior sicurezza stradale.
Un ragazzino minorenne mentre cammina per strada a Stra è stato fermato ed aggredito da due giovani sui vent’anni nelle scorse settimane. I due hanno tirato fuori un coltello, e glielo hanno puntato al volto per rubargli il cellulare. Questo il bruttissimo episodio, è capitato lo nel centro rivierasco in via San Crispino. Il cellulare rubato ha un valore che si aggira intorno agli 80-100 euro. Più che il valore dell’oggetto in sè, però, a destare preoccupazione in paese è la violenza gratuita.
Contributi per le scuole del paese Quarantacinquemila euro per le scuole del paese, per sostenere le spese di funzionamento e progetti formativi. E’ questo il contributo assegnato dal comune di Stra all’istituto comprensivo “Pisani”, alle scuole elementari Don Orione e Don Milani e alla scuola media Baldan
artigiani manifestazione a Roma
L
’associazione Artigiani Piccola e Media Impresa “Città della Riviera del Brenta” ha partecipato martedì 18 febbraio, con una nutrita delegazione, alla manifestazione nazionale organizzata a Roma da Rete Imprese Italia “Senza Imprese non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro”. Alla manifestazione di Roma erano presenti per l’Associazione, la giunta e una parte del consiglio, in rappresentanza di tutte le categorie: edili, impiantisti, fabbri, calzaturieri, falegnami panificatori, pasticcieri, servizi, odontotecnici, praticamente il mondo artigiano al completo. “Le imprese della Riviera del Brenta - si legge nel comunicato stampa - vogliono esprimere il profondo disagio per le condizioni di pesante incertezza in cui sono costrette ad operare, ma anche avanzare concrete proposte di rapida attuazione che possano evitare il declino economico”. A spiegare i motivi della presenza sono Salvatore Mazzocca, presidente degli artigiani, e Franco Scantamburlo, segretario dell’associazione. “Quella che ha partecipato alla manifestazione di Roma - sottolineano - è una delegazione che è l’espressione della grande e radicata presenza della associazione nel
territorio della Riviera del Brenta. Una presenza che vuole sottolineare il ruolo insostituibile della rappresentanza della imprese in una fase economica e sociale molto difficile e in una epoca dove, la rappresentanza si è impoverita e polverizzata. L’associazione Artigiani della Riviera del Brenta, è la casa naturale del mondo artigiano e della piccola e media impresa e oggi anche di molti settori dei servizi. Per queste ragioni le parole d’ordine della manifestazione sono state i valori e le richiesta che perseguiamo tutti i giorni nel territorio e nel paese, verso le istituzioni e i partiti. Le imprese hanno deciso di scendere in campo direttamente, per difendere il valore insostituibile che oggi, questo mondo produttivo rappresenterebbe nel paese. Senza lavoro e imprese non c’è futuro”. Chiare anche le richieste fatte alle istituzioni. “Con questa manifestazione - continuano Mazzocca e Scantamburlo - auspichiamo che il futuro esecutivo, e il Parlamento possano assumere le vere priorità del paese dando con una svolta urgente di politica economica”. Assieme agli artigiani, e ai commercianti, ha partecipato anche il sindaco di Dolo. G.P.
8 Dolo L’Intervento
Territorio Urbanistica Siglato il documento in Provincia con il vicepresidente Mario Dalla Tor
Dolo e Fiesso, firmati il Pati di Giacomo Piran
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Dolo è considerato centro storico di primaria importanza dal Ptrc regionale, per la sua particolare simbiosi con il corso d’acqua
l vicepresidente e assessore all’urbanistica Mario Dalla Tor ha firmato il 14 febbraio scorso con i sindaci Maddalena Gottardo (Dolo) e Andrea Martellato (Fiesso) i documenti per l’adozione del Pati, piano di assetto del territorio intercomunale. Alla firma era presente anche Elisabetta Ballin assessore all’urbanistica di Dolo. “Questo Pati - ha spiegato Dalla Tor - ha come elemento fondante il sistema storico-ambientale dei comuni di Dolo e Fiesso, che è l’asse del Naviglio del Brenta, lungo il quale si sono sviluppati i due centri e tutto l’ambito insediativo. A Fiesso, il Naviglio costituisce sia la delimitazione amministrativa di un comune, sia fisica di un centro abitato che si è sviluppato totalmente a nord. A Dolo il fiume attraversa il centro abitato e il territorio fiancheggiato da una stupenda sequenza di ville venete e dei relativi giardini e pertinenze. Dolo è considerato centro storico di primaria importanza dal Ptrc regionale per la sua particolare organizzazione urbana in simbiosi con il corso d’acqua”. Positivo il commento del sindaco Gottardo. “Esprimo soddisfazione per il risultato raggiunto con la firma. Il Pati è uno strumento di pianificazione che quanto proposto e raccomandato dai consiglieri di delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo minoranza, percepito ed evidenziato dal buon senso per il governo del territorio, e individua le specifi- dei cittadini e nondimeno dalle indicazioni che anche vocazioni e le varianti di natura idrogeologica, che il governatore Zaia e il Presidente del Consiglio paesaggistica, ambientale, regionale Ruffato condividono: storico-monumentale e archi- Critiche dai basta nuovi metri cubi di nuove tettonica. Da parte nostra, ab- consiglieri della lottizzazioni, basta consumo di biamo voluto di elaborare delle Lega Nord, Mario suolo, serve tutela del paesagstrategie per rilanciare Dolo nel Vescovi e Giovanni gio, recupero e valorizzazione suo rilevante ruolo all’interno Fattoretto dell’esistente. A Dolo invece la della Riviera”. Non dello stesso giunta di centrodestra con anparere sono i gruppi d’opposizione Dolo Cuore della cora 290 mila mc di possibilità di sviluppo edificabiRiviera e Ponte del Dolo che già a gennaio, durante le possibile dato dal Prg vigente, decide di aumenl’adozione da parte della Provincia, avevano criti- tare la possibilità d’uso di suolo agricolo per nuove cato il piano. “Le indicazioni sono in contrasto con urbanizzazioni prevedendo nuove lottizzazioni per
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Dolo con il duomo San Rocco 190 mila mc. Un Piano urbanistico che non considera la salvaguardia idrogeologica, il patrimonio abitativo disponibile e non utilizzato, la decennale stagnazione demografica del paese; un piano che evita di prendere in esame la Romea Commerciale, il casello autostradale e il destino di Villa Massari, ma che prevede di edificare a confine di Veneto City e attorno al polo sportivo a ridosso del Serraglio, come anche nelle campagne lungo la Riviera che collegano il capoluogo alla località Musatti. Invitiamo tutta la cittadinanza a mobilitarsi”. Il Pati era stato criticato anche dai consiglieri della Lega Nord, Mario Vescovi e Giovanni Fattoretto, che hanno accusato il sindaco di non seguire il programma elettorale, e le indicazioni del movimento.
“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di lucio Tiozzo*
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Un errore fatale per due motivi. Da un lato perché l’incuria e la scarsa manutenzione hanno trasformato anche gli eventi atmosferici di media portata in una spada di Damocle calamitosa. Dall’altro perché si è rivelata tremendamente miope la visione di chi non ha mai considerato la tutela ambientale come risorsa, come garanzia di una tenuta economica e produttiva di un intero territorio: basti pensare a quante famiglie e aziende sono state irrimediabilmente messe in ginocchio a causa di un’alluvione. Cambiare passo significa spostare le logiche di gigantismo che, fisicamente, hanno intasato fino all’inverosimile la terra veneta in direzione dell’unica, vera, grande opera che doverosamente deve essere ora compiuta, rendendo sicure, compatibili con l’ambiente ed ugualmente produttive le nostre terre. Questo lo si può fare approvando una nuova legge regionale contro il consumo del suolo, proposta che il PD ha presentato da mesi. Ma anche puntando su norme urbanistiche, anche importanti per l’economia locale, come il Piano Casa, che non privino comunque le amministrazioni locali del loro compito di vigilare su ogni forma di speculazione dannosa per il territorio stesso. Di sicuro è indispensabile mettere a disposizione le risorse: per la voce ‘Tutela del territorio’ la Giunta Zaia aveva previsto per il 2014 uno stanziamento di 166,8 milioni. Praticamente gli stessi soldi del 2013 (165,9 milioni) e addirittura meno di quelli stanziati nel 2012 (175,6 milioni). E’ evidente che così non va e che si debba fare uno sforzo straordinario per aumentare di molto questa cifra. Il PD ha proposto un piano di investimenti decennale: 100 milioni in più, rispetto alla proposta della Giunta, nel 2014 e 50 milioni per ognuno dei successivi nove anni, da destinare esclusivamente ad opere infrastrutturali straordinarie di difesa permanente, che esulano dall’ordinaria manutenzione. Basti pensare ai bacini di laminazione, piuttosto che alle barriere subacquee per la tutela degli arenili, per i quali ormai la periodica attività di ripascimento si rivela dispendiosa ed insufficiente. Il presidente Zaia non si limiti ad invocare finanziamenti statali, gli stessi che peraltro hanno consentito di realizzare una parte di interventi negli ultimi anni: decida di fare la propria parte e di investire per il futuro del Veneto. * Capogruppo PD in Consiglio regionale
Eventi
Tutto pronto per “Il Carneval Dei Storti”
rande attesa per la 35’ edizione del “Carneval dei Storti” tradizionale manifestazione carnevalesca che ha il suo clou nella sfilata dei carri allegorici. La festa, che anche quest’anno sarà organizzata dalla Proloco del presidente Giuliano Salvagnini, si terrà nel fine settimana del 22 e 23 marzo. Come sempre il programma si presenta ricco di attività, e con numerose novità. La prima novità ci sarà già sabato 22 marzo con il Raduno dei Camper provenienti da tutta Italia che
resteranno per tutto il fine settimana a Dolo. “L’idea spiegano gli organizzatori - è indirizzata a far sviluppare il turismo in Riviera, e in particolare nel territorio comunale di Dolo che offre cultura e storia”. Per l’occasione saranno organizzate visite guidate per conoscere le bellezze e le particolarità del territorio. Sempre sabato pomeriggio, ci sarà, nella zona dello Squero e di Piazza Cantiere, la Festa del Bambino, con animazioni per bimbi e spettacoli. Domenica sarà poi il giorno clou che
prevede lo svolgimento di un grande mercato per tutta la giornata, che sarà selezionato e suddiviso in varie parti del centro cittadino. Nel pomeriggio dalle 14 come tradizione avrà inizio la sfilata dei Carri Allegorici che ogni anno attira decine di migliaia di cittadini nel centro storico dolese. Lo scorso anno la sfilata ha visto la presenza di 18 carri mascherati, con alcuni che superavano i 19 metri di lunghezza e i 9 metri di altezza, e che sono stati affiancati da oltre 2000 figuranti, da sette
gruppi folkloristici, dalla banda cittadina, dalle moto Harley Davidson, dalle auto d’epoca e dai bambini della scuola materna. In caso di maltempo il Carneval dei Storti si terrà il 30 marzo. G.P.
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Dolo 9 Viabilità Il comune contatta 400 famiglie con una indagine campionaria a domicilio
Piano del Traffico, ecco i questionari Installate le apparecchiature per il conteggio automatico del traffico lungo alcune strade di Giacomo Piran
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ontinuano le attività che porteranno il Comune di Dolo a stendere il Put Piano Urbano del Traffico. E’ partita in questi giorni un’indagine campionaria a domicilio, mediante la distribuzione di questionari a circa 400 nuclei familiari del Comune di Dolo, per integrare le informazioni in merito agli spostamenti acquisite con i sondaggi su strada. Sono state inoltre recentemente installate apparecchiature per il conteggio automatico del traffico veicolare lungo alcune vie del territorio comunale. I rilievi si protrarranno fino al 15 marzo. I
Servizi
dispositivi impiegati sono rilevatori Ecodoppler, posizionati a bordo strada, che, senza condizionare il regolare deflusso, consentono di registrare il numero di veicoli in transito e la classe di lunghezza. Sono previsti anche rilievi a mezzo videocamera presso le intersezioni più rilevanti per il traffico, programmati nelle giornate di martedì, mercoledì e giovedì, nelle fasce orarie di punta cioè dalle 7 alle 9 e dalle 17 alle 19. “Tre sono gli obiettivi che il settore Lavori Pubblici punta a ottenere - si legge nel comunicato stampa - miglioramento delle
condizioni di circolazione e di sicurezza stradale; riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico; risparmio energetico. Il Piano Urbano del Traffico prevede il ricorso a sistemi tecnologici, su base informatica, di regolamentazione e controllo del traffico. Il fine, è quello di consentire le modifiche ai flussi della circolazione stradale che si dovessero rendere necessarie a seguito degli studi”. Dallo scorso ottobre sono iniziate le attività propedeutiche per la redazione del Piano Urbano del Traffico. E stata realizzata un’indagine agli automobilisti in transito,
La Cisl trasferisce la sua sede in via piave
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al 5 febbraio l’Ust Cisl e UnionServizi Cisl di Dolo ha una nuova “casa”. Gli uffici del sindacato si sono infatti trasferiti nella sua sede operativa che è situata in via Piave 5, all’altezza dell’incrocio con via Matteotti, zona via Zinelli, lungo la strada regionale 11 Brentana. La nuova sede funge
Il traffico in centro con l’ausilio della Polizia Locale dell’Unione dei comuni ‘Città della Riviera del Brenta’ durante gli orari di punta. Le interviste realizzate, hanno consentito di acquisire informazioni in merito agli spostamenti di attraversamento e di scambio nell’area interessata. Già dopo le prime rilevazioni, sono emerse le particolarità del traffico dolese. “Il Comune di Dolo è interessato da forte pendolarismo - prosegue la nota redatta dal
anche da centro mandamentale per i comuni della Riviera del Brenta. A riguardo è intervenuto Giovanni Conte, responsabile Cisl della Riviera del Brenta, che raccontato la decisione di lasciare dopo 20 anni la sede di via Foscarina. “La nuova sede è grande 250 metri quadri – esordisce Conte – risultando più grande e spaziosa della precedente. Il cambiamento possiamo definirlo come una scommessa della sede Cisl Confederale che ha voluto dare più accoglienza e servizi a cittadini e lavoratori in
Comune di Dolo - per la presenza nel suo territorio di servizi rilevanti per la Riviera del Brenta, quali: il Giudice di Pace, i plessi scolastici provinciali, l’ospedale, le sedi amministrative e operative di enti gestori di reti. Le problematiche di congestione della circolazione stradale si registrano in centro a Dolo, dove si intersecano la strada regionale n. 11 Brentana e nelle strada provinciali 19 verso il Piovese e 26 verso Mirano”.
questo momento di crisi”. Gli uffici offriranno assistenza fiscale e legale, pratiche di successione, disoccupazione e mobilità. Saranno ospitate le categorie dei lavoratori del comparto statale (pubblico impiego, sanità, scuola, poste e telegrafonici), del comparto privato (chimici, edili, metalmeccanici, commercio) e i pensionati. Gli uffici rimarranno aperti dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 mentre il numero di telefono è lo 0412905860 G.P.
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10 Fossò - Vigonovo Vigonovo Imprenditori calzaturieri, Lega Nord e sindacati sullo stesso fronte
“Stop ai laboratori clandestini”
A Fossò
Un’associazione di sci vincente
La Filtcem Cgil ha attivato gruppi di controllo di lavoratori nelle fabbriche: trenta le segnalazioni arrivate nel comprensorio di Alessandro Abbadir
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’ partita nelle scorse settimane da Vigonovo, la campagna degli imprenditori e della Lega Nord contro i laboratori clandestini nel settore del calzaturiero. Un fenomeno questo, che sta sempre più interessando la filiera (900 aziende regolari per quasi 10 mila dipendenti fra le province di Padova e Venezia) che in 5 anni ha visto crescere i laboratori clandestini prevalentemente cinesi. “La concorrenza sleale sta strangolando – hanno spiegato gli imprenditori in un incontro in Municipio a Vigonovo – l’imprenditoria rivierasca del settore tessile e della calzatura. Se non si fermano, insieme agli imprenditori cinesi che non rispettano le regole, i colleghi rivieraschi che ordinano le merci da loro, si ripeterà il disastro capitato a Prato”. La Lega Nord intanto con l’onorevole Emanuele Prataviera fa un passo in più, porterà in Parlamento una proposta di legge che punta a rendere più stringenti i controlli anche sui committenti, sanzionandoli in modo pesante insieme ai laboratori clandestini cinesi, che sono una vera e propria fabbrica di schiavi. La Lega Nord è decisa ad agire, in accordo con la Filtem - Cgil. “Qui rischiamo di perdere tutto. Per questo – dice Prataviera – nella proposta di legge, sono indicati nuovi strumenti che permetteranno di sanzionare ed indentificare con precisione tutti i soggetti coinvolti nel processo di delocalizzazione in loco, che spesso è concorrenza sleale”. E intanto le prime denunce di concorrenza sleale arrivano alla Filtcem Cgil. Sono arrivate trenta segnalazioni di calzaturifici della Riviera del Brenta che lavorerebbero o si servirebbero di prodotti forniti da laboratori clandestini cinesi. Ilprimo risultato si è ottenuto perché la Filcem Cgil ha deciso di attivare dei gruppi di controllo del materiale all’interno dei calzaturifici. Insieme con questa iniziativa la Cgil aveva già attivato anche un numero verde ancora alla fine del 2013, con il quale chiunque fosse venuto a co-
noscenza del fenomeno poteva denunciare i fatti. “I lavoratori e le lavoratrici per la prima volta – spiega Riccardo Coletti segretario provinciale Filce Cgil – hanno risposto massicciamente alla nostra iniziativa, capendo che con il continuo sviluppo del lavoro nero e del lavoro fatto a basso costo dai laboratori cinesi, a rischio è la loro occupazione. Hanno denunciato che all’interno delle loro aziende, che vendono le calzature come di estrema qualità nei mercati esteri, arrivano partite di suole e tacchi fatti chiaramente da laboratori clandestini cinesi. Le segnalazioni in poche settimane sono una trentina ad ora, e le gireremo direttamente alla Procura della Repubblica, allo Spsal, alla direzione provinciale dell’Ispettorato del lavoro e alla Guardia di Finanza. Le segnalazioni arrivano da Stra, Fiesso, Vigonovo e Noventa Padovana”. Negli ultimi anni il distretto del Brenta è riuscito a vincere la sfida dei mercati esteri grazie all’alta qualità dei materiali anche se il fenomeno dei laboratori clandestini ne sta minando le basi. E’ l’unico distretto ad essere già oltre i livelli pre-crisi del 2009.
fossò Incontri sui pericoli on line Postazioni Pc in biblioeca
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l comune di Fossò è molto sensibile ai pericoli del web, e ha organizzato quattro incontri con degli esperti delle tematiche a cadenza quindicinale. Gli appuntamenti precedenti sono stati molto seguiti e hanno dimostrato il grande interesse da parte di genitori e insegnanti. L’idea è partita a novembre 2013, l’assessorato alle Politiche Sociali ha organizzato un incontro pubblico sull’uso consapevole del web e sulla tutela dei minori e della famiglia rispetto ai pericoli della rete. “Credo sia indispensabile promuovere formazione/informazione sul tema, soprattutto in considerazione dei recenti eventi, con sviluppi drammatici derivanti dal crescente fenomeno del bullismo – dice l’assessore alla politiche sociali Barbara Corrò – è altresì importante dare una risposta ai genitori, che desiderano avvicinarci a un mondo così vasto e a volte insidioso”. Il 27 febbraio scorso si è tenuto il primo degli incontri programmati con cadenza quindicinale, con il tema “Web e rete domestica”. Giovedì 13 marzo “web e minori” appuntamento che entra in merito al Parental control, strumento per difendere i minori installando
sistemi di sicurezza e controllo su computer, smartphone e tablet. Nell’incontro di lunedì 31 marzo sarà affrontato il problema di cosa fare per prevenire i pericoli di adescamento dei minori e di diffusione di materiale pedopornografico. All’ultimo incontro, previsto per il prossimo 10 aprile, parteciperanno genitori e figli che potranno confrontarsi sui comportamenti che adottano quando accedono alla rete, su come i genitori controllano i figli e come questi si sentono osservati, sulle norme comportamentali nell’utilizzo di computer, smartphone, tablet rispetto al pericolo pirateria. Saranno anche affrontati gli aspetti legali all’utilizzo del web e gli enti di tutela a cui rivolgersi in caso di necessità. “Sono davvero gravi i pericoli che si corrono nell’utilizzo delle reti informatiche e i più esposti sono minori – dice il sindaco Federica Boscaro – per questo ho appoggiato incondizionatamente l’iniziativa di dare tanto spazio a questo tema e di sviluppare una vera e propria azione formativa e di tutela di tutti i cittadini, soprattutto dei minori”. Gli appuntamenti sono a ingresso libero e si tengono nel centro civico di Fossò. R.P.
’Associazione di sci A.S.D. Ski Fossò nasce nel 2002 e, di anno in anno, ha ottenuto sempre maggiori consensi nel territorio e non solo. I numerosi tesserati dimostrano di gradire il servizio completo per i corsisti: basti pensare che ogni week end si riempiono dodici autobus di persone amanti di questo sport invernale. “I partecipanti non sono tutti del posto – dice Sergio Conte presidente dell’associazione – gli autobus partono da piazza San Bartolomeo ma poi fanno tappa a Padova, Piove di Sacco, Marghera e a volte Treviso, per raccogliere gli altri associati. Ogni anno i tesserati aumentano, il punto di forza di quest’anno è la partenza da Padova con circa 50 persone in più dall’anno scorso, inoltre abbiamo organizzato anche un baby bus per i più piccoli”. I corsi per gli adulti e i bambini sono di 10 ore divise in 4 lezioni. Questo sport piace a tutti e a tutte le età anche se c’è una prevalenza di uomini partecipanti. Le lezioni di sci si tengono di sabato e domenica ad Alleghe e a Passo San Pellegrino; con l’iscrizione al corso si ha diritto a 4 uscite che comprendono l’assicurazione, il maestro e lo skipass e il trasporto. La stagione sciistica terminerà a fine marzo con due appuntamenti: la ciaspolata domenica 16, in Val di Funes Alto Adige, e da venerdì 28 a domenica 30 un week end bianco in Val di Fiemme in Trentino. Per la primavera e l’estate l’associazione sta già pensando alle escursioni estive in bicicletta, al rafting e alle arrampicate. Il costo della tessera soci annuale è 8 euro. Informazioni sui corsi e sui costi sul sito www.skiclubfosso.it R.P.
Ambiente Coinvolte le scuole
Iniziative anti inquinamento
La scuola Leonardo da Vinci a Vigonovo
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roseguono nel territorio comunale di Vigonono le iniziative per coinvolgere e sensibilizzare i cittadini alla diminuzione dei consumi e quindi dell’emissione di CO2. A spiegarle è Filippo Fogarin, vicesindaco e assessore all’ambiente di Vigonovo. “Le iniziative si distinguono in due percorsi - esordisce Fogarin - il primo all’interno delle scuole mentre il secondo con le aziende che producono bene o servizi che permettono il risparmio energetico”. Fogarin approfondisce il progetto riguardante le scuole. “Per i prossimi mesi, fino a metà aprile, metteremo in “competizione” i plessi scolastici sul raggiungimento dei minori consumi di metano e luce rispetto ai consumi avuti l’anno scorso nello stesso
periodo. Il progetto, che rientra all’interno dell’iniziativa Vigonovo 2020, è stato già proposto ad inizio febbraio alla direzione didattica”. Viene spiegato nel particolare il progetto. “Per aiutare i plessi alla diminuzione di consumi, è stato inviato materiale informativo ed educativo al risparmio energetico, preparato dallo studio ECOpartes (studio che ha preparato il P.A.E.S. di Vigonovo, considero tra i migliori 9 d’Italia). Il materiale divulgativo, arricchito di esperienze, allegato alla proposta è costituito da: inventario base delle emissioni, andamento delle emissioni di Co2, 12 link di Progetti di educazione ambientale in campo energetico per le scuole, 3 link di Giochi sulle energie rinnovabili, 4 vademecum su
Per l’anno 20142015 i plessi scolastici saranno messi in “competizione” comportamenti virtuosi, monitoraggi del consumo di gas e di energia elettrica negli ultimi anni nei plessi di Vigonovo. Ritengo che, dal materiale allegato, si possano reperire utili spunti per sviluppare nel brevemedio periodo, iniziative semplici anche nelle nostre scuole. Esperienze in altri ambiti, illustrate in vari convegni e fiere, dimostrano che solo con un comportamento virtuoso è possibile diminuire i consumi di gas ed energia dal 6 al 12 %. Questo non comporterà la diminuzione del confort all’interno dei plessi ma sicuramente garantirà una maggiore attenzione negli usi. Per l’anno scolastico 2014-2015 i plessi saranno messi in “competizione” per tutto l’anno, inoltre al plesso migliore sarà attribuito un premio proporzionato al risparmio ottenuto”. Altro progetto riguarda le aziende. “Con le aziende continuerà anche nel 2014 la predisposizione di stand “Vigonovo 2020” durante le sagre paesane. Lo stand che raccoglie le aziende che si sono rese disponibili, è organizzato dall’amministrazione comunale. Oltre alle sagre di Vigonovo e Tombelle, è in fase di organizzazione anche la presenza dello stand Vigonovo 2020 alle serate organizzate da “Anime in solidarietà” e dalla Consulta dei Commercianti del 13-14 giugno in piazza a Vigonovo”. G.P.
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12 Fiesso D’Artico Territorio L’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta” punta su turismo e gastronomia
Il rilancio parte dall’Expo 2015 I sindaci alla Bit di Milano hanno presentato l’app mobile “Le delizie della Brenta”
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Economia Concordato liquidatorio
Fracasso, insoluti debiti per 25 milioni
I sindaci dell’unione a Milano
delle sue bellezze storiche, artistiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. Si tratta di una App, scaricabile direttamente su smartphone e tablet Android tradotta in sei lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, russo e cinese). La app è stata realizzata dall’Unione dei Comuni con la collaborazione del Dipartimento di Economia dell’Università Cà Foscari e del Centro Studi Riviera del Brenta, e la partecipazione delle associazioni di categoria, delle Pro Loco e ad altri soggetti del territorio che si occupano di promozione turistica. La presentazione si è conclusa con una degustazione vini Doc “Riviera del Brenta”.
Sicurezza idrogeologica ecco i lavori
iesso d’Artico, come molti altri comuni, ha fronteggiato il rischio alluvioni causato dalle forti precipitazioni nel mese di febbraio. Il problema è stato gestito da un concerto di forze quali l’amministrazione comunale, il Genio civile e la Protezione civile. La forte piovosità ha portato una piena preoccupante del Serraglio che era arrivato a cinque centimetri dalla fuori uscita della riva, in alcuni punti. “Durante il periodo di forti precipitazioni, c’è stata una notte davvero preoccupante – dice il sindaco Andrea Martellato – sono state chiuse e aperte le pompe comunali e la Protezione civile monitorava gli argini e informava il Genio della situazione che con il consorzio gestiva le idropompe comunali. Nella zona di Mira, a valle, c’era una grande sofferenza e non si poteva più immettere acqua, abbiamo dovuto tenere l’acqua nel nostro territorio facendo attenzione che non ci fossero rigurgiti”. Un altro problema che si lega a quello delle alluvioni e lo stato delle sponde dei corsi d’acqua spesso fortemente danneggiati dalle tane delle nutrie. Questo problema riguarda tutti i comuni della Riviera del Brenta: il fiume non è di grossa portata, ma questi animali creano danni molto importanti. “La Regione dovrebbe fare una politica d’intervento su questi animali, bisognerebbe capire qual è la soluzione migliore per fronteggiare il problema, se intervenire sterilizzando gli animali o con la selezione – conclude Martellato – la priorità deve essere preservare R.P. gli esseri umani e le loro cose”.
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racasso, fase finale. Il 45 % del debito di ol- so aveva accumulato debiti per ben 55 milioni di tre 50 milioni accumulato dalla Fracasso sarà euro di cui 6 milioni fra stipendi e Tfr da liquidare liquidato ai fornitori e aziende che lo hanno ai dipendenti ora senza lavoro (che hanno diritto al contratto con l’azienda di via Barbariga a Fiesso. La 100% delle spettanze). cassa integrazione per 122 lavoratori del gruppo, è Al netto dei soldi che dovranno essere versati stata al Ministero del Lavoro a Roma. ai lavoratori, restano quasi 50 milioni di euro che È emerso a Mestre in un incontro all’assesso- coprono il 45 % dei debiti”. rato al lavoro della Provincia. Da fonti aziendali si Come sempre succede in questi casi, 25 miliosottolinea come questa percentuale di pagamento ni di euro di compensi per lavoro commissionato o sia cospicuo rispetto ad altri concordati in cui i debiti prodotti forniti, non saranno pagati. L’azienda dal vengono saldati ad appena il 10 % del totale. A canto suo fa sapere che la cifra non è bassa, visti spiegarlo è stato Roberto Ficotto, il commissario, altri concordati in cui le percentuali di pagamento scelto dal Tribunale di Venezia per la gestione del sono decisamente inferiori. La stessa azienda poi concordato liquidatorio dopo la sua omologazione. aveva fatto capire come la crisi sia arrivata anche a L’accettazione del concorcausa di una una pesantissidato nelle scorse settimane 12 mesi ma multa dell’Anti trust. “Al ha chiuso la fase di proce- di cassaintegrazione Ministero – spiega Valentini dura concorsuale, avviata per cessata attività –abbiamo firmato la casdal titolare Adriano Fracas- per 122 dipendenti, saintegrazione per 12 mesi so un anno fa. L’azienda, 115 del sito rivierasco per cessata attività per 122 che aveva in forza 191 dipendenti, 115 del sito di dipendenti fra le sedi di Fiesso e un’altra in Emilia, Fiesso, in via Barbariga e sette del sito emiliano. è riuscita a portare in porto in questi ultimi mesi Poi la mobilità”. l’affitto del ramo d’azienda del comparto “silos”, Non mancano le polemiche: ”Purtroppo in tutta cioè una quarantina di persone, alla Frame di Me- questa vicenda in cui oltre un centinaio di operai strino (Pd). sono a casa per colpa di una gestione aziendale a In quell’occasione erano falliti i tentativi di ce- dir poco discutibile –conclude Valentini”. Diverse le dere un altro ramo a una società tedesca. Tentativo opinioni dell’azienda che accusano proprio la Cgil di che era stato spalleggiato dal sindaco di Fiesso An- aver fatto fallire le trattative per l’affitto di un aldrea Martellato. Restano però i debiti per decine di tro ramo d’azienda. Su questo si era inserita anche milioni. Ma meno della metà sarà pagato a fornitori, l’azione della Cisl che però è naufragata di fronte lavoratori autonomi e manutentori. “Il commissario all’intransigenza della Fiom. Ficotto – ha spiegato per la Fiom Cigil il referente A.A. Michele Valentini - ci ha spiegato che la Fracas-
Interventi
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di Giacomo Piran eriodo molto fruttuoso per l’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta”. Il 10 febbraio scorso, nel centro civico di Campagna Lupia, si è svolto l’incontro del Comitato Expo Venezia con i comuni dell’Unione con parti sociali, associazioni di categoria e soggetti economici. Nell’occasione è stato illustrato il progetto presentato dall’Unione dal titolo: “Riviera del Brenta: l’acqua che unisce e lega i territori, le attività e le tradizioni, tra il Brenta il Cornio e la laguna Sud”. ‘Il progetto, perfettamente in linea con la tematica che il Comitato stesso promuoverà - ha spiegato la presidente dell’Unione Maddalena Gottardo che al mondo nell’ambito del Distretto della Calzatura - racchiude le potenzialità, le eccellenze e l’intera offer- della Riviera del Brenta”. Sabato 15 febbraio i rappreta del territorio che amministra l’Unione dei Comuni. Il sentanti dell’Unione – Maddalena Gottardo presidente e sindaco di Dolo, Federica Boscaro fiume Brenta che tra Dolo e Fiesso sindaco di Fossò, Andrea Martellato ospita tra le più belle Ville Venete, Gli enti locali sindaco di Fiesso d’Artico e Marino l’area di Fossò che è lambita dal hanno avuto la Capuzzo consigliere comunale di “Minor Medoacus” - ora Cornio - colllaborazione Campagna Lupia – hanno parteciche va a sfociare nelle acque valli- dell’Università pato alla Bit (Borsa Internazionale ve della Laguna Sud nel territorio di Ca’ Foscari del Turismo) a Milano dove hanno Campagna Lupia - ora patrimonio dell’Unesco: le vie d’acqua concorrono alla promozio- presentato l’app mobile ‘Le delizie della Brenta’, che ne e al marketing di un territorio che offre arte, cultura rappresenta un moderno e tecnologico strumento di ed eccellenze agroalimentari, oltre che produzioni uni- promozione turistica del territorio, delle sue attività e
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l via la seconda edizione del concorso “Scrivi una pagina in più” rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado della provincia, sulle drammatiche vicende del confine orientale e sull’esodo della popolazione istriana di Fiume e della Dalmazia. Scopo del concorso è promuovere la conoscenza e la riflessione sul dramma di 350 mila connazionali costretti ad abbandonare le proprie terre. Hanno aderito le amministrazioni comunali di Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Dolo, Fiesso D’Artico, Fossò, Mira, Salzano, Scorzé, Stra, Vigonovo. E’ intervenuto Alessandro Cuk, presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Venezia. “Il concorso chiude - ha spiegato l’assessore alla pubblica istruzione provinciale Claudio Tessari - idealmente le iniziative che abbiamo promosso anche quest’anno nelle scuole superiori in tutto il territorio della provincia per la Giornata del Ricordo. La giornata è stata istituita dallo Stato per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo delle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Il concorso permetterà a centinaia di nostri ragazzi di riflettere e di vivere un’esperienza che va al di là della pura didattica”. Per il presidente Alessandro Cuk: “Questa
è una pagina di storia che fino a poco tempo fa era poco conosciuta. Per questo abbiamo impostato come associazione un grande lavoro con tutte le scuole collaborando con enti come la Provincia di Venezia e associazioni, alla presentazione di libri, spettacoli, testimonianze, in grado di far conoscere veramente cosa ha rappresentato questa tragedia. Di recente abbiamo stampato, in collaborazione con il Ministero, una scheda-opuscolo che stiamo distribuendo nelle scuole e non solo, che presenta in modo semplice una breve sintesi storica. Il nostro impegno è stato molto apprezzato e questo ci sprona a continuare su questa strada”. Il concorso “Scrivi una pagina in più” è destinato agli alunni delle scuole secondarie di primo grado della provincia. Le scuole possono inviare gli elaborati entro il 16 aprile. Ogni scuola potrà partecipare con più classi e studenti. Il concorso prevede la produzione di un testo della dimensione massima di tre pagine o di una presentazione in formato elettronico da inviare con posta elettronica. Una commissione appositamente costituita composta da persone indicate dagli enti promotori, appronterà una graduatoria dei lavori presentati e segnalerà i vincitori. Al primo classificato andranno 500 euro, al secondo 300 e al terzo 200. Altri tre premi in libri andranno agli elaborati segnalati. Info mail: concorso.esuli@istruzionevenezia.it. S.H.
Pianiga 13 Infrastrutture Il sindaco Massimo Calzavara insorge contro la regione
“Il casello di Albarea non è finanziato” di Alessandro Abbadir
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l sindaco di Pianiga Massimo Calzavara non ci sta e attacca la Regione sulla questione del casello di Albarea. “Ci sentiamo – dice Calzavara – presi in giro dalla Regione. Per il casello autostradale di Albarea sulla A4, non sono ancora stati stanziati dei finanziamenti ad hoc nonostante questa opera sia prevista da tempo a servizio dell’area industriale di Dolo - Pianiga, che è la terza della nostra provincia”. Calzavara spiega che recentemente si è tenuta una conferenza dei servizi in cui si è scoperto che i finanziamenti per la realizzazione del casello autostradale non ci sono e di fatto non ci sono, mai stati. “Con enorme sorpresa – spiega il sindaco di Pianiga in una nota – abbiamo scoperto che il casello è un’opera che non è stata finanziata, quando invece sarebbe di vitale importanza a servizio dell’area industriale di Pianiga e potrebbe servire anche il polo della calzatura della Riviera del Brenta. Ma le sorprese negative non sono finite qui”. Altra brutta scoperta è stata quella relativa al casello di Roncoduro chiuso anni fa. “Si era parlato – assicura Calzavara – di una riapertura imminente, ma invece ora scopriamo che sarà riaperto solo fra qualche anno e in forma ridotta, mentre per quello di Albarea come minimo, anche se si trovassero i finanziamenti, ci vorranno altri 7-8 anni prima che veda la luce”. Per Calzavara “non è questo il modo di aiutare le imprese a restare competitive e ad evitare che chiudano i battenti. Dovremo continuare a servirci del casello di Marano- Vetrego che è distante chilometri
A soffrire di più questo momento sono decine di aziende dell’area industriale dalla nostra area industriale ed è poco utile”. Contro la posizione del sindaco, si scaglia il comitato Opzione Zero. “E’ ovvio – spiega in una nota Mattia Donadel di Opzione Zero – che la Regione non vuole finanziare il casello di Albarea. Alla Regione e all’assessore Renato Chisso, interessa solo l’innesto del Passante a Roncoduro. Il casello di Albarea sarà fatto eventualmente solo dopo Veneto City”. ”ll sindaco Calzavara – dicono con le portavoce del Comitato, Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin – afferma di sentirsi preso in giro dai suoi colleghi di partito presenti in Regione perché non ci sono finanziamenti per costruire il casello di Albarea? Poi si dice sorpreso di scoprire che il casello di Roncoduro sarà forse riaperto parzialmente (solo in direzione Mestre)? O il sindaco di Pianiga è in malafede, o è incapace di guardare i progetti e di ascoltare quello che da anni espongono comitati
Opzione zero attacca il primo cittadino: “Doveva bocciare Veneto City”
Il vecchio casello Roncoduro ormai chiuso da anni
e cittadini. I piani del suo collega di partito Renato Chisso sono chiari: innesto della Romea Commerciale a Roncoduro. Il casello di Albarea ci sarà solo se andrà in porto Veneto City. In tal caso, oltre ad impedire la riapertura totale del casello di Roncoduro potrebbe anche “saltare” l’apertura parziale dell’ex casello di Dolo per evitare che il “tornello” si trasferisca tra il casello di Albarea e Roncoduro”. Duro l’affondo. “Se il sindaco Calzavara – conclude Opzione Zero – avesse avuto a cuore, di aiutare le imprese a restare competitive ed evitare che chiudano i battenti, avrebbe bocciato il devastante progetto di Veneto City, e chiesto il rispetto degli accordi sul Passante.”
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rriva la crisi e l’asilo costa di più. Succede anche a Cazzago di Pianiga all’asilo privato “Club dei Piccoli”, che ha una trentina di alunni. I genitori sono chiari. “All’inizio dell’anno - spiegano - la retta è aumentata e molte famiglie si sono trovate in difficoltà. Fino a gennaio pagavamo 145 euro al mese, pasto compreso e il comune contribuisce con una quota. I non residenti pagano di più. Da febbraio la rata di 145 euro non è più comprensiva del pasto. I genitori devono pagare ulteriori 4.11 euro al giorno per il pasto. La retta diventa così di 235 euro al mese. Ci siamo trovati senza alcun preavviso e possibilità di replica, a pagare 235 euro al posto di 145 pagati fino al mese precedente”. I genitori sono preoccupati per questo aumento. “La cosa ci lascia sconcertati, non ce la facciamo a sostenere i costi aggiuntivi richiesti - dicono. La soluzione alternativa è quella di portare via i figli. Alcuni genitori stanno valutando e si stanno organizzando. La situazione non è semplice, i bambini sono ben inseriti in un bellissimo ambiente che frequentano da anni”. A Cazzago di Pianiga non c’è l’asilo comunale, c’è solo un altro asilo gestito dalla parrocchia e attualmente ha 120 alunni. A.A.
14 Personaggio Letteratura Un talento tutto rivierasco nato a pochi passi dall’Isola Bassa
Luigi Veiro Zabeo, scrittore di Dolo Si è aggiudicato il terzo premio al concorso internazionale “Emily Dickinson” di Napoli di Roberta Pasqualetto
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uigi Veiro Zabeo è nato il 2 marzo 1942 a Dolo in via Rizzo, in uno dei punti più belli e affascinanti: l’Isola Bassa. Veiro è molto conosciuto nel suo paese dove ha sempre vissuto, a parte un breve periodo a Cazzago. Negli ultimi anni si è fatto conoscere per aver scritto e pubblicato tre libri. Dopo la maturità classica, al liceo di Padova, ha conseguito una laurea triennale in chimica, poi ha lavorato come assistente all’istituto d’igiene di Padova e, dopo aver vinto un concorso, è stato assunto al laboratorio dell’ospedale di Dolo. “Ho lavorato quarant’anni in ospedale, mi sono poi interessato ai software per la gestione informatica e mi sono specializzato in quella. Ho cominciato a scrivere per scherzo e accogliendo il suggerimento dei familiari”. Le prime pubblicazioni dello scrittore sono state all’interno di due edizioni di “Gocce di emozione”: delle antologie che hanno raccolto lavori di scrittori locali. Dopo questa prima esperienza, con la pubblicazione di racconti brevi, molto apprezzate dai famigliari e dagli amici, Veiro si è fatto convincere ad accettare una nuova sfida e avventurarsi nella scrittura di un libro. “Il mio primo libro si intitola “L’isola dei dimenticati”, è la storia di un giovane che fa il cronista per un giornale e dopo molti anni torna nel suo paese di origine dove sembrano esserci
dei fantasmi. Il finale è a sorpresa perché il protagonista incontra uno strano personaggio, sulla riva del fiume, che forse è il padre o forse è solo una visione, in una sorta di realtà extra sensoriale dove ogni lettore può interpretare le cose come vuole”. Questo primo libro si è aggiudicato il terzo premio al Concorso Internazionale Emily Dickinson di Napoli, poi ha ottenuto dei diplomi di merito al Premio Nazionale di poesia e narrativa AlberoAndronico a Roma. La seconda pubblicazione si intitola “La libellula di mare” ed è ambientata in un paesello della bassa padana chiamato con il nome di fantasia Campagnola. La storia è tutta ambientata all’interno di una villa veneta abitata da persone e da fantasmi, dove nasce l’amore tra un personaggio irreale e una ragazzina, la storia finisce un po’ tragicamente ma lascia al lettore la facoltà di scegliere come interpretare quanto letto. “All’eclissi di luna” è il terzo libro dello scrittore che conclude la trilogia extrasensoriale. La storia è ambientata a Dolo, anche se l’autore non lo rivela mai chiaramente. La protagonista è una ragazza che studia a Venezia e alloggia nella Riviera del Brenta, si sente particolarmente attratta dallo Squero dove incontra un’entità che gli racconta i segreti del paese. Veiro è instancabile e sta già lavorando a nuove cose: a breve
Luigi Veiro Zabeo
uscirà un libro che raccoglie ventiquattro racconti e ha iniziato a scrivere un libro giallo. “Quando comincio a scrivere un libro ma non so mai come andrà a finire la storia, per prima cosa scelgo l’ambientazione poi inizio a inserire i personaggi e loro prendono vita. E’ una sorpresa anche per me, come si svolgono i fatti, e soprattutto il finale, con quest’ultimo lavoro mi sono staccato completamente dall’ambiente paranormale. Mi piace lavorare di fantasia ma parlo di cose che conosco e situazioni che ho già visto”. Ogni libro di Veiro ha venduto circa 300 copie e lo scrittore riconosce che parte del
merito va al fatto di essere conosciuto nella zona perché figlio della maestra del paese (Maria Suman), per la sua militanza nel calcio Dolo e per il suo lavoro. “L’ultimo libro che ho scritto mi ha dato più notorietà nel territorio, sono stato premiato con “Molini di Dolo – Sessola d’Argento” promosso dall’associazione Isola Bassa. Sono state tutte grandi soddisfazioni, io scrivo per il piacere di farlo e ho cominciato per caso, tutto il resto è arrivato senza pretese. La cosa che mi piace di più quando scrivo è il senso di onnipotenza che ha lo scrittore perché i suoi personaggi fanno tutto quello che lui decide”.
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E’ la pezzatura, quella dalla Giunta ed approvate colo cabotaggio e piccola consiliare predisposte regionale. Geremia Gennari, alla questione, la sala zona grigia di cui nessuno entro la C’è stato un taglio ad che alimenta una bassopolesane in merito è stata recentemente teatro V commissione Potranno avere inizio già chiarezza. E’ il primo l coro delle forze politiche l’ordine del giorno approvato di risorse, soprattutto considerevole conosce i contorni con riqualificazione trasversalmente portovirese pubblico “L’ospedale di Porto ricordando in consiglio comunale fine dell’anno i lavori di tutti gli altri, fino ad di fornitura di è alzato unanime e ca si all’unanimità giustifi dell’incontro poi che agosto che certi farmaci, che passo Rosolina dalla schede soccorso al se del quartiere Norge di del presidio ospedaliecontro la perdita decretata ospedalie- Viro mutilato da Venezia: pronto scandali. Il tutto in nome procurarsi pagando, vogliono devono ai residenti di potersi capogruppo per il mantenimento una volta precisare che arrivare ai grandi presidio di Alessan permetteranno quindi alle persone ovviamente, ma anche soccorso” promosso dal ospedaliere regionali del voluto ancora pronto dro ha del palanca”, ro, “dio detenute oltre a Salute Abbad del e all’aperto della spazi Giacon ir* di un millimetro: alla libertà viene Viro Thomas di moralità e di godere al meglio gli ro della casa di cura Madonna “Porto Viro non arretrerà di di Uniti per Porto tolta di una distorta concezione centro della frazione scandalizzarsi loro anche la salute. alle Viro, appellativo che permetteva partecipato diversi rappresentanti se c’è da urlare o da sbarcare a Venezia, urne del 24 e18 pag. senso civico. Perché dunque 25 di Porto di assoluta cui hanno regionali Fondamentale emerge una situazionefebbraio compresi i consiglieri il nosocomio in posizione porrescorso l’intervento se “così fan tutti”? e che nel istituzionali Azzalin, oltre lo faremo. ine- alla sanità pubblica stricabile, o perlomeno davvero prestato dal Sert. parità rispetto Cristiano Corazzari e Graziano tutti accomu50% 40% pag. 3 difficilmente di Agenas (Agenzia Naziorisolvibile. Un continua a pag. 10 30% all’onorevole Diego Crivellari, il declassacaos politico che rapporto annuale 6 60% 50% pagg. 4-5 e rischia sanitari) ha indicato come portare spediti unico scopo dopo 30% 20% a nuove consultazinale perdii servizi nel trat- nati da un SULLA S.S. 434 50% ospedaliere 10% prio quello che Pro- miglior centro del Veneto avvenuto con le schede secondo iloni. 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Approfondimento 17 Camponogara Ancora nulla di definito fra gli sfidanti da contrapporre la ricandidatura del sindaco Menin
Opposizioni, candidature in alto mare Pascale De Falco (centrodestra) e Elisa Boscaro (Movimento 5 Stelle) smentiscono la loro partecipazione di Roberta Pasqualetto
I
l prossimo 25 maggio si voterà per le elezioni amministrative comunali. I cittadini del comune di Camponogara, che ha meno di 15 mila abitanti, voterà con una sola scheda per eleggere sia il sindaco che i consiglieri comunali. Ciascun candidato alla carica di sindaco sarà affiancato dalla lista elettorale che lo appoggia, composta dai candidati alla carica di consigliere. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato sindaco, con accanto a ciascun candidato il contrassegno della lista che lo appoggia. Sarà eletto sindaco, il candidato che otterrà il maggior numero di voti. Per il comune di Camponogara, al momento, l’unico candidato certo è l’attuale sindaco in carica Giampietro Menin del Pd. “Stiamo redigendo il programma elettorale e mettendo le basi per quelli che saranno i punti di forza, per la riqualificazioni del territorio totale quali: parchi, strade, marciapiedi, viabilità e per fare delle collaborazioni con le realtà locali quali associazioni parrocchie e scuole. Nella giunta ci sarà un cambiamento e un rinnovo con l’incremento di più presenze femminili: puntiamo a persone giovani che sono importanti per futuro e per il loro apporto di nuove idee”. Per quanto riguarda la Lega Nord, al momento non è ancora stato reso noto il nome del candidato alla poltrona di sindaco ma c’è una rosa di possibili leader. “In questo
momento – dice Elisa Vigolo consigliere comunale lista “patto per i cittadini” – delicato e importante per il futuro del nostro territorio l’impegno della sezione Lega Nord è incentrato nella creazione di un programma elettorale che ha come priorità la qualità della vita e mette al primo posto il cittadino. Stiamo valutando una serie di persone che fanno parte del mondo della politica e cittadine di Camponogara, punteremo molto sull’ambiente e su un Comune a misura di cittadino dal più piccolo al più grande. Un’importante decisione per il futuro è quella delle scuole se vogliamo continuare a temporeggiare o risolvere il problema una volta per tutte con i fondi europei e con i bandi”. Per quanto riguarda Sel, non si conoscono ancora i nomi di possibili candidati. “Stiamo valutando con il Gruppo se, decidere di partecipare alla competizione elettore oppure no – dice Rosalia Tassetto consigliera e lista “sinistra per Camponogara” – noi abbiamo sempre fatto critiche costruttive e cercato di porre delle soluzioni su una rivisitazione della crescita urbanistica del paese, le nostre idee sono di sviluppo generale nel contesto più ampio della Riviera del Brenta. Abbiamo criticato questa amministrazione per scelte costose quali la caserma, spesa che dall’anno prossimo cadrà sulle spalle dei cittadini. Anche il distretto ha avuto un prezzo da pa-
Il municipio di Camponogara gare in perdita di territorio e in ulteriore urbanizzazione. Noi abbiamo un’idea diversa di sviluppo del territorio. A Calcroci è sorto un comitato di cittadini che hanno perso un’area verde diventata edificabile poi la rotonda in via 8 Marzo, nata da un accordo pubblico privato al limite della legittimità. Abbiamo svenduto pezzi di paese per soldi ,ma questo cambierà la qualità di vita nel paese”. Anche per quanto riguarda il Pdl manca il nome del possibile candidato. “Siamo ancora in trattativa e non abbiamo ancora un candidato sindaco – dice Pascale De Falco consigliere gruppo “lista civica Camponogara” – il nostro programma punterà al sociale per dare delle risposte
al problema della disoccupazione giovanile e per tutte quelle famiglie in difficoltà. Un altro punto di forza sarà l’ambiente: stop alla cementificazione e riqualificazione al mondo della scuola provvedendo alla manutenzione davvero necessaria. Non mancheremo di investire nella cultura per sviluppo della persona”. De Falco aveva smentito in modo categorico nelle scorse settimane di essere lui il candidato sindaco. Dal Movimento 5 Stelle non emerge nulla, si era vociferato su una possibile candidatura di Elisa Boscaro ma lei smentisce in modo categorico e dichiara di non aver mai pensato di presentarsi alle amministrative.
STRA In campo tre liste
S
tra è uno dei due comuni della Riviera, assieme a Camponogara, in cui questa primavera si voterà per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale. Il comune di Stra ha una estensione di 8,78 km quadrati e comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Paluello e di San Pietro. La popolazione, dato del 31 dicembre scorso, è pari a 7644 cittadini di cui 3949 donne e 3695 uomini. Attualmente il comune è amministrato da sindaco Mario Collini “Stra Rialzati” che ha già confermato di non volersi ricandidare. Finora sono due le liste che si sono presentate per le prossime elezioni comunali: “Crescere è futuro”, che candida l’attuale vicesindaco Maricla Sartori, e “Insieme” che al momento della realizzazione di questo articolo non ha ancora annunciato il suo candidato, che potrebbe essere Caterina Cacciavillani. Alle due liste potrebbe aggiungersi anche il “Movimento 5 Stelle” che in queste settimane ha promosso dei gazebo nelle piazze del comune di Stra per incontrare i cittadini. La prima ad ufficializzare la propria candidatura, con una presentazione svoltasi il 25 gennaio in villa Foscarini Rossi, è stata Maricla Sartori (Crescere è futuro). “Cinque anni fa, con una raccolta firme, mi era stato chiesto di candidarmi. Allora ho detto di no perché non mi sentivo pronta - ha detto nel suo intervento - Oggi però non siamo gli stessi di allora. Questi anni in amministrazione sono serviti a me e alla squadra di giunta per crescere. Ho capito prima di tutto che la politica deve essere fatta a contatto quotidiano con i cittadini.
di
Oggi abbiamo più esperienza e più conoscenza di cosa significa amministrare. E con noi ci sono tanti volti nuovi, tanti giovani. Per questo posso dire che mi sento pronta”. Poche settimane dopo è stata ufficializzata la nascita della lista civica “Insieme”. “Nel Comune di Stra si è aperta una nuova fase elettorale - si legge nel comunicato stampa che ha riunito un gruppo di persone che con spirito di rinnovamento e onestà intellettuale si sono trovate concordi attorno a dei principi fondanti centrati sul rispetto della libertà e dignità del cittadino. Il primo obiettivo è di rinnovare il quadro politico locale, superando la frammentazione che da anni divide la cittadinanza, per puntare a una nuova e forte alleanza tra cittadini. Si è creata così la nuova lista civica “Insieme”, cui hanno aderito i gruppi “Strada Comune”, “Il mio paese” e “Stracentrosinistra”. Una lista aperta ai cittadini di qualunque ispirazione ideale e politica, decisi a costruire un progetto comune attraverso il metodo democratico G.P. e la partecipazione”.
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Cultura locale 19 Memoria Curiosa iniziativa del comune di Mira
Tradizioni
Storia del paese, aperto un bando N
La processione di Borbiago
Si intende creare un archivio di documenti fotografici che riguardano i luoghi, le tradizioni, i mestieri e la vita delle passate generazioni di Roberta Pasqualetto
I
l comune di Mira ha aperto un bando per la raccolta d’immagini sulla storia del territorio presso le biblioteche comunali. Questo tipo di raccolta è rivolto a tutti i cittadini e ha lo scopo di recuperare, archiviare e far emergere la memoria del territorio e dei suoi abitanti. Le immagini, che andranno a costituire un archivio di documenti fotografici, ritrarranno momenti di vita privata e collettiva, eventi locali e storici, attività lavorative, attrezzature e ritratti di personalità o luoghi d’interesse storico e artistico. L’amministrazione comunale di Mira, con questo lavoro, intende creare un archivio di documenti fotografici che riguardano i luoghi, le tradizioni, i mestieri e la vita delle passate generazioni, attraverso la raccolta e la digitalizzazione di foto fornite dai cittadini, da fotografi professionisti, da fotoamatori, associazioni, aziende e istituzioni. Le foto di famiglia, oltre al chiaro valore sentimentale per le persone, possono essere importanti testimonianze private, ritratti e auto-rappresentazioni della storia di una comunità
e di com’è cambiata nel tempo. L’obiettivo finale è quello di far emergere, recuperare e archiviare, i documenti fotografici reperibili nella convinzione che siano materiali preziosi per la difesa della memoria di un territorio e dei suoi abitanti, come fonti inedite e indispensabili per la ricerca storica, sociale e antropologica. Altro obiettivo è di fornire un servizio ai cittadini, offrendo loro la possibilità di vedere e conservare, anche in formato digitale, documenti del passato personale e collettivo. L’archivio digitale realizzato con tutto il materiale raccolto, sarà fruibile nelle biblioteche del Comune di Mira, e sarà salvato in formato digitale consultabile on-line. L’archivio fotografico sarà costituito da tutte le fotografie alle quali sarà riconosciuto un valore storiografico del territorio e dei suoi usi e costumi. La scelta delle fotografie sarà presa a giudizio insindacabile dai curatori della raccolta, le fotografie, una volta digitalizzate, saranno restituite ai proprietari. La consegna del materiale fotografico sarà fatta su appuntamento presso le biblioteche
Un’immagine dei mestieri di un tempo comunali di Mira il mercoledì mattina e a Oriago il lunedì pomeriggio; la prima fase di raccolta terminerà il 31 maggio poi ci sarà una seconda raccolta. Questo progetto ricorda l’ultima tendenza che gira in facebook dove ci sono dei gruppi aperti dedicati a paesi, tra questi ci sono i gruppi: “Sei di Oriago se…” o “sei di Mira se...” dove cittadini attuali o del passato pubblicano foto,
scrivono commenti e riportano ricordi storici del territorio e di persone che hanno lasciato il segno. Il meccanismo è di iscriversi al gruppo e di vedere e leggere tutto quello che pubblicano gli altri iscritti, i due gruppi hanno avuto un’altissima adesione da parte di persone di tutte le età: Oriago ha superato le mille e cinquecento iscrizioni e Mira arriva quasi a duemila persone.
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el mese di marzo si terranno due appuntamenti a Borbiago: domenica 16 l’ASD Gruppo Podistico Capiteo terrà una corsa podistica non competitiva e, domenica 23, la parrocchia di S. Maria Assunta organizza una processione dedicata alla Madonna. Il 16 marzo si terrà la 14° edizione di “4 passi in campagna” una corsa podistica con tre lunghezze di percorso: 9, 12 e 21 chilometri. La giornata inizierà alle ore 8, in centro a Borbiago alle 9.15; si correrà anche una mini competizione di 3 km dedicata ai bambini. Il percorso di gara si svilupperà verso le zone periferiche, in direzione sud-ovest, procedendo nelle aree rurali della campagna circostante, si rientrerà verso la zona della partenza per poi continuare nelle zone della campagna a nord del paese. Domenica 23 alle 10 si celebrerà la messa presieduta dal Patriarca di Venezia e poi, si festeggerà la Madonna, con una processione lungo le strade. “Questo evento vuole essere un modo di celebrare la festa della Madonna il 25 marzo - dice don Carlo - vorremmo farla diventare una tradizione per la Madonna e per il santuario. Porteremo la Madonna in carrozza trainata da cavalli, per chiedere a Maria che ci accompagni nel nostro cammino. La festa della Madonna era molto sentita in questo territorio e ci piacerebbe riprendere questa R.P. tradizione”.
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La manifestazione a Roma Artigiani, piccoli imprenditori e commercianti in piazza
“Abbiamo fatto sempre da soli, ora il Governo ci deve aiutare”
Semenzato, Confartigianato Venezia: “Siamo quelli del Made in Italy, che producono eccellenze, e rischiamo di scomparire” di Ornella Jovane
“R
appresentiamo l’ossatura del tessuto economico del Paese, una fetta significativa di società che da sempre ha lavorato in silenzio, per conto proprio, nell’ombra, senza mai chiedere nulla. Ora basta! La crisi economica e finanziaria di questi anni ha travolto e investito anche noi e ci ha messo in ginocchio. Questa volta non ce la facciamo da soli. E’ tempo ormai che la politica faccia la sua parte. Chiediamo al governo quello che è un diritto sacrosanto: di metterci in condizione di lavorare in libertà”. Poche parole, determinate, magari amare, ma ancora speranzose e dialoganti, sono quelle pronunciate dal presidente provinciale di Confartigianato, Marco Semenzato, che il 18 febbraio era a Roma, insieme ad una nutrita rappresentanza degli artigiani ma anche di commercianti e piccoli imprenditori che, tutti insieme, hanno sfilato in Piazza del Popolo nella manifestazione nazionale organizzata da Rete Italia Imprese per denunciare le difficoltà di un sistema produttivo al collasso.
Manifestanti veneziani a Roma il 18 febbraio scorso “E’ stata una manifestazione sentita e partecipata, come da tempo non se ne vedevano e per la prima volta le diverse categorie hanno deciso di mobilitarsi sotto un’unica bandiera“ commenta Semenzato raccontando la trasferta romana degli artigiani che dal Veneziano hanno aderito un po’ da tutto il territorio, riuscendo ad organizzare tre pullman pieni, a cui, nella conta, vanno ad aggiungersi coloro che hanno deciso di spostarsi in treno. “Come Confartigianato - riferisce - eravamo oltre un centinaio”. Dalla provincia, contando anche le organizzazioni del commercio e della piccola impresa, sono giunte a Roma un migliaio di persone. “Una significativa rappresentanza - fa osservare - che si faceva portavoce di un numero ben più elevato di persone. Ma di questi tempi è difficile scegliere di chiudere l’attività per una giornata intera...”. Che cosa ha fatto scattare la molla che ha spinto le categorie produttive fino a Roma?
“La necessità di recriminare l’attenzione della politica. Da troppo tempo ormai, - commenta indignato - invece, avvertiamo una distanza cosmica che ci fa percepire la classe politica e dirigente di questo Paese come qualcosa di molto lontano dalle nostre esigenze, dai nostri problemi. Ci siamo trovati a Roma in una fase di passaggio per il Governo, tra un presidente del consiglio e un altro. Ma era fondamentale che chi si fosse insediato dopo la crisi di Governo fosse cosciente del fatto che ci siamo anche noi, che siamo ancora in grado di reagire e di denunciare la nostra stanchezza ad essere considerati carne da macello”. “Senza impresa non c’è l’Italia. Riprendiamoci il futuro” è lo slogan dietro il quale si elencano tutte le richieste del mondo produttivo delle pmi: una politica del credito che permetta di rilanciare gli investimenti, un alleggerimento della pressione fiscale, un costo del lavoro che renda più competitivi, una burocrazia più leggera e razionale. “In estrema sintesi chiediamo al go-
verno un’opera incisiva di salvaguardia delle piccole attività produttive e dei posti di lavoro” spiega Semenzato. “Quando ci siamo contati in Piazza del Popolo a Roma - prosegue nel racconto - ci siamo rincuorati, perché abbiamo potuto constatare di fatto, al di là delle cifre che non sempre rendono l’idea della realtà, che siamo in tanti. Per un giorno siamo usciti dalla condizione di “invisibili” del mondo produttivo e, insieme, ci siamo fatti vedere, conquistando l’attenzione dei media. Ora, il nostro obiettivo è di sfruttare al massimo questa visibilità per urlare - arrabbiati ma non incattiviti - le ragioni di un popolo di piccoli e medi imprenditori che, a differenza delle grandi aziende di società di capitali, ogni giorno rischia in proprio, trascinando con sè nel rischio la propria famiglia. Vogliamo ricordare alla politica che siamo un patrimonio da valorizzare: le nostre attività sono agili, snelle, si riorganizzano velocemente per assecondare le sempre nuove richieste del mercato. Siamo in continua evoluzione. Siamo quelli del Made
in Italy, che producono eccellenze, qualità, originalità nella specificità delle tecniche di produzione e nel prodotto finale”. Eppure le storie dei nostri giorni raccontano di un tessuto sociale e produttivo storico che di giorno in giorno, con la chiusura costante di attività anche di lunga tradizione, rischia di estinguersi. “Quando - osserva - nel saldo tra mortalità e natalità di piccole e medie imprese si bilancia il numero delle attività che chiudono con quello di quante avviano il loro business - saldo che comunque rimane decisamente negativo - non si tiene presente il fatto che le nuove aziende, per lo più individuali, non sono imprese strutturate ma nascono sulla spinta della potente crisi occupazionale e spesso rappresentano l’ultima spiaggia per chi è rimasto senza lavoro. Non è un caso che sono quelle a più elevato rischio di mortalità”. Il tempo degli alibi - dicono - è finito per la politica, ora nell’elenco delle priorità del Governo ci devono essere anche loro.
lA TESTIMONIANZA COMMERCIANTI ESASPERATI: “AlMENO ABBIAMO fATTO SENTIRE lA NOSTRA vOCE”
“N
on riusciremo forse a cambiare le cose, ma almeno ci abbiamo provato. Abbiamo fatto sentire le nostre ragioni perché siamo stanchi di subire sempre in silenzio e di fare i conti tutti i giorni con difficoltà e disagi, spesso più grandi di noi. Senza parlare di chi, e sono in molti, ha deciso di gettare la spugna e alla fine ha pensato di chiudere la propria attività. Non è giusto. Al di là delle nostre vetrine, ci sono storie di sacrificio quotidiano, di coraggio e di pensieri che non ci fanno dormire la notte. E pensare che abbiamo tanto entusiasmo e voglia di fare!”. C’era anche Elena Testoni, titolare del negozio di parrucchiera, Le Kiome di Elena a Maerne di Martellago, a manifestare a Roma. Racconta di una giornata speciale, caratterizzata da una profonda solidarietà nata dal confronto di storie più o meno simili e dalla condivisione degli stessi disagi.
“Ci hanno tolto il futuro” commenta e poi osserva: “Ma come faccio io ad andare avanti se l’unica dipendente che ho mi costa, in tasse, il doppio dello stipendio che porta a casa? Non posso mica lasciarla per strada, ha una famiglia anche lei da mantenere! E così sacrifico il mio stipendio, stringo i denti, nell’attesa di tempi migliori”. Nel viaggio in treno verso Roma si raccontavano le loro vicende, di attività storiche destinate a chiudere di qui a qualche mese, dopo decenni di lavoro, investimenti e progetti andati in fumo, magari sacrificando anche la casa per tentare di risalire la china. Di commercianti costretti a licenziare i propri figli perché non in grado di pagare loro gli stipendi e scoraggiati dall’impossibilità di vedere una prospettiva per il domani. O.J.
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Spazi aperti 23 3 Territorio In provincia si fa il punto dell’attività svolta nel 2013
Piani delle Acque, previsti 240 interventi Sono stati approvati da 17 comuni, adottati in prima fase da 3 comuni, redatti da altri 3 di Alessandro Abbadir
P
iani delle Acque in provincia di Venezia, molto è stato fatto. I piani delle acque sono uno strumento importantissimo di messa in sicurezza idraulica del territorio, con i quali è possibile controllare e correggere le criticità che provocano allagamenti ed esondazioni. Una costante degli ultimi 15 anni. Nel 2013 la Provincia ha svolto per i Piani delle Acque: il monitoraggio dello stato di attuazione; il supporto alla realizzazione e degli interventi previsti, la realizzazione di uno strumento per organizzare e consultare in modo rapido le informazioni contenute, e ha reso più diretta l’attività di monitoraggio Quadro d’Unione. La Provincia ha inoltre contribuito economicamente alla redazione dei piani, cofinanziando progetti e interventi idraulici considerati come necessari dai piani delle acque stessi. Ciò è stato reso possibile in base alla Legge regionale n. 11/01, utilizzando prevalentemente risorse derivanti dalla percentuale di canoni del demanio idrico trasferiti dalla Regione.
L’attribuzione delle risorse si basa sull’esame da parte della commissione di valutazione, composta dai dirigenti dell’ente, che verifica le priorità di intervento su base tecnica. I piani sono stati approvati da 17 comuni: Annone Veneto, Cavallino Treporti, Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Cavarzere, Dolo, Fiesso d’Artico, Fossò Marcon, Martellago, Pianiga, Quarto d’Altino, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè, Stra. Adottati in prima fase da 3 comuni: Gruaro, Portogruaro e Pramaggiore. Redatti da 3 enti locali: Fossalta di Piave, Mirano, Venezia. Affidati da 18 comuni: Ceggia, Musile di Piave, Noventa di Piave, Spinea, Caorle, Chioggia, Cinto Caomaggiore, Concordia, Eraclea, Fossalta di Portogruaro, Meolo, Mira, Noale, San Donà di Piave, San Michele al Tagliamento, San Stino di Livenza, Torre di Mosto, Vigonovo. Gli interventi previsti dai piani delle acque dei Comuni che lo hanno già approvato a fine 2013, sono circa 240. In riferimento
al loro stato di attuazione, 183 non sono stati ancora realizzati, 6 sono in fase di progettazione, 8 in fase di realizzazione e 43 sono stati realizzati. “I piani delle acque - spiega il presidente della commissione consigliare provinciale urbanistica Michael Valerio - hanno un ruolo chiave per quanto riguarda le buone prassi adottate nell’ambito delle politiche locali. Dal 2009 ad oggi sono stati compiuti importanti progressi in un ambito di attività che in passato non era stato adeguatamente valorizzato. Coscienti del buon lavoro svolto, abbiamo visto che non è ancora completato, e pertanto questa tematica deve rimanere prioritaria”. Tra le altre attività sviluppate in questi anni: trasferimenti delle risorse per i piani e gli interventi, promozione e la partecipazione di attività di coordinamento, pubblicazione di un testo divulgativo in materia, redazione della proposta di schema di regolamento fossi privati, divulgazione di regole per la corretta gestione.
AGRICOlTuRA NASCE AGRINSIEME
L
’agricoltura nel veneziano si unisce. E’ nato “Agrinsieme”, il coordinamento di tre associazioni di categoria cioè Cia, Confagricoltura e Cooperative Italiane. Un marchio che diventa il primo del settore in termini di rappresentanza, è stato presentato nella sede della Cia a Marghera. Aderisce ad Agrinsieme complessivamente oltre il 50% delle aziende della provincia, leggi 6000, per quasi 10 mila addetti. A spiegare l’operazione è il direttore della Cia Mario Quaresimin. “Non si tratta di una fusione - spiega Quaresimin - il coordinamento integra patrimoni e valori che vengono esaltati in una strategia unitaria. Agrinsieme costituisce pertanto un reale valore aggiunto rispetto a quanto le organizzazioni hanno realizzato autonomamente. Ci impegneremo su semplificazione burocratica, corretta gestione delle risorse naturali e promozioni di nuove aggregazioni per relazioni economiche e strumenti di servizio per accrescere la competitività e il valore aggiunto del nuovo ruolo della cooperazione agricola”. Vasta la rappresentanza per area. Sono rappresentati in Agrinsieme molti imprenditori del Veneto Orientale, noto per l’altissima qualità del vino, ma anche aziende del settore orticolo di Chioggia e Cavarzere e del radicchio nel Miranese. Resta fuori dal consorzio la Coldiretti che rappresenta il 40% circa della rappresentanza. A.A.
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Inchiesta Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, ne illustrano le caratteristiche
Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete
In alto Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, sotto Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto
di Ornella Jovane
“G
li atti di prepotenza e le forme di comporta- proprio dall’anonimato, si trasformino e diano il peggio mento aggressivo che si esercitano nel web di sè”. possono creare danni enormi sugli adolescenti Ma, forse, il peggiore dei connotati che si possono che le subiscono perché si sentono fragili, soli e indifesi attribuire al cyberbullismo è la disumanizzazione dell’atto proprio in quel mondo virtuale nel quale si erano rifugiati. stesso. Incapaci di affrontare la minaccia o, nei casi più gravi la “Se nella realtà - esemplifica lo psicoterapeuta - fra persecuzione, vivono con disperazione l’umiliazione della gli spettatori che assistono ad un atto di prepotenza o di vessazione che si traduce in pensieri tormentati, difficoltà violenza ad un certo punto c’è chi interviene per fermare esistenziale ed incapacità di trovare una via di uscita”. lo scempio, nella rete manca il ritorno empatico, si assiste Il bullismo informatico e le nefaste conseguenze “passivi” come se si stesse vedendo un film, senza che che può avere sulla vita dei ragazzi è un tema di gran- nessuno intervenga”. de attualità che la cronaca ha recentemente richiamato “I social network - commenta Busato - sono una inteall’attenzione dei media con il caso della ragazza di Cit- ressante forma di partecipazione e di comunicazione che tadella che si è tolta la vita lanciandosi dall’ultimo piano tuttavia va utilizzata con responsabilità. Fondamentale da di un albergo, spinta a suicidarsi dalle offese di probabili questo punto di vista è il ruolo degli adulti che devono, sencoetanei sul sito web Ask.fm. Quali sono le caratteristiche za remore e con autorevolezza, lavorare sull’educazione del bullismo informatico, quali le degli adolescenti”. In che modo? conseguenze e come difendersi dagli Un atteggiamento “Rendendo - risponde concluimbarazzante attacchi on-line? dendo Busato - i giovani consape“Il cyberbullismo - risponde Lino si può trasformare voli di rischi e pericoli della rete, Busato, psicologo e psicoterapeuta in video che sviluppando nei nostri ragazzi il - ha delle specifiche caratteristiche si ricorderà all’infinito senso critico per attrezzarli a saper che rendono, rispetto al bullismo distinguere tra il bene e il male. nella vita reale, ancora più disastrose le conseguenze. Non è un compito facile nè circoscritto alle occasioni ma un Innanzitutto è sufficiente un singolo episodio per procurare lavoro che si deve svolgere nei tempi lunghi, sin dalla scuodanni enormi nei confronti della vittima. Un atteggiamento la primaria. E’ fondamentale il passaggio dell’educazione imbarazzante, colto magari occasionalmente durante una socioaffettiva, insegnare cioè ai bambini a stare insieme, festa, si può trasformare in un video scomodo o umiliante educarli all’accettazione dell’altro, al rispetto dell’altro e a che postato, sui social network, apre ad una vetrina ster- vedere e sentire le sofferenze e le emozioni di chi ci sta minata di testimoni. L’umiliazione sarà dilagante anche nel di fronte”. tempo. Il fatto in sè non è circoscritto al momento in cui “Comportamenti basati su forme di prepotenza eserciaccade, ma disponibile 24 ore su 24 nel web. La vittima tate da uno o più soggetti su un minore, ovvero i cosiddetti dell’aggressione subisce l’umiliazione e, nei casi più gravi, atti di bullismo legati all’età, ci sono sempre stati. Ciò che la persecuzione senza tregua, che si dilata all’infinito nello è cambiato, nella rete, non è tanto l’impatto in termini spazio e nel tempo”. quantitativi del fenomeno quanto, piuttosto, il grado di “L’anonimato dietro cui si può tranquillamente na- percezione dello stesso e soprattutto la gravità dell’effetto scondere il “carnefice” è un’altra delle caratteristiche del provocato su chi lo subisce”. Tommaso Palumbo, primo cyberbullismo - prosegue Busato - che spiazza e inquieta la dirigente della Polizia di Stato, dirigente del Compartimenvittima. Accade che ragazzi che nella vita reale non avreb- to Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, è bero mai comportamenti discutibili, nel web, incoraggiati impegnato in iniziative di sensibilizzazione ed informazio-
ne rivolte ai giovani e agli adulti, genitori ed educatori, sul ficazione della vittima”. tema dei social network, della navigazione sicura e sui “Nei nostri uffici – racconta – giungono genitori che pericoli, più o meno nascosti, della rete. richiedono di oscurare video o rimuovere foto e messag“Un tempo – spiega – ci si muoveva in modo sponta- gi mortificanti per i propri figli. Va precisato tuttavia che neo, oggi l’attività in chiave di prevenzione è strutturata e l’operazione richiede il necessario intervento dell’Autorità progettata. La Polizia Postale e la Polizia di Stato si muove giudiziaria e non sempre è agevole e scontata. Senza conin team con il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Mi- tare il fatto che, nel tempo di permanenza in rete, video, nistero dell’Interno, col Miur e in partnership con le stesse foto e messaggi possono essere scaricati e i fruitori si molaziende che offrono servizi per la navigazione in internet”. tiplicano a dismisura”. Rivolge l’attenzione in modo specifico al mondo dei Ci sono poi da tener presente le conseguenze legali e social network il progetto itinerante “Una vita da social” penali causate dalla richiesta di rimozione o oscuramento che la Polizia Postale e la Polizia di Stato stanno portando di materiali da internet, dal momento in cui si decide di sul territorio. “Ci muoviamo con un trak attrezzato con fare ricorso alle autorità giudiziarie. aula multimediale – spiega il primo dirigente – nel quale Insomma quella che nella vita reale può essere conorganizziamo incontri con gli studenti e la cittadinanza. siderata una ragazzata, legata alle intemperanze dell’età La presenza di testimonial, personaggi famosi del mon- e catalogata come un comportamento tipico adolescendo dello sport, della cultura e dello ziale, da punire ma nell’ambito spettacolo vicini ai giovani, aiutano Quello che nella vita ristretto della famiglia o comunque a veicolare in modo ancora più reale è una del contesto nel quale si consuma, efficace i messaggi “educativi e “ragazzata” nella rete e tuttavia con una buona dose di informativi” che andiamo portando può diventare un tolleranza, nella rete può diventare reato perseguibile in giro per le città”. facilmente un reato perseguibile. Le tappe venete del percorso “Le nuove tecnologie – fa ositinerante sono programmate per il prossimo 14 aprile a servare il dirigente di Polizia postale - che hanno potenPadova e il 15 a Venezia. zialità enormi, possono perciò diventare insidiose in caso Ed è proprio la tematica dei social network che richia- di comportamenti “insani”, come appunto gli atti di bullima la maggiore attenzione e soprattutto invita a tenere smo, che, se nella vita reale abbiamo imparato ad arginaalta la guardia nell’ambito degli incontri a rischio cyber re, non siamo ancora in grado di gestire con padronanza bullismo. nel web, soprattutto perché non abbiamo ancora fatto gli “La maggiore differenza tra un atto di bullismo nella anticorpi per tenere sotto controllo le conseguenze, che a vita reale e uno subito nella rete – spiega Palumbo – è volte possono essere davvero dolorose”. l’enorme risonanza che quello informatico riesce ad avere, L’unico fronte sul quale si può lavorare con profitto per la possibilità, che offre il web, di moltiplicare all’in- rimane dunque quello della prevenzione. finito i testimoni e l’atto stesso. Una scena di violenza “I figli – conclude Tommaso Palumbo - vanno seguiti, ripresa dallo smartphone – non necessariamente da un ancora prima che nella rete, nella vita reale: vanno responamico o conoscente della vittima che subisce ma anche da sabilizzati ed educati ai valori e al rispetto dell’altro. Vanno una persona sconosciuta che si trova per caso ad assistere sensibilizzati e va insegnato loro che ogni azione che comall’atto di bullismo – una volta postata su Facebook o piono nei confronti degli altri ha delle conseguenze delle su WhatsApp avrà una platea sterminata di visitatori. E quali sono essi stessi responsabili e di cui sono chiamati a questo con la conseguenza di aumentare lo stato di morti- rispondere”.
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Il Veneto in primo piano 11 25 Il saggio”Il profumo dei limoni Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” di don Jonah Lynch
Dall’illusione di essere ovunque al rischio di distacco dal mondo reale di Ornella Jovane
I
l profumo intenso dei limoni, il ruvido della buccia gialla, il loro sapore asprigno. Tatto, olfatto e gusto: sono i tre sensi stimolati dalla vista delle piante che si affacciano nel giardino, verso il quale casualmente lo sguardo si rivolge. La realtà in tutta la sua pienezza non può essere vissuta nella rete: tre quinti di essa, tre dei cinque sensi, non viene percepita. E’ questa la premessa che ha ispirato “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” il saggio pubblicato da don Jonah Lynch nel 2011 e che tutt’ora ispira il vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo a Roma negli incontri con i genitori e docenti sul tema in questione. Recente, al riguardo, il suo intervento a fine febbraio a Vigonza (nel Padovano) sul tema “Io voglio educare”, un ciclo di incontri per non lasciare soli i figli (e anche i genitori) nel mondo virtuale. Nel suo libro “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” lei analizza l’orizzonte delle nuove tecnologie, ne rileva le utilità e i vantaggi ma mette in guardia anche dai limiti e dai disagi. Ci aiuta don Lynch a capire? “È bellissimo poter comunicare in tempo reale con chiunque, in qualunque parte del mondo, raggiungere agevolmente informazioni un tempo quasi introvabili. Al tempo stesso, questa quasi “onnipotenza” del web e della tecnologia in ge-
nerale è anche il suo lato insidioso: l’illusione di poter essere ovunque, poter sapere tutto e contattare chiunque. La vita digitale presenta questa illusione di illimitatezza, che può generare un distacco dal mondo in cui possiamo agire, toccare, sentire i profumi…”. La tecnologia ha avuto un impatto significativo nella vita di tutti, ma imponente in quella dei giovani, tant’è che noi adulti definiamo le nuove generazioni come “nativi digitali”. Non è che in nome di questa definizione accettiamo - noi adulti - in modo incondizionato e talvolta acritico la massiccia invadenza della dimensione virtuale nella vita dei nostri ragazzi? “Secondo lei, i nostri figli appartengono alla nostra stessa specie? Cioè, chi è nato dopo la rivoluzione tecnologica, che ha prodotto Facebook, Google e gli altri, ha la stessa natura di me e di lei? A mio parere, la natura umana più perfetta è quella di Maria, madre di Gesù. E il Concilio Vaticano II ha detto che Cristo svela l’uomo all’uomo. In Lui, cioè, impariamo chi siamo. Certamente Cristo non è stato un passo intermedio nell’evoluzione verso l’”uomo digitale”. Educare ai tempi di Facebook non è poi così semplice: gli adulti hanno gli strumenti e le conoscenze adeguate per dare ai ragazzi un’educazione idonea a sapersi gestire con autonomia e senza farsi male nella vita che sgorga in “rete”, nelle relazioni che si creano con i social
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network? “Educare non è mai stato semplice. La realtà tutta mette sempre alla prova la nostra libertà. Siamo sempre liberi di scegliere di allontanarci dalla verità, da ciò che è bello e vero, ma portiamo anche le conseguenze di quelle scelte. Partecipare alla vita dei ragazzi significa partecipare alla loro giornata, interessarsi a loro, ascoltarli. Educarli vuol dire anche proporre le cose più belle che conosciamo. Se siamo convinti di ciò che diciamo, saremo credibili. In particolare, nell’educazione all’uso delle tecnologie, della rete, vale come sempre dare l’esempio. Quanti di noi adulti sanno rinunciare alle notizie sul telefonino o all’ultimo video su Facebook? Ai ragazzi che educo ho proposto il “digiuno digitale”, il fare a meno, per gran parte della giornata, degli strumenti tecnologici. Domandiamoci: utilizziamo i nostri mezzi di comunicazione, o ne siamo schiavi? Impariamo noi adulti a decidere: ora spengo il cellulare, mi concentro interamente sulla persona che è qui, davanti a me. Questa riscoperta può darci la forza di accompagnare anche i nostri ragazzi”. Si possono creare relazioni di qualità attraverso i social network? O una società iperconnessa in realtà rivela solo delle enormi solitudini, o quanto meno delle relazioni superficiali? “Senza dubbio l’”iperconnessione” può assottigliare lo spessore dei nostri rapporti, può renderli fugaci, veloci come
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un tweet o un sms. D’altra parte, però, il web e tutto ciò che offre fa parte della realtà, il web stesso è parte della realtà. Nell’esperienza di una grande amicizia, l’altra persona diventa parte di me, in maniera così profonda che sentiamo la ristrettezza del canale digitale, che è, per sua natura, selettivo, che lascia da parte, inevitabilmente, tante sfumature della realtà”.
26 12 Il Veneto in primo piano Il docente e le nuove tecnologie. Consigli del professor Pietro Gavagnin agli educatori
“Anche gli adulti devono esserci in rete, senza paura” “Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione” di Ornella Jovane
“I
l cielo in una stanza: opportunità e pericoli della rete” è il titolo emblematico di un ciclo di tre appuntamenti che iniziati il 14 marzo a Mestre, presso la scuola media “Don Milani”, proseguiranno il 27 del mese a San Donà di Piave, all’istituto “Ippolito Nievo”, e il prossimo 11 aprile a Chioggia al Galileo Galilei. Agli incontri, organizzati dal Forum provinciale associazione genitori scuola di Venezia, prenderà parte il professor Pietro Gavagnin, docente al Liceo Morin di Mestre, vincitore con il suo progetto pgava.net della sezione “docente dell’anno” al premio nazionale 2013 “Anp per l’innovazione”. Una iniziativa, giunta alla quinta edizione, che si pone come obiettivo quello di diffondere l’uso delle tecnologie informatiche nell’insegnamento. E’ lui, insegnante ed esperto di informatica, che spiega agli adulti, genitori ed educatori, come gestire il confronto con la wireless generation. Quali sono le opportunità e i pericoli della Rete per gli adolescenti?
“Di pericoli ce ne sono. Ma sono sostanzialmente gli stessi pericoli che incontriamo nella vita: quando usciamo, quando ci rapportiamo agli altri, quando manipoliano i nostri dati. L’importante è non farsi prendere dal panico perché altrimenti non lasceremo più uscire i nostri figli neppure per strada o dagli amici. Un innocuo coltello da cucina può servire per spezzettare alcuni semplici rametti di prezzemolo ma può essere anche un’arma pericolosissima! Opportunità ce ne sono molte ed anzi, oggi quando non possiamo connetterci tutti noi sentiamo come una sensazione di mancanza. Internet non solo è serbatoio quantitativamente sconfinato di conoscenza ma può essere il motore o l’occasione per instaurare nuove relazioni (pur con le dovute cautele). Se si usa con acutezza. Se si usa con competenza. Se si usa con coscienza. Se si usa con conoscenza”. Come possono i genitori “prevenire” i pericoli? “Non credo servano proibizioni (che
hanno un effetto spesso contrario). Con i giovani le figure di “mediazione” (genitori, insegnanti) devono convincersi che sia importante “esserci”, nonostante noi genitori sappiamo bene che a volte è difficile: i nostri figli devono sapere che ci siamo. Per aiutarli, per consigliarli, per indirizzarli, per proteggerli. Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”. Cosa dire ai ragazzi perché si proteggano dalle violazioni del web? “Quello che ci si sente dire quotidianamente: non “distribuire” a cuor leggero dati personali. Non accettare facilmente “amicizie” da persone che non si conoscono. Non aprire allegati o compilare e spedire form senza la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Purtroppo però uno dei pericoli della rete che purtroppo sta diventando sempre più una moda è il Sexting (sex+texting = autoscatti in pose sexy). E qui ritorniamo al discorso di prima. Per noi adulti è necessario esserci. Ma non passivamente. Ciò a cui
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Il professor Pietro Gavagnin dobbiamo tendere è una educazione, una formazione complessiva della personalità del ragazzo che serva sempre, online e offline”. Come possono gli adulti inserirsi con autorevolezza e tutelare i ragazzi dalle insidie che il web nasconde se ne sanno meno e sono meno attrezzati di loro? “Devono attrezzarsi. Ovvio. Scusi se mi ripeto ma in quell’”esserci” di cui ho parlato in precedenza ci sta dentro tutto! Lo so, può essere difficile. Ma può risultare anche divertente e…utile! Per quanto riguarda gli insegnanti ad esempio è assolutamente necessario saper usare il web, e per questo è necessario praticarlo. E’ lo stesso motivo per il quale nelle scuole professionali insegnano docenti che praticano un certo mestiere. Quando mi riferisco alla necessità di un aggiornamento serio da parte degli insegnanti non voglio sottolineare l’importanza di “contenuti” (e qui si spiega l’inutilità dei
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vari corsi e progetti che l’amministrazione negli anni ha organizzato) quanto l’importanza di pratiche, di “buone” pratiche. E’ fondamentale non avere paura del mezzo, è fondamentale saperlo dominare”. E’ vero che i ragazzi temono il bullismo virtuale? In che misura? “Il bullismo è molto più diffuso offline che online ma esser vittima di cyberbullismo è un’esperienza dolorosa per la maggior parte dei ragazzi intervistati nelle indagini scientifiche che si fanno periodicamente. Per questo motivo, dati alla mano, posso confermare che il bullismo virtuale faccia male (l’85% dei giovani che l’hanno provato si sono dichiarati infastiditi o turbati) credo anche per una sensazione di solitudine e di impotenza che la vittima sente e che viene moltiplicata e amplificata dalla “solitudine” tipica del mezzo: usiamo la rete standocene da soli”.
i solito è l’impietosa videocamera del telefono o del computer, oppure è una fotografia scattata da amici e condivisa in rete. Capita di rivedersi da un’ottica diversa e, spesso, si scopre un’immagine di sé che non ci si aspetta. Doppio mento, occhiaie e qualche ruga che erano sfuggite, magari, davanti allo specchio, vengono invece alla luce con i nuovi social network e i nuovi media. E la bellezza nell’era 2.0 non fa sconti a nessuno. “Oggi si scattano foto o si girano video con maggiore frequenza rispetto al passato e ci sono quindi anche più occasione per confrontarsi con la propria immagine e con i segni del tempo - osserva Patrizia Gilardino, chirurgo plastico di Milano -. Si notano più facilmente i cambiamenti: una piccola ruga, l’occhiaia più marcata o la palpebra leggermente cadente che attribuisce un’aria stanca ci fanno vedere come effettivamente ci vedono gli altri”. Negli Stati Uniti hanno già ribattezzato la tendenza “facebook-lift”. Pur essendo difficile misurare il fenomeno, qualche segnale del diverso approccio dei pazienti c’è anche in Italia: innanzitutto “i pazienti quando
Anche in Italia si ricorre al ritocco estetico per apparire più giovani nella foto di Facebook si presentano in studio hanno ben chiaro dove vogliono intervenire e cosa attenuare. Inoltre i modelli di riferimento non sono più tanto i divi del cinema o delle passerelle, come poteva essere fino a qualche tempo fa, quanto loro stessi, solamente qualche anno prima”, continua il chirurgo estetico. I social stanno diventando quindi lo specchio del tempo che passa. Cambiando così l’approccio alla chirurgia estetica. “In effetti prima ci si rivolgeva dal medico estetico in occasioni di importanti cambiamenti nella propria vita: un matrimonio o una separazione, una gravidanza o un nuovo lavoro, erano questi i principali motivi che spingevano i pazienti, indistintamente uomini e donne, in studio -, ricorda Gilardino. - Oggi la tendenza è diversa. Chi era diffidente anche davanti ad una iniezione di filler, chiede di poter migliorare il proprio aspetto attenuando qualche segno del tempo dal proprio viso”. Le richieste si concentrano prevalentemente nella zona del volto. “Nella maggior parte dei casi si tratta di attenuare qualche ruga del contorno occhi oppure restituire volume a delle labbra che si sono assottigliate troppo”.
Il Veneto in primo piano 13 27 Sicurezza Troppi mendicanti professionisti che, spesso, molestano i cittadini
Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni Le tre provincie Padova, Treviso e Venezia stringono un patto per combattere l’accattonaggio crescente mettendo insieme le forze di polizia
Mendicanti violenti Le donne hanno paura
di Germana urbani
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iro di vite per arginare un fenomeno crescente dietro al quale, però, non c’è solo la miseria. Probabilmente c’è anche la malavita organizzata. Da marzo polizie locali, questure e prefetture dei tre capoluoghi Padova, Treviso e Venezia si riuniranno per fare il punto della situazione e definire strategie per affrontare il problema come un’unica realtà urbana: la città metropolitana. Al vertice saranno invitati anche i funzionari delle rispettive Questure. La giunta di Treviso ha dato il via a quest’azione congiunta sicura che ci voglia una visione ampia del problema per provare a risolverlo, in quanto esisterebbe una struttura organizzata che usa alternativamente le tre città facendo leva su persone disperate che finiscono in questa rete. Le prime voci di denuncia di questo fenomeno sono venute da chi i poveri li conosce bene. Tra loro il direttore della Caritas veneziana, monsignor Dino Pistolato, che ha accolto la decisione con un plauso. “L’elemosina è un atto di misericordia – ha detto – ma più volte abbiamo denunciato che l’accattonaggio sta diventando un business per qualcuno. Furboni che chiedono il pizzo per mendicare in un angolo di strada, con percosse e minacce, che sfruttano e ricattano gente in situazione d’indigenza. Quindi bene se si riesce a fare una barriera comune in un territorio vasto e che chi se ne occuperà colpisca davvero il racket e non i veri poveri”. Contro l’accattonaggio i primi cittadini e la polizia locale non possono quasi nulla, solo elevare delle sanzioni che dovrebbero servire almeno come deterrente ma che in realtà non risolvono granché. A Padova nel 2013 sono state elevate 619 sanzioni per accattonaggio molesto. “Siamo arrivati a oltre 50 a carico di una singola persona - precisa Ivo Rossi -. Questa attività
ha già portato la polizia locale a fare richiesta alla questura di allontanamento di 8 persone”. A Treviso nello stesso anno sono state 250 le sanzioni e dall’inizio del 2014 sono già una settantina. Non serve a nulla neanche sequestrare il denaro che il mendicante ha raccolto sino al momento della sanzione. Questi torna comunque a fare il suo “mestiere” il giorno dopo. “Quando le sanzioni non hanno più effetto – ha detto il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Treviso Roberto Grigoletto – occorre trovare rimedi efficaci. Gli accattoni molesti legati al racket verranno riconosciuti dalla polizia locale, saranno identificati dagli agenti e accompagnati in questura. Verrà loro notificato un provvedimento di pubblica sicurezza, il foglio di via. Se torneranno a Treviso nei tre anni di allontanamento, verranno definitivamente allontanati con un decreto penale”. “Sono contrario all’introduzione del divieto di accattonaggio” aveva detto l’estate scorsa il sindaco di Venezia Orsoni, dichiarando in anticipo che non aveva intenzione di replicare Cacciari che, per risolvere la questione del centro storico, fece un’ordinanza apposita tra mille polemiche. Certo con la prefettura si è valutata l’applicazione del foglio di via con rientro coatto, e ora questa convenzione PaTreVe dà una ulteriore spinta verso la regolamentazione di un fenomeno che a Mestre e Venezia è davvero pesante. I tre sindaci solleciteranno anche interventi su scala nazionale per colpire le organizzazioni criminali che molto spesso stanno dietro a questi mendicanti: “Chiederemo - conferma il primo cittadino di Treviso l’introduzione di un reato che punisca lo sfruttamento in forma associativa dell’accattonaggio”.
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In alto a sinistra il sindaco di Padova Ivo Rossi, di seguito Giorgio Orsoni sindaco di Venezia e sotto Giovanni Manildo, sindaco di Treviso
veva alzato un vero e proprio polverone la scelta del parroco di San Lorenzo a Mestre che, nei giorni della messa aveva deciso di impiegare dei giovani come “guardie parrocchiali” allo scopo di allontanare i mendicanti rom che, appostati sul sagrato o, peggio, durante le unzioni all’interno della chiesa, chiedevano ai fedeli l’elemosina. Quindi don Fausto Bonini, un uomo mite, aveva deciso di blindare le messe. “Se anche don Fausto Bonini – aveva commentato il sindaco Orsoni -, che è una persona di grande equilibrio e dedito alla carità, è arrivato a prendere questi provvedimenti è chiaro che il problema il problema ha raggiunto un grado limite”. Orsoni ci tiene però a sottolineare come occorra stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. “Confondere l’accattonaggio riconducibile al racket con chi mendica per necessità sarebbe un errore. E anche sul fronte del racket – ha proseguito Orsoni - serve una netta distinzione tra sfruttati e sfruttatori. Ma di questo se ne devono occupare le forze dell’ordine”. Ma il problema sicurezza c’è e lo sentono soprattutto le donne che, mentre fanno le loro spese in centro si vedono improvvisamente avvicinare da uomini che insistentemente chiedono un euro o di più. “Mendicare è possibile – afferma Leda Cossu, anima del volontariato mestrino – ma la violenza è un’altra cosa. Tra gli accattoni violenti c’è chi alza anche minaccioso il bastone verso le donne, fingendo di zoppicare, controllandole a distanza. Una violenza che fa paura”. E certo di questa situazione non sono felici i commercianti che conoscono bene il problema che, a detta loro è stato tollerato o sottovalutato troppo a lungo. “ In molte zone della città – ha detto Dario Corradi, dell’Ascom - si è abbassato il livello di vivibilità. E quando sento che i turisti di un bus vengono circondati e viene loro impedito di scendere perché non sganciano l’euro, allora dico che non è accattonaggio, ma criminalità, che va combattuta e che danneggia l’immagine della città. Noi commercianti però vediamo i vigili solo quando si tratta di controllare se lo spazio del plateatico è stato sforato di cinquanta centimetri. È giusto che lo facciano, non voglio dire di no, ma ci piacerebbe venderli in azione anche per prevenire episodi come questi”.
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IL DIRITTO DI CAMBIARE
28 Cultura provinciale
Cultura provinciale 9
L’evento Al Museo Nazionale di Villa Pisani fino al 2 novembre prossimo
inFanzia
Luce sulla Venezia di fine ‘800
La principessa Rubino di Svjetlan Junakovic
Un viaggio nella città raccontato dal famoso editore Ferdinando Ongania in 200 preziose foto incisioni
“Le immagini della fantasia” al Candiani
di Ornella Jovane
U
n viaggio fotografico nella Venezia tra la seconda metà Marco, personaggi che si spostano in gondola, pescatori in Canadell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, raccontato le della Giudecca, signore che passeggiano in Piazzetta con gli dal famoso editore lagunare Ferdinando Ongania (1842- ombrelli parasole. Nel suo atelier nel sottoportego della Piazza, ai numeri 72, 1911) con un linguaggio lontano da stereotipi e con l’intento di annotare gli angoli più silenziosi e “minori” del poetico pa- 73 e 74 dell’Ala Napoleonica, nella Venezia di fine Ottocento, si vendevano libri d’antiquariato, incisioni antiche, dipinti di artisti esaggio. Si intitola “Luce su Venezia. Viaggio nella fotografia dell’Ot- contemporanei e fotografie del tempo, oltre a oggetti d’arte di tocento” la mostra che verrà inaugurata il 12 aprile prossimo e vario genere e, con i proventi di questa attività, Ongania faceva stampare libri d’arte illustrati, che riscuoterimarrà aperta al pubblico fino al 2 novemvano enorme successo. bre al Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra. Accanto ai palazzi Questo divenne un frequentato punto Un percorso scritto di luce (photo-grafia) e ai luoghi più celebri, in duecento preziose foto incisioni, originali sono visibili gli angoli d’incontro per artisti, scrittori, bibliofili e studiosi fra cui John Ruskin, Pompeo ottocentesche, che registrano fedelmente più silenziosi e l’immagine della città, i campi, le calli, le “minori” del paesaggio Molmenti, Pietro Selvatico, Alvise Zorzi e Camillo Boito: ci si confrontava sull’emerisole, restituendone in maniera dettagliata la maestosità dei palazzi a specchio sull’acqua e delle aree genza di conservare e restaurare i monumenti di Venezia, sulla monumentali rese poi celebri dal vedutismo di Canaletto e dei necessità di tutelare il patrimonio artistico e architettonico della suoi seguaci. Ma accanto a quelle che diventeranno le icone città a partire dalla documentazione dei beni. Ferdinando Ongacittadine, c’è la suggestione di una “Venezia minore”, cercata e nia avvia così il progetto di far fotografare i luoghi della città e frequentata da poeti e fotografi ispirati dalla poetica del vero di i suoi abitanti. Foto che confluiscono nella duplice collezione, oggetto della mostra promossa dalla Soprintendenza per i Beni fine Ottocento. Ongania, con “Calli e canali” prima e poi con “Calli, canali Architettonici e Paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, e isole della laguna”, racconta la sua Venezia, colta nella realtà Padova e Treviso, organizzata da Manus al Museo di Villa Pisani quotidiana con velieri che solcano le acque del bacino di San e curata da Myriam Zerbi e Sabina Vianello.
eVenti
a cura di Ornella Jovane
ULTIME VISITE AI CAPOLAVORI DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VENEZIA Ultime date per le visite guidate gratuite ai capolavori di arte classica del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, in programma il sabato pomeriggio alle 15.30, curate dal personale del museo. Sono ancora in calendario le date del 22 e 29 marzo prossimo: si potranno apprezzare le celebri sculture greche e romane, ma anche epigrafi, marmi e busti, bronzetti, ceramiche, gioielli, oggetti etruschi, egizi, romani e della Mesopotamia, gemme, avori e una collezione numismatica. Ingresso e biglietteria al Museo Correr. Biglietto unico del percorso integrato “Musei di Piazza San Marco”, gratuito per i residenti e nati nel comune di Veenzia. Info 0412967663 email: sspsae-ve@beniculturali.it
A PERDIFIABA, ALTRI 4 INCONTRI DI LETTURE ANIMATE PER BAMBINI Altri 4 incontri in programma per la seconda edizione “A Perdifiaba”, il ciclo di letture animate per bambini organizzato a palazzo Grimani a Venezia. L’evento che lo scorso anno incontrò un ottimo successo di pubblico e di critica, tanto che se ne parlò abbondantemente anche nei media nazionali, è stato riproposto a partire dallo scorso dicembre in 10 incontri. L’attenzione è puntata verso altri paesi e continenti, per incoraggiare i bambini alla curiosità verso altre lingue, culture e tradizioni. Gli attori della Compagnia Pantakin hanno messo e metteranno in scena antiche fiabe russe ed ebraiche, africane e dei balcani, francesi della Corte del Re Sole e fiabe popolari inglesi, tradizionali norvegesi e giapponesi, le fiabe irlandesi riscritte dal poeta William Butler Yeats e quelle inedite del popolo rom. Quest’anno da segnalare anche la partecipazione del Conservatorio di Musica di Venezia “Benedetto Marcello”, i cui insegnanti ed allievi, coordinati dal professor Tiziano Bagnati, curano i raffinati interventi musicali negli appuntamenti speciali per rendere ancora più suggestivi e festosi gli incontri. Gli eventi sono ad ingresso libero per i bambini, per gli adulti l’ingresso è compreso nel costo del biglietto d’ingresso al Museo di Palazzo Grimani. I prossimi incontri sono programmati per il 15 e il 29 marzo, il 12 e la festa finale del 26 aprile, sempre alle 15.
Il CONCORSO luCE SullA vENEZIA DI OGGI
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all’Ottocento ai giorni nostri. In concomitanza con la mostra è stato promosso un concorso fotografico per accendere una Luce sulla Venezia di oggi. “Luce su Venezia. Viaggio nella fotografia contemporanea” ha lo scopo di sensibilizzare veneziani e turisti ai temi dell’arte e della cultura incentivando la conoscenza del patrimonio artistico e culturale della città, in modo creativo ed originale. I 30 migliori scatti saranno esposti a Villa Pisani. Si stimolerà in questo modo un confronto e una riflessione sulla città, com’era alla fine del XIX secolo e così come si presenta attualmente. Le foto possono essere realizzate con qualunque apparecchio fotografico, anche smartfhone o iPad. Le tre immagini che avranno ricevuto il maggior numero di preferenze dai visitatori, invitati a votare, saranno decretate vincitrici in occasione della cerimonia di premiazione che avrà luogo a Villa Pisani il prossimo 7 settembre.
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e immagini della fantasia” protagoniste della 25esima Mostra di Sàrmede approdano al Centro culturale Candiani di Mestre e saranno in esposizione fino al prossimo 13 aprile. Il tema ispiratore dell’edizione di quest’anno attinge dall’immaginario fiabesco dell’Estremo Oriente: Cina, Corea, Giappone e Mongolia. In mostra una selezione di opere di famosi illustratori che hanno raccontato con il proprio stile personale e la propria sensibilità artistica i racconti della tradizione orientale, dalla quale emerge una visione particolare dell’infanzia, dominata dalla poesia, dai ritmi della vita e dalla riscoperta di un tempo passato, un tempo nella sua dimensione umana, tipico e indiscusso protagonista della filosofia orientale. Accanto all’esposizione artistica il Candiani offre alle scuole e alle famiglie pacchetti didattici con visite guidate e laboratori pittorici. La mostra è aperta al pubblico dal mercoledì alla domenica, dalle 16 alle 20.
Fotografia Fino al 18 maggio prossimo a palazzo Franchetti la mostra
Le suggestioni del paesaggio full color di Franco Fontana “I o credo che la fotografia non debba documentare la realtà, ma interpretarla. La realtà ce l’abbiamo tutti intorno, ma è chi fa la foto che decide cosa vuole esprimere. La realtà è come un po’ come un blocco di marmo. Ci puoi tirare fuori un posacenere o la Pietà di Michelangelo”. Era il 1978 quando Franco Fontana, il celebre fotografo conosciuto in tutto il mondo, definiva il suo modo di intendere la fotografia proprio commentando uno dei suoi scatti, che poi diventò immagine-simbolo del suo repertorio, un’immagine scattata a Baia delle Zagare, in Puglia, di seguito impiegata per una campagna del Ministero della Cultura Francese. Inaugurata a metà febbraio e aperta al pubblico fino al prossimo 18 maggio, a palazzo Franchetti, a Venezia, si racconta con una grande retrospettiva, oltre 130 fotografie, la lunga storia artistica di Franco Fontana, tra i primi in Italia a schierarsi, negli anni ‘60 con tanta convinzione e fermezza a favore del colore . La mostra è promossa dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti ed è curata da Denis Curti e prodotta da Civita Tre Venezie in collaborazione con Venezia Iniziative Culturali. Suddivisa in diverse sezioni tematiche, la mostra propone i paesaggi degli esordi, negli anni ‘60, passando per le ricerche dedicate ai paesaggi urbani, le piscine e il mare. Come fosse un ritrattista, infatti, Fontana mette in posa il paesaggio, ne sceglie il lato migliore con la consapevolezza che la fotografia vede il mondo diversamente dall’occhio umano. Fra i tratti distintivi, l’esaltazione del colore, non più mezzo ma messaggio, attore protagonista del suo linguaggio visivo. I suoi colori sono accesi, brillanti, talmente vibranti da apparire irreali. I suoi paesaggi iperreali, sono più veri del vero sino a divenire surreali, i corpi, figure umane svelate dalla luce o sublimate in ombre lunghe, sono come paesaggi.
La Puglia, 1987 Particolare Nel 1979 Fontana allarga la sua ricerca volgendo lo sguardo verso gli Stati Uniti, dove attraverso una lunga serie di viaggi, approda alla sua personalissima definizione di paesaggio urbano. Nel 1984 inizia la serie Piscine, dove porzioni di sinuosi corpi di donna (e a volte d’uomo) sono esaltate da colori squillanti, in uno spazio sospeso, di cui spesso non si vedono i confini. Nel 2000 inizia la serie dei Paesaggi immaginari, in cui l’invenzione sul reale arriva ai massimi livelli. In questo caso il fotografo, che non disdegna la tecnologia digitale, riafferma la propria libertà interpretativa della realtà tramite l’immaginazione. La mostra è aperta al pubblico da lunedì a domenica, escluso il martedì, dalle 10 alle 19. Il costo del biglietto è di 9 euro intero e 7 ridotto. Info e prenotazioni 0418620761
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veneta 14 Cultura provinciale 30 Grandi mostre Fino al 2 giugno al il Museo Correr di Venezia
L’architettura di Léger Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha riflettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento di Alain Chivilò
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’opera “La ville” (La città) di Fernand Léger eseguita nel 1919, proveniente dal The Philadelphia Museum of Art, rappresenta un valido motivo per visitare la mostra, “Léger. La visione della città contemporanea” che, fino al 2 giugno, il Museo Correr di Venezia propone ai visitatori italiani e non solo. Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha riflettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento, evidenziando anche aspetti meno conosciuti, lungo un percorso di cinque sezioni che caratterizzano l’esposizione: la metropoli prima della Grande Guerra, il pittore della città, la pubblicità, lo spettacolo e lo spazio. Léger, nato in Normandia ad Argentan nel 1881 e deceduto a Gif-sur Yvette ad agosto 1955, elabora uno stile personale che trae le basi dal movimento cubista, passando per una scomposizione astratta e futurista, quest’ultima in una versione statica. La sua pittura è un’ideazione architettonica all’interno della quale gli scenari e le persone vivono di vita propria in equilibri di forme geometriche e colori. A un occhio contemporaneo le forme umane richiamano mondi cibernetici molto più vicini a una visione fantascientifica dei nostri giorni. Lo stesso maestro nel 1914 scrisse un interessante pensiero basilare per il suo proseguo artistico: “Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna l’ha richiesto… La vista dal
finestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose. Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo… La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo”. Ecco dunque la chiave di lettura per un’arte d’avanguardia all’interno di un mutare continuo di cent’anni fa. Nel percorso espositivo si possono ammirare dipinti quali il “Fumo sui tetti” datato 1911, “Il tipografo” del 1919, “L’uomo con un bastone” (1920), “Elemento meccanico” (1925) fino al cortometraggio “Ballet mécanique” (1924) e al film, caratterizzato da oggetti d’uso comune che interagiscono attraverso differenti prospettive, “L’inhumaine” che vide la presenza di Man Ray a livello artistico e Dudley Murphy alla regia. Nell’ambito della rappresentazione urbana, vero filo rosso del Correr, sono presenti opere di artisti che hanno condiviso una sperimentazione innovatrice come Robert Delaunay, Francis Picabia, Marcel Duchamp, Charles-Edouard Jeanneret-Gris conosciuto come Le Corbusier, Piet Mondrian e Lazar’ Markovic Lisickij con pseudonimo El Lissitzky. Dunque una mostra imperdibile, per la qualità delle opere, per un Légier che come definiva Le Corbusier è “l’unico i cui dipinti richiedano una nuova architettura”.
Oltre 130 fotografie sono ospitate all’Istituto veneto di Scienze, lettere e Arti di venezia
Il COlORE DI fONTANA
Cà Pesaro, “Dialoghi americani” fino al 4 giugno
Giuseppe Panza di Biumo, un collezionista d’annata
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otografare è un atto di conoscenza: è possedere. Quello che si fotografa non sono immagini ma è una riproduzione di noi stessi. La creatività non illustra, non imita, ma interpreta diventando la ricerca della verità ideale. La fotografia creativa non deve riprodurre ma interpretare rendendo visibile l’invisibile”. Così il fotografo modenese Franco Fontana, classe 1933, introduce il suo concetto per click impressi partendo da un’inquadratura della realtà. In Italia è stato uno dei primi a intendere il colore non come elemento che ponga troppa evidenza ai dettagli di un ritratto o di uno scenario, ma come un attore protagonista ricco di messaggi. Fu proprio una sua foto, scattata nel 1978 a Baia delle Zagare in Puglia caratterizzata da essenziali fasce cromatiche, ad assumere il manifesto per il suo modo d’intendere l’arte fotografica. Tutto questo viene riunito all’interno della prima retrospettiva che la città di Venezia dedica a Fontana. Oltre 130 fotografie sono ospitate all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti per un’ampia panoramica della sua carriera. Gli esordi partono dagli anni ’60 partendo da elementi tipici del Neorealismo per porre successivamente il suo focus a componenti estetici ed esiti visivi. Dopo viaggi all’estero, tra cui New York, dal 1984 dedica la sua attenzione al ciclo Piscine nel quale porzioni di corpi, maggiormente di donna, sono esaltati da colori veraci. Nel 2000 con i Paesaggi Immaginari, attraverso anche l’elaborazione digitale, unisce alla realtà una buona visione d’immaginazione. La sua forza rimane comunque in paesaggi reali che nella sua personale scelta di rappresentazione vivono in costanti ritmi dimensionali sospesi in un equilibrio tra irreale e reale vera sua connotazione artistica. Suggestioni naturali che diventano quasi introspettive, nelle quali l’assenza dell’uomo traccia quasi la sua presenza, mentre gialli vivi si evidenziano in scenari d’effetto. Una mostra di Franco Fontana che, dopo Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti e Sebastião Salgado, pone Venezia capitale della fotografia. Al.Ch.
iuseppe Panza di Biumo è stato un collezionista e appassionato d’arte che ha dedicato una vita a scovare e comprare opere di artisti che si sono affermati successivamente o che lo erano già. Di famiglia possidente, nacque a Milano nel 1923 lasciando definitivamente la sua collezione nel 2010 sempre nella città della Madonnina. La sua passione per l’arte iniziò dalla metà degli anni cinquanta, trovandosi nel pieno fiore dell’arte che stava passando da moderna a contemporanea. Lo sviluppo della pittura d’azione, dell’informale, della pop art, dell’arte concettuale e di altri movimenti lo videro presente nel periodo cruciale dell’arte mondiale. Di estrema sensibilità scoprì nuovi artisti ponendosi come mecenate degli stessi, perché il collezionare era una vera e propria filosofia di vita che doveva attribuire alla sua vita un’etica e un’estetica. Proprio per questo successe che non comprò le opere di Lucio Fontana in quanto all’epoca non gli diede un sentimento artistico positivo. Valutazioni che fece anche per altri artisti, ma nessuna delle sue scelte inficiò l’abnegazione encomiabile che negli anni fu avvalorata da donazioni ai più importanti musei mondiali. Nel 2014 Venezia, nelle sale di Cà Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, dedica un omaggio a Giuseppe Panza di Biumo con la mostra “Dialoghi americani” fino al 4 giugno. Una quarantina di lavori provenienti dalla stessa collezione Panza, dal Moca di Los Angeles e dal Guggenheim di New York testimoniano il percorso artistico attraverso 27 artisti. Una piccola parte di una collezione vastissima suddivisa in tre periodi: 1955 – 1965 dall’informale europeo alla pop art, 1966 – 1976 arte minimale, concettuale e ambientale, 1987 – 2010 arte organica, arte dei piccoli oggetti e arte monocroma. Si potranno vedere Franz Kline con Buttress acquistato nel 1956, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg, Walter De Maria, Roy Lichtenstein, Mark Rothko, Richard Serra, Donald Judd, Joseph Kosuth, Hanne Darboven e Al.Ch. altri sempre di alto contenuto artistico.
MuSica i reMorSe FeSteggiano 20 anni
È
un anno importante per i Remorse, la band veneziana che festeggia i suoi primi 20 anni di carriera, con una storia di spessore alle spalle e un’altra, almeno guardando i presupposti, altrettanto interessante davanti. È l’occasione per Daniele Zabeo, Riccardo Cavicchiolo e Samuele Favaro, per guardarsi indietro e tracciare un bilancio del loro percorso, mentre esce in questi giorni il loro quinto disco, su etichetta Hot Steel Records, anticipato dal singolo “Evasore sociale”. La band nasce come quartetto punk-hardcore nel febbraio 1994, per uscire con il primo demo-tape “Cracker” un anno dopo, subito scritturata dalla Nobrain Records. Il debutto su cd arriva alla fine del 1998 quando esce “Handle with care”, con ottimi riscontri di vendite e buone recensioni nazionali. A supporto del disco, i Remorse partono per un tour di spalla ai francesi Burning Heads, toccando tutta la penisola, da Palermo a Treviso. Nel 2000 il gruppo effettua due tour italiani di una trentina di date di spalla ai Raw Power. A settembre 2001 i Remorse girano l’Europa, ancora con i Raw Power e a novembre esce “Balance of visions” su Nobrain Rec, ospite Mauro “Mp” Codeluppi dei Raw Power. I responsi della critica ufficiale sono lusinghieri. All’inizio del 2002 ecco anche il primo video, “Face scored with scars”. Durante tutto l’anno la band suona moltissimo e comincia a scrivere i nuovi pezzi: agli inizi del 2004 esce il nuovo album dal titolo “A clown smile” su Sana Records che porta la band a firmare un contratto con la canadese Sudden Death Records. Il disco contiene “Eleven: changed”, scritto dal poeta Gongales Jr., che all’indomani dell’11 settembre 2001 aveva scritto un articolo-poesia su un giornale della Florida che poi ha concesso alla band. Il disco porta i Remorse ad una notevole considerazione a livello nazionale e non solo, con importanti riscontri in campo hardcore-crossover-metal. A metà del 2005 la band decide di bloccare i live per scrivere i nuovi pezzi e intraprende un nuovo percorso. Nel marzo 2009 esce Commutarte, il disco del cambiamento. La band volta pagina, allontanandosi dalle influenze musicali hardcore, cantando un disco interamente in italiano e con sonorità più vicine al funk-alternative-rock. Qualcosa di nuovo, destinato a un vasto pubblico, dagli amanti dei Primus a quelli dei Verdena, passando per i Pearl Jam, Metallica, Red Hot Chili Peppers, Afterhours ed Angeli. Il gruppo è di nuovo spalla, stavolta di Meganoidi, Pino Scotto, Sick Tamburo. Nel 2012 i Remorse hanno eseguito tre date esclusive per il diciottesimo anno di attività che poi li ha portati a settembre a suonare al prestigioso Home F.D.G. Festival di Treviso con Il Teatro Degli Orrori, Afterhours e altri.
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SPORT in PRIMO PIANO carta dei Valori reYer
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uando si parla di tifoseria spesso si pensa ad affermazioni offensive e a gesti di violenza e d’inciviltà. La risposta dell’Umana Reyer a questi episodi negativi è la Carta dei Valori, una sottoscrizione di valori e principi che sono alla base di una sana tifoseria e che, dalla sottoscrizione, ha già superato il migliaio di adesioni. La Reyer è la prima società professionistica certificata ESI2010 e si ispira alle dieci regole fondamentali della carta dei valori Esicert Istituto Certificazione Etica nello Sport. Nella carta si enunciano i valori sani dello sport Reyer quale progetto sportivo e sociale, aperto a chiunque voglia liberamente sostenerlo; simbolo di aggregazione trasversale e non di divisione e contrapposizione; strumento di educazione per i giovani; opportunità d’incontro, confronto e socializzazione tra generazioni; occasione per tifare a favore senza provocazioni; e questi sono solo alcuni dei punti importanti. Il presidente Luigi Brugnaro tiene a sottolineare i veri valori che devono accompagnare i tifosi: “La Reyer è storicamente simbolo di aggregazione e non di divisione e contrapposizione. Questo avevano in mente i suoi fondatori nel 1872 e questo intendevo ereditare e valorizzare nel 2006 quando ho riunito le compagini maschile e femminile, con la prima che militava in serie B contando sulla presenza appena di una ventina di appassionati durante le partite. Sono convinto che, oggi, dobbiamo compiere un salto culturale. Non è in discussione la venezianità, né tanto meno la reyerinità. Continuare a ragionare in termini campanilistici, R.P. con il pretesto della goliardia, vuol dire avere lo sguardo corto”.
A marzo competizioni internazionali a Bibione
Gare di motocross sulla sabbia di Roberta Pasqualetto
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no sport molto accattivante è sicuramente il motocross su sabbia: sia per il fattore spettacolare sia per quello emozionante. Una competizione molto importante si tiene nella spiaggia di Bibione ed è organizzata dal Moto Club B.B.1 Bibione. Nata nel 1987, ritorna anche quest’anno la più importante manifestazione motociclistica fuoristrada dell’intero Nord-Est Italia. Un emozionante spettacolo di motocross sulla sabbia che mette in competizione grandi campioni ed entusiasma tutti gli amanti delle due ruote. Le competizioni a Bibione sono due: domenica 23 e 30 marzo. Domenica 23 si terrà la Beach Motor Race, storica gara molto coinvolgente. Il Moto Club B.B.1 Bibione è, infatti, allo studio di una nuova formula di gara per attrarre ancor più concorrenti a sfidarsi sul durissimo percorso, di circa 4 km e dal fondo interamente sabbioso, che sarà allestito come di consueto sull’arenile bibionese. La manifestazione è aperta a tutti i piloti nazionali e piloti provenienti da Austria e Slovenia, al quale da anni accorrono in massa a sfidare i fortissimi concorrenti locali. “L’anno scorso la spiaggia di Bibione era allagata ma la competizione si è tenuta
lo stesso – dice Giovanni Santorso presidente del moto club Bibione – mancavano i tifosi, ma non i gareggianti”. Domenica 30 marzo si terranno i Campionati internazionali d’Italia su sabbia: Supermarecross e Trofeo Supermarequadcross. Le competizioni sono promosse da FX Action, che su un percorso mozzafiato di circa 1,5 km vedranno sfidarsi per la vittoria sia le categorie MX1, MX2 e 125 che i giovanissimi del Minicross; a questi si affiancheranno i migliori piloti nazionali di quad (le moto a quattro ruote) per conquistare il trofeo Supermarequadcross.
Anche queste gare sono aperte a conduttori nazionali e stranieri, ma senza limitazioni. Quindi la partecipazione straniera è allargata a concorrenti da tutta Europa. Le condizioni climatiche non sono quasi mai un problema per gli appassionati di questo sport, anche perché in caso di pioggia la tenuta sulla sabbia migliora, e salvo casi davvero importanti, nessuno rinuncia a partecipare a questo appuntamento. Gli interessati a gareggiare possono iscriversi fino a pochi giorni prima delle competizioni. Per maggiori informazioni sul Moto Club B.B.1 Bibione: www.mcbibione.com.
Ciclismo
70 gare Sulle Strade da priMaVera
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on l’arrivo del mese di marzo riprendono le gare di ciclismo, che dopo l’attività invernale del ciclocross, vedrà lo svolgimento di corse su strada, pista, mountain bike e raduni cicloturistici. Anche quest’anno in provincia di Venezia sono previste oltre 70, tra gare ed eventi ciclistici che interesseranno tutte le specialità e tutte le categorie dai giovanissimi agli amatori. Il calendario stilato dal comitato regionale della Federazione Ciclistica Italiana ha visto come prima gara la Marathon Valle Zignago a Concordia Sagittaria il 2 marzo, valida come campionato regionale specialità Marathon, mentre la settimana successiva è toccato alla Mediofondo del Piave con partenza e arrivo a San Donà di Piave. Suddividendo le gare per categorie possiamo dire che sono 29 quelle riservate alle categorie giovanissimi maschili e femminili che saranno su strada, mountain bike, gimkana, tipo pista e promozionali. Per gli Esordienti le gare “veneziane” in calendario saranno cinque (Quarto d’Altino 27 aprile, Mira 1 maggio, Scorzè 10 agosto, Robegano 17 agosto, Stigliano di Santa Maria di Sala 24 agosto) mentre per gli Allievi le gare saranno sei (Noale 18 maggio, Zianigo 8 giugno, Scorzè 10 agosto, Robegano 17 agosto, Jesolo 21 settembre e Martellago 5 ottobre). Le corse dedicate agli Elite – Under 23 saranno tre e si svolgeranno il 26 aprile a Camponogara “17’ Memorial Valenti-
ni” e a San Donà di Piave, dove dal 13 al 15 giugno si svolgerà la 2’ edizione del San Donà Bike Week End con il 54’ Circuito Notturno il 13 giugno e il 63’ Giro dei Tre Ponti il 15 giugno mentre il sabato è prevista una gara di Hand Bike e di Giovanissimi. Quattro gli appuntamenti in notturna che hanno sempre un fascino particolare e raccolgono sempre molti appassionati: 13 giugno a San Donà, 4 luglio a Fossò tipo pista, l’1 agosto a Noventa di Piave tipo pista e il 19 agosto a Scorzè notturna bike cross. Cinque sono poi i raduni cicloturistici: 13 aprile a Dolo, 25 aprile a Stigliano, 4 maggio a Favaro, 2 giugno a Scorzè, 31 agosto a San Giorgio di Livenza. Il calendario della mountain bike, che vedrà lo svolgimento del Trofeo D’Autunno, prevede le seguenti corse: 21 settembre Noventa di Piave, il 28 settembre San Stino di Livenza, il 12 ottobre Ottava Presa di San Stino di Livenza, il 19 ottobre Sant’Anna di Chioggia, il 26 ottobre a Rottanova di Cavarzere e il 2 a Torre di Mosto. G.P.
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L’altra Tenerife
un Eden barocco LONTANO DALLE AFFOLLATE SPIAGGE E DAL CEMENTO DELLA PARTE SUD LA PIÙ GRANDE ISOLA DELLE CANARIE OFFRE I SUOI ASPETTI PIÙ INTIMI: UNA NATURA STRAORDINARIA FATTA DI COSTE SELVAGGE UNA VEGETAZIONE DI SPECIE RARE E I PAESAGGI LUNARI DEL VULCANO TEIDE OLTRE ALLE CITTÀ BAROCCHE DI LA OROTAVA E GARACHICO DA SCOPRIRE FRA CANDELARIA E LA CAPITALE SANTA CRUZ DE TENERIFE LA STORIA TRISTE DEI GUANCI IL POPOLO AUTOCTONO ANNIENTATO NEL XV SECOLO DAI COLONIZZATORI NORMANNI E SPAGNOLI
“Y
o ante soy canario, y despues español”. Il benzinaio di Icod de los Vinos non ha dubbi sulla sua identità e parla della Spagna definendola “peninsula”, come i sardi parlano dell’Italia chiamandola “continente”. Un’altra cosa, insomma. C’è un’identità forte alle Isole Canarie, una specificità locale, un carattere ben definito fra i suoi abitanti, ovvero i “canarios”. Essere una Comunità Autonoma della Spagna (con due province: Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife) può anche far comodo per via di quel 7% di Iva che rende la vita decisamente meno cara, ma è soprattutto un modo per demarcare una diversità. Cinque secoli di antropizzazione delle sette isole dell’arcipelago da parte spagnola hanno mutato radicalmente il profilo etnico di questa regione insulare che galleggia sull’Atlantico a un centinaio di chilometri dal Marocco e dall’ex Sahara Spagnolo (ora Western Sahara). Alle Canarie ci si sente come in Spagna, perchè tutto ne ricorda il modo di vivere, ma è una Spagna diversa. E non solo nel clima, che qui è mite tutto l’anno. E’ differente anche l’approccio alla vita, ispirato ad una maggiore leggerezza e a ritmi un po’ meno tirati. Non è però solo un eden: la crisi si fa sentire anche qui. E lo si scopre quando l’accesso a Santa Cruz de Tenerife, la capitale, nell’ora di punta è bloccato da una manifestazione sindacale inscenata dai dipendenti dello stabilimento della Coca Cola che, per protesta contro la chiusura dell’attività decisa dalla multinazionale, hanno bloccato l’autostrada. Fra le sette isole Tenerife è decisamente la più grande (2.034 kmq) ed è lì il baricentro dell’arcipelago, checchè ne dicano a Gran Canaria, l’isola dirimpettaia che a Madrid ha
IN COPERTINA LA SPIAGGIA DI SAN MARCOS NEI PRESSI ICOD DE LOS VINOS; IN ALTO IL VULCANO TEIDE (3718 METRI) E LA CITTADINA BAROCCA DI GARACHICO. PIÙ SOTTO: IL GAZEBO NELLA PIAZZA DI LA OROTAVA E LA BASILICA DI NOSTRA SIGNORA A CANDELARIA. NELLA COLONNA SI DESTRA, DA IN ALTO: PAESAGGIO DELLA COSTA NORD DI TENERIFE, L’OCEANO “ARRABBIATO” E LA CHIESA DI LA OROTAVA. NELLA STRISCIA IN FONDO PAGINA: MUMMIA GUANCI AL MUSEO DI SANTA CRUZ DE TENERIFE, LA SPIAGGIA DI LOS CRISTIANOS, SCORCIO DI PUERTO DE SANTA CRUZ, IL “DRAGO” MILLENARIO (UNA DELLE PIANTE PIÙ ANTICHE DEL MONDO), GARACHICO E IL BARRANCO DI MASCA
strappato la concessione che le capitali dell’arcipelago fossero due: non solo Santa Cruz de Tenerife, ma pure Las Palmas. Navigando, Tenerife si scorge da lontano, dominata com’è dal cono del Teide, il grande vulcano “dormiente” dal 1909. Con i suoi 3718 metri è la montagna più alta di Spagna e la sua vetta è perennemente coperta di neve. Si trova al centro della più grande area protetta dell’arcipelago, un parco che in alta quota è fatto di paesaggi spettacolari disegnati dalle colate laviche. Distese brune dalle tonalità diverse che assomigliano ad orizzonti lunari. E più sotto c’è la rivincita della vegetazione, estremamente varia, un giardino di biodiversità. A Icod de los Vinos sopravvive il “Drago”, una splendida pianta millenaria, esemplare di una specie botanica presente solo nell’isola. Ma Tenerife sorprende anche per i suoi paesaggi marini. Se la maggior parte dei turisti del “tutto compreso” si limita a portare a casa le immagini stereotipate delle spiagge di Los Cristianos e di Playa Las Americas, belle ma sempre affollatissime e soprattutto circondate dal cemento dei tanti, troppi, complessi turistici, c’è altresì chi, viaggiatore a caccia di ben altre emozioni, scopre la bellezza selvaggia delle coste del nord dell’isola. Frastagliate come quelle scandinave o irlandesi, dove le alte onde dell’oceano vanno ad infrangersi fragorosamente sulle rocce. E più in alto, sulle montagne modellate dalle varie eruzioni del Teide, lo sguardo di questi viaggiatori sensibili al fascino naturale si posa su un ambiente unico, dove la palma divide il territorio con il pino marittimo e con le tante altre varietà presenti su questo versante dell’isola. Più su i “barrancos”, spettacolari fratture (da non perdere quella di Masca, percorsa
da una stradina da brivido) che si aprono al mare lungo ripide pareti. Ma Tenerife sorprende anche per le sue cittadine di stile coloniale. Come La Orotava, elegante e sobria, aristocratica e semplice. Prendere un caffè all’arancio nella piazza, vicino al gazebo liberty, circondati da palazzi e chiese barocchi, specie sul far della sera, è un’emozione da provare. Anche Garachico conserva le atmosfere tipiche del “siglo de oro”, tangibili soprattutto nelle architetture. Ma anche il cuore storico di città più grandi, come Puerto de la Cruz, conservano tracce di questo passato splendente. Candelaria, sulla costa sud, merita una riflessione: nella grande piazza dominata dalla basilica di Nostra Signora de Candelaria, spalle al mare, si ergono nove grandi statue. Raffigurano nove valorosi guerrieri Guanci, gli ultimi ad arrendersi ai Normanni e agli Spagnoli prima che il loro popolo, nel XV secolo venisse annientato o ridotto in schiavitù. La loro presenza è un omaggio tardivo alla loro memoria. Al loro ingiusto sacrificio. Chi è appassionato alla loro storia e alla loro civiltà trova nel museo dell’Hombre y de la Naturaleza (dell’uomo e della natura) a Santa Cruz de Tenerife una documentazione straordinaria. Oltre a tanti oggetti creati dai Guanci, frutto di scoperte archeologiche, a ricostruzioni e ad altre informazioni, spiccano numerose mummie, tutte ben conservate. Nelle loro espressioni forti sembra di cogliere ancora il loro grido di dolore per la scomparsa della loro civiltà. Spazzata via senza pietà dai colonizzatori. Le Canarie erano la terra dei Guanci, per un momento è giusto ricordarlo. Come è giusto non perdere la memoria del loro genocidio.
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Attenti al Melanoma, un nemico subdolo che può dimostrarsi letale I fanatici dell’abbronzatura naturale o artificiale devono farsene una ragione: vuoi per l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ridotto spessore della fascia di ozono, i raggi del sole - da sempre amici della vita e della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti di cellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, in pericolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popolazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a tale rischio? Innanzitutto sicuramente la familiarità, ovvero una predisposizione genetica che ha prodotto il melanoma tra gli ascendenti (genitori, nonni o altri consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, non ancora disponibile ma in fase avanzata di studio, questi soggetti dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il fototipo: le pelli chiare, sensibili, che al sole si arrossano ma non si abbronzano hanno pochi melanociti – le cellule che producono la melanina – e quindi mancano di una fondamentale difesa naturale. Anche agli altri è necessario raccomandare però
l’utilizzo della crema con adeguato fattore di protezione solare, dal momento che l’azione distruttiva dei raggi solari (UVA e UVB, ma soprattutto gli UVC che colpiscono in profondità il derma) sono certamente responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Per quanto riguarda il melanoma, una mappatura dei nei effettuata dal dermatologo con uno strumento denominato dermatoscopio, capace sia di ingrandire che di evidenziare la struttura tridimensionale del nevo, consente di “mettere sotto osservazione” i nei più sospetti per forma, colore, dimensione etc… per identificarne eventuali modificazioni, campanello d’allarme da non sottostimare in nessun caso. In particolare, il nevo melanocitico comune è una lesione pigmentaria benigna, molto comune, localizzata prevalentemente sul tronco e sugli arti, completamente piatta o rilevata al centro. Il diametro è di solito inferiore a 1 cm, il colore è marrone nelle varie tonalità, non sempre distribuito uniformemente. La forma è tondeggiante od ovale, prevalentemente simmetrica e i bordi appaiono mal definiti, sfumati. La superficie è liscia con disegno cutaneo lievemente accentuato. Compare nell’adolescenza o più
tardi; può essere unico o multiplo, in media dai 15 ai 30 elementi. Il nevo melanocitico atipico è una lesione pigmentaria che presenta un diametro di solito maggiore di 6 mm; ha forma asimmetrica, bordi irregolari con pigmentazione disomogenea. Si parla di ‘sindrome del nevo displastico’ per quei soggetti i quali presentano numerosi nevi che clinicamente e istologicamente hanno caratteristiche di atipia. La sindrome ha spesso un’incidenza familiare e i soggetti affetti devono essere sottoposti a scrupolosi controlli periodici per il rischio di insorgenza di un melanoma. In generale tutti i nevi atipici devono essere strettamente monitorati, se non addirittura asportati per motivi preventivi. Il nevo melanocitico congenito è una lesione pigmentaria di colore brunastro scuro o chiaro, spesso disomogeneo per la presenza di aree bluastre o nerastre. È già presente alla nascita o compare nei primi mesi di vita. Le dimensioni sono variabili: piccoli (diametro inferiore a 1,5 cm) , medi (diametro tra 1,5 cm e 20 cm ), grandi (con diametro maggiore di 20 cm). Quando sono molto piccoli, difficilmente si distinguono dai nevi acquisiti. Solo le lesioni maggiori hanno un rischio ele-
Dottor Diego Lorusso, Specialista in Dermatologia
vato di trasformazione in melanoma (circa il 60%). Lesioni pigmentarie congenite con diametri inferiori a 10 cm si devono considerare a basso rischio e possono essere attentamente e costantemente controllate procrastinando l’eventuale escissione. I nei che il dermatologo individua come “dubbi” potranno essere asportati ambulatoriamente dal chirurgo plastico e sottoposti ad esame istologico, per escludere che si tratti di melanoma.
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IL DIRITTO PER IL CITTADINO
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Eredità e minorenni
Non è per niente raro che ad un’eredità venga chiamato un minorenne; in questo caso le procedure cui si va incontro sono piuttosto complesse ed i tempi rischiano di allungarsi notevolmente. Il minore d’età, infatti, non può accettare l’eredità se non con beneficio di inventario, il che vuol dire che serve non solo un atto pubblico in cui si dichiari di accettare l’eredità, bensì anche un inventario, cioè un elenco preciso e puntuale di tutti i beni di cui il defunto era titolare. Ma questo sarebbe il minimo se non occorresse, prima di tutto, un’autorizzazione del Giudice Tutelare; ciò sta a significare che bisogna effettuare un ricorso al tribunale competente per farsi autorizzare al compimento
di tale atto; stante la lentezza dei nostri tribunali, doversi munire di tale autorizzazione significa far passare (almeno) tra i due e i cinque mesi (salvo inconvenienti...). Non miglior sorte se il defunto aveva conti correnti bancari o postali; nel caso in cui non si sia riusciti a chiudere anzitempo detti conti, il prelievo del denaro dai medesimi viene solitamente autorizzato soltanto dietro presentazione di copia della dichiarazione di successione ovvero di un’apposita certificazione rilasciata dal competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate (cosiddetto modello 240). Ma ancora una volta se il denaro (o parte di esso) deve essere versato ad un minore tutto si blocca; almeno fino a
quando non si presenta copia della prescritta autorizzazione del Giudice. Lo stesso accade qualora si voglia ritirare il contenuto di una cassetta di sicurezza; e pure il versamento del TFR non può essere effettuato senza che venga presentata al datore di lavoro il citato provvedimento. Da ricordare, poi, che di tutto quanto di spettanza del minore non si potrà disporre se non con ulteriori autorizzazioni da richiedere di volta in volta (per es. non si potrà vendere la quota dell’immobile ricevuto dal minore in eredità se non autorizzati; non si potrà prelevare il denaro ricevuto in eredità se non autorizzati e solo per l’ammontare previsto ecc.).
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capire perché i piloti kamikaze si mettessero i caschi in testa (Dave Edison). • Qual è il colmo per un muratore? Firmare le sue opere in calce.
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amore non è terreno ma spirituale. • L’amore: un qualcosa che tradisce ogni certezza per dar luogo alla più infida delle illusioni. Quella che mentre credi di aver conquistato, ti accorgi di essere stato assoggettato.
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