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Periodico d’informazione locale. Anno XIX n.11
LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010
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LA PIAZZA
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Periodico d’informazione locale. Anno XIX n.11
È DISTRIBUITA DA
Bilancio Previsionale, 12 milioni in meno rispetto al 2011
pag.
Viabilità Passante Nord, Venetostrade lo vuole a Sud
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Commercio Malgrado i saldi si spendono pochi soldi
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EDITORIALE
Amministrative, prove “tecniche” di politica
LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010
NESSUN BENEFICIO DALL’APERTURA DEL CENTRO
Il 29 febbraio finirà il chiaccheratissimo esperimento relativo alla riapertura di Corso del Popolo alle auto. La prova ha preso il via lo scorso dicembre per incentivare gli acquisti in città ma non ha sortito gli effetti sperati: le vie sono rimaste quasi deserte durante la settimana, i negozi semivuoti nonostante i saldi pag. 9
ZECCA LAUREATO A COVERCIANO Per un mese, ha vissuto nella casa del calcio che è Coverciano, dove è venuto a contatto con le varie nazionali giovanili in raduno colloquiando con i rispettivi allenatori come Sacchi, Viscidi, Ferrara, Evani, Peruzzi condividendo anche, alcuni giorni con gli allenatori del corso master quali Roberto Baggio, Cerezo, Mangia pag. 11
di Ornella Jovane
E
Polacque, nell’incertezza aumentate le tariffe Da gennaio i cittadini hanno visto crescere la propria bolletta del 5%
I
n totale controtendenza con l’esito referendario, in molte realtà, pare si stia andando sempre più verso la privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato. È il rischio che corre Polesine acque, l’azienda che gestisce il servizio nella provincia di Rovigo e che, nei mesi precedenti, ha perso l’affidamento in house. Cosa significa? Come già avevamo raccontato nei mesi scorsi, l’ex presidente dell’Aato, (ora commissario in attesa di chiarimenti in merito al suo ruolo, dato che le Aato dal 31 dicembre, secondo normativa
nazionale, non esistono più), Alessio Pacchin, aveva chiesto la revoca della gestione del servizio idrico integrato a Polesine Acque che dall’inizio del 2012 non ha più titolo per poterlo svolgere. Questo perché all’interno di Polacque vi sono delle partecipate, Sodea (società di depurazione compartecipata dalla francese Sagidep) e Polesine engineering, in cui vi è la presenza di privati, condizione in contrasto con la vittoria referendaria di cui sopra. Per la società vi sono due possibilità: andare a gara di evidenza pubblica, con il
rischio fondato di consegnare il servizio ai privati, o costituire una nuova società nella quale non compaiano ditte private, entro marzo. L’intento palesato era quello di riaffidare l’incarico a Polesine acque, una volta liquidati i privati, ma questo, al momento, sembra lontano dal divenire realtà. E se il destino di Polesine acque ad oggi risulta poco chiaro, e ancora tutto da definire, di certo c’è che dal primo gennaio i cittadini hanno visto aumentare la propria bolletta di circa il 5%. pagg. 4-5
’ metà gennaio quando dal blog di Chioggiazzurra, il pdellino Beniamino Boscolo, giovane stimato politico di Chioggia, rivolge a Lucio Tiozzo, consigliere regionale di lungo corso, anch’egli stimato politico di Chioggia, esponente del Partito democratico, alcune domande su questioni chioggiotte portate in Regione per sensibilizzare l’assessore preposto. Il consigliere Tiozzo nel rispondere cita spesso il collega del Pdl, Carlo Alberto Tesserin - anch’egli stimato ed esperto politico di Chioggia, autorevole presenza in Regione - sottolineando come in Consiglio regionale i chioggiotti si siano mossi insieme e in sintonia - indipendentemente dalla collocazione politica - per portare avanti le istanze della città. Peraltro tutt’altro che semplici: l’ospedale, il turismo e la spiaggia, la pesca... E sottolinea che insieme hanno ottenuto dei risultati. A questo punto l’acuto Beniamino Boscolo azzarda una domanda. La introduce, la giustifica, tergiversa e poi alla fine si decide: ma che il “modello” Monti abbia fatto scuola anche a livello locale e in Regione stia prendendo forma quell’assetto politico di una maggioranza multicolore fondata sulla tregua in nome del bene comune?La domanda risulta tutt’altro che improbabile. continua a pag. 3
o.jovane@lapiazzaweb.it
L’Intervento
Cominciamo a cambiare, il futuro ci seguirà di Gianni Nonnato*
L
e case discografiche con la diffusione di Internet hanno visto quasi annullato il proprio fatturato in conseguenza del fatto che i giovani si scambiano i “file” musicali in rete. Non avevano saputo cogliere per tempo la novità rappresentata dal “potere distribuito” di Internet. *Psi Rovigo
continua a pag.
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EDITORIALE
segue da pag.
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Amministrative, prove “tecniche” di politica Servizi
ATTIVATO IL WIFI
Il Comune di Rovigo e Unindustria Rovigo hanno attivato un servizio WiFi gratuito, con l’obiettivo di facilitare la diffusione dei contenuti della rete internet a tutti i residenti, in particolare ai giovani cittadini, e agli ospiti della città di Rovigo. Wi-Fi, abbreviazione di Wireless Fidelity, è un termine che indica dispositivi che possono collegarsi a reti locali senza fili L(WLAN), per mezzo di onde radio; è usato specialmente per connettersi a internet in determinate aree. La rete – in tutto 10 punti di accesso - è in grado di coprire quasi completamente il centro cittadino (Piazza Matteotti, Giardini Castello, Via Angeli, Corso del Popolo, Piazza Vittorio Emanuele, Piazza Garibaldi, Piazza Merlin), oltre che Piazza della Riconoscenza (stazione FS) e i giardini di via Marconi, antistanti la sede Universitaria. Polstrada
IL NUOVO COMANDANTE È RODELLA Il sindaco Bruno Piva ha ricevuto nel suo ufficio a palazzo Nodari, il nuovo comandante della Polstrada, Simone Rodella. Nel congratularsi per il nuovo incarico, il sindaco ha assicurato, per quanto di competenza, la sua collaborazione. “Tutte le forze dell’ordine – ha detto il sindaco -, svolgono un fondamentale lavoro per garantire più sicurezza e tutela alla comunità. Per questo è importante lavorare in sinergia” Rifiuti
RACCOLTA LAMPADE ESAUSTE La raccolta differenziata si amplia di un nuovo servizio legato alla raccolta delle lampade esauste. L’iniziativa è realizzata da Asm Ambiente srl, in collaborazione con Ecolamp. Si tratta di un servizio pensato per favorire al massimo l’utenza con punti di conferimento capillari e comodi. Già attivi circa cento punti di raccolta presso luoghi di aggregazione pubblica, come le sedi di Asm, il Comune di Rovigo, altri uffici pubblici e pubblici esercizi.
Da lungimirante politico quale egli è, Tiozzo sostiene di aver colto interessanti segnali che invitano a riflettere. “Non c’è nulla di concreto - risponde - ma si respira un’aria nuova anche in Regione. Non escluderei in futuro scenari inediti. E’ evidente che Pd e Pdl politicamente sono su posizioni tanto diverse e lontane, ma ci sono dei momenti in cui la politica deve saper fare un passo indietro per altre più urgenti priorità”. Tiozzo e Tesserin lavorano da anni in tandem e, si potrebbe dire, non fanno testo. Tuttavia che a tutti i livelli i partiti siano stati costretti alla sobrietà e concretezza appare chiaro. E necessario. Il prossimo 6 maggio ci sono le elezioni amministrative che saranno un test anche politico per capire, innanzitutto, come elettori stremati e fortemente provati dalla crisi economica e finanziaria torneranno a rapportarsi con partiti e candidati. Il Veneto si rivela un osservatorio interessante. Per via della Lega, forza d’opposizione al governo nazionale, che ha già annunciato per la prossima scadenza elettorale la corsa in solitaria. Sarà da capire il grado effettivo di gradimento della base per la scelta di non sostenere il governo Monti - certi sondaggi sembrerebbero dare indicazioni diverse da quelle ufficialmente divulgate - e quanto sia stata metabolizzata la lunga - e non proprio gradita soprattutto nell’ultimo anno - alleanza con Berlusconi. Ci sono poi le alleanze. Il Pdl, “scaricato” dalla Lega, corteggia l’Udc, del resto in Veneto sempre disponibile interlocutore, per sondare nuove unioni. Ma il Pd, che proprio nelle recenti elezioni a Chioggia era riuscito ad affermarsi sostenendo un candidato sindaco dell’Udc e dimostrando vincente la svolta moderata verso il centro, non vuole rimanere spettatore. Insomma in questo clima di fair play prevale il confronto e il dialogo, più sobrio ed elegante dello scontro frontale. Certo è che il prossimo 6 maggio la politica ritorna protagonista sulla scena. Sarà sufficiente e credibile per partiti e candidati proporsi in nuove combinazioni per rassicurare gli elettori che tutto è cambiato dopo Monti? Ornella Jovane
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PROVINCIA
Striscia consegna la bacchetta magica a Piva pag. 6
ECONOMIA
672 imprese nascono, 694 cessano di esistere pag.
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Informagiovani ancora appeso ad un filo pag.
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IL VENETO
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Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
Infrastrutture
Superato l’ostacolo del bilancio regionale, in approvazione entro qualche mese, la Nogara-Mare potrebbe essere già cantierabile dalla fine di quest’anno per la rotatoria di Stienta e per la bretella Trecenta-Ficarolo che andrebbe ad interessare la viabilità legata all’ospedale San Luca. Stagione di Balletto
CINQUE DATE DA NON PERDERE
Anche quest’anno ha preso il via la stagione di balletto. Approvato il Piano L’invasione Al teatro sociale la rassegna è partita lo territoriale dei grandi centri scorso 12 febbraio. di coordinamento commerciali In cartellone rimangono gli appuntamenti pag. 12 di domenica 26 febbraio con “La bella In pole position oltre a Veneto City, il progetto SPAZI APERTI addormentata” a cura del Balletto del Ikea di Casale sul Sile, le espansioni Sud. Lo spettacolo andràPisani in scena alle dei centri commerciali di Boara Braconaggio, una ore 16. e di Monselice e i nuovi centro commerciali piaga per l’immagine ora domenica 25 marzo con di Limena eStessa Due Carrare. Preoccupazione fra politici l’Opera e amministratori locali del Parco di Riga che porterà sul palco il di Alessandro Abbadir capolavoro shakespeariano “Sogno di una consumi? Crollati con la crisi. I dati delle vendite natalizie miliardi di euro, con una contrazione del 18% rispetto al di Veneto City (dove ne sono promessi 7000) non sarà quale concorda il consigliere regionale del Pd Lucio Tiozzo. in tutta Italia13 e nel Veneto sono state pressoché un disa- 2010. In tavola sono pagg. stati portati soprattutto prodotti18-19 made facile dire di no. Ad esempio una cittadella che funziona Contro le condotte disinvolte delle grandi catene compag. di mezza estate. Sabato 31 marzo, stro e anche i negozi che vendono beni alimentari oramai in Italy, legati a ricette del passato. Gli investimenti più da tempo e attira clienti da notte Croazia Slovenia e Austria merciali si sono schierati anche il presidente del consiglio sono alle corde. Alla Regione però questo dato, nonostante onerosi in mobili, oggetti d’arredamento ed elettrodome- è “Veneto Designer Outlet”. La cittadella della moda, di regionale Clodovaldo Ruffato e critiche sono arrivate anin atto dal 2008, non interessa. L’ente capita- stici sono crollati del 24%, abbigliamento e calzature sono Noventa di Piave richiama visitatori provenientialle anche daore che 16, dalla consigliere regionale del Pd Simonetta Rubinato. PERSONAGGIO lanatorecessione SOCIETÀ sempre sarà la volta del dal governatore Luca Zaia, insiste nel concedere quasi precipitati del 18%, mentre la profumeria ha registrato -7%. oltre confine. Confesercenti Veneto comunque denuncia Contrari a logiche di concentrazione in grandi aree anche sempre l’insediamento di grandi centri commerciali :Veneto A tenere solo editoria e libri. Male il turismo, con un -8%. poi l’uso di “escamotage”, per ottenere lo stesso le auto- imentre sindacati, Cgil indomenica testa. Sconcertati anche diversi comuni teatro ragazzi 1 aprile, City o l’Ikea di Casale sul Sile o il parco commerciale sulla Nonostante questi numeri la Regione non si scompone. Ve- rizzazioni per aree commerciali non ancora perfezionate. come quello di Venezia e Padova che da tempo si battono Treviso – Mare a Meolo, ne sono l’esempio più lampante. diamo ad esempio il progetto Ikea di Casale sul Sile (Tv) Problemi si sono avuti anche per le espansioni dei centri per il mantenimento di negozi di prossimità nei quartieri. Chiara Marzolla: La paura, al consueto orario, la Compagnia Fabula Centri che si trovano a ridosso di snodi viario infrastrutture che potrebbe autorizzare. commerciali di Boara Pisani e di Monselice. Proteste per “Quartieri difficili come il nostro, cioè quello di Marghera Qui il negozio Ikea occuperà uno spazio di 35 mila le possibili autorizzazioni dei centri commerciali di Limena (nel comune di Venezia) – spiega il vicepresidente della di competenza regionale. Le associazioni di categoria e il Saltica si unaesibirà in Firebird dreams. “Al Giglio momenti d’animo di Marghera Bruno Polesel - dalla vicinanza mondo della politica sono in subbuglio. Sistato perdono tanti metri quadri, parcheggi esclusi. L’azienda svedese prevede e Due Carrare si sono già registrate. A prendere po- Municipalità posti nei piccoli e medi centri per recuperarne molti meno. l’apertura tra il 2015 e il 2016. Per sgravare i negozi Ikea sizione critica contro queste nuove possibili autorizzazioni di grandi aree commerciali, non hanno nulla da guadagnaEcco intanto i dati sui consumi natalizi. Perdel l’Osservatorio nostro di Padova e Villesse, il colosso deitempo mobili ha deciso di inve- di insediamenti commerciali è la senatrice del Pd Franca re. I piccoli negozi mantengono viva una rete sociale fatta di panico” nazionale Federconsumatori la spesa complessiva è stata di stire 200 milioni di euro a Casale sul Sile, punto vendita Donaggio. Per la Donaggio “Ci si deve impegnare per di- di rapporti fra persone e di aiuto reciproco. Il grande centro 4 miliardi di euro, 400 milioni al di sotto delle stime, che a pochi metri dal casello autostradale . Lapag. palla è in mano fendere il piccolo commercio e nello stesso tempo riuscire commerciale, è spersonalizzante. Ora mettono prezzi ripag. 16 20 indicavano un volume pari a 4,4 miliardi di euro, per una in questo momento alla Regione, chiamata a imprimere a dare ai consumatori una vasta scelta. Con grandi centri bassati per colpire il piccolo commercio. Poi quando i piccoli
in PRIMO PIANO L’invasione dei grandi centri commerciali
I
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Il 25 febbraio si discosteranno i possenti battenti di palazzo Roverella per lasciare entrare i visitatori della nuova mostra dedicata al Divisionismo. Il periodo che questa esposizione illumina è quello tra il 1890 e l’indomani della Grande Guerra, una delle più emozionanti stagioni dell’arte italiana negli ultimi secoli. Si tratta sicuramente di uno tra i più importanti eventi espositivi italiani del 2012. In mostra maestri come Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Pellizza da Volpedo.
COMMERCIO
media di 166 euro a famiglia. Per la Coldiretti, il cenone della vigilia e il pranzo del 25 dicembre sono costati 2,3
è un marchio registrato di proprietà della
PARTE LA MOSTRA SUL DIVISIONISMO
NOGARA-MARE ENTRO L’ANNO
CODICE FISCALE
DONA UN FUTURO AI BAMBINI DEL SUD DEL MONDO
Palazzo Roverella
Venezia Padova Rovigo Treviso
perture libere, la Regione si oppone ma il Tar del Lazio gli dà torto. L’effetto della sentenza riguarda il ricorso presentato contro il Comune veronese di Isola Rizza contro la Regione Veneto. Così dopo il sì alla Bennet a Verona, hanno cantato vittoria i Pam di Padova, Vicenza, Venezia, Treviso e Vicenza e sulla loro scia, grazie al decreto di Monti ‘Salva Italia’, ora hanno presentato ricorso anche i gruppi Auchan, Coin, Oviesse, Gallerie Commerciali spa e Upim, con la forte probabilità di vincere . Ma cosa è successo? Il Tar del Lazio, in pratica, ha vanificato una circolare inviata il 18 gennaio scorso a tutti i Comuni per invitarli a rispettare la norma regionale. Cioè quella delle 16 domeniche di apertura, più le 4 di dicembre, norma
il primo timbro sul progetto. In ballo ci sono circa 1.300 posti di lavoro e visto il momento di crisi come nel caso
di distribuzione avulsi dal territorio si rischia la morte della vita sociale nelle città e nei paesi“. Una posizione con la
APERTURE COMMECIALI LIBERE LA REGIONE DÀ BATTAGLIA prevista dall’accordo sottoscritto anche dalla grande distribuzione prima del decreto Monti. Ma l’assessore, regionale contraria alle aperture deregolamentare ribadisce che sulla questione prima del governo viene la Regione. “Una cosa deve essere chiara a tutti. In materia di aperture domenicali per il commercio- spiega l’assessore regionale al Commercio Isi Coppola - qui nel Veneto vale la legge regionale fino a prova contraria. Siamo tenuti tuttavia a prendere atto delle ordinanze d’urgenza adottate in questi giorni dal Tar Veneto, con l’iter di “inaudita altera parte” che è la facoltà di non ascoltare la controparte, cioè la Re-
gione, anche se questo comporterà una situazione caotica fino al 22 febbraio, data in cui i ricorsi saranno discussi nel merito e in quella sede faremo presenti le nostre ragioni. Il Veneto, inoltre, impugnerà la legge Monti davanti alla Corte Costituzionale perché la competenza in materia di commercio è esclusiva e prioritaria delle Regioni”. Ma non solo. “C’è da dire– aggiunge l’assessore Coppola – che la stessa Federdistribuzione ha un giudizio positivo rispetto a quanto la Regione ha previsto nella sua normativa sui turni di apertura infrasettimanali, provvedimento atteso da molto tempo. E’ evidente che Federdistribuzione, sulle
negozi saranno spariti definitivamente i prezzi li decideranno quasi da monopolisti”.
aperture domenicali, si trova a rappresentare esigenze diverse nei confronti delle attività commerciali, perché ci sono i grandi gruppi, anche e soprattutto non italiani, che possono comunque permettersi di tenere aperto, mentre altre realtà distributive importanti sul nostro territorio, non hanno nessuna intenzione di avvalersi delle aperture domenicali per tutto l’anno e rivendicano il valore anche sociale della legge regionale. Inoltre sottolineo come questo primo periodo di applicazione delle 20 domeniche, sarebbe stato sperimentale e oggetto di attento monitoraggio, proprio per avere poi la possibilità di modificare a seconda delle esigenze dei consumatori e del mercato il numero più giusto di aperture”. A.A.
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Direttore responsabile
MAURO GAMBIN direttore@lapiazzaweb.it ORNELLA JOVANE o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 30 gennaio CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL LORETO, VIA BRECCIA (AN)
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4 Argomento del mese SERVIZIO IDRICO Entro marzo la società deve decidere se per ottenere l’affido del servizio sia più opportuno andare a gara di evidenza pubblica, con il rischio fondato di consegnare il servizio ai privati, o costituire una nuova società nella quale non compaiano ditte private
Polacque, nell’incertezz
di Francesca De Luca
Da gennaio i cittadini hanno visto aumentare la propria bolletta del 5%
Pacchin: “Aumento necessario per far fronte ai costi di gestione dell’ente”
I
l 12 e 13 giugno 2011 circa ventisette milioni di italiani si sono recati alle urne per votare i quattro quesiti referendari in materia di nucleare, legittimo impedimento e acqua. Perché tornare così indietro nel tempo? Perché è necessario ricordare questo passaggio per capire tutto ciò che ne è conseguito, fino ad oggi. La vittoria del Sì al referendum, la massa di popolazione che chiedeva che l’acqua continuasse ad esser gestita dal pubblico e che non fosse contemplata la possibilità di fare profitto su un bene primario, ha spiazzato il mondo politico che non ha potuto far nulla, se non osservare. Al momento. Ma cosa è successo dopo? In totale controtendenza con l’esito referendario, in molte realtà, pare si stia andando sempre più verso la privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato. È il rischio che corre Polesine acque, l’azienda che gestisce il servizio nella provincia di Rovigo e che, nei mesi precedenti, ha perso l’affidamento in house. Cosa significa? Come già avevamo raccontato nei mesi scorsi, l’ex presidente dell’Aato, (ora commissario in attesa di chiarimenti in me-
UNA PETIZIONE
“Giù le mani dall’acqua e dalla democrazia!”
D
i fronte all’aumento generalizzato delle tariffe, e all’ipotesi della liberalizzazione paventata dal governo Monti, i comitati per “l’acqua bene comune” non sono rimasti inerti. È infatti partita la petizione “Giù le mani dall’acqua e dalla democrazia!”, nella quale si rivendicano le ragioni del referendum. “Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto” si legge nella petizione. “Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti”. “L’acqua” sottolineano, “non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato”, per questo chiedono alle donne e agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario”. Concludono “oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia”. F.D.L.
rito al suo ruolo, dato che le Aato dal 31 dicembre, secondo normativa nazionale, non esistono più), Alessio Pacchin, aveva chiesto la revoca della gestione del servizio idrico integrato a Polesine Acque che dall’inizio del 2012 non ha più titolo per poterlo svolgere. Questo perché all’interno di Polacque vi sono delle partecipate, Sodea (società di depurazione compartecipata dalla francese Sagidep) e Polesine engineering, in cui vi è la presenza di privati, condizione in contrasto con la vittoria referendaria di cui sopra. Per la società vi sono due possibilità: andare a gara di evidenza pubblica, con il rischio fondato di consegnare il servizio ai privati, o costituire una nuova società nella quale non compaiano ditte private, entro marzo. Soluzione, quest’ultima, che il partito di Rifondazione comunista-Federazione della sinistra, aveva illustrato varie volte nel corso degli anni, rimanendo inascoltata. L’intento palesato era quello di riaffidare l’incarico a Polesine acque, una volta liquidati i privati, ma questo, al momento, sembra lontano dal divenire realtà. E se il destino di Polesine acque ad oggi risulta poco chiaro, e ancora tutto
da definire, di certo c’è che dal primo gennaio i cittadini hanno visto aumentare la propria bolletta di circa il 5%. All’ordine del giorno dell’assemblea di dicembre, infatti, vi era proprio la spinosa questione delle tariffe. Dopo l’esito referendario tutti si aspettavano (o meglio, speravano) una riduzione dei prezzi; invece la linea seguita dalle società che si occupano delle gestione dell’acqua sembra andare in tutt’altra direzione. Alla riunione dell’Aato che si è tenuta a dicembre scorso, infatti, alla presenza dei cinquanta sindaci dei comuni polesani, del sindaco di Cavarzere (Ve) e di Castagnaro (Vr), è stato approvato, con un’ampia maggioranza (50 voti favorevoli e due contrari), un aumento delle tariffe. “L’aumento” ha spiegato Pacchin “è relativo al costo dell’intero servizio idrico integrato, dalla vendita alla potabilizzazione dell’acqua”. Il commissario sottolinea anche che nel 2011 la tariffa si era mantenuta identica a quella dell’anno precedente mente nel 2012 l’aumento è stato necessario per far fronte ai costi di gestione dell’ente”.
Sarà il prossimo p
Einstein?
Aiutalo a diventare grande, con l’adozione a distanza.
Milioni di bambini nel Sud del mondo crescono malnutriti e senza diritti. Ma chissà cosa potrebbero fare se potessero avere cibo, acqua potabile, cure mediche e un’istruzione. Adotta un bambino a distanza, aiuterai lui e la sua comunità a costruirsi un futuro migliore. Oggi cambiare il mondo dipende da te. Un giorno, dipenderà da lui!
Argomento del mese 5 Sentenza del Tar
zza aumentate le tariffe Tradito il responso referendario La denuncia di Adico
L’acqua del Polesine è la più cara del Veneto di Francesca De Luca
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ià nel giugno dello scorso anno un’indagine dell’Adico (associazione a difesa dei consumatori), aveva fatto emergere la situazione dei costi dell’acqua a Rovigo. La provincia polesana non aveva di che vantarsi, essendo figurata al primo posto in graduatoria, con bollette salatissime, fortemente più alte (più del doppio) rispetto all’ultima provincia in classifica, Verona, ma distanti anche dalla seconda classificata, la città patavina. C’era già chi parlava di “oro blu”, in riferimento ai costi esosi imposti da Polesine acque. E sempre Adico, comitati per l’acqua bene comune ed alcuni partiti politici polesani, avevano denunciato la staticità postreferendaria: dal 13 giugno ben poche cose sono cambiate e le municipalizzate hanno cercato ed attuato qualunque pretesto al fine di aggirare la volontà popolare. I cittadini, facendo vincere il Sì, hanno chiaramente chiesto che nei costi di bolletta, fosse eliminato il capitolo relativo alla “remunerazione del capitale investito”, ovvero il profitto, quello che rende la gestione del servizio idrico un business. A Rovigo, le cose sembrano ancor più gravi: non solo la situazione non è migliorata, ma si dirige verso un peggioramento: le tariffe sono state riviste, ma anziché diminuire, i costi sono aumentati. Il rincaro approvato dall’assemblea dell’Aato del dicembre scorso, ammonta al 4,62 per cento. La tariffa passa così, dal primo gennaio, da 1,65 euro al metro cubo a 1,73 euro al metro cubo. E l’acqua dei rubinetti polesani continua a confermarsi, ovviamente, la più cara del Veneto. Ma le novità non si fermano qui: aumenta anche la quota fissa da 15 a 15,75 euro per i residenti e da 30 a 31,5 euro per i non residenti. Il solo incremento del quasi 5 per cento si traduce in un aumento medio di 15 euro all’anno su un consumo di 160 metri cubi di acqua.
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Respinto il ricorso dei sindaci
Polacque ha perso l’affidamento A
ddio affidamento in house per Polesine acque. Tutto è nato dalla decisione dell’assemblea dei sindaci dell’Aato, proposta da Pacchin, ex presidente, di non rinnovare l’affidamento alla società polesana, fino a che questa non avesse provveduto a liquidare i privati. La decisione infatti aveva provocato diversi scontenti, tra tutti i sindaci di Castelguglielmo, Occhiobello, Papozze e Polesella che, dopo aver votato contro in assemblea (come tutti gli altri sindaci del centrosinistra, ad esclusione dei primi cittadini di Bosaro e Fiesso), hanno presentato ricorso al Tar. Una presa di posizione, quella dei comuni, che talvolta ha generato reazioni forti: ad Occhiobello le minoranze (Uniti per cambiare, Pdl e lega nord) hanno presentato una mozione condivisa per dichiarare la propria contrarietà alla decisione assunta dalla maggioranza, e hanno richiesto che il ricorso fosse ritirato. Comunque sia il Tar si è espresso, respingendo il ricorso. I comuni lo avevano presentato, da soci azionari della società Polesine acque, considerando illegittima la cessazione del contratto. I comuni ricorrenti hanno sottolineato la natura pubblica della società; tuttavia il tar, ha verificato “come tale dato, rilevabile dalle previsioni statutarie, non identifichi la reale situazione della compagine societaria facente capo alla Polesine Acque, la quale, come chiaramente e puntualmente descritto dalla stessa difesa della La società società, è costituita da una consistente è privata mentre e rilevante (sotto il profilo del controllo) la gestione presenza di capitale privato”, motivo dell’acqua deve per cui L’Aato aveva dichiarato illegit- essere pubblica timo l’affidamento e aveva fissato la data di cessazione al 31 dicembre 2011. Nella sentenza è possibile leggere che “tale situazione era stata già rilevata come contraria ai principi comunitari dalla stessa Avcp nel 2007 e che, proprio a seguito della richiesta di parere da parte dell’Aato, detta situazione di incompatibilità con il proseguimento dell’affidamento è stata rilevata dall’Agcom”. Questa sentenza era attesa da molti, in primis da tutti coloro che nel giugno scorso si sono recati alle urne per chiedere che dalla gestione del servizio idrico integrato fossero esclusi i privati, condizione evidentemente disattesa dalla società polesana. Rileva infatti il Tar, che la situazione di “controllo prevalente da parte della componente privata della compagine sociale è stata confermata con chiarezza dalla stessa società nel proprio atto difensivo, nel quale è stata comprovata l’assenza di una posizione di controllo da parte di Polesine Acque sulle altre società dalla stessa partecipate e soprattutto la reale mancanza del controllo analogo da parte dell’Aato sulla società stessa, tale da giustificare il proseguimento dell’affidamento” e conclude: “come correttamente rilevato nella deliberazione impugnata, non sussistono, a prescindere dal dato formale dell’esclusiva partecipazione pubblica al capitale azionario di Polesine Acque, le condizioni per mantenere l’affidamento del servizio secondo il modello dell’”in house providing” e quindi per la prosecuzione dell’affidamento pregresso sino alla scadenza convenzionalmente stabilita”. F.D.L.
6 Rovigo - In Municipio Amministrazione Difficile la determinazione del bilancio
Previsionale ancora sotto i raggi X dell’assessore Secondo le stime di Paulon dalle casse comunale potrebbero sparire 12 milioni di euro di Roberta Giacomella
Il Sindaco
“TEMO MANIFESTAZIONI DA PARTE DEI CITTADINI”
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a quadratura del bilancio di previsione competenza sull’Imu per seconde case e altri 2012 pare sia un’impresa titanica. I nu- fabbricati. “Siamo sull’ordine di 3 milioni di euro meri rimangono ballerini e se lo scorso mese avevamo dato notizia che la somma in meno rispetto al 2011 nonostante la incassata da palazzo Nodari sarebbe potuta decisione di mettere al massimo l’aliquota essere minore rispetto agli anni trascorsi di Imu - evidenzia Paulon - minori trasferimenti circa 4-5 milioni di euro, ora l’assessore al statali, minori entrate dal recupero delle multe insolute e minori introiti Bilancio, Luigi Paulon, da altri capitoli fanno ha quantificato tale Il conto sì che in bilancio si reammanco in circa 12 per ciascun gistri un tale ammanco milioni e il conto per rodigino di risorse da rendere il ciascun rodigino sarà di potrebbe essere di 230 euro 2012 un anno epocale 230 euro. per quanto riguarda la La causa? L’effetto combinato dell’ultima manovra del governo ridefinizione di incarichi e spese”. A complicare ulteriormente i conti del Comune si aggiunBerlusconi con la prima del governo Monti. Il conto è presto fatto: circa tre milioni ge l’introduzione dell’Ici varata dal governo scompaiono per i tagli ai trasferimenti stata- Monti che peserà sulle tasche dei cittadini in li (due milioni e 44mila euro dall’esecutivo modo non indifferente. Secondo l’analisi di Paulon: “Paghiamo tecnico, 945mila da quello di centrodestra), cui vanno uniti i due milioni e 660mila di ridu- il fatto di non avere una percentuale altissima zione del rimborso Ici e i sei milioni e mezzo di fabbriche e di non essere una grande zona che, secondo le proiezioni, il Comune rodigino produttiva ma più che altro città di servizi. Il dovrà dare a Palazzo Chigi per la quota di meccanismo’ dell’Ici è tale da incidere più
IN BREVE
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L’assessore al Bilancio Luigi Paulon sulle piccole realtà con la conseguenza di un maggior impatto sociale nel nostro territorio”. “L’amministrazione, conclude Paulon, sta valutando delle iniziative a sostegno delle famiglie perché non vogliamo spremerle ulteriormente. In pratica stiamo cercando di salvaguardare l’equilibrio sociale oltre che economico-finanziario”.
l sindaco Bruno Piva è concentrato insieme a tutta la sua giunta per ultimare i conti del bilancio previsionale. L’assessore Luigi Paulon ed il sindaco si dichiarano preoccupati e sottolineano che l’introduzione dell’Imu non porterà giovamento ma maggiori problemi all’amministrazione, ad essere a rischio sono i servizi, e garantirli da adesso in avanti sarà problematico. L’assurdo è che sarà impossibile spiegare ai cittadini che pagando di più al Comune si troveranno di Il sindaco fronte una amministrazione più povera. Inoltre la situazione Bruno Piva è aggravata dal fatto che il momento storico è quello che è ed è difficile chiedere sacrifici a chi è già al limite. Piva teme che un forte dissenso potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Alla situazione di grande impaccio segue anche il fatto che il sistema sociale sta andando in default. “Ogni giorno - racconta Bruno Piva - trovo sul mio tavolo dalle tre alle quattro richieste di aiuto di persone che si vedono chiudere i rubinetti del gas, ma il mio più grande timore è di trovare a breve sotto il municipio i cittadini a protestare perché non ce la fanno più a pagare le tasse”. “Gli incontri con le associazioni di categoria e i sindacati - prosegue Piva - avevano lo scopo di mettere a conoscenza tutte le parti sociali del disagio in cui imperversiamo”. Proprio per questo, il sindaco richiama tutti a condividere lo sforzo per uscire dal pantano, una richiesta che rivolge in primis alla sua coalizione. “Le questioni politiche ora trovano il tempo che trovano - afferma Piva -la preoccupazione principale in questo momento è portare a casa il bilancio, con le minori sofferenze possibili e vorrei che su questo obiettivo vi fosse convergenza”. Ro.Gi.
SATIRA STRISCIA CONSEGNA A PIVA LA BACCHETTA MAGICA
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osa ci faceva sabato 14 gennaio il primo cittadino di Rovigo a Striscia la Notizia, il più famoso tg satirico della televisione italiana? In molti se lo saranno chiesti, specialmente i rodigini, sicuramente sorpresi di ritrovare il loro sindaco catturato dalle telecamere di Canale 5, intervistato niente meno che da un mago contemporaneo, Antonio Casanova che in questa occasione ha assunto il piglio professionale del giornalista d’assalto. In realtà si trattava del segreto di Pulcinella, in quanto già da alcuni giorni una troupe della nota trasmissione faceva la ronda nel capoluogo delle rose, tanto da aver scatenato il vociferare della cittadinanza, incuriosita da tanta attenzione mediatica. Volendo scomodare il famoso artista pop Andy Warhol, che già nel lontano 1968 profetizzava “In futuro tutti saranno famosi per 15 minuti”, Rovigo di minuti ne ha già collezionati parecchi a causa di alcune “bizzarrie” che la caratterizzano, tra cui l’assessorato alla felicità di Ceregnano (finito tra le pagine del Tgcom), la mancanza di librerie nel centro città (quasi da guinness dei primati), finendo a Striscia. Diceva Oscar Wilde “Nel bene e nel male, purché se ne parli”: e così, impersonificata dalle vesti del primo cittadino (in loden e occhiali scuri), Rovigo si è guadagnata un posto di primo piano nella famosissima trasmissione satirica di Bruno Ricci, andata appunto in onda il 14 gennaio scorso A dare il la al mago Casanova è toccato niente meno che ad una torre medievale, per la precisione quella di porta San Bortolo, in piazza Merlin, restaurata da oltre 20 anni ma ad oggi ancora inaccessibile, perché sprovvista di sca-
le, nonostante un cospicuo restauro, costato allora ben 300 milioni di vecchie lire. Per una torre medievale, non poteva essere altri che il mago Casanova in persona a consegnare lo strumento del mestiere, ossia una bacchetta magica, al primo cittadino Piva, visibilmente perplesso dall’incursione, sollecitandolo a compiere una magia per risolvere l’annosa questione di Porta San Bortolo e dandogli un ultimatum, fissato per il prossimo aprile, entro cui Piva e la sua giunta dovranno risolversela, nella speranza di un lieto fine, come si conviene alle favole. Il Volto di Rovigo è diventato così di dominio nazionale, dal momento che i lavori di restauro non sono serviti ad aprire le due stanze al primo e al secondo piano, di proprietà comunale, per un possibile uso dello stabile, in quanto inaccessibili. E c’è chi pensa sia stato un progettista davvero distratto chi ha allestito lo sfortunato restauro, rendendo la torre inespugnabile a chiunque. In realtà, l’unica probabilità di accesso sarebbe una scaletta collocata all’interno di una proprietà privata, a fianco degli edifici della Confederazione Agricoltori, che però è addirittura murata. Dopo l’incursione di Striscia, il sindaco ha deciso di munirsi di elmetto per entrare nel Volto, adempiendo al doveroso sopralluogo, preceduto dal suo assessore ai lavori pubblici Aniello Piscopo, fattosi issare con un’autoscala per monitorare la situazione. L’appuntamento è dunque fissato per aprile, quando Casanova ripasserà nel Polesine per constatare se la bacchetta magica di Piva ha veramente funzionato. Sperando non si trasformi in un clamoroso Me.Ru. pesce d’aprile!
Rovigo - Politica 7 L’Intervento
Il caso
Cominciamo a cambiare, il futuro ci seguirà
Viabilità Le preoccupazioni di Federico Frigato e del Psi rodigino
Passante a Sud o a Nord del Ceresolo? di Fortunato Marinata
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Tutte le pianificazioni parlano di un tracciato a Nord, Venetostrade invece lo vuole nel parco Langer
assante Sud o Nord? Il punto fermo è il Ceresolo attorno al quale da tempo insistono varie ipotesi per il passaggio del Passante Nord, ossia la circonvallazione che partendo dalla rotatoria adiacente alla zona industriale di Villadose sulla sr 443 prosegue per Ca’ Matte, affianca appunto il Ceresolo ed interseca via dei mille da Sarzano e Mardimago per raggiungere viale Porta Adige. Questo nastro d’asfalto una volta ultimato intercetterebbe tutto il traffico pesante che oggi attraversa la città, creando non poche ricadute positive per la qualità dell’aria e in generale per la sicurezza urbana. Quando verrà ultimato, certo. Ma quando verrà ultimato? Una risposta è difficile da darsi anche se l’amministratore delegato di Venetostrade, Silvano Vernizzi, con una certa solerzia ha ribadito che non appena la Giunta comunale approverà il progetto definitivo la società partecipata della Regione, incaricata della progettazione e della realizzazione dei lavori, partirà con il piano esecutivo con la realizzazione del Passante a Sud del Ceresolo. Stando alle parole di Vernizzi l’operazione sembrerebbe poco più che una formali- un Pat che prevede un inconfondibile tracciato a Nord tà ma in realtà è una scelta destinata a contrastare e lo stesso parere è stato espresso dal comitato della tutte le pianificazioni che gli enti locali hanno appro- Commenda est, sostenendo pure essa la necessità vato fino ad adesso. Ptcp, fresco dell’approvazione di un tracciato a Nord. Per Veneto strade, invece, regionale, compreso. Nel Pat il passante dovrebbe passare licenziato dalla Regione infatti Sdemanializzare a Sud andando ad intaccare il Passante è previsto a Nord, e svincolare di conseguenza l’integrità di mentre la Provincia, anche se Parco Langher Parco Langer, per il quale esiste non ha mai ufficializzato una richiederà un progetto di valorizzazione. propria posizione istituzionale tantissimo tempo Sulla questione si sono accese in quanto su questa strada non le polemiche dell’ex candidato ricade alcuna sua competenza, a corredo del citato sindaco, Federico Frigato, preoccupato che sulle Ptcp ha una strada comunale di progetto a Nord e su decisioni già prese ci possa essere una retromarcia proposta del Corpo forestale dello Stato ha vincolato allungando ulteriormente i tempi di esecuzione di il parco Langer come “bosco” in forza del codice un’opera definita “un’esosa” incompiuta, visto che Urbani. Dal canto suo anche il Comune ha approvato è già costata 28 milioni euro e ancora manca il
Nelle foto l’amministratore delegato di Veneto Strade Silvano Vernizzi e il consigliere Federico Frigato
sottopasso. Anche il Psi i rodigino si è detto perplesso sull’operazione. “Ci chiediamo –hanno spiegato in un comunicato - se le uniche logiche finanziarie accampate da Veneto Strade, presieduta tra l’altro, ulteriore paradosso, da un rodigino, intende imporre un tracciato che smentisce tutte le scelte urbanistiche costruite, a seguito di un libero confronto, da tutte le istituzioni rodigine? Ci domandiamo pure: dal momento che il parco Langer è tutt’ora area demaniale e che attualmente è anche “bosco” vincolato in forza del codice Urbani e che le procedure per sdemanializzare e svincolare prevedono tempi lunghissimi, non è che questa ipotesi diventi un pretesto per rinviare “sine die” il completamento del Passante nord?”.
Spese elettorali
Palazzo Nodari
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ALLA COPPOLA 7 MILA EURO DI MULTA
di Gianni Nonnato*
segue da pag.
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La Terza Rivoluzione Industriale, sugli stimoli di Jeremy Rifkin, sta rapidamente coniugando le tecnologie di comunicazione con le reti di distribuzione dell’energia elettrica prodotta da milioni di fonti decentrate: Dalle abitazioni alle fonti più diverse di energia rinnovabile. Sole, Vento, Acqua, Geotermia. L’Unione Europea già nel maggio del 2007 ha deliberato di sviluppare e sostenere questo settore, favorendo le tecnologie di immagazzinamento dell’energia, soprattutto l’uso dell’idrogeno. L’impegno dell’Unione Europea è quella di convertire 190 milioni di abitazioni in micro centrali di generazione e trasformarsi in una società a “zero emissioni di carbonio”. La scelta strategica è quella di evitare il ricorso ai combustibili fossili, all’uranio ed alle false rinnovabili. Queste, tra l’altro, sono fonti energetiche in mano a gruppi di potere dalla forte influenza politica e che, per di più, stanno determinando pesantemente le condizioni di vendita. Le fonti di energia rinnovabile sono ovunque, sono di tutti e dureranno fino alla fine del mondo. Oltretutto non sono soggette al ricatto di nessuno. Questa scelta, che sta rivoluzionando profondamente il modo di costruire, servirà concretamente al rilancio del settore edile e delle tecnologie collegate, ma sta mettendo in discussione anche la visione centralistica del potere economico e politico. Le nuove superstrade per il trasporto degli elettroni e delle informazioni stanno trasformando la rete elettrica in una rete infoenergetica, permettendo a milioni di cittadini di diventare, allo stesso tempo, produttori e fruitori di energia e informazioni senza il filtro delle multinazionali voraci. Questa è la strada che oltre a contrastare il centralismo manipolatorio consentirà di dare un duro colpo alle potenti lobby che hanno finora pesantemente condizionato la politica e la pubblica amministrazione. Cambierà, quindi, non solo il modo di gestire le imprese, ma anche il modo in cui pensiamo la politica. L’AD di ENEL in questi giorni ha affermato: “Cominciamo a cambiare. Il futuro ci seguirà”. Che questo nuovo scenario abbia niente a che fare con i comportamenti dilatori di ENEL relativamente alla riconversione della Centrale di Porto Tolle? *Psi Rovigo
LEGA PER ROVIGO PRONTA ALL’OPPOSIZIONE
esa dei conti tra Renzo Marangon e Maria Luisa Coppola dopo la sentenza della Corte d’Appello di Venezia che ha condannato l’assessore regionale al pagamento di una sanzione amministrativa di 7mila euro oltre alle spese processuali, per irregolarità nel rendiconto delle spese elettorali. La vicenda nasce proprio durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2010, quando vi fu una durissima battaglia tra i due avversari politici, entrambi candidati per il Pdl, che vide la Coppola Isi Coppola vincere col doppio dei voti di Marangon, 16mila contro 8mila. A presentare ricorso era stato Luca Rossetto, politico di Badia Polesine molto vicino a Renzo Marangon, che segnalò alla Commissione di garanzia elettorale come le spese elettorali della Coppola avessero superato abbondantemente i limiti di 40mila euro imposti dalla legge. Ro.Gi.
ensioni all’interno della Lega. Il partito guidato da Antonello Contiero in Polesine è in subbuglio. A Porto Tolle lo scontro che il segretario provinciale ha ingaggiato con l’assessore ai lavori pubblici, Ivano Gibin, è costata l’autosospensione dei 148 iscritti e anche a Rovigo i tre fuoriusciti dalla Lega Nord, e costituitesi in Lega per Rovigo, Simone Bedendo, Michele Martinello e Alessandro Zanforlini D’Isanto, stanno tenendo testa a Contiero. Il segretario aveva chiesto Antonello Contiero che dopo la fuoriuscita dei tre dalla lista nella quale erano stati eletti, venissero depennati dalle commissioni consigliari. Alcuni mesi fa il “parlamentino” di Palazzo Nodari aveva deciso di lasciarle inalterate, “Ma se Contiero continuerà nella sua richiesta – hanno dichiarato i tre – siamo anche disposti a passare all’opposizione”.
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8 Rovigo Albo Artigiani
Economia
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672 IMPRESE NASCONO, 694 CESSANO DI ESISTERE
LE PMI IN DIFFICOLTÀ NON PER I DEBITI MA PER I CREDITI
’ passato un altro anno di crisi e, nel Veneto, mancano all’appello altre mille e cento imprese artigiane. A Rovigo 22. Niente a che vedere con la batosta del 2009, ma in peggioramento rispetto allo scorso anno. Il saldo 2011, risultato dalla differenza tra le 672 nuove iscrizioni e le 694 cessazioni, porta a 7.377 il patrimonio di imprese artigiane operanti in Polesine con un calo dello 0,3%, leggermente inferiore a quello registrato a livello nazionale (-0,43%) e di molto minore se si confronta con quello regionale (-0,8%).
Piccoli imprenditori hanno problemi di liquidità. E’ paradossale ma le aziende sono in difficoltà non per i debiti, che le banche tra l’altro non concedono, ma per i crediti. Infatti, prima di venire pagate da un Ente pubblico o da una grande impresa committente per il lavoro svolto in media passano quasi 150 giorni. Erano 111 giorni alla fine 2010, oggi il tempo dei pagamenti si è allungato di ulteriori 41 giorni determinando un costo in termini di maggiori oneri finanziari per la filiera dell’artigianato provinciale stimabile in 18,1 milioni di euro (suddivisi nei 7,1 mln del manifatturiero, nei 4,4 mln euro del comparto delle costruzioni, nei 6,6 mln euro per i servizi).
Commercio La stagione dei saldi sembra essere compromessa
Dallo spendere meno allo spendere niente Tra gli acquisti più gettonati i capi di abbigliamento e le calzature. Ma calano le intenzioni di spesa di Melania Ruggini
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risi dei consumi in aumento: nemmeno i saldi sembrano arginare un fenomeno capillare che rientra nella più globale recessione nazionale. Anche a Rovigo i saldi sono partiti in sordina fin dal primo giorno e a quanto pare, stando ai commenti generali di negozianti e Confcommercio, la diminuzione degli acquisti rispetto al 2011 è evidente. Si dovrà attendere in ogni caso fino al 29 febbraio per capire veramente come sono andate le vendite, tuttavia dai dati parziali emersi dall’ufficio studi di Confcommercio si evince una diminuzione generale della
Zangirolami ha invitato i commerciati ad ulteriori ribassi per i residenti propensione a spendere rispetto al passato. Rispetto a quanto dichiarato per i saldi del 2011, sarebbe sensibilmente aumentata la percentuale di chi intende spendere meno di 200 euro il 68,1% contro 56,7 del 2011. Acquisti decisamente più oculati, dunque, con l’occhio sempre ben attento al portafo-
gli. Il 25,9% ha dichiarato che spenderà tra i 200 e i 400 euro, altro dato in calo se si confronta con il 35,3% dello scorso anno, mentre solo il 2,2% spenderà tra i 400 e i 500 euro, rispetto al doppio (4,4%) dello scorso anno. Rimane più stabile la percentuale di chi intende fare shopping oltre i 500 euro, che sarebbe il 3,7%. Secondo Ascom Confcommercio, tra gli acquisti più gettonati sono confermate la preferenze dello scorso anno, ossia i capi di abbigliamento e le calzature, che rimangono i prodotti più venduti. In particolare,
il settore che nutre maggiori aspettative è l’abbigliamento griffato, che comporta delle cifre che solo in periodo di ribassi ci si può permettere. Nonostante la riapertura sperimentale del Corso, appositamente pianificata per incentivare la circolazione in centro in abbinamento alle festività natalizie e ai saldi, i negozi del centro risentono la crisi. Per uscire dall’empasse, l’assessore al commercio Matteo Zangirolami ha recentemente proposto una serie di azioni per favorire il commercio i città, invitando i commercianti ad applicare
appositamente i ribassi per i residenti che decidano di fare i propri acquisti in città, ed esortando i centri commerciali a privilegiare i prodotti polesani. Dato che le casse comunali piangono, l’assessore ha deciso di prendere le redini della situazione, ma in maniera indiretta, al fine di stimolare lo shopping urbano e contemporaneamente valorizzare i prodotti made in Polesine. Zangilorami ha invitato pertanto ad usare uno dei marchi più rappresentativi del Polesine per contraddistinguere i prodotti locali, concordando con la grande distribuzione le modalità di promozione.
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Rovigo - Vita in città 9 Urbanistica Il 29 febbraio si concluderà il periodo di prova della riapertura al traffico
Corso aperto, città divisa La scelta dell’amministrazione non ha dato i frutti sperati. Malgrado i saldi non c’è stato l’assalto ai negozi
NEWS Inquinamento
UNA SOCIETÀ PER MIGLIORARE L’ARIA
di Melania Ruggini
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l 29 febbraio finirà il chiacchieratissimo esperimento relativo alla riapertura di Corso del Popolo alle auto. La prova ha preso il via lo scorso dicembre per incentivare gli acquisti in città nel periodo natalizio e in concomitanza ai saldi ma non ha sortito gli effetti sperati: le vie sono rimaste quasi deserte durante la settimana, i negozi semivuoti nonostante i saldi, ovunque solo la calma piatta della nebbia, interrotta dallo sporadico passaggio dei motori. A ciò si aggiunge l’incertezza ai varchi Ztl, nonostante il divieto al sabato e alla domenica, 24 ore su 24. Animata per il momento è stata solo la disputa tra fazioni degli integralisti dell’apertura al traffico e i contrari “tout court”, un dibattito che infatti ha conosciuto anche momenti di tensione. Tanto rumore per nulla o effettivo casus belli? Di sicuro ognuno dei rodigini immagina il futuro della città in modo diverso. L.R. ad esempio si chiede: “se la gente non sta in centro, perché il centro dovrebbe richiamare altre persone da fuori, solo attraverso i negozi?”. Di Altra idea M.Be., classe ’85: “Da quando si è chiuso il corso la città piano piano è morta; aggiungo anche che è presente un marciapiede largo tre volte tanto la carreggiata quindi i pedoni possono passeggiare tranquillamente, considerando anche il fatto che di media ci sono 3 persone che girano. Non vedo proprio il motivo queste polemiche. Cosa cambia se passano anche le autovetture?” E se alcuni commercianti sembravano dapprincipio entusiasti o comunque soddisfatti di questa riapertura al traffico, ora alcuni sembrano perplessi, altri spiazzati dalla scarsa affluenza registrata. Anche tra diversi giovani regna lo sconforto. “Prima era un piacere percorrere le vie del centro a piedi; mi ricordo come questa estate fosse
NEWS
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P davvero gradevole passeggiare per il Corso o ritrovarsi con gli amici e bere qualcosa senza il rumore delle auto, ma accompagnati dalla musica”. Insomma, era un motivo per conoscere da vicino la città e viverla, anche per i residenti. “Finalmente si era fatto un salto di qualità, alla stregua di città come Verona o Ferrara. Riabilitandone il centro storico si ridava un’identità e maggiore credibilità alla città - dice Se.Fa., giovane laureata al Dams -”. Di altra opinione è A.St., mamma e impiegata statale, che esclama: “E invece io sono felice della riapertura alla circolazione. Rovigo è già una città commercialmente morta, ridiamole la vita!”. Non la pensano così di sicuro gli ambientalisti, ma anche chi è abituato a usare la bicicletta come mezzo di trasporto. “Rovigo continua a retrocedere” commenta disincantato F.R., pensionato e abituato a spostarsi sulle due ruote. Anche Ste.Pr., impiegata in
uno studio del centro, constata amaramente:”Non ha senso questa decisione. Proprio quando gli abitanti iniziavano ad abituarsi, ecco ripiombare nelle cattive abitudini”. Intanto, Flash Mob pedonale, dopo avere fondato un gruppo su Facebook, continua i sit-in e le manifestazioni pacifiche, aventi come protagonista il Corso: dopo la prima occupazione pedonale del 16 dicembre, martedì 20 dicembre c’è stata la riunione pubblica, il 30 dicembre i lavori di scavo del sottopassaggio vicino Piazza Matteotti e il 20 gennaio addirittura una biciclettata in maschera. Nel frattempo, partiti di opposizione della città hanno addirittura pensato ad un referendum per far decidere ai cittadini il futuro del loro Corso; tuttavia mancando un regolamento per la consultazione, la minoranza, tra cui il comitato “Diritto alla città”, ha mosso un’interrogazione per dotarsene quanto prima.
Servizi
INFORMAGIOVANI ANCORA APPESO AD UN FILO
nformagiovani: quale futuro? Probabilmente si dovrà attendere come minimo la fine di febbraio (nell’ipotesi più ottimista) per la riapertura del servizio, anche se rimane da capire con quali modalità. In ogni caso, l’assessore Andrea Bimbatti, che si occupa personalmente della questione, sembra fiducioso. “In momenti come questi la guerra tra poveri non serve. E’ necessario invece un confronto e il dialogo tra le parti, per cui abbiamo incontrato l’uscente cooperativa (Area Rebus, ndr), che ci è parsa consapevole della situazione e della ristrettezza delle casse comunali. Il nostro impegno sarà garantire un nuovo bando per l’affidamento dell’incarico, anche se il budget per ovvie motivazioni sarà ridotto. La volontà è dunque di garantire una parte del servizio, dato che il contatto umano è sempre fondamentale, magari riducendo gli orari, affiancandola al servizio ondine, in parte già attivo”. Viceversa, i ragazzi della Rete Studenti Medi confidano in un servizio identico a quello erogato in precedenza. “Noi auspichiamo fortemente che si riesca a salvare dignitosamente il servizio,hanno spiegato - e non come precedentemente si pensava rendendolo al solo sito web”. Prima della
commissione è stato inoltre organizzato un sit-in degli studenti (con volantinaggio informativo) sotto palazzo Nodari. E in caso di decisioni indesiderate? “Noi continueremo la nostra protesta avanzando una proposta e unendoci, se necessario, con tutte le forze politiche che come noi vogliono che Informagiovani continui ad esistere. Siamo davvero stanchi e amareggiati: i continui tagli, la maggior parte purtroppo, vengono sempre a colpire noi giovani ed è arrivato il tempo di investire invece sulle nuove generazioni e risvegliare questa città, che non ci sembra proprio un paese per giovani. Noi mettiamo a disposizione le nostre idee e la nostra collaborazione”. Da oltre 20 anni l’Informagiovani offre assistenza per l’orientamento e la ricerca occupazionale, mettendo a disposizione vari strumenti preposti (bandi, offerte formative, viaggi studio, possibilità lavorative all’estero)”. “Che il servizio fosse in scadenza il 31 dicembre 2011 era noto da un pezzo - invece commenta Nadia Romeo, capogruppo del Pd - quindi cercare di rimediare ora vuol dire comunque arrivare tardi”. “La scelta di Rovigo di non rinnovare il servizio è un danno notevole per tutta la rete provinciale” - aggiunge Fran-
co Ruzzante, secondo il quale le motivazioni di ordine economico (circa 70 mila euro all’anno, tralasciando i contributi di Provincia e Comuni aderenti al progetto) non sarebbero accettabili dal momento in cui si decide poi di spendere 800 mila euro per l’androne di Palazzo Nodari. Anche il consigliere del Pd Vanni Borsetto ha specificato come il correre ai ripari della Giunta, sollecitata dalla mobilitazione degli studenti, denoti la mancanza di progettazione a lungo termine della stessa. “Non si può dire che il servizio va chiuso e poi cambiare idea”. Così, mentre gli studenti sono scesi in piazza a dicembre e a gennaio per rivendicare l’utilità del servizio e per bloccarne la chiusura, con un incremento della sensibilizzazione sociale verso il problema, il Pd ha fatto la voce grossa in sua difesa. La mobilitazione sembra comunque avere prodotto i suoi frutti. L’assessore provinciale Leonardo Raito è ottimista: “C’è tutta la volontà di continuare con questo servizio; in questa direzione si innesta anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha dimostrato la sua ottima disponibilità nel sostenere questa impresa, con un contributo alla rete di 15.500 euro”. Me.Ru.
er migliorare la qualità dell’aria nel capoluogo sta per entrare in azione la Società per l’energia, una partecipata del comune per la salvaguardia dell’ambiente, costituita da tecnici comunali. A precederla è intervenuta una delibera, approvata ai primi di gennaio, che prevede una serie di linee guida per limitare emissioni di polveri sottili e inquinamento, incrementando i controlli dell’aria, dato che a fine anno nel capoluogo si erano registrati picchi inaspettati di Pm10, con oltre 10 giorni di sforamento del limite massimo. La squadra sarà a costo zero per il comune, come ci tiene a precisare l’assessore all’ambiente Andrea Bimbatti. Spetta ai tecnici comunali redigere il piano energetico, controllandone l’applicazione delle disposizioni, il quale non sarà vincolato dall’iter burocratico a cui solitamente è sottoposto il Comune. Si prevede che il piano energetico incentivi l’uso di fonti rinnovabili per uno sviluppo sostenibile. Il lavoro della squadra coinvolge inoltre ben tre assessorati: l’ambiente, i lavori pubblici e la mobilità, per pianificare le azioni in ogni dettaglio. Nel piano rientra infatti l’azione di vigilanza delle proprietà pubbliche attivato dall’assessore Aniello Piscopo, tramite la verifica dello stato degli edifici comunali, scuole, uffici, case alloggio, per capire gli eventuali sprechi e intervenire sulle bollette (riscaldamento, luce, acqua) con un risparmio anche del 20%. “La mancanza di manutenzione ordinaria provoca interventi costosi per quella straordinaria e sprechi che devono essere evitati” ha concluso Bimbatti. Me.Ru.
Finanziamenti dalla Regione
51 MILA EURO PER LA CATTEDRALE DI SANTO STEFANO
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1 mila euro per restaurare la copertura della cattedrale: una cifra importante, che fa parte di un finanziamento più ampio, deliberato il 9 gennaio scorso dalla Regione Veneto per un totale di 2 milioni e 936 mila euro, destinati alla manutenzione straordinaria di 64 edifici di culto veneti. Oltre alla rodigina cattedrale di Santo Stefano Papa e Martire, beneficerà del medesimo finanziamento di 51mila euro anche un’altra chiesa polesana, quella adriese di Santa Maria Assunta della Tomba. La proposta, che prevede complessivamente 64 interventi legati al restauro, al risanamento conservativo e alla ristrutturazione degli editi di culto del territorio regionale, è stata mossa dall’assessore ai lavori pubblici Massimo Giorgetti. Quest’ultimo ha spiegato come tali opere siano necessarie non solo per il consolidamento di edifici o di parti di essi, essendo rivolte anche al miglioramento di strutture sacre dedicate alla socializzazione della collettività, tra cui oratori, sale parrocchiali, spazi per l’attività dell’associazionismo. I 51 mila euro stanziati per il duomo di Rovigo sono destinati al restauro del manto di copertura della cattedrale, compresa la struttura portante; l’intervento si abbina alla verifica e alla cucitura delle fessurazioni delle murature e alla verifica e la sistemazione dei soffitti. Nella chiesa adriese invece si procederà al primo stralcio di lavori, che comprenderanno il consolidamento statico, il restauro del dipinto del catino absidale, la revisione ed elettrificazione dei serramenti esterni. Me.Ru.
10 L’approfondimento Sanità La V comissione sta prendendo in esame la riorganizzazione degli ospedali
Il Piano sociosanitario tra allarmi, smentite e confusione Il Vescovo preoccupato per la chiusura del San Luca. Rassicurante Coletto ma l’assessore è stato smentito da Padrin di Fortunato Marinata
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l Piano socio sanitario che la quinta commissione regionale sta mettendo a punto in questi giorni ha creato non poco scompiglio in Polesine. Il Piano, infatti, riguarda una profonda riorganizzazione della Sanità veneta che dovrebbe trovare esecuzione nel biennio 2012-2014 e malgrado manchi ancora una precisa comunicazione su quali interventi verranno messi in pratica, l’allarme di un depotenziamento è stato avvertito da diverse istituzioni del rodigino. Del resto che si tratti di una nuova ondata di tagli è una certezza ormai raggiunta da tutti. Da quando nel bilancio della Sanità regionale manca circa un miliardo di euro non è stato fatto altro che ridurre le spese e contenere i trasferimenti di risorse, ma ciò che più mette in allarme la provincia rodigina è l’ampia dissertazione che trova la densità abitativa nel Piano come criterio per la riorganizzazione. Tradotto: Il riordinamento prevede che vengano toccati maggiormente quegli ospedali che hanno un
Tra le ipotesi anche l’accorpamento delle Ulss 18 e 19 bacino di utenza piccolo. Belluno e Rovigo da questo punto di vista hanno il fianco scoperto e per questo tremano. Da quel poco e di incerto che è stato possibile rilevare dalle parole del presidente Zaia quando ha parlato della riorganizzazione, infatti, pare che questa preveda due tipi di ospedali: i super attrezzati “hub”, uno ogni milione di abitanti, e gli spoke, uno ogni 200 mila persone. Il Veneto ha cinque milioni di abitanti e sette provincie, chi rimarrò senza hub? Il Polesine? Ma forse non è nemmeno questo il problema, il vero punto di debolezza della sanità rodigina è l’ospedale di San Luca di Trecenta per il quale sono circolate perfino voci che paventavano un’imminente chiusura. Altri
segnali di pericolo hanno riguardato anche l’accorpamento delle due Ulss polesane, la 19 di Adria e la 18 di Rovigo. Probabilmente si è trattato solo di ingiustificati allarmi… fatto sta che hanno messo in agitazione anche il vescovo, mosignor Lucio Soravito De Franceschi, il quale con una lettera che non ha risparmiato critiche alla Regione, “Si procede in un’apparente confusione di idee e prospettive – aveva scritto – forse per agire più liberamente nel buio che si va creando”, ha chiesto immediatamente chiarimenti all’assessore regionale Luca Coletto. La risposta, come ovvio, è stata rassicurante e il referente per la Sanità della Giunta Zaia ha fornito ampie garanzie sul fatto che il San Luca non venga chiuso e nell’occasione aveva anche escluso che il nosocomio di Trecenta potesse perdere reparti ma l’assessore è stato smentito qualche giorno dopo da un membro della sua stessa maggioranza regionale che invece aveva ipotizzato la chiusura
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Nella foto monsignor Soravito, l’assessore Coletto e il direttore dell’Ulss 18 Marcolongo di qualche dipartimento. “Non credo che i cittadini altopolesani – queste erano state le parole del presidente della V commissione regionale, Leonardo Padrin – abbiano bisogno del reparto di Chirurgia”. Affermazione in parte suffragata dalle parole del direttore generale dell’Ulss 18, Adriano Marcolongo, che non aveva smentito del tutto la possibilità di un trasferimento di Chirurgia protesica e toracica da Trecenta a Rovigo. Insomma alla fine nel novero delle ipotesi sul futuro del nosocomio altopolesano rimanevano in piedi le preoccupazioni dell’assessore alla Sanità provinciale, Guglielmo Brusco, che in più riprese aveva indicato nel Piano socio sanitario uno strumento per l’indebolimento degli ospedali polesani. Le ultime notizie in proposito riguardano i primi pronunciamenti della V
commissione che a metà dello scorso mese ha iniziato a prendere in esame i contenuti del Piano regionale e dai quali sembrerebbe essere esclusa qualsiasi supposizione di chiusura dell’ospedale di Trecenta come pure di accorpamento tra le due Ulss polesane. Il trasferimento di alcuni reparti invece rimane tra le misure indicate per contenere i costi della Sanità Veneta. “Il problema c’è – ha spiegato ancora Marcolongo - ed è rappresentato da quei cinquanta milioni di euro che ancora mancano all’azienda per una corretta organizzazione dei servizi e il riparto del fondo sanitario regionale in questo senso non ci aiuta”. L’ultima parola spetterà alla politica ma non è escluso che ne frattempo nuovi allarmi si diffondano nelle corsie dei nostri ospedali.
IL SAN LUCA È SALVO E VERRÀ POTENZIATO
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a battaglia per salvare l’ospedale San Luca a Trecenta è arrivata a una svolta. La riunione in prefettura, lo scorso venerdì 27 gennaio, tra il mondo della politica (tra cui l’assessore Luca Coletto e i 25 sindaci dell’altopolesine coinvolti nella vicenda) i dirigenti sanitari e il comitato dei cittadini ha riportato finalmente il sereno e allontanato la dilagante preoccupazione per la chiusura, che si credeva ormai alle porte. Ed invece in mattinata è arrivato il colpo di scena: non solo il San Luca rimarrà in funzione, ma sarà predisposto un piano per il rilancio che potrà rientrare nella programmazione regionale. Un verdetto tutt’altro che annunciato, almeno non per i tanti cittadini che venerdì mattina attendevano le autorità preposte tra cui il direttore generale Ulss 18 Adriano Marcolongo, l’assessore regionale Luca Coletto e il consigliere regionale Mauro Mainardi, davanti al palazzo della prefettura, tra i fischi, i cartelli di disappunto e i cori di allarme. E nemmeno se lo saranno aspettati i 25 sindaci del distretto sanitario Rovigo 2 (facente capo a Badia Polesine), che erano disposti a tutto, anche a consegnare le loro fasce al prefetto nel caso di mancate risposte o concrete rassicurazioni da parte dell’azienda sanitaria e della Regione per mantenere in funzione il nosocomio. Anche la chiesa si era fatta sentire, con l’accorato appello a difesa dell’ospedale, contenuto nella lettera del vescovo Lucio Serarvito sottoscritta dai sacerdoti del medio-alto Polesine, indirizzata (tra gli altri) al presidente della Regione, Luca Zaia. Le preghiere sono state ascoltate, insomma, accanto alla protesta dei
cittadini e alla domanda della portavoce del comitato Cittadini per il San Luca Jenny Azzolin, intervenuta alla riunione: “Sul San Luca non c’è un progetto preciso che spieghi cos’è un ospedale per acuti con pronto soccorso. Devono dirci che cosa intendono con questa definizione perché non accettiamo ulteriori riduzioni ai servizi”. Dal confronto dinnanzi al prefetto Romilda Tafuri, dell’assessore regionale Coletto, del segretario regionale Domenico Mantoan, Marcolongo,dei consiglieri regionali polesani Graziano Azzalin, Mauro Mainardi e Cristiano Corazzari, Tiziana Virgili per la Provincia e il suo vice Guglielmo Brusco, è sfociata la decisione del potenziamento dei reparti di chirurgia, anestesia e cardiologia. Marcolongo ha tranquillizzato inoltre rispetto all’assunzione del personale atto al migliore funzionamento di questi reparti e ha fissato per fine febbraio una conferenza dei sindaci Ulss 18 per dare conto degli sviluppi. Le risorse sarebbero dunque un problema ormai marginale, come ha dichiarato anche il sindaco di Trecenta: “Quello delle risorse è un problema aleatorio, basta fare un’analogia con le altre strutture regionali”. Rispetto ad un bilancio in passivo di 7 milioni di euro dell’ospedale palesano, ben 260 milioni in passivo appartengono all’azienda ospedaliera di Verona. “Per questo non si possono privare 85 mila utenti dell’Altopolesine di una struttura fondamentale”. Ha sottolineato Antonio Laruccia, nonostante il calo degli utenti, per molti dovuto al depotenziamento delle strutture.
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LO CALCIO
SPORT in PRIMO PIANO NELL’AIA ROVIGO PIÙ DI CENTO FISCHIETTI
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a sezione Aia di Rovigo si arricchisce di nove giovani arbitri (età media diciassette anni) freschi di promozione dopo aver frequentato l’ultimo corso arbitri organizzato dalla sezione presieduta da Ivan Riccardo Colopi. “E’ sempre una soddisfazione, dice Colopi, riuscire ad attrarre nuovi giovani nella nostra associazione. Orgoglio maggiore per una sezione che deve fare i I nove neo arbitri conti con un territorio, quello di Rovigo e provincia, molto vasto e con realtà sociali eterogenee, dove non è scontato ottenere risultati pubblicizzando il corso per arbitro di calcio. Doveroso il mio ringraziamento a quelle scuole e istituzioni che ci hanno aiutato nella difficile attività di reclutamento, così come a tutti gli associati che attivamente si sono adoperati per coordinare e gestire le attività previste dal calendario del corso arbitri”. Il debutto dei nove nuovi fischietti coinciderà con le prossime gare del settore giovanile in calendario; prima, però, secondo il tradizionale rituale della consegna di taccuino e fischietto, ci sarà la presentazione ufficiale alla prima riunione tecnica del 2012. I nuovi direttori di gara sono Stefano Bernardinello, Alberto Frigati e Simone Giuriola (quindicenni e residenti a Polesella), Moniam El Asri (18 anni, di Anguillara Veneta), Roberto Giandoso e Cristian Zanardo (quindicenni e di Rovigo), Roman Korniychuk (18 anni di Rovigo), Vladut Liviu Popa (16 anni di Gavello) e Fabio Silvestrin (ventiseienne di Arquà Polesine). La sezione Aia di Rovigo, con i nuovi fischietti, supera ora i cento iscritti, un numero tra i più elevati mai raggiunti in ottant’anni di storia arbitrale rodigina, un ben successo per le ex giacchette nere Ivan Riccardo Colopi e Maurizio Giuriola, rispettivamente presidente e vice della sezione arbitri di Rovigo, che ben coordinano un lavoro di equipe. Cr.Ag.
Ciclismo Traguardo per Gruppo Sportivo Pedale Rodigino
Quarant’anni di vita su due ruote di Cristiano Aggio
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a festeggiato quest’anno i quaranta anni di vita ma lo spirito è sempre quello, la sola voglia di prendere la bici di stare assieme e di divertirsi per una sana biciclettata; nessuna scritta pubblicitaria su un veicolo promozionale qual è la maglia di un ciclista, quasi a voler indicare l’indipendenza da tutto e da tutti. Questa la grande forza che ha sempre caratterizzato il Gruppo Sportivo Pedale Rodigino, che da poco ha rinnovato le cariche del consiglio direttivo che rimarrà in carica fino al 2013; presidente, è stato riconfermato Gianfranco Ferigo, vice presidente Pietro Sannia. I consiglieri sono Mauro Ferigo, Luigi Pianese, Marco Maldi, Giovanni Battizocco, Pietro Tognin, Bruno Manfrinato, Gianni Boni, Adriano Tescaro, Corrado Bimbatti, Renzo Garavello, Fabio Frezzato con Fabio Favalli, meccanico ufficiale del gruppo che conta oltre quaranta tesserati. L’attività del club delle maglie bianco-azzurro-rosso, con la scritta “Pedale Rodigino” per il 2012 vedrà in particolare l’organizzazione dei due
I membri del Gruppo Sportivo ciclistico raduni cicloturistici la gran fondo con partenza alla francese la seconda domenica di giugno che, nella scorsa edizione ha visto la partecipazione di un notevole numero di ciclisti, espressione delle circa 65 società presenti nella nostra provincia e di quelle vicine, e del cicloraduno Beata Vergine del Soccorso “La Rotonda”, Giro dei campanili, che si svolgerà la prima domenica di ottobre. Il direttivo del Gruppo sportivo Pedale Rodigino, si ritrova ogni giovedì sera presso la canonica della chiesa di Boara Polesine. “Oltre ai due raduni
cicloturistici, dice il presidente Gianfranco Ferigo, parteciperemo ai vari raduni organizzati in provincia, alla nove colli, al giro del Delta e ad una gara a Lugo di Ravenna”. Un ricordo particolare va ad Angelo Ometto, per tanti anni revisore dei conti del Pedale Rodigino, che ha lasciato prematuramente i suoi cari e l’amato mondo delle due ruote a marzo di quest’anno: nel lavoro come nello sport ha saputo coinvolgere il figlio Pierpaolo e altri collaboratori trasmettendo loro la passione per ciò che faceva.
Calcio
LORENZO ZECCA “DIPLOMATO” PREPARATORE A COVERCIANO
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er un mese, ha vissuto nella casa del calcio che è Coverciano, dove è venuto a contatto con le varie nazionali giovanili in raduno colloquiando con i rispettivi allenatori come Sacchi, Viscidi, Ferrara, Evani, Peruzzi, condividendo anche, alcuni giorni con gli allenatori del corso master quali Roberto Baggio, Cerezo, Mangia (ex Palermo), Dal Canto (Padova), Bertotto. Lorenzo Zecca, rodigino, 54 anni, insegnante di educazione fisica presso un istituto superiore di Este, laureato in Pedagogia, allenatore di base e preparatore fisico (corso scuola nazionale dello sport del Coni di Roma), ha conseguito il titolo di preparatore atletico professionista di calcio. Assieme a Luca Gotti, fresco vice di Donadoni al Parma, è l’unico polesano ad avvalersi di tale qualifica professionale. Zecca, ha alle spalle un’esperienza quasi trentennale di attività sia come allenatore che di preparatore atletico di calcio ed stato coordinatore tecnico del Coni (sotto la presidenza Osti e per i primi 6 mesi di quella targata Piva, revocata dallo stesso senza motivi specifici per affidarla a Lucio Taschin, ndr) e alla Figc provinciale, dove ha ricoperto nell’ultimo mandato il ruolo di vice delegato. Attualmente fa parte dello staff tecnico del Pozzonovo, (Eccellenza), alla cui guida tecnica c’è l’ex genoano Valeriano Fiorin, indimenticabile e amatissimo giocatore e capitano del Rovigo calcio di qualche anno fa in serie D. “Il corso è durato un mese consecutivo, dice Zecca, con esami
Lorenzo Zecca
Insieme a Gotti è uno dei nomi illustri del calcio giocato finali, nella “magica” struttura di Coverciano che possiamo definire l’università del calcio studiato e applicato. E’ stato molto impegnativo e faticoso perché facevamo otto ore di lezione al giorno, ma anche un’esperienza unica e meravigliosa che mi ha lasciato un ricordo molto piacevole. In linea generale c’è una grande rivalutazione del lavoro aerobico mentre per quanto riguarda la forza c’è una notevole revisione critica sull’uso delle macchine con sovraccarichi. Si preferisce lavorare sulla forza “funzionale” in rapporto al modello prestativo del calciatore e quindi favorire tutte quelle esercitazioni con cambi di direzione, accelerazioni, salti, frenate e arresti che sono azioni tipiche della gara”. Cr.Ag.
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VIAGGIO IN
PROVINCIA ROVIGO
Urbanistica La commissione regionale ha approvato il PTCP della Provincia
Dalla carta ora si passi alla pratica Il piano prevede lo sviluppo di autostrade, ferrovie, piste ciclabili e la tutela delle tipicità polesane
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iglioramento della circolazione dal casello autostradale di Boara Polesine delle merci e dei viaggiatori sia e oltrepassando il fiume Adige by-passerà verso l’esterno della provincia, l’intero centro abitato per ricongiungersi alla sia all’interno, riqualificazione del sistema Strada Statale 16 in località Spianata. Il secondo passante interessa la SR 6 produttivo, tutela del patrimonio agricolo produttivo e dell’identità storico- culturale. “Eridania” in località S.Maria Maddalena Sono questi i punti più significativi conte- nel comune di Occhiobello, che consentirà nuti nel Piano territoriale di coordinamento di dirottare dal centro abitato il notevole della provincia di Rovigo (Ptcp), approvato traffico pesante da e per Ferrara. In ambito ferroviario l’intervento più dalla Commissione Urbanistica del Consiglio regionale, presieduta da Andrea Bassi (Ln). rilevante è costituito dal progetto per la In particolare, per quanto riguarda il poten- realizzazione della tratta “Adria-Codigoro”; in previsione vi ziamento dei collegamenti è anche il nuovo stradali, sono in corso di Tra le opere collegamento realizzazione o in fase attese la progettuale diverse opere. realizzazione della tra la stazione di La prima, già in avanzata tratta ferroviaria Loreo e la nuova costruzione, è l’Autostrada “Adria-Codigoro” area portuale di “Valdastico Sud, mentre Ca’ Cappello, così è in fase progettuale il prolungamento e come tra la stazione di Costa di Rovigo e la adeguamento della Statale “Transpolesa- limitrofa zona industriale in fase di espanna” verso il basso Polesine che costituirà il sione, interventi che consentiranno l’insericollegamento autostradale “Nogare Mare”. mento delle tratte nel sistema di trasporto In fase progettuale anche la cosiddetta “Ro- merci su rotaia. mea Commerciale”, inserita nella prevista Per quanto riguarda la rete secondaria e autostrada “Mestre-Orte-Civitavecchia”. gli itinerari ciclabili previsti alcuni progetti: il Sempre in ambito di rete principale, previsti nuovo collegamento nord-sud tra S. Martino due passanti, il primo che interesserà Rovigo di Vanezze e Villanova Marchesina, con la con la nuova tangenziale Ovest, che partirà realizzazione di due ulteriori ponti su Po e
Adige; il prolungamento sino al ponte sul Po a Ficarolo dell’Autostrada “Valdastico Sud”, che consentirà di assorbire gran parte del traffico pesante attualmente transitante lungo la Statale Altopolesana; ultimo intervento di rilievo è un collegamento integrativo tra il previsto casello polesano sulla “Mestre-Orte-Civitavecchia” e la località Di Piano di Rivà. Previsti infine 11 itinerari ciclabili che andranno ad integrarsi a quelli esistenti. Per il sistema produttivo il Ptcp prevede non solo uno sviluppo sostenibile e durevole per quanto riguarda nuovi insediamenti industriale, artigianali, turistico-ricettivi e delle grandi strutture di vendita, ma intende privilegiare le tipologie produttive speciali e caratteristiche del Polesine, favorendone lo sviluppo. Infine per il settore agricolo, il Ptcp considera prioritario l’obiettivo della tutela del patrimonio agricolo produttivo, valorizzando le produzioni tipiche e sostenendo processi di miglioramento della qualità e la realizzazione della distribuzione. Prevista anche una promozione del territorio nelle sue realtà ambientali più caratterizzanti, in stretto collegamento con il Parco del delta e con le sue specificità naturalistiche.
I cantieri della Valdastico Sud quasi prossimi alla conclusione dei lavori Tra le fila della maggioranza
CAPPATO È USCITA DAL PD PER ENTRARE NEL TERZO POLO
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letta consigliere provinciale nel 2009 nella lista del PD, Fiorella Cappato ha recentemente cambiato direzione schierandosi con l’UDC di Pierpaolo Barison. Dopo una settimana dall’ufficializzazione di Renzo Marangon nel partito dello scudo crociato, anche Fiorella Cappato ha deciso seguire le orme di quest’ultimo e presentarsi con il Terzo Polo. “Continuerò ad occupare uno spazio all’interno del panorama politico di questa provincia, con la determinazione e la passione di sempre” ha promesso Fiorella Cappato durante la conferenza stampa in cui ha precisato le motivazioni del suo nuovo impegno politico. “Ho fatto questa scelta per condividere un percorso politico con Renzo Marangon – ha affermato”. Cappato non nasconde le motivazioni di questo cambiamento: ”Nell’aprile di quest’anno sono uscita dal Pd, una decisione che ho maturato in seguito al fatto che non ne condividevo più le linee politico-programmatiche, sia a livello nazionale che a livello locale, e sono quindi entrata nel Gruppo Misto della Provincia. L’estate passata è stata terribile per la politica. I due raggruppamenti politici maggiori sono chiaramente in crisi, e questa crisi nella nostra Provincia è ancora più marcata rispetto al resto d’Italia. Premetto che quando sono uscita dal PD, chiaramente non avevo intenzione di abbandonare la politica. Per cui, dopo aver riflettuto non ho avuto dubbi: se c’era una persona con la quale volevo confrontarmi e condividere un nuovo percorso, questa era Renzo Marangon, persona da me stimata da sempre, anche quando eravamo avversari politici e della quale, se pur con qualche distinguo, avevo condiviso molte idee ed azioni. Ci siamo incontrati, confrontati e insieme abbiamo deciso di dar vita ad un nuovo progetto, in direzione Udc”. Me.Ru.
COORDINAMENTO DEI COMUNI CONSVIPO POTREBBE PRENDERE IL POSTO DELLA PROVINCIA
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’estinzione della Provincia nel 2014 lascerà un vuoto a livello di organizzazione e di sostegno ai comuni, tale ruolo potrebbe essere svolto dal Consvipo. L’ente, infatti, potrebbe coordinare lo sviluppo e la crescita dei 50 comuni polesani presenti, attraverso un’azione capillare e unificatrice, che comprende ad esempio la partecipazione a fondi europei. Questa ipotesi, ancora in fase di valutazione, è stata presentata a metà gennaio al Consiglio provinciale e ha avuto riscontro positivo sia nel cen-
trosinistra che nel Pdl e nella Lega Nord, dopo le recenti critiche all’ente, a condizione di cambiare lo statuto del Consorzio per favorire l’uscita dalla società di quei Comuni che lo vogliano. La modifica dello statuto dipende comunque dalla modificazione della norma nazionale sui consorzi, per far sì che “ognuno degli enti uniti in un Consorzio può ottenere di cessare di farne parte purché intervenga il consenso di tutti gli altri enti consorziati”. Se il centrosinistra non ha mai messo in discussione il ruolo di Consvi-
po, ora si registrerebbero commenti positivi anche nei consiglieri di centrodestra, a patto di un ruolo utile dell’ente, come ha ricordato Filippo Carlin del Pdl, aspirando ad un ammodernamento dello stesso. Nelle fila della Lega Nord ciò che è soprattutto trapelato nella seduta di gennaio è la frattura interna al Carroccio, tra il segretario provinciale Antonello Contiero e il consigliere Ivano Gibin, quest’ultimo favorevole ad un tavolo di discussione per rivedere i compiti del Consvipo: Contiero ha invece dichiara-
to: “Quando mi sono candidato a presidente della Provincia avevo messo nel mio programma elettorale la chiusura del Consvipo. Il centrosinistra apra comunque un tavolo di discussione e renda flessibile l’entrata e l’uscita dei Comuni entro 30/60 giorni, se vuole che il Consvipo sia l’ente che coordina il territorio. Se questo non accadrà i comuni governati da Pdl e Lega che hanno deliberato di uscire dall’ente smetteranno di pagare la quota societaria e apriranno un contenzioso”. Me.Ru.
Angelo Zanellato
Spazi aperti 13 Cacciatori di frodo Wwf e Lipu denunciano irregolarità mai represse dalle autorità
Il bracconaggio, una piaga per l’immagine del Parco I confini che ricadono sotto la tutela naturalistica non sono definiti e ciò crea problemi di giurisdizione tra chi deve intervenire di Denise Formigaro
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l parco del Delta del Po è una zona umida di no- solo dalle associazioni ambientaliste, ma tutti coloro che tevole importanza dove si possono incontrare circa per svariati motivi frequentano il Parco: “Questo è un 370 specie diverse di uccelli migratori, svernanti e fenomeno di degrado non solo per la fauna del Parco, ma anche per il turismo. Infatti, la nidificanti. Un sito d’importanza caccia illegale è molto rischiosa comunitaria sia per la sua esten- A repentaglio anche per chi passeggia all’interno sione sia per la qualità della fauna la sicurezza della zona umida”. e della flora presenti. Ma è anche di chi frequenta L’ultimo episodio documentauna zona dove vengono commessi il parco to di come i bracconieri agiscano numerosi reati e irregolarità. Un con fini turistici indisturbati in pieno Parco (zona problema crescente, infatti, è quello del bracconaggio. Dal 2004 a oggi gli addetti del Bocassetta), è stato immortalato da volontari della Wwf hanno effettuato innumerevoli uscite e ogni volta Lipu solo un mese fa. Nonostante sia stata avvisata che si sono inoltrati all’interno del Parco, hanno scoperto immediatamente la Polizia locale nessuna pattuglia è bracconieri che cacciavano con richiami, armi semiauto- arrivata sul posto per cacciare i bracconieri. Un’illegalità matiche e con appostamenti fissi illegali. “Nonostante che sembra accettata dalle autorità che la dovrebbero – raccontano i volontari del WWF – i 127 illeciti che combattere: “Purtroppo – spiega Eddy Boschetti del abbiamo riscontrato, i numerosi richiami alla Provincia Wwf - la Provincia non è in sinergia con l’Ente Parco e perché eserciti il suo potere di controllo e le denuncie questi problemi politici permettono delle azioni illegali inoltrate all’autorità giudiziaria, nulla si è fatto per ab- molto pericolose all’interno del Parco stesso. Inoltre, noi battere questo fenomeno”. Irregolarità, denunciate non del Wwf sappiamo che ci sono anche delle difficoltà di
DAI RIFIUTI PUÒ NASCERE UN’OASI NATURALISTICA 50 mila euro derivati dal tributo speciale riscosso per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, servirà per costruire dei laboratori didattici nell’area umida di Castelnovo Bariano
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volte anche i rifiuti possono portare a qualcosa di buono, come la costruzione di un’oasi naturalistica a Castelnovo Bariano. Sono arrivati, infatti, finanziamenti pari a 50 mila euro dalla Regione Veneto che derivano dal tributo speciale riscosso per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Una cifra esigua visto l’importo totale di 2 milioni e 300 mila euro da dividere in tutto il territorio regionale. Sembra, comunque, che siano una bella somma per il Sindaco Massimo Biancardi: “Il progetto di sistemazione della zona umida e di costruzione di laboratori didattici ha un costo totale di 75.500 euro. Al comune rimangono da aggiungere 25.500 euro. Ma sappiamo che la Regione è solo un co - finanziatore”. I finanziamenti e gli aiuti arrivano, anche, da altre fonti: “Abbiamo, inoltre, il sostegno dell’Università di Padova che nel corso degli ultimi 15 anni, ha svolto numerose attività di ricerca qui a Castelnovo. Sembra, infatti, che i canneti che crescono all’interno dell’oasi, riescano a depurare l’acqua del Po. Molti tesisti e ricercatori hanno scritto e parlato anche in sede universitaria di questo processo di fitodepurazione che vorrebbero applicare a siti domestici e industriali”. Un’area molto importante che non deve cadere nel degrado: “L’amministrazione
L’oasi naturalistica di Castelnovo vuole a tutti i costi che quest’oasi sia un punto d’incontro per le scuole di ogni ordine e grado per fare delle ricerche e capire l’importanza dell’acqua. Per questo vogliamo costruire i laboratori, dove i ragazzi possano studiare a diretto contatto con la natura. Inoltre, vogliamo realizzare dei percorsi con cartelli informativi per tutte quelle persone che vogliono osservare la flora e la fauna del posto”. Un apporto fondamentale al riconoscimento delle specie di uccelli e di piante deriva dall’azione volontaria delle associazioni ambientaliste: “Senza il loro aiuto quest’oasi sicuramente non avrebbe visto la luce. Sono stati loro a spronarmi a trovare i fondi per dare vita a questo ambizioso progetto”. De.Fo.
Il volo dei mestoloni sul Po di Maistra definizione dei confini dell’area da parte degli enti. Ma per noi è una cosa molto semplice: è Parco tutto il territorio che va da argine ad argine del fiume Po escluse le lagune. Insomma questa delle mappatura difficile a noi sembra una scusa per non esercitare il potere che le autorità hanno”. A sostenere le associazione ambientaliste, è intervenuto anche l’europarlamentare dell’Idv Andrea Zanoni: “Per me è fondamentale che la Commissione Europea sia a conoscenza di quanto avviene in una delle più importanti zone umide d’Italia, confido in un intervento per sanare questa inaccettabile situazione”. La risposta della Provincia a queste accuse di negli-
genza non si è fatta attendere: “Il Parco – ha precisato l’assessore alle risorse faunistiche Claudio Bellan - è un ambiente unico e particolare dove esistono molte leggi da rispettare e dove ci sono molte difficoltà di definizione dei confini Bellan, ma ogni anno controlliamo tutti i 317 appostamenti censiti e se ce ne sono di irregolari li denunciamo subito. La Polizia Provinciale, ha segnalato all’autorità giudiziaria 135 persone per attività illecite all’interno del Parco, tra le quali c’era anche il bracconaggio. Inoltre, dall’inizio dell’anno, abbiamo fatto 4 multe e sequestrato 27 richiami illegali, per non parlare dei numerosi verbali di accertamento eseguiti. Per chi sgarra le sanzioni sono assicurate”.
14 Mondo scuola Istruzione Le associazioni impegnate in attività di doposcuola per bambini e ragazzi
Il mondo del volontariato entra in classe Il coordinamento polesano dell’Associazione dei genitori, è capofila del progetto “Sostegno alla famiglia per una rinnovata cultura che faccia fronte alla crisi del welfare” di Mattia De Poli
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n una recente audizione nella Commissione cultura della Camera, il ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, ha sottolineato la necessità di tornare a considerare la scuola come uno dei motori di sviluppo del nostro paese, ripristinando la sua capacità di rimuovere le disuguaglianze e di fungere da ascensore sociale. Le indagini statistiche condotte sia a livello nazionale che internazionale evidenziano che l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi previsti dall’Unione
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europea per il 2020, sia sul fronte degli abbandoni scolastici sia in rapporto al livello d’istruzione dei giovani tra 18 e 24 anni. Tra i dieci interventi prioritari il ministro ha indicato anche specifici interventi di rafforzamento delle conoscenze e delle competenze con iniziative volte a ridurre le situazioni di insuccesso formativo e a contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico. A tal fine non sono state escluse aperture degli istituti per l’intera giornata e il supporto di
personale esperto. Il Polesine, d’altra parte, non è nuovo a questo genere di iniziative e il progetto “Sostegno alla famiglia per una rinnovata cultura che faccia fronte alla crisi del welfare” ne è la conferma. Di norma l’attività scolastica si avvale del concorso di tre soggetti fondamentali: i docenti, le famiglie e le istituzioni pubbliche. All’interno di questo triangolo si può inserire in maniera proficua un quarto fattore, rappresentato dalle associazioni di volontariato. Proprio
una di queste, il coordinamento polesano dell’Associazione dei genitori, è capofila del progetto che da metà gennaio prevede attività di doposcuola per bambini e ragazzi bisognosi di un affiancamento nello studio, gestiti da volontari. L’Age di Badia Polesine, di Fiesso Umbertiano e di Rovigo, affiancata dalle associazioni Renzo Barbujani, Gea mater, Scienza e vita e dal club Kiwanis, in sinergia con il Comune e la Provincia di Rovigo, interagiranno con la scuola materna
di San Pio X e con gli istituti comprensivi di Ariano Polesine, Fiesso e Rovigo 1, Rovigo 2 e Rovigo 3. In ogni scuola ne beneficeranno circa trenta studenti. “Il numero crescente di stranieri e le difficoltà di molti genitori a conciliare gli orari di lavoro e la cura dei figli – spiega il presidente dell’Age, Gino Furini – sono due problematiche che il mondo della scuola deve affrontare. Quest’anno abbiamo esteso le nostre attività anche al Basso Polesine”.
Supporto scolastico
L’ASSOCIAZIONE ITALIANA GENITORI DI ROVIGO
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l primo nucleo dell’Associazione italiana genitori di territorio provinciale, invece, sono attivi da anni i gruppi Rovigo è nato nel 1974 per iniziativa di monsignor di Badia Polesine, Canaro, Castelguglielmo e Fiesso UmFerdinando Frison. Oggi nel capoluogo polesano l’Age bertiano, ai quali si è aggiunto da ultimo quest’anno il collabora stabilmente con la parrocchia di Santa Maria gruppo di Ariano, mentre un altro è in via di costituziodelle Rose, con le associazioni Renzo Barbujani e San ne a Villamarzana. “Il problema del supporto scolastico STALLE.pdf 1 06/02/12 18.20 Vincenzo, SOLADRIA oltre che 270x175 con l’UffiMARE cio scuola diocesano. Nel – spiega il presidente Gino Furini – non tocca solo gli
immigrati, maggiormente in difficoltà con la lingua: negli ultimi anni i bambini di famiglie italiane coinvolti nelle attività di doposcuola hanno raggiunto lo stesso numero dei figli degli stranieri”. Tra le attività dell’associazione sono previsti anche incontri formativi per insegnare ai genitori i metodi migliori per supportare i figli nello studio e per
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coinvolgere nuovi volontari. A conferma della validità del servizio offerto Furini ricorda che nella provincia di Rovigo negli ultimi anni la dispersione scolastica è calata dal sette M.D.P. per cento al quattro per cento”.
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16 Personaggio Tragedia del Concordia Una Polesana tra l’equipaggio vittima del disastro
Chiara Marzolla: “Al Giglio momenti di panico” “Ho visto gente picchiarsi perché voleva salire per prima sulla scialuppa, parole pesanti e insulti a chi non si sbrigava” di Denise Formigaro
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gennaio 2012. Una data che in molti faticheranno a dimenticare; un episodio che ci ricorda come una bravata sia costata la vita a molte persone. Un fatto molto simile a quello che successe un secolo fa, sulla nave più grande dell’epoca, il Titanic. Oggi il colosso del mare si chiama Costa Concordia e anche lui si è fatto sconfiggere da uno scoglio e da una manovra sbagliata. Una tragedia che vede coinvolte migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, anche dal Polesine. Sulla nave, infatti, si trovava anche Chiara Marzola, una ragazza che vive e lavora a Rovigo: “Era la prima volta che salivo su una nave da crociera – racconta Chiara - ci sono andata per lavoro, dato che non sono proprio un’amante del mare. Dovevo tenere
dei corsi per conto di una scuola d’immagine e un’azienda di make up ai partecipanti di un reality che andrà in onda prossimamente. Sono partita da Palermo giovedì 12 e dovevo incontrarmi con altri miei colleghi il sabato a Savona”. Ma questo non è mai avvenuto. “Durante la cena del venerdì sera, alle 21.30 circa, abbiamo sentito una fortissima vibrazione che ha fatto inclinare la nave sul lato sinistro. I piatti, le bottiglie e il cibo sono caduti per terra assieme ai camerieri. Poi, è iniziato il fuggi fuggi generale e le prime scene di panico”. Il personale di servizio, molto preparato, ha preso subito in mano la situazione: “I camerieri hanno iniziato a dirigere tutti i passeggeri ai pontili superiori. Io sono corsa in cabina a prendere capi pesanti e il giubbotto di sal-
vataggio, come dicevano le norme di prima emergenza”. Insomma, Chiara non ha mai perso la lucidità necessaria per affrontare quanto stava accadendo. “I messaggi che arrivavano dal comandante erano inverosimili, dicevano che c’era solo un problema tecnico e di stare tranquilli nelle proprie cabine fino a nuove disposizioni”. La nave intanto si era raddrizzata, ma poi ha iniziato a inclinarsi sul lato destro. Quasi subito Chiara ha intuito che la situazione non era sotto controllo. “Non si capiva quello che stava succedendo realmente e le persone iniziavano a essere sempre più agitate. Finché il loro comportamento non è sfociato nella più totale disumanità quando è cominciato l’abbandono della nave. Ho visto gente picchiarsi perché voleva salire per prima
Chiara impegnata nel suo lavoro di truccatrice
“E’ stata la prima volta che sono salita su una nave da crociera” sulla scialuppa, parole pesanti e insulti a chi non si sbrigava. Quest’agitazione ha sicuramente rallentato le operazioni di soccorso”. Chiara, perciò, non aveva paura, ma questo clima la rendeva ansiosa: “L’unica paura che ho veramente avuto in quei momenti era di cadere in mare per colpa di qualcuno che voleva salire, nonostante la scialuppa fosse al completo. Se fossi finita in acqua non sarei nemmeno stata capace di muovermi con tutti i vestiti che avevo addosso”. Finalmente, alle 23.30, Chiara arriva all’isola del
Giglio pensando che tutti i passeggeri e il personale di bordo prima o poi arrivassero ai punti di raccolta dove si trovava lei. “Io non avrei mai pensato che ci potessero essere morti e dispersi per questo incidente: eravamo vicino al porto; i soccorsi arrivavano da tutte le parti con navi ed elicotteri. Però la mattina, quando ho visto i sommozzatori ripescare dei cadaveri dal mare, ho realizzato la gravità dell’accaduto. E ho capito di essere stata fortunata”. Insomma, un trauma che nessuna risarcimento potrà mai guarire.
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Cultura provinciale 17 Appendice della mostra sul Divisionismo A Villa Badoer l’opera di Galileo Chini
ARCHEOLOGIA IN CITTÀ
Tra simbolo e sfavillio, nelle ceramiche “Art Nouveau” U
Ritrovato il rifugio antiaereo
Continua la tradizione della doppia mostra divisa tra il Roverella e la villa del Palladio di Mattia De Poli
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’ diventata una consuetudine, quasi una sorta di gemellaggio all’insegna della cultura e dell’arte. In Polesine dal 25 febbraio al 24 giugno il Divisionismo sarà protagonista di due mostre: oltre a quella principale, ospitata all’interno di palazzo Roverella a Rovigo, un’altra realizzò la sua maggiore opera decorativa: il palazzo reale esposizione sarà allestita a Fratta Polesine, nelle sale del di Bangkok. Dall’Italia le sue ceramiche circolavano in tutto piano nobile di villa Badoer. Quest’ultima sarà dedicata alle il mondo: si potevano acquistare anche da Tiffany a New ceramiche di Galileo Chini, detto Glielo. Artista poliedrico, York. Ma a sua volta Chini portò in Italia la sua esperienza Chini fondò a Firenze, la città dove è nato nel 1895 e del mondo, soprattutto dell’oriente: così la sue ceramiche dove è morto nel 1956, prima la manifattura “Arte della scintillanti ricordano le sete e le decorazioni orientali. Pavoceramica” e poi le “Fornaci di San Lorenzo”: come mar- ni, salamandre e rettili si mescolano ai putti, alle ghirlande e ai motivi floreali: l’esotico si unisce chio adottò una melagrana, simbolo ai motivi classici dell’arte occidentale. dell’aspirazione a coagulare la creati- Nel 1911 Il tutto incorniciato dai fregi e dai dività di tanti in un ambiente colorato si cimentò segni astrali tipici del Siam. Sensibile e fecondo. Ammirato per la sua pro- con la sala al gusto Liberty e alle spinte della duzione in Europa e negli altri conti- del trono dello Secessione viennese, nella sua pronenti, da Londra a Parigi, da Bruxelles Scià di Persia duzione di ceramiche focalizzò l’ata Saint Louis, realizzò una mostra a San Pietroburgo per volontà dalla zarina Alessandra. Nel tenzione sulla scomposizione ottica dei colori, avvicinandosi 1911 si cimentò con la sala del trono dello scià di Persia così al Divisionismo: tonalità violette ed aranciate animano e fu invitato dal re del Siam nell’attuale Thailandia, dove di bagliori pirotecnici le anse dei vasi. Proveniente da una
NEWS Pubblicazioni di storia del territorio
UN MONASTERO TRA LA SERENISSIMA E RAVENNA
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l lavoro del Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla terraferma veneta, sostenuto dalla Regione, con la recente pubblicazione del ventisettesimo volume si è interessato anche del territorio polesano. In particolare, Primo Griguolo e Donato Gallo hanno trascritto e studiato “I cartulari di san Pietro in Maone” dal dodicesimo al quindicesimo secolo. La documentazione, conservata per la maggior parte presso l’Accademia dei Concordi di Rovigo, testimonia non solo l’attività di un monastero lungo l’arco di quattro secoli ma anche i rapporti intercorsi tra il Veneto meridionale e l’arcidiocesi di Ravenna. L’ente monastico probabilmente mutò la propria sede nel corso del tempo, rimanendo comunque localizzato fra Selva di Crespino, Gavello e due località che già nel nome tradiscono l’influenza ravennate: San Cassiano e Sant’Apollinare. Il volume intende fornire materiale di studio nel campo della toponomastica storica, della storia agraria, sociale e degli insediamenti, nonché dell’onomastica personale. M.D.P. Teatro Cinema Duomo
ULTIMI APPUNTAMENTI IN CARTELLONE
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a rassegna cinematografica proposta dal Teatro Cinema Duomo propone gli ultimi sei film il venerdì sera a partire dalle ore 21. Con “La banda” (24 febbraio) il regista israeliano Eran Kolirin fotografa e racconta il suo paese, metafora dell’essere umano, con sapido umorismo. Daniel Auteuil e Danny Boon sono gli interpreti di “Il mio migliore amico” (16 marzo), proponendo una riflessione non banale sulla necessità dell’amicizia. In “Tutta colpa di Giuda” (30 marzo) Davide Ferrario dirige Kasia Smutniak e Luciana Litizzetto in una immaginaria rivisitazione della passione di Cristo che coniuga riflessioni filosofiche ad esiti comici. Sotto la veste del documentario “La storia del cammello che piange” (13 aprile) offre una riflessione sul rapporto fra genitori e figli attraverso la poesia della lontana Mongolia. Lavoro e rivendicazioni femministe nell’Inghilterra del 1968 sono alla base di “We want sex” (27 aprile). La conclusione della rassegna è affidata a “La fine è il mio inizio”, il film che ripercorre le ultime vicende terrene di Tiziano Terzani. M.D.P.
Alcune delle opere in mostra famiglia di finissimi ceramisti, sul finire dell’Ottocento Chini decise di trasformare gli artigiani in artisti, secondo i principi dell’Art Nouveau. Gradi pannelli, ceramiche da decoro e da utilizzo di svariate dimensioni: gli oggetti esposti a Fratta provengono dalle collezioni delle Manifatture Chini e dalle collezioni private di italiani e stranieri. Fra i primi ad appassionarsi alla sua arte vi fu un esteta, maestro del cinema, come Luchino Visconti. Né fu del tutto estraneo al mondo dello spettacolo, e in particolare del melodramma: collaborò con Gioacchino Puccini in due diverse occasioni, inizialmente per la realizzazione del “Gianni Schicchi” e in seguito anche per la “Turandot”. La mostra dedicata alle ceramiche di Galileo Chini è visitabile, sia nei giorni feriali che nei giorni festivi, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19, ad esclusione dei lunedì non festivi. E’ previsto un biglietto intero al costo di 5 euro e un biglietto ridotto al costo di 3 euro. Sono previste anche visite guidate per gruppi al costo di 60 euro.
na scoperta casuale, un concorso promosso dalla Fondazione della Cariparo e la passione per la storia locale: così due docenti dell’Istituto tecnico per geometri “Amos Bernini” di Rovigo, Silvia Zennaro e Giovanni De Poli, hanno guidato i ragazzi di una classe alla ricerca dei ricoveri antiaerei presenti in città durante la Seconda guerra mondiale. Ne è sortita una mostra e una pubblicazione che raccoglie tutti i materiali, documentari e fotografici, sull’argomento. I due insegnanti spiegano che proprio di fronte alla loro scuola, nei locali del Catasto, oggi Agenzia del territorio, adibiti ad archivio, è stato individuato un ricovero antiaereo, rimasto quasi inalterato nel tempo: “Sono state mantenute le caratteristiche costruttive originali, le scritte sui muri e la bicicletta”. Quest’ultima fungeva da “motore umano” per generare corrente elettrica e per il riciclo dell’aria. Gli studenti hanno imparato le tecniche costruttive dell’epoca e le soluzioni adottate in circostanze di emergenza. Le fonti documentarie sono state integrate con le testimonianze trasmesse oralmente da persone che hanno vissuto il periodo dei bombardamenti e che conservano ancora nella memoria informazioni legate al sistema di protezione antiaerea. Il percorso didattico e di ricerca potrebbe essere ulteriormente valorizzato: “Riteniamo – concludono i due insegnanti dei Geometri – che i resti, più o meno integri, di queste strutture meritino di essere conservati e che il rifugio del Catasto possa diventare punto di raccolta di tutto il materiale e punto di partenza per visite storico-culturali di Rovigo”. M.D.P.
Pubblicazioni L’avventurosa vita di Luigi Balzan
L’avventurosa vita di Luigi Balzan Emigrato in Sud America nel 1885, fu docente di Scienze Naturali in Paraguay e compì un prodigioso viaggio di esplorazione in territori sconosciuti
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i tanto in tanto, grazie all’operosità di alcuni appassionati della nostra storia, tornano a far sentire la loro voce personalità del passato, la cui esistenza desta tuttora interesse ed ammirazione. Recentemente, grazie ad uno studio di Pier Luigi Bagatin, è stata riscoperta la figura di Luigi Balzan (Badia Polesine 1865 – Padova 1893), passato alla storia come intrepido esploratore e qualificato naturalista del XIX secolo. Un personaggio illustre, di cui va innanzitutto ricordata la scelta di farsi emigrante, nel periodo critico vissuto dall’Italia dopo l’Unità. Un lungo intervallo temporale contrassegnato da un forte flusso migratorio verso terre lontane, dove non pochi italiani videro la possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita. E tra gli oltre 60.000 polesani che nell’ultimo quarto dell’Ottocento lasciarono la terra natìa, va annoverato Luigi Balzan passato alla storia come scienziato ed esploratore di una vasta regione dell’America Latina tra Paraguay, Argentina, Cile, Perù e Bolivia. Furono proprio le ristrettezze economiche del tempo a convincere il giovane a lasciare la città di Padova, dove da Badia si era trasferito con la famiglia e dove giovanissimo, bruciando le tappe del curriculum
scolastico, aveva ottenuto la laurea presso la facoltà di Scienze Naturali. E, come la maggior parte degli emigranti del tempo, intravide una possibilità dare una svolta alla propria vita orientando nel 1885 la sua emigrazione verso l’America Latina. In particolare puntò sull’Argentina dove, in virtù della sua formazione, trovò occupazione presso il Museo di Storia Naturale di La Plata. Due anni dopo, nel 1887, a soli 22 anni, grazie alle benemerenze acquisite, accettò la proposta di trasferirsi in Paraguay con l’incarico di docente di Fisica e Scienze Naturali presso il Colegio Nacional di Asuncion. E in Paraguay concepì ben presto un progetto di esplorazione di regioni sconosciute tra le Ande e la foresta amazzonica. Un progetto per il quale ottenne un sostegno fondamentale da parte della, da poco istituita, Società Geografica Italiana. Le relazioni naturalistiche ed antropologiche dell’intrepido esploratore - mossosi da solo in impervie regioni, tra i mille pericoli di origine naturale, nonché le ostilità di tribù amazzoniche e la perfidia di faccendieri senza scrupoli giunti nelle inospitali regioni attratti dal business del caucciù - divennero importante materiale di conoscenza del continente sudamericano e furono in più occasio-
Luigi Balzan ni pubblicate e tradotte in varie lingue. “Viaggio di esplorazione scientifica di alcune regioni interne dell’America Meridionale” è il titolo del volume di Luigi Balzan, curato da Pier Luigi Bagatin. Un’opera, edita dalla trevigiana Antilia grazie all’interessamento dell’Associazione Polesani nel Mondo e al sostegno della Regione Veneto; un libro che, grazie all’ampia introduzione, ci fa riscoprire anche la vicenda umana del giovane esploratore il quale - colpito da una malattia debilitante durante il suo lungo viaggio di esplorazione (forse malaria) - morì a Padova a soli 28 anni, quando per lui potevano dischiudersi importanti occasioni di vita. Li.Se.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO L’invasione dei grandi centri commerciali In pole position oltre a Veneto City, il progetto Ikea di Casale sul Sile, le espansioni dei centri commerciali di Boara Pisani e di Monselice e i nuovi centro commerciali di Limena e Due Carrare. Preoccupazione fra politici e amministratori locali
di Alessandro Abbadir
I
consumi? Crollati con la crisi. I dati delle vendite natalizie in tutta Italia e nel Veneto sono state pressoché un disastro e anche i negozi che vendono beni alimentari oramai sono alle corde. Alla Regione però questo dato, nonostante la recessione in atto dal 2008, non interessa. L’ente capitanato dal governatore Luca Zaia, insiste nel concedere quasi sempre l’insediamento di grandi centri commerciali :Veneto City o l’Ikea di Casale sul Sile o il parco commerciale sulla Treviso – Mare a Meolo, ne sono l’esempio più lampante. Centri che si trovano a ridosso di snodi viario infrastrutture di competenza regionale. Le associazioni di categoria e il mondo della politica sono in subbuglio. Si perdono tanti posti nei piccoli e medi centri per recuperarne molti meno. Ecco intanto i dati sui consumi natalizi. Per l’Osservatorio nazionale Federconsumatori la spesa complessiva è stata di 4 miliardi di euro, 400 milioni al di sotto delle stime, che indicavano un volume pari a 4,4 miliardi di euro, per una media di 166 euro a famiglia. Per la Coldiretti, il cenone della vigilia e il pranzo del 25 dicembre sono costati 2,3
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perture libere, la Regione si oppone ma il Tar del Lazio gli dà torto. L’effetto della sentenza riguarda il ricorso presentato contro il Comune veronese di Isola Rizza contro la Regione Veneto. Così dopo il sì alla Bennet a Verona, hanno cantato vittoria i Pam di Padova, Vicenza, Venezia, Treviso e Vicenza e sulla loro scia, grazie al decreto di Monti ‘Salva Italia’, ora hanno presentato ricorso anche i gruppi Auchan, Coin, Oviesse, Gallerie Commerciali spa e Upim, con la forte probabilità di vincere . Ma cosa è successo? Il Tar del Lazio, in pratica, ha vanificato una circolare inviata il 18 gennaio scorso a tutti i Comuni per invitarli a rispettare la norma regionale. Cioè quella delle 16 domeniche di apertura, più le 4 di dicembre, norma
miliardi di euro, con una contrazione del 18% rispetto al 2010. In tavola sono stati portati soprattutto prodotti made in Italy, legati a ricette del passato. Gli investimenti più onerosi in mobili, oggetti d’arredamento ed elettrodomestici sono crollati del 24%, abbigliamento e calzature sono precipitati del 18%, mentre la profumeria ha registrato -7%. A tenere solo editoria e libri. Male il turismo, con un -8%. Nonostante questi numeri la Regione non si scompone. Vediamo ad esempio il progetto Ikea di Casale sul Sile (Tv) che potrebbe autorizzare. Qui il negozio Ikea occuperà uno spazio di 35 mila metri quadri, parcheggi esclusi. L’azienda svedese prevede l’apertura tra il 2015 e il 2016. Per sgravare i negozi Ikea di Padova e Villesse, il colosso dei mobili ha deciso di investire 200 milioni di euro a Casale sul Sile, punto vendita a pochi metri dal casello autostradale . La palla è in mano in questo momento alla Regione, chiamata a imprimere il primo timbro sul progetto. In ballo ci sono circa 1.300 posti di lavoro e visto il momento di crisi come nel caso
di Veneto City (dove ne sono promessi 7000) non sarà facile dire di no. Ad esempio una cittadella che funziona da tempo e attira clienti da Croazia Slovenia e Austria è “Veneto Designer Outlet”. La cittadella della moda, di Noventa di Piave richiama visitatori provenienti anche da oltre confine. Confesercenti Veneto comunque denuncia poi l’uso di “escamotage”, per ottenere lo stesso le autorizzazioni per aree commerciali non ancora perfezionate. Problemi si sono avuti anche per le espansioni dei centri commerciali di Boara Pisani e di Monselice. Proteste per le possibili autorizzazioni dei centri commerciali di Limena e Due Carrare si sono già registrate. A prendere una posizione critica contro queste nuove possibili autorizzazioni di insediamenti commerciali è la senatrice del Pd Franca Donaggio. Per la Donaggio “Ci si deve impegnare per difendere il piccolo commercio e nello stesso tempo riuscire a dare ai consumatori una vasta scelta. Con grandi centri di distribuzione avulsi dal territorio si rischia la morte della vita sociale nelle città e nei paesi“. Una posizione con la
APERTURE COMMECIALI LIBERE LA REGIONE DÀ BATTAGLIA prevista dall’accordo sottoscritto anche dalla grande distribuzione prima del decreto Monti. Ma l’assessore, regionale contraria alle aperture deregolamentare ribadisce che sulla questione prima del governo viene la Regione. “Una cosa deve essere chiara a tutti. In materia di aperture domenicali per il commercio- spiega l’assessore regionale al Commercio Isi Coppola - qui nel Veneto vale la legge regionale fino a prova contraria. Siamo tenuti tuttavia a prendere atto delle ordinanze d’urgenza adottate in questi giorni dal Tar Veneto, con l’iter di “inaudita altera parte” che è la facoltà di non ascoltare la controparte, cioè la Re-
gione, anche se questo comporterà una situazione caotica fino al 22 febbraio, data in cui i ricorsi saranno discussi nel merito e in quella sede faremo presenti le nostre ragioni. Il Veneto, inoltre, impugnerà la legge Monti davanti alla Corte Costituzionale perché la competenza in materia di commercio è esclusiva e prioritaria delle Regioni”. Ma non solo. “C’è da dire– aggiunge l’assessore Coppola – che la stessa Federdistribuzione ha un giudizio positivo rispetto a quanto la Regione ha previsto nella sua normativa sui turni di apertura infrasettimanali, provvedimento atteso da molto tempo. E’ evidente che Federdistribuzione, sulle
quale concorda il consigliere regionale del Pd Lucio Tiozzo. Contro le condotte disinvolte delle grandi catene commerciali si sono schierati anche il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato e critiche sono arrivate anche dalla consigliere regionale del Pd Simonetta Rubinato. Contrari a logiche di concentrazione in grandi aree anche i sindacati, Cgil in testa. Sconcertati anche diversi comuni come quello di Venezia e Padova che da tempo si battono per il mantenimento di negozi di prossimità nei quartieri. “Quartieri difficili come il nostro, cioè quello di Marghera (nel comune di Venezia) – spiega il vicepresidente della Municipalità di Marghera Bruno Polesel - dalla vicinanza di grandi aree commerciali, non hanno nulla da guadagnare. I piccoli negozi mantengono viva una rete sociale fatta di rapporti fra persone e di aiuto reciproco. Il grande centro commerciale, è spersonalizzante. Ora mettono prezzi ribassati per colpire il piccolo commercio. Poi quando i piccoli negozi saranno spariti definitivamente i prezzi li decideranno quasi da monopolisti”. aperture domenicali, si trova a rappresentare esigenze diverse nei confronti delle attività commerciali, perché ci sono i grandi gruppi, anche e soprattutto non italiani, che possono comunque permettersi di tenere aperto, mentre altre realtà distributive importanti sul nostro territorio, non hanno nessuna intenzione di avvalersi delle aperture domenicali per tutto l’anno e rivendicano il valore anche sociale della legge regionale. Inoltre sottolineo come questo primo periodo di applicazione delle 20 domeniche, sarebbe stato sperimentale e oggetto di attento monitoraggio, proprio per avere poi la possibilità di modificare a seconda delle esigenze dei consumatori e del mercato il numero più giusto di aperture”. A.A.
Il Veneto in primo piano 19 Territorio Reazioni alla realizzazione di un mega centro direzionale
Comitati e Confesercenti contro Veneto City di Alessandro Abbadir
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eneto City, il mega centro direzionale pensato per tutta la Regione Veneto se non per l’intero Nord Est, è da mesi nell’occhio del ciclone. Contro questo polo direzionale che la Regione con il presidente Luca Zaia ha autorizzato, si sono scatenate le proteste di associazioni di categoria come Confesercenti, sindacati e comitati Cat. Confesercenti si è schierata contro Veneto City, perché di fatto, per l’associazione dei commercianti, distruggerebbe il commercio cittadino di Mestre e Venezia e della zona della Riviera del Brenta. Questo, per creare un centro direzionale che potrebbe davvero portare pochi posti di lavoro, in rapporto a quanti ne farebbe perdere.
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Per Cat in particolare, che ha assunto A gennaio sono scesi i cittadini per protesta, in 3 piazze del veneziano (Mirano, la democrazia partecipativa come tratto Dolo e Mira). L’iniziativa voluta dall’Idv è fondamentale del proprio modo di agire, stata salutata positivamente dai Cat (comi- la questione del metodo con il quale si tati ambiente e territorio), anche se alla costruiscono i percorsi di mobilitazione è altrettanto importante fiaccolata, non hanno quanto la sostanza deldato l’adesione. “I Sono state le questioni in gioco”. comitati salutano po- presentate Con i Cat contro sitivamente ogni ini- per protesta in Veneto City, si sono ziativa - ha spiegato il due comuni oltre schierate associazioni portavoce Mattia Do- 11 mila firme come Legambiente, nadel - che vada nella direzione di contrastare il “mostro Veneto quelle di categoria dei commercianti e i City” e le altre grandi opere, con le quali si comitati cittadini di Dolo (Ve). A volere l’opera sono stati oltre ai provuole perseguire la distruzione del territorio e della vita delle persone che lo abitano, gettisti anche i comuni di Dolo e Pianiga, anche quelle promosse dai partiti. anche per ricavarne dei soldi con alienazioni
e urbanizzazioni. Contro Veneto City i cittadini e associazioni e comitati hanno depositato oltre 11 mila firme e altrettante osservazioni. Osservazioni che dai due comuni interessati sono state quasi tutte respinte. Le grandi opere ne attirano altre secondo i comitati. “Con la nascita di Veneto City – conclude Donadel – arriveranno nella stessa zona, Romea Commerciale, camionabile e polo logistico collegato al porto veneziano off shore. Insomma l’area fra Padova e Venezia è stata pensata come un crocevia di traffico intenso che di fatto con la crisi non esiste più. Le conseguenze della cementificazione selvaggia le pagheranno i cittadini”.
PEDEMONTANA, STOP DA RICORSO
a Pedemontana Veneta si ferma ancora. A bloccarne l’iter è stato il Tar del Lazio che ha accolto un ricorso presentato dal comune di Villaverla, in provincia di Vicenza. Il Tar ha ribadito ancora una volta quanto deciso in seguito al ricorso di un cittadino di Loria (Treviso) e, particolare non secondario, dando ragione ad una amministrazione pubblica. Gli amministratori di Villaverla difendono le scelte compiute a suo tempo, impuntandosi contro la Pedemontana. Per loro il fatto che: “Una infrastruttura di questo genere sorga a 40 metri dal centro di Villaverla, di fatto compromettendola gravemente sotto il profilo pa-
esaggistico ed ambientale è una cosa da rigettare”. Una posizione condivisa dai numerosi comitati del vicentino e del trevigiano, che sono sorti contro la Pedemontana, ora riuniti nel “Comitato veneto Pedemontana alternativa”, da cui sono partiti ricorsi, ma anche denunce contro il megacantiere della Pedemontana di Romano d’Ezzellino (Vicenza), inaugurato nel novembre scorso dal presidente del Veneto Luca Zaia. Insomma, i comitati si difendono a colpi di ricorsi e controricorsi, rendendo la vita difficile a chi vuole b le grandi opere subito efficienti.
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Intorno a noi 21 La missione Dopo aver tentato la scalata del vulcano più alto del mondo il gruppo sta coprendo 2500 km in tandem
Disabilità senza barriere con l’avventura di Simone
di Nicola Stievano
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imone Salvagnin, ventottenne di Schio, ipovedente e campione mondiale di arrampicata sportiva, sta attraverdando la Patagonia in bicicletta dopo aver tentato la scalata del vulcano più alto del mondo per celebrare la Carta Onu dei diritti dei disabili, una conquista che riguarda milioni di persone che vogliono una vita “senza barriere”, perché spesso le vere barriere sono quelle della mente e dei pregiudizi. Simone da metà gennaio sta vivendo una grande avventura fra Argentina e Cile, incontrando italiani e rappresentanti delle comunità locali, portando con sé una copia della Carta dell’Onu, di cui è portavoce ufficiale, per condividerla e farla sottoscrivere alle personalità politiche che sta incontrando lungo il percorso. Un’avventura indimenticabile che porta con sé un messaggio di integrazione e condivisione. Passando alla cronaca della spedizione il gruppo ha dovuto arrendersi ai piedi del vulcano più alto del mondo, l’Ojos del Salado, 6.981 metri, a causa delle condizioni meteo proibitive, una bufera di neve a oltre 150 chilometri all’ora. Ma la prima parte della spedizione può comunque vantare numerosi successi: in 12 giorni trascorsi tra i 4000 e i 6000 metri, il gruppo ha conquistato due vette: Los siete hermanos (4850 m) e San Francisco (6100 m). “Un’esperienza grandiosa - afferma Salvagnin - porto a casa la vittoria di essere andato per la prima volta oltre i quattromila, ringrazio il gruppo e in particolare la mia guida Enrico Rizzolo. A volte però è la montagna che decide se farti salire. Qui la natura comanda e non va sfidata”. Ma l’avventura non si ferma e prosegue alla volta della Patagonia: da inizio febbraio Simone e il compagno Enrico stanno percorrendo 2500 chilometri in tandem tra Cile e Argentina fino alla punta estrema della Terra del Fuoco, Ushuaia, la città più a sud del mondo. Ad accompagnarlo un’altra decina di ciclisti, per incontrare le comunità locali di origine veneta, iniziativa dal nome “Bici e Radici”. Una volta rientrato in Italia Simone sarà nuovamente a Venezia per la firma ufficiale della Carta Onu da parte della Regione Veneto. “Preferiamo aspettare la conclusione della spedizione e il ritorno di Simone. - spiega l’assessore Marino Finozzi - Con il suo esempio ci sta dimostrando che l’unica vera disabilità è quella montale che vuol dire essere convinti di non farcela o che non ci siano i supporti per farcela. E’ questa condizione che dobbiamo contrastare. Come Veneto siamo capofila in Europa per il turismo senza barriere, e lo ribadiremo a marzo al salone vicentino ‘Gitando All’, dove speriamo di avere con noi Simone”. L’avventura, intanto, continua, sulla spinta di un messaggio universarle di integrazione che non conosce barriere.
Il ragazzo vicentino campione mondiale di arrampicata, ipovedente, sta portando in Patagonia la Carta Onu dei diritti dei disabili
Simone Salvagnin fra i ghiacchi dell’Ojos de Salado, il vulcano più alto del mondo
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Marchiori Ettore
NEWS Sclerosi multipla, la campagna
UN LASCITO PER L’AISM SCELTA LIBERA E DI VALORE
U
na firma sul testamento può aiutare migliaia di persone e dare impulso alla ricerca, questo lo scopo della campagna sui lasciti testamentare avviata in Veneto dall’Aism. “Sostenere con una disposizione testamentaria l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e la sua Fondazione - spiegano i responsabili dell’assiciazione - significa garantire i servizi sanitari e sociali alle 63 mila persone colpite da sclerosi multipla e dare un futuro alla ricerca scientifica. La sclerosi multipla è una grave malattia, cronica, invalidante e imprevedibile del sistema nervoso centrale che colpisce prevalentemente i giovani tra i 20 e i 30 anni e le donne, per la quale non è ancora stata trovata una cura risolutiva. Ai lasciti testamentari l’Aism ha riservato un numero vere, 800.094464, al quale si potrà richiedere anche la guida “L’importanza di fare testamento: una scelta libera e di valore” scritta in collaborazione con i notai. Uno sguardo in materia di diritto testamentario che, in un linguaggio semplice e chiaro, aiuta a districarsi in una materia tanto complessa aiutando le persone interessate a prendere scelte consapevoli. La Guida può essere richiesta anche al sito www.aism.it. Solo nel 2010 Aism e la sua Fondazione hanno ricevuto in totale 28 disposizioni testamentarie per un totale di oltre 1,3 milioni di euro che la indicavano come beneficiaria, confermando una tendenza positiva e di valore che si consolida negli anni. Un lascito di 2.500 euro permette all’AISM di coprire i costi di 100 ore di attività del Numero Verde; un lascito di 15.000 euro consente di erogare una borsa di studio annuale a un giovane ricercatore impegnato sugli studi della sclerosi multipla con un lascito da 45.000 euro si può acquistare un pulmino attrezzato per il trasporto di persone con disabilità. Una semplice firma può fare molto, per chi ne ha bisogno. Per info: Aism – Sezione Provinciale di Venezia, Tel. 041.916398.
22 Cultura veneta Pittori Mario Solazzo pugliese innamorato di Cortina
Il cantore della neve
Il soggetto che lo ha reso famoso nel mondo dell’Arte è la montagna di Alain Chivilò
D
i Mario Solazzo avevo già sentito parlare, ma il destino non aveva ancora posto le basi di un incontro. Nella passata edizione di Arte Fiera Padova 2011, tra le innumerevoli opere esposte, fui colpito all’improvviso da dei grandi paesaggi innevati che si stagliavano dalle pareti. Forte fu il richiamo che andai a osservarli da vicino, trovando all’interno dello stand il Maestro. Un incontro casuale però sincero, cordiale e disponibile al dialogo tanto da iniziare un’amicizia con l’arte alla base di tutto. Mario Solazzo (Novoli 1944) dalla Puglia arriva all’età di 17 anni a Torino, dove ha “un inizio artistico bello per l’entusiasmo, ma allo stesso tempo faticoso perché non avevo disponibilità monetaria; feci così vari lavori per mantenere questa mia passione. Passo dopo passo la situazione è andata avanti dando coscienza dei miei mezzi”. In quest’ambito Solazzo matura artisticamente e si affascina del paesaggio montano, infondendogli “la volontà di cambiare la pittura in chiave espressionista sempre per quanto riguarda il paesaggio partendo da pittori passati come Maggi, Segantini e Solero”. Nel 1978 il trasferimento in Friuli: “è stato un caso determinato da una delusione amorosa. Andai poi a trovare mio fratello che era maresciallo
a Palmanova e così ebbi modo di conoscere il Friuli Venezia Giulia e la sua gente. Il tutto mi piacque molto e decisi così di trasferirmi definitivamente”. Nel prosieguo della sua vita le città di Cividale del Friuli e Cortina d’Ampezzo diventano fondamentali per la sua vita artistica. Il soggetto che ha reso famoso Solazzo al mondo dell’Arte è rappresentato dalle montagne, soprattutto nella versione innevata dell’inverno. Personalmente lo definisco il cantore della neve, perché è riuscito a rappresentarla con vitalità. La neve per l’artista “è una sfida in quanto è difficile da realizzare perché non è bianca ma ha i colori della fisica. Ha molteplici colori. Come colorista sono riuscito a dare profondità alla neve facendo prendere a essa diverse tonalità. Anche la luce ha un ruolo fondamentale nell’equilibrio pittorico”. Le sue montagne sono rappresentate in chiave contemporanea “non dipinte a cartolina ma dando un’impronta espressionista”. Proprio dall’Espressionismo, movimento che si sviluppa agli inizi del Novecento, Solazzo interpreta la primitività e la passionalità all’interno del paesaggio. Pennellate vive, di una matericità non eccessiva ma grassa, rendono le montagne dei luoghi che non risentono dell’orogenesi di questi
MOSTRE A VENEZIA Qui sopra il maestro nel suo studio di Cividale del Friuli, due sue tele con i paesaggi innevati millenni, diventando così monumenti impetuosi la cui crescita è senza fine. In questi luoghi egli stesso vorrebbe abitare: “io vivrei su un cucuzzolo della montagna. Questo perché da una pace incredibile e una poesia. Mi chiamano anche il poeta della montagna. Io qui vivo bene”. Analizzando i paesaggi difficilmente troviamo la presenza dell’uomo per una rappresentazione della solitudine che l’artista vuole comunque testimoniare, in quanto caratterizza la nostra società contemporanea. Mario Solazzo non è solo “alpino” d’inverno, lo è anche nella stagione calda oltre a dipinge splendide Venezie e mercati cittadini. Quest’ultimi rappresentano la seconda importante tematica del Maestro
tanto da sembrare in contrapposizione alle montagne, ma non è proprio così, perché la solitudine metafisica delle montagne diventa più palpabile nei mercati e nelle persone che li compongono, con pennellate veloci e tocchi di colore a delineare figure in movimento. Ecco che a Cortina d’Ampezzo, nella sua galleria, accoglie i visitatori e gli appassionati d’arte che vengono subito rapiti dalla sua neve proprio idealmente di fronte alle Tofane. Mario Solazzo è dunque un’artista che ha reso contemporaneo il paesaggio partendo dalla tradizione ottocentesca, inserendo però uno stile personale e sincero, proseguendo il suo lungo cammino “gradino per gradino con dignità e grande passione”.
Rendez vous con l’artista Annalù l’alchimista
L
a scorsa edizione della Biennale ha avuto un’appendice veneta ospitata nella Villa Contarini di Piazzola sul Brenta. Tra coloro che Vittorio Sgarbi ha voluto ne facessero parte, c’era anche Annalù, un’artista di San Donà del Piave la cui opera da qualcuno è stata definita non usando le tradizionali classificazioni ma scomodando un termine antico e parente dell’arte: alchimia. Il Parmigianino era un alchimista, impazzì cercando l’elisir di lunga vita e la pietra filosofale. Vasari ne “Le vite” lo rimprovera per la sua bizzarria nel cercar sempre altrove senza accorgersi di quello che già conosceva. La ricerca è davvero questo? Guardare sempre oltre? “Credo che dalle mie opere traspaia soprattutto la mia ricerca rivolta ai risultati inattesi che possono scaturire della materia. In questi termini si può parlare di metamorfosi o di alchimia. La metamorfosi è legata alle possibilità di trasformazione e di rinascita in altra forma, come per esempio accade per le farfalle, della vita e delle forme l’alchimia è forse legata ai materiali che uso per ottenere questi risultati. La vetroresina è portata a condizioni estreme grazie alla decennale esperienza come per esempio i tempi di catalizzazione in condizioni atmosferiche differenti, le vibrazioni con correnti d’aria, l’utilizzo dell’induritore non secondo i canoni chimici ma aumentando le proporzioni. Sono giochi da piccolo chimico o apprendista stregone che conosco solo io. La manipolazione della
materia deve essere solamente mia, perché si deve trasformare nell’idea finale del mio lavoro. Un’alchimia in costante trasformazione, che continua la metamorfosi anche nei lavori terminati con piccole variazioni che si avvertono nel tempo, sempre comunque parti integranti della bellezza dell’opera”. La natura per Annalù? “Io m’ispiro alla “natura” continuamente. Sono tutti lavori legati al mondo naturale ma comunque eseguiti artificiosamente. Per esempio i fiori di loto sono creati con materiali chimici come la lana di vetro, la sabbia, le ceneri. La natura è un’infinita fonte d’ispirazione. Abitando in una casa palafittata sul fiume non potrei che amarla. L’acqua, i fluidi, il cambiamento e la memoria sono gli scenari del mio lavoro. Gli elementi naturali sono sempre dentro i miei lavori come la borsa di sabbia che vedi qui. L’acqua è presente quando utilizzo la vetroresina, l’aria per le forme e gli animali come la farfalla, la terra nelle numerose sabbie che raccolgo in vari posti del mondo quando viaggio. Ad esempio negli ultimi libri di ghiaccio, presentati alla Galleria Forni, ho utilizzato il paras, una pietra sacra dell’Indonesia usata nella costruzione dei templi. Questa permette alla vegetazione di nascere, infatti i templi indonesiani diventano di muschio. A livello simbolico è bellissimo in quanto nei miei libri l’inserimento della pietra porta in se una sorta di embrione di vita. Utilizzo il fuoco nelle carte bruciate e nella cenere quando sgretolo le forme nei quadri
L’artista e l’opera esposta alla a Villa Contarini dal titolo, “Close to the edge” bruciandole”. Installazioni per modificare o sollecitare la percezione dello spettatore. E’ proprio così anche per il suo modo di proporle? “E’ un termine che utilizzo per dare una connotazione completa ai miei lavori. Sono opere apparentemente fragili, ma alla fine non lo sono, infatti io voglio che siano toccate. L’opera al Padiglione Veneto di Villa Contarini è uno dei lavori più interattivi con l’osservatore, perché coinvolge uno spazio totale, scelto da me, quello della sala della storia sacra. E’ un lavoro che condensa tutto il mio percorso artistico. Un linguaggio mio riconoscibile dove si condensa tutto il mio percorso a livello di contenuti. Un mandala tridimensionale, in cui entrano giochi di fluidi, di vortici, di movimenti naturali, ispirato al lancio di un sasso nell’acqua. Uno splash che si crea e che va a modificare e alterare un piano posto quasi a livello degli occhi dell’osservatore, sul quale si sviluppa una metamorfosi dove, dallo splash
centrale dell’opera, le pinne di pesce volante diventano ali di farfalla fino a polvere al vento. Nella parte sottostante c’è una cascata d’acqua con la sabbia alla base. Tutti gli elementi ritornano dall’acqua, al fuoco, dalla terra all’aria, perché in fondo c’è un incontro tra questi mondi. Un tutto coinvolgente per l’osservatore, che può vedere un’istantanea di un momento nel tempo e nello spazio. Più che una scultura, direi un mondo dove l’osservatore può entrare al suo interno”. Annalù attuale e futura. Quali progetti e confini da esplorare? “Non mi fermo mai. E’ la mia linfa e energia vitale. Un moto interiore continuativo. Ora parto con i progetti per il 2012. Alcuni sono definiti altri in progettazione sia in Italia che all’estero. Per esempio una collettiva a Benevento, una personale a Castelfranco Veneto e altre in definizione. Sono pronta ad esplorare nuovi mondi, nuovi messaggi, nuove trasformazioni e nuove metamorfosi a Al.Ch. cui dare forma”.
Cà Pesaro omaggia Gennaro Favai
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a mostra “Gennaro Favai. Visioni e orizzonti 1879 – 1958” alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Cà Pesaro a Venezia, fino all’11 marzo, rappresenta la prima tappa di un percorso che ripropone, negli anni 2000, artisti legati a Venezia e al museo stesso. Una sorta di riscoperta e segnalazione di vecchi artisti anche attraverso una collana di monografie, edita da Marsilio, che viene presentata in occasione dell’attuale esposizione. Una retrospettiva allestita al secondo piano di Cà Pesaro con oltre duecento opere composte di dipinti, disegni, incisioni e acquerelli. Il percorso espositivo è caratterizzato da tre sezioni: le “vedute veneziane” dai toni notturni e decadenti, il “viaggio mediterraneo” in città quali Algeri, Capri, Siracusa e Taormina e le “vedute a volo d’uccello” ossia una Venezia visionaria. Ben rappresentato è anche il rapporto con artisti contemporanei di Favai, quali Raoul Dufy, Modigliani e Medardo Rosso con ritratti e caricature dedicati al maestro veneziano. A queste, autoritratti e nature morte impreziosiscono la ricostruzione del suo atelier. Nel sintetizzare la pittura di Favai si scorgono tre elementi caratterizzanti: lo studio e l’analisi della pittura veneta tra 1500 e 1700, il Simbolismo con elementi della sua poetica per esempio decadenti e sospesi e infine il viaggio che gli ha permesso di entrare in contatto con diversi ambienti, come a Londra nel 1914 in cui assimila lo spazio e la luce tipici di William Turner. Nell’apprezzare le opere di Favai si scorge una curiosità di fondo che gli permette, attraverso una sua personale rappresentazione, di eseguire soggetti con elementi che richiamano ad esempio le vedute oniriche di Redon, il vedutismo di Emma Ciardi, la poetica della luce di Medardo Rosso, i notturni di Mario de Maria, l’eleganza di Mariano Fortuny, fino a Gino Rossi. Quello che si delinea è uno stile che comunque distingue l’agire pittorico di Favai tra ottocento e novecento. Al.Ch.
I nostri esperti 23 AFFARI DI FAMIGLIA Casa coniugale - comodato - spese ordinarie e straordinarie di manuntenzione - obbligo di restituzione ai genitori
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Cambio della serratura della casa coniugale da parte di un coniuge - ordine del giudice
Gent.li Lettrici e Lettori, in questa edizione affronterò, seppur brevemente, il delicato quanto complesso e frequente problema inerente la casa coniugale allorquando questa è stata prestata dai genitori alla costituenda famiglia del figlio/a. E’ innegabile che i genitori, per agevolare i propri figli, soprattutto in un periodo economico difficile quale quello che tutti noi stiamo vivendo, decidano di concedere a lui e alla di lui costituenda famiglia il godimento di una casa abitativa di loro esclusiva proprietà. Ma cosa succede se nell’arco del tempo detto immobile necessita di manutenzione ordinaria e straordinaria? Chi deve sostenere le relative spese? E’ possibile ottenere la restituzione di tutti i soldi investititi nella ristrutturazione della casa dei suoceri? Sul punto è recentemente intervenuta la Corte di Cassazione con la sentenza n. 1216 del 27 gennaio 2012 con la quale ha precisato che la nuora e/o il
genero che ha sostenuto delle spese per la ristrutturazione della casa familiare concessagli in comodato dagli ex suoceri, non ha diritto al rimborso e/o restituzione di somma alcuna. A tale soluzione la Corte di Cassazione è pervenuta ritenendo che il contratto da prendere in esame è il contratto di comodato gratuito i cui elementi identificativi possono essere così riassunti: consegna di un bene immobile destinato ad un determinato uso (abitativo familiare) da parte del comodatario e della propria famiglia, gratuità del godimento. Detto tipo di contratto, ha ritenuto poi la Corte essersi concluso tra le parti nel momento in cui i genitori hanno deciso di dare il loro bene immobile in godimento alla costituenda famiglia del figlio. Così statuendo la Corte di Cassazione ha precisato che i comodatari (chi gode effettivamente del bene) ben possono eseguire dei lavori di ristrutturazione sull’immobile ma non anche pretendere dai comodanti la restituzione delle relative
somme ancorché spese in data antecedente all’effettivo godimento della casa. E cosa succede se nel frattempo i coniugi si separano? Permane lo stesso il diritto al godimento dell’abitazione degli ex suoceri in capo alla moglie e ai figli minori assegnatari dell’immobile? La risposta è affermativa in quanto viene privilegiato il diritto dei minori a mantenere immutato, come già detto qualche edizione fa, il proprio ambiente familiare. Tuttavia si precisa che questo diritto potrebbe venire meno nel caso in cui la madre si allontanasse da detto immobile insieme ai figli per trasferirsi altrove. In questo caso il bene immobile tornerebbe nell’esclusiva disponibilità dei genitori comodanti anche se successivamente la nuora chiedesse la possibilità di farvi ritorno. E ancora, cosa succede se uno dei due coniugi cambia la serratura del portone di ingresso della casa coniugale nelle more della separazione? E’ evidente che si tratta di un atto arbitrario quanto illegittimo sotto più profili, atteso che
nessuno dei due coniugi può decidere di autonomamente cambiare la serratura del portone di casa per impedire l’ingresso dell’altro coniuge ritenuto evidentemente non più gradito. Alcuna giustificazione può supportare tale illecita condotta che senza dubbio alcuno verrà dal Giudicante sanzionata con l’ordine in capo al soggetto agente (chi ha commesso il fatto) di immediato ripristino dello status quo ante (ovvero di sistemare com’era prima) con sua condanna al pagamento delle spese legali inerenti la procedura resasi necessaria causa il suo comportamento. La prossima volta mi è stato chiesto di affrontare la questione inerente al reato di stalking, ai suoi presupposti per la configurabilità e alla differenza rispetto al rato di maltrattamenti. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
Per info su questo articolo m.nuvoletti@gmail.com
L’OCULISTA
Calazio e Orzaiolo Dott. Valerio Crepaldi
Tutti abbiamo avuto modo di rilevare, sia negli adulti che nei bambini, la presenza di una piccola tumefazione a forma di pallina, che impropriamente chiamiamo cisti, a livello delle palpebre. Nella maggior parte dei casi si tratta di un orzaiolo o di un calazio. Queste patologie, comunemente ritenute identiche, sono in realtà due alterazioni ben distinte che generano spesso confusione nella loro identificazione anche da parte degli stessi medici. Il calazio è un granuloma cronico a carico di una ghiandola palpebrale infiammata. Tali ghiandole, contenute nello spessore delle palpebre, hanno un ruolo fondamentale nella formazione e stabilità del “film lacrimale” che fa sì che l’occhio sia sempre bagnato. Queste piccole ghiandole possiamo immaginarle a forma di palloncino con un unico sbocco. Nel calazio questo “palloncino” si riempie di materiale sebaceo, spesso per ostruzione del loro unico sbocco, per blefarite
(infiammazione del bordo palpebrale) cronica, seborrea ed acne rosacea. L’ accumulo di secrezione fà aumentare le dimensioni della ghiandola che può raggiungere anche nei casi più evoluti il centimetro. Diversamente, l’orzaiolo è una infezione di origine stafilococcica (batteri comunemente presenti sulla nostra cute) di una ghiandola palpebrale: quindi è subito chiaro che l’infezione è batterica a differenza del calazio. Anche in questo caso, la causa può essere una blefarite, una caduta di difese immunitarie, un cattivo stato di salute generale, lo stress, una congiuntivite. Qui però il decorso è acuto perché in realtà l’orzaiolo è un piccolo ascesso. Il pus riempie velocemente la ghiandola e, nell’arco di qualche giorno fistolizza, cioè tende a crearsi una via di sbocco, cosa che non succede nel calazio, che può durare mesi. Tali diversi comportamenti devono orientarci nel
riconoscimento delle patologie per la diversa sintomatologia e terapia che ne deriva. L’orzaiolo è un fatto acuto, provocato dallo stafilococco, con improvviso gonfiore palpebrale che comporta intenso dolore; una terapia specifica permetterà la risoluzione della lesione. Nel caso del calazio non abbiamo mai dolore, la tumefazione insorge lentamente e può, senza terapia specifica, perdurare per mesi. La causa, come sopra detto, non è un batterio, bensì un’infiammazione cronica sterile. La terapia consigliata, nel caso dell’orzaiolo, consisterà in impacchi caldo umidi che possono accelerare l’eliminazione del pus e quindi la guarigione ricordando che la lesione è di per sè autobloccante. Per prevenire infezioni secondarie si possono prescrivere colliri antibiotici. Nel calazio se questa pallina indolore è piccola può sparire spontaneamente nel giro di qualche mese, se di maggiori dimensioni,
si consigliano impacchi caldi per almeno tre settimane. Se il calazio non scompare passato questo tempo si dovrà asportarlo chirurgicamente. Le pomate antibiotiche non servono. Può accadere che le due forme coesistano o che una si complichi nell’altra; ciò ostacola una più facile guarigione. Va purtroppo ricordato che anche se fortunatamente in maniera statistica bassa, si può incappare in un tumore palpebrale al suo esordio. Nei casi sospetti l’oculista eseguirà un esame istologico.
DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova v.crepaldi@libero.it
24 Oroscopo ARIETE 21/03 AL 20/04
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LEONE DAL 23/07 AL 23/08
FASCINO VIVACITÀ
È LA CIFRA DEL MESE CHE INTERESSERÀ ANCHE GLI AMANTI DI LUNGO CORSO. ATTENTI AL COLPO DELLA STREGA· S ALUTE APPROFITTATE DELLA BELLA STAGIONE PER ANDARE IN BICICLETTA. ATTENTI A NON FORZARE TROPPO, QUALCHE MALANNO IN AGGUATO
VERGINE DAL 24/08 AL 22/09
FASCINO IL PARTNER È A VOLTE POCO DISPOSTO A STARVI A SENTIRE. L’AMORE TROPPO CEREBRALE NON È ADATTO AL PERIODO. PASSIONE!· SALUTE PRENDETEVI MAGGIOR CURA DI INTESTINO E SISTEMA NERVOSO. MANGIATE FIBRE E DIMINUITE I LATTICINI. SFOGATE IN PALESTRA LE ENERGIE IN ECCESSO
Oroscopo MARZO…IL MATTO VA SCALZO! E’ ANCORA PRESTO PER SCOPRIRSI MA LE BELLE GIORNATE NON MANCANO E VIENE VOGLIA DI STARE ALL’ARIA APERTA. GODETEVI IL SOLE messaggio publiredazionale
Perché scegliere la Formazione professionale di Enaip Veneto? Sono stati avviati a settembre scorso per l’anno formativo 2011/2012, presso i Centri Formativi di Rovigo e Porto Viro, i 21 percorsi scolastici triennali a qualifica nei settori agro-ambientale, meccanico, elettromeccanico, commerciale, ristorativo/alberghiero e dei servizi alla persona. Queste qualifiche rientrano a pieno titolo nell’ambito del riordino dei cicli della scuola superiore tecnica e professionale, consentendo agli utenti di acquisire una buona preparazione generale, corroborata da esperienze professionalizzanti tramite gli stage aziendali effettuati durante il percorso triennale, che proiettano i giovani direttamente nel mondo del lavoro. Non secondaria è pure la formazione di tipo civico-istituzionale e socio-economico-scientifico, che gli allievi maturano in relazione agli obiettivi del sistema di istruzione-formazione, che prevede la possibilità di passaggi Da e Verso la scuola statale: occasione peraltro già colta, in entrambe le direzioni, da studenti in entrata e uscita da EnaIP stesso. “La formazione EnaIP, ribadisce Cinzia Girotto, direttore provinciale dell’ente, non solo cresce in qualità, ma è pure proiettata a cogliere le continue sfide del lavoro flessibile, rivolgendo un’attenzione particolare alle innovazioni del mondo imprenditoriale che tende a qualificare continuamente la propria offerta secondo le regole imposte dalla globalizzazione. “In sintonia con una riforma che gli assegna un dovere formativo precipuo, EnaIP Veneto è presente sul territorio Polesano quale punto di riferimento per quei giovani che desiderano affacciarsi alle attività artigianali e della piccola e media industria con un significativo bagaglio di conoscenze professionali e qualità valoriali che definiscono il nuovo cittadino europeo.” I percorsi di formazione iniziale triennali sono finanziati dalla Regione Veneto e dal Fondo Sociale Europeo e consentono l’adempimento dell’obbligo di istruzione e all’assolvimento del diritto/dovere all’istruzione e formazione entro il 18° anno di età. In 3 anni il percorso di studi consente di conseguire un TITOLO DI QUALIFICA PROFESSIONALE riconosciuto in ITALIA ed in EUROPA e di proseguire per acquisire il titolo di DIPLOMA PROFESSIONALE e/o di accedere al 4° ANNO della SCUOLA SECONDARIA di 2° grado.
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Enaip Veneto è un ente di formazione nato nel 1951 e promosso dalle ACLI, radicato nel territorio e in collegamento stretto sia con il sistema scolastico che con il mondo del lavoro, di cui conosce bene le esigenze ed i cambiamenti. Enaip Veneto, oltre ai corsi di formazione iniziale per i giovani in uscita dalla scuola media, offre corsi di specializzazione post qualifica, corsi di alta formazione e corsi per adulti ed aziende. “Accanto a un’offerta formativa di alta qualità, - continua la Girotto - garantisce un ambiente educativo, basato sui valori del rispetto reciproco e della solidarietà, che accoglie e mette al centro la persona e la valorizza, favorendo lo stare insieme e sostenendone la crescita umana e professionale. Propone un servizio di orientamento continuo e gratuito per i ragazzi e le loro famiglie: dall’aiuto nella scelta del percorso formativo, all’accompagnamento nel mondo del lavoro, sostenendo la costruzione del progetto di vita e professionale. “La formazione professionale - prosegue Cinzia Girotto - offre un PERCORSO COMPLETO E ATTENTO ALLE CARATTERISTICHE PERSONALI, che garantisce adeguate COMPETENZE CULTURALI E PROFESSIONALI per inserirsi in modo qualificato e mirato nel mondo del lavoro. Fa apprendere una PROFESSIONE E LA CAPACITÀ DI AFFRONTARE E RISOLVERE LE DIVERSE SITUAZIONI che si presenteranno. All’Enaip, oltre a studiare si impara ad AGIRE attraverso le attività nei LABORATORI e l’esperienza degli STAGE in azienda in cui si costruiscono e misurano le proprie capacità. Anche la FAMIGLIA è PROTAGONISTA: i tutor di EnAIP accompagnano gli allievi lungo tutto il percorso e sono punto di riferimento per la famiglia”. E poi c’è anche “Fuori classe”! È l’associazione promossa da EnAIP per proporre gratuitamente a tutti gli studenti ATTIVITÀ SPORTIVE ED ESPRESSIVE. Uno spazio che nelle ore pomeridiane, DOPO LA SCUOLA, dà la possibilità ai ns ragazzi di coltivare interessi e valorizzare le predisposizioni di ciascuno, rendendolo più consapevole delleproprie risorse e capacità. Insomma è lo spazio dove i ragazzi possono “allenarsi” a superare le difficoltà, a individuare obiettivi e imparare a raggiungerli anche “facendo squadra”, a conoscere l’importanza delle regole e del loro rispetto”.
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