La Piazza di Rovigo - 2012lug n95

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di Rovigo OCCHIOBELLO

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Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 95

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fondendo la cultura di una corretta igiene orale. Poiché individuare precocemente le patologie orali permette al medico di risolvere il vostro problema con interventi poco invasivi. Al contrario, trascurare una semplice carie, un’infiammazione gengivale o un dente mancante può, nel corso degli anni, portare alla perdita dell’elemento dentale cariato, ad una parodontite cronica o al collasso dell’intera arcata. Importanti ricerche dimostrano che i pazienti regolarmente sottoposti a visite di controllo annuali giungono alla 6°-7° decade di vita con le funzionalità masticatorie in piena efficienza.

PREVENZIONE “PRIMARIA”

La prevenzione primaria è rappresentata da tutto quello che possiamo fare “prima” che una patologia si instauri. Un esempio di prevenzione primaria è sapere che il fumo di sigaretta è dannoso e quindi decidere di non iniziare a fumare. In odontoiatria prevenzione primaria significa sapere che l’accumulo di placca batterica è dannoso per denti e gengive, che una corretta igiene orale rimuove la placca batterica, quindi denti e gengive rimarranno in salute.

PREVENZIONE “SECONDARIA”

La prevenzione “secondaria” si attua per prevenire l’aggravarsi di una patologia. In odontoiatria un esempio di prevenzione secondaria è il trattamento di una carie dentale nella sua fase precoce in modo da non farla progredire.

Chi fa prevenzione?

Possiamo pensare che la prevenzione debba essere fatta da personale specializzato, questo è sicuramente vero, ma siamo noi il vero fulcro della “nostra” prevenzione. Decidere di prendersi cura della nostra salute, anche della salute dei nostri denti e delle nostre gengive è il primo passo, fondamentale, per un vero successo in prevenzione. Decidere di dedicare tempo alla pulizia dei nostri denti, farlo tutti i giorni, è forse più importante che fare regolari sedute di igiene orale se poi non seguiamo i consigli dati dall’igienista dentale o dall’odontoiatra. L’igienista dentale o l’odontoiatra ci insegnano, in prima battuta, come poter rimuovere la placca batterica dei denti nel modo più efficace e con gli strumenti adeguati. Il successo sarà però dato da come sapremo mettere in pratica, con continuità, quei suggerimenti. Noi siamo i veri artefici del successo della prevenzione su noi stessi. Possiamo andare dal dentista anche alcune volte l’anno, ma la placca si deposita sui denti di continuo. Dobbiamo regolarmente rimuoverla con una corretta igiene orale per non farla depositare e prevenire così efficacemente carie dentale e infiammazione delle gengive.


di Rovigo AGENZIA DI ROVIGO Tel. 0425 090894

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Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 95

Servizi Bollette dell’acqua più care del 3%

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Politica Piva: “Alla Lega non dobbiamo niente”

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Enti locali Dovranno sparire 64 provincie, compresa Rovigo

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EDITORIALE

Cambia il clima, dobbiamo cambiare anche noi

LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010

SANITÀ, ANNUNCIATO IL TAGLIO DI 700 MILIONI

Approvato il Piano socio sanitario e si sta parlando della spending review. In entrambi i casi è stato detto che si tratta di ottimizzazioni ma si tratta di tagli. Nel primo caso manca ancora la lista degli ospedali da chiudere, nel secondo invece già si parla di 600 milioni di euro in meno per il nostro sistema sanitario. pagg. 4-5

TRBUNALE, SI PROFILA L’ACCORPAMENTO

Il decreto legge sulla revisione della spesa pubblica varato dal governo Monti nelle scorse settimane, la così detta spending review, prevede, salvo future modifiche, la chiusura di tutte le 220 sezioni staccate dei tribunali italiani. Si parla di una vera e propria scure che probabilmente non rispermierà Adria pag. 10

di Mauro Gambin*

I

Parco Maddalena, esproprio sì ma con il “se” Il sindaco ha incontrato i proprietari delle società Reale e Cefil

P

arco Maddalena, la via dell’esproprio è percorribile ma esistono dei “se”. Il sindaco Bruno Piva ha spiegato che dopo la levata di scudi iniziale da parte delle società Reale e Cefil proprietarie di parte dell’area, che aveva comportato il ricorso al Tribunale regionale amministrativo e alla recinzione di parte del parco, ora esisterebbe la volontà di cedere le loro quote di parco, anche con il corrispettivo di una cifra simbolica, ma su di esse esistono delle ipoteche. Ossia la zona del parco recintata è stata

impegnata dalle società presso un istituto di credito per ottenere dei prestiti. Dunque, anche a prescindere dalla volontà di Reale e Cefil di sbarazzarsi delle rispettive quote di verde, sussiste il problema di come farlo senza perdere i prestiti già ottenuti. Secondo il primo cittadino una via di uscita si troverà anche se nel consiglio comunale dello scorso 17 luglio, dove all’ordine del giorno c’era la variazione di bilancio (298 mila euro) per dare copertura economica alle operazioni di esproprio, le cose non sono andate proprio

in questo senso. L’operazione, infatti, è stata bloccata dalla confusione durante le operazioni di voto che ha portato alla votazione contraria della maggioranza rispetto a quanto era stato deciso dalla Giunta. Ciò non ha tolto al sindaco la convinzione di andare avanti malgrado ritenga che l’amministrazione precedente abbia commesso un errore nell’impegnare denaro pubblico nella sistemazione di un’area di cui parte sono proprietari dei privati. pagg. 6

l clima cambia e non è più una cosa che ci può lasciare indifferenti. Qualche anno fa all’esperto in meteorologia che annunciava un brusco innalzamento delle temperature, a causa dell’effetto serra, di solito replicava lo storico climatologo sostenendo che si trattava di una cosa normale, in quanto il clima della Terra è in continua mutazione. 35 milioni di anni fa, del resto, i colli Berici e quelli euganei erano rispettivamente una barriera corallina e degli atolli che spuntavano da un mare caldo popolato da pesci tropicali. Dunque a chi dei due dare ragione? All’esperto meteorologo, perché appurato che le temperature cambiano anche noi dobbiamo cambiare. Fino a 150 anni fa una stagione siccitosa poteva innescare brutali carestie che nei piccoli comuni davano luogo ad ondate di morte per fame, è stata l’agricoltura intensiva e lo sviluppo dei commerci a rendere le emergenze meno esiziali e a dissociare dal clima le esigenze alimentari. Oggi però che su buona parte degli ettari coltivati a seminativi nella nostra regione è rimasta stecchita per il grande caldo, magari nessuno avrà percepito il pericolo della “fame”, definitivamente debellata in occidente ome la peste o il colera, ma un pensiero ai rincari che si prospetteranno credo sia passato per la testa di tutti. continua a pag. 3

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provvedimenti del Governo di revisione della spesa pubblica che seguono quelli per la sua riduzione pongono ancora in maggior evidenza il nodo del Patto di Stabilità interno, cioè del vincolo che impone a tutti gli enti autonomi della Repubblica e non solo allo Stato centrale limiti precisi di spesa e di indebitamento. continua a pag.

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EDITORIALE

segue da pag.

Cambia il clima, dobbiamo cambiare anche noi

Siccità

STATO DI CALAMITÀ NATURALE

A metà di luglio le tre organizzazione agricole hanno divulgato l’intenzione congiunta di chiedere lo stato di calamità naturale per siccità. La domanda è stata inoltrata al governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, di Avepa (ente regionale per i pagamenti in agricoltura) e per conoscenza a tutti i rappresentanti polesani al Parlamento, alla Giunta e al Consiglio del Veneto, alla Provincia di Rovigo. Le temperature sopra la media stagionale, infatti, hanno messo in ginocchio le coltivazioni dell’intera provincia e compromettendo i bilanci aziendali. Coldiretti Rovigo, Confagricoltura e Cia hanno stimato danni per 150-200 milioni di euro diretti sulle colture (cereali, ortofrutta, barbabietole), in particolare sul mais; danni che sono destinati ad arrivare a 250-300 milioni di euro considerando l’indotto (la filiera dell’essicazione, stoccaggio, commercializzazione). Pesca

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La crisi, del resto, ci ha resi molto sensibili anche agli umori di Scipione, Caronte e Minosse visto che hanno comportato perdite importanti, stimate seppur approssimativamente dalle associazioni di categorie in diversi milioni di euro. Un colpo pesante per un settore dal quale ci si aspettava molto per contenere gli effetti della crisi. Ma la siccità non si è mica vista solo sui campi, è mancata anche l’acqua. Nelle scorse settimane alcuni sindaci del bellunese hanno emesso delle ordinanze per proibirne l’uso a scopi irrigui o per lavare l’auto e le stesse ordinanze sono state auspicate da un Ulss del veneziano anche se l’acqua non è mancata, per evitare il diffondersi della salmonella, visto l’alto inquinamento registrato dall’Ulss nei canali. La crisi ci spaventa, preoccupa la penuria di denaro liquido. E la mancanza d’acqua? Dovrebbe preoccupare altrettanto. Secondo alcuni economisti dalla crisi si uscirà proprio quando la società, e non solo la politica, comincerà a correggere le conseguenze di decenni di percezioni errate nate dalla retorica di uno sviluppo imperniato sul consumo e si affermerà invece la consapevolezza che non è più possibile permettere lo spreco. Se è vero che una nuova epoca comincerà con quel cambiamento di mentalità che permetterà di ritenere opportunità quelle cose fino a ieri non lo erano mai state, forse allora sono da applaudire quegli agricoltori italiani c’è chi al posto del mais o della soia hanno iniziato a coltivare piante per le spezie, banane e manna, senza aspettare che cada dal cielo. Mauro Gambin - direttore@lapiazzaweb.it

CAVALLARI HA COMPIUTO 80 ANNI Lo storico inventore della ciabatta polesana, Arnaldo Cavallari, ha compiuto ottant’anni. Nell’anno in cui la sua creazione, invece, ne ha compiuti 30 (il brevetto è sato depositato nel 1982) la ricorrenza non poteva che essere sottolineata con il numero 80 ma ovviamente realizzato con il pane.

Rovigo TURISMO Percorsi ciclabili lungo il canale Adigetto pag.

POLITICA

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L’associazione di Montezzemolo anche in Polesine

SPORT

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Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 promomedia@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

REDAZIONE:

Direttore responsabile

MAURO GAMBIN direttore@lapiazzaweb.it ORNELLA JOVANE o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 luglio 2012 CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL LORETO, VIA BRECCIA (AN)

Gennari: “Il Parco non diventi un capro espiatorio” pag. 15

PERSONAGGIO

CULTURA

Regione VACANZE

pag.

Cresce il numero di chi denuncia disavventure pagg. 20-21

SOCIALE

Gianfranco Tinello, ordinato sacerdote cappuccino

Menegatti, Berlino viatico per i Giochi di Londra pag. 18

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE E

Provincia SPAZI APERTI

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della

ARISA AMAMI TOUR

Dopo Malika Ayane e Nina Zilli quest’anno toccherà ad Arisa, vincitrice dell’ultimo festival di Sanremo, con amami tour a concludere la rassegna di spettacoli “Tra ville e giardini”. Il concerto si terrà nella spelndida cornice di Villa Badoer a Fratta Polesine mercoledì 22 agosto alle ore 21.00 Visite guidate

IL DELTA IN MOTONAVE

ANCORA ALLARME PER LA MORIA DI MOLLUSCHI

Nei giorni di luglio in cui il caldo ha fatto salire la colonnina di mercurio su temperature record, nella laguna di Scardovari si sono registrate importanti morie di molluschi. Ancora una volta il danno è da imputare allo stato di anossia delle acque deltizie concentratasi con l’innalzamento delle tempeste e proprio nel periodo di produzione tradizionalmente più idoneo, quando i molluschi raggiungono la taglia commerciale migliore. Le perdite economiche sono state valutate in circa 1,5 milioni, pari alla metà del guadagno in situazioni normali. Ricorrenze

Villa Badoer

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Arisa concluderà la rassegna “Tra ville e giardini” pag. 17

Cresce il numero dei casi di violenza sulle donne

MOSTRE

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A Villa Pisani una mostra sulla nobiltà del lavoro pag. 25

Fino al 18 settembre, ogni martedì e giovedì, l’agenzia turistica Adriatic Coast, in collaborazione con la Provincia di Rovigo, il Comune di Rosolina e il Parco Regionale del Veneto, propone delle escursioni nel Delta del Po. Il martedì le visite saranno effettuate in bus e motonave; la navigazione avverrà lungo il Po di Venezia fino alle foci del Po di Pila, di Scirocco e Tramontana. Partenza in pullman alle 14.45 da piazzale Europa e imbarco da piazza San Giorgio alle 14.50, con sbarco a Pila alle 17.30. Rientro previsto per le 18.30 circa. Il costo è di 15 euro per gli adulti, 10 euro per i bambini dai 4 ai 12 anni e gratis per i piccoli al di sotto dei 3. Il giovedì l’escursione guidata in battello percorrerà la laguna di Caleri. Ritrovo ed imbarco alle 15.30 Porto Caleri e rientro previsto per le 17 circa. Il prezzo è di 12 euro per gli adulti, 8 euro per i bambini tra i 4 e i 12 anni e gratis per i piccoli al di sotto dei 3. La prenotazione è obbligatoria per tutte le escursioni. Info. 3452518596. Cinegelato

PROIEZIONI FINO AL 25 SETTEMBRE

Fino al 25 settembre, alla sala “Galileo Cavazzini” di viale Trieste a Rovigo, si susseguiranno ogni martedì alle ore 21.00 (e nei giovedì 9-16-23 e 30 agosto) le proiezioni della rassegna cinematografica “Cinegelato”. Si tratta di un’iniziativa organizzata dall’Arci in collaborazione con Comune e Provincia di Rovigo ed inserita nelle manifestazioni di Rete Eventi che coniuga la visione delle pellicole con la degustazione di un gelato. I film saranno introdotti da critici ed appassionati cinefili.


4 Argomento del mese

di Nicola Stievano

Zaia: “Il modello veneto consente già notevoli risparmi, noi avanti così”

Puppato: “Anche da noi ci sono situazioni di spreco e disparità da sanare”

L

Luca Zaia e Laura Puppato

Meno posti letto, meno d

a “cura dimagrante” per la sanità veneta costerà quasi 700 milioni e oltre 3.500 posti letto. Salvi i piccoli ospedali e i centri d’eccellenza, nella nostra regione andranno comunque ridotti i costi fissi, tagliati i doppioni, rivisto l’intero sistema di spesa. La scure della “spending review” del governo Monti si abbatte con meno violenza in Veneto perché da un paio d’anni la sanità locale ha già intrapreso il non facile cammino della razionalizzazione, sfociato nella redazione del piano socio sanitario regionale. Ad esempio, sul numero dei posti letto pro - capite il Veneto vorrebbe spingersi anche oltre le decisioni del governo, che abbassa la media da 4,2 posti per mille abitanti a 3,7, portando invece a 3,5 per mille abitanti. Anche sulla riorganizzazione degli ospedali minori la Regione ha fissato degli obiettivi nel nuovo piano socio sanitario che dovrebbero concretizzarsi in significativi ridimensionamenti per strutture che non hanno tutte le caratteristiche dell’ospedale per acuti. Tagli in vista anche per convenzioni con la medicina privata (-1% quest’anno, -2% il prossimo) con un risparmio che dovrebbe aggirarsi sui venti milioni. Ulteriori economie dovrebbero arrivare dalla nuova mappa delle aziende socio sanitarie venete, disegnata proprio per ridurre gli sprechi. Le decisioni del governo sulla revisione della spesa

si tradurranno in ulteriori tagli, in questo contesto? Secondo il governatore veneto Luca Zaia la nostra sanità ha già intrapreso un percorso che va nella direzione del risparmio e dell’efficienza, senza attendere le imposizioni da Roma. Zaia non ha timore di affermare che “siamo la Regione più virtuosa della sanità italiana e ci è riconosciuta la palma di Regione meno “sprecona” del paese. Abbiamo un tasso medio di ospedalizzazione di 7 giorni contro anche 30 in altre Regioni e ciò significa che nei nostri ospedali si cura presto e meglio; da due anni teniamo i conti in attivo senza avere, unici in Italia, l’addizionale Irpef sulla sanità. Non ci sottrarremo ad una spending review anche fatta di lacrime e sangue, - aggiunge Zaia - ma a condizione che venga applicato il modello veneto, quello che consentirebbe di risparmiare molto di più di quanto proposto dal Governo. Quello di Monti-Balduzzi è un piano senza visione strategica, un taglio brutale e insensato che squilibra l’intero sistema sanitario. Infatti, se non si riorganizzano i servizi territoriali, per esempio la medicina di base, si arriva a un taglio orizzontale e quindi cieco, che danneggia esclusivamente il Nord. In nessun punto del piano viene chiesta una revisione profonda del modello organizzativo. Questo comporterà l’affossamento dei modelli virtuosi che rimarranno senza

risorse. Il governo dovrebbe come media per i costi standard quella che si desume dalla sanità veneta”. Ben diversa la posizione di Laura Puppato capogruppo del Pd in Consiglio regionale, che contesta a Zaia di usare due pesi e due misure. “Con il governo Berlusconi, Zaia due anni fa ha accettato senza fiatare un taglio di 400 milioni. Ora con Monti rifiuta ogni trattativa. Un atteggiamento che non possiamo accettare anche perché non è vero che nel Veneto nella sanità pubblica non vi siano differenze eclatanti. Basti pensare alla spesa pro capite, dove sappiamo che in alcune Uls è intorno ai 1400/1500 euro per persona contro i mille di altre. Anche qui, come nel resto d’Italia, vi sono situazioni a macchia di leopardo che vanno sicuramente riviste”. “Perché Zaia si scaglia così tanto contro il Governo Monti? - si chiede il capogruppo dell’Udc Stefano Valdegamberi - In fin dei conti sta introducendo nella sanità il principio dei “costi standard”, tanto auspicato anche dalla Lega, ma rimasto sempre inattuato. Pensiamo al programma di razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi. Non resta che augurarci tutti che finalmente il modello arrivi anche nelle Ulss, dove troppo spesso a fare il prezzo è “l’amico dell’amico”. Le forniture sanitarie hanno rappresentato per anni un luogo privilegiato per la corruzione”.

LE SPESE IL CAPOGRUPPO DEL PDL DARIO BOND

“Da noi siringhe a 2-3 centesimi”

A

l Veneto l’introduzione dei costi standard non fa paura. Ne è convinto il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond, il quale ricorda come nelle Uls della nostra regione il monitoraggio della spesa sia diventato trimestrale, mentre la tracciabilità dei presidi sanitari ha fatto passi da gigante. “Ho chiesto a campione dei dati ad alcune Ulss del Veneto - aggiunge il capogruppo del Pdl - e i numeri ci danno ancora una volta ragione. Una siringa monouso sterile con ago costa dai due ai tre centesimi, a seconda della tipologia, contro una spesa massima che in altre parti d’Italia arriva anche a 70 centesimi, un ago ipodermico meno di un centesimo, mentre un inserto di tibia per protesi non cementata 194 euro contro un massimo rilevato di circa 2500 euro in altre parti d’Italia. Qui da noi, poi, il costo della giornata alimentare è mediamente sotto i dieci euro. I numeri riguardanti altre realtà del Paese sono di gran lunga superiori e difficili da giustificare. Detto questo - conclude Bond - non possiamo far finta che il Veneto sia uguale alle altre regioni. I numeri parlano chiaro: per questo dobbiamo andare a Roma con gli economi delle nostre Ulss e dire che non siamo disposti a farci massacrare”.

“È IMPOSSIBILE CHE LA MARMELLATA L’ABBIA RUBATA IO!”

Photo: Kate Holt/Eyevine/ActionAid

SANITÀ VENETA La revisione della spesa varata dal Governo Monti impone una cura dimagrante e porta l’entità dei tagli a quasi 700 milioni di euro. Salvi tutti gli ospedali, ma ora vanno riorganizzati posti letto e singoli servizi. Anche alla luce del nuovo piano socio sanitario l’intera rete ospedaliera va rivista e sono almeno 3500 i posti letto da eliminare

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Data e luog


Argomento del mese 5 Polesine penalizzato due volte

doppioni e più risparmio Il caso Dissipati i timori di chiusura di una realtà unica nella regione

Nessun rischio per l’Istituto Oncologico Veneto di Nicola Stievano

“F

antasanità”, così il professor Pier Carlo Muzzio direttore generale dell’Istituto oncologico veneto di Padova, ha chiosato l’ipotesi di chiusura del centro d’avanguardia nazionale emersa da una prima bozza del decreto sulla “spending review”. Di fronte all’ipotesi di tagliare i piccoli ospedali, tramontata poi nell’arco di 24 ore con l’approvazione del testo definitivo, sembrava infatti che vi rientrasse anche l’Istituto Oncologico Veneto, da sette anni un faro nella sanità locale per la cura dei tumori. Nell’elenco delle 154 strutture ospedaliere c’era infatti anche lo Iov, ma a quanto pare si è trattato di un clamoroso errore, perché non stiamo parlando di un ospedale come gli altri ma di un istituto molto particolare. Inoltre i dati riportati risalgono a cinque anni fa, tanto che oggi lo Iov conta 121 posti letto, uno in più del limite fissato dal governo. Quello ospitato all’ex ospedale Busonera di Padova è l’unico Irccs (Istituto di ricovero e cura di carattere scientifico) specificatamente dedicato alla cura dei tumori in del Veneto, istituito con Legge regionale del Veneto n. 26 del 22 dicembre 2005, quale “ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, operante in conformità con gli obiettivi della programmazione sanitaria regionale”. Il riconoscimento a Irccs è arrivato dal ministero della Salute con un decreto del 18 marzo 2005. Significa che lo Iov non è un semplice ospedale ma un servizio che affianca alle prestazioni di ricovero e cura di alta specialità un’intensa attività di ricerca. Anche il semplice criterio del numero dei posti letto salta per questo genere di struttura, per la quale vengono tenute in considerazione altre variabili, a partire dalla qualità dell’assistenza e dal valore della ricerca. Allo Iov lavorano 577 operatori sanitari, di cui 382 dipendenti e 195 con contratti di collaborazione . Ogni anno vengono eseguite oltre 350 mila prestazioni ambulatoriali e ben duemila interventi chirurgici.

no bambini che, una volta nella vita, vorrebbero poter rubare della marmellata. Ma sono nati in Paesi dove la terra non produce nulla. Dove le “case” sono baracche. Dove si va a dormire a stomaco vuoto. Si lavora anziché andare a scuola e si muore per un e morbillo. Eppure un destino diverso è possibile. Dipende anche da te. Con l’adozione a distanza di ActionAid e 82 centesimi al o puoi trasformare la vita di un bambino e della sua comunità: dall’estrema povertà a un futuro di dignità e diritti. erché no - con della marmellata da rubare!

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Con il taglio delle Provincie

Che ne sarà dell’hub di Rovigo? I

l decreto legge varato dal consiglio dei ministri presieduto da Mario Monti, e ormai noto con il nome di “spending review”, non piace alle Regioni. Spaventano soprattutto i tagli che comporterebbe. Nello specifico della Sanità il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, ha parlato di cifre insostenibili, tanto da richiedere al Governo di attivare un Tavolo di lavoro congiunto con il supporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.Na.S.) per la verifica puntuale sui prezzi di riferimento, sui dati relativi al settore dei beni e servizi e delle tariffe. Le Regioni sono infatti intenzionate a dimostrare con dati reali che l’impianto del Decreto-legge, combinato agli effetti delle precedenti manovre finanziarie - Legge n. 111/2011, non consente di sottoscrivere il Nuovo Patto per la Salute 2013-15, compromettendo la sostenibilità e la gestione del Sistema Sanitario Nazionale. Non fa specie la Regione Veneto alla quale il decreto targato Monti non piace, malgrado sulla strada della razionalizzazione della spesa gli esponenti di palazzo Balbi si fossero incamminati da tempo, arrivando ad approvare lo scorso 20 giugno il Piano socio sanitario. Ma rispetto ai tagli previsti dalla Regione e dal Governo, gli ospedali di alcune aree potrebbero venire inficiati anche da un effetto indiretto della “Spending review”, in quanto ulteriori tagli potrebbero arrivare dalla soppressione delle provincie, previ- Due consiglieri sta dallo stesso decreto. Infatti il Piano del Carroccio sociosanitario veneto prevedeva che hanno presentato l’organizzazione ospedaliera avvenisse un progetto attraverso il modello anglosassone, divi- di legge dendo le strutture in “hub” e “spoke”: ospedali territoriali, questi ultimi, con un bacino ideale di 200 mila abitanti dotati di pronto soccorso e specialità di base, più strutturati invece i primi, collocati nei capoluoghi di provincia e tarati per assistere un milione di abitanti garantendo tutte le specialità di base e di media intensità. Di “hub” nella nostra regione ne erano previsti sette, uno per ogni capoluogo di provincia ma che cosa succederà ora con il taglio degli enti locali intermedi e con il probabile smembramento della precedente organizzazione dei servizi? E’ il caso di Rovigo e Belluno che da questa situazione difficilmente usciranno com’erano in precedenza, visto che per Rovigo si parla di un accorpamento a Padova. Nell’incertezza due consiglieri regionali del Carroccio, Matteo Toscani, e Cristiano Corazzari, hanno messo le mani avanti presentando un progetto di legge con il quale hanno chiesto che la programmazione, nel definire la dotazione ospedaliera e territoriale dei servizi e delle strutture intermedie, venga riferita alle attuali sette Province e ai rispettivi capoluoghi. “In questo modo – ha spiegato Toscani - si riconosce agli ospedali di Belluno e di Rovigo il ruolo di strutture di riferimento provinciale, scongiurandone il rischio di un depotenziamento. In qualità di ospedali di riferimento provinciale, devono infatti disporre di specialità di base e medio livello per il territorio di riferimento e devono al contempo prevedere la presenza di alte specialità per un territorio più ampio, costituendo centri hub a livello sovra-aziendale”. Fo.Ma.


6 Rovigo Amministrazione Il sindaco ha incontrato i proprietari delle società Reale e Cefil

Parco Maddalena, esproprio sì ma con il “se” In breve

C’è la disponibilità a cedere ma l’area è ipotecata

Sociale. Nuova sede per Olga Onlus

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arco Maddalena, la via dell’esproprio è percorribile ma esistono dei “se”. Il sindaco Bruno Piva ha spiegato che dopo la levata di scudi iniziale da parte delle società Reale e Cefil, che aveva comportato il ricorso al Tribunale regionale amministrativo e alla recinzione di parte del parco, ora esisterebbe la volontà di cedere le loro quote, anche con il corrispettivo di una cifra simbolica, ma su di esse esistono delle ipoteche. Ossia la zona del parco recintata è stata impegnata dalle società presso un istituto di credito per ottenere dei prestiti. Dunque, anche a prescindere dalla volontà di Reale e Cefil di sbarazzarsi delle rispettive quote di verde, sussiste il problema di come farlo senza perdere i prestiti già ottenuti. Secondo il primo cittadino una via di uscita si troverà, anche se nel consiglio comunale dello scorso 17 luglio, dove all’ordine del giorno c’era la variazione di bilancio (298 mila euro) per dare copertura economica alle operazioni di esproprio, le cose non sono andate proprio in questo senso. L’operazione, infatti, è stata bloccata dalla confusione durante le operazioni di voto che ha portato la maggioranza a votare in modo contrario rrispetto a quanto era stato deciso dalla Giunta. Ciò non ha tolto al Sindaco la convinzione di andare avanti malgrado ritenga che l’amministrazione precedente abbia commesso un errore nell’impegnare denaro pubblico nella sistemazione di un’area di cui parte sono proprietari dei privati. La genesi dell’intera vicenda, infatti, va fatta risalire al tempo in cui la maggioranza guidata da Fausto Merchiori spese 10 milioni di euro in investimenti per l’area Commenda, 6,8 milioni dei quali andarono all’Ater per la realizzazione di nuovi appartamenti e il restauro di quelli già esistenti. Per difesa_rc_vita_priv_multi_colour.ai 1 19/07/2012 9.39.50 la Commenda, infatti, era stato stilato un programma e nel 2006

L’associazione Olga Onlus ha inaugurato la nuova sede provinciale a Rovigo. Sarà il punto di riferimento locale anche per la Fondazione Aiutiamoli a Vivere e il comitato veneto che supporta la Fondazione, attiva da oltre vent’anni in progetti di solidarietà internazionale, in particolare con i bambini Bielorussi. Lo spazio ospiterà anche Radio Friends, la web radio ufficiale della Fondazione, on line da alcune settimane. La nuova sede è in via Einaudi, 24, all’interno dell’Area Tosi.

Commercio Ascom, la crisi riduce gli iscritti L’area del parco Maddalena che era stata recintata dai due proprietari (Foto tratta dal sito grazianoazzalin.it) il comune approvò un (Piano intergrato di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale) per la zona dell’ex ospedale Maddalena, che tuttavia aveva bisogno dell’approvazione della Soprintendenza, visto che esisteva un vincolo, la quale però non si è mai espressa. Nonostante ciò sono stati comunque avviati i lavori sull’area Maddalena, con relativi importanti investimenti di progettazione. Anche se la Soprintendenza respinse il Piruea, per cui le aree interessate dal contratto di quartiere non passano al Comune come compensazione del piano, l’amministrazione ha continuato a intervenire, indebitando il comune per acquistare la proprietà del parco e gli edifici atti a scopi sociali. A oggi il comune non solo non è proprietario dell’area ma ha pure speso quei soldi pubblici per gli interventi.

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L’Assemblea dei soci di Ascom Confcommercio Rovigo, nel corso della recente assemblea ordinaria ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo. Per l’associazione di categoria non è stata un’annata facile, come ha spiegato il presidente Raul Lorenzoni nel suo intervento, le difficoltà derivanti dalla crisi economica hanno comportato anche la chiusura di diverse attività iscritte. “La nuova dirigenza - ha però rassicurato Lorenzoni - ha già predisposto un piano di contenimento dei costi interni e lo sviluppo di nuove progettualità volte ad assicurare nuove entrate e nuovi servizi a favore dei vecchi e nuovi associati”.

Sindacato. Boschetti è il nuovo presidente E’ Giovanni Boschetti il nuovo presidente del Sindacato della Rotonda. Il passaggio di consegne è avvenuto agli inizi di luglio nell’ufficio del sindaco Bruno Piva che ha presieduto l’incontro di avvicendamento con il presidente uscente Claudio Garbato. Fanno parte del Sindacato, oltre a Giovanni Boschetti, Marco Lazzarato, Valeria Tomasi, Ida Cattozzo e Anna Elisa Avezzù Pignatelli.

COMUNI E GAL PER IL TURISMO SLOW

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iste ciclabili più attrezzate. E’ stata recentemente firmata a palazzo Nodari, la convenzione tra il Gal Polesine Delta Po e i Comuni di Rovigo, Pontecchio Polesine e Guarda Veneta, volta ad arredare e attrezzare i percorsi ciclabili da Rovigo a Sant’Apollinare lungo il canale Adigetto e dal Canalbianco alla Sinistra Po, attraversando i Comuni di Pontecchio Polesine e Guarda Veneta. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Slow tourism”, che si propone di sostenere e valorizzare forme di turismo lento, ossia quello di visitazione legato alle bellezze paesaggistiche e della natura. “Questa iniziativa – ha detto il sindaco Bruno Piva -, rappresenta un passo avanti in un progetto che avrà ulteriori sviluppi. I percorsi ciclabili ci permettono di gustare al meglio le bellezze del nostro territorio, entrando in sintonia con l’ambiente. Ringrazio il Gal e i vari partner coinvolti e rivolgo un appello ai cittadini affinché sorveglino e segnalino atti di vandalismo che andrebbero a deturpare queste strutture. Aiutateci a preservarle!” “L’intervento che verrà realizzato – ha replicato il presidente del Gal Polesine Delta Po, Francesco Peratello, manifestando tutte la sua soddisfazione - è il frutto di un lavoro avviato diversi anni fa all’interno di un progetto transnazionale realizzato nell’ambito del Programma per la Cooperazione Italia-Slovenia 2007-2013. Tale progetto è rivolto al sostegno e alla valorizzare i prodotti turistici ecosostenibili, per mettere in rete le

Verranno attrezzati i percorsi ciclabili lungo l’Adigetto e dal Canalbianco alla Sinistra Po risorse ambientali e rurali. Il costo totale del progetto ammonta a 3.815.700 mentre le risorse pubbliche assegnate al Gal Polesine Delta Po ammontano a 255.000 mila euro”. Nello specifico il progetto riguarda l’acquisto da parte del Gal di attrezzature e arredi che verranno istallati lungo i tratti dei due percorsi ciclabili. Si tratta di rastrelliere per biciclette, cassette porta attrezzi per il “Self bike repair” o distributori automatici con gettoniera di materiale informativo. “Non ci fermeremo qui – ha concluso invece l’assessore ai Lavori pubblici, Aniello Piscopo - l’idea è di realizzare anche piccole piazzole con delle fontanelle per il ristoro delle persone che frequentano la ciclabile e per i cani”. L’intervento dovrebbe concludersi entro aprile del prossimo anno.


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8 Rovigo Servizi Bollette dell’acqua più care del 3% per effetto di una legge regionale

Il Polesine chiede un trattamento particolareggiato

NEWS Allarme lanciato dal Pd

A RISCHIO LA TRATTA FERROVIARIA VERONA-ROVIGO-CHIOGGIA

di Fortunato Marinata

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Chiesto dal Consiglio dell’Ato un incontro con consiglieri e assessori di palazzo Balbi

er il Polesine l’acqua è sempre stata un problema: è troppa o troppo poca, come in quest’ennesima estate siccitosa, oppure costa un patrimonio. Nella fattispecie è quest’ultimo aspetto ad essere stato recentemente preso in consideraione dai soci di Ato Polesine. Infatti, dopo l’approvazione da parte della Giunta regionale della legge 17 dello scorso 27 aprile, per effetto dell’articolo 7, le bollette dell’acqua di tutti gli utenti veneti sono state assoggettate ad un aumento del 3% da destinare ad interventi sul miglioramento della qualità delle risorse idriche dell’area pedemontana. La legge votata degli esponenti di Palazzo Balbi ha già ricevuto diversi biasimi, tra i quali quelle rivolte a mettere in evidenza il fatto che mentre da anni i polesani chiedono interventi per migliorare le acque del basso corso del Po e dell’Adige, visti gli alti costi di potabilizzazione, ora appare quantomeno paradossale che la Regione chieda ai polesani di pagare la depurazione delle acque dell’alto Veneto. Anche il sindaco di Lendinara, Alessandro Ferlin, è entrato nella quoestione, presentando una mozione lo scorso 17 luglio si è aggiunta anche quella del sindaco di Lendinara, Alessandro Ferlin, che ha ottenuto il voto ti, la Regione ha accondisceso la richiesta di non unifavorevole degli altri 23 sindaci soci dell’Ato rodigi- re Rovigo ad Adria riconoscendo al Polesine un tratna. Nella fattispecie il primo tamento differenziato, essendo cittadino lendinarese ha chiesto In provincia un’area equiparabile ai territori un incontro con gli assessori re- di Rovigo montani o lagunari. Nel caso gionali per chiedere, così come si pagano però che tale trattamento non è stato fatto in occasione degli le bollette venga riconosciuto, per quanto accorpamenti previsti dal Piano più care del Veneto riguarda il costo dell’acqua, sociosanitario, un trattamento Polesine Acque, gestore del serdi favore per la provincia di Rovigo, visto che già vizio idrico integrato, sarebbe costretta a pagare alla paga le bollette più alte dell’intero Veneto. Regione la cifra tonda di un milione di euro. Va detto, Nel caso degli accorpamenti degli ospedali, infat- tuttavia, che su tale ipotesi pende anche il ricorso che

NEWS

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Nelle foto: il presidente dell’Ato Alessio Pacchin, il sindaco di Lendinara, Alessandro Ferlin, quello di Stienta, Fabrizio Fenzi, e l’assessore regionale Isi Coppola

il Consiglio dei ministri ha inoltrato nei confronti della legge regionale, ritenendo che interventi del genere siano competenza dello Stato e non della Regione. Quindi lo sblocco dell’intera situazione non sembrerebbe essere imminente e tuttavia per sapere se la causa polesana verrà perorata dalla Regione bisognerà attendere l’incontro tra il presidente dell’Ato Polesine Alessio Pachin e dei sindaci Alessandro Ferlin e Fabrizio Fenzi con i consiglieri di palazzo Ferro Fini e l’assessore Isi Coppola, che nel momento in cui questo giornale è andato in stampa non era ancora avvenuto.

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a tratta ferroviaria Verona-Rovigo-Chioggia in autunno potrebbe essere dismessa o ridimensionata. A diffondere la notizia sono stati rappresentati del Pd in consiglio regionale, Graziano Azzalin, Lucio Tiozzo, Franco Bonfante che immediatamente hanno inoltrato un’interrogazione alla Giunta di Palazzo Balbi. “Una prospettiva terrificante – hanno puntualizzato i tre consiglieri – ma purtroppo assai concreta, a fronte dell’ulteriore stretta finanziaria. Da fonti interne a Trenitalia si parla di un’alta possibilità che si giunga in autunno ad una soppressione delle corse giornaliere o quantomeno ad un affidamento in service della gestione, che significherebbe comunque una drastica riduzione del servizio. Se questo dovesse avvenire, sarebbe una mazzata per un territorio che vive già un ritardo negli investimenti strutturali per la mobilità e segnerebbe l’inizio di una vera e propria disintegrazione del trasporto pubblico locale, spina dorsale di una Regione che punti a uno sviluppo sostenibile e voglia guardare avanti. Nel rapporto Pendolaria di Legambiente, emerge che nel corso del 2011 il Veneto è stata la prima Regione per tagli al servizio ferroviario con un -19,5% rispetto al 2010 (la Lombardia non ha effettuato nessun taglio, in Emilia Romagna i tagli sono dell’ordine del 3%) ed è terza per rincari con un +15%, mentre dal punto di vista della spesa regionale per il servizio pendolare in rapporto al totale del bilancio, solo Sardegna, Valle d’Aosta e Umbria fanno peggio del Veneto (0,03%). Per questo Legambiente, analizzando i numeri e non le affermazioni e propagandistiche, ha assegnato la palma di ‘nemica dei pendolari’ al Veneto”.

Trenitalia smentisce

“NESSUN RIDIMENSIONAMENTO”. I PROBLEMI, TUTTAVIA, CI SONO

’allarme lanciato dai consiglieri regionali del Pd è stato immediatamente disinnescato dai vertici di Trenitalia confermando che non esiste alcuna intenzione di ridimensionamento dalla tratta ferroviaria Verona-RovigoChioggia. “Tutto rimarrà come è ora”, hanno spiegato. Ma che vi siano dei problemi lo ha dichiarato lo stesso amministratore delegato del Gruppo Fs Italiane, Mauro Moretti, in occasione del convegno sul trasporto pubblico locale tenutosi a metà giugno all’Università Bocconi di Milano.

“Se Stato e Regioni non metteranno a bilancio sufficienti risorse per il 2013 – aveva spiegato - arriveranno nuovi tagli anche al trasporto regionale. Attualmente – aveva chiosato - non c’è previsione di budget per il 2013 per le Ferrovie dello Stato”. All’intervento di Moretti era seguito quello dell’amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano, che aveva rincarato la dose. “Qualora le Regioni non fossero in grado di onorare i contratti e i segnali sono che questo sia un problema reale, è prevista a riduzione

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proporzionale del servizio. Ci rendiamo conto che questo scatenerà dei problemi di natura politica, istituzionale e sociale, ma un’impresa non può fare niente di diverso da questo”. Infatti, a fronte di 1,6 miliardi di contributi pianificati, il dato reale ammonta a soli 1,2 miliardi, soffrendo poi anche dei minori ricavi se confrontati con i dati relativi al trasporto su gomma (-38%) o su ferro in paesi come Francia, Germania e Inghilterra (fino a -50%). “Non c’è alcuna ipotesi di soppressione della linea Verona – Rovigo

Renato Chisso e Vincenzo Soprano e nemmeno della Rovigo - Chioggia - ha invece rassicurato l’assessoreregionale Renato Chisso - soprattutto voglio tranquillizzare cittadini e utenti interessati a questa linea che è inserita a pieno titolo nel contratto di servizio tra Regione e Trenitalia ed è regolarmente pagata. L’amico Bonfante e gli altri consiglieri interessati dovrebbe saperlo bene: ciò che la Regione ha contrattato con il gestore del servizio e paga, Trenitalia non può sopprimere, semplicemente perché non dipende da lei”.

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Rovigo 9 Politica Il congresso federale della Lega ha riaperto la partita delle alleanze

Piva: “Al Carroccio non dobbiamo niente” Contiero aveva chiesto il rispetto degli accordi elettorali. Il Sindaco ha risposto che sono decaduti con le dimissioni volontarie di Giordani e Berti

Il segretario provinciale della Lega, Antonello Contiero (Foto tratta dal sito Civicovenezze.com)

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el congresso in cui è stato deciso di passare il timone del Carroccio nelle mani di Roberto Maroni è stato deciso anche di lasciare aperta la porta delle aleanze all’intraprendenza delle singole sezioni che così sono state lasciate libere di di agire all’interno del loro orizzonte politico di riferimento. Quindi assoluta autonomia che a livello veneto è stata praticata confermando le alleanze già in essere, cioè quelle nate degli accordi elettorali stretti in occasione delle varie tornate elettorali. A Rovigo, dunque, continuerà il binomio con il Pdl anche se in municipio l’ac-

Italia Futura

Il presidente Luigi Viaro

Reintegro dei fuoriusciti. Bedendo: “Mai finché ci sarà Contiero” cordo preelettorale non è più in essere, visto che la carica del vicesindaco non è più ricoperta da un esponente della Lega. Altro punto importante uscito dal congresso federale, che coinvolge direttamente la segreteria di Piazza Vittorio Emanuele II, riguarda il reinserimento degli espulsi, sul quale l’onorevole Manuela Munerato ha già dichiarato

l’intenzione di spendere il proprio impegno, e che se venisse perseguita riporterebbe la presenza leghista a palazzo Nodali su numeri di tutto rispetto, sufficienti anche per condizionare le scelte della maggioranza guidata dal sindaco Bruno Piva. Ipotesi che deve aver solleticato il segretario provinciale Antonello Contiero che infatti nelle scorse settimane è andato alla carica del primo cittadino, per chiedere il rispetto dei patti elettorali, ossia se non proprio il reintegro degli assessori in giunta almeno la carica di vicesindaco. Condizioni subito respinte dal sindaco Piva in quanto a suo avviso il

L’ASSOCIAZIONE DI MONTEZZEMOLO ANCHE IN POLESINE

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talia Futura ha già fatto i suoi primi passi in Polesine. L’associazione voluta tre anni fa da Luca Cordero di Montezzemolo come un “think tank”, ossia un laboratorio di idee rivolto ad un miglioramento della situazione politica italiana e del benessere del cittadino, si è costituita formalmente lo scorso mese

patto preelettorale tra Pdl e Lega è venuto meno quando i due assessori del Carroccio, Monica Giordani e Franco Berti, hanno presentato spontaneamente le loro dimissioni. “Nessuno li ha cacciati – ha precisato Piva – da parte nostra gli accordi sono stati onorati”. Quindi niente da fare per il segretario Contiero che anche sul versante del reintegro degli autosospesi, Alessandro Zanforlin d’Issanto, Simone Bedendo e Michele martinello, ha trovato un terreno in salita. Il segretario provinciale, infatti, non avrebbe avuto nulla in contrario, purché i tre autosospesi avessero inoltrato regolare domanda e

e si è presentata ai cittadini in un convegno tenutosi all’hotel Europa. Presidente e vicepresidente del movimento, che supera già il centinaio di iscritti anche se la vera campagna di adesioni inizierà ufficialmente dopo la pausa estiva, sono rispettivamente Luigi Viaro e Lorenzo Pavanello. Il primo in passato ha già ricoperto incarichi amministrativi come consigliere provinciale e assessore dell’amministrazione lendinerese guidata da Alessandro Ferlin, dove ricopre attualmente l’incarico di presidente

il partito ne avesse valutata la convenienza. Ovviamente il nuovo corso sarebbe partito da zero e non più con lo status di militanti. Ipotesi contestata da Simone Bedendo, asserendo che al più il reinserimento sarebbe stato valutato dal segretario federale e non certo da Contiero. Comunque sia, l’ipotesi è stata freddata anche in questo caso sul nascere, in quanto lo stesso Bedendo ha affermato che non esisterà alcun riavvicinamento fino a quando non ci sarà un avvicendamento alla carica di segretario provinciale, ossia tra un anno mezzo quando Contiero potrebbe non essere riconfermato.

del consiglio, avvocato invece il secondo, in lizza lo scorso febbraio per il direttivo del consiglio dell’Ordine provinciale degli avvocati. “Durante la presentazione il Presidente ha esposto quali sono gli intenti che l’associazione si propone anche in Polesine, ossia affrontare i temi che riguardano il territorio”. Impegno sottolineato dal suo vice sostenendo la necessità di una “rivoluzione” liberale per iniziare a far cambiare le cose nel nostro paese.

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10 Sguardo ad Adria Riordino della Giustizia La “spending review” chiude 220 sezioni distaccate

Tribunale di Adria, sempre meno speranze Tutto dovrebbe essere trasferito a Rovigo. Non manca chi teme l’ingolfamento della macchina giudiziaria polesana

di Fortunato Marinata

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ortava la data settembre 2011 l’emendamento, a firma dell’allora ministro Nitto Palma, rivolto alla riorganizzazione degli uffici giudiziari. Da allora sono iniziati i dolori per il tribunale di Adria in quanto dalla lista delle possibili sezioni da chiudere non è più uscito. In varie occasioni la politica locale, dal Sindaco Massimo Barbujani alla capogruppo di minoranza Stefania Tescaroli, fino al consigliere regionale Maurizio Conte, si è prodigata presso il ministero per dimostrare con vari argomenti il disagio che in un territorio come quello bassopolesano si verrebbe a creare. Non bastassero le chilometriche distanze che dividono i comuni del Delta dal resto della provincia, ci sono i numeri dei procedimenti penali che se trasferiti a Rovigo, come nelle ipotesi, andrebbero ad ingolfare ulteriormente la macchina giudiziaria rodigina. Argomentazioni valide, dunque, che tuttavia oggi paiono non avere più alcuna efficacia, in quanto il decreto legge

sulla revisione della spesa pubblica varato dal governo Monti nelle scorse settimane, la così detta spending review, prevede, salvo future modifiche, la chiusura di tutte le 220 sezioni staccate dei tribunali italiani. Insomma, si parla di una vera e propria scure che non lascerà spazio a deroghe di sorta. L’unico aspetto che dall’esecutivo sembrerebbe aver preso in considerazione, infatti, riguarda i risparmi per le casse dello Stato che per il solo 2012 verrebbero alleggerite di quasi tre milioni di euro, mentre la previsione per il 2013 quantificano la minor spesa in più di 17 milioni e nel 2014 la cifra dovrebbe toccare la ragguardevole somma di 31 milioni di euro. Dunque che accadrà se tale decreto venisse confermato dal Parlamento? L’ipotesi più accreditata è quella di un riaccorpamento a Rovigo, compreso ovviamente il personale di cancelleria. In molti, sull’eventualità, hanno già scosso la testa visto la cronica carenza di giudici del

Il Tribunale serviva l’area deltizia. Comuni molto distanti dal resto della Provincia. Nella foto piccola l’avvocato Fulvia Fois tribunale del capoluogo e vista anche la cronica assenza di spazi. Tra gli scettici anche l’avvocato Fulvia Fois, del foro di Rovigo, convinta che tale situazione andrà irrimediabilmente a compromettere l’intero territorio. “Il disagio non riguarderà solo l’area polesana – spiega – l’accorpamento dovrebbe portare anche i cittadini che finora si sono rivolti al tribunale di Este, in provincia di Padova, e quello di Legnago, in provincia di Ve-

rona nel capoluogo polesano e considerata la situazione che troveranno mi pare ci siano gli estremi di una legittima preoccupazione. Il tribunale non è servito da un parcheggio, non ci sono i mezzi pubblici per chi arriva da fuori e poi siamo convinti che tutti i giudici accetteranno il trasferimento? Già ora la situazione è abbastanza grave con cause congelate da più di otto mesi. Inoltre non va dimenticato che anche gli avvocati dovran-

Nel Capoluogo mancano sia i giudici sia lo spazio no sopportare trasferte e perdite di tempo più lunghe ed è facile ipotizzare che tutto questo finirà con il far lievitare le parcelle, aumentando inevitabilmente i prezzo della Giustizia. Ci sono i soldi per fare tutti questi adeguamenti? Questo sconvolgimento non andrà ad inficiare il risparmio che il Governo ha annunciato di voler perseguire con la chiusura delle sezioni distaccate?”

LA GIUSTIZIA PER I CITTADINI COSTERÀ DI PIÙ

SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

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e finalità sottese alla nuova definizione della geografia giudiziaria, secondo il Governo si possono tradurre nel risparmio di spesa, nel miglioramento dell’efficienza del sistema giudiziario e questo dovrebbe avvenire per il tramite di un accorpamento dei Tribunali con contestuale soppressione di altri (sezioni distaccate) e recupero delle risorse umane (magistrati e personale amministrativo) oltre che di quelle finanziarie. Anche il nostro territorio è stato “investito” da una soppressione importante considerato che il Tribunale di Adria e di Chioggia sono stati indicati tra quelli da chiudere. Ciò, come oramai noto, non riguarda invece il Tribunale di Rovigo al quale, viceversa, sono stati accorpati i Tribunali delle sezioni distaccate di Este e Legnago, comportando tale previsione, se effettivamente attuata nei cinque anni previsti dal riferimento normativo, un aumento della popolazione (dagli attuali 100.000 circa ad oltre 500.000) che farà riferimento, ancorché fuori provincia. Ma la popolazione, ovvero chi dovrebbe fare accesso alla “Giustizia” come vive e cosa pensa di questo riordino organizzativo? Chiara Bovolenta di Taglio di Po dichiara: “Io sono stata segretaria di uno studio legale per molti anni e posso dire di temere il nuovo assetto in quanto credo possa comportare nel breve periodo più problemi che benefici. Manca allo stato attuale la struttura atta a garantire il corretto e giusto svolgimento della giustizia tenendo conto sia degli innumerevoli incombenti che un avvocato

di “fuori Rovigo” deve fare per seguire le posizioni dei propri clienti, sia del fatto che il nostro territorio è particolarmente vasto, basti pensare che chi abita a Porto Tolle o Scardovari dista dal Tribunale di Rovigo circa 90 chilometri. A ciò si aggiunga il fatto che già oggi, almeno da quello che ho letto sui giornali, il Tribunale di Rovigo è un po’ carente sia di Magistrati che di personale con conseguente incidenza negativa sulla durata effettiva di trattazione delle cause. Per non parlare poi dell’assenza di parcheggi e strutture atte a ricevere la nuova realtà

L’utenza media del tribunale di Rovigo aumenterà di cinque volte giudiziaria.” Daniele Bellan di Rosolina dichiara: “Certamente la chiusura del Tribunale di Adria è una seccatura per noi cittadini che saremo costretti ad andare a Rovigo. Già la giornata di ognuno di noi è sempre più complicata, difficile ed ora pensare che per avere giustizia si debba andare a Rovigo diventa quasi impensabile poter ricorrere in Tribunale per vedere tutelati i nostri diritti anche solo quelli derivanti da omessi pagamenti da parte di clienti. Se a questo aggiungiamo autovelox, mancanza di parcheggi, lunghe attese per ottenere una sentenza, credo che il Governo abbia mal gestito gli interessi efGi.Gi. fettivi del cittadino”.


Sguardo al Delta 11 Polesine Camerini La sentenza del Consiglio di Stato riavvia l’iter verso la riconversione

Il punto

Centrale avanti ma l’esultanza è contenuta D

Molluschicoltura

UN PASSO AVANTI PER LE CONCESSIONI DI CALERI

di Mauro Gambin

I

Il collegio non ha dato una vera e propria autorizzazione a procedere con i lavori, ma piuttosto l’ok a far tornare in Commissione il progetto

l Consiglio di Stato ha dato via libera all’iter di riconversione della centrale di Polesine Camerini, ma non ci sono stati festeggiamenti nè da parte dell’Enel e neppure da parte dei sostenitori del nuovo corso a carbone dell’impianto. Le sentenza del collegio, infatti, lascia in sospeso molti aspetti che non autorizzano a credere che l’avvio dei lavori sia vicino. Al condizionale sono stati anche i commenti del primo cittadino portotollese Silvano Finotti, che ha insistito sul fatto che la sentenza non ha risolto l’espetto legato alla comparazione tra i combustibili da impiegare per la produzione di energia. Il collegio, in buona sostanza, non ha dato una vera e propria autorizzazione a procedere con i lavori, ma piuttosto l’ok a far tornare in Commissione Via-Vas il progetto. Il vecchio decreto Via, infatti, era stato annullato perché basato su una legge regionale “ad centralem” con la quale è stata modificata la legge istitutiva del Parco nazionale del Delta del Po. Secondo il Consiglio di Stato, però, la procedura seguita dal Consiglio regionale è corretta e dunque la Commissione Via-Vas può nuovamente tornare ad esprimersi. Nel caso però che il responso ministeriale sia positivo, l’iter potrebbe essere che almeno i lavori di demolizione del vecchio impianto bloccato da un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo possano partire al più presto in modo da dare lavoro a regionale per chiedere che venga chiarito se tali leggi quei consorzi di imprese nati apposta per poter partesiano compatibili con quelle europee. Eventualità già cipare a questo primo ciclo di attività. Tale aspettativa confermata dalle associazioni amforse nasce anche dal fatto che bientaliste del territorio. Insomma Clini: “Forse l’attuale in un recente incontro, tenutosi il traguardo per il colosso dell’e- sovraproduzione sempre nel comune di Porto nergia potrebbe essere ancora di energia rende Tolle, il responsabile dell’area molto lontano anche se, intanto, superfluo l’impianto business generazione di Enel, c’è chi vorrebbe da Enel un primo polesano” Roberto Renon, aveva palesato segno. Nel convegno organizzato l’ipotesi che nella circostanza lo scorso sei luglio dal direttore del Consorzio Polesine, di una sentenza favorevole dal parte del Tar investito Emilio Oriboni, al quale sono stati invitati gli esponenti qualche milione di euro per la prima cantierizzazione delle sigle sindacali, i rappresentanti della Regione Ve- dell’impianto. Parole captate anche dal capogruppo di neto, quelli della Provincia, del comune di Porto Tolle, minoranza in consiglio a Porto Tolle, Mirco Mancin, ed dell’Ente Parco, è stato largamente condiviso l’auspicio intese come garanzia di un rinnovato impegno dal par-

Porto Viro

L

La centrale di Polesine Camerini

te di Enel sull’impianto di Polesine camerini ma che ora deve essere confermata dalla prova dei fatti. Prova dei fatti che ora come ora per Enel non può prescindere da una valutazione economica sull’opportunità che Polesine camerini rappresenti ancora un investimento. Questo passaggio è stato ben sottolineato dal ministro all’Ambiente Corrado Clini in occasione del recente incontro tenutosi al Palazzo dell’informazione Adn Kronos. Su Porto Tolle infatti il ministro ha detto che il problema vero non è forse più quello ambientale, considerati i severissimi limiti alle emissioni con cui l’eventuale centrale a carbone dovrebbe misurarsi, ma l’economicità in senso più ampio, in un contesto in cui la sovrapproduzione di energia spinge un certo tipo di centrali elettriche fuori dalle logiche economiche più attuali e virtuose. Ora si dice che enel batta un colpo”.

iciotto ettari di laguna Caleri da dare in concessione ai coltivatori di vongole. Poca cosa per risollevare le sorti dell’acquacoltura nelle valli rosolinesi, ma i molluschicoltori li stanno aspettando dalla Regione Veneto fin dal 2008. A lanciare l’ennesimo appello, ma con tono da ultimatum, sono stati Alfieri Baruffaldi e Ivan Padovan, rispettivamente presidente e vice del Consorzio Delta nord di Rosolina, associato a Impresa pesca Coldiretti. “Questo ritardo nel rilascio delle concessioni non ce lo spieghiamo – ha detto Alfieri Baruffaldi –. Dal 2008, ci sono stati innumerevoli incontri. Il mondo della pesca che opera nelle lagune di Caleri e Marinetta ha incontrato tutte le le istituzioni preposte e nonostante l’approvazione di uno specifico protocollo d’intesa con le linee guida per le concessioni, stiamo ancora aspettando. Così non si arriva da nessuna parte. I nostri associati sono stanchi e pretendono delle risposte. Ormai siamo pronti a gesti eclatanti”. Il problema dei 280 molluschicoltori rosolinesi (fra consorzi, cooperative e imprese singole) nasce da una forte disparità di trattamento rispetto alle marinerie limitrofe: un vongolaro polesano può contare in media su 4500 metri quadri di laguna pro capite da coltivare, quando i colleghi ferraresi di Goro ne coltivano 10 mila a testa e quelli veneziani di Chioggia ne hanno a disposizione 20 mila. Dell’intera laguna di Caleri che presenta caratteristiche di demanialità e che sarebbe, dunque, passibile di concessione marittima, la Regione Veneto ha promesso di metterne a bando soltanto diciotto ettari, il che significa circa 500-600 metri quadri in più per ciascun coltivatore di vongole. L’appello dei pescatori tuttavia non è rimasto inascoltato e sulla questione è recentemente intervenuto l’assessore regionale alla pesca, Franco Manzato. “Con il collega della Provincia di Rovigo, Claudio Bellan – ha spiegato - abbiamo analizzato i principali aspetti della questione al fine di definire i contenuti delle norme tecniche che Regione e Provincia predisporranno al più presto per il rilascio di 18 ettari di superficie del demanio marittimo in laguna di Caleri. Con l’Amministrazione provinciale abbiamo concordato di procedere alla pubblicazione di un bando congiunto per l’assegnazione delle concessioni, demandando ai nostri uffici regionali il compito di effettuare un ulteriore approfondimento con le categorie interessate del settore pesca per affinare i contenuti tecnici da inserire nello stesso bando di gara”.

Mancato indennizzo per l’esproprio

GEOMETRA CONDANNATO DAL TRIBUNALE DI ROVIGO

’inaugurazione della bretella di collegamento tra via Stradonazzi e lo svincolo tra la statale Romea e la provinciale “Cao Marina/Porto Levante”, era stata salutata con entusiasmo dall’Amministrazione comunale e dalla cittadinanza, in quanto finalmente veniva posto la parola fine ai pericoli per gli automezzi in transito sulla Romea, vista anche la vicinanza dell’area industriale che ospita tra gli altri i capannoni dei cantieri navali Visentin. Ma l’aspetto degli espropri, che la realizzazione dell’opera

aveva resi necessari, invece non è stata definita mai. La parola fine in questo caso è stata posta alla fine del mese scorso dal giudice del tribunale di Rovigo, Giuliano Stigliano Messuti, che ha disposto la condanna di otto mesi di reclusione al responsabile dell’ufficio Tecnico portovirese, Antonio Lazzarini, (pena sospesa), colpevole a suo avviso del reato di falsità ideologica in atti pubblici. Per comprendere le ragioni della sentenza però è necessario fare qualche passo indietro e cioè tornare alla fase degli espropri e il

relativo indennizzo verso coloro che avevano ceduto parte dei loro fondi agricoli per permettere la realizzazione del nastro d’asfalto. Bene, il funzionario comunale nel 2005 aveva attestato di aver disposto presso la cassa depositi e prestiti di Rovigo la somma spettante anche alla famiglia del defunto Giovanni Ghezzo (destinatario dell’indennità) ma così non è risultato essere. Infatti, come dimostrato dal Pm Lorenzo Sparapan, in occasione delle tre udienze del processo, agli eredi del Ghezzo non era stato stanziato un

centesimo. “Ora ha spiegato, invece il legale degli eredi di Giovanni Ghezzo - Alessandro Marangoni - chiederemo un risarcimento in sede civile e attenderemo la sentenza del tar contro il provvedimento.


12 Sguardo al Delta L’Intervento

Turismo Presentato il vademecum dell’estate editato da Legambiente

Per le vacanze Guida Blu segnala il Delta Tre vele su cinque per le spiagge di Rosolina, del Bacucco, di Barricata, di Boccasette e di Scano Boa

L

e spiagge di Rosolina Mare e Porto Tolle rientrano tra le mete suggerite da Guida Blu 2012 per la qualità del territorio e la ricerca dell’accoglienza turistica. Infatti il vademecum dell’estate editato da Legambiente che mette i voti alle mete marittime e lacustri, ha segnalato con tre vele su cinque le spiagge di Rosolina, del Bacucco, di Barricata, di Boccasette e di Scano Boa per la qualità dell’offerta turistica, due punte di stella su cinque per quanto riguarda la qualità dell’accoglienza e due petali su cinque per lo stato di conservazione del territorio e del paesaggio deltizio. Ma i criteri di valutazione usati dall’associazione ambientalista hanno tenuto conto anche della qualità dell’acqua, della pulizia del litorale e delle iniziative attivate per la riduzione dei rifiuti e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. I voti non sono altissimi e denotano che esistono ancora buoni margini di crescita per l’offerta turistica polesana ma per realtà tutto sommato recenti come quelle deltizie si tratta di un’importate affermazione sottolineata anche in occasione della recente presentazione della Guida Blu 2012 a Palazzo Celio, alla quale hanno partecipato la direttrice di Legambiente Veneto Giorgia Businaro, l’assessore provinciale al Turismo Laura Negri, il sindaco di Rosolina Franco Vitale con gli assessori all’Ambiente Giovanni Crivellari e al Turismo Daniele Grossato. “Il conferimento delle Vele da parte di Legambiente – hanno sostenuto gli amministratori bassopolesani - è un riconoscimento importante per il nostro territorio, che certifica la qualità dell’ambiente della nostra località. Siamo consapevoli di abitare in un ecosistema unico, che offre ai turisti la possibilità di passeggiare in zone incontaminate, piene di bellezze naturali capaci di lasciare un segno profondo in coloro che ne vengono a contatto”. Non è mancato l’intervento dell’assessore provinciale, teso a sottolineare l’impegno che Palazzo Celio ha sostenuto in questi anni per la differenziazione dell’offerta sia dal punto di vista dell’animazione estiva, che per quanto riguarda l’infrastrutturazione del territorio e la sua promozione. “Parchi e Aree protette si stanno dimostrando una grande attrattiva per il nostro Paese – ha concluso la presidente dell’associazione ambientalista polesana, Giorgia Businaro – e continuano ad avere, nonostante la grave difficoltà economica che stiamo vivendo, un trend positivo sul fronte turistico”.

Il Veneto cresce se nel rigore c’è più Europa di Franca Porto* segue da pag.

Nella foto da sinistra l’assessore provinciale, Laura Negri, la direttrice di Legambiente Veneto Giorgia Businaro e il sindaco di Rosolina Franco Vitale

1

Il Patto di stabilità italiano è una applicazione del patto sottoscritto nel 1997 ad Amsterdam tra i Paesi europei che, dopo Maastricht si accingevano a dotarsi di una moneta unica, l’euro. Il Patto interno italiano, che nasce nel 1999, si presenta con alcune caratteristiche che lo rendono poco “europeo”. Il nostro Patto è solo verticale e fissa vincoli assoluti per tutte le amministrazioni (centri di spesa pubblica), dallo Stato centrale al più piccolo dei oltre 8 mila Comuni italiani. Se il coinvolgimento di tutti è corretto e obbligato, oltre che equo, non lo è altrettanto che non si tenga conto di altri parametri come ad esempio il PIL della singola regione, il suo comporto specifico alla massa del debito pubblico, i saldi effettivi dei conti di Comuni e Province. Così se per l’Unione Europea tutti i gatti non sono grigi e i conti si fanno a saldo (tanto che ci siamo beccati una procedura di infrazione nel 2005 dopo che dal 2003 eravamo fuori dai parametri) applicando così una visione federalista e responsabilizzante di tutte le parti in gioco (governi nazionali, governo europeo, ecc.) per la versione interna la stabilità è costruita sul controllo totalizzante che azzera federalismo e responsabilizzazione. In questa situazione il Veneto, che senza enfatizzare e generalizzare, in molti casi è dentro i parametri della stabilità europea e ben concorre al prelievo fiscale determinato dall’emergenza nazionale (in percentuale, questo sì, sul proprio PIL), si trova sempre più dentro una tenaglia che stringe e comprime le sue risorse economiche e finanziarie altrimenti disponibili per la crescita. Siccome chi si occupa di politica, a meno che non sia un asino, sa bene che il rigore dei conti, crisi o non crisi, ci accompagnerà per almeno altri 10 anni, è chiaro che si devono rivedere le modalità di applicazione del Patto di stabilità interno proprio sulla logica, europeista, di federalismo e corresponsabilità. In questo modo sarà chiamato a stringere la cinghia chi (Regione, Provincia, Comune) continua a fare la cicala mentre chi è già formica potrebbe impegnarsi compiutamente a fare buoni investimenti (senza polemica va anche ricordato che spesso chi ha la spesa fuori parametro, al contrario di chi è già in regola, ha anche la maggiore evasione fiscale, in percentuale, e la minore capacità di investimenti produttivi). In caso contrario si andrà a prosciugare le risorse di chi, come il Veneto e altre regioni, può rimettere in moto la crescita. Vorremmo ricordare e sottolineare che l’accordo di Amsterdam venne chiamato, e non a caso, con il nome di “Patto di stabilità e crescita”. Non è pensabile che quello interno, italiano, sia un “Patto di stabilità e declino”. *Segretaria Cisl Veneto


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VIAGGIO IN

PROVINCIA ROVIGO

Enti locali Il Consiglio dei ministri ha deciso, dovranno sparire 64 provincie

Polesine addio, i numeri lo penalizzano I territori che avranno una provincia sono quelli con almeno 350 mila abitanti e un’estensione non inferiore ai 2500 chilometri quadrati

E

sattamente un anno fa al Censer, la tra questi insieme a Belluno, Treviso e Padova. Provincia di Rovigo aveva convocato un Per il momento salve solo Verona, Vicenza e Consiglio straordinario per affrontare uno Venezia, quest’ultima dovrebbe diventare andegli argomenti contenuti nella manovra che che città metropolitana. Pure le funzioni delle l’allora Governo Berlusconi stava per varare, provincie cambieranno sensibilmente: rimarsalvo poi decidere tutt’altra cosa, ossia il taglio ranno le competenze in materia ambientale, delle 39 provincie che non raggiungevano i dei trasporti e della viabilità, spariranno quel300 mila abitanti. Al tempo il territorio si di- le relative al Mercato del lavoro e all’edilizia vise tra i conservatori e coloro che invece vo- scolastica. Le Provincie, inoltre, saranno enti di leva cogliere l’opportunità per dare un nuovo secondo grado e dunque i loro rappresentanti assetto al territorio. Questi ultimi sembrarono non verranno più eletti ma nominati. I primi essere la maggioranza tra gli commenti, a dire il intervenuti a quel consiglio. Ipotizzato vero non proprio Oggi la questione si ripropone un accorpamento entusiastici, rispetto e con numeri anche ben più a Padova. a quanto è stato dirilevanti, visto che dovranno Ciambetti, però, sposto dal Consiglio essere ben 64 le Provincie, non è d’accordo dei ministri sono secondo quanto indicato dal arrivati proprio da Consiglio dei ministri per il riordino previsto dal chi, entro il 2012, dovrà occuparsi del riordidecreto sulla “spending review”, a ridisegnare no degli assetti del territorio, ossia la Regione. i propri confini sulla carta geografica accorpan- “Non risparmieremo nulla, ha spiegato il predosi ad altre realtà. Quali altre realtà? Questo, sidente, Luca Zaia - anzi spenderemo di più al momento non è dato sapere ma quello che e lavoreremo moltissimo per occuparci di un è stato deciso è che i territori che possono per- guaio che il governo ha creato. Non hanno mettersi una provincia sono quelli che hanno avuto il coraggio di chiudere le province, non almeno 350 mila abitanti e un’estensione non hanno avuto il coraggio di tenerle tutte aperte. inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Tutto il Ci hanno preannunciato ristrutturazioni e oggi resto dovrà riorganizzarsi su una scala più abbiamo un autentico disastro”. Secondo il grande e il Polesine, che conta quasi 248 mila governatore, infatti, la decisione porterà ad abitanti e si estende su 1.789 metri quadrati, è un immenso caos che solo dei tecnici potranno

dirimere e quindi la Regione sarà costretta a spendere di più. Anche secondo l’assessore regionale agli Enti locali, Roberto Ciambetti, si tratterebbe di un pasticcio. Anche perché, al momento, non è ancora chiaro come potrebbe avvenire l’accorpamento tra le provincie che non hanno i requisiti per continuare ad esistere autonomamente. Per Rovigo ad esempio era stata paventata l’ipotesi di un accorpamento a Padova ma secondo lo stesso assessore Ciambetti tale ipotesi sarebbe da scartare. Al momento in cui questo giornale è andato in stampa, l’assessore di palazzo Balbi non aveva ancora presentato la proposta di aggregazione dalla Conferenza Regione-Autonomie locali e quindi al tempo non sapevamo ancora quale sarebbe stata la decisione ma le sue parole lasciavano presagire che sarebbe stato più propenso ad uno smembramento del Polesine. “ Le rispettive popolazioni – ha spiegato - hanno espresso posizioni diverse. Ad esempio: c’è un pezzo di Polesine che preferirebbe aggregarsi a Verona piuttosto che a Padova. Così come Adria potrebbe puntare su Venezia”. Una scelta non semplice e da fare in poco tempo visto che sono stati accordati solo 40 giorni, a partire dallo scorso 5 luglio, per spostare personale, uffici, pratiche e ridisegnare un territorio che ci era rimasto in eredità dagli austriaci.

Palazzo Celio, sede della provincia di Rovigo Commenti da palazzo Celio

PER LA PRESIDENTE IL DECRETO È INCOSTITUZIONALE

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econdo la presidente della Provincia di Rovigo, Tiziana Virgili, sul decreto del Governo aleggerebbe lo spettro dell’incostituzionalità. La numero uno di palazzo Celio non ha speso molte parole per commentare la scelta del Consiglio dei ministri, dovendo ancora essere chiarita integralmente la riforma, ma l’ipotesi che per togliere di mezzo 64 enti locali su 107 non basti un decreto legge, l’ha fatta più che convinta, tanto da annunciare che sulla questione sentirà il parere di Mario Bertolissi, ordinario di Diritto costituzionale all’università di Padova, che in merito di abolizione delle Provincia si era già espresso tempo fa. “Il contatto con la gente, con la programmazione del territorio, con i problemi, ma anche con la sua storia, la sua unicità, i suoi saperi – spiegò il docente friulano in occasione dell’ appuntamento della rassegna “Ragionando di Costituzione” di qualche mese fa – questa è la funzione delle Provincie. Non sono l’estensione o la popolazione presente a decretarne l’impor-

La presidente della Provincia, Tiziana Virgili, e il deputato Luca Bellotti tanza. Si valuti quanto rendono, quanto costano e per far cosa. Non si può tagliare linearmente ed indiscriminatamente. Non lasciate ad un burocrate di scegliere e decidere per voi”. Anche il deputato polesano Luca Bellotti ha dichiarato che quando il decreto arriverà in Parlamento avrà il suo voto contrario in quanto gli auspicati risparmi, annunciati dalla legge, non ci saranno. “Le piccole province come il Polesine – ha spiegato - hanno un significato di tenuta del territorio. Se ci tolgono la Provincia, chi saranno?”.

PRESIDENTE UPI CASTIGLIONE “TAGLI TROPPO ALTI, NON ASSICURIAMO L’APERTURA DELLE SCUOLE“

C

on i tagli previsti dalla spending review “non siamo nelle condizioni di assicurare l’apertura dell’anno scolastico”. E’ l’allarme lanciato dal presidente dell’Unione delle province d’Italia Giuseppe Castiglione secondo cui il taglio di 500 milioni di euro previsto per il 2012 e di un miliardo per il 2013 “è insostenibile” e “la metà delle province andrà in dissesto. Cinquecento milioni di euro per il 2012 - ha osservato Castiglione - è un taglio incongruo, significa tagli ai servizi

essenziali, al trasporto locale, alla formazione, alla manutenzione delle scuole”. In particolare per l’Upi c’è stato da parte del governo un “errore dei parametri” su cui il taglio previsto dalla spending review è stato calcolato. Il decreto, infatti, “opera un taglio di 500 milioni di euro per il 2012 e 1 miliardo per il 2013, per quanto concerne le Province, perché considera come consumi intermedi un totale di 3,7 miliardi. In realtà

- ha puntualizzato Castiglione - questa cifra considera voci di bilancio delle Province che non sono consumi intermedi ma servizi”. Per l’Upi, infatti, sui 3,7 mld di euro ben 2,4 mld rappresentano la spesa per funzioni obbligatorie tese a erogare i servizi ai cittadini, e dunque la spesa ‘aggredibile’ ammonta a 1,3 mld di euro. La sforbiciata che dovrebbe spettare alle Province è quindi di 176 mln di euro per il 2012 e di 352 mln di euro per il 2013.

Giuseppe Castiglione

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Spazi aperti 15 17 Territorio Geremia Gennari risponde ai detrattori dell’ente che presiede

Il Parco non sia un capro espiatorio

Il presidente dell’Ente Parco del Delta del Po, Geremia Gennari

“O qui si cambia mentalità o questa terra non avrà nessun destino” di Mauro Gambin

“N

ei sui quindici anni di storia molto spesso il Parco è stato tirato in ballo, nelle questioni che riguardano il territorio bassopolesano, più a torto che a ragione. Progressivamente è diventato un “capro espiatorio” sul quale sono ricadute anche quelle colpe che per natura o competenza con non lo riguardano affatto”. E’ intervenuto in questi termini il presidente dell’Ente Parco del Delta del Po, Geremia Gennari, in merito alle polemiche “anti parco” che stanno scandendo l’avvicinarsi dell’approvazione del Piano ambientale. A vario titolo e in difesa di prerogative diverse contro l’ente presieduto da Gennari si sono espressi la segretaria della Cisl polesana, Valeria Cittadin, soprattutto in merito alle vicende che hanno tenuto bloccata la riconversione della centrale a carbone, il direttore generale del Consorzio Polesine, Emilio Oriboni, e Lorenzo Carnacina, esponente di Federcaccia e portavoce del neo nato comitato “No Parco”, che a Porto Tolle ha di recente promosso l’istituzione di un referendum tra i cittadini affinché venga espressa la volontà o meno di permanere, come comune, nell’ente. Il biasimo al Parco è stato espresso in vari modi ma soprattutto insistendo sull’attuale congiuntura economica e sulla necessità di creare occupazione. Il parco, secondo le contestazioni più frequenti, sarebbe una palla al piede per lo sviluppo del territorio, un groviglio di vincoli incapace di dare impulso al territorio per creare occupazione. “Mi è stato contestato – prosegue Gennari – che il Parco non produce posti di lavo-

ro! Voglio ricordare a tutti che il Parco non è una fabbrica e nemmeno un ufficio di collocamento, mentre a coloro che sostengono che il parco non fa iniziative rispondo che non è una Pro loco e nemmeno un’agenzia turistica. Il Parco è il Parco e il suo compito è quello di tutelare l’ambiente, di preservarne la bellezza e i prodotti anche attraverso la promozione degli stessi. Voglio inoltre sottolineare ed evidenziare fortemente che in questi 15 anni il parco non ha danneggiato nessuno: non ci sono aree agricole dentro al parco, chi ha voluto allargare la casa l’ha potuto fare, chi ha voluto costruire il capannone o l’azienda l’ha fatto, il blocco della riconversione della centrale non è dipeso dal Parco, visto che per permettere l’avanzamento dell’iter è stata cambiata la legge istitutiva, e anche per quanto riguarda la caccia, non credo nessuno si possa lamentare: ci sono 280 botti in laguna ed è consentito sparare anche sugli scanni in una fascia di trenta metri dal perimetro di costa. Il divieto riguarda solo poche aree che sarebbero tutelate anche se non esistesse il Parco. Quindi ritengo che davvero queste contestazioni non abbiano fondamento alcuno se non quello di creare un capro espiatorio per addebitargli la ragione di ogni male”. Presidente, non crede che a spaventare siano i vincoli che verranno autorizzati con l’approvazione del Piano? “Ma con l’approvazione del Piano ambientale cambierà poco, per molti il dramma è che il Parco non si po-

trà cacciare ma le stesse aree di rispetto ci sono anche dove non si sono i parchi, se non altro per garantire la riproduzione! Invece con l’approvazione del Piano d’area andranno ed essere definiti con precisione gli insediamenti che possono essere tollerati e con Piano paesaggistico le aree che hanno valore naturalistico e meritano di essere tutelate. Ovvio che per fare questo si porranno dei vincoli, ma i vincoli non sono solo “lacci e laccioli” ma anche delle certificazioni di garanzia che aumentano il valore di certi prodotti. Scommettiamo che un miele con il logo di un parco avrà un valore superiore e si venderà meglio di quello che non ce l’ha? Scommettiamo che la stessa cosa può essere fatta con il riso, il tartufo o il pesce? E poi, secondo lei quali sono i prodotti, di questa parte del Veneto, che potrebbero beneficiare di una campagna di marketing internazionale se non quelli sui quali il Parco ha deciso di scommettere?”. Esiste qualcosa del genere? “Con la Regione e gli altri parchi veneti stiamo lavorando ad un “pacchetto di prodotti” da promozionale nelle principali fiere internazionali, questo ci consentirà di lavorare in modo sistemico in un’offerta pluri-comprensiva capace di andare oltre alla frammentazione che ha determinato quella sorta di “nanismo” che da sempre ci impedisce di raggiungere i mercati globalizzati; ancora con la Regione stiamo lavorando, in previsione dell’Expo 2015, ad una via d’acqua che collegherà Milano a

Venezia, lungo la quale verrà collocato il Delta come area del riso, del tartufo, del pesce; con la provincia di Verona stiamo costruendo “la via del riso”; con il Gal stiamo portando avanti il Progetto Camargue per la promozione delle eccellenze gastronomiche deltizie; la Fondazione Cassa di Risparmio, inoltre, ha dato avvio insieme all’Ufficio Unesco di Venezia ad un iter programmatico per il riconoscimento del Delta come area riserva della biosfera. Stiamo lavorando tanto su scala internazionale, cercando programmazioni condivise con tutti i parchi deltizi del Mediterraneo, quanto su quella locale cercando il coinvolgimento delle scuole, siano esse l’alberghiero di Adria o lo Iuav di Venezia. E ancora: esiste il progetto per un museo del miele e un museo della cinematografia girata nel Bassopolesine, possibile che qualcuno ancora pensi che senza questo Parco le cose potrebbero andare meglio? Qui occorre un cambio di mentalità, o ci si rende conto che il territorio nel Parco ha un’opportunità in più rispetto alle altre aree o davvero questa terra non avrà alcun destino, non solo alcun sviluppo”. Però i finanziamenti stanno diventando davvero poca cosa. “Certo ci sono mille difficoltà, il finanziamento regionale si assottiglia sempre di più, le disponibilità quest’anno ammontano ad 850 mila euro ma ci sono anche i finanziamenti comunitari e quest’anno per le infrastrutture del parco ci sono 350 mila euro…buttiamoli via!”.

LA REGIONE SFOLTISCE IL PARCO Varato dalla Giunta il disegno di legge: “Norme per la tutela della rete ecologica reginale”

E

’ stato accettato di buon grado dal presidente Geremia Gennari il riordino dei parchi annunciato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Franco Manzato, non appena il disegno di legge “Norme per la tutela della rete ecologica reginale” è stato varato dalla Giunta di Palazzo Balbi. “Si tratta di una vera e propria operazione di riforma del sistema – ha spiegato lo stesso Manzato – che riguarda il profilo giuridico, funzionale e operativo degli enti parco naturali e delle aree protette, incidendo concretamente sugli organi, sui nuovi aspetti concernenti la conservazione della natura e sulla valenza della pianificazione nei parchi, nonché sul ruolo degli stessi in materia autorizzativa”. In Buona sostanza rispetto a prima cambia la nomina dei presidenti (ora avverrà con decreto del presidente della Giunta Regionale); non ci sarà più il Consiglio dell’Ente, organo politico assembleare; il Consiglio Direttivo sarà costituito dal presidente dell’Ente e da 4 componenti; è prevista la Comunità del Parco, i cui componenti parteciperanno a titolo gratuito, con funzioni consultive; il Revisore dei Conti sarà unico; la funzione di direttore nei tre parchi del Delta del Po, del Fiume Sile e dei Colli Euganei sarà svolta da un unico dirigente della struttura regionale; unico sarà anche il Comitato regionale tecnico - scientifico, composto da sette esperti. Per quanto riguarda le competenze in materia paesaggistica, è previsto

un processo di semplificazione e sburocratizzazione per il rilascio delle autorizzazioni in quest’ambito. Secondo l’assessore Manzato l’operazione dovrebbe garantire un risparmio di 500 mila euro l’anno ma si vedrà se nei successivi passaggi, nelle Commissioni e durante l’approvazione in Consiglio, i contenuti del disegno di legge rimarranno gli stessi. Intanto il gruppo del Pd in consiglio regionale si è detto contrario a tale ipotesi, ritenendo l’operazione della Giunta un mero artificio burocratico utile solo a togliere poteri al territorio per accentrarli nelle mani della Giunta regionale. “La semplificazione è solo un obiettivo accessorio e strumentale – hanno spiegato Laura Puppato e Graziano Azzalin in un comunicato congiunto – in sostanza, c’è un ribaltamento dei termini che dovrebbero costituire gli obiettivi prioritari di un parco, ossia: la conservazione, la fruizione, e lo sviluppo sostenibile. Il secondo passaggio che mina alla radice questa legge è il fatto che continua a considerare la tutela della risorsa naturale un insieme di vincoli e non un’opportunità da mettere a valore. Il terzo tassello mancante è quello, gravissimo, dell’impostazione verticistica e accentratrice - ha spiegato Azzalin – la proposta dalla Giunta Zaia mira ad accorpare il Parco del Delta con quello dei Colli Euganei e del Sile, tagliando fuori le amministrazioni comunali dal processo decisionale e programmatorio”. Ma.ga.

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20 Personaggio 16 Eventi Lo scorso 17 giugno la sua prima messa al Santuario della Madonna delle Grazie

Gianfranco Tinello ordinato sacerdote cappuccino 12 anni fa la sua entrata tra frati minori di Belluno

Frate Gianfranco Tinello, alcuni momenti della sua ordinazione a sacerdote e durante la sua prima messa

di Lara Tinello

L

o scorso 17 giugno, presso il Santua- plasmato dalle sue mani. Neanche lui era rio – Parrocchia “Natività della BVM più solo Gianfranco ma era un uomo che delle Grazie Pettorazza Papafava, frate aveva appena intrapreso il proprio camGianfranco Tinello ha presieduto la Prima mino”. Il secondo passo decisivo di quella Messa Solenne dopo la sua ordinazione sua scelta è stato compiuto recentemente quando durante la cerimonia tenutasi presso presbiteriale. Si è trattato dell’inizio di una nuova vita la Chiesa Parrocchiale “San Giuseppe” di Pettorazza Grimani, e scelta ben 12 anni fa. presieduta da Padre Era una mite giornata “Quando la cera Flavio Roberto Carradi settembre, quando, fu sciolta non era ro, Vescovo Emerito accompagnato dalla più una candela di Verona, a chiara mamma a Belluno, ma un piccolo voce ha pronunciato il Gianfranco oltrepassò mappamondo” suo “Eccomi”. “Si, lo il cancello del convento dei frati minori cappuccini. Alla chiamata voglio” sono state le altre parole proferite dell’Altissimo era seguita appena una notte con fermezza da Gianfranco durante l’invedi meditazione con una candela accesa ed stitura alla quale hanno partecipato anche una coperta sulle spalle. “Quando la cera fu don Luigi Dalle Nogare, attuale parroco di sciolta – spiega la sorella Lara - non era più Pettorazza, e don Livio Ballarin, parroco del una candela ma un piccolo mappamondo Santuario della Madonna delle Grazie fino al

2009 che ha seguito con gioia l’intero suo percorso formativo. Tante alla fine le persone che si sono raccolte attorno al tavolo del rinfresco, preparato magnificamente dal Comitato Fiera di Pettorazza Grimani. I suoi parenti, innanzi tutto, e i ragazzi ungheresi arrivati della città di Mòr, dove Gianfranco aveva svolto una missione collaborando con i confratelli qualche anno fa. Ma una cornice

festante di persone ha caratterizzato anche la prima messa di frate Tinello, accompagnato da un gruppo di bambini a e da una cinquantina di persone da casa fino al Santuario della Madonna delle Grazie. Durante la presentazione dei doni, sono stati consegnati simboli importanti del suo cammino: il piccolo mappamondo di cera creato sotto le stelle, la corona donatagli da un confratello,

la tovaglia che è stata utilizzata nelle due cerimonie e delicatamente ricamata dalla mamma, la bisaccia, il bastone, la rete, la lampada, il rotolo, il catino, il grembiule e la brocca, la stola, la casula offerta dall’Unità Pastorale di Pettorazza e Pettorazzetta ed infine il calice e la patena in legno d’ulivo, dono della famiglia.

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Cultura provinciale 17 21 Giovani autori Pubblicato “Follie di un cane al guinzaglio”

La “rabbia” di Cristian Spinello Poesie piene di frustrazione per una società in cui vengono a mancare le opportunità di Fortunato Marinata

C

’è la rabbia e la frustrazione di una gli aggettivi più usati sono: cinismo, congenerazione nelle poesie di Cristian traddizione, rassegnazione, esasperazione, Spinello. Il giovane poeta e scrittore rabbia frustrazione, vita, morte. Se non adriese infatti ha dato alle stampe la sua è esistenzialista, la poesia di Spienello, è prima raccolta di poesie “Follie di un cane comunque sull’esistente, ossia sul grande al guinzaglio”, dove vuoto che i giovani il tema dominante è Uno stile vivono e percepiscono quello amaro della diretto, crudo, attorno a se. Vuoto consapevolezza di chi senza convenevoli. che lo stesso Cristian vive in una società in Alla Charles ha vissuto sulla sua cui vengono a sparire Bukowski pelle come racconta non solo le opportuninella sua biografia. tà. Una poesia cruda la definisce lo stesso “Sette anni da operaio in una fabbrica di autore, liberamente ispirata da un grande tubi; in mezzo il servizio civile, una maracome Charles Bukowski e al suo stile diret- tona a New York, un mutuo per una casa to, crudo, senza convenevoli. Non a caso in periferia e tanta polvere, poi due anni

Nelle due foto la copertina del libro e l’autore Cristian Spinello è sempre lo stesso. Dopo alcune telefonate nelle redazioni e dopo aver inviato per diverse volte i manoscritti ho capito subito come funziona il meccanismo. I colossi editoriali corrono sulle strade sicure di chi la fama già la conosce. Per gli altri non c’è tempo. Se non sei della loggia degli eletti non c’è grana da cogliere, né speranza. Per questo ho scelto di seguire un’altra strada, diversa, quella del self-publishing; senza

valore e dignità, secondo il pensiero dei grandi lettori illuminati che credono solo al luccicare del grande marchio. Non importa. Dalla mia ho il coraggio, aggiunto all’incitamento e all’insegnamento di quei pochi che vengono considerati cechi ma che, in realtà, hanno un occhio capace di cogliere la sostanza nascosta sotto la superficie. Questo è il bene più prezioso”.

“Appuntamenti in corte”

Tra ville e giardini

CONCLUDERÀ LA RASSEGNA IL CONCERTO DI ARISA

U

ltimo mese di programmazione per la tredicesima edizione della rassegna di spettacoli “Tra ville e giardini” che anche quest’anno ha presentato 18 spettacoli in altrettanti centri del Polesine, cercando di coniugare l’offerta culturale legata all’intrattenimento con la valorizzazione del patrimonio monumentale e la promozione dei prodotti del territorio attraverso un itinerario gastronomico inaugurato, due anni or sono, insieme a Slow Food Rovigo. Come di consuetudine l’ultimo appuntamento in programma si terrà a Fratta Polesine in Villa Badoer (patrimonio Unesco), che farà da sfondo al concerto di una voce femminile del panorama musicale italiano. Così, dopo Malika Ayane e Nina Zilli quest’anno toccherà ad Arisa, vincitrice dell’ultimo festival di Sanremo con amami tour, piano e voce, concludere la rassegna. Di seguito le date rimaste in calendario: Giovedì 2 agosto Villamarzana, Gognano, Giardino di Villa Cagnoni – Bognotti Youn Sun Nah Same girl ingresso 5,00 euro Domenica 5 agosto Gaiba, Giardino di Villa Fiaschi – Ottoboni – Resca Barbara Casini, Monica Demuru, Gabriele Mirabassi Costruzione Lunedì 6 agosto 2 Castelguglielmo, Piazza Vittorio Veneto Folklore Ensemble Kapušancan Domenica 12 agosto Trecenta, Il Paiolo, Villa Trebbi Emanuela Grimalda e Paola Minaccioni Infinite o sfinite? ingresso 5,00 euro Venerdì 17 agosto Ariano nel Polesine, San Basilio Il canto delle muse Di corde et di fiato in diverse sorti Mercoledì 22 agosto Fratta Polesine, Villa Badoer Arisa Amami tour, piano e voce

Focus

da ciabattino al centro commerciale, con conseguenti dimissioni per non impazzire. Infine la crisi”. Esperienze che diventano un segno vivo e lucido nella sua attività di scrittore. “La prima volta che si inizia una qualunque cosa, pure scrivere, non viene mai bene, per tutta una serie di motivi. Poi, col tempo, con insistenza e convinzione, le malizie spuntano e certe inesattezze vengono meno”. Ma non sempre questo si traduce in consenso e successo. Dunque è stato un percorso abbastanza complicato quello che ti ha portato alla stesura e poi alla definitiva pubblicazione del libro. “Questa è la mia seconda fatica, ad un anno fa risale il romanzo “L’attimo dopo”, comunque l’iter

Applausi per il coro “Plinius” e la “Società Corale Adriese”

A

nche quest’estate, per la quarta volta, è tornato “Appuntamenti in corte” grazie al supporto di Bancadria e con il patrocinio del comune di Adria. La sera del 7 luglio ai giardini della scuola Vittorino da Feltre due sono stati i gruppi protagonisti: il “Plinius” e la “Società Corale Adriese”. Il primo ad esibirsi è stato il coro”Plinius” diretto con maestria dal maestro Antonella Pavan, la quale ha iniziato con “Dove“ di M. Maiero e “Sul volo chiaro” di M.Maiero dando da subito soffio della bravura in campo polifonico di questo coro femminile. Hanno poi proseguito con “El fogo” di B. De Marzi, “Scapa oseleto” “Porta calavena” “San Matio” “Benia calastoria” del celebre B. De Marzi, concludendo così la prima parte. Questa corale ha dato sfoggio di molte sfumature ed intenso sentimento dalle sue coriste ed ha rimandato il pubblico a canti quasi dimenticati ma che hanno ancora da insegnare. Nella seconda parte della serata la“Società Corale Adriese”; baluardo dal 1894 della cittadina etrusca, ha dato prova di eleganza del canto lirico nello svolgimento dei vari brani . Si è iniziato con

“Gerusalem” ed “O Signore dal tetto natio”, entrambi da “I Lombardi alle crociate” di G. Verdi; dove la corale ha dipinto note che andavano da pianissimi suadenti a fortissimi di grande impatto emotivo. Cambio clima con “Benedette queste carte” da “Elisir d’amore” di G.Donizetti dove la freschezza dei coristi ha accompagnato il canto leggero del soprano Giovanna Manzato; a seguito un ritorno a Verdi con “La vergine degli angeli” da “Forza del destino”, dove notevole è stata l’interpretazione del frate guardiano eseguita dal basso Luigi Sploladore ed appassionata Eleonora della toccante interpretazione soprano Patrizia Mazzucato,il tutto accompagnato dal soffuso suono della componente maschile del

coro. Altro cambio di scena con due brani dalla celebre “Norma” di V.Bellini “Norma viene “e l’invocazione alla luna di “Casta diva” interpretato con delicatezza dal soprano Giovanna Manzato. A terminare il tutto la toccante esecuzione di “Và Pensiero” dal “Nabucco di G.Verdi ed il celebre brindisi di “Traviata” di G.Verdi, eseguiti con brillantezza dal soprano Patrizia Mazzucato ed in via eccezionale dal baritono Massimo Siviero; e richiesto a gran voce come bis. La performance di elevata caratura di questa corale è stata guidata dalla capacità interpretativa del maestro Massimo Siviero ed accompagnata al pianoforte dalla bravura del maestro Carlos Morejano. Giovanna Manzato

FRANCESCA BERTAGLIA “LA MIA TAMARA DE LEMPICKA”

F

rancesca Bertaglia, classe 1988, già in tenera età teneva matita e colori in mano, disegnando cerchi perfetti. A soli 10 anni il primo quadro assieme alla zia, che le tramanda la passione per la pittura, regalandole i primi colori ad olio e le tele. Inizia così ad esplorare vari stili e tecniche, spaziando dalla pittura di paesaggio all’astrattismo, sino a trovare nella ritrattistica ad olio la sua massima fonte d’ispirazione. Frequenta poi un corso di pittura seguito dal maestro Loris Rossi, perfezionando la propria tecnica e prediligendo i giochi di sfumature e chiaroscuri. Laureata

in Lingue e Letterature straniere sta ora conseguendo la magistrale di Economia del turismo presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Francesca inaugurerà l’1 Settembre 2012 presso la Sala Cordella di Adria (Ro) la prima mostra personale dedicata interamente alla celebre icona Art Decò, Tamara de Lempicka. I dipinti sono ispirati dalla moda, dalla pubblicità e dal cinema mentre i personaggi

rappresentano la classe agiata e bohémienne dei folli anni ’20 e ’30, a esaltare l’immagine di una donna emancipata, libera e trasgressiva, quale lei era… “Erano altri tempi ed era estremamente difficile per una donna essere riconosciuta come un’artista… I critici dell’epoca preferivano concentrarsi sui miei modi eccentrici di vivere la vita.“ T. de Lempicka.


22 18

LO GINNASTICA

SPORT in PRIMO PIANO LE “FARFALLE” DELLA BUTTERFLY TRIONFANO ALLE NAZIONALI DI PESARO

Beach volley Aspettando le partite all’Horse Guards Parade di Londra

Menegatti e Cicolari terze a Berlino

di Fortunato Marinata

N Le ragazze della Butterfly si sono imposte ai campionati di Pesaro

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opo un anno di lavoro intenso ed entusiasmante le “farfalle” della Butterfly di Cervarese Santa Croce hanno trionfato ai campionati nazionali Gtp di ginnastica ritmica e artistica. Merito della preparazione tecnica molto accurata che ha permesso alle ragazze padovane di padroneggiare sulle società più forti d’Italia. Guidata da Marianna Menocchio e dall’assistente Laura Domenichini la Butterfly si è presentata a Pesaro con la rappresentativa composta per la prima fascia da Emma Ghiotto, Emma Zovi, Martina Guarise, Allyson D’Oria, Giulia Alfonso, Giada Trevisan e Marta Tomasi che per pochi centesimi sfiorano l’entrata nella top ten delle migliori sia nella Coppa Italia che nel Sincrogym collettivo con attrezzi. Ma è pioggia di medaglie: un oro e un argento per Giulia Alfonso, un bronzo per Martina Guarise e due quarti posti per Giada Trevisan. La seconda fascia, formata anche da Giada Pattaro, conquista un bronzo alla palla con Alessandra Beccaro mentre Giulia Grussi vince un argento e un bronzo alle clavette e alla palla. Ottimo quarto posto per Alice Griggio alle clavette. Grandi soddisfazioni anche per le atlete di terza fascia: Michelle Canton, Martina Grassetto, Cecilia Carlotto, Lisa Quartesan, Vanessa Zuin e Melissa Masiero nella gara di Serie D, di altissimo livello tecnico. Per chiudere in bellezza altro bronzo con Vanessa Zuin, quarto e quinto posto per Melissa Masiero e ottimo piazzamento per Michelle Canton nella classifica assoluta su quattro attrezzi.

on c’è due senza tre e così le campionesse d’Europa in carica di beach volley, Greta Cicolari e la polesana Marta Menegatti, dopo il terzo posto conquistato all’Open di Brasilia e il secondo al Grande Slam di Pechino, sono salite sul terzo gradino del podio anche Berlino nell’Open conclusosi verso la metà di luglio. Si tratta di un buon viatico per gli imminenti Giochi di Londra ai quali, c’è da scommetterci, le due atlete dell’Aeronautica militare parteciperanno da protagoniste scendendo sul campo dell’ Horse Guards Parade di Londra per difendere i colori nazionali dal 28 luglio al 9 agosto. Cicolari e Menegatti, infatti, stanno attraversando un buono stato di forma e lo dimostra il percorso netto compiuto nei round di qualificazione a Berlino, le due azzurre sono state costrette ad arrendersi solo in semifinale alle fortissime atlete brasiliane Juliana e Larissa, attuali campionesse del mondo in carica. Più che convincenti erano state le prove contro le russe Vasina-Kozakova per 2-1 (12-21, 21-17, 15-11) e le statunitensi KessyRoss, 2-1 (20-22, 21-19, 19-17), anche se

Le due atlete durante l’Open di Berlino

Costrette ad arrendersi solo allo strapotere delle campionesse del mondo entrambi gli incontri sono stati vinti al tie-break ma contro le iridate non c’è stato nulla da fare se non incassare un cocente 2-0 (21-18, 2116). La rivincita morale è arrivata contro le padrone di casa Holtwick-Semmler nella finale per il Terzo posto, chiudendo la partita per 2-0 (21-13 21-19).

COSÌ ALLE OLIMPIADI Dal 28 luglio al 9 agosto all’Horse Guards Parade di Londra si giocheranno le partite che porteranno all’assegnazione delle medaglie, per quanto riguarda la disciplina della beach-volley le squadre verranno suddivise in sei gruppi da quattro, accederanno alla fase ad eliminazione diretta le prime due insieme alle due migliori terze classificate. Altre due formazioni si qualificheranno con gli spareggi fra le altre quattro terze classificate.

Entro il 21 settembre 2012 è possibile richiedere alla Regione Veneto l’assegnazione di un Voucher per partecipare ai seguenti corsi del Catalogo di Alta Formazione En.A.I.P. Veneto:

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20 6

IL VENETO

in PRIMO PIANO

Troppi problemi in ferie, troppe vacanze rovinate

Low cost o a prezzo intero, cresce il numero di vacanzieri che denunciano disavventure. Uno su 5 ha avuto brutte sorprese di Ornella Jovane

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imane ancora impresso nella memoria perché terribilmente attuale quello spot sulle vacanze: il sorrisetto “malefico” di quel tipo che accoglieva turisti maldestri in arrivo nella tanto sognata meta mentre si rendevano immediatamente conto della bufala nella quale erano incorsi. “Turisti fai da te?” Chiedeva sarcasticamente l’ometto a vacanzieri in pieno sconforto. I casi di vacanze rovinate - e non solo fai da te - continuano ad avere una consistente incidenza anche per i veneti. L’associazione consumatori Adico stima che un turista su cinque si imbatte in uno o più problemi, con la percentuale assoluta di casi di disservizi in ferie rispetto al totale delle segnalazioni estive che anche quest’anno sfiora l’1 ogni 3. In estate cioè un problema su tre è legato alle ferie. Voli in ritardo, hotel o case poco rispondenti alle aspettative, sporcizia o disservizi, fino a problemi con i documenti di viaggio che complicano se non impediscono la partenza o il rientro. I primi aneddoti cominciano a giungere presso l’associazione di Mestre. E’ accaduto ad una viaggiatrice

veneziana di avere avuto un rientro problematico dalle vacanze siciliane. La signora aveva acquistato con largo anticipo 6 biglietti di andata e ritorno da Venezia a Catania con una compagnia aerea low cost, per un valore complessivo di 948,36 euro per i voli del 22 giugno e dell’1 luglio. All’andata tutto è andato secondo i piani, i problemi si sono avuti al ritorno. “Quattro giorno prima del rientro - spiega la viaggiatrice veneziana - la compagnia ci ha inviato un sms per avvisarci che il volo delle 6.40 di mattina del 1 luglio era stato cancellato, invitandoci a prendere contatti con il loro servizo clienti per capire cosa fare”. Un’operazione - a quanto racconta la signora - non proprio così semplice tanto che è stato necessario sacrificare un’intera giornata di vacanza per arrivare a contattare l’operatore. L’alternativa proposta è un volo delle 12.50 sempre programmato per il 1 luglio. Giunti all’aeroporto l’ulteriore sorpresa con una partenza annunziata per le 15.50, ma effettivamente avvenuta alle 16.30. “Sottolineo - racconta la signora - come nel periodo

di attesa non ci sia stata fornita alcuna assistenza, e solo dopo numerose e pressanti insistenze abbiamo ottenuto 6 buoni per un panino e una bibita”. I bagagli sono rimasti a Milano, i turisti erano imbarcati in una nave per una crociera nelle isole caraibiche. E’ accaduto a fine maggio ad una coppia di Padova. I due sono partiti da Milano con un volo di 8 ore che li ha portati a Pointre A Pitre, capitale dell’isola di Guadalupa, dove si sono imbarcati per una crociera da sogno di 7 giorni ma, a loro insaputa, senza bagagli. I primi tre giorni di navigazione sono stati impiegati dai turisti padovani per recuperare le valigie, vissuti in una situazione di emergenza e disagio. “Era la nostra prima crociera - raccontano - e siamo rimasti fortemente delusi. La sera dell’arrivo e il giorno successivo abbiamo dovuto riutilizzare gli abiti usati durante il viaggio, oltre a non poter utilizzare piscine e spa perché non avevamo il costume e a bordo non ne vendevano. Abbiamo perso la visita all’Isola Martinica avendo dovuto impiegare quel tempo per cercare un centro commerciale dove acquistare ciò di cui avevamo bisogno

e per parlare con la responsabile del servizo clientela”. “Estate dopo estate - spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini - cresce il numero delle persone che si rivolgono a noi denunciando problemi legati alle vacanze e chiedendo assistenza legale per ottenere la giusta tutela”. L’associazione ha perciò predisposto una campagna, “vacanza informata”, che in due fasi, si propone di aiutare i cittadini a fare ferie senza intoppi. L’attenzione si concentra sui disservizi aeroportuali, ma l’associazione rimane a disposizione tutta l’estate anche per i problemi di altra natura. “La prima fase di Vacanza informata - conclude Garofolini - mira a dare ai cittadini strumenti agili e di facile consultazione relativi ai diritti che si hanno in qualità di viaggiatore, in modo da partire informati e consapevoli, e quindi in grado di far valere prima e meglio le proprie ragioni. La seconda, invece, che si attiva al ritorno, prevede un canale di assistenza privilegiato e modulistica ad hoc nel malaugurato caso in cui lo stesso cittadino si fosse imbattuto in qualche problema”.

LAST MINUTE, LOW COST COME TUTELARSI DALLA “BUFALA”

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a caccia al last minute è diventato negli anni uno degli “sport” più praticati da chi si accinge a programmare le vacanze estive e, quest’anno in particolare, un sistema cui anche gli operatori del turismo fanno ricorso con generosità per ovviare alle defezioni dei turisti italiani che, con la loro assenza o presenza ridotta, un vuoto lo hanno lasciato. In agenzia o su internet le offerte della vacanza all’ultimo minuto si moltiplicano per un agosto un po’ “magro” di soddisfazione per gli operatori.

Le associazioni di consumatori tuttavia rinnovano l’invito alla prudenza. I siti e le vetrine sono “carichi” di offerte, gli sconti sono accattivanti, fino al 40 per cento sul prezzo di listino, ma non vanno trascurate o sottovalutate le insidie che si nascondono dietro sperticati elogi di vacanze da sogno tutto compreso a cifre incredibilmente low cost. E’ bene sapere - rimarca Aduc - che il contratto di last minute è del tutto analogo a quello tradizionale con obblighi per il turista e il tour operator. Attenzio-

ne - è l’ammonimento - alle condizioni contrattuali, ad eventuali spese non messe in sufficiente evidenza come le commissioni, i costi per i trasferimenti, le iscrizioni, le tasse aeroportuali, i supplementi e così via. Per chi preferisce percorrere la strada della ricerca e prenotazione in rete, perché più comoda, rapida e anche per il fatto di poter valutare molte più offerte, il livello di guardia dev’essere ulteriormente alzato. Quando si “viaggia” su Internet per organizzare la vacanza il suggerimento di Aduc è quello di confrontare

innanzitutto su più siti prezzi di hotel e di voli, di cercare riscontri - per l’attendibilità delle informazioni - sui forum dei viaggiatori. Una volta individuato il sito da cui prenotare è buona cosa verificarne l’attendibilità (che sia indicata la denominazione sociale, l’indirizzo, il telefono - che vale la pena comporre - il fax). Aduc consiglia quindi di stampare sempre il contratto, la prenotazione e la risposta del venditore. Se il pagamento viene effettuato con carta di credito va verificato che il sito sia dotato di un sistema di sicurezza. O.J.

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UN PEZZO DI OROGEL ANCHE NEL VENETO La missione è di allargarsi e a radicarsi sull’intero territorio nazionale avendo per missione specifica quella di produrre e vendere prodotti per la maggior parte coltivati in Romagna, in Puglia, Calabria, Basilicata e nel Veneto, nei territori, cioè, in cui sorgono i suoi stabilimenti produttivi. E’ la missione per Orogel, l’azienda cesenate leader nel surgelato, che ha l’obiettivo è di entrare ancor più nelle case degli italiani, di ampliare il numero delle famiglie che, abitualmente, acquistano i suoi prodotti così com’è stato nel 2011 con ben 10 milioni e 358 mila famiglie contro i 9 milioni e 307 mila dell’anno precedente.

Tutte con notevoli simpatie per i prodotti Orogel, con particolare attenzione al minestrone, a passati di verdura e agli spinaci. Per Orogel il Veneto non è solo importante per i ricavi, per le vendite, A Ficarolo, nel rodigino, esiste uno dei tre stabilimenti produttivi di Orogel che permette di produrre ciò che le terre fertili della regione sanno dare, nel rispetto di severi e scrupolosi piani di produzione. Proprio per questo l’operazione di Ficarolo è stata condotta e realizzata da Apora, una delle principali cooperative di I° grado del gruppo che rappresenta la base produttiva della società. La produzione del nuovo insediamento, in-

sieme a quello di Polidoro, in Basilicata, è andato ad integrarsi con i prodotti ottenuti nei tre stabilimenti di Cesena specializzati nella lavorazione di vegetali, piatti pronti e prodotti pastellati. Lo stabilimento di Ficarolo vede, oggi, impiegati 60 dipendenti tra fissi e stagionali e vanta una produzione di diecimila tonnellate di prodotto fresco pari a circa 8 mila tonnellate di prodotto surgelato. La fortunata posizione geografica del sito produttivo, al centro della zona di coltivazione e raccolta, in una zona tra le più fertili del nostro paese, garantisce produzioni d’eccellenza di piselli, fagiolini, fagioli borlotti, cipolla e

non ultima la nuova soia endamame che trova nella pianura padana l’unica zona in Italia vocata alla sua coltivazione. I surgelati Orogel hanno fatturato, nel 2011, 170 milioni di euro, + 5% rispetto all’anno precedente, con una vendita di 88 mila tonnellate. Il fatturato aggregato è passato da 243 milioni di euro a 257 e le previsioni per il 2012 sono confortanti. Si pensa ad un più 3%.

di Giorgio Naccari


Il Veneto in primo piano 21 7 Una stagione difficile Gli italiani non si fanno vedere, stranieri non da record

Tasse sui turisti e proposte per invogliarli a sceglierci di Ornella Jovane

A

ccesso in spiaggia a due euro per i pendolari. E’ stata la proposta del presidente di Confturismo e Federalberghi Marco Michielli che ha proposto a inizio estate l’introduzione di un ticket - misura che avrebbe potuto trovare applicazione peraltro anche a Venezia per il turismo giornaliero - da far pagare a chi non è cliente d’albergo nelle spiagge del litorale veneto. Michielli ha motivato l’iniziativa con l’opportunità di far pagare ai pendolari una serie di servizi offerti lungo gli arenili - pulizia,

CURIOSITÀ

soccorso e altro - pensati per i clienti degli alberghi, di cui però usufruiscono anche i turisti “mordi e fuggi”. Oltre a risultare impopolare, come del resto Michielli aveva fin da subito previsto, la proposta ha incontrato una serie di oppositori. Primo fra tutti il governatore del Veneto Luca Zaia. Ancora più convinto il no dell’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi. Si pone, invece, nella posizione dei contrari il presidente di Federalberghi

sull’applicazione della tassa di soggiorno. La stagione non va bene, si stima un 30 per cento in meno di italiani compensato in parte dagli stranieri, i cui arrivi non sono tuttavia da record. La tassa di soggiorno sarebbe dunque un ulteriore disincentivo che va ad aggiungersi alla crisi economica e alla psicosi da terremoto. Gli operatori chiedono all’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi incontri per mettere a fuoco la situazione e studiare

strategie di contrasto in tempo per la seconda metà della stagione turistica. Da Chioggia e Sottomarina, dove l’introduzione della tassa di soggiorno è stata approvata con grande disappunto delle categorie economiche del turismo, si avanzano proposte per attirare i vacanzieri. Alla Regione lanciano l’idea dei buoni benzina riservati ai turisti che vengono a villeggiare nelle coste venete.

LA CREMA SOLARE? SI RICLICLA QUELLA DELL’ANNO PRIMA

I

nformati, prudenti, protetti ma anche accorti e attenti a non sprecare. In tempo di crisi non si butta via niente, neanche la protezione solare avanzata dalle vacanze dell’anno precedente. E’ quanto risulta da un’indagine di Adico, l’Associazione veneta a difesa dei consumatori, condotta in territorio trevigiano alla vigilia delle prime partenze in massa per le ferie. L’obiettivo era in realtà quello di verificare la conoscenza sul corretto uso di lozioni e spray solari e invece è emerso un dato significativo e inaspettato. Oltre il 60 per cento degli intervistati ha dichiarato di utilizzare i solari avanzati dalla stagione precedente, pur sapendo - almeno nella maggior parte dei casi - che da un anno all’altro le confezioni aperte perdono parte del filtro protettivo. Di questi un 15 per cento si limita a farlo con le protezioni a fattore alto, perché - è la risposta - non riesce a consumare

l’intero flacone nell’arco di una sola stagione. C’è però un 48 per cento che, invece, finisce la confezione a prescindere dal fattore di protezione. Mentre rimangono stabili i dati relativi all’utilizzo di protezioni solari - confermando una buona consapevolezza sui rischi e le controindicazioni derivanti da esposizione al sole senza adeguata protezione - è in deciso aumento proprio la percentuale di chi utilizza creme dell’anno prima. “Un comportamento - commenta il presidente Adico, Carlo Garofolini - assai rischioso soprattutto nei primi giorni di esposizione, quando sono necessari filtri ben attivi per evitare arrossamenti ed eritemi, ma diretta conseguenza della crisi”. In virtù di questo fenomeno le case produttrici di solari sono ricorse ai ripari: si è infatti registrato il boom della vendita di mini dosi di altissima protezione. O.J.

NUOVA

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NUOVI ARRIVI AUTUNNO INVERNO 2012/2013


22 8 Il Veneto in primo piano Patrimonio architettonico L’analisi dell’istituto regionale Ville Venete

Ville venete, risorsa da valorizzare Giuliana Fontanella. ”La messa in rete del patrimonio aumenta del 20% l’economia turistica” di Alessandro Abbadir

“S

e tutte le ville del Veneto fossero messe in rete e valorizzate, come meritano l’economia turistica potrebbe fare un balzo in avanti del 20%. In Veneto abbiamo oltre 3700 ville di cui solo 1500 sono valorizzate e sono saperte alle visite“. A dare queste cifre è Giuliana Fontanella presidentessa dell’istituto Regionale delle Ville Venete, istituto attivo da decenni e che da qualche anno ha la sua sede a Mira (Venezia) in Villa Venier, nella rinomata Riviera del Brenta. In Veneto la provincia che ha più ville censite è quella di Treviso con 785, seguita Verona con 676, e poi Vicenza con 670, Padova 633, Venezia 573, Rovigo 250 e infine Belluno con 195. Giuliana Fontanella fa un’analisi della situazione partendo dalla crisi in atto. “Ci si accorge ora dell’importanza di sviluppare e recuperare il patrimonio artistico e architettonico del Veneto in cui anche le ville hanno una parte importante - spiega la Fontanellaquando per anni si è puntato tutto sullo sviluppo di aree industriale e capannoni. Solo

ora si capisce che il paesaggio insieme all’agricoltura, e alla gastronomia è una risorsa, anzi può diventare la risorsa trainante. Ora si deve recuperare il tempo perduto e certamente fare tesoro dall’insegnamento che in qualche modo arriva da questa crisi. Una crisi che ha mutato radicalmente il modo di intendere e valorizzare le risorse del territorio”. In questo momento di crisi però recuperare tutte le ville Venete e renderle visitabili è davvero un’opera impossibile è possibile però mettere in rete il sistema ville con la ricezione turistica, la gastronomia e l’agricoltura promuovendo ad esempio nei castelli del trevigiano un prodotto internazionale come il Prosecco. “Finora abbiamo creato “pacchetti” di messa in rete di ville in diverse aree del Veneto – dice la presidentessa Fontanella – che cominciano a dare i loro frutti con visite organizzate e turisti che arrivano quotidianamente. Per l’economia turistica questa messa in rete di 20-30 ville a pacchetto, porta mediamente ad un incremento dell’economia turistica

Sopra Villa Venier, a fianco Giuliana Fontanella locale del 20% ma in alcune zone come la Riviera del Brenta, già rodate a questo sistema anche del 30%. In altri paesi europei un patrimonio artistico più scarso, gli enti di promozione del territorio riescono ad attrarre un numero di turisti maggiore soprattutto investendo massicciamente nei mezzi di comunicazione più moderni”. Fra le iniziative intraprese in questi anni dall’ Istituto Regionale Ville Venete, c’è anche la formazione

di insegnanti e operatori turistici in Veneto. “Abbiamo creato dei corsi di formazione per insegnanti e anche ristoratori e operatori del settore - spiega - per dare le nozioni principali di storia locale. Il Veneto non è solo le sue bellissime città, ma soprattutto paesaggi agresti e ville che devono diventare bagaglio culturale anche scolastico e da inorgoglire”. L’istituto si occupa anche delle Ville del Friuli che sono circa 500.

NEWS Iniziative

FERRAGOSTO A VILLA VENIER

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a sede dell’istituto Ville Venete, Villa Venier a Mira, sarà al centro delle iniziative culturali con gli appuntamenti “E_state in Villa” e “Ferragosto in Villa” che termineranno il 23 agosto. Per estate in villa è il primo appuntamento è stato con la proiezione del film “The Ripley.s game”. Un tributo della regista Liliana Cavani al patrimonio delle ville venete. Il 9 agosto alle 21 “Storie di Orchi Storie di Streghe”. Saranno lette fiabe della tradizione italiana ed europea. Il 15 agosto festa per tutta la giornata. Dalle 10 alle 22. Ci saranno visite guidate, laboratori didattici (dalle maschere in cuoio alla land art, passando per pittura e scultura), concerti e jam session, degustazione vini e prodotti tipici e danza del ventre: quest’ultima una vera e propria giornata di festa di mezza estate. Infine il 23 agosto alle 19 Pic Nic delle fate e visita al lume di candela. Insomma un esempio di come una villa veneta può diventare luogo di aggregazione per tutti. A.A.

Nel vicentino

PERCORSI DIDATTICI IN VILLA FOGAZZARO

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ercorsi culturali in Villa Fogazzaro”. Questo il progetto didattico delle 18 classi dell’Istituto Comprensivo “G. Toaldo” dei Comuni di Montegalda, Montegaldella e Grisignano di Zocco (Vicenza) che hanno aderito alla proposta dell’Istituto Regionale Ville Venete volta a sensibilizzare i più giovani all’importanza della valorizzazione del patrimonio architettonico-culturale - Di cosa si tratta? A fine anno scolastico Un momento della in quest’area del vicentino 400 alunpresentazione dell’iniziativa ni, accompagnati dai loro docenti e da tutor professionali, sono stati coinvolti in cinque percorsi didattici che interessano sia Villa Fogazzaro sia Villa Gualdo, sede del municipio di Montegalda. Nella prima, gli studenti hanno avuto la possibilità di conoscere l’architettura della dimora privata e la storia del suo più celebre abitante, lo scrittore Antonio Fogazzaro, anche grazie alle letture animate tratte dal testo “Il folletto allo specchio”. Hanno approfondito inoltre, le caratteristiche del giardino all’italiana, considerando in particolare le diverse specie di alberi e fiori e la ricca entomofauna che abita o che si ferma in questi luoghi. Si sono accostati infine, alla musica assistendo al concerto di campanelli nel parco della villa e visitando il “Museo Veneto delle Campane”, ospitato all’interno dell’edificio. A Villa Gualdo, invece, è stato dato spazio alla storia e all’architettura della villa, alla mostra su Fogazzaro e all’itinerario a lui dedicato. La scuola insomma come la fucina in cui si trovano i cittadini del futuro e, soprattutto, come strumento privilegiato per rendere consapevoli i bambini del patrimonio, unico al mondo, che il loro territorio offre: “Il progetto dell’Istituto Toaldo- ha detto il consigliere dell’ Istituto Ville Venete Mariella Mazzetto - non è solo di tipo culturale ma anche identitario e paesaggistico. In una fase di grave crisi di identità, in cui il mercato sembra essere l’unico idolo, è giusto che i giovani trovino la loro strada anche attraverso percorsi didattici come questi, in cui sono coinvolti in maniera attiva. Per loro può essere l’occasione per conoscere le ville, gli affreschi, i modi di vivere di ogni epoca, e al contempo per individuare possibili percorsi lavorativi” L’iniziativa si ripeterà A.A. a settembre con il ritorno fra i banchi dei ragazzi


Via Marconi, 6 45012 Ariano nel Polesine (RO) Tel. 0426 372202 - 346 6868151 Fax 0426 373035 info@parcodeltapo.org www.parcodeltapo.org

GIUGNO

Parco Regionale Veneto del Delta del Po

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LUGLIO AGOSTO

Martin pescatore

Naturalmente Veneto Fino al 1 settembre 2012

Centro Congressi in Piazzale Europa Provincia di Rovigo

Agosto e Settembre

• Inizio serate ore 21.00 •

Lunedì 6-20 Agosto

Mercoledì 28 Agosto

Serata natura (proposte di itinerari ambientali)

Serata micologica i funghi del Delta

Serata di videoproiezioni naturalistiche

Vendita prodotti e degustazione

Lunedì 27 Agosto

Mercoledì 1-8-22 Agosto Laboratorio didattico con l’argilla

Venerdì 3-10-17-24-31 Agosto Domenica 5-12-19-26 Agosto e 1 Settembre Vendita prodotti e degustazione

Comune di Rosolina

M

V

Via Marconi, 24 45010 Rosolina (RO) Tel. 0426 340195 Fax 0426 664285 cultura@comune.rosolina.ro.it www.rosolinamare.it

Viale dei Pini, 4 45010 Rosolina Mare (RO) Tel. 0426 326020 - 68012 Fax 0426 326007 iat.rosolina@provincia.rovigo.it www.provincia.rovigo.it

S n

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Comune di Rosolina Assessorato al Turismo

Ufficio Informazione ed Accoglienza Turistica IAT

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10 Intorno a noi 24 Sociale L’analisi di Gabriella Camozzi responsabile del Centro Donna del comune di Venezia

Violenza sulle donne, è emergenza

La responsabile del Centro Donna del Comune di Venezia Gabriella Camozzi

di Alessandro Abbadir

E

scalation degli omicidi e delle violenze contro le donne, ormai è emergenza. I casi sono all’ordine del giorno e i più efferati hanno interessato negli anni e mesi scorsi anche la nostra regione. A fare una analisi della situazione è la dottoressa Gabriella Camozzi, responsabile del Centro Donna del Comune di Venezia, che ha da anni anche un efficiente centro antiviolenza punto di riferimento in tutta la regione. Un centro in grado di far fronte alle emergenze e dare assistenza alle donne in pericolo di fronte prevalentemente all’atteggiamento del compagno o del marito. “Gli omicidi di donne compiuti da uomini sono in netto aumento - spiega Gabriella Camozzi - anche se è stabile la richiesta di aiuto. E’ come se si fosse alzato il livello di violenza maschile che sembra non voler accettare il mutato ruolo della donna nella società e nella famiglia. Al nostro centro sono arrivate quest’anno 300 richieste di aiuto da Venezia e dintorni, ma anche da tutto il Veneto. Molte donne si rivolgono a noi anche per sfuggire ad una situazione che pensavano di poter controllare e che invece si rivela per loro ogni giorno sempre più violenta”. Gabriella Camozzi spiega che la violenza contro le donne è diffusa in ogni fascia sociale, e in tutte le età “Basti pensare – spiega – agli episodi che si sono verificati qualche anno fa in provincia di Venezia in cui un laureato sparò ad una ragazzina di 16 e si suicidò, e un professore che accoltellò la compagna in negozio. Il problema di fondo è quello di un malsano senso del possesso dell’uomo nei

“Bisogna lavorare anche sulle donne per evitare che credano di potercela fare da sole” confronti della donna. In una minoranza di persone un “no” di una donna fa scattare reazioni furibonde e in qualche caso tragiche“. I casi più efferati poi non prendono origine come si tenderebbe a credere, da contenziosi sull’affidamento dei figli, anzi a volte si tratta di coppie in cui i figli non ci sono. Come uscirne? “Ora è tempo di lavorare sulla psicologia maschile- spiega Gabriella Camozzi – con corsi nelle scuole e anche negli ambienti di lavoro e famigliari, cercando di far cambiare la mentalità e far capire che un no o un rifiuto o la fine della relazione vanno gestire in maniera matura e non aggredendo la moglie o la compagna”. Si perché tra l’altro, e non serve ribadirlo il 90 % dei casi di violenza sulle donne è fatto da compagni, mariti o persone che sono in stretto contatto con loro. C’è anche da lavorare però sulle donne stesse. “Spesso nella donna - conclude la Camozzi- c’è un errato

Il fenomeno è diffuso a tutte le età e in tutte le fasce sociali

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senso di onnipotenza, cioè la sensazione di potercela fare da sole. Impera la mentalità del “poi riesco a farlo cambiare in fondo non è un violento, ma stressato eccetera“. Niente di più sbagliato. Da sole in questi casi si riesce a fare poco, è importante invece rivolgersi ai centri donna anti violenza che sono in grado di dare domiciliarità segreta se necessario e aiuto di psicologi, avvocati e specialisti”.

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l Centro Donna e Antiviolenza del Comune di Venezia è attivo dal 1995. In esso opera un équipe composta da una ventina di professioniste che offre accoglienza alle donne vittime di violenze e maltrattamenti. Ad oggi le donne accolte sono 4.000 con una media di circa 300 donne che ogni anno si rivolgono per la prima volta. Provengono dal territorio veneziano (per il 73%) ma anche dal resto del Veneto. In alcuni casi la richiesta di aiuto arriva anche da donne di altre regioni d’Italia che si rivolgono al Centro Antiviolenza autonomamente o inviate da altri Servizi e Centri Antiviolenza italiani. Nel 1996 è stata aperta la casa protetta ad indirizzo segreto dedicata all’accoglienza di donne (con eventuali figlie e figli minori) in situazione di grave rischio a causa di maltrattamenti e violenze. Le donne che si presentano al Centro coprono tutte le fasce d’età con una prevalenza nella banda 35-45. La maggioranza ha figli (61%). Lavorano nel 57% dei casi, anche se spesso il lavoro è part-time e di livello remunerativo medio-basso. La percentuale di donne straniere è aumentata notevolmente negli ultimi anni: 1 donna su 5. Il centro si trova in Viale Garibaldi 155/a Mestre Si può chiamare lo 041 2690630 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. Nei giorni di chiusura o in caso di urgenza chiamare il 1522 e chiedere delle operatrici del Centro Antiviolenza del Centro Donna di Venezia. A.A.


12 Cultura veneta

Cultura veneta 25

Villa Pisani Fino al 4 novembre “Arti e Mestieri nella Pittura Veneta tra 800 e 900”

La nobiltà del lavoro Contro il buio di spread, default, Bund e Btp la risposta semplice del lavoro come valore morale essenziale del singolo e della collettività

C

ontinuando nel solco di una ricognizione a largo raggio sulla pittura dell’Ottocento veneto, che caratterizza da anni l’offerta espositiva del Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra (Venezia), la mostra “Nobiltà del Lavoro. Arti e Mestieri nella Pittura Veneta tra 800 e 900”, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, illustra i diversi aspetti del lavoro attraverso le raffigurazioni dei mestieri svolti a Venezia e nell’entroterra veneziano lungo tutto il secolo che segue la caduta della Serenissima fino ai primi decenni del Novecento. In un’epoca come la nostra, preme l’esigenza di un radicale ripensamento sul senso e sul valore del lavoro. Contro il buio di spread, default, Bund e Btp, contro l’imperscrutabile economia irreale, per tornare a vedere equilibrio nella società la risposta è semplice, trasversale, globale: il lavoro che, naturalmente, è stato, è e resta valore morale essenziale che dà senso, misura e stabilità al singolo e alla collettività. Nella nostra Costituzione, all’articolo 1 si legge: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e la parola “lavoro” risuona con una intensa e cristallina carica salvifica. Da qui è nata l’idea di creare una rassegna tra Ottocento e Novecento che si concentri sui

Nelle foto alcune delle opere in esposizione: in alto “Mondine in Polesine” di Ettore Tito, Fausto Zonaro “Il sarto”, a sinistra Cesare Laurenti “La fruttivendola” e Oreste Da Molin “Barbiere rusticano” vecchi mestieri, vivi nella pittura veneta, che mostri come nell’arte a cavallo dei due secoli la potenza del lavoro sia glorificata con tutta la sua carica concreta e dinamica dai pennelli più noti del tempo. La mostra conduce il pubblico in una Venezia con campi e campielli popolati dall’animazione caratteristica dei mercati, con calli, ponti e canali percorsi dal vociante passaggio di ambulanti: arrotini, venditori di caldarroste, lustrascarpe, fiorai, carbonai, burattinai, suonatori girovaghi. Le donne lavorano accanto agli uomini come bigolanti, che al grido “acqua mo” portano, con il

secchio o bigol, sulle spalle, l’acqua dolce direttamente alle case; vendono polli, fiori, frutta, sono lavandaie o venditrici di zucca, o balie, cuoche, serve a servizio delle famiglie dei ricchi borghesi o della nobiltà di un tempo. Le immagini dipinte invitano a curiosare all’interno di case o di laboratori dove sartine, ricamatrici e merlettaie sono all’opera con aghi e fili, in ambienti umili dove un notaio stipula un contratto di matrimonio, dentro le botteghe dove calzolai, sarti e barbieri sono colti nell’esercizio del loro mestiere e dove gli antiquari espongono coloratissime e preziose merci o nelle fucine

La Fondazione Stépán Zavrel compie 30 anni

NUOVA SEDE E UNA MOSTRA IN CANTIERE

P

er festeggiare la nuova sede e i trent’anni di attività, la Fondazione Stépán Zavrel di Sarmede ha in serbo un’edizione straordinaria de “Le immagini della fantasia”. Una mostra che aprirà i battenti, il 27 ottobre e proseguirà fino al 20 gennaio, con un tema conduttore: 30x2 , ossia gli anni di attività della fondazione per due, in totale 60 illustratori invitati nella sola sezione Panorama, dedicata ai libri recentemente pubblicati ma con l’aspirazione di coinvolgerne altri, in numero anche maggiore, insieme agli editori riunendoli nell’ambito di un ricco programma di eventi collaterali. La rassegna offrirà così al suo pubblico un discorso sempre più ampio sul libro illustrato che comincerà dall’osservazione di oltre 350 illustrazioni provenienti da numerosi Paesi, rifletterà sulle modalità espressive di oltre 100 illustratori, e 50 allievi della Scuola Internazionale d’Illustrazione viaggiando sul filo delle parole di un centinaio di libri e suggerendo infiniti spunti di dialogo che affioreranno sfogliando emozionanti pagine illustrate. Le immagini della fantasia proporrà, inoltre, anche altri approfondimenti nelle sue sezioni speciali: una dedicata all’ospite d’onore Roberto Innocenti, l’altra dedicata alle fiabe dalla Russia ed infine “Come nasce un libro Illustrato”, dove André Neves racconta il suo modo di lavorare. Si celebrerà il trentennale anche grazie

dove ferve il lavoro dei fabbri. Chiamano ad addentrarsi lungo le callette veneziane dove le impiraresse (infilatrici di perle) svolgono a domicilio, talora appena fuori dell’uscio, prolungamento dell’angusto spazio domestico, le loro attività con il pensiero ai compagni che sono sulle barche, fuori in mare, a pescare. Uscendo dalla laguna, il visitatore è accompagnato nel brio luminoso di un giorno di mercato in Piazza delle Erbe a Verona, nell’umida atmosfera di una pescheria a Chioggia, nella effervescente confusione dei mercati di Badoere e Serravalle e nelle campagne dove sono al lavoro mondine,

contadini, zappatrici, fienaiole, pastore. Attraverso una selezione di dipinti che coprono un arco cronologico di più di un secolo, dal principio dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento, si compie un percorso accattivante attraverso la pittura di genere di area triveneta (con pittori friulani come Brass, Fragiacomo, Mazzoni, Rotta e Veruda), tracciando un reportage sulle attività della gente che, nell’operosità come nel travaglio, nella fatica come nella solerzia, nei gesti e negli sguardi diventa protagonista di una grande epopea, quella del lavoro, nella sua concreta, industriosa, sostanziale nobiltà.

Personale di Renato Pengo dal 14 settembre

Shock ai Musei Civici degli Eremitani

L

ad interventi critici d’eccellenza come quelli di Roberto Denti in apertura del volume che correda la Mostra, di Paola Pallottino, dando nuova lettura all’opera di Roberto Innocenti, di Silvia Burini, di Anastasia Arkhipova, di Davide Giurlando sull’opera di Iurij Norstejn, accanto alla consueta presentazione della Mostra a cura di Monica Monachesi e al saggio sui racconti popolari della Russia a cura di Luigi Dal Cin. Sempre sulla scia delle celebrazioni per il trentennale sarà in uscita ad ottobre la pubblicazione “Storyboard, come nasce un libro illustrato”, dove 7 illustratori raccontano come nasce un libro illustrato, un editore ed uno stampatore offrono la propria esperienza e le parole di Stépán Zavrel come ouverture.

e stagioni dell’arte non hanno date precise, vengono comunemente classificate in base alle tendenze storiche che le contengono. Così c’è stata un’arte romana fino a quando è esistito l’impero romano d’occidente, pur essendo sopravvissute geograficamente parte delle prerogative di quest’arte in quello d’Oriente e temporalmente anche nell’arte successiva paleocristiana, ed esiste un Rinascimento che comunemente viene collocato agli inizi del Quattrocento anche se la sua genesi risale, dal punto di vista tecnico, ad un secolo prima e nei duecento anni precedenti andrebbero cercate anche le premesse economiche che l’hanno consentito. Insomma l’arte non volta pagina insieme ai calendari, a volte fa una fuga in avanti rispetto ad essi ma in altre circostanze è un corpo resiliente che tenacemente non vuol saperne del mutare dei tempi. Oggi, per esempio, da almeno cinquant’anni sembrerebbe dare solo spettacolo di se stessa ed essere inconsistente come un’entità astratta che latita nascondendosi sotto una coltre di ventagli giocattolo. Servirebbe una riattivazione sensoriale, emotiva, intellettuale. Secondo Renato Pengo solo uno “Shock” permetterebbe di far ripartire il dialogo tra storicizzazione artistica e arte contemporanea. Come? Con la mostra che dal 14 settembre troverà posto nella sala delle esposizioni temporanee dei Musei Civici degli Eremitani mettendo a stretto confronto una scelta di dipinti tra il Quattrocento e l’Ottocento della Pinacoteca dei Musei con le tele appartenenti al ciclo pittorico “Shock” degli anni Novanta e a elementi video realizzati dall’artista per questa personale. E’ infatti a partire dagli anni Novanta che Pengo affronta nuovi ambiti legati all’antropologia e alla psicoanalisi, raffrontandoli con

il mezzo tecnologico e con la cultura mediatica contemporanea focalizzando la sua immagine sul cosiddetto “shock tecnologico”, cioè la trasposizione su tela del brusio elettrostatico del televisore, che al tempo aveva anche suscitato l’interesse del celebre critico francese Pierre Restany. In poche parole Pengo pratica una sorta di intrusione artistica nei Musei Civici, uno turbamento appunto, collocato a metà strada tra l’arte moderna, rappresentata dalle opere della Pinacoteca del Museo, e quella contemporanea delle sue tele e dei video che con l’effetto neve del tubo catodico, proiettato tutt’intorno, arriva a coinvolgere anche il pubblico.


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24 Sì, viaggiare

Sì, viaggiare 27

VIAGGIO IN CAMPER

Rotta su

Finisterre

I

n ogni angolo della Spagna Atlantica, dai Paesi Baschi alla Cantabria, dalle Asturie alla Galizia, si incrociano pellegrini in cammino. Sono come tanti rivoli che prima della meta confluiscono in un grande fiume, quello che porta a Santiago de Compostela e poi a Finisterre. E’ così da secoli, un flusso inarrestabile. La maggior parte di loro cammina, altri pedalano, i più originali vanno a cavallo... Li contraddistingue il simbolo della cappasanta, la “concha” appesa allo zaino. Il Cammino di Santiago è una rotta che parte dal Passo di Roncisvalle, sui Pirenei, ma che conta un’infinità di varianti, per cui chi è in viaggio in questa parte di Spagna dal clima generalmente più fresco rispetto a quello del resto della penisola iberica li incrocia ovunque. E’ successo anche a noi nel corso del nostro lungo viaggio in camper che aveva per meta la Galizia e in particolare la Festa dei fuochi di San Giovanni a La Coruna, ma che si è sviluppato lungo un itinerario di 6.100 chilometri, toccando ben otto paesi. Solito equipaggio (la mia famiglia: io, Silvia e le nostre bambine Eleonora e Sofia) e solito camper, il Sun Living Lido S13, con meccanica Ducato 130 multijet (veloce e parco nei consumi: 10 chilometri con un litro) noleggiato alla B&B di Pozzonovo alla tariffa di 110 euro al giorno, la stessa degli ultimi quattro anni. All’estero gasolio più economico, austotrade più care. Partenza il 16 giugno da Abano Terme e prima tappa a Vaduz, capitale del piccolo principato del Liechtenstein, dopo aver percorso l’autostrada austriaca dei lunghi trafori, fra cui quello dell’Arlberg di oltre 15 chilometri. A Vaduz i francobolli sono rappresentati persino sui marciapiedi. Il castello del principe Hans Adam domina la città. L’area di sosta per camper (gratuita) si trova davanti allo stadio. Il 17 giugno sosta nella vicina Maienfeld in territorio svizzero: è il paese di Heidi. In un bel paesaggio alpino sorge la casa di Heidi e più su la baita

UN ITINERARIO DI 6.100 CHILOMETRI TOCCANDO OTTO PAESI PER RAGGIUNGERE L’ORGOGLIOSA GALIZIA E LE ALTRE REGIONI DELLA SPAGNA ATLANTICA CON TAPPE IN LIECHTENSTEIN, A MAIENFELD IN SVIZZERA (IL PAESE DI HEIDI), NELL’ALVERNIA FRANCESE CON I SUOI SPETTACOLARI VULCANI SPENTI E POI NELLE PERLE BASCHE: L’ELEGANTE SAN SEBASTIAN L’AVVENIRISTICA BILBAO, LA MARTIRE GERNIKA QUINDI LE GROTTE DI ALTAMIRA CON GLI ANTICHI GRAFFITI LA SPLENDIDA LA CORUNA NELLA NOTTE DEI FUOCHI DI SAN GIOVANNI E LE TANTE PITTORESCHE LOCALITÀ DELLA ROCCIOSA E ASPRA COSTA GALIZIANA TAPPA PORTOGHESE A VIANA DO CASTELHO E INFINE LA MESETA, BURGOS, LOURDES E MONTECARLO

IL CAMPER IN RIVA AL MAR CANTABRICO A SAN VICENTE DE LA BARQUERA E, NELLA FOTO PICCOLA, A FINISTERRE. A DESTRA IN ALTO: L’EQUIPAGGIO SULLA COSTA ASTURIANA E A LA CORUNA. SOTTO: SOSTA A BILBAO, I FUOCHI DI SAN GIOVANNI SULLA SPIAGGIA DI LA CORUNA, LA CATTEDRALE DI SANTIAGO DE COMPOSTELA E IL CERAMISTA OTERO REGAL. PIÙ SOTTO: TIPICO GRANAIO IN PIETRA GALIZIANO, PELLEGRINI DI SANTIAGO, IL CANE DI FIORI DAVANTI AL PEGGY GUGGENHEIM MUSEUM DI BILBAO E LA SPIAGGIA DELLA CONCHA A SAN SEBASTIAN

del nonno. Vi è stato girato il film. Quindi attraverso Zurigo e costeggiando il Lago dei Quattro Cantoni breve attraversamento in Germania e prosecuzione del lungo trasferimento in territorio francese, verso Vichy. Il 18 giugno prima sosta curiosa a Lapalisse: è proprio il paese dove ha vissuto il celebre Monsignor de La Palice, quello che “un quarto d’ora di morire era ancora vivo”. L’uomo che ha codificato il concetto di ovvietà. C’è ancora il suo castello. Da Clermont Ferrand saliamo verso il mitico Puy de Dome, montagna dell’Alvernia che è al centro di una regione con ventidue vulcani spenti. Salire in vetta in auto non si può più: prendiamo l’appena inaugurato trenino a cremagliera. Uno spettacolo di panorama. Sopra è stato allestito un museo dedicato al tempio di Mercurio realizzato sul posto in epoca romana. Il 19 giugno attraversiamo il Perygord, famoso per i suoi pittoreschi villaggi rurali dove si produce dell’ottimo foie gras. Sosta pranzo sul lungo Gironde nell’elegante centro storico di Bordeaux e nel pomeriggio tappa ad Arcachon, storica località balneare sull’Atlantico il cui litorale è caratterizzato da alte dune di sabbia. In serata l’arrivo a San

Sebastian, o Donostia per dirla alla basca. La città che si estende lungo la baia, chiusa da due promontori, è linda ed elegante. Nel suo centro storico si va anche per il giro dei baretti dove si possono gustare i pintxos (le tapas locali) e per visitare il mercato. Tappa successiva il 21 giugno prima ad Axpe fra le montagne ad intervistare il grande chef Victor Arguinzoniz dell’Asador Etxebarri. Il re delle cotture con le braci di legno profumato, e poi a Gernika, la Guernica di Picasso, quella bombardata dai nazisti il 26 aprile 1937 durante la guerra civile di Spagna e rasa al suolo, con 1654 morti. Città martire che oggi è diventata un monumento alla pace, a cominciare dal suo museo. Un pugno nello stomaco. Nella vicina Bilbao c’è da restare a bocca aperta. Non è solo la struttura arditissima del Peggy Guggenheim Museum (straordinaria la collezione di arte moderna che custodisce) a stupire: è l’intera riqualificazione del centro storico. Un laboratorio urbanistico. Il 22 giugno è dedicato alla grotte di Altamira che custodiscono i più antichi graffiti d’Europa: risalgono a 18.500 anni fa. Quella che si visita è una grotta copia, riproduzione

fedelissima dell’originale chiuso per evitare di compromettere i preziosi graffiti. Attraversate le Asturie arriviamo nella appartata Viveiro, città dalle grandi verande bianche adagiata su una della tante rias (il largo estuario dei fiumi galiziani), dove il 23 incontriamo l’artista Otero Regal, ceramista e intellettuale famoso. Lo abbiamo visto all’opera nel suo atelier. Nel pomeriggio raggiungiamo La Coruna (ora A Coruna) dove viviamo tutti i preparativi della Festa di San Giovanni: la gente porta nelle spiagge di tutto e dall’imbrunire l’intera baia è coperta di falò, migliaia, che ardono fino all’alba con intorno tanta gente in festa intenta ad arrostire sardine e ad ascoltare musica. Una festa popolare straordinaria. All’indomani, il 24, la spiaggia viene ripulita dai bulldozer. Capo Finisterre (ora Fisterra) con la sua suggestione lascia senza parole: il camper è bello perchè ci consente di fermarsi proprio in riva alla scogliera. Un tempo questa era considerata la fine del mondo. In paese assaggiamo i mostruosi ma prelibati percebes, crostacei di scogliera. In serata sosta a Santiago de Compostela e suggestiva visita notturna fino alla Cattedrale, fra tanti cammi-

nanti laceri ma felici dopo tanta fatica. Poi il 25 giugno (compleanno di Silvia, festeggiato all’O’Rison di Portonovo parlando con Rafael Lima Fernandez, uno dei pionieri dell’immigrazione gallega in Olanda) tappe nella stessa Portonovo, all’isola di Toxa dal fascino Belle Epoque e a El Grove, belle località balneari. La costa galiziana è ricamata di rocce. A Baiona è ancora la riproduzione della caravella Pinta, la prima della spedizione di Colombo a rientrare dall’America. Escursione in Portogallo il 26 a Viana do Castelho, dominata dal santuario di Santa Lucia e il cui centro storico è impreziosito da tanti azulejos, le tipiche piastrelle decorate. Il 27 attraversiamo la meseta, da Ourense a Burgos (mozzafiato la cattedrale) fra ginestre in fiore e paesaggi colorati di terra e di grano. Ultima tappa a Lourdes: vi arriviamo durante la celebrazione serale con migliaia di fedeli ed è stato un momento toccante. Ultima tappa il 28 a Montecarlo per la foto di rito, quindi il ritorno (avvenuto all’alba del 29) non prima di aver assistito in un’Autogrill a Italia - Germania 2-0. Peccato non aver potuto sbandierare il tricolore all’estero...


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i nostri Esperti AFFARI DI FAMIGLIA

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS del Foro di Rovigo

Pornografia minorile pedopornografia

Gent.li Lettrici e Lettori, in questa metà d’estate mi è stata sottoposta una questione particolarmente delicata poiché riguardante la detenzione di materiale pedopornografico e i suoi risvolti in ambito penale. Capita, purtroppo, sempre più di frequente, anche grazie al facile utilizzo della rete internet da parte di chiunque, che persone adulte vengano trovate in possesso di materiale pedopornografico e conseguentemente denunciate all’Autorità. Per materiale pedopornografico si intende la rappresentazione di atti sessuali che coinvolgono minori. Il nostro ordinamento punisce severamente, con la reclusione da 6 a 12 anni (art. 600 ter c.p.), chiunque: “.. utilizzando minori di anni 18, realizza esibizioni pornografiche o produce materiale pornografico ovvero induce minori

di anni diciotto a partecipare ad esibizioni pornografiche.” In caso di distribuzione, divulgazione o pubblicazione di notizie o informazioni finalizzate all’addescamento o allo sfruttamento dei minori degli anni diciotto la pena va da 1 a 5 anni di reclusione. Questa pena si riduce a 3 anni in caso di cessione consapevole, ed anche solo a titolo gratuito, a terzi di materiale pedopornografico. Ma il nostro codice penale prevede inoltre all’art. 600 quater il reato di detenzione di materiale pedopornografico, infatti detto articolo così recita: “Chiunque al di fuori delle ipotesi previste dall’articolo 600 ter c.p., consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico utilizzando minori degli anni diciotto è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa

non inferiore a euro 1.549. La pena è aumentata in misura non eccedente i due terzi ove il materiale sia di ingente quantità.“ Leggendo quest’ultima norma sorge spontaneo chiedersi se costituisce comportamento penalmente rilevante anche il semplice fatto di visionare il materiale pedornografico in rete scaricandolo poi sul proprio computer o sulla chiavetta usb. Ed ancora, commette reato chi naviga involontariamente su un sito che contiene materiale di minori nel mentre compiono azioni sessuali? E’ evidente che se un adulto nell’atto di navigare in rete si trovi casualmente a vedere materiale pedopornografico non potrà essere ritenuto responsabile, almeno in astratto e per carenza dell’elemento soggettivo (dolo), del reato di cui all’art. 600 quater

c.p.. Tuttavia, lo stesso dovrà essere in grado di dimostrare all’Autorità la casualità per cui ha preso visione del materiale, dovrà evitare di scaricarlo sul proprio computer, dovrà chiudere il collegamento al sito e segnalarlo alla Polizia di Stato- sezione Polizia Postale-. Al riguardo la Corte di Cassazione, nell’intento di reprimere con sempre maggior forza, determinazione ed efficaacia il fenomeno della pedofilia digitale, ha ampliato il concetto di disponibilità di immagini pedopornografiche stabilendo che commette reato anche il soggetto che viene trovato in possesso di immagini benché scaricate nel cestino del

proprio computer. Ciò che assume rilevanza per la Corte è la visione, ancorché limitata nel tempo, di immagini pedopornografiche da parte del soggetto che volontariamente le ha scaricate sul proprio computer, nella consapevolezza di poterle riavviare in ogni momento. Solo i file definitivamente cancellati possono escludere la disponibilità di materiale pedopornografico. Una raccomandazione va fatta a tutti i minori cui è stato concesso di utilizzare internet e social network poiché molto spesso accade che persone sfruttino tali strumenti informatici per adescarli con varie modalità e tempistiche.

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

L’ARCHITETTO

Il sisma nella Pianura Padana, tra ricostruzione e prevenzione

Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333

Nel nostro Paese negli ultimi 40 anni sono stati spesi 147 miliardi di euro sul patrimonio immobiliare esistente per la riqualificazione antisismica (circa 3,6 miliardi l’anno). Fondi per interventi “post terremoto”, mentre, se si fossero investiti per la progettazione di edifici antisismici avrebbero ampliamente evitato i crolli. Così dopo le scosse del 20 e 29 maggio scorso e le successive repliche in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, si corre ai ripari! Case in muratura e capannoni prefabbricati le costruzioni più colpite! Dell’attività delle faglie in Emilia si sapeva dal 2000, tuttavia solo dal 2003-2005 la Pianura Padana è stata riclassificata da zona non sismica a grado 3. Nel 2009 sarebbe quindi entrato in vigore l’obbligo di costruire in quell’area con criteri antisismici. Le parole d’ordine ora sono: stima dei danni, valutazioni per la messa in sicurezza, ma anche distribuzione fondi e ripresa urgente delle attività aziendali. Il problema è che molti dei capannoni industriali sono costruiti senza tener conto delle norme antisismiche, urge quindi un censimento per adeguare gli insediamenti industriali! Ecco che il “D.L. post-terremoto”, n. 74 del 6 giugno e la “bozza di linee guida per la messa in sicurezza dei capannoni industriali”, redatte da Protezione civile, Cni, Assobeton e Reluis chiarisce le procedure post-terremoto più urgenti, per conciliare sicurezza e rapidità della ripresa delle attività produttive. Subito i controlli per

certificare l’agibilità sismica, necessaria per la riapertura delle attività produttive, ma massima semplificazione nelle procedure autorizzative di inizio lavori ed (eventuale) delocalizzazione delle attività per far ripartire l’economia. LE FASI SONO DUE: una prima rapida procedura di messa in sicurezza affidata dai titolari dei capannoni ai tecnici, per verificare che l’edificio non abbia le carenze strutturali e in caso abbia tali carenze si deve prevedere interventi di ripristino autocertificati al Comune, ma «è possibile solo quando il danno sui principali elementi strutturali sia assente o di modestissima entità». La seconda fase per poter certificare l’agibilità è quella dell’ OTTENIMENTO DI UN LIVELLO DI SICUREZZA SISMICA PARI AD ALMENO IL 60% di quello previsto per un capannone, costruito secondo la vigente normativa antisismica. Entro sei mesi, dall’entrata in vigore del DL, si dovrà comunque procedere a verifica di sicurezza ai sensi delle norme vigenti, e gli interventi per il raggiungimento della soglia del 60% dovranno essere eseguiti entro i 18 mesi successivi (inizio giugno 2014). Se per raggiungere questo 60% serviranno interventi edilizi, basterà comunicare ai Comuni l’avvio dei lavori e, solo entro 60 giorni dopo l’inizio dei lavori, si dovrà «presentare la documentazione per la richiesta dell’autorizzazione paesaggistica e del titolo abilitativo edilizio nonché per la presentazione dell’istanza di autorizzazione

sismica ovvero per il deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture». Qualora si scelga la DELOCALIZZAZIONE, questa «è autorizzata previa autocertificazione del mantenimento dei requisiti e delle prescrizioni previsti nelle autorizzazioni ambientali», e le aziende possono partire subito e presentare la documentazione entro 180 giorni. Spetta ai Presidenti delle Regioni definire «priorità, modalità e percentuali entro le quali possono essere concessi contributi nel limite delle risorse allo scopo finalizzate». Le risorse sono del Fondo per la ricostruzione, quantificate in 2,5 MILIARDI DI EURO CERTI (500 milioni di euro dall’accisa sulla benzina e 1 miliardo gli anni 2013 e 2014 da riduzione delle voci di spesa statale). Da definire, invece, le somme derivanti dalla riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti politici e dal Fondo di solidarietà Ue. In Veneto vi sono per similarità le stesse strutture colpite in Emilia Romagna. Data l’esperienza appare indispensabile che la Regione Veneto quanto prima proceda attraverso i gruppi politici per una proposta legislativa in grado di incentivare il miglioramento strutturale delle attività produttive. Su questa linea si stanno già muovendo gli Ordini dei professionisti e associazioni di costruttori, che però riusciranno ad avere efficacia solo con l’accorta attenzione da parte della politica e della Regione del Veneto.

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: cavazzana@tin.it


Parco Regionale Veneto del Delta del Po Via Marconi, 6 45012 Ariano nel Polesine (Ro) Tel. 0426 372202 - 346 6868151 Fax 0426 373035 info@parcodeltapo.org www.parcodeltapo.org

“ Dove la terra non è più terra e il mare non è ancora mare”

Un territorio, le sue eccellenze e un’estate di tempo per conoscerle Ente Parco del Delta del Po ha messo la marcia della promozione del territorio e dei suoi prodotti di eccellenza. “Mai come in questo periodo - spiega infatti il presidente Geremia Gennari - c’è stata tanta carne al fuoco o, visto che quando si parla di prodotti deltizi si parla prevalentemente di specialità ittiche, di pesci al fuoco”. Cozze e vongole veraci, ovviamente, ma anche tartufi, riso, patate americane, aglio, radicchio, carote. Insomma il parco è anche grande un orto nel quale le produzioni di qualità non mancano. “Con la Regione e gli altri parchi veneti - prosegue il presidente

Gennari - stiamo lavorando ad un «pacchetto di prodotti» da promozionare nelle principali fiere internazionali, questo ci consentirà di lavorare in modo sistemico in un’offerta pluri-comprensiva capace di andare oltre alla frammentazione che ha determinato quella sorta di «nanismo» che da sempre ci impedisce di raggiungere i mercati globalizzati; ancora con la Regione stiamo lavorando, in previsione dell’Expo 2015, ad una via d’acqua che collegherà Milano a Venezia, lungo la quale verrà collocato il Delta come area del riso, del tartufo, del pesce; con la provincia di Verona stiamo costruendo

«la via del riso»; con il Gal stiamo portando avanti il Progetto Camargue per la promozione delle eccellenze gastronomiche deltizie; la Fondazione Cassa di Risparmio, inoltre, ha dato avvio insieme all’Ufficio Unesco di Venezia ad un iter programmatico per il riconoscimento del Delta come area riserva della biosfera. Stiamo lavorando tanto su scala internazionale, cercando programmazioni condivise con tutti i parchi deltizi del Mediterraneo, quanto su quella locale cercando il coinvolgimento delle scuole, siano esse l’alberghiero di Adria o lo Iuav di Venezia. E ancora: esiste il progetto per un

Visite guidate da Rosolina. Terra sospesa tra cielo e acqua Per conoscere da vicino il Parco e le sue meraviglie naturalistiche, è necessario avere uno “punto di vista” speciale, quello offerto dalla miriade di canali che danno forma e luogo all’area umida più grande d’Europa. Questa, infatti, è una terra che va vista dall’acqua. Altrove le escursioni si fanno a piedi qui invece è necessario scivolare sul pelo della corrente per conoscere i suoi abitanti: falchi anatre, aironi, cavalieri d’Italia, beccacce di mare e volpoche. Dal centro di Rosolina ogni martedì e giovedì, dal 14 giugno al 18 settembre, e possibile partecipare a due itinerari all’interno del Parco del Delta. La rotta del martedì, “Dove il fiume incontra il mare” propone un’escursione in motonave lungo il Po di Venezia fino alle foci del Po di Pila, del Po di Scirocco e del Po di Tramontana. Tre i luoghi dai quali è possibile prendere l’autobus che porta direttamente al luogo d’imbarco: Piazzale Europa ore 14.45; via delle Petunie ore 14.47, piazza san Giorgio ore 14.50. Lo sbarco è previsto a Pila verso le 17.30 circa L’itinerario del giovedì, Navigando negli orti d’acqua In questo caso l’escursione è in battello, il percorso prevede una lenta navigazione nella laguna di Caleri dove oltre agli allevamenti di vongole è possibile ammirare una fauna selvatica straordinaria ed unica. L’imbarco è previsto per le 15.30 all’attracco di Porto Caleri mentre il rientro è previsto per le 17.00 circa. Prenotazione obbligatoria per tutte le escursioni: +39 345 25 18 596

museo del miele e un museo della cinematografia girata nel Bassopolesine”. Infatti tra i prodotti del Parco non c’è solo quello che la terra produce ma anche la terra stessa e le grandi distese di acqua delle lagune, gli scanni, le barene e la secolare storia degli uomini e la loro cultura. Per questo ogni anno il Parco propone una nutrita rassegna di convegni, mostre e visite guidate dedicate al territorio rivolte alla conoscenza di questo angolo di mondo sospeso tra una terra che non è più terra e un mare che non è ancora mare.

Videoproiezioni, laboratori e degustazioni

Tra il conoscere e il sapere

Tra le offerte culturali del Parco non mancano quelle legate alle tipicità deltizie, siano esse i prodotti del territorio, i luoghi da conoscere o laboratori didattici per la scoperta di alcune produzioni locali. Fino al primo settembre, infatti, al Centro Congressi di piazzale Europa di Rosolina si terranno serate dedicate a vari approfondimenti. Lunedì 6 e 20 agosto ci sarà la serata natura, con la proposta di vari itinerari per la scoperta del territorio; lunedì 27, invece, verrà proposta una serata di videoproiezioni con le immagini più suggestive del Delta. E ancora: mercoledì 1-8-22 agosto saranno i maestri artigiani dell’argilla a tenere banco con un laboratorio didattico sulle produzioni locali, alcune davvero tipiche come le ocarine, o i “cuchi” come vengono chiamati da queste parti, delle quali esiste un bel campionario in esposizione al museo di Grillara tra quelle realizzate dal maestro centenario ma ancora attivo Idelmo Fecchio. La serata di mercoledì 28 agosto invece, sarà dedicata ai funghi con un esperto micologo che insegnerà a riconoscere le specie edibili che crescono del Delta. Nei venerdì 3-10-17-24 e 31 e nelle domeniche 5-1219-26 invece sarà attiva la Bottega del Parco con la vendita e la degustazione dei prodotti del Delta.


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LE OMBRE Trova l’ombra corretta

A

SOPRA E SOTTO

B

Risolvendo entrambi i giochi otterrete, rispettivamente, il nome e il cognome dell’attrice in foto

AIL - CAST - CINEMA - ELISA FICTION - LICEO - MARIA MOTIVO - NONNA - NOTA PARTENZA - ROMA - RUOLI SLOGAN - SOTTOLINEARE VITA - ZERO Chiave (5,5) - Il nome..........................

C

D

Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba. A schema ultimato, nelle caselle grigie, apparirà il cognome.

AD-CA-CD-ID-TI-ATE-D’ORE ICS-IDO-ILA-ORA-REO-SIR-TAP CINO-ERMO-IENA-LODE-ODOR ORMA-AMPIA-DIPOI-EDMEA ODEON-PINOT-RADON RODIO TAPPE-DORRAI-IRONIA EDITORIALE The objects (gli oggetti) Impariamo l’inglese

CHIAVE (8) - Un oggetto.......................................................................................................... Aforismi divertenti • Non sono vegetariano perché amo gli animali. Il fatto è che odio le piante. • Mia moglie ed io siamo stati felici per vent’anni. Poi ci siamo incontrati. • Un piacere senza rischi piace meno.

Soluzioni: corretta: B LE OMBRE:

• La moglie al marito: “Caro, Tu preferisci una donna bella oppure una intelligente?” Lui: “Nessuna delle due cara. Ti amo così come sei!” • Che cosa vuol dire per un uomo “Aiutare nelle faccende domestiche?” Sollevare le gambe quando la moglie passa l’aspirapolvere. • Tra amiche londinesi: “Mi sono messa con un tipo underground!” “Fantastico! Cosa fa? Il pittore?” “No, guida la metropolitana.” • Tra amiche: “Voglio provare a entrare nell’ambiente del cinema!” “Allora c’è una sola cosa che tu devi fare.” “Quale?” “Comprarti un biglietto!” • Sulla spiaggia un ragazzo dice ad una ragazza: “Perché non fai il bagno?” La ragazza: “Ho le mie cose.” E lui risponde: “Vai, che te le tengo io.” • Chi è il portiere della squadra femminile di calcio più forte del mondo? Sara Cinesca. • Era così sofisticata che guidava con le gambe accavallate. • Fra due amiche: “Non c’è niente da fare, non ci capiamo. Pensa che gli ho detto che non volevo più vederlo!” “E lui?” “Ha spento la luce!” • Una ragazza si lamenta con

un’amica: “Incredibile come guidi la gente! Anche oggi ho tamponato tre auto!” • Un camionista si ferma ad un semaforo rosso. Da una macchina dietro di lui scende una bionda che si avvicina al finestrino e gli dice: “Buongiorno, volevo avvertirla che lei sta seminando il suo carico lungo la strada.” In quel momento il semaforo diventa verde e il camionista riparte. Ma al semaforo successivo la scena si ripete. E anche a quello dopo, a quello dopo e a quello dopo ancora. Finché l’uomo esasperato risponde: “Buongiorno a lei signorina. Mi chiamo Giorgio, siamo in inverno e questo è uno spargi sale.” • La maga ad una giovane ragazza: “Lei sposerà presto un uomo meraviglioso, bello, simpatico e intelligente.” La cliente allora domanda: “E del mio fidanzato cosa ne faccio? • Una donna affascinante è l’inferno dell’anima, il purgatorio del portafoglio ed il paradiso degli occhi. • “Come si chiama una ragazza che ha deciso di non fare all’amore con nessuno prima del matrimonio?” “Perché la volete chiamare?” • Lei: “Tu non mi capisci.” Lui: “Cosa intendi dire?”

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IL SANGIOVESE Denis Meneghini AL GIORNO D’OGGI OGN’UNO DI NOI, UN PO’ PER PASSIONE E UN

PO’ PER QUESTIONI DI ETICHETTA

CONOSCE I VINI PIÙ FAMOSI AL MONDO MA NON TUTTI SANNO CHE DIETRO AD UN GRANDE VINO C’È SEMPRE UN ALTRETTANTO GRANDE VITIGNO.

QUESTA VOLTA PARLIAMO DI SANGIOVESE, UN VINO CHE PRENDE IL NOME DAL VITIGNO, E CHE NEGLI “VINO DI BOTTEGA”. LA STORIA RACCONTA CHE IL SANGIOVESE È UNA DELLE UVE PIÙ VECCHIE DI CUI SI ABBIA NOTIZIA. ADDIRITTURA IN UN DOCUMENTO DEL 1772 SI DICE CHE GIÀ 2000 ANNI PRIMA, AL TEMPO DEGLI ETRUSCHI, SI USAVA QUESTA UVA PER PRODURRE VINO. IL LUOGO DI ORIGINE DEL SANGIOVESE È LA TOSCANA, ANCHE SE ORAMAI VIENE COLTIVATO IN QUASI TUTTA L’ITALIA, IN PARTICOLARE IN EMILIA ROMAGNA. INOLTRE ULTIMI ANNI È RIUSCITO A SCROLLARSI DI DOSSO L’ETICHETTA DI

NEGLI ULTIMI DECENNI IL SANGIOVESE HA AVUTO UN SUCCESSO PLANETARIO, IN QUANTO ALCUNI PRODUT-

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TORI CALIFORNIANI, ARGENTINI, AUSTRALIANI E CORSI, HANNO PIANTATO QUESTI VITIGNI NEI LORO TERRITORI CON OTTIMI RISULTATI. IL NOME SANGIOVESE HA ORIGINI MITOLOGICHE, INFATTI DERIVA DAL LATINO” SANGUIS JOVIS”, CIOÈ SANGUE DI GIOVE E NEL CORSO DEL TEMPO SI È TRASFORMATO NEL NOME ATTUALE. RE INCONTRASTATO DEL CENTRO ITALIA, IL SANGIOVESE HA SVARIATI CLONI CHE DI FATTO SONO RICONDUCIBILI AD ESSO, MA IN BASE ALLE ZONE DI COLTIVAZIONE, HANNO ASSUNTO NOMI DIVERSI. INFATTI DIVENTA BRUNELLO A MONTALCINO, PRUGNOLO GENTILE A MONTEPULCIANO E MORELLINO IN MAREMMA. COMUNQUE, ANCHE SE CAMBIA NOME, NON CAMBIA LE PROPRIE CARATTERISTICHE: ACINI DI UN ROSSO NON TROPPO CARICO, TANTA ACIDITÀ E TANNICITÀ CHE LO FANNO APPARIRE UN PO’ GREZZO DA GIOVANE MA GLI DONANO QUEGLI ELEMENTI CHE LO FARANNO EVOLVERE AL MEGLIO NEGLI ANNI A VENIRE, FACENDOLO DIVENTARE UNO DEI MIGLIORI VINI AL MONDO.

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MONDARE, AFFETTARE E LESSARE I PORRI. MESCOLARLI CON IL MIELE, LE SCORZETTE DI LIMONE ED I GHERIGLI DI NOCE. INSAPORIRE CON SALE E PEPE. CUOCERE LA PASTA IN ACQUA BOLLENTE SALATA, SCOLARLA TENENDO DA PARTE UN PO’ DI ACQUA DI COTTURA. CONDIRE LA CALAMARATA CON IL PREPARATO AI PORRI, QUINDI AGGIUNGERE IL CAPRINO ED AMMORBIDIRE CON L’ACQUA DI COTTURA. SERVIRE SPOLVERANDO CON UN’ALTRO PO’ DI PEPE NERO.

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Problemi alle gengive? Non sottovalutare il problema, parlane subito al tuo dentista. Le malattie parodontali (gengiviti, parodontiti) sono molto diffuse e, se non curate in tempo, possono creare seri disturbi arrivando a causare perfino la perdita definitiva dei denti. Questo tipo di malattia è provocata da un’infiammazione batterica cronica che colpisce e danneggia in maniera grave l’osso e i tessuti molli che lo circondano e che trattengono la radice dei denti. È oramai accertato che la causa principale di questa malattia è l’accumulo indisturbato di batteri, presenti naturalmente nella nostra bocca, nel solco gengivale. Si pensi che questo tipo di malattia colpisce circa il 60% della popolazione e il 10% si manifesta in forme avanzate.

Carie dentale e malattie infiammatorie delle gengive. Queste sono le patologie che principalmente si riscontrano in odontoiatria. L’accumulo di batteri sui denti è il momento primo di queste patologie multifattoriali. Rimuovere regolarmente e con efficacia questi depositi batterici è la base di una corretta prevenzione. Anche la terapia per contrastare le malattie infiammatorie delle mucose orali si basa su questo concetto: rimuovere i depositi di placca e tartaro (placca batterica calcificata) dai denti e dalle superfici radicolari ed insegnare al paziente ad impedire un nuovo accumulo con corrette manovre di igiene orale. Anche antibiotici e antisettici possono essere utilizzati, ma il loro peso nella terapia di queste patologie è marginale. Il ruolo fondamentale è la corretta igiene orale.

Terapia fotodinamica antimicrobica. La terapia fotodinamica antimicrobica consente di eliminare microorganismi batterici singoli e organizzati in biofilms. Questo processo di disinfezione consente di integrare le comuni procedure in endodonzia, parodontologia e cariologia. Il contributo dato dalla terapia fotodinamica antimicrobica si somma alla disinfezione comunemente eseguita in endodonzia, dove una contaminazione residua del sistema dei canali radicolari è alla base di complicanze come il granuloma apicale. In parodontologia i comuni sistemi di levigatura delle radici dentali utilizzati nel trattamento delle parodontopatie hanno il significato di rimuovere i depositi batterici accumulati sulle radici dentali; la terapia fotodinamica antimicrobica aiuta la diminuzione della presenza batterica ponendo le basi per una remissione della patologia infiammatoria. La rimozione del tessuto dentinale intaccato dalla carie è basilare prima di procedere con terapie conservative alla ricostruzione dell’elemento dentale. Anche in questo caso il contributo della terapia fotodinamica antimicrobica dà il suo contributo rimuovendo una quota di batteri.

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