La Piazza di Rovigo - 2013apr n53

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di Rovigo PORTO VIRO (RO) Piazza Garibaldi, 3 - Tel. 0426 631947 www.infortunisticablu.com

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 53 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Bilancio Previsionale a giugno, i conti restano in stallo

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Parco Langer I comitati cittadini chiedono ancora chiarimenti

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Sanità Visite a mezzanotte per accorciare le liste d’attesa

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EDITORIALE

OccupaziOne. Tmb in anTicipO sul pianO di riassOrbimenTO

Dall’Imu alla crescita non c’è tempo da perdere di Nicola Stievano

I dati relativi alla salute di Tmb sembrano andar contro quelli diffusi da Unindustria a dicembre. Tmb, infatti, non solo ha fornito rassicurazioni in merito all’attuazione del piano di gestione e riassorbimento del personale previsto per il 2011-2015, ma addirittura ha superato i propri propositi. pag. 12

24-25-26 maggiO. Tre giOrni di leTTeraTura

Per gli amanti della lettura l’appuntamento è con “Fiumi di libri”, fiera della piccola e media editoria, che quest’anno approda in piazza Vittorio Emanaule il weekend del 24, 25, 26 maggio. Molti gli ospiti attesi: da Giornano Bruno Guerri a Carmine Abate pag. 18

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Piazza Garibaldi, un cantiere eterno

Avezzù: I lavori hanno un anticipo di 45 giorni. La consegna da contratto e a ottobre

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’ ormai da tempo che i commercianti del centro di Rovigo lamentano il disagio causato dal blocco del cantiere in Piazza Garibaldi che da tre mesi non avanza compromettendo l’andamento delle vendite ed ostacolando la normale affluenza di acquirenti nei negozi. E’ datata 18 aprile la comunicazione ufficiale della sospensione dei lavori a causa della troppa acqua precipitata che ha irrimediabilmente imbevuto il terreno, comunicazione a cui ha seguito l’annuncio della ripresa degli stessi il 13 maggio. Il can-

tiere presente in Piazza fa riferimento ad un progetto di riqualificazione integrale del sito con particolari interventi relativi ai sottoservizi, quindi rete idraulica e di scarico, il rifacimento della pavimentazione in porfido e dell’arredo urbano nonché la sistemazione degli esterni dello stabile che ospita il teatro Sociale. Un intervento che si può definire di “ordinaria amministrazione” e assolutamente necessario per la zona della città. A riguardo dei ritardi l’Assessorato ai lavori pubblici ha affermato che non è do-

ODONTOIATRIA

vuto al mancato interesse da parte delle autorità o a qualche altra problematica ma semplicemente il cantiere “è fermo a causa delle forti piogge e della grande quantità di acqua scesa che ha imbevuto il terreno impedendo la realizzazione del massetto in calcestruzzo. Non vi è alcun problema né con il progetto, né con i sottoservizi che sono già finiti e tutti completamente rifatti: fognature, acquedotto e gas, compresi gli allacciamenti. pagg. 4-5

atto il Governo, archiviata - almeno così pare - la lunga e tormentata stagione di impasse politico che ha segnato questa prima fase dell’anno, elaborato il duro responso delle urne che ha confermato come l’Italia sia un paese diviso, che nutre scarsa fiducia nei suoi rappresentanti istituzionali e nella politica, che è stanco, dopo cinque lunghi anni di recessione, di non vedere risultati apprezzabili per rimettere in carreggiata il sistema - Paese, che non ne può più della “casta”, così lontana dalla realtà e così concentrata sul proprio “particolare”. La nascita del nuovo esecutivo non è stata impresa delle più semplici e anche il suo percorso sarà accidentato e non privo di rischi, breve o lungo che sia. Non troppo breve però, perché la voglia di tornare alle urne è poca e, soprattutto con questa legge elettorale, non è detto che dal voto possa emergere un’indicazione più chiara. Adesso è tempo del fare, più che di lanciarsi in vuote campagne elettorali ma anche in sterili braccio di ferro (compresi quelli in streaming, falsati dalla presenza delle telecamere), è il momento di mettere mano con una buona dose di pragmatismo alla tassazione senza uscire dai parametri di bilancio imposti dall’Europa, ma anche di favorire quei processi che finalmente possano far ripartire l’economia o, quantomeno, arrestarne il declino. continua a pag. 3

L’Intervento

Intrecci di domande, valutazioni e mancate risposte Rete dei Comitati Cittadini

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n questi ultimi giorni abbiamo ricevuto risposte ad una nostra richiesta del marzo scorso rivolta a Comune, Provincia, Ulss ed Arpav, relativamente agli effetti di realizzazione del progetto del Passante Nord a sud del Ceresolo, attraverso Parco Langer ed a ridosso di siti sensibili e quartieri abitati... ELLO

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EDITORIALE

segue da pag.

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Dall’Imu alla crescita non c’è tempo da perdere

Scomparso Giancarlo Morelli

addiO al sindacO dell’alluviOne

Uomo da sempre impegnato politicamente e nella società civile, ha dato testimonianza di grande personalità, impegno e professionalità, in tutti gli ambiti in cui si è speso e nei vari ruoli che ha ricoperto, portando avanti con coerenza i propri ideali. Tra i vari incarichi, è stato sindaco di Rovigo nel dopoguerra, durante gli anni dell’alluvione, e deputato in due legislature. Gemellaggi

Prendendo a prestito lo slogan del movimento meteora, “Fare per fermare il declino” è proprio quello che occorre in questo momento, è proprio ciò che la gente si aspetta. Non basta continuare ad urlare contro “la politica” come se fosse una cosa che non ci appartiene, visto che è sempre stata ed è tutt’ora lo specchio fedele del nostro Paese. I tagli ai privilegi, la riduzione dei mille privilegi, la trasparenza nei confronti degli elettori su spese e rimborsi sono un obbligo, vanno fatti senza tante discussioni o ripensamenti, ma non può essere questo l’unico punto di discussione politica, non è questo che ci aiuta a ripartire. Meglio lasciar perdere la gara a chi urla più forte, a chi raccoglie più gente in piazza, a chi realizza più contatti sul web. La nuova compagine governativa avrà vita dura ma è nata proprio con l’intento di trovare dei punti condivisi per non fermare la deriva. A partire dall’Imu, una tassa che va rivista sia per la prima casa che per gli immobili produttivi e commerciali, come ha sottolineato il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato. Proprio all’ex sindaco di Padova spetta una delle imprese più delicate, vale a dire favorire l’inversione di rotta e trovare la ricetta per la crescita della nostra economia, per la salvaguardia del lavoro e della capacità imprenditoriale delle nostre aziende. Allentare la morsa del fisco è solo il primo passo, serve una visione più ampia che abbracci il sistema del credito, le politiche del lavoro, la preparazione dei giovani, l’attenzione alla formazione. Non c’è tempo da perdere in chiacchiere, è il momento di agire. di Nicola Stievano

ODONTOIATRIA

cOnTinuanO gli scambi Tra rOvigO e viernheim

Rovigo-Viernheim, continuano gli scambi e i rapporti di amicizia. Dal 9 al 13 maggio, un gruppo di otto persone della cittadina tedesca, è stato in visita a Rovigo per uno scambio tra famiglie. L’iniziativa rientra tra le attività programmate lo scorso ottobre nell’ambito del gemellaggio tra le due realtà ed è organizzata dall’associazione Amici d’Europa che ha sostenuto anche tutte le spese. Il prossimo appuntamento è previsto a Viernheim dal 17 al 20 maggio per la Festa dello Sport, alla quale parteciperà un gruppo di soci degli Amici d’Europa. Sito del Comune

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Rovigo

Operiamo bene, che cosa si potrebbe migliorare, come sono i servizi offerti? Il Comune di Rovigo si interroga e chiede la collaborazione dei cittadini per conoscere il livello di soddisfazione degli utenti del servizio web. Un semplice questionario che compare aprendo la pagina ufficiale di palazzo Nodari: www.comune.rovigo.it, dove una piccola mascherina evidenzia “dedicaci 1 minuto per la tua opinione”. Le risposte date saranno utili per migliorare la qualità del servizio. I numeri dei visitatori del portale comunale sono in continuo aumento, nei mesi gennaio/ aprile 2013 sono stati 110.469 (27.617 media al mese), le pagine web visitate sono state 464. 424 (116.106 media al mese). Se guardiamo gli anni passati, i visitatori del 2012 sono stati 350.801, nel 2011 sono stati 357.368.

parcO maddalena

palazzO celiO

Il Tar intima la rimozione di giostre alberi e panchine

sOciale

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Cresce il numero di chi si trova in difficoltà pag.

ambienTe

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Inaugurato il percorso pedo-ciclabile che collega l’Adige al Po pag. 18 È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

E’ un marchio registrato. Editore

srl

Provincia

Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Un forum per fare il punto sui servizi pag.

TurismO Il vivere e il mangiar sano raccolti in una guida del territorio pag. 25

Regione Decrescita per virtù e per necessità pagg. 30-31

arTe

Tracce genetiche nella famiglia Matta

scuOla

Boom di iscrizioni negli istituti tecnici, in calo nei licei pag. 26

Anche quest’anno l’assessorato ai Servizi sociali organizza i soggiorni climatici per anziani e adulti. Lo ha comunicato l’assessore Gianni Antonio Saccardin, spiegando che, visto l’esito positivo, le mete scelte sono le stesse dello scorso anno. La località montana è Pinzolo – hotel Casteluce, dal 13 al 27 luglio al costo di 880 euro, quella marina è Rimini – hotel Maria Serena dal 29 giugno al 13 luglio al costo di 599 euro. Le domande si possono presentare fino al 22 giugno agli uffici dei Servizi sociali in viale Trieste, 18 (primo piano) – tel. 0425/206474. Il pacchetto vacanza offre pensione completa per 15 giorni. Inoltre, viaggio andata e ritorno in pullman e la presenza di assistenza infermieristica n caso di necessità. Il numero massimo di partecipanti è di 30 persone per ciascuna delle destinazioni.

“OlTre i cOnfini… ci sOnO iO”

ecOnOmia

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iscriziOni aperTe finO a giugnO

Mondo in rosa

V E N E Z I A - M E S T R E - PA D O VA - R O V I G O

un quesTiOnariO per migliOrare il serviziO

Soggiorni climatici

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Quattro incontri per valorizzare le donne nei vari ambiti sociali, un nuovo progetto nato dopo un confronto avvenuto tra donne appartenenti al Coordinamento Donne delle Acli Provinciali di Rovigo. Le donne che parteciperanno, dovranno portare con sè una frase, un libro, un oggetto, una canzone, una foto, .... portare, cioè, ciò che per loro rappresenta la tematica e condividerla con tutte le presenti. Ogni incontro avverrà presso la Libreria Calibrì (Corso del Popolo 210) alle ore 21. Gli appuntamenti rimasti in programma sono “Viaggiare al femminile” il 30 maggio, sarà presente Susanna Marchetto psicologa; “La donna e l’arte” l’11 ottobre, con la presenza di Susanna Cattai scenografa e decoratrice e Maria Mazzullo, musicista/cantante; “Io sono importante per me” il 15 novembre presenti Michela Staurini insegnante di yoga ratna.

Venezia Padova Rovigo Treviso

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE e

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di

PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 promomedia@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 aprile 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)

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4 Argomento del mese Piazza garibaldi L’amministrazione giustifica i ritardi con il cattivo tempo. Le abbondanti precipitazioni non permettono la realizzazione del massetto in calcestruzzo. Per quanto rigurda i sottoservizi i lavori sono stati completati

I lavori si protraggono da tropp

di Martina Celegato

Sono stati rifatti: fognature, acquedotto e gas, compresi gli allacciamenti

Piazza Garibaldi è un catino dove l’acqua ristagna. In più è sempre all’ombra

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’ ormai da tempo che i commercianti del centro di Rovigo lamentano il disagio causato dal blocco del cantiere in Piazza Garibaldi che da tre mesi non avanza compromettendo l’andamento delle vendite ed ostacolando la normale affluenza di acquirenti nei negozi. E’ datata 18 aprile la comunicazione ufficiale della sospensione dei lavori a causa della troppa acqua precipitata che ha irrimediabilmente imbevuto il terreno, comunicazione a cui ha seguito l’annuncio della ripresa degli stessi il 13 maggio. Il cantiere presente in Piazza fa riferimento ad un progetto di riqualificazione integrale del sito con particolari interventi relativi ai sottoservizi, quindi rete idraulica e di scarico, il rifacimento della pavimentazione in porfido e dell’arredo urbano nonché la sistemazione degli esterni dello stabile che ospita il teatro Sociale. Un intervento che si può definire di “ordinaria amministrazione” e assolutamente necessario per la zona della città. A riguardo dei ritardi l’Assessorato ai lavori pubblici ha affermato che non è dovuto al mancato interesse da parte delle autorità o a qualche altra problematica ma semplicemente il cantiere “è fermo a causa delle forti piogge e della grande

ascOm rOvigO

Travaglini: il centro storico siamo anche noi

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atiana Travaglini, titolare del negozio La parentesi argenti in Piazza Garibaldi, porta la voce dell’Ascom Rovigo, che raccoglie tutti i commercianti della città: “Siamo speranzosi che i lavori riprendano al più presto e si concludano in tempi brevi. Purtroppo quello di Piazza Garibaldi è un cantiere particolare la cui influenza si registra inevitabilmente anche nelle vie adiacenti. Il lavori sono necessari e ne siamo consapevoli tutti, non ci opponiamo in nessun modo, ma sicuramente bisogna considerare che il periodo è duro e il cantiere ci ha penalizzati maggiormente. Stiamo soffrendo molto soprattutto perché ci manca tutta la clientela occasionale che vede le vetrine ed entra in negozio”. Travaglini offre inoltre una sguardo particolare sul commercio del centro storico di Rovigo mettendo in luce aspetti che non devono essere sottovalutati “In centro non ci sono moltissime attività commerciali ma sono rimaste quelle che trattano particolari prodotti, che richiedono quindi anche determinati fatturati per poter resistere. Se mancano questi esercizi commerciali manca il centro storico perché sono anche i negozi che danno vita alla città, con una proposta commerciale che si differenzia dalla grande distribuzione. Se si abbassa la qualità si perde il valore aggiunto del centro storico e quindi gli acquirenti che vengono dirottati verso altri punti di vendita e distribuzione”. Ma.Ce.

quantità di acqua scesa che ha imbevuto il terreno impedendo la realizzazione del massetto in calcestruzzo. Non vi è alcun problema né con il progetto, né con i sottoservizi che sono già finiti e tutti completamente rifatti: fognature, acquedotto e gas, compresi gli allacciamenti. Si è trattato e si tratta solo del maltempo che, tranne qualche giorno, è stato un continuo succedersi di piogge. Durante i pochi giorni di sole, sono state fatte le prove per verificare se era possibile procedere con gli interventi previsti, ma hanno dato esito negativo”. Questo protrarsi delle piogge e del maltempo sarebbe poi stato aggravato dalla peculiare posizione di Piazza Garibaldi “In questa situazione di cantiere aperto – viene spiegato - l’effetto è quello di un catino dove l’acqua ristagna, inoltre, anche durante le giornate di sereno, l’area è spesso in ombra, pertanto i sottofondi restano più a lungo bagnati. Per evitare di dover rifare il lavoro, è bene invece, che siano ben asciutti. Appena possibile i lavori ripartiranno come previsto”. afferma ancora l’Assessorato ai lavori pubblici. Tali affermazioni però non servono a placare i disagi che invece rischiano di protrarsi troppo a lungo compromettendo definitivamente il commercio del centro già messo a dura

prova dalla crisi. E’ dallo scorso 24 ottobre infatti che l’intera area della Piazza risulta cantierata, decisione che fin da subito ha suscitato la rivolta dei negozianti locali che hanno chiesto una maggiore trasparenza nella programmazione dei lavori, constatandone la necessità, per dare anche a loro la possibilità di gestire al meglio le vendite e programmare gli acquisti. I disagi dei commercianti dell’area, e non solo visto che tutto il centro della città sta risentendo della crisi, sono emersi anche durante la presentazione da parte dell’Amministrazione del piano biennale per il rilancio del centro di Rovigo tenutosi lo scorso 23 aprile presso il locali della Pescheria Nuova. Nell’occasione Zangirolami e Ferlin accompagnati da Leoni hanno presentato i progetti in materia che prevedono differenti ambiti di intervento nel centro storico con riferimento alle linee di indirizzo definite dai bandi regionali. Proprio durante l’incontro i commercianti hanno esternato la loro necessità di politiche immediate che tengano conto della situazione di emergenza che si sta vivendo chiedendo a gran voce una maggiore indulgenza in materia di parcheggi e sosta per sfruttare al meglio le potenzialità della città, come mostre e manifestazioni, senza creare inutili disagi per gli acquirenti.


Argomento del mese 5 L’ex sindaco Paolo Avezzù

po tempo, commercianti furiosi Borella del Consiglio Direttivo del Consorzio Tutt’in Piazza

“Non si capisce perché a Rovigo i lavori durino un’eternità” di Martina Celegato

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lavori in Piazza Garibaldi hanno senza dubbio coinvolto in prima persona i commercianti del luogo che ne hanno dovuto subire le conseguenze. Alberto Borella, titolare del negozio Thun e facente parte del Consiglio Direttivo del Consorzio Tutt’in Piazza che raccoglie i commercianti del centro storico di Rovigo, a riguardo afferma: “Senza alcun sentimento polemico o di critica sollecitiamo l’amministrazione a portare a termine al più presto i lavori in Piazza Garibaldi. E’ importante ora dare una scadenza certa relativamente alla fine dei lavori. Sono stati bloccati dal maltempo, e questo non è da imputare all’amministrazione, ma ora c’è bisogno di certezze, su quando si tornerà alla normalità, quando le opere saranno terminate e auspichiamo che tutto sia terminato entro fine luglio, prima delle vacanze estive”. Continuando a riguardo delle opere pubbliche Borella sottolinea: “Vedere un cantiere sempre aperto non è appetibile per la clientela ma nemmeno per i cittadini che non sono invogliati ad una passeggiata nel centro di Rovigo e quindi il commercio, che già risente in particolar modo della crisi, si trova ad affrontare un problema in più. Non è una problematica che coinvolge solo chi opera in Piazza Garibaldi in quanto si sono avuti cantieri anche in Corso del Popolo e Piazza Cavour e alla fine a risentirne è l’intera area pedonalizzata della città e di conseguenza tutti gli esercizi commerciali”. Concludendo Borella afferma: “Sorprende che in altre realtà grandi opere vengano portate a termine in pochi mesi mentre a Rovigo anche i lavori di ordinaria amministrazione, è innegabile che ci fosse bisogno dei lavori che si stanno facendo, si protraggano per periodi troppo lunghi. Auspichiamo quindi una chiarezza nella data finale dei lavori affinché vengano portati a termine al più presto.”

Lavori in anticipo di 45 giorni

Da contratto la consegna è a ottobre A

riguardo del cantiere di Piazza Garibaldi negli scorsi mesi non si sono risparmiate le polemiche alle quali sono seguite le giustificazioni. Che la situazione meteorologica non sia stata delle migliori negli ultimi mesi è senza dubbio una realtà tangibile ma la situazione comincia a diventare difficoltosa per chi in quella zona lavora e vive. A tal proposito cosa ne pensa l’ex sinsaco Paolo Avezzù? “E’ vero che il cantiere è bloccato dal maltempo e provoca inevitabili disagi ai commercianti, ma mi risulta, cosa che non viene detta e scritta sulla stampa, che i cantieri siano in anticipo (rispetto ai tempi contrattuali di consegna) di circa 45 giorni. E comunque circa la pianificazione, questa è stata fatta, perché i lavori sono stati programmati tra le feste natalizie e l’inizio della stagione lirica dell’ottobre prossimo, periodo in cui avremo una piazza tutta nuova.” Una scelta quindi strategica per dare nuova veste alla Piazza stessa in uno dei momenti culturali più alti per la città di Rovigo. Avezzù, a riguardo dei disagi causati Le proteste sono ai commercianti o a chi svolge la sua atsempre rivolte ai tività lavorativa in loco ammette come politici ma esiste “Forse ci sarebbe stato bisogno di un anche una direzione coinvolgimento maggiore dei commerlavori cianti, perché il dialogo non va mai male. Anche se porto in proposito l’esempio di Via Angeli, che ho vissuto direttamente come sindaco nel 2003. Grandi assemblee con i commercianti, tante discussioni, ma alla fine se non prendevamo la decisione di far partire i lavori, dopo 10 anni i lavori sarebbero ancora in corso. Il risultato del mio e nostro “decisionismo” è che oggi abbiamo una Via Angeli che è riqualificata, un vero gioiello per la città, i commercianti ne sono contenti, tanto che rispetto a 10 anni fa ci sono nuovi negozi e tutti di grande qualità. Anzi il gruppo commercianti di Via Angeli è una forza di pensiero e di pressione rispetto alla Amministrazione, con idee e progettualità, il tutto impensabile fino a 10 anni fa quando era una via brutta, sconnessa e frequentata dal traffico urbano”. La vicenda di Piazza Garibaldi ha senza dubbio però sollevato notevoli polemiche sui giornali locali che non hanno mancato di segnalare il disagio dei negozianti e lo stallo dei lavori. A riguardo Avezzù ha la sua opinione. “C’è ancora il brutto vizio, non solo dei cittadini, ma anche della stampa di dare le colpe sui tempi dei lavori a Sindaco e Giunta, cosa che ho vissuto sulla mia pelle. Ma in base alle leggi vigenti esistono dei dirigenti, che hanno tutta la responsabilità gestionale su lavori pubblici ed altre materie, peraltro anche ben pagati (almeno 4 o 5 volte gli amministratori comunali), che però, al contrario dei politici, non vengono eletti dai cittadini e non ci mettono continuamente la faccia. Nel caso specifico di P.zza Garibaldi esiste anche una direzione lavori, che non risponde certamente all’Assessore ai Lavori Pubblici. Questo Ma.Ce. per fare un po’ di chiarezza”.


6 Rovigo Bilancio La sospensione dell’Imu ha fatto saltare le scadenze

Comune in stallo, il previsionale slitta a giugno Gli uffici di ragioneria non sanno più come conteggiare la tassa sulle case e quindi calcolare le entrate del Comune e i trasferimenti statali di Roberta Giacomella

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Comuni navigano nell’incertezza. La decisio- bilancio Stefano Bellinazzi. Gli uffici di ragione del governo di sospendere la rata Imu di neria non sanno più come conteggiare la tassa giugno è sicuramente una buona notizia per sulle case e quindi calcolare le entrate del Coi cittadini ma sull’altro fronte, i Comuni sono mune e i trasferimenti statali. Occorre trovare nel caos perché il mancato introito rende impos- la copertura finanziara e finchè non avremo istruzioni dal ministero non sappiamo come sibile approntare il bilancio di previsione. Con l’Imu, quindi, resta nel congelatore chiudere il bilancio previsionale”. Il bilancio consuntianche il bilancio di previvo dell’esercizio 2012 sione che lo scorso anno Il consuntivo invece si chiude con un fu approvato in tempo 2012 si chiude avanzo pari ad euro record e che quest’anno con un avanzo 951.241,62 di cui è slitterà inevitabilmente a pari ad euro 951.241,62 già stato destinato tutgiugno. to. A parte i debiti fuori Se Rovigo confermasse le aliquote dello scorso anno, le più alte bilancio e gli avanzi vincolati, la fetta più consiconsentite dalla legge, la prima rata dell’Imu stente è riservata al fondo svalutazione crediti sulla prima casa (con aliquota minima per tutti necessario per crediti iscritti in bilancio che prei comuni d’Italia) porterebbe alle casse comu- sentano alcune criticità, in quanto, pur essendo nali rodigine circa 7 milioni di euro e almeno il crediti regolarmente iscritti in quanto dovuti a seguito di accertamenti avvenuti a termini di doppio nel conguaglio di dicembre. “Impossibile, al momento, programmare legge, presentano difficoltà nella riscossione. qualunque intervento, sostiene l’assessore al Ora per poter reinvestire queste risorse serve

in breve Federico Frigato

mi aspeTTO risOrse per manuTenziOne, famiglie e cOmmercianTi

I Palazzo Nodari sede municipale di Rovigo il previsionale 2013 e comunque il patto di stabilità ne vincolerà buona parte. “Il 2012 è stato un anno particolarmente importante, conclude Bellinazzi. I dati di bilancio dimostrano come la riduzione dell’indebitamento del Comune, con l’estinzione dei mutui nel 2012, sia stata una nostra priorità e come le sanzioni stradali non siano considerate da questa Amministrazione un modo di fare cassa, bensì di fare prevenzione”.

l consigliere Pd Federico Frigato ha grandi attese dal previsionale 2013. Pur riconoscendo le difficoltà e le incertezze per gli enti locali in attesa di istruzioni chiare dal governo, l’esponente Pd è del parere che dal prossimo bilancio l’amministrazione e il sindaco non possano non partire da tre priorità sotto gli occhi di tutti: manutenzione, famiglie e commercianti del centro storico. Queste, a suo avviso, le tre scelte politiche imprescindibili da portare avanti. Le aliquote Imu, nella scorsa edizione, sono state messe al massimo e per i democratici l’amministrazione si è dimenticata delle gravi difficoltà in cui gravitano alcune fasce di cittadini. Per Frigato “occorre dare un segnale di attenzione che parta dalla difficoltà delle famiglie, e quindi cercare di tenere al minimo le tariffe dell’Imu, se ci saranno, ma anche quelle delle mense scolastiche e dei trasporti pubblici. Anche il fattore imprese va seguito attentamente. “Abbiamo

Federico Frigato

una difficoltà oggettiva per quanto riguarda i commercianti del centro storico che è deserto - attacca Frigato - occorrono misure adeguate per rivitalizzarlo”. Per finire c’è la richiesta di manutenzioni “che hanno raggiunto un livello tale di degrado da intaccare il decoro della città”. Mi aspetto, conclude Frigato, che diversamente dagli altri bilanci che abbiamo votato, in quello previsionale ci sia più azione politica e le risorse siano gestite con delle scelte politiche a monte. “Non si può ridurre un bilancio alla fredda sommatoria di numeri e poi trovarsi come è successo nel consuntivo, con degli avanzi di centinaia di migliaia di euro”. Ro.Gi.

COMuNE IN ATTESA DELL’AuTORIZZAZIONE A SFORARE IL pATTO E pAGARE I FORNITORI

L

a situazione è paradossale: il Patto di stabilità impedisce ai Comuni di spendere i soldi anche se li hanno in cassa e impone sempre nuovi sacrifici che ricadono inevitabilmente sui cittadini. Che si farà dell’avanzo di bilancio 2012 di quasi un milione di euro? Gran parte delle risorse è infatti vincolata dal patto di stabilità che impedisce di spendere quei soldi per opere indispensabili, servizi essenziali o per ridurre la pressione fiscale. Ricordiamo che i limiti imposti ai Comuni dal patto di stabilità impongono particolare attenzione agli accertamenti delle entrate e ai correlativi impegni di spesa, nonché ai pagamenti relativi agli investimenti per i quali, ogni anno non può essere superato un certo limite complessivo. Tale ultimo vincolo presenta un serio problema per il mondo imprenditoriale che lavora con gli enti pubblici che si trovano nel paradosso di avere i soldi in tesoreria e non poter pagare le ditte creditrici. Il rispetto di questo complesso di regole è reso ancora più difficoltoso dal decreto anticrisi che impone ai comuni di pagare con tempestività i fornitori. Insomma il Comune ha le mani legate, proprio in un momento di così grande affanno per le imprese e per le famiglie. L’Amministrazione comunale è costretta a muoversi in dodicesimi, cioè presumendo di spendere ogni mese un dodicesimo di quanto speso lo scorso anno, ma facendo attenzione a non sforare il patto di stabilità perchè l’incasso quest’anno potrebbe essere inferiore rispetto al 2012.

Stefano Bellinazzi

Il patto di stabilità è sempre stato rispettato. Il Comune non ha mai ricevuto sanzioni Va precisato che fino ad oggi il Comune di Rovigo ha sempre rispettato ogni anno il patto di stabilità e questo ha fatto sì che nessuna sanzione sia mai stata applicato allo stesso. “Noi lo rispettiamo, sostiene l’assessore Bellinazzi, il nostro problema è sapere i trasferimenti dello stato. Abbiamo inoltrato la richiesta per sanare tutti i nostri debiti pregressi ed entro maggio a palazzo Nodari arriverà la risposta da Roma con l’autorizzazione o meno a sforare il patto e pagare i fornitori per Ro.Gi. 1,5 milioni di euro.”


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8 Rovigo L’Intervento

Passante nord Chiesti chiarimenti al Sindaco e a Veneto Strade

Perizie nel Parco Langer, i dubbi dei comitati

Intrecci di domande, valutazioni e mancate risposte Rete dei Comitati Cittadini segue da pag.

Nelle scorse settimane sono stati condotti dei rilevamenti, i comitati chiedono al sindaco quale sia la natura di questi studi visto che a margine del progetto preliminare di Veneto Strade Spa erano allegate due perizie geologiche datate 2003 e 2006 di Fortunato Marinata

C

he il passante Nord passerà a Sud del Ceresolo è una decisione che la maggioranza di Palazzo Nodari ha preso qualche mese fa. Precisamente lo scorso 21 febbraio. Le polemiche però non si sono fermate e il tentativo di far tornare gli amministratori sui loro passi si è fatto più pressante. Per scongiurare il passaggio del nastro d’asfalto nel cuore di Parco Langer, i comitati cittadini si sono inventati di tutto: una festa lo scorso 5 maggio ma anche una rana rossa in via d’estinzione il cui habitat sembrava essere ormai circoscritto al solo capoluogo polesano. La stessa rana, qualche anno fa, in virtù la sua rarità, aveva dato l’illusione di poter fermare anche i cantieri della Valdastico Sud dall’attraversare le valli del Montagnanese ma così non è stato. La rana si è rivelata inconsistente. I pilastri di cemento, invece, sono spuntati dritti e rigogliosi dal fertile terreno argilloso per sostenere gli indispensabili, così erano stati definiti dagli amministratori del tempo, cavalcavia. Nelle immediate vicinanze dei caselli Montagnanesi sarebbero dovute sorgere due grandi aree logistico-produttive, una addirittura dalle titaniche dimensioni di un milione e mezzo di metri quadrati, anche questa definita strategica per far uscire la Bassa Padovana dagli anni dell’oblio. Oggi che la crisi ha relegato i capannoni in una commovente inedia, resta la consolazione che tutto quel cemento non è mai stato gettato, la campagna, salvo per la striscia autostradale, è rimasta campagna, aperta alle progettualità più differenti: recentemente anche alle colture estensive del fotovoltaico. Proteste qui non ci sono state, nemmeno

domande. A Rovigo, invece, come si diceva, il dibattito è rimasto acceso e tra gli approfondimenti sul futuro cantiere non sono mancate richieste di chiarimento in merito all’aumento di ben cinque milioni di euro che il progetto avrebbe comportato in seguito alle varianti. Una maggiorazione di costo che avrebbe fatto lievitare il prezzo da sostenere per gli interventi attorno alla ragguardevole cifra di 21 milioni di euro. Nel 2005 erano 16 milioni, un aumento all’incirca del 30% da imputare, secondo la documentazione fornita da Veneto Strade al consigliere della lista “Rovigo si ama”, Silvia Menon, per un imprevisto geologico. La risposta non ha lasciato del tutto convinta l’esponente della minoranza consigliare che ha fatto notare come vi sia una precisa normativa che specifica come là dove la necessità di ricorrere a varianti sia determinata dall’insufficienza delle

indagini preliminari, non sia del tutto legittimo inquadrare le maggiorazioni tra gli imprevisti geologici. Che le indagini preliminari non siano state condotte in modo appropriato, è tra i dubbi sorti anche tra i comitati cittadini che nei giorni scorsi, ravvisando lungo il tracciato camioncini di addetti impegnati in rilevamenti, hanno chiesto al sindaco, Bruno Piva, di che rilievi si è trattato visto che a margine dell’ultimo progetto preliminare presentato da Veneto Strade Spa erano allegate all’Elaborato 3 ben due perizie geologiche datate 2003 e 2006. “Quelle non andavano bene, i dati erano inesatti, incompleti, troppo vecchi?”. E’ stato chiesto in un documento inviato anche alle redazioni. Al momento in cui questo giornale è andato in stampa, una risposta dall’amministrazione non era ancora arrivata.

sui livelli di inquinamento dell’area che l’infrastruttura determinerà, ed alla validità dei pareri espressi in materia ambientale sul Pat alla luce delle varianti apportate in sede di commissione Vas. Il settore Ambiente-Ecologia del Comune di Rovigo ci dice che non sono esprimibili pareri generici al di fuori di quanto previsto sostanzialmente dalla Valutazione di Impatto Ambientale (Via) qualora l’opera ne fosse assoggettata; bene, proprio riguardo a questo vorremmo qui ricordare che attraverso il maldestro escamotage di modificare, da un primo progetto informatico ad un secondo cartaceo, la categoria della strada da C2 in F1, con declassamento formale ma non sostanziale, semplicemente riducendo di 25 centimetri la banchina esterna ed aumentando della stessa misura l’arginello, Veneto Strade S.p.a. è riuscita ad evitare la sottoposizione a Via! La cosa però più rilevante da evidenziare è il fatto che, dopo l’espressione dei pareri richiesti dal Comune di Rovigo agli enti competenti in materia ambientale pareri espressi sul Pat con previsione del tracciato del Passante Nord a nord del Ceresolo -, nessun altro parere è stato richiesto a seguito dello spostamento del tracciato, in sede di Commissione Vas, da nord a sud del Ceresolo. Chiediamo allora signor sindaco: non trova che esistano delle evidenti contraddizioni in tutto questo? Non crede che, per fare un esempio che potrebbe esserle congeniale, le analisi si debbano fare prima di arrivare alla diagnosi e quindi alla cura del paziente, non dopo? Che se queste analisi stabiliscono che si debba intervenire sul braccio destro è incomprensibile che il chirurgo operi la gamba sinistra? Come già nelle nostre precedenti lettere, signor sindaco, la invitiamo ad una opportuna riflessione, ma anche ad adeguate e circostanziate risposte: l’atteggiamento del “non vedo, non sento, non parlo” non è ammissibile da parte di chi dovrebbe essere la guida della comunità”.

parco MAddalena

il Tar inTima la rimOziOne di giOsTre, alberi, panchine, sOTTOservizi e bagni

N

el 2009 la giunta Merchiori, e nello specifico l’allora assessore ai lavori pubblici, oggi consigliere regionale, Graziano Azzalin, inaugurava Parco Maddalena. Oltre 800 mila euro spesi per la riqualificazione di un’area, diventata luogo di incontro e di svago per molti bambini rodigini e per i genitori che possono permettersi, di tanto in tanto, di accompagnare i figli al parco. Giostre, giardino curato con attenzione, sottoser-

vizi a regola d’arte. Ma il parco è in parte proprietà privata. La compravendita di cui già si parlava con la giunta precedente, non è infatti mai avvenuta, e Reale e Cefil, hanno rivendicato la legittima proprietà di larga parte dell’area. E quando l’amministrazione del Comune ha proceduto con le pratiche di esproprio, i privati hanno prontamente fatto valere la sentenza del Tar dello scorso ottobre, la quale ordinava la restituzione dell’area.

Infine, inaspettata, l’ultima sentenza, risalente al 24 aprile scorso, intima il Comune a rimuovere ogni intervento effettuato nell’area privata: allora via giostre, alberi, panchine, sottoservizi e bagni. Con la reazione di sconcerto degli amministratori e degli stessi privati che rischiano di dover rifare lavori di riqualifica, che già il Comune fece a suo tempo e che ora, probabilmente dovranno essere distrutti. F.D.L.

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Diritto di recesso. (d.lgs. 206/5, art. 50 e seg.) Se i prodotti non saranno di suo gradimento potrà esercitare il diritto di recesso - senza dovere nulla - inviando entro 30 giorni dalla consegna una comunicazione a mezzo lettera raccomandata A/R a Giordano Vini - Servizio Clienti, Valle Talloria, 12055 Diano d’Alba (CN). Giordano provvederà gratuitamente al ritiro della merce. Per maggiori informazioni può contattare il Servizio Clienti al numero 199 11 22 33 oppure inviare una e-mail a: dirittorecesso@giordanovini.it

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Rovigo 11 Sanità Una decisione della Regione per snellire le liste di attesa

Ospedali aperti anche di notte

Dal primo di settembre si potranno fare visite in fascia notturna: lunedì, mercoledì, sabato e domenica

Dalle 20 alle 24 si potranno fare visite. Soddisfatto Orsini: “Il nuovo orario agevolerà i lavoratori” di Francesca De Luca

È

la “rivoluzione culturale” veneta, come l’ha definita il governatore Luca Zaia. Si tratta della novità in ambito sanitario, presentata lo scorso aprile dallo stesso Zaia, congiuntamente all’assessore alla sanità Luca Coletto e al segretario regionale per la sanità Domenico Mantoan. Il progetto, illustrato alle direzioni strategiche delle Ullss e Aziende Ospedaliere, prevede l’apertura degli ospedali anche nella fascia oraria notturna, che inizia alle ore 20 e termina alle ore 24, per quattro giorni a settimana: lunedì, mercoledì, sabato e domenica, con l’aggiunta di festivi e prefe-

La replica di Azzalin

L’intera operazione verrà finanziata con circa 30 milioni di euro

divenendo prassi. L’idea è quella di riuscire ad eliminare, o quanto meno “snellire” in maniera consistente, le lunghe liste d’attesa, almeno per quanto riguarda i servizi ambulatoriali e soprattutto radiologici. I grandi macchinari, come tac e risonanze magnetiche, infatti, vengono utilizzate in regime minimo, mediamente 3-4 ore al giorno, quando potrebbero essere utilizzate oltre 10 ore, consentendo un notevole ammortamento delle spese. “E’ una nuova filosofia, una vera rivoluzione, ha detto Zaia, che si rivolge prima di tutto ai 5 milioni di veneti, che sappiamo curare molto bene,

stivi. Si tratta di un sperimentazione avviata lo scorso febbraio presso l’ospedale All’Angelo di Mestre, durata due mesi, al fine di valutarne l’impatto. Alla luce del buon riscontro ottenuto, con gran convinzione da parte di Zaia, la sperimentazione verrà estesa, a partire da settembre 2013, a tutto il territorio regionale,

“i macchinari sOnO fermi anche di giOrnO”

“I

l presupposto di far funzionare di più i macchinari per gli esami è sacrosanto, la decisione di aprire gli ospedali di notte è invece un tentativo di guadagnarsi spazio sui giornali senza voler davvero risolvere i problemi”. A passare ai raggi X la proposta lanciata dal presidente della Regione è stato il consigliere del Pd Graziano Azzalin che bolla il tutto come l’ennesima operazione mediatica. “Innanzitutto – spiega il consigliere – i primi fruitori della diagnostica e dei servizi

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ambulatoriali sono anziani ed è bene mettere in risalto che, forse, una nonnina ottantenne non ha tanta voglia di andarsi a fare una Tac a mezzanotte. Non solo, ma dire che gli ospedali vanno aperti di notte dimostra una scarsa conoscenza del funzionamento della realtà sanitaria territoriale, dove vi sono macchinari che giacciono inutilizzati anche durante il giorno. Per fare un esempio concreto, all’ospedale San Luca di Trecenta la Tac lavora solo mezza giornata. Forse, sarebbe più utile risolvere il problema di personale che impedisce un servizio giornaliero completo, invece di scimmiottare Maroni riempiendosi la bocca con la

L’intera operazione verrà finanziata con la messa a disposizione di circa 30 milioni di euro, da destinare alle spese di gestione del personale e a quelle organizzative. Arturo Orsini, direttore dell’Ulss 18, si è detto assolutamente favorevole all’iniziativa in quanto questa consentirà di “ampliare le possibilità diagnostiche nei giorni prefestivi e festivi, con snellimento delle liste d’attesa e maggior soddisfazione del cittadino” con particolare attenzione al cittadino lavoratore che non può permettersi di chiedere dei permessi per effettuare le visite.

parola ‘h24’. Anche a Rovigo diversi macchinari sono sottoutilizzati per mancanza di personale. Piuttosto che impiegare risorse per gli straordinari del lavoro notturno, sarebbe più utile risolvere i problemi di organico esistenti. Inoltre chiedo: gli esami che vengono prescritti sono davvero tutti necessari? E’ stata fatta una ricognizione, valutando seriamente l’aspetto dell’appropriatezza del ricorso agli esami medici e responsabilizzando ulteriormente i medici di base, facendoli interagire maggiormente con le Ulss? Le liste di attesa, infatti, si allungano anche perché vengono prescritti più esami”.

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12 Rovigo Lavoro Buone notizie per gli ex lavoratori della Grimeca di Ceregnano

Tmb anticipa il piano di riassorbimento del personale Un centinaio dei 400 cassaintegrati sono stati riassunti, circa cinquanta, in seguito ai corsi di formazione, sono stati assorbiti in altre aziende. Rimane preoccupante il problema degli esodati di Francesca De Luca

Rovigo Banca

pOSITIvO IL bILANCIO 2012

E

’ stato chiuso in positivo il bilancio 2012 di Rovigo Banca, come trasmesso nell’assemblea annuale dei soci. L’utile netto è pari a 2.167.261 euro e sarà destinato al rafforzamento patrimoniale della banca, al fine di renderla sempre più solida a sostegno dell’economia del territorio polesano. Nel presentare il bilancio, il presidente Lorenzo Liviero e il direttore generale Ruggero Lucin hanno messo l’accento sui notevoli sforzi impiegati per il contenimento dei costi e la stabilizzazione dei ricavi caratteristici, nel contesto della pesante crisi economica che pervade tuttora l’economia del territorio. Stando ai numeri, la raccolta diretta è aumentata dai 680,1 mln di euro a 705,8 mln di euro con un incremento pari al 3,8%. Gli impieghi alla clientela hanno sottolineato, al contrario, una contrattura da 568,2 mln a 552,4 mln, pari al 2,7%, con un andamento comune all’intero sistema bancario, in conseguenza delle dinamiche del mercato nazionale, che ha comportato un aumento delle sofferenze da 24,4 mln di euro a 34,9 mln, segno tangibile della difficoltà dei tanti imprenditori e delle famiglie nell’affrontare il debito. Ancora, il patrimonio netto della banca è aumentato notevolmente, passando dai 39,5 mln ai 51,4 mln, a seguito della notevole riduzione delle riserve negative da valutazione e in considerazione del positivo risultato di esercizio. Il margine di intermediazione è cresciuto del 23,9%, mentre i costi operativi hanno manifestato una riduzione del 6,7%, frutto dell’attenzione aziendale rivolta all’incremento dell’efficienza gestionale. Il presidente Liviero evidenzia come, a prescindere dall’attuale trend positivo, non si debba abbassare la guardia: “Le banche di credito cooperativo che usciranno da questa crisi non saranno più quelle di prima. Il modello sicuramente si trasformerà e si assisterà, nei prossimi anni, a una diminuzione drastica del loro numero”. E rivela l’intenzione di valutare eventuali aggregazioni con altre consorelle.”Ci stiamo pensando per consolidare la nostra posizione e far crescere la banca- spiega- Ma se un tempo le fusioni e le aggregazioni si facevano per aumentare i volumi delle Bcc, oggi servono per ridurre i costi di gestione”. Altra novità, il nuovo consiglio di amministrazione della banca è stato ridotto da 13 a 11 componenti, con il 25% in meno rispetto alla tabella della federazione. Novità anche nel collegio sindacale: uscita per Alberto Sichirollo e Vinicio Broccanello ed entrata del nuovo presidente del collegio, Diego Ranzani, con Umberta Monica Nale, nella carica di sindaco supplente. Me.Ru.

Emergenza case

presTO sisTemaTi 15 allOggi

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i Grimeca, o ex Grimeca, si è parlato molto. La sor- andata oltre le aspettative: sul fronte degli investimenti te di uno dei colossi polesani, e dei suoi dipendenti, erano previsti 20 milioni di euro in cinque anni ma ne è stato per lungo tempo motivo di interesse e di sarebbero già stati impegnati 10 per l’adeguamento tecpreoccupazione. Ora, la situazione sembra prendere una nologico. L’investimento che Tmb ha fatto nell’impianto di Ceregnano le ha consentito di consolidare la propria direzione più precisa, che par promettere bene. Nel dicembre scorso, infatti, gli operai manifesta- posizione come una tra le più importanti aziende italiane vano per paura di perdere gli ammortizzatori sociali e ed europee in materia di lavorazione dell’alluminio per chiedevano alla regione di farsi carico, almeno momen- il settore automobilistico e motociclistico. Specializzata taneamente, del loro problema; ad oggi, dopo qualche in varie tecniche di lavorazione della lega, anche grazie all’assorbimento di Grimeca, e mese, la Tmb (l’azienda che rilevò Grimeca nel 2011) sembra far ben Zanini: “Subordinate allo sviluppo delle potenzialità del la richiesta polo in questione, Tmb si afferma sperare. I dati relativi alla salute di Tmb, di prosecuzione della come un’eccellenza nel mercato nazionale e non solo. Anche sotinfatti, sembrano andar controcor- Cig alla rinuncia rente: mentre Unindustria a dicem- al Tfr è ricattatorio” to il profilo delle assunzioni, la situazione sembra evolversi: dei bre diffondeva dati preoccupanti per il settore metalmeccanico polesano (una perdita del quasi 400 cassaintegrati, circa un centinaio sono stati 6,7% dei volumi d’affari nei primi nove mesi del 2012 assunti con contratti a tempo determinato, mentre circa rispetto allo stesso periodo 2011 ed ore di cassaintegra- cinquanta in seguito ai corsi di formazione che sono stati zione cinque volte superiori a quelle del 2007), qualche messi a disposizione degli operai, hanno acquisito ancor mese dopo Tmb non solo ha fornito rassicurazioni in me- maggiori competenze e professionalità consentendone rito all’attuazione del piano di gestione e riassorbimento l’assorbimento in altre aziende. Si confida poi nel piano del personale previsto per il 2011-2015, ma addirittura di riassunzione previsto da Tmb, la quale dovrebbe reinsuperato i propri propositi. Come ha spiegato il sindaco tegrare nel posto di lavoro cinquanta operai all’anno, fino di Ceregnano, Ivan Dall’Ara, durante il consiglio comu- al 2015. Rimane preoccupante il problema degli esodati, nale “tematico” la Tmb di Monselice, infatti, sarebbe che ha colpito anche questa realtà: sono circa centocin-

fOcus

Nella foto lo stabilimento dell’ex Grimeca quanta gli operai che si pensava avrebbero avuto accesso al prepensionamento e che, invece, si sono ritrovati senza lavoro e senza pensione, in un limbo infernale che lede la dignità e al quale si spera verrà posto fine in tempi brevi. E se i rapporti con Tmb paiono non essere problematici, Paolo Zanini, segretario provinciale della Fiom, sembra invece ritener preoccupante il comportamento dei commissari liquidatori di Grimeca, i quali nell’ultima lettera mandata ai lavoratori avrebbero subordinato la richiesta di prosecuzione della Cig al fatto che i dipendenti rinunciassero al Tfr (Trattamento di fine rapporto, la liquidazione; Ndr) per il 2013. Per Zanini si tratta di “una richiesta irricevibile, contraria agli accordi”, per alcuni lavoratori si scade addirittura nel “ricatto”.

’emergenza abitativa diventa sempre più stringente, le opportunità occupazionali scarseggiano e gli ammortizzatori sociali volgono al termine. Sono migliaia le persone che si trovano a fare i conti con lo sfratto: si tratta di famiglie con bambini, di anziani anche non del tutto autosufficienti, di persone di mezza età che perdono il lavoro e non riescono ad autosostenersi. Nessuno escluso, ognuno è una possibile vittima di una crisi che sembra inarrestabile. Due le soluzioni praticabili nel territorio Veneto: vi sono le case di proprietà di Ater (Azienda territoriale edilizia residenziale) e quelle di proprietà comunale. Tra queste ultime anche le cosiddette “case parcheggio”, ove l’assegnatario può vivere per non oltre 24 mesi (salvo motivate eccezioni). Il vero nodo, comunque, sta negli appartamenti che rimangono vuoti perché non sono nelle condizioni di essere assegnati. In tutto il territorio regionale, le abitazioni sfitte sembrano essere numerosissime. Secondo Franco Ruzzante, consigliere comunale del Pd, gli alloggi Ater che si trovano in questa condizione sarebbero, nel solo territorio di Rovigo, centodieci. Per quanto riguarda quelle comunali, spiega invece l’assesore al patrimonio Aniello Piscopo, ci sarà a breve la possibilità di sistemare 15 alloggi. A Rovigo, infatti, oltre 30 unità abitative non sono idonee all’abitazione e non possono essere utilizzate dal Comune per risolvere il problema di chi non ha un tetto. Con circa 50 mila euro derivanti da residui da mutuo, l’amministrazione comunale sembra essersi impegnata alla messa a norma di questi appartamenti che, se probabilmente non saranno in grado nè di risolvere nè di arginare il continuo aumento di richieste di alloggio, si spera possano essere il punto di partenza di una prassi di riqualificazione del patrimonio comunale. F.D.L.

pOlesine Tlc Approvato il bilancio

e’ in aTTivO la sOcieTà che si Occupa dellO sviluppO delle reTi di TelecOmunicaziOne in pOlesine

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i è svolta lunedì 29 aprile l’assem- l’ampliamento dell’offerta e della copertura blea per l’approvazione del bilancio resa disponibile sul territorio, con particola2012 di Polesine TLC, la società a re attenzione ai progetti di cooperazione e prevalente capitale pubblico che si occupa valorizzazione delle infrastrutture pubbliche dello sviluppo delle reti di telecomunicazio- presenti. Nella relazione introduttiva Angelo Zanellato ha evidenziato alcuni punti ne in provincia di Rovigo. I soci (54% Consvipo, 30% Asm Rovi- sui quali la società ha sviluppato le proprie go, 3% Cciaa, 2% Ecoambiente, 9% Infra- azioni: “Il gestore concessionario Infracom com, 1% Aiem) hanno approvato all’unani- rilancia i suoi servizi alle più importanti immità dei presenti i documenti contabili che prese e pubbliche amministrazioni attraverso confermano un risultato economico in attivo. l’uso dell’infrastruttura di Polesine TLC. Si è contribuito all’attività In particolare Angelo di promozione dei Zanellato, Ammini- E’ stata servizi anche al fine stratore Unico della avviata una dell’estensione della Società e Presidente sperimentazione del Consorzio per lo per accessi diretti copertura attuale, con diverse nuove ammiSviluppo, evidenzia in fibra ottica nistrazioni della nostra come sia stato possibile proseguire al meglio le molte attività Provincia che hanno aderito al progetto. E’ intraprese dal precedente consiglio di ammi- inoltre stata avviata una sperimentazione nistrazione, oltre a mettere le basi per impo- per accessi diretti in fibra ottica con innovatistarne di nuove. La società conferma il suo va tecnologia nel comune di Rovigo. Avendo impegno principale nello sviluppo di offerta il nostro territorio una residenzialità diffusa e di servizi di telecomunicazione attraverso la quindi di poco interesse da parte dei granconcessione dell’infrastruttura agli operatori. di operatori di rete “fissa”, in questo anno Sono in corso molteplici attività per abbiamo operato affinchè venisse servita

Angelo Zanellato meglio questa fascia di utenza propiziando la realizzazione e l’estensione del progetto “Wi-Family” da parte dell’operatore Gavia Systems e l’ospitalità dell’operatore nazionale NGI sui nostri impianti. La società si è proposta in modo efficace come gestore di infrastrutture (cavidotti con pozzetti) esistenti presso i comuni di San Martino di Venezze e Rovigo. Si è ottenuta la concessione dalla Provincia di Rovigo e dal Comune di Rovigo, si è intrapresa la loro bonifica al fine di permettere l’estensione della Rete Polesana a Banda Larga e l’ospitalità di operatori di telecomunicazione, collaborando con il Piano Nazionale per la Banda Larga. Attività analoga è in fase di studio nel territorio di Rosolina e di Porto Tolle”.



14 Rovigo Giustizia Adria ed Este ricadranno sul palazzo di giustizia del capoluogo polesano

Sul tribunale il peso degli accorpamenti L’espansione territoriale comporterà una mole maggiore di lavoro per il capoluogo polesano a cui però non corrisponderebbe il potenziamento dell’organico e della struttura di Martina Celegato

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l tribunale di Rovigo soffre una situazione critica: la lavorare nel capoluogo. Altra questione da risolvere considerazione arriva niente meno che dalla nuova nell’immediato è la prossima estensione della compepresidente Adalgisa Fraccon, che si trova a fare i tenza del tribunale di Rovigo fino a Este, in vigore dal conti con problematiche e strascichi su più fronti. A prossimo 13 settembre, con un incremento calcolato partire dai 14.000 procedimenti pendenti: e così, nel sul tribunale di via Verdi di circa un terzo degli utenti. campo civile, molte sono le cause congelate per dare L’espansione territoriale comporterebbe una mole spazio a quelle più urgenti. Per ora il criterio appli- maggiore di lavoro per il capoluogo polesano, a cui cato è rispondere ai casi che possano creare allarmi però non corrisponderebbe il potenziamento dell’orsociali. Una lacuna scottante è infatti la mancanza ganico e della struttura. “Su 15 posti da magistrato di personale, a partire dalla figura di un dirigente disponibili – ha spiegato la presidente Fraccon - solo amministrativo e dello staff di coordinamento nel set- 8 sono coperti. Peraltro due di loro sono in proroga tore civile. “Inoltre l’ispezione ministeriale ordinaria, fino al 30 giugno prossimo, ma dall’1 luglio andranno in un’altra sede. E questo che è effettuata ogni sei anni perché non ci sono magistrati nei tribunali, sta assorbendo Per cause di Rovigo e quelli che hanno risorse” spiega la presidente. di sott’organico Senza contare che gli ultimi sono ben 14 mila l’incarico, prima o poi, chiedono l’avvicinamento a casa. Ho due bandi fatti dal tribunale di i provvedimenti segnalato le problematiche alla Rovigo per tre e quattro posti, pendenti Corte d’Appello di Venezia e si non hanno avuto concorrenti. Secondo la presidente la città dovrebbe invece essere sta studiando un modo per risolverle. Ora vedremo inserita tra le sedi disagiate, mediante un incoraggia- quanti me ne concederanno, rispetto ai 388 dell’ultimento economico a quei magistrati che scelgono di mo concorso, ma comunque arriveranno nel febbraio

Il tribunale di Rovigo del 2014”. Altro tasto dolente che il tribunale deve affrontare riguarda le sedi, dal momento che Adria sta per essere accorpata a Rovigo, così come gli uffici dei giudici di pace. Entro il 13 settembre dovranno essere operativi i cambi anche se rimangono cinque anni di tempo per riflettere sulle sedi. Rovigo si troverà a fare i conti con il personale di Este, con giudici di Pace e con possibili nuovi magistrati, senza tuttavia avere lo spazio materiale per ospitare i nuovi arrivi. La presidente Fraccon non ha perso tempo e cerca una soluzione strategica, di concerto con il sindaco, che lei ha già contattato per un confronto con l’ordine degli avvocati, il procuratore della Repubblica e il giudice di pace di Rovigo.

Laureata in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Istituto Superiore di Scienze Mediche dell’ Avana (Cuba) nell’ a.a. 19971998 e presso l’Università degli Studi di Ferrara nell’a.a. 2005-2006, ha frequentato numerosi corsi di approfondimento e congressi nazionali ed internazionali di Conservativa dentale ed Endodonzia. Si occupa quotidianamente di Conservativa estetica e funzionale, Endodonzia, Paradontologia e Chirurgia orale.

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il sindacO piva in cerca di sOluziOni

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runo Piva non si tira indietro e chiede a sua volta alla neopresidente del tribunale di pianificare l’arrivo del personale da Este e dal Basso Polesine. Dopo il rifiuto del sindaco di Porto Viro, Geremia Gennari, nel contribuire alle spese degli uffici del giudice di pace ad Adria, si è creata una profondissima frattura tra i due comuni del Delta, incrementando i problemi sull’area di Rovigo. Dura la reazione di due avvocati adriesi presenti nel consiglio comunale della città, ossia Stefania Tescaroli e Lorenzo Maltarello; quest’ultimo non ha mezzi termini e grida al caos completo nel caso in cui l’ufficio del giudice di pace di Adria sia soppresso, dato che il tribunale di via Verdi ad oggi non sembrerebbe essere in grado di sostenere l’accorpamento. Secondo le parole dell’assessore Maltarello, tutti i sindaci del Delta, alla fine, avrebbero accolto positivamente la proposta di addossarsi il costo di 90mila euro annui per il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace. Il personale impiegato sarebbe stato recuperato da alcuni dipendenti dei comuni appositamente formati dal Ministero. Maltarello precisa che la cifra sarebbe stata divisa in base al numero di abitanti dei 9 comuni. “L’ultimo a rispondere è stato Porto Viro, che avrebbe dovuto pagare 18mila euro”. Ma dal sindaco Gennari arriva il secco rifiuto alla trattativa, che avrebbe stoppato ogni speranza di manovra. Oltre all’utilità del servizio di Adria, secondo la capogruppo del Nuovo Polo di Adria, Stefania Tescaroli “il rischio veramente grave è il totale depauperamento del nostro territorio, come purtroppo pare stia avvenendo, a partire dalla soppressione del tribunale, poi magari dell’Ulss, delle scuole, del servizio postale”. Il primo cittadino di Rovigo nel frattempo lancia l’idea di instituire un gruppo di lavoro per pianificare un via d’uscita. “Una soluzione ci potrebbe già essere - afferma Piva - allo stesso prezzo di affitto dei locali del giudice di pace di via Boscolo avremmo un altro immobile con molti più spazi ma non posso di certo io decidere di trasferire tutto senza sapere di quando effettivo spazio serva”. Me.Ru.

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Il sindaco Gennari ha motivato la scelta: “Le risorse sempre più limitate impediscono di fronteggiare necessità essenziali dei cittadini”

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a giunta comunale di Porto Viro ha dato parere negativo al mantenimento del Giudice di pace di Adria a fronte delle spese che i Comuni avrebbero dovuto sostenere per salvarlo. Presa in esame la questione inerente la proposta di manifestazione di interesse, con allegato il “protocollo d’intesa” per il mantenimento dell’ufficio di Adria, la giunta comunale come ha fatto sapere il sindaco Geremia Gennari, non ha potuto in via preliminare verificare la portata della riforma della geografia giudiziaria voluta dal legislatore, che si traduce in 31 tribunali e le procure soppressi, 220 sezioni distaccate di tribunale cancellate (tra le quali Adria), 667 uffici dei giudici di pace soppressi (tra i quali Adria). “Non vi è dubbio che questi numeri testimoniano l’intento di una riforma che va ben al di là del dato locale – ha motivato Gennari - e si traduce in una razionalizzazione delle risorse destinata a durare e dare i suoi frutti nel tempo” Inoltre, la Giunta Comunale, unanime, ha rilevato che una condizione necessaria per l’adesione all’iniziativa era che tutti i 10 Comuni interessati approvassero senza riserve il protocollo d’intesa e si impegnassero a sostenere la spesa di competenza. “Così non appare – prosegue il sindaco - posto che un Comune ha negato l’assenso, un altro ha genericamente promesso il versamento di una somma a titolo di contributo, altri hanno condizionato la loro adesione alle effettive disponibilità dei loro bilanci, da verificare ad approvazione dei

medesimi. La quota parte di spesa per abitante da assumere a carico dei Comuni non solo non è certa, ma addirittura viene indicata contraddittoriamente ora in 1.80 euro per abitante nella proposta della camera degli avvocati, ora in 1.20 euro dalle informazioni trasmesse dal Comune di Adria, e, comunque, tale quota sarà certamente superiore a quanto ipotizzato in origine, a causa delle defezioni di cui sopra”. Le attuali problematiche degli enti locali hanno inoltre contribuito a rafforzare il diniego. “E’ inutile soffermarsi sulle ben note difficoltà nelle quali le pubbliche amministrazioni e, per primi, i Comuni, si dibattono quotidianamente – asserisce - le risorse sempre più limitate impediscono di fronteggiare necessità essenziali dei cittadini, sempre più pressati da una crisi economica che attanaglia la nostra, come le altre, realtà, e che è ben lungi dal trovare soluzione. Porto Viro, in tal senso, non fa eccezione, dovendo operare tagli e ridimensionare servizi essenziali, pur evitando il più possibile di aumentare la pressione dei tributi locali”. In conclusione, non sono state reperite disponibilità finanziarie nelle pieghe del bilancio di previsione 2013 se non a scapito di ulteriori tagli a poste contabili già ridotte all’osso. La giunta comunale, pur valutando l’utilità del mantenimento dell’ufficio giudiziario del giudice di pace in ambito locale, ha ritenuto che l’iniziativa non rientrasse tra le priorità dell’amministrazione comunale, tale da giustificare la destinazione delle risorse richieste. Ma.Ce.


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Rovigo 17 Sociale Don Silvio ci ha parlato del servizio della Parrocchia di Borsea

Centro d’ascolto, cresce il numero di chi è in difficoltà Fino all’anno scorso erano 70 le persone assistite, ora si superano le cento unità è il numero sembra essere destinato a crescere di Cristiano Aggio

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ono oltre 100 le persone che si sono recate, in quattro mesi, al centro di ascolto, aperto nella parrocchia di Borsea. Erano settanta fino a novembre, e il numero, inevitabilmente continuerà a crescere. Assieme a Don Silvio Baccaro, quattro sono i volontari che al lunedì e al mercoledì dalle 9 alle 11, accolgono, al Cuore Nuovo, persone, in difficoltà e non sono solo stranieri, anzi. “Sono molte le persone italiane che si rivolgono a noi - dice Susanna, che assieme a Maria Pia, Luisa e Pietro, si

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Quattro volontari sono a disposizione al lunedì e al martedì, dalle 9 alle 11 occupano del centro - le maggiori difficoltà si possono in buona parte ricollegare alla mancanza o perdita del lavoro che si va a intrecciare, in una sorta di miscela esplosiva, ai problemi derivati dai costi degli affitti e delle “utenze” domestiche. Si innescano allora situazioni nelle quali si rischia il non

ritorno alla normalità. Stiamo lavorando su due progetti che riguardano un laboratorio di cucito-ricamo per le donne e ad un doposcuola per i bambini”. “Abbiamo la disponibilità di alcuni insegnanti che operano nel nostro asilo - si allaccia Don Silvio - e stiamo mettendo in piedi anche questa possibilità perché le persone non si rinchiudano in casa con i loro problemi. La chiesa qui a Borsea è chiusa, ma i nostri cuori, le nostre famiglie, la comunità, devono essere aperti e accoglienti”. Il primo e fondamentale compito dei volontari consiste in un attento

ascolto dei problemi esposti. Questi molto spesso rappresentano solo l’aspetto più di superficie di situazioni complesse, che non sempre emergono ed appaiono chiare ai primi colloqui. La bolletta non pagata per la quale viene chiesto un aiuto rappresenta in genere la punta dell’iceberg di una gestione familiare approssimativa, di gravi difficoltà di autosufficienza per precarietà, talvolta della solitudine nella quale si affrontano i problemi. “Il centro d’ascolto – conclude Don Silvio - è lo strumento attraverso il quale la comunità parrocchiale cerca di essere

Nella foto Don Silvio Baccaro sensibile alle necessità dei più deboli. Ma è fondamentale la collaborazione con tutte le persone, enti, associazioni che impiegano le proprie risorse ed il proprio impegno nella stessa direzione. Ecco allora la necessità di sviluppare una sempre più stretta collaborazione, ognuno con la propria specificità, con servizi sociali e la Caritas diocesana”.

Solidarietà

ci sOnO persOne che si rendOnO dispOnibili per aiuTare gli alTri

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ono sempre necessarie una grande delicatezza e senso della misura per entrare nella sfera più privata della persona che sta davanti e che viene a chiedere aiuto. “Un giorno, entrati al centro - racconta Susanna - ci siamo accorti che non avevamo abbastanza viveri da consegnare ed eravamo un po’ preoccupati perchè non volevamo mandare le persone via a mani vuote. Ad un certo punto bussò alla porta

una signora rumena. Aveva il baule pieno di generi alimentari e ce li consegnò dicendoci che anni prima quando arrivò in Italia fu aiutata dai centri delle parrocchie e ora, che aveva un lavoro, non aveva dimenticato quello che aveva ricevuto. Ci sono tante storie che passano al centro e risolverne almeno una ci fa sentire bene. Il momento di crisi che stiamo attraversando fa aumentare il numero delle famiglie da seguire, ma

possiamo dire che fino ad ora la provvidenza non ci ha mai abbandonato. Nel carrello del supermercato Venco di Borsea c’è sempre qualcosa e attraverso loro la Crai ci fornisce delle eccedenze alimentari, poi il Banco Alimentare, ma soprattutto tanta gente della parrocchia che offre spontaneamente ciò che ha di qualsiasi genere. Il compito più grande è l’ascolto perché tutta questa gente ha voglia di parlare, di dare sfogo al

loro disagio, confidare le loro paure. Abbiamo attivato un numero che è il 3474980583. Al centro non entrano disperati, ma persone che vivono un momento particolare della loro vita Cr.Ag. e che nutrono speranza sul loro futuro”.

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io Nelle foto, da sinistra lo scrittore Giordano Bruno Guerri, lo scrittore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco, il premio Strega Tiziano Uno Scarpa, Mercatone l’autrice Antonia Arslan e il premio Campiello Carmine Abate

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Scarpa, l’autrice Antonia Arslan, il giornalista Sergio Frigo, il premio Campiello Carmine Abate. Voluta dall’assessore alla Cultura Nezzo, in collaborazione con Fondazione Cultura, la fiera pone l’accento sul senso e l’utilità della lettura. Ma si cercherà anche di aprire una finestra sui produttori di cultura: autori, editori, e sui percorsi formativi per diventare scrittore o editore. Tra gli spazi, uno interamente dedicato alle scuole e alle classi che vogliano raccontare il loro libro.

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Fiab del veneto

inauguraTO il percOrsO adige-pO

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e Fiab del Veneto hanno inaugurato lo scorso 5 maggio il percorso ciclabile Adige-Po in Polesine. La partenza della manifestazione, nella quale sono state coinvolte molte associazioni Fiab del Veneto, è Ca’ Morosini sull’Adige alle ore 10 per concludersi a metà pomeriggio a Polesella. Il momento culminante ha coinvolto i sindaci a Fratta Polesine. Il percorso completo ha compreso 75 km con possibilità di rientrare a Rovigo da Fratta. “La realizzazione del percorso è un esempio di buona politica – hanno commentato gli Amici della Bicicletta di Rovigo - e di buona amministrazione: su un costo di circa 3,6 milioni di euro, il 60% è stato sostenuto da fondi europei e regionali, il 15% dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e il restante 25% dagli otto Comuni coinvolti: Lendinara, Villanova del Ghebbo, Fratta, Villamarzana, Pincara, Frassinelle Polesine, Arquà Polesine e Polesella”. Il percorso, lungo 35 km, consente di collegare l’Adige al Po e di visitare cittadine di grande interesse storico e artistico del Polesine. Il percorso, già di per sé ricco di attrattive per il territorio che attraversa, offre la segnaletica di direzione, totem e bacheche esplicativi, nonché una brochure di presentazione scaricabile da www.ciclabileadigepo.it Me.Ru.


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LO

SPORT in PRIMO PIANO

Calcio Concluso il corso organizzato dall’Aiac per i 40 allenatori di calcio Uefa B

Futuri mister a scuola da Viscidi

aTleTica JuniOr prime gare della sTagiOne

P

rime gare dell’atletica leggera, targate Assindustria Rovigo, e primi buoni risultati dove tre esordienti (al limite degli 11 anni), in particolare, si sono messi in evidenza. Si tratta di Nicola Florindo, Emma Polichetti e Sara Calabrese che nella velocità hanno ottenuto tempi notevoli sulla distanza dei 50 metri. In particolare Nicola Florindo ha ottenuto 7”7, Emma Polichetti 8”0 e Sara Calabrese 8”2. Scorrendo i risultati delle altre categorie buon debutto di Kellis Obazee nella velocità categoria Ragazze che ha prevalso sulle altre coetanee al limite dei 13 anni correndo i m.60 piani in 8”7. Nei lanci Luca Trambaiolli, in attesa di riprendere il giavellotto, ha lanciato il peso di 5 chili a oltre 10 metri. In occasione della prima giornata dei Campionati di società riservati a Ragazzi e Cadetti, in evidenza Sara Calabrese nel salto in lungo, prima con 3 metri e 30, seguita da Casiana Savin con 2.98 e Alessia Ventura con 2.95. Nei maschi eccellente salto di Nicola Florindo con 4.15. Nella categoria Ragazzi (al limite dei 13 anni), sempre Kellis Obazee a dominare i 60 piani in 8”7, seguita a distanza da Valeria Eni in 9”4. Nella categoria Cadetti e Cadette, (al limite dei 15 anni), discrete prove di Anna Gallo e Anna Chiavilli impegnate negli 80 piani chiusi rispettivamente in 11”3 e 11”5. Nel salto in lungo sempre Anna Gallo ha vinto la gara con un discreto 4 metri e 41. Nelle gare riservate agli assoluti notevoli miglioramenti dalla pedana dei salti in estensione con Anas El Amir, filiforme atleta di origine marocchina che si è migliorato di circa 1 metro saltando m.12,81 a 50cm. Dal limite per gli italiani. Al femminile Sofia Cusin, ha saltato, migliorandosi, 10 metri e 32. I tecnici dell’Assindustria Eugenio De Marchi, Giovanni Migliorini e Marta Menghesso hanno premiato gli atleti delle categorie esordienti e ragazzi, che nella stagione invernale avevano disputato, in palestra, le prove multiple indoor e al campo d’atletica la prova di corsa campestre consegnando loro una medaglia ricordo. Cr.Ag.

Convegno

alimenTaziOne e spOrT

Ovverosia come e cosa mangiare, in abbinamento con l’attività fisica ad ogni livello, per avere il massimo ritorno in termini di benessere fisico

E

’ stato un vero successo l’incontro svoltosi presso la Gran Guardia di Rovigo sul tema dell’alimentazione in ambito sportivo organizzato da Rhodigium Team, in collaborazione con Vitamill, Bice, e la pizzeria Deliziosa. Tema tanto difficile da affrontare, quanto sentito dai più: l’alimentazione sportiva, meglio detta la nutrizione sportiva. Ovverosia come e cosa mangiare, in abbinamento con l’attività fisica ad ogni livello, per avere il massimo ritorno in termini di benessere fisico. Dopo un cappello introduttivo che ha visto Matteo Peretto, titolare della trattoria “Bice”, raccontare ad una sala affollata la sua filosofia basata su prodotti di qualità (presidi slow food, alimenti a km zero), è toccato alla nutrizionista Luisa Finotti illustrare le più avanzate scoperte e tecnologie in termini di nutrizione. Con esempi basati sul suo quotidiano lavorare con pazienti sportivi e non solo, la dottoressa Finotti ha guidato i presenti alla scoperta non solo di termini classici, quali quello di massa grassa, massa magra, metabolismo basale, ma anche e soprattutto di nuovi parametri su cui si fonda la nutrizione scientifica: potassio intra ed extra cellulare, acqua totale, proteine, livello di cortisolo (l’ormone dello “stress”). Ciò che è emerso

in definitiva è un’alimentazione che non è solo “attenzione alle calorie”, ma un vero e proprio toccasana per riequilibrare situazioni di intossicazione alimentare e di stress cronico associate a molte patologie che affliggono lo sportivo: dai crampi agli stiramenti agli infortuni muscolari. A chiudere il convegno il dottor Crepaldi, tecnologo del gruppo Grandi Molini Italiani ed uno dei principali artefici del prodotto Vitamill, un mix di farine in grado di ridurre moltissimo il livello di acidificazione dei tessuti, particolarmente dannoso per l’organismo soprattutto nel lungo periodo, non solo per il favorire di perdita di massa magra a vantaggio di quella grassa, ma per il suo favorire l’insorgenza di molti di quei disturbi a cui spesso viene dato l’appellativo di psicosomatici. Un importante momento di riflessione pubblico, quindi, che ha sicuramente arricchito gli oltre 120 partecipanti. Cr.Ag.

di Cristiano Aggio

È

stata una lezione particolare quella per i 40 allenatori di calcio Uefa B che hanno concluso il corso organizzato dall’Aiac (associazione allenatori di calcio) di Rovigo, delegata del settore tecnico della Figc. Infatti, in una delle ultime lezioni del corso, a parlare di transizioni positiva (passaggio dalla fase difensiva a quella offensiva) e negativa (viceversa) è stato Maurizio Viscidi docente della scuola calcio di Coverciano, appositamente chiamato da Franco Varrella, che al corso è stato istruttore di tecnica calcistica. “Nel calcio moderno è indispensabile giocare in velocità per riuscire a trovare gli spazi ed i tempi per superare squadre compatte e difensivamente ben organizzate – dice Varrella - è stato molto utile per i ragazzi, ascoltare e vedere le esercitazioni messe a punto da Viscidi, utilizzabili sia in ambito professionistico che giovanile, utili ad allenare sia la reattività mentale del calciatore che i comportamenti tecnico-tattici individuali e collettivi per sfruttare le transizioni.” Il corso, cominciato l’undici marzo, è terminato il 25 aprile. Come è andato?

Franco Varrella e Giuseppe Nasti

E’ stato il primo corso dall’Aiac presieduto da Giuseppe Nasti “Molto bene, dice Varrella classe ’53, (da calciatore giocò nelle giovanili della Juventus a fine anni sessanta iniziò la carriera di allenatore nel corso degli anni ottanta) e dall’estate 1995 al dicembre 1996 è stato il vice di Arrigo Sacchi nella nazionale italiana il gruppo ha dimostrato una grande volontà di imparare. C’è stata una

buona amalgama, la chimica che si è creata è stata basica e non acida, con un buon rapporto di collaborazione. Sappiamo che il corso è impegnativo e molti partecipanti vengono da tutta la regione con una disponibilità non indifferente”. E’ stato il primo corso, organizzato dall’Aiac di Rovigo, presieduta da Giuseppe Nasti. “La logistica e la struttura organizzativa del corso –continua il tecnico romagnolo- è stata veramente eccellente e devo fare i complimenti all’Aiac di Rovigo, che è sempre stata a disposizione per qualsiasi cosa.” Molto interessante è stata anche la lezione di Massimo Cacciatori, 245 presenze in serie A, difendendo i pali di Sampdoria e Lazio. “Massimo con la sua esperienza messa a disposizione dei futuri allenatori è una risorsa per il settore tecnico; poi lui è molto bravo a coinvolgere e far partecipi i corsisti”. Molto soddisfatto Giuseppe Nasti. “Tutti i docenti sono stati contenti della logistica e delle strutture messe a disposizione; un elogio lo devo fare al direttivo dell’associazione sempre presente nelle cinque settimane di corso”.


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VIAGGIO IN

PROVINCIA ROVIGO

Iniziative A Palazzo Celio lo scorso 22-23 aprile

Due giorni di Forum del sociale Coinvolgendo il mondo delle associazioni e degli enti è stato fatto il punto sui servizi e la loro erogazione di Fortunato Marinata

S

ociale a 360 gradi. Il forum dedicato al settore ha impegnato per due giorni Palazzo Celio. L’iniziativa voluta per fare il punto sullo stato dell’arte in Polesine, per quanto riguarda i servizi e la loro erogazione, ha toccato anche la difficile situazione economica e problemi legati al lavoro. La presidente della Provincia Tiziana Virgili, ha iniziato proprio da qui, presentando una serie di dati che hanno fotografato la provincia rodigina a cominciare dalla sua popolazione registrata in calo. Secondo il censimento del 2011, infatti, il numero degli abitanti è sceso a 242.349. Cresce invece l’età media della popolazione, nel rapporto percentuale tra chi ha più di 65 anni e chi ne ha meno di 14, Rovigo occupa il primo posto in Veneto con l’indice più elevato 203,2%; ciò significa che per ogni persona con meno di 14 anni ce ne sono 2 con più di 65 anni. Un primato non certo incoraggiante ma c’è di peggio: la disoccupazione, il 9,3% dei rodigini è senza lavoro. Nel 2012 erano ben 1.933 gli iscritti nelle liste di mobilità divisi in 859 donne e 1.074 uomini. Le conclusioni della presidente, Tiziana Virgili, sono sta-

Il numero degli abitanti è sceso a 242.349, aumenta l’età media te chiare: “Il perseguimento del benessere dei cittadini polesani, in un contesto come quello attuale di crisi, deve costituire un preciso impegno”. Sottointeso, ma neanche tanto, che l’impegno deve essere recepito come un obbligo al quale associazioni ed enti del sociale devono sentirsi vincolati, trovando sinergie e collaborazioni non sempre raggiunte in passato. Nel contesto è stato fatto l’esempio delle due Ulss, chiamate a superare la logica dell’appartenenza e ad erogare le loro prestazioni sociali in una dimensione territoriale. Tra gli obbiettivi della due giorni, inoltre, vi è stato il tentativo di far incontrare la scuola, i comuni, il terzo settore, i sindacati, il mondo del volontariato, i centri per l’impiego, il “pubblico” e il “privato” con l’intento e lo scopo di avviare un fattivo confronto sulle modalità di erogazione dei servizi. In poche parole l’a-

nalisi che ne è uscita ha toccato, nelle sue linee generali, l’attuale stato sociale della provincia, che in parte andrà riorganizzato ma anche difeso nello specifico degli aspetti che riguardano i servizi e i ruoli, con una Provincia consapevole del suo compito di coordinamento vista presenza di diversi soggetti istituzionali. Quattro, inoltre, le aree tematiche di cui si sono occupati altrettanti gruppi di lavoro, a partire dalla famiglia, l’handicap, il disagio sociale e l’immigrazione. Per quanto riguarda la famiglia è stata espressa la speranza che rientri nel 2015 il termine per la realizzazione di un centro diurno per non autosufficienti, il quale permetterebbe agli anziani di superare lo scoglio del ricovero nelle strutture e di restare in famiglia anche in presenza di patologie difficili legate all’età senile. Durante il dibattito inoltre è stata espressa la necessità di condividere progetti comuni tra le associazioni, in quanto questo garantirebbe un più facile accesso ai fondi europei per finanziare il sociale, dato che sul volontariato si appoggia anche il servizio pubblico. La parola poi è passata al gruppo dell’immigrazione

Palazzo Celio sede della Provincia che non ha mancato di sottolineare anche in questo caso la presenza di fondi europei “per il rimpatrio assistito” oltre a tutte le trasversalità che si collegano dalla famiglia, ai giovani, all’infanzia alle dipendenze. Dal gruppo sul lavoro sono usciti i dati del disagio provocato dalla crisi, gli accessi ai centri per l’impiego, per esempio, passati da 14 mila nel 2006 agli oltre 24 mila dello scorso anno e sull’attivazione dell’anticipo

uNIONE pROvINCE ITALIANE vIRGILI MEMbRO DELL’OSSERvATORIO NAZIONALE SuLLA FAMIGLIA

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a presidente della Provincia Tiziana Virgili è stata nominata dalla presidenza del Consiglio dei Ministri quale componente in rappresentanza dell’Upi nell’assemblea dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia. Nomina e decreto sono arrivati nel pomeriggio di martedì 24 aprile a Palazzo Celio con una nota dell’Unione Province d’Italia, che aveva girato analoga comunicazione all’altro rappresentante dell’Upi Francesco Scitulli. L’organismo che rientra nelle funzioni del ministero per la cooperazione internazionale, l’in-

tegrazione e Politiche per la famiglia risulta composto da una quarantina di persone in rappresentanza dei ministeri, delle regioni, dei comuni, delle province, dei sindacati, confindustria, coldiretti, forum delle associazioni familiari e terzo settore e dura in carica 3 anni. L’assemblea stabilisce gli orientamenti generali del Piano delle attività dell’Osservatorio, la cui attuazione è demandata al Comitato tecnico-scientifico, assicura lo sviluppo delle funzioni di analisi e studio della condizione e delle problematiche familiari, anche attraverso la

realizzazione di un rapporto biennale sulla condizione familiare in Italia finalizzato ad aggiornare le conoscenze sulle principali dinamiche demografiche, sociologiche, economiche e di politica familiare, promuove iniziative ed incontri seminariali, coordina le proprie attività di ricerca e documentazione con quelle dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, con quelle degli Osservatori regionali e locali. Risale poi al 10 marzo del 2009 il decreto sull’istituzione e funzionamento del nuovo osservatorio.

cassa integrazione che ha interessato 440 lavoratori per oltre 2 milioni di euro. Infine la disabilità con la progettazione sul territorio, le esperienze specifiche d’integrazione scolastica, ricordando l’Essagi di Badia, gli inserimenti lavorativi, il sostegno alle famiglie e la “grande molteplicità dei gruppi di volontariato, tantissimi, che coprono spazi importanti.


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Cultura provinciale 29 Museo dei Grandi Fiumi Prossimo il completamento del percorso espositivo

Presto un’ala dedicata al Rinascimento

arTe, sculTura Operazione memoria per Virgilio Milani

Il nuovo allestimento verrà incentrato sulla produzione di ceramiche e sulle carte geografiche di Mattia De poli

G

razie all’Europa il museo dei Grandi Fiumi si avvia a completare il proprio percorso espositivo: il lungo viaggio attraverso le epoche della storia polesana, dalla preistoria al medioevo attraverso l’età romana, sarà completato dalla sezione dedicata al Rinascimento. Come partner del progetto “Openmuseums” finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma per la cooperazione transfrontaliera tra Italia e Slovenia, la Provincia di Rovigo ha colto l’occasione per realizzare quest’opera tanto attesa. Il progetto internazionale, che si concluderà a maggio del prossimo anno, promuove interventi per migliorare, riqualificare e valorizzare attraverso tecniche innovative il patrimonio storico e culturale conservato dai musei: l’allestimento della intende aprire il museo al pubblico, rendendolo uno sezione rinascimentale del museo dei Grandi fiumi è spazio sempre più vivo e partecipato. L’allestimento uno degli undici progetti pilota previsti in altrettanti della nuova sezione è stato ideato dall’architetto musei coinvolti, da Ravenna a Gorizia, da Ferrara a Sofia Nicoli. Raccogliere un ricco patrimonio in due Udine, da Torcello ad Aquileia stanze e in mezzo corridoio non fino a Caporetto, Pirano, Ca- Il piatto di Ero e è stata un’impresa semplice. Gli podistria e Lubiana. Ethel Gui- Leandro di Xanto oggetti saranno collocati in vedi, funzionario della Provincia sarà esposto in trine e spazi evocativi: il piatto di Ferrara che è capofila del una teca di forma di Ero e Leandro di Xanto Avelli progetto “Openmuseums”, ha di forno sarà esposto in una teca di forsottolineato il comune obiettima particolare, che richiamerà vo di riscoprire la storia locale e di migliorare la frui- il forno in cui venivano cotte le ceramiche, mentre zione delle collezioni, adottando standard qualitativi sulle pareti della stanza verranno collocati dei pancomuni e incentivando l’abbinamento cultura e turi- nelli serigrafati con elementi che caratterizzavano gli smo. Gli assessori alla cultura della Provincia e del studioli rinascimentali. Come nel resto del museo, Comune di Rovigo, Laura Negri e Anna Paola Nezzo, non mancheranno gli apparecchi multimediali ma hanno espresso soddisfazione per un’iniziativa che saranno limitati per evitare il rischio di una rapida

Il Chiostro del Monastero degli olivetani, sede del museo

obsolescenza: due schermi racconteranno la tecnica di realizzazione delle ceramiche e presenteranno le immagini di altri piatti di Xanto Avelli. La seconda stanza sarà dedicata alle carte geografiche: Raffaele Peretto, responsabile tecnico-scientifico del nuovo allestimento, ha ricordato che Venezia, dopo la scoperta dell’America, inizia a perdere il primato commerciale e a spostare il proprio baricentro verso la terraferma. Nascono così i conflitti tra Veneziani ed Estensi e il Polesine si trova in una posizione strategica. Il rinascimento è il periodo di fioritura delle corti e dei palazzi: nel corridoio il cono visivo sarà interrotto da un pannello che richiamerà la struttura di palazzo Roverella, ma la struttura dello stesso convento olivetano, costruito in quell’epoca storica, contribuirà a proiettare il visitatore nel rinascimento.

fOcus

Mostre

L’EGITTO IN vENETO

Arte Figula. Xanto nel mondo

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in un caTalOgO virTuale censiTe circa 400 Opere dell’arTisTa rinascimenTale naTO a rOvigO

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anto nel mondo”. E’ la nuova importante tappa del processo di valorizzazione del prestigioso artista rinascimentale - attivo in particolare ad Urbino al tempo della signoria di Francesco Maria della Rovere - che nei suoi dipinti, su piatti e formelle in maiolica, volle evidenziare la sua origine polesana firmandosi “Xanto da Rovigo”. Dopo l’importante acquisto - perfezionato quattro anni fa dalla Fondazione Banca del Monte di Rovigo col concorso del Comune e della Provincia - del piatto istoriato “Ero e Leandro” datato 1540, è giunta a conclusione la nuova iniziativa consistente nella attivazione di un catalogo virtuale delle opere dell’artista rinascimentale, rintracciate presso vari musei e collezionisti privati in Italia e all’estero. Una realizzazione questa, voluta con determinazione ancora una volta dalla Fondazione Banca del Monte presieduta da Adriano Buoso il quale, a pochi giorni dalla conclusione del suo mandato, nel presentare il lavoro di ricerca e catalogazione presso il Museo dei Grandi Fiumi (dove è conservato il prestigioso piatto)

L

a fondazione “Banca del monte” di Rovigo continua a scommettere sull’opera dell’artista rodigino Virgilio Milani. Lo scorso aprile il presidente uscente Adriano Buoso ha annunciato che la Fondazione ha acquisito da un collezionista fiorentino per 1.500 euro una pregevole formella in terracotta, realizzata dallo scultore nel 1947: si tratta del bozzetto presentato nell’ambito di un concorso per la costruzione di un monumento pubblico. Il pezzo è particolarmente raro perché lo stesso scultore negli ultimi anni della sua vita, preso dallo sconforto, distrusse molte delle suo opere e dei lavori preparatori. Dieci anni fa la Fondazione aveva promosso la realizzazione di una mostra dedicata a Virgilio Milani, allestita presso il museo dei Grandi fiumi in collaborazione con il Comune di Rovigo: erano state riunite le sculture concesse in comodato d’uso gratuito da privati e doveva trattarsi di una mostra permanente. Ma oggi di quella iniziativa sotto i portici del chiostro degli Olivetani rimane solo una targa tirata a lucido, monumento all’incoerenza e alla miopia degli amministratori locali. Il professor Marco Lazzarato, docente presso l’Accademia delle belle arti di Bologna e membro del consiglio di amministrazione della Fondazione, ha ricordato che lungo le vie e le piazze della città di Rovigo sono disseminate numerose sculture di Virgilio Milani: da questa semplice constatazione è nato il progetto “Percorso Milani”. Da piazza della Riconoscenza, davanti alla stazione ferroviaria, fino al cimitero apposite targhe segnaleranno le opere dello scultore polesano e saranno realizzate alcune cartoline dedicate ai siti di interesse. Il percorso sarà disponibile sul sito internet della Fondazione che ha in programma di realizzare anche una ricognizione completa delle sculture di Milani presenti in città. M.D.P.

ha manifestato la sua grande soddisfazione per il raggiungimento dell’obiettivo, fondamentale tappa di conoscenza dell’importante operato dell’artista rodigino. Un lavoro svolto con perizia dalla dott.ssa Chiara Gallian, che ha censito circa 400 opere (consultabili nel catalogo virtuale della Fondazione) la maggior parte corredate la foto, ed in ogni caso descritte in schede analitiche. E la ricercatrice, nel presentare il risultato della propria attività, ha indicato alcuni aspetti cronologici fondamentali della vita di Xanto, del quale non è stata però ancora rintracciata la documentazione né della nascita né della morte. Ma l’interruzione improvvisa e definitiva del suo operato nel 1542 fa pensare che l’apprezzato maliolicaro sia deceduto proprio in quell’anno, mentre è ormai ampiamente condivisa dagli studiosi l’ipotesi che sia venuto alla luce nel 1487, a Rovigo come egli sempre indicò apponendo alla sua firma il nome della città di provenienza. Un personaggio poliedrico Xanto, non solo pittore, ma anche poeta ed erudito, in grado di rifarsi nelle sue rappresentazioni alle narrazioni

Il piatto acquistato quattro anni fa dalla Fondazione Banca del Monte di Rovigo col concorso del Comune e della Provincia decorato con il mito di “Ero e Leandro” datato 1540 contenute nelle Metamorfosi di Ovidio e talvolta di indicare il soggetto effigiato con versi del Petrarca. Piena soddisfazione per la realizzazione è stata espressa dall’assessore alla cultura Paola Nezzo, che ha sottolineato come ancora una volta sia da sfatare il pregiudizio del Polesine terra di scarse risorse culturali, dato che in ogni epoca storica sono rintracciabili personalità di rilievo che hanno lasciato una importante traccia nella storia d’Italia. Li.Se.

a diversi anni ormai la collezione egizia dell’Accademia dei Concordi di Rovigo non è più accessibile al pubblico. Essa è costituita in gran parte dai reperti donati dal rodigino Giuseppe Valsé Pantellini tra il 1878 e il 1879: intorno alla metà dell’Ottocento l’imprenditore si trasferì in Egitto, dove gestì diverse strutture alberghiere, ma continuò a mantenere i contatti con la sua città natale e dalla terra d’Africa inviò cinque casse contenenti circa cinquecento reperti. Ad essi si aggiunsero altri oggetti, frutto di varie donazioni difficilmente ricostruibili: anche la città di Rovigo costituì così la propria collezione archeologica. Trentacinque pezzi, alcuni particolarmente pregevoli per la conservazione dei colori, sono stati appena restaurati e sono di nuovo visibili al pubblico in alcune sale attigue al museo dei Grandi fiumi, dove rimarranno esposti fino al 16 giugno nell’ambito dell’iniziativa “L’Egitto in Veneto”. Il progetto, finanziato dalla fondazione Cariparo, travalica i confini polesani: un unico biglietto, infatti, dà accesso alle esposizioni allestite nell’ambito della stessa iniziativa anche a Padova, presso tre diverse sedi: l’Orto botanico, il museo degli Eremitani e il palazzo Liviano. A Rovigo il Cedi organizza su prenotazione laboratori didattici per le scuole dedicati ai geroglifici e tutte le domeniche realizza laboratori per le famiglie. I visitatori della mostra potranno beneficiare inoltre di una riduzione sul biglietto del museo dei Grandi fiumi e della mostra di palazzo Roverella. M.D.P.


10 30

IL VENETO

in PRIMO PIANO

Sfide al colosso liberal-produttivista

Decrescita per virtù e per necessità

Stop al cemento, avanti la riconversione con la tutela del verde e delle campagne. A parlare non è Legambiente ma la Regione Veneto di Germana urbani

E

’ possibile in un momento storico in cui Già lo scorso anno, infatti, Confcomin Italia non si fa che invocare la cresci- mercio, Confartigianato, Confindustria e ta perchè l’economia possa riprendere, Confcooperative Veneto hanno lanciato una il Pil a salire e i disoccupati trovare lavoro campagna il cui slogan è “basta sprecare considerare seriamente l’utilità delle teorie territorio!”. L’obiettivo era proprio impee pratiche della Decrescita felice? gnare la Regione ad affermare un modello Soprattutto in un territorio come il Ve- di sviluppo basato non più sul consumo di neto che, solo pochi anni fa, ha realizzato suolo, ma sulla valorizzazione e rivitalizzala propria fortuna con una rete di piccole zione delle città e dei territori. e medie imprese famigliari, la questione “Come denunciato da Cia-Confederazioè ancora più difficile. Sull’altare del pro- ne italiana agricoltori – spiega la senatrice gresso, della produzione e della ricchezza del Pd Laura Puppato – nel nostro Paese i veneti, laboriosi e creativi, hanno sacrifi- il settore primario ha dovuto rinunciare solo cato tutto: dal territorio all’agricoltura. Poi, negli ultimi dieci anni a quasi 2 milioni di in pochissimo tempo, hanno visto franare ettari, una superficie pari all’intera regione il miracolo economico che avevano costru- del Veneto. Terra che assorbiva acqua piovaito: la famosa locomotiva del Nord-Est si è na che oggi scivola invece veloce su km di bloccata sul binario e asfalto e cemento, per non riparte nonostante Negli ultimi poi fermarsi da qualtutto. Difficile accetta- 10 anni che parte con un urto re che probabilmente cementati tremendo e produce non ripartirà mai più, tanti ettari quanto disastri. In Veneto, poi, almeno così come l’a- l’intero Veneto si è costruito ovunque vevano conosciuta. e oggi il vero obiettivo In molti stanno ragionando su quale po- è, prima di tutto fermare lo scempio e poi trà essere il modello di sviluppo del futuro e riconvertendo ciò che c’è. Se si continua a in questo modello sono tante le parole in cui costruire ai ritmi odierni tra vent’anni farela Decrescita può essere intesa e coniugata. mo i conti con un consumo di suolo superioPer esempio la tutela del territorio è re ai 70 ettari al giorno, mettendo a rischio una di queste e addirittura le associazioni di un patrimonio paesaggistico di inestimabile categoria la invocano, proprio loro che solo valore e rischiando la non autosufficienza pochi anni fa chiedevano più terra per i loro alimentare”. capannoni. E’ talmente grave la situazione che

esattamente un anno fa li Parlamento Europeo ha approvato la relazione “Stop Cemento 2050”, con cui ha previsto di azzerare la cementificazione dei terreni agricoli entro il 2050. In linea con quanto detto, la giunta regionale ha adottato un Piano del Territorio denso di vincoli che prevede che in campagna venga dato il via libera solo a ristrutturazioni mentre la città avrà la possibilità di svilupparsi in altezza. Un piano all’insegna della decrescita tanto che Marino Zorzato, assessore regionale all’Urbanistica riconosce che se avesse “presentato un piano di sviluppo come questo prima della crisi economica mi venivano a prendere a casa”! Il nuovo piano di sviluppo guarda in prospettiva tenendo condo della futura e sperata ripresa economica. “Allora – assicura Zorzato - sarà molto più semplice riutilizzare le vecchie strutture industriali dismesse e più difficile consumare nuovo territorio”. Il Movimento per la Decrescita Felice del Veneto ha accolto con favore le iniziative delle associazioni di categoria che hanno spinto per questo risultato. “La interpretiamo come un segno dei tempi – hanno spiegato in una nota - La Campagna lanciata dalle associazioni degli industriali, commercianti, artigiani e cooperative del Veneto, regione disseminata di capannoni industriali e in cui molte zone sono state rovinate e stravolte dalla speculazione edilizia, è il

Da sinistra: Laura Pieppato e Marino Zorzato segno che una nuova consapevolezza sta maturando e forse siamo di fronte a quel cambio di paradigma culturale cui come MDF stiamo lavorando da anni”. Il movimento per la decrescita pensa anche al lavoro e propone al mondo imprenditoriale e politico di spostare la priorità della crescita del Pil alla crescita di occupazione in lavori utili. “E’ una proposta concreta – dicono dal MDF - Bisogna solo cambiare le priorità partendo dalla consapevolezza che è convenienza di tutti investire subito le poche risorse disponibili in molte migliaia

di piccoli e micro cantieri e solo successivamente, eventualmente, in grandi opere infrastrutturali. I micro cantieri dovrebbero riguardare in primo luogo l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati, le bonifiche ambientali e la messa in sicurezza del territorio rispetto agli eventi catastrofici. In progetti come questi potrebbero venire impiegati migliaia di lavoratori che aumenterebbero il loro reddito. Con una grande opera, invece, magari finanziata con il debito, guadagnerebbero molto le solite grandi imprese di costruzione”.


Il Veneto in primo piano 31 11 Decrescita non significa recessione

Saremo felici con l’equilibrio uomo-natura di Germana urbani

“I

l progetto di decrescita non propone una semplice riduzione dei consumi, ma un nuovo modo di intendere i rapporti tra gli esseri umani e tra questi e il loro ambiente, con particolare attenzione alla gestione delle risorse naturali, esauribili o comunque alterabili. Quando queste risorse sono indispensabili per la vita di ogni essere umano, vanno considerate “beni comuni” non privatizzabili, per garantirne l’accesso a tutti, come applicazione del diritto alla vita”. A dirlo è Gianni Tamino, biologo padovano e presidente dell’Associazione per la decrescita del triveneto che spiega così alcuni dei principi cardine del movimento per la Decrescita. Secondo gli studiosi e gli economisti che credono nella necessità di rallentare e cambiare stile di vita questa crisi ha come origine proprio l’economia del consumismo, che porta inevitabilmente all’esaurimento delle risorse. Occorre svoltare e scegliere la via della sostenibilità per creare nuovi

esperienze

posti di lavoro e nuova economia. E in Veneto sono già tanti coloro che l’hanno capito. Un dato su tutti deve far pensare. La facoltà universitaria che cresce di più in numeri di iscrizione è agraria. Perché il mondo dell’agricoltura è oggi in grande fermento, soprattutto in Veneto. Sono moltissime, infatti, le aziende agricole che stanno puntando su qualità dei prodotti, spesso abbracciando il biologico, e vendita al dettaglio di frutta e verdura. Alcune vanno talmente bene, anche in questi tempi di crisi, che cercano disperatamente della terra in cui espandere la propria attività e non la trovano facilmente! Anche l’esperienza dei gruppi d’acquisto solidali cresce sempre di più nella nostra regione: la gente ordina al contadino gli ortaggi che gli servono risparmiando. Allo stesso tempo il contadino guadagna molto di più che vendere la verdura all’ingrosso. Sono scelte virtuose che, guidate da associazioni come le Acli o la Coldiretti, stanno prendendo piede ad un ritmo impensa-

bile fino a qualche anno fa. Altri fenomeni molto interessanti, sempre legati all’agricoltura, sono ad esempio le associazioni che cercano, piantano, scambiano i semi antichi e si battono per la tutela della biodiversità. In Veneto è molto attiva Rete semi rurali ( semirurali.net) e la bellunese Coltivarcondividendo (coltivarcondividendo.blogspot.it) che organizzano fiere di sementi antiche, mostre-scambio e seminari di studio. Certo l’agricoltura di qualità va tutelata, soprattutto dalle multinazionali a cui la Decrescita non va proprio a genio. Qualche mese fa una sentenza della Corte Europea, unitamente a una fortissima pressione svolta dalle multinazionali sementiere sugli organi comunitari, ha di fatto dato “via libera” alla coltivazione di alcune varietà di Organismi Geneticamente Modificati (le famigerate sementi Frankenstein) anche in quelle Nazioni in cui erano banditi. “Abbiamo esposto alla regione Veneto – riferisce il portavoce del Gruppo Coltivare Condividendo – le

Alexander Langer, il padre del pensiero ecologista diceva che “La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile” forti preoccupazioni legate al rischio che fra poche settimane anche la nostra Terra venga stuprata da semine di mais OGM Monsanto. Cio’ metterebbe a serio rischio il nostro patrimonio di biodiversità. Infatti è acclarato che gli OGM contaminano le altre varietà di mais, e quindi le varietà tipiche di mais Sponcio, Storo, Cinquantino, Fiorentin, Marano, Bianco Perla e molte altre sono in serio pericolo. Ci ha molto rincuorato sentire che la Regione e l’assessore sono decisamente contrari agli ogm e si sono già attivati, nella conferenza Stato Regioni per chiedere l’adozione della clausola di salvaguardia”.

dal rifiuTO al lavOrO: l’idea giusTa cOnTrO la crisi

C’

è già chi, con grande ingegno, ha trovato tra i principi della decrescita l’idea giusta per un’impresa economicamente vantaggiosa e allo stesso tempo green. A Padova, l’intuizione ecologica di un gruppetto di giovani universitari ha dato vita ad una avviata officina ciclomeccanica dove riparano biciclette, insegnando anche a cambiarsi da sé un pedale, un freno, una ruota. Qui le biciclette arrivano in tre modi: “Abbiamo una convenzione con l’Esu – spiega Matteo Lenzi dell’associazione che gestisce l’impresa – che, a fine anno accademico, ci permette di fare pulizia nelle rastrelliere delle residenze universitarie recuperando le carcasse abbandonate dagli studenti che, altrimenti, andrebbero al macero. Inoltre, chi co-

nosce la ciclofficina sa che ogni tipo di rottame è bene accetto e, al momento di svuotare garage e cantine, si ricorda di noi. Infine, la cooperativa Mani tese, con le sue periodiche raccolte del ferro, ci tiene da parte i materiali più utili senza smaltirli”. Nel tempo il gruppetto è cresciuto e ha pure diversificato e ampliato la propria attività offrendo anche corsi: dalla sartoria all’artigianato creativo. Alla base di tutto sta l’idea del riutilizzo intelligente. “Con il nostro lavoro pensavamo di contribuire a ridurre i rifiuti – racconta Lenzi – ma poi le cose sono maturate da sole e, in questo momento di difficoltà economiche, molti partecipano alle iniziative della Mente comune per imparare a risparmiare attraverso il riutilizzo e le riparazioni fai da te”. Esiste da anni

ormai, sempre a Padova, un progetto che mette insieme informatica e disabilità e che si basa sul recupero e riutilizzo di vecchi computer definiti “obsoleti” dall’utenza consumer e l’utilizzo degli stessi con software liberi tipo Linux. Le macchine recuperate sono messe a disposizione di persone disabili che ne abbiano la necessità. Il progetto coniuga solidarietà e decrescita ma non solo. Gli obiettivi sono molteplici e oltre al recupero e al riutilizzo è meritoria l’attività di formazione di persone con disabilità all’uso autonomo della tecnologia informatica, spaziando su più sistemi operativi e su diversi software applicativi di editoria elettronica e la creazione di un punto d’incontro accessibile (Compupoint Disabili) dove trovare alcuni computer per le proprie attività.

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32 Il Veneto in primo piano 12 Tempo di vacanze

Turismo allo stremo: prenotazioni in forte calo Stesso copione dalla montagna al mare, dal lago alle terme. La villeggiatura quando c’è dura poco e i pernottamenti sono in strutture a basso costo di Germana urbani

S

econdo gli ultimi dati diffusi dall’Istat circa un milione di famiglie in Italia sono completamente prive di reddito. Molte altre, invece, vivono l’incertezza del momento, vittime dell’instabilità economica generale che impedisce loro di fare progetti a lunga scadenza. Per tutti questi motivi, probabilmente, sono molti coloro che a tutt’oggi non hanno ancora prenotato le vacanze. Mancano all’appello anche gli stranieri che se non prenoteranno nei prossimi giorni, per il turismo veneto potrebbe essere davvero un anno orribile. Gli albergatori della costa veneziana, infatti, lanciano un grido d’allarme molto serio. Secondo una stima prudenziale, infatti, se il trend delle prenotazioni alberghiere resterà simile a quello dei primi tre mesi dell’anno, a fine stagione si potrebbe registrare un -15% sull’anno scorso in tema di prenotazioni alberghiere complessive. Un dato preoccupante riguarda le prenotazioni dei turisti italiani che fino a metà aprile erano quasi pari allo zero.

Tra le nuove tendenze c’è il ritorno a far visita ai parenti lontani con buona pace della privacy La situazione rispecchia un andamento generale che investe tutta l’Italia: l’andamento dei pernottamenti del primo trimestre 2013 segna -4,4%, per gli stranieri +3,7% con una flessione complessiva dell’1%. A fronte di tale scenario Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto, ha lanciato un appello ai primi cittadini delle località turistiche e ha chiesto di “riconsiderare la tassa di soggiorno in questo ‘annus horribilis’ del turismo italiano”. “Si registra una situazione ampiamente prevista, dove l’assenza degli italiani si fa sentire - commenta Michielli - Dobbiamo considerare che non esiste azienda al mondo che possa riposizionare sul mercato il 50% della propria clientela in 2 anni. Un plauso va ai colleghi delle spiagge che

stanno lavorando sul fronte della promozione e della fidelizzazione dei propri clienti, ma i miracoli purtroppo non li fa nessuno. L’altro dato assolutamente preoccupante e’ che le strutture partiranno con almeno 2-3 unita’ di lavoratori in meno ciascuna in attesa di vedere gli sviluppi della stagione. Quindi, dati i circa 1000 alberghi della costa, si possono considerare fra le 2 e le 3mila le unita’ lavorative che non troveranno occupazione almeno a inizio stagione, con le conseguenze che si possono immaginare”. Una tendenza che si registra in tutta Italia dove nei primi tre mesi del 2013 l’occupazione negli alberghi e’ calata del 4,7%. Nel 2012 il dato finale e’ stato pari al -3% ma quest’anno andrà peggio. Già nel primo trimestre del 2013 i lavoratori a tempo indeterminato sono diminuiti del 3,8% e quelli a tempo determinato del 6,1%. Eppure gli imprenditori fanno la loro parte abbattendo i prezzi e mantenendo i servizi di sempre, creando indotto e mettendosi in gioco ogni giorno sul piano organizzativo con idee

SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA con il patrocinio di:

nuove che possano attrarre nuova clientela. A Bibione, per esempio, quest’anno apriranno i «Pet hotel», dedicati agli animali da compagnia che avranno accesso all’albergo, spazi verdi dedicati, tappetino e ciotola in spiaggia. La politica dei prezzi, poi, iniziata già con le vacanze di Pasqua, sta dando qualche risultato solo nei centri storici maggiori e città d’arte come Venezia e Verona, mentre Treviso e Padova, dove gli alberghi risultano, in base a uno studio di Hotel Price Index, i meno cari d’Italia, le prenotazioni sono state pochissime. Pasqua e ponti primaverili non sono stati all’altezza delle aspettative neanche per il lago di Garda, dove si è perso circa il 50-60% di presenze rispetto alla Pasqua degli anni scorsi e così negli hotel delle località termali di Abano e Montegrotto. Se l’estate rispecchierà queste tendenze anche uno dei pochissimi settori che finora aveva retto almeno in parte alla grande depressione. E’ vero però che non bisogna disperare perchè, se dall’estero occorre prenotare vacanze con largo anticipo, gli italiani spesso si decidono all’ultimo momento, specie di questi tempi. Inoltre, spiace dirlo per il settore alberghiero, sempre più spesso scelgono di pernottare in B&B, appartamento o campeggio dove i soggiorni risultano in genere molto più lunghi. Secondo i dati dell’osservatorio regionale, negli alberghi al mare si permane

in media quattro notti che diventano nove per l’extralberghiero; anche in montagna il periodo si raddoppia da circa quattro a otto notti, ma si notano notevoli differenze anche nelle località affacciate sul lago di Garda (da 3,6 a 6,4) e nelle città d’arte (da 2 a 3,5). Alle terme la situazione si presenta invece ribaltata con una notte in più per la permanenza media negli alberghi, complici le rilassanti Spa. Torna poi di gran moda la vacanza “in famiglia”, molto in voga negli anni del dopoguerra e abbandonata man mano che il benessere riempiva i portafogli. Sono moltissime le persone che, non volendo rinunciare alla villeggiatura, scelgono di visitare qualche parente che abita in altre regioni e che, magari, ha una bella camera per gli ospiti. Un favore che poi si ricambia volentieri rinunciando ad un po’ di libertà e di privacy per godersi per un po’ un orizzonte diverso da quello di casa. E val la pena di approfittare di amici e conoscenti con case vacanza che fino ad oggi rimanevano chiuse per la maggior parte dell’anno. Oggi – a fronte di un piccolo un contributo per pagare l’Imu sulla seconda casa - potrebbero volentieri darvi le chiavi per godere dei loro beni.

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l turismo è uno dei settori economici più importanti sia a livello regionale che a livello nazionale. Operatori e politici veneti sono concordi sul fatto che attuare strategie di crescita sia necessario non solo per il settore in sé ma anche per dare una mano al Paese. Secondo un’indagine del Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica (Ciset) di Ca’ Foscari relativa al 2011, il turismo ha generato in Veneto un fatturato di 11 miliardi di euro e rappresenta l’8,2% del Pil regionale, il 13% dei consumi interni e mezzo milione di unità di lavoro. Si tratta di un fatturato che vale tre volte e mezzo quello dell’agricoltura, tre volte e mezzo quello dell’alimentare, tre volte il fatturato del tessile e abbigliamento, il 54% dell’intero fatturato regionale del commercio. Ma non è tutto. In termini di occupazione, il turismo dà lavoro in Veneto al 15% sul totale degli occupati e copre il 10,5% di tutti gli addetti al turismo d’Italia. Va anche sottolineata la trasversalità del turismo rispetto all’economia veneta, dove il Pil turistico è dato da una molteplicità di settori, non dai soli alberghi e ristoranti. Questi ultimi, infatti, rappresentano il 30% del Pil turistico, dove il commercio incide per il 17,1%, la locazione di fabbricati il 15,3% l’agroalimentare il 9,5%, l’artigianato il 7,7% le attività culturali e ricreative il 6,7%, i trasporti il 6,5%. “Il Veneto conserva il suo appeal mondiale come regione ospitale e terra del bello, del buono e dell’accoglienza - sottolinea Marino Finozzi, assessore regionale al turismo che, nel corso della Borsa Italiana del Turismo, ha salutato con orgoglio il primato del Veneto tra le regioni italiane proprio in questo settore. Nel 2012, nonostante la crisi generale, la regione si è confermata prima Regione turistica d’Italia con 62.351.657 presenze, delle quali il 64,8% di ospiti stranieri, e 15.818.525 arrivi, dei quali il 64,7% stranieri. “Anche se, in questo quadro sostanzialmente luminoso per un’annata critica come quella trascorsa, i numeri confermano la pesante crisi economica che morde sempre più gli italiani, che si riflette sulla capacità di spesa delle famiglie. Perciò, per far ripartire il settore occorre che gli operatori diminuiscano i prezzi”.


Il Veneto in primo piano 33 13 Economia La ricerca promossa dalla Commissione regionale Pari opportunità e condotta da Confartigianato

Le imprese in “rosa” reggono meglio la crisi In Veneto, come nel resto del Paese, le donne artigiane nel biennio 2011-2012 hanno tenuto meglio degli imprenditori uomini nonostante la congiuntura sfavorevole Capacità di lavorare in team e determinazione i fattori “vincenti”

di Ornella Jovane

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’impresa in “rosa” dimostra di reggere la crisi con maggiore disinvoltura rispetto alle realtà guidate da imprenditori maschi, in Veneto così come in tutto il resto del Paese. In più, se a “fare impresa” è una donna, allora la probabilità di successo dell’azienda è più alta. Di fatto, i risultati della ricerca - “La “mia” impresa. Nuovi lavori e nuove professioni. L’imprenditoria femminile in Veneto” promossa dalla Commissione regionale Pari opportunità e condotta da Confartigianato - mettono in risalto proprio le capacità di tenuta delle imprenditrici, in particolare delle artigiane, le cui aziende registrano un saldo significativamente positivo nonostante la difficile congiuntura. Lo studio si riferisce al biennio 2011-12: in questo periodo l’Ufficio studi di Confartigianato (rielaborando i dati 2012 di Infocamere) ha contato in Veneto 23.046 imprese artigiane femminili. In Italia sono 243.286, con un saldo positivo pari a +10,1% rispetto alle realtà imprenditoriali maschili il cui saldo negativo, a livello nazionale, si attesta al -4,4%. In linea con il resto del Paese, anche in Veneto l’alto tasso di natalità - +11,2% - rappresenta un indicatore significativo della vivacità del mercato produttivo declinato al femminile soprattutto se messo in relazione con il tasso di mortalità, pari al 2,7%, che fa registrare un conseguente saldo positivo, pari al +8,5%. Un trend opposto, in Veneto come nel resto del Paese, quello registrato, nello stesso periodo, per le imprese maschili, contesto caratterizzato da una mortalità piuttosto elevata che raggiunge il 18,6%, a fronte di un 13,6% di nuove imprese con un saldo che risulta negativo con una percentuale pari al -5%. Quali sono le carte che risultano “vincenti” e che consentono le performance positive alle imprese in rosa? In sintesi, un’attitudine di genere ad ottimizzare risorse, tempi e opportunità, conciliando le diverse esigenze.

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Con un tasso di natalità di +11,2% e uno di mortalità pari al 2,7 %, il saldo positivo è di +8,5%

Come i colleghi uomini le donne chiedono attenzione alla politica: meno burocrazia e più puntualità nei pagamenti

Le quaranta imprenditrici artigiane venete di successo in vari settori che hanno risposto al questionario - somministrato per approfondire proprio i fattori che facilitano i buoni risultati - hanno parlato delle modalità con cui interpretano la propria leadership, delle scelte compiute nella conduzione aziendale, degli ostacoli incontrati, degli obiettivi professionali e personali prefissati e raggiunti. Dalle testimonianze raccolte sono emersi alcuni punti di forza: di prim’ordine l’abilità a lavorare in team e in particolare la capicità di valorizzare al meglio il contributo di quanti fanno parte del gruppo di lavoro (socie, collaboratrici e dipendenti). Risultano vincenti anche le capacità organizzative e di gestione dell’azienda manifestate dalle donne. Non da meno, spicca la determinazione nel perseguire il sogno e la realizzazione personale, un fattore altamente motivante che spinge le donne ad andare avanti nell’impresa e ad “arrangiarsi” - affindandosi ad un welfare “fai da te” - sulla conciliazione tra tempi di lavoro e la cura di figli e famiglia.

Negli ultimi due anni una donna su due in Veneto ha continuato a scegliere i settori “tradizionali” per investire nella propria attività, ed in particolar modo quelli legati al genere (estetista, parrucchiera, sarta...). L’altra metà, tuttavia, ha intrapreso percorsi innovativi, a maggior ragione per le donne, cimentandosi nelle costruzioni ecologiche, design industriale e tecnico, grafica, fotografia, informatica, ma anche nella fabbricazione di apparecchiature da illuminazione, riparazione di beni e restauro. Come i colleghi imprenditori uomini, le donne si rivolgono alla politica e chiedono attenzione. Le problematicità, anche se gestite in questo frangente con maggiori risultati dall’universo imprenditoriale femminile, sono sempre le stesse, indipendentemente dal genere di chi intraprende: in primo piano la lentezza e farroginosità della macchina burocratica e quindi la difficoltà ad incassare il dovuto in tempi ragionevoli.

Occupazione

le dOnne dipendenTi invece paganO ”carO” gli effeTTi della cOngiunTura

e le imprenditrici donne risultano essere le meno colpite dalla crisi, è invece la componente femminile del lavoro dipendente a pagare in maniera più consistente gli effetti della difficile congiuntura economica. Soprattutto nelle regioni del nord, dove più “affollato” è il mercato del lavoro femminile. E’ quanto emerge dall’analisi del cen-

tro studi Sintesi di Mestre (che ha rielaborato i dati Istat relativi al 2012 e per alcuni indicatori al 2011 messi in relazione allo scenario del 2007, ultimo anno prima della crisi) sul mondo occupazionale in “rosa”. Com’è facile aspettarsi la crisi economica si è abbattuta per le donne in misura più intensa nelle regioni settentrionali dove maggiore è la presenza di lavoro femminile. Fra

queste il Veneto si colloca al quinto posto, dietro a Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Umbria. Di fatto l’unica regione del nord a resistere è il Trentino Alto Adige, che si colloca nella graduatoria italiana nella seconda posizione tra le regioni meno colpite, al primo posto c’è la Sardegna, regione in cui pare quasi in atto una inversione di tendenza che sta avvicinando

le donne al mercato del lavoro. Nelle altre regioni, fra le quali il Veneto, pesa in particolare l’aspetto giovanile, la crescita di giovani donne Neet, ma anche la maggior frequenza di contratto part-time involontari oltre che la crescita della disoccupazione.

Metà delle donne venete punta sull’innovazione

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n Veneto le aziende guidate da donne (al 31 dicembre 2012) sono 109.750, il 21,9% delle complessive imprese attive (in tutto 501.950), con un tasso di natalità che è del 12,9%, pari a quello di mortalità e un tasso di sviluppo pari a 0 (a livello nazionale è dello 0,3%). Di contro il tasso di natalità delle 392.200 imprese maschili venete è pari al 10,1%, quello di mortalità dell’11,3%, con un saldo negativo di -1,3% (-0,3% il dato nazionale). Le imprese artigiane sono in tutto 139.129, di cui 23.046 femminili (il 16,6%). Servizi per la persona, abbigliamento pelle e pellicceria, e lavori di costruzioni specializzati rappresentano i tre settori più praticati dalle imprenditrici artigiane venete che insieme includono il 55,2% delle imprese artigiane femminili totali. Nelle provincie di Padova, Treviso e Vicenza nonostante una buona parte del tessuto imprenditoriale femminile artigiano appaia per buona parte orientato ai settori tradizionali ovvero ai servizi alla persona e all’abbigliamento, si notano tuttavia alcune dinamiche positive legate ai settori più innovativi. Fra questi sono in espansione le attività professionali, scientifiche e tecniche, ma anche quelle di riparazione di computer, di fabbricazione di apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettrico, infine di stampa e riproduzione di supporti registrati. A Verona si registra una presenza non trascurabile di imprese artigiane del mobile guidate da donne (il 2,8%, una delle prosuzioni caratterizzanti l’economia del basso Veronese. Nel Rodigino il settore dell’abbigliamento continua a mantenere un’apprezzabile consistenza. Nel Bellunese crescono il settore alimentare (+14,3%), quello del legno (+14,3) e la fabbricazione di prodotti in metallo (+25%). Nel Veneziano, infine, l’artigianato al femminile manifesta una differenzianione strutturale rispetto al resto della regione.

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34 Voci da palazzo

Voci da palazzo 15

Politica Ha fatto molto discutere il recente incontro del neo ministro con il governatore

Zaia e Zanonato vedono lo sviluppo nella centrale Tre le priorità concordate, la riconversione a carbone dell’impianto di Polesine Camerini, l’ospedale di Padova e la defiscalizzazione delle opere pubbliche immediatamente “cantierabili” di Mauro Gambin

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l nuovo governo Letta parte dal veneto per il rilancio dello nomi spiccano quello dell’amministratore delegato, Fulvio Conti e sviluppo economico. Un’origine inevitabile visto che il ministro quelli degli ex Franco Tato’ e Paolo Scaroni assieme ad altre sette competente è Flavio Zanonato. Appena ottenuto l’incarico, persone tra funzionari Enel ed ex direttori della centrale polesana. infatti, l’ex sindaco di Padova, esponente del Partito Democrati- Insomma la centrale negli anni ha fatto parecchio discutere nel co, ha deciso di cominciare proprio dalla sua regione per prendere Polesine che tra le altre ambizioni coltiva anche quella turistica, i primi appunti e segnarsi le priorità da inserire nell’agenda per i visto che qui lo sbocco a mare dei due più grandi fiumi italiani ha prossimi mesi. “Il veneto – ha spiegato il neo ministro – è anco- creato un paesaggio da fotografare e un Ente Parco che finalmenra la locomotiva d’Italia e se continuerà a trainare, sicuramente te sembrerebbe in animo di farsi tutore del territorio. A proposito: contribuirà a portare fuori dalla crisi il Paese. Quindi, fare gli inte- è ancora sotto giudizio l’approvazione del Piano ambientale, ressi dei veneti non significa fare gli interessi di una parte degli arrivata dopo 15 anni dall’istituzione del Parco. Il tempo, del italiani, è invece un modo per prendere in mano il destino dell’I- resto, in spazi così aperti come quelli del Delta sembra scorrere talia”. Dal canto suo il presidente Luca Zaia durante l’incontro più lentamente ma tutto questo tempo il neo ministro non ce ci ha messo un attimo a tradurre in veneto ciò che significa fare l’ha, il governo Letta è appeso ad un filo e molti di coloro che ne gli interessi dei veneti, ossia tornare a produrre. “La locomotiva fanno parte non hanno fatto mistero di essere disposti ad usare d’Italia – ha spiegato – deve avere il carburante per funzionare. le forbici con disinvoltura. L’esecutivo in carica non è stato fatto Chiamatelo gas, chiamatelo carbone ma per durare e il navigato Zanonato sa serve energia alle aziende”. Energia che Greenpeace: che in questi casi è opportuno centrare secondo il governatore potrebbe arriva- “Investendo 2,5 obbiettivi significativi per rendere visire direttamente da Porto Tolle e da qui miliardi sulle rinnovabili bile il proprio operato. L’ex sindaco di l’appello rivolto al neoministro, affinché l’occupazione Padova, dunque, non ha battuto ciglio interceda presso l’Enel per sbloccare la sarebbe tripla” all’invito di Zaia di adoperarsi per la situazione. Che avrebbero fatto desistere riconversione a carbone e si è detto Enel dall’investire in Polesine. In proposito, infatti, va ricordato ben disponibile ad intercedere presso l’Enel. Tra le altre priorità che per l’impianto polesano esiste da qualche anno un progetto concordate con Zaia c’è anche l’ospedale di Padova e la defiscadi riconversione a carbone, un investimento di circa 2,5 miliardi lizzazione delle opere pubbliche immediatamente “cantierabili”, che secondo i vertici del colosso dell’energia creerebbe diverse tuttavia è sulla centrale che sono arrivate le maggiori critiche ai migliaia di posti di lavoro, almeno per tre anni. La specificazione due politici veneti, soprattutto, era facile prevederlo, dagli amtemporale è riferita al fatto che nel novero dei lavori da svolgere bientalisti. c’è anche lo smantellamento dell’attuale impianto a oli vegetali Secondo Greenpeace, infatti, la volontà di rilanciare il progete la costruzione del nuovo, con il funzionamento a regime inve- to della conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle ce, per il quale in via ipotetica sono previsti tre anni, i posti di ‘’e’ sbagliata e regressiva e dimostrerebbe la perfetta continuità, lavoro scenderanno. Il progetto tuttavia ha incontrato non poche in materia d’energia, dell’attuale governo con gli esecutivi Berdifficoltà, soprattutto lungaggini legate alle autorizzazioni che lusconi e Monti. E’ la spia - spiega l’associazione - di una strainevitabilmente sono legate all’impatto ambientale. Certo è che tegia industriale vecchia, che non modernizzerà il Paese e che, alla causa non ha sicuramente giovato il rinvio a giudizio dal Gup semmai, ne consoliderà la dipendenza energetica. Una centrale di Rovigo, Manuela Fasolato, di alcuni esponenti di primo piano a carbone a Porto Tolle vorrebbe solo dire un ulteriore peggioradi Enel per “omissione dolosa di cautele contro disastri e infortuni mento della qualità dell’aria nella Pianura Padana, già oggi l’area sul lavoro, in concorso”. Il rinvio a giudizio ha investito in pieno più insalubre in Europa, con gravi costi sanitari, enormi emissioni i vertici della centrale in servizio tra il 1998 ed il 2009. Tra i di gas serra e, non ultimo, benefici occupazionali largamente

Nella foto il presidente della Regione Luca Zaia e il neo ministro Flavio Zanonato inferiori a quelli che si otterrebbero con uguali investimenti in energie pulite’’. Greenpeace stima che investendo i 2,5 miliardi di euro previsti da Enel per il carbone a Porto Tolle su un mix di fotovoltaico ed eolico si avrebbero ricadute occupazionali almeno 3 volte superiori. Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace ha ricordato che il progetto di riconversione è stato già bocciato dal Consiglio di Stato. “Se ancora se ne parla – ha precisato – è perché è stato recuperato grazie a ben due leggi ad “aziendam”, una di Berlusconi e una di Zaia, frutto delle opache attività di lobby dell’Enel’’. Greenpeace ha affermato di essere pronta a dimostrare, ‘’dati dell’Universita’ di Stoccarda alla mano, come quel progetto causerebbe, su base annua, danni economici fino a 240 milioni di euro e una mortalità prematura stimata in 85 casi’’. Come sempre più spesso accade, se su uno dei due piatti della bilancia c’è la salute, oppure l’ambiente sull’altro c’è il lavoro. ‘’Siamo 220 lavoratori e almeno 2.000 famiglie che aspettano il progetto Enel a carbone: queste sarebbero senza la riconversione le reali ‘morti premature’, non l’algoritmo di Greenpeace che non ha nessuna prova sanitaria’’. E’ stato il commento provenuto dal comitato dei lavoratori. ‘’Greenpeace dimostra di non sapere niente sulla formazione del prezzo dell’energia elettrica e sulla necessita’ per l’Italia di ridurre i prezzi per imprese e famiglie, che sono superiori rispetto a quelli degli altri Paesi europei che usano quote di carbone doppie rispetto all’Italia e che in più hanno anche il nucleare’’. Quale futuro, dunque, per la centrale? Finora sono state prese decisioni come si prendono gli schiaffi.

Cristiano Corazzari, Lega Nord

pietrangelo pettenò, partito della Rifondazione Comunista

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“OTTima cOnvergenza zaia-zanOnaTO”

a convergenza tra Zaia e Zanonato riguardo Porto Tolle è la miglior notizia per il Polesine e il Veneto, dando ragione a chi fin dall’inizio si è speso per l’attivazione di questa centrale pur con tutte le tutele del caso per il nostro fragile ambiente deltizio”. In questa partita la gente polesana ancora una volta Cristiano dimostra grande senso di responsabilità, accollandosi Corazzari il peso di un impianto impattante in un’area delicata quale il Delta del Po. Ci tengo a sottolineare in modo particolare che l’accordo di intenti tra Zaia e Zanonato zittisce chi per anni ha attaccato il governatore, che da parte sua ha operato in ogni sede per ottenere un risultato fondamentale per l’intero territorio regionale, anche modificando la legge istitutiva del Parco del Delta per superare tutti gli ostacoli di ordine legale e giuridico alla realizzazione dell’impianto. Che oggi anche il ministro, rappresentante autorevole del Pd veneto, definisca il progetto di Porto Tolle ‘un traguardo interessante ed affascinante che vogliamo centrare”.

“za&za, mOderne befane che vOgliOnO regalarci carbOne”

egli anni si sono aggirate leggi, cambiate normative nazionali e regionali e sempre e tutto a favore dell’Enel, che tutto ha dimostrato fuorché di essere un’azienda che ha a cuore occupazione e salute. L’approvazione in Consiglio regionale della modifica dell’art. 30 della legge regionale n. 36 del 1997, che istituiva il Parco del Delta del Po e che sembrava essere la causa del blocco dell’avvio della Pietrangelo centrale a carbone, risale al luglio del 2011, ma finora non c’è stato nulla Pettenò di nuovo, anzi, a due anni di distanza permane la bocciatura del progetto da parte del Consiglio di Stato e pare che Enel, nel frattempo, abbia abbandonato definitivamente il progetto. Ora si riparla del rilancio della “locomotiva nord est” ma, se questa dovrà essere alimentata a carbone, come succedeva un secolo fa, nutriamo seri dubbi che possa assicurare sviluppo sostenibile e duraturo alla nostra Regione. Forse - conclude Pettenò - il ministro Zanonato e il presidente Zaia sembrano più dei “moderni befani” ansiosi di regalarci tanto carbone più che degli innovatori in campo produttivo economico in grado di rilanciare economia, lavoro e occupazione in sintonia con la tutela dell’ambiente e la salute. È passato il tempo in cui credevamo alla befana e soprattutto non vogliamo più regali di questo genere”.

L’opinione Stella bianchi, responsabile ambiente del pd

“le cenTrali nOn aumenTanO l’OccupaziOne”

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uspico che il ministro comprenda appieno come, per ogni potenziale posto Stella Bianchi di lavoro in una centrale così inquinante, se ne perdano decine di altri in settori altrettanto importanti per l’economia. Certamente ci vuole uno sviluppo forte per dare maggiore autonomia energetica, ma la strada da prendere è quella dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, che proprio nella Regione Veneto avevano e mantengono una consistente base produttiva. Non si comprende neppure bene – ha aggiunto - l’utilità di una centrale di quelle dimensioni quando la potenza gia’ installata nel nostro paese è pari al doppio della domanda registrata nel momento di picco massimo. L’Italia ha bisogno di politiche industriali, ma queste devono essere orientate alla sostenibilità, alla tutela dell’ambiente, alla valorizzazione del nostro maggiore patrimonio’’.

Antonio pipitone, Italia dei valori

“la cenTrale nOn È una priOriTà per veneTO”

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on è

un’emergenza per il Veneto. Non è questo di cui hanno bisogno Antonio Pipitone le nostre aziende e il nostro terziario. Ha fatto bene Zanonato a dire che vuole esaminare la questione e parlarne con i vertici dell’Enel. L’azienda che, lo ricordiamo, forse anche per il surplus energetico attuale (l’Italia dispone di energia in eccesso, vista la crisi economica, ed aumenta le sue riserve) ha congelato gli investimenti per Porto Tolle: non c’è una domanda di energia tale da giustificare l’urgenza dell’operazione. Noi siamo per lo sviluppo e per l’innovazione, dobbiamo guardare al futuro, sostenibile e responsabile. Chiediamo al ministro Zanonato di dare immediate risposte alle emergenze di adesso, non certo di perseguire un progetto trito e ritrito, che darà qualche limitato e temporaneo frutto, fra anni. Sulla questione - conclude Pipitone - abbiamo sempre ritenuto che la riconversione a carbone della centrale fosse una scelta sbagliata, che darà un colpo mortale al territorio. Sarà inutile per rilanciare l’economia veneta e tantomeno quella del basso Polesine, che avrebbe invece bisogno di investire su pesca, turismo, agricoltura tipica. Quelle sì scelte giuste per creare sviluppo duraturo e nuovi posti di lavoro, non quelli effimeri per i cantieri del carbone”.


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36 Cultura veneta 18 Spazi dell’area Scarpa della Fondazione Querini Stampalia Dal 28 maggio

Indagine sulla persistenza genetica dei Matta

Roberto Sebastian e i suoi figli Gordon Clark e Pablo Echaurren. Tre nomi, tre storie, e un unico comun denominatore: l’arte

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Il filo conduttore della loro opera sarà svelato solo pochi giorni prima dell’apertura differenti: la Francia, gli Stati Uniti e l’Italia. Lo spaccato che ne deriva non è delimitato dalla loro storia familiare, per quanto eccezionale, ma amplia i propri confini all’ambiente culturale e politico in cui questi artisti sono stati profondamente coinvolti. Figli dello stesso padre, ma di madri differenti, sia Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale con la figura paterna ed attraverso l’arte entrambi hanno cercato un dialogo concettuale - impossibile nella vita privata - con Matta attraverso le loro opere pur maturando entrambi, ed ognuno a suo modo, linguaggi singolari e differenti. Se l’affinità con Matta-Clark è riconducibile a un livello formale, estetico-architettonico, in Echaurren l’affinitudine è da ricercarsi nel carattere più propriamente concettuale. Il filo conduttore della loro opera a livello critico sarà svelato da Danilo Eccher solo pochi giorni prima dell’apertura al pubblico, ma ad una prima lettura emerge già come la socialità, la continua ricerca di un rapporto non solo di partecipazione del fruitore, ma di un suo coinvolgimento diretto o indiretto, fisico o mentale, culturale o sociale, interno o esterno all’opera sia presente nell’opera dei tre. Non è un caso infatti se alcuni definiscono le figure antropomorfe di Matta sia in pittura, sia in scultura, come “morfologie sociali”, come una trasfromazione di passaggio tra

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U

n’indagine sulla persistenza genetica, potrebbe essere definita così la mostra che dal 28 maggio verrà allestita negli spazi dell’area Scarpa della Fondazione Querini Stampalia, di Venezia. In concomitanza con la 55. Biennale di Venezia, la Galleria d’Arte Maggiore – G.A.M. di Bologna, propone un’indagine tra le idee e i pensieri che si sono tramandati – attraverso le generazioni, il tempo e la geografia – da Roberto Sebastian Matta ai suoi figli Gordon Matta-Clark e Pablo Echaurren Matta. Tre nomi, tre storie, e un unico comun denominatore: l’arte. La mostra, curata da Danilo Eccher, prende origine dall’opera di Roberto Sebastian Matta ed attraverso le opere dei suoi protagonisti percorre mezzo secolo di storia dell’arte, vissuta in tre paesi

Dr. Enrico Marcon Laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria a pieni voti, ha approfondito la chirurgia orale, la parodontologia e l’implantologia presso le Università di Goteborg e di Liegi e dal 2005 si occupa quasi esclusivamente di riabilitazione implantoprotesica. Quotidianamente si dedica alla Riabilitazione Totale su Impianti a CARICO IMMEDIATO(“il sorriso in un giorno”) con un altissimo tasso di successo. Pratica l’implantologia secondo le tecniche più attuali come ad esempio l’implantologia computer guidata.

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Sia Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale con la figura paterna i paesaggi interiori e il mondo esterno. Per Gordon la socialità è un fattore ancora più evidente, essendo la sua effimera arte basata sulla performance, sui “building cuts”, gli edifici tagliati, trasformazioni sculturali di architetture preesistenti dove lo spettatore è invitato ad entrare per muoversi fisicamente ed emozionalmente in quegli spazi. Nella sua opera Matta-Clark crea un rapporto diretto con il fruitore, spesso basato sulla fiducia che costui deve devolvere all’operato dell’artista che come in Matta ha fondamenti architettonici. Mentre per quanto riguarda Pablo tutta la sua vita artistica è immersa nella socialità, nella sua esistenza quotidiana. E se è vero che le sue tele riportano al mondo dei fumetti, della musica, della street art, alla cultura di massa, è attraversando la sua iconografia Pop fatta di contiminazioni di generi che dialogano ora con il Dadaismo, ora con lo stesso Surrealismo, che l’artista propone con ironia attraverso l’apparizione di una natura familiare ed allo stesso tempo inquietante una critica diretta alla società dei consumi. Proprio come sembrano suggerire le figure antropomorfe e primitive presenti nei dipinti del padre. Non a caso l’opera di Matta mira anche a una riflessione sull’impatto che la tecnologia ha sull’esistenza umana.


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