La Piazza di Rovigo - 2013gen n11

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Messaggio elettorale

di Rovigo

al centro ci sei tu

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 11 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD

Elezioni politiche Tutti i candidati del Polesine a Camera e Senato pag.

Sanità Posti letto e nursery a rischio tagli

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Comm. resp.: Antonio Magnan

VALORE ALLE PERSONE

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pag.

07/02/13 20.07

14 EDITORIALE

L’aspirazione di diventare un paese normale

LO NAZ/19/2010/CT

01 04 2010

EmErgEnza sfratti, 33 Espulsioni EsEguitE

La combinazione esplosiva tra disoccupazione e crisi dei redditi ha fatto perdere la casa a 60 famiglie rodigine solo negli ultimi 14 mesi, con previsioni ancora più allarmanti per il prossimo anno. A dare conto dell’amaro bilancio è stato l’assessore comunale ai Servizi sociali Antonio Saccardin pag. 11

iras, chiarimEnti in mErito ai posti

di Mauro Gambin*

L

Il Passante Nord divide, non solo Parco Langer L’Amministrazione chiede altro tempo. Per l’opposizione serve un referendum

C La casa di riposo comunale è stata recentemente posta sotto i riflettori, a causa di una lettera anonima inviata al consigliere comunale Aldo Guarnieri in relazione all’operato dell’ente pag. 14

onsigli di maggioranza, assemblee tra comitati, riunioni di partito: attorno al tracciato del Passante Nord continua il confronto e non di rado si sconfina nello scontro. Diverbi sono nati tra esponenti dello stesso partito, mentre battibecchi hanno incrinato i rapporti all’interno della stessa maggioranza consigliare, evidentemente il progetto di Veneto strade divide e non solo Parco Langer. L’idea di far passare il nastro d’asfalto a Sud del Ceresolo, infatti, ha trovato consensi e dissensi trasversali che hanno

Messaggio elettorale

portato ad un generale stato di “empasse” decisionale. La maggioranza non ha ancora deciso. Dopo un consiglio durato diverse ore, l’unica certezza che il Primo Cittadino ha portato a casa ha riguardato lo scollamento di Aldo Guarnieri dal resto del gruppo, che nell’occasione ha presentato le sue dimissioni da capogruppo del Pdl, e la convinzione che per un’oculata scelta occorra altro tempo. Se non altro esiste la disponibilità per trovare un tracciato migliore. Ma se nella maggioranza le discussioni hanno fatto tremare qualche

scranno di palazzo Nodari, nell’opposizione le cose non sono andate diversamente. Anche al Pd, infatti, è servita più di qualche riunione per far riallineare le ragioni della segretaria comunale Elena Pavarin, in un primo momento favorevole al tracciato a Sud del Ceresolo, a quelle del partito, impegnato nel promuovere un referendum tra i cittadini. Tra i contrari non manca chi sostiene che, vista l’apertura del casello autostradale di Rovigo Sud, l’intervento sia del tutto superfluo. pag. 10

’Italia della crisi, cioè quella repentinamente scopertasi tra i paesi con più difficoltà in Europa per occupazione ed economia, pareva aver maturato la consapevolezza che per uscirne sarebbe servita un’inversione ad U rispetto agli ultimi 20 anni. Pareva che finalmente l’Italia avesse seriamente preso in considerazione l’ipotesi di diventare un paese normale, un paese in cui la classe dirigente è seria ed onesta, competente e capace, un paese in cui si pagano le tasse e non il pizzo. Anche per il mondo dell’impresa il cambio di rotta sembrava l’unica via percorribile. “L’Italia in ritardo con le infrastrutture e un po’ ingessata dalla burocrazia può – si diceva – comunque farcela. L’Italia può contare sulla sua innata creatività, figlia dell’antichità classica e del Rinascimento. La cultura - si insisteva - la cultura è il bene primario inestinguibile che nessuno può copiarci”. Basta con i complessi d’inferiorità, con la nostalgia della lira, il desiderio della new-autarchia e del protezionismo con le cortine di ferro ai confini nazionali. Nessun paese, si diceva, è come l’Italia. L’Italia è “Made in Italy” e nel mondo conta. Insomma la svolta era li, con il dito già umettato sul bordo della pagina della storia patria. continua a pag. 3 *direttore@lapiazzaweb.it

L’Intervento

Il Passante Nord s’ha da fare

CAMERA VALORE ALLE PERSONE

SENATO Comm. resp.: Antonio Magnan

Giovanni Boschetti*

N

ell’edizione n. 151 de La Piazza del mese scorso a pagina 10 è riportata la notizia che la Provincia di Rovigo, presidente Tiziana Virgili, ha inviato una lettera a Veneto Strade S.p.A. nella quale esprime parere negativo per il progetto di “...collegamento tra via Porta Adige e la Statale 16 (Tangenziale Est)...” l’ultimo tratto del Passante Nord. *presidente del Comitato del Quartiere Commenda Est

continua a pag.

10

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EDITORIALE

segue da pag.

1

L’aspirazione di diventare un paese normale

Ulss 18

pronta la squaDra Di orsini

Pronta la squadra del nuovo direttore dell’Ulss 18, Arturo Orsini. In meno di un mese dal suo insediamento, ha provveduto a nominare i tre direttori che hanno il compito di dirigere l’intera azienda. Si tratta di: Silvano Favaretto nel ruolo di direttore amministrativo; Manuela Baccarin con l’incarico di direttore dei Servizi Sociali e Ferdinando Sortino al quale aveva già conferito la funzione di direttore sanitario. Conservatorio “F. Venezze”

Il tempo di trovare una classe dirigente in grado di traghettarci oltre vent’anni d’inedia e il salto dalla seconda alla terza repubblica sembrava bell’e fatto. L’Italia aveva dato prova di poter accettare anche la stagione dell’austerity, pur di diventare normale. Pensioni, lavoro, Imu. Un dolore dietro l’altro ma avanti, pur di essere finalmente come gli altri. Basta con le promesse, i proclami, i contratti con gli italiani. No, no basta, non ci saremmo più cascati. Anzi fosse la politica a darsi una regolata: troppi scandali, troppi ladri, in troppi sia alla Camera che al Senato. Con le elezioni politiche tutto sarebbe cambiato. Questa sarebbe dovuta essere la campagna elettorale all’insegna del nuovo corso dell’Italia, la nuova stagione della politica. La crisi, lo imponeva. Si sarebbe dovuto parlare del domani, delle nuove pieghe da dare all’economia, delle speranze per i giovani: il lavoro, la scuola, i servizi. Il momento storico lo richiedeva. Invece, la politica non ce l’ha fatta a resistere e forse nemmeno gli italiani. Dopo appena un mese dall’apertura della sfida per il governo del Paese la tentazione di promettere quattro milioni di posti di lavoro è stata troppo forte, come pure il desiderio di togliere l’Imu dopo che già l’abolizione dell’Ici i era stata una vera e propria catastrofe per comuni, rimasti senza risorse per gli scuolabus, polizia locale, asili e scuole elementari. Difficile anche non lasciarsi andare al bisogno fisiologico dei condoni. E il reddito di cittadinanza? Che dire del reddito di cittadinanza. Meravigliosa l’ipotesi che per tutti coloro che hanno perso il posto di lavoro a fine mese ci sia un assegno da mille euro ad aspettarli, se non fosse che siamo in Italia e sai quanti oggi lavorano per uno stipendio con un importo che vale molto meno? E sai quanti davanti ad un prospettiva del genere prenderebbero in seria considerazione l’ipotesi di diventare disoccupati a tempo indeterminato? E poi va a dimostrare che non ne hanno diritto. Dovremmo essere in un paese normale per poterlo fare. Cioè servirebbe una burocrazia che funziona, dei funzionari che si fanno rispettare, enti e uffici gestiti in modo ineccepibile ma siamo l’Italia, il Made in Italy, e sono cinquant’anni che parliamo di cultura, di patrimonio artistico di turismo come settori strategici per il rilancio dell’occupazione e dell’economia. Peccato non sentirne mai parlare durante le campagne elettorali, forse perchè riesce più facile convincerci che è possibile ridurre le tasse. di Mauro Gambin

foto: roberto beani

sul futuro, non si gioca.

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Rovigo

nuovE cittaDinE italianE

Ilham Fatihi e Diana Perciun sono diventate cittadine italiane. La prima originaria del Marocco e la seconda della Moldavia, hanno prestato giuramento di fronte al sindaco Bruno Piva. Dopo le consuete parole, “giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato”, il sindaco si è complimentato con loro. Antonio Dainese

105 anni E non Dimostrarli

Antonio Dainese: 105 anni e non dimostrarli. Nato a Villa Regia di Contarina nel 1908 lo scorso 18 gennaio ha tagliato un traguardo davvero storico. Possiede ancora una buona memoria e un’intraprendenza invidiabile. “Mi faccio ancora la dichiarazione dei redditi da solo – ha confessato al primo cittadino Bruno Piva e all’assessore Matteo Zangirolami invitati alla sua festa di compleanno-”.

Discarica

provincia

Taglietto 1, servono risposte prima di procedere pag. 12

licEo palEocapa

Slitta al 2014 il corso ad indirizzo sportivo

statistica

pag.

14

In Polesine la popolazione più anziana del Veneto pag. 16 È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

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Provincia

Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

16

amBiEntE

Stop al fotovoltaico a terra di Pincara, Fiesso e Adria

17

pag.

artE

Regione occupazionE

Le osservazioni di palazzo Celio al piano di Enel pag.

Apre la mostra al Roverella dedicata a Goupil pag.

19

aprirà in quEsti giorni

La tensostruttura di via Parenzo aprirà le porte agli studenti del De Amicis di Rovigo “prima della fine di febbraio”. E’ l’impegno preso dalla presidente della Provincia Tiziana Virgili coi ragazzi delle quinte dell’istituto cittadino. “I tecnici di Palazzo Celio – ha precisato la presidente – indicano febbraio come termine per la conclusione dei lavori e la successiva possibilità dell’utilizzo dell’impianto”. Sociale

torna il progEtto rui

200 milioni di bambini oggi nel mondo soffrono la fame. Anche in Italia stiamo vivendo un periodo di difficoltà, ma per un bambino che non mangia neanche una volta al giorno, la vita non è difficile, è impossibile. Per questo è importante che tutti facciano qualcosa, basta veramente poco. Con soli 5 euro puoi contribuire subito a sconfiggere povertà e fame e a difendere i diritti dei bambini e dei più deboli.

E’ morto a Roma lo scorso 30 gennaio il professor Ilario Bellinazzi, presidente del Conservatorio di Musica “F. Venezze” di Rovigo. Si è spento nel sonno, nella camera d’albergo, dopo aver partecipato alla Conferenza dei presidenti di Conservatorio della quale era stato eletto segretario con voto unanime. Sempre presente a tutte le manifestazioni del Conservatorio e artefice di molte iniziative per il territorio e per l’istituto da lui presieduto, lascia un vuoto incolmabile. Ilham Fatihi e Diana Perciun

Tensostruttura di via Parenzo

Il lavoro si conferma un nodo critico da sciogliere pagg. 22-23

Economia

Maggiore potere d’acquisto per far ripartire i consumi pag.

cortE DEi conti

26

Gli ospedali hanno troppi debiti con i fornitori pag. 27

Dopo essere stato interrotto nel 2009, riparte il progetto Rui – Reddito ultima istanza. Si tratta di una serie di interventi economico-assistenziali per persone a rischio di esclusione sociale e l’istituzione di un Tavolo permanente che coinvolge associazioni imprenditoriali e di categoria e cooperative sociali. Un’iniziativa, che vede coinvolti il Comune di Rovigo, la Regione Veneto, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e 19 Comuni della Conferenza dei sindaci, rivolta a contrastare la povertà e l’emarginazione attraverso la possibilità di avere un contributo economico temporaneo e di iniziare un progetto di inserimento lavorativo o sociale. Il progetto si rivolge alle persone in assoluto più deboli, siano esse singoli o famiglie. Servizi

una tElEfonata salva la vita

Provincia, aziende Ulss 18 Rovigo e Ulss 19 Adria, Camera di commecio, Croce Verde di Adria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Unindustria, Confcooperative, Confagricoltura, Cia, Legacoop, Upa e le segreteria di Cigl, Cisl e Uil, per prevenire situazioni di disagio e comportamenti autolesivi di lavoratori ed imprenditori, hanno reso possibile l’attivazione dell’iniziativa “una telefonata non cambia la vita. La può salvare”. All’800180950, dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 13 il sabato il servizio sarà in funzione.

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REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 30 gennaio 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)

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4 Argomento del mese ELEZIONI POLITICHE Appuntamento con il voto i prossimi 24 e 25 febbraio. In Veneto sono 4 milioni gli elettori. Lente d’ingrandimento puntata sulla nostra regione, il risultato che uscirà dalle urne potrebbe concorrere in maniera determinante a garantire la governabilità in Senato. Lavoro e tasse i temi più “battuti” in campagna elettorale

Il Veneto verso le elezio

di Giovanni Giovetti

Le nuove facce della politica non rimuovono dubbi e scoramento

Attese risposte per far ripartire la locomotiva del Nord Est dopo la recessione

D

a anni laboratorio politico sotto osservazione nazionale, il Veneto in questa tornata elettorale del 24-25 febbraio si trova sotto la lente di ingrandimento, insieme a Lombardia, Campania e Sicilia, a causa del peso determinante del risultato che uscirà dalle urne venete ai fini della stabilità di governo. Il Veneto infatti è una di quelle regioni che “pesano”, con il sistema elettorale del Porcellum, nell’assegnazione dei seggi in Senato. Non quanto la Lombardia, definita l’Ohio di casa nostra per l’apporto decisivo che può portare con il suo premio di maggioranza alla coalizione vincente, ma comunque il suo contributo non è per nulla trascurabile. Un interesse, del resto, manifestato nel corso della campagna elettorale da partiti e coalizioni che hanno monitorato con attenzione l’andamento e l’evoluzione giornaliera di sondaggi e previsioni sulle intenzioni di voto dei potenziali 4 milioni di elettori di casa nostra. La sfida tra Bersani (centrosinistra), Berlusconi (centrodestra) e Monti passa anche per il Veneto dunque, frequentatissimo fin dalle prime settimane di campagna elettorale dai big nazionali, affiancati da quelli locali in corsa. In tutto

in Veneto i candidati sono 1600 distribuiti in 75 liste (altre 10 erano da valutare), si contendono 24 seggi al Senato e 51 alla Camera. Il lavoro e le tasse: sono tutti economici i temi clou che hanno ispirato anche da noi gli interventi dei politici in tour, chiamati a Nordest a convincere una platea di elettori piuttosto critica e distaccata. In particolare il mondo produttivo della piccola e media impresa, che nel Veneto rappresenta il tessuto portante, provata dalla recessione ha manifestato segni di insofferenza e di sfiducia verso i partiti e la politica accusata di scarso pragmatismo, mancanza di visione strategica e di moralità. Si aspettavano di capire come far ripartire l’economia e con essa la locomotiva del Nordest, dopo la crisi ancora più sofferente a causa del frazionamento in tanti piccoli distretti produttivi di fronte alla irrisolta sfida della globalizzazione. Le facce nuove messe in campo, in ambito della promessa di rinnovamento fatta un po’ da tutti i partiti alla vigilia della campagna elettorale, non sembrano sufficienti a rimuovere i dubbi e lo scoramento. Anche perché poi non sono molte.

Il Pdl, che insieme alla Lega secondo le previsioni dovrebbe riuscire a “mantenere” il suo primato in Veneto, schiera i suoi pezzi migliori e, per questo, volti già consolidati e noti. La Lega Nord, che con queste elezioni si conta dopo le recenti vicissitudini che l’hanno portata al nuovo corso, quello 2.0, presenta il maggior sforzo di discontinuità col recente passato, imposto non senza tensioni interne dal segretario Flavio Tosi. Il sindaco di Verona ha quindi lasciato a casa per lo più i veterani - avvicinabili alla precedente gestione bossiana del partito - per fare spazio ai “suoi”. Il Partito democratico insieme con Sel, che non demordono e che fino all’ultimo continuano a credere possibile anche in Veneto il sorpasso dopo un ventennio di dominio del centrodestra, si sono affidati alle primarie per la compilazione delle liste. Monti ha invece optato in Veneto per le eccellenze di spicco in ambito scientifico ed economico. Puntano, con fondate aspettative, ad intercettare anche in Veneto le preferenze dei delusi dai partiti tradizionali il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, Fare per fermare il declino di Oscar Giannino e Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.

vaDEmEcum

Come si vota

E

lezioni politiche, si vota domenica 24 febbraio, dalle 8 alle 22, e lunedì 25 dalle 7 alle 15. Possono votare per l’elezione della Camera dei Deputati gli elettori che hanno compiuto 18 anni, mentre per il Senato della Repubblica gli aventi diritto al voto che hanno compiuto 25 anni entro il primo giorno della votazione (il 24 febbraio). Sia per l’elezione della Camera dei deputati che per quella del Senato della Repubblica l’elettore esprime la propria preferenza tracciando un solo segno sul simbolo della lista prescelta. Anche nel caso di liste collegate in coalizione, il segno va sempre posto sul contrassegno della lista che si vuole votare e non sull’intera coalizione. Non è possibile esprimere un “voto di preferenza”: la lista di candidati è, infatti, “bloccata”, i nomi sono presentati seguendo un ordine prestabilito al momento del deposito della lista stessa, che non è presente sulla scheda elettorale. I parlamentari risulteranno eletti in base al medesimo ordine, a seconda dei seggi ottenuti dal rispettivo partito. Per la Camera il premio di maggioranza del 55 per cento viene assegnato su base nazionale. Diversamente la legge elettorale attuale prevede per il Senato un premio di maggioranza sempre del 55 per cento dei seggi ma calcolato regione per regione. Poichè il numero dei seggi è proporzionale a quello degli abitanti, di conseguenza il premio di maggioranza acquista maggior peso nelle regioni più grandi. In Lombardia dunque si assegnano 49 seggi, in Veneto 24, in Campania 29 in Sicilia 25.

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Argomento del mese 5 Tutte le promesse per alleggerire il fisco

oni fra previsioni e sfide L’analisi Dalla Cgia di Mestre previsioni poco confortanti per il 2013

“Quasi 12 mila euro di tasse a testa, dal 1980 più che raddoppiate” di Nicola Stievano

A

ltro che meno tasse per tutti. Mentre le forze politiche fanno a gara giocando al ribasso sul fisco alla Cgia di Mestre gli analisti hanno messo in ordine i numeri e le previsioni sono poco confortanti. Secondo le elaborazioni del centro studi nel 2013 la pressione fiscale raggiungerà il record storico del 45,1% del Pil, ben 13,7 punti percentuali in più rispetto al 1980. In termini assoluti, ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) verserà quest’anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.735 euro. Ben il 125% in piu’ di quanto pagato nel 1980 (5.215 euro pro capite).125%. Il 2013, dunque, si presenta con un “carico” di tasse di 585 euro in più per ciascuna famiglia. Al netto di quanto riusciranno a concretizzare i nuovi governati nei primi mesi di governo, i contribuenti dovranno intanto fare i conti con l’introduzione della Tares sui rifiuti, l’aumento dell’Iva previsto dal primo luglio, il ritocco all’insù dell’Imu sui capannoni (imposta particolarmente dolorosa nel Veneto delle duemila zone produttive su 581 comuni), gli incrementi dei contributi previdenziali degli autonomi e delle addizionali Irpef a livello locale che si tradurranno in 14,7 miliardi di tasse e contributi previdenziali in più rispetto al 2012. “Nonostante la Legge di stabilità abbia alzato le detrazioni Irpef per i figli a carico - spiega il segretario Cgia Giuseppe Bortolussi - la pressione fiscale nel 2013 si attesterà, secondo le previsioni del Servizio Studi della Camera e del Senato, al 45,1%”. Un piccolo spazio di manovra comunque ci sarebbe. “Con l’Imu l’Erario ha incassato circa 3-4 miliardi in più rispetto alle previsioni. - aggiunge Bortolussi - Si tratta di risorse sufficienti per scongiurare l’aumento di un punto dell’ aliquota Iva del 21% previsto a luglio. Inoltre, se si riuscirà ad agire in maniera ancor più incisiva sul taglio alla spesa pubblica improduttiva, sicuramente ci saranno ulteriori risorse per alleggerire il peso fiscale sulle famiglie”. Speriamo.

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Dall’Imu alle aliquote sui redditi

“Le nostre tasse restino in Veneto” Candidati convinti M

eno tasse per i veneti, più risorse al Veneto. In campagna elettorale, si sa, le promesse fioccano generose e la riduzione della pressione fiscale è sempre un cavallo di battaglia al quale nessuno schieramento vuole rinunciare, pur con i dovuti distinguo. Ma mai come in questa tornata elettorale si è parlato tanto di tasse e tributi, soprattutto a Nordest, dove per tessuto economico e sociale il gettito è particolarmente elevato e il tema sta a cuore a chiunque. A maggior ragione dopo un anno durante il quale famiglie e imprese sono state spremute per bene, con la prospettiva di continuare su questa china anche nei prossimi mesi. A meno che i vincitori non tengano fede a ciò che hanno promesso con gran fragore in queste settimane. Il governatore del Veneto Luca Zaia dall’accordo Lega - Pdl, fatto digerire non senza qualche difficoltà alla base, si aspetta che “il 75 per cento dei soldi pagati dai veneti resti nella nostra regione”, perché, aggiunge, è stanco di vedere “anche quest’anno 18 miliardi di tasse dei veneti resteranno dirigersi verso Roma per non tornare mai più nei nostri territori”. Piatto forte del Pdl è la “proposta choc” della restituzione dell’Imu 2012, oltre all’azzeramento dell’aliquota per la prima casa. Per il veneziano Renato Brunetta, che prospetta anche due aliquote fisse dell’Iperf, la promessa di Berlusconi potrà essere mantenuta: “I 4 miliardi di restituzione dell’Imu diventano consumi immediatamente, - spiega l’ex ministro dell’economia - a cui si aggiungono altri 4 miliardi di euro per la cancellazione strutturale dell’Imu per la prima casa. Sono 8 miliardi di euro, mezzo punto di Pil, è molto probabile che diventino consumi”. In modo particolare in una regione come il Veneto dove le realtà commerciali e produttive sono preponderanti. Una tesi che il Partito Democratico liquida come pura fantasia, proponendo invece la detrazione di 500 euro per l’Imu sulla prima casa. E poiché in Veneto la stragrande maggioranza dei cittadini possiede la propria abitazione di residenza il risparmio sarebbe concreto, argomenta il senatore veneziano Marco Stradiotto. “E’ ora di smetterla di raccontare balle agli italiani. afferma riferendosi alla proposta del Pdl - Con la nostra misura l’80% dei proprietari di prima casa saranno esentati da questa tassa. Non si tratta di una generica abolizione, ma di una redistribuzione commisurata alla reale ricchezza. Dall’analisi dei numeri emerge come sia necessario introdurre alcune misure per rendere il sistema fiscale più equilibrato”. Sulle tasse il premier uscente Mario Monti ha scelto come platea proprio il Veneto. Da Padova infatti ha annunciato: “È possibile e necessario avere una graduale riduzione dell’Irpef e dell’Irap già dal 2013 e non è necessario avere aumenti dell’Iva”, aggiungendo di non aver mai avuto l’intenzione di applicare la patrimoniale. E proprio dalle piazze piene all’inverosimile di Padova, Mestre, Treviso e Rovigo Beppe Grillo ha confermato di voler cancellare l’Imu ed Equitalia e di recuperare risorse mettendo un tetto alle pensioni più alte. Quanto all’Agenzia delle Entrate il fondatore del Movimento 5 Stelle propone un patto: “Serve un fisco facile e giusto - ha tuonato dal palco - che mi dica con precisione quanto devo pagare senza farmi perdere intere Ni.St. giornate. E poi aboliamo l’Irap, la tassa - rapina sulle imprese”.


28 6 Approfondimento Elezioni politiche Manca pochissimo al voto. Acceso lo scontro tra i partiti in lizza

La via del “candidato” è lastricata di buone intenzioni Alle spalle un campagna elettorale di un mese nella quale è già successo di tutto di Francesca De Luca

In Polesine

E

lezioni politiche 2013, manca pochissimo. Alle spalle abbiamo poco più di un mese di campagna elettorale in cui è già successo di tutto, anche se nelle premesse, a tener il banco delle tribune elettorali, sembrava dovessero essere esclusivamente i temi del rinnovamento, del cambio di rotta, dell’addio definitivo ad quel certo modo di fare politica, fondato sulle promesse e sui proclami. L’Italia della crisi, infatti, sembrava consapevole del bisogno dell’austerità, ma anche della necessità del rilancio in termini di occupazione e consumi. Lavoro e imposte più umane è quanto i cittadini domandano per se stessi mentre alla politica è stata chiesta maggiore moralità e rinnovamento, ed è forse su quest’ultimo punto che le segreterie hanno lavorato di più. Così, al fianco del vecchio partito, ma rinnovato nello “spirito e nei volti”, in lizza sono scesi i partiti “nuovissimi” con programmi e progetti altrettanto innovativi, stretti, a volte, in alleanze meno nuove per consolidare la vecchia e solita aspirazione, entrare in Parlamento. Sulla scheda elettorale, dunque, ci saranno i simboli

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Alcuni dei simboli dei partiti in lizza per le prossime elezioni

Alla politica è stata chiesta maggiore moralità e rinnovamento dei noti (Pd, Lega, Sel, Udc), ma anche delle new entry: Rivoluzione civile, Fare per fermare il declino, Fratelli d’Italia, Centro Democratico. Una vera impresa cercare di non dimenticare nessuno come, del resto, lo è capirci qualcosa. Tra i meno attenti al mondo della politica, infatti, non è raro il riassuntivo commento

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“i politici sono tutti uguali” anche se invece per differenziarsi sembrano mettercela tutta. Insomma, il rischio che il partito di maggioranza sia quello degli astenuti mai è stato così reale, sul disimpegno politico pesa la scarsa informazione ma saranno molti anche quelli che giustificheranno con la disaffezione e della disillusione la loro scelta di marinare il seggio. In Polesine la situazione non è stata meno burrascosa: dopo le “liti” interne al Pd, per la candidatura di Crivellari con conseguente accusa di “tradimento” da parte del padre politico, Spinello; la scarsa presenza di candidati polesani nelle liste del Pdl (perlomeno in posizioni favorevoli); la mancata candidatura di Contiero nelle file del Carroccio, hanno creato vivaci battibecchi all’interno degli stessi partiti. Forse un po’ di chiarezza, almeno sugli schieramenti e sulle liste dal percorso più travagliato, potrebbe aiutare. Anche perché, sia alla Camera che al Senato, i candidati di origine polesana sono numerosi, e per alcuni l’ipotesi di poter sedere in Parlamento, è vicina al concretizzarsi.

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er rispondere agli elettori che comprensibilmente hanno perso qualche passaggio decisionale, ed ora non riescono più a decifrare le coalizioni, a comprendere chi vi sia dietro ai nuovi simboli, a stabilire serenamente se e chi andare a votare, abbiamo pensato di fare un sintetico e chiaro riepilogo, riproponendo i partiti e le coalizioni che hanno tra i propri candidati militanti polesani nelle liste per Camera e Senato. Partendo da destra, incontriamo Il Popolo della Libertà, il partito dell’ex Presidente del consiglio. I pdl non ha grossi riscontri in termini di candidature territoriali: alla Camera nessun polesano figura tra i primi dieci posti; dodicesima è l’assessore di Villadose Ilaria Paparella seguita da Federico Simioni, Monica Moro e Andrea Bimbatti. Il grande escluso è indubbiamente il coordinatore di Rovigo, Giuseppe Sacaramozzino. Al Senato, che vede come capolista Silvio Berlusconi, il Polesine è rappresentato da Bartolomeo Amidei, all’undicesimo posto e Alessandro Ferlin ventiduesimo. Dopo il Pdl la Lega Nord, per Maroni Presidente. Il carroccio schiera sei polesani: Dante Vascon (17esimo) e Giuseppe Donin (19esimo) per il Senato; Stefano Falconi (nono), Pietro Fin (24esimo) e Liliana Bonaguro (31esima) per la Camera; oltre all’onorevole uscente, Emanuela Munerato, in quarta posizione per il senato, con ottime possibilità di essere nuovamente eletta. Fli – Futuro e libertà, il partito fondato da Gianfranco Fini, concorre con una lista propria alla Camera e con la lista “Con Monti per l’Italia”, in accordo con Udc, per il Senato. I candidati polesani sono: Giacomo Labarbuta, Alessandro Caberlon e Monia Trevisan per la Camera e Marco Trombini al Senato. Per Fratelli d’Italia, movimento interno al centrodestra fondato da Giorgia Meloni (capolista alla Camera) e Ignazio La Russa e Guido Crosetto (capolista al Senato), il candidato polesano alla camera è il consigliere comunale di Adria, Michele de Bellis. Avvicindandosi al centro, ecco comparire la lista Scelta civica per Monti, in sostegno al professore, che alla Camera presenta i polesani Franco Berti e Lorenza Breda. Al Senato, invece, si presenta in una coalizione unica con FLI e Udc, proponendo (in quota UDC) Fiorella Cappato. Per il partito di Casini, alla Camera si schierano quattro polesani: Stefania Tescaroli, Giovanni Braggion, Renzo Smolari (13esimo) e Andrea Prandini (17esimo). Nel centrosinistra. Per quanto riguarda il centro-sinistra e la sinistra, tra i muovi attori politici compare Centro Democratico, lista fondata da Massimo Donadi e Bruno Tabacci, alleato di Pd e Sel, i candidati polesani sono: Fabio Osti e Beppe D’Alba, rispettivamente al decimo e 21esimo posto della lista per un seggio a Montecitorio. Massimo Zanella è al settimo posto per palazzo Madama; sono diversi i fuoriusciti dall’Idv che, in disaccordo con la decisione del partito di aderire al nuovo progetto “Rivoluzione civile”, hanno aderito a Centro democratico. Alfiere del centrosinistra è ovviamente il Partito Democratico, per Bersani Presidente. Tra le molte polemiche e vari attriti, il PD polesano è riuscito a candidare in ottima posizione alcuni dei suoi fiori all’occhiello: Diego Crivellari (già coordinatore provinciale), Laura Negri, Raffaela Salmaso e Chiara Boaretto a montecitorio; Angelo Zanellato, al Senato. A differenza del Pdl, nelle liste del Pd vi è una buona rappresentanza territoriale che i candidati vedono come chiave di volta per la vittoria. Altro alleato del Pd, è il partito di Nichi Vendola, il governatore pugliese. I candidati per Sinistra ecologia e libertà sono: Cinzia Sivier (sesta) e Walter Sigolo (24esimo) per palazzo Madama; Francesco Gennaro (ottavo), Ilenia Mazzoni (nona) e Fabio Moretto (27esimo) per Montecitorio. Infine, la lista che riunisce le forze alternative al Partito Democratico, di una sinistra e di un movimento sociale che dice di voler governare, ma non a qualunque condizione, è Rivoluzione Civile per Antonio Ingroia Presidente. La lista è sintesi di anime diverse, unite da un progetto comune, che si distanzia dai provvedimenti di ispirazione montiana. Gli attori sono: Italia dei Valori, Movimento arancione (promosso da De Magistris), Rifondazione Comunista, Verdi e parte della società civile (persone non aderenti ad alcun partito ma attive in varie associazioni per la legalità e la pace). Sei, i polesani candidati nella lista a sostegno dell’ex magistrato antimafia: Paolo Coeli (15esimo), Tommaso Rossi (17esimo) e Shahnaz Sahngiri (28esima), neo cittadina italiana, alla Camera; Cristiano Pavarin (15esimo), Giovanna Pineda (18esima) e Oscar Tosini (20esimo) sono invece candidati al Senato.

Ne’ a Destra, ne’ a Sinistra. Nel novero di chi non si schiera ne’ a destra, ne’ a sinistra, abbiamo Veneto Stato, il partito indipendentista veneto, che sfoggia due nomi: al quarto posto per il Senato è Eraldo Barcaro, coordinatore provinciale di Veneto Stato di Rovigo e, al 15esimo per la Camera, l’ex candidato sindaco Mattia Giolo. Vede in Monti un possibile interlocutore Oscar Giannino, il giornalista economico fondatore del movimento Fare per fermare il declino. Giannino è capolista alla Camera nella circoscrizione Veneto 1 mentre i candidati locali sono: Alessandro Carraro e Andrea Bedendo alla Camera, Alessandro Grego e Antonio Monesi al Senato. In buona posizione i candidati per il Movimento cinque stelle al Senato; Giovanni Endrizzi figura in terza posizione, a seguire Annalisa Marani e Vittorio La Paglia nona e 23esimo. p. Giuseppe Dalpasso, Massimo Dall’aglio e Bruno Turri sono ottavo, 23esimo e al 26esimo per la Camera. F.D.L.



30 8 Approfondimento Focus su nomi e partiti Al voto il prossimo 24-25 febbraio

Le interviste ai protagonisti dei sei schieramenti in lizza coalizione pdl, fratelli d’italia, la Destra, lega nord

coalizione pd, centro democratico, sel, Bersani premier

Bartolomeo Amidei

Beppe D’Alba

“Bisogna DarE impulso all’iDrovia”

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econdo Bartolomeo Amidei, sindaco di Loreo in quota PDL, gli elettori dovrebbero accordargli fiducia soprattutto perché la sua posizione di sindaco gli consente di conoscere davvero da vicino i problemi della gente e lo obbliga, anche moralmente, a risponderne. “Troppe volte si assiste a politici incapaci di dare risposte efficaci alle criticità reali; perché non le vivono, pertanto le ignorano”. Per quanto riguarda il Polesine, l’attenzione è posta verso il traffico di merci: “dovremmo portare al livello nazionale l’importanza del prolungamento della Nogara Mare. In parallelo bisogna portare a termine il passante Nord, creando così un crocevia importante. D’altro canto bisogna dare impulso all’idrovia, con la riqualificazione e la giusta importanza a Ca’ Cappello e Portolevante”. Primo provvedimento dell’eventuale prossimo governo? “Restituire l’Imu”. Manuela Munerato

Da sEmprE a favorE DElla riconvErsionE DElla cEntralE

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e si dice Lega Nord in Polesine si dice Munerato, già onorevole nello scorso governo, ora in lizza per poter sedere a Palazzo Madama. Il voto per la Lega Nord? E un voto per il carbone. Così ha ribadito Munerato, fiera che il suo partito possa vantare di essere stato l’unico a schierarsi, da sempre, in favore della riconversione della centrale di Polesine Camerini. Dialogare con Enel affinchè continui a credere nel progetto, è uno dei cardini di ciò che al livello nazionale si può fare per il promuovere istanze locali, perché “La centrale Enel è un tema nazionale che riguarda il nostro territorio. Il nostro Polesine”, sostiene. coalizione che fa riferimento a mario monti premier Fiorella Cappato

il polEsinE È un tErritorio tErrificantEmEntE sottovalutato

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er quanto riguarda l’area di centro destra abbiamo intervistato Fiorella Cappato, ex Pd ora in Udc e candidata al Senato nella lista unica “pro Monti”, insieme a Fli (il partito di Fini). Che farà se sarà eletto? “Cercherò di svolgere al meglio il mio ruolo con impegno, come ho sempre fatto. Milito da moltissimi anni e mi sono sempre spesa per la politica; è quello che vorrei continuare a fare, portando a Roma i problemi della gente”. Il Polesine è un territorio terrificantemente sottovalutato; “abbiamo infinite risorse agricole, ittiche, turistiche. Il nostro bellissimo Parco del Delta merita di essere valorizzato e promosso al livello nazionale”. Monia Trevisan

tra lE priorità la facilitazionE all’ accEsso al crEDito

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onia Trevisan, candidata con FLI, mette come priorità la facilitazione “all’ accesso al credito per giovani, famiglie e aziende e l’incremento di posti di lavoro tramite agevolazioni alle aziende”. Il politico deve rispondere al cittadino, per questo Trevisan si impegna, in caso di elezione, a stilare un report mensile con gli obiettivi raggiunti.

moralità E rivalorizzazionE amBiEntalE

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osa pensano i candidati polesani? Quali sono i provvedimenti urgenti per il paese? Perché la candidatura e quali sono le rivendicazioni e le proposte per un Polesine diverso che questi porteranno avanti una volta giunti a Roma? Queste sono le domande che abbiamo posto ad alcuni esponenti rappresentativi delle aree, centro-sinistra, centro-destra, società civile – sinistra, né sinistra né destra. lista fermare il declino Alessandro Carraro

“EliminarE gli sprEchi nElla puBBlica amministrazionE”

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l di là degli schieramenti “classici” c’è chi si autodefinisce “nè di destra, né di sinistra”. E’ il caso di liste come quella promossa da Oscar Giannino. “Gli italiani saranno stufi di promesse vuote e proposte irrealizzabili. E’ tempo di Fare cose concrete per risollevare il Paese”. Così Alessandro Carraro, candidato alla Camera dei Deputati per Fermare il Declino, commenta l’ultima “promessa da campagna elettorale” del Pdl sulla restituzione dell’Imu. Per quanto riguarda la spesa pubblica l’esponente del partito di Giannino invoca “l’acquisto delle forniture e dei servizi, eliminando così gli sprechi nella pubblica amministrazione e in politica, aumentando al contempo i servizi”. veneto stato Eraldo Barcaro

“valorizzarE la cultura”

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er Eraldo Barcaro, candidato nelle liste di Veneto Stato “bisogna battersi per la valorizzazione del territorio polesano e la valorizzazione della cultura e di eventi culturali connessi, anche con un buon lavoro di coordinamento di ciò che già il territorio offre”. Infine è importante cercare di creare posti di lavoro per i giovani.

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eppe D’Alba è candidato nella lista Centro Democratico. Secondo D’Alba, per il Polesine è importante concentrarsi sullo “sviluppo di processi di ricerca per attività del territorio, ovvero artigianato, pesca ed agricoltura”. “E’ necessario avvalersi di nuove tecnologie, come le nanotecnologie che stanno diventando sempre più importanti per la nostra vita”. L’Italia, secondo il candidato, “ha bisogno di essere ripulita: moralmente e fisicamente”, necessita di persone che operino con onestà e di qualcuno che si occupi della rivalorizzazione ambientale e paesaggiastica. Diego Crivellari

rilancio DEllE imprEsE E DEll’occupazionE

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er Diego Crivellari, dal 2010 coordinatore provinciale del Partito Democratico, il voto al PD “è utile perché siamo gli unici che potrebbero governare ed avere le potenzialità che consentono di eleggere degli esponenti polesani”. Per quanto riguarda le misure per il territorio, afferma “le priorità è la salvaguardia dell’autonomia, il rilancio dell’imprese, e dell’occupazione; il sostegno a scuole e università: in Polesine abbiamo il Cur, polo universitario che attrae anche studenti fuori provincia e che merita di essere promosso”. Per quanto riguarda i provvedimenti urgenti la risposta è secca: “meno tasse sul lavoro, - sostiene - recuperando i fondi con una seria lotta all’evasione fiscale e una tassa sui grandi patrimoni immobiliari”. Cinzia Sivier

“Basta DEvastarE il tErrEno a favorE DEl cEmEnto”

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er Cinzia Sivier, candidata di Sel, “chi ha voglia di una sinistra di governo, dovrebbe votare noi. Abbiamo dimostrato, con l’esperienza di Vendola, che i temi cari alla sinistra possono esser portati avanti, anche governando”. Sivier fa della tutela del territorio la sua bandiera: “Basta devastare il terreno a favore del cemento”. La nostra terra va riqualificata” gli investimenti, dunque, non devono dimenticare che qui c’è il Parco del Delta che deve essere valorizzato”. La priorità del prossimo governo? “Il sostegno alle famiglie e a chi è in difficoltà”. rivoluzione civile, antonio ingroia premier

movimento cinque stelle Giovanni Endrizzi

“rEDDito Di cittaDinanza, finanziato con lE pEnsioni D’oro”

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no dei rappresentanti del Movimento a Rovigo è Giovanni Endrizzi. “Siamo incensurati – ha spiegato - abbiamo la mente sgombra da schemi preconcetti, le mani libere da alleanze tossiche; capacità di analisi, idee e progetti orientati al futuro. Insomma Abbiamo un programma che ora stanno copiando un po’ tutti, ma non possiamo sperare che lo realizzeranno davvero”. Tra le istanze da portare a Roma Endrizzi non ha dubbi: “Il marchio di qualità Polesine per agricoltura, piscicultura, agriturismo; attività ad alto valore aggiunto e elevato richiesta di manodopera. La politica dovrebbe impegnarsi per bloccare le grandi opere inutili in finanza di progetto e spostare la spesa su microprogetti di riqualificazione energetica degli edifici pubblici, a vantaggio di piccole e medie imprese locali”.

Shahnaz Jahangiri

“pErsonE al sErvizio Di tutti, soprattutto DEi piÙ povEri”

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nfine vi è Rivoluzione civile, lista civica che unisce partiti e mondo associativo. Le proposte per il Polesine sono chiare: “Occorrono politiche industriali pubbliche per promuovere investimenti per un grande piano nazionale per il lavoro e l’ambiente, in cui anche il Polesine abbia la propria parte di investimenti (es. riqualificazione e riconversione ecologica delle aziende in difficoltà, adeguamento e potenziamento della via navigabile, incentivi e finanziamenti per l’edilizia in termini di riqualificazione, ristrutturazione, riduzione dei consumi, messa in sicurezza antisismica degli edifici”. Secondo Shahnaz Jahangiri, presidente del circolo Arci di Adria, neo cittadina di origini iraniane, il voto a Rivoluzione Civile è un voto “per chi si occupa di tutela dei diritti, di tutti, soprattutto dei deboli”. “Le persone della nostra lista sono persone che si sono sempre messe a servizio del paese, con onesta e passione, a partire da Ingroia”, continua. Un provvedimento per il Polesine? “riqualificazione e valorizzazione di una delle zone più belle d’Italia, il Parco del Delta del Po”.


PREZZI IRRIPETIBILI

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10 Rovigo L’Intervento

Viabilità Il percorso a Sud del Ceresolo crea problemi a maggioranza e Pd

Il Passante Nord divide, non solo Parco Langer

di Fortunato Marinata

C

onsigli di maggioranza, assemblee tra comitati, riunioni di partito: attorno al tracciato del Passante Nord continua il confronto e non di rado si sconfina nello scontro. Diverbi sono nati tra esponenti dello stesso partito, mentre battibecchi hanno incrinato i rapporti all’interno della stessa maggioranza consigliare, evidentemente il progetto di Veneto strade divide e non solo Parco Langer. L’idea di far passare il nastro d’asfalto a Sud del Ceresolo, infatti, ha trovato consensi e dissensi trasversali che hanno portato ad un generale stato di “empasse”. La maggioranza non ha ancora deciso. Dopo un consiglio durato diverse ore, l’unica certezza che il Primo Cittadino ha portato a casa riguarda lo scollamento di Aldo Guarnieri dal resto del gruppo, che nell’occasione ha presentato le sue dimissioni da capogruppo del Pdl, e la convinzione che per un’oculata scelta occorra altro tempo. Se non altro esiste la disponibilità per trovare un tracciato migliore. Ma se nella maggioranza le discussioni hanno fatto tremare qualche scranno di palazzo Nodari, nell’opposizione le cose non sono andate diversamente. Anche al Pd, infatti, è servita più di qualche riunione per far riallineare le ragioni della segretaria comunale Elena Pavarin, in un primo momento favorevole al tracciato a Sud del Ceresolo, a quelle del partito, impegnato nel promuovere un referendum tra i cittadini. Il clima è di sospensione. Ma si tratta di una “Situazione improcrastinabile - secondo l’ex primo cittadino Fausto Marchiori, anche lui rientrato nella vicenda per spiegare come stavano le cose al tempo del suo mandato: “Una non scelta sarebbe deleteria. Via Calatafimi, ai miei tempi, era l’unica opzione per il tragitto del passante” – ha precisato, anche perché era l’unica ad essere inserita nel Pat. Del percorso a sud del Ceresolo – ha specificato poi

nEWs

“A

Piva: “Per prendere una decisione occorre altro tempo”. Il Pd insiste per un referendum cittadino Il percorso del Passante Nord così come è stato inteso da Veneto strade, a Sud del ceresolo

Merchiori – Veneto strade ci aveva inviato solo qualche schizzo ma un vero progetto da confrontare in sede di Consiglio comunale non l’abbiamo avuto mai”. Il disegno definitivo dell’intervento dunque sarebbe arrivato solo dopo l’insediamento del Sindaco Piva e alla sua Amministrazione si deve anche l’inserimento nel Pat del percorso a Sud del Ceresolo. Il cambio di rotta di Veneto Strade si deve al fatto che su via Calatafimi ci fu una generale levata di scudi da parte dei residenti poco propensi a piegarsi supinamente alla roulette degli espropri. Anche il Tar diede loro ragione. Oggi, invece, sul nuovo percorso pesano le pregiudiziali dei comitati cittadini. Nell’incontro tenutosi lo scorso 25 gennaio alla sala della Gran guardia, infatti, più volte e più relatori

hanno parlato di “poca trasparenza” indicando l’iter che ha portato alla proposta di un passaggio del Passante a sud del Ceresolo e ai costi che saranno necessari per la sua realizzare. Secondo quanto riportato dai bene informati tra espropri, progetti e opere già realizzate il costo del Passante avrebbe già superato i 28 milioni di euro e almeno altri sei sarebbero necessari per spostare il percorso a Sud del Ceresolo. Tra i contrari non manca chi, sostiene che l’intervento sia superato, in quanto se trent’anni fa il Passante avrebbe avuto il merito di eleminare un po’ di traffico pesante dal centro cittadino oggi, con l’apertura del casello autostradale di Rovigo Sud-Villamarzana, l’intervento sarebbe da considerarsi del tutto superfluo.

Il Passante Nord s’ha da fare Giovanni Boschetti* segue da pag.

1

L’articolo fa capire che l’attuale Amministrazione propone che il Passante Nord non sia ultimato per “...mutamenti nella infrastrutturazione viaria urbana ed extraurbana del Comune, si pensi al casello di Villamarzana, che pongono non pochi dubbi sulla reale necessità dell’opera.” Tutto questo fa capire che non si tiene conto di cosa chiede la maggioranza dei cittadini della Commenda. Ricordo ai cittadini di Rovigo che il Comitato della Commenda Est ha sempre chiesto che il Passante fosse realizzato su Via Calatafimi secondo il progetto originario, a nord del Ceresolo. In alternativa, si era proposto di realizzare il Passante più a nord con lo sbocco all’incrocio dell’Aliper, per poi passare lungo la ferrovia e arrivare a congiungersi con Via Lina Merlin. Quattro assemblee pubbliche con l’ex-sindaco Merchiori e i gli assessori senza mai avere una risposta. Nello stesso tempo, la Provincia di Rovigo (affermazione dell’ex-assessore Francesco Ennio in una pubblica riunione) ha espresso parere positivo che il Passante Nord sia costruito a sud del Ceresolo attraverso Parco Langer: nessuno allora ha protestato, mentre il Comitato del Quartiere Commenda Est aveva fatto proposte alternative, anche alla Provincia di Rovigo. Evidenzio che l’ente “Provincia di Rovigo” è socio di Veneto Strade S.p.A. e ha un proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione di detta Società: invece di una lettera “di facciata” è opportuno che il proprio rappresentante si esprima nel predetto Consiglio di Amministrazione. Ora Viale Tre Martiri è diventata l’unica uscita verso est dalla Città perchè è stato chiuso il raccordo di Via Calatafimi con la Tangenziale e Via Stacche è stata chiusa. Tutto il traffico automobilistico è incanalato su Via Benvenuto da Garofolo, Via Costituzione, Via Gino Piva, Via Confalonieri, Via Ippodromo, Via de Polzer, Via della Pace e Viale Tre Martiri: di fronte all’Hotel Cristallo ci sono i cartelli che indicano di girare per Via Benvenuto da Garofolo per andare ad Adria e all’Ospedale. Tutte le famiglie che vivono in quest’area sopportano per l’intenso traffico automobilistico: un inquinamento divenuto insopportabile per i gas di scarico e acustico. Per tanto, il Passante Nord va ultimato. Propongo agli amministratori del Comune e della Provincia che venga indetto un referendum per capire come la pensano i cittadini: se il Passante Nord si deve completare o no”. Sono certo, vinceranno i “si”. *presidente del Comitato del Quartiere Commenda Est

Lettera della rete dei Comitati Cittadini

“no all’ultimatum DElla rEgionE”

pprendiamo dalla stampa che sarebbe giunta al Sindaco di Rovigo una lettera da parte della Regione Veneto con la quale viene sollecitato a prendere una decisione sul progetto del Passante Nord con tracciato a sud del canale Ceresolo entro il 28 febbraio, pena il ritiro del finanziamento. Non è chiaro da quale Ufficio sia stata inviata: se si trattasse della Segreteria alla Infrastrutture sarebbe ancora una volta un’iniziativa dell’Ing. Vernizzi in una delle sue poliedriche vesti: oltre ad essere A.D. di Veneto Strade e Presidente della Commissione V.i.a., l’Ing. Vernizzi è infatti anche Segretario regionale alle Infrastruttu-

re; il cumulo di cariche non ha limiti! Ma forse la missiva è a firma dell’assessore regionale alle Infrastrutturale, diretto “superiore” di Vernizzi. Invitiamo il Sindaco, a tutela degli interessi della città, a respingere questo ultimatum condito di ricatto e ad ascoltare invece il grido d’allarme che viene dai cittadini. Gli ricordiamo che egli ha preso il solenne impegno che a decidere sulla questione sarà il Consiglio comunale al quale ci appelliamo affinché la scelta sia fatta esclusivamente in base al bene della città. Vorremmo poi capire da cosa derivi questa smania di realizzare a tutti i costi e in tutta fretta quest’opera, quando a suffragarne la necessità

non esiste alcuno studio della viabilità su basi scientifiche ne tanto meno un Piano del traffico del capoluogo, presupposto indispensabile per la realizzazione di un’opera viaria così importante. Ricordiamo ancora una volta che si tratta di una decisione definitiva, dalla quale non sarà possibile tornare indietro e che pertanto non può in alcun modo essere assunta con il “fiato sul collo” né di Veneto Strade né della Regione. A decidere sulle sorti della città devono essere i suoi cittadini e nessun interesse particolare deve prevaricare quello generale! Anziché sottoporsi a ricatti, invitiamo invece il Sindaco a chiedere sia fatta piena luce sulla parte di opere già realiz-

zate sotto il capitolo “Passante Nord”, chiedendo a Veneto Strade tutti gli atti di contabilità finale dei precedenti appalti nonché le varianti alle opere che si sono succedute. É doveroso che l’Ente rappresentato dall’Ing. Vernizzi documenti fino all’ultimo euro, vieppiù in questi tempi di crisi, come è stato speso il denaro pubblico che ha finanziato l’opera.


Rovigo 11 Il caso A causa della crisi sono in molti a trovarsi senza una casa

A Rovigo è emergenza sfratti 33 le espulsioni eseguite, 7 le scongiurate, ossia con accordi temporanei, ma di fatto solo posticipate, altre 20 sono incombenti. Complessivamente sono coinvolti 82 minori e 6 anziani di Roberta Giacomella

L

a combinazione esplosiva tra disoccupazione e crisi dei redditi ha fatto perdere la casa a 60 famiglie rodigine solo negli ultimi 14 mesi, con previsioni ancora più allarmanti per il prossimo anno. A dare conto dell’amaro bilancio è stato l’assessore comunale ai Servizi sociali, il quale ha presentato i numeri sulla delicata questione: 33 gli sfratti eseguiti e 7 gli scongiurati (ossia con accordi temporanei, ma di fatto solo posticipati), altri 20 sono incombenti, per un totale di 60 sfratti, di cui 2/3 riguardano

Focus

Delle 33 famiglie sfrattate, 22 hanno trovato soluzioni alternative famiglie di immigrati. Complessivamente sono coinvolti 82 minori e 6 anziani. Dati inquietanti frutto della crisi, che come ben sappiamo anche in Polesine ha fatto disastri, ma anche di decenni di mancanza di politiche abitative a livello nazionale e re-

gionale. Di conseguenza la “fame” di case a Rovigo è un’evenienza collegata ad una crescita della popolazione straniera residente, e all’aumento della povertà che mette le famiglie nelle condizioni di non poter pagare il canone di locazione. Inoltre la lentezza e la rigidità strutturale delle graduatorie Ater, con tempi di attesa lunghissimi, non hanno certo reso più scorrevoli le procedure di assegnazione delle case pubbliche. Delle 33 famiglie che hanno dovuto lasciare le abitazioni, 22 hanno trovato soluzioni alternati-

il commEnto Di saccarDin: “i numEri non rEstituiscono l’intEnsità DEl Dramma”

“L

a situazione effettivamente è più che drammatica - ammette l’assessore competente - i numeri non restituiscono l’intensità del dramma delle persone che stanno soffrendo a causa della perdita della casa”. Situazioni estremamente critiche

che toccano le classi meno abbienti, per lo più immigrati, nuovi poveri e anziani. È un fenomeno che preoccupa sempre di più e al quale il Comune cerca di far fronte ma, se da un lato le risorse sono sempre più esigue, dall’altro vi è un aumento esponenziale della domanda. La risposta all’emergenza abitativa che attualmente possiamo dare è quella di ”tamponare” la situazione ricorrendo agli alloggi parcheggio di proprietà comunale, alla quota di alloggi Ater destinati all’emergenza, e tentando di prorogare lo sfratto o scongiurarlo con

Jean Louis David PARRUCCHIERI

ve definitive in case Ater, affitti o ospitalità definitivi, ritorno in patria o emigrati in altre città. Altre si sono dovuti accontentare di soluzioni temporanee trovando ospitalità presso Arcisolidarietà, in alcuni bad & breakfast, altri in casa con connazionali. Un discorso a parte va dedicato agli “alloggi parcheggio” destinati ad ospitare persone sfrattate, che sono quelli comunali, assegnati sempre secondo graduatoria, che però riguarda anche l’emergenza e che ogni mese viene approvata dalla Commissione alloggi. “At-

tualmente ne abbiamo a disposizione 102 precisa l’assessore ai Servizi sociali - di liberi ce ne sono una decina e stiamo cercando di sistemarli per assegnarli (chiaramente con la sua graduatoria diversa da quella Ater). Uno l’abbiamo appena assegnato, un altro sarà a breve in assegnazione, nel frattempo si mettono a posto gli altri 8. In genere si rimane nell’alloggio parcheggio 2 anni certi, prorogabili altri 2 anni se ci sono condizioni eccezionali di grossa difficoltà”.

un contributo al proprietario, altrimenti gli sfratti incombenti sarebbero molti di più. Abbiamo bloccato per un anno il bando delle case Ater - conclude l’assessore ai Servizi sociali - e lo bloccheremo anche quest’anno. Il blocco di questi 2 anni servirà ad andare ad assegnare le case sulle vecchie graduatorie in modo da mettersi in linea con le domande arretrate, per cui ogni anno in cui si farà il bando dopo 3 mesi seguirà la graduatoria, e non dopo 3 anni”. Ro.Gi.

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12 Rovigo Infrastrutture Chiesti chiarimenti in merito alla discarica di Villadose

Taglietto 1, servono risposte prima di procedere L’assessore all’Ambiente da tempo sostiene che non sono più necessari inceneritori e discariche. Nel Piano dei rifiuti solo un sito per lo smaltimento dell’amianto

T

aglietto uno, la discarica di Villadose, è diventata oggetto di un’interrogazione in Consiglio Regionale. Della sua realizzazione e gestione si occuperà Ecoambiente, così come deciso dai soci, ossia dai sindaci polesani che fanno parte del Cda dell’azienda che si occupa della gestione dei rifiuti, ottenendo già un sostanzioso contributo dalla Regione. Sulla vicenda il consigliere regionale di minoranza, Graziano Azzalin, ha chiesto di vederci chiaro soprattutto in merito alla necessità di considerare se sia opportuno provvedere alla realizzazione del nuovo sito “Taglietto 1” prima dell’approvazione del Piano regionale dei rifiuti e di un’accurata valutazione sulla rilevanza delle scelte da compiere a livello di impatto ambientale, alla luce delle novità legislative intervenute che impongono la considerazione dell’intero territorio regionale come ambito territoriale ottimale. “Proprio per questo - ha spiegato il consigliere - bisogna capire bene il senso della delibera che il Consorzio Rsu di Rovigo ha inviato ai Comuni consorziati per l’approvazione, nella quale si sostiene che il Consorzio è beneficiario di un contributo comunitario a fondo perduto di euro 2.828.433,91 concesso

Al Consorzio Rsu già stanziato un contributo di 2.828.433,91 euro dalla Regione. Nella stessa delibera, inoltre, viene specificato che non sarebbe possibile devolvere a terzi, in nessuna forma, la somma per il completamento della discarica e si sancisce che la realizzazione della nuova discarica è necessaria al fine di garantire l’autosufficienza dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani a livello di ambito territoriale ottimale, provvedendo così a dare atto che il Consorzio provvederà all’appalto dei lavori di bonifica della discarica di ‘Taglietto 1’ e di realizzazione della nuova discarica Bacino”. Un’affermazione che secondo il consigliere cozza con quanto sostenuto dall’assessore regionale all’Ambiente, Maurizio Conte, che parlando del Piano regionale dei rifiuti, prossimo ad essere preso in esame dalla Giunta di Palazzo Balbi, aveva asserito che per il Veneto non erano necessarie altre discariche. “L’inutilità di nuovi impianti – ha precisato Azzalin – sembrerebbe essere confermato anche dal

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Differenziata, Rovigo il primo tra i municipi al sopra i 50mila abitanti rapporto “Produzione e gestione dei rifiuti urbani nel Veneto” dell’Osservatorio regionale rifiuti dell’Arpav, visto che le quantità di rifiuto urbano sono andate progressivamente riducendosi grazie alla raccolta diferenziata”. Il rapporto, infatti, per il 2011 la quantità di 188mila tonnellate di rifiuto urbano smaltite nelle 10 discariche attive in Veneto, il 18,1% in meno rispetto all’anno precedente e l’andamento dal 2002 al 2011 evidenzia una diminuzione complessiva del 61% (-76,1% considerando i soli rifiuti urbani). Un trend positivo al quale si accoda anche il comune di Rovigo che con i suo 60,32% di rifiuti differenziati risulta essere il primo tra i municipi al sopra i 50mila abitanti”.

nEWs Progetto

“intEr grEEn – Ecologia intErculturalE”

L

’integrazione passa anche attraverso la condivisione di abitudini culturali, quotidiane e domestiche. Ancora meglio, se a questo aggiungiamo un occhio di riguardo all’ambiente. Sono questi i punti sui quali si basa il progetto “Inter Green – ecologia interculturale”, promosso recentemente da Legambiente Veneto, finanziato dal Centro di servizio per il volontariato e patrocinato dal Comune di Rovigo. Collaborano anche Fiab, Caritas, Cooperativa Porto Alegre, Cinegap e il Laboratorio territoriale LA.TERR.A. della Provincia di Rovigo. L’obiettivo – spiega la responsabile del progetto Ilaria Boldrin - è promuovere l’ambientalismo all’interno delle mura domestiche, favorire l’interazione delle comunità straniere nel nostro territorio. Il percorso formativo si sviluppa su queste tematiche: l’acqua, i rifiuti, l’energia, la pulizia della casa, l’alimentazione stagionale e la mobilità, che verranno affrontate con un approccio semplice e concreto”.



14 Rovigo Sanità Piano sociosanitario e schede tecniche

Nell’aria c’è profumo di “tagli”

Si parla in via ipotetica ma oltre alla riduzione dei posti letto sarebbero a rischio i reparti “nursery” di Adria e Trecenta di Mauro Gambin

S

ul futuro della Sanità polesana si allungano minacciose le ombre dell’incertezza. Con una certa attendibilità si sa che a breve ci saranno dei tagli, annunciati dal Piano sociosanitario elaborato dalla Regione e confermati in via teorica dalle schede tecniche che riguardano ogni nosocomio. Schede delle quali, però, al momento si è persa ogni traccia. Per saperne di più abbiamo rivolto qualche domanda all’assessore provinciale alla Sanità, Guglielmo Brusco. Partiamo dalle nomine dei nuovi direttori generali: Pietro Girardi ad Adria e Arturo Orsini a Rovigo. Il primo chiamato nel difficile compito di sostituire il suo predecessore Dal Ben senza dare luogo a rimpianti, il secondo (l’unico in quota Pd tra i 22 nominati da Zaia) reduce da esperienze difficili a Chioggia e Mirano. In tal senso, infatti, a molti, e soprattutto tra l’utenza dell’Ulss 13, è balzato all’occhio il fatto che Orsini sia stato il direttore generale al quale più di tutti è stata fatta pesare la stagione dei tagli. Questo la preoccupa visto che su Rovigo la mannaia è appesa ad un filo già da diverso tempo? “Per quanto riguarda Pietro Girardi, che ho incrociato qualche volta quando lavorava all’Ulss 18, io l’avevo trovato persona gentile e non ho dubbi si sia mantenuto tale. Valutazioni sul suo operato le farò quando avrò

dati sufficienti per farlo. Per quanto riguarda il Dr. Orsini, su sua cortese richiesta l’ho incontrato e l’ho trovato persona disponibile e non credo che presterà al ruolo di boia per gli ospedali pubblici e altri servizi dell’Ulss 18. In caso di tagli non condivisi, sono certo partiranno denunce alla procura per interruzione di pubblico servizio e ricorsi al TAR, che non risparmieranno certo la Regione Veneto, né dal punto di vista del personale politico, né da quello degli alti responsabili tecnici”. Proprio in merito ai tagli, da tempo, per il Polesine si parla di 270 posti letto in meno, è un perdita che il sistema sanitario polesano può permettersi? e soprattutto, a suo avviso, sarà l’unico che il Polesine subirà? Nelle “nursery” di Adria e Trecenta, ad esempio, nascono meno di 500 bambini l’anno, questi reparti a suo avviso sono a rischio chiusura? “Io, proprio all’inizio del 2013 ho trasmesso anche alla Regione, una comparazione tra il piano Balduzzi e il Piano Regionale Socio-Sanitario. Se in Regione volessero coniugare il rispetto della legge e le necessità della cittadinanza, potrebbero farlo senza tagliare 270 posti letto, bensì da un minimo di 30 ad un massimo di 74. Sarebbero tagli comunque dolorosi, ma gestibili. Per quanto riguarda i punti nascite, credo sia un’offesa al buon senso tagliare ad Adria o a Trecenta.

nEWs Liceo Paleocapa

slitta al 2014 l’attivazionE DEl corso aD inDirizzo sportivo

E

’ rimandata al 2014 l’attivazione del corso ad indirizzo sportivo, che avrebbe dato il primato al Liceo Paleocapa di Rovigo, unico a candidarsi tra gli istituti della provincia. La causa tuttavia non è imputata al liceo, che anzi ha fatto una importante e decisa campagna di sensibilizzazione e informazione tra gli studenti e le famiglie polesane, quanto piuttosto alla burocrazia. Le tempistiche del Ministero dell’Istruzione infatti a volte non guardano in faccia proprio nessuno, nemmeno l’entusiasmo degli insegnanti e degli alunni, e anzi hanno causato in questo caso lo slittamento del corso all’anno scolastico 2014-2015. E così, nonostante le ipotizzate larghe adesioni delle iscrizioni al nuovissimo corso, è giunta come una tegola in testa la nota diffusa dal Ministero che, a fine gennaio, ha stoppato l’attivazione del corso ad indirizzo sportivo per tutti gli istituti del Veneto. Numerose le richieste di informazione degli alunni di terza media in rapporto alla ipotizzata offerta formativa, che avevano fatto ben sperare gli operatori scolastici del Paleocapa, ora dispiaciuti dalla cattiva notizia. Rimane la fiducia per la prossima e sperata attivazione per l’anno venturo. Me.Ru.

So per certo che nel territorio di riferimento amministrativo del San Luca nascono circa 700 bambini, di cui però solo circa 400 all’ospedale di Trecenta. Vogliamo farne emigrare altri 400 o far ritornare nel loro ospedale i 300 che adesso forzatamente nascono in atri nosocomi?”. Era stato detto che le schede tecniche sarebbero state redatte insieme alle istituzioni del territorio, è andata cosi? Zaia aveva detto che sarebbero state approvate prima di fine anno, ma lo disse diversi mesi fa. Secondo lei sono state messe, momentaneamente, da parte per non inficiare la campagna elettorale? Se fosse così sarebbe legittimo pensare che le misure contenute saranno parecchio impopolari... Lei che dice? “In tal proposito abbiamo avuto rassicurazioni dal presidente della V commissione Leo Padrin, dall’assessore Isi Coppola, dall’assessore Coletto e dal consigliere Corazzari che le schede ospedaliere saranno discusse, decise e condivise con le istituzioni e le popolazioni locali. Fino ad oggi nessuna di queste promesse è stata mantenuta. Conto però che lo sia, altrimenti questi signori non meriterebbero neanche un briciolo del rispetto e del credito che sono stati a loro fino ad oggi concessi”. La Regione ha appena esultato per-

ché è riuscita ad ottenere 130 milioni di euro da destinare all’edilizia ospedaliera, ad Adria per la nuova palazzina sono stati spesi 10 milioni di euro, a Chioggia si è speso per l’ingresso del nosocomio e per il Cup e a Schiavonia, nella Bassa Padovana, il nuovo ospedale marcia a grandi passi verso il taglio del nastro...ma perché ci sono così tante risorse per l’edilizia mentre per i servizi si è arrivati a tagliare i contributi alle famiglie con anziani o disabili a carico? Spero non risponda “perché nei cantieri gira il business mentre negli ambulatori no”... significherebbe affermare che in un settore importante e delicato come la Sanità c’è spazio solo per chi persegue interessi di arricchimento personale e si andrebbe ad alimentare ulteriormente la rete di chi nutre sfiducia nella politica... “Vede, se io sapessi che nei cantieri gira il businnes, avrei già avvisato la Corte dei Conti (anche se fino ad oggi, altre mie infor-

mative non hanno ancora prodotto risultati da me verificabili). Credo che però a lei sia sfuggita qualche puntata della mia catena di denunce sugli sprechi della sanità polesana e veneta. Io ho mandato conteggi in Corte dei Conti a Venezia per spese discutibilissime, per una cifra vicina ai 250 milioni di euro. Non ha prodotto ancora niente. Io vedo notizie della giustizia che colpisce giustamente chi ha rubato le mele, il signore marocchino che ha rubato in una discarica una biciclettina per la propria bambina, chi ha qualche sacchetto di patatine scadute. Per questo ho speranze che la giustizia mi sappia anche spiegare se un certo uso di centinaia di milioni di euro dati alla sanità privata del veneto, è stato legittimo, economico ed efficace. Se una mano a queste storie, la fornisse anche la stampa, facendo apparire più articoli di inchiesta sulle pagine dei giornali, forse le cose andrebbero meglio e si potrebbe difendere con più efficacia gli interessi veri dei nostri cittadini”.

Il caso Una lettera anonima è stata inviata al consigliere Guarnieri

All’Iras chieste spiegazioni sul numero di posti accreditati

L

a casa di riposo comunale è stata recentemente posta sotto i riflettori, a causa di una lettera anonima inviata ad un consigliere comunale Aldo Guarnieri in relazione all’operato dell’ente. Il caso è diventato una mozione mossa dello stesso consigliere per la discussione in consiglio comunale, al momento tuttavia rimandata. Nello specifico, la lettera anonima metterebbe in discussione l’accreditamento alla Regione Veneto mosso dall’Iras, che gestisce due strutture per anziani, il complesso di San Bortolo e Casa Serena. In particolare, il numero di posti letto per anziani non autosufficienti di Casa Serena risulterebbe essere, secondo le accuse, inferiore rispetto ai posti per autosufficienti. Di conseguenza i ricoverati, nel caso dell’aggravarsi delle loro condizioni di salute, correrebbero il rischio di essere trasferiti nella struttura di San Bortolo oppure, in caso di rifiuto, dovrebbero pagare interamente la quota di ricovero. Il consigliere ha richiesto precise spiegazioni atte a verificare il caso, chiedendo inoltre di rimuovere l’attuale consiglio di amministrazione dell’Iras, nel caso in cui queste accuse risultassero veritiere.Secondo il ragionamento dell’amministratore cittadino, l’Iras avrebbe chiesto per la struttura di San Bortolo un accreditamento di 225 posti per anziani non autosufficienti di primo livello e di 30 posti per non autosufficienti di secondo livello, quelli gravi. Per Casa Serena sarebbe stato richiesto, al contrario, un accreditamento di 25 posti letto di anziani non autosufficienti di secondo livello e 87 posti per persone autosufficienti. Non essendo stati richiesti posti per non autosufficienti lievi, nel caso in cui un soggetto autosufficiente di Casa

Serena diventasse non autosufficiente, sarebbe costretto ad andare a San Bortolo o a pagare integralmente la retta; stessa cosa accadrebbe ad un ospite esterno che non potrebbe essere ricoverato a Casa Serena. E si chiede come mai il cda non abbia garantito posti per non autosufficienti lievi anche a Casa Serena dei 225 posti autorizzati dalla Regione. Quello che il consigliere teme è il relativo svuotamento di Casa Serena e i costi che andrebbero a pesare sempre sulle spalle del comune. “Una cosa è certa – precisa il consigliere- la delibera del 16 ottobre 2012 esiste e comprova in modo palese che l’attuale cda non ha richiesto alcun accreditamento per posti non autosufficienti di primo livello per Casa Serena”. Nel frattempo, il presidente Stocco confuta le illazioni espresse nella lettera anonima, sminuendone il contenuto e la mozione del consigliere, che si baserebbe soltanto su un messaggio anonimo, e ribadisce il fatto che il comune non ha, in ogni caso, voce in capitolo in materia di sfiducia del cda dell’ente. E confuta le critiche: “Noi siamo in grado di fornire copia del decreto della giunta regionale del Veneto del 14 gennaio 2013 relativo all’autorizzazione all’esercizio per il centro di servizi per persone anziane non autosufficienti di Casa Serena”.



20 16

VIAGGIO IN

PROVINCIA ROVIGO

Ambiente Depositata lo scorso 30 novembre la domanda di compatibilità per la riconversione

Osservazioni della Provincia al piano di Enel Il responso dovrà arrivare dal Ministero dell’Ambiente. Luzio ha annunciato che nel caso fosse positivo i lavori partirebbero entro l’anno di Fortunato Marinata

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La centrale Enel di Polesine Camerini Ufficio Statistica di Palazzo Celio

a una parte l’agricoltura insieme al turismo e dall’altra la produzione di energia. Stiamo parlando dei due blocchi contrapposti che contengono le “vocazioni” economiche del Polesine. Il futuro. Due “nature”, potrebbero essere definite, spesso cavalcate dai rispettivi sostenitori come strade sicure per uscire dalla crisi, tanto che la loro causa viene perorata contando i posti di lavoro. Si tratta, è evidente, di impieghi ipotetici, ipotesi che potrebbero essere confermate nel caso l’una o l’altra trovassero implementazione e forse è per questo che, per il momento, si guarda alla tutela e alla valorizzazione del territorio per la qualificazione di un turismo di visitazione e un’agricoltura d’eccellenza con gli stessi occhi con i quali si piange il ritardo sul ruolino di marcia della riconversione a carbone per la centrale di Polesine Camerini. Eppure tra i due punti di vista c’è tanta distanza che a volerli far convergere sullo stesso asse si rischia lo strabismo. Oppure la schizofrenia. La Regione ne ha dato prova in occasione dell’approvazione dei progetti per la realizzazione dei “parchi” di pannelli fotovoltaici a terra che riguardano i comuni di Castelgugliemo, Pincara, Fiesso, Canaro e Adria. Nella fattispecie per gli impianti di Castelguglielmo e a Pincara, (rispettivamente di 12,99 ettari per la potenza di 4.462 kWp e di 7,74 ettari per 3.069,6 kWp,) collegati da un mega elettrodotto di sei chilometri che attraverserà letteralmente quasi 50 proprietà private, la Direzione Urbanistica di Palazzo Balbi ha avviato l’esproprio sui terreni interessati dopo che lo scorso 7 agosto la giunta ha approvato una delibera per impedire il consumo di suolo agricolo con impianti solari. Di più: recentemente è stata votata all’unanimità dalla terza commissione consiliare e dal Consiglio regionale una delibera che fermerà definitivamente la coltivazione di pannelli solari nei campi agricoli. Qualcuno potrebbe rimanere basito ma va precisato che ciò che veramente manca, e il Veneto è l’unica regione che ne

è sprovvista, è un “piano energetico”, ossia una programmazione che preveda quali e quanti impianti possano o debbano essere destinati in una determinata provincia. In assenza di ciò è ovvio il permanere in una situazione di incertezza e confusione. A tal proposito è quanto meno fuori luogo anche parlare in termini fiduciosi della riconversione a carbone della Centrale di Polesine Camerini. Il responsabile dei grandi progetti di Enel, Giuseppe Luzio, intervenendo ad un recente consiglio comunale a Porto Tolle, ha sì confermando l’intenzione di Enel di procedere con il progetto a carbone ma la domanda di compatibilità per il progetto di riconversione, depositata lo scorso 30 novembre, deve ancora essere vagliata dal giudizio el Ministero dell’Ambiente. Dopo le sentenze del consiglio di Stato e alla modifica della legge istitutiva del Parco Delta del Po, infatti, si è reso necessario un nuovo passaggio autorizzativo da parte del Ministero al quale si sono aggiunte, di recente, anche le osservazioni della Provincia. Nell’ufficio dell’assessorato all’Ambiente infatti, sono stati individuati 13 punti del Piano di Enel che non esaudiscono appiano le aspettative dell’assessore competente. A mancare sarebbero alcune specifiche in materia di emissioni, sia in riferimento alle combustioni dell’impianto, sia relative all’indotto, visto che per l’approvvigionamento del carbone e lo smaltimento delle ceneri vi sarà un massiccio ricorso a chiatte a camion. “E’ inoltre di fondamentale importanza – spiegano a Palazzo Celio – avere più chiarezza per quanto riguarda le emissioni di metalli pesanti e il consumo d’acqua in quanto un eccessivo rifornimento potrebbe compromettere il normale regime del Po”. Luzio ha annunciando l’avvio dei lavori già entro l’anno, nel caso dal Ministero arrivassero buone notizie, ma è evidente che la natura di tale risposta molto dipenderà dal ministro che andrà a sedere a palazzo Chigi dopo le votazioni del prossimo 24-25 febbraio.

in polEsinE la popolazionE piÙ vEcchia DEl vEnEto

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ovigo è la provincia che ha la popolazione con l’età media più elevata, 45,9 anni, tra le sette province venete, seguono Belluno con 45,5 anni; Venezia con 44,7; Padova 43,2; Verona 42,8; Treviso 42,5 ed ultima Vicenza che risulta la provincia con l’età media più bassa 42,2 anni. Il dato elaborato dall’ufficio Statistica di Palazzo Celio, prendendo in esame i dati forniti dall’Istat sul censimento 2011, evidenzia poi tutta una serie di altri elementi che confermano come il Polesine sia la provincia “meno giovane” del Veneto. Rispetto al dettaglio delle classi di età, il Polesine è il territorio con la più bassa percentuale di persone con meno di 14 anni: 11,4%, a seguire Belluno 12,7; Venezia 13,2; Padova 14,1; Verona 14,7; Treviso 15,2 ed infine Vicenza, che ha la percentuale più elevata con un 15,3%. Infine, analizzando l’indice di vecchiaia, il rapporto percentuale tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 14, Rovigo si piazza sempre al primo posto con l’indice più elevato 203,2%; ciò significa che per ogni persona con meno di 14 anni ce ne sono 2 con più di 65 anni. Per le altre province venete dopo Rovigo troviamo Belluno 185,7%; Venezia 169,1; Padova 143,8; Verona 137,7; Treviso 128,3 e Vicenza 126,8% che conferma, anche con questo indice, la composizione più giovane della popolazione residente.

PIANO DEGLI INTERVENTI QUANTIFICATI IN 27 MILIONI DI EURO I DANNI DEL SISMA

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quasi un anno dal terremoto che ha messo in ginocchio l’Emilia e parte del Veneto, la Regione, la Provincia e i Comuni interessati hanno dato il via libera al Piano degli interventi urgenti. Si tratta di un documento nel quale sono specificate le priorità e la percentuale massima di finanziamento per quanto concerne i danni subiti da enti pubblici ed enti non commerciali, compresi i beni ecclesiastici. Nello specifico viene spiegato che per quanto

riguarda gli interventi agli immobili adibiti ad uso scolastico, educativo per la prima infanzia e strutture universitarie verrà accordato il 100% di contributo su un danno totale di circa 1 milione 755 mila euro, già spesi, mentre per gli interventi di ripristino su edifici municipali il finanziamento potrà arrivare fino al 90 per cento del contributo richiesto; il danno segnalato ammonta a circa 1,717 milioni di euro. Ancora: per gli interventi di ripristino degli immobili adibiti ad uso

scolastico, educativo per la prima infanzia e strutture universitarie verrà corrisposto fino all’80% del danno che nello specifico ammonta a quasi 2,563 milioni di euro. Stessa percentuale di indennizzo, 80%, per gli interventi di ripristino su chiese e altri immobili di proprietà di enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, formalmente dichiarati di interesse storico-artistico, il cui danno è stato calcolato in quasi 7,936 milioni di euro. Il 60%, invece, è stato riconosciuto agli edi-

fici ad uso pubblico, il cui danno ammonta a 1,5 milioni e ancora il 60% è stato accordato per la copertura dei quasi 10,5 milioni di euro che sono stati necessari per il ripristino delle opere di difesa del suolo e infrastrutture e impianti di bonifica per la difesa idraulica e per l’irrigazione.


Spazi aperti 17 21 Delibera del Consiglio regionale Bloccati gli impianti superiori a 6 kw nelle aree con produzioni di qualità

Stop al fotovoltaico di Pincara, Fiesso, Castelguglielmo ed Adria Soddisfatto il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo: “Ora blocchino le procedure di esproprio”

Nella foto a lato il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo tentativo di invasione del nostro territorio, con gli impianti solari previsti nei comuni di Pincara, Fiesso, Castelguglielmo ed Adria, per i quali la Direzione urbanistica della Regione Veneto era partita addirittura con le procedure di esproprio che hanno, giustamente, sollevato la protesta degli agricoltori coinvolti. Ma la parte governativa della Regione – spiega Giuriolo – ha finalmente voluto difendere l’agricoltura, imprese agricole, quelle che vivono di reddito agricolo e che usano la terra come strumento di lavoro: uno strumento che non è un vuoto sulle carte geografiche, ma è

IL “ROSA” ED IL “ROSSELLO” DI LUSIA Presentati agli amanti della cucina del territorio due nuove varietà di radicchio. Un’apprezzata iniziativa promossa dall’Accademia delle Verdure dell’Adige

E

’ noto come spesso dalle difficoltà nascono nuove idee, volte a superare le situazioni complesse. Ciò vale anche per Lusia, la “capitale degli orti”, che negli ultimi anni, stante il perdurante stato di crisi, ha visto nascere iniziative finalizzate a migliorare le produzioni per dare vita ad eccellenze in grado di smuovere i mercati. E’ così che, tra gli ortaggi estivi, si è imposta l’ “Insalata di Lusia” - frutto di incessanti cure in un terreno unico - che ha ottenuto il prestigioso marchio Igp. Analogo sforzo si sta registrando nell’ambito delle produzioni invernali con la creazione di nuove varietà di radicchio in grado – si spera – di farsi apprezzare dai consumatori per il sapore ma anche sotto il caratterizzante aspetto visivo. Due i radicchi particolarissimi che si stanno ponendo all’attenzione degli esperti: il “rosa di Lusia” e il (chiamiamolo così perché ancora non c’è un nome ufficiale) “rossello di Lusia”. Due varietà, frutto di amorevoli cure e attente selezioni recentemente presentate ad un nutrito gruppo di appassionati dall’Accademia delle Verdure dell’Adige, presieduta da Renato Maggiolo, che nell’occasione ha proposto ai convenuti un breve excursus sulla storia e le particolarità delle due orticole appartenenti alle produzioni del radicchio invernale, definito “di busa” perché tolto dai campi dopo le prime brinate e quindi trapiantato in ambienti

2012, un anno Da non ButtarE via

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’ finita l’era dei grandi impianti fotovoltaici su terreno agricolo e delle speculazioni collegate al consumo indiscriminato di suolo col paravento delle energie rinnovabili, che tanti problemi hanno creato in Polesine: dall’aumento dei costi dei terreni coltivabili, alla deturpazione del paesaggio rurale, all’impermeabilizzazione di intere campagne, senza, peraltro, portare benefici concreti ai cittadini in termini di risparmio sulle spese di energia”. Il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, ha commentato così l’approvazione definitiva (con 28 sì, due no e un astenuto) da parte del Consiglio regionale veneto, del 31 gennaio, della delibera che individua come non-idonee alla costruzione di impianti solari fotovoltaici con potenza superiore a 6 KW le aree interessate da produzioni agricole di qualità (tutti i territori ricompresi nei disciplinari Dop e Igp), biologiche e tradizionali, oltre alle aree di elevata utilizzazione agricola secondo il Ptrc (Piano territoriale regionale di coordinamento). “E’ una delibera ampiamente sollecitata e fortemente voluta dalla Coldiretti – aggiunge Giuriolo – alla quale siamo arrivati dopo l’ennesimo

Report agricoltura

in grado di sviluppare tepore. Nello specifico si è appunto parlato del “rosa di Lusia” - proposto dal produttore Giordano Aglio - già sul mercato da qualche anno, nato da selezioni partite dall’ormai inflazionato “variegato di Lusia” e orientate al raggiungimento di una cromia rosata delle foglie e al giusto equilibrio gustativo tra dolce e amaro. Ben più vigoroso, invece, il colore del “rossello” – selezionato e proposto da Antonello Rosselli – dalle foglie di un rosso fiammeggiante e la forma assimilabile ad una rosa che sta per sbocciare alla quale corrisponde un gusto e una fragranza e decisamente persistenti. Li.Se.

ambiente, tradizione, conservazione del territorio, cibo sano per tutti”. “Ora ci auguriamo – conclude Giuriolo - che gli uffici regionali, che sono stati così solleciti ad avviare le procedure proprio prima delle festività natalizie, dando trenta giorni ai coltivatori interessati per rendersi conto della situazione e poter reagire, nonostante tutte le festività che ci stavano in mezzo; ci auguriamo che questi uffici, ora siano altrettanto solleciti nel bloccare quelle stesse procedure”.

l 2012 verrà ricordato nel mondo dell’agricoltura come l’anno della siccità, oltre che della crisi. Eppure questo parere condiviso potrebbe non essere del tutto realistico. I dati elaborati dalla IV commissione della Regione Veneto, infatti, restituiscono un’annata dove ci sono state più luci che ombre, confermando che il settore agricolo e quello agroalimentare sono stati capaci di creare lavoro e reddito. Il settore ittico è il primo ad aver dato esiti positivi con un aumento del 5,7% delle imprese acquicole, anche se calano del 3,8% le imprese di pesca. Positivi, inoltre, sono i fatturati dei mercati di pesca polesani che registrano a Porto Tolle un più 4,3% e a Porto Viro un più 7,4% in controtendenza rispetto alle altre località venete. Per quanto riguarda l’agricoltura: il valore della produzione nel 2012 è di 5,27 miliardi di euro, lo 0,5% in più rispetto al 2011. La redditività, però, si è ridotta a causa dell’aumento dei costi, a cominciare da quello del gasolio. Il problema maggiore resta ancora quello del mais, prima una diminuzione del raccolto del 35%, nonostante un aumento della superficie coltivata del 10%; poi il problema delle aflatossine che hanno reso quasi invendibile il grano veneto e polesano, come ha denunciato Coldiretti. De.Fo.


18 Mondo scuola

Mondo scuola 23

Primaria Sichirollo Da cinque mesi adottato un nuovo modello di scuola

“A scuola senza zaino”, avanguardia nell’Istruzione Nuovi spazi e per ogni bimbo a disposizione un I-Pad di Fortunato Marinata

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nnovazione è una parola d’ordine di questi tempi ma anche un’utopia. Infatti, è largamente condivisa la convinzione che sia lo strumento migliore per reagire al periodo di regressione che sembra inghiottire il futuro dell’Italia investita dalla crisi. L’innovazione è attesa nel modo del lavoro, nel modo di produrre e, come abbiamo visto di recente, anche nel mondo della politica. Nel mondo della scuola, invece, parlare d’innovazione necessita lo sforzo di superare un paradosso. Malgrado i nostri studenti siano quelli che pagano un ritardo formativo significativo nei confronti dei loro colleghi europei, anche se andrebbe detto

nEWs

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che tale ritardo si consolida dalle medie in poi, l’innovazione tra i banchi di scuola, molto spesso, rappresenta una difficoltà. A forza di tagli, taglietti, accorpamenti, pluriclassi, la scuola di oggi assomiglia a quella dell’Ottocento. E’ evidente, tuttavia, che per andare avanti l’unica cosa da tagliare è il traguardo dell’avanguardia che nel pur malconcio mondo dell’Istruzione rimane un orizzonte realistico solo grazie al quotidiano impegno profuso di dirigenti, maestri e professori o alla bontà di un progetto. In quest’ultimo caso va citata la scuola primaria Sichirollo di Rovigo dove da qualche mese è stato adottato il metodo “A scuola senza zaino”,

ossia un nuovo modello di scuola, dove il sapere si fonda su una nuova interazione tra alunni, docenti e spazio circostante. Se nell’aula tradizionale tutte le spiegazioni o le interrogazioni si svolgono dalla cattedra, nell’aula Senza Zaino le attività sono distribuite nello spazio, supportate da arredi e sussidi. In questo ambiente, dove ogni angolo è connotato in base alle attività, i ragazzi possono muoversi liberamente. “Un progetto bellissimo di cui la città è orgogliosa – ha detto il sindaco Bruno Piva, affiancato dall’assessore all’Istruzione Anna Paola Nezzo - rivolgiamo il nostro plauso a questa iniziativa innovativa per una scuola che si pone all’avan-

guardia e che auspichiamo sia di esempio per altre realtà”. La scuola che accoglie bimbi dai 3 mesi ai 14 anni, è stata completamente rinnovata di recente e anche nella didattica ha deciso la via dell’innovazione per le sue tre classi primarie. “La scuola non è fatta di banchi e cattedre – ha spiegato la dirigente scolastica Patrizia Granata - ma di banchi di lavoro”. Abbandonare lo zaino significa rendere la scuola ospitale, aperta alla dimensione della comunità,

della responsabilità, facendo del bambino e del ragazzo i primi artefici del processo formativo. Sono previsti laboratori di scienze, musicale, artistico e in più, ogni bimbo ha a disposizione l’I-Pad che trova direttamente a scuola. L’innovazione però, come hanno precisato le maestre che seguono e attuano il progetto, Anna Busolli e Tiziana Folto, non deve far perdere i contenuti tradizionali e la voglia di trasmettere l’amore per il sapere.

“Racconti a diecimila mani”

staffEtta Di scuolE pEr scrivErE un liBro

a diverse edizioni alla scuola primaria Angelo Milan, di Grignano Polesine, la Fondazione Banca del Monte di Rovigo mette in campo il progetto “Leggere è magia” che quest’anno si arricchisce di una nuova azione: “Racconti a diecimila mani”. Si tratta di una staffetta di scrittura che coinvolge classi quarte e quinte di molte scuole primarie di tutta Italia, comprendendo anche la scuola

italiana di Barcellona. Della scuola di Grignano sono coinvolti oltre cinquanta bambini. In pratica scolaricoinvolti nel progetto nazionale contribuiscono alla stesura di un unico libro, un capitolo per ciascuna classe. L’incipit, per le classi quinte, viene dato dal volume “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando dedicato al giudice Falcone e, per le classi quarte, “Sei Stato tu” di Anna Sarfati, colla-

boratrice di Gherardo Colombo, sulla Costituzione. Mentre si cimentano con la lettura e la scrittura gli alunni, sotto la guida degli insegnanti, discutono in classe sui temi di cittadinanza e di consapevolezza, di rispetto delle regole e di bullismo. Il primo capitolo è stato avviato in ottobre da una scuole elementare di Torino e, seguendo le tappe di un calendario stabilito all’inizio dell’anno scolastico, la

staffetta è arrivata a Grignano a febbraio. Gli alunni polesani avranno il compito, tempo 15 giorni, di scrivere il 6° e il 7° capitolo. Il progetto assume pertanto molteplici valenze educative, fondamentali per l’esperienza formativa delle giovani generazioni.

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Cultura provinciale 19 25 Cinema Intervista al regista Christian Battiferro

Il Delta protagonista di “Oltre il fiume” A maggio partiranno le riprese del nuovo film ambientato in Polesine di Denise Formigaro

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l lento scorrere dell’acqua del Po o tollo. I due si incontrano e assieme iniziano ai filari di pioppi che scolorano verso a costruire una torre vedetta. In questo terril’orizzonte sono stati dedicati lunghi torio quasi magico, sospeso tra sogno e real“piani sequenza” che nel tempo sono di- tà, cominciano, però, a riaffiorare i ricordi e ventati l’iconografia di un territorio. Se pensi le diversità. “L’idea di questo film è nata in alla “Gente del Po” è difficile non pensare a modo spontaneo – racconta Battiferro - un Michelangelo Antonioni, se pensi alla natura giorno andai a trovare i miei genitori in un è difficile non pensare a “Lungo il fiume” di piccolo paese davanti al fiume Adige e pasErmanno Olmi. La lista dei film che hanno il seggiando lungo l’argine rimasi a osservare Polesine come set è lunga, ma forse il Pole- il paesaggio e l’isolotto al centro del fiume. sine non è solo un set, un luogo di posa, è Ero da solo ed era tutto molto silenzioso, invece un vero protagonista da inserire tra anche lo scorrere dell’acqua si sentiva a i personaggi e le loro storie, per renderle malapena. Inoltre, le isole che si formano autentiche, concrete. Quando Pasolini am- nei fiumi mi hanno sempre affascinato. bientò la sua Medea tra Immaginavo che ci i Sassi di Matera, cer- Dalla pellicola sparirà vivesse qualcuno o cava un surrogato della l’intervento umano che ci fosse qualche Colchide, un luogo che per lasciare posto al rifugio segreto e che riuscisse a contenere la paesaggio naturale, esplorarle sarebbe bellezza e la crudeltà di vivo, magico stato come entrare un mondo antico come in un altro mondo”. quello in cui è ambientata la tragedia di Euri- Insomma, il paesaggio ha stregato talmente pide. Non cercava un luogo, quindi, cercava tanto Christian da decidere di farne un persoun concetto. E altrettanto concettuale è la naggio. “La natura avrà un ruolo importante scelta di Christian Battiferro che nelle pros- nel film. Mi piace pensare al Delta come a sime settimane inizierà le riprese, tra Porto un immenso teatro, un contenitore naturaTolle, Scanno Boa e Ca Zuliani, del suo thril- le di storie, uno spazio vuoto da riempire. ler psicologico “Oltre il fiume”, prodotto da L’unico difetto è causato dall’umanità, che Studio Scialpi in coproduzione con Filmina ha da sempre deturpato e offeso la natura. Scan, Cronos Film, Videonoir, Dolce Mare Dovrò, perciò, escludere, nella pellicola, Productione e con il contributo della Regio- l’intervento umano sul territorio a favore ne Veneto. Il Thriller psicologico, narra la di un paesaggio naturale, vivo, magico. Ho vicenda di Luca, rozzo proprietario terriero di sempre sofferto, infatti, la progressiva canun’isola in mezzo al Po, e di Michele, un gio- cellazione della campagna nella zona da cui vane ragazzo che si perde e approda sull’a- provengo. Ogni volta che si toglieva spazio

A sinistra in basso, la locandina del film, nelle altre immagini alcuni frammenti delle riprese e respiro alla vista con la costruzione di un edificio, era come se venissero cancellati alcuni ricordi e avevo la sensazione che un pezzo del mio passato e della mia infanzia scomparissero improvvisamente, come una mutilazione. Ecco cosa mi spinge in questa direzione: nel film il “vuoto” del territorio sarà più importante di tutto il resto”. Le

riprese, che inizieranno a maggio, si svolgeranno in tutta la zona del Delta in location diverse come l’isola Volta Vaccari o la campagna circostante a Cà Bonelli. Inoltre, per dare ancora più importanza al territorio, ci saranno anche molti attori e comparse della zona polesana: “Abbiamo già scelto gli interpreti principali del film, come Vitaliano

Trevisan e Paolo Ottoboni e qualche comparsa che proviene proprio dalle zone del Delta; ma stiamo ancora ultimando i casting. Ora stiamo cercando attori e comparse straniere, di origine nord africana, indiana e cinese. Chiunque fosse interessato a proporsi può mandare una e-mail a casting.oltreilfiume@ gmail.com”.

in BrEvE Appuntamenti al Museo di Adria

la Donna nEllE sociEtà antichE

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o scorso 26 gennaio il Gruppo Archeologico Adriese, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Adria, ha dato il via ad un ciclo di conferenze dedicato al tema della donna nelle società antiche. Si tratta di una serie di convegni, con cadenza mensile, in occasione dei quali cinque specialiste relazioneranno sull’attuale stato delle conoscenze in merito alla condizione femminile in età etrusca, paleoveneta, greca, romana e medievale. Come detto, il primo appuntamento, dedicato al tema “La donna medievale”, si è tenuto lo scorso 26 gennaio con la conferenza tenuta dalla dottoressa Sandra Bedetti, mentre rimangono in programma “La donna etrusca”, a cura della dottoressa Milella Robino alle ore 17.00 del prossimo 23 febbraio, “La donna romana”, della quale parlerà la dottoressa Cinzia Tagliaferro alle ore 17.00 del 23 marzo, “La donna greca”, il 20 aprile alle ore 17.30 con la dottoressa Federica Wiel Marin mentre concluderà la rassegna il 25 maggio, sempre alle 17.30, la dottoressa Mariangela Ruta con il tema “La donna veneta”. Tutti gli appuntamenti si terranno al Museo Archeologico Nazionale di Adria.

Palazzo Roverella dal 23 febbraio al 23 giugno

“il succEsso DEgli italiani a parigi nEgli anni DEll’imprEssionismo: la maison goupil”

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errà aperta al pubblico proprio in questi giorni la mostra di Palazzo Roverella dedicata agli artisti italiani che lavorarono per la famosa Galleria Goupil di Parigi. Si tratta di un’esposizione dedicata ad uno dei momenti di svolta dell’arte contemporanea dovuto alla definitiva uscita dell’aristocrazia e dell’alto clero dal novero dei committenti d’arte e l’affermazione della borghesia alla guida della società della seconda metà dell’Ottocento. La via dell’industrializzazione e i valori della Rivoluzione francese che non poterono essere bloccati dagli argini della Restaurazione, portarono sulla scena europea un certo numero di “parvenu” che avevano un gusto decisamente diverso rispetto a chi li aveva preceduti e Adolphe Goupil fu il primo a fiutare il cambio di rotta, cavalcando con spregiudicata capacità il nascente capitalismo. I “borghesi” avevano gusti decisamente più semplici rispetto agli aristocratici e soprattutto disponibilità economiche ridotte rispetto ai patrimoni che furono dei patrizi, quindi le loro scelte si orientarono verso opere di piccolo formato, di grande impatto, piacevoli e di facile comprensione: scene di vita quotidiana e di genere, ambientate in eleganti interni o in giardini ombrosi, scena in costume, pompeiano o settecentesco. Più economiche ancora erano le loro riproduzioni fotografiche o a stampa ed è su queste che Goupil costruì il suo impero. Acquistava un’opera, la riproduceva con le più diverse tecniche e la diffondeva ovunque, rendendola popolare nel mondo. Gli italiani nel genere andavano per la maggiore e a loro è dedicata la mostra al Roverella. Un’esposizione che propone una serie di opere che nessuno, se non i diretti proprietari, ha mai avuto modo di ammirare da molto, molto tempo. Opere ritrovate in collezioni spesso lontanissime dall’Italia, inseguite dal curatore della mostra nei loro infiniti passaggi di mano, dal momento del loro acquisto presso la Galleria Goupil ad oggi. Basti dire, ad esempio, dello Sposalizio in Basilicata di Giacomo Di Chirico, ritrovato in Messico e qui esposto per la prima volta al pubblico dopo 136 anni. O Rhea di Raffaello Sorbi o Suonatrice di lira di Giovanni Boldini, opere mai prima esposte. Ma furono molti coloro che contribuirono con le loro opere al nascere del nuovo gusto artistico: da Giuseppe De Nittis ad Alberto Pasini, da Giovanni Boldini a Francesco Paolo Michetti e ancora Raffaello Sorbi, Antonio Mancini, Rubens Santoro, Alceste Campriani, Domenico Morelli.


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LO focus

SPORT in PRIMO PIANO marco BonvEnto È il nuovo DElEgato DEl coni Di rovigo

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arco Bonvento, quarantatre anni rodigino, presidente della Rhodigium team che svolge attività di triathlon e atletica leggera, è il nuovo delegato del Coni di Rovigo. E’ stato nominato dal presidente regionale Gianfranco Bardelle. Due le domande che erano pervenute presso la sede del comitato regionale: quella di Bonvento, appunto, e quella di Filippo Carlin, di Porto Viro, commercialista e consigliere provinciale. “Sono molto contento di questa nuova nomina, anzi Marco Bonvento sono onorato – dice il neo delegato - mi dimetterò dalla carica di presidente della Rhodigium, proprio per affrontare con tutte le mie forze questa nuova avventura. Ringrazio il presidente Bardelle che mi ha scelto: mi impegnerò al massimo per questo nuovo incarico.” Il consiglio nazionale del Coni ha ratificato i nomi dei nuovi delegati provinciali. “Non è stata una scelta difficile, - dice il numero uno del Coni regionale Gianfranco Bardelle. Marco Bonvento fa parte attivamente del mondo sportivo ed è una persona molto operativa e disponibile. Siccome il nuovo delegato dovrà essere una persona operativa che si dovrà rapportare con lo staff regionale entrando a far parte di una squadra dinamica, la scelta è andata proprio in suo favore. Ho analizzato, ovviamente, anche la candidatura di Filippo Carlin e ho notato subito i tanti suoi impegni, oltre che lavorativi e politici, in vari consigli di amministrazione, se non sbaglio sette, e quindi, siccome il delegato, ribadisco, deve essere molto operativo, è stato quasi automatico optare per Marco Bonvento.” Cr.Ag.

Associazioni sportive Cambio al vertice della federazione

Dopo 36 anni Piva lascia la presidenza della Fidal di Cristiano Aggio

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opo 36 anni di presidenza provinciale della Fidal, la federazione di atletica leggera, Provino Piva, ha detto addio. Il 2 febbraio, all’assemblea elettiva, alla quale hanno partecipato le cinque società provinciali (Assindustria Rovigo, Rhodigium, gruppo podisti Avis Taglio di Po, Podisti Adriesi e Salcus S.Maria Maddalena), è stato eletto Sergio Pascucci, attuale presidente onorario del gruppo Atletico Assindustria e unico candidato. Ma non c’è stata unanimità nell’elezione: delle cinque società aventi diritto al voto, tre hanno dato la preferenza al candidato Pascucci, Assindustria Rovigo, gruppo podisiti Avis Taglio di Po e gruppo podisti Adriesi e due, la Rhodigium, presieduta fino alla settimana scorsa da Marco Bonvento, neo nominato delegato del Coni di Rovigo (ora dimessosi dalla carica di presidente della Rhodigium) e la Salcus di Santa Maria Maddalena, hanno presentato scheda

Il nuovo direttivo della Fidal bianca. “E’ un fatto che mi dispiace molto – ha commentato Provino Piva - e soprattutto che non era mai successo”. Una Fidal “spaccata” quindi, sotto gli occhi di Paolo Valente, presidente regionale della federazione, che ha coordinato i lavori dell’assemblea dove sono eletti i consiglieri Paolo Fantinato, Roberto Gasparetto del gruppo Atletico Assindustria e Maurizio Preti dell’Avis Taglio di Po. Appare quindi già problematico dar consistenza al programma del neopresidente, dove alla voce metodo c’è scritto che “si dovrà aprire un più costruttivo e costante canale di comunicazione fra il territorio e il comitato; a tal fine saranno organizzate anche

in via informale consultazione delle società in occasione della stesura dei calendari provinciali dell’ attività sia in pista, sia su strada. Il dialogo costruttivo e costante dovrà essere ricercato in ogni occasione e con tutti i soggetti interessati, condividendo con loro le scelte al fine di ottenere il migliore risultato possibile in vista del raggiungimento degli obiettivi prefissati. Le cose che faremo diventeranno via via progetti che saranno costantemente comunicati alle società affiliate per ottenerne la condivisione. Sarà inoltre importante favorire e agevolare i rapporti fra comitato provinciale, società e tutte le istituzioni sportive e amministrative del territorio”.

Judo

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’ un 2013 cominciato in vetta per gli atleti Andrea Fregnan e Stefano Moregola che al Gran prix kata judo di Giaveno a Tornio hanno dato degna prova di essere i numeri uno nel circuito internazionale per il katame no kata, competizione in cui hanno partecipato i migliori atleti del circuito kata judo provenienti anche dal Giappone e dalla Svizzera. Si tratta solo dell’ultimo traguardo raggiunto dalla coppia che già nel 2012 aveva collezionato importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. I due atleti sono vincitori indiscussi nel 2012, del Gran prix kata – katame no kata per il terzo anno consecutivo, del Gran prix kata trofeo Città di Giaveno, della gara kata Circuito athena di Portogruaro, dell’Eju kata di Bruxelles, del

Campionato italiano kata di Pordenone e del trofeo kata di Villanova. Secondi classificati a Reggio Emilia al memorial Otello Bisi e a Capodistria al 5° campionato europeo kata judo “under 45”. Campioni d’Europa e primo posto al campionato kata judo open e al Gran prix judo kata alle Isole Lipari. Bronzo al campionato del mondo kata di Pordenone e a novembre oro a Grisignano per la gara regionale pre esame – ju no kata. Fregnan e Moregola che, come conferma il loro allenatore Fabrizio Gazzignato, sono alla continua ricerca della perfezione, hanno già ricominciato con la preparazione in vista della gara internazionale Eju international kata che si terrà a marzo a Pordenone. El.Ca.


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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Economia Lavoro e produzione

Una fioca luce in fondo al tunnel

L’occupazione si conferma uno dei nodi più critici: non risparmia settori che avevano sempre “tirato” nè gli stranieri che ritornano nei Paesi d’origine di Ornella Jovane

L

a produzione fa registrare qualche segnale di ripresa, ma sempre in un contesto di contrazione, e la situazione del mercato del lavoro resta preoccupante. Le recenti indagini degli organismi veneti più accreditati certificano le pesanti ripercussioni della crisi anche in Veneto. Da VenetoCongiuntura, l’analisi congiunturale sul manifatturiero di Unioncamere Veneto su un campione di 2.826 imprese della regione con almeno 2 addetti, emerge che nel terzo trimestre 2012 la produzione industriale ha fatto segnare una nuova flessione, del -4,9%, sullo stesso periodo del 2011. La variazione congiunturale destagionalizzata, tuttavia, è stata del -1,1%, “ed un segnale di decelerazione della contrazione. In una situazione ancora difficile per il manifatturiero – spiega Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere Veneto – vanno colti i sintomi che potrebbero portare a un’inversione di tendenza, come le previsioni degli imprenditori, che lasciano intravvedere una fioca luce in fondo al tunnel”. L’andamento negativo della produzione continua a interessare per lo più le microimprese (2-9 addetti), con un -7%. A seguire le piccole (10-49) e medie imprese (52249), con una flessione del -5,1% e -4,1%, e le grandi imprese (oltre 250 addetti), con un -3,6%. Le diminuzioni più marcate sono state rilevate per i comparti del marmo, vetro e ceramica (-7%), legno e mobile

(-6,9%) e mezzi di trasporto (-6,6%). L’unico settore stabile è l’alimentare, bevande e tabacco (-0,4%). Il trend negativo è confermato dal -4,8% del fatturato su base annua e dal -4,6% degli ordinativi: anche qui ad andare peggio sono le micro imprese. L’occupazione è segnata da una flessione del -0,6% su base annua (-0,8% nel trimestre precedente), che interessa principalmente le medie imprese (-1%). Il calo maggiore è stato registrato nel comparto del legno e mobile (-3%) e carta e stampa

Imprenditori orientati per future assunzioni a privilegiare contratti a termine (-2,5%). Gli unici settori con dinamiche positive sono macchine ed apparecchi meccanici e metalli e prodotti in metallo (+0,7% e +0,5%). In miglioramento, ma sempre negative, le previsioni degli imprenditori per gli ultimi tre mesi 2012, con un saldo pari a -29,8 punti percentuali (-36,6 p.p. nel trimestre precedente) per la produzione. Migliora, di poco, la fiducia anche per l’indicatore del fatturato (-28,8 p.p. contro -35,1 p.p.) e degli ordini, specie dal mercato estero (-12,3 p.p. contro -19,2). Cresce invece la sfiducia in un recupero dell’occupazione

(-15,6 p.p., -14,0 p.p. precedente). L’occupazione si conferma uno dei nodi più critici. Non risparmia settori che avevano sempre “tirato”, come l’industria del divertimento, si veda il caso di Gardaland che ha posto in mobilità 63 dipendenti, né gli stranieri, come evidenzia un’indagine della Fondazione Moressa su 600 imprese venete con meno di 20 addetti: i lavoratori stranieri delle piccole imprese venete provengono per lo più da Paesi europei non comunitari (41,3%), come Albania (16,6%) e Moldavia (8,4%), e comunitari (31,9%), specie dalla Romania (29,8%), ma significativa è anche la presenza degli africani (16,8%); per la maggior parte ricoprono mansioni non qualificate (56,4%). L’occupazione straniera nelle piccole imprese venete ha fatto registrare nel primo semestre 2012 un calo del -0,8% rispetto ai sei mesi precedenti. La riduzione riguarda in particolare l’edilizia (-2,9%), il comparto che fa più ricorso alla manodopera straniera: su 100 imprese edili, 52 annoverano lavoratori stranieri. Le previsioni per la seconda parte del 2012 segnalano l’intenzione delle piccole imprese di non investire molto in nuove assunzioni, invariate per gli autoctoni. Va però rimarcato che l’unico aumento è stato previsto proprio per le assunzioni degli stranieri, pari all’1%, specie nel settore della produzione (4,0%) e dell’edilizia (4,1%).

Va anche precisato che, se finora la gran parte degli stranieri (84,5%), come il totale degli occupati (85,3%), era inquadrato con contratti a tempo indeterminato, per le future assunzioni gli imprenditori dichiarano di voler privilegiare forme a termine per la manodopera straniera (78,9%) e quella complessiva (60%). Le 14.670 assunzioni previste nel periodo estivo in Veneto, di cui 2.757 di stranieri, hanno contribuito ad alleviare marginalmente le difficoltà degli ultimi anni, ma occorrerà aspettare ancora del tempo per tornare ai livelli occupazionali pre-crisi.

I 28mila stranieri ancora senza lavoro in Veneto rischiano di diventare clandestini se non trovano una nuova occupazione, con le relative conseguenze. Non a caso, a fronte di tutte queste problematiche, il segretario generale del Veneto della Cgil, Emilio Viafora, ha voluto dedicare larga parte dell’assemblea regionale, tenutasi il 18 dicembre a Vicenza, alla presentazione del Piano del Lavoro elaborato dalla Cgil nazionale, con proposte mirate a dare una risposta di sistema alla grave crisi del Paese e un futuro ai giovani.

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Il Veneto in primo piano 23 9 La proposta parte dalla Provincia di Padova Appello dell’assessore Barison

“Staffetta” fra generazioni per salvare l’occupazione di Nicola Stievano

Massimiliano Barison

I

l lavoratore “anziano” e più esperto, passa gradualmente il testimone ad un giovane apprendista che si affaccia sul mondo del lavoro e che ha bisogno di essere adeguatamente formato. L’idea della “staffetta” fra generazioni è stata lanciata da Padova ma piace in tutta la Regione e ha trovato anche l’apprezzamento dell’allora ministro al Welfare Fornero. L’assessore provinciale al lavoro Massimiliano Barison si augura che l’iniziativa possa essere ripresa dal governo che uscirà dalle elezioni e partire in via sperimentale

nEWs

V

quanto prima proprio dal Veneto. In pratica, si tratta di un accordo di solidarietà tra generazioni con sgravi fiscali previsti da diverse finanziarie (l’ultima quella del 2007), ma mai attuate. “Questo meccanismo – spiega Barison - consentirebbe una “staffetta” tra lavoratori che diventerebbe uno strumento prezioso soprattutto per la realtà produttiva del Nord-Est, caratterizzata da imprese di piccola dimensione e forte know-how. I giovani, infatti, seppur in possesso di un’ottima preparazione teorica, hanno ancora forti difficoltà di inserimento stabile in azienda e

necessitano di una sorta di tutor che possa trasmettere le esperienze e le abilità acquisite nei processi lavorativi. Si tratta di una sorta di “apprendistato del terzo millennio” che da una parte garantirebbe nuove assunzioni, dall’altra consentirebbe di mantenere occupati i lavoratori prossimi alla pensione. E’ necessario, infatti, anticipare un problema che sta emergendo in seguito all’allungamento dell’età pensionabile a 67 anni e cioè motivare le aziende a mantenere l’occupazione nella fascia d’età tra i 55 e i 67 anni”. Da tempo il Consiglio provinciale, su

proposta del Presidente della Terza commissione Pietro Giovannoni, ha approvato un ordine del giorno che prevede un incentivo erogabile sia al lavoratore sopra i 55 anni di età, che all’azienda. Il contributo era ottenibile nel momento in cui il lavoratore “anziano” avesse trasformato in tempo parziale il proprio contratto di lavoro e, contemporaneamente, l’azienda avesse assunto (per la differenza tra l’orario parziale e il tempo pieno) un giovane disoccupato di età inferiore ai 25 anni o a 29 se laureato.

La coppia padovana ha messo a frutto una lunga esperienza la passionE pEr i viaggi trasformata in imprEsa

iaggiare costa e ormai sta diventando un lusso per molti. Ma c’è chi è riuscito a trasformare questa passione in un solido lavoro, con soddisfazioni anche dal punto di vista economico. Si tratta di Francesco Canton e Nicoletta Dainese: la coppia di a Due Carrare, in provincia di Padova, ha creato una speciale agenzia di viaggi on line che organizza vacanze inedite, al di fuori dal soliti schemi, sfruttando anni di esperienze e contatti in giro per il mondo. Francesco, dopo aver prestato consulenza in uno dei più importanti tour operator online italiani, ha deciso di mettersi in proprio insieme alla moglie Nicoletta, con la quale condivide la passione per i viaggi. E’ nato così “Racconti di viaggio”, che sfrutta come meglio non si potrebbe il web. “Vogliamo offrire ad ognuno

la possibilità di fare il viaggio dei sogni. - spiega Canton - Per qualcuno il sogno può essere una settimana in un villaggio turistico, per altri può essere un trekking nella foresta amazzonica, per altri ancora una settimana di vacanza-lavoro in una masseria siciliana o un’avventura nelle praterie del far West”. Per far questo nell’operazione si è unito un gruppo di una quindicina di “consulenti” che mettono disposizione di tutti i frequentatori del sito www.raccontidiviaggio.it le loro proposte e le loro offerte. C’è chi è specializzato nell’Africa del Sud, chi nella Sicilia, chi ancora nella Grecia o nella Micronesia. “Il nostro valore aggiunto sta nella “creazione” di viaggi su misura e proprio per questo non entriamo in diretta concorrenza con i grandi nomi del turismo internazionale”.


10 Il Veneto in primo piano 24 Osservatorio Findonestic Banca

La crisi economica si riflette anche sui beni durevoli Tranne l’informatica si contraggono tutti i principali settori. Auto, motoveicoli, mobili ed elettromestici: i veneti preferiscono rinviare gli acquisti

di Ornella Jovane

L

a crisi non ha risparmiato l’acquisto dei beni durevoli, con flessioni sensibili per auto e moto, mobili, elettrodomestici ed elettronica di consumo: tiene solo l’informatica. E’ quanto emerge dalla 19esima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Veneto, presentato il 22 gennaio a Padova. In un contesto di fragilità socio-economica, anche la spesa delle famiglie venete nel 2012 ha subito evidenti contraccolpi. I consumi sono stati fortemente penalizzati dalla dinamica del reddito disponibile e la contrazione della spesa è intervenuta nonostante la riduzione della propensione al risparmio. Nel 2012 la flessione del reddito disponibile pro capite nella regione è stata di poco più ampia della media nazionale (-2,5% contro -2,3%); l’indicatore si è attestato sui 19.426 euro pro capite, valore più

Nel 2013 ci si attende un’ulteriore contrazione della domanda anche se in moderato calo elevato della media nazionale per 1.772 euro per abitante, ma più basso di 850 euro per abitante rispetto a quella del Nord-Est. Questa stretta sul reddito disponibile si è riflessa in maniera consistente sulla spesa familiare destinata ai durevoli, la tipologia di beni più sacrificata e il cui acquisto è stato rinviato quando non strettamente necessario, aumentando così la vita media dei beni in dotazione delle famiglie: l’indicatore veneto si è attestato sui 2.307 euro, con un calo del 14,8% (-14,1% in Italia, -14,5% nel Nord-Est). Analizzando i principali settori, le auto

nuove, usate e i motoveicoli hanno evidenziato una contrazione, rispettivamente, del -20,4%, -13% e -19%, anche se più contenuta rispetto alla media nazionale (- 22,2% - 12% e -20,4%). Nel 2012 si sono immatricolate 106.264 auto nuove, 82.842 da parte delle famiglie, il resto da parte delle aziende, e si sono acquistate 165.515 auto usate per 1.233 mln di euro. Per i motoveicoli si riscontrano 18.550 pezzi venduti per 112 mln di euro e una spesa per famiglia di 53 euro. In comparti che esercitano un peso consistente sulla spesa complessiva, come i mobili, nel Veneto si sono invece registrate flessioni più ampie della media nazionale, -7,3% rispetto al -6.8%: la spesa complessiva è passata dai 1.516 mln di euro del 2011 ai 1.396 del 2012 e la spesa per nucleo è scesa da 735 a 666 euro.

Una performance peggiore di quella media nazionale ha riguardato anche gli acquisti di elettrodomestici, che hanno visto una flessione del 8,7% contro quella nazionale del 6,8% (gli acquisti si sono contratti da 366 a 334 mln di euro; la spesa media è scesa da 177euro a 160 euro), e soprattutto sull’elettronica di consumo, la cui flessione in Veneto, del -17,8%, è risultata ben più marcata rispetto alla media dell’Italia (-11,8%). I consumi sono passati da 274 a 225 mln di euro e la spesa per famiglia da 133 a 107 euro. Si salva solo il comparto della Informa-

tion Technology, che ha registrato in regione un incremento del +2,5%, contro un calo dello 0,6% nazionale. La spesa è passata da 189 a 194 mln di euro e quella media da 92 a 93 euro a famiglia. Ci si attende che nel 2013 le decisioni di spesa delle famiglie venete saranno ancora condizionate dagli effetti della manovra di bilancio e della fase recessiva sul reddito disponibile e che, anche se con un’attenuazione rispetto al 2012, la domanda di beni durevoli resterà in moderato calo, non riuscendo a imboccare un sentiero di recupero delle forti contrazioni degli ultimi anni.

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el 2012 Venezia fa segnare le performance migliori, sia in termini di reddito (19.987 euro) che in termini di variazione rispetto al 2011 (- 1,7%). Seguono Padova, con 19.978 euro, Belluno con 19.691 euro e Verona con 19.629 euro. Tra i valori più modesti Vicenza (19.333 euro) e Treviso (18.704 euro). Resta in ultima posizione la provincia di Rovigo (17.345 euro), dove il reddito disponibile si configura al di sotto della madia nazionale. Relativamente al mercato automobilistico, Padova resta in testa alla classifica delle spese per auto nuove, con 279 mln euro; subito dietro, con 272 mln euro, c’è Verona, quindi Treviso (238 mln euro), Venezia (214 mln euro), Vicenza (211mln euro), Rovigo (70 mln euro) e Belluno (55 mln euro). Nella classifica delle auto usate è, invece, Verona a registrare il volume di vendite più alto, a quota 256 mln euro. Sempre Verona, poi, è la città che ha fatto segnare l’incremento più incisivo del comparto dei motocicli, per consumi complessivi di 26 mln euro. Nel settore dei mobili, Padova e Vicenza si collocano, rispettivamente, al primo e al secondo posto, con 265 e 254 mln euro. Belluno resta la provincia dove il volume degli acquisti è stato il minore (63 mln); quattro mln meno di quelli fatti segnare da Rovigo, penultima, mentre le restanti provincie si mantengono sostanzialmente in linea coi risultati delle prime in classifica. Andamento simile per il settore degli

elettrodomestici grandi e piccoli dove, ad eccezione di Rovigo (16 mln euro) e Belluno (15 mln euro), le altre provincie registrano consumi complessivi sostanzialmente omogenei: Padova 63 mln euro, Verona 62 mln euro, Vicenza e Treviso 60 mln euro e Venezia 59 mln euro. Classifica pressoché invariata per i consumi di elettronica di consumo: Padova al primo posto con 43 mln euro, seconde a pari merito Verona e Venezia con 41 mln euro, seguite da Treviso (40 mln euro) e Vicenza (39 mln euro). Restano nelle ultime due posizioni, a grande distanza, Rovigo (11 mln euro) e Belluno (10 mln euro). Il comparto informatica, unico settore in crescita, verifica l’andamento dei consumi dei settori precedenti, con Padova e Verona in testa, rispettivamente a 37 mln euroe 36 mln euro. Seguono Treviso e Venezia (35 mln euro) e Vicenza (34 mln euro). Chiudono Rovigo (9 mln euro) e O.J. Belluno (8 mln euro).


Il Veneto in primo piano 25 11 Commercio in difficoltà

Occorre far ripartire i consumi aumentando il potere d’acquisto della gente InLa breve nuova legge regionale Il nuovo piano del commercio regionale varato a fine 2012 blocca di fatto la deregulation voluta dal governo Monti ma ora si attende il regolamento di Germana Urbani

S

ono qualche migliaio le piccole e medie attività commerciali che entro il 2013 chiuderanno le serrande definitivamente. Un dato che viene messo in luciedalle principali associazioni di categoria in prima linea per salvaguardare i negozi di prossimità costretti ad un estenuante concorrenza con i grandi Centri commerciali che, con la nuova legge promossa da Monti, potrebbero tornare liberamente a nascere ovunque come funghi. Confesercenti e Ascom puntano fortemente il dito contro il decreto Salva Italia del Professore perchè la liberalizzazione spinta di orari di apertura che consente di non avere mai un giorno di chiusura, pesa enormemente sui negozi di prossimità che vedono aumentare le spese ma non gli introiti. Eppure sono costretti tante volte a tenere aperto perchè il grande Centro Commerciale che magari si trova a pochi chilometri – e può contare su risorse molto più ingenti – non abbassa mai le serrande. “Per ora in Veneto siamo riusciti a bloccare un altro aspetto di questa tremenda deregulation messa in campo dal governo dei tecnici - afferma Maurizio Francescon, direttore della Confesercenti di Padova -. Il Consiglio regionale ha varato il nuovo Piano del Commercio, l’ultimo risaliva a nove anni fa e prevedeva un numero preciso di superfici a disposizione della grande distribuzione e dal 2007 non era stato più possibile realizzare nuove aree commerciali. Questo nuovo Piano permette di arginare un rischio pesante dovuto, appunto, alla deregulation voluta dal governo Monti. La legge, infatti, lascerebbe mano libera ad ogni singolo sindaco di decidere su tutto, anche sulle superfici a disposizioni da destinare alla grande distribuzione”. Un bell’affare per i Comuni che, strozzati dal Patto di Stabilità, dando il via libera a nuovi centri commerciali incasserebbero milioni di euro attraverso gli oneri di urbanizzazione, Imu etc. Il rischio è che si assista ad un ulteriore consumo selvaggio di suolo e alla cannibalizzazione del piccolo commercio dei centri storici. Per non parlare del problema dei Comuni vicini che spesso vengono interessati dal traffico, dallo smog e dalla chiusura delle proprie attività commerciali senza averne in cambio nulla. Lo sa bene il comune di Padova che, avendo deciso di non autorizzare più centri per la grande distribuzione, ha rinunciato a entrate ingenti ma si è trovato comunque nel giro di pochi anni a gestire traffico, smog e concorrenza ai negozi del centro causati dalle Brentelle e dall’Ipercity,

C Sulla libera domenica Confesercenti ha presentato una proposta di legge popolare entrambi alle porte delle città ma in territorio di Rubano e Albignasego. “Perché queste situazione non possano più ripetersi – Continua Francescon - bisogna che la Regione nel regolamento che la Giunta è chiamata a redarre al più presto preveda una figura o un ente sovracomunale che controlli le autorizzazioni commerciali” “Il nuovo piano regionale – continua Fernando Zilio, presidente di Ascom Padova – ha affermato concetti importanti su cui noi associazioni ci battiamo da anni. E mi riferisco alla valorizzazione dei centri storici e al recupero delle aree dismesse ma questo non basta. Occorre quanto prima che siano messi dei paletti certi attraverso il regolamento che attendiamo a breve e che stabilisca come e chi decide rispetto al via libera per l’insediamento di nuove grandi aree commerciali”. Le associazioni hanno le idee chiare su questo: occorre ci sia un ente o una figura sovracomunale che tenga in considerazione il parere vincolante dei sindaci contermini all’area dove si intende autorizzare il nuovo centro commerciale. “Faremo una battaglia su questo – afferma Zilio – i sindaci dei comuni contermini devono avere voce in capitolo visto che anche i loro commercianti risentiranno inevi-

tabilmente della presenza pesante della grande distribuzione. E poi non pesiamo mai abbastanza le conseguenze del dilagare di queste strutture spesso legate finanziariamente a multinazionali che hanno tutto l’interesse a conquistare il monopolio commerciale su un territorio stabilendo modalità prezzi e prodotti. La libera concorrenza verrebbe certamente annullata. Come può una piccola o media impresa resistere a questo tipo di politiche?” Eppure quando queste grandi strutture vengono proposte in un Comune portano con sé la prospettiva di assunzione per molti giovani disoccupati e di questi tempi non è poco. “C’è questa finta credenza – spiega Zilio – che si assumi più personale per coprire tutto l’orario che interessa il centro commerciale. Ma andiamo a verificare con quali contratti queste persone vengono assunte. La grande distribuzione si avvale di contratti atipici che prevedono facilità di licenziamento. Quindi queste grandi strutture promettono lavoro e producono un triste precariato”. In attesa del regolamento che dovrà varare la giunta veneta restano le linee guida previste dal nuovo Piano del Commercio. Tra le novità va sottolineata la volontà di valorizzare i centri storici attraverso la semplificazione delle autorizzazioni per i negozi fino a 1.500 metri quadrati. L’obiettivo è favorire i negozi di prossimità affinché le città non si svuotino e le luci non si spengano. Mantenere vivi i centri storici significa garantire più sicurezza ai cittadini, perchè un negozio aperto è anche un presidio di zona e avere un “giardino” gradevole dove socializzare e passeggiare all’aria aperta.

on l’approvazione della legge regionale n. 50 del 28 dicembre 2012 il Veneto si è dotato di un nuovo Paino per il Commercio. Ora si attende il varo, entro 4 mesi, del Regolamento di attuazione della legge, che dovrà contenere i criteri per l’individuazione da parte degli strumenti urbanistici delle aree idonee all’insediamento delle medie strutture con superficie di vendita superiore ai 1.500 mq. e delle grandi strutture di vendita, le modalità per la valutazione integrata degli impatti e l’individuazione delle misure compensative e di mitigazione atte a rendere sostenibili gli insediamenti commerciali, la definizione degli ambiti territoriali destinati ad ospitare gli in-sediamenti commerciali di rilevanza regionale (le grandi strutture di vendita con oltre 15.000 mq.) e gli altri indirizzi per lo sviluppo del sistema commerciale veneto. Di grande interesse la norma contenuta nell’art. 19, comma 4, che dispone che all’interno dei centri storici l’autorizzazione commerciale per le grandi strutture di vendita è rilasciata non più tramite la Conferenza di servizi, ma direttamente dallo Sportello Unico per le Attivi-tà Produttive secondo le modalità previste per le medie strutture di vendita, che prevedono tra l’altro una regolamentazione da parte del Comune. In questo modo si intende favorire la realizzazione in centro città di grandi strutture di vendita specializzate. Altra norma di immediato interesse è quella contenuta nell’art. 28, comma 4. Si tratta di una norma transitoria che prevede che le grandi strutture di vendita ed i parchi commerciali già autorizzati alla data di entrata in vigore della legge possano essere ampliati in misura non superiore al 20% della superficie autorizzata (e comunque nel limite massimo di 2.500 mq di superficie di vendita), nel rispetto dello strumento urbanistico vigente e della normativa in materia ambientale, edilizia e viabilistica prevista dalla precedente legge regionale sul commercio. Tale facoltà va esercitata entro 60 giorni a partire dal 1° gennaio 2013, con l’impegno ad iniziare i lavori entro e non oltre 60 giorni dal rilascio dell’autorizzazione.


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Il Veneto in primo piano 27 13 Bilanci La relazione della Corte dei Conti inchioda la Sanità veneta

Gli ospedali hanno troppi debiti con i fornitori Ammonta a 2 miliardi e 896,7 milioni di euro l’importo che deve essere saldato alle aziende private. Per i pagamenti si attendono anche più di 500 giorni di Fortunato Marinata

C

resce il debito della Sanità veneta. Lo dicono i giudici della Corte dei Conti che hanno rilevato come a dicembre del 2011 il saldo delle somme dovute a enti e aziende sanitarie pubblici, fornitori, tesoriere, dipendenti, più i mutui passivi siano aumentati rispetto all’anno precedente del 3,8%. La cifra complessiva è da capogiro: 4 miliardi e 368,2 milioni di euro, 385, 5 milioni dei quali maturati nell’ultimo esercizio. L’esposizione maggiore, informano sempre i magistrati contabili, è nei confronti dei fornitori privati per una percentuale che oscilla attorno al 65% del debito complessivo: 2 miliardi e 896,7 milioni di euro, tanto per essere chiari, ai quali vanno aggiunti i 15,7 milioni di euro degli interessi che dovranno essere pagati agli stessi a causa dell’enorme dilazione dei pagamenti. In questo caso manca un vero e proprio report ma, secondo quanto sostenuto dalle aziende private che avanzano soldi dalle Ulss venete, i saldi arrivano con un ritardo che supera i 500 giorni, ossia un anno e mezzo, mentre la legge stabilisce che le fatture dovrebbero essere onorate

entro 30 giorni. Una situazione insostenibile al 54% del totale) sono in capo alle Aziende secondo la Cgil. “Il mancato pagamento dei sanitarie locali. Sui motivi che invece hanno fornitori – spiega la sigla sindacale in un portato al progressivo indebitamento della comunicato stampa diffuso proprio in questi Sanità veneta la Cgil non ha dubbi, a pesare giorni – è un problema gravissimo che si tra- sarebbe il ritardo con il quale sono state messe scina da troppo tempo, tanto più in una fase in campo le manovre contenitive. “I ritardi di grave crisi come l’attuale, determina a sua nell’attuazione del Piano Socio Sanitario la scelta della Giunta Zaia volta, ricadute pesanti, di tenere nel cassetto in termini occupazionali I peggiori bilanci oltreché di tenuta delle a Verona, Venezia fino a dopo le elezioni le schede di dotazione imprese, già in difficoltà e all’Azienda ospedaliera e territoper l’accesso al credito, Ospedaliera riale, che dovrebbero e lascia spazi pericolosi di Padova costituire lo strumento alle imprese poco pulite e trasparenti, quelle legate alla criminalità, le operativo per porre mano alla necessaria uniche che possono permettersi di aspettare riorganizzazione dei servizi, la mancanza asanni per i pagamenti, perché dispongono di soluta di volontà politica di ridurre il numero fonti illecite di finanziamento”. Che siano le delle aziende sanitarie ridefinendo gli ambiti Ulss a detenere la quota di debito più elevata territoriali di quelle attuali, il persistere di openei confronti delle imprese private, lo con- razioni ad alto rischio come la costruzione di fermano anche i dati elaborati della Cgia di nuovi ospedali facendo ricorso alla finanza di Mestre secondo i quali: dei 70 miliardi circa di progetto, disegnano un quadro sempre più debiti che la Pubblica amministrazione ha nei preoccupante per la tenuta complessiva del confronti delle aziende, ben 37,8 mld (pari sistema, per le ricadute negative in termini di

servizi e di costi aggiuntivi per i cittadini, per le operatrici e gli operatori che lavorano sempre più in condizioni complicate, per mancanza di risorse e di una seria programmazione”. Una serie programmazione che invece per la sigla sindacale dovrebbe incentrarsi attorno alla riorganizzazione degli ambiti territoriali delle Ulss, con una loro sostanziale riduzione numerica, e all’attivazione di una rete territoriale dei servizi di cure primarie, sul modello H24, per ridurre i ricoveri e gli accessi impropri ai Pronto soccorso. “Un obiettivo strategico importante – spiegano - peraltro contenuto nel nuovo Pssr, ma che rischia di restare sulla carta se qualcuno immagina di utilizzare la politica dei due tempi nell’attuazione del Piano e cioè prima si chiudono gli ospedali poi non si sa cosa succede”. Le stesse conclusioni sono contenute anche nella relazione della Corte dei Conti, là dove è indicato in rosso anche la voce che riguarda il patrimonio netto degli enti del Servizio sanitario regionale. Meno 60,2 milioni secondo quanto riportato. Le passività create dalla varie Ulss, viene specificato, vengono ripianate solo

in parte dalla Regione e il passivo viene riportato negli esercizi successivi appesantendo lo stato debitorio e legando di conseguenza l’equilibrio di bilancio a capitali di terzi. A presentare i bilanci peggiori sono le Ulss 12 di Venezia, con quasi 430 milioni di euro di debito, la 20 di Verona, con un saldo passivo di 446,7 milioni di euro e l’Azienda Ospedaliera di Padova, con altri 429,9 milioni di passivo. Insomma ancora una volta troppi debiti a causa di troppe spese che invece andrebbero contenute con l’attivazione immediata del nuovo Piano sociosanitario, intervenendo, dunque, nella riduzione della rete ospedaliera e nel potenziamento del sistema di assistenza territoriale oltre che nell’irrigidimento dei monitoraggi.


14 Cultura veneta 28 Treviso, Fondazione Benetton Studi e Ricerche, spazi Bomben Fino al 3 marzo “IX Mediterranei”

Il sottile colore ad acqua di Cano Isole del “Mar nostrum” esplorate attraverso la disamina delle tradizioni culturali, della storia e dei luoghi fisici di Alain Chivilò

L

’acquarello è una tecnica non facile per il margine di errore compositivo e di stesura che deve essere pari a zero e per la capacità di rendere atmosfere, accostamenti e nuance di colori che solo questa riesce a rendere. Un Maestro, tra gli artisti di livello internazionale, che interpreta con maggiore efficacia la tecnica del colore ad acqua è Pedro Cano. Spagnolo di Blanca, classe 1944, espone cinquantaquattro tavole negli spazi della Fondazione Benetton Studi e Ricerche, spazi Bomben, di Treviso fino al 3 marzo. “IX Mediterranei” è il titolo della mostra personale che raffigura un viaggio attraverso le tre isole di Sicila, Patmos, Maiorca e le sei città di Venezia, Napoli, Spalato, Istanbul, Alessandria d’Egitto e Cartagena. Un bacino territoriale, unito idealmente dal mare, che viene esplorato da Cano attraverso la disamina delle tradizioni culturali, della storia e dei luoghi fisici. Ne deriva una rappresentazione introspettiva, originale e non banale. Ecco che le bricole della città lagunare per antonomasia si rarefanno in un clima umido, in cui si respira la salsedine lacustre. Escono da una sorta di nebbia

Alcune opere presenti alla mostra

magica o d’improvvisa illuminazione solare o oscurità notturna. Invece in Alessandria d’Egitto, la storia si fa protagonista con pagine di libri riecheggianti la biblioteca perduta e paesaggi che rimandano, in chiave attuale, a rappresentazioni d’ottocentesche memorie. A Cartagena i pesci in essicazione assumono un aspetto metafisico e le anfore scandiscono verticalmente il ritmo dell’opera. Particolari di Istanbul, come i minareti e la cupola di Santa Sofia, sono d’effetto e si stagliano in uno sfondo informale. Le ghirlande di frutta, come l’uva e i limoni, sono di caravaggiesche armonie ed evidenziano una solarità insita in Patmos. La Sicilia archeologica,

Arte in breve

POKER DI CITTÀ PER 6 MOSTRE

I

n questa sede si propone una rapida carrellata di eventi in corso o che hanno tracciato un interessante percorso espositivo. A Treviso presso la prestigiosa sede di Casa dei Carraresi, a contorno degli eventi collaterali alla mostra “Tibet”, fino al 7 marzo si susseguono due mostre collettive d’arte in ambito figurativo, “Confessioni artistiche” e non figurativo, “Avventure mentali”. Una disamina che mappa lo stato dell’arte di due metodologie espressive ormai in dialogo. A Padova invece, presso la Galleria Cavour “Bernard Aubertin” e al Centro Culturale S. Gaetano “Cesare Berlingeri”. Il primo svolge il suo concetto artistico partendo dall’azzeramento dei canoni espressivi tradizionali, captando da un lato il colore del fuoco e della nera cremazione in combustioni di oggetti diversi e dall’altro il colore rosso all’interno di monocromi come da incontro con Yves Klein. Nell’altra mostra, dedicata a Berlingeri, viene tracciato il percorso compositivo attraverso le piegature nate da un lampo creativo, che parte da un’interiorizzazione dell’infanzia, quando vedeva sua madre indossare al petto un piccolo involucro piegato per esorcizzare il malocchio e dal teatro, in qualità di scenografo, osservando dei macchinisti raccogliere un cielo stellato da una scena. Ci spostiamo ora a Bassano del Grappa con “Novecento italiano. Passione e collezionismo”. Qui si traccia attraverso artisti di chiara fama, con opere di pregio, il passaggio dell’Arte nazionale da moderna a contemporanea, ossia dal secolo scorso a oggi. Concludendo il viaggio, approdiamo a Venezia dove ha aperto Officina delle Zattere, un nuovo spazio utilizzato precedentemente dall’Istituto degli Artigianelli come officina e poi come laboratorio didattico e artigianale dall’Accademia di Belle Arti. Nelle varie sale a tema, hanno esposto Giorgio Merigo in “Sintetiche visioni, sound digital art”, Veronica Croce, Massimo Donà e Raffaella Toffolo in “Il suono delle cose”, Giorgio Faletti in “Da quando ad ora” e Emanuel Dimas De Melo Pimenta in “John Al.Ch. Cage 100 anni. Silenzio”.

in un lontano sapore di Magna Grecia, è tracciata da sculture giunte a noi danneggiate dal corso del tempo, dove una mano umanizzante tiene dei lembi di una veste. A Maiorca, delle grate di finestre riparano da atmosfere esterne di luce e indefinite vegetazioni. A Napoli c’è la smorfia, ma non quella tradizionale perché si tratta di un dolce ritratto di bimba, mentre una Spalato romanica ritorna a parlare veneziano con una biancheria penzolante dalle corde. Dunque un Mediterraneo che Pedro Cano indica come “lo scenario nel quale ho trascorso gran parte della mia vita e ho dedicato alle sue terre e alle sue città migliaia di opere su carta,

tele e soprattutto moltissimi quaderni che mi hanno accompagnato nei miei percorsi. Un viaggio sentimentale saltando attraverso l’immenso specchio azzurro, il cui nome, secondo lo scrittore croato Predrag Matvejevic, trae origine dal fatto di essere situato tra le terre. In queste sono nate le più grandi civiltà occidentali, dove la diversità culturale, linguistica ed etnografica le rende un luogo unico al mondo”. In conclusione, alcuni esempi di una sorta di frammenti di paesaggio che, con acqua e colore, rappresentano il vero percorso e significato della figurazione contemporanea: una visione che esula dal luogo stesso.

Intervista a Piero Slongo

“Il mio paesaggio interiore” Due anni fa la partecipazione al Padiglione Italia della Biennale 2011. Un esordiente di 80 anni

C

on un “era ora !!!” il pittore nativo di Mogliano Veneto, classe 1928, Piero Slongo, a quasi due anni dalla sua partecipazione al Padiglione Italia della Biennale 2011, rimarca con fierezza quella presenza che l’ha posto nelle cronache dell’Arte italiana. Come disse Vittorio Sgarbi, durante l’inaugurazione del Padiglione Veneto di Piazzola sul Brenta, “… da Mogliano e precisamente dallo studio di un ottantenne pittore pieno d’entusiasmo è oggi qui tra noi, come esordiente a questa manifestazione, Piero Slongo. Un’artista che voglio onorare portandolo a Venezia, perché sono curioso di scoprire una persona come Slongo piuttosto che imporre, nelle sale espositive, un nome di mio piacimento”. Dunque una vera e propria legittimazione, che Sgarbi convalida e porta all’attenzione dopo aver conosciuto le opere di Slongo in anni passati durante precedenti incontri. C’è da sottolineare, a onore del vero, che Piero ha sempre dipinto. Però, solo grandi eventi fanno “riscoprire” talenti nascosti. Non dovrebbe essere proprio così, ma il sistema dell’Arte in Italia funziona con la logica che l’apprezzamento e il riconoscimento debbano giungere dopo una lunga stagionatura, come in una tradizionale cantina. Piero Slongo, come autodidatta, si avvicina al mondo dell’Arte dipingendo con discrezione e con una forte capacità di apprendere i segreti dei grandi maestri storici. Lui parte da una cultura paesaggistica storica, che a Venezia aveva trovato terreno fertile nelle prime due generazioni di pittori figurativi appartenenti alla così chiamata Scuola di Burano. Tra questi, per esempio, Umberto Moggioli e Gino Rossi come primi e Eugenio

Da Venezia e Fioravante Seibezzi come secondi. Senza dubbio, alcune generazioni erano passate da questi maestri, ma la ferrea volontà di portare avanti questa tradizione lo fa divenire oggi l’ultimo testimone del paesaggio romantico, in contrapposizione a tutto quello non figurativo della nostra contemporaneità. Il ragazzo Piero, ma per favore non chiamatelo Maestro, ha un segreto che consiste nella “voglia di conoscere sempre cose nuove e d’interessarsi sempre di tutto, stando sempre presente informandosi”. Questo si traduce in una costante pittura fresca, che nasce da uno spirito sempre giovane. Un importante momento pittorico avvenne proprio da una visione diretta delle opere di Gino Rossi, durante una storica mostra di Treviso, in cui ebbe inizio un’autentica viva e rinnovata intensità espressiva. Il suo focus è dato dalla tematica del paesaggio, che permette a Slongo d’evidenziare una

grande capacità nel dipingere l’interiorità, attraverso la manifestazione di emozioni e liricità. Una tecnica tendente all’opaco, pastosa e di verve coloristica che trova in Chaim Soutine il secondo suo grande maestro di riferimento. Le stagioni venete sono così ritratte in modo vitale e luminoso, in un confine tra Impressionismo e Espressionismo. Spesso i ciliegi in fiore gli permettono d’inserire punti luce naturali che equilibrano la scena. Colori caldi, tipici di una terra amata e vissuta. Le sue tematiche si completano anche con soggetti quali fiori, nature morte e ritratti. Piero Slongo vuole esplorare “di tutto e di più” e in questo viaggio incarna una pittura veneta, in cui è riuscito a rendere la tematica del paesaggio vicina a noi, trasformando a livello percettivo una natura mai uguale. Ecco che il saper rendere la comprensione dell’ambiente che ci circonda, mai standardizzato, è la chiave del paesaggio attuale. Al.Ch.


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16 Cultura veneta 30 Letteratura Il libro di Bevilacqua che ricorda Micheletto e il ciclismo di inizio ‘900

“Il Conte di Sacile” di Vesna Maria Brocca

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ato e vissuto a Sacile lungo il fiume Livenza, a Portobuffolè, il ciclista Giovanni Micheletto fu il più grande asso del pedale del primo Novecento. Cent’anni fa, nel 1912, vinse il Giro d’Italia, assegnato in quell’edizione con la formula a squadre. Ricordiamo poi la vittoria nel 1910 del Giro di Lombardia, nel 1911 del Giro di Romagna e nel 1913 la prima tappa del Tour de France. Sempre nello stesso anno, 1913, è stato il primo italiano a vincere nella storia del ciclismo una corsa

Pioniere del ciclismo. Tappe da 600 km corse senza assistenza in linea all’estero, la Paris-Menin. Colto e dai modi sempre garbati che gli valsero il soprannome de “Il Conte”, viene ricordato per l’abitudine di soffiarsi il naso -in corsacon un fazzoletto, anziché improvvisare alla meno peggio. Corse da professionista dal 1908 al 1913, ebbe quindi una carriera ciclistica breve, ma importantissima. Durante la seconda guerra mondiale fece parte del Comitato di Liberazione Nazionale di Sacile e poi per dodici anni ricoprì la carica di presidente dell’Ospedale civile di Sacile portandolo a livelli d’eccellenza. Oggi il Palazzetto dello Sport di Sacile e il Museo del ciclismo di Portobuffolè portano il suo nome e a 100 anni dalla vittoria del Giro d’Italia, Giacinto Bevilacqua lo ricorda con la biografia “Giovanni Micheletto il Conte di Sacile” (edizioni Sports15). Tra le chicche di questo volume l’autore ci racconta che ha “antologizzato un testo di un giornalista della Gazzetta dello Sport che negli anni Cinquanta aveva seguito una cor-

Vinse il Giro e la prima tappa del Tour. Venne chiamato “il Conte” per l’abitudine di soffiarsi il naso -in corsacon un fazzoletto, anziché improvvisare alla meno peggio musica E lEttEratura

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Durante la seconda guerra mondiale fece parte del CLN sa in Belgio. Il giornalista, di ritorno, aveva riferito con grande meraviglia che in un’osteria belga, sentendo i commensali parlare italiano, l’oste andò a prendere una foto di Micheletto scattata nel 1913 alla ParigiMenin, testimoniando così la fama duratura di questo mito del pedale riscossa lungo le sue tappe”. Giacinto Bevilacqua prosegue il suo racconto descrivendoci un ciclismo da pionieri in cui i corridori non avevano alcun genere di assistenza in gara, anzi, era assolutamente proibito cambiare bicicletta. Il ciclista si doveva arrangiare a fare tutto lungo tappe anche di 600 chilometri: portava a tracolla il tubolare di riserva e macinava chilometri con il cambio fisso. Anche l’alimentazione era diversa: uova sode e carne di pollo, portate sempre a tracolla. Tutto passa, tranne i grandi come Micheletto.

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n nuova pubblicazione per gli amanti della musica classica e non. Stiamo parlando di “Liszt Ferenc 200” (Publimedia, 2012) scritto dalla musicologa trevigiana Vesna Maria Brocca, che contiene al suo interno anche la prima edizione assoluta del Vexilla Regis prodeunt per orchestra del 1864 del genio ungherese Franz Liszt. La biografia è preceduta dalla prefazione del compositore e medico Mirco De Stefani, noto anche per le sue numerose collaborazioni con il grande poeta Andrea Zanzotto ed è seguita dalla trascrizione e dalla revisione del brano orchestrale a cura del compositore e direttore d’orchestra trevigiano Francesco Pavan. “Durante gli anni di studio universitario in musicologia storica - spiega Vesna Maria Brocca - sono cominciate le mie ricerche sul celebre inno gregoriano di san Venanzio Fortunato sotto la guida del professor Giacomo Baroffio, ordinario di Storia della musica medievale a Cremona, che mi hanno portata fino a Liszt e a studiare di persona l’autografo al Goethe- und Schiller-Archiv di Weimar”. Il volume vanta, inoltre, il patrocinio dell’Anno Culturale Italo-Ungherese 2013, dell’Ambasciata di Ungheria – Roma e del Consolato Generale Onorario di Ungheria – Venezia.


28 Sì, viaggiare FRANCIA

Sì, viaggiare 31

Nantes l’audace è già nel futuro L’UNIONE EUROPEA L’HA PROCLAMATA “CAPITALE VERDE D’EUROPA 2013” PER GLI OLTRE MILLE ETTARI DI SPAZI VERDI MA LA CITTÀ AFFACCIATA SULL’ATLANTICO E SUL LUNGO ESTUARIO DELLA LOIRA AMA ANCHE LE FUGHE IN AVANTI: L’ISOLA DEL PORTO È STATA TRASFORMATA IN UN LABORATORIO D’ARTE CONTEMPORANEA E DI ARCHITETTURE AVVENIRISTICHE IN ONORE DI LEONARDO E DI GIULIO VERNE (CHE QUI NACQUE NEL 1828) SONO STATE COSTRUITE DELLE GIGANTESCHE “MACCHINE” FRA CUI L’ELEFANTE CHE CAMMINA SULLE BANCHINE DISMESSE: È LA NUOVA ATTRAZIONE NANTESE CROSTACEI E MUSCADET

I

l gigantesco elefante avanza minaccioso, scuote la testa, poi all’improvviso si ferma. Barrisce, alza la proboscide e “sputa” acqua. Tanta acqua. Un getto che spesso colpisce i turisti incautamente fermatisi davanti ad esso quasi per sfidarlo. Il gigantesco elefante, alto 12 metri e pesante 50 tonnellate, è la nuova attrazione di Nantes. E’ la prima grande macchina realizzata nell’isola della città, al centro dell’estuario della Loira. Dove prima c’era il porto oggi c’è una proiezione del futuro. Quello in cui la città ha deciso di immergersi. Il progetto artistico “Le macchine dell’isola” ha dello sbalorditivo. Contrariamente ad un parco d’attrazione chiuso, esso si integra nel tessuto urbano, con strutture meccaniche monumentali in movimento. Sull’elefante ci possono salire 49 persone, in pancia e in groppa. La “passeggiata” dura mezzora ed è un’emozione vedere le zampe gli ingranaggi mettersi in movimento. Prodotto dalla fantasia di Francois Delarozire e Pierre Orefice, il progetto turistico “Macchine dell’isola” si nutre dei mondi inventati da Giulio Verne, dell’universo meccanico di Leonardo da Vinci e della storia industriale di Nantes. Questo “bestiario” fantastico vivente occupa il sito degli ex cantieri navali. Nel 2012 stata inaugurata il carosello gigante “mondi marini” (25 metri di altezza, 20 di diametro) popolato da creature che popolano il mare: è costituito da 35 elementi mobili. All’Atelier si possono ammirare altre macchine e capire come sono state costruite. Un luogo da non perdere. Come pure l’Hangar delle banane, un laboratorio in perenne movimento creativo. Nella stessa isola, vero e proprio crogiolo creativo della città, sorgono le costruzioni più avveniristiche di Nantes: dal nuovo palazzo di

IN COPERTINA L’ELEFANTE MECCANICO A SPASSO PER L’ISOLA. IN ALTO A DESTRA: IL CASTELLO DI CISSON E UNA VEDUTA DI QUELLO DI NANTES (DUCHI DI BRETAGNA); PIÙ SOTTO DETTAGLIO DELLO STESSO CASTELLO, VEDUTE DELLA CITTÀ, IL PARCO DELLE “MACCHINE” LEONARDESCHE E UN’IMMAGINE SERALE DELL’ISOLA. NEL BOX: IL RISTORANTE LE CIGALLE E LA CANTINA DEL CASTELLO DI CASSEMICHÈRE

giustizia al polo d’affari Euronantes. Architetti di fama stanno costruendo nell’isola un nuovo cuore della città nell’ambito di un progetto urbano entusiasmante che tende a trasformare e riutilizzare quanto gi edificato. Intorno sorto il Parco dei cantieri, con percorsi lungo le sponde, pontili, giardini a tema. Persino le vecchie gru del porto sono diventate monumenti di architettura contemporanea. Sempre in tema di arte contemporanea a Nantes va ricordata la biennale Estuaire, con sempre nuove realizzazioni a cielo aperto, lungo il fiume fra la città e Saint Nazaire: la casa nell’acqua, il serpente tra i flutti, la barca inarcata. Installazioni surreali. Nantes quest’anno gode del titolo di “ca-

Crostacei e frutti di mare, come se piovesse. Incastonati in piatti a più piani, come le vecchie torte nuziali. A Nantes la gastronomia è di mare e a dominare la scena gastronomica è il plateau royale. Bello anche da vedere con quella ridondanza di ostriche, tartufi di mare, gamberoni, scampi e altre prelibatezze. Imperdibile la sosta al ristorante “La Cigale” (4 place Graslin), locale storico con sale in stile Art decò. Grandi frutti di mare. Curioso il ristorantino “Les Chants d’Avril” (2, rue Laennec), famoso per il suo menu misterioso che cambia ogni giorno. Tipica la sosta al ristorante “La Civelle” (21 quai Boissard - Trentemoult) con vista sull’isola di Nantes. A “Le Grain de Folie” (150 bd des Ocanides - Pornichet) in faccia al mare, vicino al centro balneare di Le Boule, altri prodotti ittici d’eccellenza. Nell’entroterra due tappe imperdibili: a Cisson, borgo medievale, cena romantica al “Restaurant de la Vallée (1 rue de la Vallèe) vicino al ponte, con vista maniero. Allo Chateau de Cassemichère a La Chapelle - Heulin, piccolo borgo di campagna, si va invece per ammirare lo splendido piccolo castello e per visitare le antiche cantine dove, documenti alla mano, ti dimostrano che vi è nato il Muscadet, il vino simbolo di questa zona. Il bianco ideale per apprezzare crostacei e frutti di mare dell’Atlantico.

pitale verde europea”, titolo meritato per gli oltre mille ettari destinati a verde pubblico e parchi ma anche per il livello di qualità della vita raggiunto. La città, famosa per l’editto di Enrico IV che nel 1598 pose fine alle guerre di religione, diventata esempio di tolleranza. Ne testimonianza anche il Memoriale sull’abolizione della schiavitù con cui la città, guardando in faccia la storia, riconciliata con il suo scomodo passato, dato che proprio da Nantes partivano le spedizioni negriere. Il Memoriale è allestito in Quai de la Fosse, luogo simbolo da dove salpavano le navi che trasportavano gli schiavi. Anche nel Castello dei Duchi di Bretagna, che domina la città vecchia con le sue possenti ed eleganti architetture rinasci-

mentali, c’è un percorso espositivo dedicato agli anni bui della tratta degli schiavi. Il castello costruito da Francesco II, ultimo duca della Bretagna indipendente, annuncia l’architettura dei castelli della Loira. Suggestivo il percorso lungo le mura, sorprendente il museo hi tech: propone anche una stupefacente visita virtuale nella Nantes del 1757. La bellezza e la vastità della città si possono cogliere salendo sulla Torre della Bretagna, dove si trova anche Le Nid, un artistico bar ispirato al nido della cicogna. Dall’alto è più facile capire che il quartiere Feydeau un tempo era un’isola e avere un’idea della ricchezza dei suoi palazzi. Si può vedere La Tour Lu nell’ex fabbrica di biscotti Lu, oggi sede

degli uffici del turismo. Il Passaggio Pomeraye, del XIX secolo, vale invece la pena di vederlo dal basso, passeggiandovi: è l’antesignano del centro commerciale, caratterizzato da una monumentale scalinata e da bei decori liberty. Nantes propone moltissimi percorsi culturali e turistici, puntando sull’ecosostenibilità. Mezzi pubblici e bicicletta. Le Voyage a Nantes (www.levoyageanantes.fr) è un percorso insolito, sfasato, poetico. Altre informazioni si possono ottenere mediante www.paysdelaloire.fr o www.ohlaloireatlantique.com Oltrechè su www.rendezvousenfrance.com Nantes è facilmente raggiungibile da Venezia con i voli low cost di Volotea.


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The Music (la musica) Impariamo l’inglese

• Pierino si rivolge a un bambino più piccolo: “Hai dei buoni denti?” “Purtroppo no.” “Perfetto. Allora tienimi il croccante mentre faccio questa partita a pallone.” • Pierino e Michela sono soli nel bosco in una limpida giornata invernale. “Michela, levati il cappotto.” “Si, va bene.” “Brava. Ora levati la gonnellina.” “Si, Pierino” “Ora la sottogonna.” “Va bene.” “E ora levati le mutandine perché mi serve l’elastico per aggiustare la fionda!” • “Ma come?” Dice la mamma a Pierino. “Ti sei mangiato tutte le caramelle senza pensare a tua sorella?” E Pierino: “Ci ho pensato tutto il tempo. Ero preoccupato

che arrivasse prima che io le finissi.” • La mamma a Pierino: “Pierino, hai preso 6 in condotta. Sei stato bocciato! Ma si può sapere come hai fatto? Dicevi che andavi bene a scuola!” “Beh, si vede che si sono accorti che non tiravo mai l’acqua.” • Pierino, non sapendo svolgere il tema d’esame, pensa di fare lo spiritoso e consegna il compito con queste parole scritte: “Dio solo conosce la risposta. Buona giornata!” Otto giorni dopo riceve la risposta: “Dio è stato promosso e tu no. Buon anno!”

BASS (basso) CHOIR (coro) COMPOSER (compositore) DRUMS (batteria) EFFECTS (effetti) HAND (mano) HARP (arpa) MELODY (melodia) MUSIC (musica) NOTE (note) PIANO (pianoforte) POPULAR (popolare) SAXOPHONE (sassofono) SCIENCE (scienza) SINGER (cantante) SONG (canzone) SOUND (suono) THEORY (teoria) TIME (tempo) VOICE (voce) CHIAVE (6) - Uno strumento musicale..........................................................................

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A tavola 33

Denis Meneghini

R

ICORDO PERFETTAMENTE L’ANNO IN CUI ANDAI IN VACANZA IN

UMBRIA E,

NEL VIAGGIO DI RITORNO, DECISI CHE FORSE SAREBBE

STATA UNA BUONA COSA ALLUNGARE UN PO’ LA STRADA E PASSARE PER LA TOSCANA PER BERMI UN BICCHIERE DI VINO BUONO; INTENDIAMOCI, NON È CHE IN

UMBRIA NON CI SIA IL VINO BUONO, ANZI…RICORDO CHE MI FERMAI IN UN BORGO MOLTO BELLO, MI FERMAI PER IL PRANZO, E PER ASSAGGIARE IL VINO TIPICO DI QUESTA INCANTEVOLE ZONA: LA VERNACCIA. TRA I VINI TOSCANI È QUELLO CON LE ORIGINI PIÙ INCERTE. PROBABILMENTE PRENDE IL NOME DAL LATINO “VERNACULUM”, CHE SIGNIFICA DEL POSTO, NATIVO. QUESTO SPIEGHEREBBE PERCHÉ MOLTE UVE IN ITALIA SI CHIAMANO IN QUESTO MODO. CI SONO IN ITALIA TRE D.O.C. DI VERNACCIA; LA VERNACCIA DI ORISTANO, IN SARDEGNA, LA VERNACCIA DI SERRAPETRONA, NELLE MARCHE, E LA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO. INTRODOTTO DALLA GRECIA NEL XIII SECOLO, DI QUESTO VINO SI HANNO TRACCE SIN DAL 1276, IN QUANTO CITATO IN UN DOCUMENTO DEL COMUNE DI SAN GIMIGNANO. VENNE POI DIVULGATO DA LORENZO IL MAGNIFICO CHE LO FECE PIANTARE NEI SUOI POSSEDIMENTI. VIENE NOMINATO PERSINO DA DANTE ALIGHIERI NELLA DIVINA COMMEDIA. AGGIRANDOSI NEL PURGATORIO TRA I GOLOSI, INCONTRA PAPA MARTINO IV, REO DI ESSERE STATO TROPPO SPESSO VINTO DALLA VERNACCIA. LA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO VIENE PRODOTTA ESCLUSIVAMENTE DAI VIGNETI SITUATI NEI TERRENI COLLINARI DI SAN GIMIGNANO, DAL VITIGNO OMONIMO ED HA UN BELLISSIMO GIALLO PAGLIERINO CHE DIVENTA DORATO NELLE RISERVE. HA UN PROFUMO MOLTO INTENSO E SI ACCOMPAGNA MOLTO BENE A PIATTI A BASE DI PESCE, PRIMI PIATTI CON SALSE BIANCHE, FRITTURE, UOVA E CARNI BIANCHE ED È MOLTO BUONO ANCHE COME APERITIVO. INSOMMA È UN VINO A 360 GRADI, MOLTO VERSATILE E SE UN GIORNO VI CAPITASSE DI ESSERE IN GIRO DALLE PARTI DI SAN GIMIGNANO NON ESITATE E ANDATE A FARVI UN BICCHIERE DI VINO BUONO. DENISMENEGHINI@ALICE.IT ERO A SAN GIMIGNANO, LA CITTÀ DELLE TORRI, NELLA PROVINCIA DI SIENA.

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

COCKTAILS by Paolo Marani

I CONSIGLI DI PAOLO

COCKTAIL ROSE STRAWBERRY

INGREDIENTI :

4.5 CL VERMONT MARTINI DRY 1 CL KIRSC TOSCHI 1.5 CHERRY BRANDY LUXARDO 3 FRAGOLE FRESCHE SI VERSA NELLA COPPA CH AMPAGNE CHAMPAGNE SI PREPARA NEL BLENDED

PAOLO MARANI

INFO@TERRAZZAINPIAZZA.IT

Lò by Lovable - C.C. Lando CONSELVE (PD) Via dell’Industria, 2 Tel. 049 535 2900

CUCINA

VINO LA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO

CRESPELLE AI PISELLINI, BURRATA E GRANELLA DI NOCCIOLE UNA PREPARAZIONE ALL’APPARENZA DOLCE, PER LA PRESENZA DI NOCCIOLE E PISELLINI, MA IN REALTÀ PRESENTA ANCHE NOTE PEPATE E SPEZIATE. LE CRESPELLE PREPARATE CON IL SEMOLINO HANNO UNA CONSISTENZA PIÙ RUVIDA DI QUELLE CLASSICHE, ALL’INTERNO UNA FARCIA CON PISELLINI DELICATI E FILANTE BURRATA CHE, PROPRIO GRAZIE AL SUO LATTE, MANTIENE LA PREPARAZIONE MOLTO MORBIDA. LA NOTA CROCCANTE È STATA DATA DALLE NOCCIOLE, DISPOSTE IN SUPERFICIE A CREARE UNA CROSTICINA DOLCE AL PUNTO GIUSTO ED INSAPORITA CON IL PARMIGIANO.

INGREDIENTI PER 5 PERSONE: PER LE CRESPELLE: 3 CUCCH SEMOLINO, 3 E ½ CUCCH FARINA 00, LATTE CONDENSATO, LATTE,

3 UOVA, 1 CUCCH MARGARINA, CURRY, SALE. PER LA FARCIA: 440G PISELLINI DI BAONE, 350G 50G, NOCCIOLE, 2 CUCCH OLIO EVO, 1 CUCCH.NO OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO, CURRY, SALE. PER LA BESCIAMELLA: 350ML LATTE, 35G MARGARINA, 35G FARINA 00, 1 CUCCH FORMAGGIO PARMIGIANO GRATTUGIATO, 2 CUCCH.NI OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO, NOCE MOSCATA, SALE, PEPE NERO BURRATA,

PROCEDIMENTO: PREPARARE LA PASTELLA PER LE CRESPELLE: SBATTERE LE UOVA CON IL SALE; IN UNA CIOTOLA SETACCIARE LA FARINA CON IL SEMOLINO E, AIUTANDOSI CON IL LATTE, OTTENERE UNA PASTA MORBIDA.

UNIRE LE UOVA AL

COMPOSTO DI FARINE, UN PO’ DI LATTE CONDENSATO ED INSAPORIRE IL TUTTO CON IL CURRY. LASCIARE RIPOSARE IN FRIGO PER CIRCA

20 MINUTI. SCIOGLIERE LA MARGARINA SULLA PIASTRA E FARE LE CRESPELLE, VERSANDO IL COMPOSTO A CUCCHIAIATE E

STENDENDO BENE. IN UNA PADELLA CON L’OLIO EVO, SCALDARE I PISELLINI; PORTARE A COTTURA CON ACQUA ED INSAPORIRE CON SALE, CURRY E L’OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO. TRITARE LE NOCCIOLE ED UNIRNE UN CUCCHIAIO

AI PISELLINI. PER LA BESCIAMELLA: SCIOGLIERE LA MARGARINA IN UN PENTOLINO, UNIRE LA FARINA QUINDI VERSARE IL LATTE, FACENDO ATTENZIONE CHE NON SI FORMINO GRUMI. INSAPORIRE CON SALE E NOCE MOSCATA, LASCIANDO SUL FUOCO FINCHÈ NON SI ADDENSA, SEMPRE CONTINUANDO A MESCOLARE. FRULLARE DUE CUCCHIAI DI PISELLINI ED AMALGAMARLI ALLA

BESCIAMELLA, ASSIEME ALL’OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO, MESCOLANDO BENE. FARCIRE LE CRESPELLE

CON I PISELLINI E DISTRIBUIRE LA BURRATA; CHIUDERE AD INVOLTINO E DISPORRE SUL PIATTO CRISP, PRECEDENTEMENTE BAGNATO CON IL LATTE DELLA BURRATA.

COPRIRE LE CRESPELLE CON LA BESCIAMELLA, SPOLVERARE DI PEPE NERO E CON LA RIMANENTE BAGNARE IL TUTTO CON UN PO’ DI LATTE PER FAR SI CHE RIMANGANO MORBIDE. CUOCERE IN FORNO A MICROONDE CON FUNZIONE CRISP PER CIRCA 7 MINUTI, COSPARGERE CON IL FORMAGGIO PARMIGIANO E CUOCERE PER ALTRI 3 MINUTI. SPIZZICHI E BOCCONI B MANUELA E SILVIA BIZZO GRANELLA DI NOCCIOLE.

ESTE - (PD) Via G. Matteotti, 26 Tel. 0429 3405 Fax 0429 2014


34 Oroscopo ARIETE 21/03 AL 20/04

DAL

FASCINO ATTENTI AI POSSIBILI CONFLITTI. PER EVITATE DI ESSERE POSSESSIVI E PRETENZIOSI, ANCHE TRA LE LENZUOLA · S ALUTE VI STATE RIPRENDENDO A RITMO COSTANTE. SARETE PIÙ CHE MAI DINAMICI E VITALI, APPROFITTATENE PER FARE SPORT

TORO AL

DAL 21/04 20/05

ASCINO SIETE TRAVOLTI DA UN RITROVATO ROMANTICISMO CHE SPIAZZA PURE VOI STESSI. LA PASSIONE, INVECE, SI FA DESIDERARE · SALUTE I RITMI FRENETICI A CUI VI SOTTOPONETE VI TOLGONO ENERGIA. SFOLTITE L’AGENDA E RINVIATE GLI IMPEGNI MONDANI

Oroscopo L’AMORE COMINCIA MOLTO PRIMA DI QUANDO CI ACCORGIAMO CHE CI STIAMO INNAMORANDO...

GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06

FASCINO NON RIUSCITE PROPRIO A TROVARE L’INTESA DESIDERATA E I DUBBI SI MOLTIPLICANO. EVITATE DI PROVOCARE IL PARTNER · SALUTE NONOSTANTE LE BUONE ENERGIE PSICOFISICHE, ALLERGIE E DERMATITI STANNO IN AGGUATO. PREFERITE RIMEDI NATURALI

LEONE DAL 23/07 AL 23/08

FASCINO IL

PERIODO DI TENSIONE CHE STATE PASSANDO METTE IN FUGA ROMANTICISMO . DATE UNA STERZATA · S ALUTE SE FATE MOLTO SPORT LIMITATE GLI IMPEGNI. DOSATE MEGLIO LE ENERGIE O POTREBBERO RISENTIRNE SCHIENA E ARTI INFERIORI

VERGINE 24/08 22/09

FASCINO ENTUSIASMO

E SENTIMENTO CARATTERIZZANO IL MESE E LO TINGONO DI ROSA. ATTENTI A NON INNERVOSIRE IL PARTNER · S ALUTE POTRESTE SOFFRIRE UN PO’ A CAUSA DI UN IMPROVVISO INDEBOLIMENTO DELLE DIFESE. RIGUARDATEVI, RAFFREDDORI IN ARRIVO

FASCINO L’EROS È ALLE STELLE, GLI ORMONI SCATENATI. L’INTESA, PERÒ, A VOLTE COMPLICATA. FATE SPALLUCCE E GODETEVI IL RESTO · S ALUTE QUESTO È IL MOMENTO DI ENTRARE IN PALESTRA E SCATENARE L’ENERGIA VULCANICA CHE PREME DENTRO DI VOI. BRUCIATE CALORIE

SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11

FASCINO RIUSCIRETE FINALMENTE A RICOMPORRE UN CONTRASTO CON LA PERSONA DEL CUORE. PUNTATE SU DIALOGO E ASCOLTO · S ALUTE A TAVOLA È TEMPO DI MODERAZIONE E ANCHE NELLO SPORT SARÀ BENE NON SPINGERE TROPPO. SIETE UN PO’ DEBOLI, RIGUARDATEVI

SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12

FASCINO I RAPPORTI D’AMORE SONO MOLTO POSITIVI, DECOLLA UNA VERA LOVE STORY. ATTENTI PERÒ AL PESO DELLA ROUTINE · S ALUTE ABBIATE GRANDE CURA DEL VOSTRO CORPO CHE SIA IN SINTONIA CON LA LEGGEREZZA DELLO SPIRITO. SE ESAGERATE A TAVOLA: SMALTITE!

CANCRO 22/06 AL 22/07

BILANCIA 2 3/09 AL 22/10

FASCINO SIETE

TORMENTATI DA UNA INGIUSTIFICATA GELOSIA. ALLENTATE LO SPIONAGGIO INVESTIGATIVO O RIMARRETE SOLI · S ALUTE SIETE INSTANCABILI, SCATTANTI E RAPIDI. MENTE E CORPO VI REGALANO SODDISFAZIONI INCREDIBILI. APPROFITTATENE

Ristorante La Mandria La Mandria

Il RIstoRante da oltre cinquant’anni è sinonimo di alta gastronomia e calorosa accoglienza, offre una cucina accurata propria di forte tradizione locale attenta alla qualità dei prodotti in un ambiente a gestione familiare. La nuovissima sala ConGRessI è l’ideale per organizzare convegni e feste private. 20.000 mq di paRCo GIaRdIno. Parcheggio per auto e pulman turistici. Giochi pirotecnici per ogni occasione La Sala da ballo “stefy danCe” è aperta tutti i venerdi e tutti i sabati con il ballo liscio..

Festeggieremo anche l’ 8 marzo festa della donna: in sala ristorante cena con spettacolo di striptease e nella sala “stefy dance” ballo liscio con entrata gratuita aperta a uomini e donne.

Via Maggiore, 39 - Ospedaletto Euganeo (PD) - Tel. 0429 670502 - Fax 0429 670274 ristorantelamandria@ristorantelamandria.it - www.ristorantelamandria.it

CAPRICORNO DAL 22/12 AL 20/01

FASCINO L’AMORE ALLIETA CUORE E SENSI RICETTA FATTA DI TENEREZZA E SENSUALITÀ. SIATE APERTI E IN ASCOLTO DELL’ALTRO · S ALUTE L’ATTIVITÀ NON VI ATTIRA PER NULLA, A MENO CHE NON SI SVOLGA SULLA POLTRONA CHE PREFERITE. LA PIGRIZIA LA FA DA PADRONA

ACQUARIO DAL 21/01 AL 19/02

FASCINO ARDETE DAL DESIDERIO DI TRASGRESSIONE CHE POTREBBE PORTARVI SULLA VIA DELL’INFEDELTÀ. CHIEDETEVI SE NE VALE LA PENA · S ALUTE SEDENTARIETÀ AL BANDO: È TEMPO DI MOVIMENTO PER ESSERE IN FORMA SIN DALLA TARDA PRIMAVERA. PISCINA CONSIGLIATA

PESCI DAL 20/02 AL 20/03

ASCINO SE SIETE SINGLE VI ATTENDONO DIETRO L’ANGOLO AMICIZIE PICCANTI. NON È QUEL CHE IL CUORE DESIDERA MA... · S ALUTE SARETE FIACCATI DALLA STANCHEZZA. CONCEDETEVI MOMENTI DI RELAX E DEDICATE PIÙ CURE E ATTENZIONI AL VOSTRO CORPO



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