Quando l’attesa paga
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Ce ne siamo occupati il mese scorso ma torniamo volentieri sull’argomento,assai sentito dai nostri lettori, delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie. Nei giorni scorsi si è molto parlato di una legge del 1998 che prevede la possibilità per i cittadini di ottenere la prestazione entro i termini previsti anche in regime privato all’interno delle strutture pubbliche (intramoenia) pagando solamente il ticket. E’ un po’ complicato ma vediamo di spiegare in poche parole. La norma non prevede un rimborso diretto ai cittadini che si rivolgono al privato ma vuole agevolare chi dimostra di non aver rifiutato la prenotazione in qualsiasi sede della sua Uls e ha in mano un appuntamento la cui data supera i tempi di attesa della priorità assegnata. A questo punto l’Uls verifica che non ci sia effettivamente alcun posto libero e in questo caso il paziente ha diritto alla prestazione intramoenia pagando il solo ticket. Non saranno molti i casi che rientrano in questa situazione ma è giusto tenerla presente. Inoltre la Regione assicura che le urgenze a dieci giorni sono ormai azzerate, mentre le prescrizioni entro i 30 e 90 giorni sono state notevolmente ridotte, con l’obiettivo di arrivare alla normalità per la fine dell’anno. Intanto prendiamo atto, poi ne riparleremo.
L’ORA DELLA VERITA’: SEI CANDIDATI
PER LA POLTRONA DA SINDACO
Appuntamento alle urne l’8 e 9 giugno, con eventuale ballottaggio due settimane dopo. In lizza Cittadin, Conchi, Frigato, Gaffeo, Rossini e Tosini
Servizi all’interno
APPUNTAMENTO
ALLE URNE PER COMUNI E UNIONE EUROPEA
Occhi puntati sul voto in Veneto, delicato e incerto banco di prova per le alleanze e le strategie future
ECONOMIA: IL VENETO BRILLA PER “INTELLIGENZA ARTIGIANA”
In decisa crescita le imprese digitali, “trasformare la capacità innovativa in sistema per l’intero settore” Europee e Amministrative
Servizio a pag. 28
Montanelli e Fortebraccio nel ventunesimo secolo
IAntonio Di Lorenzo
Montanelli e Fortebraccio nel ventunesimo secolo
Antonio Di Lorenzo
ndro Montanelli l’aveva battezzato “Il Rieccolo” della politica italiana. Era Amintore Fanfani, detto anche “Misirizzi”, un pupazzetto come “Ercolino sempre in piedi” che aveva una base a semisfera e quindi non andava mai giù. C’era un motivo: nessuno ha fatto più politica di lui: sei volte presidente del Consiglio, nove ministro, parlamentare dal 1946 alla morte nel 1999. segue a pag 5
Indro Montanelli l’aveva battezzato “Il Rieccolo” della politica italiana. Era Amintore Fanfani, detto anche “Misirizzi”, un pupazzetto come “Ercolino sempre in piedi” che aveva una base a semisfera e quindi non andava mai giù. C’era un motivo: nessuno ha fatto più politica di lui: sei volte presidente del Consiglio, nove ministro, parlamentare dal 1946 alla morte nel 1999. Fanfani non se la prendeva per i soprannomi e quando incontrava segue a pag 3
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Periodico d’informazione localeAnno XXXI n. 122
Bertolini stp
di Rovigo
Elezioni
Servizio a pag. 25
GIUGNO 2024
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In Polesine il caro vita è un po’ “meno caro”
I l Veneto soffre in questo momento un triste primato: quello di essere la regione con l’inflazione più alta d’Italia. C’è però in questa situazione un’oasi, almeno apparentemente, un po’ meno (in)felice: è il Polesine, che si attesta come provincia con il rincaro minore, contro Venezia che segna invece il record della classifica.
Il Polesine resta tutttavia, dal punto di vista salariale, la peggiore provincia veneta, con una media di 18.736 euro l’anno, complicando quindi ugualmente la situazione economica delle famiglie rodigine: il caro vita è costato 4039 euro in più a ciascun nucleo familiare. A darne riscontro è l’analisi dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre: la provincia di Rovigo vede dunque redditi dai 2000 ai 5000 euro in meno rispetto alle altre province venete. Guardando ai dati di aprile, Cgia sottolinea il fatto che “nell’ultimo anno i veneti sono stati i più colpiti d’Italia dal caro vita: la crescita dell’inflazione media nel Veneto, infatti, è stata del più 1,3%”.
Le cose però stanno cambiando: tra aprile 2022 e aprile 2023 in Veneto l’incremento era stato in media del 7,7% (nel Polesine +7%). Non si è registrato quindi un raffreddamento della situazione: i prezzi che sono maggiormente schizzati alle stelle restano tutt’ora alti o continuano ancora a salire. E a Rovigo, salgono “solo” dello 0,6%, mentre a Venezia si registra il valore più alto (+1,9%).
“Sebbene la crescita dell’inflazione stia rallentando, la percezione è che i prezzi dei beni e dei servizi stiano salendo –spiega Cgia –. In realtà alcune voci di spesa che influiscono sul bilancio familiare hanno subito contrazioni importanti: i prezzi dell’energia elettrica e del gas sono scesi del 29,2% e del 21,6%, rendendo le bollette più leggere. Per contro sono aumentate le patate (+11,9%) e l’olio d’oliva (+44,3%)”.
di Rovigo
Il Polesine è la provincia con il rincaro minore
Montanelli e Fortebraccio nel ventunesimo secolo
Antonio Di Lorenzo
Fanfani non se la prendeva per i soprannomi e quando incontrava Montanelli gli chiedeva: “Ne ha un altro?”.
Mario Melloni, che si firmava Fortebraccio, siccome non poteva restare un passo indietro a Montanelli, s’inventò il più romanesco “arieccolo” rivolto sempre al “brevilineo” (è sua l’autodefinzione) aretino incazzoso.
La storia tra i due giornalisti è da raccontare. Fu un amore-odio consumato sui giornali. Fortebraccio e Montanelli si sfidavano dalle pagine dell’Unità e del Giornale (che Melloni aveva ribattezzato il Geniale, così come chiamava il presidente del Consiglio S-forlani neanche fosse un sformato mal riuscito e Gianni Agnelli L’avvocato Basetta) protagonisti di un duello quotidiano dell’intelligenza a servizio della democrazia.
Per capire i loro caratteri, basta ricordare una sola battuta. Quando morì Melloni, nel 1989, Montanelli lo ricordò così: “Con Fortebraccio tentammo varie volte di diventare nemici. Non ci siamo mai riusciti. Una volta egli scrisse che voleva sulla sua tomba questo epitaffio: «Qui giace Fortebraccio che per tutta la vita amò Indro Montanelli e non smise mai di averne rimorso. Passante, perdonalo tu». lo gli risposi che avevo già dato disposizioni per essere sepolto accanto a Fortebraccio e come epitaffio avrei scritto: vedi tomba accanto”.
Oggi siamo di fronte a tanti di quei “rieccoli” che stupirebbero i due giornalisti. Sono i sindaci che si ripresentano per il terzo mandato: 31 sui 41 nei Comuni fra 5000 e 15mila abitanti che tecnicamente sono legittimati dalla nuova legge. Vogliono completare, spiegano, i progetti iniziati. Transeat. Siccome nel Veneto sono 309 i sindaci da rieleggere, vuol dire che uno su dieci è al terzo mandato. Ma il punto non è questo. E qui il discorso si fa serio. Oltre a loro, sta emergendo un altro problema: gli ex sindaci che, chiusi i dieci anni, si presentano, sì, ma in un altro Comune. “Rieccoli” pure loro. I casi non sono pochissimi. Così come i paesi nei quali si presenta una sola lista alle elezioni. La verità è una sola: sono sempre di meno coloro che vogliono diventare amministratori. Troppe responsabilità, nessuna soddisfazione. Gli stessi abitanti li snobbano. E chi si rende disponibile, anche da consigliere semplice, spesso avrebbe bisogno di un corso di formazione. Il guaio della politica nel 21° secolo è tutto qui: una volta c’era la partecipazione, poi giunse il riflusso nel privato, adesso si vive alla “me ne frego, tanto tutto mi è dovuto”. Va a finire che, a differenza dei tempi di Montanelli e Fortebraccio, i “rieccoli” li dobbiamo pure ringraziare.
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È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
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Giuseppe Bergantin
il 23 maggio 2024
Chiuso
in redazione
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Questa edizione raggiunge la città di Rovigo per un numero complessivo di 10.119 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199
Elezioni/1. L’alfiere del centrodestra rodigino
Cittadin: “Orgoglio, unione e ascolto”
V aleria Cittadin, dirigente scolastica, già sindacalista, è l’unica donna che si candida alla guida di Palazzo Nodari alle elezioni del prossimo 8 e 9 giugno. L’alfiere del centrodestra, che ha dedicato anni alla tutela dei lavoratori, si propone per unire la comunità e rilanciare la città di Rovigo.
Perché ha scelto di candidarsi?
“Sono originaria di Mardimago, ma vivo a Rovigo, città che amo e che non ho mai lasciato. Sono sposata e lavoro come dirigente scolastico. Mi sono dedicata per anni alla tutela dei diritti dei lavoratori. Con il sostegno trasversale della lista civica Valeria Cittadin Sindaco, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Azione, Coraggio Italia e Udc, ho accettato di mettermi al servizio della mia comunità. Sono l’unica donna candidata. La nostra squadra ha un obiettivo: unire ciò che la cattiva politica ha diviso e aiutare Rovigo a recuperare posizioni. Ciò sarà possibile solo se a essere eletto sarà un sindaco che rappresenti tutti e non solo una parte della città”.
Quali sono le tre priorità che affronterà, se eletto, nei primi cento giorni?
“Le priorità non le stabilisce il sindaco, ma i cittadini. In queste settimane i cittadini chiedono anzitutto manutenzioni, che le frazioni siano collegate al centro, che le piscine riaprano, che la macchina comunale venga riorganizzata per adempiere in tempi certi alle richieste di documenti. Cento giorni non basteranno per risolvere tutti i problemi. Stileremo un cronoprogramma di mandato e ci metteremo a disposizione, senza presunzioni”.
Quali sono le tre parole chiave del suo mandato da sindaco, in caso di elezione?
“In primis orgoglio, perché Rovigo può alzare la testa e assumere, anche nei fatti, il suo ruolo di capofila e ca-
poluogo di provincia, divenendo finalmente attrattiva. Una città felice, in cui è bello vivere, dove si arriva per studiare, lavorare e investire, non da cui si scappa. Il secondo luogo unione, per superare i personalismi che hanno diviso la politica, facendoci perdere molte opportunità e trasformandoci nella città dei senza: senza parcheggi, senza stazione delle corriere, senza piscine, senza pattinodromo e senza spazi adeguati per le associazioni sportive. Infine ascolto, perché in questi anni troppi cittadini si sono sentiti dare lezioni e hanno subito decisioni calate dall’alto, senza poter avere l’occasione di un confronto leale”.
Come sarà composta la sua giunta?
“Anche qui voglio usare tre parole chiave. La prima è competenza, perché ciascun assessore dovrà poter iniziare subito a lavorare, dando risposte ai rodigini. Moralità, perché la politica è servizio e si fa per gli interessi di tutti, non degli amici. Rappresentatività, perché la nostra è una città plurale e tutte le sue componenti sociali, culturali e anagrafiche meritano di essere rappresentate”.
Giacomo Capovilla
Elezioni/2.
Oltre le divisioni ideologiche
Conchi: “Farò
tutto ciò che serve”
Ezio Conchi, sostenuto da Presenza Cristiana, si candida a sindaco di Rovigo per superare le tradizionali divisioni ideologiche e per prendere decisioni libere da condizionamenti partitici. Dopo le dimissioni del sindaco Gaffeo, l’avvocato ha deciso di mettersi in gioco per guidare la città. Tra le sue priorità: l’efficientamento dell’ufficio urbanistica di Palazzo Nodari, la lotta al degrado e il supporto al commercio locale.
Quali forze politiche la sostengono?
“Presenza Cristiana. Sono il candidato sindaco di una lista civica. Il nostro agire non soffre le naturali limitazioni delle liste dei partiti, che agiscono in antitesi tra loro. Quelli di destra contro quelli di sinistra e viceversa. Rammento che stiamo parlando di elezioni amministrative, dove il ruolo delle liste civiche è fondamentale. Noi siamo più liberi nell’assumere decisioni, non abbiamo condizionamenti, anche se riconosco l’importante ruolo dei partiti, pur nella consapevolezza che tendenzialmente sono divisivi anche su tematiche non ideologiche”.
Perché si è candidato?
“Ho scelto di candidarmi subito dopo le dimissioni dell’ultimo sindaco. Ho pensato che fosse necessario proporsi per mettersi alla guida della nave rimasta senza comandante. Ho trovato il sostegno e supporto, quanto mai necessario, di tanti altri che hanno incentivato e condiviso la mia scelta”.
Quali sono le sue priorità?
“Tutto è prioritario per un sindaco: aiutare a pagare una bolletta, reperire un alloggio di emergenza, progettare le più ampie iniziative di sviluppo. Non c’è una cosa che si fa prima di altre. Si fa tutto quello che è necessario. Alcune tematiche sono note e vanno esaminate e risolte. Solo per fare alcuni esempi: l’urbanistica che non riesce a dare risposte in tempi ragionevoli causando perdite; Casa Serena, che rischia di diventare un vuoto urbano; il commercio in forte diffi-
coltà. Serve un incremento di eventi mirati, in modo da creare una più marcata identità legata al territorio e alle peculiarità legate allo sport, alla cultura, e alle attività produttive”.
Quali sono le tre parole chiave del suo mandato da sindaco, in caso di elezione?
“In primis ascoltare le richieste, le proposte e le soluzioni. È l’unico modo che conosco per capire a trecentosessanta gradi le problematiche. In secondo luogo, ritengo che approfondire sia un atto dovuto. Le soluzioni, oltre che di buon senso, devono anche rispettare le norme. L’amministrazione comunale ha compiti istituzionali da rispettare e deve operare nel rispetto della propria funzione, in collaborazione, ove previsto e possibile, con gli altri enti. Infine ritengo che si debba deliberare sempre, quando si è convinti della bontà della decisione anche se non gradita ai più. In un mondo che corre veloce, anche l’amministrazione comunale deve imparare a stare al passo dei tempi”.
Come sarà composta la sua giunta?
“Gli assessori, ai quali riconosco un ruolo fondamentale nella realizzazione del programma, saranno scelti per competenza e disponibilità, considerando anche il grado di preferenze attribuite dagli elettori, chiamati, attraverso il voto, a valutare le capacità dei candidati consiglieri comunali”.
Giacomo Capovilla
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Q edoardo.gaffeo E Edoardo Gaffeo Candidato Sindaco 2024 SCARICA IL CATALOGO DIGITALE DEI PROGETTI REALIZZATI messaggio politico elettorale SCARICA L’APP RADIO VENETO24 Ascolta Sintonizzati sul futuro. Veneto24 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio perfetta. www.veneto24.it
LAVORO
Committente
Edoardo Gaffeo
Elezioni/3. La lista pienamente civica “Rovigo Si Ama” punta tutto sull’impiegato di Ecoambiente
Frigato: “Servono più servizi e progetti”
Federico Frigato, 50 anni, sposato, è il candidato sindaco della lista civica
“Rovigo Si Ama”. Laureato in scienze dei servizi giuridici all’Università di Ferrara, con una tesi sui fondi europei, lavora come impiegato a Ecoambiente, dove si occupa di gare d’appalto e contratti. Nel 2006 è stato eletto consigliere comunale a Palazzo Nodari dove, dal 2008 al 2009, ha avuto la delega di assessore alla cultura. Ha abbandonato la politica attiva nel 2015, in disaccordo con la dirigenza del Partito Democratico. Dopo quasi dieci anni ha deciso di riprendere l’impegno civico, libero dai partiti.
Quali forze politiche la sostengono?
“Una lista pienamente civica: siamo, infatti, gli unici a non avere partiti o esponenti di partito nelle nostre fila. Una scelta di campo precisa e perseguita con ferma volontà, per potere avere le mani pienamente libere, senza dovere rendere conto a nessuno, se non a Rovigo e ai suoi cittadini”.
Perché si è candidato?
“Ho, e abbiamo, scelto di tornare in campo alla luce della situazione attuale della città, purtroppo non rosea. Arriviamo da anni nei quali non si è potuto fare quanto Rovigo avrebbe meritato, per questioni puramente politiche e partitiche. La città ha bisogno di servizi, progettualità, visione d’insieme, sistemazioni e attenzione per quanti sono in difficoltà”.
Quali sono le sue priorità?
“Un rilancio del centro, con una programmazione di eventi razionale ed estesa su tutto l’anno, in maniera da evitare sovrapposizioni insensate, coinvolgendo tutte le associazioni del territorio. Una rinnovata attenzione per le frazioni, dopo un periodo nel quale è parso che neppure esistessero: con noi avranno consulte, un assessore dedicato con facoltà di spesa e ospiteranno, a turno, il ricevimento del sindaco. Proponiamo di aprire canali di dialogo con la cittadinanza, ma anche con imprenditori e potenziali investitori, così come
con associazioni che vogliano proporre eventi o iniziative. Apriremo sportelli dedicati a questi servizi, che possano accompagnare e assistere chi voglia fare qualcosa di importante per la città o abbia necessità di risposte concrete in tempi brevi”.
Quali sono le tre parole chiave del suo mandato da sindaco, in caso di elezione?
“Concretezza, libertà e ascolto. Concretezza perché il programma che abbiamo elaborato non è un elenco dei desideri svincolato dalla realtà, ma il prodotto di gruppi di lavoro formati da persone competenti ed esperte, che hanno studiato un settore e le relative proposte, verificandone la fattibilità, sia tecnica che economica. Questo significa che il nostro programma è, in primo luogo, un impegno.
Libertà perché, come detto, siamo gli unici svincolati dai partiti e dalla politica. E questo non è poco. Anzi, è tantissimo, se solo pensiamo alla amara esperienza dell’amministrazione uscente, che ha avuto come filo conduttore le
Federico Frigato
diatribe interne tra Pd e civici, che hanno dilaniato la città. Ascolto, perché uno dei problemi maggiori, a oggi, di quanti vogliono rapportarsi con il Comune, è quello di prendere la strada giusta e individuare l’interlocutore giusto. Questo, ovviamente, non è più tollerabile. Servono semplicità, chiarezza e concretezza”.
Come sarà composta la sua giunta?
“La mia giunta sarà formata da persone competenti, libe-
re, profondamente legate alla città. Nessuna spartizione di posti, proprio perché siamo liberi dai partiti. Professionalità, competenza, concretezza, innovazione. Molte donne e spazio ai giovani, messi ai margini dalle amministrazioni precedenti. Ma a tutti sarà richiesto di continuare a vivere la città, stando sempre a contatto con i cittadini, lavorando a fianco e con i rodigini. Un nuovo modo di amministrare”.
Giacomo Capovilla
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Amministrative
Elezioni/4. L’ex sindaco rodigino ci riprova
Gaffeo: “Moltissimi progetti già pronti”
Nato a Rovigo nel 1967, Edoardo Gaffeo è sposato con Paola e ha due figli, Marta e Tommaso. Dopo la laurea in economia all’Università di Bologna, il master alla Reading University e il dottorato di ricerca all’Università Politecnica delle Marche, ha intrapreso la carriera accademica ed è attualmente professore ordinario di politica economica all’Università di Trento. Da giugno 2019 a febbraio 2024 è stato sindaco della città di Rovigo.
Gaffeo si presenta sostenuto da tre liste: Civica per Rovigo, Forum dei Cittadini e Movimento 5 Stelle. Il candidato è sostenuto da una coalizione formata da altre forze politiche e movimenti che trovano collocazione nel centrosinistra: Partito Socialista Italiano, Più Europa, Italia Viva, Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, Gruppo Bachelet, Il Veneto che Vogliamo, Vale.
Perché ha scelto di candidarsi?
“Ho scelto di candidarmi per continuare il lavoro iniziato con la precedente amministrazione. Moltissimi progetti sono finanziati e pronti a partire, per altri abbiamo concluso la progettazione esecutiva e iniziato la ricerca dei finanziamenti necessari a realizzarli. Abbiamo impostato un lavoro che vuol continuare e ho deciso di mettermi a disposizione per completare la rigenerazione della città, dando continuità ai progetti in partenza”.
Quali sono le tre priorità che affronterà, se eletto, nei primi cento giorni?
“In primis, l’apertura del dialogo con Iras per trovare una soluzione per Casa Serena: le questioni giudiziarie non precludono l’apertura di un canale di comunicazione. In secondo luogo mettere in sicurezza e far partire i cantieri per le opere e gli interventi pianificati, prestando la massima attenzione alle tempi-
stiche e agli stati di avanzamento per garantire la fluidità dei finanziamenti ottenuti. Infine continuare il lavoro per irrobustire e rendere ancora più efficiente la macchina amministrativa”.
Quali sono le tre parole chiave del suo mandato da sindaco, in caso di elezione?
“Sociale, efficienza e innovazione. Massima attenzione al sociale per dare risposte a problemi che i cittadini magari non vedono ma che il Comune intercetta. Ulteriore ricerca dell’efficienza della macchina amministrativa e continua innovazione per favorire la semplificazione amministrativa, facilitare la vita ai cittadini, valorizzare idee innovative del tessuto culturale, imprenditoriale ed economico per stimolare la creazione di posti di lavoro di qualità”.
Come sarà composta la sua giunta?
“Come l’altra volta, con un mix di rappresentatività politica e attenzione alle competenze specifiche di partenza, perché non c’è tempo da perdere”.
Giacomo Capovilla
Elezioni/5. L’incontro di due forze civiche
Rossini:
“Serve
un cambiamento”
Antonio Rossini, classe 1962, funzionario della Prefettura, è candidato alla guida di Palazzo Nodari. Dopo due mandati come consigliere comunale di opposizione, si propone come primo cittadino del capoluogo polesano, sostenuto dalle liste “Noi per Rovigo - Ci Piace!” e “Alleanza dei Moderati”. Quali forze politiche la sostengono?
“La mia candidatura è ampiamente sostenuta da una coalizione di forze politiche civiche, che condividono l’obiettivo comune di rilanciare Rovigo. Abbiamo unito le nostre energie e competenze per costruire un progetto solido e innovativo, capace di rispondere alle esigenze dei cittadini e di promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo del territorio”.
Perché si è candidato?
“Ho deciso di candidarmi perché credo fermamente nelle potenzialità di Rovigo e nella necessità di un cambiamento significativo nella gestione della città. La mia esperienza amministrativa e la mia passione per il bene comune mi spingono a mettermi a disposizione della comunità per costruire una città più vivibile, dinamica e prospera. Voglio lavorare per migliorare la qualità della vita dei rodigini, promuovere il commercio locale e attrarre nuovi investimenti, sfruttando al meglio le risorse disponibili e creando sinergie efficaci tra tutte le parti coinvolte”.
Quali sono le sue priorità?
“Le mie priorità sono: sviluppo economico, viabilità e riforma dell’ente Comune. Occorre rivedere il Piano degli insediamenti produttivi, in modo da attrarre nuove imprese, e promuovere la Zona Logistica Semplificata, per aumentare l’attrattività della zona, e collaborare strettamente con i comuni limitrofi per gestire al meglio l’arrivo di nuove aziende. Per quanto concerne la viabilità, è necessario completare infrastrutture strategiche come il passante nord e la bretella Gentili, in modo da
ridurre il traffico pesante e l’inquinamento. Bisogna ottimizzare la struttura municipale per migliorare l’efficienza dei servizi comunali, formare il personale, eliminare sovrapposizioni di responsabilità e semplificare i rapporti con i cittadini”.
Quali sono le tre parole chiave del suo mandato da sindaco, in caso di elezione?
“Innovazione, sostenibilità e collaborazione. Occorre promuovere nuove tecnologie e soluzioni innovative per lo sviluppo economico e sociale della città. Ritengo inoltre importanti focalizzarsi su pratiche ecologiche e sostenibili per migliorare la qualità della vita e preservare l’ambiente. Infine, come ho sempre fatto durante i miei due mandati da consigliere, bisogna favorire sinergie tra istituzioni, imprese e cittadini per raggiungere obiettivi comuni e creare una comunità più coesa e inclusiva”.
Come sarà composta la sua giunta?
“La mia giunta sarà composta da persone competenti e motivate, scelte per la loro esperienza e capacità di apportare valore al governo della città. Daremo spazio a diverse professionalità e competenze, garantendo una rappresentanza equilibrata delle varie realtà locali. La squadra sarà caratterizzata da una forte vocazione al servizio pubblico e all’innovazione, con un impegno costante per la trasparenza, l’efficienza e la partecipazione attiva dei cittadini alle decisioni amministrative”. (g.c.)
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LE INTERVISTE DEL DIRETTORE
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Amministrative
Edoardo Gaffeo
Antonio Rossini
Elezioni/6. L’avvocato sostenuto dalle liste democratiche di centrosinistra
Tosini: “Priorità a Iras, degrado, barriere architettoniche e piscine”
P
almiro Franco Tosini è candidato a sindaco di Rovigo, sostenuto dal Partito Democratico e dalla lista civica “Democratica Inclusiva”. L’avvocato, nato il 13 agosto 1950, è sposato con Lorenzina, padre di Nicola e Laura e nonno di ben sei nipoti.
Perché ha scelto di candidarsi?
“Ho avvertito il dovere di mettermi in gioco in prima persona per Rovigo, in quanto da troppi anni non ha un’amministrazione in grado di rispondere realmente ai bisogni di tutti i cittadini. Insieme alle liste che mi sostengono, il nostro obiettivo è quello di restituire al capoluogo una politica perbene, che faccia le cose e non si perda in chiacchiere e polemiche. Una politica non si muove per rancori o soltanto per piantare bandierine di un qualche partito alla moda, sperando che noi cittadini non ci ricordiamo che le loro ricette a Rovigo hanno già fallito”.
Quali sono le tre priorità che affronterà, se eletto, nei primi cento giorni?
“Subito l’accordo per restituire l’Iras, come realtà pubblica, alla città. Immediato piano di interventi per superare il degrado e per eliminare le barriere architettoniche, tanto in centro quanto nelle frazioni. Bando per la riapertura e il rilancio delle piscine chiuse per evidenti errori di programmazione dell’amministrazione precedente”.
Quali sono le tre parole chiave del suo mandato da sindaco, in caso di elezione?
“In primis partecipazione: tutti devono essere protagonisti del futuro della nostra città, in particolar modo le famiglie, che devono tornare a essere felici di vivere a Rovigo, e i più giovani, che devono trovare abitazioni accessibili, sicurezza e servizi. Il secondo luogo buonsenso: la nostra città ha già perso troppe occasioni perché divisa e litigiosa;
non possiamo più permettere che Rovigo sia teatro di scontri, bugie e contrasti. Infine rilancio: dobbiamo tornare a essere attrattivi, siamo chiamati a sostenere chi vuole aprire nuove attività, garantendo benessere, opportunità di crescita e buona occupazione. Il tribunale e l’università in centro, in questo senso, sono tasselli fondamentali per il nostro futuro”.
Come sarà composta la sua giunta?
“La mia giunta sarà com-
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posta da persone che vivano questo incarico come un servizio. Li sceglierò in base alle competenze, indicherò un assessore al decoro urbano, alle manutenzioni e alle frazioni, nelle quali organizzeremo continui momenti di confronto con l’amministrazione e per le quali promuoveremo un programma dedicato con una specifica voce di bilancio”.
Seggi aperti
l’8 e il 9 giugno
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Conto alla rovescia all’apertura dei seggi per le elezioni amministrative del capoluogo polesano, in programma il prossimo sabato 8 e domenica 9 giugno. Nell’occasione si voterà per il rinnovo dell’amministrazione comunale, ma anche per eleggere i nuovi membri del Parlamento europeo.
Rovigo, unico capoluogo di provincia veneto al voto, si presenta al voto con una schiera di sei candidati sindaco: Valeria Cittadin, Ezio Conchi, Federico Frigato, Edoardo Gaffeo, Antonio Rossini e Palmiro Franco Tosini. Venti i seggi elettorali per le 47 sezioni di elettori.
Da quest’anno poi, anche i fuori sede avranno possibilità di esprimere il proprio voto senza dover rientrare. Qualora nessun candidato dovesse ottenere la maggioranza assoluta al primo turno, si procederà a un ballottaggio tra i due più votati, il 23 e il 24 giugno.
Per garantire una maggioranza solida, alle liste collegate al vincitore verrà attribuito il 60% dei seggi, mentre i restanti posti nel consiglio comunale verranno assegnati alle altre liste in maniera proporzionale. Verranno eletti in totale 32 consiglieri e in consiglio saranno ammesse tutte le liste e i gruppi di liste di candidati che avranno superato la soglia di sbarramento del 3% dei voti validi.
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Committente
responsabile:
Diego
Crivellari
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Amministrative
Palmiro Franco Tosini
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Una politica perbene. per
moderna,
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Zona logistica semplificata. Al via il rifinanziamento per il 2024 del credito d’imposta
80 milioni alle imprese per investire sul territorio della Zls Venezia-Rovigo
“Un traguardo per cui la Regione del Veneto si è impegnata in tutte le sedi istituzionali”
“S i compie un altro passo importante per la Zls Porto di Venezia-Rodigino”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commentando il rifinanziamento per il 2024 del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali previsto dal nuovo decreto legge “Coesione” pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Sono infatti ben 80 milioni quelli che saranno impiegati per le nuove imprese e quelle già esistenti che investiranno nelle aree della Zona logistica semplificata del Veneto. Le modalità e i criteri per l’accesso al credito saranno definite con un decreto del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.
“Il rifinanziamento del credito d’imposta per il 2024 è un traguardo per cui la Regione del Veneto si è impegnata in tutte le sedi istituzionali e per il quale ringrazio i rappresentanti del Governo che hanno colto l’importanza della richiesta del territorio”, ha continuato Zaia.
“Un’opportunità per permettere il rientro in Veneto di aziende che hanno delocalizzato e di attrarne delle nuove”, ha ammesso il sottosegretario al ministero
delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, che ha seguito le varie fasi dell’iter. “Un segnale di attenzione al Veneto da parte di questo Governo”, ha ribadito anche il senatore e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo.
“Finalmente si dà concretezza e attuazione, anche per la Zls Venezia Rovigo, a un progetto di sviluppo per un territorio che potrà godere di incentivi che saranno disponibili per le realtà imprenditoriali esistenti e quelle che vorranno insediarsi in futuro – ha dichiarato anche dichiara il deputato Alberto Stefani, presidente della Commissione sul federalismo fiscale e segretario della Liga Veneta –. Il lavoro di questi anni che diventa realtà”.
“Questi 80 milioni di euro hanno una scadenza fissata al 15 novembre e, quindi, anche se siamo in attesa del decreto attuativo sul credito d’imposta, è necessario partire dal confronto fra tutti i soggetti coinvolti per informare le imprese interessate delle opportunità che si sono aperte –, ha sottolineato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Energia e Legge Speciale per Venezia, Roberto Marcato, che nelle scorse settimane ha organizzato un tavolo tematico
che ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei 20 Comuni coinvolti dalla Zls, dell’Autorità Portuale e di tutte le associazioni di categoria, datoriali e sindacali –. Vogliamo accompagnare per mano le imprese ad investire nei territori dobbiamo tutti insieme raccontare queste opportunità e far sì che presto la Zls diventi realtà a beneficio della crescita di un’area che riteniamo strategica per l’intero Veneto”.
“Da tempo chiediamo che le risorse finanziarie e i crediti di imposta per le imprese della Zona logistica semplificata siano garantiti anche nei prossimi anni e non limitati al 2024
– ha spiegato il senatore Andrea Martella –. In tal senso è positiva la proposta della Regione Veneto in Conferenza Stato Regioni con l’assessore Marcato e inoltrata al Governo”.
“Per l’effettivo finanziamento dei crediti di imposta previsti per la Zls Venezia-Rovigo mancano due passaggi essenziali – hanno affermato tuttavia Jonatan Montanariello consigliere regionale del Pd Veneto e vice presidente della commissione Politiche del territorio, assieme alla capogruppo dem, Vanessa Camani –: il decreto attuativo del Ministero degli Affari Esteri e quello della Presidenza del Consiglio
dei Ministri con la nomina del Comitato di indirizzo che renderebbe operativa la Zona Logistica Semplificata. E anche se la data limite è quell del prossimo 15 novembre, diventa più che opportuno procedere con urgenza, altrimenti le imprese non avranno la possibilità di programmare e presentare per tempo i progetti da finanziare”. Della stessa idea il presidente della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo: “Per il 2024 è necessario che gli 80 milioni stanziati con il Decreto-legge “Coesione” vengano messi a disposizione delle aziende prima possibile emanando i decreti attuativi”.
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Economia
Il caso. Il Consorzio di Bonifica Adige Po ha fatto il punto, soprattutto dopo l’alluvione del 16 maggio
“Subsidenza, si rifinanzi la legge”
Al Consorzio di Bonifica
Adige Po si è discusso della proposta di rifinanziamento della Legge sulla Subsidenza, tema di attualità dopo l’alluvione del 16 maggio che ha colpito tutto il Veneto, incluso il Polesine. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi sindaci e rappresentanti istituzionali, tra cui il vicepresidente di Confindustria Veneto Est, Paolo Armenio, il presidente della Provincia, Enrico Ferrarese, e il senatore di Fratelli d’Italia, Bartolomeo Amidei. La riunione si è svolta nella sala convegni del Consorzio di Bonifica Adige Po, costituito in uno dei 10 comprensori di bonifica del Veneto, operativo dal 28 gennaio 2010. Il Consorzio è il risultato della fusione dei comprensori dei consorzi di Bonifica Padana Polesana e Polesine Adige Canalbianco, entrambi con sede a Rovigo. Opera su un’area di 121.150 ettari, di cui 110.092 in Provincia di Rovigo, coinvolgendo 44 Comuni. Il 18 novembre 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto con cui il Governo Meloni ha provvedu-
to ad aggravare il sostanziale “via libera” alle trivelle, già inaugurato in marzo da Draghi e Cingolani, abbassando ulteriormente i livelli di tutela del mare e delle aree costiere, disponendo: l’abbassamento da 12 a 9 miglia di distanza dalla costa del limite, per l’estrazione offshore di idrocarburi per i siti con un potenziale superiore a 500 milioni di mc di gas; la possibilità di coltivazione di idrocarburi nel tratto di mare oltre le 9 miglia al largo del Polesinei che prima d’oggi era vietata.
Marco Volpin, direttore generale del Consorzio, dichiara: “Il 53% dei Comuni del Veneto e il 51% di quelli dell’Emilia-Romagna si sono interessati da processi di progressivo sprofondamento, per cause prevalentemente antropiche. Fra questi, tutti i Comuni del Polesine. Qui le prime perforazioni per l’estrazione del metano cominciarono a terra nel 1935, con 13 pozzi e una centrale di compressione. Era l’inizio di uno sviluppo vertiginoso: quattro anni dopo il numero dei pozzi e delle centrali
era già triplicato. Nel 1946 il gas estratto superava i 26 milioni di metri cubi e nel 1950 si era arrivati a 170 milioni di metri cubi. Nel 1951, l’anno dell’alluvione, i pozzi attivi erano 993, concentrati soprattutto nel Delta del Po”.
Nel 1960 iniziò, prima in via sperimentale e poi in modo sistematico, la chiusura dei pozzi del Polesine. Nel maggio 1959 il sismologo Pietro Caloi portava a termine un’ampia relazione sui fenomeni di sprofondamento in atto nel Delta del Po. L’estrazione dal sottosuolo di queste grandi quantità d’acqua che, già intorno al 1957, era per la sola provincia di Rovigo di quasi 230 milioni di metri cubi, effettuata a mezzo di circa 1.400 pozzi attivi e, nella zona del Delta, di 170 milioni di metri cubi (900 pozzi attivi), portava quindi a un progressivo abbassamento del livello piezometrico (da 20 a 30 m sotto il piano di campagna).
Giancarlo Mantovani, direttore del Consorzio Delta Po, ha affermato: “La subsidenza ha interessato quasi tutto il Delta e determinato abbassamenti
che hanno raggiunto valori massimi di quasi tre metri e valori medi di due metri. Anche questo fatto, meno traumatico, lento a manifestarsi ma altamente insidioso, ha influenzato in modo determinante la rete idrografica del basso Po e la storia delle rotte e inondazioni. Le aree ai lati delle arginature dei rami del Po si sono abbassate fino a quota 1-2 metri sotto il livello del mare, rendendo necessari rinforzi e rialzi degli argini e interventi conseguenti all’aggravamento dei pericoli di sifonamento. A causa della subsidenza si aggravò notevolmente anche il problema della difesa a mare sia per la ri-
duzione del franco della sommità degli argini esistenti sia per l’aumento della profondità dei fondali antistanti le arginature, con conseguente esposizione a una più marcata azione del moto ondoso”. Nell’occasione dell’incontro state raccolte le firme da parte dei convenuti, con l’intento di prorogare e rifinanziare la legge che tutela il territorio dalla subsidenza. In totale, una cinquantina le firme raccolte che saranno spedite al Governo, tramite anche l’avvallo del senatore Amidei, portavoce della proposta di legge.
Marco Branco, presidente del Consorzio, ha concluso: “La decisione di attivare estrazioni dai giacimenti dell’Alto Adriatico può determinare l’avvio di una sequenza di fenomeni gravissimi. Il meccanismo sembra essere quello di formazione di depressioni nel litorale sommerso, che catturano gli apporti solidi indispensabili per la stabilità delle spiagge e delle difese a mare, le quali entrano presto in crisi”.
Ruggero Principe
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Ulss 5 Polesana. Dal 2021 al 2023, 20 casi in più nel pronto soccorso di Rovigo
Vittime di violenza, nuovo protocollo per aiutare chi richiede soccorso
C’è un grande obiettivo nell’Ulss 5 Polesana: quello di interpretare ricerche di protezione da parte della vittima di violenza, instaurare un rapporto fiduciario con la stessa per garantirle la massima assistenza dal punto di vista sanitario e una adeguata protezione. È infatti su questo che si basa il nuovo protocollo aziendale di gestione delle pazienti vittime di violenza. Un protocollo che diventa sempre più necessario se si considerano i numeri degli accessi in Pronto Soccorso, aumentate nel corso degli ultimi anni. I dati, infatti, mostrano che nel 2021 le donne vittime di violenza che hanno fatto accesso al Pronto soccorso di Rovigo sono state 39 (due furono poi ricoverate); nel 2022 sono state 40 (2 ricoverate) e nel 2023 ben 59, con 4 ricoveri.
“Quando una donna arriva al pronto soccorso dichiarando di aver subito violenza, o con lesioni compatibili con atti violenti verrà prestata la dovuta attenzione e assistenza. Il personale medico e infermieristico del pronto soccorso è stato formato nel
tempo anche con corsi istituiti a livello regionale al fine di comprendere il fenomeno riguardo l’entità del problema ed acquisire la metodologia di approccio alle donne vittime di violenza” spiega ladottoressa Maria Adelina Ricciardelli, direttore del Pronto soccorso di Rovigo.
Il protocollo prevede; all’arrivo in Pronto Soccorso di una vittima di violenza, che gli operatori sanitari la accolgano e la registrino al Triage d’Accesso attribuendo il codice colore relativo alla sintomatologia dichiarata o in base all’evidenza delle lesioni riportate; se necessario viene attivato il mediatore culturale e quindi effettuata la valutazione medica in ambulatorio dedicato, mantenendo la riservatezza della vittima, con raccolta dei dati anamnestici e descrizione dettagliata dell’esame obiettivo. Infine, il protocollo prevede di eseguire diagnostica e trattamento delle lesioni riportate.
Il secondo livello del protocollo è formulare la prognosi e eventuale denuncia all’autorità giudiziaria, informare e illustrare alla donna
vittima di violenza il programma di tutti i sistemi di protezione; coinvolgere le strutture assistenziali previste, in particolare coinvolgendo il centro antiviolenza provinciale di Rovigo. Nel caso di presenza, oltre che della vittima, di minori il personale di Pronto soccorso si prende cura di attivare adeguati procedimenti per tutelare la madre e i minori.
“Questo protocollo, attraverso la rete territoriale costituita, intende promuovere strategie operative, condivise per la realizzazione di interventi di prevenzione e contrasto ai fenomeni di violenza nei confronti delle donne. Il nostro obiettivo è individuare le più idonee ed efficaci metodologie di intervento da adottare da parte dei soggetti coinvolti, ciascuno secondo le rispettive priorità, professionalità e ambiti di competenza – commenta il direttore generale dell’Ulss 5 Polesana, Pietro Girardi –. Ringrazio la dottoressa Ricciardelli per il lavoro fatto a beneficio di tutta la comunità. L’Ulss 5 è da sempre e sempre sarà al fianco delle donne”.
Un protocollo che diventa sempre più necessario se si considerano i numeri degli accessi di vittime di violenza in pronto soccorso, aumentate nel corso degli ultimi anni
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Il caso Fleximan. La parola a Giorgia Furlanetto, legale dell’indagato per aver abbattuto molti autovelox
“Non un criminale, ma una persona che si è sempre spesa per il prossimo”
“L’esperienza che più lo ha formato, umanamente e civicamente, sono gli anni trascorsi come volontario nei vigili del fuoco. Vergognoso l’accanimento e la campagna diffamatoria a causa del suo orientamento politico”
Dopo mesi di indagini sembra essere arrivata la svolta per il caso di “Fleximan”, il giustiziere degli autovelox che ha colpito anche in Polesine e che ha diviso l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari alle sue gesta, Enrico Mantoan, il presunto Fleximan appunto, è difeso dall’avvocato Giorgia Furlanetto di Adria
“Sono stata subissata di telefonate, praticamente da subito – racconta la stessa legale, che ha lo studio nel cuore di Adria –. Mi hanno invitato a qualsiasi tipo di trasmissione, ma io in questo momento devo occuparmi solamente di tutelare gli interessi del mio assistito, piuttosto che apparire in Tv”.
Per questa ragione, Furlanetto ha voluto affidarsi ad un comunicato stampa ufficiale, pubblicato sia sulla pagina Facebook personale che su quella del proprio studio:
“Enrico è sereno e ringrazia tutti coloro che gli stanno dimostrando grande solidarietà e sostegno – si legge nel post pubblico –. Il suo nome, la sua foto, addirittura il suo indirizzo di casa sono stati buttati in prima pagina, senza tener conto che si tratta di un uomo che ad oggi è un semplice indagato. Enrico non è un criminale da prima pagina, ma una persona che si è sempre spesa nel volontariato e nell’aiutare il prossimo: dalle collette alimentari a favore delle persone in difficoltà, all’aiuto che ha portato alle zone terremotate in Abruzzo e alluvionate in Emilia. L’esperienza che più lo ha formato, umanamente e civicamente, sono gli anni trascorsi come volontario nei vigili del fuoco. Riteniamo pertanto vergognoso l’accanimento e la campagna diffamatoria messa in campo da certa stampa a causa del suo orientamento politico, come
esponente di Forza Nuova”.
Per Giorgia Furlanetto, questo è un “segno evidente che, secondo certa stampa politicamente orientata, se non sei di sinistra non deve esserti riconosciuto neppure la presunzione di innocenza, che è tra i cardini del processo penale moderno e patrimo-
LA SCUOLA DEL FARE
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nio della nostra cultura giuridica. A causa dell’assedio e dell’invadenza dei media, che hanno preso di mira la sua abitazione, il mio assistito si è visto costretto ad allontanarsi per un po’, preferendo essere circondato da amici, anziché dalle telecamere. Molte sono le inesattezze scritte sul suo conto in questi giorni. È stato persino definito un senza fissa dimora, quando in realtà è un lavoratore, che da un paio di anni risiede in un monolocale, vicino al luogo di lavoro. Non corrisponde al vero neppure quanto scritto da alcuni quotidiani in merito ad una sua confessione. Non è nemmeno vero il fatto che siano stati sequestrati, nella sua abitazione, attrezzi e arnesi. Nel corso della perquisizione, avvenuta la scorsa settimana, Enrico si è dimostrato estremamente collaborativo con le forze dell’ordine intervenute, che hanno sequestrato unicamente un cellulare e due tablet”.
In questi giorni sui social si sono scatenati tantissimi commenti pro e conto Fleximan. In particolar modo è iniziata anche una raccolta fondi per pagargli le spese legali. “Sappiamo che molti vogliono contribuire e sostenerlo – conclude Furlanetto –. Tanti si stanno già organizzando spontaneamente in raccolte fondi, per sostenerne le spese. A breve faremo sapere come fare, in un’ottica di massima trasparenza”.
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In foto, Enrico Mantoan e, a lato, il suo difensore Giorgia Furlanetto
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Poste Italiane. Circa 20 veicoli a motore elettrico e 21 auto ibride nella flotta polesana
In Polesine la consegna postale si fa sempre più green
“Grazie a questi nuovi mezzi, da oggi anche sul territorio la posta viaggia sempre più ad impatto ridotto durante tutto il processo di recapito”
Nel Polesine le poste si fanno sempre più green. In provincia di Rovigo infatti i portalettere hanno a disposizione 19 veicoli a motore elettrico che si aggiungono 21 auto a motore ibrido per la consegna dei pacchi e della corrispondenza.
Si utilizzano inoltre veicoli a quattro ruote (tra macchine e furgoni allestiti con propulsori endotermici di ultima generazione: benzina, metano, gasolio), ma anche a tre ruote o a due, per un totale di circa 100 mezzi, distribuiti nei tre centri di recapito del capoluogo, Adria e Occhiobello.
“Grazie a questi nuovi mezzi, da oggi anche sul territorio la posta viaggia sempre più ad impatto ridotto durante tutto il processo di recapito – spiega Poste Italiane –. I nuovi veicoli della flotta sono stati modificati e resi funzionali alle esigenze del servizio postale; ad esempio, in alcune macchine, il sedile passeggero è dotato di un particolare allestimento per l’alloggiamento delle cassette o di particolari scaffalature per il trasporto dei pacchi. Altri ancora hanno accessori ad hoc per la mission di Poste Italiane, come il sistema
Keyless Entry&Start per il riconoscimento a distanza del conducente. Grazie a questa tecnologia, le portiere e il portellone si sbloccano automaticamente, facilitando il lavoro degli operatori”.
Il rinnovo della flotta aziendale in ottica sostenibile è parte del nuovo piano industriale 2024- 2028, “The Connecting Platform”, che mira alla trasformazione della logistica e all’ evoluzione di un modello commerciale al servizio della clientela, con l’obiettivo di guardare ad un nuovo segmento costituito da piccole e medie imprese
contribuendo allo sviluppo logistico end-to-end di una rete postale e un network sempre più guidato dalla gestione dei pacchi.
Un ulteriore passo avanti per il gruppo guidato dall’amministratore delegato Matteo Del Fante verso il raggiungimento dell’obiettivo della carbon neutrality 2050.
Nel rodigino arriva il “Passaporto del viaggiatore”
Un nuovo strategico strumento per scoprire i più importanti luoghi della cultura del territorio e vivere esperienze museali esclusive, fidelizzando i visitatori, soprattutto i più giovani. È il “Passaporto del viaggiatore”, un’ulteriore modalità operativa per rafforzare l’identità della rete museale polesana.
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Un progetto ambizioso, che poggia sull’idea, semplice ma potenzialmente vincente, di valorizzare e promuovere il vasto patrimonio museale del Sistema museale provinciale Polesine - Smpp attraverso l’introduzione di un documento che consenta al visitatore di tracciare un percorso tra i musei raccogliendo, tappa dopo tappa, a testimonianza del proprio passaggio, il timbro personalizzato di ogni realtà culturale visitata.
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Il progetto “Passaporto del viaggiatore” nasce nell’ambito del programma Ministeriale “MuSST. Musei e Sviluppo dei Sistemi Territoriali”, avviato dal Ministero dei Beni Culturali e dedicato anche alla valorizzazione Sistema Museale Provinciale Polesine. Partner del progetto, con la Provincia di Rovigo, sono inoltre la Regione del Veneto e la Fondazione Cariparo. Il progetto è legato al brand “Pollicinum - Museo Polesine”, che ormai da tempo traina le iniziative di promozione del patrimonio museale polesano.
Il “Passaporto del viaggiatore” è stato pensato per diventare una sorta di diario che accompagnerà i visitatori alla scoperta delle bellezze architettoniche, pittoriche, archeologiche, etnografiche e naturalistiche presenti nei 20 musei del Sistema Museale Provinciale Polesine - SMPP che finora hanno aderito al progetto. Un libretto/quaderno di 48 pagine in cui attestare ogni singola visita attraverso l’apposizione dei timbri con i loghi delle varie realtà museali, annotando a fianco impressioni, ricordi e informazioni. Al raggiungimento di una soglia prestabilita di timbri si avrà diritto a un omaggio. Sul portale web del Sistema Museale Provinciale Polesine - SMPP si potranno consultare gli orari di apertura ed i contatti, nonché l’elenco aggiornato, di tutte le realtà museali aderenti al progetto.
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Arte e storia. La mostra a cura di Stefano Caretti, con la co-curatela di
Anna Steiner e Matteo Origoni
Al Roncale gli anni di Matteotti raccontati dai manifesti del Salce
Pasqualin: “I manifesti più antichi che i visitatori possono ammirare nella mostra di Rovigo risalgono agli anni tra il 1899 e i primi del ‘900”
VENETO 24 ECONOMIA
A cura di Riccardo Sandre
Ascolta la rubrica economica, dove esploriamo le ultime notizie, tendenze e sviluppi nel mondo economico con il commento quotidiano alle 8:30 ogni mattina.
CSolo su Radio Veneto24.
i saranno anche preziosi manifesti storici del Museo Nazionale Collezione Salce tra i protagonisti della mostra su Matteotti in corso a Rovigo in Palazzo Roncale. “Giacomo Matteotti. Una Storia di tutti”, in mostra fino al 7 luglio, è a cura di Stefano Caretti con la co-curatela di Origoni Steiner architetti associati (Anna Steiner e Matteo Origoni). A promuoverla è la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con la collaborazione della Direzione Generale Archivi - Archivio di Stato di Rovigo, del Comitato Provinciale per il Centenario di Matteotti, della Fondazione studi storici “Filippo Turati” e il patrocinio del Comitato Nazionale per le Celebrazione del centenario della morte di Giacomo Matteotti. Tra le collaborazioni offerte a questa mostra c’è anche quella della Direzione regionale Musei Veneto (Ministero della Cultura), cui fa capo il Museo Salce.
Per la mostra su Matteotti, dal Salce è giunta una sequenza di manifesti che contribuiscono a ricreare il clima sociale e politico dell’Italia dal primo ‘900 a metà del secolo. Documenti di un’epoca e di un certo clima politico. Ma anche capolavori assoluti della grafica pubblicitaria.
“I manifesti più antichi che i visitatori possono ammirare nella mostra di Rovigo risalgono agli anni tra il 1899 e i primi del ‘900 – spiega Elisabetta Pasqualin, direttrice del Salce –: da quello di Dudovich per la Fiera del Santo a Padova, per il Convegno del Touring Club Ciclistico Italiano nel giugno 1899, a quello per il Concorso Automobilistico per Vetturette 5-7 HP, del primo decennio del secolo, fino a quello di Aldo Mazza per Concorsi aerei a Verona del maggio del 1910”. Dei primi del ‘900 sono anche due manifesti pubblicitari del giornale L’Avanti!, (1901-1903), quotidiano del Partito Socialista Italiano (PSI), che uscì a Roma il 25 dicembre 1896 sotto la direzione di Leonida Bissolati..
“Poi arriva la Grande Guerra e con essa – continua la direttrice – le locandine del Prestito Nazionale che rientrano nel repertorio delle immagini prodotte dalla propaganda negli anni del conflitto, dove il tema iconografico si incentra sui valori nazionali del “sacrificio comune” per la Patria. Mauzan, grande cartellonista di formazione francese, raffigura una bellissima donna (l’Italia) che tiene davanti a sé una spada verso cui sono molte le mani tese, tutto nei
colori bianco, rosso e verde. Sempre Mauzan, dopo la disfatta di Caporetto del 24 ottobre 1917 e la riorganizzazione della linea difensiva sul Piave nel corso del mese successivo, raffigura un soldato che alza la scure per colpire una mano che artiglia il territorio lungo il Piave, sotto le parole “Per la Liberazione sottoscrivete”. Probabilmente sempre dopo Caporetto, non manca anche la vibrante difesa delle virtù e delle capacità del soldato italiano”.
“Gli ultimi manifesti e locandine fanno riferimento alla propaganda fascista e alle elezioni politiche del 1924, vinte dal Partito Nazionale Fascista. Enrico Sacchetti raffigura un oratore che con enfasi invita la popolazione alle urne, oppure, in un’altra locandina, è molto forte la personificazione dell’Italia che fa il saluto fascista, con il motto “A me!”, motto che venne utilizzato in molte stampe. Per le elezioni anche Dudovich realizza alcune immagini: un manifesto dell’Associazione Nazionale Ferrovieri Italiani, con il motto “Italiani Ricordate!” e un altro dove si vede un giovane in camicia nera con un manganello in piedi, finalmente vincitore, tra legni rotti, un drappo rosso lacero e il filo spinato”.
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“Donna di Pellestrina”, servizio-fotografico di Paolo Monti (proprietà di BEIC, conservato presso il Civico Archivio Fotografico di Milano)
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Serie A2. Le ragazze hanno conquistato l’obiettivo prefissato con il salto di categoria
Salvezza per le Solmec Rhodigium Vittoria in gara 3 dei play out
Alti e bassi hanno caratterizzato la stagione delle rossoblù allenate da Giulia Pegoraro
Si conclusa con una vittoria in gara 3 dei play out, che è valsa la salvezza, la stagione di serie A2 per la Solmec Rhodigium. La società presieduta da Maria Paola Galasso, lo scorso anno dopo aver perso la finale play off di serie B valevole per la premiazione in serie A2, che sul campo premiò le milanesi del Giussano, “conquistò” la categoria acquisendo i diritti che appartenevano alla pallacanestro Firenze.
Quest’anno alti e bassi hanno caratterizzato la stagione delle rossoblù allenate da Giulia Pegoraro, fino alla “conquista” dei play out, disputati contro le lombarde del Carugate. Gara 1 al palasport di Rovigo ha visto la vittoria della Rhodigium per 71-52, gara 2 in terra lombarda ha pareggiato i conti con la vittoria del Carugate per 8273 e, rispettando il fattore campo, nella decisiva gara 3 di nuovo al palasport, successo in rimonta per 6460 che vale la permanenza in serie A2 per la stagione 2024/25.
Di certo l’inizio di partita non è stato dei migliori per Rovigo, che fin da subito ha sofferto la grinta di Carugate. Le lombarde si sono messe avanti nel punteggio nei primi minuti, ma solo la tripla di Anna Paoletti fa terminare il primo quarto sul 16-16. Nel secondo
periodo le ospiti tentano la fuga nel punteggio, raggiungendo prima il +6 (2430) e poi il +7 (27-34), ma sono le due triple di Battilotti e Paoletti a portare la Rhodigium sul -3 (33-36) alla pausa lunga.Il secondo tempo si apre con due triple di Silvia Viviani (14 punti) ed un appoggio da parte di Michela Battilotti che valgono il 8-0 di parziale ed il primo, vero vantaggio per Rovigo sul 41-36. Presto Carugate si rifà con il contro-parziale di 0-9 per riportarsi in vantaggio: la partita continua a salire di intensità fino al 49-51 sulla sirena del terzo periodo. Come ci si attende da una partita così importante e tesa, entrambe le squadre faticano nell’ultimo periodo: le bianco-azzurre scappano sul 51-57 a metà frazione, mentre la Rhodigium continua a faticare nel trovare la via del canestro. Il 2+1 di Ludovica Albanelli (10 punti) a 2’30” dalla fine porta le ospiti sul +5 (55-60), con la serie che sembrava aver preso il binario delle lombarde.
Nei due possessi successivi si accende Sara Zanetti: la lunga bolognese non aveva segnato prima degli ultimi 2�, ma i due liberi e la bella virata riportano Rovigo sul -1 (59-60) a 1’49” dalla fine. A chiudere la rimonta è Anna Paoletti (13 punti): la guardia rosso-blu
ruba palla ad Albanelli, poi nell’azione successiva segna la tripla del sorpasso e chiude la pratica con i due tiri liberi finali per il definitivo 64-60.Si conclude, quindi, la prima stagione della SolmecRhodigium Basket in serie A2. Al termine di un’annata tra gioie e difficoltà, le ragazze di coach Giulia Pegoraro hanno conquistato l’obiettivo salvezza prefissato con il salto di categoria.
Femi CZ Rugby Rovigo non ce la fa:
vittoria per il Petrarca
Non è mai stata una partita banale, scontata e anche in questa occasione, nel derby numero 179 tra Femi Cz Rugby Rovigo e Petrarca Padova giocato davanti ai quasi 4mila spettatori del “Mario Battaglini”, domenica 12 maggio, è stato così. In palio c’era un posto nella finale scudetto. Il Rovigo voleva arrivarci per difendere il tricolore che ha cucito sulle maglie, vinto lo scorso anno proprio in finale contro il Petrarca Padova. I tuttineri di coach Marcato non vincevano gli ultimi 5 derby e, ci sono riusciti in questo, con il consueto finale che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, quando con il risultato di 24-22 per il Petrarca, il Rovigo era a 50 centimetri dalla linea di meta padovana, in percussione da più di 4’ oltre gli 80’ regolamentari. Ma, proprio sul più bello al rossoblù Casado Sandri è sfuggito l’ovale dalle mani consentendo al numero 15 Cott Lyle di liberare l’area calciando fuori per il fischio finale che ha mandato in finale il Petrarca Padova. Al Battaglini c’è la consueta aria di festa quando si tratta di partite speciali e an-
che questa volta Rovigo ha risposto presente: stadio gremito, cori, fumogeni, bandiere e coreografie, e anche da casa, grazie alla diretta su Raisport, si è percepita la grande passione della città per la palla ovale. L’ha vissuta in tribuna anche il citti della nazionale Gonzalo Queseda, accompagnato dal presidente della Fir Marzio Innocenti. Partenza sprint del Petrarca che segna, e trasforma, due mete per il 14-0, ma il cuore di Rovigo c’è e Ferrario replica con due mete (trasformate) e il primo tempo si chiude in perfetta parità, 14-14. Nella ripresa vantaggio Rovigo con un calcio di Dogliani che porta a +3 i bersaglieri, 17-14, ma poi ecco che il Petrarca segna la terza meta con De Masi trasformata da Lyle converte facilmente, 17-21. Al 67’ meta di Cadorini per Rovigo, non trasformata da Dogliani: 22-21. Al 76’ Petrarca ottiene un calcio a favore, Lyle dalla piazzola aggiunge +3, 22-24, poi il finale entusiasmante con Rovigo che cerca la meta della vittoria e Petrarca che difende il vantaggio, pass per la finale scudetto. (c.a.)
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La felicità della Rhodigium dopo la vittoria in gara 3 contro Carugate
Interporto Padova protagonista dell’innovazione nel mondo della
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La sesta gru a portale, automazione, nuovi treni verso Livorno e la penisola iberica ma anche l’organizzazione a Padova di Green Logistics Expo il Salone Internazionale della Logistica sostenibile il prossimo ottobre
Intermodalità e sostenibilità sono due dei driver più importanti sui quali si sviluppa la logistica del futuro. Interporto
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mondo della logistica ed in particolare dell’intermodalità, con la partecipazione dei principali porti, interporti italiani, delle più importanti compagnie di navigazione mondiali e delle ferrovie in tutte le loro articolazioni. Ma il salone naturalmente che si rivolge anche a tutte li imprese manifatturiere del nord est, amplia il suo sguardo al mondo dell’intralogistica, ai magazzini, alla distribuzione urbana delle merci, alle nuove tecnologie alle nuove energie ed è un punto di incontro privilegiato per gli operatori del settore. Per partecipare come espositori o come visitatori, maggiori informazioni su www.greenlogisticsexpo.it
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#Regione
L’appuntamento elettorale. Sarà un importante test in vista delle regionali del prossimo anno e anche delle comunali a Venezia
Elezioni europee, e se il voto di giugno cambiasse il volto della politica italiana?
Fratelli d’Italia punta al gradino più alto del podio, probabile testa a testa tra Lega e Forza Italia per il secondo posto. Il Pd guarda all’asticella psicologica del 20%. E nel 2025 in laguna c’è già chi azzarda la staffetta ZaiaBrugnaro
Manca ormai pochissimo e si apriranno le urne delle elezioni europee. Forse per la prima volta, almeno a seguire i dibatti e ascoltando le conversazioni al bancone del bar, questa scadenza elettorale sembrerebbe appassionare gli elettori italiani e veneti. Diciamoci, infatti, la verità: fino ad oggi le Europee hanno sempre scaldato poco i cuori di un elettorato che dimostra, più in generale, una crescente disaffezione al voto. Questa volta potrebbe essere diverso perché alcuni “esperimenti”, promossi dai partiti politici proprio per elezioni Europee, potrebbero cambiare significativamente il panorama politico nazione e regionale.
Partiamo dallo scenario più vicino: il Veneto.
Il prossimo anno si voterà per le elezioni regionali e, dato non irrilevante, per le Comunali di
Venezia. Tanto in regione quanto nel capoluogo si può parlare di fine di un’era. Parlamento e Governo, a trazione Fratelli d’Italia, non hanno, infatti, consentito la possibilità di correre per un terzo mandato al Sindaco della città capoluogo, Luigi Brugnaro e al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Le elezioni europee, dunque, in questo senso rappresentano un primo test attraverso il quale definire rapporti di forza e, un’eventuale, griglia di partenza in vista del 2025.
Anche se, per rimanere al 2025, si sta facendo largo una voce molto interessante anche se al momento priva di conferme: Zaia e Brugnaro potrebbero compiere un trasloco di poche centinaia di metri. Da Palazzo Balbi, sede della Giunta Regionale del Veneto a Ca’ Farsetti, il Municipio di Venezia, ci sono,
infatti, pochi minuti di motoscafo. La notizia, che molti osservatori stanno attendendo, dunque, è quella di una candidatura a sindaco di Luca Zaia e quella di Presidente della Regione di Luigi Brugnaro. Dopo le elezioni europee, anche da questo punto di vista, se ne saprà di più e il risultato elettorale, ma soprattutto i flussi – ovvero gli spostamenti da un voto all’altro – diranno se questa suggestione abbia la possibilità di divenire realtà.
Lo scenario meno prossimo, invece, è quello nazionale.
Il Partito Democratico sente crescere attorno a se una certa fiducia. La segretaria Elly Schlein in un suo recente tour veneto alle domande dei cronisti non si è voluta sbilanciare in pronostici, ma è chiaro a tutti che i democratici terranno d’occhio due parametri essenziali: se saranno sopra o sotto l’asticella psicologica del 20% e il distacco dal maggior rivale interno, il Movimento 5Stelle.
Assunto che Fratelli d’Italia si confermerà come primo partito, l’attenzione è tutta rivolta al derby per la seconda piazza
del centrodestra tra la Lega di Salvini e Forza Italia. Molto sta facendo discutere la candidatura tra le fila leghiste del generale Vannacci. Una scelta questa voluta fortemente dal leader nazionale e contestata aspramente dalla base e, in particolar modo, dai principali esponenti veneti del Carroccio con Zaia in testa. Nei giorni scorsi il celebre politologo Paolo Feltrin ha dato una chiave di lettura molto interessante che, in un qualche modo, potrebbe dare una spiegazione alla scelta di Salvini di candidare il generale nonostante le proteste dei suoi. Il professor Feltrin, infatti, ha spiegato, ci perdonerà la sintesi, come questa candidatura in una fase nella quale la Lega non è più quel “sindacato del Nord” che era una tempo,
Si vota per il sindaco in 309 Comuni veneti, meno
Oltre la metà dei Comuni veneti andranno al voto anche per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del sindaco. Nella nostra regione sono ben 309 le amministrazioni comunali da eleggere, oltre i 55% del totale, la netta maggioranza tra le province di Vicenza, Padova e Treviso. E proprio in polesine si vota anche nella città capoluogo di provincia, a Rovigo, 50 mila abitanti, dove è in corso un serrato confronto tra i numerosi candidati in lizza.
In tutto il Veneto i Comuni con più di 15 mila abitanti sono 24: qui gli elettori potrebbero essere chiamati al turno di ballottaggio il 23 e 24 giugno se non vi sarà un eletto con più del 50 per cen-
to dei voti. A Vicenza le amministrative coinvolgono ben 75 Comuni, fra i quali spiccano Bassano del Grappa con i suoi 42 mila abitanti, ma anche Schio, Valdagno, Arzignano, Montecchio Maggiore e Cassola. In provincia di Padova si vota in 52 Comuni, quelli con più di 15 mila abitanti sono Cadoneghe, Monselice, Rubano e Selvazzano Dentro. Più nutrita la pattuglia a Treviso con 55 Comuni, con i quattro “grandi” Vittorio Veneto, Mogliano Veneto, Paese e Preganziol. Dei 16 comuni al voto nel territorio metropolitano di Venezia sono sempre 4 i centri maggiori: Portogruaro, Spinea, Scorzé e Noale.
Tra le centinaia di liste che si presenta-
possa intercettare quel voto “ribelle” e “politicamente scorretto” del quale FDI, fin quando era all’opposizione, ha goduto e che oggi, con le responsabilità di governo e la svolta europeista in corso, non può più permettersi di corteggiare. L’ennesimo azzardo di Salvini, e molti in passato gliene sono riusciti visto che è diventato segretario di una Lega che stava al 4%, per confermarsi seconda forza della coalizione, respingendo la crescita di Forza Italia, e per lanciare un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. Vedremo cosa succederà: quello che è certo è che dal giorno dopo le Elezioni Europee gli scenari, nazionale e regionale, potrebbero vedere delle mutazioni anche molto repentine. (r.r.)
partiti e più liste civiche
no al voto spicca la sempre più massiccia presenza di gruppi civici, diretta espressione del territorio, più o meno vicini ai diversi schieramenti politici, talvolta con un esplicito riferimento, in altre occasioni invece del tutto indipendenti dai partiti. Spesso sono espressione del gruppo di maggioranza uscente, che ripropone il sindaco uscente per il secondo mandato e da quest’anno anche per il terzo, oppure che si presenta con un novo candidato nel solco della continuità. Molte civiche anche tra le opposizioni o i gruppi che auspicano un cambio di rotta nella gestione amministrativa. In questo panorama le liste espressione dei partiti tradizionali sono in netto
calo ma non sono certo scomparse, e in ogni caso i partiti hanno il loro peso, soprattutto nei centri più grandi. Sarà un vero test per la Lega nei territori in cui esprime numerosi sindaci e amministratori: gli scossoni dell’ultimo anno si ripercuotono anche sugli equilibri locali e sulle candidature. Fratelli d’Italia punta a rafforzare la sua presenza anche nei consigli comunali, come il Partito Democratico e Forza Italia cercheranno di conquistare alcune amministrazioni. In calo invece le liste del Movimento 5 Stelle dopo gli exploit delle tornate precedenti. Crescono invece i piccoli comuni nei quali si presenta un solo candidato, il cui obiettivo sarà vincere l’astensionismo.
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Europee, ecco i candidati a Nordest
Antonio Tajani
Sandra Savino
Flavio Tosi
Matteo Gazzini
Rosaria Tassinari
Cristina Andretta
Giampiero Avruscio
Antonio Cenini (Cenno)
Francesco Coppi
Arianna Corroppoli
Isabella Dotto
Bruno Molea
Deborah Onisto
Antonio Platis
Alessandra Servidori
PACE TERRA DIGNITÀ
Raniero Luigi La Valle
Benedetta Sabene
Michele Santoro
Khaled Al Zeer
STATI UNITI D’EUROPA
Graham Robert Watson
Antonella Soldo
Giulia Pigoni
ALTERNATIVA POPOLARE
SÜDTIROLER VOLKSPARTEI (SVP)
Herbert Dorfmann
Roberta Bergamo
Felix Nagler
Franca Padovan
Otto Von Dellemann
Ursula Thaler
Davide Bendinelli
Gabriella Chiellino
Muharem Saljihu (Marco)
Maria Laura Moretti
Giorgio Pasetto
Francesco Bragagni
Marina Sorina
Luigi Giordani
Fabio Valcanover
Aurora Pezzuto
Nicola Cesari
Kateryna Shmorhay (Katya)
MOVIMENTO 5 STELLE
Sabrina Pignedoli
Ugo Biggeri
Martina Pluda
Cinzia Morsiani
LIBERTÀ
Cateno De Luca
Laura Castelli
Vito Comencini
Valeria Allocati
Pier-Giorgio Ardeni
Ginevra Roberta Bompiani
Fiammetta Cucurnia
Francesco Di Matteo
Dario Dongo
Luigi Gallo
Alessandra Guerra
Paolo Rossi
Electra Stamboulis
Elisa Tagliavini
Paola Gori
Maria Angela Ferri
Giacomo Zattini
Paolo Bernini
Mohamad Kamel Malak (Pino)
Stefania Braghetta
Rada Bolognesi
Fulvia Panza
Diego Nicolini
Andrea Bardin
Cesidio Antidormi (Anti)
PARTITO DEMOCRATICO
Stefano Bonaccini
Annalisa Corrado
Ivan Pedretti
FRATELLI D’ITALIA
Giorgia Meloni (Giorgia)
Sergio Antonio Berlato
Alessia Ambrosi
Antonella Argenti
Elisabetta Gualmini
Alessandro Zan
Alessandra Moretti
Sara Vito
Sara Ferrari
Antonio Mumolo
Giuditta Pini
Marcello Saltarelli
Silvia Panini
Lorenzo Gennari
Paola Gazzolo
Andrea Zanoni
Silvia Bolla
Stefano Cavedagna (Cavedania)
Alessandro Ciriani
Elena Donazzan
Guglielmo Garagnani
Valeria Mantovan
Maddalena Morgante
Anna Olivetti
Lucas Pavanetto
Daniele Polato
Piergiacomo Sibiano (Piga)
Stefano Bandecchi
Lucrezia Chermaz
Alberto Bosi
Sabine Gruber
Filippo Bruschi
Miriam Nardelli
Marco Schenardi
Silvia Pilati
Paolo Alli
Barbara Previati
ALLEANZA VERDI E
SINISTRA
Cristina Guarda
Domenico Lucano (Mimmo)
Brigitte Foppa
Nicola Dall’Olio
Francesco Amodeo
Mauro Beccari
Sara Cunial
Mirko De Carli
Rehana Kausar
Meryem Khaioui (Maria)
Chiara Vanessa Michelon
Cinzia Pasi
Ugo Rossi
Enrico Rizzi
Paolo Silvagni (Valleverde)
Giorgia Tripoli
Jessica Veronica Cugini
Alessandro Franceschini
Francesca Caprini
Stefano Dall’Agata
Alessandra Filippi
Giulia Giorgi
Alessandra Mion
Emanuel Oian
Jessica Todaro (Jessica
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Paolo Trande
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Carlo Calenda
Elena Bonetti
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Mario Raffaelli
Stefania Cargioli
Giovanni Poggiali
Silvia Fattore
Carlo Pasqualetto
Valeriana Maria Masperi
Riccardo Mortandello
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Paul Köllensperger (Paul)
Federica Sabbati
Umberto Costantini
Rosanna Conte
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Stefano Bargi
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Arianna Lazzarini
Alessandro Manera
Morena Martini
Emiliano Occhi
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Roberto Pizzoli
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Verso il voto. L’8 e il 9 giugno alle urne, attenzione alle preferenze
FORZA
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MODERATI -
Regione
ITALIA
NOI
PPE
L’analisi. Mario Rodriguez, esperto di comunicazione politica, già docente all’Università di Padova
“Questa campagna elettorale assomiglia tanto ad un casting”
Pesano l’astensionismo e lo scetticismo verso l’Unione Europea, ma crescono i movimenti civici e la spinta all’internazionalizzazione
I
n una campagna elettorale che assomiglia ad un “casting” e sulla quale aleggia lo spettro dell’astensione, spicca in Veneto la vitalità dei movimenti civici ma anche un certo scetticismo verso l’Unione Europea. Su questo spazia l’analisi di Mario Rodriguez esperto di comunicazione politica e per molti anni docente all’Università di Padova.
Professore, guardando alle candidature, contano più il nome del programma?
Siamo di fronte alla sempre maggiore spettacolarizzazione della politica attraverso i media. Assistiamo ad una crescente personalizzazione, questa campagna elettorale sembra un casting. E’ un confronto in cui i contenuti delle elezioni, per esempio l’assetto futuro auspicato del
Parlamento Europeo, dell’Europa come istituzione, passa in ombra. Questo ovviamente allontana gli elettori, ma in Veneto state anche vivendo delle esperienze molto interessanti. C’è in questa regione una vitalità delle cosiddette liste di comunità o civiche che è molto significativa. Ci spiega perché?
Il civismo rafforza il senso di comunità, per arrivare al cuore degli elettori e avvicinarli. Cerca di ridare una ragione nell’andare a votare. Altrimenti l’elettore si sentirà sempre più lontano. Vedrà una politica che meno gli interessa, o in termini materiali o simbolici, e questo farà crescere il fenomeno dell’astensione.
Come conquistare allora l’attenzione degli elettori?
Credo che si debba lavorare con coraggio nel ristabilire una relazione tra il cittadino e le istituzioni. Ma anche tra il cittadino e i partiti, queste forme organizzate che stanno tra la società civile fra le istituzioni. Sono un po’ come i cardini delle porte. Le porte si possono aprire, si possono muovere attorno a un cardine. Ebbene, il cardine della democrazia sono i partiti politici. Ma queste figure sono entrate in crisi e non si riesce a capire bene a cosa servano. Invece servono a far capire ai cittadini, agli elettori, che il loro voto può essere determinante e incidere nelle scelte che influiscono sulla qualità della vita.
L’Unione Europea è vista da molti come la classica matrigna, come quella che osteggia lo sviluppo in Veneto. Questa narrazione avvicinerà al voto?
Il trend di aumento delle astensioni e profondo e avrà
bisogno di grandi cambiamenti per arrestarsi. I grandi cambiamenti sono anche frutto di shock, in momenti di crisi. In Veneto avete vissuto i movimenti di contrasto verso alcune decisioni dell’Europa, ma il Veneto è un’esperienza fantastica di integrazione internazionale. Ci sono quelli che hanno protestato ma ci sono esperienze di aziende fortemente orientate all’internazionalizzazione. In questa regione convivono i due aspetti, da una parte la paura ma dall’altra anche forti spin-
te all’internazionalizzazione. Gli elettori decideranno da che parte stare ma abbiamo sicuramente bisogno di un’Europa più forte che sappia rappresentare gli interessi di questa parte di mondo che appare sempre più un’eccezione, rispetto a mezzo secolo fa. Avremo bisogno di costruire i nuovi italiani europei, il nuovo modo di sentirsi in questa comunità europea di cui non possiamo non sentirci parte”.
a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano
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Mario Rodriguez
Economia. Interviene Paolo Manfredi, consulente di Confartigianato nazionale
Il Veneto brilla per “intelligenza artigiana”
Le imprese di fronte all’innovazione
Lo scorso anno le imprese artigiane digitali in Veneto, hanno registrato una performance straordinaria con una crescita del 6,6% che doppia il risultato già straordinario dell’Italia, +3,3%. La nostra regione si posiziona al Top in un andamento che risulta il migliore degli ultimi dieci anni: bisogna tornare al 2012 per trovare uno spunto migliore (+3,6%). Di artigianato digitale ne parliamo con Paolo Manfredi. consulente per la trasformazione digitale di Confartigianato Nazionale ma anche autore del libro “L’eccellenza non basta”.
“Ci sono imprenditori che hanno capito la sfida del digitale. - afferma Manfredi, - Hanno capito che cosa le tecnologie potevano fare per loro e lo hanno implementato anche in aziende molto piccole che oggi, rappresentano nella loro nicchia nel loro settore all’avanguardia. L’eccellenza però non ba-
sta, perché noi abbiamo la missione di accompagnare quante più imprese possibili, soprattutto micro e piccole, a comprendere a utilizzare al meglio ciò che gli strumenti digitali possono fare per le imprese. A dare libero sfogo a quella che noi in Confartigianato chiamiamo “intelligenza artigiana”, che non si contrappone ma che dà senso, corpo e calore anche alla digitalizzazione e all’intelligenza artificiale e che soprattutto rende i prodotti e i servizi degli artigiani qualcosa che va oltre il puro valore dell’oggetto”.
Tuttavia non tutti gli artigiani hanno le competenze per inserire l’innovazione della propria catena del valore, come fare? Cosa consigliate?
“Abbiamo bisogno di portare questa grande capacità innovativa dai singoli straordinari al sistema. Abbiamo bisogno di far capire agli im-
prenditori che cosa le tecnologie digitali possono fare per loro, quali problemi possono risolvere e quali opportunità possono aprire. Questo significa accompagnarli, formarli e fare in modo che diano libero sfogo alla loro fantasia che ne ha sancito il successo”.
Cosa fa dunque Confartigianato Imprese Veneto per aiutare in questo senso le proprie aziende?
“Confartigianato ha una rete nazionale di digital innovation hub che nascono esattamente con la missione di far capire agli artigiani quali sono le opportunità e le sfide del digitale e accompagnarli perché possano cogliere queste sfide e digitalizzare la loro impresa prima che lo faccia qualcun altro”.
Particolarmente significativa, inoltre, la realtà delle start-up innovative: sono giovani aziende ad alto contenuto tecnologico, con forti
potenzialità di crescita, iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese, che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.
“Grazie a questa costante attività di miglioramento –
afferma Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – cresce la propensione a individuare soluzioni creative e l’utilizzo di nuove tecnologie. Per questo l’artigianato veneto contribuisce a mantenere elevata la qualità del made in Italy. Il futuro dell’artigianato non può trascurare le start up innovative e Confartigianato sta presidiando le opportunità che consentono agli nuovi imprenditori di innovare prodotti e processi produttivi –conclude– per questo ribadiamo come sia fondamentale che la politica regionale continui a impegnarsi per creare le condizioni favorevoli all’innovazione e alla nascita e allo sviluppo di nuove aziende nell’ottica di fornire un contributo rilevante alla crescita dell’economia e dell’occupazione, specie quella giovanile, favorendo la diffusione di conoscenza nel sistema imprenditoriale”.
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I traguardi raggiunti. L’impegno verso l’ambiente, la comunità, i collaboratori e il territorio
Il valore della sostenibilità: Despar Nord presenta il Report Integrato 2023
Rappresentare e monitorare in modo coerente e interconnesso i traguardi raggiunti in termini di sostenibilità ambientale, sociale e di governance: è questo l’obiettivo del Report Integrato che Despar Nord (Aspiag Service S.r.l), la concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, ha recentemente presentato e che descrive l’impegno dell’azienda per la crescita sostenibile e la responsabilità verso l’ambiente, la comunità, i collaboratori e il territorio. Festeggiati i 10 anni di certificazione ISO 14001
Sul fronte ambientale, Despar Nord si è dotata negli anni di un sistema di gestione ambientale che si prefigge come obiettivo il miglioramento continuo delle performance aziendali che hanno impatto sull’ambiente. A testimonianza di questo impegno, nel 2023 l’azienda ha festeggiato i 10 anni della certificazione ISO 14001, ottenuta per la prima volta nel 2013 quale prima azienda della grande distribuzione organizzata in Italia e il raggiungimento del traguardo di 71 siti certificati tra punti vendita, sedi, piattaforme logistiche e polo agroalimentare Agrologic. L’azienda ha inoltre investito in tecnologie per puntare a soluzioni più green attraverso l’installazione, nei nuovi punti vendita e nelle ristrutturazioni, di impianti fotovoltaici e pompe di calore ad alta efficienza in sostituzione delle caldaie
Pigatto
Direttore Relazioni Sindacali, Sostenibilità e Sicurezza di Despar Nord (Aspiag Service S.r.l)
3 Domande a Perché un report integrato e quale il significato per Despar Nord?
Il Report Integrato è uno strumento di cui abbiamo scelto di dotarci dal 2011 e che illustra una visione più completa dell’operato dell’azienda che tiene conto non solo dei risvolti economico-finanziari ma anche dell’impatto sulla società e il territorio in cui si inserisce. Uno strumento sempre più necessario nel contesto di un’economia globale e di un mercato in cui gli stakeholder sono alla ricerca di sempre maggiore trasparenza, in particolare per tematiche
a gas e impianti di refrigerazione frigo ad alta efficienza e alimentati a CO2. Dal 2014, inoltre, Despar Nord acquista certificati di garanzie di origine in riferimento all’energia elettrica impiegata: nel solo 2023 l’azienda ha utilizzato energia green per il 95,9% che ha portato a un risparmio del 64,3% delle emissioni, Scopo 2 - market based, rispetto al 2022. Anche nella gestione dei rifiuti l’azienda ha adottato delle pratiche virtuose: nel 2023 il 76,6 % dei rifiuti è stato avviato a riciclo. Un ulteriore segno di attenzione all’ambiente è stata, infine, la nomina di un Mobility Manager aziendale, una figura specializzata nella promozione della mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro attraverso la creazione di un Piano Spostamenti Casa-Lavoro finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale. Collaboratori: benessere e crescita professionale al centro Il Report evidenzia anche un consolidamento dell’impegno sociale e per le persone: nel 2023 Despar Nord ha accresciuto i livelli occupazionali nei territori di riferimento portando il totale dei collaboratori a 9.285. Inoltre, a ulteriore testimonianza dell’impegno per lo sviluppo e la valorizzazione delle persone, nel 2023 è stata riconosciuta alla sede amministrativa di Mestrino (PD) la certificazione “Family Audit”, che qualifica un’organizzazione come attenta alle esigenze di conciliazione
vicine alle sensibilità personali e collettive come l’approccio all’ambiente, le tematiche sociali, l’attenzione alle persone. Il Report Integrato che presentiamo è dunque un documento che illustra come l’azienda crea valore nel breve, medio e lungo periodo nel contesto in cui opera e che consente di rappresentare in modo coerente e interconnesso i traguardi raggiunti in termini di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Un impegno per lo sviluppo sostenibile che Despar Nord ha ulteriormente rafforzato nel 2023 promuovendo la nascita della nuova funzione aziendale ESG-Safety, che testimonia come la sostenibilità sia sempre più centrale nelle strategie aziendali.
Quale è il ruolo della nuova funzione ESG Safety?
ESG Safety è una nuova funzione aziendale che abbiamo introdotto a ottobre 2023 e che potenzia il nostro sistema di governance della sostenibilità. Si tratta di un dipartimento che nasce dall’esperienza della già esistente fun-
famiglia-lavoro e di sviluppo dei propri collaboratori. A questo si aggiunge la proposta formativa che Despar Nord offre ai propri collaboratori con percorsi formativi specifici a seconda delle mansioni svolte, prediligendo l’importanza dell’aggiornamento continuo, fondamentale per seguire le evoluzioni del settore. È stata inoltre confermata la certificazione ISO 45001 per tutte le unità operative, ovvero lo standard che riguarda il Sistema di Gestione della Salute e della Sicurezza del Lavoro.
CSR, vicino ai territori e alle comunità
La vicinanza ai territori e la restituzione alle comunità di parte di quanto l’azienda riceve dai clienti che scelgono il brand Despar sono ulteriori aspetti che il Report Integrato evidenzia come una delle cifre distintive dell’Insegna. Il legame di Despar con il territorio si esprime nella valorizzazione delle filiere corte e dei micro-localismi, un progetto con il quale l’azienda evidenzia i piccoli produttori locali e i loro prodotti a chilometro zero, includendoli così nel canale della GDO.
Testimonianza di questo impegno è il brand “Sapori del Territorio”, il marchio che raccoglie oggi oltre 3.400 referenze a scaffale provenienti da circa 400 produttori locali. A questo si aggiungono le attività di Corporate Social Responsibility che l’azienda porta avanti in tutti i territori in cui è presente sostenendo associazioni e iniziative locali.
zione Safety, che raggruppava gli uffici sicurezza ambientale, alimentare e sul lavoro, e che si è evoluta con l’inserimento degli uffici assicurazione, qualità e reporting ESG, creando così un’area trasversale sugli ambiti Environmental, Social e Governance. La nuova funzione punta ad avere un ruolo chiave in materia di rendicontazione delle performance di sostenibilità, secondo le linee guida previste dalla Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) dell’Unione Europea.
Il Report Integrato racconta risultati importanti già raggiunti. Quali i prossimi obiettivi dell’azienda per proseguire nell’impegno per lo sviluppo sostenibile?
La responsabilità verso la comunità, l’ambiente, i collaboratori e il territorio sono i pilastri fondamentali che guidano la strategia di valore della nostra azienda e che raccontiamo nel Report Integrato. I risultati raggiunti sono importanti e rappresentano uno stimolo ulteriore per accrescere il no-
Anche nel 2023 è continuato l’impegno per il contrasto agli sprechi alimentari che vede Despar Nord in prima linea da oltre vent’anni, al fianco di Last Minute Market e Fondazione Banco Alimentare, e che nell’anno ha consentito di raccogliere 1.460 tonnellate di prodotti alimentari da destinare alle famiglie maggiormente bisognose. Nell’ambito dell’impegno sociale è proseguito e si è sviluppato ulteriormente “Le Buone Abitudini”, il programma di educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita rivolto alle scuole primarie. Dalla sua nascita nel 2006 a fine 2023 l’iniziativa ha formato 150.000 alunni, di oltre 6.500 classi appartenenti a più di 1.000 istituti scolastici in più di 700 Comuni delle regioni presidiate da Despar Nord.
stro impegno per la costruzione di un futuro inclusivo e sostenibile, mettendo radici nei territori in cui siamo presenti e portando valore alla comunità. Continueremo a farlo implementando la nostra strategia ESG che è allineata agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda ONU 2030. In particolare, il nostro impegno continuerà nel perseguire i sette obiettivi SDGs che la nostra azienda ha scelto come linee guida prioritarie della propria strategia di crescita sostenibile: salute e benessere, energia pulita e accessibile, lavoro dignitoso e crescita economica, ridurre le disuguaglianze, città e comunità sostenibili, consumo e produzione responsabili, lotta contro il cambiamento climatico. Intorno a questi obiettivi continueremo a lavorare insieme ai nostri collaboratori, clienti, fornitori e a tutti gli stakeholder perché la nostra azienda possa essere sempre di più un punto di riferimento nel mercato della GDO che significa per noi garantire, da un lato, la solidità e la crescita dell’azienda e, dall’altro, fare business in modo sostenibile.
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TUDIO BE
Protesi
Città della Speranza, la ricerca raddoppia col contributo di tutti
Brumotti a Padova per aiutare la ricerca a correre ancora più veloce
Evviva i ricercatori, evviva Città della Speranza che non si accontenta del primato raggiunto – il suo Centro di ricerca sui tumori pediatrici è fra i più grandi del mondo e sicuramente il primo in Europa, come racconta il suo ideatore e fondatore Franco Masello – ma ambisce a raddoppiare le forze, le strutture e le energie per centrare l’unico grande condiviso obiettivo di curare i bambini che si ammalano. Per farlo servono 18 milioni di euro. E come accadde a partire dal 1994, quando l’Istituto di Ricerca Pediatrica nella Torre e quindi il Reparto di Oncoematologia Pediatrica Azienda Ospedale Università di Padova presero forma, l’appello viene rivolto a tutti i cittadini che vogliono contribuire alla realizzazione del raddoppio della Torre della ricerca in Corso Stati Uniti a Padova. Un invito che il famoso inviato di “Striscia la notizia”, Vittorio Brumotti, da anni accanto alla Fondazione Città della Speranza, ha subito fatto suo andando a trovare i piccoli pazienti ricoverati nel reparto di Oncoematologia, per “portarli” in tv.
Brumotti li ha salutati tutti, uno ad uno, Marco, Davide, Giovanni, Alex e tanti altri ancora e poi ha sfidato in bici la piccola Ginevra, che non si è fatta intimorire dalla celebrità dell’avversario e ha tagliato il traguardo per prima, in una divertente gara che si è svolta lungo le corsie.
Il conduttore televisivo ha poi incontrato la professoressa Alessandra Biffi, primario del reparto e P.I. dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, che ha sottolineato l’importanza del legame diretto tra l’azienda ospedaliera di Padova e il prezioso lavoro svolto dai ricercatori dell’istituto.
“Città della Speranza – ha raccontato la professoressa – è nata per dare un’accoglienza, uno spazio, una casa ai bambini con tumore che arrivavano a Padova e poi ha cercato di continuare a dare loro un’aspettativa e una possibilità di cura”.
Si parte dalle diagnosi e si arriva alla Torre all’Istituto di Ricerca, dove i campioni utili a formulare le diagnosi sono utilizzati per cercare nuove terapie.
Nella Torre vi lavorano circa 300 ricercatori e ricercatrici, ma non bastano: ne servono ancora di più ed è per questo motivo che verrà costruita una seconda torre, ha annunciato Franco Masello, fondamentale per accelerare la ricerca sulle malattie oncoematologiche pediatriche e sulle malattie rare pediatriche.
Tutto quello che è stato realizzato fino ad oggi, sottolinea il suo fondatore, non è opera di un grande imprenditore o di chissà quale gruppo imprenditoriale ma è stato reso possibile grazie alla sensibilità della gente.
“Credo – ha detto Masello – che questo sia uno dei pochi esempi in Italia dove la gente si mette in gioco per fare qualcosa di veramente importante: un centro di ricerche che oggi è fra i più grossi al mondo e sicuramente il primo in Europa e che consente ai ricercatori, invece di andare all’estero, di rimanere qua e lavorare per i nostri bambini”. “In 10 anni i miglioramenti in termini di cure sono stati enormi - ha dichiarato - grazie ai nuovi test di diagnostica e allo sviluppo di terapie sempre più personalizzate. Ma abbiamo bisogno di incrementare i nostri laboratori e i gruppi di ricerche e per questo è necessario e fondamentale costruire una seconda torre accanto a quella esistente, che ci permetterà di arrivare a quel 100% di guarigione che tutti insieme sogniamo e per il quale tutti insieme lavoriamo”.
Il ringraziamento, quindi, va a Vittorio Brumotti, che da anni è vicino e risponde agli appelli della Fondazione - per la quale ha compiuto più sfide con la sua bicicletta - e che ora lancia pubblicamente questa nuova sfida che vede coinvolti tutti e alla quale tutti possono dare il loro contributo, anche attraverso una firma per il 5 per mille, e continuare ad alimentare così quel sogno meraviglioso di poter un giorno non molto lontano far guarire tutti i bambini che si ammalano di tumore.
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MAGGIO 2024 on-line: /category/salute/
Formazione. Collaborazione tra Ulss 3 e Scuola di Medicina dell’Università di Padova
A Chioggia il corso di laurea in Infermieristica
Avrà sede negli spazi messi a disposizione
dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare
Adriatico Settentrionale
Un nuovo Corso di Laurea in Infermieristica a Chioggia a partire dall’anno accademico 2024/25 che si terrà negli spazi messi a disposizione nel Porto clodiense: lo ha annunciato con grande soddisfazione il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, “La nostra Ulss – ha sottolineato - è orgogliosa di insediare, al servizio del territorio vasto, un nuovo percorso formativo di livello universitario, che nasce grazie alla collaborazione con la Scuola di Medicina dell’Università di Padova e alla lungimiranza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. Ancora una volta possiamo dire che porta i suoi frutti una delle lezioni più importanti che ci ha lasciato in eredità la pandemia, e cioè la necessità e l’utilità di fare sistema tra enti e istituzioni: è solo attraverso questa collaborazione, che l’Ulss 3 può portare anche a Chioggia l’attività formativa per le professioni sanitarie che già svolge con l’ateneo padovano a Venezia, a Mestre e a Mirano. Apriamo insieme per i giovani del territorio un canale per accompagnarli fino ad una professione che in ambito sanitario oggi è ricercata e riconosciuta”.
“Il sistema sanitario si fonda sulle persone che lavorano nei
Il Servizio Alta Professionalità Immigrazione dell’Ulss 6 Euganea ha compiuto 20 anni. Vent’anni durante i quali lo staff, composto da due infermieri, un oss, un ausiliario specializzato e tre amministrativi e diretto dalla dottoressa Mariagrazia D’Aquino, grazie a un’organizzazione fiore all’occhiello a livello regionale, si è occupato, e continua ad occuparsi, di persone senza fissa dimora, donne e minori stranieri, profughi, immigrati, richiedenti asilo, donne vittime di violenza, minori stranieri non accompagnati, aiutando tutti a destreggiarsi nelle complessità burocratiche, cercando e trovando risposte di salute. Si occupa, tra l’altro, di formare il personale e di realizzare innumerevoli progetti, con l’obiettivo di tutelare la salute
servizi e nelle strutture - ha sottolineato, in occasione della presentazione ufficiale del corso di Laurea, l’assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin - ed è fondamentale che queste persone mettano in campo non solo la loro dedizione, ma anche la loro alta professionalità. Così l’avvio di questo nuovo corso di laurea è un segno importante, e non solo per il territorio che lo ospiterà: formare infermieri è una necessità, e farlo decentrando i percorsi significa rispondere a questa necessità non solo a parole ma con iniziative concrete e di prospettiva”.
“Funzione sociale e operativo portuale possono convivere e contribuire allo sviluppo del territorio – ha dichiarato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Fulvio Lino Di Blasio –. Una collaborazione che qualifica ancora una volta la nostra presenza nella città clo-
diense. A partire dall’anno accademico 2024-2025, l’edificio demaniale in nostra gestione che dal 2022 aveva già ospitato il centro vaccinale, potrà accogliere il nuovo corso universitario di Infermieristica. Dopo aver perfezionato l’iter di concessione degli spazi all’Ulss 3 e grazie al lavoro congiunto con tutti gli Enti coinvolti, una parte del fabbricato 950, con i suoi oltre 600mq, verrà riadeguato per contenere aule per la didattica frontale, laboratori e uffici amministrativi. Si tratta per noi di un’ulteriore occasione di apertura e integrazione del porto con la città grazie allo svolgimento di attività di carattere formativo compatibili, per caratteristiche e flussi, con il contesto operativo portuale e soprattutto che consentiranno agli operatori portuali pubblici e privati, attraverso l’attivazione di convenzioni, di poter beneficiare di strumenti conoscitivi oggi fondamentali allo svolgimento dell’attività portuale perché legati alla salute e quindi anche alla sicurezza, da sempre al centro della nostra azione”.
dottor Marco Volpe
delle persone, soprattutto di quelle più fragili e vulnerabili, straniere o che vivono in condizioni di marginalità sociale. Quattro lustri di un’attività profondamente radicata e organizzata, che dal 2004 ha aiutato migliaia di persone grazie ad un grande lavoro di rete interistituzionale.
Solo nel 2023 il Servizio, che opera nella sede distrettuale di via Scrovegni a Padova, ha prodotto 175 certificazioni sanitarie rilasciate alla Questura di Padova per l’espulsione di clandestini nei C.P.R; 1526 accessi di persone, cooperative, associazioni per pratiche amministrative e sanitarie; assistenza sanitaria a 545 minori; emissione di 2334 impegnative per visite specialistiche/ esami diagnostici per richiedenti asilo accolti nei CAS, per pubblico spontaneo o inviato da enti istituzionali e non. Il Servizio Alta Professionalità Immigrazione si è occupato inoltre di 602 visite mediche eseguite a richiedenti asilo, 45 casi ospedalieri di particolare complessità amministrativo giuridica, assistenza sanitaria a 492 ucraini richiedenti asilo, 572 utenti inviati e seguiti per accordi con la Fondazione Nervo Pasini ex CEP.
Il presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Padova, Angelo Paolo Dei Tos, e il sindaco di Chioggia, Mauro Armelao, hanno espresso grande soddisfazione. Il primo cittadino ha quindi voluto evidenziare come il nuovo canale formativo dell’Ulss 3 Serenissima offrirà già dall’autunno una prospettiva importante per i 50 giovani che vorranno aderire, e che potranno formarsi alla professione infermieristica senza doversi spostare dalla città di Chioggia, trovando la città ospitale per il loro percorso di studio.
“La nostra mission è aiutare il prossimo, anche coloro che non hanno nulla e questo - rileva la dottoressa Maria Grazia D’Aquino - è una grande conquista per un ente pubblico. Un lavoro enorme, il nostro, nel quale continuiamo a credere”.
Per il direttore generale Paolo Fortuna il servizio “è la garanzia di una sanità universale. Di fronte all’aumento della povertà e degli immigrati, il nostro compito è garantire il miglior stato di salute possibile”.
“Lo staff - si è complimentato il direttore del distretto socio sanitario Padova Bacchiglione, Fabio Verlato - svolge un lavoro grandioso per gli ultimi, i vulnerabili, i fragili”.
“Il nostro lavoro è molto impegnativo e delicato e mi sento il dovere di ringraziare la Direzione Strategica per l’appoggio e il supporto fornito a questo servizio che ci incoraggia a perseguire l’obiettivo di tutelare la salute delle persone, soprattutto di quelle più fragili e vulnerabili o che vivono in condizioni di marginalità sociale”, osserva D’Aquino, dirigente medico a capo dello staff composto da due infermieri, un oss, un ausiliario specializzato e tre amministrativi.
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Il Servizio Alta Professionalità Immigrazione da 20 anni opera per la salute degli invisibili
ULSS 6 EUGANEA, SOCIALE
La novità. Si può accedere con impegnativa dopo la valutazione del proprio medico di base
A Piove di Sacco un ambulatorio veglia sul sonno Le dieci regole d’oro per un riposo di qualità
Un buon sonno è un obiettivo che tutti dovremmo porci anche se non sempre è facile da raggiungere. Ecco qualche utile consiglio dagli esperti.
Il sonno, un’attività fondamentale per la salute con il quale spesso, anche a causa di una vita troppo frenetica e qualche cattiva abitudine, capita di trovarsi a fare i conti.
A Piove di Sacco, nel Padovano, presso la Neurologia dell’Ospedale Immacolata Concezione, dallo scorso anno, è attivo un ambulatorio di secondo livello, seguito dal dottor Marco Volpe (in foto), che si occupa proprio dell’inquadramento e la cura dei disturbi neurologici del sonno.
Per accedervi, dopo la valutazione del medico di Medicina Generale, l’utenza, con impegnativa opportunamente redatta, può scrivere a ambulatorio.neuro.piove@aulss6. veneto.it
Un buon sonno è comunque un obiettivo che tutti dovremmo porci anche se non sempre è facile da raggiungere. Ci sono tuttavia delle regole che possono aiutare. Il dottor Edoardo Mampreso, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia dell’ospedale di Piove di Sacco, passa in rassegna il decalogo AIMS - Associazione Italiana Medicina del Sonno -per un riposo notturno di buona qualità.
Ecco, dunque, le regole del buon riposo. In primo luogo, è bene utilizzare la stanza in cui si dorme solo per dormire: sono da evitare attività quali lo studio, l’utilizzo del computer o del televisore nella camera da letto. La stanza in cui si dorme dev’essere confortevole e adatta al sonno, sufficientemente buia, silenziosa e con una temperatura ottimale. Evitare di assumere nelle ore tardo-pomeridiane e serali bevande e cibi stimolanti (caffè, tè, cioccolata…). Evitare pasti serali abbondanti, molto calorici o ad alto contenuto proteico. Evitare gli alcolici e il fumo di tabacco nelle ore serali. Non abbandonarsi a sonnellini diurni, anche se è ammesso un breve riposo dopo pranzo: è però assolutamente deleterio per il sonno notturno un sonnellino dopo
cena, ad esempio sul divano davanti al televisore. Non intraprendere attività impegnative o coinvolgenti sul piano emotivo o mentale (studio, lavoro al computer, videogiochi, etc.): anche l’attività fisica intensa – ad esempio, la ginnastica in palestra – sarebbe da evitare nelle ore serali. Evitare bagni o docce calde nelle ore serali. Tentare, per quanto possibile, di coricarsi la sera e di alzarsi al mattino a orari regolari, cercando di assecondare la propria tendenza naturale del sonno anche nei fine settimana e nei giorni di riposo o di vacanza. Rimanere a letto solo il tempo necessario per dormire: in caso di difficoltà nel prendere sonno, non restare a letto per più di 10 minuti, ma alzarsi e svolgere attività rilassanti fino a quando non si percepisce sonnolenza.
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e chi gli vive attorno, dovrebbero fare molta attenzione a non ignorare e segnalare tempestivamente. Ad esempio la tendenza all’isolamento sociale, il rifiuto di recarsi in ambienti rumorosi, un lento continuo declino cognitivo,
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A tavola
Con l’arrivo del mese di giugno l’estate fa il suo ingresso, portando con sé temperature più calde, giornate soleggiate e la voglia di frutta e verdura fresche e idratanti per rinfrescarsi e ristorare l’organismo
LINGUINE AL PESTO DI ZUCCHINE MANDORLE E MENTA
Un condimento gustoso e profumato. Un piatto semplice da preparare e fresco. Un primo vegetariano perfetto per la stagione estiva
Ingredienti: 480 g di linguine; 500 g di zucchine; 100 g di parmigiano; 50 g di mandorle pelate; 40 g di mandorle a filetti; 18 foglie di menta; spicchio d’aglio; prezzemolo; olio; sale e pepe
Preparazione: Tagliare le zucchine a rondelle e saltarle in padella con olio. Nel frattempo, cucinate le linguine. Una volta cotte le zucchine frullarle con le mandorle, l’aglio, la menta, sale olio e un po’ d’acqua di cottura della pasta. Aggiungere eventualmente ancora un po’ di olio in base alla cremosità che volete ottenere. Scolare la pasta condirla con il pesto e aggiungere un ultimo il parmigiano. Per donare un tocco scenografico alla ricetta e insaporire maggiormente potete cospargere con delle mandorle a lamelle fatte dorare.
SEPPIE GRATINATE CON OLIVE E CAPPERI
Semplici e gustose, le orecchiette broccoli e salsiccia sono un primo piatto semplice e saporito. Due ingredienti che incontrano un formato di pasta ideale per il condimento e per la consistenza della pasta.
Ingredienti: : Un piatto gustosissimo e leggero, perfetto per un menù di pesce veloce e sfizioso
PLUMCAKE ALLE ALBICOCCHE
Un delizioso dolce da forno semplice, saporito e leggero, ideale per cominciare la giornata con una nota golosa
Preparazione: Tagliare le seppie ad anelli. In una padella far soffriggere l’aglio schiacciato con due cucchiai d’olio, poi aggiungere le seppe e lasciare insaporire a fuoco vivo. Unire le olive e i capperi ben sciacquati. Coprire la padella e far cucinare circa una mezz’ora. Quando le seppie saranno morbide, trasferitele con il loro liquido in una pirofila da forno abbastanza ampia. Aggiungere pangrattato e prezzemolo tritato. Mescolare bene e ungete con un filo di olio extravergine. Mettete infine le seppie in forno ventilato a 180°, e fate gratinare per circa 15 minuti, senza seccarle troppo in superficie.
Ingredienti: 1180 g di farina; 3 uova; 200 g di albicocche; 180 g di zucchero integrale di canna; 180 g di burro morbido; 1/2 bustina di lievito per dolci; 1 cucchiaino di estratto di vaniglia; 30 g di mandorle a lamelle; 1 pizzico di sale
Preparazione: Unire in una ciotola il burro insieme allo zucchero e montare il tutto fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere le uova, il sale e l’estratto di vaniglia, e incorporare la farina e il lievito setacciati. Unire all’impasto le albicocche tagliate a fettine, tenendone da parte alcune. Mescolare delicatamente con una spatola e versare il composto all’interno di uno stampo da cake da 25 x 11 cm. Aggiungere le mandorle a lamelle e cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 50-60 minuti.
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Idee in cucina, facili e sfiziose
Rubrica a cura di Sara Busato
ARIETE BILANCIA
Stanno per arrivare i giorni tanto attesi, che a lungo hai preparato con pazienza e dedizione. L’entusiasmo prende il sopravvento ma va controllato.
Hai bisogno di fermarti a riposare aspettando tempi migliori e l’occasione giusta per tornare in pista a brillare con entusiasmo come solo tu sai fare.
TORO SCORPIONE
Avevi tanto timore di fallire e invece, ancora una volta, hai avuto conferma delle tue capacità e dell’affetto che ti circonda. Non dimenticartene.
Giugno, il calore dell’estate aiuta a sorridere
Hai raggiunto l’obiettivo di una maggiore serenità ma ancora hai bisogno di esercitare il tuo autocontrollo di fronte agli imprevisti. Ci sei quasi.
GEMELLI SAGITTARIO
Goditi ancora per qualche settimana la vita con leggerezza ed ottimismo. Continua a sorridere e a gioire di quanto ti accade. Per le nubi c’è sempre tempo.
Non sei proprio predisposto a stare al centro dell’attenzione e, anzi, hai bisogno di un momento di pausa e di solitudine per ricaricare le batterie e vederci chiaro.
LEONE
Sei sempre geloso delle tue emozioni e concedi pochi spazi a chi desidera starti accanto. A chi ti chiede un’occasione non negarla, potrebbe sorprenderti positivamente.
Sei comprensiva e disponibile ma non riesci ad abbandonare le tue incertezze che non ti consentono di vivere a pieno le tue esperienze.
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Non ti piacciono le mezze misure e non vuoi contenere il tuo entusiasmo e le tue aspettative. E’ tempo di vivere a pieno le tue emozioni.
Hai investito molte energie in un progetto che ti stava a cuore e la stanchezza potrebbe giocarti qualche brutto scherzo. La verità è che sei troppo esigente con te stesso.
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È tempo di uscire all’aperto e di fare il pieno di energie. Hai voglia di sorridere, di leggerezza e di tanta amicizia che ti facciano dimenticare le preoccupazioni e le delusioni.
La stagione estiva ti esalta e ti ispira nuovi progetti, nuove esperienze e nuove amicizie. Sei alla ricerca della tua forma migliore che troverai ben presto.
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PESCI Oroscopo
CANCRO CAPRICORNO VERGINE
RIAPERTURA con il nuovo allestimento MOSTRA in occasione del centenario dal 05.04 al 07.07.2024 dal 08.06.2024 Comune di Fratta Polesine INIZIATIVE PROMOSSE E SOSTENUTE DA PRODOTTE DA CON IL PATROCINIO DI IN COLLABORAZIONE CON Accademia dei Concordi fondazionecariparo.it/eventi-culturali F O N D A Z I O N E Anna Kuliscioff ENTE DEL TERZO SETTORE SCARICA L’APP RADIO VENETO24 Ascolta Sintonizzati sul futuro. Veneto24 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio perfetta. www.veneto24.it
ELEZIONI AMMINISTRATIVE ROVIGO, 8-9 GIUGNO 2024
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ROVIGO
VALERIA CITTADIN SINDACO IL VOTO CHE UNISCE
elettorale Luigina Medea
Mandatario
messaggio politico elettorale
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