Rovigo febb2014 n25

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di Rovigo

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Maltempo Il Veneto ha dei grossi problemi con l’acqua

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Urbanistica Salvo il Parco ma ora che ne sarà del Passante?

Rifiuti Cittadini imbufaliti bollette più care e servizio dimezzato

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EDITORIALE

Viale trieste, ancora proteste dei residenti

Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi di Nicola Stievano

Hanno chiesto l’installazione di velobox o perlomeno di dissuasori. Insomma di qualche marchingegno che consenta di scoraggiare chi tende a premere sul gas senza troppi problemi. Veronese: “Siamo disponibili a pagare ma il sindaco ci ha risposto di tenerci i soldi in tasca” pag. 14

Il parco dell’ex Opp verrà recuperato

Per chi non l’ha mai visto sarà l’occasione per scoprire un’oasi naturale meravigliosa a pochi passi dal cuore della città”. Un polmone verde, unico nel suo genere e straordinario per la storia che ha rappresentato pag. 14 10%

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La vendita di Asm, diventa l’aut-aut di Piva

Il Sindaco ha presentato le dimissioni, potrebbero diventare effettive dopo il 24 marzo

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e aveva annunciate alcuni giorni dopo che il consiglio comunale di Rovigo non lo aveva seguito sulla strada della cessione di Asm Set. E le ha protocollate ufficialmente nel pomeriggio di martedì 4 marzo. Il sindaco di Rovigo Bruno Piva ha rassegnato ufficialmente le dimissioni. Che comunque allo stato non appaiono di certo irrevocabili. Nell’annunciare la propria decisione il primo cittadino ha infatti messo in chiaro due punti ben precisi: in primo luogo che ci sono 20 giorni per ritirarle; in secondo

luogo che un chiarimento interno alla maggioranza potrebbe essere un buon motivo per compiere questo passo. “Qualora dovesse intervenire un chiarimento nella maggioranza che mi sostiene - ha infatti spiegato Piva - che ci consenta di proseguire il lavoro sulla base di alcuni punti programmatici condivisi, allora sono disposto a ritirare le dimissioni”. Era da qualche tempo che i rapporti in maggioranza erano tesi. Anche se lo scontro definitivo si è appunto consumato sulla proposta - della quale il sindaco era

un sostenitore - della cessione delle quote di Asm Set, che sarebbe stata acquisita da Ascopiave. Una idea sulla quale il primo cittadino aveva puntato molto. Tanto che nei giorni precedenti il consiglio comunale decisivo si era parlato di una sorta di “fiducia” legata a questa votazione. L’esito non è stato evidentemente quello che Piva si attendeva. Proprio a proposito di questa esperienza aveva parlato di una situazione nella quale ormai lo scontro politico prevaleva su tutto. pagg. 6-8

rmai è un dato di fatto, una tendenza confermata anno dopo anno. Ogni pioggia intensa, in qualsiasi periodo dell’anno, si trasforma il “allerta meteo” con la concreta possibilità che il sistema dei nostri fiumi entri in crisi in più punti contemporaneamente, provocando allagamenti tanto nei centri urbani quanto in aperta campagna. L’ultimo episodio è la prova che ormai il nostro territorio non è più in grado di reggere l’urto delle precipitazioni sempre più concentrate e intense. Se fino a qualche anno fa in queste occasioni si parlava di “evento eccezionale”, ora siamo di fronte se non alla norma, a fenomeni che si ripetono cono una certa frequenza, almeno due - tre volte nel corso dell’anno. Un fatto del quale bisogna prendere atto, evitando di trincerarsi dietro all’ineluttabilità del clima. Del resto le responsabilità delle emergenze continue e dell’ormai evidente dissesto idrogeologico non possono essere scaricate esclusivamente sulle “avverse condizioni meteo”, ma vanno individuate sull’impatto di decenni di espansione urbanistica, per molti aspetti selvaggia o quantomeno poco controllata, di sviluppo di infrastrutture che non è andato di pari passo con gli interventi su una rete idraulica e di scolo rimasta ferma agli inizi del Novecento, quando non addirittura peggiorate. continua a pag. 3

L’Intervento

“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di Lucio Tiozzo*

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ulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futuro.
L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto puntualmente da chi ha governato e governa il Veneto da vent’anni, è stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimento ‘a fondo perduto’.
 *Capogruppo PD in Consiglio regionale

continua a pag.

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EDITORIALE

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Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi

Fiom

Zanini riconfermato segretario

Venerdì 28 febbraio 2014 presso la sala conferenze della Cassa edile di Rovigo, si è tenuto l’undicesimo congresso provinciale della Fiom di Rovigo che, al termine dei lavori, ha confermato Paolo Zanini, segretario generale della categoria Letteratura

Girando fra i centri invasi o minacciati dall’acqua si sente spesso dire, per lo più dagli anziani: “Quando ero giovane vedevo scavare lungo i fiumi, adesso da molti, troppi, anni non si fa più”. Un luogo comune? In parte può essere, ma è un dato di fatto che i nostri fiumi sono stati lasciati in balia di sé stessi e quelli più fragili, come il Bacchiglione, per fare un esempio, ne risentono parecchio. Per non parlare di altri corsi d’acqua, dal Muson dei Sassi al Fratta Gorzone, che presentano un regime quasi torrentizio. L’alluvione del novembre del 2010 ha insegnato qualcosa e ha spinto la Regione ad investire sulle opere di prevenzione del rischio, a monte come a valle, mettendo in cantiere, non senza difficoltà in questo periodo di grave crisi economica, lavori che dovrebbero portare a qualche beneficio. La strada però è ancora lunga e tutta in salita, come ha dimostrato l’ultima emergenza. Il nostro territorio, dalla pedemontana al litorale, dal Polesine ai Colli Euganei, martoriati dalle frane che inghiottono vigneti e strade, è costellato da decine di criticità che possono avere conseguenze drammatiche durante le ondate di maltempo. Così, ancora una volta, prima bisogna cercare i soldi per riparare i danni e magari riconoscere anche qualcosa a chi ha avuto l’acqua in casa o ha riportato gravi conseguenze nella propria azienda. Di nuovo il denaro serve per intervenire dopo l’emergenza, rendendo ancora più impegnativo trovare le risorse per tutte le opere che dovrebbero invece servire a prevenire e a ridurre le calamità. Siamo comunque di fronte ad una maggiore coscienza civica su questo tema, dopo un lungo periodo di sostanziale indifferenza, perché ormai nessuno può dirsi veramente tranquillo di fronte alle conseguenze del dissesto idrogeologico, nessuno può chiamarsi fuori dalla responsabilità di tutelare il nostro territorio. di Nicola Stievano

A “Fiumi di libri” il Premio Gutenberg

“Fiumi di libri” premiata con il Premio Gutenberg 2013. Lo comunica, con soddisfazione e orgoglio, l’assessore alla Cultura Anna Paola Nezzo. Il premio è stato attribuito ai migliori 50 progetti di promozione del libro e della lettura realizzati lo scorso anno in Italia. “Questo riconoscimento – ha detto Nezzo -, è per noi motivo di orgoglio e di stimolo a proseguire la strada intrapresa” Funders35 2013

Teatro del Lemming tra i premiati

Tra i 18 vincitori dell’edizione Funders35 2013, bando nazionale di durata triennale promosso dalla Fondazione cassa di risparmio di Padova e Rovigo insieme ad altre 9 fondazioni di origine bancaria, figura il Teatro del Lemming di Rovigo, che si è aggiudicato 60mila euro per il progetto “Il testimone che passa”. “Disegna il logo”

Giorgia Roversi si è aggiudicata il premio

E’ Giorgia Roversi la vincitrice del concorso “Disegna il logo”, l’iniziativa, promossa dal Forum dei giovani. Il suo bozzetto ha spiazzato tutti i concorrenti, aggiudicandosi la vittoria all’unanimità da parte della giuria che era composta da Aurora Vallin, presidente del Forum, Luca Paparella, architetto e Gaia Gasparetto, web content editor presso una Digital Agency di Paova. I progetti presentati erano stati complessivamente 43, tutti valutati dall’attenta giuria che si è basata su tre parametri: riproducibilità del logo, originalità dell’idea proposta, efficacia del messaggio in relazione alla funzione prospettata

Rovigo politica

Provincia Enti locali

Alla guida del Pd polesano ci sarà un commissario pag.

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Accademia dei concordi Dipendenti senza stipendio, decisi allo sciopero pag.

Sport

Regione società

Civitanova Polesine, il flop è da imputare alla politica pag. 18

Ambiente

Inquinamento sempre più emergenza per il mare e la campagna

Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete pagg. 20-21-22

sicurezza

Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni

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L’asso del rugby Naas Botha torna in Polesine pag. 10

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Studio a campione su 1000 ragazzi

C.R.E.S.C.E.R.E.

Come crescono i ragazzi in un mondo in continua trasformazione e soggetto a sempre nuovi stimoli. Su questo tema la Fondazione Zancan di Padova in collaborazione con la De Leo Found onlus, con diverse ULSS padovane, con 83 comuni della Provincia di Padova e con il Comune di Rovigo, assessorato ai Servizi Sociali, sta approntando uno studio longitudinale C.R.E.S.C.E.R.E. su un campione di 1000 ragazzi dagli 11 ai 18 anni e le loro famiglie. “L’obiettivo - come spiega l’assessore ai Servizi sociale Gianni Saccardin - è monitorarne, nel tempo, la transizione dall’infanzia, all’adolescenza e all’età adulta. Lo studio nasce dalla necessità di capire cosa succede ai giovanissimi che vivono in un mondo in continua trasformazione sociale e tecnologica. L’intenzione è capire come crescono i ragazzi e quali sono i determinanti positivi del crescere bene in famiglia, a scuola e negli spazi di vita. La ricerca viene fatta a mezzo di questionario rivolto ai ragazzi e alle loro famiglie; per il comune di Rovigo è stato estratto a sorte un campione di 65 ragazzi, che frequentano le Scuole medie dei nostri quattro istituti comprensivi. Agli studenti e ai genitori verrà chiesto di compilare un questionario. Ridotto del Teatro Sociale

Riparte la rassegna jazz La primavera rodigina si arricchisce di musica. Come da tradizione ormai consolidata, riprende l’attività concertistica del jazz al Ridotto del Teatro Sociale di Rovigo. A partire da questo mese, fino a maggio , sono previsti sette appuntamenti di grande musica e spettacolo, per tutti gli amanti del jazz e non solo. Tra i protagonisti della rassegna spiccano nomi illustri del panorama jazzistico internazionale, tra cui Dave Liebman - già collaboratore di Miles Davis -, Paul McCandless - leggendario oboista degli Oregon, tra le formazioni musicali più note della storia del jazz - e Adam Nussbaum, tra i batteristi più richiesti. Di particolare interesse l’evento programmato il 30 aprile, Giornata Mondiale del Jazz istituita dall’UNESCO e dedicata a Duke Ellington, figura chiave della musica del ‘900.

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Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 15.317 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 febbraio 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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4 Argomento del mese TERRITORIO Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e il bellunese a causa della neve. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano). E’ piovuta molta più acqua che nel 2010. Non ci sono stati crolli arginali

Alluvioni, danni per oltre

di Alessandro Abbadir

Zaia: “Per la messa in sicurezza del territorio ci servono 2 miliardi 700 milioni”

L’Autorità di Bacino accusa: troppa cementificazione e un sistema di difesa idraulico fermo

A

lluvioni in Veneto, danni per centinaia di milioni di euro (oltre mezzo miliardo) con oltre 130 territori comunali coinvolti dall’ondata di maltempo. Questo il bilancio fatto nelle scorse settimane da comuni, protezioni civili e Regione a fronte di eventi che hanno messo in ginocchio tantissime aree della nostra regione, e che si sono sviluppati lungo un inverno nevoso in montagna e piovoso in pianura. Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e per il problema della neve la montagna bellunese. Ma ecco la conta dei danni nello specifico presentata dal governatore Luca Zaia al Governo e al capo della protezione civile Franco Gabrielli, costo che si aggira sul mezzo miliardo di euro ma che al conto consuntivo sarà superata di molto. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e ancor più quelli alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano); quindi le famiglie e le attività produttive colpite da nevicate ed esondazioni (73 milioni); i dissesti idrogeologici (37 milioni); la rimozione di neve, lo smaltimento di rifiuti, gli interventi igienico-sanitari (15); le sofferenze dell’agricoltura (10); le operazioni di soccorso pre-

nel padoVano

Assegnati 2 milioni di euro al Genio Civile

E

’ arrivata quest’anno parte dei fondi per le alluvioni del padovano del 2010. A gennaio infatti quasi due milioni di euro sono stati assegnati al Genio Civile di Padova per interventi urgenti finalizzati al ripristino di situazioni di particolare criticità, conseguenti ai danni provocati dall’alluvione del 2010. L’assegnazione, disposta con un provvedimento della giunta regionale su relazione dell’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte, rientra nel piano di assegnazione delle risorse finanziarie ripartite con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2013. Per il 2013 in tutta la Regione sono state destinate risorse per circa 10 milioni di euro “per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali in Veneto che hanno determinato l’esondazione di fiumi e torrenti, con conseguenti allagamenti di centri abitati e movimenti franosi, nonché gravi danni alle infrastrutture, agli edifici pubblici e privati e ai beni mobili, l’interruzione di collegamenti viari. Per il superamento dell’emergenza il governo aveva provveduto anche alla nomina di un Commissario delegato”. E’ stata rinviata a successivi provvedimenti la programmazione delle risorse relative alle annualità 2014 e 2015. A.A.

state dai vari corpi e dal personale civile (5). Tutto ciò senza tener conto dei contraccolpi alla stagione turistica invernale e dei disagi subìti dalla popolazione dell’area del bellunese a causa di nevicate di 4 metri. In ginocchio anche la rete turistica in pianura, basti pensare alle decine di alberghi nell’area di Montegrotto Terme, Terme Euganee e Tribano che sono stati messi direttamente fuori uso per settimane. E poi le alluvioni nel Portogruarese e le mareggiate sui litorali che hanno devastato chilometri di arenile a Jesolo e Sottomarina. Il governatore del Veneto sottolinea però che dal 2010 diverse cose sono state fatte. ”E’ piovuta molta più acqua che nel 2010 - spiega Luca Zaia - quando finirono allagati 150 km quadrati di territorio. Però i 925 interventi puntuali di ripristino, consolidamento e realizzazione di interventi di difesa idraulica attuati in questo triennio si sono per ora dimostrati decisivi. Non abbiamo avuto stavolta crolli arginali come allora. Ma i danni sono altissimi. “Gli allagamenti ci sono anche questa volta ma più limitati, con centinaia di famiglie evacuate e aziende in sofferenza. Ma il vero problema ogni volta è e sarà anche nel futuro, la tenuta degli argini. Con il piano straordinario successivo all’alluvione del 2010 la Regione ha erogato 24 milioni nel 2013 e ne

stanzierà ulteriori 100 milioni da qui al 2015. Noi abbiamo iniziato a lavorare sui primi bacini di espansione, ma per attuare integralmente un piano di messa in sicurezza ci servono 2 miliardi 700 milioni - spiega Zaia - a fronte dei quali come Regione riusciamo a reperire dai 50 ai 100 milioni l’anno: troppo poco. Lo Stato deve intervenire, il governo deve dimostrare coraggio e volontà di finanziare i grandi bacini di laminazione. Poi c’è anche un problema di burocrazia che è risolvibile, dando ai Presidenti di regione pieni poteri in tema di lavori pubblici”. ”I fenomeni atmosferici sono sempre più intensi e violenti per i cambiamenti climatici e a questo va aggiunta la trasformazione del territorio. La cementificazione del territorio produce che a parità di piogge le acque superficiali sono di più. Anche le piogge aumentano. E se questo è colpa del clima, la trasformazione del territorio è opera dell’uomo. C’è da sottolineare inoltre che la rete di difesa idraulica è quella del secolo scorso. Gli ultimi interventi sono stati fatti durante il fascismo e prevedevano difese per un territorio agricolo. Nel frattempo i campi sono diventati un’area metropolitana, capannoni, villette e cemento. Il sistema non regge più. Una rete più moderna aiuterebbe a ridurre l’emergenza”.


Argomento del mese 35 5 In provincia

e mezzo miliardo di euro Consorzi di bonifica Il presidente Giuseppe Romano indica quali sono le opere indispensabili

“Sicurezza idraulica, piano quinquennale da 1,3 miliardi per il Veneto” di Nicola Stievano

U

n piano di investimenti da un miliardo e 350 milioni, con centinaia di cantieri lungo i corsi dei fiumi per i prossimi cinque anni, per la sicurezza idraulica in Veneto. Lo chiedono i consorzi di bonifica, ricordando che i progetti ci sono già, ma è necessario recuperare le risorse. “Già dal 2010 - ricorda Giuseppe Romano, presidente dell’Unione Veneta Bonifiche - per garantire la difesa idraulica veneta i consorzi hanno presentato 629 progetti del valore di 1 miliardo e 350 milioni euro. E’ il più grande piano di difesa idraulica della Regione, prevede opere infrastrutturali necessarie come il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti idrovori, la realizzazione di casse di espansione per contenere le ondate di piena e di canali scolmatori o collettori, consolidamenti arginali e sistemazioni idrauliche; tutti interventi necessari la maggior sicurezza del nostro territorio”. Il sistema idraulico veneto è complesso e delicato, e oltre ai grandi fiumi comprende una rete di canali e corsi d’acqua minori che solcano l’intera pianura. Durante le allerte meteo sono almeno cinquecento uomini della bonifica impegnati a sorvegliare, 24 ore su 24, il livello dei fiumi, il funzionamento degli impianti e manufatti con l’impiego di circa un migliaio di mezzi e macchine operatrici (trattori, escavatori, pompe idrovore mobili), lungo le reti idrauliche. Inoltre, 400 impianti idrovori, grazie alle loro 1000 pompe, muovono 1milione e mezzo di litri d’acqua al secondo, continuando l’incessante attività di pompaggio per evitare la sommersione di ampie distese di territorio e per ripristinare le situazioni più critiche. I consorzi, dopo l’ultima emergenza maltempo, ribadiscono la necessità di destinare risorse al settore della difesa idraulica per la realizzazione di un grande piano, che preveda la concretizzazione delle grandi opere e delle infrastrutture necessarie.

Maltempo

Più problemi al mare che agli orti P

iogge abbondanti, ma buona la risposta della bonifica deltina. Nonostante il rischio che nelle ultime settimane ha fatto temere il peggio, le colture rosolinesi sono salve e non hanno riscontrato particolari problematiche. Merito, come fanno sapere da Coldiretti, della buona sinergia che si è venuta a creare con il Consorzio di Bonifica, che ha permesso un fattivo monitoraggio della situazione e l’uso puntuale delle pompe di sollevamento. La produzione tipica rosolinese che risponde prevalentemente alla coltura del radicchio, non pagherà i danni della pioggia ma subirà solo un lieve ritardo a causa dell’impossibilità di procedere al trapianto delle piantine. A differenza di quello che è accaduto per le campagne destinate al grano, messe in ginocchio a causa dell’acqua che si è fermata sui campi, il terreno sabbioso che caratterizza gli appezzamenti rosolinese non ha subito i danni tanto temuti. La conferma è avvenuta dopo aver interpellato il presidente di zona della Coldiretti, Antonio Beltrame, che ha fatto il punto chiarendo come il buon risultato ottenuto fosse “merito in gran parte del lavoro del Consorzio di Bonifica, in collaborazione con la Coldiretti, che ha evitato il peggio annullando i rischi derivanti dall’acqua in eccesso nei campi”. L’abbondante Unico problema ora è ora sperare acqua dolce che smetta al più presto la pioggia ha provocato incessante per poter procedere con il la moria di mitili trapianto delle piantine di radicchio che nelle lagune avrebbe dovuto cominciare già dalla fine di gennaio. “Salvo il radicchio invernale il cui ciclo è giunto al termine, rischiamo di tardare con quello primaverile – spiega Beltrame – a causa delle continue piogge che impediscono di scendere nei campi per interrare le piantine”. Ad ogni modo pare che l’effettiva conta dei danni, che interessa principalmente le aree destinate a grano che interessano in minor misura Rosolina, si farà più in là. A destare la preoccupazione ci saranno di certo le spese per l’elettricità utilizzata per le pompe di sollevamento e la saturazione dei terreni che renderanno difficile la lavorazione della terra. A pagare le conseguenze delle piogge copiose non sono però stati solo i cosiddetti “orti di terra”, ma quelli che a Rosolina vengono identificati come gli “orti di mare”, ovvero le lagune. L’abbondante acqua dolce proveniente dai rami del Po ha infatti creato non pochi danni al mondo della pesca, in particolare modo di quello delle lagune, dove l’equilibrio fatto di acqua salmastra è stato messo alla dura prova, provocando morie dovute alla mancanza della giusta percentuale di salinità nell’habitat dei molluschi. El.Ca.


6 Rovigo Consiglio comunale Crisi nella maggioranza guidata da Bruno Piva

Bocciata la vendita di Asm ad AscoPiave Diciotto voti contrari e tredici favorevoli. A votare no tutta la minoranza e cinque consiglieri di maggioranza Aldo Guarnieri, Giuseppe Scaramozzino, Michele Brusaferro, Monica Nale, Antonello Contiero di Francesca De Luca

V

endita del 51% delle quote di Asm ad AscoPiave. Ne parlammo lo scorso mese, non immaginando certo che la votazione di tale decisione avrebbe portato alla rassegnazione delle dimissioni da parte del sindaco Piva. Con diciotto voti contrari e tredici favorevoli, la decisione è stata bocciata. A votare no tutta la minoranza, in maniera compatta, e cinque consiglieri di maggioranza: Aldo Guarnieri, Giuseppe Scaramozzino, Michele Brusaferro, Monica Nale, Antonello Contiero che l’indomani hanno spiegato le loro motivazioni. Flavio Gioacchin, invece, è uscito dall’aula al momento del voto. Tutti si sono affrettati a spiegare che il loro voto non voleva in alcun modo essere un “atto di forza” nei confronti del sindaco, ma il semplice esercizio del proprio dissenso in merito ad una scelta non condivisa. L’unico consigliere che invece ha deciso di segnare la propria lontananza da Piva è stato Antonello Contiero (Lega Nord), il quale ha definito la giunta “una barca che sta affondando”.

E anche se la scelta è di vendere le quote è stata bocciata, Matteo Masin (consigliere di opposizione, rappresentante della Lista Sinistra e frazioni), rincara la dose di critiche verso Piva e la sua proposta. Nel timore che la decisione presa possa esser rivista, puntualizza: “Avevo fatto rilevare proprio io, durante la discussione in aula, che c’erano, se non profili di illegittimità, per quanto riguarda l’atto amministrativo,

La votazione ha portato alle dimissioni del Primo cittadino almeno di inopportunità, essendoci, a monte, una valutazione, per la stima delle quote, che si basava su dati forniti dalla stessa azienda Asm Set, di cui l’amministratore delegato è espressione di Ascopiave, quindi dell’acquirente, una chiara situazione di conflitto di interessi”, spiega.

Perplessità sposata anche da altri consiglieri. Da canto suo Ascopiave, l’indomani dalla votazione, ha divulgato una nota nella quale esprimeva rispetto nei confronti della decisone presa. “La decisione del consiglio comunale di Rovigo di non dare seguito alla vendita delle quote di Asm Set va rispettata in quanto espressione di un organo democraticamente eletto”, si legge in nota. “Occorre ricordare che Ascopiave, che già detiene il 49% di Asm Set e il 100% della società che si occupa della distribuzione, è stata interpellata e ha dato la sua disponibilità all’acquisto della restante parte del capitale sociale anche in un’ottica di sostegno alle esigenze finanziarie della società municipalizzata Asm Rovigo Spa e del Comune di Rovigo”. Ascopiave conclude ricordando che “la deliberazione del consiglio comunale di Rovigo, in ogni caso, non va a modificare i nostri programmi di intervento e di sviluppo nel territorio polesano”.

Nella foto Aldo Guarnieri, Giuseppe Scaramozzino, Michele Brusaferro, Monica Nale, Antonello Contiero

FOCUSsegue

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La decisione del Sindaco

Piva si è dimesso

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n seguito al consiglio comunale in cui si è votato per la vendita del 51% delle quote di Asm set (il restante 49% è già di Ascopiave), in cui il sindaco ha perso il sostegno della maggioranza, Piva ha rassegnato Bruno Piva ufficialmente le proprie dimissioni lunedì 3 marzo. Prima che le dimissioni divengano effettive e il Comune venga commissariato, il sindaco ha a disposizione venti giorni per ritrovare una coesione all’interno dei gruppi di maggioranza. La coesione sembrerebbe non essere la caratteristica principale di questa giunta, che ha contato diversi “rimpasti” ed ha affrontato notevoli difficoltà, ma sembrerebbe che le cose siano addirittura peggiorate con la scissione del Popolo della libertà a livello nazionale che ha visto la nascita del Nuovo centro destra e la rinascita di Forza Italia. Entro il 23 marzo, in ogni caso, tutte le forze di maggioranza dovranno riunirsi per cercare di dar vita ad un nuovo progetto per la città, con l’intento di farlo durare almeno fino al 2016. “La città ha bisogno di interventi e risorse che non arriveranno da Roma per poter governare la città - sottolinea il sindaco Bruna Piva - è chiaro che se mai dovessimo trovare un’intesa dobbiamo trovare le risorse necessarie. Da sindaco ma anche da cittadino non vorrei lasciare la città in mano al commissario, sarebbero dodici mesi di nulla, e la città non lo merita”. F.D.L.

Silvia Menon: “Non provo alcuna soddisfazione nel vedere il sindaco così in difficoltà”

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ilvia Menon, consigliere comunale di minoranza della lista “Rovigo si ama”, ha indirizzato recentemente una lettera i al sindaco Piva, analizzando quando successo in consiglio comunale. “Non provo alcuna soddisfazione nel vedere il sindaco così in difficoltà. Perché la prima cosa a colpirmi è l’aspetto umano. Vedo che sono proprio i rapporti umani tra lei e chi la sostiene che si sono logorati. Le cattiverie che vi dite, soprattutto quelle che non restano a verbale ma che noi nei corridoi sentiamo, sono di una pesantezza che fa rabbrividire. Il lato peggiore della politica”. “In un momento così difficile la invito a guardare il lato positivo degli ultimi mesi del suo percorso amministrativo. Non è riuscito a portare a compimento nessuno dei progetti che i suoi assessori le hanno proposto. E questo è positivo perché erano tutti sbagliati. L’espansione commerciale e artigianale a Rovigo sud, che ci vada Decathlon o meno, è contro ogni logica. È fuori dal tempo. Sono proprio le cose da non fare. Dobbiamo ricostruire, non espanderci – scrive Menon - Il passante nord, una strada che forse è utile, ma non abbiamo elementi per dirlo, di sicuro non va realizzata al massimo costo in mezzo a una macchia verde, che sia di pregio o meno, e distruggendo un

Silvia Menon bene monumentale che forse tra qualche anno potrebbe addirittura essere una attrattiva per i turisti, l’ex tiro a segno. Sempre se avremo i soldi per sistemarlo. Ma anche se non li abbiamo, non è un buon motivo per distruggerlo”. Non ultima la bocciatura della vendita di Asm Set, proposta al consiglio comunale e rigettata con 18 voti contrari. In tutta questa negatività per la maggioranza, Menon commenta: “Da novembre l’opposizione ha ottenuto tantissimo: Passante nord, trasparenza, Decathlon, vendita Asm Set. C’è un lato positivo in ogni cosa, anche in una coalizione a brandelli, basta saperlo cogliere”. Me.Ru.



8 Rovigo Crisi della maggioranza Da Sel un bilancio duro sull’azione del governo cittadino

Nalin: “Sono state fatte poche e spesso dannose cose”

Secondo il consigliere di minoranza fino ad adesso la maggioranza di Palazzo Nodari “ha vissuto di rendita e sulle cariche negli enti, usate per garantire equilibri interni alla compagine amministrativa”

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FOCUS

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I dubbi della minoranza

Meglio il commissariamento o le larghe intese?

Nadia Romeo e Matteo Masin

di Melania Ruggini n queste ultime settimane appare evidente che quello che avevamo previsto già durante la campagna elettorale, si sta rivelando vero: questa amministrazione comunale non è in grado di governare la città e, nelle poche e spesso dannose cose che fa, sono più i nuovi problemi generati che le soluzioni ai bisogni dei cittadini”. E’ questo il bilancio del consigliere di Sel, Giovanni Nalin, rispetto alla situazione amministrativa. “Sino ad ora hanno vissuto di rendita d’immagine su feste e ricorrenze di piazza, interventi a favore di questa o quella associazione utile per la campagna elettorale, sulle cariche negli enti di secondo livello usate per garantire equilibri interni alla compagine amministrativa”. “A ciò si aggiunga – continua Nalin - la miopia nella approvazione di un piano casa che quasi a nulla servirà per il rilancio delle ciò si aggiunga la remissiva perattività edili e molto produrrà Un piano casa in termini di rischio di specu- che a nulla servirà sonalità politica di un sindaco poco autorevole, sostanzialmenlazioni immobiliari. Molti altri per il rilancio saranno i piccoli o grandi danni delle attività te non riconosciuto dalle forze che questa amministrazione edili politiche che lo sostengono. provocherà alla città in conseOra sta di fatto pagando quella guenza della voracità di alcune componenti interne situazione che ha finto di non vedere”. ai partiti della coalizione di centrodestra, continuaA questo punto della vicenda amministrativa mente a caccia di incarichi e visibilità, e i cittadini rodigina, si apre però un altro punto di riflessione: fortunatamente cominciano a rendersene conto. A come intendono porsi la sinistra e il centrosinistra

NEWS

Il consigliere di Sel, Giovanni Nalin

rispetto alla prospettiva? “Come Sel – spiega Nalinstiamo sollecitando da tempo il Pd a sviluppare un progetto politico che rilanci una visione sociale e di sviluppo della città. Progetto che dovrà vedere fin d’ora protagonisti i cittadini e che potrà successivamente aprirsi ad un confronto più ampio. Tale progetto per il governo di Rovigo dovrà tenere al centro elementi in grado di riqualificare le politiche sociali e lo sviluppo”.

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inoranza divisa sull’esito più auspicabile per la crisi che ha portato il sindaco alla decisione di rassegnare le dimissioni. Rivedibili entro 20 giorni dalla data in cui sono state protocollare, vale a dire lo scorso martedì 4 marzo. Da una parte infatti ci sono coloro che ritengono il naturale sbocco della situazione il commissariamento per un anno sino alla prossima primavera con le elezioni amministrative. Dall’altra, invece, quanti pensano che non sia il momento per proseguire con solo l’ordinaria amministrazione garantita dal commissario per dodici mesi. Che la città e i cittadini abbiano bisogno di altro. Da una parte infatti il capogruppo Nadia Romeo pare troncare ogni esitazione sulla possibilità di larghe intese che possano fornire al primo cittadino una nuova maggioranza forte della quale proseguire il proprio cammino. Una posizione simile a quella di Tosca Malagugini, secondo la quale “per Rovigo è comunque meglio un anno di commissariamento che almeno garantisca l’ordinaria amministrazione, piuttosto che proseguire su questa rotta di decadenza dovuta all’insipienza di una giunta che si sta dimostrando la più scadente del secondo dopoguerra”. Non altrettanto nette però le posizioni di altri esponenti politici e consiglieri comunali. C’è cautela per esempio nelle posizioni di Vanni Borsetto, vice della Romeo in consiglio comunale. “Un anno di commissariamento - spiega - sarebbe di fatto un anno di niente e questo la città non lo merita”. Un ragionamento simile a quello che viene invece portato avanti da Matteo Masin di Sinistra e Frazioni. Pure a suo avviso il commissario potrebbe di fatto bloccare l’attività. E l’alternativa sarebbe tranquillamente possibile. “Penso spiega - che le linee programmatiche potrebbero essere ridisegnate assieme alla minoranza. L’ideale sarebbe individuare quattro o cinque punti e portarli avanti sino al termine del mandato”. Da parte sua invece il Partito socialista italiano non ha dubbi particolari: giudica molto migliore l’ipotesi del commissariamento. Lo.Zo.

Aspettando il 24 marzo

Le ragioni del Sindaco: “O Piva bis, oppure commissario”

l 24 marzo le dimissioni del sindaco Bruno Piva potrebbero diventare effettive. Per il momento la decisione del primo cittadino va intesa come l’intenzione di non proseguire nel suo mandato nel caso la situazione all’interno della sua maggioranza rimanesse così com’è, instabile. “Considerata la perdurante instabilità politica che si è venuta a creare in questi tempo – ha confermato il Sindaco in una lettera indirizzato al presidente del consiglio, ai consiglieri comunali, al segretario generale del comune e al Prefetto - non ritengo sussistano più

le condizioni per governare con la necessaria coesione da parte delle forze politiche di maggioranza. E’ con rammarico che presento le mie dimissioni dalla carica di sindaco”. Dimissioni che lo stesso sindaco sarebbe disponibile a ritirare nel caso vi fosse un chiarimento nella maggioranza finalizzato a proseguire sulla base di alcuni punti programmatici. “Sono disponibile – ha precisato Piva - a rivedere la mia decisione, nel caso percepisca, nel termine di legge, l’emergenza di nuove condizioni politiche tali da rendere possibile un’azione amministrative di governo

utile al bene della collettività rodigina”. In poche parole il Primo cittadino si aspetta un Piva bis, un rimpasto di giunta che da tempo era annunciato e forse adesso è diventato inderogabile proprio perché il Sindaco ha deciso di puntare i piedi lasciando il cerino acceso nelle mani delle forze politiche del Centrodestra. “Se non ci sarà un Piva bis – ha dichiarato esplicitamente l’alternativa è un commissario prefettizio per almeno 12 mesi. A mio avviso una iattura per la città. Spero che nel centrodestra capiscano e siano responsabili”.

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Rovigo 9 Raccolta rifiuti Ecoambiente rivede i tempi di asporto, disagi per i cittadini

Cittadini imbufaliti, bollette care e spazzatura in casa per mesi Il secco verrà raccolto ogni due settimane, quando prima la raccolta era settimanale, e il vetro ogni due mesi di Francesca De Luca

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a situazione della raccolta rifiuti è problematica, a fronte della diminuzione del servizio le tariffe non accennano a calare e aumenta, invece, il malcontento sia delle amministrazioni che dei cittadini. La principale motivazione di lamentela da parte dell’utenza è sicuramente il calendario della raccolta porta a porta del pattume, che ha subito una drastica riduzione penalizzando soprattutto le famiglie che risiedono in appartenenti o non hanno un luogo dove accumulare e differenziare le tipologie di rifiuti. Un disagio non da poco se si pensa che coinvolge praticamente tutti i comuni del Polesine che si sono trovati a passare da cicli di raccolta settimanali o quindicinali a cicli anche mensili. Decisioni e scelte prese da Ecoambiente senza consultare minimamente le amministrazioni o i cittadini coinvolti che quindi, di fatto, si sono trovati a subire una decisione presa dall’azienda senza poter replicare

Protesta sindacale

e senza nessun vantaggio tangibile visto che le tariffe sono rimaste intoccate. Oltre alla riduzione dei cicli di raccolta, Ecoambiente ha deciso di non fornire più i sacchetti per la differenziazione dei rifiuti, una pratica che ormai era consolidata. Una scelta che ha fatto imbufalire la cittadinanza visto che ora, oltre ai costi del servizio, dovrà affrontare anche i costi relativi all’acquisto di tali materiali. Una serie di decisioni, agli occhi dei più, ingiustificati per un servizio così fondamentale. Ma quali sono in concreto i cambiamenti che hanno suscitato le maggiori polemiche? Il secco verrà raccolto ogni due settimane, quando prima la raccolta era settimanale, e il vetro ogni due mesi. Una serie di scelte di forte stampo aziendalistico che, come comunicano i vertici di Ecoambiente, erano state annunciate lo scorso dicembre. Secondo il direttore di Ecoambiente, Giuseppe Romanello, infatti tutto era stato

I dipendenti si troveranno a dover raccogliere quasi il doppio dei rifiuti

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ufera su Ecoambiente, il gestore integrato che si occupa dello smaltimento dei rifiuti in Polesine. Anche i sindacati non hanno mancato di far conoscere il loro punto di vista in merito al nuovo calendario di raccolta varato dall’azienda polesana, in quanto avrà ripercussioni anche sulla mole di lavoro che dovranno affrontare i dipendenti. E’ evidente

spiegato pubblicamente ai sindaci o loro delegati lo scorso dicembre ad una riunione pubblica che si è tenuta nel comune di Rovigo. “Tutti erano preparati a questo nuovo cambio di gestione del servizio – ha precisato lo stesso Romanello tanto che a dicembre alla presentazione abbiamo ricevuto solamente complimenti e nessuna lamentela. Se ci sono dei comuni che vogliono ugualmente distribuire i sacchetti noi glieli forniremo ma sarà una scelta politica di quel comune e non di Ecoambiente e nella tariffa che andremo a fatturare al comune vi saranno anche i costi dei sacchetti”. Non è dello stesso avviso l’assessore all’Ambiente di Occhiobello Davide Diegoli, sostenendo che a dicembre i patti erano stati altri. “Ecoambiente sta agendo indipendente dagli accordi che abbiamo preso, a dicembre – spiega l’assessore - ci siamo dichiarati favorevoli alla standardizzazione del processo di rac-

ai sindacati che essendo stati dilazionati i tempi di raccolta (il secco verrà raccolto ogni due settimane, quando prima la raccolta era settimanale, e il vetro ogni due mesi) i carichi da raccogliere, in termini di chili, saranno quanto meno raddoppiati. A minori svuotamenti, infatti, corrisponderà un aumento del carico dei bidoni, se non addirittura uno stracarico visto che per il vetro la raccolta si concentrerà in sei passaggi l’anno. Oltre al disagio che dovranno patire le famiglie, pensiamo alle persone che risiedono in appartenenti o non hanno un luogo dove accumulare e differenziare le

colta che prevede una rimodulazione della frequenza dei ritiri, ma crediamo che ciò debba avvenire in maniera graduale, condivisa e chiara, soprattutto nei confronti dei cittadini che, finora, sono stati abituati a un certo livello di raccolta”. Negli altri comuni il disagio non è minore. “Il mio comune ha avuto un +20% di costo e la diminuzione della raccolta e l’assenza della distribuzione dei sacchetti - sostiene Vinicio Piasentini, primo cittadino di San Martino il quale ritiene che l’obiettivo dell’azienda fosse quello di riuscire ad abbassare i costi nel capoluogo”. “Bisogna – ha replicato Antonio Bombonato, sindaco di Costa - che chi ha assunto quelle decisioni trovi il coraggio di ritornare sui propri passi, senza disinteressarsi dei cittadini e dei loro sindaci, e credo che saremo in grado di trovare una soluzione condivisa e migliorativa”.

tipologie di rifiuti, il carico di rifiuti potrebbe diventare insostenibile anche per gli operatori che dovranno occuparsi fattivamente degli svuotamenti. Secondo Davide Benazzo (Fp Cgil) e Michele Zanirato (Ugl) “questo si tradurrà nei prossimi mesi in “una ulteriore contrazione delle assunzioni, spostando ancora una volta le eventuali economie, tutte da dimostrare, sulla pelle dei lavoratori e sul costo del lavoro”, rendendo, sempre secondo i sindacalisti, l’utilizzo degli straordinari una pratica di gestione quotidiana ed ordinaria del lavoro dipendente. F.D.L.

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10 Rovigo Politica Dopo il congresso flop la decisione

Alla guida del Pd polesano ci sarà un commissario Sarà il nuovo segretario regionale, Roger De Menech, a nominarlo. Intanto non si placano le polemiche, sospeso anche il congresso di Porto Viro

Diego Crivellari, Julik Zanellato e Filippo Silvestri

di Melania Ruggini

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a storia infinita: potrebbe essere così intitolata la vicenda relati- diato ma sicuramente più appagante per il partito nel futuro. Forse va al congresso del Pd polesano. Anche se è ormai imminente doveva dimostrare a qualche dirigente provinciale di meritarsi la l’arrivo del commissario, che sarà nominato dal nuovo segreta- candidatura a sindaco. Ma lo dovrebbe dimostrare invece al popolo rio regionale Roger De Menech, a Rovigo imperversano le polemi- del Pd e del centrosinistra portovirese proponendo un programma che. Il congresso provinciale è stato un vero flop, a causa degli sva- di rilancio del terzo comune polesano e sottoponendosi alle primariati ricorsi presentati e per la profonda divisione tra i sostenitori di rie. Ritengo che proprio le primarie possano essere a Porto Viro Julik Zanellato e Filippo Silvestri candidati alla segreteria provinciale. indispensabili per tenere unito il Pd e per dimostrare all’elettorato l’opportunità di dare corso ad una svolta nella Diego Crivellari, segretario uscente impegnato guida della città”. Il congresso è stato dunque come parlamentare, ha incontrato nella sede Zanellato: sospeso per i ricorsi presentati da Zanellato. nazionale del Pd Roger De Menech. “Abbiamo “Ritengo che le Il suo antagonista, Filippo Silvestri, che negli condiviso che la nomina del commissario sia primarie siamo ultimi giorni si era concentrato a proseguire la soluzione migliore per stemperare gli animi indispensabili gli incontri nei circoli per spiegare agli iscritti il che si sono andati a creare e superare la fase a Porto Viro” suo programma di eventuale futuro segretario, delle elezioni amministrative di primavera - ha spiegato Crivellari - De Menech dopo sabato primo marzo, quando analizza la situazione che il Pd sta attraversando sottolineandone la sarà ufficialmente al comando del partito regionale, prenderà una frammentazione. “Le continue accuse, gli insulti, la denigrazione, le decisione in merito alla questione Rovigo, mi aspetto che entro una falsità, le lettere anonime, le offese a dirigenti del nostro partito e decina di giorni ci sia la nomina”. Tra Julik Zanellato e Filippo Silve- ancora peggio le insinuazioni figlie di un sospetto rispetto la corretstri la tensione rimane comunque alle stelle. Il primo ha motivato tezza della condotta di questo o quel dirigente politico, sono il frutto la sospensione del congresso dello scorso 13 febbraio a Porto Viro, di questo congresso. Quel che è peggio è che per gli scellerati e spiegando l’impugnazione a Morando e Lotti, motivandola con una dissennati comportamenti di pochi, mossi dal solo desiderio di conmail diretta a Giacon. Tuttavia, secondo Zanellato, Giacon avrebbe servare se stessi e un briciolo di potere, abbiamo rovinato la credibiignorato questa comunicazione “scegliendo di essere un segretario lità faticosamente costruita in questi anni. Quanto tempo occorrerà riconfermato dalla minoranza degli iscritti al circolo (27 su 100). per ricostruirla? Quanto tempo occorrerà per riportare la serenità nel Un vero leader avrebbe deciso di non forzare la mano, di allargare nostro partito? Il sentimento che prevale è l’indignazione”. il consenso, di percorrere una strada magari più impervia nell’imme-

NEWS Lavoro e sindacato

I dipendenti dell’Accademia dei Concordi annunciano lo sciopero

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dipendenti dell’Accademia dei Concordi riuniti in assemblea da Cgil e Cisl per il mancato stipendio di febbraio. A causa della grave situazione d’incertezza nella quale versa la biblioteca è stato proclamato lo stato d’agitazione e annunciato la possibilità di sciopero. Nonostante le gravi difficoltà i dipendenti hanno comunque sempre garantito il servizio. Ne hanno parlato Eriberto Tartari della Cgil Funzione pubblica e Francesco Malin della Cisl: “Ormai da diverso tempo non vi è garanzia che gli stipendi siano corrisposti nei tempi previsti. La situazione d’incertezza che da molto aleggia sull’istituto non è più tollerabile. Premesso che lo stato d’agitazione e l’eventuale sciopero sono stati proclamati per avere risposte certe da parte del vertice dell’Accademia che è tenuto a rispondere della situazione attuale e a cercare soluzioni stabili per il futuro dell’ente stesso, ricordiamo che come organizzazione sindacali abbiamo interloquito numerose volte con il sindaco e con altri importanti esponenti della giunta e del consiglio comunale per cercare una soluzione ai problemi finanziari dell’Accademia riconducibili anche alla parte che il Comune è obbligato a versare in virtù di una convenzione vigente, attraverso la quale viene riconosciuta alla biblioteca la funzione di biblioteca civica. Ma il ruolo di rivendicare il rispetto degli accordi fra Comune e istituto culturale spetta ai vertici dell’Accademia. Il nostro ruolo è quello di tutelare i lavoratori invitando ognuna delle parti coinvolte ad assumersi le proprie responsabilità in merito”. Me.Ru.

Marangon rientra in Forza Italia

“Prima il partito era una cosa burocratica”

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lla presentazione dei due club di Forza Italia, Forza Rovigo del presidente Enrico Bucatari e Rhodigium di Ezio Conchi , i riflettori si sono accesi sui due leader del partito: mentre Mauro Mainardi si riconferma, la new entry è data da Renzo Marangon. Per quest’ultimo si tratta di un ritorno alle origini, dopo un periodo sabbatico. Lo scopo è rivitalizzare il dibattito politico a livello provinciale e Marangon ha tutte le caratteristiche per farlo. “Costruire club molto motivati e uno schieramento di centrodestra progressista e Renzo Marangon soprattutto infrastrutture per la nostra provincia - spiega Marangon, che non nasconde passate tensioni proprio con Mainardi nel Pdl - quando con Mauro eravamo nel Pdl il partito era diventato una cosa burocratica con l’influenza di altre componenti”. Dalla sua, quest’ultimo precisa: “Noi cerchiamo di fare un grande movimento e unire tutti, per tutti coloro che vogliono fare politica a servizio della società, della propria città e della propria provincia, che sta soffrendo la crisi economica, la porta di Forza Italia è aperta. Non vi è spazio per le polemiche, per dichiarazioni di ostilità di uno o contro l’altro. Esiste un’unica Forza Italia, non c’è quella ostile o quella buona, e seguendo il messaggio di Silvio Berlusconi dobbiamo tutti trovare il modo per stare assieme anche con le sfaccettature dei nostri caratteri e delle nostre idee per un forte centrodestra”. “Crediamo che sia giusto che chi si ricreda entri e che porti un contributo a Forza Italia - conclude- credo che sia meno giusto che chi entra dopo aver fatto delle scelte diverse ponga anche condizioni e che lo faccia solamente per uno scopo di gradimento. Siamo coerenti, noi siano in Forza Italia da sempre, poi abbiamo convissuto con altre anime che compongono il centrodestra trovando una quadra. Chi entra e pone condizioni parte in difetto”. Me.Ru.

L’Intervento

“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di Lucio Tiozzo* segue da pag. 1 Un errore fatale per due motivi. Da un lato perché l’incuria e la scarsa manutenzione hanno trasformato anche gli eventi atmosferici di media portata in una spada di Damocle calamitosa. Dall’altro perché si è rivelata tremendamente miope la visione di chi non ha mai considerato la tutela ambientale come risorsa, come garanzia di una tenuta economica e produttiva di un intero territorio: basti pensare a quante famiglie e aziende sono state irrimediabilmente messe in ginocchio a causa di un’alluvione.
Cambiare passo significa spostare le logiche di gigantismo che, fisicamente, hanno intasato fino all’inverosimile la terra veneta in direzione dell’unica, vera, grande opera che doverosamente deve essere ora compiuta, rendendo sicure, compatibili con l’ambiente ed ugualmente produttive le nostre terre.
 Questo lo si può fare approvando una nuova legge regionale contro il consumo del suolo, proposta che il PD ha presentato da mesi. Ma anche puntando su norme urbanistiche, anche importanti per l’economia locale, come il Piano Casa, che non privino comunque le amministrazioni locali del loro compito di vigilare su ogni forma di speculazione dannosa per il territorio stesso.
 Di sicuro è indispensabile mettere a disposizione le risorse: per la voce ‘Tutela del territorio’ la Giunta Zaia aveva previsto per il 2014 uno stanziamento di 166,8 milioni. Praticamente gli stessi soldi del 2013 (165,9 milioni) e addirittura meno di quelli stanziati nel 2012 (175,6 milioni). E’ evidente che così non va e che si debba fare uno sforzo straordinario per aumentare di molto questa cifra. Il PD ha proposto un piano di investimenti decennale: 100 milioni in più, rispetto alla proposta della Giunta, nel 2014 e 50 milioni per ognuno dei successivi nove anni, da destinare esclusivamente ad opere infrastrutturali straordinarie di difesa permanente, che esulano dall’ordinaria manutenzione.
Basti pensare ai bacini di laminazione, piuttosto che alle barriere subacquee per la tutela degli arenili, per i quali ormai la periodica attività di ripascimento si rivela dispendiosa ed insufficiente.
Il presidente Zaia non si limiti ad invocare finanziamenti statali, gli stessi che peraltro hanno consentito di realizzare una parte di interventi negli ultimi anni: decida di fare la propria parte e di investire per il futuro del Veneto. * Capogruppo PD in Consiglio regionale


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12 Rovigo Viabilità La Soprintendenza ha affossato il progetto di Veneto Strade

Salvo il Parco, ma ora che ne sarà del passante? Resta l’alternativa di via Calatafimi. Comitato Commenda Est: “Che fretta c’è di spendere altri 6 milioni di euro?” di Lorenzo Zoli

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uasi certamente Parco Langer e le strutture dell’ex tiro a segno che sorgono in mezzo al bosco sono salvi. Grazie al vincolo della Soprintendenza. Che ha deciso per la tutela della struttura. Una pronuncia che - come già si era intuito nelle settimane scorse - ha dato il colpo di grazia al contestatissimo Passante Nord, vale a dire il tratto stradale che avrebbe dovuto chiudere il sistema di Tangenziale di Rovigo. Un progetto che nei mesi e negli anni passati aveva veramente sollevato una ridda di polemiche. Sia per il tracciato individuato che per l’impatto ambientale che avrebbe avuto. A chiudere una vicenda annosa ha quindi pensato la Soprintendenza di Verona, con il proprio vincolo. Una visita all’ex tiro a segno aveva visto l’autorità paesaggistica individuarvi vari elementi di tipicità che lo rendono prezioso ed estremamente interessante dal punto di vista architettonico. Di fatto una pietra tombale per il Passante così come era

stato pensato. E una salvezza per il bosco che - avevano più volte ribadito contrari e ambientalisti - sarebbe stato pesantemente interessato da un intervento del genere. Una pronuncia che, avevano fatto notare Andrea Borgato e Francesco Milan, rispettivamente consigliere comunale e vicepresidente del gruppo Francesco Bachelet,

Rovigo è uno dei pochissimi capoluoghi di provincia senza tangenziale “rappresenta uno solo dei motivi per cui questo insano progetto non s’ha da fare, ma è anche quello che consente, sul piano legale, di bloccare i fautori di una opera insana se si considerano i contenuti e le motivazioni legate ad un’idea di città che vorrebbe la realizzazione di un parco cittadino di tipo europeo lungo tutto l’argine del

Ceresolo da via Porta Adige alla Tangenziale Est”. Detto del bosco, che appare finalmente salvo, resta ora da comprendere quale sarà l’alternativa rispetto al Passante Nord. Si è molto parlato di una sostituzione con un tracciato lungo via Calatafimi. Ma anche in questo caso, è già stato fatto notare, sarebbe comunque interessata un’area verde. Sulla questione è intervenuto anche il comitato Commenda Est. “Perché non considerare - spiega in una nota - un più lungimirante studio della complessiva viabilità nord di Rovigo che preveda la sistemazione lungo viale Porta Adige rispettivamente della rotatoria in zona Pittarello, dell’accesso in sicurezza alla zona Fiera e dell’annoso nodo viabilistico presso il ponte di Boara, avvalendosi magari anche di quelle proposte e pareri espressi da tecnici cittadini? Che fretta c’è di spendere altri 6 milioni di euro, quando ancora non sappiamo dove, come e perché sono finiti i primi 28,6 milioni, sen-

Nell’immagine il Parco Langer, difeso da comitati e cittadini dal progetto del passante Nord di Veneto Strade za tuttavia realizzare tutte le opere a suo tempo progettate?”. Torna quindi uno degli argomenti che già nel recente passato erano stati sollevati: ossia il fatto che la necessità del Passante - o di una alternativa a questo - sia da rivalutare e attualizzare. Dal momento che gli studi sul traffico in base ai quali questa

opera era stata messa in preventivo sono ormai piuttosto dati e una nuova analisi potrebbe dare risultati inaspettati. Dall’altra parte della barricata invece quanti stigmatizzano da anni il fatto che Rovigo sia uno dei pochissimi capoluoghi di provincia non dotato di un sistema di tangenziale.

Vanni Borsetto Via Calatafimi è la soluzione più saggia “Insistere ora con ricorsi per realizzare questo assurdo tratto di strada dal costo faraonico, dopo che lo stesso Consiglio Comunale con l’ultimo stop, ne ha decretato la dubbia fattibilità, mi sembra una follia”

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roverei ora paradossale, dopo che la Soprintendenza ha rimosso ogni dubbio e dichiarato tale area monumento da proteggere, che il Sindaco ricorresse al TAR”. Il consigliere comunale del Pd Vanni Borsetto commenta in questo modo l’esito che è venuto a profilarsi dopo il vincolo che la Soprintendenza ha apposto all’ex tiro a segno di parco Langer, affossando definitivamente il progetto di Veneto strade per il Passante Nord. “Più paradossale ancora sarebbe che in una questione di così notevole rilevanza politica, un Sindaco di centro destra si rivolgesse alla Giustizia amministrativa in aperto contrasto con le scelte di un suo predecessore (l’ex Sindaco Avezzù) della medesima parte politica il quale 10 anni fa ricorse al TAR per l’esatto opposto ovvero la costruzione del tracciato a nord del Ceresolo. Insistere ora con ricorsi per realizzare questo assurdo tratto di strada dal costo faraonico, dopo che lo stesso Consiglio Comunale con l’ultimo stop sia pur provvisorio, ne ha decretato la dubbia fattibilità, mi sembra una follia. Se questa sarà la decisione, io credo che nel centrodestra locale manchi davvero una visione strategica politico-amministrativa”. Il consiglie-

re del Pd ha avanzato anche una proposta per quanto riguarda il futuro del Passante. “Dopo l’apertura politica di Renzo Marangon, di Forza Italia, con la proposta di collegare la tangenziale a viale Porta Adige a Nord del Ceresolo lungo via Calatafimi sia la più saggia. E’ noto che dopo la lettura dei dati sul piano del traffico il Pd propone come priorità la soluzione ad Ovest (tratto via Amendola – bretella Gentili) ma se la Giunta Piva riprendesse in esame tale soluzione, non credo incontrerebbe ostacoli”.



14 Rovigo Sicurezza Troppe auto ignorano il limite di velocità

NEWS

Viale Trieste, ancora proteste da parte dei residenti

Accordo tra enti e associazioni

Il parco dell’ex ospedale psichiatrico verrà recuperato

Al Comune era stato proposto di condividere la spesa per l ‘acquisto di due rilevatori

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di Lorenzo Zoli

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i risiamo. Ancora proteste dei residenti di viale Trieste. Che da tempo lamentano l’eccessiva velocità di auto e veicoli che percorrono la strada. Spesso hanno chiesto l’installazione o di velobox o perlomeno di dissuasori. Insomma di qualche marchingegno che consenta di scoraggiare chi tende a premere sul gas senza troppi problemi. Altro problema sono poi le dimensioni del traffico in sé: i residenti parlano di quasi 600 veicoli all’ora, molti dei quali come detto neppure sanno cosa sia il limite, superando di molto i 30 chilometri all’ora. Oltre al ri-

Quasi 600 veicoli, molti dei quali superano il limite dei 30 chilometri all’ora spetto del Codice della strada quindi secondo i residenti sarebbe necessario anche studiare possibili percorsi alternativi. Anche perché il manto stradale sta cedendo, in particolare in corrispondenza dei giunti delle condutture fognarie. Questa le istanze che sono state portate all’attenzione dell’amministrazione. “Per decongestionare il traffico non ci vogliono soldi - spiega Massimo Veronese, che parla a nome delle famiglie residenti mobilitati con due petizioni già consegnate in Comune - non è un problema economico e nemmeno

Il manto stradale sta cedendo in corrispondenza delle condutture fognarie di carenza di vigili per fare i controlli perché abbiamo dato anche la nostra disponibilità all’acquisto di due rilevatori di velocità da posizionare sui rettilinei, ma anche questa soluzione proposta è stata respinta dal sindaco che ci ha risposto di tenerci i soldi in tasca. Pertanto risulta evidente che non c’è la volontà di ‘darsi da fare’, manca l’impegno necessario a risolvere le nostre problematiche”. I cittadini tra l’altro avevano anche proposto alcune osservazioni al piano del traffico che a loro avviso avrebbero consentito, se non di risolvere alla radica il problema, perlomeno di alleviarlo. Anche su questo fronte, tuttavia, lamentano la scarsa attenzione che alla situazione è stata, a loro avviso, riservata dall’amministrazione comunale.

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razie a questo accordo restituiamo alla città un polmone verde unico nel suo genere e straordinario per la storia che ha rappresentato per la nostra Rovigo. L’ex opp rappresenta una struttura che ha segnato la vita di molti cittadini, chi per i problemi legati alla proprio salute mentale e chi invece ha goduto di quel parco animandolo con giochi, attività ludiche e intere giornate trascorse con gli operatori o con alcuni ricoverati. Per chi non l’ha mai visto sarà l’occasione per scoprire un’oasi naturale meravigliosa a pochi passi dal cuore della città”. E’ quanto ha affermato l’assessore all’Urbanistica Andrea Bimbatti in merito all’accordo siglato in Provincia, tra l’Azienda Ulss 18 di Rovigo, il Comune e la Provincia di Rovigo, l’associazione Wwf provinciale di Rovigo e Italia Nostra, per il recupero e il riutilizzo del parco dell’ex ospedale psichiatrico provinciale di Rovigo, situato in via Chiarugi (Granzette). Un’area che, grazie a questo accordo, potrà tornare fruibile ed aperta alla cittadinanza. Entrando nel dettaglio questi sono alcuni degli impegni dei vari firmatari. L’Ulss 18, proprietaria della maggior parte della struttura, si impegna a mettere in sicurezza l’area di proprietà (una volta ottenuti i necessari finanziamenti), rendendola disponibile ed accessibile e a fornire le competenze e le risorse tecnicoprofessionali per l’attuazione dell’iniziativa e ad assumere il ruolo di soggetto attuatore dell’interveto; la Provincia, proprietaria di una piccola parte del complesso, si impegna a rendere disponibile ed accessibile la zona di sua proprietà, a pubblicizzare l’iniziativa a fini ricreativi, turistici e culturali; il Comune si impegna a favorire l’iniziativa con l’approvazione dei singoli progetti che si porranno in essere, per quanto di propria competenza, patrocinare l’iniziativa, assicurando, durante l’apertura e in caso di necessità, l’intervento da parte della polizia municipale; l’associazione Italia Nostra si impegna a collaborare con l’associazione Wwf nell’ideazione di progetti culturali ed educativi a sostegno della vivibilità del parco. L’associazione Wwf si impegna a garantire la gestione e la fruizione del parco in collaborazione con le altre associazioni di volontariato che aderiscono all’iniziativa, a reperire le risorse umane, strumentali ed economiche necessarie al mantenimento ed alla manutenzione del parco successivamente alla sua messa in sicurezza. L’accordo ha una durata triennale.



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Fusioni tra Comuni Dalle urne un verdetto tutt’altro che atteso

Civitanova, flop della comunicazione o della politica? Al referendum ha vinto il fronte del no, in quattro comuni su sei, decretando la fine del progetto di fusione tra Costa di Rovigo, Villamarzana, Villanova del Ghebbo, Pincara, Frassinelle e Arquà Polesine

L’area dove sarebbe dovuto nascere il nuovo comune di Civitanova Polesine volontariato e protezione civile

di Fortunato Marinata

I

l giorno dopo del referendum che ha bloccato sul nascere la fusione tra i comu- che nei giorni precedenti al voto sono circolati nei social network, proprio tra i ni di Costa di Rovigo, Villamarzana, Villanova del Ghebbo, Pincara, Frassinelle suoi concittadini. Il no sembra più che altro essere figlio della sfiducia dei cittadini e Arquà Polesine, ha il sapore della sconfitta, per la politica del territorio. L’esito nei confronti della politica. “Non capisco come mai tutti i partiti (sia di destra uscito dalle urne dei sei comuni coinvolti, infatti, può essere letto in molti modi, che di sinistra) stiano promuovendo con le loro propagande, manifesti (appesi ma su tutti quello più evidente pare essere la poca fiducia che i cittadini hanno addirittura a Rovigo??) e appelli così tanto la nascita di Civitanova – scriveva in riposto negli esponenti dei vari partiti e circoli locali. I benefici economici che la Facebook un cittadino di Arqua Polesine - Mi chiedo, c’è qualcosa sotto? La mia fusione sembrava promettere non sono bastati per tradursi in un pieno assenso preoccupazione è che Civitanova possa offrire a chi la politica la fa di mestiere (e e anzi a prevalere è stato un largo no. Secondo il consigliere regionale del Pd, per interesse) la possibilità di insediarsi e controllare il nostro territorio. Se così fosse, con Civitanova, diminuirebbe la possibilità per ognuno Graziano Azzalin il flop di Civitanova Polesine potrebbe di noi di esercitare in modo concreto il nostro controllo essere figlio di una comunicazione poco incisiva e pur nel Azzalin: “I comuni sugli amministratori e di far pesare le nostre opinioni. rispetto del voto espresso dall’elettorato dei sei comuni re- restano comunque Aumenterebbe, invece, il potere dei partiti e della politica sta convinto che Civitanova Polesine fosse un’opportunità obbligati alla lontana dal territorio”. Che il referendum alla fine si sia da cogliere. “In futuro, sarà comunque una strada che si gestione associata giocato più che sulla fusione di un gruppo di comuni, su dovrà percorrere – spiega l’esponete del Pd – e temo – delle funzioni” un muro contro muro con la politica lo si percepisce anche che averrà in modo coercitivo, calato dall’alto, senza i vantaggi che i cittadini avrebbero avuto compiendo ora questo passo. L’imposizione, in un post liberatorio del dopo voto. “L’’amore che ci lega al nostro caro e vecchio infatti, arriverà fra poco tempo, perché i Comuni in questione saranno fin da Arquà ancora una volta non ci ha tradito e ci ha fatto compiere la scelta giusta. Di certo questo referendum ha risvegliato in noi tutti Arquatesi un sentimento subito obbligati alla gestione associata delle funzioni. Quindi, invece di risparmi, spese aggiuntive ed una fusione che, per realtà così piccole resta ora sospesa di appartenenza”. Insomma, nei vari commenti c’è un noi e un loro che funge come una spada di Damocle. Ma la bocciatura del progetto, seppur prevista, c’è sempre più da distinguo dal mondo della politica. Sicuramente i movimenti come stata e non si può non tenerne conto”. Anche il primo cittadino di Costa, Antonio il 5 stelle hanno contribuito a creare una voragine tra i cittadini e i rappresentati Bombonato, ha parlato di comunicazione errata nel giustificare l’esito del voto. dei partiti, una distanza che si traduce in sfiducia anche quando la proposta “I contrari alla nascita di Civitanova Polesine – spiaga il primo cittadino – sono contiene quegli elementi di novità che sarebbero indispensabili per il futuro dei stati più bravi di noi nel far prevalere le loro ragioni. Tuttavia il voto dei cittadini bilanci e dei servizi dei piccoli comuni. va rispettato, oggi dobbiamo solamente accogliere la loro volontà”. Di parere diverso il sindaco di Arquà Polesine, Claudio Rosa, che le cause della mancata Errata corrige: Nello scorso numero, per indicare il nome scelto dai sei vittoria le imputa alla politica. “In questo periodo – è stato il suo commento - la comuni che avrebbero dovuto fondersi, al posto di Civitanova Polesine abpolitica sta solamente allontanando e non avvicinando i cittadini”. Quella del biamo usato il nome di Villanova Polesine, si è trattato di un ingiustificabile sindaco di Arquà è una teoria che sembra avere trovato riscontro nei commenti errore del quale ci scusiamo con i lettori.

risorsa nelle emergenZe

L

’anno 2013 si è contraddistinto per una sempre maggiore collaborazione tra la Protezione Civile provinciale e i volontari del Polesine per lo svolgimento della formazione e dell’addestramento, sia in forma teorica che operativa, necessarie a preparare le forze da impegnare in emergenza. A darne conto a Palazzo Celio è stata l’assessore provinciale Giuliana Gulmanelli, che ha sottolineato come “si inserisce in questo contesto la realizzazione della Sala Operativa provinciale e delle sei sale operative distrettuali, finanziate dalla Fondazione Cariparo, quale struttura di coordinamento degli interventi operativi che svolgono i volontari in emergenza, su richiesta e attivazione degli enti competenti”. In sintesi, nello scorso anno, l’attività della Protezione Civile si è dispiegata sulla formazione, per garantire la preparazione della componente operativa attraverso attività di addestramento; nel protocollo integrativo per l’assegnazione delle sedi gestite da AIPo che tende a mantenere e potenziare i presidi territoriali; la gestione delle emergenze come: ricerca di un disperso a Crespino, incendio della fabbrica di Sant’Apollinare, monitoraggio della frana della Rocca di Monselice, monitoraggio della frana di Borca di Cadore e tromba d’aria in Alto Polesine; n. 10 comodati d’uso permanente e gratuito per nuove attrezzature e mezzi alle organizzazioni di Protezione Civile perchè abbiano un minimo di autonomia. Presso il Centro operativo provinciale è stata realizzata la Sala Operativa provinciale di protezione civile di Rovigo, strutturata in sala riunioni al piano terra, sala decisioni, sala radio e sala Call Taking al primo piano, ed è collegata a n. 6 sale distrettuali con una maglia radio provinciale dedicata alla Protezione Civile. Sono state anche acquisite apparecchiature informatiche ed elaborati softwares per la gestione delle attività e l’archiviazione degli eventi, con appoggio a banche dati e cartografiche.

CERIMONIE LA SALA DELLA gIuNTA DI pALAZZO CELIO INTITOLATA A gIuLIO AZZALIN

A

undici anni dalla scomparsa “è stata intitolata al già vice presidente della Provincia Giulio Azzalin la sala giunta di Palazzo Celio. Prima la presidente Tiziana Virgili poi Federico Saccardin, col quale Azzalin condivise parte del mandato, hanno ricordato l’uomo e il momento storico ma soprattutto “il carattere, la discrezione e fermezza” che ne contraddistinsero il

ruolo. A Leonardo Raito la commemorazione del “sindacalista, politico, uomo, figlio della nostra terra e fiero della sua polesanità”. La sua figura è stata ripercorsa dall’assessore provinciale partendo dal luogo natale, Bonelli di Porto Tolle, e dal contesto politico, “nel quale la lotta per la redenzione del Delta del Po e del Polesine rappresentava una battaglia di civiltà, prima anco-

ra che politica”. “Una vera e propria missione – ha proseguito Raito - portata avanti con l’orgoglio e la tenacia di chi solo può aver conosciuto in profondità quei drammi e di chi serbava consapevole l’idea che l’impegno per il miglioramento delle condizioni di vita delle classi lavatrici e meno abbienti avrebbe realizzato un percorso di autentico progresso”.


Spazi aperti 23 19 Ambiente Arpav, indagine sui rifiuti spiaggiati presenti sui litorali veneti

Troppa plastica in mare S

i sono appena concluse le prime attività di indagine sui rifiuti spiaggiati presenti sui litorali veneti previste da “Marine Strategy”, la direttiva europea che ha come obiettivo il raggiungimento entro il 2020 del “buono stato ambientale” per le acque marine. Per “buono stato ambientale” si intende la capacità di preservare la diversità ecologica, la vitalità dei mari e degli oceani affinché siano puliti, sani e produttivi mantenendo l’utilizzo dell’ambiente marino ad un livello sostenibile e salvaguardando il potenziale per gli usi e le attività delle generazioni presenti e future. “Un obiettivo importante data la rilevanza turistica del nostro litorale, messo a dura prova anche dagli ultimi eventi meteorologici” afferma Maurizio Conte, assessore all’ambiente della Regione del Veneto. Per arrivare al “buono stato ambientale” ogni Stato europeo deve elaborare una strategia marina che preveda una fase di preparazione e di valutazione iniziale, la definizione del buono stato ambientale, l’individuazione di traguardi ambientali e l’istituzione di programmi di monitoraggio e una fase di programma di misure. In questa prima fase il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha redatto dei protocolli di intesa con le Regioni per l’effettuazione di alcune attività di indagine su tematiche che necessitino di approfondimenti scientifici, come la rilevazione sui rifiuti marini spiaggiati di cui in Veneto si è occupata ARPAV per conto della Regione.

Sono stati rinvenuti dai 200 a 1300 rifiuti ogni cento metri di costa, per la maggior parte si tratta di plastica e polistirolo, dai tappi di bottiglia ai pneumatici

Maurizio Conte, assessore all’ambiente della Regione del Veneto ARPAV ha effettuato due campagne di monitoraggio, una nella primavera del 2013 e una tra dicembre 2013 e gennaio 2014, su quattro aree costiere, corrispondenti a 160 km. e appartenenti ad altrettante tipologie: area urbanizzata, area vicina a foce fluviale, area portuale, area remota. In ogni area sono state individuate due unità di campionamento: la prima pari a 100 metri di lunghezza dove sono stati ricercati tutti i rifiuti visibili presenti sull’arenile, la seconda di

INQuINAMENTO LA pRESIDENTE vIRgILI: “STOp AI RIFIuTI ABBANDONATI”

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nizia con “appello ai cittadini” la lettera scritta dalla presidente della Provincia Tiziana Virgili per richiamare l’attenzione sul “sempre più frequentemente” fenomeno dei rifiuti abbandonati lungo i cigli delle strade. “La Transpolesana – scrive - ne è un esempio eclatante, così come sulle rive dei corsi d’acqua o sui marciapiedi, dove si rinvengono sportine e sacchetti di ogni genere, ma anche materassi, mobilio, sanitari per il bagno, copertoni di camion e oggetti vari”. “Una cattiva consuetudine – prosegue il numero uno di Palazzo Celio - contro la quale ben poco efficaci sono gli interventi delle amministrazioni e degli enti preposti. Evidentemente, tutti coloro che la praticano dimenticano che esistono modalità per raccogliere e smaltire i rifiuti, il cui costo, peraltro, ricade pesantemente sulle loro tasche, e soprattutto non si rendono conto che quei materiali apparentemente innocui, che con tanta disinvoltura vengono lanciati dai finestrini o depositati nelle piazzole, inquinano l’ambiente, oltre che ferirne il decoro”. Un

Tiziana Virgili

appello a tutti e “a ciascuno in particolare” affinché ci si avvalga delle modalità sulla raccolta differenziata e che “ogni qualvolta si getta anche una sola bottiglietta o una carta per terra, si partecipa attivamente al degrado ambientale, e, soprattutto, si attenta alla salute di tutti”. Un invito rivolto pure a coloro che accidentalmente sono testimoni “di tanta inciviltà” perché “non temano” a segnalare la cosa alle autorità. “Soltanto un comune impegno – conclude la presidente della Provincia - può restituire al Polesine la bellezza di cui la natura lo ha dotato”.

lunghezza di 1 chilometro dove sono stati ricercati i rifiuti visibili di dimensioni maggiori a 50 centimetri. Sono stati rinvenuti dai 200 a 1300 rifiuti ogni cento metri di costa; per la maggior parte si tratta di plastica e polistirolo, dai tappi di bottiglia ai pneumatici. “Un impatto considerevole per il nostro mare che ci indica quanto ancora ci sia da lavorare sul piano dell’informazione ambientale ai cittadini” commenta Carlo Emanuele Pepe, Direttore Generale ARPAV .

neWs “gren economy”

in classe si parla di futuro

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dentificata come uno dei fattori trainati per la crescita economica, produttiva e sociale del territorio, la “Gren economy” è stata anche il tema che recentemente a richiamato all’auditorium del liceo scientifico Paleocapa di Rovigo gli studenti degli istituti tecnici di Adria e Rovigo. L’iniziativa promossa dagli assessorati alle Politiche Comunitarie e Istruzione e Politiche Giovanili della Provincia in collaborazione con Europe Direct e Cur, ha avuto la partecipazione di Marco Lombardo docente università Alma Mater di Bologna. “L’incontro - come ha ricordato l’assessore Marinella Mantovani – ha avuto come auspicio la responsabilizzazione degli studenti delle classi V sulle opportunità che l’Europa offre in termini di energia sostenibile”, speranza che ha avuto nell’intervento di Marco Lombardo una sostanziale conferma visto che il suo contributo al tema ha polarizzato l’attenzione. Il docente dell’Università Alma Mater di Bologna, infatti, ha illustrato le politiche europee in materia energetica e in relazione ai cambiamenti climatici, concentrando l’interesse su “cosa può fare l’Europa per l’Italia e nello specifico per Rovigo e cosa possiamo fare noi per l’Europa” spaziando fra concetti di interdipendenza energetica e di contenimento della conflittualità derivata dalle spartizione delle risorse. Luigi Costato, docente emerito dell’universitò di Ferrara, ha proposto nelle sue conclusioni un momento di riflessione e di autoanalisi sulle responsabilità dell’Italia “delle politiche sbagliate che hanno indotto il Paese a questa grave crisi e su come l’Europa deve essere considerata una risorsa e uno strumento di crescita e non la causa dei nostri mali”.


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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Inchiesta Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, ne illustrano le caratteristiche

Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete

di Ornella Jovane

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li atti di prepotenza e le forme di comporta- proprio dall’anonimato, si trasformino e diano il peggio mento aggressivo che si esercitano nel web di sè”. possono creare danni enormi sugli adolescenti Ma, forse, il peggiore dei connotati che si possono che le subiscono perché si sentono fragili, soli e indifesi attribuire al cyberbullismo è la disumanizzazione dell’atto proprio in quel mondo virtuale nel quale si erano rifugiati. stesso. Incapaci di affrontare la minaccia o, nei casi più gravi la “Se nella realtà - esemplifica lo psicoterapeuta - fra persecuzione, vivono con disperazione l’umiliazione della gli spettatori che assistono ad un atto di prepotenza o di vessazione che si traduce in pensieri tormentati, difficoltà violenza ad un certo punto c’è chi interviene per fermare esistenziale ed incapacità di trovare una via di uscita”. lo scempio, nella rete manca il ritorno empatico, si assiste Il bullismo informatico e le nefaste conseguenze “passivi” come se si stesse vedendo un film, senza che che può avere sulla vita dei ragazzi è un tema di gran- nessuno intervenga”. de attualità che la cronaca ha recentemente richiamato “I social network - commenta Busato - sono una inteall’attenzione dei media con il caso della ragazza di Cit- ressante forma di partecipazione e di comunicazione che tadella che si è tolta la vita lanciandosi dall’ultimo piano tuttavia va utilizzata con responsabilità. Fondamentale da di un albergo, spinta a suicidarsi dalle offese di probabili questo punto di vista è il ruolo degli adulti che devono, sencoetanei sul sito web Ask.fm. Quali sono le caratteristiche za remore e con autorevolezza, lavorare sull’educazione del bullismo informatico, quali le degli adolescenti”. In che modo? conseguenze e come difendersi dagli Un atteggiamento “Rendendo - risponde concluimbarazzante attacchi on-line? dendo Busato - i giovani consape“Il cyberbullismo - risponde Lino si può trasformare voli di rischi e pericoli della rete, Busato, psicologo e psicoterapeuta in video che sviluppando nei nostri ragazzi il - ha delle specifiche caratteristiche si ricorderà all’infinito senso critico per attrezzarli a saper che rendono, rispetto al bullismo distinguere tra il bene e il male. nella vita reale, ancora più disastrose le conseguenze. Non è un compito facile nè circoscritto alle occasioni ma un Innanzitutto è sufficiente un singolo episodio per procurare lavoro che si deve svolgere nei tempi lunghi, sin dalla scuodanni enormi nei confronti della vittima. Un atteggiamento la primaria. E’ fondamentale il passaggio dell’educazione imbarazzante, colto magari occasionalmente durante una socioaffettiva, insegnare cioè ai bambini a stare insieme, festa, si può trasformare in un video scomodo o umiliante educarli all’accettazione dell’altro, al rispetto dell’altro e a che postato, sui social network, apre ad una vetrina ster- vedere e sentire le sofferenze e le emozioni di chi ci sta minata di testimoni. L’umiliazione sarà dilagante anche nel di fronte”. tempo. Il fatto in sè non è circoscritto al momento in cui “Comportamenti basati su forme di prepotenza eserciaccade, ma disponibile 24 ore su 24 nel web. La vittima tate da uno o più soggetti su un minore, ovvero i cosiddetti dell’aggressione subisce l’umiliazione e, nei casi più gravi, atti di bullismo legati all’età, ci sono sempre stati. Ciò che la persecuzione senza tregua, che si dilata all’infinito nello è cambiato, nella rete, non è tanto l’impatto in termini spazio e nel tempo”. quantitativi del fenomeno quanto, piuttosto, il grado di “L’anonimato dietro cui si può tranquillamente na- percezione dello stesso e soprattutto la gravità dell’effetto scondere il “carnefice” è un’altra delle caratteristiche del provocato su chi lo subisce”. Tommaso Palumbo, primo cyberbullismo - prosegue Busato - che spiazza e inquieta la dirigente della Polizia di Stato, dirigente del Compartimenvittima. Accade che ragazzi che nella vita reale non avreb- to Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, è bero mai comportamenti discutibili, nel web, incoraggiati impegnato in iniziative di sensibilizzazione ed informazio-

In alto Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, sotto Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto

ne rivolte ai giovani e agli adulti, genitori ed educatori, sul ficazione della vittima”. tema dei social network, della navigazione sicura e sui “Nei nostri uffici – racconta – giungono genitori che pericoli, più o meno nascosti, della rete. richiedono di oscurare video o rimuovere foto e messag“Un tempo – spiega – ci si muoveva in modo sponta- gi mortificanti per i propri figli. Va precisato tuttavia che neo, oggi l’attività in chiave di prevenzione è strutturata e l’operazione richiede il necessario intervento dell’Autorità progettata. La Polizia Postale e la Polizia di Stato si muove giudiziaria e non sempre è agevole e scontata. Senza conin team con il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Mi- tare il fatto che, nel tempo di permanenza in rete, video, nistero dell’Interno, col Miur e in partnership con le stesse foto e messaggi possono essere scaricati e i fruitori si molaziende che offrono servizi per la navigazione in internet”. tiplicano a dismisura”. Rivolge l’attenzione in modo specifico al mondo dei Ci sono poi da tener presente le conseguenze legali e social network il progetto itinerante “Una vita da social” penali causate dalla richiesta di rimozione o oscuramento che la Polizia Postale e la Polizia di Stato stanno portando di materiali da internet, dal momento in cui si decide di sul territorio. “Ci muoviamo con un trak attrezzato con fare ricorso alle autorità giudiziarie. aula multimediale – spiega il primo dirigente – nel quale Insomma quella che nella vita reale può essere conorganizziamo incontri con gli studenti e la cittadinanza. siderata una ragazzata, legata alle intemperanze dell’età La presenza di testimonial, personaggi famosi del mon- e catalogata come un comportamento tipico adolescendo dello sport, della cultura e dello ziale, da punire ma nell’ambito spettacolo vicini ai giovani, aiutano Quello che nella vita ristretto della famiglia o comunque a veicolare in modo ancora più reale è una del contesto nel quale si consuma, efficace i messaggi “educativi e “ragazzata” nella rete e tuttavia con una buona dose di informativi” che andiamo portando può diventare un tolleranza, nella rete può diventare reato perseguibile in giro per le città”. facilmente un reato perseguibile. Le tappe venete del percorso “Le nuove tecnologie – fa ositinerante sono programmate per il prossimo 14 aprile a servare il dirigente di Polizia postale - che hanno potenPadova e il 15 a Venezia. zialità enormi, possono perciò diventare insidiose in caso Ed è proprio la tematica dei social network che richia- di comportamenti “insani”, come appunto gli atti di bullima la maggiore attenzione e soprattutto invita a tenere smo, che, se nella vita reale abbiamo imparato ad arginaalta la guardia nell’ambito degli incontri a rischio cyber re, non siamo ancora in grado di gestire con padronanza bullismo. nel web, soprattutto perché non abbiamo ancora fatto gli “La maggiore differenza tra un atto di bullismo nella anticorpi per tenere sotto controllo le conseguenze, che a vita reale e uno subito nella rete – spiega Palumbo – è volte possono essere davvero dolorose”. l’enorme risonanza che quello informatico riesce ad avere, L’unico fronte sul quale si può lavorare con profitto per la possibilità, che offre il web, di moltiplicare all’in- rimane dunque quello della prevenzione. finito i testimoni e l’atto stesso. Una scena di violenza “I figli – conclude Tommaso Palumbo - vanno seguiti, ripresa dallo smartphone – non necessariamente da un ancora prima che nella rete, nella vita reale: vanno responamico o conoscente della vittima che subisce ma anche da sabilizzati ed educati ai valori e al rispetto dell’altro. Vanno una persona sconosciuta che si trova per caso ad assistere sensibilizzati e va insegnato loro che ogni azione che comall’atto di bullismo – una volta postata su Facebook o piono nei confronti degli altri ha delle conseguenze delle su WhatsApp avrà una platea sterminata di visitatori. E quali sono essi stessi responsabili e di cui sono chiamati a questo con la conseguenza di aumentare lo stato di morti- rispondere”.

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Il Veneto in primo piano 11 21 Il saggio”Il profumo dei limoni Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” di don Jonah Lynch

Dall’illusione di essere ovunque al rischio di distacco dal mondo reale di Ornella Jovane

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l profumo intenso dei limoni, il ruvido della buccia gialla, il loro sapore asprigno. Tatto, olfatto e gusto: sono i tre sensi stimolati dalla vista delle piante che si affacciano nel giardino, verso il quale casualmente lo sguardo si rivolge. La realtà in tutta la sua pienezza non può essere vissuta nella rete: tre quinti di essa, tre dei cinque sensi, non viene percepita. E’ questa la premessa che ha ispirato “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” il saggio pubblicato da don Jonah Lynch nel 2011 e che tutt’ora ispira il vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo a Roma negli incontri con i genitori e docenti sul tema in questione. Recente, al riguardo, il suo intervento a fine febbraio a Vigonza (nel Padovano) sul tema “Io voglio educare”, un ciclo di incontri per non lasciare soli i figli (e anche i genitori) nel mondo virtuale. Nel suo libro “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” lei analizza l’orizzonte delle nuove tecnologie, ne rileva le utilità e i vantaggi ma mette in guardia anche dai limiti e dai disagi. Ci aiuta don Lynch a capire? “È bellissimo poter comunicare in tempo reale con chiunque, in qualunque parte del mondo, raggiungere agevolmente informazioni un tempo quasi introvabili. Al tempo stesso, questa quasi “onnipotenza” del web e della tecnologia in ge-

nerale è anche il suo lato insidioso: l’illusione di poter essere ovunque, poter sapere tutto e contattare chiunque. La vita digitale presenta questa illusione di illimitatezza, che può generare un distacco dal mondo in cui possiamo agire, toccare, sentire i profumi…”. La tecnologia ha avuto un impatto significativo nella vita di tutti, ma imponente in quella dei giovani, tant’è che noi adulti definiamo le nuove generazioni come “nativi digitali”. Non è che in nome di questa definizione accettiamo - noi adulti - in modo incondizionato e talvolta acritico la massiccia invadenza della dimensione virtuale nella vita dei nostri ragazzi? “Secondo lei, i nostri figli appartengono alla nostra stessa specie? Cioè, chi è nato dopo la rivoluzione tecnologica, che ha prodotto Facebook, Google e gli altri, ha la stessa natura di me e di lei? A mio parere, la natura umana più perfetta è quella di Maria, madre di Gesù. E il Concilio Vaticano II ha detto che Cristo svela l’uomo all’uomo. In Lui, cioè, impariamo chi siamo. Certamente Cristo non è stato un passo intermedio nell’evoluzione verso l’”uomo digitale”. Educare ai tempi di Facebook non è poi così semplice: gli adulti hanno gli strumenti e le conoscenze adeguate per dare ai ragazzi un’educazione idonea a sapersi gestire con autonomia e senza farsi male nella vita che sgorga in “rete”, nelle relazioni che si creano con i social

network? “Educare non è mai stato semplice. La realtà tutta mette sempre alla prova la nostra libertà. Siamo sempre liberi di scegliere di allontanarci dalla verità, da ciò che è bello e vero, ma portiamo anche le conseguenze di quelle scelte. Partecipare alla vita dei ragazzi significa partecipare alla loro giornata, interessarsi a loro, ascoltarli. Educarli vuol dire anche proporre le cose più belle che conosciamo. Se siamo convinti di ciò che diciamo, saremo credibili. In particolare, nell’educazione all’uso delle tecnologie, della rete, vale come sempre dare l’esempio. Quanti di noi adulti sanno rinunciare alle notizie sul telefonino o all’ultimo video su Facebook? Ai ragazzi che educo ho proposto il “digiuno digitale”, il fare a meno, per gran parte della giornata, degli strumenti tecnologici. Domandiamoci: utilizziamo i nostri mezzi di comunicazione, o ne siamo schiavi? Impariamo noi adulti a decidere: ora spengo il cellulare, mi concentro interamente sulla persona che è qui, davanti a me. Questa riscoperta può darci la forza di accompagnare anche i nostri ragazzi”. Si possono creare relazioni di qualità attraverso i social network? O una società iperconnessa in realtà rivela solo delle enormi solitudini, o quanto meno delle relazioni superficiali? “Senza dubbio l’”iperconnessione” può assottigliare lo spessore dei nostri rapporti, può renderli fugaci, veloci come

A lato Don Jonah Lynch sotto il suo volume “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook”

un tweet o un sms. D’altra parte, però, il web e tutto ciò che offre fa parte della realtà, il web stesso è parte della realtà. Nell’esperienza di una grande amicizia, l’altra persona diventa parte di me, in maniera così profonda che sentiamo la ristrettezza del canale digitale, che è, per sua natura, selettivo, che lascia da parte, inevitabilmente, tante sfumature della realtà”.


22 12 Il Veneto in primo piano Il docente e le nuove tecnologie. Consigli del professor Pietro Gavagnin agli educatori

“Anche gli adulti devono esserci in rete, senza paura” “Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione” di Ornella Jovane

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l cielo in una stanza: opportunità e pericoli della rete” è il titolo emblematico di un ciclo di tre appuntamenti che iniziati il 14 marzo a Mestre, presso la scuola media “Don Milani”, proseguiranno il 27 del mese a San Donà di Piave, all’istituto “Ippolito Nievo”, e il prossimo 11 aprile a Chioggia al Galileo Galilei. Agli incontri, organizzati dal Forum provinciale associazione genitori scuola di Venezia, prenderà parte il professor Pietro Gavagnin, docente al Liceo Morin di Mestre, vincitore con il suo progetto pgava.net della sezione “docente dell’anno” al premio nazionale 2013 “Anp per l’innovazione”. Una iniziativa, giunta alla quinta edizione, che si pone come obiettivo quello di diffondere l’uso delle tecnologie informatiche nell’insegnamento. E’ lui, insegnante ed esperto di informatica, che spiega agli adulti, genitori ed educatori, come gestire il confronto con la wireless generation. Quali sono le opportunità e i pericoli della Rete per gli adolescenti?

“Di pericoli ce ne sono. Ma sono sostanzialmente gli stessi pericoli che incontriamo nella vita: quando usciamo, quando ci rapportiamo agli altri, quando manipoliano i nostri dati. L’importante è non farsi prendere dal panico perché altrimenti non lasceremo più uscire i nostri figli neppure per strada o dagli amici. Un innocuo coltello da cucina può servire per spezzettare alcuni semplici rametti di prezzemolo ma può essere anche un’arma pericolosissima! Opportunità ce ne sono molte ed anzi, oggi quando non possiamo connetterci tutti noi sentiamo come una sensazione di mancanza. Internet non solo è serbatoio quantitativamente sconfinato di conoscenza ma può essere il motore o l’occasione per instaurare nuove relazioni (pur con le dovute cautele). Se si usa con acutezza. Se si usa con competenza. Se si usa con coscienza. Se si usa con conoscenza”. Come possono i genitori “prevenire” i pericoli? “Non credo servano proibizioni (che

hanno un effetto spesso contrario). Con i giovani le figure di “mediazione” (genitori, insegnanti) devono convincersi che sia importante “esserci”, nonostante noi genitori sappiamo bene che a volte è difficile: i nostri figli devono sapere che ci siamo. Per aiutarli, per consigliarli, per indirizzarli, per proteggerli. Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”. Cosa dire ai ragazzi perché si proteggano dalle violazioni del web? “Quello che ci si sente dire quotidianamente: non “distribuire” a cuor leggero dati personali. Non accettare facilmente “amicizie” da persone che non si conoscono. Non aprire allegati o compilare e spedire form senza la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Purtroppo però uno dei pericoli della rete che purtroppo sta diventando sempre più una moda è il Sexting (sex+texting = autoscatti in pose sexy). E qui ritorniamo al discorso di prima. Per noi adulti è necessario esserci. Ma non passivamente. Ciò a cui

Il professor Pietro Gavagnin dobbiamo tendere è una educazione, una formazione complessiva della personalità del ragazzo che serva sempre, online e offline”. Come possono gli adulti inserirsi con autorevolezza e tutelare i ragazzi dalle insidie che il web nasconde se ne sanno meno e sono meno attrezzati di loro? “Devono attrezzarsi. Ovvio. Scusi se mi ripeto ma in quell’”esserci” di cui ho parlato in precedenza ci sta dentro tutto! Lo so, può essere difficile. Ma può risultare anche divertente e…utile! Per quanto riguarda gli insegnanti ad esempio è assolutamente necessario saper usare il web, e per questo è necessario praticarlo. E’ lo stesso motivo per il quale nelle scuole professionali insegnano docenti che praticano un certo mestiere. Quando mi riferisco alla necessità di un aggiornamento serio da parte degli insegnanti non voglio sottolineare l’importanza di “contenuti” (e qui si spiega l’inutilità dei

vari corsi e progetti che l’amministrazione negli anni ha organizzato) quanto l’importanza di pratiche, di “buone” pratiche. E’ fondamentale non avere paura del mezzo, è fondamentale saperlo dominare”. E’ vero che i ragazzi temono il bullismo virtuale? In che misura? “Il bullismo è molto più diffuso offline che online ma esser vittima di cyberbullismo è un’esperienza dolorosa per la maggior parte dei ragazzi intervistati nelle indagini scientifiche che si fanno periodicamente. Per questo motivo, dati alla mano, posso confermare che il bullismo virtuale faccia male (l’85% dei giovani che l’hanno provato si sono dichiarati infastiditi o turbati) credo anche per una sensazione di solitudine e di impotenza che la vittima sente e che viene moltiplicata e amplificata dalla “solitudine” tipica del mezzo: usiamo la rete standocene da soli”.

LA CuRIOSITà DAgLI STATI uNITI LA MODA DEL FACEBOOK-LIFT pRENDE pIEDE ANCHE IN ITALIA Anche in Italia si ricorre al ritocco estetico per apparire più giovani nella foto di Facebook

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i solito è l’impietosa videocamera del telefono o del computer, oppure è una fotografia scattata da amici e condivisa in rete. Capita di rivedersi da un’ottica diversa e, spesso, si scopre un’immagine di sé che non ci si aspetta. Doppio mento, occhiaie e qualche ruga che erano sfuggite, magari, davanti allo specchio, vengono invece alla luce con i nuovi social network e i nuovi media. E la bellezza nell’era 2.0 non fa sconti a nessuno. “Oggi si scattano foto o si girano video con maggiore frequenza rispetto al passato e ci sono quindi anche più occasione per confrontarsi con la propria immagine e con i segni del tempo - osserva Patrizia Gilardino, chirurgo plastico di Milano -. Si notano più facilmente i cambiamenti: una piccola ruga, l’occhiaia più marcata o la palpebra leggermente cadente che attribuisce un’aria stanca ci fanno vedere come effettivamente ci vedono gli altri”. Negli Stati Uniti hanno già ribattezzato la tendenza “facebook-lift”. Pur essendo difficile misurare il fenomeno, qualche segnale del diverso approccio dei pazienti c’è anche in Italia: innanzitutto “i pazienti quando

si presentano in studio hanno ben chiaro dove vogliono intervenire e cosa attenuare. Inoltre i modelli di riferimento non sono più tanto i divi del cinema o delle passerelle, come poteva essere fino a qualche tempo fa, quanto loro stessi, solamente qualche anno prima”, continua il chirurgo estetico. I social stanno diventando quindi lo specchio del tempo che passa. Cambiando così l’approccio alla chirurgia estetica. “In effetti prima ci si rivolgeva dal medico estetico in occasioni di importanti cambiamenti nella propria vita: un matrimonio o una separazione, una gravidanza o un nuovo lavoro, erano questi i principali motivi che spingevano i pazienti, indistintamente uomini e donne, in studio -, ricorda Gilardino. - Oggi la tendenza è diversa. Chi era diffidente anche davanti ad una iniezione di filler, chiede di poter migliorare il proprio aspetto attenuando qualche segno del tempo dal proprio viso”. Le richieste si concentrano prevalentemente nella zona del volto. “Nella maggior parte dei casi si tratta di attenuare qualche ruga del contorno occhi oppure restituire volume a delle labbra che si sono assottigliate troppo”.


Il Veneto in primo piano 13 23 Sicurezza Troppi mendicanti professionisti che, spesso, molestano i cittadini

Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni Le tre provincie Padova, Treviso e Venezia stringono un patto per combattere l’accattonaggio crescente mettendo insieme le forze di polizia

Mendicanti violenti Le donne hanno paura

di germana urbani

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iro di vite per arginare un fenomeno crescente dietro al quale, però, non c’è solo la miseria. Probabilmente c’è anche la malavita organizzata. Da marzo polizie locali, questure e prefetture dei tre capoluoghi Padova, Treviso e Venezia si riuniranno per fare il punto della situazione e definire strategie per affrontare il problema come un’unica realtà urbana: la città metropolitana. Al vertice saranno invitati anche i funzionari delle rispettive Questure. La giunta di Treviso ha dato il via a quest’azione congiunta sicura che ci voglia una visione ampia del problema per provare a risolverlo, in quanto esisterebbe una struttura organizzata che usa alternativamente le tre città facendo leva su persone disperate che finiscono in questa rete. Le prime voci di denuncia di questo fenomeno sono venute da chi i poveri li conosce bene. Tra loro il direttore della Caritas veneziana, monsignor Dino Pistolato, che ha accolto la decisione con un plauso. “L’elemosina è un atto di misericordia – ha detto – ma più volte abbiamo denunciato che l’accattonaggio sta diventando un business per qualcuno. Furboni che chiedono il pizzo per mendicare in un angolo di strada, con percosse e minacce, che sfruttano e ricattano gente in situazione d’indigenza. Quindi bene se si riesce a fare una barriera comune in un territorio vasto e che chi se ne occuperà colpisca davvero il racket e non i veri poveri”. Contro l’accattonaggio i primi cittadini e la polizia locale non possono quasi nulla, solo elevare delle sanzioni che dovrebbero servire almeno come deterrente ma che in realtà non risolvono granché. A Padova nel 2013 sono state elevate 619 sanzioni per accattonaggio molesto. “Siamo arrivati a oltre 50 a carico di una singola persona - precisa Ivo Rossi -. Questa attività

ha già portato la polizia locale a fare richiesta alla questura di allontanamento di 8 persone”. A Treviso nello stesso anno sono state 250 le sanzioni e dall’inizio del 2014 sono già una settantina. Non serve a nulla neanche sequestrare il denaro che il mendicante ha raccolto sino al momento della sanzione. Questi torna comunque a fare il suo “mestiere” il giorno dopo. “Quando le sanzioni non hanno più effetto – ha detto il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Treviso Roberto Grigoletto – occorre trovare rimedi efficaci. Gli accattoni molesti legati al racket verranno riconosciuti dalla polizia locale, saranno identificati dagli agenti e accompagnati in questura. Verrà loro notificato un provvedimento di pubblica sicurezza, il foglio di via. Se torneranno a Treviso nei tre anni di allontanamento, verranno definitivamente allontanati con un decreto penale”. “Sono contrario all’introduzione del divieto di accattonaggio” aveva detto l’estate scorsa il sindaco di Venezia Orsoni, dichiarando in anticipo che non aveva intenzione di replicare Cacciari che, per risolvere la questione del centro storico, fece un’ordinanza apposita tra mille polemiche. Certo con la prefettura si è valutata l’applicazione del foglio di via con rientro coatto, e ora questa convenzione PaTreVe dà una ulteriore spinta verso la regolamentazione di un fenomeno che a Mestre e Venezia è davvero pesante. I tre sindaci solleciteranno anche interventi su scala nazionale per colpire le organizzazioni criminali che molto spesso stanno dietro a questi mendicanti: “Chiederemo - conferma il primo cittadino di Treviso l’introduzione di un reato che punisca lo sfruttamento in forma associativa dell’accattonaggio”.

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In alto a sinistra il sindaco di Padova Ivo Rossi, di seguito Giorgio Orsoni sindaco di Venezia e sotto Giovanni Manildo, sindaco di Treviso

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veva alzato un vero e proprio polverone la scelta del parroco di San Lorenzo a Mestre che, nei giorni della messa aveva deciso di impiegare dei giovani come “guardie parrocchiali” allo scopo di allontanare i mendicanti rom che, appostati sul sagrato o, peggio, durante le unzioni all’interno della chiesa, chiedevano ai fedeli l’elemosina. Quindi don Fausto Bonini, un uomo mite, aveva deciso di blindare le messe. “Se anche don Fausto Bonini – aveva commentato il sindaco Orsoni -, che è una persona di grande equilibrio e dedito alla carità, è arrivato a prendere questi provvedimenti è chiaro che il problema il problema ha raggiunto un grado limite”. Orsoni ci tiene però a sottolineare come occorra stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. “Confondere l’accattonaggio riconducibile al racket con chi mendica per necessità sarebbe un errore. E anche sul fronte del racket – ha proseguito Orsoni - serve una netta distinzione tra sfruttati e sfruttatori. Ma di questo se ne devono occupare le forze dell’ordine”. Ma il problema sicurezza c’è e lo sentono soprattutto le donne che, mentre fanno le loro spese in centro si vedono improvvisamente avvicinare da uomini che insistentemente chiedono un euro o di più. “Mendicare è possibile – afferma Leda Cossu, anima del volontariato mestrino – ma la violenza è un’altra cosa. Tra gli accattoni violenti c’è chi alza anche minaccioso il bastone verso le donne, fingendo di zoppicare, controllandole a distanza. Una violenza che fa paura”. E certo di questa situazione non sono felici i commercianti che conoscono bene il problema che, a detta loro è stato tollerato o sottovalutato troppo a lungo. “ In molte zone della città – ha detto Dario Corradi, dell’Ascom - si è abbassato il livello di vivibilità. E quando sento che i turisti di un bus vengono circondati e viene loro impedito di scendere perché non sganciano l’euro, allora dico che non è accattonaggio, ma criminalità, che va combattuta e che danneggia l’immagine della città. Noi commercianti però vediamo i vigili solo quando si tratta di controllare se lo spazio del plateatico è stato sforato di cinquanta centimetri. È giusto che lo facciano, non voglio dire di no, ma ci piacerebbe venderli in azione anche per prevenire episodi come questi”.


20 Guida alla mostra 24 SPECIALE MOSTRA

di Mattia De poli

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Arte Lo scorso 22 febbraio palazzo Rovella ha aperto i battenti della nuova mostra

“Ossessione nordica”, l’alternativa all’Impressinismo Alla biennale del 1901, il critico italiano Vittorio Pica notò che “parecchi dei nostri pittori, specialmente se veneti o lombardi” apparivano influenzati dall’arte nordica, tanto da rinunciare ad alcuni tradizionali caratteri dell’arte italiana per presentarsi camuffati da Scozzesi, Scandinavi o Tedeschi”

inalmente a Rovigo è arrivato il momento dell’“Ossessione nordica”. Già prima dell’inaugurazione ufficiale, la nuova mostra allestita nelle sale di palazzo Roverella poteva vantare un numero elevato di prenotazioni: i dati ufficiali parlavano di circa 12 mila visitatori sicuri. Un numero destinato a crescere nei mesi di apertura, tra il 22 febbraio e il 22 giugno. Un numero che promette di confermare la tendenza in crescita dei biglietti staccati, registrata in occasione delle precedenti esposizioni: in sette anni i visitatori sono stati 250 mila. Quest’anno il tema preso in considerazione dai curatori è ancora una volta il rapporto tra i pittori italiani e gli stranieri. Alla quarta edizione dell’Esposizione internazionale d’arte della città

di Venezia, oggi conosciuta più comunemente come Bien- questa prospettiva deve essere considerata la considerenale di Venezia, nel 1901, il critico italiano Vittorio Pica vole presenza di pittori “nordici”, termine che designa in notò che “parecchi dei nostri pittori, specialmente se vene- senso ampio tutti coloro che vivono a nord dell’arco alpino, dalla Svizzera e dall’Austria ti o lombardi” appaiono “profondafino ai paesi scandinavi. Alcuni rimente influenzati dall’arte nordica, Prenotazioni: conosciuti capiscuola, come Arnold tanto da rinunciare ad alcuni tradi- i dati ufficiali Böcklin, Gustav Klimt, Max Klinger zionali caratteri dell’arte italiana per parlano o Edvard Munch, hanno dettato presentarsi camuffati da Scozzesi, di circa 12 mila scelte artistiche e linee culturali deScandinavi o Tedeschi”. Nel periodo visitatori sicuri stinate a diffondersi. La mostra è compreso tra il 1895 e il 1914, in effetti, a Venezia si tenta di proporre una pittura alter- articolata in otto sezioni che tendono a focalizzare aspetti nativa a quella francese, dominata dall’impressionismo e diversi e complementari di un gusto ben definito: dal mito dagli artisti della scuola di Pont Aven, come Gauguin: in alla natura, dalle fatiche e dai riti della quotidianità alla

Il percorso Prima sala: Centauri, tritoni, sirene dalle Alpi alla Laguna

Wolf Ferrari, L’Isola misteriosa. Fortuny, L’abbraccio di Sigmund e Sieglinde. De Chirico, Lotta di centauri La prima sezione della mostra è dedicata a “Centauri, tritoni, sirene dalle Alpi alla Laguna”: a nord delle Alpi il mito è caratterizzato da paesaggi desolanti, da atmosfere grevi e inquietanti, e l’elemento ferino tende a prevalere su quello umano, imprimendo maggiore spensieratezza e dinamismo, forza e violenza all’azione. L’operazione compiuta da Richard Wagner in ambito musicale allunga la sua ombra anche sulla pittura. In quest’ambito Böcklin inaugura una nuova tendenza che in seguito si diffonderà a partire dalla città di Monaco di Baviera, crocevia di artisti provenienti da varie regioni europee. Egli partecipò a due Biennali, la seconda e la terza: morì nel 1901 e nella Biennale di quello stesso anno fu allestita una personale. La sua poetica visionaria continuò ad essere influente nel corso del ventesimo secolo, sia in Europa che in Italia, come dimostrano “L’isola dei morti dopo Arnold Böcklin” (1905) di Karl Wilhelm Diefenbach e “L’isola misteriosa” (1917) di Teodoro Wolf Ferrari. Le scene violente e dinamiche, popolate da satiri, nereidi e centauri, dipinte da Max Klinger e da Franz von Stuck, invece, ritornano nelle pennellate decise delle opere giovanili di Giorgio De Chirico e di Mariano Fortuny. Von Stuck, dopo essere stato tra i fondatori della Secessione di Monaco nel1892, dal 1895 insegnò all’Accademia di arti figurative della città bavarese. Ma contemporaneamente partecipò con assiduità alla Biennale, già a partire dalla prima edizione, contribuendo a portare nella città lagunare quel gusto pittorico nato a nord delle Alpi.

Seconda sala: Dal simbolo alla natura

Nella seconda sezione Sartorio, Catullo “Dal simbolo alla natue Clodia. Sotto: ra” si ripercorre l’evoluLeo Putz, Vanitas zione della pittura dal simbolismo verso una nuova impostazione, fortemente condizionata dagli studi psicanalitici. La pittura “nordica” è particolarmente sensibile al tema del sogno e in questa sezione della mostra spicca il quadro del meranese Leo Putz, intitolato “Vanitas”: una donna addormentata, giace distesa, di spalle, nella parte bassa della tela, mentre al centro domina un volto incorporeo, sospeso, simile a quello di Medusa, circondato da una danza di figure femminili. Ad esso corrisponde il “Risveglio di primavera” di Alfons Siber ma Ferdinand Hodler, Klinger e von Stuck indicano una nuova via che trova eco nei quadri di Ercole Sibellato e di Cesare Laurenti, in cui la percezione della realtà è associata a un senso di sofferenza e di tristezza. A complemento di queste tele sono esposte anche alcune litografie di Alberto Martini (“Sogno” e “Follia”), nelle quali il dolore diventa inquietudine e angoscia: espressione dell’anima tormentata dell’uomo moderno.

sensualità del nudo femminile, dalla pittura d’ambiente al ritratto. La mostra “L’ossessione nordica. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana” rimarrà aperta fino al 22 giugno, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato, la domenica e nei giorni festivi dalle 9 alle 20: il lunedì è aperto solo in occasione di festività. Il martedì e il mercoledì dalle 9 alle 13 si entra con 6 euro anziché 9 euro. La riduzione vale anche per tutte le persone residenti in Polesine e per chi si presenta alla biglietteria insieme a qualcuno che ha già visitato la mostra, purché munito del biglietto precedentemente acquistato: quest’ultimo entra gratis.

Terza sala: Gente del Nord

Ettore Tito, Pagine d’amore “Gente del nord” è la terza sezione, nella quale campeggia la grande tela del danese Michael Peter Ancher, intitolata “Pescatore di Skagen”: a partire dalla seconda biennale egli approda a Venezia ed ottiene subito un notevole successo. Nei suoi quadri immortala le fatiche e i dolori del mondo dei pescatori dei mari del nord, creando il linguaggio di una nuova epica quotidiana. Gli fa da complemento il linguaggio intimistico dello svedese Anders Zorn, che in “La fiera di Mora” ritrae una giovane donna in attesa che il suo uomo smaltisca la sbornia. Questo tipo di soggetto viene ripreso anche da artisti inglesi e scozzesi, come Francis Herry Newberry e Robert Brough, e da altri tedeschi come Hans von Bartels. Ma dove formano il loro linguaggio questi pittori? Negli anni settanta dell’ottocento numerosi scandinavi si trasferiscono in Francia, a Parigi e in Bretagna. L’impressionismo e l’arte della scuola di Pont Aven, che la Biennale di Venezia aveva cercato di escludere, vi entra così attraverso la reinterpretazione dei pittori “nordici”. La loro ingenuità e la carica di novità, di cui sono portatori, in Italia contagia soprattutto Ettore Tito, napoletano d’origine ma trapiantato nella città lagunare fin da ragazzo

Quarta sala: La poesia del silenzio

Carl Larson, Karrin reading e Vilhelm Hammershoi, Interi_r med Siddende Kvinde Nella sezione dedicata alla “Poesia del silenzio” i protagonisti sono lo svedese Carl Larsson e il danese Vilhelm Hammershoi. L’ambiente domestico, colto soprattutto nei suoi spazi interni e caratterizzato da un’aura quasi sacrale, religiosa, è presentato e interpretato in modi radicalmente opposti. Negli acquerelli di Larsson abbondano i dettagli, le stanze sono piene di oggetti e si avverte un certo “horror vacui”, una paura dello spazio vuoto. Nelle tele di Hammershoi, invece, si ha sensazione contraria: un “horror pleni”, la paura di riempire un ambiente dominato dal silenzio e dalla luce soffusa che filtra dalle finestre e dalle porte aperte e crea lo spazio. Hammershoi è considerato il Vermeer del novecento ma, a differenza del celebre pittore olandese, lo specchio o il quadro appeso alla parete non lascia intravedere alcuna immagine: l’attenzione è centrata esclusivamente sulla presenza della luce.


Guida alla mostra 21 25

una mostra internazionale e inedita

Von Stuck e Hammershoi opposti eppur vicini

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a mostra di palazzo Roverella è legata a un particolare fenomeno culturale che prende le mosse da grandi artisti e che contagia anche numerosi pittori meno noti al grande pubblico ma non meno interessanti. Distribuiti nelle varie sezioni secondo le quali è organizzata l’esposizione, è possibile apprezzare numerose opere del tedesco Oskar Zwintscher: egli approda a Venezia solo nel 1907 e appena tre anni più tardi, nel 1910, qui gli viene dedicata un’importante personale introdotta da un testo critico di Vittorio Pica. Dai magazzini dei Musei civici di Venezia è stato recuperato il “Pescatore di Skagen” del danese Michael Peter Ancher, tela di grandi dimensioni esposta già in occasione della seconda Biennale nel 1897. Tra gli italiani c’è un insolito De Chirico pre-metafisico e un Fortuny “nordico”. D’altra parte, le numerose tele del veneziano Teodoro Wolf Ferrari e del meranese Leo Putz rivelano personalità poliedriche, capaci di cimentarsi allo stesso tempo con scene mitologiche e paesaggi naturali o con atmosfere oniriche, scene simboliche, ritratti e ancora paesaggi naturali. Dalla Danimarca è giunto “Interno con donna seduta” di Vilhelm Hammershoi, autore pressoché introvabile in Italia, mentre dalla Galleria d’arte moderna di Palermo è stato prestato “Il peccato” di Franz von Stuck. Questi due pittori sono stati scelti

Sala 5 Il paesaggio dell’anima: neve e fiordi, il tempo e le stagioni

da Melania Mazzucco, intervenuta come special guest alla cerimonia di inaugurazione della mostra, per tratteggiare le scelte radicalmente opposte di due artisti protagonisti della cosiddetta pittura “nordica”. Von Stuck, bavarese, nasce nel 1863, è istrionico, vitale e versatile. Hammershoi, danese, nasce nel 1864, è silenzioso e riservato: Rainer Maria Rilke apprezzava i suoi quadri e avrebbe voluto scrivere un saggio sulla sua poetica ma, durante l’incontro che i due ebbero, Hammershoi rimase in silenzio e Rilke non scrisse mai quel saggio che avrebbe potuto consacrare l’artista danese su scala internazionale come avvenne al pittore e scultore francese Rodin. Von Stuck incontrò subito un ampio successo e “Il peccato”, presentato alla Biennale del 1909, fu acquistato dalla Galleria palermitana per diecimila lire. La stessa cifra, insieme alla medaglia d’oro, fu concessa come premio ad Hammershoi nel 1911 in occasione dell’Esposizione internazionale d’arte di Roma, alla quale aveva partecipato anche von Stuck. Alla più carnale sensualità risponde il vuoto delle stanze. Al sacerdote di una singolare religione pagana risponde l’asceta attratto dal pulviscolo colpito dalla luce che penetra dalla finestra. All’eccesso stravagante risponde il silenzio. Von Stuck e Hammershoi sono due pittori che non si incontrarono mai, nella vita come nell’arte.

Sala numero 6: Le maschere e i volti

Sala numero 7: Venere senza pelliccia

Sala numero 8: Virtuosismi in nero

Zwintscher, Ma,,dchen mit weiayen astern. Laurenti, Volto femminile reclinato. Casorati, Le due bambine

Gustav Klimt, Ein morgen am teiche. GallenKellela, The lair of the lynx. Wolf Ferrari, Betulle Una delle sezioni più consistenti è quella dedicata a “Il paesaggio dell’anima. Neve e fiordi, il tempo e le stagioni”. I paesaggi montani della Svizzera, dipinti da Ferdinand Hodler, si ritrovano nei quadri di Francesco Sartorelli, come “Monte Civetta”. Ma trovano ampio spazio anche gli scorci sfumati di Venezia e della Laguna, riprodotti da Pietro Fragiacomo. Questo soggetto permette nuovamente un esplicito confronto tra pittori “nordici” e pittori italiani: così, ad esempio, si può notare che le inusuali inquadrature degli stagni proposte da Klimt, quelle delle betulle di Oskar Zwintscher o quelle del sottobosco innevato proposte dal finlandese Akseli Gallen-Kallela sono state riprese da alcune tele di Wolf Ferrari. In questa sezione è presente l’unica pittrice rappresentata nella mostra, la svedese Anna Boberg, un’autodidatta che iniziò a partecipare alla Biennale di Venezia dal 1905: il suo “Lago glaciale” evidenzia notevoli somiglianze rispetto alla “Palude d’inverno” di Leo Putz.

Zwintscher, Oro e madreperla. Laurenti, Visione antica

Nella sezione “Le maschere e i volti” dedicata al ritratto emerge con prepotenza l’influenza degli studi psicanalitici. Il volto è concepito come specchio dell’anima, dell’interiorità, della psiche: i ritratti sono pervasi da un’atmosfera onirica e avvolti dai misteri dell’inconscio. Il particolare che colpisce più di tutti è l’occhio: grande, nitido o indefinito. L’accostamento di quadri di Oskar Zwintscher con quelli di Cesare Laurenti e di Leo Putz per il ritratto femminile o con quelli di Gino Parin per il ritratto maschile conferma il giudizio di Vittorio Pica in merito all’influenza dei “nordici” sulla pittura italiana.

Racchiuso in una cornice dorata, tra due colonnine, quasi fosse la pala d’altare di una religione pagana, “Il peccato” di Franz von Stuck è il quadro centrale della sezione intitolata “Venere senza pelliccia”. Nella pittura dei “nordici” il corpo nudo femminile si carica di una travolgente carnalità, di una potente sensualità, più potente di ogni simbolismo, talvolta ancora latente. Lentamente la donna si scopre, in atteggiamento ammiccante. E anche quando assume posture tradizionali nell’ambito della pittura, la nudità non ha nulla di idealizzato: in “Oro e madreperla” Oskar Zwintscher ritrae una donna nuda, distesa su un lettino, simile a tante “veneri” dell’arte, ma questa non ha nulla di divino.

Edvard Munch, Chiaro di luna. Edvard Munch, La vanità L’esposizione termina con una sala dedicata alle acqueforti e alle litografie, a cui è stato dato il titolo “Virtuisismi in nero”. Queste opere, realizzate da Klinger, von Stuck e Martini, sono caratterizzate da ambientazione notturna, luce lunare, orrore e mistero: in esse l’aurea “nordica”, che non si contraddistingue certo per la vivacità dei colori, è presente in misura non inferiore rispetto alla pittura policroma. Tra questi quadri spicca in particolare un gruppo di litografie di Much, il pittore dell’“Urlo”, che riesce a esprimere la stessa profonda drammaticità anche in piccole opere in bianco e nero. Il celebre artista norvegese partecipò alla Biennale di Venezia sono nel 1910, esclusivamente con alcune incisioni.


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tefano Santi non è più l’allenatore dell’Adriese. Infatti, dopo la sconfitta interna contro il Sarego lo stesso ha dato le dimissioni che sono state accettate dalla società. Il presidente Scantamburlo ha nominato l’adriese Sante Longato nuovo direttore sportivo che ha avuto il compito di trovare il nuovo allenatore , e di trovare gli stimoli giusti per far ripartire il motore di questa Stefano Santi squadra che in sette partite ha racimolato la miseria di quattro punti, l’ultimo dei quali nel pareggio nel derby contro il Rovigo. La scelta, è una scelta interna, con Emanuele Cancellato, ex giocatore della Spal che da quest’anno allenava gli Allievi regionali e che ora ha il compito di far risalire la prima squadra verso posizioni più consone alla rosa a disposizione. Un derby che aveva visto un’Adriese sotto di due reti e nella ripresa anche con un giocatore in meno per l’espulsione del capitano Vito Antonelli, ma che era sta capace, complice anche un distratto Rovigo, di ribaltare il risultato. La riscossa dell’Adriese, avrebbe dovuto partire da lì, da quella rincorsa che ha visto i granata recuperare due gol e invece nelle due successive partite sono arrivate altrettante sconfitte. Un’Adriese che non ha mai incantato per gioco, nonostante la rosa di primissima qualità: una rosa che anche nello scorso campionato era qualitativa, ma, sempre con Santi timoniere, si era salvata nello spareggio. Quest’anno la rosa vede giocatori come Furlanetto, Antonelli, Nonnato, Castellan tanto per fare qualche nome, ai quali si è aggiunto un attaccante come Guerrino Gasparello che non ha bisogno di tante presentazioni. Senza dimenticare un certo Paolo Macchia e il giovane di buone prospettive Migliorini. Insomma, una squadra che dovrebbe contendere all’Arzichiampo e al Villafranca la testa della classifica e che invece, come lo scorso anno, è relegato in zone decisamente non consone. In più occasioni il pubblico ha protestato nei confronti di mister Santi, ma la società ha sempre fatto quadrato difendendo l’operato del tecnico. Una squadra che dopo 22 giornate è al decimo posto in classifica (su sedici squadre), con 27 punti, quattro sopra la zona play out, con sette partite vince, 6 pareggiate e nove sconfitte: 20 i gol fatti, 30 quelli subiti. Il tempo per recuperare, c’è.

di Cristiano Aggio

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a Rovigo rugbistica a fine aprile cerà uno dei campioni stranieri p Naas Botha, il numero 10 sudafr a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni conquistato un posto fisso nel cuore foso della Rugby Rovigo. L’ex numero Springboks sarà in visita in Polesine dal prossimo 29 aprile e fino al 5 m occasione della 40esima edizione del rugby giovanile “Aldo Milani” (in calen e 4 maggio). L’idea di riportare Naas Polesine, a oltre 10 anni dalla sua ult ufficiale, è stata proposta da Rober presidente del Club Aldo Milani. “Allo era solo un sogno, ma oggi il fatto riuscito a organizzare la visita di un cam questo calibro è per me motivo di gra glio – dice Aggio - grazie ad Alberto O riusciti a contattarlo e ad avere il suo c poi è iniziata la ricerca degli sponsor facendo abbiamo unito i nostri intenti del Coni, rendendo possibile questa ne”. “Come Coni abbiamo accolto co

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LO S PORT in PRIMO PIANO RIMO PIANO

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Rugby Il grande campione del passato promozionerà lo sport nel territorio

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tefano Santi non è più l’allenatore dell’Adriese. Infatti, dopo la sconfitta interna contro il Sarego lo stesso ha dato le dimissioni che sono state accettate dalla società. Il presidente Scantamburlo ha nominato l’adriese Sante Longato nuovo direttore sportivo che ha avuto il compito di trovare il nuovo allenatore , Nella foto il campione e di trovare gli stimoli giusti per far ripartire il motore di questa sudafricano a Stefano che Santi squadra che in sette partite ha racimolato la miseria di quattro cavallo tra gli anni punti, l’ultimo dei quali nel pareggio nel derby contro il Rovigo. La ’80 scelta,eè gli una anni scelta interna, ’90 con Emanuele Cancellato, ex giocatore della Spal che da quest’annosiallenava gli Allievi regionali è conquistato e che ora ha il compito di far risalire la prima squadra verso posizioni consonefisso alla rosa a un più posto disposizione. Un derby che aveva visto un’Adriese sotto di due retinel e nella ripresadianche con cuore ogni tifoso un giocatore in meno per l’espulsione del capitano Vito Antonelli, ma chedella era staRugby capace, Rovigo complice anche un distratto Rovigo, di ribaltare il risultato. La riscossa dell’Adriese, avrebbe dovuto partire da lì, da quella rincorsa che ha visto i granata recuperare due gol e invece nelle rivivere parte importante storia due Lasuccessive sua presenza partite sono arrivate altrettante sconfi tte. una Un’Adriese che non hadella mainostra incantato consentirà di trasmettere alle nuoper gioco, nonostante ladi rosarivivere di primissima qualità:sportiva, una rosamachesoprattutto anche nello scorso campionato una parte importante voglia di sognare e pensare era qualitativa, ma, sempre con Santi timoniere,vesigenerazione era salvata lanello spareggio. Quest’anno storia sportiva grande cheCastellan c’era allora parte è ladella rosa vede giocatori come Furlanetto, Antonelli,in Nonnato, tantoe che per oggi fare in qualche polesana perduta nome, ai quali si è aggiunto un attaccante comeandata Guerrino Gasparello che non ha bisogno di venerdì 30 apriledièbuone in programma tante presentazioni. Senza dimenticare un certo Paolo Per Macchia e il giovane prospettiveun smo la possibilità di collaborare con ilche Clubdovrebbe Aldo contendere incontro conall’Arzichiampo le scuole a Badia Migliorini. Insomma, una squadra e al Polesine Villafrancae una la visita allein varie dellanon ZherMilani testaper della riportare classifiacaRovigo e che invece, Naas Botha come–lohascorsosuccessiva anno, è relegato zone squadre decisamente Badia. di Il 2mister maggio toccherà studenti spiegato consone. il delegato In più occasioni provinciale il pubblico Marco Bonvento ha protestatomack nei confronti Santi, ma la agli società ha rodigini Una confrontarsi 10 rosso- sisempre tratta difatto un testimonial quadrato difendendo ideale per l’operato sosteneredel tecnico. squadracon chel’ex doponumero 22 giornate è blù, 27 mentre sera sopra si terràla un convegno unoal dei decimo puntiposto cardine in classifi del nostro ca (suprogetto, sedici squadre), ossia con punti,alla quattro zona play out,dedicato allai gol continua trasformazione sport quello con sette della partite promozione vince, dello 6 pareggiate sport neleterritonove sconfi tte: 20 fatti, 30 quelli subiti. dello Il tempo rio.perLarecuperare, sua presenza c’è.ci consentirà, non solo di professionistico. Calcio

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a Rovigo rugbistica a fine aprile riabbraccerà uno dei campioni stranieri più amati: Naas Botha, il numero 10 sudafricano che a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 si è conquistato un posto fisso nel cuore di ogni tifoso della Rugby Rovigo. L’ex numero 10 degli Springboks sarà in visita in Polesine a partire dal prossimo 29 aprile e fino al 5 maggio in occasione della 40esima edizione del torneo di rugby giovanile “Aldo Milani” (in calendario il 3 e 4 maggio). L’idea di riportare Naas Botha in Polesine, a oltre 10 anni dalla sua ultima visita ufficiale, è stata proposta da Roberto Aggio presidente del Club Aldo Milani. “Allora il mio era solo un sogno, ma oggi il fatto di essere riuscito a organizzare la visita di un campione di questo calibro è per me motivo di grande orgoglio – dice Aggio - grazie ad Alberto Osti siamo riusciti a contattarlo e ad avere il suo consenso, poi è iniziata la ricerca degli sponsor e strada facendo abbiamo unito i nostri intenti con quelli del Coni, rendendo possibile questa operazione”. “Come Coni abbiamo accolto con entusia-

Nella foto il campione sudafricano che a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 si è conquistato un posto fisso nel cuore di ogni tifoso della Rugby Rovigo

La sua presenza consentirà di rivivere una parte importante della storia sportiva polesana smo la possibilità di collaborare con il Club Aldo Milani per riportare a Rovigo Naas Botha – ha spiegato il delegato provinciale Marco Bonvento - si tratta di un testimonial ideale per sostenere uno dei punti cardine del nostro progetto, ossia quello della promozione dello sport nel territorio. La sua presenza ci consentirà, non solo di

rivivere una parte importante della nostra storia sportiva, ma soprattutto di trasmettere alle nuove generazione la voglia di sognare e pensare in grande che c’era allora e che oggi in parte è andata perduta Per venerdì 30 aprile è in programma un incontro con le scuole a Badia Polesine e una successiva visita alle varie squadre della Zhermack Badia. Il 2 maggio toccherà agli studenti rodigini confrontarsi con l’ex numero 10 rossoblù, mentre alla sera si terrà un convegno dedicato alla continua trasformazione dello sport professionistico.

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il delta piega la spal

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ra dalla partita contro il Pordenone, dello scorso campionato (che decretò il passaggio tra i professionisti) che non si vedeva il comunale di Porto Tolle stracolmo di gente. L’occasione è stata la partita contro la Spal, una festa per la comunità deltina, culminata con la vittoria per 1-0 grazie al gol di Pettarin al 30’ del primo tempo. La Spal era terza in classifica, il Delta di mister Favaretto, naviga nelle zone basse della classifica e sta facendo di tutto per mantenere la categoria, così tanto voluta dal suo presidente Mario Visentini. La gara con la Spal, in Polesine, è sempre vissuta in maniera particolare. E come non ricordare quel 17 dicembre 2006, quando Rovigo e Spal giocavano in serie C2 e si alternavano la testa della classifica. La vicinanza delle due province acuisce il campanilismo, anche se di derby certamente non si può parlare. In quel lontano 2006, il Rovigo viaggiava come “fenomeno” nelle zone alte della classifica della C2, ove, come capolista, s’alternava con la Spal. Una partita tra una squadra blasonata che voleva tornare ancora più in alto e la squadra-miracolo, la squadra-sogno che si era già fatta apprezzare per mezza Italia, andando a vincere, la settimana prima a Roma contro la Cisco Roma dell’ex laziale Paolo Di Canio. Anche il 2 marzo, come quel lontano 17 dicembre 2006, il tempo è stato inclemente, ma lo spettacolo offerto dal pubblico è stato veramente una cosa grandiosa. Allora, lo stadio Gabrielli di Rovigo vide la presenza di oltre 5 mila persone, un record storico. Il 2 marzo

di Cristiano Aggio

E

Vittoria per 1-0 grazie al gol di Pettarin al 30’ del primo tempo erano 1500 le persone che hanno assistito alla vittoria del Delta contro la blasonata Spal, quelle che il “piccolo” comunale, che fino a qualche anno fa disputava il campionato di Promozione, poteva ospitare. La vittoria contro i ferraresi ha dato un forte stimolo alla squadra deltina per il proseguo del campionato: tutti uniti per la ricerca di una salvezza miracolo, nonostante tutti i problemi relativi alla “grana” per l’impianto di illuminazione non a norma per le regole della Lega Pro. Nonostante tutto, Cano, Petras, Bertoli, Melucci, Politti, Pettarin, Migliorini, Baldrocco, Soligo, Laurenti, Conti, Gherardi, Ferretti, Mogos, Del Bino, Frigerio, Valim, Marangon devono continuare uniti alla ricerca di quel miracolo che si chiama salvezza e sperare di rivedere il comunale di Porto Tolle ancora così pieno e festante. Non è poi utopia. Cr.Ag.

ra dalla partita contro il Pordenone, dello scorso campionato (che decretò il passaggio tra i professionisti) che non si vedeva il comunale di Porto Tolle stracolmo di gente. L’occasione è stata la partita contro la Spal, una festa per la comunità deltina, culminata con la vittoria per 1-0 grazie al gol di Pettarin al 30’ del primo tempo. La Spal era terza in classifica, il Delta di mister Favaretto, naviga nelle zone basse della classifica e sta Vittoria per 1-0 grazie facendo di tutto per mantenere la categoria, al gol di Pettarin così tanto voluta dal suo presidente Mario al 30’ del primo Visentini. La gara con la Spal, in Polesine, tempo è sempre vissuta in maniera particolare. E con il patrocinio di come non ricordare quel 17 dicembre 2006, quando Rovigo e Spal giocavano in serie C2 erano 1500 le persone che hanno assistito e si alternavano la testa della classifica. La alla vittoria del Delta contro la blasonata vicinanza delle due province acuisce il campa- Spal, quelle che il “piccolo” comunale, che WWW.AISMME.ORG nilismo, anche se di derby certamente non si fino a qualche anno fa disputava il campionaUn bambino su 500 nasce aff una malattia ereditaria: 1 La volpuòetto parlare.da In quel lontano 2006, il metabolica Rovigo to di Promozione, potevasolo ospitare. vittoria ta su 4 viene riconosciuta viaggiava in tempo. Lo Screening metabolico come “fenomeno” nelle zone alteneonatale contro i ferraresi ha dato un forteallarstimolo alla della classifi ca della che C2, ove, come capolisquadra deltina per il proseguo del campionagato permette una diagnosi precoce evita al bambino gravi handicap o sta, s’alternava con la Spal. Una partita tra to: tutti uniti per la ricerca di una salvezza la morte. Nel sito dell’associazione www.aismme.org si possono trovare informa- miuna squadra blasonata che delle voleva tornare racolo, nonostante tutti i problemi relativi alla zioni sui centri cura, diagnosi e screening malattie metaboliche ereditarie. ancora più in alto e la squadra-miracolo, la “grana” per l’impianto di illuminazione non squadra-sogno che si era già fatta apprez- a norma per le regole della Lega Pro. Nonozare per mezza Italia, andando a vincere, stante tutto, Cano, Petras, Bertoli, Melucci, DONA ILprima TUO 5 PER la settimana a Roma controMILLE la Cisco Politti, Pettarin, Migliorini, Baldrocco, Soligo, Inserisci il codice fiscalelaziale dell’associazione 1 8 1 0 4Laurenti, 0 2 8 5Conti, Gherardi, Ferretti, Mogos, Roma dell’ex Paolo Di Canio.9 2Anche e la tua firma dichiarazione dei redditi (CUD, 730, il 2nella marzo, come quel lontano 17 dicembre DelUnico) Bino, Frigerio, Valim, Marangon devono 2006, il tempo è stato inclemente, ma lo continuare uniti alla ricerca di quel miracolo spettacolo offerto dal pubblico è stato Sostegno vera- che si chiama salvezza e sperare di rivedere AISMME - Associazione Italiana mente una cosa grandiosa. Allora, lo stadio il comunale di Porto Tolle ancora così pieno e Malattie Metaboliche Ereditarie Onlus VERONICA PIVETTI Testimonial della nostra Gabrielli di Rovigo vide la presenza di oltre info@aismme.org ☎049.99.00.700festante. Non è poi utopia. campagna di sensibilizzazione Cr.Ag. milaXpersone, un record storico. Il 2 marzo IBAN IT5 93 05018 12101 000000121810


10 Sì, viaggiare 28 SPAGNA

L’altra Tenerife

un Eden barocco LONTANO DALLE AFFOLLATE SPIAGGE E DAL CEMENTO DELLA PARTE SUD LA PIÙ GRANDE ISOLA DELLE CANARIE OFFRE I SUOI ASPETTI PIÙ INTIMI: UNA NATURA STRAORDINARIA FATTA DI COSTE SELVAGGE UNA VEGETAZIONE DI SPECIE RARE E I PAESAGGI LUNARI DEL VULCANO TEIDE OLTRE ALLE CITTÀ BAROCCHE DI LA OROTAVA E GARACHICO DA SCOPRIRE FRA CANDELARIA E LA CAPITALE SANTA CRUZ DE TENERIFE LA STORIA TRISTE DEI GUANCI IL POPOLO AUTOCTONO ANNIENTATO NEL XV SECOLO DAI COLONIZZATORI NORMANNI E SPAGNOLI

“Y

o ante soy canario, y despues español”. Il benzinaio di Icod de los Vinos non ha dubbi sulla sua identità e parla della Spagna definendola “peninsula”, come i sardi parlano dell’Italia chiamandola “continente”. Un’altra cosa, insomma. C’è un’identità forte alle Isole Canarie, una specificità locale, un carattere ben definito fra i suoi abitanti, ovvero i “canarios”. Essere una Comunità Autonoma della Spagna (con due province: Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife) può anche far comodo per via di quel 7% di Iva che rende la vita decisamente meno cara, ma è soprattutto un modo per demarcare una diversità. Cinque secoli di antropizzazione delle sette isole dell’arcipelago da parte spagnola hanno mutato radicalmente il profilo etnico di questa regione insulare che galleggia sull’Atlantico a un centinaio di chilometri dal Marocco e dall’ex Sahara Spagnolo (ora Western Sahara). Alle Canarie ci si sente come in Spagna, perchè tutto ne ricorda il modo di vivere, ma è una Spagna diversa. E non solo nel clima, che qui è mite tutto l’anno. E’ differente anche l’approccio alla vita, ispirato ad una maggiore leggerezza e a ritmi un po’ meno tirati. Non è però solo un eden: la crisi si fa sentire anche qui. E lo si scopre quando l’accesso a Santa Cruz de Tenerife, la capitale, nell’ora di punta è bloccato da una manifestazione sindacale inscenata dai dipendenti dello stabilimento della Coca Cola che, per protesta contro la chiusura dell’attività decisa dalla multinazionale, hanno bloccato l’autostrada. Fra le sette isole Tenerife è decisamente la più grande (2.034 kmq) ed è lì il baricentro dell’arcipelago, checchè ne dicano a Gran Canaria, l’isola dirimpettaia che a Madrid ha

IN COPERTINA LA SPIAGGIA DI SAN MARCOS NEI PRESSI ICOD DE LOS VINOS; IN ALTO IL VULCANO TEIDE (3718 METRI) E LA CITTADINA BAROCCA DI GARACHICO. PIÙ SOTTO: IL GAZEBO NELLA PIAZZA DI LA OROTAVA E LA BASILICA DI NOSTRA SIGNORA A CANDELARIA. NELLA COLONNA SI DESTRA, DA IN ALTO: PAESAGGIO DELLA COSTA NORD DI TENERIFE, L’OCEANO “ARRABBIATO” E LA CHIESA DI LA OROTAVA. NELLA STRISCIA IN FONDO PAGINA: MUMMIA GUANCI AL MUSEO DI SANTA CRUZ DE TENERIFE, LA SPIAGGIA DI LOS CRISTIANOS, SCORCIO DI PUERTO DE SANTA CRUZ, IL “DRAGO” MILLENARIO (UNA DELLE PIANTE PIÙ ANTICHE DEL MONDO), GARACHICO E IL BARRANCO DI MASCA

strappato la concessione che le capitali dell’arcipelago fossero due: non solo Santa Cruz de Tenerife, ma pure Las Palmas. Navigando, Tenerife si scorge da lontano, dominata com’è dal cono del Teide, il grande vulcano “dormiente” dal 1909. Con i suoi 3718 metri è la montagna più alta di Spagna e la sua vetta è perennemente coperta di neve. Si trova al centro della più grande area protetta dell’arcipelago, un parco che in alta quota è fatto di paesaggi spettacolari disegnati dalle colate laviche. Distese brune dalle tonalità diverse che assomigliano ad orizzonti lunari. E più sotto c’è la rivincita della vegetazione, estremamente varia, un giardino di biodiversità. A Icod de los Vinos sopravvive il “Drago”, una splendida pianta millenaria, esemplare di una specie botanica presente solo nell’isola. Ma Tenerife sorprende anche per i suoi paesaggi marini. Se la maggior parte dei turisti del “tutto compreso” si limita a portare a casa le immagini stereotipate delle spiagge di Los Cristianos e di Playa Las Americas, belle ma sempre affollatissime e soprattutto circondate dal cemento dei tanti, troppi, complessi turistici, c’è altresì chi, viaggiatore a caccia di ben altre emozioni, scopre la bellezza selvaggia delle coste del nord dell’isola. Frastagliate come quelle scandinave o irlandesi, dove le alte onde dell’oceano vanno ad infrangersi fragorosamente sulle rocce. E più in alto, sulle montagne modellate dalle varie eruzioni del Teide, lo sguardo di questi viaggiatori sensibili al fascino naturale si posa su un ambiente unico, dove la palma divide il territorio con il pino marittimo e con le tante altre varietà presenti su questo versante dell’isola. Più su i “barrancos”, spettacolari fratture (da non perdere quella di Masca, percorsa

da una stradina da brivido) che si aprono al mare lungo ripide pareti. Ma Tenerife sorprende anche per le sue cittadine di stile coloniale. Come La Orotava, elegante e sobria, aristocratica e semplice. Prendere un caffè all’arancio nella piazza, vicino al gazebo liberty, circondati da palazzi e chiese barocchi, specie sul far della sera, è un’emozione da provare. Anche Garachico conserva le atmosfere tipiche del “siglo de oro”, tangibili soprattutto nelle architetture. Ma anche il cuore storico di città più grandi, come Puerto de la Cruz, conservano tracce di questo passato splendente. Candelaria, sulla costa sud, merita una riflessione: nella grande piazza dominata dalla basilica di Nostra Signora de Candelaria, spalle al mare, si ergono nove grandi statue. Raffigurano nove valorosi guerrieri Guanci, gli ultimi ad arrendersi ai Normanni e agli Spagnoli prima che il loro popolo, nel XV secolo venisse annientato o ridotto in schiavitù. La loro presenza è un omaggio tardivo alla loro memoria. Al loro ingiusto sacrificio. Chi è appassionato alla loro storia e alla loro civiltà trova nel museo dell’Hombre y de la Naturaleza (dell’uomo e della natura) a Santa Cruz de Tenerife una documentazione straordinaria. Oltre a tanti oggetti creati dai Guanci, frutto di scoperte archeologiche, a ricostruzioni e ad altre informazioni, spiccano numerose mummie, tutte ben conservate. Nelle loro espressioni forti sembra di cogliere ancora il loro grido di dolore per la scomparsa della loro civiltà. Spazzata via senza pietà dai colonizzatori. Le Canarie erano la terra dei Guanci, per un momento è giusto ricordarlo. Come è giusto non perdere la memoria del loro genocidio.


i nostri Esperti I nostri esperti 29

Interessi usurai, rimedi e tutele AFFARI DI FAMIGLIA

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare con Voi una questione che, negli ultimi mesi, è stata oggetto di attenzione da parte dei media sia regionali che nazionali ovvero l’applicazione, da parte di alcuni istituti di credito, di interessi che possono arrivare alla soglia dell’usura. Consapevole della tecnicità della materia, in questa sede spero di fornirvi alcuni strumenti per potersi muovere nel mondo dei propri diritti “bancari” e non solo con maggior consapevolezza e determinazione. In primo luogo è necessario premettere alcune definizioni che ci consentano di comprendere ciò di cui si parla. Per interesse si intende il frutto civile del denaro. In tal senso l’art. 1282 c.c. stabilisce che “i crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro producono interessi di pieno diritto…”. Gli interessi sono pertanto prestazioni pecuniarie - somme di denaro, percentuali e periodiche dovute da chi utilizza un capitale altrui o ne ritarda il pagamento. Gli interessi sono percentuali, in quanto calcolati come percentuale del capitale dovuto, c.d. saggio di interesse; periodici, in quanto dovuti in ragione del tempo in cui il debitore utilizza il capitale altrui o ne ritarda il pagamento ed accessori attesa la dipendenza degli stessi dal capitale. Esistono più tipologie di interessi. Tra questi, i più importanti, i c.d. interessi corrispettivi dovuti a titolo di remunerazione sulle somme date a mutuo e sulle somme liquide ed esigibili ed i c.d. interessi moratori, dovuti in forza del ritardo a restituire una somma di denaro.

Ciò premesso ci si chiede ora che cosa si intenda per usura ed interesse usurario. Il termine usura individua, nel gergo tecnico, il reato previsto e punito all’art. 644 c.p. Tale disposizione è stata oggetto di un’importante riforma nel 1996 (L. n. 108/1996) che ha introdotto dei parametri “oggettivi” per l’individuazione del reato di usura così ampliandone l’ambito di applicazione ed offrendo una tutela rafforzata per i soggetti vessati da questo odioso fenomeno. L’art. 644 c.p., nella sua attuale formulazione, punisce con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da 5.000,00 euro a 30.000,00 euro “chiunque….si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari”. Ciò chiarito, quando l’interesse può dirsi usurario? E’ la legge che stabilisce quando il saggio di interesse diventa usurario. In tal senso si esprime il comma 3 dell’art. 644 c.p. ai sensi del quale “La legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari”. Ebbene la legge (art. 2, co. 4, L. n. 108/1996) prevede che “il limite previsto dal terzo comma dell’art. 644 c.p., oltre il quale gli interessi sono sempre usurari, è stabilito nel tasso medio risultante dall’ultima rilevazione pubblicata in Gazzetta Ufficiale ai sensi del comma 1 relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato della metà”. Ove ciò non bastasse, il terzo comma dell’art. 644 c.p., prevede la c.d. Usura in concreto, nella misura

in cui stabilisce che “sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o finanziaria”. In altre parole la previsione legale di un limite, superato il quale l’interesse deve considerarsi usurario, integra una presunzione relativa superabile in sede giudiziale ove si accerti/dimostri che, per le condizioni di difficoltà economica – finanziaria dell’usurato e con riguardo al tasso medio praticato per operazioni similari, nonostante il saggio di interesse sia inferiore al tasso soglia deve comunque ritenersi usurario. L’attenzione di giornali e tv si è recentemente focalizzato sugli elementi che concorrono a determinare il tasso usurario. In tale direzione l’art. 644 c.p., al quarto comma, individua, con una certa analiticità, le voci che compongono l’interesse usurario stabilendo che per la “determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse collegate all’erogazione del credito”. Quali sono le conseguenze nel caso si accerti la presenza di un tasso usurario? L’accertamento dell’usurarietà dell’interesse, data la tecnicità della materia, richiede spesso una preventiva perizia econometria. Quest’ultima avrà per oggetto tutta la documentazione

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(es. contratti, comunicazioni di variazioni unilaterali) rilasciata dall’istituto di credito o da altro intermediario finanziario. Ove il Giudice accerti la presenza di un tasso usuraio, troverà applicazione il disposto dell’art. 1815, co. 2, c.c. a tenore del quale “se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”. L’art. 1815, co. 2, c.c. si riferisce testualmente al solo contratto di mutuo, tuttavia la prassi applicativa, ritiene pacificamente che tale norma operi per tutti i contratti di credito. La previsione di un interesse usurario viene pertanto “sanzionata” con la trasformazione del contratto da oneroso a gratuito. L’usurato, quindi, dovrà restituire il solo capitale e non, invece, anche gli interessi. Chi ritiene di essere stato leso con l’applicazione di interessi usurai bene potrà rivolgersi a un avvocato e/o ad un’associazione di consumatori che previa le dovute valutazioni tecniche – perizia econometrica di cui sopra- consiglieranno la migliore azione e strategia difensiva a tutela delle proprie ragioni che si potrà esplicare sia in ambito civile che penale.

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innovazione e tecnologia Noi di DentalCoop abbiamo come unico obiettivo combinare la soddisfazione del paziente con l’eccellenza delle cure odontoiatriche a condizioni chiare e vantaggiose. Medici e paramedici con curriculum d’eccellenza, cliniche attrezzate con innovative tecnologie di ultima generazione e biomateriali ad alto livello qualitativo fanno la vera differenza. Un grande gruppo unito per abbattere i costi e assicurare le eccellenze garantendo a tutti il diritto alla salute dentale.

IMPRONTA DIGITALE 3D (scanner intra-orale) Di prossima realizzazione l’impronta digitale con CEREC Connect è il metodo preciso e innovativo di rilevamento dell’impronta dentale. I dati rilevati per via endorale dall’odontoiatra vengono convertiti in un modello 3D e trasmessi direttamente on line al laboratorio odontotecnico. In questo modo, per numerosi casi di restauro non è più necessaria l’impronta tradizionale, un’operazione che risulta sgradita a molti pazienti.

ORTODONZIA INVISIBILE CON INVISALIGN® è una tecnica testata clinicamente, praticamente invisibile, per darti il bel sorriso che hai sempre desiderato. INVISALIGN® rappresenta Funziona con una serie di allineatori (aligner) rimovibili e quasi invisibili - nessuno noterà che lo stai indossando. Ogni aligner è leggermente diverso e sposta gradualmente i denti nella posizione desiderata.

Con Dentalcoop il sorriso è per tutta la Famiglia !


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