di Rovigo
Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 24 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Sanità, studio regionale Ulss 18 e 19 rispettano i tempi ma forse non basta questo pagg.
Verso il voto Pd, le primarie hanno promosso Nadia Romeo
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pag.
Febbraio 2015
La storia Il toro ribelle ora è davvero salvo per sempre
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L’informazione locale è sempre con te: piu’ occupazione con l’inizio del 2015
Il benessere torna a splendere in veneto
La situazione non si sblocca e la paura resta davvero tanta. Non ci sono assolutamente certezze per il personale della Provincia di Rovigo. Decine di dipendenti rischiano il posto e da Palazzo Celio arrivano poche risposte. pag. 12
Nuovi parametri per misurare il benessere delle persone e, più in generale, della società, andando oltre il concetto di Pil, prodotto interno lordo, che rimane un fattore d’analisi e di valutazione importante ma non esaustivo. pagg. 16-17
Stevanato, l’uomo dei fuochi d’artificio
La campagna elettorale entra nel vivo
Fanno riflettere i dati raccolti dal centro antiviolenza di Rovigo. Sfatano numerosi luoghi comuni. Per esempio, la maggior parte degli autori di violenze domestiche sono italianissimi, mariti, fidanzati e compagni. pag. 13
All’interno del giornale
dei nostri amici
A nimali a pag.
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Allarme nuova discarica Rischiamo di pagarla noi
Spunta una convenzione tra Ecoambiente e Consorzio. Paura per l’impennata in tariffa
L
a partita dei rifiuti ha provocato uno scontro politico senza precedenti in Polesine. Del resto, la posta in gioco è molto alta: appalti milionari, gestione di società partecipate che hanno il controllo del business, lavori per gli impianti già realizzati o solo progettati. Insomma, l’affare rifiuti fa gola a tutti. Basti pensare all’affidamento del primo stralcio dei lavori per la bonifica, la messa in sicurezza e l’ampliamento volumetrico della discarica di Villadose. Il bando, che
aveva un importo a base d’asta di 6 milioni di euro, se l’è aggiudicato una cordata di imprese formata dal colosso emiliano Hera e dalla ditta portovirese Xodo costruzioni. Ma ad agitare lo scenario politico rodigino e polesano è spuntato il fantasma degli aumenti della tassa per i rifiuti. A quanto pare, infatti, i costi per la realizzazione del nuovo sito rischiano di ricadere sulle spalle di tutti i cittadini della provincia. Come? Attraverso una convenzione firmata dal Consorzio Rsu e da Ecoambiente. Il Consorzio Rsu è l’ente
formato dai 50 comuni del Polesine che ha indetto il bando mentre Ecoambiente è la società (nata dalla Fusione tra Ecogest e la divisione ambiente di Asm, al 100% del Comune di Rovigo)di proprietà al 33,64% del Consorzio e al 66,36% dal Comune di Rovigo che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in tutti i comuni della provincia. Tale convenzione prevederebbe che sia Ecoambiente ad accollarsi i costi di realizzazione della discarica. pag. 6
Il lavoro capillare e attento della Moretti sul territorio e tra la gente sembra raccogliere i primi frutti che, seppur ancora timidi, cominciano a far ben sperare il popolo del centrosinistra. pag. 21
aspettando la biennale di venezia Il curatore per questa edizione è Okwui Enwezor (Nigeria 1963), studioso interessato ad un approccio artistico internazionale più che locale. pag. 22
Editoriale
“Io sto con il benzinaio”
“I
di Ornella Jovane*
o sto con il benzinaio” scriveva qualche giorno fa Matteo Salvini su facebook, a testimonianza della ufficiale e compatta posizione assunta dalla Lega Nord sul caso che si è aperto dopo i fatti di Ponte di Nanto.
*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it continua a pag.
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LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUL SITO Protagoniste le persone sia del giornale che dell’web. Nel mese di gennaio le notizie più viste sul nostro sito sono state quelle relative alle storie di Denis Frison, del Carnevale di Agna e l’avventura creativa di Pietro Boscolo Zamelo disegnatore di Topolino! seguici su www.lapiazzaweb.it
LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUI SOCIAL Sui social vince, invece, l’evento del mese: il carnevale di Venezia, a seguire la vicenda tutta rodigina del toro Free Willy, ancora eventi con il carnevale di Adria e la politica rodigina che ha un candidato già in corsa per le amministrative: Nadia Romeo. seguici su www.facebook.com/ lapiazzaweb
EDIZIONI PIÙ VISTE SUL SITO:
Digitali, ma col cuore tra la gente vera Ad un mese dal lancio di laPiazzaweb numeri confortanti. Ora la sfida: un rapporto diretto con la comunità dei lettori
L
o scorso numero abbiamo presentato ai nostri lettori il nuovo sito internet della Piazza. A distanza di un mese, i numeri dicono già che la sua accoglienza è stata straordinaria. Le visite sono quadruplicate, con un significativo picco nei giorni successivi alla distribuzione dei giornali nelle città e nei paesi raggiunti dalle nostre edizioni. È un primo passo, a cui ne seguiranno altri sulla strada di un sistema sempre più integrato tra carta stampata, sito internet, social media. Tre canali attraverso cui esplorare il nostro territorio veneto in tutti i suoi aspetti, affiancando all’appuntamento mensile anche la velocità del racconto quotidiano, alle inchieste e agli approfondimenti anche la cronaca giudiziaria, al racconto dei nostri giornalisti anche il contributo di voi lettori. Il web sta cambiando profondamente il modo di fare informazione, che sempre più vive in un costante dialogo tra il giornale e la “sua comunità” di lettori-protagonisti. Questo vale a maggior ragione per una testata come la Piazza, che fin dalla nascita ha scelto di occuparsi di quei territori a cui la grande stampa solo occasionalmente presta attenzione ma che sono invece il cuore pulsante della società veneta. I prossimi passi, allora, li possiamo e dobbiamo compiere assieme. Altrimenti, pur con tutte le sue potenzialità, il web rischia di rimanere una bella scatola vuota. O riempita al massimo di poche notizie, uguali su tutti i siti e di scarso interesse. Un esempio lampante di quanto le buone intenzioni rischino di perdersi strada facendo e di essere inghiottite da motivazioni prettamente commerciali, ce lo offre in questi giorni un anniversario importante. Esattamente dieci
Le edizioni storiche sono anche quelle più lette dai lettori della piazzaweb: Cavarzere, Piovese, Chioggia. Cittadine molto vivaci sia dal punto di vista politico che culturale e sportivo!
anni fa nasceva YouTube, il canale video che assieme a Facebook ha rivoluzionato il nostro rapporto con internet. I suoi fondatori avevano scelto per il lancio uno slogan tanto seducente quanto alla lunga irrealistico: broadcast yourself, “fatti la tua televisione personale”. Ma nel giro di poco tempo YouTube ha cambiato radicalmente volto. Oggi ila maggior parte del miliardo di utenti che in 75 paesi caricano ogni minuto 300 nuove ore di video secondo le statistiche guarda il filmato demenziale “Gangnam Style” di Psy o un videoclip di Justin Bieber. Forse con un pizzico di utopia, il nostro impegno a rendere sempre più ricco il sito internet nasce invece proprio con l’obiettivo di rimettere il lettore al centro, rendendolo protagonista e non solo passivo fruitore di un prodotto pensato altrove. Non si tratta solo di offrire in edizione digitale tutti i periodici della Piazza, per poterli sfogliare comodamente nel tempo, ma di trovare nuovi spazi di dialogo, condivisione e protagonismo. Come? Attraverso l’indirizzo di posta elettronica redazioneweb@givemotions.it per inviare fotografie, articoli, segnalazioni. Attraverso il sistema di commenti del sito per arricchire con il vostro personale punto di vista i servizi della redazione. O magari attraverso la nostra pagina Facebook per commentare e condividere contenuti anche nella cerchia dei vostri amici. Per questa via, ne siamo certi, saremo poco alla volta sempre più in grado di camminare col passo delle nostre comunità, dando voce ai loro bisogni reali, alle persone che conta davvero conoscere, alle esperienze che rendono le nostre giornate migliori. Sempre più “digitali”, insomma, ma proprio per questo sempre più accanto alla vita vera delle persone.
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Il BLOG DEL DIRETTORE Il direttore nel suo blog si chiede se la sicurezza sia davvero un’emergenza oppure no. Se sia meglio spendere soldi in mille telecamere che registrano immagini che forse non guarda nessuno o se non si possa fare altro. seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/il-blog-del-direttore/
IL SONDAGGIO Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega, salta sul carro della sicurezza fai da te e si fa fotografare col benzinaio che ha sparato ai rapinatori. Che facciamo? Una pistola ad ogni veneto? seguici su www.lapiazzaweb.it/ sondaggio/
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EDIZIONI PIÙ VISTE SU ISSUU
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Cambiano, invece, i nomi delle edizioni più sfogliate su Issuu. Qui spopola il supplemento PioveseSport che racconta tantissime realtà sportive della Saccisica, poi ancora l’edizione di Piove e a seguire quella di Chioggia.
Record di lettura giornale: 29.235 persone hanno letto La Piazza attraverso laPiazzaweb.
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Questa edizioneraggiunge raggiunge le zone di Rovigo Questa edizione le zone Conselve, Tribano,per un numero complessivo di 15.317 copie. Iscrizione Cartura, Candiana, Due Carrare, Agna, Bovolenta testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del per un numero complessivo di ROC 13.208 copie. 12.04.1994; numero iscrizione 22120 Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120 Periodico fondato nel 1994 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE: REDAZIONE:
Direttore responsabile (ad interim) Direttore responsabile (ad interim)
Germana Urbani direttore@lapiazzaweb.it GERMANA URBANI direttore@lapiazzaweb.it O Ornella RNELLA JJovane OVANE o.jovane@lapiazzaweb.it o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso Chiuso in in redazione redazione ilil 16 16 febbraio febbraio 2015 2015 C Centro ENTRO S Stampa TAMPA:: R Rotopress OTOPRESS IInternational NTERNATIONAL LLoreto ORETO,, via VIA breccia BRECCIA (A (AnN))
4 Argomento del mese Sanita’: eccellenza o crisi? Il rapporto sull’adempienza alle tempistiche fissate per legge per le liste di attesa premia le Ulss di Rovigo e Adria. Zaia: “Siamo una sanità di eccellenza, non una sanità normale”. Ma è davvero così? Per i sindacati ci sono vari fattori da considerare, molti dei quali non presi in considerazione dalla pubblicazione della Regione
La vera salute non
di Elisa Dall’Aglio
“Il report esclude del tutto la situazione del pronto soccorso, ad esempio”
Resta aperto il caso dei frequenti dirottamenti del paziente verso erogatori privati
U
na sanità di eccellenza o una sanità nella quale c’è molto da rivedere? Non è una domanda da poco. Ma una domanda che è inevitabile dopo che il Governatore Luca Zaia ha reso noti i tempi di attesa per le visite specialistiche per le prestazioni diagnostiche erogate in Veneto nel 2014. “Siamo una sanità di eccellenza, non una sanità normale”, ha dichiarato il presidente della Regione nel corso dell’incontro con i direttori generali delle Ulss e delle Aziende ospedaliere del Veneto. Dati che presi così, nudi e crudi, non appaiono affatto male, anzi, sono decisamente positivi. Sono contenuti nel rapporto Annexe. Le due Ulss del Polesine, la 18 di Rovigo e la 19 di Adria, si collocano infatti in ottime posizioni nella classifica che valuta la percentuale di adempienza, ossia di rispetto dei tempi previsti per le liste di attesa. Il rapporto suddivide le varie prestazioni in differenti classi di priorità, proprio con riguardo ai tempi previsti. La prima classe di priorità è di fatto non indicativa, dal momento che la percentuale di adempienza fissata per legge al 100%. La seconda classe riguarda le prestazioni per le quali la soglia è di 10
giorni. Le nostre due Ulss si posizionano nella parte nobile della classifica. Rovigo è all’87%, Adria al 95%. Entrambe hanno fatto decisamente meglio rispetto al 2013. Discorso simile anche per la terza fascia, con prestazioni con tempistiche tra i 30 e i 60 giorni. La percentuale di adempienza rimane molto alta: Adria da 3 anni è stabile al 94%, mentre Rovigo viaggia al 93%. E medesimo discorso vale per l’ultima classe, con soglia fissata ai 180 giorni. La percentuale dell’Ulss 19 è del 99% e quella della Ulss 18 del 96%. Insomma, è indubbio che sarebbe strumentale sostenere che le cose vadano male. Ma non è scontato che sia tutto perfetto o che manchino i problemi. Alcuni possibili problemi in effetti emergono se si approfondisce l’analisi. Lo ha fatto per esempio il segretario provinciale della Fp Cgil Davide Benazzo, che mette in luce alcuni aspetti che non emergono dal rapporto. Per esempio, spiega che i dati del rapporto escludono da questi dati l’urgenza assoluta, rappresentata ossia dal pronto soccorso, e le visite successive alla prima. Come quelle di controllo. In sostanza quindi vengono considerate unicamente le prime
visite e i primi accertamenti diagnostici. Le graduatorie sono di fatto stilate senza prendere in considerazione successivi passaggi medici e diagnostici relativi a situazioni non bollate come urgenti. Un esempio classico è quello dell’anziano con una patologia cronica che necessiti di frequenti verifiche. “In ogni caso – fa notare Benazzo – fornire risposte adeguate al paziente sui tempi di attesa è unicamente un dovere pervisto dalla legge. A noi fa sicuramente piacere, come sigla sindacale, di queste alte percentuali di adempienza, ma va anche detto che sono solo una parte del puzzle della sanità polesana. Che è una sanità di qualità, questo è vero, ma versa in grosse difficoltà”. Tra le questioni evidenziate il fatto che spesso, soprattutto sul fronte della diagnostica, il cittadino venga dirottato verso il privato.E infine una critica all’operazione “ospedali aperti di notte” varata dal governatore della Regione Luca Zaia. Una idea che secondo i critici non ha dato i risultati sperati. Volendo tirare le somme, la sanità polesana non è certo allo sbando e gli elementi positivi ci sono. Ma anche quelli da rivedere.
Lo studio Lo ha condotto la cgia mestre
Restano ingenti i debiti verso i fornitori
N
ei giorni scorsi la Cgia di Mestre ha pubblicato una analisi che individua i debiti accumulati dalle Ulss e dalle aziende sanitarie del Veneto nel 2013, l’anno più recente a disposizione per valutazioni di questo tipo. Il totale a livello nazionale è imponente: si parla di qualcosa come 24,4 miliardi di euro. I dati a livello regionale e polesano sono “materia” di Claudio Sinigaglia, consigliere regionale del Pd e vicepresidente della quinta commissione consiliare, che si occupa appunto di sanità. I suoi calcoli parlano per la Ulss 18 di Rovigo di un indebitamento verso i fornitori di 99 milioni di euro, di 30 milioni invece per la Ulss 18. Il dato acquista rilievo rapportandolo alla popolazione residente: il Polesine è la seconda provincia del Veneto per densità abitativa, ovvero il numero di abitanti per chilometro quadrato: la nostra è di 136,3 contro, per esempio, 437,1 di Padova o 358, 3 di Treviso. “Probabilmente il dato relativo al 2014 sarà migliore – spiega Sinigaglia – perché Palazzo Balbi ha recentemente contratto un debito con lo Stato di un miliardo e 400 milioni di euro, che però ci costringerà a restituire 60 milioni all’anno per i prossimi 25 anni. Grazie a questa somma, però, siamo riusciti a pagare alcuni fornitori. Ma i numeri parlano da soli”. E. D. A.
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Argomento del mese 5 L’intervento
è solo liste di attesa Il caso Il progetto per aiutare chi ha un non autosufficiente a carico a casa
Home Care Premiun: grande idea, ma troppe restrizioni di Elisa Dall’Aglio
U
n progetto davvero meritorio, Home care premium: un contributo economico per le persone che convivono con un familiare non autosufficiente a carico. Una iniziativa senza dubbio positiva quella varata da Palazzo Nodari. Anche in questo caso tuttavia, a fronte di una idea sicuramente da lodare, non sono mancati gli appunti sulla maniera in cui è stata messa in atto. In primo luogo, i paletti – per così dire – all’ingresso. Il progetto, curato dall’Inps e preso poi in carico dai Servizi sociali del Comune di Rovigo, non è cosa per tutti: i beneficiari infatti possono essere unicamente dipendenti e pensionati pubblici, coniugi conviventi, i loro figli e gli orfani di dipendenti o pensionati pubblici. C’è poi una ulteriore barriera all’entrata: per potere ottenere il bonus era necessario avere la residenza in uno dei seguenti Comuni: Rovigo, Arquà Polesine, Boara Pisani, Bosaro, Ceregnano, Costa di Rovigo, Crespino, Frassinelle Polesine, Gavello, Guarda Veneta, Polesella, Pontecchio Polesine, San Martino di Venezze, Villadose, Villamarzana, Villanova Marchesana. I cittadini dell’Alto Polesine, di Adria e del Delta, sono stati di fatto esclusi dall’accesso al fondo. Infine l’ultima scrematura, quella forse che prevede il criterio più semplice e restrittivo di tutti: il limite quantitativo dei beneficiari, 100 in tutto. Questo ha avuto, come primo effetto, il fatto che il giorno in cui sono stati aperti i termini per presentazione delle domande si è di fatto scatenata una vera e propria corsa a presentare le carte. Alcuni hanno persino avuto l’idea di andare a prendere il posto di persona, o mandare qualcuno, di fronte ai cancelli del Comune, in modo da potere essere i primi a presentarsi allo sportello al momento dell’apertura. Non è stato certamente possibile esaudire tutte le richieste pervenute. Ma 100 contributi per la non autosufficienza da seguire a domicilio non sono certo poco, in un momento di pesanti tagli e altrettanto ingenti ridimensionamenti dei servizi sociali qual è quello attuale.
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Parla Davide Benazzo
“I medici sono allo stremo” L
a sanità polesana è in crisi. Non ha dubbi, Davide Benazzo, segretario di Fp – Cgil, la sigla confederale che segue la funzione pubblica e la sanità che è una sua branca. Negli ultimi anni i trasferimenti dalla Regione verso le aziende sanitarie sono calati in modo significativo. Dal 2011 al 2014 c’è stata una riduzione superiore al milione di euro, con altri 900mila che saranno decurtati entro quest’anno. Benazzo e Riccardo Mantovan, coordinatore delle Rsu (Rappresentanza sindacali unitarie) dell’Ulss 18, non hanno dubbi. “Gli ospedali di Rovigo e di Trecenta sono in forte difficoltà – spiegano – Come sindacato onestamente non sappiamo più quali risposte dare ai medici che davvero non ce la fanno più”. La prima ricaduta dei tagli è stata sulla dotazione organica del personale. In 13 anni sono stati persi almeno 350 posti di lavoro. Un effetto che si è scaricato su medici, personale infermieristico, tecnico e assistenziale. In misura minore sui dirigenti. Il tutto senza considerare la mancanza di ricambio: l’età media dei dipendenti ormai si aggira sui 50 anni. E più avanza l’età, più pesante diventa fare fronte a situazioni di stress sempre crescente alle quali costringono le decurtazioni di organico. Un circolo vizioso perverso. “Sento dire – prosegue il segretario – che il problema degli ingorghi del pronto soccorso di Rovigo, intasato 24 ore su 24, deriva dalla recente apertura del no- “In 13 anni sono socomio di Schiavonia: in realtà, le lun- stati persi almeno ghe attese dei malati sono causate dalla 350 posti di lavoro, carenza di medici e infermieri e dalla gli ospedali mancanza di strumenti, sul territorio, boccheggiano” per ridurre l’accesso dei codici bianchi. Nei corridoi e in astanteria ci sono barelle piazzate ovunque, con un solo infermiere per venti persone (dato di routine) a fare il giro tra tutte le portantine, sperando non capiti il peggio”. Il problema comunque non riguarda unicamente il pronto soccorso. “In un reparto di cruciale importanza e delicatezza come la rianimazione dovrebbero essere presenti sette infermieri per turno – aggiunge Mantovan – Invece, spesso ce ne sono solo cinque. L’anno scorso il personale del Suem ha sempre fatto gli straordinari per coprire le emergenze su tutto il territorio. E nel Polo angiografico e di emodinamica si ripete lo stesso copione: i dipendenti prestano servizio 12 ore al giorno per permetterne il funzionamento. Ci sono poi reparti come pneumologia, geriatria e medicina dove sono stati aggiunti 6 o 7 letti bis (per far fronte al numero di degenze, sempre elevato per queste specialità) completamente privi di ausili come il comodino, l’armadietto dei vestiti e, in alcuni casi, anche del campanello per chiamare gli operatori”. Il sindacato ovviamente farà la propria parte, ma la situazione non appare comunque facile e la soluzione sicuramente non sta dietro l’angolo. “Noi – prosegue Benazzo – organizzeremo varie inziative sul territorio per segnalare come stanno le cose e denunciare queste difficoltà. E’ importante che la gente lo sappia”. Un esempio indicato come positivo è quello di Padova. “Qui le sigle sindacali – spiegano infatti Benazzo e Mantovan – in accordo con l’Ulss, hanno chiesto alla Regione di E. D. A. poter superare il budget in deroga”.
6 Rovigo Servizi Convenzione per ampliare la discarica: finiremo per pagare noi?
Rifiuti, Ecoambiente spaventa il Polesine I costi potrebbero ricadere sulla società figlia di Ecogest ed Asm divisione ambiente di Elisa Barion
IL CASO Crisi di liquidità
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a partita dei rifiuti ha provocato uno scontro politico senza precedenti in Polesine. Del resto, la posta in gioco è molto alta: appalti milionari, gestione di società partecipate che hanno il controllo del business, lavori per gli impianti già realizzati o solo progettati. Insomma, l’affare rifiuti fa gola a tutti. Per questo motivo gli opposti schieramenti stanno combattendo una guerra politica che dura da anni e che ha riservato numerosi colpi di scena. Come quando una lettera anonima attribuita ad un fantomatico “Corvo” ha creato il caos politico finendo dritta sui tavoli della Procura di Rovigo. Da allora (la lettera risale all’estate 2012) di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e la vicenda, quanto mai complessa, ha registrato, su più fronti, diverse novità. La più importante riguarda l’affidamento del primo stralcio dei lavori per la bonifica, la messa in sicurezza e l’ampliamento volumetrico della discarica di Villadose. Il bando, che aveva un importo a base d’asta
Rebus discarica di 6 milioni di euro, se l’è aggiudicato una cordata di imprese formata dal colosso emiliano Hera e dalla ditta portovirese Xodo costruzioni. Ma ad agitare lo scenario politico rodigino e polesano è spuntato il fantasma degli aumenti della tassa per i rifiuti. A quanto pare, infatti, i costi per la realizzazione del nuovo sito per lo stoccaggio della spazzatura, rischiano di ricadere sulle spalle di tutti i cittadini della provincia. Come? Attraverso una convenzione firmata dal Consorzio Rsu e da Ecoambiente. Il Consorzio Rsu è l’ente formato dai 50 comuni del Polesine che ha indetto il bando
mentre Ecoambiente è la società di proprietà al 33,64% del Consorzio e al 66,36% dal Comune di Rovigo che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in tutti i comuni della provincia. Ecoambiente è nata dalla fusione tra le società Ecogest e la divisione ambiente di Asm, società al 100% del Comune di Rovigo. Tale convenzione prevederebbe che sia Ecoambiente ad accollarsi i costi di realizzazione della discarica. Va detto che il documento in questione è privato. Ma il rischio che la tassa sui rifiuti possa aumentare ha creato un notevole strascico di polemiche. In primo luogo perché il conferimento dei rifiuti fuori provincia (a Sant’Urbano come avviene al momento) è più conveniente. Questa posizione è sostenuta da tempo dagli esponenti del centrosinistra. Per contro, il centrodestra ha sempre sostenuto la convenienza di un impianto sul suolo provinciale. Ora però i venti elettorali hanno fatto cambiare idea a diverse persone e la faccenda si fa sempre più bollente.
E intanto il personale entra in agitazione
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a convenzione firmata da Consorzio Rsu ed Ecoambiente rischia di diventare un salasso per i cittadini polesani. Questo perché i costi del primo stralcio dei lavori per la bonifica e l’ampliamento della discarica di Villadose (6,2 milioni di euro su un appalto complessivo di 20 milioni) dovrebbero essere sostenuti da Ecoambiente. La società responsabile della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti sul territorio provinciale è nata dalla fusione tra Ecogest, che svolgeva il servizio di raccolta dei rifiuti in Polesine e la divisione ambiente di Asm, società municipalizzata al 100% del Comune di Rovigo, che si occupava dello smaltimento dei rifiuti nel capoluogo. Ecoambiente, nei mesi scorsi, ha dovuto far fronte a qualche difficoltà economica di cui non era responsabile. Alcuni dei comuni per i quali svolge i propri servizi hanno tardato a saldare le relative fatture (24 per la precisione, compreso Rovigo). E così la società si è ritrovata a corto di liquidità tanto da sospendere gli stipendi ai suoi 300 dipendenti. Il personale è entrato così in stato di agitazione, bloccando inoltre gli straordinari. Va da sé che accollarsi i costi dei lavori alla discarica per Ecoambiente possa essere un notevole impegno che potrebbe portare la società ad indebitarsi. E di conseguenza le tariffe a carico dei cittadini potrebbero essere ritoccate all’insù. Sulla questione sono più volte intervenuti alcuni ex consiglieri comunali del centrodestra rodigino oltre che diversi esponenti del centrosinistra. Polemiche a cui il commissario del Consorzio Rsu Pierluigi Tugnolo ha replicato smentendo il rischio di aggravi delle bollette. El.Ba.
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DOPO L’ISPEZIONE Asm non si difende
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a lente d’ingrandimento posta dal Ministero per l’Economia e le finanze sui conti di Asm Spa, la municipalizzata al 100% di proprietà del Comune di Rovigo, è in attesa di una risposta che faccia chiarezza. A sostenerlo è l’ex consigliere comunale Aldo Guarnieri che a settembre, quando gli ispettori del Ministero dell’Economia e delle finanze passarono al setaccio i conti della spa, criticò duramente la giunta Merchiori. Il motivo? La giunta aveva nominato il consiglio di amministrazione che ha guidato la municipalizzata tra il 2009 ed il 2013, ovvero: l’arco di tempo su cui gli ispettori del Mef hanno fatto i loro approfondimenti in fatto di gestione e manovre finanziarie della società. Il consiglio di amministrazione era guidato da Giovanni Salvaggio affiancato dal vicepresidente Giuseppe Traniello Gradassi. Ora la gestione di Asm è affidata ad un amministratore unico, Ugo Fiocchi, incaricato dalla giunta Piva dopo aver varato le necessarie modifiche statutarie alla spa. Dopo l’ispezione ministeriale, che si è conclusa con un verbale nel quale sono contenuti una ventina di rilievi, il Comune e la stessa Asm dovrebbero produrre le proprie controdeduzioni. Ma al momento, secondo quanto riferisce Guarnieri, all’orizzonte non si sono novità. Per quanto riguarda i rilievi messi a verbale, come detto, sono in tutto una ventina. A sedici è chiamata a rispondere la Ragioneria di palazzo Nodari dato che riguardano i servizi che Asm svolge per il
Comune. Agli altri rilievi dovrà rispondere la municipalizzata stessa. Le questioni più spinose su cui le controdeduzioni dovranno fare luce riguardano in particolare l’acquisizione della ditta edile Arcobaleno da parte della spa e l’acquisto del terreno su cui sorge la sede della società stessa. Ma anche le sponsorizzazioni da parte di Asm alle attività del Comune e del Teatro Sociale. Ai rilievi mossi dagli ispettori ministeriali e alla pioggia di critiche di stampo politico piovute sul consiglio di amministrazione di Asm, va detto che Salvaggio e Traniello Gradassi hanno risposto fornendo la propria versione dei fatti con carte alla mano. Le stesse carte che saranno utilizzate per presentare le controdeduzioni agli ispettori del Ministero. El. Ba.
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8 Rovigo Verso il voto Dopo un serrato confronto con Monini ha vinto la corsa interna al centrosinistra
Le primarie dicono Romeo di Francesco Campi
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Sbalorditivo il dato dell’affluenza, davvero molto alta. Lei: “Ora fase comune”. Ma possibili gli strappi
l responso c’è stato ed a pronunciarlo è stata la roboante voce di poco meno di 4mila cittadini di Rovigo, 3916 per l’esattezza: Nadia Romeo sarà il prossimo candidato sindaco del centrosinistra. Questo il verdetto emesso dalle primarie che si sono tenute a Rovigo domenica 8 febbraio e che hanno visto l’ex capogruppo Pd in consiglio comunale, sostenuta dai vertici locali del partito battere con un vantaggio di 286 voti il suo principale avversario, il direttore della Cna Alessandro Monini che, sostenuto da una lista civica “Rovigo Riparte” oltre che da parte del Pd e da Sel, anche se il partito di Vendola non ha sottoscritto il patto e si è limitato ad un “sostegno esterno”, si è fermato a 1513. Tanti comunque e, nel seggio di Rovigo centro, Monini si è addirittura piazzato al primo posto. La differenza l’hanno fatta le frazioni, in particolare Boara (+90 della Romeo su Monini) e Sarzano (+123). Il primo dato comunque da sottolineare è quello dell’affluenza, considerando anche che a Rovigo le ben note primarie del 2012 che avevano visto contrapporsi Matteo Renzi e Pierluigi Bersani avevano visto mille persone in meno recarsi al voto. Numeri, quindi, di assoluto rilievo, sottolineati dalla stessa Romeo appena conosciuto l’esito del voto: “Il primo dato eclatante è quello dell’affluenza: una partecipazione così non si è mai vista”.Il successo è altri sono toccate poco più che le briciole. Anche a stato netto, ma la strada non è certo in discesa per Federico Frigato, candidato sindaco nel 2011 che la vincitrice, visto e considerato si è fermato a 400 preferenanche che il confronto con Mo- Gli altri nomi, ze secche con il picco nella nini, così serrato e non senza Frigato compreso, “sua”Sarzano, dove però Naesclusione di colpi, ha lasciato hanno ottenuto dia Romeo ha quasi doppiato i sulla strada qualche ferita che solamente suoi 109 voti con 211 consentoccherà proprio a lei ricucire le briciole si. Un risultato sicuramente al in vista del voto “vero” del di sotto delle attese. “Primarie maggio prossimo “Ora si apre il percorso comune caratterizzate dalla paura – commenta la segreteria – spiega Romeo - che ci vedrà lavorare tutti insieme del Psi in corsa con un proprio candidato, Roberto a partire dal programma”. Il voto è stato estrema- Pugiotto - Da una parte la paura che potesse perdere mente polarizzato fra i due candidati “forti” ed agli Nadia Romeo, dall’altra la paura che potesse perde-
IL CASO
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Foto di gruppo con vincitrice: Nadia Romeo, ex capogruppo del Pd in consiglio comunale, ha appena ricevuto la notizia che ha vinto le primarie del Pd per le amministrative
re Alessandro Monini. Anche da questo sentimento negativo è nata una polarizzazione del voto ed il candidato del Psi, Roberto Pugiotto, pur autorevole, pur dotato di un programma di grande efficacia, ha dovuto accontentarsi di 151, voti pari al 4%, stretto alle corde tra due colossi”. Giusto una manciata, infine, i voti raccolti da Elena Lattanzio, proposta dall’Idv. Ricapitolando, a fonte di 3916 votanti totali, 1799 voti sono andati a Nadia Romeo (46,2%), 1513 ad Alessandro Monini (38,9%), 400 a Federico Frigato (10,3%), 151 a Roberto Pugiotto (3,9%) e 28 ad Elena Lattanzio (0,7%).
Editoriale
“Io sto con il benzinaio” di Ornella Jovane*
segue da pag.
Al centro del dibattito la sorte destinata a Graziano Stacchio, il benzinaio del piccolo comune nel Vicentino balzato agli onori della cronaca veneta e nazionale, che ha sparato nel corso di una rapina ad uno dei banditi, uccidendolo, per difendere la commessa di una gioielleria che era minacciata dalla banda. Stacchio, diventato il simbolo della lotta contro l’escalation criminale che sta colpendo il Veneto, è indagato per eccesso di difesa. A Ponte di Nanto tutti si sono schierati a favore del benzinaio, lo stesso ha fatto il sindaco Joe Formaggio ad Albettone, un paese limitrofo, che ha fatto stampare delle magliette con tanto di slogan “Io sto con Stacchio”. Sta con Stacchio anche il governatore del Veneto Luca Zaia che ha definito il benzinaio “un uomo che non ha esitato a mettere a rischio la propria incolumità e a fronteggiare un grave atto criminale che si stava compiendo” . Al di là della cronaca, la questione è più ampia e riguarda la sicurezza, un tema “di pancia” che sta a cuore ai veneti, esasperati per il sostanzioso incremento di fatti criminali che interessano i loro territori e preoccupati per la loro incolumità. I Comuni investono in telecamere per monitorare vie e piazze, i cittadini si organizzano in gruppi di vicinato, attivissimi in rete nel passaparola con facebook a segnalare situazioni sospette e a controllare il territorio. Anche nei nostri giornali troverete parecchi articoli sul tema. Ci sono anche coloro che, abitanti di intere vie, sarebbero disposti ad acquistare in proprio – se si potesse - telecamere o assoldare guardie giurate per scoraggiare i malintenzionati. Eppure viene da chiedersi: le soluzioni proposte e messe in atto sono realmente efficaci? E’ giusto che i cittadini si dotino di armi per difendersi da soli? Sono opportuni i gruppi di vicinato, ed è giusto che i cittadini si trasformino in investigatori? E quanto efficaci sono in realtà le telecamere installate dai Comuni? Sono adeguati deterrenti? Non si può negare che il problema esista, e forse si può anche capire la reazione del benzinaio, ma se invece di spingere sulla giustizia fai da te si puntasse l’attenzione sull’opportunità di rafforzare l’azione delle forze dell’ordine? E se, al posto delle telecamere, si destinassero a queste ultime maggiori risorse, introducendo magari qualche agente in più a presidio del territorio, a tutela dei cittadini e come risposta alla paura della gente? Forse si eviterebbe che gente spaventata e che si sente minacciata imbracci un fucile, costretta poi a fare i conti con le conseguenze a volte anche tragiche dei propri gesti dettati dalla drammaticità del momento.
*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it
Una proposta deflagrante
BORSETTO: “Monini non è stato sconfitto, perche’ non si candida?”
l clima acceso che si è respirato prima delle primarie non si è del tutto spento nemmeno dopo che i risultati hanno incoronato Nadia Romeo come candidato sindaco. E così, se i due sostenitori più illustri di Monini, l’onorevole Diego Crivellari e Graziano Azzalin, che non avevano nascosto di non sostenere la candidatura dell’ex capogruppo Pd in consiglio, si sono affrettati a dire che il responso delle primarie va rispettato e che, nel prossimo
confronto elettorale, inevitabilmente, daranno il loro sostegno al candidato del Pd Nadia Romeo, c’è anche chi si pone in posizione ben diversa. E’ il caso dell’ex consigliere democratico Vanni Borsetto, che, guardando ai 2300 votanti che non hanno votato Romeo, all’indomani del voto ha invitato lo sconfitto a candidarsi ugualmente: “Penso che al popolo del centrosinistra farebbe bene una sua partecipazione alle ‘vere’ primarie: quelle che avranno
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luogo le prossime Comunali di primavera”. Secondo Borsetto, infatti, “lo sforzo sarebbe quello di non regalare Rovigo al centrodestra come avvenne nel 2011. Condizione indispensabile sarebbe l’unità nel centrosinistra. Quattromila votanti sono molti ed incutono fiducia ma osservandole ai seggi vi si trovano facce mai viste in altre occasioni. Capitolo extracomunitari ed elettori di destra a parte, Nadia Romeo ha vinto ma ha perso il Pd”. Fr. Ca. Vanni Borsetto al momento del voto
Rovigo 9 Regionali Il Polesine alla prossima tornata potrebbe perdere due rappresentanti
Tanti nomi, pochi posti Nei vari schieramenti ancora tanta incertezza, ma gli uscenti dovrebbero essere ricandidati di Elisa Barion
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uardando alle prossime regionali, il Polesine probabilmente perderà due consiglieri, visto che con la riduzione delle poltrone a Palazzo Ferro-Fini, oltre al posto nell’abrogato listino bloccato (che attualmente ha premiato il forzista Mauro Mainardi) ne potrebbe perdere anche un altro. Nonostante i due posti a disposizione, le liste nel collegio polesano saranno comunque composte da cinque candidati, proprio per permettere, insieme all’alternanza di genere, anche la possibilità di scelta reale degli elettori con le preferenze.
Focus
Calda la situazione in Forza Italia, dopo lo scontro tra Coppola e Marangon Nella cinquina della Lega, sempre che si chiarisca la situazione interna al Carroccio, dovrebbe essere dunque ricandidato Stefano Falconi, subentrato a Corazzari divenuto sindaco di Stienta. Più complicata la situazione in Forza Italia, che ha vissuto proprio recentemente l’avvicendamento di Renzo
Marangon sulla collega Isi Coppola, decaduta per irregolarità nelle spese elettorali. Difficile che si possa ripetere il testa a testa fratricida, ma i loro due nomi, insieme a quello di Mainardi, restano comunque i più accreditati. Le novità potrebbero essere l’assessore adriese Federico Simoni e Marco Trombini, sindaco di Ceneselli e neo presidente della Provincia che potrebbe già abdicare. Nel Pd, con la candidata presidente Alessandra Moretti già passata nella sua lunga campagna elettorale a visitare il Polesine, quasi certamente in lista ci sarà il consigliere uscente,
Amministrative Partiti in crisi, ecco le civiche Il centrodestra resta diviso
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er le prossime amministrative sembra andare di moda la “civica”. In tempi in cui la politica ha perso definitivamente il proprio fascino, ed anche la parola “partito” sembra avere effetti respingenti, ecco che la corsa a Palazzo Celio vede
Palazzo Ferro Fini, la sede del consiglio regionale Graziano Azzalin. Sugli altri quattro nomi fioccano le ipotesi. Un nome circolato con insistenza è quello dell’ex presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili, ma per lei l’ostacolo sarebbero dei mancati versamenti al partito. Anche lo stesso segretario Julik Zanellato sembrerebbe averci fatto un pensierino, ma probabilmente non vorrà sfidare in un testa a testa così diretto il suo avversario interno Azzalin. Ecco allora spuntare
eclissarsi i simboli tradizionali ed un fiorire di nuovi simboli. Da sinistra a destra, già tanti coloro che hanno avanzato la propria candidatura “al di fuori dei partiti”. E’ sotto le insegne “civiche” che si sono presentati alla città gli ex assessori Andrea Bimbatti e Stefano Bellinazzi, quest’ultimo già molto attivo con la sua “Viva Rovigo”. Anche l’ex consigliere Silvia Menon è scesa in campo, mentre a sinistra si stanno muovendo per serrare la fila Matteo Masin e Vanni Destro. Già in campo dopo le primarie,
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il nome di Gino Sandro Spinello insieme a quello del sindaco di Canaro Nicola Garbellini, mentre pare che Angelo Zanellato stia sfogliando la margherita. Un nome caldo è anche quello dell’ex sindaco di Ficarolo Manuela Nicoletti. In tanti, comunque, ambiscono ad entrare in lista, anche se, come detto, riuscire davvero ad entrare a Palazzo Ferro-Fini diventa molto più complicato che in passato.
lei sì con il simbolo Pd ben in vista, Nadia Romeo. Anche l’ex sindaco Paolo Avezzù è pronto a scendere nella mischia con il sostegno di Ncd. Resta l’incognita legata a Lega Nord e Forza Italia, alle prese con schermaglie e divisioni. Tramontata l’ipotesi delle primarie di centrodestra, sembra sempre più difficile la ricerca di un candidato comune ai due partiti. Il nome che li potrebbe mettere d’accordo? Un civico, of course. El.Ba.
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10 Rovigo La storia La sua fuga lo ha salvato dal macello. Ora è in un piccolo paradiso
Finalmente Free Willy è davvero salvo E’ ospite del santuario dei “Porci comodi”. Con lui tanti altri animali che ne hanno passate tante Elisa Dall’Aglio
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on chiamatelo più Free Willy. Ora lui è WillyBanzai, “non è un’orca, ma un guerriero dal carattere ribelle, con uno spiccato senso di libertà”: il torello di Stienta che, con una rocambolesca fuga, ha conquistato tutto il Polesine e persino la conduttrice telesiva Licia Colò, votata alla sua causa, è finalmente arrivato nel suo paradiso in terra: Il santuario dei Porci Comodi, una struttura vicino a Milano che ospita 150 animali da reddito destinati, in origine, al mattatoio. Ma gli è stato affibbiato un nuovo nome, “più consono al suo caratterino – spiega la responsabile del Non solo tori: nel santuario ci sono tanti animali “salvati” Santuario - WillyBanzai è stato tenuto finora seperato dal resto degli altri animali, tra cui altri due si apriranno le porte del mattatoio e potrà vive- ti. L’unico lato buio della bucolica vicenda è quello bovini, maiali, capre, pecore, asini, perché carica, re libero. Il bovino, catturato a dicembre da un economico. Perchè il Santuario dei Porci Comodi letteralmente, chiunque essere si avvicini e c’è da cow boy professionista (neppure il narcotico e i mantiene tutti con l’adozione a distanza. A questo proposito la Lav provinciale spiega farsi male. Ma si sta ambientando pian piano. butteri della Maremma erano riusciti nell’impresa di fermarlo) dopo aver se- che “il conto corrente aperto per Free Willy si è Mangia solo quello che i tori minato il panico parecchie ormai prosciugato: è costato un migliaio di euro, dovrebbero mangiare, ovvero Gli ospiti della fieno, e non altre tipologie di struttura provengono volte, sulla Transpolesana e circa, comprarlo dal proprietario e trasportarlo fin a Santa Maria Maddalena, quasi a Milano”. Ma, assicurano, con il primo citmangime che spesso questi da sequestri animali ricevono in allevamen- o sono stati salvati con repentine apparizioni tadino di Stienta Cristiano Corazzari che si unisce in mezzo alla carreggiata, al coro, di “aspettare solo che arrivi il video che to per agevolarne la crescita. su segnalazione ha lasciato per sempre la immortala i suoi momenti più intensi alla fattoria E’ ancora sottopeso, ma si sta “prigione” di via Argine Sabato. per poi organizzare una conferenza stampa in riprendendo”. Gli ospiti della struttura provengono da se- grande stile, dedicata sia alla raccolta fondi per il Chi credeva che i riflettori si fossero spenti sul giovane quadrupede stientese si dovrà ricre- questri o sono stati salvati, su segnalazione, dalla mantenimento, mille euro annui, sia a un progetto dere: ora è davvero salvo. Almeno per lui non sorte già segnata del macello o dai maltrattamen- di adozione a distanza”
POLITICA MOBILITATA Torna l’allarme per le trivellazioni Amidei chiama gli altri onorevoli
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orna a fare paura in Polesine lo spettro delle trivellazioni per l’estrazione di gas metano dal fondale marino in Alto Adriatico. Una attività che secondo numerosi autorevoli pareri negli anni e nei decenni passati ha provocato la subsidenza. Ossia l’abbassamento della costa con conseguente risalita dell’acqua salata del mare anche per svariati chilometri lungo il Po e altri corsi d’acqua, con gravissime conseguenze per l’agricoltura. In questi giorni infatti si parla della possibile ripresa, se non altro a livello esplorativo, delle trivellazioni e dei sondaggi. Dal mondo della politica arriva un secco no. Il primo a pronunciarlo è stato il neosenatore di Forza Italia Bartolomeo Amidei. Ha chiamato a raccolta gli altri onorevoli polesani Emanuela Munerato (Lega) e Diego Crivellari (Pd), invitandoli a fare fronte comune in una battaglia che davvero prescinde dai colori politici per privilegiare unicamente la difesa del territorio. La posizione di Amidei va ad allinearsi con quella che già in precedenza era stata espressa dal governatore del Veneto Luca Zaia: anche da parte sua infatti c’era stata assoluta contrarietà anche solo alla ipotesi di una ripresa dell’attività estrattiva.
NEWS Emergenza abitativa
occupano abitazione dismessa la questura li fa sgomberare
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orna l’allarme per l’emergenza abitativa che negli anni e nei mesi scorsi ha portato prima all’occupazione degli stabili dismessi di vicolo Biscuola, quindi della ex piscina Baldetti di viale Porta Adige e infine dell’ex ospedale Maddalena in Commenda. In tutti i casi a porre fine all’occupazione aveva pensato la questura, che aveva sgomberato le persone che si erano insediate qui, bene o male sempre le stesse. Dopo alcune settimane nel corso delle quali non erano stati segnalati episodi di questo tipo, è accaduto nuovamente verso metà febbraio, quando sono arrivate svariate segnalazioni di una occupazione in atto in via Chiarugi, in uno stabile dismesso che già aveva subito una traversia simile negli anni passati. Anche questa volta è stata la questura, che gestisce l’ordine pubblico in provincia, a procedere allo sgombero. All’inteno dello stabile sono sate trovate sei persone, cinque stranieri e una bulgara avente però la nazionalità italiana. Sono state tutte invitate a lasciare quella sistemazione, non autorizzata. Molto probabilmente ora, come spesso accade in questi casi, all’intervento della polizia potrebbe fare seguito una ordinanza. Solitamente se ne occupa il sindaco, in questo momento però sostituito a Rovigo dal commissario prefettizio. L’argomento dell’ordinanza tuttavia non dovrebbe mutare: la messa in sicurezza dello stabile per evitare o comunque rendere più difficile una nuova occupazione. E.D.A.
Indagine e blitz lampo
Passante Nord
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Brillante operazione, zaia loda l’efficienza della polizia di rovigo
n “bravi” che arriva direttamente dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. Figura istituzionale che, per quanto tradizionalmente attenta ai temi della sicurezza e della lotta alla criminalità, di sicuro non analizza quotidianamente l’operato delle forze dell’ordine. Ed è anche per questo che acquista doppio valore l’elogio fatto al lavoro dei poliziotti polesani. In particolare, agli investigatori della squadra mobile della questura di Rovigo, guidati dal vicequestore aggiunto Bruno Zito. Sono stati loro a portare a termine una operazione lampo che ha davvero colpito positivamente per efficacia e celerità. Nel pomeriggio di venerdì 13 febbraio infatti un gruppo di banditi aveva rapinato la filiale che si trova su Corso del Popolo della Banca popolare di Verona. Tre malviventi erano entrati, mentre un quarto sorvegliava dall’esterno. Imponente il bottino, oltre 150mila euro. Circa 12 ore dopo gli investigatori avevano già sottoposto a fermo i quattro giovani sospettati di essere gli autori di quell’assalto. A corroborare i sospetti il fatto che a quanto rilevato dalla polizia sulle due auto a bordo delle quali si trovavano c’era buona parte del bottino, circa 100mila euro. Il tutto acquisisce ancora più importanza se si pensa che il fermo è avvenuto a oltre 1100 chilometri dal Polesine, per la precisione nel territorio di Reggio Calabria, all’imbarco dei traghetti che portano in Sicilia, regione natale dei quattro fermati. E.D.A.
L’opposizione e’ bipartisan: progetto bocciato dalle civiche
a tenuto banco per quasi due anni, figuriamoci se non lo farà nel corso di questa campagna elettorale. Il tema, del resto, non è assolutamente banale, anzi. Su questo si basa una buona parte dell’assetto futuro di Rovigo. L’argomento è il Passante Nord, ovvero l’ultimo tratto della bretella che, da progetto, dovrebbe andare a completare il sistema della Tangenziale di Rovigo. Collegato a questo tema c’è la sorte di Parco Langer, l’area verde dell’ex poligono di tiro. Nel progetto originario infatti era previsto che il Passante Nord tagliasse il Parco. Una eventualità per scongiurare la quale già in passato si era assistito a una levata di scudi. Ora che la campagna elettorale si avvicina è inevitabile che il tema tornerà nelle agende elettorali dei vari movimenti. Il mondo delle liste civiche lo ha già fatto proprio. Al momento con una convergenza davvero bipartisan. Tanto il movimento Viva Rovigo, guidato dall’ex assessore comunale della Giunta PIva Stefano Bellinazzi, quanto il movimento Sinistra e frazioni guidato da Massimo Benà e Matteo Masin sono infatti assolutamente contrari a ogni ipotesi di questo tipo. Per almeno due ordini di motivi. In primo luogo per le conseguenze che il completamento del Passante così progettato avrebbe per la viabilità rodigina. In secondo luogo per i danni che produrrebbe al Parco, sul quale invece si dovrebbe, secondo questa impostazione, puntare. E.D.A.
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12 Rovigo Il caso Non ci sono ancora numeri o dati certi sugli esuberi e i tagli
Provincia, tra sommersi e salvati: si rischia Il presidente parla di un numero di lavoratori che resteranno a casa compreso tra 70 e 90
L’INCHIESTA L’EDILIZIA IN CRISI
di Elisa Dall’Aglio
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ulla Provincia paiono regnare incontrastate solo tre certezze: la prima, che “la legge emanata dal Governo Renzi sui tagli del 50% in tre anni è nebulosa e la circolare di quaranta pagine diramata in seguito, per chiarire la norma, crea ancora più caos” per dirla con le parole del presidente di Palazzo Celio, Marco Trombini. La seconda, è che qualcuno dei 298 dipendenti perderà il posto, oltre ai 13 per cui è stato già confermato il prepensionamento: “Non riusciamo ancora a quantificarne il numero”, sempre citando le ottimistiche prospettive del sindaco di Ceneselli. “La nostra stima è di 80 esuberi, 70 se siamo fortunati, 90 se va male”, è invece la valutazione, decisamente più pessimista, di Giuseppe Franchi della Flfp-Cgil. La terza, infine, che il primo marzo l’ente pubblico dovrà presentare al Ministero il conteggio delle sforbiciate effettuate dal punto di vista finanziario, per arrivare il 31 marzo a stilare la lista definitiva dei nomi dei dipendenti in esubero. “Ci sono una serie di
La Provincia al giro di boa persone che non rientrano nelle deleghe che ci hanno tolto – aggiunge Trombini – ma per loro si apre una triplice prospettiva: la strada del prepensionamento, l’applicazione della legge pre-Fornero e la partecipazione a bandi di concorso. A questo proposito, i Comuni hanno l’obbligo di non assumere nessuno se prima non pescano dai dipendenti delle Province. Ho già scritto a tutti i municipi per chiedere loro quanti posti abbiano a disposizione. A me piacerebbe tenere le cose come
stanno ora, ma so che non è possibile. Di certo, quanto sostenuto dalla stampa locale è errato – continua - non si parla di 150 persone, ma di molte meno. Se io dovessi fare l’amministratore duro e puro, dovrei operare con la motosega per accontentare da Roma. Ma in realtà molti servizi a sostegno del Polesine vanno assolutamente salvaguardati: penso al sociale, perché le fasce deboli vanno tutelate”. “Tra qualche giorno Palazzo Celio dovrà decidere in totale autonomia quali deleghe tenere tra il Servizio Bibliotecario provinciale, un fiore all’occhiello del Polesine, e il Servizio sociale – fa sapere Franchi - Sappiamo che 13 prepensionamenti sono certi. Sessanta dipendenti dovrebbero essere ‘salvi’ perché verranno trasferiti ad altri enti. Mi riferisco alla Polizia provinciale, che sarà assorbita dai Comuni, diventando Polizia municipale. E parlo del Centro per l’impiego: tutti i dipendenti attuali dei tre sportelli, a Rovigo, Adria e Trecenta, se li prenderà in carico il Ministero del Lavoro”.
AGRICOLtura Quote latte, la protesta e la beffa
Azzalin: “Questa giunta ha tagliato i fondi agli agricoltori, altro che sostegno”!
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a grande manifestazione di Coldiretti che ha portato le mucche nelle piazze di tutta Italia, ha contribuito a riaccendere l’attenzione sulla difficile situazione del settore lattiero-caseario alle prese con prezzi del latte alla stalla in crollo verticale e la minaccia di ancora maggiore volatilità a causa della fine, il 31 marzo, del regime delle quote. Il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, il presidente della commissione Agricoltura Dario Bond e i capogruppo consiliari hanno predisposto un documento unitario con il quale si impegna la Giunta ad una serie di iniziative a tutela e valorizzazione della produzione lattiero casearia veneta. Tuttavia, non mancano le polemiche: “Anche Zaia, probabilmente allettato dalla presenza delle telecamere ha partecipato alla manifestazione di Coldiretti pronunciando belle parole in difesa del latte italiano, peccato che poi nel bilancio la sua azione si esplichi in tagli pesanti proprio ai danni degli allevatori: ancora una volta predica bene e razzola male, anzi malissimo”. Il commento ironico arriva dal vicepresidente della commissione regionale Agricoltura Graziano Azzalin, a margine della manifestazione veneta, in piazza San Marco, dove è approdata la stalla galleggiante. “Gli oltre 500 allevatori che hanno manifestato il proprio disagio – sottolinea Azzalin - per la difficile situazione del settore lattiero-caseario alla vigilia della fine del regime delle quote, che ha segnato pesantemente il passato per le note vicende strumentalizzate dalla Lega e che sono costate carissime agli allevatori onesti. Senza questa protezione, il prezzo rischia di scendere ancora e già oggi riesce a coprire a malapena i costi di produzione. Se non si interviene è inutile riempirsi la bocca con le belle parole sul latte, perché gli allevatori italiani rischiano di scomparire”.
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l settore edile è stato il più penalizzato dalla crisi che si è abbattuta in tutta l’area euro. E il prezzo lo stanno pagando i lavoratori, come spiega Mauro Baldi della Fillea-Cgil, la sezione del sindacato che si occupa di edilizia e manufatti. “Il Polesine è una provincia con imprese piccole con 3 o al massimo 5 dipendenti. E le politiche governative degli ultimi anni non ci hanno aiutati. La legge Fornero ha aumentato la disoccupazione giovanile, passata dal 25% al 44%, per l’aumento dell’età pensionabile. Siamo tornati ai livelli di disoccupazione giovanile degli anni 70. Anche il Jobs Act è del tutto inutile: gli incentivi per le assunzioni non servono se un’azienda non lavora. “Il settore edile è stato il più penalizzato dalla crisi: un’ impresa su 2, tra Adige e Po, ha chiuso o è fallita o sta in piedi solo grazie al ricorso degli ammortizzatori sociali. Nel complesso, sono circa 1500 i dipendenti lasciati a casa. Teniamo presente che se non si erigono più abitazioni, negozi o fabbricati, non cadono solo le aziende di
In forte difficoltà anche i settori collegati, dai calcestruzzi a quello del mobile
“Lo stesso Zaia – conclude il vicepresidente della IV commissione - sempre pronto a puntare il dito contro gli altri, dovrebbe spiegare perché ha azzerato capitoli fondamentali del bilancio proprio relativi a questo settore che a parole dice di voler difendere: dimezzato il capitolo delle indennità per l’abbattimento degli animali infetti da malattie epizootiche, addirittura azzerati quelli per la tenuta dei libri genealogici, quelli per i controlli funzionali, quelli della banca dati sull’identificazione e registrazione degli animali e quelli per i sussidi agli allevatori in caso di perdita di animali per morte o disgrazia”.
costruzioni, ma a ruota, con effetto domino, calano le commesse anche di altri settori strettamente correlati, come quelli dei laterizi e manufatti, dei calcestruzzi, del legno e compensati, di porte e serramenti, del mobile. Tanto per citare degli esempi, La Cles Costruzioni di Stienta ha chiesto il concordato fallimentare. Il gruppo Sila ha chiuso. La Crivellari e Zebini di Giacciano Con Baruchella prosegue l’attività usando la cassa integrazione. Il Gruppo Avanzi di Ariano Po-
lesine sta usando gli ammortizzatori sociali e in più ha richiesto il concordato. La Sime di Castelnovo Bariano ha chiesto il concordato fallimentare e ha licenziato tutti i lavoratori. L’Ilcea ha avuto un boom
E’ impietosa l’analisi di Mauro Baldi della sigla Fillea - Cgil: si chiude grazie alla legge Tremonti bis del 2001, la madre di tutte le speculazioni edilizie, che ha di fatto dato via libera alla costruzione selvaggia di capannoni; ma poi la crisi e le scarse commesse e una proprietà non proprio lungimirante, l’hanno ridotta sull’orlo del lastrico e 57 lavoratori sono in cassa integrazione e in mobilità volontaria, anche se l’iter per far arrivare i loro stipendi sta andando a rilento. Il settore Porte e serramenti, invece, si salva lavorando con i mercati esteri, specie Russia e Cina. Ma il mercato locale non gira”. “Abbiamo in mente di fare degli stati generali per presentare al futuro sindaco, chiunque egli sarà, un Piano di Lavoro per Rovigo e provincia - continua Baldi - Nel nostro programma, daremo ampio spazio alla messa in sicurezza del territorio (penso all’alveo dei fiumi e agli argini, oltre al litorale costiero). Occorre anche rendere sicure le scuole, visto che ogni tanto capita di sentire che cadano pezzi di calcestruzzo. Poi ci concentreremo sulla ristrutturazione a risparmio energetico degli edifici pubblici e sulla viabilità: abbiamo rotatorie inutili, come quella in via Calatafimi che è cieca, o pianificate male, come quella della Fattoria. Abbiamo strade come viale Trieste solcate da centinaia di veicoli e camion al giorno. E.D.A.
Rovigo 13 L’inchiesta Il Centro antiviolenza di Rovigo: l’8 marzo è anche questo
IL DATO
Quando l’orco vive sotto lo stesso tetto
Lo afferma uno studio Ue
Sul lavoro restano le differenze
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Nell’ultimo anno 91 casi. Spesso si tratta di italiane perseguitate da chi hanno più vicino di Sara Dainese
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esta della donna: consumismo o tradizione? E’ un dilemma antico che divide chi pensa all’8 marzo come ad un’operazione di marketing e chi ne ricorda e ne onora il significato storico e simbolico. Eppure, alle porte della Giornata internazionale della donna, non si può non parlare del gentil sesso, non si può non celebrarlo né liquidare una giornata così come il giorno delle mimose. Non si può e non si deve parlare, però, di sesso debole perché le donne, tutte, sono coraggiose e spesso riescono a sopportare e gestire situazioni da cui i più fuggirebbero a gambe legate. E’, ormai, tristemente noto come il fenomeno della violenza sulle donne sia sempre più frequente, soprattutto perché molti casi si trasformano in tragedie, arrivando all’epilogo più tragico. Certo, non tutti i casi di violenza domestica o occasionale si trasformano in omicidi, ma che la violenza sulle donne sia un fenomeno in ascesa è evidente. Come spesso capita, però, si pensa che casi di questo genere siano cose lontane da noi, che non ci riguardino se non per pietà. Ma gli orchi sono molto più vicini di
quanto pensiamo, infatti, purtroppo, i dati del Centro antiviolenza del Polesine, evidenziano come il fenomeno sia molto presente anche nella nostra provincia. Da gennaio 2013 a giugno 2014 sono state prese in carico dalla struttura (che conta tre sedi: Rovigo, Porto Viro e Lendinara) ben 91 donne, nel 30% dei casi residenti in città, nel 65% residenti nei comuni polesani e nel restante 5% residente fuori provincia. Complessivamente il 63% sono italiane e il 37% straniere, sintomo evidente che la cultura della violenza di genere riguarda anche chi in Polesine è nato e cresciuto. Considerazione, quest’ultima, supportata dai dati sulla nazionalità di chi la violenza la pratica: gli aggressori sono italiani nel 79% dei casi. Il 65% delle donne, al momento dell’accesso al Centro, era coniugato: questo ribadisce che, purtroppo, l’orco è più vicino che mai. Nel 33% dei casi la donna è disoccupata in cerca di occupazione, un soggetto, quindi, fragile che magari teme di non potersi staccare dal suo aguzzino non potendosi mantenere autonoma-
mente. Nel 97% dei casi la donna è vittima di violenza psicologica, intendendo la violenza psicologica come corollario sempre presente, anche nei casi di violenza fisica (69%) perché è certamente più facile usare violenza ad una donna già annientata psicologicamente. Le donne che hanno sporto querela nei confronti del proprio aggressore sono in aumento rispetto agli anni passati, raggiungendo il 44%. Oltre alle donne che scelgono di rivolgersi al Centro antiviolenza polesano, però, moltissime altre non lo fanno, per paura o per vergogna. Ed è proprio a loro che deve andare il pensiero di tutti nella Giornata internazionale della donna: a tutte coloro che vivono il dramma di non essere rispettate da chi hanno vicino, a tutte quelle madri, figlie, sorelle, nipoti.
a è vero che le donne lavorano più degli uomini e guadagnano di meno? Stando ai dati rilasciati in questi anni dall’Unione europea sembra proprio di sì, o meglio: le donne a parità di qualifica e lavoro percepiscono uno stipendio inferiore a quello dei colleghi uomini. Un dato che fa riflettere e che un po’ lascia perplessi e ci fa chiedere come sia possibile, nel 2015, che ancora ci sia differenza nella retribuzione lavorativa. Eppure così è e la Commissione europea fotografa in Italia una situazione migliore rispetto al resto del Vecchio Continente, con un divario retributivo di genere al 6,7%. Grave però il fatto che si sia registrato un peggioramento negli ultimi anni, quelli della crisi economica, tanto che nel 2008 il divario era del 4,9%. I dati in questione, però, fanno riferimento al 2012, così come quelli relativi al Polesine: qui, infatti, il tasso di inattività femminile nello stesso anno è stato del 38,9% e quello complessivo del 30,1%. Ma i dati sulla parità salariale sono stati confermati lo scorso anno dal nono “http://reports.weforum.org/ global-gender-gap-report-2014/” \t “_blank” Global Gender Gap Report del World Economic Forum, secondo cui nel mondo ci vorranno ancora 80 anni prima che uomini e donne siano pagati nello stesso modo. Secondo il report l’Italia si piazza al 69esimo posto su 142 nazioni.
14 Rovigo L’intervista Polesana doc, per lei è un vero e proprio ritorno a casa
Archeologico, missione visibilità
Maria Cristina Vallicelli, la nuova direttrice del Museo
Si è insediata la nuova direttrice. In un colloquio racconta i suoi progetti. La base sulla quale lavorare appare comunque davvero ottima e fa sperare
Succede a Giovanna Gambacurta, che ha fatto davvero molto per la struttura cittadina
di Melania Ruggini
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l Museo Archeologico nazionale di Adria ha salutato Giovanna Gambacurta, reduce da un’esperienza decennale alla guida del museo e di tanti risultati positivi, specie in ambito didattico, per lasciare il testimone alla nuova e giovane direttrice, Maria Cristina Vallicelli. L’avvicendamento è stato annunciato a fine dicembre e ha comportato per la dottoressa Gambacurta la direzione del Museo archeologico di Este. Abbiamo incontrato la nuova e motivata direttrice del Museo, polesana doc, per conoscerla più da vicino e per capire cosa significa per lei questo nuovo ruolo. Dottoressa Vallicelli, possiamo parlare di un ritorno a casa? “In effetti per me questo nuovo incarico lo è, non solo per la mie origini polesane ma anche perché in questo territorio ho fatto le mie prime esperienze lavorative in ambito archeologico”. Lei conosce molto bene il nostro territorio e in particolare il museo archeologico di Adria, fiore all’occhiello della città, avendoci lavorato per diverso tempo... “È un’esperienza maturata nel tempo, dai primi incarichi svolti presso il Museo archeologico nazionale di Adria per conto della Soprintendenza, subito dopo la laurea, allo
LA RASSEGNA
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’ partita venerdì 6 febbraio “L’utilità dell’inutile”, seconda edizione di “Primavera del dialogo” organizzata dal liceo adriese nella sala delle Canossiane. L’iniziativa, inaugurata con la conferenza “Tre tipi di adolescenti” dello psicologo Roberto Boccalon, comprende un ciclo di 8 conferenze, fissate tutte alle ore 11, su tematiche di carattere scientifico, psicologico, umanistico ed economico. “Le discipline coinvolte - spiega il dirigente scolastico, Antonio Gardi - costituiscono le identità culturali specifiche dei singoli indirizzi di studio del polo liceale”. Venerdì 13 febbraio Stefano Quaglia, membro del Comitato dei garanti per la cultura classica del Miur, ha affrontato il tema “Quale umanesimo nella postmodernità?”. Giovedì 12 marzo Piero Benvenuti, astrofisico docente all’Università di Padova, interviene su “Origine ed evoluzione dell’universo: ciò che la scienza può e non può dire”; venerdì 6 marzo il musicista Luca Belloni argomenta su“L’inutile infinito. A cosa serve la musica?”. Lunedì 23 marzo sarà ospite Antonia Arslan che guiderà la riflessione su “La magia dell’attesa”. “Decrescita e nuova economia” sarà il tema tenuto da Andrea Masullo, ingegnere ambientale, il 9 aprile, mentre il 15 il matematico Giuliano Mazzanti, ragionerà su “Osservazioni sui concetti di definizione e dimostrazione in matematica”. La chiusura è affidata al ministro Dario Franceschini. Me. Ru.
studio della ceramica attica a figure nere della collezioni Bocchi intrapreso in occasione della mia tesi di specializzazione, alle collaborazioni scientifiche negli allestimenti del Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo e del Museo archeologico nazionale di Fratta Polesine”. Quali sono i pregi e quali i punti deboli del Museo? Come pensa di valorizzarlo ulteriormente e di risolvere i punti critici? “Va prima di tutto sottolineata l’eccezionale importanza delle collezioni del museo, con materiali di spicco quali le pregiate ceramiche greche figurate e i raffinati vetri di epoca romana, tra i più rinomati nel panorama dell’Italia settentrionale: collezioni che sono state sapientemente valorizzate da un allestimento di recentissima realizzazione ispirato ai più moderni criteri museali. Tra i punti deboli credo che vada invece lamentata la poca visibilità: il museo ha molte potenzialità ma è ancora poco conosciuto e non adeguatamente inserito nei circuiti turistico-culturali. È su questo aspetto che si dovrà continuare a lavorare, cercando di vincere il preconcetto che i musei archeologici siano luoghi polverosi e noiosi. Vedremo se il passaggio delle competenze sui musei nazionali (compresi quelli archeologici) ai nuovi Poli museali regionali istituiti dalla Riforma ministeriale in atto, proprio in funzione di
una più efficace azione di valorizzazione, avrà esiti positivi in questo senso”. Cosa Le ha lasciato la sua precedente esperienza nel Vicentino? “Il vicentino è un territorio molto diverso da quello polesano, sia dal punto di vista ambientale che da quello archeologico. È stata un’esperienza formativa importante, che mi ha messa in contatto con realtà di grande interesse e con problematiche nuove”. Quali sono i prossimi appuntamenti del Museo? “Le iniziative che stiamo programmando, sulla scia di quanto impostato già dalla dottoressa Gambacurta che mi ha preceduta, sono molte. Il 16 e 17 febbraio il Museo ospiterà Speciale Archeoad, Maschere al Museo, l’ormai tradizionale appuntamento, a cura di Studio D, con attività dedicate ai giovanissimi in occasione del carnevale. Inoltre, ogni prima domenica del mese, in occasione dell’ingresso gratuito, la mattina sono previste visite guidate a tema per adulti e attività didattiche per bambini (su appuntamento), mentre il pomeriggio il museo ospita il ciclo di conferenze organizzate dal Gruppo archeologico ‘F.A. Bocchi’. Entro la fine di marzo è in programma una mostra fotografica dedicata alle iscrizioni greche, etrusche e latine su ceramica e lapidei, in collaborazione con il Foto
Club Adria, e altro ancora”. E’ raro incontrare una giovane donna alla guida di una struttura museale. Porterà una ventata di freschezza nelle sua gestione? “Sicuramente ci metterò tanto entusiasmo, ma va detto che già la dottoressa Gambacurta ha vivacizzato il museo con numerose iniziative e collaborazioni e con una particolare attenzione alla fruizione scolastica, come dimostra il notevole incremento di visitatori registrato in questi ultimi anni. Spero di ottenere risultati altrettanto positivi. Confido nella cooperazione di tutti, enti locali, associazionismo, collettività perché il museo deve essere un patrimonio comune e condiviso”. La dottotrssa Gambacurta ha lasciato in eredità un rinnovato dialogo tra l’antico e il contemporaneo. Pensa di continuare questo percorso? “Assolutamente sì. Anzi, a questo proposito stiamo organizzando in occasione della Notte europea dei Musei, a metà maggio, una mostra fotografica di Matteo Sauli ‘Quando eravamo re’ all’interno del programma del Festival DeltArte, che sarà ospitata all’interno del percorso espositivo, proprio nell’ottica di un incontro/confronto tra antico e contemporaneo, che ritengo possa aprire nuove prospettive di lettura e percorsi di conoscenza alternativi”.
Pittura Dopo il record di 54mila visitatori fatto registrare
“Il demone della modernità”: Palazzo Roverella ci riprova
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a presentazione a Palazzo Roncale della mostra ‘Il demone della modernità’ ha chiuso la serie di appuntamenti, organizzata dalla Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, nelle principali città del nord Italia per presentare la nuova mostra di Palazzo Roverella, inaugurata il 14 febbraio e che si potrà visitare fino al 14 giugno. Un evento tanto atteso e che registra anche quest’anno la collaborazione di gran parte delle forze economiche e associazionistiche della città. Il prefetto Ventrice ha sottolineato l’importanza del lavoro curatoriale della Fondazione, grazie al quale: “si è formato un filone artistico importante che dà la possibilità alla città di essere conosciuta al di fuori dei confini regionali”. Come ha ricordato il vicepresidente della Fondazione, Sandro Fioravanti “i primi anni sono stati difficili, ma nel tempo questo appuntamento artistico-culturale si è affermato, giungendo al record dei 54mila visitatori della scorsa edizione”. Un appuntamento che comporta ricadute molto positive anche per le attività del centro storico, grazie ai numerosi turisti e alle convenzioni per l’accoglienza e la promozione. La sfida ora è superare le 40mila presenze e dalla spiegazione del curatore e ideatore della mostra, Giandomenico Romanelli, essa sembra avere tutte le caratteristiche
Tanto il pubblico alla presentazione per arrivare al traguardo e magari superarlo. Il percorso espositivo si dirama in due filoni: da una parte la tradizione classica, con i miti e le divinità pagane, rappresenta dal dipinto “Edipo e la sfinge” di Gustave Moreau, dall’altra quella giudaico-cristiana rappresentata dalla Salomé davanti ad Erode, dello stesso autore
simbolista. Sotto il segno di Lucifero si condensano le tensioni, gli archetipi e le pulsioni che continuano nella storia di cambio secolo. Lucifero, condannato alle profondità dell’inferno, appare in atteggiamento riflessivo. La donna diventa figura di perdizione, come nella “Sfinge” di Redon o nelle “Tentazioni di S. Antonio” mentre Charles Baudelaire è la figura di riferimento per tutta la cultura di passaggio tra ‘800 e ‘900. Parigi diventa il simbolo della metropoli, la capitale del mondo. Angeli e demoni si avvicendano in questa selezione di opere che stupiscono per l’audacia dei temi e perché molte non sono mai state viste prima d’ora in Italia e per questo si attestano come vere e proprie rivelazioni. Un viaggio, forte, carico di emozioni che accompagna nelle profondità più oscure dell’inconscio e fa ascendere alle terse luminosità dello spirito. A raccontare, interpretare e vivere nelle loro opere queste emozioni sono grandi artisti europei: James Ensor, Franz Von Stuck, Leo Putz, Odillon Redon, Arnold Boecklin, Paul Klee, Carlos Schwabe, J.A.G. Acke, M. Kostantinas Ciurlionis, Max Klinger, Leon Bakst, Alfred Kubin, Felicien Rops, Gustav Moreau, Hans Unger, Lovis Corint, K. Wilhelm Diefenbach e gli italiani: Mario De Maria, Guido Cadorin, Cagnaccio di san Pietro, Bortolo Sacchi, Alberto Martini. Me. Ru.
Sport 15 Calcio Prosegue la rivoluzione del tecnico Benuzzi: se ne va il preparatore
Delta, un altro addio
L’aspetto atletico della prima squadra ora sarà curato dal 28enne bolognese Simone Romano di Cristiano Aggio
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atteo Dianati, preparatore atletico del Delta, era arrivato a luglio per completare lo staff tecnico che vedeva la figura di Luca Tiozzo allenatore della prima squadra e Cesare Chiarelli, preparatore dei portieri. Dal 22 gennaio non è più il preparatore della prima squadra, visto che al termine della seduta di allenamento dopo il pareggio con l’Imolese, l’allenatore Eugenio Benuzzi ha comunicato a Dianati che non farà più parte del suo staff. Dianati era l’ultimo superstite dello staff tecnico che a luglio aveva cominciato la nuova avventura del Delta a Rovigo, visto che il 6 gennaio c’era stato anche il cambio di preparatore dei portieri, con l’inserimento di Andrea Criaco al posto di Cesare Chiarelli, a quanto pare sempre per volontà del nuovo allenatore del Delta Benuzzi. Un Benuzzi che ha trovato nel 28 enne bolognese Simone Romano, alla sua prima esperienza con una prima squadra, la nuova figura di preparatore atletico, che ha sostituito il 35enne ferrarese, preparatore atletico professionista
Simone Romano (abilitazione a Coverciano nel 2012), che aveva collaborato con il settore giovanile della Fiorentina con Moreno Torricelli, Poi, nel 2009 e nel 2010 con la prima squadra della Spal, prima con mister Dolcetti e poi con Notaristefano e, prima di approdare al Delta, due stagioni con la Primavera del Padova, lo scorso anno con mister Massimo Storgato. Simone Romano fino a giugno dello
Pallavolo
TROfeo delle province, reclutamento al via per le selezioni
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ebbraio è il mese d’inizio dell’attività della selezione maschile a livello provinciale. Il comitato Fipav provinciale sta lavorando su quattro rappresentative: le maschili under 14 e under 15 che vanno ad aggiungersi alle due squadre della selezione femminile under 13 e under 14. Gli atleti scelti dal centro di qualificazione provinciale parteciperanno al Trofeo delle province, manifestazione sportiva organizzata dalla Fipav Veneto e che vede scendere in campo tutte le rappresentative provinciali del Veneto e del Trentino Alto Adige. Il percorso prevede una prima fase di reclutamento aperto rivolto a tutti gli atleti in età proposti dalle società sportive. Il progetto è iniziato domenica 1 febbraio alla palestra Tintoretto di Rovigo e l’attività inizierà a marzo. La selezione maschile under 14 avrà la prima tappa del Trofeo delle province il 22 febbraio a Torri di Quartesolo e il 29 marzo a Caorle. La selezione maschile under 15 parteciperà al Trofeo delle province dell’8, 9 e 10 maggio. “Dopo l’inizio del percorso delle nostre ‘quote rosa’ sono partiti anche i maschietti - dice il presidente Fipav Natascia Vianello - Come già ribadito in passato stiamo investendo molte energie nel progetto del maschile per cercare di farlo decollare. Negli ultimi anni abbiamo notato che sono molti i ragazzi che si sono avvicinati alla pallavolo, segno che stiamo
scorso anno era stato il responsabile della preparazione fisica della squadra Allievi del Bologna e dal 2011 collaboratore nello staff della prima squadra nel recupero dei giocatori infortunati. Laureato in scienze motorie nel 2010, ha conseguito nel 2013 la qualifica di preparatore atletico professionista, nel suo curriculum un periodo formativo presso le strutture dell’Isokinetic di Bologna come rieducatore motorio, seguendo i programmi riabilitativi sia in palestra che nella fase terminale sul campo: da maggio 2012 fino a settembre 2014, è stato responsabile degli interventi di prevenzione alla salute e rieducazione posturale nella popolazione della terza età al progetto BadaBene del comune di Bologna. La “rivoluzione” di Benuzzi, ha già procurato, quindi, due scossoni con la sostituzioni dei due preparatori: ormai la squadra sembra aver fatto l’abitudine, dopo il cambio di due allenatori, un direttore sportivo, l’inserimento di un direttore tecnico e chi più ne ha più ne metta.
TRIATHLON E’ il nuovo presidente
RHODIGIUM TEAM, COMINCIA L’ERA NOVO
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uovo presidente per la Rhodigium Team, società rodigina che si occupa di triathlon e atletica. A subentrare a Fabrizio Pizzardo è Enrico Novo. Il nuovo avvicendamento alla guida della Rhodigium Team è conseguente al recente passo fatto dal sodalizio in ambito di atletica leggera con la nascita di Confindustria Atletica Rovigo, frutto della fusione tra la storica società Assindustria Rovigo e il ramo atletica della più Enrico Novo recente Rhodigium Team. Pizzardo è infatti entrato a far parte del nuovo consiglio. “E’ stato fatto un grande lavoro negli ultimi anni, dice Pizzardo. Nel triathlon è cresciuto il numero degli atleti, compreso quello degli ironman. Anche nel settore ciclismo è stato fatto un grande salto di qualità con l’aggregazione alla Cycle Sport di Lorenzo Zanirato, che già al primo anno ha portato ad ottimi risultati. Con la mia entrata nel consiglio di Confindustria Atletica Rovigo, serviva una figura in grado di guidare a tempo pieno la Rhodigium Team e Enrico Novo ha il profilo ideale per riuscire in questo ruolo”. Da sempre nel mondo dello sport, il 32 enne Enrico Novo è coordinatore della scuola nuoto che opera al Polo natatorio. Atleta e tecnico federale in vasca, trova anche il tempo per coltivare la passione per il calcio. “In pochi anni di vita la Rhodigium Team è riuscita a raggiungere già ottimi risultato – afferma Novo - I numeri relativi al nostro movimento sono tuttora in costante crescita, come dimostrano i dati delle iscrizioni che ora in questa nuova veste posso toccare con mano. Il mio obiettivo è comunque quello di allargare ulteriormente il nostro bacino. Le idee in cantiere sono molte. Tra queste anche quella molto ambiziosa di organizzare un triathlon sprint proprio a Rovigo”. C. A.
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Natasha Vianello
L’attività vera e propria avrà inizio a marzo: elevate le aspettative percorrendo la strada giusta seguiti dal grande lavoro societario, e il consiglio non demorde, volendo allargare ancora di più questi numeri”. Il responsabile tecnico della selezione maschile è Luca Bergo coadiuvato da Tiziana Faccio e Luca Rossini. Il dirigente accompagnatore e consigliere Fipav con delega al maschile è Giampaolo Guariento. Tutte le informazioni e i dettagli degli appuntamenti si trovano al sito “http:// www.fipavrovigo.net/selezioni-attivita” http://www.fipavrovigo.net/selezioniattivita. C. A.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Economia e territorio “Oltre il Pil” i dati aggiornati del progetto delle Camere di Commercio e l’Università Ca’ Foscari di Venezia
Il Veneto seconda regione in Italia nella classificaa del benessere, tante luci ma qualche ombra Buono nel complesso il livello di qualità della vita ma alcuni parametri denunciano criticità e disagio. In particolare il livello di inquinamento dell’aria, e sul fronte della salute l’aumento del tasso di mortalità per suicidio e per tumore FOCUS
di Ornella Jovane
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uovi parametri per misurare il benessere delle persone e, più in generale, della società, andando oltre il concetto di Pil, prodotto interno lordo, che rimane un fattore d’analisi e di valutazione importante ma non esaustivo. Avviato nel 2009, procede con nuovi aggiornamenti, classifiche rivisitate e fotografie più complesse ma più puntuali e ampie della società, il progetto “Oltre il Pil” di Unioncamere Veneto e Camera di Commercio di Venezia, realizzato in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Gli ultimi dati e le più recenti analisi sono state divulgate a fine gennaio scorso e confermano il Veneto sul podio della classifica del benessere per regioni, Venezia in seconda posizione tra le città metropolitane e Bolzano al top tra le province trivenete. In definitiva nel 2014 il Veneto si conferma una regione in cui si continua a vivere ad un buon livello di qualità della vita, anche se risulta perdere qualcosa in termini di benessere materiale e salute, ma che in compenso recupera in alcuni indicatori che rappresentavano delle criticità, quali istruzione e sicurezza. Nello specifico Venezia migliora sensibilmente nel confronto con le altre città metropolitane, soprattutto nell’ambito della salute, dell’ambiente e della società, pur evidenziando performan-
ce modeste nel campo della sicurezza e dell’istruzione. Sempre Venezia scivola però decisamente indietro nella classifica delle province trivenete, nella quale Verona, al terzo posto, rappresenta la migliore delle venete. Se l’analisi si addentra nel dettaglio, di fronte ad un quadro nel complesso buono, si possono cogliere anche alcune ombre e qualche contraddizione. Per quanto riguarda il benessere materiale il Veneto risulta la seconda regione per minore diseguaglianza nella distribuzione del reddito e per livello del reddito equivalente. Sul tema del lavoro il Veneto risulta la seconda regione con minore disoccupazione generale ma undicesima per occupazione femminile. Si registrano in aumento i cosiddetti Neet, coloro che non studiano né lavorano, anche se il numero medio è inferiore al dato nazionale. Il tasso di scolarizzazione è molto alto e quello di abbandono degli studi è inferiore alla media nazionale eppure il numero di laureati è lontano dai target nazionali ed europei. Sul fronte della sicurezza, si registra un basso tasso di omicidi e rapine, ma fra i più elevati tassi di micro-criminalità oltre ad un alto numero di incidenti stradali. Si riduce il tempo dedicato alla lettura e
alla pratica sportiva, anche se il dato risulta tra i più alti d’Italia, mentre rimane buona la partecipazione agli spettacoli. Altrettanto buono è l’attivismo in generale nella “partecipazione sociale” eppure risulta basso il numero di cooperative sociali B. Si caratterizza in chiaroscuro anche il parametro relativo all’ambiente nel quale il Veneto primeggia nella raccolta differenziata dei rifiuti ma evidenzia palesi criticità sulla qualità dell’aria. Risultiamo la peggiore regione nel superamento del limite previsto per Pm10 e la media più alta a livello nazionale nelle tonnellate di CO2. La salute è un indicatore che ci pone livello di eccellenza nella graduatoria nazionale ma vi sono alcuni segnali di disagio. E’ infatti in aumento il tasso di mortalità per suicidio e autolesione, superiore alla media nazionale, di depressi e quello di mortalità per tumori, anche se si tratta di valori che rimangono abbastanza buoni e comunque nella media. In conclusione, tuttavia, aggregando insieme i tre pilastri che contengono tutte le voci - economia, società e ambiente - che formano l’indice di benessere sostenibile, si desume un ottimo secondo posto nella classifica italiana del Veneto, dietro a Trentino Alto-Adige, e un altrettanto ottimo terzo posto nel benessere della salute.
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Oltre il Pil per rivedere i criteri di misurazione tradizionali
UNA NUOVA CONCEZIONE DI BENESSERE PER CREARE NUOVE STRATEGIE DI SVILUPPO
soldi non fanno la felicità anche se aiutano molto, recita un vecchio adagio che può essere appropriato anche per esemplificare il principio ispiratore del progetto “Oltre il Pil”. “Si può dire - spiega il presidente di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio - che il Pil è un fattore importante di benessere, ma non lo definisce completamente. L’idea dunque di andare “Oltre il Pil” per cercare di capire una società in grande quanto tumultuoso cambiamento non solo diventa obbligatorio per cercare di anticipare le questioni di fondo dei prossimi anni, ma anche per cercare di offrire una chiave di lettura meno angosciosa ad un’opinione pubblica che,, in questi anni di crisi, ha dovuto misurarsi con “l’ansia da Pil”, ansia che ha finito per condizionare non solo l’economia, ma anche la vita spicciola di tutti i giorni. L’aumento dei depositi bancari, in questo senso, è una cartina di tornasole di una società ingessata dalla paura e che rinuncia a vivere perché teme, purtroppo a ragione, di dover fare i conti con un futuro incerto dove l’unica certezza è l’aumento delle tasse centrali e periferiche”. Ma l’importanza di questo tipo di approccio che consiste nel revisionare la misurazione tradizionale del benessere individuando nuovi indicatori non sta solo nelle classifiche sul tema ma si pone un obiettivo ben più sottile che è quello di stimolare una nuova modalità di ripensare il territorio per favorire nuovi fattori di competitività e di rilancio del sistema economico. L’obiettivo è quello di fornire un supporto analitico alle scelte strategiche degli attori economici e delle istituzioni per formulare politiche sostenibili in tema sociale, economico, fisico e ambientale. “L’intuizione di ampliare i parametri di misurazione del benessere delle persone e della società - spiega il segretario generale della Camera di Commercio di Venezia Roberto Crosta - si conferma necessaria. La rilevanza di questo progetto è legata soprattutto al fatto che esso ci consente di ripensare questo territorio e il suo modello di sviluppo. In tal senso, il lavoro partito con un gruppo di imprenditori che si sono resi disponibili a ragionare e dare il loro contributo si sta rivelando particolarmente interessante per individuare nuovi fattori di competitività e di rilancio del nostro sistema economico”. O.J.
Il Veneto in primo piano 17 1 Consumi I dati della ventunesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca
Nel 2014 i veneti ricominciano a comprare Beni durevoli, si torna ad acquistare auto e moto, ma anche mobili e elettrodomestici. Cresce il reddito medio pro capite, pari a 19.945 euro di Ornella Jovane
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veneti nel 2014 tornano ad acquistare soprattutto auto e moto, ma anche mobili ed elettrodomestici. Male invece l’elettronica di consumo, unica categoria in flessione rispetto al 2013. E questa la foto che l’Osservatorio Findomestic Banca scatta nella sua ventunesima edizione, sull’andamento dei consumi nella nostra regione. Aumenta nel 2014 il reddito medio pro capite in Veneto dello 0,6 per cento rispetto all’anno precedente, si calcola sia stato di 19.945 euro, superiore alla media nazionale pari a 17.875 mila euro.
NEWS
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Le province più ricche si confermano Padova e Belluno, rispettivamente con un reddito medio pro capite di 20.643 euro e 20.686 euro. Rovigo, con 17.579, invece risulta sotto la media nazionale. E cresce pure la spesa per i beni durevoli nella regione che è stata pari a 4.831 milioni di euro, il 3,2 per cento in più rispetto all’anno precedente. I settori che rivelano un maggior incremento nei consumi sono quelli dell’auto. La spesa più rilevante è relativa all’acquisto di auto usate: 1.397 milioni di euro
con una crescita del 4,2 per cento sul 2013 rispetto ad un +3,8 per cento nazionale. Hanno optato per l’auto nuova il 4,9 per cento in più di veneti rispetto allo scorso anno, per una spesa complessiva di 1.310 milioni di euro. E’ in crescita anche il settore dei motoveicoli con un +2,9 per cento e 91 milioni di spesa totale. I veneti nel 2014 hanno deciso di spendere anche per l’acquisto di mobili nuovi, complessivamente 1.267 milioni di euro (+2,5 per cento), e di elettrodomestici grandi e piccoli - 373 milioni di euro (+ 1,8 per cento).
Anni Ottanta e ventesimo secolo. Trentenni a confronto sui consumi
I GIOVANI DI OGGI FLUTTUANTI E INSTABILI NEGLI ACQUISTI, SPENDONO SOPRATTUTTO PER I TRASPORTI. TRENT’ANNI FA PER LE RATE DEL MUTUO
copro dunque esisto”, “solidi e sicuri”. Si potrebbero sintetizzare con due battute i comportamenti d’acquisto dei trentenni veneti di oggi e quelle dei coetanei di trent’anni fa. Un confronto che è stato proposto dall’azienda Findomestic in occasione del suo trentesimo compleanno. I giovani di oggi, che vivono con poche certezze e scarse prospettive di sviluppo, sono cresciuti a pane e “scetticismo”, spesso costretti a fenomeni di continuo adattamento. Di conseguenza le loro scelte sono per lo più fluttuanti e instabili, alle tappe pianificate e cadenzate preferiscono o, sono obbligati, percorsi esplorativi che consentono di acquisire esperienze. Il possesso di un
bene non conta perlomeno non quanto l’esperienza che questo fornisce. Uno stile di vita che inevitabilmente ha le sue vistose ricadute anche nelle scelte degli acquisti e dunque i trentenni del XX riservano la maggior voce delle spese, all’interno del loro budget, ai trasporti. I coetanei di trent’anni fa s’impegnavano con le spese di mutuo per l’acquisto della casa. Per quanto riguarda invece le priorità, i giovani di oggi considerano di primaria importanza la stabilità del posto di lavoro, al secondo posto collocano la famiglia e la salute al terzo. L’acquisto della casa rappresenta più che altro un desiderio difficile da realizzare che quindi
nella graduatoria delle priorità scende al 4° posto. I trentenni degli anni Ottanta, invece, privilegiavano la famiglia alla stabilità lavorativa e al terzo posto collocavano la casa di proprietà. Nonostante le difficoltà incontrate dai giovani di oggi nel costruirsi una indipendenza economica, in Veneto il 19 per cento di essi continua a vivere con la famiglia a fronte del 26 per cento della media nazionale. Gli attuali trentenni, dunque, cercano acquisti facili da fare, leggeri da mantenere e semplici da restituire, compatibilmente con le nuove formule di acquisto e di consumo spesso legate alle nuove tecnologie: il low cost, dell’e-commerce, della sharing economy e del cloud shopping. O.J.
4 Il Veneto in primo piano 18 Donne e lavoro La storia di una giovane donna di Chioggia che ha deciso di inventarsi un mestiere partendo dalle proprie passioni
Chiara Schiavon e l’hand made: una impresa da realizzare Con grande coraggio e spirito di inziativa ha deciso di rimanere nella propria città e qui puntare sulla propria idea imprenditoriale partendo dalla sua passione per il “fatto a mano” di Miriam Vianello
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onne e lavoro. In occasione della ricorrenza dell’8 marzo abbiamo pensato a questo connubio: le donne nel mondo occupazionale. Sono infatti proprio loro che anche nel 2014, secondo i dati economici diffusi dai vari osservatori regionali, risultano assienme ai giovani fra le più penalizzate dal mercato del lavoro. “Eppure molte di loro non si sono arrese e dal nulla si sono inventate nuove professioni, spesso puntando sui propri talenti e sulle proprie passioni. Fra le tante storie, abbiamo scelto quella di Chiara Schiavon, una giovane di Chioggia, che della passione per l’handmade, il fatto a mano, ha deciso di farne la propria professione e, piuttosto che indirizzarsi verso nuove mete in cerca di maggior fortuna, ha scelto di scommettere sulla propria attività nella sua città. “Grazie a te, donna, per il fatto stes-
so che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani”. Ho scelto queste brevi righe vista la ricorrenza dell’8 marzo tratte dalla Lettera del Papa S. Giovanni Paolo II alle donne per introdurre l’intervista a una donna, Chiara Schiavon, che con grande coraggio ha deciso di rischiare in un momento storico drammatico. Molti coetanei infatti scelgono di partire per l’estero con il desiderio di realizzare i propri sogni e aspirazioni. Chiara dal carattere deciso, grazie anche alla sua esperienza di rappresentante degli studenti negli anni di ragioneria, ha preso sul serio questa sfida poiché ha deciso di rimanere nella sua città affermandosi nel campo dell’hand made”. Chiara, guardando indietro c’è qualcosa che cambieresti della tua vita? Sei soddisfatta del tuo cammino? Ti senti una donna realizzata?
“Guardando indietro non cambierei nulla della mia vita, compresi errori e scelte che ho fatto. Tutto mi è servito ad arrivare dove sono ora, a volte si rimpiange di alcune decisioni prese, ma credo che alla fine sia inutile pensarci, piuttosto cerco di cogliere il positivo anche dagli errori. Per questo sono soddisfatta del mio cammino fatto, a volte penso così giovane ho scelto di avviare un’attività mia, in un periodo così difficile, ma bisogna buttarsi in quello in cui crediamo e mettersi in gioco. Ho ancora molte cose da realizzare, questo è solo l’inizio e direi un ottimo inizio!” Chi è stato decisivo nel tuo percorso? Quali persone ti hanno accompagnato finora? “La persona che mi ha convinto e dato la spinta ad aprire la mia attività è stato il mio fidanzato e che tutt’ora continua a supportarmi nel lavoro e nelle nuove idee che
Sanità
ogni tanto mi frullano in testa. Ovviamente anche la mia famiglia è stata molto importante e mi ha sostenuto in questa mia nuova avventura, soprattutto credono in me le donne della famiglia, zie e cugine, che spesso sono fonte d’ispirazione alle mie idee creative”. Da cosa è nata la tua passione per l’hand made? “La mia passione per l’handmade credo di averla sempre avuta dentro, mi ha sempre incantato ciò che una persona può realizzare con le sue mani. Ho sempre avuto molta manualità, le ore creative a scuola erano le mie preferite. Per me è una grande
soddisfazione quando una persona sceglie di comprare ciò che io ho creato, ma non è nemmeno così facile far capire a tutti il valore del fatto a mano. Ecco che cerco di sensibilizzare le persone e a far comprendere loro che dietro quella creazione c’è una storia, tempo, passione e attenzione al dettaglio”. Hai qualche desiderio per il futuro? “Il mio desiderio per il futuro sarebbe quello di realizzare qualcosa che mi identifichi, un marchio, e trovare dei rivenditori. Chissà magari una linea di borse… che tra donne diciamocela, non bastano mai!”
UN TRISTE PRIMATO DONNE DISOCCUPATE: IL DOPPIO DEGLI UOMINI
Ospedali polesani e riordino
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Azzalin: “Da Zaia solo spot”
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aia è sceso in piazza per difendere dell’opposizione ‘governante’?”. il latte italiano e poi taglia i fondi “Altro esempio di chiacchiere a vuoto in bilancio per gli allevatori veneti. – aggiunge Azzalin – è quello degli Istituti Non è diverso quello che succede in sanità, Polesani di Ficarolo. Il presidente ha parlato dove a fronte di grandi ed altisonanti procla- di ‘tolleranza zero’ e poi lo zero è quello mi, i fatti smentiscono le sue parole”. E’ sta- che ha fatto la Regione, visto che il famoso to un intervento che ha smosso le acque del ultimatum è scaduto e non è stato fatto asconvegno “Ospedale hub e territorio: realtà o solutamente niente da parte della dirigenza miraggio”, organizzato dalla Cgil di Rovigo, della struttura sul fronte dell’accreditamento. quello del consigliere regionale Graziano Alla faccia della tolleranza zero. Altro caso Azzalin, che ha puntato il dito contro “una clamoroso è quello delle visite notturne: inciGiunta brava a creare sempre nuovi slogan dono per appena il 2% sulle liste d’attesa ma per distogliere l’attenzione su azioni non solo hanno costi doppi rispetto alle visite in orari non rispettose del Piano sociosanitario appro- normali: perché si continuano a tenere ferme vato due anni fa, ma macchine, compreaddirittura in contrasto Le visite notturne se tante risonanze incidono appena con esso”. magnetiche, durante Secondo il con- per il 2% sulle il giorno? Sarebbe sigliere regionale, liste d’attesa, ma molto più convenien“la riforma è rimasta costano il doppio te far lavorare medici zoppa per la mancata e tecnici in orari norattivazione della medicina integrata e delle mali, senza dover pagare il supplemento notstrutture territoriali, ecco che allora si butta turno, ma questo non garantisce la visibilità nuovo fumo negli occhi per distogliere l’at- sulla stampa, unico vero obiettivo di questa tenzione. Prima su tutte la questione delle iniziativa”. Ulss: già tre anni fa Zaia se n’era uscito con la Infine, Trecenta: “Il San Luca, è stato riduzione a 7, ora Mantoan parla di 10. Il Pd detto e ripetuto – sottolinea il consigliere si è sempre detto favorevole, ma dalla Giunta democratico - si sarebbe dovuto trasformare le parole non si sono mai tradotte in un dise- in un polo riabilitativo di eccellenza: il medico gno di legge o anche solo in una proposta: che si occupa di questo viene da Adria due dobbiamo ancora una volta presentarla noi volte alla settimana per un totale di sei ore.
Chiara Schiavon
Graziano Azzalin E’ questa l’eccellenza promessa? Quanto dobbiamo ancora accettare di essere presi in giro prima che sia evidente la messa in discussione della sanità polesana e il mancato rispetto della pari dignità dei territori?”. “La verità è sotto gli occhi di tutti – conclude Azzalin – anche sui tagli Zaia mente sapendo di mentire. Il giro di vite del governo Renzi è pari allo 0,1%: siamo sicuri che in tutta la sanità veneta non ci sia nulla da far funzionare meglio per recuperare risorse? Il vero buco nero della sanità veneta, ammesso dallo stesso Zaia in uno dei suoi più condivisibili spot, poi ancora una volta smentito dai fatti, è quello della finanza di progetto, che produce un’emorragia di soldi pubblici a favore dei privati ai quali si devono versare quote d’ammortamento onerosissime anche a fronte di servizi inesistenti: i project financing sono un problema, ma ancora si insiste su questa strada, ben sapendo che non è una buona strada. Forse un giorno ci verrà spiegato anche perché”.
nche la disoccupazione colpisce di più il sesso debole. In regione Veneto le donne senza lavoro sono il doppio degli uomini nella stessa condizione. Le cause sono molteplici e molto spesso, anche culturali. La figura femminile è ancora, talvolta, legata a stereotipi che non consentono una piena realizzazione professionale. Accade in Italia ma un po’ anche nel resto d’Europa. L’Unione europea, infatti, presenta oggi il tasso di disoccupazione giovanile più elevato rispetto a qualsiasi altra area al mondo, se si escludono il Nord Africa e il Medio Oriente, e lo studio rileva come tra le ragazze l’incidenza della quota di inattive in Italia è più alta rispetto all’Europa ed è pari al 49%, in pratica una su due, con punte del 65-70% nel sud Italia. Quel che preoccupa davvero, però, è la distanza del dato del nostro Paese rispetto alle altre nazioni europee sviluppate: +22/23 punti percentuali rispetto alle giovani tedesche, inglesi e spagnole, +17% rispetto alle francesi. Dati che secondo gli analisti sono imputabili sia alla cultura prevalente che alla famiglia per l’influenza esercitata sui comportamenti e le attitudini delle ragazze fin dai primi anni di vita. Anche il percorso di studi delle ragazze appare più accidentato: le ragazze appaiono fortemente penalizzate soprattutto laddove la famiglia di origine ha difficoltà finanziarie o le spese per la frequenza scolastica siano
elevate. Solo il 12% dei maschi abbandona la scuola per queste ragioni, a fronte del 25-27% delle ragazze. E l’incidenza tra le ragazze sale addirittura al 67% durante il corso degli studi universitari, rispetto al 58% dei ragazzi. Grandi difficoltà per le ragazze anche quando cercano un lavoro coerente con il proprio percorso di studi: a fronte di un 18% dei maschi che non ha trovato un impiego coerente con il proprio ambito di studi, la percentuale sale di oltre dieci punti percentuali nel caso delle femmine. Colpa degli indirizzi scolastici universitari privilegiati dalle ragazze che, secondo gli studiosi del fenomeno, risultano essere spesso disallineati rispetto alle opportunità offerte dal mondo del lavoro. Se poi si analizzano gli stipendi si nota come sin dalla prima esperienza di stage e tirocinio, le femmine vengono retribuite meno della metà rispetto ai colleghi maschi e soffrono di una maggiore instabilità lavorativa (l’incidenza dei contratti precari tra le donne di 15-24 anni è del 51% rispetto al 40% degli uomini).
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20 1 Voci da palazzo
L’opinione
Manovre di fine mandato Una proposta di legge per alleggerire il bilancio
Oltre un milione di euro da risparmiare, basta volerlo “E
Clodovaldo Ruffato, Ncd
“SERVONO BANCHE PIÙ SOLIDE”
Veneto Nanotech incassa un milione di euro l’anno e Veneto Innovazione 200mila euro l’anno. Eliminando queste società,i soldi restano in bilancio alla Regione di Maria Pavan
P
eccato che proposte come queste arrivino solo a scadenza di mandato. Ma per fortuna qualcuno comunque ci pensa e mette nero su bianco una proposta di legge per eliminare i famosi carrozzoni delle partecipate tanto odiati a parole dal Zaia che a quanto pare, però, si è scordato di eliminare. “C’è una società consortile che si chiama Veneto Nanotec, partecipata dalla Regione al 76,6% che perde 100mila euro al mese da diverso tempo! Che facciamo? direi che viste le ristrettezze del bilancio della Regione, bisogna tagliare, nonostante la finalità positiva del consorzio. Un buon padre di famiglia farebbe così”. Con queste parole decise, il presidente della Commissione Bilancio Costantino Toniolo, NCD, spiega come mai, quasi in chiusura di mandato ha presentato una nuova proposta di legge dal titolo “Abrogazione della legge regionale 20/11/2003, n. 32 “Partecipazione della Regione alla società Veneto Nanotech società consortile per azioni (SCPA)” e della Legge Regionale 6/09/1988, n. 45 “Costituzione di una società a partecipazione regionale per lo sviluppo dell’innovazione e collaborazione con il Cnr per studi e ricerche in materia di interesse regionale”.
“L’intento è quello di uscire dalle partecipazioni in Veneto Nanotech e di Veneto Innovazione (al 100% della Regione). - spiega Toniolo - Ritengo inoltre che le funzioni di analisi e promozione economica svolte da queste società possano essere prese in carico direttamente dagli uffici regionali o da Veneto Sviluppo. Tutto ciò porterebbe a risparmi rilevantissimi – ribadisce – e solo su Veneto Nanotech la Regione verrebbe a risparmiare almeno un milione di euro l’anno e per Veneto Innovazione 200mila euro l’anno. Mi sono deciso a presentare questa proposta – spiega Toniolo - per il fatto che la Giunta non ha adempiuto agli obblighi della legge regionale del 24 dicembre 2013 (n. 39) che prevede di presentare, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della stessa, una valutazione di carattere economico relativa alle funzioni amministrative attualmente esercitate dalle società controllate. Inoltre Palazzo Balbi non ha fatto alcuna proposta, entro i 180 giorni previsti, circa il mantenimento o meno in capo alle società delle funzioni conferite. Per quanto riguarda la norma finanziaria, prosegue Toniolo, “non essendo a conoscenza di un bilancio dettagliato e approfondito, i tecnici mi hanno consigliato di quantificare le minori spese in
Luca Coletto e Arianna Lazzarini, Lega
“NO A RICETTA MEDICA NEI SUPERMERCATI”
“U Costantino Toniolo 350mila euro l’anno. Queste risorse vanno girate immediatamente per incrementare il capitolo di bilancio finalizzato agli interventi a favore della ricerca e dello sviluppo. In questo capitolo anche tutti gli ulteriori risparmi che deriveranno dall’abrogazione delle due leggi regionali. Quindi - conclude Toniolo - le risorse andranno comunque impiegate per incentivare la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo economico locale e regionale, ma si evita il costo di funzionamento di una struttura ulteriore”.
DIFENDIAMO LE PRODUZIONI VENETE DALLE COPIE TAROCCATE
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i g g da oINE il -L N O è OVO NU SITO
“E’ importante sostenere i titolari del marchio territoriale, ossia i Consorzi di Tutela – aggiunge Manzato. Non spetta certo alle singole aziende produttrici difendere le denominazioni e le indicazioni geografiche protette che rappresentano in quanto i titolari dei marchi sono i rispettivi Consorzi, che la pubblica amministrazione sostiene e aiuta nel salvaguardare e promuovere il “made in” del territorio che rappresentano”. Il valore della produzione lorda agricola veneta nel 2014 è stimato in 5,6 miliardi di euro, in continuo aumento. “Nel solo settore vitivinicolo – ha ricordato Manzato – il Veneto ha una produzione di circa 8 milioni di ettolitri l’anno, con 28 DOC, 14 DOCG, 10 IGT”.
n ‘no’ deciso alla ricetta medica nei supermercati, perché i farmaci non sono beni di consumo ma presìdi fondamentali per la salute del malato per i quali è necessaria la professionalità di un farmacista. E soprattutto ‘no’ perché la liberalizzazione per concorrenza causerebbe la chiusura di decine di piccole farmacie sul territorio che oggi garantiscono anche nei piccoli centri il servizio per cui il Veneto eccelle. Appoggiamo le obiezioni di Federfarma, si rischierebbe di privare i cittadini di un servizio sanitario efficiente e capillare sul territorio, visto che l’ulteriore liberalizzazione metterebbe in pericolo le farmacie nei piccoli centri, che non riuscirebbero a reggere alla concorrenza della grande distribuzione”.
Antonio Pipitone e Gennaro Marotta, IDV
“AMIANTO: CENTINAIA DI SCUOLE DA BONIFICARE”
Agroalimentare
tanziati altri 500 mila euro per la tutela internazionale delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche del settore agroalimentare veneto, che si aggiungono alla prima trance messa a disposizione nel 2014. Una somma che è stata affidata ad Uvive (Unione Consorzi vini veneti DOC) al fine di intervenire in modo sinergico e capillare nella difesa legale delle denominazioni sul mercato UE e nei paesi extra-UE”. L’assessore all’agricoltura Franco Manzato esprime la propria soddisfazione per la realizzazione di questo progetto, che definisce “di primaria importanza, in quanto il “made in Veneto” nel comparto agroalimentare e soprattutto nel settore vitivinicolo, è vittima di numerose contraffazioni e imitazioni”.
’ urgente che il sistema bancario regionale si doti di gestioni trasparenti, di programmi di sviluppo sostenibili e di vertici in grado di ragionare su uno scenario molto differente rispetto ad alcuni decenni fa. Non vorremmo scoprire che l’economia regionale debba puntare su banche e finanze lontane dal territorio e dalle sue esigenze. Il tutto proprio nel momento in cui c’è bisogno di fare affidamento su istituti solidi e capaci di comprendere le esigenze del tessuto imprenditoriale e dei risparmiatori della regione”
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Franco Manzato
n Veneto ci sono più di cinquanta nidi e scuole private per l’infanzia con presenza di amianto. E in oltre un centinaio le scuole primarie e secondarie è stata rilevata fibra d’amianto nei tetti, nei pavimenti, nelle caldaie e nelle pareti. Ma un monitoraggio completo sulla presenza del pericoloso minerale, in Veneto non c’è. Una fibra di amianto è di 1300 volte più sottile di un capello umano e che l’amianto è un materiale friabile che rilascia queste fibre spontaneamente per semplici vibrazioni, corrente d’aria, urti o usura, è facile intuire a quale rischio siano sottoposti alunni, insegnanti e operatori scolastici. Chiediamo alla Giunta che cosa intenda fare per mappare l’intero territorio regionale e vogliamo sapere quali sono le singole scuole, nome per nome”.
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Voci da palazzo 21 1 Campagna elettorale Il megafono di Zaia è tutto puntato sull’allarme sicurezza
COMMENTI
Moretti in ascolto del territorio: sondaggi in crescita “T Province
DISABILI PENALIZZATI DAL VUOTO LEGISLATIVO
Centro destra ancora incerto sulla coalizione ma la competizione elettorale è iniziata. Stili e parole d’ordine molto diversi per i due attori finora in campo
di Maria Pavan
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l lavoro capillare e attento della Moretti sul territorio e tra la gente sembra raccogliere i primi frutti che, seppur ancora timidi, cominciano a far ben sperare il popolo del centrosinistra. Certo è che la campagna elettorale non è ancora entrata nel vivo. I vari attori che potrebbero coalizzarsi nello schieramento di centrodestra non sembrano trovare l’accordo giusto per stare davvero insieme. Quel che è certo è che Zaia correrà e che ha iniziato a gridare dal suo megafono di propaganda la parola d’ordine della sua campagna elettorale: sicurezza. L’appello ha le solite caratteristiche che contraddistinguono la lega in tutte le sue campagne elettorali e che fanno appello alla pancia del popolo veneto. Cosa può più della paura? Forse i soldi facili. Ma di soldi, lo sappiamo tutti, non ce ne sono più, e allora pronti gli slogan contro gli immigrati, pronti i riflettori su ogni minimo fatto di criminalità che lo amplifica e lo stampa in fronte a tutti coloro che hanno paura e che così,
Alessandra Moretti e Luca Zaia continuano ad averla. Dal canto suo, invece, Alessandra Moretti continua a pedalare e ad incontrare la gente che volentieri si ferma con lei a chiacchierare e che soprattutto le spiega cosa non va, cosa vorrebbero cambiare davvero del Veneto, di che cosa hanno timore: paura di perdere il lavoro, paura che i figli non ne trovino mai uno e che non riescano a farsi una famiglia; di non avere più i soldi per pagarsi le visite mediche o gli esami clinici; di non riuscire più da soli a sostenere il peso dell’anziano che hanno in casa. Paura che la corruzione continui a dilagare e a dilapidare i soldi dei cittadini. Anche paura dei ladri, ma quella viene dopo molte altre cose. Ogni territorio che Alessandra visita è ricco di un tessuto economico e sociale molto diverso di zona in zona e bisogna vederli certi paesi per capire se hanno più bisogno di capannoni o di treni per mandare i figli a studiare e lavora in città. E lei ci va, ascolta e si impegna. Intanto in Regione Veneto si susseguono i casi
giudiziari. Da ultima la notizia delle indagini sui sei dirigenti accusati di turbativa d’asta per l’aggiudicazione del project financing della Treviso-mare contro la quale il Pd locale e regionale hanno portato avanti una fiera opposizione. “La domanda che mi viene posta da tanti cittadini durante questo tour – afferma Alessandra Moretti - è sempre la stessa: ma dov’è Luca Zaia”?Luca Zaia è lì, governa da Governatore, certo è che da quel 30 novembre 2012 in cui fu arrestato il dirigente dell’ufficio Tributi e Bilancio della Regione Lucio Fadelli ne sono accadute di cose un po’ inquietanti in seno alla Regione. Nel dicembre 2012 l’arresto di Alessio Sturaro, del Genio civile di Padova; nell’aprile del 2013 sono iniziate le indagini che hanno portato la Procura a formulare l’accusa di malversazione, peculato e abuso d’ufficio nei confronti di Fabio Fior, a lungo capo dell’ufficio Tutela Ambiente; poi l’enorme caso Mose con l’arresto di Giancarlo Galan e Renato Chisso.
ra le conseguenze nefaste del mancato riordino delle competenze da parte della Giunta regionale – sostiene Lucio Tiozzo - c’è quella del rischio di smantellamento di alcuni servizi fondamentali, come quello per gli studenti con disabilità visive ed uditive. Si tratta infatti di servizi che fino ad oggi erano svolti dalle Province: ma in assenza di un riordino delle funzioni, come la legge Delrio impone, tutto questo patrimonio di professionalità e di assistenza è destinato ad essere disperso”. Gli interventi integrati di supporto alla comunicazione e all’apprendimento dei bambini e ragazzi con disabilità sensoriali (che frequentano la scuola per l’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado) sono necessari per l’integrazione scolastica, sociale e lavorativa e il raggiungimento del livello più alto di autonomia personale possibile. A beneficiare in Veneto di questo tipo di servizio sono circa mille studenti, con un costo stimato per il corretto e regolare svolgimento dei servizi di circa 9 milioni di euro l’anno. “La Giunta regionale proceda con urgenza a decidere chi deve farsi carico di questo servizio, evitando così disagi pesanti a questa delicata fascia di utenza e alle loro famiglie. E’ evidente che ogni ulteriore rinvio non potrà che aggravare la situazione e penalizzare nella quotidianità le persone che hanno maggiori necessità di sostegni”. S.B.M. Publiredazionale
Il Consigliere regionale Azzalin: “Zaia e i suoi governano da lontano, senza conoscerci davvero” Azzalin “Ha confermato la sua attenzione verso la nostra terra, troppo spesso trascurata da chi governa a Venezia, per toccare con mano le diverse realtà del Veneto, per capirne le esigenze e le possibilità di valorizzazione” La Moretti sul territorio c’è e ci crede al punto da voler toccare con mano ogni realtà e cittadino veneto che, in quanto tale, ha diritto ad essere conosciuto, ascoltato e preso in considerazione dalla politica e soprattutto da chi ha l’ambizione di governare nei prossimi cinque anni. E così il Consigliere regionale Graziano Azzalin le sta presentando il Polesine, i suoi paesi grandi e piccoli, le imprese che lavorano e creano economia e soprattutto la sua gente, i polesani. “Con la sua seconda visita in Polesine Alessandra Moretti ha confermato la sua attenzione verso la nostra terra, troppo spesso trascurata da chi governa a Venezia”: con queste parole il consigliere regionale dl Pd Graziano Azzalin, che ha accompagnato la candidata del Pd alle prossime regionali nel suo tour di due giorni che ha toccato Castelmassa, Melara, Bergantino, Calto, Ceneselli, Castelnovo
Alessandra Moretti innamorata del Polesine e dei polesani
Bariano, Badia Polesine, San Bellino, Lendinara, Lusia, Villanova del Ghebbo e Castelguglielmo. L’ex europarlamentare ha sottolineato a più riprese l’importanza delle sue dimissioni già durante la campagna elettorale: “Nel 2010 Zaia ha fatto propaganda da ministro e ora la farà da governatore, io invece ho scelto di farlo da libera cittadina: credo sia un segno di serietà ed un piccolo gesto per dimostrare che si può fare una politica diversa, intesa come spirito di servizio”. “E’ importante – aggiunge Azzalin – che Alessandra non si sia limitata a qualche conferenza qua è là, ma abbia deciso di incontrare faccia a faccia tutti i cittadini, compresi quelli di località del Polesine
solitamente escluse dalle grandi campagne elettorali fatte molto di proclami ma poco di confronti diretti: l’impostazione data dalla candidata del Pd è proprio quella di toccare con mano le diverse realtà del Veneto, per capirne le esigenze e le possibilità di valorizzazione. E’ con questo spirito che ha dialogato i cittadini e, soprattutto, ha visitato alcune importanti realtà produttive del territorio come la Tecnical Park di Melara, il Fabbri Group di Calto, La Vetro di Bergantino, le Distillerie Mantovani ed il mercato ortofrutticolo di Lusia”. Dopo essere stata a Canaro, Fiesso Umbertiano, Fratta Polesine, Villamarzana, Frassinelle Polesine ed Arquà Polesine nel corso della sua prima vi-
sita, Alessandra Moretti tornerà ancora il Polesine il 25 e 26 febbraio prossimo, quando visiterà altri 15 comuni. Questa volta, però, a partire dal Delta del Po.
22 1 Cultura veneta La mostra Una personale a Roncade
Piero Slongo e le sue Cromie Autodidatta, nel 2011 alla Biennale di Venezia, invitato
da Sgarbi. Un autore Veneto che conduce lo spettatore in un viaggio dell’anima particolarmente caldo di Alain Chivilò
L
’artista, di Mogliano Veneto, Piero Slongo ritorna ad esporre nella provincia di Treviso con una mostra personale ricca di una trentina di opere. Nell’avveniristico wine creative lab e boutique di Roncade, l’Arte figurativa del pittore contamina a livello culturale la filosofia aziendale della cantina 47 Anno Domini progettata, a livello architettonico, da materiali quali legno, vetro e acciaio. Fino al 24 aprile, i lavori del Maestro dialogano con il design e il gioco di luce che la struttura crea durante le diverse fasi del giorno: “Cromie dell’Anima” è la mostra che individua la sua essenza artistica attraverso le tematiche del paesaggio, dei fiori, delle nature silenti e dei ritratti. Fin dalle biennali veneziane Slongo ha assimilato e successivamente sviluppato una figurazione originale di stampo impressionista ed espressionista, elaborando negli anni un percorso ricco di varianti cromatiche nate da una tradizione rinascimentale vene-
ta, che ha posto il colore come vero elemento di forza creativa. L’intensità pittorica è invece di caratura internazionale, perché in chiave personale propone nelle sue tele un potente vigore di cromie ampiamente solari, care a un’artista per lui di riferimento quale Vincent Van Gogh. Nei paesaggi, una tra le principali tematiche del Maestro, si coglie l’interiorità umana attraverso la manifestazione di emozioni e liricità. La sua tecnica è tendente a una sorta di
passati fino a oggi partecipa alla vita artistica nazionale giungendo nel 2011 al Padiglione Italia della LVI Esposizione Internazionale d’Arte, Biennale di Venezia. Grazie al curatore Vittorio Sgarbi, che già lo segnalò all’edizione di Arte Padova del 2000 come uno tra i tre più interessanti artisti presenti fra quelli meno conosciuti al grande pubblico, il pittore Slongo coronò quel sogno di una vita, sorto durante la giovinezza dove da Mogliano Veneto, sua città natale, partiva per recarsi
in bicicletta ai Giardini de La Biennale. L’Arte di Piero Slongo s’inserisce all’interno di una ricerca pittorica italiana che trova in Carlo Carrà, Ottone Rosai e Giorgio Morandi l’utilizzo di arie tipicamente metafisiche nelle quali a livello interiore si crea un viaggio dell’anima con intensità personalizzabile, da ognuno di noi, che varia da opera a opera. Una mostra dove il “giovane” artista, grazie alla calibrata curatela, pone una figurazione a passo con i tempi in un ambiente sempre frizzante.
Chioggia Premio giornalistico Giorgia Iazzetta
VINCONO EX AEQUO ANNA VITALIANI E PIETRO PRUNEDDU. MENZIONE PER MARIA PAOLA SCARAMUZZA
Aspettando la Biennale di Venezia
ALL THE WORLD’S FUTURES
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nna Vitaliani e Pietro Pruneddu sono i vincitori ex aequo della terza edizione del “Premio Giornalistico Giorgia Iazzetta”, organizzato da Nordestnet (editore del periodico NES Nordest Sanità) con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto. Pietro Pruneddu, vince con “Inchiesta sull’eutanasia, in Italia si fa non si dice” affrontando un tema di attualità, con una estrema chiarezza espositiva, una buona organizzazione dei contenuti, il lavoro di ricerca e raccolta dati, la lucidità nel trattare un argomento delicato senza sbavature emotive. Mentre Anna Vitaliani vince con “Battaglia di Caterina” un servizio speciale di 6 minuti andato in onda su Raitre. Anche qui un tema di attualità capace di far emergere, senza snaturare l’identità della protagonista, la capacità di mescolare armonicamente i contenuti legati al tema della sperimentazione animale e dell’energia di una straordinaria storia umana. Una menzione va all’articolo “Alessio e Cristina: le notte in ospedale” di Maria Paola Scaramuzza, pubblicato sul settimanale Gente Veneta. La giuria ha particolarmente apprezzato il calore e l’eccezionalità del racconto che non scade mai nel patetico di una scelta di vita particolarmente forte. Una storia che rinfranca l’ottimismo. Ci piace ricordare che Giorgia Iazzetta, giornalista di Chioggia a cui è intitolato il premio e scomparsa prematuramente il 30 novembre 2011 aveva cominciato a scrivere una decina di anni prima per noi, il free press “La Piazza”.
L
’anno 2015 rappresenta per Venezia la 56° Esposizione della Biennale d’Arte. Dopo diversi anni l’appuntamento mondiale apre il 9 maggio per concludersi il 22 novembre. I luoghi centrali sono gli spazi dei Giardini, dell’Arsenale e d’infiniti siti divisi in tantissimi palazzi e altre sedi per eventi collaterali ufficiali e no. Il curatore per questa edizione è Okwui Enwezor (Nigeria 1963), studioso interessato ad un approccio artistico internazionale più che locale. Come da sue parole, il progetto esposto parte dal considerare “le fratture che oggi ci circondano e che abbondano in ogni angolo del panorama mondiale, rievocatrici di macerie evanescenti sorte dalle precedenti catastrofi accumulatesi ai piedi dell’angelo della storia. Come fare per afferrare appieno l’inquietudine del nostro tempo, renderla comprensibile, esaminarla e articolarla? I cambiamenti radicali verificatisi nel corso degli ultimi due secoli hanno prodotto nuovi e affascinanti spunti per artisti, scrittori, cineasti, performer, compositori e musicisti. Riconoscendo tale condizione, la 56° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia propone All the World’s Futures, un progetto dedicato a una nuova valutazione della relazione tra l’arte e gli artisti nell’attuale stato delle cose”. Dunque un’idea nozionistica che riprende la teatralità e il palcoscenico come elementi di esplorazione e analisi. Infatti tre concetti faranno da filtro alla kermesse: Vitalità, sulla durata epica - Il giardino del disordine - Il Capitale, una lettura dal vivo.
opacità all’interno di una pastosità che unisce vitalità e luminosità care a Chaim Soutine. Le opere sono dunque fonti di un calore passionale, vera risorsa vitale per un’incessante amore per l’Arte. A questa disamina, nel dipingere, l’artista pone un’attenta analisi psicologica atta ad indagare l’intimo della realtà come in Oscar Kokoschka. A livello biografico Piero Slongo fin dalla giovane età è stato naturalmente incline al disegno e alla pittura. Di formazione autodidatta, negli anni
MUSEO DEL VETRO
Parafrasando le titolazioni alle opere esistenti, gli artisti coinvolti dovranno produrre dei lavori e dei contributi esclusivi alla mostra, attraverso proposte che avranno come punto di partenza il concetto di giardino, realizzando nuove sculture, film, performance e installazioni. Ulteriore e conclusiva disamina, partendo dal libro “Das Kapital” di Marx, si svolgerà nella lettura attraverso un imponente progetto bibliografico elaborato dal curatore. Dunque, fra qualche mese avremo modo di verificare se le volontà di Enwezor di scavare a fondo lo stato delle cose, mettendo in discussione la loro apparenza, avrà avuto buon esito. A.C.
I
UN NUOVO ALLESTIMENTO, UNA MERAVIGLIA
n un slogan, il Vetro è Murano: un’isola tra le più visitate perché con il suo materiale lucente e vibrante attira ondate continue di turisti. Le sue fabbriche sono attrezzatissime per richiamare flussi di persone italiane e soprattutto straniere, attraverso visite guidate e rappresentazioni pratiche dei maestri vetrai. Ogni rappresentante delle relative aziende istruisce e fa capire, con franchezza, che un prodotto di qualità ha un costo comprendente lavorazione, studio e design. Proprio qui numerosi architetti, stilisti e artisti hanno creato, nei decenni, opere riproposte ancora oggi, lungi dai concetti di pezzo unico e tiratura cari alle produzioni artistiche. Dal 9 febbraio il luogo principe, che custodisce la storia del vetro veneziano, riapre con un progetto museografico totalmente rinnovato: spazi espositivi quasi raddoppiati, allestimenti rivisti e nuovi servizi per il pubblico con video e totem informativi. Una straordinaria esposizione che parte da vetri romanici del I secolo d.C. passando per le produzioni rinascimentali e del Settecento, arrivando alle nuove sperimentazioni del secolo scorso. Un museo che si amplia recuperando uno storico complesso produttivo, dismesso nel 1993, attraverso l’assimilazione di una parte delle ex Conterie: termine che definisce le perle di pasta vitrea. Un’area nata nel 1898 quando più imprese che producevano perline si consociarono creando un’unica azienda denominata Società Veneziana Conterie. Una ristrutturazione che, partendo dai sette metri d’altezza e dall’open space creato, ospiterà mostre ed eventi temporanei. Il primo di questi parte dalla storia dell’isola di Murano, rendendo omaggio all’artista Luciano Vistosi deceduto cinque anni fa. Fino al 30 maggio è possibile ammirare le sue opere che hanno sempre saputo imbrigliare la luce attraverso forme e dimensioni uniche. Un progetto che, cofinanziato dal Fondo di Sviluppo Regionale dell’Unione europea assegnato dalla Regione Veneto e dall’intervento del Comune di Venezia, ha unito due siti storici quali Palazzo Giustinian e l’ex fabbrica di perle di vetro adiacente al giardino del Museo.
Sport 23 La Corri per Padova tra costumi e mascherine
Sempre di corsa Runners e Walkers accolgono con entusiasmo le novità e continuano ad allenarsi seriamente nonostante le temperature siano un po’ rigide
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“Mai un detto fu così veritiero: pochi ma buoni”. Così commentano anche gli organizzatori della CXP. “Al di la dei dati ufficiali – continuano – possiamo calcolare in circa 200 le persone che erano presenti alla partenza, più i sempre generosissimi volontari che non hanno mancato neanche questa volta di offrire la loro presenza; non finiremo mai di ringraziarli per la grande sportività e senso di responsabilità che settimana dopo Sono vere settimana dimostrano a noi e a Fra gli ospiti della Corri per e proprie tutti i partecipanti: siamo certi che Padova una rappresentanza del kermesse Runners e Walkers che non hanno comune di Stra e dell’Apt di Vene- gli appuntamenti partecipato il giovedì grasso per zia: un gruppo di figuranti venuti della CXP paura di soffrire troppo il vento e il a presentare il Carnevale in Villa Pisani a Stra di domenica 22 febbraio, evento che atti- freddo, la prossima volta che incontreranno un volontario con la bandierina lungo il percorso a “proteggere” il ra ogni anno decine di migliaia di visitatori. Ma il freddo di inizio febbraio ha trattenuto qual- loro divertimento si fermeranno e gli daranno la mano cuno sul divano, specie nella serata in cui si partiva da ringraziandolo”. Palazzo Moroni.
uro divertimento in maschera e di corsa. Questi i Runners e Walkers che hanno partecipato alla CXP del giovedì grasso. La partecipazione non è mancata in zona Padova Uno. Qua e là, qualche runner mascherato, soprattutto con parrucconi. Anche lo speaker Dario Bolognesi era mascherato tanto da sembrare invisibile ma sua voce sovrastava tutti e tutto.
I figuranti Giovanna, Flavia, Giuseppina, Mirella, Giovanni (fotografie di Sofia Penazzato)
dei nostri amici
A nimali
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L’ESPERTO
IL VETERINARIO
coli conflitti che lasciano il segno. Quando mi chiedono una consulenza relativa a quale cane prendere per il bambino, io prima di tutto rispondo che è un desiderio da assecondare solo se gli adulti della famiglia sono effettivamente disposti ad occuparsene perché il cane non è per il bambino - che ovviamente non può nemmeno esserne il principale responsabile - ma diventa un nuovo membro della famiglia. Poi, suggerisco sempre la scelta di un cane maturo ed equilibrato. Un cane adulto ha molti vantaggi, si possono conoscere le caratteristiche fisiche e comportamentali ed è certamente meno impegnativo di un cucciolo di per sé vivace, esuberante ed ineducato. Non voglio convincervi, se proprio ve la sentite potete anche adottare un cucciolo, considerando però che l’impegno, soprattutto quando il figlio è ancora piccolo, è di gran lunga maggiore. Comunque scegliate ricordate sempre di insegnare ai vostri bambini a trattare i cani con rispetto e gentilezza, proprio come vorrebbero essere trattati loro.
*Educatrice cinofila che collabora con il Rifugio Cipa
A cura del Dottore Andrea Feliciati
Sterilizzazione: perché consigliarla
Cani e bambini
Un’affermazione che sento fare frequentemente da parte di chi vuole adottare un cane è “prendo un cucciolo per il mio bambino così crescono insieme”. Purtroppo però questa non è sempre cosa buona e giusta. Premetto che sono cresciuta con i cani, sono stati i miei primi compagni di gioco e non mi sono mai separata da loro, tanto che oggi sono i miei compagni di lavoro.Da bambina giocavo sempre con i cani del nonno, il mio preferito si chiamava Tabù, un randagio bianco e grigio arrivato in famiglia già adulto e dove ha vissuto almeno vent’anni. Ho pianto tanto quando è morto perché Lui era il mio migliore amico, sapeva tutti i miei segreti, glieli raccontavo quando andavamo a passeggio. Il primo morso invece l’ho preso da un cocker spaniel, ancora oggi quando mi guardo il braccio penso a quanto me lo sono meritato (anche mamma mi aveva detto così!). Era un batuffolo rosso bellissimo quando è arrivata a casa, siamo cresciute insieme. Poi qualche litigio, pic-
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Dott.ssa Veronica Ferrarese - Educatrice cinofila*
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Cani e gatti fanno sempre più parte integrante delle famiglie italiane per la gioia dei bambini e di chi un po’ bambino torna grazie a loro. La famiglia media non fa mancare niente al piccolo amico: cucce e brandine su cui riposare, cibo di qualità, giochini, visite dal veterinario e farmaci quando sono necessari. Un discorso a parte merita la sterilizzazione, pratica spesso maldigerita dai proprietari dei pet. “E’ contro natura”, “soffre se non fa i cuccioli”, “deve fare una cucciolata altrimenti vengono i tumori” sono espressioni con le quali ogni medico veterinario ha a che fare nella sua quotidianità. La realtà è diversa. Se è vero che la sterilizzazione è contro natura è altrettanto vero che se si vuole rispettare il normale svolgimento della loro vita dobbiamo lasciare che cani e gatti prolifichino liberamente e non quando si decide di fargli fare una cucciolata. I vantaggi della sterilizzazione di cani e gatti sono molteplici ed ogni medico veterinario potrà fornire spiegazioni esaurienti a riguardo. Volendo brevemente elencarli: - Prevenzione del randagismo: molto spesso dalla mancata sterilizzazione alla cucciolata imprevista il passo è breve. Il più delle volte il proprietario riesce
ad occuparsi dell’affido dei cuccioli ma capita anche che questi cuccioli, soprattutto gattini, vengano abbandonati aumentando così il randagismo; - Prevenzione di patologie uterine: cagne e gatte non sterilizzate possono andare incontro, specialmente in età avanzata, allo sviluppo di piometra una patologia caratterizzata da raccolta di materiale purulento all’interno dell’utero che richiede intervento chirurgico immediato e, spesso, non esente da rischi; - Prevenzione di tumori mammari: è dimostrato che sterilizzazioni precoci sia nella cagna che nella gatta prevengono i tumori mammari che statisticamente sono maligni nel 50% dei casi nella cagna e nell’80% dei casi nella gatta; - Prevenzione delle false gravidanze: fenomeno frequente nelle cagne non sterilizzate con produzione di latte. Le gravidanze isteriche a lungo termine possono portare a neoplasie mammarie. Ovviamente chi desidera una cucciolata del proprio pet perché si vuole tenere un cucciolo o per allargare le famiglie di amici e parenti è giusto e bello che lo faccia ma non sterilizzarli per un loro presunto benessere è puro egoismo.
Presidente del Consiglio dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Rovigo e Direttore Sanitario dell’ambulatorio del Rifugio C.I.P.A.
ADOTTAMI
APO è un meticcio maschio sterilizzato, taglia media. E’ un cane buonissimo! E’ adatto a famiglie anche con bambini piccoli e persone anziane, va d’accordo con gli altri cani. Adora le coccole e stare in compagnia delle persone.
CHICCO è un Segugio Italiano maschio sterilizzato. E’ bello e davvero molto buono. Va d’accordo con tutti! Adatto a famiglie anche con bambini. Salta le recinzioni quindi per lui stiamo cercando una famiglia che lo faccia vivere in casa.
CORA è un incrocio Pastore Maremmano, femmina sterilizzata. Va a passeggio e va d’accordo con gli altri cani. Adora coccole e grattini! Adatta a chi vuole un cane buono e da tenere in giardino, che faccia anche un po’ da guardia.
GIANDUIA è un meticcio maschio sterilizzato. Gli piace andare a passeggio e stare in compagnia di persone dai modi delicati e che lo rispettano. Per lui stiamo cercando un ambiente tranquillo come unico cane.
GIN è un Pointer maschio sterilizzato. E’ buonissimo e socievole! Adora le coccole e andare a passaggio al guinzaglio. Adatto a famiglie anche con bambini, anziani e altri cani. Patisce molto il freddo quindi stiamo cercando una famiglia che lo faccia vivere in casa.
MAX è un meticcio maschio sterilizzato, taglia media. E’ di grande compagnia, maestoso ed esuberante. Scala le recinzioni quindi per lui stiamo cercando una famiglia che lo faccia vivere in casa. E’ l’ideale per chi vuole un cane con cui svolgere attività fisiche, ludiche ed educative.
NORA è una meticcia femmina sterilizzata, taglia media. E’ una cagnolona timida e discreta. Predilige le persone con modi delicati. Va d’accordo con gli altri cani. Per lei stiamo cercando una famiglia che la faccia vivere in un ambiente tranquillo e stabile.
ORO è un meticcio maschio sterilizzato, taglia media. E’ un tesoro! Se volete un cane buono, dai modi delicati e coccolone lui è il cane giusto per Voi!
PENNY è una meticcia femmina sterilizzata, taglia piccola. E’ dolce come pochi cani al mondo! Le piace stare acciambellata sulle gambe dei volontari e farsi spazzolare. Fa passeggiatine brevi e va d’accordo con tutti. Patisce il freddo quindi cerchiamo una persona che la faccia vivere in casa.
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Questi e tanti altri simpatici musetti li trovate al Rifugio C.I.P.A. di Fenil del Turco (RO), Via Argine Zucca n° 3/E - tel. e fax 0425/476835 – mail: legadelcanerovigo@gmail.com – sito: www.legadelcanerovigo.com Facebook: facebook.com/legadelcanerovigo – Twitter: twitter@legadelcane – Youtube: rifugiocipatv.
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Diritto penale
Apologia di reato
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recenti tragici fatti di Parigi e le successive deliranti frasi che A.M.H. un immigrato di origini marocchine da 12 anni residente in Polesine ha scritto sulla sua pagina di Facebook, offrono lo spunto per alcune considerazioni sull’apologia di reato, delitto previsto dal terzo e quarto comma dell’art. 414 del codice penale. Sotto il profilo soggettivo affinché sussista il reato è necessario che l’azione criminosa sia accompagnata dalla coscienza e volontà di fare apologia mentre sotto il profilo oggettivo l’interesse tutelato è l’ordine pubblico ossia il regolare andamento del vivere civile garantito dallo Stato attraverso norme spesso di rilevanza penale, che debbono essere inderogabilmente osservate da tutti i consociati. Inoltre, l’apologia deve avvenire in un luogo pubblico o aperto al pubblico ad esempio in una piazza, durante una trasmissione radiofonica o televisiva, mediante la stampa, attraverso internet ed i vari social networks. Il codice penale non fornisce una nozione di apologia di reato che è stata elaborata da dottrina e giurisprudenza per le quali essa consiste nel tenere pubblicamente un comportamento criminoso attraverso scritti o discorsi apparentemente leciti, diretti ad esaltare, giustificare un fatto o
il suo autore con l’intento di spronare altri all’imitazione o di eliminare la ripugnanza verso tale fatto o verso l’autore di delitti. Nel nostro ordinamento oltre alla norma generale dell’art. 414 c.p vi sono specifiche fattispecie di reato che sanzionano l’apologia quali, ad esempio, la propaganda che possa comportare il pericolo della ricostituzione del partito fascista sanzionata dalla legge 20.6.1952 n. 645; la legge 13 ottobre 1975, n. 654 che punisce la propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero l’istigazione a commettere atti di discriminazione o di violenza per motivi razziali etnici, nazionali o religiosi. Sulla base di una lettura superficiale dell’art. 414 c.p., si potrebbe concludere che costituisce reato la mera condotta di colui che si limita a manifestare ed esaltare pubblicamente la correttezza di atti ritenuti illeciti e gravemente sanzionati dall’ordinamento giuridico quali ad esempio l’omicidio o che contesti la legittimità di alcune leggi. Tale interpretazione, in linea con l’ideologia imperante nel 1930, anno al quale risale l’entrata in vigore del codice penale, è stata costantemente seguita dalla Corte di Cassazione fino all’intervento della Corte Costituzionale con
Avv. Carmelo Sergi
sentenza del 4.5.1970 n. 65. La Consulta, infatti, nel dichiarare infondata la questione di illegittimità costituzionale sollevata dal Giudice Istruttore del Tribunale di Rovigo per contrasto con l’art. 21 della Costituzione, che tutela il diritto alla libera manifestazione del pensiero, ha affermato che l’art. 414 terzo comma c.p., deve essere interpretato nel senso che esso punisce solo le condotte che per le loro modalità integrano comportamenti concretamente idonei a provocare la commissione di delitti. La giurisprudenza che ne è seguita si è allineata a tale orientamento per cui è stata ad esempio esclusa l’apologia di reato nel caso di un volantino sul quale, a commento dell’omicidio del commissario Calabresi, erano state scritte le seguenti parole “ognuno ha ciò che si merita”. Per concludere, l’accertamento del concreto pericolo della commissione di un reato in conseguenza di una condotta apologetica, deve essere di volta in volta valutato dal giudice attraverso elementi quali la personalità, la condotta dell’autore dell’apologia, la sua capacità di persuasione verso terzi e la propensione di questi ultimi a recepire le sue parole. Tali elementi sono stati considerati evidentemente insussistenti nei confronti di A.M.H. contro
il quale la Procura della Repubblica di Venezia risulta abbia deciso di non procedere nonostante le sue parole abbiano ricevuto messaggi di approvazione e condivisione nel web. Nel contempo, però, la notizia risale a qualche settimana fa, a Torino lo scrittore Erri De Luca è stato rinviato a giudizio per incitamento al sabotaggio avendo dichiarato nel corso di un’intervista: “La Tav va sabotata. Le cesoie sono utili perché servono a tagliare le reti”. Il rinvio a giudizio ha suscitato forti e vibrate proteste da parte di chi considera invece tale iniziativa una violazione della libera manifestazione del pensiero sancito dall’art. 21 della Carta Costituzionale. In Francia, invece, il comico francese Dieudonné è stato arrestato per apologia del terrorismo per il solo fatto di avere scritto su Facebook, con riferimento al terrorista islamico ucciso in un negozio kosher di Parigi, “mi sento come Charlie Coulibaly”. Tale frase è stata così commentata dal premier francese Manuel Valls con le seguenti condivisibili parole, “Il razzismo, l’antisemitismo, il negazionismo e l’apologia del terrorismo non sono opinioni, sono reati; bisogna essere implacabili nel battersi contro il terrorismo, certamente, ma anche contro la parola che uccide, la parola di odio”.
Avv. Carmelo Sergi - via Umberto I n. 50 - 45100 - ROVIGO - tel. 0425460463 - fax 0425464763 - mail carmelo.sergi@libero.it
diritto ereditario
Successione e dichiarazione di successione
L
’art. 456 del codice civile prevede che la successione si apra al momento della morte, nel luogo dell’ultimo domicilio del defunto; se il defunto non ha disposto dei propri beni per testamento si fa luogo alla successione per legge. Quando si parla di successione a causa di morte bisogna tener presente che sono necessarie alcune formalità per completare il subentro degli eredi nei beni del defunto (il “De Cuius”). In particolare, una di carattere giuridico (l’accettazione dell’eredità) ed una di carattere fiscale (la dichiarazione di successione). Analizziamo anzitutto quella di carattere fiscale: gli eredi hanno l’obbligo di presentare la “Dichiarazione di Successione” entro un anno dalla data di apertura della stessa (ovvero dalla data di morte del de cuius). La dichiarazione deve essere compilata esclusivamente su apposito modello e va presentata presso l’Agenzia delle entrate competente in base al luogo di ultima residenza del defunto. Nella dichiarazione vengono indicati: - i beni immobili sui quali de cuius aveva un diritto reale (proprietà, nuda proprietà ecc.)
AVV. TOMMASO LA ROSA
- i depositi bancari intestati o cointestati - i dati dei soggetti cui l’eredità spetta per legge o testamento. Non vanno invece indicati i beni mobili registrati (ad esempio: macchine o motociclette). Per presentare la dichiarazione di successione è necessario pagare le relative imposte; anche se è prevista una franchigia di 1.000.000 di Euro per il coniuge e ciascun figlio erede relativamente alle imposte di successione, restano da corrispondere le imposte ipotecarie e catastali la cui percentuale dipende dalla possibilità di chiedere delle agevolazioni. L’accettazione è invece il vero acquisto dell’eredità: può essere espressa o tacita. L’accettazione espressa è una dichiarazione formale, resa in un atto pubblico innanzi ad un Pubblico Ufficiale (Notaio o Cancelliere del tribunale), a cura dell’erede. E’ tacita quando, in mancanza di un atto formale, il chiamato all’eredità compia uno o più atti che presuppongono la sua volontà di accettare: ad esempio la vendita di un bene ereditario, che il chiamato erede non avrebbe diritto di compiere se non volesse accettare l’eredità.
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infortunistica
Incidente stradale: il colpo di frusta viene ancora risarcito?
N
Dott. Luca Mulas
egli ultimi vent’anni, in Italia, oltre il 50% delle persone che ha subito un sinistro stradale ha riportato danni permanenti da distrazione del rachide cervicale. Tale dato, di gran lunga superiore rispetto alle percentuali registrate nel resto d’Europa, ha obbligato il nostro Legislatore a promulgare delle norme in grado di arginare detto fenomeno. Difatti, è innegabile che gli esborsi sopportati dalle Compagnie di Assicurazione per il cd. “colpo di frusta” erano oramai divenuti insostenibili, soprattutto perché molte persone, in virtù della facilità con cui si potevano ottenere delle cospicue somme, se ne sono approfittate simulando i sintomi di un danno che non avevano per nulla patito. Ovviamente, tale malcostume ha colpito un po’ tutti noi perché ha determinato, nel corso degli anni, un costante aumento del costo delle polizze RC Auto. Così, con la L. n° 27 del 24.03.12, art. 32 comma 3 ter e 3 quater, è stato stabilito che “le lesioni di lieve entità, che non siano suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo, non potranno dar luogo a risarcimento per danno biologico permanente” e che “il danno alla persona è risarcito solo a seguito di
riscontro medico legale da cui risulti visivamente o strumentalmente accertata l’esistenza della lesione”. Quindi, considerando che il colpo di frusta è difficilmente accertabile attraverso i raggi, la risonanza magnetica o la TAC, vale ancora la pena di richiederne il risarcimento? La risposta è sì, soprattutto per coloro che hanno realmente subito un pregiudizio alla propria salute. Difatti, in particolare nel Nord Italia, sono molti i Giudici di Pace, dal Piemonte al Friuli, passando per la Lombardia, il Trentino ed il Veneto, che reputano doveroso un accertamento, oltre che strumentale, anche clinico del danno subito. Tale atteggiamento, che le Assicurazioni non possono più ignorare neppure nella fase stragiudiziale, mira a garantire una corretta applicazione della sopraccitata legge, in maniera che non risulti violato il diritto alla salute garantito all’art. 32 della Costituzione italiana. Pertanto, se si è in possesso di certificati medici che attestino in modo chiaro e scrupoloso la sussistenza dei sintomi tipici del “colpo di frusta”, non bisogna temere la resistenza delle Compagnie Assicurative e occorre invece formulare, in modo corretto e attento, la legittima istanza risarcitoria.
Adria, C.so Vittorio Emanuele II n.10/a – tel.042623583 - Porto Viro, Via N. Fregnan n. 14/i - tel. 0426322267 e-mail: mulasluca@libero.it - www.infortunisticamulas.it
Rovigo via L. Einaudi 50 - 45100 Rovigo Tel. 0425 471833 Agente: Mauro Cobianchi unipolsairovigo@gmail.com
Ceregnano via Marco Polo 5 - 45010 Ceregnano (Ro) Tel. 3200879402 Sub agente: Tinazzo Antonio unipolsaiceregnano@gmail.com
Nel febbraio del 1993, alcuni avvocati che si occupavano abitualmente di questioni di diritto di famiglia hanno costituito a Roma l’Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i Minori (AIAF). Oggi l’AIAF riunisce in tutta Italia oltre 1800 avvocati, è presente in quasi tutte le regioni e in numerosissime provincie tra cui quella di Rovigo. Lo scopo della nostra Associazione, formata da avvocati che esercitano la professione prevalentemente nel settore del diritto di famiglia, dei minori e delle persone, è principalmente di FORMARE e QUALIFICARE continuamente i propri associati mediante una incessante attività formativa specialistica fatta di convegni, corsi, pubblicazioni e una scuola di alta specializzazione. La sezione rodigina dell’AIAF Nella provincia di Rovigo l’AIAF è presente dal 2007, in questi anni ha organizzato numerosi eventi formativi e creato una rete di confronto e collaborazione tra i propri associati e altri professionisti che si occupano delle relazioni personali e familiari (psicologi e psicoterapeuti, medici, mediatori familiari, operatori consultoriali). La formazione professionale degli avvocati è a servizio del cittadino
Che cos’è l’AIAF
Gli avvocati sono impegnati in una continua attività di formazione professionale per rispondere al diritto di ogni cittadino - che si accinge ad affidare una problematica di tipo legale ad un professionista - di scegliere tra coloro che si distinguono
per una particolare preparazione tecnica e specialistica. Che cosa fa l’AIAF oltre all’attività formativa? Con i nostri convegni e le nostre pubblicazioni contribuiamo a promuove il dibattito sulle tematiche della famiglia, della persona, della condizione dei bambini e dei giovani. Da anni siamo impegnati, anche presentando disegni di legge, affinchè siano riformati e quindi migliorati i procedimenti che hanno ad oggetto la materia della famiglia e dei minori, ovvero perchè siano trattati con una unica procedura, snella e veloce, davanti ad un Giudice specializzato in diritto di famiglia. Perché L’AIAF sulla “PIAZZA”? Abbiamo accolto l’invito di affrontare, per alcuni mesi, alcune questioni “giuridiche” legate all’esperienza della “crisi familiare”, con l’intento di illustrare alcuni principi di diritto che la regolano. In questo numero del giornale affronteremo alcune questioni riguardanti la “destinazione” della casa coniugale quando due coniugi si separano, divorziano o quando cessa la convivenza tra persone non sposate. Cercheremo, quindi, di rispondere ad alcune delle molte domande che ci pongono le persone che incontriamo nella nostra esperienza professionale.
Le nuove procedure di separazione e divorzio alternative ai procedimenti avanti l’autorità giudiziaria Il 2014 si è chiuso con importanti novità sotto il profilo normativo. E’ stata infatti introdotta una sostanziale modifica della normativa vigente in materia di separazione e divorzio, con l’inserimento di due diverse procedure del tutto nuove ed alternative rispetto ai procedimenti di separazione e divorzio che si svolgono avanti l’Autorità Giudiziaria: la convenzione di negoziazione assistita e il procedimento davanti all’Ufficiale di Stato Civile. Grazie alle novità introdotte dalla Legge n. 162 del 10.11.2014, che ha convertito, con modifiche, il decreto legge n. 132 del 12.09.2014, oggi coloro che si trovano nella necessità di separarsi, divorziare o di modificare le condizioni di una precedente separazione o divorzio hanno la possibilità di scegliere tra le due nuove procedure, oltre a quelle già conosciute che si svolgono con ricorso al Tribunale. “LA CONVENZIONE DI NEGOZIAZIONE ASSISTITA” I coniugi, assistiti ciascuno da un avvocato, possono accordarsi di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia che li interessa (separazione, divorzio o modifica delle precedenti condizioni di separazione e divorzio) tramite l’assistenza dei propri legali. Questo accordo, che prende il nome di “convenzione assistita”, oltre ad essere redatto per iscritto, deve stabilire un termine entro il quale i due coniugi cercheranno di trovare l’accordo, termine che deve essere compreso tra 1 e tre mesi (prorogabile di un altro mese). Appare chiaro che l’impegno maggiore per i coniugi assistiti dai loro legali sarà quello di cercare (con tutti i mezzi possibili, non esclusa la mediazione familiare) di raggiungere condizioni condivise di regolamentazione della propria crisi coniugale. Quando non vi sono figli minori che cosa accade? Nel caso non vi siano figli minori o figli maggiorenni incapaci o portatori di grave handicap, l’accordo che i coniugi hanno sottoscritto verrà trasmesso dai loro avvocati al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale competente, il quale - se non ravvisa irregolarità - comunicherà il proprio “nullaosta”; diversamente comunicherà il diniego al “nullaosta”. Sarà onere degli avvocati trasmettere, entro i successivi 10 giorni dalla comunicazione del “nullaosta”, copia autentica dell’accordo all’Uffi-
ciale dello Stato Civile del Comune in cui il matrimonio fu iscritto o trascritto. Se vi sono figli minori che cosa accade? Quando i coniugi che hanno scelto di far ricorso alla procedura di negoziazione assistita hanno figli minori, o figli maggiorenni incapaci o portatori di un grave handicap, oppure maggiorenni economicamente non autosufficienti, l’accordo che hanno sottoscritto verrà trasmesso, sempre dai loro avvocati entro 10 giorni, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale competente, il quale lo autorizzerà se lo riterrà conforme all’interesse dei figli; diversamente lo trasmetterà al Presidente del Tribunale che fisserà, entro i successivi trenta giorni, l’udienza per la comparizione delle parti avanti a sé per discutere il caso. Quali effetti produce l’accordo raggiunto con questa procedura? L’accordo raggiunto grazie alla “negoziazione assistita” produce gli stessi effetti dei corrispondenti provvedimenti giudiziali che definiscono in Tribunale una separazione personale, un divorzio o la modifica delle condizioni di separazione o di divorzio (sentenza od omologa). Quale è il ruolo degli avvocati nella procedura di negoziazione? L’assistenza dell’avvocato nella procedura di negoziazione assistita costituisce per i coniugi, che ne sono i diretti protagonisti, garanzia della più ampia tutela dei propri diritti - nel contemperamento con quelli dell’altro coniuge - e soprattutto dei diritti dei figli. Le nuove norme introducono numerosi obblighi per gli avvocati impegnati in questa procedura: in particolare ricordiamo quello di informare i coniugi sulla possibilità di far ricorso alla mediazione familiare e dell’importanza per ciascun figlio minore di trascorrere tempi adeguati con ognuno dei genitori. Cosa accade se all’esito della procedura di negoziazione non si raggiunge un accordo? In questo caso, i coniugi saranno costretti a rivolgersi all’Autorità Giudiziaria.
ricorso al procedimento davanti all’Ufficiale dello Stato Civile del Comune in cui risiede uno di loro o nel quale è iscritto o trascritto l’atto di matrimonio. L’ufficiale dello Stato Civile riceve da ciascuna delle parti la dichiarazione della volontà delle stesse di separarsi, divorziare o modificare le condizioni di separazione o divorzio alle condizioni stabilite nell’accordo. Vi sono dei limiti nel far ricorso a questa procedura? Tale procedura può essere attivata solo da coloro che non hanno figli minorenni, incapaci o portatori di handicap gravi o non autosufficienti economicamente. Inoltre si badi bene che l’accordo non può prevedere patti di trasferimento patrimoniale (es. cessione di quote di immobili, o cessione di somme di denaro, assegno di mantenimento, uso della casa coniugale, etc.). Come si svolge questa procedura? Successivamente alla presentazione delle dichiarazioni di volontà di cui sopra, in caso di separazione o divorzio, l’Ufficiale di Stato Civile inviterà i coniugi a presentarsi davanti a lui non prima di 30 giorni dal ricevimento delle dichiarazioni. Se nel giorno fissato i coniugi si presenteranno e confermeranno l’accordo raggiunto, l’Ufficiale di Stato Civile lo annoterà a margine dell’atto di matrimonio e di nascita di entrambi i coniugi e ne darà comunicazione in Anagrafe per i conseguenti aggiornamenti degli archivi dello Stato Civile. L’accordo produrrà gli stessi effetti dei provvedimenti giudiziali di separazione o divorzio, senza necessità di rivolgersi al Tribunale. In caso di separazione, la data da cui decorrerà il termine di durata per poter chiedere il divorzio, (tre anni) sarà quella in cui i coniugi hanno dichiarato all’ufficiale di Stato Civile di volersi separare o di voler divorziare, e non il successivo giorno di conferma. Se uno o entrambi i coniugi non compariranno nel giorno fissato, tale comportamento equivar-
“IL PROCEDIMENTO DAVANTI ALL’UFFICIALE DI STATO CIVILE” Quando due coniugi che intendono separarsi o divorziare (o modificare le condizioni di separazione o di divorzio precedentemente assunte) hanno trovato tra loro un accordo, possono far
CRISTINA VETTORELLO -avvocato del Foro di Rovigo-socio AIAF DAMIANA STOCCO -avvocato del Foro di Rovigo-referente della Sezione AIAF di Rovigo-componente del direttivo regionale e nazionale AIAF
rà alla mancata conferma dell’accordo. In caso di accordo per la “modifica delle condizioni di separazione o modifica delle condizioni di divorzio”, lo stesso è compilato e sottoscritto immediatamente dopo il ricevimento delle dichiarazioni da parte dei coniugi personalmente, senza bisogno di una successiva comparizione, e viene trascritto nei registri dell’anagrafe. Anche questo accordo produrrà gli stessi effetti del provvedimento giudiziale di modifica delle condizioni, senza necessità di rivolgersi al Tribunale. E’ necessaria l’assistenza dell’avvocato in questa procedura davanti all’Ufficiale di Stato Civile? La nuova normativa prevede che le parti possano (ma non debbano) farsi assistere da un avvocato nel momento in cui l’Ufficiale di Stato Civile riceve le dichiarazioni da ciascuna delle parti della volontà di separarsi, divorziare o modificare le condizioni. L’assistenza di un avvocato potrebbe essere molto opportuna durante le eventuali trattative tra i coniugi per giungere a definire i contenuti dell’accordo, soprattutto per avere esatta conoscenza di tutte le conseguenze giuridiche connesse allo stato di separato o di divorziato; si pensi alle questioni riguardanti eventuali rinunce al mantenimento, o all’assegnazione della casa, alle questioni legate al diritto successorio, a tutte le questioni patrimoniali che non possono essere contenute dall’accordo. Separarsi o divorziare o modificare le condizioni, con le nuove procedure, senza un’esatta e completa conoscenza delle conseguenze giuridiche collegate alle scelte effettuate, potrebbe complicare anziché risolvere i rapporti tra coniugi separati o divorziati.
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L’Editoriale IL VOLONTARIATO, UNA RISORSA PER LA SANITA’ PUBBLICA di Francesco Noce*
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o partecipato nei giorni scorsi, invitato quale rappresentante della Professione Medica dal dott. Cristiano Draghi, persona nota in città se non altro per esser stato Direttore del quotidiano “La Voce di Rovigo”, ad un incontro del gruppo auto-mutuo-aiuto per cardiopatici e loro familiari presso la “Cooperativa sociale Porto Alegre” in via della Tecnica 10 a Rovigo sopra la bottega equa e solidale “Fionda di Davide”. Il gruppo nasce, promosso dall’ Associazione “Amici del cuore” su iniziativa di Cristiano Draghi, nella primavera del 2014 e rappresenta una novità nello scenario del volontariato non solo nella nostra comunità ma nell’ intero territorio italiano e, proprio sull’ onda dell’ esperienza rodigina si ha notizia che si stiano organizzando gruppi simili in Trentino ed in Toscana,oltre ad un gruppo già esistente a Bari. In quell’ incontro ho potuto verificare e toccare con mano quanto mi era stato già illustrato e spiegato al momento dell’ invito, sullo spirito, sul significato,sulle iniziative e sulle prospettive del gruppo. Il gruppo nasce come primum movens innanzitutto per permettere a persone accomunate dalla stessa o da simili esperienze, esperienze che hanno messo un punto fermo nella loro esistenza,di incontrarsi e confrontarsi in un clima di scambio e reciproco sostegno che Cristiano Draghi così ci racconta:
*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo Continua a pag.
L’intelligenza si può imparare
Mal di schiena e posizioni del sonno Continua a pag. 29
Omeopatici: farmaci di serie A o farmaci di serie B? Continua a pag. 30
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L’Editoriale Segue da pag.
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IL VOLONTARIATO: UNA RISORSA PER LA SANITA’ PUBBLICA
di Francesco Noce* “Nella nostra esperienza il gruppo ha permesso a una quindicina di persone-tanti i partecipanti totali, più alcune persone ospiti di un solo incontro di conoscere meglio se stessi e di aprire un dialogo con altri accomunati dallo stesso problema. La scoperta di avere problemi cardiocircolatori infatti, specie dopo un evento traumatico come l’ infarto,ma anche nel caso di angioplastica o comunque dopo la diagnosi, apre per ciascun cardiopatico un futuro sì normale,ma anche carico di ansia,di preoccupazione. Ci si sente persone a rischio,cresce l’ autoascolto,talvolta esagerato,alla ricerca di sintomi. Nuovi regimi di vita (in genere quelli che tutti dovrebbero seguire!) sono spesso difficili da adottare, accentuano il timore di una ricaduta. Poter confidare tutto questo ad altri e soprattutto scoprire di non essere soli a dover gestire uno stato d’ansia analogo è il primo beneficio dato dal gruppo di auto-mutuo-aiuto. Ma non è tutto, il gruppi organizza anche incontri con esperti (nel nostro caso medici ,infermieri, psicologi) in grado di fornire risposte ma soprattutto offre uno spazio di amicizia e di reciproco stimolo alla ricerca di una buona qualità della vita,che è poi obiettivo ma anche diritto di tutti noi tutti che sappiamo quanto,dopo magari un periodo di riabilitazione ci sia bisogno di qualcos’altro,che poi altro non è che un bisogno di parlare,per non rimanere soli nel nostro nuovo stato”. Mi risulta che questa sia stata l’ultima ad apparire, ma nel nostro territorio esistono e si sono sviluppate molteplici Associazioni di Volontariato, da quelle più antiche,strutturate e benemerite come l’ AVIS e l’ AIDO, donatori di sangue e di organi, che letteralmente hanno salvato la vita a moltissime persone, a tutte le Associazioni che costituiscono una realtà di grande spessore che interessa molteplici ambiti,dagli Amici del Cuore all’ Associazione diabetici, dall’ AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) alle Associazioni dei malati di Parkinson, alle Associazioni che rivolgono il proprio interesse alle persone con disagio psichico e handicap e ai loro familiari, ai problemi di disturbi alimentari,alla genitorialità. Alla lotta all’alcool,alla lotta al fumo e molte altre che sicuramente dimentico ma che svolgono una preziosa attività che nessuno Stato riuscirebbe a garantire direttamente. Tanto, secondo me, da costituire nella loro dimensione dei veri e propri LEA (livelli minimi di assistenza) sommersi. Per non disperdere un così grande patrimonio di solidarietà e di umanità sarebbe opportuno ricercare un coordinamento fra tutte le Associazioni di Volontariato per una organizzazione ed un intervento più efficace che veda coinvolte le Istituzioni sia pubbliche che private, volto anche ad una preparazione specifica per il volontario e il suo specifico ambito di intervento. Al fine di realizzare una capacità di agire finalizzata non solo a non lasciar soli gli altri e ad un conforto nella solitudine,già di per sé importante, ma all’esser preparati per un’ attività che sia veramente e validamente di sostegno. L’ Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri che ho l’onore di presiedere si rende disponibile ad una fattiva collaborazione ma anche ad un supporto logistico come sede di corsi di preparazione e di incontri, oltre che ovviamente ad offrire un supporto professionale, per tutte le Associazioni di Volontariato del nostro territorio che intendano avvalersene. *Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo
Ritrova il piacere di sentire bene.
L’intervento dentisti: come cambia la professione
di Dott. Bruno Noce*
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a professione del dentista e’ sempre stata considerata una dei pochi ascensori sociali rimasti nel nostro paese. Bisognerebbe capire pero’ se sale o se scende. Magari uno pensa al dentista dello stereotipo :bello, abbronzato, con la Porsche, con lo studio sempre pieno, con assistenti di poltrona, igieniste dentali, sale d’attesa con divani in pelle etc. etc. Bei tempi….Vallo a dire agli oltre 1000 neolaureati che ogni anno vengono sfornati dal nuovo corso in sei anni di odontoiatria.Gli unici che in questo momento offrono lavoro sono quelli delle cliniche low cost, 9 euro l’ora lordi ed attento a quello che fai perché qui comando io e tu devi solo eseguire! In Italia esercitano circa 56.000 dentisti, a questi si aggiungono i circa 15.000 abusivi e fanno 71.000 su una popolazione di circa e sto largo 60.000.000 di persone, quindi con un rapporto al di sotto di un dentista ogni 1.000 persone, quando l’ Oms ha indicato ottimale un rapporto di uno ogni 2.000. Quello che sembra essere entrato in una crisi irreversibile e’ lo studio monoprofessionale. Quello tradizionale insomma, con un dentista, una assistente uno o massimo due poltrone. Oltre ai laureati in Italia ci sono poi quegli studenti che si sono laureati all’estero e che rientrano in Italia e se non sono figli d’arte non sanno dove andare e finiscono nei centri low cost o nelle mani di odontotecnici che vogliono fare gli imprenditori del dente. In Italia ci sono già una ventina di catene low cost che operano spesso in franchising: un totale di circa 300 cliniche che sono raddoppiate nel 2013. La catena più presente è quella degli spagnoli Vitaldent (460 cliniche in Europa, solo 15 a Roma) che ha appena ricevuto un finanziamento di 100 milioni di euro dal gruppo inglese Icg per lo sviluppo internazionale del marchio. Ne vogliamo parlare? 500.00 nuovi pazienti nell’ultimo anno, grande successo dovuto alla crisi ed alle sontuose campagne pubblicitarie. Ma in tutto ciò ci sono molte ombre basti pensare che queste catene mettono a budget una voce per le cause legali e quando il fondo si esaurisce, il management toglie la licenza di franchising alla sede con l’alto numero di contenziosi e si trasferisce altrove. Le clinche low cost offrono prestazioni a basso costo per attirare il paziente ma non possono durare negli anni. Prima o poi sono costrette a chiudere. Due o tre anni e poi... chi si è visto si è visto. Sotto certi prezzi è impossibile ottenere prestazioni di qualità e di durata e quindi al povero paziente non resta altro che continuare a pagare il finanziamento senza avere avuto in cambio le prestazioni dovute. E poi, il turismo dentale con le offerte di alberghi, pasti, viaggi, casinò. Noi li chiamiamo i viaggi della speranza... ma di che? In due giorni ti fanno cose che in uno studio professionale richiedono normalmente mesi di trattamenti il tutto ad un prezzo stracciato. Ma non si dice che diversi pazienti, circa la metà non sono rimasti soddisfatti e sono dovuti ricorrere al loro dentista di fiducia che era stato abbandonato per una mera questione di soldi. Ma la salute dovrebbe essere al di sopra di tutto ciò, infatti come mai i figli non vengono portati all’estero? Ogni medico dovrebbe avere un codice etico che non è altro che la carta dei diritti e dei doveri che definisce la responsabilità di ogni iscritto all’albo degli odontoiatri. Norme comportamentali, di lealtà, di riservatezza, di correttezza, di rispetto sia verso i pazienti che verso i colleghi, di dignità della persona e della professione. La nostra mission è soddisfare il paziente che non paga solo l’ego dell’odontoiatra, gratificato per avere svolto in maniera eccellente ed adeguata le proprie prestazioni, ma, è il punto di partenza per il passaparola, strumento cardine per il successo del professionista. Costruire un rapporto tra medico odontoiatra e paziente, basato sul rispetto di principi etici fondamentali, quali l’autonomia del paziente, il fare bene, il non fare male; il fare la giusta cosa è quello che dobbiamo fare ed allora seguendo ciò che la nostra coscienza di medici ci dice di fare verremo ripagati dai nostri pazienti. *Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Rovigo
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L’intelligenza si può imparare La teoria della modificabilità Alla luce delle nuove scoperte scientifiche l’intelligenza non va più considerata come una caratteristica innata, biologicamente determinata, ma come una condizione modificabile. Se propriamente stimolato, il cervello può letteralmente ricreare se stesso: sviluppa nuove reti neuronali, apre nuovi percorsi e stabilisce nuovi circuiti cerebrali. La teoria della modificabilità cognitiva strutturale (l’intelligenza è modificabile) è stata rigorosamente dimostrata grazie a tecniche come la tomografia a emissione di positroni (Pet), che permette di vedere il funzionamento del cervello. “Il cervello ha un potenziale sconfinato, è un’entità in continua trasformazione lungo tutto l’arco della vita. […] Esso cambia continuamente la sua struttura e le sue funzioni in risposta alle esperienze esterne, che portano letteralmente alla creazione di nuove connessioni tra neuroni e alla secrezione di sostanze chimiche che ne trasmettono i segnali” (M. Diamond e J, Hopson, Magic Trees of the mind, Dutton Books, New York, Penguin-Putnam Group, 1998) È una scoperta che ha cambiato non solo le tecniche di riabilitazione, ma anche i metodi di insegnamento e soprattutto il concetto che si ha dell’uomo come essere modificabile. Bambini con gravi ritardi mentali oggi possono essere inseriti produttivamente nella società grazie a un paziente lavoro di modificazione della loro struttura cognitiva. Cos’è il Metodo Feuerstein Il Metodo Feuerstein, nato in Israele nel secondo dopoguerra, diffuso a livello internazionale, si fonda sulla convinzione che ogni individuo è modificabile a qualunque età e può potenziare i propri processi cognitivi e attivare risorse ancora latenti. Questo percorso è reso possibile dalla presenza di un mediatore che stimoli l’individuo ad attivare un processo di autocambiamento. Obiettivo prioritario è quello di sviluppare la capacità dell’individuo di rispondere al cambiamento, stimolando il processo dell’imparare ad imparare. Il Programma di Arricchimento Strumentale (P.A.S.) della metodologia Feuerstein si pone l’obiettivo di modificare le strutture mentali in modo da facilitare l’apprendimento. A differenza di quanto si insegna a scuola, l’obiettivo del P.A.S. non è tanto quello di aumen-
ADRIA Ciclo di incontri degli STUDI LOGOS
tare le conoscenze (anche se questo accade), quanto di accrescere la flessibilità dei processi di apprendimento. È la differenza che intercorre tra dare tutti i giorni a qualcuno pesce da mangiare o fornirgli l’equipaggiamento, le conoscenze tecniche, le abilità manuali, il senso di autostima e di competenza necessari perché possa catturare il pesce da solo, ogni volta che ne avrà bisogno. Bambini con esigenze speciali Tutti apprendiamo sia da una diretta esposizione agli stimoli dell’ambiente sia dall’intervento di un mediatore, una persona che si interpone tra l’individuo e l’ambiente (genitore, educatore, insegnante). Il bambino con esigenze speciali è un bambino le cui abilità di apprendimento da una diretta esposizione agli stimoli è limitata. Perciò ha bisogno di un’esperienza di apprendimento mediato maggiore. In realtà tutti gli individui hanno bisogno di esperienze di apprendimento mediato. Anche i bambini dotati, che danno l’impressione di apprendere da soli, hanno biso-
gno di un mediatore, così come tutti i genitori mediano a livelli diversi. In genere a mediazione avviene spontaneamente, in modo non pianificato e talvolta inconscio. Tuttavia per il bambino con esigenze speciali la mediazione “spontanea” non è sufficiente, è necessaria una mediazione adattata ai bisogni del bambino. L’esperienza di apprendimento mediato fornisce al bambini gli strumenti e i prerequisiti necessari per renderlo capace di imparare ad imparare. Presso gli Studi Logos sono attivi percorsi con il metodo Feuerstein sia per il potenziamento delle funzioni cognitive di bambini e ragazzi sia per l’insegnamento della mediazione ai genitori. (informazioni: dott.ssa Claudia Fenzi 333-3604742) via Domenico Piva, 14 - Rovigo web: www.logos.rovigo.it e-mail: segreteria@logos.rovigo.it
Stress... ri-trovare se stessi con la via Psicosomatica Giovedì 26 febbraio 2015 ore 20.45 Dott. Matteo Spagnolo Psicologo e Psicoterapeuta
La costruzione dell’autostima Giovedì 12 marzo 2015 ore 20.45 Dott.ssa Claudia Fenzi, Pedagogista e Consulente Familiare
Mamma, sarò capace? Giovedì 26 marzo 2015 ore 20.45 Pre-requisiti per il passaggio alla scuola primaria Stefania Stabellini, Logopedista Gli incontri si terranno presso la Clinica Odontoiatrica Biscaro-Poggio via Monsignore Pozzato 20/A, Adria (RO). Si richiede gentilmente di confermare la propria partecipazione al numero 0426-40014
Le figure professionali di Logos dott.ssa Maria Cristina Berdusco Neuropsichiatra Infantile Psicoterapeuta Cell.347 4186423
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Osteoporosi: prevenirla in 10 minuti con un semplice test Alla Farmacia Tre Colombine, un test ad ultrasuoni in soli 10 minuti aiuta i pazienti a rischio di osteoporosi a prevenire l’insorgere della patologia
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ra i cambiamenti subiti dal nostro organismo con il passare degli anni, c’è anche sicuramente un’evoluzione del nostro apparato scheletrico. Se attorno ai 30 anni viene registrato un picco della massa ossea, con l’invecchiamento poi c’è un progressivo indebolimento delle ossa dovuto ad un aumento del processo di riassorbimento osseo. L’osteoporosi rientra in questo quadro, in quanto si tratta di una malattia in cui le ossa diventano talmente fragili da rompersi anche in seguito a piccoli eventi traumatici. Generalmente è considerata una malattia che colpisce il sesso femminile, dopo la menopausa infatti le donne sono particolarmente soggette al rischio di osteoporosi per i numerosi cambiamenti ormonali a cui vanno incontro. Tuttavia anche gli uomini possono esserne colpiti e per entrambi è importante la prevenzione. Una reale prevenzione dell’osteoporosi può portare ad una diminuzione del rischio di insorgenza e delle complicanze associate. E’ importante considerare innanzitutto che la salute dell’osso è un processo che si sviluppa tutta la vita, fin dall’infanzia. E’ stato dimostrato infatti che un non completo sviluppo dell’osso in età adolescenziale, aumenta il rischio di insorgenza di
malattie scheletriche in età adulta. Risulta dunque ancora più importante adottare delle semplici regole che possono prevenire la malattia. Innanzitutto seguire una dieta bilanciata ricca di calcio e vitamina D. Il fabbisogno di quest’ultima è normalmente garantito dall’esposizione al sole (almeno 10 minuti al giorno); tuttavia, dopo una certa età o se non è possibile l’esposizione al sole, può essere necessaria un’integrazione alimentare se il medico lo ritiene opportuno. E’ poi sempre consigliabile svolgere una moderata ma costante attività fisica, come passeggiate all’aperto o il sollevamento di piccoli pesi. Naturalmente in caso di osteoporosi conclamata è sempre meglio consultare il medico per concordare il miglior tipo di esercizio. Oltre a ciò seguire sempre uno stile di vita sano, libero da vizi come il fumo o l’alcol. Infine un aiuto fondamentale arriva anche dai test diagnostici che consentono di controllare il livello di mineralizzazione del nostro osso e capire se siamo a rischio di fratture. Presso la nostra farmacia viene eseguito mensilmente in test ad ultrasuoni al calcagno. Si tratta di un test breve e semplice in cui
con un apposito strumento ad ultrasuoni vengono misurate la densità e la qualità ossea. Perché viene eseguito nel piede? Perché la struttura dell’osso del calcagno è simile dal punto di vista biomeccanico a quella del femore, le sedi più soggette a rischio di fratture in caso di osteoporosi. Eseguire questo semplice test può aiutarti a capire se le tue ossa stanno davvero bene ed in base ai risultati decidere con il tuo medico cosa fare per mantenerle sane.
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Mal di schiena e le posizioni del sonno
Che cos’è il bullismo
Come dormire evitando i dolori lombari e cervicali
Il trattamento psicologico aiuta le vittime a rielaborare l’impatto emotivo degli episodi
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l riposo notturno è importante per il benessere della nostra schiena. Mentre si dorme, la muscolatura si rilassa e la pressione sulla colonna vertebrale si riduce, agevolando il passaggio del nutrimento dalle strutture vertebrali al disco intervertebrale, che ne risulta rigenerato. E’ vero che una delle prime cause del “mal di schiena” è legata al dormire male? “Dormire bene è essenziale per ridurre al minimo le condizioni che possono favorire la comparsa del dolore vertebrale. Il tratto cervicale e lombare della colonna vertebrale, assieme agli arti inferiori, sono i punti dove più spesso le persone accusano dolore”. Per evitare questo è fondamentale scegliere un “sistema letto” adatto alle nostre esigenze, dato cioè dalla giusta combinazione della rete ortopedica, un buon materasso ed un sano guanciale. In base alla posizione che si assume dormendo, possono derivare dolori diversi alla schiena? “Certo. Ad esempio per chi soffre di osteoartrite, problemi alla spina dorsale o alle anche, è consigliato dormire sul fianco. Questa posizione diminuisce la pressione esercitata sulla schiena, anche se al tempo stesso limita la circolazione nelle aree del corpo sui cui
si concentra il peso. Problema superabile scegliendo un materasso più morbido, che sia capace di ridurre i punti di pressione. La posizione prona può provocare pressione al collo e alla parte inferiore della schiena. In tal caso è preferibile, invece, un materasso più duro, magari con un cuscino sotto l’addome. Infine la posizione supina è ottima per chi soffre di dolori alla parte inferiore della colonna. Per diminuire l’eventuale pressione del nervo sciatico, si provi a posizionare un cuscino sotto le Il dr. Alessandro ginocchia”. Giraldo Per dormire osteopato e fisioterapista bene quali scelte si devono fare? “Con gli attuali materiali a disposizione sia per quanto riguarda le reti, sia per i materassi, ognuno di noi ha un’ampia possibilità di personalizzare il proprio riposo notturno. La rete, in particolare, è importante che offra un giusto mix tra rigidità e flessibilità, così da adattarsi ergonomicamente al peso e alla conformazione fisica della persona. La stessa cura va posta nella scelta del materasso, del cuscino e del rivestimento. Dott. Alessandro Giraldo - osteopato e fisioterapista - Dormiflex Via Brunacci, 10/C Marghera (ve) tel 041 922692 Tel. 39 041.57.30.800 - www.dormiflex.it
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l bullismo è un insieme di atteggiamenti di intimidazione, sopraffazione, oppressione fisica o psicologica commesse da un soggetto “forte” (bullo) nei confronti di un soggetto percepito come “debole”. Le caratteristiche essenziali sono l’intenzionalità, la persistenza nel tempo e l’asimmetria di potere. Il bullismo, quindi, si configura come un comportamento sistematico e ripetuto in una situazione di disuguaglianza di forza e di potere. Il fenomeno riguarda sia i maschi che le femmine, dai 7-8 ai 14-18 anni e si manifesta soprattutto in ambito scolastico. Le vittime di bullismo possono manifestare il proprio malessere in diversi modi. Alcuni ragazzi cercheranno di evitare di andare a scuola per sottrarsi al ruolo di vittima designata dei bulli, lamentando sintomi da stress, mal di stomaco, mal di testa, incubi e attacchi di ansia. Gli episodi di bullismo possono generare nelle vittime effetti negativi anche sulla concentrazione e sull’apprendimento, o indurre tentativi di allontanamento dalla scuola, paura della scuola e/o di uscire di casa. Talvolta le vittime possono sviluppare fobie specifiche e comportamenti di evitamento. Bulli e vittime sembrano mancare della capacità di gestire correttamente le emozioni: le vittime non riescono a manifestare la rabbia e spesso non la riconoscono bene; i bulli mancano di empatia e di comprensione dei propri stessi sentimenti. Per le sue caratteristiche il bullismo può essere considerato alla pari di un evento traumatico, in quanto è presente l’elemento della minaccia fisica e psicologica della persona.
Il trattamento psicologico aiuta le vittime a rielaborare l’impatto emotivo degli episodi di bullismo, focalizzando l’attenzione sulle conseguenze psicologiche di questi eventi così stressanti a cui possono essere sottoposti bambini e ragazzi. E’ possibile lavorare anche con il “bullo”, rielaborando gli eventi e i modelli che possono averlo portato a sviluppare un comportamento aggressivo e traumatizzante, ma anche per fargli sviluppare delle modalità alternative di comportamento più sane per lui e per gli altri.
Dott.ssa Cristina Zago
Dott.ssa Cristina Zago - Psicologa Clinica Riceve per appuntamento ad Adria e Rovigo - Cell.: 348 3468022 Mail: zago_cristina@virgilio.it
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Omeopatici: farmaci di serie A o farmaci di serie B? Molti dicono che l’omeopatia non fa niente,altri la usano regolarmente e ne sono contenti. Ma cos’è l’omeopatia e qual’è la verità.Cerchiamo di capire meglio con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti.
A
lla base della medicina omeopatica c’è la legge di similitudine, similia similibus curentur, concetto già espresso da Ippocrate molti secoli prima e da Paracelso, ma sperimentato direttamente da Hahnemann.Ma non spaventatevi del latino ,le cose sono molto semplici ed un esempio pratico potrà chiarire ogni dubbio.Rhus tox(sommaco velenoso), o edera velenosa, è una pianta,il cui contatto provoca gravi eruzioni cutanee.Ebbene in omeopatia, Rhus tox si usa nelle dermatiti,quali varicella,herpes simplex e,in generale,in tutte le dermatiti con piccole vescicole. Ma come è possibile? Prima provoca gravi dermatiti e adesso li cura? Non sorprendetevi,ma è proprio così.Similia similibus curentur ovvero “i simili curano i simili”. Questo è possibile perchè il nostro rimedio è diluito centinaio di volte fino quasi a sparire.Ecco quindi la grande intuizione del fondatore dell’omeopatia: una sostanza assunta a dosi ponderali(che si possono pesare)può provocare in un individuo sano
sintomi e segni patologici(una malattia) mentre la stessa sostanza somministrata in dosi infinitesimali, può guarire una persona malata con gli stessi sintomi(guarigione). E qui i detrattori dell’omeopatia contestano il fatto che non può funzionare un farmaco se c’è una quantità di principio attivo quasi inesistente ,o meglio se ce ne è una dose infinitesimale.In pratica dicono che non c’è niente e quindi non essendoci niente non può funzionare. Riassumendo: se ci basiamo sulle attuali conoscenze farmacologiche l’omeopatia è una pura invenzione,se invece accettiamo il fatto che molte volte funziona e che ci sono milioni di persone che si curano con essa,forse c’è qualcosa che non si spiega scientificamente o forse ci sono aspetti che ancora non conosciamo. I critici sostengono che l’omeopatia sia solo un effetto psicologico,ma allora come si spiega che l’omeopatia si usa con successo anche sugli animali? In venti anni di esperienza consiglio l’omeopatia quasi ogni giorno e ho potuto riscontrare con mia sor-
presa che molte volte funziona anche dove i farmaci allopatici falliscono e questo avviene soprattutto senza dare effetti collaterali ed avere interferenze con altri farmaci. La mia speranza è che un giorno l’omeopatia trovi il giusto riconoscimento che merita e che non venga più considerata medicina di serie B. Nella speranza di aver fatto un pò di chiarezza lascio al lettore trarre le conclusioni.
Dott. Giuseppe Lo Curzio
Farmacia Dott. Giuseppe Lo Curzio Via dei Mille 15 - Rovigo tel. 0425 490550 email: farmaciasarzano@interfree.it
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Crisi di coppia: che fare? Vivere in coppia non è facile. Ma una psicoterapia può aiutare
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Sono delle ombre mobili sulla retina che oggi si possono eliminare
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problemi di comunicazione nella coppia, spesso generano malintesi, litigi, conflittualità e un progressivo allontanamento reciproco. Negli individui nasce la consapevolezza che manca qualcosa di importante nella relazione: un collante, una componente che li aiuti a ricostruire la dimensione dell’intimità e della comprensione. A volte capita che un partner dopo svariati tentativi, reputi ormai inutile continuare a cercare uno spazio di confronto con l’altro e si distacchi sempre di più, puntando solo sulle proprie forze, come se l’altro non riuscisse più a comprendere i suoi bisogni. Ognuno dei due si costruisce una nicchia in cui vive in solitudine, separati ma ancora ufficialmente insieme, senza un vero dialogo, senza uno scambio autentico. All’inizio di un rapporto la dimensione del “noi” è ricercata con maggior impegno, poi si riduce progressivamente. Nonostante i partners continuino a comunicare “tra loro” comunicano sempre meno “sù di loro”, sui loro vissuti, sui loro stati d’animo, sui loro desideri. Ci si sente traditi, delusi, quasi ingannati. Si perde la fiducia nell’altro e nella coppia. Il senso di solitudine è alimentato dalla percezione di una profonda diversità riscontrata nell’altro rispetto a noi stessi. Se all’inizio si stava insieme soprattutto grazie alle “somiglianze”, col tempo ci si allontana prevalentemente a causa delle “differenze”. La “comunicazione utile ed efficace” presuppone due dimensioni indispensabili:
“Le mosche volanti” negli occhi
Dott.ssa Antonella Tinti
1) riuscire ad “esprimere” le proprie emozioni, esigenze personali e di coppia in modo comprensibile per l’altro, sia a livello verbale che non verbale 2) riuscire a “comprendere” i bisogni e le emozioni dell’altro attraverso un atteggiamento di ascolto e osservazione reali. A volte è difficile ristabilire un contatto genuino con la persona amata e spesso SOLO la presenza di un professionista esterno, uno psicoterapeuta esperto delle dinamiche di coppia, può riuscire ad aiutare i partners a ristabilire una relazione equilibrata e rispettosa dei vissuti di ognuno. Psicologia - Psicoterapia Dott.ssa Antonella Tinti Psicologa e Psicoterapeuta individuale e di coppia Cell. 339 3859333 Riceve sù appuntamento nei Poliambulatori: - “RovigoMedica” a Rovigo - “San Giusto” a Portoviro (RO)
e “mosche volanti” sono una patologia molto vra da rischi. Recentemente è stato perfezionato un frequente nella popolazione adulta ed il patipo particolare di laser, YAG Laser, già usato da anni ziente che sperimenta questa sensazione vive per sezionare membrane ed aderenze all’interno spesso con angoscia questo fastidio. La spiegazione dell’occhio. Nell’ultima versione sono state realizzadi questo fenomeno risiede nella struttura del corpo te delle modifiche che lo rendono adatto alla vapovitreo, gelatina trasparente che riempie l’occhio. Il dr. Massimo rizzazione delle miodeospsie. La “Vitreolisi Yag” è Camellin In giovane età il vitreo, aderente alla retina, è una procedura non invasiva, indolore di circa 20 perfettamente omogeneo ma nel corso del tempo, a causa minuti di durata che può eliminare il sintomo visivo mediante dell’invecchiamento può alterarsi e perdere la sua trasparenza. vaporizzazione dei corpi mobili. La procedura si completa in Nel processo di contrazione si distacca e si possono generare 3-4 sedute durante le quali le opacità vengono vaporizzate ed aggregati di fibre più o meno isolati. Le mosche volanti, chia- il gas si riassorbe riducendo la dimensione della miodesopsia mate più propriamente MIODESPOSIE, fanno si che si formino stessa. Presso il centro SEKAL è presente lo Yag Laser di ultima delle ombre mobili sulla retina. Possono essere classificate generazione ELLEX ULTRA Q, l’unico al momento nato con lo genericamente in 3 gruppi: scopo di poter focalizzare corpi mobili anche nella parte po- filamenti vitreali fibrosi: riscontrati soprattutto nelle persone steriore del vitreo, grazie ad un particolare specchio oscillante. più giovani e appaiono nel soggetto affetto come punti multipli Questo Laser ottimizza il percorso ottico impiegando la metà o sottili ragnatele; della potenza riducendo di conseguenza i rischi dovuti all’im- miodesopsie sparse: a forma di “nube”, spesso causate da un patto acustico delle micro vaporizzazioni. L’oculista, oltre ad naturale processo di invecchiamento; avere un’ottima manualità nell’utilizzo del laser, deve essere -miodesopsie a forma di anello detto di “Weiss”: un grosso in grado di selezionare in maniera consona il paziente che può corpo fibroso distante sia dal cristallino che dalla retina legato essere soggetto a questo tipo di trattamento: i floaters devono al distacco del corpo vitreo dal nervo ottico. trovarsi ad almeno 2 mm di distanza dalla retina e dal cristalliPoiché i corpi mobili seguono i movimenti oculari questi pos- no e questi ultimi non devono essere associati a una patologia sono disturbare in qualunque situazione; inoltre, un soggetto o a un’infiammazione in fase attiva. Le complicanze di tale affetto da miodesopsie può presentare la percezione di fotop- trattamento sono comunque rare, si può associare un rialzo sie (lampi di luce) dovute a trazioni sulla retina sia al buio sia della pressione intraoculare o, molto raramente, una cataratta. ad occhi chiusi (è presente infatti una casistica importante di Dott. Massimo Camellin: soggetti che presentano distacchi di retina in seguito alla perceVia Dunant, 10 - Rovigo zione dei floaters). Fino a poco tempo fa non esistevano cure tel. 0425 411357 semplici per eliminare questi corpi mobili e si doveva ricorrere mail: segreteria@sekal.it ad una vitrectomia, procedura chirurgica di alto livello non sce-
Trattamento delle vene e dei capillari, cosa c’e’ di nuovo?
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l problema dei capillari e delle vene varicosa è di sicuro uno dei più diffusi e di difficile risoluzione. L’efficacia della scleroterapia tradizionale e dei trattamenti laser è limitata nel tempo perché tratta la conseguenza di una malattia vascolare e non la sua causa reale. Ne consegue che spesso vengono trattate solo le vene superficiali senza prendere in considerazione l’insieme del circolo venoso incontinente. Inoltre essa non evita né le recidive né le complicazioni legate all’iniezione di soluzione sclerosante (dolore, iperpigmentazioni residue, irritazione…) in quanto ha un’azione di chiusura. L’obiettivo principale nel trattamento dei vasi degli arti inferiori deve essere, invece di ristabilire la normale e permanente circolazione nei vasi e non chiudere quelli visibili. È stata quindi messa a punto questa nuova tecnica: la fleboterapia rigenerativa tridimensionale ambulatoriale (T.R.A.P) che induce una “rigenerazione” nella parete del vaso. In altre parole agisce rinforzando la parete dei vasi capillari dilatati senza chiuderne il circolo completamente. Lo studio della fisiologia delle vene ha permesso di comprendere la causa dell’insufficienza venosa: un assottigliamento progressivo della parete dei vasi e un conseguente rallentamento del flusso sanguigno. La scleroterapia, il laser o l’asportazione chirurgica delle vene non fanno altro che chiudere un flusso sanguigno in maniera non fisiologica, causando l’apertura di nuovi vasi nel territorio adiacente.
Dott.ssa Cristina Rogato, medico chirurgo specialista in chirurgia plastica
Tecnicamente la TRAP consiste nell’iniezione, in tutti i vasi visibili e non, di un liquido che agisce inducendo un ispessimento della parete del vaso e un miglioramento della circolazione. Importante è ricordare che non è necessario che i capillari spariscano alla prima seduta perché sono solo le “porte” per arrivare al circolo profondo che deve essere curato. Il numero di sedute è variabile in base al quadro clinico iniziale. In media sono necessarie 5 sedute. L’utilizzo di calze contenitive è sempre e comunque consigliato durante e dopo il trattamento. Con questa tecnica possono essere trattati anche angiomi, vene evidenti sulle mani o sul volto. Studio Medico Dott.ssa Cristina Rogato Viale dei Mille 107A – Rovigo rogatocristina@libero.it tel. 3282523160
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4 A tavola La rubrica di cucina
Risotto mimosa Un primo piatto che si rivela di certo perfetto l’8 marzo, in occasione della Festa della Donna. Prendendo spunto dal fiore omaggio di questa giornata, abbiamo pensato ad un risotto che ne richiamasse i colori e la delicatezza. Ennesima versione del risotto alla zucca, meno dolce rispetto ai più comuni abbinamenti con amaretti e mandorle, invece più fresca e primaverile grazie ai verdi pisellini.
Ingredienti per 5 persone 375g riso Carnaroli
1/4 cipolla bianca
2 spicchi di zucca
3 foglie di salvia
mantovana (circa 360g)
olio evo
3 - 4 cucch. pisellini di
2 dadi da brodo vegetale
Baone
biologico
2 spicchi d’aglio
sale
27g formaggio a fette
Procedimento Mondare e lessare la zucca nella pentola a pressione, con il cestello per la cottura a vapore. Affettare e soffriggere la cipolla in una padella con l’olio, unire i pisellini e portarli a cottura bagnando con acqua; insaporire con il sale. Mondare l’aglio e farlo dorare in un tegame, aggiungere la zucca e schiacciarla con una forchetta, profumare con la salvia sminuzzata. Versare il riso nel tegame con la zucca, farlo tostare, quindi cuocerlo con acqua ed i dadi da brodo vegetale. Quando il riso sarà quasi pronto, unire i pisellini e regolare di sale. Mantecare con il formaggio e servire.
WEB: spizzichiandbocconi.blogspot.com
Manuela e silvia bizzo
36 1 Oroscopo ARIETE
DAL 21/03 AL 20/04 LE FIAMMATE IMPROVVISE E VITALI CHE VI CONTRADDISTINGUONO TROVERANNO POCO SPAZIO QUESTO MESE CHE VI TROVA PIÙ SENTIMENTALI E INCLINI ALLA DOLCEZZA
Oroscopo PRIMAVERA IN ARRIVO: SI RISVEGLIANO
TORO DAL 21/04 AL 20/05 ARRIVO GRANDI SLANCI AFFETTIVI MA ANCHE FORTI PASSIONI E INTERESSI CONDIVISI, CHE RAVVIVERANNO I RAPPORTI DI LUNGA DATA O FORNIRANNO AI SINGLE NUOVE OCCASIONI
IN
GEMELLI
DAL 21/05 AL 21/06 SARETE IPER-ROMANTICI QUASI PER TUTTO IL MESE ANCHE SE L’IRONIA RIMANE SEMPRE IL VOSTRO PUNTO FORTE. STRADE MISTERIOSE APRIRANNO ALLA VOSTRA SFERA SENTIMENTALE
CANCRO DAL 22/06
22/07 LA FANTASIA ALL’AFFETTO
AL
METTE ALI PIÙ PROFONDO SENZA DISDEGNARE IL LATO EROTICO, STREPITOSO. VI ATTENDONO VIAGGI E SPOSTAMENTI IN CONTESTI DEL TUTTO DIVERSI DAI VOSTRI
LEONE 23/07 23/08 UN PO’
DAL AL
ALTALENANTI CON LA FORTUNA, IN AMORE RIUSCIRETE A SPOSARE LA VOSTRA NATURALE PASSIONALITÀ CON UN TOCCO PIÙ DELICATO E RICETTIVO VERSO LE ESIGENZE DI CHI VI STA ACCANTO
I SENSI E SI COLGONO OPPORTUNITÀ IMPENSABILI MESI FA
Entra nel Team!
DAL 24/08 AL 22/09 ATTENZIONE, IL VOSTRO PUNTO DI VISTA NON COINCIDE CON QUELLO DEL PARTNER E ESAMINARE RAZIONALMENTE CIÒ CHE NON VA È INUTILE. DEDICATEVI PIUTTOSTO AD ASCOLTARE LE SUE RAGIONI
POSSIBILI NUOVI INCONTRI PER I SINGLE. PER TUTTI GLI ALTRI DEDIZIONE E IMPEGNO CHE NON DEVE SCONFINARE NEL SACRIFICIO POI RECLAMERESTE QUALCHE RISARCIMENTO. MEGLIO EVITARE
SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11 E’ UN OTTIMO PERIODO: EROS E SENTIMENTI VIAGGIANO IN PARALLELO, ANCHE PER CHI NON HA UNA RELAZIONE STABILE. E SOPRATTUTTO PER LORO POTREBBERO ESSERCI GRANDI NOVITÀ
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