C’è una nuova diva in città
di Rovigo
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Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 11 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Mobilità Austrade e ferrovie, aumentati i costi di percorrenza pag.
Bilancio I trasferimenti statali preocupano Bellinazzi
4-5-6
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Territorio Il referendum boccia Villanova Polesine
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EDITORIALE
“Il centro e’ morto”. conchi: “Mai detto”
Amarezza metropolitana di Nicola Stievano
Il centro storico è morto”. Una frase che, “imputata” all’assessore comunale Ezio Conchi, ha scatenato uno dei peggiori polveroni politici degli ultimi tempi. Sulla stampa, la frase, è stata infatti riportata in questa maniera. Mentre l’amministratore assicura che il discorso era un po’ più articolato pag. 12
Cure dei gatti randagi, Il comune partecipi alle spese
I
Vendita Asm, la decisione sembra essere presa L’acquirente potrebbe essere Ascopiave
L’associazione Una ha lanciato una petizione per fare in modo che il comune di Rovigo sottoscriva una convenzione, per sostenere l’alimentazione e le cure dei gatti randagi, ora ospiti dell’Oasi pag. 14 10%
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O
rmai la decisione sembra presa e la strada imboccata: il Comune di Rovigo sta pensando seriamente a mettere in vendita il “gioiellino” di casa: Asm Set. E’ già stato anche individuato l’acquirente, vale a dire Ascopiave. Nel recente passato il primo cittadino Bruno Piva aveva più volte parlato di questa possibilità. Individuando tra l’altro, in questa, uno degli snodi chiave del programma politico dei prossimi mesi dell’amministrazione comunale. Della questione si è parlato nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza di gennaio. Ma l’argomento era già stato affrontato - nella stessa sede - in precedenza, una decina di giorni prima. In quella circostanza
era anche stato precisato che in caso di confermata cessione sarà l’amministratore unico Ugo Fiocchi a trattare la cessione. Lo stesso Fiocchi in occasione di quell’incontro aveva illustrato nei dettagli la situazione della partecipata. Resta da vedere chiaramente come la decisione di cedere la partecipata potrebbe venire messa in pratica. Al momento infatti le possibilità sono due. Da una parte sarebbe possibile privilegiare l’aspetto economico, concentrandosi cioè sullo spuntare il maggiore prezzo di vendita possibile. In alternativa un’altra strada potrebbe invece essere quella di avere come contropartita maggiori quote azionarie di Ascopiave. La cessione di Asm Set
è stata anche al centro di colloqui tra il sindaco Piva e il “collega” di Verona Flavio Tosi. In particolare si era parlato di aprire all’ingresso di società veronesi o lombarde. Un percorso che però non può prescindere dal diritto di prelazione che Ascopiave. possiede partecipando già al 49% la stessa Asm Set. Appare - almeno allo stato molto difficile convincere Ascopiave a rinunciare all’esercizio di questo diritto di prelazione. Non mancano comunque contrarietà, anche forti e decise, all’ipotesi. Ne ha parlato con chiarezza Julik Zanellato, candidato alla segreteria provinciale del Pd pag. 8
l 2014 dovrebbe essere l’anno della città metropolitana Padova - Venezia -Treviso, durante il quale il progetto prenderà forma e finalmente decollerà dopo un lungo dibattito politico. Ma l’anno nuovo non si apre certo sotto i migliori auspici visto che l’intento di dare vita ad un grande sistema di relazioni fra i tre centri e i territori interessati rischia di essere ridimensionato, se non addirittura affossato, dalle carenze della rete dei trasporti. In una città metropolitana che si rispetti i collegamenti ferroviari e stradali dovrebbero essere potenziati al massimo, resi più efficienti e messi a disposizione dei lavoratori e di tutti coloro che si muovono quotidianamente all’interno dell’area. Solo così è possibile accorciare le distanze, rendere più facili gli spostamenti di uomini e merci. Invece questo 2014 si apre con i problemi di sempre soprattutto sul fronte del trasporti ferroviari. Nonostante i notevoli investimenti, specialmente sulla linea Padova - Venezia, il sistema ferroviario metropolitano, del quale si sente parlare ormai da un ventennio buono, è ancora al palo e i collegamenti, dopo l’entrata in vigore del nuovo orario “cadenzato”, mostrano tutta la loro fragilità proprio in ambito locale. continua a pag.
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L’Intervento
Legge elettorale, un cambiamento è necessario di Diego Crivellari*
S
ono giornate di febbrili trattative alla Camera, giornate di incontri e di incroci tra le diverse forze politiche, che dovrebbero finalmente portare a definire il cammino delle riforme, a cominciare da quella che oggi è probabilmente la riforma più attesa, quella della legge elettorale. *Deputato Pd
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EDITORIALE
segue da pag.
Amarezza metropolitana
Giudice di pace
Nuovi uffici in via All’ara
Nuovi uffici per il “Giudice di pace”. Il servizio di magistratura si sposterà dall’attuale via Boscolo a via All’ara, negli uffici che stanno sopra la Cassa di Risparmio del Veneto. In questo modo tutti gli uffici della giustizia rodigina verranno avvicinati alla sede principale di via Verdi e alla nuova succursale dell’ex ufficio del registro. Aiuto ai disoccupati
Ormai le proteste dei pendolari sono all’ordine del giorno e le notizie dei disagi si moltiplicano, al punto che la Regione ha intenzione di cancellare l’accordo per il trasporto locale con Trenitalia e individuare altre soluzioni. Proprio mentre andiamo in stampa arriva la notizia che il Governatore del Veneto Zaia ha revocato il contratto con Trenitalia invocando la possibilità di fare una gara per assegnare il servizio. “Mettiamo in discussione il fatto che ci possa essere solo ed esclusivamente un gestore per i treni regionali. - ha detto - Facciamo una gara, è una facoltà che ci viene data dalla legge”. Non è accettabile che migliaia di lavoratori ogni giorno siano in balia di ritardi, cancellazioni, disservizi e molte altre incognite che causano problemi a non finire. Non è accettabile che chi sceglie o è costretto a ricorrere ai mezzi pubblici si trovi a dover affrontare temi di percorrenza insostenibili, almeno il doppio rispetto a chi ricorre all’automobile. Ma anche per gli automobilisti muoversi all’interno della città metropolitana comincia a costare caro, molto caro. Ad inizio anno gli aumenti dei pedaggi su sistema autostradale tra Padova, Venezia, Treviso e Rovigo sono un’amara realtà con la quale sono chiamati a fare i conti anche gli autotrasportatori. A quanto pare è il prezzo da pagare per la costruzione del Passante, il quale però, con queste cifre rischia di essere sempre meno frequentato, soprattutto dai pendolari. Anche loro devono far quadrare i conti con costi sempre più alti e stipendi al palo. Mentre la politica sta cercando di correre ai ripari prevedendo sconti e agevolazioni per i residenti, soluzioni che probabilmente dovevano essere messe a punto prima dell’introduzione degli aumenti, c’è chi prevede un sensibile aumento del traffico sulla viabilità locale. E qui siamo ancora in pieno scaricabarile fra entri e Regione. Davvero un pessimo debutto per l’anno della Pa-Tre-Ve. di Nicola Stievano
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Un protocollo d’intesa per creare lavoro
Un protocollo d’intesa per favorire l’inserimento lavorativo di 67 disoccupati in 23 comuni del Polesine. Si tratta di lavori di pubblica utilità che verranno retribuiti attraverso un fondo realizzato con i 250.000 euro messi a disposizione della Regione Veneto, i 150.000 euro erogati attraverso il fondo di solidarietà dalla Fondazione Cariparo e il contributo di 6.000 euro da parte del Consvipo. Il protocollo d’intesa è stato firmatao da Consvipo, dalla Fondazione Cariparo, Federsolidarietà con la partecipazione dei comuni di Adria, Badia Polesine, Bagnolo di Po, Canda, Castelmassa, Castelnuovo Bariano, Corbola, Costa di Rovigo, Crespino, Ficarolo, Lendinara, Loreo, Melara, Occhiobello, Papozze, Pettorazza Grimani, Polesella, Porto Tolle, Rosolina, San Martino di Venezze, Stienta, Taglio di Po, Trecenta La proposta
Tre lingue fin dalla primaria
“Rendere obbligatorio lo studio delle lingue straniere a partire dalla scuola primaria”. E’ la proposta avanzata dall’assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia Leonardo Raito e inviata in questi giorni al ministro Maria Chiara Carrozza, ai sottosegretari ed ai presidenti della VII commissione di Camera e Senato. “E’ dalla scuola primaria se non dalla scuola dell’infanzia – sottolinea l’assessore di Palazzo Celio - che i bambini hanno la predisposizione migliore per l’apprendimento. È lì, quindi, che occorrerebbe rendere obbligatorio lo studio delle lingue straniere, con insegnamenti tenuti però da docenti madrelingua.
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Sociale
Agricoltura
Sfratti: 65 casi in due anni. Saccardin cerca soluzioni
Ospedali
Provincia
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Con la legge 339, una via alla sanità convenzionata pag. 10
Cultura
Tutto pronto per “L’ossessione nordica” pag. 25
Regione Piano Casa: L’ultima parola ai sindaci pag. 26-27
scuola
Economia
Sindacato in classe. La rete degli studenti medi
Il Veneto si affida all’export per uscire dalla crisi
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Personaggio
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Baldassare Bonifacio, viaggiatore del XVII secolo pag. 23
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Salgado a Venezia presenta la nuova mostra “Genesi” pag.
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Cultura
E’ partita lo scorso 30 gennaio la campagna sullo stato di manutenzione degli impianti termici, sottoscritta tra As2 e la Provincia. Una raccomandata all’utente soggetto alla verifica indicherà data ed orario della visita, numero dell’ispettore incaricato e cellulare per eventuale modifiche. Quattordici i comuni interessati, in quattro dei quali: Loreo, San Martino, Ceneselli e Villadose, saranno verificate le utenze, caldaie, domestiche mentre negli altri 10 i comuni la verifica interesserà impianti aziendali superiori ai 35 kw. Dagli uffici di palazzo Celio fanno sapere che l’utente in regola non dovrà pagare nulla mentre saranno 70 gli euro che si dovranno versare se la certificazione non risulterà idonea.
Una firma contro il gioco d’azzardo
Urbanistica
Incontro con Paolo De Castro a Palazzo Celio pag. 17
Ispezioni sullo stato di manutenzione
Società
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Rovigo
Caldaie
E’ iniziata a fine gennaio la raccolta firme per la presentazione di una proposta di legge contro il gioco d’azzardo. Si tratta di un’iniziativa che tra le finalità chiede più poteri ai Comuni per regolamentare la diffusione dello slot machines e la costituzione di un fondo di solidarietà da destinare alla cura, prevenzione e ricerca. “E’ un dovere di chi ricopre un incarico pubblico – ha ricordato l’assessore di Palazzo Celio Marinella Mantovani – fare queste battaglie a favore della famiglia”. Nell’ufficio anagrafe di ogni comune sono a disposizione i moduli per la raccolta delle firme per sottoscrivere la proposta di legge d’iniziativa popolare. Per firmare, è necessario un documento d’identità; c’è tempo fino al 28 febbraio. Poi gli elenchi torneranno in Provincia.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di
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Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 15.317 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 29 gennaio 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese CARO PEDAGGI Il ministro Lupi annuncia le agevolazioni fino al 20% per chi percorre l’autostrada tutti i giorni, con effetto retroattivo dal primo febbraio. Non mancano però le perplessità su un meccanismo che rischia di escludere comunque migliaia di automobilisti e di bloccare la realizzazione della città metropolitana Padova - Venezia Treviso proprio in uno dei suoi aspetti più importanti, il sistema dei trasporti
Sconti ai pendolari, per
di Nicola Stievano
Zaia e Chisso plaudono al provvedimento: “Ora la proroga delle concessioni autostradali”
Critico Bottacin “Questo non farà che scaricare i costi sugli automobilisti, meglio fare le gare”
D
opo un mese di polemiche di fuoco sul caro pedaggio ecco la “soluzione Lupi”: uno sconto progressivo per i pendolari che usano l’autostrada quasi tutti i giorni fino ad un massimo del 20 per cento. L’annuncio arriva direttamente da ministro dei trasporti con l’intento di mettere fine alle polemiche, specie in Veneto, regione in cui le tariffe autostradali hanno conosciuto i rincari più elevati, e andare incontro ai lavoratori pendolari. Sarà così? Staremo a vedere perché qualche ora dopo la pubblicazione delle modalità per ottenere gli sconti (almeno 20 viaggi mensili sulla stessa tratta, sconto progressivo dall’1 al 20 per cento fino ad un massimo di 46 viaggi, su una percorrenza non superiore ai 50 chilometri) gli automobilisti già iniziavano a sbizzarrirsi sui diversi “scenari”, constatando che alla fine la soluzione è il solito compromesso all’italiana, congegnato da una parte per accontentare i clienti e dall’altra per non scontentare le concessionarie autostradali, assai restie ad allentare i cordoni della borsa. PENDOLARI AGEVOLATI? Se sulla carta nel nostro Veneto sarebbero qualche decina di migliaia gli automobilisti in possesso dei requisiti per ottenere gli sconti dall’altra, osservano in parecchi, i veri benefici li vedrà solamente chi prenderà l’autostrada tutti i giorni per almeno cinque volte la settimana, sullo stesso percorso, andata e ritorno.
focus come funzIonano le agevolazIonI
Per avere gli sconti indispensabile il Telepass
L
e agevolazioni sono applicate a Tutti i possessori di Telepass (con contratti family, business e ricaricabili, abbinati a persone fisiche ed a veicoli di classe A) che abbiano effettuato la registrazione e che utilizzino l’autostrada come pendolari tra due stazioni predefinite, con percorso massimo di 50 chilometri. La percentuale di sconto è proporzionale al numero dei viaggi e non alla loro lunghezza. Sino a 20 transiti mensili non viene applicato nessuno sconto. A partire dal 21° transito lo sconto (per tutti e 21 i viaggi effettuati) sarà dell’1% e crescerà linearmente (2% del pedaggio complessivo per 22 transiti effettuati, 3% per 23 viaggi…) fino al 20% del pedaggio complessivo che scatta dopo il 40° transito. Chi fa 41 viaggi, cioè, avrà su tutti e 41 e sino al 46° viaggio (i giorni lavorativi in un mese sono al massimo 23) lo sconto del 20%. Per i transiti successivi al 46° viaggio si paga la tariffa intera. Lo sconto è applicato per un massimo di due viaggi al giorno, compresi i festivi. Per registrarsi basta andare, a partire indicativamente dal 25 febbraio 2014 (gli sconti sono comunque validi dal 1° febbraio) sul sito Telepass (www.telepass. it) o sul sito/ufficio della Concessionaria interessata, definendo il percorso che si utilizza abitualmente, indicando il casello di entrata e quello di uscita. Per il sistema aperto, in cui il cliente non effettua la transazione che permette di stabilire da dove si proviene e/o dove si è diretti, il cliente indicherà il casello o la barriera di attraversamento. Lo sconto verrà calcolato al termine del mese in cui vengono effettuati i transiti.
Poca cosa dunque rispetto a quanto si paga in più sulle nostre autostrade dall’inizio dell’anno. Piuttosto che niente, osservano invece altri, si tratta almeno di un primo passo che porterà un beneficio a chi effettivamente percorre l’autostrada tutti i giorni per recarsi al lavoro. Considerando che tra andata e ritorno sulla Padova - Venezia o sul Passante, per citare due delle autostrade più frequentate dai nostri pendolari, con le tariffe attuali si arrivano a spendere anche 6-7 euro al giorno, lo sconto massimo che si potrà ottenere in un mese, per chi usa l’autostrada tutti i giorni, può arrivare anche a 30 euro. Basterà a convincere migliaia di automobilisti ad accantonare l’idea di percorrere la viabilità locale, con il rischio di congestionare il già difficile traffico locale? Il ministro Maurizio Lupi ha cercato di portare a casa la soluzione più vantaggiosa possibile, facendola applicare retroattivamente dal primo febbraio. “Abbiamo voluto dare un segnale chiaro ai pendolari, - spiega - una categoria che oggi soffre la crisi economica e sulla quale l’impatto degli aumenti dei pedaggi si faceva sentire in modo significativo”. IL NODO DELLE CONCESSIONI. Dietro alla questione degli sconti si gioca una battaglia ancor più delicata e controversa, quella della proroga delle concessioni autostradali. Tant’è che qualche ora dopo l’annuncio del ministro sia il
Presidente veneto Zaia che l’assessore Chisso si sono affrettati a sottolineare la necessità di prolungare le concessioni, visto che gli sconti, almeno per i primi mesi, ricadranno sulle concessionarie. “Vediamo raggiunto un obiettivo che abbiamo fortemente voluto e perseguito. - afferma Chisso - Un traguardo che è anche nostro. Ora il prossimo passo è il prolungamento della concessione”. In questo periodo il Ministero si è impegnato a trovare delle “compensazioni” a tutela dei bilanci delle concessionarie e a studiare la percorribilità di un allungamento delle concessioni. Un aspetto questo che l’Unione Europea non vede proprio positivamente, anche se i concessionari faranno di tutto per ottenerlo. Il confronto politico è aperto, anche perché in Veneto verranno costruite altre arterie stradali a pedaggio. Operazioni che si ripercuoteranno sulla definizione delle tariffe di pedaggio, con le immancabili proteste dei cittadini. Diego Bottacin, consigliere regionale del gruppo misto, si scaglia contro l’allungamento delle concessioni. “Questo non farà che scaricare i costi dei mini sconti applicati oggi sugli utenti di domani, che pagheranno un prezzo ben superiore. L’unica via d’uscita è invece introdurre criteri di concorrenza nel sistema. Il Ministero deve riscattare tutte le concessioni e organizzare delle gare a evidenza pubblica a cui possano partecipare i potenziali gestori”.
Argomento del mese 5 Infrastrutture
r molti ma non per tutti Il confronto politico Critici sulla gestione locale Peraro e Valdegamberi
“Gli aumenti delle tariffe si ripercuotono sulla viabilità” di Nicola Stievano
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eneto con le autostrade più care d’Italia: questo lo scenario che andrà a delinearsi con la realizzazione dei nuovi tratti a pedaggio, dalla Nogara - mare in polesine, alla regionale 10 nella Bassa Padovana, dalla pedemontana Veneta alla nuova Romea Commerciale, e tutto con il meccanismo della finanza di progetto, come è stato per il Passante di Mestre. E’ in gioco non solo l’assetto della viabilità e dei trasporti all’interno di aree nevralgiche della città metropolitana Padova - Venezia - Treviso, che rischia di essere messa in discussione proprio dalla difficoltà e dagli alti costi di spostamento, ma anche una politica di intervento che avrà conseguenze concrete sulle tasche dei cittadini. Nella Bassa Padovana, ad esempio, già monta la protesta per l’esenzione del pedaggio lungo la nuova Regionale 10 ridotta a solo due anni, con la conseguenza che una volta scaduto questo termine i residenti del territorio saranno costretti a pagare anche per andare nel nuovo ospedale all’uscita della superstrada. Non va meglio in Polesine né nella Riviera del Brenta, alle prese con il caro pedaggi sul già costoso Passante. Il terreno di scontro è infuocato soprattutto intorno alle concessioni, che lasciano alle società carta bianca sulle politiche dei prezzi. Stefano Peraro, consigliere regionale Udc, parla di cortocircuito politico - tecnico. “Politico, perché il Presidente Zaia sulle tariffe critica i presidenti delle concessionarie da lui nominati o appartenenti al suo stesso partito. Tecnico, perché con gli aumenti si riducono i flussi di traffico lungo le autostrade, che si riversano o nella viabilità ordinaria o nel trasporto pubblico locale, settori che non se la passano bene nella nostra regione. Di certo non servono i 52 milioni di euro previsti dal bilancio 2014, dopo 3 anni di assenza di investimenti regionali, a cambiare le sorti della viabilità veneta”. Per Stefano Valdegamberi di Futuro Popolare “le tariffe potrebbero scendere del 15-20 per cento facendo luce e pulizia nella gestione delle società concessionarie. Basta evitare di gestire le autostrade come è stato fatto negli ultimi anni”.
Lucio Tiozzo, Bruno Pigozzo e Franco Bonfante
Gruppo del pD in Consiglio regionale
“Al pettine vent’anni di politiche sbagliate” S
empre caldo il fronte dei trasporti in Veneto, in un crescendo di disagi ai danni dell’utenza, tanto nei collegamenti ferroviari che lungo le strade. A dominare in questo periodo le questioni legate all’introduzione del nuovo orario cadenzato e al rincaro dei pedaggi autostradali. Due emergenze per le quali il gruppo del Pd in Consiglio regionale è sul piede di guerra, in un pressing costante sulla Giunta Zaia perché assuma decisioni concrete. “Sono giunti al pettine i nodi di un ventennio di politiche sbagliate su mobilità e infrastrutture: il Veneto si trova ad essere la prima regione in Italia per aumento delle tariffe autostradali e agli ultimi posti per efficienza del trasporto pubblico locale, su gomma e su ferro”, riassume così il quadro il consigliere democratico e vice presidente della Commissione Trasporti, Bruno Pigozzo. “Zaia dovrebbe chiedere scusa ai veneti – rincara la dose il capogruppo Lucio Tiozzo. Se siamo arrivati a questo punto, persino con un’indagine dell’Authority sui disservizi dei trasporti ferroviari, è colpa di chi doveva svolgere ben prima una vigilanza ed un controllo rigoroso su quanto avveniva. Aveva tutto il tempo per intervenire direttamente nel corso di questi anni, segnati da montagne di denunce di cittadini, dai richiami e dalle nostre sollecitazioni ad investire più risorse e trovare soluzioni ai disagi sempre più crescenti”. Dunque, che fare? Secondo Tiozzo: “Nel bilancio Tiozzo “Già con il bilancio 2014 è 2014 vengano necessario che la Regione inserisca stanziate risorse risorse massicce per l’integrazione per l’integrazione dei dei trasporti ferro-gomma, per il trasporti ferro-gomma” rinnovo del materiale rotabile e la manutenzione, senza agitare lo spauracchio della nuova gara e garantendo davvero il diritto alla mobilità di tutti i veneti. Tra l’altro – evidenzia da parte sua il democrat Franco Bonfante – nei giorni scorsi Trenitalia ha smascherato la Giunta regionale dimostrando come il Veneto sia inadempiente per alcuni pagamenti di importo rilevante e per altri servizi aggiuntivi già concessi e di cui la Regione non ha ancora assicurato la copertura. A testimonianza del fatto che le responsabilità politiche di questo governo di centrodestra per l’insufficienza dei servizi ferroviari sono pesanti”. E per quanto riguarda il salasso delle tariffe autostradali, i consiglieri regionali del PD non hanno dubbi nel dire che “i rincari sono figli di una politica di investimenti infrastrutturali che ha privilegiato la finanza di progetto. Ora, complice la crisi e la contrazione dei flussi di traffico, i veneti si ritrovano a pagare il conto di ingenti investimenti infrastrutturali come il Passante di Mestre, costato mille milioni, e rimasto oltretutto privo delle cosiddette ‘opere complementari’ per carenza di risorse. La cosa da fare con urgenza è non solo garantire all’utenza locale forme di agevolazione e sconti, ma rivedere nel complesso un piano regionale dei Trasporti che, a 10 anni dalla sua approvazione, sta mostrando tutti i suoi drammatici limiti”.
6 Rovigo Mobilità Dal primo di gennaio autostrade più care
In Polesine muoversi sarà un costo Due i grandi cantieri che interesseranno la viabilità del domani: Vadastico Sud e Nogara-mare, ma per percorrerle sarà necessario tirare fuori il portafogli di Lorenzo Zoli
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al 1° gennaio sono entrati in vigore insomma, pare che il destino di chi vuole gli aumenti dei pedaggi sulla rete au- muoversi sulle grandi arterie sarà quello di tostradale. Hanno assunto dimensioni pagare. E le contrarietà hanno già cominciato a differenti a seconda della tratta particolare, ma sono stati accolti nello stesso modo da- farsi sentire. Sia a livello regionale che progli automobilisti in generale e dai pendolari vinciale. Sul primo fronte infatti più d’uno ha fatto notare come il Nordest abbia pagain particolare: come una iattura. In un periodo di forte crisi economica è to un dazio decisamente maggiore rispetto infatti evidente come aggiungere una nuova ad altre realtà su questo fronte. Sulla A 13 voce di uscita - o comunque incrementarne Rovigo - Padova l’aumento si colloca a quouna - nei bilanci familiari non sia proprio ta 4,43%. Ma ci sono altre tratte, come per esempio la A4, dove gli la sorpresa che tanti si attendevano con il Occhiobello - Ferrara incrementi sono arrivati a sforare il 7%. nuovo anno. L’aumen- Nord. Il pedaggio è C’è poi il caso di un to poi assume una aumentato del 20%, percorso tutto polesasfumatura particolare passando da 50 a no, vitale per centinaia in Polesine, dove il 60 centesimi di pendolari. Vale a dire futuro della viabilità si annuncia a pedaggio. Le due arterie che la Occhiobello - Ferrara Nord. Pochi chilomedovrebbero essere le direttrici portanti dei tri che vengono percorsi ogni mattina da coprossimi anni - vale a dire la Valdastico e loro - e sono davvero tantissimi - che o sono la Nogara Mare - già nei primi progetti sono originari del capoluogo estense che hanno state disegnate come vere e proprie auto- scelto di trasferirsi sull’altra sponda del Po strade a pagamento. Nella nostra provincia, conservando il proprio lavoro “a casa”,
La Perla Nera di Lara Guarnieri
oppure sono polesani che hanno trovato impiego a Ferrara. Per tutti loro il costo del pedaggio è aumentato del 20%, passando da 50 a 60 centesimi. Non una somma - 10 centesimi - in grado di spostare chissà quali equilibri, si dirà. Vero. Ma vero anche che in molti non l’hanno presa bene. Soprattutto facendo il paragone con altre comunità che hanno visto le amministrazioni comunali spendersi in prima persona per ottenere sconti per i pendolari. Il caso più citato è quello dei cinque Comuni del Veneziano che hanno ottenuto per i propri pendolari sconti del 40% sul tratto Mirano - Padova. Anche a livello veneto si sta ragionando sulla possibilità di ottenere sconti per chi ogni giorno percorre un determinato segmento di autostrada. Si è parlato per esempio di sistemi di telepass che siano in grado di riconoscere automaticamente le vetture che appartengono a persone del territorio, applicando una tariffazione agevolata. In ogni caso, la novità del 1° gennaio
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non è piaciuta. “La giudichiamo una mossa senza reale motivazione e controproducente - ha detto Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto - soprattutto in un momento non facile per l’impresa e per le famiglie. Temiamo che l’unico effetto che avrà sarà quello di abbattere ancora più i consumi e azzerare quei timidi segnali di ripresa che si intravedevano”.
Infine, un ultimo motivo di contrarietà da parte di tanti. Il rischio concreto che molti pendolari, pur di risparmiare qualche euro al giorno - che a fine mese fanno un discreto gruzzoletto - possano riversarsi sulla viabilità ordinaria. Vale a dire su provinciali, regionali e, dove ci sono statali. Il tutto con l’effetto immediato di rallentare il traffico e congestionarlo. E tutte le conseguenze che ne derivano in termini di sicurezza.
Regione – Trenitalia purtroppo Si parla di aumento dei biglietti Da chiarire come sarà possibile finanziare i nuovi aggiustamenti necessari dopo l’introduzione dell’orario cadenzato, anche nel nostro Polesine. Una eventualità potrebbe essere senza dubbio quella di aumentare i biglietti. I biglietti singoli, non gli abbonamenti
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nche sul fronte treni le novità - e i problemi - non mancano. L’orario cadenzato, introdotto lo scorso dicembre, ha sollevato un vero vespaio di polemiche. Da una parte le corse sono aumentate. Dall’altra sono però state evidenziate alcune criticità. E sulle tratte alle quali la Regione si è trovata costretta proprio per questo motivo a dovere mettere mano - con la programmazione di 18 nuove corse - c’è anche la Verona - Rovigo. Una tratta che tra l’altro appare - quanto a servizio - una delle più critiche di tutto il Veneto. Soprattutto per quanto riguarda la puntualità. Secondo i dati più recenti infatti i treni che possono essere considerati puntuali, ossia che durante il percorso programmato accumulano un ritardo non superiore ai 5 minuti, sono l’85% del totale. Un dato che va letto alla luce della media regionale, che parla del 91,37%. Insomma: un dato non incoraggiante. Ma sullo sfondo c’è una possibilità decisamente ancora peggiore: vale a dire un possibile aumento del costo dei biglietti. Una eventualità figlia dei rapporti tra la Regione del Veneto e Trenitalia. La seconda infatti ritiene di avanzare an-
cora pagamenti relativi al contratto di servizio per il 2012. Resta quindi da chiarire come sarà possibile finanziare i nuovi aggiustamenti necessari dopo l’introduzione dell’orario cadenzato, anche nel nostro Polesine. Una eventualità potrebbe essere senza dubbio quella di aumentare i biglietti. Mai i biglietti singoli, non gli abbonamenti. Questo perché la Regione, come ha detto chiaramente l’assessore Renato Chisso, “non ha intenzione di mettere le mani nelle tasche dei lavoratori pendolari e degli studenti”. Anche su questo fronte, insomma, resta da verificare quale piega prenderanno gli eventi. Sperando che il risultato non sia un aggravio di costi. In questo momento, proprio non se ne sente il bisogno. Lo.Zo.
8 Rovigo Amministrazione e servizi La maggioranza sembra aver preso una decisione
Asm in vendita, l’acquirente potrebbe essere Ascopiave di Lorenzo Zoli
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Contrario Julik Zanellato: “Disfarsi di Asm per ridurre i debiti di Asm Spa non può essere la soluzione migliore”
rmai la decisione sembra presa e la strada imboccata: il Comune di Rovigo sta pensando seriamente a mettere in vendita il “gioiellino” di casa: Asm Set. E’ già stato anche individuato l’acquirente, vale a dire Ascopiave. Nel recente passato il primo cittadino Bruno Piva aveva più volte parlato di questa possibilità. Individuando tra l’altro, in questa, uno degli snodi chiave del programma politico dei prossimi mesi dell’amministrazione comunale. Della questione si è parlato nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza di gennaio. Ma l’argomento era già stato affrontato - nella stessa sede - in precedenza, una decina di giorni prima. In quella circostanza era anche stato precisato che in caso di confermata cessione sarà l’amministratore unico Ugo Fiocchi a trattare la cessione. Lo stesso Fiocchi in occasione di quell’incontro aveva illustrato nei dettagli la situazione della partecipata. Resta da vedere chiaramente come la decisione di cedere la partecipata potrebbe venire messa in pratica. Al momento infatti le possibilità sono due. Da una parte sarebbe possibile privilegiare l’aspetto economico, concentrandosi cioè sullo spuntare il maggiore prezzo di vendita possibile. In alternativa un’altra strada potrebbe invece essere quella di avere come La cessione tecipando già al 49% la stessa contropartita maggiori quote è stata Asm Set. Appare - almeno allo al centro azionarie di Ascopiave. stato - molto difficile convincere La cessione di Asm Set di colloqui tra Piva Ascopiave a rinunciare all’eserciè stata anche al centro di e Flavio Tosi zio di questo diritto di prelaziocolloqui tra il sindaco Piva e ne. il “collega” di Verona Flavio Tosi. In particolare si Non mancano comunque contrarietà, anche forti era parlato di aprire all’ingresso di società veronesi o e decise, all’ipotesi. Ne ha parlato con chiarezza Julombarde. Un percorso che però non può prescindere lik Zanellato, candidato alla segreteria provinciale dal diritto di prelazione che Ascopiave possiede par- del Pd. A suo avviso la strada della cessione non
In città
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Il Sindaco Piva in occasione della sottoscrizione del contratto dell’energia elettrica
è quella da battere, poiché consentirebbe sì di racimolare un po’ di liquidità, ma perdendo di vista un progetto ben più ampio. “Disfarsi di un vero e proprio gioiello come Asm Set solo per ridurre i debiti di Asm Spa non appare certo la soluzione migliore - ha detto - Meglio sarebbe potenziare, assieme agli altri comuni del Polesine, i servizi pubblici locali, per esempio unendo Asm e As2 in una grande azienda a livello polesano di tipo strumentale”.
L’Intervento
Legge elettorale, un cambiamento è necessario di Diego Crivellari*
segue da pag.
Molto si è discusso in relazione alla possibile intesa tra Renzi e Berlusconi, ma io credo che il nuovo segretario del Pd bene abbia fatto ad accelerare i tempi, puntando ad un accordo ampio e condiviso sulle regole elettorali e mettendo nel “pacchetto“ complessivo una seria revisione dell’assetto istituzionale (superamento del bicameralismo perfetto, riforma del Senato, taglio dei costi della politica). Un cambiamento è oggi necessario, occorre dare un segnale al Paese, imprimere una chiara direzione di marcia e non può essere considerato “eversivo’” cercare il coinvolgimento delle opposizioni: pur riconoscendo la fondatezza delle argomentazioni di chi, soprattutto nel centrosinistra, nutre forti dubbi sull’affidabilità e sulla tenuta di Berlusconi e della rinata Forza Italia, dobbiamo anche aggiungere che, almeno finora, ad uno sguardo obiettivo, il movimento di Grillo poco o nulla ha fatto per “scongelarsi” e per dare un contributo costruttivo al dibattito. Si continua a scommettere su un collasso del sistema, ma è una scommessa pericolosa, perché giocata contro gli interessi degli italiani, non contro questo o quel partito. La bozza del cosiddetto “Italicum” rappresenta invece un buon punto di partenza e potrebbe essere il primo tassello di una stagione di più ampie riforme, da avviare rapidamente, se verranno risolti alcuni dei nodi maggiormente controversi. Il nodo principale rimane sempre quello del rapporto tra eletti ed elettori, che tuttavia non può limitarsi al balletto sull’introduzione o meno delle preferenze. Personalmente, renderei obbligatorie le primarie per legge e faccio il tifo, non da oggi, per collegi piccoli e il più possibile omogenei territorialmente, guardando al modello del “collegio uninominale” che vige Oltremanica. Utopia? Forse, ma questo modello per molti versi obbligherebbe a ripensare radicalmente il rapporto tra il parlamentare e i cittadini, all’insegna della trasparenza e di una più incisiva rappresentanza dei nostri territori.
Piva perde appeal tra i concittadini
“E’ colpa del governo”
olo al 95esimo posto. Con un indice di gradimento pari al 44%. Questa la posizione del primo cittadino di Rovigo Bruno Piva nella classifica dei sindaci dei Comuni capoluogo più amati dello Stivale. Almeno secondo i risultati del tradizionale sondaggio pubblicato dal quotidiano economico - finanziario il Sole24Ore a seguito dei rilevamenti eseguiti da Ipr Marketing. Non esattamente una piazza d’onore per Piva, che perde tra l’altro anche alcune posizioni rispetto all’anno preceden-
te: - 3,5%. Peggio ancora se si pensa che la percentuale di gradimento al momento delle elezioni, che superava il 51%. Il sindaco del Comune capoluogo del Polesine tuttavia da parte sua non si scompone e spiega con chiarezza il perché. “Purtroppo - dice - stiamo tutti pagando lo scotto delle azioni del governo. Non solo perché le decisioni prese da una coalizione che vede centrosinistra e centrodestra
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alleati possono suscitare perplessità, ma anche e soprattutto a causa dei tagli che vengono effettuati a carico dei Comuni. E che ci legano le mani e ci rendono impossibile agire per le nostre realtà. Stiamo pagando questo. E accade anche a grandi sindaci che sono sempre stati amati e graditi. Un esempio molto calzante è quello di Flavio Tosi di Verona. In questa classifica è sempre stato nelle prime posizioni. Quest’anno è arrivato addirittura 21esimo, perdendo oltre il 9% dei consensi”. Lo.Zo.
*Deputato Pd
Rovigo 9 Amministrazione L’assessore Bellinazzi preoccupato per il bilancio di previsione
Se i tagli verranno confermati, incideranno sui servizi Senza trasferimenti statali la situazione economica del Comune non potrebbe essere risolta nemmeno con le aliquote delle tasse locali al massimo
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irca due milioni e mezzo di minori trasferimenti statali. Una previsione che sta facendo terrorizzare i Comuni e che se si concretizzerà, vorrà dire taglio a tutti i servizi. “Abbiamo partecipato – spiega l’assessore al Bilancio Stefano Bellinazzi - ad un incontro formativo dell’Anci Veneto, per capire come impostare i bilanci e le notizie non sono state per niente rassicuranti. Innanzitutto il Bilancio di previsione verrà prorogato perché a tutt’oggi non è possibile quantificare il Fondo di solidarietà. Basta pensare che quello del 2013 è stato reso noto il 21 gennaio 2014. Stiamo lavorando in un contesto difficilissimo. Nel precedente esercizio – prosegue Bellinazzi - il margine di manovra era proprio di un paio di milioni di euro e comunque,
risicatissimo. Se il taglio dei trasferimenti statali verrà confermato, ci troveremo in una situazione che non potrebbe essere risolta nemmeno con le aliquote delle tasse locali. Infatti, il calcolo di questo ammanco è stato fatto tenendo conto dell’applicazione al massimo della Iuc, l’imposta unica comunale che comprende l’Imu (applicata su tutti gli immobili ad eccezione della prima casa), Tasi e Tari. E’ un federalismo fiscale che non funziona. Non è giusto che lo Stato trasferisca ai Comuni le sue inefficienze. La proposta in atto è che nel Fondo solidarietà venga messa la differenza tra gettito e quello che manca. Sono fiducioso che si troverà la soluzione, altrimenti vorrà dire mette al tappeto i Comuni, che non potranno più garantire alcun servizio”.
NEWS Incrocio “da Romano”
La rotatoria è diventata definitiva
L L’assessore al Bilancio Stefano Bellinazzi
a rotatoria all’incrocio denominato “da Romano” è diventata definitiva. La giunta ha approvato il progetto conclusivo per la realizzazione dell’opera che andrà a sostituire i new jersey in plastica bianchi e rossi, posizionati provvisoriamente in via sperimentale, all’incrocio fra viale regina Margherita – via Dante Alighieri-viale Della Pace. L’importo complessivo stanziato per la realizzazione dell’intervento è di 135 mila euro.
tempio della rotonda polo attrattivo per i turisti ma deve essere valorizzato
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l nuovo consiglio del Sindacato del tempio della Rotonda si è ufficialmente presentato al sindaco Bruno Piva e alla città. Il presidente Giovanni Boschetti, la vice Eva Grandi e gli altri componenti: Graziella Maria Andreotti, Orazio Cappellari e Gabriele Cappato, hanno colto l’occasione per illustrare le attività e, nel contempo, le problematiche del prestigioso tempio rodigino, simbolo della città. Nel 2013 sono stati realizzati 62 eventi, tra convegni, concerti, cerimonie, incontri e conferenze, a questo aggiungiamo – ha detto Boschetti -, 14.500 visitatori di cui 4000 stranieri. “Numeri importanti che ci fanno capire quanto questo
influisca anche sull’economia della città e che dovrebbero essere sostenuti”. La chiesa necessita di costante manutenzione, come ha aggiunto Grandi, per questo chiediamo pubblicamente aiuto anche ai privati, affinchè sostengano quello che è un patrimonio di tutti. “Il tempio della Rotonda – ha detto -, è il gioiello della nostra città, un monumento all’arte, alla bellezza, alla cultura. Dobbiamo proteggerlo, urgono interventi ma non ci sono risorse. Colgo l’occasione per rivolgermi alla sensibilità di soggetti privati che in questo periodo stanno definendo i bilanci, affinché si ricordino di darci una mano” Pienamente d’accordo il sindaco che ha
evidenziato le ormai conosciute risorse esigue a disposizione. Durante l’incontro è stato sollevato anche il problema dei continui atti vandalici che si registrano all’interno del porticato. Per questo vi è il progetto di installare tre cancelli che impediscano l’accesso alle persone fuori l’orario di apertura. Iniziativa che dovrà avere il benestare della Soprintendenza. Il sindaco ha raccolto e condiviso le richieste, ribadendo però che, al di là delle varie azioni che si potranno assumere, l’obiettivo è accrescere il senso civico di tutti.
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10 Rovigo Società L’assessore Saccardin cerca soluzioni per un problema dai numeri impressionanti
Sfratti, 65 casi in due anni
Piano Casa ter
I sindaci con Zanonato: legge da modificare
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Coinvolte 22 famiglie italiane e 40 famiglie immigrate, per un totale di almeno 180 persone di Roberta Giacomella
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li sfratti aumentano in maniera vertigino- convenzione con il Comune per la sistemaziosa e il 2014 non lascia presagire nulla di ne di alcune abitazioni e una compensazione buono. Il comune di Rovigo negli ultimi dell’esborso con gli affitti. Il Comune destinerà 24 mesi ha registrato ben 65 casi con il coin- diecimila euro, ricavati dalla destinazione del 5 volgimento di 90 minori e 7 anziani. Di questi per mille, altri 25 mila li metterà la Fondazione 40 riguardano famiglie immigrate e 22 famiglie Cariparo e in questo modo sarà possibile sisteitaliane per un totale di almeno 180 persone. I mare ulteriori 6 alloggi. Si punta anche alla numeri non bastano a dar Regione, dove da tempo si conto del dramma che L’assessore: studiano bandi ad hoc per l’emergenza casa espri- “In 10 mesi, incontrate 146 tamponare le situazioni me a livello nazionale. “Il futuro non è sicu- persone mai rivolte di morosità e scongiurare nuovi sfratti. ramente roseo - ha spie- ai servizi sociali” Nel frattempo delle gato l’assessore Antonio Saccardin - stiamo cercando di trovare delle 65 famiglie, siamo riusciti a sistemarne 12 che strade da percorrere per tamponare la situazio- erano posti in graduatoria alloggi parcheggio o ne nei prossimi due-tre anni, con la speranza Ater, 6 sono rientrati nel Paese d’origine, una che la forte crisi del Paese passi, o almeno, si ventina sono ospitati temporaneamente nelle attenui”. Quindi sono stato dal prefetto e ho strutture di accoglienza o in bred&breakfast e i interpellato il presidente dell’Ater che ha degli restanti hanno trovato soluzioni proprie, ospitati alloggi che non sono dentro la programmazio- in famiglia o presso connazionali. ne annuale, per i quali si potrebbe fare una “E’ comunque una situazione sempre più
NEWS
Nella foto l’assessore di palazzo Nodari, Antonio Saccardin complicata, conclude Saccardin. Servirebbe una politica della casa a livello nazionale. La povertà è in continuo aumento, basta pensare che in 10 mesi, ho incontrato 146 persone che non avevano mai contattato i servizi sociali. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le associazioni di volontariato e le parrocchie, per il fondamentale e prezioso lavoro”.
l nuovo Piano casa del Veneto non piace ai primi cittadini dei capoluoghi che sono pronti a presentare a breve un progetto di legge in Regione per modificarlo. I sindaci di Venezia, Padova, Treviso, Vicenza, Rovigo e Belluno con la presenza del ministro Zano- Flavio Zanonato nato si sono incontrati a Venezia per valutare le disposizioni in materia di urbanistica ed edilizia contenute nel “Piano Casa ter”, varato a fine novembre dalla Regione Veneto. Seppur ritenuto uno strumento fondamentale per rilanciare l’economia, e in particolare l’edilizia, il nuovo Piano casa del Veneto permetterebbe di ampliare le proprietà immobiliari con un iter burocratico facilitato ed inciderebbe sul potere decisionale delle amministrazioni comunali in materia di pianificazione territoriale. Anche se questa volta il Piano casa ter dovrebbe essere permanente e in linea teorica applicabile a tutti i territori comunali del Veneto senza possibilità di veto da parte dei primi cittadini, le cose non paiono filare lisce. I sindaci dei capoluoghi di provincia del Veneto hanno avuto modo di analizzare la legge regionale elaborando un serie di importanti valutazioni e si sono trovati concordi nell’esprimere un comune disagio nei confronti della Regione per le conseguenze che comporterebbe l’applicazione della nuova legge nei diversi territori. Secondo il Sindaco di Rovigo Bruno Piva ad esempio“ le disposizioni del piano casa che permetterebbero di operare in deroga alle norme urbanistiche ordinarie potrebbero privare di una parte degli introiti economici per le concessioni erogate dai Comuni incidendo, quindi, sulle risorse finanziarie comunali”. Il Ministro Zanonato ha presentato una serie di misure tese a rafforzare la competitività dei territori, a incrementare la produttività delle imprese e a diffondere l’innovazione tecnologica. Dal tavolo è emersa la comune intenzione di costruire a breve una proposta di legge regionale, da porre all’attenzione dei rispettivi Consigli comunali, nella quale si evidenzi la necessità di una pianificazione e programmazione urbanistica ed edilizia condivisa con le Amministrazioni locali. Ro.Gi.
IN BREVE Lavoro
La Provincia anticipa la cassa integrazione
Sanità. Tagliati i posti letto
Ora si aspettano le strutture intermedie
Legge regionale 339
Una via aperta per la sanità privata convenzionata
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nche per il 2014, i lavoratori potranno ricevere anticipatamente, rispetto all’erogazione Inps, un sostegno finanziario necessario per il mantenimento delle loro famiglie. Per il nuovo anno infatti la giunta di Palazzo Celio ha approvato la delibera per il rinnovo della convenzione per la realizzazione del progetto Anticipazione Sociale per i lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria e in deroga a zero ore “Segno - ha osservato l’assessore Guglielmo Brusco - della massima attenzione che la Provincia ha nei confronti dei lavoratori, onde evitare qualsiasi pericolo di interruzione degli effetti finora prodotti. Tutto questo grazie alla preziosa collaborazione con la Fondazione Cariparo e con la Cassa di Risparmio del Veneto che hanno già comunicato la loro disponibilità. Ora, ha proseguito l’assessore al Lavoro della Provincia, si tratterà di coordinare con i nostri partner Consorzio di Sviluppo e Cgil-Cisl-Uil, l’adesione formale a questa grande opportunità che dal 2009 ad oggi ha interessato moltissimi lavoratori ed aziende”. “Quasi ogni giorno c’è una crisi aziendale, quasi ogni giorno imprenditori e lavoratori dipendenti sono messi alle strette da problemi che si ripercuotono anche sulle loro famiglie e indirettamente, con le loro spese, anche sul commercio e l’economia in generale. I tempi che si annunciano non sono certo dei migliori. Teniamo sempre monitorato il caso Grimeca e stiamo seguendo anche altre vicende particolarmente toccanti anche dal punto di vista umano, Morupa e Icap, sperando di riuscire a sbloccare queste situazioni allarmanti. Da parte nostra, la promessa di non abbassare la guardia e di fare del nostro meglio per aiutare in questo difficile periodo, le aziende piccole o grandi che siano e i loro lavoratori”, ha concluso l’assessore. Ro.Gi.
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e schede ospedaliere sono state approvate. I posti letto negli ospedali polesani sono stati tagliati. A dire la verità, più all’interno dell’Ulss 18 che della 19. Ora l’attesa è per il secondo passo della riforma prevista dalla Regione al momento del varo del Piano sociosantario del quale le schede ospedaliere sono state una espressione. Vale a dire l’attivazione di quelle strutture sul territorio di livello intermedio, che dovrebbero andare a compensare i posti letto tagliati, all’interno delle quali dovrebbero trovare accoglienza quei pazienti non particolarmente gravi da necessitare il ricovero in ospedale. I contorni di questa riforma sono comunque ancora tutti da definire. Per cercare di fare chiarezza Cgil Rovigo ha organizzato un convegno alla Cittadella sanitaria, sede dell’Ulss 18. Il risultato della giornata è stata che ancora un percorso chiaro non è stato attivato. Ma che i cardini importanti della riforma potrebbero essere la partenza dai punti sanità sparsi nel nostro territorio, come base per le strutture di livello intermedio da attivare. Lo.Zo.
na legge regionale appena approvata e che potrebbe ridisegnare a fondo i contorni della sanità polesana. Perlomeno per quanto riguarda il mondo della sanità privata convenzionata. Vale a dire affidata a quei soggetti ambulatori, cliniche, case di cura, centri diagnostici - che pur essendo di proprietà di privati sono abilitati - il termine esatto è accreditati - per lavorare per conto del servizio sanitario nazionale. Sino a oggi non era facile ottenere l’accreditamento. Anzi: tanto vale dire che in Polesine come altrove nella nostra Regione i nomi sono sostanzialmente gli stessi da anni e anni. Ed è proprio per “rompere” questo sostanziale oligopolio e aprire il mercato che è arrivata la legge regionale 339, portata avanti dal capogruppo in consiglio regionale di Forza Italia e presidente della commissione competente in tema di sanità Leonardo Padrin. Lo scopo della nuova legge è quello di snellire la procedura per gli accreditamenti, fornendo una scaletta temporale certa per rispondere a chi fa domanda di potere lavorare per conto della sanità pubblica. Allo stesso modo, vengono anche indicati i criteri ai quali dovranno attenersi i direttori generali delle singole Ulss nello stipulare i contratti con gli erogatori privati accreditati. Le linee guida parlano di economicità, complementarietà rispetto alle necessità presenti sul territorio delle singole aziende sanitarie; e infine di qualità, un criterio a oggi importante ma non sempre scontato. Lo scopo è appunto quello di rendere più completa e omogenea l’offerta di servizi sanitari all’interno delle singole Ulss. In modo da evitare che i cittadini per fare un esame - per esempio una risonanza magnetica - debbano andare al di fuori della propria azienda sanitaria di riferimento. O anche fuori provincia. La nuova scaletta temporale predisposta da Padrin e approvata dal consiglio regionale prevede che chi faccia domanda di accreditamento debba ricevere una risposta entro il 30 novembre di ogni anno. E una risposta motivata. Non solo: con un emendamento al testo di legge poi approvato è stato anche previsto che quelle strutture che a oggi sono ancora in attesa di un riscontro alla propria istanza lo debbano ottenere entro il 31 marzo prossimo. Lo.Zo.
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Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali
7 marzo 2014 Museo della bonifica di Ca’ Vendramin ore 10.00
ECO LEADER NETWORK
Incontro con operatori GAL Parco della Camargue Turismo sostenibile in connessione con la valorizzazione e promozione dei prodotti tipici
Progetto di Cooperazione transnazionale del PSR 2007/2013 della Regione Veneto Misura 313 Azione 4/421 :Informazione
8 marzo 2014 Porto viro Sala Eracle ore 10.00
INTERNATIONAL WORKSHOP: Laboratorio di condivisione di pratiche e progetti in coordinazione con l’ufficio unesco di Venezia con la partecipazione delle riserve della biosfera, alcuni dei più importanti delta d’Europa.
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12 Rovigo Amministrazione e commercio Una frase forse sfuggita all’assessore crea un polverone
Conchi al centro delle polemiche “Il centro storico è morto”. L’esponente di Palazzo Nodari assicura che il suo discorso era un po’ più articolato di Lorenzo Zoli
“I
l centro storico è morto”. Una frase che, “imputata” scorsa. E che ha diviso politici e cittadini in tre fazioni. Da all’assessore comunale Ezio Conchi, ha scatenato una parte coloro che sono assolutamente favorevoli al uno dei peggiori polveroni progetto, poiché ritengono che in un politici degli ultimi tempi. In primo Associazioni periodo di crisi come questo sarebbe luogo sulla sua esatta formulazione. di categoria: semplicemente follia rifiutare l’offerta Sulla stampa è stata infatti riportata Decathlon sarebe di imprenditori che si offrono per insein questa maniera. Mentre l’ammini- colpo mortale al diare una attività in grado di garantire stratore assicura che il discorso era commercio in centro nuovi posti di lavoro. Dall’altra quanti un po’ più articolato e che il concetto ritengono che sia ora di smetterla di era che la grande distribuzione nel centro storico di Rovigo è incentivare insediamenti fuori città e che sia giunto il moormai morta. Non certo il centro in sé. mento di rivitalizzare il centro storico e di riportare la gente La precisazione non è peregrina, se si pensa che l’argo- nel cuore della città. Infine, ci sono coloro che - a prescindere mento all’ordine del giorno era l’insediamento nella zona da ogni questione economica o di opportunità politica - fandel parco commerciale Sul del Decathlon. Una questione no semplicemente notare come la legge regionale nata per sulla quale si sta parlando come minimo dalla primavera fermare la cementificazione e il consumo di suolo impedisca
Questura
Sono arrivati Addis e Iobbi
P
eriodo di cambiamenti in Vicolo Donadoni. Cambio di guardia in ben due reparti: immigrazione e polizia stradale. Da qualche settimana, infatti, si sono insediati presso la Questura di Rovigo i nuovi responsabili dei due settori: Antonio Maria Addis, responsabile della stradale e
l’insediamento di nuove aree commerciali. Da parte sua la maggioranza della maggioranza politica che guida Rovigo - sia consentito il gioco di parole - sta da tempo spingendo per fare in modo che si possa arrivare all’insediamento. Mentre le associazioni di categoria dei commercianti ritengono che una mossa del genere sarebbe un ulteriore colpo, forse mortale, per il commercio nel centro storico e per il centro storico stesso. E’ a questo punto della discussione che era intervenuto l’assessore Conchi. “Da parte mia - aveva detto - sono favorevole all’arrivo di nuovi investimenti. Se per fare sì che possano insediarsi a Rovigo Decathlon o altri imprenditori sarà necessario seguire alcuni accorgimenti che ci vengono indicati dalla legge regionale lo faremo senza dubbio. Io penso che sia necessario venire incontro e dare spazi a
Luca Iobbi responsabile dell’immigrazione. A prendere il posto dell’ex responsabile dell’ufficio immigrazione, il trentatreenne Francesco Morselli (assegnato a Ragusa come responsabile dell’ Ufficio prevenzione generale soccorso pubblico, ovvero le volanti del 113), è il marchigiano Iobbi, trentaquattrenne originario di San Benedetto del Tronto fresco di corso e alla prima esperienza. Iobbi arriva da Roma,
quanti vogliono fare investimenti nel nostro territorio. Poi, ci si era spostati verso il cuore del problema. “Ritengo ovvio e naturale - aveva proseguito Conchi - che gli imprenditori preferiscano investire dove sono certi che la gente va, vale a dire nei centri commerciali”. E’ a questo punto che è arrivata la frase incriminata. Che ha scatenato un putiferio, in primis con le associazioni di categoria dei commercianti, poi persino con i colleghi consiglieri del Pdl che hanno preso le distanze dalle - presunte dichiarazioni dell’amministratore e dalla frase “incriminata”. L’avrà detta? Non l’avrà detta? L’avrà detta ma magari inserita in un contesto più ampio? Chissà. Di sicuro, focalizzarsi su questo non aiuta a risolvere il problema. Che è certamente più ampio e complesso di una frase.
dove praticava la professione forense in attesa di terminare il corso. A sostituire Simone Rodella, invece, ora assegnato al Reparto prevenzione crimine di Padova, sarà Addis, cinquantenne originario di Sassari, prima impiegato presso la Polfer (polizia ferroviaria) di Venezia e poi presso la Polstrada (polizia stradale) di Padova. F.D.L.
Gestione servizio idrico Difficoltà per l’affido a Polacque
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IL DIRITTO DI CAMBIARE
A
ncora novità per Polesine acque. Con una nota rivolta ai cittadini e alla stampa il Presidente e i membri del Comitato istituzionale del Consiglio di bacino “Polesine” (Ex ATO), rendono nota l’intenzione di procedere con un nuovo affidamento per la gestione del servizio idrico integrato a Polesine Acque. Al momento si sta lavorando ad una proposta sulla base di quanto suggerito dall’Avvocato padovano Testa, legale di fiducia dell’ente. “Nel mese di dicembre 2013 - si legge nella comunicazione - questo ente d’ambito aveva predisposto un progetto di nuovo affidamento alla Polesine Acque spa sulla scorta del mandato ricevuto dall’assemblea dei sindaci con la presa d’atto della decadenza, per non conformità con i requisiti richiesti per il modello “in house providing”, dell’affidamento concesso alla stessa Polesine Acque nel 2004”. Polesine Acque avrebbe chiesto di poter ripristinare l’affidamento decaduto, ma secondo Testa questo non è possibile. L’unica possibilità è un nuovo affidamento, con regole chiare e precise. L’ente gestore dovrà infatti rispettare alcuni vincoli, in primis la “solidità finanziaria del gestore, requisito indispensabile al fine di procedere ad un nuovo affidamento diretto alla Polesine acque la quale dovrà presentare un piano di ristrutturazione finanziaria e di ripiano del debito complessivamente credibile”. Ciò che più potrebbe interessare i cittadini è che l’Aeeg (autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico) ha emanato il nuovo “Metodo tariffario idrico (Mti) che obbliga gli enti d’ambito di fatto ad aggiornare non solo
i piani d’ambito per quanto riguarda gli investimenti programmati ma anche i piani economici – finanziari e le convenzioni di gestione / affidamento”. Il tutto da espletarsi entro il 31.03.2014 e non è chiaro se questo comporterà un aumento in bolletta per i cittadini, ma appare molto probabile. Intanto l’assemblea del 29 gennaio, durante la quale si sarebbe dovuto approvare il bilancio 2012, non è stata partecipata (presenti sei comuni su cinquantadue). Nessuna motivazione ufficiale, solo ipotesi. Alcuni sindaci potrebbero essere preoccupati per la possibilità d’innalzamento delle tariffe, altri dissentirebbero dall’idea di capitalizzare nuovamente la società (una ricapitalizzazione da 2,5 milioni di euro circa era già stata effettuata dai Comuni nel 2006) rinunciando a parte del credito vantato nei confronti di Polesine acque (ora si parlerebbe dai quattro ai dieci milioni di euro), altri potrebbero essere preoccupati dai contenuti F.D.L. del parere dell’ avvocato Testa.
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14 Rovigo Associazione Una Petizione per convincere il Comune a sottoscrivere una convenzione
Servono fondi per l’alimentazione e le cure dei gatti Le donazioni sono drasticamente diminuite e i volontari sono in difficoltà con l’acquisto di cibo e con il pagamento dei veterinari
Amici della Bici di Rovigo Un anno sui pedali
N
di Melania Ruggini
L
’associazione Una ha lanciato una petizione per il rispetto di ogni forma di vita, per l’eliminazione fare in modo che il comune di Rovigo sottoscriva di qualsiasi forma di violenza e crudeltà” - dicono i una convenzione, arenata nelle maglie della volontari. Uno degli ostacoli è costituito proprio dalla burocrazia, per sostenere l’alimentazione e le cure carenza di risorse sia finanziarie che umane. L’assodei gatti randagi, ora ospiti dell’Oasi di proprietà ciazione, composta unicamente da volontari, attua la dello stesso. Finora sono state raccolte 1262 firme: gestione delle colonie feline, cattura e sterilizza animanca poco per arrivare alle 2000. Attualmente mali randagi che altrimenti vedrebbero i loro cuccioli l’associazione si sostiene principalmente grazie a do- morire di fame o malattia e promuove le adozioni nazioni di cittadini, raccolte di fondi e alimenti. L’oasi per animali abbandonati. Una ricorda che il decreto felina, gestita dai volontari Una, accoglie un’ottan- del Presidente della Repubblica del 31 marzo 1979 tina di gatti; tuttavia nel corso dell’anno sono circa prevede che “È attribuita ai singoli o associati (...) 400 gli animali accuditi, che intervengono anche funzione, esercitata dall’Ente nazionale protezione animali, di vigilanza sulla nelle colonie feline sparse nel territorio provinciale. L’asso- L’oasi felina accoglie osservanza delle leggi e dei ciazione, inoltre, promuove un’ottantina di gatti, regolamenti generali e locali, l’adozione dei gatti abban- ma nel corso dell’an- relativi alla protezione degli no sono circa 400 animali ed alla difesa del padonati. trimonio zootecnico”. “Ecco il “Il nostro scopo è quello gli animali accuditi perché della richiesta di una di ridurre sempre più il fenomeno del randagismo di animali da affezione, perse- convenzione, in un’epoca in cui le offerte della genguire la salvaguardia, il miglioramento e lo sviluppo te si sono drasticamente ridotte. Non abbiamo mai sostenibile dell’ambiente naturale e delle sue risorse, vissuto un periodo economico così difficile e siamo
molto preoccupati perché non riusciamo più a comprare il cibo, a pagare i veterinari e temiamo di non riuscire ad accogliere i gattini abbandonati che ci arrivano ogni anno (più di 300 solo nel 2012)”. Nel frattempo si è attivata a fine anno Asm Set con un contributo di 3000 euro a sostegno dell’associazione. Il sostegno è devoluto per cibo, vaccinazioni e la realizzazione di materiale promozionale da distribuire alla cittadinanza e nelle scuole. “Abbiamo scelto di dare nuova energia ad Una – spiega Bergamin, presidente di Asm Set - perché l’associazione sta attraversando un momento di difficoltà. Dopo una visita alla struttura mi sono confrontato con il cda dell’azienda e abbiamo deliberato un contributo, che servirà anche a portare avanti un bel progetto di promozione e sensibilizzazione, attraverso un opuscolo informativo che porteremo nelle scuole”.
onostante qualche ritardo con la pubblicazione del pieghevole, è pronta l’attività ufficiale 2014 degli Amici della Bici di Rovigo, che hanno in calendario una serie di eventi fino all’estate. La nuova stagione è ufficialmente partita lo scorso 9 febbraio, quando l’associazione è scesa in Piazza V. Emanuele con il banchetto per la presentazione dell’attività 2014 e contestualmente ha fatto conoscere l’iniziativa “Bicisicura”, ossia un efficace sistema per combattere i furti di biciclette. Si tratta della schedatura delle bici attraverso foto e numero di telaio, in modo da creare una banca dati del mezzo che possa permettere il riconoscimento della propria due ruote in caso di ritrovamento. Mercoledì 12 marzo alle ore 18.00, la libreria Calibrì in Corso del Popolo 210 a Rovigo ospiterà Fernando Da Re che presenterà il libro “Con l’Armenia nel cuore”, interessante racconto di viaggio in bicicletta. Domenica 23 marzo l’appuntamento è con la consueta pedalata in occasione della giornata FAI di primavera. Domenica 13 aprile ci aspetta la pedalata con gli Amici della Bicicletta di Verona su itinerario d’acqua e di visitazione nel medio Polesine. Venerdì 25 aprile avrà luogo la pedalata “Resistere, pedalare, Resistere” nei luoghi della resistenza in collaborazione con ANPI. Domenica 11 maggio si terrà la consueta manifestazione per i più piccoli denominata “Bimbinbici”. Domenica 18 maggio viene organizzata un’escursione per la giornata della bonifica in collaborazione con il Consorzio Adige Delta Po, con itinerario da definire. Domenica e lunedì 1 e 2 giugno ci sarà il “Bicitalia day”, escursione con Fiab nazionale. Domenica 8 giugno ci si sposta sul Delta del Po con Bike&boat. Da giovedì 19 a domenica 22 giugno si terrà il ciclo raduno nazionale a Palermo, mentre domenica 22 giugno tocca all’escursione all’oasi di Salvaterra in collaborazione con il Wwf di Rovigo chiudere in bellezza il calendario. Me.Ru.
Emergency compie 20 anni
Tante le iniziative e le donazioni A fine anno il bilancio dell’associazione è stato chiuso positivamente con 1321 euro in più rispetto allo scorso anno rispetto al 2012
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entre Emergency compie i suoi primi 20 e si prepara a tagliare il traguardo con nuove iniziative per coinvolgere i propri volontari, il 2013 si chiude all’insegna delle donazioni. Nonostante la crisi il gruppo rodigino ha raccolto, infatti, oltre 11.000 euro di fondi grazie a ben 36 iniziative, organizzate principalmente nel territorio polesano, ma anche nelle province limitrofe, che hanno ospitato banchetti, cene e molte altre iniziative. Così a fine anno il bilancio si è chiuso in bellezza, con 1.321 euro in più rispetto al 2012, frutto quasi esclusivamente delle molte donazioni giunte a inizio anno in ricordo di Luciano Bombarda, volontario e fondatore del gruppo, scomparso a Ficarolo nel dicembre 2012. Le donazioni ricevute in ricordo di quest’ultimo hanno sostenuto il centro di maternità di Anabah, in Afghanistan. Ciò che è realmente cresciuta in Emergency è l’attività dei banchetti: 36 nel 2013 e 1.000 euro in più dalla cessione di gadget rispetto all’anno prima. Tra i risultati record, il banchetto natalizio di Cavarzere, che ha portato ben 686,50 euro in soli due giorni. Grazie alla cessione di magliette, libri, calendari e altri gadget si sono ottenuti 5.200 euro, +25% rispetto al 2012; da notare anche un leggero aumento delle tessere “Amico di Emergency”, ossia 988 euro nel 2013, a dispetto delle 840 del 2012. Il dato stabile è positivo, se si considera che l’an-
I volontari dell’associazione rodigina no precedente aveva registrato un calo di fondi del 14% rispetto al 2011. I volontari rodigini si sono prodigati anche per le trasferte, come a Ferrara, nella bassa padovana e in Friuli. Positivo per esempio il risultato della cena di settembre a Bellombra, che ha raccolto 1.008,50 euro. Da segnalare anche il favorevole bilancio dell’attività nelle scuole, con 20 incontri nelle scuole elementari, medie e superiori. E il 2014 è iniziato mettendone già a segno altri 16. Da ricordare infine la proficua collaborazione con l’Università Popolare Polesana, che ha programmato lezioni a cura dei relatori a Badia Polesine, Canaro e Costa di Rovigo. Tra le attività di inizio anno, il coordinatore regionale Mauro Boniolo è stato ospite, lo scorso 26 gennaio, dell’assemblea del Centro Francescano di Ascolto, dedicata al tema dei diritti, mentre a fine gennaio si è svolto un incontro formativo a Vicenza, utile per relatori e aspiranti. Me.Ru.
Rovigo 15 Politica Il congresso a breve, si voterà entro la prima metà di febbraio
NEWS
Il Pd è ancora senza segretario
Movimento dei forconi
A Rovigo è sparito, ad Adria e’ in fermento il gruppo di Adria
di Francesca De Luca
D
i quanto avvenuto all’interno del Partito Democratico polesano ne abbiamo lungamente parlato nei mesi scorsi. Dopo la sospensione del congresso avvenuta in seguito alla denuncia di brogli, e alle varie diatribe tra le diverse fazioni, il Pd è ancora senza un segretario. Ovvero, al momento la carica è ancora ricoperta dall’Onorevole Diego Crivellari, in attesa del nuovo congresso. “Il congresso del Pd polesano ripartirà dopo l’insediamento della nuova commissione provinciale per il congresso, che è stata nominata dal livello regionale nella giornata di lunedì 27 gennaio - ci comunica l’onorevole Crivellari questo è il primo tassello di un percorso che entro la metà di febbraio dovrà portare alla conclusione del congresso e all’elezione del nuovo segretario provinciale. Dovrebbe essere la volta buona”. “Purtroppo - commenta il segretario uscente, in merito all’ipotesi che la mancanza di un segretario ufficiale possa aver provocato un rallentamento nelle attività dei circoli - l’allungamento dei tempi del congresso non è stato indolore per il partito, ma credo che i nostri circoli abbiano patito soprattutto il clima di acceso scontro interno al gruppo dirigente. Non tutti sono stati in grado di interpretare la divisione tra
La denuncia di brogli aveva portato alla sospensione del congresso lo scorso novembre due candidature alla segreteria in modo sufficientemente responsabile. Qualcuno più di altri ha puntato sull’aggressività, sull’esasperazione dei toni, ma non credo che alla lunga questo metodo paghi”. Bisognerà capire anche se questo acceso scontro abbia creato anche danni più gravi, del tipo: disaffezione da parte degli elettori o peggio qualche rischio di scissione. “Non vedo assolutamente rischi di scissione all’orizzonte per il Pd – tranquilizza immediatamente Crivellari - l’ottima partecipazione registrata alle primarie di dicembre, anche in Polesine, conferma che la nostra gente è sempre pronta alla mobilitazione nelle occasioni importanti. Certo, adesso dobbiamo avere la capacità di fermare gli scontri dentro il partito, dobbiamo recuperare assolutamente una dialettica più serena e costruttiva. Resto anche convinto che nelle nostre recenti divisioni abbiano spesso giocato troppo spesso questioni personali o comunque parziali. Il Pd deve essere in grado di lasciarsi alle spalle una zavorra fatta di tensioni e contrapposizioni ereditate dai vecchi partiti. Il rinnovamento deve continuare”.
Crivellari: “Toni troppo accesi”. Escluso ogni rischio di scissione ma bisogna recuperare una dialettica più serena e costruttiva
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Nella foto il segretario uscente Diego Crivellari
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L
e rimostranze dei cosiddetti “forconi”, sono state uno dei temi delle politica degli ultimi tempi. Il movimento, nato spontaneamente lo scorso 9 dicembre, ha fatto molto parlare di se e non sempre in termini encomiastici. Si ricorderà di Danilo Calvani (uno dei portavoce del movimento) che attraversava la folla a bordo di una jaguar, ma accanto a questi vanno ricordati anche i tanti che in quei giorni hanno dato luogo ad una protesta pacifica, creando empatia con i cittadini. Ma a distanza di due mesi dalle prime proteste, è leggittimo chiedersi che fine abbiano fatto i “forconi” e soprattutto che fine abbia fatto la loro protesta. “Il gruppo di Rovigo non c’è più - ci comunica Andrea Volpe, venticinquenne indicato dalla stampa come uno dei coordinatori del presidio del capoluogo – in un primo momento i militanti erano molti (circa una trentina) ma l’interesse è andato via via scemando. Non c’è stato un buon riscontro da parte della popolazione”. Diversa, invece, la realtà di Adria, dove il presidio è ancora attivo e pulsante. A raccontarcelo è Veronica Bocchio, una dei militanti del movimento adriese. “Innanzitutto - ci tiene a precisare - il nostro movimento ha natura apolitica e apartitica. Ognuno ha le proprie idee, ma all’interno del gruppo è importante ciò che ci unisce: voler cambiare la politica di questo paese”. Il gruppo conta una decina di attivi che si ritrovano in un locale in via Monsignor Pozzato; una sorta di info-point nel quale ci si può recare per chiedere informazioni e di fronte al quale generalmente vengono organizzate le azioni di volantinaggio. Il gruppo di Adria sottolinea anche la sua trasformazione in un comitato indipendente dal quello nazionale, giravano voci che il movimento dei “forconi” volesse trasformarsi in un partito politico. “Questo è in contrasto con i nostri principi – spiega Bocchio – pertanto, ma non solo per questo, abbiamo deciso di rimanere in contatto con tutti i presidi che hanno scelto la strada dell’autonomia. Ad esempio Padova”. “Non appena avremo i permessi - ci comunica Veronica – organizzeremo una nuova manifestazione”. La loro azione, al momento, è focalizzata sulla contro-informazione; le rivendicazioni sono generiche e le idee in merito alle possibili alternative al sistema politico vigente non sono ancora state profilate. “Stiamo stilando dei punti per noi fondamentali, la base delle nostre rivendicazioni. Ci stiamo lavorando, perché prima di rivolgerci all’esterno vogliamo acquisire competenze ed esser certi di ciò che diciamo”. F.D.L.
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viaggio in
provincia Rovigo
Fusione dei comuni Al referendum del 9 febbraio vince il “no” dei cittadini
Villanova pareva avveniristica e invece è già del passato
Cittadini diffidenti in 4 dei 6 comuni al voto. Secondo molti c’è stato un problema di comunicazione
In tema di fusioni la piccola provincia di Rovigo pareva essere in anticipo rispetto alle altre zone del Veneto
di Fortunato Marinata
E
’ sparita Villanova Polesana. Il progetto di fusione tra i sei comuni del Medio Polesine è stato a dir poco fugace, giusto il tempo di compiacersi di quanto anticipo la piccola provincia di Rovigo pareva avere rispetto alle altre zone del Veneto e il nuovo comune è stato sommerso, come Atlantide, da un mare di “no”. La fusione tra i comuni di Arquà Polesine, Costa di Rovigo, Frassinelle, Pincara, Villamarzana e Villanova del Ghebbo non ha retto l’urto con lo scoglio del referendum popolare ed è colata a picco. “Colpa della politica - è stato detto dei bene informati - sebbene la campagna pro fusione tra i comuni fosse stata portata avanti congiuntamente sia dal Centrodestra sia dal Centrosinistra, le ragioni dei contrari sono prevalse e questo è un voto che rischia
L’area dove sarebbe dovuto nascere il nuovo comune di Civitanova Polesine
Un voto che forse pregiudica il resto dei progetti aggregativi in corso di mettere in forse il resto dei progetti aggregativi ai quali il territorio polesano si approccerà nei prossimi mesi”. Il voto dello scorso 9 febbraio, infatti, sarebbe dovuto essere l’apripista nel panorama delle fusioni in Polesine, dopo l’ormai storico sodalizio tra Contarina e Donada. A Villadose e Ceregnano il referendum dovrebbe tenersi tra circa un anno e “per strada” ci sono anche le fusioni tra Rovigo e Pontecchio; Calto, Castelmassa e Ceneselli e nel Delta: Ariano con Corbola. La carta dei vantaggi economici di cui godrebbero i comuni nati da fusioni,
messa in campo dalla Regione con la legge regionale diciotto del 27 aprile 2012 (garantendo alle nuove realtà amministrative vantaggi diretti in termini di finanziamenti e la possibilità di superare il patto di stabilità per un periodo di due anni) non è bastata a piegare lo scetticismo dei cittadini. L’obiettivo della Regione, infatti, sarebbe di arrivare un giorno a 150 Comuni complessivi nella nostra regione, ma da oggi il risultato sembrerebbe essere più lontano. Questi millantati “benefici” non sono stati convincenti. “Essere un grande comune – sostenevano i contrari al progetto di Villanova Polesine - non significa avere servizi migliori” e ad esserne convinti alla fine sono stati in molti. “Sicuramente anche il non aver coinvolto la cittadinanza fin da subito – questo il parere di chi ha seguito da cittadino il percorso
“Un “Grande Comune non significa avere servizi migliori” delle sei fusioni – è stato uno dei limiti dell’operazione”. La diffidenza, insomma, l’ha fatta da padrona, così i voti sono andati verso il “no” in quattro comuni su sei e i sì hanno vinto solo dove l’astensionismo è stato alto. A Frasinelle, per esempio, su 1360 aventi diritto si sono presentati alle urne 660 persone delle quali 370 hanno votato favorevolmente alla fusione mentre 283 si sono espressi contrari. Stessa cosa a Pincara dove hanno votato 481 persone su 1078 aventi diritto: i “si” sono stati 315 mentre i “no” si sono fermati a quota 157.
Ben diversa invece la situazione ad Arquà Polesine dove alle urne si sono recati in 1344, su 2413 aventi diritto, esprimendo ben 1094 voti per il “No” contro 244 “si”. Un abissale distacco tra i due fronti si è creato anche a Villanova del Ghebbo, dove su 1179, erano 1675 gli aventi diritto, i “no” sono stati 1018 e 157 “si”. Più mitigare le distanze a Costa di Rovigo e a Villamarzana, ma il “no” ha comunque pesato nel mandare a fondo il progetto Villanova Polesine. A Costa di Rovigo: hanno votato 1476 su 2317 aventi diritto, i “si” sono stati 530 mentre i “no” sono saliti a 933, mentre a Villamarzana hanno votato 618 persone, su 1048 aventi diritto, e il confronto si è fermato a 258 contro 355: cento voti di differenza a favore del “no”.
taglio delle province Ombre sulla certezza di un risparmio e sulla costituzionalità della riforma
T
aglio delle province. Le motivazioni che sostengono la riforma messa in campo dal ministro Delrio hanno perso slancio nelle scorse settimane. Soprattutto l’aspetto legato ai risparmi, che la trasformazione delle province in enti di secondo livello dovrebbe apportare, è stato messo in forse anche dalla Corte dei Conti durante l’audizione alla commissione Affari Costituzionali del Senato di qualche settimana fa. L’organo dello stato, infatti, ha ribadito che la riforma sulle Province di sicuro non produrrà risparmi nell’immediato ed è talmente complessa che di certo porterà all’aumento dei costi. C’è dell’altro: anche in merito alla costituzionalità della riforma non tutto sembrerebbe filare liscio come l’olio. Il parere di alcuni costituzionalisti è tutt’altro che favorevole e questo ha offerto il “destro” al presidente dell’Upi, Antonio Saitta. “Chi altro ancora deve attestare che questa legge è costosa, che produrrà caos, che genererà effetti
devastanti sui territori e sul bilancio dello Stato, perché lo capiscano anche il Parlamento e il Governo?”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Upi, Antonio Saitta, commentando il documento consegnato dalla Corte dei Conti alla commissione Affari costituzionali del Senato, nel quale la magistratura contabile conferma il giudizio critico già espresso alla Camera dei deputati. “A proposito delle Città metropolitane la Corte dei Conti – ha proseguito Saitta – segnala il rischio di “ipertrofia organizzativa” e di “carattere eccentrico” della previsione della divisione in comuni della città metropolitana perché produrrebbe nuovi enti. Quanto alle funzioni, la Corte stigmatizza il procedimento di svuotamento, che definisce complesso e facendo l’esempio dell’edilizia scolastica, parla di funzioni anche operative che eccedono la dimensione comunale e che quindi devono restare alle Province. Ma il giudizio netto che si legge nel testo della magistratura con-
tabile – sottolinea ancora il presidente dell’Upi Saitta - è quello in merito ai risparmi: scrive infatti la Corte dei Conti ai senatori che è del tutto improbabile che una riorganizzazione di così complessa portata sia improduttiva di costi e che i risparmi nell’immediato sono di entità contenuta, mentre i costi sono considerati talmente certi che nelle conclusioni si sottolinea la necessità di trovare adeguate coperture. Lo stesso segnale di allarme era stato lanciato dalla Corte dei Conti alla Camera dei Deputati, ma lì non si è ritenuto di volere ascoltarlo. Ci aspettiamo che almeno in Senato un richiamo di allerta così importante non resti lettera morta. Altrimenti qualcuno, governo o Parlamento, dichiari apertamente che anche se la riforma delle Province porterà ad forte aumento della spesa pubblica e al caos, si porterà avanti perché è stata annunciata: almeno i cittadini sapranno a quale follia si sta andando incontro”.
Il presidente dell’Upi Antonio Saitta
Spazi aperti 17 Agricoltura Paolo De Castro è arrivato in Polesine lo scorso 7 gennaio
Competitività: l’obiettivo da cogliere L’ex ministro e ora presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo ha incontrato sindaci e le associazioni del settore primario di Lorenzo Zoli
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’ stato ministro. E ora è presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo. Paolo De Castro è arrivato in Polesine lo scorso 7 gennaio, quando a Palazzo Celio, sede della Provincia di Rovigo, ha incontrato sindaci e associazioni di agricoltori. Il tema fondamentale è stato come migliorare la competitività del comparto agricolo italiano. Che avrebbe enormi potenzialità e capacità di distinguersi a livello europeo, ma che per tutta una serie di fattori non riesce a farlo. Ad avviso di De Castro il primo punto fondamentale sul quale battere è sburocratizzare: eliminare le pastoie che spesso ostacolano lo sviluppo delle aziende agricole e fanno perdere tempo prezioso. In particolare è necessaria una maggiore flessibilità e velocità nell’accesso ai contributi e alle linee di finanziamento. Allo stesso modo, si deve guardare a quelle realtà che possono servire da esempio. Una di queste, ha spiegato l’ex ministro, è il Trentino. Dove ci sono aziende agricole che pure avendo una estensione inferiore ai due ettari riescono comunque ad essere leader a livello assoluto nella produzione di mele. Si è parlato anche della questione Ogm. E, visto il mo-
mento storico, davvero non poteva essere diversamente. relatore ha cercato di trasmettere è stata proprio la necessità “Non ci sono dubbi - ha detto De Castro - che il 90% circa di fare rete. Ossia di mettere assieme tutte le realtà a livello della soia che al momento importiamo comprandola in Eu- provinciale, regionale, nazionale ed europeo. Anche per non ropa sia Ogm. Una soluzione per il nostro paese dovrebbe perdere quelle opportunità che ci sono, a disposizione di chi essere quella di mettere in campo un piano proteine vegeta- abbia l’attenzione sufficiente a conoscerle e sfruttarle. li. Uno strumento che purtroppo al momento manca, sia a “Abbiamo proprio di recente approvato quattro regolalivello nazionale che europeo”. menti - ha precisato De Castro - In tutto sono 600 pagine “Dobbiamo concentrarci - ha procirca, nelle quali sono contenute tante seguito, catturando l’attenzione delle “Sburocratizzare: novità e possibilità. Gli addetti ai lafolta platea presente - per aumentare eliminare ciò vori dovrebbero studiarle molto bene, la nostra produzione interna e fare in che ostacola dal momento che lì sono descritte sia la situazione che le opportunità per le modo di non essere più dipendenti in lo sviluppo agricolture dei 28 paesi componenti questa misura dall’estero. E’ così che delle aziende” dell’Unione”. finiamo obbligati a importare prodotti Tutte questioni che non possono prescindere da un Ogm. Dobbiamo cominciare a incamminarci con decisione in questa direzione, altrimenti non arriveremo mai”. Insomma: maggiore coinvolgimento dei giovani nel primario e nell’al’Italia dovrebbe acquisire una maggiore indipendenza dai groalimentare. Un settore che può essere una importante “colleghi” europei. E questo risultato può essere raggiunto opportunità in questo periodo di crisi. Un tema questo che unicamente investendo con convinzione su un piano inten- torna tuttavia a legarsi con quello della necessità di semplificare le procedure ed eliminare quelle storture del sistema sivo di colture. Probabilmente il concetto centrale dell’incontro che il italiano che vanno sotto il nome di burocrazia. “Un male - ha
Nella foto il presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, Paolo De Castro precisato l’ex ministro - che tra l’altro abbiamo inventato noi e che non ha corrispettivi negli altri paesi dell’Unione”. Come dire: una palla al piede che prima di parlare di competitività andrebbe rimossa. Infine, un concetto che potrebbe apparire banale ma che non lo è in nessun modo: la necessità di tutela e rispetto dl territorio, come condizione imprescindibile per assumere finalmente un ruolo di leadership a livello europeo. Sia nell’agroalimentare che nel primario in genere. Dal momento che, come ha ricordato De Castro ai rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria del settore e anche a tanti privati che hanno voluto essere presenti all’incontro, le potenzialità ci sono, ma è tempo di metterle per davvero in pratica.
Tre giorni di confronto con le altre aree Riserva Biosfera Il 7, l’8 e il 9 marzo il Delta si confronterà con gli adenti al programma MAB provenienti da: Francia, Spagna, Romania e Russia. In un convegno incontrerà i rappresentatnti della Camargue, Ebro, Evros, Danubio e Volga
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l Delta del Po si fa conoscere e si apre al confronto con realtà simili. Diverse le iniziative realizzate grazie ai finanziamenti del GAL Delta del Po per creare un percorso volto a valorizzare i prodotti tipici dell’agricoltura, della pesca e dell’artigianato. Nella tre giorni prevista il 7, l’8 e il 9 marzo il Delta si confronterà con le aree Riserva Biosfera – Mab Unesco provenienti dalla Francia, Spagna, Romania e Russia attraverso i ristoratori e i produttori dei territori, oltre ad essere protagonista del convegno che vedrà la presenza dei rappresentanti dei delta della Camargue, Ebro, Evros, Danubio e Volga. I progetti che si andranno poi ad attivare per un importo complessivo di 1.123.000 euro propongono diverse iniziative. L’“Eco Leader Network” è una di queste e nasce per creare sviluppo e integrazione dei singoli territori citati con le relative eccellenze. Zone morfologicamente simili, con grandi fiumi che sfociano a delta creando degli habitat unici, si ritrovano a non valorizzare i prodotti nonostante le loro peculiarità. Inoltre, sebbene il turismo enogastronomico sia in crescita, qui l’offerta nella ristorazione dei prodotti locali è scarsa. Il progetto, complementare ad azioni locali di promozione, valorizzazione e informazione sui
Geremia Gennari e Marco Gottardi prodotti tipici del territorio, per questo si può considerare integrativo al Lapis che promuove le produzioni tipiche locali nei mercati italiani ed esteri. Il Lapis favosce la conoscenza dei prodotti tipici locali agro-alimentari e artigianali dei territori di riferimento dei Gal relativi al “Polesine” (Gal Delta Po), alla “Murgia” (Gal della Puglia) e al Delta del Po, coinvolgendo gli operatori rurali, rafforzando l’immagine delle zone e delle tipicità che, se promosse solo a livello locale, non avrebbero la possibilità di perdurare nel tempo e soprattutto di essere apprezzate da altri fruitori. Si tratta di territori tra loro lontani e legati alla civiltà contadina e alle produzioni tipiche che proprio per la loro diversità possono trovare l’elemento di sinergia per la loro valorizzazione. Collegate quindi le problematiche “comuni” per la carenza/ eccesso di acqua all’opportunità di sviluppare la vocazionalità e la ruralità dei territori con la promozione congiunta dei prodotti tipici locali. El.Ca.
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manifestazione di piazza per protestare contro il servizio di trasporto pubblico provinciale, spesso denti hanno la possibilità di rivolgersi al insufficiente o inadeguato: Greta Temporin, atloro “sindacato”: la Rete degli studenti medi. tuale coordinatrice polesana della Rete, lamenQuesta associazione ha una struttura articolata ta che il costo degli abbonamenti continua a principalmente su tre livelli: nazionale, regionale salire, che le corriere sono sporche e rotte e che e provinciale. In alcune realtà particolari, come coinvolgendo solo gli studenti che frequentano gli orari non favoriscono la partecipazione degli occhiobello@dentalcoop.it la provincia di Belluno, il sindacato studentesco gli istituti secondari di secondo grado del capo- studenti alle attività pomeridiane, sottolineando è organizzato anche a livello cittadino. In Po- luogo ma allargando la partecipazione almeno che la qualità e l’efficienza di questo servizio lesine, al contrario, l’obiettivo attuale è quello ai ragazzi dei poli scolastici di Adria e di Badia. aiuta gli studenti ad affrontare con maggiore sedi radicarsi inUNITÀ tutto il territorio provinciale, non Lo scorso 14 dicembre è stata organizzata una renità gli impegni scolastici. In seguito a quella LOCALI DENTALCOOP:
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iniziativa è stato aperto un tavolo di confronto con la Provincia, in particolare con l’assessore Giorgio Grassia, che ha dimostrato attenzione per il problema sollevato. In passato l’associazione ha affrontato anche problemi più complessi, come gli effetti della cosiddetta “riforma Gelmini”: attraverso diverse manifestazioni e iniziative nazionali la Rete ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze dei cambiamenti apportati al sistema scolastico. Oggi a livello regionale il sindacato studentesco
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si sta adoperando affinché venga approvata una legge quadro sul diritto allo studio. E in Polesine? Gli obiettivi attuali potrebbero sembrare meno ambiziosi ma affrontano questioni di primaria importanza: radicare la Rete in tutto il territorio provinciale e rimediare alla mancanza di spazi di aggregazione giovanile. In entrambi i casi è considerata estremamente importante non solo il confronto con le istituzioni ma anche la collaborazione con le locali associazioni di volontariato.
Antonio Esposito, Sofia Cantà, Silvia Cattan e Greta Temporin • AVELLINO Prossima apertura • BARI Prossima apertura ’ultimo finesettimana di gennaio Lendinara ha ospitato il congresso provinciale della Rete degli all’università, ma la neocoordinatrice spiega che, al di là delle figure di rappresentanza, in Polesine la • BELLUNO SEDICO tel.studentesco 0437 853391 studenti medi. I membri del sindacato si sono riuniti per tracciare la linea politica dell’as- Rete opera grazie alla fondamentale collaborazione del gruppo di soci. In generale, la partecipazione dei sociazione e per avanzare alcune3545278 proposte concrete di azione, ma quell’appuntamento è stato so- giovani alle realtà sociali, come la Rete degli studenti medi, è piuttosto scarsa: tra i ragazzi serpeggia • BRESCIA tel. 030 prattutto l’occasione per rinnovare le cariche apertura di governo: l’esecutivo è ora composto da Antonio Esposito, un senso di sfiducia e una crescente apatia, che sconfinano sempre più nell’indifferenza al pensiero • BOLOGNA Prossima Sofia Cantà, Silvia Cattan e da Greta Temporin che ha assunto il ruolo di coordinatrice. Alcuni di questi di “tanto non cambia nulla”. Ma nei momenti importanti, quando si affrontano questioni urgenti, le CAGLIARI Prossima M.D.P. ragazzi• già il prossimo settembre dovrannoapertura passare il testimone ad altre persone, perché si iscriveranno manifestazioni di piazza sono partecipate e fanno riscoprire il senso di appartenenza. • CALTANISSETTA tel. 0934 598922 • CASALECCHIO (BO) Prossima apertura • CESENA Prossima apertura • CHIOGGIA (VE) tel. 041 5540222 • CREMONA tel. 0372 431881 • DARFO BOARIO TERME (BS) tel. 0364 531905 • FIRENZE tel 055 413535 • FONTANAFREDDA (PN) tel.0434 997994 • GROSSETO tel.0564 453846 • JESI tel. 0731 209406 • LATINA Prossima apertura • LEGNANO (MI) tel. 0331 440011 • MANTOVA tel. 0376 245687 • MARTINSICURO (TE) tel. 0861 711647 • MIRANO (VE) tel. 041 410052 • ROMA tel. 06 66515626 • MODENA tel. 059 303190 • SALERNO tel. 089 381723 • MOGLIANO (TV) tel. 041 5903586 • SAN DONÀ DI P. (VE) tel. 0421 307034 • MONTEBELLUNA (TV) tel. 0423 303291 • SAVONA tel. 019 807545 • MONTECASSIANO (MC) tel. 0733 290556 • SCHIO (VI) tel. 0445 576626 • OCCHIOBELLO (RO) tel. 0425 750481 • SPRESIANO (TV) tel. 0422 881130 • PADOVA tel. 049 8751943 • TORINO tel. 011 2462107 • PAVIA tel. 0382 559606 • TREVIGLIO (BG) tel 0363 49310 • PERUGIA tel. 075 5292962 • TREVISO tel. 0422 421927 • PIETRA LIGURE (SV) tel. 019 610294 • UDINE tel 0432 1698034 • POTENZA Prossima apertura • VERONA tel.045 500108 • RAGUSA Prossima apertura • VIGEVANO (PV) tel. 0381 78587 • REGGIO EMILIA tel. 0522 305583 • VILLAFRANCA (VR) tel. 045 6302199
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Personaggio 23 Storia Importante pubblicazione a firma di Enrico Zerbinati
Baldassare Bonifacio, viaggiatore del XVII secolo A distanza di quasi quattro secoli, pubblicata la “Peregrinazione”: l’originale scritto del rodigino divenuto vescovo ci Capodistria di Lino Segantin
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n “polesano nel mondo” all’inizio del XVII secolo? E’ luoghi anche lontani dal Polesine, terra questa nei confronti proprio così. Si tratta di Baldassare Bonifacio (1585- della quale egli sempre manifestò una profonda nostalgia, 1659), figlio dell’insigne giurista rodigino Bonifacio definendo Rovigo “carissima patria” e “città favorita da Dio”. Conseguita a Padova nel 1604 a 19 anni la laurea in Bonifacio (1545-1598), professore di diritto civile all’università di Padova, “esponente di una famiglia rodigina ‘di studi giuridici, dopo un periodo di relax presso parenti in quel consiglio’, tra le più illustri, nonché autorevole giureconsulto di Fiesso – paese da Baldassare definito “grande e ricco al servizio della Serenissima”. Proprio per questa prestigiosa villaggio del Polesino di Rovigo” – inizia dunque il suo “perepubblica attività paterna, esercitata in varie città della Repub- grinare”. Nel 1605 all’età di vent’anni, si porta in Austria a Graz, come segretario di Nunziatura, blica Veneta, a Baldassare capitò di vedi cui era titolare mons. Girolamo connire alla luce a Crema, città nella quale A Capodistria nel te di Porcìa, al tempo vescovo della il padre era stato nominato assessore 1659, all’età di 74 anni, si concluderà diocesi di Adria. Con il quale due anni pro tempore. dopo raggiungerà Roma, per ritornare Uno squarcio sulla vita e le opere la vita del prelato a Rovigo alla fine del 1607. Il 1608 di Baldassare Bonifacio si è aperto gra- rodigino si caratterizza per Baldassare come zie ad un’importante opera di Enrico Zerbinati, presidente dell’Accademia dei Concordi, apprezza- un anno di continui spostamenti all’interno dello Stato Veneto studioso e ricercatore, che ha dato alle stampe il corposo to, approdando a Padova, Treviso, Feltre, Belluno, Vicenza, volume: “Baldassare Bonifacio, Peregrinazione, a cura di Enri- Brescia, Bergamo ed in altre città, per lo più al seguito dello co Zerbinati”, edito dalla stessa dall’Accademia dei Concordi. zio Giovanni Bonifacio, anch’egli assessore della Repubblica, Baldassare Bonifacio - come risulta evidente dal titolo che, con paterna sollecitudine, cerca di introdurre il nipote del suo scritto autobiografico, pubblicato in forma antologica nell’ambito dell’apparato amministrativo, pensando anche a conclusione di un puntiglioso lavoro esegetico e di appro- di accasarlo quanto prima. Senonché nell’anno successivo, fondimento da parte del curatore - ebbe una vita molto movi- il 1608, si registra una imprevista svolta da parte di Baldasmentata, caratterizzata da una continua “peregrinazione” in sare che, lasciando interdetto lo zio, decide di abbracciare la
carriera religiosa, venendo poi ordinato sacerdote a Treviso nel 1612. Nell’ambiente ecclesiastico trova apprezzamenti e giusti appoggi per far carriera con remunerativi appannaggi, aspetto questo sempre tenuto in grande considerazione dal Bonifacio. E’ così che nel 1615, all’età di 30 anni, è insignito dell’arcipretura nel duomo di Rovigo (nomina passatagli dallo zio, mons. Girolamo ritiratosi in pensione). Nel ’19 ottiene la cattedra in “Umanità” presso l’Archiginnasio di Padova. L’anno successivo viene designato dalla Serenissima rettore della neocostituita Accademia dei Nobili alla Giudecca, tenendo nell’occasione l’orazione inaugurale. Nel 1623 lo troviamo nuovamente a Roma, al seguito dell’ambasciatore veneziano Pietro Contarini. Torna l’anno successivo con la nomina di arcidiacono con destinazione Treviso, città in cui nel 1630 – all’età di 45 anni - sarà nominato arciprete della centralissima pieve di San Vito. Ma l’anno dopo troviamo mons. Baldassare a Rovigo, qui approdato per trovare un più sicuro riparo all’infuriare della peste (detta dai posteri “manzoniana” dopo la pubblicazione de “I promessi sposi”) in un ambiente considerato meno esposto al contagio. Scampato il pericolo, eccolo ancora a Treviso, per traslocare nel 1637 a Padova con l’incarico di rettore della nuova Accademia dei Nobili Veneti.
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Nella foto il presidente dell’Accademia dei Concordi e autore della pubblicazione Enrico Zerbinati Nel 1640, all’età di 55 anni, è nominato abate di Santa Maria d’Oliveto in Puglia a San Severo, collezionando nel frattempo altre investiture finché, nel 1653, alla veneranda età di 68 anni, viene chiamato a Roma (terzo viaggio nella capitale) per la nomina a Vescovo di Capodistria, città che raggiungerà l’anno successivo, lasciando Treviso col rimpianto nel cuore. Nella sede vescovile le “peregrinazioni” del prelato rodigino si svolgono all’interno della diocesi soprattutto per le visite pastorali, raggiungendo, nonostante la salute malferma, anche località isolate, percorrendo strade impervie con mezzi disagevoli. E a Capodistria, nel 1659 all’età di 74 anni, si concluderà la vita del prelato rodigino che percorse molte strade del mondo, lasciandoci una testimonianza dei suoi viaggi nel manoscritto “Peregrinazione”, approdato alle stampe dopo quasi cinque secoli, grazie all’iniziativa del prof. Zerbinati e dei suoi collaboratori.
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L’ossessione nordica, tutto pronto Un ciclo di conferenze ha anticipato l’inaugurazione, toccando città come Venezia, Roma, Ferrara, Milano e Padova di Mattia De Poli
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resce l’attesa per l’apertura della nuova mostra di palazzo Roverella, che sarà inaugurata il 22 febbraio e rimarrà aperta fino al 22 giugno. Nel corso degli ultimi mesi la curiosità per “l’ossessione nordica”, tema del prossimo allestimento, è stata alimentata da un ciclo di conferenze nelle principali città d’Italia: il “roadshow” è partito da Venezia all’inizio di dicembre e entro la fine di gennaio ha fatto tappa a Roma, a Ferrara, a Milano, a Padova e da ultimo a Rovigo. Tra i relatori sono stati coinvolti nomi importanti, come Beatrice Buscaroli, docente di arte contemporanea presso l’università di Bologna, e lo psichiatra Vittorino Andreoli. Gli argomenti affrontati hanno messo in evidenza la complessità del fenomeno artistico scelto da Giandomenico Romanelli: il ruolo della Biennale veneziana nella formazione di un particolare gusto artistico, l’influenza dei pittori mitteleuropei e scandinavi su quelli italiani tra Otto e Novecento, il rapporto tra la pittura e la psicanalisi o la filosofia o la religione. La risposta di pubblico a queste iniziative autorizza a sperare in grande anche per la mostra. Il battage pubblicitario inizia a farsi sempre più pressante e anche tra la gente comune se ne parla con interesse. La città di Rovigo sarà pronta ad affrontare adeguatamente questo importante appuntamento culturale? Solo alla fine di giugno si potrà fare
una verifica dei risultati conseguiti: in ogni caso è evidente qualche tentativo di non farsi trovare impreparati, con il rischio di finire a lamentare le occasioni perdute. La Camera di commercio rodigina ha organizzato già all’inizio del mese di dicembre un incontro aperto a tutti, e rivolto in particolare ai commercianti, per raccogliere idee e proposte al fine di migliorare l’accoglienza dei tanti visitatori attesi. E non è casuale che Lorenzo Belloni figurasse tra i relatori dell’ultimo incontro del roadshow, proprio a Rovigo. Molte le strategie per invogliare le persone a visitare la mostra: il biglietto di ingresso ha un costo di 9 euro ma l’organizzazione della mostra ha previsto diverse promozioni, con ingressi ridotti o gratuiti. L’8 marzo le donne potranno visitare l’esposizione senza pagare nulla. Un biglietto ridotto (6 euro) è riservato non solo ai bambini e ai ragazzi tra 6 e 18 anni, alle persone con più di 65 anni, agli studenti universitari e agli insegnanti, ma anche a tutti i papà il 16 marzo, a tutte le mamme l’11 maggio e a tutti i visitatori nel corso della Settimana della cultura e tutti i martedì e mercoledì mattina tra le 9 e le13. La riduzione è applicata anche a tutti coloro che si presentano all’ingresso con una persona che ha già visitato la mostra e che, munita del precedente biglietto, potrà ripercorrere le sale espositive gratuitamente. La mostra è rivolta anche al
IN BREVE “Teatro del lemming”
“Amleto” vince il “Silver snowflake” al “Sarajevo winter festival”
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a compagnia rodigina, diretta da Massimo Munaro, è in piena attività e continua a raccogliere successi anche oltre i confini nazionali, confermando la qualità dei suoi lavori. In meno di una settimana il “Teatro del lemming” si dividerà fra Sarajevo e Venezia. Nella rielaborazione metateatrale della celebre tragedia di Shakespeare “Amleto” il pubblico si identifica con il protagonista e partecipa ai suoi conflitti interiori: l’opera è stata proposta nell’ambito della kermesse internazionale “Sarajevo winter festival 2013” ed ha ricevuto il “Silver snowflake” come miglior spettacolo teatrale, consegnato nella capitale bosniaca l’8 febbraio 2014 in occasione della cerimonia inaugurale della trentesima edizione. Il 14 febbraio, invece, giorno di san Valentino e festa degli innamorati quest’anno coincide con la vigilia del Carnevale veneziano (15 febbraio - 4 marzo) e proprio in tale data, al teatro delle Fondamenta nuove alle ore 19 e in replica alle ore 21, il “Teatro del lemming” propone “Giulietta e Romeo - Lettere dal mondo liquido”, una rilettura originale del capolavoro shakespeariano, in cui i due innamorati sono immaginati come personaggi del mito: i temi principali sono quello dell’amore come forza vitale e insieme dirompente e quello della festa come occasione d’incontro che, dietro la maschera teatrale, può avere conseguenze e sviluppi inattesi. Per i curiosi che per il momento non hanno la possibilità di assistere agli spettacoli, la compagnia ha realizzato alcuni video promozionali, caricati sul social network “Vimeo”. M.D.P.
Nelle foto: Arnold Böcklin, “Rovina sul mare”; Felice Casorati, “Le due bambine” ed Ermanno Wolf Ferrari, “Betullea” pubblico locale e vuole contribuire alla crescita culturale del territorio: per questo tutte le persone residenti a Rovigo o in Polesine potranno beneficiare di uno sconto ed entrare con il biglietto ridotto.
Arte e territorio
Linda Stocco “L’ultimo giorno dello scorpione”
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crivere un romanzo, inventare una trama solo a partire da una frase pronunciata casualmente, può sembrare strano ma è esattamente quello che è successo a Linda Stocco. Alla domanda “quando sei nata?”, risponde “l’ultimo giorno dello scorpione” e si accorge che queste parole sono perfette come titolo di un libro. Si cimenta per la prima volta con la scrittura di un’opera letteraria: aveva già tentato con un’altra storia ma aveva rinunciato. Non ha fatto studi specifici, ha conseguito il diploma, fa la mamma e aiuta il marito nel lavoro: non è laureata ma “la fantasia non ha bisogno della laurea”. Da sempre le piace leggere, predilige gli scrittori americani, adora i noir: così cerca di elaborare una storia criminale, in cui l’identità dell’assassino è nota fin dal principio e l’indagine cerca di chiarire le ragioni dell’uccisore. C’è un serial killer che sevizia e uccide donne anziane, un tenente colonnello dei carabinieri che indaga con l’aiuto di una psicologa. E non manca la componente amorosa. Per i dettagli Linda Stocco ha consultato degli esperti e degli specialisti del settore ma la vicenda è completamente frutto della sua immaginazione e facilmente comprensibile per tutti i lettori. L’autrice ha deciso di ambientare la storia nel suo Polesine, e in particolare nel Delta, perché l’acqua è un elemento essenziale: un corpo immerso nell’acqua si decompone più velocemente. Ma le hanno detto che se questa vicenda si verificasse realmente, nella provincia di Rovigo scoppierebbe il caos. Il libro è stato già oggetto di vari incontri in diversi centri polesani e prossimamente “L’ultimo giorno dello scorpione” verrà presentato a Lusia mercoledì 19 febbraio alle ore 21: soddisfatta del riscontro ottenuto finora, Linda Stocco sta già lavorando ad altri due romanzi, sui quali però mantiene il più rigoroso riserbo. M.D.P.
Storia e territorio
DeltArte e Voci per la Libertà, cultura per tutta la primavera e l’estate
Quale futuro per la “rovra” di San Basilio?
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l cantiere artistico di DeltArte, il progetto ideato e curato da Melania Ruggini, ha riacceso i motori. Da aprile a settembre, infatti, un fitto calendario di mostre, eventi, concerti, performance, escursioni, presentazioni di film inediti animeranno la vita culturale del Delta del Po diventandone motivo di visitazione. Saranno diversi i momenti clou della rassegna, con nomi di spicco del mondo dell’arte ma anche con progetti legati al territorio che coinvolgeranno soprattutto i più giovani. Tra questi la novità più interessante è forse quella dedicata ai cortometraggi. Si tratta di un concorso di videoarte, ideato in collaborazione con Voci per la Libertà, (L’associazione è capofila del progetto sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell’ambito del bando Culturalmente) rivolto ai giovani videomaker che, prendendo spunto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, dovranno realizzare un video della durata massima di 3 minuti ed inviarlo entro 19 aprile con “we transfer” all’indirizzo e-mail segreteria@deltarte.com. La partecipazione, tuttavia, dovrà essere perfezionata compilando l’apposito modulo di iscrizione, scaricabile dai siti www.deltarte.com o www.vociperlaliberta.it. Le tre opere vincitrici saranno premiate il 17 luglio durante la manifestazione Voci per la Libertà - Una Canzone per Amnesty a Rosolina Mare in concomitanza a DeltArte. Accanto a questo nuovo contest, infatti, l’associazione Voci per la Libertà ha dato avvio alla XVII edizione del festival. Anche in questo caso si tratta di un concorso (affiancato dall’ormai celebre Premio Amnesty International Italia riservato ai big italiani che nel 2013 hanno interpretato canzoni sui diritti umani cari ad Amnesty International) al quale potranno prendervi parte tutti gli artisti esordienti, con o senza album editi. Basterà avere 2 brani registrati, uno dei quali incentrato sui diritti umani. Ma la nuova sfida che DeltArte lancia agli artisti, si giocherà sul tema “Geografie ad alto potenziale creativo”: un campo d’indagine che porterà l’intero territorio al centro dell’agire dei 15 artisti chiamati a lasciare un segno nella terra Delta del Po, eleggendola quale nuova rotta della cultura contemporanea. Altro importante comune denominatore di questa edizione sarà il fattore riciclo: molti artisti infatti lavoreranno direttamente sul territorio recuperando quei materiali ecologici di scarto che l’uomo rifiuta ma che la terra è in grado di conservare, facendo del recupero ecosostenibile la loro bandiera, al fine di responsabilizzare i visitatori su tematiche di urgente attualità e proponendo una tipologia di creazione artistica basata sul rispetto dei materiali naturali e dell’ambiente.
he fine ha fatto la Rovra? Restando in tema di creatività, la seconda edizione del festival d’arte contemporanea DeltArte, finanziato dalla Fondazione Cariparo all’interno del concorso Culturalmente, è dedicata proprio al celebre albero plurisecolare, diventato l’emblema del territorio e scomparso nella primavera del 2013. Questa perdita è stata vissuta, infatti, molto sentitamente dagli abitanti locali e dell’intera provincia di Rovigo, facendo seguire numerosissime dichiarazioni d’intenti per non farla cadere nell’oblio e per perpetuarne la memoria. In questi giorni gli organizzatori di DeltArte si sono incontrati con il sindaco di Ariano, Giovanni Chillemi, per fare il punto della situazione. E proprio dal primo cittadino è partita l’iniziativa di organizzare un bando di idee, aperto alla collettività, avente come tematica il futuro della Rovra e avente quale capofila il giovanissimo festival. Nei prossimi giorni saranno pertanto contattati Ente Parco e Regione Veneto per realizzare questa iniziativa. Se l’iniziativa andrà in porto, i primi tre progetti vincitori saranno premiati con una targa di riconoscimento in occasione delle giornate di DeltArte, che si svolgerà da aprile a settembre nei vari comuni del Delta del Po, ossia Adria, Ariano, Porto Viro, Porto Tolle, Loreo, Taglio di Po, Rosolina. Il sindaco Chillemi commenta:” nei prossimi mesi, intanto, la Rovra si potrebbe prelevarla dal sito e sistemarla in un capannone per pulirla dalla carie e disinfettarla, in attesa di capire cosa possiamo fare per perpetuarne la memoria”. Me.Ru.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Marino Zorzato: “Incongruenti certe posizioni dei primi cittadini”
Piano casa: l’ultima parola ai sindaci
Trovato l’accordo Governo-Regione: i Comuni potranno porre limiti al nuovo piano casa attraverso varianti dei piani urbanistici di Germana urbani
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on sarà più quel disastro che poteva essere. Lo pensano sicurametne i primi cittadini del veneto che, per la maggior parte, avevano dichiarato guerra all’ultimo piano casa cui la Regione Veneto aveva dato il via libera sul finire del 2013. Il terzo da che la crisi è iniziata ma il più pericoloso, a detta loro, perché privo di vincoli urbanistici certi. Una situazione talmente grave che il Consiglio dei Ministri aveva impugnato la legge in cinque punti davanti alla Corte Costituzionale. A fine gennaio, però, durante un vertice al dipartimento degli Affari regionali tra i capi degli uffici legislativi del Ministero dei beni culturali, del Ministero delle infrastrutture e del Ministero dell’Ambiente e il vicepresidente della Regione Veneto, Marino Zorzato, i tecnici veneti si sono impegnati a riscrivere alcuni contenuti della Legge Regionale 32/2013. In quell’occasione, infatti, Marino Zorzato, “padre” del piano casa ter, ha firmato un impegno di dieci righe in cui si afferma che dovrà essere rivista la possibilità di realizzare interventi di ampliamento a distanza non superiore a 200 metri dal lotto di pertinenza e dovranno essere chiariti altri aspetti relativi ai centri commerciali nei centri storici. Modifiche che riconoscerebbero ai Comuni la possibilità, attraverso le procedure della variante semplificata dei piani urbanistici, di apporre limiti al nuovo Piano
casa della Regione. L’impegno sottoscritto esplicita, inoltre, che gli interventi previsti dal Piano casa non troveranno applicazione per quegli edifici oggetto di specifiche norme di tutela urbanistica e territoriale anche in relazione a quegli strumenti che saranno approvati dai Comuni dopo l’entrata in vigore della suddetta legge. Rimane quindi fermo l’ordinario potere urbanistico dei Comuni interessati dalle disposizioni del nuovo Piano Casa. L’abrogazione, con la nuova legge regionale, delle norme del prece-dente Piano casa relative ad un generalizzato potere di blocco da parte dei Comuni viene quindi compensata dalla precisazione che rimangono fermi gli ordinari poteri urbanistici dei Comuni. Ad oggi ( mentre scriviamo) restano impugnate l’art. 7 e l’art. 10 comma 6 che estende gli interventi edilizi anche alle aree a rischio idrogeologico e l’art. 11 comma 1 e 2 che elimina l’obbligo, per gli interventi di ristrutturazione edilizia, di rispettare la sagoma esistente sulle quali si attenderà un pronunciamento della Corte costituzionale. A ben vedere la risposta che potrebbe arrivare a questo proposito non potrà non tener conto del fatto che il Decreto del Fare 69/2013 ha già stabilito che possono essere considerate ristrutturazioni le demolizioni e ricostruzioni con cambio di sagoma. Intanto, però, si va avanti e il vicepresidente Zorzato si dice pronto a riaprire il
Marino Zorzato dialogo con i Comuni per concordare insieme tutti i chiarimenti necessari da apportare alla legge. Una disponibilità che c’era già stata a parole ma che non si era poi verificata. Anche perchè Zorzato aveva più volte ben sottolineato quanto, a suo parere fossero incongruenti certe posizioni dei primi cittadini. “Si può stimare che il Piano Casa nel Veneto valga dai 6 agli 8 milioni di metri cubi – aveva detto durante una conferenza esplicativa sul Piano Casa ter – che corrispondono appena a un valore tra il 5 e il 7 per cento dei 100 milioni di metri cubi di nuova espansione edilizia prevista nel Veneto. Con quale coraggio, quindi io chiedo, alcuni sindaci puntano l’indice accusatore
sul Piano Casa, quando città come Venezia prevede nel suo Pat un’espansione di oltre 6 milioni di metri cubi per il residenziale e di 3 per il produttivo; quando Padova ha aggiunto ai 2,6 milioni che residuavano dal vecchio Piano Regolatore per la residenza, il direzionale e il commerciale, ulteriori 2 milioni di metri cubi con il Pat? Non possono certo questi amministratori a venirci a dare lezioni di tutela del territorio”. Zorzato non ha mai smesso di difendere lo spirito e gli obiettivi della norma supportando questa sua posizione con i dati relativi agli effetti prodotti dalle precedenti edizioni del Piano Casa nel Veneto, forniti dalle stesse associazioni di categoria che
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operano nel settore edile: “Utilizzando questo strumento – ha detto Zorzato – 7 mila aziende del comparto hanno evitato la chiusura, 11 mila posti di lavoro sono stati salvati e altrettante famiglie hanno potuto contare su un’entrata preziosa in tempo di crisi, sono stati realizzati interventi per 2,8 miliardi con un aumento degli investimenti pari al 5,8% nel campo delle ristrutturazioni: il tutto grazie ai 60 mila casi di recupero edilizio che hanno migliorato anche esteticamente i nostri centri abitati”. E nel sottolineare questi aspetti ricordava anche che l’edilizia veneta muove un indotto composto da oltre 80 settori merceologici diversi.
Il Veneto in primo piano 11 27 Bon e Cortellazzo chiedono ai parlamentari veneti Pdl di uscire dal Governo, i consiglieri di Forza Italia favorevoli alla modifica della legge
Il Pd esulta: avevamo ragione
di Germana urbani
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a disputa sul Piano casa, secondo Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo del Pdl in Consiglio regionale, si ridurrebbe ad una lotta che vede da una parte progressisti con l’obiettivo di liberare investimenti per miliardi di euro e dall’altra veterocomunisti e pseudo-ambientalisti che frenano l’economia. I due consiglieri, infatti, all’indomani dell’impugnazione del Piano Casa ter da parte dell’Esecutivo Letta avevano ribadito l’opposizione senza se e senza ma a questo Governo che a sentir loro non faceva l’interesse del Veneto e dei veneti. “L’impugnazione di un provvedimento simbolo come il Piano Casa ter è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso - hanno detto i consiglieri - e che ci costringe a chiedere a tutti i parlamentari veneti, che si riconoscono nei valori del centrodestra, di staccare la spina a questo Governo a chiara trazione Pd. Il mandante politico di questa operazione è il Partito democratico e la soluzione della “impugnazione
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parziale” è un compromesso al ribasso inaccettabile, perché rende ancora più incerto il quadro giuridico nel quale cittadini e operatori possono muoversi”. I consiglieri del Gruppo regionale di Forza Italia, Leonardo Padrin, Mauro Mainardi, Davide Bendinelli e Remo Sernagiotto dichiarano, invece di attendere “di vedere la nota di Palazzo Chigi – affermano – che parla di “punto di equilibrio trovato tra le esigenze regionali di sviluppo del territorio e le competenze comunali sulla tutela delle proprie zone” e poi ci esprimeremo, ricordando a Zorzato che il suo interlocutore non è il Governo, ma il Veneto, e che la legge deve rispondere alle necessità dei suoi cittadini. Ben venga il confronto e l’impegno firmato dal vice-presidente a Roma – concludono i quattro consiglieri di FI - ma a niente serve continuare a girare attorno al problema per sostenere la legge se ciò che occorre per andare incontro alle necessità dei cittadini è, di fatto, la sua modifica”.
A cantar vittoria sono sicuramente i regionali del Partito Democratico che a metà gennaio avevano presentato una proposta di legge per rimediare a quello che definiscono “l’errore madornale” del terzo Piano casa, cioè lo scontro istituzionale tra Regione e Comuni sulle competenze pianificatorie del territorio. “Dall’incontro di Roma con i tecnici dei ministeri - ha dichiarato il consigliere regionale e vice presidente della commissione Urbanistica, Bruno Pigozzo - Zorzato ha avuto la conferma che da parte nostra non c’è stata alcuna strumentalizzazione o boicottaggio sotterraneo del Piano Casa: solo la richiesta di modificare alcuni punti critici”. “Attorno a questo nodo – precisa - c’erano semplicemente due posizioni opposte: quella dell’assessore, che punta a far prevalere su tutto il diritto soggettivo di chi vuole fare interventi edilizi e quella del PD, che sostiene la tutela dell’interesse collettivo, evitando il conflitto tra le competenze programmatorie della
Regione e quelle dei Comuni, in una visione d’insieme del territorio. Il governo ha confermato che quella individuata da noi è la strada da seguire: ora dunque ci si confronti rapidamente per correggere e migliorare subito una legge che abbiamo sempre ritenuto uno strumento utile per l’economia veneta, purché usato nel modo giusto, come avvenuto dal 2009 ad oggi”.
“pIuttosto rIvedIamo la normatIva urbanIstIca”
ll’indomani dell’approvazione anche la sezione veneta dell’Istituto Nazionale di Urbanistica aveva espresso la sua preoccupazione di fronte al piano casa regionale nel suo complesso, che veniva giudicato come un tentativo di superare la pianificazione del territorio dando soluzione al singolo caso. L’istituto dichiarava che “pur condividendo la scelta di intervenire sulla città costruita rigenerando il tessuto urbano esistente, desta poi forte perplessità la possibilità di applicazione anche nei centri storici”. Secondo l’INU il centro storico va tutelato in quanto insieme urbano e non in riferimento ai singoli edifici. “Si dimentica che in Veneto - si leggeva in una nota - come nelle altre Regioni si producono
piani e strumenti di pianificazione votati dai Consigli Comunali ed approvati poi da Regione e Province sulla base di una legge regionale. Il Presidente Zaia ha più volte dichiarato la sua contrarietà a nuovo consumo di suolo, ma poi vengono approvati questi provvedimenti che collocano gli interventi edilizi al di fuori della normale prassi di pianificazione urbanistica formata dalla Regione. Se la Regione - concludeva l’Istituto - ritiene che sia superato questo sistema di pianificazione, provveda ad avviare velocemente una revisione della legge urbanistica regionale: INU Veneto è pronta a collaborare alla revisione della normativa urbanistica, che è del 2004”.
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28 12 Il Veneto in primo piano Economia I dati e le conclusioni del Centro studi di Confindustria Padova
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L’export, via maestra per il Made in Veneto che vuole uscire dalla crisi T
un servizio integrato delle Confindustrie di padova, Treviso e vicenza
fareXport, per portare all’estero 3mIla nuove Imprese venete
Nel 2014 stimata una ripartenza economica, in Veneto più consistente grazie anche ai benefici effetti della ripresa delle esportazioni di Ornella Jovane
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iccola e media impresa, in attesa di una ripresa dei consumi nei mercati interni, l’internazionalizzazione rappresenta la strada maestra per poter sopravvivere e, magari, anche crescere. E’ questa la via tracciata per la ripresa del Made in Veneto. Un percorso che hanno intrapreso stabilmente già oltre 6mila imprese manufatturiere venete con almeno 10 addetti, su un totale di 11.248 (in base ai dati Istat sul Censimento dell’Idustria 2011). Emerge dallo scenario che nel 2013 ha caratterizzato l’andamento economico italiano e Veneto nello specifico, viene confermato nelle traiettorie tracciate per il 2014: la recessione - sostiene il Centro Studi di Confidustria Padova - è finita, ma non i suoi effetti. La ripartenza economica sarà lenta e difficile a causa della ridotta capacità
In Veneto sono già 6mila le imprese che hanno intrapreso la via dei mercati esteri produttiva, intaccata dalla prolungata caduta della domanda interna, dagli ostacoli del credit crunh, dalla minore competitività e di perdita di occupazione. Tuttavia i primi segnali di una inversione di tendenza sono già emersi nella seconda metà dello scorso anno e vengono confermati dalle previsioni per il 2014. Al calo del PIL dell’1,8 per cento nel 2013 seguirà, a livello nazionale, un incremento nel 2014 dello 0,7 per cento che sarà lievemente superiore per alcune regioni fra cui il Veneto, per il quale la stima è di +8 per cento, anche grazie ai benefici deri-
vanti dalla ripresa delle esportazioni (+4,1 per cento rispetto al +3,7 per cento in Italia). Nei primi 9 mesi del 2013 il Veneto, in controtendenza rispetto all’Italia, aveva già manifestato una moderata vivacità nella crescita dell’export (+2 per cento il dato regionale rispetto al - 0,3 per cento in Italia, secondo l’Istat). Un recupero che nel 2014 si stima ancora più sostenuto, tale da colocare la nostra regione al secondo posto , dopo Lombardia (+4,4 per cento) e insieme a Emilia Romagna, per variazione positiva dell’export.
ra le provincie di Padova, Treviso e Vicenza si concentra un’area con oltre 4.100 imprese esportatrici, che genera il 65,8 per cento dell’export regionale (33,6 miliardi di euro). Per sostenere ed incentivare l’internazionalizzazione delle piccole emedie imprese venete le Confindustrie di Padova, Vicenza e Treviso hanno messo a punto un servizio integrato, FarExport, con lo scopo di supportare il crescente numero di aziende che vuole esportare e soprattutto, allargare la platea di Pmi che intende reagire alla crisi affacciandosi ai mercati mondiali. L’obiettivo è di allargare la platea di impr4ese che, da sole o in rete, esportano di almeno altre 3mila unità, realtà che fino ad oggi hanno operato eslusivamente o in prevalenza sul mercato domestico. “Il progetto vuole offrire un aiuto costante anche alle aziende che non hanno una grande frequentazione dei mercati internazionali e che per svilupparla hanno necessità di individuare i migliori canali distributivi e commerciali - osserva Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza -. Tutto ciò senza dimenticare chi
Zigliotto, Pavin e Vardanega
già esporta e lo fa in modo strutturato”. “Allargare i confini dei mercati - dichiara Massimo Pavin, presidente di Confidustria Padova - soprattutto dove è più intensa la domanda di prodotti italiani, è uno dei driver per stimolare la ripresa”. “I mercati internazionali sono un ineluttabile obiettivo per le nostre aziende, per questo mettiamo insieme le rispettive conoscenze e competenze - commenta Alessandro Vardanega, Presidente diu Unindustria Treviso - per poter dare sostegno alle imprese, particolarmente a quelle che hanno minore o poca esperienza nell’affrontare i mercati esteri”.
CONfINDuSTRIA: IN ITALIA MANCA uNA pOLITICA INDuSTRIALE, NECESSARIO CAMbIARE pASSO
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entre “in tutte le principali economie esistono piani strategici”, in Italia “la politica industriale è tuttora assente”. E non si può più perdere tempo. Lo sottolinea il Centro Studi Confindustria spiegando in un’analisi che così, l’Italia è “meno competitiva” mentre, avvertono gli industriali, “gli altri principali Paesi avanzati sostengono la manifattura con domanda pubblica, incentivi alla ricerca, regolamentazione e formazione”. Usa, Francia, Germania e Uk tutelano la manifattura. “L’evidenza internazionale non lascia dubbi: in tutte le principali economie avanzate esistono piani strategici, di medio-lungo periodo, a supporto dell’industria, che passano anche attraverso l’individuazione selettiva di aree di intervento ritenute chiave per la crescita” rileva il CsC, che descrive le misure messe in campo dall’amministrazione Obama negli Stati Uniti, dalla Germania, dalla Francia, dalla Gran Bretagna. “In Italia, invece, la
La sede di Confindustria in via dell’Astronomia politica industriale è tuttora assente - ma, avverte Confindustria - per rimanere al passo degli altri, il Paese deve individuare le idee di cambiamento, nei bisogni della società e nelle tecnologie, e costruire intorno ad esse una strategia d’intervento che, con un approccio di sistema, massimizzi le potenzialità del suo tessuto produttivo”. Non bastano misure spot. Servono “interventi mirati a tamponare gli effetti distruttivi della recessione economica -, ma - l’obiettivo ultimo deve essere intercettare le nuove opportunità di sviluppo, offerte da una domanda in crescita nel mondo emergente e dalle rivoluzioni tecnologiche in atto, ed evitare che esse vadano perse, a beneficio di altre aree del mondo. Ovunque la politica industriale appare uno strumento normale di politica economica, ma non in Italia”. E “non c’è più tempo da perdere” sottolineano gli economisti di Viale dell’Astronomia.
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Veneto in primo piano 13 30 Il Veneto in primo Ilpiano Una piaga purtroppo e tristemente sempre più diffusa nella nostra società
La violenza in famiglia non è un reato d’altri tempi Si è portati a ritenere che questi crimini avvengano in realtà remote, certo disagiate, da persone abominevoli senza cultura, senza valori, senza gentilezza. Non è così, non sempre
di fortunato Marinasta
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iolenza in famiglia. Se ne sente parlare spesso anche perché non passa giorno che le cronache riportino episodi di maltrattamenti tra le mura domestiche. Il commento più diffuso è sempre lo stesso: “Cose d’altri tempi”. Eppure, gli episodi sono attualissimi. Le vittime nella maggior parte dei casi sono le mogli, i figli e per quanto validissimi psicologi tentino di ravvisarne le cause nelle tensioni, nelle frustrazioni e nello stress del vivere moderno, il rimando o il paragone rimane rivolto a epoche passate. Quasi non si riuscisse ad accettarlo come un problema della contemporaneità. Si è portati a ritenere che questi reati avvengano in realtà remote, certo disagiate, da persone abominevoli senza cultura, senza valori, senza gentilezza. Non è così, non sempre. La precisazione è d’obbligo per sfatare il luogo comune sul quale sarebbe fin troppo semplice riparare, ritenendo che queste cose accadono in famiglie che vengono da altri luoghi (magari dal Sud), in famiglie che hanno altre culture (magare legate ad altri credi religiosi), in famiglie che hanno altri problemi (alcol, droghe, a-socialità). Ritenere questo equivale a credere che la violenza in famiglia sia “roba” d’altri tempi. Il tema è importante e infatti in questo giornale ne abbiamo già parlato, tuttavia zioni particolari per le quali un semplice rimbrotto in questo articolo abbiamo preso in considerazione gli non possa essere ritenuto sufficiente a persuaderlo aspetti legali chiedendo un parere all’avvocato Fulvia dal tenersene a debita distanza. Insomma una volta Fois. il “ceffone” era ritenuto educativo, due erano una Avvocato, quanti sono i casi di maltrattamento vera e propria lezione. Oggi è reato? che finiscono davanti un giudice? “Ha parlato di lezione. Va detto che il reato di mal“Il reati endo – familiari, ovvero che si consumano trattamenti in famiglia, ancorché si collochi generalmenall’interno delle mura domestiche tra soggetti general- te tra i reati a tutela delle relazioni familiari, per il suo mente legati da un vincolo coniugale o parentale riman- tenore letterale, tende ad avere una portata espansiva gono spesso nell’ombra, è difficile farli emergere. che travalica i limiti della famiglia ravvisandosi, ad esemStatistiche ormai risalenti a pio, anche nei rapporti tra docente qualche anno fa, ma ancora atten- Il numero di donne, ed allievo o tra datore di lavoro e dibili, riferiscono che il numero di tra i 16 e 70 anni, dipendente. donne, tra i 16 e 70 anni, oggetto oggetto di violenza Questo reato può essere comdi violenza supera abbondantemen- supera di molto messo non da chiunque ma solo da te i 6 milioni di unità e che il 90% i 6 milioni parte di soggetti che rivestono un di queste non denuncia il fatto alle determinato ruolo all’interno della autorità giudiziarie. I casi che finiscono in Tribunale rap- famiglia od unione di fatto, o una posizione di autorità o presentano quindi una minima parte rispetto a quanto peculiare affidamento nelle aggregazioni comunitarie asrimane sotto silenzio tra le mura domestiche”. similate alla famiglia (esempio organismi di istruzione, Certo i dati che riguardano i maltrattamenti ri- custodia…) con qualsiasi comportamento commissivo volti alle donne sono fin troppo e tristemente noti. od omissivo finalizzato a maltrattare la vittima ingeneMa nel caso dei figli, come si fa a capire che ci si rando nella stessa una sofferenza fisica, morale o psichitrova davanti a un reato di maltrattamenti in fami- ca con effetti di prostrazione e avvilimento. glia? Prendiamo il caso di un genitore che ha un fiA proposito dell’elemento soggettivo richiesto dal glio minorenne particolarmente “difficile”, ossia che reato in esame questo si ravvisa nella coscienza e voquesto giovane congiunto sia solito cacciarsi in situa- lontà del soggetto agente di sottoporre la propria vittima
un minore di anni diciotto ovvero di persona in stato di gravidanza”. Vittima è anche chi assiste ai maltrattamenti? Poniamo come esempio il figlio che vede i genitori litigare in modo violento. “Affinché si possa ritenere sussistente l’aggravante della c.d. “violenza assistita”, intesa come l’insieme delle conseguenze comportamentali e psicologiche su minori che assistono ad episodi di violenza su figure di riferimento, è necessario che il minore assista ad una pluralità di atti di maltrattamento non essendo sufficiente l’aver assistito ad un singolo episodio. Dunque, fatti episodici ed occasionali, pur essendo penalmente rilevanti in relazione ad altre fattispecie di reato quali ad esempio il reato di minacce, ingiuria, lesioni non potendo essere collocati all’interno di un intento unitario non consentono di qualificare gli stessi nella fattispecie del reato di maltrattamenti in famiglia con la conseguenza che detto reato sarà da ritenersi non sussistente”. Nel caso lo sia, invece, che cosa succede? “La commissione di reati che pregiudicano l’incoluin modo continuativo e sistematico a sofferenze fisiche, mità fisica della persona offesa o dei suoi prossimi conmorali e psicologiche e che i singoli atti vessatori sono giunti è il presupposto affinché il giudice possa adottare per lo stesso espressione di una condotta già posta in la misura cautelare dell’allontanamento del soggetto vioessere cui si ricollegano”. lento dalla casa familiare o altre misure consimili (artt. Avvocato, mi dica la verità, le norme che il no- 282 bis e 282 ter c.p.p.). stro stato ha adottato per contrastare e sanzionare il Tale provvedimento può assumere contenuti diversi reato legato ai maltrattamenti verso familiari sono atteso che il giudice può anche ordinare al soggetto di buone leggi? Ossia costituiscono un valido deterrente non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla a questi reati, purtroppo così diffusi? vittima, quali il luogo di lavoro o altri luoghi la cui fre“Il reato nell’agosto del 2013 è stato interessato quentazione sia necessaria per motivi di lavoro”. da una consistente modifica legiIl giudice può disporre che slativa a seguito della conversione I casi che finiscono a essere allontanato sia il figlio, in legge (L. 119/2013) del D.L. in Tribunale sono nel caso sia vittima di maltratta93/2013 per dare maggiore tutela una minima parte menti? rispetto a quanto alle vittime. “L’allontanamento del minore In quest’ottica è stato abrogato rimane nel silenzio è una misura estrema che il giudice il II comma dell’art. 572 del c.p. può adottare ove questa risponda – che prevedeva un’aggravante speciale - e contestual- al supremo interesse del minore. In tal senso la legge mente la previsione di un’aggravante comune con suo (artt. 330 e 331 Codice civile) è chiara nello stabilire inserimento all’art. 61 n. 11 quinquies del c.p. c.d. che l’allontanamento del minore dalla residenza famiaggravane della violenza assistita”. liare potrà essere disposto nei casi in cui la permanenza Avvocato, mi faccia capire meglio presso la stessa sia pregiudizievole per il minore. “Si tratta di un’aggravante con un maggior raggio Non vi è dubbio che i maltrattamenti posti in essere di azione rispetto alla precedente che si applica oltre che da uno dei genitori a danno dell’altro o, ancor più, del per il reato di maltrattamenti in famiglia anche nei de- figlio minore potrà verosimilmente rappresentare quel litti non colposi contro la vita e l’incolumità personale grave pregiudizio che legittima l’allontanamento di quando il reato è “commesso in presenza o in danno di quest’ultimo dalla casa dei genitori”.
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32 16 Cultura veneta Casa dei Tre Oci di Venezia Sebastião Salgado presenta il suo ultimo lavoro fotografico
Genesi: la Terra com’era in origine
Ha viaggiato per i deserti dell’Africa e dell’America, ha visto i ghiacciai dell’Antartide, le foreste pluviali dell’Indonesia, la Nuova Guinea, il Congo e l’Amazzonia fino alla taiga dell’Alaska e alle montagne della Siberia e del Cile di Alain Chivilò
“L
o scopo di questo progetto è di ricongiungerci con il mondo com’era prima che l’uomo lo modificasse fino quasi a sfigurarlo” così il fotografo brasiliano Sebastião Salgado presenta la sua ultima tematica artistica “Genesi” tradotta nell’attuale mostra. Fino all’undici maggio, è possibile ammirare 240 fotografie in bianco e nero scattate dal sessantenne Maestro sud americano presso la Casa dei Tre Oci di Venezia, isola della Giudecca. Un percorso fortemente voluto e sentito da Salgado che l’ha visto immortalare, in numerosi click, le terre del pianeta Terra dai deserti dell’Africa e dell’America, dai ghiacciai dell’Antartide, dalle foreste pluviali dell’Indonesia, Nuova Guinea, Congo e Amazzonia fino alla taiga dell’Alaska e alle montagne della Siberia e del Cile. Dunque un percorso espositivo che si sviluppa in cinque sezioni ripercorrendo i rispettivi continenti: il Pianeta Sud, i Santuari della Natura, l’Africa, il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. Nel trovare gli scenari migliori Sebastião è entrato in simbiosi con gli elementi naturali e le popolazioni autoctone, trascorrendo molti mesi con esse al fine d’evidenziare la migliore armonia con la natura. E’ stato con i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica, gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana, le tribù Himba del deserto namibico, i Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale e le tribù delle più remote foreste della Nuova Guinea. Inoltre è migrato assieme a elefanti e zebre tra
il Kenya e la Tanzania. Solo in questo modo, partendo dalla nostra società contemporanea, è possibile carpire atmosfere uniche da impressionare sulla pellicola. Come spiega il Maestro “questo progetto è inteso come un percorso potenziale verso la riscoperta del ruolo dell’uomo in natura. L’ho chiamato Genesi perché, per quanto possibile, desidero tornare alle origini del pianeta: all’aria, all’acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita, alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento, alle remote tribù dagli stili di vita cosiddetti primitivi e ancora incontaminati, agli esempi esistenti di forme primigenie d’insediamenti e organizzazione umane. Nonostante tutti i danni già causati all’ambiente, in queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d’innocenza. Con il mio lavoro intendo testimoniare com’era la natura senza uomini e donne, e come l’umanità e la natura per lungo tempo siano coesistite in quello che oggi definiamo equilibrio ambientale”. Un percorso iniziato nel 2003 e che ora si presenta alla società che fa parte del sistema distruttivo dei vari ecosistemi. Una denuncia tramite la pellicola su ciò che stiamo perdendo. A livello biografico Salgado (1944) arriva alla fotografia nel 1973 dopo aver lavorato come economista. Il suo impegno per la terra natia è apprezzatissimo tanto da aver ricreato e rigenerato, con il suo Istituto Terra, migliaia di chilometri di foresta amazzonica in estinzione.
Vicenza Palazzo Leoni Montanari
Archeologia
bASSANO ASSEDIATA DAI DINOSAuRI
L
a notizia ha avuto scalpore internazionale e neanche l’ideatore della serie Jurassic Park poteva prevederlo: da dicembre “Dinosauri in carne e ossa” si fanno notare a Palazzo Bonaguro e nelle strade di Bassano del Grappa. Ovviamente in questo piccolo gioco di parole non vi è nulla da temere, perché fino al 4 maggio è accessibile il mondo degli antichi abitanti della terra estinti a causa di due eventi simultanei, come da recenti teorie. All’impatto comprovato di un mega asteroide rinvenuto in un’area della penisola dello Yucatan tra terra e oceano in Messico circa 66.038.000 anni fa, si associano dei cambiamenti climatici già in atto che stavano già decimando la popolazione dei dinosauri. Due eventi catastrofici congiunti come questo meteorite così enorme che alla prima parte di esso, in contatto con il suolo, si contrapponeva un’intera area estesa ben al di sopra dell’atmosfera. A Bassano i dinosauri sono intesi come esseri immortali, dai quali non possiamo che essere affascinati. Una chiave di lettura emotiva e di cultura vero filo rosso per questa riproduzione a
Alcuni degli scatti in mostra
grandezza naturale. Si possono così osservare il tranquillo Glyptodonte, il possente Mammut, il temibile Tirannosauro, i minuscoli Jinfengopteryx e Scipionyx in contrapposizione agli enormi Diplodoco, Allosauro e Indricoterio. L’idea dell’allestimento e la ricostruzione è made in Italy all’interno di un curato lavoro di squadra, che s’innesta nella suggestiva sezione del Museo Civico Mondo Animale all’interno della mostra zoologica permanente, caratterizzata da una straordinaria collezione di mammiferi naturalizzati. L’esposizione è curata dai paleontologi Stefania Nosotti e Simone Maganuco mentre il comitato scientifico è composto da affermati studiosi del panorama nazionale e internazionale tra cui spicca John Horner, paleontologo del Museum of the Rockies in Montana, che ha ispirato il personaggio del cult Jurassic Park essendo stato anche consulente scientifico della trilogia. Un’occasione unica da non perdere, facendo sempre attenzione a non essere troppo invadenti perché il loro risveglio, scherzosamente parlando, non sarebbe troppo amichevole. Al.Ch.
Agenzia Magnum: fotografie di garanzia
N
el parlare di agenzie fotografiche nel mondo, il sinonimo più usato per rappresentarle ruota attorno alla Magnum Photos per l’importanza assunta a livello planetario. Fu fondata nel 1947 da George Rodger, Henri Cartier-Bresson, David Seymour e Robert Capa con lo scopo di proteggere la trasparenza d’informazione e il diritto d’autore in ambito fotografico. Il perno della filosofia dell’Agenzia verte nel considerare le immagini scattate di proprietà del fotografo Magnum e non delle riviste dove esse vengono pubblicate, permettendo all’autore di scegliere soggetti, temi e orientare la produzione verso uno stile più aderente a quello del fotografo e libero da vincoli. Per rendere omaggio a tale lavoro fotografico che ha segnato l’attualità di questi due secoli, il polo museale di Intesa Sanpaolo, a Vicenza, propone presso le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari “Magnum Contact Sheet” fino all’11 maggio. La mostra, in collaborazione con Magnum e Forte di Bard sede della prima esposizione, è suddivisa in sette sezioni con circa 150
opere: una per ogni decennio dell’agenzia fotografica Magnum. Sessanta sono i provini a contatto (contact sheets) esposti accanto ai propri “scatti finali” per ripercorrere la realizzazione d’immagini ricche di patos. Un processo in cui il fotografo scatta più volte, sviluppa il proprio supporto, sceglie un’istantanea fra tante, elabora l’immagine con cui vuole comunicare al mondo e alla fine crea. Nascono immagini celebri come per esempio l’invasione di Praga di Josef Koudelka, i carri armati in piazza Tienanmen di Stuart Franklin, Che Guevara immortalato da René Burri, Martin Luther King da Leonard Freed e lo sbarco in Normandia testimoniato da Robert Capa. Ogni decade, partendo dal dopo guerra, porta il visitatore a rivivere ciò che è successo nel mondo e la sua attualità fino al 2010, perché l’Agenzia Magnum è tempo passato ma anche presente. In quest’ambito a conclusione della mostra tre fotoreporter Magnum della nuova generazione Jerôme Sessini, Paolo Pellegrin e Alex Majoli narrano la loro scelta per la foto. Una mostra dunque da non perdere. Al.Ch.
Cultura veneta 33 17 Poesia e musica Un lavoro che ha dato una nuova voce alla poesia del grande Portoghese
Nel suono di un flauto le identità poetiche di Pessoa Mirco De Stefani ha composto una “Suite” in nove movimenti per flauto solo. Il lavoro discografico è stato inciso dalla celebre flautista coneglianese Anna Tirindelli di vesna Maria brocca
A
lberto Caeiro, Álvaro de Campos, Ricardo Reis non sono semplicemente gli eteronimi quali era solito servirsi il poeta Fernando Pessoa (nato il 13 giugno 1888 e morto il 30 novembre 1935 a Lisbona) per firmare i suoi scritti, ma rappresentano le molteplici sfaccettature dell’anima dell’artista a cui non bastava un solo “cambio abito” per vivere il proprio tempo. Del resto, come scrive Tabucchi, “Nel cuore di tenebra che è l’umano sentire, misterioso, profondo, che appartiene ai precordi, Pessoa, come tutti i grandi poeti, fonda la sua poesia”. Mettere in musica il “sentire”, cioè l’essenza stessa del poeta che incarna alla perfezione la “saudade” della sua terra che trova sfogo nelle melodie del “fado”, è impresa assai ardua e richiede estrema padronanza del linguaggio musicale. Ci è riuscito magistralmente il compositore Mirco De Stefani, noto soprattutto per essere stato l’unico Maestro che abbia collaborato per
oltre un trentennio con il poeta Andrea Zanzotto, mettendo in musica e trasformando in nuove opere molte delle sue poesie. La nuova sfida è vinta, come testimoniano i numerosi commenti critici del settore, grazie al CD “De la musique”, per l’etichetta Rivoalto (2013), che contiene una “Suite” in nove
“De la musique”; poesia che riprende il primo verso dell’ “Art poétique” di Verlaine movimenti per flauto solo. Il lavoro discografico è stato inciso dalla celebre flautista coneglianese Anna Tirindelli, molto nota sia nel campo del concertismo internazionale, sia nel campo dell’insegnamento (dal 1999 è stata titolare di Cattedra di Flauto presso il Conservatorio di Vibo Valentia, con trasferimento definitivo nel 2011 allo “Steffani” di
Nelle due foto Mirco de Stefani e Anna Tirindelli
Castelfranco Veneto). In questo CD l’ascoltatore trova nove brani che compongono una “Suite” organica, che si sviluppa quale fiume in piena partendo da una sola nota per poi presentare l’intera scala cromatica nella “Giga” finale: “polifonia nell’unità a cui tende la poetica di Pessoa”. Tutti i nove movimenti della composizione interpretano in musica, secondo il sentire del compositore, la poesia titolata “De la musique”; poesia che a sua volta riprende il primo verso dell’ “Art poétique” di Verlaine. Come spiega il compositore pievigino De Stefani, “con queste composizioni per flauto solo, realizzate nel 2004, si è tentata un’incursione nell’universo - anzi, negli universi - di Fernando Pessoa servendosi del linguaggio musicale come fonte di luce: una minima traccia luminosa attraverso il labirinto creato dal poeta portoghese per nascondere a sé e agli altri la sua stessa vita, per confondere le sue plurime impossibili esistenze. La po-
esia che dà il titolo alla “Suite” per flauto solo - “De la musique” - descrive l’incontro possibile/impossibile tra due figure sognate: l’immagine del poeta e di una misteriosa presenza femminile, forse personificazione della musica, che emerge “a poco a poco, tra gli alberi antichi”. Tracce di presenze/ assenze reperibili attraverso “lettere e se-
gni irregolari che s’aprono alla meraviglia”. Così Àlvaro de Campos, uno degli eteronimi (sorta di alter ego dotati di una propria personalità e biografia) creati dalla fantasia del poeta per affidare la voce dei suoi versi, una delle moltiplicazioni/divisioni di un io che si vede attraverso gli specchi deformanti della coscienza”.
Milioni di bambini nel Sud del mondo crescono malnutriti e senza diritti. Ma chissà cosa potrebbero fare se potessero avere cibo, acqua potabile, cure mediche e un’istruzione. Adotta un bambino a distanza, aiuterai lui e la sua comunità a costruirsi un futuro migliore. Oggi cambiare il mondo dipende da te. Un giorno, dipenderà da lui!
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Foto: Jenny Matthews/ActionAid - Grafica: Marco Binelli
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E-mail Ai sensi del d.lgs. 196/2003, La informiamo che: a) titolare del trattamento è ActionAid International Italia Onlus (di seguito, AA) - Milano, via Broggi 19/A; b) responsabile del trattamento è il dott. Marco De Ponte, domiciliato presso AA; c) i Suoi dati saranno trattati (anche elettronicamente) soltanto dai responsabili e dagli incaricati autorizzati, esclusivamente per l’invio del materiale da Lei richiesto e per il perseguimento delle attività di solidarietà e beneficenza svolte da AA; d) i Suoi dati saranno comunicati a terzi esclusivamente per consentire l’invio del materiale informativo; e) il conferimento dei dati è facoltativo, ma in mancanza non potremo evadere la Sua richiesta; f) ricorrendone gli estremi, può rivolgersi all’indicato responsabile per conoscere i Suoi dati, verificare le modalità del trattamento, ottenere che i dati siano integrati, modificati, cancellati, ovvero per opporsi al trattamento degli stessi e all’invio di materiale. Preso atto di quanto precede, acconsento al trattamento dei miei dati. ZPL12
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Aiutalo a diventare grande, con l’adozione a distanza.
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i nostri Esperti AFFARI DI FAMIGLIA
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Mobbing e condotte vessatorie sul posto di lavoro come tutelarsi
Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei prendere in considerazione con Voi il fenomeno del mobbing e la sua rilevanza penale nel nostro ordinamento anche alla luce degli orientamenti giurisprudenziali in merito. Che cos’è il mobbing? Il termine mobbing deriva dal verbo inglese “to mob” che significa attaccare, assalire, circondare e, nel linguaggio comune, individua un fenomeno purtroppo assai diffuso nei luoghi di lavoro consistente in una serie di atti o comportamenti vessatori, protratti nel tempo, posti in essere nei confronti di un lavoratore da parte dei componenti del gruppo di lavoro in cui è inserito o dal suo capo, caratterizzati da un intento di persecuzione ed emarginazione finalizzato all’obiettivo primario di escludere la vittima dal gruppo (così Corte Cost. n. 359/2003). Le motivazioni alla base delle condotte mobbizzanti sono molteplici: spingere la vittima a lasciare da sé il posto di lavoro senza che sia il datore di lavoro a licenziarla o una ritorsione in conseguenza di comportamenti non condivisi o ancora il rifiuto del soggetto vessato ad accettare proposte o richieste immorali o illegali. Quali sono le caratteristiche essenziali del mobbing? Il mobbing si contraddistingue per la serialità delle
condotte vessatorie; queste, infatti, singolarmente considerate, potrebbero anche essere di per se stesse lecite e/o legittime assumendo carattere illecito solo a seguito del loro ripetersi nel tempo. A titolo esemplificano si indicano tra le condotte capaci di integrare il mobbing il demansionamento del lavoratore mediante l’attribuzione di compiti inferiori rispetto a quelle contrattualmente previste; la sostanziale estromissione dall’attività lavorativa; la mancata assegnazione di nuovi lavori o la sottrazione degli strumenti per lavorare; i ripetuti trasferimenti ingiustificati. Altra caratteristica distintiva del mobbing è il fatto di essere realizzato all’interno di luoghi di lavoro al punto che si distingue tra mobbing c.d. verticale, posto in essere dal datore di lavoro nei confronti di un suo sottoposto e mobbing c.d. orizzontale, posto in essere dai colleghi verso un soggetto di pari grado. Infine il fenomeno in esame si caratterizza per l’effetto vessatorio delle reiterate condotte persecutorie che devono essere tali da generare nella vittima uno stress psico-fisico, indi un danno alla salute. La qualificazione giuridica Il mobbing, a tutt’oggi, non trova un’espressa definizione normativa per cui è compito del giudice, in ossequio al principio di legalità, cardine del diritto
penale italiano, ricondurre la fattispecie concreta di mobbing ad una figura di reato espressamente prevista dal legislatore. In merito, si rileva di come il problema della qualificazione giuridica del mobbing sia relativamente recente se si considera che le prime sentenze in materia risalgono ai primi anni del 2000. Ciò detto, il fenomeno in questione è stato ricondotto, a seconda delle caratteristiche della fattispecie concreta, ora al delitto di lesioni personali di cui all’art. 582 c.p. (Cass. Pen. n. 42266/2005, Trib. Monza 23.04.2007), ora all’abuso d’ufficio di cui all’art. 323 c.p. (Cass. Pen. 40891/2007), ora alla violenza privata di cui all’art. 610 c.p. (Cass. Pen. n. 31413/2007) nonché al reato di molestie (art. 660 c.p.). Tuttavia, la giurisprudenza prevalente ha cercato di combattere il fenomeno del mobbing attraverso il ricorso al delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi di cui all’art. 572 c.p. Quest’ultimo, infatti, attesa la natura di reato abituale, si presta a ricomprendere al suo interno anche condotte mobbizzanti. Il reato di maltrattamenti è volto alla tutela non solo delle relazioni in ambito familiare ma anche di relazioni più ampie, preservando il soggetto
sottoposto all’altrui autorità o affidato ad un terzo per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte. In considerazione di ciò il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore, in quanto caratterizzato dal potere direttivo e disciplinare del primo nei confronti del secondo, è stato ricondotto alla relazione di autorità necessaria perché possa dirsi integrato il delitto di maltrattamenti. Come tutelarsi dal mobbing Le strategie per difendersi dal mobbing sono diverse. Dal punto di vista pratico è certamente utile, anche ai fini processuali, cercare la non facile solidarietà di un gruppo di colleghi che potranno, se necessario, venire a testimoniare in sede giudiziale. Caldamente consigliabile anche il tenere un’agenda ove indicare giorno per giorno le condotte vessatorie subite onde poter facilmente relazionare chi dovrà tutelare le proprie ragioni. Di certo la soluzione non può individuarsi nel rassegnare le dimissioni. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
La procreazione responsabile; i metodi naturali LO SPAZIO DELL’ETICA
Per comprendere i valori presenti nei metodi diagnostici dei ritmi di fertilità (MD) si possono evidenziare almeno tre tipi di approccio: a. Scientifico: la conoscenza dei processi biologici legati al fatto generativo. b. Psicologico: la risonanza affettiva nelle persone che decidono di percorrere questo cammino (MD) per un esercizio responsabile della loro sessualità, che può comportare l’astinenza dall’atto sessuale nei periodi fecondi qualora non si cerchi una gravidanza. c. Etico – antropologico: l’individuazione dei valori morali legati alla procreazione responsabile (PR) che sono insiti nella struttura della persona umana. Questi tre approcci sono connessi tra di loro a motivo dell’unità del subietto umano che è allo stesso tempo una creatura biologica psicologica – spirituale. Voglio abbozzare la dimensione etica dei MD che trova il suo fulcro in una cristiana
comprensione dell’umanità e del significato della sessualità. I MD sono anzitutto una risposta etica al problema della PR, al contrario della contraccezione che si limita a essere soltanto una risposa tecnica. MD e contraccezione rispondono a un identico problema: quello di una regolazione razionale della fertilità. Ma alle spalle delle due modalità ci stanno due modi differenti di concepire l’uomo e il suo rapporto con la natura (rispetto o dominio) e due modi tra loro inconciliabili di concepire la sessualità umana stessa. Sul piano etico la proposta dei MD risponde alla domanda sul bene effettivo dell’uomo e sulla responsabilità che ciascuno ha delle proprie azioni come essere libero (autonomo), chiamato cioè a realizzare la pienezza della propria umanità attraverso le decisioni della propria libertà. Gesù stesso con la sua vita è stato un testimone dell’autentica libertà che non si arrende al cospetto delle ideologie predominanti le quali impongono un
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
modo di agire automatico e non autentico. I MD indicano una strada per vivere in modo autentico tutte le dimensioni dell’amore coniugale e la responsabilità della trasmissione della vita e della educazione della prole connessa con l’amore coniugale. Il riferirsi ad una determinata visione dell’uomo è ciò che alla fine decide sul giudizio morale riguardo ai MD e alla contraccezione. Nella visione cristiana l’uomo è creato da Dio per amore e, per ciò stesso, è chiamato all’amore; la vocazione e la responsabilità dell’amore è iscritta nell’umanità dell’uomo e della donna in quanto creati a immagine e somiglianza di Dio che è Amore. L’amore investe non soltanto la dimensione spirituale della persona ma la totalità del suo essere: corpo, anima, spirito. Dio non abbandona l’uomo e gli dona la forza nelle gioie e nei dolori, la forza di rialzarsi sempre e di vivere l’amore in modo più consapevole e maturo giorno dopo giorno. Questa visione
dell’uomo, in cui Dio è il fine ultimo del significato e del valore dell’ esistenza umana, determina la responsabilità di sé nei vari ambiti del suo agire. Da questo modo di interpretare la realtà (dono di Dio Amore) risulta facile dedurre che l’uomo non è un padrone assoluto della sua vita e del mondo che abita, ma è chiamato a essere un amministratore fedele del progetto di Dio e della natura che gli sono affidati in quanto un essere razionale e libero. Secondo questa visione la sessualità umana non può essere concepita unicamente come semplice realtà biologica a totale disposizione del arbitrio umano e della sua crescente capacità di dominio tecnico che la scienza oggi mette a sua disposizione, ma coinvolge la sua personalità e la sua responsabilità, perché contiene dei significati simbolici. Cogliere ed approfondire oppure rifiutare questi significati simbolici della sessualità umana è determinante per dare una direzione alla propria vita.
36 A tavola Salotto e ristorante Piazza garibaldi, 6 Adria www.terrazzainpiazza.it
23 CUCINA
LA RICETTA BICCHIERINO DI CIALDA CROCCANTE con crema al
CUCINA
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recioto passito, spuma di gianduia e alchechengi ai pistacchi INGREDIENTI UOVA, BURRO, ZUCCHERO, MASCARPONE, CREMA GIANDUIA, PASSITO, GRANELLA DI PISTACCHIO
ESECUZIONE PER PREPARARE IL BICCHIERINO: 50 GR. DI ZUCCHERO, 50 GR. DI ALBUME, 50 GR. DI FARINA BIANCA, 50 GR. DU BURRO. AMALGAMERE IL TUTTO CON L’AIUTO DI UNA PLANETARIA PER CIRCA 10 MIN. STENDERE L’IMPASTO SU UN FOGLIO DI CARTA DA FORNO FORMANDO DEI CERCHI DA 10 CM. DI CIRCONFERENZA L’UNO. CUOCERE IN FORNO PER 2 MIN. CIRCA, TOGLIERE E DARGLI LA FORMA DI UN BICCHIERINO CON L’AIUTO DI UNA COPPETTA CAPOVOLTA, ADAGIANDOLI SOPRA. FARE RAFFREDDARE. PER LA CREMA AL MASCARPONE: 5 TUORLI, 300 GR. DI ZUCCHERO, 500 GR. DI MASCARPONE. SBATTERE LE UOVA CON LO ZUCCHERO PER CIRCA 10 MIN. FINO AD OTTENERE UNA SPUMA MORBIDA. INCORPORARE IL MASCARPONE E MESCOLARE LENTAMENTE PER CIRCA 1 MIN. DIVIDERE LA CREMA IN DUE CIOTOLE. IN UNA AGGIUNGERE LENTAMENTE DEL VINO PASSITO, NELL’ALTRA LA CREMA DI GIANDUIA. APRIRE GLI ALCHECHENGI, PIEGARE LE FOGLIE VERSO L’ALTO E IMMERGERE IL FRUTTO NEL CIOCCOLATO DI CREAM DI GIANDUIA E ADAGIARVI SOPRA IL BICCHIERINO DI CIALDA. RIEMPIRLO CON LA CREAM AL VINO PASSITO E DECORARE CON GLI ALCHECHENGI.
MESSAGGIO PUBBLICITARIO
INGREDIENTI PER 5 PERSONE: 250G COUS COUS DI SEMOLA 365G CAROTE MONDATE E LESSATE 30G NOCCIOLE 745G RADICCHIO DI TREVISO 70G SALAME A CUBETTI PECORINO ROMANO A SCAGLIE
1 CUCCH MOSTARDA DI MELE COTOGNE 2 SPICCHI AGLIO DRAGONCELLO CANNELLA
COCKTAILS by Paolo Marani
OLIO EVO SALE
I CONSIGLI DI PAOLO
CLINTO SELVAGGIO
MONDARE, AFFETTARE E LESSARE LE CAROTE IN ACQUA BOLLENTE SALATA; FRULLARLE CON L’AGLIO, IL DRAGONCELLO, LA CANNELLA, QUALCHE SCAGLIA DI PECORINO E L’OLIO EVO. OTTENERE UNA CREMA, DA AMMORBIDIRE CON L’ACQUA DI COTTURA DELLE CAROTE. TRITARE LE NOCCIOLE E MESCOLARLE, CON ANCHE LA MOSTARDA, ALLA CREMA DI CAROTE. MONDARE IL RADICCHIO E TAGLIARLO A PEZZETTI, CUOCERLO SULLA PIASTRA E TENERLO DA PARTE IN UNA CIOTOLA. PORTARE A BOLLORE 300ML DI ACQUA SALATA CON UN CUCCHIAIO DI OLIO; SPEGNERE IL FUOCO E VERSARE IL COUS COUS. LASCIAR RIPOSARE PER CIRCA 4 MINUTI, FINCHÈ NON HA COMPLETAMENTE ASSORBITO L’ACQUA. SGRANARE IL COUS COUS CON UNA FORCHETTA E VERSARLO NELLA CIOTOLA CON IL RADICCHIO; AMALGAMARE INFINE CON LA CREMA DI CAROTE ED IL SALAME A CUBETTI.
INGREDIENTI:
DEDICATO AL PROF NONNATO RENATO UNO DEI PADRI FONDATORI DELLA SCUOLA ALBERGHIERA DI ADRIA. IN UNA BOULLE DI CRISTALLO GHIACCIO VERSARE UNA BOTTIGLIA DI CLINTO SELVATICO (O FRAGOLINO) 12CL MARASCHINO LUXARDO 4 CL SCIROPPO FRAGOLA MIXER AGGUNGERE FRAGOLINE DI BOSCO DEL PARCO DEL DELTA, CON UN MESTOLINO VERSARE IN COPPE DA CHAMPAGNE. GRAZIE PROFESSORE CIN PAOLO MARANI CIN
INFO@TERRAZZAINPIAZZA.IT
MANUELA E SILVIA BIZZO
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Protagonisti a Nordest Certificata Iso 2001 sorge in Zona Industriale piovese
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METAL PROJECT, azienda leader nella lavorazione della lamiera Il titolare Fabio Bizzo investe molto sull’innovazione. L’ufficio progettazione il fiore all’occhiello dell’azienda Un’azienda viva, partecipata da tutti, operai e tecnici, con un apporto da parte del titolare a 360°. Questa l’impressione che si ha nel visitare la METAL PROJECT di via Meucci, 29 a Piove di Sacco. Azienda specializzata nella lavorazione dei vari tipi di lamiere e profilati con macchine operatrici a controllo numerico quali piegatrici, punzonatrici e taglio laser. Nata nell’89 grazie all’intuizione del titolare Fabio Bizzo, METAL PROJECT s.r.l. si è viepiù sviluppata fino a giungere ad un fatturato di oltre 3 milioni di euro. Fabio Bizzo 52 anni, sposato con una figlia, è nel settore della lavorazione della lamiera da 25 anni. Dapprima assieme al fratello nella sede di Valli di Chioggia, poi nel 2006 è approdato in zona industriale piovese dove ha dato l’impulso innovativo e commerciale alla METAL PROJECT s.r.l. “Non è facile districarsi
nel mercato in questo momento – ci ha dichiarato Fabio Bizzo – ma posso contare sul prezioso apporto dei miei collaboratori. I componenti dell’ufficio tecnico, Sabrina collaboratrice “tutto fare”, Alberto, Andrea; della segreteria Erica ed Anna e di mia moglie Adriana Bassan che mi aiuta nell’amministrazione dell’azienda e per i vari contatti con gli enti”. Verso che tipologia di clienti si rivolge la METAL PROJECT s.r.l.? “Noi lavoriamo per i più svariati settori, dalla climatizzazione all’esigenza del singolo privato, realizzando prodotti sia di serie che di nicchia. Come terzisti ci rivolgiamo alle aziende che commerciano con l’estero”. La METAL PROJECT s.r.l. è conosciuta come azienda tecnologicamente avanzata, pertanto investe molto sulla ricerca e sull’innovazione.
Dai 1,5 del 2002 ora la METAL PROJECT fattura oltre 3 milioni di euro
“Credo che il nostro successo sia stato proprio questa propensione nel dotarsi di strumenti sia di esecuzione - vedi il laser e di altri macchinari di rifinitura - che di progettazione con il modellatore tridimensionale SOLID EDGE che offre la possibilità al cliente di “vedere” il pezzo prima della sua esecuzione. Ogni anno spendiamo oltre 300 mila euro per l’acquisto di nuove attrezzature per far fronte alle continue esigenze del mercato”. Quanti operai avete attualmente? “Dagli 8 che aveva nel 2006 ora la METAL PROJECT s.r.l. annovera 25 operai tutti veramente validi e appassionati del loro lavoro. Posso dire che in azienda si respira un clima di completa collaborazione” Quando, secondo lei, la METAL PROJECT s.r.l. ha fatto il vero salto di qualità? “Quando ho deciso di creare l’attuale ufficio di progettazione. Con Sabrina, Albero e Andrea siamo in grado di soddisfare il cliente dalla progettazione fino al prodotto finito assicurando la più alta qualità”. A sinistra il titolare Fabio Bizzo, sotto la moglie Adriana Bassan e a fianco Alberto, Sabrina e Andrea dell’ufficio Progettazione