Rovigo marz2014 n39

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di Rovigo

AMBULATORIO VETERINARIO PEGOLOTTE • Visite cliniche e domiciliari • Ecografia • Radiologia • Chirurgia • Laboratorio analisi

dr. Milan roberto ord. Vet. Pd 538

349 1202137

Sedi operative: Pegolotte di Cona (Ve) : Via Stazione, 13 Cartura (Pd) : Via Pozzetto Nespolari, 76

Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 39 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Economia Turismo antidoto alla crisi. Chi ci crede? pag.

Enti locali Con l’approvazione del Ddl Delrio, addio Provincia

Polesine Acque Bilancio ok, ma i comuni aspettano il saldo dei crediti

4-5

pag.

www.lapiazzaweb.it

pag.

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EDITORIALE

Brusco: “mancano 290 dipendenti all’Ulss 18”

Buon compleanno La Piazza! di Valeria Marcato

I numeri raccolti dalla Provincia parlano chiaro: in totale all’Ulss 18 mancano 290 dipendenti equivalenti con un ulteriore calo di 50 unità rispetto a tre anni prima. “Risultati: un lavoro massacrante per l’attuale personale” pag. 10

bocciato il passante, ricorso al tar

Veneto strade non è per niente rassegnato all’archiviazione del progetto che prevedeva la realizzazione del passante Nord a Sud del Ceresolo, bocciato dalla Soprintendenza ai beni Culturali per preservare l’ex poligono pag. 12 10%

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Maggioranza in fibrillazione, il mandato in pugno ai consiglieri

Il documento che dovrebbe tenere in insieme le varie anime della squadra di Piva non è ancora stato firmato da tutti

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a maggioranza che guida palazzo Nodari è ancora nel caos. Dopo un mese dalla crisi nata in seguito al voto sulla vendita della partecipata Asm-Set, alle quali erano seguite le dimissioni del sindaco Bruno Piva, la compagine è ancora in alto mare. Rimpasto, crisi, dimissione, epurazione. Sono solo alcuni dei termini che i rodigini hanno trovato, con quasi morbosa ricorrenza, sui quotidiani degli ultimi giorni. La situazione dell’amministrazione comunale del capoluogo non è, infatti, affatto sempli-

ce. Il sindaco Bruno Piva ha revocato le sue dimissioni, a fronte di un nuovo documento programmatico che dovrebbe fungere da “collante” della nuova maggioranza. Ma sembra che nella realtà la situazione sia ben diversa perché i consiglieri di maggioranza non hanno ancora apposto la propria firma sul documento, sottolineando l’implicita distanza dall’operato del primo cittadino. Inoltre, in queste ultime settimane Piva ha “cacciato” due assessori con funzioni fondamentali e strategiche. “È in atto un tutti

contro tutti – spiegano i consiglieri La Paglia e Businaro - con rumors di poltrone mancate e veti incrociati da far impallidire certi governicchi della prima Repubblica. Bellinazzi, Piscopo, Conchi. Tutti fuori. Si perdono i pezzi della Giunta che è l’espressione di una maggioranza consiliare in cui Piva non ha ormai più i numeri dalla sua parte. In tutto questo trova comunque la forza dello sberleffo: l’autocandidatura nel cda di Ascopiave. La farsa dentro la tragedia”. pagg. 6

anni. Un traguardo raggiunto, una scommessa vinta, una soddisfazione per tutti noi. Ma anche un punto di partenza e di crescita ulteriore. 20 anni fa La Piazza nacque grazie all’intraprendenza ed alla caparbietà del fondatore, Giuseppe Bergantin, e da allora ad oggi La Piazza ogni mese dell’anno di questi 20 anni è nelle case di voi lettori delle nostre 14 edizioni venete. Da 20 anni La Piazza vi racconta il vostro territorio, approfondisce temi di estrema importanza per la vostra vita quotidiana, rimane sempre fedele al motivo per cui è nata: portare l’informazione locale anche dove i “grandi” giornali non arrivano, colmare quel vuoto di informazione che da sempre esiste nelle provincie venete. Ma nel frattempo anche La Piazza è diventata “grande”, di età ma anche di quantità. Oltre 250.000 famiglie ogni mese ricevono il nostro giornale nelle loro case, oltre 350 attività commerciali ogni mese rinnovano la loro fiducia in noi, scegliendo La Piazza come strumento di comunicazione pubblicitaria e che ringrazio di cuore per averci sempre dato fiducia; più di 1.200 articoli ogni mese vengono redatti dagli oltre 150 collaboratori che da tutto il Veneto seguono per noi le notizie dei circa 100 comuni raggiunti dalle 14 edizioni de La Piazza. continua a pag. 3

L’Intervento

Job Acts , un tutt’uno con l’insieme delle riforme del Governo Renzi

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di franco Scantamburlo*

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e novità introdotte dal Governo in materia di riforma di mercato del lavoro e ammortizzatori sociali, sono un banco di prova su cui si misurerà la credibilità del presidente del Consiglio Matteo Renzi. *segretario dell’ Associazione Artigiani “Città della Riviera del Brenta”

continua a pag.

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ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio



EDITORIALE

segue da pag.

Buon compleanno La Piazza!

Lutto

Addio a don Ziviani

E’ stato il vescovo monsignor Lucio Soravito a celebrare i funerali di don Giampietro Ziviani, parroco di S. Antonio scomparso prematuramente lo scorso 18 marzo. Alla cerimonia erano presenti tantissime persone, segno dell’attaccamento dei parrocchiani e della stima nei confronti di un uomo che molto si era speso per il sociale e per i giovani. “Al mio funerale non parlate di me, parlate piuttosto di Gesù”, aveva lasciato scritto nel suo testamento.

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Questo è oggi il giornale La Piazza e da qui partiamo per costruire il suo futuro. Nel 1994 c’era ancora la lira, il telefono fisso e le lettere erano gli strumenti di comunicazione più diffusi. In questi 20 anni tutto si è evoluto, soprattutto la comunicazione e l’informazione. Anche La Piazza si è evoluta negli anni, qualitativamente e tecnologicamente, ma per il suo ventesimo compleanno e per il suo futuro vuole farlo ancora di più, puntando maggiormente sulla velocità e sulla capacità di interazione del web e dei social network. Siamo convinti che il nostro format attuale sia il più apprezzato e non intendiamo cambiarlo, ma crediamo nei tanti lettori che preferiscono l’informazione veloce e sempre a disposizione, data da internet e dalle sue tante applicazioni. A breve nascerà sul web La Piazza 2.0, più ricca di informazione e soprattutto fruibile in ogni istante e da ogni dove. Sarà una vera e propria piazza virtuale, proprio come la piazza nella quale condividiamo la nostra vita sociale e politica nei nostri comuni. Sarà un luogo di aggregazione, di approfondimento rispetto all’edizione cartacea, di commento e confronto. Ancora più a breve le edizioni cartacee de La Piazza saranno scaricabili e sfogliabili anche attraverso una moderna App, dalla quale anche poter interagire, con le vostre segnalazioni dal territorio e con quelli che secondo voi dovrebbero essere argomenti da approfondire. Tanti modi per rimanere informati con La Piazza dunque, senza tuttavia modificare la nostra peculiarità, la nostra forza, il motivo per cui in tantissimi ci leggete e ci apprezzate, il nostro modo di fare informazione locale. di Valeria Marcato

Esperienze a scuola

“Quattro passi in un percorso di pace”

Si è appena conclusa “Quattro passi in un percorso di pace”, l’iniziativa che ha coinvolto gli studenti delle quinte superiori in un confronto con l’esperienza carceraria. L’iniziativa pensata nel 2005 dall’assessorato alla Cooperazione decentrata, diritti umani e pace per avvicinare gli studenti ai temi della solidarietà con incontri, laboratori, partite di calcio, facendo conoscere “una vita che non è vita”. Al ciclo di incontri hanno partecipato gli studenti del Primo Levi di Badia, quelli del Cipriani di Adria, quelli del Bernini e dell’Itis Viola di Rovigo e del Munerati di Sant’Apollinare. Sociale

Reddito di ultima istanza E’ stato recentemente presentato a palazzo Nodari il progetto, Reddito di ultima istanza, rivolto alle persone in estrema difficoltà. 20 i comuni che vi hanno aderito, Rovigo è capofila, il costo complessivo è di 120 mila euro di cui 45 mila forniti dalla Regione, 50 mila dalla Fondazione Cariparo e 0,25 euro per abitante da parte dei Comuni aderenti. Il progetto si divide in due parti: una rivolta al sostegno per chi ha bisogno di percorsi medico assistenziali e una di inserimento per chi ha perso l’abilità al lavoro e dopo un periodo formativo può rientrare nel mondo lavorativo.

Rovigo Accademia

Urbanistica

Una colletta per la biblioteca, mancano 110 mila euro pag.

associazionismo

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“Facciamo centRO”, i giovani chiamano Rovigo pag. 9

Infrastrutture

Valdastico e Romea commerciale, il via libera è vicino pag. 12 È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

è un marchio registrato di proprietà di

Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE e

Concessionaria

di

Pubblicità Locale

Padova, via Lisbona 10 Tel. 049 8704884 Fax 049 6988054 promomedia@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 15.317 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 marzo 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

Provincia

Regione Referendum

Il Piano casa è stato bocciato dal Pd pag.

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Spazi aperti Centrale di Polesine Camerini, tre anni a Scaroni e Tatò pag. 17

Letteratura

Il primo romanzo Lina Ellina, “Il veneziano” pag.

21

I cittadini veneti chiedono più autonomia pagg. 18-19

trasporti

Ferrovie, indagine conoscitiva sulla qualità del servizio

Cultura

pag.

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Museo Correr, fino al 15 giugno “Il Tiziano ritrovato” pag. 22

Appuntamenti

Arte per tutti

Con otto appuntamenti per la sesta edizone di “Arte per tutti”, l’iniziativa nata per dare anche alle persone diversamente abili la possibilità di esprimersi, di trasmettere i propri sentimenti e suscitare emozioni”. ” L’iniziativa è partita lo scorso 21 marzo al Manegium di Fratta con la performance musico- teatrale “Peter Pan” del Diamante; il programma proseguirà a Trecenta il 19 aprile, con l’inaugurazione alle ore 10 della mostra “L’arte in vetrina” opere realizzate da artisti che dipingono con la bocca o il piede; a Badia il 24 alle 21 in Vangadizza performance di danza e immagine “dar corpo ai colori”Altrinoi e centro Essagi; il 7 maggio a Rovigo al teatro studio “Pin – occhioo” a cura della compagnia La Combricola dell’Ulss 18; giovedì 8 a Fratta “i segreti della vallata” a cura del Gruppo Simpatia del laboratorio teatrale degli Istituti polesani di Ficarolo e chiusura il 13 maggio a Bergantino alle 10,30 con l’anteprima teatrale “Tre insoliti porcellin” del gruppo il Fantastico Teatro della Casa Sacra Famiglia di Fratta. “Biblioteche e Archivi Storici”

12 progetti beneficieranno di un contributo

Il bando “Biblioteche e Archivi Storici”, promosso dalla fondazione Cariparo, consentirà a 50 enti e istituzioni del territorio (comuni, istituti superiori, enti pubblici e privati, o religiosi, ecc) di ristrutturare o riqualificare biblioteche e archivi storici di loro proprietà, tutti accessibili al pubblico, di migliorare la conservazione e la fruizione delle collezioni, di acquistare arredi ed attrezzature funzionali al potenziamento del servizio offerto. 1.2 milioni di euro è lo stanziamento complessivo messo in campo, con l’impegno di coprire, per ciascun progetto, fino all’80% del costo totale degli interventi. Saranno 12 i progetti che verranno finanziati: la scuola materna Tassina di Rovigo, i comuni di Adria, Bergantino, Giacciano con Baruchella, Loreo, Papozze, la parrocchia dei santi Apostoli di Adria, l’abbazia del Pilastrello a Lendinara, l’istituzione Boldrin di Lendinara, il Consorzio di Bonifica di Rovigo, l’Accademia dei concordi di Rovigo e l’istituto compresivo Rovigo 3.


I nostri vent’anni Aprile 1994 - Aprile 2014

Compleanni Era l’aprile 1994 quando il primo numero de La Piazza è stato distribuito ai lettori. Nato da un’idea di Giuseppe Bergantin, da vent’anni è il giornale che si occupa dell’informazione locale e dell’approfondimento. Tagliato l’importante traguardo la testata si appresta a vivere una nuova stagione editoriale

Da 20 anni, dentro al Da “quattro amici al bar” a un’azien gente.

di Giuseppe Bergantin

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uesta storia potrebbe cominciare come le prime note di una celebre canzone di Gino Paoli, “Quattro amici al Bar”. Il bar in questione era un bar di

Cavarzere, la città da dove è partito tutto questo, si chiamava Bar Lincetto, ed era il ritrovo mio e dei miei amici dopo il lavoro. I discorsi di quegli anni non erano tanto diversi da quelli dei giovani di oggi, “qui non succede mai niente”, “non c’è alcuna possibilità”, “questa citta è morta”… e via così. Questo tipo di approccio alla vita mi ha sempre dato sui nervi, ora come allora, ed è da questa semplice repulsione che è nata la nostra avventura. Un giornale che finalmente raccontasse le nostre comunità dal basso e che arrivasse a tutti gratuitamente e permettesse così di partecipare alla vita della propria città. La sfida folle fu quella di proporre un

giornale che arrivasse a casa di tutte le famiglie in territori considerati, per dirla elegantemente, poco interessanti dai giornali e dalle tv locali di quei tempi. Tra quegli amici del Bar Lincetto, ne trovai uno, Mauro Badiale, oggi brillante dirigente, che condivise con me questa pazzia, lui scriveva e io trovavo la pubblicità. Partì così questa avventura. Questi vent’anni sono stati costellati da grandi successi e cocenti difficoltà, ho conosciuto gente straordinaria come Elisa Conselvan, la prima collaboratrice della Piazza, tuttora con noi, Nicola Ballerin, Cristian Binato e Alessandro Zanierato, talenti unici che hanno contribuito in ma-

niera determinante al progetto, giornalisti come Irene Lissandrin e Ornella Jovane che hanno curato lo sviluppo nazionale del progetto e ho avuto la fortuna di incontrare Valeria Marcato che, come nel tipico sogno americano, è arrivata come una giovanissima venditrice desiderosa di imparare ed è diventata, dopo 15 anni, proprietaria di questa meravigliosa testata. In tanti anni ho conosciuto e cercato di insegnare il lavoro a centinaia di giovani, fare il lavoro che ti appassiona non ha prezzo… ricordatevelo sempre. Vorrei chiudere ricordando il motto di Steve Jobs, “siate folli, siate sempre affamati”.

La piazza di Cavarzere

20 anni fa, in quel bar, questo ha fatto la differenza. Tanti auguri La Piazza!

I dIrettorI responsabIlI che sI sono avvIcendatI In vent’annI dal 1994 al 2003

P

ietro Conforto Pavarin guidò la Piazza dagli albori fino al 2003. Scrittore e pubblicista fu tra i primi a credere in questo progetto. articolo beppe

dal 2003 al 2009 Irene lissandrin

Q

uanti ricordi... la mia prima intervista da collaboratore a Massimo Barbujani, commerciante di Adria, sempre con qualcosa da dire. La prima coordinazione di edizione: Adria, che è diventata poi la mia città per quattro anni. La chiamata di Padova, il lavoro di direzione dalla redazione di corso Stati Uniti. Sette anni, dal 2002 al 2009, per uscire dal Veneto e aprire otto edizioni a Roma, nove nel ferrarese, nove a Bologna, cinque a Firenze, dieci a Torino, nove a Milano. Quanto lavoro, quanti collaboratori, che gioie e sofferenze per dirigere un gruppo arrivato a distribuire oltre 1 milione e mezzo di copie al mese. E per tutto questo la mia immutata stima e riconoscenza per l’incredibile occasione vissuta grazie al “mio” editore Giuseppe Bergantin.

dal 2009 al 2010 Germana Urbani

L

a Piazza compie 20 anni in un momento storico molto particolare. L’informazione oggi è globale e raggiunge un lettore in ogni luogo e momento della giornata. Grazie alle nuove tecnologie in molti hanno smesso di recarsi all’edicola e guardare i telegiornali: basta accendere il telefono un attimo, digitare una parola e la notizia che si stava cercando appare. Tutto sembra più semplice e godibile, eppure è così solo in apparenza. Di tutto ciò che “consumiamo in rete” rimane pochissimo dentro di noi. La Piazza, invece, è un’altra cosa. Viene a trovarti a casa, parla del tuo paese, della gente che conosci e resta per un buon caffè. La Piazza è di famiglia. Così è stato per me quando sono stata direttore: mi sentivo in famiglia e di famiglia. E la famiglia erano tutti i cittadini dei paesi veneti e dei quartieri delle città italiane di cui raccontavamo mese dopo mese. E credo che proprio in questo stia il segreto di questo free press e la sua grande potenzialità: non cercare di raccontare il mondo intero minuto per minuto. Ma raccontare col gusto dell’approfondimento ciò che accade a casa nostra. Personalmente sono stata fiera di firmare questa testata e di riceverla a casa mia.

dal 2010 al 2014, Mauro Gambin

M

i ricordo che un giorno Germana Urbani tirò fuori dalla borsetta una copia del giornale La Piazza. “Ecco - disse questo è il giornale che fa al caso nostro, perché è un giornale dedicato al locale. Potremmo cercare di aprire un’edizione nel Montagnanese. Che dite?”. La domanda era rivolta a me e a Guglielmo Frezza, oggi direttore della Difesa del Popolo. Ci convinse, a dire il vero non ci volle molto, perché al tempo cercavamo di fare i giornalisti ma soprattutto cercavamo di essere utili al nostro territorio. Del Montagnanese non si occupava nessuno, qualche riga di tanto in tanto nei quotidiani locali, prevalentemente incidenti stradali, nonni centenari, qualche sagra paesana, niente altro. Cercavamo invece qualcosa in più: pagine da poter dedicare alle tante persone che in questo fazzoletto di terra lavoravano duramente, volevamo parlare dei nostri sindaci, delle associazioni che con poche risorse erano in grado di fare cose straordinarie, degli artigiani e delle difficoltà che già incontravano al tempo. Nacque così La Piazza del Montagnanese ed ebbe esordio anche la mia carriera giornalistica. Scrivere della mia gente, del posto in cui sono nato e cresciuto mi parve un privilegio. Dopo quasi 10 anni sono ancora qui.


Aprile 1994 - Aprile 2014

La Piazza oggi

l territorio nel

enda che da 20 anni fa informazione Vent’anni di informazione

E’ cambiato come si scrive una notizia e come la si riceve di Mauro Gambin

1994

OGGI

Negli ultimi vent’anni l’informazione è cambiata più di quanto non lo abbia fatto negli ultimi cent’anni. Pur senza scomodare Gutemberg, pare semplice constatare che dal ’94 il modo di comunicare le notizie e di riceverle è cambiato in modo profondo. Vent’anni fa Internet non era ancora così diffuso e dalla redazione, per un’intervista telefonica o per fissare un appuntamento, si usava il telefono fisso. Le foto si scattavano con la macchina fotografica. Tutto qui: esisteva il lavoro quotidiano di approvvigionamento delle notizie, una tastiera con cui trasformarle in articoli e la carta che le avrebbe portate a destinazione. Oggi mail, blog, facebook, twitter sono un proliferare di informazioni, basta accendere il computer per essere investiti da una valanga di messaggi tra i più disparati: dall’invettiva contro l’ennesimo scandalo, che ha come protagonista la politica, al fatto di sangue accaduto in Polinesia, dalle rubriche su come voler bene agli animali esotici, alla dieta a base di seitan, fino alla cura del giardino zen. Le nuove tecnologie stanno imponendo dei mutamenti radicali. Oggi il me-

stiere del giornalista più che con il verbo “scrivere” fa i conti con il verbo “cliccare”, sulla tastiera, con l’acronimo www, dietro al quale si apre un mondo nuovo on line: giornalismo on-line, ufficio stampa on-line quasi ogni cosa che attinente al sapere è on-line tanto che viene messo in dubbio il futuro della carta. Bene per gli alberi, ma che dire di come cambierà il modo di percepire il mondo là fuori? Quanto deve essere vicina una notizia per ritenere che ci riguardi? E quante notizie è necessario ricevere ogni giorno per consideraci informati? Qui a “La Piazza” ce lo siamo chiesti convenendo che se da un lato il progresso tecnologico ha permesso di comunicare di più, fornendo più mezzi e più opportunità per mettersi in contatto con altre persone, ha creato però anche una situazione in cui le comunicazioni sono sempre più a distanza e sempre più silenziose. Per quanto ci riguarda, pur non avendo nulla contro le nuove tecnologie che anzi implementeremo, continueremo ad occuparci del locale, dell’approfondimento perché siamo convinti che la gente veramente informata viva meglio.

Con i suoi vent’anni di storia, di notizie e di pubblicità, La Piazza oggi è presente in circa 100 comuni delle provincie di Venezia, Padova e Rovigo. La redazione e la sede centrale sono da poco nella nuova sede di Via Lisbona 10, a Padova, da dove si realizzano ogni mese le 14 edizioni distinte del giornale. La preparazione di ogni uscita coinvolge centinaia di persone, che, con passione e dedizione, ogni giorno lavorano al massimo affinché il giornale risulti interessante e piacevole da leggere, ben confezionato, con pubblicità accattivanti e del territorio, puntuale nelle case delle famiglie dei comuni raggiunti. Il giornale che ogni mese trovate nella cassetta della posta è il risultato sinergico dell’impegno di tantissime professionalità: giornalisti, corrispondenti, commerciali, grafici, amministrativi, marketing, telemarketing, distributori, supervisori, stampatori e confezionatori. Tutti, interni o esterni, contribuiscono quotidianamente ad ognuna delle oltre 250.000 copie de La Piazza. Come ogni azienda, Give Emotions, società editrice de La Piazza, è fatta di persone, tutte coinvolte ed appassionate al proprio lavoro. Per questo La Piazza oggi sono tutti loro, una squadra, una famiglia. E per questo ci tengo a ringraziare tutti loro, per l’impegno, la fiducia e anche per i sacrifici che, come in ogni famiglia, anche nella nostra si sono fatti e si faranno. Ci tengo a ringraziare uno ad uno tutti… perché senza di voi La Piazza sarebbe “solo” un giornale. Grazie a Giuseppe Bergantin, fondatore e colonna portante del giornale, per la sua grinta e la sua determinazione. Grazie a Mauro Gambin, direttore responsabile, e a Ornella Jovane, redattore capo, che ogni mese, assieme a Nicola Stievano, Alessandro Abbadir e Germana Urbani, coordinatori, tutti i giorni tessono le fila di ogni articolo e di ogni notizia. Grazie alla rete commerciale e quindi a Carmen Turatti, Gabriele Bullo, Gianni Patella, Leonardo Crema, Marco Lanza, Alessandro Rigato e Giulia Dal Degan: senza di loro e dei loro tanti clienti La Piazza non prenderebbe forma. Grazie a Monica Motta, Giada Manfron, Elisa Conselvan e Chiara Colò, che ogni giorno gestiscono il reparto amministrativo con responsabilità e senza mai far mancare un sorriso. Grazie a Manola Rado, Katia Zanuso e a Massimo Mattiello, che impaginano ogni articolo e che realizzano e gestiscono ogni bozzetto pubblicitario pubblicato su La Piazza, trovando sempre soluzioni e gestendo sempre al meglio le inevitabili emergenze. Grazie a Fabio Vallese che ogni mese lotta contro il tempo e contro i kilometri per seguire la produzione. Grazie ai corrispondenti Cristiano Aggio, Giovanna Bellemo, Silvia Boscaro, Marta Boscolo, Sara Boscolo, Maria Brocca Vesna, Elisa Cacciatori, Martina Celegato, Alessandro Cesarato, Nicola Cesaro, Alain Chivilò, Filippo De Gaspari, Francesca De Luca, Mattia De Poli, Eugenio Ferrarese, Denise Formigaro, Roberta Giacomella, Manuel Glauco Matetich, Massimiliano Granato, Susanne Humplestetter, Cristina Lazzarin, Renato Malaman, Martina Maniero, Roberto Marangoni, Nicoletta Masetto, Emanuele Masiero, Laura Organte, Alessandro Orlandin, Roberta Pasqualetto, Giacomo Piran, Alessandro Ragazzo, Melania Ruggini, Nicola Ruzza, Lino Segantin, Nicla Sguotti, Nicol Stefani Veronioca, Francesco Sturaro, Paola Teson, Silvia Tessari, Miriam Vianello, Lorenzo Zoli che ogni mese ci rappresentano nel territorio. Grazie a Rotopress, Jolly Rogers e a Tecnopak, società che insieme e da tanti anni trasformano in prodotto finito il lavoro quotidiano di tutti noi. Grazie anche a tutti i consulenti e gli studi professionali che ci seguono e che fanno parte della nostra grande famiglia. E grazie alle tantissime attività commerciali e aziende che ogni mese scelgono La Piazza per la loro pubblicità, senza il loro prezioso contributo nulla di ciò sarebbe possibile. Grazie di cuore a tutti, La Piazza oggi siete voi!

cuore della

di Valeria Marcato


4 Argomento del mese I DATI 2013 Il Veneto è la prima regione italiana per presenze turistiche. Ci sono stati 61 milioni e 533.281 pernottamenti registrati, di fatto un – 1,3%; in numeri assoluti, rispetto all’anno precedente. In termini assoluti però i turisti sono aumentati sono 15.984.972 quelli che, dal resto d’Italia e da tutto il mondo hanno scelto la nostra regione

Turismo in Veneto: aumentano

di Alessandro Abbadir

Calano le prenotazioni negli alberghi da 1-2 stelle, mentre aumentano in quelli da 4 e 5 stelle

L’Anci Veneto: puntare sempre più sul turismo culturale, valorizzando il patrimonio delle ville

T

urismo in Veneto, i numeri sono davvero importanti e danno la dimensione di un settore che se potenziato e razionalizzato, può contribuire davvero ad uscire dal tunnel della crisi la nostra regione. Il settore nel 2013 ha risentito di una piccola diminuzione in termini di pernottamenti, ma in termini di presenze fisiche i turisti sono aumentati. Ma vediamo le cifre. Il Veneto è la prima regione italiana per presenze turistiche. In termini assoluti nel 2013 i turisti sono aumentati: sono 15.984.972. C’è stata una crescita dell’1,1 per cento rispetto al 2012. Sono stati invece 61 milioni e 533.281 pernottamenti registrati nelle strutture ricettive, di fatto un – 1,3%; in numeri assoluti, rispetto all’anno precedente. Cioè ci sono più turisti ma pernottano di meno e si trattengono meno giorni sul territorio. Calano gli italiani ma la loro assenza è compensata da un +2,4 per cento dei turisti stranieri, che ormai rappresentano oltre il 65,5 per cento di quelli che giungono nel Veneto. Fra gli stranieri la quota di gran lunga più alta è quella dei turisti di lingua tedesca, con la Germania che porta 2.355.590 visitatori e l’ Austria con 746.93. I turisti stranieri di lingua tedesca, rappresentano in termini di arrivi, un quinto del totale, e quasi il 30 per cento di tutti gli ospiti stranieri. Ma non ci sono solo loro. La Cina si colloca al 5° posto, con

nelle province di vicenza belluno e treviso

Grande Guerra, itinerari per ricordare il centenario

I

l ricordo dei luoghi della Grande Guerra come meta turistica. Il tutto per farne un’occasione di rivisitazione in nome della pace, della fratellanza e dell’ospitalità dei luoghi dove si fronteggiarono gli eserciti contrapposti: Dolomiti, Altopiano di Asiago, Monte Grappa, fiume Piave. Nel territorio del Veneto persero la vita nella guerra contro l’Austria (1915-18) i soldati di 23 nazionalità diverse. Sull’altopiano di Asiago vi sono testimonianze di soldati provenienti addirittura dal Ghana. L’Italia entrò in guerra un anno dopo le potenze europee e cioè il 24 maggio 1915. Per essere pronti nel migliore dei modi all’anniversario verrà realizzato, finanziato dalla Regione un corso di specializzazione, per un totale di 45 posti disponibili, rivolto ai possessori dell’abilitazione professionale di Guida turistica, Accompagnatore turistico, Guida naturalistico – ambientale o Guida alpina, con registrazione nell’albo delle province di Belluno, Treviso e Vicenza. L’iniziativa è promossa dalla Associazione Temporanea di Scopo “Grande Guerra” (composta dai Consorzi di Promozione Turistica di Asiago, Marca Treviso, Belle Dolomiti e Vicenza ) nell’ambito del progetto regionale “Itinerari della Grande Guerra – Un Viaggio nella Storia”. L’organizzazione è affidata alla Fondazione Centro Produttività Veneto (CPV) di Vicenza. Info: www.cpv.org Insomma chi vorrà visitare i luoghi della Grande Guerra troverà personale preparato a dare spiegazioni davvero dettagliate.

539.373 turisti, e la Russia al 9 posto, con 315.401. Ci sono poi ovviamente arrivi da Francia, Regno Unito e Stati Uniti nella top ten. Ancora più significativa la diminuzione degli italiani in termini di pernottamenti (– 6%), dove la crescita dell’1,2 per cento dei pernottamenti stranieri non compensa la perdita complessiva. L’assessore al turismo della Regione Veneto Marino Finozzi è però soddisfatto. “Il Veneto - afferma Finozzi - conferma il suo appeal turistico per gli ospiti provenienti dall’estero, e il suo primato nell’economia italiana dell’ospitalità, arrivando ad oltre un sesto delle presenze nazionali. Serve una vera politica turistica nazionale cambiando la politica fiscale ed eliminando la burocrazia, in modo da aumentare la concorrenzialità e la redditualità delle nostre imprese turistiche”. Ma andiamo nel dettaglio delle tipologie di turismo della nostra regione. Le presenze nelle spiagge hanno subito un calo, attribuibile anche al maltempo che ha investito il Veneto fino a tutto giugno 2013: -2,8 per cento sia negli arrivi sia nelle presenze. Ottimo invece il risultato delle città d’arte che fa un +3,2% degli arrivi e +2,3% delle presenze. Ciò conferma il crescente l’appeal delle mete culturali. Anche le località termali, dopo anni di stasi e qualche declino, hanno avuto un +2,5% degli arrivi e la stabilità delle presenze. Al lago e in montagna si nota

invece una stabilità degli arrivi (rispettivamente +0,1% e -0,4%), ma una riduzione delle presenze (per il 2014 ci si aspetta invece il boom, viste le nevicate di quest’anno). In giro per turismo però ci va sempre più chi ha soldi. Pesante il calo negli alberghi a 1 e 2 stelle che piombano ad un -7,8 per cento. C’è per la prima volta un calo delle presenze in quelli a 3 stelle: -1,7. Crescono invece i 4 stelle (+ 3,6 per cento) e quelli a 5 stelle e di lusso (+2,8 per cento). Ottima performance dell’agriturismo +8,5%. L’associazione dei comuni, Anci Veneto, chiede di valorizzare di più il turismo nelle città d’arte. “Il comprensorio città d’arte in Veneto - ricorda l’Anci- genera circa 8,5 milioni di arrivi (circa 50% del totale regionale) e 18,3 milioni di presenze cioè circa 30% del totale regionale”. “I dati emersi – ha spiegato Marco Boscolo Meo, responsabile FAI in un occasione di un convegno a Torreglia(Pd) organizzato da Anci - hanno dimostrato in maniera che la cultura non solo rappresenta l’elemento necessario ad ogni individuo per la propria crescita personale, ma assieme al turismo di qualità, può costituire uno dei punti strategici e un fattore trainante di rilancio per gran parte dell’economia italiana e soprattutto della nostra regione”.


Argomento del mese 37 5 Il Polesine

o gli stranieri, calano gli italiani A settembre la quinta edizione del World Heritage Tourism Expo

Da Assisi a Padova il Salone del turismo dei siti Unesco di Nicola Stievano

U

n filo rosso lega Padova ad Assisi, città unite dal genio di Giotto e dalla secolare presenza dei Francescani. Ora c’è un aspetto in più che rinsalda il legame già stretto fra le due città. E’ il World Heritage Tourism Expo, il Salone dedicato alla promozione e valorizzazione dei siti patrimonio dell’Umanità che per la quinta edizione si sposta dalla città umbra a quella del Santo. L’esposizione si terrà nella prestigiosa cornice del Palazzo della Ragione, dal 19 al 21 settembre prossimi, con l’obiettivo di dare massima visibilità agli espositori. Per Ivo Rossi, Vice Sindaco reggente della città di Padova: “Questo è un evento che rafforza il legame tra Assisi e Padova, gemellate grazie alle mani creative di Giotto e all’umanesimo francescano”. Il format non cambia: spazi espositivi aperti al pubblico con ingresso libero, convegni di approfondimento, momenti di animazione, incontri riservati agli operatori e alla stampa di settore. Già si registrano novità in termini di presenze tra gli espositori e gli operatori che si presenteranno al WTE, ma è ancora riserbo da parte degli organizzatori, che, comunque, intendono superare i numeri dell’edizione 2013, quando sono stati oltre 150 i tour operator e i buyer turistici accreditati all’Expo, provenienti da Italia, Francia, Gran Bretagna, Nord Europa, Canada, Stati Uniti, Giappone e 90 i siti Unesco presenti, tra cui, oltre ai tanti italiani, quelli di Giordania, Croazia, Malta. Per Claudio Ricci, Sindaco di Assisi e Presidente di Associazione Città e Siti italiani Patrimonio dell’UNESCO, “Il WTE si propone di creare un punto di incontro tra il mondo della cultura e quello dell’economia, con l’obiettivo di favorire la commercializzazione di prodotti turistici riguardanti i luoghi Unesco. Un dato interessante è che se il turismo mondo cresce del 5% quello italiano cala del 4.6%. Anche di questo si parlerà durante il WTE”. In contemporanea si svolgeranno anche le Giornate della Dieta Mediterranea, a Padova Fiere in concomitanza con Expobici, con presenze da Spagna, Grecia, Marocco e, da quest’anno pure Cipro, Croazia e Portogallo.

Turismo di visitazione

Scommessa sui prodotti del territorio D

a tempo i progetti che riguardano il Turismo polesano non sono più esclusivamente rivolti alla zona balneare di Rosolina o di Porto Tolle. Il turismo stagionale legato alla spiagge rimane una delle voci più importanti per l’economia del territorio, ma negli anni sono cresciuti anche i progetti che propongono tutto il territorio come proposta per un’offerta turistica. “Il così detto museo diffuso”, come lo definisce l’assessore provinciale Laura Negri. Una proposta che anziché sul soggiorno, con periodi di uno o due settimane, punta sulla visitazione e quindi su pernotti brevi (uno o due giorni) intercettando i grandi flussi di turisti richiamati da Venezia, Verona, Padova oppure dallo stesso turismo balneare. Quella che cambia, appunto, è l’offerta: per il turismo di rivisitazione, l’attrazione è il territorio, quello del Delta è tra i più affascinanti d’Europa per quanto riguarda le zone umide, oppure i centri storici e culturali come i musei, le mostre al Roverella (quella in corso, “l’Ossessione nordica”, promette visite record) oppure la stessa campagna e suoi prodotti tipici. Quest’ultimi rappresentano un patrimonio importante e la Provincia sembra disposta a scommetterci. Recentemente infatti le eccellenze polesane hanno trovato posto nel settore agrifood della fiera Vinitaly, lo stand della provincia di Rovigo infatti è stato allestito per il grande appuntamento I progetti della nel capoluogo veronese che ogni anno Provincia puntano coinvolge un vasto pubblico internazioa promozionare nale. l’intero territorio A fianco del Soave o dell’Amarone, polesano dunque, sono stati presentati i prodotti del territorio rodigino come l’aglio bianco polesano dop o l’insalata di Lusia Igp. Il Vinitaly è stata una vetrina che ha permesso di entrare in contatto con un vasto mondo di ristoratori, buyers, consumatori e poter così promuovere il territorio, sviluppando le prospettive delle filiere e il potenziale di attrazione del Polesine. Molti i visitatori che hanno chiesto informazioni operatori balcanici, croati, sloveni e bulgari si sono dimostrati molto interessati all’offerta polesana. Del resto il mercato alimentare rappresenta oggi un asset strategico importante per il prodotto italiano e, in questo contesto, il Polesine può vantare le proprie eccellenze.


6 Rovigo Palazzo Nodari Il Sindaco ha revocato le proprie dimissioni

Maggioranza in fibrillazione, i consiglieri non sciolgono le riserve Sul documento che dovrebbe tenere in insieme le varie anime della squadra di Piva manca ancora la firma di sei persone di Martina Celegato

Il commento del sindaco

Piva: Continuerò a lavorare per i cittadini”

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a maggioranza che guida palazzo Nodari è ancora dimissionamento dei due assessori, Enzo Ronchi, assesnel caos. Dopo un mese dalla crisi nata in seguito sore alla gestione del personale, ha rassegnato le proal voto sulla vendita della partecipata Asm-Set, alle prie dimissioni, accolte dal sindaco. Secondo Piscopo, quali erano seguite le dimissioni del sindaco Bruno Piva, che appare amareggiato e allo stesso tempo sollevato, la compagine è ancora in alto mare. Rimpasto, crisi, si è trattato di una sorta di “battaglia per i posti”. “Nella dimissione, epurazione. Sono solo alcuni dei termini sua amministrazione Piva è caduto nel gioco di palazzo che i rodigini hanno trovato, con quasi morbosa ricor- e non è riuscito più ad uscirci” sostiene l’ex assessore. renza, sui quotidiani degli ultimi giorni. La situazione Ancor più dopo il forzato abbandono del ruolo, Piscopo dell’amministrazione comunale del capoluogo non è, non è esente da critiche all’amministrazione: “in tre infatti, affatto semplice. Il sindaco Bruno Piva ha revo- anni non ho avuto le risorse necessarie per lavorare – cato le sue dimissioni, a fronte di un nuovo documento sottolinea - il settore lavori pubblici del solo comune di Rovigo necessiterebbe di almeno programmatico che dovrebbe 4 se non 5 milioni di euro all’anfungere da “collante” della nuo- Dalla nuova no, nel 2013 ne ho avuti 360 va maggioranza. Ma sembra giunta non mila, di cui 240 vincolati alla che nella realtà la situazione sia faranno parte ben diversa perché i consiglieri di Stefano Bellinazzi nuova questura, 60 utilizzati con somma urgenza per la frana di maggioranza non hanno ancora e Aniello Piscopo una strada e 60 li ho usati per le apposto la propria firma sul documento, sottolineando l’implicita distanza dall’operato buche”. E continua: “avanzo la critica che si dovevano del primo cittadino. In queste ultime settimane Piva ha fare delle scelte forti: come decidere di bloccare lo stan“cacciato” due assessori con funzioni fondamentali e ziamento per la cultura, quindi rinunciare alla stagione strategiche: Stefano Bellinazzi, al bilancio, e Aniello teatrale, e investire tutto sul sociale e sui lavori pubblici, Piscopo ai lavori pubblici, entrambi esponenti di Forza poiché la città soffre proprio in questi due settori, buche Italia, seppur appartenenti ad aree diverse. In seguito al ed emergenza abitativa”. Intanto al consiglio comunale

La Perla Nera di Lara Guarnieri

Nella foto l’ex assessore al bilancio Stefano Belinazzi e l’ex assessore ai lavori pubblici Aniello Piscopo del 3 aprile era impossibile non notare gli assenti, seppur giustificati: Giuseppe Scaramozzino, Aldo Guarnieri, Monica Nale, Antonello Contiero. Il consiglio si è aperto con la presentazione di Alba Rosito, ex collega medico di Piva e nuovo assessore ai lavori pubblici, per poi continuare con una sorta di accorato appello alla responsabilità. Nessun dibattito, dopo un discorso che sembrava esser rivolto alla sola maggioranza. In merito al nuovo assessore il sindaco dice: “La conosco bene e la stimo. Ha sempre seguito l’area amministrativa, ha organizzato il trasferimento dell’ospedale e l’apertura di nuovi reparti, il settore delle opere pubbliche non è a lei nuovo. La caparbietà e l’organizzazione sono le sue peculiarità”.Per quanto riguarda l’assessore al bilancio ancora non vi è un nome certo. Piva si è limitato a dire che entro fine mese sarà presentato il bilancio consultivo ed entro maggio il previsionale.

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opo questo periodo di riflessione personale e amministrativa, annuncio il ritiro delle mie dimissioni. Una decisione che giunge in accordo con i gruppi consiliari, che ho più volte consultato e dopo un’attenta analisi e un confronto Bruno Piva franco e serio con le parti economiche e sociali della nostra città e del nostro territorio, che ringrazio per il loro fattivo e concreto contributo.
Ringrazio anche tutti i cittadini che in questi giorni , sicuramente non facili, mi hanno dato prova di sostegno e grande fiducia. Ed è proprio a tutti i “miei” cittadini che in primis mi rivolgo, ricordando che il mio slogan in campagna elettorale era “Il cittadino al centro”. Una priorità che continua a restare assoluta per questa amministrazione, che desidero continuare a governare.
La mia amministrazione si appresta dunque a ripartire, con un programma essenziale.
Alla base idee concrete e non equilibrismi o personalismi che non fanno parte della mia persona, del mio impegno e di un ruolo che intendo, prima di tutto, al servizio dei cittadini.
Si riparte con entusiasmo, forti di un nuovo spirito foriero di grande impegno per il bene della nostra comunità. 
Con serenità continuo e continuerò a lavorare per la mia città, con la consapevolezza delle sue elevate potenzialità che insieme riusciremo a valorizzare”.

La minoranza “siamo spettatori di una farsa dentro alla tragedia”

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onostante gli appelli al gioco di squadra e la convinzione di Piva in merito al proseguo di questa amministrazione, i consiglieri di maggioranza pronti a firmare le dimissioni di massa chieste dalla minoranza sembrerebbero essere almeno sei. Il primo che si sarebbe detto disponibile a firmare per il “tutti a casa”, anche subito, è Valter Roana, conisigliere di Forza Italia che parrebbe essersi offeso per alcune dichiarazioni del sindaco. Anche Monica Nale, che però non era presente in consiglio, sembra aver dichiarato che “il rapporto con questo sindaco è finito, fosse per me firmerei per andare tutti a casa. ma prima devo discutere col mio gruppo consiliare”. Sembravano esser molto critici anche i rappresentanti della Lega per Tosi che invece in consiglio comunale hanno dato sostegno al primo cittadino. C’è chi dalla maggioranza non apprezza l’idea della caduta della giunta per mano dell’opposizione ed auspica una scelta condivisa all’interno della maggioranza, sia in un caso che nell’altro. C’è da ricordarsi che a breve andranno a rinnovo i consigli di amministrazione di Asm Set, As2, il consigliere nella Fondazione Cariparo, Iras e Interporto e che la maggioranza potrebbe perdere l’occasione di nominare i propri referenti, se la giunta cadesse prima. In tutto questo marasma e di fronte ad una maggioranza oggettivamente in crisi, l’opposizione cerca di dire la propria. Vanni Borsetto (Pd), Vittorio La Paglia e Barbara Businaro (ex Movimento cinque stelle, ora nel gruppo misto) e il gruppo comunale del Psi, non lasciano spazio alle interpretazioni e criticano aspramente la situazione presente e le scelte della giunta. Il dimissionamento di Bellinazzi e Piscopo, con conseguenti dimissioni volontarie di Ronchi, e l’autocandidatura di Piva nel cda di Ascopiave, hanno sicuramente spinto i gruppi di minoranza verso una maggiore comunione di intenti. Commentano La Paglia e Businaro: “È in atto un tutti contro tutti con rumors di poltrone mancate e veti incrociati da far impallidire certi governicchi della prima Repubblica. Bellinazzi, Piscopo, Conchi. Tutti fuori. Si perdono i pezzi della Giunta che è l’espressione di una maggioranza consiliare in cui Piva non ha ormai più i numeri dalla sua parte. In tutto questo trova comunque la forza dello sberleffo: l’autocandidatura nel cda di Ascopiave. La farsa dentro la tragedia”. “In un mese si è perso solo tempo prezioso” rincara Vanni Borsetti “ed ora siamo alle vendette trasversali dentro la maggioranza con ex Assessori schifati che ammettono che la crisi è stata solo un bluff per uno scambio di poltrone in grande stile o che addirittura preannunciano ricorsi al Tar per essere reintegrati. Robe da prima repubblica. Il gruppo del Psi (che non è presente in consiglio comunale) indirizza le proprie critiche anche verso una minoranza incapace di farsi alternativa e verso quella parte di cittadini che si disinteressa di ciò che accade. Matteo Masin, rappresentante in consiglio di Sinistra e frazioni, con una voce fuori dal coro delle minoranze, chiede “una azione di maturità e quindi l’approvazione del bilancio 2014 e poi le dimissioni” perché, spiega, “ci sono cose delicate come i contributi alle famiglie monogenitoriali, che con un bilancio fatto da un commissario potrebbero essere senza F.D.L. agevolazioni, quindi facciamo questo sforzo”.



8 Rovigo Servizi Approvato il consuntivo 2012 di Polesine Acque

Bilancio ok, ma i comuni aspettano il saldo dei crediti di Francesca De Luca

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L’ente ha dimostrato un utile di esercizio, ma tra i conti ci sono anche 16 milioni di debiti da sanare. Tra le ipotesi per il futuro del servizio la fusione con il Cvs

opo mesi di attesa, polemiche ed assenze, il bilancio consuntivo 2012 di Polesine acque è stato approvato. Quasi tutti i Comuni hanno dato parere favorevole; Rovigo si è astenuto, Fiesso Umbertiano ha votato contro ed alcuni comuni erano assenti, tra questi quello di Adria. L’ente ha effettivamente dimostrato un utile di esercizio, e dunque un bilancio in attivo con relativa “stabilità economica”, garantendosi così la possibilità di farsi affidare dal consiglio di Bacino l’uso della rete idrica per i prossimi venticinque anni. “La società è sana e capace di ricevere dal consiglio di bacino la gestione del ciclo integrato dell’acqua” afferma l’assessore alle partecipate del comune capofila Matteo Zangirolami. Bilancio in attivo, sì, ma diversi milioni di debiti con i propri soci (e non solo). Entro Aprile, dunque, Polesine acque avrà il suo da fare: preparare il bilancio 2013, quindi il piano industriale per i prossimi anni, presentare ai soci lo studio di fattibilità in merito alla possibile vendita dell’Ente, prospettando loro rischi diti in capitale sociale, ma la proposta ha suscitato così e vantaggi, e pianificare il rientro dei crediti da parte dei numerose polemiche, e da più fronti, che sembra essere soci della società per azioni (ricordiamo che la maggio- stata accantonata. Lorenzo Feltrin (Prc) ha incalzato ranza relativa delle azioni è del comune di Rovigo). Per l’amministrazione comunale di Occhiobello proprio in quanto concerne la vendita, o la “fusione” come la de- merito alla possibilità di ricapitalizzazione, sottolineando finisce l’assessore Zangirolami, Polesine acque sembra che “per la terza volta in pochi anni si chiederebbe ai guardare al Centro Veneto servizi; un’azienda che nel Comuni di mettere soldi dei cittadini in una società che basso padovano svolge funzioni continua a presentare importanti molto simili a quelle di Polesine Il solo comune debiti senza che peraltro si vedano acque. La fusione sembra aver di Rovigo sembra investimenti significativi”. Già nel particolare importanza soprattut- essere creditore 2006 infatti i Comuni soci aveto perché pare essere un passag- per circa quattro vano provveduto a ricapitalizzare gio propedeutico al recupero dei milioni di euro Polesine Acque per un totale di crediti. Il solo comune di Rovigo circa 2 milioni e mezzo di euro, in sembra essere creditore per circa quattro milioni di euro, quanto il disavanzo dell’esercizio precedente rischiava di una cifra non indifferente per un Comune relativamente portarla al fallimento. L’unica soluzione alternativa sempiccolo (pur essendo capoluogo di provincia). bra dunque quella di procedere alla pianificazione del Si era paventata l’idea di trasformare parte dei cre- rientro dei crediti dei Comuni (circa 16 milioni di euro)

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Nella foto a sinistra la sede della società Polesine Acque

su base pluriennale; per quanto concerne il numero di anni necessari, al momento non pare possibile riuscire ad ottenere una stima definitiva. Le strade percorribili potrebbero essere tre: intanto una ricapitalizzazione pari a 10 milioni del credito e la restituzione dei 6 milioni di euro in tre anni (soluzione che sembrerebbe definitivamente archiviata); la seconda prevederebbe la capitalizzazione di 5 milioni di euro e la restituzione dei rimanenti 11 milioni in 5-6 anni; l’ultima vede la restituzione di tutti i 16 milioni di euro in 8-9 anni. I cinquanta comuni soci e creditori, di cui i 50 polesani, uno veronese (Castagnaro) e uno veneziano (Cavarzere), attendono la risposta definitiva dall’azienda in modo da poter sbloccare il proprio bilancio 2014, fermato proprio a causa dell’incertezza dovuta alla situazione di Polesine acque; questa sembra essere la priorità non solo dell’azienda ma anche delle amministrazioni.

L’Intervento

Job Acts , un tutt’uno con l’insieme delle riforme del Governo Renzi di franco Scantamburlo*

segue da pag.

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A questo si aggiunge l’ aspettativa innescata dalla promessa di ridurre la tassazione per i lavoratori con redditi inferiori ai 15 mila euro all’anno... beneficio annuo di circa mille euro netti in busta paga a partire da maggio. Serviranno alle famiglie per le necessità quotidiane. Una manovra, alla cui copertura, concorreranno i tagli della spending review. Ma la riforma generale annunciata riguarda ammortizzatori sociali in materia di sussidi di disoccupazione. Fa discutere l’introduzione del contratto unico a tutele crescenti e l’estensione del contratto a tempo determinato a tutti i settori, fino a 36 mesi senza causale. Qui il dibattito tra governo e forze sociali rischia un cortocircuito, tra chi grida alla eccessiva precarizzazione e chi invece vorrebbe affossare il metodo della concertazione. Da decenni si sono sempre previsti sacrifici per i lavoratori imprese e pensionati. Alle piccole imprese e artigiane, sta a cuore la riduzione del costo del lavoro a loro carico, anche se le politiche retributive nel mondo artigiano sono più fra le più alte. E’ dovuto alla vicinanza tra dipendente e imprenditore. Nelle imprese artigiane le retribuzioni di merito, sono riconoscimenti unilaterali per fideizzare il dipendente. Un paese che vuole difendere un minimo di Welfare, ha il dovere di armonizzare le tutele. E’ urgente una politica industriale per l’Italia manifatturiera. Su questo terreno si misurerà la forza innovatrice del Governo Renzi e cioè; sulla capacità di coniugare emergenza sociale a lotta alla disoccupazione. Nel paese c’è esasperazione, non basteranno i proclami per una Europa diversa serviranno cambiamenti incisivi perché l’Europa diventi il luogo della solidarietà e della difesa delle politiche sociali. Il Governo Renzi, dovrà dipanare dubbi sulle coperture finanziare e crescita. Il Job Acts ci porta ad esprimere un cauto ottimismo ma va misurato su ogni singolo provvedimento. Un appello al Governo: in un paese al rallentatore come l’Italia, è sì importante una nuova velocità di marcia, ma di più, arrivare alla decisione con il massimo del consenso. Non si commetta l’errore di riformare a prescindere. Quando si maneggia la Costituzione, l’attenzione deve essere massima altrimenti si dà la sensazione che la politica è tutta cattiva. Arrivare da soli non serve, meglio arrivare un giorno o un mese dopo, tutti insieme. *segretario dell’ Associazione Artigiani “Città della Riviera del Brenta”

L’amministrazione lascia a secco l’Accademia dei Concordi

Proposta una colletta per la biblioteca

’amministrazione comunale sembra aver asserito che non ci siano più fondi a disposizione per il mantenimento dell’Accademia dei Concordi che, tra le altre attività, svolge quello di biblioteca pubblica di riferimento del capoluogo e dell’intera provincia. L’associazione “Gli amici di Bisaglia” hanno lanciato l’idea di una sottoscrizione volta a raccogliere i 110mila euro necessari al mantenimento dei servizi in essere. L’ex parlamentare Antonio Zanforlin è in prima fila in questa battaglia. Il presidente di Unindustria Rovigo, Gian Michele Gambato, non ha esitato ad esprimere il proprio consenso all’iniziativa. “Tutto quel che può servire per sostenere cultura e turismo ci vedrà partecipi. L’Accademia è un’istituzione importante, ciascuno

esprima sostegno secondo le proprie disponibilità”. Lorenzo Belloni (presidente della Camera di Commercio) ha precisato che il ruolo preminente è, e deve essere quello del pubblico, dichiarazione in linea con quella di Elena Grandi, presidente provinciale di Ascom Confcommercio. Se il mondo dell’associazionismo non si tira indietro, ben comprendendo l’importanza dell’Accademia per il territorio tutto, sembra nel contempo chiedere all’amministrazione pubblica serietà e responsabilità. Zanforlin, tuttavia, ha posto l’accento sull’importanza di una sorta di “colletta diffusa”, chiamando in causa i 240 soci dell’Accademia e gli utenti della stessa. L’ex presidente Antonio Costato pone l’attenzione sulla convenzione tutto’ora in essere tra Comune ed Ente,

sottolineando come il finanziamento da parte del Comune sia, di fatto, un atto dovuto. L’idea della colletta non convince fino in fondo neppure alcune sigle sindacali. Per Eriberto Tartari (Fp-Cgil), infatti, “Servirebbero finanziamenti certi e costanti. Il pur nobile mecenatismo non può bastare e la raccolta di contributi sporadici può essere utile solo per supportare progetti specifici”. Sembra comunque fiducioso dopo l’istituzione di un tavolo di confronto da lungo tempo richiesto. Rimane infine il problema dei dipendenti. L’accademia ha infatti sei dipendenti a tempo indeterminato e due con contratto a termine. I primi già hanno l’orario ridotto (a sei ore), per i secondi sembra profilarsi la cessazione definitiva del rapporto lavorativo. F.D.L.


Rovigo 9 Associazionismo Proposte per migliorare la vivibilità del Capoluogo

“Facciamo centrRO”, i giovani chiamano Rovigo Le associazioni hanno coinvolto la cittadinanza con un questionario, ora stanno cercando la collaborazione dei commercianti di Francesca De Luca

“F

acciamo centrRO”. Sembra uno slogan elettorale, invece non è così. “Facciamo centRO” è il titolo di un’iniziativa nata dalla sintesi d’idee e di voglia di rinnovamento di molte associazioni giovanili (ma non solo), spinte dalla voglia di dar vita a manifestazioni alternative e nuove, che possano rendere Rovigo più Città e meno grande paese. Le associazioni promotrici sono il Leo Club Rovigo, APE Architetti per Esigenza, Rotaract, Tumbo e Spazio xy; una buona rete dalle ottime potenzialità. Il tutto è partito da una sorta di “campagna di ascolto” in cui i cittadini erano i protagonisti. Un questionario, sottoposto agli abitanti (anche attraverso il sito delle realtà partecipanti) per cogliere le necessità dei rodigini, per comprendere quali siano le

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loro aspettative, come passino il loro tempo libero e cosa desiderino. “Quali posti frequenti abitualmente?”, “Come trascorri il tuo tempo libero?”, “Che tipo di attività svolgi?”, “Cosa vorresti migliorare nei posti che frequenti abitualmente a Rovigo nel tempo libero?” , “Quali temi ti piacerebbe venissero affrontati?” per terminare con le domande relative alla comunicazione: “Conosci gli eventi organizzati sul territorio di Rovigo?”, “Come ne vieni a conoscenza?”. Queste sono solo alcune delle numerose e puntuali domande presenti sul questionario, che sono servite agli organizzatori per farsi un’idea sulle esigenze dei cittadini e sugli eventi da programmare. Matilde Tosatto, responsabile comunicazione dei Lions, sostiene che i gruppi abbiano raccolto più di trecen-

Centro servizi per il volontariato disponibile il catalogo della formazione per il 2014

È

disponibile nel sito del CSV (Centro servizi per il volontariato) il catalogo della formazione per il 2014. I corsi e i seminari previsti sono rivolti ad enti ed associazioni della Provincia di Rovigo. Tutti gli eventi in programma seguono una coerenza e cercano di “accompagnare” il volontario dal suo ingresso nel mondo del volontariato, o dall’inizio della sua volontà di

to interviste. La cosa positiva è che molte persone sembrano non essersi limitate a dare informazioni su loro stesse e sui problemi che affliggono la città, bensì abbiano avanzato proposte concrete. L’idea è quella di dimostrare che Rovigo può essere una città non solo “Small”, ma anche “Smile” (accogliente) e “Smart” (intelligente, a misura d’uomo). Le associazioni hanno organizzato tre serate aperte a tutti, il 31 marzo, il 14 aprile e il 12 maggio, in Pescheria Nuova alle 21.00. In ciascuna delle tre serate, collegate ma a se stanti, un tema verrà illustrato e approfondito con apporti dei partecipanti all’organizzazione e con i contributi della sala. Grazie anche al contributo professionale di esperti di comunicazione (il primo incontro è stato tenuto da Antonio Casella,

dar vita ad un’associazione, al processo inevitabile e necessario del “ricambio generazionale”. Il tema del volontariato è spinoso e spesso ha dato origine ad importanti e stimolanti controversie all’interno della società. Tra gli stessi volontari delle più svariate associazioni è possibile respirare in taluni casi il senso di sgomento. Spesso i volontari si rendono conto di sopperire alle mancanze dello Stato, o delle amministrazioni pubbliche e, se da un lato questo soddisfa l’entusiasmo del volontario stesso, dall’altro lo pone di fronte all’inadeguatezza delle strutture pubbliche che, invece, dovrebbero farsi carico della collettività. Eppure ad oggi pare quanto mai fondamentale che il volon-

esperto di marketing urbano), architetti ed urbanisti, saranno analizzate le potenzialità e le opportunità offerte da Rovigo e dalle realtà associative che vivono il territorio. Al termine di ciascuna serata verrà lanciato un progetto o un’ipotesi di lavoro da realizzare con il contributo del forum dei giovani e di quanti altri volessero condividere le idee elaborate per Facciamo Centro. La prima, ambiziosa, impresa è quella di coinvolgere i commercianti: sono stati programmati una serie di workshop dedicati a loro il 7 aprile, il 29 aprile e il 19 maggio presso la sala Gran Guardia di Rovigo. La collaborazione sembra essere uno dei cardini di questa iniziativa che pare avere tutte le carte in regola per riuscire a funzionare. I giovani chiamano Rovigo. Rovigo risponderà?

tariato non si scoraggi se, come sottolinea il rapporto sulla povertà 2013 di Caritas Italia, la povertà economica nel nostro paese sembra continuare ad aumentare. I dati raccolti in 814 centri di ascolto in tutta la penisola, ci parlano di un’Italia in cui migliaia di persone, oriunde e non, si recano nei centri Caritas per problemi legati alla povertà (59,2%), all’assenza di lavoro (47,3%) e per problemi abitativi (16,2). Il 34% degli utenti dei centri d’ascolto richiede beni e servizi materiali, il 26,8% chiedono il coinvolgimento di soggetti ed enti terzi, il 10,7% un aiuto economico, il 10,3% orientamento a servizi o informazioni su misure e prestazioni socio-assistenziali disponibili nel territorio. F.D.L.

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Brusco: “Indebolimento pauroso delle strutture ospedaliere” Secondo l’assessore di Palazzo Celio sarebbero ben 290 i dipendenti in meno tra medici, tecnici, infermieri, operatori sociosanitari e amministrativi di Melania Ruggini

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tiamo andando inesorabilmente verso la Della gente, me compreso, che manda ad amministraprivatizzazione della sanità italiana”. E’ di- re indifferentemente dei partiti che conducono a questi sincantato il parere dell’assessore provincia- risultati - replica secco l’assessore. c’è un cattivo uso del le Guglielmo Brusco, che lancia l’allarme. “Stiamo denaro pubblico regionale e una scarsa attenzione da assistendo ad un indebolimento pauroso delle strutture parte di chi doveva vigilarvi. La Regione privilegia i centri sanitarie pubbliche”. medici privati e prosegue nell’accumulare deficit nelle Secondo i numeri del strutture pubbliche. Il privato vicepresidente di palazzo Ce- “La Regione fa utili, il pubblico fa perdite”. lio, gli ospedali polesani oltre privilegia i centri Arrivando ai dati della Provinad essere stati depotenziati medici privati, questi cia, il primo ospedale oggetto in termini di posti letto avreb- fanno utili il pubblico di pesanti tagli è stato quello bero subìto anche il taglio dei fa perdite” adriese, con la scomparsa di dirigenti medici. Sarebbero 39 posti letto, ossia 1 posto ben 290 i dipendenti in meno tra medici, tecnici, in- letto ogni 5, quasi il 20% di quelli attuali. “Questo avfermieri, operatori sociosanitari e amministrativi. “Gli viene in un momento in cui l’ospedale di Adria, dopo amministratori dovrebbero investire per gli interessi anni di riconoscimenti per i servizi resi alle donne (bollipubblici e non solo per gli obiettivi dei privati”. Ma di no rosa) quest’anno non è stato nemmeno premiato”. chi è la responsabilità di questo taglio così evidente? “ Secondo Brusco: “Questo indebolimento è stato portato

Guglielmo Brusco

avanti con determinazione dall’Assessore Coppola, che l’ha votato in giunta regionale, e dai consiglieri regionali Corazzari e Mainardi”. Per quanto riguarda l’ospedale San Luca di Trecenta, l’area medica ha visto il taglio di 20 posti letto su 72 precedenti, ossia – 27%. L’area chirurgica ha subito un taglio di 26 posti letto sui 48 precedenti, ossia -54%; ancora, l’area materno infantile una diminuzione di 10 sui 20 precedenti con -50%; l’area terapia intensiva ha registrato una diminuzione di 4 posti letto sui precedenti 8, ossia -50%. Infine l’area riabilitativa -8%, ossia un taglio di 5 posti sui 60 precedenti.

NEWS Ospedale di Rovigo

All’Ulss 18 mancano 290 dipendenti

L

’ospedale di Rovigo non se la cava meglio, anche alla luce di importanti problemi al centro trasfusionale, al pronto soccorso e nei reparti di area medica. I numeri raccolti dalla Provincia parlano chiaro: per l’area medica si registra un taglio del 12% ossia di 20 posti letto; l’area chirurgica ha visto un taglio di 22 posti letto su 127, -17%; per l’area materno-infantile il taglio è del 17%, ossia 9 posti su 53. E l’area di terapia intensiva risente addirittura del taglio del 50%, con 24 posti letto decurtati su 48; infine, l’area riabilitativa vede un calo del 12,5%, 5 posti letto in meno su 40. “A differenza di noi - prosegue l’assessore Brusco - al di là dell’Adige si trovano le risorse e si sta costruendo l’imponente e moderno ospedale unico dell’Ulss Este-Monselice dove non viene tagliato nemmeno un posto letto e che dovrebbe essere operativo a fine del 2014. Non è che alla fine, questo ospedale servirà a svuotare di servizi l’ospedale pubblico di Rovigo?” L’aumento degli utili per le aziende private è all’incirca di 45 milioni di euro dal 2005 al 2012, mentre le Ulss avrebbero perso nello stesso periodo 380 milioni. “D’altra parte, prosegue inesorabile l’indebolimento dell’organizzazione del personale - aggiunge Brusco - che si traduce in un pesantissimo attacco alla pianta organica di ospedali, ambulatori, uffici della sanità pubblica. Rispetto ai dirigenti medici, ci sono 40 professionisti in meno di quanto previsto dalla dotazione organica: di 391 previsti, in servizio ce ne sono 351”. Nel settore infermieristico, sono 135 gli operatori in meno; per quanto riguarda operatori tecnici e sanitari, ce ne sono 40 equivalenti in meno. Nel settore amministrativo, sono 50 gli operatori equivalenti in meno. In totale all’Ulss 18 mancano 290 dipendenti equivalenti con un ulteriore calo di 50 unità rispetto a tre anni prima. “Risultati: un lavoro massacrante per l’attuale personale, lunghe liste d’attesa e progressiva privatizzazione della sanità”- conclude l’assessore Brusco. Me.Ru.

Ex ospedale Maddalena continuano gli sgomberi Recenti controlli hanno condotto a otto denunce a piede libero per l’ipotesi di reato di invasione di edifici. Tra i senzatetto diversi rumeni, tra cui minori, un disoccupato italiano e una donna che avrebbe partorito da poco

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ontinuano le ispezioni e gli sgomberi della polizia all’interno dell’ex ospedale Maddalena, in Commenda. In atto, ora, gli accertamenti della questura per verificare se nuovi occupanti abusivi siano entrati nella struttura. Dopo il controllo di fine febbraio che ha condotto a otto denunce a piede libero per l’ipotesi di reato di invasione di edifici, è stata segnalata una nuova occupazione di lì a pochi giorni. Gli occupanti non solo sarebbero rientrati nello stabile, ma avrebbero anche steso la biancheria, approfittando del bel tempo. All’interno dell’ex ospedale Maddalena, tra i senzatetto rumeni e un disoccupato italiano, sono stati segnalati anche minori sotto i 17 anni e una donna che avrebbe da poco partorito un bambino in ospedale. Tra gli occupanti, spunta il nome di un rodigino, Roberto Barin, ex saldatore esperto rimasto senza lavoro. L’estate scorsa viveva all’ex piscina Baldetti, altro immobile abbandonato, in viale Porta Adige. L’intervento risolutivo non dovrebbe comunque essere lontano, secondo il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato in prefettura e a cui hanno preso parte anche la questura, l’ammini-

strazione comunale e la proprietà dell’area. Le istituzioni hanno chiesto la disponibilità dei proprietari, la ditta Reale, ad intervenire in modo definitivo sugli accessi ai locali della struttura. La richiesta è stata approvata. Da tempo, infatti, l’azienda Reale ha presentato regolare denuncia per occupazione abusiva di proprietà privata. Murando gli accessi alla struttura si impedirà così ai senzatetto di fare rientro nella sede dell’ex ospedale. Tra gli episodi degni di nota, è da registrare un gesto di solidarietà di una persona, che ha voluto rimanere nell’anonimato, che a fine febbraio avrebbe lasciato davanti alla cancellata generi alimentari, vestiario, qualche spicciolo e un piccolo presepe per gli abitanti abusivi. Me.Ru.


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12 Rovigo Infrastrutture Il sottosegretario ai Trasporti risponde all’interrogazione del Pd

Valdastico e Romea commerciale, il via libera è vicino Il prolungamento a Sud dell’autostrada dovrebbe essere completato entro l’anno, mentre il recente finanziamento al Cipe ha rilanciato il progetto dormiente da anni della Romea

“U

na notizia sicuramente positiva per il Polesine il cui rilancio passa necessariamente anche dalle infrastrutture”. Questo il commento dell’onorevole Diego Crivellari alle parole di Umberto Del Basse De Caro, sottosegretario ai Trasporti che in commissione Ambiente e infrastrutture alla Camera aveva risposto sulla Valdastico Sud. Del Basso De Caro, infatti, aveva risposto a un’interrogazione presentata lo scorso 7 novembre da Giulia Narduolo, primo firmatario, documento che aveva siglato anche i colleghi Alessandro Naccarato, Anna Margherita Miotto e Federico Ginato oltre ovviamente a Crivellari. All’interrogazione che chiedeva lumi circa i tempi di consegna dell’opera, il sottosegretario è stato chiaro rispondendo di persona: “Sulla Valdastico Sud assicuro che il completamento dell’intervento sull’asse

principale relativa agli ultimi 32 chilometri è previsto per il 31 dicembre di quest’anno”. Dichiarazioni che spazzano il campo dalle preoccupazioni nate dopo alcuni articoli di stampa che riportavano una nota della società autostrada Padova-Brescia e in cui l’asticella da fine 2014 - come riconfer-

Il cantiere era stato oggetto delle indagini della Procura per il ritrovamento di rifiuti tossici mato invece in commissione - veniva spostata all’anno successivo. Una differenza, come rilevato anche dall’onorevole Giulia Narduolo, “di non poco conto, visti i notevoli interessi delle amministrazioni locali coinvolte dal progetto” e i ritardi fin qui

accumulati dall’opera, interessata, lo si ricorderà, anche da indagini della Procura di Venezia per il ritrovamento di rifiuti tossici sotto il manto stradale. “Le rassicurazioni di De Caro - conclude Crivellari - ci sollevano e fanno sperare ottimisticamente in tempi di consegna in linea con quanto dichiarato: questo intervento, che andrà a completare i lavori dell’autostrada, rappresentano l’ultimo anello di un’infrastruttura fondamentale anche per il Polesine, che sarà raccordato e collegato direttamente al veneto occidentale e all’area pedemontana”. Un intervento destinato a fare il paio con la Romea commerciale - il cui recente finanziamento al Cipe ha rilanciato un progetto dormiente da anni - e con il sospirato prolungamento della Transpolesana, altre due opere che il Polesine attende per un rilancio definitivo auspicato da tempo.

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La Valdastico collegherà la Transpolesana a Piovene Rocchette, ai piedi dell’Altipiano di Asiago. Nelle foto piccole gli onorevoli Diego Crivellari e Giulia Narduolo

FOCUS Passante Nord

Veneto strade ricorre al Tar. Comitati Cittadini: “inverosimile”

V

eneto strade non è per niente rassegnato all’archiviazione del progetto che prevedeva la realizzazione del passante Nord a Sud del Ceresolo, bocciato dalla Soprintendenza ai beni Culturali per preservare l’ex poligono di tiro che si trova all’interno di Parco Langer. Anzi per bocca del suo Direttore, Silvano Vernizzi, è stato annunciato un ricorso al Tar. Una scelta che non ha mancato di sollevare polemiche in città soprattutto tra le fila dei “Comitati Cittadini” che fin dal primo momento si erano messi di traverso rispetto alle intenzioni della stessa Veneto Strade, per preservare l’integrità di Parco Langer. “La notizia del ricorso al TAR - precisano in un comunicato stampa - ha dell’inverosimile! Un ente a totale partecipazione pubblica decide autonomamente, tramite il suo Direttore, Ing. Silvano Vernizzi (già Presidente e poi A.D. di Veneto Strade e, allo stesso tempo, Segretario regionale alle Infrastrutture) di opporsi alla decisione di un altro ente, la Soprintendenza che, con un provvedimento ineccepibile per motivazioni e finalità, ha sottoposto a tutela un monumento cittadino di grande valore storico, unico nel suo genere. Un ricorso pagato quindi con denaro pubblico nell’intento di rimuovere una tutela più che dovuta e che una volta scardinata aprirebbe la strada (è proprio il caso di dirlo) alla costruzione del Passante nord attraverso l’area destinata a Parco cittadino già intitolato ad Alexander Langer, distruggendo gli ampi e ben conservati resti dell’ex poligono, abbattendo un bosco urbano, cancellando la possibilità di realizzazione del parco stesso, atteso da oltre 30 anni, e soffocando la città in un abbraccio mortale! Nella certezza della serenità di giudizio dei giudici amministrativi e del conseguente rigetto di questo assurdo ricorso, non possiamo omettere alcune considerazioni di merito. L’accanimento di Veneto Strade e di parte della Giunta comunale su questo specifico tracciato e la parallela avversità a quello molto più economico e accettabile su via Calatafimi (sul cui progetto, lo ricordiamo, il Comune di Rovigo – Giunta Avezzù – aveva già vinto un procedimento proprio davanti al TAR contro i frontisti che vi si opponevano) continua a farci chiedere cosa ci sia sotto veramente; quali siano le

Il direttore di Veneto Strade, Silvano Vernizzi reali ragioni di una simile ostinazione. Con opere fondamentali da ultimare in ambito comunale come il Passante Ovest e, prima ancora, la necessità di risolvere il nodo viario di Viale Porta Adige – Tangenziale Est al ponte di Boara (incrocio pericolosissimo e causa di frequenti, lunghe code), è inspiegabile la folle insistenza su questo progetto devastante sotto un’infinità di punti di vista! Per non parlare della minaccia dello stesso Vernizzi di cancellare il finanziamento su Rovigo, in un gioco delle parti tra lui e il Sindaco Piva a dir poco stucchevole! Ma non doveva essere il Comune, secondo le parole dello stesso Vernizzi, a decidere sul tracciato dell’opera? Perché il Direttore di Veneto Strade viene ora a dirci che se il Comune vuole il percorso su via Calatafimi, deve arrangiarsi a farne il progetto? Come si giustifica un simile atteggiamento ricattatorio? Ricordiamo che l’iter di approvazione del progetto a sud del Ceresolo è stato stoppato, oltre che dal provvedimento della Soprintendenza, dal un voto unanime dell’intero Consiglio comunale e che nessuna imposizione di Veneto Strade può travalicare la sovranità dell’organo elettivo espressione diretta della volontà popolare: questa è la democrazia! Per finire, ricordiamo che i cittadini – contribuenti sono ancora in attesa della documentazione tecnico – contabile relativa alla parte del Passante già realizzata, costata l’astronomica cifra di 24 milioni di euro a fronte di opere ridotte e pesantemente variate rispetto al progetto originario. L’incredibile rifiuto di Veneto Strade di fornire detta documentazione denota ancor più l’arroganza ed il senso di onnipotenza dei suoi vertici! E la politica tace”.



14 Rovigo Il caso del Partito Democratico Congresso congelato, commissariata la segreteria

Giannuzzi Miraglia porterà la pace nel partito Roger De Menech: “Ho voluto fortemente la presenza di un commissario affinché questa impasse si superi con slancio” di Melania Ruggini

NEWS Politica, Forza Italia

I circoli polesani vogliono Mainardi come coordinatore

L

a snervante attesa si è ormai conlusa: il altri esponenti del Pd locale. La nomina è avvenuta nonostante l’ex cansegretario regionale del Pd Roger De Menech ha affidato ad Anna Maria Giannuzzi didato Filippo Silvestri avesse espresso la volontà Miraglia il ruolo di commissario della segreteria di ritirarsi dalla corsa a segretario provinciale. “Prima di andare nuovamente al congresso provinciale del PD polesano. Più volte assessore alla sicurezza sociale, al turismo e commercio, – ha spiegato De Menech - bisogna compattare alle politiche educative del Comune di Venezia, il partito, le ferite sono ancora troppo fresche e il commissario ha il compito primario di portare quindi facciamole marginare per poi riprendere la la tanto agognata pace nel partito, dopo le in- stagione congressuale”. La prima presentazione pubblica del comnumerevoli tensioni e i duri scontri accumulati in quest’ultimo periodo. Sabato 15 marzo il missario Giannuzzi Miraglia è avvenuta di lì a commissario è stato ufficialmente presentato dal poco, all’assemblea pubblica di confronto tra iscritti del Pd e i vertici segretario regionale, alla predel partito, tenutasi il senza completa del direttivo Il primo atto del commissario: 20 marzo alla Gran del partito provinciale. Guardia, per raccogliere “E stato un incontro la richiesta idee e mettere a punto importante e propositivo- ha di dimissioni strategie dopo le recenti esordito De Menech- “Ho del sindaco Piva vicende congressuali. chiesto a tutti di guardare verso il futuro. Dal passato e dagli attriti dobbia- Anche stavolta erano presenti i vertici del partito mo tutti imparare e migliorare. Ho voluto forte- e i cittadini per portare all’attenzione esigenze mente la presenza di un commissario affinché e richieste. Guidata da Nadia Romeo, che ha questa impasse si superi con slancio”. Presenti elencato una lunga lista di errori e mancanza all’importante traguardo i vari protagonisti della di iniziative e progetti per la città da parte deldebacle, Diego Crivellari, Julik Zanellato, Angelo la giunta Piva culminata nella totale immobilità Zanellato, Sandro Gino Spinello, Gabriele Frigato, delle ultime settimane”, l’assemblea è culminata Raffaella Salmaso, Federico Saccardin, Domeni- nell’intervento di Anna Maria Giannuzzi Miraglia co Romeo, Graziano Azzalin, Nadia Romeo, Da- che ha rinforzato l’obbligo di chiedere le dimissioniele Chiarioni, Franco Grotto, Caterina Zanetti e ni del sindaco “perché non si può amministrare

S

Anna Maria Giannuzzi Miraglia è stata più volte assessore alla sicurezza sociale, al turismo e commercio, alle politiche educative del Comune di Venezia tra tensioni e difficoltà, assenza di iniziative e proposte che hanno precipitato l’amministrazione rodigina al 96° posto, sul totale di 108, nella graduatoria stilata dal Sole 24 ore”. Le lamentele dei cittadini si sono concentrate principalmente sulla totale indifferenza dell’amministrazione comunale verso le necessità e le lacune delle frazioni, un importante bacino di voti che è risultato addirittura decisivo per la vittoria del sindaco alle elezioni.

ulla questione, ancora aperta, relativa a chi sarà il prossimo coordinatore provinciale di Forza Italia, i due principali contendenti sono i volti noti del partito polesano: da una parte il vice capogruppo in consiglio regionale Mauro Mainardi e dall’altro l’assessore regionale Isi Coppola. Tra i due, Mauro Mainardi sembra godere della fiducia dei club Forza Silvio polesani, tanto che una trentina di circoli della provincia hanno recentemente inviato un documento niente meno che al Cavaliere, chiedendo che sia premiata la coerenza dimostrata da Mainardi. Nella lettera indirizzata proprio a Berlusconi, viene data la propria versione ripercorrendo varie tappe, subito dopo lo scioglimento del Pdl, arrivando alla nascita di Forza Italia e del Nuovo centrodestra. In essa si legge: “La coerenza per tutti noi dei club ha nome e cognome: Mauro Mainardi, convinto delegato votante la rinascita di Forza Italia il 16 novembre 2013 a Roma, a fianco dell’insostituibile presidente Silvio Berlusconi. In quella occasione Alfano aveva deciso di abbandonare il presidente Berlusconi per costituire, di lì a poco, il Ncd e l’assessore regionale ex Pdl Isi Coppola preferì, al momento del voto, uscire dalla sala congressi, perché non credeva nei valori della destra rappresentati da Forza Italia”. Ancora: “Dal giorno dopo il congresso nazionale, Isi Coppola ha dato vita in provincia di Rovigo a Ncd, spendendosi a raccogliere consensi in danno agli ex amici di Forza Italia. Come è noto il declino di Alfano e dei suoi seguaci veniva certificato dai sondaggi che, per converso, vedevano una forte risalita di Forza Italia. A quel punto ha prontamente, abbandonato pure Alfano e i suoi amici rodigini del Ncd e ha chiesto di entrare in Forza Italia. Oggi la ex Pdl, la non votante per Silvio Berlusconi al congresso, la fondatrice di Ncd in provincia di Rovigo, pretende, rientrata in Forza Italia, il ruolo di coordinatrice provinciale del nostro movimento, dopo averlo contestato per mesi”. “A questa richiesta tutti i club di Forza Silvio della provincia di Rovigo dicono di no con fermezza e determinazione”. 
 Me.Ru.

IN BREVE Tribunale

Nuovi uffici pronti per il 25 aprile

I

lavori del Tribunale sono in ritardo di un mese e mezzo rispetto alla tabella di marcia. In pratica, tutto slitta al prossimo 25 aprile, data in cui l’ex ufficio del registro di via Mazzini sarà consegnato al Comune e dunque al Tribunale. Il presidente del tribunale, Adalgisa Fraccon, aveva in più occasioni sottolineato il fatto che l’ampliamento degli uffici giudiziari doveva avvenire entro e non oltre la data del 15 febbraio. Ma questo non è avvenuto. Nel frattempo, in via Verdi sono arrivati sette nuovi giudici che hanno cominciato a lavorare ugualmente, nonostante gli uffici designati non siano ancora pronti. L’agenzia immobiliare che ha condotto la trattativa di compravendita dell’immobile spiega le varie tappe dell’operazione. Dapprima, sotto Natale, sono pervenuti i necessari nullaosta dai diversi enti pubblici che potevano vantare il diritto di prelazione. Il 24 febbraio è seguito il definitivo atto di compravendita tra il fondo statale e la società Medaglino San Vitale. Il 25 febbraio è poi stato firmato il contratto di locazione col comune e quindi sono scattati i sessanta giorni entro i quali i nuovi proprietari devono mettere a norma l’edificio. Ora tocca all’intervento più complesso, ossia l’allacciamento dell’ascensore, mentre sono già partiti gli interventi agli impianti. Me.Ru.

Fratelli d’Italia

Obiettivo, ricucire la Destra italiana

F

ratelli d’Italia spicca il volo in Polesine e si prepara all’imminente apertura di circoli territoriali, a Rovigo, Badia Polesine, Porto Viro. Dopo la partecipazione alle primarie rodigine la federazione rodigina è tornata alla carica, partecipando con 12 delegati al congresso nazionale di Fiuggi nei giorni 8 e 9 marzo. La partecipazione è stata numerosa, così come l’energia che si è respirata nella compagine rodigina. Il portavoce del gruppo, Ivo Baccaglini, eletto nell’assemblea nazionale del partito, è molto soddisfatto della trasferta e afferma che il movimento è spinto da grande determinazione. Ora la regione Veneto riveste un posto di primo piano nel partito, grazie alla nomina di Raffaele Speranzon nella segreteria politica della presidente Meloni. Tra gli obiettivi imminenti: “Rilanciare l’unità della destra italiana riunendo quel popolo che è rimasto orfano di una casa, con l’obiettivo di una politica che torni ad essere impegno civico, passione per le idee e la loro affermazione, volontà di costruire un modello sociale compatibile con i valori per cui ci battiamo”. Al congresso nazionale sono stato toccati i temi caldi dell’euro e la rinegoziazione degli accordi europei, la riforma del lavoro, la tutela del made in Italy e le relative regole su commercio, immigrazione, sostegno alla famiglia e quoziente famigliare. “Molto lavoro ci aspetta per il nostro Polesine - prosegue Baccaglini, che sottolinea il bisogno di ricucire un “tessuto che negli ultimi anni si è quasi completamente sfaldato”. Occorre insomma mettere in rete le persone “non tanto per la loro passata o odierna appartenenza, quanto per le loro idee che mai muoiono o cambiano al modificar delle sigle”. E sul versante delle prossime alleanze in vista delle elezioni amministrative, Fratelli d’Italia sta lavorando alle intese di coalizione e per partecipare al voto con alcune liste civiche. Me.Ru.

Scelta civica

Ilaria Borletti Buitoni tra i visitatori de “L’Ossessione Nordica”

T

ra i numerosissimi visitatori de “L’Ossessione Nordica” spunta il nome del sottosegretario per i Beni e le attività culturali, Ilaria Borletti Buitoni, che ha fatto visita a Palazzo Roverella, lo scorso 24 marzo, subendone decisamente il fascino. Il sottosegretario, esponente di Scelta Civica, è stato accolto, in forma strettamente riservata, dalla direttrice della mostra Alessia Vedova e dal consigliere di amministrazione della fondazione Cariparo Virgilio Borgato, assieme al sindaco Bruno Piva e al presidente dell’Accademia dei Concordi Enrico Zerbinati. Dopo la visita guidata l’onorevole Ilaria Borletti Buitoni ha incontrato i rappresentanti locali di Scelta Civica all’hotel Margherita. All’incontro c’erano la presidente del circolo di Rovigo Roberta Borella, il coordinatore regionale Alberto Toldo, il consigliere regionale Diego Bottacin, Enrico Pizzardo in qualità di moderatore e un gruppo di aderenti e simpatizzanti locali. Il sottosegretario ha sottolineato il fondamentale valore della cultura, di cui l’Italia è ricchissima, che va riconsiderato come uno dei volani di sviluppo più importanti per l’intera nazione. In Veneto, come nelle altre regioni italiane, esistono piccole realtà che tutti ci invidiano all’estero ma che noi non sappiamo valorizzare. L’impegno di Scelta Civica è dunque quello di proseguire nel cammino di valorizzazione della cultura e della riscoperta dei luoghi, mediante un’attenta riqualificazione del turismo e del patrimonio artistico italiano. Me.Ru.



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VIAGGIO In Riforma degli enti locali La Camera ha approvato il Ddl Delrio

PROVInCIA ROVIGO e ADRIA

Addio Province, dal 1° gennaio subentrano le città metropolitane

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. La legge che ha fatto sparire le provincie porta il suo nome

In attesa della costituzione dei nuovi organi, il presidente della Provincia e la Giunta restano in carica, ma a titolo gratuito e non oltre il 31 dicembre

L

a Camera ha approvato il Ddl Delrio sulle province, che così diventa torio, ambiente, trasporto, rete scolastica. Resterà in capo alle Province la legge. I voti favorevoli sono stati 260, i contrari 158, gli astenuti 7. funzione per la gestione dell’edilizia scolastica e il controllo dei fenomeni Le città metropolitane si apprestano a diventare realtà dall’1 gennaio discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunita’ 2015, le Province vengono ‘svuotate’ delle loro funzioni e, in attesa della sul territorio provinciale. Con la redistribuzione di funzioni e personale tra riforma del Titolo V e della loro definitiva abolizione, gli organi non saranno Regioni e Comuni, e solo in piccola parte alle Province, viene redistribuito più eletti dai cittadini. Ancora, incentivi per promuovere le unioni e fusioni sia il patrimonio, sia il personale con lo stesso compenso. Le funzioni che di Comuni. Questi sono solo alcuni dei punti salienti della nuova legge. nell’ambito del processo di riordino sono trasferite dalle Province ad altri Enti Ma andiamo per ordine, con il decreto vengono istituite 10 città metropo- continuano ad essere da esse esercitate fino all’effettivo avvio dell’esercizio da parte dell’ente subentrante. Altra novità riguarda litane: oltre a Roma Capitale che per il suo status il consiglio. Sono organi delle Province il presidente, ha una disciplina speciale, Torino, Milano, Venezia, Il nuovo presidente il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, ma Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Ca- e il consiglio tutti questi incarichi sono esercitati a titolo gratuito. labria. Le città metropolitane dall’1 gennaio 2015 verranno eletti Gli organi non sono più eletti dai cittadini. Il presisubentrano alle Province omonime e succedono ad dai sindaci e dai dente della Provincia sarà eletto dai sindaci e dai esse in tutti i rapporti attivi e passivi e ne esercita- consiglieri comunali consiglieri dei Comuni della Provincia, così come no le funzioni nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e degli obiettivi del patto di stabilità interno. Il sindaco della città pure il Consiglio mentre l’assemblea sarà composta da tutti i sindaci dei metropolitana sarà di diritto il primo cittadino della città capoluogo a meno Comuni appartenenti alla Provincia. Gli attuali consigli provinciali, dunque, che lo statuto non ne decida l’elezione diretta, che però richiede apposita hanno le ore contate? E’ prevista l’abolizione del livello politico elettivo con legge elettorale e la divisione del Comune capoluogo in più comuni. Gli l’immediato addio al Consiglio provinciale. In attesa della costituzione dei altri organi della citta’ metropolitana sono il consiglio metropolitano e la nuovi organi, il presidente della Provincia e la Giunta restano in carica, ma conferenza metropolitana. Per quanto riguarda le province invece, nella a titolo gratuito, per l’ordinaria amministrazione fino all’insediamento del fase di transizione sono enti di secondo grado, manterranno le funzioni presidente eletto secondo il nuovo meccanismo e comunque non oltre il 31 di area vasta ed esercitano le funzioni di pianificazione riguardo a: terri- dicembre 2014.

Il Commento della presidente Virgili

“la legge pare essere anticostituzionale, vedremo cHe cosa succederÀ”

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a notizia dell’approvazione del decreto, che di fatto svuoterà le provincie rendendole enti di secondo grado, non è piaciuta negli ambienti di Palazzo Celio. La presidente della Provincia, Tiziana Virgili, infatti, da sempre ha sostenuto che tale iniziativa è da considerarsi anticostituzionale in quanto anche se le provincie vengono svuotate della loro rappresentanza e non abolite, il procedimento di nomina del consiglio e del presidente, non avvenendo attraverso il voto dei cittadini, andrebbe contro quello che è il dettato della Carta Costituzionale. “Staremo a vedere come sarà applicata questa legge - è stato il commento a caldo di Tiziana Virgili presidente della Provincia di Rovigo che da fine maggio fino al 31 dicembre 2014 sarà il commissario della stessa - la legge pare essere anticostituzionale quindi vedremo che cosa succederà”.

uRBANISTICA “pIANO CASA” BOCCIATO DAL pD

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’ stato presentato, lo scorso 24 marzo, nella sala consiliare del Comune di Taglio di Po, il Piano Casa 3, recentemente approvato in Regione Veneto. Alla serata, organizzata dal Gruppo Consiliare Regionale PD Veneto, hanno partecipato numerosi tecnici del settore edilizio e cittadini. Relatori Bruno Pigozzo, vicepresidente Commissione Urbanistica Regione Veneto, Vincenzo Fabris direttore Dipartimento Territorio e Urbanistica Regione Veneto, Graziano Azzalin consigliere regionale e Davide Marangoni, assessore all’urbanistica del Comune di Taglio di Po. Dopo i saluti di Marco Ruzza, coordinatore del

circolo Pd locale, del sindaco Francesco Siviero e dell’assessore Marangoni, hanno esposto le proprie opinioni i relatori presenti: “Il Piano Casa, - ha sottolineato Pigozzo – muove da giuste premesse, ovvero il recupero e riqualificazione dell’esistente in cambio di bonus in volumetrie, ovvero ristrutturazioni da contrapporre alle nuove costruzioni. Questa è la strada giusta e l’unica percorribile. Ma non si può derogare a tutto e calpestare i diritti di regolamentazione urbanistica che giustamente devono rimanere in capo anche ai singoli Comuni. È per questo che il Pd in consiglio ha votato contro, pur essendo convinto che il

Piano Casa è uno strumento utile e necessario. È stata quindi presentata una proposta di modifica per gli aspetti inaccettabili: il ruolo dei Comuni, la questione delle altezze, l’edificabilità dei corpi separati e il capitolo relativo i piani attuativi”. “Non si tratta di un terzo Piano Casa, - ha specificato Fabris – ma di una seconda modifica del primo. Il piano prevede che le istanze per gli interventi siano presentate entro il 10 maggio, che i Comuni non possono introdurre limitazioni e che l’ampliamento è possibile anche su altro lotto fino a 200 metri misurabili in linea d’aria, la cui proprietà deve appartenere ad un unico pro-

I relatori della serata dedicata al Piano casa prietario o al coniuge”. Il consigliere Azzalin ha quindi concluso la serie di interventi: “Il Piano Casa varato non è rispettoso del territorio. Una vera azione riformatrice del settore urbanistico ed edilizio dovrebbe basarsi su 2 punti: l’azzeramento del consumo di suolo agricolo, ovvero un uso sostenibile e un serio perseguimento del recupero dell’edificato, oltre al ruolo dei Comuni sul Piano Casa che non può essere negato, date le peculiarità diverse di ogni singolo territorio”. Si.Bo.

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Spazi Spazi Aperti aperti 17 25 Polesine Camerini Il tribunale di Rovigo ha emesso la sentenza sul caso Enel

Disastro ambientale doloso. Tre anni a Scaroni e Tatò Il pubblico ministero Manuela Fasolato aveva chiesto pene detentive più severe. Assolto l’attuale amministratore delegato di Enel Fulvio Conti Gli amministratori delegati di Enel Paolo Scaroni e Franco Tatò. Nell’altra foto il Pm Fasolato

di Alessandro Orlandin

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isastro ambientale doloso. Questo il reato per cui il tribunale di Rovigo ha condannato gli ex amministratori delegati di Enel Paolo Scaroni (attuale a.d. di Eni) e Franco Tatò (in carica dal 1996 al 2002) nel processo-bis riguardante le emissioni della centrale termoelettrica di Porto Tolle. Dopo sei ore di camera di consiglio il collegio presieduto da Nicoletta Stefanutti e composto da Silvia Varotto e Gilberto Stigliano Messutti, ha decretato una pena di tre anni di reclusione (con cinque anni di interdizione dai pubblici uffici) per entrambi gli imputati. Il pubblico ministero Manuela Fasolato aveva chiesto rispettivamente cinque anni e tre mesi per Scaroni e sette anni per Tatò. Assolto invece l’attuale amministratore delegato di Enel Fulvio Conti per mancanza di elemento soggettivo. È stata quindi accolta solo parzialmente la tesi della pubblica accusa, che ha ipotizzato una correlazione diretta tra i criteri di gestione della centrale situata Polesine Camerini e l’incremento delle patologie respiratorie tra i bambini fino a 14 anni, in un arco di tempo compreso tra il 1998 e il 2005. Oltre a Conti, sono stati assolti anche altri cinque imputati: si tratta di Leonardo Arrighi, Carlo Zanatta, Antonino Craparotta, Alfredo Inesi e Sandro

Fontecedro. Altri due sono usciti dal processo per diverse ragioni: per Renzo Busatto è intervenuta la prescrizione, mentre Giuseppe Antonio Potestio è deceduto a procedimento ancora in corso. Ovviamente, trattandosi di un giudizio di primo grado, le difese hanno già annunciato ricorso in appello definendo “soddisfacente” l’assoluzione di Fulvio Conti e degli altri dirigenti usciti indenni dal processo. Secondo gli avvocati di Enel “Nessun danno sanitario o ambientale è stato riconosciuto dal tribunale, facendo così venir meno il nucleo fondamentale della tesi accusatoria e della consulenza epidemiologica su cui aveva puntato il pm”. I diretti interessati, condannati anche a un risarcimento totale vicino ai 400mila euro, non l’hanno proprio presa benissimo. Scaroni si è detto “stupefatto” del verdetto rodigino, rimarcando la sua totale estraneità ai fatti contestatigli, mentre Tatò ha parlato di “sentenza assurda, che scuote la mia teutonica fiducia

TuRISMO E AMBIENTE “DAL BILANCIO REgIONALE TRE BuONE NOTIZIE pER CHIOggIA”

T

urismo e ambiente: dal bilancio regionale 2014 tre buone notizie per Chioggia e il suo territorio. Con l’approvazione di una serie di emendamenti, presentati dal capogruppo del PD, Lucio Tiozzo, è stato finanziato un pacchetto di interventi che coniugano la tutela e la valorizzazione ambientale con il potenziamento dell’offerta per i visitatori. La prima buona notizia è quella dello stanziamento di 500 mila euro, cui se ne aggiungeranno altri 1,5 milioni attingendo da finanziamenti europei, per la per costruzione di una passerella sul fiume Adige, collocata ad un chilometro dalla foce, che permetterebbe di colle- Lucio Tiozzo gare Rosolina Mare a Isola Verde. La passerella sarà pedonale, ciclabile A sx un’immagine delle Tegnùe e fruibile anche dai mezzi di emergenza, e per la messa in opera verranno sfruttati i piloni già esistenti, pensati per impedire la risalita del cuneo salino. “In questo modo – spiega Lucio Tiozzo – sarà possibile realizzare un percorso cicloturistico continuo che va dal Delta del Po a Rosolina fino al Lido di Venezia, passando per Isola Verde, Sottomarina, Chioggia e Pellestrina. Si tratta di un intervento che a sua volta consentirà di agganciare tutta la zona ad un progetto più ampio (chiamato “VenTo” ed ideato in coincidenza con l’Expo 2015) per collegare Torino e Venezia attraverso un’unica ciclabile. La cosa fondamentale era cominciare a rendere disponibili le risorse: un obiettivo raggiunto. Ora è più vicino questo traguardo per dare all’economia turistica della nostra area un’occasione di sviluppo”. Il secondo finanziamento, di 100 mila euro, chiesto ed ottenuto dal PD, verrà invece destinato alla tutela di un patrimonio ambientale prezioso come quello delle Tegnùe di Chioggia. “In questo modo vengono garantite le attività di informazione e controllo sulle Tegnùe. Sono due azioni fondamentali per preservare l’integrità di questo ambiente subacqueo: più persone verranno infatti sensibilizzate e più avremo risultati in termini di rispetto. Le Tegnùe, come altri luoghi di straordinaria ricchezza naturalistica, vanno adeguatamente valorizzati – sottolinea Tiozzo - anche perché rappresentano un’attrattiva importante, a beneficio dell’economica turistica locale”. Il terzo obiettivo messo a segno dai democratici riguarda la difesa degli arenili, con l’approvazione da parte del Consiglio regionale di 7,5 milioni da destinare alle opere di pulizia, ripristino e di difesa a mare. “Con queste risorse - conclude Tiozzo - verranno realizzati interventi molto importanti, che vanno comunque implementati e completati con altre opere strutturali, come le dighe sommerse. Da tempo chiediamo alla Regione di compiere questo passaggio doveroso: se davvero si vuole tutelare l’ambiente e preservare il settore del turismo balneare dai ripetuti danni che ogni anno si verificano a causa delle ondate di maltempo non sono sufficienti i ripascimenti ma ci vogliono strutture di difesa EL.CA. permanenti”.

nella giustizia: sono certo che chi gestiva la centrale 15 anni fa ha sempre rispettato le norme, vedremo in appello”. Nel processo istituzioni e associazioni ambientaliste si sono costituite come parti civili. Da parte loro reazioni piuttosto variegate. Così ha parlato Matteo Ceruti, legale di alcune delle associazioni: “La sentenza ha detto che per anni la centrale di Porto Tolle ha funzionato in modo fallimentare, mettendo in pericolo l’incolumità dei residenti. Ora spetterà agli organi che tutelano la salute fare i relativi accertamenti e verificare quali siano stati i danni causati ai cittadini. Serve una seria indagine epidemiologica che finora non è stata fatta”. Diversa la lettura del sindaco di Porto Tolle, Claudio Bellan: “Siamo rimasti nel processo e questa condanna conferma che abbiamo fatto bene. Era una scelta politica, e non una caccia al risarcimento. Ora lottiamo per lo smantellamento di parte della centrale, che darebbe ossigeno al territorio”.

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INCENDIATO IL CASONE DEI pESCATORI

È

andato in fumo nel giro di poche ore uno dei luoghi più suggestivi del Delta. Si tratta del casone di paglia e canne della spiaggia di Scano Boa, bruciato da un incendio che si presume doloso nella notte tra l’11 e il 12 marzo. Da sempre meta privilegiata per tanti turisti e curiosi, sembra essere anche obiettivo prediletto dai vandali, visto che si tratta del terzo incendio nel giro di quindici anni. “Chi ha fatto una cosa del genere si dovrebbe semplicemente vergognare, ci vorranno almeno quattro mesi per ricostruirlo” ha detto Maurizio Crepaldi, presidente della Coop Adriatico che aveva in gestione il casone. Sulla vicenda indagano ovviamente i Carabinieri della compagnia di Adria, che al momento stanno vagliando diverse ipotesi. Per il momento sul tavolo ci sono le importanti testimonianze rese da alcuni pescatori di Pila, che avrebbero notato una piccola imbarcazione allontanarsi da Scano Boa poco prima che le fiamme divampassero. Un tempo il casone era abitato da pescatori, ora serve come base provvisoria per chi si dedica alla pesca per diletto e alla caccia durante la stagione autunnale. Per tenere alta l’attenzione sulla vicenda e valorizzare il sito, a pochi giorni dall’incendio è stata organizzata una vera e propria gita che ha coinvolto settanta persone. Stefano Cacciatori, ideatore dell’iniziativa, ha così commentato: “Scano Boa con i suoi casoni rappresenta uno dei luoghi più autentici, ed è quel poco che rimane del nostro territorio, una storia che pian piano se ne sta andando”. AL.OR. SEDE: Via Venezia, 44/2 - 45010 ROSOLINA (ROVIGO) TEL 0426 33.76.90 - FAX 0426 33.78.45 - info@sepsrl.com RECAPITO: Via T. Gardin, 1/A - ISOLA DI ALBARELLA Tel. 0426 33.04.22 - sep.albarella@libero.it sepsrl@pec.it - www.sepsrl.com


10 18

IL VEnETO

in PRIMO PIAnO

Politica Il referendum sul futuro della Regione

I veneti vogliono l’indipendenza?!

I cittadini chiedono più autonomia fiscale. Gli indipendentisti, invece, proclamano l’addio a Roma a colpi di referendum e di terrorismo di germana urbani

L

oro, gli indipendentisti a capo del movi- su un campione rappresentativo. Secondo il mento, hanno già vinto. Con quella che sondaggio oltre la metà degli elettori veneti definiscono rivoluzione democratica, (55%) si dicono d’accordo con l’obiettivo, evoluta e digitale sono riusciti ad accendere sollevato dal referendum, dell’indipendenza i riflettori sul nuovo movimento politico del veneta. Anche se è concepita, soprattutto, Veneto e soprattutto sui suoi leaders, per come maggiore “autonomia”, maggiore canulla sprovveduti, anzi. pacità rivendicativa nei confronti di Roma. In Basta navigare nel loro sito, agevole, parte, nella maggiore qualità dei parlamenorganizzato; osservare con quanta dovizia tari e della classe politica. Ma gli indipendentisti hanno vinto danno e commentano informazioni; basta osservare le loro capacità di diffondere noti- perchè sono riusciti a far mettere in agenzie sui social network per capire che saranno da ai politici che siedono nel parlamentino proprio loro a dare del filo da torcere a Grillo, regionale l’urgenza di dare una risposta più o meno concreta all’ialmeno in Veneto. stanza che essi avevaDopo il referen- Secondo no sollevato. dum on line di fine il sondaggio Così, nel giro di marzo, passato quasi più della metà dei pochi giorni la commissotto silenzio, il grup- veneti vorrebbero sione Affari istituzionali po indipendentista si l’indipendenza del Consiglio regionale è riunito a Treviso per dichiarare l’indipendenza sancita, a detta del Veneto ha approvato, a maggioranza, loro, dai 2.360.235 sì espressi dai veneti entrambi i progetti di legge da un anno in discussione che chiedono una consultazione chiamati sul web ad esprimersi. Se i dati fossero reali, e non sono stati popolare dei veneti su indipendenza e auancora verificati, l’89,10% dei residenti vor- tonomia della Regione. Il progetto di legge 342 di Stefano Valdegamberi è passato rebbe staccarsi dall’Italia e fare da sé. Che un malessere reale sia diffuso in con i voti di Lega, Forza Italia, Ndc, Futuro regione è vero e a dirlo sono altri dati, quelli popolare e Unione Nordest. La commissione di un recente sondaggio di Demos condotto ha dato il via libera anche ad un secondo

progetto di legge, presentato da Costantino Toniolo e da Carlo Alberto Tesserin, entrambi del Nuovo Centrodestra, che affida al presidente della Regione il compito di negoziare maggiori condizioni di autonomia per il Veneto e, in appoggio al negoziato istituzionale, di indire un referendum popolare nel quale i veneti possano esprimersi sul Veneto regione a statuto speciale, dotata di autonomia fiscale, sino a trattenere in loco l’80 per cento del gettito fiscale. Se questi referendum si dovessero fare costerebbero alla Regione 14 milioni di euro e, per ora, nessuno ha detto da dove salterebbero fuori. E’ soddisfatto Valdegamberi che ammette che solo un anno fa questa proposta non sarebbe passata. “Il superamento degli Stati nazionali ottocenteschi – spiega il consigliere - e la rivalutazione dei territori che sono omogenei per storia, pensiero ed economia, come il Triveneto – conclude Valdegamberi - deve essere la base per un nuovo federalismo europeo dei

popoli. Il Veneto è pronto a competere con i modelli della Mitteleuropa, che sono ben lontani da ‘Roma capitale’”. Ma non tutti sono di quest’idea, anzi. i consiglieri di Forza Italia per il Veneto, ad esempio, hanno esposto uno striscione dai balconi di palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto con la scritta:“Noi veneti, come Bolzano sì, come Crimea no”. Tutto questo mentre in aula consiliare si svolgeva la seduta dedicata alla revisione della Costituzione e alla presa di posizione del Veneto che chiede di diventare Regione a statuto speciale “Con questa azione abbiamo voluto ribadire il no all’indipendenza, ma il nostro sì a forme di autonomia uguali a quelle del Trentino-Alto Adige”, hanno dichiarato Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo insieme agli assessori Massimo Giorgetti e Maria Luisa Coppola. “Vogliamo un Veneto forte e autonomo in una Italia unita che prenda il Veneto ad esempio. Le forze di maggioranza sembrano aver

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idee diverse e, perchè no, seguire anche gli umori delle piazze. E il presidente Luca Zaia, dal canto suo, si può dire che tentenna. Sin dal giorno dopo la proclamazione dell’indipendenza da parte dei referendari 2.0, ha sostenuto frenato sulla questione. Tanto che commentando le decisioni della Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale che si è pronunciata con un doppio sì per la consultazione sull’indipendenza e sull’autonomia ha detto che la sua “road map per l’indipendenza del Veneto è la stessa della Catalogna; ci si dà l’obiettivo e si praticano, giorno dopo giorno, con pazienza, tutti i passaggi giuridici. E’ un voto, questo, che permetterà ai consiglieri regionali di discutere di questi due provvedimenti. E già il dibattito è importante. Io mi auguro che si arrivi rapidamente all’approvazione della legge per l’indizione del referendum, dopodiché inizieremo il nostro confronto giuridico a livello nazionale”.


Il Veneto in primo piano 11 19 Tosi: “Fatti che sono più da bar che non da banda armata”

Un nuovo carroarmato pronto a sparare alle tasse!

di germana urbani

L

a notizia gira per l’Italia, sui media e in rete, come fosse venga fatto del male a delle persone - ha continuato Tosi una barzelletta:l’azione di alcuni “bontemponi” che non - perché finire in galera per una persona che non ha mai volevano far nulla di male. E ad avvalorarla arrivano an- fatto nulla per finirci, e’ ingiusto e sproporzionato; quindi si che le dichiarazioni di politici di calibro come quella di Flavio sono sperperate centinaia di migliaia di euro per indagini, Tosi. “Fin da subito, quando mi hanno raccontato questa vi- pedinamenti, intercettazioni per dei fatti che sono più da cenda, pensando all’entità delle cose bar che non da banda armata’’. contestate mi e’ venuto da sorridere, Busato: “Solidarietà ‘’Spiace che queste persone vengaperchè sono degli arresti per nulla’’. a chi ci avrebbe no massacrate dalla giustizia, per Minimizza l’accaduto il segretario aiutato nella prossima non aver fatto nulla, perché quella nazionale della Liga Veneta e sindaco mossa: la rivoluzione del carroarmato, che e’ un trattore di Verona, Flavio Tosi, commentando fiscale” con sopra tre lamiere, fa ridere’’ l’arresto dei 24 ‘’secessionisti’’ veneha concluso il sindaco veronese. ti che a Casale Di Scodosia stavano costruendo un nuovo Sarà. Eppure per la Procura di Brescia non ci sono dubbi: mezzo d’assalto e sono stati accusati di associazione con erano disposti a tutto pur di spingere all’indipendenza del finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico e fab- Veneto. Anche ad azioni clamorose. L’indagine ha portato a bricazione e detenzione di armi da guerra. Accuse pesanti, ventiquattro arresti nelle provincie di Padova, Treviso, Rovigo, eppure, la gran parte degli uomini del carroccio sottolinea Vicenza e Verona. In carcere, tra gli altri, l’ex parlamentare che si è trattato solo di “un gioco”.’’Fa rattristare il fatto che e sottosegretario Franco Rocchetta, fondatore della Liga Ve-

tiozzo, pd

neta e tra i promotori del referendum per la secessione del Veneto. Stesso provvedimento per Lucio Chiavegato, il leader del Movimento 9 dicembre, i Forconi, di Verona e protagonista del presidio nei pressi del casello dell’autostrada A4, già presidente della Life, la Libera Associazione degli imprenditori veneti. Carcere anche per il suo braccio destro, Patrizia Badii, anche lei tra i promotori del presidio verosese dei forconi. In galera, inoltre, Luigi Faccia, mentre ai domiciliari è finito Flavio Contin: questi ultimi due sono personaggi già noti alle forze dell’ordine e alle cronache perché fecero parte del gruppo dei Serenissimi che nel 1997occuparono piazza San Marco a Venezia a bordo di un blindato sempre costruito a Casale di Scodosia. “Arrestateci tutti” - ha detto Gianluca Busato, leader di Plebiscito.eu, apostrofando come notizie ridicole e indecenti le notizie che riportavano gli arresti di quelli che lui ha definito “patrioti veneti”. “Sono questi gli ultimi rantolii dello stato italiano criminale, ladro e violento – ha detto Busato - Esprimo la mia totale solidarietà e vicinanza a Franco

Flavio Tosi e Gianluca Busato

Rocchetta, Lucio Chiavegato, Luigi Faccia, Flavio Contin e a tutti i patrioti arrestati questa notte con accuse che appaiono fin d’ora risibili. Prepariamoci per una mobilitazione di Popolo, civile, composta, pacifica e democratica a sostegno della Repubblica Veneta. E in ogni caso ringraziamoli, perché non potevamo sospettare di avere un aiuto così grande per applicare con successo l’esenzione fiscale totale”. Il prossimo passo verso cui muovono gli indipendentisti, infatti, è la rivolta fiscale: nessuno paghi più le tasse! E’ questo il cuore del programma politico del movimento che si appresta a raccogliere le firme degli imprenditori pronti alla rivolta fiscale. La motivazione è presto detta: liberarsi dall’oppressione “del peggior inferno fiscale del pianeta”.

“ i fatti degli ultimi giorni segnano il fallimento del veneto legHista”

“Z

aia e la Lega hanno fallito l’occasione storica di ottenere una reale e maggiore autonomia del Veneto e ora corrono ai ripari schierandosi accanto ai secessionisti”. Per Lucio Tiozzo e Stefano Fracasso, capogruppo e vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale, c’è aperta contraddizione tra le dichiarazioni di Zaia a sostegno del fronte indipendentista e secessionista e l’operato politico nei suoi incarichi di vicepresidente e presidente della Regione e di ministro della Repubblica. “Prima ancora di guidare la Regione, Zaia è stato vicepresidente del Veneto e poi ministro. Eppure, malgrado i proclami e le promesse, lui e il Carroccio non hanno mai fatto compiere

al Veneto quel salto in termini di rafforzamento delle competenze e di ampliamento degli spazi di autonomia anche fiscale. Non sono stati in grado di far tesoro dell’onda del consenso elettorale con il quale hanno assunto la guida della Regione”. “Anzi – proseguono Tiozzo e Fracasso – il presidente Zaia che ora si schiera dalla parte degli indipendentisti è lo stesso che in questi anni ha rafforzato il centralismo regionale. L’esempio più lampante è il mancato riconoscimento dell’autonomia della provincia di Belluno, che continua ad essere negata malgrado lo Statuto la preveda. Questa è stata la storia ingloriosa del Veneto leghista, che ora cerca riscatto nei sogni di gloria irredentista”. MESSAGGIO PUBBLICITARIO

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20 12 Il Veneto in primo piano Trasporti su rotaia Avviata un’indagine conoscitiva sulla qualità del servizio offerto

Ferrovie, interviene l’Autorithy L’infrastruttura in Veneto si estende complessivamente per 1.800 chilometri di linee; sono 164 le stazioni esistenti di Alessandro Abbadir

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e la rete autostradale e stradale è nel mirino dei residenti e degli utenti, non se la passa bene nella nostra regione neanche la rete ferroviaria. L’infrastruttura ferroviaria in Veneto si estende complessivamente per 1.800 chilometri di linee; 164 le stazioni esistenti. Ci sono tratte a lunga percorrenza sull’asse Milano-Venezia, Venezia-Bologna o Udine- Venezia, e ci sono linee meno strategiche ma essenziali per le comunità locali come quelle gestite da Sistemi Territoriali o quelle nell’area del bellunese e rodigino. In queste ultime settimane la serie di tagli agli orari con l’introduzione dell’orario cadenzato, ha scatenato le proteste degli utenti, soprattutto quelle dei pendolari, che i treni li utilizzano ogni giorno. Fra le preoccupazioni c’è anche ormai la certezza che il Sistema Metropolitano Ferroviario di Superficie, non verrà completato neanche durante questo mandato. Ecco che nelle scorse settimane l’Authority

l’anno e sarà proprio l’autorità garante a definire, in via preliminare, i criteri del bando, ispirati a standard di qualità, rispetto dei princìpi della libera concorrenza, salvaguardia dei servizi minimi essenziali e vantaggi economici per la collettività. L’auspicio è che a farsi avanti siano i colossi ferroviari di Svizzera, Austria e Germania. In una nota il governatore della Regione lo ha chiarito. “Abbiamo rinunciato a prolungare il contratto con Trenitalia - dice Zaia nella nota - per bandire una gara rivolta a società di spessore europei in grado di competere con Rfi nell’offrire un servizio all’altezza: parlo delle ferrovie svizzere, austriache, tedesche, inglesi, non certo dei candidati provinciali dell’ultima ora”. Per rendere più “abbordabile” l’operazione, non si esclude la suddivisione della mappa ferroviaria veneta in lotti da appaltare singolarmente. A frenare le candidature c’è il vantaggio di cui, gode Trenitalia: costola di Rfi, dispone in partenza di tratte, convogli, personale, depositi,

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dei trasporti ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva sulla circolazione ferroviaria in Veneto per accertare la qualità del servizio offerto dai treni regionali finiti nell’occhio del ciclone per la lunga serie di ritardi e i disservizi che affliggono i 200 mila pendolari nostrani. Il presidente dell’Autorithy dei Trasporti Andrea Camanzi ha fatto sapere che l’inchiesta coinvolgerà anche altre regioni e si estenderà ai collegamenti aeroportuali. In calendario, le audizioni dei principali soggetti coinvolti: da Trenitalia ai sindacati delle ferrovie, dagli amministratori locali ai rappresentanti dell’utenza. La finalità principale dell’Authority, consiste nel ridefinire le regole del gioco, assicurandone il rispetto, a cominciare dalla definizione degli schemi dei bandi di gara, di sua diretta competenza. Nello specifico, il caso è quello della gara europea per l’assegnazione delle corse regionali conseguente alla disdetta del contratto a Trenitalia da parte della Regione Veneto. La gara è di quelle sostanziose: vale 150 milioni di euro

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officine, materiali. Non mancano le polemiche. Per il senatore del Pd Lodovico Sonego, ”la proposta è ambientalmente e socialmente insostenibile e serve solo a nascondere il proposito reale di non fare nulla. La nuova ferrovia ad Alta Velocità e Alta Capacità del Corridoio Mediterraneo è una primaria necessità del Friuli Venezia Giulia per

diventare quella piattaforma logistica che da sempre desidera essere, ma il quadruplicamento è il modo migliore per non realizzarla. Il quadruplicamento significa collocare due ulteriori binari in stretto affiancamento ai due esistenti attraversando una catena di centri abitati nei quali le abitazioni sono vicinissime ai binari che ci sono già”.

Innovazione In servizio da settimane i nuovi Etr elettrici

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ono stati presentati a dicembre e ormai sono in funzione da settimane sulle linee regionali i nuovi Etr 360.001. Si tratta di venti nuovi convogli a trazione elettrica Flirt acquistati dalla Regione Veneto, quattro a sei casse (Etr.360) e sedici a quattro casse (Etr.343). Dodici sono n servizio mentre per altri otto è previsto l’arrivo entro giugno 2014. Costruiti congiuntamente dalla svizzera Stadler e dall’italiana Ansaldo Breda, i treni sono entrati in servizio dopo cinque anni dall’indizione della gara d’appalto. Vanno ad aggiungersi ai due Etr.340 (a trazione elettrica), due Atr.110, due Atr.120 e due Atr.126 (a trazione diesel) già in servizio sui binari del Veneto sotto la gestione di Sistemi Territoriali ma, a differenza di questi ultimi, saranno per ora utilizzati da Trenitalia in regime di comodato d’uso gratuito (ossia, nell’eventualità di messa a gara dell’effettuazione dei servizi, la Regione potrebbe assegnarli ad un’impresa diversa). Come saranno impiegati e dove? Del tipo a sei casse (con oltre 300 posti a sedere) saranno impiegati per i collegamenti fra Venezia e Portogruaro; quelli a quattro casse (con oltre 200 posti a sedere) fra Venezia e Treviso, Castelfranco e Padova nonché lungo la linea Monselice - Mantova. L’allestimento interno, con i pratici sedili a cantilever, è analogo a quello degli altri mezzi della stessa famiglia già in servizio. I convogli sono tutti dotati di accesso a raso, servizi igienici accessibili ai disabili e spazio per le biciclette. Ma non solo: l’ampia superficie finestrata conferisce agli ambienti interni una notevole luminosità e l’insonorizzazione è molto buona, elementi questi che hanno già reso i convogli Stadler particolarmente apprezzati dall’utenza, spesso abituata ad un comfort decisamente A.A. minore. Le richieste dei sindacati

servono 27 milioni di euro per il trasporto pubblico

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e la Regione ha le idee chiare su come intende sistemare la rete ferroviaria nei prossimi anni, idee chiare su quanti soldi servono per questa infrastruttura le hanno anche i sindacati: servono almeno 27 milioni di euro in più per il trasporto pubblico locale, di cui 15 per garantire l’orario cadenzato dei treni e 12 per i servizi di bus e vaporetti. Le richieste sono quelle dei sindacati dei trasporti pubblici (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Ugl trasporti, Faisa Cisal, Fast e Orsa) che le hanno presentate alla commissione Bilancio del Consiglio Legambiente ha fotografato la questione. Se messo a confronto con le altre regioni negli ultimi dieci anni il Veneto ha investito nei treni regionali 6,7 euro pro capite, 3 euro in meno dell’Emilia Romagna, la metà della Lombardia, un sedicesimo di quanto spende la Provincia autonoma di Bolzano. I lombardi ogni giorno hanno a disposizione il triplo degli 800 treni che corrono in Veneto, nonostante la popolazione veneta sia solo la metà di quella lombarda. Ma non mancano problemi sulle strade. Per la manutenzione dei 2000 chilometri gestiti da Veneto Strade secondo i sindacati bisognerebbe che Regione e province stanziassero nel 2014 almeno 10 milioni, invece nel bilancio di previsione ce ne sono solo 3,8. Ciò significa che continueremo ad avere strade “groviera”, piene di buche. I sindacalisti, infine, hanno lanciato un appello specifico per la viabilità nel Bellunese, la provincia dolomitica deve affrontare una spesa aggiuntiva di oltre 5 milioni di euro per ripristinare i collegamenti viari dopo le nevicate eccezionali. A.A.


Cultura provinciale 31 21 Letteratura Il primo romanzo di Lina Ellina

“Il veneziano”, flash back da Cipro a Rovigo Lorenzo decide di mettersi sulle orme dell’antenato che nel 1467 da Venezia raggiunse l’isola di Afrodite di Mattia De poli

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ipro è la patria di Afrodite, la dea greca della bellezza, mettersi sulle orme dell’antenato e scoprirà così una terra ed è il luogo in cui è ambientato l’Otello, una delle affascinante, ricca di storia e di cultura, di paesaggi splentragedie di Shakespeare più ricche di forti passioni. didi e profumi particolari. A distanza di oltre cinquecento Ma Cipro è anche un’isola del Mediterraneo orientale che anni Cipro si confermerà luogo perfetto per la nascita di nel corso della storia ha subito diverse dominazioni: croce- storie d’amore appassionate. Ponte ideale tra la tradizione via fra tre continenti, l’Europa, l’Asia e l’Africa, fulcro nel veneta e quella cipriota è la centralità della famiglia e dei basso medioevo degli interessi commerciali della Serenissi- legami che essa comporta, ma nel romanzo le vicende ma, effimero dominio della regina veneziana Caterina Cor- personali e private si intrecciano con quelle storiche, del naro. E in virtù della posizione strategica, nei secoli passati passato e del presente. Cipro, ieri in balia delle manovre Cipro è stata anche meta di emigrazione dal Veneto: la politiche dei veneziani, oggi è ancora in parte occupata dall’esercito turco, ormai da quafamiglia dell’attuale console onorant’anni. “Il Veneziano” dunque rario d’Italia a Cipro, Victor Man- “La vita può riporta all’attenzione dell’opiniotovani, nel 1684 lasciò il Polesine prendere un per trasferirsi nell’isola cipriota. Da corso completamente ne pubblica la questione cipriota e ha già ottenuto un primo quest’ultimo episodio Lina Ellina diverso a causa riscontro: il vicepresidente della ha tratto spunto per elaborare la di un’unica decisione” provincia di Rovigo, Guglielmo trama del suo primo romanzo “Il veneziano”, edito in Italia da Alberto Brigo editore. La Brusco, ha invitato alla presentazione del libro il ministro narrazione procede su due livelli paralleli, oscillando con- degli Affari esteri, Federica Mogherini, la quale nella lettera tinuamente tra passato e presente, tra il Veneto e Cipro, di risposta ha sottolineato l’impegno dell’Italia al fianco ma ritrova l’unità nelle vicende della famiglia Zanetti: nel delle Nazioni unite nella ricerca di una “soluzione duratura 1467 Marin lascia Venezia per diventare il supervisore del e condivisa” della controversia “al fine di disinnescare un mulino e delle tenute dei fratelli Cornaro a Cipro, mentre persistente elemento di tensione che non giova alla stabilinel 2010 Lorenzo è uno chef, che si è trasferito a Rovigo tà del Mediterraneo orientale”. Il romanzo, infine, è stato dopo la tragica morte dell’amatissima moglie Beth per riconosciuto dall’amministrazione provinciale di Rovigo trascorrere più tempo con la figlia Paola. Lorenzo, d’altra come un potenziale strumento di promozione del territorio parte, si renderà conto che “la vita può prendere un corso polesano: Lorenzo ha deciso consapevolmente di trasferirsi completamente diverso a causa di un’unica decisione”: per a Rovigo, perché “Rovigo può stregarti, con il suo stile di dare nuovo slancio alla sua monotona esistenza, decide di vita sereno da città di provincia”.

in breve un concorso per il futuro dell’albero secolare

“la rovra delle idee”

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ppena due anni fa, nel 2012, Guido Conti parlava della grande quercia plurisecolare di San Basilio nelle pagine del suo romanzo “Il grande fiume Po” e ne sottolineava le straordinarie dimensioni: era una pianta che “ha qualcosa di magico”, capace di trasmettere “emozioni difficili da raccontare” e di dare il conforto di “un amico silenzioso”. Oggi quell’albero non c’è più: il 25 giugno dello scorso anno è caduto perché le radici non hanno retto al peso degli anni. Immediatamente si è levato un coro addolorato per la perdita di un autentico monumento del Polesine e del Delta del Po. La sorte toccata alla “Rovra”, così gli abitanti della zona chiamavano l’antica quercia, diventa ora motivo per il lancio di un concorso, voluto dall’amministrazione comunale di Ariano nel Polesine in collaborazione con l’Ente regionale veneto del parco del Delta del Po, la Provincia di Rovigo e il festival Deltarte 2014. Fino al 5 maggio prossimo cittadini, gruppi e associazioni possono presentare la loro proposta di recupero e riconversione dell’area: nei progetti proposti saranno apprezzati in particolare la compatibilità ambientale, la funzionalità, l’accessibilità e il valore etico. La presentazione scritta potrà essere accompagnata da immagini, fotografie o illustrazioni grafiche. I progetti finalisti saranno comunicati e illustrati al pubblico sabato 17 maggio alle ore 18 presso il museo archeologico di San Basilio nel corso de “La Rovra delle idee”, evento inserito nell’ambito del festival Deltarte 2014. M.D.P.

Rassegna con grandi nomi

P

roseguono gli appuntamenti della rassegna “Incontri con l’autore 2014”, che ha già portato in Polesine diversi scrittori: Luca Bianchini, Maria Rita Parsi, Benedetta Tobagi, Rosanna Fantuzzi e Luca Telese. Giovedì 17 aprile presso l’abbazia della Vangadizza di Badia Polesine il protagonista sarà Danilo Sacco: già voce dei “Nomadi” dal 1993 al 2011 e oggi cantante solista, si propone come autore del romanzo autobiografico “Come polvere nel vento. La vita, la strada, la musica”, in cui ripercorre la sua esistenza, segnata da un infarto nel 2009 e dalla successiva rinascita. Martedì 6 maggio presso la scuola elementare di San Martino di Venezze Mariapia Veladiano presenterà il suo primo romanzo “La vita accanto”, in cui si racconta la storia di Rebecca, una bambina nata irreparabilmente brutta, privata dell’affetto dei genitori, che scopre un talento e una passione straordinari per la musica. Venerdì 9 maggio la sala polivalente di Crespino ospiterà Cinzia Tani, giornalista e conduttrice televisiva, che nel 2013 ha pubblicato il libro inchiesta “Mia per sempre” sul tema del femminicidio raccontando storie vere e opinioni di psicologi, criminologi e avvocati. Mario Luzzatto Fegiz, invece, sarà protagonista di un doppio appuntamento nella sala polivalente di Salara sabato 10 maggio e nel teatro comunale di Costa di Rovigo domenica 11 maggio: il critico e giornalista, privato del suo ruolo da giurie popolari, sms e televoti, riflette con sarcasmo sull’ambiente musicale e sul mestiere che ha fatto per cinquant’anni. Venerdì 23 maggio chiude la rassegna Valerio Evangelisti, ospite a Bosaro presso la sala consiliare, dove parlerà del suo libro “Il sole dell’avvenire. Vivere lavorando o morire combattendo”, prima parte di una trilogia dedicata alla storia del movimento Nella foto la copertina del libro operaio e contadino in Italia. Tutti gli incontri iniziano alle e l’autrice Lina Ellina ore 21. M.D.P.

Videoarte a favore dei diritti umani

“3 minuti per 30 articoli”

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“incontri con l’autore 2014”

cade il 19 aprile la possibilità di partecipare al concorso di videoarte a favore dei diritti umani, bandito nell’ambito di “Deltarte, il delta della creatività”. Il festival di arte contemporanea è nato nel 2012 da un’idea di Melania Ruggini, ha la sua sede naturale nel Delta del Po e propone un percorso itinerante di mostre, eventi, concerti, laboratori ed escursioni attraverso il Polesine. La manifestazione da quest’anno si avvale della collaborazione dell’associazione culturale “Voci per la libertà – Amnesty international”. E tale sinergia ha partorito immediatamente un nuovo concorso: “3 minuti per 30 articoli”. Trenta sono gli articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani, che fu proclamata dall’assemblea delle Nazioni unite nel 1948 e che l’anno scorso ha spento le sue prime sessantacinque candeline. Tre minuti è la durata massima del video da realizzare, che affronti il tema dei diritti umani in modo generale o soffermandosi su uno o più degli articoli della Dudu. La partecipazione è riservata ai giovani videomaker con meno di 35 anni. Le opere presentate al concorso saranno caricate su Youtube e, a partire dal 21 aprile prossimo, otterranno un voto per ogni visualizzazione da parte degli internauti: solo i primi dieci più visti saranno valutati da una giuria di qualità, che indicherà i tre vincitori. I premi saranno consegnati giovedì 17 luglio alle ore 21.30 presso la sala incontri del Centro convegni di Rosolina Mare, nel corso della manifestazione “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty 2014”. M.D.P.

“Mia’s library”

la donazione di Quest’anno inaugura tre nuove sezioni

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tto anni e oltre ottocento libri: un autentico record per il progetto di biblioteca diffusa “Mia’s library”, realizzato grazie alle libere donazioni di amici e sostenitori. Mia Manzetto è mancata prematuramente e improvvisamente per una malattia rara nel 2005. La sua passione per le lingue straniere e per l’insegnamento ai bambini ha ispirato un’iniziativa grazie alla quale quattro diverse biblioteche di Adria, quella comunale, quella dei ragazzi, quella del liceo Bocchi e quella del reparto di pediatria dell’Ospedale cittadino, hanno ricevuto in dono oltre ottocento volumi in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco. Oltre ad alcuni classici della letteratura contemporanea, firmati da J. K. Rowling, John Le Carré, Jeffrey Eugenides e Doris Lessing, la donazione di quest’anno inaugura tre nuove sezioni, che guardano alle nuove tecnologie e a chi ha difficoltà di lettura: la sezione multimediale della Biblioteca dei ragazzi, la sezione degli audiolibri in inglese della Biblioteca comunale e la collana Junior D che utilizza un carattere di scrittura particolare, ideato appositamente per i bambini dislessici, e che propone alcuni volumi per ipovedenti. Il libri donati, inoltre, andranno ad arricchire il patrimonio librario dell’intera provincia: grazie al sistema bibliotecario provinciale, infatti, i volumi saranno resi disponibili al prestito in tutte le biblioteche del Polesine. Per il 2015 il progetto prevede l’acquisto di una collana con caratteri grandi e un’impaginazione particolare, che facilitino la lettura delle persone adulte. M.D.P.


22 14 Cultura veneta Gallerie dell’Accademia Fino al 29 giugno, un interessante percorso in 70 opere

Carlo Saraceni celebrato a Venezia

Un artista poco conosciuto che visse a cavallo tra il 1500 e ‘600, tra Roma e l’Europa”

di Alain Chivilò

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e Gallerie dell’Accademia di Venezia si pongono “in antitesi” tradizione coloristica veneta fatta di vive e pure cromie è la chiave agli attuali eventi culturali dai nomi di sicura affluenza, pro- di successo che attecchisce nell’ambiente artistico romano. La mostra comprende una sessantina di opere, tra cui non mancano ponendo una mostra per la primavera veneziana dedicata a un’artista poco conosciuto che visse a cavallo tra il 1500 e ‘600. le principali commissionate al pittore da alcune tra le più influenti famiglie “Carlo Saraceni. Un veneziano tra Roma e l’Europa” è il primo romane, come il Riposo dalla Fuga in Egitto dell’Eremo dei camaldolesi, omaggio che la città della Serenissima dedica al Maestro nella sua eseguito per la famiglia Aldobrandini che aveva portato al soglio pontificio storia. Fino al 29 giugno, un interessante percorso permette di com- (dal 1592 al 1605) un suo esponente, Clemente VIII e i dipinti eseguiprendere l’arte di Carlo Saraceni. Nato a Venezia verso il 1579, da ti per alcune delle più importanti congregazioni ecclesiastiche straniere, come quella iberica di Sant’Adriano in Vaccino e una famiglia bolognese di mercanti di seta, si quella tedesca di Santa Maria dell’Anima per la trasferisce all’età di vent’anni, alla fine del Cin- La tradizione quale dipinse due autentici capolavori presenti in quecento, a Roma per trascorrere il resto della coloristica veneta mostra. L’ordine espositivo è cronologico e parte sua vita. A livello artistico più che legarsi alla è la chiave dalla produzione di piccoli raffinati dipinti su rame, tradizione veneziana di Tintoretto, Veronese, di successo che Palma il Giovane e Jacopo da Bassano si lega attecchisce a Roma la cui novità maggiore sta nella predominanza data al paesaggio rispetto al racconto mitologico agli artisti tedeschi e fiamminghi operanti in laguna quali Hans Rottenhammer, Adam Elsheimer, Gaspar Rem e e biblico. Inoltre sono presenti alcune opere quali il disegno raffigurante Pietro Mera. Di conseguenza seguendo l’orientamento degli artisti Andromeda del Cavalier d’Arpino, conservato nell’Accademia di Venezia, nordici, lo spostamento a Roma non può che essere naturale. Il posto a confronto con il piccolo dipinto giovanile di Saraceni di analogo giubileo del 1600 diviene così fulcro per un nuovo fervore artistico soggetto, lo splendido San Rocco della Galleria Doria Pamphilj accostato che si propaga per i successivi decenni. Nuove tendenze si affianca- al San Girolamo di Jacopo Bassano dell’Accademia stessa e il dipinto della no al tardo manierismo del Cavalier d’Arpino e di Federico Zuccari Maddalena penitente della Pinacoteca Civica di Vicenza accostato nelle per le nuove ricerche di Annibale Carracci e Caravaggio. Proprio di sue due versioni. Una mostra piacevole per un’artista lagunare noto a quest’ultimo, Saraceni diviene uno dei più importanti interpreti dan- Roma come il “Veneziano”. do originalità rispetto a Orazio Borgianni e Orazio Gentileschi. La

Sostegno per giovani artisti

Museo Correr di Venezia, fino al 15 giugno

IL TIZIANO RITROVATO

I

l percorso espositivo storico del Museo Correr di Venezia, fino al 15 giugno, si arricchisce di una nuova mostra: “Tiziano, un autoritratto. Problemi di autografia nella grafica tizianesca”. Un’occasione importantissima per ammirare il recentemente ritrovamento di un affascinante autoritratto a disegno di Tiziano Vecellio. “Questo disegno è il singolare prodotto di Tiziano, il quale nella sua epoca godeva la reputazione di sommo ritrattista ed eccelso pittore. L’ineguagliata qualità dell’immagine e della sua esecuzione sono le ragioni che ci spingono a ritenere il ritratto opera originale del maestro. La scelta stessa del supporto è curata: una carta elaborata e tagliata (soprattutto lungo il bordo inferiore) in modo da somigliare a un foglio di durevole e costosa pergamena, solitamente utilizzata per redigere gli statuti corporativi, le cronache e le lettere diplomatiche della Repubblica di Venezia” sono le parole iniziali attraverso le quali gli studiosi internazionali David Rosand e Luba Freedman, primi ad avvalorare e confermare tale attribuzione, iniziano la loro tesi dimostrativa. Giunto quasi all’età di ottant’anni, Tiziano con il suo autoritratto indica all’Europa che è ancora attivo sia come persona, sia come artista. Una rappresentazione vitale per le corti che lo celebrano e acclamano. Il disegno, dall’inconfondibile e familiare profilo del Maestro, cattura per la straordinaria immediatezza, restituendo tutta la consapevole dignità conseguita dalla sua impareggiabile Arte della pittura. Concentrato nel

Nelle foto alcune delle opere in mostra: Andromeda incatenata liberata da Perseo, La Fuga in Egitto, Maddalena penitente e Madonna con il Bambino e Sant’Anna

Nuovi borsisti alla Bevilacqua La Masa

S profilo della testa col solo accenno del ricco collo di pelliccia e della cuffia, il rapido e sicuro tratto della matita nera, sempre mobile e vibrante, diventa insolitamente preciso e analitico. Il disegno è stato concesso generosamente in prestito da una collezione statunitense dopo la recente mostra presso la Fondazione Cosso (San Secondo di Pinerolo), mentre era già stato esposto per la prima volta nel 2007 a Belluno. Una mostra che costituisce dunque “un’importante sede di dibattito e approfondimento sul non facile campo della produzione grafica tizianesca, specie degli anni maturi” come indica il direttore Mu.Ve Gabriella Belli. Al.Ch.

ono entrati in azione i nuovi borsisti della Fondazione Bevilacqua La Masa, storica istituzione veneziana che trova le sue radici nel 1901, anno della sua creazione. Anche quest’anno la BLM continua a mantenere la missione originale di sostegno per giovani artisti, con residenza e attività nel Triveneto, attraverso l’assegnazione annuale di 12 Atelier. Dopo una selezione avvenuta nei mesi passati i nomi usciti sono i seguenti: Giuseppe Abate e Paola Angelini, Anemoi (gruppo), Marko Bjelancevic, Saverio Bonato, Pamela Breda, Samuele Cherubini, gli Impresari (gruppo), Graziano Meneghin e Jacopo Trabona, Fabrizio Perghem, Fabio Roncato, Caterina Erica Shanta, Eleonora Sovrani. Questi assegnatari sono attivi nei diversi ambiti delle arti visive (pittura, performance, arte relazionale, installazione, arte digitale, fotografia, video arte) e ora iniziano a lavorare per dodici mesi negli studi collocati presso Palazzo Carminati a San Stae e nel Chiostro dei SS. Cosma e Damiano alla Giudecca. In questo lungo soggiorno, un fitto calenda-

rio di appuntamenti ha inizio con gli Artists’ Talk & Open Studios, durante i quali gli artisti presentano al pubblico a Palazzetto Tito le loro ricerche e i progetti futuri aprendo ai visitatori gli studi appositamente allestiti. A giugno invece si rinnova l’impegno degli artisti durante la Notte Bianca dell’Arte, che li vedrà confrontarsi con le importanti sedi della Fondazione Musei Civici di Venezia. Ulteriori momenti espositivi si terranno in occasione del Premio Stonefly Cammina Con l’Arte e la mostra di fine residenza, che dal 2008 è accompagnata da una preziosa pubblicazione edita da Moleskine. A questi momenti istituzionali si affiancano le iniziative organizzate dagli stessi assegnatari, nonché le studio visit grazie alle quali curatori, critici e galleristi italiani e stranieri possono conoscere privatamente le singole ricerche artistiche. Un anno tutto da vivere nel quale ogni singolo artista è conscio che l’opportunità ottenuta è da far fruttare positivamente nell’ambito di una costante ricerca. Al.Ch.


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L’ha fondata Giorgio Simoni oltre 40 anni fa che si avvale della collaborazione dei figli Piergiorgio, Massimo, Sonia e Monia

BICA S.P.A una potenza nella produzione di sedie e mobili per giardino Su 100 mila mq coperti su 4 unità produttive lavorano 140 operai con 30 presse di ultima generazione attive sulle 24h Parlare della Bica S.p.a. ai giorni nostri significa riferirsi a Giorgio Simoni il fondatore Giorgio e, con lui, i figli Piergiorgio 27 anni, Massimo 42 anni, e le due figlie Sonia e Monia. Una vera e propria potenza familiare che ha portato la BICA S.p.a. ad essere leader mondiale nello stampaggio di prodotti per la casa e giardino con un fatturato annuo di 25 milioni di cui l’80% con l’estero ( in 15 Paesi europei e nel mondo) e il 20% in Italia. Nel lontano 1962 Giorgio Simoni ha iniziato l’attività a Pontelongo dando così l’imput all’attuale costituzione del Gruppo Simoni che negli anni 80 ha compiuto un forte salto di qualità nella realizzazione dei primi mobili in resina che si sono affiancati alla storica produzione di quelli da giardino e campeggio in acciaio. Attualmente BICA S.p.a. annovera nel suo interno 140 dipendenti che lavorano in 100 mila mq coperti nelle quattro realtà produttive. A Candiana (Pd) sono posizionate le 30 presse robotizzate

che lavorano su 24h e che sfornano mobili da giardino in resina nelle linee Panther e Trendy. A Pontelongo (Pd) dove avviene il taglio, piegatura e assemblaggio degli articoli da giardino in acciaio, a Villa del Bosco invece vi è la produzione di stendibiancheria in acciaio. La BICA è stata una delle prime aziende ad ottenere la certificazione ISO 9001. Per la stagione estiva 2014 l’ufficio ricerca e sviluppo della BICA ha ideato una nuova collezione di salottini per arredare il giardino, la casa, bar e ristoranti, le linee B:RATTAN e BICADESIGN sono progettate per durare nel tempo. L’attenzione della BICA S.P.A. sempre rivolta verso l’innovazione e l’evoluzione del mercato completano l’immagine di un’azienda che non si ferma al successo già ottenuto ma guarda allo sviluppo futuro e pone nella ricerca di nuove soluzioni la chiave per una ulteriore crescita.

BICA S.p.a. fattura 25 milioni e commercializza con 15 Paesi europei e mondiali

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Lo

Sport in primo piano

Convgno “Il rigore femminile” organizzato dalla sezione arbitri di Rovigo

Lo sport in rosa, ruolo difficile Le associazioni hanno coinvolto la cittadinanza con un questionario, ora stanno cercando la collaborazione dei commercianti per dar vita a manifestazioni alternative e nuove

Nella foto le relatricie del convegno e Lorenza Visentini con il presidente della sezione Aia di Rovigo Sergio Sica

di Cristiano Aggio

H

a avuto un bel successo il convegno intitolato “il rigore Aia di Rovigo Sergio Sica, per il quale: “A certi livelli alle donfemminile” organizzato dalla sezione arbitri di Rovigo, ne non fa molta paura la competizione nei confronti dell’uouna serata dedicata al tema del ruolo della donna nel mo, ma l’alto grado di grinta femminile le porta a diventare mondo dello sport. più combattenti nei confronti delle colleghe per emergere in Ospiti speciali, come Lorenza Viun mondo, quello del calcio, ad alto sentini, direttore sportivo del Delta Por- Lo sport diventa livello di diffidenza nei confronti del to Tolle, che milita in Lega Pro Seconda importante quando gentil sesso”. Divisione, Scilla Gennaro, ex arbitro e dà un senso alle “La parte più difficile del mio delegato Uefa per quanto concerne le persone, il motore mestiere - ha detto Lorenza Visentini manifestazioni europee riservate alle della vita nel suo intervento - non è il mercato, donne, la rodigina Enrica Quaglio, ex ma la gestione del gruppo: in rosa ci cestista e rugbista e Graziella Pirriatore, arbitro internazionale sono venticinque giocatori o più, mentre in campo ne vanno Fifa calcio femminile. Sala gremita con presenze istituzionali undici, bisogna gestire gli infortuni, le litigate con il mister, il come quella dell’ assessore provinciale allo sport Leonardo giocatore ribelle, quello che non parla... tante sono le cose da Raito e Marco Bonvento, delegato del Coni rodigino. affrontare e la donna secondo me ha la sensibilità necessaria La serata è stata introdotta dal presidente della sezione a farlo. Il mister guarda la prestazione, il presidente il risultato

della domenica, ma tutte le altre dinamiche sono un dietro le quinte di non poco conto da saper gestire”. “Le donne - ha commentato Enrica Quaglio - sono sempre state viste con un occhio critico anche nel rugby: eppure la donna spesso ci vede meglio di un uomo, ma non per questioni di vista, ma perchè sfrutta meglio la sfera emozionale, soprattutto nelle dinamiche di gruppo. La verità è che le donne devono lottare dieci volte di più per raggiungere lo stesso obiettivo di un uomo e per questo sono più determinate”. “A diciannove anni sono diventata arbitro nella sezione di Bologna - ha esordito poi Graziella Pirriatore - ed ho iniziato per puro caso: mai avrei pensato di mettermi la giacchetta nera. Lo sport diventa importante quando dà un senso alle persone, il motore della vita, capisci il valore del sacrificio, dell’abnegazione dei risultati che a volte non arrivano nonostante l’impegno. Uno strumento per crescere prima come

persone e poi come atleti, dirigenti o arbitri. Noi donne siamo più attente, più precise, pignole, siamo abituate a guadagnarci le cose”. Anche Scilla Gennaro confessa di essersi avvicinata al mondo del calcio per caso. “Nel bene e nel male ho vissuto una favola. Il mio coinvolgimento è stato identico a quello che avrei vissuto se fossi nata uomo: ovvio che fisicamente tra uomo e donna c’è una differenza sostanziale, però avere un obiettivo e puntarlo dritto per dritto ha identica valenza”. L’ incontro si è concluso con un omaggio consegnato dal presidente Sergio Sica alle polesane Lorenza Visentini ed Enrica Quaglio: due maglie del centenario dell’ Aia, con nome ricamato sul colletto.

Il beach volley federale torna in campo

Ecco i numeri della terza tappa dell’Insand Open Cup – Asm Set

S

i è svolta a metà marzo la terza tappa dell’Insand Open Cup –Asm Set a grande richiesta e in collaborazione con la scuola di beach volley federale Real beach di Padova. “Fipav Rovigo ha dato la possibilità di giocare con il tesseramento a “singolo evento amatoriale di beach volley” come da Manuale del beach volley 2014 – spiega il commissario Luca Pregnolato –. Per questa tappa open si sono affrontati atleti e atlete, di cui ben 10 nuovi tesserati, mostrando un buon livello e tanto tanto agonismo”. Dopo le qualifiche che si sono svolte a gironi, sono scesi in campo Nicola Fregonese con Andrea Zucchelli contro Riccardo Coltro con Loris Pezzato per giocarsi le semifinali nel maschile, mentre con lo stesso obbiettivo se la sono vista Tomas Codato ed Enrico Andrighetti contro Andre Lazzaro con Luca Scanferla. La finale è stata giocata dalle coppie Fregonese/Zucchelli contro Codato/Andrighetti, questi ultimi sono arrivati affaticati e hanno lasciato il via libera alla coppia del Real beach Fregonese/ Zucchelli di conquistarsi il primo posto. Il terzo posto è andato alla coppia Coltro/Pezzato. Nel femminile a giocarsi le semifinali sono state le quattro coppie formate da Grazia Marcon e Lisa Bisacco contro Stefania Fecchio con Laura Maiorino e Anna Lafisca con Anna Mori contro Elisa Bisello con Sara Navarini. In finale è stato il binomio formato da Lafisca/ Mori ad avere la meglio sulla coppia Marcon/ Bisacco. Nella finalina per il terzo posto, invece a spuntarla è stata la coppia Bisello/Nava-

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a Chioggia e Sottomarina

PAGAMENTO IN CONTANTI SERIETÀ E RISERVATEZZA CI CONTRADDISTINGUONO

Ritiriamo ORO e Argento • Ci occupiamo di disimpegno polizze rini. La prossima tappa open sarà il ‘master’, che assegnerà i titoli di campioni provinciali e si terrà il prossimo primo maggio sempre sulla sabbia del centro sportivo Don Bosco grazie alla collaborazione stretta da mesi con l’associazione Crazy beach.

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Agro Pontino

la bonifica si racconta

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’Agro Pontino evoca l’epopea della grande bonifica, della “redenzione” (per dirla con il linguaggio dell’epoca) di quelle terre paludose a sud di Roma dal flagello secolare della malaria. Un’epopea raccontata mirabilmente in un libro, “Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi vincitore del Premio Strega 2010, e che rivive nei trentamila metri quadri di un grande parco tematico realizzato alle porte di Latina da un privato. Il parco si chiama “Museo Piana delle Orme” e il privato che lo ha realizzato è Mariano De Pasquale, di origini siciliane (ora scomparso), la cui famiglia come migliaia di altre famiglie italiane trovò nell’Agro Pontino un’opportunità di lavoro. Il parco è articolato in 14 grandi padiglioni dove dentro non è esagerato dire che è ospitata la storia. La storia della grande bonifica della zona innanzitutto. Opera che negli anni Venti del secolo scorso impegnò cinquantamila operai, reclutati soprattutto per scavare a mano in milioni di ore di lavoro i grandi canali spina dorsale della bonifica e per costruire successivamente i vari borghi rurali dove si insediarono diverse migliaia di coloni. In prevalenza agricoltori veneti, chiamati a coltivare quelle nuove terre strappate alla palude e alla malaria. Furono gli anni in cui a tempo di record fu costruita Latina (allora Littoria, in omaggio al Fascismo) e le altre città ispirate pure allo stile architettonico razionalista: Pontinia, Sabaudia, Aprilia. Città che hanno conservato il fascino dell’epoca e sono tuttora un museo a cielo aperto per chi ama la storia dell’architettura contemporanea. Il Museo della Piana delle Orme contiene così tante meravi-

glie che è difficile elencarle tutte. Basti pensare che nei padiglioni “militari”, dove sono conservate testimonianze della seconda guerra mondiale (che nella zona visse episodi cruenti durante l’offensiva alleata contro i tedeschi conseguente allo sbarco di Anzio), c’è persino il carro armato Sherman M4 utilizzato da Benigni sul set de “La vita è bella” e la Jeep fatta esplodere nel film “Il paziente inglese”, pure degno dell’Oscar. Nel parcomuseo trova posto anche il mezzo anfibio Sherman DD, uno dei tre esistenti al mondo. Fu costruito dagli americani per il centro di addestramento di Battipaglia e poi affondato. E’ stato recuperato al largo di Salerno nel 2002. C’è anche l’aereo (un caccia P40 Curtiss) recuperato in mare dopo che era stato abbattuto durante una battaglia aerea: il suo pilota americano, appresa la notizia, ha voluto recarsi al museo per rivederlo facendo vivere ai responsabili di “Piana delle Orme” un momento toccante. L’aereo, dopo il restauro, è stato esposto nel padiglione dedicato allo sbarco di Anzio. Un altro padiglione è riservato alla battaglia di Cassino, con il bombardamento del monastero benedettino con la distruzione del suo inestimabile patrimonio artistico. Effetti speciali fanno rivivere i terribili momenti di quell’episodio bellico. Nella grande esposizione allestita dalla famiglia De Pasquale nella campagna pontina di Borgo Faiti c’è spazio anche per i vecchi giocattoli (allora quasi tutti costruiti in latta o in legnoi, per vecchi apparecchi radio e oggetti che documentano la storia delle telecomunicazioni, ci sono tantissimi mezzi agricoli fra cui le preziose trattrici Pavesi Tolotti P4 e tanti tipi di carretti. E poi

AL GRANDE PARCO-MUSEO “PIANA DELLE ORME” RIVIVE L’EPOPEA DEL RISANAMENTO DELLA VASTA PALUDE MALARICA A SUD DI ROMA UN’OPERA COLOSSALE CHE HA IMPEGNATO NEGLI ANNI ‘20 CINQUANTAMILA OPERAI HANNO COSTRUITO CANALI E BORGHI RURALI POI ABITATI DA COLONI SOPRATTUTTO VENETI NEI 14 PADIGLIONI DELL’AREA VICINO A LATINA SONO ESPOSTI ANCHE RARI PEZZI MILITARI COME IL CARRO ARMATO UTILIZZATO NEL FILM “LA VITA È BELLA” DI ROBERTO BENIGNI O IL CACCIA USA CURTISS RECUPERATO IN MARE

attrezzi di ogni genere. Altri padiglioni illustrano la vita nei campi e la civiltà rurale del tempo.Il fondatore Mariano De Pasquale, imprenditore agricolo nel settore florovivaistico, non amava chiamare questa oasi della memoria “museo”. Ci teneva a sottolineare che in realtà si tratta di un’attività agrituristica con centro di documentazione. Diversi i percorsi tematici a disposizione. La visita completa richiede circa quattro ore, ma c’è chi fa sera tranquillamente, perchè lo stupore davanti agli allestimenti del centro di documentazione è continuo. Molto suggestive alcune ambientazioni d’epoca. L’area, ombreggiata da centinaia di eucalipti (la pianta tipica dell’Agro Pontino, introdotta durante la grande bonifica) è servita da un’accogliente area pic nic, utilizzata soprattutto dalle numerose scolaresche che in primavera si recano in gita a Piana delle Orme. C’è poi un servizio di ristorazione rustica, un negozio e altri servizi. Ma la cosa più bella di questo singolarissimo parcomuseo è rappresentata dalle suggestioni che le sue ambientazioni creano. All’interno dei padiglioni e fuori. Sembra di rivederle all’opera quelle vocianti squadre di contadini e operai mandati da Mussolini a bonicare l’area paludosa in cambio della promessa di un fazzoletto di terra da coltivare. L’orario di apertura da aprile a ottobre va dalle 9 alle 18 (chiusura museo ore 20), prefestivi 9 - 18,30. D’inverno chiusura anticipata rispettivaamente alle 16 e alle 17. Biglietti: intero 12, ridotto 10, ridotto junior 8. L’area ospita durante l’anno numerosi eventi. Info: tel. 0773 258708, info@pianadelleorme.it; www.pianadelleorme.it Piana delle Orme si trova in via Magliara 43,5 a Borgo Faiti (Latina).

IN COPERTINA UN’IMMAGINE DELLO SCAVO DEL CANALE MUSSOLINI, OPERA FONDAMENTALE DELLA BONIFICA DELL’AGRO PONTINO; IN ALTO: CARRIOLANTI AL LAVORO E UN TRATTORE LANDINI D’EPOCA. PIÙ SOTTO LATINA OGGI E IL GIORNO DELL’INAUGURAZIONE NEL 1932. SOTTO: UNA TECA DEL PADIGLIONE DEDICATO AI GIOCATTOLI D’EPOCA. A PIEDE DI PAGINA: ALTRE IMMAGINI DEI PADIGLIONI DEL PARCO-MUSEO PIANA DELLE ORME, QUELLO IN BASSO A DESTRA È IL CARRO ARMATO AMERICANO UTILIZZATO DURANTE LE RIPRESE DEL FILM “LA VITA È BELLA” DI ROBERTO BENIGNI PREMIATO CON L’OSCAR


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Benessere 8 Benessere 28 >> Dalla bacheca di Facebook alla scrivania del direttore dell’Inps di Padova

Pensioni di invalidità anche per malattie rare Si chiama Caterina Simenon la padovana che ha convinto l’Inps ad impegnarsi nella schedatura delle malattie genetiche rare di Germana Urbani

L

a sua prima grande conquista la gridata provinciale Dario Buonomo - ci faremo portaattraverso un video postato sulla sua voce a tutti i livelli interni, regionale e naziopagina Facebook: “È un risultato stra- nale, della soluzione adottata. D’altronde la ordinario, una bomba, davvero fantastico”. sede Inps di Padova è stata la prima in Italia E sempre su Facebook lei, venticinquen- a farsi spontaneamente carico delle revisioni ne padovana affetta da ben 4 patologie sanitarie di invaliditá di competenza dell’Asl genetiche rare, aveva proposto all’Inps di 16, la più grande del Veneto, solo ed esclu“aggiornarsi”, per così dire, consultando il sivamente per evitare il disagio ai cittadini Registro Veneto Malattie Rare, per riuscire che, spesso, erano costretti a far la spola tra ad avere dei parametri certi su cui basare le Asl e Inps. Semplicemente ascoltando cerloro valutazioni a fini pensionistici. chiamo di dare un piccolissimo contributo per Non era mai venuto in mente a nessu- alleviare le procedure e ridurre le difficoltà”. no, o se era successo, nessuno l’aveva mai Secondo le stime del Centro nazionale spedito al mittente l’idea. L’ha fatto lei, Ca- dell’Istituto superiore di sanità sarebbero cirterina, dal suo letto provvisto di ossigeno e ca 1 milione e mezzo i colpiti in Italia da una così, ora sta per cambiare tutto. malattia rara, sebbene siano solo 110mila Fino a un paio di mesi fa le persone le persone censite a livello nazionale. Nel affette da malattie rare, nella maggior parte corso della Giornata mondiale dedicata a dei casi, dovevano fare una gran fatica a queste malattie il ministero della Sanità si farsi riconoscere una pensione d’invalidità o è impegnato ad aggiornare l’elenco delle d’accompagnamento. E l’iter a cui dovevano malattie rare, fermo oggi a 485 patologie, sottoporti era davvero impegnativo. per gran parte rappresentate da malattie di Ma da un mese a questa parte, presso origine genetica. Lo stesso Inps, nelle sue la sede di Padova, è partito un confronto linee guida per il riconoscimento delle invalitra l’Istituto di previdenza e il “Registro dità, fino ad ora ha preso in esame i deficit delle malattie rare“. Un contatto ufficiale funzionali di solo 7 malattie rare. Per tutte tra pubbliche amministrazioni che si pone le altre patologie indicava ai propri medici l’obiettivo di superare gli ostacoli che hanno di procedere alle relative valutazioni “in via impedito finora una giusta tutela previden- analogica”. ziale alle persone affette da malattia rara. Nasce così il progetto della previdenza In realtà, fino ad oggi non ci aveva pen- del Veneto, che sarà esteso a tutte le altre sato proprio nessuno a mettere in contatto Regioni, di predisporre, in accordo col Regiquesti due enti che viaggiavano su binari stro nazionale, schede sintetiche di valutaseparati senza mai zione per ciascuna Le persone interessate patologia rara. Atincontrarsi. A fine febbraio, traverso questi supda malattie rare però, è avvenuta la porti, le Commissioni in Veneto sono svolta grazie all’idea Usl potranno disporre circa 13.000 e alla testardaggine di elementi utili a dedi Caterina Simonsen, terminare in modo che ha proposto all’INPS di appoggiarsi al adeguato la percentuale di invalidità. Registro Veneto Malattie Rare per un corretL’attenzione verso questo tipo di mato riconoscimento delle percentuali di invali- lattie che colpiscono in Veneto circa 13mila dità da assegnare ai pazienti affetti da mr. cittadini, è in costante crescita e, sempre di La soluzione di ciò che sembrava im- più si ragiona in termini di prevenzione. possibile l’ha trovata lei e l’Inps di Padova, E avviene lo stesso per le malattie mericonoscendone la validità, si è immediata- taboliche. Per questo la Giunta regionale del mente attivato in tal senso, per rispondere Veneto ha approvato lo scorso fine anno all’appello di Caterina. Un risultato salutato l’adozione dello screening neonatale metada tutte le persone affette da mr come rivo- bolico allargato e avviato già dal 1 gennaio luzionario. 2014. “Si tratta però di una prestazione – “Adesso – ha affermato il direttore spiega il Dott. Alberto Burlina, Direttore della

Quanti malati sono interessati dalle malattie rare?

E Struttura Complessa Malattie Metaboliche Ereditarie dell’Azienda Ospedaliera – Università di Padova – che le singole ASL sono libere di offrire o meno: di fatto ogni ASL dovrà stipulare un contratto con l’Azienda Ospedaliera per poter attivare il servizio. Il costo dello screening per ogni neonato è stato stimato intorno ai 55 euro: praticamente nulla se si considera che un paziente affetto da malattia metabolica non immediatamente diagnosticata può riportare gravissimi danni neurologici, invalidità totale e necessiterà frequenti ricoveri ospedalieri durante tutta la vita”.

sistono malattie rare “più frequenti” che colpiscono qualche migliaio di pazienti in Italia; tra queste la sclerosi laterale amiotrofica, le distrofie muscolari, l’emofilia, per citare qualche esempio. Per altre si può stimare che i pazienti affetti siano qualche centinaio; per altre ancora non esistono studi di prevalenza, ma solo descrizioni in letteratura di singoli casi. Di queste malattie si possono registrare meno di dieci persone affette in un Paese come l’Italia: è il caso della progeria, una malattia che comporta invecchiamento precoce, di molte sindromi genetiche o sequenze malformative complesse. In generale si può affermare che queste malattie, pur potendo essere singolarmente poco frequenti, non sono rare, se considerate nel loro complesso. Il numero dei malati, pur non essendo così rilevante rispetto ad altre condizioni con le quali il medico di medicina generale quotidianamente si confronta, è comunque globalmente consistente. Per stabilire l’entità del fenomeno è necessario premettere alcune considerazioni. È difficile stabilire con esattezza quante siano le malattie rare, si parla di un numero compreso tra 5.000 e 7.000. Quanto numerosi sono i malati dipende poi dalla definizione di malattia rara alla quale si fa riferimento. Il criterio comunemente adottato è un criterio di prevalenza, cioè quanti sono gli affetti da una particolare condizione sul totale della popolazione. È da precisare che in Paesi diversi vengono adottati limiti differenti, per cui non esiste una lista unica e unanimemente condivisa a livello mondiale. A livello europeo una malattia è considerata rara se colpisce meno di 5 persone su 10.000 abitanti. Eurordis, l’organizzazione europea nata nel 1997 che riunisce più di 260 associazioni dedicate alle malattie rare che operano in almeno 30 Paesi, ha stimato che queste condizioni colpiscano circa il 6% della popolazione europea, percentuale corrispondente a circa 27 milioni di persone nell’intera Unione Europea.


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>> Ottimo per l’estate: è un antizanzare naturale

Gelsomino: fioriture generose e prolungate E’ una specie rampicante molto apprezzata in parchi, giardini, terrazzi. Semplice da coltivare perché poco esigente

C

Le zanzare lo odiano! Fatelo crescere vicino alle vostre finestre

di Germana Urbani

amminando lungo i viali dei nostri paesi capita spesso in primavera ed estate di fermarci a naso in su sedotti da un profumo dolce che ci arriva da una siepe o da un poggiolo. Spesso a colpirci il cuore passando dalle narici, è il gelsomino è una pianta perenne della famiglia delle Oleaceae in pratica è un “parente” dell’ulivo. Il suo nome deriva dal termine arabo yasmin, che significa “dono di Dio”, e in moltissime culture questa pianta è simbolo di purezza e femminilità. Si tratta di una pianta versatile e resistente che può essere utilizzata per formare siepi, rivestire cancellate e muretti oppure per ricoprire pergolati e graticciati visto che può raggiungere un’altezza di cinque o sei metri. Ma se non disponete di tanto spazio non disperate: il gelsomino può essere coltivato con successo sia in piena terra che in vaso, anche se in quest’ultimo caso si consiglia di utilizzare dei tutori per supportare la pianta che tende a crescere molto. Esistono molte specie di gelsomino che fioriscono anche in periodi diversi dell’anno. Per scegliere quella più adatta al vostro giardino o terrazzo occorre che teniate conto dell’esposizione, e se intendete coltivarla in vaso le migliori specie sono senza dubbio Jasminum primulinum e Jasminum grandiflorum. Le rampicanti da giardino più consigliate sono invece: Jasminum officinale e Jasminum x stephanense. Le piante di gelsomino all’aperto devono essere collocate in un luogo ben soleggiato e luminoso mentre per quelle che vivono in appartamento la collocazione migliore è in prossimità di una finestra esposta ai raggi solari. Possono essere considerate buone anche condizioni di mezz’ombra, a patto che la pianta riceva almeno qualche ora di luce diretta. Tenete conto del fatto che il gelsomino non tollera il vento eccessivo, perciò, potendo, deve essere messo al riparo dalle zone più ventose del giardino. Quando deciderete di porre a dimora la vostra pianta dovrete tener conto di poche cose in quanto il gelsomino è una pianta con poche pretese che si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno. Il meglio di sé lo dà tuttavia quando il substrato è ricco in sostanza organica, soffice, fertile e ben drenato: se il terreno fosse troppo compatto o di composizione prevalentemente argillosa, si può aiutarlo aggiungendo sabbia e argilla espansa allo scopo di migliorarne la capacità di drenaggio. Per le piante da coltivare

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in vaso si può preparare un buon terreno di crescita semplicemente mescolando terriccio universale da giardino, torba e sabbia. E se vi dimenticate di annaffiarlo fa lostesso…per un po’. Gli esperti consigliano di annaffiare una volta ogni 10-15 giorni perché il gelsomino non è una pianta particolarmente esigente in termini di irrigazioni, dal momento che può sopportare senza problemi anche periodi di siccità più o meno prolungati. Va detto, però, che anche se non strettamente indispensabili per la sopravvivenza della pianta, le irrigazioni stimolano la crescita e la fioritura, pertanto sono consigliate sia in primavera che in estate e per tutta la durata della stagione vegetativa. E ricordate: le zanzare lo odiano, quindi se decidete di metterlo in giardino studiate la disposizione più utile di sedie e panchine.

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piantate ora i gladioli

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o n o bulbose molto apprezzate nei giardini perché sono poco esigenti e di coltivazione. Piantati i bulbi a primavera i fiori sbocciano entro luglio e settembre a seconda del periodo di piantagione. La fioritura dura circa due settimane con colori svariati, pastello o vivo. Il consiglio è di interrare i bulbi in un luogo soleggiato e riparato dai venti che possono piegare gli steli. Occorre preparare il terreno con una buona vangatura per togliere i sassi e le radici delle erbacce e, se necessario, aggiungete un concime speciale per bulbi. L’idea giusta potrebbe essere quella di scaglionare le piantagioni dei bulbi per ottenere una fioritura prolungata piantando i bulbi a distanza di una quindicina di giorni. Il bulbo di gladiolo va interrato a circa 10/12 cm di profondità, in linea o in gruppo da 10 a 20 bulbi. Annaffiare leggermente dopo la piantagione. Ricordate di mettere subito un tutore per le varietà più alte.


14 Consigli di bellezza

Consigli di bellezza 31

>> Il must di primavera sarà il bronde, per capelli come baciati dal sole

Nuove colorazioni per capelli da passerella E’ il “pink hair” il colore che per questa stagione è il più venduto su ebay al mondo. Ma chi non se la sente può virare verso il sunshine splashlights di Germana Urbani

C

erto nella vita di una donna è sempre i capelli. Si tratta di una decolorazione parprimavera e quando arriva il momento ziale, che interessa solo una fascia di capelli di cambiare bisogna rinnovare e basta. in orizzontale e a metà lunghezza, tra le radici e le punte, come un trompe-l’œil che illuSpecie se si tratta di capelli. Le tendenze di questa primavera parla- mina i capelli. La versione chic del sunshine no chiaro: le colorazioni più “in” riguardano splashlights è un trionfo gioioso di pennellate tutto ciò che è ombreggiato all’altezza delle di luce, dai biondi miele-oro ai rossi fragola radici e dal tono simile al naturale. Dunque fa che sfumano su punte più scure, anche nere. Certo non si può scegliere a caso la nuanbene chi decide per colori ondeggiati, a schiariture orizzontali e ai colori come accessori ce, è importante seguire sempre la regola di moda, da cambiare come e quando si vuole “a ciascuno il suo”. E’ pur sempre questione in abbinamento al proprio umore, al makeup di pelle, di feeling con l’incarnato. Il colore “amico” rende lo sguardo luminoso, morbio alla nail art. Decisamente aut il bi-color netto, radici- do e vibrante al tempo stesso senza stress punte da supermercato, la ricerca spasmodi- eccessivi di makeup giornaliero. Va detto che ca di coprire in modo netto i capelli bianchi sulle passerelle si sono visti biondi e rossi creando così “barrature” antiestetiche specie veramente camaleontici e “multi-taglio”. I biondi magnificano le scalature-spiumature sui contorni frontali. La moda del momento suggerisce di su tutte le lunghezze e ai corti donano arioscegliere il Sunshine Splashlights, un effetto sità e leggerezza. I rossi donano ricchezza e wood_architecture_adv_lapiazza_270x167_Layout 1 19/03/14 18.23 Pagina 1 luce che, come fosse un raggio laser, colpisce intensità ai capelli ricci e mossi. I toni scuri

e compatti invece meglio valorizzano capelli lisci e preferibilmente medi e medio corti. Ideali per i carrè, dunque. E per le ragazze più audaci il colore del momento è il “pink hair”: uno sfumato che va dal delicato pastello rosa al vibrante fuxia, interpretato anche e solo con qualche accento giocosi qua e là che può essre un fuxia su basi dark, o un rosa su fondi chiari. Tanto trendy da essere oggi il colore più venduto su ebay al mondo! Ma chi non se la sente di avere una testa color fragola segua l’esempio delle bellissime Jessica Biel e Jennifer Aniston che indossano il must di questa primavera: il bronde. Si tratta di uno sfumato sunshine-shatush, un biondo e bruno, beige-oro e moka fusi insieme fino a creare una nuova tonalità bronzea. La bella notizia è che questa tonalità così sfumata su lunghezze e punte sta bene e piace quasi a tutte.

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A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

La violenza di genere

Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare con Voi una questione che, purtroppo, occupa sempre più le prime pagine dei giornali ed i servizi di apertura dei telegiornali ovvero il fenomeno della violenza di genere. Che cos’è la violenza di genere? Il fenomeno della violenza di genere, ancorché risalente nel tempo, è stato solo di recente oggetto di studi più approfonditi che hanno consentito una sua qualificazione e, quindi, una maggior presa di consapevolezza e responsabilità da parte della nostra società civile. Il concetto di violenza di genere, elaborato nei primi anni duemila, è utilizzato per differenziare la violenza comune da quella che si esplica in danno di individui o gruppi in ragione del loro “genere” o sesso di appartenenza. La violenza di cui ho appena riferito consiste essenzialmente in una serie distinta di azioni fisiche, sessuali, di coercizione economica o psicologica che hanno come destinatario una persona “scelta” sulla base del suo genere o sesso. Con specifico riferimento alla violenza sulle donne, deve rilevarsi come questa costituisca un fenomeno culturale assai complesso che interessa ogni sfera sociale e le cui conseguenze non

ricadono solo sulle donne vittime di violenza ma anche sui loro figli che diventano testimoni indiretti della stessa. La violenza sulle donne trova, peraltro, un espresso riconoscimento nella Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne datata 1993 che, all’art. 1 definisce la violenza contro le donne come “Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare un danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata”. Rilevanti nel breve e lungo periodo i danni subiti dalle vittime di violenza sia sul piano fisico che su quello psicologico, morale ed esistenziale. Quali forme può assumere la violenza di genere? La violenza di genere è per sua natura un fenomeno proteiforme in quanto può esplicarsi in modi assai vari e diversi tra loro per tipologia, intensità di violenza e gravità degli effetti. Vi è una violenza fisica e morale ravvisabile in tutte quelle condotte dirette a far più o meno male alle persone con atti lesivi volontari. Vi è poi una violenza psicologica posta in essere dai partner o ex partner attraverso una serie di

LO SPAZIO DELL’ETICA

Analisi di aonale Anselm Zurfluch, docente incaricato presso l’Università di Avignone analizza in “Empfängnisverhütung”(hänssler 2000) alcuni motivi che re la speranza all’umanità è Gesù e il Suo buon senso, di cui il Vangelo sovrabbonda.

atteggiamenti intimidatori, minacciosi e offensivi anche reieterati e prolungati. All’interno di questa categoria si ricomprendono condotte assai diverse tra loro quali i ricatti, gli insulti verbali, le umiliazioni di vario genere anche pubbliche. Ed ancora la violenza economica che rappresenta una forma subdola di violenza in quanto finalizzata ad impedire che il partner possa raggiungere l’indipendenza economica. In tal modo la vittima non potrà rendersi indipendentemente dal suo carnefice che eserciterà sulla stessa un controllo indiretto ma efficace. In tal senso mi limito a segnalare tutti quegli atteggiamenti diretti ad impedire la ricerca di un lavoro od ancora un ferreo controllo dello stipendio o utilizzo del denaro percepito ad esempio solo dal marito-compagno. In particolare, la donna straniera è spesso vittima di ricatti da parte del compagno che, nell’impedirgli la regolarizzazione dei documenti, preclude alla stessa la ricerca di un regolare lavoro. Infine, tra le forme più gravi ed odiose di violenza vi è quella sessuale rappresentata dall’insieme delle condotte che attengono alla sfera sessuale della persona e che ne compromettono la libertà di esplicazione. Tra le forme più diffuse di violenza sessuale vi sono le molestie sessuali, la costrizione

ad avere rapporti sessuali o, addirittura, a prostituirsi. Fenomeni quest’ultimo dell’induzione alla prostituzione per nulla distanti anche dalla ns realtà locale dove si registrano interventi delle forze dell’ordine volti a contrastare proprio suddetto reato. I reati connessi alla violenza di genere Le violenze sopra riferite integrano, il più delle volte fattispecie penalmente rilevanti. I reati che, statisticamente, sono maggiormente associati a fenomeni di violenza di genere sono: il reato di maltrattamenti verso familiari e conviventi, disciplinato all’art. 572 c.p. e di recente modificato; il reato di atti persecutori, comunemente detto stalking, introdotto nell’ordinamento italiano nel 2009 con l’art. 612 bis c.p.; la violenza sessuale di cui all’art. 609 bis c.p., nonché le fattispecie, apparentemente meno gravi, ancorché rilevanti sul piano umano, di minacce, lesioni e molestie. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)


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più pauroso stuntman giapponese? Kipaga Simoru. • Come si chiama la più grande avicoltrice italiana? Chiara Dellovo. • Come si chiama il più grande orafo italiano? Pietro Prezioso. • Come si chiama il più grande assenteista italiano? Renato Stanco. • Come si chiama il più famoso cantante latino? Ovidio Marequantebello. • Come si chiama il più assiduo suonatore di citofono vietnamita? Vien Po Ju. • Come si chiama il più grande campione sciistico vietnamita? Ocho Al Pin. • Come si chiama il più grande industriale dolciario vietnamita? Men Tin. • Come si chiama il più abile scultore italiano? Oscar Pello. • Come si chiama il più astuto poliziotto anglo-italiano? Sir Pico.

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INGREDIENTI 1 CARRÈ D’AGNELLO, ERBETTE AROMATICHE, 2 FUNGHI PORCINI, 4 SCALOGNI, 2 PORRI ESECUZIONE PREPARARE IL TRITO DI ERBE AROMATICHE E “IMPANARE” IL CARRÈ D’AGNELLO. ROSOLARLO IN UNA PADELLA ANTIADERENTE PER CIRCA 3 MIN. E FARE RIPOSARE LA CARNE PER 10 MIN. PREPARARE IL TORTINO DI PORRI TAGLIANDOLI A QUADRETTI. FATELI ROSOLARE IN UNA PADELLA DÌALLUMINIO CON UNA NOCE DI BURRO, AGGIUNGERE DELLA FARINA SETACCIATA E UN PÒ DI PANNA. MANTECARE CON GRANA PADANO E METTERLI IN PICCOLE FORTMINE IN MODO DA OTTENERE DELLE TORTINE. METTETE GLI SCALOGNI IN UNA CASSERUOLA FINO ALLA COMPLETA RESTRIZIONE DELL’ACQUA, AGGIUNGERE 5 CUCCHIAI DI ZUCCHERO E CUOCERE FINO ALLA COMPLETA RESTRIZIONE DELL’ACQUA. FATE SALTARE IN UNA PADELLA ANTIADERENTE I FUNGHI PORCINI PRECEDENTENENTE TAGLIATIA A FETTINE NEL SENSO DELLA LUNGHEZZA, CON UN GOCCIO D’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA E SALE. ADAGIARE SU UN PIATTO I FUNGHI SLATATI, DISPORVI SOPRA IL CARRÈ SCALOPPATO E ACCOMPAGNARE CON TORTINO DI PORRI E SCALOGNO GLASSATO. “LUCIDARE” CON UN FILO D’OLIO EXTRAVERGINE E AGGIUNGERE UNA SPOLVERATA DI SALE E PEPE NERO.

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

COCKTAILS by Paolo Marani

I CONSIGLI DI PAOLO

FIOR DI LOTO

INGREDIENTI:

INFO@TERRAZZAINPIAZZA.IT

CUCINA

CROCCHETTE DI CARCIOFI CON SALSA ALLO YOGURT ED ERBE AROMATICHE UN FINGER FOOD CROCCANTE FUORI, CALDO E MORBIDO ALL’INTERNO. PERCHÉ PER NOI LE CROCCHETTE NON SONO SOLO A BASE DI PATATE, MA MOLTE DELLE VERDURE PRIMAVERILI SI PRESTANO PER QUESTA SFIZIOSA PREPARAZIONE. E’ LA STAGIONE CHE INVOGLIA: CIBI FRESCHI E MENO IMPEGNATIVI, PER QUESTO ABBIAMO REALIZZATO UNA SALSA A BASE DI YOGURT ED ERBE CHE HA ALLEGGERITO LE NOSTRE CROCCHETTE. INSOMMA, PICCINE COME APPETIZER, UN PO’ PIÙ GRADI COME

CONTORNO, IDEALI DA METTERE NEL CESTINO DA PIC NIC, QUESTE CROCCHETTE DI CARCIOFI SONO UNA IDEA SEMPLICE ED ORIGINALE PER OGNI ESIGENZA.

INGREDIENTI PER 15 CROCCHETTE: 500G FONDI CARCIOFO, 1 PATATA (95G LESSATA), 110G PANE DI SEGALE, 2 CUCCH ARACHIDI SALATI, 1 UOVO MENTA SECCA, PREZZEMOLO, AGLIO IN POLVERE, SUCCO DI LIMONE, INSAPORITORE A BASE DI VINO ED ERBE AROMATICHE, PANE GRATTUGIATO, OLIO EVO, OLIO DI SEMI DI MAIS, SALE. PER LA SALSA: 170 GR YOGURT GRECO 0%, SUCCO DI LIMONE, OLIO EVO, MENTA SECCA, PREZZEMOLO, AGLIO IN POLVERE, SALE ALLE ERBE AROMATICHE DI MONTAGNA, SALE CUOCERE I FONDI DI CARCIOFO IN PENTOLA A PRESSIONE, CON IL CESTELLO PER LA COTTURA A VAPORE, PER CIRCA 10 MINUTI DAL FISCHIO DELLA PENTOLA. SPEZZARE IL PANE E AMMOLLARLO CON UN PO’ DI ACQUA DI COTTURA DEI FONDI; MESCOLARLO CON I CARCIOFI E LA PATATA, ENTRAMBI SCHIACCIATI CON UNA FORCHETTA. CONDIRE IL COMPOSTO CON L’OLIO EVO, IL SUCCO DI LIMONE E L’INSAPORITORE A BASE DI VINO ED ERBE AROMATICHE; UNIRE GLI ARACHIDI TRITATI CON IL COLTELLO, E PROFUMARE CON LA MENTA, L’AGLIO ED IL PREZZEMOLO, QUINDI AGGIUSTARE DI SALE. IMPASTARE GLI INGREDIENTI CON UN UOVO, E FORMARE DELLE PALINE CON LE MANI (MEGLIO SE BAGNATE). PASSARE LE CROCCHETTE IN UN MIX DI PANE GRATTUGIATO E SALE, POI LASCIARLE RIPOSARE PER CIRCA 20 MINUTI. PREPARARE LA SALSA: MESCOLARE LO YOGURT CON IL SUCCO DI LIMONE E L’OLIO EVO, QUINDI PROFUMARE CON LA MENTA, IL PREZZEMOLO, L’AGLIO ED INSAPORIRE CON IL SALE ALLE ERBE; SE NECESSARIO REGOLARE DI SALE. OTTENERE UNA CREMA MORBIDA, ALLUNGANDO CON QUALCHE CUCCHIAIO DI ACQUA DI COTTURA DEI FONDI DI CARCIOFO. CUOCERE LE CROCCHETTE DI CARCIOFI IN PADELLA CON L’OLIO DI SEMI, RIGIRANDOLE PER FAR COLORARE. SERVIRE ACCOMPAGNANDO CON LA SALSA DI YOGURT. 2 SPICCHI AGLIO, DRAGONCELLO, CANNELLA, OLIO EVO, SALE

DEDICATO AD ADRIA IN FIORE CHE SI SVOLGERÀ DOMENICA 27 APRILE 2014 AD ADRIA. SI PREPARA DIRETTAMENTE NEL BICCHIERE OLD FASHION 1/2 LIME A CUBETTI, 7/10 GIN BOMBAY, 2/10 CONTREAU, 1/10APRICOT BRANDY, 3 GOCCE DI BITTER CAMPARI, 8 GOCCE DI KIRSH. SI GUARNISCE CON FRUTTI DI BOSCO E UN FIORE DI LOTO. PAOLO MARANI

CUCINA

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