di Rovigo
Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 37 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
La storia Silvia ha resuscitato l’edicola in stazione e ha trovato lavoro
Verso il voto Elezioni regionali, i primi candidati Non c’è Virgili
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Marzo 2015
Servizi Patto di stabilità, l’ipotesi sblocco fa felici i Comuni
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+70,5% di nuovi utenti www.lapiazzaweb.it
L’informazione locale è sempre con te: PROFUGHI E ACCOGLIENZA, INTEGRAZIONE E PROTESTE
FEBBRE DA GIOCO, UNA MALATTIA SERIA
Polesine in prima linea nell’accoglienza ai profughi. Ma le polemiche non mancano. Né le proteste. Sia da parte di chi ritiene questo afflusso eccessivo e incontrollato, sia da parte degli immigrati stessi, per i tempi lunghi. pagg. 4-5
Gioco d’azzardo e lotterie, in Veneto la ludopatia è diventata un’emergenza che colloca la nostra fra le regioni d’Italia più colpite dalla patologia. In Veneto, a fine 2013, si contavano 35mila giocatori patologici. pagg. 16-17
ASILO NOTTURNO E ALTRE STORIE LA RISALITA RIPARTE DA QUI
POLITICA, SI CANDIDA TOSI E SPACCA LA LEGA
Si può cadere ma ci si può anche rialzare. Ci sono volontari e istituzioni, pure in questo momento di crisi, che provano ad aiutare a farlo. Le loro storie e quelle di chi, con loro, può pensare a farcela di nuovo. pag. 6
All’interno del giornale
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Tar, schiaffo al Polesine Si torna a cercare il gas Annullato il “blocco” imposto dalla Regione per tutelare l’ecosistema del Basso Polesine, via libera ai camion con meccanismi vibranti per individuare i giacimenti
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on la bocciatura della richiesta del permesso di ricerca di idrocarburi contenuto nella deliberazione della Giunta regionale del Veneto del 30 dicembre 2013, la Regione pensava di aver messo una pietra sopra alla caccia al gas presente nel sottosuolo polesano. Ma così non è stato. Il Tar di Venezia, infatti, ha accolto il ricorso della Northsun Italia e ha annullato l’atto regionale nel quale si esprimeva il di-
niego all’istanza di ricerca, in recepimento delle conformi conclusioni della Commissione regionale per la valutazione di impatto ambientale. Il progetto in questione si chiama “La Risorta” e interessa i comuni di Adria, Gavello, Taglio di Po, Villanova Marchesana, Corbola, Papozze ed Ariano Polesine in provincia di Rovigo, oltre a quelli di Berra, Mesola, Jolanda di Savoia e Codigoro in provincia di Ferrara.
La stessa Provincia di Rovigo si era pronunciata con un secco no alla richiesta dell’azienda che è, di fatto, una controllata dell’australiana Po Valley Energy. Un no che ora rischia di rimanere sulla carta. Intanto, il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin ha presentato una proposta di modifica alla legge del Parco per bloccare anche questo tipo di ricerche. pag. 10
Editoriale Sì alle trivelle in Adriatico. Possibile!!?
L
di Lorenzo Zoli*
a sentenza del Tar può non piacere. E’ magari giusto non piaccia. Ma è sacrosanta. Del resto, la differenza tra una democrazia e una dittatura sta proprio in questo: in democrazia, è permesso tutto ciò che non è esplicitamente vietato, in una dittatura è vietato tutto ciò che non è esplicitamente permesso.
*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it continua a pag.
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La Lega dal volto pulito, come veniva definita la parte del partito che non ha mai smesso di guardare a Tosi come all’unico vero leader Veneto, oltre a Zaia, ha alzato la testa e, stanca delle imposizioni di Matteo Salvini, ha rotto ogni indugio. pag. 20
L’ONIRICO ROUSSEAU IN MOSTRA A VENEZIA In una conversazione di Vasilij Kandinskij a Franz Marc, l’artista Henri Rousseau veniva definito con questa affermazione: “che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”. Per la prima volta in Italia, le opere del maestro francese. pag. 22
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news da laPiazzaweb 3
In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno
LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUL SITO Protagoniste le persone sia del giornale che dell’web. Nel mese di febbraio le notizie più viste sul nostro sito sono state quelle relative alle storie di Sport, dell’Isis Rovigo hacker, e di Chiara Schiavon che ha deciso di inventarsi un mestiere partendo dalle proprie passioni, e Stefano Callegaro vincitore di Masterchef! seguici su www.lapiazzaweb.it
LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUI SOCIAL Sui social vince, invece, l’evento del mese: l’attacco hacker dell’Isis a Rovigo, il Salone di Ginevra, e le nuove tecnologie Dss a Strà per un comune Smart. seguici su www.facebook.com/ lapiazzaweb
EDIZIONI PIÙ VISTE SUL SITO:
Renzi ci regala la banda ultra larga. Arrivasse almeno la banda larga…
L’Italia è il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo
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on so se capita a tutti ma capita certamente a molti. Internet non è per nulla veloce in tanti, troppi comuni del Veneto. Una regione che già rispetto ad altre è avanti su tutto, figuriamoci su questo. Eppure! La banda larga è lontana a venire persino nelle zone industriali figuriamoci a casa mia! Ora però, promette il premier, tutto cambierà perché “la comunicazione sulla banda ultra larga – ha affermato Matteo Renzi – è l’abc del nuovo alfabeto economico” del Paese. Come dire che la banda larga è un genere di prima necessità per le nostre imprese che, per competere su scala mondiale hanno bisogno, come minimo, di essere veloci e al passo con i tempi della tecnologia. Purtroppo però l’Italia sconta un ritardo mostruoso, tanto che nel 2014 risultava ancora il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione (Nga) in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo; con la prospettiva di giungere solo nel 2016 al 60% di copertura a 30 Mbps e in assenza di piani di operatori privati per avviare la copertura estensiva a 100 Mbps. Una realtà dura da capire prima ancora che da accettare. E noi veneti dovremmo essere i primi a lamentarcene vista la nostra
Le edizioni storiche sono anche quelle più lette dai lettori della piazzaweb: Chioggia, Miranese nord, Rovigo. Cittadine molto vivaci sia dal punto di vista politico che culturale e sportivo! seguici su www.lapiazzaweb.it
propensione al lavoro veloce e all’efficienza ad ogni costo. Ben venga dunque lo sforzo del governo Renzi che ha varato il piano per la banda larga con obiettivi di copertura fino al 50% della popolazione a 100 Mbps (Megabyte per secondo) entro il 2020. L’investimento sarà ingente Il piano prevede investimenti pubblici per 6 miliardi da qui al 2020 “che – ha spiegato il ministro Delrio – avranno un effetto moltiplicativo”, spingendo i privati a investire a loro volta e “permetteranno all’Italia di superare gli obiettivi europei”. Altri 2 miliardi saranno messi dalle aziende in base ai piani di investimento già annunciati. Infine il governo spera di riuscire a “sollecitare” le imprese a investire ulteriori 4 miliardi. L’impegno dei privati, putroppo e per forza di cose è fondamentale e da questo dipenderà la copertura dell’intero territorio italiano. “Il piano sulla banda ultra larga - ha spiegato il ministro Guidi - garantirà al Paese le autostrade digitali con le corsie giuste come quelle di qualsiasi altro paese europeo che voglia competere nei mercati globali”. Ottimo a dirsi, difficile a farsi visto che ancora oggi navighiamo in rete non attraverso autostrade digitali ma attraverso sentierini accidentati di campagna, ogni tanto incespicando su “una buca intergalattica” che ci disconnette e addio al resto del mondo!
In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno
Il BLOG DEL DIRETTORE La lettera di una lettrice fornisce lo spunto per parlare di un argomento di grande attualità: è bene fidarsi dei vaccini oppure no? Come ci si informa davvero? Una delle Ulss del Veneto va a trovare le mamme a casa loro? Un’ingerenza o giusta informazione? seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/il-blog-del-direttore/
IL SONDAGGIO E’ entrata nel vivo la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali. Vien da chiedersi, però, viste gli esiti di altre elezioni regionali degli ultimi tempi, se i veneti ci credono ancora. Votare serve? seguici su www.lapiazzaweb.it/ sondaggio/
ADOTTAMI, I NOSTRI AMICI ANIMALI Dolci, divertenti, sorprendenti e bisognosi di affetto. Se avete a cuore i nostri amici animali vi preghiamo di mandarci le foto di cuccioli abbandonati che cercano casa. Vi aiuteremo a trovarne uno per ognuno. seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/animali/
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È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di
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Padova, via Lisbona 10 Tel. 049 8704884 Fax 049 6988054 redazione@givemotions.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 15.317 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile (ad interim)
Germana Urbani direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 16 marzo 2015 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
4 Argomento del mese EMERGENZA E POLEMICA La nostra provincia non si tira indietro per soccorrere chi arriva qui per sfuggire a morte e persecuzione. Ma ha sollevato varie perplessità la decisione di sistemare qui anche un gruppetto di profughi che da programma avrebbe dovuto essere gestito da Padova. Il prefetto rassicura: “Sistemazione temporanea”. E si cerca di snellire la burocrazia
Soccorso ai profughi,
di Eiisa Barion
Ambiscono allo status di rifiugiati. La metà di loro però quasi certamente non lo avrà
La soglia massima di presenze in provincia è stata fissata a quota 160. Frequenti i ricambi
M
ali, Senegal, Costa d’Avorio. Da anni il Polesine sta accogliendo i profughi provenienti da varie zone dell’Africa e che raggiungono le coste italiane per la maggior parte attraverso i cosiddetti “viaggi della speranza”. Di sbarchi l’Italia ne registra quasi ogni giorno: migliaia i migranti che, attraversato il Mediterraneo, arrivano sulle nostre coste e vengono soccorsi. Altrettanto spesso si registrano invece gravi tragedie in cui perdono la vita centinaia di persone. Anche il Polesine, in tutto questo, sta facendo la propria parte, accogliendo una quota di migranti che, dai centri di accoglienza, vengono destinati in Veneto. Non solo: la provincia di Rovigo sta facendo uno sforzo che va oltre il massimo stabilito. Per intenderci: il Ministero dell’Interno ha deciso che la nostra regione può ospitare una quota di migranti pari a 3.742 persone e la loro accoglienza è regolata dal Tavolo di coordinamento regionale formato dai prefetti di tutte le sette province che si sono riuniti intorno alla metà di febbraio per fare il punto della situazione. La strategia finora seguita dalle Prefetture è stata quella di rivolgersi agli organismi di volontariato e alle
strutture ricettive per consentire una distribuzione diffusa per numeri medio piccoli sul territorio provinciale fino ad una quota massima stabilita sulla base della popolazione residente. Quota che per il Polesine si aggira intorno alle 150/160 persone. Ma proprio nei giorni scorsi il numero di migranti alloggiati in varie strutture del territorio (una sessantina si trova, ad esempio, tra l’hotel Delta park e Villaregia a Porto Viro, altri sono stati ospitati all’ostello Canalbianco di Arquà Polesine) è stato superato di qualche decina. Già, perché a Loreo, nella struttura Piccola Venezia di Retinella, sono stati collocati 39 nuovi migranti dei quali ben 34, secondo quanto riferito dal prefetto Francesco Provolo, sarebbero stati assegnati alla provincia di Padova mentre la prefettura rodigina aveva dato la disponibilità ad accogliere solo cinque nuovi arrivi da aggiungere ai 152 già presenti. Va detto che, sempre secondo il prefetto Provolo, la loro permanenza in Polesine sarà molto breve, al punto da non alterare, di fatto, la quota massima di migranti assegnata alla nostra provincia, fissata intorno alle 160 persone. La quasi totalità dei profughi in Polesine sono infatti in
attesa del riconoscimento della protezione internazionale da parte della commissione territoriale, al centro, proprio in questi giorni, di un’azione di riorganizzazione sull’asse GoriziaVerona-Padova. La protezione internazionale può assumere diverse forme ma per qualcuno, però, c’è anche la bocciatura: in media, come ha spiegato Carlo Zagato, presidente di Porto Alegre, la cooperativa che si occupa del loro inserimento sociale, il 50% delle richieste viene respinto per la mancanza dei requisiti. Ciò che è certo, comunque, è che, complice la campagna elettorale alle porte, sul tema dei profughi si sta scatenando una vera e propria battaglia politica che vede in prima linea i partiti del fronte anti-immigrazione come ad esempio Forza Nuova e la Lega Nord con in testa il governatore Luca Zaia, in cerca di essere confermato per altri cinque anni alla guida del Veneto. Dall’altra ci sono amministrazioni di segno politico opposto, come ad esempio il Comune di Porto Viro, che si sta impegnando a portare avanti nuovi progetti di integrazione sociale rivolti proprio ai profughi presenti sul suo territorio.
IL PROGETTO INTEGRAZIONE E LAvORO
A Porto Viro sono una risorsa preziosa
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el mare di polemiche che la presenza dei profughi sta scatenando a livello politico in Polesine, c’è chi considera i migranti una risorsa e non un problema. E’ il caso del comune di Porto Viro in cui sono presenti circa 60 profughi accolti nell’ambito delle operazioni di soccorso Mare nostrum. Sono alloggiati all’hotel Delta Park, in attesa del riconoscimento della protezione internazionale ed è rivolto proprio a loro il progetto avviato dalla giunta, guidata dal sindaco Thomas Giacon, insieme ad alcune associazioni, alla cooperativa sociale Porto Alegre di Carlo Zagato e alla Comunità missionaria Villaregia di padre Giorgio Parenzan. Il progetto prevede che alcuni di questi ragazzi (la loro età, in media, si aggira intorno ai 25 anni) siano impiegati in alcune attività di utilità sociale non retribuite nelle associazioni Gruppo iniziative per l’ambiente, Le dune, Ads Calcio Porto Viro, Acras Murazze e nella cooperativa sociale Titoli minori. “L’obiettivo – spiega l’assessore alle Politiche sociali Tania Azzalin – è quello di promuovere l’inclusione sociale di questi ragazzi. Le attività serviranno a promuovere la corresponsabilità e la reciprocità dei beneficiari nei confronti della comunità locale. Credo sia un’iniziativa importante che non solo dà la possibilità di impegnare il loro tempo ma anche di promuovere la conoscenza ed il coinvolgimento dei richiedenti protezione internazionale nella vita sociale”. Ai ragazzi, benché non retribuiti, sarà garantita un’assicurazione da parte delle associazioni o della cooperativa Porto Alegre. El. Ba.
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Argomento del mese 5 I contrari
Polesine in prima fila Il caso I giovani si lamentano delle lungaggini nell’iter burocratico per il loro status
E scatta pure la protesta. Pacifica, ma decisa di Elisa Barion
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profughi ospiti in Polesine sono alloggiati in diverse strutture ricettive dislocate sul territorio. Il tavolo di coordinamento delle Prefetture venete ha stabilito che debbano essere divisi in piccoli gruppi. E qualcuno di loro, nei giorni scorsi, si è fatto sentire, arrivando fino a Rovigo. E’ il caso di alcuni ragazzi del Mali che in questo momento si trovano a Porto Viro, alcuni alloggiati all’hotel Delta Park altri a Villaregia, una sessantina in tutto. Mentre il Comune ha varato un progetto di integrazione sociale che li vede protagonisti insieme ad alcune associazioni locali, questi ragazzi, di età media intorno ai 25 anni, verso la fine del mese di marzo hanno protestato pacificamente occupando un incrocio della città bassopolesana per un paio d’ore. Quattro di loro, invece, sono arrivati a bordo di un furgoncino nel capoluogo chiedendo di essere ricevuti dal prefetto. Nessuno scompiglio e nessuna protesta dai toni forti ha caratterizzato l’incontro: il dialogo con i funzionari della Prefettura è stato sereno e pacifico. Tutto questo mentre a Porto Viro una decina di loro stava seduto o in piedi ad occupare le strisce pedonali all’incrocio tra via Zara, via Battisti e corso Risorgimento. Fermi lì, davanti agli occhi dei cittadini, hanno srotolato uno striscione bianco come segno della loro protesta silenziosa e pacifica. I ragazzi sono in attesa che la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale li convochi individualmente per valutare le loro richieste. Ma, a quanto riferisce Carlo Zagato, presidente della cooperativa sociale Porto Alegre che si occupa della loro accoglienza, “i tempi burocratici stanno risultando più lunghi del previsto”. E aggiunge: “Di norma questa procedura si avvia in pochi mesi ma i nuovi arrivi hanno fatto dilatare i tempi”. Vedersi riconoscere la protezione internazionale consentirebbe loro di potersi invece muovere liberamente per raggiungere i parenti nel Nord dell’Europa.
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Forza Nuova non ci sta
“Rubano i diritti dei nostri avi” L
a presenza dei profughi in Polesine, come in tutto il Veneto, ha avuto conseguenze sul piano politico. Diverse sono state infatti le voci contrarie alla loro presenza sul territorio che si sono sollevate da più fronti. In primis quella del governatore Luca Zaia che pochi giorni fa è intervenuto affermando senza mezzi termini che “l’emergenza profughi dal Nordafrica, gestita in Libia dai terroristi dell’Isis, e in Italia dalle organizzazioni malavitose, diventerà invasione, una specie di guerra in cui il nemico usa come armi degli esseri umani di fatto ridotti in schiavitù”. E ha aggiunto: “Noi diciamo basta, i territori dicono basta. Occorre prendere immediatamente contromisure efficaci, la prima delle quali è il blocco navale come deterrente alle partenze. La seconda è convogliare in un fondo internazionale la valanga di milioni che si spendono per Frontex e per un’accoglienza che non è tale e utilizzarli per portare aiuto alle popolazioni che soffrono nei loro paesi”. Il presidente del Veneto cita anche il caso di Loreo dove l’arrivo di 39 nuovi profughi nella struttura Piccola Venezia di Retinella era stato pianificato senza che il sindaco fosse avvertito: “Questa è prepotenza istituzionale, non gestione di un’emergenza perché in un colpo solo si offende la dignità dei cittadini, delle istituzioni locali e anche degli immigrati che, una volta sbarcati, vengono trattati come pacchi postali da spedire il più lontano possibile, il prima possibile”. Dalla parte del governatore è schierata la Lega Nord di Rovigo i cui militanti da settimane distribuiscono dei volantini al mercato e davanti alle chiese la domenica mattina per protestare contro l’immigrazione clandestina. Per loro la questione è strettamente collegata al tema della sicurezza: “La sicurezza per noi è un tema importante visto che furti e rapine sono ormai all’ordine del giorno così come i continui sbarchi Manifestazioni incontrollati di immigrati. La situazione di dissenso anche è ancora più allarmante per il fatto che dalla Lega. Allarme tra questi potrebbero esserci infiltrati dei per le infiltrazioni terroristi dell’Isis” ha dichiarato Alberto dell’Isis Cavalieri snocciolando alcuni dati: “Secondo i dati della Frontex (l’agenzia europea per la gestione della cooperazione alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Ue), gli immigrati clandestini nei primi mesi del 2014 erano aumentati dell’823% per arrivare ad un totale nell’intero 2014 di oltre 170mila. Questi dati sono allarmanti visto che solo una piccola parte sono rifugiati politici, e tutti gli altri che fanno? E’ un traffico di esseri umani, uno dei tanti business delle mafie. Questo non è essere xenofobi o razzisti, ma realisti e razionali”. Sulla stessa linea anche Michele Capanna, sempre della Lega Nord: “Mare Nostrum è un’operazione che incentiva l’immigrazione clandestina dragando le casse dello Stato di risorse che potrebbero invece essere impiegate per gli italiani in difficoltà. Solo una minima parte di migranti è costituita da veri rifugiati politici”. E proprio a Porto Viro, dove i profughi hanno protestato contro i tempi lunghi della commissione territoriale che si occupa del riconoscimento della protezione internazionale, nei giorni scorsi si è svolta una manifestazione di protesta dei militanti di Forza Nuova. Durante il mercato settimanale del sabato tra via Roma e piazza Marconi, gli esponenti del partito, per voce del loro coordinatore provinciale Enrico Mantoan, hanno fatto sapere: “Questa manifestazione vuole dare voce al popolo italiano che si vede derubato dei diritti guadagnati dai propri avi e si trova beffeggiato dal governo che continua a finanEl. Ba. ziare un’immigrazione sconsiderata”.
6 Rovigo La storia L’asilo notturno: un piccolo grande aiuto per non arrendersi e crederci
“Presi a calci dalla vita, da qui ripartiamo” Rosa, cacciata di casa dopo la morte del compagno, e Mario, papà solo: c’è chi li aiuta di Sara Dainese
Un servizio semplice ma importante
Quando anche farsi la doccia e’ un miraggio
U
n appartamento con 8 posti letto, aperto dalle 22 alle 7 del mattino, in cui si incontrano uomini e donne arrivati da percorsi diversi ma con un comune denominatore: la necessità di un posto da chiamare casa. E’ l’asilo notturno che gestisce Arcisolidarietà, l’associazione presieduta da Donata Tamburini, che può ospitare 6 uomini e 2 donne, per un massimo di 30 giorni. Qui, in questi giorni, ci sono storie diverse, di persone che non ce l’hanno fatta, che sono state sopraffatte e che hanno dovuto chiedere aiuto, tutte accudite la notte dal volontario Mirco. Non solo stranieri, come è spesso troppo facile pensare, ma anche italiani, uomini e donne che non hanno altro posto dove andare. C’è Rosa (il suo nome, come quello di tutti gli altri ospiti, è di fantasia, le loro storie no)che ha 61 anni e dorme qui da quando ha perso la casa: “Avevo un compagno che è mancato prima di potermi sposare – racconta con le lacrime agli occhi – così la sua famiglia mi
CARITAS
Arcisolidarietà: i volontari, persone speciali
ha cacciato dalla casa dove vivevo, che era di sua proprietà. Sono rimasta senza nulla, allora sono venuta qui”. Rosa ha una figlia che non vede da oltre vent’anni e un fratello con il quale non è in buoni rapporti, la sua “casa”, per trenta giorni, sarà l’asilo notturno di Arcisolidarietà. Ma durante il giorno non si può rimanere nell’appartamento, così bisogna trovare qualcosa per occupare le giornate: Rosa va in chiesa e prega. C’è anche Mario che di anni ne ha 42 e dorme qui da qualche settimana: “Ho perso il lavoro un anno fa – racconta – poi sono iniziati i contrasti con mia moglie, ci siamo
separati e a lei è rimasta la casa. Sono rimasto senza nulla, ho dormito in macchina per mesi, ma a Ferrara, perché non volevo che qui a Rovigo qualcuno mi vedesse. Ora grazie agli assistenti sociali sono qui”. Mario ha una figlia che non può vedere ed è per lei che è rimasto qui e non è andato a cercare fortuna altrove. “Tutti gli amici che avevo prima – racconta commosso – ora non mi rispondono nemmeno al telefono. Ho pensato di farla finita, lo ammetto, ma come posso abbandonare mia figlia? Devo resistere per lei”. Oggi, Mario, ha trovato un lavoro: è in prova, ma può sperare.
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osa c’è di più rilassante che potersi fare una doccia calda a fine giornata? Purtroppo, per chi una casa non ce l’ha, questo è impossibile, o meglio, è possibile grazie alla Caritas Diocesana. L’associazione, infatti, a Rovigo ha attivo da molti anni un servizio docce aperto tre pomeriggi alla settimana (due per gli uomini e uno per le donne). Ma le donne, sono molto rare: “Nel 2014 su 75 utenti, solo una era donna – spiegano Davide Girotto e Mauro Rossin, rispettivamente vicedirettore e operatore della Caritas – Abbiamo effettuato in totale 735 docce, circa 8/10 al giorno. L’utenza è prevalentemente tra i 18 e i 50 anni”. Ma questo servizio restituisce un’immagine reale dei numeri dei senza fissa dimora a Rovigo? “Direi di no – afferma Girotto – va considerato che negli asili notturni c’è la doccia, così come va considerato che c’è chi una casa ce l’ha, ma non ha i soldi per pagare le utenze e quindi viene qui a lavarsi”. Una situazione più complicata di quello che appare. Anche perché stando ai racconti di chi con queste persone ci lavora molti casi sono borderline: “C’è chi arriva qui per disperazione estrema, chi perché è un ‘passaggio obbligato’, chi viene per un po’ e poi risolve i propri problemi, chi ha fatto di questa condizione la propria routine”. Le storie, anche in questo caso, sono le più disparate e i percorsi che portano una persona ad avere necessità di una doccia, sono molteplici: “C’è chi si trova in una situazione difficile e arriva da noi quando è, in un certo senso troppo tardi – spiega Girotto – così come c’è chi ci si trova e non fa nulla per uscirne. La povertà è una questione delicata”. Sa. Da.
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Un camper di notte
’è una Rovigo sconosciuta, che a qualcuno fa anche un po’ paura. E’ la Rovigo dei senzatetto, delle persone senza fissa dimora, che non hanno la fortuna di avere una casa o che, più raramente, non la vogliono. Ce ne sono diversi nella nostra piccola città, dormono in edifici abbandonati, sotto i cespugli lungo la passeggiata Baden Powell, in stazione o nei dormitori di associazioni o enti. A Rovigo, secondo i volontari, non esiste il clochard “romantico”, quello che ha scelto questa vita. Esiste, invece, chi ci si è trovato e non è più riuscito ad uscirne. Fare un viaggio nella notte rodigina dei senza fissa dimora significa scoprire un mondo che, a volte, alla luce del sole, non si vede. Così, si può partire proprio dalla stazione e incontrare il camper della comunità Emmaus, di Fiesso Umbertiano. Tre sere a settimana il camper sosta nel piazzale della stazione e offre ai senza tetto te caldo, panini e coperte. “Incontriamo per la maggior parte uomini – racconta Giacomo Gasparetto, giovanissimo volontario del servizio che ci accompagna in questo viaggio – di donne ne abbiamo aiutate davvero poche negli ultimi anni. Offriamo loro qualcosa di caldo e qualcosa da mangiare e diamo coperte a chi ce lo chiede. Ci facciamo raccontare chi sono, gli chiediamo il nome. Con alcuni è un bel po’ che ci si vede, con altri ci si vede una volta e poi non ci si incontra più”.
Appena arriva il camper, alle 20.30 precise, con a bordo un paio di volontari (a cui se ne aggiungono altri che arrivano direttamente sul posto), iniziano ad avvicinarsi gli utenti del servizio, spuntati fuori “dal nulla”, come se durante il giorno fossero invisibili. Ma non lo sono, sono persone e sono lì a bere un te caldo e scambiare qualche battuta con i ragazzi che ormai li conoscono. A volte può capitare qualche situazione un po’ complicata, qualcuno che magari ha alzato un po’ il gomito, ma i volontari, esperti e formati, sanno risolvere tutto, con fermezza, ma sempre con il sorriso.
I volontari Emmaus in prima linea per un the e un panino Ad avvicinarsi al camper per chiedere cibo e coperte non sono solo stranieri, come si tenderebbe a pensare, ma anche italiani, a volte, polesani doc che sono arrivati lì per i più svariati motivi. Oggi la comunità Emmaus cerca nuovi volontari che siano disposti ad imparare come si gestisce il camper per formarli e farli avvicinare a realtà delicate ma presenti sul nostro territorio. Perché la solidarietà non fa bene solo a chi la riceve, ma anche a chi la fa. Fa crescere. Sa. Da.
8 Rovigo Verso il voto Scende in campo anche Paolo Avezzù. A sostenerlo saranno tre liste e 90 persone
Sindaco allora, “Sindaco ora” di Elisa Barion
Editoriale
Sì alle trivelle in Adriatico. Possibile!!? di Lorenzo Zoli* segue da pag.
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Programma chiaro: Corso subito da riaprire, Passante su via Calatafimi, no ad altre espansioni commerciali
a rotto gli indugi con una conferenza stampa convocata l’11 marzo. Per lanciare un messaggio semplice: ci riprova. “Non mi metto in gioco per battere qualcuno ma qualcosa - ha detto - Voglio battere la rassegnazione”. Paolo Avezzù scende di nuovo in campo. Forte di un mandato da primo cittadino e di una conferma sfiorata, quando le amministrative si decisero per una manciata di voti: inizialmente 11, poi ulteriormente limati dalla valutazione dei giudici del Tar. Prima dei nomi ha voluto fare chiarezza sul programma. “Non plichi da 20 e passa pagine”, ha precisato. Ma alcuni punti essenziali ma di vasta portata, che senza dubbio non mancheranno di alimentare la discussione nella marcia di avvicinamento al momento del voto. Punto primo: se sarà eletto, metterà subito mano a Corso del Popolo, aprendolo. Punto secondo: completamento del Passante Nord su via Calatafimi. Ossia della bretella che al momento manca per dotare il capoluogo di un sistema di Tangenziale; terzo, pollice verso agli ampliamenti commerciali in zona Rovigo Sud, per non cementificare ulterioremente ettari su ettari di territorio e soprattutto per non infliggere ulteriori colpi mortali a Pierino Romagnolo e Beatrice Di Meo; poi dovrebbe un centro storico già agonizzante. esserci una lista civica in cui ci saranno altrettante Posti questi paletti, il momento dei nomi e dei facce note come quella di Aldo Guarnieri e Michele dettagli sulle modalità e sui sostegni dei quali si Brusaferro; infine una composta da giovani, che doavvarrà nella corsa elettorale. Ad affiancarlo al mo- vrebbero essere accomunati da una età under 30. mento della presentazione del Non poteva mancare, visuo progetto alcuni sostenitori, Capitolo alleanze: sto il momento politico della tra i quali Elisabetta Pizzardo, porte aperte presentazione, un cenno alla Andrea Verde e Andrea Denti. ai Tosiani, situazione politica della Lega, “Rappresento 90 amici che ci chiusissime invece toccata da un vero e proprio termettono la faccia – ha prose- alla Lega di Salvini remoto con la frattura Salvini guito l’ex sindaco – tra i quali Tosi che ha portato all’espulsioctanti giovani”. A sostenere la marcia su Palazzo ne del secondo dal partito. Sulla questione Avezzù è Nodari saranno, da progetto, tre liste: una che fa stato molto chiaro: non sono da escludere alleanze riferimento ad Area popolare e che vede, tra i can- con eventuali liste civiche che vogliano richiamarsi didati consiglieri, Claudio Boreggio, Luigi Paulon, all’azione politica di Tosi, nulla da spartire invece con
I NOMI
Un incontro con i sostenitori e la stampa l’11 marzo: così l’ex sindaco, arrivato a un passo dalla conferma, ha voluto ufficializzare la sua discesa in campo, già nell’aria
la Lega Nord di Salvini. “Valutiamo con attenzione l’area di Flavio Tosi - ha detto Avezzù - ma escludiamo qualsiasi rapporto con la Lega di Salvini”. “Siamo alternativi alle sinistre – ha precisato l’ex sindaco, sempre in tema di alleanze possibili e futuribili, oltre che di collocazione politica – ma allo stesso modo vogliamo essere anche alternativi a un centrodestra pasticcione che non mantiene gli impegni presi nei cui confronti vogliamo essere una chiara discontinuità”. Ulteriore punto da valutare il rapporto con Forza Italia, altro schieramento che di recente di sicuro non versa in condizioni particolarmente buone di salute. “Il dialogo è aperto anche con Forza Italia”, dice Avezzù, ponendo poi però una serie di paletti. La corsa, del resto, è appena cominciata.
Quindi, in mancanza di una legge che impedisca la ricerca di idrocarburi in Alto Adriatico con la metodologia del vibroseis, i giudici hanno fatto ciò che dovevano: annullare il “no” della Regione alla esplorazione, basato su una norma appunto regionale non più al passo con i tempi. Certo: anche una bambino capirebbe che la ricerca è quasi certamente finalizzata allo sfruttamento dei giacimenti. Ma questo non è un problema dei magistrati: è giusto che non lo sia. E’ un problema dei politici. Sta a loro ora difendere il territorio. E magari trovare una volta per tutte una via per lo sviluppo che non passi necessariamente per lo sfruttamento intensivo, per le grandi infrastrutture, per l’attesa di qualche investitore che si metta le mani sul cuore e dirotti qui i suoi progetti. E’ una via facile, questa. Ma costellata di disillusioni. Pensiamo al caso Enel: 10 anni di promesse, di annunci mirabilanti per la centrale di Porto Tolle. Avrebbe dovuto essere convertita prima a combustibile tipo Orimulsion, poi a carbone. Si è parlato di investimenti per oltre 2 miliardi di euro, di centinaia di posti di lavoro. Alla fine, Enel ha mollato: non se ne farà nulla. Non si può sempre dipendere dagli altri. Il territorio va difeso, valorizzato, tutelato, pensato 365 giorni all’anno. Non solo quando all’orizzonte si palesa una possibile minaccia. Bello – davvero – che ora il mondo politico faccia quadrato contro le estrazioni e la subsidenza. Ma non deve essere questo il movente, perlomeno quello prioritario, per capire che nel Delta abbiamo un tesoro. Un Parco che è un tesoro vero. Rendersene conto, pianificare, investire, anche creare. Trovare una strada per lo sviluppo che in altri paesi è realtà per decenni. E all’improvviso, quasi senza accorgersene, le trivelle non faranno più paura.
*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it
Ci sono già vari candidati
In tanti vogliono tentare, un rebus forza italia e il carroccio
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a discesa in campo di Avezzù va ad arricchire un parterre di candidati già affollato e che potrebbe diventarlo ancora di più, prima del punto di non ritorno, ossia il termine ultimo per la presentazione delle liste. Stefano Bellinazzi, ex assessore della Giunta Piva, è stato tra i primi ad annunciare la candidatura. Dopo avere preso le distanze dall’esperienza in Forza Italia ha creato la civica Viva Rovigo. Situazione simile quella di Andrea Bimbatti, anche
lui ex assessore col sindaco Bruno Piva. A inizio febbraio ha annunciato la sua intenzione di candidarsi con una lista civica. Silvia Menon, ex consigliere di Rovigo si Ama, ha creato la sua lista Silvia Menon sindaco. Anche Giovanni Nalin, ex segretario Cgil, oggi esponente di Sel ha annunciato una corsa solitaria. Restando in un’area di sinistra, Liberi Cittadini per il Polesine ancora non ha ufficializzato il candidato, ma dovrebbe trattarsi di Livio Ferrari, fonda-
i g g da oINE il -L N O è OVO NU SITO
tore del centro francescano di ascolto ed ex garante, provinciale e nazionale, per i diritti dei detenuti. Il Pd, dopo le primarie, ha come candidato ufficiale, investito dal voto, Nadia Romeo, ex capogruppo del partito in consiglio comunale. Ancora da valutare la situazione in casa Lega e Forza Italia, due partiti che non stanno attraversando un momento sereno, con riverberi anche sul locale. El. Ba. Livio Ferrari per i Liberi Cittadini
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Rovigo 9 Verso il voto Confermata la data, si va alle urne il 31 maggio
Regionali, ecco i 5 nomi del pd Tiziana Virgili e Angelo Zanellato fuori, la sorpresa è Alberto Simi, investiti anche Manuela Nicoletti e Gino Sandro Spinello
Molto più fluida la situazione nel centrodestra, con varie questioni da affrontare Alla fine non correrà: Tiziana Virgili, ex presidente della Provincia di Rovigo e attuale sindaco di Fratta, non rientra tra i cinque candidati consiglieri regionali del Pd
di Elisa Barion
A
lla fine i nomi sono usciti. Al termine della riunione – evidentemente programmata da qualcuno che della scaramanzia allegramente se ne infischia – nella serata di venerdì 13 marzo. Il Pd polesano ha scelto i suoi cinque “campioni” che correranno alle prossime elezioni regionali. Le sorprese non mancano. Non solo non ci sarà Angelo Zanellato, presidente del Consvipo, il cui nome circolava da tempo; non ci sarà neppure Tiziana Virgili, ex presidente della Provincia di Rovigo, attuale sindaco di Fratta Polesine. Un nome di assoluto prestigio e peso. Virgili stessa, nel corso di una conferenza stampa mercoledì 11 marzo, non aveva fornito dichiarazioni decisive né in un senso né nell’altro, tenendo quindi la porta aperta a una possibile candidatura.
Alla fine così non è stato. Questi quindi i nomi dei cinque del Pd che correranno per un posto in consiglio regionale. Graziano Azzalin, consigliere uscente, ex vicesindaco di Rovigo; Gino Sandro Spinello, ex senatore, ex vicepresidente della Provincia ed ex sindaco di Adria; Manuela Nicoletti, ex sindaco di Ficarolo; Mirella Zambello, ex sindaco di Villadose; Alberto Simi, consigliere comunale di Castelmassa. Questo il dato nudo e crudo. Analizzandolo appare lecito immaginare che il Pd abbia scelto di porre termine, o quantomeno tregua, alle fratture e tensioni interne che avevano invece monopolizzato la scena alla vigilia delle primarie per individuare il candidato sindaco a Rovigo. Consultazioni che poi hanno investito ufficialmente Nadia Romeo. Verosimile che il partito abbia
scelto la strada della coesione – forzata o meno, poco importa – per cercare di portare a casa il risultato in occasione dei due appuntamenti elettorali di primavera di fondamentale importanza. Ovviamente comunali e regionali partono da presupposti differenti. Le analisi attuali per le prime vedono in Romeo il candidato più forte, a meno che il centrodestra,
al momento ancora molto coperto, non si inventi qualcosa di particolare. La corsa alla Regione invece vede in pole il governatore uscente Zaia, anche se la recente frattura della Lega potrebbe regalare sorprese. Per quanto riguarda la cinquina di candidati al consiglio regionale dei Democratici, non mancano certo i nomi di spicco. Ma non
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pare difficile indicare come favorito Azzalin, alla luce anche del grande lavoro svolto in questi anni. Anche se, come sempre in queste occasioni, le sorprese sono sempre possibili, se non probabili in occasione di appuntamenti elettorali di questa portata. Ora la campagna elettorale è ufficialmente aperta.
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10 Rovigo Il caso Per ora nessuna via libera all’estrazione, ma le ricerche saranno ammesse
Il Tar riapre alle trivelle
LA CONTROMOSSA Ma Azzalin ha pronta la proposta di modifica della legge del Parco
Passa la tesi della proponente: i vibroseis non sono invasivi e neppure distruttivi. “Si può fare” di Francesco Campi
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on la bocciatura della richiesta del permesso di ricerca di idrocarburi contenuto nella Deliberazione della Giunta regionale del Veneto del 30 dicembre 2013, la Regione pensava di aver messo una pietra sopra alla caccia al gas presente nel sottosuolo polesano. Ma così non è stato. Il Tar di Venezia, infatti, ha accolto il ricorso della Northsun Italia ed ha annullato l’atto regionale nel quale si esprimeva il diniego all’istanza di ricerca, in recepimento delle conformi conclusioni della Commissione regionale per la valutazione di impatto ambientale, secondo una una pluralità di ragioni. Il progetto in questione si chiama “La Risorta” ed interessa i comuni di Adria, Gavello, Taglio di Po, Villanova Marchesana, Corbola, Papozze ed Ariano Polesine in provincia di Rovigo, oltre a quelli di Berra, Mesola, Jolanda di Savoia e Codigoro in provincia di Ferrara. La stessa Provincia Un vibroseis: camion con generatore di vibrazioni nel sottosuolo di Rovigo si era pronunciata con un secco no alla richiesta dell’azienda che è, di fatto, una control- amministrativo ha dato ragione alla Northsun. La La sentenza del Tar è chiara: l’utilizzo di veilata dell’australiana Po Valley Energy. Un no che principale motivazione del no all’istanza di ricerca coli denominati “vibroseis”, che costituisce la tecora rischia di rimanere solo sulla carta, visto che il sollevata da parte della Regione, infatti, era che nica meno invasiva di indagine della composiziovia libera del Tar permetterà l’area interessata ricadeva ne del sottosuolo, dato che le eventuali alternative alla Northsun di iniziare le Numerosi comuni grosso modo nell’areale del evidenziate nello studio di impatto ambientale interessati sia operazioni di ricerca. Parco regionale del Delta del (massa battente o esplosivo) si rivelano magE’ bene chiarire che non nel Delta che Po e che proprio la legge re- giormente impattanti, e in un tale contesto non si tratta (almeno per il mo- nel Ferrarese: non gionale 8 settembre 1997, appare pertanto giustificata la prospettazione da mento) di trivellazioni, ma tutti sono nel Parco n. 30, all’art. 30, comma 1, parte della Regione della necessità di una rinuncia di ricerche che avvengono lett. b), dispone che “è vie- alle attività previste da parte della ricorrente, perattraverso i cosiddetti “vibroseis”: “Il metodo – si tata la realizzazione di pozzi e impianti per la ri- ché una tale rinuncia comporterebbe il sacrificio legge nel progetto - consiste nel fare vibrare una cerca e l’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo”. dell’utilità perseguita dall’iniziativa nonostante la massa di alcune tonnellate appoggiata sul terreno Tuttavia, oltre al fatto che, per esempio i sostanziale assenza di effetti significativi dal pune quindi trasmettere una sollecitazione (a bassa Comuni di Gavello e Villanova Marchesana sono to di vista ambientale. energia e periodo di alcuni secondi) di durata esclusi da una simile tutela, la Northsun ha avuto Che l’utilità finale perseguita sia lo sfruttavariabile nel tempo. Gruppi (catene) di geofoni buon gioco nel far accogliere dai giudici la tesi se- mento degli eventuali giacimenti di metano non registrano poi le onde riflesse dai diversi strati del condo la quale le attrezzature relative al vibroseis, rappresenta un motivo sufficiente per fermare fin sottosuolo. La metodologia di indagine è indiretta che non sono né pozzi né impianti, ma attrezzatu- da subito ogni tentativo. Le ricerche, quindi, pose di tipo non distruttivo”. re montate su camion, non ricadono nell’esplicito sono partire. E’ proprio per questo motivo che il tribunale divieto della legge istitutiva del Parco.
NEWS
“I
l Delta del Po conosce bene quale sia il problema della subsidenza causata dalle estrazioni di metano e non intende concedere nessun appiglio a chi voglia mettere le mani sul gas presente nel sottosuolo”. Con queste parole il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin ha illustrato la proposta di legge che ha elaborato e che va a modificare l’articolo 30 della legge istitutiva del Parco del Delta del Po in modo da rendere impossibile la ricerca con ogni mezzo di idrocarburi: “La ratio della norma era già chiara, ma la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della Northsun e abrogato la delibera con la quale la Regione non concedeva il permesso di ricerca, ha reso necessaria una precisazione e quindi, al posto del comma che recita ‘è vietata la realizzazione di pozzi e impianti per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo’ con questo emendamento si inserisce la dizione ‘ non sono rilasciati: permessi di ricerca di idrocarburi, autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi’”. “Se la ratio della norma citata è chiara – si legge nella relazione del progetto di legge in riferimento alla legge istitutiva del Parco - meno lo è lo scopo di una ricerca per l’individuazione di depositi metaniferi, la cui presenza è nota e confermata dai fatti sopracitati, che non sia prodromica ad un successivo sfruttamento. Per evitare ogni tipo di fraintendimento semantico e ribadire una chiara volontà manifestata a più riprese da parte della Regione Veneto, il presente Progetto di legge si propone, quindi, di emendare l’articolo 30, comma 1, lettera b), della legge regionale 8 settembre 1997, n. 30, ricomprendendo nel divieto ogni tipo di ricerca di idrocarburi, con qualsiasi mezzo essa avvenga, vietando il rilascio di permessi di ricerca così come le autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi nell’ambito dell’intero territorio dei comuni interessati dal Parco del Delta del Po”. Il consigliere del Pd si dice sicuro che “anche questa volta come in quell’occasione la politica veneta ribadirà con forza una volontà che vede tutti dalla stessa parte in difesa del territorio, senza steccati partitici di sorta”.
Il parlamentare: “Prima di tutto la difesa del nostro ecosistema”
Crivellari non ha dubbi: “Tutti uniti contro lo spettro della subsidenza”
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Diego Crivellari, parlamentare del Pd in prima linea contro le estrazioni
pericolo della subsidenza è da scongiurare con il massimo impegno e la massima convinzione. Non importa se le cause possono essere le attività estrattive offshore piuttosto che le trivellazioni nel Polesine”. Dura presa di posizione del parlamentare Pd Diego Crivellari dopo la sentenza che ha concesso il via libera alla ricerca di giacimenti di idrocarburi. Una pronuncia, quella del Tar, che viene da molti vista come il possibile prologo a una ripresa delle trivellazioni tout court. “Ricordo che c’è stato un impegno sancito con un ordine del giorno al decreto Sblocca Italia - ha continuato Crivellari - che ha posto il Governo in una posizione di massima attenzione e salvaguardia, ponendo così dei dei paletti importanti. Anche di fronte alle trivellazioni dovremmo trovare il medesimo atteggiamento. Da parte mia, come per ogni battaglia per il territorio,
sono pronto a collaborare con istituzioni e rappresentanti dei cittadini per evitare attività estrattive o trivellazioni che possono avere effetti dannosi e rischiosi sull’equilibrio idrogeologico del nostro territorio. Sarà necessario verificare e riflettere in maniera assai ponderata sui progetti che si possono presentare di fronte a noi con trasparenza e dialogo, poiché gli eventuali effetti dannosi, sono noti e conosciamo anche i costi che portano con sé”. La subsidenza, in particolare, è quel fenomeno che vede la linea di costa abbassarsi, favorendo la risalita dell’acqua salata lungo il corso del Po, con conseguenze gravissime per l’agricoltura e l’ecosistema in particolare. “E’ mia convinzione - prosegue il parlamentare Democratico - anteporre la sicurezza e la tutela di un territorio fragile, in difficile equilibrio
e già pesantemente sfruttato e compromesso come quello del Delta del Po, ad ogni possibile interesse economico derivante dall’estrazione o dallo sfruttamento degli idrocarburi dal sottosuolo a terra o fuori in mare. Gli eventuali introiti o i benefici economici sarebbero in ogni caso incommensurabilmente inferiori a quanto necessario per ulteriori interventi di difesa a mare e per la messa in sicurezza del bacino del Po e dell’Adige, senza contare il rischio - ha concluso Crivellari - a cui verrebbero sottoposti non solo centri urbani, ma anche beni storico-artistici, monumentali ed ambientali disposti lungo il corso dei fiumi e lungo le coste”. Impegno, quindi, a tutelare il territorio e a fare in modo che lo spettro delle trivelle non possa concretizzarsi. Fr. Ca.
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12 Rovigo La storia Ha sfidato cassintegrazione e disoccupazione con coraggio e tenacia
Silvia ce l’ha fatta. E la città la ringrazia Ha dato nuova vita all’edicola della stazione, restituendo a Rovigo un servizio fondamentale che mancava da troppo
“Lavoro 13 ore, ma ogni mattina finalmente mi sveglio felice di quello che faccio”
di Sara Dainese
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’è stato un momento in cui la stazione di Rovigo, capoluogo del Polesine, non aveva più l’edicola. E così i viaggiatori dovevano recuperare qualcosa da leggere per conto proprio. Poi, a settembre 2014, è arrivata Silvia Brognara, una giovane di 38 anni che ha deciso di investire su se stessa e sul suo futuro e oggi la stazione di Rovigo ha un’edicola con qualcosa in più. Silvia ha scelto di aprire l’edicola dopo un periodo difficile: “Ho attraversato un momento di profonda disperazione, prima la cassa integrazione e poi la disoccupazione – racconta la giovane – ma ad un certo punto mi sono detta ‘sai che c’è? Mi metto in proprio’”. E così è cominciata la ricerca: “Ho sempre adorato il mondo dell’editoria – dice Silvia – Mi piacciono i giornali, le riviste, i libri, le raccolte allora ho pensato all’edicola. Mi sono informata e ho trovato quella della stazione. Come poteva essere che l’edicola della stazione capoluogo fosse chiusa? Così ci ho provato”. Silvia ha preso contatti con Centrostazioni Spa, la società delle Ferrovie che gestisce gli spazi commerciali e ha preparato il progetto, finanziato grazie al microcredito. “Con l’aiuto del commercialista ho preparato tutto
l’occorrente e la banca ha valutato il progetto, così ho avuto accesso al microcredito e sono partita”. Oggi Silvia lavora dalle 6 alle 19, ma è felice: “Sono sempre qui – sorride – ma mi sveglio ogni giorno contenta. Inizio ad avere dei clienti affezionati, quelli che passano ogni giorno e con cui si può scambiare una battuta o commentare la notizia in locandina. E poi incontro tanta gente, tanti pezzi di vita che passano da qui”. Oggi l’attività di Silvia non è solo un’edicola in senso stretto: “Oltre a giornali e riviste ho anche libri, biglietti a fascia chilometrica, cartoleria e un po’ di ‘primo soccorso viaggiatori’, ovvero cerotti, fazzoletti, deodorante e tutte quelle cosine che possono servire a chi si muove”. Un vero e proprio punto di riferimento per chi si sposta: “Chi apre un’attività lo fa per vivere, è innegabile – afferma Silvia – ma sinceramente l’ho fatto anche per dare un servizio alla mia città e ai cittadini. Prendono in giro Rovigo per mille motivi, possibile che non si possa fare qualcosa per migliorarla? E così ho fatto, nel mio piccolo, quello che potevo”. Così, adesso, l’edicola non si trova più dove era storicamente, ma
Silvia Brognara, 38 anni: la giovane rodigina, dopo un periodo difficile e pieno di difficoltà lavorative e occupazionali, ha trovato la propria dimensione cogliendo al volo una opportunità che era sotto gli occhi di tanti. La stazione di Rovigo infatti ormai da anni era priva di una edicola. Il suo progetto di riaprirla è stato finanziato grazie al microcredito è nella zona della stazione recentemente restaurata, dove c’era la sala d’attesa. “Magari sono un po’ defilata rispetto all’atrio, ma la clientela mi trova – racconta – e vedo che molti tornano volentieri. Con qualcuno il rapporto è di fiducia, mi chiedono di trovare qualche prodotto editoriale particolare o di tenerglielo da parte”. E le soddisfazioni arrivano, ogni giorno e le novità non mancano.
“Tra un mese mi consegneranno il terminale per stampare biglietti e abbonamenti – dice, orgogliosa, Silvia – così potrò offrire un servizio in più ai miei clienti”. Una bella storia, fatta di fiducia nel futuro e nelle proprie capacità che ha regalato ad un giovane donna la possibilità di una vita felice e alla città intera un servizio fondamentale.
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ucchero, farina, passione e tanta creatività. E’ questa la ricetta del laboratorio Charlotte di Rovigo, divenuta famosissima in città nell’ultimo anno, grazie alla notorietà dei social network. Tutto è cominciato alla fine del 2010: “Era il mio sogno, un sogno che ho sempre portato nel cuore – racconta Mirella, che prima di aprire Charlotte lavorava a Milano – così quando c’è stata l’opportunità qui, ci abbiamo provato”. Quattro anni di duro lavoro, soprattutto su prenotazione, soprattutto rinfreschi, poi la notorietà: “E’ arrivata all’improvviso, grazie a Facebook – racconta Carlotta Scaranello, figlia di Mirella – le nostre creazioni hanno cominciato ad essere notate e la clientela è arrivata sempre più numerosa”. Così, grazie ai social Charlotte è diventata una vera e propria istituzione in città, merito anche dei dolcetti a stelle e strisce. Già, perché proprio il piccolo laboratorio rodigino è stata la prima del capoluogo a proporre i cupcake, i muffin decorati tipici degli States. “E’ stata un’idea in cui abbiamo creduto, ci abbiamo provato e la città ci ha risposto con tanto affetto”, raccontano Mirella e Carlotta. Ma la vita del pasticcere, si sa, non è facile: “Siamo artigiani, facciamo tutto noi – racconta Mirella – per cui il lavoro è tanto e non ci sono orari. Ma a volte non mi rendo nemmeno conto del tempo che passa, è la mia passione, un amore che porto nel cuore forse da sempre”. Una passione che dà soddisfazione e che spinge il team di Charlotte a non smettere mai di migliorarsi: “Cercare sempre sapori nuovi e
Mirella e Carlotta: quando la dolcezza a stelle e strisce è consacrata online prodotti nuovi – racconta Carlotta – è fondamentale. Abbiamo studiato con maestri pasticceri e ci piace sperimentare. Abbiamo ancora tanti progetti e speriamo che la città ci continui a dare tutto questo supporto”. E la città sembra non avere intenzione di rinunciare a cupcake e macaroon, a torte decorate e dolci americani, anzi. Così su Facebook i post che ritraggono foto dei dolci di Charlotte si moltiplicano e i complementi si sprecano: “La clientela è la nostra forza – affermano Mirella e Carlotta – ci dimostrano stima e affetto”. Sa. Da.
Rovigo 13 L’intervista A breve si attende un decreto sul tema
Patto di stabilità: idea sblocco. “Una manna” di Sara Dainese
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na luce in fondo al tunnel per i comuni? Potrebbe essere, perché voci sempre più insistenti parlano della possibilità di un decreto che a brevissimo potrebbe sbloccare il Patto di stabilità, ovvero lo spettro di tutti gli amministratori pubblici. Per i comuni polesani virtuosi, se ciò si concretizzasse, sarebbe “una vera boccata d’aria fresca perché permetterebbe di realizzare opere e progetti rimasti nel cassetto a causa dell’impossibilità di investire”. A dirlo è il giovane sindaco di Polesella, Leonardo Raito. Sindaco, avete conferme sull’imminenza di un decreto “sblocca Patto”? “Quello che sappiamo lo apprendiamo dalle indiscrezioni che appaiono sulla stampa. Non abbiamo nessuna comunicazione ufficiale e prima di cantar vittoria dobbiamo vedere in che modo il Patto verrà modificato, se con lo sblocco dei vincoli sarà totale o parziale. La cosa certa è che da parte dei sindaci c’è la necessità di una revisione della norma”. Nella pratica, che cosa comporta il Patto di stabilità per i comuni? “In estrema sintesi le amministrazioni non possono programmare interventi ed investimenti sulla base di risorse che possiedono già in cassa, gli avanzi di amministrazione per intenderci. E’ un problema perché le amministrazione di comuni piccoli hanno anche 1 milione di euro in cassa che non possono usare per fare tutte quelle cose necessarie per le loro comunità come sistemare scuole, asfalti, impianti sportivi, fognature”.
Ci sono Comuni che hanno in cassa anche un milione ma non possono usarlo In sostanza, quindi, ne risentono anche i cittadini? “Impedendo alle amministrazioni di investire questi soldi che, lo ripeto, già possiedono, si impedisce di restituire in servizi ed opere ciò che hanno pagato in tasse”. Se il Patto venisse davvero sbloccato, cosa cambierebbe? “Si potrebbe rimettere in moto l’economia. Realizzando opere pubbliche ci sarebbe una ripresa di lavoro e indotto. E’ provato dalla storia che la realizzazione di opere pubbliche è il primo passo. Se i comuni polesani potessero investire, ci sarebbe per le aziende locali la possibilità di lavorare e questo sarebbe senz’altro un primo effetto benefico”. Se si concretizzerà lo sblocco, quali sono le priorità nel comune di Polesella? “Punterei alla ristrutturazione dell’ex cinema Vittoria per trasformarlo in centro cul-
Il sindaco di Polesella Raito: “Sarebbe il primo passo per fare ripartire l’economia”
Leonardo Raito, sindaco di Polesella, parla del Patto
turale di aggregazione proprio nel centro del paese. Altre priorità sono le scuole e la loro messa a norma, la manutenzione stradale e la sicurezza con asfaltature e rifacimento dei guard rail. Lo sblocco sarebbe una boccata d’aria per i comuni”. Come comune, avete indicazioni ufficiali sulle tempistiche con cui questo provvedimento potrebbe arrivare? “Purtroppo no, nessuna. Ma le tempistiche sono fondamentali: più avanti si va e più è difficile perché la maggior parte dei Comuni approverà i bilanci ad aprile e se arrivasse in tempo si potrebbero già mettere a bilancio le prime opere. Dalla pubblicazione del bando all’apertura del cantiere ci vuole tempo, non è una cosa da niente. Ad ogni modo vedo sulla stampa indicazioni rassicuranti sui tempi, speriamo bene”.
Focus Nasce nel 1997
LA NORMA PIù ODIATA DI COMUNI
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i è parlato spesso del Patto di Stabilità, ma capire che cosa sia e quali siano gli effetti sugli enti pubblici non è semplice, perché l’argomento è molto tecnico. Il Patto di stabilità è un accordo stipulato e sottoscritto nel 1997 da tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, relativo al controllo delle rispettive politiche di bilancio pubblico. Tradotto, significa che se gli Stati membri vogliono continuare a far parte della Ue, sono costretti a rispettare due vincoli precisi: un deficit pubblico non superiore al 3% del Pil e un debito pubblico inferiore al 60% del Pil, o comunque tendente al rientro in relazione al Pil (che può significare debito invariato, ma aumento del Pil). Per rispettare queste prescrizioni, ogni Stato membro poteva prevedere le misure più consone. Nello specifico, oggi, il funzionamento del Patto di stabilità interno può essere semplificato in questo modo: nel bilancio annuale dell’ente, le entrate e le uscite devono essere perfettamente pari. Di fatto, quindi, se un ente pubblico risparmia qualcosa, non lo può utilizzare l’anno successivo. Sa. Da.
cultura provincia per tutte edizioni rodigine 1 14 Cultura Il progetto Al via la serie di performance per dare nuova vita a luoghi del centro
In città Icaro vola senza scottarsi di Melania Ruggini
NEWS
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al tessuto urbano di Rovigo ha spiccato il volo Icaro, il nuovo progetto culturale avente come capofila l’associazione Arci di Rovigo, vincitore del bando Culturalmente 2014 della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. La prima mostra è stata inaugurato il 6 marzo all’Archivio di Stato con la personale di Chiara Guidotto, Living here. Icaro è l’acronimo di Impulsi creativi artistici a Rovigo e, come il personaggio mitologico, si pone l’ambizioso obiettivo di superare i confini del proprio labirinto fisico e mentale per provare l’ebbrezza del volo, per proiettarsi nella dimensione più profonda, quella della conoscenza. Icaro farà breccia sugli spazi urbani, creando delle vere e proprie aperture in città, fisiche e simboliche, mediante il coinvolgimento diretto del centro cittadino in una serie di azioni, come opere site specific, installazioni, interventi di street art, che ribalteranno le tradizionali funzioni dei luoghi, per accendere i riflettori su contesti che sovente passano in secondo piano. Come scrisse Italo Calvino “Le città non sono altro che la forma del tempo”. Il progetto nasce da un’analisi del centro città con l’obietti-
LA “OSSESSIONE” E’ GIÀ UN SUCCESSO
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vo di rendere alcune peculiarità storiche, aggregative e culturali, terreno fertile per il dialogo con la creatività under 35. In questo modo, certi luoghi evocativi o alcune strutture architettoniche di riferimento dello skyline, parzialmente trascurati dallo sguardo contemporaneo, possono essere consapevolmente rivitalizzati attraverso scelte artistiche attente e strategiche, diventando punti di comunicazione attiva per la società di riferimento mediante il linguaggio dell’arte contemporanea. I punti di riferimento intercettati dal progetto sono infatti: Piazza Vittorio Emanuele e via Angeli, dove due fotografi, rispettiva-
parte da qui la serie di manifestazioni di Icaro
PRIMO PASSO ALL’ARCHIvIO DI STATO
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a sala conferenze dell’Archivio di Stato di Rovigo diventa il luogo prescelto da Icaro per inscenare il dialogo tra classico e contemporaneo. La memoria della funzione dell’edificio gioca con le opere site-specific di Chiara Guidotto per sottolineare l’importanza della documentazione e delle fonti. Per questa mostra personale, visitabile fino al 15 aprile, la giovane artista veneziana ha trasformato un luogo istituzionale in uno studio d’arte, cambiandone completamente la natura e la fruizione. Vi è una sottile connessione tra l’Archivio, luogo deputato alla conservazione, documentazione, trasmissione della memoria scritta ed orale, e lo studio, intimo e autobiografico, di Chiara Guidotto: entrambi rappresentano l’accumulo di idee e progettualità. Come spiega Chiara: “lo studio è il luogo in cui l’idea si concretizza”. Per appropriarsi dello spazio, ha scelto opere più o meno compiute come a simulare una studio visit, esito naturale e molto efficace di un periodo di preparazione e lavoro. Fra le altre cose ritroviamo le carte di riso ad acrilico e olio, dipinti di piccolo formato e i cementi, a metà strada tra una mostra non completamente finita e un laboratorio di creatività, dove tutto è ancora in fermento, dove le idee stanno maturando e niente è definitivo. Come sottolinea l’artista: “Trovo naturale che l’arte invada le strade, i luoghi e le strutture della città perché questa non
A un mese dall’apertura a palazzo Roverella
ha limiti materiali se non quelli dati dalle istituzioni, ma per quanto la si può fermare?”. E ancora: “Alla base della mostra c’è l’esigenza di occupare uno spazio, di lasciare un segno, di esistere; ogni artista ha una ricerca che non è solo artistica, che non si limita al progetto concluso, ma va al di là, perché, ricercando e sperimentando, vengono porta a galla le proprie ossessioni”. La mostra trova forza e unicità nell’idea di accessibilità: lo studio d’artista si trova fisicamente in uno spazio pubblico, aperto ai visitatori in determinati orari. Questo, che da una parte dovrebbe sfatare il mito della creazione artistica, paradossalmente lo rafforza: il pubblico si trova, spesso per la prima volta, a partecipare ad un privilegio normalmente esclusivo dei critici e dei curatori: quello di vedere l’artista al lavoro. Per renderlo evidente, Chiara ha realizzato una performance durante l’inaugurazione. Me. Ru.
mente Dennis Ziliotto e Alexa Sganzerla, appenderanno delle fotografie molto poetiche, visibili dal 13 marzo; la Rotondina di Piazzale di Vittorio, dove lo street artist Peeta farà un murales tridimensionale dal 1 aprile al 6; Porta Augustina dove Isabella Paris appenderà, il 4 aprile, dei pupazzi colorati e multiformi; le Torri saranno lo sfondo del video-mapping di Francesco Mancin, spettacolo scenografico che andrà in scena sabato 27 giugno dalle ore 21, mentre il Giardino del Castello sarà vivacizzato da un tappeto volante, creato da Caterina Vallini in collaborazione con le associazioni Ago e Filo e Arci Younuted.
l demone della modernità ha aperto da un mese ed è già successo. La mostra, visitabile fino al 14 giugno, focalizza l’attenzione sui meandri dell’inconscio, raccontandoci l’irrompere del mondo moderno secondo le varie angolature di quei “pittori visionari all’alba del secolo breve”, che hanno un ruolo profetico fondamentale per il cambio del secolo. Durante l’inaugurazione Antonio Finotti , il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ha sottolineato la continuità tra questa mostra e “L’ossessione nordica”, entrambe sperimentali e innovative per la città. “Il demone – secondo il curatore, Giandomenico Romanelli - è la forza che coinvolge gli artisti nella creazione, nei decenni tra i due secoli, Ottocento e Novecento, bruscamente interrotta da quella frattura catastrofica che è la prima guerra mondiale. Un evento intuito dagli artisti che segnerà il punto di non ritorno per quel mondo e quella società. Un cumulo di ceneri e rovine da cui nascerà un mondo diverso, quello della modernità, incarnato non dalla Parigi del vecchio continente ma dai grattaceli di New York, il ventre della nuova ricchezza e l’inferno per gli schiavi condannati a lavorare per la sua esistenza”. Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore di fama internazionale, è intervenuto alla presentazione per sottolineare il lato attuale ed educativo di questa mostra specialmente in rapporto ai ragazzi. “La paura è un sentimento positivo - ha detto - in quanto precede la consapevolezza del rischio ed è il segnale d’allarme che avverte l’uomo di un pericolo incombente”. Il professore Andreoli ha proseguito definendola “una mostra di sentimenti” da visitare portando i giovani poiché si configura “come un viaggio dentro noi stessi, fatta di immagini e colori che colpiscono la razionalità e ci stimolano verso un sentire non sempre chiaramente definibile”. In un’analisi acuta, appassionata e coinvolgente il professore ha sottolineato il profondo richiamo all’epoca presente, facendo frequenti rimandi all’attualità, altrettanto problematica e piena di insicurezza come fu il passaggio tra 800 e 900. Me. Ru.
Tante iniziative per il gruppo nato nel 2008
Artinstrada, il programma dell’anno A d Adria c’è un’associazione di volontariato che ogni giorno si batte per diffondere il buon umore, specie nelle realtà sociali più svantaggiate. Si tratta del collettivo Artinstrada, composto per la maggioranza da giovani under 35 che credono nel potere delle arti circensi e delle arti di strada per promuovere l’aggregazione sociale e per diffondere le attività socio-educative e socio-culturali nel territorio. “Il nostro obiettivo più sentito è quello del circo sociale – ci spiega Federico Paralovo -ossia utilizzare le arti circensi, come l’equilibrismo o la giocoleria, nei contesti svantaggiati”. Artinstrada è attiva nel mondo del volontariato dal 2008. Nasce ad Adria dalla passione per la vita di alcuni giovani ragazzi che, in risposta alla morte di un amico, e guidati da una super mamma, creano l’associazione con lo scopo di diffondere, attraverso le arti di strada e il circo sociale, momenti di spensieratezza e di svago soprattutto laddove questi siano carenti. Tra i valori fondanti, l’associazione si impegna nella promozione di una cultura di pace e nel recupero di spazi aggregativi per i giovani, con lo scopo di prevenire fenomeni di disagio e di devianza giovanile. Attualmente il collettivo è impegnato nel progetto “Il volontariato va a scuola”, iniziativa ideata dalla Consulta del Volontariato di Adria e sostenuta dal Csv di Rovigo, che prevede la presentazione in alcune delle terze medie della città etrusca delle associazioni di volontariato locali che hanno aderito al progetto.
Tra gli eventi salienti, da alcuni anni Artinstrada svolge un ruolo attivo nell’organizzazione dell’annuale festa del volontariato di Adria, con la realizzazione di Polesine’s Got Talent, manifestazione che nasce per avvicinare i giovani al mondo del volontariato facendo leva sui loro talenti e passioni. Quest’anno è in programma una nuova edizione che presenterà alcune importanti novità, in via di definizione. Tra gli altri progetti in programma per questo 2015 spicca “Artinstrada on the road”, un intervento diffuso di circo sociale che, attraverso un approccio dinamico basato sull’arteeducazione e sulla giocoleria, mira a creare nei luoghi più emarginati della città momenti di svago ed aggregazione per i giovani. Durante questi 6 anni di attività, i giovani volontari si sono impegnati in diversi progetti di circo sociale svolti nei Ceod, case di riposo, centri di aggregazione giovanile, centri di cura e nelle scuole d’infanzia, oltre alle strade e piazze. Artinstrada è stata inoltre protagonista di importanti missioni umanitarie, quali “Mis-
sione Sorriso” nelle tendopoli dell’Aquila dopo il terremoto nel 2009, “Tour del sorriso-Rwanda smile to smile” nel 2011, “Defendemos l’alegria” in diverse città dell’Emilia colpite dal terremoto del 2012 in collaborazione con Croce Verde Adria, e infine “Missione Balcani” nel 2014 (sempre in collaborazione con Croce Verde Adria).h
4 sport rovigo
Sport 15
Pallavolo Giallonere travolte dal Bolzano. C’è stata partita solo nel primo set
Per la Beng il sogno coppa dura poco di Cristiano Aggio
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iente da fare. Troppo forte il Bolzano, capolista della serie A2 di volley femminile, per la Beng Rovigo che, in finale di Coppa Italia, svoltasi a Rimini, non ha concesso nemmeno un set alle giallonere rodigine, vincendo 3-0. La finale è stata equilibrata solo nel primo parziale, deciso da una bordata di Lucia Bacchi, eletta Mvp dell’incontro (top scorer con 15 punti). Nei successivi due le giallonere di Diego Flisi hanno perso la presa e subito break micidiali, come quello di 15-2 che permette al Neruda di passare nel terzo set da 5-9 a 20-11. Delusione ed amarezza in casa giallonera, un lavoro di ricostruzione del morale da portare a termine nel più breve tempo possibile in vista degli altri impegni di campionato che vedono la Beng posizionata a metà classifica. A consegnare la coppa alle altoatesine il presidente di Lega Pallavolo Serie A, il veneto Mauro Fabris che ha commentato così. “Una finale non entusiasmante, che francamente non mi è piaciuta - ha detto Mancava agonismo e non voglio esprimere giudizi tecnici sulle squadre, dico solo che l’avrei desiderata molto più combattuta. Il risultato sportivo per entrambe le squadre
NELLE SCUOLE TORNA GIOCOSPORT
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è acquisito nel momento in cui si accede alla finale, e per Beng Rovigo credo debba essere considerato estremamente positivo, ma la finale, ribadisco, non mi è piaciuta”. Parole condivise, in parte, anche dal presidente Beng Rovigo Antonio Monesi. “Una partita brutta dove abbiamo fatto troppi errori e non abbiamo espresso il valore in campo. Peccato per il risultato, ma è inevitabile, se giochi male non vinci, se lo fai contro Bolzano perdi 3-0 e anche se vai in vantaggio ti recuperano e chiudono a loro favore.” Scende sul tecnico Alessio Simone,
Dalla pro loco alla polisportiva locale
bORSEA, UN DONO CHE PUÒ SALvARE LA vITA
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a Polisportiva Borsea è ora dotata di defibrillatore. A farne dono alla società calcistica è stata la locale Pro loco, presieduta da Mauro Mazzaro. Un’iniziativa lodevole, che denota sensibilità e attenzione al mondo dello sport e a quello giovanile, che vede ancora una volta protagonista la Pro loco di Borsea, sempre molto attiva per il quartiere alle porte del comune capoluogo: un atto di generosità, raccolto entusiasticamente dalla polisportiva che da sempre si occupa di calcio giovanile. “Non servono tante parole per spiegare i motivi di questa donazione - spiega Mazzaro - Ogni fine anno, facciamo il bilancio delle nostre attività e tolte le spese devolviamo le somme ricavate dalle nostre iniziative alla parrocchia, alla scuola materna, a quella primaria. Viviamo in questa comunità e il defibrillatore donato per la nostra società di calcio è il nostro modo di essere presenti nel territorio, soprattutto in una realtà importante dove protagonisti sono i nostri ragazzi”. Il defibrillatore è stato consegnato mercoledì nella sede della polisportiva, alla presenza del presidente e del vice, Mirco Bregolato e Roberto Albertini, con il direttivo della Pro Loco, formato oltre che dal presidente Mazzaro, dalla vice Cosetta Secondi, dal segretario Marco Zanforlin, dal tesoriere Devis Coltro e dai consiglieri Francesco Bollato e Luca Rosato. “Un dono molto importante per la nostra socie-
Educazione motoria in ben 68 plessi
tà - dice Bregolato - Ringraziamo sentitamente la Pro loco per quello che ha fatto e per quello che fa. Un gesto di grande generosità e sensibilità, uno strumento che sappiamo bene quanto possa rivelarsi utile e talvolta decisivo in modo particolare nei luoghi molto frequentati. Oltretutto da ottobre di quest’anno, sarà introdotta l’obbligatorietà”. Un dispositivo, il defibrillatore, che ci si augura di non dover mai usare, ma di cui, in caso di necessità, è essenziale poter disporre. Un apparecchio di vitale importanza in quelle situazioni di emergenza cardiaca quando la variabile tempo gioca un ruolo fondamentale. “Come società - continua il presidente della Polisportiva - abbiamo tre tesserati abilitati, dopo aver seguito un corso di formazione Bls-D, all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico e all’intervento di primo soccorso”. Cr. Ag.
secondo allenatore giallonero analizzando i tabellini dei set. “Ventidue errori in tre set parlano da soli - spiega l’allenatore delle giallonere - Quello di molto buono fatto da Beng è stato sciupato con i troppi errori e dalla vera forza del Bolzano ovvero il muro e la difesa dove hanno fatto molto bene con due break importanti con cui si sono fatte sotto annullando il nostro vantaggio iniziale e ribaltando il set. La prima manifestazione così importante per molti di noi in Beng e probabilmente abbiamo pagato anche un bel po’ di emozione che ci ha impedito di essere completamente lucidi”.
nche quest’anno, grazie al fondamentale contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il Coni di Rovigo, può riproporre GiocoSport, il progetto che punta alla promozione dell’educazione motoria nelle scuole primarie della provincia. Saranno 20 gli istituti comprensivi pubblici che apriranno le loro porte agli esperti del Coni ai quali si aggiungono anche tre strutture private, per un totale di 68 plessi. Quest’anno il progetto è rivolto agli alunni di prima e seconda elementare con l’intento di educare le generazioni che hanno da poco iniziato l’iter scolastico affinchè colgano subito l’importanza dello sport e di uno stile di vita sano. “Anche quest’anno il comitato di Rovigo, al pari di quello di Padova, sarà al fianco delle scuole primarie di tutta la provincia - dice il delegato provinciale Marco Bonvento .- Ringrazio la Fondazione Cariparo per aver creduto ancora una volta al nostro progetto: siamo convinti che lo sport sia un viaggio che dura per tutta la vita di una persona e cominciare con il passo giusto è fondamentale per far sì che tale visione si realizzi”. A far divertire i giovani studenti, saranno 36 esperti di educazione motoria, laureati in scienze motorie o diplomati Isef. Cr. Ag.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Salute e società
Febbre da gioco, una malattia seria Ludopatia, il Veneto è tra le prime regioni d’Italia colpite dalla patologia. Cos’è e come se ne può uscire
Lino Busato Psicologo e psicoterapeuta
di Ornella Jovane
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ioco d’azzardo e lotterie, in Veneto la ludopatia è diventata un’emergenza che colloca la nostra fra le regioni d’Italia più colpite dalla patologia. In Veneto, a fine 2013, si contavano 35mila giocatori patologici - i dati sono ricavati dal dossier di Sistema Gioco Italia di Confindustria - per un giro d’affari in regione stimato in 5,3miliardi di euro. Il Coordinamento nazionale gruppi per Giocatori d’Azzardo calcolava che in Veneto nei primi dieci mesi del 2014 erano stati spesi per videolottery e slot machine oltre 3,3miliardi di euro, con una spesa pro-capite di 670 euro. Se a livello nazionale il gioco d’azzardo patologico coinvolge circa 800mila soggetti, è proprio nel Nord-Est che fa segnare il suo record di penetrazione, registrando il 38 per cento dei giocatori a rischio di dipendenza. Ma cosa s’intende con ludopatia e quando il comportamento di un giocatore diventa patologico? Lo abbiamo chiesto allo psicologo e psicoterapeuta Lino Busato. “La dipendenza dal gioco d’azzardo - spiega - è un fenomeno sociale alimentato dalla proliferazione di punti gioco che generano un eccesso di offerta di facile accesso la quale può essere pericolosa nelle persone più ricettive a questo tipo di messaggio”. “All’inizio - prosegue lo specialista - l’interesse per gioco d’azzardo è di un certo tipo, poi può diventare patologico”. Ci sono persone appartenenti a fasce d’età particolarmente a rischio? “In realtà il gioco d’azzardo e la sua deriva patologica può coinvolgere tutte le fasce d’età. Ci sono tre criteri per riconoscere il gioco d’azzardo patologico. In primo luogo il craving, ovvero l’impossibilità di resistere alla spinta a giocatore. Il giocatore può cercare di convincere se stesso e gli altri di non essere dipendente in realtà egli non sa resistere all’impulso di giocare. Il secondo segnale è legato all’aumento, via via sempre più consistente, di denaro giocato. Più si è dipendenti più si spera di sistemare i propri problemi economici - compresi i debiti - continuando a giocare. Infine il malessere generato dall’astinenza dal gioco: se non gioca sta male, è nervoso, sta male fisicamente, agitato. Spesso il giocatore nasconde o mente a se stesso relativamente alla frequenza e all’interesse per il gioco, ma nella realtà è il suo pensiero centrale che lo assorbe talmente tanto da allontanarlo da tutte le altre dimensioni della vita, ad es. non è più disponibile a relazioni normali, va incontro a perdite economiche notevoli,
fino a buttar via con estrema facilità ciò che è stato il frutto di una vita di sacrifici, coinvolgendo anche familiari e conoscenti. Spesso nascono conflitti anche seri all’interno della famiglia e problemi sul lavoro. La persona è esclusivamente assorbita dal pensiero di come organizzarsi per andare a giocare. Insomma una vita d’inferno. Questo stile di vita stressante porta a pesanti conseguenze sulla salute fisica e a disturbi psichici come l’ansia. Il giocatore patologico diventa irrequieto, litigioso, teso e aggressivo. Quando arrivano alla disperazione alcuni crollano e tentano il suicidio, infatti ci sono casi di suicidio nei giocatori patologici. La crisi economica ha contribuito a far lievitare i numeri dei giocatori d’azzardo? “La povertà spinge al gioco d’azzardo, a considerarlo nell’immaginario come unica occasione di riscatto. Si attiva così una sorta di meccanismo primitivo del tipo: o la va o la spacca”. E i mass media che ruolo hanno? “La pubblicità di lotterie, slot machine, gratta e vinci... sono troppo presenti anche nella tv di Stato. Il fatto di assegnare a personaggi famosi il messaggio promozionale non aiuta. La gente fragile e sensibile ci casca”. Che cos’è esattamente la ludopatia? “Ha tutte le caratteristiche della dipendenza, senza sostanze. Si crea una sorta di schiavitù da una realtà che si subisce senza possibilità d’intervento. Nelle slot machine, o col gratta e vinci e similari il giocatore non ha un ruolo attivo, nè può intervenire per modificare nel gioco la sua posizione. Si perde perciò lo spirito autentico del gioco e ci si può trovare in trappola”. Come si riconosce il giocatore patologico? “Ci sono tre criteri per riconoscere il gioco d’azzardo patologico. In primo luogo il crading, ovvero l’impossibilità di resistere. Il giocatore può cercare di convincere se stesso e gli altri di non essere dipendente ma questo tipo di ragionamento non coinvolge l’inconscio. In realtà egli non sa resistere all’impulso di giocare. Il secondo segnale è legato all’aumento, via via sempre più consistente, di denaro giocato. Più si è dipendenti dal gioco più si spera di sistemare i propri problemi economici - compresi i debiti di gioco - con il gioco. Infine il malessere generato dall’astinenza dal gioco. Anche se spesso il giocatore nasconde o mente a se stesso relativamente alla frequenza e all’interesse per il gioco. In
realtà, e queste sono le conseguenze, è il suo pensiero centrale, non è più disponibile a relazioni normali, va incontro a perdite economiche notevoli, fino a buttar via con estrema facilità ciò che è stato il frutto di una vita di sacrifici, coinvolgendo anche familiari e conoscenti, quando non si arriva ai criminali. Spesso nascono conflitti anche seri all’interno della famiglia e problemi sul lavoro. La persona è esclusivamente assorbita dal pensiero di come organizzarsi per andare a giocare, con evidenti ricadute anche psicologiche e fisiche”. Qual è la via d’uscita? “Come ogni forma di dipendenza patologica esiste la via della terapia. La percentuale di coloro che decidono di uscirne è però ancora molto bassa, ovvero chi decide di intraprendere la strada della terapia spesso lo fa quando ormai la situazione è giunta alle estreme conseguenze”. Quali sono i passaggi da compiere e quali sono le strutture a cui rivolgersi? “Il primo ostacolo è riconoscere di avere un problema: il primo passo importante è la consapevolezza, è prendere coscienza da parte del giocatore di avere un problema e quindi dover ricorrere ad un aiuto. La persona deve superare la vergogna e farsi aiutare se no da soli non si esce. Le strade da percorre sono molteplici: dalla psicoterapia, ai Ser.T. delle Uls che hanno un servizio specifico e gratuito per il trattamento delle dipendenze dal gioco d’azzardo. Ci sono infine i gruppi di auto-aiuto dei giocatori anonimi composti da persone accomunate dallo stesso problema. Ciò che va affrontato è il meccanismo del “pensiero magico” che porta a far credere che il gioco risolva ogni problema, che indichi la scorciatoia per arrivare prima e meglio alla meta, che invece richiede la fatica e il sacrificio del costruire”. Qual è l’augurio che si può fare a chi è incappato in questa forma di dipendenza? “L’augurio e l’invito è quello di riappropriarsi della propria vita, di uscire dalla trappola del gioco malato, che provoca isolamento, schiavitù e sofferenze. Il gioco è bello, nella sua dimensione sana: è conoscenza, creatività, occasione di crescita, è socializzazione e divertimento. Dal gioco patologico si può uscire per ritornare ad essere liberi e padroni della propria vita”.
IN REGIONE Contrasto e prevenzione
UN ITER LUNGO PER LA LEGGE
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l Veneto osservato speciale per il comportamento del gioco d’azzardo patologico ma, ad oggi, una delle poche regioni senza una legge regionale di riferimento e contrasto, nonostante sia stata tra le primissime (già nella primavera del 2013) ad aver registrato proposte legislative in merito. Nel corso degli ultimi 15 mesi sono state presentate 5 proposte già trasformate nell’estate 2014 in un testo unico “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza dal Gioco d’Azzardo Patologico”. Unendo le forze Antonino Pipitone (Idv), Claudio Sinigaglia (PDV), Stefano Valdegamberi (Futuro popolare) e Stefano Peraro (Udc) con la condivisione della Lega (Cristiano Corazzari) - gli autori delle 5 proposte di legge - hanno in più occasioni sollecitato il presidente della Quinta Commissione Leonardo Padrin e il governatore Luca Zaia a fare in modo che il Consiglio regionale approvi questa legge prima della fine della legislatura. O.J.
Il Veneto in primo piano 17 1 Il Consiglio di Stato mette fine alla guerra giudiziaria
Padova, legittima l’ordinanza sui limiti di orario delle sale slot
Altri Comuni intenzionati ad adottare lo stesso provvedimento Il sindaco di Padova Massimo Bitonci
di Nicola Stievano
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opo una “guerra giudiziaria” durata alcuni mesi il Consiglio di Stato legittima definitivamente l’ordinanza del Comune di Padova che ha imposto limiti di utilizzo delle slot machine, stabilendo due fasce orarie, al mattino e alla sera. Verso la fine di febbraio è arrivata la sentenza definitiva sul regolamento impugnato da alcuni proprietari di sale gioco: l’ordinanza di Bitonci è legittima, può limitare gli orari di funzionamento delle “macchinette”. Con questo pronunciamento dunque il Consiglio di Stato conferma quanto deciso dal Tar Veneto:
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il provvedimento adottato dal sindaco di Padova per porre un limite al funzionamento delle slot a precisi orari rispetta la legge e non mette in pericolo l’attività dei proprietari di apparecchi. E’ quanto hanno stabilito i giudici di Palazzo Spada che hanno respinto il ricorso di una sala bingo padovana: “I motivi di appello non appaiono idonei a scalfire le ragionevoli conclusioni cui è pervenuta l’ordinanza impugnata”, si legge nell’ordinanza della Quinta sezione del Consiglio di Stato. Una “vittoria” dunque per il fronte “anti slot” che
limita il funzionamento delle slot a 7 ore al giorno. Una strada imboccata anche da altri Comuni, in particolare da quelli che già avevano regolamentato, e soprattutto limitato, l’apertura delle sale slot. “La nostra non è una crociata – spiega il sindaco Elisa Venturini – ma un provvedimento dettato dal buonsenso e dalla volontà di trovare una soluzione a quella che ormai è un’emergenza sociale. Il gioco d’azzardo praticato su questi apparecchi sta creando seri problemi a numerose famiglie del nostro territorio”.
Siglato a fine febbraio un protocollo d’intesa tra i sindaci e il prefetto Cuttaia
CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO, NEL vENEZIANO UNA bATTAGLIA CONDIvISA
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n provincia di Venezia la battaglia contro il gioco d’azzardo patlogico è comune ad associazioni ed istituzioni. Fra i comuni che più si sono contraddistinti su questo tema c’è quello di Mira guidato da un sindaco del Movimento 5 Stelle Alvise Maniero. A novembre 2014 ad Oriago e Mira Taglio aderirono in 400 alla manifestazione che si tenne a livello provinciale contro la ludopatia. In quell’occasione le associazioni ed i manifestanti decisero consumare in un bar che ha scelto “la disinfestazione dalle slot o altri giochi d’azzardo”. Questi bar furono premiati dal Comune. A schierarsi per una legge più dura sono il senatore del Movimento 5
Stelle Sergio Endrizzi e il consigliere del Pd Bruno Pigozzo. Intanto a fine febbraio è stato siglato un protocollo d’intesa tra i Sindaci del veneziano e il Prefetto Domenico Cuttaia “per contenere la diffusione del gioco d’azzardo, in particolare presso i giovani, attraverso un controllo più attento delle autorizzazioni e l’avvio di una campagna di sensibilizzazione sui rischi del gioco on line”. Un impegno a cui hanno aderito la Provincia, le Ulss, le forze dell’ordine, i rappresentanti dei Monopòli, dei tabaccai, dei consumatori e delle tante associazioni impegnate su questo fronte Non mancano però le preoccupazioni sull’efficacia delle azioni individuate.
LAVORO La regione Veneto si conferma un territorio fertile
BOOM DI START UP INNOVATIVE
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da tempo chiede provvedimenti concreti che mettano un freno al dilagare degli apparecchi di gioco d’azzardo – legalizzato ovviamente – presenti ormai in quasi tutti i bar oltre che nelle tanto discusse sale da gioco. Ora non è escluso che altri sindaci padovani seguano le orme di Bitonci ed emanino per proprio Comune delle ordinanze simili. Proprio nei giorni della sentenza del Consiglio di Stato il Comune di Casalserugo, guidato da Elisa Venturini che è anche consigliere provinciale, ha pubblicato un provvedimento che stabilisce appunto delle fasce orarie e
l Veneto è la quarta regione in Italia zione speciale del Registro delle imprese per numero di start-up innovative, dopo delle Camere di Commercio sono 73 a Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. A Padova, 51 a Treviso, 47 a Verona, 6 a sottolinearlo è il vicepresidente della Re- Rovigo e 3 a Belluno. Quasi il 73% opera gione Marino Zorzato, rendendo note le nei servizi (prevalentemente di produzioultime elaborazioni della sezione Sistema ne di software e attività connesse), il 23% Statistico su questo aspetto dell’economia circa nell’industria e il 4,5% nel commerveneta. cio. Il fatto di essere imprese giovani, con “Se l’impresa tradizionale fa fatica elevate esigenze di flessibilità e autononell’attuale stagnazione del ciclo econo- mia, ha spinto più dell’80% delle start-up mico – fa presente Zorzato - si registra innovative venete ad adottare la natura una vigorosa crescita delle start-up inno- giuridica di Società a responsabilità limitavative venete che ta, la più adatta sono fortemente Sono giovani, flessibili a soddisfare aumentate nell’ul- e autonome. Queste tali necessità. timo anno, pas- le nuove imprese ad alto Solo 7 invece sando dalle 144 valore aggiunto che fanno le start-up innodi inizio 2014 alle ben sperare nel futuro vative Società 246 del 2015, per azioni. Ad con un incremento del 71%. Allo sviluppo accompagnare e a sostenere le start-up di tali imprese, fondamentale per favorire innovative dal concepimento dell’idea la crescita economica, lo sviluppo tecnolo- imprenditoriale al suo primo sviluppo ci gico e l’occupazione, in particolare quella pensano gli incubatori certificati. Strutgiovanile, punta anche l’Agenda Digitale ture che permettono alle nuove imprese della Regione a cui stiamo dando attua- innovative di lanciare la propria attività sul zione”. Si tratta di particolari società, co- mercato in modo efficace e in tempi rapistituite da non più di 48 mesi, il cui scopo di. In Veneto sono presenti 3 incubatori primario è quello di sviluppare, produrre certificati che tutti noi conosciamo: il Parco e vendere prodotti e servizi considerati a scientifico e tecnologico VEGA (Venezia), tutti gli effetti innovativi e ad alto valore l’ H-Farm S.r.l. (Treviso) e M31 Italia S.r.l. tecnologico. Al 19 gennaio 2015 le start- (Padova). up innovative venete registrate nella seMaria Pavan
meSSaGGIo
“L’impegno delle amministrazioni veneziane – osserva il sindaco di Mira Alvise Maniero – rischiano di rivelarsi inutili. La bozza del decreto legislativo che su questo tema sta circolando non pare accogliere la richiesta di una maggior tutela dei luoghi sensibili (scuole, chiese) ampliando le distanze minime da rispettare per le nuove autorizzazioni di sale giochi o per l’installazione di videopoker nei locali pubblici. Anzi amplia lo spazio per ricorsi contro le ordinanze dei Sindaci da parte dei potenti mezzi legali delle lobby del gioco d’azzardo”. Fra i primi a schierarsi contro la diffusione del gioco d’azzardo anche i comuni di Scorzè e Mirano. Alessandro Abbadir polItICo a paGamento a CUra Del
GrUppo ConSIlIare reGIonale partIto DemoCratICo veneto
Il ministro Andrea Orlando all’incontro “Legalità, giustizia, sicurezza: il Veneto volti pagina”
Azzalin: “Zaia esaspera i toni, ma si dimentica sempre di parlare dei due suoi compagni di governo Galan e Chisso” “Bisogna costruire una giustizia intelligente velocizzando i processi e ripensando il sistema delle pene. L’Italia è ben al di sopra la media europea per la spesa carceraria ma ha il tasso di recidiva più alta: questo è il segno che il sistema deve essere ripensato dalle fondamenta. Anche per quanto riguarda l’intervento su un fenomeno che è sì cresciuto, la microcriminalità, ma che è stato così amplificato da nascondere i confini ben più inquietanti della macrocriminalità”. Ha esordito con queste parole il ministro Andrea Orlando intervenendo all’incontro “Legalità, giustizia, sicurezza: il Veneto volti pagina” organizzato a Rovigo dal Partito democratico. Insieme al ministro, è intervenuto il consigliere regionale Graziano Azzalin, che ha focalizzato l’attenzione sul quadro regionale: “In questo momento di campagna elettorale già aperta – ha sottolineato - bisogna essere in grado di separare l’analisi della realtà dalla propaganda che, soprattutto la Lega, utilizzano facendo leva sulle paure dei cittadini. E’ buffo pensare che ogni giorno il presidente della Regione, ovvero colui che ha la responsabilità di governare il Veneto, si diletti nell’elencare furti ed episodi di microcriminalità come in un mattinale delle forze dell’ordine, quasi che lui non abbia alcun ruolo. Fra l’altro, se prendiamo per buone le sue affermazioni sull’emergenza sicurezza, bisognerebbe concludere che lui in cinque anni è stato inutile e, forse, anche per questo è il caso che vada a casa”. “Non solo – ha aggiunto Azzalin – ma due dei più grandi criminali, che con il patteggiamento hanno ammesso le proprie colpe e che hanno flagellato il Veneto in questi ultimi tempi erano due suoi compagni di governo, Galan e Chisso: solo
Graziano Azzalin con il ministor Andrea Orlando
come parziale risarcimento delle tangenti intascate hanno restituito 4,6 milioni di euro. Di questo sarebbe bene si occupasse il presidente Zaia. Aldilà dei gravissimi episodi di corruzione emersi con il cosiddetto ‘sistema Mose’, che rappresentano la ferita più grave alla giustizia ed alla legalità perché coinvolgono ed infangano le stesse istituzioni che dovrebbero garantire quei principi, la presenza stabile della criminalità organizzata in Veneto è dimostrata con evidenza da numerose indagini. Da qui nasce la volontà e la necessità di dare delle risposte politiche a questo continuo processo e una legge che potesse arginare tali fenomeni rappresentava l’inizio. Nel dicembre 2012 è stata approvata all’unanimità la legge 48, che fa seguito al seminario regionale promosso dal gruppo consiliare del Pd per scrivere in modo condiviso le ‘Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile’. Un testo importante che, tuttavia resta largamente disatteso. E forse ci sarebbe anche da chiedersi perché”.
18 4 Il Veneto in primo piano Manifestazioni Gli appuntamenti maggiori tra Padova, Venezia e Rovigo
Fiori e piante in mostra nelle piazze delle nostre città Torna la primavera e porta con se’ le nuove fioriture. Gli appassionati di giardinaggio potranno scegliere tra moltissimi appuntamenti di Nicola Stievano e Lorenzo Zoli
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oltissimi in tutto il Veneto le manifestazioni che riempiranno le piazza di fiori, piante e giardini.
FIORI NEL PADOVANO Così, nel Padovano, è soprattutto nelle città medievali della Bassa Padovana che fiorisce la primavera. Fra gli eventi “di stagione” che portano alla ribalta il mondo floreale nel padovano spiccano gli appuntamenti conla “Fiera di Primavera” a Montagnana e “Este in Fiore”. Sabato 11 e domenica 12 aprile la magica cornice murata della città di Montagnana si colora con splendidi fiori e piante. A distinguere la nuova edizione sarà un’incantevole esposizione floreale che si snoderà tra le vie fuori le mura da Porta Vicenza a Porta Legnago arricchendo di colore le strade della città. L’appuntamento ospiterà produttori e rivenditori di piante e fiori del settore florovivaistico locale, articoli per il giardinaggio e coinvolgerà tutta una
serie di aziende legate alla produzione, lavorazione e trasformazione dei prodotti tipici verrà inoltre predisposta una zona per le bancarelle di oggettistica artigianale. Non mancheranno numerosi eventi culturali. Tutti i dettagli su www.montagnaneseinfiera.org. Appuntamento a Este invece la settimana successiva, dal 17 al 19 aprile, nella consueta cornice dei Giardini storici del Castello con “Este in Fiore”, a cui anche quest’anno parteciperà una selezione di importanti vivaisti italiani. “I giardini e l’acqua”, questo il tema conduttore dell’edizione 2015, la quattordicesima. Una riflessione per trovare un nuovo equilibrio e generare attitudini ed azioni più responsabili, ispirandosi simbolicamente ancora una volta all’Eden, originaria oasi verdeggiante nel deserto. Sarà ancora una volta il disegno dell’artista Oreste Sabadin a rappresentare Este in Fiore: quest’anno la sua illustrazione è un vivace racconto dal sapore naif che ha come meSSaGGIo
polItICo a paGamento a CUra Del
protagonista la città di Este con il celebre castello e gli edifici storici lambiti dall’acqua ed avvolti da una fantasiosa vegetazione. Da segnalare le conversazioni musicate con importanti personalità, condotte dalla giornalista e scrittrice di giardini Mariagrazia Dammicco, fondatrice e presidente del Wigwam Club Giardini Storici Venezia, con letture di brani ed improvvisazioni musicali al clarinetto offerte da Oreste Sabadin.
Un’immagine di Este in fiore
FIORI NEL RODIGINO Due le manifestazioni in Polesine tutte dedicate ai fiori e all’arrivo della Primavera. A Rovigo si parte con i “Sapori in fiore”, programmati dal 17 al 19 aprile in tutto il centro, da Corso del Popolo a Piazza Garibaldi. Ci saranno giochi e iniziative per i più piccoli, ma anche bancarelle, con protagonisti assoluti i fiori, ma non solo: ci saranno anche prodotti tipici, soprattutto alimentari. Non mancherà infine l’attenzione per la moda,
con la sfilata che già l’anno precedente aveva raccolto consensi. Una decina di giorni neppure e poi toccherà ad Adria in fiore, organizzata dalla Pro loco di Adria domenia 26 aprile in centro. “Non pensare alla solita fiera dei fiori – si legge nella presentazione dell’iniziativa – Immagina una piazza allegra, profumata, variopinta e piena di sorprese, aromi, profumi e colori di primavera”. Per maggiori informazioni è possibile fare riferimento al
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Farmaci cannabinoidi, Azzalin s’infiamma: mandata in fumo la legge approvata dal consiglio
“Con le linee guida in pratica se ne limita l’applicazione ad una trentina di pazienti” Si accende lo scontro sui farmaci derivanti da cannabis dopo la pubblicazione della delibera che contiene linee guida in base alle quali l’applicazione viene circoscritta ai “pazienti affetti da grave spasticità da lesioni midollari che non hanno risposto alle terapie. Particolarmente duro l’attacco del consigliere Graziano Azzalin, che era stato proprio uno dei promotori di una proposta di legge poi confluita nella legge “Disposizioni relative alla erogazione dei medicinali e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. “Basta con gli slogan smentiti dai fatti e con le prese in giro – attacca - ancora una volta assistiamo ad atti che non sono conseguenti con i proclami e, in questo caso, lo si fa giocando addirittura con la salute dei veneti: il Veneto, infatti, era stata la seconda Regione dopo la Toscana a dotarsi di una legge sull’uso dei derivati cannabinoidi, approvata all’unanimità dal consiglio regionale. Dopo due anni e mezzo la Giunta ha approvato la delibera attuativa e scopriamo che di fatto rende assolutamente inutile la legge e ne sconfessa in toto la ratio. Questo equivale a dire che si restringe talmente tanto il campo di applicazione da ricomprendere al massimo un trentina di pazienti in tutto il Veneto, ignorando non la più recente letteratura in materia, inevitabilmente scarsa dal momento che si tratta di cure innovative, ma anche l’importanza della sperimentazione di nuovi farmaci che permetterebbero a centinaia di pazienti di tentare la strada di cure con preparati galenici a base di cannabinoidi”. Il Consigliere sottolinea fra l’altro, come “proprio il Polesine, che ospita il centro sperimentale di ricerca sulla canapa è preso in giro due volte. Con la delibera è stato dato uno schiaffo al consiglio, ai medici veneti e, soprattutto, ai tanti malati che speravano che questa legge potesse offrire loro nuove opportunità di cura, fra l’altro ammettendo, come si legge nelle stes-
sito www.adriainfiore.com. Oppure è possibile mettersi in contatto direttamente con la Pro loco, che tradizionalmente si occupa di organizzare e allestire l’appuntamento. Due iniziative ormai diventate un appuntamento fisso con le quali le due maggiori città del Polesine non solo salutano l’avvento della Primavera, ma si fanno anche vetrina delle eccellenze locali. Non solo fiori, infatti: ma anche spazio a ciò che di buono il territorio produce.
Manifestazioni a Venezia
ANCHE IL vENEZIANO SI COLORA DI PRIMAvERA
L’intervento di Graziano Azzalin
se linee guida, che vi sono ragioni sufficienti per credere che la Cannabis medicinale possa aiutare in caso di dolore e spasmi muscolari o crampi associati a sclerosi multipla o lesioni del midollo spinale, nausea, perdita di appetito, perdita di peso e debilitazione dovuti a cancro o Aids, nausea e vomito associati a chemio o radioterapia per il trattamento di cancro, epatite C o Hiv, dolore cronico associato al sistema nervoso, sindrome di Gilles Tourette e glaucoma resistente alle terapie”. Secondo Azzalin, fra l’altro, “tutto questo avviene non solo in controtendenza rispetto anche alle scelte che stanno compiendo non solo Regioni decisamente più lungimiranti come la stessa Toscana, ma anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che recentemente ha affermato che i farmaci cannabinoidi sono una risposta per i pazienti con patologie gravi come Sla, sindrome di Tourette e sclerosi. e tali farmaci verranno impiegati nella terapia del dolore. Una chiusura incomprensibile che non si spiega nemmeno in termini di risparmio: infatti un medico veneto di un centro di terapia del dolore potrà, per esempio, inserire sottopelle uno stimolatore in grado di dare impulsi elettrici direttamente al midollo spinale, con una procedura molto costosa, invasiva e non scevra di complicanze, ma rimborsata dalla Regione, mentre non potrà prescrivere un estratto di cannabis, a meno che il malato non se lo paghi”.
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el veneziano sono numerosi gli eventi e le manifestazioni che a primavera caratterizzano il periodo, come le fiere dei fiori e del benessere. Si parte da Oriago di Mira, lungo il Naviglio, in Riviera san Pietro. Domenica 29 marzo si terrà “Oriago in fiore” con la mostra mercato Florovivaistico che raccoglie quasi 100 espositori da tutto il Veneto. Ci sarà la mostra fotografica “Fiori e Colori”, i Madonari, le fattorie didattiche e il mercato a chilometro 0. Sempre in Riviera del Brenta va ricordata anche “Rivale in fiore” a Pianiga che si tiene il 7 aprile. Odori di fiori e profumo di primavera si respireranno domenica 12 aprile a Noale con la mostra mercato “Noale in fiore” della Pro loco. Previste 60 mila presenze. Ci sarà un’area espositiva di oltre 10 mila metri quadrati. A Venezia importante appuntamento è Open Air Expo, rassegna, organizzata da
Expo Venice, dal 17 al 19 aprile a Forte Marghera. Presenterà proposte per star bene e vivere meglio attraverso la cura del corpo, l’alimentazione e le discipline sportive. A Mirano si terrà il 25 aprile la Festa dei Fiori in Piazza Martiri. Negli stessi giorni (25 – 26 aprile) a San Donà di Piave in via Cesare Battisti, da mattino a sera invece c’è la Festa di Primavera, con uno stand enogastronomico finalizzato alla promozione dei prodotti e vini tipici locali. A Dolo in Riviera del Brenta, in via Mazzini è in programma il primo maggio la tradizionale “Dolo in fiore”. Chiude gli eventi di rilievo a Noale l’Infiorata dove il 7 giugno c’è la manifestazione organizzata in occasione della celebrazione del Corpus Domini. Si tratta di una sfida fra contrade a colpi di petali, essenze erboree, cereali, gambi e materiali naturali. A.A.
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20 1 Voci da palazzo Elezioni regionali Si vota il 31 maggio
Flavio Tosi si candida Governatore e spariglia il gioco Il sindaco di Verona scende in campo e la partita delle prossime regionali cambia davvero volto. Niente alleanze scomode, però, vuole andare solo di Maria pavan
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a Lega dal volto pulito, come veniva definita la parte del partito che non ha mai smesso di guardare a Tosi come all’unico vero leader Veneto, oltre a Zaia, ha alzato la testa e, stanca delle imposizioni di Matteo Salvini, ha rotto ogni indugio. E’ uscita dal movimento capeggiato da Salvini e appoggia Tosi nella sua corsa a palazzo Ferro Fini. Ora occorrerà capire se gli elettori che cinque anni fa hanno regalato a Luca Zaia una eccellente vittoria sono disponibili a cambiare e a votare Tosi, ormai ex leghista. I sondaggi, a più di due mesi dalle elezioni, contano relativamente. E difatti Tosi ha presto fatto spallucce di fronte a quelli sfoderati da Salvini dopo il consiglio federale della Lega che vedevano il partito in vantaggio di otto punti sul Pd anche con Tosi in campo. “Tosi candidato? – ha sbottato Salvini – Auguri, perché in democrazia scelgono gli elettori e in Veneto non ho dubbi che sceglieranno Zaia”. “In Veneto – ha detto ancora – l’alleanza la facciamo con i veneti e Luca Zaia ha un progetto per altri cinque anni”, ma qualche alleanza cercherà di stringerla perché il “popolo” di Tosi piace molto soprattutto ad un certo centro destra veneto che mal digeriva il linguaggio populista di certa Lega. Tra loro Antonio De Poli che considera la candidatura di Tosi “un’opportunità che può mettere insieme chi concepisce la politica del fare contro il linguaggio del populismo”. La candidatura del sindaco di Verona pia-
Flavio Tosi
Luca Zaia
Certo la discesa in campo di Flavio Tosi è piaciuta ce anche a una parte del nuovo centro destra, Mario molto ai suoi sostenitori presenti Sacconi, infatti, si dice convinto che in Fiera a Verona il giorno dell’ansia possibile costruire “una coali- Tosi: “Eccomi nuncio. zione vincente tra liberalpopolari e qui da uomo libero E’ piaciuto cogliere le sue autonomisti” che riesca a mettere per candidarmi incertezze e la sua commozione in minoranza l’estrema destra po- a governatore pulista”. Certo anche Forza Italia della Regione Veneto” mentre ricordava il passato nel giocherà la sua partita ma le allemovimento e annunciava la sua anze non si decideranno in Veneto, probabilmente sa- uscita. ranno decise ad Arcore e, soprattutto, con uno sguardo E’ l’hanno acclamato con calore vero quando ha nazionale. pronunciato le fatidiche parole: “E allora eccomi qui da
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“I
uomo libero per candidarmi a governatore della Regione Veneto”. “Liberalismo, popolarismo e federalismo” sono oggi le tre stelle polari del movimento di Flavio Tosi che le usa per spiegare che cosa significa essere moderati e non demagogici: “Sono un moderato – ha sottolineato – perché ho rispetto per le persone e la verità. È demagogico l’atteggiamento di Tsipras in Grecia che in campagna elettorale sosteneva l’uscita dall’euro e poi, dopo essere stato eletto, si è arreso all’evidenza e ha ammesso che al massimo avrebbe potuto rinegoziare condizioni meno vincolanti dei trattati europei. Bisogna essere seri e concreti. Lo stesso vale per la flat tax: noi non siamo l’India o la Croazia. Come si fa ad abbassare le tasse se prima non si taglia la spesa pubblica?”. E indirettamente le manda a dire proprio a Salvini che propone di portare la tassazione unica al 15 per cento. “Basta con le promesse da marinaio”, affonda il sindaco di Verona da candidato governatore del Veneto. Intanto il governatore uscente Luca Zaia, con l’amaro in bocca, non ha potuto che augurare all’ex compagno di partito un in bocca al lupo, sottolineando però che “se qualcuno si perde per strada è affar suo, non mio. Io non ho mai diviso tra tosiani e non tosiani e a giudicare dalle liste saremo più di prima. Non sono affatto preoccupato”.
Se ne riparla nella prossima legislatura
STOP CEMENTIFICAZIONE: LA NUOvA LEGGE ASPETTERÀ
l contenimento del consumo del suolo è un obiettivo urgente e ampiamente condiviso, ma le modalità operative proposte rischiano di essere contradditorie o addirittura di generare effetti opposti. Per cui è meglio fermarsi e ripensare in modo più approfondito l’impianto delle proposte di legge in discussione”. E’ questo il punto di arrivo del lavoro di studio e approfondimento svolto dalla commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Veneto presieduta da Andrea Bassi (Lega) sui due testi di legge abbinati, uno di iniziativa della Giunta proposto dall’assessore all’urbanistica Marino Zorzato e uno del Pd, che hanno messo nero su bianco la proposta di nuove regole per fermare la cementificazione del territorio e avviare processi di riqualificazione dell’esistente e di rigenerazione urbana. Le due proposte di legge, all’attenzione dei consiglieri di palazzo Ferro-Fini da un anno e mezzo, non
taglieranno il traguardo dell’approvazione in questa legislatura. “Le abbiamo esaminate attentamente, avviando un confronto serrato con urbanisti, ordini professionali, categorie economiche, parti sociali, università, rappresentanti dell’ambientalismo – dichiara Bassi – Ed è stato proprio il grande lavoro corale di approfondimento nazionale e internazionale avviato da 19 istituzioni e associazioni dell’urbanistica, culminato nel manifesto elaborato dal coordinamento “UrbanMeta Metamorfosi urbane”, a convincerci che le proposte di legge in discussione rischiavano di ottenere addirittura l’effetto opposto, come è successo con la legge ‘blocca capannoni” che ha innescato la corsa all’edificazione di magazzini e capannoni prima che entrasse in vigore il blocco. Con il risultato che il Veneto si è riempito di grandi strutture rimaste vuote e deserte”. Va detto che grazie a queste due iniziative legislative per la prima volta nella storia delle politiche urbanistiche della Re-
gione è stata messa a fuoco l’esigenza di abbandonare la “logica incrementale” e di pianificare un recupero del territorio a fini diversi da quello edilizio. Professionisti, costruttori e ambientalisti ci avvertono però che le modalità proposte (come la moratoria e le varianti verdi), senza una tempistica certa, risorse dedicate, strumenti di impegno come i ‘contratti di rigenerazione urbana” e una forte regìa pubblica, non consentono di raggiungere gli obiettivi prefissati. Il grande lavoro svolto e le indicazioni unanimi degli ‘stakeholders’ raccolte durante l’ istruttoria non sono affatto persi: sono l’eredità che sarà consegnata ai consiglieri della prossima legislatura. Il manifesto di UrbanMeta metamorfosi urbane e il lavoro di studio e confronto sul tema della rigenerazione urbana svolto da ordini, enti e associazioni – annota Bruno Pigozzo (Pd), vicepresidente della commissione - costituisce una preziosa sintesi e anticipa un utile binario di lavoro per il nuovo Consiglio.
Voci da palazzo 21 1 Lancio della campagna elettorale Sul palco le storie della gente vera, in platea 1500 persone
Moretti decisa a “spegnere” il centrodestra “È giunto il momento di spegnere la televisione che da vent’anni trasmette sempre lo stesso film, è giunto il momento di spegnere il centrodestra” di Maria pavan
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iù di 1500 persone acclamano Alessandra Moretti cattiva gestione della sanità veneta. E proprio su questo tema la Moretti affonda la sua al Centro Papa Luciani in occasione dell’apertura della sua Campagna elettorale, dietro di lei lo slo- lama affilata e presenta la sua ricetta per migliorare: “Ridurre i tempi d’attesa dei pronto soccorso, accorpare gan: “Il coraggio di cambiare”. E cambia tutto Alessandra. Porta sul palco il Veneto le Usl passando da 21 a 8 e nomina di nuovi direttori generali, più medici e meno buautentico: la gente che ha incontrato in questi ultimi mesi durante il “Sanità: ridurre i tempi rocrati”. Cambiamenti non da poco tour nei comuni grandi e piccoli di d’attesa dei pronto soccorso, accorpare come quelli che la candidata tutte le provincie. Perciò non è lei a dire che Zaia le Usl, direttori generali renziana mette nero su bianco nel suo programma pensando non ha fatto nulla per aiutare i cit- medici non burocrati” al mondo delle imprese venete, tadini, in questi anni, ma sono i cittadini stessi, le loro esperienze, le loro gioie e soprattutto strozzate dalla burocrazia e dalla mancanza di credito. “Il 33% degli investimenti per i giovani innovatori i loro dolori. Tra questi Roberta, la cinquantenne che racconta coperti da Veneto Sviluppo, aiuti alle imprese che aprono quanto è difficile occuparsi di una madre di ottant’anni all’internazionalizzazione, agenda digitale del Veneto per non autosufficiente e allo stesso tempo lottare da soli con togliere carta e burocrazia”. Ma è il tema del lavoro che le sta più a cuore di tutto. la mancanza di efficienza del sistema sanitario. Ma questa voce è solo una delle tante testimonianze Perché se riparte il lavoro, ripartono i veneti e le cose raccolte: medici, pazienti e famigliari che denunciano la cambiano davvero.
E’ commovente la storia di Valentina, che a trent’anni è disoccupata e apparentemente senza prospettive. La Moretti lancia la proposta di un Jobs Act veneto, l’uso dei fondi di Garanzia Giovani per dare 500 euro al mese a chi assume a tempo indeterminato giovani sotto i 29 anni e interventi di sostegno per il praticantato dei professionisti. La Moretti è convinta, quello visto fino ad oggi in Veneto è stato un bruttissimo film e occorre cambiare: “È giunto il momento di spegnere la televisione che da vent’anni trasmette sempre lo stesso film, è giunto il momento di spegnere il centrodestra”. Certo saranno gli elettori a dirlo e la campagna per ora è tutta in salita: “Impossibile è una parola per piccoli uomini, il futuro è una scelta”. Questa la frase su cui si è chiuso l’evento, un ultimo video: un vecchio spot dell’Adidas in cui una donna si batte con il pugile Muhammad Alì. meSSaGGIo
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Bilancio regionale
Azzalin: “Il discorso di Zaia è il testamento di una Giunta discutibile guidato da un’ex maggioranza sempre più a trazione fascioleghista” “Il tentativo di Zaia di sviare l’attenzione dalle questioni politiche del momento e di limitarsi a dire che non ci sono risorse e che è colpa di Roma di fronte ai banchi vuoti della sua maggioranza è il segno tangibile che le sue parole in aula sono state il testamento di una Giunta discutibile guidato da un’ex maggioranza sempre più a trazione fascioleghista, che più che la Repubblica Serenissima ricorda un’altra repubblica sulle rive del Garda”. Con queste parole il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin è intervenuto in aula durante la discussione del bilancio, sottolineando come “di fronte alle evidenti lacune di chi dovrebbe governare e non ne ha la forza il Pd si assume ancora una volta la responsabilità di essere opposizione governante, scegliendo di non affossare la manovra per evitare ai veneti ulteriori problemi rispetto a quelli provocati dall’ignavia della sua classe politica”. Azzalin ha sottolineato “la responsabilità di una maggioranza che si trincera dietro l’alibi della mancanza di risorse ma che poteva anche semplicemente adempiere al suo dovere pianificatorio, programmando ed indirizzando e mettendo in campo riforme a costo zero. Mentre Zaia fa il commentatore
Il consumo di suolo zero è l’unica strada che il Veneto può percorrere. E non è un caso che, dalle associazioni di categoria del mondo agricolo a quelle del mondo industriale tutte si siano espresse in questo senso
dei fatti di cronaca nera, fra l’altro dimenticandosi sempre di citare Galan e Chisso e non proponendo soluzioni ma limitandosi ad alimentare il clima di paura, in cinque anni la sua Giunta non ha varato i piani attesi e necessari come il piano cave, il piano energetico, il piano aria, il
piano dei trasporti, il piano territoriale regionale di coordinamento, fondamentale per dettare le linee urbanistiche e di sviluppo, nonché il piano dei rifiuti, la cui assenza è uno dei motivi che potrebbe permettere ai privati che vogliono realizzare una discarica di amianto a Bergantino di
portare a termine il loro progetto. Per questa azioni di governo non servivano risorse, ma idee, scelte e coesione politica di cui questa maggioranza è sprovviste”. Sulla sanità, l’esponente del Pd ha messo in evidenza come “è noto a tutti e lo hanno detto più volte anche gli assessori, che il buco nero è rappresentato dai project financing: la programmazione sanitaria è tarata solo in funzione degli ammortamenti e non dei bisogni dei privati. Una politica responsabile si sarebbe preoccupata di rinegoziarli prima di procedere con i tagli da altre parti. Anche sulla vicenda che ha investito gli Istituti Polesani di Ficarolo Zaia ha parlato di tolleranza zero, ma ancora non ha mosso un dito”. Ma è soprattutto sull’agricoltura che si è incentrato l’intervento del consigliere polesano: “La legge sul consumo di suolo è stata fatta naufragare, mentre proprio quello è il cardine di un’azione politica che si occupi davvero di far crescere l’agricoltura. Il consumo di suolo zero è l’unica strada che il Veneto può percorrere. E non è un caso che, dalle associazioni di categoria del mondo agricolo a quelle del mondo industriale tutte si siano espresse in questo senso. La scelta del centrodestra, che ha riempito il Veneto di capannoni abbandonati si è rivelata sbagliata, bisogna cambiar pagina”.
22 1 Cultura veneta Il precedente Nel 1950 la Biennale gli dedicò una sala con una ventina di opere
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L’onirico Rousseau
Narrativa
L’ULTIMO LIbRO DI PERMUNIAN
Le opere del maestro francese, per la prima volta in mostra in Italia, rimarranno esposte a Venezia, presso Palazzo Ducale, fino al 5 luglio di Alain Clivilò
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n una conversazione di Vasilij Kandinskij a Franz Marc, l’artista Henri Rousseau veniva definito con questa affermazione: “che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”. Per la prima volta in Italia, le opere del maestro francese sono esposte a Venezia, presso Palazzo Ducale (appartamento del Doge) fino al 5 luglio. Un evento che precede di qualche mese la Biennale, proponendo opere quali “Io: ritratto-paesaggio” (1889/90) definito proprio dall’artista il primo ritratto-paesaggio della storia dell’arte, “Il cortile” (1896/98), “Cavallo assalito da un giaguaro” (1910), “Incantatrice di serpenti” (1907) e “La guerra o la cavalcata della Discordia” (1894) oltre a una selezione di paesaggi, ritratti e nature morte. “Il candore arcaico” è il titolo che racchiude un percorso triennale di studi che sta cercando di mettere nella giusta critica e storiografica l’opera completa di Rousseau. La curatrice della mostra Gabriella Belli indica che si tratta della “prima mostra che si fa in Italia su Rousseau, anche se bisogna ricordare che nel 1950 la Biennale gli dedicò una sala con una ventina di opere. Nessuno lo notò allora perché arrivarono i Fauves, Picasso e Kandinskij. Venne considerato di retroguardia e passò inosservato. La rassegna ha un obiet-tivo preciso: cercare di capire come mai questo eccentrico pittore
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dipingeva in una maniera assolutamente diversa da tutto ciò che avveniva in quegli anni a Parigi”. Infatti Christian Zervos scriveva di lui che “viveva come un monaco del Medioevo nelle sue visioni”. Si indica spesso il termine naif, ma la sua pittura possiede delle arie incantante e sognanti. Un onirico francese che nella sua semplicità ha rappresentato con modernità una personale visione della realtà. Anche il soprannome di Doganiere, che rimanda al suo lavoro nell’ufficio dazi, indica quella consuetudine tuttora esistente, tendente a denigrare al fine di non riconoscere a pieno l’iter artistico. Un’artista non classificabile che l’esposizione veneziana cerca di chiarire a pieno, creando dialoghi anche con diversi artisti al fine d’indagare quell’ispirazione all’arcaismo che nel corso dei secoli è parallela al classici-
Fondazione Querini Stampalia
L’ALFABETO MERAVIGLIOSO DI GRIShA BRUSKIN
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’alfabeto è definito come una serie di segni grafici, disposti in un ordine preciso, che tendono a rappresentare ognuno un suono di una determinata lingua. Infatti nella teoria della comunicazione il loro insieme crea un codice. Alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, fino al 13 settembre, è presente un misterioso alfabeto costituito da 160 personaggi: angeli, demoni con il volto di animali, figure trafitte da un fulmine, uomini che portano sulle spalle la loro ombra, o scrutano nei segreti del libro. “Grisha Bruskin. Alefebet: Alfabeto della memoria” è il titolo della mostra dedicata, per la prima volta città lagunare, a uno dei più importanti artisti russi viventi. Così Bruskin, nato a Mosca nel 1945, descrive il suo progetto: “mi rapporto ad Alefbet come a una concezione artistica e nient’altro, come a una sorta di gioco di biglie. Era importante per me creare qualcosa in forma di pagine, di palinsesto, di scrittura, di notizia, di commento. Alefbet è anche scritture misteriose, rebus, un dizionario mitologico, sviluppa la lingua in un sistema di simboli e mitologemi, allegorie che bisogna essere capaci di decifrare, indovinare. Dove occorre trovare la propria personale spiegazione. Tra i personaggi disegnati non succede nulla, sono solamente rappresentati e sono collegati dal contesto”. Cinque grandi arazzi di misura 2,80 x 2,10 metri rappresentano il fulcro dell’esposizione, giungendo attraverso una disamina dei disegni preparatori dell’artista, i gouaches e 6 interessanti dipinti. Un’opera che testimonia la millenaria tradizione ebraica alla quale Bruskin vi giunge in maniera probabilmente indiretta: proveniva da una famiglia ebrea di scienziati, ma lungi da problematiche religiose. Fu un percorso nato alla fine degli anni ’60 che inserì un soggetto innovativo per la realtà sovietica del tempo. In riferimento alla mostra, l’arazzo è accompagnato da un commentario scritto dall’artista e lo spettatore, seguendo la tradizione del Talmud, dovrà aggiungere i propri commentari a quelli dell’artista: in Al.Cl. questo modo potrà avvicinarsi alla verità.
smo, cui l’opera di Rousseau sembra essere la linea divisoria tra 1800 e ‘900. Nell’allestimento, il visitatore durante il percorso rivive le atmosfere del famoso banchetto che Pablo Picasso organizzò in onore di Henri nel 1908, in occasione dell’acquisto del “Ritratto di donna”: l’opera di Rousseau è esposta di fronte a “La bouteille de Bass” di Picasso, in una stanza animata dal poema che Guillaume Apollinaire dedicò a Rousseau. Immersa nella musica del valzer “Clemence” fu composta dallo stesso Doganiere e suonata proprio in quell’occasione. Non rimane dunque che ammirare le oltre cento opere unite in un progetto della Fondazione Musei Civici di Venezia con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna.
Fotografia
avarzerani, adriesi e polesani in genere ma anche chioggiotti e altre tipologie di veneti veraci, sono i protagonisti del nuovo libro del narratore amato da critica e pubblico Francesco Permunian. E’ imminente l’uscita - ad aprile - dell’ultimo lavoro narrativo dello scrittore cavarzerano che ha voluto dichiarare in una dedica, posta a sigillo del libro, La polvere dell’infanzia (Nutrimenti editore), il vero protagonista di questa sorta di “romanzo famigliare”. Questa volta la sua indagine è volta ad indagare il Polesine e la sua gente, soprattutto quella di Cavarzere e dei Comuni limitrofi. La dedica infatti recita così: “A tutti i lunatici del Polesine, miei unici maestri e compagni di strada”. Il libro è illustrato da numerose fotografie in bianco nero a firma di Duilio Avezzù.
Candida Höfer rilegge Rodin C andida Höfer, fotografa nata nel 1944 a Eberswalde in Germania, rilegge “Les Bourgeois de Calais” opera del 1901 di Auguste Rodin. Fino al 29 marzo presso le sale di Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Venezia, nell’ambito del contenitore denominato Paradossi, è proposta ai visitatori una rilettura diversa della grande scultura di gesso che fu esposta da Rodin alla Biennale del 1901 e successivamente acquistata dalla città di Venezia. Un gruppo scultoreo che ha permesso alla Höfer di creare un percorso fotografico, scattando immagini relative ai dodici calchi di Rodin nelle loro installazioni poste in diverse collezioni pubbliche internazionali. L’abilità dell’occhio artistico della Höfer prende vigore nella ripetitività delle opere attraverso una dote che gli consente d’imbrigliare e assimilare l’espressività dinamica e sofferente degli eroici abitanti di Calais, che nel 1346 si contrapposero all’assedio del re d’Inghilterra Edoardo III, all’interno di un’immagine dall’ariosa percezione. Una sinergia con il lavoro che permette un continuo dialogo con l’opera e i suoi scatti, ottenendo un risultato finale forte, dirompente ma contenuto come da stile Höfer. A Venezia la mostra “Les Bourgeois de Calais à Venise” presenta una selezione di lavori che risalgono al 2001 quando, nel progetto Douze-Twelve commissionato dal Musée des Beaux-Arts et de la Dentelle di Calais, fotografò le fusioni esistenti nel mondo. Il realismo, l’emozione e le espressioni si esaltano all’interno del suo stile appartenente alla Scuola di Düsseldorf, caratterizzata da una fotografia diversa, attenta alle idee più che alla semplice documentazione. Quindi un forte linguaggio iconografico, una tecnica perfetta e la serialità sono elementi riscontrabili in questa produzione: fotografie che rappresentano sculture perfette ed equilibrate. Ognuna di queste immagini fornisce l’idea di essere stata costruita e progettata nella mente dell’artista, prima ancora che il tutto fosse visto attraverso i suoi occhi.
4 sport piazza
Sport 23
La Corri per Padova è anche solidale
Gli atleti si allenano pensando all’Africa più povera P
adova continua a correre. La Corri X Padova non si ferma e ogni mese gli atleti incontrano nuovi percorsi e nuove iniziative. La location di metà marzo era davvero nuova e si muoveva all’interno della zona industriale sud anche se alcuni percorsi erano in parte gli stessi già utilizzati in passato. Bella la partenza alla ZIP, di fronte alla sede di Radio Padova, la media partner che ogni settimana aiuta il gruppo degli or-
ganizzatori a fornire informazioni utili sulla Corri X Padova. La serata è stata anche l’occasione per ricordare Linda Scattolin, la triathleta padovana morta in Sudafrica dopo un grave incidente mentre si stava allenanando. L’atleta, residente a Ponte San Nicolò e famosissima nel mondo dello sport che continuerà a ricordarla con diverse iniziative tutte promosse sulla pagina Fb della CXP.
SOLIDARIETÀ ALLA CXp UN UOVO DI pASQUA NON VALE L’ALTRO
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’Africa e la CXP sono legate a doppio filo. E’ già iniziata la distribuzione delle uova pasquali per raccogliere fondi a favore del Popolo Saharawi, grazie al dinamismo ed alla efficienza del gruppo di lavoro capitanato da Fabio Giacomini, presidente della Onlus 1514 Oltre il Muro. Lo slogan è: “A Pasqua un uovo non vale l’altro” e quindi con soli 8 euro si potrà fare un bel gesto, gustando una ottima cioccolata, al latte o fondente.
A fianco Linda Scattolin, la triathleta di Ponte San Nicolò morta in Sudafrica Foto di Francesco Pertini
24 2 Turismo SÌ, vIAGGIARE Alto Adige
Non solo coccole l’hotel diventa etico Tre case history nella regione-laboratorio sudtirolese con un denominatore comune: dare all’ospitalità dei contenuti e dei valori nuovi Al Drumlerhof di Campo Tures si persegue il bene comune mettendo al centro l’uomo, il rispetto della natura e degli animali nonchè evitando gli sprechi di risorse
di Renato Malaman
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Brigitte ed Eva Zigler
Gabi Bernardi, sorella di Hugo (il titolare dell’Hotel Gardena), è responsabile della Beauty Farm dell’albergo. Si illumina quando parla della cultura ladina e dei suoi valori tradizionali: “Qui gli ospiti non diventeranno mai dei numeri, molti di loro nel corso degli anni sono diventati degli amici. Qui li coccoliamo con attenzioni sincere perchè il nostro albergo è anche la nostra casa e sentirsi come in famiglia fa sempre bene”. “Anche il buon cibo - aggiunge Hugo Bernardi - fa parte di quegli autentici valori dell’accoglienza in cui noi crediamo da sempre”.
Brigitte ed Eva Zigler titolari del Pfosl di Nova Ponente credono nei valori della natura: “La sostenibilità, la protezione della natura e la regionalità autentica dei prodotti utilizzati nella cucina dell’hotel sono al centro della nostra filosofia. Questi valori sono la base per migliorare la salute e dare più vitalità e più passione alle proprie attività. Al Pfosl agli ospiti diamo anche le attrezzature per fare attività ed escursioni all’aperto: bici, ciaspole, zaini...”. :
Hugo Bernardi
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l laboratorio Alto Adige è sempre in movimento. Anche in ambito turistico guarda oltre rispetto agli orizzonti tradizionali, proponendosi con novità che non riguardano solo i servizi ma anche gli stessi valori dell’ospitalità. Ed ecco che all’Hotel Drumlerhof di Campo Tures, in Valle Aurina, Stefan Fauster e la moglie Ruth Innerhofer sposano il concetto del bene comune, ovvero i valori di un’economia più umana, più cooperativa e solidale, più ecologica. Ponendo sempre al centro l’uomo e la qualità delle sue relazioni, non il profitto. Tradotto in pratica significa ad esempio agevolare anche i bisogni dei dipendenti e non solo quelli degli ospiti, utilizzare al meglio le risorse evitando sprechi che sono la causa prima dei mali del pianeta, scegliere prodotti per la cucina (tutto e “fatto in casa”) coltivati o allevati dai contadini della zona secondo tecniche che privilegino il rispetto della natura (e degli animali), utilizzare biomasse per produrre energia, lavare in casa la biancheria con detersivi ecocompatibili. Questa esperienza, che sta dando risultati sorprendenti, è frutto dell’adesione alla filosofia del “bene comune”, nata in Austria nel 2009 e sviluppata in Italia attraverso le “Giornate della sostenibilità” promosse dall’associazione Terra Institute, dall’Abbazia di Novacella e dalla libera Università di Bolzano. All’hotel Pfosl di Nova Ponente, altra casa storica (si hanno notizie di una locanda già dal 1510), la famiglia Zelger ha sposato concetti nuovi per dare alla vacanza anche dei valori etici. Concetti come la costruzione con materiali ecologici per aumentare il benessere degli ospiti (gli esperti dicono che, per esempio, nelle
Turismo 25 3 SÌ, vIAGGIARE
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LA FOTO COPERTINA, E LA FOTO A LATO, MOSTRANO PRODOTTI TIPICI ARTIGIANALI SOTTO, DA SINISTRA: L’HOTEL PFOSL NEL SUO AMBIENTE NATURALE, LA PRODUZIONE DEL PANE E UNA CAMERA RIVESTITA DI LEGNO DI CIRMOLO. SOTTO: LA PISCINA DELL’HOTEL DRUMLERHOF E LE MARMELLATE PREPARATE IN CASA DALLA FAMIGLIA FAUSTER-INNERHOFER. A DESTRA TRE IMMAGINI DELL’HOTEL GARDENA, TRA CUI IL CUOCO STELLATO REIMOND BRUNNER
Stefan Fauster Stefan Fauster del Drumlerhof di Campo Tures è nato in un piccolo maso a Signat sul Renon. “E’ lì - racconta - che ho imparato a utilizzare con criterio le risorse. Mia mamma prima di tagliare il pane si faceva il segno della croce, in segno di rispetto. Condivido questo gesto. Rispetto ad alberghi di pari categoria noi spendiamo meno negli acquisti privilegiando piccoli produttori della zona e poi in cucina non si butta nulla. Senza togliere bontà ai piatti. Il pianeta si salva anche così”.
Al Pfosl di Nova Ponente si privilegiano i prodotti locali le fonti rinnovabili per l’energia e una vacanza attiva rivelando i segreti di una buona respirazione ^ Al Gardena di Ortisei, storico Relais & Chateaux il piacere di un’accoglienza familiare tradizionale della cucina stellata (ma semplice) dell’Anna Stuben :
ALTOATESINI DI PRODUZIONE CONTADINA.
stanze dove abbonda il legno di cirmolo si dorme meglio e si respira più sano), il risparmio di energia attraverso fonti rinnovabili per rispettare di più la natura, la cucina basata su prodotti genuini e locali (possibilmente biologici) per un’alimentazione più sana, attività fisiche nell’ambiente naturale, diversificate e guidate da esperti, per migliorare il proprio benessere, sono entrati a pieno titolo nel decalogo del Pfosl. Da seguire con attenzione i consigli del vademecum “Respirare”, possono sorprendere. L’albergo che sorge ai piedi dello spettacolare scenario dolomitico del Catinaccio e del Latemar (patrimonio Unesco) fa parte della costellazione dei Vitalpina Hotels, sviluppatori convinti di queste nuove idee. L’esperienza dell’Hotel Gardena di Ortisei, storico “5 stelle” della famiglia Bernardi, ha fatto propri i valori della prestigiosa catena internazionale Relais & ^ Chateaux di cui fa parte dal 2004. Ovvero la famose “5 C”: cortesia, carattere, calma,
charme e ottima cucina. L’ambiente è raffinato, di un lusso mai esibito che trasmette più una sensazione di comfort e piacevolezza, piuttosto che di un’esclusività fine a se stessa. Questo in camere e suites, negli spazi comuni e anche nel reparto Spa e wellness. Il segreto è che dietro c’è una famiglia che sa trattare gli ospiti dell’albergo come ospiti propri. Seconda la più schietta tradizione gardenese, valle di parlata ladina dove l’ospitalità è ancora vissuta come un piacere da condividere. Fiore all’occhiello del Gardena è il più gourmet dei propri ristoranti, il piccolo e caldo “Anna Stuben”, che da qualche anno si fregia della stella Michelin, forte della creatività del giovane chef altoatesino Reimund Brunner e dell’esperienza nella direzione della sala (un’arte che si va perdendo) di Franz Lageder. Brunner, pur avendo avuto grandi maestri, ha preferito sviluppare un pensiero
proprio basando la sua cucina sull’utilizzo di materie prime locali di eccellenza, sul recupero di ingredienti e ricette dimenticati e sulla volontà di garantire leggerezza al piatto. Lageder, amico d’infanzia del compositore e premio Oscar Giorgio Moroder (gardenese doc trapiantato a Hollywood), invece è scopritore di sempre nuovi tesori enologici dell’Alto Adige per arricchire la carta dei vini del ristorante. L’esperienza dei tre alberghi costituisce tre interessanti case history, le tre facce di un’unica medaglia: quella dell’ospitalità vissuta in termini etici, pensata e organizzata in modo nuovo, partendo dal presupposto che ciò che conta è sì il benessere dell’ospite, ma che ciò sia compatibile anche con i valori comuni della vita di tutti noi e dell’ambiente che ci circonda. Un patrimonio da condividere ora, ma anche pensando al domani. Nostro e del pianeta.
26 2 Concerti e non solo IN vENETO EvENTI Pagina a cura di Graziano Edi Corazza
17 - 18 aprile - San Biagio di Callalta (Tv)
FEDEZ RADDOPPIA ALLA SUPERSONIC MUSIC ARENA DI SAN bIAGIO DI CALLALTA (TREvISO) “POP HOOLISTA”
HYDROGEN FESTIvAL piazzola su COMPANY ARENA Piazzola sul brenta (Pd) 9 giugno 2015
ONEREPUbLIC NATIvE WORLD TOUR
Mestre - Teatro Corso sabato 11 aprile 2015 - ore 21:15
MARCO MASINI
ROMEO E GIULIETTA. AMA E CAMbIA IL MONDO
GIANNA NANNINI
Debutta in prima nazionale al Teatro Corso di Mestre il nuovo Tour di Marco Masini a seguito di “ Cronologia”, album antologico in tre volumi, che contiene cinque inediti tra cui il singolo “Che giorno é” con cui si e’ presentato al 65° Festival di Sanremo.
torna live nel 2015 con il tour Hitalia.Rocks Belle canzoni della musica italiana del ‘900, rivisitate in chiave rock con la sua voce graffiante. 22 maggio - Gran Teatro Geox padova
NEW AGE Roncade (Tv) Giovedi 9 aprile 2015
ASAF AvIDAN
Una voce particolare in grado di smuovere gli angoli piu’ reconditi del cuore.
12, 13, 14, 17, 18 e 19 giugno 2015
Venerdi’ - 10 aprile 2015
1 luglio 2015
THE CHEMICAL bROTHERS LIvE
LINEA 77 Ripartono on the road, con una nuova tournèe che sarà caratterizzata da un sound dal sapore “nineties”.
6 luglio 2015
DAMIAN “JR.GONG” MARLEY
Sabato 11 aprile 2015
14 luglio 2015
STROMAE + SPECIAL GUEST bENJAMIN CLEMENTINE 17 luglio 2015
20 maggio 2015 - Zoppas Arena Conegliano 21 maggio 2015 - palaFabris padova
LO STATO SOCIALE Vengono da Bologna, macinano tutto ed il suo contrario risputandolo con groove elettronici, rime e melodie che si incollano al cervello.
RAF 23 maggio 2015 - Zoppas Arena Conegliano
MARCO MENGONI
Mercoledì 22 Aprile 2015 - pala Arrex, Jesolo
CARMEN CONSOLI LIvE
Lontana dalle consuetudini Carmen Consoli torna a distanza di 5 anni dal suo ultimo album “Elettra” con il nuovo singolo “L’abitudine di tornare”. Il brano fa da apripista al nuovo album. Il ritorno discografico di Carmen Consoli è accompagnato anche da quello attesissimo live, da sempre forza della sua carriera artistica che conta anche il primato di prima donna italiana a calcare il grande palco dello Stadio Olimpico di Roma. Il nuovo tour sarà nei palasport ed attraverserà tutta l’Italia.
A vERONA 22 maggio - Arena
FAbI, SILvESTRI, GAZZE’
Venerdì 17 aprile 2015
bEN HARPER & THE INNOCENT CRIMINALS
JACK SAvORETTI Rivelazione folk rock, al New Age per Veneto Jazz. Il 17 Aprile sarà in scena il cantautore londinese di origini italiane. 18 luglio 2015
MARK KNOPFLER AND bAND
25 luglio 2015
ANASTACIA
29 luglio 2015
LENNY KRAvITZ
11 giugno - Arena
KISS
Venerdì 15 maggio 2015
MUDHONEY + SPECIAL GUEST AL NEW AGE IL 15 MAGGIO 2015 Direttamente da Seattle, sono in arrivo i Mudhoney, band portante del movimento grunge degli anni Novanta ancora in splendida forma!
8 luglio - Stadio Bentegodi
TIZIANO FERRO
20 luglio - Arena
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L’ESPERTO
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Dott.ssa Veronica Ferrarese - Educatrice cinofila*
Il cane, una grande opportunità
Dal momento in cui si porta a casa un cane sia da un allevamento che da un canile, la prima cosa che dobbiamo ricordare è che siamo stati noi a scegliere di vivere con lui, mentre lui non ha avuto la possibilità di fare questa scelta. Troppo spesso invece, chi adotta un cane ha determinate aspettative senza prendere minimamente in considerazione le doti caratteriali dell’individuo e le esperienze che quel cane ha vissuto. Di qui delusioni, rapporti incrinati fino ad arrivare a volte, alla restituzione del cane stesso. Peccato perché dovremmo imparare ad invertire i ruoli: il cane per noi è una grande opportunità. Lasciando da parte il fatto che convivere con il cane è una cosa naturale, basti pensare che è da migliaia di anni che viviamo con lui ed insieme ci siamo co-evoluti imparando a collaborare reciprocamente, quando parlo di opportunità intendo tutti quei risvolti positivi che derivano dal rapporto cane – proprietario
e che frequentemente non consideriamo. Le persone che mi chiamano di solito mi chiedono aiuto perché il cane è diventato “ingestibile” oppure tira al guinzaglio, abbaia, non è ubbidiente e così via. In realtà il vero problema è che quel cane non è stato capito. Da qui inizia il percorso di addestramento, un percorso che riguarda il cane ma che riguarda soprattutto il proprietario. La cosa che mi da maggior soddisfazione nell’esercitare la mia professione è proprio vedere quel binomio che cresce, alti e bassi momenti di grandi soddisfazioni e di grandi delusioni…e poi il grande cambiamento, il proprietario che si fa delle domande, impara ad osservare il proprio cane, a rispettarlo, a comprenderlo ed infine a sviluppare quell’affinità attraverso una comunicazione chiara e corretta. E’ questa la grande opportunità che intendo: il cane, se lo amiamo veramente, ci mette nella condizione di guardarci dentro, farci delle domande, metterci in discussione e di conseguenza migliorarci.
*Educatrice cinofila che collabora con il Rifugio Cipa
www.lapiazzaweb.it/category/animali
IL VETERINARIO
A cura del Dottore Andrea Feliciati
Filariosi cardiopolmonare
Il ruolo del sottoscritto quale Direttore Sanitario dell’ambulatorio del Rifugio C.I.P.A. prevede che, con cadenza settimanale, si visitino i nuovi ospiti della struttura che provengono dal Canile Sanitario Tazzari precedentemente sottoposti a sterilizzazione ed a tutti i protocolli sanitari di routine. La preoccupazione maggiore nell’esaminare i libretti sanitari dei nuovi cani è il controllo dell’esito del test ematico per la ricerca di antigeni filaria. La filariosi è una patologia veicolata dalle zanzare che presenta una forma cardiopolmonare (causata da Dirofilaria immitis) ed una forma cutanea (causata da Dirofilaria repens). La forma più grave è la filariosi cardiopolmonare. Quasi tutti i proprietari di cani delle nostre zone conoscono la patologia che, nei decenni scorsi, quando i sistemi di prevenzione erano per lo più assenti, ha rappresentato sicuramente una delle principali cause di decesso dei nostri amici cani. Il parassita che provoca la malattia , Dirofilaria immitis, è un nematode le cui larve, entrate nel sistema circolatorio del cane punto da una zanzara, dopo vari stadi divengono vermi adulti (lunghi fino a 30 cm.) e si localizzano a livello di cuore ed arteria
polmonare dove nel tempo causano danni sempre maggiori fino a portare al decesso dell’animale. I primi sintomi clinici della malattia sono tosse ed affaticamento dopo uno sforzo ma visto che insorgono quando la patologia è già in uno stadio avanzato, è importante eseguire periodici controlli sul sangue per una diagnosi precoce. La malattia, pur grave, è oggi curabile attraverso un trattamento che consente l’eliminazione delle filarie adulte. Compete al Medico Veterinario l’impostazione della terapia in base alla fase della malattia al momento della diagnosi. Ad ogni buon conto, dal momento che si tratta di una terapia non esente da rischi e che non cura, nel caso sia insorta, la miocardiopatia conseguente all’infestazione, è raccomandabile il ricorso a sistemi di prevenzione. Ad oggi, in commercio esistono diversi farmaci efficaci nei confronti delle forme larvali di filaria. Non trattasi di un trattamento vaccinale ma di una terapia nei confronti delle larve che infestano l’animale volta ad impedire il loro sviluppo in forme adulte. Personalmente, considerato che la nostra è una delle zone a più alto rischio filaria, si consiglia di effettuare il trattamento da Aprile a Dicembre.
Presidente del Consiglio dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Rovigo e Direttore Sanitario dell’ambulatorio del Rifugio C.I.P.A.
ADOTTAMI
LILLA è una meticcia sterilizzata, taglia media. Va a passeggio al guinzaglio e va d’accordo con gli altri cani. E’ adatta a famiglie tranquille senza bambini che con i loro giochi sfrenati potrebbero metterla in difficoltà. E’ un cane a cui piace tanto stare in compagnia delle persone.
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CHIC è un meticcio sterilizzato, taglia piccola. Va a passeggio al guinzaglio e gli piace stare in compagnia delle persone! E’ un cagnolino socievole e allegro, di gran compagnia. E’ l’ideale per chi cerca un amico fedele da far vivere in casa!
CLINTON è un meticcio sterilizzato, taglia grande. E’ un cane tranquillo che ha avuto una vita dura. Sta cercando una famiglia composta da persone calme e pacate. Va d’accordo con gli altri cani ed è adatto a famiglie anche con persone anziane, possibilmente senza bambini. Non salta le recinzioni.
DEVID è un Rottweiler non sterilizzato, taglia mediogrande. Gli piace andare a passeggio in campagna ed è espansivo con chi conosce. Va d’accordo con le femmine e sta cercando una famiglia tranquilla composta da adulti che lo faccia vivere sereno lontano dal trambusto della città che pare non piacergli.
KUROS è un Rottweiler sterilizzato, taglia grande. Gli piace molto andare a passeggio al guinzaglio e passare del tempo con le persone. Per lui stiamo cercando un adottante dinamico e che abbia esperienza con questa razza. L’ambiente ideale sarebbe una casa tranquilla in cui vivere sereno e scorrazzare in giardino.
NIO è un incrocio Border Collie, taglia media. E’ un cane simpaticissimo! All’inizio è un po’ diffidente ma quando capisce che non gli si vuole far del male si trasforma e diventa allegro. Si agita facilmente quindi per lui stiamo cercando una casa tranquilla con persone dai modi gentili.
PUKET è un incrocio Boxer, taglia grande. Oltre ad essere stupendo è sempre allegro e felice di interagire con i volontari. Va a passeggio volentieri e gli piace tanto giocare. Non è socievole con gli altri cani quindi sta aspettando che arrivi una famiglia che lo tenga come unico cane.
REX è un meticcio maschio sterilizzato, taglia media. E’ buono, discreto e amichevole. Predilige i cani un po’ riservati, come lui, e le persone dai modi gentili. E’ un gran bravo cane che merita di essere finalmente amato.
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Internet, la città invisibile
Vittime o carnefici sotto la lente del diritto?
L’espandersi delle tecnologie informatiche ha rivoluzionato le comunicazioni. Grazie ad internet non solo si può comunicare, ma anche immagazzinare una grande quantità di dati e notizie. Ciò ha potenziato e migliorato la qualità di vita della popolazione mondiale, tuttavia - se non opportunamente regolato - internet può diventare uno strumento attraverso il quale possono essere agevolate condotte illecite. Possiamo paragonare internet ad una grandissima città invisibile, sconosciuta, nella quale noi arriviamo non con l’aero, ma tramite il nostro computer od il nostro telefonino. Ma come ogni città sconosciuta, anche internet - città invisibile - è piena di rischi e di pericoli, che riproducono esattamente gli imbrogli, le violenze, gli abusi che esistono nella vita reale. L’utilizzo non prudente di internet può trasformarci in “autori” oppure in “vittime” di comportamenti illeciti. Cos’è un comportamento illecito? E’ un comportamento contrario alle norme di legge, che genera responsabilità in capo a chi lo pone in essere. - illecito civile, è un illecito che genera responsabilità civile, da cui deriva l’obbligo al pagamento di somme di denaro a titolo di risarcimento del danno che è stato cagionato. - illecito penale, consiste nella realizzazione di un reato, che genera responsabilità penale e comporta l’applicazione di sanzioni, cioè di pene (per i delitti: ergastolo, reclusione, multa; per le contravvenzioni: arresto, ammenda). Se l’autore dell’illecito è un minore, chi risponde? Nel caso di illecito civile rispondono i genitori, che dovranno risarcire i danni causati dal minore, cioè pagare somme a chi è stato danneggiato. Nel caso di illecito penale, si distingue a seconda dell’età del minore. • Sino ai 14 anni, il minore non è imputabile, cioè non può essere processato; ma la società non può rimanere indifesa di fronte ad un comportamento criminale posto in essere da un minore e, se si tratta di reati gravi (delitti), se si tratta di un minore “socialmente pericoloso”, possono essere applicate le cd. “misure di sicurezza” del riformatorio giudiziario, o della libertà vigilata, oppure le “misure amministrative”, come l’affidamento al servizio sociale minorile o il collocamento in una casa di rieducazione. • Tra i 14 e 18 anni il minore può essere riconosciuto “capace di intendere e di volere” ed è processabile; per i reati più gravi, è previsto il carcere minorile. I reati commessi dal minore sono giudicati da un giudice speciale, il Tribunale per i Minorenni - che si trova nel Distretto di
ogni Corte d’Appello - con giudici specializzati assistiti da esperti di antropologia criminale, psichiatria, pedagogia ed assistenti sociali. Per la Regione Veneto, il Tribunale per i Minorenni si trova a Mestre - Venezia. Quali comportamenti in rete possono essere pericolosi e potenzialmente illeciti? 1)condotte in violazione della “privacy”: violano la privacy tutti i comportamenti atti a diffondere informazioni che individuano una persona (nome, indirizzo, attività, amici, familiari, idee politiche, religiose, ecc…), anche attraverso scritti, immagini, foto, disegni, video. Con internet possiamo divenire vittime o autori di atti illeciti. L’imprudenza o la superficialità nel diffondere i nostri dati personali ci espone al rischio di diventare vittime di atti illeciti;
pensiamo per esempio a furti e rapine che si compiono sfruttando le informazioni reperibili in rete su dove viviamo, con chi viviamo, su cosa possediamo, le nostre abitudini…; pensiamo al caso più grave della pedofilia, che spesso si nutre di informazioni captate in rete. Talvolta, con i nostri dati, imprudentemente compiliamo schede di adesione a contratti, acquistando - ad esempio giochi - ed assumendo impegni economici. Ma tramite internet si rischia anche di diventare autori di illeciti, diffondendo notizie, informazioni, immagini, registrazioni vocali, video di altre persone, senza il loro consenso. In questo ultimo caso, si rischia di essere denunciati all’Autorità; se la diffusione dovesse creare dei danni, vi è il rischio di dover rispondere in sede civile e penale. 2) ingiuria e diffamazione: si tratta di reati legati alla manifestazione o diffusione del pensiero, riguardanti informazioni, immagini, video, registrazioni vocali che vengono diffuse a mezzo delle tecnologie informatiche (e-mail, sms, mms, whatsApp, skype ecc….) e che hanno un contenuto offensivo e lesivo dell’onore e della dignità altrui. Fenomeno, purtroppo, molto diffuso tra i minori e gli adolescenti è l’invio attraverso i mezzi informatici di immagini sessualmente esplicite o testi relativi alla sessua-
lità, il cd. “sexting”. Spesso foto e video a sfondo sessuale, anche realizzate con il cellulare ed inviate ad una stretta cerchia di persone, si diffondono in modo incontrollabile e possono creare seri problemi, personali o legali, sia alla persona ritratta nelle foto e nei video, sia a chi diffonde le immagini. L’invio di foto che ritraggono minori di anni 18 in pose sessualmente esplicite è illegale e può configurare il reato di distribuzione di materiale pedopornografico. Ma anche la conservazione all’interno del proprio computer e/o telefonino di immagini e video può integrare il reato di detenzione di materiale pedopornografico. 3) Altri gravissimi illeciti che possono essere commessi attraverso internet sono gli atti di molestia, che possono anche dar vita al cd. “cyberbullismo” (ossia il bullismo on line) e all’abuso sui minori, come la pedofilia e la pedopornografia.
Come evitare i pericoli? La Polizia Postale e delle Comunicazioni - alcuni anni fa - ha contribuito alla stesura del Codice di autoregolamentazione “Internet e Minori”, in collaborazione con il Ministero delle Comunicazioni, dell’Innovazione e le Tecnologie. Questo codice (facilmente reperibile on line!) è stato redatto allo scopo di aiutare adulti, minori e famiglie nell’uso corretto e consapevole di Internet, fornendo consigli e suggerimenti. Ecco alcuni CONSIGLI PER I RAGAZZI e LE RAGAZZE: 1)Non fidarsi di chi vuole sapere troppe cose, non dare nessuna informazione a chi non si conosce;
2) non accettare di incontrare qualcuno che si è conosciuto tramite la Rete; 3) non condividere mai la propria password, neanche con gli amici; 4) non credere che tutto ciò che è su Internet sia vero, mantenere il proprio senso critico; 5) non entrare mai in siti “a pagamento”; 6) non inviare messaggi volgari; 7) Se qualcuno vi mette a disagio, vi disturba, dice cose imbarazzanti o che spaventano, bloccare immediatamente i contatti; 8) Condividere con gli adulti: se si riceve o si vede qualcosa che mette a disagio, parlarne con i genitori o con gli insegnanti; 9)Rivolgersi alla Polizia Postale, ai Carabinieri, e comunque alle Forze dell’Ordine per ricevere assistenza e tutela. Se ci si imbatte in situazioni di sexting, cosa è meglio fare? Non inviare foto o video a contenuto sessuale a nessuno, potreste commettere il reato di distribuzione di pedopornografia. Informare i genitori e ricordare che nei casi più gravi ci si può rivolgere alla Polizia Postale o alle Forze dell’Ordine o associazioni o organizzazioni che collaborano con le Forze dell’Ordine, per es. Telefono Azzurro. Se ci si imbatte in siti pedopornografici o con contenuti potenzialmente dannosi per i minori? Non scaricare in alcun modo il materiale in essi contenuto, perché è reato la detenzione a qualsiasi titolo di materiale pedopornografico, e segnalarlo alla Polizia Postale, alla Polizia di Stato o ai Carabinieri. I pericoli del cd. “cyberspazio” possono essere affrontati nello stesso modo in cui si affrontano i pericoli nella vita reale, evitando la proibizione e la negazione, ma adottando idonee protezioni ed accorgimenti. Conosciuti i rischi, possiamo evitarli e prevenirli, così da utilizzare gli strumenti tecnologici per conoscere, imparare, comunicare serenamente e divertirci. Pertanto, BUONA NAVIGAZIONE A TUTTI !!!
EMANUELA DUÒ, avvocato del Foro di Rovigo – Socio AIAF
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DIRITTO del lavoro
diritto della circolazione stradale
Giusta causa di licenziamento quando si da della “Milf” alle colleghe di lavoro su un social network
Guida in stato d’ebbrezza, messa alla prova, lavoro di pubblica utilità
U
avv. Mauro Zandolin - studio legale Begozzo-Zandolin
no dei reati “minori” statisticamente più diffusi negli ultimi anni è la guida in stato di ebbrezza. Sempre più frequentemente, infatti, le forze dell’ordine organizzano controlli specifici con l’etilometro ed eguali accertamenti vengono quasi sempre effettuati in caso di incidente. La prima cosa da tener presente è, che qualora si venga fermati mentre si è alla guida e sia richiesto di effettuare il cosiddetto alcoltest, non conviene mai rifiutarsi di eseguirlo. Infatti, l’articolo 186 comma 7 del CDS equipara il rifiuto ad eseguire il test con con la più grave delle ipotesi della guida in stato di ebbrezza (tasso superiore a 1,5 mg/l) e chi si rifiuta andrà incontro ad una pena da sei mesi a un anno di arresto, con sospensione della patente da sei mesi a due anni e la confisca del veicolo. Non è dunque il caso di dar credito a vecchi consigli che si trovano su Internet (quando la norma era diversa) o sperare in straordinarie sentenze di
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assoluzione. Se l’esito dell’alcooltest è positivo conviene piuttosto valutare con un legale se è possibile far ricorso al nuovo strumento della “messa alla prova”, introdotto con la legge 67/2014, che consente di evitare il processo e l’estinzione del reato all’esito di un positivo programma di trattamento elaborato d’intesa con l’ufficio di esecuzione penale esterna (art. 464bis c.p.p.). Un’altra alternativa da valutare, anche se si già ricevuta la notifica del decreto penale di condanna, è la conversione della pena in lavori non retribuiti di pubblica utilità da svolgere presso gli enti convenzionati. In tale ipotesi ogni giorno di arresto (o 250 euro di ammenda) sarà convertito in due ore di lavoro di pubblica utilità. Se il lavoro di pubblica utilità viene correttamente svolto il giudice dichiarerà l’estinzione del reato e ridurrà della metà il periodo di sospensione della patente di guida, revocando inoltre l’eventuale confisca del veicolo. L’elenco degli Enti convenzionati si può trovare sul sito del Tribunale.
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Avv. cristiano Violato e avv. Federico soattin
T
ra i molteplici motivi di licenziamento nelle aziende vi è il caso di un dipendente che aveva pubblicato on line, sul proprio profilo social di facebook, la lettera della società con cui veniva riammesso al lavoro (a seguito di un contenzioso) ed aveva postato dei pesanti commenti diffamatori verso la medesima azienda, nonché verso le colleghe di lavoro con espressioni volgari (appunto definendole MILF, termine anglo-americano che designa generalmente donne adulte considerate sessualmente appetibili da uomini più giovani). Il giudice sottolineava come fosse difficile comprendere che il dipendente convenuto potesse pensare di mantenere in vita un rapporto di lavoro con colleghe che, senza alcun tipo di provocazione, ma solo in ragione di una accoglienza amicale, aveva sostanzialmente insultato con gravi espressioni sessiste. Secondo il giudice, il rapporto di lavoro, alla luce
della gravità delle espressioni diffamatorie, non poteva avere un seguito (Tribunale Ivrea, Sez. Lavoro, ordinanza 28.1.2015). La predetta ordinanza confermava pertanto l’orientamento giurisprudenziale del licenziamento per giusta causa per post denigratori a danno del datore di lavoro ma anche nei confronti delle stesse dipendenti dell’azienda. Il caso in esame dimostra come l’utilizzo dei social deve essere disciplinato nelle aziende attraverso la redazione di social media policy, regole semplici e trasparenti, non in un’ottica repressiva, ma per rendere consapevoli gli utenti e gli operatori dei possibili rischi e prevenire perdite di dati, nonché danni all’immagine. Tali policy devono essere declinate in base alle attività e caratteristiche delle imprese e devono ricomprendere non solo i dipendenti ma tutti gli attori aziendali (es. stagisti; consulenti, etc.).
Studio legale Violato – Avv. Cristiano Violato e Avv. Federico Soattin - via Germania n. 7 - Vigonza 35010 (PD) tel. 049.9802478 – fax. 178.4415820 - e-mail: info@avvocatoviolato.it
Diritto Fiscale
Il reato di omesso versamento delle imposte per crisi aziendale
I
rapporti tra fisco e contribuenti, da sempre conflittuali, sono stati resi ancor più difficili dalla grave crisi economica che da troppo tempo sta attanagliando il nostro Paese, con pesanti ripercussioni e grave pregiudizio della capacità di privati ed imprese di far fronte agli adempimenti fiscali. Tra gli effetti negativi della crisi vi è purtroppo da annoverare un notevole incremento di procedimenti penali a carico di incolpevoli imprenditori che per mancanza di liquidità determinata da mancati pagamenti spesso anche da parte di enti pubblici, non hanno potuto versare, nei termini di legge, le ritenute operate sugli stipendi dei dipendenti o l’IVA incorrendo nella violazione, rispettivamente, degli artt. 10 bis e 10 ter del D.Lgs n. 74/2000 che puniscono tali omissive condotte con la reclusione da sei mesi a due anni. La soglia di punibilità per entrambi i reati è di 50.000,00 euro per ciascun anno. Va però precisato che per i mancati versamenti avvenuti prima del 17.9.2011 la soglia di punibilità è di euro 103.291,38 in forza della sentenza della Corte costituzionale dell’8.4.2014 n. 80. La giurisprudenza di merito non è stata insensibile alle difficoltà degli imprenditori ed infatti vi sono state numerose pronunce che hanno ritenuto l’insus-
sistenza del reato per mancanza di dolo o che hanno riconosciuto la causa di forza maggiore ai contribuenti che hanno potuto fornire dimostrazione del fatto che la loro omissiva condotta era derivata non da una volontà di evadere le imposte, ma da un’oggettiva, imprevedibile, incolpevole impossibilità di adempiere l’obbligo contributivo. Sulla base di tale orientamento è stata ritenuta l’insussistenza del reato per mancanza di dolo a causa di insolvenza determinata dal pignoramento di danaro effettuato in prossimità della scadenza del termine previsto per il versamento, o da mancati pagamenti da parte di clienti o di pubbliche amministrazioni. Sono stati assolti imprenditori che hanno dimostrato di essere stati costretti a chiedere il fallimento perché non avevano le risorse necessarie per pagare i loro debiti. Per quanto riguarda il giudice di legittimità, va segnalato che la Corte di Cassazione, a sezioni unite, con sentenza n. 37424 del 28.3.2013, ha affermato che ai fini dell’elemento soggettivo è sufficiente il dolo generico ossia la coscienza e volontà di non versare all’erario quanto dovuto in quanto la prova del dolo è insita nella presentazione della dichiarazione annuale, mentre non è richiesto che il
comportamento illecito sia dettato dallo scopo specifico di evadere le imposte. La Corte, nel confermare la sentenza di condanna, ha anche statuito che poiché l’IVA viene riscossa all’emissione della fattura, il che non è sempre vero, il contribuente deve organizzazione le proprie risorse su scala annuale accantonando la liquidità necessaria per cui, ai fini dell’esclusione del reato, è necessario che dimostri che se ciò non è avvenuto, non è stato determinato da una scelta imprenditoriale, ma dalla situazione di crisi dell’impresa. La sentenza, anche se è stata sfavorevole all’imputato, sembra comunque avere aperto uno spiraglio in favore degli imprenditori che, pur avendo emesso le fatture, non hanno ricevuto il pagamento di quanto da loro dovuto. Da tale pronuncia, infatti, si evince in tutta evidenzia il contrario principio per cui, colui che subisca la mancata riscossione delle forniture e quindi anche dell’IVA e che si trovi conseguentemente nell’impossibilità di accantonare alcunché, può utilmente invocare la causa di forza maggiore per giustificare il mancato versamento dell’imposta dovuta. In senso più decisamente favorevole al contribuente si è espressa la sentenza n. 5905 del 7.2.2014 con cui la Suprema Corte ha stabilito che non è penalmente responsa-
Avv. Carmelo Sergi
bile l’imprenditore che ometta di versare le ritenute operate per avere impiegato le risorse a sua disposizione per pagare gli stipendi dei dipendenti a discapito del fisco, purché dimostri che lo stato di insolvenza deriva da una imprevista e imprevedibile indisponibilità di liquidità non dovuta ad una scorretta gestione o ad una scelta organizzativa. A complicare le cose è però intervenuta la sentenza della Corte di Cassazione 11.11.2014 n. 1725, la quale ha affermato che per poter fondatamente invocare la mancanza di dolo, occorre fornire la prova, non solo del fatto che la crisi aziendale non è stata causata da fatti imputabili all’imprenditore, ma anche che la stessa non era in alcun modo risolvibile pur essendo state poste in essere tutte le possibili azioni, anche sfavorevoli per il patrimonio personale del contribuente, atte a consentirgli di recuperare la necessaria liquidità. E’ però evidente che la dimostrazione di tali circostanze è cosa estremamente difficoltosa e complessa al punto che, con definizione alquanto appropriata ed azzeccata, vi è chi ha osservato che in applicazione di tali principi, per riuscire a dimostrare l’insussistenza del reato, al contribuente è richiesto di fornire, a proprio discarico, una prova “diabolica”.
Avv. Carmelo Sergi - via Umberto I n. 50 - 45100 - ROVIGO - tel. 0425460463 - fax 0425464763 - mail carmelo.sergi@libero.it
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L’Editoriale LA PSICOLOGIA PER LA VITA QUOTIDIANA
dott. Alessandro De Carlo*
A
La cura giusta per il corpo non sempre cura anche la persona Il ruolo del logopedista
Il parere del Chirurgo Cardiovascolare Continua a pag. 37
Continua a pag. 37
volte capita che la psicologia sia ancora associata esclusivamente al disagio e al malessere della mente. Oggi però la componente legata a questo tipo di cura è soltanto uno degi ambiti di lavoro dello psicologo, professionista formato per prendersi cura della persona sia ristabilendo uno stato di salute psicologica eventualmente ridotta sia lavorando per aumentare il benessere individuale e sociale delle persone. Recarsi da uno psicologo, dunque, può essere un modo efficace per migliorare la propria salute, le proprie relazioni sociali e familiari, ma anche aspetti spesso meno considerati come la propria produttività sul lavoro e la capacità di trovare soluzioni a piccoli e grandi problemi quotidiani. Inoltre, elemento da non dimenticare, questi obiettivi possono essere raggiunti tramite un percorso di crescita personale e consapevolezza, beni sempre più rari nella nostra veloce e complessa contemporaneità. Tutto questo e molto altro è oggi l’ambito professionale dello psicologo, che offre ai propri utenti la garanzia di essere un professionista sanitario con regole, controlli, protocolli scientificamente attendibili, una deontologia e una disciplina assicurativa normate per legge e la capacità di integrazione con i professionisti di altre discipline: una grande sicurezza per chi vuole iniziare seguire un percorso psicologico. Quello che gli psicologi propongono e portano avanti, dunque, è anche un nuovo concetto di sanità più lontana dagli ospedali e dal concetto di malattia e più vicina alla vita quotidiana. L’idea di una professione che mira a non tanto a lavorare su eventuali sintomi di malessere quanto ad essere costantemente ispirata alla definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “il completo stato di benessere psicofisico della persona”.
*Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto
Soffri di disturbi del sonno? Continua a pag. 38
34 Consulenza scientifica Farmacia Farmacia Dott. Giuseppe Lo Curzio Via dei Mille 15 - Rovigo tel. 0425 490550 email: farmaciasarzano@interfree.it PSICOLOGIA PSICOTERAPIA Dott.ssa Antonella Tinti Psicologa e Psicoterapeuta individuale e di coppia - Cell. 339 3859333 Riceve su appuntamento nei Poliambulatori: - “RovigoMedica” a Rovigo - “San Giusto” a Portoviro (RO) CHIRURGIA ESTETICA Studio Medico Dott.ssa Cristina Rogato Viale dei Mille 107A – Rovigo rogatocristina@libero.it tel. 3282523160 chirurgia vascolare Dr. Stefano Manfrini Specialista in Chirurgia vascolareresponsabile U.O. di Chirurgia Vascolare ospedale accreditato Salus Ferrara. Visita a Rovigo, Este, Monselice e Badia Polesine 347/8043460 dermatologia Dottor Stefano Trimurti - Poliambulatorio S’Anna Lendinara - 0425/641490 - Poliambulatorio S’Anna Castelmassa 0425/840844 - Centro medico “Al Faro” Giacciano con Baruchella, 0425/594713 - Biosoc S.r.l. - Badia Polesine 3929775322 - 0425/599925 medicina fisica e riabilitazione Dott.Luca Penzo - Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione - Direttore Sanitario di Fisiocenter - Corte Beggiolini, 7 Cavarzere (VE) - Tel. e Fax 0426.53600 email: fisiocenter@tin.it
Logopedia Dott.ssa Tomii Alessia Tel. 335 8386277 - Poliambulatorio S’Anna Lendinara - Poliambulatorio S’Anna Castelmassa - Centro Abc Badia Polesine, via Calà Forca 41 Studio Logopedico Barruchella, via Orlando Scavazza 41 Osteopatia - fisioterapia Dott. Alessandro Giraldo - osteopato e fisioterapista Dormiflex Lady Linea Srl Via Brunacci, 10/C Marghera (ve) tel 041 922692 - Tel. 39 041.57.30.800 - www.dormiflex.it Neurologia Dr. Marco Ferrari Specialista in Neurologia Poliambulatorio S’Anna - Lendinara 0425/641490 - Poliambulatorio S’Anna Castelmassa 0425/840844
Farmacia Farmacia Tre Colombine della Farmacia San Gaetano s.n.c.- Dott.sse Maddalena e Patrizia Zanetti - Via Leopoldo Baruchello, 30 - ROVIGO tel.0425/412038 Piazza Risorgimento 21 - LENDINARA (Ro) tel. 0425/641026 www.farmaciatrecolombine.it
Udito Dr.ssa Anna Roversi Filiale di Adria 648 Corso Mazzini, 56 45011 Adria (RO) Tel e fax 0426 908042 Oftalmologia Dott. Massimo Camellin: Via Dunant, 10 - Rovigo tel. 0425 411357 mail: segreteria@sekal.it web: www.lasek.it
L’intervento
Troppa burocrazia per aprire uno studio! di Dott. Bruno Noce*
L
’art.193 del TULS(Testo Unico delle Leggi Sanitarie) recita che nessuno può aprire un ambulatorio medico senza autorizzazione ma lascia liberi i medici e gli odontoiatri di aprire uno studio, intendendo con ciò un gabinetto dove il professionista esercita sotto la propria diretta responsabilità, in quanto già abilitato dall’ esame di stato. Si evince chiaramente che struttura sanitaria complessa ed ambulatorio non sono dizioni assimilabili allo studio privato del professionista, non aperto al pubblico e non convenzionato. La forzatura dell’introduzione nello studio privato odontoiatrico della legge 22 non rispecchia lo spirito iniziale del regolamento, infatti l’aspetto organizzativo di uno studio privato e’ per definizione secondario all’aspetto professionale, per cui non è omologabili all’ambulatorio sanitario. Nella realtà abbiamo assistito a tutta una serie di soprusi e prevaricazioni nell’applicazione della legge. Ad esempio l’inutile ripetizione di autorizzazioni a cui siamo già soggetti per obbligo di legge(gestione dei rifiuti sanitari, abitabilità, planimetrie e destinazione d’uso, conformità elettromedicali, ispezione periodica dei radiologici, conformità impianti elettrici etc.), la richiesta di informazioni che riguardano l’organizzazione del lavoro o i rapporti con il personale, il tutto connesso ad una pesante violazione della privacy, dell’autonomia dell’imprenditore e della libertà d’azione del professionista già abilitato. Negli ultimi 5 anni si è assistito ad una gravissima disomogeneità di applicazione della legge tra Regioni, Province, Comuni, Asl diversi per cui ai professionisti vengono richiesti differenti requisiti con palese disparità di trattamento.Si è arrivati al punto che i funzionari incaricati delle verifiche, usano criteri di discrezionalità che sfociano nell’arbitrio, arrivando addirittura ad interpretare la legge in modo personale, senza contare poi che alla fine l’autorizzazione viene rilasciata dal Sindaco del Comune e ci sono stati casi in cui paradossalmente, nonostante il parere negativo dei verificatori sia stata concessa ugualmente l’autorizzazione. Quindi sorge spontanea una domanda: ma questa legge serve a far aumentare la qualità degli studi professionali oppure serve ad avere un controllo ed a vessare ulteriormente il professionista? La falsa illusione che la salute del cittadino venga tutelata dalla rispondenza a normative burocratiche anziché essere affidata alla professionalità del sanitario, che non viene ne’ richiesta, ne’ tantomeno verificata da questa normativa e’ un altro punto a sfavore. Questa legge quindi ha manifestato tutte le sue carenze, non ha minimamente scalfito la piaga dell’abusivismo, non ha apportato alcun beneficio al cittadino ed ha creato sconcerto, disorientamento è grave difficoltà all’odontoiatra. La CAO quindi si è impegnata a discutere con le istituzioni preposte per cercare di uniformare su tutto il territorio nazionale la legge che da regionale dovrà necessariamente passare a nazionale. *Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Rovigo
L’Intervento PARLIAMO DEI FARMACI GENERICI UNA RISORSA PER IL SISTEMA SANITARIO O UN PROBLEMA PER LA SALUTE?
S
di Francesco Noce*
empre più spesso,quando ci si reca in farmacia ci viene consegnato,a fronte di una prescrizione medica,un farmaco così detto “generico”. Già dal 1° settembre 2010 infatti in Italia la prescrizione di un farmaco può esser sostituita in farmacia con un farmaco “generico”, se ovviamente è disponibile. Ma cosa sono i farmaci generici? Come farmaci generici,termine entrato nell’ uso comune, sono indicati quei farmaci che hanno perso il brevetto e hanno una bioequivalenza con i farmaci originatori comunemente definiti come farmaci di marca. Per questo motivo già dal 2005 si preferisce indicarli con il nome di farmaci “equivalenti” e devono corrispondere per legge ai seguenti requisiti: avere lo stesso principio attivo del farmaco di riferimento, il principio attivo non deve essere protetto da brevetto, avere la stessa forma farmaceutica e via di somministrazione (per esempio compresse,capsule,fiale sciroppo etc.),avere lo stesso dosaggio unitario,essere bioequivalente al medicinale originatore,aver un costo di almeno il 20% inferiore rispetto al corrispondente medicinale di “marca”. Il costo significativamente più basso si giustifica con il fatto che le aziende produttrici di farmaci equivalenti non devono sostenere tutti i costi che vanno dalla scoperta del principio attivo all’intero processo di sviluppo e sperimentazione che sono sostenuti dall’ azienda che aveva prodotto e brevettato il farmaco originario (stimati in circa 6oomilioni di dollari), e che per questo gode di un periodo di sostanziale monopolio. Essenzialmente il costo del farmaco equivalente è dato dal costo per la produzione e da non rilevanti spese di promozione dal momento che anche queste ricevono un rilevante beneficio dalle attività messe in atto dalle aziende produttrici del farmaco originatore e dal fatto che sono farmaci presenti sul mercato già da anni e sono ben conosciuti dai pazienti,dai medici e da altri operatori sanitari anche se con il nome commerciale. Mentre nei paesi UE il consumo di farmaci equivalenti si aggira sul 50% ,solo di recente in Italia il loro consumo ha avuto un balzo dal 6% al 20% in breve tempo,ma ancora lontano dal 70% della Germania,dal 60% della Danimarca e dal 90% della Polonia,ponendoci al penultimo posto,appena sopra alla Grecia. Fra le molte ragioni e interessi corporativi ed economici il processo si è rivelato lungo e difficoltoso,alimentato dalla percezione che i passaggi tecnico-scientifici su cui poggia la sostituibilità non siano così virtuosi nel nostro paese. Ad iniziare dalle “liste di trasparenza”cui deve attenersi il farmacista, le cui conseguenze sono potenzialmente critiche,visto che una volta inseriti nello stesso elenco anche farmaci con tipologia di forme e di dosaggio così diverse da escludere l’eventualità di una biodisponibilità confrontabile,farmaci con più originatori, vecchie specialità cioè copie autorizzate prima e quindi non testate in studi di bioequivalenza,tutti medicinali che rientrano a pieno titolo nella disponibilità del farmacista alla sostituzione. Per continuare con la differenza di biodisponibilità tollerata da un più 3,5% a un meno 3,5% rispetto all’originatore, per cui entrambi sono bioequivalenti al farmaco di riferimento ma non sono bioequivalenti fra loro. In Italia manca un “Orange book”, come in altri paesi, in cui sono contenuti i farmaci generici bioequivalenti all’originatore e bioequivalenti fra loro:praticamente liste di prodotti utilizzabili in sostituzione equivalenti fra loro.Per non dimenticare l’effetto degli eccipienti,sostanze inerti che stabilizzano le molecole,che possono essere diversi da quelli contenuti nell’originatore e non sempre non producono effetti,come il saccarosio per i diabetici il lattosio per gli intolleranti,i parabeni che possono procurare allergie e sostanze che possono alterare la palatabilità cioè il sapore del medicinale,aspetto rilevante soprattutto per i medicinali per i bambini,così come possono essere importanti i metaboliti e la salificazione diversa. In definitiva farmaci generici SI o NO? Decisamente SI: perché rispondono a criteri di produzione secondo le buone regole della farmacopea e quindi sicuri ed affidabili;sono prodotti da aziende sottoposte a rigidi controlli e spesso sono le stesse aziende che producono il farmaco originario. SI perché il loro avvento ha consentito un risparmio per il Sistema Sanitario di circa il 55% sul costo originario e può consentire ulteriori e ben più consistenti risparmi se si pensa che la maggior parte dei farmaci oggi in uso in breve tempo avrà perso il brevetto,con tutto il vantaggio di avere a disposizione più risorse per terapie innovative e cure più efficaci. SI purchè siano effettivamente bioequivalenti fra loro per la sostituibilità e ponendo attenzione agli eccipienti in essi contenuti, eccipienti che del resto sono ben evidenziati nel foglietto illustrativo. SI con il suggerimento di assumere possibilmente sempre lo stesso farmaco genericato,una volta accertata la sua efficacia e tolleranza,per non assumere sostanze non bioequivalenti fra loro e con eccipienti tali da produrre possibili effetti non desiderati e per non ingenerare confusione,specie in persone anziane che spesso assumono più farmaci, per differenze di forma e di colore della confezione,per nomi diversi dal nome commerciale, per compresse che diventano capsule e viceversa,così da rappresentare seri problemi all’aderenza terapeutica e quindi alla salute dei pazienti. A meno che i criteri di sostituibilità non garantiscano una bioequivalenza accertata, gli eccipienti non possano indurre effetti indesiderati,(a quando un Orange book?) e vi sia una corretta informazione per una terapia efficace e sicura.
*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo
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Cura l’uomo non la malattia: le meraviglie dei fiori di Bach L’assunzione di questi fiori stimola il potenziale energetico individuale, riportando equilibrio delle emozioni
C
hi è Edward Bach ? Edward Bach (Moseley, 24 settembre 1886 – 27 novembre 1936) è un gallese che fin dalla sua primissima infanzia desidera diventare medico sognando di trovare una medicina non violenta capace di curare le malattie prima che queste si evidenzino nel fisico degli individui. Il giovane Bach ha un animo sensibile, contemplativo e prova un naturale amore per la natura così come una grande comprensione per ogni genere di sofferenza. Nel 1912 si laurea in medicina trovando lavoro nell’ospedale dell’Università e ha quindi modo di osservare i metodi di cura allora impiegati. Per lui la malattia era una conseguenza della disarmonia tra corpo e anima, non un “…difetto di funzionamento della macchina uomo…”. Egli riteneva che i sintomi della malattia rappresentassero l’espressione esteriore, la manifestazione fisica di stati d’animo negativi. Egli suppose che la causa delle malattie fossero gli stati d’animo negativi come preoccupazioni, paura, insoddisfazione, impazienza, tristezza ecc., perciò si dedicò
alla ricerca di rimedi che agissero su queste cause interiori. Scoprì e divulgò le proprietà curative di 38 piante silvestri, oggi note come Rimedi Floreali di Bach, capaci di agire su altrettanti stati d’amimo. Egli intuisce che il fiore concentra in sé tutta la forza della pianta. Egli nota inoltre che la rugiada contenuta nei fiori ha la vibrazione propria del fiore. Nascono in questo modo i suoi 38 rimedi floreali, che agiscono principalmente sui nostri stati d’animo negativi (i quali, impedendoci di essere felici e sereni, ci potrebbero portare prima o poi alla malattia fisica). Arriva così a raccogliere i fiori di piante comuni e selvatiche, partendo dall’ipotesi che nei fiori si trovi concentrata la vita della pianta. Li espone al sole poggiati su acqua e sperimenta che proprio l’acqua, raccolta dopo tale esposizione, ha assorbito le qualità stesse del fiore. Tra gli anni ‘30 e ‘36 Bach scopre i suoi 38 fiori e il Rescue, ottenuto dalla associazione di alcuni di questi. L’assunzione di questi fiori aiuta, stimolandolo, il po-
Dott. Giuseppe Lo Curzio
tenziale energetico individuale, riportando equilibrio delle emozioni e degli stati mentali. Non può arrecare danno anche se i fiori vengono prescritti erroneamente perchè essi non aggiungono o tolgono niente, ma portano solo all’equilibrio agendo su campo energetico che ogni struttura vivente possiede. Se una situazione è già in equilibrio, non varierà, dunque, con l’assunzione di un fiore erroneamente prescritto. “Orgoglio, crudeltà, odio, egoismo, ignoranza, instabilità e avidità sono le vere cause della malattia, poiché provocano un conflitto interiore che si riflette sul corpo, causando l’insorgere di svariati tipi di disturbi”.
Secondo Bach, correggere tali difetti porterebbe all’aumento della vitalità fisica e mentale, che a sua volta risolverebbe qualsiasi disturbo fisico. In quali casi sono utili i fiori di Bach? Insoddisfazione, ansia depressione, insicurezza fobie varie, pessimismo, attacchi di panico, apatia, amarezza, angoscia, incertezza, traumi fisici e psichici, sensi di colpa, nervosismo, stress, senso di inferiorità, inquietudine, incapacità di concentrazione, irrequietezza, e in tutti i casi di malessere interiore, restituendo Armonia, Ottimismo, Serenità e Benessere.
La Floriterapia è una cura semplice, naturale, universale che riporta ordine e armonia nella mente e nel corpo. Costituisce anche uno strumento di conoscenza e di gestione delle proprie emozioni, quindi è una chiave di crescita e di evoluzione spirituale. Telefona o vieni direttamente in farmacia per un consiglio gratuito sui fiori di Bach. Farmacia Dott. Giuseppe Lo Curzio Via dei Mille 15 - Rovigo tel. 0425 490550 email: farmaciasarzano@interfree.it
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Attacchi di Panico? Si Guarisce! E’ un disturbo che colpisce sempre più persone. Ma si può curare con la Psicoterapia
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li Attacchi di Panico, si manifestano con l’improvvisa insorgenza di un’intensa ansia, paura o terrore, spesso associati con sentimenti di paura di morire, di avere un infarto, di perdere il controllo, di svenire. I sintomi più comuni esperiti durante l’attacco sono: dispnea (difficoltà a respirare), tachicardia, dolore o malessere toracico, sensazione di sentirsi soffocare, stordimento, vertigine, confusione mentale, vampate di calore o sensazioni di freddo… Gli attacchi di solito durano una decina di minuti, molto raramente ore. Ma il paziente ha un senso dilatato del tempo in quella situazione, e anche pochi minuti…sembrano ore!!! Spesso non viene subito diagnosticato come tale, e il paziente, che spesso finisce al Pronto Soccorso, viene sottoposto ad accertamenti, soprattutto della funzionalità cardiaca. Il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) non và trascurato. L’ideale sarebbe incominciare al più presto una psicoterapia, per capire che cosa, dei vissuti inconsci o delle situazioni della vita reale del paziente, l’abbia generato. Talvolta, ma non sempre, specie all’inizio della psicoterapia, può essere utile anche un supporto farmacologico. Il ripetersi di questi Attacchi infatti, porta a condizionare sempre più la vita del paziente, che vive in continua attesa che ciò possa accadere di nuovo (Ansia Anticipatoria). Questo comincia a limitare sempre più gli spostamenti della persona e il frequentare i luoghi o le situazioni in cui è avvenuto l’Attacco, fino al ri-
schio, di impedirgli una vita normale nell’ambito relazionale e anche lavorativo. Tutto ciò può portare, come conseguenza, anche alla depressione. Nel percorso di Psicoterapia, si prendono in considerazione tutti gli aspetti della vita del paziente, e non solo per risolvere ciò che ha generato l’Attacco di Panico, ma anche per dare al paziente un benessere ed un equilibrio maggiori, per affrontare poi gli inevitabili problemi che la vita riserva a ciascuno. Dott.ssa Antonella Tinti
Dott.ssa Antonella Tinti Psicologa e Psicoterapeuta individuale e di coppia - Cell.339 3859333 - “Rovigo Medica” Via Einaudi, 82 Rovigo (0425/474769) - “Poliambulatorio San Giusto” Via Mazzini, 48/A - Porto Viro (0426/324194) antonella.tinti@ordinepsicologiveneto.it
La “Prova” di Amplifon
Un percorso che pone al centro la persona, individuando le soluzioni adatte
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a PROVA di Amplifon è un processo articolato e, attraverso un diario della PROVA, volta per volta, di rimediazione acustica, costituito da tre anigrazie alle annotazioni della persona, oggettiva me distinte ma interdipendenti: • un percorso gli impegni reciproci e i traguardi raggiunti, con i condiviso; • un protocollo esclusivo • una filiera correttivi da apportare in caso di scostamento tra di qualità prestazioni attese e realizzate. Percorso condiviso Grazie ad un colloquio con Dott.ssa Anna Filiera di qualità Tutte le attività della PROVA Roversi la persona interessata e con eventuali familiari, si di Amplifon, sia quelle attuate presso le Filiali sia delinea un profilo individuale e sociale del soggetto, ponen- quelle sia si realizzano presso la Sede centrale di Milano, do l’accento su: sono certificate dal BSI (Critiche Standard Instituito), uno − lo stile di vita le esigenze di ascolto, di comunicazione e dei più prestigiosi Enti internazioni di Certificazione dei Sistedi partecipazione della persona; mi di gestione aziendale e di prodotti e servizi. La Mission − le aspettative concrete della persona e dei suoi cari; aziendale, le verifiche periodiche e i controlli di conformità − gli obiettivi intermedi da raggiungere e da verificare, sin- realizzati dall’Ente sono garanzia di costante vigilanza sui golarmente e collegialmente processi e sulla loro eccellenza. − le tappe attraverso le quali raggiungere gli obiettivi con- La PROVA di Amplifon, di fatto, è un percorso circolare, cordati; che pone al centro la persona e ne realizza le ragionevoli − la tipologia di intervento più adatta, cioè la soluzione attese senza una fine precisa. Nell’arco di vita di ciascuno, uditiva. infatti, possono mutare gli scenari perosnali, di lavoro e Il percorso si sviluppa nell’arco minimo di un mese, durante di relax, così come le abilità uditive; l’Audioprotesista, acil quale la persona si reca presso il Centro Amplifon con compagnando la persona in questi cambiamenti, adatta e cadenza generalmente settimanale e , comunque, perso- modifica la soluzione, eventualmente cambiandola con una nalizzata in base alle esigenze individuali. di tecnologia differente, sempre però seguendo l’iter descritProtocollo esclusivo L’Audioprotesista Amplifon, dot- to. E’ quindi evidente che, attraverso periodici ma costanti tore in Tecniche Audioprotesiche, mediante una serie di atti incontri, il confronto tra la Persona e l’Audioprotesista consoprofessionali sistematizzati, codificati e proceduralizzati, lida la relazione di Soddisfazione che è parte fondante della validi su tutto il territorio nazionale ed integrati dalle migliori Mission di Amplifon. pratiche aziendali sviluppate dal Gruppo Amplifon, propone Dott. Ssa Anna Roversi- Amplifon alla persona la soluzione di ascolto ottimale, la prepara, Filiale di Adria 648 esegue il primo adattamento (fitting) e ne verifica l’effiCorso Mazzini, 56 - 45011 Adria (RO) cacia attraverso una valutazione strumentale e soggettiva Tel e fax 0426 908042 Definisce poi i contenuti delle tappe intermedie (follow up)
Un metodo bilanciato per apparire giovani come ci si sente
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uando parliamo sorridiamo, esprimiamo stupore o piacere. Il nostro viso comunica ogni nostra emozione o pensiero. Avete mai notato che alcune persone hanno un viso ed una personalità giovanili mentre altre appaiono più anziane di quanto non si sentano soggettivamente? Non c’è da stupirsi quindi se le persone si preoccupano del loro aspetto e notano i cambiamenti che avvengono con il passare degli anni. Il tempo infatti lascia il segno e cominciano a comparire linee sottili e rughe, mentre la cute invecchiando, perde volume ed elasticità. Su questo processo incidono diversi fattori tra cui esposizione solare, cambiamenti ormonali e fumo. Le linee, le rughe e la perdita di volume fanno parte del normale processo di invecchiamento. Tutti abbiamo presenti quelle rughe profonde che in alcune persone si formano tra le sopraciglia, o le pliche cutanee che vanno dal naso alla bocca (pieghe naso-labiali) o dalle labbra al mento (rughe della marionetta). Il linea generale i processi che causano la comparsa delle rughe sono due: l’attività muscolare (quando si sorride o si corruga la fronte si formano rughe dette “dinamiche” che progressivamente diventano più evidenti); e la perdita di tono o volume (la cute si disidrata e le ghiandole sebacee riducono la loro produzione causando rughe “statiche”). È pertanto necessario considerare l’aspetto del
Dott.ssa Cristina Rogato, medico chirurgo specialista in chirurgia plastica viso nella sua globalità, tenendo presente tutte le varie esigenze. In questo modo sarà più facile identificare i trattamenti più adatti per ottenere il risultato desiderato. Si parte, quindi, eliminando le cellule morte, che rendono la pelle spenta e opaca e occludono i pori. In questo modo la pelle apparirà più uniforme e sana. Quindi si procede alla riduzione di rughe e pieghe attraverso trattamenti che agiscono rilassando la muscolatura (per contrastare le rughe dinamiche) come le iniezioni di tossina botulinica; e creando una volumizzazione (per contrastare le rughe statiche) con iniezioni di acido ialuronico i cui risultati sono immediatamente visibili, uniformi e duraturi nel tempo. In questo modo si ottiene un ringiovanimento globale, mantenendo l’identità della persona.
Studio Medico Dott.ssa Cristina Rogato Viale dei Mille 107A – Rovigo rogatocristina@libero.it tel. 3282523160
Trattamenti laser refrattivi: Lasek
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primi trattamenti laser refrattivi risalgono nello strato di collagene che da la forma alla ai primi anni 90. Da allora molta strada è cornea stessa. Nella PRK (primissima tecnica stata fatta soprattutto per quanto riguarda applicativa) l’epitelio viene eliminato con una la tecnologia laser. Sostanzialmente i difetti spatolina e successivamente al trattamento di refrazione sono miopia ed ipermetropia laser si attende la ricrescita di quest’ultimo e a questi può sovrapporsi l’astigmatismo. (3-4 giorni); in questo periodo l’occhio è Nella miopia l’occhio è un po’ più lungo del infastidito dalla presenza di una abrasione. normale (ad ogni mm corrispondono circa Il Dr. Massimo Camellin Nella Lasik la cornea viene tagliata con una 3 diottrie di difetto) e la messa a fuoco è lama vibrante o con un laser ed il trattamento limitata ad una determinata distanza, tanto minore quanto effettuato all’interno della cornea. Il flap creato viene poi è maggiore la miopia. Per esempio ad una diottria di miopia riposizionato. Lo svantaggio di questa tecnica è l’indebolicorrisponde una messa a fuoco di un metro (oltre questa mento strutturale permanente, mentre il vantaggio è il poco distanza l’immagine si sfuoca progressivamente) mentre dolore ed il veloce recupero visivo. Nella LASEK (Camellin a 10 diottrie corrisponde una distanza di soli 10 cm. Pur 1998) l’epitelio viene scollato con una soluzione alcolica e essendo considerata lieve una miopia di 3 diottrie, questa successivamente al trattamento si riposiziona sullo stroma comporta una forte limitazione funzionale in quanto la trattato. Il nuovo epitelio crescerà sotto quello vecchio e lo messa a fuoco è limitata a 33cm. Nell’ipermetropia invece sostituirà progressivamente. I vantaggi sono un minor fastil’occhio è più corto e generalmente abbiamo a che fare dio postoperatorio ed una minor reazione infiammatoria. Si con difetti più modesti (l’ipermetropia generalmente è al di tratta quindi di una tecnica intermedia tra PRK e Lasik con sotto delle 3 diottrie anche se esistono casi con 10 diottrie un basso rischio di complicanze. Entrambe queste tecniche di ipermetropia). L’astigmatismo è un’anomalia di curvatura citate sono comunque utilizzate ed ogni chirurgo decide in della cornea che costituisce la prima lente dell’occhio che relazione al caso ed al paziente. Per concludere dunque invece di essere sferica, risulta fatta come un pallone da rug- possiamo affermare che il laser ad eccimeri ha raggiunto by. Possiamo quindi avere astigmatismo associato a mio- una maturità tecnica ed un’esperienza a livello mondiale pia o ad ipermetropia, mentre ovviamente non possiamo di assoluto rilievo. Ovviamente si possono operare pazienti avere miopia associata ad ipermetropia in quanto si tratta che abbiano superato l’età adolescenziale in cui i difetti di difetti opposti! Con un trattamento laser noi possiamo miopici possono ancora modificarsi. operare miopia, ipermetropia ed astigmatismo, mentre per Dott. Massimo Camellin: la presbiopia la problematica è più complessa. Il Laser ad ecVia Dunant, 10 - Rovigo cimeri vaporizza il tessuto e quindi permette di modificare la tel. 0425 411357 forma della cornea per consentire la messa a fuoco. Questa mail: segreteria@sekal.it vaporizzazione non avviene sulla superficie che è ricoperta web: www.lasek.it da una pellicina (epitelio) che si riforma ogni settimana, ma
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Il ruolo del Logopedista
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Nella comunicazione adulta la logopedista ono Alessia Tomii. Sono una logopediinterviene nel recupero del linguaggio nelle sta e da quasi vent’anni mi occupo del patologie dell’adulto, in particolare disfonie benessere comunicativo e relazionale dovute a un cattivo uso della voce, tipico del bambino e dell’adulto. In particolare il dei professionisti che utilizzano la voce in mio intervento si concretizza nell’ambito maniera continuativa e prolungata nel temdello sviluppo del linguaggio del bambino, della sua corretta deglutizione e abitudini Dott.ssa Alessia Tomii po, e la perdita della capacità di comunicare in seguito a traumi cranici o ictus. alimentari, dell’uso corretto della voce. Ascolta il tuo bambino: parla male? Scambia dei suoni? Per sintetizzare, la logopedista si occupa di: A volte non lo capisci? Oppure perde facilmente la voce? Valutazione, trattamento e consulenza in età infantile e adulta: Balbetta? Non deglutisce correttamente? Comunicare i propri bisogni, i pensieri ed le emozio- - Disturbi del linguaggio: in età pediatrica, afasie, disturbi ni è una capacità che ciascun bambino sviluppa in ma- degenerativi - Disturbi della voce: disfonie, paralisi, laniera e tempi diversi. Non sottovalutare tuo figlio. Dagli ringectomie - Disturbi mio funzionali: deglutizioneatipica la possibilità, se ancora non lo sa fare, di raggiungere - Disturbi dell’articolazione: dislalie, disartrie, disprassie una capacità comunicativa e relazionale che gli permetta - Disturbi del flusso verbale: balbuzie - Disturbi della medi essere autonomo e di affrontare al meglio la vita. Dai moria voce al tuo bambino! Se vuoi scoprire come migliorare - Disturbi della comunicazione: autismo, disturbi pervasivi la relazione con tuo figlio, imparare a parlare con lui e dello sviluppo - Ritardi cognitivi - Sordità a capire le sue parole, come stimolarlo nella sua crescita Valutazione, trattamento e consulenza per dai primi mesi di vita all’adolescenza, comprendere qua- l’apprendimento: li possono essere le difficoltà nella vostra comunicazione, - lettura - scrittura - calcolo - metodo di studio - strategie di entra nel mondo del tuo bambino. Il mio lavoro di lo- memoria - Screening psicolinguistico per bambini di 4/5 gopedista si concretizza anche nell’apprendimento della anni in collaborazione con le scuole dell’infanzia - Corsi lettura, della scrittura e del calcolo, e nell’apprendimento sul metodo di studio - Corsi con il Metodo Feuerstein – del metodo di studio. Apprendere a Leggere e scrivere BASIC-PAS, dai 5/6 anni all’età adulta velocemente e correttamente, imparare la matematica e la risoluzione dei problemi sono abilità che a volte i Dott.ssa Tomii Alessia - Tel. 335 8386277 bambini sviluppano in tempi diversi, a volte non tutti - Poliambulatorio S’Anna - Lendinara - Poliambulatorio S’Anna - Castelmassa raggiungono le stesse competenze. Fin dai primi anni - Centro Abc Badia Polesine, di scuola è possibile aumentare le potenzialità cognitive, via Calà Forca 41 imparare a studiare e memorizzare facilmente informa- Studio Logopedico Barruchella, via Orlando zioni, dati numerici, testi, lingue straniere, aumentare Scavazza 41 l’attenzione, la concentrazione e migliorare l’autostima.
Il parere del Chirurgo Vascolare
Indicazioni utili e accertamenti fondamentali da effettuare Dott. Manfrini, chi e’ il chirurgo vascolare? “E’ un medico, in grado di affrontare e risolvere qualsiasi problema inerente la circolazione arteriosa e venosa del corpo”. Quali sono i problemi per i quali ci si deve rivolgere al chirurgo vascolare? “Possono riguardare quelli piu’ comuni come le varici degli arti inferiori, oppure quelli riguardanti la circolazione che porta sangue al cervello (carotidi ed arterie vertebrali) o quella degli arti superiori ed inferiori o dell’aorta, toracica o addominale”. Quali sono i sintomi che possono consigliare di rivolgersi al chirurgo vascolare? “Sono naturalmente diversi a seconda del distretto corporeo interessato: il gonfiore e la pesantezza degli arti inferiori, in particolare se accompagnato da comparsa di dilatazioni venose, che possono essere l’inizio di una patologia varicosa. Formicolio ad un arto o alla meta’ dl corpo, difficolta’ del movimento di un arto, o scomparsa improvvisa della vista ad un occhio, anche di brevissima durata, possono far pensare ad una ischemia cerebrale (tia o ictus) e quindi ad una patologia carotidea o vertebrale. La difficolta’ nel cammino e la necessita’ di fermarsi per comparsa di dolore ad uno o ad entrambi i polpacci o alle coscie, puo’ far pensare ad un restringimento o a una occlusione di una arteria degli arti inferiori. La percezione di una pulsazione anomala
Dott.Stefano Manfrini
nell’addome puo’ far pensare ad una dilatazione dell’aorta addominale (aneurisma), che puo’ essere anche riscontro casuale durante una ecografia addominale”. Quali sono gli accertamenti da effettuare? “I fondamentali, da eseguirsi in presenza di sintomi o anche in assenza, a scopo preventivo, sono la visita e l’ecodoppler. E’ bene che entrambi vengano eseguiti dal chirurgo vascolare che, integrandoli, e’ in grado di dare al paziente, un immediato indirizzo terapeutico o di consigliare approndimenti mirati al successivo trattamento chirurgico o endovascolare”.
Dr. Stefano Manfrini - Specialista in Chirurgia vascolare-responsabile U.O. di Chirurgia Vascolare ospedale accreditato Salus Ferrara. Visita a Rovigo, Este, Monselice e Badia Polesine - 347/8043460
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Alimentazione dei nostri antenati e benessere Non sono pochi i cambiamenti alimentari e di stile di vita rispetto ai nostri antenati
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profondi cambiamenti nel modo di alimentarsi e nelle condizioni degli stili di vita, iniziati circa 10.000 anni fa con l’introduzione dell’agricoltura e della zootecnia, hanno portato alla comparsa di molte delle cosiddette malattie delle civiltà sviluppate. Prima dello sviluppo dell’agricoltura e della zootecnia le scelte alimentari degli ominidi (i nostri antenati) sono state necessariamente limitate ad alimenti poco o per niente elaborati e/o trasformati, si trattava di piante, bacche e cibi animali selvatici Vediamo di capire meglio che cosa è successo. Cereali Fino a 500 anni fa tutti i cerali venivano macinati con l’uso di utensili di fresatura a pietra e mantenevano l’intero contenuto compreso il germe, la crusca e l’endosperma (cereali integrali) Zuccheri raffinati In Italia il consumo procapite annuale di zuccheri raffinati è di 27 kg. Uno dei pochi zuccheri concentrati ai quali gli ominidi avevano accesso, fino a circa 2.500 anni fa, era il miele. La disponibilità era stagionale e quindi il consumo non era giornaliero. Sale Circa il 75% del consumo di sale giornaliero nelle popolazioni occidentali è derivato dal sale aggiunto agli alimenti trasformati da parte dell’industria, il 15%
proviene dal suo uso in cottura e come sale da tavola, il rimanente 10% si trova naturalmente nei prodotti alimentari. Il consumo di sale è stato minimo o nullo nell’alimentazione degli ominidi fino a 10.000 anni fa. Carni Gli ominidi si cibavano solo di animali selvatici, in cui i depositi di grassi saturi (dannosi per la nostra salute) sono poco presenti mentre gli acidi grassi dominanti, sono acidi grassi polinsaturi e acidi grassi monoinsaturi. Gli sviluppi tecnologici hanno generato la pratica di alimentare con cereali (mais soprattutto) i bovini da allevamento. Tale carne ha notevolmente aumentato il contenuto di acidi grassi saturi a discapito dei grassi più salutari Frutta e bacche Nell’alimentazione dei nostri antenati sostituivano completamente la pasta il riso il pane la pizza i biscotti …… Attività fisica Gli ominidi per procurasi il cibo dovevano muoversi costantemente, non esistevano i cibi “confezionati” ed i supermercati. Non sono pochi i cambiamenti alimentari e di stile di vita cui l’uomo è stato sottoposto negli ultimi 10.000 anni. Se partiamo dal presupposto che “l’uomo è quel-
Soffri di disturbi del sonno? Rivolgersi al Neurologo può permetterti di risolvere il problema con terapie efficaci
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l sonno è uno stato necessario che occupa circa un terzo della vita degli esseri umani. Nelle fasi infantili occupa anche l’intera giornata per poi ridursi gradualmente, anche di molto, nell’età anziana. A determinare i disturbi del sonno spesso sono i disturbi d’ansia, i disturbi depressivi o anche i disturbi fisici, come la sindrome delle gambe senza riposo o i problemi dovuti alla glicemia. E’ sbagliato quindi etichettare il disturbo del sonno come un semplice problema d’ansia: va sempre inquadrato nel contesto generale del paziente. Il disturbo del sonno può essere occasionale o persistente. L’episodio occasionale può colpire tutti noi e generalmente è legato ad eventi riconoscibili. A tutti capita di far fatica ad addormentarsi (cd. INSONNIA PRIMARIA) o di riuscire ad addormentarsi ma non riuscire a mantenere un sonno duraturo (c.d. INSONNIA SECONDARIA). Se il problema persiste, e ha delle ricadute soprattutto sulla qualità della giornata successiva, allora va inquadrato in primis da un punto di vista generale, attraverso il medico di famiglia, e poi con l’aiuto dello specialista: il NEUROLOGO. Chi sono i soggetti a rischio? Sporadicamente colpisce qualunque età. E’ prevalente e più sentito nell’eta avanzata. Pensiamo a chi per lavoro è costretto a star sveglio almeno una notte alla settimana, come i turnisti o le forze dell’ordine. Pensiamo ai soggetti ansiosi e ai soggetti
Il Dott Marco Ferrari
che soffrono della cd. Depressione silente, che non ha le caratteristiche manifeste della depressione. Quali sono le conseguenze, se non curati? Se analizziamo le conseguenze nel breve periodo, sicuramente la giornata successiva sarà caratterizzata da sonnolenza alla guida, difficoltà di concentrazione, necessità di riposare al pomeriggio con conseguente aggravamento della situazione (se riposate al pomeriggio non potete pretendere di riuscire a dormire bene la notte!!!) Nel lungo periodo possono causare uno stato di ansia continuo, soprattutto nelle ore serali che si avvicinano al momento in cui si andrà a dormire. Possono anche creare depresisone e disturbi alimentari, come la bulimia notturna. Rivolgersi ad un Neurologo ti permette di risolvere una situazione di disagio attraverso terapie molto efficaci. Dr. Marco Ferrari - Specialista in Neurologia. - Poliambulatorio S’Anna - Lendinara 0425/641490 - Poliambulatorio S’Anna - Castelmassa 0425/840844
lo che mangia” possiamo comprendere come questi cambiamenti abbiano portato ad obesità (anche in età infantile, in Italia un bambino su 5 è in sovrappeso), diabete di tipo 2 (in Italia sono 3 milioni ed altri 2,6 milioni hanno difficoltà a mantenere la glicemia nella norma), ipertensione, sindrome metabolica, patologie cardiovascolari. Siamo progrediti in diversi settori, se pensiamo al “settore alimentare”, questo è avvenuto a discapito del benessere del nostro organismo ma siamo sempre in tempo per iniziare a cambiare le “abitudini alimentari”, che cosa aspettiamo? Dott Edoardo Debelli - Biologo Nutrizionista www.nutrizionista-benessere.it Farmacia Tre Colombine della Farmacia San Gaetano s.n.c.- Dott.sse Maddalena e Patrizia Zanetti - Via Leopoldo Baruchello, 30 - ROVIGO tel.0425/412038 Piazza Risorgimento 21 - LENDINARA (Ro) tel. 0425/641026 www.farmaciatrecolombine.it
Alopecia areata, questa sconosciuta
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’alopecia areata è considerata una patologia ricrescita di capelli, ma nessuno guarisce il proautoimmune. Non è ancora chiaro perché il blema. La scelta del trattamento da prescrivere sistema immunitario aggredisca i follicoli pidipende dall’estensione della malattia e dall’età liferi, ma generalmente vengono colpite persone del paziente. Qualsiasi trattamento deve essere con una particolare predisposizione genetica che protratto per almeno 9-12 mesi prima di poterne si combina con altri fattori (stress psicologico se- Il Dott Stefano valutare l’efficacia e non esiste alcun dato clinivero, carenza di ferro, malnutrizione). Si è visto, co o laboratoristico che permetta di predire se il Trimurti ad esempio, che l’alopecia areata è leggermente paziente ne trarrà qualche beneficio. Purtroppo più comune nei pazienti con altri disordini immunitari, come non ci sono in letteratura studi controllati che comparino dermatite atopica, tiroidite, lupus eritematoso sistemico, ar- l’efficacia dei diversi trattamenti su un campione omogetrite reumatoide, gastrite cronica atrofica, Morbo di Crohn, neo di pazienti. E’ importante che il paziente con alopecia celiachia, vitiligine, diabete mellito di tipo I, e varie forme areata riceva un supporto psicologico in quanto la malattia di allergia. A causa del grave danno determinato dall’ag- influenza negativamente la qualità di vita del paziente. gressione immunitaria, i follicoli piliferi cessano di replicarsi, E’ anche opportuno spiegare al paziente che l’uso della causando così la caduta dei peli. L’alopecia areata può in- parrucca non ha alcun effetto negativo sulla malattia. sorgere in qualunque periodo della vita. Dal punto di vista L’attento monitoraggio della malattia, il giudizioso, ma clinico si presenta con la comparsa improvvisa di chiazze tempestivo ricorso alle terapie, senza lasciare nulla di rotondeggianti completamente glabre. La sede della malat- intentato, sfruttando la combinazione di più trattamenti, tia è molto variabile. Non c’è alcuna conseguenza sulla devono costituire i cardini di una corretta condotta terasalute fisica, non è contagiosa, ma ha spesso effetti sulla peutica. Il successo terapeutico deve essere perseguito con sfera psicologica: può portare a problemi di autostima, a ancora più determinazione nei bambini, per le consideraforme di ansia e depressione. Per queste persone e per i zioni fatte in precedenza. Compito del medico è conoscere loro familiari, parenti ed amici è nata questa Associazione tutti gli aspetti della alopecia areata, così da integrare il sostegno alopecia areta (ASAA). Il trattamento dell’alope- programma di assistenza al paziente, la cui gestione può cia areata risulta difficoltoso e spesso insoddisfacente, sia essere piuttosto impegnativa. perché un’elevata percentuale di pazienti non risponde ad Dottor Stefano Trimurti alcuna terapia, sia perché a volte le terapie che funzionano - Poliambulatorio S’Anna - Lendinara su alcuni soggetti spesso non funzionano su altri, sia perché 0425/641490 alla sospensione dei trattamenti si assiste frequentemente - Poliambulatorio S’Anna - Castelmassa alla comparsa di recidive. L’Alopecia Areata è una malattia 0425/840844 molto difficile da trattare. Il suo decorso spesso non permet- Centro medico “Al Faro” - Giacciano con Baruchella, 0425/594713 te di valutare l’efficacia dei trattamenti poiché una ricrescita - Biosoc S.r.l. - Badia Polesine indotta dal farmaco può non distinguersi da una ricrescita 3929775322 - 0425/599925 spontanea. Alcuni trattamenti sono in grado di indurre
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Mal di schiena e le posizioni del sonno
Le protesi articolari Le difficoltà da affrontare dopo la sostituzione di un’articolazione
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uando la degenerazione di un’articolazione diventa talmente grave che il dolore non è più gestibile con i farmaci antidolorifici e che il movimento dell’articolazione diventa notevolmente limitato, lo specialista ortopedico può prendere in considerazione l’opportunità di sostituire l’articolazione artrosica con una protesi articolare. Molte strutture ospedaliere hanno acquisito ormai una notevole esperienza nella sostituzione articolare, particolarmente per 3 grandi articolazioni: la spalla, il ginocchio e l’anca. L’evoluzione delle tecnologie biomediche ha portato alla costruzione di protesi con leghe sempre più leggere e resistenti e di durata sempre maggiore nel tempo. Il futuro ci porterà il perfezionamento della costruzione di protesi per altre articolazioni: la caviglia (attualmente, pochissimi centri ne effettuano la protesizzazione) ed il gomito (di cui è difficilissimo ricreare la meccanica). L’intervento chirurgico ha una durata ormai minima (meno di due ore) ma, con altrettanta velocità, arriva il tempo della dimissione. Generalmente, dopo 7 giorni dall’intervento (salvo complicazioni), il paziente deve affrontare il rientro a casa. Tale situazione può venir complicata da alcuni elementi: l’utilizzo di ausili, le possibili complicazioni post-chirurgiche, la gestione delle terapie, il confronto con eventuali barriere architettoniche e, soprattutto, la fase riabilitativa. L’uso di ausili per tempi prolungati (soprattutto per le protesi di anca) diventa frequentemente una grossa limitazione nell’eseguire le attività della vita quotidiana, basti pensare ad una casalinga che deve usare le stampelle e compiere le faccende domestiche. Lo svezzamento dall’u-
Dott. Luca Penzo
so degli ausili dev’essere preceduto dal raggiungimento di un adeguato tono muscolare che sostenga l’articolazione sostituita. La sorveglianza della ferita chirurgica e degli eventuali rischi connessi all’intervento (flebiti o trombosi), le medicazioni della ferita chirurgica e la rimozione dei punti di sutura sono altri momenti di criticità che necessitano la presenza di personale sanitario e medico. Sul versante riabilitativo, è fondamentale essere adeguatamente seguiti da personale specializzato perché il progetto riabilitativo deve essere personalizzato e “calato” sulle necessità della persona, tenendo conto delle caratteristiche individuali (altre patologie da cui può essere affetto il soggetto in questione, la presenza di eventuali scale a domicilio, il sostegno di familiari a casa). L’obiettivo finale del progetto è la restituzione al domicilio di un paziente autonomo in tutte le attività della vita quotidiana, che viene raggiunto attraverso programmi individuali che comprendono il rinforzo muscolare specifico ed aspecifico, il recupero ed il mantenimento del movimento articolare, l’educazione a comportamenti corretti (da mantenere) e scorretti (ovviamente, da evitare) per permettere una lunga vita alla protesi ed una qualità di vita buona. Dott.Luca Penzo - Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione Direttore Sanitario di Fisiocenter Corte Beggiolini, 7 Cavarzere (VE) Tel. e Fax 0426.53600 email: fisiocenter@tin.it
Come dormire evitando i dolori lombari e cervicali
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l riposo notturno è importante per il benessere della nostra schiena. Mentre si dorme, la muscolatura si rilassa e la pressione sulla colonna vertebrale si riduce, agevolando il passaggio del nutrimento dalle strutture vertebrali al disco intervertebrale, che ne risulta rigenerato. E’ vero che una delle prime cause del “mal di schiena” è legata al dormire male? “Dormire bene è essenziale per ridurre al minimo le condizioni che possono favorire la comparsa del dolore vertebrale. Il tratto cervicale e lombare della colonna vertebrale, assieme agli arti inferiori, sono i punti dove più spesso le persone accusano dolore”. Per evitare questo è fondamentale scegliere un “sistema letto” adatto alle nostre esigenze, dato cioè dalla giusta combinazione della rete ortopedica, un buon materasso ed un sano guanciale. In base alla posizione che si assume dormendo, possono derivare dolori diversi alla schiena? “Certo. Ad esempio per chi soffre di osteoartrite, problemi alla spina dorsale o alle anche, è consigliato dormire sul fianco. Questa posizione diminuisce la pressione esercitata sulla schiena, anche se al tempo stesso limita la circolazione nelle aree del corpo sui cui si concentra il peso. Problema superabile scegliendo un materasso più
morbido, che sia capace di ridurre i punti di pressione. La posizione prona può provocare pressione al collo e alla parte inferiore della schiena. In tal caso è preferibile, invece, un materasso più duro, magari con un cuscino sotto l’addome. Infine la posizione supina è ottima per chi soffre di dolori alla parte inferiore della colonna. Per diminuire l’eventuale pressione del nervo sciatico, si provi a posizionare un cuscino sotto le ginocchia”. Per dormire bene quali scelte si devono fare? Il dr. Alessandro “Con gli attuali Giraldo materiali a disposiosteopato zione sia per quanto e fisioterapista riguarda le reti, sia per i materassi, ognuno di noi ha un’ampia possibilità di personalizzare il proprio riposo notturno. La rete, in particolare, è importante che offra un giusto mix tra rigidità e flessibilità, così da adattarsi ergonomicamente al peso e alla conformazione fisica della persona. La stessa cura va posta nella scelta del materasso, del cuscino e del rivestimento. Dott. Alessandro Giraldo - osteopato e fisioterapista - Dormiflex Via Brunacci, 10/C Marghera (ve) tel 041 922692 Tel. 39 041.57.30.800 - www.dormiflex.it
• I g I e n e D e n ta l e • M ot I va z I o n e D e l P a z I e n t e • e s t e t I c a D e n ta l e e F acc I a l e • R I a b I l I ta z I o n e M a s t I c ato R I a t R a D I z I o n a l e e I M P l a n ta R e • P a Ro D o n to lo g I a • M o D e R n e t e c n I c h e D I ag n o s t I c h e (s o n Da D n a , t e s t M I c Ro b I o lo g I c I ) MassiMiliano Veronese • studio dentistico via Giacomo Matteotti, 15 • 35042 Este (Padova) • tel. 0429 601485 - studioveronese.m@libero.it
A tavola 41 2 La rubrica di cucina CHIOCCIOLINE DI PHILLO FARCITE DI PATATE E CARCIOFI CON BESCIAMELLA AL PARMIGIANO L’ennesima preparazione con la pasta phillo, ma ancora una volta abbiamo cambiato forma. Complice il formato già in fogli distinti, è stata naturale conseguenza la nostra voglia di provare delle chioccioline monoporzione. Per il ripieno abbiamo pensato a degli ingredienti senza stagione, che regalassero una sorta di confort food: abbiamo accostato patate e carciofi, aromatizzandoli con freschezza e leggerezza, e successivamente arricchendoli con croccanti pistacchi ed una saporita besciamella al parmigiano, realizzata a partire da una salsa pronta. Per servire le nostre chiocciole in modo ancora più originale, abbiamo riutilizzato la nostra besciamella al momento della presentazione: un contrasto tra il caldo e morbido sapore della salsa e quello più croccante della nostra pasta.
Ingredienti per 4 Chiocciole 120g pasta phillo in fogli 250g patate (peso già lessate) 170g fondi di carciofo precotti 155g arrosto di pollo alle erbe affettato pistacchi salati 1/3 cipolla bianca 1 cucch gomasio alle erbe coriandolo timo prezzemolo succo di limone
olio evo semi di sesamo semi di papavero Per la besciamella: 180g salsa al parmigiano 120ml latte di soia 1 cucch olio evo 1 cucch farina 00 noce moscata formaggio parmigiano grattugiato sale blu di Persia
Procedimento Lessare le patate e tagliarle a pezzetti. Affettare la cipolla e soffriggerla in padella con olio, unire i fondi di carciofo ed insaporire con gomasio, coriandolo, timo e prezzemolo. Portare a cottura bagnando con acqua e succo di limone. A fuoco spento unire le patate ed i pistacchi sminuzzati. Preparare la besciamella: mettere l’olio in un pentolino, unire la farina e subito dopo il latte; insaporire con con noce moscata e sale. Tenere la besciamella sul fuoco a media temperatura per circa 10 minuti, mescolando continuamente per evitare grumi. Unire la salsa al parmigiano, amalgamare bene e spegnere il fuoco. Unire 4-5 cucchiai di besciamella alle verdure in padella. Stendere i fogli di pasta phillo, spennellarli con un’emulsione di olio e acqua quindi farcire ognuno con alcune fette di arrosto di pollo ed il ripieno di patate e carciofi. Arrotolare formando delle chiocchiole, spennellare la superficie con l’emulsione di olio ed acqua, infine spolverare con semi di sesamo e di papavero. Cuocere le chioccioline in forno, preriscaldato a 200° con funzione statica, per circa 20 minuti. Servire con la besciamella al parmigiano.
MANUELA E SILVIA BIZZO
WEB: SPIZZICHIANDBOCCONI.BLOGSPOT.COM
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Foto: Jenny Matthews/ActionAid - Grafica: Marco Binelli
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E-mail Ai sensi del d.lgs. 196/2003, La informiamo che: a) titolare del trattamento è ActionAid International Italia Onlus (di seguito, AA) - Milano, via Broggi 19/A; b) responsabile del trattamento è il dott. Marco De Ponte, domiciliato presso AA; c) i Suoi dati saranno trattati (anche elettronicamente) soltanto dai responsabili e dagli incaricati autorizzati, esclusivamente per l’invio del materiale da Lei richiesto e per il perseguimento delle attività di solidarietà e beneficenza svolte da AA; d) i Suoi dati saranno comunicati a terzi esclusivamente per consentire l’invio del materiale informativo; e) il conferimento dei dati è facoltativo, ma in mancanza non potremo evadere la Sua richiesta; f) ricorrendone gli estremi, può rivolgersi all’indicato responsabile per conoscere i Suoi dati, verificare le modalità del trattamento, ottenere che i dati siano integrati, modificati, cancellati, ovvero per opporsi al trattamento degli stessi e all’invio di materiale. Preso atto di quanto precede, acconsento al trattamento dei miei dati. ZPL12
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Il Gioco del Mese
Anacronismi Trova gli 8 particolari che, logicamente, non hanno niente a che fare con questa vignetta.
RIDIAMOCI SU…
Soluzioni:
Barzellette rapide… • Come si può riconoscere il contadino che ha trovato il famoso ago nel pagliaio? Dal cerotto che ha attorno al dito! • Salve dottore, quanto costa estrarre un dente?” “100 euro se si procede con anestesia e 50 euro senza.” “Bene, allora facciamo senza anestesia!” “Complimenti signor Rossi, lei è davvero coraggioso!” “Non si confonda dottore, il dente se lo deve togliere mia moglie!” Donne… • Un gruppo di amiche a cena il momento del conto, come per miracolo, compare la calcolatrice; • In bagno una donna ha mediamente 285 oggetti che qualsiasi uomo non riuscirà ad identificare; • Una donna si veste bene per fare shopping ma anche per buttare la spazzatura, dare acqua alle piante e prendere la posta; • Una donna si preoccupa del futuro finché non trova un marito;
• Una donna sposa un uomo sperando che cambi… e lui non cambierà; Carabinieri... • Un ventriloquo, durante una festa paesana, racconta barzellette a ripetizione sui carabinieri. Nel divertimento generale, si avvicina un signore corrucciato che esclama: “Ora basta con queste barzellette sui carabinieri, noi dell’arma siamo persone serie, difendiamo i cittadini e rischiamo la vita tutti i giorni, per sole 1400 euro al mese!” Il ventriloquo dispiaciuto replica: “Bhe… mi scusi, non se ne abbia a male, ma le barzellette sui carabinieri sono un classico e fanno parte della nostra tradizione umoristica, niente di personale!” “Stia zitto lei e non si intrometta, sto parlando con il pupazzo!” Chuck Norris... • Chuck Norris ha la barba lunga, perché non esiste ancora una lama che la può tagliare. • Ad Heidi le caprette fanno ciao, a Chuck Norris rifanno il letto, stirano, spolverano e puliscono il water meglio della Luisa.
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Cameron Diaz AGENTE ATTRICE - BELLA CAMERON CARRIERA CINEMA CUBANA DIAZ - DIVA DOLCE - ELLE ESAGERATA ESPERIENZA ESPORTAZIONI GIAPPONE GIRARE - MAGRA MARY - MONDO PREMI - RUOLI PROTAGONISTA SAN DIEGO SCELTA SHREK - SURF Chiave (4,5,7) - Ha recitato nel film .............................................. .................................................... ....................................................
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Inserite, incrociandole opportunamente, le parole date. A schema risolto, nelle caselle grigie risulterà la nazione della città
ORIZZONTALI 1 In spalla agli studenti - 6 Il regista Ferrara - 7 Ritrovo - 8 Famoso gangster - 9 Associazione Temporanea di Imprese - 10 Vicenza - 11 Mammifero carnivoro - 13 Canto, lirica - 15 Nazioni Unite - 16 Napoli - 17 Vale per papera e per sciocca 18 Esercito italiano - 19 Nuovo... inglese VERTICALI 1 Crema liquorosa - 2 Priore - 3 Passato 4 Paesi Bassi - 5 Inclinata - 8 Approccio 12 Lampada - 14 Preposizione articolata • Chuck Norris non accende la luce, spegne il buio. • Quando Chuck Norris spegne il computer non arresta solo il sistema… riesce anche a fargli avere la pena di morte. • Alla Madonna è apparso Chuck Norris.
Ridiamoci su... • Dopo ore che facevamo l’amore le ho chiesto se era soddisfatta, mi ha risposto: “Perché, altrimenti vengo rimborsata?” •Vedendo un funerale un signore si ferma e va a vedere. A capo di una lunga fila di
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1 Oroscopo ARIETE
DAL 21/03 AL 20/04 CON EROS ALLE STELLE, L E OCCASIONI DI NUOVE CONOSCENZE E DI SVAGHI VI TERRANNO PIACEVOLMENTE IMPEGNATI. LA NUOVA STAGIONE VI TROVA IRRESISTIBILI CON UNA FORMA ECCELLENTE
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CHISSÀ PERCHÉ AVETE DECISO DI GIOCARE IN RIMESSA, SENZA ESPORVI TROPPO E TENENDO SEGRETI GLI AFFETTI PIÙ CARI. SIATE COSTANTI NELLE VOSTRE COSE, ANCHE IL FISICO SE NE GIOVERÀ
GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06 FATE FAVILLE
GRAZIE A IRONIA E SEDUZIONE MALIZIOSA, CON LA COMPLICITÀ DI NUOVE AMICIZIE O DI CONTESTI FRESCHI E INTERESSANTI NON AVETE RIVALI: L’AMORE È ALLE PORTE. ATTENTI ALLE CHIUSURE
Oroscopo 43
Oroscopo ARRIVA PRIMAVERA, TEMPO DI SONNO, SOGNO E AMORE. L’AMORE, RICORDATE, FA IL NIDO AL RIPARO DAL VENTO!
i g g o da INE il -L N O è OVO
VERGINE DAL 24/08 AL 22/09 VENERE IN
TRIGONO VI FORNIRÀ CERTEZZE E DESIDERI DI STABILITÀ. E’ GIUNTO IL MOMENTO DI FARE CHIAREZZA ANCHE SU CERTI SENTIMENTI OSCURI CHE FINO AD OGGI NON AVETE BEN COMPRESO
SCORPIONE
DAL 23/10 AL 22/11 ATTENTI AGLI AMICI: TRA LORO POTREBBE NASCONDERSI L’ANIMA GEMELLA, BASTA GUARDARE MEGLIO E NON DARE NULLA PER SCONTATO. IL DIALOGO SENTIMENTALE SI FARÀ PIÙ COMPLICATO
E POTRETE APPIANARE I CONTRASTI IN CAMPO SENTIMENTALE A CUI SI AGGIUNGE UN POSSIBILE CALO DEL DESIDERIO. I SINGLE, POLEMICI E INSODDISFATTI, FUGGANO LA GELOSIA
NU SITO
CAPRICORNO
DAL 22/12 AL 20/01 L’AMORE RALLENTA IL PASSO E SCRICCHIOLA UN POCHINO MA NON DATEVI PER VINTI, C’È TEMPO PER RICONQUISTARE CIÒ CHE AVETE PERDUTO. DAL PUNTO DI VISTA FISICO, NON ABUSATE DELLE VOSTRE FORZE E MONITORATE ALIMENTAZIONE E CICLI SONNO/VEGLIA
PERIODO POTRESTE RITROVARVI SOLITARI E SELETTIVI COME NON MAI. IL CONSIGLIO GIUSTO È DI LASCIARVI TRAVOLGERE DALLE NOVITÀ IN ARRIVO CHE PORTERANNO BELLE SORPRESE
ASSAI AVVENTUROSO ED ENTUSIASTA. CI SONO TUTTI I REQUISITI AFFINCHÉ POSSA ACCADERE QUALCOSA DI IMPORTANTE: LASCIATE CHE SIA COSÌ
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