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Il Comune dovrà pagare oltre un milione di euro alla Marco Polo
Un “salasso” da oltre un milione di euro in arrivo per il Comune di Montegrotto, che perde il ricorso presentato contro la società Marco Polo. Il decreto ingiuntivo, con il quale la società che assieme alla Guerrato gestiva l’illuminazione pubblica nel Comune sampietrino è fondato e quindi l’Ente comunale dovrà versare quanto dovuto alla Marco Polo. Il Comune di Montegrotto dovrà allora pagare i 713.327,05 euro, a cui vanno aggiunti i circa 300 mila euro di interessi di mora. Il Tribunale di Padova, in composizione monocratica, nella persona del giudice Maria Antonia Maiolino, ha anche condannato, in sede civile, in primo grado il Comune di Montegrotto al risarcimento delle spese legali sostenute dalla Marco Polo, liquidate d’ufficio in 30 mila euro, oltre al 15% per rimborso forfettario. Il Comune di Montegrotto ora ricorrerà, con ogni probabilità alla Corte d’Appello di Venezia.
Ha quindi fondamento il decreto ingiuntivo del Tribunale di Padova emesso cinque anni fa dal giudice Federica Sacchetto per conto della Marco Polo che, aderendo a un’associazione temporanea d’impresa con la Guerrato, si era aggiudicata nel novembre 2010 un maxi appalto, per un to- tale di 16 milioni di euro, relativo all’illuminazione pubblica della città termale. Nella sentenza del giudice si legge come il Comune di Montegrotto, che riteneva non dovuta la somma, anche e soprattutto in virtù della vicenda giudiziaria che aveva investito la Guerrato nella vicenda Tangentopoli delle Terme, sia invece dovuta, in quanto il servizio da parte delle ditte è stato regolarmente erogato (l’energia elettrica è stata fornita regolarmente).
Oltre a ritenere infondato il ricorso, la Maiolino ha messo in evidenza come il Comune non abbia presentato i dati e specifiche. Ricordiamo che l’appalto era poi stato rescisso nel 2015 dal commissario straordinario Pasquale Aversa per una seria di disservizi. Rimaneva sul piatto, tuttavia, una ingente somma di cui la Marco Polo contestava il mancato versamento.
Moria delle api, il Comune ordina il taglio e la rimozione della colza “inquinata”
Moria di api a causa di colza inquinata da insetticida e il Comune di Montegrotto ne ordina il taglio e la rimozione dello sfalcio. E’ successo nelle scorse settimane a seguito di un’ordinanza del sindaco, concordata con l’Asl. L’ordinanza è stata rivolta ai proprietari dei campi confinanti con le due aziende apiretiche di via Caposeda, che hanno avuto una moria di migliaia di api. Le indagini dell’Asl hanno confermato il sospetto dell’avvelenamento: nella colza dei campi circostanti sono state trovate tracce di Lamba Cyhalotharin, principio attivo dell’insetticida Karate Zeon 1.5, particolarmente efficace contro la cimice asiatica. Nelle istruzioni di uso dell’insetticida è però scritto a chiare lettere che si tratta di una sostanza estremamente tos- sica per le api che non va utilizzata nei periodi di fioritura, indicazione che, evidentemente, chi coltiva i campi non ha seguito. L’Asl ha spostato le api che ancora sono vive per tutelarne l’incolumità e per decontaminare l’area si è scelta la strada dello sfalcio completo dei campi, con rimozione di quanto verrà tagliato.
“Seguendo le indicazioni dell’Asl - spiega il sindaco Riccardo Mortandello - abbiamo firmato un’ordinanza ad effetto immediato che impone di distruggere e rimuovere la colza fiorita trattata con l’insetticida incriminato. Api e bombi sopravvissuti e presenti nelle arnie con gli alveari di proprietà delle aziende agricole sono stati temporaneamente spostati in un luogo più sicuro, ma abbiamo anche il
L’Ente locale guidato da Riccardo Mortandello aveva deciso di resistere in giudizio. “Ci vengono chiesti 713.327 euro; denaro che è comunque stato accantonato in via precauzionale”, spiegava il sindaco. “Non si tratta di quattro soldi, ma di un importo considerevole. Per il bilancio comunale fra averli nella propria disponibilità o meno, fa una bella differenza. Siamo certi delle nostre ragioni e per questo abbiamo deciso di opporci: non è chiaro se questi pagamenti siano dovuti o meno”. L’incarico di rappresentare l’amministrazione è stato affidato all’avvocato Massimiliano De Benetti. “I punti da chiarireaffermava il legale - sono due. La transazione per la rescissione del contratto reca la sola firma della Marco Polo, non della Guerrato che era mandataria all’interno dell’associazione d’impresa. Vi è poi la questione relativa alla cifra. Una serie di controlli incrociati arriva infatti a risultati ben diversi: secondo il contratto, il Comune era tenuto a versare un canone annuale di 630 mila euro. Non appare quindi chiaro a cosa si riferisca la somma pretesa. Infine, alla Guerrato, sempre nella sua qualità di mandataria, spettava l’incasso del denaro, non alla Marco Polo”.
Federico Franchin
La somma, a prescindere dalla vicenda giudiziaria che aveva investito la Guerrato nella Tangentopoli delle Terme, è dovuta in quanto il servizio è stato erogato. Il Comune ricorrerà alla Corte d’Appello di Venezia dovere di preservare la vita di api e bombi selvatici presenti nei boschi limitrofi, a tutela dell’ecosistema, della biodiversità, della flora e della fauna che peraltro si trova all’interno di un’area protetta, il Parco Regionale dei Colli Euganei”.
“Abbiamo contattato i proprietari delle aree - conclude - che sono estranei all’inquinamento che è da attribuire al conduttore dei campi. Ci riserviamo di valutare la costituzione come parte civile in un eventuale procedimento per danni agli apicoltori”.
Alessandro Abbadir