laPiazza di Treviso - Luglio 2024

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Noi ci crediamo

Luca Zaia

Governatore Regione Veneto

Quest’anno sarà ricordato per due date storiche: il 19 e il 26 giugno, rispettivamente la definitiva approvazione dell’autonomia con il voto del Parlamento e la promulgazione della legge, con la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ne fissato la piena operatività dal 13 luglio. Ma ce ne è anche una terza: il primo luglio, giorno in cui con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, il Veneto ha chiesto la riapertura del tavolo di confronto per l’attuazione dell’autonomia differenziata, secondo quanto previsto dalla Costituzione. Con questa lettera si riprende la trattativa sulle nove materie per cui non è prevista la definizione dei Lep, alle quali si affiancano quelle previste nella pre-intesa siglata ancora nel 2018. Il Veneto è pronto e dimostra di credere fermamente nella devoluzione delle competenze. Di fronte alla necessità di dare risposte sempre più adeguate ai cittadini, infatti, è nell’oggetto sociale di un governatore aspirare a ulteriori ambiti di attività. Siamo consapevoli che il percorso dovrà essere graduale perché impone una valutazione attenta per l’attribuzione di ogni singola materia e delle funzioni. Se da sempre abbiamo affrontato 23 dossier, ognuno per una materia, è stato perché ci ha permesso di poter trattare ampiamente con cognizione di causa l’argomento e presentare una proposta di autonomia differenziata che sia di efficienza, responsabilità e vicinanza ai cittadini. aIl momento di mettersi alla prova è arrivato. Come Veneto siamo disposti a gemellarci da subito con una Regione del Sud che intenda testare assieme questa riforma che per noi significa equa distribuzione del benessere e non del malessere.

Intervista al segretario dell’unione comunale, che analizza il consenso ottenuto alle europee e anticipa programma e ospiti della Festa democratica che si terrà a Fiera a inizio settembre

Servizio a pag. 4

La riforma

SBye bye “galleggiamenti”

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

AUTONOMIA, SI FA SUL SERIO IL VENETO APRE LA TRATTATIVA

Dopo il via libera al disegno di legge e l’approvazione di Mattarella parte la prima richiesta ufficiale

UN “COLPO DI SCENA”

PER I TRE TEATRI VENETI

Al via la nuova rassegna messa a punto dal Teatro Stabile del Veneto, in arrivo 80 spettacoli e grandi nomi

aranno state le proteste via via sempre più insistenti e numerose, soprattutto dopo la fine della pandemia, sarà che gli investimenti messi in campo l’anno scorso per le assunzioni e una migliore organizzazione iniziano a dare i loro frutti, fatto sta che sul fronte delle liste d’attesa nella sanità pubblica qualcosa si è mosso, in questi ultimi mesi. I numeri diffusi ad inizio luglio sembrano confermare questa tendenza.

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Politica

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Non è una Marca per giovani

L a quarta edizione dell’indagine condotta dal Sole 24 Ore sulla qualità della vita per indice generazionale restituisce la fotografia di una Marca trevigiana dove a vivere bene sono solo gli anziani. Delle 107 province italiane, quella di Treviso è infatti al quinto posto per il miglior contesto in cui vivono gli over 65. Nel 2023 era in decima posizione. Un balzo in avanti dovuto dalla buona aspettativa di vita, dal basso numero di persone che vivono da sole e soprattutto dalla presenza e dall’utilizzo dei servizi comunali dedicati, indice per il quale occupiamo il secondo gradino del podio italiano. Insomma, un territorio nel quale chi è arrivato alla pensione può vivere più che bene sempre che stia bene. Nel senso di essere in salute (nonostante il nono posto in Italia per il consumo di farmaci per malattie croniche). Già, perché a scrollare le varie voci prese in esame ci si scontra con quella posizione numero 95 per il rapporto tra il numero di infermieri e la popolazione, con la posizione numero 50 della disponibilità di geriatri e, guardando ai servizi culturali offerti, il 51° posto relativamente alla disponibilità di biblioteche.

Ma che ne è delle nuove generazioni? A quanto pare la provincia di Treviso non è molto incline a prendersi cura del proprio futuro, considerato che è peggiorata sia la qualità della vita dei più piccoli (al 34° posto, cinque posizioni più in basso rispetto al 2023, con un 93° posto relativo ai progetti Pnrr per l’istruzione e il 90° per il numero di pediatri) sia quella dei giovani, al 65° posto (50° nel 2023) e fanalino di coda di tutto il Veneto. Qui in pochissimi arrivano alla laurea, solo la metà sceglie di restare ad abitare nel territorio anche perché gli affitti sono troppo alti. Certo, c’è un tasso elevato di contratti di lavoro a tempo indeterminato ma allo stesso tempo mancano le strutture ricreative e sportive. In un contesto in cui sempre più le cronache locali e i dibattiti che ne conseguono hanno come protagonista il malessere delle nuove generazioni (che spesso sfocia in violenza), forse sarebbe il caso di guardarla bene questa fotografia. E di rimboccarsi le maniche per evitare di trasformarsi rapidamente in una provincia non “per” ma “di” vecchi. (s.s.)

L’indagine sulla qualità della vita restituisce una provincia in cui a vivere bene sono solo gli over 65

Come già avevamo annunciato il mese scorso la curva delle prestazioni in attesa per esami e visite specialistiche continua a scendere negli ultimi mesi. I cosiddetti “galleggiamenti” sono ormai pressoché azzerati, assicurano i vertici della sanità regionale, per le prestazioni urgenti, quelle da garantire entro 10 giorni, mentre quelle con priorità a 30 giorni sono passate dalle 82.811 di maggio 2023 alle 13.913 dello scorso fine maggio, con un calo dell’83%. Sono scese del 62%, invece, le attese per visite ed esami da garantire tra i 60 e i 90 giorni, passate da poco meno di 75 mila alle attuali 28 mila.

Scendendo nel locale, in alcuni territori va meglio, in altri restano delle criticità, soprattutto dove mancano strutture e dove c’è ancora carenza di personale, come denunciano le organizzazioni sindacali che continuano a chiedere maggiori investimenti nel pubblico e meno ricorsi alle strutture private. Dai singoli direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere fino al presidente della Regione tutti assicurano che il “dirottamento” delle prestazioni nelle strutture private resta l’ultima spiaggia, una scelta necessaria solo quando non vi sono veramente altre alternative in ballo. E’ sensibilmente calato anche il numero dei pazienti che rinunciano alle cure nel pubblico, di fronte ai lunghi tempi di attesa, e si rivolgono ad ambulatori o cliniche private, pagando decisamente di più, pur di avere un riscontro in tempi più rapidi. Eppure la voce dei cittadini continua a farsi sentire, in particolare per le visite e gli esami più difficili da prenotare: ortopedia, dermatologia, oculistica, pneumologia e colonscopia, solo per citarne alcuni. A questo si aggiunge la maggiore distanza da affrontare per eseguire gli accertamenti, visto che le prenotazioni vengono assegnate a strutture lontane anche 50-60 chilometri dalla residenza del paziente. Ora, in soccorso degli operatori e dei cittadini, arriva anche l’intelligenza artificiale, in grado di incrociare centinaia di informazioni ed elaborare l’appuntamento “ideale”. Ben venga, purché al centro continui a rimanere la persona.

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Lo scenario. Giovanni Tonella, segretario dell’unione comunale, analizza il consenso ottenuto alle europee

Il primo partito in città è il PD

“Frutto di un lavoro iniziato da tempo”

È la forza politica più votata, con oltre il 26% dei consensi ottenuti nella roccaforte simbolo della Lega.

A inizio settembre torna a Fiera la Festa democratica con ospiti Schlein, Bonaccini, Bersani e Cuperlo.

Prevista una sezione cinema con la proiezione di “Io Capitano” di Garrone e “Prima della fine” dedicato agli ultimi giorni di Enrico Berlinguer

Le elezioni europee hanno consegnato un dato che pochi osservatori politici avrebbero pronosticato: nella città di Treviso il Partito Democratico è la forza politica più votata dagli elettori, con oltre il 26% dei consensi. Un dato estremamente importante se si considera che, in numeri assoluti, è il doppio di quanto raccolto alle elezioni comunali dello scorso anno. Proprio nella città simbolo della Lega, amministrata dal sindaco Mario Conte che, forte anche dalla sua esposizione su scala regionale come presidente veneto dell’Anci, non disdegnerebbe di vedersi incoronato come successore di Zaia alla guida della regione, il PD assesta un colpo estremamente significativo che, certamente, avrà degli strascichi decisamente importanti.

Tra i pochi che avevano colto questo vento c’è Giovanni Tonella, segretario dell’Unione Comunale del PD di Treviso. “Stiamo lavorando molto e molto bene – afferma commentando il risultato – in modo inclusivo ed estremamente pragmatico, senza

divisioni o frizioni, ma con la consapevolezza che i trevigiani, anche quelli non storicamente attenti alle forze progressiste e riformiste, hanno bisogno di luoghi e occasioni di confronto, di dibattito, di crescita. La lista che il nostro partito a livello nazionale ha messo in campo, in questo senso, è stata di altissimo livello, ricca di competenze e di sensibilità. Alla curiosità degli elettori per i nostri si è associata la capacità del Partito democratico trevigiano di favorire la partecipazione e il clima, in modo crescente, è andato via via migliorando nel corso degli ultimi mesi”. Il segretario dem spiega che “da tempo abbiamo aumentato la frequenza degli incontri pubblici e siamo riusciti a costituire dei veri e propri gruppi di lavoro, aperti a tutti, che spaziano dalla sanità, all’urbanistica, dalle politiche abitative, alla cultura e al lavoro sino ad arrivare, per esempio, alle riforme istituzionali che rappresenteranno, da qui in avanti, un tema molto sensibile. Il lavoro del nostro gruppo consiliare e la sua capacità di comunicare

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e essere in mezzo ai cittadini è stato un altro elemento decisamente importante per la salute complessiva del partito”.

Di contro, secondo Giovanni Tonella c’è un’amministrazione che appare sempre più distratta e stanca. “Francamente – dichiara – al sindaco sembra non interessare più molto della città e i tanti punti critici vengono trattati come la proverbiale polvere da tentare di nascondere sotto il tappeto. Il suo problema è che, insieme a tutte le altre forze politiche di alternativa, stiamo lavorando talmente bene e in modo sinergico che quel tappeto ormai non esiste più e a tutti i trevigiani le cose

sono ben visibili e chiare”. L’elenco dei temi nel mirino del principale partito di opposizione è lunga. In cima alla lista c’è il Park Vittoria. “Uno degli aspetti maggiormente simbolici di una maggioranza e di un sindaco che non sanno più che direzione prendere. Si sono incaponiti con un progetto assolutamente sbagliato e oggi si trovano in una condizione di stallo perché le criticità, tecniche e concettuali, che avevamo tempestivamente evidenziato, si stanno dimostrando molto concrete e perché sempre più trevigiani non lo vogliono. E dire che le soluzioni alternative ci sono. Basta riprendere in mano e

aggiornare quanto immaginato dalla giunta Manildo. Per Conte non dovrebbe essere un problema farlo, visto che per tutto il suo primo mandato ha fatto bella figura esclusivamente completando i molti progetti già finanziati dalla nostra amministrazione”. A seguire, “il tema ormai abbandonato del ruolo della città, quello sempre più urgente della residenza e della conseguente fuga dei più giovani, arrivando sino all’ambiente, tema essenziale e per il quale l’amministrazione ha vinto diversi premi: peccato che a oggi di concreto non si è visto quasi nulla se non una continua tendenza al consumo di suolo”, sostiene il politico.

“Noi continueremo con impegno e costanza a svolgere fino in fondo il nostro lavoro, ovvero costruire un’alternativa per Treviso. Dal 3 settembre – annuncia – si terrà a Prato della Fiera una grande edizione della Festa democratica. Hanno già assicurato, tra gli altri, la propria presenza la nostra segretaria Elly Schlein, Stefano Bonaccini, Pierluigi Bersani e Gianni Cuperlo. Ci saranno momenti di socialità e aggregazione, ma anche molto impegno. Parleremo di riforme, sanità, lavoro, ambiente, pensioni, cultura, Europa, scuola, diritti, migranti e di tanti temi cittadini. In questa edizione ci sarà anche un sezione cinema dove proietteremo molti film da “Io Capitano” a “Prima della fine” dedicato agli ultimi giorni di Enrico Berlinguer”.

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di Virginio De Biasi
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Il segretario dell’Unione Comunale del PD, Giovanni Tonella

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Lavori in corso. Estate all’insegna delle modifiche della viabilità per il collettamento al depuratore di Ats

Rete fognaria, aperti i cantieri in Strada Ovest e a Santa Maria del Sile

Dalla fine di giugno partite le operazioni per posizionare rispettivamente uno e due chilometri di condotta

Nuovi cantieri aperti per i lavori di estensione della rete fognaria e di ristrutturazione della rete acquedottistica da parte di Ats. A metà giugno è stata la volta del quadrante nordovest del centro storico, che ha comportato per un mese la chiusura al traffico di viale D’Alviano (Put interno), dove è stato eseguito uno scavo profondo per permettere in contemporanea i lavori su acquedotto e fognatura. A fine giugno invece i lavori sono partiti simultaneamente in viale della Repubblica e nel quartiere di Santa Maria del Sile.

Il primo cantiere durerà 240 giorni per il posizionamento di un chilometro di condotta fognaria e di 500

metri di condotta acquedottistica. Valore dell’operazione, quasi 1,8 milioni di euro, stanziati da Alto Trevigiano Servizi. I lavori sono stati programmati per fasi di avanzamento, con conseguenti modifiche della viabilità anche dei mezzi pubblici. La prima fase, in ultimazione proprio in questi giorni, ha comportato il senso unico di marcia di strada di San Pelaio nel tratto compreso tra viale della Repubblica e via San Bartolomeo. Successivamente viale della Repubblica (tratto fra strada di san Pelaio e via Fonderia) verrà ristretta, ma sarà mantenuto il doppio senso di marcia fino al termine delle operazioni.

A Santa Maria del Sile, invece, sono in fase di posizio-

namento due chilometri di fognatura e acquedotto. Un intervento del valore di 1 ,2 milioni di euro, partito a fine giugno e che durerà nove mesi, interessando via Redipuglia, via Monte Cengio e via Pasubio. Saranno collettati al depuratore 800 abitanti del quartiere. L’obiettivo di Ats è anche quello di migliorare il servizio idrico (qualità dell’acqua, riduzione delle perdite nella rete). Anche in questo caso i lavori procedono per fasi di avanzamento, alle quali corrispondono le deviazioni del traffico.

Grazie al collettamento delle acque reflue all’impianto di depurazione di Ats verrà garantito, come spiega il direttore dell’ente Pierpaolo Florian, “di concentrare l’efficacia dei trattamenti e assicurare così un maggior controllo delle acque scaricate, tutelando e salvaguardando l’ambiente circostante”.

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Il mega-progetto. Ritardi nella consegna alla Soprintendenza delle relazioni del Monumento

Park Vittoria, tutto rinviato al 2025

E Italia Nostra ha coinvolto il Ministero

Entro la fine del mese i documenti sul progetto di Park Vittoria dovrebbero arrivare a destinazione. Ossia in Soprintendenza. Ad assicurarlo è stato l’assessore alla mobilità Andrea De Checchi nel corso della seduta del consiglio comunale di giugno, quando si è trovato a rispondere al fuoco di fila delle opposizioni in merito al ritardo di inizio lavori del tanto voluto (dalla maggioranza) e discusso (dall’opposizione e dalle associazioni ambientaliste) parcheggio nel cuore di Treviso. Già, perché va ricordato che l’avvio della realizzazione dell’opera – un interrato a tre piani con 430 posti auto, che va a riportare in auge un progetto di oltre vent’anni fa targato Giancarlo Gentilini –era previsto non appena fosse terminato l’anno scolastico. Ma nessuna ruspa si intravvede all’orizzonte. E così a quanto si capisce continuerà a essere almeno per la fine di questo anno scolastico. Il prossimo è lungo a venire. Uno slittamento che non è semplice da quantificare nei tempi, proprio a causa delle ragioni che hanno determinato lo stop temporaneo. Una questione di carte, secondo l’amministrazione comunale guidata da Mario Conte. Car-

te però che non sono di poco conto. Mancavano le integrazioni alla relazione idrogeologica da parte di Parcheggi Italia (che è titolare del progetto, sul quale è pronta a investire 33 milioni di euro) e da consegnare alla Soprintendenza: secondo quanto affermato da De Checchi a quest’ora dovrebbero essere già state consegnate. E mancava la relazione di “metodo”, relativa allo spostamento del Monumento dei Caduti: caratteristiche strutturali, fondazioni, sistema di trasloco previsto, tecniche di conservazione durante i lavori e tecniche di rimontaggio una volta ultimato il parcheggio. Anche quest’ultima, in capo all’università Ca’ Foscari, secondo De Checchi era quasi pronta. Una volta arrivate in Comune, non resta

Vigato nuovo capo di gabinetto

che inviarle in Soprintendenza. La quale dovrà conseguentemente esprimersi sul via libera allo spostamento del Monumento per permettere di iniziare a scavare.

Sul progetto è stato coinvolto anche il Ministero dei Beni Culturali, che ha ricevuto un cospicuo dossier da parte di Italia Nostra che, dopo aver dato battaglia alla realizzazione dell’opera in una serie di incontri aperti alla cittadinanza, ha portato le ragioni della propria contrarietà sul tavolo di Gennaro Sangiuliano e su quello del direttore generale archeologia e belle arti di Roma Luigi La Rocca. Un coinvolgimento che risale ad alcuni mesi fa, ma la cui notizia è uscita solo in occasione dello slittamento di inizio lavori.

a Ca’ Sugana

Mantiene anche il ruolo di portavoce del sindaco

Francesco Vigato è il nuovo capo di gabinetto del sindaco Mario Conte. Prende il posto lasciato vacante da Donatella Pivetta, andata in pensione alla fine di maggio dopo aver affiancato, oltre a Conte, anche Gian Paolo Gobbo e Giovanni Manildo. Trentaquattro anni, laureato in giurisprudenza, giornalista, Vigato è entrato a Ca’ Sugana come portavoce del sindaco all’inizio del primo mandato, occupandosi di fatto anche della gestione dell’ufficio stampa (i due ruoli a Ca’ Sugana sono in capo alla stessa persona da anni, la stessa scelta l’aveva fatta Ma-

nildo). Un doppio incarico –quello di capo di gabinetto e di portavoce – che continuerà a mantenere fino al termine del secondo mandato del primo cittadino, fissato per giugno 2028. A deciderlo è stata la giunta. Nella nuova struttura di vertice entra anche Gloria De Prà come responsabile della segreteria del sindaco e degli assessori.

La decisione ha sollevato le critiche di Coalizione Civica. “Un ruolo chiave come quello di principale collaboratore amministrativo del sindaco viene spostato dal novero dei dipendenti a tempo indeter-

minato del Comune, che non cambiano con il cambiare del segno politico dell’amministrazione, a quello dei nominati in via fiduciaria”, ha affermato Gigi Calesso, secondo il quale il ruolo di capo di gabinetto dovrebbe essere “sganciato” dalla politica. Al bando interno “si è preferito concentrare nella figura del portavoce tutta una serie di incarichi che ne fanno, nei fatti, uno degli uomini più potenti della macchina comunale e per il quale la sintonia politica con il sindaco prevale largamente sulle competenze amministrative”, ha aggiunto Calesso.

L’inizio dei lavori, previsto con la fine dell’anno scolastico, per il momento è in stallo. Il progetto consiste nella realizzazione di un multipiano interrato con 430 posti auto: sono 33 i milioni di euro che Parcheggi Italia, titolare dell’opera

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Piazza della Vittoria

L’intervento. L’opera sarà propedeutica alla realizzazione dei sottopassi di via Benzi e via Cacciatori

Ponte Ottavi, partiti i lavori che termineranno a giugno 2025

La prima fase consentirà di mantenere il doppio senso di marcia.

Da fine agosto chiusura del tratto fra via Plinio il Vecchio e il manufatto

Sono iniziati i lavori di rifacimento di ponte Ottavi. Un intervento programmato e atteso, propedeutico alla realizzazione dei sottopassi di via Benzi e di via Cacciatori. I lavori dureranno un anno e costeranno complessivamente due milioni di euro. Un milione grazie a un finanziamento regionale, 500mila euro stanziati da RFI e altri 500mila da fondi comunali. I lavori, affidati alla ditta Brussi, saranno divisi in due fasi, con ricadute diverse sulla viabilità dell’intero quadrante che comprende i quartieri di San Giuseppe, Sant’Angelo e San Zeno.

Una preoccupazione, quella relativa alla viabilità, espressa da molti cittadini. In virtù soprattutto della chiusura del sottopasso di via Sarpi. Ma l’amministrazione comunale ha voluto tranquillizzare tutti. “Non ci sarà alcuna sovrapposizione con i lavori in corso in via Sarpi, che saranno ultimati in agosto”, ha dichiarato il sindaco Mario Conte, che ha ribadito come la demolizione e la successiva ricostruzione del ponte avverrà solo nella seconda fase, quando cioè i lavori del sottopasso saranno già ultimati. “Ricordo inoltre – ha aggiunto – che è stato scelto questo periodo dell’anno per evitare il traffico quotidiano delle scuole”.

La prima fase si protrarrà infatti fino agli ultimi giorni di agosto e comporterà il mantenimento del doppio senso di marcia in via Ottavi (con possibilità occasionale di riduzione a senso unico alternato) e la chiusura integrale del tratto compreso fra via Plinio il Vecchio e via Ottavi. Durante questi primi due mesi saranno eseguite tutte le lavorazioni compatibili con la presenza del vecchio manufatto, fra cui la demolizione delle recinzioni e lo spostamento dei sottoservizi

esistenti. Nella seconda fase invece – che inizierà a fine agosto e terminerà alla fine di giugno del prossimo anno – sarà demolito e ricostruito il ponte. Frontisti e residenti potranno comunque continuare ad accedere alla zona.

“Adotteremo – spiega l’assessore alle opere pubbliche Sandro Zampese – ogni prov-

vedimento e ogni modalità utile per ridurre i tempi, limitare i rumori e avvertire gli

automobilisti della presenza del cantiere con un’opportuna segnaletica verticale”.

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Bike sharing, partito il posizionamento delle 60 stazioni

All’inizio del mese erano già venti le stazioni attivate. Quando le installazioni saranno completate, Treviso avrà un nuovo servizio di bike sharing con almeno sessanta punti di accesso, dislocati in tutta la città e una flotta di 350 biciclette fra tradizionali (180) e a pedalata assistita (170). Con una gestione di prelevamento e di utilizzo dei mezzi totalmente smart e interattiva, tramite app. La piattaforma di gestione, abbinata alla tecnologia installata in ogni bicicletta, consentirà inoltre alla ditta vincitrice dell’appalto (Ridemovi) di raccogliere dati in tempo reale sulle condizioni di ogni mezzo e di intervenire in caso di problemi. Come funziona? Va scarica-

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Ai Trecento. Il consiglio si è scontrato sulle mozioni presentate una dalla maggioranza e l’altra dall’opposizione

A Matteotti la cittadinanza onoraria

Ma a Mussolini si sceglie di lasciarla

La città, medaglia d’oro al valor militare per la lotta partigiana di liberazione dal nazifascismo, oggi vede iscritti simbolicamente sugli elenchi comunali sia il segretario del Partito socialista unitario, assassinato cento anni fa da una squadra fascista, sia colui che se ne assunse la responsabilità politica, morale e storica

I

l consiglio comunale di Treviso ha votato all’unanimità di conferire la cittadinanza onoraria a Giacomo Matteotti. Nella stessa seduta non ha approvato la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. E così oggi la città – che il 13 aprile 1948 venne insignita della medaglia d’oro al valor militare per la lotta partigiana di liberazione dal nazifascismo – vede iscritti simbolicamente sugli elenchi comunali sia il segretario del Partito socialista unitario, assassinato il 10 giugno 1924 da una squadra fascista, sia colui che il 3 gennaio 1925 di fronte alla Camera dei deputati si assunse la responsabilità politica, morale e storica di quell’assassinio.

Tutto questo è avvenuto il 27 giugno e nelle concitate settimane precedenti, dense di polemiche più o meno a distanza, con commissioni non prive di strascichi sui media. A chiedere la cittadinanza onoraria in memoria di Matteotti (del cui assassinio ricorre il centenario) è stata la maggioranza di governo, con primo firmatario il capogruppo della lista del sindaco Giuseppe Basso: un’iniziativa perfettamente in linea con le parole pronunciate da Mario Conte nell’orazione del 25 apri-

le, quando aveva definito Matteotti “primo uomo del coraggio e della Resistenza” che “non si è piegato all’oppressione, si è opposto alle ingiustizie dei brogli, alle barbarie della dittatura, sapendo di rischiare la vita” e “il più grande esempio di come si dovrebbe vivere la vita”. Parole facili da condividere, come del resto la volontà di conferire a Matteotti la cittadinanza onoraria, peraltro già proposta a fine aprile del capogruppo di Treviso Civica Franco Rosi. Tant’è che – nonostante qualche sbavatura (o dimenticanza) del testo della mozione, come quella che il capogruppo dem Stefano Pelloni ha definito “la parolina magica”, ovvero l’omissione del nome del mandante dell’assassinio – il consiglio comunale ha votato compatto. All’unanimità, ma con qualche assenza strategicamente di peso (giustificata, va sottolineato), come quella fra i banchi di Fratelli d’Italia dei due consiglieri ex Forza Nuova Alberto Ciamini e Jennifer Gola. All’approvazione della cittadinanza a Matteotti ha fatto seguito la mozione che chiedeva di revocare quella che il 25 maggio 1924 era stata assegnata al Duce. Se tra i banchi delle opposizioni (promotrice la dem Antonella Tocchetto) il principio

ispiratore della richiesta è stata l’inconciliabilità della cittadinanza a Mussolini con l’essere città medaglia d’oro al valor militare e soprattutto la contraddizione della coesistenza sul medesimo registro onorifico di vittima e carnefice, la maggioranza – che ha registrato anche l’assenza del leghista Riccardo Scottà, che si era espresso a favore della mozione – ha bollato la richiesta come provocazione (“Avviene in questa consiliatura perché in maggioranza c’è Fratelli d’Italia”, ha dichiarato Basso) e soprattutto come volontà

di cancellazione della storia. “Ci vuole distanza dai fatti della storia, che ha già giudicato e condannato Mussolini. Questa – ha dichiarato Stefania Franceschini (lista Conte sindaco) – è una mozione strumentale e anacronistica, alla luce di una Costituzione antifascista nella quale ci riconosciamo”. Guido Bertolazzi, capogruppo di FdI, ha parlato di “ideologia non intellettualmente onesta” e di “ipocrisia ideologica”. Per Carlo Alberto Correale (FdI) è “follia iconoclastica per dare un colpo di spugna sulla storia”. Per Da-

vide Acampora (FdI) “un’iniziativa antistorica, perché la storia è storia e quindi cosa facciamo, demoliamo l’ex Gil e anche l’aeroporto?”. E Christian Schiavon, capogruppo della Lega: “Questa è solo propaganda politica. Il ricordo va coltivato e non cancellato, perché quel tragico periodo rimanga a ricordo dei posteri”. Al voto nominale richiesto dalle minoranze (9 favorevoli su 25 presenti) sono volati stracci e parole pesanti, dando vita a uno spettacolo poco degno per un’istituzione pubblica. Sara Salin

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per averci scelto e per continuare a sceglierci

In alto il consiglio comunale, in basso Giuseppe Basso e Antonella Tocchetto

Il lutto. Ospite da alcuni anni della Casa del Clero, era stato nominato da papa

Benedetto XVI

È morto il francescano monsignor Gardin

Fu vescovo di Treviso dal 2010 al 2019

L’ultimo saluto è stato dato nella Cattedrale il 28 giugno nella cerimonia presieduta dal patriarca di Venezia Moraglia

Èstato per dieci anni il vescovo di Treviso, dal 7 febbraio 2010 fino al 6 luglio 2019, quando papa Francesco accolse la sua rinuncia al governo pastorale della Diocesi per sopraggiunti limiti di età, nominando al suo posto monsignor Michele Tomasi. Il 21 giugno scorso monsignor Gianfranco Agostino Gardin è tornato alla casa del Padre. Ad annunciarlo lo stesso Tomasi, che ha fatto sapere che il vescovo emerito si è spento serenamente nella Casa del Clero, dove viveva da un paio di anni. “Negli ultimi mesi della sua vita ha vissuto un periodo di progressiva fragilità, accompagnato dalle cure dei responsabili e del personale della Casa del Clero, dall’affetto della sua famiglia e dei tanti

che lo hanno conosciuto e apprezzato negli anni del suo ministero”, dopo aver dedicato la sua esistenza al servizio della Chiesa “donando la sua competenza umana, teologica e spirituale alla promozione della vita religiosa e consacrata”. Francescano conventuale, Gardin “ha vissuto questi ultimi anni sotto il segno della discrezione e della generosa amicizia”, ricorda Tomasi, che sottolinea come la Diocesi di Treviso abbia numerosi motivi per essergli grata. “Equilibrio, sensibilità e amore”, sono le doti ricordate dal sindaco di Treviso Mario Conte: “Con lui ho condiviso momenti importanti, di preghiera ma anche di dialogo e sereno confronto. Gli sarò sempre grato”.

A ricordare la figura di

monsignor Gardin, uomo della sinistra Piave trevigiana, anche il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. “Si è distinto nel ruolo episcopale anche per una capacità di visione e un forte impegno verso le nuove sfide sociali. Guardando a tutta la sua vita – ha dichiarato Zaia – è doveroso ricordarlo anche per il suo impegno nell’editoria e nella pubblicistica, alla guida di quelle testate che dalla Basilica padovana del Santo sono un riferimento per i fedeli del mondo intero”. Monsignor Gardin, nato a San Polo di Piave nel 1944, fece la sua professione solenne nel 1965 proprio nella Basilica di Sant’Antonio, dove venne ordinato sacerdote cinque anni più tardi. Collaboratore del “Messaggero di Sant’Antonio”

dal 1978, nel 1981 fondò assieme all’allora direttore generale del giornale padre Giacomo Panteghini e al teologo monsignor Luigi Sartori, la rivista bimestrale di divulgazione di sapere teologico “Credere oggi”, della quale fu direttore fino al 1988, anno in cui venne eletto ministro provinciale

della Provincia Patavina di Sant’Antonio. I funerali del vescovo emerito di Treviso sono stati celebrati il 28 giugno nella Cattedrale della città da monsignor Francesco Moraglia, patriarca di Venezia e presidente della Conferenza episcopale triveneta. (s.s.)

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Il vescovo emerito di Treviso, monsignor Gianfranco Gardin

Il festival. Sulle Mura di Treviso

Suoni di Marca, è una festa per tutti Musica (e non solo) fino al 27 luglio

Domenica 22 si “gioca” in casa con The Aton Tanks al loro tour finale, con Gianluca Mosole e Tolo Marton. Gran finale sabato 27 con i Modena City Ramblers e il loro sound unico, allegro, festoso e danzereccio unito all’impegno sociale e alla tradizione emiliana

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A NORDEST

A cura di Micaela Faggiani

Esploreremo le storie ispiratrici di uomini e donne che hanno contribuito al progresso economico e all’innovazione nella nostra regione. Ascolta tutte le mattine dalle 8:38 e sabato e domenica dalle 8:28.

Le Mura di Treviso continuano a essere un meraviglioso palcoscenico naturale in grado di ospitare i grandi protagonisti della musica. Fino al 27 luglio il festival Suoni di Marca propone un susseguirsi di concerti, accompagnati come sempre dalla possibilità di degustare prelibatezze nell’area gusto e di deliziarsi tra le bancarelle della mostra-mercato.

estiva degli Eugenio In Via Di Gioia, fiore all’occhiello della scena indie-pop all’italiana: un gruppo che in pochissimo tempo è riuscito a distinguersi grazie a canzoni che riflettono una personalità dirompente, solare e fantasiosa a cui piace toccare (giocandoci) i temi attuali.

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La prima settimana della trentaquattresima edizione ha visto l’esibizione dei Santi Francesi, di Valerio Lundini & I Vazzanikki, del doppio set di Casino Royale e Duo Bucolico, di Sophie & The Giants. La seconda settimana si è aperta con l’incontro fra musica e poesia del viaggio grazie alla presenza dell’attesissimo Gio Evan. Mercoledì 1 7 luglio è tempo di milonga sotto le stelle: in programma c’è infatti Tango Y Cielo, serata dedicata al tango con ben 400 metri quadrati di pedana in legno per ballare accompagnati dalle note della Sonder Tango Orchestra e de Tdj Carlo Carcano. Giovedì 18 invece torna il grande cantautorato italiano degli anni Novanta e Duemila grazie a Paolo Benvegnù, che introdurrà la serata con un set in solo per chitarra e voce, seguito da La Crus con una formazione inedita ma dalla veste sempre ricercata e al tempo stesso di forte impatto, capace di regalare al pubblico come sempre un’esperienza coinvolgente e affascinante. Venerdì 19 luglio si terrà l’unica data veneta della tournée

Tony Esposito e Teresa De Sio saranno i padroni del palco principale di Suoni di Marca sabato 20 luglio: un doppio set all’insegna del suono partenopeo, che recupera la tradizione e si mescola con timbri da tutto il mondo. Due voci iconiche della musica napoletana che, nel corso delle rispettive carriere, si sono incrociate e hanno viaggiato, ma sono rimaste sempre fortemente radicate e inconfondibili.

Quella di domenica 22 è stata l’ultima carta a essere scoperta nel ricco programma di quest’anno. Ed è la carta trevigiana. Già, perché ad attendere il pubblico saranno tre artisti di punta rappresentativi di più generazioni e scuole musicali. Dal rock al reggae, dallo ska al blues. Sono The Aton Tanks, giunti al tour di addio dopo essersi formati nel 201 2 e aver lasciato il segno sul loro percorso grazie a un sound meticcio caratterizzato da un’atmosfera energica e graffiante. Gianluca Mosole, uno dei chitarristi italiani più apprezzati sia a livello nazionale che internazionale per la sua versatilità con cui riesce a passare dai virtuosismi fusion alla passione blues, mescolata

con elementi rock, pop e funky, arrivando a suonare con Sting e Miles Davis. Suonerà assieme a Raffaele Bianco (basso), Phil Mer (batteria), Sara Camerini e Alex Balestrieri (voci). E infine l’atteso e acclamatissimo “guitar hero” Tolo Marton e la sua band. L’ultima settimana si aprirà lunedì 22 con Willie Peyote, punto di incontro ideale fra rap e cantautorato impegnato nel sociale, per poi proseguire martedì 23 con l’icona del pop italiano degli anni Settanta Donatella Rettore. Mercoledì 24 saranno anni Ottanta, grazie alla collaborazione con Radio Company, che celebra i suoi trent’anni di carriera e che arriverà sulle Mura con la voce inconfondibile di Mauro Tonello e la selezione alla consolle di Harry Morry. Ospite della serata sarà Gazebo. Giovedì 25 appuntamento con il pianoforte rock’n’roll di Matthew Lee; venerdì 26 con lo show dei Planet Funk. A chiudere in grande questa edizione 2024 saranno i Modena City Ramblers: forti di uno stile che ha ispirato generazioni di cantautori, sono la band più rappresentativa e longeva della scena folk italiana, nata agli inizi degli anni Novanta. Il loro è un sound unico, allegro, festoso, danzereccio, di ispirazione irlandese ma con qualche punta di Mediterraneo e America Latina. Il tutto mescolato alla tradizione emiliana e all’impegno sociale. Un “combat folk” perfetto per una grande festa inclusiva.

Nelle foto alcuni degli artisti che si esibiranno: Gianluca Mosole, Donatella Rettore e i Modena City Ramblers

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dimostrato i tanti frequentatori illustri del mondo dello spettacolo che si sono immersi nelle sue acque termali, da Flavio Insinna ad Ornella Muti, da Dj Ringo a Giovanni Storti, da Giulia Calcaterra a Jakidale, da Vittorio Sgarbi a Marco Bianchi, che le ha dedicato un suo menu pensato per chi pratica attività acquatiche. Oltre a tanti visitatori illustri come Stefano Bollani, Andrea Lucchetta, Domenico Fioravanti, Vittorio Brumotti, Valerio Massimo Manfredi, Giuseppe Vessicchio.

Ad accendere per primo i riflettori in Y-40 come studio di produzione è stato Diego Dalla Palma che ha girato un’intera stagione di Ciao Bellezza per Rete 4 dando il la a numerosi servizi nelle maggiori emittenti giornalistiche e televisive da ogni parte del mondo, come CNN, Fox, Discovery Channel, BBC, EBC Taiwan, TeleFrance1, RAI, Mediaset, SKY, La7. A consacrarla nell’ultima stagione sono state le numerose esterne acquatiche condotte da Umberto Pelizzari per Lo Show dei Record di Canale 5 con Gerry Scotti, nonché l’intera puntata di Generazione Bellezza di Emilio Casalini su Rai 3 dedicata proprio alla struttura unica al mondo e alle molteplici opportunità di sviluppo turistico ed economico aperte da Y-40.

Location privilegiata per la danza subacquea, Y-40 ha ospitato gli allenamenti dell’étoile dell’Opera di Parigi Sylvie Guillem, fino ad essere il palcoscenico preferito del volteggiare della performer cinese Dada Li e di numerose altre artiste. Tre video soprattutto sono diventati virali per quel che riguarda la sesta arte: le coreografie a testa in giù della squadra nazionale italiana di nuoto sincronizzato riprese da Fabio Ferioli, gli struggenti passi di danza della campionessa Julie Gautier coreografati da Ophélie Longuet sulle note di Ezio Bosso, ma anche la danza morbida e sensuale del travolgente Tang’o eseguito sott’acqua in apnea dalla ballerina spagnola Ariadna Hafez Navarro con la coreografia di Bastien Soleil, un’incredibile performance subacquea a 10 metri di profondità, per la quale sono servite 600 immersioni in notturna della durata di circa un minuto e mezzo.

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Y-40® è stata il teatro dell’intera campagna del Ministero della Cultura girata da Davide Livermore “A Teatro si respira la vita” e nell’arco di questi anni di attività, molte

l’addestramento subacqueo.

Diversi gruppi di forze armate e associazioni di volontariato si sono rivolte alla struttura per sfruttare la conoscenza dei suoi operatori in educazione acquatica e speleosubacquea, tra cui: l’Arma dei Carabinieri, l’Aeronautica Militare, l’Esercito Italiano, la Guardia di Finanza, la Marina Militare, la Polizia di Stato, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e, tra i tanti gruppi internazionali, anche l’ Esercito degli Stati Uniti d’America.

Y-40® rappresenta la condizione ideale per la ricerca scientifica subacquea non solo per la sua profondità reale e la temperatura che consente di rimanere in immersione a lungo, ma anche per l’assenza di correnti, e perturbazioni meteorologiche. La USA Navy ha scelto Y-40® per studiare la fisiopatologia degli atleti in apnea nel progetto di collaborazione tra Office of Naval Research, US Federal Agency, ed il dipartimento di scienze biomediche dell’Università di Padova diretto dal prof. Gerardo Bosco. Anche la NATO ha scelto Y-40 per il summit del 2022 “Underwater Diving Working Group” sulla sicurezza in mare.

DANZA

Cavallino-Treporti, del turismo all’aria aperta

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Una terra incastonata tra mare e laguna, contraddistinta da paesaggi mozzafiato tra valli da pesca e orti rigogliosi, pinete,

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Pisani, dov’è possibile visitare il museo che ricostruisce la storia che lega il litorale al periodo della Grande Guerra, a difesa di Venezia.

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In ne, la “Via del tramonto” permette di esplorare la zona di Punta Sabbioni, godere della vista del mare, osservare l’opera di ingegneria del Mose per la difesa di Venezia e poi immergersi nella pineta. Da non perdere l’opportunità di percorrere la nuova pista ciclabile realizzata in via Pordelio a sbalzo sulla laguna. Si tratta della pista ciclabile a

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fre anche un ricchissimo programma di eventi organizzati grazie alla proposta di tante associazioni locali e attività che collaborano con le istituzioni.

Dalle mostre ai concerti, passando per gli spettacoli, le presentazioni librarie e gli appuntamenti organizzati all’interno di Batteria Pisani, come la novità di quest’anno, l’anteprima del festival chitarristico internazionale delle Due Città Treviso-Venezia.

Da non perdere i numerosi festival proposti durante l’estate: dal Litorale Jazz

l’estate a Cavallino-Treporti. Sabato 24 agosto tornerà anche BEACH ON FIRE, un evento unico nel suo genere, giunto alla 19ª edizione e dal 2016 inserito nel Guinnes dei Primati. Uno spettacolo pirotecnico da record, lungo 17 minuti, con oltre 6 mila fuochi d’arti cio sparati in contemporanea lungo 12 chilometri di litorale.

Avv. Roberta Nesto Sindaco del comune Cavallino-Treporti

Museo di Santa Caterina. 50mila visitatori in meno di tre mesi e una lunga lista d’attesa di prenotazioni

“Donne in scena”, il successo della mostra che sarà prorogata fino al 15 settembre

Malachin: “Premiato il modello Treviso, che punta a qualità su temi e personalità artistiche popolari”

Dopo ‘800 e ‘900 il prossimo progetto guarderà al ‘700

La qualità e l’originalità delle opere di “Donne in scena. Boldini, Selvatico, Martini” – mostra allestita dal 13 aprile scorso al Museo di Santa Caterina – sono così elevate che il successo di pubblico ha pressoché inevitabilmente “costretto” a una proroga dell’apertura fino al 15 settembre. In un paio di mesi sono stati 50mila i visitatori, tutti ammirati dal mix perfetto tra autori e quadri conosciutissimi e dipinti altrettanto belli ma di autori più rari.

Che fosse destinata a essere un’iniziativa di successo è stato chiaro fino dal primo giorno: le donne protagoniste e fascinose hanno portato a una lunga lista d’attesa di prenotazioni che non era facile riuscire a smaltire entro la chiusura, inizialmente stabilita per il 28 luglio. Una gratificazione indubbia per il curatore della mostra Fabrizio Malachin, che è direttore dei Civici Musei Trevigiani. Non solo i numeri, ma anche il giudizio positivo e il chiaro apprezzamento arrivato in questi mesi dagli addetti ai lavori che, a suo dire, “premiano quello che passa come il ‘modello Treviso’, ovvero mostre di qualità su temi e personalità artistiche popolari”. Proprio come in precedenza era avvenuto con Antonio Canova e Arturo Martini. Mostre ampie, ricche, che sanno intelligentemente affiancare al già noto, al famoso, opere mai viste prima. O poco viste. Come per esempio è avvenuto con la spettacolare sequenza di dipinti di

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futuro.

Lino Selvatico.

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“Un ringraziamento va all’entusiastica disponibilità di tutti i prestatori. Dobbiamo a loro la possibilità di qualche settimana in più per ammirare le oltre 150 opere esposte, provenienti da 42 raccolte tra pubbliche e private, per trentuno artisti. Una rassegna – spiega Maria Teresa De Gregorio, assessora alla cultura di Treviso – che cattura anche perché ricostruisce il fascino di quell’epoca tra Ottocento e Novecento, associando i capolavori di Boldini, Corcos, Grosso, Tallone, fino a Selvatico e Alberto Martini, agli abiti, esaltando la femminilità anche attraverso gli accessori fino ai gioielli”. Per De Gregorio è proprio lo sguardo alla quotidianità a indurre il pubblico “a formulare riflessioni su quel processo si emancipazione avviato ma non ancora completato”. Ed è questa, a guardare bene, la chiave di lettura che più attrae.

Oltre il singolo successo, c’è una formula di base (o, se preferiamo, un filo conduttore) che sta risultando vincente. Tre anni, tre mostre che hanno incontrato un indiscusso gradimento da parte dei visitatori. Fabrizio Malachin non anticipa particolari su quanto accadrà dopo il 15 settembre, ma fa capire che dopo tanto Ottocento e Novecento con la prossima mostra arriverà il momento di guardare un po’ più indietro, al Settecento: “Ancora una volta, fedeli al ‘modello Treviso’, non si tratterà solo dell’ennesima monografica dei soliti noti ma di una grande mostra che, attingendo a grandissimi autori così come a testimonianze storico-artistiche diverse, condurrà il visitatore lungo un originale, inedito viaggio nella luce di un grande secolo”.

Giulio Ettore Erler, I tre vizi (collezione privata)

La novità. Dal 12 luglio gli ambienti si ampliano, dedicando spazio a donazioni e ritratti di donatori e artisti

Sei nuove sale per il Museo Bailo Esposte le sculture giovanili di Martini

Un ulteriore grande salone va ad ampliare la Galleria dell’Ottocento, che porterà alla visione del pubblico molte delle opere finora rimaste nei depositi. Nasce la sala degli scultori del Novecento, che ospita tra gli altri Toni Benetton, Augusto Murer, Umberto Feltrin

S ei nuovi ambienti per arricchire l’esposizione permanente del Museo Bailo. Pronti dal 12 luglio scorso, hanno l’obiettivo di valorizzare donazioni ricevute nel passato e nel periodo più recente, rendendo la casa cittadina dell’arte ancora più attrattiva e ricca.

Innanzitutto la Galleria dell’Ottocento. Viene allargata a un ulteriore grande salone che consentirà di esporre tutta la preziosa raccolta di opere che provengono dalla donazione di Sante Giacomelli, finora custodita nei depositi dei Musei Civici. Si tratta di opere di Vincenzo Abbiati, Giuseppe Bernardino Bison, Natale e Felice Schiavoni, Ippolito Caffi, Pietro Paoletti, Eugenio Moretti Larese, Rosa Bortolan e tanti altri ancora. Una sala che porta all’attenzione dei visitatori una varietà di temi e soggetti della cosiddetta “pittura da salotto” del XIX secolo, facendo da contraltare al classicismo magniloquente e alla grande pittura di storia, enfatica e declamatoria, destinata prevalentemente agli spazi pubblici o alle grandi dimore.

Una seconda nuova sala viene dedicata ai ritratti dei donatori, ossia a tutti coloro che hanno arricchito il patrimonio artistico di Treviso. Borghesi che, negli ultimi decenni dell’Ottocento e nei primi anni del ventesimo secolo, hanno contribuito alle trasformazioni socio-economiche e di progressivo passaggio da una dimensione prevalentemente rurale della città a un’economia proto-industriale, che ha inciso profondamente anche sul tessuto sociale. Dagli Appiani ai Provera ai Lorenzon. E proprio dal grande ritratto di Teresita Lorenzon, dipinto da Lino Selvatico, prende idealmente il via il nuovo ambiente, che

costituisce una finestra sulla vita dell’élite trevigiana dell’epoca. E che, secondo chi l’ha ideata, in questo particolare momento diventa anche un ponte con la mostra “Donne in scena”, in cui sono le figure femminili di quella stessa borghesia a essere le protagoniste

dei ritratti. Lo stesso androne d’ingresso del Bailo si unisce all’esposizione di Santa Caterina: oltre a “La sposa Felice” di Arturo Martini, trovano adesso spazio opere dello scultore Umberto Feltrin e una selezione di Alfiero Nena acquisita di recente.

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In una terza sala è stato scelto di esporre i ritratti di alcuni artisti protagonisti allo stesso Museo, mentre in una quarta vengono collocate alcune opere, recentissimamente in ingresso, della ricca collezione Furlan di Montebelluna: si tratta di un nucleo prezioso di sculture giovanili di Arturo Martini, che prolungano l’eco prodotta dalla monografica dedicata all’artista. Si tratta di opere del periodo di collaborazione di Martini con la ditta di ceramiche Gregorio Gregory, periodo nel quale lo scultore effettuò il suo viaggio a Monaco di Baviera. Il “Vaso in girum”, il “Vaso con mascheroni”, la “Vaschetta con figure a rilievo”, “Il salto”, il “Bozzetto per fontana” in terracotta e la “Lunetta con Cristo”, una giovanile terracotta, esemplare unico, restaurata proprio per l’occasione assieme al relativo stampo. Lasciando presupporre l’esistenza (o forse solo la volontà) di un bronzo pensato per un luogo sacro. Nella stessa sala viene esposto anche “Uomo e donna a colloquio”, guazzo di Gino Rossi proveniente dalla stessa collezione.

La quinta sala viene dedicata agli scultori del Novecento: da Umberto Feltrin ad Alfiero Nena, da Toni Benetton ad Augusto Murer, da Ugo Arvedi a Giovanni Raffaelli, da Carlo Conte a Ettore Calvelli. Infine due nuovi spazi per arricchire le sezioni degli artisti già presenti nelle permanenti. Fra tutti, Nino Springolo e Giovanni Barbisan. In queste sale si potranno vedere da vicino anche i grandi bozzetti di progettazione del Monumento ai Caduti di Treviso, realizzato in Piazza della Vittoria.

Sara Salin

Il Museo Bailo, che verrà ampliato per dedicare più spazio a nuove opere

Storia e futuro s’incontrano nel progetto del nuovo Liceo Selvatico a Padova.

sul futuro.

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il sistema del “Parco delle mura e Tecno Crane è già stata protagonista di importanti progetti di riqualificazione all’interno dei centri storici di numerose città del Veneto. Lavori delicati e, talvolta, anche complessi considerato l’alto valore storico-artistico dei palazzi che il team di esperti montatori ha sempre affrontato dimostrando grande

bricato risalente agli anni Sessanta per riconnetterlo, poi, al corpo monumentale dell’edificio. Saranno presenti, oltre alle aule didattiche e laboratori artistici, anche uffici, archivi amministrativi, biblioteca storica e spazi espositivi per le collezioni storiche dell’Istituto. Nel progetto, anche la realizzazione di un auditorium indipendente da

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#Regione

LA RIFORMA. Dopo l’approvazione del disegno di legge alla Camera

Autonomia differenziata, la lunga marcia

Intanto il centrodestra capitalizza il risultato.

Zaia: “Riaperto il tavolo di trattativa nazionale”

Eadesso? Dopo le dichiarazioni cariche di entusiasmo da una parte politica (“abbiamo scritto la storia”) e le stroncature dall’altra (“tutto inutile, non cambierà nulla”), archiviata anche la campagna elettorale, inizia la “lunga marcia” dell’autonomia.

Un percorso tutt’altro che lineare, quasi tutto da definire, e non privo di incognite, ad iniziare da quelle economiche. Ma la spinta impressa con l’approvazione del disegno di legge dopo la famosa maratona notturna alla Camera sicuramente darà l’energia per affrontare almeno la prima parte della riforma, che prevede l’apertura delle trattative fra regioni e Stato per il trasferimento delle competenze sulle materie per le quali non ci sono da garantire i livelli essenziali di prestazione, gli ormai famosi Lep di cui si è sentito molto parlare negli ultimi anni. Vale a dire gli standard minimi che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale per 14 delle 23 materie previste dall’autonomia, tra le quali vi sono la tutela della salute, istruzione, sport, ambiente, energia, trasporti,

Il Dem

cultura e commercio estero.

Per metterli a punto il governo si è preso due anni di tempo, intanto le regioni potranno avanzare delle richieste sulle altre 9 competenze che riguardano. Il primo a farlo è il Veneto, con la lettera inviata il primo luglio per aprire le trattative. Le materie sono: i rapporti internazionali e con l’Unione Europea; il commercio estero; la protezione civile; le professioni; la previdenza complementare integrativa; il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; le casse di risparmio, le casse rurali e aziende di credito a carattere regionale; gli enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; l’organizzazione della giustizia di pace. Sulla carta sono immediatamente trasferibili, ma dietro a queste voci celano decine di funzioni per la precisione ben 184, che dovrebbero essere normate in autonomia dalle regioni, con il rischio paventato di una nuova selva legislativo e un ulteriore carico burocratico, che nessuno però vuole.

ZAIA, “IL VENETO

E’ PRONTO”

Il presidente del Veneto

Luca Zaia ha ribadito che il Veneto è pronto a ricominciare a trattare. “Leggo dichiarazioni in cui sembra che per qualcuno sia quasi preferibile un’equa suddivisione del malessere; con l’autonomia abbiamo l’opportunità affinché si compia l’equa suddivisione del benessere. Faremo in modo che si eliminino le disuguaglianze grazie a quell’assunzione di responsabilità che, come ha detto il Presidente Napolitano, è il senso stesso dell’autonomia. Siamo consapevoli e convinti della gradualità che il percorso impone e della valutazione attenta che va fatta per l’attribuzione di ogni singola materia e delle rispettive funzioni”. ha concluso Zaia.

LA LEGA ESULTA

Per la Lega, alle prese con le criticità interne e con la concorrenza di Fratelli d’Italia che in Veneto ha fatto il pieno di voti, l’autonomia è un punto a favore, un risultato da rivendicare. Alberto Stefani, segretario della Liga veneta e deputato, “è una riforma che sceglie di tracciare la strada del futuro che permetterà al nostro territorio più risparmi, più efficienza, più servizi per i veneti. Essere relatore dell’Autonomia è stato un onore immenso. E’ un risultato che fa la

storia della Lega”. Gli fa eco il senatore Massimo Bitonci: “Questa riforma non spacca l’Italia ma la unisce. La compartecipazione è alla base del federalismo e alla base dell’autonomia. Questo significa che una parte delle tasse, non solo dell’Iva, ma anche dell’Irpef può rimanere nella regione. Cioè, si produce il reddito, e una parte di questo reddito viene speso per i servizi ai cittadini. È anche una garanzia per tutta l’Italia, perché con l’inserimento dei livelli essenziali delle prestazioni, soprattutto per quanto riguarda tutte le materie di carattere sociale, c’è finalmente una garanzia che in tutta Italia potranno esserci dei servizi uguali per tutti i cittadini”.

FRATELLI D’ITALIA

PLAUDE AL GOVERNO

E’ il senatore di FdI Luca De Carlo a rivendicare il ruolo

chiave del suo partito e a sottolineare che se l’autonomia differenziata è legge «è solo grazie all’impegno, al lavoro e alla serietà del Governo Meloni. Per anni questo è stato un obbiettivo solo a parole dei governi che si sono succeduti alla guida della nazione, ma è solo con Giorgia Meloni alla Presidenza del Consiglio e con Fratelli d’Italia al governo che si è arrivati al risultato concreto. E’ l’ennesima prova di come quando Fratelli d’Italia prende un impegno lo rispetta sempre. Quanti, anche in Veneto, per mesi ci hanno attaccato dicendo che con questo governo l’autonomia sarebbe stata bloccata e affossata? Oggi credo siano in molti a doversi ricredere; noi, e io per primo, lo abbiamo sempre detto: quando facciamo una promessa, la manteniamo sempre”.

Martella: “E’ solo una scatola vuota, con effetti risibili e contraddittori”

Una netta stroncatura al disegno di legge arriva dal segretario del Pd veneto Andrea Martella, che ricorda come il centrodestra abbia voluto tirare dritto senza valutare gli effetti di queste scelte. “Noi non siamo contro il principio dell’autonomia, - sottolinea Martella - infatti avevamo messo sul tavolo delle proposte costituzionali per esclu-

dere prerogative indiscutibilmente nazionali come scuola, energia e reti di comunicazione e lavorare ad un progetto cooperativo fra Stato e Regioni centrato non su 23 ma su alcune precise materie. Questa era la strada da percorrere, invece ci troviamo con una scatola vuota, una riforma inapplicabile che non porterà nulla al Veneto e che non produrrà

effetti positivi per i suoi cittadini e le sue imprese. Questa è l’autonomia portata a casa dalla Lega, dopo anni e anni di propaganda”.

Nella legge approvata a tappe forzate dal centrodestra, prosegue il segretario regionale, “non c’è alcun contenuto capace di rispondere alle necessità reali del Paese, delle famiglie, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle imprese. E’ una riforma inutile per il Nord e dannosa per il Sud. Non fosse altro per l’evidente ed enorme problema rappresentato dalla mancata definizione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, per i quali soprattutto non sono state previste risorse, nemmeno un euro”, mette in guardia il segretario veneto Dem.

Andrea Martella

ELEZIONI. Come cambia il quadro politico veneto dopo il test per Bruxelles

Il verdetto delle europee: vincitori e vinti

Tra gli eurodeputati veneti Donazzan, Berlato e Polato (FdI), Moretti e Zan (Pd), Guarda (Alleanza Verdi Sinistra), probabile Tosi (FI)

Le scorse elezioni europee hanno assunto, nel corso di tutti i mesi precedenti, il valore di un test per stabilire i rapporti di forza in chiave regionale e molti dati, a volerli leggere in quell’ottica, sono chiaramente emersi. Anche se, è giusto ricordarlo, le elezioni comunali degli stessi giorni hanno lasciato lo spazio a più di qualche dubbio.

Ma andiamo con ordine.

Come assolutamente previsto a farla da padrone è stata Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni ha fatto registrare il 37,58% dei consensi consentendo di staccare un biglietto per Bruxelles, tra gli altri, all’assessore regionale Elena Donazzan (63.250 preferenze personali complessive in tutto il collegio), a Sergio Berlato (46.011) e a Daniele Polato (31.516). Un risultato di grandissime proporzioni, anche se molto distante da quello della Lega che alle Europee del

2019 in Veneto prese il 49,88% dei voti e che, a quanto pare, nel complicato scacchiere europeo non sta consentendo ai meloniani di essere determinanti nelle scelte degli assetti, in primis la scelta della Presidente della Commissione Europea che resterà a Ursula von der Leyen, forte di un’alleanza tra Popolari, Socialisti e Liberali. Per restare al Veneto, però, questa affermazione mette una seria ipoteca sulla scelta di futuro presidente della Regione. Il Partito Democratico di Elly Schlein ha superato la soglia psicologica del 20% superando, a livello nazionale il 24% dei consensi. In Veneto, terra storicamente difficile, i democratici hanno messo insieme un buon 18,88% crescendo di quasi 3 punti percentuali rispetto alle Elezioni Politica del settembre 2022. A guadagnarsi l’elezione in Europa, tra gli altri, la riconfermata Alessandra Moretti (82.540 preferenze

personali complessive in tutto il collegio) e Alessandro Zan (92.651). Il dato che nessuno si aspettava è che i democratici nel collegio Nordest eleggono ben 5 parlamentari europei: un dato che consente a un altro veneto, il consigliere regionale Andrea Zanoni, di essere il primo dei non eletti – quindi con grande possibilità di subentro nel corso della legislatura – grazie alle sue 31.682 preferenze.

La Lega Nord subisce, a livello nazionale, il sorpasso di Forza Italia ma in Veneto la spallata immaginata e costruita nei mesi passati dal segretario regionale forzista, Flavio Tosi, (il quale dovrebbe comunque entrare in Europarlamento) non è riuscita. Nonostante i moltissimi mal di pancia della base leghista uno dei fattori che evidentemente hanno evitato il sorpasso è stata l’intuizione di Matteo Salvini di candidare il Generale Vannacci capace di attirare, soltanto in Veneto, le preferenze di 72.048 elettori molto più della somma di tutti gli altri candidati leghisti. An-

che questo caso il dato è molto significativo così come quello di Alessandro Manera - candidato del sindaco di Treviso, Mario Conte da molti indicato come il migliore successore di Zaia – evidentemente non sostenuto dalla Lega fuori dal territorio trevigiano. Manera, infatti, non sarà eletto avendo preso, a livello Veneto, 16.574 preferenze delle quali 14.088 nelle Marca.

L’Alleanza Verdi – Sinistra, guidata dalla consigliera regionale Cristina Guarda, che entra in Parlamento Europeo, vola sopra il 6%; il Movimento 5Stelle continua a non sfonda-

Artigianato. Il rapporto presentato da Confartigianato Imprese Veneto a Mogliano

Il Veneto tiene ma i costi

I l rapporto “Le prospettive dell’economia veneta nel panorama italiano ed europeo” presentato da Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto, durante l’incontro “Il Veneto si racconta” a Mogliano Veneto, ha evidenziato come, nonostante eventi ad alto impatto economico quali la pandemia, invasione dell’Ucraina, crisi energetica, stretta monetaria e crisi del commercio internazionale, il Veneto abbia risposto con forza negli ultimi quattro anni. Le micro e piccole imprese venete hanno affrontato maggiori costi per 4,8 miliardi di euro in energia, tassi di interesse e carenza di manodopera.

Tra gli ospiti il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ha ringraziato Confartigianato per il supporto

costante nel percorso verso l’autonomia, esortando gli artigiani a mantenere viva la loro motivazione, elemento fondamentale per il successo e il valore riconosciuto a livello internazionale dei prodotti e servizi Made in Italy.

Tornando ai numeri del rapporto, tra il 2019 e il 2023, il Veneto ha registrato la crescita più alta del PIL a livello nazionale, con un incremento del 5,9%, superando la media nazionale di 2,4 punti. La regione ha anche raggiunto la più alta percentuale di occupazione nel Nord Italia, contribuendo a far crescere l’occupazione nazionale del 4,5% rispetto al 2021, un dato migliore rispetto a Germania e Francia.

Nel 2023, il Veneto è diventato leader nei settori manifatturieri che coinvolgono quasi 1 00.000 imprese, eccellendo

Da Matteo Renzi e Carlo Calenda, almeno in questo territorio, era lecito attendersi di più: entrambi, il primo con Stati Uniti d’Europa (che comprendeva anche il Partito Socialista e +Europa di Emma Bonino) e il secondo con Azione, non hanno superato, a livello nazionale, la soglia di sbarramento del 4% e anche in Veneto non hanno brillato; Azione, grazie all’attivissimo segretario regionale Carlo Pasqualetto, scollina la soglia fatidica e, almeno in questa regione, supera il 4% (4,1%), mentre i renziani si fermano al 3,2%. (r.r.)

per le imprese sono

in moda, abbigliamento, accessori, arredamento, editoria e farmaceutica. Con un peso occupazionale del 28,7%, il Veneto supera abbondantemente la media nazionale del 20,1%, collocandosi al primo posto, seguito dalle Marche (27,6%) e dall’Emilia Romagna (27,3%).

L’incontro, organizzato dopo un lungo percorso di rinnovo delle cariche che ha portato all’elezione di una nuova classe dirigente di Confartigianato Imprese Veneto, composta da 12 presidenti di Federazione e 67 presidenti di Gruppi di Mestiere, ha offerto una solida base di partenza politico-economica e sociale per la programmazione e rappresentanza dei prossimi quattro anni. Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, ha introdotto l’evento sottoline-

ando la rilevanza delle PMI in Veneto, che contano 404.522 imprese con 1,1 milioni di addetti, rappresentando il 99,2% del totale delle imprese. Ha evidenziato le principali sfide come la glaciazione demografica, la difficoltà nel reperire manodopera, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, necessitando di formazione e competenze.

Dai dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese emerge che il Veneto è leader nazionale nel digitale, con il 70,7% delle imprese che investono in questo settore. Tuttavia, la regione è in ritardo sulla transizione verde, con solo il 25,3% delle aziende che riducono le emissioni o investono nel risparmio energetico. Boschetto ha sottolineato l’importanza del ruolo di rappresentanza per i neoeletti presidenti delle federazioni,

cresciuti

affermando che “nell’era in cui l’aggregazione è sinonimo di forza contrattuale e competitiva, sono certo che noi, come corpi intermedi, stiamo recuperando spazio e autorevolezza nelle sfere decisionali. Rappresentiamo non solo le imprese, ma anche filiere e distretti che operano e collaborano in un quadro organico e collettivo.” (r.m.)

re in Veneto e non arriva al 5%.

Regione

Il cartellone. Il presidente Giampiero Beltotto

commenta la nuova rassegna

Con il Teatro Stabile del Veneto

350 giornate di spettacoli dal vivo

“Colpo di scena” porta a Venezia, Padova e Treviso 80 lavori teatrali ma anche proposte per le scuole e co-produzioni

Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto, fa il punto sulla nuova rassegna teatrale presentata in Regione. “Colpo di scena”, così si chiama il ricco cartellone di oltre 80 spettacoli, di cui 38 titoli in abbonamento (13 in programma a Venezia, 13 a Padova e 12 a Treviso), numerosi progetti per il territorio, 4 proposte dedicate alle scuole superiori e 15 titoli di produzioni e co-produzioni per oltre 350 giornate di spettacolo dal vivo.

Presidente, quali sono le novità e i punti salienti di questa nuova edizione?

Anzitutto i numeri perché quando vengono messe in cartellone quindici produzioni in un solo anno possiamo senza dubbio affermare che siamo un davvero un teatro nazionale. Poi la qualità del-

le produzioni, che è anche rappresentata anche dagli attori di fama, e di fama nazionale che hanno deciso di lasciarsi coinvolgere dalle nostre iniziative. E infine, credo, di rispetto per il pubblico, a partire dagli abbonati, che lo scorso anno erano 6.200. Quest’anno contiamo di superare, anche se di misura, quel numero, insieme a quello degli spettatori, che nella scorsa stagione è stato di oltre 150 mila.

L’obiettivo, dunque, è di andare oltre a questi numeri e di coinvolgere, specialmente a Venezia, i turisti, aprendosi quindi ad un pubblico anche internazionale?

Noi abbiamo tre obiettivi. Il primo è che lo spettacolo estivo di Venezia, “Titizè. A venetian dream”, in cartellone fino al 10 ottobre, vada bene. In questo caso dobbiamo fare numeri importanti perché è uno spettacolo circense, che me-

scola il linguaggio della commedia dell’arte con affascinanti macchine sceniche, quindi per tutti davvero per tutti. È andare al circo in una forma teatrale, quindi un’iniziativa molto importante, alla quale teniamo. L’altro aspetto è allargarci, riguarda le convenzioni in essere con Vicenza e con Verona, affinché continuino a crescere e ad offrire qualcosa in più. Con Vicenza devo dire che già siamo molto impegnati. Terzo obiettivo, infine è internazionalizzare la nostra offerta. La presenza della sovrintendente del Teatro di Fiume, con cui inauguriamo il nuovo teatro di Fiume, devo dire la verità, è di buon auspicio.

C’è anche un grande coinvolgimento dei giovani: l’obiettivo è portarli a teatro?

Crediamo molto nella scuola. Il progetto Teseo fatto con la regione Veneto, e poi Veneto Creators, che è un’invenzione del presidente Zaia. E poi avete visto i giovani i giovani accanto a noi in occasio-

ne della presentazione della nuova rassegna. Tutto fa pensare al meglio, non possiamo sbagliare.

Quali i grandi nomi, gli attori di fama che ritroveremo sui palcoscenici veneti, nei teatri di Venezia, Treviso e Padova?

Sono moltissimi: Luca Barbareschi, Giuliana De Sio, Maria Amelia Monti, Marco Paolini, Andrea Pennacchi, Silvio Orlando, Alessandro Preziosi, Alessio Boni, Sergio Rubini, Franco Branciaroli e infine Mariano Rigillo che è un mio grande amico.

L’arrivo di Dini segna una svolta per il Teatro Stabile del Veneto?

Il programma. Dal 16 luglio la vendita degli abbonamenti sui posti liberi in cartellone

È il più grande direttore artistico che c’è in Italia. Anche qui possiamo farci male solo da soli.

La Regione Veneto investe in questa iniziativa culturale così importante perché ci crede, fino in fondo?

Se vogliamo essere essere in serie A dobbiamo fare di tutto per restarci anche. Insieme alla regione Veneto ci credono anche i comuni perché negli ultimi anni, in particolare dal Covid in poi, avrebbero avuto con il covid una buona scusa per ritirare investimenti. Non è mancato nemmeno un centesimo, anzi, a Venezia abbiamo rifatto la sala, a Padova abbiamo rifatto la sala e nessuno ha fatto mancare il suo impegno su questo fronte. Anzi i Comuni ci hanno aiutato anche per raccogliere bene anche tutte le adesioni che abbiamo avuto da parte della fondazione di Venezia come da parte della Fondazione Cariparo. Insomma è stato un gran lavoro di squadra, ora aspettiamo il pubblico a teatro. (g.g.)

Al Teatro del Monaco un mix di ispirazioni classiche e contemporanee

Ultimi giorni di prelazione per chi vuole rinnovare l’abbonamento alla stagione di prosa al teatro comunale Mario Del Monaco di Treviso. Dal 16 luglio si apre infatti la vendita degli abbonamenti sui posti liberi per il cartellone 2024/2025, che avrà una programmazione di 12 titoli in abbonamento e – forte del successo della passata stagione e della crescita del numero degli abbonati, che ha segnato un +62% – inaugura il passaggio da tre a quattro serate, dal giovedì alla domenica, per tutti gli

spettacoli.

Il “colpo di scena” che aprirà la declinazione trevigiana del Teatro Stabile del Veneto sarà lo spettacolo “Molto rumore per nulla” (in scena dal 7 al 10 novembre) per la regia di Veronica Cruciani con protagonisti Lodo Guenzi e Sara Putignano, seguito (dal 28 novembre al 1° dicembre) dalla prima produzione firmata per lo TSV dal nuovo direttore artistico Filippo Dini, nei panni di attore e regista, con “Parenti Terribili” di Jean Cocteau. Un mix di drammaturgia contempora-

nea e ispirazioni classiche che accompagnerà gli appassionati fino a maggio, con molti spettacoli ospitati e diversi appuntamenti “fuoriserie”, che riporta al Del Monaco il Festival Mythos, l’”Odissea” con Andrea Pennacchi, mentre Alessandro Preziosi vestirà i panni di D’Annunzio.

Il cartellone (il programma completo è consultabile sul sito teatrostabiledelveneto.it) è stato presentato a fine giugno con tanto di buffet aperto a tutti apparecchiato in Corso del Popolo ed è stato de-

finito dall’assessora alla cultura del Comune di Treviso Maria Teresa De Gregorio “caratterizzato da grande qualità ma anche da una relazione sempre più forte e consolidata con le città e i territori circostanti, grazie a progetti che hanno connesso il TSV con università, scuole, imprese, il sistema museale, le Diocesi”. Ancora in via di definizione, invece, i contenuti della stagione lirica e concertistica, il programma di danza e la rassegna domenicale delle “Famiglie a Teatro”.

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Giuliana De Sio

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Città di Bassano del Grappa

Ecco i significati del Green: parole e concetti che usiamo spesso senza conoscerli

L’uso e l’abuso di molti termini legati ai concetti di cui andremo a parlare provocano disorientamento, che spesso sfocia quasi nel “fastidio”. Vi è mai capitato di alzare gli occhi al cielo quando per la quindicesima volta in poche ore sentiamo pronunciare parole come “sostenibilità” o “cambiamento climatico”?

Usate a sproposito o meno, cerchiamo di fare chiarezza!

Ecco un “glossario” essenziale di quanto può servirci capire.

In primis, SOSTENIBILITA’, che significa vivere e svilupparsi in modo che le risorse del nostro pianeta siano usate in modo responsabile, assicurando che anche le future generazioni possano avere ciò di cui hanno bisogno. Significa prendersi cura dell’ambiente, della società e dell’economia in modo equilibrato, senza esaurire le risorse naturali o causare danni duraturi. In parole semplici, è un modo di fare le cose che permette al pianeta di continuare a prosperare per molto tempo Ed alcune derivazioni specifiche, come la mobilità sostenibile, per cui si intende il modo di spostarsi che riduce l’impatto negativo sull’ambiente. Significa usare mezzi di trasporto che inquinano meno, come auto elettriche, biciclette, mezzi pubblici efficienti e camminare di più. L’obiettivo è ridurre l’inquinamento dell’aria, il traffico e il consumo di risorse naturali, rendendo gli spostamenti più ecologici e salutari per tutti. E lo sviluppo sostenibile, che significa crescere e migliorare la qualità della vita senza danneggiare il pianeta o esaurire le risorse naturali, soddisfare i bisogni delle persone oggi, come cibo, acqua, energia e lavoro, in modo che anche le generazioni future possano avere le stesse opportunità.

La TRANSIZIONE ECOLOGICA è il processo di cambiare il modo in cui viviamo e produciamo energia, passando da pratiche che

danneggiano l’ambiente a quelle che lo proteggono. Significa spostarsi verso l’uso di energie rinnovabili, ridurre l’inquinamento e adottare abitudini più sostenibili per preservare la salute del pianeta. E’ il passaggio ad uno stile di vita e ad un’economia più verde e rispettosa dell’ambiente.

L’EFFICIENZA ENERGETICA è il modo di usare meno energia per fare le stesse cose. Significa utilizzare tecnologie e pratiche che riducono il consumo di energia senza sacrificare comfort o funzionalità. Ad esempio, lampadine a basso consumo che illuminano come quelle tradizionali, ma consumano meno elettricità.

Le ENERGIE RINNOVABILI, che approfondiremo nella pagina seguente, sono fonti di energia che non si esauriscono e che possono essere usate continuamente senza danneggiare il pianeta. Queste includono il sole (energia solare), il vento (energia eolica), l’acqua (energia idroelettrica) e il calore della Terra (energia geotermica).

L’IMPATTO AMBIETALE invece è l’effetto che le nostre azioni hanno sulla natura. Include i cambiamenti che causiamo all’aria, all’acqua, al suolo, alle piante e agli animali.

BENVENUTI

Benvenuti al primo appuntamento delle Rubriche de La Piazza. Da questa uscita ogni mese troverete all’interno di ciascuna delle 23 edizioni territoriali de La Piazza un approfondimento tematico dedicato.

Partiamo con uno dei temi più attuali e sentiti degli ultimi tempi, il Green. Intendiamo raccontarvi in generale e nel dettaglio il coinvolgimento che la rivoluzione green ha e avrà nelle nostre vite. Come ad esempio nei trasporti, ma in particolare nella scelta dell’auto che andremo a fare: elettrica, ibrida o a trazione termica? Nella prossima uscita approfondiremo gli ultimi modelli delle auto in commercio, con una rubrica dedicata ai Motori. Con l’arrivo dell’autunno vi porteremo con noi nel mondo dell’arredamento, del design e della ristrutturazione, con la Casa in primo piano.

Temi importanti, che ci accompagneranno a rotazione fino alla prossima primavera, quando invece andremo a concentrare l’attenzione sul tema Garden, quindi sugli spazi all’aperto che circondano le nostre abitazioni: giardini, terrazze e orti.

Cercheremo di darvi anche consigli utili e ponderati, attraverso le offerte che le aziende e le attività commerciali del nostro territorio hanno deciso di dedicare ai nostri lettori de La Piazza.

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Fonti

Focus energie rinnovabili: quali le più adatte al nostro territorio?

Le energie rinnovabili sono una chiave fondamentale per un futuro sostenibile e per la riduzione dell’impatto ambientale dell’umanità. A differenza dei combustibili fossili, che sono limitati e causano significativi danni ambientali, le energie rinnovabili sono inesauribili e più rispettose dell’ambiente. La diversificazione delle fonti di energia rinnovabile è fondamentale per garantire una fornitura energetica stabile e affidabile. Investire in tecnologie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica e promuovere politiche favorevoli sono i passi fondamentali per un futuro energetico sostenibile. Vediamo le principali fonti di energia rinnovabile: solare, eolica, idroelettrica, geotermica e biomassa.

ENERGIA SOLARE

L’energia solare sfrutta la luce del sole per generare elettricità o calore. Esistono due principali tecnologie: i pannelli fotovoltaici e i collettori solari termici. I pannelli fotovoltaici convertono direttamente la luce solare in elettricità mediante celle solari. Sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, dalle abitazioni ai grandi impianti solari. I collettori solari termici, invece, assorbono il calore del sole per riscaldare acqua o aria, usati principalmente per il riscaldamento domestico. L’energia solare è abbondante e può essere sfruttata quasi ovunque, rendendola una delle fonti di energia più promettenti per il futuro.

ENERGIA EOLICA

L’energia eolica sfrutta la forza del vento per generare elettricità. Le turbine eoliche, con le loro grandi pale, catturano il vento e lo trasformano in energia elettrica tramite un generatore. Le turbine possono essere installate sia sulla terraferma che in mare aperto (offshore), dove i venti sono più forti e costanti. L’energia eolica è una delle fonti

di energia rinnovabile in più rapida crescita, grazie ai costi di produzione relativamente bassi e alla sua efficienza. Tuttavia, l’installazione delle turbine può essere limitata da considerazioni paesaggistiche e dall’impatto visivo

ENERGIA IDROELETTRICA

L’energia idroelettrica utilizza il movimento dell’acqua per generare elettricità. Gli impianti idroelettrici sono spesso costruiti su fiumi, dove le dighe creano un bacino d’acqua. L’acqua rilasciata dal bacino fluisce attraverso turbine, generando elettricità. Esistono anche impianti di piccola scala, chiamati micro-idroelettrici, che possono essere installati in piccoli corsi d’acqua. L’energia idroelettrica è una fonte stabile e affidabile, ma può avere significativi impatti ambientali, come la distruzione di habitat naturali e la modifica dei flussi dei fiumi.

ENERGIA GEOTERMICA

L’energia geotermica sfrutta il calore proveniente dall’interno della Terra.

Questo calore può essere utilizzato direttamente per il riscaldamento o convertito in elettricità tramite impianti geotermici. Le aree geologicamente attive, come l’Islanda o parti degli Stati Uniti, sono particolarmente adatte per l’energia geotermica. I principali vantaggi di questa fonte di energia sono la sua affidabilità e la capacità di fornire energia continua, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. Tuttavia, la sua applicazione è limitata a regioni con sufficiente attività geotermica BIOMASSA

La biomassa utilizza materiali organici, come legno, rifiuti agricoli e urbani, per produrre energia. Questa può essere trasformata in biogas attraverso la digestione anaerobica o in biocarburanti tramite processi chimici. La biomassa è una fonte di energia flessibile e può contribuire alla gestione dei rifiuti. Tuttavia, la sua sostenibilità dipende da pratiche di coltivazione e raccolta responsabili, poiché un uso eccessivo può portare alla deforestazione e alla perdita di biodiversità.

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Come mai?

“Semplice: ha installato impianto fotovoltaico, pompa di calore e batteria d’accumulo.

Prima dell’intervento spendeva circa 2.000 euro l’anno di gas. Oggi, per tutte le sue esigenze di luce, riscaldamento, raffreddamen-

tutto l’investimento, dalle spese per le componenti sino alla manodopera. Un ulteriore vantaggio che merita di essere sfruttato”.

Quali sono i marchi che piacciono di più ai clienti?

“Dipende. Noi installiamo prodotti delle mi-

Una bella soddisfazione…

“La vera soddisfazione è contribuire a una rivoluzione gentile, che consente alle persone di risparmiare e, contemporaneamente, tutela il nostro pianeta”.

GLOBAL SOLAR Piazzetta Curte Rodulo,
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La casa cambia. Attenzione ai materiali usati ma anche all’efficienza energetica e all’impiego delle risorse

Le buone pratiche per un’edilizia sempre più attenta all’ambiente

L’edilizia sostenibile rappresenta un approccio innovativo alla costruzione e alla gestione degli edifici, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, con un occhio attento al benessere delle persone.

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Questa pratica integra materiali ecologici, tecnologie efficienti e design intelligente per creare strutture che siano rispettose dell’ambiente e delle risorse naturali.

Uno degli aspetti fondamentali dell’edilizia sostenibile è l’uso di materiali a basso impatto ambientale. Questi includono legno certificato, bambù, calcestruzzo riciclato e pannelli solari. L’uso di materiali riciclati, e a Km0, riduce la necessità di trasporto e diminuisce le emissioni di carbonio. Inoltre, i materiali naturali come il legno e il bambù sono rinnovabili e biodegradabili, riducendo quindi l’inquinamento e il consumo di risorse non rinnovabili.

L’efficienza energetica è un altro pilastro dell’edilizia sostenibile. Gli edifici possono essere progettati per massimizzare l’uso della luce naturale, riducendo la necessità di illuminazione artificiale e, di conseguenza, il consumo di energia. L’isolamento termico di alta qualità, finestre a doppio vetro e sistemi di riscaldamento e raffreddamento efficienti contribuiscono a mantenere una temperatura interna confortevole con un minor uso di energia. L’integrazione di fonti di energia rinnovabile, come pannelli solari e impianti geotermici, può inoltre ridurre ulteriormente la dipendenza dai combustibili fossili.

La gestione sostenibile dell’acqua è un punto cruciale nell’edilizia sostenibile. Sistemi di raccolta dell’acqua piovana, rubinetti a basso flusso e impianti di riciclo delle acque grigie aiutano a ridurre il consumo di acqua potabile. Questi sistemi non solo conservano una risorsa preziosa, ma riducono anche i costi operativi degli edifici. Infine, il design intelligente degli edifici sostenibili prevede l’ottimizzazione dello spazio e la flessibilità d’uso. Questo significa progettare spazi che possono adattarsi a diverse funzioni nel tempo, riducendo la necessità di ristrutturazioni frequenti e minimizzando l’uso di materiali e risorse. L’edilizia sostenibile è una risposta necessaria alle sfide ambientali odierne. Integrando materiali ecologici, tecnologie efficienti e un design intelligente, si possono costruire edifici che riducono l’impatto ambientale e migliorano la qualità della vita delle persone.

Tecnologia green per l’edilizia sostenibile

La tecnologia green sta rivoluzionando il settore dell’edilizia sostenibile, offrendo soluzioni innovative per costruire edifici più efficienti e rispettosi dell’ambiente. Tra le principali tecnologie troviamo i pannelli solari, che consentono agli edifici di generare energia pulita, riducendo la dipendenza da fonti fossili. Inoltre, l’uso di materiali da costruzione eco-compatibili, come il legno certificato e i mattoni riciclati, contribuisce a ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni.

Le tecniche di isolamento avanzate, come i vetri a bassa emissività e i sistemi di isolamento termico a cappotto, migliorano l’efficienza energetica degli edifici, riducendo i consumi di riscaldamento e raffreddamento. Le smart grid e i sistemi di gestione dell’energia permettono di ottimizzare l’uso delle risorse, monitorando e regolando il consumo energetico in tempo reale. Inoltre, l’integrazione di soluzioni di raccolta e riutilizzo delle acque piovane riduce lo spreco idrico, mentre i tetti verdi e le pareti vegetali migliorano l’isolamento termico e la qualità dell’aria. L’implementazione di queste tecnologie green nell’edilizia sostenibile non solo aiuta a mitigare il cambiamento climatico, ma crea anche ambienti di vita più salubri e confortevoli.

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Vacanze 2024 all’insegna della sicurezza

VACANZE SICURE

2024

Nelle spiagge di Sottomarina e Isola Verde potenziati servizi, personale e strutture.

Una stagione all’insegna del divertimento ma anche della sicurezza e della salute.

E’ partita l’estate 2024 nel litorale Veneziano: “Benvenuto turista d’Italia e del mondo” è l’incipit del video che l’Ulss 3 Serenissima ha realizzato sull’impegno per garantire l’assistenza in emergenza e sanitaria ai villeggianti che giungono nelle città e nelle spiagge del Veneziano.

“Vacanze sicure” è un progetto che l’azienda sanitaria condivide con la Regione Veneto e che, per l’edizione 2024, consiste in uno sforzo economico di poco meno di un milione e 700mila euro d’investimento. Un impegno che quest’anno ha consentito di potenziare personale e strutture, oltre ai servizi.

“Siamo vicini ai territori che nell’estate accolgono milioni di turisti e villeggianti - ha sottolineato il Direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato -. L’obiettivo è garantire a chi arriva nel Veneziano di trovare un sistema che lo accolga con professionalità anche per la sicurezza e l’assistenza medica e sanitaria”. Chioggia, con la sua città d’arte e le spiagge, sta al centro di questo potenziamento dei servizi sanitari.

“Ai due ambulatori medici attivati per la stagione estiva - esordisce il Direttore del Suem118, Andrea Tiozzo, per l’area di Chioggia - si aggiungono quattro punti infermieristici, all’Ascot, allo Stella

Il miglior benvenuto che si possa dare ai turisti

Maris, all’Astoria, e ai Bagni Smeraldo. Presidiamo anche quella spiaggia libera di circa settecento metri ad Isola Verde, che è particolarmente difficile da raggiungere”. Il progetto prevede quest’anno un presidio con l’ambulanza dedicata a Isola Verde. “Fondamentale è la mappatura - ha spiegato il Primario - che ogni anno viene rinnovata sulle spiagge”.

C’è poi la collaborazione con gli operatori del salvamento, la quale ha consentito di ridurre anche in modo significativo il numero dei decessi in spiaggia. “Ci aiutano – ha aggiunto Tiozzo - ad essere efficienti anche i mezzi: è possibile il volo notturno dell’elisoccorso, l’idroambulanza che d’estate sosta a Pellestrina, e i quad per muoverci in velocità sulla sabbia. La novità: le medical e-bike, ad ampia autonomia, dotate di luci stroboscopiche e sirene; a Chioggia sono tra le prime in Italia”.

La formazione per gli operatori è strategica come lo è anche quella fatta a cittadini e villeggianti. A Chioggia e a Sottomarina è pronto il programma di corsi sia di rianimazione cardiopolmonare che di disostruzione pediatrica. Entrano in azione anche i cani addestrati al salvamento.

Estate sicura sul territorio significa anche lotta agli insetti pe-

ricolosi. “Siamo pronti - ha sottolineato la dottoressa Federica Boin - con la lotta all’arbovirosi. Con i comuni, che mappano le aree a rischio, organizziamo i trattamenti larvicidi e, nel caso si presentino casi umani di infezione, avviamo protocolli di trattamento straordinario con larvicidi e adulticidi per la lotta al vettore. Ci impegniamo anche con il Piano caldo per proteggersi dalle ondate di calore”.

Il faro della salute resta comunque l’Ospedale. “Chioggia - ha sottolineato il Dg Contato - è uno dei pochissimi poli turistici che hanno un Ospedale vicinissimo all’area balneare, raggiungibile via acqua, via terra e anche dal cielo, grazie all’elisuperficie. Sono stati potenziati il Pronto Soccorso, i servizi di ambulatorio pediatrico e di specialistica”.

Collaudata è la comunicazione al turista, con l’app “Vacanze Sicure” che mette a disposizione i servizi di emergenza-urgenza, di assistenza e di cura. Si lavora sul fronte della telemedicina che si concretizza in tutte quelle attività di consulenze a distanza, ma anche nell’utilizzo dei visori che, indossati dal personale del Suem118, permettono loro di intervenire, in caso di emergenza, restando in collegamento con la centrale.

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Riabilitazione. Sei appuntamenti da giugno a settembre nel territorio veneto

Le squadre del Dragon boat scendono in acqua

Sono formate da donne operate di tumore al seno che si allenano in questa disciplina particolarmente indicata come attività, riabilitativa psicofisica. Gareggeranno per informare e divulgare all’interno di un progetto regionale

Forza, riscatto, rinascita. Tre parole, un unico obiettivo: riabilitazione!

Dopo l’avvio il 1° giugno a Treviso, l’8 a Mestre (Ve) e il 15 a Bardolino (Vr), una nuova data si è aggiunta – quella del 29 giugno a Padova – alle complessive sei giornate previste per questa iniziativa che fa parte di un progetto della Regione Veneto di promozione del Dragon Boat, in collaborazione con Ugo, l’acronimo di Unite gareggiamo ovunque, le squadre formate da donne operate di tumore al seno, e Lilt.

Il Dragon boat è una canoa con una testa di drago sulla prua, da cui il nome di questa disciplina – di origine cinese - particolarmente indicata come attività riabilitativa psicofisica rivolta alle donne con pregresso tumore al seno. Venti rematori pagaiano al ritmo scandito da un tamburo che si trova a prua dell’imbarcazione mentre a poppa si colloca il timoniere che tiene la direzione. E’ uno sport di squadra che non richiede conoscenze pregresse e può essere praticato da chiunque. In Italia fu praticato per la prima nel 1988 a Roma sul laghetto dell’Eur, mentre i primi campionati del mondo furono in Cina nel 1995. Le gare si svolgono sulle distanze di 200, 500, 1000, 2000 metri. Dal 2016 le Ugo

hanno iniziato a gareggiare, sia in Italia che all’estero, con l’obiettivo di promuovere il loro progetto affinché tutte le donne che hanno avuto la loro esperienza possano conoscere l’attività del Dragon boat e decidere di sperimentarla. Nel 2019 hanno costituito l’Associazione Ugo Unite gareggiamo ovunque Onlus con la mission di promuovere e diffondere i benefici dell’attività fisica, i valori dello sport e la ricerca della salute.

Il progetto regionale è stato approvato alla fine dello scorso anno, Dgr 1390 del 20 novembre 2023, e prevede appunto 6 giornate organizzate nelle diverse province del territorio, in cui momenti di approfondimento con medici e specialisti si alternano all’attività fisica su dragon boat. “È da tempo dimostrato – ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin, in occasione dell’Open Day a Padova – che l’attività fisica praticata regolarmente contribuisca a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore alla mammella, migliori la tollerabilità dei trattamenti e riduca il rischio di ricaduta di malattia dopo una prima diagnosi di tumore operabile”.

In particolare, per le donne sottoposte a linfoadenectomia, che hanno il rischio di sviluppare un linfedema, viene evidenziato che esercizi leggeri di allungamento muscolare (stretching), di mobilità articolare e rinforzo muscolare permettono di ripristinare gradualmente la funzionalità del braccio, facilitando il ritorno linfatico; infatti, se svolti con regolarità, questi esercizi permettono di migliorare i movimenti dell’arto e ridurre il gonfiore.

“Ecco perché assume particolare importanza l’obiettivo regionale di promuovere il movimento tra le donne colpite da tumore al seno, attraverso l’attività sportiva del “Dragon Boat”. Tale disciplina - ha continuato Lanzarin - unisce la ripresa fisica (soprattutto per la riabilitazione del braccio

dal lato dell’intervento chirurgico) con quella psicologica e sociale, in quanto lo spirito di squadra e una sana competizione hanno effetti “terapeutici” molto efficaci di sostegno reciproco nella lotta alla malattia oncologica e per una ripresa della vita dopo la malattia”.

In Italia esistono 52 squadre di Dragon Boat, di cui 9 in Veneto. Le tappe successive dell’iniziativa veneta si svolgeranno il prossimo 7 settembre a Solagna (Vi) e ad Arquà Polesine (Ro). La chiusura si terrà a Bardolino (Vr) il prossimo 14 settembre con la presentazione degli esiti finali del progetto e una competizione tra diverse squadre che si sfi-

APPARENTEMENTE INNOCUE, POSSONO ESSERE UN PERICOLO PER I BAGNANTI

Meduse, come comportarsi in caso di contatto

L’estate è iniziata e sono stati inaugurati anche i primi bagni in mare della stagione, perfetti per godersi un po’ di meritato riposo e un po’ di ristoro nelle giornate di caldo intenso. Tuttavia, è importante essere preparati per eventuali “incontri ravvicinati” con le meduse, organismi marini apparentemente innocui che rappresentano però un pericolo per i bagnanti.

Con le loro punture, infatti, le meduse possono rovinare una perfetta giornata al mare e causare danni, anche permanenti, come cicatrici o macchie sulla pelle. Ma attenzione: con le giuste informazioni si possono affrontare senza panico anche le meduse!

L’Ulss 2 Marca Trevigiana ha fornito nelle sue pagine social alcuni utili consigli per intervenire correttamente in caso di

contatto e continuare a godersi le proprie vacanze estive in piena sicurezza.

Innanzitutto, la prima cosa da fare in caso di contatto è rimanere calmi e cercare di respirare in modo regolare. Se si è vicini alla riva è bene uscire dall’acqua, in caso contrario è opportuno richiamare l’attenzione degli altri bagnanti per farsi aiutare.

Una volta fuori dall’acqua, si legge nell’infografica dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, è prioritario controllare se sono rimasti attaccati frammenti della medusa. Nel caso in cui vi fossero, se è possibile, è opportuno rimuoverli senza toccarli direttamente, ad esempio con una spatola o una tessera di plastica rigida. Si dovrà quindi sciacquare con acqua di mare la zona colpita. Non va usata l’acqua dolce perché

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causerebbe la rottura delle nematocisti ancora intatte e il rilascio di altro liquido urticante.

Per alleviare il dolore sono consigliati impacchi freddi, anche se bisogna evitare che il ghiaccio entri in contatto con la pelle. Va quindi usato un gel astringente per ridurre il prurito e bloccare la diffusione delle tossine. Lo si può trovare in farmacia ed è utilizzato anche per le punture di zanzara. Infine, è consigliabile non esporre al sole la zona colpita, poiché è sensibile è può scurirsi, provocando macchie e cicatrici antiestetiche.

12:30 E 15:30>18:30

Medicina Turistica a Rosolina Mare e Porto Tolle

Due ambulatori e dieci medici per i villeggianti delle spiagge

Medicina turistica, attivi due ambulatori, a Rosolina Mare e a Bonelli di Porto Tolle, riservati ai villeggianti che nel periodo estivo soggiornano nel litorale rodigino.

l

servizio che l’Azienda Ulss 5 Polesana assicura è garantito a tutti i non residenti della località turistica, compresi i cittadini stranieri, secondo le tariffe in vigore.

I residenti nella Regione Veneto possono chiedere il rimborso delle spese sostenute, con domanda presentata presso l’Azienda Ulss di appartenenza, se rientrano nelle seguenti categorie: minori di 12 anni; cittadini di età superiore agli anni 60; lavoratori e studenti dimoranti, per ragioni connesse all’attività lavorativa e di studio, fuori dal proprio domicilio; cittadini portatori di handicap con grado di menomazione superiore all’80% ai fini dell’attività lavorativa.

I residenti in altre Regioni devono rivolgersi alle Aziende Sanitarie di appartenenza per informazioni su eventuali rimborsi.

L’ambulatorio di Rosolina Mare si trova in Viale dei Lauri, 80 e può essere contattato ai numeri telefonici 3474461228 e 042668245. E’ attivo già dal 1° giugno e rimarrà a disposizione dell’utenza fino al prossimo 15 settembre tutti i giorni, compresi i prefestivi ed i festivi, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, con fascia oraria dalle 13.00 alle 15.00 dedicata alle visite domiciliari, salvo le urgenze. In caso di urgenze notturne, dalle 20.00 alle 8.00 del giorno successivo, ci si dovrà rivolgere alla Continuità Assistenziale

di Porto Viro (Ex Guardia Medica) al numero 0425078180.

L’ambulatorio di Bonelli di Porto Tolle, che si trova nel Villaggio “Barricata Holiday Village”, può essere contattato ai numeri telefonici 3334901075 e 0426389930. E’ attivo dal 1° giugno e sarà operativo fino al prossimo 1° settembre solo nei giorni prefestivi e festivi dalle 9.00 - 19.00, con fascia oraria dalle 13.00 alle 15.00 dedicata alle visite domiciliari, salvo le urgenze. In caso di urgenze notturne, dalle 20.00 alle 8.00 del giorno successivo, ci si dovrà rivolgere alla Continuità Assistenziale di Porto Tolle (Ex Guardia Medica) al numero 0425078160.

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Psicologia

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ARIETE BILANCIA

E’ tempo di fare selezione tra le persone che vi circondano e dedicarvi soltanto a chi tiene veramente a voi. Si chiudono certe porte per fare spazio a nuovi incontri.

TORO

Luglio è il mese della leggerezza e dell’allegria. Vi siete a lungo sacrificati e concentrati sui vostri progetti ed i vostri impegni, ora concedetevi un divertente riposo.

GEMELLI

Non ve lo aspettavate così presto ma probabilmente i tempi sono maturi per dare una svolta alle vostre giornate ed intraprendere nuove strade che sapranno condurvi dove desiderate.

CANCRO

Dopo tante premesse, è forse giunto il momento di arrivare alla conclusione. Prendete senza rimpianti le decisioni che a lungo avete rimandato e siate fiduciosi.

LEONE

Non potete ancora prendervi il lusso di fermarvi ma avete l’opportunità di rallentare la corsa per rimettervi informa. Importanti novità vi aspettano nella prossima stagione.

Un incontro inaspettato potrebbe sconvolgere il vostro proverbiale equilibrio ma vi piacerà misurarvi su un terreno sconosciuto e apprezzerete anche l’arte di improvvisare.

Luglio

Luglio, un’esplosione di vitalità

Sintonizzati sul futuro.

Approfittate dell’estate per dedicarvi ai vostri interessi e fate cose diverse dalla solita routine quotidiana: un cambio di passo vi restituirà entusiasmo ed energia.

SCORPIONE

Siete alla ricerca di un nuovo approccio alla vita, più saggio e pacato, più disincantato e sereno. Una persona che vi è molto vicino potrebbe aiutarvi a trovare Uno sguardo positivo.

SAGITTARIO

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Manca solo l’ultimo quiz, quello finale, per arrivare al traguardo. Avete condotto la gara con maestria non cedete nell’ultimo metro. Il premio è vicino.

feli cità

Dolce far niente: è il programma che vi siete dati dopo un anno di dura fatica, grandi prove e importanti traguardi da raggiungere. La battaglia è finita, ora è il tempo del riposo del guerriero.

ACQUARIO

Giorno dopo giorno si chiariscono tutti i dubbi e le situazioni ambigue lasciano lo spazio alle certezze; finalmente potete vederci chiaro e il futuro vi sorride.

Dovrete coltivare ancora per un po’ l’arte della pazienza per riuscire a realizzare i vostri sogni. Ancora qualche sacrificio e nuove prove vi attendono. Ma voi siete caparbi e non mollate la presa.

“Non
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