Nell’affollata galleria di immagini su alluvioni e disastri naturali di vario genere, alla quale contribuisce in buona parte anche il nostro Veneto, hanno trovato posto le terribili istantanee e sequenze rimbalzate quasi in tempo reale da Valencia. L’onda di acqua e fango che travolge una città intera e che non lascia scampo a centinaia di persone ci annichilisce e ci spaventa, non solo per le drammatiche conseguenze ma anche perché solleva in noi una domanda: “Ma questo, potrebbe accadere anche da noi?”. A rispondere ci penseranno gli esperti e gli addetti ai lavori, pur consapevoli che gli effetti dei cambiamenti climatici, al di là delle contrapposte posizioni, tendono sempre ad alzare l’asticella della nostra percezione di ciò che viene definito “straordinario”. Negli ultimi anni, questo è un dato di fatto, gli eventi estremi si sono moltiplicati, la quantità d’acqua che cade dal cielo è via via cresciuta e i tempi si sono accorciati, i chicchi di grandine si sono fatti sempre più grossi e distruttivi, i periodi di siccità più lunghi e ravvicinati. Prima della Spagna c’è stata l’Emilia Romagna, con i vasti e ripetuti allagamenti, e anche nel nostro Veneto facciamo spesso i conti con la fragilità dei nostri centri urbani, dei nostri territori sempre più cementificati, della rete di scolo che non regge.
segue a pag 3
TUTTI CHIAMATI IN CAUSA”
Intervista ad Alessandra Simone, da un mese alla guida della Questura di Treviso, che illustra il suo progetto per la città: prevenire, dialogare, sensibilizzare e fare rete con il territorio
Servizio a pag. 4
Sicurezza
LE SFIDE DEL VENETO, GLI ASSESSORI RISPONDONO
Federico Caner e Cristiano Corazzari ospiti a Radio Veneto24 fanno il punto su turismo, agricoltura, edilizia residenziale
AUTONOMIA, ANCORA SCONTRO
TRA LE FORZE IN CAMPO
Sette anni dopo il referendum in Veneto prosegue il cammino per definire le competenze in capo alle Regioni Il dibattito
LDifendere l’identità veneta per guardare al futuro
Luca Zaia
Governatore Regione Veneto
’identità del Veneto non è solo la celebrazione di un passato straordinario: è la spinta propulsiva per il nostro futuro culturale ed economico. Pensate ai Colli Euganei appena riconosciuti dall’UNESCO: un patrimonio che non rappresenta solo una bellezza naturale, ma una promessa di crescita sostenibile e innovativa, capace di attrarre turismo e investimenti. segue a pag 3
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LTreviso, quel green che è un po’ meno green
’ultimo rapporto nazionale annuale “Ecosistema urbano “ di Legambiente, pubblicato a fine ottobre, conferma che Treviso è la prima città capoluogo del Veneto per performance ambientali. La sesta in Italia. “Mi riempie di orgoglio. Avanti così”, ha commentato il sindaco Mario Conte sui social, aggiungendoci l’emoji con il bicipite. Giustamente. Ma a fare le pulci al risultato ci ha immediatamente pensato Legambiente Treviso, facendo notare come, a livello nazionale, la città abbia perso due posizioni rispetto alla classifica precedente, quando occupava il quarto posto. Che cosa ha fatto un po’ sbiadire il green cittadino? Non certo i rifiuti, considerato che i dati della raccolta differenziata non solo sono ottimi (secondo posto assoluto) ma sono addirittura migliorati e “Contarina – afferma Legambiente – è uno dei modelli di riferimento a livello nazionale”. E nemmeno le piste ciclabili, dato anche questo al top per chilometraggio, nonostante le critiche di Coalizione Civica secondo cui si tratta solo di una striscia gialla sull’asfalto che non garantisce la sicurezza dei ciclisti. Mentre migliora la questione rete fognaria (difficile non inciampare nella moltitudine di cantieri aperti da Ats), a far retrocedere nella classifica sono il trasporto pubblico e la qualità dell’aria. Aspetti su cui il primo cittadino ammettere che “bisogna ancora lavorare” e che “rappresentano le priorità dei prossimi anni”. Ma Legambiente aggiunge qualche carico pesante. L’aeroporto, la tutela delle zone umide, la gestione del traffico veicolare, “utili a migliorare la qualità dell’aria”. E a proposito di traffico, l’occasione è più che ghiotta per dire no alla realizzazione della terza corsia del Put che, seppur dedicata ai bus, genererebbe ulteriore traffico e consumerebbe ulteriore suolo. Su una cosa Legambiente e Conte per una volta concordano: il ragionamento in termini di sostenibilità per Treviso non può limitarsi al perimetro comunale. Sarebbe arrivata l’ora di condividere politiche (virtuose o meno) e ragionamenti futuri con un’area vasta.
Sara Salin
Difendere l’identità veneta per guardare al futuro
E non dimentichiamo le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Venezia, le Dolomiti, o le opere palladiane di Vicenza. Questi luoghi fanno del Veneto una regione da record per siti UNESCO, una terra unica che combina natura, cultura e architettura. La nostra forza è un’identità vibrante, che unisce tradizione e modernità, dalle produzioni artigianali che sono emblema del “saper fare” italiano, fino alla nostra capacità di fare impresa, da sempre motore economico del Paese. Il turismo nel Veneto, con un trend di crescita costante, si intreccia con la nostra tradizione enogastronomica e artigianale, offrendo un’esperienza unica che valorizza il territorio. Oggi più che mai, è fondamentale proteggere e valorizzare questa identità, anche attraverso strumenti come l’autonomia differenziata. Questa non è una riforma solo per il Veneto, ma un nuovo modo di gestire le risorse in modo più efficace, rispondendo meglio ai bisogni locali e promuovendo il potenziale di ogni regione. In un contesto globale incerto, l’autonomia è una chiave per moltiplicare le opportunità, garantendo che le eccellenze venete siano sostenute e che le nostre tradizioni siano un trampolino di lancio per l’innovazione. Siamo pronti a guardare avanti, con i piedi ben radicati nella nostra storia e lo sguardo deciso verso un futuro in continua evoluzione.
Il rischio c’è, anche se non ci pensiamo
Nicola Stievano
>direttore@givemotions.it<
Per Legambiente la città è primo capoluogo veneto per performance ambientali
L’evento “eccezionale” ormai è un fenomeno sempre più ricorrente, con il quale fare i conti. Certo, i drammi del passato ci hanno spinto a reagire e a mettere in campo opere e iniziative per rendere più sicuro il nostro territorio. Dalle alluvioni del 2010 qualcosa è cambiato, in meglio, ma che questo possa bastare è una pia illusione. Il rischio c’è, anche se non vorremmo pensarci. Ma ce ne rendiamo conto ormai quasi ad ogni perturbazione. Accanto alle grandi opere come i bacini di laminazione, necessarie per raccogliere subito l’acqua in eccesso, gli esperti ricordano che va garantita anche una manutenzione costante e capillare, per tenere viva la nostra rete di scolo e tenere all’asciutto zone residenziali e industriali. A questo servono i Consorzi di Bonifica, realtà poco conosciute al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori e del mondo agricolo. A metà dicembre tutti i proprietari di terreni e abitazioni della nostra regione saranno chiamati al voto per il rinnovo dei consorzi. Cinque anni fa ci andarono in pochi, invece sono in ballo temi e decisioni che riguardano molti.
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Luca Zaia Governatore Regione Veneto
L’intervista. La lettura della situazione e gli obiettivi di Alessandra Simone, a capo della Questura di Treviso
“Baby-gang? Ci sono solo giovani che abbiamo il dovere morale di recuperare e rieducare”
La prevenzione, il dialogo e la sensibilizzazione sono punti fermi per la nuova questora, che vuole entrare nelle scuole e aprire le porte alle iniziative che le nuove generazioni propongono
Sulla violenza di genere: “Non voltiamo la testa, è un problema di tutti. Si tratta di salvare vite”
Prevenire, dialogare, sensibilizzare, fare rete. Sono i punti fermi nei quali Alessandra Simone, dal primo ottobre alla guida della Questura di Treviso, crede. È forte di una lunga esperienza – ha diretto la sezione reati contro la persona della squadra mobile e della divisione anticrimine di Milano e negli anni si è impegnata nella lotta contro la violenza di genere e gli abusi sui minori ideando il protocollo “Eva” per intervenire sui maltrattamenti in famiglia e il protocollo “Zeus” per introdurre l’ingiunzione trattamentale nei decreti di ammonimento per stalking e maltrattamenti al fine di ridurre il rischio di recidiva – che trasferirà nel suo nuovo incarico.
Dottoressa Simone, in questo primo mese a Treviso ha già avuto modo di incontrare tutte le istituzioni. Che idea si è fatta della città?
“Dal mio punto di vista è una città dinamica. Sicuramente al passo con i tempi, con un’economia fiorente e un tessuto sociale, ricco di belle professionalità, che interagisce anche con le forze dell’ordine e chiede sicurezza”,
Una città esigente…
“Direi attenta. Forse anche preoccupata. Ecco perché il
mio primo obiettivo è arrivare a una comunicazione corretta, perché tante volte le notizie hanno dei toni che non ricalcano l’effettiva valenza dei fatti e l’effettiva realtà. Di conseguenza la città è giustamente preoccupata”.
I dati del Viminale raccontano che i reati sono in calo, ma gli episodi degli ultimi mesi hanno influito sulla percezione della sicurezza. Come intende agire?
“Raccontando esattamente come sono i fatti. Qui si parla di baby-gang, ma non lo sono. Conosco il fenomeno perché l’ho affrontato a Milano. Le baby-gang sono un’altra cosa, sono un fenomeno preoccupante. Qui ci sono aggregazioni spontanee momentanee di ragazzini che si uniscono per avere la meglio sul coetaneo. Certo, sono situazioni che vanno affrontate, evitate, bloccate”.
Come?
“Con la prevenzione. Si tratta prima di tutto di giovani, quindi di persone che dobbiamo assolutamente recuperare e rieducare. Obbligo morale della società è agire sul fronte della rieducazione con tutti gli strumenti a disposizione e con tutti gli attori istituzionali e non, a partire dalla famiglia e
dalla scuola, che sono baluardi fondamentali. Fare il bene dei giovani significa fare tutti insieme un’azione sinergica e famiglia e scuola sono i primi a dover agire bene”.
Quali azioni ha in programma?
“Entrare nelle scuole e avere colloqui diretti. Parlare con i giovani e far capire loro che siamo dalla loro parte. Perché al punto in cui siamo, in questo momento di grande incertezza nel quale una pandemia globale ci ha resi più insicuri, siamo responsabili della società che consegneremo ai giovani. Noi adulti dobbiamo innanzitutto preoccuparci di essere all’altezza della situazione e non che non lo siano i giovani. Troppo facile dire che delinquono e sono aggressivi, se non riusciamo a trovare un sistema per convincerli che con quel comportamento non si arriva da nessuna parte. Quando dobbiamo arrestare un mi-
norenne non siamo contenti, è una sconfitta per tutti”.
Ha incontrato il sindaco, ne avete parlato?
“È molto proattivo. Con i giovani è diretto, ha quell’approccio che forse tutte noi istituzioni dobbiamo avere. Non dobbiamo far sentire la distanza, ma far capire ai ragazzi che anche le porte della Questura sono aperte per tutte le iniziative che hanno voglia di sperimentare e proporre. Noi ci siamo”.
Il sindaco ha chiesto anche più presidi delle forze dell’ordine. Secondo lei servono?
“Non serve l’esercito a presidiare una città che è tutto sommato tranquilla. Servono presidi finalizzati al contrasto del malessere dei giovani e quindi le nostre pattuglie hanno un approccio costruttivo e di dialogo”.
Siamo alla vigilia del 25 novembre. Cosa può e deve fare la comunità per combattere
la violenza di genere?
“Capire che la violenza di genere è un problema di tutti noi, che non possiamo voltare la testa dall’altra parte di fronte a situazioni che riteniamo affari di famiglia. Ricordiamoci che la violenza di genere è spalmata sul territorio e ci è molto vicina. Grazie a uno strumento di prevenzione come l’ammonimento del questore, chiunque può venire nei nostri uffici e segnalare situazioni di violenza di genere con la garanzia dell’anonimato. Senza la collaborazione della comunità non arriviamo da nessuna parte. Anzi ci arriviamo, ma quando il fenomeno si è incancrenito in un’escalation di violenza che purtroppo dai maltrattamenti conduce al femminicidio. Non sono problemi degli altri, non invadiamo la sfera privata del nostro vicino o facciamo gossip. Si tratta di salvare vite”.
Sara Salin
di Virginio De Biasi
Alessandra Simone con le componenti della Commissione Pari Opportunità
“Lagoon Nativity” in laguna più lungo d’Europa
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Visibile lungo gli 8 km dell’incantevole pista ciclopedonale a sbalzo
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mirabile dagli 8 km della pista ciclopedonale a sbalzo sulla laguna più lunga
Borgo di Lio Piccolo nimo borgo del XVIII secolo.
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Anche quest’anno il , Daniel Marangon Goretti, proporrà il suo incantevole “Villaggio di Natale” Giunto alla decima edizione, dal 2021 è ospitato in uno spazio pubblico messo a disposizione dall’Amministrazione comunale, quello del Centro Culturale Manin. L’allestimento, con addobbi, vestiti e accessori della collezione privata di Marangon Goretti, si estenderà su 260 mq. A ogni edizione il villaggio è ispirato a un tema: in questa sarà Cenerentola. Proiettandoci al nuovo anno, il 2025 si aprirà con il tradizionale, e sempre apprezzatissimo, concerto di Capodanno, organizzato dal
fare comunità, per stare assieme, divertendosi», commenta il sindaco Roberta Nesto, «Cultura e attività di aggregazione sono elementi che fanno comunità e sui quali continuiamo ad investire. La comunità sta dimostrando di voler mantenere vive le nostre radici, le nostre tradizioni e i valori che il presepe rappresenta. Siamo conosciuti e riconosciuti per essere la prima spiaggia d’Italia e del Veneto ma oltre al turismo, la forza della destinazione è la comunità locale che ha saputo negli anni rafforzare il concetto di rete, assieme all’istituzione, puntando ad una crescita collettiva e alla valorizzazione delle tradizioni e delle nostre radici».
La violenza di genere
I progetti. Prevenzione e sostegno sono gli obiettivi delle iniziative in città e in provincia
Change, due anni di laboratori mirati
In via Dalmazia un luogo per il supporto
La prevenzione prima di tutto, per un cambio di paradigma che sia culturale e continuativo. Prevenire ma anche sostenere. Sono questi gli obiettivi delle iniziative portate avanti o appena avviate in città e in provincia per prevenire e combattere la violenza di genere.
Come il progetto europeo Change, che si è appena concluso a Treviso dopo due anni di percorsi con laboratori per bambine, bambini e giovani, con la formazione per professionisti e operatori, con la realizzazione di nuovi servizi e soprattutto un focus sugli uomini che agiscono la violenza. Con lo scopo di creare reti territoriali multi agenzia che possono arricchire la filiera dei servizi sociosanitari di riferimento. Il progetto ha coinvolto la città e i comuni della Sinistra Piave, oltre ai territori di Pordenone e Gorizia, con capofila la cooperativa Itaca e una ricca rete di partner (Ulss
2, Comune di Treviso, Centro ascolto uomini maltrattanti, cooperativa sociale Una casa per l’uomo, Fondazione di comunità Sinistra Piave).
E proprio per supportare le vittime di violenza – da quella domestica alla violenza di genere, dalle liti di condominio a quelle scolastiche, fino alla violenza subita con scippi e truffe – è stato aperto in via Dalmazia a Treviso un centro di aiuto. Un lavoro in rete – mutuato sull’esperienza già avviata in precedenza nelle altre province del Veneto – che vede l’impegno della Regione,
del Comune, del ministero della Giustizia e dell’Unione Comuni della Marca occidentale, mettendo a frutto i progetti delle cooperative Kirikù, Ceis, La Esse e Una casa per l’uomo, quelli di Re-Agire e You-be Hub. Un luogo (in via Dalmazia 17 si viene ricevuti previo appuntamento via mail a centrovittimetv@gmail. com o telefonico al numero 3282859689) nel quale trovare consigli, per se stessi e per la propria famiglia, su come comportarsi dal punto di vista pratico e su come reagire emotivamente.
Con “Fianco a Fianco” una raccolta fondi a favore del Cav
Il Centro antiviolenza delle donne libere di Quinto di Treviso ha lanciato la raccolta fondi “Fianco a Fianco” per consentire di aumentare la capacità di presa in carico da parte del Cav attraverso la possibilità di fornire tempestivamente protezione, accoglienza, orientamento e consulenza specialistica. La campagna – promossa dalla cooperativa La Esse di Treviso e da Domus Nostra di Quinto, che gestiscono il Centro, in collaborazione con il Comune e la parrocchia di Quinto, le associazioni San Cassiano e Casa Respiro, CentroMarca Banca – prevede la possibilità di donazioni libere o di donazioni con importo fisso (per informazioni www.laesse.org). Tutte le donazioni saranno ricompensate da gadget che potranno essere ritirati direttamente al Centro oppure sabato 23 novembre a Casa Respiro di Morgano in occasione dello spettacolo “(Non) Vorrei essere amata così”.
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La violenza di genere
L’esperienza. Parla Laura Sartori, coordinatrice del Centro Antiviolenza delle donne libere di Quinto
“Per uscirne ci vuole forza, il coraggio non basta e anche la comunità deve riconoscere i segnali”
“Per uscire dalla violenza di genere ci vuole forza. Non è come correre i cento metri piani, è una maratona che inizia al momento della denuncia. E il coraggio non basta. Serve tanta resistenza”. A dirlo è Laura Sartori, psicologa e psicoterapeuta della cooperativa La Esse. Coordina il Centro Antiviolenza delle donne libere di Quinto di Treviso, che si rivolge a tutte le donne che vivono situazioni di violenza o maltrattamenti, aiutandole a rompere l’isolamento e a costruire un percorso di sostegno verso l’autonomia.
Il Centro di Quinto accoglie, fa consulenza legale e psicologica, accompagna all’inserimento lavorativo, fa mediazione linguistico-culturale e
ducatrice e un’assistente sociale). Dall’apertura a settembre scorso sono 614 le persone che hanno chiesto aiuto e sono stati avviati 285 progetti di uscita dalla violenza. Numeri in crescita, specie quelli delle richieste, raddoppiate dal 2022 al 2023 e arrivate, oltre che dal capoluogo (18,6%), dall’hinterland, dal resto della provincia e oltre, considerato che i Cav non hanno un referato territoriale. Ogni numero è una donna. Dietro ogni donna c’è una storia. E ogni storia è un mondo diverso dall’altro. Mondi che spesso sono vicini alle nostre vite molto più di quanto immaginiamo. “In coerenza con i dati nazionali e mondiali, anche nel nostro territorio la violenza di genere è trasversale
sono donne che arrivano al Centro e, pur lavorando, non sono intestatarie di un conto corrente “perché lui non ha voluto”. Donne che lavorano e mettono lo stipendio nel conto comune ma non hanno un bancomat e la spesa la fa solo lui. “Questa è violenza”, afferma Sartori.
È passato un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin a Vigonovo, quasi un anno da quello di Vanessa Ballan a Riese Pio X. “Due femminicidi che, uniti al raddoppio delle richieste al nostro Centro, per noi sono stati un motore. Vorremmo che non capitasse mai, ma da allora viviamo con la consapevolezza di dover essere pronte. Per questo – racconta Sartori – è nato il progetto ‘Fianco a Fianco’,
soprattutto offre un supporto concreto nelle situazioni di pericolo e in caso di necessità di allontanamento immediato da casa. Poi ci sono l’ascolto telefonico, i percorsi di gruppo, il sostegno alla genitorialità e le attività di formazione e di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza. “È un lavoro altamente specialistico che attiva una rete e i numeri dimostrano che in questi anni abbiamo lavorato molto bene con i servizi sociali dei comuni e con gli altri soggetti del territorio”, spiega Sartori. Inaugurato in pieno lockdown nel marzo 2020, oggi il Centro è gestito in tutto da quattro operatrici (ci sono una seconda psicologa, un’e-
alla società. Incontriamo donne laureate, donne con una posizione sociale, infermiere, commercialiste, psicologhe”, racconta Laura Sartori, che spiega come “a fare più fatica ad ammettere di avere un problema e arrivare a chiedere aiuto è chi è vittima di violenza psicologica oppure chi al proprio fianco ha un uomo potente, uno di quelli che tutti pensano che è impossibile sia un violento”. Solo che nessuno sa davvero quello che può succedere all’interno delle mura domestiche. Ci sono donne che non lasciano il marito violento perché hanno un potere economico inferiore e con una separazione diventerebbe tutto più difficile. Ci
per sensibilizzare il territorio e le persone sul fatto che la violenza di genere non è qualcosa di distante da noi. Certo, ci sono i centri antiviolenza e le istituzioni, ma ci deve essere anche la comunità, che deve poter avere gli strumenti per riconoscere i campanelli d’allarme e poter essere di sostegno a una donna vittima di violenza. Perché dalla violenza una donna non esce da sola. A quei femminicidi abbiamo reagito così, trasformando il dolore in progetti. Sono stati momenti di riflessione che ci hanno dato la forza di essere più presenti nel territorio, per farci conoscere di più e per lavorare insieme”. Sara Salin
Aperto nel 2020, ha numeri in crescita costante che in quattro anni hanno visto un totale di 614 richieste di aiuto e 285 progetti di uscita dalla violenza arrivati da tutta la provincia e oltre: il 18,6% dei casi è del capoluogo
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Treviso e Ca’ Foscari insieme per capire come realizzare le aree verdi del futuro
Le aree verdi possono contribuire a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici, oltre che sulla qualità della vita delle persone, anche sui beni culturali? E come vanno realizzate le aree verdi del futuro, perché siano al contempo portatrici di benefici ma anche sostenibili dal punto di vista economico? Ancora: quali sono le specie arboree che necessitano di una minore gestione e sono più adattabili a condizioni climatiche sempre meno prevedibili? Le risposte le stanno cercando a Treviso gli esperti di Ca’ Foscari del dipartimento di Scienze ambientali, informatica e statistica. Assieme al Comune hanno avviato una collaborazione che si chiama “Atlas”: fino al 2027 saranno studiati gli scenari che collegano il patrimonio storico e artistico alle aree verdi, con l’obiettivo di preparare le città storiche ad affrontare gli scenari climatici che si stanno prospettando. Un progetto finanziato dall’Europa che vede la partecipazione, oltre che di Treviso (Green Leaf 2025), di Valencia (Green Capital 2024), Grenoble (Green Capital 2022) e Antequera.
“Si tratta di siti importanti per la salvaguardia della biodiversità. In più Treviso è un comune speciale nell’ambito della pianura veneta, perché coniuga un grande patrimonio culturale con la presenza di aree verdi che, a causa dei cambiamenti climatici, costituiscono un alleato di questo patrimonio ma possono anche portare a un suo deterioramento”, spiega il coordinatore del progetto, il botanico Edy Fantinato, il quale fa sapere che nei parchi urbani di Treviso crescano circa cento specie erbacee spontanee, grazie anche alla presenza del Sile, fiume che funge da vero e proprio corridoio ecologico. Alcune di queste specie sono a rischio estinzione. “Le aree verdi della città – aggiunge il coordinatore del progetto –non sono importanti solo per i servizi ecosistemici, perché raffrescano gli edifici e potenzialmente contribuiscono alla conservazione dei beni cultu-
rali, ma anche alla conservazione della biodiversità”.
Fatto salvo che le aree verdi creano isole di freschezza e sono una soluzione per il benessere della cittadinanza, per capire quali sono le specie che richiedono una minore manutenzione (tradotto, costano meno alle casse comunali) e allo stesso tempo creano meno danni alle facciate degli edifici storici lo studio parte con una mappatura dello stato di conservazione dell’esistente per poi verificare nel corso della durata del progetto come cambia
la situazione dal punto di vista morfologico e del deposito dei materiali durante le quattro stagioni dell’anno. “Arriveremo a formulare una valutazione di impatto delle aree verdi sulle superfici architettoniche di pregio e a selezionare le specie che riducono sia l’impatto che i costi di manutenzione”, afferma Elisabetta Zendri, docente di fisica dell’ambiente e dei beni culturali. Il monitoraggio sarà fatto a Santa Caterina, al Bailo e al Campus di Treviso dell’Università di Ca’ Foscari. Saranno usati metodi di cam-
pionamento non invasivo, come fotografie microscopiche, tecniche spettrofotometriche e immagini satellitari
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per ottenere anche dati sulla qualità dell’aria delle aree analizzate.
Sara Salin
Un milione di euro dalla Provincia per nuovi polmoni verdi
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Saranno risparmiate 55 tonnellate di CO2 ogni anno grazie ai progetti cofinanziati dalla Provincia di Treviso nell’ambito del bando per la riqualificazione delle aree verdi nei comuni. Sono 33 (in 20 comuni) gli interventi che si sono aggiudicati il contributo totale di un milione di euro per la realizzazione di buone prassi per mitigare gli eventi atmosferici estremi legati al cambiamento climatico, per favorire l’ampliamento delle aree verdi presenti nei centri urbani e per mettere a terra azioni strategiche a beneficio della comunità e del territorio. Eventi estremi che ormai coinvolgono sempre più spesso la Marca e che, oltre a interventi di messa in sicurezza, necessitano “su opere che, a monte, possono prevenire le conseguenze spesso catastrofiche di alluvioni e grandinate, come ampliare i polmoni verdi che riducono le emissioni di CO2”, spiega il presidente Stefano Marcon. All’illustrazione dei progetti finanziati ha presenziato l’assessore regionale all’ambiente, clima, protezione civile e dissesto idrogeologico Gianpaolo Bottacin, che ha definito l’iniziativa “tanti piccoli passi nel verso giusto” per mitigare i cambiamenti climatici.
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Il progetto. Firmato l’accordo di programma per la variante urbanistica, cantiere al via in primavera
Camera di Commercio riqualificata
Nascerà la Cittadella dell’impresa
L’intervento di valorizzazione riguarderà l’edificio sede dell’ente, ma anche la rigenerazione urbana di tutto il quadrante di Piazza della Borsa
Obiettivo principale è il mantenimento in centro di un presidio dei servizi a cittadini e imprese
L a firma sull’ultimo passaggio formale è stata messa. Sigla l’accordo di programma con il Comune per la variante al Piano degli interventi, riconoscendo che la riqualificazione e la valorizzazione della Camera di Commercio di Treviso Belluno Dolomiti è di pubblico interesse. È soprattutto un impegno, da parte del presidente Mario Pozza, a mantenere l’ente camerale in Piazza della Borsa. Con grande sollievo di Ca’ Sugana, che ha così scongiurato la creazione di un buco nero nel cuore della città. Ora non resta che il passo successivo: affidare i lavori e far partire il cantiere. Questione di pochi mesi. Lo storico edificio ha il bisogno urgente di essere rimesso a nuovo, più che dal punto di vista estetico da quello strutturale e di rispondenza alle normative. E la Camera di Commercio ha bisogno di una sede moderna con spazi idonei. Soprattutto c’è la necessità che l’ente sia inserito in un contesto urbano trasformato e restituito alla città, libero dal degrado e accessibile alla cittadinanza. Ecco allora che il progetto va oltre la riqualificazione e diventa ambizioso, coinvolgendo
l’intero quadrante. Nascerà quella che il sindaco Mario Conte chiama la Cittadella dell’impresa, grazie alla realizzazione di una serie di servizi accessori che hanno come obiettivo favorire la vivacità ma anche la residenzialità.
Nel dettaglio, le facciate moderne saranno mantenute ma “arricchite” di strutture resistenti ai terremoti, mentre gli spazi interni saranno tutti demoliti e rifatti. Sarà completato il quarto piano, dove sorgerà un giardino pensile e un locale commerciale – in un quinto piano panoramico –per la somministrazione di alimenti e bevande. Il progetto prevede poi il recupero e la riqualificazione del complesso antico lungo via Fiumicelli, soggetto a vincolo monumentale.
Un’operazione urbanistica che Andrea De Checchi, assessore comunale di riferimento, definisce “in controtendenza rispetto a principi di delocalizzazione che hanno caratterizzato il passato, perché attraverso il forte radicamento di uffici di queste dimensioni in città si raggiunge l’obiettivo della rigenerazione urbana”. Insomma, un radicale dietrofront culturale rispet-
to all’operazione – targata sempre centrodestra – che nello scorso decennio portò alla nascita della Cittadella delle istituzioni all’Appiani, con il trasferimento di
tutti i principali servizi e lo svuotamento degli uffici del centro storico. Nel 2019 la stessa sorte (ovvero il trasferimento all’Appiani) sembrava proprio dovesse
toccare pure alla Camera di Commercio, che aveva già stipulato un contratto con Fondazione Cassamarca per i locali. Due anni fa la decisione di restare.
Comune, Confcommercio e Confedilizia presentano un pacchetto di iniziative
Centro storico (ma anche quartieri) sempre più a vetrine spente e serrande abbassate. Chiusure a ripetizione che stanno svuotando la città del commercio e la cui causa è stata unanimemente identificata negli affitti troppo cari da parte dei proprietari dei locali. Per provare a frenare l’emorragia, è stato siglato un accordo fra Confcommercio, Confedilizia e Comune per aiutare le imprese ad aprire nuove attività nei negozi sfitti. L’iniziativa prevede campagne di sensibilizzazioni che avvicinino i proprietari e i potenziali inquilini sulle opportunità di affitto, la promozione di catene di valore corte che avvicini-
no produzione e consumo, l’accesso al credito grazie alla collaborazione con le banche, corsi di formazione e consulenza, attenzione alle attività a conduzione femminile e giovanile, la creazione di uno sportello dedicato, l’esenzione SUAP per le nuove aperture in locali sfitti, agevolazioni IMU.
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Provincia
di Treviso. Ecco tutte le deleghe assegnate dal presidente Stefano Marcon
Bilancio, patrimonio, cultura e turismo
A Borsato e Acampora deleghe che
I due consiglieri
comunali di Treviso (Lega e Fdi) si occuperanno anche del Parco dello Storga e di biblioteche
I
n occasione della prima seduta del nuovo consiglio provinciale (rinnovato con le elezioni del 29 settembre), il presidente Stefano Marcon ha reso note le deleghe per il prossimo biennio. “Sono contento, ho trovato disponibilità e supporto da parte di tutte le consigliere e di tutti i consiglieri che mi affiancheranno per esercitare le funzioni dell’ente”, ha commentato il numero uno del Sant’Artemio, aggiungendo di essere in attesa che le Province “vengano finalmente riformate”, perché “in un’ottica di regio-
nalismo differenziato credo che rappresentino l’ente intermedio che dà risposte dirette alla comunità”.
Marcon ha nominato due vicepresidenti: Roberto Fava (con delega al progetto “Guida Sicura”) e Fabio Maggio (innovazione digitale e sistemi informativi). A Claudio Sartor vanno viabilità, urbanistica, pianificazione territoriale e tutela del paesaggio; a Diego Zanchetta ambiente, trasporti, agricoltura, caccia, pesca e polizia provinciale; a Giorgio Bredariol sociale, volontariato e associazionismo; a Roberto Borsato (consigliere leghista a Treviso) il bilancio, il patrimonio e il Parco dello Storga; a Olga Rilampa le pari opportunità, il contrasto alla violenza di genere e le politiche di inclusione; a Valeria Salvati transizione energetica e promozione delle energie rinnovabili;
a Raffaele Freda l’edilizia scolastica; a Davide Acampora (consigliere di Fratelli d’Italia a Treviso) cultura, turismo e biblioteche; a Frediano Brotto la protezione civile; a Paola Chies lo sport; a Matteo Bellinato politiche giovanili e progetti europei. Marcon ha tenuto per sé le deleghe al personale, alle relazioni
istituzionali, alla comunicazione, al legale e contenzioso e ai servizi ai comuni.
Sempre in occasione del primo consiglio provinciale sono stati designati Roberto Fava e Pietro Dal Zotto come rappresentati della Marca all’assemblea generale di UPI (Unione province italiane), Fabio Maggio, Roberto Borsato e
Giulia Zangrando faranno parte dell’assemblea generale dell’UPI del Veneto; per il Consorzio di bonifica Brenta è stato designato Frediano Brotto, a quello delle Acque Risorgive Sebastiano Sartoretto, al Consorzio di bonifica Piave Claudio Sartor e infine a quello del Veneto Orientale Paola Chies.
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La cultura e gli eventi
Il festival. Nel mese di novembre all’auditorium di Sant’Artemio sei gli appuntamenti in programma
Vent’anni di VivaVoce, la kermesse ha scritto la storia della musica a cappella
Il festival della musica a cappella compie vent’anni, incoronando a ragione Treviso una delle capitali mondiali di questa disciplina artistica. “VivaVoce” senza alcun dubbio ne ha tracciato la storia italiana, tanto da aver ottenuto il riconoscimento del Ministero della Cultura. Organizzata dall’associazione culturale VenetoCoro con la direzione artistica di Andrea Trevisi, la manifestazione è pronta a portare in città i più grandi nomi e le più acclamate band nazionali e internazionali: dal 9 al 30 novembre la kermesse sarà ospitata all’auditorium Sant’Artemio, sede della Provincia, che la sostiene assieme al Comune di Treviso, alla Regione del Veneto e a CentroMarca Banca.
Lo show si aprirà con un gala in programma sabato 9 novembre alle 20.45 e proseguirà tutti i sabati del mese con due concerti per data. I primi a esibirsi saranno gli “Anúna”, conosciuti come il “Coro della Repubblica d’Irlanda”, proprio perché sono l’emblema della tradizione musicale dell’isola, con un genere celtico che coniuga mitologia, filosofia e paesaggi da sogno. Artisti talmente apprezzati e attesi dal pubblico che, eccezionalmente, si esibiranno non all’auditorium ma nel foyer della Pro-
vincia. Tra l’altro questa sarà l’unica data italiana e l’ultima europea prima della partenza per un lungo tour in Giappone. Si continuerà il 16 novembre con il primo appuntamento con “A Cappella Night”. Protagonisti saranno alle 17.45 “SeiOttavi”, voci palermitane famose per la loro partecipazione a programmi in radio e in tivù. Seguirà alle 20.45 l’esibizione degli olandesi “iNtrmzzo”, che proporranno il loro repertorio innovativo, in un mix di musica, teatro e comicità.
Il secondo “A Cappella Night” è fissato per il 23 novembre, quando saliranno sul palco prima (alle 17.45) i tedeschi “Quintense”, considerati i talenti più promettenti a livello internazionale nel panorama pop a cappella; a seguire il quintetto spagnolo “B Vocal”,
forte dei suoi oltre 25 anni di carriera e decine di premi conquistati grazie alla combinazione travolgente di humor, teatro, flamenco e latino-americano.
Il gran finale di sabato 30 novembre sarà affidato alla Germania, paese di provenienza dei “Maybebop”, gruppo che per la prima volta approda a “VivaVoce” e che è considerato la migliore band vocale degli ultimi dieci anni.
In occasione del ventennale i prezzi dei biglietti di ingresso sono stati ribassati a venti euro. Studenti universitari e over 65 potranno usufruire del ridotto a 16 euro, mentre chi ha fino a 19 anni entra al costo di 10 euro. Tutte le informazioni di prevendita e sul programma sul sito del festival.
Sara Salin
È tempo di “Finferli & Tartufi” Due mesi di cene a quattro mani con Intavolando
Novembre e dicembre hanno il profumo e il sapore di finferli e tartufi. Quelli che l’associazione “Intavolando” – che riunisce dieci ristoratori delle province di Treviso e Belluno – hanno scelto per la nuova stagione delle cene a quattro mani, appuntamento che si rinnova dall’autunno 2022 con l’obiettivo di promuovere e rinnovare la tradizione culinaria veneta con cene preparate all’unisono da due chef, sotto la regia dell’enogastronomo e musicista Maurizio Potocnik Reeds, editore della guida “Best Gourmet Alpe Adria”.
Cinque serate per scoprire aromi profondi e sapori delicati: la prima è in programma l’8 novembre al “Borsa Bistrot” di Castelfranco Veneto, regno dello chef Simone Baggio, con la partecipazione corale dell’associazione e cinque piatti a tema, abbinati a vini e cocktail pairing, ossia drink da abbinare a piatti di carne, pesce e verdure. Il 13 novembre sarà la volta del ristorante “Da Ugo” di Bigolino di Valdobbiadene, con lo chef Edoardo Agostinetto che si unirà allo staff di Anna Andreetta dell’omonimo ristorante di
Rolle di Cison di Valmarino. Il 20 novembre Tino Vettorello, titolare di “Tino Traghetto” di Roncadelle di Ormelle, si gemellerà con l’osteria “Jodo” di Maser, guidata dallo chef Marco Bonotto. Il 27 si salirà a Vas di Setteville alla “Locanda Solagna”, dove Ermanno Barbaresco dividerà la cucina con il team del Borsa Bistrot. Infine il 5 dicembre “La Cucina di Crema” di Giavera con lo chef Valter Crema unirà il suo talento a quello di Livio De Stefani del ristorante “Alla Pergola” di Saccol di Valdobbiadene.
Riconosciuta dal Ministero della Cultura, la manifestazione è organizzata dall’associazione VenetoCoro con la direzione artistica di Andrea Trevisi
Per un mese porta in città i più grandi nomi e le più acclamate band nazionali e internazionali
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La cultura e gli eventi
“Mind
the Gap”, per il bene del pianeta 4passi attento al divario generazionale
Tra gli ospiti-relatori Vito Fiorino, pescatore che con gli amici salvò 47 persone dal naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa, la sociolinguista Vera Gheno, il demografo Alessandro Rosina. Ci sarà anche un Saloon per le scuole superiori organizzato dai giovani di Tedx Treviso
Senza dialogo fra generazioni sono impossibili un presente e un futuro sostenibili. Serve il confronto, serve la costruzione di un patto comune che porti a nuovi modi di abitare il pianeta. È questo il tema – quanto mai impegnativo ma altrettanto urgente – scelto dalla Cooperativa Pace e Sviluppo per la diciottesima edizione di 4passi, festival dell’economia solidale e sostenibile in programma dall’11 al 18 novembre a Treviso e organizzato grazie alla collaborazione con Altromercato e Altreconomia, con patrocinio e contributo di Regione, Provincia, Comune e Camera di Commercio.
“Mind the Gap”, quindi. Un’attenzione al divario di età e di
genere che si traduce in una più generale attenzione alle persone. Un divario rappresentato graficamente da vecchi e giovani tronchi di alberi che si sovrappongono e si contaminano a vicenda. E così sarà anche il panel scelto per quest’anno: un mix di genere e di età con la presenza di molti giovani. Che, a dispetto di quanto gli adulti superficialmente credono, di cose da raccontare, di esperienza da condividere e idee da portare ne hanno moltissime.
Spesso però rimangono inascoltate, proprio per quel gap anche linguistico che separa e allontana. Per analizzare e affrontare il cambiamento in corso, 4passi ha scelto di concentrare gli eventi in programma su macrotemi – la
demografia, il clima e la transizione energetica, l’attivazione di comunità, la parità di genere, l’economia sostenibile – ponendo ogni giorno uno e più appuntamenti di approfondimento.
Ad aprire il festival, lunedì 11 alle 20.45 al cinema Edera, la proiezione del documentario di Davide Demichelis e Alessandro Rocca “A nord di Lampedusa”, che racconta la storia del naufragio del 3 ottobre 2013 attraverso la testimonianza di Vito Fiorino, pescatore siciliano che con un gruppo di amici salvò la vita a 47 persone. Martedì 12 alle 20.45 a Santa Caterina dialogo sui nuovi modi di fare informazione etica, indipendente e partecipata che vedrà la presenza di quattro giovani impegnati a raccontare i temi del cambiamento climatico: Francesco Scarel, Eleonora Vio, Sara Manisera, Fabio Tullio. Mercoledì 13 alle 20.45 a Santa Caterina l’incontro “Palestina e Israele attraverso la voce dei giornalisti e dei giovani”: Anna Maria Selmi, autrice del podcast “La
guerra dei giornalisti. A Gaza, in Israele e in Palestina”, dialogherà con la giornalista di Gaza e fixer Safwat Al Kalhout e con la ricercatrice italo-palestinese Mjriamo Abu Samra. Giovedì 14 alle 10 a Santa Caterina i giovanissimi volontari del team di Tedx Treviso organizzano un Saloon “Mind the Gap” per le scuole superiori (ma aperto anche al pubblico) con sei speaker: Alessandro Tommasi, Luca Vettori, Paola Di Feo, Martina Carone, Ermes Pozzobon e Giovanni Mori. Lo stesso Luca Vettori – atleta olimpico – sarà protagonista, assieme alla giornalista e documentarista Anna Scarnecchia, dell’incontro alle 18 “Fuori dai Giochi – Gli spazi preclusi dello sport”, titolo dell’omonimo podcast nei quali i due indagano le tematiche di sostenibilità e inclusività nel mondo dello sport. Doppio appuntamento, venerdì 15: alle 18 a Palazzo Rinaldi “La rivoluzione verde delle donne Maya in Guatemala” e alle 20.45 a Santa Caterina “I numero del gap demogra-
fico” con Alessandro Rosina della Cattolica di Milano. Nel fine settimana consueto appuntamento in Loggia dei Cavalieri con il mercato di 4passi. Sabato alle 20.45 a San Teonisto lo spettacolo multimediale di Beppe Casales “400”. Domenica 17 alle 11 a Santa Caterina il dialogo “Mind the grammar –Grammatiche rispettose” con la sociolinguista Vera Gheno e la coordinatrice del Centro antiviolenza Donne libere di Quinto di Treviso Laura Sartori. Alle 15.30 presentazione del libro “I Sovrani del cibo. Speculazione e resistenza dietro a quello che mangiamo” con gli autori Duccio Franchin e Alessandro Franceschini. Chiuderà la giornata “La forza delle donne e la bellezza della moda etica sfilano”, sfilata di donne che hanno affrontato un percorso oncologico che vestiranno capi prodotti da cooperative al femminile di moda etica. Il ricavato sarà devoluto al progetto “La Forza in Passerella”.
Sara Salin
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Edilizia
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Rugby. Mogliano riabbraccia il suo campione, “Voglio ritrovare il piacere di giocare a rugby
Dalla paura alla rinascita: Gianmarco Lucchetta racconta il suo ritorno alla vita
Durante il match di Serie B tra la squadra Cadetta del Mogliano Rugby e Rugby Trento allo stadio “Quaggia”, Gianmarco Lucchetta, pilone della squadra di casa, ha vissuto un drammatico infortunio: una mischia crollata l’ha lasciato a terra, immobile, con una frattura e lussazione di due vertebre cervicali. Da quel terribile sabato è iniziato un lungo percorso di recupero, fatto di sfide fisiche e mentali che Lucchetta oggi racconta con un nuovo sguardo sulla vita. “Ora ho recuperato il 90% delle mie capacità” spiega Lucchetta, “fisicamente mi sento meglio e mentalmente sono più sereno.” Il ricordo di quel momento è ancora vivido: “Non ho mai perso conoscenza. Ho sentito una fitta al collo, un dolore insopportabile alle spalle. Ho provato a muovere il braccio, ma tutto era immobile. Ho compreso subito la gravità della situazione”. Durante la complessa riabilitazione il supporto di famiglia e squadra è stato fondamentale. “La mia compagna è stata una roccia. Mi sfogavo con lei, non è stato facile, ma mi è sempre stata accanto. Anche lo psicologo e il supporto della squadra mi hanno aiutato molto. I miei compagni
si sono adoperati per aiutare la mia ragazza con il nostro bimbo”. Lucchetta ha iniziato una lenta ripresa, concentrandosi sul recupero dell’uso delle gambe e della parte alta del corpo, motivato dal desiderio di riuscire a occuparsi del figlio. “Il mio obiettivo era tornare a sollevarlo e dopo quattro mesi ci sono riuscito. Da lì, è iniziato il cammino per ricostruire la mia forza fisica”. Riflettendo sul processo di guarigione, Gianmarco rivela come il lavoro svolto in palestra lo abbia aiutato: “Negli ultimi
anni mi sono allenato duramente, volevo essere fisicamente forte per il rugby. E questo mi ha salvato la vita: i muscoli del collo mi hanno protetto nell’incidente”. Ora, con la decisione di smettere di giocare, Lucchetta guarda al futuro in panchina. “Già prima dell’incidente pensavo di ottenere il brevetto da allenatore. Oggi affianco i preparatori atletici della giovanile nella palestra, dove posso trasmettere la mia esperienza. Mi piacerebbe lavorare con i ragazzi dai 14 ai 18 anni”. Infine, Gianmarco condivide alcuni consigli che l’esperienza gli ha insegnato: “Prendetevi cura della vostra mente: parlare e tirare fuori ciò che proviamo è essenziale. Amate il vostro corpo e fate sport, perché prendersi cura di sé può salvarvi la vita. Infine, ci saranno dei momenti difficili, ma è proprio in questi che non bisogna fermarsi”. Gianmarco Lucchetta guarda al futuro, raccontando come, da quel terribile 23 marzo 2024, la sua prospettiva sulla vita sia cambiata, portandolo ad apprezzare maggiormente le piccole cose e gli affetti famigliari.
Stefano Parpajola
Edoardo Padovani, dal Sei Nazioni a Mogliano: un romantico ritorno a casa
Edoardo Padovani da questa stagione è tornato a casa, indossando di nuovo la maglia del Mogliano Rugby, con cui ha mosso i primi passi e conquistato lo storico scudetto nel 2012/13. Il talento veneziano ha vestito la maglia azzurra per 64 volte, oltre a quelle di Zebre, Tolone e Benetton Treviso. Si tratta di un ritorno dal sapore speciale. “Da aprile, sapevo che non sarei rimasto alla Benetton” racconta Padovani. “Avevo diverse opzioni, ma ho scelto la via più romantica: chiudere il cerchio e tornare a Mogliano”. Un legame forte, il suo, con una città che considera casa. “Tornare è stato come rivivere il passato. Sono felice, anche se la stagione non è partita come avremmo voluto”. A Mogliano, Padovani sogna in
grande: “L’obiettivo minimo è puntare ai play-off. Ma abbiamo una squadra molto competitiva, possiamo ambire alla finale. Serve un piglio diverso; siamo alla ricerca della giusta connessione. Siamo una squadra con una potenzialità clamorosa e vogliamo dimostrarlo”. Parlando della Nazionale, Padovani si emoziona: “Rappresentare l’Italia è stato un onore immenso. Quando ho ricevuto la prima maglia ho pensato subito alla mia famiglia: è grazie a lei che sono qua. In più l’orgoglio di rappresentare il proprio Paese è unico”. Il trequarti veneziano
è tornato a casa alla ricerca di nuovi stimoli: “Voglio ritrovare il piacere di questo sport. Il professionismo ti prosciuga, soprattutto quando le cose non vanno come vorresti. Ora non mi pongo limiti, voglio portare i colori del Mogliano in alto”. Edoardo Padovani riparte da casa sua, dalle origini. È un tornare bambino, per prendere per mano chi gli ha fatto spiccare il volo e portarlo con sé nell’Olimpo del rugby italiano. (s.p)
La storia di Gianmarco Lucchetta, rugbista della Cadetta del Mogliano Ruby, protagonista di un drammatico infortunio alle vertebre cervicali. Dopo la grande paura, il giocatore ha affrontato le numerose sfide di un lungo percorso di riabilitazione, che sette mesi dopo sta mostrando grossi miglioramenti.
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Sosteniamo progetti innovativi per l’inclusione scolastica, sociale, educativa e lavorativa dei minori migranti.
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u P i t , d n o a u regolare oggi la digitalizzazione e l integrazione di tecnologie wireless e Bluetooth hanno reso gli apparecchi non solo più efficaci ma anche
Utilizziamo esercizi pratici che prevedono la ripetizione di frasi in un contesto rumoroso, poiché la ita q otidiana è raramente pri a di oni di fondo Questo ci permette di calibrare con precisione l'apparecchio, personalizzandolo affinché offra il nostro obiettivo è restituire al paziente la possibilità di comunicare e interagire in modo naturale, Il percorso, però, non si conclude con la consegna dell’apparecchio acustico L’udito non è static paziente Per questo motivo, garantiamo un monitoraggio continuo, con controlli programma eventuali cambiamenti nell’udito e adattiamo la soluzione acustica, assicurandoci che continui a o il paziente evolve con il dispositivo, notando spesso un miglioramento della sicurezza di sé, una un aumento dell'attività nella vita quotidiana. Questo metodo ci permette di offrire non solo un servizio tecnico, ma un vero e proprio percor fiducia e cura che accompagna il paziente nel tempo. Centriudito è sinonimo di professional mette il benessere e la qualità della vita al primo posto.
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#Regione
Il dibattito. L’anniversario tra celebrazioni e vivaci polemiche
Autonomia, a sette anni dal referendum lo scontro politico è più acceso che mai
Per Zaia e i partiti di centrodestra era doveroso celebrare il settimo anniversario del referendum sull’autonomia regionale e fare il punto sulla realizzazione di un progetto a lungo inseguito. Per l’opposizione invece è stato l’ennesimo evento propagandistico a spese dei cittadini, che nulla ha portato di concreto. Insomma il tema continua ad infiammare lo scontro politico e ad accendere gli animi, dentro e fuori il Consiglio Regionale.
Sette anni fa oltre due milioni di cittadini si sono espressi a favore di una maggiore autonomia regionale, un vero plebiscito che ha dato il via a un percorso politico e legislativo culminato nella legge approvata il 26 giugno scorso. Venezia ha ospitato la celebrazione dell’anniversario , alla Suola Grande di San Giovanni Evangelista. Anche in questa occasione il presidente Zaia, ha sottolineato come il referendum del 2017 sia stato un momento storico per il Veneto, un punto di partenza per un percorso
che ha trovato compimento nella recente legge sull’autonomia differenziata. “Oggi discutiamo di autonomia grazie all’ardore dei veneti- ha detto Zaia - che hanno sostenuto il referendum. È tempo di guardare avanti. Non possiamo tornare indietro. E per quanto riguarda il federalismo fiscale, finalmente sta prendendo slancio. Altre regioni, come Emilia-Romagna e Toscana, sono pronte a unirsi a questa richiesta. L’autonomia non è solo un aspetto giuridico o amministrativo. È un’opportunità per coinvolgere tutti i cittadini, non solo i veneti. Dobbiamo superare le leggende metropolitane, come quella della secessione dei ‘ricchi’, che nascono dalla non conoscenza. La spesa pubblica veneta è tra le più basse in Italia. Questo ci rende virtuosi nella gestione delle risorse. Dobbiamo fare in modo che altre regioni si uniscano a noi in questo percorso”. Quanto al tavolo nazionale già attivo, Zaia ha precisato: “Abbiamo già avviato discus-
sioni sulle prime nove materie di questa legge quadro. Il recente incontro di Bari ha messo in evidenza non solo le questioni legate all’autonomia, ma anche i problemi generali delle regioni.
A fare da sponda il senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia: “I pochi che, miopemente, si ergono contro l’autonomia, si scordano che è la nostra Costituzione a prevedere questo diritto. Una battaglia contro l’autonomia, pertanto, non è solo una battaglia contro il progresso, ma contro la Costituzione stessa. sarò sempre in prima linea per combattere le falsità e la propaganda contro l’autonomia, e per far rispettare il volere democratico di milioni di veneti”. Alberto Villanova, capo dell’intergruppo Lega, ha accusato il Partito Democratico di voler fare da guastafeste, criticando la loro opposizione a un evento che, invece, celebra la fine di uno stato centralista e dirigista. Sonora la stroncatura di Andrea Martella, segretario
veneto del Pd: “Questa pseudo festa è l’ennesima cortina fumogena per distrarre l’opinione pubblica dall’affanno della sua azione di governo e dal fatto che lo stesso Zaia sa che questa autonomia non la vogliono nemmeno i suoi alleati. Noi non siamo contro l’autonomia e abbiamo avanzato in tutte le sedi le nostre proposte ma ribadiamo la nostra contrarietà a quella differenziata proposta dal governo”.
Anche Vanessa Camani, capogruppo del Pd, ha ha accusato la maggioranza di aver trasformato un’occasione di approfondimento in una ker-
messe celebrativa della legge Calderoli, con l’aggravante dell’uso di fondi pubblici. Elena Ostanel, di VCV, ha lamentato l’assenza di un contraddittorio, suggerendo che l’evento avrebbe potuto essere finanziato con fondi di partito. Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione, ha definito l’iniziativa come pura propaganda. Intanto la Lega tira dritto non sembra intenzionata a fermarsi, come dimostra il sondaggio lanciato dal presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti, sulla percezione del Veneto dal punto di vista linguistico. (n.s.)
Faccia a faccia Camani - Venturini in diretta sull’autonomia a Radio Veneto24
Confronto infuocato in diretta su Radio Veneto24 tra Elisa Venturini, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale e Vanessa Camani, Capogruppo PD: materia del contendere, manco a dirlo, l’autonomia.
Camani è partita subito all’attacco: “Eravamo molto curiosi di sentire quale sarebbe stato l’indirizzo che il presidente della Regione voleva dare a questo percorso verso l’autonomia differenziata. In realtà non ha detto assolutamente nulla, non ha detto quali saranno le funzioni su cui si vorranno concentrare perché ha da una prima lettura sembra che vogliano tutto e soprattutto non ha detto come questi scampoli di funzioni dentro sole nove materie potranno essere utili al Vene-
to.”
“A livello regionale come Forza Italia – ha replicato Elisa Venturini - abbiamo presentato la proposta di legge che poi ha portato all’indizione del referendum per l’autonomia e siamo talmente convinti che nel nostro simbolo, in Veneto, compare la scritta autonomia. Ci rendiamo conto della difficoltà nel far condividere questo percorso a livello nazionale, perché Forza Italia è un partito nazionale e all’interno sono presenti varie anime territoriali. È chiaro che noi dobbiamo cercare di fare capire anche alle altre componenti del partito che provengono da altre parti d’Italia qual è la necessità e quali sono le ricadute positive che ci possono essere per l’autonomia con
l’autonomia non solo per il territorio veneto, ma anche a livello nazionale”. “Lo abbiamo ripetutamente sottolineato – ha rintuzzato Camani - che la sinistra non è contraria all’autonomia differenziata è contraria all’autonomia differenziata versione Zaia – Calderoli. Peraltro la legge approvata smonta un grande cavallo di battaglia della destra: non resteranno in Veneto gli otto o i nove decimi delle tasse pagate in Veneto; continueranno ad andare a Roma. Quindi se fossi in Elisa Venturini, della quale apprezzo la coerenza, non rivendicherei troppo quel referendum.”
“Per quello che riguarda la possibili-
tà di trattenere in Veneto - ha rilanciato la capogruppo di FI - la maggior parte delle tasse pagate qui, io credo l’importante sia partire, poi ci arriveremo. Il nostro Presidente sta facendo di tutto per permettere al percorso dell’autonomia di andare avanti. È chiaro che è un lavoro complesso e impegnativo: non si può pensare che si schiacci un pulsante e si realizzi l’autonomia.”
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Duello radiofonico Marcato - Montanariello: le posizioni restano più lontane che mai
L’autonomia e in particolare l’applicazione della legge messa a punto nei mesi scorsi si conferma una materia a dir poco esplosiva, che suscita reazioni a catena, contrastati e inconciliabili. A quanto pare è difficile trovare una sintesi e le posizioni fra gli schieramenti politici restano più lontane che mai. A confermarlo il confronto in diretta radiofonica fra l’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato e il vice capogruppo in Consiglio regionale del Partito Democratico Jonatan Montanariello. Ai microfoni di Radio Veneto24 è andato in onda un vero e proprio duello, tra stoccate e affondi, con vivaci e serrati botta e risposta e reciproci scambi di vedute sulle rispettive convinzioni politiche. Al conduttore Roberto Guidetti l’impegnativo compito di moderare il confronto.
una cosa funziona, se non ci sono soldi non funziona. Risulta implicito che per mano dello stesso governo che promuove l’autonomia vengono a mancare proprio le risorse per metterla in pratica. Assistiamo invece a scelte sempre più centralizzate, legate alla vocazione del controllo romano, e intanto in Veneto aumenta la tassazione”.
l’autonomia differenziata. Capisco che è difficile, pur ricorrendo ad iperboli fantasiose, giustificare cambi così repentini. Ricordo poi che proprio il Pd ha proposto, udite udite, di ripristinare le province così come erano state cancellate dal governo Renzi con Delrio ministro. Ha proposto anche di dare meno poteri ai presidenti delle regioni, dettaglio che ovviamente sarebbe una fucilata mortale all’autonomia. Infine chiede di rivedere il Titolo Quinto della Costituzione, che era stato modificato dal Pd quando era al governo. Dove sta la coerenza in tutto questo? Dove sta l’attenzione verso il territorio? Con questa linea contraddittoria il Pd in Veneto resterà sempre in seconda linea”.
Ad aprire il dibattito l’analisi di Montanariello sulle ricadute
dell’autonomia voluta a furor di popolo dal centrodestra: “In questi giorni stiamo discutendo un provvedimento dove la legge Calderoli non prevede nessuna risorsa aggiuntiva per la nostra regione, quindi non c’è spazio per tutta la narrazione dei mesi scorsi. Lo stesso ministro Giorgetti ha ribadito che nella manovra di bilancio non ci sono soldi per i Lep, i livelli essenziali di prestazione. Stiamo discutendo di un pannicello caldo che probabilmente serve ad alimentare la propaganda. Se ci sono soldi
Non ci sta Roberto Marcato che replica: “Questo pannicello caldo lo ha fortemente voluto il suo partito, con Bonaccini impegnato a chiedere
alcuni lunghi e frizzanti minuti di reciproche stoccate, neanche tanto in punta di fioretto. In chiusura l’assessore Marcato: “Se parliamo di fallimento di autonomia io guarderei ad altre regioni. In Veneto abbiamo il Pil più alto d’Italia, il tasso di occupazione più altro d’Italia e abbiamo la spesa pro capite di spesa pubblica più bassa d’Italia. Io ho posto delle questioni reali, le risposte che ho avuto sono un “bignami” dei comizi del Pd”.
Montanariello invece chiude sottolineando che «in Veneto abbiamo la spesa pubblica più bassa come regione perché i cittadini pagano la sanità due volte. La prima è con la fiscalità generale delle tasse che tutti versiamo, la seconda con la gestione della sanità veneta che, già in piena autonomia, ci porta a non trovare le prestazioni quando andiamo in ospedale e a dover pagare una seconda volta rivolgendoci al privato”. (a cura di Nicola Stievano) Autonomia.
“Stai sul pezzo, Marcato”, replica Montanariello, e l’assessore ribatte: “E tu studia, invece che parlare di alieni e unicorni! Io porto delle questioni concrete”. E così via per
Smart city: Treviso, Vicenza e Padova si distinguono
Il Veneto si conferma una regione aperta allo sviluppo tecnologico e all’innovazione, ottenendo ottimi risultati nella classifica dei comuni più smart. Questi sono alcuni dei dati emersi dal City Vision Score 2024, la classifica delle città intelligenti d’Italia, presentata a Padova durante gli Stati Generali delle Città Intelligenti. Tra oltre 7mila comuni, Arquà Petrarca (PD) e Soverzene (BL) si posizionano rispettivamente al settimo e ottavo posto. Anche due grandi città venete si distinguono tra i capoluoghi: Treviso è seconda soltanto a Milano, mentre Padova occupa la sesta posizione tra i territori più avanzati d’Italia. “Padova torna ad essere capitale delle Smart city – commenta l’assessora alla smart city Margherita Cera - ha accolto Sindaci e Amministratori da tutta Italia per un confronto sulle buone pratiche, le soluzioni e le esperienze di trasformazione intelligente dei territori. Due giorni fitti di appuntamenti e tavoli di lavoro: come attrarre talenti nella
PA, come rendere le città inclusive, come l’intelligenza artificiale sta accelerando il processo di transizione digitale dei Comuni grandi e piccoli”.
La classifica del City Vision Score 2024 attraverso la misurazione del livello di smartness dei Comuni Italiani aggrega e sintetizza 30 indicatori elementari in riferimento a sei dimensioni del concetto di smart city, misurando l’economia, la mobilità, l’ambiente, l’abitabilità, le persone ed infine la governance dei territori sotto la lente smart. Dai risultati della classifica, sono molti i comuni veneti in vetta, a dimostrazione dell’impegno della Regione nella valorizzazione del tessuto urbano e del loro sviluppo, con uno sguardo rivolto al futuro delle città intelligenti: considerando i primi 50 posti infatti, oltre ai comuni virtuosi nei primi 10 si aggiungono Zenson di Piave (TV, 18° posizione), Treviso (21°), Codognè (TV, 28°), Vicenza (30°), Silea (TV, 36°) e infine Padova (38°).
“Un risultato che premia il la-
voro svolto in questi anni su più fronti, compreso l’elevato grado di digitalizzazione dei nostri under-14, reso possibile dall’essere stato uno dei pochi comuni in Italia ad aver portato la fibra in tutte le scuole durante la pandemia”, afferma il vicesindaco di Treviso Alessandro Manera, che sottolinea come le buone pratiche messe a terra in questi anni nel capoluogo “possono essere aumentate e migliorate se, invece che ragionare solo in termini di singola città, si inizia a lavorare di concerto con un’area più vasta e diffusa che, nel caso di Treviso, comprende i ventuno comuni della Grande Treviso”. (s.b. e s.s.)
“Semplicemente desiderare”, quinta edizione del premio di narrativa de “Il Circolo Veneto”
C’è tempo fino al 9 febbraio prossimo per partecipare alla quinta edizione del Premio di Narrativa Racconto Breve 2025, organizzato da “Il Circolo Veneto”, il cui tema sarà “Semplicemente Desiderare” nella sua più libera interpretazione.
“L’etimologia di desiderare è “de-sidera”, lontano dalle stelle - spiega il presidente Cesare Campa.Desiderio, la materia più oscura dell’umano, sfuggente, non catalogabile, colorato di mille mutevoli tonalità. Pensare al “desiderio” come parola, e dunque esperienza, per aprire un varco ai nostri pensieri sul futuro. Ma anche, forse, una delle pietre su cui poggiare per costruire il proprio futuro ”
Anche questa edizione del concorso sarà suddiviso in due sezioni: una aperta agli over 25, l’altra, invece, sarà dedicata ai ragazzi tra i 14 e i 25 anni. L’iscrizione, per quest’ultimi è gratuita. Come per l’edizione precedente, sarà edita un’antologia che conterrà i 15 racconti più meritevoli di ambedue le categorie, selezionati dal gruppo di lettura. Figureranno nel volume anche i nomi dei docenti, degli istituti scolastici e tutti coloro che hanno partecipato. I vincitori verranno premiati a Mestre, nel maggio 2025. Bando e regolamento sul sito www. ilcircoloveneto.eu.
Margherita Cera
Regione
Turismo e agricoltura. Intervista a Federico Caner
“Avanti con il piano strategico del turismo”
Federico Caner, assessore regionale al turismo e all’agricoltura in Veneto, fa il punto anzitutto sul piano strategico regionale per il turismo 2025-2027 e sul workshop internazionale Buy Veneto.
Cosa ci dobbiamo attendere?
Ricordiamo che la nostra è la prima regione d’Italia per quanto riguarda i flussi turistici ma anche per i prodotti turistici che ha oltre alle destinazioni perché in Veneto abbiamo tutto: mare, montagna, colline, lago di Garda, città d’arte. Abbiamo toccato i 72 milioni di presenze e 18 miliardi di fatturato. Abbiamo appena chiuso il Buy Veneto, destinato ai buyer internazionali, che è andato molto bene. Per gestire tutte queste presenze ci siamo dotati di un piano strategico sul turismo. In realtà è il terzo piano strategico ed è veramente innovativo. Nasce dal basso, perché concordato con le categorie e gli operatori economici. Mette al centro, l’uomo, il turista e anche il cittadino. Perché ricordiamo che quando parliamo di turismo non parliamo solo di ricettività partiamo di enogastronomia, arte, mobilità e perfino di sanità. Pensiamo ai turisti che cercano servizi di cura nella nostra regione. Negli anni i fondi per la promozione turistica della regione Veneto sono sostanzialmente scomparsi, eppure le cose vanno bene. Come mai?
Stiamo utilizzando molto i fondi europei, non abbiamo più fondi diretti regionali per fare la promozione e la comunicazione, che comunque dobbiamo tornare ad avere perché è fondamentale. Abbiamo però imparato a utilizzare molto i fondi europei grazie ai quali finanziamo i cosiddetti club di prodotto, cioè aziende che si mettono insieme, creano un prodotto nuovo e partecipano a questi bandi europei gestiti dalla regione Vene-
to. Possono ricevere a fondo perduto anche il 70%. Quindi io lancio anche una provocazione ai giovani, se avete idee innovative nell’ambito turistico mettetevi assieme e chiedete questi finanziamenti perché c’è la possibilità di avere di avere un aiuto importante.
Passando all’agricoltura e al tema del cambiamento climatico: cosa state facendo per questo settore?
L’agricoltura è fondamentale, è un altro dei pilastri della Regione Veneto con 8 miliardi di Pil, legato alle produzioni tipiche venete che diventano un volano anche per il turismo. Ricordiamoci che questa è una regione che ha 403 prodotti agricoli tradizionali riconosciuti dal Ministero oltre 90 prodotti certificati tra Dop, Igp e Doc. Il tema è che oggi non è facile fare agricoltura: il cambiamento climatico ci sta mettendo in difficoltà ma grazie alla ricerca e all’innovazione tecnologica stiamo spingendo molto per dare la possibilità di poter fare agricoltura ad esempio attraverso la gestione della risorsa acqua, dai momenti in cui ne abbiamo toppa a quelli in cui scarseggia. Altro aspetto è quello delle fitopatie sul territorio, sul quale stiamo lavorando intensamente.
(a cura di Nicola Stievano)
Cristiano Corazzari. Numerose le
deleghe
“Fondi straordinari per gli alloggi Ater”
Sono numerose le deleghe assegnate all’assessore regionale Cristiano Corazzari: territorio, cultura, sicurezza, flussi migratori, caccia e pesca ma anche veneti nel mondo, parchi, edilizia residenziale pubblica. Assessore, in Veneto ci sono 41 mila alloggi pubblici ma quasi 6 mila sono sfitti per mancanza di manutenzione e ci sono novemila famiglie in attesa di assegnazione. Costa state facendo per questa emergenza? E’ un’esigenza sempre più sentita. C’è una tensione abitativa sempre più forte e anche categorie che prima non avevano bisogno dell’edilizia residenziale pubblica oggi ne fanno richiesta. Per prima cosa abbiamo dato sostegno con dei fondi straordinari per oltre 130 milioni di euro per ristrutturare gli appartamenti da mettere a disposizione delle famiglie. Anche con il prossimo bilancio sosterremo gli Ater con delle misure specifiche. Certo è che poi come regione abbiamo voluto dare la precedenza ai residenti di lungo corso in Veneto per riuscire a individuare famiglie che poi nella nostra regione volessero instaurare il proprio progetto di vita. Purtroppo la Corte Costituzionale come sapete ha bocciato il requisito dei dieci anni di residenza nella nostra regione per l’assegnazione delle case popolari. Dal nostro punto di vista è un grave problema un grave danno per chi invece vive e storicamente in Veneto.
Cosa vi aspettate dall’autonomia anche in termini di fondi di capacità di spesa a proposito delle diverse deleghe che state trattando con il governo centrale?
La Costituzione prevede l’autonomia differenziata che è una reale assunzione di responsabilità: ogni regione potrà migliorare i servizi, impegnare meglio le tasse. Il percorso avviato con il referendum oggi è
osteggiato da chi non vuole questo cambiamento. Noi abbiamo già avviato le trattative e puntiamo a portare a casa delle funzioni e delle materie che siano di reale utilità per migliorare i servizi ai cittadini e utilizzare le risorse sul territorio per la società. Assessore lei ha anche la delega dei veneti del mondo, che non sono pochi, cosa ne pensano della loro regione d’origine?
I veneti hanno un forte attaccamento con la loro comunità di origine. Abbiamo un Veneto fuori dal Veneto nel mondo più di sei milioni di cittadini di origine veneta che sono in tutti i continenti, a partire dal Brasile e dall’America del Sud, che conservano le loro tradizioni e le loro radici, anche il dialetto, la vera lingua veneta che alle volte è andata perduta nella nostra regione, viene ancora parlato in questa comunità. Io penso che per noi siano degli ambasciatori straordinari e che rappresentino i valori sani della nostra comunità, quelli del lavoro quelli della solidarietà. Non è caso che abbiano tutti o quasi tutti fatto fortuna.
Che dire dello sport di casa nostra? Quest’anno il Veneto è regione europea dello sport e abbiamo fatto un grande investimento nell’impiantistica sportiva.
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IL TUO SOGNO?
Dal 1999 l’ISTITUTO NOBILE
è il punto di riferimento in Italia , dopo la terza media, percorso di crescita personale e professionale nel settore dell’aviazione. Due sedi in Italia (a Roma e a Fagagna vicino a Udine), basi di addestramento in Florida (USA) e a Malaga (Spagna), simulatori di volo di ultima generazione per una didattica mirata ed innovativa accompagnano i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Nobile
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L’Istituto Nobile di Fagagna (UD) è dotata di CONVITTI convenzionati per accogliere studenti che provengono da altre regioni e paesi permettendo, tra le altre cose, di partecipare anche al percorso di DOPPIO DIPLOMA che garantirà alla fine del quinquennio il rilascio di un diploma di High School Americano in concomitanza con il diploma Italiano.
Il supporto alle famiglie degli studenti è costante per tutti il percorso e si avvale tra le altre cose di numerose partnership anche con istituti bancari per supportare economicamente il percorso di studi e di addestramento con varie forme di finanziamento. Per conoscere meglio l’Istituto Nobile Aviation College potete partecipare ad uno dei prossimi OPENDAY o contattare la sede più vicina per richiedere una visita personalizzata.
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Il legale
L’approfondimento. Non va confusa con l’affidamento in prova ai servizi sociali
Messa alla prova: come funziona l’alternativa alla condanna penale
L’istituto della messa alla prova non va confuso con l’affidamento in prova ai servizi sociali che riguarda il condannato con sentenza definitiva a pena eventualmente anche residua (avendone scontata parte in carcere o agli arresti domiciliari) non superiore a quattro anni, che può essere concesso dal Tribunale di Sorveglianza.
La messa alla prova invece si ferma “sulle soglie” del processo, viene chiesta al Giudice dell’udienza preliminare o nei reati a citazione diretta alla prima udienza e, non richiede l’ammissione di responsabilità: in caso positivo comporta l’estinzione del processo penale. Consiglio spesso di ricorrere a tale alternativa, quanto meno per evitare l’alea del processo; essa è stata introdotta nel nostro ordinamento dalla legge 67/2014 inserendo nel codice penale gli articoli 168 bis, ter e quater e nel codice di procedura penale gli art.464 bis e 657 bis. Successivamente con decreto legislativo n.150/2022 si sono ampliati i casi di possibile messa alla prova, che, peraltro,
può essere concessa una sola volta.
Possono usufruirne anche i recidivi (cioè coloro che hanno avuto altre condanne penali) sono esclusi solo coloro che sono stati dichiarati delinquenti o contravventori abituali o professionali o delinquenti per tendenza; è prevista per tutti i reati con pena detentiva massima di quattro anni e per altri specifici reati (chi volesse leggere il lungo elenco completo, veda tramite Google l’articolo 550 secondo comma codice procedura penale) con pena detentiva massima non superiore a sei anni. Non è condizione indispensabile per la messa alla prova l’intervenuto risarcimento del danno perché l’art.168 bis prevede tale risarcimento “ove possibile”.
L’imputato formula la richiesta prima all’U.E.P.E.(Ufficio esecuzione esterna penale ) poi al Giudice. L’U.E.P.E. elabora un programma di lavoro di pubblica utilità che deve avere durata minima di dieci giorni, anche non continuativi e non può superare le otto ore giornaliere. Le mansio-
ni cui gli imputati possono essere adibiti sono definite dall’art. 2 del D.M. 88/2015:
2. protezione civile (soccorso alle popolazioni anche in caso di calamità);
3. patrimonio ambientale (prevenzioni incendi, salvaguardia patrimonio boschivo e forestale, protezione flora e fauna);
4. patrimonio culturale e archivistico (custodia biblioteche e musei);
5. immobili e servizi pubblici(manutenzione);
6. specifiche competenze e professionalità dell’imputato.
Il Giudice esamina il programma, può apportarvi modifiche e, se lo approva, sospende la prescrizione, ne ordina l’esecuzione e fissa una successiva udienza per esaminare la relazione dell’U.EP.E. sull’effettuazione del programma: se l’esito è positivo, pronuncia sentenza d’estinzione del reato e l’imputato resta incensurato.
L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.
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CStorie di
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PROTAGONISTI A NORD EST
Mostra del Cinema di Venezia: al via i lavori per il nuovo ingresso della Sala Darsena
on un investimento di 4,4 milioni di euro stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), la Biennale di Venezia ha avviato i lavori per la costruzione di un nuovo ingresso per la Sala Darsena, il celebre spazio cinematografico dell’evento. L’obiettivo è offrire un’esperienza migliore e un’accoglienza più agevole per il vasto pubblico che ogni anno affolla l’isola del Lido per partecipare alla manifestazione.
Un ruolo cruciale in questa fase iniziale del cantiere è stato affidato a Tecno Crane, azienda specializzata nel montaggio e smontaggio di gru edili. Tecno Crane, con sede a Campodarsego (PD), ha messo a disposizione la sua esperienza nel settore del sollevamento per installare una gru POTAIN SP 50, con un braccio di 42 metri e un’altezza di 30 metri. Questa macchina si è rivelata essenziale per garantire il trasporto e la movimentazione dei materiali necessari alla costruzione, permettendo così un avanzamento dei lavori preciso e in sicurezza. L’installazione della POTAIN SP
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La Mostra del Cinema di Venezia, uno degli appuntamenti cinematografici più prestigiosi al mondo, si prepara ad accogliere una nuova era di modernità e accessibilità grazie a un ambizioso progetto di riqualificazione.
ospitano il festival, rafforzando l’attrattiva internazionale dell’e-
Tecno Crane, attraverso il suo lavoro e il supporto di tecnologie all’avanguardia, si conferma un partner affidabile e strategico per progetti di grande rilevanza come questo. La sua esperienza nel settore delle costruzioni è un valore aggiunto per la Biennale, che può contare su un alleato sicuro per portare a termine il progetto in
pi di realizzazione e la sicurezza in ogni fase del progetto. Oltre alla Sala Darsena, il piano di interventi prevede attività di manutenzione anche per il Palazzo del Cinema e l’ex Casinò, con l’obiettivo di rendere sempre più moderna e funzionale l’intera area dedicata alla Mostra del Cinema. Questi interventi contribuiranno a migliorare l’immagine delle strutture storiche che
In conclusione, i lavori per il nuovo ingresso della Sala Darsena segnano un ulteriore passo verso la valorizzazione della Mostra del Cinema di Venezia. Grazie a interventi mirati e al contributo di aziende come Tecno Crane, il festival sarà in grado di offrire un’accoglienza ancora più calorosa e organizzata, continuando a brillare come uno dei palcoscenici più importanti del cinema internazionale.
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ALLE TERME C’È UN MONDO DA VIVERE
Ingresso piscine termali, Spa e area termale
Kit Spa: accappatoio e telo spugna
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Notti di Natale
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da € 366 a persona
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Le auto più vendute in Veneto nel 2024: diesel e modelli pratici dominano il mercato
Golf e Panda in cima alla classifica, mentre il mercato dell’usato cresce dell’11,8%.
Bassa ancora la domanda di auto elettriche.
Nel 2024 le auto più vendute in Veneto seguono tendenze simili a quelle nazionali, con una forte preferenza per modelli pratici e accessibili.
In Veneto, il 50,5% delle richieste riguarda auto diesel, seguite dalle benzina (34,3%) e dalle ibride (10,4%). Le auto elettriche rappresentano solo l’1,4% delle richieste totali. Ecco un riepilogo delle auto più richieste nella nostra regione:
Nuove auto più vendute in Veneto nel 2024
1. Volkswagen Golf - Questa vettura si è confermata la più richiesta in Veneto, evidenziando la sua popolarità tra i consumatori.
2. Fiat Panda - Anche se non è al primo posto, mantiene una posizione forte nelle vendite.
3. Dacia Sandero - Un altro modello molto apprezzato, noto per il suo buon rapporto qualità-prezzo.
4. Jeep Avenger - Ha guadagnato terreno come SUV compatto molto richiesto.
5. Toyota Yaris Cross - Questo modello ibrido ha visto un aumento di richieste, riflettendo l’interesse per veicoli ecologici.
6. Fiat 500 - Iconica e richiesta tra i giovani acquirenti.
7. Renault Clio - Continuamente presente nelle preferenze degli automobilisti.
8. Peugeot 208 - Un altro modello che si distingue nel segmento delle city car.
9. Ford Puma - SUV che ha trovato una buona accoglienza nel mercato.
10. Toyota Yaris - Riconosciuta per la sua efficienza e affidabilità.
Crescita del mercato usato
Il mercato delle auto usate ha registrato una crescita significativa nel primo semestre del 2024, con un aumento dell’11,8% nei passaggi di proprietà.
Nel 2024 infatti il mercato delle auto usate in Veneto ha mostrato una crescita significativa, con un aumento del
+11,8% nei passaggi di proprietà rispetto all’anno precedente. Il 50,5% delle richieste riguarda vetture usate diesel, seguite dalle benzina (34,3%) e dalle ibride (10,4%), mentre le auto elettriche rappresentano solo l’1,4% delle richieste totali del mercato dell’usato. I prezzi medi delle auto usate vendute in Veneto nel primo semestre 2024 sono stati di circa 24.470 euro, con un leggero calo rispetto al 2023 (-1,7%).
Auto usate più comprate in Veneto nel 2024
1. Volkswagen Golf - Rimane la più richiesta nel mercato dell’usato.
2. Fiat 500 - Molto popolare tra gli acquirenti, rappresenta il 3,7% dei veicoli controllati.
3. Mercedes-Benz Classe A - Un’altra scelta di alta gamma tra le auto usate.
4. Alfa Romeo Giulietta - Continua a essere una preferenza tra i veneti.
5. Alfa Romeo Stelvio - Apprezzata per il suo design e prestazioni.
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Novità nel mercato 1. Il ritorno di SWM grazie all’accordo esclusivo con Campello SpA
SWM debutta sul mercato italiano con i nuovi SUV, tra tradizione ed innovazione
SWM, rinomata casa motociclistica, è stata fondata nei primi anni ’70 a Palazzolo Milanese da due valorosi piloti uniti dalla passione per il fuoristrada. Inizialmente il nome SWM derivava dai cognomi Sironi e Vergani, con sede a Vimercate di Milano (SVVM). Successivamente, il marchio si affermò come Speedy Working Motors (SWM), conferendogli un respiro più internazionale.
Fin dal suo esordio, SWM ha conquistato rapidamente il favore di appassionati e professionisti, raggiungendo l’apice del successo nel 1979, quando vinse il titolo di miglior moto dell’anno. A coronare ulteriormente i suoi traguardi, nel 1981 SWM si aggiudicò la vittoria nel Campionato del Mondo, divenendo la prima casa motociclistica italiana a realizzare un’impresa del genere.
Nel 2014, SWM è entrata a far parte di Shineray Group, un gigante industriale con una rete completa di ricerca, sviluppo, produzione, vendita e assistenza per diverse tipologie di veicoli, comprese moto, SUV, MPV, minibus, mini-camion ed EV, con stabilimenti situati in Cina, Vietnam e Italia. Alla fine del 2023, Shineray Group ha stipulato un accordo esclusivo con Campello Motors per l’importazione e la distribuzione in Italia dei veicoli commerciali elettrici X30L. Questo sodalizio si è recentemente ampliato includendo anche i SUV SWM, che Campello SpA, rappresentante del marchio per il mercato italiano, ha lanciato a partire da settembre 2024. Il debutto della gamma in Italia prevede l’introduzione dei modelli a propulsione termica G01, G03F e G05, capaci di soddisfare le variegate esigenze di mobilità dei clienti.
Il modello di punta, il SUV G01, posizionato nel segmento D, si distingue per le sue dimensioni generose (4610 x 1855 x 1725 mm) e un design che coniuga robustezza ed eleganza. Questo veicolo, dotato di un motore a benzina, è disponibile sia con cambio manuale che automatico. La G01 è proposto al pubblico al prezzo di € 23.990,00, chiavi in mano e nelle colorazioni bianco, nero, antracite, blu e rosso. Offre un allestimento di serie di alta gamma, che include sedili in pelle, tettuccio panoramico e cerchi in lega da 18 pollici. Il sistema di infotainment, dotato di uno schermo tattile da 10 pollici, garantisce una connettività interattiva grazie alla compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto.
La G01 è disponibile anche in una versione sportiva, G01F, un D-SUV con dimensioni di 4670 x 1855 x 1740 mm (LxWxH), offerto esclusivamente con cambio automatico e motore a benzina. Contraddistinto da linee esterne più decise, questo modello esprime uno stile sportivo e dinamico, particolarmente evidente nel design posteriore arricchito dalla doppia uscita degli scarichi. G01F è ora accessibile a partire da € 26.990,00 chiavi in mano.
Grazie al mandato esclusivo di Campello SpA, la gamma dei SUV SWM ha esordito ufficialmente sul mercato italiano il 2 ottobre scorso. Tutti i veicoli sono coperti da una garanzia di cinque anni o 100.000 km, e sono ora disponibili presso le concessionarie autorizzate.
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Novità del mercato 2. Il brand guarda al futuro combinando elementi classici con tecnologie avanzate
Nuova Lancia Ypsilon: tradizione italiana e innovazione sostenibile per una city car iconica
Lancia celebra 117 anni con la Nuova Ypsilon: design classico, tecnologia avanzata e versioni elettrica e mild hybrid per un futuro sostenibile e innovativo.
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Lancia, sinonimo di eleganza e innovazione italiana, è un marchio iconico con oltre 117 anni di storia, amato dagli appassionati per modelli leggendari come la Flaminia, la Delta e la Stratos. Oggi, il brand guarda con ambizione al futuro, fondendo tradizione e modernità e abbracciando valori di sostenibilità e responsabilità sociale.
La Nuova Ypsilon incarna perfettamente questa visione, combinando elementi stilistici classici, come la calandra “a calice”, con tecnologie avanzate. Dettagli di design come i fari posteriori a LED, ispirati alla Stratos, e la scritta Lancia incisa con caratteri storici omaggiano il passato ma rivisitati con un tocco contemporaneo. Gli interni, dal design sofisticato, offrono una sensazione di comfort che richiama l’ambiente di casa, grazie a materiali sostenibili e a una cura nei dettagli tipica di Lancia.
La Nuova Ypsilon si distingue anche per il piacere di guida: la piattaforma CMP multi-energia su cui è costruita garantisce stabilità e dinamismo, con una carreggiata allargata
per migliorare la manovrabilità e rendere l’auto perfetta sia in città sia su strade più complesse. Il team di progettazione ha messo a punto un sistema tecnologico best-in-class, pensato per facilitare l’esperienza dell’utente. L’interfaccia S.A.L.A. (Sound Air Light Augmentation) consente di controllare facilmente le funzioni di audio, climatizzazione e illuminazione, adattando l’ambiente interno alle esigenze del conducente e dei passeggeri con un semplice tocco. La gamma della Ypsilon include una versione full electric, la prima 100% elettrica del marchio, con un motore da 156 CV, una batteria da 51 kWh e un’autonomia fino a 403 km in ciclo combinato WLTP, che supera i 500 km in città. È possibile ricaricarla rapidamente in soli 24 minuti (dal 20% all’80%), rendendola ideale per l’uso quotidiano. La versione mild hybrid, pensata per chi cerca efficienza e riduzione delle emissioni, dispone di un motore 1.2L 100 CV con tecnologia 48V, capace di una velocità massima di 190 km/h e consumi ridotti (103-104 g/km CO₂), offrendo inoltre una modalità di guida elettrica per il 25% del tempo. Con cambio automatico e sistemi come e-Parking ed e-Start, questa versione unisce praticità e prestazioni.
La Nuova Ypsilon è disponibile a partire da 24.900€ per la versione ibrida, che scendono a 20.900€ con incentivi per la rottamazione, mentre la versione elettrica parte da 22.900€ con rottamazione inclusa. Lancia segna così l’inizio di una nuova era, restando fedele alla sua tradizione ma proiettandosi verso un futuro sostenibile e innovativo.
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