Mentre negli istituti superiori e, da diversi anni ormai, anche alle scuole medie (quelle che la burocrazia chiama scuole secondarie di primo grado, anche se il termine, per ovvi motivi, fatica ad attecchire nella vita comune) nella valutazione degli studenti i “vecchi” voti sono ormai una consuetudine, alle scuole primarie (che i più nostalgici continuano a chiamare elementari) invece il cambiamento è sempre dietro l’angolo. Così dopo tre anni all’insegna dei “giudizi descrittivi”, poco compresi e amati dalle famiglie, si torna ai tradizionali giudizi sintetici: ottimo, distinto, buono, discreto, sufficiente e non sufficiente. Ad ingranare la marcia indietro è il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “E’ un passo importante verso un sistema educativo più chiaro e trasparente, volto alla crescita formativa degli studenti. – spiega il ministro – L’introduzione dei giudizi sintetici, molto più comprensibili dei precedenti livelli, permette di tracciare con maggiore chiarezza il percorso formativo degli alunni, migliorando la comunicazione con le famiglie e al tempo stesso l’efficacia della valutazione”. Quindi si torna all’antico, con buona pace di tutti gli sforzi sostenuti negli ultimi quattro anni da insegnanti per introdurre la nuova valutazione e dalle famiglie per comprenderla.
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di Treviso
VIOLENZA GIOVANILE, AUMENTANO I PRESIDI NELLE ZONE CALDE DELLA CITTÀ
Dopo la morte del 22enne, accoltellato e sgozzato da giovanissimi in via Castelmenardo, la sicurezza è la priorità di questo inizio 2025. Ceis: “I giovani vanno educati a comprendere che di droga si muore”
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dibattito
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VENETO, LE SFIDE DEL 2025 CON L’INCOGNITA DEL VOTO
L’assessore Francesco Calzavara illustra la manovra di bilancio regionale “Più risorse a disposizione, si continua a crescere”
AUTONOMIA DELL’ENERGIA “STOP AL CENTRALISMO”
Le concessioni delle reti rendono 300 milioni, Roma vuole prorogare a Enel per altri vent’anni, Agsm Aim lancia l’allarme
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LUn modello di sanità pubblica: il mio grazie agli operatori
Luca Zaia Governatore Regione Veneto
a sanità veneta si conferma, anche nel 2024, un modello di eccellenza a livello nazionale. Questo risultato non sarebbe possibile senza il lavoro instancabile dei nostri operatori sanitari, che ogni giorno garantiscono cure di qualità a milioni di cittadini. A loro va il mio più sentito ringraziamento. I numeri parlano chiaro: nel 2024, abbiamo registrato 14,5 milioni di prenotazioni, con un incremento del 13% rispetto al 2022, e una crescita del 9% nei primi accessi. segue a pag. 5
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Sicurezza
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Reprimere non basta. Serve un’alleanza per supportare i più giovani
Il nuovo anno si è aperto mettendo urgentemente sul tavolo di Treviso gli stessi problemi con cui si era chiuso il 2024: la sicurezza, la crescita esponenziale del fenomeno del disagio e della violenza giovanile, l’abuso di sostanze stupefacenti soprattutto da parte dei minori, la marginalità sociale. E soprattutto la necessità unanime di trovare risposte e soluzioni. Il drammatico epilogo della Vigilia di Natale –quando il 22enne Francesco è morto dopo essere stato accoltellato e sgozzato con un vetro per un panetto di hashish da giovani ancora più giovani di lui sotto l’effetto della ketamina – è piombato come un macigno su una comunità che fino a non molto tempo fa era ancora convinta di vivere nella culla della tranquillità, dove tutto di muoveva lento e silenzioso come lo scorrere delle sue acque di risorgiva, con l’unico rumore dato dal chiacchiericcio del detto e non detto “dea piassa”. La prima soluzione è arrivata dal vertice sulla sicurezza del 9 gennaio, con la decisione di non istituire le zone rosse (previste nella riforma del ministero degli interni e non applicabile in un territorio che comunque ha un indice basso di criminalità) ma di presidiare maggiormente con le forze dell’ordine i luoghi critici della città: l’area di piazza Pio X, la stazione ferroviaria e i quartieri di San Zeno e San Liberale. A chiunque assumerà atteggiamenti violenti sarà applicato il daspo. Ma al di là delle scelte operative legate alla sorveglianza da parte delle forze dell’ordine, lo stesso prefetto fa presente che “c’è uno stato di devianza giovanile che andrebbe intercettato prima di sfociare in violenze fisiche”. Prevenire, quindi. Questo però è un lavoro molto più complicato, perché non bastano una camionetta di militari o uno strumento repressivo come l’allontanamento. Per prevenire serve progettare, fare rete, costruire, essere tutti uniti a livello di istituzioni, di servizi e di comunità. Servono risorse da investire per supportare la crescita degli adulti di domani. Quei giovani, che oggi urlano con rabbia i propri bisogni e le proprie fragilità, non possono essere lasciati soli. E il 2025 di Treviso deve partire da qui.
Sara Salin
Bisogni e fragilità necessitano di progetti e risorse per la prevenzione
Un modello di sanità pubblica: il mio grazie agli operatori
Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Questo dimostra che il nostro sistema è in grado di rispondere a una domanda crescente senza compromettere la qualità. Anche i ricoveri ospedalieri sono aumentati: 643.411 nel 2024, segnando un +4% rispetto al 2022, e gli interventi chirurgici hanno raggiunto quota 503.479, con una crescita del 7% rispetto al 2022 e del 2% rispetto al 2023. Questi risultati sono il frutto di un’organizzazione capace di rispondere a una domanda sempre più complessa, garantendo efficienza e rapidità. Un altro dato che ci rende orgogliosi è il saldo positivo nella mobilità sanitaria, con 189 milioni di euro derivanti da pazienti provenienti da altre regioni italiane. Questo dimostra che il Veneto è una terra di eccellenza, scelta da chi cerca cure di alta qualità. Il mio ringraziamento va dunque a medici, infermieri, tecnici, amministrativi e a tutti coloro che lavorano con passione e professionalità nel nostro sistema sanitario. Siete il volto di un Veneto che crede nell’efficienza, nell’equità e nella solidarietà.
Pagelle alle primarie, ennesimo cambiamento
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Le pagelle del primo quadrimestre delle primarie, in arrivo fra pochi giorni, riporteranno ancora i giudizi descrittivi mentre quelle finali di giugno avranno i giudizi sintetici. Una formula “ibrida” per usare un altro termine che va di moda di questi tempi, per accompagnare alunni, docenti e genitori nell’ennesimo cambiamento nella valutazione. I giudizi descrittivi con i quattro livelli “avanzato”, “intermedio”, “base” e, per l’insufficienza, “in via di prima acquisizione” sono costati un lungo lavoro preparatorio ai docenti, impegnati nel declinare la nuova terminologia nella valutazione degli alunni, senza perdere di vista l’obiettivo finale, che è quello di far capire ai ragazzi e alle loro famiglie non solo “come sta andando” il percorso scolastico ma soprattutto quali sono i punti di forza da mettere in evidenza e quelli di debolezza sui quali lavorare per un apprendimento efficace. Anche i genitori hanno faticato non poco ad entrare in questa nuova ottica e a districarsi tra la terminologia. Ora l’ennesimo cambiamento, con i vecchi giudizi accompagnati dalla descrizione del livello di apprendimento raggiunto per ciascuna disciplina. Quanto sarà efficace lo scopriremo strada facendo, chissà. continua da
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Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Stampato e confezionato da: Tecnostampa srlPigini Group. Loreto - Trevi Certificata ISO 14001 - SA 8000 Chiuso in redazione
Mario Conte. Il sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto ai microfoni di Radio Veneto 24
“Quest’anno la città è capitale green europea.
Serve un cambiamento culturale sostenibile”
Al secondo mandato sia come primo cittadino del capoluogo della Marca che come guida dei colleghi della regione, spera che “i sindaci vengano realmente messi al centro dell’agenda politica”, perché “se si ascolta la loro voce la politica è molto più su misura delle nostre comunità”
Proponiamo ai nostri lettori alcuni passaggi della lunga intervista rilasciata dal sindaco di Treviso Mario Conte a Radio Veneto 24, emittente del nostro gruppo editoriale, a cura del direttore Matteo Bellomo.
Sindaco, come sta Treviso?
“Direi che Treviso sta meglio del sindaco, nel senso che il sindaco, per far star bene la sua città, è un po’ affaticato, invece la città devo dire che sta correndo alla grande. Abbiamo degli indicatori che ci stanno regalando delle grandissime soddisfazioni. I dati turistici, la residenzialità. Insomma, è una città vivace che sta crescendo e lo stiamo facendo in modo scientifico. E quindi siamo decisamente contenti”.
Che anno sarà il 2025?
“Sarà un anno entusiasmante. Innanzitutto saremo la Green Leaf europea, perché con grande emozione a Tallin per la prima volta una città italiana è riuscita ad accedere alla finale e per la prima volta una città italiana addirittura è riuscita a vincerla. Noi siamo la Green Capital delle città europee sotto i centomila abitanti. È una grandissima soddisfazione, ma anche una grandissima responsabilità. I temi ambientali sono ormai all’ordine del giorno, perché la
sensibilità delle nostre comunità per fortuna è cambiata e quindi sta a noi accompagnarla in un cambiamento culturale che sia sostenibile. Quindi cambiando le nostre abitudini, con un piano di forestazione urbana straordinario, con la realizzazione di chilometri e chilometri di rete fognaria, realizzando piste ciclabili e incentivando l’utilizzo della bicicletta. Abbiamo avviato l’iniziativa ‘Bike to work’ e sono stati duemilasettecento gli utenti che aderito e percorso 560mila chilometri in bicicletta, facendo di fatto risparmiare 86mila chili di CO2. Come se avessero piantato 4.200 alberi. Sono stati premiati con dei buoni spesa, investiti nelle attività commerciali del comune. C’è grande voglia di cambiamento, c’è grande sensibilità e noi cerchiamo di affiancarci alla comunità in questo cambiamento sacrosanto”.
Da presidente di Anci Veneto che anno crede sarà?
“Spero un anno in cui i sindaci vengano messi realmente al centro dell’agenda politica, non solo in occasione delle assemblee dove ovviamente tutti vengono a lisciare il pelo ai sindaci. È altrettanto vero che poi il sentimento e la sensazione di abbandono durante l’anno è abbastanza concreta. Il sindaco è il
anche su prenotazione
primo baluardo della repubblica in mezzo alla comunità, è colui che è immerso ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette tra i problemi e le riflessioni della gente ed è colui che meglio può interpretare quelle che sono le esigenze e le soluzioni. E quindi se la voce dei sindaci, invece di partire dall’altro e imporre verso il basso, partisse dal basso, quindi ascoltando la voce dei sindaci, degli amministratori locali, degli assessori, dei consiglieri comunali, ecco, sarebbe una politica molto più su misura per le esigenze delle nostre comunità”.
Sarà anche l’anno dell’autonomia…
“Quando abbiamo cominciato questa battaglia epocale sapevamo che sarebbe stata decisamente dura. In Veneto c’è una cultura politico-amministrativa caratterizzata dalla responsabilità nei confronti dei nostri cittadini. Per questo auspichiamo che sia l’anno giusto per l’autonomia. Non siedo fra i banchi del Parlamento e quindi non ho le tempistiche, ma auspico che si faccia veloci non tanto perché vogliamo sottrarre risorse a qualcun altro ma semplicemente perché vogliamo gestire al meglio quanto i veneti ci chiedono di fare”.
Non siede tra i banchi del Parlamento, ma potrebbe sedere su altri banchi nel prossimo futuro.
“Sicuramente continuerò a fare il sindaco fino a quando ne avrò la possibilità, nel senso che abbiamo davvero tantissimi progetti in piedi, a partire dal fatto che stiamo diventando di
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fatto una città universitaria e di conseguenza il mio impegno è totalizzante nei confronti della città. Poi sappiamo benissimo che a breve ci sono delle sfide in Regione, le politiche… Vedremo cosa succederà. Io sono il primo sostenitore di Luca Zaia e spero che questa norma, che di fatto oggi non gli dà la possibilità a Zaia di candidarsi e nemmeno al sottoscritto di ricandidarsi per Treviso, venga rivista. Perché il mandato in realtà te lo danno i
cittadini con il loro voto democratico e noi chiediamo di avere la possibilità quantomeno di presentarci. Se il presidente Zaia non potrà candidarsi in Regione perché una norma glielo impedisce, allora apriremo una serie di riflessioni, fermo restando che sono un militante di un partito che ha saputo sviluppare una squadra di amministratori capaci e pronti a sostituire in qualsiasi momento Zaia. E tra questi mi ci metto dentro anch’io”.
Mario Conte, sindaco di Treviso
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Disagio e violenza giovanile
Il
dibattito politico.
Dopo
l’omicidio di via Castelmenardo, nuovi agenti in Questura e militari sulle strade
La sicurezza detta l’agenda del 2025
Pelloni: “Ma il sindaco cerca capri espiatori”
L ’escalation di violenza giovanile in città, culminata prima nell’aggressione del 12 dicembre in via Castelmenardo e poi nella morte di Francesco Favaretto alla Vigilia di Natale dopo dodici giorni di agonia, ha messo inevitabilmente la sicurezza al primo posto nell’agenda 2025 di Treviso. Nei giorni scorsi nella Questura di Treviso sono arrivati nuovi poliziotti e il sottosegretario al ministero dell’interno Nicola Molteni ha garantito la conferma anche per i prossimi tre anni della presenza dei militari con l’operazione “Strade Sicure”, rispondendo così alle richieste del sindaco Mario Conte, che ha lanciato un appello a Matteo Piantedosi sulla necessità di potenziare le misure per far fronte al fenomeno delle baby gang.
Sindaco secondo il quale il numero degli agenti di polizia dovrebbe essere adeguato alla presenza dei richiedenti asilo: “Vista la quantità di reati commessi da stranieri che ormai si attesta fra
il 40 e il 60 per cento nelle varie città del Veneto, è necessario che ognuno si prenda la sua responsabilità: ci sono comunità straniere straordinarie, che lavorano, che vogliono integrarsi. Altre invece protagoniste di episodi che nulla hanno a che fare con la civile convivenza. Ecco, chi non vuole rispettare le regole, chi pensa di fare a Treviso quello che non farebbe mai nel suo paese di origine, da noi non ci può stare”. Affermazioni che hanno provocato l’immediata reazione del principale partito di opposizione. “Non è serio addossare le colpe agli stranieri per la progressiva crescita dell’insicurezza in città, con la diffusione di rapine, spaccio e aggressioni nel centro storico e nei quartieri. Basta pensare che il ragazzo spacciatore ucciso era perfettamente italiano”, dichiara Stefano Pelloni, capogruppo del Partito democratico, sostenendo che si tratta di un problema serio che coinvolge tutti i giovani, italiani o italiani di seconda gene-
razione. Per Pelloni il sindaco con le sue esternazioni sarebbe solamente alla ricerca di capri espiatori sulla sicurezza e “se non è in grado di assicurarla ai trevigiani forse farebbe bene a studiare meglio qualche soluzione piuttosto che trovare colpevoli nelle famiglie che non educano bene i figli, nella droga, negli stranieri e piuttosto si batta in conferenza dei sindaci dell’Ulss per aumentare i fondi per la lotta alle dipendenze da alcol e sostanze stupefacenti”. Botta e risposta che erano iniziate già a metà dicembre, dopo il servizio sulle baby gang in città mandato in onda su Rete 4 dalla trasmissione “Fuori dal coro”, con l’inviata fra le vie del centro a intervistare giovani che mostravano pistole e raccontavano di porto d’armi falsi facilmente reperibili. Servizio che Conte ha definito sensazionalistico e ai danni della comunità, annunciando l’intenzione di sottoporne i contenuti alle autorità competenti. Immediata la reazione di Mario
Giordano, conduttore della trasmissione, che ha affermato su X che Conte “è diventato un politico della peggior specie”. Il giorno successivo alla morte di Francesco, il giornalista sempre su X ha rincarato: “Com’è che diceva il sindaco? Che Fuori dal coro esagerava? Che facevano sensazionalismo? Se avesse un minimo di dignità dovrebbe chiedere scusa.
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E dimettersi”. Pur stigmatizzando le parole di Giordano, il Partito are che “chi di Rete 4 ferisce, di Rete 4 perisce”, ricordando come nel 2015 “il battagliero consigliere
vendo Treviso come il peggiore Bronx”. Con una “coerenza ad
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Stefano Pelloni
Disagio e violenza giovanile
Le
dipendenze. Cambiano gli abusi di droga fra i giovani, sempre più fragili nell’età della crescita
Sostanze facili da reperire e a buon mercato Il Ceis alza il livello di attenzione sulla ketamina
Il Ceis di Treviso ha alzato il livello di attenzione sulla ketamina. La droga del momento, così appetibile per i giovani e soprattutto i giovanissimi, è stata oggetto di un indagine interna da parte della cooperativa sociale che da più di quarant’anni è impegnata nell’ambito delle dipendenze e della salute mentale nella Marca.
I risultati dello studio – svolto negli ultimi mesi tra gli utenti in percorso residenziale, semiresidenziale o che hanno terminato il programma ma sono ancora collegati ai servizi del Ceis, su un target di età compreso fra i 18 e i 30 anni – hanno restituito una fotografia nitida del momento attuale grazie alla quale comprendere meglio quale sia il trend che ci si deve aspettare, anche come specialisti delle tossicodipendenze: l’85 per cento del campione preso in esame ha consumato ketamina almeno una volta nella vita e di questi il 41,5 per cento ne ha fatto uso almeno una volta nell’ultimo anno. L’età media di primo uso è 28 anni, con un gruppo significativo tra i 16 e i 18 anni. Ma il dato più allarmante è che oggi di ketamina se ne parla molto di più. Un campanello d’allarme che rispecchia i fatti di cronaca.
tenanti della ketamina sono molto più preoccupanti di quelli di altre sostanze”, tiene a precisare il presidente di Ceis Treviso Luca Sartorato.
Il bisogno è aumentato: il centro di pronta accoglienza da un paio d’anni ha la lista d’attesa. Il 50% sono donne.
Sartorato: “I giovani? Non possono essere lasciati soli e l’azione repressiva va accompagnata alla prevenzione, educandoli a comprendere che di droga si muore”
“Sono almeno tre anni che i ragazzi che seguiamo parlano di ketamina. Avevamo bisogno di avere dei dati, così da poter intervenire e iniziare a predisporre dei servizi adeguati alle necessità delle persone e soprattutto capire se di ketamina si parla solo o se anche si utilizza di più. Si tratta di una sostanza – spiega Marco Possagnolo, psicologo e psicoterapeuta direttore di Ceis Treviso – che viene usata perché ha gli effetti cercati dai giovani”.
Nata come analgesico, la ketamina viene assunta come sostanza dissociativa che, come spiega Possagnolo, “dà un’esperienza molto piacevole, di rinforzo e di possibilità di affrontare con maggiore facilità situazioni che sarebbe difficili affrontare da lucidi”. Dietro c’è sempre una fragilità. Le stesse fragilità che sono alla base della ricerca degli effetti disinibenti dell’alcol oppure quelli prestazionali della cocaina. “Certo che gli effetti sca-
Altro dato allarmante è costituito dal forte aumento di richieste di presa in carico e di inserimento in comunità delle donne. Sono 220 le persone accolte nel 2024 dal Ceis nelle strutture di accoglienza, sostegno terapeutico e riabilitazione per le tossicodipendenze e alcoldipendenze che la cooperativa gestisce in provincia di Treviso (due nel capoluogo e due nel comune di Mogliano, per un totale di 74 posti disponibili accreditati dall’Ulss 2). Sono 94 i programmi portati a termine con esiti positivi, ovvero con utenti che sono riusciti a reinserirsi nella società e che hanno un lavoro che permette loro di mantenersi.
Ma mai in oltre quarant’anni di attività si era assistito a un dato tanto impattante relativamente alla richiesta di inserimento delle donne sia nel centro di pronta accoglienza (dove il servizio pubblico invia chi ha disturbi da utilizzo di sostanze psicoattive) sia nelle strutture residenziali. In particolare il centro polifunzionale di Treviso lo scorso anno ha raggiunto il 50 per cento di utenza femminile.
Guardandola nel complesso, la situazione non è di certo confortante. Il bisogno è aumentato, tan-
to che sia nel 2023 che nel 2024 per essere accolti nel centro di pronta accoglienza si è dovuto attendere. Una lista d’attesa che non si esaurirà come per magia nel 2025. “Negli ultimi anni assistiamo da una parte a una maggiore fragilità dei giovani che entrano in comunità e dall’altra a un aumento di persone che, oltre alla dipendenza, vivono una situazione di marginalità, con un terreno molto arido attorno alla propria vita”, dichiara Possagnolo. C’è meno cronicità di un tempo, ma c’è molta più offerta di sostanze che costano molto meno, è molto più facile arrivarci ed è molto più rischioso assumerle, perché non hanno controllo. “È un problema complesso che può essere risolto solo con mezzi complessi. I giovani – afferma Sartorato – non possono essere lasciati soli ad affrontare tutto questo e neppure può bastare l’azione repressiva. Alla quale va unita la prevenzione. Dobbiamo educare i giovani a comprendere che di droga si muore. E non è sufficiente allontanarli dall’uso delle sostanze. Dobbiamo supportarli nella crescita, dare loro strumenti per vivere in modo soddisfacente la loro vita, potenziando con percorsi mirati le loro potenzialità e risorse. Al contrario, assisteremo a un peggioramento dei problemi di droga e salute mentale”.
Sara Salin
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Il presidente di Ceis Treviso Luca Sartorato e il direttore Marco Possagnolo
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Quarto lotto, offerte per fine gennaio
Entro il 2025 il progetto di fattibilità
De Berti: “L’intervento andrà a sgravare il centro cittadino dal traffico e in particolare San Giuseppe, San Liberale e S. Maria del Sile”
L
a realizzazione del quarto lotto della tangenziale di Treviso arriva al dunque. Dopo anni e anni di discussioni, opposizioni e analisi, la Regione del Veneto poco prima di Natale ha dato il via alla gara che porterà al completamento dell’opera, dal valore di 60 milioni di euro. A dare l’annuncio la vicepresidente e assessora alle infrastrutture, trasporti e lavori pubblici Elisa De Berti.
“Un’opera frutto di un accordo con Anas, che ringrazio, e con il via libera del vicepresidente del Consiglio e ministro delle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini, al quale va il mio grazie per la consueta disponibilità. L’intervento – ha dichiarato De Berti – è molto atteso dal territorio e andrà a sgravare il centro abitato cittadino, in particolare i quartieri di San Giuseppe, San Liberale e Santa Maria del Sile dal traffico di attraversamento collegato agli spostamenti verso la Strada Regionale Feltrina e la tangenziale e viceversa, migliorando al tempo stesso l’accessibilità alla città e all’hinterland”.
Il bando di gara è a cura di Veneto Strade e prevede l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura relativi al progetto di fattibilità tecnico-economica per appalto integrato e per gli eventuali studi di impatto ambientale oltre che per il progetto esecutivo. La presentazione delle offerte scade il 27 gennaio, mentre la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica dell’intervento è prevista entro l’anno.
trentamila euro al metro lineare”. E chiede su cosa si sarebbero potuti investire questi soldi per la città da parte del ministero: autobus non inquinanti, piste ciclabili protette, nuovo sistema di trasporto pubblico urbano… Senza dimenticare il consumo di suolo: “Cinque ettari in una città già martoriata dal cemento e dall’asfalto, che con il 39,83 per cento di suolo consumato è il quarto comune del Veneto per territorio impermeabilizzato rispetto al totale. Quale beneficio può giustificare altri 50mila metri quadrati di asfalto e cemento in una delle più pregiate aree verdi della città?”. (s.s.)
Aeroporto Canova
Il Tar del Veneto mette uno stop al masterplan 2030
Il masterplan al 2030 dell’aeroporto Canova si ferma. A fine dicembre il Tar del Veneto ha infatti accolto parzialmente il ricorso che il comitato dei cittadini, Legambiente e Italia Nostra avevano presentato nella primavera del 2024 per opporsi al progetto di ampliamento e riorganizzazione dello scalo trevigiano, del valore di 53,2 milioni di euro e che prevede il ridisegno dell’intera area alla luce dello scenario di traffico aereo e il miglioramento della qualità dei servizi. Ovvero più parcheggi, la razionalizzazione della viabilità di accesso, l’adeguamento normativo delle superfici di sicurezza delle infrastrutture di volo e l’ampliamento del terminal
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Voce critica nei confronti della realizzazione dell’infrastruttura è quella di Gigi Calesso per conto di Coalizione Civica, che chiede se possa essere considerato sostenibile il costo economico dell’opera. “Sessanta milioni di euro per tre chilometri di strada significano ventimila euro di spesa per ogni metro lineare del quarto lotto. Una follia – afferma Calesso – se si pensa che in Italia la realizzazione di una nuova autostrada a quattro corsie costa circa
passeggeri. Chiaro che la prossima mossa sarà quasi certamente il ricorso al Consiglio di Stato da parte di AerTre contro la sentenza del Tar. E sul futuro del Canova i tempi diventano sempre più incerti.
“È una vittoria perché la sentenza ribadisce che salute e ambiente devo essere prioritari, imponendo maggiore rigore e trasparenza nei grandi progetti”, affermano i ricorrenti, che rivendicano fra i principali risultati ottenuti la conferma da parte del tribunale amministrativo regionale della mancanza di studi adeguati sulle patologie respiratorie e i rischi cancerogeni legati all’attività aeroportuale, l’annullamento dei decreti di approvazione da parte del ministero dell’ambiente e delle infrastrutture, la conferma di non valutazione dei rischi di collisione con l’avifauna (considerata la vicinanza del Sile alla pista e i ventidue incidenti l’anno di bird-strike). Infine si dovrebbe tornare a rispettare il limite massimo di poco più di 16mila voli l’anno, quando oggi si viaggia già a quota 22.500.
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Francesco Benazzi. Il dg dell’azienda sanitaria della Marca traccia la rotta del 2025
Cittadella,
polo universitario, case di comunità
I progetti dell’Ulss 2 per il nuovo anno
Entro gennaio il nuovo padiglione sarà operativo “Un orgoglio, partito durante il Covid e arrivato a essere un ambiente bello soprattutto umanamente”
Partirà la realizzazione della Cittadella universitaria all’ex Vetrelco, con aule e laboratori per formare nuovi specializzandi, valore aggiunto per la qualità e il futuro della sanità di tutto il territorio
L a Cittadella della salute entro la fine di gennaio sarà totalmente operativa. Un “orgoglio”, la definisce Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 della Marca trevigiana, pronto a inaugurare il 2025 con la completa entrata in funzione di tutti i grandi reparti specialistici ospitati nell’edificio 29. “Siamo partiti in pieno Covid, da un progetto che era un po’ vecchio e che è stato rivisto assieme a primari e coordinatori per cambiare l’assetto interno, arrivando a creare un immobile adatto al lavoro dei professionisti. Ma a gratificarmi di più – racconta il manager – sono le persone che incontro per strada, che mi parlano di un ambiente bellissimo soprattutto dal punto di vista umano. Che i propri collaboratori abbiano a cuore le persone è la più grande soddisfazione che un direttore generale possa avere”.
La squadra: è questo l’altro punto per il quale Benazzi non nasconde il suo andare fiero. Rinnovato nel corso degli ultimi anni, il “parco direttori” oggi conta su professionalità eccellenti e riconosciute. “Dall’otorinolaringoiatria di Vittorio Veneto alla cardiologia di Treviso e Castel-
franco, dalla neurochirurgia alla cardiochirurgia abbiamo professionisti ai vertici italiani delle classifiche di Agenas. Tanto che sono aumentati gli interventi difficili”. E in un contesto generale di criticità nel reperire nuovi specialisti, per Treviso proprio il 2025 sarà l’anno nel quale iniziare a vedere i frutti dell’aver aperto una sede della facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Padova. “Avere l’università – afferma il direttore generale – significa avere specializzandi, che alla fine si innamorano di Treviso perché qui lavorano bene, perché qui vengono formati e perché qui trovano chi li sorregge e li accompagna. E alla fine resteranno, costituendo un valore aggiunto per la sanità trevigiana”.
A proposito di università. Completata la Cittadella della salute, questo è l’anno nel quale prenderà il via anche la realizzazione della Cittadella universitaria.
Aule e laboratori didattici per la formazione dei futuri medici (ogni anno Treviso accoglie novanta studenti) che successivamente faranno la pratica clinica all’interno dell’ospedale. Oggi è tutto sparso in diverse realtà cittadine, ma il progetto – in ac-
cordo con la Regione e l’Ateneo patavino – prevede una struttura dedicata all’ex Vetrelco, tra via Polveriera e il Sile. Completata la fase di bonifica, se tutto va bene nell’arco di un anno e mezzo l’edificio sarà trasformato in polo universitario.
Tornando ai medici e, più in generale, al personale sanitario, il direttore generale sostiene che la fase più dura è ormai alle spalle. “Una carenza – afferma – legata al fatto che purtroppo dopo il Covid in molti sono andati in pensione, qualcuno è mancato. E qualcuno ha deciso di trasferirsi nel privato perché stanco. Fatto che mi spiace, perché credo fortemente nella sanità pubblica e chi resiste e rimane nonostante le guardie, le notti, le ore in più ecco… questi per me sono i veri eroi”. Il periodo più buio è stato quello del 2023, specie sul fronte dei medici di famiglia. “Tra quest’anno e l’inizio del prossimo vedremo la fine del problema, un raggio di sole che consentirà non dico di avere mille assistiti per ogni medico di medicina generale in tutta la provincia, ma 1.500 sì”. Una cifra lontana dai quasi duemila di oggi.
Dire Ulss 2 non significa guardare solamente all’interno dei confini comunali del capoluogo e il nuovo anno della sanità di Marca ribolle di progetti in tutto il territorio. “È partita la costruzione del nuovo ospedale di Conegliano, che andava completamente ristrutturato per offrire una locazione alberghiera importante a un nosocomio che ha grandi eccellenze. Anche questo è un fiore
all’occhiello e un valore aggiunto, come lo sono le case di comunità”, spiega Francesco Benazzi. Grazie ai fondi del Pnrr, le diciassette case di comunità dovranno essere ultimate e rese operative entro marzo del 2026. “I direttori di distretto assieme al direttore sanitario stanno già lavorando sul personale che ci lavorerà e stiamo facendo fronte alle gare
per l’acquisto del materiale tecnologico”, aggiunge. Nelle case di comunità ci saranno ecografi, radiografi e punti di prima cura per le analisi e gli esami clinici a disposizione di specialisti e medici di famiglia. Per un ritorno, dopo aver investito per anni su una visione al cui centro c’era l’ospedale, alla medicina sul territorio. Sara Salin
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Festival del teatro classico. Eventi, spettacoli, laboratori sul palco, al museo e a scuola
Preziosi, Pennacchi e Guanciale protagonisti della quarta edizione di Mythos
D
odici mesi di eventi, venticinque spettacoli, settanta sessioni di laboratorio. Tutto questo nell’edizione 2025 di Mythos, il festival del teatro classico ideato da Tema Cultura che arriva alla quarta edizione e che ha come filo conduttore “Héroes – Uomini e Dei”. Ovvero “quegli eroi raccontati da Omero e dai grandi classici che ancora oggi ci aiutano a capire di che cosa siamo fatti, aprendo nuove prospettive di pensiero e discussione”, come spiega Giovanna Cordova, fondatrice di Tema Cultura, ideatrice del festival di cui condivide la direzione artistica con Carlo Mangolini del Teatro Stabile del Veneto. Una collaborazione che ha dato vita a un andare oltre Treviso, coinvolgendo nel progetto Venezia, Padova, Pieve di Soligo e la Gipsoteca Antonio Canova di Possagno. Classici a teatro, al museo, in musica, a scuola. La parte più ricca è senza dubbio quella che riguarda il teatro, con gli spettacoli portati in scena al Del Monaco e
al teatro La Stanza di Treviso, al Goldoni di Venezia, al teatro delle Maddalene di Padova, al Careni di Pieve di Soligo e appunto in Gipsoteca. Il 21 gennaio sul palco del Comunale di Treviso salirà Alessandro Preziosi, solo protagonista de “Il Poeta e la sua Diva”, sull’appassionato sodalizio fra Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse. Il 15 e 16 aprile Andrea Pennacchi presenterà “Una piccola Odissea”, mentre il 15 e 16 maggio Lino Guanciale affronterà “Napoleone la morte di un dio”, testo scritto e diretto da Davide Sacco, tratto da un saggio di Victor Hugo. Sempre a Treviso si terranno i reading-spettacolo con le letture teatralizzare a cura dei giovani attori di Tema Academy, gli interventi musicali del Manzato e l’apporto di Classici Contro – Ca’ Foscari. Il 6 febbraio a La Stanza è in programma “Nella stanza dell’imperatore”, dal romanzo di Sonia Aggi. L’11 marzo al ridotto del Del Monaco “Memorial” con Rosella Pretto, scavo nell’Iliade
tratto dal capolavoro della poetessa Alice Oswald. Il 6 maggio al Del Monaco “A che cosa (non) servono gli eroi?”, con Filippo Dini, Filippomaria Pontano e Tommaso Montanari. Tre i reading della sezione “Eroi danteschi – Tra passato e presente”, nata dalla collaborazione con la Società nazionale Dante Alighieri, su Farinata degli Uberti (4 febbraio), Manfredi (11 febbraio) e Piccarda Donati (18 febbraio). Tutti al teatro La Stanza.
Per far riscoprire ai giovani l’attualità del testo classico saranno organizzati tre laboratori in cinque sessioni per le scuole superiori, in collaborazione con l’assessorato alle politiche giovanili e pubblica istruzione del Comune di Treviso. Inoltre il 16 aprile a Santa Caterina gli studenti incontreranno docenti e ricercatori di Ca’ Foscari sul tema “L’altra Odissea, tutte le eroine e le dee di Ulisse. Dall’epos al teatro”. Si tratta di un esperimento inedito promosso dal laboratorio Alatheia a cura di
Alberto Camerotto e Luigi Spina. Bambini e ragazzi, invece, saranno coinvolti da gennaio alla Brat e al teatro La Stanza per un corso sul Piccolo Principe, l’eroe bambino di Saint-Exupery in grado di parlare agli adulti.
Da quest’anno inoltre il festival diventa centro di produzione dedicato alla drammaturgia contemporanea. Il primo impegno è “Achille e gli altri – Rapsodia
d’eroi”, spettacolo che 19 marzo debutterà al Del Monaco per essere replicato il 3 aprile a Pieve di Soligo, il 9 aprile a Padova e il 13 aprile a Possagno. L’azione teatrale sarà affiancata da un parallelo racconto cinematografico, realizzato in presa diretta sulla scena da un videomaker. Sul palco i giovani attori di Tema Cultura Academy, Musiche di Attilio Pisarri, eseguite live dei docenti del Manzato
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La città dice addio ad Antonio Barzaghi ideatore del Premio Parise per il reportage
Istrionico, appassionato, instancabile e sagace
è stato direttore dell’Ente provinciale per il turismo all’epoca della presidente di Giuseppe Mazzotti e fondatore della casa editrice Veneto Comunicazione
Con la moglie Maria Rosaria Nevola nel 2017 ha ideato il premio giornalistico e poi la relativa scuola per tenere vivo il lascito dello scrittore e inviato che tanto amò
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stato uno dei protagonisti della vita culturale della città e del Veneto. Antonio Barzaghi è morto il 26 dicembre a 84 anni, lasciando in eredità al territorio non solo il ricordo e il patrimonio dei suoi oltre cinquant’anni di autentico amore per la cultura in tutte le sue sfumature, ma anche due gioielli quali sono il Premio per il reportage “Goffredo Parise” e la scuola di reportage a esso collegata, che coinvolge gli studenti dei licei della Marca. Partenopeo di nascita, laureato in Scienze politiche a Napoli e in Scienze sociali a Trento, Barzaghi è stato prima di tutto direttore dell’Ente provinciale per il turismo di Treviso all’epoca della presidenza di Giuseppe Mazzotti. Fondatore della casa editrice Veneto Comunicazione: nel suo doppio ruolo di editore e scrittore realizzò, grazie alla collaborazione con Grafiche Antiga, volumi curatissimi anche a carattere fotografico per valorizzare la storia, l’arte, la cultura, la memoria e il paesaggio della città e della sua provincia. Di particolare valore la pubblicazione di “Idillio trevigiano”, curato da Nico Naldini, con la raccolta dei pensieri di Giovanni Comisso e le immagini del Fondo Mazzotti. Console del Touring Club Italiano, Antonio Barzaghi promosse
– proprio grazie alla collaborazione del sodalizio nazionale –varie edizione del Premio “Treviso per la cultura”. Istrionico, appassionato, instancabile e sagace, ha avuto costantemente al suo fianco la moglie Maria Rosaria Nevola, prima nella conduzione di Veneto Comunicazione e negli ultimi anni nell’ideazione e nella realizzazione impeccabile di un progetto nato per tenere vivo il lascito culturale dello scrittore e inviato di storiche testate Goffredo Parise. Un uomo che Antonio Barzaghi ha sentito sempre molto vicino per affinità elettive e per il suo carattere cosmopolita. Da qui la creazione nel 2017 del Premio nazionale per il reportage, che edizione dopo edizione ha visto salire sul palco del Teatro Comunale Mario Del Monaco i protagonisti del giornalismo italiano d’inchiesta, gli inviati di guerra, i cronisti minacciati. I nomi più conosciuti e quelli magari meno noti, ma che con il loro lavoro prezioso hanno saputo conquistare la giuria.
Antonio Barzaghi
Grazie all’incontro con la giornalista Lisa Iotti di Presa Diretta, vincitrice di una delle edizioni del Premio, cinque anni fa è nato il progetto formativo della scuola di reportage per far apprendere ai giovani studenti le competen-
ze di base, teoriche e pratiche, per realizzare reportage che approfondiscono le complesse tematiche sociali di oggi. L’ultima edizione è stata presentata in municipio lo scorso 29 novembre, giorno del compleanno di Barzaghi, che ha colto l’occasione per illustrare anche il suo ultimo progetto, “Case della memoria”. Un circuito di turismo culturale internazionale nei luoghi trevigiani che conservano il passaggio di Parise e delle case che tramandano il fascino di chi ci ha vissuto.
Sara Salin
A Casa Robegan l’essenza di Treviso secondo Jeff Robb
Fino al 9 febbraio nella suggestiva cornice di Casa Robegan si può visitare “Terra Incantata”, la nuova mostra dell’artista britannico Jeff Robb che, come lui stesso racconta, ha “cercato di esplorare l’essenza di Treviso, una città in cui la storia e la modernità coesistono in armonia”, catturando questa dualità con le sue opere e intrecciando il fascino del passato con l’energia vibrante del presente. Organizzata dalla galleria Cris Contini Contemporary in collaborazione con il Comune e i Musei Civici, il sostegno di Banca Prealpi SanBiagio e il supporto di Fondazione Mazzotti, l’esposizione propone un’esperienza
artistica multisensoriale. Robb infatti utilizza l’arte come strumento di esplorazione interiore e fonte di dialogo con il mondo esterno. “Ogni opera – spiega l’artista – è un invito a vedere la città da una prospettiva nuova, dove tradizione e innovazione si incontrano in un dialogo senza tempo”. I visitatori vengono trasportati, attraverso un’ampia varietà di tecniche, in un mondo visionario e poetico. La direzione artistica è di Richard Mauger, la progettazione dell’esposizione, curata da Pasquale Lettieri, è di Sandra Sanson. Aperta il venerdì dalle 1 4 alle 18 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 18.
Il
Veneto nel cuore. Dai cartoni alla divulgazione, la storia del content creator dalle origini ai nuovi progetti
”Un po’ di tutto, a modo mio”: la star di YouTube Andrea Lorenzon si racconta
Dai cartoni animati alla divulgazione, la storia del Content Creator veneto dalle origini ai progetti più recenti
Quasi un milione e mezzo di iscritti sul suso canale YouTube, con video che viaggiano sul mezzo milione di visualizzazioni. Andrea Lorenzon, classe ’89, nato a Portogruaro, è uno dei content creator più noti del palcoscenico di YouTube Italia. La sua carriera inizia con quella che è ancora oggi la sua pagina più famosa, “Cartoni Morti”, per arrivare al progetto più recente, la serie “Vi racconto”. Un percorso particolare per un mestiere altrettanto particolare. “Io non ho fatto l’università, non avevo alcun lavoro in mente e quindi non sapevo che facoltà scegliere. Ho trovato un lavoro qualsiasi e mi sono messo a fare video nel tempo libero. Non volevo fare il regista o l’attore. Volevo fare un po’ di tutto e a modo mio. Volevo creare delle storie che fossero mie”, racconta.
E per realizzare la propria visione Lorenzon ha compiuto una scommessa rischiosa: YouTube, nato nel 2005, è arrivato in Italia l’anno successivo, ma i primi youtuber professionisti sono arrivati solo tra il 2008 e il 2009. Due anni prima, un giovane Andrea Lorenzon, ancora liceale, creava e pubblicava video tra una verifica e l’altra. Poi la sicurezza di un lavoro gli ha permesso di investire tempo e risorse nella sua passione.
“A un certo punto mi sono preso una pausa per studiare recitazione a Vittorio Veneto, per capire cosa fare della mia vita. Qui ho conosciuto gente alla ricerca di un hobby o che voleva, al massimo, insegnare un po’ di recitazione, mentre io volevo fare spettacoli e viaggiare”.
che faceva gli hanno permesso di farne il suo mestiere. Dopo il successo del canale principale, è arrivata la serie “Vi racconto”, un ciclo di divertenti documentari sulle città italiane. Prima quelle venete e poi quelle di altre regioni.
“Che io sia di Treviso o di Bologna poco cambia, perché gli stessi cittadini conoscono poco il posto dove vivono. Se devono fare la spesa o andare al ristorante, sanno dove andare, ma la storia della città viene spesso trascurata”. Ma allora perché partire dal Veneto? “Ho iniziato dalle città ve-
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Fatto tesoro dell’esperienza, è tornato su YouTube con rinnovata determinazione e avendo imparato come funzionava la piattaforma. Ed è qui che è nato il progetto “Cartoni Morti”: brevi animazioni di carattere comico-satirico sulle tematiche più disparate. Più determinazione, obiettivi chiari e una maggiore conoscenza di ciò
nete perché erano vicine e dovevo fare pratica, poi sono stato contattato dall’Emilia-Romagna, che mi ha finanziato la promozione di tutta la regione. Ora ho contatti
Il modus operandi è sempre lo stesso: si informa e trova delle fonti, spesso guide locali, poi le rielabora e crea i suoi documentari. “Da fuori sembrerà che il mio lavoro consista nel girare un po’, mangiare e divertirmi. In realtà, soprattutto quando c’è da fare le
bastanza intenso e impegnativo, anche se ovviamente me la godo, perché altrimenti farei altro. Una cosa che amo è il fatto che, grazie allo studio, riesco ad apprezzare molto di più i luoghi che visito: se vedi un museo senza sapere cosa c’è dentro, ti annoi da morire, ma se hai studiato la storia è tutta un’altra esperienza”. Intanto il canale Cartoni Morti continua ad andare a gonfie vele, guidato dal filo rosso del divertimento. “Che io faccia ironia, istruzione o satira, l’importante è che il video sia leggero e divertente. Poi il contenuto varia molto, può essere un video leggero e fine a sé stesso, oppure un contenuto ricco di informazioni, come i documentari, ma l’importante è che queste non siano predominanti. Quando faccio informazione, mi assicuro che le mie fonti siano affidabili e scientifiche, così posso sdoganare i timori della gente e insegnare qualcosa senza annoiare. Ma l’aspetto più importante è sempre lo stesso: che la maggior parte delle persone possa apprezzare i miei video anche senza essere interessata all’argomento”.
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Andrea Lorenzon
Basket. Il playmaker del Nutribullet Treviso Basket dalla carriera agli obiettivi futuri
Mascolo: “Sono un competitivo e odio perdere,
se non sogni in grande stai sbagliando qualcosa”
Bruno Mascolo, playmaker di Nutribullet Treviso Basket, tra sogni, scaramanzie e una brillante carriera, racconta la sua crescita e il futuro da dentista.
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smetterò di giocare farò il dentista. Studio nel tempo libero, ma mi ritaglio anche del tempo per uscire con gli amici. Poi raggiungo la mia ragazza a Roma quando posso e passo l’estate con lei”. La sua compagna, pallavolista in Serie A, condivide con lui il numero 14: “È il mio numero da sempre e anche lei lo indossa. Una fatalità del caso. Per me è un portafor-
runo Mascolo sembra aver trovato a Treviso un ambiente ideale. La città, accogliente e a misura d’uomo, ha incantato il playmaker di Nutribullet Treviso Basket: “La società è storica, conoscevo già molti giocatori e coach Vitucci. Mi trovo davvero bene,” racconta Mascolo. Originario di Castellammare di Stabia, il giocatore campano ricorda con affetto i primi passi nel basket: “Mio padre e mia zia giocavano, mi hanno avvicinato allo sport da piccolissimo. A 2-3 anni ero già con la palla in mano”.
La sua carriera ha preso slancio a Torino, dove a 17 anni ha conosciuto il mondo dei grandi: “È stato un primo approccio. Ho capito quali sacrifici servivano per arrivare a certi livelli”. L’1 novembre 2015 è il giorno del debutto in Serie A, ma per Mascolo la vera prima partita è stata Torino-Milano: “Avevo 18 anni, ho giocato bene e abbiamo vinto. Un’emozione unica”. Tra le esperienze più significative, Mascolo ricorda Napoli e Tortona. A Napoli ha ritrovato fiducia: “Dopo un periodo difficile sono tornato il giocatore che ero. È stato un passaggio fondamentale”. A Tortona, invece, ha vissuto uno dei momenti più brillanti della carriera: “Abbiamo
vinto il campionato e sono stato il miglior giocatore dei play-off. Il coach Ramondino è stato determinante per me, mi ha fatto fare il salto di qualità”.
L’azzurro è un capitolo speciale: “Essere convocato in Nazionale è stato il sogno più grande. È un ricordo magico, fu un grande onore.” Mascolo non nasconde il desiderio di un possibile ritorno: “Lavoro per questo. Porsi obiettivi alti è fondamentale”. Oggi Mascolo si divide tra il campo e gli studi di odontoiatria: “Quando
Per la stagione in corso il campano non si sbilancia sugli obiettivi del team: “Non ci poniamo traguardi a lungo termine. Pensiamo partita dopo partita, il campionato è molto competitivo.” A livello personale mantiene, invece, una ferrea scaramanzia: “Ho dei sogni, ma non posso dirli(ride). Lavoro duro e penso sempre al prossimo passo”. E la Juve Stabia Calcio? “Non sono un tifoso accanito, ma la seguo. I miei amici mi aggiornano. Napoli o Juve Stabia? Non rispondo... (ride).” Nonostante le difficoltà del 2024, il play di Treviso guarda avanti: “È stato un anno duro, ma sono cresciuto molto. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno”. Bruno Mascolo e la mentalità da campione: tra realtà e sogni ed un futuro ancora tutto da scrivere. Stefano Parpajola
La Serie D ha una favorita e si chiama Treviso
Il Treviso ha chiuso il girone d’andata guardando tutti dall’alto. Nell’ultimo turno prima delle Feste, infatti, gli uomini di Cacciatore hanno approfittato del clamoroso crollo della Dolomiti Bellunesi a Lignano (4-0), battendo per 3-0 l’Este e aggiudicandosi il titolo di campioni d’inverno. Un 2024 chiuso, dunque, sulla vetta del girone C di Serie D, dopo aver rincorso per tutta la prima parte di stagione prima il Campodarsego e poi gli stessi rosa di Belluno. Il percorso biancoazzurro ha vissuto più fasi: un inizio travolgente, con tre vittorie su tre e zero gol subiti. Il tutto sembrava far presagire ad un campionato da corazzata, rispettando le aspettative di una squadra co-
struita per dare un messaggio perentorio fin da subito alle rivali. Poi sono subentrate le difficoltà, culminate nel tonfo di Adria: 3-0, crisi aperta e Campodarsego e Dolomiti che avanzavano ad un altro ritmo. Da quel momento è arrivata la svolta di mister Cacciatore con cui è cambiato tutto: il passaggio dalla difesa a 4 alla difesa a 3, con il 3-5-2. Con il nuovo contesto
tattico bomber Grasjan Aliù si è spostato nella posizione più congeniale alle sue caratteristiche. Avvicinato alla porta, l’attaccante albanese ha iniziato a incanalare prestazioni importanti e reti decisive. La solidità ritrovata del reparto arretrato, poi, ha fatto il resto; dopo Adria, il Treviso ha trovato una striscia positiva di 13 risultati utili consecutivi concludendo il girone di andata davanti a Dolomiti e Campodarsego; la marcia trevigiana potrà inoltre continuare a contare sulla certezza del fattore Tenni che ha registrato numeri da record per la categoria. Nel girone C di Serie D c’è una poltrona per tre, ma ora la favorita ha un nome chiaro e lampante: si chiama Treviso. (s.p)
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Bruno Mascolo
L’intervista. L’assessore regionale Francesco Calzavara fa il punto sulla manovra a Radio Veneto24
“Bilancio a misura del Veneto che cresce, nel 2025 daremo forma all’autonomia”
Per la prossima legislatura pochi dubbi:
“Auspichiamo un nuovo mandato per Zaia, la leadership deve restare alla Lega
L a Regione Veneto ha approvato la manovra di bilancio 2025-2027, con un totale di 18,9 miliardi di euro destinati a progetti e interventi su sanità, sociale, infrastrutture e sviluppo economico.
Assessore Francesco Calzavara, quali sono gli aspetti di rilievo della manovra?
Anzitutto siamo riusciti anche quest’anno ad approvare il bilancio nei tempi previsti per legge, oltretutto in un momento di difficoltà. A dicembre infatti il governo governo nazionale ha richiesto un ulteriore contributo alla finanza statale che ci ha costretti a fare un’ulteriore variazione di bilancio con l’inserimento di una modifica dell’adeguamento dell’Irap. Questa integrazione ci permette di garantire le spese che la Regione tradizionalmente finanzia. Da sole sanità e sociale impegnano l’82% delle risorse. Con questa manovra riusciamo a garantire le politiche che nel corso di questi ultimi cinque anni il presidente Zaia ha attuato attraverso i vari assessorati, come previsto dal programma di governo. E’ quindi un bilancio coerente con quanto è stato presentato cinque anni fa ai veneti, una manovra che continuerà a a garantire i servizi ai cittadini e delle risposte importanti. Garantiamo ad esempio per la prima volta la piena copertura nell’anno universitario 2025-2026
di tutte le borse di studio a tutti gli idonei beneficiari, un altro sforzo importante che ci costerà tredici milioni di euro. Riteniamo che le risorse emerse con l’adeguamento dell’Irap vadano usate per le coperture che ci chiedeva il governo da una parte e dall’altra siano restituite al territorio. Altra spesa da considerare è quella delle elezioni, circa 8 milioni di euro che abbiamo messo a bilancio, nel caso in cui la consultazione si svolga a settembre 2025.
A proposito di elezioni, chi vede come futuro presidente del Veneto? Magari qualche attuale assessore?
Io sono un assessore della giunta Zaia e sono iscritto alla Lega, quindi in primis mi chiedo se il limite dei mandati è ancora attuale, in un contesto che riguarda solo i governatori e i sindaci delle grandi città, e se risponda ancora al volere dei cittadini, i quali forse vorrebbero scegliere liberamente i propri amministratori. Qualora non ci fosse la possibilità di avere ancora Zaia come presidente credo che l’esperienza, la capacità amministrativa e la qualità degli amministratori della Lega siano un patrimonio che non può essere disperso in questa regione. Pertanto è comprensibile, anche da parte degli alleati, che la Lega rivendichi il mantenimento di una leadership a livello regionale, esprimendo il proprio presiden-
te all’interno possibilmente di un’alleanza di centrodestra.
Riguardo alle alleanze, Forza Italia non è ha partecipato al voto sul bilancio. C’è stato un chiarimento all’interno della maggioranza?
Non vedo la necessità di grandi chiarimenti. Dopo il voto il presidente Zaia ha ribadito che questa amministrazione rimane nell’alveo del centrodestra e si cerca di mantenere questa posizione unitaria, da Roma al Veneto. Gli attacchi giornalieri da parte del segretario regionale di Forza Italia sicuramente non aiutano a creare le condizioni per finire bene questa legislatura e per iniziare nel migliore dei modi la prossima. Come valuta questi cinque anni in giunta regionale, un periodo che va dall’emergenza Covid alle Olimpiadi invernali?
Sono stati cinque anni complicati perché nati in un momento estremamente instabile come era quello della pandemia. Nessuno di noi sapeva quando sarebbe finita e cosa sarebbe successo dopo. Devo dire che la Regione attraverso una politica di bassa tassazione che ha tenuto negli ultimi cinque anni ha favorito il rimbalzo dell’economia veneta che ha sovra performato gli indici nazionali e di altre regioni. E’ la testimonianza di come la nostra regione avuto sempre nel recente passato grande capacità di ripresa e di ripartenza dopo periodi di crisi prima di altri. E questo anche perché nel complesso la macchina amministrativa comunale
e regionale permette alle imprese di sviluppare al meglio le potenzialità sia a livello locale che internazionale con l’export. Sul fronte sanitario i problemi delle liste d’attesa sono un’eredità della pandemia ma ormai hanno dei tempi in costante diminuzione e le risposte arrivano. Tra le grandi sfide c’è senz’altro l’autonomia: cercheremo di capire da qua alla fine della legislatura qual è il percorso per iniziare un reale decentramento dei poteri dello Stato verso le regioni per ottimizzare le risorse a favore dei cittadini. Sullo sfondo le Olimpiadi invernali saranno uno straordinario momento di visibilità per la nostra regione e creare le condizioni affinché il turismo giochi un ruolo cruciale.
Ci sarà anche l’apertura completa della Pedemontana?
Certo, è un’opera incredibile, anche se molto osteggiata. La crescita costante del traffico settimana dopo settimana conferma la necessità di queste infrastrutture. Riguardo ai costi, dal decimo anno con gli utili sarà possibile
Dall’opposizione Vanessa Camani del Pd attacca: “E’ il tramonto di un’era politica”
E’ duro il commento dell’opposizione in Consiglio regionale alla manovra di bilancio e al mandato della giunta che si chiuderà quest’anno, salvo proroghe. “Le casse regionali sono a secco, - attacca Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico - si ricorre alla tassazione per le aziende, e l’operazione della Pedemontana si è rivelata un fallimento. A questo si aggiunge l’incapacità di affrontare le grandi emergenze, come quelle sociosanitarie, e la totale assenza di investimenti che possano generare un nuovo svi-
luppo. Siamo di fronte ad una manovra di fine impero, stanca, ripetitiva, senza slanci e senza risorse in grado di segnare anche una minima svolta per il cambiamento del Veneto nei prossimi anni”. Camani continua indicando “l’insufficienza di risorse, investite in progetti di breve e brevissimo respiro. In una incapacità di avanzare proposte di vero cambiamento o anche solo di rispondere adeguatamente alle tante emergenze del Veneto. L’eccellenza, bandierina ormai dai colori sbiaditi, e l’autonomia, spacciata come panacea di
ripagare quella che oggi sembra essere una perdita. E’ invece un elemento che porterà ulteriori vantaggi e risorse per la nostra economia.
In conclusione, assessore, il 2025 sarà l’anno in cui vedremo realizzata l’autonomia?
Anzitutto auspico che il presidente Zaia possa essere rieletto perché penso che abbia il peso specifico politico per portare a casa il massimo sul fronte dell’autonomia. Nel 2025 puntiamo a concretizzare almeno una almeno una materia o una funzione come la Protezione Civile. Un risultato che dimostrerebbe qual è la vera volontà da parte del Veneto e di come il Veneto interpreta l’autonomia. Sicuramente non è una scelta spacca Italia ma un’assunzione di responsabilità per dare risposte efficaci ai cittadini sia sui tempi che sulle risorse impegnate. Dobbiamo avere la consapevolezza che questo è uno strumento che ci permetterà di portare efficienza ed efficacia ai nostri territori e ai bilanci degli enti pubblici. (n.s.)
tutti i mali, sono racconti che non bastano a camuffare una realtà poverissima in termini economici e strategici”. Sul tema del momento, il quarto mandato al presidente uscente Zaia, l’esponente Dem è ancora più drastica: “Oltre ogni impugnazione, pronunciamento e schermaglia di questo dibattito trito e ritrito sul terzo mandato, resta un dato: la fine del ciclo di Zaia è già realtà. E’ un canovaccio che si ripete uguale a se stesso da 15 anni, e che è ormai palesemente inadeguato. È ora di cambiare”.
Francesco Calzavara
L’intervista. Il senatore Antonio De Poli
“Autonomia: questione di responsabilità”
Il senatore padovano Antonio De Poli, questore a Palazzo Madama, è stato ospite della trasmissione Buongiorno Veneto di Radio Veneto24 , dove ha approfondito diversi temi.
Senatore, come valuta il fenomeno delle aggressioni nei confronti dei sanitari, in aumento nella nostra regione?
In Senato è stata approvata una legge specifica contro le aggressioni all’interno degli ospedali, con pene più severe per chi aggredisce medici e personale sanitario. È una situazione allucinante: chi ci salva la vita? È difficile comprendere come queste violenze possano verificarsi, ma purtroppo accadono. Per questo, abbiamo dovuto introdurre leggi che prevedano sanzioni severe per chi aggredisce il personale sanitario”.
Guardando all’anno appena passato, qual è il suo miglior risultato?
Il 2024 è stato un anno significativo. Abbiamo lavorato per creare una rete di rapporti tra il mondo delle politiche sociali e sanitarie e quello della piccola impresa. Questo ha portato a risultati positivi anche in relazione alla legislazione nazionale. Credo che si stia recuperando un modo di fare politica che mette al centro i cittadini e le persone, creando un collegamento concreto tra solidarietà e produttività.
Come vede il processo dell’autonomia regionale?
Il percorso verso l’autonomia proseguirà. Sono fiducioso che nel 2025 saranno risolte tutte le questioni pendenti, in modo che il Veneto possa finalmente godere di una maggiore autonomia. Tuttavia, è importante capire che l’autonomia porta con sé anche responsabilità: se una regione chiede di gestire determinate materie, deve essere in grado di farlo con serietà. In caso contrario, si ritorna sotto la gestione statale. Non è obbligatorio, ma dipende dalla volontà della regione di assumersi tali responsabilità.
Chi sarà il futuro presidente della re-
gione?
Il successore di Zaia dovrà avere caratteristiche specifiche, in particolare dovrà essere molto attento ai bisogni dei cittadini, dalle fasce più deboli, come i bambini e le persone non autosufficienti, fino agli anziani e alle persone con disabilità. Un presidente che ascolti i cittadini, le imprese, e che sappia dare risposte concrete alle problematiche del territorio.
In Senato come si sta lavorando per valorizzare le realtà locali del Veneto?
In Senato lavoriamo per dare risposte concrete a tutti i territori. Per quanto mi riguarda, c’è un’attenzione particolare per Padova, in particolare quando si tratta di affrontare problematiche specifiche o di sostenere progetti infrastrutturali. Il nostro obiettivo è portare risorse ai territori, collaborando con i ministeri per soddisfare le necessità locali. Un parlamentare deve lavorare per tutti i cittadini, senza guardare ai colori politici, perché i problemi delle infrastrutture, della sanità e delle esigenze locali riguardano tutti, indipendentemente dall’orientamento politico. Questo è il modo giusto di fare politica: affrontare i problemi reali, non le appartenenze ideologiche.
Madeleine Palpella
Economia.
Il sottosegretario Bitonci “Finanziaria vicina ad imprese e cittadini”
Quali ripercussioni avrà la recente manovra di bilancio approvata dal Governo e quali sono gli aspetti più rilevanti per i cittadini? La Finanziaria 2025 contiene numerosi provvedimenti di carattere fiscale ed economico per le imprese, i cittadini, le famiglie. Abbiamo affrontato alcuni aspetti della legge di bilancio approvata a fine anno con il sottosegretario del ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, ai microfoni di Radio Veneto24.
Sottosegretario Bitonci, da dove partire per analizzare gli aspetti principali della Finanziaria 2025?
Abbiamo un taglio importante del cuneo fiscale e contributivo di circa quattordici miliardi che viene stabilizzato, assieme alle tre aliquote Irpef. Una novità assoluta è quella del che ha voluto la Lega che il taglio dell’Ires, cioè l’Ires premiale che va dal 24 per cento al 20 per cento per le imprese che investono gli utili in assunzioni, oppure anche nella transizione 5.0. Si punta quindi a premiare le aziende che reinvestono gli utili di impresa. Altra novità importante riguarda la flat tax sul regime forfettario. Si potrà accumulare il lavoro dipendente fino a 35 mila euro di reddito, in riposta alle partite Iva che hanno anche un lavoro da dipendente. Viene rinnovato anche il fondo di garanzia Pmi, che seguo personalmente con la mia delega specifica. VI sono anche delle importanti novità per quanto che riguarda il mondo delle garanzie dei confidi. Ricordo che si tratta di 160 miliardi di garanzie alle imprese, nel periodo Covid erano 250 miliardi . Non esiste il credito a livello delle imprese senza le garanzie statali che vengono rinnovate anche per il questo anno.
Sul fronte della sanità quali le novità invece?
Ci sono 1 miliardo e 300 milioni in più rispetto allo scorso anno, siamo quasi a 138 miliardi per la spesa sanitaria, con la novità importante della tassazione al cinque per cento degli straordinari per gli in-
fermieri. Quindi gli infermieri che faranno lo straordinario pagheranno solo il 5 per cento di tassazione
Come vede la cancellazione delle multe per chi non si è vaccinato ai tempi del Covid?
E’ semplicemente una scelta del governo, una decisione di carattere politico condivida da tutto il governo, quindi non aggiungerei altro in merito. Specifico solo che non sarà rimborsato che ha pagato le multe a suo tempo.
Altro aspetto cruciale è la proroga dello scudo erariale per le imprese, anche alla luce della congiuntura economica che stiamo vivendo, ci attendiamo delle ulteriori entrate?
Il concordato, al di là delle previsioni infauste da parte delle opposizioni, ha dato una risposta positiva, è un sistema deflattivo del contenzioso e mira a stabilizzare le entrate nei due anni successivi. È abbastanza chiaro che anche questa è una scelta di una nuova politica fiscale che vuole essere più vicina imprese e i cittadini, determinando a priori quali saranno le imposte da pagare nei due anni successivi. Nelle prossime settimane vedremo quale sarà la risposta delle imprese e dei cittadini sul concordato preventivo biennale.
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Antonio De Poli
Massimo Bitonci foto
“Turismo al top e presenze da record, per le locazioni servono regole chiare”
Nel 2024 il Veneto ha registrato numeri da record sul fronte turistico e si conferma regione leader sul fronte dell’ospitalità. Abbiamo chiesto all’assessore regionale al turismo, agricoltura e commercio estero Federico Caner abbiamo affrontato alcuni particolarità. Anzitutto il fenomeno dell’over tourism, che sta sta interessando le grandi città del Veneto.
Assessore stiamo assistendo alla crescita esponenziale di locazioni brevi e alternative che stanno un po’ cambiando la fisionomia dell’ospitalità e ponendo anche dei problemi alle strutture tradizionali, che ne pensa?
Ovviamente alcune città in Veneto crescono più di altre: Venezia è l’emblema della regione, ma anche Verona oggi ha una presenza di locazioni turistiche importanti. Le locazioni turistiche sono una opportunità per il Veneto, perché a fronte di milioni di arrivi e presenze turistiche, oltre 72 milioni l’anno, abbiamo la necessità anche di accogliere queste persone. Si tratta di forme comple-
mentari che non devono andare in contrasto con l’aspetto alberghiero, hanno necessità però di alcune regole precise. In passato noi siamo intervenuti come regione, tra i primi a livello nazionale, per istituire il codice identificativo regionale che ora è stato ripreso a livello nazionale con il CIN, il Codice Identificativo nazionale e permette di definire tutti coloro che vogliono mettere abitazioni in affitto. Questo crea un qualche al sistema tradizionale perché vi sono regole semplificate rispetto agli alberghi, ma so che a livello nazionale il ministro Satanché sta lavorando affinché in questo mercato vi siano delle regole chiare per tutti.
Si moltiplicano anche le iniziative del turismo lento, favorire dai tanti borghi del Veneto. Quali i progetti su questo fronte?
Stiamo lavorando molto sulla valorizzazione delle località, diciamo non meno importanti ma meno conosciute. Grazie ai fondi europei abbiamo creato i club di prodotto, per valorizzare appunto aspetti meno valorizzati, grazie a
finanziamenti che arrivano al 70 per cento. Insieme ai piccoli borghi penso anche al circuito delle ville venete, dei castelli e delle dimore antiche, realtà inserite in circuiti creati grazie ai fondi che abbiamo messo a disposizione. Il Veneto fortunatamente è ricco sia di destinazioni che di prodotti turistici. Sta anche all’imprenditore privato cogliere le opportunità che la Regione offre con questi finanziamenti e e creare qualche circuito nuovo. Cambiamo argomento, parliamo di agricoltura: dopo un anno non facile per il settore primario,
come sarà il 2025? Quali le sfide da affrontare?
Anzitutto il tema del cambiamento climatico che ha un impatto diretto sulle produzioni come il biologico, la viticoltura ma anche i seminativi come mais e frumento, che già devono fare i conti anche con altre emergenze, come le aflatossine per i cereali. Secondo me bisogna lavorare molto sul tema della ricerca e dell’innovazione tecnologica, come stiamo facendo assieme alle università di Padova e di Verona, affinché si possa coltivare usando al meglio gli agrofarmaci, che non si-
gnifica pesticidi ma prodotti per la cura delle piante da impiegare con attenzione e senza abusarne. L’anno scorso le sperimentazioni messe in campo hanno dato esito positivo.
Gli agricoltori chiedono maggiori tutele per il reddito delle loro imprese, che fare?
E’ necessario un cambio di mentalità, perché bisogna capire che la sostenibilità non è solo ambientale, ma anche economica e sociale, il che significa che bisogna sostenere questa transizione ecologica. Anzitutto lo deve fare l’Europa che eroga i sostegni all’agricoltura. Negli ultimi decenni i sussidi sono diminuiti nonostante si chieda proprio al settore agricolo di impegnarsi di più e di investire anche di più per la transizione ecologica. Ma per raggiungere questo obiettivo dobbiamo cercare di aiutare gli agricoltori. In questo è fondamentale anche il cambiamento generazionale. I giovani da questo punto di vista sono molto più attenti e reattivi, pronti a sviluppare qualcosa di nuovo.
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L’Autonomia dell’energia: “Stop al monopolio Enel, usciamo dalla gestione centralista”
Le concessioni delle reti garantiscono oggi 300 milioni di euro l’anno. “Sono un asset strategico per lo sviluppo del territorio, per abilitare quella transizione energetica che ci viene richiesta e che riteniamo necessaria”
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Mentre impazza il dibattito sull’Autonomia differenziata tra proclami, rilievi, raccolte firme e possibili referendum che dividono l’opinione pubblica, la politica, le categorie economiche e persino la Chiesa, c’è una proposta che sembra unire tutti quella dedicata al mondo dell’energia.
Il progetto è stato lanciato, nelle scorse settimane, da Federico Testa il presidente di Agsm Aim, il soggetto che racchiude in se le ex municipalizzate di Verona e Vicenza.
L’idea del Presidente Testa nasce da una prima constatazione: nel 2029 e nel 2030 scadranno, rispettivamente, le concessioni idroelettriche e quelle della rete di distribuzione dell’energia elettrica. Entrambe le concessioni, oggi, sono in mano a Enel. Il progetto a cui sta lavorando Agsm Aim è proprio quello di lavorare, aggregando diversi soggetti veneti, per poter essere della partita.
Tenere in Veneto queste concessioni significherebbe avere a disposizione diverse centinaia di milioni di euro e soprattutto mantenere sul territorio risorse importanti da reinvestire direttamente sia abbassando le tariffe a famiglie e aziende sia investendo
sull’ammodernamento delle infrastrutture presenti.
C’è però un grave problema: i Governo con una norma, della quale francamente si fatica a comprendere la ragione, ha introdotto una proroga ventennale all’attuale gestore, ovvero Enel. Proseguire con una gestione centralista delle concessioni idroelettriche e di quelle sulla rete di distribuzione non produce per il territorio, le imprese e le famiglie alcune beneficio tangibile e, di fatto, contraddice quelle liberalizzazioni introdotte, ormai diverso tempo addietro, dall’allora Ministro Bersani.
Toccherà alla politica Veneta - ma anche a quella Lombarda, Emiliana e Friulana – fare fronte comune e convincere il Governo, in sede di Conferenza Stato – Regioni, a ritirare quella norma.
E l’appello di Testa per avviare
la sfida dell’autonomia energetica non sembra essere caduto nel vuoto: la Regione Veneto con il Presidente Luca Zaia e l’Assessore allo Sviluppo Economico Roberto Marcato, i Comuni di Vicenza, Verona e Padova con i sindaci Giacomo Possamai, Damiano Tommasi e Sergio Giordani e l’ANCI Veneto con il Presidente Mario Conte sono già al lavoro al fianco di Agsm Aim per giocare, fino in fondo, questa partita essenziale per la tutta la Regione. Dovranno essere proprio loro, forti del progetto industriale preparato da Testa, a lavorare, insieme ai loro colleghi lombardi, emiliani e friulani perché il Governo cambi radicalmente idee, stralci la norma che prevede le proroghe ventennali e consente alle aziende dei territori di poter competere per ottenere le concessioni.
Il Presidente Testa: “Le reti sono un asset strategico, dobbiamo provare a tenerle sul territorio”
“Vogliamo che AGSM AIM sia attore protagonista e innovativo in questo scenario - ha spiegato Testa presentando il progetto – stiamo lavorando al piano industriale, ponendo la massima attenzione agli effetti che le nostre linee di azione avranno sulle comunità locali, perché riteniamo che AGSM AIM debba essere un punto di riferimento per la crescita sostenibile del territorio, con l’impegno a condividere con stakeholder e comunità obiettivi e risultati”.
“Il mondo sta cambiando, i mercati in cui operano le aziende pubbliche e private sono cambiati e continueranno a cambiare a ritmi sostenuti nei prossimi anni. La crisi dei grandi modelli centralizzati o di grandi attori industriali e finanziari, che non rispondono alle esigenze dei territori, è sotto gli occhi di tutti”.
“Le reti sono un asset strategico per lo sviluppo del territorio, per abilitare quella transizione energetica che ci viene richiesta e che riteniamo ne-
cessaria. AGSM AIM e ritengo anche altre aziende pubbliche del territorio sono pronte per raccogliere questa sfida poiché riteniamo che le concessioni delle reti elettriche e degli impianti idroelettrici siano un elemento chiave per garantire una gestione locale di risorse strategiche. Una maggiore autonomia nella gestione delle reti come opportunità per innovazione, transizione energetica e sostenibilità, andando nella direzione che il modello di mercato ha già preso, ovvero elettrificazione e produzione distribuita con impianti di taglia medio-piccola. Rinnovo quindi l’impegno a collaborare con istituzioni e comunità per garantire un futuro energetico sostenibile e lancio un appello alle istituzioni locali e nazionali affinché riconoscano l’importanza delle concessioni delle reti e degli impianti come parte integrante di un percorso verso l’autonomia in ambiti strategici per la crescita e il benessere delle comunità locali e come elemento fondamentale per il futuro del Veneto”.
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Federico Testa
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Stop all’alcol per i neopatentati, usare il telefono ora costa caro
Dal 14 dicembre scorso è in vigore il nuovo codice della strada, approvato con legge 25 novembre 2024 n.177; a ben vedere si dovrebbe più esattamente denominarlo “codice della circolazione” perché, giustamente, tiene conto del cosiddetto omicidio nautico e lesioni personali gravi e gravissime di cui alla legge n.138/2023, entrata in vigore il 25/10/2023, che ha equiparato, sotto vari profili, le sanzioni per violazioni del codice della strada a quelle per infrazione delle norme che disciplinano la navigazione da diporto. Il nuovo codice è costituito da ben trentasei articoli, a loro volta suddivisi in numerosi commi per cui, ovviamente, in questa sede non è possibile un commento “totale”, ma prenderò in considerazione alcune novità che mi sembrano particolarmente importanti. L’articolo 1, tra l’altro, modifica la pena per l’omicidio colposo stradale o navale commesso da chi è in condizione di alterazione psicofisica conseguente all’uso di sostanze stupefacenti o in stato di ebbrezza alcolica con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro, sostituendo la precedente pena (già elevata) da tre a dieci anni con da otto a dodici anni. Ritengo che l’inasprimento di pena sia eccessivo, se si considera che l’omicidio colposo di
un dipendente per violazione delle norme di prevenzione infortuni è punito con la reclusione da due a sette anni, mi pare che la diversità di trattamento sanzionatorio sia ingiustificata. A prescindere dal tasso alcolemico, per i primi tre anni dal conseguimento della patente, niente alcool, neppure un bicchiere di birra. In caso di chi subisce una seconda condanna (recidiva) per guida in stato di ebbrezza, con superamento della soglia di 0,8 g/l di alcool nel sangue, vi è l’obbligo di installare a bordo un dispositivo denominato “alcolock” che viene collegato all’accensione del veicolo e funzionando come una sorta di etilometro, impedisce che l’automezzo si metta in moto, se un conducente ha un tasso alcolemico superiore a zero. Peraltro l’alcolock diverrà obbligatorio per tutti gli automezzi di nuova immatricolazione: si è però in attesa di un decreto ministeriale attuativo che disciplini dettagliatamente tale materia. L’articolo 2 inasprisce - a mio avviso giustamente - le sanzioni in caso di abbandono di animali, stabilendo che quando esso avviene su strada o nelle relative pertinenze, l’attuale pena dell’arresto fino ad un anno o ammenda da 1000 a 10.000 euro é aumentata di un terzo. Viene prevista la pena da due a sette anni per colui “che abbandona animali
domestici su strade o nelle relative pertinenze, quando dall’abbandono consegue un incidente stradale che cagiona la morte”. Sono istituiti nuovi meccanismi più efficaci per l’accertamento della velocità, però le sanzioni sono aumentate, secondo me, in modo eccessivo. Severe sanzioni, condivisibili, per chi guida con il telefonino in funzione. Stretta anche sui monopattini a propulsione prevalentemente elettrica, che debbono avere un contrassegno e possono circolare solo su strade urbane con limite di velocità non superiore a 50 km/h e anche per loro vale l’obbligo di assicurazione nonché del casco e di munirli dei freni su entrambe le ruote e delle frecce: tutti questi obblighi scatteranno, a quanto pare, tranne quello dell’obbligo del casco a prescindere dall’età, dopo l’emanazione del decreto attuativo, però secondo un’opinione minoritaria hanno efficacia immediata. I giornali nei giorni successivi hanno riportato la notizia di contestazioni di nuove violazioni, in varie parti d’Italia, soprattutto in relazione all’obbligo di usare il casco anche per chi usa il monopattino : il “leitmotiv”, dei tentativi di giustificazione è consistito perlopiù in :”Non lo sapevo”. In vari casi tale affermazione può essere stata veritiera e ciò induce ad una considerazione d’ordi-
L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.
ne più generale: l’Italia è inflazionata da convegni, spesso di ben poca utilità, non sarebbe stato male se più soggetti istituzionali, con la preannunciata entrata in vigore del nuovo codice della circolazione avessero organizzato manifestazione illustrative delle rilevanti novità.
Luigi Migliorini
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Allerta Green: una sfida globale che tocca anche il Veneto
IIl Veneto affronta crisi climatica e inquinamento con azioni urgenti.
l cambiamento climatico e l’inquinamento non sono problemi lontani, confinati a ghiacciai artici che si sciolgono o foreste tropicali che scompaiono. Anche il Veneto è al centro di questa emergenza, con episodi sempre più frequenti di alluvioni, ondate di calore e perdite significative di biodiversità. Eventi climatici estremi come l’eccezionale acqua alta a Venezia nel 2019 o le devastazioni della tempesta Vaia nel 2018 sono solo alcuni segnali di un ecosistema in sofferenza. Le conseguenze non sono solo ambientali ma anche economiche e sociali: l’agricoltura soffre per la siccità e l’erosione dei terreni, mentre le città devono affrontare l’impatto dell’inquinamento atmosferico e delle isole di calore. In questo contesto, il Veneto rappresenta uno specchio di una crisi più ampia. Gli effetti del cambiamento climatico sono già evidenti. In Veneto, la riduzione delle nevicate sulle Dolomiti e l’aumento delle temperature stanno alterando l’equilibrio naturale e le economie locali. I dati indicano che le temperature medie sono aumentate di circa 1,5°C rispetto al periodo preindustriale, con impatti importanti sulla fauna, sulla flora e sulla qualità della vita.
Il rischio idrogeologico è un altro fattore preoccupante: fiumi che straripano, piogge torrenziali e terreni che non riescono ad assorbire l’acqua sono ormai fenomeni frequenti. Questi eventi sono aggravati dalla cementificazione e dalla gestione non sostenibile del territorio.
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Il Veneto, pur essendo una regione avanzata dal punto di vista industriale, paga un prezzo elevato in termini di inquinamento.
Le PM10 e gli ossidi di azoto, derivanti principalmente dal traffico e dagli impianti di riscaldamento, pongono città come Padova, Verona e Vicenza tra le più inquinate d’Italia.
La presenza di PFAS nelle falde acquifere, soprattutto nelle province di Vicenza, Verona e Padova, rappresenta una crisi ambientale e sanitaria. Inoltre, nonostante i progressi nella raccolta differenziata, il problema dei rifiuti e del consumo di suolo resta irrisolto.
Di fronte a una crisi ambientale così complessa, ognuno di noi può contribuire con piccole azioni quotidiane:
1) Ridurre il consumo di energia: spegnere le luci, scegliere elettrodomestici efficienti e utilizzare energie rinnovabili.
2) Muoversi in modo sostenibile: usare i mezzi pubblici, andare a piedi o in bicicletta, e privilegiare veicoli elettrici o car sharing.
3) Consumare in modo responsabile: prediligere prodotti locali, ridurre l’uso di plastica e combattere lo spreco alimentare.
4) Partecipare attivamente: piantare alberi, aderire a iniziative di volontariato ambientale e raccolta di rifiuti abbandonati o sostenere campagne di sensibilizzazione.
5) Educare e informarsi: promuovere la consapevolezza ambientale in famiglia, a scuola e sul posto di lavoro.
La crisi ambientale non può essere risolta con una singola azione o da un singolo attore: richiede uno sforzo collettivo che coinvolga cittadi-
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ni, istituzioni e aziende. Partendo dalle nostre abitudini quotidiane e pretendendo politiche più coraggiose, possiamo contribuire a costruire un futuro più sostenibile per il Veneto e per il pianeta.
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pratiche.
Consapevolezza dei consumi e spreco alimentare: un problema ambientale sottovalutato
Un esempio di azione quotidiana che può contribuire a migliorare la crisi ambientale è quella che possiamo definire come “consapevolezza dei consumi alimentari”, senza la quale si arriva allo spreco alimentare. Lo spreco alimentare è uno dei problemi più silenziosi ma devastanti per l’ambiente. Secondo la FAO, circa un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato ogni anno, pari a circa 1,3 miliardi di tonnellate. Questo fenomeno non riguarda solo le risorse economiche, ma ha un impatto profondo su ambiente e clima, rappresentando l’8-10% delle emissioni globali di gas serra. In Italia, lo spreco alimentare domestico si attesta a circa 67 chilogrammi per persona all’anno. Anche in Veneto, regione con una forte tradizione agricola e culinaria, la gestione inefficiente del cibo contribuisce all’aggravarsi
dell’emergenza ambientale.
Perché lo spreco alimentare incide sull’ambiente?
La produzione di cibo richiede enormi quantità di acqua, energia e suolo. Sprecare alimenti significa anche sprecare queste risorse preziose. Per ogni chilogrammo di carne prodotto, vengono consumati circa 15.000 litri d’acqua. Le coltivazioni non utilizzate portano ad una perdita di fertilità del suolo e contribuiscono alla deforestazione.
Inoltre, quando il cibo viene buttato e finisce in discarica, si decompone producendo metano, un gas serra 25 volte più potente dell’anidride carbonica. Inoltre, l’intera catena produttiva (dalla coltivazione al trasporto) diventa inutile e aumenta l’impronta di carbonio.
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Cosa si può fare per combattere lo spreco alimentare?
La lotta allo spreco alimentare inizia a livello individuale ma richiede anche interventi sistemici e politiche efficaci.
Si possono pianificare i pasti, facendo una lista della spesa basata su ciò che serve davvero e utilizzare prima gli alimenti già in casa. Possiamo e dobbiamo imparare a conservare correttamente il cibo. Imparare a gestire frigorifero e dispensa infatti aiutano ad evitare che i cibi scadano o si deteriorino. E perché non imparare a valorizzare gli avanzi? Creiamo ricette con ciò che rimane, evitando di buttare cibo ancora commestibile.
Esistono poi moltissime iniziative locali e regionali, come le banche del cibo e del recupero alimentare. E noi cittadini possiamo promuovere o supportare realtà che raccolgono gli alimenti invenduti da supermercati, ristoranti e mercati per distribuirli a chi ne ha bisogno.
Esistono anche numerose App e piattaforme contro lo spreco, strumenti come Too Good To Go e Last Minute Market stanno prendendo piede anche in Veneto, facilitando la vendita di cibo prossimo alla scadenza a prezzi ridotti. Che male non fa! Ridurre lo spreco alimentare significa non solo risparmiare risorse e ridurre le emissioni di gas serra, ma anche affrontare problemi sociali come la fame e la povertà. Ogni gesto, anche il più piccolo, può fare la differenza in un sistema globale in cui il cibo è ancora mal distribuito e mal utilizzato. Se vogliamo combattere efficacemente l’emergenza ambientale, iniziare dal nostro frigorifero può essere un passo semplice ma cruciale.
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LVeneto: 203 milioni di euro per la sanità, al via gli interventi su quattro ospedali
a Regione Veneto ha approvato la prima fase del Programma di investimenti per l’edilizia sanitaria regionale 2025-2027, destinando oltre 203 milioni di euro per l’adeguamento normativo, funzionale, sismico e antincendio di quattro strutture ospedaliere. La delibera, proposta dall’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, attinge a fondi nazionali e regionali per migliorare la qualità delle infrastrutture sanitarie, con il coinvolgimento degli ospedali di Oderzo (Treviso), Mestre (Venezia), Bassano del Grappa (Vicenza) e Legnago (Verona).
“Proseguiamo con importanti investimenti – sottolinea Lanzarin – per garantire strutture sanitarie sempre più moderne e sicure. Questo programma, finanziato con 193 milioni di fondi nazionali e 10 milioni di risorse regionali, sarà ora sottoposto al Ministero della Salute per avviare un nuovo Accordo di Programma. Parallelamente, le Aziende sanitarie possono avviare le progettazioni, mentre già pianifichiamo ulteriori 115 milioni per la seconda fase.”
I progetti approvati sono:
Ospedale di Oderzo (Treviso): situato in zona sismica 2, richiede interventi di adeguamento sismico e antincendio. L’investimento complessivo, pari a 42,3 milioni di euro, prevede una prima fase da 6,5 milioni già finanziata e una seconda fase da 20,3 milioni. Il progetto include la costruzione di un nuovo blocco a quattro piani, con ingresso, servizi logistici, radiologia e aree di degenza.
Ospedale di Mestre (Venezia): il programma per l’hub di Mestre prevede un ampliamento di 20.000 metri quadrati, denominato “Angelino”, con un investimento iniziale di 58 milioni di euro. Il nuovo edificio ospiterà aree per la maternità, psichiatria, endoscopia, dialisi e poliambulatori, potenziando i servizi offerti.
Ospedale di Bassano del Grappa (Vicenza): in zona sismica 2, l’ospedale sarà oggetto di un secondo stralcio funzionale da 25 milioni di euro per la riqualificazione delle aree chirurgiche. L’intervento comprende cinque sale operatorie generali, una sala operatoria ibrida, due robotiche e un polo endoscopico al piano inferiore, garantendo adeguamenti normativi e tecnologici.
Ospedale di Legnago (Verona): in zona sismica 3, è previsto il rifacimento completo del complesso ospedaliero, con una prima fase da 40 milioni già finanziata. Il progetto complessivo, stimato in 142 milioni di euro, include un nuovo ospedale e migliorie logistiche, con un secondo stralcio di 100 milioni confermato dal piano attuale.
Questi interventi testimoniano l’impegno della Regione Veneto per migliorare la sicurezza e la qualità delle strutture sanitarie. Il programma, in linea con le priorità del Servizio Sanitario Regionale, punta a rispondere alle esigenze di pazienti e operatori con ospedali moderni e funzionali.
Redazione Salute
Il commento di Edgardo Contato sull’ampliamento dell’Ospedale dell’Angelo con il progetto “Angelino”
“Traduciamo in realtà un’esigenza, un sogno inseguito per anni dalla città e dal territorio”, dichiara Edgardo Contato, Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima, commentando l’ampliamento dell’Ospedale di Mestre grazie all’impegno della Regione Veneto. Il progetto prevede la realizzazione dell’”Angelino”, una nuova struttura che ospiterà specifiche unità operative e permetterà di riorganizzare l’Ospedale attuale. “Grazie a questo investimento – spiega Contato – si ottimizzerà l’efficienza dei servizi, liberando spazi nel corpo centrale per rispondere alle nuove esigenze e ai fabbisogni emergenti.”
L’Angelino sarà strettamente integrato al complesso esistente, con una distribuzione funzionale dei percorsi per garantire sicurezza e organizzazione ottimale. Questo intervento consentirà di migliorare l’offerta sanitaria, mantenendo continuità tra le due strutture.
La ricollocazione dei servizi nell’Angelino permetterà di destinare le aree liberate a nuove funzioni strategiche:
• Potenziamento del Pronto Soccorso, con più spazi per far fronte all’aumento degli accessi.
• Ampliamento della Terapia Intensiva, con percorsi più flessibili.
• Creazione di una sala operatoria ibrida per interventi cardio-vascolari.
• Attivazione di posti letto aggiuntivi per Oncologia, Endocrinologia e area chirurgica.
Al piano -1, il progetto prevede lo sviluppo delle aree operative di urgenza-emergenza, con una maggiore ottimizzazione di risorse e tecnologie, assicurando così standard elevati di cura e assistenza per il futuro.
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Malaria: 44 casi negli ultimi 3 anni in provincia di Padova, massima attenzione
Negli ultimi tre anni, la provincia di Padova ha registrato 44 casi di malaria, con un numero crescente di contagi che ha toccato il picco di 16 casi nel 2024, 21 nel 2023 e 7 nel 2022. Tutti i casi sono stati riscontrati in persone che avevano recentemente fatto ritorno da zone del mondo dove la malaria è endemica. In particolare, 43 casi si riferiscono a persone provenienti dall’Africa equatoriale, mentre uno riguarda un soggetto di ritorno dall’India. Nonostante la gravità della malattia, la malaria è raramente fatale grazie alla disponibilità di trattamenti tempestivi ed efficaci.
La malaria è una malattia infettiva causata da protozoi parassiti del genere Plasmodium, trasmessi all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette appartenenti al genere Anopheles. Questi insetti sono attivi principalmente nelle ore crepuscolari e notturne, quando il rischio di contagio è maggiore nelle aree endemiche. La malattia è diffusa soprattutto in regioni tropicali e subtropicali, con l’Africa sub-sahariana che rappresenta la zona a più alto rischio, seguita da alcune aree dell’Asia e del Sud America.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) definisce la malaria come una
malattia seria, ma prevenibile e curabile, soprattutto se viene diagnosticata in fase iniziale. La profilassi, ovvero l’assunzione di farmaci preventivi, è essenziale per ridurre il rischio di contagio in chi si reca in queste aree. La tempestività nella diagnosi e nel trattamento è fondamentale per evitare complicazioni gravi e potenzialmente letali.
Il dottor Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6, sottolinea l’importanza di seguire scrupolosamente le indicazioni per la profilassi antimalarica, che deve essere ini-
ziata prima della partenza e continuata anche dopo il rientro, se necessario, in base al tipo di farmaco prescritto. “Non bisogna mai abbassare la guardia – afferma il dottor Sbrogiò – e in caso di sintomi sospetti, come febbre, sudorazione e mal di testa, è fondamentale rivolgersi immediatamente al medico per una diagnosi tempestiva. Il trattamento precoce con farmaci specifici può fare la differenza tra la vita e la morte”.
Il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 ha registrato, inoltre, un caso mortale di malaria cerebrale durante il pe-
riodo natalizio. Il paziente, un uomo di ritorno dal Gabon, è stato diagnosticato presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Camposampiero, dove è stato ricoverato in condizioni critiche. Fortunatamente, sebbene raro, questo tipo di malaria può essere trattato con successo se diagnosticato in tempo. Oltre a questo, sono stati segnalati anche altri casi di malattie tropicali, tra cui un caso di Dengue, contratto da un cittadino di ritorno dal Pakistan, e un caso di Chikungunya, acquisito da un uomo appena rientrato dall’Uganda. Entrambi
Nuovo ambulatorio infermieristico a Vicenza: un servizio di prossimità per la cittadinanza
A partire dal 9 gennaio 2025 è attivo un nuovo ambulatorio infermieristico a Vicenza, presso la sede della Continuità Assistenziale in via Mentana. Il servizio, che risponde alle esigenze di tutta la popolazione, è accessibile su appuntamento ogni lunedì dalle 7.30 alle 12.30.
L’ULSS 8 Berica ha messo in campo questa nuova iniziativa per potenziare i servizi sul territorio, offrendo un punto di riferimento accessibile per rispondere alle principali necessità infermieristiche. Tra i servizi forniti, rientrano interventi come la sostituzione di cateteri vescicali, il rinnovo delle medicazioni e altre prestazioni di assistenza infermieristica. Inoltre, gli infermieri che gestiranno l’ambulatorio svolgeranno anche un’importante funzione educativa, aiutando i pazienti a comprendere meglio l’adesione alle terapie e a indirizzarli verso percorsi di cura appropriati, qualora necessario.
“Il nostro obiettivo è garantire una presa in carico efficace e accessibile per ogni cittadino – ha spiegato il dott. Achille Di Falco, Diretto-
re dei Servizi Socio-Sanitari dell’ULSS 8 Berica. Il nuovo ambulatorio rappresenta un primo passo verso l’implementazione di un modello di assistenza territoriale più vicino alla persona e al suo contesto di vita, anticipando il modello delle future Case della Comunità.”
L’iniziativa sottolinea anche l’impegno dell’ULSS 8 Berica nel migliorare l’assistenza territoriale, un aspetto cruciale per evitare il sovraffollamento degli ospedali e per garantire ai cittadini soluzioni più tempestive e accessibili. La Direzione Generale, rappresentata da Patrizia Simionato, ha sottolineato come il potenziamento dei servizi locali, nonostante le difficoltà legate alle assunzioni, sia fondamentale per migliorare l’efficienza del sistema sanitario, offrendo percorsi alternativi a quelli ospedalieri.
Il servizio è gratuito e disponibile per tutti i cittadini previa prenotazione, chiamando la Centrale Operativa dell’Assistenza Domiciliare di Vicenza al numero 0444 756316, attivo dalle 10.00 alle 12.00.
i pazienti, al momento, sono in buone condizioni di salute.
In aggiunta a questi casi, si è verificato un episodio di morbillo su un adulto, anch’egli in buone condizioni. Questi eventi pongono l’accento su come la globalizzazione e gli spostamenti internazionali aumentino il rischio di malattie infettive provenienti da paesi a rischio epidemiologico. Di fronte a questa realtà, è essenziale che la popolazione sia consapevole dei rischi associati ai viaggi verso paesi con malattie endemiche e che si prenda in carico la propria salute attraverso le giuste misure di prevenzione.
Infine, oltre alla malaria, il Dipartimento di Prevenzione segnala l’importanza di vaccinazioni e altre precauzioni per evitare il contagio di malattie come Dengue, Chikungunya e il morbillo, tutte malattie che, sebbene curabili, rappresentano un rischio per la salute pubblica. Il messaggio principale rimane quello della prevenzione: le malattie infettive, se gestite correttamente, non devono spaventare, ma vanno affrontate con consapevolezza e responsabilità, specialmente in un periodo in cui i viaggi internazionali sono sempre più frequenti.
Redazione Salute
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Il primato. E’ la paziente più anziana operata al cuore nella storia dell’Ospedale Civile
Venezia, 104enne si opera al cuore: operazione miracolosa la notte di Natale
Un Natale speciale per una signora veneziana ultra centenaria che, alla Vigilia, ha subito un intervento di angioplastica coronarica d’urgenza, diventando la paziente più anziana mai operata al cuore presso l’ospedale Civile di Venezia. La signora, che vive nel sestiere di Dorsoduro, aveva appena festeggiato il suo 104esimo Natale e stava per celebrare il suo compleanno a fine gennaio, quando è stata colpita da un infarto il pomeriggio del 24 dicembre.
Intervenuto con tempestività, il primario di Cardiologia Giuseppe Grassi ha guidato l’equipe medica nell’eseguire l’angioplastica coronarica, un intervento delicato e rapido, che ha permesso alla signora di riprendersi e tornare a riabbracciare la sua figlia, che di anni ne ha poco meno di ottanta.
“Si tratta, a nostra memoria, della donna più anziana che abbia mai subìto un intervento al cuore nell’ospedale veneziano – ha dichiarato il primario Grassi. Abbiamo dovuto decidere in pochi minuti se intervenire, ma siamo riusciti a eseguire l’angioplastica con tutte le cautele possibili, e il risultato è stato positivo. Questo risultato dimostra il livello di preparazione e dedizione del nostro team. In giornate speciali come queste, sapere di aver restituito un momento di gioia e serenità a una famiglia ci ricorda il valore del nostro lavoro”.
La signora 104enne, una volta maestra ele-
mentare a Venezia, ha rappresentato un esempio della dedizione della sanità pubblica nei confronti dei grandi anziani. Come sottolineato dal direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, questi interventi sono il segno concreto dei progressi della medicina per gli anziani, che sono sempre più numerosi, soprattutto nel centro sto-
rico di Venezia, dove l’invecchiamento della popolazione è più marcato. L’ospedale Civile di Venezia, con personale altamente qualificato e tecnologie avanzate, si conferma punto di riferimento per garantire ai cittadini una vita lunga e sana, nonostante le difficoltà del contesto urbano veneziano.
Redazione Salute
Camposampiero: raddoppia la donazione di latte umano per i neonati prematuri
Risultati straordinari per la Banca del Latte Umano Donato dell’Ospedale di Camposampiero, attiva presso la Pediatria e Patologia Neonatale diretta dal dottor Luca Vecchiato, e recentemente certificata a livello internazionale ISO.
“La nostra banca, nata negli anni ’90, è parte dell’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD) – spiega Vecchiato – ed è strettamente legata alla Terapia Intensiva Neonatale, unica nell’Ulss 6 Euganea. Il latte umano è una vera e propria terapia per i neonati prematuri: riduce il rischio di gravi patologie e favorisce lo sviluppo neuro-comportamentale. Quando manca il latte materno, possiamo utilizzare quello donato da altre donne. Un gesto che ci ricorda che il latte umano non ha colore, è un atto di solidarietà che ci rende tutti uguali.”
La Banca del Latte, chiusa nel 2018 per carenza di personale, è stata riaperta nel 2022 con un nuovo impegno. Nel 2024 ha raggiunto risultati eccezionali: 34 litri di latte raccolti e somministrati, il doppio rispetto al 2023, nutrendo 37 neonati prematuri. Una parte del latte è stata anche destinata alla Terapia Neonatale dell’Ospedale di Padova.
“Questi risultati – conclude Vecchiato – sono il frutto di un lavoro collettivo che mette al centro il benessere dei più fragili. Donare latte significa salvare vite e creare una rete di solidarietà.”
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Il Primario di Cardiologia Giuseppe Grassi
L’Ortopedia di Montebelluna eccelle nel trattamento rapido delle fratture di femore, superando gli standard nazionali con oltre 450 interventi nel 2024. Il bilancio. I ricoveri a
Ortopedia di Montebelluna: oltre il 90% dei pazienti anziani con frattura di femore operato entro le 48 ore
L’Unità Operativa Complessa di Ortopedia dell’ospedale San Valentino di Montebelluna, diretta dal dottor Alessandro Geraci, si conferma un modello di efficienza nel trattamento delle fratture di femore nei pazienti anziani. Nel 2024, sono stati ben 450 gli interventi di frattura di femore effettuati, con oltre il 90% dei pazienti operati entro le 48 ore dal ricovero, un dato decisamente superiore al 60% richiesto dal Ministero della Salute.
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Questo risultato si deve a una stretta collaborazione tra il reparto di Ortopedia e l’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione, diretta dal dottor Andrea Bianchin. “Agire rapidamente sulla frattura è fondamentale per ridurre al minimo le complicanze legate al ricovero e all’immobilizzazione prolungata, migliorando la mobilità e la qualità della vita del paziente in tempi brevi e riducendo il dolore”, afferma il dottor Geraci. Per gestire al meglio questi casi complessi, spesso caratterizzati dalla presenza di patologie legate all’età avanzata, l’équipe multidisciplinare coinvolge ortopedici, anestesisti, ortogeriatri e infermieri. Una seduta operatoria dedicata di 12 ore consente di eseguire gli interventi con grande efficienza, garantendo un trattamento tempestivo e personalizzato per ciascun paziente. Nel 2024, oltre alle fratture di femore, il reparto ha effettuato più di 1900 interventi chirurgici, con numeri in continua
crescita anche rispetto ai periodi precedenti la pandemia. Questo incremento è reso possibile grazie all’aumento del personale, che ha consentito di potenziare l’attività chirurgica senza compromettere la qualità delle cure.
Il Direttore Generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, ha espresso le sue congratulazioni al dottor Geraci e alla sua équipe per gli ottimi ri-
sultati raggiunti. “Estendo i miei complimenti anche ai reparti di Ortopedia degli ospedali di Conegliano e Oderzo, che hanno ottenuto gli stessi risultati positivi nell’ambito delle fratture di femore trattate tempestivamente”, ha dichiarato Benazzi, sottolineando l’importanza di queste performance per la salute degli anziani e per l’efficacia dei servizi sanitari locali.
L’azienda ospedale di Padova chiude il 2024 con numeri record.
L’Ospedale di Padova chiude l’anno con numeri in crescita e nuovi progetti per il futuro. Ricoveri, interventi chirurgici e prestazioni ambulatoriali hanno registrato un significativo aumento rispetto al 2023. I ricoveri hanno raggiunto quota 68mila, con un incremento di 1.200 unità rispetto all’anno precedente. Gli interventi chirurgici hanno toccato i 69mila, anch’essi in aumento di 1.200. Le prestazioni ambulatoriali superano i 6 milioni, con un incremento di ben 300.000 rispetto al 2023. Anche il Pronto Soccorso ha visto un incremento, superando i 160mila accessi, con 550 pazienti in più rispetto all’anno scorso. Tuttavia, si registra una leggera flessione nel Pronto Soccorso Pediatrico, che ha totalizzato 27.000 ingressi, segnando un calo del 4,95%. L’anno è stato caratterizzato da importanti interventi nel settore edilizio. Sono stati investiti 7,3 milioni di euro in progetti chiave come quelli per Medicina Nucleare e Neurochirurgia. Attualmente, sono in corso lavori per un valore di 9,8 milioni di euro, tra cui la costruzione della nuova Anatomia Patologica, per cui sono stati stanziati 7,8 milioni. Ulteriori progetti, per un totale di 3,3 milioni di euro, sono stati approvati e includono l’ammodernamento della radiofarmacia, il potenziamento di laboratori e l’adeguamento di strutture in Radiologia e Oncoematologia pediatrica. L’azienda ospedale ha pianificato 10,3 milioni di euro di investimenti in tecnologie avanzate per sale operatorie, Medicina Nucleare e Genetica. Grazie ai fondi del PNRR, sono state inoltre acquistate apparecchiature di ultima generazione per un valore di 4,8 milioni di euro, tra cui un angiografo biplano, una risonanza magnetica, una TAC e dispositivi multifunzionali per Ortopedia ed Emodinamica. L’anno appena iniziato sarà cruciale per il completamento dei nume-
rosi progetti in corso. «Un forte impegno è rivolto alla conclusione dei percorsi amministrativi – sottolinea il direttore generale Giuseppe Dal Ben – che riguardano le grandi tematiche della sanità padovana e regionale, come il nuovo ospedale a Padova Est, la nuova Pediatria, l’area Giustinianea, la risonanza magnetica a 7 Tesla e il progetto dell’Hospice pediatrico». Con questi numeri e obiettivi, l’Ospedale di Padova si conferma un punto di riferimento per la sanità regionale e nazionale, puntando su innovazione, efficienza e cura del paziente. Sara Busato
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