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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
C’
è un’emergenza che non passa mai di moda nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori, nelle strutture di cura. Anzi, la pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle pare non abbia fatto altro che accrescere le statistiche delle aggressioni nei confronti del personale sanitario. I numeri parlano da soli: 1.600 aggressioni l’anno certificate dall’Inail. Vale a dire che ogni giorno in Italia ci sono almeno 4 camici bianchi che finiscono nel mirino. E qualcuno ci rimette persino la vita. segue a pag 5
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Ad essere in pericolo non è solo chi lavora in prima linea, ad esempio nei pronto soccorso degli ospedali, oppure le guardie mediche, ma un po’ tutti gli operatori della sanità, a partire dagli infermieri, la categoria che più di altre deve far fronte agli attacchi dei pazienti. E le denunce ufficiali, spiega la federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno dai contorni preoccupanti perché per ogni caso che viene allo scoperto ce ne sarebbero almeno 26 che non vengono denunciati.
Sono “solo” 460 metri, ma rappresentano una rivoluzione. Alla presenza della vicepresidente e assessore alle Infrastrutture della Regione Veneto Elisa De Berti, del sindaco Davide Bortolato, di numerosi assessori e degli europarlamentari Rosanna Conte e Gianantonio Da Re, è stata inaugurata nelle scorse settimane la pista ciclo-pedonale di via Roma. L’infrastruttura,che ha un costo di 550 mila euro dei quali 247.500 messi a disposizione della Regione, si trova nel tratto compreso tra via Magenta e via Vittorio Veneto, da sempre un nodo nero per la mobilità di biciclette e pedoni. “Nonostante le enormi difficoltà siamo riusciti ad eseguire questa importante opera per tutta la città, non solo per il Quartiere Ovest-Ghetto. Una pista ciclo-pedonale che, oltre a mettere in sicurezza un pericolosissimo tratto di strada, migliora visivamente l’accesso da ovest alla nostra Città, ora più ampio e illuminato” ha dichiarato il sindaco Davide Bortolato. L’opera infatti ha interessato anche l’attraversamento pedonale sulla Provinciale 106, con l’installazione di due punti luce dedicati che garantiscono ora un’adeguata illuminazione. “Siamo di fronte – ha detto la vicepresidente – a un’esplosione di sensibilità verso questo tipo di mobilità. Come Regione abbiamo il compito di contribuire ovunque possibile finanziariamente, ma di fare anche da sprone alle amministrazioni locali perché siano fervide di progettazioni”. La pista ciclabile realizzata è “un’importante contributo alla sicurezza e alla fruibilità di percorsi e bellezze del Veneto” ha aggiunto Elisa De Berti.
L’intervento garantisce la messa in sicurezza dell’intera asta, collegando il percorso ciclabile esistente all’altezza di Via Magenta con quello realizzato nel limitrofo Comune di Scorzè.
Marika AndreoliC’è poi un altro dato di questa inquietante statistica che va sottolineato: il 71% delle aggressioni ha riguardato le donne, dalle operatrici sanitarie alle psicologhe, dalle infermiere ai medici. Sono loro, il più delle volte, a subire le violenze di pazienti che non accettano le cure, che contestano una diagnosi, che pretendono una medicina o un trattamento che non possono avere. Il sindacato dei medici e dirigenti sanitari definisce senza giri di parole il fenomeno come “un bollettino di guerra”, al punto che in tanti, almeno uno su tre, se potessero cambierebbero lavoro.
Ma come? Giusto tre anni fa, mentre stavamo faticosamente uscendo dal primo lockdown, infermieri e medici venivano dipinti come gli eroi del nostro tempo. Era tutta retorica da “ne usciremo migliori”, vien da dire col senno del poi. Ma in questo caso l’intolleranza verso chi si prende cura di noi ha radici ben più antiche. Asciughiamo pure le statistiche dai casi, sempre numerosi, legati a situazioni di disagio psicofisico di alcune categorie di pazienti che più di altre sono soggette ad accessi d’ira e scatti di violenza. In certi ambienti i rischi non mancano ma questo non giustifica il concreto pericolo che quotidianamente affrontano gli operatori della sanità. Professionisti che dovrebbero concentrarsi sull’assistere e curare al meglio si trovano costretti a non abbassare la guardia nemmeno per un istante. “Infermiere, medico, difendi te stesso”, viene da dire. Non dovrebbe essere così, invece contro l’intolleranza e la prevaricazione sembra che al momento non vi sia una cura efficace.
Èufficiale: il Parco della Cultura Antonio Caregaro Negrin si affaccerà su via De Gasperi, una delle vie principali del centro storico. Il risultato è stato possibile grazie a un accordo pubblico-privato con i proprietari del fatiscente fabbricato denominato “AlaSud Piranesi”, collocato nelle vicinanze della biblioteca. L’accordo prevede la demolizione dell’edificio e la cessione dell’area su cui sorge lo stesso in cambio della possibilità di spostare la volumetria urbanistica in un’area periferica della città in cui il Pat permetta il suo insediamento.
I benefici per il polmone verde cittadino saranno più di
Proseguono anche i lavori per garantire maggiore sicurezza attraverso telecamere e manutenzioni
uno: non solo una nuova visuale del parco, ma anche un secondo ingresso, quello su via De Gasperi appunto, che consentirà una maggiore accessibilità al gioiello moglianese.
“Con questa operazione –ha dichiarato il vicesindaco Giorgio Copparoni – la strada che unisce la centralissima via Don Bosco con piazza Pio X diventerà un vero e proprio “Viale della Cultura” con il Cinema Busan, il Centro pastorale (per il quale sono in corso interlocuzioni con la
parrocchia per la cessione al Comune finalizzata alla collocazione della futura Biblioteca), l’oratorio, l’ingresso al Parco della Cultura, la scuola Piranesi e l’attuale edificio della Biblioteca; quest’ultimo, una volta liberato, potrebbe essere adibito a sede di associazioni”.
Intanto continuano i lavori del secondo stralcio che prevedono l’installazione di cinque telecamere di ultima generazione, la messa in sicurezza della zona delle Grotte e del Belvedere con l’eliminazione della vegetazione in eccesso, la realizzazione del ponte sul canale Fossa Storta, che consentirà l’accesso al parco da via De Gasperi e il restauro della casa del custode all’ingresso, che ospiterà i servizi igienici del compendio ed altri locali necessari alla sua gestione (magazzino ed ufficio). Il costo complessivo dei lavori per questo secondo stralcio è di 380mila euro.
Tanta la soddisfazione del sindaco Davide Bortolato che ha dichiarato: “Si tratta di un traguardo storico e dell’ennesimo esempio di come la demolizione strategica, nostra scelta di governo, sia uno strumento efficace perconsegnare ai moglianesi nuovi spazi di socialità e per fare bene all’ambiente”. Non resta quindi che preparare le scarpe da ginnastica per godersi appieno una città sempre più verde.
Marika AndreoliApprovato nelle scorse settimane a Mogliano Veneto il Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc), uno strumento programmatorio che prevede una serie di azioni di mitigazione per ridurre le emissioni dannose e di azioni di adattamento che anticipano le conseguenze avverse dei cambiamenti climatici.
Tra queste, soluzioni di gestione dell’energia volte al risparmio energetico, il rinnovo del parco auto circolante nel territorio comunale in favore di una mobilità sostenibile, la promozione dell’attività motoria ciclo-pedonale nei percorsi casa-scuola e dell’utilizzo del trasporto pubblico rispetto al mezzo privato, l’attuazione di interventi sulla rete idrografica al fine di abbassare il rischio idrogeologico, la riqualificazione delle aree verdi urbane per rafforzare la rete ambientale e valorizzare il patrimonio verde pubblico.
Già nel 2014 il Comune di Mogliano Veneto si era dotato del Paes (Piano d’azione per l’energia sostenibile), che aveva l’obiettivo di ridurre del 20% le emissioni di CO2 entro il 2020, rispetto ai livelli del 2007. Questo obiettivo fu raggiunto nel 2019 e, nello stesso anno, venne rilanciato con l’adesione al nuovo Patto dei Sindaci, con un nuovo traguardo minimo da raggiungere entro il 2030: ridurre del 40% le emissioni di CO2. L’amministrazione comunale ha voluto alzare ulteriormente l’asticella fissandola a quota 50% e il sindaco Davide Bortolato ha incontrato gli studenti delle classi seconde delle scuole secondarie di primo grado “M. Hack” e “R. L. Montalcini” per presentare lo strumento adottato. “Anche se i cambiamenti climatici sono fenomeni di portata planetaria, – ha dichiarato il primo cittadino – ognuno di noi può fare la propria parte mediante azioni e scelte sostenibili quotidiane”. (m.a.)
Il progetto. Nuova accessibilità e ampliamento per il polmone verde cittadino
Anche Mogliano Veneto è tra le 61 aree coperte dalla Fondazione Telethon con un proprio presidio in città. Ma facciamo un passo indietro. Dal 1990, anno della sua fondazione, Telethon sostiene la ricerca scientifica italiana per lo studio e la cura delle malattie genetiche rare, con l’obiettivo di sviluppare terapie efficaci. In Europa viene definita rara una malattia che colpisce meno di 5 persone ogni 10mila, ragion per cui queste patologie sono spesso trascurate dai grandi investimenti pubblici e industriali, anche se il loro numero oscilla tra 5mila e 8mila.
L’inclusione di Mogliano Veneto nel progetto Telethon risale al 2022, quando si è unita alla compagine del Coordinamento trevigiano l’associazione Anc che, con il patrocinio dell’amministrazione comu-
nale, ha rappresentato e continuerà a rappresentare nel comune le attività di comunicazione del messaggio di Fondazione Telethon, organizzazione di eventi, e tutte le varie eventuali necessità derivanti da questa rappresentanza.
“Siamo soddisfatti che anche a Mogliano Veneto sia nato un presidio Telethon. Ammiriamo l’impegno con cui Fondazione Telethon da oltre trent’anni sostiene progetti di ricerca sulle malattie genetiche, dimostrandosi sensibile e vocata a progetti di alto valore etico e sociale” commentano il sindaco Davide Bortolato e l’assessore alle Politiche sociali Francesca Caccin che hanno ringraziato i tanti volontari che dedicano tempo per sensibilizzare la cittadinanza su queste tematiche.
Contestualmente alla presentazione del nuovo presidio, è
avvenuta l’investitura ufficiale di Massimo Piovesan (presidente del gruppo volontariato Anc) quale rappresentante di Fondazione Telethon per il Comune di Mogliano Veneto. Piovesan, che ha già comincia-
Al Centro Polivalente di Bonisiolo uncinetto e letture animate
to a costruire una piccola rete all’interno del territorio, è a disposizione per chiunque sia interessato per informazioni o collaborazioni.
Marika AndreoliÈ partito nelle scorse settimane al Centro Polivalente di Bonisiolo, in via Altina 23a, un gruppo di condivisioni di maglia e uncinetto in orario pomeridiano. L’appuntamento quindi si sdoppia: ogni giovedì mattina dalle 9.30 alle 11.30 e ogni lunedì dalle 16.30 alle 18.30. L’incontro settimanale è l’occasione per condividere consigli e abilità, ma anche dolcetti, tisane e sorrisi. Non è fissato nemmeno un target definito: il gruppo accoglie infatti giovani e meno giovani, esperti/e o chi è alle prime armi. Si tratta quindi di un’occasione per imparare un passatempo creativo in compagnia o per condividere con altre persone la propria passione per maglia e uncinetto, magari tramandata da una nonna. Inoltre, da lunedì primo maggio, è partito l’appuntamento con le letture animate per i più piccoli. L’appuntamento, rivolto ai bambini dai tre anni in su, è fissato per ogni primo lunedì del mese alle ore 16.30. La partecipazione ad entrambe le proposte è libera e gratuita, ma è necessario prenotare contattando il numero 3518702261.
Classe 1999, viso pulito e una passione per la danza, il palco e i sogni così forte da essere percepibile anche in una ventina di minuti di chiacchere al telefono. Di passi – di danza e non solo – Linda Pani ne ha fatti parecchi, tanto da diventare una delle co-protagoniste de “Luce dei tuoi occhi”, fiction Mediaset giunta alla seconda stagione.
Linda, chi sei nella fiction?
“Sono Martina Fontana, una delle ballerine co-protagoniste che nella prima stagione era una delle potenziali figlie di Emma Conti (Anna Valle), la protagonista, che interpreta il ruolo di una ballerina internazionale che torna a Vicenza per cercare la figlia creduta morta sedici anni prima. Nel momento in cui si indaga nel mio passato si scopre che non sono la figlia di Emma, ma non sono nemmeno la figlia biologica dei miei genitori. Questo perché quando sono nata sono stata vittima di un giro legato a bambini nati e venduti illegalmente a delle famiglie ricche. In questa seconda stagione sono sempre una delle ballerine e voglio capire chi sono davvero”. Quale ruolo ha avuto e ha la danza nella tua vita?
“La danza è stato il mio primo amore: a tre anni ballavo nella mia cameretta e desideravo studiare danza classica, poi a cinque/sei anni ho cominciato con le prime lezioni e non più smesso: anche ora quando posso cerco di andare a lezione. La danza mi accompagna in tutto ciò che faccio: ogni cosa, ogni movimento, ogni espressione, ogni rapporto umano è una danza. Non c’è mai stato un inizio, non c’è mai stata una fine: per me la danza è eterna”. Da ballerina ad attrice: come è successo? Hai scoperto una nuova passione?
“Fin da bambina ho sempre avuto un’indole da palcoscenico, ma solo la danza e il mio percorso a Miss Italia mi hanno insegnato ad amarlo fino in fondo e con consapevolezza. Durante il liceo ho inoltre frequentato un corso pomeridiano di teatro e ho scoperto la passione per la recitazione. Dopo la maturità non sapevo quale strada prendere perché erano tanti i
campi che mi appassionavano e alla fine ho scelto di seguire il mio sogno: ho frequentato una scuola di recitazione di un anno a Roma, sono entrata in un’agenzia ed è arrivato il primo ruolo. La fiction era ambientata in una scuola di danza per cui, anche nella nuova avventura della recitazione, sono stata presa per mano dalla danza”. Danza, recitazione e radio. Sei ad un bivio o c’è tempo per tutto?
“Fin da bambina ho sempre avuto un’indole da palcoscenico, ma solo la danza e il mio percorso a Miss Italia mi hanno insegnato ad amarlo fino in fondo”
“Il ruolo di attrice e quello di presentatrice sono diversi, ma allo stesso tempo lavorare in un campo mi aiuta nell’altro. Una volta una persona mi ha detto che “i bravi attori non saranno mai bravi conduttori”. Io sento di essere me stessa in ogni cosa che faccio, qualsiasi forma abbia il palco su cui salgo mi tolgo la maschera e lo rendo parte di me: ho dentro mille colori che ho imparato ad apprezzare e far emergere e questa è la cosa che più mi tiene viva in assoluto. Così ho ingaggiato una sfida con me stessa, per dimostrarmi che quelle parole non valgono, almeno per me”.
Sul set hai giocato in casa, nel tuo Veneto. Credi che questa serie possa essere un trampolino di lancio per Vicenza?
“Credo che Vicenza, con la sua
cornice palladiana, cinematograficamente si presti molto e questa serie potrebbe essere spunto per produzioni prossime, ma anche per scatti fotografici, oltre che una vetrina per il turismo. Prima di girare la fiction non ero mai stata a Vicenza, ma appena arrivata me ne sono innamorata: è una città accogliente e a misura d’uomo, un capoluogo in grado di ricreare “una realtà di paese”. Sono convinta che questo possa essere un valore aggiunto perché la serie può contribuire a dare una sfaccettatura in piùrispetto a quello che è l’immaginario del Veneto, spesso ridotto a Venezia”.
Cosa dicono i tuoi concittadini?
“All’inizio c’era tanta curiosità, ma anche spaesamento, dal momento che nelle nostre zone non è concepito il “mestiere dell’attore”. Poi, prima di partire per Roma, ho dato una festa e ricordo ancora oggi l’affetto e la commozione di amici e parenti. Quando nei mesi seguenti ho iniziato a costruire qualcosa di reale, concretizzando quelli che una volta erano solo sogni,mi sono sentita ancor più supportata da tutti: amici, parenti, ex professori, scuola di danza e tutti coloro che mi conoscono fin da piccola e si fermano a chiedermi “come va” o ri-condividono sui social i miei traguardi. Tutto questo mi gratifica molto perché significa che le persone mi vogliono realmente bene e mi sostengono. Avere un una Mogliano così affettuosa mi riempie il cuore”.
Marika Andreoli“Sono ballerina, attrice e presentatrice. Qualsiasi forma abbia il palco su cui salgo tolgo la maschera e lo rendo parte di me: ho dentro mille colori che ho imparato ad apprezzare e far emergere e questa è la cosa che mi tiene più viva in assoluto”
Rigenerazione. Dibattito acceso all’ultimo consiglio comunale sulla revisione del Piano degli interventi
Una città attenta alla mobilità e all’urbanistica del futuro: così vuole essere la Preganziol dell’amministrazione Galeano. A darne un’idea chiara, le varianti e le revisioni approvate nel corso del consiglio comunale dello scorso 27 aprile; scelte, quelle fatte dalla maggioranza, che non hanno trovato il favore tra i banchi della minoranza, ma che hanno dato spazio a un dibattito certamente costruttivo per tutti gli schieramenti coinvolti.
Tra i punti all’ordine del giorno che si sono discussi, vi è stata anzitutto l’approvazione della variante al Programma dei lavori 2023/25, che ha visto l’aumento di ben 170mila euro, rispetto all’importo iniziale di 330mila euro, per la realizzazione del primo stralcio della pista ciclabile di Sambughè: un totale di 500mila euro che comprendono sia i lavori sia l’esproprio di eventuali porzioni di terreno su cui insisterà la ciclabile. “Per questo progetto riceveremo un
L’obiettivo: analizzare il territorio attraverso il sistema degli siolati per capire non solo dove ma anche come intervenire
contributo di 330mila euro dal Pnrr – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Riccardo Bovo –, mentre l’incremento sarà a carico del Comune”.
Ad accendere gli animi è stata però un’altra questione: l’approvazione del documento preliminare della terza revisione al Piano degli interventi. Il vicesindaco Stefano Mestriner, con il supporto dell’architetto Stefano Maria Doardo, ha infatti introdotto una nuova proposta: l’analisi del territorio attraverso il sistema degli isolati, che permetterà un’analisi del territorio in termini non più soltanto di quantità ma anche di qualità.
“Non andremo a stravolgere il nostro strumento urbanistico –ha spiegato Mestriner –, ma sentiamo la necessità di affrontare il tema dell’attenzione all’ambiente e alla riqualificazione con un cambio di paradigma: non è più sufficiente ragionare sul quanto e dove intervenire, ma anche
sul come e questo sistema ci permetterà di avere un quadro ecosistemico del territorio che servirà tanto a tutelare quanto a rigenerare con criterio i vari ambienti”.
Per fare ciò, si ricorrerebbe dunque a una caratterizzazione del territorio, che ne evidenzi valori e criticità, attraverso parametri come il numero di abitanti, le superfici verdi, la presenza di parcheggi e servizi e indicatori quali ad esempio l’inquinamento e l’assorbimento Co2, il fenomeno delle isole di calore e altri relativi alle acque.
“Non è una variante vera e propria, quanto un’integrazione – ha affermato l’architetto Doardo –: stiamo elaborando uno strumento che ci consenta di affrontare meglio tutto ciò che concerne la rigenerazione urbana e la città costruita, attraverso un disegno chiaro del suo funzionamento. Da qui possiamo monitorare l’effetto delle trasformazioni urbane nel tempo e capire dove intervenire e agire, ottimizzando così l’impiego delle risorse e regolamentando degli interventi”.
Gli obiettivi sarebbero dunque la conoscenza e la consapevolezza del territorio. Ma non tutti hanno condiviso questa visione.
“Non vedo la finalità di questo intervento – ha ammesso il consigliere comunale Alberto Marton –: Preganziol non è Treviso, non ha le stesse criticità e il rischio è di creare isolati di serie A, B e C, che limiterebbero determinati interventi su cui difficilmente si investirebbe, come lo erano la casa dell’ex campanaro e il fabbricato nei pressi delle poste di Preganziol”.
“Serve pensare in una veste più ampia del governo del territorio – hanno commentato invece i consiglieri Andrea Paglia e Stefania Carrer –. C’è una speculazione edilizia che se non viene governata rischia di creare quartieri saturi di condomini senza verde. Inoltre certi obiettivi ambientali sono talmente discussi che tendono spesso ad essere strumentalizzati senza proporre vere soluzioni: tornare a questa dimensione molto locale garantendo la partecipazione della cittadinanza è invece un approccio valido e progressista”.
Gaia ZuccolottoVenticinque. Un numero tanto piccolo ma nient’affatto indifferente quanto rappresenta il quantitativo di medici di base mancanti nell’asse del Terraglio che comprende i comuni di Treviso, Preganziol e Mogliano Veneto. E non è il solo dato a preoccupare.
Solo nella provincia, infatti, la carenza di medici di base si aggira attorno ai 150 medici, compresi i prossimi al pensionamento, a cui si aggiungono ben 139 posti vacanti nella guardia medica. L’urgenza di presenze sanitarie ammonterebbe dunque a quasi 300 medici.
La situazione non è sfuggita nemmeno al circolo preganziolese di Fratelli d’Italia. “La vicenda ci è nota ormai da diverso tempo – spiegano –. La problematica è stata già affrontata anche nella precedente campagna elettorale di 4 anni fa dal nostro commissario di Circolo, Massimiliano
Spagnol, e per quanto riguarda il Comune di Preganziol la mancanza del medico di famiglia non garantisce, ad esempio, la copertura delle frazioni, costringendo i medici già esistenti ad aumentare il numero degli assistiti da 1500 a 1800”. Un gap, questo, non di poco.
“Se nella fattispecie si colmassero i buchi di assenze di personale proprio nelle frazioni come Sambughè – continuano da Fratelli d’Italia –, si potrebbero dare supporto logistico anche alle zone confinanti di Zero Branco, anch’esse con la stessa problematica”.
“In merito a Sambughè – afferma il commissario del circolo territoriale, Massimiliano Spagnol –, si segnala che l’ambulatorio era presente presso la scuola primaria della frazione ma, a seguito del pensionamento del medico avvenuto circa 10 anni fa e ai problemi strutturali del plesso che
hanno costretto gli studenti a trasferirsi alle scuole medie del capoluogo, il problema non è mai stato affrontato dall’amministrazione locale”.
L’esito sottolineato dal gruppo politico è evidente: “Il disagio maggiore per i residenti è che a volte devono fare dei chilometri per raggiungere il medico di base che si trova anche oltre
A settantacinque anni dalla fondazione del Comitato nazionale dell’Anaoai (Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia), tanti sono i progetti messi in opera per celebrare questo anniversario. Tra questi, vi è anche la Staffetta Milano-Cortina, che costituisce un perfetto mezzo per sottolineare l’importanza dell’attività sportiva in Italia.
L’evento, pensato e costruito all’insegna dell’inclusività e del forte legame con il territorio, è partito lo scorso 15 aprile con la prima tappa Cortina-Belluno, a cui sono seguite le tappe venete di Belluno-Treviso,Treviso-Venezia, Venezia-Padova e Padova-Verona, e terminerà con l’ultima tappa veneta di Verona-Mantova il
prossimo 27 maggio.
“I tedofori che hanno vestito la maglia azzurra avranno l’onore di portare una copia della fiaccola dei Giochi Olimpici del 1956 da Cortina a Milano, dove resterà in attesa delle Olimpiadi invernali del 2026 – spiega il sindaco Paolo Galeano –. Sabato 6 maggio la terza tappa (Treviso-Venezia) è passata anche per il nostro Comune con la partecipazione di Renato Zanatta, Azzurro della lotta grecoromana, e Denis Marconato, Azzurro del basket e consigliere comunale”.
Un giorno importante dunque per il Comune di Preganziol, che ha avuto l’onore di ospitare un evento tanto unico per le realtà sportive locali e non solo. (g.z.)
confine cittadino – spiegano –. Sottolineiamo che come la media nazionale, anche Preganziol ha molti pensionati, i quali sono i più disagiati a trasferirsi perché in alcuni casi sprovvisti di mezzi propri”.
Da qui la decisione del Circolo preganziolese: “una raccolta firme da far recapitare successivamente alla Regione Veneto,
all’assessore regionale alla Sanità, alla direzione del Distretto Treviso Sud e al dottor Francesco Benazzi, quale direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, per richiedere di considerare un aumento di medici di famiglia in Preganziol”.
“In merito alla direzione del Distretto Treviso Sud – aggiungono da Fratelli d’Italia –, già nelle scorse settimane ci siamo interfacciati telefonicamente chiedendo un appuntamento per capire come possiamo agevolare il collegamento tra le richieste dei cittadini e i possibili aumenti di risorse”.
Tutto è pronto dunque per supportare i cittadini e cercare di instaurare un dialogo con le istituzioni: non resta che definire le date dei gazebi per la raccolta firme nelle frazioni di Sambughè e Frescada.
Gaia Zuccolotto
Sanità. Il Circolo di Fratelli d’Italia locale lancia una raccolta firme per avviare un dialogo con le istituzioni
Si è svolta nel primo weekend di maggio la tre giorni che vedeva protagonista una grande eccellenza gastronomica del territorio: a Preganziol si è infatti tenuta la tradizionale “Mostra dell’asparago di Badoere IGP e delle erbe spontanee”, giunta alla sua 21esima edizione. La rassegna gastronomica, organizzata dal Comune di Preganziol e dalla Pro loco con la collaborazione di numerose realtà locali, ha preso il via nel corso di venerdì pomeriggio nella biblioteca comunale Casa Michieletto, con la presentazione del libro “Le erbe di Marino” del raccoglitore e preparatore di erbe officinali Marino Perotto e lo scrittore Paolo Latini. All’evento, promosso dalla BioFattoria Rio Selva e dalla Farmacia San Trovaso, è seguito un aperitivo offerto dalla Pro loco di Preganziol. Ma la festa è entrata nel vivo sa-
bato con l’escursione naturalistica “Alla scoperta del percorso del sambuco” con la Guida Claudio Zennaro. Sempre in biblioteca comunale, poi, l’assessore Fabio Di Lisi ha presentato la seconda edizione del concorso fotografico “Giancarlo Orsatti” che quest’anno ha visto la partecipazione di 34 appassionati di fotografia. La giuria era composta da Paolo Spigariol e Michele Gregolin e ha giudicato tutte le foto in gara. Ad aggiudicarsi il primo posto del concorso è stato Simone Babetto, mentre il secondo posto è andato a Davide Basile e il terzo posto ad Armando Lastella. Menzioni speciali sono andate alle foto di Maura Troncon, Paolo Badin e Davide Basile. L’evento è stato occasione anche per il brindisi con l’assaggio del risotto agli asparagi a conclusione, reso possibile grazie all’impegno della Pro loco di Pregan-
ziol. La giornata conclusiva della 21esima mostra dell’asparago bianco di Badoere IGP e delle erbe spontanee ha visto la propria inaugurazione con il gruppo musicale “Città di Mogliano”, a cui è seguita la premiazione del-
le classi dell’istituto comprensivo di Preganziol vincitrici del concorso “Un bollino per tutti, tutti per un bollino” promosso dall’associazione Asse T. Nel pomeriggio si sono quindi svolti i laboratori creativi dedicati ai bambini “Per fare un germo-
glio ci vuole un seme” e la festa si è conclusa con lo spettacolo “Street Clown Show con Josefito”. La Festa dell’asparago si è quindi conclusa con successo. È stato “un fine settimana davvero intenso e stimolante per i tanti eventi e appuntamenti – ha affermato il sindaco di Preganziol, Paolo Galeano –: concerto di musica classica, presentazione di libri, concorso fotografico, il passaggio della torcia olimpica, escursioni in campagna, momenti celebrativi e conviviali”. “Un ringraziamento speciale alla Pro Loco, alle associazioni coinvolte, agli sponsor e ai partner – aggiunge il primo cittadino, Paolo Galeano –. Le occasioni a Preganziol non mancano per sentirsi una comunità viva e partecipata: vi aspettiamo sempre numerosi anche per le prossime”.
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Progetti. Tutto pronto per gli interventi stradali programmati dall’amministrazione
Il programma dei lavori per la sistemazione dell’asse della Noalese entra nel vivo. Il Comune ha trovato l’accordo con i privati per definire una servitù pubblica all’altezza del tratto che corre parallelamente alla piazza principale.
Si tratta della tessera che mancava per poter procedere con l’intervento generale. Questo ultimo prevede in particolare la sistemazione delle aree ciclo-pedonali, dei parcheggi e dell’arredo urbano del tratto fronte via Noalese, tra l’intersezione con via Alighieri Alighieri e con la stessa piazza Umberto I.
“Il Comune sta perseguendo l’obiettivo di ordinare in maniera organica una situazione esistente di percorsi costituiti da una disomogeneità di materiali e soluzioni adottate nel corso degli anni – è il quadro fatto dalla giunta Durighetto – con uno stato di degrado accentuato e con tratti privi di collegamenti e continuità dei percorsi ciclo-pedonali in zone e aree che vengono frequentati quotidianamente dai cittadini, in quanto caratterizzati dalla presenza di locali commerciali, uffici e attività di servizio”.
Da qui l’idea di rimettere in sesto le cose. Compreso l’obiettivo di ricavare un nuovo collegamento tra la Noalese e via Trento Trieste per dare più respiro alla riqualificazione di quella fetta di centro abitato. Questo passo, in particolare, si inserisce accanto al
più ampio contesto di rigenerazione dell’area dell’ex consorzio agrario, da realizzare attraverso un accordo pubblico-privato.
Il complesso si estende su oltre 1.700 metri quadrati. Più la pesa, un silos prefabbricato in ferro e un’area scoperta da oltre 2.100 metri quadrati. Il nuovo edificio, che si alzerà su più piani, avrà una cubatura massima non superiore alla quota attuale.
“L’intervento – è in sintesi la prospettiva indicata dal Comune –consente di recuperare e riconvertire, anche mediante opere di demolizione ed eventuale bonifica, un’importante area abbandonata da decenni che si caratteriz-
“Il Comune sta perseguendo l’obiettivo di ordinare in maniera organica una situazione esistente di percorsi costituiti da una disomogeneità di materiali e soluzioni adottate nel corso degli anni”
za quale “porta di ingresso” del centro urbano di Zero Branco”. Qui ci saranno appartamenti, uffici e servizi dedicati in particolare al settore sanitario. In più c’è anche l’idea di ricavare 40 nuovi parcheggi a servizio della piazza principale e degli stessi negozi della zona. Anche questo di fatto riguarda il miglioramento dell’asse della Noalese. L’investimento per la riqualificazione del fronte strada, intanto, non è indifferente. Solo per il primo stralcio sono stati messi in conto 250mila euro. E non si tratta che dell’inizio.
Via libera alla riqualificazione del complesso ex Giopato, immaginato come futuro parco cittadino. Poco più di un anno fa il Comune ha ufficialmente acquisto la vecchia struttura di via IV novembre. E ora ha mosso il primo passo timbrando un quadro economico da 101mila euro per sistemare gli immobili.
L’intervento non è banale. L’area in questione si estende su oltre 2.700 metri quadrati a due passi dalla piazza centrale. In primis verrà messo in sicurezza l’edificio fatiscente che sorge all’ingresso, che in seguito dovrà essere ristrutturato. Poi si continuerà con lo spostamento del
cancello, la formazione di un’area dedicata a parcheggio con la pavimentazione in ghiaia e la sistemazione del prato. Per poi concludere il primo stralcio con l’installazione di una recinzione verso il fiume Zero.
Il progetto di fattibilità tecnica ed economica è già stato approvato dalla giunta del sindaco Luca Durighetto. Sarà la base di partenza. L’obiettivo finale è trasformare l’ex Giopato in un vero e proprio parco cittadino. Gli studenti della scuola media Europa hanno già messo nero su bianco le loro proposte attraverso una serie di disegni.
Dal “concorso di idee” dell’an-
no scorso sono emersi spunti particolari con i quali tematizzare e caratterizzare il prossimo parco: dalla connessione con elementi del territorio all’acqua del fiume, fino alla sensorialità, alla musica e a spazi pensati anche per ospitare eventi e spettacoli. Tutte proposte che ora saranno tenute in considerazione dal Comune nella fase di progettazione per il rilancio dell’area.
L’ex Giopato ospitava un mulino storico, con radici nel ‘700. Dopo gli anni a cavallo tra il 1970 e 1980, l’area è via via scivolata nell’abbandono e nel degrado. E adesso si prepara il rilancio. (m.f.)
Mauro Favaro
Mini centrali idroelettriche da installare a pelo d’acqua sullo Zero. Ci sono anche queste tra gli interventi previsti dal Comune per dare vita alla prima comunità energetica. Il fulcro consiste nell’installazione di un impianto fotovoltaico sulla copertura della casa di riposo. Non una cosa scontata. Il terreno è comunale. Mentre il complesso è della cooperativa Insieme si può. Si lavora a un accordo.
Oltre al fotovoltaico da montare sopra agli edifici pubblici, poi, si procederà allo stesso modo per installare altri impianti anche sulle coperture dei capannoni privati. E parallelamente potranno essere collegate allo stesso sistema anche le piccole turbine di superficie pensate per trasformare i salti d’acqua in energia elettrica.
Non si è ancora partiti. Ma la strada sembra segnata. “Puntiamo a ridurre ulteriormente alcuni costi legati all’illuminazione pubblica e alla gestione degli spazi pubblici – spiega il sindaco Luca Durighetto – e di pari passo a fornire energia ai cittadini che aderiranno a prezzo calmierato, se non addirittura in modo quasi gratuito”.
Come si potrà aderire alla comunità energetica? Bisognerà essere produttori, cioè avere un proprio impianto fotovoltaico. “Stiamo facendo anche delle valutazioni sulla possibilità di sfruttare i salti d’acqua – conferma poi il primo cittadino – la tecnologia di oggi ci permetterebbe di superare alcune criticità tecniche”.
Si guarda in particolare a turbine che lavorano superficialmente, senza creare un effetto diga in caso di bombe d’acqua. Questo sistema, tra l’altro, funzionando pure di notte, garantirebbe un doppio vantaggio: non sarebbe indispensabile usare gli accumulatori. Dal punto di vista del Comune, il progetto per la comunità energetica rappresenta la naturale evoluzione dell’esperienza fatta con lo sportello Energia. Cioè lo sportello attivo ogni sabato mattina, con accesso gratuito, per informare i cittadini e orientarli nel mare magnum delle proposte per ridurre le bollette. Il 22 aprile, in occasione della Giornata della Terra, è stato fatto il punto proprio sulle possibilità
offerte dalle comunità energetiche nella tavola rotonda organizzata in villa Guidini. Tra i relatori c’era Sara Capuzzo, presidente di È nostra, cooperativa energetica che produce e fornisce ai propri soci energia rinnovabile e sostenibile.
“In generale, quando è un ente locale a realizzare gli impianti, a fondo perduto, senza immaginare di rientrare dell’investimento, è possibile ridurre la spesa (la bolletta, ndr) del 25%. Questo
è l’ordine di grandezza – tira le fila – se c’è un soggetto terzo che deve rientrare, invece, è chiaro che la voce di entrata data dalla vendita di energia andrà a ripagare l’investimento. È fondamentale trovare un equilibrio tra gli interessi degli operatori, che si assumono i rischi facendosi carico degli investimenti, e gli interessi della comunità”.
Il 27 maggio arriva la 42esima lungo il Fiume Zero
Una manifestazione podistica non competitiva con lo scopo di diffondere il messaggio dell’importanza del dono. È quanto organizza l’Avis di Zero Branco dal 1979. Lungo il Fiume Zero, giunta quest’anno alla 42esima edizione e fissata per il 27 maggio, è aperta a tutti e si snoderà su tre nuovi percorsi nel territorio del comune di Zero Branco.
Il percorso rosso, di 6.2 chilometri, è adatto a tutti in quanto interamente su strada asfaltata; quello azzurro, di 12.5 chilometri, è un percorso con tratti di sterrato da affrontare con un minimo di allenamento o in cammino. Infine il percorso giallo, di 19 chilometri, è il percorso adatto ai più allenati, con tratti di sterrato.
Il ritrovo è fissato per le 16 in piazza Umberto I a Zero Branco, dove alle 18 è prevista la partenza. È possibile preiscriversi gratuitamente entro le 18 del 25 maggio compilando il form disponibile sul sito www. corsafiumezero.it, ma si può anche registrarsi dietro la chiesa di Zero Branco il giorno della corsa. Ma non è finita qui. Dopo l’evento, la festa continua in parrocchia con pasta party, musica e intrattenimento anche per bambini. Il contributo a sostegno della manifestazione è di cinque euro e comprende la partecipazione più un piatto di pasta e una bottiglietta d’acqua al termine della corsa.
Per informazioni si può scrivere a corsalungoilfiumezero@gmail.it o contattare Andrea al numero 331/4016386. (m.a.)
“ Non esiste la possibilità che l’aeroporto di Treviso venga chiuso. Ma si può regolamentare e avere garanzie sanitarie per convivere con la sua attività”. A parlare è Sergio Costa, vicepresidente della Camera, ex ministro dell’Ambiente del Movimento 5 Stelle. Alla fine di aprile ha incontrato i rappresentanti del comitato per la riduzione dell’impatto ambientale dell’aeroporto, assieme a Maurizio Mestriner, candidato sindaco del M5S a Treviso, nell’auditorium messo a disposizione dalla parrocchia di Quinto. E non ha usato giri di parole.
Cosa si intende per regolamentare? “Il riferimento è il modello Ciampino – chiarisce il vicepresidente di Montecitorio – da ministro ho firmato un decreto di salvaguardia dell’aspetto economico commerciale ma anche della salute dei cittadini attraverso la limitazione dei voli notturni, rotte non invadenti per chi vive nel circondario e contestualmente un cambio del tipo di velivolo. Si può fare anche a Treviso”.
Fatto sta che il comitato non ne può più. Il master plan per lo sviluppo del Canova mette in conto 22.500 voli all’anno. “L’aeroporto va chiuso. I residenti, con gli aerei che passano a 20 metri dalle case, sono costretti a vivere una vita indegna in un Paese civile – incalza Giulio Corradetti, presidente del gruppo – i limiti non sono mai stati rispettati. Ne va della salute e della sicurezza dei cittadini. È una vergogna”.
“Bisogna razionalizzazione il numero di voli. Con una progressiva riduzione – scandisce Luca Saccone, co-portavoce di Europa Verde di Treviso – questo per tutelare innanzitutto la salute dei cittadini, in particolare tra Quinto, Canizzano e Sant’Angelo e Quinto, lo stesso Parco del Sile e per contribuire a diffondere una mobilità sostenibile. L’aeroporto è una infrastruttura importantissima. Ma è necessario ragionare sul futuro per trovare un equilibrio tra benefici e costi migliore rispetto a quello attuale”.
E qui, in prospettiva, non si esclude nemmeno un possibile spostamento dei voli passegge-
ri nell’aeroporto di Istrana, oggi militare. “Sarebbe auspicabile scendere verso il precedente limite di 16.300 voli al Canova – tira le fila Saccone – pensando in prospettiva futura a una possibile suddivisione dell’attività con l’aeroporto di Istrana. I due aeroporti potrebbero anche essere collegati in modo diretto via rotaia”. La discussione resta più che mai aperta.
Mauro FavaroI percorsi naturalistici di Quinto sono a misura di famiglia e di passeggino: dall’Oasi Cervara lungo il Sile a Santa Cristina all’itinerario dei mulini, tra la zona degli impianti sportivi di via Tenni e via Rosta, proprio davanti alla chiesa di Quinto. A certificarlo
ora è l’adesione timbrata dalla giunta del sindaco Stefania Sartori al progetto “Passegginando”. Attraverso quest’ultimo, infatti, i due percorsi verranno inseriti in un libro che raccoglierà 18 itinerari della Marca accessibili a tutti e, in particolare, adatti alle neomamme e ai neo-papà che vogliano far due passi con il loro piccolo, passeggino o carrozzina al seguito. Il progetto che punta a incentivare la mobilità lenta è promosso dall’associazione di volontariato Love Onlus. Il Comune di Quinto si è impegnato a versare un contributo di 450 euro. L’obiettivo finale è far arrivare il volume nelle librerie di tutta Italia. Ma non solo. “Una prima tiratura sarà finanziata in parte dall’editore e in parte da Love Onlus – è il punto fatto dalla giunta Sartori – anche tramite una raccolta di fondi da enti istituzionali e aziende private che consentiranno di donare parte delle copie agli enti pubblici e privati che contribuiranno al progetto. I quali, a loro volta, potranno poi farne dono alle neo-mamme e ai neo-papà all’atto di iscrizione all’anagrafe di tutti i nuovi nati nei Comuni”. Non basta. “Per i Comuni aderenti, l’iniziativa potrà essere riconosciuta come attività di promozione dell’attività motoria – concludono da Quinto –accreditabile ai fini del riconoscimento come “Comune attivo” dell’omonima rete promossa dalla Regione attraverso il piano della prevenzione”. (m.f.)
Quinto di Treviso
Buoni spesa per chi va al lavoro in bici. Il Comune di Quinto ha stanziato poco meno di 2mila euro. Esattamente 0,20 euro per abitante. Nel progetto “Bike to work” promosso dall’Ipa Marca trevigiana, però, accanto alla giunta del sindaco Stefania Sartori ci sono altri 17 comuni della stessa Ipa. Per un fondo complessivo pari a 105mila euro. Saranno proprio queste le risorse che verranno utilizzate per finanziare i buoni spesa da assegnare a chi lascia a casa l’auto.
Come funziona? L’accordo è aperto alle aziende del territorio e ai loro dipendenti. Chi accetta di raggiungere il posto di lavoro in bicicletta potrà utilizzare un’App da scaricare sul telefonino che conterà, e validerà, i chilometri percorsi lungo il tragitto casa-azienda o ufficio, trasformandoli prima in punti e di seguito in buoni dal valore minimo di 10 euro (fino a un massimo di 500 euro all’anno) da spendere nei negozi e nelle attività produttive convenzionate.
“I Comuni si impegnano a porre in essere un sistema di raccolta punti certificato per i potenziali fruitori – è in sintesi quanto messo nero su bianco nell’accordo –,punti che saranno maturati sulla base del percorso minimo effettuato in bici ed evitato in auto”.
L’obiettivo principale è duplice: da una parte allentare la morsa
del traffico e dall’altra ridurre i livelli di inquinamento atmosferico. L’iniziativa non potrà risolvere ogni problema in questo ambito. Ma si tratta comunque di un passo concreto. Non ci si ferma ai buoni propositi. Basti pensare che a conti fatti saranno almeno 200 i cittadini del territorio dell’Ipa Marca trevigiana, tenendo come riferimento il valore massimo dei buoni spesa accumulabili in un anno, che si vedranno riconoscere degli sconti nei negozi a fronte della scelta di percorrere il tragitto casa-lavoro in sella a una bicicletta, pure a pedalata assistita, o anche sopra a un monopattino elettrico. E dato che il valore degli sconti è variabile, in base ai chilometri
Chi accetta di raggiungere il posto di lavoro in bicicletta potrà utilizzare un’App da scaricare sul telefonino che conterà, e validerà, i chilometri percorsi lungo il tragitto casa-azienda o ufficio, trasformandoli prima in punti e di seguito in buoni dal valore minimo di 10 euro
macinati senza aumentare il traffico e senza inquinare, una volta tirate le somme si conta di arrivare a coinvolgere anche molte più persone.
Oltre a Quinto, hanno aderito al progetto i Comuni di Treviso, Breda, Carbonera, Casale, Casier, Mogliano, Monastier, Morgano, Paese, Ponzano, Povegliano, Preganziol, Roncade, San Biagio, Silea, Spresiano e Villorba. E la stessa Ipa Marca trevigiana ha messo una quota di 45mila euro. Senza contare che il totale del fondo a disposizione per coprire i buoni spesa potrebbe ulteriormente salire attraverso il contributo delle stesse aziende.
Fino al 31 maggio è possibile presentare domanda per partecipare al bando di concorso per l’assegnazione di alloggi comunali a nuclei familiari di anziani.
Tra i requisiti da possedere entro la data di scadenza del bando: aver compiuto il 65esimo anno di età se uomini o 60esimo se donne; residenza anagrafica nel Comune di Quinto di Treviso da almeno due anni; non titolarità di diritti di proprietà, usufrutto, uso o abitazione di alloggio adeguato alle esigenze del nucleo familiare; assenza di precedenti assegnazioni di un alloggio realizzato con contributi pubblici o assenza di precedenti finanziamenti; nessuna vendita o cessione di alloggi a figli e/o
discendenti diretti negli ultimi quattro anni. Gli ultimi tre requisiti devono essere posseduti anche da parte dell’altro compo-
Dopo un’appassionante gara a colpi di costumi e trucco, ecco i vincitori del contest “Carnevale in Piazza” che ha infiammato i mesi di febbraio e marzo su laPiazzaweb.it Sono venuti in sede de la Piazza proprio i primi classificati per ritirare i loro premi!
ta con la medaglia d’argento. A lei va il premio di 150 euro in buono spesa Despar.
nente del nucleo familiare, qualora vi sia. Inoltre il valore Isee del nucleo familiare non deve essere superiore a 16.700 euro e l’autosufficienza psicofisica
deve essere attestata da certificato medico di almeno uno dei componenti il nucleo familiare.
La domanda, soggetta a bollo, deve essere redatta sull’apposito modulo e corredata, oltre che dal certificato medico e della documentazione specifica per il proprio caso, anche dall’attestazione Isee in corso di validità.
La graduatoria, fa sapere il Comune, sarà stilata entro 30 giorni dal ricevimento delle domande o nel termine più breve previsto.
Ulteriori informazioni e il modulo di domanda da presentare all’ufficio servizi sociali sono disponibili sul sito del Comune (www.comune.quintoditreviso. tv.it ). Per informazioni rivolgersi al numero 0422 472311. (m.a.)
Ad arrivare al terzo posto i FOX Nata nel 2005 e originaria di Legnaro, è una società di hockey in line composta da promettenti e giovani atleti. A ritirare il premio di 100 euro in buono spesa Despar, sono venuti i rappresentanti delle categorie U10, U12 e U14 Aryan, Filippo e Davide assieme alle loro due coordinatrici Marta e Anna. Bravi ragazzi e in bocca al lupo per le prossime competizioni!
Sul secondo gradino del podio invece è salita “Ocio al Mocio”! La dolce e bellissima Angelica, di soli 12 anni, con il suo super e originale travestimento da “mocio” ha catturato l’attenzione dei votanti che l’hanno premia-
Standing ovation per la più piccola, che a soli 10 mesi, è riuscita a battere gli altri partecipanti. Sofia, con la sua maschera da Minnie , ha rapito i cuori dei lettori de LaPiazzaweb.it che proprio non hanno saputo resisterle. A mamma Andree il ricco premio di 250 euro di buono Antenore Energia consegnato dal delegato Manuel Viola.
Dopo questa colorata competizione tocca ai nostri amici animali mettersi in gioco nel contest “Qua la zampa!”. Anche questa volta basta andare su laPiazzaweb.it e caricare una foto del proprio pet.
C’è tempo fino al 30 giugno! Per le 3 foto più votate ancora buoni Antenore e Despar, ma anche fino a 175 kg in alimenti per il tuo amico peloso! Tutto il regolamento sul sito. Rimettete le mani agli obiettivi, e che abbia inizio una nuova sfida!
Micro, piccole e medie imprese potranno contare sui contributi a fondo perduto messi sul piatto dalla Provincia di Treviso per incentivare la dismissione delle coperture in amianto, installando sui tetti impianti fotovoltaici e agevolare la creazione di comunità energetiche.
Ottocentomila euro, a tanto ammonta il bando aperto in questi giorni dall’ente trevigiano. Che ha un duplice obiettivo: promuovere le energie rinnovabili e tutelare l’ambiente. Il bando si inserisce nell’ambito del piano di investimenti da oltre 104 milioni di euro che la Provincia sta impiegando per costruire edifici scolastici superiori ecosostenibili e per offrire alla cittadinanza, alle imprese e ai comuni contributi a sostegno della mobilità green, della sostituzione delle caldaie, dell’installazione di nuovi climatizzatori, della pu-
lizia delle canne fumarie e della redazione dei Paesc (i piani d’azione per l’energia sostenibile e il clima, redatti dai sindaci). Il valore dell’incentivo offerto dal Sant’Artemio può arrivare fino al 40 per cento della spesa sostenuta dalle aziende per la realizzazione dell’intervento e viene calcolato in modo proporziona-
“Il Tribunale della Pedemontana può essere un vantaggio competitivo per le imprese e per il territorio se, e solo se, avrà risorse di personale aggiuntive (Magistrati e Cancellieri) rispetto ai tribunali di Treviso, Padova e Vicenza ovvero se non una mera riorganizzazione delle attuali sedi”. È la posizione che Mattia Panazzolo, direttore di Cna territoriale Treviso, ha portato in rappresentanza anche delle Cna di Vicenza e Padova, all’incontro tra il sottosegretario al Ministero di Giustizia Andrea Ostellari e le categorie economiche dei territori interessati, lo scorso 5 maggio. Nella riorganizzazione di oltre 10 anni fa, vennero chiuse le sezioni distaccate dei tribunali,
le alla dimensione dell’impresa, oltre che ad alcune “premialità” assegnate secondo la tabella contenuta nel bando pubblicato sul sito della Provincia di Treviso.
Farà differenza, per esempio, se un’azienda presenterà domanda per dismettere unicamente la vecchia copertura in amian-
e dunque di Castelfranco e di Montebelluna in provincia di Treviso, di Cittadella in provincia di Padova nonché il Tribunale e la Procura di Bassano in provincia di Vicenza. “L’accentramento, pur allontanando il servizio dai territori per accentrarlo nei capoluoghi, ebbe anche risvolti positivi, come ad esempio una miglior efficacia ed efficienza nell’amministrazione della giustizia e una maggior uniformità delle procedure - riflette Cna -. Rimane tuttavia una forte esigenza di potenziare ulteriormente gli organici dei Tribunali esistenti, per ridurre le inaccettabili tempistiche, nonché accelerando ulteriormente sui processi di digitalizzazione ed organizzativi”. (g.g.)
to oppure se deciderà di aderire a una comunità energetica. Su quest’ultimo argomento, le comunità energetiche, negli ultimi mesi sempre in Provincia sono stati organizzati incontri formativi rivolti agli enti locali (vi hanno partecipato oltre 400 fra amministratori locali e tecnici) ed è stato realizzato uno sportel-
lo dedicato, così come chiede la Regione del Veneto.
I l presidente Stefano Marcon spiega che il bando altro non è che la prosecuzione dell’impegno dell’ente sulla strada della transizione ecologica dell’area da lui rappresentata, “con un occhio di riguardo alla riduzione dei consumi e dell’impatto sul territorio”. Sono infatti sei in questo momento i bandi attivi in materia ambientale. “Invito le piccole e medie imprese a richiedere l’incentivo a fondo perduto che permette loro di avere non solo un sostegno nel breve termine, ottenendo un aiuto economico per installare un impianto fotovoltaico, ma anche e soprattutto – aggiunge Marcon – nel medio-lungo termine, perché potranno beneficiare di una riduzione dei costi in bolletta, salvaguardando al contempo l’ambiente, con effetti sulla qualità dell’aria e sulla salute”.
Tribunale della Pedemontana, Cna: «Vantaggioso solo se avrà risorse umane aggiuntive»
Libri. Alla biblioteca di Preganziol la presentazione dell’ultimo libro del pioniere della spoken poetry
Maggio è il mese delle rose, ma è anche il mese dei libri. Il Maggio dei Libri, infatti, è un’iniziativa del Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura per la promozione della lettura; un’iniziativa a cui anche la biblioteca comunale di Preganziol in Casa Michieletto ha deciso di aderire, dando il via a una serie di “Incontri con l’autore” sotto al tema della tredicesima edizione dell’evento del Mic “Se leggi sei forte!”, perché chi legge, si sa, ha una marcia in più.
Dopo un primo incontro con Gaetano Sateriale e il suo “Profondo lago” a inizio mese e un secondo incontro con Riccardo Bottazzo e “Le isole dei sogni impossibili”, si svolgerà il prossimo sabato 27 maggio alle 11 l’ultimo “Incontro con l’autore”: protagonista dell’appuntamento sarà Lello Voce che presenterà “Razos”, edito per la collana Poesie de La nave di Teseo. Copertina parlante, quella di “Razos”: parole illeggibili, cancellate dall’inchiostro. Quello di Voce è un libro silenzioso, un libro di poesia senza poesie. È un terreno nuovo quello in cui il pioniere europeo della spoken poetry ha deciso di addentrarsi: è quello della stratificazione del testo poetico. Voce si rifà alla tradizione del-
le razòs medievali, brevi componimenti in prosa di epoca trobadorica che illustravano le ragioni, lo scopo e le istruzioni di esecuzione delle poesie che seguivano. E così in “Razos”, mixando sapientemente lo stile avanguardistico novecentesco a temi come la matematica, la fisica, l’informatica. Su La nave di Teseo, affermano: “le Razos fioriscono all’incrocio tra la tradizione dei trovatori e la visionarietà di Fluxus, in quello spazio che separa la poesia dalla vita, e che, paradossalmente, ne garantisce la persistenza e la forza”.
Lello Voce è uno dei massimi esponenti europei dello spoken
Il prossimo sabato 27 maggio l’ultimo “Incontro con l’autore”: protagonista sarà “Razos”, edito per la collana Poesie de La nave di Teseo
word e della spoken music. Ha introdotto in Italia il poetry slam e ha collaborato con musicisti e artisti vari per la realizzazione di numerose performance e non solo. È il fondatore e coordina con Marco Philopat al premio Dubito di poesia con musica. “Il Cristo elettrico” riunisce sotto un solo titolo tutti i suoi romanzi.
Partecipare all’incontro con Voce è semplice: l’ingresso all’evento è infatti libero e gratuito. Tutto ciò che conta è esserci e lasciarsi accompagnare con leggerezza nel mondo unico e particolare di questo grande poeta.
Ha preso il via domenica 30 aprile con l’inaugurazione ufficiale la 13esima edizione della Biennale d’Arte del Bambino, l’appuntamento che nella cornice della settecentesca Villa Guidini espone le opere frutto dei percorsi di educazione creativo-artistica realizzate dai bambini di Asili nido, Scuole dell’Infanzia e Primarie del territorio regionale e non solo. Un’apposita sezione, Arte a domicilio, sarà inoltre dedicata alle opere provenienti direttamente dalle famiglie. Un viaggio ricco e coinvolgente che, attraverso oltre 50 opere provenienti da Veneto, Umbria e Campania, presenterà il tema della Biennale 2023, intitolata “RitmArte”. Un’espressione che vuole unire le parole e le suggestioni che ruotano attorno a “vita” e “arte”,
con la prima che si rispecchia nella seconda, caricandosi di energia positiva.
Grande soddisfazione giungono dal sindaco Luca Durighetto e dall’assessore alla Cultura France-
ultimi anni, realizzando il progetto La Villa dei bambini, questo patrimonio storico del nostro Comune si è aperto a grandi eventi, corsi, laboratori, tutte occasioni di crescita per i più piccoli e per la comunità locale. Il tutto in un’ottica di tutela ma soprattutto di valorizzazione di un contesto di pregio, che - proprio alle prossime generazioniandrà lasciato ancora più bello ed accogliente”.
sco Dal Colle: “La Biennale d’Arte del Bambino continua a confermare Villa Guidini come polo culturale d’eccellenza, che dedica spazi ed attenzione al mondo dell’infanzia, attraendo scuole e famiglie. Negli
Nel periodo di apertura, fino al 4 giugno 2023, la Biennale, patrocinata da Regione del Veneto, Provincia di Treviso, Comune di Zero Branco, Città di Treviso e Comune di Quinto di Treviso, sarà visitata da oltre 1000 bambini. Padrino dell’evento, fin dalla prima edizione, è l’autore disneyano Giorgio Cavazzano. (g.z.)
È cominciata finalmente la stagione all’aperto per il tiro con l’arco e anche gli Arcieri di Villa Guidini hanno potuto partecipare a partire dal mese di aprile a varie gare di diverso tipo conseguendo ottimi risultati. Un argento è scoccato al Trofeo Pinocchio, gara dedicata ai giovani nati dal 2010 al 2014 su distanza 15mt e bersaglio da 80cm, per Linda S.
Per la Gara 3D, che si svolge su 24 piazzole in ambiente boschivo a distanze sconosciute, simulando un percorso di caccia con distanze varie dai 5 ai 30mt e bersaglio con diverse specie di animali tridimensionali, altro argento, questa volta a Matilde T. C’è stata poi la gara di Tiro di Campagna, che si svolge in ambiente montagnoso con 24 piazzole alle distanze che vanno dai 5 ai 50 mt e qui gli Arcieri di Villa Guidini hanno dato il loro me-
glio, portando a casa ben due ori, quelli di Devis F. nell’arco nudo junior e di Matilde T. nell’arco nudo allieve.
Nella Gara Targa che si è svolta a Montebelluna, i giovani arcieri zerotini si sono poi cimentati su varie distanze, guadagnandosi un oro nella categoria Squadra Allieve e un nuovo record italiano allieve nell’arco nudo, con Beatrice Z., Matilde T. e Azzurra M. Non solo: oro individuale anche per Beatrice Z. per la categoria allieve arco nudo e bronzo per Matilde T. sempre per la medesima categoria, oltre a una medaglia di legno per Azzurra M. Sulla distanza dei 50 mt poi, tre medaglie anche tra gli uomini: oro per Devis F. nella categoria junior arco nudo, oro per Riccardo F. nella categoria allievi arco Compound e argento per MIrco F. nella categoria master arco Compound. Nella Gara Nazionale svoltasi a
Ponso (Pd), per la distanza di 25 mt, altre 4 importanti medaglie hanno fatto conquistare quasi l’intero podio agli Arcieri di Villa Guidini: oro per Leonardo B. nell’arco nudo ragazzi, argento per Nicola R. nella medesima categoria, oro per Micol R. nell’arco nudo ragazze e argento per Alice S. nella medesima categoria. Sui 40 mt, colpisce la freccia di Beatrice Z. nell’arco nudo allieve, che c’entra l’oro. Argento invece per Matilde T. e bronzo
Partiranno il prossimo 12 giugno e proseguiranno per tutta l’estate fino al primo settembre: sono i centri estivi organizzati dalla Polisportiva di Zero Branco per offrire intere giornate all’insegna del divertimento a tutti i bambini del territorio.
I centri sono dedicati ai bambini dai 5 ai 12 anni e si svolgeranno al mattino e al pomeriggio, con la possibilità di scegliere se frequentare soltanto il pomeriggio o l’intera giornata e di iscriversi di settimana in settimana o per più settimane. Inoltre ci sarà anche il servizio mensa per chi vorrà usufruirne, in alternativa sarà possibile portare il pranzo al sacco.
“Le attività saranno principalmente di carattere sportivo e comprenderanno tutte le discipline della Polisportiva, quali pallacanestro, pallavolo e kick boxing, ma
dovremmo riuscire a portare dentro anche il calcio, il rugby e un po’ di atletica –spiega il presidente della Polisportiva, Mario Michieletto –. Non si tratterà di corsi sportivi a tutti gli effetti, quanto di attività ludico-sportive”.
“La cosa più bella per noi è sicuramente l’essere divenuti un Centro CONI per l’orientamento e l’avviamento allo sport –commenta il presidente Michieletto –. Ciò ha permesso ai nostri istruttori di aderire ai corsi CONI, nei quali hanno avuto modo di sperimentare non solo nella teoria ma anche nella pratica le attività ludiche da proporre poi ai ragazzi, fornendo così una preparazione davvero a tutto tondo ai nostri insegnanti”.
Le attività si svolgeranno presso il Palazzetto di Zero Branco, ma al giovedì e al
per Azzurra M., che con Beatrice Z. sono risultate prime anche come squadra. Sui 50 mt, tante altre conquiste: nell’arco nudo junior, oro per Devis F. e Linda T.; nell’arco nudo master invece bronzo per Massimo B.; nell’arco Compound allievi oro anche per Riccardo F.; argento per Mirco F. nell’arco Compound master e oro per Alex C. nell’arco Compound senior. Buoni risultati anche nei 70 mt, con l’argento di Daniele L. nella categoria arco
venerdì ci si sposterà nello splendido contesto del parco di Villa Guidini, per svolgere numerose e divertenti esercizi anche all’aria aperta. “Lo scorso anno l’impegno della Polisportiva era stata molto apprezzato – racconta Michieletto –: il numero di iscrizioni più alto è stato di 110 ragazzini, con alcune settimane tra la metà di giugno e di luglio che hanno visto picchi di 70-80 ragazzi iscritti e non vediamo l’ora di ripetere l’esperienza”.
Proseguono nel mentre le attività dell’associazione. “Lo scorso anno abbiamo raggiunto i 380 tesserati in totale – afferma Michieletto –, mentre quest’anno senza ancora considerare i centri estivi siamo già a 290 circa”.
Massima attenzione però resta dedicata ai più piccoli. “Stiamo dando grande
Olimpico junior e il bronzo di Iker B. Medaglia di legno anche per Riccardo L. nella stessa categoria, che insieme ai due compagni ha vinto anche la gara di Squadra.
“È una grande soddisfazione vedere che siamo quasi sempre la squadra più numerosa in campo – afferma il presidente degli Arcieri di Villa Guidini, Fiorino Gobbo -, anche con famigliari e accompagnatori. Gareggiare con vento e pioggia non è facile mentalmente però tutti hanno tenuto duro fino alla fine. Niente male come inizio stagione di tiro all’aperto – aggiunge Gobbo –, ci aspettano a breve altre sfide più importanti nel Tiro di Campagna come il Campionato Regionale a Marostica (VI) a giugno e i Campionati Italiani a Siena nel mese di luglio”.
attenzione all’attività dedicata ai più piccolini con il “Baby movimento” e all’avviamento allo sport con i bambini tra i 5 e i 7 anni – prosegue – e la collaborazione con asili e scuole ci sta permettendo di far conoscere le attività sportive presenti nella nostra associazione e contemporaneamente di poter introdurre i bambini zerotini al mondo dello sport. Siamo molto soddisfatti, perché vediamo che la nostra realtà sta continuando a crescere”. (g.z.)
Un investimento di 2 miliardi di euro con l’obiettivo di arrivare a 20 milioni di passeggeri al 2037. Sono i dati del Masterplan 2023–2037 dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, terzo gateway intercontinentale nazionale. Un piano che si fonda su quattro valori: concretezza, responsabilità, sostenibilità, fare rete, come sottolineato dal presidente del gruppo Save Enrico Marchi, che ha presentato il progetto in Regione Veneto, affiancato dal presidente Luca Zaia.
Sotto i riflettori lo strumento di programmazione degli interventi di sviluppo che interesseranno l’aeroporto nei prossimi anni, basato sulle previsioni dei progressivi incrementi del traffico. In particolare, le proiezioni di traffico al 2037 sono di 20,8 milioni di passeggeri, un dato che rende necessari gli interventi previsti, senza i quali lo scalo raggiungerebbe il livello di saturazione di 12,5 milioni di passeggeri già nel 2026. Quanto ai costi, l’85% dell’impegno economico totale è di competenza di SAVE, il restante 15% potrebbe essere a carico di imprese terze private. Dei 2 miliardi complessivi, 380 milioni andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale.
I dettagli dell’intervento
Nessuna seconda pista: il Masterplan2037 conferma lo schema con singola pista di volo. È comunque prevista l’estensione della pista di rullaggio esistente “affinché abbia lunghezza pari alla pista secondaria, con gli obiettivi di aumentare la capacità del sistema, migliorare l’operatività, collegare la nuova area destinata ai vettori courier prevista a nord-est del sedime aeroportuale” fa sapere Save: “La pista secondaria è usata come via di rullaggio (taxiway) e solo in caso di chiusura della pista principale come pista di volo”. Previsti due nuovi interventi di ampliamento laterale al terminal esistente, sia a nord (area Schengen) che a sud (area extra-Schen-
Marchi e Zaia illustrano i dettagli dell’intervento: un quinto delle risorse andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale
gen) per un totale di circa 100.000 mq, che si aggiungeranno agli attuali 90.000 mq. “Gli ampliamenti del terminal e in generale tutti i nuovi edifici previsti nel Piano saranno realizzati secondo i più alti standard adottati a livello internazionale, che promuovono un approccio orientato alla sostenibilità a partire dal progetto e dalla scelta dell’ubicazione delle infrastrutture, e comprendono il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito” specifica Save.
Attenzione all’ambiente
E proprio sul fronte della sostenibilità ambientale sono diversi gli interventi, secondo macro filoni. Il primo, la transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare entro il 2030 le emissioni nette di CO2 prodotte dall’attività dell’aeroporto e dismettere ogni utilizzo di combustibili di origine fossile. Secondo, l’obiettivo principale di ridurre al minimo il consumo di acqua potabile, utilizzando le acque del nuovo depuratore inaugurato lo scorso marzo e le acque meteoriche. Terzo, economia
circolare e gestione dei rifiuti. Infine, lo sviluppo dell’aeroporto in armonia con il contesto ambientale e il territorio circostante è una priorità. Tra i principali interventi in quest’ambito, vi sono la riqualificazione ambientale di aree come quelle a ridosso del fiume Dese, lo sviluppo di progetti che favoriscono la biodiversità, il costante monitoraggio e il ripristino dell’assetto morfologico di zone barenali. E ancora, la mobilità di accesso all’aeroporto cambierà radicalmente nei prossimi anni a favore di una drastica riduzione di emissioni di CO2, in particolare con la realizzazione del collegamento con il sistema ferroviario e la creazione di un nuovo polo di intermodalità dedicato agli autobus e ad altri sistemi di trasporto pubblico. È previsto, poi, lo sviluppo della nuova mobilità aerea avanzata, che prevede l’utilizzo di droni a propulsione elettrica per il trasporto di merci e persone, e che necessita di una rete di vertiporti, alla quale Save sta da tempo lavorando.
I commenti
“Siamo nel quadrante più vitale d’Europa: il Veneto nel 2022 ha
raggiunto 65,9 milioni di presenze turistiche, - ha sottolineato Zaia - 1 8 milioni di arrivi, una terra fatta di 4mila strutture alberghiere e una straordinaria rete di ospitalità diffusa. Ma il Veneto è anche la Regione capace, sempre nel 2022, di crescere a livello economico di oltre il 4% di PIL rispetto all’anno precedente. Questo strumento di programmazione e sviluppo di un’infrastruttura fondamentale come l’aeroporto, non può che essere davvero un altro, fondamentale, asset di questo territorio. L’interconnessione fra Venezia, il Veneto ed il mondo deve poter crescere, per gestire –grazie a SAVE – l’importante incremento dei flussi turistici che hanno quasi del tutto raggiunto i livelli del pre-pandemia”.
“Il nuovo Masterplan – ha aggiungo Marchi - conferma il nostro impegno per lo sviluppo del Marco Polo, infrastruttura centrale per la mobilità, l’occupazione e l’economia della regione e dell’intero Paese. In untempo in costante trasformazione il Piano, nella sua modularità, disegna il futuro del terzo scalo intercontinentale nazionale con la concretezza
e la responsabilità proprie del nostro Gruppo, che ha saputo riunire in un unico sistema gli aeroporti del Nord Est, dimostrando l’efficacia di una gestione in rete, determinante anche nel far fronte alla crisi che ha duramente colpito l’intero settore aeroportuale”. “Puntiamo ai massimi livelli di sostenibilità e innovazione,-ha concluso Monica Scarpa, amministratore delegato di Save - integrando soluzioni ambientali e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica con contenuti sociali e occupazionali. Le attività di ampliamento della rete di voli e il parallelo adeguamento delle infrastrutture, sono accompagnati da una progressiva modifica delle modalità di apporto energetico allo scalo, basate su fonti rinnovabili e autoproduzione di idrogeno, in un’ottica di economia circolare applicata in particolare al riutilizzo dell’acqua e alla gestione dei rifiuti. In questo quadro di sostenibilità ambientale, si inseriscono i progetti di collegamento con il sistema ferroviario e la nuova mobilità aerea avanzata con l’utilizzo di droni per il trasporto di merci e persone”.
IL MASTERPLAN. Lo scalo veneziano punta a diventare il terzo in Italia
“Entro il 2037 venti milioni di passeggeri”Luca Zaia con il presidente del gruppo Save, Enrico Marchi Monica Scarpa, amministratore delegato del gruppo Save
Venezia capitale della navigazione con cinque giorni dedicati alla passione per la navigazione, tra yacht e superyacht, première italiane e mondiali, prove in acqua, convegni, esposizioni e regate. Torna all’Arsenale di Venezia, dal 31 maggio al 4 giugno, la quarta edizione del Salone Nautico Venezia, che rientra ormai a pieno titolo nel palinsesto dei maggiori eventi della città. Un punto di riferimento per l’Adriatico e tutta la lunga rotta che da Venezia porta a Istanbul lungo il Mediterraneo Orientale.
V enezia torna dunque ad essere protagonista della grande nautica con la quarta edizione del Salone Nautico, che abiterà gli spazi dello storico Arsenale, cuore ancora pulsante della marineria della Serenissima. Un’edizione, questa, concentrata in un numero inferiore di giorni rispetto al passato, in linea con i saloni nazionali e internazionali più importanti, e i cui numeri confermano la vocazione della città verso il mare. Un’edizione, inoltre, che vede un consistente incremento della presenza della vela e dell’elettrico. Il Salone è organizzato da Vela Spa per conto del Comune di Venezia e grazie alla collaborazione della Marina Militare Italiana.
L ’Arsenale è composto da bacini acquei di 55.000 mq, all’interno dei quali saranno installati oltre 1.100 metri lineari di pontili, e 30.000 mq di spazi espositivi esterni. Le grandi tese, che in passato hanno accolto la costruzione delle Galere, accoglieranno il meglio del design e dell’arredo nautico e la cantieristica artigianale veneziana per un totale di 5.000 metri quadrati. In totale, saranno più di 220 gli espositori che porteranno a Venezia 300 imbarcazioni, di cui 250 in acqua per una lunghezza totale di 2,7 chilometri.
H anno confermato la loro pre-
senza i grandi gruppi leader della costruzione navale nazionale e internazionale. Tornano Ferretti Group, Azimut Benetti, Sanlorenzo, Sunseeker, Beneteau, Absolute, FIM, Pardo, Sirena e Arcadia. Espongono per la prima volta a Venezia i cantieri Invictus, Fountaine Pajot 67 a motore, Nautor Swan
shadow, Solaris Power, Prestige e Sensesyacht. Significativa la tendenza, spiegano gli esperti, che si registra del ritorno della barca a vela, confermando un fenomeno che dopo il Covid vede un aumento dell’interesse verso l’acquisto di barche a vela, in un rapporto di eco sostenibili-
tà con il mare. Tra le presenze riconfermate compaiono i cantieri Beneteau, Lagoon, Dufour, More, Jeaneau e Pegasus e Italia Yacht, mentre arrivano per la prima volta all’Arsenale Elan, Bavaria, Solaris, Neo Yacht, Nautor Swan con Nautor Swan 65 – l’ammiraglia a vela del Salone – Kufner e HallbergRassy dalla Svezia. Grande crescita si evidenzia anche nel settore dell’elettrico. Un trend che risponde alla richiesta di avere barche sempre più evolute sia dal punto di vista della loro impronta ambientale, che deve essere sempre più ridotta con l’utilizzo di materiali ecosostenibili, sia da quello del maggiore comfort. Da qui la richiesta di spazi più ampi, senza in ogni caso rinunciare al lusso. All’Arsenale tornano X Shore, Candela, Green Line 40, Alfastreet Marine, Fap (Falegnameria Artigianale Pesce) e Rand Boats. Tra le novità, invece Free Power, Green Dream Boats, Amperetta e Sea Bubble.
S empre sul filone della sostenibilità, che vede Venezia in prima
linea anche per la sua candidatura a Capitale mondiale, al Salone Nautico Venezia saranno esposte anche le ultime novità nel campo della propulsione verso un futuro più ecologico. E ancora, torna la terza edizione della E-regatta con la scenografica parata sul Canale Grande e con le prove competitive all’interno del bacino dell’Arsenale e presso l’Idroscalo di Venezia. Come sempre trova spazio nel Salone la cantieristica tradizionale veneziana, con le barche che ogni giorno servono alla città per vivere, costruite nei cantieri della laguna con il loro profumo di tradizione ma anche di tecnologia.
I cinque giorni di manifestazione saranno anche l’occasione per dare spazio all’intrattenimento con regate e trofei, con programma molto ricco tra cui spiccano manifestazioni motonautiche come l’arrivo della Pavia Venezia, oltre a molte occasioni di relax per le famiglie e i bambini con attività, punti di ristorazione, voga e vela e riscoperta dei luoghi dell’Arsenale. Molti i convegni in programma, il cui focus sarà l’innovazione, i servizi, la formazione e la sostenibilità; appuntamenti che permetteranno il confronto degli addetti ai lavori sulle tante tematiche che coinvolgono un settore in costante crescita.
Sui pontili e a terra troveranno posto 300 imbarcazioni di oltre 220 espositori
Nel segno della sostenibilità le propulsioni e gli allestimenti orientati verso un futuro più ecologico
passato. I trenta partecipanti della Riviera, insieme alle altre migliaia che ogni anno da tutta Europa si recano in Polonia, non hanno solo visto quanto accaduto, ma lo hanno conosciuto, e da questa conoscenza dell’orrore deriva l’impossibilità di lasciare questo orrore all’oblio.
sario per rispondere ai timori di chi, come la senatrice Segre, conosce la necessità di combattere l’indifferenza per aver vissuto in prima persona i rischi che l’indifferenza crea.
“Son o estremamente pessimista e penso che tra qualche anno, dopo la morte dell’ultimo di noi, la storia della Shoah tra negazionismi e oblii, non ci sarà più: sarà prima ridotta ad un capitolo, poi una riga nei libri di storia e poi non ci sarà più.”
Quelle pronunciate poco tempo fa dalla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, sono parole dure, sconsolate, di chi per tutta la vita ha cercato di mantenere viva la memoria di uno dei punti più neri della storia del Novecento europeo e che oggi vede le sue fatiche messe a rischio.
Un vero e proprio grido di allarme che pone all’attenzione di tutti la necessità di essere parte di una memoria attiva nel passato e utile per costruire il futuro. È anche col peso di queste parole, che risuonano come un monito forte e un patto tra generazioni, che questa primavera trenta ragazze e ragazzi dei comuni della Riviera del Brenta hanno affrontato “Promemoria_Auschwitz”, il viaggio della Memoria che dal Veneto li ha portati a Cracovia e ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau. Un progetto fortemente voluto dagli amministratori dei comu-
ni di Dolo, Camponogara, Stra, Mira e Vigonovo che ha visto coinvolti partecipanti tra i 18 e i 25 anni. Giovani che hanno seguito una formazione specifica nel corso dell’inverno per poi partire alla volta della Polonia. Accompagnati dall’associazione di Promozione sociale Deina si sono riuniti ad altri 450 giovani provenienti da Trentino Alto Adige e Tirolo austriaco in un viaggio che li ha portati dentro la storia del Novecento. Quattro giorni intensi: si è iniziato con la visita alla città di Cracovia, il museo della fabbrica di Oskar Schindler, l’antico quartiere ebraico della città e i resti del ghetto costruito dai nazisti. Si è proseguito con la visita al campo di concentramento di Auschwitz e al campo di sterminio di Birkenau, giornata emozionante, densa e faticosa. Infine, in assemblea plenaria, tutti e cinquecento i partecipanti provenienti dalle diverse regioni
si sono confrontati sull’esperienza vissuta e su che cosa significhi, oggi, addentrarsi in una delle più grandi tragedie dell’umanità.
Ed è proprio in questo momento, tra la fatica del viaggio, la difficoltà di dover provare a fare sintesi di tutto quello che si è assorbito, e anche un certo smarrimento e timore nel provare a raccontare in pubblico ciò che si prova, è in quel momento, palpabile, che si percepisce l’emozione della nascita di una comunità viaggiante, fatta di centinaia di teste, occhi, opinioni e punti di vista che si sommano per costruire una nuova consapevolezza, quella della responsabilità collettiva.
Le ragazze e i ragazzi che hanno preso parte al viaggio della Memoria della Riviera del Brenta sanno di non essersi recati in quei luoghi di dolore solo per fare della semplice, anche se sicuramente utile, memoria del
Andare ad Auschwitz così, insieme, come comunità, significa prendersi carico di quel passato ed esserne responsabili non solo per preservarne il ricordo, ma anche per impedire che esso ritorni oggi sotto nuove, terribili forme.
La voglia di raccontare e le tante belle azioni di restituzione alle comunità che i partecipanti stanno ora organizzando, sono il modo migliore per rispondere alla chiamata della memoria attiva e necessaria. Non si tratta solo di trenta importanti esperienze, ma di trenta possibilità che intere comunità, in questo caso quelle della Riviera del Brenta, si sono date per poter avere al proprio interno gli anticorpi necessari a combattere il revisionismo e l’indifferenza.
La responsabilità della conoscenza è alla base di quel patto generazionale sulla memoria che ancora oggi è più che mai neces-
Chi, come gli accompagnatori di questo viaggio di memoria, ha visto le reazioni dei partecipanti, ha raccolto il loro pensiero e accolto le loro paure, sa che questo tipo di progetti sono la miglior risposta ai giusti timori di chi, avendo conosciuto la brutalità dello sterminio, non vuole che l’oblio possa portare l’umanità a commettere gli stessi tragici errori.
I trenta ragazzi e ragazze della Riviera, insieme ai tanti altri che come loro hanno scelto di caricarsi della responsabilità di conoscere, stanno rispondendo con forza all’appello per non lasciar cadere nel dimenticatoio questa pagina di storia. Fino a quando qualcuno avrà voglia di conoscere e ricordare quanto accaduto, ci sarà la possibilità di ricordare a tutti cosa significa essere umani.
Fino a quando ci sarà chi vorrà conoscere per viaggiare, quella pagina di storia non sarà dimenticata.
Francesco Filippi
• Chi è Francesco Filippi
Classe ‘81, trentino, Storico della mentalità, formatore, organizza viaggi di memoria nei luoghi simbolo della storia europea. Autore di saggi e manuali sul rapporto tra passato e presente
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Quattro giorni tra Cracovia e i campi di concentramento, l’esperienza e le emozioni dei giovani di fronte ad una delle più grandi tragedie dell’umanità
Èun Guinness World Record tutto padovano quello che ha portato la Y-40, realizzata nel 2013 all’Hotel Millepini di Montegrotto Terme, a essere dichiarata la piscina più profonda del mondo. Ora, esattamente dieci anni dopo, un nuovo progetto dell’architetto Emanuele Boaretto ambisce ad affiancarsi, letteralmente, alla Y-40 ampliandone le potenzialità. Si tratta della PHI 1 2, un cilindro dal diametro di 12 metri e profondo 30 metri, riempito usando acqua termale a 32/34°C. Aperto al cielo, sarà in grado di accogliere speciali attrezzature di grandi dimensioni calate dall’alto, ma anche esercitazioni e simulazioni uniche nel loro genere. In particolare, il nuovo spazio acquatico termale sarà dedicato alla ricerca scientifica, medico-subacquea e aerospaziale, la formazione di forze specializzate
in ricerca e recupero, le produzioni cinematografiche.
“Un’architettura subacquea che darà molteplici opportunità e diverrà nuova attrazione turistica. La naturale evoluzione di Y-40 in un’opera aperta in grado di ispirare. Uno spazio sommerso aperto all’imprevedibile, al nuovo, all’inatteso” dichiara l’architetto Emanuele Boaretto. Lo spazio acquatico di PHI 1 2 sarà infatti raddoppiato dando maggiore risalto ad alcune delle applicazioni per le quali si è dimostrato Y-40 nei primi dieci anni.
Per quanto riguarda il nome di battesimo della nuova struttura, si legge Fi dodici e si scrive Ф12 e deriva dalla lettera dell’alfabeto greco. In matematica è il simbolo della sezione aurea e l’iniziale del nome greco dello scultore e architetto Fidia, ma in architettura indica anche il dia-
metro, in questo caso del cilindro di 12 metri.
PHI 12 sarà inoltre un’opera sostenibile che eviterà l’immissione in atmosfera di oltre mille tonnellate di CO2. Questo sarà possibile perché la struttura non impiegherà acqua da bere, ma riutilizzerà sola acqua calda di origine profonda ipertermale salsobromoiodica, con un ciclo di filtrazione che consentirà un utilizzo efficiente. “L’impiego della risorsa termale, oltre a non sprecare acqua potabile, eviterà anche di dover riscaldare l’intera struttura. Dalla piscina al bar caffetteria, dallo shop agli uffici, tutti
gli ambienti saranno mantenuti in temperatura grazie alla geotermia, evitando ogni anno una produzione di oltre 1.000 tonnellate di CO2 rispetto ad un comune riscaldamento a gas per questi volumi” spiega l’architetto.
L’opera, all’interno del parco dell’Hotel Terme Millepini come Y-40, sarà aperta anche ai visitatori che potranno scoprire la piscina fino al fondo, grazie ad un ascensore subacqueo panoramico trasparente che ne consentirà la visita scendendo assieme ad apneisti e sub alla base del cilindro profondo, dove vivere in diretta il momento del touch
down delle persone in immersione. “Grazie alla vetrata subacquea che lo circonda interamente alla profondità di 5 metri, sarà consentito girare intorno a tutto il cilindro per assistere a spettacoli di animazione e danza interpretati in acqua, come spettatori di un vero teatro subacqueo. Sarà, così, anche un grosso attrattore di flussi turistici come già è stata Y-40 in questi primi dieci anni di vita” sottolinea l’architetto Boaretto.
La struttura dovrebbe essere pronta in circa due anni. Insomma, parte il countdown per un’altra struttura da record nel nostro territorio.
IL BILANCIO. Nel corso del 2022 sono stati supportati numerosi progetti culturali e sportivi sul territorio regionale
Ècontinuato anche nel 2022 l’impegno di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, per consolidare la propria presenza in Veneto, puntando sulla valorizzazione dei prodotti e dei produttori locali e sostenendo iniziative a sfondo sociale per continuare ad essere ogni giorno parte attiva delle comunità in cui l’azienda si inserisce.
Guardando allo sviluppo del business in Veneto, nel 2022 Aspiag Service Despar ha realizzato un fatturato al pubblico complessivo di oltre 918 milioni di euro, sia per gli esercizi diretti che affiliati e, grazie ai 30 milioni di euro di investimenti, ha proseguito nel suo progetto di sviluppo e potenziamento della rete vendita che conta oggi 161 negozi attivi in regione, di cui 89 diretti e 72 affiliati. Uno sviluppo che ha portato anche ad un allargamento della “famiglia Despar” con 192 nuove assunzioni, che fanno salire a 3.921 il numero dei collaboratori in regione.
Anche per il passato esercizio ha avuto una particolare rilevanza la valorizzazione dei prodotti locali e delle filiere corte attraverso il progetto “Sapori del Territorio” che raccoglie in Veneto oltre 3.700 referenze a scaffale, provenienti da più di 700 produttori locali e che, ormai da molti anni, testimonia
concretamente la vicinanza e il sostegno di Despar alla cultura enogastronomica e alla produzione agroalimentare di qualità presenti in regione. Un’ulteriore declinazione sul territorio di questa strategia che mira alla piena sinergia con i produttori locali è il protocollo regionale di promozione delle tipicità territoriale “The Land of Venice”, attivo in Veneto da oltre tre anni, che contrassegna nei punti vendita dell’abete delle sette province del nostro territorio tutti i diversi prodotti certificati e caratterizzati dalla presenza di specifiche denominazioni geografiche.
Accanto a ciò, Aspiag Service Despar ha continuato a essere motore di crescita per il territorio: una scelta che si è concretizzata nel 2022 in moltissime iniziative a sfondo sociale
che Despar ha promosso per restituire alla collettività parte di quanto ricevuto. Sono state così supportate molte società sportive, iniziative e realtà culturali del Veneto, impiegando direttamente una buona parte degli oltre 223 mila euro complessivamente investiti nel 2022 per lo sviluppo dei progetti a ricaduta sociale in regione. Anche il mondo del volontariato e dell’associazionismo è stato coinvolto in progetti specifici di raccolta fondi, come nel caso della vendita delle originali shopper biodegradabili con la grafica realizzata dalla Cooperativa Down Dadi, o di sensibilizzazione sociale come per la promozione della campagna di prevenzione di truffe e raggiri a danno dei cittadini effettuata assieme alla Polizia di Stato in tutto il territorio regionale.
La rete vendita in Veneto cresce all’insegna della sostenibilità
Nel 2022 Aspiag Service Despar ha proseguito nel progetto di sviluppo e potenziamento territoriale della rete vendita in Veneto e incrementato il numero degli esercizi commerciali di altri 5 punti vendita, di cui quattro localizzati nelle province di Venezia e uno nella provincia di Vicenza. L’azienda ha inoltre proseguito nel processo di riammodernamento dei propri negozi con le ristrutturazioni di un punto vendita diretto Eurospar a Verona e di un punto vendita affiliato a Padova. Particolarmente significativa nel corso del 2022 è stata poi l’apertura del punto vendita Despar di Ponte del Teatro, un nuovo negozio nel cuore di Venezia a servizio di residenti e turisti che rappresenta la volontà di offrire un servizio di prossimità e si inserisce perfettamente nella strategia di sviluppo della rete vendita in un’ottica green. La sostenibilità è infatti uno dei driver strategici di sviluppo
per Aspiag Service Despar che anche per il 2022 ha continuato il percorso di allineamento del proprio modello di business e delle proprie performance ai sette obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che l’azienda ha scelto come linee guida per il proprio sviluppo in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale. Tutte le nuove aperture e le ristrutturazioni sono infatti progettate in una prospettiva green, attraverso soluzioni che permettono un’attenzione verso la riduzione delle emissioni di CO2 e il controllo dei consumi energetici. A ciò si aggiunge l’attenzione che l’azienda pone alle modalità di sviluppo della propria rete vendita che si concretizza nella scelta di prediligere per le nuove aperture una strategia
Tra le iniziative sociali più significative del 2022 va ricordata inoltre l’annuale campagna de “Il mondo ha bisogno delle donne”, attività charity che ormai da diversi anni rappresenta un’occasione per lanciare un forte messaggio di solidarietà sostenendo progetti e associazioni impegnate nell’ambito della promozione dei diritti e del benessere delle donne, oltre che di lotta alla violenza di genere. Nel solo Veneto grazie a questa raccolta fondi sono stati raccolti quasi 60 mila euro, che sono stati destinati ai programmi di ricerca e cura dell’Endometriosi e alla collegata campagna di prevenzione negli istituti scolastici regionali. Inoltre, anche nel 2022 è proseguito l’impegno di Despar per la lotta allo spreco alimentare che ha permesso di recuperare in Veneto più di 550 tonnellate di cibo invenduto, distribuito attraverso una rete territoriale di solidarietà di oltre 800 Onlus, che hanno consentito la preparazione di quasi 1,2 milioni di pasti destinati ai più bisognosi. Un impegno che, oltre alle importanti ricadute in ambito sociale, ha permesso anche di fare bene all’ambiente, permettendo un risparmio totale di oltre 2.025.431 kg di Co2 equivalente e oltre 1.198.016 m3 di acqua (che corrispondono rispettivamente ad oltre 15 mila viaggi in auto da Milano e Napoli e 374 piscine olimpioniche!).
Nonostante un contesto macroeconomico difficile e sfidante per tutto il settore della GDO come quello passato, tra inflazione, rincari energetici e rialzo dei prezzi, anche nel 2022 Aspiag Service Despar ha continuato nel suo percorso di crescita in Veneto, diventando sempre di più un punto di riferimento importante per le persone e le comunità dei territori in cui siamo presenti. L’espansione del business e gli investimenti per lo sviluppo e il consolidamento della rete vendita ci hanno permesso di rafforzare il nostro ruolo nel settore della grande distribuzione in Veneto, impegnandoci a mantenere i prezzi di vendita accessibili per i nostri clienti e favorendo l’aumento dell’occupazione.
di recupero e riqualificazione di edifici storici e di aree urbane dismesse con l’obiettivo di restituire alle comunità zone inaccessibili, evitare il consumo di suolo, valorizzare edifici ed elementi architettonici di pregio e innescare un circolo virtuoso attraverso la collaborazione con aziende del territorio.
Il nostro gruppo lavora in filiera e questo è un vantaggio per gestire al meglio aumenti importanti di prezzo e favorire economie di scala che consentono di calmierare il costo del prodotto, lavorando a stretto contatto con i fornitori locali e con i diversi paesi che, come noi, fanno parte del gruppo internazionale SPAR Austria. In un contesto di incertezza come quello vissuto, filiera ed economie di scala sono state dunque le parole chiave per fronteggiare il caroprezzi e continuare a sostenere le famiglie mitigando l’effetto del caro-vita, in linea con il nostro impegno al fianco delle persone e delle comunità che ci ospitano. Anche per il futuro, vogliamo continuare nell’impegno verso i territori in cui siamo presenti, continuando il nostro percorso di sviluppo all’insegna della qualità, prossimità, competenza, partecipazione e inclusione: valori da sempre condivisi da tutta la grande famiglia Despar e che ogni giorno ci permettono di essere un riferimento per le comunità in cui il nostro abete ha messo le sue radici.
Attività fisica, sana alimentazione, riposo e meditazione sono il “segreto” per stare bene con sé stessi
V ivere in modo sano e stare bene con sé stessi, un obiettivo sulla carta condiviso da tutti ma non sempre, complice uno stile di vita frenetico, preso nella giusta considerazione all’interno della routine quotidiana.
Eppure, è estremamente importante una buona “salute per tutti”, tanto da dedicare una Giornata mondiale su questo tema - lo scorso 7 aprile è stata la 75esima - per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare sulle buone pratiche che aiutano a vivere meglio.
Come? Praticando attività fisica, con un’alimentazione sana e bilanciata, non trascurando il riposo e ritagliandosi uno spazio di tempo per un po’ di meditazione.
Il benessere come priorità è un traguardo che si raggiunge innanzitutto praticando una corretta attività fisica. La costanza, infatti, comporta molteplici benefici non solo a livello fisico ma anche mentale. L’attività fisica, infatti, non aiuta solo a mantenerci in forma, a tenere sotto controllo il peso corporeo e a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e circolatorie, ma produce benefici effetti anche a livello psicologico.
L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce attività fisica “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”.
“Per attività fisica, s’intende – sono le indicazioni dell’Ulss 6 Euganea - tutto il movimento che viene svolto durante la giornata (gli spostamenti a piedi o in bicicletta, le attività svolte nel tempo libero al lavoro, lo sport, le faccende domestiche il giardinaggio). La cosa migliore però è praticare attività fisica moderata e vigorosa”.
Prosegue alla pag. seguente
Giovani e salute
Un altro fattore importante è il tempo in una settimana dedicato all’attività fisica.
“Evidenze scientifiche - si legge dalla pagina Facebook dell’azienda sanitaria padovanadimostrano che praticare attività fisica moderata e vigorosa per almeno due ore e mezza alla settimana produce effetti benefici sulla riduzione del rischio di sviluppare il tumore mammario, cervico-uterino e del colon retto. L’effetto benefico dell’attività fisica dipende dall’innesco di meccanismi biologici come l’aumento della sensibilità dei tessuti all’insulina che riduce il livello di glucosio, l’attivazione del metabolismo dei grassi, la riduzione dei livelli di ormoni sessuali, la stimolazione del sistema immunitario, la riduzione del marker dell’infiammazione”.
Non meno importante è il beneficio sulla sfera psicofisica: migliore percezione di sé e delle proprie capacità, stimolo alla socializzazione e alla condivisione.
Si c hiama “binge drinking” la pratica assai diffusa tra i giovani di “tracannare” alcolici fino a stordirsi. Un tema su cui l’Ulss 5 Polesana invita a riflettere in occasione del mese di aprile, dedicato alla prevenzione alcologica.
Il consumo di alcol, infatti, è purtroppo sempre più diffuso tra i giovani. Ma spesso si ignorano le conseguenze negative dei ricorrenti episodi di ubriachezza e relative al consumo di alcolici in età giovanile.
Bere e ubriacarsi fin dall’adolescenza danneggia le cellule di molti organi, tra cui fegato e sistema nervoso centrale: in particolare, tra i 1 2 e i 25 anni il cervello subisce danni irreversibili per l’incapacità di metabolizzare l’alcol. Inoltre, è un fattore di rischio alla guida: in Italia sono
circa 6000 gli incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani tra i 1 5 ed i 24 anni. In più, predispone a comportamenti violenti e autolesionisti, è associato al rischio di gravidanze non desiderate e di malattie a trasmissione sessuale. Infine, porta a disturbi dell’apprendimento, incidendo sul rendimento scolastico.
Nel lungo termine, poi, favorisce l’insorgere di varie malattie croniche come cancro, diabete, malattie cardiovascolari e disturbi psichici, senza contare il fatto che rende più inclini a sviluppare una dipendenza da alcol in età adulta.
La corretta informazione sugli effetti provocati dal consumo di alcolici per i più giovani, ma anche per gli adulti, rappresenta dunque la prima forma di prevenzione.
Per stare bene è altrettanto importante un’alimentazione equilibrata, sana e bilanciata. “L’organismo ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente e rendere possibili i processi fisiologici. Alcuni nutrienti infatti sono essenziali per provvedere alla richiesta di energia, per alimentare il ricambio cellulare, altri invece hanno funzioni protettive” sono le indicazioni del Ministero della Salute che in dieci punti elenca le buone abitudini per mangiare sano. 1) É consigliato seguire un’alimentazione varia ed equilibrata sia sul piano qualitativo che quantitativo. 2) Non va mai trascurata la prima colazione che fornisce una buona energia per affrontare gli impegni della giornata. 3) L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, al giorno dalle quali trarre le quantità di vitamine necessarie di cui il nostro corpo ha bisogno. 4) É buona abitudine bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, anche senza aspettare di avere sete. 5) É importante cucinare con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori. 6) Bisogna sempre fare attenzione alle modalità di preparazione degli alimenti e non eccedere nei condimenti. 7) Limitare il consumo del sale e preferire quello iodato. Non consumare troppi dolci e bevande zuccherate. Aumentare in casa la scelta di frutta e verdura limitando la disponibilità di alimenti e snack troppo calorici. 8) Limitare il consumo di bevande alcoliche, evitandolo in gravidanza. 9) Coinvolgere i bambini nella preparazione dei diversi alimenti giocando con i colori e le differenti consistenze, impareranno a conoscerli. 10) Leggere l’etichetta prima di acquistare un alimento per conoscere cosa contiene e per essere informato sul contenuto di energia e nutrienti.
Un ulteriore elemento a cui bisogna prestare attenzione è la qualità del nostro sonno. Gli esperti consigliano di dormire dalle 7 alle 9 ore a notte; dormire bene è importante per essere vigili e attivi durante la giornata, ma è anche essenziale per il corretto funzionamento della memoria e delle cellule del corpo.
La meditazione è il quarto pilastro del vivere in salute. Di recente è cresciuto l’interesse e la sensibilità verso questo tema.
La meditazione è una pratica che consente di concentrarsi su un unico pensiero, allontanando qualsiasi forma di negatività che può derivare dall’ambiente esterno. Gli ormoni rilasciati durante la meditazione consentono di essere più rilassati, aiutano a controllare gli stati d’ansia e a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi.
bertiIn Italia sono circa 6000 gli incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani tra i 15 ed i 24 anni
All’Ospedale dell’Angelo di Mestre dell’Ulss 3 Serenissima gli specialisti del Centro di Medicina Trasfusionale sono ora in grado di praticare la “fotochemioterapia extra corporea”. All’inizio del mese di aprile i primi due pazienti oncologici ematologici sono stati sottoposti con successo alla innovativa procedura salvavita senza essere traferiti a Padova, come sarebbe accaduto in precedenza.
La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura di alta specializzazione, che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue (leucemie, linfomi, mieloma) e di altre malattie ematologiche.
“La procedura che siamo ora in grado di effettuare all’Angelo, con un nuovo ambulatorio specifico, – spiega il primario della Medicina Trasfusionale Gianluca Gessoni – è un prezioso supporto al lavoro della nostra équipe di Ematologia: si effettua sui pazienti che hanno subìto il trapianto di cellule staminali emopoietiche, e aiuta in sostanza a prevenire il rigetto e la “malattia da trapianto contro l’ospite” (GvHD), che può verificarsi in seguito all’intervento”.
Con la fotochemioterapia extracorporea si agisce sulle cellule mononucleate circolanti del paziente, dopo averle prelevate, con il paziente allettato per poche ore nell’ambulatorio dedicato.
“I leucociti del soggetto, temporaneamente prelevati, - spiega ancora il dottor Gessoni - vengono irradiati con luce ultravioletta (UVA) in
presenza di un farmaco chiamato 8-MOP. Questo 8-methoxipsoralene è farmaco fotosensibilizzante: esposto ai raggi UVA diventa capace di stabilire legami covalenti e crociati con la doppia elica del DNA, dando luogo all’inizio del processo di apoptosi, che è utile appunto a prevenire il rigetto”.
La procedura salvavita introdotta all’Angelo è nata a fine anni ‘80 come terapia di prima linea nella cura dei tumori cutanei, e si è dimostrata efficace anche nel trattamento di condizioni cliniche particolarmente complesse. All’Ospedale dell’Angelo l’attività attualmente è rivolta ai pazienti provenienti dall’unità clinica di trapianto di cellule staminali emopoietiche, e affetti da GvHD acuta e cronica. La possibilità di effettuare questa terapia sarà di notevole impatto sull’outcome clinico e sul miglioramento delle qualità di vita dei pazienti.
L’équipe medica coinvolta, diretta dal dottor Gessoni, è costituita dalla dottoressa Giulia De Fusco, responsabile del settore di Aferesi terapeutica e Processazione CSE, dalla dottoressa Francesca Polese, responsabile dell’ambulatorio ematologico del SIT, dalla dottoressa Enza Coluccia, referente qualità del programma trapianto CSE per l’unità di Raccolta e Processazione di Mestre, con la collaborazione dello staff infermieristico coordinato dalla dottoressa Michela Pivetta.
La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue e di altre malattie ematologicheL’équipe del dottor Gessoni nella sede del nuovo trattamento
Atrofia muscolare. I risultati aprono nuovi orizzonti terapeutici e diagnostici
Lo studio del gruppo di ricerca guidato da Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e Professore dell’Università di Padova, è stato pubblicato sulla rivista “Nature Communications”
Perdita di massa muscolare con conseguente insorgenza di uno stato di debolezza e affaticamento, se non addirittura, in caso di determinate patologie, di minore risposta alle terapie. È il processo noto col nome di atrofia muscolare, indotto dall’invecchiamento ma anche da particolari condizioni quali l’immobilizzazione, la malnutrizione, le infezioni, i tumori, il diabete e l’obesità, le patologie epatiche, cardiache, renali e polmonari. La perdita di forza è una condizione che impatta fortemente sulla qualità della vita delle persone. I meccanismi molecolari che inducono l’atrofia muscolare non sono ancora completamente definiti e, ad oggi, non esistono terapie per prevenirla o contrastarla.
Tuttavia, è stato di recente individuato un gene che regola l’integrità del muscolo scheletrico grazie allo studio del gruppo di ricerca guidato dal professor Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e Professore Ordinario in Patologia Clinica e Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.
Uno degli scopi del laboratorio del Prof. Sandri è di studiare i “geni oscuri” - sconosciuti tra quelli che codificano le proteine: dei 20.000 geni conosciuti, più di 5.000 sono inesplorati, i cosiddetti dark genes - e capirne la loro funzione all’interno del muscolo scheletrico.
I risultati della ricerca, contenuti all’interno dello studio coordinato da Anais Franco Romero e Jean Philipe Leduc-Gaudet (primi co-autori dello studio) hanno portato all’identificazione di un nuovo gene - chiamato MYTHO (Macroautophagy and YouTH Optimizer) – importante per l’integrità del
muscolo scheletrico e in particolare del processo di degradazione delle proteine e degli organelli. Questo processo cellulare deve funzionare correttamente e in modo bilanciato: un eccesso di degradazione proteica potrebbe infatti portare a una diminuzione della massa muscolare, mentre al contrario un blocco di questo processo potrebbe portare ad un accumulo di organelli e di proteine danneggiate che impediscono una normale contrazione muscolare. Nello specifico, i ricercatori hanno visto come l’inibizione acuta di questo nuovo gene abbia un ruolo protettivo in caso di tumore, immobilizzazione e assenza di nutrimenti. Tuttavia, poiché la funzione di questo gene è critica per la pulizia della cellula, non si può ridurre la sua funzione per periodi prolungati perché si causa un accumulo di materiale non degradato, risultando in una degenerazione cellulare e diminuzione della forza muscolare. Quest’ultima situazione
Altolà alle scuole: attenzione alla scarlattina
Altolà alle scuole di ogni ordine e grado a Padova e in tutta la provincia da parte del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea. L’allerta è relativa alla diffusione dell’infezione della scarlattina.
La malattia inizia con una prima fase contraddistinta da mal di gola, nausea e febbre; solo successivamente, a distanza di qualche giorno, compaiono dei piccoli puntini rossi nelle zone di inguine, ascelle e collo che possono poi estendersi fino a ricoprire tutto il corpo. La scarlattina è un’infezione che colpisce prevalentemente i bambini - ma anche gli adulti possono ammalarsi, anche più volte - e che si trasmette soprattutto per via aerea: il responsabile è il batterio “streptococcus pyogenes”.
“Chiunque può contrarre la scarlattina - riferisce il direttore del Dipartimento di Prevenzione, dr. Luca Gino Sbrogiò - ma è certamente più comune tra i bambini e
i ragazzi; l’infezione si trasmette spesso tra compagni di classe a scuola o membri della stessa famiglia a stretto contatto tra di loro e si diffonde con la tosse e lo starnuto di una persona infetta”.
L’infezione da streptococco di gruppo A (GAS) causa comunemente malattie lievi come tonsillite, faringite e, appunto, scarlattina: è importante che questa tipologia di infezioni sia correttamente identificata e tempestivamente trattata con antibiotici per ridurre il rischio di potenziali complicanze. Per questo - è il sollecito - è fondamentale rivolgersi
sembra verificarsi in una malattia muscolare genetica chiamata Distrofia muscolare di tipo 1 (DM1), in cui i ricercatori hanno trovato una riduzione di espressione di questo nuovo gene.
“La scoperta di nuovi geni che controllano la qualità dei nostri muscoli apre nuovi orizzonti non solo terapeutici, con la possibilità di sviluppare nuovi farmaci che preservino la forza, ma anche diagnostici” ha sottolineato Marco Sandri.
“Grazie alla conoscenza di questi geni e del loro funzionamento saremo in grado di identificare nuove cure per tutti i pazienti che hanno malattie ereditarie, di cui non si conosce il gene mutato”.
Lo studio, sostenuto in Italia da Fondazione Cariparo e in Francia dalla Fondazione AFM Telethon è stato condotto in stretta collaborazione con un team di ricercatori della prestigiosa McGill University di Montreal, diretto da Gilles Gouspillou e Sabah NA Hussain.
il prima possibile al proprio medico o pediatra.
“Vigili e corrette norme di igiene possono consentire di ridurre il rischio di trasmissione – prosegue Sbrogiò –una buona igiene delle mani e delle vie respiratorie, unita all’eliminazione di possibili comportamenti promiscui (come, ad esempio, la condivisione di utensili, di bicchieri e di altri oggetti personali), possono contrastare sensibilmente il diffondersi dell’infezione, così come una frequente aerazione degli ambienti e un’accurata pulizia delle superfici”.